Seven Brothers

di evelyn80
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Commenti indelicati ***
Capitolo 2: *** Vittorie immeritate ***
Capitolo 3: *** Non ho più paura ***
Capitolo 4: *** Voci di corridoio ***
Capitolo 5: *** Regole alternative ***
Capitolo 6: *** Bruschi risvegli ***
Capitolo 7: *** Lacrime per un amico ***
Capitolo 8: *** Regali dell'ultimo minuto ***
Capitolo 9: *** Prese in giro ***
Capitolo 10: *** Corse clandestine ***
Capitolo 11: *** Chi di lacca ferisce, di lacca perisce ***
Capitolo 12: *** Tutta questione di pedali ***
Capitolo 13: *** Robot contro figa ***
Capitolo 14: *** E figl so’ piezz’ ‘e còre ***
Capitolo 15: *** «Quando te lo dirò io!» ***
Capitolo 16: *** La posizione del sassofonista stufato ***
Capitolo 17: *** Soprannomi sgraditi ***
Capitolo 18: *** Me ne presti una? ***
Capitolo 19: *** Nomignoli alternativi ***
Capitolo 20: *** Canta tu! ***
Capitolo 21: *** Gli amici si vedono nel momento del bisogno ***



Capitolo 1
*** Commenti indelicati ***


Commenti indelicati

 

 

«Certo che deve farti male!», commentò Terry, stravaccato sulla poltroncina verde.
Peter, sdraiato nel letto d'ospedale, gli lanciò un'occhiataccia. Se non avesse avuto la bocca serrata da quei dannati perni l'avrebbe mandato a quel paese.
Secondo te?” avrebbe voluto rispondergli. “Mi hanno spaccato la mandibola in tre punti e mi hanno fatto saltare quattro denti!”.
«E solo perché sei capellone. Valli a capire, i Marines», riprese Terry. «Però, se fossi in te, ce lo farei un pensierino sul tagliarmi i capelli. Sennò va a finire che te le suonano ancora!».
Peter lo fulminò di nuovo con lo sguardo. Piuttosto, si sarebbe fatto togliere tutti i denti a suon di pugni!

 

 

 

 

Spazio autrice:

Benvenuti su questa nuova raccolta, che sarà composta da 21 drabbles, dedicata ognuna a una coppia di amici all'interno dei Chicago. Ho fatto riferimento alla formazione originale composta dai sette membri fondatori, ovvero: Terry Kath, Peter Cetera, Robert Lamm, Walter Parazaider, James Pankow, Lee Loughnane e Danny Seraphine.
Questa idea prende spunto da altre due raccolte presenti sul sito: una di Kim Winternight "Bros For A Lifetime" dedicata ai Faith No More; e una di Soul Dolmayan "Without him, I'm useless" dedicata ai Nothing But Thieves.
Le due autrici hanno poi coinvolto anche me e Carmaux in questa iniziativa. Quest'ultima partecipa con questa raccolta: "Four misfits who don't belong together" dedicata ai Queen; mentre io, come avrete capito, partecipo con i Chicago. Ho scelto il titolo “Seven Brothers” semplicemente perché i membri fondatori della band si sono sempre considerati alla stregua di fratelli.
Seguendo le indicazioni di Kim, mi sono procurata randomicamente i prompt per tutte le 21 drabbles, e devo dire che già per questa prima ho faticato tantissimo a rientrare nelle 110 parole canoniche (ho preso come riferimento Contacaratteri.it).
La prima coppia di amici di cui racconto è la Terry/Peter, e il prompt che ho ricevuto in sorte è “lesione permanente”. Ho quindi sfruttato un fatto realmente accaduto per sviluppare la prima drabble. Nel 1968, durante una partita di baseball a cui stava assistendo assieme a Terry, Walter, Danny e relative consorti, Peter è stato assalito da un gruppo di Marines che, per il semplice fatto di avere i capelli lunghi, lo avevano preso di mira. Gli hanno rotto la mandibola in tre punti e gli hanno fatto saltare diversi denti, costringendolo ad un'operazione chirurgica e conseguente degenza in ospedale con la bocca serrata da alcuni perni. Come conseguenza di tale fatto, oltre a mettersi a comporre musica, il bassista ha dovuto iniziare a cantare in falsetto, cosa che poi continuerà a fare anche quando sarà totalmente guarito. Ho immaginato, quindi, che Terry sia andato a trovarlo mentre era ricoverato.
Il fatto che Peter, piuttosto che tagliarsi i capelli, si farebbe togliere tutti i denti è una mia licenza poetica. In molte storie lo dipingo come un maniaco della propria messa in piega, visto che specialmente da giovanissimo non faceva altro che toccarsi i capelli.
Questo primo capitolo è stato pubblicato di mercoledì, ma pubblicherò i prossimi ogni lunedì per uniformarmi con le altre raccolte citate sopra.
Ringrazio di nuovo Kim e Soul per avermi coinvolto nella loro iniziativa, e spero di far sorridere chi passerà da queste parti!

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Capitolo 2
*** Vittorie immeritate ***


Vittorie immeritate

 




«No, Terry, non è uguale. Tra la Dama e il Backgammon c'è una bella differenza!», esclamò Robert, sventagliandosi il volto con il foglietto delle istruzioni che Terry gli aveva appena restituito e che, a quanto pareva, non aveva nemmeno minimamente compreso.
«Ma scusa, non si giocano entrambi su una tavola?», domandò il chitarrista.
«Sì, però...».
«E non si usano le pedine in tutti e due?».
«È vero, ma...».
«E allora sono uguali», concluse Terry in tono di ovvietà, interrompendolo ancora. «E io ho fatto dama, quindi ho vinto!».
Robert lasciò cadere il foglietto e si ficcò le mani tra i capelli, disperato.
«Ci rinuncio...», esalò. «Va bene, hai vinto tu».

