Innamorarsi a Manhattan

di niny95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***
Capitolo 3: *** 3 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


Innamorarsi a Manhattan

1.

 
Robert Gold possedeva locali nel raggio di kilometri. In tutta Manhattan non c’era un uomo più influente di lui.  
Killian Jones era il Direttore delle risorse umane e braccio destro di Mr. Gold, questo gli conferiva una certa influenza che gli permetteva di avere il mondo a portata di mano. Oltretutto era molto attraente: grandi occhi blu, capelli scurissimi e un sorriso beffardo, il tutto contornato da un fisico ben scolpito.  Questo gli garantiva di svegliarsi ogni giorno con una donna diversa al suo fianco, del resto nessuno poteva resistere al fascino di Killian Jones o almeno era quello che pensava … 

Emma Swan era la barista di The Kingdom of Coffee, una delle caffetterie più in voga di tutta Manhattan, da meno una settimana e le era bastato davvero  pochissimo per capire una cosa molto importante: se eri ricco e attraente, pensavi di possedere il mondo nel palmo della mano e che tutto ti fosse lecito,  anche provare ad entrare nei pantaloni della nuova barista. Non che Emma non ci fosse abituata, no, era abituata alle occhiate più o meno velate. 
Del resto al genere maschile bastava vedere delle belle gambe per perdere la testa se poi erano contornate da un fisico asciutto, lunghi capelli biondi e occhi verdi allora di sguardi ne attiravi parecchi.
Emma sospirò legando i lunghi capelli in un coda.
«Un penny per i tuoi pensieri?»  la voce di Ruby la distolse dai suoi pensieri.
La bionda sorrise al suo nuovo capo: con lei si era trovata subito al suo agio, cosa che non era mai capitata fino a quel momento. Probabilmente era perché erano quasi coetanee unito al fatto che Ruby la trattava come una sua pari e al caloroso sorriso. Nonostante le due avessero i caratteri molto simili non potevano essere più diverse fisicamente: Ruby aveva lunghi capelli castani, occhi azzurri, il tutto contornato da un fisico che avrebbe fatto cadere ai suoi piedi più di un ragazzo; ma a Ruby non importava degli sguardi sognanti che riceveva, se li faceva cadere addosso come pioggia. Le non aveva occhi per nessuno che non fosse Dorothy, la sua amatissima moglie.
«Oh niente di che! Stavo solo riflettendo!» rispose.
«Bene! Tira fuori un bel sorriso, stiamo per aprire!» esclamò la mora.
« È una sorta di regola non scritta quella che il barista debba sempre essere sorridente?» scherzò Emma.
«Esattamente!» rispose  Ruby con un occhiolino.

Killian si stampò il suo solito sorriso beffardo in volto, prima di affrettarsi a entrare nella caffetteria.
The Kingdom of Coffee: non si poteva certo dire che il nome non fosse azzeccato, il posto sembrava davvero il regno del caffè, dava l’impressione che qualunque qualità della famosa bevanda avessi chiesto l’avresti sicuramente trovata lì dentro. Il posto poi, era molto elegante senza però risultare pacchiano: alle pareti rosse erano appesi diversi quadri che vivacizzavano l’ambiente, dietro al bancone in alto era affisso il menù coi prezzi.
Diversi sgabelli d’acciaio erano posizionati davanti al bancone, mentre il resto del locale era disseminato di tavolini in vetro e sedie nere. Killian era stato educato ad apprezzare tutto quello che fosse elegante, nonostante questo rifiutava con decisione gli eccessi e tutto ciò che fosse pacchiano. Per questo motivo adorava andare lì, unito al fatto che vi lavoravano molte belle donne. Qualcuna se l’era pure portata a letto, roba di poco conto pensò con una scrollata di spalle.
E poi la proprietaria era stupenda: peccato che fosse off-limits, felicemente sposata … con una donna! Killian non riusciva proprio a capire come una donna bellissima come Ruby Lucas potesse preferire una donna a Lui!
A giudicare dall’espressione sui visi delle donne dovevano aver aperto da davvero pochissimo.
Si avvicinò al bancone dove una bellezza bionda stava strofinando la superficie con più enfasi del necessario.
«Ciao … –» disse schiarendosi la voce «Emma.» indicò il cartellino sulla divisa della donna «Il tuo capo dov’è?»



«Ciao Emma. Il tuo capo dov’è?» Emma alzò appena il capo alla profonda voce maschile: ben vestito, profondi occhi blu che la scrutavano come a volerle togliere i vestiti con gli occhi. Sbuffò indicando una porta, l’uomo la seguì volentieri «Allora sei fidanzata o cosa?» chiese.
Emma gli lanciò un occhiataccia «Due parole: Non. Sono. Affari. Tuoi.»
«In realtà sarebbero quattro.» commentò l’uomo.
Emma fece un sospiro di sollievo vedendo apparire l’ufficio di Ruby «Eccoci qua.» disse prima di affrettarsi a tornare alla sua postazione.
Dio odiava davvero quel genere di individui: pensavano davvero che il loro interesse potesse essere sempre gradito? Continuò a strofinare il bancone nonostante fosse già lindo e pulito, ma era troppo arrabbiata per rendersene conto.
«Che ti avrà fatto mai quel povero bancone?» disse Ashley con un sorrisetto.
«Odio solo gli uomini che pensano di poter fare la qualunque solo perché hanno un bel viso. A proposito chi diamine è?»
Ashley fece spallucce, i suoi occhi azzurri avevano una scintilla ironica «Quello? Oh lui è semplicemente Killian Jones, Direttore delle risorse umane: colui che potrebbe farci chiudere solo perché gli va.» disse.
Emma sospirò «Splendido! Adesso lo odio anche di più.» sbuffò.
L’altra bionda le diede una pacca confortante nella spalla «Su su! Tira su un bel sorriso il nostro bell’imbusto sta tornando!» ridacchiò.
E infatti pochi minuti dopo Killian Jones tornò, camminando come se il mondo gli appartenesse. Si fermò nuovamente di fronte a Emma: «Ehi bellezza, se qualche volta ti andasse di uscire questo è il mio num–» stava allungando un biglietto da visita, ma Emma gli bloccò prontamente la mano «Grazie, ma no.» obbiettò.
Il viso dell’uomo sbiancò, evidentemente non si aspettava un rifiuto. Rimise il biglietto in tasca e si affrettò a uscire.
«Ops. Mi sa che l’ho offeso!» commentò la barista.



