Then what if

di Nephertiti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prove sufficienti (Ladro!LevixLettore) ***
Capitolo 2: *** Curiosità divertenti e scomode verità ***



Capitolo 1
*** Prove sufficienti (Ladro!LevixLettore) ***


Note dell’autrice a fine capitolo

 

 

LEGENDA:
 

(t/n): Tuo nome
 

(t/c): Tuo cognome
 

(c/o): Colore occhi
 

(c/c): Colore capelli
 

(c/p): Colore pelle

 

 

 

 

 

Prove sufficienti (Ladro!Levi x Reader)

 

 

 

 

 

Sono trascorsi mesi dall’ultima volta in cui hai interagito con un essere umano.

Parlare con i tuoi orsacchiotti o altri peluche non è d’aiuto perché loro non rispondono mai, ma speri ancora che qualche giorno potranno dire qualcosa, anche se si potrebbe trattare di qualcosa di offensivo, considerato che li bombardi di informazioni inutili ogni giorno, dopo la scuola.

Devi ammettere a te stessa che una ragazza di diciotto anni non dovrebbe avere animali impagliati e ancor meno parlare con loro.
Per te, comunque, rappresentano un anti-stress. Di solito quando le persone non ti rivolgono parola, parli con te stessa nella tua testa.
Non è il massimo, ma è pur sempre qualcosa.
In più, non sei proprio incline a interagire con le persone.

Non sei la ragazza sicura di sé, ottimista e allegra che tutti adorano e con cui amano socializzare. Non sei neppure la misteriosa ragazza emo, ti piace semplicemente girovagare per la biblioteca per la maggior parte del tempo e parlare il minimo indispensabile con gli altri, perché pensi che, se anche lo facessi, di sicuro non ti capirebbero.
Tralasciando quel dettaglio, sai anche essere divertente e allegra, se solo avessi qualcuno con cui esserlo.

Quindi eccoti ancora una volta seduta da sola nella tua stanza, a fissare la tua tigre di peluche come se, guardandola intensamente, potrebbe fare qualcosa di incredibile da un momento all’altro.
O così ti piace immaginare.

Giunta alla conclusione che la tigre non farà nulla, almeno non nell’immediato, sospiri pesantemente e rotoli giù dal letto, reprimendo l’impulso di grugnire irritata, mentre la tua mano fruga tra le lenzuola in cerca del cellulare, che dovrebbe essere da qualche parte nelle vicinanze.

Quando tocchi finalmente il dispositivo freddo, lo porti davanti al viso e fissi lo schermo con ben poco interesse, sospiri di nuovo e apri la tua playlist, inserendo il cavo nel cellulare e le cuffie nelle orecchie e lasciandoti trasportare dalla musica, anziché rivolgerti nuovamente a uno dei tuoi peluche come fosse il tuo psicoterapeuta.
Il ritmo della tua canzone preferita ti esplode nelle orecchie, il volume è quasi al massimo, ma non ci badi troppo.

Rotei gli occhi al cielo quando ricordi il “non-così-insolito” avvenimento odierno, vale a dire un'altra bravata tra i tuoi compagni di classe, che hanno insultato e preso di mira una ragazza con uno “status sociale” inferiore.

Ti alzi dal letto e ti dirigi nella cucina del tuo piccolo appartamento, alla ricerca di qualcosa che interrompa quello strano brontolio nello stomaco, come se avessi ingerito la pozione di una strega.

Tuttavia, una volta aperto il frigo, trovi solamente una scatola di latte e un piatto con alcuni pomodori e delle fette di prosciutto, comparsi per magia o qualcosa del genere.
Innanzitutto non ricordi di aver comprato del prosciutto, quindi non hai idea di come sia finito su quel piatto, a fette, insieme ai pomodori.
Chiudi il frigo, considerando l’idea che degli alieni abbiano comprato per te il prosciutto e lo abbiamo nascosto nel frigo.
È quasi impossibile, così com’è impossibile che tu possa avere una conversazione con un essere di genere maschile, quindi mai dire mai.

Rovisti nelle mensole in cucina, cercando qualche alimento che ti ispiri, ma alla fine ti devi accontentare dei cereali.
Li versi in una ciotola e lasci che i tuoi pensieri scivolino via insieme ad essi, mentre raccogli un cucchiaino dal cassetto.
Infine ti siedi e torni ad ascoltare la musica, mentre riempi la bocca con quei cereali non-poi-così-vecchi.
Una volta terminato il tuo pasto “estremamente soddisfacente”, il tuo stomaco brontola, facendoti grugnire esasperata.

Torni nella tua stanza e afferri un libro, lasciandolo cadere con un tonfo sul letto, prima di spalancare la finestra nella camera.
Ti siedi con le gambe incrociate, il tuo busto appoggiato alla parete vicino la finestra.
Sorridi appena, osservando la copertina del libro.
È un libro interessante.
I personaggi hanno delle personalità complesse.
La trama è stimolante, lo sviluppo è davvero straordinario.
Grammatica complessa ma comprensibile, con descrizioni dettagliate. Narra di posti intriganti e strane vicende, ma pur sempre avvincenti, e di ostacoli stravaganti ma non poi così insoliti.

Comunque non riesci a comprendere una cosa.
L’antagonista è uno stronzo, e questo lo puoi anche capire, tutti gli antagonisti lo sono.
Ma allora perché diavolo lo è anche il protagonista?
L’antagonista è malvagio e leggermente ottuso, ma il protagonista – Logan, è un completo idiota allo stesso modo.
È un delinquente che è cresciuto fumando erba nel giardino di casa dei suoi genitori divorziati e poi è arrivata una ragazza – Silvania, che ha chiesto il suo aiuto per uccidere un uomo, così le loro avventure sono iniziate.
A metà del libro, lui insulta ancora tutti, sa essere tanto affascinante quanto un completo idiota, fuma ancora erba, beve alcol e mente alle persone per ottenere quello che vuole.
E nonostante sia una ragazza brillante, a Silvania non può importare meno, perché continua ad amarlo fino alla morte.
Ed è quello che non riesci a capire.
Comunque Logan, oltre a comportarsi da stronzo, sa anche manipolare le persone, essere un enorme bugiardo, un attore impeccabile e persuasivo in modo impressionante.
Per l’amor del cielo, è riuscito a convincere un re a vendere il suo intero regno in cambio di alcune gomme da masticare e della cocaina, com’è stato possibile?
Non lo sai. Non riesci a immaginarlo.
Ma è assolutamente sicuro che salteresti fuori dalla finestra per seguire un ragazzo del genere.
E non solo perché sarebbe un piacere per gli occhi da guardare, se assomigliasse a Logan, vorresti un ragazzo che si comporta proprio come lui, ti piacerebbe scoprire se esiste una persona del genere.