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati sulla seconda drabble della raccolta. Avrei dovuto pubblicare ieri, ma siccome ho la memoria di una gallina me ne sono completamente dimenticata. Ringrazio Kim per avermelo ricordato!
Stavolta la coppia esaminata è la Terry/Robert, e visto che il prompt che mi è capitato è “uguaglianza” non ho potuto fare a meno di riallacciarmi a questa mia piccola flash, "A che gioco stiamo giocando?", contenuta nella mia raccolta “Just a little smile”, nella quale Robert e Terry giocano una partita a Backgammon ma quest'ultimo, che non conosce il gioco (ovviamente come mia licenza poetica) è convinto di giocare a Dama. Questa drabble, quindi, ne rappresenta il seguito, in cui Terry sostiene che i due giochi siano uguali.
Parlo di “tavole” perché entrambi i giochi si svolgono su una base apposita: la damiera per la Dama e la tavola per il Backgammon.
Grazie a tutti coloro che passeranno da qui!

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Capitolo 3
*** Non ho più paura ***


Non ho più paura


 


Walter sospirò. Il sole stava calando sul Caribou Ranch, ma lui non aveva voglia di andarsene. Non ancora. Sentiva di avere un milione di cose da dire al suo vecchio amico.
«Sai, fratello? È stato fantastico ricordare la nostra vita insieme», disse infine, trovando il coraggio di parlare.
Terry, la tempia poggiata contro la sua, annuì.
«Anche per me. Muoio dalla voglia di potervi riabbracciare tutti. Non fraintendere, eh?», aggiunse voltandosi verso il sassofonista. «Non voglio mica che moriate tanto presto! Avete ancora un sacco di cose da fare».
Walter sorrise. Ora che lo aveva rivisto, e che sapeva che l'aldilà esisteva davvero, non aveva nemmeno più paura di morire.

 

 

Spazio autrice:

Eccoci arrivati alla terza drabble, incentrata sulla coppia Terry/Walter. Il prompt che avevo era “malinconia” e anche stavolta non ho potuto evitare di riallacciarmi a una mia vecchia fic, "Together again, my friend", creando questo piccolo spin-off.
Nella fic originale si racconta della visita di Terry, morto da oltre quarant'anni, al vecchio amico Walter. Il chitarrista gli si manifesta nello specchio del bagno, che diviene un portale e conduce il sassofonista in un luogo dove il tempo si è fermato: il Caribou Ranch, vecchio studio di registrazione del loro primo produttore, Jimmy Guercio. I due rimangono insieme per una giornata intera, ricordando episodi della loro giovinezza, e prima di riportarlo indietro Terry chiede a Walter di chiarire la situazione con Danny e Peter, gli unici due membri della formazione originale ad aver lasciato il gruppo con l'astio nel cuore.
Direi che la malinconia c'è tutta...
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

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Capitolo 4
*** Voci di corridoio ***


Voci di corridoio

 


 


Terry stava andando in bagno, al termine del concerto degli “Executives”, quando venne fermato da James Pankow, un compagno di scuola di Walter che conosceva di vista.
«Ma è vero quello che si dice in giro?».
«Cosa?».
«Che Wally ti sta fottendo la ragazza!».
Il sorriso di Terry si trasfigurò in una maschera di furia.
«Chi cazzo ti ha detto una cosa del genere?», chiese, afferrandolo per il bavero della camicia.
«Lo dicono tutti, a scuola...», balbettò a fatica James.
Terry lo lasciò andare e si voltò verso Walter, agitando il pugno contro di lui.
«Io lo smonto, e poi lo rimonto per la soddisfazione di smontarlo di nuovo!», ruggì.

 

 

Spazio autrice:

Benvenuti alla quarta drabble, incentrata sulla coppia Terry/James. Il prompt toccatomi in sorte era “voci di corridoio” e l'ho utilizzato sfruttando un fatto realmente accaduto: Walter ha davvero rubato la ragazza a Terry. Nel 1965, quando Terry, Danny e Walter militavano nei “Jimmy Ford and the Executives” (e Terry suonava il basso), i tre erano soliti frequentarsi anche al di fuori degli impegni musicali, essendo grandissimi amici. Terry e Jacklynn, la sua ragazza, non andavano più tanto d'accordo, ma comunque non si erano ancora lasciati quando lei e Walter hanno iniziato a frequentarsi. Oppresso dai sensi di colpa, Walt confidò a Danny cosa stava succedendo tra lui e la ragazza, e il batterista gli consigliò di parlare al più presto con Terry per mettere le cose in chiaro. Ovviamente all'inizio il ragazzone non ne fu molto contento, ma la loro amicizia era talmente solida che non poteva certo spezzarsi per colpa di una ragazza qualsiasi. Jacklynn, però, non sarà una ragazza qualsiasi, perché sposerà Walter e rimarrà con lui fino ai giorni nostri (Walter è l'unico a non essersi mai separato).
Nel periodo che ho preso in considerazione, Terry e James non si conoscevano ancora, o forse potevano conoscersi di vista come ho detto nel testo, perché il futuro trombonista dei Chicago era compagno di scuola di Walter alla De Paul University, ed è probabile che sia andato qualche volta a sentirlo suonare. E, come succede di solito, il “cornuto” è sempre l'ultimo a saperlo e ho ipotizzato che nei corridoi della scuola girasse voce che Walt se la intendeva con la ragazza di Terry.
La frase che Terry pronuncia alla fine non è di mia invenzione: me l'ha sempre citata mio papà. Quando lui era giovane e lavorava alle dipendenze, il suo datore di lavoro era una persona a volte insopportabile. Uno dei suoi compagni, un giorno, litigò con questa persona e, prima di andarsene per sempre dal posto di lavoro, gli disse, minacciandolo col pugno: “Io ti smonto, e poi ti rimonto per la soddisfazione di smontarti un'altra volta!”.
Scusate per le note chilometriche e grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

