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di la_pazza_di_fantasy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Capitolo 33 ***
Capitolo 35: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-ehi Nahele quella non è tua madre?- chiese Callum tirando un pugno al rosso al suo fianco. I due stavano aspettando le loro ordinazioni da sporto del loro ristorante preferito per poterle mangiare a casa di Callum mentre giocavano al nuovo videogioco che il biondo aveva comprato. Nahele si girò prima verso il suo migliore amico e poi guardò tra i tavoli occupati del ristorante riconoscendo quasi subito la testa rossa della madre. Prima di uscire la donna aveva detto di avere una cena di lavoro e per quello si era vestita bene, tailleur verde e decolté con tacco dodici, ma quella non sembrava per niente una cena di lavoro.
La rossa infatti era al tavolo con un uomo e da come si guardavano Nahele intuì subito ci fosse qualcosa tra i due. Di certo quella non era una cena di lavoro.
-mi aveva detto di avere una cena di lavoro- sussurrò Nahele continuando ad osservare fisso la madre mentre il castano che era con lei le prese una mano sopra al tavolo. Nahele digrignò i denti. Non gli piaceva quel tizio.
-non mi sembra una cena di lavoro- sussurrò Callum a sua volta.
-già-
-okay Nahele non pensarci ora- disse il biondo facendo girare il suo migliore amico e prendendo il cibo che era appena arrivato. Non era stata una buona idea quella di dire all’amico della presenza della madre.
-non pensarci?- quasi gridò Nahele mentre i due uscivano dal ristorante, ognuno con una busta in mano -mi ha mentito. Non l’avrei mai bloccata se mi avesse detto che sarebbe uscita con un tizio. Ma me lo ha nascosto e questo non mi piace. Quando mi nasconde le cose mi fa imbestialire- disse il ragazzo mordendosi il labbro inferiore incazzato. Sapeva che non doveva prendersela in quel modo, era la vita della madre e non poteva impedirle di frequentarsi con qualcuno ma almeno voleva essere avvisato della cosa.
-magari non voleva dirtelo perché avresti reagito come con Stefan-
-Stefan era un pezzo di merda che voleva solo i suoi soldi. Sono tutti così quelli che le si avvicinano. Tanto questo scappa non appena mi vede, fanno sempre così. La illudono e poi se ne vanno non appena scoprono che ha un figlio di ventidue anni.- borbottò il rosso spostando la busta nell’altra mano per prendere il telefono che aveva in tasca. Voleva mandare un messaggio alla madre, dirle che l’aveva vista e non illudersi ma poi ci ripensò e ripose il telefono al suo posto. Non voleva rovinarle una delle prime serate di svago che si era presa, anche se poi sarebbe andata a finire male.
-non pensarci okay? Oggi dobbiamo provare golf with your friends quindi ti voglio carico. Ho spulciato un po’ i gioco e ci sono mappe fantastiche- Nahele annuì e decise di seguire il consiglio di Callum, con la madre avrebbe parlato il giorno successivo.




 
Aveva fatto tardi la sera precedente e alla fine, proprio come aveva predetto alla madre, era rimasto a dormire a casa di Callum. Il gioco li aveva presi molto e ci avevano giocato fino alle quattro e quindi il rosso si trovava a dover tornare a casa con solo tre ore di sonno.
Il ragazzo aprì la porta di casa e dopo averla richiusa si fiondò in cucina prendendo la moca per farsi un bel caffè, quel giorno doveva lavorare e aveva bisogno di molta caffeina in corpo per poter resistere fino alla sera. Sentì dei passi dal piano superiore e, ipotizzando fosse la madre disse:
-dove hai messo i biscotti? Non sono nel solito po…- ma girandosi si bloccò di colpo. Quella che era scesa non era la madre ma l’uomo con il quale l’aveva vista la sera prima.
L’uomo parve sorpreso di vederlo li ma poi gli sorrise.
-buongiorno, non so dove sono i biscotti- gli rispose con un leggero sorriso sulle labbra. Nahele stava per aggiungere che non avrebbe dovuto saperlo a prescindere ma fu bloccato dall’ingresso della madre in cucina che sbiancò capendo che i due si erano incontrati.
-Nahele. Pensavo restassi da Callum- disse la donna iniziando a mordersi il labbro inferiore nervosamente.
-sono appena tornato, devo andare a lavoro e ho le cose qui- rispose il ragazzo. -e lui chi è?- chiese poi il rosso osservando con sfida il castano che aveva difronte.
-sono Kele- rispose per lei il castano per poi porgergli la mano -piacere di conoscerti Nahele giusto?- Nahele lo guardò dubbioso ma comunque gli strinse la mano. L’uomo non sembrava ancora sconvolto dalla sua presenza li.
-si sono il figlio di Juniper- precisò il ragazzo.
-l’avevo intuito, siete molto simili e poi tua madre mi ha parlato parecchio di te- spiegò l’uomo.
-davvero?- chiese curioso Nahele, la madre non parlava mai di lui con gli uomini con i quali usciva.
-si, l’ho fatto- rispose la donna. -le cose tra noi sono diventate parecchio serie e quindi gli ho detto di te- spiegò la rossa mettendosi una ciocca dietro l’orecchio.
-da quanto va avanti questa storia?- Nahele sgranò gli occhi. Quindi prima la madre era spaventata dal fatto che Nahele avesse visto l’uomo e non il contrario.
-sei mesi- risposero in contemporanea i due mentre il rosso si bloccava realizzando la cosa. Sua madre aveva una relazione con un uomo da sei mesi, relazione molto seria a quanto pareva, e non gliene aveva mai parlato. In sei mesi.
Il ragazzo non ci pensò due volte e con ancora la moca da finire di preparare andò a prendere il suo borsone da lavoro e uscì di casa. Avrebbe fatto colazione in un bar lungo la strada.
 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


-sei riuscita a parlare con tuoi figlio poi?- chiese Kele a Juniper mentre stava impacchettando l’ennesimo scatolone. Era al telefono con la donna da qualche minuto mentre preparava il tutto per il trasloco.
-non mi vuole parlare, e lo capisco anche- rispose la donna sospirando.
-perché non gli hai detto niente?- chiese allora Kele prendendo un altro scatolone stando attendo a non incastralo nel filo delle cuffie che gli permettevano di parlare con la donna senza essere intralciato nel suo lavoro.
-Nahele non è mai stato carino con tutti gli uomini con i quali sono uscita e non volevo che succedesse lo stesso con te. ci tengo a te Kele-
-tesoro capisco all’inizio ma dopo sei mesi avresti potuto anche parlargliene. Sai perfettamente che io sono diverso da tutti gli altri con i quali sei uscita- addolcì il tono l’uomo per poi sorridere in direzione del ragazzo che era appena entrato nel soggiorno pieno di scatoloni ancora mezzo addormentato.
-e tu hai parlato con il tuo di figlio o gli hai solo detto che vi trasferite per lavoro?- chiese di rimando la donna. Kele guardò in direzione di Lokni che si era buttato a peso morto sull’unico divano ancora presente nel salotto, non sembrava per niente intenzionato ad aiutare il padre con gli scatoloni.
-è la verità-
-si ma verrete a viveri qui visto che mi hai chiesto di sposarti e io ho accettato. Dovresti dirglielo- sospirò Juniper chiedendosi come avrebbe detto al figlio che si sarebbe sposata finalmente.
-va bene lo faccio adesso, ma devi promettermi che parlerai con Nahele- disse l’uomo e vide Lokni che si girò a guardarlo confuso. Il ragazzo conosceva tutti i suoi amici e colleghi e di conseguenza tutti i nomi a loro collegati. Quello che aveva sentito in quel momento era un nome sconosciuto e si era incuriosito.
-lo farò se mi rivolgerà la parola. Buona giornata amore, ci sentiamo presto-
-certo, a presto- e Kele chiuse la chiamata per poi guardare il figlio nei suoi occhioni verdi simili a quelli della madre.
-chi era? Non mi ricordo di nessun Nahele- disse subito il ragazzo.
-la mia ragazza-
-quella con la quale ti stavi frequentando qualche mese fa?- chiese Lokni ricordando vagamente che il padre gli avesse detto di star uscendo con una donna.
-si, le cose sono diventate serie e le ho chiesto di sposarmi. Andremo a vivere da lei- spiegò l’uomo aspettandosi la rabbia del figlio.
-e quando volevi dirmelo? È una cosa fantastica! Sa di me vero?- chiese a raffica il castano. Dopo la morte della madre, avvenuta quando lui aveva dodici anni, aveva cercato di spingere il padre a trovare qualcun altro proprio come aveva promesso alla madre. Erika non avrebbe mai voluto vederli da soli dopo la sua morte. Kele ci aveva provato ma tutte le donne con le quali era uscito in precedenza o scappavano non appena venivano a conoscenza della presenza di Lokni oppure volevano solo i suoi soldi.
-si sa di te e anche lei ha un figlio, Nahele- spiegò l’uomo felice che il ragazzo non l’avesse presa male.
-ripeto quando volevi dirmelo? Lo sai che io sono il primo che ti incita a trovare qualcuno che possa starti affianco- disse ancora il ragazzo con un mezzo sorriso sulle labbra.
-avevo paura della tua reazione visto che le ho chiesto di sposarmi e lei ha accettato- rivelò ancora l’uomo.
-papà se questa donna ti piace così tanto chi sono io per impedirti di stare con qualcuno?-
-scusami, lo sai che vado in ansia quando si tratta di certe cose- si scusò l’uomo -ora vuoi aiutarmi con questi scatoloni o devo fare tutto io?- Lokni guardò il padre prima di alzarsi dal comodo divano sul quale si era seduto per degnarsi finalmente di aiutare il padre.
-quanto è grande la sede che hai aperto?- chiese Lonki mentre aiutava il padre.
-vuoi sapere della sede o della città? Guarda che ti conosco bene- rise l’uomo intuendo già i pensieri del figlio -comunque la città è molto grande ma noi vivremo in un paesino li vicino. È a solo un’ora di macchina e non ed è l’ideale rispetto ad una grande città che non conosci dove potresti perderti-
-capisco e la tua ragazza dove lavora?- chiese ancora curioso il diciannovenne.
-è a capo del reparto marketing dell’azienda che ha ideato la pubblicità per l’apertura della mia nuova sede. Ci siamo incontrati per lavoro ed è subito scattata la scintilla-
-capisco, e il figlio? Quanto è grande?-
-qualche anno più grande di te, non so di preciso quanto visto che non sembrava tanto contento quando mi ha visto-
-ah quindi lui ti ha visto e io non sapevo niente della tua ragazza?- chiese ancora Lokni incrociando le braccia al petto leggermente arrabbiato.
-l’ho visto per caso e lui nemmeno sapeva di me quando ci siamo incontrati. È ancora arrabbiato con la madre perché non gli ha detto di me-
-ah fantastico. Siete identici- rise Lokni anche se dentro di se iniziava ad avere paura: come sarebbe stata la sua nuova famiglia?
 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


-Lokni- provò a dire Kele ma il figlio lo guardò malissimo mentre si sistemava meglio le cuffiette nelle orecchie e alzò il volume al massimo per non ascoltare il padre.
Era stato felice per tutta la settimana solo per il fatto che stava per andare in una nuova città, e forse riuscire finalmente a farsi degli amici. La sua felicità era aumentata quando il padre gli aveva detto che lo aveva iscritto alla scuola di cucina alla quale voleva andare. Tutto l’idillio di quella settimana si era infranto però poco prima di salire sull’aereo sul quale si trovavano in quel momento. Lokni aveva chiesto al padre cose avesse detto la sua ragazza del fatto che lui fosse gay, perché era sicuro che il padre avesse detto alla futura moglie la cosa, ma Kele non ne aveva parlato con Juniper, più che altro per lui era tanto normale la cosa che non ci aveva minimamente pensato.
Lokni dopo aver scoperto ciò era ancora più spaventato dalla sua nuova famiglia. Poteva tranquillamente trovarsi la fidanzata del padre omofoba, o peggio con anche il figlio omofobo. Non voleva trovarsi in una situazione del genere e la sua mente stava già iniziando ad immaginare i peggiori scenari in assoluto.
Per quel motivo passò tutto il viaggio in aereo con la musica a palle nelle orecchie e non si tolse le cuffiette nemmeno quando furono finalmente atterrati. Fu costretto a farlo solo una volta che lui e il padre si trovarono fuori perché l’uomo stava cercando di dirgli qualcosa.
-vado a prendere qualcosa da bere, vuoi qualcosa?- chiese Kele, Lokni scosse la testa e l’uomo continuò -allora aspetta qui con le valigie, Juniper dovrebbe arrivare a breve- Lokni annuì e si rimise le cuffiette alle orecchie sedendosi su una delle panchine vicino alle sue valigie e iniziò ad osservare le persone che arrivavano all’aeroporto cercando di capire chi potesse essere la ragazza del padre.
Non conoscendo però la donna di persone, e senza nemmeno averla mai vista in una qualche foto, poteva solamente fare supposizioni, supposizioni errate alla fine visto che tutte le donne che stavano arrivando non si fermavano ad aspettare.
Solo una lo fece e il sangue si fermò nelle vene di Lonki. La donna aveva i capelli biondi palesemente tinti ed era per metà rifatta cercando di sembrare giovane, cosa che non le riusciva per niente. No, quella li non gli piaceva per niente e sperava davvero non fosse la famosa Juniper altrimenti doveva dire al padre di rivedere i suoi gusti. Il problema era che quella era l’unica donna che era rimasta ad aspettare e Lokni aveva anche iniziato a fissarla.
-oh è arrivata- disse Kele palesando la sua presenza al figlio, figlio che sgranò gli occhi avendolo sentito grazie a un momento di pausa nella sua playlist. Era davvero la bionda tinta.
L’uomo si sbracciò per farsi vedere e Lokni osservò la bionda, bionda che però non si mosse minimamente facendo aggrottare la fronte al castano. Non li aveva visti? Ma tutti i dubbi di Lokni vennero meno quando si accorse che poco dietro la bionda c’era una donna dai rossi capelli legati in una crocchia disordinata che stava sorridendo nella loro direzione mentre li raggiugeva. E quella si che era una bella donna, diversamente dalla bionda che aveva attirato subito l’attenzione di Lokni la rossa non si faceva notare per via della sua semplicità, anche nel vestire tanto che sembrava una ragazzina con quel maglione enorme, palesemente maschile, e i jeans scoloriti.
-scusami ho trovato un ingorgo- disse la donna appena arrivata e Lokni non poter far a meno di notare come Juniper e suo padre si stavano guardando. Erano davvero innamorati.
-non ti preoccupare siamo arrivati da poco. Vuoi qualcosa da bere? Te lo vado a prendere-
-ho già fatto colazione e poi qui fanno pagare le cose il triplo non ti farei mai spendere così tanti soldi per un caffè- concluse la donna baciando sulle labbra il castano per poi girarsi verso Lokni che era rimasto in disparte per tutto il tempo nonostante si fosse finalmente tolto le cuffie -tu devi essere Lokni, piacere Juniper- disse la donna porgendogli la mano sorridendo e Lokni gliela strinse facendole un piccolo sorriso con le labbra, non avrebbe detto di più per il momento.
-com’è andato il viaggio?- chiese la rossa prendendo una delle tre valige che i due uomini avevano e trascinandola nella direzione dalla quale era arrivata. Lokni e Kele la seguirono con entrambi una valigia a testa.
-bene, non ci sono stati molti problemi- rispose Kele mentre arrivavano al suv nero della donna dove caricarono velocemente le valigie prima di salire sulla macchina, ovviamente la donna alla guida con al suo fianco il futuro marito e Lokni si sedette nei posti posteriori, dietro al padre precisamente.
Kele e Juniper si misero immediatamente a parlare di lavoro e Lokni si ritrovò a scollegare il cervello dalla loro conversazione e osservò il paesaggio che iniziava a cambiare. Stava per entrare in una città completamente nuova e sconosciuta e soprattutto in una piccola città nella quale si conoscevano praticamente tutti. Quindi il ragazzo immaginava sarebbe stato subito al centro dell’attenzione, un volto nuovo non lo avrebbero ignorato tanto facilmente e lui odiava essere al centro dell’attenzione. Già ci si mettevano i suoi capelli che teneva rigorosamente lunghi fino alla vita che gli avrebbero di sicuro portato domande infinite. In realtà era sorpreso dal fatto che Juniper non avesse fatto domande visto che i suoi capelli lunghissimi si notavano nonostante li avesse legati in una coda bassa. Il ragazzo voleva dire così, a caso, di essere gay, per vedere la reazione della rossa ma si trattenne. Se avesse esposto l’argomento in quel momento il padre lo avrebbe ucciso quindi decise di aspettare in un momento migliore, oppure quella era solo una scusa per non rivelare la cosa e non trovarsi deluso nel scoprire cosa pensasse la donna.
 