Anche se ne dubiti fortemente, nonostante l’autore stesso del libro (Fred Harper) ha menzionato Logan, dicendo che è basato su una persona che esiste realmente.
Se così fosse, vorresti assolutamente incontrarlo, o incontrarla, e conoscerlo di persona, perché alcuni scarabocchi su un foglio bianco non sono prove sufficienti per esserne certi.

Proprio quando stai per tirare un lungo sospiro, sperando di incontrare una persona così perfettamente imperfetta, riesci ad udire un tonfo, poi noti un’ombra comparire nella tua stanza.
Avverti una mano afferrarti l’avambraccio e una sfilarti le cuffie, prima di forzarti a lasciar cadere il libro.
Sbatti le palpebre più volte e velocemente, qualcosa di affilato, puntato sul tuo collo, ti solletica la pelle.
Respiri a fatica e impieghi tutta la tua forza di volontà per non muoverti, altrimenti il coltello sulla tua gola lascerebbe un segno permanente.

“Se emetterai anche solo un verso, ti taglierò la gola.”
Sibila una voce alle tue spalle, vicino all’orecchio.

Ti sembra quasi… familiare.
Non è come se l’avessi già sentita in passato, è più come… come se sapessi a chi potrebbe appartenere.
Profonda e lievemente roca. Fredda e severa, con una punta di ostilità.

Cosa?

Questa è esattamente la descrizione della voce del protagonista nel libro.

Non può essere… giusto?

Rimani immobile per alcuni secondi, ascoltando il suo respiro irregolare vicino il tuo orecchio, mentre lui tiene saldamente il coltello sulla tua pelle, rendendoti ancor più nervosa.

Non che non ti farebbe lo stesso del male se rimanessi immobile, ma stai perdendo la pazienza.
Cosa sta aspettando in ogni caso?
Poi lo senti.
O meglio, li senti.

“Dove diavolo è finito quel ragazzino?”, urla la voce di un uomo fuori dal tuo appartamento, facendoti spalancare gli occhi e desiderare di scomparire fra le lenzuola, ma il pericoloso sconosciuto alle tue spalle ti è d’ostacolo.

“Non lo so! Probabilmente in fondo alla strada! Quando lo catturiamo gli staccherò quella sua testolina.”
Stavolta è una voce femminile a parlare e la paura cresce dentro di te.
Cos’ha fatto quel ragazzo per farli infuriare tanto?

“No, prima lo torturiamo e poi gli tagliamo la testa. Gli serva da lezione per averci derubato.”, ringhia l’uomo e tu provi a rimpicciolirti nella presa del ragazzo, sperando di poterti rannicchiare abbastanza da scomparire.

Proprio a te doveva capitare?

Malgrado tu sia spaventata per la tua incolumità, non scoppi a piangere, ma rimani pietrificata e inorridita, aspettando qualsiasi cosa stia per succedere.
Dopo alcuni minuti, sei all’incirca, le voci intorno al condominio si affievoliscono e proseguono in fondo alla strada, probabilmente è da quella parte che continuano a cercare il ragazzo che, momentaneamente, è intento a premere un coltello sulla tua gola.
Deglutisci a fatica quando avverti i muscoli del ragazzo alle tue spalle rilassarsi, lui esala un sospiro di sollievo, quasi impercettibile, e abbassi gli occhi quando parla.

“Non muoverti e ti lascerò semplicemente andare.”

Ha, come se fosse vero.

Ladri e delinquenti non dicono mai la verità.
Chi si crede di essere? Quel Logan stronzo e affascinante che potrebbe spacciare una mucca per cinque tonnellate d’oro?
No, perché non esiste una persona del genere.
Decidendo di non recitare la parte della damigella in pericolo, in quanto nessun principe verrà in tuo aiuto, porti la mano dietro la schiena e tiri una gomitata nello stomaco del ragazzo, facendogli cadere il coltello dalle mani, un po’ per la sorpresa, un po’ per il colpo.

Con un movimento veloce e deciso, nonostante le tue mani stiano tremando e sudando senza ritegno, raccogli il pugnale e ti volti rapidamente, puntando la lama contro il ragazzo, ancora intento a tossicchiare e a massaggiarsi il punto dove l’hai colpito.

Ma, oh Dio, smetti di respirare per un istante quando incontri il suo sguardo.
Non è solo per il suo bell’aspetto, più che altro per la peculiare somiglianza tra i suoi tratti e quelli di Logan e hai almeno otto motivi per affermarlo:

1. Capelli color ebano con un taglio corto alla base e le estremità più lunghe.

2. Una carnagione chiara e lineamenti spigolosi.

3. Grandi mezzelune violacee incise sotto gli occhi.

4. Occhi di ghiaccio, quasi grigi, con delle piccole sfumature di blu  (ma non lo puoi dire con certezza perché è troppo distante).

5. Piercings sull’orecchio destro e il sopracciglio sinistro.

6. Il tatuaggio di una tortora che spicca il volo sul collo.

7. Indumenti scuri e consumati, con uno strano logo di una band su di essi.

E ultimo, ma non per importanza.

8. Un cipiglio molto, molto intimidatorio.

Quel ragazzo assomiglia così tanto a Logan che, se l’avessi incontrato in altre circostanze, gli avresti chiesto un autografo o qualcosa del genere.
Tenendo sotto controllo il tuo shock, lo stupore e il lieve eccitamento per la scoperta, non gli dai modo di mettersi comodo sul tuo letto e avvicini il pugnale al suo petto.

Lui alza lo sguardo su di te, divertimento e pericolo riempiono i suoi occhi di ghiaccio mentre ti osserva.

“Non provare a muoverti o ti colpirò di nuovo e stavolta non userò il mio gomito, non sarai così fortunato.”, dici, lanciando un’occhiataccia nella sua direzione e provando a mantenere un tono di voce sicuro, nonostante tu non abbia conversato con una persona reale per molto tempo.

Lui si lascia sfuggire una lieve risatina e ti osserva, un genuino interesse brilla nei suoi occhi.

“Cosa ti diverte?”, domandi duramente.

Inarchi un sopracciglio quando emette un piccolo sbuffo e si muove, in cerca di una posizione più comoda sul tuo letto, il coltello saldamente puntato contro di lui.
“La tua voce è così fioca, principessa. Hai rotto col tuo ragazzo o qualcosa del genere?”, domanda e in quel momento realizzi di non aver parlato ad alta voce per quasi un mese.
Non a scuola, neppure a casa, e tanto meno ai tuoi genitori che non vivono nemmeno con te.
Nessuno.
Questa è letteralmente la tua prima interazione con un essere umano dopo settimane.
È ovvio che la tua voce sia flebile, non l’hai più utilizzata.
Ma quello che ti mette ancor più a disagio è la sua domanda.
Quest’imbecille crede sul serio di poter entrare in casa tua, minacciarti e fare ipotesi sulla tua vita privata?

“Prima di tutto, non ne ho mai avuto uno.”, replichi a tono, ma gli occhi del ragazzo si allargano per la sorpresa, sembra che ti creda una ragazza popolare, invece è leggermente fuori strada.

