I tre Geni di Lely1441 (/viewuser.php?uid=26394)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prima Leggenda - Inversione di ruoli ***
Capitolo 3: *** Seconda Leggenda - La ragazza con la testa di cavallo ***
Capitolo 4: *** Terza leggenda - La Cenerentola cinese ***
Capitolo 5: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
I tre Geni
.Prologo.
Faceva
molto caldo quel giorno sulla terra dell'Impero, ma a Yao Chi, la
celeberrima residenza degli Immortali, soffiava come sempre una leggera
brezza primaverile, che recava un subitaneo sollievo ai suoi abitanti.
«Ci
avete convocati, Padre?»
Il Padre era a
capo dei Geni e delle altre figure mitologiche di tutto il mondo;
questo spiegava la sua altezza considerevole e i capelli di un colore
così strano per l'ambiente terreno in cui si erano
momentaneamente stabiliti. D'altronde, Yao Chi non era visibile agli
esseri umani, e molto difficilmente qualcuno avrebbe potuto notare
qualcosa che non fosse stata roccia o sabbia.
«Sì,
e per comunicarvi che dovete partire immediatamente».
Un glaciale
silenzio accompagnò le sue parole, per cui si risolse a
continuare:
«Dovete
arrivare a Xuan Pu; da lì vi dividerete ed ognuno
avrà il compito di cercare una persona e deviarla dal suo
progetto originale. Nulla di nuovo, insomma».
«Xuan
Pu è in montagna... Non mi piace la montagna!»,
mugugnò l'unica ragazza del trio convocato, guardando
astiosamente il liscio pavimento marmoreo sotto i loro piedi.
«Mi
spiace cara, ma è assolutamente necessario.
Sai...».
«Non
ho alcuna intenzione di seguire i tuoi ordini bislacchi!»,
proruppe in quel momento un secondo ragazzo, guardando l'uomo con aria
di sfida, mentre gli altri due scuotevano la testa a quella nuova
mancanza di rispetto da parte del loro fratello maggiore, a cui erano
ormai abituati.
«Io
dico che invece lo farai, Edward», rispose l'altro con
tranquillità ed uno strano sorriso sul volto. «Non
hai mai perso il vizio di interrompere quando qualcuno parla; non vi ho
ancora svelato cosa stiano cercando».
La ragazza
smise di giocherellare con i propri capelli, fissando gli occhioni blu
cielo in quelli del suo creatore, mentre i due ragazzi si fecero
immediatamente più attenti.
«Cercano
quella?»
Il Padre
sorrise, guardando i suoi figli tesi fino all'inverosimile.
«Esatto,
Edward. Vogliono quella:
sono sulle tracce della Pietra Filosofale».
Non ci fu
bisogno di aggiungere altro. Tre secondi, e tutti e tre i ragazzi si
erano dissolti nel nulla.
«Questi
geni... Sempre così irruenti! Quando impareranno ad
ascoltare fino in fondo le mie parole?»
Sospirando,
l'uomo si rimise a sedere, riflettendo su come poter aiutare suo nipote
Odino, al momento in conflitto con un altro gigante.
"Ma tu pensa se devo
anche cominciare a scrivere indovinelli per i parenti! Va bene la
famiglia, ma dove andremo a finire di questo passo, mi chiedo io..."
Note
finali:
questa fanfic partecipa alle Olimpiadi di CoS vs. Writers Arena, per la
sezione Anime & Manga, a presto i risultati.
E' una
raccolta comprendente prologo, tre capitoli ed epilogo, già
tutte scritte, che pubblicherò a scadenza settimanale. A
mercoledì.
Kissoni!
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Capitolo 2 *** Prima Leggenda - Inversione di ruoli ***
I tre Geni
.Prima Leggenda -
Inversione di ruoli.
«Allora
Ed, da quel che sappiamo il tuo protetto dovrebbe trovarsi
lì
dentro», disse Winry, indicando al fratello una casupola di
legno piuttosto fatiscente. Edward rimase a guardarla piuttosto
costernato, e i suoi due amatissimi parenti scelsero proprio quel
momento per sparire.
«Ed io cosa dovrei...?»
Le
parole gli morirono sulla bocca, quando voltandosi non trovò
che una piccola ed alquanto smagrita mucca a fissarlo con
curiosità,
lì dove fino a qualche secondo prima c'erano Winry ed
Alphonse.