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


-mi fai male- disse Maka aprendo di scatto gli occhi e finendo quasi per cecarsi con il pennello del trucco.
-vuoi stare ferma? O ti faccio uno schifo di trucco- borbottò Nahele poggiando la palette sul lavandino del bagno di casa di Maka per poterle prendere il volto tra le mani e continuare a truccarla.
-sei nervoso. Cos’hai?- continuò la ragazza restando ferma per far continuare il lavoro al suo migliore amico. Doveva andare ad una festa e di certo non ci sarebbe andata con un trucco non fatto da Nahele. Avere Nahele come migliore amico era la cosa più comoda del mondo visto che il ragazzo era un make up artist molto richiesto.
-oggi arriva il fidanzato di mamma- sussurrò il rosso arrendendosi. Conosceva la sua migliore amica e sapeva perfettamente che non si sarebbe arresa fino a quando non avesse svuotato il sacco.
-uh! Insieme a tuo fratello vero?- chiese ancora la bionda con un sorriso sulle labbra. Era stata tra i primi, dopo Callum ovviamente, a sapere del nuovo compagno di Juniper e del figlio ed era anche l’unica del gruppo che non vedeva l’ora di incontrare il nuovo ragazzo. Callum e Adam erano per lo più disinteressati della cosa.
-non è mio fratello- borbottò Nahele poggiando il pennello per prenderne un altro più piccolo insieme a un rossetto che la bionda aveva precedentemente scelto.
-ma i vostri genitori si sposeranno quindi matematicamente diventerete fratelli. Hai sempre voluto un fratellino da coccolare- disse Maka ridacchiando vedendo o sguardo di fuoco di Nahele.
-lo volevo quando ero piccolo non adesso-
-ma potrebbe arrivare anche un secondo lo sai vero?-
-sarebbe diverso in quel caso Maka. Io questo ragazzo non lo conosco e non so come pormi con lui- spiegò il rosso prima di buttare tutti i pennelli nella soluzione che aveva preparato in precedenza per pulirli. Poi prese il mascara e iniziò ad evidenziare le ciglia della sua amica, proprio mentre la porta del bagno si apriva rivelando un ragazzo dai capelli castani e gli occhi nocciola che sorrise ai due.
-hai finito?-
-dammi tempo Adam o la tua ragazza non sarà la più bella della festa- rispose prontamente il rosso mentre Maka sorrideva.
-siamo già in ritardo- borbottò Adam guardando l’orologio che aveva al polso.
-perché gli altri sono sempre puntuali? Conoscendo Erik a quest’ora si sarà appena messo in doccia- gli fece notare il rosso alzando un sopracciglio -comunque ho finito- concluse chiudendo il mascara e sorridendo al suo lavoro.
-lo sai che sei il mio amico preferito?- chiese Maka abbracciando il rosso, anche se non gli arrivava nemmeno alle spalle, solo perché non poteva baciarlo sulla guancia altrimenti avrebbe tolto tutto il rossetto.
-e ci credo, uno è il tuo ragazzo e l’altro è solo quello che ha la casa libera tutte le volte-
-ehi!- gridò Callum facendo capolino nel bagno e guardando male Nahele che se la stava ridendo. -non è divertenti mister mi servono cavie per i miei trucchi-
-sei tu che ti sei proposto l’ultima volta, non ti ho costretto- gli fece notare Nahele iniziando a mettere tutti i trucchi a posto nel suo borsone.
-perché non avevi un modello perfetto e io sono un ottimo amico- disse convinto Callum sorridendo -visto che i piccioncini vanno alla festa vieni da me a giocare a golf with your friends?-
-in due? Comunque non posso visto che a breve dovrebbero arrivare i tizi. Mamma è andata a prenderli due orette fa- sussurrò Nahele mettendosi il borsone sulla spalla destra. -auguratemi buona fortuna-
-andrà sicuramente bene Nahe, non fasciarti la testa prima di cadere. Se il ragazzo di tua madre non è scappato appena ha saputo di te significa che ci tiene a Juniper- disse Maka cercando di tirare su di morale il suo migliore amico.
-mi raccomando presentaci il tuo fratellino appena possibile- disse Adam annuendo convinto delle sue parole.
-pure tu ti ci metti adesso? Comunque non credo che voglia conoscervi- sussurrò Nahele prima di salutare i suoi amici con la mano e uscire da casa di Maka, salutando prontamente i genitori della ragazza con la promessa di portare i loro saluti alla madre, e andando verso la sua di casa sperando che i suoi nuovi familiari non fossero ancora arrivati. Dovette ricredersi quando vide il suv della madre parcheggiato davanti al cancello del giardino. Il ragazzo prese un profondo respiro per infondersi coraggio e aprì il cancello per attraversare il vialetto ed aprire finalmente la porta di casa. Una colta dentro osservò gli scatoloni sparsi per la casa notando che alcuni erano stati spostati segno che i nuovi arrivati stavano già sistemando le loro cose per tutta la casa. Gli scatoloni erano arrivati giorni prima grazie alla ditta di trasloco e lui e la madre li avevano accatastati tutti nel soggiorno non volendo metterci le mani.
-sei arrivato finalmente. Dove sei stato?- chiese la madre con una delle sue felpe addosso facendo capolino dalle scale che portavano al piano superiore dove si trovavano un bagno e le camere da notte, più lo studio della madre. Molto probabilmente la donna aveva sentito la porta aprirsi.
-da Maka- rispose Nahele guardandosi intorno in cerca del fidanzato della madre e del figlio. Non dovette aspettare molto visto che dal piano superiore scesero proprio l’uomo che aveva visto una settimana prima e un ragazzino poco più piccolo di lui che indossava una felpa più grande di lui che lo faceva sembrare ancora più magro di quanto non fosse normalmente.
-Nahele è bello rivederti- disse l’uomo andandogli vicino e sorridendogli. Anche Nahele fece un piccolo sorriso ma solo perché la madre lo aveva precedentemente minacciato di fare il bravo.
-ne sono felice- sussurrò poi il rosso notando lo sguardo minaccioso della madre.
-l’altra volta non siamo riusciti a presentarci a dovere, io sono Kele mentre lui è mio figlio Lokni- disse l’uomo indicando il ragazzo al suo fianco che era stato per tutto il tempo in silenzio e sentendo il suo nome fece un piccolo cenno nella sua direzione.
-Nahele che ne dici di aiutare Lokni a sistemarsi? Così finiamo velocemente e voi fate anche amicizia- propose Juniper e Nahele si trovò costretto ad assecondare la madre annuendo e dirigendosi insieme al figlio del compagno di sua madre al piano superiore e fu solo allora che si accorse dei lunghissimi capelli che il ragazzo aveva.

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


-hai altri scatoloni di sotto?- chiese Nahele una volta che lui e Lokni furono entrati nella camera degli ospiti che da poco era diventata la camera di Lokni.
-no, credo di aver portato tutto. Nel caso uscirà qualcosa più avanti- rispose il castano cercando di aprire gli scatoloni imballati con le mani senza successo.
Nahele scosse la testa a quella vista e andò nella sua camera, che era precisamente difronte a quella di Lokni, per poggiare il borsone che aveva ancora in spalla e per prendere un taglierino dalla sua scrivania prima di tornare nella camera del castano.
-con questo forse riesci meglio- gli disse mettendogli davanti agli occhi il taglierino. Lokni parve per un attimo sorpreso dalla cosa ma poi prese il taglierino dalle mani del rosso e aprire finalmente il primo scatolone. Primo scatolone che conteneva parecchi vestiti piegati a quanto pareva.
-non sei obbligato ad aiutarmi se non vuoi- se ne uscì Lokni dopo un po’ vedendo che il rosso se ne stava immobile in mezzo alla stanza senza sapere cosa fare.
-non so se posso essere di aiuto sinceramente, sicuro di non avere niente di sotto?-
-non credo dovrei avere altro, ma non li ho fatti tutti io gli scatoloni quindi non saprei- rispose Lokni passando ad aprire il secondo scatolone senza svuotare il primo.
-allora vado a vedere se hanno bisogno di aiuto di sotto. Per qualunque cosa la mia camera è quella difronte a questa-
-va bene, grazie- rispose Lokni facendo un piccolo sorriso, non sembrava tanto male il rosso. Aveva detto al ragazzo che poteva anche non aiutarlo perché aveva capito che era stato costretto dalla madre e di certo non voleva che si sentisse costretto a stare con lui solo per quello. Nahele uscì dalla sua camera e Lokni continuò il suo lavoro di apertura degli scatoloni, voleva finire il prima possibile in modo da poter riportare il taglierino al legittimo proprietario.
Nemmeno il tempo di alzarsi da terra per poter uscire dalla sua camera che la sua porta venne aperta proprio da Nahele.
-ti consiglio di non andare di sotto se non vuoi vederli mangiarsi la faccia a morsi- gli disse il rosso con l’aria stravolta e Lokni non riuscì a trattenere una risata. -e non ridere! Io mi devo ancora abituare a tutta questa situazione-
-siamo in due tranquillo. Tieni- disse Lokni porgendo il taglierino al rosso che lo prese restando comunque sulla soglia della porta.
-senti io vado a fare la spesa visto che nel frigo non abbiamo niente e di certo non voglio stare in casa con quei due che si baciano, vuoi qualcosa di particolare?- Nahele non aveva nessuna intenzione di uscire più volte per fare la spesa quindi sperava che il ragazzo potesse dirgli tutto quello che mangiavano solitamente.
-per stasera si è già deciso cosa mangiare?- chiese invece il castano al quale stava venendo in mente una mezza idea.
-non credo-
-mi accompagni in cucina? Voglio vedere cosa avete-
-non abbiamo niente-
-non potete non avere niente, non voglio farti comprare cose in più inutilmente- lo fece ragionare il castano e Nahele si arrese portando il ragazzo in cucina e notando che i loro genitori erano scomparsi dal salotto e sperava vivamente fossero al piano superiore.
Lokni girò per la cucina osservando attentamente tutto quello che c’era nel frigo e negli scaffali prima di andare dal rosso ed elencargli diverse cose delle quali aveva bisogno.
-posso sapere a cosa serve tutta questa roba?- chiese curioso Nahele notando anche che il ragazzo stava osservando attentamente il loro forno quasi mai usato. Sua madre non era un’amante della cucina e nemmeno lui quindi cucinavano lo stretto indispensabile e quel forno non era quasi mai stato usato.
-cucino la pizza stasera. Ti va bene vero?-
-non facciamo prima ad ordinarla e poi sai fare la pizza?- chiese confuso Nahele.
-non sai mai cosa mettono nella pizza a domicilio e si. Fidati la mia verrà mille volte più buona e poi potrò farla con tutto quello che volete- gli fece notare il castano con un sorriso.
-mi fido ma se poi viene uno schifo la ordiniamo. Quel forno comunque credo sia stato usato una o due volte da mia nonna e ti parlo di anni fa- lo avvertì il rosso.
-non ti preoccupare so come cavarmela con questo bimbo- rispose con un sorriso Lokni -è un forno davvero ottimo, mille volte meglio di quello che io e papà avevamo a casa- continuò a bassa voce.
-vieni con me al supermercato? Anche se è vicino casa non credo di riuscire a portare tutta questa roba da solo- si arrese a chiedere Nahele. Non gli piaceva l’idea visto che voleva stare un po’ da solo ma non sarebbe mai riuscito a portare quella roba fino a casa da solo. Anche perché se avesse voluto utilizzare la macchina avrebbe dovuto chiedere le chiavi alla madre che era improvvisamente sparita.
-come vuoi- rispose il castano e i due andarono al supermercato per ritornare a casa solo un’ora dopo carichi di buste come muli.
-ci siamo preoccupati- disse Juniper appena i due misero piede in casa con le braccia incrociate -avvisare no?-
-eravate scomparsi- le fece notare Nahele correndo in cucina per poggiare le buste seguito a ruota da Lokni.
-avete comprato cibo per un esercito- notò la donna con la fronte aggrottata. Okay che erano in quatto ma era davvero troppo.
-è colpa sua. Io avrei preso meno della metà della roba- disse Nahele iniziando a sistemare la roba in frigo mentre il castano prendeva tutti gli ingredienti della pizza, che aveva messo in una busta a parte, per iniziare a preparare.
-pizza?- chiese Kele intuendo le intenzioni del figlio che annuì.
-in che senso?-
-Lokni ci fa le pizza e fidati vengono buonissime- le rispose l’uomo sorridendo in direzione del figlio che era entrato nel suo mondo fatto solo di cucina.
 

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


-sei un mago Lokni- disse Juniper mentre addentava la terza fetta di pizza fatta dal ragazzo. Era mille volte meglio di quella che lei e Nahele mangiavano di solito.
-è solo pratica- sussurrò il castano leggermente a disagio per quei complimenti che non era abituato a ricevere da altri. Suo padre dopo anni si era abituato ad averlo come suo cuoco personale e si limitava a mangiare con gusto i suoi piatti e richiedere in continuazione il bis.
-sappi che sei libero di usare questa cucina quando vuoi, io sono negata- continuò la donna tutta felice e contenta.
-non dire così o potresti diventare la sua nuova cavia per gli esperimenti culinari finendo per avvelenarti-
-non ho mai avvelenato nessuno papà- protesto il ragazzo sbuffando.
-io mangio tutto quello che volete dopo anni del cibo di merda della mensa del lavoro tutto mi sembra oro- continuò la donna tutta felice. -sai fare anche i dolci?- chiese poi al castano che negò con la testa.
-non mi vengono bene. Sbaglio sempre qualcosa- spiegò Lokni addentando anche lui la sua pizza. Si era leggermente sciolto perché Juniper sembrava abbastanza tranquilla ma aveva comunque paura che la donna non lo accettasse per quello che era realmente.
-pensa io so cucinare solamente cose semplicissime- continuò la donna con un sorriso. Nahele invece era rimasto in silenzio per tutto il tempo mentre mangiava la sua pizza. -e poi non ti preoccupare per i dolci, mia madre ci riempie sempre ogni qual volta che ci viene a trovare-
-comunque dovrai cucinare qualcosa di dolce da quanto ho visto nel tuo programma di studi- se ne uscì Kele pensieroso.
-hai visto il mio programma?- chiese curioso Lokni.
-certo-
-quale programma?- chiese curiosa Juniper finendo definitivamente la sua pizza.
-andrò alla scuola di cucina. Anche se ho scelto il programma per i salati ma nei primi anni bisogna fare tutti i corsi base quindi anche quelli per i dolci- rispose Lokni alla donna.
-ma è fantastico! Puoi venire con noi in città allora senza prendere il pullman-
-non so ancora gli orari quindi non saprei se posso- spiegò il ragazzo mettendosi una ciocca di capelli che era uscita dalla coda dietro l’orecchio.
-be’ se riusciamo a coordinarci con gli orari è meglio per te visto che non sei costretto a farti il viaggio scomodo e poi nel caso anche Nahele va a lavorare in città quindi potrebbe accompagnarti lui- continuò Juniper, ormai era partita e non vide nemmeno l’occhiataccia veloce che le aveva lanciato il figlio. Non che non volesse accompagnare il castano, non sembrava nemmeno un cattivo ragazzo per quanto aveva visto in quelle poche ore, ma non voleva potesse chiedergli del suo lavoro.
-appena saprò gli orari vedremo, è inutile parlarne adesso- sviò il discorso Lokni finendo anche lui a sua pizza.
-sappi che per qualunque cosa basta che lo dici- disse convinta Juniper alzandosi e prendendo tutti i piatti vuoti per metterli nel lavandino per pulirli.
-ti do una mano- disse Kele e i due ragazzi rimasero seduti al tavolo entrambi nel più completo silenzio. Nessuno di loro sapeva di cosa parlare e Lokni per togliersi dall’imbarazzo disse:
-vado a finire di sistemare le cose in camera se non vi dispiace- e visto che nessuno dei presenti sembrava essere infastidito dalla cosa se ne tornò in quella che era la sua camera. Infondo aveva veramente qualcosa da sistemare visto che si era dedicato completamente alla pizza e non era riuscito a finire il tutto. Non gli andava sinceramente ma era stata una scusa per andarsene da quella situazione imbarazzante. Doveva ancora capire e inquadrare il suo nuovo fratello. Gli era sembrato tranquillo ma allo stesso tempo aveva capito che si era comportato in quel modo solo perché la madre glielo aveva imposto. Sperava solamente che non si rivelasse uno stronzo, era vero poteva sempre ignorarlo in quel caso ma vivere nella stessa casa non facilitava di certo le cose.
Il ragazzo mise apposto qualcosa, giusto per far vedere di aver fatto qualcosa, e successivamente si buttò a peso morto sul letto e si sarebbe anche addormentato se solo suo padre non avesse aperto la porta della sua camera entrando.
-possiamo parlare?- chiese Kele sedendosi sul letto del figlio e osservandolo attentamente nonostante il castano gli stesse dando le spalle.
-di cosa?- sussurrò il ragazzo.
-della nostra discussione. Non abbiamo più parlato da quando siamo entrati nell’aereo- spiegò l’uomo con l’espressione seria.
-non c’è niente da dire papà, potrebbe succedere qualsiasi cosa e questo perché non le hai mai chiesto niente- spiegò con più calma il ragazzo -non sono pronto a sentirmi dire nuovamente che sono un abominio-
-sono sicuro che Juniper non lo farà mai- cercò di rassicurarlo il padre -e poi già ti adora, il tuo orientamento sessuale non cambierà le cose-
-potrebbe, ti devo ricordare cosa ha fatto il mio ex migliore amico quando lo ha scoperto?- chiese Lokni mordendosi il labbro. Non voleva rivivere tutto quello.
-andrà tutto bene Lokni, ci sono io con te e credimi non ti lascerò mai da solo nel caso i tuoi dubbi dovessero avverarsi- Lokni annuì alle parole del padre prima di girarsi verso l’uomo per poterlo guardare negli occhi.
-quando vi sposate? Visto che le hai fatto la proposta- chiese il ragazzo mettendosi definitivamente seduto sul suo letto ad una piazza e mezzo.
-dovevamo parlarvene domani mattina ad entrambi ma posso dirtelo anche adesso: sabato-
-questo sabato?- chiese scioccato Lokni, mancavano solo tre giorni a sabato.
-si questo. So che può sembrare molto affrettata come cosa ma siamo convinti che aspettare non serva a niente- spiegò l’uomo sperando che il figlio capisse.
-se ne siete convinti- sussurrò Lokni. Sapeva che si sarebbero sposati ma non immaginava così presto.
 