 

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Capitolo 5
*** Regole alternative ***


Regole alternative

 


 

Lee osservò Terry, seduto dall'altra parte del tabellone del Monopoly, alzando gli occhi al cielo.
«Noooo... quante volte lo devo dire? Non puoi acquistare case finché non hai comprato tutti i lotti dello stesso colore!».
«Non è colpa mia se sono sfigato e non riesco mai a fermarmi su Atlantic Avenue!», ribatté il chitarrista.
«Non è neanche colpa mia. Le regole vanno rispettate!».
Terry sbuffò. «Gne gne gne... sei proprio noioso come un foruncolo su una chiappa, Buco del culo!».
«Smettila di chiamarmi così!».
«Solo se mi fai comprare le case».
Lee grugnì. «La prossima volta che mi chiedi di giocare a Monopoly, ti prego, ricordami di risponderti di no!».


 

Spazio autrice:

Siamo arrivati alla quinta drabble, dedicata alla coppia Terry/Lee. Il prompt, stavolta, era “giochi da tavolo”, e mi sono divertita da morire a far ammattire Lee nel tentativo di spiegare le regole del Monopoly a Terry che, come abbiamo visto in una delle drabble precedenti, non ha molto feeling con i giochi di società. In questo caso Terry sa benissimo come funziona, ma ha un metodo tutto suo per ottenere ciò che vuole.
Ho fatto riferimento alla versione originale del gioco – ovviamente in America non possono mica avere “Viale Costantino” – mentre per le regole mi sono rifatta a quelle italiane, supponendo che siano identiche alla versione originale.

Buco del culo”, come ho già detto molte volte, è il soprannome che ho coniato io per Lee, facendolo utilizzare da Terry, perché la sezione fiati dei Chicago, di cui Lee fa parte, si era auto nominata “Hole in the Ass Gang”.
Grazie a tutti coloro che passeranno da qui!

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Capitolo 6
*** Bruschi risvegli ***


Bruschi risvegli

 

 

Una mano scosse Danny vigorosamente, facendolo svegliare di soprassalto. Si stropicciò gli occhi e si ritrovò davanti il faccione di Terry.
«Che succede? È già ora di alzarsi?», chiese concitato, mettendosi a sedere sul letto.
«No».
«È venuto il terremoto?».
«No».
«L'albergo ha preso fuoco? Dobbiamo scappare?», domandò ancora, il tono di voce sempre più isterico.
«No, è tutto a posto».
Danny incrociò le braccia sul petto. «Si può sapere, allora, perché mi hai svegliato?».
La bocca di Terry si spalancò nel suo sorriso equino. «Perché non riesco a dormire».
«Io ci stavo riuscendo benissimo!», sbottò il batterista.
«Beh, adesso che sei sveglio puoi tenermi compagnia».
«Ti odio!», sibilò Danny.

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati sulla raccolta. Questa volta ho parlato della coppia Terry/Danny, la mia BROTP preferita nel fandom dei Chicago, e come prompt avevo “insonnia”. Questi due erano davvero come fratelli, e non ho fatto nessuna fatica a immaginarmi una scena del genere, in cui Terry non riesce a dormire durante un tour e quindi sveglia Danny per farsi fare compagnia. Chissà, magari è successo per davvero, qualche volta!
Direi che stavolta non ho altro da aggiungere.
Grazie a tutti coloro che passeranno da qui!

 

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Capitolo 7
*** Lacrime per un amico ***


Lacrime per un amico

 

 

Davanti alla lapide di pietra scura, Peter non riuscì a trattenere i singhiozzi. Aveva già letto quell'iscrizione decine e decine di volte, ma l'effetto che gli faceva era sempre lo stesso: mettersi a piangere come una fontana.
Robert, accanto a lui, gli cinse le spalle con un braccio e attese in silenzio che sfogasse tutte le sue lacrime.
«Non si meritava una morte del genere...», riuscì a borbottare il bassista alla fine, tra un singulto e l'altro.
«Finché ci sarà qualcuno che si ricorderà di lui, sarà come se non fosse mai morto», ribatté Robert, serrandolo nella sua stretta.
Peter annuì e gli poggiò la testa sulla spalla, lasciandosi consolare.