«Maledetti! Sono morti, giuro che li faccio fuori
quando li rivedo! Abbandonare così il loro povero fratello
maggiore...!»
Borbottando come suo solito, si diresse verso
la catapecchia e non si prese neanche il disturbo di bussare, visto
che molto probabilmente al più piccolo tocco l'asse di legno
marcio si sarebbe sbriciolata fra le sue dita.
«Ehi, di
casa! Si può?»
Entrò, e quel che vide lo
lasciò basito.
«Non so proprio come
ringraziarvi, sul
serio!»
Edward rimase in silenzio, guardando esterrefatto la
quarta ciotola di riso sparire tra le fauci di quel mostro.
Sì,
mostro, aveva deciso Ed. Perché quando
aveva trovato
quel giovane semi-svenuto a terra, con la bocca aperta ed in preda al
delirio, aveva subito cercato di farlo rinvenire. E qual era stata la
prima parola intellegibile di quell'essere?
«Cibo!»
Il
Genio sussultò, quando si vide porgere davanti l'ennesima
tazza vuota.
«Ehm...»
Il ragazzo lo guardò
con i suoi migliori occhi da condannato a morte.
«Va bene,
va bene! Ordinane ancora quanto ne vuoi», sospirò
Ed
rassegnato. L'altro gli rivolse un sorriso pieno di gratitudine e
chiamò nuovamente l'oste dell'unica locanda del paese.
«Quanti
giorni erano che non mangiavi nulla?», chiese il biondo,
sinceramente curioso.
«Mmh... Più o meno una
settimana, credo».
«Una... Una settimana?»,
balbettò Ed, costernato.
«Sì. Sai, prima c'era
mia sorella ad occuparsi di me, ma da quando se n'è
andata...»
L'altro sentì un moto di compassione verso
il giovane uomo, pensando a quanto dovesse aver sofferto per la
dipartita della ragazza.
«Mi spiace», mormorò
infatti, onestamente turbato. L'altro lo fissò per qualche
istante leggermente confuso, prima di scoppiare in un'allegra
risata.
«Scusa, credo di non essere stato chiaro. Si è
semplicemente stufata di me, mi ha mandato al diavolo e si è
sposata in fretta e furia con un contadino che abita non lontano da
qui».
Edward fissò i piatti vuoti davanti a sé.
«Sì,
non mi è difficile immaginare il
perché», sospirò
piano, mentre l'altro continuava a ridacchiare, allegro.
«Cosa
posso fare per sdebitarmi?», chiese poi, riavviandosi le
lunghe
ciocche scure con un gesto sicuro.
Il Genio gettò uno
sguardo distratto al resto della piccola sala, prima di tornare a
fissarlo intensamente, poggiando il mento sul palmo aperto della
mano.
«Potresti iniziare con il dirmi il tuo nome, e
perché
ci tieni tanto a trovare la Pietra Filosofale...»
L'altro
nascose il viso per qualche istante nella ciotola, ed Edward
sghignazzò, pensando di averlo ormai in pugno.
«Il
mio nome è Ling Yao, e di questa famigerata Pietra
Filosofale
non so proprio nulla».
Il Genio fece per controbattere
acidamente qualcosa, quando lo vide sbiancare e fissare terrorizzato
un punto alle sue spalle. Ed si voltò velocemente, rimanendo
a
scrutare le ombre che popolavano il locale, senza però
vedere
nulla. Di colpo, un pensiero attraversò la sua mente e
tornò
a fissare il punto in cui doveva esserci Ling.
Sparito. Cominciava
a diventare un'abitudine per lui perdere i propri interlocutori per
strada, a quanto pareva.
«Dannazione!», imprecò,
sbattendo un pugno contro il tavolo. Fece per alzarsi, ma subito il
padrone della locanda gli si piantò davanti, con un bel
sorriso minaccioso in volto e le larghe mani piantate saldamente sui
fianchi.
«Il conto, signore».
Quando seppe il
totale di quel sostanzioso pranzetto, Edward capì di non
aver
mai odiato tanto qualcuno quanto quell'indisponente ragazzo dagli
occhi troppo a mandorla.