 

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


-eh?- chiese Nahele quasi sconvolto. Era mattina e di solito lui la mattina senza un caffè non riusciva tanto a ragionare quindi reggere un’informazione del genere era molto difficile per lui.
-io e Kele ci sposiamo questo sabato- ripeté Juniper sorridendo in direzione del figlio e di Lokni che stava mangiucchiando un biscotto nel mentre. -venerdì sera non ritorno qui, vado da nonna Gwen e dormo anche li- continuò la donna parlando soprattutto con il figlio.
-e per quale motivo?-
-Kele non mi può vedere con il vestito del matrimonio! E poi fammi vivere la mia prima notte prima delle nozze Nahele!-
-e io?- chiese ancora il ragazzo. No, non avrebbe tolto quel piacere alla madre visto che non si era mai sposata prima ma non voleva restare da solo in quella casa con il fidanzato della madre e con Lokni. Non li conosceva ancora abbastanza bene da sentirsi a suo agio.
-rimani qui ovviamente. Farete una serata solo uomini così vi conoscete anche meglio- disse la rossa tutta felice della decisione mentre Kele faceva un leggero sorriso in direzione di Nahele capendo perfettamente il disagio del rosso.
-poi mi raggiungerai la mattina ma la notte la passerai qui. Non ti preoccupare sei in ottime mani- e dicendo ciò Juniper baciò sulle labbra Kele contenta di aver finalmente rivelato il giorno del suo matrimonio. Sua madre era stata la prima a sapere la data, non avrebbe mai perdonato la figlia nel caso fosse stata anche solo la seconda a saperlo.
-va bene- si arrese il ragazzo che non aveva voglia di protestare visto che sapeva perfettamente che la madre in un modo o nell’altro sarebbe sempre riuscita ad avere ragione. In quel momento voleva solamene andare dai suoi amici e dirgli tutto quello che era successo. Già lo avevano tartassato quella mattina di messaggi e non aveva voglia di trovare anche altre mille chiamate da parte loro solo perché non gli stava rispondendo e poi visto che sia Adam che Callum avevano il giorno libero avevano deciso di comune accordo di passare tutta la mattina a casa di Callum per provare i nuovi giochi usciti. Maka ovviamente aveva protestato visto che non poteva stare con loro avendo lezione ma il suo ragazzo e Callum non avevano voluto sentire ragioni.
-devo vedermi con Adam e Callum- disse allora Nahele vedendo che nessuno stava parlando e si alzò da tavola.
-salutameli- disse Juniper con un sorriso sulle labbra -e soprattutto avvisali che sono invitati anche loro al matrimonio- continuò la donna mentre il rosso alzava gli occhi al cielo. Non voleva dire ai suoi amici che potevano andare al matrimonio, non li avrebbe sopportati per tutta la giornata, ma di certo non poteva nemmeno non avvisarli altrimenti la madre lo sarebbe venuta a sapere. Probabilmente Juniper li aveva già invitati e glielo aveva detto solo per controllare che lo facesse realmente.
-certo, non pranzo qui e in base a come va la giornata potrei restare a dormire da Callum- avvisò il ragazzo anche se sapeva che la madre si era ormai abituata alla loro solita routine.
-si, come sempre- disse infatti la donna tornando poi a guardare il futuro marito con occhi sognanti.
Nahele li guardò per un po’ prima di posare lo sguardo su Lokni che stava fissando intensamente la home di instagram e solo dopo decise di uscire. Infondo li aveva avvisati no?
Nahele non sapeva minimamente cosa pensare di Kele. La madre gli aveva assicurato che era un uomo fantastico e per quanto aveva potuto vedere era stato abbastanza tranquillo ma non sapeva davvero come inquadrarlo. Per sposarsi con sua madre significava che aveva divorziato dalla moglie, moglie cha aveva avuto di sicuro visto che non sapeva spiegare in atro modo la presenza di Lokni, ma chi gli assicurava che la cosa non si sarebbe ripetuta? Non voleva vedere sua madre soffrire nuovamente. Ne aveva passate di tutti i colori e non se lo meritava per niente. Suo padre l’aveva lasciata non appena aveva scoperto di averla messa incinta ed era sparito. Nahele infatti conosceva il volto di suo padre solo e soltanto perché aveva costretto la madre a mostrargli una foto e ne era rimasto sconvolto. Era la copia di suo padre a parte per il colore dei capelli e degli occhi che li aveva presi dalla madre. E a volte si sentiva in colpa per essere così simile all’uomo che aveva distrutto la vita della madre visto che solo guardandolo la donna poteva ricordarsi di tutto quello che era successo. Lei non glielo aveva mai fatto pesare, perché non era colpa sua ovviamente, ma il ragazzo si sentiva comunque responsabile.
Davvero se Kele avesse ferito nuovamente sua madre lo avrebbe fatto fuori, così come avrebbe fatto fuori il suo vero padre se solo si fosse fatto rivedere da quelle parti.
-hai una faccia bruttissima- Nahele si spaventò leggermente, non si era accorto che mentre camminava per raggiungere casa di Callum era stato affiancato da Adam.
-scusami stavo pensando- rispose il rosso sospirando.
-com’è andato l’incontro con il tuo nuovo fratellino?- chiese il ragazzo sorridendo e mettendogli un braccio sulle spalle.
-non ci ho parlato molto in realtà. Sa cucinare però e ci ha fatto la pizza ieri- rispose sinceramente Nahele.
-e com’è, di aspetto intendo- continuò il castano curioso.
-magro, molto magro anche se si veste con vesti molto larghi. E poi è castano con gli occhi verdi, credo. Gli occhi non li ho visti bene- parlò Nahele cercando di ricordarsi il volto del ragazzo.
-vabbè sei poco utile con le tue descrizioni, lo vedrò sabato al matrimonio- disse alla fine Adam ghignando in direzione del biondo.
-mia madre vi ha già invitato tutti vero?- sospirò Nahele capendo che non poteva davvero evitare che i suoi amici andassero al matrimonio della madre.
-ovviamente. La conosci meglio di noi quanto sia furba tua madre- gli fece notare Adam e Nahel non potè far altro che annuire sconsolato.
 

 

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


Due giorni erano passati velocemente e ormai era venerdì pomeriggio e Juniper era davanti alla porta di casa con difronte il futuro marito e i due ragazzi.
-mi raccomando non distruggetemi casa- si accertò la donna facendo scappare un sorriso a Kele.
-non ti preoccupare li controllo io- rispose prontamente l’uomo.
-in realtà sono molto più preoccupata di te che dei ragazzi- ribatté a tono la rossa prima di lasciargli un bacio sulle labbra. -fate i bravi okay? Ci vediamo domani- e con ciò Juniper uscì di casa e nell’abitazione calò il silenzio.
-bene cosa volete fare?- chiese Kele ai due ragazzi. Nahele era stato poco e niente a casa per quei due giorni e non si erano ancora conosciuti bene quindi l’uomo voleva cercare di far sentire a suo agio il rosso.
-non saprei sinceramente- rispose Nahele capendo che la domanda era riferita soprattutto a lui. Era stato pochissimo a casa e davvero non sapeva comportarsi con quei due li da solo. Con sua madre era molto più semplice visto che lei attaccava a parlare e Nahele poteva tranquillamente restare in silenzio. Ma in quel momento non poteva, Kele non lo avrebbe mai lasciato nel suo silenzio. L’uomo da quando lo aveva incontrato aveva sempre cercato di fare conversazione con lui ma Nahele non riusciva a fidarsi completamente.
-film?- parlò allora Lokni stiracchiandosi. -se volete cucino le piadine- continuò il ragazzo andando verso la cucina e controllando quello che c’era da mangiare.
-io eviterei cose molto pesanti visto che domani ci riempiremo come a che. Credetemi qui si mangia molto ai matrimoni- disse Nahele che in realtà le voleva le piadine solo che sapeva che doveva tenersi lo stomaco tranquillo per il giorno dopo.
-allora ci facciamo dei noodles- decise il ragazzo uscendo quindi tre sacchetti di noodles dalla credenza -anche perché questi scadono domani- continuò facendo vedere agli altri la data di scadenza sulla confezione.
-mi ero dimenticato della loro esistenza- sussurrò Nahele -quale film volete vedere?- chiese poi. Quella era un’ottima idea visto che non lo costringeva a parlare con i due. Sapeva che fino alla fine avrebbe dovuto farlo ma sapeva che non era quello il momento.
-scegli tu per me non fa differenza- rispose Lokni prendendo tre pentole per poter mettere separatamente le loro porzioni di Noodles.
Nahele guardò in direzione di Kele ma l’uomo gli sorrise facendogli intuire che non avrebbe scelto il film. Allora il ragazzo andò nel soggiorno e accese la tv per poi aprire netflix in cerca di un film che gli ispirava. Ci mise un bel po’ ma alla fine ne trovò uno che sembrava abbastanza carino e lo fece partire solo e soltanto perché Lokni aveva iniziato a portargli le ciotole con i noodles pronti insieme alle bacchette.
I tre si sedettero in tre posti completamente diversi: Nahele rimase sul divano centrale dove si era messo per scegliere il film, Lokni si era messo al divano che si trovava alla destra mentre Kele si era messo sulla poltrona a sinistra.
Guardarono i primi minuti di film con la luce accesa, per facilitare il mangiare, ma poi Lokni la spense quando andò a portare in cucina le ciotole che avrebbe lavato dopo. Il tempo passò velocemente e il film prese completamente i ragazzi tanto che non si accorsero della fine del film.
Fu Nahele a spengere la televisione visto che aveva il telecomando al suo fianco e si alzò per accendere la luce. Fu allora che si accorse che Lokni si era addormentato completamente sdraiato sul divano.
-come sempre- disse tra le risate Kele notando anche lui il figlio che dormiva per poi alzarsi e sparire al piano superiore per tornare dopo con una coperta con la quale coprì il figlio.
-non sarebbe meglio svegliarlo? È scomodo dormire sul divano- disse Nahele preoccupato della strana posizione nella quale si trovava il ragazzo. Aveva dormito qualche volta in quel modo e si era sempre ritrovato con un mal di schiena atroce il giorno dopo.
-non si sveglia nemmeno a martellate- rispose Kele sospirando -vado a lavare i piatti e poi credo che andrò a riposare anch’io- continuò il castano.
-posso lavarli anch’io- si propose Nahele seguendo l’uomo in cucina ma entrambi rimasero sorpresi dal vedere che aveva già fatto tutto Lokni.
-dovevo ipotizzarlo- sorrise leggermente Kele.
-io avrei lasciato tutti i piatti sporchi in mezzo- rise Nahele, Lokni per quanto riguardava la cucina era completamente diverso da lui.
-posso farti una domanda Nahele?- chiese dopo un po’ Kele guardando il rosso che aveva difronte. Il ragazzo annuì non riuscendo a capire cosa volesse chiedergli l’uomo.
-cosa pensi di me e Lokni, in generale dico. E si sincero, non mi offendo- Nahele rimase spiazzato da quella domanda e ci pensò un po’ su prima di rispondere a Kele.
-sinceramente ancora non so. Devo ancora inquadravi bene, tutto qui- disse alla fine il rosso -sono dubbioso e poco propenso a fidarmi solo perché non voglio che mamma soffri ancora- finì dicendo a verità all’uomo. Era sicuro che la madre avesse raccontato tutto a Kele.
-si, posso immaginare. Grazie per essere stato sincero-
-posso chiederti ecco…-
-la madre di Lokni?- lo anticipò il castano e vedendo che Nahele annuiva continuò -aveva un tumore che i medici non sono riusciti a prendere in tempo. È morta sette anni fa- Nahele rimase completamente in silenzio non sapendo cosa dire. Non si era minimamente aspettato una cosa del genere e un po’ si sentiva in colpa per aver pensato male dell’uomo. Non era divorziato come aveva ipotizzato, aveva semplicemente perso la moglie.
-era una domanda lecita Nahele, non massacrarti- gli disse l’uomo notando lo sguardo combattuto del rosso che aveva difronte.
-lo so, solo che non me lo aspettavo. Quanti anni aveva Lokni? È più piccolo di me no?-
-dodici. È stata molto dura per lui anche se ha sempre cercato di non far vedere quanto soffriva. La sua passione per la cucina l’ha presa dalla madre così come gli occhi- Nahele annuì a quelle parole notando come gli occhi dell’uomo si erano illuminati del parlare della ex moglie. Si erano illuminati proprio come quando guardava Juniper. Kele era realmente innamorato di Juniper e Nahele ebbe la conferma che l’uomo non avrebbe mai fatto niente per far soffrire la madre, almeno non intenzionalmente.
 

 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


Lokni si guardò allo specchio e sbuffò. L’eyeliner non voleva minimamente collaborare e invece di farsi una leggera linea nera sugli occhi sembrava un panda. Era in magno da più di mezz’ora solo per sistemarsi il trucco ma ovviamente senza successo. Aveva sempre cercato di imparare a truccarsi ma non ci era mai riuscito. Ringhiò al suo riflesso allo specchio e prese una salviettina per potersi struccare e ricominciare il lavoro da capo. Stava per riuscire a fare una linea decente al primo occhio quando sentì bussare insistentemente alla porta del bagno.
-un attimo ho quasi finito- gridò pensando fosse il padre e cercando di far uscire decente la linea anche all’altro occhio ma fallendo miseramente.
-devo prendere solo una cosa altrimenti non posso andare da mia madre. Non ci metto molto- disse la voce di Nahele dall’altro lato maledicendosi per essersi dimenticato una palette in quel bagno. Ed era proprio la palette con i colori che doveva usare per l’intero trucco.
Lokni rimase un momento fermo, non si era minimamente aspettato Nahele e alla fine decise di aprire la porta per far entrare il ragazzo cercando di coprire lo schifo che si era fatto in faccia con una salviettina, l’ennesima che usava quel giorno.
Nahele entrò nel bagno e aprì il mobiletto cercando la palette che la madre aveva preso qualche giorno prima. Appena la trovò fece per uscire dal bagno ma si accorse di quello che stava cercando di fare il castano.
-che stai facendo?- chiese quasi sconvolto notando non solo gli occhi da panda che si era fatto in faccia ma anche la salvietta che stava usando per pulirsi la faccia e che non era nemmeno per il trucco.
-niente- rispose velocemente il castano che interpretò male il tono del ragazzo pensando fosse sconvolto dal fatto che lui come ragazzo si stesse truccano.
-niente un corno! Sembri un panda e quelle cose non sono nemmeno salviettine struccanti, che già quelle non vanno bene per togliersi il trucco- disse Nahele guardando male la salvietta che il ragazzo aveva in mano per poi riaprire il mobiletto e passargli lo struccante. -usa questo-
Lokni guardò lo struccante confuso.
-e poi se continui a togliere e rimettere l’eyeliner non fai altro che impiastricciare ancora di più il trucco. Usa lo struccante e lavati la faccia- concluse Nahele uscendo dal bagno per andare a mettere la palette nella sua borsa e ritornare in bagno.
-ti serve altro?- chiese in un sussurro Lokni notando la presenza del rosso mentre si stava asciugando la faccia dopo aver seguito il consiglio del fratellastro.
-a me no, a te si. non posso lasciarti andare in giro come un panda. Dammi l’eyeliner- disse sicuro il rosso e Lokni rimase leggermente sorpreso prima di passare l’eyeliner a Nahele curioso di capire cosa volesse fare il ragazzo.
-chiudi gli occhi- parlò il rosso e Lokni lo fece e subito dopo sentì il pennello dell’eyeliner passare sulle sue palpebre. -apri- il castano fece come gli era stato detto e si ritrovò a fissare gli occhi azzurri del rosso che lo stavano scrutando attentamente -fatto, ora devi lasciare solo asciugare altrimenti si impiastra tutto- concluse il rosso ripassandogli l’eyeliner e Lokni annuì voltandosi verso lo specchio per rimanere sorpreso. Le linee erano perfette, identiche, ed erano così leggere che si notavano poco.
-wow. Come hai fatto?- chiese davvero curioso Lokni.
-sono un make up artist- gli rivelò il rosso.
-eh? Aspetta quindi prima non eri sconvolto perché stavo cercando di truccarmi?-
-certo che no! Perché dovrei esserlo scusa? Ero solo sconvolto dal fatto che sembravi un panda e che stavi usando quelle cose- rispose il rosso indicando schifato le salviettine.
-sono un ragazzo-
-e allora? Sai quante volte ho truccato presentatori televisivi o anche attori? Non c’entra niente essere uomo o donna. Posso provare a fare un’altra cosa?-
Lokni annuì in direzione del rosso che gli sorrise prima di sparire momentaneamente per poi tornare con una palette, quella che aveva preso precedentemente, e una matita nera. Lokni guardò curioso il ragazzo ma comunque chiuse gli occhi quando glielo chiese. Sentì il pennello passare sulla sua palpebra e si chiese ancora una volta se qualcuno avrebbe detto qualcosa al matrimonio vedendolo con quel trucco.
-apri e guarda in alto- sussurrò Nahele e Lokni fece quello che gli era stato detto mentre il rosso gli metteva la matita nera sotto agli occhi. -perfetto- sussurrò alla fine il rosso e Lokni non resistette oltre e guardò il suo riflesso allo specchio sorprendendosi di quanto con solo una matita sotto gli occhi e un leggero velo di ombretto color carne i suoi occhi risaltassero in quel modo.
-wow- non sapeva cos’altro dire oltre a quello.
-felice che ti piaccia, è molto semplice ma ti fa risaltare gli occhi- rispose Nahele sorridendo istintivamente verso il ragazzo che aveva difronte e che si stava ancora guardando allo specchio. Non aveva subito detto il suo lavoro perché aveva avuto paura potesse essere criticato da Kele e Lokni, ma a quanto pareva i suoi dubbi erano infondati.
-posso farti una domanda?- chiese allora Nahele pulendo con calma il pennello che aveva usato.
-dimmi, tanto credo di aver già capito- sussurrò Lokni leggermente a disagio per quella situazione.
-sei gay?-
-si-
-anch’io- a quella frase Lokni si girò di colpo con gli occhi sgranati. -che c’è?- chiese all’ora Nahele.
-tu sei gay? Mi sembri la persona più etero del mondo-
-l’apparenza inganna Lokni- rise Nahele -tuo padre lo sa?-
-si, e tua madre?-
-si-
-ora sono più tranquillo- sussurrò Lokni ed era sincero. Il sapere che nessuno in quella famiglia era omofobo gli aveva tolto un grandissimo peso dal petto.
-questa città per fortuna non ha omofobi, se togliamo la signora Noelle. È l’unica quindi non ti devi minimamente preoccupare- continuò Nahele che voleva tranquillizzare il suo fratellino. Fratellino? Davvero era bastato parlare un po’ con il castano per considerarlo già parte della sua famiglia? A quanto pareva si.
-grazie Nahele- disse sinceramente Lokni sorridendo al ragazzo a sua volta.
-o cazzo devo truccare mamma- disse Nahele dopo aver controllato l’orario sul telefono. -ci vediamo dopo- disse velocemente il rosso salutando con la mano il castano e uscendo di corsa da casa con il sorriso sulle labbra che non ne voleva sapere di sparire.
 