Killian non si era mai sentito così prima d’ora: non era mai capitato che una donna lo rifiutasse e se da una parte si era sentito umiliato dall’altra la fiamma della competizione si era accesa più ardente che mai.
E se c’era una cosa che Killian amava erano le sfide e involontariamente Emma l’aveva sfidato e lui non vedeva l’ora di renderle pan per focaccia. L’idea era semplice; l’avrebbe fatta innamorare di lui per poi spezzarle il cuore. C’era un solo problema come fare? Di solito lui non aveva bisogno di far molto, le donne gli cadevano ai piedi a una sola occhiata, ma Emma era …  diversa
Scosse le spalle, ci avrebbe pensato in seguito.
Sorrise soddisfatto del suo piano «Oh Emma ti pentirai di avermi rifiutato.»



Will Scarlett guardò sorpreso  l’amico «Come scusa? Vuoi consigli su come corteggiare una donna? Mi sono perso qualcosa?»
Killian ridacchiò passandosi una mano tra i corti capelli castani «Solo una barista di cui voglio vendicarmi.» disse «Allora puoi aiutarmi o no? Ti chiamano Fante di Cuori per una ragione, no?»
«E a te chiamano Captain Hook perché le agganci tutte e adesso vorresti farmi credere che non sai come si seduce una donna?» gli occhi verdi dell’amico sfarfallarono di ilarità.
«So benissimo come si seduce una donna! Voglio sapere come farla innamorare!» sbottò Killian.
«Okay ti aiuterò!» acconsentì alla fine Will.



Killian si svegliò di buon’ora, gettò un occhiata alla bionda al suo fianco «Vestiti, tesoro. Ho del lavoro da fare.» disse pregustando il momento in cui sarebbe arrivato in caffetteria, quel giorno infatti sarebbe iniziato il suo piccolo gioco di seduzione.
«O magari» la tipa –diamine, non ricordava neppure il suo nome!–si stiracchiò languidamente «potremo divertirci ancora un po’. Partire con la giusta carica, sai?» gli fece un occhiolino.
Killian scosse la testa «Magari un’altra volta.» disse abbottonandosi la camicia come se niente fosse.
La tizia fece il broncio «È un vero peccato.» aggiunse altro ma Killian nemmeno la sentì troppo preso dai suoi pensieri.



Il turno di Emma era appena iniziato e già c’era qualcuno pronto a rovinarglielo, pensò vedendo entrare Killian Jones.
Si avvicinò al bancone con aria spavalda piantandosi davanti alla bionda.
«Ruby non è ancora arrivata.» disse mentre strofinava un bicchiere.
«Non sono qui per Ruby. Avevo voglia di un buon caffè e questa è una delle migliori caffetterie, no?» rispose condendo il tutto con un occhiolino.
«Bene, ordina pure allora.» fu la sua risposta pacata.
«Un  Irish coffee, con doppio  whisky magari? Sai, sono irlandese io.»
L’aveva buttata lì come se niente fosse ma Emma sospettava che l’avesse detto per darle informazioni. Non gli diede peso, mentre preparava il caffè.
«Posso sapere perché non hai voluto accettare il mio biglietto da visita?» chiese poi.
Emma sospirò «Non mi hai dato quel biglietto per portarmi a letto?» chiese.
Lui sorrise «Beh sì, ma–»
«Ecco. Non sono interessata.» lo interruppe la barista.
«Perché? Sei gay?» 
Emma lo fulminò con lo sguardo «Quando diamine sei narcisista?! Se  una donna non è interessata a te allora è gay?» gli mise davanti il suo caffè, poi fece un cenno a Ashley «Mi prendo un minuto. Ti dispiace darmi il cambio?»



Era partito col piede sbagliato, l’unica cosa che aveva ottenuto era stato farla innervosire. Killian sospirò mentre sorseggiava il suo caffè, osservando il punto in cui era sparita Emma. Doveva trovare necessariamente un modo per sistemare le cose.
Nel frattempo Emma tornò alla sua postazione, Killian fece un sospiro di sollievo «Senti mi dispiace. Hai ragione, è stato piuttosto arrogante da parte presupporre che sei gay solo perché mi hai rifiutato.» si passò una mano tra i capelli con fare impacciato «La verità è che … mai nessuno mi ha rifiutato.» 
La bionda annuì «È questo il problema con voi: pensate che solo perché avete un bel viso e siete ricchi tutte devono cadervi ai piedi. Ma non funziona così, mi spiace. Ma almeno sei stato sincero e lo apprezzo.»
Killian sorrise grato, almeno lo aveva perdonato! «Beh a mia discolpa posso dire che sì, vado a letto con molte donne non posso negarlo. Ma loro sanno che non voglio impegnarmi, non obbligo nessuno e soprattutto ho sempre reso tutto chiaro.» disse.
Emma sospirò «Ma i cuori delle persone non sono giocattoli, sai? Qualcuno potrebbe rimanere ferito. »
«È quello che ti è successo? Qualcuno ti ha ferito?» 
Emma si zittì di colpo, come se con quella domanda Killian avesse toccato un nervo scoperto.
Ben fatto, Jones. Davvero ben fatto! Pensò.

