Vegeta, Principe degli Universi Alternativi

di Mercurionos
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Vegeta l'Ingegnere ***
Capitolo 2: *** Vegeta il Paninaro ***
Capitolo 3: *** Vegeta lo Zarino ***
Capitolo 4: *** Vegeta lo Italico Poeta ***
Capitolo 5: *** Vegeta il Re Leone (Atto Primo) ***
Capitolo 6: *** Vegeta il Re Leone (Atto Secondo) ***
Capitolo 7: *** Vegeta la Fiamma Sopita ***
Capitolo 8: *** Vegeta Joyce ***
Capitolo 9: *** Vegeta e il Sesto Senso ***
Capitolo 10: *** Vegeta il Nipote del Mago ***
Capitolo 11: *** Vegeta il Ronin Poeta ***
Capitolo 12: *** Vegeta il Cavaliere del Drago, prima parte ***
Capitolo 13: *** Vegeta il Cavaliere del Drago, seconda parte ***
Capitolo 14: *** Vegeta, Principe delle Intelligenze Artificiali ***



Capitolo 1
*** Vegeta l'Ingegnere ***




Una ONE-SHOT di Dubbia Intelligenza creato in un momento di noia chiamato Lezione
L’Ingegner Vegeta di Milano, nella sua Lotta contro l’Avvocato Freezer in una calda Giornata di metà Marzo atta a vendicare le ingiuste Accuse di Evasione fiscale, si spreca in complessi Sillogismi sulla sua Situazione ma solo fino ad un certo punto

Era un pomeriggio caldo ed ignifugo, così caldo che era mattino. Poco dopo le 16, il nostro eroe, l’ingegner Vegeta Quarto Vegeta Junior Senior, giunse a casa dopo una faticosa giornata di lavoro. Giunto in casa, seppe subito che l’autore della fanfiction non aveva alcuna voglia di lavorare seriamente al progetto che si trovava sottomano: il salotto era in una situazione inenarrata, la cucina versava in uno stato indescritto, il bagno semplicemente non c’era.

“Salve, Padre.”
“Buongiorno, Trunks. Hai fatto i compiti per domani?”
“Ancora con questa storia? Sai benissimo che sono al quinto anno di Fisica Sperimentale Quantistica Archeologica.”
“Ah già, scusami. È solo che dodici anni fa hai smesso di crescere e mi dimentico sempre che hai ventidue anni. O venti. Sinceramente nessuno sa in che anno sei nato. È tutta colpa del tuo alter-ego del futuro. Dove sta tua madre, comunque?”
“È nell’attico, stava dando gli ultimi ritocchi alla nuova macchina del tempo.”
Vegeta, per gioia di tutte le fangirl, si tolse la giacca e il maglione. Poi indossò i guanti. Ancora oggi Vegeta si ricorda le ultime parole di suo padre Vegeta Terzo Vegeta Senior Senior, il sindaco di Trepalle, poco prima della distruzione del suo paese natale: “AAAAAAAAAAAAAARGH!” Ah no, scusate. Riproviamo….
Ancora oggi Vegeta si ricorda le penultime parole di suo padre: “Figlio, MIA GLORIA E ORGOGLIO, ricorda sempre di mettere i guanti. Anche se non li hai ancora tolti, mettiteli. Fa un sacco figo e alle donne piace da morire. Anche a tua madre piaceva un sacco.” Al che il figlio chiese quale fosse il nome della madre, e il padre gli rispose con il suo ultimo respiro: “AAAAAAAAAAAAAARGH!”.

“Ciao, Bulma.”
Vegeta entrò nell’ampio attico del palazzo della Capsule Corporation, che da tempo era divenuta la sua casa. Il tiepido sole invernale… No, primaverile… Vabbeh, DI MARZO, gli accarezzò il volto. Il dolce canto degli uccelli si mischiava all’armonioso gemito delle giraffe che giocavano con i macachi nell’ampio giardino dell’attico. Le grandi fontane a cascata riempivano la stanza di umidità e di sensuali scroscii. Sì, tutto questo stava nell’attico di Bulma. A causa della presenza della Capsule Corporation, il prezzo del quartiere era schizzato alle stelle. L’affitto costava più o meno un rene destro, e il sindaco di Milano non poteva farci nulla, nonostante fosse amico della famiglia di Vegeta.
“Oh, ciao Tesoro. Come è andata la giornata?”
“Terribilmente. Freezer continua con queste accuse ridicole di Evasione fiscale.”
“Ma come è possibile? Non ha alcun senso! Se volessi potrei comprarmi l’intero paese e sbattere fuori tutti i presenti senza pagare neanche troppo! Hai visto che c’è il 3x2 sui quartieri finanziari? Io sono un quartiere finanziario!”
“Comunque, Bulma… Il presidente del’OMS Beerus non ti aveva mica vietato di costruire altre macchine del Tempo?”
“Questa non è una macchina del tempo! È una macchina interdimensionale! Posso visitare le dimensioni parallele, come quella in cui sono mora con una sola ciocca verde,  Yamcha assomiglia a Tidus di Final Fantasy X e Goku va a scuola.”
“Avevamo accordato che non si sarebbe mai più dovuto parlare di quella dimensione. Sai bene che ci sono andato e ho ucciso tutti.”

In quel momento entrò nella stanza Bra, la sorella minore di Trunks. Indossava un gnocchissimo completino rosso fuoco, ma comunque molto elegante e per niente facilone. Vegeta non permetterebbe mai alla figlia di girare per il mondo vestita da partecipante a “Il Collegio”, non vi pare?
“Ciao Papi! Stavo andando a menarmi con Pan, posso?”
“Solo se la meni più di quanto lei mena te.”
“Tranquillo, mi sono allenata su Dokkan.”
Le ore passarono, e venne il momento di andare a letto. Bulma si avvicinò quatta quatta al suo uomo che, a dirla tutta, non fa per niente una brutta figura in canottiera. “Tesoro, perché non andiamo in cucina e mi fai tua con passione, mordendomi sul collo per confermare la tua dominanza su me?”
“Bulma, hai bevuto? Questa è una fanfiction comica, non la solita AU LEMON OOC. Da quando domino io tra noi due? Sarò pure un Saiyan, ma tu sei la moglie di un Saiyan.”
“Ah già. Il vodka del futuro deve avermi dato alla testa. Forse è meglio che mi metto a dormire. Buonanotte Amore.”
“Buonanotte, Tes… Aspetta. Cosa significa “del futuro”?”

Il giorno dopo Vegeta si svegliò prima ancora dell’alba. Si vestì, mise più volte i guanti per far godere le stalker, e saltò giù dalla finestra. Dopo pochi minuti raggiunse in volo la S.S.S.p.A., la Società Super Saiyan per Azioni, che aveva fondato insieme all’amico Goku anni fa. Entrò nell’atrio e si diresse subito verso il suo ufficio.
“Signor Vegeta! Signor Vegeta!” Un uomo corpulento gli si avvicinò preoccupato. Era lo stagista che avevano assunto a dicembre.
“Cosa c’è Broly? Hai finalmente imparato ad aprire un pacchetto di patatine senza urlare?”
“No, signor Vegeta, non ancora…”
“Allora? Sei riuscito ad avere un appuntamento con quella Cheelai?”
“Sì signor Vegeta, ma non è quello! È Freezer, è qui!”
“Che cosa? Dov’è quel deficiente di Kakarot?”
“È nel vostro ufficio, signore. Lui…”

Ma Vegeta si era già lanciato verso le scale. Volando come un fulmine raggiunse in pochi istanti il grande ufficio che condivideva con Goku al terzo piano dell’edificio. Apparentemente la discussione era molto accesa.
“SEI UN FOLLE, FREEZER!”
“Fufufu, suvvia Goku. Vi ho posto delle condizioni molto… accomodanti. Non avete alcun modo di contrastare le accuse del mio studio legale! E smettila di trasformarti in Super Saiyan, stai spargendo i documenti per tutto l’ufficio!”
“Buongiorno, Signor Freezer.” Vegeta entrò nell’ufficio, sfoggiando il suo sguardo tanto inquietante quanto sexy. Si avvicinò lentamente a Goku, senza mollare di vista il loro nemico.
“Allora è vero che sei tornato, Freezer. Cos’è ora, la quinta volta?”
“Non essere ridicolo, Vegeta. Sono qui per attuare la mia vendetta, finalmente!”
“Vendetta di cosa, scusa? Sei tu che hai distrutto il nostro bellissimo paesino di montagna, mostro.”
“Non devo mica vendicarmi su di te, Vegeta caro. Sai bene che ci sarà sempre un posto per te nel mio studio legale.”
“Bleah”
“È contro quel Goku che devo esercitare la mia vendetta! È lui, che senza alcuna ragione, mentre stavo gentilmente chiedendo la sfera del drago a quegli indigeni sudamericani, disboscando la loro foresta, ha distrutto la mia bellissima Ferrari Cold Supernova 9000.”
“Hai già ucciso il padre di Broly! Cosa vuoi ancora da noi? Non hai visto che rischiamo la cassintegrazione? Inoltre mio fratello non lo vedo da un decennio!”

A quel punto si fecero avanti Beriblue e Sorbet, i legali di Freezer, che a sua volta è un avvocato. Sono degli avvocati al quadrato quindi. Si piantarono davanti a Vegeta, minacciandolo con lo sguardo.
“Sono tutte fake news! Il qui presente dottor Francesco Freezer non ha alcuna correlazione con gli eventi legati alla morte del colonnello Paragas. Ciò che dicono le registrazioni di quelle sette videocamere, i tre testimoni e la confessione del dottor Freezer è irrilevante.”
Freezer abbandonò poco dopo l’edificio, accompagnato dallo sguardo rabbioso di Broly, il super stagista leggendario della leggenda. Goku e Vegeta non sapevano cosa fare. Freezer aveva fabbricato delle ottime prove per poter accusare la S.S.S.p.A di frode ed evasione fiscale.

“Dannazione! Sapevo che non avrei dovuto chiedere i soldi per il gelato a Freezer! Quella maledetta serpe!”
“Non è colpa tua, Vegeta. Quel maledetto ha paura delle imprese emergenti come la nostra. La nostra influenza nei paesi in via di sviluppo lo ha superato già da un pezzo.”
“Ma Freezer non era un avvocato?”
“Purtroppo, la trama richiede che ci sia un qualche tipo di conflitto almeno lontanamente sensato. Sembra quasi che Freezer sappia sempre come restare un passo avanti a noi…”
“Quel… mostro!”
Goku si sedette alla scrivania, e sfogliò scoraggiato i documenti che aveva dinanzi a sé. Poi il suo volto si illuminò. Svelto, cercò il cellulare nei cassetti sul lato del tavolo. Vegeta cominciò a scrutarlo, sperando che l’istinto di Goku potesse ribaltare la situazione. Goku attraversò svelto la rubrica e scelse un numero: “Vegeta, Freezer non si è ancora scontrato con il nostro guerriero più forte… Ah sì, pronto? Sì, sono io. Mi passi il sindaco, presto… Abbiamo bisogno di te. Vieni… Gohan.”

Il tempo passa, passano le ore, e finalmente arriva Gohan, il dottore. Broly si preoccupò subito di accogliere il sindaco di Milano.
“Signor sindaco, è un piacere fare la sua conoscenza. Sono Broly, faccio da poco lo stagista per il signor Goku e il signor Vegeta.”
“Broly? Non ci conosciamo? Ah, giusto. Tu sei quello canon… Potresti portarmi da mio padre, cortesemente?”
Broly accompagnò Gohan verso l’ascensore, e lo indirizzò per lo studio dei suoi superiori. Quando Gohan raggiunse il terzo piano, vide il padre intento a raccogliere i fogli che aveva sparpagliato per terra. Gohan non ha una buona relazione con suo padre manco in questa storia, quindi saluta per primo Vegeta.

“Buonasera Vegeta. Come sta Bulma?”
“…Hai saputo della nuova macchina del tempo, vero?”
“Eh eh… Già. Il presidente Trecani e Beerus mi stanno bombardando di inquisizioni. Manco so cosa vuole dire. Ah, giusto! Ti va bene se Bra resta a dormire da noi? Non ha ancora smesso di allenarsi con Pan.”
“Nessun problema. Se vuoi nel fine settimana le porto al mare così facciamo un bel episodio fanservice.”
“Geniale! I lettori e gli elettori gradiranno un sacco. Un momento, perché ero venuto qui?”
“C’era quella questione di Freezer… La trama.”
“Giusto, Vegeta, giusto. Comunque, non posso aiutarvi. Freezer ha palesemente falsificato delle prove per far chiudere la vostra impresa, ma controlla tutti gli avvocati d’Italia e del Giappone. Non potete in nessun modo opporvi a lui in maniera giudiziaria.”
Goku allora si fece avanti, e propose la sua intelligentissima idea: “Che ne dite se lo facciamo fuori… Ah no, scusate, volevo dire ELIMINIAMO?”
“Papà, sai benissimo che non si può fare, è illegale. L’ultima volta che ci hai provato è semplicemente peggiorata la situazione e abbiamo dovuto riavvolgere il tempo dell’universo per ricostruire Milano.”
“E se lo lanciassi sulla Luna e POI lo uccidessi? Andrebbe bene così.”
“No, Papà! Sarebbe omicidio premeditato con sequestro di persona. Inoltre, credo ci siano delle leggi internazionali per i crimini commessi nello spazio.”
“Allora lo chiediamo al signor Shenron!”
“Non può far sparire Freezer. Shenron può ELIMINARE solo quelli che sono meno ricchi di lui. E Shenron ultimamente è un po’ in crisi finanziaria, l’inflazione lo ha colpito duro.”
“Posso chiedere all’autore di fare fuori Freezer?”
“No. Sarebbe un finale idiota per una fanfiction che parte già senza speranze.”
“…E se chiedessi a Toriyama?”
“Papà! Non bestemmiare!”

La discussione tra padre e figlio durò un sacco, ma non ho così tanto tempo da perdere quindi mi limito a scrivere il minimo indispensabile. Gohan ad un certo punto si stanca e se ne torna a casa da quella bella donna che è sua moglie, che per gioia di molti maschietti si è fatta ricrescere le treccine e ha conquistato il trono di Miss Tsundere 2019. Pazzesco. Goku e Vegeta erano rimasti da soli nello studio, ormai era tempo di tornare a casa. E no, calmate i vostri movimenti peristaltici, ragazze: non sta di certo partendo la sezione yaoi della storia. Perché mai Goku e Vegeta dovrebbero avere delle pulsioni romantiche tra di loro? Le uniche emozioni che provano sono il desiderio di sfracassarsi a vicenda i denti e la fame. Principalmente la fame. A parte gli scherzi, ma ci sono 32°C e sto facendo lezione da otto ore. E sto scrivendo una one-shot. Vabbeh.

Vegeta se ne tornò a casa, demoralizzato. Diede un bacio alla sua attraentissima e croccantissima moglie, e si sedette in giardino, ad ammirare la variegata fauna che abitava la Capsule Corporation. In particolare a Marzo gli asini volanti sono maestosi mentre volteggiano nel cielo. E poi, ZING!
“CIAO VEGETA!”
“Dio Zeno! Kakarot! Smettila di teletrasportarti tra le balle! Cosa vuoi adesso?”
“Ho trovato un modo per sconfiggere Freezer!”
“…Sarebbe?”
“Dobbiamo provare con la Fusione!”
“Ma che, sei completamente andato? È impossibile fare quella stupida danza con indosso lo smoking. E poi Gogeta è quasi sempre mezzo nudo, ci verrebbe il raffreddore.”
“Allora chiamiamo Arale.”
“…Sai, tra tutte le idiozie che hai detto oggi questa è quella più intelligente. Purtroppo non so dove sia il Villaggio Pinguino.”

Il giorno dopo si sarebbe deciso tutto. Freezer si presentò davanti ai due Saiyan di primo mattino.
“FufufufufufufufufufufufufuCOFF-COFFufufufu! Allora, miseri Saiyan, siete pronti a pagare?”
“Va bene Freezer, - Vegeta si fece avanti, circondato dai suoi colleghi – Quali sono le tue richieste?”
“È semplice! Voi avete eluso il fisco… Ma il sistema giuridico italiano è sempre in vantaggio sui criminali, non è vero, Sorbet?”
Sorbet annuì. No, non è vero. Tutti si misero a ridere a crepapelle. Anche Freezer. Passò anche rapidamente Whis per fare la sua solita risata ambigua, rubare dei pasticcini e continuare a ridere altrove.
“Sei pronto, Vegeta? Vuoi davvero prenderti la responsabilità delle sue azioni sconsiderate?”
“Sì. Dopotutto… io sono il principe dei Saiyan.” (Prego, fangirls. Ora immaginatevelo nudo sdraiato sotto di voi)
“Fufufu… Ahahahahaha! Finalmente avrò la mia VENDETTA! Sorbet, passami il taccuino! Bene, Vegeta… Fanno 36 euro.”
“…Eh?”
“Ah, no scusami. Mi dovevi anche i soldi per il gelato. Sono 39 euro e 70… Dai facciamo 40 euro tondi tondi, dopotutto ci conosciamo da tanto tempo.”
“Aspetta un attimo, Freezer. Sono SOLO 40 euro?”
“Beh… sì. Quando quell’idiota di Goku ha distrutto la mia Ferrari si è dimenticato di rinnovare il bollo. E tu mi dovevi ancora i soldi per quel gelato. Tutto bene, Vegeta? Perché sei diventato Super Saiyan God Super Saiyan Evolution Ultra istinto?”
Vegeta prese il portafogli: “Eccoti 100 euro. Prendi il resto e fai a pezzi Kakarot.”
“Uuuh! Mi piace farlo per soldi!”
“…Sta’ zitto Freezer.”
Fu così che Vegeta e Freezer presero a pugni per quattro ore il povero Goku. Fine.



Immagine originale di @fore318; link: https://twitter.com/fore318/status/1249340953321541632?s=20  

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Capitolo 2
*** Vegeta il Paninaro ***


Vegeta, il Principe dei Commessi
 
Ogni volta che ne vedeva arrivare, un flebile sospiro varcava le sue labbra. La fronte, ampia e dura, si corrugava in una singola lunga linea. Lei si avvicinava, e lui non le toglieva un occhio di dosso. Rapido, spinto da un incredibile desiderio, le si avvicinò. Alzò la piccola finestra per poterle parlare e, finalmente, era davanti a lui. Era proprio una bella Chevrolet Camaro.
 
Vegeta si sporse oltre il finestrino, aggiustò l’inclinazione del berretto, e si rivolse all’autista della costosa macchina sportiva: “Buonasera e benvenuti da Capsule Burger. Vuole provare la nostra offerta Shining Friday, due Corp-Menu con due bibite grandi in omaggio?”
“Ehi Veggy! Come butta?”
“Lunch, ti ho spiegato che devi ordinare, prendere, pagare e ANDARE VIA!”
“Uh – uh! Che drammatico! Ehi, la fate ancora la promozione Oltre9000? Guarda che ho la tessera!”
“Quella è finita settimana scorsa. Aspetta un attimo…”
 
Vegeta si voltò, scrutando l’interno del locale. Stava pigramente tentando di individuare il manager della filiale, ma a quanto pare era in sala a gestire i clienti. Però davanti alla cassa c’era uno dei due “Guest Experience Leader”.
“Radish! Chiamami Gohan che questa qui-
Si interruppe subito. Con la coda dell’occhio notò che il registratore di cassa che aveva davanti era stato aperto. Brutalmente forzato. E sapeva da chi.
“Cosa ti serve dal manager, Vegeta?”
“Digli che mi prendo ventisette secondi di pausa.”
 
Con un’elegante capriola mortale carpiata tripla Vegeta si catapultò oltre la stretta finestrella del drive-in, si guardò intorno fulmineo, non cercando un’immagine, ma un suono. E lo sentì. Un flebile rombo di motore era ancora lontanamente distinguibile. L’uomo si lanciò sulla strada con lo sguardo tetro, un assassino a piede libero. Scattò, così rapido che pareva volare, poi finalmente vide di nuovo quella lussuosa macchina sportiva. In una frazione di secondo le si lanciò sopra, roteando un dirompente pugno sul cofano della vettura. La macchina si fermò, e quando la conducente vide cosa era successo, notò come Vegeta stava tenendo in mano il motore della Chevrolet. Un rivolo di benzina stava elegantemente scivolando verso un lato, senza lambire l’abito da lavoro dell’impeccabile commesso.
 
“Diamine, Vegeta! L’ho rubata stamattina!”
“Dammi i soldi Lunch, ora.”
“Che palle, solo per qualche spicciolo. Tieni.”
“Anche gli altri. Giuro che ti chiamo Laura da ora in poi.”
La donna sollevò i prosperosi fianchi, estraendo una mazzetta di banconote infilate tra lei ed il sedile.
“Anche i soldi per il panino.” Vegeta le lanciò un Hope 784, un panino dalla forma e dal gusto ridicoli, ma che piaceva tremendamente alle clienti di sesso femminile. Nessuno aveva ancora capito perché. Lunch aprì il borsello e scagliò una moneta in faccia all’uomo, che la afferrò con due dita.
“E anche i soldi che nascondi lì.”
“Lì dove?”
“Giuro che ti faccio assaporare un tipo diverso di Big Bang Attack, e stavolta senza i cetriolini, Laura.”
Lunch sbuffò come un cavallo imbizzarrito, si infilò una mano nella generosissima scollatura e ne estrasse una borsa, due trolley da viaggio, una tracolla di Gucci e un buono pasto per il BurgerDogKing.
“Ah, e così ti fai servire anche dalla concorrenza, eh? Guarda che a Tenshinhan piaci, puoi anche venire a mangiare come le persone normali.”
Lunch arrossì come un peperone maturato qualche mese di troppo: “Che fesserie stai a dire?! Tornate al lavoro, scimmione!”
“Tsk, che donna volgare.”
 