“Come ti viene in mente di chiedermi una cosa del genere, quando potrei semplicemente pugnalarti se mi dicessi qualcosa che ritengo sgradevole?”

“Mi pare logico. Con o senza il mio coltello, o un’arma di qualsiasi tipo, in una lotta fra me e te, sarei io ad uscirne vittorioso, principessa.”, annuncia lui, alzando e abbassando velocemente le spalle.
Deglutisci piano, mentre trattieni il respiro e poi cerchi di darti un tono.
Non puoi nutrire il suo già enorme ego.
Un altro tratto che lui e Logan hanno in comune. Lui è chiaramente uno stronzo, ma la vera domanda è fino a che punto lo sia.

“Non spingermi a smentirti.”, sibili e lui reprime un ghigno.
Ha potuto constatare che ne hai di coraggio.

“Allora perché non lo fai?”, ti provoca con noncuranza, dalla sua voce profonda trapela quanto la situazione lo diverta.

“Non mi dispiacerebbe, ma questa è casa mia, prima di tutto. Se te ne vai immediatamente non chiamerò la polizia.”, lo minacci con un’occhiataccia, il che non fa altro che incrementare il divertimento del ragazzo.
“Principessa, siamo onesti. –, inizia a dire cupamente, mentre la paura nei tuoi occhi (c/o) aumenta. – Non oseresti farlo...”, taglia corto.

Negli istanti successivi le tue mani sono immobilizzate sopra la testa, il coltello è caduto sul tappeto con un sonoro tonfo e lui è seduto a cavalcioni su di te, in una posizione tanto scomoda quanto intima.

“Ora, lo faresti?”

Sembra che riesca a guardarti nell’anima. Deglutisci a fatica, il tuo cuore accelera il ritmo e senti la bocca asciutta nel giro di pochi secondi. La sua presa è stretta e le sue mani sono fredde e lievemente ruvide per il modo in cui creano attrito sulla tua pelle.

Comunque, a quella distanza ravvicinata, puoi constatare che ci sono pagliuzze blu nelle sue iridi grigie, e fissi il suo viso come ne fossi ipnotizzata, sentendo anche i suoi occhi scrutare il tuo volto.

Puoi vedere chiaramente la cicatrice che gli attraversa il sopracciglio, le sue lunghe ciglia e perfino annusare il profumo del suo shampoo alla lavanda, mescolato con quello che presumi sia fumo di sigarette e qualcosa che ti ricorda incredibilmente il tè nero.
Il suo profumo è molto più che piacevole, crea dipendenza.

Lui ti guarda di rimando senza spiccar parola, anche quando si rende conto che stai scrutando il suo viso. Non sa il perché, ma siccome lo stai facendo tu, anche lui si sente autorizzato ad esaminarti a sua volta.
La tua pelle (c/p) sembra così soffice che vorrebbe allungare la mano per accarezzarla, i tuoi grandi occhi (c/o) appaiono seducenti, con quella scintilla di malizia in essi e, contemporaneamente, di tenerezza, quando sbatti le ciglia di tanto in tanto.

Può constatare che i tuoi capelli sono decisamente morbidi, e quel (c/c) si sposa bene col tuo incarnato e col colore dei tuoi occhi.
Il tuo profumo è dolce, ma non riesce a capire cosa gli ricorda, è il profumo naturale della tua pelle, probabilmente, e gli piace.
Le tue labbra dischiuse, così piene e dall’aspetto morbido, sono proprio invitanti così come lo è la tua figura minuta sotto di lui.

Sbatte le palpebre un paio di volte per riprendersi dalla trance in cui è caduto, lascia andare i tuoi polsi e raccoglie rapidamente il coltello dal pavimento, mentre tu rimani a fissare il soffitto per qualche secondo, poi sussulti, il tuo viso si tinge di rosso e lo fissi come se potrebbe ucciderti da un momento all’altro.

D’accordo lui è definitivamente uguale a Logan e, se la tua mente non sta illudendo sé stessa, hai condiviso con questo delinquente un momento intimo simile a quello che ha avuto Logan con Silvania in uno dei primi capitoli, quando si sono incontrati.

Okay – respiri un paio di volte, i tuoi occhi ancorati alla sua figura mentre provi a calmarti, - questa è una coincidenza, niente di più.

Dovresti scoppiare di gioia per aver avuto un momento simile con uno sconosciuto che assomiglia in tutto e per tutto a Logan, tuttavia quello sconosciuto ha un coltello, che ha usato per minacciarti, quindi dovrai rimandare a dopo i tuoi vaneggiamenti da fan.
Se dovesse esserci un dopo, chiaramente.

Il tuo corpo trema al pensiero di una sua prossima mossa, adesso è lui quello armato.
La tua faccia non sa se assumere un’espressione terrorizzata o nauseata, sceglie di mischiare un po’ tutto e probabilmente adesso sembri in procinto di vomitare, come se un fantasma raccapricciante sia appena uscito dal tuo frigorifero.

Sì, quella è la descrizione più appropriata.

Ma cosa fa lui alla fine?

Qualcosa che non ti saresti mai aspettata e che ricorderai per molto, molto tempo.
Si sfila la felpa nera e te la lancia addosso, prima di saltare sul cornicione della finestra e posizionare il coltello sul retro del suo anfibio.
“Stai tremando come una fottuta foglia, copriti, principessa.”
E così dicendo salta giù, lasciandoti a bocca aperta.

Sfrecci anche tu vicino alla finestra e ti sporgi, aggrappandoti al cornicione, così noti come il ragazzo sia atterrato nei cespugli vicino al condominio.
D’altronde l’edificio è composto solo da quattro piani e tu hai scelto di comprare un appartamento al primo piano, quindi è solo colpa tua se è accaduto tutto questo.
Vedi il ragazzo correre lungo il piccolo cortile, che dovrebbe rappresentare il giardino dell’edificio, quando si volta un’ultima volta.
Riesci a sentirlo, mentre urla: “Non tirare delle cazzo di gomitate a persone che hanno dei coltelli, principessa.”
In un lampo è in mezzo alla strada e tu ricadi mollemente sul tuo letto, confusa, in preda allo shock.

Con gli occhi spalancati fissi il vuoto, il tuo battito cardiaco ancora accelerato, le tue mani stringono il tessuto soffice della felpa che lui ti ha lasciato.
Con un sospiro, ti abbandoni sul letto, stringendo maggiormente la felpa, annusandola appena, anche se questo ti fa sembrare la peggior maniaca del Paese.
Ma diamine quanto profuma.
Profuma proprio come lui.
Lavanda, chiaramente l’odore del suo shampoo, sigarette, perché deve aver fumato prima di uscire, e un tenue odore di tè nero.
Nonostante il tuo interesse per quel profumo e il modo in cui ti ipnotizza, quando ti muovi sul letto, in cerca di una posizione più comoda, riesci ad avvertire un oggetto spigoloso ficcarsi nel tuo fianco.

