Dragon ball Z: la saga di Cooler

di eleCorti
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza verso il pianeta Namek ***
Capitolo 2: *** Cooler, il nuovo nemico ***
Capitolo 3: *** Caccia alle sfere ***
Capitolo 4: *** Polunga, il drago delle sfere namekkiane ***
Capitolo 5: *** Scontro finale ***



Capitolo 1
*** Partenza verso il pianeta Namek ***


Partenza verso il pianeta Namek
 
Era stato uno scontro duro, durissimo. Avevano rischiato di perdere, ma poi grazie al fato o a un colpo di fortuna, le sorti del duello si erano ribaltate e lui si era ritrovato con in mano la katana di Jiajirobei puntata verso il collo di quel sayan. E lui tremava, Crilin lo aveva notato mentre con la mano poco ferma avvicinava la lama della spada verso il nemico. Lui aveva chiuso gli occhi, ormai rassegnato al suo destino di morte certa, mentre Crilin levava in aria la katana per poi abbassarla verso il suo avversario. E lui aveva assunto un’espressione di puro stupore quando il suo carnefice si era fermato a pochi millimetri dal suo corpo. Goku aveva deciso di avere pietà di colui che aveva definito suo fratello e Crilin aveva deciso di assecondarlo, lasciando andare Vegeta che, con la coda tra le gambe, strisciò verso la sua navicella, non perdendo tempo a spiccare il volo. Crilin sperava che non si sarebbe mai più azzardato a tornare sulla terra. E poi erano arrivati Bulma e il maestro Muten che li raccolsero, Chichi aveva gettato le sue braccia sul suo bambino, non curandosi del suo povero marito che giaceva quasi in fin di vita sul retro dell’aeroplano. E poi erano andati a riprendersi le salme dei loro compagni caduti in quella sanguinosa battaglia. Dovevano essere contenti per la vittoria, non facile, ottenuta, ma nessuno di loro si sentì di gioire e festeggiare, poiché quel giorno delle vite erano scivolate via. E non potevano essere restituite: Piccolo era morto e con lui anche il dio della Terra e il drago Shenron con loro. Lo sconforto gli aveva presi.
Poi a Crilin tornò in mente una cosa, un piccolo dettaglio, un minuscolo lembo di conversazione che avevano avuto con i due sayan. Loro avevano affermato che Piccolo fosse in realtà originario del pianeta Namek su cui – almeno così loro dicevano – dovevano esserci delle altre sfere del drago, magari più potenti. Non era una cosa certa, ma il gioco non valeva la candela?
“Forse possiamo riportare in vita Yamcha e gli altri.” Si azzardò a dire Crilin. Gli altri lo guardarono con un misto di incredulità e curiosità.
“Ho sentito dire dai due sayan che esistono altre sfere del drago sul pianeta Namek, ovvero sia quello  di origine di Piccolo e dio.” Spiegò Crilin.
“Ma come ci arriviamo su Namek? Non abbiamo i mezzi!” Bulma, che era una scienziata, dovette frenare l’entusiasmo che si era creato.
“è vero, hai ragione.” A Crilin gli si smorzò la gioia. L’idea che aveva avuto era giusta, ma impossibile da realizzare. Dopo quel piccolo sprazzo di luce nonché di speranza il silenzio calò di nuovo tra le mura dell’aeroplano. E non si spezzò fino a quando non giunsero in ospedale, a quello della città dell’Ovest.

 
****
 
Il giorno dopo quando erano in ospedale, la speranza si era riaccesa di nuovo: Crilin si era ricordato che aveva fregato il telecomando della navicella sayan a Vegeta e, dato che quella del suo compagno era ancora lì sulla Terra – in quel momento la stavano guardando proprio in televisione – decisero di richiamarla, così con quella sarebbero potuti andare su Namek, ma Crilin sbagliò tasto e la navicella andò in frantumi sotto gli sguardi sgomenti degli scienziati che l’avevano riesumata. Di nuovo caddero nello sconforto ed esso non cessò di invadere i loro cuori, dato che – ricordandosi della navicella di Radish, il fratello di Goku – l’altra navicella a loro disposizione era stata distrutta dal piccolo Gohan.
Ed ecco che giunse Mr. Popo, il custode del palazzo di dio, il quale aveva saputo dell’intento di Crilin e gli altri di andare su Namek, che – come una manna dal cielo – informò loro che, effettivamente c’era un’altra navicella: quella su cui, tempo addietro, dio era giunto sulla Terra. E dato che non sapeva come azionarla, invitò Bulma a seguirlo.
Popo aveva portato Bulma in una terra sperduta, dove giaceva la navicella dalla forma un po’ bizzarra. Riuscirono ad azionarla – certo per farla partire occorreva parlare il namecciano, la lingua dei namecciani – e così la speranza di riavere i loro amici si riaccese, anzi si fece vivida e quasi tangibile.
“Sì, la navicella funziona. Datemi cinque giorni e la rimetterò un po’ in sesto, installando sul computer di bordo un traduttore per il namecciano!” aveva esclamato Bulma, tutta contenta, non appena tornò in ospedale.
“Perfetto. Goku, tu sei dei nostri?” Crilin si rivolse al suo migliore amico, l’unico ancora allettato. Lui e Gohan se l’erano cavata con dei graffi, ma Goku aveva quasi tutto rotto.
“Io? Mi piacerebbe ma i senzu ancora non sono maturati, almeno a quanto dice Karin.” Aveva risposto Goku, ma Crilin non se ne preoccupò. Sul pianeta Namek non avrebbero affrontato alcuna minaccia – i namecciani erano un popolo pacifico, così avevano detto quei sayan – quindi non era strettamente necessaria la presenza di Goku. Potevano andare lui e Bulma.
“Voglio venire anch’io!” aveva esclamato il piccolo Gohan e dopo vari rimproveri e scenate da parte di Chichi, il gruppo che doveva partire alla volta di Namek si era già formato. I tre si diedero appuntamento all’isola di Muten tra cinque giorni.
 
****
 
E così cinque giorni erano finalmente trascorsi e i tre si erano ritrovati alla Kame House sull’isola del maestro Muten. Bulma e Gohan si erano tagliati i capelli, non aveva potuto fare a meno di notare Crilin, in più la madre del piccolo sayan lo aveva caricato di uno zaino colmo di libri. Così non avrebbe perso nemmeno una lezione, aveva detto Chichi. Loro comunque non stavano più nella pelle. Non appena Bulma disse con tono fermo la parola d’ordine per aprire la navicella, Piccolo, salirono con l’adrenalina in corpo, per affrontare una nuova avventura. Senza sapere, però, che sul pianeta Namek avrebbero trovato una brutta sorpresa ad attenderli.
 
****
 
Non appena arrivò alla destinazione automatica registrata dalla sua navicella, Vegeta fu subito messo nella vasca rigeneratrice. Era conciato talmente male, che non riusciva a reggersi in piedi. Gli ci volle comunque poco tempo per guarire completamente dalle ferite che quel sayan di infimo livello, e i suoi amici, gli avevano inferto.
“Oh Vegeta, menomale. Stai bene. Temevamo saresti morto. Ehi ma la tua coda?” aveva domandato uno degli alieni che lo aveva salvato.
“Ah sì, ricrescerà non ti preoccupare.” Se n’era dimenticato, quasi. Si vestì ed uscì da quella piccola stanza.
“Dov’è Cooler?” domandò.
“Ah è partito. È andato su un pianeta chiamato Namek…” ma Vegeta non gli fece finire la frase, un moto di rabbia gli era esploso. Allora Cooler stava ascoltando la conversazione che aveva avuto con il namecciano e i terrestri.
Non doveva perdere altro tempo. Doveva andare subito sul pianeta Namek e prendere le sfere prima di Cooler, ne andava del suo orgoglio da sayan. Ancora ricordava quando era stato venduto come uno schiavo qualunque a Cooler, dal fratello di Cooler, Freezer, che lo aveva accolto quando il suo pianeta era esploso dopo una collisione con un meteorite. Da quel momento aveva giurato di vendicarsi di Freezer. E se voleva avere anche un minimo di possibilità contro il tiranno spaziale, doveva acquisire l’immortalità. E per farlo doveva prendere le sfere del drago ed esprimere il suo desiderio.
“Dammi qua!” strappò di mano lo scouter dall’alieno e corse verso la sua navicella, salendoci di tutta fretta e partendo verso il pianeta Namek.

 
****
 
“Interessanti, queste sfere del drago…” di solito lui non origliava mai le conversazioni dei membri del suo piccolo esercito di élite, ma non fidandosi particolarmente dei sayan per quella volta aveva deciso di fare un’eccezione. Ed aveva fatto bene ad immischiarsi negli affari dei sayan. Aveva scoperto un piccolo dettaglio che avrebbe potuto fargli molto, molto comodo.
“Sauzer!” un alieno dalla pelle viola e i capelli biondi si inchinò al cospetto del suo signore.
“Agli ordini, possente Cooler.” Aveva esordito lui, rimanendo sempre inchinato.
“Prepara la navicella. Partiamo subito per il pianeta Namek.” Aveva ordinato, alzandosi dal suo trono, circondato dalla desolazione, provocata dalla distruzione. Dovunque lui andasse c’era sempre la distruzione, la desolazione e la disperazione. Ma nulla è eterno, anche lui sarebbe invecchiato e morto prima o poi, quindi cosa c’era di meglio che chiedere l’eterna giovinezza. Lui era il più forte dell’universo e nessuno avrebbe mai potuto ucciderlo, l’immortalità per un guerriero come lui era alquanto futile.
“Agli ordini, possente Cooler.” L’alieno si alzò, correndo verso i suoi compagni, comandando loro di preparare la navicella.

 
****
 
Erano passati sette giorni da quando erano partiti e finalmente erano giunti sul pianeta Namek. Durante il viaggio Crilin e Gohan si erano allenati mentalmente, così da non perdere i loro riflessi, in caso avessero trovato ostilità da parte dei namecciani. Quando atterrarono sul pianeta i due ragazzi si precipitarono fuori, rimanendone estasiati, dato che non avevano mai visto un pianeta oltre alla Terra. Bulma li seguì a ruota, indossando una tuta spaziale.
“E così questo sarebbe il pianeta Namek…” aveva detto. “Bene, mettiamoci subito a cercare le sfere!” ed azionò subito il dragon radar, il quale ne segnalò cinque tutte nell’identico posto.
Non ebbero, però, il tempo di compiere alcun passo, che qualcuno li intercettò. Erano degli alieni, non namecciani e nemmeno dei sayan, però Crilin notò che indossavano lo stesso dispositivo per rilevare la forza combattiva di un avversario, che portava Vegeta. Quindi dovevano essere dalla stessa parte.
“Ehi, voi chi siete? Non siete namecciani!” tuonò uno dei due.
“Ehm… noi siamo dei turisti!” fece Bulma, che era alquanto spaventata, per stemprare la situazione. Crilin e Gohan non erano affatto intimoriti da quei due.
“Avete scelto il momento sbagliato per venire su Namek!” esclamò uno di loro, poi con un colpo di una specie di arma da fuoco – anche se sparò un laser – danneggiò la loro navicella. E stava per colpire anche i tre, ma Crilin e Gohan li misero subito al tappeto.
“Presto! Dobbiamo nasconderci! Gohan nascondi la tua aura!” e camminando cercarono un posto dove nascondersi.
Chi erano quei tipi? Non poté fare a meno di domandarsi Crilin e perché erano lì? Qualcosa gli diceva che loro non erano i soli a cercare le sfere del drago e che erano appena incappati in una faccenda molto, molto pericolosa.
 