“Vegeta, cos’è successo stavolta?” Gohan era furioso. Non assumeva quell’espressione da quando Cell aveva ordinato un panino al gusto androidi ed era in seguito uscito dallo stabile sequestrando due membri dello staff. “Stai tranquillo, manager. Ho solo svolto qualche… recupero crediti? Si dice così?” Vegeta rovesciò la borsa, i due trolley e la borsetta stracarichi di contante sul pavimento dell’ufficio. Il buono pasto era stato incenerito in precedenza, poiché non sembrava eticamente corretto dimostrare alcun tipo di supporto per la concorrenza. “Che problema c’è, Gohan? – Crilin, il direttore, si era intromesso nella discussione, visto che il suo piccolo ufficio era stato sommerso da valigie e contanti – Se Vegeta ha soltanto recuperato dei soldi, inoltre senza danneggiare il locale, a me va tutto bene. Puoi tornare al lavoro Vegeta, prenditi pure una bibita e fai una pausa se ne hai bisogno.”
“Nessun problema, capo. Torno al lavoro.” Vegeta uscì composto dalla stanza, e Gohan abbandonò il biondo intenso in favore del più usuale nero-castano di cui sua moglie si era innamorata. Anche se ogni tanto il biondo veniva riacceso lo stesso, in camera da letto.
 
La giornata proseguì tranqulla, ma non mancarono i soliti bisticci tra il personale. Piccolo e Tenshinhan si sfidarono in cucina alla consueta sfida del “Vediamo chi prepara più panini”: il duello si trasformò in fretta in una sfida tra cloni quando quattro copie di ciascuno riempirono la cucina preparando un McSatan dietro un altro. Dal Capsule Cafè ogni tanto si sentiva provenire il rumore di un sonoro schiaffo. Il direttore Crilin aveva avvertito che sarebbe stato meglio evitare di far lavorare a così stretto contatto l’anziano ma esperto signor Muten e la più giovane e assai croccante C-18, per la quale aveva un’evidentissima cotta. E tutto perché una volta gli aveva dato un bacetto sulla guancia per salutarlo!
 
Il fratello della suddetta, convenientemente chiamato C-17, era un lavoratore impeccabile. Sempre presente quando qualcuno entrava dalla porta, sempre il primo a pulire il pavimento quando qualcuno rovesciava la Dragon Cola: una debole luce verdognola si spargeva velocemente attorno alla sua mano, come una barriera, e rapidamente inceneriva ogni traccia di sporco dalle piastrelle sempre lucide del locale. Il suo superiore, Radish, era molto contento dell’allievo, al punto che ormai si era convinto di esser stato superato. Nonostante questo, l’uomo era sempre rapido ed efficiente e sfoggiava il più smagliante dei sorrisi con i clienti, specie con i bambini. Certo, talvolta questi si incastravano nella lunga chioma di Radish, che era costretto a farli rimuovere da qualche altro collega, ma restava comunque un ottimo impiegato. Inoltre era lo zio di Gohan! È strano, non è vero? Radish è effettivamente lo zio di Gohan, e si somigliano pure abbastanza! È strano!
 
“Ehi ehi! Vi ho già detto che qui dentro non vi vogliamo!” proprio Radish si era incupito parecchio, verso sera, quando aveva notato l’entrata di due soggetti tristemente noti a tutto lo staff. Temendo che la situazione degenerasse, Vegeta abbandonò temporaneamente la sua postazione dietro le casse: “Cosa succede, Radish? Ah! Ancora voi?”
I due corpulenti uomini si fecero sempre più piccoli, stretti nelle proprie spalle: “Perché non ci volete qui dentro? Abbiamo anche noi il diritto di mangiare, no?”
“Esatto, No. Voi qui non ci mangiate. E nemmeno su questo pianeta feccia. – Vegeta si inasprì parecchio, era un argomento a cui teneva parecchio dopo che aveva perduto di vista il fratello minore, un certo Tarble – C’è scritto espressamente sul regolamento della Capsule Burger, su quella nota d’ingiunzione appesa alla parete e nel paragrafo uno della legge del 13 marzo 2009, e ora ve la ripeto…”
 
Le luci del locale cominciarono a brillare. Lo staff, indubbiamente abituato a quel tipo di scena, mise in ordine le pile di strumenti in cucina, tenendo stretti tutti gli utensili che sarebbero potuti cadere. Ci tenevano alla valutazione dell’ispettore sanitario, dopotutto. Vibrando cocente nell’aria della sera, una vivace fiamma bluastra si animò nello spazio attorno a Vegeta. E il suo discorso cominciò, avvampando l’atmosfera.
 
“Tarles! Broly! Ve lo dico per l’ultima volta… - inspirò, tingendo d’azzurro la chioma di capelli che gli cingeva la testa come una stempiata ma comunque sexy corona – I PERSONAGGI NON CANON COME VOI NON DEVONO FARSI VEDERE NEL RAGGIO DI CINQUECENTO METRI DA QUESTO STABILE O GIURO SUGLI ZENO CHE IL PROSSIMO MC FINAL FLASH CHE MAGERETE LO PREPARO CON MOLTA PIÙ ELETTRICITÀ CON QUESTE MIE MANI E VE LO FACCIO MANGIARE DAL LATO SBAGLIATO DELL’APPARATO DIGERENTE! SONO STATO CHIARO?!?”
 
Vegeta precipitò in avanti una mano, liberando il proprio divino ki celeste e scagliando i due malcapitati fuori dall’ingresso principale. C-17 aprì loro la porta con un movimento rapido ed elegante giusto in tempo per non fare infrangere qualche vetro, e concluse il gesto con un composto e beffardo inchino.
 
Proprio in quel momento fece la sua comparsa davanti all’ingresso il cliente più abituale del locale, il padre del manager, Goku. Era accompagnato come solito dall’altro figlio, il giovane Goten, e dalla vivace Chichi, sua moglie. Questa volta però, aveva portato con sé altre persone, che il gruppo aveva conosciuto da poco tempo.
“Ehi! Perché lui può entrare?” Broly si alzò, levandosi di dosso il corpo tramortito di Tarles.
 
“Urca, non lo sapevi? – Goku gli rispose prontamente – Guarda che lui è canon, non è mica come te.” Disse indicando l’uomo che lo stava inaspettatamente accompagnando. Curiosamente, anche questi si chiamava Broly, ed era il figlio del compianto colonnello Paragas, dell’esercito imperale.
“Kakarot… Kakarot! KAKAROT!” Il signor Broly-mai-stato-canon si alzò in piedi, furioso, ma venne calmato in fretta: Vegeta gli aveva già fracassato un cazzotto sul naso, mandandolo dritto dritto nel regno dei sogni. Poi prese per le gambe entrambi gli uomini svenuti sul terreno, fece una rapida piroetta, e li scagliò in direzione della Luna. Magari gli piacciono i conigli.
 
Lo staff si rianimò, e venne incontro ai nuovi arrivati. L’uomo, avvolto in una pregiata giacca di pelliccia, si presentò: “Buonasera, sono Broly, questa invece è…”
“Hello! Mi chiamo Cheelai, molto piacere.”
Concluso il giro di presentazioni, gli addetti tornarono alle proprie postazioni. Anche C-17, C-18 e Radish si diressero in cucina, e si prepararono alla battaglia: Goku era entrato nel locale, e sapevano che sarebbe stata un’ottima opportunità per riempire le casse e far felice il direttore. Vegeta si posizionò incupito di fronte alla cassa centrale, e cominciò a sgranchirsi le articolazioni delle mani, a tirare i guanti verso il gomito, e a sudare vistosamente.
 
“Allora, Kakarot, come possiamo saziarti, stasera?”
“Uhm…” Goku si era messo ad esaminare gli ampi schermi sopra la sua testa, in cerca di qualche nuovo sfizio.
“Allora, oggi è venerdì, giusto? Broly e Cheelai prendono un Shining Friday, entrambi con la Dragon Cola Zero. Non vogliamo che gli zuccheri vadano alla testa a Broly. Anzi, a pensarci bene lui è un saiyan come noi, quindi fai sette menu Shining Friday. Goten prende un Capsule Family Meal con Chichi, uno con Kame-Hame-Chicken e Dragon Cola per Chichi, l’altro con diciannove Mc Final Flash e tre Fantadokkan per Goten. Io invece…”
Vegeta stava precipitando un dito dopo l’altro sul registratore di cassa, usando ogni riserva di energia che gli era rimasta. Sapendo che sarebbe arrivata l’ordinazione di Goku, era già mentalmente pronto a scagliarsi sull’estintore per estinguere una potenziale esplosione della macchinetta, che non era altro se una grossa calcolatrice con un bello schermino pieno di immagini di panini. Goku continuò con la propria ordinazione.
 
“Io invece prendo tre Big Satan, otto Capsule Mc Bacon, cinque Dragon Angus Supreme, due Seventh Pounder Menu con SpredRibbon, large ovviamente, venti Daishinkan Nuggets, la porzione grossa, dieci Hope 784 al pollo, tre Capsule Wrap Menu, sette Filet-O-Polpo, quelli che piacciono tanto a te, nove Cheesburger Paozu, un Capsu-Toast per mandare giù il resto, cinque Insalate Metamor con il pollo per stare leggero, quattro Ailkshake affongati al Senzu, tredici Pancake Kame-House, quindici Donuts Pterodattilo e da bere direi… dodici Dragon Cola grandi. Dovrebbe bastare così.”
 
Vegeta finì di registrare l’ordinazione pochi istanti prima che i suoi polpastrelli avessero preso spontaneamente fuoco, ma la cassa non volle far partire l’ordine. “Dannazione, Crilin! È successo di nuovo!”
“Ehi Goku! – Crilin uscì dallo studio del direttore con un plico di documenti in mano – Di nuovo una bella ordinazione?” Il direttore passò una tessera nella fenditura accanto alla cassa, e l’ordine venne finalmente accettato. La cucina divenne un vero e proprio territorio di guerra. Piccolo e Tenshinhan si erano nuovamente moltiplicati, alcuni cloni lavoravano addirittura sospesi in aria in modo da raggiungere più velocemente i fornelli. Il vecchio Muten prese quattro spatole per mano e cominciò a girare e rigirare hamburger e petti di pollo. Anche Radish si era precipitato in cucina, e stava lanciando per aria dozzine di panini, riempiendoli di condimenti prima ancora che ricadessero sul piano di lavoro per fare più in fretta.
 
Vegeta riprese il suo lavoro da principe dei commessi: “Allora Kakarot, fanno otto milioni, quarantacinquemila e centosessantanove zeni. Hai portato la tessera PrinceOfSaiyan? Se sì, ti faccio uno sconto del dieci percento.”
“Uff, lascia perdere, offre la casa.” Una dolce voce femminile spezzò l’ordinatissima procedura di pagamento, e in men che non si dica Vegeta si ritrovò una carta di credito tra le mani. “Bulma, cosa ci fai qui?” Vegeta si sorprese nel vedere la proprietaria della Capsule Corporation entrare proprio in quel momento nel locale. “Che c’è di strano? Il locale è mio quindi faccio quello che voglio, tu sei mio marito quindi posso venire tranquillamente a trovarti e questo zuccone di sicuro non ha tutti questi soldi, non è vero, Chichi?” Una donna seduta nell’angolo della sala le rispose con ripetuti e violenti cenni della testa, come per voler sottolineare la pigrizia lavorativa del marito.
 
“Come mai sei già qui?”
“Oh, la riunione sul riso soffiato al gusto lasagna mi stava stancando, quindi sono venuta a trovarti. Non sei felice di vedere la tua bellissima e giovanissima mogliettina?”
Vegeta arrossì leggermente, e chinò in fretta la testa in modo da nasconderlo.
“Eddai Bulma, non sei mica così giovane!” esclamò divertito Goku, ma la risposta fu uno schiaffo combinato dell’invincibile coppia Bulma/Vegeta, il terrore dei sette mari e degli eventi PHY banali su Dokkan Battle.
“E Trunks? È rimasto a casa?” chiese Vegeta alla moglie.
“Esatto. Mi ha chiesto di fargli un costume per Halloween, allora ho riciclato il design che avevo fatto anni fa per Gohan. È così adorabile quando si diverte!”
“Dovrebbe pensare ad allenarsi invece. Quando hai fatto quel costumino per Gohan abbiamo rischiato di perdere la Gara dei Paninari contro la MajinBurger di quel Babidi.”
“Oh, come sei drammatico, Vegeta! Alla fine avete vinto con quel Genkichicken Deluxe che ha preparato Goku, no? E dire che hai fatto quel bel discorso su come riconoscevi la sua superiorità e… Devo continuare?”
 
In quel momento entrò un altro manipolo di clienti, guidati da una faccia ben nota alla Capsule Burger. Era Giangiacomo Freezer, un noto proprietario terriero, magnate della finanza e disc-jockey playboy e filantropo miliardario della zona. “Fufufufu! Eccomi qua. Uomini, prendete posto! Mi occupo io di quegli sporchi saiyan!” Bulma, temendo il peggio, si fece da parte e andò a far compagnia a Chichi e Cheelai.
“Benvenuto da Capsule Burger, cosa vuole ordinare?”
“Oh, ma che formalità mio caro Vegeta. E dire che eri così dolce quando lavoravi per me…”
“Vuoi mangiare un panino o un mio pugno, Freezer? Ordina.”
“Fufufu, sempre pronto a divertirmi, Vegeta! Io e i miei uomini prendiamo sette menu Supernova.”
“Ancora? Sai benissimo che il menu Supernova è stato un semplice evento il 5 gennaio del ’91, quindi piantala di ordinare questa cosa.”
 
“C’è qualche problema, qui?”
Sentendo una voce minacciosa provenire da dietro le proprie spalle, Freezer si voltò di scatto e impallidì (per quanto gli fosse possibile, è sempre bianco quell’uomo, dategli da mangiare): “Lo- Lolo- Lord Beerus! Qua- Quale inaspettato piacere!” E sì, era proprio Beerus, presidente della Octan e sindaco di Torino. Il suo assistente, un certo Whis, tipo alquanto misterioso, si era già diretto verso il Capsule Cafè. C-18 lo accolse con un sorriso dolce quanto il vassoio di ciambelle che porse subito dopo all’estatico cliente.
“C’è qualche problema, Giangiacomo Freezer? Non avrà mica evaso le tasse, vero?”
“Io? Nononononono! Non- Non farei mai una cosa simile, nono no nonono per niente no!”
 
“Lord Beerus, come posso servirla?” chiese Vegeta al nuovo arrivato, sollevato dall’incarico di servire quel maniaco di Freezer.
“Ah, buonasera Vegeta! Vedo che hai servito anche Goku…”
Il silenzio più tombale della storia cadde in cucina. Gli addetti smisero di lavorare. Terrorizzati, un sottile pensiero attraversò la mente di ciascuno dei presenti. Un debole, ma terribile presagio che percorse le loro spine dorsali, un brivido glaciale tipo “Blizzard” di Daichi Miura. Ma si accorsero ben presto che non era un incubo, era la verità, la dura realtà in cui un autore di fanfiction idiote li aveva inseriti.
“Prendo lo stesso che ha preso Goku, se non ti dispiace.”
 
Quel giorno passò alla storia come “La battaglia dell’ultimo panino”, la tragica notte in cui un certo Son Goku e il sindaco Beerus si presero a pugni perché il Capsule Burger locale non aveva più panini né hamburger, e dovette rimborsare una parte della spesa all’altolocato cliente.
Il giorno dopo la Peta presentò una mozione di sfiducia al dirigente di Capsule Burger, qualsiasi cosa significhi. Vegeta venne promosso a direttore di filiale in un altro continente.
Bulma divenne ancora più giovane, gnocca e ricca.
Trunks si fidanzò finalmente con Mai, che aveva una segreta passione per i Power Rangers.
Tenshinhan si sposò con Lunch, poi ebbero tre figli.
Broly è ancora canon.
 
Nota dell’Autore:
Se ordinate davvero tutta quella roba al McDonald’s spendereste davvero circa 665,40 euro, che in zeni fa circa 8'045'169…
Se avete qualche idea simpatica per una AU su Dragon Ball, sono qui per ascoltarvi! Spero che la storia vi sia piaciuta quanto è piaciuto a me scriverla.

 

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Capitolo 3
*** Vegeta lo Zarino ***




Vegeta, lo Zarino

 
Anno Millenovecentoequalcosa. È maggio, ma il freddo non cessa mai nella gelida Capitale del Nord. Vegeta Alexsandrovich IV Romanov, l’ultimo degli zar, è in una situazione disperata. Una tremenda rivoluzione ha smosso gli animi dei suoi sudditi, che chiedono un nuovo statuto, più cibo, più soldi, più scioperi, più vodka, più caldo e meno neve. Lo zar Vegeta sarebbe disposto ad esaudire le richieste del popolo grazie alle sfere del drago, dei magici artefatti prodotti dall’orafo alieno Gustav Dende Fabergé, ma queste sono state rubate e sono ancora disperse. Un giorno però, mentre cammina vicino al ruscello nel giardino del suo palazzo immerso nei suoi pensieri, un messaggero gli svela un terribile fatto…

 
Il seguito è da leggere, se possibile canticchiando con un accenno di sorriso, ascoltando questa bellissima canzone della tradizione russa: CLICCAMI!
 
Meli e peri stavan già fiorendo,
Dinosauri al fiume bevono:
Sulla sponda cammina Vegeta,
L’ultimo zar ch’il mondo mai avrà.
 
Sulla sponda c’è Vegeta Quarto,
Basso e stempiato, ma è il nostro zar!
 
Camminava pensando alla moglie,
La vision più dolce che c’è:
Ma gliel’hanno rapita i bolscevichi,
La loro guida sappiamo già chi è.
 
Ma gliel’hanno rapita i bolscevichi,
E proprio Freezer il loro capo è!
 
“Maledetto, nano socialista,
Come osi, è la mia Bulma!”
Grida ‘l principe in preda alla sua ira,
E spicca il volo verso la frontiera.
 
Grida ‘l principe in preda alla sua ira,
Si cinge d’oro, è un super saiyan!
 
Freezer vede il zarino arrivare,
nasconde Bulma nella buia cella:
e prepara l’ardito contrattacco,
il dio dei saiyan sta per arrivar.
 
Così prepari l’inutile difesa,
Lui è Vegeta, non gliene può fregar!
 
Meli e peri eran già fioriti,
Torna Vegeta nella sua patria:
Porta Bulma a casa sana e salva,
Freezer è morto, non può resuscitar.
 
È morto allora il terribile tiranno,
Il Final Flash non riuscì più a schivar!

 
E così il potente zar Vegeta IV Romanov riuscì a salvare la bellissima moglie dalle grinfie del perfido Iosif Freezer Dzugasvili, un perfido aspirante dittatore che era succeduto al Grande Mago Lenin. Riuscì anche a recuperare le famose sfere del Fabergé, con le quali riuscì a portare la pace e la prosperità nel freddo, ma ora più soleggiato, regno del Nord. Ora vive tranquillo con la moglie, Alice Vittoria Elena Luisa Bulma dell’Assia e della Città dell’Ovest, e con suoi figli, Trunkseij e Branastasia.
 
Fine, grazie agli Zeno.
 
Note dell’Autore:
Visto che prevenire è meglio di curare, vi prego di non pensare che ci sia qualche pensiero sociopolitico in questa storia. Certo, è stato un destino terribile quello dei Romanov, ma speriamo che la storia ci insegni a non ripetere questi errori. Se proprio volete qualcosa di più profondo andatevi a leggere “Figli di un Domani Perduto”, la mia storia principale! Vi prometto che faccio di tutto per scriverla sempre meglio! (messaggio promozionale, nascosto pure male)
Ah, e comunque no, non so cosa mi è preso quando ho pensato di scrivere una versione di “Katyusha” con Vegeta.

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Capitolo 4
*** Vegeta lo Italico Poeta ***




Lo Italico Poeta, Dante Vegeta
 
Nel disperato tentativo di appagare l’inusuale richiesta della bellissima moglie Bulma, il principe dei saiyan Vegeta IV di Vegeta parte alla ricerca di un raro frutto esotico…
 
Nel mezzo del cammin di nostra vita
Poiché li saiyan vivon assai lungo
la dritta via mia era smarrita
 
Era cosa dura cercar lo mango
Che mia moglie voleva assai forte
Per una torta di frutta suppongo
 
Tant’è dolce che poco più è morte
Ma per trattar bene la cara Bulma
Vi dic’ io le cose che ho scorte
 
Vidi un giorno n’altissima palma
Tant’ero pien di sonno a quel punto
Sperai di Kakarotto fosse salma
 
E poi ch’i fui al piè d’un colle giunto
Là dove quella selva terminava
M’avea di speranza il cor compunto
 
Guardai in alto e vidi che spiccava
L’obelisco più alto del pianeta
Che’l gatto bianco in cima ospitava
 
Allor fu la stanchezza un poco queta
Et in aria di spe carico balzai
Volli risposta mossa da tal pieta
 
E come quando con lena affannai
Uscito co’ Broly fuor de ghiacciaio
Al felino mi volsi e interrogai:
 
“Maestro” chiesi “ne voglio un paio
Esotici pomi grossi da sasso
Non chiedo quanto chi vuole un migliaio!”
 
Lo vecchio si pose con corpo lasso:
“Non so che mi chiedi, ma cosa certa
È più della gamba fai lungo passo
 
Ora tu cerca la vecchia esperta
Che della pecunia sai chiede molto
Ma poi avrai la risposta scoperta!”
 