«Se
pensavi di fregarmi, ti sei sbagliato di grosso»,
ringhiò
contro a Ling, legato come un salame e buttato con malagrazia contro
un muro della catapecchia.
L'altro sorrise placidamente, cosa che
fece montare su tutte le furie Edward.
«Sappi che se solo
volessi, potrei liberarmi di queste corde senza che tu neanche te ne
accorga», gli disse tranquillamente, socchiudendo gli occhi e
voltando il capo verso la porta distrutta dalla furia omicida
dell'altro.
«Non ti conviene sfidare un Genio, sai?
Soprattutto, non un Genio del Tuono. Siamo una razza parecchio
permalosa e vendicativa, per tua informazione».
Ling
sobbalzò e lo guardò, stupefatto. Poi, un ghigno
si
allargò sul suo volto, e disse:
«Dove ci sono Geni
del Tuono, ci sono anche Geni della Pioggia, vero?»
«Sì,
mi sono appena separato dal Genio della Pioggia e da quello delle
Nuvole», ribatté Edward, pensando a Winry e ad
Alphonse.
«Ascolta, Genio... Io sono interessato ad
incontrarli. Se ti svelassi ciò che so sulle
potenzialità
delle squame d'oro del drago, mi aiuteresti?»
Edward lo
guardò pensosamente:
aveva l'impressione
che quel ragazzo non gli avrebbe mai svelato nulla senza riceverne un
tornaconto, e quelle informazioni gli erano utili... Winry non si
sarebbe di certo lamentata.
«Va bene, ma posso chiederti a
cosa ti serve? Siamo Geni della natura, non comuni Geni da quattro
soldi...»
Ling diede un'eloquente occhiata verso l'esterno
che si poteva scorgere da dove fino ad un'ora prima faceva bella
mostra di sé la porta d'ingresso.
«Siccità. I
monsoni sono in ritardo di tre settimane oltre il normale, e le
colture non crescono. Di questo passo, ci sarà la peggiore
carestia mai avuta da un secolo a questa parte».
Edward
annuì, ripensando alla mucca troppo magra che campeggiava
ancora accanto alla casupola. Si avvicinò al ragazzo,
cominciando ad armeggiare con le corde che lo tenevano
immobilizzato.
«Se poi mi si trovasse anche una bella
mogliettina, di sicuro non mi lamenter-Ahi!»
«Stai
zitto, se non vuoi che ti trascini legato così in giro per
tutto l'Impero!», ribatté Ed, strattonandolo con
fin
troppa foga all'esterno.
Ringraziamenti
per le recensioni:
sushiprecotto_chan: E' sempre un
piacere rivederti xD Grazie per l'augurio del contest ^^ Fidarti di
me? Ahia, la vedo male x°D Grazie per la fiducia comunque ^^
Kissoni!
Syra44: Silvia X3 Grazie anche a te per i
complimenti, mi fa sempre piacere trovarti qua X3 Alla prossima
allora! Kissoni X3
Rinalamisteriosa: Guarda, mi è
stato detto che Ed è molto IC, con le sue manie di
protagonismo x°°D Boh, io mi fido XD Crepi il lupo!
Grazie
mille per la recensione X3 Kissoni!
Credits
per le leggende:
Prima leggenda, ovvero Huang
e il genio del tuono
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Capitolo 3 *** Seconda Leggenda - La ragazza con la testa di cavallo ***
I tre Geni
.Seconda Leggenda -
La ragazza con la testa di cavallo.
«Oh,
tutto questo è sicuramente opera di una Fata
cattiva che, gelosa della tua incommensurabile bellezza, ti ha
costretto a portare questa maschera per tutta la vita,
finché un bel principe ti troverà e, ammaliato
dalla tua dolcezza e personalità, non deciderà di
prenderti in sposa, non curandosi del tuo basso lignaggio e coronando i
sogni di felicità imperitura di entrambi!»
«Ma
fa sempre così?»,
domandò, un poco turbata, la ragazza al Genio accanto a lei,
che si limitò a fare spallucce.
«Siete
degli insensibili! Vedrete se non ho ragione. Ti
troverò io un marito adatto, mia cara, non
preoccuparti!», cinguettò allegramente Winry,
totalmente convinta di essere la buona madrina di quella sventurata
ragazza costretta a portare un'orribile maschera a forma di testa di
cavallo.