 

 

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati sulla raccolta. La coppia presa in considerazione, stavolta, è la Peter/Robert e il prompt che mi è toccato in sorte è “piangere”. Non ho potuto fare a meno, quindi, di immaginare i due davanti alla lapide della tomba di Terry. Penso ci sia poco da dire, se non che il chitarrista ha fatto una fine assurda, sparandosi un colpo di pistola per sbaglio mentre, strafatto di coca, giocherellava con le sue pistole. Ho immaginato che, benché sia passato un po' di tempo, Peter non riesca ancora a trattenere le lacrime davanti alla tomba e che Robert lo abbia accompagnato appositamente per consolarlo. Ogni riferimento alla Lammetera (coppia slash di mia creazione) è puramente casuale XD.
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

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Capitolo 8
*** Regali dell'ultimo minuto ***


Regali dell'ultimo minuto

 


 

Peter irruppe nel camerino di Walter, facendolo sobbalzare.
«Wally, ho bisogno del tuo aiuto!».
«Cosa è successo?».
«Tra quattro giorni è il compleanno di Bobby e io non so cosa regalargli!», esclamò il bassista con voce acuta.
Walter ci pensò un po' su, poi sghignazzò.
«Credo di sapere quale potrebbe essere il regalo adatto a lui. E, se non lo trovi in un negozio, puoi sempre farlo a mano».
Peter lo fissò inarcando le sopracciglia e Walter, in risposta, si calò i pantaloni.
Indossava un paio di slip rossi, con sopra disegnato un regalo corredato dalla scritta “Aprimi, sono tuo”.
«Questi funzionano sempre, quando non so cosa regalare a Jimmy!».

 

 

 

Spazio autrice:

Salve a tutti! Siamo arrivati all'ottava drabble, che è dedicata alla coppia di amici Peter/Walter e aveva come prompt “compleanno”. E stavolta non ho potuto fare a meno di ricorrere alla Lammetera, la coppia slash Peter Cetera/Robert Lamm. Nella mia story line gli unici due ad essere al corrente della relazione clandestina tra Peter e Robert sono appunto Walter e James, in quanto anche loro stanno tirando avanti una relazione omosessuale celata a tutti (tutto frutto della mia fantasia, ovviamente!). E quando Peter non sa cosa regalare al suo amato ecco che chiede aiuto a Walter. E quale regalo dell'ultimo minuto sarebbe più adatto se non quello che lui stesso fece a James in occasione di un Natale di qualche anno prima? Un paio di slip rossi con sopra disegnato un pacco regalo e la scritta “Aprimi, sono tuo”. Il tutto è raccontato in questa mia fic: "Un regalo di Natale molto particolare" .
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

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Capitolo 9
*** Prese in giro ***


Prese in giro

 

 

 

Quando James vide Peter entrare nel camerino non seppe se scoppiare a ridere oppure rimanere serio: il bassista indossava un berretto nero da ufficiale e un paio di occhiali in plastica con naso e baffi finti.
Continuò a fissarlo con le sopracciglia inarcate, senza riuscire a spiegarsi il perché di quella pagliacciata.
«Beh?», lo apostrofò Peter. «Ti piacciono i miei baffi?».
«Perché me lo chiedi?».
«Perché non fai altro che prendermi per il culo alle spalle, dicendo che i miei baffi sembrano pelo di gatto!».
James scosse la testa. «Io non ho mai detto una cosa del genere!».
«E allora chi è stato?».
«Forse un'idea ce l'avrei...», borbottò il trombonista.

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati a tutti! Stavolta la coppia di “fratelli” che vi presento è la Peter/James, e come prompt avevo il dialogo: «Io non ho mai». E quando su Pinterest ho trovato la foto che avete visto a inizio capitolo non ho potuto fare a meno di intesserci sopra questa drabble.
Peter, nella realtà, ha sempre avuto barba e baffi stentati e dall'aspetto molto morbido, come pelo di gatto appunto, e infatti è stato quasi sempre sbarbato se non per un breve periodo negli anni '72/'73. Ho immaginato che “qualcuno” potesse averlo preso in giro per questo, e lui ha subito pensato a James, che ha sempre avuto barba e baffi molto folti.
Ma se non è stato James, come lui stesso ammette, chi potrebbe essere il fautore della presa in giro? Anch'io, come lui, un'idea ce l'avrei.
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

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Capitolo 10
*** Corse clandestine ***


Corse clandestine

 

 

Il corridoio deserto si stendeva davanti a loro, il pavimento di linoleum verde liscio come l'olio.
Peter e Lee, le mani strette sulle ruote, si lanciarono un'occhiata, pronti a scattare.
«Tre, due, uno, via!», declamò Terry col suo vocione.
Bassista e trombettista spinsero con decisione, facendo avanzare le loro sedie a rotelle che si mossero dapprima lentamente, poi sempre più veloci man mano che prendevano l'abbrivio. I due corsero appaiati fino a che Lee non fu costretto a frenare bruscamente, bruciandosi i palmi: un'infermiera era appena uscita da una delle camere, fissandolo con riprovazione.
«Ho vinto io!», mugolò Peter dal fondo del corridoio
«Non vale, voglio la rivincita!», esclamò Lee.


Spazio autrice:

Salve salvino! Siamo arrivati alla nuova drabble, con la coppia fraterna Peter/Lee. Sfruttando il prompt toccatomi in sorte, “sedie a rotelle”, sono tornata al periodo (nel 1968) in cui Peter è stato ricoverato in ospedale per via della frattura alla mandibola, e ho immaginato i due giovanissimi musicisti impegnati in una gara di sedie a rotelle nel corridoio del reparto, con Terry che fa loro da starter. E, naturalmente, era logico che un'infermiera saltasse fuori da una stanza proprio davanti a Lee. Purtroppo non avevo più parole a disposizione: mi sarebbe piaciuto tantissimo scrivere la reazione della donna nei confronti di questa gara clandestina.
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

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Capitolo 11
*** Chi di lacca ferisce, di lacca perisce ***


Chi di lacca ferisce, di lacca perisce

 


 

«Danny, dove ti sei nascosto? Danny? Dannazione, vuoi uscire fuori?».
Danny si coprì la bocca con la mano per trattenere un risolino. Aveva preso la lacca di Peter e si era nascosto in uno dei bagni del teatro, raccogliendo le gambe al petto per non far vedere i piedi dalla fessura sotto la porta.

