God's Champion

di SamBluefire
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: L'ascesa degli dei ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: i nuovi campioni ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: il cimitero nero ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: la voce dell'elemento ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: che i giochi abbiano inizio ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: ombra degli elementi ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: Cato ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Calima ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: Armageddon ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10: Se noi bruciamo, tu brucerai con noi ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11: Amore e ombre ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12: Paura del buio? ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13: fine dei giochi. ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14: Il vuoto di Noar ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15: Pioggia di luce. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: L'ascesa degli dei ***


GOD’S CHAMPION
 
Capitolo 1: l’ascesa degli dei.


Per anni, gli dei hanno sempre avuto due cose: un grande potere e una regola, non interagire con l’uomo.
E questa unica regola è stata infranta più e più volte, per questo sono nate le varie leggente, miti e religioni diverse una dall’altra nelle varie culture del genere umano.
È per questo motivo che tutti i popoli del mondo si dichiararono guerra, minacciando il futuro del mondo e dell’umanità, ciò che nessuno sapeva era che gli dei quando sono invisibili agli occhi dei mortali possono vedere tutto.
“Sapevo che non era una buona idea.” disse uno degli dei e poi aggiunse “Questo vostro gioco, ha scatenato una guerra a cui probabilmente non sopravviverà nessuno.” “In effetti questa situazione è colpa nostra, e io sono stato uno stupido a non fermarvi quando ero in tempo. -commentò un altro dio- immagino che la cosa più giusta da fare sia invocare la madre della creazione distruggere questo mondo e ricominciare da zero.” alla fine di queste parole una dea si fa avanti e disse “NO! Non possiamo distruggerlo, questo mondo è il nostro, ne avevamo il diritto di giocarci a modo nostro.” il primo dio si rivolge alla dea e disse “Cara sorella, permettimi di ricordarti che è stata tua l’idea di iniziare questo gioco quando non potevamo anzi che non dovevamo cominciare, un mondo non è un parco giochi, io mi sono sempre opposto perchè avevo previsto questa situazione.” un altro si fa avanti con fare arrogante “Si si si, sei sempre il solito signor perfettino che rispetta tutte le regole e non prova mai niente di nuovo, infatti ti abbiamo dovuto costringere per farti partecipare, ma dico io che sarà mai se ti lasci andare per una volta.” la dea di prima aggiunse “Quindi in un certo senso tutto questo è anche colpa tua e sei responsabile anche tu!” “Per questo ora vado a-” “Tu non andrai a chiamare nessuno, ora tutti quanti, ascoltatemi, l’ho ammetto ho sbagliato e credo che sia giusto che ci prendiamo le nostre responsabilità per le nostre azioni, quindi io dico che ora noi andremo sulla Terra e metteremo fine a questa follia.” “Belle parole, ma sentiamo, come intendi farlo?” “Ormai abbiamo già rotto le regole, quanto vale romperle per l’ultima volta e agire di persona.” “Stai dicendo che dobbiamo mostrarci ai mortali?” “Esatto, però, sta volta la metteremo ai voti, chi per una volta vuole fare qualcosa di giusto e salvare delle vite e smettere di nasconderci, alzi la mano.” dopo qualche minuto per decidere, gli dei alzarono le mani tutti tranne uno, il quale disse “Continuo a pensare che non dovremmo farlo.” “Uffa quanto sei noioso, l’abbiamo messo ai voti e tutti sono d’accordo con me, quindi adesso mr negative verrai con noi laggiù e metteremo fine a tutto questo.” “… va bene, ma ad una condizione, visto che tu abbia sempre la soluzione ai problemi se ce ne saranno altri, ci penserai TU a risolverli, oppure a invocare la madre della creazione.” “Accetto le tue condizioni, puoi avere tutte le paranoie che vuoi, tanto io sò di non sbagliare.”
La guerra imperversava mietendo una vittima dopo l’altra, sembrava che niente potesse fermarli, ma, una luce abbagliante nel cielo apparve improssamente catturando l’attenzione di tutti i combattenti, la luce assumse un immagine che ricordava il simbolo dello yin e dello yang per poi progliettare due figure in mezzo al campo di battaglia, erano un uomo e una donna dall’aspetto simile e con lo stesso modo di vestire ma dai colori opposti. A seguire apparvero altre persone, accompagnate con esseri che sembravano mostri agli occhi della gente, la donna apparsa per prima disse agli uomini che gli dei che loro venerano, amano e temono sono loro e che non avevano motivo di combattere perchè gli dei sono uguali per tutti, ed è per questo che si sono mostrati.
Quasi immediatamente ogni uomo mise giù le armi e si inchinò al cospetto degli dei, mettendo la parola fine alla guerra.
Gli dei sono in tutto otto e possedevano, anzi possiedono un grande potere legato a tutto ciò che esiste in questo mondo: terra, fuoco, aria, acqua, fulmine, natura, luce e buio. Ma non avevano un nome, così gli umani decisero di dare agli dei un nome tra tutti quelli che hanno avuto per le varie culture.
Alcuni accettarono altri decisero di volere dei nomi diversi, il dio del buio e la dea della luce sono gemelli quasi identici: I loro corpi sembrano fatti del loro elemento, i loro volti sono privi di tratti somatici avevano solo gli occhi che si distinguevano dal resto del corpo, indossavano un paio di pantaloni di seta e un mantello sulle spalle e al centro del corpo della dea della luce c’era una specie di buco nero che sembrava assorbire materia, mentre sul dio c’era un buco bianco che rolasciava energia. Decisero di non chiamarsi con i nomi che gli hanno dato gli umani (la dea della luce era considerata la fonte di luce più grande di tutte ovvero il sole e prendeva il nome di Apollo nella mitologia greca e Ra in quella egizia, mentre il dio oscuro prendeva i nomi di Set, Ade e gli shinigami) così scelsero di chiamarsi Lys e Morke che in norvegiese significa luce e oscurità.
Il dio dell’acqua e la dea della terra sono i più grandi in dimensioni perchè gli altri dei sono bene o male a misura d’uomo mentre loro due sono due giganti, il dio dell’acqua è il più piccolo tra i due, lui ha fatto nascere i miti di Nettuno e Poseidone, anche se loro due erano solo due umani che usava come marionette, lui non ha la capacità di parlare ma può comunicare telepaticamente e controllare la mente delle persone, il dio dell’acqua non era umano ma un mostro marino dalle dimensioni di un continente e per accettare il suo aspetto che ha deciso di prendere il nome del mito biblico del Leviatano.
La dea della terra è incredibilmente più grande del dio dell’acqua e la prova è il fatto che solo uno dei suoi capelli può avvolgere tutto il mondo, sempre se si possono chiamare capelli i serpenti che compongono la chioma di una gigantesca gorgone che ha fatto i miti del serpente del mondo, della gorgone Medusa e Atlante il titano che sorregge il mondo sulle spalle. Lei ha scelto di chiamarsi come il serpente del mondo della mitologia nordica: Jormungandr. Per ricordare a suo fratello il dio del fulmine lo scontro tra Thor e Jormungandr.
Il dio del vento invece è molto diverso dai miti di Eolo il dio greco, gli unici che paesi che lo hanno visto nella sua vera forma sono i paesi asiatici, e gli hanno assegnato due nomi in Cina era noto come: Sun Wukong. In Giappone: Son Goku. Il re delle scimmie che viaggia su una nuvola e armato di un bastone magico, lui è senza dubbio il dio più impulsivo e imprevedibile di tutti (e ha scelto di chiamarsi con il nome cinese).
La dea del fuoco era vista la divinità a cui i maya facevano sacrifici umani gettando delle persone nei vulcani, lei è una lamia creatura per metà donna e per metà serpente come le sirene, solo che lei con il fuoco ci si veste (ed è anche molto elegante) e scelse il suo nome prendendo la parola latina Ignis che vuol dire fuoco.
Il dio del fulmine ovviamente era conosciuto con molti nomi anche lui: Thor, Zeus, Giove, Raijin, ecc. Lui è un gladiatore che porta sempre con se un arsenale di armi che scatenano tempeste di fulmini tra cui il Mjollnir (il martello di Thor) anche se alla fine scelse di chiamarsi come il padre degli dei greco per poter provare a sentirsi più importante visto che era uno dei più piccoli nella famiglia degli dei.
Il dio della natura invece era un uomo piuttosto anziano con la testa rasata e una folta barba fatta di muschio e fiori, veste sempre come un monaco, medita per quasi tutto il tempo è molto saggio e pacifico, e decise di chiamarsi Namu che in coreano vuol dire: albero.
Per mille anni il mondo è stato in pace e tutto sembrava tranquillo, troppo tranquillo, e infatti un altro polverone si è alzato dopo un bambino si chiese: chi è il più forte tra gli dei? E ognuno aveva la sua visione, chi diceva la dea terra, chi il dio del fulmine e chi la dea della luce e così via. E così che dopo un millennio di pace e tranquillità un nuovo conflitto si è mostrato.
La dea della luce ha giurato che se si sarebbero presentati dei problemi ci avrebbe pensato lei, dopo una settimana espose ai suoi fratelli la sua idea: ogni anno, una volta l’anno ogni dio dovrà sceglie tra i mortali un campione che dovrà addestrare per sei mesi, e il 31 dicembre notte allo scoccare della mezzanotte riceverà il potere dell’elemento dal dio da cui è stato addestrato e combatterà a nome suo in una grande arena nella quale si affronteranno tutti allo stesso tempo e questa sfida finirà finchè non ne rimarrà solo uno, e per decretare il vincitore i campioni si dovranno sfidare per forza e solo quando durante uno scontro un campione non si arrende, o muore. L’umano vincitore avrà dimostrato a tutti chi è il dio più forte quell’anno e avrà il diritto a un desidero, il nome di questo torneo è: God’s Champion.
Anche questa sua idea venne messa ai voti, a cui solo due dei si sono opposti: Morke e Namu.
Ma vista la maggioranza non avevano scelta se non sottostare alla decisione che hanno preso i loro fratelli.
Ogni dio aveva il suo modo di sceglie il suo campione, Leviatano sceglie i suoi campioni controllando la mente delle persone e solo chi è abbastanza forte mentalmente da opporsi può essere un buon candidato per lui.
Ignis sceglie persone che non vedono nel fuoco sofferenza e dolore, ma energia e vita, la distruzione che porta la resurrezione e la rinascita.
Jormungandr rispetta molto il modo di dire: chi è forte può difendersi da solo, chi è più forte deve difendere gli altri. Infatti i sono campioni sono persone forti nel corpo ma nel cuore sono gentili e proteggono i più deboli.
Sun Wukong voleva solo persone imprevedibili, persone che sono come foglie al vento in grado di cambiare direzione con il minimo preavviso.
Namu malgrado non voglia fare parte di questa pensata della sorella, non può opporsi a un scelta a cui la maggior parte è d’accordo e quindi deve fare la sua parte scegliendo il suo di campione, in genere sceglie una persona con un animo buono e pacifico che considera tutta la vita sacra compresa quella di un ragno che rimane intrappolato nella sua stessa tela.
Zeus sceglie solo chi non ha paura di affrontare il pericolo in faccia, qualcuno che non ha paura di venire colpito da un fulmine durante una tempesta.
Lys nello scegliere è sempre molto più esigente dei suoi fratelli e sorelle, lei vuole solo persone che posso essere definiti perfetti, i più forti, i più veloci, i più puri.
Morke invece ha un modo di scegliere molto diverso, lui semplicemente aiuta le persone che hanno l’inferno dentro, persone che hanno vissuto dei traumi che gli impediscono di andare avanti con la vita, e gli offre aiuto per trovare la pace in mezzo al caos che afflige la mente e poi chiede se vuole essere il suo campione per il God’s Champion.
Ormai questo torneo è una tradizione che si tiene ogni anno, fino a raggiungere i giorni nostri e il prossimo si terrà tra sette mesi e gli dei si stanno affrettando a trovare i loro campioni.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: i nuovi campioni ***


Capitolo 2: i nuovi campioni


“Il prossimo God’s Champion era alle porte e quasi tutti gli dei erano pronti mancava solo il campione dell’oscurità, che sembrava non essere da nessuna parte, che il dio del buio dichiarerà forfait quest’anno?” “Riguardiamo insieme il God’s Champion dell’anno scorso, il campione della terra ha letteralmente sollevato una montagna e l’ha scaraventata addosso al campione del fuoco.” al notiziario e in tutti gli altri canali televisivi si parla solo di una cosa in questo periodo, del prossimo God’s Champion e tutti sono impazienti che questi mesi passino alla svelta per dare il via allo show.
Altri invece preferirebbero poter guardare qualcos’altro in TV in questo periodo, per esempio un ragazzo ricoverato in un ospedale psichiatrico con una malattia mentale che vorrebbe solo poter dormire tranquillo per una volta senza essere tormentato dagl’incubi.
Ma ciò forse non sapeva era che durante il periodo del God’s Champion, Morke fa il giro di tutti gli ospedali di ogni tipo per aiutare i medici a curare i loro pazienti e per trovare il suo campione.
Lui se ne sta rannicchiato in un angolo della stanza a fissare il soffito con uno sguardo vuoto misto a stanchezza, quando la porta si aprì lentamente facendo entrare un uomo avvolto in un mantello. “Buongiorno a te giovanotto, se non sbaglio il tuo nome è Noar.” nella stanza di Noar non c’era molta luce motivo per cui gli ci volle un pò per capire chi ha davanti ma comunque annuì con la testa, “Ho sentito che hai passato cinque anni chiuso in camera tua al buio senza mai uscire, perchè tuo padre malato di cancro ha partecipato al God’s Champion di quindici anni fa, tua madre era infermiera ma alcolista cronica infatti era poco presente e quando lo era non faceva altro che urlare e prendersela con tutto e tutti, e anche se è andata in riabilitazione ha comunque lasciato qualcosa in te e i servizi sociali ti hanno portato qui, e ci sei rimasto per dieci anni.” “Non volevo sapere la storia della mia vita -disse Noar con tono scontroso- chi sei tu e che cosa vuoi?” “Voglio curarti.” “Non sei il primo a dirmi questo e di sicuro non sarai l’ultimo.” “Vogliamo scommettere? -l’uomo mise la mano destra sulla fronte di Noar e la sinistra sul cuore- la mente di un bambino è fragile basta poco per fare dei danni considerevoli specie se ripetuti, è questo che principalmente rende persone dall’animo buono dei mostri, ma anche il veleno più potente ha la sua cura, lascia che il buio ti dia una guida e ti aiuti a calmare la tempesta che hai nella testa.” Noar chiuse gli occhi, forse era la stanchezza oppure aveva deciso di dargli fiducia, no, semplicemente dopo aver passato molte notti in bianco, il tono di voce calmo dell’uomo lo aveva aiutato a rilassarsi.
Al suo risveglio Noar si sentiva strano, si sentiva bene, era passato molto tempo dall’ultima volta che si era sentito così.
Si guardò allo specchio, nel vedersi così riposato e in forma, quasi non si riconosceva: occhi color rosso scuro, pelle pallida color neve e lunghi capelli neri un pò unti e sporchi. Ma nonostante questi aspetti sembrava il ritratto della salute e forse non era poi così male. “Pazzesco, quel tizio ci è riuscito… ma come ha fatto?” si chiese Noar continuando a guardare il suo riflesso “Ti piace parlare con te stesso?” all’improvviso alle spalle di Noar comparve una persona di cui riconosceva la voce. “Dio oscuro Morke, è stato lei a guarirmi?” chiese Noar con un mix di emozioni che ribollivano in lui “Certemente ragazzo.” disse Morke con tono calmo e rassicurante “Ma perchè hai voluto aiutarmi? Io che non sono nessuno.” “Io ho bisogno di trovare un campione per il God’s Champion e chi accetta l’aiuto dell’elemento del buio per trovare la pace in mezzo al caos è degno di essere il mio campione.” “Quindi ora dovrò lottare per te?” “Solo se tu lo vuoi.” Noar ci pensò per circa un minuto per poi chiedere “Perchè non sei venuto prima?” “Come dio ho l’obbligo di non intervenire nelle questioni dei mortali -disse Morke freddamente, ma aggiunse- ma da quando mia sorella ha creato questo maledetto torneo adesso ho anche l’obbligo di trovare un campione che combatta per me. E l’unica lancia che spezzo a favore di Lys è che in effetti è insopportabile vedere delle persone che soffrono. Motivo per cui solo in questo periodo faccio il giro degl’ospedali.” Noar finì la frase del dio “E una volta che trovi un campione ti dedichi al suo allenamento. -Morke non disse niente, aveva notato che il ragazzo aveva capito il suo modo di fare e per questo si era messo ad attedere in silenzio una risposta da parte di Noar per il God’s Champion- ti sono grato per avermi aiutato, ma una persona che lascia per lo più soffrire la gente non può essere chiamato DIO, e lo stesso vale per una persona che fa un favore a qualcuno per avere qualcosa in cambio.” Morke continua a fissarlo e ad ascoltare “Non lotterò per te.” “Bene -Morke si dirige verso la porta- andrò a chiedere a qualcun’altro.” chiedere? Aveva davvero detto chiedere? A quel punto Noar notò una cosa, tutti gli dei quando trovano un candidato perfetto come campione bene o male lo costringono a partecipare e Morke è sempre l’ultimo a trovare il suo campione.
“Aspetta -disse Noar prendendosi confidenza con il dio oscuro come se fosse un tizio qualunque- Tu, chiedi per favore alle persone se vogliono combattere a nome tuo?” “Che c’è di male nell’educazione?” “Pensavo che gli dei costringessero le persone a partecipare.” Morke si girò verso Noar e con un tono cupo e basso disse “Non sai quanto hai ragione ragazzino, quando i miei fratelli scelgono un campione non gli lasciano altra scelta se non lottare, Lys ha avuto questa idea del God’s Champion sapendo che della natura bellica del genere umano e io ogni anno spero di non trovare un campione che lotti e vada a morire o quasi per me.” Noar non si aspettava che lui potesse essere così, umano “Lo so -disse Morke- hai del risentimento verso gli dei perchè tuo padre è stato un campione, onestamente sono contento di sapere che non vuoi partecipare questa merda, ti augoro una buona vita.” Morke fece per andarsene ma Noar lo fermò prendendogli il braccio “Quelle cose che hai detto… sono vere? -Morke annuì- e se qualcuno vincesse il torneo può esprimere un desiderio, volevo sapere se ci sono dei limiti a questo desiderio? -Morke scosse la testa- ti dirò la verità, a me gli dei non piacciono e non mi fido di loro, ma con te voglio farlo.” Morke sgranò gl’occhi nel sentire le parole di Noar, “Stai dicendo di aver cambiato idea e di voler essere il mio campione?! Vuoi farti ammazzare o sei semplicemente masochista?” “No io vincerò, non sono sicuro che farai in tempo a trovare un campione e per quanto questo faccia comodo a te, io ti devo un favore ma per saldarlo ho bisogno di quel desiderio.” Morke fissò per qualche minuto Noar negl’occhi mentre quest’ultimo lo guardava con aria di sfida, “Ragazzino presuntuoso che non sei altro, cosa ti fa credere che vincerai?” “Lo so e BASTA!” “… … …”



Passò una settimana da quando Morke parlò con Noar e il tempo che gli dei avevano a disposizione per trovare i loro campioni era finito e tutti i tifosi del torneo erano eccitatissimi nel vedere quest’evento annuale.
Ai notiziari hanno finalmente smesso di parlare degl’altri anni passati e si stanno preparando per i nuovi campioni.
“Buona sera tutti gente, qui è il vostro conduttore preferito Chaz Harnorl che vi parla e sono qui perchè l’attesa è finita e possiamo sapere chi sono i campioni di quest’anno -dallo schermo alle sue spalle appaiono le foto dei partecipanti- per la dea del fuoco vi presento Wan Spark: età 24 anni, sesso maschile, il classico contadino che vuole passare dalle stalle alle stelle.
Per il dio della natura un bel applauso per Calima Hana: età 18 anni, sesso femminile aspirante maestra spirituale e prima di tutto allieva del dio Namu.
Il dio dell’acqua ha scelto un campione che posso descrivere solo come tutto pepe questo è Yakone Bolge: età 33 anni, sesso maschile, forse il più grande fan del God’s Champion ed è qui per vincere travolgendo tutti i suoi avversari come uno tsunami.
Ma torniamo sulla terra ferma che ad attenderci c’è il campione della terra Cato Geodaehan: età 24 anni, sesso maschile, figlio del proprietario di una grande palestra nella quale si allena tutti i giorni ed è pronto a ereditare la palestra dal padre.
Qualcuno ha aperto la finestra? Mi sembra di sentire degli spifferi a no che sciocco è la campionessa del vento, ora vi presentiamo Kyoshi Arashi: età 28 anni, sesso femminile, nel suo paese era una kabuki che quasi nessuno si filava ma da adesso in poi tutti vedranno di cosa è capace questa donna.
E se prima c’era un filo di vento adesso si è alzata una tempesta con allerta fulmini, occhio al campione di Zeus, Mako Torden: età 40 anni, sesso maschile, è il più anziano tra i campioni di quest’anno, eroe della marina per aver tratto in salvo centinaia di vite umane da un tifone che ha devastato l’atlantico.
Signore e signori preparatevi, perchè sto per mostrarvi una delle meraviglie del mondo, parlo ovviamente del campione della luce Lyserg Ray: età 20 anni, sesso maschile, abbimo a che fare con forse uno degli uomini più affascinanti del mondo non che grande guerriero pronto a vincere e a rubare i cuori di tutte voi signorine.
Ma adesso, un attimo di serietà, spegnete le luci e fate suonare i tamburi, con grande sorpresa, all’ultimo momento è arrivato il campione del buio, Noar Ad: età 20 anni, sesso maschile, un ragazzo dal fascino tenebroso che dopo anni di silenzio, esce dall’ombra per farsi conoscere al mondo.
Oh mio dio signore e signori i campioni di quest’anno sono più promettenti di quelli dell’anno scorso e lo so che ho detto questa battuta anche l’anno scorso ma la fantasia di chi mi scrive le battute questa è, perciò sapete chi incolpare, ma non soffermiamoci su questo, se prima abbiamo superato a fatica l’attesa che venissero scelti i campioni ora ci aspetta un’altra lunga attesa per l’addestramento dei campioni ci vediamo domani stesso canale, stessa ora, stesso conduttore e nel caso non dovessimo rivederci, buongiorno buona sera e buonanotte.” ebbene sì, Noar ha accettato di essere il campione del buio, ma perchè Morke non sapeva darselo ma sospettava del desiderio visto che Noar aveva chiesto più dettagli a riguardo, ma non sapeva cosa aspettarsi da lui.
Ma passando all’allenamento che i campioni avrebbero praticato per sei mesi sotto la guida del rispettivo dio si tiene in una gigantesca torre che sembrava possedere almeno 10000 piani, ma in realtà ne ha solo 8, per la precisone 100 metri per piano uno per ogni dio. In ogni piano c’era tutto ciò di cui gli dei avevano bisogno per addestrare i campioni, ma separatamente, anche se a volte capita che i campioni s’incontrano tipo tra una pausa e l’altra o nell’uscire dalla torre e rilassarsi prendendo una boccata d’aria fresca, anche se i campioni avevano poco tempo per uscire per i fatti loro visto che l’addestramento degli dei è spirituale per gestire il potere dell’elemento, me è anche fisico per tenere in forma il corpo e potersi difendere anche senza potere.
L’allenamento del corpo a cui gli dei supponevano i campioni sono tra loro simili, oltre alle classiche flessioni e piegamenti c’è anche qualcosa di più creativo, per esempio: tipo il rimanere nella posizione delle flessioni sopra delle candele accese per migliorare la resistenza. E poi c’è il modo di allenare di Morke che per migliorare i riflessi attacca il suo campione da più punti contemporaneamente e lo sfida per convincerlo a rispondere agli attacchi o a difendersi meglio, perchè il pugno di un dio non è minimamente paragonabile al pugno di un mortale.
Passò un settimana dall’inizio degli allenamenti e Morke aveva letteralmente fatto nero Noar a suon di mazzate, ma nonostante tutto Noar si è sempre rialzato “Hai intenzione di morire prima del torneo? -disse Morke seccato mentre Noar si rialzava dolorante- Basta così per oggi.” Morke in un secondo guarì le ferite di Noar “Allora continuiamo domani.” “No! Per tua fortuna domani inizia un nuova settimana e ci dedicheremo alla meditazione, poi la settimana prossima ricominceremo con l’allenamento fisico -Morke notò l’espressione scocciata di Noar, il quale lanciò pure uno sputo in terra per dire cosa pensava- sei diventato più pallido di prima ragazzino, perchè non vai fuori a svagarti un po?” Noar fece una smorfia nel vedere un dio più vecchio del tempo stesso prenderlo in giro come se fosse un suo coetaneo un pò stronzetto, ma d’altro canto lui non mostrava nessun rispetto nei suoi confronti dandogli del tu e comportandosi in maniera rozza quando non si allena.
Ma in compenso Noar oltre ad aver ottenuto qualche cazzotto in punti che non sapeva nemmeno di avere aveva messo su un pò di muscoli, non tanti ma insieme al suo kimono d’allenamento tutto nero con i contorni fiola e rosso che gli copriva solo metà del torso facevano la loro porca figura.
Il piano del dio oscuro era sopra a quello del dio della natura infatti mentre Noar scendeva, un’altra persona aveva finito di allenarsi e voleva fare un giro per sfagarsi: Calima. era la prima volta che si videro di persona, una ragazza minuta ma non troppo, poco più bassa di Noar, occhi che sembrano fatti di ambra, capelli lunghi castani raccolti la maggior parte in due treccie che partono da dietro la nuca fino a poco più giù del seno, e qualche ciocca ribelle a incorniciare il suo viso. Indossava un kimono verde con i contorni bianchi e gialli che anche a lei coprono solo metà del torso (ma ha comunque un reggiseno cosa pensate?).
Non appena vide Noar lei non seppe perchè, ma decise di mostrargli il suo migliore sorriso, Noar la salutò con la mano per poi continuare il suo cammino verso l’uscita, Calima rimase lì a fissarlo per qualche minuto prima di vederlo sparire dalla sua visuale.
La torre dove gli dei addestrano i loro campioni è situata su un alto piano che affaccia sull’arena, l’isola volante creata dagli dei dove non solo avrebbero lottato i campioni ma anche dove avrebbero fatto sopravvivenza in mezzo alla natura, in un posto dove nessun umano può arrivare senza il permesso degli dei. Non era facile vedere l’isola al buio, ma in ogni caso la vista di quell’isola in lontananza era uno spettacolo di cui solo i residenti della zona potevano godere, Noar la osservava con un misto di emozioni che variavano dall’ammirazione al nervoso, per poi chiedersi se effettivamente ce l’avrebbe fatta.
Ma una voce femminile dal tono gentile lo riportò con i piedi per terra chiedendogli “Sei in ansia per il torneo?” Noar si girò e vide Calima che continuava a sorridergli dolcemente, lui fece sì con la testa e lei cominciò ad avvicinarsi a lui finchè non fu a poco più di un passo da Noar, “Ti dispiace se ti faccio compagnia?” Noar acconsentì senza dire nulla, “Certo che sei un tipo silenzioso -scherzò Calima con tono calmo- oppure sei solo timido?” Noar divenne rosso in faccia di colpo, in effetti non era abbituato a parlare con le ragazze, all’ospedale non lasciava praticamente mai la sua stanza e interaggiva solo con gli infermieri o infermiere, avendo sempre gli occhi stanchi tutto il tempo non faceva caso e tanto meno riusciva a riconoscere i volti o le voci, per lui era come incontrare una ragazza per la prima volta in tutta la sua vita.
“Direi che ci ho azzeccato eh? -disse Calima ridacchiando un pochino- Bene, allora lascia che mi presenti -Calima fece un inchino profondo in segno di rispetto- io sono Calima la campionessa della natura, come ti chiami?” Noar non fece in tempo nemmeno a provare di rispondere che un altro campione decise di mostrarsi e di presentarsi “Io sono Lyserg il campione che vi porterà tutti nella luce.” i due giovani si girarono in direzione della voce e videro: un ragazzo alto una decina di centimetri in più rispetto a Noar e lui è 1.73, i suoi capelli di un bianco così puro che sembravano brillare al buio, la corporatura aveva giusto un pò di muscoli anche se non troppi e i suoi occhi erano di un verde smeraldo che sembrano trapassarti l’anima, indossava un kimono bianco con i contorni color argento vivo.
Se ne stava davanti all’ingresso della torre con le mani unite come se stesse pregando e poi fare un inchino, una volta rialzato si avvicinò ai due ragazzi “Quindi sei tu la famosa Calima, incontrarti di persona è un vero piacere! -disse Lyserg con entusiasmo nei suoi confronti, ma il suo carisma sparì quando si rivolse a Noar- e tu, non dirmelo, kimono nero, brutti capelli e sguardo torvo. Tu sei Ad il campione del buio.” “Noar! Ad!” rispose Noar freddamente mentre lo fissava con un’espressione imbronciata, intanto Lyserg lo guardava dall’alto in basso con un sorriso che Noar potè descrivere come: da infame.
Calima a quel punto si mise in mezzo sapendo che molto probabilmente sarebbe andava a finire in una rissa, “Fermi fermi fermi -disse Calima frettolosamente per poi ricomparsi con il suo tono calmo e gentile che usa di solito- percepisco della tensione qua, non mi sembra il caso di combattere qui ed ora sapendo cosa ci aspetta tra qualche mese.” Lyserg prese parola “Non dirlo a me, è LUI che un altro che un altro pò e mi avrebbe mollato un cartone sul naso.” Noar continuò a fissarlo in cagnesco per qualche minuto, ma mandò via i suoi pensieri negativi sapendo che Calima aveva ragione.
“Comunque, avevo sentito parlare di te Calima -disse Lyserg improvvisando un tono seducente- e lasciatelo dire dal vivo sei molto più bella di quanto quegli idioti del telegiornale riescano a descrivere.” concluse facendole l’occhiolino a una distanza un pò troppo ravvicinata. L’imbarazzo che provava Calima non faceva altro che aumentare specie quando Lyserg decise di osare e avvicinare il suo volto a quello di Calima, peccato che Noar era ancora lì e gli ha fatto tornare la negatività in meno di un minuto, e per convincere Lyserg a lasciar stare la ragazza… “Ehy Lyserg guarda laggiù ci sono delle tue fan molto carine e sembrano assatanate.” Lyserg in meno di un minuto andò dove aveva indicato Noar per incontrare le sue fan, anche se credo fosse abbastanza ovvio che Noar lo aveva fregato.