 
 
 
Note dell’autrice: salve! Dopo secoli che non scrivo una long su questo fandom ci ritorno. Allora… l’altro giorno guardavo Il destino dei sayan e mi è venuto un lampo: ma se al posto di Freezer ci fosse stato Cooler come sarebbero andate le cose? Ed ecco che è nata questa storia. Questo primo capitolo è identico alla parte dell’anime, ecco perché è abbastanza breve, rispetto ai miei standard. Ah… e poi ho voluto cambiare il desiderio di Cooler perché dato che lui si considera il più forte dell’universo ha la convinzione che non c’è nessuno di così forte da poterlo ferire né tantomeno ucciderlo, però sa che prima o poi invecchierà e con la vecchiaia potrebbe scivolare in secondo piano tra i membri della sua famiglia, ecco perché ho pensato che l’eterna giovinezza è un desiderio che potrebbe addirsi a lui, rispetto che l’immortalità. Spero che questo primo capitolo vi piaccia. A presto.
 

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Capitolo 2
*** Cooler, il nuovo nemico ***


Cooler, il nuovo nemico
 
Non appena si erano sbarazzati di quei due brutti ceffi, Crilin aveva deciso che era meglio nascondersi in un luogo sicuro e informare subito Goku che non erano i soli a cercare le sfere del drago. Dicendo a Gohan di azzerare la sua aura – così quei nemici, i quali avevano non solo lo stesso abbigliamento dei sayan, ma persino il dispositivo con cui rilevavano le loro presenza – decisero di camminare a piedi, certi che nessuno li avrebbe scoperti.
“Ehi, manca ancora molto!” esclamò Bulma. Lei di certo non era abituata a tutto quello sforzo e non capendo il perché dovessero camminare invece che volare, aveva passato tutto il tragitto a lamentarsi.
“Coraggio, Bulma un altro piccolo sforzo. Quella grotta laggiù può andare bene!” rispose il piccolo Gohan, mentre puntava con il dito una piccola grotta proprio di fonte a loro. A Bulma spuntò sul volto un sorriso per la troppa sollevazione.
Quando arrivarono davanti alla caverna, in cielo notarono una navicella a loro nota: Vegeta. Di male in peggio, si ritrovò a pensare Crilin. Non solo si erano ritrovati degli individui inaspettati su quel pianeta, ma ora persino Vegeta si metteva tra loro e le sfere. Se Goku non arrivava in fretta avrebbero avuto scarse probabilità non solo di recuperare tutte e sette le sfere del drago, ma anche di sopravvivere.
Quando entrarono nella grotta, Bulma estrasse una capsula dalla sua tasca e quando la aprì spuntò una casa con tutti i confort che si potessero desiderare. Non appena vi furono entrati, Bulma ne approfittò per chiamare il maestro Muten, dicendogli tutto ciò che era capitato loro e di avvisare subito Son Goku.
“Certo, ho capito. Lo avviso subito!” aveva risposto il vecchio maestro. E Bulma riagganciò. Ora tutto quello che restava loro da fare era attendere.
 
*****
 
Non appena era atterrato sul pianeta Namek la prima cosa che fece fu accendere il suo scouter per rilevare la presenza di Cooler. Ci aveva pensato bene: aveva scoperto dai terrestri che per usare le sfere del drago bisognava averle tutte, quindi per sventare i piani di Cooler a lui bastava prendere una sfera del drago. Poi avrebbe aspettato il momento propizio per appropriarsi di quelle che aveva raccolto Cooler. Sì, il suo piano avrebbe certamente funzionato. E con l’immortalità avrebbe vendicato il suo nome e il suo orgoglio e, una volta fatti fuori Cooler e Freezer, sarebbe stato lui il padrone dell’universo.
Doveva, però, sbrigarsi, Cooler sicuramente già sapeva non solo del suo arrivo, ma anche del suo tradimento. E se voleva battere i suoi seguaci doveva aspettare che fossero da soli. Fortuna che dai terrestri aveva imparato anche a percepire le auree e anche a nasconderla. Avrebbe aspettato il momento giusto e poi avrebbe attaccato. Riaccese lo scouter in cerca di qualche abitante di Namek, avrebbe chiesto a loro delle sfere del drago.
 
****
 
“Possente Cooler, Vegeta è arrivato sul pianeta Namek.” Sauzer che aveva rilevato una potenza combattiva fuori dalla norma per un semplice namekkiano, aveva avvisato subito il suo signore.
“Quel Vegeta! Mi ero fatto troppe illusioni… d’altronde è difficile addomesticare una scimmia!” esclamò. Aveva accettato di prendere il principe dei sayan offertogli da suo fratello, perché pensava che lui, a differenza di Freezer che prendeva tutto con troppa leggerezza, avrebbe saputo tenere in riga quella scimmia. E invece, dopo tutti quegli anni gli si rivoltava contro.
“Che facciamo?” domandò Sauzer, in attesa di ordini da parte di Cooler.
“è un pesce piccolo. Pensiamo ad andare al prossimo villaggio…” avevano appena distrutto un villaggio. Nessuno, né anziani né bambini, era sopravvissuto a quello sterminio.
“Neize!” un alieno dalla pelle color mattone si inginocchiò al cospetto del suo padrone.
“Occupati di Vegeta. Mi raccomando non voglio che rimanga nemmeno un piccolo pezzetto di quella lurida scimmia!” ordinò Cooler. Il guerriero annuì e, acceso lo scouter, partì alla ricerca del suo avversario.
 
****
 
Aveva girato in lungo e in largo, ma di Vegeta non v’era nessuna traccia. Anzi lo scouter, a dire la verità, non segnalava la presenza di Vegeta. Ma come era stato possibile? Nessuno poteva sparire da un momento all’altro, in pochi secondi. Sicuramente il suo strumento non funzionava bene, e se non si decideva a svolgere correttamente il suo compito, lui non avrebbe mai trovato quel sayan e Cooler si sarebbe infuriato. E lui non voleva fare incollerire il suo padrone. Questi erano i pensieri di Neize quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo colpì da dietro con un calcio, facendogli perdere l’equilibrio per un attimo.
“Ma guarda, guarda. Neize!” era Vegeta. Stava sogghignando. Lui sapeva che se voleva battere l’armata di Cooler doveva affrontarli uno alla volta e non tutti insieme. Solo così avrebbe potuto vincere. E aveva avuto un enorme colpo di fortuna nel trovare proprio Neize davanti a sé.
“Vegeta!” tuonò l’alieno. Ma come aveva fatto il suo scouter a non percepire la sua presenza? Non aveva importanza, aveva finalmente trovato il suo avversario, ed ora poteva compiere il suo dovere.
“Cosa ci fai tutto da solo?” domandò, aveva ancora un ghigno stampato sul volto.
“Sono venuto ad ucciderti. È il grande Cooler che lo ordina!” rispose l’alieno. Bene, come ci si sarebbe aspettato da Cooler. Se anche una piccola mosca lo infastidiva, lui lo ammazzava subito. E dato che lui per il grande imperatore rappresentava solo un misero insetto, era logico che avrebbe mandato solo un membro della sua squadra d’élite.
“Non cantare vittoria. Dopo la mia missione sulla Terra, sono diventato ancora più forte!” esclamò. Neize rise. Lui che si affidava troppo allo scouter stentava a credere alle parole del sayan.
Tuttavia non ebbe il tempo di mettersi sulla difensiva che con un colpo Vegeta lo fece precipitare e, senza nemmeno dargli il tempo di rimettersi in piedi, lo annientò con un attacco di ki. 
“Fuori uno. Mancano solo Dore e Sauzer…” rifletté Vegeta. Ma prima doveva pensare alle sfere del drago. Riaccese lo scouter in cerca di qualche abitante di Namek.
 
****
 
Il maestro Muten non aveva perso tempo ad informarlo. E non appena Goku apprese ciò che era successo ai suoi amici, desiderò di poter mangiare un senzu e partire verso il pianeta Namek. Se solo non fosse stato costretto a letto, in quell’ospedale. Si annoiava a morte ed ogni volta che provava ad alzarsi per tenersi in esercizio, quello strano dottore, accompagnato dall’infermiera, non mancava mai di fargli la ramanzina. Ma se lui non teneva allenato il proprio fisico, rischiava di rimanere indolenzito.
“Ehilà”” Yajirobei era appena entrato nella stanza. A Goku si illuminò il volto.
“Mi manda Karin. Mi ha dato i senzu per te.” E allungò al sayan un piccolo sacchetto, da cui ne estrasse un piccolo fagiolo che lanciò direttamente nella bocca di Goku.
Non appena il sayan lo ingoiò, subito riacquistò le forze e le sue ossa si ricomposero. Ruppe il gesso, aumentando la sua forza combattiva e si infilò la sua tuta, ripiegata su una sedia, non mancando di agganciare alla cintura il sacchetto con i senzu. Il tutto davanti agli occhi sgomenti del dottore e dell’infermiera.
“Bene, io vado. Ho fatto costruire dal padre di Bulma una navicella spaziale. Sa, maestro Muten, mi sono ricordato che c’era ancora la navicella di mio fratello e quella con la quale sono venuto da bambino. Quella di mio fratello è andata distrutta, ma la mia era ancora lì. Il padre di Bulma l’ha presa e la sta modificando.” Spiegò Goku, il quale era salito sul davanzale della finestra. Poi balzò giù, atterrando sulla nuvola Kinto, che partì subito diretta verso la Capsule Corporation. Il tutto sotto gli occhi attoniti del dottore, dell’infermiera e dei pazienti delle altre stanze che, sentendo tutto quel trambusto, si erano affacciati alle loro finestre. 
Non appena atterò nel giardino della casa di Bulma, Goku fu accolto dalla signora Brief, la quale non solo si mostrò felice di vederlo, ma voleva invitarlo a prendere il thè. Goku rifiutò, garbatamente, non aveva tempo per pensare a certe cose.
“Dove il dottor Brief?” domandò, la mamma di Bulma lo accompagnò nel giardino laterale, dove suo marito era alle prese con l’astronave.
“Ehilà, Goku!” lo salutò allegramente il dottore. Poi lo guidò all’interno della navicella per fargliela vedere.
“è pronta?” domandò Goku. Vedendo che il padre di Bulma scuoteva la testa in segno negativo, Goku si sentì sconsolato. Lui non vedeva l’ora di partire per il pianeta Namek!
“Non so dove posizionare l’impianto stereo.” Spiegò il dottor Brief Goku per poco non cascò per terra. E lui che pensava che ancora mancasse tanto lavoro da fare! E poi che se ne faceva lui di un impianto stereo?
“Non ne ho bisogno! E poi se è già pronta posso partire subito! Devo salvare Crilin e gli altri!” esclamò Goku, non riuscendo a trattenere l’euforia.
Così, fatto scendere il dottore, Goku fece decollare l’astronave. In testa aveva un solo pensiero: quello che si suoi amici fossero ancora vivi e che lo sarebbero stati fino al suo arrivo, tra cinque giorni.
 