«È inutile che mi freghi la lacca», continuò a gridare il bassista. «Tanto non avrai mai capelli belli come i miei. Per quello ti serve un miracolo, più che un parrucchiere!».
L'accenno ai suoi capelli – da sempre un cruccio per Danny – lo fece imbestialire.
«Okay, allora anche tu, stasera, ne farai a meno!», sibilò, premendo l'erogatore.

 

 

Spazio autrice:

Rieccoci su una nuova drabble, stavolta incentrata sulla coppia di amici Peter/Danny e con “nascondino” come prompt. Ho immaginato quindi Danny che si nasconde portandosi dietro la lacca di Peter, non tanto perché voglia usarla lui – e i capelli di Danny sono sempre stati davvero il suo cruccio, visto che sin da giovanissimo si è ritrovato quasi completamente calvo – quanto perché vuole fare uno scherzo all'amico. (Nel mio immaginario, Peter ne consuma a quintali essendo un fanatico della propria messa in piega).
Ovviamente, l'accenno fatto dal bassista ai suoi capelli lo fa imbestialire, e quindi Danny pensa bene di far uscire tutta la lacca dal tubo, così non la userà nessuno.
Da questa drabble in avanti la mia raccolta proseguirà da sola, in quanto le altre si sono concluse lunedì scorso. Ringrazio ancora Soul e Kim per avermi coinvolto in questa iniziativa, che sono ostinatamente decisa a portare a termine!
Grazie a tutti quelli che passeranno da qui!

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Capitolo 12
*** Tutta questione di pedali ***


Tutta questione di pedali

 




Il motore rombò rumorosamente mentre Robert pigiava con forza sull'acceleratore, in attesa che scattasse il semaforo verde. Accanto a lui – su altre tre automobili – Peter, Terry e Lee stavano facendo esattamente la stessa cosa.
Seduto al suo fianco sul sedile del passeggero, Walter era bianco come uno straccio lavato.
«Sei sicuro di saper guidare questo affare?», chiese, le mani strette sulle cinture di sicurezza.
Robert si voltò a guardarlo.
«Certo che so guidare un'auto da corsa di NASCAR! Per chi mi hai preso?».
«Per un tastierista che non sa nemmeno usare i pedali dell'organo per fare il basso!», replicò Walter, serrando le palpebre: la gara era appena cominciata.

 

 

Spazio autrice:

Buonsalve a tutti! Eccoci alla nuova drabble, dedicata alla coppia Robert/Walter e con prompt “auto da corsa”. Visto che in internet ho trovato una foto – da cui ho tratto l'immagine a inizio drabble – in cui gli otto Chicago (i membri fondatori + Laudir de Oliveira) sono vestiti con tute da automobilisti, ho immaginato che siano stati invitati a fare una gara, magari di beneficenza, nelle famosissime corse americane NASCAR. In queste corse di solito il pilota è da solo sull'automobile, ma per esigenze di trama ho ipotizzato che si fossero divisi in quattro coppie.
L'accenno di Walter al fatto che Robert non sappia usare i pedali dell'organo elettrico per fare il basso è storia vera: quando si è formata la band, i Chicago (all'epoca ancora “The Big Thing”) non avevano il bassista. Robert assicurò loro di essere capace di riprodurre il suono del basso con i pedali del suo organo elettrico, per garantirsi l'ingaggio, ma ben presto tutti scoprirono che la sua era stata una millanteria bella e buona. Per tale motivo poi fu reclutato Peter Cetera.
Grazie davvero a tutti coloro che mi seguono!

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Capitolo 13
*** Robot contro figa ***


Robot contro figa

 


 

«Non c'è storia, Mazinga è meglio di Goldrake!», disse Robert, indicando il grosso robot grigio ritratto sul manifesto davanti a loro.
«Ma stai scherzando!? Mazinga, a Goldrake, non gli lega nemmeno le scarpe!», replicò James, le dita puntate sul mecha dalle lunghe corna gialle.
«Anche perché le scarpe non ce le hanno», ridacchiò il tastierista, ammiccando verso i loro piedoni metallici.
«Chissà perché poi i giapponesi sono così fissati con i robot. Non sarebbe meglio un po' di figa?», si chiese pensieroso James.
«Te lo spiego io, il perché. Hai mai visto un porno nipponico?».
Il trombonista scosse la testa.
«Le giapponesi ce l'hanno pixellata», sussurrò Robert in tono cospiratorio.

 

 

Spazio autrice:

Perdonatemi, ma stavolta temo di aver scritto una grandissima cagata! La coppia di amici in questione, Robert/James, ha avuto in sorte come prompt la parola “robots”. E visto che i Chicago sono stati moltissime volte in Giappone, li ho immaginati nel paese del Sol Levante, fermi a contemplare un manifesto che ritrae due tra i numerosissimi mecha protagonisti di anime del fumettista e scrittore giapponese Gō Nagai, ovvero “Il Grande Mazinga” e “Ufo Robot Goldrake”.
Per quanto riguarda i porno nipponici... beh, è vero che le giapponesi ce l'hanno coperta dai pixel, quindi è probabile che i maschietti preferiscano guardarsi i robot invece che le fighe.
Grazie a chi mi segue ancora con assiduità!