Infatti mentre Lyserg era distratto i due tornarono dentro la torre anche perchè c’era il coprifuoco per i campioni, Noar e Calima raggiunsero di fretta e furia il piano del dio della natura prima di fermarsi un attimo a riprendere fiato “G-g-grazie Noar, Lyserg si stava prendendo un pò troppe libertà senza permesso, fiuuu.” Noar non disse nulla ma nel vedere Calima sorridergli di nuovo, lui sorrise a sua volta anche se il suo sorriso lo faceva sembrare un ebete.
Calima ridacchiò un pochino prima di salutarlo e rientrare nelle sue stanze, Noar rimase lì a fissare il vuoto per un pò ma si riprese appena sentì il suono di passi pesanti che si avvicinavano, provenienti da un Lyserg incazzato.
“Non sai a chi hai pestato i piedi, avanzo di manicomio!” disse Lyserg “Chi troppo vuole nulla stringe bello mio.” disse Noar che un altro pò e si sarebbe messo a ridere “Come ti permetti di farmi la paternale?! SEI MORTO!!!” ruggì Lyserg prima di caricare Noar con istinti omicidi.
Noar ovviamente non è rimasto fermo ad aspettarlo ma si mise a correre verso il suo piano, Noar tornò tutto intero per fortuna (anche se Lyserg è stato vicino al prenderlo diverse volte) non appena Noar riuscì a chiudersi dentro si lasciò cadere a terra con la porta sulle spalle stanco di correre, in quel momento vide solo per un attimo Morke che aveva attraversato un muro e si stava dirigendo verso la sua stanza da letto (Nota: gli dei non hanno bisogno di dormire, ma lo fanno per far passare il tempo più in fretta mentre i campioni si riposano.)
Noar incuriosito si avvicinò al muro da cui lo aveva visto apparire e ci mise sopra la mano, ed era solido al suo tatto e lì all’inizio si diede una manata sulla fronte per poi pensare è un dio può fare tutto, e nel mentre si era appoggiato con la schiena sul muro.
Ma sta volta lui affondò e cadde di schiena in una specie di stanza segreta, quando Noar alzò lo sguardo per vedere dove si trovava sgranò gli occhi così tanto da sembrare che a momenti sarebbero usciti dalle sue orbite, lui in una stanza segreta si sarebbe aspettato di tutto.


Ma non un cimitero.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: il cimitero nero ***


Capitolo 3: il cimitero nero



Noar dovunque si girasse vedeva solo lapidi a perdita d’occhio, sembrava infinita quella visto che anche se andava in linea retta davanti a lui lo spettacolo non cambiava.
Finchè non notò una lapide interessante più grande delle altre, a decorarla c’era la statua di un uomo con la barba che vestiva con un kimono, aveva le braccia incrociate e un espressione severa in volto, sotto la statua c’erano delle scritte in una lingua arcaica che si trasformarono in una lingua comprensibile a Noar, diceva: Qui giace il campione Kaze Parsiphal, abbandona i tuoi legami terreni, entra nel vuoto, liberati, diventa buio e vendica i caduti.
In quel momento Noar dopo aver perso abbastanza tempo e di aver visto forse anche troppo, stava per andarsene ma non appena si girò si trovò di fronte Morke, Noar cadde all’indietro per lo spavento e iniziò a balbettare pensando di aver scoperto qualche oscuro segreto del dio.
“Ti avevo detto che avremo fatto l’allenamento spirituale domani, ma se hai fretta di cominciare…” disse Morke con una calma inspiegabile come se parlasse di cose mondane, Noar non credeva ne a quello che sentiva ne a quello che vedeva lui si era aspettato una punizione pazzesca dal dio oscuro eppure sembrava non importargli di nulla.
“Aspetta, cosa? -chiese Noar confuso- che c’entra adesso l’allenamento?” “Semplice, questo è il luogo dove terremo il lato spirituale del tuo allenamento, -Noar granò gli occhi per la sorpresa- vedi Noar, ti avrei portato qui prima o poi, perchè per tenere l’allenamento spirituale devi trovarti in un posto che persino un dio considera sacro. Questo è il cimitero nero.” “Mi dovrò allenare in luogo dove riposano i morti? Ma non sarebbe un sacrilegio?” chiese Noar poco convinto “No -disse Morke- ho creato io questo cimitero, qui è dove riposano in pace tutti i campioni del buio prima di te, sia vincitori che vinti una volta che il loro cuore si è fermato meritano un tributo per dirgli addio.”
Morke concluse con un inchino e una preghiera sotto voce verso la lapide con la statua, Morke era veramente un tipo sorprendente.
Noar non disse nulla per circa un minuto, per poi notare il volto di Morke che sembrava… triste. Pensò che la tristezza del dio riguardasse in particolar modo l’uomo della statua, e a suo rischio e pericolo prese un respiro profondo e chiese “Allora… questo Kaze… che tipo era?” Morke alzò la testa e la mosse lentamente verso Noar, il quale a momenti se la faceva addosso.
“Kaze è stato due cose nella storia, -disse Morke con tono da flashback- è stato il mio primo campione, ed è stato il primo vincitore del God’s Champion.”
La mascella di Noar cadde a terra per la sopresa, non sapeva che il primo campione in assoluto fosse stato addestrato da Morke “Fammi indovinare, vuoi saperne di più vero? -Chiese Morke guardando Noar che aveva uno sguardo che parlava da solo- tsk, mortali, siete tutti uguali… va bene, su siediti -Noar si sedette sull’erba a gambe incrociate inpaziente- molto tempo fa, al primo God’s Champion, c’era una donna di nome Sea ed era la prima campionessa di mio fratello Namu, una donna che teneva molto a cuore suo marito: Kaze. Lui era malato di cuore, stava così male non poteva nemmeno alzarsi dal letto, Sea pensava che vincendo il God’s Champion avrebbe salvato il marito, ma non sapeva se sarebbe sopravvissuta o se suo marito sarebbe morto prima e vederla supplicare Namu in ginocchio era uno spettacolo pietoso e triste allo stesso tempo, quella fu la prima volta che decisi di aiutare un mortale e lui decise per ripagarmi della mia tra virgolette GENTILEZZA, si offrì volontario come mio campione. Durante i mesi passati ad allenarsi, lui si riavvicinò con la moglie malgrado fossero nemici, sfruttarono il fatto che non è obbligatario uccidere per vincere uno scontro per arrivare in finale e poi lasciar vincere uno dei due. O almeno era questo il loro piano, raggiunsero la finale a tre aiutandosi tra loro ma non avevano fatto i conti con il primo campione della luce, era come incubo quell’uomo era veloce, forte e intelligente. Non c’era modo di sconfiggerlo e tra i due la prima a cadere fu Sea, Kaze sembrò sul punto arrendersi, ma il campione della luce voleva uccidere anche lui… successe qualcosa di inaspettato, un miracolo, Kaze, divenne buio. -Noar non capendo cosa volesse dire il dio chiese spiegazioni- Quando un campione riceve il potere dell’elemento lo può sfruttare come vuole, per curare, combattere o per potenziare il proprio corpo nel corpo a corpo. Ma Kaze, era diventato l’elemento stesso e vendicò la morte della moglie.” “Oooh -disse Noar- ho capito vuoi che io faccia la stessa cosa!” per quella sua affermazione Noar ricevette una botta bella forte sulla testa
“Idiota! -lo rimproverò Morke- io non ti insegnerò nulla di simile, Kaze si portò il segreto nella tomba, ma quando morì mi lasciò una lettera dove spiegava come ci era riuscito e in quella lettera diceva di non rivelare questo segreto a nessuno. Ora torna in camera tua, cominceremo l’allenamento spirituale domani.”
In somma Noar anche se sperava di trovare un modo per sopravvivere e saldare il debito che si era posto nei confronti di Morke, non poteva contare nel suo aiuto ma chiese comunque una cosa Morke prima di andare
“Tu hai creato questo cimitero per dire addio ai tuoi campioni, anche i tuoi fratelli e sorelle lo fanno?” Morke rispose con freddezza e rabbia insieme “Non lo so e non potrebbe fregarmene di meno, ora vattene idiota!”
Noar quasi subito alzò i tacchi e se ne andò via, ma nella sua testa rimasero le parole incise sulla lapide di Kaze:
Abbandona i tuoi legami terreni,
entra nel vuoto,
liberati,
diventa buio
e vendica i caduti.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: la voce dell'elemento ***


Capitolo 4: la voce dell’elemento

 
Il giorno dopo Noar si alzò di mala voglia, e dopo colazione si diresse al cimitero nero per l’allenamento spirituale.
Noar raggiunse Morke dopo qualche minuto, trovò il dio oscuro a mezz’aria con lo sguardo rivolto verso la statua di Kaze, “Sei in ritardo.” disse Morke seccato “Provaci tu a orientarti in un posto dove l’ambiente è sempre lo stesso.”
si lamentò Noar “Faccio questa strada da prima che tu e tutti i tuoi antenati nasceste, persino i miei campioni precedenti non si sono mai persi qui. Ora, smettila di lamentarti e porta qui il culo.” Noar fece una smorfia e si sedette a gambe incrociate accanto al dio, all’inizio non capì cosa doveva fare così andò a sorte provando a imitare quello che succede nei film.
Svuotò la mente, chiuse gli occhi e fece dei respiri profondi… e poi Morke ruppe il silenzio “Non idea di quello che stai facendo vero?” Noar si alzò e gli ruggì in faccia “NON MI HAI DETTO NIENTE SU QUELLO CHE DEV-” Morke zittì Noar con una botta in testa, poi disse “Con Calma, ora, rimettiti come eri prima e apri bene le orecchie. -Noar fece un’altra smorfia e poi ubbidì- bene, ora rimani in silenzio e ascolta. Il buio nell’antichità era sinonimo di morte, l’oscurità più crudele di tutti sì, ma anche quella che separa il mondo dei vivi da quello dei morti. Qualcosa da temere, ma anche da accettare perchè fa parte della vita, e se la accetti, puoi sentire la voce di chi se ne andato. -Noar seguì per filo e per segno, e per un attimo solo per un istante, gli sembrò di sentire un sussurro al suo orecchio, ciò gli fece venire i brividi sulla schiena- impressionante, è la tua prima lezione è sei già riuscito ad accettare l’oscurità dell’aldilà, bravo ma non dimenticare una cosa, non devi mai e dico MAI, parlare con i morti, ascoltali e basta.”
Noar fece un respiro per calmarsi, poi si concentrò su ogni singolo suono che percepiva fino a sentire di nuovo quei sussuri.
Era una voce femminile, di una donna sui 30 anni, la sua voce era sibilante e le sue parole si sentivano a tratti, ma mantenendo la concentrazione piano piano le parole cominciarono a farsi più chiare.
Il suo nome era Gemma ed era la campionessa di Morke l’anno scorso, e non era sola c’erano tutti gli altri campioni del passato che si erano fatti avanti, ognuno aveva una storia da raccontare, la loro storia prima del God’s Champion e sul campo di battaglia, in quel momento Noar capì che l’allenamento spirituale consisteva nel l’imparare sotto i consigli dei precedenti campioni con la loro esperienza.
Noar si alzò in piedi, e sempre con gli occhi chiusi cominciò praticare mosse e tecniche, si stava letteralmente allenando coi morti.
Ogni caduto prima di insegnargli qualcuno dei suoi trucchi si presentava, e tra tutti i nomi Noar sentì notò che mancava Kaze.
Il suo doveva essere il tipo che non deve essere svelato a nessuno, neanche dopo la morte, e questo faceva aumentare la curiosità di Noar sempre di più.
Intanto qualcun’altro a un piano superiore a quello del dio del buio provava a allenare il suo spirito in una stanza che era un vero planetario dove sembrava essere nel cosmo circondato da stelle e pianeti, ma con qualche difficoltà “C’è qualcosa che ti turba Lyserg? Mi sembri nervoso.” chiese la dea della luce “Sono calmissimo!” rispose Lyserg secco “Non mentire, è da ieri sera che ti comporti così, qual’è il problema?” Lyserg per qualche secondo non disse nulla, poi provò a calmarsi e con tutta la calma che aveva in corpo “Mia signora, non ho nessun problema è solo che il campione scelto da suo fratello mi ha fatto un scherzo di pessimo gusto, e pensavo di rendergli il favore.” Lys si avvicinò a Lyserg “Se ti ha fatto uno scherzo dovresti ridere -disse la dea- perchè dovresti portare rancore a qualcuno per così poco? Non porterà a niente in nessun caso, infatti non ti stai concentrando sulla meditazione -Lyserg la guardò con vergogna per poi scusarsi e promettere di fare sul serio- bene, ora rispondi a una domanda, perchè è nata la vita sulla terra?” Lyserg non rispose e quando sembrava essere sul punto di farlo si tirava indietro “Te lo dico io -disse la dea della luce- perchè la luce illumina il mondo, la luce è vita, essa ha permesso di far nascere tutta la vita, le persone, le piante e gli animali.
"Tutto deve alla luce la sua esistenza.” “La luce dovrebbe governare su tutto.” disse Lyserg “Di più, la luce può fare ciò che vuole, la luce ha creato tutto e può distruggere tutto, se non gli si obbedisce si viene epurati.” “In quanto tuo campione porto la tua voce, e con le vite degl’altri posso fare quello che mi pare.” “Vedo che hai capito, infatti è per questo che la luce vince sempre. Se vuoi punire il campione di Morke avrai tutto il tempo per farlo nell’arena, infondo questo gioco è fatto per dimostrare chi è il più forte.”

Il giorno passò abbastanza in fretta, e Noar prima di cena decise di uscire cinque minuti per ammirare di nuovo l’arena in tutto il suo splendore, solo che non appena uscì dalla torre “So cosa stai pensando, è uno spettacolo vista da qui.” Noar si voltò di scatto e vide Lyserg appoggiato sulla parete con l’aria da bullo, Noar decise di ignorarlo e di appoggiarsi sul parapetto sul ciglio della strada per rilassarsi.
Lyserg sghignazzò un pò, poi si avvicinò a Noar “Non mi dire che stai pensando a ieri sera -disse Lyserg avvolgendo il suo braccio sinitro addosso a Noar- senti, scusa se mi sono arrabbiato, però non mi piace essere preso in giro. E poi, se vuoi la figa della natura tela puoi prendere se vuoi in fondo ho così tante fan che ho l’imbarazzo della scelta.” Noar rimase in zitto e senza girare la testa il suo sguardo si posò su Lyserg che lo fissava col suo sorrisetto infame sotto i baffi, un pensiero disgustato passò per la testa di Noar, Lyserg non riusciva a sopportarlo anche quando faceva l’amico, e per quanto ne poteva sapere Lyserg lo stava prendendo per il culo per fargli abbassare la guardia.
“Va bene, se hai bisogno di tempo ti accontento -disse Lyserg mentre si separa da Noar- però sul serio, se fossi in te io mi darei una mossa per portarmi a letto la campionessa della natura prima che qualcun’altro me la ruba, quindi spicciati perchè io sono uno che non perde tempo.” detto questo Lyserg si incammina per tornare dentro la torre, e mentre rientrava Calima stava uscendo coi capelli sciolti mentre si stava togliendo delle foglie dai capelli e non appena vide Lyserg si fece rigida, mentre lui con tutta la calma del mondo le fece l’occhiolino e un gesto di pistola con le mani per provare a fare colpo.
La cosa stupì di più Calima era che Lyserg si era “trattenuto?” da provarci con lei, ma la sua confusione si trasformò in ansia quando vide Noar e di fretta e furia cominciò a togliersi le foglie e gli insetti che invadevano i suoi capelli.
Noar decise di aver fissato il vuoto abbastanza solo che non appena si girò vide una Calima coi capelli spettinati e che sorrideva imbarazzata.
Noar si lasciò sfuggire una risatina, anche se fece il possibile per trattenersi mentre Calima si sistemava i capelli, una volta calmato Noar prese parola “…un allenamento diverso da quello che ti aspettavi?” Calima non rispose subito per via dei capelli “Sì, Namu vuole che mi fonda con la natura per il mio addestramento spirituale. Il tuo com’è?” chiese mentre anche lei si appoggiava al parapetto “Un mortorio.” a sta volta fu il turno di Calima a trattenersi dal ridere senza successo.
I due chiacchierarono per una decina di minuti prima che Namu scese per venire a chiamare Calima, anche se decise di fermarsi quando vide con chi stava parlando la sua campionessa e nonostante lui non abbia detto una parola i due giovani si accorsero della sua presenza all’entrata della torre e per loro significava che era ora di rientrare.
Namu risalì insieme ai ragazzi, quando i due si salutarono quando Calima e Namu arrivarono al loro piano, il dio aveva notato un sorriso amorevole sul volto di Calima. “Mi dispiace cara -disse Namu- non volevo interrompere la tua conversazione con il campione oscuro, non sospettavo nemmeno che ci fosse quel tipo di unione tra voi.” la ragazza infranse il sorriso e divenne rossa su tutta la faccia e cominciò a balbettare “M-m-m-ma d-di che pa-parli! Ci conosciamo appena.” Namu sorrise e aggiunse “Sono solo contento che tu non vada dietro al campione della luce come la maggior parte delle tue coetanee.” la ragazza guardò interrogativa il dio per poi dire “Lyserg è sì carino, ma troppo arrogante e sembra che se la faccia con chiunque.” “Lo avevo notato anche io questo suo particolare, non mi è ne simpatico come il campione del fuoco ne mi sembra affidabile come il campione oscuro… in ogni caso prima che di andare a dormire, vieni con me ti voglio mostrare una cosa.” Namu guidò Calima nel luogo dove si è allenata la ragazza quella mattina, in una fitta foresta piena di alberi diversi l’uno dall’altro, Namu la chiamava: la foresta degli alberi parlanti.
Namu portò Calima difronte un germoglio di albero di ciliegio, “Questo non c’era sta mattina.” osservò la ragazza “Proprio così piccola, l’ho piantato io mentre tu eri fuori a parlare con il campione di Morke, vedi c’è un cosa che non ti ho detto su questa foresta… ogni albero che cresce qui è ispirato a ogni mio campione, in base alla sua personalità un tipo di albero a caratterizzarlo e che mi permette di non dimenticarlo.” in quel momento Namu neanche se ne era accorto che stava piangendo, se ne accorse quando la ragazza passò la sua mano sul suo viso per asciugargli le lacrime.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: che i giochi abbiano inizio ***


Capitolo 5: che i giochi abbiano inizio


I mesi che i campioni a disposizione per allenarsi passarono senza che nessuno se ne accorse visto che erano tutti impegnati, soprattutto Noar che per quasi tutto il tempo ha cercato il biglietto di addio che Kaze aveva lasciato a Morke ma sempre senza successo.
Quasi ogni sera quando non era dolorante per gli allenamenti di Morke usciva per provare a incontrare Calima, ed era ancora poco convinto su quello che dovrebbe fare con lei, nel senso sentimentale.
La sera prima che iniziasse il torneo, Noar non riusciva a dormire e decise di fare un ultimo tentativo di trovare le ultime dichiarazioni di Kaze, ma… “Vuoi darci un taglio sì o no?” disse Morke sorprendendolo alla porta, e Noar dopo un attimo di panico forzò un sorriso per cercare di essere il più naturale possibile “N-n-non so di che parli.” rispose Noar “Ti sembro stupido?! So che stai cercando il modo per fare come ha fatto Kaze, pensavi non me ne fossi accorto?” e con quella frase il finto sorriso di Noar si trasformò in una espressione che parlava da sola “Torna a dormire -gli ordinò Morke- domani è il giorno del giudizio e devi essere in forma.” “Quanto sei antipatico, ora capisco perché nessuno ti venera.” disse Noar sperando di far sentire male il dio, ma lui gli rispose “Ragazzino, lascia che ti sveli un segreto personale -disse Morke con tono sicuro- è quello che voglio.” Noar lo guarda interrogativo e Morke gli disse “Senti, i mortali sono già fin troppo dipendenti dagli dei, e questo è male!” “Dipendenti?” “Gli umani da sempre pregano gli dei per ricevere aiuto, quando non ne hanno bisogno, loro, voi potete fare qualsiasi cosa nulla può fermarvi… ma da quando ci siamo presentati a voi, vi abbiamo rovinato.” “Rovinato? Ma di che parli? Si può sapere perché voi dei avete l’obbligo di non interagire con l’uomo?” chiese Noar stanco di sapere le cose poco alla volta “Anche noi dei abbiamo un genitore: la madre della creazione. Lei ha creato tutto l’universo, decise di creare me e i miei fratelli perché… creare, è qualcosa di davvero divino, ma anche la vita è meravigliosa e noi per quanto più vecchi del vostro mondo, abbiamo ancora tanto da imparare, siamo come dei bambini e l’unico modo che abbiamo per imparare è osservare la vita mortale in ogni suo aspetto.” Morke chiuse gli occhi una volta finito di parlare, Noar era veramente confuso a quel punto, cioè gli dei sono dei bambini e tecnicamente lui e tutte le persone del mondo sono i loro maestri.
Morke per far tornare coi piedi per terra Noar lo spinse in facendolo cadere nel suo letto, “Spero di essere stato abbastanza esaudiente per te.” disse Morke con uno sguardo soddisfatto, ogni volta che lasciava Noar senza parole per lui era uno spettacolo tutto da ridere.
Noar ci mise una quindicina di minuti per addormentarsi viste le domande che gli passavano per la testa per colpa di Morke, non riusciva mai a capire se diceva la verità o se lo stesse prendendo il culo, ma sapeva di aver bisogno di dormire visto che il giorno dopo sarebbe iniziato il torneo.
Appena si fece orario di svegliarsi Morke gli gettò addosso una secchiata di acqua fredda e Noar si alzò di scatto mezzo irrigidito dal freddo, “Ma sei scemo? -disse Noar- Ma lo sai che ore sono?” “Sì, è ora che tu ti alzi perché stanotte c’è l’inizio dei giochi.” disse Morke secco mentre asciugava Noar, dopo una veloce colazione Morke e Noar si dedicarono ad un’ultima sessione di allenamento che durò fino a sera, Noar si riposò un po' prima che si facesse l’orario dell’inizio e poi in ogni caso Morke lo avrebbe teletrasportato lì.
Si fecero le 23:50 e Morke prese di peso Noar e lo portò in meno di un minuto su un piedistallo galleggiante nel nulla difronte all’isola dove avrebbe combattuto, e intorno a lui c’erano gli altri campioni affiancati dal rispettivo dio da cui è stato addestrato.
Noar rimase in silenzio per un minuto per poi girarsi verso Morke, il quale aveva generato tra le mani una piccola scintilla color viola scuro quasi nero e la passò a Noar, il quale non appena la toccò appena con un dito la assorbì.
Noar venne pervaso da una sensazione a lui nuova che non faceva che crescere dentro di lui, partendo dal dito con il quale ha toccato la scintilla di Morke sviluppandosi in tutto il suo corpo.
Una volta che la sensazione che aveva provato si fece più lieve, notò che qualcosa in lui era cambiato, riusciva a percepire il potere del l’elemento scorrere come se fosse sangue, solo dopo notò anche che il suo aspetto era cambiato: i capelli da lunghi fino a metà della schiena si erano accorciati fino ad essere più o meno all’altezza delle spalle e legati in un codino dietro la testa mentre i lati erano rasati, sul suo viso c’era del trucco color indaco che faceva sembrare che piangesse visto che partivano dagli occhi e come lacrime arrivavano fino alle guance, anche le sue mani erano diventate color indaco ma a differenza del volto sembrava quasi una corruzione che ricopriva le mani e si sviluppava su tutto l’avambraccio come una pianta rampicante, sul suo petto apparve un tatuaggio di un buco bianco, anche il suo kimono era cambiato, tutto nero decorato con delle lune stilizzate e i bordi sempre di quello strano color indaco, era senza le maniche e finiva all’altezza delle ginocchia lasciandolo e non aveva le scarpe forse per mostrare che anche i piedi erano “corrotti” come le mani.
Evidentemente gli dei volevano che i loro campioni abbiano stile durante il God’s Champion, Noar inconsciamente generò dalle sue mani un piccolo fuoco viola così scuro da essere quasi nero, con delle che scorreva sulla sua pelle come se fosse acqua. “Questo è il potere del buio ragazzino -disse Morke non appena Noar finì di osservare se stesso- lo avrai per tutto il tempo del torneo affinché tu possa proteggere te stesso… ma stammi a sentire ragazzino, tu sei molto fortunato o molto sfortunato questo non è un gioco per me ma un inutile bagno di sangue, non so per cosa vuoi usare il desiderio che è concesso al vincitore ma tu mi dai delle vibrazioni negative… perciò non farmi pentire di averti accontentato facendoti diventare mio campione.” concluse Morke con tono basso e minaccioso, mentre si avvicina a Noar lentamente fino ad essere a un passo da lui, per poi poggiare la sua mano sul petto di Noar e dirgli “Ora va, inizia lo show.” e solo a quel punto Noar notò che si era fatta la mezzanotte e in quel momento percepì il potere di Morke concentrarsi sulla mano, dalla quale si generò un lampo di luce nera che spedì a tutta velocità Noar sull’isola.

Noar venne scaraventato in mezzo alla foresta dell’isola e gli ci volle un po' prima di fermarsi ma quando finalmente si fermò si sentì sbilanciato, aveva le vertigini e un filo di nausea insomma gli effetti base di quando ci si sposta ad alta velocità.
Dopo aver preso un minuto per riprendersi, Noar decise di iniziare a muoversi, il torneo tanto atteso da tutti era iniziato e non sapeva chi avrebbe avuto pietà ma sapeva che tutti volevano uscirne vincitori, peccato ne a fine partita ne rimarrà solo uno.

Dopo cinque minuti passati a correre, iniziarono le esplosioni, Noar si gettò a terra pensando che lo stessero attaccando.
Ma alzando lo sguardo, Noar notò che le esplosioni erano lontane facendogli intendere che due elementi si stavano scontrando e lui doveva allontanarsi in fretta per non iniziare subito a lottare.

Ma spostiamoci alla fonte delle esplosioni, dove a combattere sono il campione del fuoco contro la campionessa dell’aria.
Wan (il campione del fuoco) era vestito con solo un paio di pantaloni lunghi rossi strappati all’altezza delle caviglie, i suoi capelli castani erano raggruppati in una coda di cavallo assumendo un colorito arancio, sugli avambracci aveva dei polsini rossi, indossava un filo di fiamme intorno al collo come una sciarpa e sulle spalle ha dei tatuaggi raffiguranti dei soli stilizzati.
Kyoshi (la campionessa del vento) indossava un kimono celeste coi bordi blu scuro tutto decorato con delle nuvole, indossava una collana a medaglione su cui era rappresentato un tornado, il suo volto aveva bianco, i suoi capelli castani a caschetto erano tenuti fermi da un diadema simile a quello che indossava Sun Wukong ed era armata di due ventagli color oro.
Wan non faceva che generare vampate, un dopo l’altra dalle mani lanciandole addosso a Kyoshi, mentre quest’ultima con movimenti che sembravano passi di danza evitava i colpi e ne usciva incolume dai continui attacchi di Wan.
Finché a un certo punto Kyoshi smise di scappare e con i suoi ventagli generò una forte corrente di vento che fece sollevare Wan da terra, ma nonostante fosse a mezz’aria riuscì a generare un’altra fiammata ma dalla bocca come se fosse un drago a cui sta volta Kyoshi non era pronta e si difese a malapena. Lei ne uscì fumante dalle fiamme di Wan mentre lui aveva generato del fuoco dai piedi per attutire il suo atterraggio, “La mamma non ti ha mai insegnato che non si gioca col fuoco?” disse Kyoshi cercando di sfotterlo “Se non gioco col fuoco non sarei un campione della dea Ignis.” disse Wan con tono alto e orgoglioso prima di lanciare un’altra vampata alla quale Kyoshi sta volta fu pronte e rispose con un tornado che si generò dal movimento dei suoi ventagli.
I loro attacchi collisero in mezzo allo spazio che li separava annullandosi a vicenda, ma Kyoshi rispose con pugno al vento che generò uno spostamento d’aria che colpì Wan allo stomaco e subito dopo lo tempestò di altri pugni allo stesso modo contro Wan, ma già dopo il primo aveva repentinamente creato una barriera di fuoco con il quale si è protetto e subito dopo l’ha lanciata contro la sua avversaria, Kyoshi evitò con facilità ed eleganza l’attacco ma non si accorse che Wan lo aveva fatto tornare indietro per colpirla alle spalle con quelle fiamme e spingerla verso di lui, mentre Kyoshi era spinta dal fuoco verso il suo avversario lui le corse contro coi piedi avvolti dalle fiamme.
Kyoshi con una piccola spinta dei suoi ventagli si sollevò in cielo in secondo prima di ricevere il calcio di Wan e per restare in aria creò una nuvola sulla quale si poteva muovere liberamente nel cielo, ma Wan non si scoraggiò e cominciò a generare fuoco dai piedi e dalle mani per potersi sollevare da terra e volare dietro Kyoshi e continuare a combattere, i due volarono l’uno contro l’altro, Kyoshi avvolse il suo braccio destro in un piccolo tornado per potenziare il suo prossimo pugno e Wan fece lo stesso con il fuoco.
I loro colpi scontrandosi generavano delle piccole esplosioni che di sicuro hanno attirato l’attenzione di tutti gli altri campioni, ma questo a loro non importava visto che l’unica cosa a cui pontavano era il rispettivo avversario e vincere quello scontro.

