I tre Geni

di Lely1441
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prima Leggenda - Inversione di ruoli ***
Capitolo 3: *** Seconda Leggenda - La ragazza con la testa di cavallo ***
Capitolo 4: *** Terza leggenda - La Cenerentola cinese ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


I tre Geni






.Prologo.

Faceva molto caldo quel giorno sulla terra dell'Impero, ma a Yao Chi, la celeberrima residenza degli Immortali, soffiava come sempre una leggera brezza primaverile, che recava un subitaneo sollievo ai suoi abitanti.
«Ci avete convocati, Padre?»
Il Padre era a capo dei Geni e delle altre figure mitologiche di tutto il mondo; questo spiegava la sua altezza considerevole e i capelli di un colore così strano per l'ambiente terreno in cui si erano momentaneamente stabiliti. D'altronde, Yao Chi non era visibile agli esseri umani, e molto difficilmente qualcuno avrebbe potuto notare qualcosa che non fosse stata roccia o sabbia.
«Sì, e per comunicarvi che dovete partire immediatamente».
Un glaciale silenzio accompagnò le sue parole, per cui si risolse a continuare:
«Dovete arrivare a Xuan Pu; da lì vi dividerete ed ognuno avrà il compito di cercare una persona e deviarla dal suo progetto originale. Nulla di nuovo, insomma».
«Xuan Pu è in montagna... Non mi piace la montagna!», mugugnò l'unica ragazza del trio convocato, guardando astiosamente il liscio pavimento marmoreo sotto i loro piedi.
«Mi spiace cara, ma è assolutamente necessario. Sai...».
«Non ho alcuna intenzione di seguire i tuoi ordini bislacchi!», proruppe in quel momento un secondo ragazzo, guardando l'uomo con aria di sfida, mentre gli altri due scuotevano la testa a quella nuova mancanza di rispetto da parte del loro fratello maggiore, a cui erano ormai abituati.
«Io dico che invece lo farai, Edward», rispose l'altro con tranquillità ed uno strano sorriso sul volto. «Non hai mai perso il vizio di interrompere quando qualcuno parla; non vi ho ancora svelato cosa stiano cercando».
La ragazza smise di giocherellare con i propri capelli, fissando gli occhioni blu cielo in quelli del suo creatore, mentre i due ragazzi si fecero immediatamente più attenti.
«Cercano quella
Il Padre sorrise, guardando i suoi figli tesi fino all'inverosimile.
«Esatto, Edward. Vogliono quella: sono sulle tracce della Pietra Filosofale».
Non ci fu bisogno di aggiungere altro. Tre secondi, e tutti e tre i ragazzi si erano dissolti nel nulla.
«Questi geni... Sempre così irruenti! Quando impareranno ad ascoltare fino in fondo le mie parole?»
Sospirando, l'uomo si rimise a sedere, riflettendo su come poter aiutare suo nipote Odino, al momento in conflitto con un altro gigante.
"Ma tu pensa se devo anche cominciare a scrivere indovinelli per i parenti! Va bene la famiglia, ma dove andremo a finire di questo passo, mi chiedo io..."




Note finali: questa fanfic partecipa alle Olimpiadi di CoS vs. Writers Arena, per la sezione Anime & Manga, a presto i risultati.
E' una raccolta comprendente prologo, tre capitoli ed epilogo, già tutte scritte, che pubblicherò a scadenza settimanale. A mercoledì.
Kissoni!

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Capitolo 2
*** Prima Leggenda - Inversione di ruoli ***


I tre Geni






.Prima Leggenda - Inversione di ruoli.


«Allora Ed, da quel che sappiamo il tuo protetto dovrebbe trovarsi lì dentro», disse Winry, indicando al fratello una casupola di legno piuttosto fatiscente. Edward rimase a guardarla piuttosto costernato, e i suoi due amatissimi parenti scelsero proprio quel momento per sparire.
«Ed io cosa dovrei...?»
Le parole gli morirono sulla bocca, quando voltandosi non trovò che una piccola ed alquanto smagrita mucca a fissarlo con curiosità, lì dove fino a qualche secondo prima c'erano Winry ed Alphonse.
«Maledetti! Sono morti, giuro che li faccio fuori quando li rivedo! Abbandonare così il loro povero fratello maggiore...!»
Borbottando come suo solito, si diresse verso la catapecchia e non si prese neanche il disturbo di bussare, visto che molto probabilmente al più piccolo tocco l'asse di legno marcio si sarebbe sbriciolata fra le sue dita.
«Ehi, di casa! Si può?»
Entrò, e quel che vide lo lasciò basito.