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Capitolo 14
*** E figl so’ piezz’ ‘e còre ***


E figl so’ piezz’ ‘e còre

 



 

Seduti su due sdraio nel giardino di Lee, il trombettista e Robert guardavano con amore i loro cuccioli d'uomo. Brian, di quasi due anni, correva traballante sulle gambette grassottelle mentre Sasha, un anno appena compiuto, cercava disperatamente di tenergli dietro ma con scarsi risultati: il sederino fasciato dal pannolino continuava ad attirarla inesorabilmente verso il terreno.
«L'avresti mai detto che, da dei tipi come noi, sarebbero nate due creaturine così adorabili?», chiese Lee in un moto d'orgoglio, mangiandosi il figlio con gli occhi.
«Da me ne ero certo», ribatté Robert con un ghigno, «ma non avrei mai scommesso su di te!».
«Spiritoso...», sibilò il trombettista, ma col sorriso sulle labbra.

 

 

 

Spazio autrice:

Questa volta sono annegata in un mare di fluff. Il prompt toccato in sorte a questa coppia di amici, Robert/Lee, era “cuccioli” e visto che tra i loro primogeniti c'è davvero solo un anno di differenza ho deciso di usare la parola per intendere i loro “cuccioli d'uomo”, che i due amici e compagni di band osservano con amore durante una giornata in tranquillità. Per essere precisi, Brian (primogenito di Lee) è nato nel 1976 mentre Sasha (prima figlia di Robert) è nata nel 1977. Quindi temporalmente questa drabble può collocarsi indicativamente nel 1978. Dato che i membri della band si sono sempre considerati alla stregua di fratelli e che passavano moltissimo del loro tempo libero insieme, direi che la situazione potrebbe essere verosimile.
Grazie davvero a chi ancora mi segue!

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Capitolo 15
*** «Quando te lo dirò io!» ***


«Quando te lo dirò io!»


 


 

«Ma sei sicuro che funzionerà?», chiese Danny, scettico.
«Certo, assolutamente! Non ti fidi di me?», replicò Robert, seccato.
«No, non mi fido. E, oltre a questo, non riesco proprio a capire come fissare il pendolo del tuo orologio a cucù possa aiutarmi a guarire dalla claustrofobia!».
«Questa è ipnosi, bello mio! È scientificamente provato che con l'ipnoterapia si può guarire da un sacco di traumi!». Robert gonfiò il petto per darsi un tono.
«E da quando in qua sei diventato un esperto di ipnosi?».
«Da quando ho visto cadere il tuo parrucchino su quell'ascensore. Ho ancora gli incubi, di notte! Ora concentrati e fissa attentamente il pendolo».
Danny obbedì, sbuffando.

 

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati! Stavolta la coppia di amici è la Robert/Danny e il prompt era la parola “ipnosi”, così mi sono ispirata ad una mia fic, "Ascensori e parrucchini", in cui si racconta di una volta in cui Danny, vittima della claustrofobia, perde il suo amatissimo parrucchino (di cui nessuno era a conoscenza) durante una salita in ascensore in compagnia di Robert. Quell'episodio ha scioccato talmente tanto il tastierista (nella mia fantasia) da spingerlo a tentare di ipnotizzare Danny per farlo guarire dalla sua fobia. Ovviamente, come avrete capito dal testo, è un tentativo di ipnosi piuttosto raffazzonato, perché non penso sia molto efficace fissare il pendolo di un orologio a cucù.
Per il titolo, inoltre, ho ripreso una delle celeberrime frasi di Giucas Casella.
Grazie a chi mi segue in questa pazzia: la vostra pazienza è encomiabile!

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Capitolo 16
*** La posizione del sassofonista stufato ***


La posizione del sassofonista stufato


 


 

Walter sbuffò e si afferrò la caviglia sinistra, nel vano tentativo di intrecciare le lunghe gambe nella posizione del loto. Davanti a lui, James aveva appena assunto la posizione dello Shiva danzante e, con gli occhi chiusi e l'espressione estatica, stava in equilibrio sulla sola gamba sinistra.
«Accidenti a te e a chi ha inventato lo Yoga!», borbottò il sassofonista, i lunghi arti inferiori che proprio non volevano saperne di assumere la posizione corretta.
«Rilassati, Wally», rispose James con voce sognante, «e lasciati guidare dallo spirito del cosmo».
«Spirito del cosmo un cazzo! Io vado a farmi una birra». E, con la schiena dolorante, si alzò e andò al frigorifero.

 

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati su questa raccolta, stavolta dedicata alla coppia di amici (e non solo XD) Walter/James. Il prompt di questa volta era “Yoga”, così mi sono divertita a immaginare i due musicisti alle prese con due delle posizioni dello Yoga: il loto e lo Shiva danzante. Su questo sito potete andare a vedere le immagini e come si eseguono: https://italiayoga.com/posizioni-yoga-esempi/
Poiché Walter è alto 195 cm e ha le gambe molto lunghe, ho immaginato che potesse avere un po' di difficoltà, soprattutto all'inizio, nell'intrecciare gli arti inferiori. E, di conseguenza, la ginnastica non gli fa nemmeno bene, perché invece di togliergli i dolori gli fa venire il mal di schiena.
Ovviamente è tutto frutto della mia fantasia: non ho idea se abbiano mai fatto Yoga insieme, anche se James andava abitualmente in palestra per tenersi in forma.
Ci stiamo avvicinando pian piano alla conclusione, mancano solo cinque coppie all'appello, quindi vi chiedo ancora solo un po' di pazienza! Grazie mille a tutti!
N.B.: Poiché la prossima settimana (dal 12 al 20 giugno) sarò fuori casa e quindi lontana dal sito, anticiperò la pubblicazione della prossima drabble a venerdì 11, per poi riprendere la regolare pubblicazione lunedì 21.