Tornando da Noar, lui dopo una bella corsa si mise sotto un albero e decise di recuperare un po' di sonno visto che era pur sempre mezzanotte passata, e lui era esausto.
Noar dormì finchè i primi raggi del sole non illuminarono il suo viso, e anche se intontito e acciaccato dopo aver dormito a malapena sulle radici di un albero si alzò ricordandosi che non era più nella torre nel suo comodo letto.
Ci mise un paio di minuti per mettere a fuoco la vista ma appena ci riuscì, si guardò attorno per assicurarsi che non ci fossero campioni in vista e effettivamente non c’era nessuno, ma poi notò una persona seduta a gambe incrociate su una roccia a una decina di metri da dove aveva dormito Noar. Noar si avvicinò lentamente sfruttando più ombre che poteva per non farsi notare, ma appena fu abbastanza vicino alla figura la riconobbe: era Calima. Il suo aspetto era cambiato ma era lei, tutto il suo corpo era diventato di un verde acceso, delle strisce nere disegnavano sulle sue braccia e gambe delle foglie come se fosse l’opera di un artista, i suoi capelli erano diventati un po più arancioni ma non di molto e alcune ciocche erano intrecciate come un diadema per incoronarla e i suoi vestiti erano dei semplici stracci sui quali crescevano delle foglie e che la coprivano dov’era più indispensabile.
Noar rimase a bocca aperta su come fosse cambiata, così tanto che uscì dall’ombra e si fece notare da lei la quale aprì un occhio per vedere chi aveva davanti, dopo aver riconosciuto Noar disse: “Vedo che qualcuno ha l’aria molto riposata a giudicare dai capelli arruffati sulla testa.” in quel momento Noar si accorse che aveva i capelli sparati verso l’alto ma risolse con ignoranza visto che i suoi continuavano ad essere rivolti verso l’alto, ma quando finalmente riuscì a rimetterli apposto guardò Calima cercando di mostrarle il suo migliore sorriso.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: ombra degli elementi ***


Capitolo 6: ombra degli elementi


Noar si avvicinò con calma a Calima, la quale continuava seguirlo con lo sguardo senza perderlo di vista.
Dopo che Noar mandò giù un groppo di saliva, prese parola “Hai intenzione di combattere con me?” chiese Noar “A dire il vero oggi volevo comunicare con la natura, visto che i campioni più vicini distano qualche chilometro.” a quella sua affermazione, Noar rimase confuso, come faceva ad essere sicura di quanto fossero distanti gli altri? “Ascolta Noar -disse Calima- i campioni degli altri elementi li ho sempre visti di sfuggita, e di loro so poco e niente, in pratica sei l’unico che conosco qui, perciò ti lascio scegliere.” in quel momento difronte a Noar crebbero delle piante ad un velocità più elevata del normale, una assunse la forma di un lancia di legno l’altra una mela rossa “Possiamo combattere qui ed ora, oppure possiamo rimandare a più tardi tipo verso la finale.” disse Calima, Noar guardò per qualche minuto le due piante, alla fine colse la mela dalla pianta e le diede un morso.
Calima lasciò un sospiro di sollievo e chiuse gli occhi, evidentemente si era messa a meditare sapendo che Noar non l’avrebbe attaccata “Finchè non ti muovi, sei invisibile.” disse Calima, Noar non vide il senso di quelle parole ma visto che Calima si era messa a meditare decise anche lui di fare un piccolo ripasso di allenamento spirituale.
Si sedette difronte a Calima e aprì le orecchie, sentì la voce di uno dei precedenti campioni di Morke che gli sussurrò nell’orecchio “Il mio è nome è Snow e la mia esperienza è anche la tua.” Noar rimase in silenzio “Sono stato il campione oscuro dopo Kaze e anche se sono morto a un passo dalla vittoria io sono uno dei campioni di grande importanza nella storia, scommetto che nonostante hai passato sei mesi ad allenarti e a consultare i campioni precedenti, non sapevi che l’oscurità non ha forma… e di conseguenza può essere qualsiasi cosa, per questo ti do un consiglio da tenere a mente: tieni d’occhio le ombre.” (Vedo che ai morti piace dare consigli parlando per enigmi) pensò Noar poco dopo aver interrotto la connessione con lo spirito di Snow.
Noar e Calima rimasero lì in silenzio a meditare fino a mezzogiorno circa, quando Calima si alzò di scatto e cominciò a correre urlando a Noar di correre.
Noar rimase là confuso senza dire ne fare niente, Noar si guardò attorno preoccupato per cosa abbia spaventato Calima e si mise in guardia per essere pronto a tutto.
Per qualche minuto ci fu un silenzio assordante e a Noar salì un’ansia da farlo sudare freddo, quando qualcosa lo colpì violentemente alle spalle facendolo volare di qualche metro fino a farlo atterrare di faccia a terra, dopo aver sputato un po' di terra si rimise in piedi e si guardò alle spalle scoprendo l’identità dell’aggressore: alto due metri, così pieno di muscoli da fare invidia a The Rock, l’unico indumento era un paio di pantaloni neri tenuti su da una catena, i piedi bendati, il braccio sinistro pieno di tatuaggi, armato con un bastone di ferro, sulla schiena sembrava che qualcuno gli avesse impiantato un cerchio con sopra cinque tamburi, capelli e basette di un biondo scuro.
Noar lo aveva riconosciuto, era Mako il campione del fulmine e sembrava essere a caccia di guai, per chi era così sfortunato da incontrarlo s’intende.
Per Noar sarebbe stata una sfida difficile visto che Mako era una vera e propria montagna che cammina, “Bene bene bene -disse Mako quasi sul punto di mettersi a ridere- a quanto pare il mio primo avversario è il buio.” e in quel momento con il suo bastone cominciò a suonare i tamburi incorporati sulla sua schiena mentre un filo di elettricità passava da un tamburo all’altro e una volta all’ultimo lanciò contro Noar un fulmine.
Solo che sta volta Noar fu pronto e un secondo lo evitò con una capriola laterale e mentre era a mezz’aria lanciò contro Mako una palla di fuoco color indaco, che colpì in pieno Mako e dopo aver attutito l’atterraggio con una mano, con quella stessa mano si diede una spinta per risollevarsi a mezz’aria e lanciare dai piedi due lingue di fuoco che travolsero Mako facendogli quasi perdere l’equilibrio.
“Tutto qui?” chiese Mako mentre caricava di energia elettrica le sue mani per poi lanciare un altro fulmine addosso a Noar, il quale per proteggersi alzò un muro di fuoco che si annullò assieme al fulmine in un esplosione, solo che dal fumo apparve Mako che caricava Noar come un toro colpendo Noar in pieno petto facendolo volare di circa un metro.
Noar si rialzò dolorante mentre Mako gli fece cenno di affrontarlo “Ahahahah mi piaci ragazzo -disse Mako- avanti, non gettare subito la spugna, ho voglia di divertirmi un po'…” Mako caricò le sue mani di energia elettrica ma non per lanciare un fulmine voleva solo potenziare i suoi pugni. Noar avvolse anche le sue mani con il suo elemento capendo che Mako lo stava sfidando a un corpo a corpo, i due campioni si diressero l’uno contro l’altro facendo collidere i loro pugni al centro e da quel momento iniziò un concerto di pugni che volevano da tutte le parti.
Mako era nettamente in svantaggio rispetto a Noar, lui era più grosso quindi più punti ciechi e questo permetteva a Noar di mandare a segno colpo dopo l’altro. Ma Mako decise di caricare tutto il suo corpo di elettricità così che Noar prendesse la scossa a ogni colpo, Noar cominciò a lasciar perdere il corpo a corpo e ricominciò a lanciare lingue di fuoco contro Mako, il quale ha subito ogni singolo colpo e nonostante il dolore cercava rimanere impassibile, fermo e forte. Alla fine liberò tutta l’energia che aveva in corpo sbattendo i pugni sul terreno creando un’onda d’urto elettrica che annullò gli attacchi di Noar, gli fece prendere la scocca e lo scaraventò contro un albero, uno dei pochi rimasti in piedi dopo il “rombo di tuono” di Mako.
Noar era steso a terra dolorante mentre Mako rideva di gusto “Ahahahah ci potrei fare l’abitudine -disse Mako- mi sento potente.” concluse mentre continuava a far fluire l’elettricità tra le mani, Noar doveva fare qualcosa o se la sarebbe vista davvero brutta e c’era il rischio che se sarebbe sopravvissuto avrebbe passato il resto della vita sulla sedia a rotelle, ma, aveva notato una cosa interessante in quel momento, in genere si è vittima di paralisi del corpo quando si entra in contatto con troppa elettricità ma Noar era illeso, riusciva a muoversi con facilità anche se quei pochi muscoli che riusciva a muovere facevano male, poi il suo volto venne sommerso dall’ombra di Mako il quale si avvicinava con passi pesanti, lenti ma pesanti, ma tornando a Noar, la sua vista all’improvviso cambiò cominciò a vedere il mondo che lo circondava completamente nero ma riusciva comunque a distinguere gli oggetti che lo circondavano perché sembrano evidenziati da una lieve luce bianca.
Noar non capiva cosa stava succedendo, ma non appena si girò in direzione di Mako in quel momento si sentì come se fosse nella sua testa, vide come ha dedicato tutta la sua vita a combattere sin da piccolo e su come fosse avido della sensazione di invincibilità che gli dava vincere.
Mentre Noar si interrogava mentalmente su cosa gli stesse succedendo Mako si era avvicinato molto a Noar “Ehy campione oscuro -disse Mako- sei ancora vivo? Avanti, alzati sono ancora carico per un altro match e se muori subito non c’è gusto, dai giochiamo un altro po'!” Noar non disse nulla ma continuava a guardare il suo avversario con aria di sfida. Mako lo fissò per qualche secondo prima di prendere Noar per il kimono e sollevarlo da terra e prendere parola “Ho detto… giochiamo… ancora… un po'.” Noar non reagì, facendo di conseguenza innervosire Mako, il quale avvicinò il volto di Noar al suo per assicurarsi se fosse vivo, solo che quella mossa gli costò cara.
Noar repentinamente mise la sua mano sulla spalla di Mako e gli fece esplodere addosso un potente colpo infuocato, quanto potente? Abbastanza da convincere Mako a lasciarlo, nel senso che lui non ha mollato la presa ma il braccio con il quale teneva Noar era andato.
Mako si lamentò del dolore come un dannato, ma all’improvviso le sue urla diventarono risate e lui si risollevò con un sorriso insano in volto “Lo sapevo! -disse Mako- sei davvero forte… e sei pieno di sorprese, se lo avessi saputo prima che saresti stato un avversario straordinario ti avrei conservato per ultimo.” Noar lo guardò disgustato prima di lanciargli contro un’altra palla di fuoco.
Mako evitò con semplicità l’attacco del suo avversario, lasciò andare il bastone e con il suo unico braccio rimasto caricò un nuovo attacco, ma Noar in quel momento gli sembrò di vedere il suo avversario a rallentatore e iniziò a togliersi dalla traiettoria del fulmine di Mako per contrattaccare con un’altra lingua di fuoco che centrò Mako in pieno petto.
Dopo che Mako venne nuovamente atterrato Noar corse in sua direzione prendendo al volo il bastone di Mako e cominciò a preparare un colpo con esso, Mako lo vide e sogghignò pensando che non fosse molto furbo usare il metallo contro l’elettricità e iniziò a caricarsi di energia.
Ma contro ogni pronostico Noar non colpì Mako ma il cerchio coi tamburi incorporato sulla sua schiena strappandoglielo come un cerotto, Mako urlò di dolore forse più forte di prima ma Noar cominciò a dargli qualche altra bastonata da sotto il mento verso l’alto e alla bocca dello stomaco per farlo tacere, Mako provò più e più volte a colpirlo con altre mosse elettriche oppure a tirargli un cazzotto con il suo unico braccio ma Noar in maniera istintiva continuava a schivare e colpire Mako prevedendo cosa aveva intenzione di fare prima ancora che lo facesse.
Noar riuscì a mettere in ginocchio Mako, lui era ricoperto di graffi e lividi ma sorprese Noar con un fulmine non particolarmente potente da fargli perdere qualche arto ma abbastanza per farlo volare a una certa distanza, mentre entrambi cercarono di rialzarsi Noar inciampò sui tamburi di Mako mentre quest’ultimo tirò fuori un ultimo asso dalla manica, avvolse tutto il suo corpo con l’elettricità e fece un salto da guinness dei primati e cominciò a schizzare da una parte all’altra mentre era a mezz’aria, Noar sta volta faceva fatica a seguirlo ma non appena si rialzò vide il cerchio dei tamburi e lo colpì per farlo sollevare da terra e Noar istintivamente usò il bastone per suonare i tamburi.
Mako notò il modo in cui Noar li suonava ricordandogli se stesso, notando un filo di elettricità color fiola quasi nero che si ingrandiva mentre passava da un tamburo all’altro, (Ma, quella è la mia tecnica!) pensò Mako mentre continuava a muoversi, ma quella distrazione gli costò caro, per un secondo interruppe il volo elettrico e Noar in quel momento gli scagliò contro quel fulmine color indaco che stava caricando.
Quel fulmine fu così forte che rimbombò per tutta l’isola illuminando anche il cielo attirando l’attenzione di tutti gli altri campioni, Mako dopo aver subito un colpo del genere rimase a terra, immobile, mentre dal partì un fuoco d’artificio che illuminò il cielo con un simbolo che ricordava una mano a pugno con un fulmine in corrispondenza di dove si trovano le vene.
Quello era il segnale che uno scontro si era concluso con la sconfitta di un campione e ogni elemento ha il suo simbolo per indicare con precisione quale.
Noar lasciò andare il bastone e si guardò le mani notando che emanano ancora quei fulmini ma dopo qualche secondo ritornarono ad essere delle fiamme, Noar in quel momento gli vennero in mente le parole di Snow quando evidenziò che l’oscurità non ha forma e generò una fiammella tra le mani, poi la trasformò in una piccola scintilla elettrica e poi in una goccia d’acqua sempre color indaco.
Da un lato era estasiato perché ha scoperto un nuovo trucchetto utile per il torneo, ma da un altro lato era abbastanza confuso, perché per un attimo vide l’ambiente che lo circondava completamente nero? Decise di mandare a più tardi le domande e di levare le tende, con tutto il casino che ha fatto contro Mako avrà attirato fin troppa attenzione e lui era stanco.
Solo, non si accorse che qualcuno aveva assistito al suo primo combattimento e quel qualcuno non sapeva cosa pensare “E così, è questo il potere oscuro… un potere semplicemente spaventoso, ma cederà alla luce divina.”

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: Cato ***


Capitolo 7: Cato

Noar corse più che poteva per assicurarsi di essere al più sicuro possibile, appena trovò un punto abbastanza isolato usò il suo potere per curare le sue ferite e per fare mente locale.
Insomma Calima è sparita perché ha previsto l’arrivo di Mako, come? Non si sa, Mako è apparso come un fulmine a ciel sereno e ha dato il via a uno scontro che ha fatto tremare la terra.
Ma la vera domanda era: dov’è andata Calima? Noar provò a connettersi con qualche campione deceduto che magari lo avrebbe aiutato, ma neanche il tempo di provarci che un boato lo fece balzare sull’attenti, si guardò attorno cercando di capire da dove venisse il colpo quando vide un’onda anomala spuntare dal nulla.
Noar si preparò a fermarla, ma gigantesco muro di roccia di sollevò bloccandola per poi sparire subito dopo, Noar si sarebbe diretto nella direzione opposta dallo scontro tra due elementi ma vedere delle rocce sollevarsi e dirigersi verso di lui lo convinsero a dirigersi nella direzione dove si stava volgendo lo scontro.
Noar corse cercando di non farsi colpire dalle rocce, ma inciampò finendo con la faccia nella sabbia, senza accorgersene aveva raggiunto la spiaggia e mentre lui se ne stava a terra le rocce gli passarono sopra ignorandolo e circondando un ragazzo piuttosto alto, robusto ma non come Mako, piedi nudi, capelli, barba e baffi corti color giada, indossava dei pantaloni verdi sporchi su cui erano disegnate delle ossa, invece i polsini e le cavigliere erano proprio delle ossa e le spalliere erano dei teschi di animale e aveva uno strano tatuaggio sulla schiena una figura nera che rappresentava un gallo con le code di serpente.
Noar riconobbe il campione della terra: Cato. Che affrontava un uomo più vecchio di lui pelato ma con una lunga barba grigia, un gilè azzurro con una morbida pelliccia bianca cucita ai bordi, degli squali tatuati sugli avambracci, dei pantaloncini blu scuro con ai bordi la stessa pelliccia del gilè e una collana fatta di ghiaccio.
L’altro campione era il campione dell’acqua: Yakone. Il quale aveva generato due anelli d’acqua che scorrevano come fiumi intorno a lui ed era pronto a fare chissà che cosa con quei torrenti fluttuanti, alla fine dopo lunghi attimi di silenzio Yakone lanciò un vortice d’acqua addosso a Cato, il quale si fece scudo con i massi che aveva preso dalla boscaglia per poi lanciarli contro a Yakone, ma lui con dei colpi ben assestati sbriciolò le pietre.
Cato batté i piedi nella sabbia e con il suo potere sollevò un mucchio di sabbia che pochi secondi dopo solidificò trasformandola in un macigno, e con un pugno ha fatto partire delle piccole pietre a modi mitraglietta contro Yakone, il quale raccolse con il suo potere dell’acqua e provò a farsi un muro d’acqua ma la quantità e la velocità delle rocce la rendeva un’impresa tenerle a bada e subì ripetute sassate.
Quando Cato finì il masso si inginocchiò mettendo le braccia a croce creando dei piccoli cannoni con la sabbia, Yakone a suon di pugni rafforzati con dell’acqua ghiacciata distrusse quasi ogni colpo, quasi perché alcuni attacchi andavano assegno riempiendo i suoi vestiti di sabbia.
E a quel punto stanco di avere le mutande piene di sabbia fece delle capriole all’indietro fino a toccare l’acqua e con un salto più grande trasportò con se una tonnellata d’acqua generando un tornado d’acqua con il quale fermò gli attacchi di Cato e lo travolse facendolo andare contro un albero, Noar evitò senza problemi l’ondata anche se per farlo si è dovuto spostare un po' più avanti rischiando di farsi sgamare.
Cato si rimise in posizione di guardia pronto ad attaccare ma un’ombra catturò la sua attenzione, facendo incontrare il suo sguardo con quello di Noar, i due si fissarono per circa un minuto con Noar che una faccia che diceva: oh cacchio. Mentre Cato lo fissava con uno sguardo spento, ovviamente Yakone non è rimasto con le mani in mano e approfittando che Cato era distratto e gli lanciò addosso un’altra ondata d’acqua che lo rimise contro l’albero.
“Scacco matto!” urlò Yakone mentre dal mare fece partire delle lance di ghiaccio che pronte trasformare qualcuno in uno spiedino, Noar notò che alcune lance puntarono contro di lui così si fece avanti caricando un fulmine indaco che lanciò contro le lance e con una reazione a catena il fulmine rimbalzò da una lancia all’altra liquefacendola finché non raggiunse Yakone colpendolo facendolo finire nuovamente in acqua.
Cato aveva notato ciò che aveva fatto Noar e cominciò a osservarlo con sguardo sognante, ma ritornò alla realtà accorgendosi che qualcuno di stava avvicinando mentre Yakone usciva dall’acqua con tutto il mare e decise che era il caso di una ritirata strategica, si mise a girare su se stesso mentre la sabbia si attaccò al suo corpo e quando fu quasi del tutto coperto di sabbia si fermò e sbatté le mani scatenando una piccola tempesta di sabbia che accecò Yakone. Appena finì la tempesta di sabbia sia Cato che Noar erano spariti, mentre Yakone si chiese dove fossero finiti i suoi avversari il quarto incomodo che aveva percepito Cato si fece avanti “Sta calmo campione dell’acqua, non è te che voglio…” Intanto nel cuore della foresta Cato e Noar uscirono da sottoterra, Cato aveva usato la tempesta di sabbia per coprire la loro fuga con un tunnel improvvisato sul momento “Tutto bene amico?” chiese Cato con un tono gentile mentre aiutava Noar a uscire dal buco “Prima di tutto noi non siamo amici -disse Noar scocciato mentre si puliva dalla polvere- e poi non capisco perché hai trascinato anche me.” “Beh non sono sicuro di chi fosse, ma si stava avvicinando qualcuno e non volevo rischiare di trovarmi a combattere anche con un altro campione… e poi mi hai salvato.” disse Cato, Noar lo fissò con uno sguardo che diceva: questo mi sta prendendo in giro.
Ma poi si ricordò che Calima aveva fatto la stessa cosa poco prima dell’arrivo di Mako, quindi sia lui che Calima hanno una capacità simile e questa era una lancia da spezzare a favore di Cato.
“Va bene -disse Noar con tono basso- grazie.” i due rimasero lì aspettando che uno dei due facesse o dicesse qualcosa, con Noar che muoveva gli occhi da una parte all’altra per tenere alta la guardia mentre Cato continuava a fissarlo con un sorriso stampato in faccia.
Dopo circa cinque minuti Noar prese parola “Allora, siamo apposto? Perché se non hai intenzione di uccidermi io me ne andrei.” concluse mentre stava per girarsi e andarsene “S- NO, aspetta -disse Cato mettendosi davanti a Noar- senti lo so che non ci conosciamo, che molto probabilmente presto o tardi arriverà uno ad aprirci il culo o che il prossimo avversario non abbia intenzione di arrendersi come nella maggior parte dei casi di questo torneo ma-” “Lo so che quasi nessuno si arrende in questo torneo e ho dovuto uccidere un uomo simile ad una bestia impazzita per uscirne vivo.” “Ah quindi sei stato tu a far squalificare fulmine? M-m-m-ma che dico non ho tempo per queste cose, voglio dire che possiamo coalizzarci.” “Ho già un’alleata e la sto cercando il motivo per cui mi trovavo alla spiaggia dove stavi combattendo era solo un caso.” disse Noar superando Cato “E se facessimo un’alleanza a tre?” ribatté quest’ultimo mentre Noar lo ignora bellamente.
Tempo un minuto e Cato spunto la testa da sotto terra come un fungo davanti al cammino di Noar “Dico sul serio, sono in debito con te lascia che ti aiu-AO!” Cato non finì la frase che Noar li passò sopra calpestandogli la faccia, Cato bloccò la marcia di Noar alzando un muro di roccia davanti alla sua via per poi spuntare del tutto da sotto terra.
“Qual’è il tuo problema?” chiese Noar iniziando a innervosirsi sul serio “Tu mi piaci, sei forte, abile e poi prima mentre mi fissavi avresti potuto attaccarmi a tradimento ma non lo hai fatto e mi hai salvato.” “Te l’ho già detto è stato un caso.” “Io non credo al caso, io credo che potremo veramente uscirne vivi da questo torneo se ci coalizziamo e poi ti sei separato dal tuo compagno quindi penso che una mano da parte mia ti faccia comodo, no?” “No!” rispose freddamente Noar buttando giù il muro con un calcio per poi proseguire il cammino “Ho capito non ti fidi di me -disse Cato- ma almeno sai dove andare?” all’ultima domanda fatta da Cato, Noar si fermò per poi girarsi quel poco che basta per guardarlo con un occhio “Lo sapevo -disse Cato- motivo per cui io ti servo, posso percepire ogni essere presente su quest’isola certo non so identificare con precisione chi ma se si tratta di trovare qualcuno velocemente io sono la persona adatta.” Noar lasciò andare un sospiro di rassegnazione, per poi dire “Va bene, facciamo squadra.” e a quelle parole Cato fece i salti di gioia.
Quasi subito dopo che Cato si calmò si mise subito a lavoro per trovare i campioni più vicini, sbatté forte i piedi per terra, e chiuse gli occhi.
Dopo qualche attimo di silenzio, emise il verdetto “C’è qualcosa che non va -disse Cato con tono serio- ne manca uno… -si volta e vede Noar interrogativo- con il mio potere della terra posso estendere il mio senso della vista, posso percepire le vibrazioni della terra e individuare oggetti o animali.” “Quindi qual’è il problema?” chiese Noar “Che le figure umane che ho individuato sono in tutto sei contando anche noi.” in effetti i numeri non tornavano, Noar e Cato erano insieme, Mako invece era morto quella mattina e se qualcuno fosse morto o si fosse arreso ci sarebbe stato il segnale che un elemento è fuori dai giochi, ne mancava uno e Cato non riusciva ad individuarlo.
“Magari è la campionessa del vento che si è messa a volare.” ipotizzò Noar “Non ne sono sicuro, non sembra molto sveglia quella donna.” disse Cato “A questo penseremo dopo, dov’è il campione più vicino?” chiese Noar, Cato ricontrollò e subito dopo indicò sud-est.
I due muovevano con calma spostandosi da un’ombra all’altra cercando di fare meno rumore possibile, una volta raggiunto il punto del campione che Cato aveva individuato i due si nascosero sottoterra, sfortunatamente non hanno trovato Calima ma Wan intento a prepararsi il pranzo, Cato chiese a Noar se fosse lui il suo alleato ma dopo una negazione da parte di Noar i due si rificcarono nel buco e Cato avvertì una presenza che si muoveva velocemente verso ovest.
I due si spostarono in una direzione di mezzo per provare a tagliarle la strada, ma si rivelò essere Kyoshi che correva veloce come il vento forse a cercare il suo prossimo avversario oppure qualcosa da mangiare come Wan.
Cato usò di nuovo il suo potere per trovare i due restanti, uno era vicino la spiaggia quindi era probabilmente Yakone mentre l’altro si muoveva a passo leggero nella boscaglia, quindi poteva essere o Calima o Lyserg “Secondo te è la campionessa della natura quella nel bosco?” chiese Cato “Da quel che ho capito Calima è ha suo agio in mezzo la natura, ma anche che Lyserg sembra scemo ma in realtà è un tipo sveglio.” rispose Noar “Pensi stia camminando piano per non farsi scoprire?” “Non lo so l’ultima cosa che Calima mi ha detto prima di separarci è stata: Finchè non ti muovi sei invisibile.” disse Noar provando a imitare la voce di una ragazza e in quel momento a Cato si accese una lampadina “Forse si riferiva alla mia abilità conosce un modo per non essere individuata.” “Se è così non la troveremo mai… -Noar si guardò intorno- ho bisogno di un aiuto esterno e quel albero sembra comodo.” Cato guardò interrogativo Noar mentre lui si sedette ai piedi dell’albero e si mise a gambe incrociate.
Passò circa mezz’ora e Noar decise di ritornare tra i vivi e accorgersi che Cato stava con il mento sulla sua testa con un espressione beata in faccia, dopo aver convinto Cato ad uscire dal mondi dei sogni e a spostarsi, Noar chiese a che punto erano gli altri campioni “Allora… Wan è rimasto al suo posto, Kyoshi non sta ferma un secondo, Yakone è sempre lì e il campione dal passo leggero… hmm?! L’ho perso di vista, non lo vedo più!” disse Cato allarmato “Sta volta è stata colpa mia, ho perso troppo tempo a cercare un morto che potesse darmi un consiglio utile ch- -Noar nota che Cato lo guarda storto- è una lunga storia… ed è roba del campione oscuro va bene?!” “Ma quindi che facciamo?” la domanda di Cato non ricevette risposta perché i due ragazzi vennero travolti da un’ondata d’acqua che mando i due ragazzi a gambe all’aria.
Cato e Noar si ripresero quasi subito anche se erano ancora un po' intontiti, ma videro chiaramente che l’artefice di questo scherzetto era Yakone e ciò lasciava senza parole i due “Chi l’avrebbe mai detto che quel bell’imbusto mi aveva ragione.” disse Yakone tutto sorridente “Ma che cazzo ci fa lui qui?!” chiese Noar seccato a Cato “I-i-i-i-io non lo so, non capisco credevo fosse alla spiaggia.” balbettò Cato mentre Yakone si mise a ridere di gusto “Lo sapete che siete due tonti -disse Yakone con tono sicuro- io non ho bisogno di essere vicino ad uno specchio d’acqua per usare il mio potere.” con la conclusione di quella frase, Yakone estrasse l’acqua da un albero lasciandolo secco e disidratato mentre Yakone usava quell’acqua come una frusta contro Noar e Cato.
Cato ne fu colpito mentre Noar si fece scudo generando dell’acqua color indaco che trasformò in ghiaccio per proteggersi e subito dopo lanciare un intero torrente addosso Yakone, il quale però divise le acque come Mosè e le usò come estensione del suo corpo dandole la forma di tentacoli d’acqua con i quali ha dato una serie di ceffoni e manrovesci sia Noar che a Cato per poi prenderli e scuoterli come burattini.
Cato si liberò dalla morsa facendo levitare dei massi che hanno interrotto il flusso d’acqua e poi lanciargliele addosso, Yakone non riuscì a deviare i massi e così perse la concentrazione e lasciò andare Noar e l’acqua venne assorbita dal terreno, una volta a terra Noar lanciò contro Yakone delle lingue di fuoco indaco che andarono a segno una dopo l’altra quasi al punto da metterlo con le spalle al muro ma Yakone estrasse altra acqua da altri alberi neutralizzando i colpi infuocati di Noar, quest’ultimo decise di passare dal fuoco ai fulmini lanciandogli addosso una scarica di fulmini di quel l’indaco quasi nero.
Ma Yakone usò l’acqua che aveva preso per fermare i fulmini raccogliere l’elettricità e rilanciargliela contro sotto forma di onda elettrica, Cato mise in salvo entrambi facendo alzare dei pilastri di pietra che hanno sollevato sia lui che Noar e una volta passata l’onda lui si buttò a capofitto verso il terreno per sparire sottoterra e Noar decise di lasciar perdere i fulmini e usare la terra come Cato, diede un pugno poderoso al pilastro di pietra su cui si trovava facendo diventare la pietra scura e cominciò a lanciargli contro dei pezzi di pietra contro Yakone il quale per difendersi stavolta estrasse l’acqua dalla stessa atmosfera avvolgendo le sue mani con del ghiaccio per rompere le rocce.
Ma mentre era distratto Cato lo prese da sottoterra per le caviglie e lo trascinò contro delle rocce che faceva apparire da sottoterra per farlo andare a sbattere, dopo avergli fatto rompere una decina di pietre con la testa, Cato gli disse da sottoterra “Ti arrendi?” Yakone rifiutò e dopo quel rifiuto Noar si preparò per lanciargli addosso non una semplice lingua di fuoco indaco ma una vera e propria vampata.
Solo che quando partì l’attacco di Noar Yakone prese dall’atmosfera con la quale prima ha spente le sue fiamme e poi gli ha lanciato addosso una secchiata d’acqua con la quale ha mezzo congelato Noar, e poi si mise a controllare l’acqua dall’erba per creare un geyser e far uscire Cato dal suo nascondiglio “Ora ve la faccio io una domanda, e voi vi arrendete?” disse Yakone sicuro di se.
Noar si liberò dal ghiaccio mentre Cato si teneva in piedi a fatica, Yakone si rimise in posizione di battaglia aspettando soltanto che Noar e Cato facessero chissà che, Noar cominciò a pensare che Mako è stato più facile da battere, ma poi proprio ripensando a Mako si ricordò di quando gli “entrò nella testa” ma non sapeva farlo a comando, ma poi gli venne un pensiero: e se spegnesse io le luci? E a quel punto Noar si mise a generare energia color indaco tra le mani che trasformò in aria, poi la sbatté forte sul terreno generando una specie di nebbia color indaco fittissima, in quella nebbia tutta scura non si riusciva a vedere un palmo dal naso, Yakone era disorientato ma Noar e Cato non avevano problemi perché Cato poteva percepire i movimenti Yakone perché il suo passo si era fatto più pesante mentre Noar essendo il campione del buio aveva una vista notturna incredibile, e poi Noar ci aveva azzeccato nel buio poteva vedere nella testa di chi lo circondava e vide che Cato era pressato dal padre che voleva che suo figlio fosse un vero uomo, un duro, aveva delle aspettative molto alte nei confronti di Cato, il gallo che aveva tatuato sulla schiena era un obbligo della sua famiglia per farli sentire forti o appartenenti a qualcosa di grande, infatti lui era terrorizzato all’idea di quello che gli avrebbe fatto il padre se avesse scoperto che Cato era omosessuale.
 Invece su Yakone scoprì essere lo zio di Wan e che fa il pastore, possiede un pezzo di terra molto ampio ma lo ha dovuto vendere perché alla nascita di suo figlio ci sono state delle complicazioni che hanno fatto alzare il conto dell’ospedale ed è stato costretto a lasciare la terra che aveva ereditato da suo padre, che a sua volta lo aveva ereditato da suo padre e lui era così aggressivo perché sentiva di avere troppo da perdere.
Noar rimase fermo qualche secondo per riflettere poi si diresse verso Cato e gli sussurrò nell’orecchio “Cato, in questo momento abbiamo la possibilità di batterlo… ma cerca di non ucciderlo.” “Cosa? Perché lo vuoi risparmiare?” “Fidati, non che se lo merita.” Cato non capì perché Noar volesse graziare qualcuno che si è dimostrato un avversario pericoloso come Yakone ma decise di are retta a Noar e cominciò a colpirlo con dei massi, ma non forte come prima quel poco che bastava per farlo stancare.
Dopo aver dato a Yakone un serie di sassate, lui cominciò ad estrarre l’acqua dalla nebbia creata da Noar facendola sparire, fece diventare l’acqua che aveva preso degli anelli d’acqua che vorticavano intorno a lui.
Yakone era pronto ad attaccare ma, non vedeva Noar, lui era alle sue spalle preparando un attacco di roccia liberando una colonna di pietra scura che partì dal sottosuolo come un cannone spedendo Yakone oltre gli alberi.
“Questo lo terrà occupato per un po’ -disse Noar- dobbiamo andare.” e Cato fece sollevare uno strato di pietra da terra e iniziò a spostarla con i due ragazzi sopra per allontanarsi più in fretta.
Intanto Yakone atterrò sulla spiaggia, un po’ indolenzito per via della botta ricevuta e per l’atterraggio non molto morbido, non si rialzò subito ma sapeva che doveva farlo e alla svelta. “Che delusione. Io ti do un consiglio per trovare quegli idioti senza pericolo e tu le prendi così.” Yakone riconobbe la voce ma non riuscì a dire una parola che l’uomo affianco a lui gli disse: vai verso la luce.