«Non so proprio come ringraziarvi, sul serio!»
Edward rimase in silenzio, guardando esterrefatto la quarta ciotola di riso sparire tra le fauci di quel mostro. Sì, mostro, aveva deciso Ed. Perché quando aveva trovato quel giovane semi-svenuto a terra, con la bocca aperta ed in preda al delirio, aveva subito cercato di farlo rinvenire. E qual era stata la prima parola intellegibile di quell'essere?
«Cibo!»
Il Genio sussultò, quando si vide porgere davanti l'ennesima tazza vuota.
«Ehm...»
Il ragazzo lo guardò con i suoi migliori occhi da condannato a morte.
«Va bene, va bene! Ordinane ancora quanto ne vuoi», sospirò Ed rassegnato. L'altro gli rivolse un sorriso pieno di gratitudine e chiamò nuovamente l'oste dell'unica locanda del paese.
«Quanti giorni erano che non mangiavi nulla?», chiese il biondo, sinceramente curioso.
«Mmh... Più o meno una settimana, credo».
«Una... Una settimana?», balbettò Ed, costernato.
«Sì. Sai, prima c'era mia sorella ad occuparsi di me, ma da quando se n'è andata...»
L'altro sentì un moto di compassione verso il giovane uomo, pensando a quanto dovesse aver sofferto per la dipartita della ragazza.
«Mi spiace», mormorò infatti, onestamente turbato. L'altro lo fissò per qualche istante leggermente confuso, prima di scoppiare in un'allegra risata.
«Scusa, credo di non essere stato chiaro. Si è semplicemente stufata di me, mi ha mandato al diavolo e si è sposata in fretta e furia con un contadino che abita non lontano da qui».
Edward fissò i piatti vuoti davanti a sé.
«Sì, non mi è difficile immaginare il perché», sospirò piano, mentre l'altro continuava a ridacchiare, allegro.
«Cosa posso fare per sdebitarmi?», chiese poi, riavviandosi le lunghe ciocche scure con un gesto sicuro.
Il Genio gettò uno sguardo distratto al resto della piccola sala, prima di tornare a fissarlo intensamente, poggiando il mento sul palmo aperto della mano.
«Potresti iniziare con il dirmi il tuo nome, e perché ci tieni tanto a trovare la Pietra Filosofale...»
L'altro nascose il viso per qualche istante nella ciotola, ed Edward sghignazzò, pensando di averlo ormai in pugno.
«Il mio nome è Ling Yao, e di questa famigerata Pietra Filosofale non so proprio nulla».
Il Genio fece per controbattere acidamente qualcosa, quando lo vide sbiancare e fissare terrorizzato un punto alle sue spalle. Ed si voltò velocemente, rimanendo a scrutare le ombre che popolavano il locale, senza però vedere nulla. Di colpo, un pensiero attraversò la sua mente e tornò a fissare il punto in cui doveva esserci Ling.
Sparito. Cominciava a diventare un'abitudine per lui perdere i propri interlocutori per strada, a quanto pareva.
«Dannazione!», imprecò, sbattendo un pugno contro il tavolo. Fece per alzarsi, ma subito il padrone della locanda gli si piantò davanti, con un bel sorriso minaccioso in volto e le larghe mani piantate saldamente sui fianchi.
«Il conto, signore».
Quando seppe il totale di quel sostanzioso pranzetto, Edward capì di non aver mai odiato tanto qualcuno quanto quell'indisponente ragazzo dagli occhi troppo a mandorla.