Certo che quell'uomo era davvero tenace! Pensò Emma. 
Era già passata una settimana da quando si era "chiarita" con Killian Jones e da allora non era passato giorno senza che lui non si posizionasse esattamente davanti a lei rivolgendole sempre la stessa domanda: «Andiamo a mangiare qualcosa?»
La prima volta che gliela aveva posta, lei si era messa a ridere «Mi sembra di essere stata abbastanza chiara, non ci vengo a letto con te.»
Lui per tutta risposta aveva sfoderato uno dei suoi sorrisi magnetici «Credimi, se avessi voluto portarti a letto non avrei avuto bisogno di questi mezzucci subdoli. Te l'ho detto non obbligo nessuno a venire a letto con me. Una cena tuttavia … potrebbe essere una gran bella opportunità anche per te! Tanto per cominciare avresti modo di passare del tempo con me.»
Lei aveva riso «Dio! Non ho mai conosciuto nessuno più narcisista di te!» aveva risposto infine.
Non poteva negare che una parte di sé, gradiva le attenzioni di Killian Jones, del resto lui era un bell'uomo e anche a lei faceva piacere essere desiderata.
D'altro canto però, sapeva che lui aveva ancora intenzione di portarsela a letto e Emma non era certo un trofeo da conquistare. Non lo giudicava di certo, così come non giudicava le sue "prede" ma per lei era inammissibile anche solo pensarlo.


«A quanto dicono hai preso di mira la nuova barista di The Kingdom of Coffee.» fu la prima cosa che disse Robert Gold quel giorno.
Killian sorrise mostrando i denti bianchissimi «Puoi biasimarmi? È davvero bellissima.» rispose.
«Quando la smetterai con questa tua condotta disdicevole? La tua è una posizione importante.» 
Killian sbuffò «Fammi capire … da quanto chi mi porto a letto è diventato affare tuo? A lavoro do sempre il massimo quindi che importanza ha?»
Robert Gold era sempre impeccabile: capelli perfettamente in ordine come se fosse appena uscito dal parrucchiere, completi che sembravano essergli stati cuciti addosso –e probabilmente lo erano– e il bastone che si portava sempre dietro e che sembrava quasi parte di lui, nascondevano quasi del tutto la sua andatura zoppicante.
In qualche modo era affascinate nonostante l'età e questo unito alla sua aura autorevole e al suo proficuo conto in banca faceva sì che gli si aprissero tutte le porte –merito anche di qualche minaccia più o meno velata–
 Ma che proprio lui parlasse di condotta disdicevole faceva infuriare Killian.
Mr. Gold infatti aveva iniziato una relazione con Belle French, la sua segretaria giusto due anni prima e adesso i due erano prossimi alle nozze: vent'anni di differenza separavano i due.
Quindi lui era proprio l'ultima persona a poter giudicare la sua vita sentimentale.
«Capisco.» rispose Mr. Gold col suo classico sorriso enigmatico.


«La risposta è sempre la stessa: non verrò a cena con te!» esclamò Emma non appena vide Killian Jones, porgendogli il suo Irish Coffee: ormai veniva talmente assiduamente che aveva pure imparato il suo solito.
«Invece stavolta accetterà!» si intromise Ruby mettendosi dietro la bionda.
«Come scusa?» si ribellò la barista con un'occhiataccia.
«Sì, perché se devo sopportare ancora per molto questo bellimbusto piantato nel mio locale, io mi ammazzo. Quindi per amor mio –e di Dorothy che non merita di rimanere vedova– tu accetterai quell'invito a cena!» 
Killian ascoltò quel piccolo alterco con un sorriso sciocco sulle labbra «E cosa ti fa pensare che smetterò di venire, Mrs. Lucas?»  la punzecchiò.
«Una donna deve pur sognare ogni tanto.» rispose Ruby.
Emma sospirò «Bene, okay uscirò con te.» poi girandosi verso Ruby disse «Ti odio!»
Quella rise «Ti amo anch'io, tesoro!»

Note: Eccomi qua con questa minilong (in realtà doveva essere una shottina ma è venuta piuttosto lunghetta) che ho iniziato ben 3 mesi fa! 
Ne sono molto soddisfatta, spero piaccia anche a voi! 
Fatemi sapere che ne pensate, se ci sono errori segnalateli pure con tranquillità! 
Al prossimo capitolo! 
Niny :) 

 

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Capitolo 2
*** 2 ***


2.
 