Dopo un minuto in cielo si vide il segnale a fuoco d’artificio rappresentava la bocca di uno squalo, Yakone era fuori dai giochi.

Il giorno finì abbastanza in fretta e con ancora in gioco sei campioni, anche se c’erano ancora molte domande senza risposta: Dov’è Calima? Come ha fatto a rendersi invisibile al potere di Cato? Come ha fatto Yakone ad avvicinarsi a loro? Ecc.

Noar e Cato decisero di fare i turni per dormire, Cato fece il primo turno, ma Noar prima di provare a rilassarsi e riposare un po' gli occhi chiese “Cos’è quel gallo che hai sulla schiena?” Cato esitò un minuto prima di rispondere “Non è un gallo, è un basilisco… nella mia famiglia esiste un credo, che il tatuaggio di una bestia ci renda forti da quando un mio antenato ha vinto il God’s Champion credendo che il tatuaggio di una bestia possa darci forza e coraggio, e l’ha tramandato fino a me, anche mio padre e i miei fratelli ne hanno uno.” “Ma il basilisco è una scelta tua -sottolineò Noar- perché?” “Era un creatura di cui molti avevano timore per quanto pericolosa e io ho conosciuto una bestia simile nella mia vita…” Noar decise di smetterla di approfondire visto che a Cato non sembrava fargli piacere pensarci e lui sapeva il perché, Cato notò una cosa in Noar in quel momento, si era fatto più morbido nei suoi confronti, che finalmente lo stia accettando come un amico?

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Calima ***


Capitolo 8: Calima


Giunse l’alba sull’arena e i due ragazzi stavano sonnecchiando nel loro piccolo nascondiglio, alla fine nessuno dei due ha fatto i turni visto che entrambi alla fine se ne sono andati al sonno.
Intanto dall’altra parte dell’isola, tra le chiome degli alberi fece la sua comparsa come un fiore in mezzo alle fronde Calima, “E così Noar si è fatto un nuovo amico.” pensò a voce alta la ragazza mentre scendeva dall’albero e con il suo potere iniziò a far crescere delle piante che davano i loro frutti e dei fiori bianchi utili per fare colazione con frutta e una tisana di fiori.
Mentre la ragazza gustava il suo pasto notò una nuvola che si era sovrapposta al sole, anche se era paragonabile a un brufolo sulla faccia viste le dimensioni minuscole in confronto al sole, Calima all’inizio non ci fece caso e continuava a consumare la sua colazione mentre si godeva lo spettacolo dell’alba che piano piano riscaldava l’atmosfera e svegliava tutti.
Dopo qualche minuto Calima notò che la nuvola davanti al sole si era fatta più grande e più… vicina, Calima non si scompose ma a notare quel dettaglio iniziò ad allarmarsi un pochino e quando si ritrovò con la nuvola letteralmente sopra la testa che il suo livello di allerta si alzò di colpo, dalla nuvola scese la campionessa del vento Kyoshi con un atterraggio da supereroe.
“Buongiorno.” disse Calima con calma assoluta mentre gustava la sua tisana, Kyoshi invece sfoderò i ventagli e si mise in guardia “Vedo che sei bella carica anche a prima mattina -disse Calima- secondo me hai bisogno di calmarti, ti andrebbe una tisana rilassante?” Calima porse a Kyoshi una foglia che conteneva la tisana proponendo di berla da lì visto che non avevano bicchieri, Kyoshi in tutta risposta generò una folata di vento spazzò via tutto.
“Non sono qui per conversazione difronte a una bevanda probabilmente avvelenata.” disse Kyoshi con rabbia “Quanta aggressività -disse Calima con un espressione delusa in faccia- capisco che vuoi vincere ma hai fatto colazione almeno?” l’unica risposta che Calima ottenne fu un pugno alla velocità del vento dritto sulla guancia, lei venne spazzata via ma con i suoi riflessi riuscì a fare un atterraggio morbido.
Kyoshi per raggiungere Calima velocemente creò col vento una ruota a grande quanto lei per muoversi più in fretta e magari colpire ancora Calima, ma quest’ultima con solo un passettino sul lato ha evitato l’attacco, Kyoshi frenò di colpo la corsa e facendo un calcio roteante ha generato una corrente d’aria contro Calima la quale l’ha evitata facendo una giravolta e ha fatto crescere delle piante ad una velocità elevata e ci ha surfato per andare contro la sua avversaria per poi scendere da esse per lasciare che la sua pianta attaccasse Kyoshi, la quale tuttavia con un colpo dei suoi ventagli ha deviato la pianta.
Kyoshi nel vedere che Calima sembrava prenderla in giro vista la semplicità con la quale reagiva alle sue mosse, si mise a correre contro Calima in fretta e furia con un pugno avvolto da un tornado, anche se Calima con un piccolo limbo ha evitato il pugno e ha nascosto un semino nel kimono di Kyoshi, e Kyoshi si stava cominciando ad arrabbiarsi sul serio “Smettila di giocare!” urlò Kyoshi “va bene.” rispose Calima con tono annoiato per poi schioccare le dita e far scattare la crescita del seme che aveva messo su Kyoshi facendo crescere addosso a lei una quercia che prima ha appesantito Kyoshi poi la ha atterrata mentre l’albero metteva radici e continuava crescere su di lei.
Quando la pianta smise di crescere, di Kyoshi si vedeva solo la testa spuntare dalle radici dell’albero “Scusa se ti pianto in asso ma non avevo ancora finito di fare colazione -disse Calima dando un colpo leggero alla quercia facendo cadere una mela- ne vuoi una?” Kyoshi non rispose ma continuava a fissare Calima con uno sguardo tra l’arrabbiato e l’orgoglioso.
Calima diede un morso alla mela mentre si sedette vicino a Kyoshi “Sai la colazione è il pasto più importante del giorno e poi frutta e verdura fanno bene alle ossa, in questo torneo c’è gente potrebbe spezzartele.” Kyoshi iniziò a dimenarsi come una matta per liberarsi anche se a stento riusciva a muovere mani e piedi, mentre Calima continuava a parlare di cose inutili come ad esempio del fatto che suo fratello sia conteso tra due ragazza con la quale lei andava a scuola, sul fatto che una è una secchiona mentre l’altra è una gal che si è portata a letto mezzo istituto, oppure se Kyoshi avesse una persona speciale nella sua vita “Senti ma tu non ha niente di meglio da fare?” chiese Kyoshi seccata mentre Calima continuava a rilassarsi sorseggiando una tisana dalle foglie, poi Calima si allontanò per cinque minuti e tornò con dell’acqua e la porse a Kyoshi per farla bere.
Capito che Kyoshi non ama parlare, Calima si mise seduta in silenzio davanti a lei, sembrava quasi che Calima stesse mettendo alla prova la pazienza di Kyoshi “Che fai?” chiese Kyoshi, Calima non rispose ma continuava starsene seduta là come se stesse meditando, il tempo passava fino a farsi mezzogiorno e Kyoshi non ne poteva più di starsene là mentre Calima sembrava ignorare tutto e tutti così tanto che alla fine cacciò un urlo che risuonò in tutta l’isola facendosi sentire da tutti e cominciò a far partire forti raffiche di vento all’impazzata ma senza ne ferire Calima ne smuoverla dal suo stato di trance.
“Non capisco che problemi hai, parlo e mi ringhi contro, se sto zitta fai la matta, cosa devo fare accidenti?” disse Calima “LIBERAMI!!!” rispose, anzi urlò Kyoshi e Calima diede un colpetto all’albero facendo cadere un’altra mela che però stavolta la mise in bocca a Kyoshi per farla smettere di urlare “Sei troppo agitata e digiunare non aiuta, se davvero vuoi vincere devi prenderti più cura di te e imparare che la pazienza è la virtù dei forti.” disse Calima, Kyoshi morse la mela e la gustò con calma mentre Calima l’aiutava a mangiare morso per morso “Va meglio?” chiese Calima “Sì… perché mi hai aiutato?” “Tutta la vita è importante, tu non meriti di morire come non merita di morire una mosca che ti ronza attorno.” “Te lo ha insegnato il tuo dio questo, vero?” disse Kyoshi mentre Calima annuiva “Ok ho capito, allora facciamo così tu mi liberi e io non ti uccido, parola d’onore.” disse Kyoshi, ma prima ancora che Calima rispose dal cielo una palla di fuoco andò a sbattere contro l’albero che teneva prigioniera Kyoshi lasciando solo un ceppo abbastanza leggero da permettere a Kyoshi di liberarsi e mettere un po' di distanza tra lei e Calima, mentre la palla di fuoco lasciò un bel cratere a pochi passi da dove si trovava l’albero.
Dal cratere uscì Wan un po' intontito, ma non appena notò la presenza di Calima e Kyoshi si mise in guardia “Ciao Wan.” disse Calima “Ehy! Lo spazio aereo è riservato a me.” disse Kyoshi mentre sfoderò i ventagli “Facevo delle prove per una nuova mossa, cos’è non si può più provare?!” rispose Wan scocciato mentre lanciò delle lingue di fuoco una per ogni ragazza, Calima la schivò senza problemi mentre Kyoshi la annullò con una correte d’aria e poi salire in sella ad una nuvola da lei creata per caricare Wan, il quale in tutta risposta prima lanciò una palla di fuoco addosso a Kyoshi ma lei la deviò facendola andare contro Calima, la quale la evitò salendo sua una pianta gigante che aveva fatto crescere lei sia per proteggersi e poi fece crescere alla pianta delle liane grandi quanto essa che al suo comando si lanciarono contro Kyoshi e Wan.
Kyoshi venne presa ma Wan si accorse in tempo della mossa di Calima e con una scia di fiamme la bruciò e con continuò a bruciare ogni liana gigante che Calima gli lanciava contro, intanto Kyoshi aveva generato attorno a se una sfera d’aria con la quale fece allentare la presa delle liane e scappare, Calima mandò altre liane ma Kyoshi mi mise a correre come il vento evitando ogni liana e dopo aver evitato tre liane alla quarta ci salì sopra e la percorse a gran velocità per raggiungere Calima.
Wan decise di emettere fuoco dalle mani e dai piedi per sollevarsi in volo e evitare le liane, ma quando era a pochi passi da Calima, Kyoshi le finì addosso e i due appallottolati l’uno su l’altro rotolarono contro Calima, la quale si tolse dalla traiettoria dei suoi due maldestri avversari con calma e grazia.
Nel frattempo Cato e Noar hanno trascorso la giornata e cercare Calima e riunire il loro gruppo ma con scarsi risultati, Noar provò ancora consultare i campioni precedenti e Cato non riusciva a captare due campioni che con molta probabilità erano Lyserg o Calima, quando la loro attenzione venne attirata da un urlo che riecheggiò per circa un minuto, Cato si rimise ad ascoltare le vibrazioni della terra ma non percepì molto se non che un campione era stato schiacciato da un albero e che poco dopo qualcosa si è schiantato li accanto e ha liberato il campione impiantato e che delle piante che crescono in maniera inusuale come se avessero vita propria, fu a quel punto che Cato capì che la persona che stavano cercando era lì.
Cato avvertì Noar e i due si diressero a tutta velocità dove Cato aveva percepito quelle presenze, i due ragazzi una volta vicini alla zona percepita da Cato decisero di entrare in azione con un attacco a sorpresa spuntando da sottoterra con il potere di Cato, i due misero in atto il piano, ma quando fecero la loro entrata in scena pronti a combattere trovarono Calima che si rilassava sotto le fronde di un albero, sul quale c’erano Wan e Kyoshi privi di sensi appesi come due salumi e legati come salami “Perchè ci avete messo tanto?” chiese Calima mentre Cato e Noar la fissavano interrogativi, lei sorrise ai due e poi aggiunse “Comunque, apprezzo che vi siate preoccupati per me e Noar, scusami se ieri sono scappata e non ti ho portato con me.” Noar le sorrise e accettò le sue scuse, Calima invitò i due ragazzi a sedersi accanto a lei e Noar senza pensarci due volte accettò mentre Cato fece uno sguardo a Calima.
I tre si misero comodi per riorganizzare le idee, Cato iniziò il discorso per primo con una domanda a Calima “Ma come hai fatto a nascondere la tua presenza? Cioè io ho un potere che mi dice dove sono i campioni sull’isola, ma tu eri impercettibile.” Calima sembrò non aver sentito la domanda visto che stava pensando a togliersi un millepiedi dai capelli, ma una volta tolto l’intruso dai capelli, lei rispose “Non lo sapevo, semplicemente… per non farsi trovare dai predatori, le prede si mimetizzano, io mi sono fusa con la natura e questo mi ha protetto da te, senza volerlo.” a quel punto Noar si intromise “Ma anche Yakone si era reso invisibile alla percezione di Cato e anche Lyserg sembra sapere come fare.” Calima rimase sorpresa dalle notizie appena ricevute e questo la mise in ansia per un momento e poi ipotizzò “Magari ha un passo molto leggero, e quest-… un momento -Calima poggiò la sua mano sul terreno e sembrò concentrarsi su quello che faceva, poi aprì gli occhi di colpo e il suo volto impallidì di colpo e con un tono di voce impaurito- oh no... lui è qui.” Noar e Cato si alzarono di scatto e si guardarono intorno in preda all’ansia, quando all’improvviso videro una figura che sembrava apparsa dal nulla che gli sorrideva mostrando un ghigno infame.

Era Lyserg.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: Armageddon ***


Capitolo 9: Armageddon


Lyserg era lì, sorridente e con un’aria da uno sicuro di se, indossava una tunica bianca coi bordi giallo oro, come cintura una fascia di un rosso accesso e una corona di foglie di alloro.
Sulla fronte aveva tatuato un occhio che si collegava a suoi occhi naturali con un altro tatuaggio rappresentante una croce bianca, sul petto il tatuaggio un buco nero.
Lui fece un inchino ai tre come a dargli un segno di rispetto, ma i tre sapevano quanto potesse essere infame quell’uomo che pareva un santo “I miei ossequi.” disse Lyserg “Salve.” rispose Calima con il suo solito tono calmo anche se si vedeva chiaramente dalla sua espressione che era seccata, in genere Calima gioca con i campioni che ha difronte ma con Lyserg era seria.
“Ho notato che questo torneo è durato particolarmente poco, quelli degl’altri anni sono durati almeno una settimana, in questo ne sono già morti due… temo che oggi il numero sia destinato ad aumentare… finché non ne rimarrà solo uno.” disse Lyserg “No! Oggi il numero diminuirà di uno invece!” ruggì Noar mentre avvolse se mani nel suo fuoco indaco, Lyserg ridacchio un pochino per poi aggiungere “Vedo che ti piace fare la parte del duro, lasciatelo dire Ad, sei ridicolo, speri di battermi pur sapendo di essere solo una misera ombra… -Noar rimase confuso dalle parole di Lyserg- tutto quello che sai fare è copiare gli altri, il tuo potere è solo una banale imitazione di quello che sanno fare gli altri campioni.” Noar era scioccato, Lyserg non si fermò lì e aggiunse “Non solo li copi e basta, ma non sai fare neanche la metà di quello che sanno fare loro… in compenso c’è un lato positivo nel tuo potere ombra, non puoi copiare la luce.” e in quel momento Lyserg puntò il dito contro Noar e sparò un raggio laser color giallo così chiaro da essere quasi bianco, Cato repentinamente alzò Noar da terra con una colonna di pietra e poi con un calcio la lanciò in direzione di Lyserg, Noar saltò poco prima che Cato diede il calcio ma Lyserg fermò la colonna con una mano sola.
Noar pestò i piedi facendo diventare il terreno e l’erba color indaco, poi sollevo un enorme masso del medesimo colore scagliò delle piccole parti di esso contro Lyserg come un mitra finché non finì il masso, Lyserg iniziò a illuminare tutto il suo corpo facendolo sembrare una stella umana e quando le pietre gli arrivarono addosso lo attraversarono come se fosse un fantasma.
Dopo che la raffica di pietre finì Lyserg sparì all’improvviso solo per riapparire alle spalle dei tre ragazzi e colpirli tutti allo stesso tempo allungando più che poteva il suo corpo con pugni e calci.
Noar, Calima e Cato vennero allontanati l’uno dall’altro ma non di molto, Cato fu il primo a rimettersi in piedi e con un pugno sul terreno fece alzare una colonna di roccia da sotto i piedi di Lyserg per colpirlo come un bel pugno partendo da sotto al mento, anche se per un attimo Lyserg rimase intontito dal colpo si riprese in fretta solo per vedere Noar avvolto da dei fulmini color indaco che gli davano una spinta maggiore per avvicinarsi a Lyserg e dargli un colpo poderoso dritto dritto sulla croce tatuata in mezzo alla faccia, Lyserg fece un bel volo ma quasi subito riacquistò l’equilibrio, fermò la corsa e si rimise in posizione di battaglia, Lyserg si lanciò in direzione di Noar ricambiargli la cortesia ma Calima si mise in mezzo e dalla mano soffiò una polvere color arancio che inevitabilmente finì nel sistema respiratorio di Lyserg.
Il ragazzo tossì rumorosamente per poi sghignazzare qualcosa “Vedo che se non usi delle droghe contro i tuoi avversari non puoi vincere.” disse Lyserg, in tutta risposta Calima si fece raggiungere da Noar con il quale hanno generato due piante giganti una del suo colore naturale l’altra color indaco, con le quali hanno legato Lyserg e messo in ginocchio.
Dopo che anche Cato li ha raggiunti i tre si misero in guardia e Lyserg urlò “AMMIRATE IL POTERE DELLA LUCE!!!” e in quel momento Lyserg generò da tutto il suo corpo una luce così bianca e così forte da essere accecante era come guardare il sole a distanza ravvicinata, tutta quella luce aiutò Wan e Kyoshi a riprendere i sensi e una volta finita l’ondata di luce, Lyserg sparò dagli occhi un laser per liberarsi e continuare la battaglia assestando un colpo dopo l’altro a Noar, Calima e Cato i quali avevano gli occhi danneggiati per via della luce e non riuscivano a tenere gli occhi aperti senza provare dolore.
Lyserg stava per assestare il colpo di grazia, ma Wan generando fiamme da tutto il corpo è riuscito a liberare se stesso e Kyoshi e si unì alla battaglia “TU!” urlò Wan “Sei quello che ha ucciso mio zio!” “L’ho solo accompagnato verso la luce.” rispose Lyserg con nonchalance facendo arrabbiare ulteriormente Wan, il quale con tutta la potenza di fuoco che possedeva ha bruciato la maggior parte della vegetazione e trasformato il terreno il lava, per poi alzare un’onda di lava contro Lyserg.
Lyserg avvolgendo il suo braccio con della luce fino a farla sembrare una spada luminosa e con una mossa ha squarciato l’onda e annullato l’attacco, ma non aveva previsto che Cato gli avrebbe lanciato contro dei macigni mentre era distratto e che Calima lo avrebbe immobilizzato di nuovo con delle liane, Lyserg notò che i due erano ancora accecati, e questo causò qualche attimo di confusione da parte di Lyserg poi si ricordò che loro due non avevano bisogno degli occhi per vedere.
Wan a quel punto cominciò a caricare un attacco infuocato che in confronto a tutti quelli che aveva fatto dall’inizio del torneo erano dei miniciccioli, ma Calima si mise tra Wan e Lyserg “Che stai facendo?” chiese seccato Wan “ti fermo dal fare l’errore più grande della tua vita, non serve ucciderlo, basta convincerlo ad arrendersi.” disse Calima convinta “Senti figlia dei fiori, quel sacco fumante di merda ha ucciso mio zio a sangue freddo!” “Ucciderlo non te lo riporterà in vita.” “No, ma lo farà sfogare.” disse Lyserg con tranquillità dopo essersi liberato in tempo record dalle liane, per poi riapparire alle spalle di Calima “Vedi cara… -disse Lyserg per poi sparire nuovamente e riapparire di fianco a Cato- in questo torneo la mortalità è elevatissima… -Cato tenta di colpirlo ma Lyserg sparisce ancora una volta e riappare di fronte a Wan- perché nessuno si arrende.” in quel preciso istante affondò un pugno potentissimo e violento nello stomaco di Wan facendolo volare a diversi metri di distanza, probabilmente rompendogli qualche cosa.
In quel momento Kyoshi si unì alla battaglia e veloce come il vento si avvicina a Lyserg mentre era distratto con una sfera di aria compressa tra le mani e non appena si ritrovò a un passo da lui gliela schiaffò addosso facendola esplodere come una bomba, Lyserg venne spinto a qualche metro indietro ma poco prima che lui potesse fare qualcosa Cato lo seppellì sotto una valanga di pietre, le quali vennero disintegrate dalla luce di Lyserg, infatti l’infame aveva aveva generato della luce che sembrava un gigantesco raggio laser provenire dal cielo e uscire dal mondo andando verso l’infinito… e oltre.
Finito il raggio laser Cato di provò di nuovo sollevando due muri di pietra da sottoterra con i quali ha provato a schiacciare Lyserg come un insetto, ma Lyserg fermò i due muri con semplicità e a quel punto Cato sbatté forte i piedi per terra facendo sollevare una moltitudine di sassi di diverse dimensioni e li ha usati per ricoprire il suo corpo in un’armatura di pietra, una volta che tutto il suo corpo ne fu ricoperto, Cato si gettò a tutta velocità come un toro contro Lyserg. Ma lui poco prima che Cato gli arrivasse contro ha abbattuto i due muri che lo tenevano bloccato da due lati e poi con una mano ha fermato la carica di Cato, mentre Lyserg era occupato a tenere fermo Cato, Calima e Kyoshi lo accerchiarono e da una parte c’era Calima che gli soffiava una polvere color violacea molto probabilmente tossica mentre dall’altra parte c’era Kyoshi che prima si è esibita in una danza coi ventagli ma poi ha liberato un tornado dalle mani che si dirigeva con ferocia contro Lyserg. Lyserg con una spintarella ha allontanato Cato e lo ha mezzo sbilanciato e poi ha disegnato son le dita un cerchio di luce nell’aria il quale si è dissolto in una piccola onda d’urto che ha neutralizzato la polvere velenosa di Calima, anche il tornado di Kyoshi e ha fatto finire sulla schiena Cato.
Lyserg in quel momento iniziò a far brillare tutto il suo corpo pronto a fare chissà che cosa, ma alle sue spalle arrivò Noar, il quale dopo aver finito di curare i suoi occhi per via dell’accecamento aveva cominciato a emanare oscurità come aria e creare una nebbia fittissima color indaco, in quel momento il corpo luminoso di Lyserg lo faceva sembrare un faro in quanto unica luce visibile in quell’oscurità. Noar ne a profittò del fatto che Lyserg non ci vedesse per dare un’occhiata nella sua testa, ma quando provò a vedere Lyserg, lui era così luminescente che rendeva impossibile vedere la sua mente, ma quando guardò Kyoshi vide il perché fosse così agguerrita e vide che quando aveva 24 anni è stata sedotta e abbandonata dall’uomo che l’ha lasciata incinta e i suoi genitori l’hanno supportata e aiutata più che potevano ma lei si sentiva un peso per loro e voleva aiutare sia loro che suo figlio.
Quando poi guardò Wan, che approfittando della situazione stava curare le sue ferite, vide come da piccolo vedesse il fuoco come un mostro che distruggeva i campi che lui e suo padre a fatica riuscivano a mettere su, ma tutto cambiò quando per la prima volta vide gli spettacoli che ogni anno la dea Ignis organizzava per mostrare a tutti la vera natura del fuoco a cui prendevano parte anche degli showman suoi allievi come mangia-fuoco e esibizioni simili, in quel momento qualcosa cambiò in Wan e cominciò a vedere il fuoco in maniera diversa e il suo sogno era di essere il migliore tra quei suoi allievi ma prima doveva migliorare la sua situazione famigliare.
Ma mentre Noar era distratto a comprendere le persone che lo circondano, Lyserg come prima disegno un cerchio di luce con il quale ha fatto un onda d’urto ma più potente così non solo ha dissolto l’oscurità ma ha anche colpito tutti i suoi avversari facendoli finire a terra, tutti tranne uno: Wan. Il quale aveva finito di curarsi, emise fuoco da mani e piedi per poter volare e come una meteora travolse Lyserg e i due volarono per una decina di metri finché Wan non si sbilanciò facendo cadere entrambi rovinosamente a terra.
Lyserg si rialzò per poi levarsi la polvere dalla spalla mentre Wan era in ginocchio e aveva il fiatone, era stanco, così decise di tentare il tutto per tutto, disegno un cerchio di fuoco intorno a lui e Lyserg come e creare una piccola arena solo per loro e fece alzare le fiamme fino a una decina di metri verso l’alto, quel muro di fuoco all’inizio aveva un colore abbastanza normale ma poi assunsero un colorito più bianco visto da fuori sembrava un altro piccolo sole.
Quando gli altri campioni si ripresero quelli che potevano ancora vedere, appena videro l’anello incandescente di Wan rimasero abbagliati ma almeno non danneggiava gli occhi come la luce di Lyserg, Noar prima di fare qualsiasi cosa usò il suo potere per curare gli occhi di Calima e Cato, Kyoshi provò a spegnere le fiamme con una folata di vento freddo ma l’unica cosa che ottenne fu del vapore che si disperse ancora prima di toccare le fiamme, Cato provò a fare un ponte di pietra ma esso si sciolse diventando lava in poco tempo, ma da quel poco che hanno visto, Wan stava lottando come un disperato lanciava una lingua di fuoco dopo l’altra, quando era vicino avvolgeva mani e piedi con il fuoco per potenziare i suoi colpi ma Lyserg neutralizzava quasi ogni attacco.
Ma la strategia di Wan non era quella di tenere lontani gli altri per poterlo combattere da solo, ma sfiancarlo, in quell’anello di fuoco c’era un caldo infernale e anche se Lyserg non lo dava a vedere stava sudando come dentro una sauna e i suoi movimenti si facevano sempre più lenti, Wan si era allenato per sopportare le alte temperature, lo aveva messo in una posizione disperata e non appena vide che a Lyserg mancava sempre di più il fiato capì che era il momento di farla finita. Prese dei respiri sempre più profondi e con ogni respiro le fiamme dell’anello si alzavano con ogni inspirata e poi si abbassavano ad ogni espirata.
E in fine, Wan raccolse tutte le fiamme dell’anello di fuoco in una gigantesca sfera incandescente davanti a lui e poi urlò: ARMAGEDDON.
Cato per sicurezza alzò un muro di roccia per proteggere lui e i suoi compagni, mentre Kyoshi creò una nuvola e si alzò in volo per mettersi a distanza di sicurezza, la sfera di Wan generò non una vampata ma un vero incubo di fuoco, una scia di fiamme gigantesca e potentissima così tanto che il solo partire ha abbattuto con facilità il muro di roccia di Cato e ha fatto volare di qualche metro i ragazzi nascosti dietro, mentre le fiamme divoravano e distruggevano tutto ciò che incontravano e circondavano.
La fiammata andò fino ad oltre l’isola ma prima che facesse danni la dea Ignis la fermò e la dissolse, intanto l’isola aveva guadagnato una delle cicatrici più grandi che abbia mai avuto nella sua storia come arena per i campioni, gli alberi bruciavano, la terra era cenere e il fumo si alzava alto nel cielo costringendo Kyoshi a scendere di quota.
I tre campioni un po arrossati dalla fiammata si rialzarono con fatica quanto è stato duro il colpo, ma si rialzarono e videro il disastro che aveva fatto Wan, ma, mancava qualcosa.
Dov’era il segnale che indica che un campione è morto o ha mollato? Dal fumo apparve Lyserg ancora in piedi “Congratulazioni Wan, mi hai fatto sudare.” disse Lyserg con sicurezza, lasciando a bocca aperta tutti i presenti, Lyserg fece per fare qualcosa ma Cato e Calima si intromisero facendosi avanti immobilizzandolo prima legandolo come un salame con le liane di Calima e poi fatto sprofondare nel terreno lasciando in evidenza solo la testa, poi Noar e Wan si fecero avanti con delle lingue di fuoco normale e color indaco, mentre dall’alto Kyoshi lanciò una folata di vento tagliente.
Ma tutte quelle mosse vennero neutralizzate dalla luce di Lyserg come prima ha generato un raggio di luce grande quanto a lui verso l’alto che usò per difendersi e per liberarsi, Noar ci riprovò a colpirlo con dei fulmini color indaco mentre Cato e Wan provarono a chiuderlo con una combinazione frana di rocce e lingue di fuoco, ma Lyserg illuminò tutto il suo corpo e poi sparì facendo passare andare le lingue di fuoco addosso a Cato mentre le rocce addosso a Wan mentre Cato con una mano ha fermato i fulmini di Noar mentre con l’altra lo ha preso per il collo e sollevato.
“Vai verso la luce.” disse Lyserg, ma Wan lo prese alle spalle in una presa e lo teneva stretto poi arrivò Kyoshi davanti a lui e come ha fatto prima con una sfera di aria compressa fatta esplodere addosso convinse Lyserg a mollare la presa su Noar e lo fece volare di una decina di metri.
“Molto leale da parte vostra, cinque contro uno.” disse Lyserg, ma Wan lo ignorò e iniziò a concentrare il suo potere, in quel momento Lyserg cominciò a sentire caldo, sempre più caldo, poi in quel momento si accorse la pelle di Wan era diventata di un rosso acceso sembrava ardere come un fuoco, finché la la pelle stessa di Wan non cominciò a emettere fuoco leggermente e lui diventava sempre più rosso.
In quel momento tutti capirono cosa stava facendo, stava accumulando sempre più energia e potenza di fuoco all’interno del suo corpo per farsi esplodere con Lyserg, quest’ultimo iniziò a dimenarsi per liberarsi dalla stretta di Wan mentre Calima urlava diceva qualsiasi cosa per provare a fermare Wan, ma Kyoshi la fermò e con la forza la allontanò il più possibile per non farla ferire dall’esplosione imminente.
Raggiunto il suo limite Wan disse “Scusatemi.” per poi sparire in mezzo alle fiamme con Lyserg lasciando spazio a un fungo di fumo e fuoco, in alto nel cielo apparve il segnale raffigurante un drago cinese che formava il simbolo dell’infinito.
Wan era andato, ma, il segnale era solo uno, i campioni non credevano ai loro occhi, Lyserg apparve alle loro spalle incolume e disse “Ve l’avevo detto.” tutti i campioni erano terrorizzati, Lyserg era invincibile e quel suo trucchetto del teletrasporto era un problema, Lyserg fece dei passi avanti e disse con tono calmo ma determinato “Allora… chi è il prossimo?”