«Se pensavi di fregarmi, ti sei sbagliato di grosso», ringhiò contro a Ling, legato come un salame e buttato con malagrazia contro un muro della catapecchia.
L'altro sorrise placidamente, cosa che fece montare su tutte le furie Edward.
«Sappi che se solo volessi, potrei liberarmi di queste corde senza che tu neanche te ne accorga», gli disse tranquillamente, socchiudendo gli occhi e voltando il capo verso la porta distrutta dalla furia omicida dell'altro.
«Non ti conviene sfidare un Genio, sai? Soprattutto, non un Genio del Tuono. Siamo una razza parecchio permalosa e vendicativa, per tua informazione».
Ling sobbalzò e lo guardò, stupefatto. Poi, un ghigno si allargò sul suo volto, e disse:
«Dove ci sono Geni del Tuono, ci sono anche Geni della Pioggia, vero?»
«Sì, mi sono appena separato dal Genio della Pioggia e da quello delle Nuvole», ribatté Edward, pensando a Winry e ad Alphonse.
«Ascolta, Genio... Io sono interessato ad incontrarli. Se ti svelassi ciò che so sulle potenzialità delle squame d'oro del drago, mi aiuteresti?»
Edward lo guardò pensosamente: aveva l'impressione che quel ragazzo non gli avrebbe mai svelato nulla senza riceverne un tornaconto, e quelle informazioni gli erano utili... Winry non si sarebbe di certo lamentata.
«Va bene, ma posso chiederti a cosa ti serve? Siamo Geni della natura, non comuni Geni da quattro soldi...»
Ling diede un'eloquente occhiata verso l'esterno che si poteva scorgere da dove fino ad un'ora prima faceva bella mostra di sé la porta d'ingresso.
«Siccità. I monsoni sono in ritardo di tre settimane oltre il normale, e le colture non crescono. Di questo passo, ci sarà la peggiore carestia mai avuta da un secolo a questa parte».
Edward annuì, ripensando alla mucca troppo magra che campeggiava ancora accanto alla casupola. Si avvicinò al ragazzo, cominciando ad armeggiare con le corde che lo tenevano immobilizzato.
«Se poi mi si trovasse anche una bella mogliettina, di sicuro non mi lamenter-Ahi!»
«Stai zitto, se non vuoi che ti trascini legato così in giro per tutto l'Impero!», ribatté Ed, strattonandolo con fin troppa foga all'esterno.







Ringraziamenti per le recensioni:
sushiprecotto_chan: E' sempre un piacere rivederti xD Grazie per l'augurio del contest ^^ Fidarti di me? Ahia, la vedo male x°D Grazie per la fiducia comunque ^^ Kissoni!
Syra44: Silvia X3 Grazie anche a te per i complimenti, mi fa sempre piacere trovarti qua X3 Alla prossima allora! Kissoni X3
Rinalamisteriosa: Guarda, mi è stato detto che Ed è molto IC, con le sue manie di protagonismo x°°D Boh, io mi fido XD Crepi il lupo! Grazie mille per la recensione X3 Kissoni!

Credits per le leggende:
Prima leggenda, ovvero
Huang e il genio del tuono



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Capitolo 3
*** Seconda Leggenda - La ragazza con la testa di cavallo ***


I tre Geni






.Seconda Leggenda - La ragazza con la testa di cavallo.