«Grazie
dell'offerta, ma proprio non ci tengo»,
rispose pacatamente la ragazza, scendendo con un agile balzo dal tetto
della casa dove si era esercitata tutto il pomeriggio con il lancio di
alcuni pugnali.
«Come
no?», strillò Winry in risposta,
seguendola insieme ad Alphonse giù nel piccolo prato davanti
casa.
«No,
grazie. Ho già abbastanza da fare qui, non
posso permettermi distrazioni», ribatté decisa la
ragazza, dirigendosi sicura verso la porta della casa, come se quella
maschera priva di occhi non esistesse minimamente.
«Che
succede, Lan Fan?», chiese improvvisamente una
voce dietro di loro. I due Geni sobbalzarono voltandosi indietro,
perché non si erano accorti della sua presenza.
«Nulla,
nonno, stai tranquillo», rispose Lan Fan,
entrando e togliendosi la maschera dal volto sudato con uno sbuffo.
«Ma
allora te la puoi levare!», gridò
Winry. La ragazza ed il nonno risero, mentre lei afferrava un ricambio
pulito e tornava fuori, diretta al fiume poco distante da lì.
«No,
tu non puoi venire», disse gentilmente Lan Fan
ad Alphonse, indicandogli i vestiti che teneva in mano; vedendoli, il
Genio arrossì e mormorò:
«Oh,
scusate, io... Non avevo capito», disse, prima
di sparire nel nulla.
«Povero
Al... Sempre così ingenuo!»,
ridacchiò Winry, prima di tornare a fissare seriamente
l'altra, che si fece scivolare abilmente un piccolo pugnale in mano.
«Fine
dei giochi, Genio. Dimmi subito cosa vuoi».
La
ragazza bionda rimase per qualche istante in silenzio, fissando la
lama affilata puntata alla sua gola.
«Sto
cercando la Pietra Filosofale. E tu ne sai
qualcosa».
Lan
Fan sbatté le palpebre una, due volte, prima di gettare
indietro la testa e mettersi a ridere. Con gran smarrimento da parte
dell'altra, ritirò il pugnale e lo rimise nel fodero
nascosto sotto i vestiti.
«La
Pietra? Lo sanno tutti che è una vecchia
leggenda, che non esiste».
Continuando
a ridere tra sé e sé, le
voltò le spalle e si avviò verso il corso d'acqua
a cui erano dirette.
«Mi
stai dicendo che mio Padre si è sbagliato? Non
è possibile», negò vigorosamente Winry,
incamminandosi dietro di lei.
«Mi
spiace per te, ma l'unica cosa che possa donarti
l'immortalità da queste parti è la Squama del
Drago».
Gli
occhi di Winry si accesero improvvisamente.
«Squama
del Drago?»
Lan
Fan annuì sovrappensiero.
«Sì;
che io sappia, qua vicino ci dovrebbe essere
un Drago, e tutti i Draghi possiedono delle Squame che possono donare
vita eterna. Ma il prezzo è altissimo». Lan Fan
sorrise amaramente.
«Capisco...
Senti, ti andrebbe di accompagnarmi da questo
sedicente Drago, domani?»
La
giovane donna la fissò, con il riso nello sguardo.
«Dipende».
«Dipende?»
«Sì,
dipende. Dipende dalla tua offerta, Genio. Io
e mio nonno siamo mercenari, non comuni soldati da quattro soldi, sai?
I nostri servigi costano».
Winry
scosse la testa sorridendo, pensando a quanto si assomigliassero
Geni ed esseri umani, a volte.
«E
cosa vorresti in cambio? Che ne dici di un bel
principe?»
«Oh
no! La maggior parte degli uomini che conosco
è più debole di me e, sinceramente, al momento
neanche mi interessa... No, mi piacerebbe diventare
invincibile».
Winry
sospirò: perché nessuno accettava mai le
sue proposte di combinare matrimoni? Così non era divertente!
«Esiste
un'armatura di seta che non può essere
trafitta neppure da una lama fatata. La cosa potrebbe
interessarti?»
Lan
Fan sorrise.
«Direi
che si tratta di uno scambio equivalente,
Genio».
Winry
sogghignò tra sé e sé. Di sicuro
non sarebbe stato uno scambio alla pari per lei, visto che contava di
ricavarci come minimo il triplo del valore, già inestimabile
di suo, di una singola Squama.