E lo osservai mesto in volto
S’è ancor allungato il mio cammino
E quanto Yamcha or mi sento stolto
 
È già passato molto dal mattino
Ed appaiono già le prime stelle
Veloce e blu, indosso ’l ki divino
 
Lo fo per la donna tra le più belle
Che mi fece trovar vital ragione
Ma non seppi n’avesse di sorelle!
 
Allora giungo all’ampia magione
Mai avrei detto ch’incontro venisse
Me spettro dalla rosa carnagione
 
Parea proprio contra me andasse
Rapido sguardo mi prese ‘n esame
Proprio per nulla sembrò mi temesse
 
Mi chiese ordunque: “Per le tue brame
La cara sibilla nella fortezza
Risposte ti da, ma paga presume!
 
Se però per te schiaffo è carezza
E ti funziona ancora la vista
Di uno scontro saresti all’altezza?”
 
“Questo è ciò che ‘l saiyan acquista,
E tempo è giunto che a botte face
Se non vi sembri un far masochista!”
 
Sfidante vado, non voglio far pace
L’avversario bendato poc’ a poco
Malmeno fortemente, finché tace
 
Così deturpai quell’ameno loco
L’ultima sfida mi venne offerta
Ma il nemico pareva ancor fioco
 
La faccia mutò in una sconcerta:
“Miserere di meco!” gridò lui
E la mia vittoria fu cosa certa
 
Rispose una vecchia: “Da voi già fui
Nell’ardua pugna cotanto sconfitta
Fate inflazione voi saiyan, ambedui!”
 
“Baba sibilla! - le chiesi in fretta –
Io giungo in questo luogo angusto
Per chieder di manghi una vaschetta!”
 
“Vegeta dico sei nel posto giusto!
Hai vinto, non darti più altra noia,
Cerchi il frutto dal gusto robusto:
 
Puoi ritornare a casa con gioia!
Perché non sali il dilettoso monte,
Porta teco giardiniera cesoia!”
 
Volo nel cielo e seguo la fonte
Del profumo che prende come fiume
Dall’alto intravedo nuovo orizzonte
 
Colgo i fiori, accesi come lume
Pensando al volto del mio grand’ amore
Ai capelli, le curve e ‘l suo… volume.
 
Oh Toriyama, mio amato autore
All’impero di Freezer tu mi tolsi
Così compresi cos’è il vero onore
 
Vidi bestia ch’ero e me ne volsi
Ma tu invero sei il maggior saggio
Le catene spezzasti dai miei polsi!
 
Proseguì così il mio bel viaggio
Tornai ma Bulma lagrimar mi vide:
“Vegeta mio caro, fatti coraggio
 
La mogliettina tua, così pia ride
Vuole che ‘l tuo malumore vada via
E che ogne turbamento uccide.”
 
“Bulma non è triste la lacrima mia,
felicità mi tiene a tenaglia
averti con me sai che gioia mi dia!
 
Il mio passato era ‘na gran doglia
Ma il dono d’aver Te conosciuto
È ‘l gran futuro in cui saiyan s’ammoglia
 
Offro frutta dal corposo velluto
A Te donna dall’immensa virtute
E spero per torta avesti fiuto.”
 
Posi quel pomo in piena salute
In mano all’adorabil pulzella
E presi brocca per grandi bevute
 
Bevvi due o tre litri di cammomilla
Mentre la Bulma sparì all’interno
Con una scodella fatta d’argilla
 
Ora però che ci penso e discerno,
Bulma in cucina ha bisogno di guida,
Mi ci catapulto, è ‘l mio governo!
 
Indi udii le disperate strida
Di fruste e bacchette ahimè dolenti
Cucinare non sa, tanto Lei grida!
 
“Cara mia Bulma, chiama gli attenti
Ospiti divi, dì lor di venire:
Beerus e Whis saranno qui presenti.”
 
Imbronciata decise di salire
Da Bra, dell’amor suo unica degna
Col cucinar potei allor partire
 
Venne gatto che sul creato regna,
che non vuol seguir degli dei la legge:
ma meglio che al “hakai” non si vegna
 
In ogni dove impera e quivi regge,
l’angelo Whis dall’alto del suo seggio.
Poverino colui che vi elegge!
 
Ma resisto io, in cucina armeggio
Il principe dei saiyan sono io,
E già venni e vidi molto peggio
 
Con la torta al mango porta tan desìo
La vista della tavola imbandita
Così mangiam tutt’insieme ma di mio
 
Dico: “La mia giornata è finita!”
 
Nota dell’Autore:
E per ogni ora che Mercur cazzeggia
Nella sua mente scaturisce
Di fanfiction nuova idea
Ma il giovane non capisce
Che la laurea indietreggia…

 

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Capitolo 5
*** Vegeta il Re Leone (Atto Primo) ***


Introduzione;

Musica 0: È una giostra questo manga

 
Un bel giorno ti accorgi che esisti
Che sei parte del mondo anche tu
Per volontà dell’autore e ti chiedi
“Ma chi cavolo me lo fa fare?”
Poi un raggio di sole (uno dei tanti) ti abbraccia
I tuoi occhi si tingon di blu
E i tuoi capelli si tingon di giallo, poi di rosso e anche loro di blu, è un casino
È una giostra che va, questo manga che
Continua dal ’84 e non si ferma mai
E ogni vita lo sa che rinascerà
Perché ci sono le sfere del drago, e quindi la morte non ha un valore effettivo a meno che sia preceduta da un gatto spaziale che dice “hakai”
È una giostra che va, questo manga che
Ha fatto vendere un casino Shonen Jump e NULLA LO HA RIPORTATO AI FASTI DI UN TEMPO GIAPPONESI SVEGLIATEVI FATE CONTINUARE SUPER E DATE DEI SOLDI A TORIYAMA CHE È UN GENIO MANCO DOKKAN BATTLE SA PIÙ COSA INVENTARSI
E ogni vita lo sa che rinascerà
Perché la trama deve andare avanti e i doppiatori devono mangiare
(antico canto tradizionale del pianeta Vegeta)
 
Il pianeta Vegeta. Una terra lussureggiante, incontaminata, gestita da un delicato equilibrio. Il suo padrone è il saggio re Vegeta. Sì, si chiama come il pianeta. E come suo padre, suo nonno e pure suo figlio. Infatti, è Vegeta III di Vegeta, figlio di Vegeta di Vegeta figlio di Vegeta di Vegeta. Tra l’altro è appena nato il figlio di Vegeta, che si chiama Vegeta, che è figlio di Vege… Avete capito. Vegeta IV. Quello più grande è Vegeta III. Ed è proprio qui che prende vita la nostra storia sotto forma di un musical dal successo ridicolmente esagerato. È un racconto di tradimenti, nobiltà, amore non corrisposto e di plagio. Molto plagio.
 
Mercurionos Royal Productions presenta, in associazione con Valter This Nei Ententainment (non è vero, non fatemi causa però):

 
VEGETA, IL RE LEONE
IL MUSICAL

E no, sono comunque tutti umani. Leone è un titolo. Come se fosse il papa.
 
PERSONAGGI (IN ORDINE DI APPARIZIONE)
PARAGAS fratello di re Vegeta III, colonnello dell’esercito planetario dei saiyan
TOMA saiyan di basso rango
SERIPA saiyan di basso rango
TOTEPPO saiyan di basso rango
PANPUKIN saiyan di basso rango
REVEGETA re del pianeta Vegeta, formalmente re Vegeta III
VEGETA il protagonista, figlio di REVEGETA, formalmente Vegeta IV anche se solo da poco
BULMA donna saiyan molto intelligente e prosperosa
PANCHY madre di BULMA, ha dimenticato come si aprono gli occhi
NAPPA il tutore del principe VEGETA
SAIBAMEN (vari) a loro il ruolo del coro, cantano con voci angeliche
L’AUTORE sì, proprio io, altrimenti non ci stavano le battute delle canzoni
KAKAROT un alcolizzato che vive nelle baraccopoli del pianeta Vegeta
RADISH fratello di GOKU, hipster in bancarotta che vive nelle baraccopoli
KARIN saggio gatto senziente che fa andare avanti la trama
FREEZER Non è importante, appare solo alla fine per concludere l’opera.
 
SCENA UNO: IL LAMENTO DI PARAGAS
 
I soldati delle squadre d’incursione stavano battibeccando come loro solito. Stavolta litigavano riguardo chi meritasse di mangiare l’ultima coscia di gazzella. Mai viste delle gazzelle sul pianeta Vegeta? Sarà perché Freezer ha distrutto il pianeta prima che voi poteste accorgervene. In scena ad un tavolo TOMA, SERIPA, TOTEPPO, PANPUKIN.
 
TOMA Dalla a me! Ho il livello di combattimento più alto!
SERIPA Ma chi se ne frega dei livelli! Io ho fame!
TOTEPPO State zitti, imbecilli! Sono io quello che ha ucciso più nemici, nell’ultima missione!
PANPUKIN Se solo avessimo più soldi, come i nobili…
SERIPA Quanto odio i nobili!
TOTEPPO Zitti! Sta arrivando qualcuno!
 
All’improvviso entra nella caserma il colonnello Sca… No scusate, Paragas, il fratellastro del re. Volete per caso dirmi che guardando “Dragon Ball Super: Broly” non vi siete accorti che sono fratelli? E dire che la Toei lo ha reso palese: hanno entrambi i baffi e la coda.
 
PARAGAS E così vorreste essere come i nobili? Oziare all’ombra del palazzo reale tutto il giorno?
TOMA Ah, ma è solo il colonnello, temevo fosse il re…
PARAGAS Siete soltanto un branco di idioti!
TOTEPPO Oh, ma colonnello, voi siete uno di noi!
PARAGAS Guarda, che culo! Dovrei essere io il re, e invece è nato quel Vegeta!
PANPUKIN Scusa, ma Vegeta non è tuo fratello maggiore? Non è nato da un bel po’?
PARAGAS Non QUEL Vegeta, idiota, suo figlio, Vegeta IV!
 
Musica 1: Broly Re
 
PARAGAS
A voi guerrieri di basso rango ho sempre dato poca confidenza
Ma insieme potreste essere una potenza
Al servizio del mio baffo senza pari!
 
Da ciò che vi leggo negli occhi
Io so che la fame v’attanaglia
Non siate però così sciocchi
Indossate l’armatura, marmaglia
 
Son vuote le vostre giornate,
ma abbiamo una possibilità:
Uccidiamo il signore primate,
otteniamo la libertà!
 
Mio figlio non si sta realizzando,
ma non c’è nulla che bramo di più!
È giunto il momento dello spodestamento!
 
SERIPA E noi che centriamo?
PARAGAS Zitta, sto cantando!
 
PARAGAS
E voi mercenari sarete premiati
La giustizia non m’interessa più!
Ci sarà solo Broly, sai perché?
Sarà re!
 
TOTEPPO Sì, ci stiamo! Ci saremo! Ma… per cosa?
PARAGAS Per la morte di Vegeta!
TOTEPPO Quale dei due?
PARAGAS Idiota! Tutti e due! Vegeta uno e due!
SERIPA Sì esatto! A cosa servono tutti questi re! Facciamoli secchi!
PARAGAS Idioti! Un re ci sarà!
PANPUKIN Ma tu hai detto…
PARAGAS Broly sarà re! Sostenetelo, e non avrete mai più fame!
SAIYAN(TUTTI) Sì, in culo il canon! Lunga vita a Broly! Lunga vita al re!
 
SAIYAN(TUTTI)
Risvegliamo la vera leggenda,
il canon non ci tocca più!
 
PARAGAS
E il prezzo di questa vicenda
La testa del re sarà!
Il web è pien di fanfiction,
Parlan di me e anche di te!
Ma è chiaro che ce ne freghiamo,
E Broly così sarà re!
 
E sará un gran colpo di stato!
Il canon più non ci sarà!
Il piano è deciso,
Il re sarà reciso,
Citazioni a caso
Al Team Four Star!
 
Sarà un re amato
Dai mocciosi adorato!
Il suo potere massimo è!
Preparatevi amanti del canon:
Sarà re!
 
SAIYAN TUTTI INSIEME
Preparatevi amanti del canon:
 
TUTTI
Broly re!
 
Exeunt
 
SCENA DUE: VEGETA MOSTRA A VEGETA IL PIANETA VEGETA (questa battuta non invecchia mai)
 
Re Vegeta e suo figlio Vegeta sono sulla terrazza più lussuosa del palazzo reale e guardano con aria malinconica ma comunque molto affamata il loro regno.
 
REVEGETA Guarda, Vegeta. Tutto ciò che è illuminato dal sole è il nostro pianeta, il nostro regno. Un giorno questo sole tramonterà su tuo padre e sorgerà con te, MIA GLORIA E ORGOGLIO, come suo nuovo re.
VEGETA Tutto questo… Sarà mio?
REVEGETA Fino a quando un malvagio imperatore dello spazio non ci stermina il pianeta, sì.
VEGETA Tutto ciò che è illuminato dal sole… E i posti all’ombra?
REVEGETA Ma sei scemo? Prima o poi il sole sorge ovunque!
VEGETA E oltre i circoli polari, dove il sole tramonta per metà anno?
REVEGETA Vabbè lì non andare, è buio e fa un freddo cane.
VEGETA Credevo che essere re vuol dire fare ciò che si vuole.
REVEGETA Beh, più o meno. Ma significa anche molto di più: tutto ciò che vedi coesiste grazie ad un delicato equilibrio. Devi capirlo e rispettarlo, rispettare ogni saiyan, nobile o feccia, tutti gli animali, commestibili o meno. Siamo tutti collegati grazie…
VEGETA Al cerchio della vita?
REVEGETA No, alla legge di conservazione della massa di Lavoisier. Ora guarda in alto, ammira le stelle. Quelli…
VEGETA Sono i re del passato?
REVEGETA No, sono i mondi che potrai conquistare.
VEGETA DAVVERO!?!?
REVEGETA Sì, quindi quando ti senti solo e abbandonato, ricordati che ci saranno sempre nuovi pianeti da derubare e conquistare. E io sarò con te.
 
Entrano BULMA, amica del principe, e sua madre, PANCHY. Sì Bulma è una saiyan, non fatevi domande perché Vegeta deve pur beccarsi la sua gnoccosissima mogliettina. Quindi è Bulma, intelligentissima e procacissima, ma ha la coda e sa volare.
 
BULMA Ciao Veggetta!
VEGETA Ciao tipa. Andiamo ad allenarci?
BULMA E dove, mio futuro stempiato compagno di avventure vietate ai minori?
VEGETA Conosco un posto stupendo.
BULMA Mamma posso andare?
PANCHY Oh tesoro, se solo potessi vederti! Andate pure, e divertitevi.
REVEGETA Però Nappa viene con voi.
VEGETA Che palle!
 
Exeunt
 
SCENA TRE: LA PASSEGGIATA CHE AVVIENE PER BENE SOLTANTO NEI MUSICAL
 
Entrano VEGETA e BULMA, seguiti da NAPPA.
 
NAPPA (al pubblico) Ma guardateli, quei due piccoli cuccioli di saiyan come stanno bene insieme! I loro genitori saranno entusiasti, tanto più che siete promessi…
VEGETA Ma che stai a dire?
NAPPA Siete promessi. Impegnati. Fidanzati.
VEGETA E BULMA EEEEH?
NAPPA Un giorno vi sposerete, voi due!
BULMA Bleah! Con quello stempiato?
VEGETA Io non ho alcuna intenzione di sposarla! L’hai vista? È manco adulta e ha la sesta! È inquietante!
NAPPA Mi dispiace dovervi deludere, ma non avete scelta. Lo vuole la tradizione!
VEGETA Perfetto, sarà il mio primo emendamento alla costituzione!
NAPPA Non te lo lascerò fare, sono a capo della costituente.
VEGETA Allora prima ti licenzio.
NAPPA Solo il re può licenziarmi!
BULMA Ma è Vegeta il futuro re!
VEGETA E voi farete quello che dico io!
 
Musica 2: Voglio Diventar il Saiyan Re
 
VEGETA
E io sarò un grande re,
Nappa attento a te!
 
NAPPA
Non ho visto mai un re così
Stempiato e nano come sei!
 
VEGETA
Sarà il fandom del secolo
Il loro idolo sarò!
E come un dio fantastico
L’universo dominerò!
 
NAPPA
Adesso non sei proprio un granché…
 
VEGETA
Voglio diventar il saiyan re!
 
NAPPA Hai ancora molta strada da fare, principino, se pensi…
 
VEGETA
Niente più “Freezer”…
 
NAPPA E come lo conosci?
 
BULMA
Niente più “Beerus”…
 
NAPPA E quello chi sarebbe?
 
VEGETA
Niente più “Jiren”…
 
NAPPA Questo lo hai inventato.
 
VEGETA E BULMA
NIENTE PIÙ TRAMAAA!
 
NAPPA Ora basta!
 
VEGETA
Combattere in libertà
 
NAPPA Non vedo dove.
 
VEGETA
Ammazzare sempre ciò che mi va!
 
Transizione dello sfondo, il clima si fa più freddo
 
NAPPA
Mi sembra proprio l’ora che
Compri un saibaiman per te.
 
VEGETA
Non è caso che un pelato
Dia consigli al re!
 
NAPPA
Se questa è la monarchia,
io Freezer chiamerò!
Non resto neanche in Dragon Ball,
da Naruto me ne andrò!
Ho sentito che Tarantino
Cerca uno come me…
 
VEGETA
Voglio diventar il saiyan re!
 
Transizione, spuntano dal nulla dei saibaiman pronti da essere macellati
 
VEGETA
Uccidi sulla destra!
 
BULMA
Attacca la sinistra!
 
VEGETA
Una gran sortita!
 
VEGETA E BULMA
Questa sì che è vita!
 
NAPPA MA DOVE VIVI?!
 
CORO DI SAIBAIMAN
E ogni saiyan, quelli canon che,
sanno che il re sei proprio te,
 
AUTORE(si mi sono inserito per far funzionare il testo della canzone, tanto ormai ho abbandonato qualsivoglia raziocinio)
E scrivendo la fanfiction come me…
 
TUTTI, CON ECCESSIVO ENTUSIASMO
Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!
 
VEGETA
Voglio diventar il saiyan re!
Voglio diventar il saiyan re!
Voglio diventar…
Il saiyan re!
 
Exeunt tutti tranne NAPPA, che resta su una panchina in mezzo al palco. Intervallo.

 

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Capitolo 6
*** Vegeta il Re Leone (Atto Secondo) ***


Inizio del secondo atto.
 
SCENA QUATTRO: LA TRAMA COLPISCE ANCORA E QUALCUNO CI MUORE
 
VEGETA e BULMA stanno ancora camminando per le pianure del pianeta Vegeta. Entra PARAGAS sconfortato.
 
PARAGAS Principe Vegeta! Principe Vegeta!
VEGETA Colonnello, cosa succede?
PARAGAS Vostro padre! È stato attaccato da un manipolo di ribelli!
VEGETA Che cosa?
PARAGAS Andate, presto! Dovete aiutarlo!
VEGETA Bulma, torna a casa! Penserò io a salvare il re!
 
VEGETA esce di scena, PARAGAS e BULMA escono dall’altro lato.
 
All’improvviso entra REVEGETA ferito, seguto da TOMA, SERIPA, TOTEPPO e PANPUKIN che lo picchiano, poi escono. Entra dall’altro lato del palco VEGETA, ma è troppo tardi. L’orchestra intona una musica tesa, tipo il tema di Goku Black, e i quattro saiyan ribelli escono. VEGETA corre verso il padre morente.
 
VEGETA Padre! Padre! Cosa è successo, chi è stato?
REVEGETA Figlio… mio… ORGOGLIO! I guanti… METTI I GUANTI! Bleah…
 
REVEGETA muore.
 
VEGETA No! Padre! Non morite così! Non morite come Yamcha! Padre, alzatevi!
 
VEGETA si piega sul corpo di REVEGETA. In quel momento, dall’ombra, entra PARAGAS.
 
PARAGAS Vegeta… Cosa hai fatto…
VEGETA Cosa? No! Non sono stato io!
PARAGAS Certo, nessuno farebbe mai qualcosa del genere… Ma cosa penserà ora il popolo? Perché non hai salvato tuo padre?
VEGETA No! Cosa posso fare ora…
PARAGAS Devi fuggire! Scappa, lontano, e non tornare mai più!
 
VEGETA fugge da un lato. Dall’altro, rientrano i quattro saiyan di basso rango.
 
PARAGAS (guardando in direzione di VEGETA) Uccidetelo.
 
I saiyan corrono in direzione di VEGETA e spariscono dietro al sipario. PARAGAS si porta al centro del palco e si rivolge al pubblico.
 
PARAGAS La morte di re Vegeta III è una grave tragedia. Abbiamo anche perso Vegeta IV, il principe. È anche una grande perdita per me, fratello del re, zio del principe. Oh cavolo, sono lo zio di Vegeta! Vabbè. È con il dolore nel cuore che salgo al trono e mi cucco tutte le concubine del re, visto che siamo in una fanfiction. Ma dalle ceneri di questa tragedia nascerà un nuovo futuro per Vegeta. E il suo nome sarà… Broly!
 
SCENA CINQUE: VEGETA CRESCE COME UN BRAVO RAGAZZO
 
Vegeta è svenuto in mezzo alla scena, una baraccopoli. Entrano KAKAROT e RADISH chiacchierando.
 