Sposti una mano dalla felpa all’oggetto sotto di te e lo afferri diffidente, prima che i tuoi occhi si spalanchino, capendo che probabilmente appartiene al ragazzo.
Ed è forse il motivo per cui quelle persone gli stavano dando la caccia, chiunque fossero.
Mettendoti a sedere sul materasso, guardi accigliata la scatola di metallo e, dopo aver lasciato la felpa, decidi di aprirla.

Ciò che vedi all’interno ti fa scoppiare a ridere.
Questo è decisamente troppo, perché il contenuto della scatola corrisponde perfettamente a ciò che aveva rubato Logan la prima volta che è scappato di casa.

Una busta di plastica con della cocaina. Un set di foglie da tè. Un pacchetto di gomme da masticare.
Con un piccolo sorriso guardi il cielo scuro all’esterno, immaginando nella tua testa il prossimo incontro con il misterioso ragazzo di cui non conosci ancora il nome.
Sbuffi e guardi nuovamente la scatola, molto più che soddisfatta.
Dopotutto, sembra che tu debba saltare giù dalla finestra.

Hai prove sufficienti per farlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

 

Salve gente! Per tutti coloro che sono arrivati fino a questo punto, vi ringrazio calorosamente.

Vi spiegherò in cosa consiste la mia idea: ho intenzione di pubblicare numerose one-shot con diversi personaggi di AOT (ma in particolare Levi) che ho letto su un altro sito.

L’autrice mi ha dato il consenso per tradurle e considerato che, personalmente, ho trovato le sue fanfictions interessanti, ho deciso di divulgare anche qui un paio di “PersonaggioxLettore”, una categoria poco utilizzata su questo sito e sconosciuta a molti.

Come avrete notato, la storia si svolge come se foste voi a viverla in prima persona, ecco il motivo della legenda, dovrete pensare al colore dei vostri capelli o della vostra pelle e così via.

Questa one-shot in particolare è una delle prime che ho letto e l’ho trovata simpatica, ma ne pubblicherò altre con trame più intriganti. Se dovesse ottenere un discreto successo, potrei pubblicare il seguito, sappiate che ci sono altre due parti.

Quindi fatemi sapere cosa ne pensate, o eventuali errori grammaticali.
Sono ben accetti consigli di qualsiasi tipo.

Vi lascio il link dell’originale, se voleste dare un’occhiata.

 

 

https://www.deviantart.com/stilemawillow/art/Evidence-Enough-Thief-Levi-Reader-643397825

 

 

 

A presto, Nephy_

 

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Capitolo 2
*** Curiosità divertenti e scomode verità ***


 

LEGENDA:

 

(t/n): Tuo nome
 

(t/c): Tuo cognome
 

(c/o): Colore occhi
 

(c/c): Colore capelli
 

(c/p): Colore pelle

 

 

 

 

 

Curiosità divertenti e scomode verità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La parte divertente nel prendere in giro qualcuno che ha una cotta, è che puoi deriderlo fino alla morte perché non ti riguarda.

 

La parte meno divertente è che Hanji Zoe sa perfettamente per chi hai una cotta e ha deciso di usare contro di te quell’informazione, perché è chiaramente annoiata.

 

“Lo farai.”
Gli occhi scuri di Hanji brillano nell’oscurità, mentre ti osserva dall’altro lato del tavolo, e tu cerchi di ignorarla, affondando il naso nella pila di fogli che lei avrebbe dovuto compilare.
Stringi le labbra, non hai intenzione di cedere al suo sguardo persistente, non per i prossimi quindici secondi almeno.
“Non ho mai accettato.”, replichi debolmente e la scienziata ti ride in faccia.
È così divertita che colpisce la superficie del tavolo con la mano, e un paio di fogli finiscono sul pavimento. Li osservi volare in ogni dove, certa che dopo sarai tu a doverli raccogliere.

 
La parte divertente è che Hanji Zoe non è mai stata dichiarata come “mentalmente instabile”.

 
La parte meno divertente è che lei trae vantaggio dalla situazione, giustificando la sua instabilità mentale con la scusa di essere una scienziata.

 
“Non ho bisogno del tuo consenso.”, afferma con un largo sorriso, dopo essersi calmata. Spinge i suoi occhiali sul cavallo del naso e tu deglutisci, intuendo dove condurrà il suo discorso.
La cosa peggiore è che Hanji porterà a termine qualsiasi cosa abbia pianificato.
“Siccome sono una persona ragionevole, non lo definirò un “ricatto”, ma diciamo che potrei mostrare ad un certo piccoletto degli estratti del tuo diario segreto, se rifiuti.”

 
La parte divertente
è che conosci bene Hanji Zoe.

 

La parte meno divertente è che lei, d’altro canto, ti conosce altrettanto bene per ottenere ciò che vuole.

 
“Hai rubato il mio diario segreto?”, salti dalla sedia con gli occhi sgranati e lei sorride furtivamente, mentre incrocia le braccia al petto con noncuranza.
“Ridammelo!”, esclami irata, seriamente preoccupata per la tua reputazione.
Se dovesse mostrare il diario al Caporale, ti lanceresti da un balcone, letteralmente, perché quelle pagine di diario non solo contengono fantasie sessuali che lo riguardano, ma anche delle descrizioni molto specifiche e dettagliate su quello che gli faresti, se ne avessi la possibilità, per non parlare delle parti introspettive in cui declami il tuo amore per lui.

“Temo che non sarà così facile.”, annuncia Hanji, sorridendo compiaciuta.
Posizioni con fermezza le mani sul tavolo e la guardi dritta negli occhi, intuendo che al momento non ha con sé il diario, altrimenti non sarebbe così calma, il che potrebbe significare che ti ha ingannata.
“Dunque (t/n), tornando alla sfida. Per ogni parola pronunciata oggi, che sia a te stessa o a qualcun altro, il nostro Caporale avrà la possibilità di leggere cosa ti passa per la testa quando pensi a lui.”
Sussulti impercettibilmente, mentre Hanji ridacchia sotto i baffi.
Tuttavia il Caporale è impegnato in una qualche missione segreta da un paio di settimane e dubiti fortemente che tornerà oggi stesso.
Vale a dire che Hanji non avrà occasione di mostrargli proprio un bel nulla.
“Il Caporale non è qui e dubito che tu abbia con te il mio diario.”, rimbecchi, stranamente calma.
Torni nuovamente a sedere, mentre la donna bruna inizia a ridere.
“Ma tornerà uno di questi giorni e potrei sempre chiedergli di incontrarci in privato per discutere di alcune cose.”, dichiara con una scrollata di spalle.
Al solo pensiero, un brivido ti percorre la schiena e stringi le labbra.
“Per quanto riguarda il diario, non ho bisogno di possederlo materialmente.”
La sua affermazione ti fa spalancare gli occhi.

 
La parte divertente è che Hanji Zoe è estremamente intelligente.