 
Emma stava frugando tra i suoi vestiti, sul letto erano sparpagliati diversi capi buttati alla rinfusa. 
«Non avevi detto che non ti interessa poi chissà quanto uscire con quest'uomo?» la rimbeccò Mary Margareth, la sua coinquilina con un sorriso sardonico sulle labbra. 
Emma fece spallucce «Ma non posso mica uscire con la prima cosa che trovo!» 
Mary Margareth ridacchiò: bassina, capelli neri come ebano e carnagione chiarissima veniva chiamata dagli amici Snow White per via della forte somiglianza con la principessa e del suo carattere tipicamente mite e romantico. 
«Insomma hai intenzione di rimanere lì a ridere o vieni a darmi una mano?» sbottò Emma. 
«Ricordamelo ancora una volta: stiamo optando per gonna o pantaloni?» disse la mora avvicinandosi e squadrando l'amica da capo a piedi. 
 
 
Killian passò a prendere Emma puntuale come un orologio svizzero, non appena lei varcò la porta di casa le parole gli morirono in gola, era bellissima: il vestito rosso le fasciava il corpo mettendo in evidenzia le  gambe snelle, i lunghi capelli biondi le ricadevano sciolti in boccoli e per finire un lieve filo di trucco completava tutto. 
Lei inarcò un sopracciglio al suo silenzio «Beh che succede? Ho qualcosa in faccia?» disse. 
Lui scosse la testa «No no.» deglutì «Stai …  benissimo.» disse. 
Che diamine Jones! Non è da te ammutolirti per una donna. 
Lei sorrise imbarazzata «Grazie... anche tu non sei male.»  
Killian annuì facendo un cenno verso la macchina «Vogliamo andare?» chiese. 
 
 
Emma era piacevolmente colpita: si era aspettata che Killian facesse l'egocentrico parlando solo di lui, invece aveva equilibrato le cose, mostrandosi interessato ai suoi hobby. 
Di certo non si poteva dire che non fosse un perfetto gentiluomo. 
Così gli aveva detto che amava giocare ai videogiochi o leggere un buon libro. Che quando era triste o stressata l'unica cosa che riusciva a tirarla su era una bella corsa liberatoria.  
Lui a sua volta le aveva detto che amava il mare e che il suo posto preferito era la Jolly Rogers, il suo yacht – ovviamente, figurati se non aveva uno yacht!– 
 «L'altra volta mi hai detto che i cuori delle persone non sono giocattoli, sei stata ferita?» le chiese lui di colpo. 
Emma si stupì: generalmente avrebbe deviato il discorso, parlare di Neal le faceva ancora male nonostante fossero passati anni. Ma le parole le scivolarono di bocca senza problemi. Annuì «Neal. Avevamo 18 anni, dovevamo partire per Tallahassee insieme. Bene: peccato che lui prese i nostri risparmi e scappò via mentre dormivo.» il viso di Killian si scurì man mano che Emma aggiungeva dettagli «Va tutto bene?» chiese poi con un sopracciglio alzato interrogativamente. 
Lui annuì «Se posso permettermi, questo Neal sembra proprio un vigliacco.» 
La barista fece spallucce «L'ho superata.» assicurò.  
 
 
Killian non seppe spiegarsi perché ma non appena Emma parlò di Neal il sangue gli ribollì nelle vene e la voglia di cercare l'uomo e riempirlo di botte fu tanta. 
Che diamine ti prende Jones?! Scosse la testa mandando via quei pensieri. 
«L'ho superata.» disse lei sforzando un sorriso «Tu piuttosto perché non vuoi impegnarti?» 
Killian sfoderò il suo sorriso sarcastico «Deve esserci per forza un motivo per non volermi impegnare?» chiese. 
«A tutto c'è una spiegazione!» rispose Emma. 
Lui fece spallucce «Magari voglio semplicemente divertirmi, niente impegno né altro.» 
«Sembra un po’… –» la bionda bevve un sorso d'acqua evidentemente cercando la parola da usare «triste.» 
 
 
 
Killian si sorprese parecchio, non si aspettava di passare una serata piacevole … era solo l'ennesimo tentativo di sedurla. Eppure era stato bello, era stato facile parlare con lei, era simpatica, intelligente oltre che molto bella. E a fine serata si era trovato a dover reprimere l'impulso di baciarla.
 Lui! Lui che non baciava mai nessuna donna, era tutto un dare e ricevere ma i baci, no, i baci erano troppo intimi e lui non voleva essere così intimo con nessuna. 
Sospirò, dopo aver accompagnato Emma si era precipitato a casa: adesso era stravaccato sul divano mentre faceva zapping sperando di trovare qualcosa che gli tenesse la mente impegnata, ma … niente. 
Beh la notte è ancora giovane, Jones! 
Prese il telefono scorrendo i contatti. 
Katrina: la candidata perfetta! Corti capelli castani e occhi castani, l'esatto opposto di Emma cosa chiedere di meglio per dimenticarsi di lei? Sorrise selezionando il contatto, non appena rispose disse: «Ehi tesoro, ti va di divertirti un po’ ?» 
 
Emma era stravaccata sul divano, era tornata da poco dall'appuntamento un sorriso sciocco sulle labbra: non se l'era aspettato ma era stata davvero una bella serata, pensava che Killian Jones fosse un egocentrico megalomane ma si era resa conto che c'era sicuramente di più sotto quella facciata. 
Mary Margareth uscì dalla sua stanza con uno sbadiglio, gettò uno sguardo alla bionda buttata sul divano, sorrise «Come è andato l'appuntamento?» chiese. 
Emma ridacchiò «Ti sei svegliata per sapere del mio appuntamento?» 
La bruna fece spallucce «Per niente. Avevo sete!» disse riempiendo per l'appunto un bicchiere d'acqua «Allora? Come è andato questo appuntamento?» 
La bionda sorrise «In realtà …  è andata piuttosto bene. Non me l'aspettavo.» 
 