«Chiamalo
equivalente! Qui a guadagnarci sarai soltanto
tu!», si lamentò invece, nascondendo i suoi veri
pensieri dietro ad un velo di insofferenza che riuscì ad
ingannare l'altra. «Visto che sei in debito con me, mi
spiegheresti perché diamine ti tocca portare una simile
maschera per tutto il giorno? Per di più senza fessure per
la luce!»
Lan
Fan scoppiò nuovamente a ridere.
«Si
tratta di una tecnica ideata da mio nonno, serve ad
affinare l'udito e l'equilibrio in caso non
fossi
più in grado di vedere e mi trovassi in
pericolo».
Quando
si accorse dell'espressione attonita del Genio, rise di nuovo e
non cessò finché non furono entrambe entrate
nelle chiare sorgenti d'acqua naturale.
La
seguente fic si è classificata prima al contest Chinese
Legends, sezione Anime & Manga delle Olimpiadi di WA vs. CoS.
A
fine raccolta giudizi e bannerino.
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Capitolo 4 *** Terza leggenda - La Cenerentola cinese ***
I tre Geni
.Terza Leggenda -
La Cenerentola cinese.
"Chissà
cosa starà facendo il fratellone...", stava intanto pensando
Al, preoccupato. "Non è la prima volta che ci separiamo, e
ci sono già successi dei guai in precedenza... Speriamo che
non si faccia prendere la mano dal suo temperamento focoso come sempre".
Sospirando, fece altri due passi, senonché
schiacciò qualcosa di morbido e che emise un debole squittio
di risposta. Alphonse guardò ai suoi piedi, terrorizzato, e
vide di aver calpestato una specie di gattino svenuto a terra.
Fu un attimo.
«Che... Che carino!»
Il Genio aveva sempre avuto una passione per i felini et similia, e
quella sottospecie di gatto bianco a macchie nere sembrava urlare
"Prendimi!" da tutti i pori.
«Povero piccolo... Ti sei perso, vero? Tranquillo, ti
porterò con me, e magari ritroveremo anche la tua
mamma!», gli disse fiducioso, prendendolo in braccio ed
incamminandosi con lui. Suo fratello non avrebbe di certo approvato,
gli aveva già detto che Yao Chi ormai, più che
una residenza degli Immortali, sembrava più un enorme
rifugio per gatti e tigri siberiane. Ma tanto il Padre gli aveva
accordato il permesso di portare ciò che voleva a casa, suo
fratello non era un problema.
Continuò a camminare per un bel tratto, finché
non arrivò davanti ad una casetta costruita in legno,
davanti alla quale una bimba piangeva disperata.
«Tutto bene?», chiese gentilmente Al, piazzandosi
davanti alla ragazzina. «Cos'è successo di tanto
grave?»
La bambina non rispose subito, e il Genio aspettò
pazientemente che finisse di asciugarsi le lacrime dal volto, prima di
rifarle la domanda.
«Ho perso il mio pesciolino rosso. Era nello stagno dietro
casa, ma è sparito e non riesco più a
trovarlo!»
Al si guardò pensosamente in giro; fece il giro della casa,
e scrutò a fondo tra le ninfe della piccola pozza d'acqua,
ma non vide nulla.
«Piccola, temo proprio che il tuo pesciolino abbia deciso di
andare via. Ma forse prima o poi ritornerà,
chissà!», le sorrise fiducioso, sperando di
rincuorarla almeno un po'.
«Lo dici solo per consolarmi!», ribatté
la ragazzina, sfregando forte i piedi contro il terreno. Alphonse si
guardò nervosamente in giro, e il gatto che teneva in
braccio scelse quel momento per mugolare ed aprire gli occhi,
così sia lui che la bambina si ritrovarono a fissare
l'animaletto guardarli ad occhi spalancati.
«Che... Che carino!», disse la bimba affascinata,
esattamente come il Genio un'ora prima, e lui ebbe all'improvviso
un'illuminazione.
«Senti... Se vuoi puoi prenderti cura di lui, io ho
già tanti gatti a casa... Magari si sentirebbero gelosi e lo
tratterebbero male!», disse, con convinzione. La ragazzina lo
guardò con gli occhi spalancati, e scoppiò a
ridere.