****
 
Non appena si erano sistemati all’interno di quella caverna e costatando che fossero al sicuro, Crilin aveva deciso di azionare il dragon radar. E Quando lo strumento si accese, subito segnalò la presenza di cinque sfere riunite, e una poco distante dal luogo in cui si trovavano. Le cinque sfere riunite dovevano essere nelle mani del misterioso nemico che era giunto prima di loro, ma la sfera che lampeggiava nel display no, doveva essere ancora al suo posto.
“Crilin, guarda! Non è lontano da dove ci troviamo noi!” il piccolo Gohan aveva detto esattamente ciò che lui stava pensando.
“Bene! Possiamo andare a prenderla! Basta che né Vegeta né questo misterioso nemico prendano tutte le sfere. Noi possiamo nasconderla fino all’arrivo di Goku!” sia Bulma sia Gohan esultarono a quel piano. L’idea, se agivano bene, poteva funzionare.
E stavano per spiccare il volo, quando d’un tratto i due si arrestarono. Avevano avvertito un’aura potentissima, fuori dal comune. Molto, molto minacciosa. E si stava dirigendo verso di loro. Si appiattirono contro le pareti dell’entrata della caverna. Entrambi trattennero il respiro, come se stessero aspettando inesorabilmente che giungesse la loro ora. Per loro fortuna, il gruppo di persone che stava avanzando verso di loro, non si fermò, anzi proseguì. Crilin tirò un sospiro di sollievo, ma la paura, no il terrore non era svanito. L’individuo che volava al centro della formazione emanava un’aura terrificante. Mai Crilin aveva percepito una presenza così minacciosa.
“Ehi, Gohan! Hai notato l’aura di quello che stava al centro?” il bambino era ancora appiattito sulla parete e tremava ancora dalla paura. Ma sentendo le parole dell’amico, uscì dalla trance.
“Sì… e sta andando verso la sfera!” esclamò il bambino. E le loro speranze svanirono di nuovo.
“Ormai siamo spacciati…” disse Crilin più a sé stesso che al piccolo sayan.
“Dobbiamo andare ad aiutare i namekkiani!” esclamò Gohan. Era proprio come suo padre, pensò Crilin.
“Non saremo d’aiuto! Fermo Gohan!” Crilin bloccò il bambino, prima che potesse spiccare il volo.
“Andremo nascondendo il più possibile la nostra aura. Seguimi!” e balzando per le varie rocce, si diressero verso il punto dove avevano localizzato la sfera.
Quando intravidero le costruzioni del piccolo villaggio, si nascosero in cima a una piccola rupe, appiattendosi al suolo, per non farsi vedere ma soprattutto scoprire con quell’aggeggio per rilevare le presenze. Quello che videro per poco non gli scioccò. Le case – dalla forma strana, quasi geometrica – erano andate distrutte, al suolo giacevano dei namekkiani, ormai defunti. In piedi si ergevano due energumeni.
“Gohan, calmati! Non possiamo fare niente! Sono troppo forti per noi!” Crilin cercò di calmare l’amico, il quale cercava in tutti i modi di trattenere la rabbia.
“Possente Cooler, era proprio come pensavamo. Anche questa sfera come le altre era custodita da questo villaggio!” un alieno dalla pelle viola e i capelli biondi uscì da una abitazione, in mano reggeva una sfera del drago.
“Ben fatto, Sauzer!” Cooler ghignò, altre due sfere e avrebbe esaudito il suo desiderio. L’imperatore, però, non sapeva che in quel momento era origliato da Vegeta, che attraverso lo scouter, scoprì come individuare le sfere.
I tre, poi, spiccarono il volo lasciandosi alle spalle una scia di distruzione e desolazione. Appurato che non erano più a portata di vista, Crilin scese giù per quella rupe, Gohan lo seguì. Cercavano qualcuno che fosse sopravvissuto. Ma ciò che videro fu solo un ammasso di corpi immobili e straziati, segno della loro violenta morte. Poi sentirono un rumore, proveniente da una casa. Si diressero verso l’abitazione, entrandovi. Dentro vi trovarono un bambino, un namekkiano sopravvissuto.
 
 
 
Note dell’autrice: eccomi tornata! Wow, sono fiera di me perché era tipo da anni che non mi capitava di aggiornare una storia così in fetta! Ma comunque tornando a noi, il capitolo è venuto più lungo rispetto all’altro, quasi nei miei standard, quasi. E se avete notato ho cambiato un po’ di cose rispetto al canon, per esempio il fatto che quando Crilin e Gohan arrivano al villaggio trovano tutto distrutto, perché secondo me Cooler è una persona che agisce subito senza perdere tempo in inutili chiacchiere. Bene, detto ciò io ringrazio tutti quelli che hanno recensito il primo capitolo e ci vediamo alla prossima!

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Capitolo 3
*** Caccia alle sfere ***


Caccia alle sfere
 
Quello che videro all’interno dell’abitazione namekkiana li rassicurò. Dentro c’era un bambino, tutto rannicchiato, il quale tremava dalla paura. Evidentemente si era nascosto, quando quegli strani individui minacciosi avevano attaccato il suo villaggio. Crilin fece un passo verso il piccolo, ed egli, accorgendosi che non era solo, alzò il capo, confuso e terrorizzato.
“Tranquillo. Non ti faremo del male.” Crilin, sorridendo, gli porse la mano. Il bambino l’afferrò, facendosi leva per alzarsi in piedi.
“Come ti chiami?” domandò Gohan, anche lui sorridendo.
“Den-Dende.” Balbettò il piccolo. Aveva l’aria molto spaesata, notò Crilin. Forse era ancora confuso e spaventato.
“Dobbiamo andarcene da qui. Potrebbero tornare.” Ne dubitava ora che avevano la sfera del drago. Ma non erano al sicuro in quel villaggio. Allo scoperto.
“Sai volare?” Crilin si rivolse al namekkiano, il quale annuì debolmente.
Il piccolo Dende seguì quelle due strane persone, che sembravano non appartenere alla cricca di quel terribile mostro. Lo stesso, però, voleva sapere chi fossero quei due. Lo portarono in una grotta, al cui interno c’era una casa.
“Bulma!” aveva gridato Crilin. La giovane corse subito da loro, con aria raggiante.
“Ho appena sentito mio padre! Ha detto che Goku è appena decollato con la navicella spaziale. Cinque giorni e sarà qui!” esclamò Bulma. Crilin e Gohan saltarono talmente in alto dalla gioia, da toccare quasi il soffitto. Il tutto sotto lo sguardo un po’ stranito di Dende.
Poi si sedettero attorno a un piccolo tavolo, per offrire qualcosa da mangiare al piccolo namekkiano, scoprendo con loro sorpresa che i namekkiani non mangiano, bevono soltanto.
“Ma voi chi siete?” riuscì finalmente a domandare Dende. Crilin lo guardò stupito.
“Beh, ecco, noi siamo terrestri e siamo qui per le sfere del drago. Per riportare in vita i nostri amici defunti in battaglia.” Spiegò Crilin. Dende lo scrutò, come se stesse riflettendo sul da farsi.
“Vi devo portare dal capo anziano!” esclamò Dende.
“Il capo anziano?” e chi era? Si chiese Crilin.
“è il più anziano tra tutti i namekkiani. Colui che ci ha dato la vita. Nonché il creatore delle sfere del drago. Lui sicuramente potrà aiutarvi per le sfere del drago.” Spiegò Dende. E Crilin annuì. Non aveva capito chi fosse questa figura, ma se aveva creato le sfere del drago, doveva essere più o meno come il loro Kami.  Deciso cosa fare, Crilin e Dende – Gohan sarebbe rimasto lì, in caso di pericolo – partirono alla volta dell’abitazione del Capo anziano.
 
****
 
Finalmente era riuscito a trovare un villaggio. E a giudicare dai namekkiani che vi abitavano ancora vivi e vegeti, Cooler non aveva visitato quelle abitazioni. Scese al suolo attirando l’attenzione di un gruppo di namekkiani che si stava dedicando alla cura del proprio orticello.
“Dov’è il capo di questo villaggio?” domandò Vegeta, senza alcuna cortesia nel proprio tono di voce. I namekkiani si scrutarono l’un l’altro, non sapendo cosa dire a quel misterioso straniero. Poi un namekkiano piuttosto anziano si fece largo tra loro. Doveva essere il capo, colui che custodiva la sfera, almeno così aveva sentito dalle conversazioni di Cooler.
“Sto cercando la sfera del drago!” esclamò. L’anziano lo scrutò con uno sguardo impenetrabile. E Vegeta stava iniziando a perdere la pazienza.
“Perché la desideri?” domandò il namekkiano, non mutando il suo sguardo imperscrutabile.
“Voglio l’immortalità!” rispose Vegeta, con una punta di irritazione nel tono della voce. Perché tutte quelle inutili domande?
“Non posso darla a uno come te.” Fu la secca risposta del namekkiano. Che cosa voleva dire? Bene, se non gliela dava lui, allora se la sarebbe presa da solo, pensò Vegeta.
“Bene, se le cose stanno così, faccio da me!” esclamò, poi con un colpo alla testa mise ko, anzi uccise, il capo del villaggio. E non diede il tempo nemmeno agli altri namekkiani di reagire che li stese uno alla volta con vari pugni e colpi di ki.
Poi entrò in una abitazione – la più grande – e frugandovi dentro, trovò l’oggetto dei suoi desideri. Rise. Ora Cooler non avrebbe potuto realizzare il suo desiderio. Per ogni evenienza – in caso gli eventi fossero andati in maniera storta – era meglio nascondere quella sfera del drago, così Cooler e i suoi scagnozzi non l’avrebbero trovata. Così Vegeta scagliò la sfera in fondo al lago, certo che lì Cooler non l’avrebbe vista, dato che i rilevatori localizzavano le persone e non gli oggetti.
 