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Capitolo 10
*** Capitolo 10: Se noi bruciamo, tu brucerai con noi ***


Capitolo 10: Se noi bruciamo, tu brucerai con noi


Sembrava la fine, Lyserg metteva paura nella sua forza, nessuno osava sfidarlo o farsi avanti, tutti tremavano e si chiedevano cosa fare.
Lyserg in tutta risposta ridacchio un pochino “Vi ho lasciato senza parole vedo -disse Lyserg- guardate che se non vi fate avanti voi, vengo io!” e con la conclusione della frase di Lyserg egli sparì solo per riapparire difronte a Cato affondargli una ginocchiata nello stomaco facendogli vomitare sangue, per poi assestargli un altro paio di cazzotti in faccia, poi prese Cato per un braccio e lo lanciò addosso a Noar.
Noar prese al volo l’amico anche se rimase sbilanciato vista la di-sproporzione di peso tra i due, a quel punto Lyserg creò una sfera di luce bianca tra le mani e la lanciò in aria, la sfera raggiunta un’altezza considerevole all’incirca 10 metri, esplose in tanti raggi laser bianchi che scendevano come pioggia in tutta la zona dell’isola dove erano riuniti i campioni, Noar a quel punto mi a terra l’amico e con una piccola spinta data dal suo potere si alzò da terra di almeno 3 metri e iniziò a generare fiamme color indaco da mani e piedi liberando delle scie di fuoco, poi girò su se stesso disegnando un cerchio color indaco nel cielo che ha fatto da scudo contro la pioggia di Lyserg.
Mentre Noar iniziava la sua discesa provò qualcosa di nuovo, in una mano generò fiamme nell’altra fulmini, e li unì in una sfera di fuoco e avvolta da fulmini color indaco e addosso a Lyserg, ma lui tutt’altro che preoccupato sparì all’improvviso per riapparire difronte a Noar caricando un raggio laser tra le mani, ma Kyoshi con una forte raffica di vento respinse l’attacco di Noar reindirizzandolo contro Lyserg colpendolo in pieno sul fianco, l’esplosione della sfera fece finire Lyserg ancora più in alto mentre Noar ne uscì incolume dall’esplosione, poi Noar alzò lo sguardo e vide che il suo fuoco indaco che aveva usato come scudo stava ancora bruciando in cielo, così prese diversi respiri sempre più profondi, per poi raccogliere tutte quelle fiamme in una sfera color indaco davanti a se e rilasciare una vampata simile a quella che Wan aveva scagliato prima.
E anche se Lyserg non si aspettava una mossa simile da Noar, non si lasciò sorprendere e creò repentinamente uno scudo di luce che lo protesse, Lyserg guadagnò un’altra spinta e con una serie di capriole all’indietro si allontanò dal fuoco e caricò tra le mani un’altra sfera di luce che stavolta sparò i suoi raggi laser come una mitraglietta.
Noar si difese bene, Calima per tutto quel tempo aveva protetto Cato ma alla fine fu Cato a proteggere lei alzando diversi muri di roccia, Kyoshi invece in parte si difese con i suoi ventagli per il resto ha fatto affidamento su tutta la sua agilità e velocità.
Dopo che Lyserg finì di sparare si preparò ad atterrare, ma Kyoshi corse come il vento fino ad anticipare dove sarebbe atterrato e con i suoi ventagli spiegati iniziò a roteare su se stessa fino a creare un tornado che partisse da lei fino ad espandersi e diventare un ciclone indipendente.
Kyoshi ne uscì illesa e con semplicità ma Lyserg rimase intrappolato nell’occhio del ciclone a mezz’aria, venir spinto da una parte all’altra dalle correnti all’interno del ciclone e in quel momento Calima notò una cosa, se Lyserg sapeva teletrasportarsi perché non usciva da lì? Questo dettaglio fece capire che Lyserg non poteva farlo ma usava una tecnica che dava questa impressione, Noar usò il suo potere sotto forma di fulmini verso il tornado e sperare di riuscire a fargli qualcosa che lasciasse il segno.
I fulmini di Noar effettivamente avevano colpito Lyserg e poi provò a lanciare una palla di fuoco indaco, la quale venne risucchiata dal tornado al suo interno ma quando la sfera colpì Lyserg essa provò un’esplosione che fece disperdere il vento annullando il tornado.
Lyserg ne uscì bruciacchiato da quell’evento, quando atterrò rovinosamente al suolo, tutti si tennero pronti a qualsiasi cosa, Lyserg si rialzò dolorante ma incazzato come un iena.
Lo sguardo di Lyserg passava da un campione all’altro e da ogni ferita che aveva addosso e più pensava che loro lo avevano ridotto così lo fece incazzare ancora di più.
Ma stranamente lui non esplose, non cacciò urla, non minacciò di morte nessuno semplicemente prese un respiro profondo e poi… tutto il suo corpo s’illuminò d’immenso ma non la luce con la quale aveva accecato tutti prima, una luce molto più leggera ma che appena sparì lasciò tutti quanti a bocca aperta, ogni singola ferita era sparita, tutti i campioni quando trattavano le loro ferite con i loro poteri gli ci voleva un minuto o due, a Lyserg sembrava servissero dei secondi invece.
Dopo aver sorpreso tutti di nuovo, Lyserg ricominciò a brillare per sparire e riapparire di fronte a Noar e tirargli un pugno in faccia, Ma Noar si fece scudo con le sue braccia prima che Lyserg lo colpisse, ma riuscì comunque ad atterrarlo e poi si spostò velocemente su Cato, il quale si dimostrò pronto a reagire e afferrò il polso di Lyserg per tenerlo fermo e dargli dei pugni dritti in faccia, ma Lyserg afferrò Cato a sua volta e ricambiò il colpo, da quel momento in poi i due cominciarono a scambiarsi un pugno dopo l’altro.
Lyserg dopo un po' cominciò a stancarsi di ripetere sempre le stesse cose, così illuminò il suo braccio per potenziare il prossimo pugno, Cato provò a sorprenderlo mollando la presa attaccando prima di lui provando a fare lo sgambetto ma Lyserg lo evitò con un salto e fece illuminare le sue gambe per prenderlo a calci.
Dopo un calcio dritto sul naso Cato venne spinto all’indietro e atterrato, a quel punto si fecero avanti Kyoshi, Calima e Noar intenti ad attaccarlo tutti in contemporanea, ma Lyserg s’illuminò di nuovo e sparì per continuare a prendersela con Cato.
Cato anche se era a terra provò ad allontanarsi e a lanciargli contro dei massi ma Lyserg con poco riusciva a fermare e rendere vano ogni tentativo di ferirlo, Cato con lo strisciare all’indietro come un gambero si ritrovò nella zona dove Wan prima aveva fatto apparire un lago di lava e da lì provò a tirargli contro un pezzo di lava che si era asciugato, Lyserg annullò anche quella mossa ma in compenso aveva scoperto che sotto c’era ancora della lava e lì a Cato venne un idea.
Sbatté forte i pugni sul terreno e anziché sollevare delle rocce ha fato riemergere la lava e ne sollevò due scie che lanciò contro Lyserg a cui sta volta preso dalla sorpresa si fece indietro con un salto all’indietro, Cato mentre si rimise in piedi fece l’occhiolino a Lyserg per sfotterlo poi sollevò della lava che modellò a forma di una sega circolare incandescente, Cato la lanciò contro Lyserg ma lui la evitò con semplicità, ma Lyserg non si accorse che Noar era alle sue spalle e prese al volo la sega circolare la fece diventare del suo elemento e la lanciò alle spalle di Lyserg. Lyserg si accorse dell’attacco a sorpresa e fermò la sega prima che lo affettasse con le mani avvolte dalla luce, in quel momento Cato ne approfittò per far sprofondare nella terra Lyserg un’altra volta e per assicurarsi che non ne uscisse lo circondò con della lava.
I quattro campioni si diedero alla fuga, ma Cato prima di andarsene raccolse della lava che si era asciugata e se la portò dietro pensando che potesse essere utile in futuro, una volta che riuscirono a mettere distanza tra loro e Lyserg i quattro campioni si crearono un nascondiglio grazie all’unione del potere di Cato e di Calima e crearono una collinetta dove si potessero nascondere al suo interno.
Una volta che tutti fossero al sicuro, poterono sedersi, sdragliarsi e permettersi di riprendere fiato, per farsi luce usarono un falò alimentato dal fuoco indaco di Noar “State tutti bene?” chiese Calima preoccupata “Appena torno a respirare ti avviso.” disse Kyoshi con il fiatone che non le dava tregua e Noar e Cato non erano da meno.
“Non ci capisco più niente! Quello stronzo di Lyserg è un fottuto mostro! Come fa a sopravvivere a tutto?!” disse Cato in preda ad una crisi di nervi “Credo sia quel trucco del teletrasporto ha renderlo più pericoloso di quanto non sia, probabilmente si è già liberato e tra un minuto si teletrasporterà qui.” disse Kyoshi con tono basso “Aspetta un momento, tu che fai qui? Io, Cato e Calima siamo alleati ma tu che centri?” disse Noar “Non so dove andare e se solo uno si ritrova faccia a faccia con Lyserg è spacciato, e poi abbiamo collaborato prima contro di lui.” rispose Kyoshi “Oh quindi ti sei auto invitata nella nostra PICCOLA alleanza solo perché ti abbiamo salvato le chiappe!” disse Cato seccato “Ehy guarda che anche io vi ho salvato le chiappe quindi me lo dovete.” “BASTA!!! -urlò Calima che cercava di parlare già da un po'- ascoltate Kyoshi ha ragione, in uno scontro uno contro uno Lyserg ucciderebbe facilmente l’avversario, già affrontarlo tutti insieme ha dato dei grandi risultati e almeno noi siamo sopravvissuti.” “Senti figlia dei fiori io sono ottimista ma anche realista, e quindi so che quello ha già la vittoria in tasca e probabile che si teletrasporterà qui… proprio… ADESSO!!!” disse Kyoshi, ma non accadde nulla e poi Calima continuò il suo discorso “Lui non si teletrasporta, lui si sposta ad una velocità elevata apposta per far sembrare che si teletrasporti.” “Questo… è sensato, ma si è liberato dalla stretta di Wan poco prima che lui si facesse esplodere! Come?!” disse Kyoshi “Conoscendo Lyserg lui ama mettersi in mostra, ci prende in giro per dare spettacolo per le persone che ci guardano da casa.” intervenne Noar mentre Kyoshi lo guardava interrogativa ma fu Cato prendere parola “Non ne sono sicuro ma questa informazione mi sta facendo venire in mente qualcosa.”

Come aveva detto Kyoshi, Lyserg si era liberato ed era di nuovo a caccia con passo calmo e leggero modo di non farsi individuare da Cato, capì di essere sulla strada giusta delle sue ultime prede quando vide un muro di nebbia normale evidentemente Kyoshi volevo far disperdere le loro tracce.
Lyserg non si mise a brillare per farsi da faro ne disperse la nebbia, come aveva detto Noar voleva giocare con loro e mettersi in mostra come fanno certi personaggi nei film hollywoodiani, Lyserg si mosse a passo lento e leggero, le sue orecchie erano attente a ogni suono che sentiva e i suoi occhi si spostavano da una parte all’altra con calma e attenzione a ogni cosa strana che vedeva.
Quando sentì un rametto rompersi alle sue spalle, lanciò un raggio laser senza neanche girarsi convinto di beccare il bersaglio e effettivamente lo colpì, ma poi si accorse che ciò che aveva colpito si stava sgretolando e lì capì di aver colpito una roccia.
Dopo qualche secondo di confusione da parte di Lyserg, solo dopo si accorse che la nebbia si muoveva in maniera circolare, all’inizio pensò che i suoi avversari volessero di nuovo fargli prendere il volo con un vortice così disegno un cerchio di luce come ha fatto prima e con un’onda d’urto ha diradato la nebbia.
O almeno era questo quello che aveva in mente, perché si materializzò un’altra nebbia color indaco al suo posto, Noar e Kyoshi cercavano di tenerlo nella nebbia il più possibile alternando i loro poteri “E così volete il gioco duro.” disse Lyserg e disegnò un altro cerchio di luce ma molto più grande la cui onda d’urto emise un eco che rimbombò in tutta l’isola, ma Kyoshi e Noar lo avevano previsto e all’unisono evitarono il cerchio di luce e contrattaccarono con un attacco di vento normale e color indaco.
Con l’attacco di Kyoshi, Lyserg venne sollevato da terra e perse l’equilibrio mentre quello di Noar era una folata di vento che lo spazzò via verso una direzione dove lo aspettava Cato che gli sollevò un muro di pietra che gli lanciò contro subito dopo, Lyserg vedendo ciò che aveva in mente di fare Cato si raddrizzò lanciò un colpo laser per distruggere il muro, ma stavolta Cato era pronto e infatti dopo che il muro venne distrutto i frammenti di roccia di cui era composto gli finirono addosso come una pioggia di sassi, troppi frammenti allo stesso tempo da dover distruggere e troppo poco spazio per anche solo provarci.
Una volta finita la raffica di sassi, Calima fece crescere un albero sotto Lyserg per dargli una spinta che gli permise di alzarsi di quota, Kyoshi si fece dare una spinta da Cato per raggiungere Lyserg il quale si accorse di Kyoshi e le sparò contro una sfera di luce, ma Noar la intercettò con un fulmine color indaco che spinse la sfera lontano dalla traiettoria di Kyoshi, quando la campionessa dell’aria fu abbastanza vicina a Lyserg gli diede un serie di ginocchiate alte e poco prima che iniziasse la discesa fece schiantare Lyserg al suolo con un colpo di tacco.
Lyserg si alzò pieno di acciacchi, ma a rendere il suo recupero più lento ci pensò Cato affiancato da Noar, insieme combinarono l’elemento di Noar sotto forma di acqua con l’aggiunta di frammenti di roccia all’interno e ad ogni colpo Lyserg cominciò a perdere la pazienza e rispose con dei colpi laser che piano piano hanno cominciato a fermare la combo di Cato e Noar anche se i suoi attacchi stessi venivano annullati a loro volta dalla loro combo.
Lyserg non poteva distrarsi nemmeno un secondo e ogni volta che succedeva riceveva un gavettone pieno di sassi, ma a catturare la sua attenzione furono Calima e Kyoshi che si misero in mezzo alla sparatoria e danzando due ballerine di danza classica, con grazia ed eleganza si facevano strada ballando per raggiungere Lyserg.
Quando furono abbastanza vicine Calima prese un’altra dose di polline stordente e Kyoshi con una raffica di vento la soffiò in faccia Lyserg il quale interruppe il confronto con Noar e Cato iniziò a tossire rumorosamente subendo di conseguenza altri getti d’acqua accompagnati da sassate.
Quando Lyserg fu a terra Noar e Cato si fermarono “Ne hai avuto abbastanza?” disse Kyoshi convinta, Lyserg non disse Nulla finché non si rimise in piedi tutto bagnato e ricoperto di lividi “Cos’è un gioco questo per voi?” disse Lyserg seccato “Eri tu quello che voleva giocare, quindi stiamo al gioco.” gli rispose Kyoshi “O sei troppo bravo per giocare con noi comuni mortali?” Lyserg si sentì leggermente offeso dal fatto che adesso erano i suoi avversari a prenderlo per il culo e più ci pensava più la rabbia cresceva in lui al punto che una vena sulla fronte si gonfiò “Oh la volete mettere in questo modo? Allora vorrà dire che vi sbatterò così forte finché poi non vi rialzerete più!” disse Lyserg sempre più arrabbiato “Oh così mi eccito.” rispose Cato con tono seducente facendo innervosire ulteriormente Lyserg “Non in quel senso frocio!” “Ho una domanda, hai quel terzo occhio sulla fronte perché c’è un’altra persona nella tua testa o qualcosa del genere?” chiese Cato con sguardo divertito e un ghigno stampato in faccia mentre Lyserg sembrava sudare freddo “Questi non sono affari tuoi, non credi?!” rispose Lyserg “Allora ci ho visto giusto nella tua testa c’è uno a cui piace stare sopra e a te sotto a quanto pare.” disse Cato facendo ridere tutti i suoi alleati come matti.
Dopo quest’ultima battuta, insulto e presa in giro alla sua persona, Lyserg esplose in un urlo isterico “Con il potere della mia luce via ridurrò in polvere!” e Lyserg mise le mani a pistola e da entrambe iniziò a sparare colpi laser uno dopo l’altro, i quattro campioni tuttavia rispondono continuando a ridere ma evitando ogni raggio come se stessero danzando e allo stesso tempo avvicinarsi a Lyserg per pestarlo ancora, ad un certo punto mentre erano a metà strada Calima e Noar si incrociarono lungo la via e Noar per fare scena le chiese “Posso avere questo ballo?” Calima accettò e lasciò che Noar le mise le mani suoi fianchi e effettivamente procedere insieme a passo di danza.
Cato di accorse dei suoi due compagni che davano spettacolo e la cosa urtava sia a Lyserg che a Cato motivo per cui Cato perse la concentrazione e mentre ballava è andato a sbattere contro Kyoshi cadendole addosso, con quella caduta e due campioni a terra Lyserg perse la palla al balzo e interruppe la raffica di colpi e caricò un’altra sfera di luce tra le mani che minacciava di colpire Cato e Kyoshi, Noar e Calima si accorsero troppo tardi della sfera infatti non riuscirono ad intercettarla e finì che colpì in piano i loro alleati generando una piccola esplosione quando li colpì.
Quando il fumo dell’esplosione si dissolse si vide che Cato aveva fatto da scudo a Kyoshi con il suo corpo, a dimostrarlo, la sua schiena ustionata e il suo basilisco mezzo cancellato.
Lyserg non si fermò lì, approfittò della distrazione di Noar e Calima per tirare un pugno che fece volare Noar di poco e subito dopo prendere per il collo Calima, Kyoshi aiutò Cato a rialzarsi e con un forte movimento dei suoi ventagli generò un tornado che spazzò via Lyserg che lo convinse a lasciare Calima.
Ma quest’ultimo prima di venir travolto dal vento caricò sulla punta delle dita e mirando al centro del vortice lanciò un raggio di luce che percorse il vortice e raggiunse Kyoshi colpendola al cuore.
Il violento tornado di Kyoshi in un attimo divenne una brezza leggera, vomitò sangue e si accasciò a terra mentre il suo respiro si fece sempre più pesante e la voce consumata come dopo un forte grido al vento.
Calima accorse in suo aiuto e provò a trattare la sua ferita ma un fascio di luce alle sue spalle fece apparire alle sue spalle Lyserg “Non ridete più ora, eh?” Lyserg concentrò il suo potere nella sua mano destra minacciando un colpo di potenza inaudita, ma non era indirizzato a Calima o a Kyoshi ma a Noar che li aveva raggiunti avvolto da fulmini color indaco, anche lui aveva concentrato il suo potere sotto forma di fulmini nel suo braccio e si preparava a colpire Lyserg là dove fa più male.
I due attacchi collisero facendo allontanare Calima e Kyoshi per via di una forte onda d’urto provocata dai due rivali, i due dopo quello scontro di pugni iniziarono un combattimento corpo a corpo facendo volare pugni e calci nel tentativo di destabilizzare o almeno indebolire il rispettivo avversario, dallo scontro all’inizio alla pari finì che Noar si ritrovò in svantaggio dopo che Lyserg fermò un suo pugno gli rifilò una pedata nello stomaco atterrandolo.
Lyserg come prima concentrò il suo potere nel suo braccio “Vai verso la luce.” disse rivolgendosi a Noar, ma prima che lui potesse fare qualcosa si accorse che il suo respiro era cambiato, era come se i polmoni si stessero svuotando del tutto all’improvviso, poi si girò in direzione di Calima e Kyoshi e vide che la campionessa dell’aria era in piedi, nonostante la ferita sanguinante e che muoveva i suoi ventagli in maniera frenetica in cerchio, aveva il fiatone e sembrava molto debole anche se insisteva a muoversi e Calima cercava di convincerla a fermarla per curarla “sospira* sospira* sospira* a-a-avresti dovuto mirare alla testa!” disse Kyoshi con voce consumata e che usciva da lei con fatica.
Mentre intorno alla testa di Lyserg si formò una sfera d’aria che che come un vortice ruotava intorno a lui e più andava avanti più sentiva il respiro che lo abbandonava, faceva fatica a tenere la concentrazione e mentre provava a imporsi con la forza di respirare sempre più aria lo abbandonava.
Noar vide che a Lyserg gli erano venuti gli occhi rossi per la carenza di ossigeno e piano piano si fece indietro per raggiungere le ragazze e lo stesso fece Cato, Lyserg sembrava essere sul punto di collassare, quando sembrava essere giunto alla fine, lui rivolse il suo sguardo su Kyoshi che pure lei resisteva a fatica e le alzò la mano come a pregarla di fermarsi.
Ma in realtà lui sparò dei raggi di luce che le fecero altri buchi nel corpo in particolare sulle gambe e le mani, Kyoshi urlò per le ennesime ferite ricevuto e fermò la sua danza della morte.
Kyoshi cadde nuovamente a terra e Lyserg ricominciò a respirare anche lui si ritrovò in ginocchio, Noar, Calima e Cato era più che preoccupati per Kyoshi visto come Lyserg l’aveva ridotta e decisero di battere di nuovo il ritirata per salvare la donna coraggiosa che si era impegnata per aiutarli.
Noar prese Kyoshi come una principessa e la portò il più velocemente possibile lontano da lì, i tre campioni ancora in piedi continuarono a correre senza guardarsi indietro, l’unico pensiero che avevano in testa era trovare un altro riparo da Lyserg, ma la loro corsa si interruppe quando uscirono dalla foresta e si ritrovarono davanti ad uno strapiombo che portava alla spiaggia.
I tre non sapevano cosa fare, quando videro una luce gialla provenire dalla foresta, loro erano impietriti dalla paura non sapevano più che fare, Calima d’istinto si appoggiò a Noar come in cerca di protezione tutto sotto lo sguardo di Cato, il quale all’inizio imbronciò lo sguardo nei confronti di Calima ma poi vide l’espressione impaurita che avevano tutti e sembravano veramente stanchi di correre e di combattere, poi Cato rivolse lo verso la foresta in direzione della luce che si faceva sempre più intensa.
Dopo lunghi attimi di silenzio, Cato si mise difronte a Noar si abbassò alla sua altezza e lo abbracciò insieme a Calima e con gli occhi lucidi disse: Io proteggerò tutti. Poi spinse nel vuoto Noar e Calima con una incosciente Kyoshi e con i suoi poteri fece sollevare la sabbia per prendere dolcemente Noar e Calima per fargli avere un atterraggio morbido.
Una volta che loro furono al sicuro si asciugò le lacrime e accorgendosi che Lyserg era arrivato alle sue spalle, sollevò una enorme quantità di pietra dal promontorio per creare una cupola di roccia che tenesse imprigionato sia lui che Lyserg, il quale pensando che avrebbe subito una valanga di rocce si era fatto uno scudo di luce, ma capì le vere intenzioni di Cato solo quando lui finì la costruzione della cupola.
All’interno di quello spazio ristretto era buio come la pece e l’aria era chiusa, l’unica cosa cosa che illuminava l’interno di quella mini arena era Lyserg con il suo potere per far brillare il suo corpo, Lyserg mentre si fece luce notò Cato davanti a lui con una faccia davvero infuriata mentre faceva schioccare le ossa del collo per dire che aveva finito di scherzare e si mise in posizione di guardia “Che ti prende finocchio? Non mi prendi più in giro con battute sessuali? Che c’è Ad ti ha spezzato il cuore perché non è frocio come te?” disse Lyserg con la sua rinnovata arroganza e con voglia di riscatto per le figuracce fatte prima, Cato non disse nulla ma cominciò a lanciare una roccia dopo l’altra contro Lyserg.
Lyserg con il suo potere affettò ogni pietra che gli venne addosso tipo a sfottere Cato per dirgli “Mi fai il solletico.” ma poi cominciò a controllare i pezzi di roccia che Lyserg aveva tagliato e ruppe una seria di rocce sulla testa di Lyserg e i frammenti che rimanevano si attaccarono al corpo di Lyserg appesantendolo, e dopo aver appesantito braccia e schiena bloccò anche i suoi piedi “Ehy frocio, lo sai che è inutile, ne uscirò vivo anche stavolta e vincerò.” disse Lyserg “Ma va?! Lo so bene che non posso batterti.” disse Cato mentre fece uscire dalle tasche le pietre di lava asciutta e fece riaffiorare la lava “Forse non riuscirò a ucciderti con questo, ma non ho comunque intenzione di farti passare perciò se ora io cadrò… -Cato fece diffondere la lava su tutto il soffitto della cupola facendolo diventare lava a sua volta- TU verrai con me!!!” il soffitto iniziò a colare, la lava rendeva respirare difficile con il suo calore e suoi gas venefici.
Dal punto di vista di Noar e Calima, era orribile da una parte cercavano di curare Kyoshi con i loro poteri combinati, ma dall’altra avevano assistito alla mossa suicida di Cato mentre un fiume di lava scese dal promontorio fino a toccare la l'acqua.
In cielo apparve il segnale che un altro campione era morto, rappresentante un gigante che proteggeva delle persone molto più piccole di lui, e a quel punto si capì che Cato se n’era andato mentre Lyserg continuava a uscire vivo da ogni situazione impossibile.
Calima e Noar iniziarono a piangere sul serio “Così tante vite spezzate, sia che fossero cattive o meno non se lo meritavano.” disse Calima e poi Noar aggiunse “Avrei voluto conoscere meglio Cato…” a catturare l’attenzione dei due giovani fu la voce rotta e consumata di Kyoshi che chiese l’attenzione dei due ragazzi “So che noi non eravamo ancora amici… ma abbiamo collaborato… contro… Lyserg… e credo di essere al capolinea… ma prima che me ne vada… per favore portate la mia collana a mio figlio… si chiama… Meelo.”
e con questo, la campionessa dell’aria a emesso il suo ultimo respiro e in cielo apparve il suo segnale rappresentante la scritta giapponese che indica il vento.
E in un secondo si ritrovarono nella finale a tre, Noar e Calima per via dei fiumi di lacrime che versavano non si accorsero che era fatto il tramonto e che poco dopo sarebbero scese le tenebre.

Lyserg da ciò che restava del promontorio vide nella lontananza i due campioni che gli rimanevano “Bene, facciamola finita in fretta.” pensò a voce alta, ma poco prima che lui potesse fare un passo avanti si fermò e si mise una mano sulla tempia “Come? Nel buio si rafforza il campione oscuro? Quindi devo attendere domani, eh? Fortuna che non lo sa.”

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Capitolo 11
*** Capitolo 11: Amore e ombre ***


Capitolo 11: Amore e ombre


La notte incombeva, Noar e Calima non capirono perché Lyserg si fosse fermato ma una cosa era certa: avevano bisogno di un nascondiglio sicuro.
Dopo aver girato a vuoto per circa una ventina di minuti pensando a quanto fosse successo in una sola giornata e alle persone che sono morte, Noar non riusciva a togliersi dalla testa il senso di colpa per Cato su come all’inizio fosse stato fin troppo scortese con lui e il fatto che stava cominciando ad accettarlo come un amico, forse, ma al momento avevano un altro problema tra le mani, Calima propose di nascondersi alla sua maniera: fondendosi con la natura.
Calima fece una dimostrazione, l’erba attorno a lei si alzò e gli steli divennero legno mentre continuavano ad alzarsi fino a prendere la forma di un albero con all’interno Calima a fare da cuore per la pianta.
Noar con un passo pesante fece diventare l’erba color indaco e la fece crescere addosso a lui fino a farla diventare un albero come ha fatto Calima, c’era solo un piccolo problema, l’albero di Calima era la copia perfetta degli alberi che li circondavano mentre quello di Noar era tutto nero e le fronde color indaco scuro.
Visto il fiasco di Noar i due decisero di provare qualcos’altro, lasciarono gli alberi e si spostarono più in profondità nel bosco e riprovarci, ma, sta volta Calima quando fece crescere l’albero ha avvolto entrambi per nasconderli in un solo albero.
I due erano un po' stretti e la vicinanza ravvicinata l’una del altro li metteva a disagio ma dovevano stringere i denti per diversi motivi, erano praticamente alla fine e Lyserg era una minaccia di grosso calibro.
Noar in quell’oscurità dell’albero vide la mente di Calima, scoprì perché ha preso parte alle lezioni di Namu e la sua storia, la città dov’è nata era nel mentre di una guerra civile ogni singola persona lottava, uccideva, rubava, si nascondeva e scappava, ogni, singolo, giorno… lei non era mai andata a scuola ma nel crescere quelle condizioni in genere ci sono due possibili vie: una è l’amore insano per la battaglia come quello di Mako, l’altra è l’odio per essa e la ricerca di una una nuova casa. La famiglia di Calima scelse quest’ultima via anche se ci hanno messo anni per realizzarlo e quando ci riuscirono per Calima era un po' tardi per andare a scuola per la prima volta visto che non conosceva le basi di nessuna materia, ma lei decise di prendere una strada diversa ispirata dalla benevolenza del dio Namu.
Noar istintivamente strinse Calima tra le sue braccia in un abbraccio dove mise tutta la sua tristezza e compassione come a volerla tirare su di morale, Calima non capì il motivo del gesto di Noar, pensando che ne avesse bisogno visto quanto fosse successo in mattinata decise di ricambiare l’abbraccio.
Calima e Noar erano esausti, troppe lotte e troppe corse li avevano stremati al punto di lasciarsi andare in quell’abbraccio, chiudere gli occhi e nel giro di un paio di minuti addormentarsi nelle braccia l’uno dell’altro, si sentivano al sicuro insieme e Noar in particolare si sentiva felice ad averla accanto.
Nel frattempo Lyserg si era messo comodo su un letto d’erba con lo sguardo rivolto al cielo stellato, fantasticando sulla sua imminente vittoria finale e la realizzazione del suo desiderio “Sa una cosa mia signora? I campioni che ho affrontato mi hanno fanno provare una certa pena per loro, tentare con tutte le loro forze a resistere al potere della luce e guarda che fine hanno fatto.”