«Ne sarei felicissima... Ma temo che questo non sia un
gatto... E tantomeno un maschio!», disse, prendendo a sua
volta l'animaletto.
«Vedi? È un piccolo panda femmina. Probabilmente
sarà stata abbandonata dalla sua famiglia perché
è così piccolina», disse, mentre il
panda si accoccolava meglio contro il suo petto. «La
chiamerò Xiaomei... A proposito, io sono May»,
disse, mentre apriva la porta della casa e si dirigeva al suo interno.
«Io invece sono il Genio delle Nuvole, mi chiamo
Alphonse», si presentò il ragazzo, sedendosi
compostamente su una seggiola situata accanto al muro.
«Un Genio? È qualcosa come un
principe?», si voltò lei velocemente, con gli
occhi luccicanti. Al pensò divertito che quello era pane per
i denti di Winry.
«Mmh... Non proprio, diciamo che sono il figlio del Padre di
tutti gli dèi. Si può considerare alla stessa
stregua?», le domandò sorridendo. May ci
pensò un po' su, prima di rispondergli.
«Se mi porterai al Ballo, credo proprio che potrò
considerarti il mio principe. Peccato che non abbia i vestiti
adatti!»
Il Genio a quel punto, più di sentirsi un principe, si
sentiva decisamente una Fata Madrina.
«Dono a Xiaomei un potere speciale: potrà far
comparire tutto ciò che vorrai. Ma in cambio... Cosa ne sai
della Pietra Filosofale?», chiese con calma.
«Il Drago dalle Squame d'Oro ne possiede una, che io
sappia», gli disse lei, tirando fuori una ciotola per pulire
il riso e riempiendola di acqua.
«Il Drago dalle Squame d'Oro?». Il Genio si mise
più comodo sulla sua sedia.
«Sì. Non lontano da qui c'è questo
Drago, che vanta di possedere delle Squame in grado di donare
l'immortalità, ma la mia mamma diceva che in
realtà lui aveva una Pietra Filosofale... Ti sono stata
utile?»
«Utilissima, May. Utilissima...», rispose
sorridendo Al, alzandosi in piedi e già pronto a contattare
i fratelli.
«Genio... Mi verrai ancora a trovare?»,
domandò la ragazzina, con una punta di tristezza nella voce.
«Farò di meglio, tornerò addirittura
con mia sorella. Sai, è un'appassionata di principi ed
affini, credo proprio che andrete d'accordo! Ti preparerà
bene per il Ballo. Grazie ancora per le informazioni, May».
Detto questo sparì, lasciando Xiaomei e May a chiedersi
quando l'avrebbero rivisto ancora.
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Capitolo 5 *** Epilogo ***
I tre Geni
.Epilogo.
«Vogliamo la
Pietra Filosofale!»
«Voglio
diventare invincibile!»
«Voglio
i monsoni!»
L'uomo
guardò esterrefatto il gruppo davanti a sé,
massaggiandosi stancamente le tempie.
«Riza,
la prossima volta, almeno assicurati che non siano dei pazzi del
genere, ti prego», mormorò debolmente alla donna
accanto a sé.
«Mi
spiace, signore, ma veramente non potevo immaginare...»
«Allora,
questa Pietra? Non abbiamo tutto il giorno!»,
ululò Ed, sollevando il mugolio di assenso di Winry.
Roy li
fissò per qualche istante, perplesso.
«Ma
veramente... Io non so neanche cosa sia, questa benedetta Pietra
Filosofale», rispose, con un tono talmente onesto
che avrebbe convinto chiunque. Ma i tre Geni non erano
chiunque.
«Al,
vieni con me un attimo, per favore», disse Ed al fratello,
trascinandolo da parte e cominciando a parlottare sottovoce.
«Allora,
la situazione è questa: abbiamo un idiota e una mercenaria
che non vanno d'accordo tra loro, Winry che vuole assolutamente farli
sposare ed un Drago che non è un Drago»,
sussurrò nervosamente Ed a suo fratello minore.
«Fratellone,
sai che è la nostra unica possibilità: dobbiamo
cercare di prendere la Pietra Filosofale!»
«Lo
so, Al, lo so...»