 
 
Killian sorrise, dopo una nottata intensa insieme a Katrina e una bella dormita era giunto alla conclusione che quanto provato per Emma la sera prima non era altro che l'euforia del momento: si era trovato bene con la bella barista e aveva avuto voglia di concludere il tutto con un bacio e magari qualcosa di più. 
Entrò deciso nella caffetteria sedendosi al suo solito posto. 
Fece un cenno a Emma che annuì preparando il suo Irish Coffee. 
« Vieni qui da un po’: hai puntato la nuova barista, eh?» una voce sconosciuta lo distolse dai suoi pensieri, si girò per trovare un bellimbusto biondo che lo fissava con interesse, lo riconobbe come uno dei clienti abituali. «Quella è una tipa tosta, nessuno è riuscito ad entrare nelle sue grazie. Ma amico, se ci riesci ti faccio i miei complimenti. Quella lì  a letto deve essere … – » condì il tutto con un fischio.  
Killian non seppe spiegarsi il perché ma il commento del biondo lo infastidì alquanto, sospirò decidendo che la migliore opzione fosse quella di ignorarlo.  
Ma il tipo non demorse «Chissà che genere di acrobazie è in grado di fare sotto le coperte …  e quelle gambe, wow!» continuò.  
Killian continuò a ignorarlo sorseggiando il suo caffè, ma evidentemente al biondo non piacque essere ignorato che aggiunse: «Che succede amico? Hai perso la lingua?»  
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso, Killian sospirò prima di tirare un pugno al cliente molesto.  
Quello boccheggiò «Che razza di problema hai?» disse poi, premendosi un fazzoletto nel naso scattato a sangue. 
Killian fece spallucce «Beh amico, mi hai disturbato mentre gustavo il mio caffè. E il tono della tua voce non mi piaceva per niente, ti hanno mai detto che sei davvero fastidioso? Come una dannatissima mosca. » disse.  
Emma si affrettò a lasciare il bancone porgendo una pezzuola con dentro qualche cubetto di ghiaccio al biondo «Che diamine, Killian?!» si rabbuiò. 
Killian fece spallucce «Mi stava infastidendo, odio chi mi parla mentre gusto il mio meritatissimo caffè. E poi stavo difendendo anche il tuo onore dovresti ringraziarmi!» condì il tutto con un sorriso sghembo.  
La barista fece una risata sarcastica «E quindi? Hai intenzione di picchiare chiunque ti parli mentre bevi il tuo dannatissimo caffè? O chiunque fa allusioni più o meno velate su di me?» 
Lui colse la palla al balzo allora «Non so, difendere il tuo onore potrebbe aiutarmi a entrare nelle tue grazie?» chiese con un sorriso sardonico. 
«Se per le mie grazie intenti portarmi a letto la risposta è no!» rispose Emma tornando dietro il bancone. 
 
Emma era rimasta sorpresa del fatto che Killian avesse picchiato il tipo anche per quello che aveva detto su di lei e dentro si sentì in qualche modo lusingata. 
Quell'uomo la confondeva come mai prima d'ora, un minuto prima sembrava che non gli importasse di niente e che l'unica sua aspirazione fosse portarsi a letto il maggior numero di donne diverse e quello dopo sembrava che le importasse di quello che diceva e faceva queste scenate che … non poteva negare una piccola parte di sé si sentiva davvero lusingata. 
«– … dovremo rifarlo qualche volta.» la voce di Killian la distrasse dai suoi pensieri – che poi stesse pensando a lui era una cosa di poco conto – 
«Come scusa?» disse. 
Lui fece uno dei suoi sorrisi accattivanti «Ho detto che sono stato bene al nostro appuntamento e che dovremo sicuramente rifarlo.» 
«Non lo so.» farfugliò Emma. 
Killian si fece attento, poggiando una mano sotto al mento «Perché? Non ti sei trovata bene?» 
Emma scosse la testa «No. Non è questo, ma non so se questa è la cosa giusta da fare.» 
«Perché?» la sua voce non tradiva nessuna incertezza, solo una totale curiosità. 
«Tu vuoi portarmi a letto … –» cominciò Emma ma fu interrotta da Killian «Tesoro, sarò anche un dongiovanni ma non costringerei mai una donna a venire a letto con me! Non sono quel tipo di uomo.» 
La barista annuì «Sì, non ne dubito. Ma non riesco a togliermi dalla testa che il tuo interessamento a me è solo un pretesto per raggiungere quello scopo.» 
Killian fece un cenno d'assenso «Quindi devo darti prova di fare sul serio, eh?»  
Emma scosse la testa «No, nessuna prova. Solo dammi tempo, okay?» 
Il moro annuì «Certo, tutto quello che vuoi.» disse. 
 