«Oh, tutto questo è sicuramente opera di una Fata cattiva che, gelosa della tua incommensurabile bellezza, ti ha costretto a portare questa maschera per tutta la vita, finché un bel principe ti troverà e, ammaliato dalla tua dolcezza e personalità, non deciderà di prenderti in sposa, non curandosi del tuo basso lignaggio e coronando i sogni di felicità imperitura di entrambi!»
«Ma fa sempre così?», domandò, un poco turbata, la ragazza al Genio accanto a lei, che si limitò a fare spallucce.
«Siete degli insensibili! Vedrete se non ho ragione. Ti troverò io un marito adatto, mia cara, non preoccuparti!», cinguettò allegramente Winry, totalmente convinta di essere la buona madrina di quella sventurata ragazza costretta a portare un'orribile maschera a forma di testa di cavallo.
«Grazie dell'offerta, ma proprio non ci tengo», rispose pacatamente la ragazza, scendendo con un agile balzo dal tetto della casa dove si era esercitata tutto il pomeriggio con il lancio di alcuni pugnali.
«Come no?», strillò Winry in risposta, seguendola insieme ad Alphonse giù nel piccolo prato davanti casa.
«No, grazie. Ho già abbastanza da fare qui, non posso permettermi distrazioni», ribatté decisa la ragazza, dirigendosi sicura verso la porta della casa, come se quella maschera priva di occhi non esistesse minimamente.
«Che succede, Lan Fan?», chiese improvvisamente una voce dietro di loro. I due Geni sobbalzarono voltandosi indietro, perché non si erano accorti della sua presenza.
«Nulla, nonno, stai tranquillo», rispose Lan Fan, entrando e togliendosi la maschera dal volto sudato con uno sbuffo.
«Ma allora te la puoi levare!», gridò Winry. La ragazza ed il nonno risero, mentre lei afferrava un ricambio pulito e tornava fuori, diretta al fiume poco distante da lì.
«No, tu non puoi venire», disse gentilmente Lan Fan ad Alphonse, indicandogli i vestiti che teneva in mano; vedendoli, il Genio arrossì e mormorò:
«Oh, scusate, io... Non avevo capito», disse, prima di sparire nel nulla.
«Povero Al... Sempre così ingenuo!», ridacchiò Winry, prima di tornare a fissare seriamente l'altra, che si fece scivolare abilmente un piccolo pugnale in mano.
«Fine dei giochi, Genio. Dimmi subito cosa vuoi».
La ragazza bionda rimase per qualche istante in silenzio, fissando la lama affilata puntata alla sua gola.
«Sto cercando la Pietra Filosofale. E tu ne sai qualcosa».
Lan Fan sbatté le palpebre una, due volte, prima di gettare indietro la testa e mettersi a ridere. Con gran smarrimento da parte dell'altra, ritirò il pugnale e lo rimise nel fodero nascosto sotto i vestiti.
«La Pietra? Lo sanno tutti che è una vecchia leggenda, che non esiste».
Continuando a ridere tra sé e sé, le voltò le spalle e si avviò verso il corso d'acqua a cui erano dirette.
«Mi stai dicendo che mio Padre si è sbagliato? Non è possibile», negò vigorosamente Winry, incamminandosi dietro di lei.
«Mi spiace per te, ma l'unica cosa che possa donarti l'immortalità da queste parti è la Squama del Drago».
Gli occhi di Winry si accesero improvvisamente.
«Squama del Drago?»
Lan Fan annuì sovrappensiero.
«Sì; che io sappia, qua vicino ci dovrebbe essere un Drago, e tutti i Draghi possiedono delle Squame che possono donare vita eterna. Ma il prezzo è altissimo». Lan Fan sorrise amaramente.
«Capisco... Senti, ti andrebbe di accompagnarmi da questo sedicente Drago, domani?»
La giovane donna la fissò, con il riso nello sguardo.
«Dipende».
«Dipende?»
«Sì, dipende. Dipende dalla tua offerta, Genio. Io e mio nonno siamo mercenari, non comuni soldati da quattro soldi, sai? I nostri servigi costano».
Winry scosse la testa sorridendo, pensando a quanto si assomigliassero Geni ed esseri umani, a volte.
«E cosa vorresti in cambio? Che ne dici di un bel principe?»
«Oh no! La maggior parte degli uomini che conosco è più debole di me e, sinceramente, al momento neanche mi interessa... No, mi piacerebbe diventare invincibile».
Winry sospirò: perché nessuno accettava mai le sue proposte di combinare matrimoni? Così non era divertente!
«Esiste un'armatura di seta che non può essere trafitta neppure da una lama fatata. La cosa potrebbe interessarti?»
Lan Fan sorrise.
«Direi che si tratta di uno scambio equivalente, Genio».
Winry sogghignò tra sé e sé. Di sicuro non sarebbe stato uno scambio alla pari per lei, visto che contava di ricavarci come minimo il triplo del valore, già inestimabile di suo, di una singola Squama.
«Chiamalo equivalente! Qui a guadagnarci sarai soltanto tu!», si lamentò invece, nascondendo i suoi veri pensieri dietro ad un velo di insofferenza che riuscì ad ingannare l'altra. «Visto che sei in debito con me, mi spiegheresti perché diamine ti tocca portare una simile maschera per tutto il giorno? Per di più senza fessure per la luce!»
Lan Fan scoppiò nuovamente a ridere.
«Si tratta di una tecnica ideata da mio nonno, serve ad affinare l'udito e l'equilibrio in caso non
fossi più in grado di vedere e mi trovassi in pericolo».
Quando si accorse dell'espressione attonita del Genio, rise di nuovo e non cessò finché non furono entrambe entrate nelle chiare sorgenti d'acqua naturale.