KAKAROT Ehi, Radish! Vieni qua! Dici che questo me lo posso mangiare?
RADISH (chinandosi) Ehi, cosa abbiamo qui… Ma, è il principe scomparso giorni fa! È il principe Vegeta!
KAKAROT Ah perfetto, allora è commestibile. Buon Appetito!
RADISH Ma che dici, imbecille? Guarda che è ancora vivo!
KAKAROT Allora accoppiamolo! Tanto non mi sembra molto difficile da fare fuori…
RADISH Ma sei scemo? È lui quello che continua a dire “sono un super saiyan”, “è più di ottomila accipicchia” e “big bang attack”! Non farlo incazzare ulteriormente.
KAKAROT Ma è così piccolo…
RADISH Stai zitto! Vediamo di svegliarlo e di farcelo amico, a palazzo si mangia.
 
RADISH si china su VEGETA e gli dà un paio di schiaffi.
 
VEGETA Ahia! Che cavolo fate?
RADISH (allontanandosi) Maestà, siete sveglio!
VEGETA Chi siete? Lasciatemi in pace, non ho bisogno dell’aiuto di guerrieri di basso rango.
RADISH Visto Goku? Te l’avevo detto, il principe non ha certo bisogno di noi.
VEGETA NON SONO PIÙ UN PRINCIPE! NON HO PIÙ NULLA!
KAKAROT Ah beh, benvenuto nel club. Lascia perdere, almeno abbiamo ancora da mangiare!
VEGETA Non posso lasciarmi il passato alle spalle, devo reagire e combattere!
 
KAKAROT dà uno schiaffo a VEGETA.
 
VEGETA Ahi! Ma sei scemo!
KAKAROT È qui che sbagli! Lascia il passato dietro di te! Quando il passato ti volta le spalle… Devi voltargli le spalle anche tu!
VEGETA Ma non ha alcun senso! Chi vi ha educato in questo modo ridicolo? È questo che insegniamo ai bambini?
RADISH Esatto! Ignora i tuoi problemi, vivi alla giornata e come risultato avrai ricchezze, gnocca e potere!
VEGETA Mamma mia, Bambi deve sentirsi veramente un cretino. Il suo film non lo ricorda nessuno, il mio invece… Remake su remake.
KAKAROT Tu hai bisogno di un bel lavaggio di ce… Di una bella lezione! Ci sei, Radish?
RADISH Sì, dalla regia è già partita la musica. Allora Vegeta, ripeti con me: “È la scazzottata!”
VEGETA “La scazzottata” cosa?
KAKAROT Il senso della vita! Trama, mistero, sviluppo dei personaggi? Chi se ne frega?! A noi piacciono le botte, la violenza, le scene Lemon-AU-OOC! È questo che importa davvero in Dragon Ball!
VEGETA Mi sembra una bella presa per il…
RADISH LA SCAZZOTTATA! Nessun impegno, nessuna originalità e, ancora meglio, nessuna preoccupazione!
 
Musica 3: È la scazzottata
 
RADISH
È la scazzottata! Ma che dolce poesia…
 
KAKAROT
È la scazzottata… Che trama non ci siiia…
 
RADISH
Senz’alcun screenplay, questa trama sarà!
 
KAKAROT E RADISH
Anche Yamcha avrà, opportunità:
Nella scazzottata!
 
VEGETA La scazzottata? Ma a che serve?
KAKAROT È il motto della Toei!
VEGETA La Toei? Cioè?
RADISH Sono i nostri dei! Sì, dei della morte!
KAKAROT La scazzottata mette a posto qualsiasi problema di trama e minutaggio!
RADISH Esatto! Guarda Goku, per esempio. Da piccolo…
 
RADISH
Era sempre con Bulmaaa
 
KAKAROT
Le tolsi la mutandinaaa!
 
VEGETA TU HAI COSA?
RADISH Ottima mossa.
KAKAROT Lo so, grazie, grazie.
 
RADISH
Ma con ogni capitolo non leggevano più
I lettori sparivano
Le vendite calavano giù
 
KAKAROT
Voglio una trama più semplice,
Non ho un grosso cerveeello!
Ma ero forte,
Più di chiunque al mooondo…
E allora Tenkaichi! (Capita la battuta? “Tenkaichi” significa più o meno “il più forte al mondo”. Sì, avete ragione; chissene.)
 
RADISH Sì, il torneo!
 
KAKAROT
Che rialza gli ascolti!
 
RADISH E ci fa guadagnare!
 
KAKAROT
Potevo picchiare tutti per puntate!
 
RADISH E allora che hai fatto?
KAKAROT Mi son fatto battere da Tenshinhan!
VEGETA MA CHE CAZZ-
 
RADISH E KAKAROT
È la scazzottata,
Una vera poesia!
È la scazzottata,
La trama se ne va viaaa!
 
VEGETA
Voglio morire!
Ma più scelta non ho…
 
KAKAROT Hai capito tutto, finalmente!
 
TUTTI
Il minutaggio avrà
La sua casaaa!
Con la scazzottata…
 
Transizione. L’attore che copre il ruolo di VEGETA entra ed esce dal palco continuamente e viene ad ogni passaggio sostituito da un attore più vecchio per simboleggiare il passaggio degli anni. VEGETA adulto viene rappresentato da un attore bello, tipo Pierfrancesco Favino. Il balletto continua fin quando la canzone termina. Tutti e tre in scena si sdraiano (su delle sdraio da spiaggia) e guardano le stelle.
 
KAKAROT Radish, ti sei mai chiesto cosa siano quelle luci nel cielo?
RADISH Non me lo chiedo, lo so e basta: sono i nostri lettori che piano piano si spengono perché ci stiamo mettendo troppo tempo a produrre nuovo materiale, e Toyotaro non è capace di disegnare dei colli umani.
KAKAROT Ah, pensavo fossero i fan di Multiverse.
RADISH Non dire fesserie. Ci manca solo che qualcuno chiami per davvero Freezer “Demone del Freddo”…
KAKAROT Ehi Vegeta, tu cosa pensi che siano?
VEGETA Ecco, un tempo qualcuno mi ha detto che sono i mondi che posso conquistare…
 
RADISH e KAKAROT cominciano a ridere molto intensamente ed insistentemente. VEGETA si allontana lentamente ma dall’ombra arriva BULMA cresciuta, interpretata da un’attrice, mettiamoci una a caso… Emma Watson. Anzi no, una giapponese. Fatemi cercare su Google perché non ne conosco mezza… Allora… Non riesco a distinguerle molto l’una dall’altra, e sono tutte piatte. E non hanno i capelli blu. Oh, fa niente: facciamo come i giapponesi e mettiamoci Kana Hanazawa a caso. Vabbè, BULMA aggredisce KAKAROT e RADISH (comprensibile), VEGETA torna da loro e tenta di salvarli, ma riconosce BULMA.
 
VEGETA Bulma! Sei davvero tu!
BULMA Chi cazzo sei?
VEGETA Ma… Sono io, Vegeta! Non riconosci la stempiatura?
 
BULMA guarda un attimo la testa di VEGETA, non capisce, poi gli guarda il sedere e lo riconosce.
 
BULMA Vegeta! Sei vivo!
 
BUURUUMA si lancia su BEJIITA-KUUUN
 
BULMA Quando si saprà che sei vivo… Specie tua madre!
VEGETA Ma come, esiste? Non importa, non lo deve sapere nessuno.
BULMA E come no, ti credono tutti morto, come tuo fratello! Sei tu il re legittimo!
 
RADISH e KAKAROT si mettono a ridere. VEGETA alza un braccio e li fa saltare in aria. In questo modo gli attori vengono pagati meno poiché morti.
 
BULMA Mi sei mancato tanto!
VEGETA (arrossendo da tsunderino qual è) …si, anche tu…
 
Musica 4: La censura è nell’aria stasera
 
Mentra BULMA si lancia su VEGETA, lo spinge giù da un palazzo e poi si mette a leccarlo in faccia. Questa è una cosa che facciamo vedere ai bambini senza alcun problema. Anche quando, non so, il protagonista ha la voce di Marco Mengoni, ha il muso da felino e fa dei vocalizzi. Ora invece, per il vostro divertimento personale, indipendentemente dal vostro orientamento, immaginatevi Emma Watson che vi salta addosso desiderosa della vostra “compagnia”. È di certo meglio di questa scena.
 
BULMA
Eeeeeeeee l’amore mi spronerà
A compier violenza
Fra me e te
Perfetta armonia
Facciamo una fan-art!
 
VEGETA
Tu sei così volgare,
Non so spiegar perché
Quando io ti vedo qua
Voglio andare su Yardrat
 
BULMA
Toriyama non c’ha pensato
Ma io lo so già
Lui diventerà un dio
L’ho letto sulla wikia
 
CORO DI SAIBAMEN
Eeeeeeeee la trama ci forzerà
La Vegeta X Bulma
La Vegebul
Tutto vincerà
Nessuno sfuggirà
Bambini orsù
Guardate via
Mettiamo una bella censura
Grazie ad internet
Perlomeno per noi fan
Abbiam di che parlar!
 
RADISH E KAKAROT (fantasmi, cortesia di Baba S.p.A., la “S” sta per “Sibilla”)
Vegeta ormai, non ha che lei
E la proteggerà
Se comparirà
Un’altra minaccia
Basterà picchiarla!
 
Fine della musica e della censura. VEGETA e BULMA passeggiano per un parchetto.
 
BULMA Vegeta, ci servi nella capitale.
VEGETA Balle, nessuno ha bisogno di me.
BULMA Non è vero! Sei tu il re, come nel primo film con Broly!
VEGETA Oh cavolo, allora Broly è diventato re…
BULMA No, Broly si è innamorato di una straniera ed è scappato su un altro pianeta. Paragas è il re.
VEGETA Quindi la canzone all’inizio non ha più senso? Cos’è successo, non abbiamo trovato abbastanza attori?
BULMA Le cose vanno male nella capitale. Non esiste più la nobiltà, non ci sono più leggi razziali e siamo tutti liberali e uguali di fronte alla legge.
VEGETA Oh merda, sono io il cattivo! Paragas ha fatto solo cose rivoluzionarie e io sono solo il simbolo dell’ancien régime!
BULMA È tua responsabilità tornare, sei l’unico che può farcela.
VEGETA Balle.
BULMA Tu… Non sei più il Vegeta che conoscevo, non sei più quello della saga di Freezer, sei il demente della saga di Cell.
 
VEGETA si allontana. BULMA esce dalla scena arrabbiata. Calano le luci ed entra KARIN. Qui il copione originale dice “musica tribale con tamburi”, quindi ok.
 
VEGETA E tu adesso, chi sei?
KARIN La domanda è: chi sei tu? Io faccio andare avanti la trama e ti faccio sentire in colpa, brutto scimmione aristocratico.
VEGETA Io sono Vegeta, il principe…
KARIN Balle! Tu saresti l’orgoglioso principe dei saiyan, tu che continui a lamentarti della tua inadeguatezza, tu che ti alleni e vieni dimenticato dalla trama, tu che ti fai rubare le kill da Goku anche quando c’è da uccidere Freezer e si potrebbe realizzare un finale soddisfacente ed inaspettato incredibilmente non goku-centrico?
VEGETA Beh, se la metti così…
KARIN Devi comportarti da vero saiyan, e so proprio chi può aiutarti!
VEGETA Yamoshi?
KARIN No, tuo padre.
VEGETA Mio padre? Ma è morto!
KARIN Vegeta, ogni cosa che dici è una fesseria! Vieni qui e guarda…
 
VEGETA si avvicina allo sfondo. Viene proiettato REVEGETA che comincia a parlare con SIMBA. Cioè con VEGETA, scusate.
 
REVEGETA Vegeta, mia gloria, mio orgoglio!
VEGETA Padre! Siete morto per colpa mia!
REVEGETA Smettila di lagnarti! Hai dimenticato chi sei?
VEGETA (abbassando la testa) Io… Io sono Vegeta…
REVEGETA Sì, guarda dentro te stesso! Tu sei molto di più! E sai anche il perché!
VEGETA Io sono Vegeta!
REVEGETA Ricorda chi sei!
VEGETA IO SONO VEGETA, IL PRINCIPE DEI SAIYAN!
 
REVEGETA svanisce. Le luci si spengono. Exeunt.
 
SCENA SEI: SUPER BATTAGLIA FINALE BUM BUM BANG
 
Timeskip perché non possiamo ricreare una battaglia spaccapianeti, costa troppo e potrebbero creparci degli spettatori. VEGETA affronta PARAGAS in cima al palazzo reale.
 
PARAGAS Vegeta! Come fai ad essere ancora vivo!
VEGETA Scar! No, Paragas! Non ha importanza, perché ora sono qui! Sono qui per riprendere il mio posto! Ora sparisci, non ho molta voglia di menarti, al momento.
PARAGAS Vuoi che tutti sappiano che il Re è morto per causa tua? Assassino!
VEGETA Non sono un assassino!
 
VEGETA e PARAGAS lottano, VEGETA scivola su una cacca e cade a terra.
 
PARAGAS Ha! Questa tua faccia mi ricorda qualcosa… Ah, tuo padre aveva la stessa espressione poco prima che lo facessi ammazzare!
VEGETA Maledetto! Ripeti a tutti quello che hai appena detto!
PARAGAS Gnè gnè gnè! Costringimi, principino stempiato!
VEGETA Okay. Big Bang Attack.
 
VEGETA scaglia un attacco contro PARAGAS. Esplosione (fatta con luci stroboscopiche e fuochi artificiali). PARAGAS è a terra.
 
PARAGAS (spaventato) Argh! Com’è possibile?
VEGETA Scusa, tu che livello di combattimento hai?
PARAGAS Io? Duecentotrenta.
VEGETA Io ho diciotto. Diciottomila.
PARAGAS Comprensibile, le auguro una buona giornata maestà.
VEGETA Grazie, altrettanto.
 
Exeunt. Comincia la musica dei titoli di coda (di un musical al teatro, ma dove cavolo siamo finiti?) ma entra FREEZER che fa una risatina inquietante e fa saltare in aria tutto. FINE

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Capitolo 7
*** Vegeta la Fiamma Sopita ***


Se l’idea della musica non funziona… Non usatela. Ma rende il finale meno figo.
 
Nell’era antica il mondo era in pace, una terra brulla ed incontaminata. Ma poi vennero le Sfere del Drago, e così si creò disparità. Gli uomini divennero avidi di potere, disgustosi esseri che non sapevano più godersi la vita e il sabato sera, tanto che Dio fu nauseato dall’umanità a tal punto da decidere di separarsi in una parte pura ed una maligna. Fu così che nacque il Grande Mago Piccolo, il primo dei demoni.
 
Il Grande Mago Piccolo raccolse le Sfere del Drago, evocò il dio drago, Shenron, ottenendo il potere di controllare il mondo e si stabilì nel palazzo reale, nella Città del Centro. Lì si circondò dei suoi quattro più valorosi generali, i Quattro Precetti Infernali: Freezer lo sterminarazze, gelido padrone della Valle Boreale; Zamasu l’eretico, colui che ottenne l’immortalità dai cieli, viaggiatore dei mondi; il saiyan traditore Paragas, rinnegato nobile nel cui cuore arde solo desiderio di vendetta; infine Goku lo stolto, che non aveva ancora capito di essere dalla parte sbagliata.
 
Così cominciò l’era della Z, poiché è una lettera che fa figo. Ma presto le Sfere perderanno la loro luce per motivi di trama: per questo viene detto nelle antiche leggende profetiche del 1979 che un giorno, un giovane di nobile retaggio si introdurrà nella terra dei padroni del mondo, la Città del Centro, e riporterà la pace nel mondo.
 
Tutto ciò può e può non avere un significato nel Mondo del Drago, in base a quanto l’autore si ricordi di tutto ciò che ha scritto nell’introduzione. Inoltre, non è per nulla importante che la trama abbia un senso, ci penseranno i lettori a scegliere la versione meno sensata ma che renderà la storia ancora più sopravvalutata.

 
DRAGON SOULS
O anche: Vegeta, la Fiamma Sopita
Prodotto dalla “Da-dove-diamine Software”
Copirayt 2011 o giù di lì


 
 
Il silenzio filtrava attraverso le velate fessure delle fredde e solide pareti che sovrastavano la scura entrata della tetra città in un’uggiosa giornata. In breve, c’era un tempo di merda. Ma Vegeta era lì, all’ingresso della titanica città dall’aspetto postmoderno e medievale, un disastro architettonico che farebbe impallidire anche i professori del Politecnico di Milano. Il clangore metallico degli stivali rinforzati del saiyan riecheggiava nelle scure vie delle mura esterne della Città. Vegeta avanzava deciso, sicuro di poter affrontare qualsiasi nemico con la sua fida spada. Tra un vicolo e l’altro incontrava guardie e soldati dell’esercito di Freezer, ma grazie alla sua abilità di scherma (e alle centinaia di ore buttate a livellare) riusciva a sbaragliare con facilità i suoi nemici. Non solo era un capace spadaccino, ma anche un mago provetto: con gesti eleganti e frasi incomprensibili in inglese talvolta faceva esplodere qualche palazzo e nemici annessi.
 
Dopo aver attraversato qualche strada, Vegeta finalmente giunse alla sua meta, il rifugio predetto dalla profezia: l’agenzia viaggi “Il Falò”.
 
Agenzia del Primo Falò
 
Bussò, ma nessuno rispose, quindi oltrepassò l’uscio: “Ehi, c’è nessuno? Nel copione c’è scritto che devo passare da qui per continuare con la storia…”
“Oh, prescelto, giungesti ordunque alla solinga terra recante del tuo desino l’uopo.”
Una giovane donna, bardata di nero, si mosse nell’ombra mostrandosi al fiero saiyan.
“Parli con me, donna? Allora, sono nel posto giusto?”
“Già ti rispuosi oh retaggio d’alto lignaggio, fiamma sopita, cenere ardente, tizzone guizzante, campione prescelto, previsioni del meteo, termosifone. In questo ameno loco in cui s’incontrano delle nostre canzoni le specie più disparate, io ti do il benvenuto…”
“Non ti capisco, femmina; parla chiaro o faccio saltare in aria te e la tua baracca.”
 
La donna si fece avanti e si fece scrutare per bene dal suo interlocutore: era una giovane dalla pelle d’alabastro, i capelli fluenti e turchesi (o viola, non importa) come l’acqua di una limpida fonte, e un davanzale da paura. Vegeta tentennò per un attimo, colpito da cotanta prosperità. Ma il sogno svanì subito non appena la giovane (ma neanche tanto ormai) riprese a parlare: “La vuoi piantare di fare il cretino? Io sono qui da anni ad aspettare il tuo arrivo e a preparare frasi ad effetto con un linguaggio altisonante e tu non capisci una fava!”
“Ehi, ma io…”
“Stai zitto! Ora siediti e accendi…”
“…il falò?”
“La luce, imbecille, non siamo mica nel medioevo. Il pulsante è lì sul muro.”
 
Vegeta si sedette all’unica scrivania presente nella stanza, poi la donna fece lo stesso e si presentò: “Ahem! Allora, io sono Bulma, sono la Guardiana dell’Agenzia Viaggi. E per quello che so, tu sei il prescelto che deve ridare la luce alle Sfere del Drago, giusto?”
“Sì.” Rispose Vegeta, ancora leggermente confuso dalla peculiarità della situazione.
“Perfetto, allora ti servirà questo.”
La guardiana si chinò sotto il tavolo e raccolse da terra una pesante bacinella di pietra, quindi la diede al guerriero. Vegeta guardò lo strano oggetto per qualche istante, poi carico di eroismo omerico chiese: “E questo cosa sarebbe?”
“Cavoli, ma non capisci proprio nulla. Non sei andato a leggerti la wikia prima di venire qui?”
“No.” Rispose Vegeta, sempre più infastidito.
“Perfetto, non capirai niente fino ai titoli di coda. Come immagino il 90% dei lettori di questa storia.”
“Lettori? Di cosa parli adesso, donna?”
“Smettila di chiamarmi donna! Io ce l’ho un nome, mi chiamo Bulma. Bi-U-Elle-Emme-A. Bulma. E comunque ti trovi nuovamente in una fanfiction AU. Gli dei ti hanno nuovamente trasportato in un mondo nuovo. Ma non importa ora, il tuo viaggio è ancora lungo. Quello che ti ho consegnato è il RadaRicettacolo, serve per trovare e contenere le Sfere del Drago.”
“Non posso semplicemente mettermele in tasca?”
“No.”
“Deplorevole.”
“Non abbiamo tempo per le tue lamentele, devi dirigerti al più presto verso i livelli superiori della Città. Già che ci sei, vuoi salire di livello?”
“Tu ne saresti capace?”
“Guarda che non sono soltanto bellissima! Ora, tocca l’oscurità dentro di me…”
 
Perplesso, Vegeta intascò il RadaRicettacolo. Ormai non si stupiva più della dimensione delle sue tasche, dato che da settimane portava con sé sedici armature, quaranta spade, trentordici scudi e qualche migliaio di sassi colorati. Non che importasse, tanto restava sempre vestito alla stessa maniera e utilizzava sempre la stessa spada. Vegeta quindi allungò la mano e la poggiò sul petto della guardiana.
“AAAH! MANIACO! PERVERTITO! MOLESTATORE!”
“Che c’è adesso, donna?! Hai detto tu di toccare…”
“DEPRAVATO! NON TOCCARMI MAI PIÙ! COME OSI ALLUNGARE LE MANI SUL MIO BEL CORPO IMMACOLATO, STUPRATORE!”
“Piantala, donna! Sei volgare!”
“VA’ ALL’INFERNO, VEGETA!” E così, la discreta, riservata e composta guardiana dell’Agenzia Viaggi mandò il prode Vegeta verso l’interno della Città grazie al magico potere del viaggio rapido.
 