 

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


quanta gente è stata invitata?- chiese Lokni tenendosi alla destra di Nahele mentre entrambi entravano nella sala dell’unico grande locale presente in quella città.
-conoscendo mia madre tutto il paese- disse scherzando il rosso. Alla cerimonia celebrata al comune erano andati solo loro e i parenti di Juniper che comprendevano madre, sorella con il marito e le due figlie. Kele e Lokni quindi avevano fatto la conoscenza del resto della famiglia della donna al comune.
-in che senso tutto il paese?- chiese spaventato Lokni, conoscere tutto il paese quel giorno non gli sembrava una buona idea, soprattutto visto che era super timido e solo quella mattina si era avvicinato di più al fratello. Si, almeno nella sua mente avrebbe definito fratello Nahele.
-nel senso che qui ci conosciamo tutti e mia madre adora invitare la gente alle feste. A un mio compleanno invitò letteralmente tutto il paese- gli rivelò Nahele ridacchiando.
-io rimango in un angolino e non mi muovo- sussurrò Lokni convinto delle sue parole.
-non ti preoccupare, gli occhi di tutti saranno sui nostri genitori. A noi non ci calcoleranno minimamente, a parte i miei amici che mi stanno stressando da giorni perché ti vogliono conoscere-
-i tuoi amici mi vogliono conoscere?- chiese confuso Lokni. Non credeva di essere tanto interessante.
-da quando hanno scoperto che mia madre si era trovato il ragazzo e che aveva un figlio non hanno fatto altro che tartassarmi. Quindi si, ti vogliono conoscere- spiegò il rosso guardandosi intorno nella sala per individuare i suoi amici e andare da loro prima che qualcun altro andasse verso di loro. Quando li vide sorrise e fece cenno al castano al suo fianco di seguirlo. In realtà Nahele aveva trovato i ragazzi solo perché aveva riconosciuto i lunghissimi capelli biondi di Maka altrimenti per quanta gente c’era in smoking non sarebbe riuscito a riconoscere i suoi due amici di spalle.
Lokni seguì il rosso non tanto convinto della cosa. Non sapeva niente degli amici di Nahele ed essere presentato all’improvviso non era mai stato uno dei suoi grandi desideri.
-Nahe- gridò Maka accorgendosi che il rosso stava andando nella loro direzione e gli corse incontro, per quanto le permettevano il lunghissimo vestito rosso e i tacchi, per poi abbracciarlo di slancio.
-ehi! Come mai solo eyeliner e mascara?- chiese il rosso accorgendosi del leggerissimo trucco dell’amica. Amica che ghignò prima di tirare fuori dalla sua pochette una palette e un pennella. -sfruttatrice- ringhiò il rosso che comunque prese le cose che la ragazza gli stava porgendo e seguendola quando si sedette a uno dei tavoli, il loro probabilmente, per iniziare a truccarla.
-ecco perché quella cosa sembrava più enorme del solito- constatò Adam parlando della pochette della ragazza che gli sorrise felice.
-ma stavi bene così- sussurrò invece Callum che aveva adocchiato immediatamente il ragazzo castano che stava in disparte al loro fianco. Lo aveva notato al fianco di Nahele quando Maka era corsa incontro al rosso e da allora non era ancora riuscito a togliergli gli occhi di dosso per più di un minuto. Era davvero bello e stava segretamente sperando, anche se credeva di sbagliarsi, che non fosse lui il fratellastro di Nahele. Voleva provarci con il castano, sperando di non prendersi un due di picche, ma se fosse stato il fratellastro di Nahele non lo avrebbe mai fatto. Non voleva rischiare di incasinare le cose.
-fatto- disse Nahele ridando la palette e il pennello alla ragazza, ragazza che però gli porse il rossetto. -quello te lo puoi mettere da sola. Vi devo presentare una persona- disse poi il rosso facendo cenno a Lokni di avvicinarsi. -lui è Lokni, Lokni loro sono Maka, Adam e Callum- fece le presentazioni il rosso mentre Callum cercava di non far trasparire la sua delusione sul volto, perché ogni volta che aveva difronte un ragazzo carino non poteva avere possibilità di fare qualcosa.
-piacere- disse Lokni che si era già dimenticato i nomi di tutti.
-piacere nostro tesoro. Nahele ti tratta bene? Altrimenti dico ad Adam di picchiarlo- disse Maka sorridendo al castano che già le piaceva. Disse quelle parole anche per il fatto che Nahele aveva presentato di sua spontanea volontà il fratello, segno che i due avevano legato un po’ e che quindi tutto l’astio che in quei giorni Nahele aveva espresso non conoscendo gli altri membri della sua famiglia era passato.
-certo che sta bene! E poi lo sai che io faccio fuori Adam e non il contrario- protestò Nahele mettendo un braccio sulle spalle di Lokni che si sentiva strano per tutta quella situazione. Non era minimamente abituato a tutto quello.
-ma se ti picchiamo in due vinciamo- intervenne Callum lanciando uno sguardo d’intesa al castano.
-non vi azzardate…-
-sto bene, non vi preoccupate- disse prontamente Lokni preoccupato per l’incolumità del fratello. Okay che erano amici ma aveva comunque paura potessero realmente picchiare Nahele.
-ottimo, come sei messo a videogiochi?- chiese il biondo, del quale Lokni non ricordava il nome, sorridendogli, sorriso che fece perdere qualche battito al castano.
-eh?- chiese poi Lokni che era stato distratto guardando il biondo.
-videogiochi, quelli che fai al computer o alla play. Sai giocare vero?- chiese ancora Callum che non riusciva a credere che il ragazzo non li conoscesse.
-ehm si li conosco, ma non ci so giocare- rispose Lokni non capendo il perché di quella domanda.
-allora dobbiamo risolvere, è meglio se giochiamo in cinque e non in quattro- e a quella frase Lokni rimase terrorizzato dalla proposta. Era negato nei videogiochi.

 

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


-ehi ti disturbo- disse Nahele facendo capolino con la testa nella camera di Lokni, Lokni che si era da poco buttato sul suo letto dopo essersi fatto una doccia rilassante. Era stata una giornata pesante e aveva solo voglia di dormire.
-no, dimmi- rispose Lokni guardando in direzione del rosso.
-la mia camera è appiccicata a quella dei nostri genitori e, ecco volevo chiederti se potevo dormire qui stanotte. Non li voglio sentire fare certe cose. Posso anche dormire a terra- chiese Nahele.
-ma certo- rise Lokni che non aveva pensato a quel piccolo particolare. -puoi dormire anche nel letto se non ti da fastidio- propose poi il castano mettendosi da un lato per far spazio sul letto al rosso che non se lo fece ripetere due volte e con il suo cuscino in mano andò a sdraiarsi al fianco del castano.
-siamo ufficialmente fratelli da oggi- sussurrò Nahele guardando il castano negli occhi -non so se sarò un buon fratello-
-sarà una cosa nuova per entrambi- sussurrò a sua volta Lokni spegnendo la luce nella camera facendoli cadere nel buio più totale. Avevano entrambi bisogno di riposare dopo il matrimonio. Era stata una mattina stancante soprattutto perché Maka, si alla fine si era imparato il nome della ragazza, lo aveva trascinato in giro con loro per tutto il tempo e lo aveva costretto a ballare con lei visto che il suo ragazzo, aveva scoperto più tardi che il castano era il ragazzo della bionda, non voleva farlo.
-mi dispiace per i miei amici, a volte sono molto insistente- disse dopo un po’ Nahele. Lokni scosse la testa anche se il rosso non poteva vederlo, nonostante tutto si era divertito a stare insieme a quei ragazzi, era da tanto che non stava con qualcuno. Da quando il suo ex migliore amico lo aveva sputtanato davanti a tutta la scuola dopo aver scoperto che era gay nessuno si era più avvicinato a lui. Forse li poteva ricominciare d’accapo.
-davvero se ti danno troppo fastidio non sei costretto ad accettare il loro invito- continuò Nahele riferendosi al fatto che Callum aveva proposto di fare una serata videogiochi tutti e cinque insieme.
-non mi danno fastidio. Non sono abituato ad avere tanta gente intorno- spiegò Lokni sbadigliando.
Dopo quelle parole entrambi i ragazzi, troppo stanchi per continuare la conversazione, caddero in un sonno profondo e si svegliarono solo la mattina dopo infastiditi dal sole, infatti Lokni la sera prima si era
completamente dimenticato di abbassare la saracinesca per non far entrare il sole in camera.
-buongiorno- sussurrò Nahele sbadigliando, era ancora stanco ma sapeva perfettamente che se avesse continuato a dormire si sarebbe alzato ancora più stanco.
-‘giorno- Lokni si stiracchiò per poi alzarsi dal letto iniziando a cercare qualcosa tra gli scatoloni che aveva in camera. Durante la notte aveva pensato a quello che gli aveva detto il fratello dopo averlo truccato per il matrimonio e aveva deciso di passare lo scatolone direttamente al rosso.
-che stai facendo? E poi non hai ancora sistemato tutta quella roba?- chiese Nahele accorgendosi solo in quel momento che il castano aveva lasciato in mezzo tantissimi scatoloni ancora pieni, li aveva nascosti per bene ma stavano comunque in mezzo a dare fastidio.
-sto cercando una cosa per te- rispose sinceramente il castano per poi sorridere visto che aveva finalmente trovato quello che stava cercando. Tirò fuori la borsa nera dallo scatolone e raggiunse il letto per poi porgere al rosso la borsa. Nahele rimase un attimo confuso e guardò Lokni cercando di capire cosa potesse esserci dentro quella borsa che sembrava anche parecchio pesante e soprattutto piena. Nahele prese la borsa e con calma l’aprì timoroso del suo contenuto. Appena si accorse cosa conteneva quella borsa sgranò gli occhi e con calma controllò tutto il contenuto.
-come fai ad avere tutta questa roba? E poi alcune di queste sono anche edizioni limitare- Nahele era sconvolto, quel borsone era pieno di trucchi della Moyo, una delle marche più buone e famose di cosmetici. Aveva solo una palette di quella marca e non si capacitava di come il ragazzo potesse avere così tanta roba, e anche sigillata segno che il castano non l’aveva toccata.
-non lo sai?- chiese invece Lokni sgranando gli occhi.
-sapere cosa?-
-mio padre è il direttore della Moyo. Questi sono campioni che mi da ogni volta che esce un nuovo prodotto perché sa che voglio imparare a truccarmi decentemente ma non li ho mai usati. Hai visto quanto faccio schifo. Nelle tue mani non saranno di certo sprecati- spiegò Lokni con un sorriso sulle labbra -ci dovevamo trasferire da queste parti a prescindere perché hanno aperto la nuova sede principale della Moyo-
-Kele è il direttore della Moyo?- Nahele era sconvolto. Aveva notato i due nuovi rossetti della madre delle Moyo e la donna gli aveva semplicemente detto che glieli avevano regalati perché avevano fatto una pubblicità all’azienda ma Nahele iniziava a pensare che glieli avesse regalati Kele. Erano troppo chiari, colori che piacevano tantissimo a Juniper, per non essere stati scelti da qualcuno che non conoscesse la madre -davvero posso tenerli?- chiese poi Nahele. Aveva paura di usare quei trucchi.
-certo che si! Te li sto regalando e poi appena papà scopre che lavoro fai ti riempirà credimi. Ovviamente posso approfittare del tuo aiuto se avessi bisogno di un trucco vero?-
-lo faccio gratis alla metà delle persone in questo villaggio e non dovrei farlo a te? Grazie Lokni-
-e di cosa? Vado a preparare la colazione- disse poi il castano alzandosi dal suo letto e mettendosi una felpa sopra la maglietta a maniche corte che indossava scese al piano inferiore per iniziare a preparare la colazione per quattro. Di solito Juniper si occupava di quello la mattina visto che si svegliava sempre prima di tutti ma per quel giorno Lokni aveva intenzione di non farla stancare troppo.
Nahele guardò ancora i trucchi della Moyo incredulo continuando a sorridere prima di scendere e decidere di aiutare il suo fratellino.

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


-quando glielo diremo?- chiese Juniper mordendosi il labbro mentre era seduta sul suo letto matrimoniale guardo quello che dal giorno prima era diventato a tutti gli effetti suo marito.
-calmati Juni, possiamo anche farlo fra un mese- la tranquillizzò l’uomo che si era rivestito prima di andare dalla moglie e lasciargli un bacio sui capelli rossi ancora completamente disordinati.
-ma se se ne accorgono?- chiese ancora la donna iniziando a torturarsi le dita.
-non sei nemmeno al mese Juni, non se ne accorgeranno subito. Aspettiamo per il momento- continuò Kele stringendo la donna a se. -tranquilla okay? Non ti lascio sola-
-lo so- sussurrò la rossa riprendendo il sorriso -è solo che odio mentire a Nahele-
-anche a me non piace tanto tenere nascoste le cose a Lokni ma per questo possiamo aspettare, lasciamo che si avvicinino un po’ prima di avvisarli che avranno un fratello-
-per quanto ho visto sono stati tutto il tempo insieme ieri- disse la donna decidendosi finalmente ad alzarsi per andare a fare colazione, il suo stomaco aveva iniziato a richiedere di essere sfamato visto che il giorno prima per il nervosismo aveva mangiato poco e niente.
-si, sono felice che Nahele non abbia lasciato Lokni da solo visto che non conosce praticamente nessuno- anche Kele si alzò dal letto e raggiunse la moglie in modo da scendere insieme, a metà scalinata sentirono entrambi un buon profumo provenire dalla cucina ed entrambi capirono che Lokni si era svegliato prima di loro e si era messo a cucinare.
-buongiorno- disse Juniper palesando la loro presenza in cucina e accorgendosi che c’era anche Nahele li che stava sistemando il tutto per la colazione mentre Lokni era ai fornelli.
-‘giorno- risposero in coro i ragazzi -dormito bene?- aggiunse poi Nahele senza staccare gli occhi dalla tavola.
-hai sentito tutto?- chiese invece Juniper diventando leggermente rossa, si era appena ricordata che la loro camera coincideva perfettamente con quella del figlio.
-no, ho dormito in camera con Lokni per evitare di sentire qualcosa- disse ridacchiando il rosso. -ma per le prossime volte credo che andrò a comprare dei tappi per le orecchie- continuò scherzando il maggiore sedendosi al suo posto avendo finito di sistemare il tutto.
-okay- sussurrò Juniper mordendosi il labbro.
-papà hai notato che ieri ero truccato decentemente?- chiese dopo un po’ Lokni al padre mettendo i pancake appena fatti in un piatto e portandoli a tavola.
-si e sono rimasto parecchio sorpreso, non sembrava essere stato fatto da te- rispose l’uomo prendendo il primo pancake della torre.
-infatti, mi ha truccato Nahele- rivelò il castano sorridendo in direzione del rosso -è un make up artist-
-davvero?- chiese curioso Kele girandosi a guardare Nahele che annuì, non si era minimamente aspettato quell’uscita da parte di Lokni. -ma è fantastico! Hai qui tutti i campioni che ti ho dato?- chiese poi rivolto al figlio.
-sono già a sicuro tra le mani di Nahele- rise il castano.
-ottimo. Almeno non verranno sprecati-
-PAPA!-
-ho solo detto la verità- rise il castano all’espressione furiosa del figlio.
-ma non infierire! Lo sai che sono negato!- borbottò il castano addentando arrabbiato un pancake.
-non ti preoccupare Kele, non andrà più in giro facendo il cosplay del panda-
-ti ci metti pure tu adesso?- chiese Lokni rivolto al fratello che aveva seduto difronte.
-ho solo detto che sono diventato il tuo truccatore personale e poi non puoi negare che ieri sembravi un panda prima che ti truccassi io- Juniper guardava quello scambio tra i due ragazzi con un sorriso sulle labbra che andava a crescere poco alla volta. Non si era minimamente aspettata una cosa del genere. Nel giro di un giorno i due avevano legato a tal punto che stavano scherzando proprio come se fossero dei veri fratelli e poteva ritenersi felice della cosa. Sperava solo che non arrivassero a litigare pesantemente come era capitato a lei e la sorella parecchie volte. Si, quello faceva anche parte dell’essere fratelli ma sperava non dover mai affrontare una cosa del genere. Spostò il suo sguardo in quello del marito e lesse la stessa sorpresa e la stessa felicità dei suoi.
-come mio truccatore personale significa che mi truccherai ogni giorno? Anche per andare all’accademia di cucina?- chiese dopo un po’ Lokni.
-se vuoi si, non ho problemi se mi avvisi a che ora hai le lezioni e poi posso accompagnarti anch’io in città visto che lavoro quasi ogni giorno. Credimi il pullman fa schifo- continuò Nahele prendendo il terzo pancake, sembrava come se il giorno prima non avessero mangiato niente.
-e con quale macchina?-
-quella di mamma. Tanto voi due andate insieme a lavoro vero?- chiese poi rivolto ai due adulti che annuirono. Di solito avendo una sola macchina Nahele usava quella della madre solo quando aveva gli stessi orari della donna o quando lei non doveva lavorare, ma adesso era diverso.
-allora va bene, mi risparmio la levataccia- disse Lokni -ma per il ritorno?-
-quello non saprei, dipende ovviamente dai tuoi e dai miei orari. Sono usciti?- Lokni annuì e prese il telefono per cercare la tabella degli orari e passarla al rosso.
-sono quelli evidenziati- spiegò il castano mentre il rosso storceva la bocca.
-abbiamo lo stesso orario di ritorno solo il lunedì e il mercoledì- borbottò scocciato -il venerdì tu finisci prestissimo mentre io ho orario continuato- spiegò Nahelle scocciato. Non gli piaceva l’idea che Lokni potesse prendere quel pullman tutto da solo, soprattutto visto che era arrivato li da nemmeno una settimana.
-in quel caso vado in pullman non preoccuparti- disse Lokni al ragazzo che aveva difronte leggermente sorpreso da tutta quell’improvvisa iperprotettività che aveva visto nei suoi occhi.
 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Lokni si stava guardando intorno curioso e allo stesso tempo meravigliato. Finalmente era arrivato il giorno di inizio delle lezioni. Per l’ansia la sera prima non era minimamente riuscito a chiudere occhio tanto che Nhaele lo aveva sgridato mentre gli metteva chili di correttore per non far notare le profonde occhiaie che il castano aveva sotto gli occhi. Sempre il rosso poi lo aveva accompagnato fino in città dove poi si erano divisi. E in quel momento Lokni si trovava nella sua aula per seguire la prima lezione del giorno e non vedeva l’ora, soprattutto perché quella non era una classe normale: al posto dei banchi infatti c’erano tanti banconi, non dello stesso numero degli studenti, ma comunque era il paradiso per il castano.
-buongiorno- le attenzioni di tutti gli studenti andarono in direzione della porta dalla quale era appena entrato quello che a conti fatti doveva essere il loro professore. Tutti i presenti salutarono in coro il professore che li scrutò attentamente prima di parlare -se pensata che cucinare sia solo un gioco quella è la porta- tutti i ragazzi presenti seguirono il braccio del professore e Lokni fu certo di aver sentito qualcuno sbuffare fra di loro ma non sapeva dire chi. -nella mia classa voglio persone che amino la cucina e che ci mettano tutto il suo impegno nel cucinare- il professore osservò tutti i presenti attentamente.
-so che in questa classe sono presenti sia i ragazzi che hanno scelto di specializzarsi nei dolci e sia quelli nel salato ma prima di poter solo pensare di potervi dedicare esclusivamente a uno dei due dovrete essere in grado di padroneggiare tutto- si mise a spiegare l’uomo e Lokni sbiancò, era negato con i dolci e non voleva che il professore pensasse che fosse svogliato. -ora mettetevi in coppie, ho controllato il numero degli iscritti e siete perfettamente a metà tra dolce e salto quindi vi chiedo di formare coppie miste- e dopo quelle parole ci fu il macello più totale. Tutti che gridavano e cercavano di capire con chi stare, Lokni vide chiaramente tre ragazze iniziare a litigare perché non volevano separarsi. Lokni scosse la testa e si guardò intorno, aveva capito bene o male che erano già presenti alcuni gruppetti e si sentiva davvero a disagio a dover chiedere a qualcuno di sconosciuto di fare coppia con lui. Che poi nemmeno sapeva chi erano quelli del reparto dolci.
-scusa- Lokni si girò verso la voce e vide che un ragazzo dai nerissimi capelli e gli occhi celesti si era avvicinato a lui quasi titubante -sei da solo?- chiese ancora stringendosi le braccia al petto quasi a disagio.
-si, anche tu?- chiese allora Lokni, forse aveva trovato qualcuno, sperava solo non avesse scelto anche lui i salati. Il moro annuì.
-dolce o salto?- chiese poi Lokni visto che il moro non sembrava intenzionato a porgli quella domanda.
-dolce- rispose il moro con lo sguardo speranzosa.
-allora se per te non ci sono problemi potremmo fare coppia, ma ti devo avvertire che sono negato nei dolci- parlò ancora Lokni capendo che il moro era ancora più timido di lui.
-io sono negato con il salato- rise finalmente il ragazzo sciogliendosi un po’ -sono Yiska- si presentò poi porgendo la mano al castano che aveva difronte.
-Lokni- rispose il castano stringendo la mano del ragazzo.
-smettetela di fare le oche- richiamò l’attenzione il professore. -chi ha già fatto le coppie venga a prendersi un grembiule. I colori sono diversi per distinguere le varie coppie.- Lokni e Yiska si affrettarono a prendere i loro grembiuli non volendosi trovare con grembiuli dai colori troppo strani e si ritrovarono con quelli verde bottiglia.
-ora- parlò ancora il professore una volta che tutte le coppie si furono formate e messe dietro il rispettivo bancone -cucinate qualcosa di buono utilizzando solo questo e quello che trovate sul vostro bancone, non mi interessa se dolce o salato- Lokni sgranò gli occhi guardando l’uovo che l’uomo stava tenendo in mano e successivamente quello che lui e Yiska avevano sul bancone: miele e farina. -avete due ore-
Lokni e Yiska si guardarono negli occhi completamente terrorizzati, non sapevano minimamente cosa fare.
 