****
 
Dopo circa un’ora di volo, finalmente giunsero davanti a una montagna, in cima alla quale svettava una casa dalla forma assai particolare. Quella doveva essere l’abitazione del capo anziano, pensò Crilin.
“Ecco, siamo arrivati!” Dende confermò la sua ipotesi. Crilin lo seguì, atterrando al suolo. Lì furono accolti da un namekkiano e quasi Crilin sussultò, quando lo vide. Era identico a Piccolo!
“Vi stavamo aspettando. Seguitemi.” Esordì il namekkiano. Crilin, ancora sorpreso, lo seguì all’interno dell’abitazione.
Il namekkiano, che Crilin scoprì chiamarsi Nail, li condusse all’interno di una stanza, al centro della quale c’era assiso su una specie di scranno, un namekkiano molto molto anziano. Era diverso dagli altri, notò Crilin, non solo per la smisurata altezza – era un gigante in confronto agli altri namekkiani – ma anche per l’aria che emanava.
“Terrestre… avvicinati.” Crilin avanzò verso il capo anziano, il quale gli mise una mano sulla testa e Crilin avvertì una strana sensazione. Come se qualcuno fosse entrato nella sua testa.
“Bene… questo spiega il perché voi conoscete le sfere del drago. Come mai state cercando le sfere?” domandò.
“Per riportare in vita i nostri amici, uccisi in battaglia.” Rispose Crilin.
“Il tuo desiderio mi sembra nobile. Terrestre, ti affido la sfera.” E togliendo la sfera da un porta oggetti proprio sopra il trono, la porse a Crilin.
“La custodirò, lo prometto!” esclamò Crilin. Il saggio gli fece cenno di avvicinarsi ancora e Crilin obbedì. Di nuovo gli pose la mano sul capo e questa volta Crilin sentì una sorta di esplosione.
“Ho liberato la tua forza latente.” Spiegò il saggio. A Crilin si illuminò il volto. Se per lui era stato possibile liberare la sua forza latente, poteva succedere anche con Gohan. Lui era un mezzo sayan, dopotutto e Crilin era sicuro che poteva sprigionare molta più forza.
“Signor capo anziano, è possibile liberare la forza latente anche di un bambino?” il capo anziano annuì. “E questo non le porterà via dell’energia?” Crilin aveva saputo da Dende, durante la strada, che il capo anziano era molto avanti con l’età e la sua morte si stava avvicinando.
“No, tutto ciò che faccio è liberare l’energia di qualcuno.” Spiegò il saggio. E Crilin annuì. Se liberavano la forza latente di Gohan, c’era una piccola speranza che potevano resistere fino all’arrivo di Goku.
“Allora, porto anche Gohan! Dende, tu rimani qui, io torno alla caverna e porto qui Gohan!” esclamò Crilin. Poi accomiatatosi dal saggio e da Nail, prese il volo, con il cuore che batteva forte per la gioia.
 
****
 
Dopo che aveva sterminato quel piccolo villaggio di namekkiani, Vegeta si era cercato un nascondiglio lì tra il paesaggio montuoso di quel pianeta. E ne aveva appena trovato uno quando avvertì un’aura che non apparteneva a un servo di Cooler. Essa era piuttosto potente e Vegeta, incuriosito, decise di seguirla. Così spiccò il volo, in direzione di quell’aura. Per tutto il tragitto Vegeta non fece altro che chiedersi a chi potesse appartenere quell’aura, dato che non poteva essere di un namekkiano. E non si rese conto di essere seguito. Un calcio ben assestato al suo addome, gli fece perdere l’equilibrio.
“Ma guarda, guarda non pensavo di incontrare proprio te, Vegeta.” Il principe dei sayan lo riconobbe: l’alieno dalla pelle verde, era Dore un altro membro della squadra di Cooler. Quello doveva essere il suo giorno fortunato, pensò. Aveva un’altra occasione di sistemare un altro tirapiedi di Cooler.
“Dore, che ci fai in giro da solo?” domandò Vegeta, in volto aveva scolpita un’aria trionfante. Anzi già pregustava la vittoria contro l’alieno.
“Non ha importanza. Ho trovato te e il possente Cooler sarà felice quando gli porterò il tuo cadavere!” tuonò Dore. E Vegeta rise. Forse non si erano resi ancora conto di quanto fosse diventato forte.
Si mise in posizione d’attacco, imitato dal suo avversario, il quale sferrò il primo colpo, che Vegeta prontamente evitò. Entrambi erano molto agili e riuscivano ad evitare i pugni, ma poi le sorti del combattimento mutarono. Vegeta perse il suo vantaggio, non riuscendo più ad evitare i colpi di Dore, il quale prese di mira con un sonoro pugno l’addome del sayan, il quale sputò sangue. Poi fu il turno del suo viso, e poi di nuovo dell’addome. Vegeta cadde in acqua, privo di sensi. E Dore rise, aveva vinto. Il principe dei sayan non era risalito in superficie, quindi doveva essere morto affogato. Così Dore se ne andò, trionfante, diretto verso l’astronave del suo padrone a cui voleva rivelare la lieta notizia.
Era un miracolo, che fosse ancora vivo. Era esanime, ma respirava ancora. Dore, tornato poco dopo, trovò l’oggetto della sua ricerca riverso sulla riva del lago dal quale era riemerso. Lo prese per un braccio e lo trascinò in aria, dirigendosi verso la navicella di Cooler. Poco prima, quando era giunto al cospetto del suo signore, aveva appreso da lui e da Sauzer che Vegeta aveva attaccato un villaggio e che aveva preso la sfera. Quindi Dore, per non scatenare ulteriormente l’ira del suo padrone, era tornato indietro a recuperare Vegeta, sperando vivamente che fosse ancora vivo. E lo era, ma era conciato troppo male per spiccicare anche una sola parola. Così l’alieno lo mise nella vasca rigenerante e lui e il suo padrone attesero.
Dopo circa venti minuti, Vegeta si sentì rigenerato e non perse tempo. Ruppe il vetro della vasca rigenerante, facendo colare il liquido verdastro in essa contenuto sul pavimento. L’allarme dell’astronave scattò. Aveva pochi secondi per pensare a un piano, prima che Cooler entrasse nella stanza. E poi un lampo attraversò la sua mente: fece un buco nella parete con un colpo di ki, così avrebbe dato l’impressione a Cooler che fosse scappato ed egli avrebbe dato ordine a Sauzer e Dore di inseguirlo. E lui in quel frangente sarebbe andato dalle sfere. Ecco che Cooler, seguito dai suoi tirapiedi, entrò nella stanza e fissò adirato l’enorme voragine aperta nella parete.
“è scappato! Presto inseguitelo e portatelo qui!” ordinò Cooler a Sauzer e Dore, i quali obbedirono.
Vegeta, intanto, nascosto dietro una parete, aveva lasciato la stanza e correndo ad alta velocità raggiunse l’alloggio privato di Cooler. E lì le vide: cinque sfere del drago. Perfetto: tutto stava andando secondo i suoi piani. Scagliò un altro colpo di ki verso il corridoio, causando un’esplosione, così Cooler non avrebbe potuto raggiungerlo. E infatti, sentì i suoi passi – seguiti da quelli dei due alieni – che si dirigevano verso di lui. E, dopo avere fatto un altro buco nella parete, ad una ad una lanciò le sfere, per poi seguirle subito dopo. Mentre si allontanava sentì Cooler inveire contro i suoi due scagnozzi. Rise, aveva ingannato il signore dell’universo!
 
****
 
Subito era partito alla ricerca di quel sayan traditore. Vedendo il suo padrone in quel furente stato d’ira, non se l’era sentita di perdere tempo. Ma era più facile a dirsi che a farsi! Senza il suo prezioso scouter, andato distrutto nello scontro avvenuto poc’anzi con Vegeta, era difficile trovare il sayan, il quale poteva essere scappato lontano. Tuttavia Dore non si perse d’animo e continuò a perquisire il cielo e la terra.
Poi lo vide: stava volando a tutta velocità, mentre inseguiva qualcuno. Quello doveva essere il suo giorno fortunato, aumentò la velocità raggiungendo il principe dei sayan, il quale si accorse subito di essere seguito.
Vegeta si fermò, voltandosi verso Dore, avrebbe recuperato la sfera che quel terrestre custodiva dopo avere sistemato le cose con Dore. L’alieno si fermò, fissando Vegeta.
“Vegeta, dove hai nascosto le sfere?” domandò. Vegeta rise, anzi ghignò, suscitando l’ira dell’alieno dalla pelle verde.
“E ti aspetti che te lo dica?” fu la sua risposta e Dore si irritò ancora.
“Bene, se non me le vuoi dare, vorrà dire che ti ucciderò e me le prenderò con la forza!” esclamò Dore, mettendosi in posizione d’attacco. Vegeta rise di nuovo.
“E ti aspetti di battermi ancora? Hai commesso un grave errore a farmi guarire. Noi sayan aumentiamo esponenzialmente la nostra forza, ogni volta che siamo a un passo dalla morte!” esclamò Vegeta, in tono trionfante, anche lui mettendosi in posizione d’attacco.
Stavolta fu Dore a ridere, credendo che il principe bluffasse. Ma si sbagliava, ogni volta che provava a sferrare qualche pugno o calcio a Vegeta, quest’ultimo li evitava con grande agilità. E lui, dal canto suo, non riusciva più ad evitare i colpi di Vegeta, finendo così per incassarne alcuni davvero potenti. Dore, però, non ebbe il tempo di elaborare alcuna strategia, in quanto Vegeta gli perforò l’addome con un colpo di ki.
Fuori due, pensò Vegeta. Mancava solo Sauzer e poi poteva realizzare il suo desiderio. Ma prima doveva prendere la sfera al terrestre, così una volta avutole tutte poteva chiedere l’immortalità. Il suo piano stava filando liscio come l’olio.
 
****
 
“Bulma!” gridò Crilin non appena vide la sua amica, seduta su una roccia a scrutare il cielo. Bulma alzò la mano, sventolandola in segno di saluto.
“Dov’è Gohan?” domandò Crilin, non appena fu atterrato.
“è andato qui vicino a cercare una sfera che il radar rilevava.” Spiegò Bulma e Crilin annuì.
“Allora è proprio vero, anche voi terrestri siete su questo pianeta.” A Crilin si gelò il sangue, non appena udì quella voce. L’aveva riconosciuto: era Vegeta. Era così eccitato per avere trovato la sfera, che non si era reso conto di essere seguito. Si maledisse mentalmente.
“Cosa vuoi?” anche se tremava dal puro terrore, Crilin si mise in posizione difensiva.
“La sfera del drago! Dammela, e risparmierò la tua vita e quella della tua amichetta!” esclamò Vegeta. Ma Crilin non gli credette. Ciononostante non aveva altra scelta: Vegeta era fuori dalla sua portata ed era inutile tentare di scontrarsi con lui. Si sentì a pezzi, per non essere riuscito a mantenere la promessa fatta al capo anziano, ma quella era l’unica possibilità che gli rimaneva. Tanto sarebbe morto lo stesso, quindi tanto valeva dargli la sfera di sua spontanea volontà.
Si avvicinò al principe dei sayan, allungando le braccia per porgergli la sfera, che Vegeta prese. Crilin chiuse gli occhi, aspettandosi di ricevere il colpo mortale, ma nulla accadde.
“Oggi è il tuo giorno fortunato, terrestre. Mi sento misericordioso dato che il mio desiderio sta per essere realizzato.” Crilin sollevò un sopracciglio. Desiderio? Allora Vegeta pensava di avere tutte le sfere del drago, ma così non era.
Sperò con tutto sé stesso che Gohan non incontrasse Vegeta, il quale aveva già spiccato il volo, probabilmente a cercare l’ultima sfera. Gohan, difatti, aveva appena trovato in fondo ad un lago la sfera del drago e l’aveva presa, senza sapere che quella sfera era quella che Vegeta aveva trovato e nascosto in quelle profondità per impedire a Cooler di prenderla.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: di nuovo un altro aggiornamento a tempo di record… mi stupisco di me stessa! Comunque di nuovo ho cambiato certe cose, tipo prima Vegeta si scontra con Dore e poi va con Crilin e penso che dal prossimo capitolo effettuerò i cambiamenti maggiori, dato che toglierò la parte della squadra Ginew (che è di Freezer, quindi non c’entra niente con Cooler). A presto.
 