I due si
voltarono a guardare Ling e Lan Fan che stavano litigando, Winry che li
guardava con uno strano sguardo d'intesa negli occhi e quel... Quella
sottospecie di piromane impazzito che si faceva chiamare "Il Drago",
che altri non era che un venditore ambulante, di nome Roy, che aveva
l'unico potere di riuscire ad appiccare il fuoco con un unico schiocco
di dita, e una fama di cialtrone che arrivava in ogni angolo della
Cina. Lo osservarono discutere amabilmente con la donna che lo
accompagnava (una specie di guardia del corpo, forse?), che sembrava
prestargli ben poca attenzione; ma i due fratelli si erano accorti del
guizzo partecipe dei suoi occhi ad ogni movimento dell'uomo.
«Che
si fa? Quell'uomo ha la Pietra Filosofale, e di questo ne siamo certi,
altrimenti nostro Padre non ci avrebbe inviato qui; ma non ce la vuole
consegnare a nessun costo, dicendo che non ne sa nulla, che non esiste
e volendoci appioppare quella stupida Squama. Winry non se ne preoccupa
minimamente e quei due non sono altro che una palla al
piede», berciò contrariato Ed, pensando che, come
al solito, sarebbe toccato a lui sistemare tutta la situazione.
«Fratellone...
Ma se facessimo semplicemente finta di credergli e, mentre tu
contratti, mandassimo Winry a frugare dentro al carro?»,
chiese Al all'improvviso.
«Al...
Caspita, quando vuoi sei veramente un genio, nulla da dire! Solo che
dubito seriamente che tenga lì dentro una cosa
così preziosa...»
«Provare
non costa nulla».
«Hai
ragione, e se continuasse a fare il finto tonto... Be', mi
costringerebbe ad usare le maniere forti», decise Ed.
«Drago,
abbiamo un patto da proporti!»
L'uomo
sogghignò, malefico.
«Dimmi
tutto».
«Prendiamo
la Squama. Dopotutto sei sincero, e la Pietra Filosofale non esiste...
Tanto vale prendere un suo surrogato per l'immortalità, dico
bene?»
«Benissimo,
Genio... Benissimo!»
Roy
sghignazzò, al settimo cielo, mentre la compagna roteava gli
occhi. Ecco altri tre clienti fregati. Come se una comune Squama di
Drago pitturata d'Oro donasse sul serio la vita eterna!
«Avanti,
signori, fate la vostra offerta!», recitò, come un
perfetto banditore di aste.
«Dobbiamo
parlarne con nostra sorella... Facciamo subito!»
«Ahahah!
Li abbiamo fregati tutti!», disse Ed, felice come un bambino
davanti ai regali del suo compleanno. Avevano soddisfatto i desideri
dei due ragazzi cinesi che li avevano accompagnati, accettato la Squama
di Finto Oro e dato al Drago una pietra in grado di trasmutare il
metallo in oro. Sul momento aveva funzionato, ma l'uomo non sapeva che
quello non era che una semplice brutta copia della Pietra Filosofale,
che dopo essere stata utilizzata quattro o cinque volte si rendeva
perfettamente inservibile.
«Ma
fratellone, così non è come se avessi
mentito?»
Ed lo
guardò con aria di sfida.
«E
perché mai? Lo sai benissimo che la Pietra Filosofale non
esiste, no?»
Mentre diceva
questo, si sfilò dal collo un ciondolo color rubino e
cominciò a giocherellarci, passando il lungo laccio di cuoio
intorno al dito e facendolo girare vorticosamente. Winry sorrise astuta
e glielo rubò, cominciando a correre davanti ai due compagni.
«Winry!
Torna subito qui!»
Urlò
Ed irato, iniziando a correrle dietro.
«E
perché mai, Ed? Dopotutto, questa non è la
Pietra Filosofale, giusto?»
E per le verdi
valli di Xuan Pu risuonarono a lungo le risate cristalline dei tre geni.
.The
End.
Note
finali:
mi dispiace aver aggiornato così tardi, ma questa storia la
odio XDDD Quindi sì, ho temporeggiato fino all'ultimo. E'
arrivata prima, quindi un ringraziamento alle tre giudici, ma
soprattutto ai recensori: sushiprecotto_chan, Syra44, Rinalamisteriosa,
elyxyz, Shatzy.
Kissoni! ^^
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