-sono felice che nessuno sia passato alla prova- disse ridacchiando Lokni mentre lui e Yiska uscivano dalla scuola di cucina.
-io non sono tanto felice- sussurrò Yiska quasi demoralizzato.
-Yiska significa che nessuno è un mostro e che avremo di sicuro altre possibilità- gli fece notare il castano. Era felice di aver trovato quel ragazzo, sembravano molto simili e gli piaceva molto come cosa.
-si ma uovo, miele e farina?- Yiska scoppiò a ridere -non passeremo mai quella prova-
-si invece. Possiamo provare anche a casa e confrontarci per portare avanti il lavoro- continuò Lokni mentre controllava il telefono infatti Nahele gli aveva scritto che avrebbe fatto un po’ tardi e di aspettarlo perché non voleva assolutamente farlo andare con il pullman. -io rimango qui- disse al moro sedendosi a peso morto sui gradini della scuola.
-perché?- chiese il moro confuso.
-il mio passaggio è in ritardo e mi ha detto di aspettare-
-non sei di qui?-
-no, vivo ad un’oretta da qui- spiegò il castano facendo un sorriso tirato.
-allora vieni da me per un po’. Non aspettare qui da solo- propose Yiska sorridendogli -il mio coinquilino dovrebbe essere a lavoro in questo momento-
-vivi già da solo?- chiese curioso Lokni alzandosi, non avrebbe rifiutato quella possibilità.
-anch’io non sono di qui, ho preso casa perché altrimenti sarebbe stancante fare avanti e indietro con il pullman ogni volta. Torna a casa solo nel weekend- spiegò Yiska facendo strada al castano che si affrettò ad avvisare il fratello di andarlo a prendere a un indirizzo diverso che Yiska gli aveva prontamente dato, scrivendo come scusa che si sarebbero allenati ancora un po’ con il loro compito.
Dal messaggio che Nahele gli inviò Lokni capì che il rosso non era tanto felice della cosa ma per messaggio non aveva intenzione di litigare, o forse era troppo impegnato a lavoro per potergli rispondere decentemente ma Lokni già si immaginava la ramanzina in macchina.
 

 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Lokni entrò in macchina il più velocemente possibile visto che Nahele aveva parcheggiato in doppia fila non essendoci posto. Appena il castano si fu messo la cintura guardò in direzione del fratello che aveva uno sguardo lugubre che non gli piaceva per niente.
-cosa c’è?- chiese proprio Lokni mentre Nahele faceva partire la macchina.
-vai a casa della gente senza conoscerla. Poteva succedere di tutto- palesò i suoi dubbi Nahele non distogliendo lo sguardo dalla strada.
-mi fido di lui anche se ci siamo conosciuti solo oggi e poi abbiamo veramente cucinato!- protestò Lokni -non fare il fratello iperprotettivo-
-ma io sono il fratello iperprotettivo. Lokni so che non siamo realmente fratelli e che ci conosciamo da una settimana scarsa ma non so come sento che sei diventato mio fratello. È una cosa assurda, soprattutto detta da quello che non amava minimamente l’idea di avere estranei in casa, ma è così-
-anche per me è la stessa cosa Nahele ma devi fidarti di me. Ho avuto così tante delusioni che sono il primo a fidarsi poco della gente quindi sto attento alle persone che ho intorno- Nahele non tolse gli occhi dalla strada per guardare verso il fratello ma sospirò capendo le parole del ragazzo. Per quel ragazzo avrebbe fatto un’eccezione, visto che sembrava non essere pericoloso, ma per altri non si sarebbe risparmiato soprattutto con tutti quelli che ci avrebbero provato con Lokni.
-cosa avete fatto?- chiese allora Nahele per cambiare argomento.
-il professore ci ha fatto cucinare le uova- rispose ridendo Lokni -ma non delle semplici uova: uova con quello che avevamo nel nostro bancone quindi miele e farina-
-aspetta in che senso miele e farina?- chiese sconvolto Nahele girandosi a guardare il fratello visto che avevano trovato il primo semaforo rosso.
-nel senso che dovevamo cucinare qualcosa di buono con solo quelle cose e a tutti erano diverse. Nessuno è passato e quindi dobbiamo continuare fino a quando non troveremo una soluzione- spiegò il castano sospirando mentre Nahele ripartiva.
-ma che s’è fumato?- chiese di getto il rosso scuotendo la testa. Credeva che il fratello fosse andato a quella scuola per imparare non per doversi inventare una ricetta con elementi strani.
-credo sia solo un suo metodo per insegnarci qualcosa e soprattutto per far andare via quelli che non sono realmente interessati alla cucina- rivelò i suoi pensieri Lokni, all’inizio l’aveva pensata proprio come il fratello ma poi ci aveva pensato su e aveva capito in parte il ragionamento del professore. Chi era svogliato non se ne sarebbe andato solo per le intimazioni dell’uomo e quella era una prova per capire chi realmente aveva intenzione di continuare quel percorso.
-modo strano ma non sapendo niente di cucina non posso criticarlo anche se vorrei. Chi cazzo mangia un uovo con il miele?- chiese davvero confuso Nahele. -comunque stasera vado a casa di Callum con gli altri e ti hanno invitato. Ovviamente non sei obbligato- continuò il rosso.
-vengo volentieri anche per non rimanere da solo a casa con i nostri che fanno cose- disse Lokni, in realtà non ne aveva tanta voglia visto che non si sentiva ancora completamente a suo agio con gli amici di Nahele e soprattutto perché sapeva che avrebbero giocato ai videogiochi e lui era negato. Restare a casa però per il momento non gli sembrava un’ottima idea.
-Maka ne sarà contenta, ti adora. In realtà ti adorava ancor prima di conoscerti- rivelò il rosso ridacchiando solo al pensiero di quanto la ragazza lo avesse tartassato.
-non so se esserne felice oppure no. Comunque com’è andata a lavoro?-
-il solito: modelli che non collaborano, produttori che cambiano idea all’ultimo momento quindi io devo rifare il trucco- spiegò Nahele alzando gli occhi al cielo per l’ultima affermazione. Perdevano sempre tantissimo tempo nel rifare tutto il trucco.
-okay passiamo a domande più serie, anche perché sono curioso: sei fidanzato?- chiese dopo un po’ Lokni. Al matrimonio non aveva visto nessuno al fianco del fratello ed era curioso. Nahele era molto bello quindi immaginava avesse la fila.
-no, qualche sera quando vengo in città capita che vado a letto con qualcuno ma non ho un fidanzato- rispose sinceramente il rosso. -tu? Anche se credo di sapere già la risposta-
-nemmeno io. Lo ero ma è durata nemmeno un mese visto che il mio ex stava con me solo perché avevo i capelli lunghi come le ragazze. L’ho lasciato prima che mi distruggesse- rivelò Lokni sospirando.
-posso ucciderlo?- chiese ringhiando Nahele.
-ma se non lo conosci nemmeno!- protestò Lokni guardando male il rosso pentendosi di aver fatto quella domanda al ragazzo visto che sapeva avrebbe ribaltato la domanda.
-ti ha fatto soffrire e io voglio fare il fratello maggiore quindi voglio ucciderlo-
-risparmiati per i miei futuri ragazzi altrimenti non avrai la forza per loro-
-oh per quelli non ti preoccupare, chiederò di sicuro aiuto a Callum e Adam- e Nahele mentre diceva quelle parole ne era più che convinto senza però sapere che doveva stare attento proprio al suo migliore amico.
-per che ora dovremmo andare dai ragazzi?-
-prima di cena, solitamente prendiamo da mangiare in modo da continuare a giocare mentre ceniamo e anche per passare più tempo insieme. Da quado lavoriamo tutti quanti e Maka va all’università non abbiamo più tanto tempo per stare tutti insieme- spiegò il rosso.
-cosa studia Maka? Non sapevo andasse all’università-
-beni culturali. Diciamo che lo sta facendo solo perché i suoi nonni volevano che continuasse a studiare. Se fosse stato per lei si sarebbe trovata un lavoro. Alla fine è riuscita a decidere lei quale corso seguire-
-perché costringere qualcuno a continuare a studiare? Deve essere una propria scelta altrimenti lo si fa controvoglia- sussurrò Lokni che non capiva davvero quello che avevano fatto i nonni di Maka.
-i suoi nonni sono assurdi e credimi è meglio non nominarli davanti a lei oppure inizia a sclerare. Non li capirò mai, davvero-
-cos’altro hanno fatto?- chiese quasi spaventato Lokni. Da come ne stava parlando Nahele significava chiaramente che era successo altro.
-hanno isolato un loro nipote per una cazzata. Non si parlando e impediscono anche a Maka e ai suoi genitori di farlo. Sono molto subdoli credimi- e Lokni si chiese come delle persone potessero essere così stupide da isolare un proprio nipote.

 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


-non avvicinarti frocio- Yiska sospirò esasperato per le parole del suo coinquilino. Stava entrando nella sua camera dopo essersi fatto una doccia e si era trovato difronte Rem che subito si era tirato indietro. Da quando il suo coinquilino aveva scoperto che preferiva li uomini alle ragazze aveva iniziato a trattarlo malissimo nonostante Yiska gli avesse fatto notare che avrebbe potuto perfettamente dire alla padrona di casa che non voleva un omosessuale come coinquilino, avrebbe evitato tutto quell’astio. Rem gli aveva risposto a tono che non era suo il compito visto che era contronatura essere attratti dallo stesso sesso.
Yiska a quelle parole aveva alzato gli occhi al cielo e non aveva risposto. Non sarebbe servito a niente con le persone come Rem che credevano di avere sempre ragione. Per un momento aveva anche pensato di cambiare casa ma non sarebbe riuscito a farlo subito visto che aveva il contratto firmato per sei mesi e non aveva nessuna intenzione di perdere i soldi.
-sei tu che mi sei quasi venuto addosso- rispose Yiska facendo un mezzo sorriso isterico prima di chiudere la porta della sua camera alle spalle. La loro convivenza sarebbe andata avanti in quel modo: nessuno dei due si sarebbe parlato più del necessario e a Yiska andava anche bene visto che Rem sembrava più schifato che intenzionato a fargli del male.
Yiska si buttò di peso sul letto per poi prendere il telefono che aveva messo in precedenza a caricare e osservare attentamente il numero di Lokni. Era felice di essere riuscito a fare coppia con quel ragazzo, lo aveva individuato subito tra tutti i presenti sia per i lunghi capelli che per il filo di trucco che aveva sugli occhi e aveva pensato potesse essere l’unico con il quale parlare. Quando il professore se ne era uscito con la questione delle coppie si era spaventato ma vedendo che il castano che aveva precedentemente adocchiato era da solo e non sembrava intenzionato a cercare qualcuno e aveva preso coraggio. Si era rivelata una buonissima idea. Di solito non era quello che faceva i primi passi, lo aveva fatto solo una volta e si era ritrovato con il cuore in mille pezzi, ma in quel momento non si pentiva di aver parlato con Lokni.
Non sapeva cosa avrebbero fatto con il loro compito, visto che nessuno dei due aveva delle idee buone per il momento, ma era sicuro sarebbero riusciti a fare qualcosa.
Magari fosse stato Lokni il suo coinquilino e non quello stupido di Rem. Ma non poteva avere tutto dalla vita e non doveva nemmeno attaccarsi troppo al castano. Il ragazzo poteva anche parlare con lui solo e soltanto perché costretto e non perché volesse. C’era sempre quella possibilità e non doveva assolutamente farsi illusioni.
Il ragazzo fece per spegnere il telefono ma l’apparecchio iniziò a suonare e il ragazzo sorrise vedendo il numero della nonna sullo schermo.
-nonna come va?- chiese il ragazzo rispondendo alla chiamata mentre chiudeva le imposte facendo calare il buio totale nella sua camera.
-dovrei essere io a farti questa domanda tesoro, com’è andato il primo giorno all’accademia?- chiese la donna dall’altro lato.
-tutto bene anche se il professore ci ha dato un compito impossibile: dobbiamo creare una ricetta con miele, uova e farina!- protestò il ragazzo sbuffando.
-non ci vedo niente di difficile, puoi fare dei pancake- gli disse la donna con tanta naturalezza che Yiska si chiese come lui e Lokni potessero essere stati così stupidi. Era una cosa così semplice che si sorprendeva davvero di non esserci arrivato prima alla soluzione. -non ci avevi minimamente pensato vero?- gli chiese ridacchiando la donna dall’altro lato e Yiska immaginò che in quel momento avesse un bellissimo sorriso aperto sul viso.
-no nonna, non ci avevamo pensato. Questo progetto si fa in due e ne a me che al mio collega è venuto in mente-
-uh, quindi ti sei già fatto un amico?- chiese la donna interpretando male le parole del ragazzo.
-no nonna, siamo solo in gruppo insieme. È ancora presto per definirlo amico- rispose il ragazzo sospirando anche se voleva tanto che Lokni diventasse suo amico.
-almeno è carino?-
-NONNA!- protestò il moro diventando completamente rosso e pentendosi di aver detto alla nonna che gli piacevano i ragazzi. La donna non faceva altro che chiedergli quando si sarebbe trovato un ragazzo o se un ragazzo che vedevano per strada era o no di suo gradimento.
-è una domanda lecita, volevo solo sapere-
-si è carino ma non è il mio tipo- si arrese Yiska sapendo che la nonna lo avrebbe tartassato per tutto il tempo se non avesse risposto alla sua domanda.
-peccato, vorrei tanto vederti con qualcuno. Comunque uno di questi fine settimana lo invitiamo a casa così lo conosco e ti dico la mia- continuò la donna convinta.
-nonna non siamo nemmeno amici fare una cosa del genere per adesso non mi sembra nemmeno consona. Con quale scusa lo invito?- protestò il moro chiudendo gli occhi. -e poi ti ho già detto che per il momento non sto cercando nessuno- quella era una bugia bella e buona e Yiska era sicurissimo che la nonna lo avesse già sgamato, ma dopo quello che era successo un anno prima aveva paura di legarsi a qualcuno sentimentalmente. Doveva prima dimenticare e iniziare nuovamente a fidarsi delle persone e successivamente trovare qualcuno. La nonna non sapeva quello che era successo. Yiska non aveva avuto il coraggio di dirglielo e immaginava che la donna non l’avrebbe mai saputo.
-io spero tesoro che tu possa legare con questo ragazzo anche perché quel mostro del tuo coinquilino non aiuta minimamente. Ora ti lascio che sta per iniziare “Tempesta”, buona notte tesoro mio-
-buona notte nonna-
 