Dopo interminabili ore, l’alba arrivò e con i suoi primi raggi fece svegliare Lyserg dal suo riposo e dargli una motivazione per ricominciare la sua caccia agli ultimi campioni, si rimise in piedi in un secondo e con di nuovo il sole in cielo, il suo coraggio e la sua piena potenza tornarono a dargli ciò di cui aveva bisogno per vincere ogni scontro.
Mentre Lyserg era di nuovo in cerca di sangue, Calima e Noar stavano ancora riposando nell’albero abbracciati, dopo una decina di minuti i due si svegliarono ritrovandosi faccia a faccia, ma nonostante l’imbarazzo della situazione nessuno dei due esplose mantennero la calma e sentendo il cuore l’uno dell’altro che batteva all’impazzata i due fecero dei respiri profondi e si rilassarono, sapendo che Lyserg potesse trovarsi nelle vicinanze non potevano permettersi urla o dimostrazioni di potere che potessero attirare la sua attenzione, Calima con il suo potere individuò Lyserg e notando che era abbastanza distanza si tranquillizzo ancora di più, anche se la situazione in cui si trovava insieme Noar la metteva a disagio, sapeva che Noar era una persona su cui poteva fare affidamento ma anche che non era tipo loquace e quel silenzio tra i due era davvero insopportabile.
Le scappò una risatina pensando a come il giorno prima aveva messo in una situazione simile Kyoshi facendola arrabbiare con il suo silenzio, Noar non aveva niente da dire se non con domande come: “Sei preoccupata?” oppure “Stai bene?”. Ma quando fece la seguente domanda: “Come userai il tuo desiderio?”. Calima rispose con tono basso e abbattuto “Non lo so, forse lo userò per i miei genitori oppure per un mio amico… o, potrei usarlo per me e desiderare di non essere stata scelta come campione per il torneo.” lei notò lo sguardo interrogativo di Noar e continuò a parlare “All’inizio pensavo di poterlo gestire, credevo di essere la più forte e avrei potuto convincervi a smettere di combattere… o a smettere di uccidere, è da quando sono piccola che vedo le persone combattere e anche se sono molto ignorante, lo so che anche in passato il genere umano ha combattuto innumerevoli guerre per cose inutili anche prima dell’ascesa degli dei. Questo torneo è molto peggio di quello che ho vissuto e… voglio dimenticarlo.” Noar capì il dolore di Calima e prese parola “Se non fossi stata scelta noi non ci saremo mai conosciuti e lo so che abbiamo parlato davvero poco nel periodo di allenamento, ma per me che ho vissuto nella follia, nella paura e non ricordo nemmeno la faccia dei miei cari, e conoscere una persona come te… è stata la cosa più bella che mi sia capitata.” Calima alzò lo sguardo fino ad incrociare quello di Noar, si alzò sulle punte dei piedi e gli diede un bacio sulla guancia per poi lasciarsi andare ad un altro abbraccio di Noar.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12: Paura del buio? ***


Capitolo 12: Paura del buio?


Le ore passavano, Lyserg continuava a cercare i campioni rimanenti, con calma senza fretta camminando con lo sguardo alto e fiero, petto in fuori e pieno d’orgoglio praticamente come se avesse già vinto.
Ma per quanto si spostasse, non riusciva a trovare Noar e Calima, ma facendo dei respiri profondi e ripetendosi che sarebbero usciti dal loro nascondiglio prima o poi e questo li avrebbe traditi e condotti alla rovina, così continuò la sua ricerca con tutti i suoi sensi concentrati su ogni singolo suono, ogni singolo movimenti pensando di fare un lavoro veloce e di evitare di perdere tempo prezioso.
Ma con questo modo di fare perse praticamente tutta la giornata, non aveva ne mangiato ne bevuto per tutto il giorno e lo aveva anche perso senza accorgersene visto che era già il tramonto, questo fece innervosire un po' Lyserg, ma continuando fare quei suoi esercizi di respirazione ha mantenuto la calma e ha pensato positivamente che li avrebbe cercati il giorno dopo.

Il giorno seguente setacciò tutta l’isola alla velocità della luce pur di trovarli, lo fece più volte, ogni volta senza successo, passò tutto il giorno a fare avanti e indietro con la rabbia che piano piano cresceva in lui.
Anche quella giornata venne sprecata, ma decise di continuare a muoversi anche di notte per trovarli, non gli importava di quello che gli diceva la voce nella sua testa, nell’oscurità della notte la sua luce era in qualche modo bella per come illuminava l’isola come l’avvistamento di una stella cadente i suoi spostamenti davano uno spettacolo di luci.
Quando decise di fermarsi, si sedette nell’erba e si massaggiò gli occhi e le tempie per la stanchezza e il sonno, ma quando si tolse le mani dalla faccia vide che s’era l’alba, Lyserg rimase a fissare il vuoto per qualche secondo per poi prendere un altro respiro profondo e dare sfogo alle sue emozioni con delle urla di rabbia che riecheggiarono nell’eco dopo che finì di urlare.
Lyserg preso dalla foga sparò un colpo laser che abbatté degli alberi e in quel momento gli venne un’idea abbastanza folle da poter funzionare, lanciò nel cielo tre sfere di luce che una volta raggiunta una certa altezza esplosero in tante piccole sfere luminose che caddero come meteore sull’isola, provocando violente esplosioni e devastando l’isola.
Lyserg decise di distruggerla finché Calima e Noar non sarebbero usciti dal loro nascondiglio oppure farli crepare con quella pioggia di luce, Noar e Calima vennero svegliati di botto da alcune esplosioni della pioggia di luce che si schiantarono vicino al loro nascondiglio, i due cercarono di rimanere in silenzio e di non lasciare l’albero sapevano ce fossero usciti, Lyserg li avrebbe trovati e non avrebbe mostrato pietà.
Ma altri colpi della pioggia di luce caddero addosso all’albero sradicandolo e facendolo volare di qualche metro lontano da dov’era piantato con Noar e Calima all’interno, a quel punto lasciare l’albero era diventato necessario per salvarsi la pelle visto che pioggia si stava facendo sempre più intensa e loro non potevano starsene fermi come dei bersagli.
Una volta fuori dall’albero, Noar e Calima corsero come dei matti in preda alla paura senza sapere dove andare ma questo non importava visto che il loro istinto di sopravvivenza gli imponeva di scappare, ma Noar decise di smettere di scappare per un secondo, usare il suo potere sotto forma di fulmini indaco per deviare alcuni colpi della pioggia che stavano per colpirli.
In tanto Lyserg si era rimesso a correre alla velocità della luce e nel mentre continuava a lanciare sfere luminose in cielo per continuare la pioggia, quando ad attirare la sua attenzione fu una parte della pioggia ritornare verso l’alto per annullare altre parti ancora in caduta, in un secondo la sua espressione facciale passò dallo stupore a un ghigno compiaciuto.
Noar continuò a difendere Calima dalla pioggia deviando più colpi che poteva, ma poi notò che la pioggia si era interrotta, i due rimasero in silenzio per qualche secondo poi Calima poggiò la mano sul terreno e si concentrò per percepire dove trovasse Lyserg, ma riuscì a trovarlo solo quando se lo ritrovarono davanti con il suo famoso ghigno stampato in faccia.
Noar si mise davanti a Calima come a volerla proteggere e subito dopo in posizione di guardia, Lyserg ridacchiò e si avvicinò a Noar con passo lento mentre fece sgranchire le mani, ma Calima decise di mettersi in mezzo ai due elementi opposti “Aspettate! Sono sicura che la possiamo pacificamente.” disse Calima anche se sembrava essere sul punto di piangere, Lyserg ridacchiò divertito per poi prendere parola “Cara, lascia che ti ripeta una cosa che vi ho detto l’altro ieri, in questo torneo il livello di mortalità è elevatissimo… perché non si arrende nessuno, pur di esaudire un desiderio.” Noar si fece avanti con uno sguardo che avrebbe messo in fuga anche un orso per la paura, ma lo fece sparire subito dopo aver visto Calima accasciarsi a terra il lacrime e corse ad assisterla “Per favore… basta…” disse Calima “Ahahahah come sei buffa figlia dei fiori, vorresti farmi credere che non vuoi uccidermi anche se ci hai letteralmente provato l’altro giorno.” rispose Lyserg “Si stava difendendo, se avesse voluto uccidere ti avrebbe dato dei veleni più potenti per ucciderti.” si intromise Noar “Certo diamo la spiegazione a tutto Ad, ma sappi che anche se riusciste a battermi poi è inevitabile che uno di voi due morirà… lo so.” concluse Lyserg con un tono inquietante “Perché?… perché sei così… cattivo?” disse Calima, Lyserg sorrise, ma era diverso dal suo famoso ghigno sembrava essere un sorriso buono e tenero “Io non sono cattivo, è solo che voglio essere felice veramente una volta nella mia vita -Lyserg lasciò Calima e Noar confusi- sapete, io sono figlio di una ricca famiglia, nella mia vita non mi è mai mancato nulla: ottimi voti, un corpo perfetto, ogni mio desiderio era un ordine. Ho vissuto la mia vita praticamente nella noia, ho sempre avuto quello che volevo e questo avere tutto e mi sono messo alla ricerca di qualcosa che non ho che mi avrebbe veramente reso felice, mi ci sono voluti anni per poi capire che ciò che mi manca… è l’amore, ho sempre avuto molte ammiratrici a mia disposizione ma nessuna di loro mi ha mai fatto sentire… in amore, è questo il mio desiderio.” Noar e Calima rimasero stupiti, Lyserg sembrava sincero, anche lui come probabilmente tutti gli altri campioni voleva essere felice, certo c’è chi aveva situazioni più gravi della sua ma per quanto diversi avevano in comune una cosa: volevano solo essere felici. Ognuno a modo suo, anche se all’inizio sembrava che il desiderio di qualcuno fosse in qualche modo insano lo scopo era lo stesso di tutti gli altri.
Noar e Calima si scambiarono degli sguardi stupiti e per un attimo una strana sensazione gli pervase, ma ad attirare la loro attenzione furono la continua del discorso di Lyserg “E’ per questo che si può dire che sono stato… un po' aggressivo nel corso del torneo, sono stufo di tentare la fortuna con tutte le ragazze che mi corrono dietro, voglio amare qualcuno sinceramente e voglio essere amato a mia volta da quel qualcuno e farò di tutto per realizzare il mio desiderio, perciò vediamo di farla finita in fretta.” Lyserg puntò la sua mano in direzione di Noar e Calima e sparò un altro colpo laser, ma Noar con uno spintone allontanò Calima dalla traiettoria dell’attacco di Lyserg e lui si abbassò in tempo per non farsi beccare.
Dopo che si rialzò avvolse il suo corpo con dei fulmini color indaco “Scappa ci penso io!” disse Noar rivolgendosi a Calima mentre lui veloce come un fulmine si diresse verso Lyserg caricando un pugno avvolto dai fulmini, Lyserg rispose con un pugno avvolto dalla sua luce e quando i loro pugni collisero i due fecero partire una prova di forza.
Entrambi spingevano i loro pugni più che potevano per provare a sbilanciare l’altro, alla fine Noar ad essere respinto e si beccò una serie di pugni sulla faccia e allo stomaco, poi Lyserg prese Noar per il kimono e lo getto alle sue spalle come una cartaccia sul marciapiede, ma Noar frenò il suo volo appena toccò terra con mani e piedi e lanciò una lingua di fuoco indaco contro Lyserg.
Il quale anche se aveva il suo sguardo su Calima repentinamente si girò e annullò l’attacco di Noar, ma quest’ultimo non si lasciò scoraggiare e sbattendo il piede fece cambiare il colore dell’ambiente facendo diventare gli alberi neri e le loro fronde color indaco anche la terra divenne di un color indaco così scuro da essere quasi nero, prima Noar fece animare degli alberi neri facendo allungare i loro rami e radici come a voler catturare Lyserg ma senza successo, perché Lyserg con una serie di salti e capriole ha evitato le radici e le ha fatte annodare tra di loro, ma Noar era pronto e poco prima che Lyserg tocco terra Noar fece sollevare da sotto terra un macigno nero che colpì in pieno Lyserg e quando stava di nuovo per toccare terra, Noar fece alzare un altro macigno nero facendolo rivolare e lo rifece una terza volta ma quando era sul punto di farlo per la quinta volta, Lyserg illuminò il suo braccio destro e con un pugno sbriciolò il masso sul nascere.
Lyserg si pulì dalla polvere e fece a Noar un gesto provocatorio invitandolo a combatterlo corpo a corpo, Noar corse contro Lyserg con le braccia avvolte da delle pietre nere pronto da dargli un paio di cazzotti sul naso ma Lyserg all’ultimo si spostò e diede un calcio al fianco di Noar, destabilizzandolo e dandogli un altro pugno in faccia.
Noar continuò a lanciargli contro il suo potere sotto forma di ogni elemento che poteva imitare: acqua, fuoco,terra, aria, fulmini e natura. Ma Lyserg sembrava essere sempre un passo avanti, i suoi tempi di reazione agli attacchi di Noar rendevano vane tutte le sue mosse.
Noar a suon dei colpi di Lyserg era ricoperto di graffi e lividi mentre il sangue macchiava la terra che piano piano stava tornando al suo colore originale, Noar era stanco, affaticato e la sua vista era sfocata, non riusciva a mettere a fuoco e iniziò a sentire voci, le voci dei precedenti campioni oscuri che lo chiamavano, lo incitavano a non mollare, a non morire mentre il numero delle voci aumentava sempre di più, ma sta volta non solo sentiva le loro voci ma con esse vedeva anche i volti dei defunti.
Lyserg lo stava uccidendo lentamente e ad ogni colpo che incassava, Noar si sentiva sempre di più sul punto di collassare, ma poi si accorse che Calima era rimasta là ad assistere allo scontro al massacro in cui si era cacciato Noar, il suo sguardo era inorridito dalla brutalità di Lyserg e nel suo sguardo leggeva paura mista a disperazione, si sentiva inutile perché non aveva più la forza di lottare e reagire era paralizzata.
Lyserg si fermò quando vide che Noar cadde atterra, non era morto ma non si poteva più muovere e quando era sul punto di dare il colpo di grazia, il suo sguardo si rivolse verso Calima e si avvicinò a lei con passo lento e calmo, con un ghigno il volto, Calima sentiva di doversi muovere, voleva scappare, voleva urlare, voleva salvare Noar ma non ci riusciva le gambe l’avevano abbandonata.
Quando Lyserg fu vicinissimo a lei alla fine cadde all’indietro mentre sentiva il suo cuore martellare il suo petto, “Sarò clemente con te.” disse Lyserg “Arrenditi, e io non ti ucciderò.” Calima non disse nulla anche quando voleva dire qualcosa le parole le morirono nella bocca, gli unici suoni che emetteva erano dei versi come se si fosse dimenticata come parlare, il ghigno di Lyserg in poco tempo fece posto ad un espressione delusa e mista a rabbia “Senti, mi avete già fatto perdere abbastanza tempo, se non ti arrendi ORA ti uccido.” disse Lyserg mentre il suo braccio destro venne avvolto dalla luce e prese la forma di una spada.
Noar cercava di rimettersi in piedi con fatica e con ogni movimento gli provocava dolore, il suo sguardo si posò sulla scena che aveva davanti, Lyserg a un passò da uccidere Calima e nonostante la vista annebbiata dalla stanchezza vide un volto famigliare: Kaze. Lui era lì, vicino a Lyserg con un sguardo disgustato, quando il suo sguardo si rivolse a Noar la sua espressione cambiò in un misto di tristezza e delusione.
Noar decise di ignorare la presenza del primo campione per provare ad aiutare Calima, ma, lui a fatica riusciva a muoversi e il tempo che Lyserg aveva dato a Calima era scaduto.
La spada di luce di Lyserg le trafisse il cuore, quando estrasse la spada il corpo di Calima cadde sul fianco lasciando che il sangue si sparse per tutto il terreno, lei rivolse lo sguardo verso Noar provò ad allungare la mano come a volerlo raggiungere e a dire qualcosa, ma ancora non riusciva a parlare, alla fine lei chiuse gli occhi e il suo braccio cadde nel suo stesso sangue mentre in cielo apparve il segnale che anche la campionessa della natura era fuori dai giochi, il segnale rappresentava due foglie che avevano preso la forma di un cuore.
Le lacrime di Noar iniziarono a bagnare il suo volto, alcune cadevano per terra altre si mischiavano al sangue delle ferite aperte, Lyserg si rivolse a lui con aria soddisfatta e si avvicinò a lui e Noar provò a colpirlo con un pugno, ma era troppo debole anche solo per sfiorarlo e Lyserg rispose con un calcio dritto alla bocca dello stomaco facendolo volare di qualche metro facendolo restare di faccia a terra come un perdente a mangiare la polvere.
“Sei morto?” chiese Lyserg, Noar non disse nulla, ma era ancora vivo, e provò a rimettersi in piedi aiutandosi con le braccia con uno sguardo inferocito in volto rivolto verso Lyserg.
Lui guardava Lyserg con rabbia ma il suo sguardo cadde verso Kaze, lo guardava come se dicesse: Mi dispiace, lascia perdere. Noar in quel momento senti la sua mente svuotarsi e una sensazione di simile alla rabbia ribolliva nel suo stomaco, ma non era quella la sensazione che provava in quel momento.
Noar calmò i suoi pensieri si abbassò lo sguardo “Ti arrendi da solo o devo uccidere anche te?” disse Lyserg, Noar non disse nulla facendo intendere a Lyserg di dover sfoderare di nuovo la spada “Abbandona i tuoi legami terreni…” disse Noar “Eh?!” “...entra nel vuoto…” “Che fai ti sei messo a pregare?” “...liberati...diventa buio…” “Sei noioso, se ci tieni così tanto ti spedirò verso la luce!” Lyserg si lanciò contro Noar con la spada di luce “...e vendica i caduti.”

Lyserg con un taglio netto, tagliò in due Noar.
Lyserg ghignò e alzò le braccia verso il cielo in segno di vittoria “Ho vinto!” Lyserg scoppiò a ridere di soddisfazione, ma poi si accorse di una cosa, il segnale, non c’era e nessuno ha annunciato la fine del God’s Champion.
Lyserg si guardò intorno confuso, che cosa stavano aspettando? Lyserg nel suo guardarsi intorno vide che ciò che restava del corpo di Noar era sparito, questo lo fece preoccupare e quando si girò un ultima volta ricevette il pugno più forte che avesse mai subito dall’inizio del torneo fino a quel punto, e in seguito un altro e un altro ancora.
Solo dopo Lyserg scoprì il responsabile, una creatura strana tutta nera sembrava fatta di acqua nera… o fuoco nero non si capiva.
Non aveva tratti somatici, aveva solo due grandi occhi color indaco, “Chi cazzo sei tu!?!?” imprecò Lyserg, la creatura non disse nulla ma il suo corpo cambiò, sembrò assumere una forma più solida e compatta, per poi cambiare colore prendendo l’aspetto di Noar senza neanche un graffio le uniche cose diverse da prima erano i suoi occhi completamente neri con due iridi color indaco e la sua espressione facciale era vuota come se non provasse più alcuna emozione, sembrava posseduto.
Lyserg nel vedere Noar ancora vivo si senti profondamente preso in giro, fece riapparire la spada e di affettarlo nuovamente, ma la spada lo aveva trapassato ma al posto del sangue da lui uscì uno strano fumo color indaco quasi nero che fece sparire la ferita anche se apparentemente non gli aveva fatto niente.
Lyserg rese entrambe le braccia delle spade e colpì ripetutamente Noar, tagliandolo, affettandolo come un folle ma con scarsi risultati, anzi nulli, tanto che Noar con una mano ha prima fermato una delle spade poi con l’altra pianto un altro pugno poderoso sulla faccia di Lyserg poi gli afferrò il braccio e gli diede una serie di pugni nello stomaco e concluse mollandogli il braccio mollandogli un altro pugno sul naso facendolo volare di qualche metro indietro.
Lyserg quando atterrò provò a colpirlo con un laser ma su Noar non ebbe alcun effetto, mentre lui in un secondo divenne tutto nero ed entrò nel terreno e si mosse così velocemente che Lyserg non si accorse che Noar era difronte a lui, con due paio di braccia in più tutte nere e lo ha riempito di pugni in un minuto.
Dopo aver atterrato Lyserg, le braccia nere sparirono e Noar lanciò contro Lyserg non una lingua di fuoco color indaco ma una vampata comparabile solo a quella che Wan aveva lanciato a Lyserg durante il loro scontro.
Lyserg riuscì ad assorbire il colpo proteggendosi con le sue braccia spade, finita la vampata “Allora sa fare qualcos’altro oltre a copiare.” disse Lyserg “Sono entrato nel vuoto… ora io sono… il buio.” rispose Noar mentre rientro nella sua forma ombra, Lyserg provò a fare più attenzione seguendo l’ombra senza proprietario sul terreno, provò a colpirlo con dei colpi laser ma senza successo mentre l’ombra si avvicinò pericolosamente alla sua ombra e lo ha letteralmente afferrato dall’ombra.
Noar cominciò a colpire ripetutamente Lyserg attraverso la sua ombra, lui per quanto cercasse di rispondere non riusciva a colpire il suo avversario al contrario di Noar che mandava assegno un colpo dopo l’altro.
Lyserg stanco di essere usato come un sacco d’allenamento decise di fare una cosa che non ha mai fatto in vita sua, scappò illuminò tutto il suo corpo e scappò alla velocità della luce il più lontano possibile, non gli importava dove sapeva solo che si doveva allontanare da Noar, ma quel suo tentativo fu inutile.
Lyserg cominciò ad essere paranoico gli sembrava di vedere Noar alle sue spalle, tra le ombre degli alberi, gli sembrava di vederlo ad ogni angolo si girasse con la coda dell’occhio era come se fosse in più punti contemporaneamente e questo costrinse Lyserg a cambiare direzione svariate volte ma ogni volta si ritrovava Noar di lato, alle sue spalle e anche davanti a lui, che lo fissava con quel suo sguardo da posseduto. “Paura del buio?” gli sussurrò Noar nell’orecchio una volta che era alle sue spalle e sbatte forte il suo piede sul terreno e Lyserg cadde atterra e in quel momento si sentì schiacciato, provò a rialzarsi ma si sentiva come se qualcuno lo avesse preso e lo tirasse ma non c’era nessuno a tenerlo, poi capì che il responsabile era Noar che lo teneva fermo tenendolo per la sua ombra con il piede.
Noar fissò dritto negli occhi Lyserg per un po', poi alzò le braccia davanti a se e Lyserg cominciò a sentirsi più leggero, lo sguardo di Lyserg si posò sul terreno pensando che Noar avesse lasciato la sua ombra, ma con orrore vide che le ombre degli alberi, la sua e quella di Noar si stavano espandendo e coprivano tutta la terra rendendola completamente nera.
Noar alzò la gamba e la sbatté forte davanti a se e allo stesso tempo cambiò la posizione delle braccia unendo i pugni davanti a se e in quel momento Lyserg notò che la terra si era fatta più morbida, poggiando la mano a terra e notò che era diventata una sostanza viscida e melmosa sembrava di essere in un pozzo si catrame, l’impressione che dava era quella anche se in realtà non lo era.
Lyserg si rimise in piedi e in posizione di battaglia, ma a catturare la sua attenzione fu una mano nera fatta di quella melma che spuntava da terra e lo afferrò per la caviglia, Lyserg reagì con un urlo di terrore per poi far riapparire la spada di luce e tagliò la mano per farle mollare la presa, ma fu inutile un’altra mano prese il posto di quella che aveva tagliato e ne uscirono tante altre dalla melma che si aggrappavano al corpo di Lyserg immobilizzandolo.
Lyserg usò tutto il potere che aveva in corpo per distruggere più mani possibile ma era inutile nonostante la sua super velocità le mani lo avevano bloccato e quasi del tutto avvolto in un grande bozzolo nero melmoso, solo la testa rimase fuori anche se la melma si faceva strada anche sulla sua testa, ma poi cominciò a sentirsi tirare verso il basso sempre di più come se volessero trascinarlo sotto terra.
Ma Lyserg notò un dettaglio inquietante quando sentì un piede che fu risucchiato nella melma che sotto essa sembrava non esserci più la terra e l’isola ma c’era il vuoto, Lyserg non sapeva se lo stesse trascinando in un’altra dimensione o qualcosa di simile ma sapeva che sotto di lui in quel momento non c’era niente e non sapeva se si trovasse nella strato-sfera o meno.
Preso dalla paura cominciò a dimenarsi freneticamente urlava, chiedeva aiuto, implorò Noar pietà di non ucciderlo, ma quest’ultimo non disse nulla ma cominciò ad avvicinarsi a Lyserg fino ad essere a un passo da lui mentre Lyserg continuava a sprofondare ormai arrivato al bacino e le mani erano bloccate dalla melma non poteva fare niente, “Noar! Noar ti prego fermo, tu non vuoi uccidermi sul serio… vero?” disse Lyserg con la voce consumata dalle urla “Ti bastano due parole per salvarti: mi arrendo.” rispose Noar, Lyserg in quel momento sembrò perdere la lingua, non disse niente “Lo sapevo, finché hai il coltello dalla parte del manico ti senti potente… come un dio, ma quando il coltello ti sfugge di mano… non sei diverso da un uomo normale.” disse Noar “Noar aspetta, sei sicuro di voler vincere così? Non vorresti dimostrare di essere migliore di me lottando ad armi pari?” “E’ quello che sto facendo, è dall’inizio che sei fin troppo avvantaggiato quindi ho riequilibrato la situazione diventando più forte e ho deciso di punirti per aver ucciso una persona che si è rifiutata di combattere.” Lyserg sentì la paura crescere dentro di lui mentre di lui era rimasto solo il busto mentre Noar lo fissava con quello sguardo tra l’annoiato e il cupo e cominciò a balbettare parole “M-m-m-ma c-c-osa… ... ...cosa penserebbe Calima se tu mi uccidessi? Eh?! Non rimarrebbe disgustata da questo tuo gesto? Come farai a continuare a vivere provando solo risentimento?!” disse Lyserg sicuro di se sfoggiando un sorriso a 64 denti pensando di aver messo Noar con le spalle al muro, ma… “Non rimarrò così per sempre, e poi… non voglio pentirmi delle mie scelte ora.” concluse Noar mettendo la sua mano sulla faccia di Lyserg e iniziò a spingerlo verso il basso finché lui rimase più niente.

Una volta che di Lyserg non ci fu più traccia, Noar si rialzò e fece sparire la melma e non appena rivolse il suo sguardo verso l’alto vide il segnale che indica la morte di un altro campione, il simbolo di Lyserg fu un triangolo con all’interno il disegno di una spada con le ali.

Noar aveva vinto.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13: fine dei giochi. ***


Capitolo 13: Fine dei giochi.

Noar venne annunciato come il vincitore assoluto di quella edizione del God’s Champion, la prima cosa che gli fu chiesto di fare era restituire il potere al legittimo proprietario, i tatuaggi e il segni di corruzione sparirono lasciando solo il kimono e il taglio di capelli.
Sono state concesse 24 ore per esprimere il desiderio, per avere il tempo di schiarirsi le idee e scegliere come usarlo, Noar fece ritorno alla torre dove si era allenato per sei mesi per darsi una lavata e mangiare qualcosa di decente, al suo arrivo una folla urlava, fischiava e lanciava oggetti.
Tutte quelle persone erano in parte giornalisti, in parte fan che volevano un autografo dal loro idolo e infine c’erano gli haters che lo accusavano di imbroglio, che meriterebbe le prigione e la maggior parte degli haters erano ragazze probabilmente fangirl di Lyserg.
La polizia era già sul luogo per permettere a Noar di respirare mettendo spazio tra lui e la folla, anche se riuscivano a farlo a malapena vista che oltre a permettere un passaggio tranquillo al vincitore dovevano anche impedire che iniziassero a scannarsi tra di loro fan e haters già molto nervosi prima ancora che arrivasse Noar.
“Assassino!” “Non sei un campione!” “Sei un figlio di puttana!” “Smettetela di andargli addosso ha dovuto fare quello che poteva per vincere!” “E se lui è un assassino allora Lyserg che cos’è?!” Noar fu costretto a sorbirsi quelle frasi e quelle urla fin troppe volte e solo mentre cercava di entrare nella torre, ma una volta dentro potè finalmente godersi un po' di religioso silenzio e potersi fare la doccia e lo spuntino che si era promesso.
Noar tirò fuori dal frigo dei petti di pollo, li mise in padella e li cosse insieme a delle sottilette e tirò fuori anche una birra rossa per gustarla insieme ai petti di pollo.
Mentre mangiava percepì la presenza di Morke seduto davanti a lui con un’espressione seria in volto “Dunque… io ti ho vietato di scoprire il segreto di Kaze, tu mi hai ignorato… e questi sono i risultati, sei vuoto.” disse Morke con un tono trattenuto, Noar con calma continuava a mangiare ma si unì comunque alla conversazione “Lo so e ora ne sto pagando le conseguenze, è proprio vero, l’ignoranza è oro.” rispose Noar “Ma non voglio parlare con te solo per darti ragione, vorrei parlare anche del mio desiderio se permetti.” “Pensavo ce l’avessi già bello che presente, visto che volevi saldare il tuo debito con me.” “Non voglio chiederti consiglio, voglio ricordati una cosa… le promesse sono impossibili da mantenere, non lo userò per sdebitarmi ma per riportare qui Calima, mi dispiace.” disse Noar mentre bevve un sorso di birra “No mi dispiace a me, per te…” disse Morke con tono freddissimo “Pensi veramente che Kaze dopo aver vinto il torneo non rivolese indietro sua moglie?” Noar puntò il suo sguardo su Morke e mise giù il bicchiere “Vedi è vero che gli dei ti concedono un desiderio come premio, ma non puoi violare le leggi della realtà e della vita come non possiamo farlo noi dei, al massimo se rivuoi tra i vivi chi è morto devi dare alla morte un’altra anima in cambio, lo so lo so clichè ma almeno che tu non conosca qualcuno che di sua volontà voglia morire per il tuo desiderio… allora il nostro potere a tua disposizione è inutile, ricorda che hai tempo fino a domani per il desiderio, io in ogni caso cercherei di non sprecarlo.” Morke si alzò e si diresse verso la porta lasciando Noar da solo con i suoi pensieri.
Quando Morke aprì la porta si ritrovò davanti la sorella gemella e opposta a lui “Sapevi che sarei venuta?” chiese Lys “No,piuttosto tu che cosa ci fai qui?” “Volevo solo congratularmi con te, vedi nessuno è più sportivo di me e il tuo campione è stato incredibile, dai vieni con me e andiamo a festeggiare.” la dea della luce prese il braccio del fratello e iniziò a tirare per trascinarlo chissà dove.

A Noar in quel momento venne in mente che lui non aveva mai visto gli altri piani della torre e che non aveva in idea di come fossero i loro alloggi, finito di mangiare si vestì in fretta e furia per poi salire al piano superiore per vedere il piano della luce. Il piano non aveva porte e tutto era bianco e costruito come un tempio romano in un mondo moderno, mentre l’alloggio del buio aveva uno stile più rustico e scuro simile a un maniero ma con un piccolo tocco nordico.
A Noar dava una strana sensazione l’arredamento di quel piano ma a catturare la sua attenzione fu una scala che portava a un ulteriore piano superiore, Noar salì le scale e si ritrovò in mezzo a una miniatura del sistema solare, sembrava un film di fantascienza ambientato nello spazio.