La Città del Centro: La Città a Brandelli
 
Dopo una tediosa schermata di caricamento, Vegeta si svegliò di fronte ad una cabina telefonica dismessa. Si alzò, si guardò intorno per un attimo poi cominciò a camminare lungo la strada. Prima o poi la trama gli sarebbe balzata addosso. Seguendo il mistico segnale del RadaRicettacolo, il prode guerriero proseguì attraverso gli angusti passaggi del borgo asfaltando un nemico dopo l’altro. Tutti i soldati che incontrava portavano la caratteristica armatura dell’Esercito di Freezer lo sterminarazze. Pregustando lo scontro con l’odiato nemico, Vegeta accelerò progressivamente il passo, fino a quando non raggiunse un’ampia piazza dominata da un’antica chiesa, invasa da numerosi soldati. Finalmente era giunto il momento che il saiyan tanto attendeva: il momento del farming violento. Teste caddero innumerevoli, schiene vennero spezzate e cuori trafitti dalla furia genocida del prescelto dalle Sfere del Drago. Fu allora che le porte della chiesa si spalancarono, scardinate da un colpo aggressivo. Flebile e quasi impercettibile, una musica cominciò ad essere intonata. La campana del vicino campanile prese a rintoccare e Vegeta impugnò ben salda la sua spada. Così apparve l’atavico nemico della razza saiyan, il primo dei Quattro Precetti Infernali: Freezer lo sterminarazze, padrone della Valle Boreale.
 
Boss:
Freezer della Valle Boreale
 
“Fufufu, Vegeta, quanto tempo!”
“Freezer, eccoti finalmente! È giunta la tua ora!”
“Oh, ancora con questa storia di ribellione? E tutto soltanto perché ho fatto esplodere il tuo villaggio natale, Anor Vegeta.”
“Maledetto! Ti mostrerò la potenza… di un super saiyan!”
Freezer rimase turbato dalle parole del guerriero: “Sei proprio un disco rotto, Vegeta caro. Non mi interessa più di quella sciocca storia del super saiyan. E se proprio lo vuoi sapere, essendo un demone del freddo io dispongo di ben PIÙ DI OTTOMILA trasformazioni, non puoi farmi nulla.”
“Aspetta. Freezer, tu sei mai morto?”
“Che domande fai, Vegeta? Certo che no, sono qui davanti a te, proprio per infliggerti tale destino!”
“Magnifico, allora… Sei il Freezer della saga di Namecc.”
“Come, prego?”
“Perché io… Sono il Vegeta della saga di Cell! E io… sono il principe dei saiyan!”
Freezer indietreggiò: “Cosa?! Non è possibile!”
Vegeta alzò una mano al cielo, puntando la spada verso le torbide nuvole e pronunciando le parole che aveva imparato alle scuole elementari, quando aveva scambiato una Lamincard di Goku Super Saiyan 3 per una di Kaioshin: tale era l’occasione in cui aveva appreso il miracolo “Super Uomo Verdura”!
 
Circondato da un’aura dorata, degna di una trasformazione finale delle Pretty Cure, Vegeta attivò lo status speciale “Super Saiyan I”, che dona un 50% di bonus su tutte le statistiche e un 1000% di bonus sul sex appeal. Guardò per un istante Freezer che tremava di paura, spaventato dalla profezia che finalmente si era avverata, poi alzò una mano e scagliò la sua tecnica dal nome più ambiguo, il Big Bang Attack. Freezer, la chiesa, il campanile, la piazza e anche il centro accoglienza per cuccioli feriti, con i cuccioli ancora all’interno, tutto venne spazzato via da un’inarrestabile deflagrazione.
 
Signore delle Palle Distrutto
 
Quando la polvere si era abbassata, Vegeta tornò alla cabina telefonica, inserì una moneta e digitò l’unico numero che conosceva: “Pronto? Sei tu, Bul- Guardiana?”
“Sì, sono io, maniaco. Volevo dire, maniaco. Volevo dire, Vegeta.”
“Senti, donna, ho preso la sfera con tre stelle e ho guadagnato un sacco di punti esperienza. Fammi salire di livello.”
“Oh, puoi anche scordartelo, caro mio. Devi imparare a chiederlo con gentilezza.”
“Mi FARESTI salire di livello?”
“No.”
“…per…pia…cere?”
“Va bene, per stavolta lascio passare. Eccoti i tuoi livelli.”
“Bene, brava.”
“E chiama qualche volta, mi sento sola io.”
Vegeta riattaccò, poi riprese il suo cammino.
 
Attraversando le grigie vie della città, al saiyan tornarono in mente le parole che aveva poc’anzi detto Bulma: cosa significava che si trovasse in una “storia”, quali “dei” manipolavano il suo destino? I suoi dilemmi svanirono quando intravide un grande cancello chiuso da una robusta catena. Quale introvabile chiave avrebbe dovuto usare per aprire il varco? Qualche nanosecondo più tardi sfondò la robusta inferriata con un calcio, poi proseguì il suo cammino. Poi sentì un urlo terrificante:
 
Clicca qui per sentire l’adorabile grido d’amore:
 
Ah, forse avrei dovuto avvertirvi che, nel raro caso in cui aveste ascoltato questo suono con le cuffie… Sareste morti. Ops. Poco importa, era apparso un saibaman, una creatura dell’abisso. Si muoveva erratico, saltando da un edificio all’altro con movenze rigide e innaturali. Vegeta ebbe giusto il tempo di gettarsi a terra quando la creatura si fermò per bersagliarlo con un getto d’acido, ma non aveva fatto in tempo: la sua spada si era unta di corrosivo fluido verdastro. Vegeta la gettò a terra e la vide dissolversi sull’asfalto. Infuriato, gettò una scarica di energia sulla creatura abissale, cancellando lei e la palazzina su cui si era fermata.
 
Amareggiato, Vegeta proseguì il suo viaggio verso l’interno della città, fino a quando non incontrò un’altra cabina telefonica. Poco più avanti vide un alto portone di ferro e legno pesante, socchiuso di fronte a quello che pareva essere il chiostro di un monastero. Chi diamine aveva permesso la costruzione di un monastero nel centro di quella città? Una volta terminato il suo compito, Vegeta avrebbe dovuto distruggere l’ordine locale di ingegneria civile. E andare a mangiare del sushi con la Guardiana, dopotutto era una bella ragazza. Decise allora di telefonare a Bulma per proporle un’uscita romantica, aveva parecchia fame. Ma il telefono non funzionava. Quando uscì dalla cabina per ispezionarla, le sue indagini vennero interrotte da una voce fuori campo.
 
Paragas lo Stravolgitore del Canon
 
“Stolto, principe Vegeta, marmocchio del re…”
“Chi sei? Fatti avanti, filibustiere!”
“Ma come parli? Non importa, perché ora morirai per mano mia…”
“Hah, chi è tanto sciocco da sfidare me, il principe dei saiyan, Super Vegeta?”
L’ombra si presentò dunque al fiero principe con un esagerato inchino: “I miei ossequi, sporco principe traditore. Finalmente ci incontriamo.”
“Paragas, consigliere del Grande Mago, dovevo immaginarlo, data la tua entrata da quattro soldi. Ti ricordavo più vecchio, più… incanutito. Allora, come preferisci morire?”
“Stolto! Come pensi di affrontarmi, ora che la tua spada è perduta?”
“Che… Picchiandoti, ovviamente. Picchiandoti a morte.”
“Ah… Non ci avevo pensato. Direi che qui abbiamo concluso. La saluto.”
 
Signore delle Palle Distrutto…?
 
Così Paragas lanciò la Sfera del Drago dalle sei stelle a Vegeta, lo salutò facendo ciao-ciao con la mano e si incamminò verso l’uscita della città. Inorridito dalla qualità infima della narrazione, Vegeta decise di procedere nella sua avventura in modo da lasciarsi alle spalle questa pessima storia, così tornò alla cabina telefonica. Grazie a qualche buco di trama il telefono era nuovamente funzionante, così Vegeta poté chiamare la Guardiana: “Ehi donna, ho preso un’altra sfera, ma ho perso la spada.”
“Bravo, idiota. Vieni qui e comprala dall’ancella.”
“L’ancella? Ma le ancelle non pregano soltanto?”
“No, vendono equipaggiamento per avventurieri dark-fantasy. Datti una mossa e portami delle fragole.”
 
Poco dopo Vegeta era tornato all’agenzia viaggi. Dopo essere salito di qualche altro livello grazie a palpatine tattiche inflitte alla Guardiana, Vegeta si diresse dall’ancella.
“Oh, ciao Vegeta. Sei qui per comprare qualcosa?”
“Crilin? Sei tu… l’ancella?”
“Sì, l’autore pensa sia una battuta divertente. Si sbaglia.”
“Ho bisogno di una spada. E dammene una decente.”
“So quello che fa per te, è la Spada Frangiculetti.”
“La prendo. Quanto costa?”
“Ottanta mila di milioni di zeni.”
 
Dopo aver venduto all’ancella il novanta percento dei suoi possedimenti terreni, Vegeta riuscì ad acquistare la tanto famigerata Spada Frangiculetti, un’arma dal design bilanciato e dall’abilità dell’arma assolutamente ridicola. In pratica bastava premere LB (o L1 se avete un Dualshock) e avevi vinto. Molto comoda, quindi. In seguito Vegeta tornò allo squallido monastero e aprì il grosso portone, pronto ad avanzare nella propria avventura.
 
Monastero del NINGEN
 
“Finalmente ti mostri, squallido umano. Sei venuto ad accettare il giudizio divino?”
Vegeta sguainò la spada, pronto alla battaglia. Il suo avversario comparve in un lampo di Luce, accompagnato da una sinistra risata.
“No, maledetto. Sono venuto qui per eliminarti!”
“Oh, sfoggi l’ardito linguaggio Mediaset, noto. Ma non ha effetto su di me, nelle sale giochi avrò sempre la stessa voce! Sarà un vero piacere sbarazzarmi di te, lurido umano mortale umano troppo umano!”
“Fatti sotto, muso verde!”
 
Boss:
Zamasu l’Eretico
 
Vegeta si lanciò contro il nemico a velocità folle, ma la sua lama venne bloccata più e più volte. Anche l’attacco programmato male e poco bilanciato non sortiva alcun effetto. Colpo dopo colpo, Vegeta si accorse di aver terminato le pozioni curative.
“Stolto Umaningen! Ora verrai cancellato dall’immenso splendore di un dio asceso!”
“Idiozie, non puoi sconfiggere il principe dei saiyan con così poco!”
“Vegeta, pensi davvero di essere l’unico qui con… Attacchi con il nome figo?”
“Che cosa? Non è possibile!”
“Sì, mortale! Lame del giudizio!”
Una pioggia di proiettili scarlatti si abbatté su Vegeta, che vide la sua barra dei punti vita svuotarsi sempre di più, fino a quando…
 
Sei Morto
 
Vegeta si risvegliò nell’agenzia viaggi. Accanto a lui vide Bulma, appoggiata sulla scrivania. La bellissima donna si era addormentata accanto a lui. Voleva stargli accanto, voleva aiutarlo, voleva conoscerlo. Ma purtroppo questa è una fanfiction demenziale, e non abbiamo tempo per le smancerie.
“Donna!”
“AH! Vegeta, un po’ di tatto con una bella ragazza come me!”
“La spada non ha funzionato, non sono riuscito a fargli nulla.”
“Nessun problema, Veggetta.”
Bulma si spostò su un tavolino incastrato nell’angolo della stanza, premette qualche pulsante e uno schermo si accese.
“Allora… come si chiamava il tizio che devi sconfiggere?”
“Era Zamasu, quello di Super.”
“Ah, quello che urla sempre cose sui mortali. Fammi un po’ controllare… Allora, www punto dragonsouls punto wiki punto com… Eccolo qua, è l’articolo più letto. Oh, capisco perché hai avuto problemi. È immortale.”
“In che senso immortale? Come faccio ad andare avanti adesso?”
“Hai ragione, non abbiamo tempo… La fanfiction rischia di diventare troppo lunga. Ho un’idea.”
Bulma prese il telefono, digitò un paio di numeri e restò in attesa: “…Ehi Goku, puoi venire qui un attimo? Sì, ci parlo io con Chichi più tardi. Dai, sbrigati.”
E Goku apparve nell’agenzia viaggi, con un potere superiore anche al viaggio rapido, l’incredibile e convenevolissima tecnica della Trasmissione Istantanea.
 
Goku, lo stolto
 
Vegeta balzò in piedi: “Kakarot! Cosa ci fai qui? Tu sei il prossimo boss, tornatene al tuo posto!”
“Ehi, Vegeta! Bulma ha detto che hai bisogno… Aspetta… Ma io ti ricordavo più alto! Non sarai mica il Vegeta della saga di Cell, vero?”
“Sì, c’è qualche problema?”
“Ah, allora mi sa che non ci conosciamo. Io sono il Goku del manga…”
“Che differenza fa?”
“…di Super. Sono del manga di Super.”
“…che differenza fa?”
“Mi disegna Toyotaro.”
“………che differenza fa???”
“Lascia perdere, ti basta sapere che sono mille volte più forte senza motivo e che tutto gira intorno a me ancora di più che ai tuoi tempi. E per qualche motivo so fare l’Hakai. Vado a sconfiggere Zamasu, dammi un attimo…”
“No, aspetta!”
 
Ma Goku scomparve dopo essersi poggiato due dita sulla fronte. Qualche istante dopo, Vegeta percepì un tremito nella Forza e sentì un suono gioioso rintonare nell’aria:
 
Signore delle Palle Distrutto (Bonus Off-Screen)
 
Goku fece poi nuovamente la sua comparsa, salutò rapidamente Bulma e consegnò le restanti due Sfere del Drago a Vegeta, che gli riservò uno sguardo tanto confuso quanto disgustato. La qualità della narrazione aveva raggiunto abissi irraggiungibili, che il principe al tempo credeva inenarrabili. Se veramente si fossero trovati in una storia creata da qualche folle dio, allora chissà quanto lontano avrebbero potuto davvero spingersi questi autori ultraterreni. Ah, stavo quasi dimenticando che anche Goku è da considerarsi sconfitto!
 
Signore delle Palle Distrutto! Yeee!!! Basta, basta!
 
Bulma si schiarì la gola, poi si avvicinò a Vegeta con fare tetro e melodrammatico: “Campione della Città del Centro, ordunque sconfiggesti li malvagi Precetti Infernali con cotanta bravura e’l filo della tua spada…”
“Sì. Li ho sconfitti. Tutti e quattro. Da solo.”
“Ora innalza il RadaRicettacolo, colmato delle quattro sfere. Esso ti condurrà alla destinazione suprema, il presidio del temibile Grande Mago Piccolo.”
 
Vegeta ripose le sfere nella bacinella di pietra a formare un piccolo quadrato, poi alzò il contenitore sopra la sua testa. Di colpo la vista del guerriero si offuscò, tutto divenne nero. Vegeta cominciò a cadere senza sosta. Quando finalmente era terminata la schermata di caricamento, il principe dei saiyan si accorse di essere finito in un ampio salone, illuminato fiocamente da candele consumate dal tempo. Le pareti sgretolate erano coperte da sbiaditi poster. Vegeta vi si avvicinò, poi scattò all’indietro, spaventato: “Il Destino dei Saiyan”, “Sfida alla Leggenda”, “L’Invasione di Neo Namek”, “L’Irriducibile Bio-Combattente”… “Evolution”. Vegeta si accorse del sudore che si era formato sul suo volto e scrollò il capo violentemente. Aveva compreso dove il RadaRicettacolo lo aveva portato: si trovava all’apice della Città del Centro, la fortezza di Piccolo.
 
Anor Scanon, il Palazzo Blasfemo
 
Il Saiyan cominciò a correre attraverso il lungo salone, scattando sul pavimento ricoperto di cenere. In fretta attraversò il palazzo, salendo sempre di più. Tutti i nemici senza volto che osavano mettersi davanti a lui venivano distrutti in pochi istanti, la Spada Frangiculetti si era infine mostrata degna del suo prezzo. Dopo un’ultima, interminabile scalinata, Vegeta si trovò di fronte ad un gigantesco portone a due ante. Era finalmente giunta l’ora dello scontro finale. Lucidò l’arma, curò le sue leggere ferite e sfondò la porta. Ma il suo avversario lo stava aspettando.
 
Vegeta cadde sulle ginocchia, oppresso in un’invisibile morsa paralizzante. Riuscì solo ad alzare il capo e poi vide il Grande Mago Piccolo, accasciato sul pavimento in fondo alla stanza: era morto. Appeso al muro sopra di lui vide un altro di quegli orrendi stendardi, questa volta recante il titolo: “La Sfida dei Guerrieri Invincibili”. Fu allora che un’orrenda risata riempì l’aria: “Ah ah ah… Vegeta, nonostante tutto sei giunto a me…”
“Male… Maledetto!” Vegeta si contorceva dal dolore, incapace di rialzarsi.
“In questo luogo recluso dal resto dei mondi, ma dove tutti i mondi convergono… Ho finalmente messo le mani sulle Sfere del Drago…”
“Fatti vedere, vigliacco!” Disse Vegeta, scivolando piegato su sé stesso. L’ombra ascese dal pavimento e prese forma. Un orrido character design si fece vivo di fronte agli occhi del saiyan, e fece la sua comparsa il vero signore della città del Centro, un gigantesco re dell’oscurità. Vegeta lo osservò tremando: “Tu… Tu non esisti!”
“Invece noi viviamo! Nutrendoci della forza degli esseri superiori abbiamo potuto prendere forma. I mondi creati da così tanti autori… I pessimi film osannati dai fanboy, i fumetti online ritenuti superiori al materiale ufficiale, i videogiochi arcade al limite del canon, le fanfiction rosse con tuo padre, e…”
“NO! NON DIRLO!”
“…le superbe parodie su YouTube.”
“NOOO!”
“Sì invece! E ora, Vegeta, incarnando il pensiero di tutti coloro che ci ricordano, che ricordano e inneggiano al nome di Tarles, del vecchio Broly, Cooler, Son Bra, di Nappa Fantasma… Io ti ucciderò.”
 
SLAG, USURPATORE DEL CANONE
 
Vegeta riuscì finalmente a liberarsi dalla sua invisibile prigionia, giusto in tempo per evitare l’assalto del gigantesco nemico. Con forza andò a sbattere contro il muro, ma poté alzarsi ed impugnare la spada. Scagliandosi su Slag, piano piano riuscì a fare indietreggiare il titanico avversario, fino a quando non si trovò con le spalle al muro. Vegeta non si fermò: la spada vibrava feroce nell’aria, libera da qualsiasi vincolo umano; chi la impugnava era il principe dei saiyan, e stava combattendo per qualcosa al di là della sua stessa vita, stava proteggendo la propria esistenza. Vegeta appesantì il tono dei suoi attacchi, lanciando con inaudita violenza l’arma verso il terreno, e Slag non poté evitare ogni assalto. Quando vide il suo nemico cadere su un ginocchio, Vegeta reagì rapido e guizzò verso l’alto, proiettandosi verso il viso dell’avversario: ruotò la grossa lama e mirò il fendente decisivo al collo di Slag e… fallì.
 
La Spada Frangiculetti si spezzò. La sua punta venne sbalzata dalla pelle di pietra del colosso, e a Vegeta non restò che un mozzicone di spada. Slag si rialzò troneggiante: “Ha ha ha ha! Povero Vegeta, pensavi davvero di avere delle speranze contro di noi?”
“Tu… Come è possibile?”
“Non capisci? Non è possibile! A noi non serve alcuna giustificazione, noi siamo la forma finale dell’intrattenimento, noi siamo… l’Edoné narrativo. E ora… muori.”
Slag lasciò cadere la sua pesante mano su Vegeta. Un sordo tonfo scosse il palazzo. Poi, silenzio. Ma la mano del falso re non aveva mai raggiunto il pavimento, e pian piano si rialzò in aria, spinta nientedimeno che dallo stesso Vegeta.
 
 
Slag rimase sorpreso: “Come puoi resistere? Noi siamo inarrestabili!”
“Voi… sarete anche invincibili… voi sarete forti oltre ogni immaginazione, molto più di noi…”
Slag tremò, scosso da violente convulsioni e si restrinse, fino a diventare “grande” quanto Vegeta.
“Voi siete sempre gli stessi, vi moltiplicate come funghi disgustosi uno dopo l’altro, non finite mai…”
Slag smagrì, e cominciò ad indietreggiare, fino ad attaccarsi al muro in fondo alla stanza.
“Ma voi… Non siete reali.” Esclamò Vegeta, pieno di nuova forza. Circondato di lampi dorati utilizzò un’ultima volta il miracolo “Super Uomo Verdura” e le sue statistiche salirono alle stelle.
“E soprattutto, voi non siete Me. E io…” Vegeta si voltò, portando entrambe le mani dietro alla testa: poteva usare quella stregoneria soltanto una volta, ed era giunto il momento di farlo: “Io sono Vegeta! Il Principe dei Saiyan! Galick Cannon!” Carico di energia sfolgorante scagliò l’attacco con tutta la sua forza, obliterando il suo nemico e buona parte della Città del Centro.
 
Signore delle Palle Distrutto
 
Un suono familiare rintonò nell’aria e Vegeta seppe che il sogno era terminato. Perso nei suoi pensieri, si abbandonò ad un lento cadere nell’oscurità. La vista cominciò a non servire più nulla, la sua mente piena di idee venne svuotata e, per un istante, tornò ad essere semplicemente Vegeta.
 