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


-la semplicità è una delle armi più potenti- parlò il professore mentre Lokni e Yiska in quel momento volevano solamente sotterrarsi e non essere davanti alla loro intera classe -questi due ragazzi ci sono arrivati e sono stati anche gli unici a superare la prima prova- l’uomo si stava riferendo ai pancake che i due ragazzi avevano realizzato quella mattina. Appena Yiska era arrivato aveva trovato Lokni che lo stava aspettando davanti all’ingresso e gli aveva detto quello che aveva proposto la nonna la sera prima: fare i pancake. Il castano aveva sgranato gli occhi, anche lui non ci aveva minimamente pensato a quella possibilità, e si erano trovati subito d’accordo a provarci. E ci erano riusciti.
-siete tutti convinti che per stupire dovete fare qualcosa di sorprendente, qualcosa che nessuno si è mai immaginato ma per fare ciò bisogna avere delle solide basi. È questo quello che farò in questo anno di accademia, vi darò delle basi anche al costo di farvi rifare lo stesso piatto ogni giorno. E pretenderò che voi sappiate fare quei piatti anche ad occhi chiusi- continuò l’uomo facendo cenno a Yiska e Lokni di ritornare dietro il loro bancone, cosa che i due fecero.
-la prova è finita- parlò il professore dopo essere stato in silenzio per un po’ -non è stato uno dei pancake più buoni che io abbia mai mangiato, ma almeno non faceva schifo- il professore mise da parte i pancake per avere il suo bancone libero e poggiarci sopra le mani. -ora preparatemi un’ottima carbonara-
-una che?- chiese una delle ragazze in prima fila attirando su di se lo sguardo confuso del professore.
-signorina come vuole diventare una cuoca se non conosce nemmeno un piatto italiano? Ed è anche uno dei più conosciuti-
-ma gli italiani fanno solo la pizza- rispose la ragazza mentre Yiska voleva sotterrarsi al suo posto. Anche lui che era appassionato di dolci sapeva perfettamente cosa fosse una carbonara, non sapeva cucinarla ma sapeva cosa fosse. -e poi io faccio dolci-
-no, gli italiani non fanno solo la pizza e a prescindere da quella che sarà la tua specializzazione devi conoscere la cucina nella sua totalità. Sa che solo per quello che ha detto dovrei cacciarla da quest’aula, e credetemi se non fosse stati divisi in coppie l’avrei fatto ma non voglio penalizzare il suo collega. Ora cucinate tutti una carbonara- e così dicendo l’uomo uscì dall’aula portandosi appresso i pancake. Subito si scatenò l’inferno.
-sai cucinare una carbonara vero? Io non l’ho mai fatta- chiese Yiska leggermente terrorizzato dal professore e una sua possibile sfuriata.
-si, non ti preoccupare-
E andarono avanti per il resto della settimana a fare carbonare, anche se venivano bene per i ragazzi il professore riusciva sempre a trovare qualche difetto nei vari piatti da costringerli a rifarli ogni volta.
-sono morto- disse il venerdì Lokni mentre uscivano dall’accademia.
-a chi lo dici, non voglio sentir parlare di carbonara per tutto questo fine settimana e nemmeno sentirne l’odore- rispose Yiska facendosi scattare il collo indolenzito per essere stato con la testa piegata per tutto il tempo.
-oh si a casa si scordano che io cucini pasta domani o domenica- concordò Lokni annuendo alle parole del moro. Moro con il quale aveva legato tantissimo. Non che avessero parlato di cose importanti ma entrambi avevano iniziato ad aprirsi di più con l’altro.
-devi prendere il pullman o ti vengono a prendere?- chiese dopo un po’ Yiska mentre i due avevano preso a camminare verso la stazione. Era arrivato finalmente il momento di andare a casa e Yiska ne era felicissimo. Sopportare Rem per cinque giorni era troppo per chiunque.
-pullman- rispose Lokni ridacchiando -anche se il mio passaggio odia che io prenda il pullman tanto da dirmi che si sarebbe volentieri fatto un viaggio a vuoto solo per venirmi a prendere ma io gliel’ho impedito. Mi crede un bambino incapace- sussurrò l’ultima frase leggermente piccato per il comportamento di Nahele.
-be’ di solito il venerdì il pullman, almeno quello che prendo io, è pieno zeppo di gente che ti mette le mani ovunque. Un po’ capisco il tuo “passaggio”- disse Lokni facendo le virgolette mentre parlava del passaggio del castano che si mise a ridere.
-allora non ti invidio minimamente, spero che il mio pullman sia meglio. Gli altri giorni che l’ho preso non era tanto pieno-
-ma non era venerdì. Credimi il fine settimana torna tanta gente a casa ed è un macello- i due ragazzi parlando erano finalmente arrivati alla stazione dei pullman e Lokni si guardò intorno cercando di individuare il suo pullman e per sua fortuna lo trovò al solito posto e quasi vuoto.
-devo andare di li- disse il castano indicando in direzione del suo pullman.
-anch’io- rise Yiska seguendo il castano ancora non avendo capito che stavano andando entrambi verso lo stesso pullman, se ne accorsero solo quando entrambi si spostarono verso la porta del loro pullman.
-non ci credo- rise Lokni mentre salivano e si sedevano in due posti liberi. -siamo sullo stesso pullman. Okay che fa diverse fermate ma mi sembra molto strano e assurdo. Anche se bello-
-sono sicuro che non siamo della stessa città, altrimenti ti avrei conosciuto prima, ma sono felice che questo viaggio ce lo facciamo insieme-
-aspetta quindi questo pullman si riempirà?- chiese spaventato Lokni facendo due più due e Yiska annuì. E il castano vide quello che gli aveva in precedenza detto Yiska avverarsi pochi minuti dopo con fiumi di studenti che popolarono il pullman.
Il viaggio che solitamente sarebbe stato noioso per entrambi i ragazzi si rivelò abbastanza breve visto la compagnia e nemmeno si accorsero di essere finalmente arrivati a destinazione.
-mi stai pedinando?- chiese Lokni vedendo che il moro stava scendendo insieme a lui dal pullman.
-certo che no! Io ci vivo qui- rispose Yiska per poi sgranare gli occhi. Era impossibile fossore della stessa città ma era impossibile non dire il contrario visto che erano scesi entrambi nella stessa fermata.
-no, non può essere- disse Lokni scuotendo la testa. Era felicissimo della cosa e il sorriso gli sti stava allargando sulle labbra fino a quando non vide un rosso di sua conoscenza seduto su una panchina, palesemente ad aspettarlo -scusa un attimo devo ammazzare qualcuno- disse al moro che non capì l’affermazione del ragazzo al suo fianco fino a quando non lo vide correre verso Nahele e dirgli qualcosa. Nahele rise a quelle parole e abbraccio il castano mentre il cuore di Yiska si stava spezzando definitivamente. Il moro non aspettò il castano e mettendosi meglio lo zaino sulle spalle se ne andò a casa.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Yiska stava camminando a passo svelto per arrivare il prima possibile a casa e soprattutto mettere distanza tra lui e Nahele. A mente leggermente più lucida gli dispiaceva essersene andato in quel modo senza aver salutato Lokni al quale si era legato particolarmente in quella settimana ma proprio non voleva vedere Nahele, soprattutto non con quello che probabilmente era il suo nuovo ragazzo. Una volta a casa avrebbe mandato un messaggio al castano inventandosi una qualunque scusa, non voleva parlare di Nahele con il castano. Non si sarebbe sentito a suo agio.
Mentre la sua mente era immersa nei pensieri, soprattutto cupi nei confronti di Nahele, qualcuno lo prese per un braccio e lo trascinò nel vicolo li affianco. Solo dopo essersi ripreso il ragazzo notò Maka che gli stava sorridendo.
-Maka- sussurrò il ragazzo chiudendo un attimo gli occhi per riprendersi -cosa ci fai qui?-
-è così che mi saluti cugino?- chiese la bionda incrociando le braccia al petto piccata per quello che aveva detto il moro che aveva detto il cugino. -non ci vediamo quasi mai-
-perché i nonni non vogliono e io non voglio che te li inimichi anche tu parlandomi. Lo sai che mi hanno sconosciuto- parlò Yiska sospirando. Voleva un mondo di bene a Make, soprattutto perché la ragazza lo andava sempre a trovare nonostante teoricamente non potesse, ma non voleva farla rischiare troppo. Quando aveva saputo che l’avevano costretta a continuare a studiare era impazzito ma lui non poteva fare niente.
-ma io voglio parlare con mio cugino. Tua nonna mi ha detto che studi in città!- disse la ragazza per poi adombrarsi -dimmi che non lo hai fatto per Nahele-
-perché dovrei farlo per lui?- chiese confuso Yiska.
-perché lo ami ancora-
-si ma di certo non decido di continuare a studiare solo per seguirlo in città! Mi è bastato quando mi ha spezzato il cuore. Non so nemmeno i suoi orari- protestò il ragazzo. Sua cugina era stata l’unica a sapere quello che era successo con Nahele anche perché Yiska non era riuscito a tenerle nascosta la cosa per troppo tempo ma da quando lo aveva fatto la ragazza non faceva altro che dirgli di stare lontano da quello che era il suo migliore amico nonostante tutto.
-sicuro? Guarda che non voglio che Nahele ti faccia del male-
-me lo ha già fatto Maka! Peggio di così non può andare quindi stai tranquilla. Ora scusami ma devo tornare a casa-
-sei nervoso-
-è stata una settimana pesante Maka e sono stanco. Non torno a casa da più di una settimana e ho bisogno di riposarmi- protestò il ragazzo. Sapeva che la bionda si sarebbe accorta del suo nervosismo per aver visto solo per poco Nahele con un altro. La cosa che più gli dava fastidio non era che Nahele si era fidanzato con qualcun altro ma il fatto che con lui fosse stato uno stronzo colossale, illudendolo di poter avere qualcosa di più del mero sesso, mentre con Lokni sembrava molto dolce.
-sicuro che non c’entri Nahele? Hai la faccia da “Nahele mi ha spezzato nuovamente il cuore e lo ha calpestato”-
-Maka maledizione non vedo Nahele da mesi- protestò il moro -posso avere anche altro per la testa. Ora posso andare? Ho davvero bisogno di riposarmi- e senza aspettare le parole della cugina, visto che sembrava volesse protestare ancora, se ne andò lasciandola da sola in quel vicolo.
Maka rimase scioccata e socchiuse gli occhi. Era successo qualcosa con Nahele altrimenti Yiska non si sarebbe comportato in quel modo. Nahele l’avrebbe sentita quella sera, non poteva distruggergli il cugino in quel modo.
E così fece, o meglio, quando Nahele e Lokni li raggiunsero a casa di Callum Maka non fece altro che guardare male Nahele tanto che il ragazzo la guardò confuso.
-cosa c’è?- chiese infatti il rosso confuso alle occhiatacce della bionda. Bionda che continuò a guardarlo male senza parlare. Solo lei e Nahele erano a conoscenza di quello che era successo con Yiska e di certo la ragazza non avrebbe detto quello che era successo al cugino ne al suo fidanzato e ne a Callum. Solo Nahele sapeva che la ragazza ci parlava con Yiska.
-cos’ha?- chiese Nahele ad Adam e Callum che lo guardarono confusi, nessuno dei due sapeva il perché del comportamento della ragazza. Fu allora che Nahele iniziò ad avere un dubbio e sospirò. -andiamo fuori- sussurrò alla bionda uscendo in terrazza sotto lo sguardo molto confuso di Lokni che non stava capendo niente, e fu anche peggio quando anche Maka si alzò seguendo il rosso.
-che è successo?- chiese il castano agli altri due ragazzi soffermandosi di più sul biondo.
-non lo sappiamo- gli rispose proprio Callum.
-cos’è successo adesso?- chiese sulla terrazza Nahele a Maka controllando che la porta fosse chiusa decentemente per impedire agli alti di ascoltare la loro conversazione.
-oggi ho parlato con Yiska…-
-ovvio se sei incazzata con me centra sempre Yiska- la interruppe alzando gli occhi al cielo il rosso.
-ed era strano, nervoso. Proprio come quando lo hai scaricato…-
-Maka lo sai bene che tra noi non è mai iniziato niente. Siamo solo andati a letto insieme tre volte- protestò Nahele.
-quando io ti avevo detto di non giocare con i sentimenti di mio cugino ma non mi hai ascoltato minimamente. Quel ragazzo ne sta passando di tutti i colori e lo sai perfettamente! Ma tu te ne freghi altamente. Comunque smettila di ronzargli intorno-
-io e Yiska non ci parliamo da mesi, e non lo vedo da mesi. Guarda che potrei non essere io il motivo del suo nervosismo- protestò ancora il rosso incrociando le braccia al petto.
-no, Nahele. Conosco mio cugino e quello sguardo era quello che aveva quando gli hai spezzato il cuore-
-smettila di dirlo. Non ho visto Yiska quindi non ho colpe per il suo nervosismo. Ora torniamo dagli altri prima di passare troppo tempo a litigare da fargli fare mille domande-

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Nahele sbuffò e dopo aver sbagliato l’ennesima buca di fila si alzò dalla sedia stiracchiandosi.
-sei una schiappa- disse ridendo Callum che aveva fatto buca al primo colpo.
-vado in bagno- borbottò il rosso anche se nessuno dei presenti lo sentì visto che non gli stavano dando attenzioni. Maka e Adam si stavano baciando poco interessati al gioco come loro solito mentre Lokni stava ancora cercando di fare almeno una buca. Proprio come aveva detto era negato per i videogiochi ma almeno ci stava provando ad impegnarsi.
Nahele uscì quindi quatto dalla camera computer per rinchiudersi nel bagno padronale della casa. Il ragazzo poggiò le mani sul lavandino e si guardò allo specchio. Aveva una voglia matta di tirare un pugno o di urlare ma non poteva. Lo avrebbero chiaramente sentito e lui non voleva che gli altri lo vedessero in quello stato. La litigata con Maka non gli aveva fatto per niente bene soprattutto quando doveva far finta che non gli importasse minimamente niente di Yiska quando era palesemente il contrario.
Non si sarebbe mai avvicinato al moro se non avesse provato qualcosa per lui e di certo non ci sarebbe andato a letto per bene tre volte. Yiska gli era piaciuto da quando una volta era entrato per sbaglio nella loro classe quando andavano alle superiori. Da allora non aveva fatto altro che seguirlo con lo sguardo quando ne aveva la possibilità e lo stesso aveva fatto il moro. Finire a letto insieme era stato abbastanza naturale anche se ci avevano messo anni a farlo senza smettere di lanciarsi sguardi lasciavi e gli avrebbe proposto anche di mettersi insieme se solo non ci fosse stato un problema: i nonni di Maka e Yiska. Poco prima di chiedere a Yiska di diventare il suo ragazzo era venuto a conoscenza del fatto che i loro nonni avevano imposto a Maka di lasciare Adam solo perché il ragazzo, che aveva appena iniziato a lavorare in banca, aveva servito proprio Yiska. Alla fine avevano lasciato stare la questione solo perché non era stata volontaria ma aveva fatto terrorizzare Nahele. Se si fosse messo con Yiska Maka non sarebbe potuta più essere sua amica. Quindi era stato posto davanti un bivio: seguire il cuore o conservare l’amicizia. Aveva scelto l’amicizia trattando malissimo Yiska solo per non farlo più avvicinare a lui. E se ne era pentito ogni giorni di più e quando Maka gli aveva gridato contro aveva tanto avuto la tentazione di rivelare la verità alla bionda ma non ce l’aveva fatta e aveva fatto si di passare come il cattivo e stronzo della situazione.
Nahele prese il suo telefono sbloccandolo e aprì la galleria scorrendo le foto fino ad arrivare a quella che aveva custodito gelosamente per tutto quel tempo. C’erano lui e Yiska sorridenti in mezzo al semibuio della sua camera, era una foto scattata post sesso ma si intravedevano solo i loro due volti sorridenti. Quella foto gli scaldava il cuore ogni volta che la vedeva ma allo stesso tempo gli faceva male sapere che non sarebbe stato più felice come in quel momento. Osservò quella foto per un po’ prima di uscire dalla galleria, riporre il telefono in tasca e sciacquarsi la faccia prima di tornare dai suoi amici che li trovò così come li aveva lasciati tranne per Callum e Lokni che si erano avvicinati e il biondo stava spiegando qualcosa del gioco.
-ditemi che quei due si sono scollati- sussurrò Nahele avvicinandosi al fratello e a Callum riferendosi a Maka e Adam.
-secondo te?- chiese Callum ridacchiando. -di cosa avete discusso? Sembrava una cosa seria-
-non ti preoccupare Callum. È normale avere dei pareri discordanti a volte- rispose Nahele che voleva sviare l’argomento Yiska il più possibile. Non gli piaceva mentire a Callum ma aveva promesso a Maka che non ne avrebbe fatto parola con nessuno.
-è ancora arrabbiata con te- disse Callum che aveva messo un braccio sullo schienale della sedia dove si trovava Lokni, poteva sembrare un gesto casuale ma Nahele conosceva Callum e non faceva mai niente per caso quindi socchiuse gli occhi guardando il suo amico in modo che capisse che non gli andava minimamente a genio il fatto che il suo migliore amico avesse il braccio li.
Callum alzò le sopracciglia capendo lo sguardo di Nahele ma invece di togliere il braccio da dove si trovava lo fece scivolare ancora di più fino ad andare sulle spalle di Lokni che non sembrava essersene accorto minimamente del gesto del biondo. O meglio era quello che stava cercando di mostrare. Stare così vicino a Callum già gli faceva uno strano effetto ma non voleva che il fratello interpretasse male il suo imbarazzo. Nonostante tutto il braccio di Callum sulle sue spalle non gli dispiaceva minimamente.
Nahele voleva ammazzare Callum, oh eccome se voleva ammazzarlo ma in quel momento non aveva senso scatenare l’inferno per un braccio sulle spalle. Soprattutto non quando Lokni lo aveva già tartassato la mattina per averlo aspettato alla fermata del pullman.
Avrebbe parlato con il suo migliore amico dopo, quando sarebbero stati solo loro due infatti aveva una mezza idea di andare a parlare con il biondo l’indomani mattina all’officina nella quale lavora Callum per parlargli a quattrocchi.
-be’ vogliamo giocare o no?- chiese Adam attirando l’attenzione dei tre.
-guarda che siete voi due che vi siete messi a sbaciucchiarvi mentre stavamo giocando- fece notare Callum ridacchiando per poi togliere il braccio dalle spalle di Lokni per cambiare gioco. A quanto pareva il golf stava annoiando tutti quanti. -che ne dite di una bella partita a valornt?-
-vuoi farci tiltare?- chiese Adam che era già andato ad aprire l’icona del gioco sul suo computer perché in quella stanza Callum aveva ben quattro computer. Li aveva messi li solo perché si erano trovati tantissime volte a casa del biondo per giocare e quindi in comune accordo avevano creato quella stanza.
-oh che bello non devo fare niente- disse tutto contento Lokni, valorant come gioco non l’aveva mai capito e ringraziava tantissimo che non ci fosse un quinto computer che lo avrebbe costretto a giocare.
 