Finito di esplorare il piano della luce, Noar si diresse verso i piani inferiori, sotto il piano della luce c’era quello del buio e sotto ancora c’era il piano della natura.
Sull’entrata dell’alloggio c’era Namu anche lui sul punto di uscire, “Salve a te Noar, come stai ragazzo?” disse il dio “Indeciso su come usare il mio desiderio… e mortificato per non essere riuscito a salvare Calima.” rispose Noar puntando il suo sguardo verso il basso, a quel punto il dio della natura si avvicinò a lui mettendogli la mano sulla spalla “Ascolta ragazzo, sono contento che tu sia stato amico di Calima nell’arena, che tu abbia provato a proteggerla e che tu l’abbia vinto per lei… e anche se adesso ti hai perso tutte le tue emozioni so che c’è comunque un cuore che batte in te, non sei del tutto vuoto, se hai bisogno di schiarirti le idee hai il permesso di entrare e esplorare il mio piano.” disse Namu, Noar a passo lento entrò e rimase sorpreso che non ci fosse nulla.
Il piano era un vasto campo di erba alta, non c’era nient’altro, ma mentre Noar si addentava in mezzo al campo notò che l’erba aveva iniziato a crescere più velocemente e a mettere su legno e prendere forma, uno divenne un tavolo un’altra ancora una sedia.
Ma ciò che catturò davvero l’attenzione di Noar fu l’ingresso a una foresta composta da alberi tutti diversi, all’inizio Noar pensò che fosse naturale ma poi vide un germoglio di ciliegio che era stato palesemente piantato lì, da Namu forse? Quando Noar decise di fare dietro front e uscire, sentì qualcosa all’orecchio, come un sussurro da parte di una ragazza che lo chiamava per nome.
Noar stanco di quel posto che metteva brividi decise di spostarsi al piano sotto, il piano della terra.

Noar continuò a scendere fino a raggiungere la porta del piano della terra, Noar bussò con decisione e quasi subito dopo una voce dall’interno gli diede il permesso di entrare.
Il pavimento era tutto in marmo levigato e tutti gli oggetti erano principalmente in pietra che variano dal tufo, l’andesite, il granito ecc. e a decorare l’ambiante c’erano resti fossili di scheletri di animali preistorici.
Mentre Noar esplorava con lo sguardo il posto, una voce lo chiamò, da uno specchio appeso al muro su cui si poteva vedere l’immagine della dea Jormungandr, a quanto pare lei per comunicare usava quello specchio per poter essere presente agli allenamenti dei suoi campioni. “Noar Ad, mi aspettavo la tua visita.” commentò la dea “Ascolta so che adesso avrai altri pensieri per la testa, ma ho bisogno di un aiutino, ho bisogno di un modello puoi pensarci tu?” chiese la dea e Noar si mise in posa come poteva finché Jormungandr non fosse soddisfatta, una volta trovata la posa perfetta fece trasportare nella stanza un blocco di pietra gigantesco.
Noar vide il blocco prezioso perdere pezzi sempre più pezzi, finché non rimase una statua raffigurante una persona che ha conosciuto nel God’s Champion: Cato. Ma al posto del cuore c’era una gemma verde, uno smeraldo forse “Grazie per l’aiuto Noar, ho sempre problemi quando cerco una posa adatta per una statua.” disse Jormungandr per poi far aprire una stanza segreta nel muro svelando una immensa collezione di statue raffiguranti uomini e donne.
“Quelle statue sono per i tuoi campioni caduti?” chiese Noar, la dea della terra annuì e aggiunse “Hanno combattuto per me, e penso che si meritino qualcosa di carino, essere ricordati nel lato migliore… forti come la roccia… brillanti come delle gemme… e sempre come le gemme si nascondono nella roccia, il loro meglio è nascosto in loro e nessuno tranne me è riuscito a vederlo… e a quanto pare anche tu lo hai visto.” Noar abbassò lo sguardo, ringraziò per l’ospitalità uscì per dirigersi al piano inferiore il piano dell’acqua.

Quel piano non aveva porte, era tutto costruito in ghiaccio dalle pareti ai mobili, il pavimento invece era in vetro per essere un acquario ed ospitare tanti pesci e infine al centro della stanza era presente una scala a chiocciola che portava verso il basso, nel profondo di quella specie di acquario casalingo ma con una barriera di vetro a separarlo da quell’ambiente freddo e ostile all’uomo.
Noar si affacciò ma non riusciva a vedere la fine di quell’abisso, non sapendo con quale coraggio e curiosità qualcosa lo spinse a percorrere la scala e andare verso il basso, sempre più in basso, negli abissi dove tutto è buio e la luce non si riesce più a vedere.
Noar arrivò così in basso che raggiunse le profondità dove si annidano gli animali muniti di bioluminescenza, vide delle bellissime meduse luminescenti che illuminavano l’ambiente e nuotavano verso l’alto come delle lanterne a capodanno, ma ciò che lo sorprese di più fu la presenza di animali che di norma non possiedono la capacità di rispendere, come mante, alcuni squali e cetacei.
In particolare un capodoglio che risplendeva di una luce azzurrina che si era avvicinata, si mise di fianco per fissare Noar con almeno un occhio e girava attorno alla barriera di vetro per continuare a tenere d’occhio Noar, il quale mentre si chiedeva cosa voleva l’animale sentì all’improvviso nella sua testa una voce forte rimbombare “Benvenuto grande campione.” Noar si guardò in torno con confusione finché il suo sguardo non si posò un gigantesco animale in avvicinamento. Sembrava essere grande almeno dieci volte il capodoglio come minimo, emanava luce da dei pori che a confronto di tutto il corpo erano minuscoli, le zampe frontali e posteriori ricordarono quelle delle foche, i suoi denti erano esterni come i mostri dei film hollywoodiani, due pinne rosse con le punte nere sulla testa e dei tentacoli che scendevano dal mento come se avesse la barba.
“E’ raro vedere un campione che gira per la torre, vuol dire che non hai le idee chiare sul tuo desiderio e per questo cerchi un possibile aiuto esterno.” disse la voce mentre la bestia si fece più vicina “Dio dell’acqua Leviatano, per un attimo mi ha spaventato.” disse Noar “Non parlare come se provassi ancora emozioni perché lo so che non è così ragazzo… e so anche che tu vuoi sapere cosa faccio per i miei campioni morti nell’arena.” “Beh ero solo curioso visto che il mio dio a un… scusi un secondo, ma lei come fa a...” “Stare all’interno di questo acquario? Beh sappi di una cosa, quella scala è un portale che conduce le persone nel mio mondo… e per quanto riguarda i miei campioni morti, ti dico subito che io per loro non faccio un bel niente, perché non se ne sono mai andati… o dovrei dire, che sono rinati.” con quelle ultime parole, Noar si rivolse di nuovo sul capodoglio che per tutto il tempo a mantenuto il suo sguardo su di Noar “Spero di essere stato chiaro.” concluse Leviatano.
Dopo aver risalito quella scalinata infinita, Noar si diresse al piano sotto quello dell’acqua: il piano del fuoco.

La porta del piano era in pietra ma non pietra lavica e già dall’esterno si sentiva un forte calore provenire da dentro gli alloggi, Noar bussò con decisione per poi ricevere il permesso di entrare dalla dea.
Noar entrò e vide che quella stanza era l’esatto opposto del fratello, le pareti era in pietra ma con delle vene di lava interna che scorrevano facendola sembrare quasi viva, mentre il pavimento era in basalto e i mobili erano in ossidiana.
“Oh tu sei Noar giusto?” disse la dea Ignis quando lo vide esplorare la stanza, Noar annuì e aggiunse “Mi scusi per l’intrusione, ma volevo esplorare il resto della torre visto che per sei mesi ho visto solo gli alloggi del mio elemento.” “Nessun problema ragazzo, in ogni caso è un bene che tu sia qui, sai io sono un po' l’artista della famiglia e ho bisogno di un pare sulla mia ultima opera, ti va di vederla e… dirmi che ne pensi.” Noar accettò, e la dea Ignis lo portò in una galleria d’arte piena di dipinti ma avevano un che di diverso dagli altri ma avevano tutti una cosa in comune rappresentavano persone avvolte dal fuoco “Ti piacciono? Sai non li ho fatti come li facevano Leonardo Da vinci, io non uso tela e acquerelli ma roccia e fuoco… oh eccoci arrivati.” la dea si fermò davanti a un quadro rappresentante un uomo che ricordava molto Wan che stringeva tra le mani un fiore di fuoco mentre l’ambiante intorno a lui sembrava diventare tutto più rigoglioso “L’ho chiamato: Il dragone della rinascita. Penso che per Wan uno stile naturalismo gli s'addice.” Noar rimase in silenzio “Non ti piace? O c’è qualcosa che ti turba?” “Uh no no scusi mi ero perso nei miei pensieri, ma sì il dipinto mi piace molto.” la dea del fuoco era poco convinta delle parole di Noar e mentre si affrettava a ritornare all’ingresso con la coda prese Noar e lo trascinò con se.
Noar all’iniziò pensò che l’avesse offesa e quindi che stava per punirlo ma poi lo lasciò gentilmente su una sedia, gli offrì un tè e la dea Ignis ne approfittò per fare un discorsetto a Noar “Sai Noar, non capisco come faccia Lys a non annoiarsi, facciamo questo suo GIOCO da… non so neanche più quanto e io nel frattempo mi sarei anche trovata qualcosa di meglio da fare, come hai potuto notare mi piace l’arte e insegno a chi è interessato a imparare l’arte del fuoco… ma questo torneo annuale mi toglie parecchio tempo, sono stufa di fare sempre le stesse cose… e a questo proposito so già che te l’avrà detto qualcuno dei miei fratelli ai piani alti, non sei il primo che fa il giro della torre finito il torneo. Vorrei qualcosa di nuovo, come te, adesso che stai bene con la testa hai tutto un mondo che ti aspetta e che per vent’anni ti sei perso.” Noar finì il suo tè e si diresse verso la porta e il piano inferiore, il piano dell’aria.

Noar bussò e pochi secondi dopo la porta si aprì e Noar venne investito da una folata di vento e ad accoglierlo c’era il dio Sun Wukong seduto sulla sua nuvola, “E tu che ci fai qui? Non sarai mica uno di quegli indecisi vero?” Noar rimase zitto ma Sun Wukong aveva capito che tipo fosse, sospirò e lo fece entrare ma gli diede 5 minuti per fare il giro del suo alloggio.
Il piano era costruito in stile tempio orientale, il tatami come pavimento, porte scorrevoli in legno e tela, tavoli a modi kotatsu, un letto basso ma il soffitto era fatto di nuvole tenuto da un pilastro fatto anch’esso di nuvole.
“Attento a quello che fai, omuncolo.” disse il dio dell’aria, Noar sentì il suo naso prudere e notò che il dio tra le mani aveva dell’incenso “Aspetta qui io torno subito.” disse il dio e con la sua nuvola si diresse verso l’alto oltre le nuvole, Noar incuriosito, toccò il pilastro di nuvola e vide che era palpabile e così si aggrappò e iniziò a scalarlo fino a raggiungere il soffitto di nuvole e lo oltrepassò vedendo che Sun Wukong possedeva una vasta collezione di incensi profumati che metteva davanti a dei ritratti di olio su carta.
Noar per un attimo non capì il senso di quel posto e prima ancora che riuscisse a farsi un’idea, il dio lo sorprese a guardare cosa stava facendo e per questo lo prese per i capelli e lo portò di sotto e una volta coi piede per terra Sun Wukong iniziò a fargli una lavata di capo, ma Noar non ascoltò una parola di quello che gli disse il dio dato che aveva notato un ritratto di Kyoshi sempre in olio su carta che teneva stretto insieme all’incenso, e lì Noar capì molte cose “EHI MI STAI ASCOLTANDO!!!” urlò il dio del vento vedendo che Noar non lo stava pensando e li sfoderò il suo bastone e generò un vento abbastanza forte da spazzare via Noar dal suo alloggio.

Rimaneva solo il piano del dio del fulmine da visitare, il portone dell’alloggio era fatto di metallo pesante e rinforzato apposta che solo il dio Zeus potesse aprire quella porta, dall’interno si potevano sentire oggetti volare e rompersi mentre il dio del fulmine imprecava in tutte le lingue che conosceva.
Noar bussò con tutta la forza che aveva facendo attenzione a non farsi male alle mani, il dio smise di imprecare e aprì la porta e non appena vide Noar si imbruttì di colpo “Che cazzo vuoi?!” disse il dio con rabbia trattenuta a stento “Avevo bisogno di fare un giro e visto che mi ritrovavo a passare pensavo di passare per un saluto.” rispose Noar “Non provarci brutto figlio di puttana, chi credi di prendere in giro?! Tu mi hai fatto fare una figuraccia eliminando per primo il mio campione!” da quel momento in poi il dio cominciò a lamentarsi e a insultare Noar, mentre quest’ultimo era concentrato sull’alloggio dove tutto sembrava essere fatto di metallo e spiccava in particolare una gigantografia di una foto del dio Zeus sul muro.
Quando il dio finì di urlare contro Noar si ritirò nel suo alloggio “Aspetti, volevo sapere… ma lei, fa un onoranza ai suoi campioni caduti?” chiese Noar “Di quei perdenti che non si sono fatti valere nell’arena che mi hanno fatto fare una figuraccia non me ne può fregar di meno! Solo i vincitori vengono ricordati!” rispose il dio mentre rientrava e chiudendosi la porta alle spalle per ricominciare a rompere oggetti e a imprecare come un matto.
Oltre al dio del fulmine che dava sfogo alla sua rabbia, si poteva sentire anche la folla all’esterno della torre che continuava a farsi guerra tra chi odia Noar e chi lo difende, a quel punto Noar tornò negli alloggi del buio e di riposare per il tempo che aveva prima di esprimere il suo desiderio.
Noar non dormì quella sera, troppi pensieri, troppi dubbi e troppi pensieri contrastanti… ma alla fine Noar riuscì a prendere sonno e a riposare abbastanza per essere in tempo per il momento agognato, fece colazione, una doccia e si preparò come meglio credeva: scarpe nere e blu, pantaloni mimetici con una catena attaccata sul fianco, maglietta rossa con dei disegni neri raffiguranti dei lupi e una giacca di pelle nera e bianca.
Noar scese ai piani inferiori fermandosi poco prima della fine della torre, fuori si vedevano giornalisti, fan, haters e poliziotti che li tenevano lontani dall’ingresso e per disegnare lo spazio del percorso che Noar avrebbe dovuto seguire.
Il presentatore Chaz Harnorl insieme al personale del suo studio televisivo allestirono l’ingresso mettendo il tappeto il rosso, montando le casse, le luci e la zona del DJ, sul bordo del promontorio apparve un ponte di pietra che portava su una piattaforma sempre di pietra sospesa nel nulla, probabile che fosse opera della dea della terra.
Dal mare apparve il dio Leviatano e nel cielo da dietro le nubi a fare in parte ombra in quella giornata, apparve la dea Jormungandr e uno dopo l’altro tutti gli dei a misura d’uomo apparvero sulla piattaforma simbolo che era ora di far entrare in scena il campione del torneo, il DJ fece partire la musica: la versione strumentale di Pushing me away dei Linkin Park. “Buon giorno a tutti signore e signori, qui Chaz Harnorl che vi parla dalla torre degli dei per assistere al desiderio del campione di quest’anno… diamo un caloroso ben venuto a NOAR AD!!!” in quel momento la dea Lys schiocco le dita per dare un aiutino agli effetti speciali e le luci di Chaz facendo apparire nel cielo delle orche che nuotavano nel cielo e cantavano nella loro lingua agli umani incomprensibile ma comunque bellissima, alla fine si raggrupparono in mezzo al cielo e si trasformarono in fuochi d’artificio che prendevano le sembianze di un’orca stilizzata: il simbolo di Noar.  A quel punto Noar uscì dalla torre e si diresse verso la piattaforma dove lo attendevano gli dei, quando Noar apparve i giornalisti iniziarono con le foto e le riprese mentre fan e haters si fecero sentire dando libero sfogo alle loro voci mentre Noar avanzava con passo deciso verso gli dei.
Una volta sulla piattaforma, Lys si fece avanti “Noar Ad… campione tra i campioni, ieri sei diventato una stella la cui luce nell’immensità della notte è invidiata da molti… ma ogni stella che si rispetti permette a chi la vede di esprimere un desiderio, tu invece hai il diritto a un desiderio per te… io e i miei fratelli siamo qui riuniti per renderlo reale.” Noar si girò verso il pubblico alle sue spalle assicurandosi che i giornalisti prendessero nota di tutto, poi si rivolse agli dei e prese un respiro profondo “Ecco il mio desiderio, io voglio che questa edizione del God’s Champion… sia l’ultima.” in quel momento tutti quanti, gli dei, il pubblico alle spalle di Noar e tutto il mondo che in quel momento stava guardando la televisione sembrò fermarsi lentamente, ogni suono spariva mentre i loro occhi si allargavano per la sorpresa “Non avete mai specificato i limiti del desiderio.” concluse Noar mentre si voltò per andarsene da quella piattaforma mentre i giornalisti e il resto del pubblico si svegliò da quel loro stato di trance e iniziò a ricoprire Noar di attenzioni e domande a cui lui però non avrebbe risposto mentre rientrava nella torre per prendere le sue cose e ritornare alla vita dei comuni mortali.

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Capitolo 14
*** Capitolo 14: Il vuoto di Noar ***


Capitolo 14: Il vuoto di Noar.


Dopo che Noar espresse il desiderio si diresse verso la torre per prendere le sue cose e ricominciare con la sua vita prima del torneo ma soprattutto prima che la sua malattia lo trasformasse in un vegetale umano.
Non rispose a nessuna domanda dei giornalisti assetati di notizie, tranne una: perché la fine dei giochi? E lui rispondeva sempre con: avevo un debito da onorare. Fece ritorno al suo vecchio manicomio e chiese ai medici l’indirizzo dell’attuale casa dove viveva la madre che negli anni che è stato registrato che lei venisse visitare il figlio dopo aver finito la riabilitazione.
Noar non aveva la patente quindi dovette farsi a piedi tutta la strada fino a destinazione, nel mentre del suo passaggio le persone si fermavano a fissarlo e bisbigliavano all’amico affianco qualcosa nei suoi confronti, dovunque passasse le persone si scostavano e lo lasciavano passare, avevano paura solo a guardarlo dato lo sguardo serio che aveva sempre in volto e considerando anche la sua abilità di combattente.
Quando raggiunse l’indirizzo si era fatta sera: all’incirca le 21 e mezza. Noar si ritrovò davanti al cancello di una gigantesca villa bianca, quando suonò al citofono gli venne aperto quasi subito il cancello e all’ingresso della villa ad accoglierlo trovò la madre con la sua nuova famiglia.
Noar nel vedere la madre affiancata da un uomo elegante con capelli e barba grigia con un espressione imbronciata in volto, e due bambini a loro seguito gli venne spontaneo dire “Inaspettato ma non imprevedibile.” la madre gli andò in contro e lo abbracciò con le lacrime agli occhi mentre Noar ricambiò l’abbraccio mentre l’uomo la richiamò “Iella, possiamo avere anche noi l’onore di conoscere questo membro perduto della famiglia.” disse con tono freddo l’uomo, e li Iella sciolse l’abbraccio con Noar e gli presentò la sua nuova famiglia “Noar… ti presento Rodan Trix, mio marito.” “Preferirei essere chiamato avvocato Trix.” “Ehm, loro invece sono i tuoi nuovi fratelli: Isabella e Roman.” Isabella aveva indosso una camicetta rosa, una gonnella bianca e un paio di scarpette nere a pua rossi, i suoi capelli ricci e neri incorniciavano il suo viso, Roman indossava una giacca scura e pantaloni del medesimo colore, sotto la giacca una camicia e un papillon azzurro e i suoi capelli biondi erano pettinati all’indietro e brillanti forse per via di un gel.
Isabella sembrava la più grande tra lei e il fratello, perché più alta e educata quando Noar si avvicinò lei si fece avanti e fece un inchino alzando leggermente la gonnella, Roman invece rimase al suo posto e salutò abbassando la testa.
“So che non è il massimo uscire dopo tanto tempo e vedere molte cose sono cambiate, tra cui… beh questo, ma ti sono comunque venuta a trovare spesso per vedere come stavi e veniva anche Bella con me nelle mie visite.” Noar rivolse il suo sguardo verso la bambina la quale distolse lo sguardo guardando in terra “Coraggio Bella, non vuoi conoscere meglio il tuo fratellone.” la piccola si fece avanti ma continuando a evitare il contatto visivo finché non fu a un passo da Noar e solo allora puntò il sguardo su di lui, Noar si mise in ginocchio per essere più o meno all’altezza di Bella e alzò la mano e aggiunse “Piacere.” la bambina mise la sua mano in quella di Noar e lì il fratello maggiore diede un bacio alla mano di Bella.
Lei arrossì leggermente al gesto di Noar e a quel punto si fece avanti Roman “Ehi Lestrange non innamorarti è tuo parente.” Bella fece una smorfia al commento del fratellino mentre quest’ultimo si fece avanti con fare sicuro “Risparmia le formalità, perciò ti puoi rimettere in piedi.” Noar fece spallucce e si rialzò per dirigersi verso l’ultimo membro della famiglia che mancava il quale continuava guardarlo con un espressione seria in volto. Nessuno dei due disse nulla ma si strinsero le mani, anche se Rodan si è fatto attendere prima di stringere la mano del primo genito di sua moglie, finito il tempo dei saluti arrivò il momento di entrare nella villa che se da fuori sembrò imponente all’interno era ancora più grande: parquet sui pavimenti e pulitissimi, quadro su ogni muro, statue agli angoli, un pianoforte al centro del soggiorno tra i divani e la TV, la cucina piena di cuochi che lavorano a dei fornelli elettrici e lì vicino la sala da pranzo (questo nella zona est dalla villa) nella zona ovest si trovava una sala giochi con cabinati, pc, console di ultima generazione e un tavolo per giocare a carambola, sul retro una piscina grande la metà di un campo da calcio e degli ombrelloni con sdraio a bordo piscina e il resto del giardino, al piano superiore si trovavano le camere da letto e il bagno. Per orientarsi nella villa ci sono dei tappeti di vari colori utili per orientarsi nella villa.
Noar venne scortato dalla madre fino alla stanza che sarebbe dovuta spettare a lui, ed era decisamente troppo grande per Noar e quel poco che aveva, tutti i suoi vestiti non riempivano nemmeno di un quarto lo spazio del suo armadio.
La cena fu strana, il piatto aveva solo una fetta di prosciutto con sopra una salsa non meglio specificata e Rodan non faceva altro che fare domande sulla istruzione di Noar, sulle sue qualità e valori tutte domande abbastanza scomode per Noar.
Finita la cena si ritirarono ognuno nelle proprie stanze, il giorno dopo Noar si svegliò con il dolce suono del pianoforte suonato da un vero maestro, dopo essere andato a sciacquarsi la faccia, Noar si diresse al piano di sotto e vedere Bella e Rodan suonare insieme il piano.
Rodan interruppe la musica quando si accorse della presenza di Noar “Finalmente di sei svegliato.” disse Rodan mentre Bella lo salutò con la mano “Siete bravi a suonare.” rispose Noar “Hmm, stammi a sentire giovanotto adesso sei in casa mia e ci sono delle regole da seguire, se vuoi restare devi renderti utile perciò fai il minimo indispensabile e vai a fare la spesa al supermac sul comodino c’è la lista della spesa e i soldi, va e torna con le provviste.” “Provviste? Scusa ma ieri abbiamo mangiato poco e niente.” “La cena è stata cucinata da uno dei miei cuochi gourmet migliori, criticare in questo modo il piatto che ci è stato preparato con tanta fatica e devozione mi sembra molto maleducato.” “Ho solo detto che abbiamo mangiato poco, non serve che ti arrabbi.” a quel punto Rodan rivolse il suo sguardo su Noar “Non ti è mai stato insegnato a portare rispetto agli adulti vero? Cosa sono tutte queste confidenze?” “Beh dato che adesso sono di famiglia…” “TU non fai parte della MIA famiglia, fai parte di quella di Iella e l’unico motivo per cui ti ho accolto in casa mia è perché lei lo voleva ma mi aspettavo che in cambio della mia ospitalità tu ti saresti dato da fare, ma visto che sei a 90% inutile e ignorante come una capra cerca almeno di fare le cose più semplici che ti vengono richieste! Ora va.” Noar si lasciò sfuggire un piccolo ringhio prima di andarsi a cambiare e uscire per le commissioni chieste da Rodan.
Lungo la strada per il supermac ad attirare l’attenzione di Noar furono le ultime notizie del telegiornale che parlavano della famiglia Spark ancora devastati dalla perdita del figlio maggiore e del fratello della madre, per questo hanno accolto nella loro proprietà la moglie ormai vedova e il loro unico figlio. Noar abbassò lo sguardo e si rimise a camminare, arrivato al supermac prese carrello e lista della spesa per mettersi all’opera, mentre prendeva un prodotto dietro l’altro sentiva lo sguardo dei curiosi addosso come il giorno precedente e la cosa stava cominciando a irritare Noar sul serio, finito di fare la spesa Noar cercò di tornare il prima possibile a “casa” anche se lungo la strada venne fermato da una coppia di passaggio che si fermò davanti a Noar lungo la sua via e quando lui fu molto vicino alla coppia la donna iniziò a lacrimare mentre l’uomo disse con voce balbettante “G-g-grazie.” Noar fu visibilmente confuso dalla coppia di sconosciuti forse suoi ammiratori “Per cosa?” “Per a-a-aver aiutato… Calima.” Noar rimase sorpreso nel aver appena incontrato i genitori di una sua vecchia conoscenza e dopo qualche attimo di silenzio “Avrei voluto fare di più… avrei voluto essere stato in grado di salvarla.” “Figliolo, hai fatto quello che hai potuto non te ne facciamo una colpa… come fanno certi de pensanti.” disse la donna dopo essersi asciugata le lacrime, mentre di nascosto indicava alcune ragazze dall’altro lato della strada che lo fissavano ringhianti.
Salutata la coppia Hana, Noar si rimise in marcia fino al raggiungere la villa, quando arrivò trovò Rodan ad aspettarlo all’ingresso “Sei in ritardo.” disse l’uomo mentre Noar mise giù le buste e lo ignorò mentre continuava a fargli la predica sul rispetto e responsabilità.
Dopo pranzo Noar uscì nel giardino per stare un po' da solo lontano da un vecchio brontolone, a vedere il giardino spoglio gli fece venire in mente l’isola del God’s Champion che sembrava ferma nel tempo vista la vegetazione rigogliosa mentre nel resto del mondo alberi e altre piante erano spoglie per via della stagione fredda.
Mentre Noar era perso nei suoi pensieri i suoi fratellini uscirono in costume per fare un tuffo in piscina, Rodan aveva speso un bel po' di denari per rendere la piscina termo regolabile apposta per i figli quando volevano farsi un bagno nonostante il periodo freddo, i due videro Noar con la testa fra le nuvole e Bella lo chiamò per invitarlo a farsi un bagno con loro e Noar disse di sì e corse a cambiarsi, Bella aveva un costume intero a monospalla a strisce gialle e rosse con qualche glitter qua e la, mentre Roman un costume slip verde semplice e i due si chiedevano come si sarebbe presentato il fratellone.
“Scommetto ha la virilità di un bastoncino findus.” disse Roman sghignazzando mentre Bella gli diede una botta leggera dietro la testa “Qual’è il problema Lestrange? E non dire che sono io.” “Oh no sono io che sto per darti un problema.” disse Bella minacciando di dargli qualche altro scappellotto un po' più forte “Azzardati ad alzare le mani e lo dico a papà.” Bella era sul punto di rispondere per le rime al fratello, ma si fermò sapendo che litigare con lui non avrebbe giovato a lei mentre Roman ne sarebbe uscito vincitore in quanto preferito del padre.
In quel momento Noar si presentò con un costume a pantaloncino nero e blu, i capelli legati come nel torneo e gli addominali che aveva messo su nei mesi di allenamento in mostra a costo di deludere Roman, il quale appena vide Noar la mascella gli cadde vedendo che aveva un fisico migliore del suo, anche Bella rimase sorpresa e non potè fare a meno di ammirare Noar e di sorridere compiaciuta nel vedere Roman che si dava la zappa sui piedi.
“Che c’è?” chiese Noar confuso dalle facce dei bambini, Bella si fece avanti e chiese “Posso?” indicando i muscoli e Noar mise il braccio in mostra per far sentire a Bella il risultato dei suoi allenamenti mentre Roman si fece avanti “Ruffiana.” “Qual’è il problema? Smilzo.” Roman si avvicino a Bella con l’intento di mollarle uno schiaffo, ma Noar lo fermò e aggiunse “Non si fa.”

La giornata passò abbastanza in fretta, e Noar per passare il tempo prima di andare a dormire pensò di fare una partita a carambola in solitaria per ammazzare la noia finché non gli venisse sonno, solo che mentre stava giocando, Rodan e Iella si erano messi a discutere nel soggiorno e Noar non potè fare a meno di sentire tutto.
“Avevi detto che sarebbe potuto restare.” disse Iella scocciata “No, l’ho detto prima di scoprire che tuo figlio non ha laurea o qualche altra professione utile da sfruttare. Quindi credo proprio che dovrò sbatterlo fuori di casa.” “Ma può recuperare, si è stato per anni nel ombra e in malattia ma con dei buoni insegnanti…” “NON… mi… interessa… non intendo pagare per istruire un ragazzo maleducato e ingrato, e poi Iella… devo ricordarti che lui è stato il campione del buio… devo ricordarti chi altri nella storia lo è stato? Ted Bundy, Albert Fish, Andrei Chikatilo, Leonarda Cianciulli, Jack lo squartatore, Ed Gain, Alice Kyteler, Amy Archer Gilligan… e naturalmente, un tuo lontano parente mia cara Iella Manson. Mi pare ovvio che cosa farà in futuro quel…” “LUI E’ DIVERSO!!!” ruggì Iella “E’ passato solo un giorno da quando è qui, non puoi sapere se Noar sarà davvero un criminale solo dal presupposto di essere stato campione del buio. E poi non è il dio Morke ha trasformare le persone in mostri, quei figli che andavano dai loro genitori con dei coltelli in mano erano i loro figli, siamo noi a fare dei nostri figli ciò che sono oggi… e ora che Noar è di nuovo libero non permetterò che diventi un mostro come sostieni tu!” finito il suo discorso Iella si ritirò dirigendosi verso la sua stanza da letto lasciando Rodan da solo con un’espressione imbronciata in volto, mentre Noar dall’ombra in cui era nascosto sorrise pensando “Grazie per non avermi abbandonato, mamma.”

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Capitolo 15
*** Capitolo 15: Pioggia di luce. ***


Capitolo 15: pioggia di luce.