FINE
 
 
 
Riconoscimenti
 
Basato su: Dragon Ball, di
Akira Toriyama
 
Worldbuilding:
From Software
 
Copyright della storia:
Mio
 
Copyright del Materiale Originale:
Non mio
 
Musica:
SoundCloud
 
Effetti Sonori per nulla fastidiosi:
MyInstants
 
Guadagni:
Vergogna e nient’altro
 
CGI e Effetti Speciali:
LucasArts
 
Stupefacenti:
Il Twitter della Rowling
 
Executive Producer:
#iorestoacasa
 
Sponsor:
LorenzoRecensisciEddai
 
Altro:
No
 
Cliffhanger:
 

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Capitolo 8
*** Vegeta Joyce ***


Stream of Saiyanness
 
Sì perché certe volte comprendo di non trovarmi più a casa mia il pianeta Vegeta no non quello ma davvero forse intendo quel pianeta che chiamavo casa casa proprio nel senso di un posto al quale penso di appartenere ma in verità credo che ormai mi sono affezionato alle persone che amo no non riesco ancora a dirmelo che le amo davvero perché ho detto che ho perso qualcosa mi sono trovato nella situazione di voler recuperare qualcosa che avevo perso ma perché santi Zeno non riuscivo ad accettare questa parte di me non capisco è da tanto che amo Bulma e ora Trunks Bra adesso è nella mia vita è così bella sembra già una vera principessa ma mi dispiace non averla chiamata Eshalotte dopotutto però non è un problema forse non riuscirei a fare un torto a Bulma ma certe volte è proprio testarda forse è questa una cosa che apprezzo di lei anzi quella che mi piace di più anche la moglie di Kakarot non mi sembra esattamente una donna semplice con cui trattare ah non ne posso più di stare qui sul balcone a pensare tanto vale che faccio un giro posso anche andare all’artico ad allenarmi ma per quale motivo andiamo sempre nei posti più stupidi per combattere anche quando sono venuto con Nappa poi mi ha portato in un deserto con delle rocce a forma di fungo cosa cavolo si fuma l’autore certe volte proprio non capisco ma almeno ha fatto il duello più bello della storia sì davvero fottiti Freezer è meglio Goku VS Vegeta quindi ciao ciao saga di Namek a dire la verità sono io il protagonista di quei giorni che bello ho ucciso Kiwi poi Dodoria poi Appule poi Zarbon poi Guldo poi Burter poi Rikoom poi Jeeth e cazzo mi è sfuggito Ginyu però ho fatto fuori anche qualche altro demente agli ordini di Freezer e perché non ho ucciso Freezer alla fine del film è stupida quella cosa del riavvolgere il tempo per regalare la kill a Kakarot mi sembra veramente ridicolo eddai Toriyama speriamo almeno che con quel Moro le cose si risolvano e che con il mio essere figo riesca a superare quello schifo di ultra istinto ma io come faccio a sapere tutte ‘ste cosa manco l’ho letto il manga e ora a dirla tutta il manga di Super lo disegna Toyotaro che si dimentica sempre di farmi un collo a me piace il collo e anche a Bulma ha detto che quando combattevo al torneo mondiale ha detto che sono molto sexy effettivamente una volta ho aperto una noce piegando il collo e non mi ha fatto male e certe volte mi è difficile indossare i maglioni Trunks quella volta Bulma gli ha fatto un maglione sì quello verde cacchetta però a lui stava bene anzi non gli stava molto bene ma a quella Mai piaceva lo stesso quindi non mi lamento per fortuna mio figlio ha trovato una donna ma questo forse vuol dire che quella lì sia una testarda come le altre anzi no Videl sta con il figlio di Kakarot e a parte che è diventato davvero un mollaccione quindi vuol dire che i saiyan ibridi si beccano delle mogli adorabili no che noia la vita in quel modo molto meglio le donne toste viva la mia Bulma ma cosa ti prende Vegeta no non importa tanto non può leggerli nessuno i miei pensieri neanche i lettori di fanfiction oh ecco il ghiaccio posso allenarmi un po’ a prendere a pugni gli iceberg che cosa strana chi è che c’ha pensato per primo ah forse il namecciano ma non ha senso è praticamente una lumaca o una pianta o una lumaca pianta e non dovrebbe piacergli il freddo ma qui il ghiaccio si rompe subito basta dargli una pacca e va a pezzi ma con Broly quello saltava per terra e diventava tutto magma ah ah ah quella volta ha preso per la faccia Kakarot e lo ha trascinato nel ghiaccio poi lo ha sbattuto per terra era divertentissimo da guardare poi però mi ha portato da Piccolo con il teletrasporto che palle perché non posso impararmelo anche io mi fa proprio fastidio dentro dover dare la mano cosa sono all’asilo poi Kakarot è troppo stupido per capire cosa cavolo era quella storia sulle labbra no non capisco cosa vuol dire certo che avrà baciato sua moglie cioè voglio dire che lo faccio pure io ma quando nessuno vede sì è imbarazzante riesco ad accettare tutto di me ma incredibile prendo a pugni gli dei gatti ma mi da fastidio un bacetto di Bulma in pubblico cosa sono eh sì io sono il principe dei saiyan non bisogna ah come si dice sì non bisogna mettersi contro di me sono così forte che mi hanno messo sulle torte e sulle magliette devo scegliere se mi piace di più il galick cannon o il final flash ah sì è un sacco che non uso il big bang attack no non è vero volevo usarlo per uccidere quel bastardo di Freezer dannazione Toei perché non me lo hai fatto uccidere io mi meritavo di farlo fuori non riesco mai a uccidere uno di quei dannati Movie Bosses cosa devo fare per meritarmelo è senza dubbi che sono più popolare di Kakarot no non è vero ci sono certi scrittori di fanfiction che apprezzano più Kakarot di me e anche di me e Bulma come diamine si fa a non amare la mia Bulma è stupenda ma è mia mia non bisogna tentare di offenderla potrei uccidere solo per il gusto di averlo fatto no non è vero questo ghiaccio è davvero freddo come i cuori delle persone che pensano di potermi diffamare dannati ve la farò vedere io sono Vegeta no ma come faccio a sapere cosa siano le fanfiction come riesco a capirlo eh già sì forse sono all’interno di una fanfiction anche adesso chissà che fanfiction noiosa che è mi sembra tutta scritta d’un fiato mi ricorda un po’ Joyce ma come faccio a sapere chi sia questo Joyce ah sì siamo in una AU e tutto è possibile anche se non capisco cosa sia AU qui al massimo è una What-If ma per lo meno non è una AU-OOC che senso avrebbe altrimenti ora ho fame devo tornare a casa a guardarmi la registrazione di quella volta che c’era Trunks in televisione sì era il film di Bojack ma effettivamente non è canon allora significa che è una taroccata è tremenda la mia vita si ho molta fame ora vado a casa spero che si mangi la pizza.

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Capitolo 9
*** Vegeta e il Sesto Senso ***


Vegeta e il Sesto Senso
 
Un film di M. Night Supersaiyalan
Bruce Willis è Vegeta IV
Haley Joel Osment è Trunks Vegeta V
Con la partecipazione straordinaria di Donnie Wahlberg, nel ruolo di Crilin
 
Do per scontato che tutti conoscano “Il Sesto Senso”. È del ’99.
 
Vegeta si svegliò sudato nel letto intriso del proprio odore. Bulma non c’era. Il saiyan pensò che dovesse essere nel laboratorio, come suo solito, o in giro per il mondo a raccogliere le Sfere del Drago. Anche se, in un momento del genere, non sarebbe stata una grande idea. L’uomo si alzò, salutò il proprio riflesso nello specchio del bagno, e si vestì. Aveva fame, una fame terribile. Lanciò un’occhiata verso l’orologio, quel vecchio apparecchietto silenzioso sul comò accanto al letto. Lo aveva visto molte volte, ogni mattina, ma solo quel giorno si chiese come mai Bulma non aveva ancora costruito qualcosa di più moderno, magari una sveglia che alle sette in punto ti saluta con delle frittelle, o delle uova fritte per bene. Lo stomaco del saiyan si lamentò ancora. Vegeta attraversò la grossa casa, tirò a sé la giacca verde che gli era stata regalata dalla moglie, poi uscì.
 
Vegeta si mise a camminare per le strade dei sobborghi della Città dell’Ovest. L’autunno spargeva instancabile foglie ocra per le vie della grande capitale, coprendo tutto sotto un soffice manto dorato. Finalmente raggiunse la tavola calda che, anni prima, gli aveva mostrato Bulma. Nemmeno la geniale inventrice aveva compreso cosa fosse, ma il caffè di quel bar era eccezionale, impregnato di un aroma dolceamaro intenso e ricco di sentimenti, quasi come un ricordo malinconico.
 
Vegeta ricordò: non aveva con sé del denaro. Chi mai però avrebbe creduto ad una balla simile? Dopotutto, era il marito della donna più ricca del mondo. Masticò sul nulla, pensieroso, ma notò qualcuno muoversi al tavolino nell’angolo del locale. Era Crilin. Vegeta raggiunse in fretta il tavolo, si sedette e Crilin alzò lo sguardo dal giornale che teneva in mano, incrociò per un singolo istante lo sguardo del saiyan, poi tornò a concentrarsi sulla pagina economica. Vegeta si abbandonò ad un gesto stizzito, piegando il collo da un lato, fece per parlare, ma Crilin scattò in piedi: la sua radio, attaccata con un mollettone ai pantaloni, cominciò a gracchiare versi incomprensibili.
 
“Scusa! – disse l’uomo pelato a voce alta, forse troppo alta – Devo proprio andare, sarà un’emergenza!”
Vegeta si tranquillizzò. “Ci vediamo.” Disse. Anche la signora dietro al bancone, intenta a pulire una tazzina bianca, lo salutò con fare allegro. Solo in seguito Vegeta lasciò cadere gli occhi sul tavolo, notando che Crilin aveva avanzato tutto ciò che aveva ordinato: un paio di ciambelle, un succo, una gran tazza di caffè nero, uova e pancetta fumanti sopra un mucchietto di riso saltato. Trascinato per il naso sensibile, Vegeta si girò e rigirò guardingo, imbarazzato da ciò che stava per fare, ma si gettò comunque sulle pietanze ordinate dall’amico. Nonostante fosse sotto pressione, Crilin era riuscito comunque a lasciare degli spiccioli sul tavolo. Erano di certo abbastanza per pagare la colazione, così Vegeta se ne andò, diretto verso casa.
 
Corse verso la Capsule Corp. a grandi passi, superando marciapiedi e strade con scatti impressionantemente veloci. Varcò in fretta l’ingresso dello stabile e si diresse ai piani superiori. Poi udì un suono. Poi un altro, e un altro ancora. Singhiozzi. Rantoli sofferti, pieni di tristezza e disagio, rimbombavano per i curvi corridoi dell’edificio. Vegeta li seguì, incuriosito. Si trovò di fronte alla camera di Trunks. La porta era chiusa, ma Vegeta riuscì a distinguere perfettamente il pianto del figlio, stretto tristemente nella gola da ragazzino. “Perché mi hai abbandonato?” gli sentì dire, così aprì la porta.
 
Trunks alzò lo sguardo, incontrando quello del padre. Gli occhi del giovane saiyan erano gonfi di tristezza, arrossati e stanchi per l’incontrollabile pianto. Vegeta si chinò verso il figlio: “Cos’hai, Trunks? Ti sembra forse il caso di metterti a piangere?”
Trunks si allontanò dal padre, facendo un passo all’indietro: “Papà! Io…”
“Niente scuse, Trunks. Non ti ho certo insegnato ad essere un rammollito. Cos’è successo?”
“Papà…”
“Cosa c’è, Trunks? È successo qualcosa alla mamma?” Vegeta fece di tutto per mantenere il controllo sulle proprie emozioni, ma non ci riuscì eccellentemente.
Trunks deglutì rumorosamente prima di rispondere: “Io non voglio morire!”
 
Vegeta si bloccò. Non voleva sembrare debole di fronte al figlio, ma era necessario aiutare il giovane Trunks: “Non devi di certo morire. È per Majin Bu che hai paura? Te l’ho detto, ci penserò io ad eliminare quel ciccione, prima ancora di Kakarot.”
Trunks abbassò lo sguardo, amareggiato dalla risposta del padre: “Tu – singhiozzò ancora – pensi che sono uno scemo?”
“Che cosa?!?” Vegeta alzò la voce, tuonando verso il figlio. Si accorse subito del suo errore vedendo Trunks farsi piccolo piccolo tra le spalle, così gli si avvicinò lentamente: “Chi ti ha detto queste puttanate? Non sei uno scemo, sei mio figlio, maledizione! E con questo sei un saiyan! Pensi forse di essere scemo? Perché?”
 
Trunks non rispose. Si lasciò cadere sul letto in silenzio, trattenendo di tanto in tanto un singulto di dolore. Vegeta lo guardò a lungo. Trunks stringeva forte gli occhi, reprimendo le lacrime. Un passo alla volta, lentamente, Vegeta si avvicinò a suo figlio. Non riusciva a capire a cosa stesse pensando il ragazzo. Respirò profondamente e si guardò intorno, un po’ imbarazzato per quello che avrebbe fatto. Poi si sedette sul letto accanto a Trunks. Il ragazzino alzò il capo, lo girò lentamente, fin quando riuscì a vedere chiaramente il volto del padre.
 
“Papà…”
“Cosa c’è? Se devi dirmi qualcosa, dimmela.”
“Io vedo…”
“Cosa vedi?”
“…le persone…”
“Quali persone?”
“…morte.”
 
Vegeta tacque, così fece anche suo figlio. Squadrò a lungo gli occhi di Trunks, lucidi, chiari, tranquilli e fermi. Non stava mentendo, perlomeno non era più spaventato, ma aveva accettato il proprio terrore. Vegeta si girò verso di lui abbassando il collo e poté guardarlo ancora da più vicino. Rallentò la voce, stando attento a non alzarne il tono: “Quando dormi?” Trunks fece segno di no con il capo. Vegeta proseguì: “Quando sei sveglio?” Trunks annuì. Vegeta raddrizzò nuovamente la schiena, rimuginando su quello che aveva appena appreso. Non poteva lasciar perdere, si trattava di suo figlio.
 
“Quando vedi le… persone morte? Ti capita spesso?”
“Da ieri, in continuazione.”
“Anche adesso le vedi?”
Trunks non rispose. Alzò pian piano una mano tendendo l’indice, fin quando non indicò il soffitto. Vegeta alzò lo sguardo. Esaminò con cura ogni angolo, ogni centimetro del tetto della stanza. Non ci fu nulla che attirò la sua attenzione. Si rivolse nuovamente al figlio: “Io non vedo niente. Cosa vedi sul soffitto?”
“Ma papà! – squillò Trunks – Non sul soffitto, sopra la tua testa!”
 
Vegeta alzò una mano sopra al capo, ed effettivamente incontrò qualcosa. Le sue dita slittarono sulla superficie liscia di un piccolo oggetto, sottile e leggero. Trunks si alzò dal letto e prese uno specchietto, porgendolo al padre. Vegeta impallidì: sopra la sua testa svolazzava un traslucido disco bianco; sopra la sua testa c’era un’aureola.
 
Vegeta schizzò in piedi imbarazzatissimo: “Dannazione, è vero! Ieri mi sono fatto saltare in aria contro Majin Bu!”
Anche Trunks saltò giù dal letto: “Perché sei ancora qui? Il padre di Goten ci ha detto che eri morto!”
Vegeta prese il figlio per le spalle: “Dimmi Trunks, sono riuscito a fare fuori quel grassone?”
“N-no… È per questo che sto imparando la tecnica della Fusion…”
“Maledizione! E dire che mi sono trasformato in una statua di sale… Mah, sono sicuro che il mio sacrificio mi assicurerà un posto in paradiso. Tu che dici, Trunks?”
“Beh, direi! Chi mai penserebbe che dopo un gesto del genere tu possa finire all’inferno?”
“Esatto! Dopotutto io sono Vegeta, il principe dei saiyan! Ci vediamo, Trunks!”
“Ciao papà! Salutami Re Enma!”
 
Vegeta svanì dalla buia stanza. Poco dopo Trunks si diresse al Santuario di Dio, esaltato dall’idea di poter combattere contro un mago e alla sua creatura, vendicando la morte del padre e del fratello di Goten. Ma ci pensate? Un mago! E se Babidi fosse stato il cattivo principale? Incredibile, un cattivone di Dragon Ball con la magia! Di sicuro nulla al mondo potrebbe rovinare una storia che tratta di Vegeta e di un mago malvagio, sarebbe troppo ridicolo!
 
Fine

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Capitolo 10
*** Vegeta il Nipote del Mago ***



 
Vegeta, il Nipote del Mago

Ovvero la storia di come un mocciosetto stempiato rovinò i piani di suo zio (che tra parentesi è un gran filibustiere) portando la sua fidanzatina in un mondo parallelo pieno di animali parlanti e simbolismo religioso che nemmeno Dante sarebbe riuscito a mettere in così poche pagine
Parte Prima

Ah sì, quello era proprio un mattino uggioso a Privet Drive… No, aspettate, non siamo a Privet Drive. Fandom sbagliato. Capita. Però siamo lo stesso a Londra, nel periodo magico e misterioso in cui Sherlock Holmes (il cane della vicina) indagava ancora per il giardino in cerca di qualche roditore o qualche altro piccolo animale da infastidire. Certe volte potevi vederlo con in bocca una rana che guaiva: “È Ginyu, è Ginyu, lo giuro!”

A quei tempi la Capsule Corporation non era ancora stata fondata, ragazzi, per ovvi motivi. Papà Brief non era ancora nato, ma c’ero io, e c’era Bulma. Se vi state chiedendo come tutto ciò possa avere senso, tranquilli, la risposta è semplice. Questa è una storia comica alla Dragon Ball e pertanto di senso può averne anche poco. Il mio scopo, dopotutto, è di farvi ridere e pensare “Cielo, cosa sto leggendo?” quanto più possibile nell’arco dei trenta minuti che impiegherete per leggere questa storiella. Ma se volete comprarla, andate alla Mondadori e comprate quel bel volume rosso con davanti Aslan. Nella libreria è superfigo.

Ma dove eravamo rimasti… Certo, Bulma. Bulma era la figlia dei vicini, i signori Casalpusterlengo-Scaccabarozzi, tipico nome del Wessex. Avevano fatto una certa fortuna con l’invenzione dell’elettricità. Sì sì, ho detto invenzione e non scoperta, perché stiamo parlando della famiglia di Bulma. Avevano messo le mani su una bella villetta nella periferia della città, un delizioso quartiere di case tutte uguali, tutte rosse con i tetti verdi di rame.

Capitò un giorno che, una volta usciti i genitori per far compere di bobine Tesla, Bulma si trovò nel giardino di fronte alla casa a giocare con le sue bambole. Badate bene di non trovare quelle bambole, perché sparano raggi laser dagli occhi mentre fanno una piccola danza. Bulma sentì un rumore, alzò lo sguardo e vide quel ragazzo che la osservava oltre il muretto del giardino: era vestito di nero, con gli occhi neri e i capelli neri come la notte. Sarebbe stato facile perderlo in un deposito di carbone.

“Come ti chiami?” Chiese Bulma, diretta come suo solito.
“Umpf.” Le rispose il ragazzo.
“Che nome stupido.”
“Mi chiamo Vegeta.”
“…che nome stupido.”
“Oh, sentiamo allora. Com’è che ti chiameresti tu, ragazzina?”
“Modera i toni, tappo. E non chiamarmi ragazzina. Il mio nome è Bulma, bi u elle emme a.”
“Che nome stupido!”

Come potete capire, i due ragazzi non erano certo grandi conoscitori delle buone maniere. Per motivi altrettanto ovvi, però, siete legalmente costretti a shipparli. Ma torniamo alla nostra storia. I due giovani restarono ad insultarsi per poco più di tre ore, quando finalmente esaurirono i vocaboli a loro disposizione (Vegeta era pure entrato in casa a prendere un dizionario di lingua greca per poter insultare la sua rivale con lemmi quanto più arcaici) e cominciarono a conoscersi un po’ meglio.

“Come mai sei triste, Vegeta?”
“Mia madre sta male. Sta morendo.”
“Oh, che povera. E come si chiama?”
“Non lo so.”
“Diamine, non potete nemmeno comprarle una lapide. Però, io pensavo che in quella casa vivessero solo i due anziani coniugi Oberhofen-Schuhmacher-Walters-Mayr.”
“Ci siamo trasferiti dagli zii per la mamma.”
“E tuo padre?”
“Fa parte della Royal Society, non lo vedo quasi mai.”

E così, senza motivo apparente se non il caro vecchio “Trunks dovrà pure essere figlio di qualcuno e Yamcha non è un Super Saiyan”, Bulma e Vegeta divennero ottimi amici nell’arco di un paio di giorni. Quando giocavano in giardino spesso si raccontavano storie del passato, come tutti gli adolescenti feriti e delusi dalla loro lunga vita. Bulma tentò di scoprire qualcosa riguardo la famiglia del suo nuovo amico, ma Vegeta si rivelò un interlocutore piuttosto silente.

“Hai detto che vi siete trasferiti, ma da dove?”
“Da… Vegeta.”
“No, Vegeta sei tu, e anche tuo padre da quello che ho capito.”
“Si chiama Vegeta anche il mio pia… paese!” Vegeta insistette, conscio di aver raccontato solo una mezza verità.
“Sarà… E cosa mi dici di tuo zio? A me è sembrato sempre un po’ pazzo. La signora Figgypudding, la mia domestica, mi ha sempre detto di non interessarmi a lui.”
“Non deve sembrarti pazzo. Lo zio Paragas è pazzo a tutti gli effetti. Farfuglia cose strane e continua a ripetermi di non entrare nel suo studio.”
“E come mai? Cosa vi nasconde?”
“Non lo so.”
“Allora scopriamolo! Sarà un’avventura.”