 

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


-posso sapere cosa avevi in mente ieri?- chiese Nahele palesando la sua presenza nell’officina nella quale lavorava Callum, Callum che sbucò fuori da sotto la macchina che stava aggiustando osservando l’amico che si era appoggiato al tavolo da lavoro con le braccia incrociate.
-cosa dovrei avere in mente secondo te?- chiese il biondo alzandosi per prendere un sorso d’acqua dalla sua bottiglietta e anche per fare una pausa visto che il suo amico era realmente andato a rompergli le scatole.
-non lo so per questo chiedo Callum-
-voglio provarci con Lokni okay?- sputò fuori Callum -non puoi negare che sia un bel ragazzo- continuò il ragazzo chiudendo la bottiglietta. All’inizio non voleva dire la verità al suo amico, sapendo perfettamente quanto potesse essere geloso ma alla fine era convinto di aver fatto la scelta giusta a dire la verità.
-sei serio?-
-non sto scherzando se è quello che intendevi, se invece parlavi delle mie intenzioni con Lokni non lo so. So solo che mi piace per il momento e vorrei vedere se funziona tra noi prima di dirti se sono serio o no-
-non ti perdonerò se gli spezzerai il cuore lo sai vero?- chiese Nahele e pensando a ciò si sentì leggermente male. Era più o meno lo stesso discorso che gli aveva fatto Maka quando aveva scoperto di lui e Yiska e lui aveva spezzato volontariamente il cuore del moro. Era un po’ un controsenso dire una cosa del genere.
-guardati, sei diventato un fratello iperprotettivo in una settimana e poco più. Non che sia sbagliato ma la cosa sembra assurda solo perché odiavi tutta questa situazione. Comunque non posso farti promesse che non sono sicuro potrò mantenere-
-mia madre è felice, ha finalmente trovato qualcuno che la ama e Kele è okay. Sappi che mi sentirò autorizzato a picchiarti se scopro che hai fatto del male a Lokni- concluse Nahele sospirando. -ti lascio lavorare-
-aspetta, puoi dirmi cos’è successo ieri con Maka? Andiamo sono il tuo migliore amico e dovrei esserci per te quando ne hai bisogno. Credi che non mi sia accorto che la litigata con Maka ti abbia fatto male? Hai bisogno di sfogarti con qualcuno e io ci sono, ci sarò sempre-
-grazie Callum ma davvero è una cosa tra me e lei e non voglio coinvolgerti troppo, soprattutto non voglio che ti schieri o dalla mia parte o da quella di Maka- Nahele scosse la testa, sapeva che Callum si sarebbe schierato dalla sua parte senza aspettare un secondo di più e non voleva destabilizzare il loro gruppo.
-e va bene ma non puoi tenerti tutto dentro, se non vuoi parlarne con me o con Adam perché siamo troppo legati a Maka fallo almeno con Lokni- gli propose Callum e Nahele annuì anche se non aveva nessuna intenzione di parlare di Yiska con il fratello, non era ancora pronto ad affrontare quell’argomento.
-allora io vado- si decise a dire Nahele salutando Callum con la mano e uscendo dall’officina per dirigersi a passo svelto verso casa dove aveva lasciato da solo Lokni a cucinare per il pranzo. I loro genitori sarebbero tortati a breve per pranzare. Infatti quando il rosso arrivò nel cortile di casa si ritrovò ad entrare in casa insieme alla madre e a Kele.
-dove sei stato tesoro?- chiese Juniper al figlio mentre posava la borsa di lavoro sul divano e raggiungeva la cucina dove Lokni aveva da poco finito di cucinare il loro pranzo e aveva salutato i nuovi arrivati con un sorriso.
-sono andato a trovare Callum in officina- rispose sinceramente Nahele mentre Kele gli porgeva qualcosa. Il ragazzo guardò confuso il pacchettino prima di aprirlo e sgranare gli occhi nel vedere una palette edizione limitata della Moyo che era stata annunciata qualche giorno prima e che non era ancora uscita.
-ma…- il rosso era senza parole mentre osservava quella palette come se fosse oro colato.
-te lo avevo detto che ti avrei portato tutti i campioni dei nuovi prodotti- gli disse l’uomo sorridendo al figlio adottivo che gli sorrise a sua volta grato di quel regalo.
-grazie- disse allora Nahele uscendo dalla cucina per andare a riporre al sicuro la sua nuova palette, se l’avesse tenuta in mano per un altro po’ non avrebbe mangiato per andare ad usarla quella palette.
-dobbiamo dirvi una cosa- parò Juniper una volta che Nahele fu tornato in cucina.
-è successo qualcosa di brutto?- chiese prontamente Lokni leggermente preoccupato, quella frase non gli piaceva per niente, soprattutto posta in quel modo.
-no, tesoro- rispose Kele per Juniper al figlio.
-allora cosa?- chiese curioso Nahele iniziando a giocare con la forchetta che aveva in mano.
-sono incinta- rivelò allora la donna guardando preoccupata a turno i due ragazzi.
-mi avete fatto prendere un colpo per niente- disse Lokni calmandosi leggermente -questa è una bellissima notizia-
-concordo, sono felice per voi- disse anche Nahele sorridendo.
-non siete arrabbiati?- chiese confusa Juniper.
-perché dovremmo essere arrabbiati? È una cosa naturale che sarebbe successa prima o poi- disse Nahele alla madre. Non pensava si fosse realmente preoccupata per una cosa del genere, soprattutto non dopo che si era anche sposata.
-non lo so, poteva sembrare tutto troppo veloce per voi due-
-mamma ma ci hai visti? Abbiamo legato nel giro di un giorno, quello del vostro matrimonio per dirla tutta, quindi non ti devi preoccupare- continuò Nahele sorridendo in direzione di Lokni -e poi Lo finalmente potrà fare la parte del fratello maggiore- aggiunse il rosso mentre Lokni gli lanciava un’occhiataccia.
-tu invece ti sei già calato perfettamente nella parte- rispose a tono il castano incrociando le braccia al petto, la sua voleva essere una critica ma non gli riuscì tanto bene visto che a parte per alcune cose Lokni adorava quando Nahele faceva il fratello maggiore iperprotettivo. Gli piaceva avere una figura del genere al suo fianco e per niente al mondo. Non si era mai accorto che gli serviva una figura del genere fino a quando Nahele non aveva iniziato a comportarsi in quel modo.

 

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


-hai gli occhiali. Quando li hai messi?- chiese curioso Lokni notando la montatura sul volto di Yiska che lo aveva appena raggiunto al loro bancone. Bancone spoglio per il momento ma di li a poco sarebbe stato riempito con tutti gli ingredienti per fare una carbonata.
-li ho sempre avuti solo che non li metto. Già non rimorchio senza occhiali figurati se me ne vado in giro con questi. Li ho messi silo perché mi è venuto mal di testa- rispose il moro che in quei giorni che aveva passato da solo aveva deciso che con Lokni si sarebbe comportato naturalmente come se non lo avesse visto il venerdì insieme a Nahele.
-ma cosa dici! Sei un bel ragazzo- protestò il castano -e poi gli occhiali ti stanno bene-
-no che non mi stanno bene, credimi se le lenti non mi facessero gonfiare gli occhi andrei in giro solo con quelle, ci vedrei anche meglio- borbottò il moro.
-da piccolo prendevo gli occhiali di mia madre e me li mettevo solo perché credevo di essere più figo. Tu non ti vedi bene ma stai bene Yiska. E poi non farti venire il malditesta per niente- protestò Lokni.
-credimi nessuno mi fa la corte con questi addosso-
-oh andiamo! Avrai tante ragazze ai tuoi piedi-
-peccato che io sia gay- disse quasi senza ragionare Yiska e se ne accorse solo quando vide Lokni sgranare gli occhi.
-non me ne ero minimamente accorto sai?- disse il castano dopo un po’ -ciò non toglie che tu sia un bel ragazzo che avrà tanti ragazzi ai propri piedi-
-come te-
-si, posso dire che già in molti mi ronzando intorno ma non stiamo parlando di me in questo momento- cambiò argomento Lokni continuando ad osservare il ragazzo che stava veramente meglio con gli occhiali.
-ti ho detto la pura e semplice verità. Nessuno mi calcola e l’unica persona che lo ha fatto ha solamente giocato con i miei sentimenti facendomi credere di volere altro oltre al semplice sesso quindi è normale che io non creda minimamente alle tue parole- spiegò a grandi linee il moro. Non avrebbe ovviamente detto il nome di Nahele perché non voleva rovinare il rapporto che Lokni aveva con il suo ragazzo.
-vuol dire che quel ragazzo non sa quello che ha perso perché sei un ragazzo fantastico Yiska. Troverai sicuramente qualcuno, possibilmente tieni quegli occhiali addosso che stai benissimo- la conversazione tra i due ragazzi sarebbe andata avanti se solo il professore non fosse entrato in classe facendo si che i ragazzi si concentrassero solo e soltanto sulla loro carbonara.
Anche per quel giorno nessuno riuscì a fare una carbonara come il professore la pretendeva e tantissimi avevano già abbandonato l’accademia. In una settimana più di metà iscritti se ne erano andati. Yiska e Lokni invece avevano tutte le intenzioni di continuare a seguire le lezioni: non si sarebbero arresi solo per una dozzina di carbonare non riuscite. Il professore era stato chiaro all’inizio: avrebbe fatto rifare lo stesso piatto fino a quando non sarebbero riusciti a farlo ad occhi chiusi.
-non so come fanno i ristoratori a cucinare le stesse identiche cose per anni- disse Yiska mentre i due ragazzi stavano camminando verso la casa di Yiska dopo aver finito le loro interminabili ore di carbonara.
-be, sono diverse cose e non sempre e solo una. Odierò la carbonara per il resto della mia vita- rispose invece Lokni stiracchiandosi leggermente. Poco prima di uscire dall’accademia Nahele lo aveva avvisato che avrebbe fatto tardi e di aspettarlo e non azzardarsi ad andarsene con il pullman. Lokni ne aveva approfittato per poter passare un altro po’ di tempo insieme a Yiska. Quel ragazzo gli stava piacendo sempre di più giorno dopo giorno e desiderava che la loro amicizia crescesse ancora di più.
-secondo te quando la finiremo di fare carbo…- ma il moro non riuscì a finire la frase perché un clacson lo interruppe. Il moro si girò con sguardo assassino verso la strada, proprio come Lokni, per vedere chi fosse stato lo stronzo a suonare in quel modo: una panda nera aveva accostato proprio affianco a loro e i due ragazzi si guardarono confusi fino a quando il finestrino della macchina non si abbassò rivelando la presenza di un ragazzo biondo che entrambi riconobbero.
-Callum- disse sorpreso Lokni con un sorriso sulle labbra avvicinandosi alla macchina mentre Yiska cercava di nascondersi il più possibile per non farsi riconoscere da Callum. -che ci fai qui?-
-Nahele mi ha chiesto di venirti a prendere. Mi trovavo qui per delle commissioni e lui farà molto tardi quindi vieni con me- rispose il biondo che sembrava felicissimo della cosa.
-non gli va proprio a genio che io prenda il pullman vero?- rise Lokni scuotendo la testa divertito. -io vado, ci vediamo domani- disse poi il castano in direzione di Yiska che annuì salutandolo con la mano mentre saliva sulla panda di Callum.
-conosci Yiska?- chiese il biondo una volta che furono partiti.
-uh si, facciamo entrambi la scuola di cucina. Tu come lo conosci?- chiese Lokni curioso. Si, aveva scoperto che lui e Yiska erano della stessa città ma non pensava che il moro conoscesse Callum, anche perché non si erano minimamente calcolati, anche se forse doveva immaginarselo visto che in quel paesino si conoscevano tutti.
-ci conosciamo tutti lo dovresti sapere-
-allora perché non vi siete salutati?- chiese ancora il castano curioso.
-non ci siamo quasi mai parlati e poi Yiska non parla con nessuno di noi- spiegò il biondo.
-e come mai? È successo qualcosa?- Lokni non riusciva minimamente a capire quella situazione.
-si, non so se Nahele ti ha parlato del cugino di Maka….-
-mi ha accennato qualcosa-
-è Yiska il cugino di Maka-
 

 

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


-il cugino di Maka? Davvero?- chiese sorpreso il castano al biondo che aveva al suo fianco. Tutto si era immaginato tranne che quella possibilità.
-si, davvero-
-ma con esattezza cos’è successo? Nahele mi ha detto che è stato isolato ma non il perché- chiese allora Lokni che aveva paura di chiedere a Yiska quella cosa. Sapeva chi era in realtà il ragazzo solo perché glielo aveva detto Callum e non lui. Fargli una domanda del genere sarebbe stato inopportuno e lui voleva sapere visto che era curioso.
-è complicato-
-è quasi un’ora di viaggio e di certo non posso fare questa domanda a Yiska- lo convinse Lokni e il biondo cedette.
-il padre di Yiska era il fratello della madre di Maka. I loro genitori non avevano mai visto bene il matrimonio del padre di Yiska con la madre e si vedevano raramente per quel fatto-
-cosa c’era di male?-
-la madre di Yiska era mezza russa e a loro non andava bene e non solo, per quanto ci ha detto Maka era anche sposata prima di arrivare qui- continuò il biondo sospirando -le cose sono peggiorate quando i genitori di Yiska sono morti in un incidente stradale. Yiska aveva solo sei anni all’epoca-
-mi stai dicendo che fino a quando erano ancora in vita i rapporti andavano bene e poi hanno deciso di lasciare da solo un bambino così piccolo?- chiese confuso Lokni che si stava sentendo male per il moro. Sapeva cosa significava perdere qualcuno di caro ed era qualcosa che non augurava a nessuno.
-praticamente si, diciamo che con la scusa che alla guida era la madre di Yiska i nonni paterni hanno fatto ricadere la colpa sulla donna e hanno deciso che anche il bambino era pericoloso. Non chiedermi i particolari perché non li so. Ti sto raccontando quello che ci ha detto Maka-
-e adesso con chi vive Yiska?-
-con la nonna materna. Era troppo piccolo per essere lasciato da solo- finì di spiegare il biondo e Lokni rimase in completo silenzio cercando di metabolizzare quello che gli era stato detto. Non poteva immagine quanto ne avesse passate il moro, eppure a volte sembrava così tanto tranquillo che uno guardandolo dall’esterno non avrebbe mai immaginato niente.
-cambiamo argomento evitando di parlare di cose tristi- disse Callum notando lo sguardo perso del ragazzo al suo fianco e allo stesso tempo pronto per fare quello che realmente aveva avuto intenzione di fare da quando lo aveva visto. -ceniamo insieme stasera?- chiese quindi Callum. Aveva accettato di andare a prendere il ragazzo, oltre al fatto che si trovava già li, per poter stare un po’ con lui e fargli quella proposta senza gli altri intorno.
-certo, ma tutto dipende da che ora ritorna Nahele- disse Lokni che non aveva per niente capito che l’invito era stato fatto solo a lui.
-intendevo solo noi due. Se non vuoi non sei obbligato ad accettare- si affrettò a specificare il biondo. Visto che si erano fermati a un semaforo riuscì a girarsi in direzione del castano che aveva sgranato gli occhi sorpreso da quella proposta.
-cazzo si- rispose con un sorriso incredulo Lokni. Non si sarebbe mai aspettato la prima mossa proprio dal biondo, credeva di essergli per lo più indifferente e se aveva fatto qualche gesto in più, come mettergli casualmente un braccio sulle spalle, Lokni aveva pensato fosse stato fatto solo e soltanto per far innervosire Nahele. Quella si che era un piacevole sorpresa.
-bene, ti porto nel migliore ristorante di tutta la città- disse Callum felice della risposta del castano, significava che entrambi erano attratti l’uno dall’altro ed era un’ottima cosa.
-vuoi dire l’unico ristorante che c’è- rise Lokni ricordandosi di quanto era rimasto sconvolto quando Nahele gli aveva detto che avevano un solo ristorante che faceva tutto: pizze, pesce, panini, in pratica tutto quanto.
-non smorzare la situazione con questo commento!- protestò Callum. Doveva sembrare una bella proposta ma in quel modo perdeva tutto il suo fascino.
-guarda che a me basta uscire con te e non mi importa dove andiamo, andrei in un ristorante dove si mangia di merda con te sappilo-
-cavolo ora mi metti ansia- rise nervosamente Callum, quello che aveva detto Lokni non era cosa da niente.
-non farti venire ansia inutilmente e pure per una cosa che hai proposto tu- cercò di tranquillizzarlo Lokni -ho già mangiato la roba del ristorante ed è buona quindi non ti preoccupare-
-non era per quello- sussurrò Callum senza guardare negli occhi il bellissimo ragazzo che aveva accanto visto che doveva tenerli fissi sulla strada che aveva davanti.
-e per cosa allora?-
-deve importarti davvero tanto questa cena visto che non ti importa nemmeno che il cibo sia buono- spiegò Callum.
-perché mi piaci Callum, ecco perché- a quelle parole Callum accostò la macchina e si girò verso il ragazzo.
-che?- chiese per sicurezza il biondo guardando attentamente il castano che aveva difronte in modo da poter notare qualunque cambiamento nel suo sguardo.
-mi sei piaciuto dal primo momento che ti ho visto e ti sto dicendo questo solo perché ho capito che c’è un piccolo interesse da parte tua altrimenti non mi avresti mai chiesto di uscire stasera- parlò Lokni osservando a sua volta il bellissimo biondo che aveva affianco.
-piccolo interesse? Cazzo ho voglia di baciarti dal primo momento che ti ho visto!- rivelò il biondo e Lokni stava per dirgli di baciarlo ma non fece in tempo visto che Callum lo baciò di sua spontanea volontà. Lokni si sporse di più per permettergli di approfondire il bacio e gli mise anche le mani intorno alla faccia per tirarselo più vicino. Nonostante la scomodità della macchina, con le cinture che stavano tirando entrambi, avrebbero continuato a baciarsi se solo il telefono di Lokni non avesse preso a suonare. I due si staccarono contro voglia e Lokni osservò la chiamata in arrivo da Nahele confuso: cosa voleva il fratello?
-cosa c’è?- chiese quasi esasperato Lokni mentre Callum faceva ripartire la macchina che non poteva stare per molto tempo sul ciglio della strada.
-vedi che io sono stato incastrato a lavoro per tutto il giorno e verrà a prenderti Callum-
-sono già in macchina con Callum Nahele- rispose Lokni alzando gli occhi al cielo.
-ah, meglio così. Torno a lavoro-