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Capitolo 4
*** Polunga, il drago delle sfere namekkiane ***


Polunga, il drago delle sfere namekkiane
 
Crilin scrutava ancora il cielo, sperando vivamente che Gohan arrivasse presto. Adesso che Vegeta aveva scoperto il loro nascondiglio, non erano più al sicuro, per cui era meglio scappare finché erano in tempo. Ma fino a quando il piccolo mezzo sayan non giungeva, loro non potevano partire. Poi avvertì un’aura familiare: Gohan stava arrivando. Aguzzò la vista, fissando un punto preciso del verde cielo, inquadrando il piccolo Gohan, che tenendo in mano una sfera, si dirigeva verso di lui.
“Crilin!” esclamò Gohan, atterrando. Aveva un’aria gioviale, segno che non aveva avuto intoppi nel recuperare la sfera.
“Presto, dobbiamo andarcene di qui!” disse Crilin e Gohan lo guardò con aria interrogativa.
“Vegeta ci ha scoperto ed ha preso la sfera del drago.” Spiegò. Gohan annuì, sentendosi dispiaciuto per non essere stato lì a dare supporto.
Nuovamente per non attirare l’attenzione del principe dei sayan – e Crilin sapeva che di lì a breve il buon Vegeta avrebbe scoperto che al suo appello mancava una sfera – decisero di muoversi a piedi, con la disapprovazione di Bulma. Stavolta decisero di nascondersi tra le montagne, in mezzo a due pareti rocciose.
“Bene, Gohan, adesso ti porto dal Capo Anziano. Lui può liberare il tuo potenziale latente, così diventerai più forte e potremo resistere fino all’arrivo di Goku!” gli spiegò Crilin. Il piccolo annuì.
“Eh ma dove andate? Non vorrete mica lasciarmi qui?” si lamentò Bulma.
“Non ti preoccupare. Torneremo presto. Tu rimani qui e tieni d’occhio la sfera. Dovresti essere al sicuro.” La rassicurò Crilin. Bulma era una ragazza che ficcava sempre il naso dappertutto, ma se stava buona in quel nascondiglio ad attenderli poteva rimanere al sicuro e non imbattersi in guai.
“Ma…” tentò di protestare Bulma, ma i due avevano già preso il volo.
 
****
 
Non appena aveva preso la sfera a quel terrestre dalla testa pelata, si era diretto di nuovo nel luogo dove aveva nascosto la sfera. Si buttò subito nel lago, setacciandolo in ogni angolo. Della sfera non c’era traccia. Uscì da quelle acque, adirato. Come aveva fatto la sfera a sparire? Si chiese. Poi gli sovvenne un’idea: e se uno dei due terrestri – magari quella donna – era arrivato in quel luogo in cerca delle sfere e pensando che fosse nel lago, si fossero tuffati dentro per recuperarla? Sì, doveva essere così, si disse. Con la rabbia che gli saliva sempre più, Vegeta ritornò di nuovo in quella caverna dove aveva trovato il terrestre di nome Crilin.
Di loro non c’era traccia, constatò una volta giunto sul posto. Dovevano essere scappati, ovviamente. La furia gli montò sempre di più. Quel piccolo terrestre aveva osato ingannarlo ed ora gliel’avrebbe fatta pagare! Tornò nel luogo dove aveva nascosto le altre sfere e si sedette su una roccia. Si concentrò al massimo per cercare di captare l’aura di quel terrestre. E quando la trovò, ghignò trionfante. Adesso per quel piccolo moscerino non c’era via di scampo.
 
****
 
Ecco, finalmente poteva scorgere all’orizzonte la casa del capo anziano, che svettava in cima alla montagna. Crilin sorrise, erano riusciti a giungere sani e salvi dal saggio, senza avere incontrato Vegeta.
“Ehi, Gohan! Vedi quella casa lì? Quella è la dimora del capo anziano! Siamo arrivati!” Gohan aguzzò la vista, mettendo a fuoco l’abitazione dalla forma strana. Sorrise anche lui, poi con l’amico accelerò la velocità.
Quando giunsero davanti alla dimora del saggio, entrarono subito trovandovi all’interno l’amico Dende e Nail. L’anziano era ancora seduto sul suo trono. Fece cenno a Gohan di avvicinarsi, il quale obbedì. Poi gli posò la mano sulla testa e iniziò a liberare la sua forza latente. Trionfanti per essere riusciti nel loro intento, i due uscirono dalla casa, ma non appena ebbero messo piede all’esterno, rimasero paralizzati. Vegeta svettava a mezz’aria, proprio di fronte a loro. Aveva l’aria infuriata.
“Avanti, restituitemi ciò che mi appartiene!” tuonò, scendendo a terra. Gohan e Crilin si misero in posizione di difesa.
“Piuttosto che darla a uno come te, preferisco la morte!” esclamò Crilin, facendo appello a tutto il suo coraggio. Vegeta fece una smorfia, non amava l’insolenza e quei terrestri ne possedevano a sufficienza.
“Ma non capisci? Se non uniamo le forze, non riusciremo mai a battere Sauzer e l’unico modo per sconfiggere Cooler è che io diventi immortale!” fu la spiegazione di Vegeta. Dal tono Crilin capì che il sayan dovesse essere molto preoccupato.
Strinse le mani a pugno, facendo sbiancare le nocche. Possibile che quella fosse l’unica soluzione? E del loro desiderio di far resuscitare i loro amici che ne sarebbe stato? Significava che avevano compiuto quel viaggio invano.
“Se io ti aiuto, cosa ne sarà del mio desiderio?” domandò Crilin più a sé stesso che a Vegeta.
“Le sfere del drago possono esaudire tre desideri. Per cui il vostro potrà essere esaudito.” Era stato Nail a parlare. Il namekkiano era uscito fuori, attratto da quell’aura proprio davanti alla casa del capo anziano.
Le speranze di Crilin si riaccesero. Almeno avrebbero potuto far resuscitare i suoi amici. Certo dare l’immortalità a Vegeta non era il massimo, ma lui stesso si era accorto dell’aura temibile di quel nemico ed era sicuro che loro, nemmeno Goku, avrebbero avuto alcuna speranza contro di lui. Non era un buon piano, ma era l’unica carta che avevano da giocare.
“Seguimi.” Disse, controvoglia. Poi spiccò il volo seguito a ruota da Vegeta e da Gohan.
Quando arrivarono al loro nascondiglio, presero la sfera di Bulma, la quale li fissò in maniera interrogativa e, senza nemmeno darle spiegazioni, presero di nuovo il volo. Stavolta si diressero verso la tana di Vegeta, dove aveva lasciato le altre cinque sfere. Erano appena atterrati ed avevano appoggiato al suolo le sue sfere che avevano con loro, quando avvertirono una presenza dietro di loro.
“Bene, bene così era qui che ti sei nascosto per tutto questo tempo!” si girarono, con il terrore dipinto sul volto. A parlare era stato un alieno dalla pelle viola e dai capelli biondi.
“Sauzer…” bisbigliò Vegeta e Crilin vide che stringeva le mani, segno che si stava incolpando per non avere fatto in tempo.
“Il possente Cooler sarà contento quando gli porterò tutte e sette le sfere!” tuonò Sauzer, atterrando al suolo. I tre si misero in posizione di difesa.
Crilin attaccò per primo, ma con un pugno ben assestato allo stomaco fu subito messo ko. Gohan, pervaso dalla rabbia, si scagliò contro l’alieno, tirando calci e pugni che Sauzer prontamente evitava. Poi con una ginocchiata sull’addome, scaraventò il bambino al suolo, mettendolo fuori combattimento. Rimaneva solo Vegeta. Il principe tirò subito un colpo di ki, che Sauzer bloccò prontamente. Iniziarono a combattere, Vegeta cercava di tenergli testa, ma l’alieno sembrava superiore a lui in tutto. E anche lui, come i due terrestri, finì al suolo stramazzante, mentre vedeva Sauzer che, trionfante, rubava loro le sfere. Ormai erano perduti.
 