 
Killian non riusciva a smettere di pensare a quello che aveva detto a Emma. 
Quindi devo darti prova di fare sul serio, eh? L'aveva detto per far sì che lei si fidasse di lui, ma il fatto era che una parte di lui era seria! Una parte di lui voleva davvero che lei si fidasse di lui, e no, non solo per portarla a letto, le sue priorità erano cambiate senza che lui se ne accorgesse. Possibile che stesse cadendo nella sua stessa trappola? No, non c'era neanche la più remota possibilità che lui si stesse innamorando di Emma. Lui le donne non le amava, lui le donne le usava anzi poteva dire che si usassero a vicenda. Il suo motto era solo piacere, nessun impegno. E ci credeva davvero, ma i pensieri su Emma che gli avevano attraversato la mente negli ultimi giorni lo confondevano alquanto. 
Doveva parlarne con qualcuno. 
Sospirò tirando fuori il cellulare dalla tasca, Will gli rispose dopo appena due squilli «Dimmi mio allievo!» dal tono della voce era chiaro che dall'altra parte del ricevitore l'amico stesse ridendo. 
«Ho bisogno di parlarti.» disse. 
«Oh, guai all'orizzonte!  Va bene dai, ti offro il pranzo!» rispose. 
«Grazie, amico!» lo ringraziò Killian chiudendo la telefonata. 
 
 
«Ti ho mai detto quando ho capito di amare Dorothy?» disse Ruby interrompendo i pensieri di Emma. Aveva ascoltato lo scambio di battute tra lei e Killian e aveva deciso di intervenire.  
Emma la guardò confusa «Ehm no? Da quel che ne so voi due vi amate da sempre.» rispose. 
 «Qualcosa del genere!» ridacchiò Ruby «Conosco Dorothy da tutta la vita: le nostre nonne erano amiche quindi eravamo sempre insieme. Eravamo migliori amiche e pensavo che questo non sarebbe mai cambiato.» a questo punto la bruna sorrise dolcemente «Un giorno eravamo al mare e mentre la vedevo ridere tra le onde ho pensato a quanto avrei voluto baciare quel sorriso. Questo mi ha spaventato molto, per un po' ho provato a fare finta di niente ma una volta che quel pensiero aveva preso piede non riuscivo a smettere a pensare alle labbra di Dorothy e a quanto volessi baciarle. Così ho iniziato a evitarla e oh, credimi Dotty non la prese per niente bene, volle assolutamente sapere perché la evitavo e mentre io testardamente mentivo lei mi si parò davanti non lasciandomi nessuna via d’uscita e disse :“Tu non hai idea di quanto questo mi faccia soffrire. Dio, non posso assolutamente perderti” e mi baciò.» lo sguardo di Ruby incontrò quello di Emma «Capisci perché ti racconto questo?» disse.  
«Per vantarti di quanto è figa la tua storia d’amore?» scherzò la bionda.  
Ruby scosse la testa ridendo «Se Dotty non fosse stata così incredibilmente intraprendente e non mi avesse baciata io avrei sprecato ogni possibilità di essere felice. Killian Jones è un donnaiolo, un pallone gonfiato snob e egocentrico. E non è certo la prima volta che punta a una delle ragazze, spesso riuscendo nel suo intento. Ma non l’ho mai visto così preso da qualcuno, non ti sto dicendo di prostrarti ai suoi piedi e farti spezzare il cuore ma non chiudere le porte del tuo cuore, lascia uno spiraglio. Okay?»  
Emma che aveva ascoltato tutto in silenzio annuì «Grazie del consiglio. Ne farò buon uso.» disse.  

Note: Allora eccoci qui al secondo e penultimo capitolo di questa minilong! Spero che finora vi sia piaciuto tutto!
Fatemi sapere, cosa vi è piaciuto e cosa no... le recensioni sono sempre ben accette! Se ci sono errori al solito segnalate pure, purtroppo non riesco a beccarli tutti! E noi ci rivediamo tra due settimane con l'ultimo capitolo!
Niny :)

 

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Capitolo 3
*** 3 ***


3.
 
«Chi è Emma?» chiese la bella bruna quel giorno, Killian che aveva aperto gli occhi da neanche dieci minuti ma a sentire quel nome strabuzzò gli occhi «Come scusa?» domandò il dongiovanni. 
La bruna fece spallucce «Ieri hai fatto il suo nome, più volte.» Killian non rispose allora la donna incalzò «Ne sei innamorato? Niente da dire al riguardo, mi diverto con te. Ma se sei innamorato dovresti correre da lei e smetterla con tutto questo divertimento disinteressato.»  
Killian sospirò, gli tornarono in mente le parole che gli aveva detto Will: Non è che ne sei innamorato? Era per questo che aveva iniziato a evitare la bionda, sperava che standole lontano questi sentimenti si sarebbero quietati ma non era successo. Anzi aveva fatto il nome di Emma mentre era con un'altra donna. 
Sospirò Dio, che casino! 
«Devi andartene.» disse infine, l'agitazione a malapena contenuta. 
La bruna annuì «Immaginavo avresti detto così.» rispose raccogliendo i propri vestiti sparsi a terra «Solo … cerca di rivedere le tue priorità.» 
Killian annuì «Tranquilla dolcezza.»  
 
 
Emma ci aveva pensato molto, quello che le aveva detto Ruby l'aveva fatta riflettere parecchio. 
Ed era arrivata alla conclusione che dare – e darsi – una possibilità a Killian non avrebbe ucciso nessuno. 
Ma erano due settimane che l'uomo in questione non si faceva vedere. 
Emma sbuffò mentre strofinava il bancone con più energia del necessario, aveva avuto ragione fin dall'inizio eppure una parte di lei aveva voluto credere che lui provasse davvero qualcosa per lei. Invece era evidente: si era stancato di lei e l'aveva scaricata via come una bambola vecchia … non che ci fosse davvero qualcosa da scaricare avevano condiviso solo un appuntamento e … tante, troppe chiacchiere. 
«Caspita! Quel bancone deve averti fatto arrabbiare parecchio … o dovrei dire Killian Jones?» la voce di Ashley interruppe i suoi futili pensieri. 
Emma fece spallucce «Killian Jones può fare quel che diamine vuole, non è affar mio!» rispose con finta noncuranza. 
L'altra bionda inarcò un sopracciglio «Ah no? Per questo guardi speranzosa ogni volta che la porta si apre e hai dipinta quell'espressione delusa da ben due settimane?» 
Emma fece un gesto di noncuranza, liquidando la questione come una cosa di poco conto. 
Ma Ashley non si fece ingannare «Non è che te ne sei innamorata, vero?» 
«Io innamorata di quell'idiota? Sei impazzita?» rispose Emma con una risata sarcastica. 
  