I giorni passavano noiosamente, sembravano tutti uguali, Noar si svegliava e Rodan non faceva altro che dargli ordini e lamentarsi delle carenze di Noar dal punto di vista scolastico e lavorativo.
Noar ubbidiva di mala voglia perché la maggior parte degli ordini erano lontani da casa e lui le faceva pur di non sentire le lamentele di Rodan, anche se, avevano comunque un lato negativo: lo stare in mezzo la gente lo mettevano a disagio per ovvie ragioni.
E di tanto in tanto gli capitava di incontrare i parenti dei campioni caduti e per fortuna di Noar la maggior parte lo vedeva come un eroe e una brava persona. Dopo la prima settimana che Noar aveva iniziato ad abitare a villa Trix,
Rodan cominciò a cercare di buttare Noar fuori di casa con continue scuse e ragioni senza fondamento e logica, fino ad arrivare ad un’arrampicata sugli specchi a dir poco ridicola, ogni notte lui e Iella litigavano e queste litigate finivano sempre con Rodan esasperato dalla testardaggine di Iella e andava a dormire in un’altra stanza.
Dal punto di vista di Iella era sempre lei a vincere queste discussioni anche se la stancavano mentalmente e alla fine anche il suo corpo cominciava a risentirne, Bella adorava Noar lo considerava il suo “cavaliere” mentre Roman cercava sempre una scusa per sfidarlo e provare a dimostrare di essere migliore, fallendo.
Passato i primi due mesi in quella casa e con quei compiti che gli venivano assegnati dall’avvocato Trix, Noar aveva cominciato a notare un paio di cose che man mano si faceva sempre più evidente durante le sue uscite: la gente aveva smesso di fare caso a lui in tutti i modi e passavano il tempo a lamentarsi degli dei che davano lezioni sembravano essersi volatilizzati e che nonostante la stagione fredda faceva un caldo insopportabile e che sembrava fare sempre più caldo giorno dopo giorno.
Quando fu evidente a la città che gli dei erano spariti Noar era nel mezzo di una passeggiata in centro con la sua nuova famiglia quando un gigantesco corteo che sembrava non finire mai che protestava perché i loro amati dei scomparsi, le loro urla erano assordanti e per i semplici passanti erano da un lato divertenti ma dall’altro erano fastidiosi.
Quando a un tratto, un ruggito potentissimo fece zittire i protestanti e li invitò a girarsi in direzione del porto, dove assistettero all’apparizione del dio Leviatano che come il mito del mostro uscito dalle acque che avrebbe portato la fine del mondo lui uscì dall’acqua ruggendo e distruggendo il porto, anche se in realtà i danni non erano voluti ma voleva solo uscire dall’acqua in fretta e furia.
Il ruggito del Leviatano faceva tremare la terra e assordava le persone vicine mentre dal mare onde grandi come palazzi e vortici d’acqua si alzavano verso il cielo, all’inizio Noar come la maggior parte delle persone non ci aveva fatto caso alle parole che Leviatano urlava nella testa delle persone perché distratti dai suoi ruggiti e dalla tempesta che aveva scatenato, ma per chi riusciva a ignorare i ruggiti e a concentrarsi sulle parole che il dio urlava nella mente di tutti riusciva a sentire: SCAPPATE!!! METTETEVI IN SALVO!!! Noar a fatica riusciva a capire le parole che rimbombavano nella sua testa sia per il chiasso che stava facendo Leviatano sia perché il sole era particolarmente accecante quel giorno e sembrava che ogni secondo che passava i raggi del sole si facevano più vicini alla terra, e l’apparenza in un attimo diventò realtà quando un palazzo venne distrutto da una gigantesca lingua di fuoco a dir poco abbagliante.
E dal nulla altre lingue di fuoco iniziarono a cadere come coriandoli su tutta la città e gli attacchi d’acqua del Leviatano non erano sufficienti a proteggere la città e le persone, quella pioggia di fuoco aveva messo nel panico tutta la folla compresa la famiglia di Noar.
Durante la fuga Roman e Bella caddero e si sbucciarono le ginocchia, Noar se ne accorse e li sollevò di peso per portarli via, dove? Non lo sapeva, perché quella pioggia di fuoco? Non lo sapeva, l’unica cosa certa era che il restare fermo avrebbe potuto uccidere lui e i suoi fratellini.
Poi a catturare la sua attenzione fu una lingua di fuoco nera e bianca che anzi che schiantarsi al suolo, saliva, scendeva, si separava e si riuniva.
Quando essa alla fine si schiantò al suolo, un fascio di luce nera venne scaraventato contro il muro di ciò che restava di un palazzo mentre la parte bianca prese una forma molto familiare a Noar… la dea Lys, non appena lei notò la presenza di Noar lei pur non avendo tratti somatici rivolse a Noar lo sguardo più furioso che potesse fare per poi urlare “TU!!!” e si lanciò contro Noar a tutta velocità ma venne intercettata dal fascio nero che la fermò e poi si scoprì essere Morke che stava combattendo sua sorella e come il fratello Leviatano urlò a Noar di fuggire il più lontano possibile.
Nonostante le domande che Noar sentiva di dover fare ubbidì e con Roman e Bella ancora in braccio corse a perdi fiato per la strada mentre la pioggia di fuoco continuava e Lys ogni volta che riusciva liberarsi dalla presa del fratello raggiungeva Noar con intenzioni poco pacifiche.
Durante la corsa Noar per poco non venne centrato da una lingua di fuoco ma venne salvato dalla dea Ignis e poco dopo dei serpenti giganti più grandi di Leviatano fecero la loro comparsa e nel cielo la figura della dea Jormungandr, i suoi serpenti attaccarono senza pietà la sorella mentre il resto del corpo faceva da scudo contro le lingue di fuoco facendo capire che esse provenivano dal sole stesso.
E uno alla volta fecero la loro comparsa tutti gli altri dei e si lanciarono contro Lys con l’intenzione di combatterla, l’ultimo ad arrivare fu il dio Namu, il quale prima di unirsi alla lotta guarì le ferite di Bella e Roman poi si rivolse a Lys con uno sguardo severo “Non dirmi che anche tu vuoi sfidarmi?!” disse Lys con un tono tra l’arrabbiato e l’arrogante “Io sono un pacifista, ma a volte, anche i pacifisti devono combattere.” rispose Namu arrabbiato “Ma non farmi ridere non hai la palle per farlo!” “NON SEI DEGNA DI ESSERE CHIAMATE DEA!!! Sei un egoista! Sei infantile! La tua rabbia non dovrebbe coinvolgere i mortali!” “L’unico umano che m’importa adesso è quello lì (indica Noar) quindi fatti da parte!” Lys lanciò un raggio di luce contro Noar, ma Morke lo bloccò e si lanciò contro Lys stampandogli un pugno un faccia facendola volare di qualche chilometro.
Namu stava per raggiungere i suoi fratelli per combattere Lys quando venne fermato da Noar “Namu aspetta! Che sta succedendo?!” chiese Noar “Tutto ha avuto inizio il giorno dopo la tua vittoria e il tuo desiderio, Lys è diventata molto irritabile e per giorni non abbiamo fatto altro che litigare perché non ha accettato la fine del gioco che ha iniziato anni fa… e quando pensavamo che si fosse calmata abbiamo scoperto che ha iniziato a pianificare e progettare altri GIOCHI che potevano sostituire il God’s Champion, ma sta volta tutti noi ci siamo categoricamente rifiutati di iniziare un nuovo gioco con lei… e Lys non lo ha accettato e per questo abbiamo ricominciato a litigare più aspramente di prima, è da settimane che combattiamo sia verbalmente che fisicamente e Lys non ne ha avuto abbastanza di combattere, ma… l’unica cosa che non ci siamo accorti prima è che il suo potere ha praticamente condotto il mondo alla rovina avvicinandolo pericolosamente al sole e oggi ha cominciato a far piovere la luce della stella sul mondo.” rispose Namu lasciando Noar senza parole “Ora scusa ragazzo ma ho un mondo da salvare.” Namu si lanciò alla carica facendo crescere alberi giganteschi ad alta velocità e usarli come armi contro Lys mentre era impegnata in uno scambio di pugni con Morke.
Noar rimase in trance per qualche minuto osservando la battaglia degli dei e cominciò a sentirsi responsabile per quello che stava accadendo in quel momento, Bella riuscì a riportarlo alla realtà e gli disse di fuggire dovevano mettersi al sicuro dovevano trovare i loro genitori, Noar prese in braccio i suoi fratellini e corse con loro verso l’ignoto mentre la terra continuava a tremare e gli dei continuavano a urlare di rabbia e dolore. Dopo un’ora passata a correre Noar riuscì a trovare sua madre, Noar mise a terra Bella e Roman i quali corsero tra le braccia della madre mentre Noar aveva lo sguardo rivolto verso la battaglia in corso “Noar? Che stai facendo dobbiamo andare via di qui.” disse Iella in preda al panico, Noar non disse nulla ma si mise a correre verso battaglia incurante del pericolo. Una volta raggiunto il luogo della battaglia, Noar dovette fare attenzione dal non farsi schiacciare dalle macerie dei palazzi crollanti, Noar faceva fatica a seguire lo scontro visto che nessuno stava fermo un secondo.
Quando a un certo punto Morke si accorse della presenza di Noar che li osservava non proprio da lontano e quella distrazione gli costò una ginocchiata nello stomaco, diversi pugni in faccia e un calcio che lo scaraventò al suolo, dopo aver temporaneamente messo al tappeto suo fratello, Lys si accorse della presenza di Noar e cominciò a lanciare dei colpi di luce come una mitraglietta con l’intento di ucciderlo, Noar non rimase fermo ma aveva bruciato già molte energie dopo corso avanti e indietro per diverso tempo e per questo venne colpito alla caviglia atterrandolo e quando sembrava che Lys stava per dargli il colpo di grazia con un attacco di luce ancora più forte del precedente. Il colpo infatti scatenò una potente esplosione di luce, Noar sarebbe morto se non fosse stato per Morke che con un colpo simile ma di elemento opposto a quello della sorella ha annullato il colpo di Lys e sfruttando l’esplosione come copertura ha portato via Noar da là.
Una volta passata l’esplosione la battaglia degli dei riprese solo senza Morke, il quale stava facendo una lavata di capo a Noar “Che cosa ci fai tu qui?!?! Ti avevo detto di andartene!” disse Morke arrabbiato “Namu mi ha detto che Lys si è arrabbiata perché ho messo fine ai giochi.” “Non dirmi che ti senti responsabile per questo disastro! Tu non potevi saperlo, hai fatto una cosa giusta è tutto questo non riguarda te ma ME! Ora vattene!!!” “Ma la battaglia sta distruggendo tutto e Lys non si fermerà mai e se si fermerà sarà dopo anni, voi dei potete andare avanti per sempre con conflitti come questo.” Morke guardo Noar con uno sguardo che diceva: questo lo sapevo già. “Il punto è… che devo fare qualcosa, qualsiasi cosa per fermarla, e tu che la conosci non sai se ha un punto debole o un piano che possa funzionare?!” Morke rivolse il suo sguardo verso Lys che senza rimorso o esitazione colpiva ripetutamente i suoi fratelli e sorelle, poi si fece pensieroso per un attimo e rivolse il suo sguardo verso Noar e disse “Forse un modo per fermarla c’è e in certo senso potrei aver bisogno del tuo aiuto.” dalle sue mani apparve la scintilla che diede il potere a Noar durante il God’s Champion e ridiede a Noar il potere del buio.
Dopo un paio di minuti Noar riottenne in se il potere del buio e l’aspetto che aveva durante il God’s Champion e Morke con uno schiocco di dita guarì la ferita di Noar per dargli una mano con questa nuova lotta, “Allora? Qual’è il piano?” chiese Noar “Mi serve una decina di minuti per attuare il PIANO e ho bisogno che tu la distragga, quindi picchiala per un po’.” disse Morke spingendo Noar verso Lys mentre lui prese il volo andando verso il cielo e oltre, Lys si accorse che il fratello stava scappando chissà dove ma Noar lancio un fulmine color indaco per avere l’attenzione della dea. “E così Morke ha deciso di farti entrare in gioco… ma non ci rimarrai per molto.” disse Lys poco prima che uno dei serpenti di Jormungandr non le apparve alle spalle inghiottendola in un boccone, ma fu inutile visto che Lys uccise il servente da dentro con un’altra esplosione di luce per poi lanciare dei colpi laser contro Noar, Noar con del fuoco indaco provò a farsi scudo dagli attacchi della dea ma Lys non era nemmeno paragonabile a Lyserg, la sua forza lo surclassava su molteplici punti di vista.
Non importava quale elemento usasse Noar per provare a colpirla la luce di Lys annichiliva e rendeva vano ogni tentativo di rivalsa persino gli altri dei non riuscivano a reggere il confronto, provò sollevando una montagna che aveva resto color indaco per poterla controllare e farla crollare addosso alla dea e allo stesso tempo da sotto terra fece apparire dei rampicanti che la tenessero ferma mentre le lanciava una lingua di fuoco indaco contro, Lys rimase immobile lasciandosi colpire perché quelle mosse non ebbero alcun effetto su di lei, le onde del Leviatano erano gocce d’acqua per Lys, le piante di Namu erano rami secchi, i fulmini di Zeus e le fiamme di Ignis erano misere scintille troppo deboli per farle qualcosa.
Noar provò a colpirla con un attacco fisico, ma come per gli altri dei era impotente e i suoi pugni nemmeno li sentiva mentre quando lei colpiva Noar, lui sentiva anche troppo la potenza del colpo che lo ha fatto volare per un centinaio di chilometri.
Noar anche se intontito dalla botta subita, si riprese quasi subito solo per vedere il motivo per cui gli umani non posso competere con gli dei nemmeno con in dono il potere di un dio, la dea della terra aveva scatenato un vero e proprio cataclisma i serpenti si erano messi a scavare e nel mentre la terra divenne viva e prendere la forma di un serpente di pietra e terra ancora più grande che ha inghiottito Lys per poi trasformarsi in una montagna, ma in battito di ciglia Lys si liberò distruggendo la montagna, ma non si accorse che Sun Wukong e Zeus che con un gioco di squadra unirono forti raffiche di vento con potenti tuoni imprigionando Lys in un tornado.
In quel momento Ignis scattò all’interno del tornado sparendone all’interno mentre Lys con la sua luce lo dissolse, davanti a lei c’erano Zeus che faceva roteare il Mjollnir mentre Sun Wukong sulla sua nuvola mostrava il suo lato più animalesco ruggendo, mostrando i denti e battendosi il petto.
Zeus lanciò il Mjollnir ma Lys lo fermò con una mano mentre con l’altra fermò il bastone di Sun Wukong, quello che non poté fermare fu una colonna di fuoco proveniente dal basso scatenata da Ignis mentre dal mare Leviatano ha lanciato un’altra onda che travolse Lys e Zeus ne approfittò per lanciargli contro un altro fulmine.
Quando l’onda passò Lys “sembrava” essersi destabilizzata un pochino e vederla in quello stato a fatto uscire Noar dal suo stato di trance dovuto allo stupore della forza degli dei e con tutta la sua forza sbatté il piede quasi fino a farsi male per fare allargare le ombre della zona e farle prendere la forma della melma che trascinato Lyserg nell’oblio e come con lo scontro con lui delle mani melmose spuntarono all’improvviso come funghi afferrando la dea della luce per le braccia, le gambe, per il collo dovunque pur di tenerla ferma il più allungo possibile mentre la trascinarono giù.
Ma lei non era Lyserg anche se venne risucchiata da quella melma completamente, ci mise un secondo ad uscirne e disperdere le ombre e in un battito di ciglia prese Noar per il collo e lo trascinò con se verso l’alto e lanciarlo contro Sun Wukong, il quale si preoccupò di prenderlo al volo ma era solo una distrazione modo che Lys potesse colpire sia lui che Noar e fece lo stesso con Namu e con Ignis.
E poi Lys decise di ignorare gli altri dei e focalizzarsi sul responsabile della fine del suo gioco preferito, lo prese per la testa e gliela tenette premuta sul terreno mentre si spostava alla velocità della luce, in quel momento Noar notò di star provando dolore nonostante fosse nello stesso stato di quando ha battuto Lyserg al torneo e i suoi poteri oscuri sembravano spariti visto che non riusciva ad attivarli, quando fermò la corsa diede un calcio alla schiena di Noar per farlo sollevare e riempirlo di una raffica di attacchi di luce e con un pugno lo ha fatto volare in alto nel cielo fin sopra le nuvole dopo di che lo raggiunse in un attimo lo prese per i capelli e gli urlò “SEI FINITO!!!” per poi lanciarlo con tutta la sua forza verso il basso trasformando Noar in un piccolo meteorite bruciato e consumato dalla forza di gravità e dall’atmosfera del pianeta finché non si schiantò rovinosamente al suolo.
In quel momento Noar si sentì così impotente da riportagli alla mente lo scontro con Lyserg e la sua quasi invincibilità, uno dei suoi occhi era accecato dal sangue che sgorgava da una ferita alla fronte e i suoi muscoli facevano male anche al minimo movimento, in quell’esatto momento scese la dea della luce con tutta la calma del mondo mentre guardava Noar soddisfatta del suo operato mentre tra le mani caricava un altro attacco di luce, ma prima che lo lanciasse qualcosa la fermò, girandosi vide il suo braccio dissolversi e perdere forma e che la stessa fine lo stava facendo il resto del corpo ad alta velocità finché di Lys non rimase una fiammella bianca, piccola e innocua.
Noar rimase confuso in un primo momento per poi notare che anche il suo potere stava sparendo, dal cielo apparve una donna con una maschera bianca con le corna, indossava un lungo abito fluttuante color indaco quasi nero sul quale si potevano ammirare costellazioni mai viste prima, dei lunghi e candidi capelli turchini fuoriuscivano dalla maschera, non aveva le gambe era come trovarsi di fronte il fantasma di una creatura apertamente satanica anche se il solo guardarla dava una sensazione di calma, era così pura, così candida quasi onirica.
Tra le mani si poteva notare una fiammella violacea che venne presto raggiunta da quella bianca che rappresentava ciò che restava di Lys e ben presto tutti gli altri dei fecero la stessa fine di Lys trasformandosi in piccole fiammelle di vari colori e finire tra le mani della figura misteriosa.
Noar fece uno sforzo immane anche solo per parlare per chiedere chi fosse lei e che cosa avesse fatto agli dei “Io non ho un nome e non voglio averlo, ma i miei figli mi chiamano la madre della creazione, questo mio figlio dell’elemento dell’oscurità mi ha avvertito di ciò che stava succedendo (indicando la fiammella violacea), e del gioco che ha fatto partire la figlia che stava per ucciderti, mi scuso per quanto è accaduto con lei.” al che la madre della creazione schioccò le dita facendo guarire le ferite di Noar e ricostruì la città che era stata spazzata via dalla battaglia degli dei, una volta finito di aggiustare ciò che era rotto, lei alzò le mani al cielo e le fiammelle che aveva tra le mani si diressero verso il cielo e raggiunto il limite si trasformarono in stelle cadenti sparendo nel nulla. “Che cosa ha fatto?” chiese Noar “Speravo che con questi miei figli non ci sarebbe stato bisogno di fargli vivere un’esperienza che ho vissuto io all’inizio della mia vita, ho distrutto i loro corpi immortali e ho fatto incarnare le loro anime in dei bambini umani, non avranno ricordi della loro vita passata finché questa nuova vita che ho dato a loro non finirà… e spero che abbiano imparato i valori che ho imparato io.” concluse la madre della creazione per poi sparire così come era apparsa.



Un mese dopo, quando più o meno tutti si ripresero da quello shock, Noar dovette subire un processo, se prima era temuto e mezzo odiato, in quel momento era odiato da più di mezzo mondo, dopo la battaglia degli dei e la loro incarnazione umana praticamente ignota, le persone realizzarono che i loro amati dei erano ufficialmente spariti e non sapevano se un giorno li avrebbero rivisti, dopo un primo momento di crisi la gente cominciò a radunarsi difronte a villa Trix a protestare e insultare Noar vedendolo come causa primaria della collera degli dei e inseguito della loro scomparsa, considerando anche che la pioggia di luce aveva mietuto numerose vittime e la gente sentiva di dover sfogare quella loro frustrazione e disperazione e per questo si misero a fare mente locale fino trarre in conclusione che fosse Noar il principio di quella visione dell’inferno in terra.
Per questo venne deciso che a giudicarlo sarebbe stato un giudice secondo ogni sua azione.
Durante il processo Roman decise di essere gentile col fratellastro per la prima volta e per tutto il processo a preso le sue difese dato che Rodan morì durante la catastrofe e non c’era nessuno a difenderlo e Roman sentiva di dovere un favore a Noar.
Ovviamente il giudice non ha consentito a un bambino di fare l’avvocato difensore in quanto non in possesso del titolo di studi, ma quelle poche volte che ha parlato al giudice ha dimostrato di avere la stoffa dell’avvocato dopotutto tale padre tale figlio.
Ma nonostante la bravura di Roman, questo non fu abbastanza dal salvare Noar, non venne assolto e venne deciso che avrebbe scontato come pena un periodo di tempo indeterminato nella prigione nota come “Il vaso di Pandora” intanto che si sarebbe stabilito se condannarlo a morte o meno.
Il vaso di Pandora distava 5-6 ore dalla città, la prigione a primo impatto non dimostrava nulla di diverso rispetto a una prigione qualsiasi una semplice struttura nel mezzo del nulla tra le colline. Ma il vero aspetto della prigione si trovava sotto, perché la struttura era situata su un vero e proprio abisso da cui non si vedeva il fondo. La struttura che si vedeva in superficie serviva per ospitare le guardie e i criminali minori, ma più si scendeva nella prigione più i criminali si facevano peggiori.
Per scendere ai livelli più bassi bisognava prendere un’ascensore che mostrava una panoramica sulle celle, e la maggior parte delle celle appena al disotto della superficie erano vuote segno che durante la pioggia di luce qualche criminale è riuscito a uscire oppure è semplicemente morto, e lo stesso valeva per quelle più in basso.
A Noar venne assegnata una delle celle più sicure in assoluto al piano -100 (il fondo di quell’abisso) dove in genere venivano rinchiusi il peggio del peggio tra i malviventi, solo per essere sicuri che non scappi sia se fosse stato collaborativo o meno.
Quelle celle non erano molto grandi erano dei cilindri di vetro antiproiettile rinforzato che si estendevano verso l’alto modo che le guardie potessero dare il cibo ai prigionieri semplicemente gettandoglielo addosso come se fosse spazzatura, e all’interno era presente solo un gabinetto e un letto, l’unico modo per entrare e uscire era una porta di metallo posizionata a tre metri di altezza dal suolo e per raggiungerla c’era una scaletta esterna di metallo.
Quelle celle claustrofobiche erano tutte vuote, senza un prigioniero all’interno… tranne una. Si erano accorti che una cella conteneva una donna: circa trent’anni di età, lunghi capelli biondi e viola sporchi di polvere, anche la pelle era annerita dalla polvere, un occhio bianco tatuato dietro la spalla sinistra e uno nero dietro la spalla destra, indossava una collana rappresentante un’orca stilizzata, un top fucsia, dei pantaloni talmente rovinati che era difficile dire quale fosse il colore originale e che modello erano, ai polsi aveva dei bracciali di ferro con delle catene spezzate, aveva gli occhi azzurri e il aspetto non era male anche se il volto era macchiato dal del trucco sciolto e poi seccato. Quella donna stava giocando con le sue catene facendole roteare, e quando si accorse della presenza delle guardie e di Noar sorrise e iniziò ad agitare i fianchi come se stesse scodinzolando, e una delle guardie che stavano scortando Noar disse “Non so se dire, è un bene che lei sia ancora qui oppure CAZZO è ancora qui.” “Chi è lei?” chiese Noar “La tua coinquilina in questa fogna, Masama Solomon…” “La migliore dal 1973!” gridò lei mentre faceva l’occhiolino “Accuccia!” gli urlò una guardia per poi accompagnare Noar alla cella dove avrebbe avrebbe dovuto stare per tutta la sua permanenza in prigione.
Una volta dentro la sua cella Noar notò che le pareti erano state rese scivolose modo che se qualcuno fosse stato abbastanza pazzo dal provare a scalare quel muro piatto non sarebbe riuscito a salire, sembrava davvero in possibile uscire da lì, per lo meno aveva compagnia Masama da quando se ne erano andate le guardie ha fatto di tutto per ottenere l’attenzione di Noar, all’inizio picchiettava con le unghie sul vetro, poi si mise a cantare la melodia più dolce che conosceva e questo attirò l’attenzione di Noar anche se lei per star sicura che avesse i suoi occhi su di se ha abbassato il top e premuto le sue tette sul vetro “Ho capito, avevi la mia curiosità, ora hai la mia attenzione.” disse Noar con tono sarcastico, Masama si rialzò il top e iniziò a parlare “Ho saputo di quello che hai fatto la fuori, secondo me non te la meriti la cella dove sei adesso, io sì tu no.” disse Masama “Perché sei qui?” chiese Noar “Onestamente, non me lo ricordo più, ma tutti dicono che sono instabile… incapace di intendere e volere, e altre stronzate di questo tipo… non fanno che trattarmi come un mostro, e per questo mi hanno rinchiuso nel vaso di Pandora… e questo credo sia tutto, per quanto riguarda te ho sentito che oltre ad essere stato un campione hai visto l’inferno la fuori.” “Io CI VIVO all’inferno.” “C’è posto anche per me all’inferno? Quello vero non questo buco buio, umido, puzzolente e noioso.” Noar ridacchiò “Non so quanto ti conviene.”

Un mese e mezzo dopo, Noar sembrava essersi abituato a quell’ambiente, passava le giornate a parlare con Masama dall’altra cella e a fare giochetti di parole e indovinelli con lei, una volta settimana una decina di guardie scendevano al loro livello per controllare che nessuno facesse scherzi e erano tutti protetti con tute antiproiettile e armati con fucili e pistole di riserva in caso venissero disarmati, ma quella settimana le guardie hanno sparato come dei pazzi durante la revisione il che era strano visto che lì c’erano solo Noar e... Masama, era uscita sporca di sangue e armata, si passò sulle labbra il sangue per lasciare l’impronta di un bacio sul vetro della cella di Noar.
“C-c-come hai fatto a uscire?!” chiese Noar “Mi ero rotta di stare nella mia stanzetta, così dopo l’ultima revisione ho cominciato conservare parte del mio cibo e l’ho usato per dipingere la mia cella finché non sembrasse che il vetro fosse incrinato, quegli idioti decisero di trasferirmi in una nuova cella ma… è stato il farmi uscire il loro errore e ora ho le chiavi e le armi, possiamo andarcene!” disse Masama “… Grazie, ma no -disse Noar lasciando Masama di sasso- apprezzo che tu voglia liberare anche me ma non voglio uscire, tutto quello che faccio mi si ritorce contro: ho provato a farmi un amico al God’s Champion ed è morto, ho vinto il torneo e prima tutti mi hanno odiato poi c’è stata la fine del mondo, ho contribuito al salvarlo e guarda dove sono ora.
Qualsiasi cosa faccio sbaglio, penso che finirò di scontare la mia pena prima di fare qualsiasi cosa, scusa Masama.” “Ok, se è questo il tuo desiderio… -disse Masama con tono triste- sappi solo due cose: quando uscirò da qui ti aspetterò la fuori e secondo… -Masama usale scalette per arrivare alla porta, per poi aprirla- io prima di andarmene devo fare una cosa che piacerà ad entrambi.” concluse Masama prima di gettarsi su Noar.
Dopo un paio di orette Masama salì sull’ascensore e ricaricò le pistole e una volta arrivata ai piani esterni iniziò a sparare a tutto ciò che si muoveva.
Ma mentre Masama portava avanti la sparatoria colpo dopo colpo la sua visuale si sfocava sempre di più, la sua concentrazione stava passando dai bersagli che aveva davanti al mal di testa improvviso che stava crescendo e quasi subito dopo le venne anche mal di pancia.
Con tutte quelle distrazioni finì per essere presa per la gola da un paio di guardie e messa con le spalle al muro.
La guardia che la teneva per il collo stringeva sempre di più la presa mentre l’altra la puntava con la pistola, i due erano pronti ad ucciderla se necessario ma Masama fece una brutta sorpresa alla guardia che la teneva per il collo con un improvviso conato di vomito negli occhi.
Questo fece mollare la presa alla guardia permettendo a Masama di riprendere le pistole e sparare ad entrambe le guardie a sorpresa, una volta uccise le due guardie rimanenti Masama notò che non c’era più anima viva nella prigione e per quanto una parte di lei era emozionata l’altra parte era triste e voleva Noar al suo fianco in quel momento, nonostante continuava ad avere dei conati di vomito improvvisi.
Una volta che il suo stomaco si “stabilizzò” si mise a cercare negli delle guardie le chiavi di una macchina e andarsene chissà dove, mentre Noar era ancora nella sua cella.



Sul giornale riporta la seguente notizia: Sono passati dieci anni da quando l’ultimo campione del God’s Champion è stato arrestato, la sua sorte dopo essere stata combattuta per anni se dargli l’ergastolo o la pietà è stata decisa, la potente casata della famiglia Ray ha vinto la causa ed è stato stabilito che l’ultimo campione venga condannato alla sedia elettrica nonostante le numerose proteste sulla condanna a morte dell’ultimo campione.
La donna che fino a un secondo fa stava leggendo il giornale, disgustata da quanto riportato scritto sputò sul giornale per poi accartocciarlo e buttarlo nel fuoco del camino, in quel momento suono di passi attirò la sua attenzione fino a che il suo sguardo non si posò su un bambino di dieci anni circa, capelli neri e spettinati e due occhi azzurri avvolti dalle lacrime, teneva stretto il peluche di un cagnolino.
“Core… che è successo pensavo fossi a letto?” disse la donna “Ho avuto un incubo mamma… sigh* me lo dai un abbraccio?” chiese il bambino, lei lo strinse a se canticchiando una dolce melodia simile a una ninna nanna apposta per calmare il piccolo Core.

"When your whole world is going mad,
just sit back and watch, and it won't seem so bad.
Remember the love that once you'd know,
it help to pass days and you won't be alone.
A shine on the horizon betrays the darkened sky.
But I've won't dream of power
spending hours beneath lantern light.
...
And why do they fight? Do they even know?
Since reason fell, from out of season long ago.
Here passes one more abandoned child,
and here a stay a crooked man
smiling a crooked smile.
A shine on the horizon betrays the darkened sky.
But I won't hope for power
spending hours beneath lantern light."

La canzone si fermò con le lacrime di Core, lasciando il posto a un sonno più calmo e tranquillo, la madre lo portò in camera sua e lo mise sotto lo coperte, gli diede un bacio sulla fronte e con calma uscì dalla stanza.
Mentre anche lei si apprestava ad andare a letto, si fermò un attimo a guardarsi allo specchio e commentare “Sì, sei invecchiata… ma hai ancora il tuo tocco, la migliore dal 1973.” concluse per poi andare anche lei a letto e riposare in pace.

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