*****
 
La porta dell’astronave si spalancò e Goku poté finalmente ammirare il cielo di un colore verde del pianeta Namek. Si sentiva stranamente calmo, come se non dovesse affrontare un nemico dalle capacità immense, com’era Cooler. Re Kaio gli aveva ordinato di non mettersi contro l’imperatore Cooler, se non voleva rischiare di morire, così una volta giunto su Namek gli aveva suggerito di prendere suo figlio e Crilin e di tornarsene immediatamente sulla Terra, senza scatenare l’ira di Cooler. Goku, però, non aveva alcuna voglia di prestare ascolto a Re Kaio; dopotutto aveva passato quei cinque giorni ad allenarsi ininterrottamente a gravità cento e sarebbe stato un peccato non testare la sua nuova forza. Ma non era questo il momento di pensare a cosa fare e cosa non fare, doveva trovare Gohan e Crilin. Concentrandosi, notò che poco lontano c’erano tre auree, due delle quali molto deboli. Goku le riconobbe: erano quelle di Gohan e di Crilin. Cosa diavolo era successo in quei giorni? Si alzò in aria, dirigendosi a gran velocità in quel luogo, sperando con tutto il suo cuore di arrivare in tempo.
Non appena atterrò in quel luogo roccioso, vide subito Gohan riverso al suolo. Preso dal panico, si avvicinò al figlio, sollevandolo a mezzo busto con le braccia.
“Gohan!” lo chiamò. E Goku sentì un flebile sussurro. Il piccolo era ancora vivo per fortuna.
“Tieni, mangia un senzu.” Gli disse, mentre gli infilava in bocca il fagiolo dalle proprietà curative. E non appena Gohan lo ebbe ingoiato, subito rinvigorì.
Poi si diresse verso Crilin, steso anche lui al suolo, supino. Ma a differenza di Gohan era cosciente e Goku poté porgergli il senzu senza troppe difficoltà. Anche l’amico, dopo averlo mangiato, si alzò in piedi pieno di energie.
“Ehi, Vegeta!” Goku, vedendo Vegeta anche lui ferito – il principe riusciva, però, a reggersi in piedi anche se a stento – gli tirò un senzu, che Vegeta fissò interrogativo.
“Mangialo e ti sentirai meglio!” gli gridò Goku e Vegeta obbedì, anche se perplesso.
“Che cosa è successo?” poi Goku si rivolse a Crilin. Adesso che le loro vite non erano più in pericolo, l’amico poteva raccontargli tutto ciò che era accaduto. E Crilin non perse tempo. Parlò di Cooler e del capo anziano, del tipo dalla pelle viola che avevano affrontato e di come lui fosse scappato con le sfere.
“Bene, direi di andare a prendere le sfere!” esclamò Goku e Crilin fu preso dal terrore. Sicuramente pensava che lui fosse matto.
Goku spiccò il volo, seguendo Vegeta che, poco prima, si era diretto in una direzione, presumibilmente quella dove si trovavano le sfere. Non potendo controbattere Crilin seguì l’amico, e Gohan con lui, sperando vivamente che Goku fosse diventato abbastanza forte da potere sconfiggere quell’alieno di nome Sauzer.
Non appena atterrarono tutti e quattro, videro subito Sauzer e le sfere. Di Cooler non c’era nessuna traccia. E il drago non era ancora stato evocato. Questa era la conclusione a cui erano giunti Crilin e i suoi amici.
Sauzer, non appena vide che i suoi nemici erano ancora vivi e vegeti, ebbe un sussulto, in quanto poco prima gli aveva ridotti in fin di vita. E si rese conto che con loro ci fosse una nuova persona, evidentemente colui che gli aveva guariti così velocemente.
Goku atterrò, scrutando il suo nuovo avversario. Sauzer attivò il suo scouter, leggendo il livello di combattimento di quel misterioso individuo. E non appena lo lesse, rise. Come sperava di batterlo con una potenza così debole?
“Pensi di potermi sconfiggere?” gli domandò Sauzer con tono di sfida, mentre si metteva in posizione di attacco. Goku non rispose, quasi non avesse colto la provocazione dell’alieno.
Sauzer, sebbene fosse in difficoltà, riusciva a tenere testa ai vari colpi di Goku, potendo anche infliggerne qualcuno al sayan. Il tutto sotto gli occhi sgomenti dei due terrestri e di Vegeta, il quale non gradiva starsene in disparte, anzi voleva risolvere la situazione il prima possibile. Prima che fosse troppo tardi, prima che Cooler tornasse. Per questo mentre Goku e Sauzer combattevano, Vegeta attaccò alle spalle, perforando il torace all’alieno con un colpo di ki. Avendogli fatto un bel buco all’altezza del cuore, Vegeta uccise Sauzer, il quale si accasciò a terra sputando sangue dalla bocca.
Goku, sebbene non approvasse il metodo di Vegeta, gli era grato perché a causa di quel combattimento stava sprecando preziose energie, in più aveva ricevuto alcuni danni.
“Andiamo dentro. Kakaroth ha bisogno di essere curato!” esclamò Vegeta, dirigendosi verso l’entrata della navicella di Cooler. Crilin e Gohan, aiutando Goku, seguirono il principe.
Una volta dentro l’astronave, Vegeta fece entrare Goku nella vasca di guarigione. Goku si sentì subito meglio, sentendo che a poco a poco gli stessero tornando le energie.
“Dieci minuti circa e potrà uscire.” Poi accompagnò i due terrestri nell’armeria per fargli cambiare, dato che le loro vesti – ma anche le sue – erano stracciate.
Uscirono di nuovo fuori, andando verso le sfere. Crilin recitò la formula che usavano per quelle terrestri – appari drago Shenron! – ma nulla accadde. Crilin, e Gohan con lui, rimase perplesso, dato che si aspettassero che dalle sfere uscisse un drago verde.
“Forse la parola d’ordine è un’altra! Ah me la dovevo fare dire dal saggio! Vado a prendere Dende! Tu stai qui a fare la guardia, Gohan!” e sotto gli occhi di Gohan, ed anche di Vegeta, Crilin si levò in aria, dirigendosi a gran velocità verso la casa del capo anziano. Né lui né tantomeno gli altri, sapevano che in quella direzione già ci fosse qualcun altro.
 
*****
 
Aveva fatto appena pochi metri, quando vide una piccola figura che, a tutta velocità si stava dirigendo verso l’astronave di Cooler. Aguzzò la vista per capire chi fosse quell’individuo e un moto di gioia lo pervase quando lo riconobbe: era Dende. Forse era un caso o no, ma se Dende stava andando da loro, allora significava che era inutile che lui andasse dal capo anziano per farsi dire la password.
“Dende!” gridò, facendo leggermente sussultare il piccolo namekkiano.
“Crilin!” esclamò lui, essendo felice di vedere il suo nuovo amico vivo e vegeto.
Poi, insieme, si diressero verso la loro meta. Gohan era, intanto, rimasto di guardia alle sfere, mentre Vegeta era rientrato all’astronave per schiacciare un pisolino, perché, a detta sua, era da un po’ che non riposava, ed era meglio farlo prima che fosse troppo tardi. Non appena percepì delle aure Gohan si concentrò e quando capì che si trattasse di Crilin e di Dende, gioì anche se con sorpresa. Dopotutto Crilin non poteva già essere di ritorno, ma poco importava.
“Dov’è Vegeta?” domandò, guardandosi con circospezione intorno. Temeva che il principe potesse sbucare fuori da un momento all’altro.
“Sta dormendo dentro l’astronave.” Spiegò Gohan. Crilin lo guardò un po’ perplesso, ma quello era un colpo di fortuna.
“Presto spostiamoci su qualche isolotto qui vicino. Così Vegeta non si accorge che abbiamo evocato il drago.” E prese ognuna due sfere, e Crilin tre, si diressero alzandosi leggermente in volo su un piccolo isolotto poco più avanti rispetto all’astronave.
Una volta atterrati e posate le sfere al suolo, Dende allungò le braccia verso di esse e recitò la formula magica per attivare le sfere. Crilin capì che si dovesse trattare della lingua namekkiana. Una lingua fatta di “p”, constatò il giovane guerriero. Una volta che il piccolo namekkiano ebbe finito di recitare la password, il cielo si scurì – esattamente come sulla Terra – e dalle sfere emerse un enorme drago verde, leggermente più grande rispetto a Shenron, ma egualmente spaventoso.
“Esprimete tre desideri.” Parlò il drago con voce profonda.
“Chiedi al drago di far resuscitare coloro che sono stati uccisi dai sayan sulla Terra.” Spiegò Crilin, ma Dende non si mosse.
“Mi dispiace, ma Polunga può portare in vita una persona alla volta.” Rispose Dende, in tono triste.
Allora chi riportare in vita? A parte Jaozi, tutti potevano essere resuscitati anche con le sfere terrestri, quindi con il primo desiderio era meglio far rivivere Jaozi, poi con il secondo Piccolo e Tensinhan e Yamcha potevano essere riportati in vita con quelle terrestri. Sì, il ragionamento filava. Stava per comunicare il nuovo desiderio a Dende, quando Gohan lo precedette.
“Riporta indietro Piccolo. Mi ha appena parlato tramite re Kaio e vuole essere riportato in vita per primo.” Spiegò Gohan e Crilin si ritrovò ad annuire, non cambiava molto se Piccolo veniva resuscitato prima. In effetti era anche meglio, perché se fosse arrivato Vegeta o peggio Cooler, almeno avrebbero avuto la sicurezza di poter resuscitare due dei loro amici.
Così Dende pronunciò il desiderio in lingua namekkiana. Polunga lo realizzò. Poi rimase in attesa del loro secondo desiderio. Stavolta Crilin nemmeno proferì parola perché sentì chiara e tonda la voce di Piccolo nella sua testa.
“Portatemi sul pianeta Namek come secondo desiderio. Voglio vendicare tutti quelli della mia razza che Cooler ha ucciso!” esclamò Piccolo. E Crilin non ribatté, dopotutto l’aiuto di Piccolo avrebbe potuto rivelarsi prezioso.
Dende espresse così il secondo desiderio che il drago esaudì, ma Piccolo non comparve davanti a loro, dato che Dende aveva semplicemente richiesto di portare il namekkiano in un punto qualsiasi del pianeta. Ma non era un problema. Rimaneva solamente il terzo desiderio. Crilin stava per chiedere a Dende di resuscitare il piccolo Jaozi ma si bloccò, anzi fu fermato da qualcuno.
“Ma bene, così avete evocato il drago senza di me! Razza di piccoli…” e Vegeta stava per colpirli con una mossa di ki, ma Crilin fu talmente abile da fermarlo.
“Aspetta! Manca ancora il terzo desiderio!” e Vegeta si calmò. Poi si avvicinò al terrestre prendendolo per il colletto della tuta nera della battle suite.
“Chiedi che io diventi immortale! Presto sbrigati, Cooler sta arrivando.” Crilin tergiversò, se Vegeta non fosse arrivato a quest’ora non si sarebbe accorto di nulla, forse. E pensò: un Vegeta immortale era sicuramente un male minore rispetto a Cooler. Poi se voleva rimanere vivo era meglio ascoltarlo.
“E va bene.” Disse, poi guardò verso Dende facendogli cenno con la testa di procedere con il desiderio.
Ma quando il piccolo namekkiano aprì bocca per esprimere l’ultimo desiderio, Polunga ebbe un fremito e si dissolse, le sfere piombarono a terra e si trasformarono in massi comuni. Questo poteva significare solo una cosa: il capo anziano era morto.
“Voi! Come avete osato! Avete infranto il mio sogno di eterna giovinezza!” una voce glaciale li fece raggelare all’istante. Voltandosi, videro proprio in cima ad una roccia Cooler. Era arrabbiato, no era adirato. Adesso sì che erano spacciati.
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: ci avviciniamo sempre di più al momento finale della storia. Il prossimo che pubblicherò sarà l’ultimo capitolo. Cambierò delle cose, ma non posso dirvi quali, mentre qui ho cambiato delle cose, in primis ho saltato tutta la parte della squadra Ginew, perché essendo di Freezer era inutile farla apparire in questa storia, così l’ho alleggerita un po’. Comunque spero che questo capitolo vi sia piaciuto. Alla prossima.  

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Capitolo 5
*** Scontro finale ***


Scontro Finale
 
Così quello era il pianeta Namek. Una strana sensazione invase il suo cuore. Che fosse nostalgia? Si domandò Piccolo. Ma quello non era il momento di pensare alla nostalgia: doveva trovare subito Gohan e Crilin. Avvertiva le loro auree in lontananza, quindi ancora non era troppo tardi. Ma nel bel mezzo del tragitto, avvertì un’altra aura, una molto pacifica, che si stava spegnendo. Scese al suolo e vide accasciato sul terreno di colore verdastro un namekkiano. Com’era simile a lui, pensò. Si avvicinò, notando che il misterioso namekkiano fosse ancora vivo. Ma non aveva tempo di soccorrere suo, fratello? Come lo doveva chiamare?
“Unisciti a me…” era un flebile sussurro, ma Piccolo lo udì perfettamente. Si voltò verso il namekkiano.
“Unirmi a te?” c’era un po’ di ribrezzo nel suo tono di voce. Conosceva la tecnica dell’assimilazione, lui e Kami erano una sola persona un tempo, ma lui non era il tipo per quelle cose.
“Sì. E potrai sconfiggere Cooler.” Disse Nail. E Piccolo riflesse. Lui stava andando contro a una morte quasi certa e forse se si fosse unito con quel misterioso namekkiano, avrebbe avuto una piccola speranza di sopravvivere.
“Va bene, ma la base sono io.” Così appoggiò la mano sul corpo del namekkiano, il quale sparì venendo assimilato da Piccolo.
Piccolo esultò: si sentiva potente ed invincibile. Con quella nuova potenza avrebbe potuto salvare i suoi amici, sconfiggere Cooler e vendicare tutti coloro appartenenti alla sua razza. Si levò in aria, partendo alla massima velocità verso la grande concentrazione di auree che avvertiva, dove si stava svolgendo la battaglia.
 