 
La parte meno divertente è che usa la sua intelligenza per torturarti in modi che non avresti mai immaginato.

 
“Ora, quello che ti chiedo per oggi, è di restare in assoluto silenzio. Potrai scrivere quello che vorresti dire se avrai a disposizione dei fogli o delle penne, ma non puoi portarteli dietro.”, ti mette in guardia e tu deglutisci, conscia che il gioco sia già iniziato.
“Ovviamente non puoi informare gli altri della nostra sfida, puoi sempre dire che ti fa male la gola, o hai perso la voce. Penserai tu a qualcosa.”
Questa è definitivamente quella che le persone chiamano un’amicizia tossica.
Fortunatamente il tuo odio per Hanji dura per un breve lasso di tempo, durante il quale lei si diverte a torturarti psicologicamente, poi torna ad essere gentile e affettuosa.
Ma sfortunatamente questo suo lato sadico viene fuori un po’ troppo spesso per essere considerato divertente da te o da chiunque altro.
“Abbiamo un accordo?”, domanda, con la consapevolezza che non hai altra scelta, infatti annuisci obbediente, nonostante la tua testa stia progettando di ucciderla in mille modi differenti.
“Bene. –, esclama lei entusiasta, prima di indicare la porta. – Sei congedata, finirò io qui. Ricorda, non una parola.”
Tu scatti in piedi e ti avvicini alla porta, calpestando con rabbia il pavimento e pensando a un modo per vincere quella sfida.
Non devi parlare e quindi non puoi neanche cantare. Non puoi scrivere, a meno che non ti capiti sottomano un foglio o una penna. Potresti comunicare col linguaggio dei segni, ma impiegheresti troppo tempo.
Al momento l’opzione migliore è nasconderti nella tua camera, al sicuro, e trascorrere il tempo dormendo.
Tuttavia ricordi di avere un allenamento in meno di due ore e di aver promesso ad Eren di incontrarvi un po’ prima.
Questo potrebbe essere un problema.

Ciò nonostante ti incammini nel tuo dormitorio, potresti leggere un libro o pulire le tue spade per passare il tempo.
Ed è esattamente ciò che fai, ma questa è la parte facile, infatti, due ore dopo, sei costretta ad uscire dalla tua camera.
Raggiungi il campo di addestramento, dove probabilmente Eren e Mikasa ti stanno già aspettando.
Sai che Armin, almeno, dopo aver aiutato Hanji con le sue scartoffie, sarà occupato a cercare per lei un qualcosa di utile ai suoi esperimenti e Moblit gli darà una mano.

“Hey, (t/n)!”, Eren chiama il tuo nome allegramente e tu sorridi di rimando, evitando di aprir bocca.
Ti rendi conto che alcuni cadetti si sono avvicinati, insieme al vostro istruttore, Hanji Zoe stessa.
Sbianchi quando noti la sua figura in mezzo agli altri e, con un gesto della mano, lei ti ricorda di tenere la bocca chiusa.

“Qualcosa non va?”, domanda Mikasa accanto alla scienziata, notando il tuo insolito silenzio.
Sorridi nuovamente, per rassicurarla, ma un tic del tuo sopracciglio destro ti tradisce.
“Perché non rispondi?”, chiede ancora la ragazza dai capelli corvini, un’espressione accigliata in viso, al che premi una mano sulla tua gola con aria sofferente.
“Non puoi parlare?”, domanda Eren preoccupato e tu annuisci freneticamente, un sorriso dispiaciuto sul volto.
Hai davvero deciso di accettare questa bizzarra sfida? La conferma arriva dall’espressione soddisfatta di Hanji.
“Beh, spero tu possa rimetterti presto, possiamo andare?”
Non hai intenzione di umiliarti oltre con sorrisi forzati e ridicoli cenni del capo per annuire o dissentire, ti limiti a seguire Eren in silenzio.
Hanji ti ha resa un patetico cagnolino obbediente. – “Siedi (t/n); salta (t/n); cattiva (t/n); mostriamo al Caporale le tue fantasie più nascoste.”
Durante l’allenamento la fissi con astio per tutto il tempo.
La tua compagna di addestramento è Sasha, e questo è un bene perché non fa altro che parlare di cibo, tra un allenamento e l’altro, e non hai bisogno di aggiungere altro, ti limiti ad ascoltare quello che dice.
Il pranzo dura un paio di minuti, che a te sembrano ore.
Ti assicuri di avere sempre la bocca piena, così da non dover rispondere ad alcun quesito o prendere parte alla conversazione.
Eren è così gentile da spiegare alla maggior parte dei tuoi compagni il tuo piccolo problema alla gola, motivo per il quale non puoi parlare, ma Jean e Ymir approfittano della situazione per fare commenti di ogni tipo per provocarti, sapendo che non puoi replicare.

 
La parte divertente è che Hanji non ti ha vietato di colpire o schiaffeggiare le persone, così Ymir e Jean hanno ricevuto quel che meritano.

 
La parte meno divertente è che non puoi andare in giro a prendere a pugni chiunque decida di rivolgerti la parola e questo ti fa davvero infuriare.

Decidendo di sfuggire ad ulteriori prese in giro, lasci il tavolo in anticipo e ti avvii nelle scuderie, l’unico posto dove l’orribile odore di letame ti fa sbuffare indifferente, invece di vomitare, almeno lì sei al sicuro.
Ma probabilmente Hanji ti sta osservando nell’ombra, o ha incaricato qualcuno di tenerti d’occhio, così eviti perfino di parlare ad alta voce con te stessa, come avresti fatto di solito.
Finisci di pulire la stalla che appartiene allo stallone nero del Caporale, quando avverti degli zoccoli trottare nella tua direzione.
Ti volti, lievemente turbata, perché temi che qualche cavallo sia riuscito a scappare dal suo scompartimento, ma davanti a te si erge lo stallone a cui stavi pensando pochi istanti prima.

Solo successivamente noti il Caporale a cavalcioni su di esso, è un po’ malconcio, e quando i vostri occhi si incontrano, il tuo istinto è di chiamarlo per nome e salutarlo.
Non hai visto i suoi occhi di ghiaccio per più di due settimane, ed è lievemente imbarazzante constatare quanto ti sia mancato quello sguardo impassibile.
Tuttavia ricordi la minaccia di Hanji, e come sia vicinissima a realizzare il suo piano malefico, ora che Levi è tornato, quindi mantieni la tua bocca serrata.
Lasci entrare il Caporale nella stalla e lui scende da cavallo, lega lo stallone al suo interno, prima di salutarti con un tono di sufficienza.
Quando non rispondi, ti lancia un’occhiata stranita e domanda come mai tu non abbia ricambiato il saluto.
Il tuo debole sorriso non aiuta.