La seguente fic si è classificata prima al contest Chinese Legends, sezione Anime & Manga delle Olimpiadi di WA vs. CoS.
A fine raccolta giudizi e bannerino.

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Capitolo 4
*** Terza leggenda - La Cenerentola cinese ***


I tre Geni






.Terza Leggenda - La Cenerentola cinese.




"Chissà cosa starà facendo il fratellone...", stava intanto pensando Al, preoccupato. "Non è la prima volta che ci separiamo, e ci sono già successi dei guai in precedenza... Speriamo che non si faccia prendere la mano dal suo temperamento focoso come sempre".
Sospirando, fece altri due passi, senonché schiacciò qualcosa di morbido e che emise un debole squittio di risposta. Alphonse guardò ai suoi piedi, terrorizzato, e vide di aver calpestato una specie di gattino svenuto a terra.
Fu un attimo.
«Che... Che carino!»
Il Genio aveva sempre avuto una passione per i felini et similia, e quella sottospecie di gatto bianco a macchie nere sembrava urlare "Prendimi!" da tutti i pori.
«Povero piccolo... Ti sei perso, vero? Tranquillo, ti porterò con me, e magari ritroveremo anche la tua mamma!», gli disse fiducioso, prendendolo in braccio ed incamminandosi con lui. Suo fratello non avrebbe di certo approvato, gli aveva già detto che Yao Chi ormai, più che una residenza degli Immortali, sembrava più un enorme rifugio per gatti e tigri siberiane. Ma tanto il Padre gli aveva accordato il permesso di portare ciò che voleva a casa, suo fratello non era un problema.
Continuò a camminare per un bel tratto, finché non arrivò davanti ad una casetta costruita in legno, davanti alla quale una bimba piangeva disperata.
«Tutto bene?», chiese gentilmente Al, piazzandosi davanti alla ragazzina. «Cos'è successo di tanto grave?»
La bambina non rispose subito, e il Genio aspettò pazientemente che finisse di asciugarsi le lacrime dal volto, prima di rifarle la domanda.
«Ho perso il mio pesciolino rosso. Era nello stagno dietro casa, ma è sparito e non riesco più a trovarlo!»
Al si guardò pensosamente in giro; fece il giro della casa, e scrutò a fondo tra le ninfe della piccola pozza d'acqua, ma non vide nulla.
«Piccola, temo proprio che il tuo pesciolino abbia deciso di andare via. Ma forse prima o poi ritornerà, chissà!», le sorrise fiducioso, sperando di rincuorarla almeno un po'.
«Lo dici solo per consolarmi!», ribatté la ragazzina, sfregando forte i piedi contro il terreno. Alphonse si guardò nervosamente in giro, e il gatto che teneva in braccio scelse quel momento per mugolare ed aprire gli occhi, così sia lui che la bambina si ritrovarono a fissare l'animaletto guardarli ad occhi spalancati.