 

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Capitolo 17
*** Soprannomi sgraditi ***


Soprannomi sgraditi


 


 

«Basta! Sono stufo di sentirmi chiamare buco del culo!», sbraitò Lee, spalancando la porta del camerino che divideva con Walter e sbattendosela subito dopo dietro le spalle.
Il sassofonista inarcò le folte sopracciglia scure, guardandolo con aria interrogativa.
«Terry!», sputò semplicemente Lee in risposta.
Walter capì subito cosa intendeva. «Beh, in fondo ha ragione: siamo stati noi a sceglierci quello stupido soprannome».
«Però voi non vi chiama buco del culo, mentre io me lo sento ripetere ogni santo giorno!», protestò il trombettista, livido in faccia.
«Allora cercaci un altro nomignolo, così magari Terry la farà finita di prenderti per i fondelli».
«E quale?».
«Che ne so, io? Spremiti le meningi».

 

 

Spazio autrice:

Eccoci di nuovo alle nostre coppie di amici, stavolta la Walter/Lee che ha ricevuto in sorte il prompt “proteste”. E potevo forse non riallacciarmi a tutte le volte in cui, nelle mie fic, Lee si è lamentato del fatto che Terry lo chiami continuamente “buco del culo”? Ma certo che no! Ovviamente il nomignolo è di mia invenzione, ma è storia vera che la sezione fiati della band – ovvero Lee, Walter e James – si fosse auto nominata “Hole in the Ass Gang”. Quindi poi Lee non deve andarsi a lamentare se il compagno di band lo chiama amichevolmente con il soprannome che si è scelto.
Siamo arrivati a - 4, manca poco ormai, abbiate pazienza! Di nuovo mille volte grazie!
Edit: come vi avevo anticipato nell'altra drabble, pubblico questa nuova oggi per non perdere la pubblicazione settimanale, visto che in settimana prossima non potrò accedere al sito. La prossima drabble sarà pubblicata il 21 giugno.

 

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Capitolo 18
*** Me ne presti una? ***


Me ne presti una?

 


 

Danny entrò nel camerino, un fascio di lettere tra le braccia. Le lasciò cadere sul ripiano della specchiera e ne prese una a caso, mettendosi a leggerla freneticamente.
Una voce alle sue spalle lo fece trasalire e il foglio gli sfuggì di mano.
«Ehi, Danny, cosa ci fai qui? Tra dieci minuti dobbiamo essere sul palco!». Walter raccolse la lettera caduta.
«Cazzo, ma da dove sbuchi?», sibilò il batterista, sorpreso.
«Dal cesso. Sono tutte tue ammiratrici, queste?», chiese il sassofonista, sbirciando il contenuto della missiva. Danny annuì e lui riprese. «Potresti prestarmene una? Non credo tu sia in grado di fartele tutte».
«Mi sottovaluti», replicò il batterista con un ghigno.

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati sull'ennesima drabble, dedicata alla coppia di amici Walter/Danny. Il prompt toccatomi in sorte stavolta era “lettere” e all'inizio davvero non sapevo come sfruttarlo. Poi ho ricordato l'immensa passione di Danny per le ammiratrici e groupie varie, di cui non ha mai fatto mistero, e l'ho immaginato alle prese con una marea di lettere di ragazze che vogliono intrattenersi con lui. Walter, poverino, che è a stecchetto, gli chiede di prestargliene almeno una, ma non sa che Danny ha notevoli capacità amatorie XD.
Ovviamente è tutto frutto della mia fantasia, tranne le ripetute scappatelle di Danny che, ahi ahi per le sue povere mogli, sono vere.
Grazie davvero a chi ancora mi segue con passione, siamo quasi alla fine, - 3!

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Capitolo 19
*** Nomignoli alternativi ***


Nomignoli alternativi

 


 

«Allora? Come va con la ricerca del nostro nuovo soprannome?».
Lee alzò lo sguardo dallo spartito dove stava scrivendo l'arrangiamento dei fiati per la sua ultima canzone e fissò James con gli occhi ridotti a due fessure.
«Non mettertici anche tu, adesso! E poi, come fai a sapere che sto cercando un nuovo nomignolo per noi tre?».
«Me lo ha detto Walt». Il trombonista tacque per qualche istante, poi riprese: «Che ne dici di Orifice between the Buttocks Gang?».
Lee lo guardò inarcando le sopracciglia. «Ma sei scemo? Vuol dire esattamente la stessa cosa!».
«Sì, però è detto in maniera molto più elegante, non trovi?».
«Sei solo un idiota, Pank!».

 

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati sulla terzultima drabble! Stavolta, la coppia di amici presa in esame è la James/Lee, e come prompt avevo “stuzzicare”. All'inizio non sapevo proprio da che parte voltarmi, poi ho pensato di riallacciarmi a una drabble di questa stessa raccolta, e precisamente la n° 17: “Soprannomi sgraditi”.
In quella drabble, come ricorderete, Lee si lamenta per il soprannome che Terry gli ha affibbiato – e che deriva proprio dal nomignolo che la sezione fiati dei Chicago si era dato nella realtà: Hole in the Ass Gang – e Walter gli consiglia di sceglierne un altro. In questa occasione ho immaginato che James, dopo aver saputo il tutto da Walt, stuzzichi Lee in merito alla scelta del nuovo nomignolo, proponendogli praticamente lo stesso ma detto in modo più elegante. “Orifice between the buttocks”, infatti, significa “orifizio tra le chiappe” XD.
Due piccole precisazioni: 1) di solito era James l'autore degli arrangiamenti della sezione fiati nelle canzoni dei Chicago; ma in alcune occasioni, soprattutto per le canzoni scritte da lui, di questa cosa si occupava Lee; 2) Lee, alla fine, chiama James “Pank” perché, stando alla biografia non ufficiale del trombonista, questa abbreviazione del suo cognome (Pankow) era proprio il modo in cui lo chiamavano tutti.
Siamo a – 2, gente! Coraggio! XD

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Capitolo 20
*** Canta tu! ***


Canta tu!