  
Killian sospirò, nelle ultime settimane si era dato alla pazza gioia era stato con più donne di quanto potesse mai ricordare, tutto per provare a dimenticare la bella bionda che gli affollava i pensieri. Ma a niente era servito: si era reso conto che Will aveva ragione, si era davvero innamorato di Emma: era caduto nella sua stessa trappola.  
«Non hai sentito una parola, vero?» fece Will interrompendo i suoi pensieri. 
Killian fece spallucce «Scusa amico.»  
Will annuì «Cosa affolla la tua bella testolina, amico?» domandò. 
«Avevi ragione.» rispose il diretto interessato. 
«Sì, lo so.» sorrise l'amico «Riguardo a cosa?» 
Killian non rispose subito, concentrando la sua attenzione al bicchiere che aveva in mano «Emma. La amo.»  
«E perché quello sguardo truce? Va' da lei!» disse l'amico con ottimismo.  
Ma Killian scosse la testa «Non posso. Tutto quello che ho fatto finora era volto a farla innamorare di me per poterle spezzare il cuore. Ma adesso che ne sono innamorato come posso tornare da lei sapendo quello che ho fatto? Come potrei guardarla negli occhi sapendo di averla voluto ferire?» 
«Quindi cosa hai intenzione di fare? Evitarla sperando che questi sentimenti scompaiono?» domandò Will. 
«Credimi, ci ho provato.» disse Killian con rammarico «Io non so cosa fare, davvero.»  
«Va' da lei.» fu la risposta speranzosa di Will. 
 
 
 
Di settimane ne erano passate tre quando Killian Jones si rifece vivo. 
Emma stava servendo un cliente quando lui gli si piantò davanti come suo solito. 
La barista non sapeva bene neanche lei cosa provava: sollievo? Rabbia? Non lo sapeva. Infine  le riservò giusto un'occhiata scocciata. 
Lui si schiarì la gola «Suppongo che sarai arrabbiata con me e ne hai tutto il diritto. Ma ho bisogno di parlarti.» disse. 
Poche parole che ebbero l'effetto di farle sobbalzare il cuore, curiosità  e speranza si unirono al tumulto di emozioni provate. 
Emma gettò un occhiata all'orologio appeso sulla parete «Tra dieci minuti stacco.» disse infine. 
  
Ogni minuto che passava non faceva che far accrescere l'ansia di Killian. 
Alla fine Emma uscì, si era cambiata: al posto della divisa indossava un paio di jeans e una t-shirt bianca, una giacca di pelle rossa per coprirsi dal lieve venticello. I lunghi capelli biondi erano stati legati in una coda di cavallo. «Che dovevi dirmi?» disse. 
Killian abbassò lo sguardo cercando le parole «Possiamo andare da qualche parte? È una storia lunga.» chiese infine. 
Emma annuì lasciandosi guidare. 
Alla fine la portò a Any Given Sundae, la migliore gelateria della zona. Stavano gustando il proprio gelato quando Killian finalmente parlò «Ricordi la prima volta che ci siamo incontrati?» chiese. 
La barista annuì semplicemente. 
«Il tuo rifiuto ha ferito il mio orgoglio. Così mesi in moto la mia vendetta: mi sono avvicinato a te con l'obbiettivo di farti innamorare di me per poi spezzarti il cuore. Ma le cose non sono andate secondo i piani, il mio stupido cuore si è messo in mezzo.»  
«In che senso?» lo interruppe Emma. 
Killian inarcò un sopracciglio «Sul serio? Non capisci? Mi sono innamorato di te, Emma. Per questo ho preso le distanze subito dopo averlo capito.  In un primo momento non volevo ammettere la verità e poi … non potevo sopportare l'idea di guardarti in faccia sapendo che per tutto questo tempo avevo avuto intenzione di ferirti.» 
Emma annuì «Adesso è tutto chiaro.» disse. 
Killian la guardò sorpreso «Tutto qui? Non sei arrabbiata?» chiese. 
Emma scosse la testa «Avevo intuito che ti fossi avvicinato a me per uno scopo. Pensavo che fosse per portarmi a letto, ma suppongo che cambi poco giusto?» 
«E non sei arrabbiata?» domandò ancora Killian. 
«Perché dovrei essere arrabbiata per una cosa che non hai effettivamente fatto?» rispose Emma. 
Un enorme sorriso spuntò sul viso di Killian «Questo vuol dire che accetterai a venire ad un altro appuntamento con me?»  
«Sì!» rise la bionda.  
Dio, la sua risata era così bella. 
Cavolo, Jones. Sei proprio fregato! 
 