«Che... Che carino!», disse la bimba affascinata, esattamente come il Genio un'ora prima, e lui ebbe all'improvviso un'illuminazione.
«Senti... Se vuoi puoi prenderti cura di lui, io ho già tanti gatti a casa... Magari si sentirebbero gelosi e lo tratterebbero male!», disse, con convinzione. La ragazzina lo guardò con gli occhi spalancati, e scoppiò a ridere.
«Ne sarei felicissima... Ma temo che questo non sia un gatto... E tantomeno un maschio!», disse, prendendo a sua volta l'animaletto.
«Vedi? È un piccolo panda femmina. Probabilmente sarà stata abbandonata dalla sua famiglia perché è così piccolina», disse, mentre il panda si accoccolava meglio contro il suo petto. «La chiamerò Xiaomei... A proposito, io sono May», disse, mentre apriva la porta della casa e si dirigeva al suo interno.
«Io invece sono il Genio delle Nuvole, mi chiamo Alphonse», si presentò il ragazzo, sedendosi compostamente su una seggiola situata accanto al muro.
«Un Genio? È qualcosa come un principe?», si voltò lei velocemente, con gli occhi luccicanti. Al pensò divertito che quello era pane per i denti di Winry.
«Mmh... Non proprio, diciamo che sono il figlio del Padre di tutti gli dèi. Si può considerare alla stessa stregua?», le domandò sorridendo. May ci pensò un po' su, prima di rispondergli.
«Se mi porterai al Ballo, credo proprio che potrò considerarti il mio principe. Peccato che non abbia i vestiti adatti!»
Il Genio a quel punto, più di sentirsi un principe, si sentiva decisamente una Fata Madrina.
«Dono a Xiaomei un potere speciale: potrà far comparire tutto ciò che vorrai. Ma in cambio... Cosa ne sai della Pietra Filosofale?», chiese con calma.
«Il Drago dalle Squame d'Oro ne possiede una, che io sappia», gli disse lei, tirando fuori una ciotola per pulire il riso e riempiendola di acqua.
«Il Drago dalle Squame d'Oro?». Il Genio si mise più comodo sulla sua sedia.
«Sì. Non lontano da qui c'è questo Drago, che vanta di possedere delle Squame in grado di donare l'immortalità, ma la mia mamma diceva che in realtà lui aveva una Pietra Filosofale... Ti sono stata utile?»
«Utilissima, May. Utilissima...», rispose sorridendo Al, alzandosi in piedi e già pronto a contattare i fratelli.
«Genio... Mi verrai ancora a trovare?», domandò la ragazzina, con una punta di tristezza nella voce.
«Farò di meglio, tornerò addirittura con mia sorella. Sai, è un'appassionata di principi ed affini, credo proprio che andrete d'accordo! Ti preparerà bene per il Ballo. Grazie ancora per le informazioni, May».
Detto questo sparì, lasciando Xiaomei e May a chiedersi quando l'avrebbero rivisto ancora.