 


 

«Guarda, in questo locale hanno il Karaoke!», esclamò James. «Che dici, cantiamo qualcosa?».
Danny lo guardò storto. «Ma sei scemo? In tanti anni che mi conosci mi hai mai sentito cantare?».
«In effetti no», ammise il trombonista fissando l'amico. «E pure io ho cantato solo due canzoni, nonostante ne abbia scritte la maggior parte. Quindi direi che ora tocca a noi, no?».
Danny si strinse nelle spalle. «Se lo dici tu...».
Una volta entrati, James prese subito il catalogo con le canzoni disponibili.
«Ehi!», esclamò, sbatacchiando l'opuscolo in faccia al batterista. «C'è anche If you leave me now!».
Danny sghignazzò. «Distruggiamo il lavoro di Peter?».
«Assolutamente sì!», concordò il trombonista.

 

 

Spazio autrice:

Ben ritrovati sulla penultima drabble, con la coppia di amici James/Danny e il prompt “Karaoke”.
Visto che il Karaoke è nato in Giappone negli anni settanta, e che i Chicago sono stati molte volte nel paese del Sol Levante a fare i loro concerti, ho immaginato Danny e James (nel 1989) a passeggio insieme una sera per le strade di Tokyo, durante una pausa tra una data e l'altra. Quando James vede l'annuncio del Karaoke decide di buttarsi coinvolgendo anche l'amico.
Alcune precisazioni: 1) durante la sua permanenza nella band, Danny non ha mai cantato nemmeno una canzone, penso non abbia mai partecipato nemmeno ai cori; 2) James, nonostante sia stato uno degli autori più prolifici della band, ha cantato solo due canzoni; questo perché il trombonista si considerava poco intonato e in quelle due occasioni ha ceduto solo dietro insistenza del loro produttore, Jimmy Guercio; 3) “If you leave me now”, canzone del 1977 scritta e cantata da Peter Cetera, è considerata il primo vero grande successo dei Chicago a livello mondiale; ai membri della band (a parte Peter, ovviamente) non è mai piaciuta molto, perché è la canzone che, a tutti gli effetti, ha dato il via alla deriva commerciale del gruppo, che da quel momento in avanti avrebbe avuto sempre maggiori richieste di ballate romantiche.
E dunque ci siamo, manca più soltanto l'ultima drabble!
Grazie a tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la costanza di seguirmi!

 

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Capitolo 21
*** Gli amici si vedono nel momento del bisogno ***


Gli amici si vedono nel momento del bisogno

 



 

Lee sbuffò disperato.
«Oh cazzo, che regalo posso comprargli?», si chiese, fissando il foglietto con il nome di Terry scritto sopra. Jimmy Guercio aveva deciso di organizzare un Babbo Natale Segreto, e a lui era toccato proprio il chitarrista, che non faceva altro che chiamarlo buco del culo e che lo prendeva continuamente in giro per il suo amatissimo maglione di Aspen.
L'ingresso di Danny nel suo camerino gli fece capire di essere salvo.
«Danny, devi aiutarmi!».
«A fare cosa?».
«A trovare il regalo adatto per Terry!».
«Ti è toccato lui per il Babbo Natale Segreto!?». Lee annuì tetro e Danny sghignazzò: «Cornuto e bastonato, eh? Tranquillo, ci penso io!».


 

Spazio autrice:

Ce l'abbiamo fatta! Siamo dunque arrivati alla fine di questa avventura durata ben tre mesi e mezzo, in cui ho scritto 21 drabbles dedicate ognuna ad una coppia di amici della formazione storica dei Chicago.
Per quest'ultima drabble la coppia in questione è la Lee/Danny e come prompt avevo “Secret Santa”. Lo so, è un po' strano pubblicare una storia con accenni natalizi nel bel mezzo dell'estate, ma non potevo certo sottrarmi alla sorte.
E come al solito Lee, con la sua sfortunaccia nera, si vede toccare Terry come destinatario del regalo, colui che non fa altro che prenderlo in giro a ripetizione (ovviamente tutto nella mia story line). Il “maglione di Aspen” è un maglione di lana assurdo che Lee indossava da giovanissimo durante i concerti, con sopra ricamato uno sciatore come nelle pubblicità vintage delle stazioni sciistiche (infatti è detto anche “il maglione di Cortina”).
Jimmy Guercio è il primo produttore dei Chicago, colui che li ha fatti diventare famosi.
Per fortuna però Danny, grandissimo amico di Terry anche nella realtà, si offre di aiutare il povero trombettista nella sua ricerca, quindi: tutto è bene quel che finisce bene!
Voglio ringraziare di nuovo immensamente Soul e Kim per avermi coinvolto in questa iniziativa (loro hanno scritto raccolte con lo stesso format sui Nothing But Thieves e i Faith No More, che potete trovare sul loro profilo) e anche per avermi fatto compagnia per tutto questo tempo. Ringrazio inoltre jarmione e Old Fashioned per avermi seguito e avermi lasciato i loro pareri. Siete stati tutti preziosissimi!
Alla prossima avventura!

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