“Ti hanno tagliato la lingua mentre non c’ero o vuoi semplicemente ignorarmi?”, chiede con un sopracciglio sollevato, mentre il panico prende possesso del tuo corpo e tu gesticoli freneticamente. Non sai neppure quale messaggio vuoi trasmettere, e la paura prende il sopravvento, così schiudi le labbra e ti decidi a parlare prima che il tuo cervello possa impedirtelo.

 
“No, io…”, i tuoi occhi scorgono la figura di Hanji fuori dalle scuderie, proprio dietro il volto accigliato del Caporale, ha in mano due pagine che, con tutta probabilità, appartengono al tuo diario.
Sgrani gli occhi, terrorizzata, mentre lei si avvicina alla borsa del Caporale, intenta ad infilare lì dentro i fogli.
Una volta lì, non potresti recuperarli dal suo ufficio e non deve assolutamente leggerli.

“No cosa?”,  ti interroga con freddezza, assottigliando gli occhi con sospetto.
Il tuo sguardo si posa nuovamente su di lui, dentro di te speri in un miracolo, affinché Hanji non metta quei fogli dentro la borsa del Caporale, per punire il tuo comportamento scorretto.

“Avanti parla, ragazzina.”, insiste il Caporale con uno sguardo poco rassicurante e le braccia incrociate al petto.
La donna dai capelli bruni, intanto, ha raggiunto la recinzione della staccionata e sorride malvagia mentre si appresta a infilare i fogli nella borsa, così il tuo istinto di sopravvivenza prevale e fai la prima cosa che ti passa per la mente: afferri dal terreno la prima cosa che ti capita sotto mano e la lanci contro Hanji, quasi sfiorando la spalla del Caporale.

Sia la scienziata pazza che “la risorsa più grande dell’umanità” schivano il colpo, ma mentre il Caporale analizza il tuo comportamento insensato, tu sei già entrata nello scompartimento del suo stallone nero e hai afferrato la borsa.

“Cosa credevi di fare, cadetto?” domanda, afferrandoti per il braccio, ma non puoi rispondere.
Non potevi permetterlo: se avesse letto quelle pagine del tuo diario, ci sarebbero state conseguenze peggiori rispetto a quello che potrebbe succedere al momento.
La sua presa si intensifica, facendoti trasalire, ma non puoi cedere.
Gli consegni la borsa con un debole sorriso e uno sguardo dispiaciuto.
L’uomo dai capelli corvini te la strappa dalle mani e lascia andare il tuo braccio, non prima di averti lanciato un’ultima occhiata minacciosa.
“Mi aspetto una spiegazione dopo cena. E sarà meglio che sia convincente.”, così dicendo si incammina per la sua strada e rilassi le spalle, mentre osservi la sua schiena allontanarsi.

Di colpo Hanji compare al suo fianco, salutandolo energicamente come suo solito.
Lo abbraccia e quando lui la spinge via, noti qualcosa fuoriuscire dalla tasca della sua giacca. Fogli piegati.
Spalanchi gli occhi e corri fuori dalla scuderia, con l’intenzione di sottrargli quei fogli, ma ti rendi conto di aver bisogno di un buon piano.

 

La parte divertente è che sei brava quasi tanto quanto Hanji ad ideare un piano.

 

La parte meno divertente è che lei, solitamente, è più brava di te, e non si arrenderà finché Levi non avrà letto quegli estratti.

Levi ed Hanji si separano all’entrata del quartier generale.
Quest’ultima ti fa un occhiolino, quando ti sorprende a seguire furtivamente il Caporale.
La ignori e lo osservi entrare nel suo ufficio, diretto probabilmente nelle sua stanza personale.
Hai alcune ipotesi su come si muoverà successivamente: potrebbe mettersi a dormire o fare una doccia. Nessun’altra opzione e, siccome è appena tornato da una lunga spedizione, sei certa che si sentirà sporco.

Di certo il suo primo desiderio sarà fare una doccia, ma lascerà la sua giacca nella sua camera da letto o nel suo ufficio?
E soprattutto controllerà le tasche prima di toglierla? Non ne hai idea.
Ma non puoi rischiare che legga quelle pagine.
Molte persone penserebbero che due singoli fogli non possono fare troppo danno.
In fondo potrebbe trattarsi di qualcosa di stupido, come un qualche sfogo su qualcosa che ti ha detto e che ti ha fatto arrabbiare, o una tua descrizione dettagliata di come i suoi occhi sembrino contenere un’intera galassia, in cui ti ritrovi spesso e volentieri ad annegare.
C’è una grossa possibilità che Hanji abbia scelto qualcosa di così innocente.

In ogni caso, rimani in piedi con l’orecchio premuto contro la porta del suo ufficio per più di un minuto, poi prendi un gran respiro ed entri nella stanza, dando un’occhiata in giro.
Nessuna giacca in vista.
Chiudi la porta alle tue spalle e premi l’orecchio sulla porta successiva – quella che conduce alle stanze private del Caporale.
Non avresti mai immaginato che la tua prima visita lì dentro sarebbe avvenuta in quelle circostanze, ma se il Caporale avesse letto quelle pagine, il tuo orgoglio ne risentirebbe maggiormente, quindi meglio entrare di nascosto nel suo ufficio mentre si sta facendo una doccia, piuttosto che lasciargli leggere parti del tuo diario.

Se ascolti attentamente puoi sentire dell’acqua scorrere dietro la porta, il che significa che non è troppo tardi.
Apri con cautela la porta e muovi alcuni passi all’interno della stanza, sperando di adocchiare la giacca sul letto.

 
La parte divertente
è che è esattamente dove volevi che fosse, e questo ti fa sospirare di sollievo.

 
La parte meno divertente è che la porta del bagno è aperta e se dovessi raggiungere il letto, il Caporale ti vedrebbe.

Devi pensare a un buon piano, e in fretta. Decidi di sfidare la sorte.
Il Caporale solitamente impiega all’incirca cinque minuti per lavarsi e il tuo tempo sta per scadere.
Se dovesse vedere qualche movimento sospetto, tu riusciresti comunque ad uscire dalla stanza per tempo, certa che non sarebbe disposto a rincorrerti completamente nudo.
Ti avvicini al letto di soppiatto, ma il pavimento scricchiola in modo sinistro sotto di te.
Le tue dita si stringono velocemente attorno ai fogli e corri verso la porta, quando la voce del Caporale ti coglie di sorpresa, facendoti inciampare nei tuoi stessi passi.

“Non muoverti.”

Non che tu ci riesca, nella fretta di scappare sei scivolata e caduta rovinosamente, quindi non hai neppure la forza di lamentarti.
Il tuo naso si è scontrato col legno della porta e adesso rimani lì, immobile e dolorante, mentre il tuo superiore dai capelli corvini si staglia alle tue spalle, più vicino rispetto a prima.
Approfittando del tuo stato confuso, le sue dita sottili ti strappano il foglio di mano e delle gocce d’acqua scivolano sulle tue guance mentre lo dispiega.
Scatti in piedi immediatamente, del sangue cola dal tuo naso e hai il respiro affannato, ma al Caporale non può interessare meno.