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Capitolo 5
*** Epilogo ***


I tre Geni






.Epilogo.




«Vogliamo la Pietra Filosofale!»
«Voglio diventare invincibile!»
«Voglio i monsoni!»
L'uomo guardò esterrefatto il gruppo davanti a sé, massaggiandosi stancamente le tempie.
«Riza, la prossima volta, almeno assicurati che non siano dei pazzi del genere, ti prego», mormorò debolmente alla donna accanto a sé.
«Mi spiace, signore, ma veramente non potevo immaginare...»
«Allora, questa Pietra? Non abbiamo tutto il giorno!», ululò Ed, sollevando il mugolio di assenso di Winry.
Roy li fissò per qualche istante, perplesso.
«Ma veramente... Io non so neanche cosa sia, questa benedetta Pietra Filosofale», rispose, con  un tono talmente onesto che avrebbe convinto chiunque. Ma i tre Geni non erano chiunque.
«Al, vieni con me un attimo, per favore», disse Ed al fratello, trascinandolo da parte e cominciando a parlottare sottovoce.
«Allora, la situazione è questa: abbiamo un idiota e una mercenaria che non vanno d'accordo tra loro, Winry che vuole assolutamente farli sposare ed un Drago che non è un Drago», sussurrò nervosamente Ed a suo fratello minore.
«Fratellone, sai che è la nostra unica possibilità: dobbiamo cercare di prendere la Pietra Filosofale!»
«Lo so, Al, lo so...»
I due si voltarono a guardare Ling e Lan Fan che stavano litigando, Winry che li guardava con uno strano sguardo d'intesa negli occhi e quel... Quella sottospecie di piromane impazzito che si faceva chiamare "Il Drago", che altri non era che un venditore ambulante, di nome Roy, che aveva l'unico potere di riuscire ad appiccare il fuoco con un unico schiocco di dita, e una fama di cialtrone che arrivava in ogni angolo della Cina. Lo osservarono discutere amabilmente con la donna che lo accompagnava (una specie di guardia del corpo, forse?), che sembrava prestargli ben poca attenzione; ma i due fratelli si erano accorti del guizzo partecipe dei suoi occhi ad ogni movimento dell'uomo.
«Che si fa? Quell'uomo ha la Pietra Filosofale, e di questo ne siamo certi, altrimenti nostro Padre non ci avrebbe inviato qui; ma non ce la vuole consegnare a nessun costo, dicendo che non ne sa nulla, che non esiste e volendoci appioppare quella stupida Squama. Winry non se ne preoccupa minimamente e quei due non sono altro che una palla al piede», berciò contrariato Ed, pensando che, come al solito, sarebbe toccato a lui sistemare tutta la situazione.
«Fratellone... Ma se facessimo semplicemente finta di credergli e, mentre tu contratti, mandassimo Winry a frugare dentro al carro?», chiese Al all'improvviso.
«Al... Caspita, quando vuoi sei veramente un genio, nulla da dire! Solo che dubito seriamente che tenga lì dentro una cosa così preziosa...»
«Provare non costa nulla».
«Hai ragione, e se continuasse a fare il finto tonto... Be', mi costringerebbe ad usare le maniere forti», decise Ed.
«Drago, abbiamo un patto da proporti!»
L'uomo sogghignò, malefico.
«Dimmi tutto».
«Prendiamo la Squama. Dopotutto sei sincero, e la Pietra Filosofale non esiste... Tanto vale prendere un suo surrogato per l'immortalità, dico bene?»
«Benissimo, Genio... Benissimo!»
Roy sghignazzò, al settimo cielo, mentre la compagna roteava gli occhi. Ecco altri tre clienti fregati. Come se una comune Squama di Drago pitturata d'Oro donasse sul serio la vita eterna!
«Avanti, signori, fate la vostra offerta!», recitò, come un perfetto banditore di aste.
«Dobbiamo parlarne con nostra sorella... Facciamo subito!»

«Ahahah! Li abbiamo fregati tutti!», disse Ed, felice come un bambino davanti ai regali del suo compleanno. Avevano soddisfatto i desideri dei due ragazzi cinesi che li avevano accompagnati, accettato la Squama di Finto Oro e dato al Drago una pietra in grado di trasmutare il metallo in oro. Sul momento aveva funzionato, ma l'uomo non sapeva che quello non era che una semplice brutta copia della Pietra Filosofale, che dopo essere stata utilizzata quattro o cinque volte si rendeva perfettamente inservibile.
«Ma fratellone, così non è come se avessi mentito?»
Ed lo guardò con aria di sfida.
«E perché mai? Lo sai benissimo che la Pietra Filosofale non esiste, no?»
Mentre diceva questo, si sfilò dal collo un ciondolo color rubino e cominciò a giocherellarci, passando il lungo laccio di cuoio intorno al dito e facendolo girare vorticosamente. Winry sorrise astuta e glielo rubò, cominciando a correre davanti ai due compagni.
«Winry! Torna subito qui!»
Urlò Ed irato, iniziando a correrle dietro.
«E perché mai, Ed? Dopotutto, questa non è la Pietra Filosofale, giusto?»
E per le verdi valli di Xuan Pu risuonarono a lungo le risate cristalline dei tre geni.

.The End.






Note finali: mi dispiace aver aggiornato così tardi, ma questa storia la odio XDDD Quindi sì, ho temporeggiato fino all'ultimo. E' arrivata prima, quindi un ringraziamento alle tre giudici, ma soprattutto ai recensori: sushiprecotto_chan, Syra44, Rinalamisteriosa, elyxyz, Shatzy.
Kissoni! ^^

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