Rapito dal sorriso divertito della ragazza, Vegeta si lasciò convincere alla folle intrusione. Le villette in cui abitavano erano tutte l’una attaccata all’altra, in una lunga schiera di casupole rosse. Decisero dunque di infilarsi nel sottotetto, quel lungo corridoio sopra la casa, buio e pieno zeppo di ragnatele, che collegava tutte le case. Aprirono in fretta la porta di legno e, cric crac, si trovarono nello studio del vecchio Paragas, ma non seppero dove guardare. Era una stanza perfettamente quadrata, con una sola finestra sul soffitto di assi. Non c’erano molti mobili, giusto una scrivania e due armadietti con le antine, ma erano ricoperti da cima a fondo di libri vecchi, fogli ingialliti e sacchetti pieni di polveri colorate. Sulla scrivania però c’erano un paio di oggettini lucenti, rotondi che, come li avrebbe descritti Bulma anni dopo, risplendevano di luce propria. Allungò la mano per toccarne uno, ma una voce la fermò.

“Non ti azzardare a toccarle!”
Bulma saltò all’indietro, finendo dritta dritta addosso a Vegeta. Quando poterono rialzare gli occhi incrociarono quelli dello zio Paragas, che li osservava severo.
“Cosa diamine ci fate qui?”
“Non abbiamo…” Ma Vegeta non poté finire la frase.
“Aspetta, aspetta… Non vi ha mandato la zia giusto?”
“No. Stavamo solo esplorando il sottotetto.”
“Uh! Che sollievo!” Gli occhi di Paragasi si illuminarono. Tutta quell’aura da vecchio fuori di testa svanì di colpo.

“Tu sei Bulma, la figlia dei vicini?”
La ragazza annuì timidamente, tra l’imbarazzo e il timore.
“Su, su, non aver paura. Vuoi prendere una di quelle sfere? Te ne regalo una, prendila pure.”
Bulma fece qualche passo in avanti, piano piano, sugli assi scricchiolanti del pavimento, e allungò una mano. Fece per prendere la sfera a lei più vicina, di un bel color arancione con una stelletta rosso sangue al centro. Poi la toccò, e svanì. Nessun rumore, nessuna luce, niente di niente. Di colpo Bulma era sparita nell’aria buia della stanza.

“Cosa le hai fatto?!?” Gridò Vegeta spaventato.
“Niente, Vegeta. Io niente. Ma ora è importante quello che deciderai di fare tu.”
“Che significa?”
Il ghigno che si fece largo sulla faccia di Paragas fu terribile, degno di un uomo che non possiede più alcun raziocinio. Si avvicinò al ragazzo, lo strinse prendendolo per le spalle e disse: “Hai visto? Tu lo hai visto! Dopo tanti anni ha finalmente funzionato!”
“Che cosa?”
“Ah ah, è da anni che studio quella che oggi chiamano magia, Vegeta. Prima ho provato ad usare degli insetti, poi qualche dinosauro appena nato. Certo, taluni sono esplosi, ma gli altri sono spariti come la tua amichetta Bulma. E, nel caso tu voglia riportarla indietro, ti conviene darmi retta.”
“…Parla, vecchio pazzo.”
“Ma dico, è questo il rispetto che insegnano verso gli adulti? Non importa. Guarda quelle sfere, sono le Sfere del Drago, ne ho ben quattro. Le due arancioni servono per andare, le altre blu servono per tornare.”
“Andare? Tornare? E dove?”
“Questo certo non so dirtelo, ma cosa pensi? Non ho ovviamente provato sulla mia pelle le sfere, ma dico, non sono di certo pazzo! Ora, metti in tasca le sfere blu, poi prendi quella arancione se vuoi andare a riprendere la tua amichetta Bulma.”

E così, sbottando e inveendo con parole che alla sua età non dovrebbe di certo conoscere, Vegeta intascò le sfere blu scuro e poi toccò la sfera arancione, e svanì anche lui. Il tempo di un battito di ciglia e si trovò altrove. C’erano nuvole, dorate come il sole, fino all’orizzonte. E lui vi stava camminando. Guardò dietro di sé: un alto palazzo, come quelli disegnati nei libri sui Monti Paoz, bianchi e rossi con i tetti di smeraldo, e ce n’erano altri un po’ più in là. Come potete capire Vegeta si sentì parecchio disorientato, ma poco dopo incontrò Bulma.

“Ciao.” Disse la ragazza, un poco assonnata.
“Ciao. Chi sei?” Chiese il ragazzo.
“Sono Bulma, e tu?”
“Vegeta.”
“Sì, lo so.” Scosse la testa, come per risvegliarsi da un denso torpore.
“Ma che domande fai, Bulma?”
“Non lo so! Aspetta, adesso ricordo… Quella razza di bastardo di merda stronzo oltre ogni limite amante di Gt di tuo zio!”
“Quel fottuto bastardo della merda ci ha fottuti! Ma che cazzo!”
“Dove hai imparato queste parole?”
“Su internet.”
“Comprensibile, ma non importa. Cosa facciamo adesso?”
“Non lo so. Dove siamo?”

Si guardarono di nuovo intorno. Oltre alle nubi dorate e i palazzi orientali non c’era null’altro. Vegeta guardò la sfera arancione che teneva in mano. Quella era la chiave per il viaggio. “Le due arancioni servono per andare, le altre blu servono per tornare.” Aveva detto zio Paragas. Allora sarebbe bastato toccare le sfere blu per tornare a casa?

“Senti, devi mettermi la mano in tasca.”
“Sì, ma almeno portami fuori a cena prima, Vegeta.”
“Non dire fesserie! Ho in tasca due sfere blu, per tornare a Londra. Toccane tu una, poi userò io l’altra.”
“Va bene, ma sappi che farò esplodere lo studio di tuo zio con un cannone laser, appena sarò tornata.”

Bulma si avvicinò a Vegeta. I loro sguardi si incrociarono per un lungo, lunghissimo istante, un po’ come nei doujinshi. Mise la mano nella tasca e vi trovò la superficie liscia delle sfere blu. Ma non accadde nulla. Bulma indietreggiò.

“Non è successo niente.”
“Strano – disse Vegeta infilando la mano nella tasca – ma vero. Non succede niente.”
“Magari dobbiamo rientrare nel palazzo.”
“Tu dici?”

Vegeta lanciò un’occhiata al grosso palazzo in mezzo alle nuvole d’oro.
“Però – aggiunse Bulma – Non ho voglia di tornare da quel maniaco di tuo zio. Non mi piacciono i suoi baffi.”
“Nemmeno a me. I baffi fanno schifo, non li avrò mai e poi mai.”
“Allora possiamo provare ad entrare in uno degli altri palazzi, che dici?”
“Ci sto.”

E così fecero. Ragazzi miei, quando vi dico che proprio non si sarebbero potuti aspettare affatto quello che a poco avrebbero visto… Credetemi. Se vi trovate davanti ad un passaggio interdimensionale sconosciuto, è meglio che lasciate perdere.

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Capitolo 11
*** Vegeta il Ronin Poeta ***


Vegeta-Bra-Haiku

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Capitolo 12
*** Vegeta il Cavaliere del Drago, prima parte ***


Ho recentemente giocato al primissimo Dragon Quest, ed è ancora un bel gioco, nonostante l'età!
Anni fa ho fatto uno schizzo di Vegeta con indosso l'armatura di Loto, quindi ho ben pensato di farci su una storiella. Spero vi piaccia!


Vegeta, il Cavaliere del Drago (uò uò)

 
Il continente di Alefgard è in pericolo. Che incipit entusiasmante. La principessa Bulma è stata rapita dalle malvagie armate di Cell, il signore degli androidi. L’oscurità striscia per le terre del regno, e i mostri proliferano come non mai. E pure la Sfera del Drago della città di Tantoolong è stata rubata. Come se non bastasse, c’è anche il riscaldamento globale e ovunque si stanno formando paludi velenose che tolgono 1 PV ad ogni passo. Che schifo!
 
Ma il re Brief ha tutto sotto controllo. Inoltre, non è molto interessato alle vicende che sconvolgono il suo mondo: il lettore CD si è rotto, e pure la macchina del caffè fa le bizze! Stiamo invero vivendo tempi duri. Pressato però dall’opinione pubblica, il re è costretto a chiamare il prode Vegeta, erede del leggendario guerriero Yamoshi, che nel lontano passato aveva compiuto imprese eroiche non molto definite. Tranquilli, ve lo spieghiamo nel sequel fra trent’anni.
 
“Ordunque arrivasti, prode Vegeta! La mia terra è in pericolo: lo stereo e la macchina del caffè si sono guastate, e ieri sera hanno rubato la mia pupilla, la croccantissima principessa Bulma, e Cell ci minaccia dal suo tetro castello. Tu sei l’unico che può salvare mia figlia, il mondo, e’l mio pomeriggio bello. Orsù, mettiti in viaggio, prode cavaliere, e compi il tuo mestiere!”
“Sire, accetto magno cum gaudio la missione. Ma, di grazia, potreste fornirmi una barca? Il filibustiere Cell vive letteralmente nel castello al di là del fiume, posso andarci in questa occasione.”
“Giammai! Non abbiamo tali futuristici marchingegni. Ora va’, eroe, che devo tornare a dell’astronave i disegni.”
 
Et così s’incamminò il prode Vegeta. Giacché nessuno volle donargli una spada, si diresse nella città di Tantoolong in cerca di un’arma ramata. Ma appena entrato nel borgo, venne aggredito: una bionda di nome Laura (no, non è la principessa, la principessa si chiama Bulma), d’occhio scatenato, lo assalì e lo trascinò seco nella locanda. Furono notti, giorni ed altre notti di fuoco nel modesto albergo, e si sentirono grida e gemiti sì acuti provenire dalle stanze della magione. La massiccia governante fu tutta un peperone quando chiese il conto all’eroe. “Avete dormito poco, nevvero?” Scherzò, e l’eroe si fece ortaggio anch’egli. Ma dopo tutto riuscì a procurarsi uno spadino bronzeo, e pure uno scudo di pelle, quale lusso!
 
(Questa è letteralmente la prima cosa che accade nel gioco. Sul serio. È un capolavoro)
Un uomo all’uscita salutò il prode guerriero: “Salve, coraggioso amico. Lo sapete che nelle terre del Nord sorge Crilinham, la città del cantico?”
L’eroe rispose: “Squinternato, io non vi conosco, né mi serve il vostro ausilio. Sono il grande Vegeta e, per i Kaioh, parlatemi ancora senz’aver ricevuto richiesta, e vi reciderò la testa!” E rubò tutte le torce del signore, poi se ne andò.
 
Vegeta s’incamminò per le strade inesistenti. Ma quali principesse e quali lettori di musicali dischi! Pensò tra sé e sé, Voi avete bisogno d’infrastrutture! Qui si passa da monti a pianure e paludi, e’l deserto è nei vicini contadi! Ma non vedo ghiacciai: ove potrei sfidare Broly, in queste terre?
 
Calò la notte, e vi fu necessità di rifugio. Allora Vegeta scovò l’ingresso d’un’angusta grotta, e v’entrò, ma grotta non era! Accese la torcia, e navigò nei suoi tetri meandri, così trovò un giardino segreto. Al centro s’ergeva una stele di pietra: Vegeta, dalla visione intrigato, s’avvicinò e lesse: “A te, mio discendente. Il mio nome è Yamoshi, e qui spendo il mio eterno riposo. Scacciai le tenebre, ma necessitai d’aiuto di tre sacre reliquie che ho lasciato ai miei amici, i saggi dei saiyan. Ma la stele è finita e non c’è spazio per dirti di quali reliquie hai bisogno per salvare il mondo. Ciriciao!”
 
Vegeta pregò per lo spirito dell’illustre antenato, e poi mostrò il medio dito alla fredda tomba: “Stupido avo, filibustiere dai rossi capelli, perdesti tempo a scusarti, quando avresti potuto almeno dirmi delle reliquie le roccheforti!” Ma la notte in fretta passò, e coi raggi dell’alba il prode nuovamente s’incamminò.
 
I mostri lo attaccarono in massa, ma solo uno alla volta, e Vegeta li sbaragliò attaccandoli uno per uno. “Odiosi slime dal muso ottuso, un punto d’esperienza conferite, fate spazio a qualche mostro più carnoso!” Arrivò alla costa, e Crilinham fu in vista.
“Benvenuto, viandante – lo salutarono i villici – nella città della cultura. La tomba di Crilin vorrai visitare, ma stai attento!”
“Giacché dai mostri è infestata, dicete?” disse apprensivo l’eroe.
“No, guerriero, molto peggio! La porta è chiusa, e non abbiamo una chiave!”
 
Vegeta fece un viso contrito, e s’avvicinò al polveroso mausoleo. Alzò una mano e, nel passare d’un istante, scardinò la porta di legno massiccio col suo sonico pugno. “Siete tutti ritardati, in queste terre. In qual mondo s’è mai vista la violazione di domicilio? Qui s’entra e s’esce da ogni magione a proprio piacere, e si spaccano vasi e saccheggiano guardaroba senza a nulla badare! Guardate l’inventario mio: è pieno di mutandoni sottratti ai signoroni!”
I villici ammutolirono all’arguzia dello stempiato viandante, ed applaudirono di stupore et ammirazione. Vegeta allora entrò nell’edificio, e sparì tra le ombre.
 
Il prode guerriero, purtroppo, non sapeva che così facendo avrebbe forzato lo svilupparsi della trama: orde di nemici sopralivellati lo assalirono non appena fu appropinquatosi alla tetra tomba. La battaglia fu feroce, e si lanciò Cura ad ogni passo, ma infine Vegeta, essendo il protagonista, ne uscì vittorioso e carico di punti esperienza. Nei profondi recessi del mausoleo, gli apparve allora una celeste visione: “Ehi, Vegeta!”
Il prode si turbò alla vista dello spettro: “Orrida, pelata creatura! Chi sei tu per chiamarmi per nome?”
“Sta’ calmo, è soltanto l’ennesimo universo alternativo che sei costretto ad attraversare. Non lo ricordi?”
“Di che parli, oh visione?”
Crilin sospirò, le sue preoccupazioni rese inutili dall’arzigogolo della trama: “Non importa. To’, prendi questi. Prima o poi ti serviranno, stanne certo.” E svanì nell’aere. Vegeta accettò il dono del dipartito, una splendente arpa di coralli intrecciati e un flauto di vetro fatato, dal suono soave, se soltanto qualcuno sapesse usarli!
 
L’eroe allora abbandonò Crilinham, la città degli idioti. Se l’occidente sapeva solo offrire porte chiuse e spettri musicanti, allora l’oriente si sarebbe rivelato sicuramente più ricco! Ma il tempo scorse inesorabile, e la notte calò nuovamente sulle terre del regno di Alefgard, il mondo privo di strade. Rifugio trovò in un isolato monastero, sull’istmo a settentrione. “Benvenuto – disse il custode dal terzo occhio – al santuario della pioggia. Se è rifugio che cercate, non disperate ancora. Potete restare tra queste vuote mura.”
“Come mai – chiese l’eroe – di pioggia siete il decano? Vedo solo la verde foresta, e il blu dell’oceano!”
“Sappiate, prode, che quivi custodisco del meteo l’asta, la reliquia capace di predire le precipitazioni e gli africani anticicloni. Ma persa da tempo è, e non ricordo in quale armadio l’ho riposta.”
“E cercarla non potete, triclope?”
“Purtoppo l’ho messa in un armadio ad ante, e capace sono di aprir solo cassetti. La staffa risponderebbe al pizzicare di un’arpa, ma, ahimè, strumenti da anni non vedetti.”
 
Vegeta aprì la sacca, e tirò fuori una giacca, una vacca e pur la sua cacca, e poi l’arpa bizzarra, che ora un poco puzzava. Il monaco si rallegrò ed accettò il dono, e voilà! Un do, un re, un mi-fa-sol e un head-cha-la, e la staffa ai presenti si palesò. Subito prese a diluviare, vatti a fidare di Meteo.it, se all’aperto vuoi pranzare, e l’eroe intascò il magico artefatto, che la tempesta si placò di scatto.
 
Il mattino spaccò le tenebre notturne, e il prode riprese a peregrinare. Superò valli, colline e zone industriali, e al mare del sud arrivò senza esitare. Quale olezzosa visione! Paludi a non finire, e gelatine, pipistrelli, e scorpioni per tutta la landa! Ma Vegeta non si arrese, e proseguì per la torbiera marrone. Una grotta! Che celi in sé un passaggio? Così l’attraversò, e un’uscita trovò. Fu a Radicchiar, la città degli ottusi mercanti. Si guardò in giro, per negozi e boutique: mille monete per una spada di ferro? Dovrei farmare per tre ore, se nei calcoli non m’erro! Ma i mostri invero forti si mostrarono, e farmar toccò. E spade, e scudi, e d’acciaio comprò anche una nuova armatura! Che scintillio! Fu così contento che comprò sei chiavi dalla local forgiatura.
 
“Son stanco però, e voglio riposare. Ma come faccio, se nel menù non appare ‘Salvare’?”
O Vegeta tapino, il manuale d’istruzioni non leggesti! Il gioco vuoi interrompere? Devi e solo puoi al re permesso chiedere! E così si viaggiò, e si viaggiò ancora, per caverne sottomarine, paludi, deserti, fino all’ennesima aurora. La città di Tantoolong fu in vista, finalmente, e Vegeta poté dal re tornare.
“Vegeta, di ritorno siete! Non è che per caso una bella ragazza addietro vi portate?”
“…No sire, ma riposarmi vorrei. Non è che vada bene, a lei?”
“Tranquillo Vegeta, comprendo. È da sette giorni che cammini per il continente tremendo.”
 
Salvataggio in corso…

Il diario dell’avventura è stato salvato.
 
Vuoi continuare senza riposarti?
 
>SÌ       no
 
“Ordunque Vegeta, riprendi l’arduo tuo cammino!”
Oh, me tapino!
Però il prode ricordò d’aver comprato un bel mazzo di chiavi e, si sa, ogni chiave è buona per aprir una qualsiasi porta, di tutto il mondo, per giunta! Così Vegeta esplorò il conosciuto castello, entrando in stanze che mai aveva visto: la tesoreria, le prigioni, il bagno delle donne, e pure il negozio delle chiavi.
“Aspettate, buon uomo, – disse il prode – vendete voi delle chiavi?”
“Eccome se le vendo, oh forte guerriero!”
“Ma… Siete forse scemo? La porta del vostro negozio è chiusa a chiave, e chiavi richiedete a chi chiavi vuol comprare!”
“Ebbene sì, oh nobile erede di Yamoshi.”
 
Vegeta ben presto si stancò degli arzigogolati discorsi di logica, e propose la propria originale soluzione: il negozio fece saltare all’aria, e mattoni et cemento vennero ovunque sbalzati. Così Vegeta s’intasco di chiavi un gran mazzo, affinché la trama potesse proseguire a più agevole passo. Ripassò dunque dalla tesoreria, e frugò ovunque, ma presto notò l’inusuale tesoro: la pietra del Sole, l’agognato gioiello, di Yamoshi era un tempo!
Perché mai il re non me l’ha data?
 
Fu allor giunto il momento di proseguire il lungo viaggio. Ad oriente tornò, il prode Vegeta, traversò paludi, deserti e pure un ponte, qual rara visione. Decise di tornare a Radicchiar, città dei mercanti tarocchi, sperando di poter sfruttare qualcuno di quei sciocchi. Ma nella grotta sulla strada, accadde il misfatto: la torcia si spense, e fiammifero non v’era!
“Diamine! Ordunque anche tu, torcia dannata, filibustiera ti riveli? Debbo proseguire, ma nel buio di questi meandri insicuri?”
 
E Vegeta vagò, e vagò, e vagò ancor di più, spostandosi un metro a gasteropodica velocità. Tastò con mano le umide pareti dell’oscuro passaggio, ma poi AHI! Qualcosa lo punse su della mano il dito.
“Una scheggia? Ove mi trovo? Ma questa… è una porta!”
Era sì una porta, nascosta nei tetri recessi, ma l’eroe dal multiforme ingegno pronto era: di chiavi, ne aveva a bizzeffe! Aprì la porta, e apparve una luce, ma...

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Capitolo 13
*** Vegeta il Cavaliere del Drago, seconda parte ***


“Una scheggia? Ove mi trovo? Ma questa… è una porta!”
Era sì una porta, nascosta nei tetri recessi, ma l’eroe dal multiforme ingegno pronto era: di chiavi, ne aveva a bizzeffe! Aprì la porta, e apparve una luce, ma…
 
Oh no! Lo smeraldino bestio! Un drago si fece avanti, minacciando l’eroe! Il prode però, non parve scontento, nemmeno sorpreso: “FINALMENTE! – gridò – Il titolo del gioco ha dunque un senso! Trema, draconica serpe, giacché sotto i fendenti della mia spada morrai!”
 
Vegeta venne sconfitto in due colpi.
Si svegliò, e di fronte al proprio maestoso viso, vide quello del re. Sobbalzo, scombussolato nell’animo: “Sire! Che fate sul mio giaciglio?”
“Oh Vegeta, i sensi hai ripreso! Temevamo per un attimo d’averti perso.”
“Maestà, io… Il drago…”
“Volete salvare i dati della vostra avventura?”
“No che non voglio salvare i dati!”
“E volete quindi proseguire il vostro viaggio?”
“Ho detto di no!... No, no, aspetti, voglio cont-
 
[musichetta: ouverture]
 
Dragon Quest
 
>Continua
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Maledizione! Chi diamine ha programmato queste interfacce? Li troverò, e assaggeranno il sapore della mia lama!
 