 
La parte divertente è che indossa solo un asciugamano intorno alla vita e, in altre circostanze, avresti pensato che assomiglia ad un dio greco.

 

La parte meno divertente è che probabilmente sta per leggere le tue fantasie sessuali nei suoi confronti, il che rende tutto ancora più imbarazzante.

 
“Adesso scopriamo il motivo per cui ti sei rotta il naso, (t/c).”, annuncia con un tono di scherno, mentre l’acqua gocciola dai suoi capelli, riversandosi sul bordo dei fogli.
I suoi occhi sembrano sfiorare le parole sulla carta, mentre tu piagnucoli e cerchi di recuperare i fogli, allungando le tue dita insanguinate verso essi.

Continui a ripetere no, no, no nella testa.
Questo è il tuo peggior incubo e sta per diventare realtà.
Dopo aver letto quelle scene volgari e disgustose, lui non ti rivolgerà più la parola. O, ancor peggio, ti metterà a pelare patate in cucina per il resto della tua vita.

… Desidero condividere con te qualcosa di bizzarro. Inizierò con una descrizione. Immagina una bassa statura e delle ampie spalle.”
Recita lui ad alta voce, leggendo la pagina che contiene la tua confessione d’amore.
Hai gli occhi sbarrati e vorresti dire qualcosa, ma lui ti blocca con un cenno della mano e i suoi occhi ti lanciano un’occhiata minacciosa.
No, non minacciosa, è più un avvertimento. Sospiri pesantemente e lasci che continui ad umiliarti, anche se inconsapevolmente.

Immagina una mascella spigolosa e uno strano taglio. Immagina dei capelli color ebano e uno sguardo affilato, con delle sfumature grigie negli occhi. Immagina delle mani grandi con dita callose e affusolate e un paio di labbra sottili che non sorridono mai. Immagina sopracciglia fini e perennemente corrugate, e zigomi alti.
Immagina la cosa più bella che tu abbia mai visto. Immagina lealtà e forza e tutte le caratteristiche che cerchi in un uomo. Immagina dolcezza e gentilezza e tanto altro ancora, ben celati da un’espressione costantemente seccata.”

Il Caporale ti ha osservata per un breve istante, ma non ha smesso di leggere.
Mancano ancora delle righe.
Ed è la parte peggiore del racconto.
Hai le labbra schiuse e ti brucia la gola, è come se in esse siano spuntate spine e pezzi di vetro e questo ti impedisce di respirare propriamente, ti senti morire dentro, mentre legge a voce alta quelli che sono i tuoi sentimenti più profondi e sinceri.

E dopo averlo immaginato, realizzi che, in effetti, una persona del genere esiste. Meraviglioso, non è vero? La fregatura è che ne sei innamorata. Ma questa persona deve avere degli standard alti, non è così? Starà sicuramente cercando una persona intelligente, bellissima, gentile, forte... O magari non cerca niente. E comunque io non sono così gentile, intelligente, forte e tanto meno bella.”, la voce del Caporale si ammorbidisce mentre legge quella parte, eppure non si ferma, continua a recitare ad alta voce i tuoi pensieri più nascosti, sembra che non riesca a farne a meno.
Nel frattempo, le lacrime ti pizzicano negli occhi. Potresti sempre correre via. Ma le tue gambe non reggerebbero il peso del tuo corpo.
E probabilmente lui non ti permetterebbe di farlo.

Questo, in ogni caso non impedisce al mio cuore peccaminoso di amarlo.”
C’è una piccola pausa. Forse è scioccato. Forse non lo è.
A malapena ti rendi conto che il suo tono di voce è leggermente cambiato, tutto è così confuso e sfocato, con la manica della maglietta ti pulisci rapidamente il sangue che cola dal naso.

“Io noto ogni cosa di lui. Quel suo lato un po’ rozzo e il modo tenero in cui starnutisce. Il modo in cui la sua voce si addolcisce quando pensa che nessuno lo stia ascoltando e la sua devozione per la causa. Il suo sguardo tagliente e che lancia occhiatacce per la maggior parte del tempo. Il piccolo sospiro di sollievo che gli sfugge quando finisce di pulire. Io amo tutte queste cose di lui. Mi domando se anche gli altri le notino.
È normale? È normale che mi comporti in modo tanto sciocco e sconsiderato?
È normale che io mi sia innamorata di una persona così perfetta che non potrà mai ricambiare i miei sentimenti? Non lo so.
Forse è questo il motivo per cui mi sembra tanto strano amarlo
.”

La sua voce profonda si interrompe, ma non le tue lacrime che ormai scendono copiosamente dalle guance, ti senti umiliata e imbarazzata.
Sai che ti rifiuterà. E ti dirà di non rivolgergli mai più la parola.
Potrebbe anche insultarti o lanciarti addosso quel pezzo di carta che stringe fra le mani.

 

La parte divertente è Levi Ackerman ha molti difetti, a volte può essere rude, ma non farebbe nessuna delle cose elencate di sopra.

 

La parte meno divertente è che sei sommersa dalle tue emozioni per ricordarlo.

“Suppongo che sia tu l’autrice.”, annuncia Levi, facendo un passo avanti e piegando il foglio a metà, mentre tu continui a nasconderti il viso con le mani.
D’improvviso senti la sua darti dei colpetti sulla testa e ti sfugge un singulto.

“Datti una calmata e non piangere.”, ti consiglia con una punta di tenerezza nella voce.
Ritrae la mano e fa qualche passo indietro, prima di costringerti a scoprire il viso e a guardarlo.
“Il tuo naso non ha smesso di sanguinare. È disgustoso.”, ti rimprovera, rivolgendoti uno sguardo torvo.
Ma usa un suo fazzoletto per pulirti la bocca e il mento. Spalanchi gli occhi per il gesto, ma le lacrime continuano a scendere.
Lo sguardo del Caporale è di nuovo sul tuo.

“Smettila di piagnucolare (t/n). Non ti brucerò sul rogo per avere dei sentimenti.”, dice, piegando il fazzoletto ed utilizzando la parte pulita per asciugarti le lacrime.
Sussulti, prima di guardare la pagina che impugna nell’altra mano.
Cerchi di raggiungerla, ma lui indietreggia, scuotendo la testa.
“No, questa la tengo io.”

“Non hai intenzione di parlare, non è così? Nemmeno negare di averlo scritto? O confessarmi i tuoi sentimenti di persona?”
I suoi occhi sembrano sprigionare scintille, mentre ti pone quelle domande e avresti paura di rispondergli anche se avessi il consenso di parlare, senza temere le conseguenze.
Il Caporale sospira pesantemente e solleva il foglio in modo che entrambi possiate osservarlo.
“Immagino che sia il momento di essere sincero. Avevo già letto queste parole, o almeno la parte iniziale.”
Le tue pupille si dilatano per lo shock e fai un passo in avanti, incerta, al che Levi solleva un sopracciglio.