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Il puro terrore invase Crilin. Cooler era proprio lì davanti a loro. Era un alieno dalla pelle viola e una specie di armatura bianca sulle spalle, probabilmente un esoscheletro, ma Crilin non aveva voglia di scoprirlo. Cooler aveva degli occhi color rosso, le cui pupille dilatate emanavano segnali di pura furia. Crilin, con lui Gohan e Dende, si ritrovò a indietreggiare, mentre tremava come una foglia. Solo Vegeta, seppur anche lui spaventato, rimase sul posto.
“Vegeta… come hai potuto? Dopo che io ti ho accolto nella mia piccola armata!” Cooler si era rivolto al principe dei sayan e sebbene il suo tono fosse calmo, esso era raggelante. Cooler aveva preso con sé Vegeta e i suoi amici nonostante il suo disprezzo per i sayan, per dimostrare al fratello che lui le scimmie, a differenza sua, le sapesse addomesticare.
“Io non sono lo schiavo di nessuno!” Vegeta accumulò le sue energie e partì all’attacco di colui che aveva disprezzato così tanto.
Cooler, però, era troppo forte e agile per Vegeta e, dopo avere parato i primi due pugni sferratogli dal principe, con soli due calci lo mandò al suolo. Ecco cosa accadeva a chi osava mettersi contro il possente Cooler. Crilin e Gohan rimasero immobili sul posto. Era come se fossero stati congelati. Cooler posò il suo sguardo terrificante su di loro, Crilin sentì il sentore della morte lì vicino. Crilin chiuse gli occhi quando un raggio di ki fuoriuscì dagli occhi di Cooler, colpendo prima Gohan che stramazzò al suolo e poi lui. La sua morte stava di nuovo per giungere. Cooler sorrise vittorioso. Non aveva, però, colpito Dende, il quale era riuscito a nascondersi dietro a una roccia. E se Piccolo non fosse arrivato, sicuramente Cooler lo avrebbe notato.
Cooler ebbe un sussulto non appena vide quel namekkiano arrivare. Lui era convinto di averli sterminati tutti e invece una piccola mosca era riuscita a sopravvivere.
“E così uno di voi era ancora vivo?” Cooler strinse le mani, chiudendole a pugno. Odiava non svolgere il suo lavoro alla perfezione. Lui, d’altronde, non era qualcuno che prendeva tutto con troppa leggerezza.
“Io sono un namekkiano che è venuto ad ucciderti, Cooler!” Piccolo si tolse il mantello e il cappello, che con il loro peso non erano d’aiuto per i suoi movimenti e si mise in posizione d’attacco.
Cooler rise: “Sarai tu a morire, sporco namekkiano!” e sferrò un pugno con tutta la sua furia a colui che aveva osato sfidarlo con parole così manchevoli di rispetto.
Piccolo riuscì a parare il colpo, con grande sorpresa di Cooler. In pochi riuscivano a fermare i suoi colpi. Ma non se ne preoccupò, un semplice colpo di fortuna non poteva metterlo in difficoltà, o peggio ucciderlo. Ora era il turno del namekkiano: cercò di colpire con un pugno Cooler, il quale prontamente lo evitò, restituendo il colpo e mandandolo a segno. Piccolo si ritrovò con il labbro sanguinante, ma nulla di più.
Nel frattempo Dende, presosi di coraggio, uscì dal suo nascondiglio e con i suoi poteri curativi guarì prima Crilin e poi Gohan.
“Wow, Dende! Potevi dirlo prima che eri in grado di guarire le ferite delle persone!” il pensiero di Crilin andò a Goku, il quale era ancora nella vasca di rigenerazione all’interno dell’astronave di Cooler.
“Ma quello è Piccolo!” esclamò Gohan, in un tono gioioso. Crilin pose lo sguardo verso il namekkiano che era impegnato in uno scontro contro Cooler. Riusciva a tenergli testa! Da quando Piccolo era diventato così forte? Non poté fare a meno di chiedersi. Ma non aveva importanza, forse avevano una piccola speranza di sconfiggere quell’orrendo mostro.
“Adesso basta! È tempo di farla finita!” Cooler mandò Piccolo al suolo con un sonoro calcio. Poi concentrò le sue energie. Si stava trasformando.
Dende, intanto, si avvicinò al namekkiano, guarendolo. Piccolo gli sorrise, essendogli molto grato. Se Cooler si trasformava forse per lui non c’era più alcuna speranza.
“Dende, guarisci anche Vegeta. Avremo bisogno di lui.” Il piccolo namekkiano, sentendosi rassicurato dal tono di voce del suo simile, obbedì e tornò indietro a guarire Vegeta, il quale era in fin di vita.
“Perché ci hai messo tanto, stupido marmocchio?” Vegeta, una volta curato, sbraitò contro il piccolo prendendolo per il colletto della maglia bianca che indossava.
Tuttavia non infierì oltre su Dende: Vegeta, e non solo lui, rimase pietrificato dalla nuova forma assunta da Cooler. Era diventato più alto, gli occhi erano totalmente rossi, la bocca era coperta da una specie di maschera e il cranio gli si era allungato. Quella doveva essere la forma finale di Cooler.
I quattro non ebbero nemmeno il tempo di mettersi in posizione di difesa, che Cooler sparò dal suo dito un raggio di ki, che colpì in pieno Dende, uccidendolo.
“Così non ci saranno più guarigioni!” ghignò, trionfo. Allora Cooler si doveva essere accorto che erano guariti grazie a Dende. Ed ora che lo aveva fatto fuori non avevano più la possibilità di rimettersi in forza ogni volta che subivano un danno. Il puro terrore si impadronì di loro.  
Ma se Crilin, Gohan e Piccolo erano rimasti raggelati dall’immensa nuova forza di Cooler, Vegeta rise e caricò la sua energia. Il tutto sotto gli occhi sgomenti dei terrestri e di Piccolo.
“Per te è la fine, Cooler. Noi sayan ogni volta che siamo ad un passo dalla morte e veniamo guariti aumentiamo la nostra forza. Ed io ormai sono diventato forte quanto te!” convinto delle sue parole, il principe dei sayan partì all’attacco, sferrando un pugno sull’addome a Cooler, incassando il colpo.
Iniziò una lotta tra Cooler e Vegeta, una lotta che sembrava pari ma che presto divenne impari. Vegeta, che ormai stava iniziando a provare paura, lanciò un colpo di ki a Cooler, il quale lo evitò con un solo gesto della mano. Vegeta iniziò a tremare, mentre calde lacrime avevano iniziato a rigare il suo viso. Mai in vita sua si ritrovato a provare il più puro del terrore.
Cooler ne approfittò per attaccare, colpendo il principe dei sayan con un pugno sull’addome. Vegeta sputò sangue dalla bocca. Poi un altro pugno e un altro ancora e ancora, fino a quando Vegeta precipitò al suolo esangue. Anche Cooler scese al suolo, stagliandosi proprio sopra Vegeta. Lo prese per le bretelle della sua armatura, iniziando a colpire all’altezza dello stomaco sempre più forte. Vegeta continuava a sputare sangue. Il tutto avveniva sotto gli occhi terrorizzati di Crilin, Gohan e Piccolo i quali erano troppo spaventati per osare muoversi in soccorso del loro alleato. E proprio quando aveva alzato il braccio per assestare al suo ormai ex schiavo il colpo mortale, fu interrotto da qualcuno che atterrava poco distante da lui.
“Ka…Kakaroth.” Aveva detto Vegeta. E Cooler si mise a riflettere: ma quello non era un nome da sayan? Così quel borioso di suo fratello si era fatto sfuggire un’altra mosca. E ora doveva finire lui l’opera. Fissò Vegeta, sul cui volto era spuntato un ghigno di soddisfazione che irritò non poco Cooler.
Goku, intanto, aveva sferrato un calcio a Cooler, il quale saltando lo evitò. Ora vicino a Vegeta c’era Goku. E quando Vegeta lo vide, capì subito che sarebbe stato lui a vendicare la loro razza.
“Per te è finita, Cooler. Lui è il leggendario super sayan!” e stava per fare una seppur flebile risata, quando Cooler ormai colmo d’ira lo colpì dritto al cuore con un raggio di ki che gli fuoriuscì dal dito.
Vegeta si sdraiò al suolo, sputando sangue dalla bocca. Goku sgranò gli occhi, la rabbia stava iniziando a montargli. La vita stava lentamente lasciando il corpo di Vegeta, ma prima che anche l’ultimo barlume lo abbandonasse, rivelò al suo rivale la verità su Cooler e sulla distruzione del loro pianeta d’origine.
“Vendicami!” aveva gridato con il suo ultimo respiro. Poi Vegeta, il grande principe dei sayan, spirò. Goku, che nonostante tutto provava un gran rispetto verso Vegeta, lo seppellì accogliendo la supplica di colui che alla fin fine era suo fratello.
Goku con uno sguardo duro si voltò verso Cooler, il quale era rimasto fermo immobile. La battaglia iniziò. Goku iniziò ad assestare vari colpi, ma nessuno di essi andò a segno: Cooler era troppo veloce. E se all’inizio la battaglia sembrava pari, poi non lo fu. Goku stava avendo la peggio. L’ultima carta che gli rimaneva da giocare era la Genkidama. Ma per caricarla ci voleva del tempo, quello necessario per raccogliere le energie del pianeta e di quelli limitrofi. E Cooler non era di certo qualcuno che concedeva certi lussi. Forse fu solo fortuna, ma Piccolo, che si era fatto donare le energie dei due terrestri, intervenne in suo aiuto, permettendo a Goku di completare la sua tecnica. E quando la lanciò, Cooler ne rimase completamente investito. La forza della sfera era così devastante, che la marea aveva inghiottito quei piccoli isolotti su cui si trovarono. Ma Goku e i suoi amici riuscirono a sopravvivere.
“Abbiamo vinto!” Crilin, e con lui Gohan, si ritrovò ad esultare. Stava iniziando a pensare che mai più avrebbe rivisto la Terra e che sarebbe morto lì su quel pianeta deserto e sconosciuto.
“Bene direi che possiamo andare.” Goku aveva consumato tutte le energie per lanciare la sua sfera e a stento riusciva a reggersi in piedi.
“Ah! Abbiamo dimenticato Bulma!” Crilin aveva urlato con un tono così spaventato che per un attimo gli altri avevano pensato che Cooler fosse ritornato.
“Ehi, Crilin non gridare così! Ci hai fatto prendere un colpo! Pensavamo che Cooler fosse ritornato!” Goku lo rimproverò.
“Beh, ma sai che Bulma sa essere più spaventosa di qualsiasi mostro!” e tutti si misero a ridere, perché sapevano quanto la loro amica potesse diventare isterica.
La risata di Crilin si mutò in puro terrore. Tutti si girarono a guardarlo con lo sguardo interrogativo, seguendo il dito con cui indicava qualcosa. No qualcuno: Cooler, sopravvissuto alla forza della Genkidama. L’alieno allungò un dito, dal quale uscì un raggio di ki che colpì in pieno petto Piccolo. Qualcosa si ruppe dentro Goku. Poi fu il turno di Crilin che venne fatto esplodere da Cooler. Un altro pezzo si infranse dentro Goku. Una rabbia che non aveva mai provato gli salì in corpo. Quest’ira si impadronì di lui, prendendo il sopravvento. Come aveva potuto uccidere Crilin? Lui che era già morto una volta e non poteva più essere riportato in vita? Questo non glielo poteva perdonare. L’ira montava, saliva sempre più, fino a quando esplose. E sotto gli occhi sgomenti di Cooler e Gohan, Goku subì una trasformazione: i suoi cappelli si rizzarono, divenendo biondi, mentre gli occhi si coloravano di un verde acqua, quasi azzurro. E quando la rabbia divenne stabile, la mutazione era completa. Stavolta a provare terrore fu Cooler in persona.
Goku scoccò a Cooler un’occhiata così minacciosa, che l’alieno dalla pelle viola rabbrividì. Poi non staccando gli occhi di dosso dal suo avversario si rivolse al figlio.
“Gohan, prendi con te Piccolo, recupera Bulma e dirigiti verso la mia astronave. Non è molto lontano dal luogo in cui ci siamo incontrati.” Piccolo era ancora vivo, quindi c’era una piccola speranza che Kami non fosse scomparso.
“Ma, papà…” cercò di protestare Gohan.
“Obbedisci!” esclamò Goku. E Gohan sussultò: mai suo padre aveva alzato la voce. Mai. Né con sua madre né tantomeno con lui. Senza protestare il piccolo mezzo sayan si issò Piccolo sulle spalle e spiccò il volo.
“No, non ti permetterò di fuggire!” Cooler aveva sollevato il suo indice destro, puntandolo contro il bambino, ma Goku fu più rapido di lui: ponendosi davanti a lui, gli afferrò il braccio stringendolo con così tanto vigore, che Cooler faticò a liberarsi. Così Gohan poté fuggire insieme a Piccolo.
Cooler, però, era furbo: non poteva uccidere il ragazzino? Bene, non gli avrebbe permesso di giungere alla sua astronave da vivo. Scagliò una sfera nel suolo del pianeta, provocando un’immensa voragine.
“Ho danneggiato il nucleo del pianeta. Tra cinque minuti esatti esploderà. Così nessuno fuggirà!” Cooler guardò Goku in una maniera soddisfatta. Era convinto di avere la vittoria nelle sue mani. Ma Goku non sembrava essere minimamente scalfito dalla sua affermazione.
Anzi attaccò, assestando un colpo dritto all’addome di Cooler, il quale sputò saliva e sangue. E poi ne partirono altri e altri ancora che l’alieno non riuscì a schivare. E sebbene provasse a colpire Goku nessuno dei suoi colpi riusciva ad andare a segno. E Cooler decise di tagliare i fili finché poteva. Un altro colpo al pianeta ed esso sarebbe esploso e con lui anche quel sayan. E allora sarebbe stato lui il più forte dell’universo.
Grazie all’aiuto dell’immagine residua si spostò in alto, nel suo dito si caricava una sfera che si ingrandiva sempre di più, assumendo quasi le dimensioni di un pianeta.
“Ahahah, distruggerò te e questo insignificante pianeta. Sono io il più forte dell’universo!” e non smettendo di ridere, lanciò la sfera dritta contro Goku, il quale tentò di fermarla con le mani.
Ma il colpo era così imponente che Goku iniziò a sprofondare nel terreno. Cooler intanto rideva, trionfante. Goku, però, non si arrese, non volle farlo. Affondò i piedi nel terreno, facendosi forza con le gambe, mentre cercava di rispedire al mittente la sfera. A poco a poco, essa risaliva e con un ultimo sforzo Goku caricò una kamehameha che spinse definitivamente la sfera verso Cooler.
L’alieno non appena vide il suo attacco che stava ritornando verso di lui ebbe un sussulto. Con le mani tentò di bloccare la sfera, ma invano. Essa lo spinse via sempre più lontano fino a quando lo scagliò su uno dei Soli che ruotavano intorno a Namek, incenerendolo.
Adesso Goku poté rilassarsi, o quasi. Il pianeta stava per esplodere e non aveva il tempo di tornare alla sua astronave. Lui era l’unico rimasto su quel pianeta, Gohan era stato teletrasportato sulla Terra insieme agli altri.
Mentre lottava contro Cooler, il cielo si fece improvvisamente scuro. Goku riuscì ad ascoltare una conversazione tra re Kaio e l’anziano saggio. Il capo dei namekkiani era stato riportato in vita, assieme a tutti coloro che erano stati uccisi da Cooler o dai suoi uomini da Shenron, sotto richiesta di re Kaio. E con il terzo desiderio di Polunga avrebbero chiesto di mandare sulla Terra tutti quelli che si trovavano su Namek eccetto Cooler. E quando re Kaio stava spiegando al saggio cosa doveva fare, Goku riuscì ad intromettersi nella conversazione chiedendo che anche lui fosse lasciato lì. Così il piccolo Dende, il solo vicino al drago espresse il desiderio di spedire tutti sulla Terra.
Per fortuna raggiunse l’astronave di Cooler, ma essa era danneggiata che non riuscì a partire. Goku uscì in preda al panico girò e girovagò in cerca di qualche altra navicella spaziale, magari quella con cui Vegeta era arrivato sul pianeta. Niente. Goku imprecò: possibile che il suo destino era quello di morire a causa di un’esplosione?
 