 
Quando Killian si era dichiarato a Emma per poco non era balzato il cuore fuori dal petto. 
Non le aveva dato un nome per paura, ma Ashley aveva avuto ragione: si era davvero innamorata di quel bellimbusto di Killian Jones. 
Eppure la paura che potesse spezzarle il cuore le alitava nel collo, sapeva perfettamente che non doveva dar peso alle voci. Ma lui aveva confermato di aver usato le donne per divertirsi e se anche adesso era innamorato di lei cosa sarebbe successo quando si sarebbe stancato di lei? Ruby però, aveva ragione, non poteva precludersi all'amore per paura. 
E quindi eccola nuovamente nella sua stanza mentre tirava fuori un capo d'abbigliamento dopo l'altro, cercando cosa indossare all'appuntamento. 
Mary Margareth era nuovamente poggiata allo stipite della porta, con un sorriso sciocco sul viso «Sempre lo stesso uomo di cui non ci importa niente?» chiese. 
Emma scosse la testa «Mi piace sul serio.» ammise. 
A questa rivelazione la donna si animò «Allora hai proprio bisogno di essere la più  bella, non deve avere il minimo dubbio. E fila a raccontarmi tutto.» 
  
Killian arrivò puntuale come al solito. 
Emma andò ad aprirgli due minuti dopo, l'uomo rimase a bocca aperta era bellissima: indossava un abito verde smeraldo che si intonava coi suoi occhi e metteva in evidenza la sua figura sinuosa, i capelli erano stati semplicemente intrecciati. Nell'insieme non indossava niente di troppo complesso ma ai suoi occhi era stupenda, semplicemente meravigliosa «Sei bellissima.» disse infatti, la voce resa roca dall'emozione. 
Lei arrossì e abbassò lo sguardo «Grazie. Anche tu non sei male.» 
Killian sorrise porgendole il braccio «Andiamo?»  
La bionda annuì. 
Aveva prenotato al miglior ristorante della zona, era uno di quei posti che avevano scritto ricchezza da per tutto. 
«Spero non ti offenderai ma volevo trattarti al meglio.» disse una volta che furono seduti «E per favore, non contenerti ordina pure il risotto più costoso. Stasera è su di me, voglio viziarti.» continuò. Dio era proprio cambiato!  
Emma sorrise «Allora ne approfitterò volentieri.»  
 Allungò una mano stringendo quella di Emma, era piccola e calda e abbassando lo sguardo notò che a differenza delle mani delle donne con cui era stato finora le sue unghie non erano lunghe e curate ma corte e mangiucchiate. E le sue mani non erano lisce e morbide ma ruvide e screpolate, per via delle tante ore che passava sotto l'acqua, suppose.  
Lei non allontanò la mano anzi alzò lo sguardo facendolo scontrare con quello di Killian. 
  
«È sempre stato il tuo sogno essere una barista?» chiese Killian, la sua mano ancora sopra quella di Emma e lei non diede nessun segno per interrompere quel contatto. 
«Oh no, volevo viaggiare, visitare luoghi, non stare mai troppo tempo in una città. Ma la vita e i sogni sono due cose diverse, no?» rispose Emma con un sorriso. 
Killian sorrise di rimando «Potremo farlo accadere!» 
 Dio aveva davvero un bel sorriso rifletté la bionda, scosse la testa «Killian, stai correndo troppo!» rise «Voglio davvero provare a darci una chance ma ho una sola richiesta: andiamoci piano, per favore.» 
Lui si passò una mano tra i capelli imbarazzato «Hai ragione. È una sensazione strana ma vorrei fare qualunque cosa per renderti felice.» disse. 
«Questo è … molto dolce. Grazie .» rispose la bionda sorpresa. Non si aspettava una dichiarazione simile da Killian Jones e le scaldò il cuore. 
 
La cena era andata bene, ma Killian non se la sentiva di dover concludere l’appuntamento così presto, così chiese «Ti va di fare una passeggiata?»  
Emma annuì «Sono stata bene, non mi dispiace prolungare il mio tempo con te.» disse.  
Killian fece un cenno affermativo raggiante mentre apriva la portiera della macchina.  
Alla fine guidò fino all’ Empire State Building «Com’è romantico!» lo prese in giro Emma imitando il tono di voce di Minou de Gli Aristogatti  dopo che lui ebbe pagato.  
«Solo il meglio per la mia compagna!» rispose.  
Lei per tutta risposta arrossì.  
«Guarda, è una spettacolo mozzafiato, eh?» domandò poi indicandole il panorama sotto.  
Emma annuì «È bellissimo, sì.»  
Killian non sapeva se era l’atmosfera del momento o cosa ma l’impulso di baciarla fu talmente forte che per un attimo gli mancò l’aria. 
Boccheggiò «Emma, so di averti promesso di andarci piano ma ho davvero bisogno di baciarti.»  
Emma scosse la testa incredula «Mi stai davvero chiedendo il permesso di baciarmi?» rise.  
Le mise una mano dietro il collo facendo incontrare le loro labbra, le loro lingue danzarono. Fu un bacio strano: all’inizio incerto ma poi la passione divampò come un fuoco. Le labbra di Emma sapevano di cannella e cacao e per Killian fu come tornare a respirare, come un sorso d’acqua per un assetato.  
Adesso ogni cosa era al suo posto.  
Lei è quel pezzo di me che inconsapevolmente cercavo.  

Note:
Any Given Sundae è la gelateria di Storybrook, quella gestita da Ingrid per intenderci.
Ebbene, siamo giunti alla fine di questa minilong!
Spero vi sia piaciuta!
Alla prossima,
Niny :)

 

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