“Vedo che la cosa ti interessa. Avevo trovato questi fogli mentre pulivo la scrivania di Hanji prima di partire. La calligrafia era la sua, ma quello non era il suo modo di scrivere. Non ho potuto continuare perché il suo assistente è entrato nella stanza.”
Capisci che si riferisce a Moblit.
Il terrore prende possesso del tuo corpo all’idea che lui abbia già letto alcune righe di quelle pagine.
L’intera vicenda era già abbastanza imbarazzante senza quel dettaglio.
Poi lui riprende la parola.
“Vuoi una risposta?”
Spalanchi gli occhi e fai un cenno di no col capo. Lui aggrotta le sopracciglia ed incrocia le braccia al petto.
“No? Curioso.”
È un’evidente provocazione, ma sei troppo spaventata per rendertene conto.

 
La parte divertente è che Levi Ackerman adora provocarti, seppur a modo suo.

 
La parte meno divertente
è che ti mette a disagio perché non immagini che lui possa trarne un qualsiasi tipo di piacere.

“Mi ami, (t/n)?”

Non riesci a parlare, sebbene la sua voce non sia fredda, o severa e tanto meno annoiata. Nonostante il suo sguardo si sia ammorbidito e ti abbia chiamata per nome, e non “ragazzina” o “cadetto”.
Hai perfino dimenticato di essere obbligata a rimanere in silenzio, lo fai semplicemente perché hai paura a rispondergli.
Lui ti osserva incuriosito e lievemente spazientito, così ti senti autorizzata a guardarlo a tua volta, e puoi ammirare per bene il suo fisico scolpito.
Di colpo ti rendi conto che te lo sta lasciando fare.
“Niente? E sia. Sei congedata.”, con un gesto della mano ti indica la porta, ma i tuoi piedi sono ancorati al pavimento e indichi il foglio nelle sue mani, in un ultimo disperato tentativo per riaverlo.

“Credevo di averti detto che l’avrei conservato.”, replica lui, accomodandosi sul letto ed estraendo dalla sua giacca l’altra pagina di diario, quella che non hai potuto rubare nella foga del momento.

“Insieme al suo amico, qui.”
Un brivido ti percorre la schiena e tenti di avvicinarti all’uomo, prima che legga anche quella parte.
“Ferma dove sei (t/c).”
Ti fermi, ritraendo la mano che era a pochi centimetri dal foglio.
Il Caporale ti fulmina con lo sguardo e tu deglutisci a fatica.
Poi lui sospira esasperato, roteando gli occhi al cielo.
“Era davvero così importante per te nascondermelo, tanto da romperti il naso e rischiare di morire nel tentativo?”, domanda lentamente, non c’è traccia di divertimento o fastidio nella sua voce. È solo stanco di non ricevere alcuna risposta.
Annuisci con decisione, seppur lentamente, e lui ti restituisce i fogli.

“Prendili allora, non voglio trasformarmi in quella stronzetta con gli occhiali e torturarti in qualsiasi modo abbia deciso di fare oggi.”
Lo fissi come se ti abbia detto di aspettare un bambino, poi lui schiocca la lingua in dissenso, riportandoti alla realtà.
Inizialmente ti limiti ad annuire, poi mimi un “grazie” con le labbra.
Lui sbuffa scocciato, ma l’angolo della sua bocca trema per un istante, come se abbia represso un ghigno.
“Non hai bisogno di ringraziarmi, vai a nasconderli da qualche parte.”, così dicendo ti manda via.
Ma prima che tu esca dalla stanza, la sua voce ti blocca sul posto.

“Oh e (t/n), – il fatto che abbia pronunciato nuovamente il tuo nome ti sorprende, senti le gambe tremare, ma cerchi di non darlo troppo a vedere. – Magari non bruciare il primo. Ho trovato alcuni errori che dovresti correggere.”, afferma quasi annoiato, i muscoli delle braccia si tendono mentre si sistema meglio sul materasso.

Pieghi il capo con un’espressione interrogativa e lui sbuffa irritato.
“Che c’è, vuoi degli esempi?”
Annuisci, e a lui sfugge un piccolo grugnito, che trovi inaspettatamente sexy.
Levi sospira, passandosi una mano tra i capelli umidi e iniziando ad elencare gli “errori”.

“Prima di tutto non sono perfetto. O irraggiungibile. –, si lascia sfuggire un piccolo sorriso, come se l’idea lo diverta, – credo di esserti abbastanza vicino al momento, solo a qualche centimetro di distanza. Cancellerei anche la parte dove non ti consideri intelligente, gentile, forte, o bella. E poi, i miei standard non sono così alti e comunque tu li soddisfi tutti. Non sono tenero quando starnutisco e tanto meno bellissimo. Credo che affascinante mi si addica di più. E considero tutta questa faccenda abbastanza normale, per quanto stupida.”

I suoi occhi incrociano i tuoi e giuri di aver visto qualcosa brillare in essi.
Forse tenerezza.
La tua faccia dev’essere diventata talmente rossa da fare concorrenza ad un pomodoro, così corri il più veloce possibile fuori dalla stanza, chiudendo la porta alle tue spalle e tenendo le dita agganciate con veemenza ai fogli che ti ha restituito, come se ti possano salvare dalle farfalle che svolazzano in ogni angolo del tuo stomaco.

 
La parte divertente è che Levi Ackerman ti ha -inavvertitamente- fatto dei complimenti, prima di dichiarare, in modo non troppo velato, che hai una possibilità di provarci con lui.

 
La parte meno divertente è che la cosa ti ha provocato un violento batticuore e se dovessi morire di infarto non potrai mai scoprirlo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

ANGOLO AUTRICE

 

Eccomi con una nuova one-shot dedicata alla Levi x Lettore.
Che ne pensate? Io personalmente l’ho trovata molto simpatica e mi sono divertita a tradurla, spero che piaccia anche a voi, se doveste trovare qualche errore o darmi qualche suggerimento a riguardo ne sarei lieta, e in generale un vostro parere mi farebbe molto piacere. Ho adorato la sfida lanciata da Hanji e il rapporto tra Levi e la protagonista, il modo in cui lei  tenta di rubare furtivamente le pagine del diario e come fallisce altrettanto miseramente.
Per fortuna, aggiungerei, in quel modo ha potuto scoprire che Levi non è poi così fuori portata (per non parlare di come si è presentato, con solo un asciugamano intorno alla vita…).
Se avessi dovuto descrivere Levi, avrei usato all’incirca le stesse parole utilizzate dalla protagonista. L’ho sempre considerato un metro e sessanta di perfezione ;)

D’accordo sto divagando, vi lascio il link della storia originale e spero in una vostra recensione.
Grazie a tutto coloro che stanno seguendo questa raccolta di one-shot.
Nephy_

 

 

 

 

 

 

https://www.deviantart.com/stilemawillow/art/Fun-and-Not-So-Fun-Facts-Levi-Cadet-Reader-786528510

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