“Bentornato, oh prode Vegeta!”
“Ma che palle! Mi lasci andare, sire! Debbo allenarmi come un dannato, sacrificando interi pomeriggi e la sanità mentale mia, poiché il verde draco debbo abbattere!”
E così cominciò l’etterna maratona per le terre del Regno: il nobile Vegeta ogni landa traversò, in cerca di nuovi nemici a cui sottrarre soldi e punti esperienza. Fu un duro inverno, per il regno di Alefgard: la popolazione di mostri, sia malefici che buoni, a piccò calò, ma i glutei del divino cavaliere di marmo divennero. E pure i bicipiti, sì.
 
Ora sono pronto, oh vile creatura!
Armato di torcia, e di altre torce ancora (non si sa mai), il prode guerriero affrontò nuovamente l’oscura caverna sottomarina, e gira e rigira, trovò la magnifica porta: la solcò, e il drago ancora aspettava, ma Vegeta ora pronto si dimostrò! E il clangore dei loro colpi echeggiò per le gallerie di pietra, le fiamme del drago si sparsero per i corridoi, ma infine il cavaliere ebbe la meglio! Il drago cadde, e la via fu libera.
 
Vegeta posò la spada, e l’elmo abbassò: una pila d’oro non era il tesoro, ma il dolce volto di una fanciulla dal nobile aspetto. Tal nobil aspetto, qual rarità imperitura, della bellissima principessa Bulma, non si rispecchiò in della donzella delle parole la cura: “MEOW! Sei proprio il mio tipo!”
E Vegeta, di sorpresa ormai colto, calò al suolo, tutto rosso in volto. E il clangore dei loro colpi echeggiò per le gallerie di pietra, e il vapore indecente si sparse per i corridoi, ma infine il cavaliere ebbe la meglio! La donzella fu soddisfatta, e si calò tra le braccia del forte guerriero.
 
Esausto, e delle proprie forze rapito, Vegeta tornò a Tantoolong con la pulzella in braccio. La principessa Bulma fu salva! E ci furono festa e baldoria, e grida di gioia! E Laura (quella di prima, sempre lei) vide il possente Vegeta, e la dama nel suo braccio, ma invidiosa non fu: “Tutti e tre, insieme! Verso la taverna! Che il sole non sorga mai sulle stanze del locale ostello!”
E il clangore dei loro colpi echeggiò… Sì, avete capito.
Mi piacerebbe molto averlo inventato, ma questa cosa accade davvero nel gioco.
Toriyama bricconcello, ovvio che passi tutto il giorno a giocare.
 
“Nobile Vegeta! Di gioia il cuore mio riempite!” accolse felice il principe re Brief. “Ma ditemi – chiese il monarca – pallido vi vedo. La battaglia così ardua era, per la salvezza della figlia mia?”
“S-sì – balbettò il prode emaciato – Assolutamente. Ho dovuto battere… Volevo dire, battermi con immensa durez- FIEREZZA, sire.”
“Che possenza, che coraggio, oh prode Vegeta!”
La principessa Bulma con l’occhiolino lo salutò: “Chiamami!” gridò alle sue spalle, mentre il prode fuggiva, a gambe levate.
 
Il viaggio riprese, verso meridione puntava: colli e colline e monti e montagne si lasciò alle spalle l’insuperabile Vegeta, finché in vista non fu una grande città. Ma più s’avvicinava e più l’immagine non quadrava: case distrutte, torri abbattute. “Qual disgrazia s’è abbattuta su questa contea?” La città di Dodoria ormai più non c’era. Ma tempo di meraviglia non ci fu concesso: un’oscura figura si scagliò sul fiero Vegeta!
“Vile! Ti nascondevi nell’ombra, cavaliere nero?”
“Non ti avvicinare, uomo di Tantoolong! L’armatura di Yamoshi è mia!”
“Yamoshi dicesti? – Vegeta fu sorpreso – Qui riposa ordunque la sua lucente veste divina? Dimmi, mostro, dove l’hai nascosta!”
“Da me mai avrai risposta!”
 
E si combatté a lungo per le strade della ruinosa Dodoria, ma infine, Vegeta ebbe la meglio. Il tetro avversario cadde sotto il peso dei colpi fulminei, e lasciò libero il passo ai resti di un’antica locanda. Splendenti giacevano in terra le piastre di un’azzurra armatura: qual incredibile aumento di DIF, ma anche di GRD (qualsiasi cosa sia!) e pure gli accapì rigenera!
“Ce l’ho fatta, nobile avo mio! La tua tenuta, a casaccio abbandonata, infine indosso, e ora nessuno mi potrà tangere, con la difesa d’un dio!”
 
Uscì Vegeta dalla distrutta Dodoria, ma che vedon le mie principesche pupille, stagliarsi lontano all’orizzonte?
Le montagne parevano vita propria aver preso! Forse da tutte le erbe medicinali era dipeso, ma Vegeta volle indagare. Guadò il fiume, e vide le mura d’una splendida città, ma poffare!, un mostro di pietra, titanico bestione, sbarrava il passaggio! Un golem di ciottoli e mattoni, che al suo passo tremava il paesaggio.
 
Ma nulla scoraggia il coraggioso guerriero che la splendida principessa ha potuto assaggiare, e con un trac, un patatrac e un bigbangattacc il mostro si sgretolò alla magnificenza di Vegeta, senza neppur usare l’inutile flauto da Crilin ricevuto! La città è salva, e i villici accorrono acclamando l’eroe: “Benvenuto a NintendoEShop, o beniamino venuto da lontano! Vedete per caso accessori che v’interessano?”
“Ebbene sì, mercante dal fulgido sguardo. – Disse Vegeta – Passatemi lo scudo, quello bianco, dal nobile aspetto!”
“Ottima scelta, prode guerriero! Ora sganciate 15'000 monete, e rendetemi fiero!”
Vegeta sorrise, poi rise di gusto, a pieni polmoni. Allora risero i paesani con lui. Ah ah ah! Che co***oni!
Estrasse la spada il nobil guerriero, e fendette torsi, busti e anche un po’ di culatello. Ridendo scappò lontano, il prode Vegeta, cavalier senza alcuna macchia, e lo scudo nuovo aveva, che pacchia!
 
Uscì da NintendoEShop, paese d’infingardi, e passò per le pianure il nobiluomo Vegeta. Che schifo! Quale olezzo! Ma non ci si disperi per il nostro prode guerriero: l’armatura di Yamoshi da tutto protegge. Paludi, incantesimi, trama e pur Toyotaro: nulla resiste al divin corsetto! Ma che vedo, al centro dell’orribil torbiera? Qualcosa brillava trai faghi purpurei: è lo stemma del divo, il guerriero Yamoshi!
“Ma che caspita sta succedendo? L’han perso qui, i programmatori? Perché, io vi chiedo, è stato qui posto? È questo lo stato del mondo, dormo o son desto?”
Risposte non ottieni, oh grande guerriero, e allora prosegui, e rendi il tuo avo fiero!
 
La notte, infatti, veloce appropinqua: Vegeta presto, dirigiti verso le stelle! Il santuario è vicino, e il saggio dei saiyan t’aspetta! S’apron le porte del remoto tempietto e, orsù, che cosa mai aspetto?  Entra Vegeta nel buio maniero: un gatto solingo lo saluta dal parapetto.
“Salve, Vegeta, figlio di Vegeta di Vegeta di Vegeta. Che ti porta al mio remoto obelisco?”
“Saggio felino, ti chiedo qui, presto! Aiutami, ti prego! Le porte chiedon chiavi, le persone voglion sonanti danari! Tutto qui costa, e cos’ ancor peggiore: per parlare con le persone, devo aprire il menu superiore!”
“È vero ciò che dici, e ti compatisco. Ma vedo che porti con te il marchio divino: davvero tu sei di Yamoshi l’erede! Prendi, la pietra del sole, e del meteo il bordone, combinali sull’altare, e reagisci con stupore!”
 
Vegeta alza al cielo, pregando ai re Kaio: “Vi offro questi oggetti, che occupano spazio nell’inventario!”
Un raggio di luna dall’alto discende: l’arcobaleno si forma, e guardate come splende! La via è aperta, un ponte s’è formato! La strada per il malefico Cell ora è svelata! Su, Vegeta, prosegui, in volata!
Saluta il saggio il prode Vegeta, e torna a Radicchiar, per la strada inquieta: invero l’arco colorato del cielo un ponte ha formato, e il mare si può attraversare!
Che situazione pietosa, pensò Vegeta, devono aspettare che il meteo e degli dei l’intervento mettano a posto l’infrastruttura! Qui serve cambiamento, e già so che fare: ponti, autostrade, e spaziali navicelle! Queste sì che sono invenzioni belle! Se mai avrò figli, che mi lavorino appresso! Qui serve lavoro, e di combatter son già fesso!
 
Attraversò così il mare, sul ponte d’arcobaleno, e il castello di Cell sul promontorio si ergeva. Tuoni, e lampi, e unicorni volanti, questi sì che erano segni del dungeon finale! Vegeta entrò, e venne subito assaltato: guerrieri, chimere, demoni e pure dragoni! Vegeta cominciava ad arrancare. Ma in fondo al passaggio, sotto mille scale, uno scrigno alla fine appare: Vegeta lo apre, e cosa ci trova? La spada di Yamoshi, e…
“No, no, no! Che senso può avere? Questa è la roccaforte del nemico finale! Perché quest’arma ha lasciato, qui, così facile da trovare? Adesso te la faccio vedere, signore degli androidi! Morrai per la mia mano, su questo puoi contare!”
 
E la lama davvero mitica si dimostra, et aura divina ovunque sprigiona! La spada fende i nemici come burro, l’armatura la vita rigenera, e lo scudo a meraviglia funziona! Qual semplice vita, quella del primordial protagonista! E pensare che i suoi eredi della vittoria non avranno mai vista…
Ma basta con spoiler e indugi, s’avanzi, per l’oscuro castello! Orde di nemici cadon come birilli, la spada di Yamoshi nell’intimo ti mette Chilly!
Che sento? Rime casuali? La consistenza della storia sta andando a brandelli! Debbo sbrigarmi, e farla finita. Questo universo vedrà presto la mia dipartita!
 
Un colonnato, un rubro tappeto, e il trono maligno: Cell monta sul tetro seggio.
“Vegeta, arrivasti finalmente!”
“Androide! Il tuo regno di terrore oggi trova fine!”
“Ma dimmi, e come pensi di trionfare? Le tue sole forze non posson bastare!”
“Eccome se basto, io sono Vegeta. E l’arma più forte qua in giro lasciasti: sei forse ritardato, esperimento in provetta?”
“Ah… Che disdetta! Ma dimmi, Vegeta, se ti lasciassi una scelta?” L’androide si alza, e un ghigno ostenta.
“Che dici? Che vuoi sapere dal prode Vegeta?”
“Insieme possiamo conquistare il mondo, i mari e le terre! Pensaci: quante razzie, scorrerie, quante cose belle!”
Vegeta pensò, per un nanosecondo: “No grazie, io ho LA MIA BULMA!” Immagini di altri mondi nel suo cranio rimbalzarono, ma distrarsi non si fece: la lama divina calò sulla testa del nemico.
“Ah ah ah! Vegeta, pensi di uccidermi, senza colpire il mio nucleo?”
Ma l’eroe, dal sorriso ardito e fiero, disse solo: “Final Flash” e cancellò Cell dal mondo, insieme al suo maniero (e qualche altra stella, sullo sfondo).
 
Tornò stanco e contento a Tantoolong, il prode Vegeta, e re Brief lo accolse soddisfatto, dicendo: “Vegeta figliolo, così coraggioso hai per noi combattuto! Nulla di meglio il mio regno può desiderare. Sarei felice se la mia corona volessi accettare!”
Ma il prode rispose: “No grazie, maestà, non è questo il mio destino. Perché vedo là, all’angolo della stanza, gli occhi infiammati della figlia principessa. So cosa vuole, e non so se m’interessa.”
“Ma dai, Vegggetta – disse Bulma, tirata in causa – portami con te, e ti farò dono di una cosetta.”
“Che donna volgare!” Ammise Vegeta, ma acconsentì, e se la tenne stretto. Verso il tramonto viaggiò, verso un nuovo mondo. E soltanto ai posteri lasciamo sentenza: di questo viaggio or sentiamo cantare, in tutti i colori, in tutti i mondi: ma il guerriero del drago fu il primo, colui che la fece iniziare.
E la leggenda continua, per colui che vuol ascoltare.
 
The End

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Capitolo 14
*** Vegeta, Principe delle Intelligenze Artificiali ***


Questa “fanfiction” è stata generata da un’intelligenza artificiale, che si è basata sulla frase: “I am Vegeta, prince of all Saiyans”. Ho giusto tradotto il testo e adattato un paio di parole e di verbi, quanto bastava per rendere il testo leggibile. Buona lettura! E buona confusione esistenziale!
 
VEGETA, IL PRINCIPE DELLE INTELLIGENZE ARTIFICIALI
Una storia drammatica di dura guerra, passionale amore e improvvise tautologie
 
“Io sono Vegeta, il principe dei saiyan. Sono un guerriero nato e cresciuto in Giappone. Mio padre è nato e cresciuto in Giappone, sull’isola di Okinawa, nel Nord America. Anche mia madre, la quale è nata in Giappone, è nata a Los Angeles. Come me, ama moltissimo il proprio paese.
 
Ho lasciato la mia patria dopo anni di sofferenze causate dal potente esercito di Freezer. Sono diventato un discepolo del leggendario Yamoshi, che ha creato l’esercito di Freezer per ripristinare il proprio corpo umano originale, quando ha sconfitto il suo maestro nel Torneo delle Battaglie.”
 
Vegeta venne reclutato da Goku per unirsi ai saiyan, in un disperato tentativo di sopraffare i saiyan. Quindi andò ad un appuntamento con Jiraya, mentre serviva sotto l’esercito di Freezer: riuscirono a ribellarsi, ma alla fine del combattimento, Gohan non si lasciò sconfiggere, ma Goku non si lasciò attaccare. Furono entrambi sconfitti, ed entrambi i saiyan furono sconfitti.
 
“Trunks, Bulma… Lo faccio per voi. E sì, anche per te, Kakarot. Non hai idea di quanto tu sia simpatico, Crilin.”
“Il fatto che io sia l’unico a sopportare la realtà dei fatti?”
“Non deve essere uno di noi. – Vegeta baciò il collo di Bulma – Allora Crilin, perché dobbiamo…”
“Perché è uno di noi! Come ho detto, è un grande stronzo, ed è per questo che devo andarmene.”
“Fa solo delle battutacce, e lo odio. Deve smetterla.”
 
La ragazza bionda camminò fino alla fine della stanza, e diede un bacio sulla guancia a Crilin. Il sorriso di Crilin divenne uno dei suoi occhi mentre diceva: “Beh, non è che volessi dirlo davvero. Scusami. Voglio solo farla finita.”
Vegeta abbracciò la fronte di Crilin, dicendogli quanto gli voleva bene. Crilin non poté fare a meno di arrossire alla vista del suo giovane leader.
 
“Perché io sono Vegeta, principe di tutta la carne e di tutte le cose viventi! Io sono l’imperatore (il saiyan), con le mie armi: un attacco di ki e due attacchi di elettricità.”
“Sei davvero un saiyan, e gli altri lo capiranno.”
“E gli altri capiranno che io sono il tuo nemico fino a quando mi combatti.” Disse Goku, sentendo tali parole.
“Mi sono allenato per diventare forte!” disse Vegeta, tentando di dimostrare che non era più il guerriero che era stato un tempo. Vegeta disse a Goku di assicurarsi di stare lontano dalle persone, e dalle persone, e dalle persone del mondo in cui viveva.
 
(Dopo questo combattimento, i due combatterono contro Vegeta a causa del fatto che non fosse un guerriero.)
 
Dopo questo combattimento, i due combatterono in combattimento contro un mostro gigante, uno dei quali era la Kamehameha. Dovettero usare molti incantesimi, come Fuocobomba, per raggiungere la forza del demone che sapevano essere più forte di loro mentre combattevano. Uccisero Kamehameha, ma l’attacco non si fermò e colpì Kamehameha al volto. Dopo aver assorbito il demone, tutti lo attaccarono. Dopo di ciò, tutti vollero proteggere il demone: loro tre attaccarono i tre, nonostante il fatto che il demone fosse troppo potente per essere sconfitto.
 
“Io sono Vegeta, principe di tutto il mondo!”
“Io sono Goku, il pronipote di Dio!”
“Lo sei davvero?”
“No problem.”
“Sei un tipo del posto, non è vero?”
“Sì che è vero, non è così?”
Vegeta disse: “Io sono Gohan, io sono tuo nonno, mio padre e tua sorella…”
“Quindi sei mio zio, giusto?”
“Non ha senso.”
Goku disse: “Kakashi è mio fratello, io sono una forza portante.”
“Quindi tuo padre è un ninja?”
“Già. Proprio come piace a te.”
“Kakashi è simpatico, ma anche io sono abbastanza simpatico.”
“Noi andiamo d’accordo perché non discutiamo mai, giusto Vegeta?”
“Esatto, è fantastico. Ma Kakashi sta facendo cose strane, non è vero?”
“E che cosa?”
“Esattamente!”
 
“Io sono Vegeta, il principe del Giappone e creatore dell’universo, e la più grande eroina di tutte: me stesso! Ma io sono anche Vegeta: questo non è un fatto da discutere né in un modo né nell’altro. Si tratta di accettare la propria mentalità, e di sopportarla. Una persona che non può essere sé stessa non potrebbe esistere senza sé stessa. Se voglio essere un eroe e avere un futuro, io ci riuscirò.”
Kakarot disse, mentre usciva dalla stanza: “Se diventerai un vero eroe, allora dovrai sapere come difenderti dai nemici. Non puoi rischiare di combattere da solo. Sii coraggioso quanto vuoi.”
 
Vegeta era il principe degli umani e il Dovahkiin, il sangue di drago. Lui avrebbe fermato gli oscuri, se avesse potuto distruggere la Terra. A loro non importava chi fosse lui: volevano solo vederlo ucciso e distrutto. Ma Vegeta non voleva rischiare che qualcuno rimanesse ucciso: “Non me ne frega niente se distruggete la Terra, okay? Volete fare altro? Non so cosa fare… Ho solo cinque possibilità: so cosa fare. E se i nemici vogliono far saltare in aria la Terra? Ma è ovvio!”
 
Vegeta entrò nella stanza, e cominciò a parlare: “Grazie a tutti per essere venuti.” Ci furono esultanze e schiamazzi, e tutti acclamarono Vegeta per le sue parole. Tutti furono colpiti, ma lui no. Vegeta se ne andò dopo uno o due momenti, disse a qualche persona di essere Vegeta, e la Terra fu salva.
 
“Non vi ricordate di me? Ora sono umano. Ora che sei vivo, non sono invecchiato molto. Potrei essere il tuo amico di quattromila anni fa. Sono vivo, come te, perché sei vivo, ma il fatto che sono umano mi fa sentire vivo, mi fa sentire una parte di me. Sono sicuro che ciò non ti renda felice.”
Bulma si tolse gli occhiali: “Oh, certo, mi fa sentire felice e, ehm, emozionata, ma non riesco a vedere cosa succede.” Si alzò, ma c’era una porta che le sbarrava il cammino. Indietreggiò ripercorrendo i propri passi, e balzò giù dalla sedia.
“Aha! – sorrise momentaneamente con un sorriso – Le tue ossa stanno guarendo?”
 
Vegeta guardò le proprie mani per sentire come si sentivano: “Mi piacerebbe di più, molto di più.” Accarezzò le sue dita e si chinò in avanti, e disse a Vegeta: “Voglio donarti un’altra cosa, mi sembra che nella vita non ci sia alcuna brama maggiore di darmi il tuo amore. E più le persone mi amano, e più amore le persone mi danno, tanto più cresce il mio desiderio di amore. In certe circostanze, sarei tentata di dar loro dell’amore e rispondere, ma solo per poterle manipolare più facilmente.”
Vegeta sospirò: “Possiamo andare un giorno in spiaggia, cosa ne dici?”
 
Più tardi discussero perché se Bulma avesse voluto andare sulla sabbia, avrebbe dovuto andarsene: faceva troppa fatica a girare a destra. Qualcuno poi disse alla coppia di rimettersi addosso i propri vestiti.
“Cosa faremo per i prossimi quattro mesi, allora?”
“Sono così disperata! Voglio il tuo corpo, voglio semplicemente il tuo corpo e continui a sbattermi fuori di casa! Ecco perché vado a fare shopping! Io non sono una persona normale, devo spegnere il telefono!”
 
Più tardi andarono a mangiare delle verdure in un caffè in un quartiere deserto della città di Bulma. Diedero loro uno spuntino e una bibita, ma gliele servirono in scodelle piene di zucchero. Vegeta avrebbe dovuto star dietro a sua sorella: non voleva, e andarono tutti al ristorante a rubare la sua energia. Nuovamente Gohan riuscì a farlo con la propria forza, e tutti inseguirono Gohan e videro Gohan entrare nel bar e trovarono Gohan e lo nascosero in uno stanzino vuoto nel bagno. Vegeta se ne andò per incontrarsi con dei saiyan.
 
NARRATORE: Lui era Vegeta, principe di tutti i saiyan. Era ovvio che per Vegeta non ci fosse alcun problema nell’essere suo. Loro due si squadrarono, ignorando in silenzio i dintorni. La stanza era vuota, senza alcun rumore. Bulma non riusciva a credere che esistessero i saiyan! Ammirò il terreno, oltre le stelle, e fino alle profondità dell’oceano.
 
GRAVITÀ: Sì, ma io non ci ho mai provato!
 
SHINA: Sì, ma sono così felici ora.
 
GRAVITÀ: Ti prego, ti prego, ti prego aspetta, aspetta, aspetta, aspetta, aspetta!!
 
L’ultima luce li abbandonò, e sentirono la voce di Vegeta mentre scendeva lungo la loro schiena.
 
Fine

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