****
 
Il cielo sulla Terra era terso come non mai. In un piccolo bosco erano radunati degli strani esseri dalla pelle di colore verde e le orecchie a punta. Erano i namekkiani, con loro c’erano Bulma, Gohan, Piccolo e persino Vegeta. Di Crilin nessuna traccia dato che le sfere terrestri non potevano riportare in vita per due volte la stessa persona. E dopo i chiarimenti – i namekkiani non sapevano come avevano fatto non solo a tornare in vita, ma anche ad essere teletrasportati su un pianeta misterioso – il capo anziano spirò, lasciando il comando a uno dei capo villaggio.
Nessuno sapeva delle sorti del pianeta Namek, di Cooler o di Goku. Fino a quando Bulma fu chiamata telepaticamente da Yamcha, che le parlò tramite re Kaio.
“Bulma, ascoltami. Goku ha sconfitto Cooler…” Bulma, dapprima un po’ sorpresa, comunicò la notizia a tutti gli altri, i quali esultarono.
“Ma… Goku è morto a causa dell’esplosione del pianeta Namek…” Yamcha le disse anche questo. Ma Bulma non ne fu scossa nemmeno quando lo disse agli altri.
“Ehi, ma non c’era bisogno di sbandierarlo così, senza alcuna delicatezza!” protestò Yamcha.
“Ma con le sfere del drago namekkiane possiamo riportalo in vita! Non sono come quelle terrestri, possono riportare in vita le persone tutte le volte che lo si chiede!” gli spiegò Bulma.
Ma le sfere del drago namekkiane, con la morte del saggio si erano tramutate in sassi e bisognava aspettare circa centotrentasette giorni per vederle riattivate. Così i namekkiani divennero ospiti di Bulma e Vegeta con loro.
 
*****
 
Da quanto tempo si era ritrovato ad orbitare nello spazio vuoto che un tempo il pianeta Namek occupava? Quanti giorni erano passati? Oppure mesi? O addirittura anni? Cooler non lo sapeva dire con certezza. Quasi, però, non ci credeva quando suo padre, il grande re Cold, nonché suo fratello Freezer erano venuti a cercarlo, preoccupati per non avere ricevuto più notizie. E quasi non ci credeva quando gli scienziati di suo padre erano riusciti a ricostruire il suo corpo, andato distrutto, tranne per la materia celebrale e l’occhio sinistro. Poco importava se adesso il suo corpo era interamente meccanico, ma adesso avrebbe potuto vendicarsi di quel sayan di nome Son Goku.
“Padre, andiamo sulla Terra!” esclamò Cooler, al colmo della rabbia. Non voleva perdere tempo: voleva infliggere a quella scimmia la stessa umiliazione che aveva subito lui.
“Sulla Terra? E perché?” gli chiese suo padre, incuriosito.
“Lì si nasconde quel sayan che mi ha sconfitto!” fu la risposta di Cooler.
“Non è meglio che ci vada io? Così lo uccido in un sol colpo?” fu Freezer ad intervenire, suscitando la furia del fratello maggiore.
“No, mi occuperò io di quel viscido!” rispose Cooler, senza scomporsi.
“Andremo tutti e tre.” Fu la decisione di re Cold. Lui era curioso di vedere quel sayan. La sua famiglia per secoli era stata invincibile, la padrona assoluta dell’universo, per cui era impossibile che ci fosse qualcuno più forte di loro.
Così partirono alla volta della Terra e quando vi arrivarono non trovano Son Goku, ma un altro ragazzo dai capelli viola e gli occhi azzurri.
“E tu chi sei? Sei venuto a porci l’omaggio?” gli domandò Cooler, chiedendosi intanto dove fosse quella scimmia.
“Io sono venuto ad ucciderti, Cooler.” Rispose il ragazzo. Cooler si ritrovò a ridere, seguito dal fratello. Re Cold fissava quel ragazzo, incuriosito.
Cooler tentò di colpirlo ma il ragazzo lo schivò, restituendogli il colpo. Cooler allora lanciò la sua sfera per distruggere la Terra, ma il misterioso giovane la mandò nello spazio. Poi balzò in direzione del suo avversario, sguainò la spada e tagliò in piccole parti Cooler, distruggendole con un colpo di ki.
Freezer e re Cold strabuzzarono gli occhi. Chi era quel misterioso ragazzo che si era anche trasformato in un super sayan mentre combatteva con Cooler? Freezer non tentò di rispondere a quel dubbio ed attaccò il giovane, il quale lo fece fuori in un sol colpo, perforandogli il petto con un colpo di ki. Il tutto sotto gli occhi sgomenti di re Cold.
“Aspetta! Perché non ti unisci al mio esercito?” tentò di corromperlo, ma il giovane non sembrava cedere alla sua allettante proposta. Anzi perforò anche lui con un colpo di ki.
Così questa fu la fine di Cooler e della sua famiglia. Una fine poco gloriosa.
 
 
 
 
 
 
 
Note dell’autrice: e questo è l’ultimo capitolo di questa piccola long. Ho cambiato la “fine” di Cooler, non tagliato dal suo stesso attacco, ma incenerito dal sole come avviene nel suo film. Questa fine mi piace tanto per cui l’ho voluta riprendere. Ed ovviamente l’ho fatto tornare come Metal Cooler, ma oltre a re Cold ho fatto comparire anche Freezer, dato che comunque l’avevo reso canonico in questa mia storia, quindi ho pensato di farlo fuori da Trunks come avviene per re Cold. Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la storia e spero vi sia piaciuta. Alla prossima.

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