 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


-vuoi togliermi il respiro?- chiese Lokni quando ebbe un momento di respiro dai baci di Callum. Il biondo era appena andato a prenderlo da casa per andare a cena insieme e la prima cosa che aveva fatto quando lo aveva visto era stato baciarlo ferocemente. Dopo la chiamata di Nahele i due non si erano più fermati fino ad arrivare a casa di Lokni dove Callum gli aveva lasciato un leggero bacio sulle labbra prima di saltarlo. E in quel momento si trovavano in un vicolo tra due case, ben nascosti da occhi indiscreti, e si stavano baciando.
-voglio solo darti tutti i baci che tuo fratello mi ha impedito di darti stamattina- gli rispose il biondo staccandosi leggermente e controllando l’orario sull’orologio che aveva al polso destro. -tra un po’ dovremmo andare visto che ho prenotato-
-sei tu quello che ci sta trattenendo in questo vicolo- rise Lokni che non vedeva l’ora di passare l’intera serata con il ragazzo che aveva difronte se quelle erano le premesse.
-andiamo prima che Nahele ritorni dalla sua stressante giornata di lavoro e ci impedisca di andare- disse Callum prendendo per mano il castano ed incamminandosi con lui verso il ristorante che era abbastanza vicino da permettere ai ragazzi di andarci a piedi. Lokni si sorprese di quel movimento ma sorrise.
-se ci vede Nahele ti ammazza. Mi ha palesemente detto che sono il suo fratellino da proteggere- disse Lokni stringendo forte la mano del biondo. Nessuno sembrava star camminando per strana ma anche se ci fosse stato qualcuno a guardarli Lokni non avrebbe lasciato quella mano.
-Nahele sa perfettamente che avevo intenzione di provarci con te. Se ne è accorto la sera che ti ho messo il braccio sulle spalle e il giorno dopo mi ha minacciato-
-quindi non è stato involontario quel gesto?- chiese sorpreso Lokni osservando attentamente il ragazzo.
-certo che no. All’inizio doveva sembrare una cosa casuale ma vedendo lo sguardo di fuoco di Nahele ho pensato “perché no” e gli ho fatto capire le mie intenzioni.-
-facendomi andare momentaneamente in tilt!- protestò Lokni sbuffando. -e mio fratello ti ha solo minacciato e ti ha permesso di venirmi a prendere oggi- chiese poi Lokni non capendo il comportamento di Nahele.
-Nahele è il mio migliore amico e si fida di me. Gli ho dato la mia parola che avrei fatto il possibile per non farti soffrire e si è fidato- Callum sospirò -ovviamente quando saprà di questa serata farà di tutto per sembrare iperprotettivo e continuare a minacciarmi ma sono sicuro che sia più tranquillo a sapere chi esce con suo fratello che immaginare un pinco pallino della tua accademia-
-dopo quello che gli ho detto un po’ lo capisco- disse Lokni storcendo la bocca mentre Callum lo osservava curioso.
-cosa gli hai detto?- chiese allora il biondo mentre entravano nel ristorante e, dopo che Callum ebbe dato il suo cognome, si accomodarono al loro tavolo con i menù davanti.
-che il mio ex stava con me perché avendo i capelli lunghi sembravo una ragazza- rivelò il castano osservando attentamente il menù mentre lo sguardo di Callum si accendeva di rabbia.
-dimmi il nome di sto tizio che lo vado ad uccidere- sussurrò il biondo mentre Lokni scoppiava a ridere.
-devi metterti in fila Callum visto che anche Nahele ha intenzione di ucciderlo- spiegò il castano abbassando il menù e osservando attentamente il ragazzo che aveva difronte, quasi con insistenza.
-cosa c’è?- chiese Callum cercando di intuire lo sguardo del ragazzo.
-posso?- chiese Lokni e Callum ci mise un po’ prima di capire le intenzioni del ragazzo e annuì mentre abbassava anche lui il menù, infondo aveva già scelto cosa prendere. Lokni non aspettò altro tempo e si sporse di più sul tavolo baciando sulle labbra il biondo che aveva difronte incurante del fatto che si trovavano in un ristorante con altre persone.
-sai che dopo questo ti considero definitivamente il mio ragazzo? Non puoi tirarti più indietro- gli sussurrò Callum mentre con la coda dell’occhio osservava una delle cameriere che li stava guardando con occhi sognanti.
-era questo il mio intento Callum. Proviamoci decentemente e basta- disse Lokni ritornando a suo posto per continuare a guardare in menù ancora indeciso su cosa prendere.
-se vuoi qui fanno una buona carbonara- disse ridendo Callum quando vide lo sguardo assassino del suo ragazzo.
-non nominare quella cosa. Mi ammazzo piuttosto- ringhiò Lokni facendo aumentare ancora di più le risate di Callum. -non ridere. Voglio vedere te a cucinare la stessa cosa per ore per un’intera settimana, e continueremo a cucinare quella cosa- continuò Lokni scuotendo la testa.
-e quelli che fanno dolci cosa cucinano?- chiese Callum curioso.
-carbonara. Ci ha messo in coppie visto che prima dobbiamo imparare a fare tutto-
-uh e tu sei in coppia con chi?-
-Yiska- rispose Lokni abbassando leggermente la voce visto che non voleva far sapere troppo in giro che conosceva il moro e soprattutto che andavano nella stessa accademia.
-ecco perché siete così vicini-
-siamo entrambi molto timidi e credo sia stato abbastanza normale per noi avvicinarci molto- spiegò quasi giustificandosi il castano.
-ehi non ti devi giustificare! Senti quello che succede qui con…- Callum si guardò intorno e abbassò la voce -…con Yiska non è colpa tua okay? Puoi essergli tranquillamente amico e credimi quando ti dico che Maka vorrebbe stare accanto a suo cugino solo che non può perché controllata dai nonni e io e gli altri non lo abbiamo mai fatto per paura di essere separati da Maka-
-in che senso scusa?- chiese sempre a bassa voce Lokni non capendo le ultime parole del suo ragazzo.
-Maka ha rischiato di doversi allontanare da Adam solo perché Yiska era andato a chiedere una cosa dove lavora-
-ma cosa si sono fumati qui tizi? Scusami ma non credo che sia una cosa da fare questa.-
-sono d’accordo con te ma non sono nessuno per poter mettermi in mezzo a questioni familiari che non mi riguardano. Quelli che si devono muovere sono i genitori di Maka e non lo stanno facendo- Callum chiuse un momento gli occhi prima di riaprirli e mettere su uno dei suoi migliori sorrisi -che ne dici di cambiare argomento?-

 

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Ci vollero altre due settimane prima che il loro professore decidesse che con la carbonara poteva bastare. All’inizio tutti ne erano stati felici ma quando il professore aveva annunciato che la prossima cosa da cucinare sarebbe stata la cheesecake Lokni aveva trattenuto a stento un lamento. Yiska al suo fianco invece sembrava essere la persona più felice al mondo.
In quelle due settimane i due ragazzi non avevano mai parlato ne di Callum e ne di Maka. Ovviamente Lokni aveva deciso di non fare domande perché voleva fosse il ragazzo a parlargli di quello che gli succedeva intorno in prima persona. Lokni considerava Yiska un suo amico e sperava che per il ragazzo fosse lo stesso e che quindi si confidasse con lui.
Ma Yiska non lo aveva fatto e Lokni si era più volte chiesto se fosse perché non si fidava o perché non lo considerava ancora suo amico.
-odio i dolci- sussurrò Lokni mentre i due ragazzi camminavano l’uno affianco all’altro andando verso casa di Yiska. Nel farlo Lokni alzò le braccia per stiracchiarsi e con ciò i lunghi capelli castani si spostarono rivelando sulla base del collo un succhiotto bello evidente. Yiska rimase per un momento sorpreso prima di distogliere velocemente lo sguardo sentendosi anche male. Quella era la prova evidente che i suoi dubbi erano fondati: Lokni e Nahele stavano insieme. Sapeva di non avere niente da dire, a Nahele lui non era mai interessato, ma quella vista gli aveva comunque fatto male -ehi tutto bene?- gli chiese Lokni notando lo sguardo momentaneamente perso di Yiska.
-si, sono solo stanco- mentì Yiska sospirando, un po’ era anche vero visto che Ren non faceva altro che dargli fastidio di notta: si portava ragazze a casa e di certo non tenevano la bocca chiusa quando facevano sesso ignorando completamente la sua presenza. -ma sono felice che finalmente possiamo cucinare qualcosa di dolce-
-io per niente! Non sono capace e ti sarò solo di intralcio mentre tu mi hai comunque aiutato con la carbonara- protestò il castano sospirando.
-ehi! Mi aiuterai credimi- gli disse Yiska con un sorriso sulle labbra.
-se lo dici tu- borbottò Lokni per poi sbadigliare. Da quando si era messo ufficialmente con Callum erano più le volte che passava le notti a casa del biondo che non a casa sua. Quando Kele aveva scoperto che il figlio si era fidanzato, il ragazzo non era riuscito a nascondere uno dei tanti succhiotti che gli aveva fatto il biondo, e aveva espresso i suoi dubbi non avendo avuto modo di conoscere Callum. Era intervenuto Nahele che diversamente da quanto si era aspettato Lokni, da come il rosso aveva minacciato il suo migliore amico, aveva garantito per Callum. Con quelle parole Kele si era leggermente tranquillizzato ma non era sembrato nemmeno tanto convinto della cosa.
-ore piccole?- chiese quasi istintivamente Yiska con un sorriso sulle labbra, finto ovviamente.
-il mio ragazzo ha deciso che tenermi sveglio tutta la notte sia una buona idea- borbottò Lokni sorridendo a sua volta solo al pensiero di poter definire Callum il suo ragazzo. Non riusciva nemmeno a crederci ancora, ed erano passate due settimane. Quella nuova vita gli stava andando decisamente bene, cosa poteva volere di più? Aveva un fratello premuroso, un fidanzato fantastico e un ragazzo che poteva considerare suo amico.
-anche Ren fa lo stesso con me ma solo perché si porta a casa tizie a caso- borbottò Yiska.
-quel coglione non se ne è ancora andato? Non aveva detto che voleva trovarsi una casa con tutte donne?- chiese Lokni ricordandosi di quello che gli aveva detto il moro uno di quei giorni mentre parlavano del suo stupido coinquilino.
-sta aspettando che me ne vada io ma non ha capito che io non ho nessuna intenzione di andarmene da quella casa. Costa poco ed è pure vicina all’accademia e poi non sono io quello ad avere problemi con lui- brontolò Yiska.
-a saperlo prima potevamo prendere una casa insieme, sarebbe stato molto più comodo anche per me anche se Nahele fa la mia stessa strada ogni giorno- disse Lokni, e ci aveva veramente pensato a poter prendere una casa con il ragazzo al suo fianco ma poi si era accorto che era pressocché inutile visto che comunque Nahele la strade se la doveva fare.
-Ren era già in quella casa quando sono arrivato, si è solo scordato di dire che non voleva uno come me in casa e ora si attacca. E poi per l’altra cosa: non ci siamo mai visti se non il primo giorno all’accademia quindi mi sembrava una cosa un po’ improbabile prendere la casa insieme.-
-non ci siamo mai visti perché io sono arrivato da poco, due mesi nemmeno- gli rispose Lokni per poi sgranare gli occhi e mettere su un sorriso da ebete guardando davanti a se. Yiska rimase confuso da quello strano stato del ragazzo e seguì il suo sguardo fino a quando non individuò la panda che aveva visto solo due settimane prima ma che comunque aveva riconosciuto essere di Callum. Appena il biondo ebbe accostato Yiska vide chiaramente Lokni correre in direzione della macchina e saltare addosso al biondo che era appena sceso. Callum rimase in equilibrio per pura fortuna visto che era stato completamente travolto da Lokni, Lokni che non ci pensò due volte a baciare sulle labbra il suo ragazzo sotto lo sguardo sconvolto si Yiska. Yiska che non si capacitava come Lokni potesse stare con un ragazzo bellissimo come Nahele e tradirlo con Callum. Davvero Yiska iniziava a non capire quello che considerava il suo amico. E quella situazione faceva ancora più male a Yiska, Yiska che era ancora innamorato di Nahele ma ci aveva rinunciato al ragazzo capendo che non poteva essere lui quello che gli sarebbe stato accanto. Lokni aveva Nahele ma a quanto pareva non gli bastava.
-Yiska ci vediamo domani!- gli disse proprio il castano salutandolo felice con la mano. Yiska gli fece un mezzo sorriso come risposta mentre dentro si sentiva sempre più male.
 

 

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Yiska sbatté furiosamente la porta quando entrò in camera e scoppiò a piangere. Si era trattenuto quando aveva avuto davanti Lokni anche se si era sentito morire. E ancora in quel momento si sentiva male. Si era distrutto cercando di stare con Nahele e Lokni che ne aveva la possibilità la stava sprecando. Yiska aveva una voglia matta di andare da Nahele e rivelargli tutto, tutto quanto e cerare di farsi considerare dal ragazzo ma sapeva allo stesso tempo che non poteva farlo: uno perché non avrebbe mai tradito Lokni per una cosa del genere visto che il ragazzo sembrava fidarsi di lui, non avrebbe baciato Callum davanti a lui altrimenti, e due perché non ne avrebbe ricavato niente. Doveva rassegnarsi al fatto che Nahele lo aveva considerato solo come un divertimento momentaneo. E poi chi l’avrebbe sentita Maka? Già per quel poco di tempo che si vedevano non faceva altro che dirgli di lasciar perdere Nahele, se avesse detto la verità al rosso si sarebbe trovato la cugina incazzata e non ne aveva voglia.
-smettila di distruggere casa frocio- ringhiò Rem uscendo dalla sua camera e guardando male Yiska che nel mentre si era appoggiato alla porta e si era lasciato scivolare fino ad arrivare a sedersi a terra. Yiska a quelle parole lanciò uno sguardo di fuoco in direzione del suo coinquilino.
-fatti i cazzi tuoi Rem o giuro che oggi ammazzo qualcuno- ringhiò il moro con così tanta serietà che Rem sgranò gli occhi spaventato da quelle parole, non aveva mai visto il ragazzo in quel modo e si dileguò nuovamente nella sua camera senza dire qualcosa al moro. Moro che scoppiò a piangere definitivamente chiudendosi a riccio. La sua vita faceva schifo in tutti i sensi. Se non avesse avuto la nonna al suo fianco credeva non sarebbe nemmeno sopravvissuto oltre. Non riusciva a capacitarsi di come tutti lo odiassero senza una ragione precisa. Era vero che Maka non lo odiava ma nell’ultimo periodo non faceva altro che ricordargli in continuazione Nahele e faceva male. E poi adorava Lokni ma con lui non riusciva davvero ad essere se stesso, a lasciarsi andare come voleva. Perché doveva sempre essere Nahele il problema di tutto?
Il ragazzo sentì il suo telefono squillare e lo prese solo perché aveva paura potesse essere la nonna che aveva bisogno di qualcosa ma si sorprese quando vide un numero sconosciuto. Era indeciso se rispondere o no ma alla fine decise di farlo, voleva capire chi fosse.
-pronto?-
-Ehi! Che hai fatto alla voce?- chiese dall’altro lato la voce di una ragazza che Yiska riconobbe immediatamente sgranando gli occhi.
-Maka cosa c’è? E soprattutto come hai il mio numero?- chiese il ragazzo cercando di non lasciar trapelare la sua voce rauca per colpa del pianto, ma le lacrime che continuavano a scendere dai suoi occhi non lo stavano per niente aiutando nell’intento.
-me lo ha dato tua nonna. Ma stai piangendo? Cos’è successo? Hai visto Nahele?-
-ANCORA!- gridò Yiska esasperato. -MAKA CAZZO SMETTILA CON QUESTA STORIA! NON NE POSSO PIÙ DI SENTIRTI PARLARE DI QUELLO LI OGNI DANNATA VOLTA. SE STO MALE POTREBBE ESSERCI ALTRO DIETRO SAI? SE MI HAI CHIAMATO SOLO PER QUESTO TI PREGHEREI DI USCIRE DALLA MIA CAZZO DI VITA. È COMPLICATA ANCHE SENZA CHE TU MI RICORDI IN CONTINUAZIONE QUALCOSA CHE STO CERCANDO DI DIMENTICARE!- aveva gridato per tutto il tempo, incurante di Rem nell’altra stanza, incurante dei vicini, incurante della cugina che aveva iniziato a tremare dall’altro lato del telefono. Si stava sfogando e ne aveva davvero bisogno. -basta- sussurrò poi chiudendo la chiamata senza aspettare che la bionda gli dicesse qualcosa. Voleva stare da solo.
Ma a quanto pareva non poteva visto che avvertì chiaramente i passi di Rem per la casa. Alzò lo sguardo pronto a dirne quattro al ragazzo ma Rem non era andato da lui ma verso la cucina e quindi il ragazzo nascose nuovamente la testa tra le gambe. Solo dopo minuti avvertì nuovamente i passi di Rem ed era stato intenzionato ad ignorarlo se solo non li avesse sentiti avvicinarsi.
-Rem non è il momen…-le parole gli morirono in bocca quando vide che il suo coinquilino gli aveva appoggiato una tazza fumante affianco e il suo sguardo tradiva preoccupazione. -chi sei tu?- chiese allora Yiska osservando il ragazzo continuando a tremare.
-chi vuoi che sia?- chiese sarcastico il ragazzo che aveva difronte.
-oh andiamo sono un frocio di merda permettimi di farmi due domande se tu mi stai parlando- scoppiò Yiska.
-stai male, peggio di quanto avessi ipotizzato prima e non posso lasciarti così-
-ma se ti faccio schifo- borbottò Yiska non capendo per niente Rem, lo aveva sempre trattato male e quel comportamento era strano.
-oddio- sussurrò Rem massaggiandosi le tempie. -non ho niente contro di te Yiska maledizione. Tu non c’entri niente con il mio odio verso i gay okay? Ti ho trattato in quel modo per una mia vendetta personale e ho sbagliato lo so-
-che stai dicendo? Spiegati o veramente impazzisco-
-un ragazzo gay mi ha fregato la ragazza, ragazza con la quale stavo da cinque anni, solo per far ingelosire il suo fidanzato ma la mia ex era veramente presa da lui e ci è rimasta incinta- spiegò a grandi linee Rem mentre Yiska sgranava gli occhi -sono incazzato così tanto con quel ragazzo che mi sono praticamente messo contro tutti i gay. Ma tu stai male e non mi hai mai fatto niente quindi voglio darti un appoggio-
-sei un pazzo stronzo coglione lo sai?- disse tra le lacrime Yiska che non sapeva come prendere la cosa. Era certo che Rem fosse uno stronzo e adesso gli si stava dando un appoggio morale.
-lo so, e tu ti devi assolutamente togliere dalla porta-

 

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


-non ho ancora capito il perché di tutto questo- sussurrò Yiska mentre beveva la tisana che gli aveva preparato Rem. I due si erano seduti l’uno accanto all’altro sul divano della loro casa ed erano stati in silenzio per la maggior parte del tempo.
-perché stai male- gli disse Rem -e se hai bisogno di sfogarti io sono qui. Fa bene parlare con qualcuno che non conosce la situazione-
-e perché dovrei farlo proprio con te? Guarda che non mi fido ancora. Fino a pochi secondi fa mi guardavi male- borbottò Yiska sorseggiando la sua tisana.
-ti ho spiegato poco fa il motivo-
-mi sembra un motivo stupido. Io non andrei mai con una ragazza per far ingelosire qualcuno- sputò fuori il moro.
-ma quello stronzo lo ha fatto e la mia ex si è fatta completamente infagottare tanto che adesso si è proposta di diventare la “sfornabambini”, e  si ha detto proprio così, di quei due. E gli stronzi hanno accettato. Anni di relazione buttati al vento- sbottò Rem e Yiska riuscì a vedere tutta la rabbia che gli occhi di Rem stavano mostrando. No, una cosa del genere non se la poteva minimamente inventare.
-io non li capisco quei due- disse alla fine Yiska passandosi una mano sulla faccia esasperato -cosa vuoi sapere? Tanto so che non riuscirò a farti desistere, nemmeno gridando come un matto-
-devi solamente dirmi quello che ti tormenta. Usami come valvola di sfogo- Yiska osservò Rem capendo che se voleva fare davvero quello che gli aveva chiesto Rem doveva partire dall’inizio e non voleva. Be’, poteva evitare di dirgli di essere stato isolato dalla sua stessa famiglia.
-sono innamorato perso di un ragazzo del mio paese da anni, e un annetto fa ci sono finito a letto. La cosa si è ripetuta per bene tre volte e io pensavo fosse qualcosa di più di semplice sesso, ma non era così. Mia cugina, Maka, è la migliore amica di questo ragazzo e ha scoperto quello che era successo. Da allora non fa altro che associare ogni mio comportamento strano a Nahele, che sarebbe il ragazzo del quale sono innamorato, ed è addirittura arrivata a pensare che io sia qui in città solo per vederlo quando non so nemmeno dove lavora di preciso. Mi da sui nervi il fatto che parli sempre e solo di quello- sussurrò alla fine Yiska finendo definitivamente la sua tisana.
-ma non è solo questo vero? Non saresti scoppiato in quel modo prima- gli fece notare Rem e Yiska annuì.
-ti ricordi di Lokni? Ecco lui e Nahele sono fidanzati e quando l’ho scoperto mi sono fatto scivolare la cosa addosso perché non voglio perdere l’amicizia di Lokni ma oggi ho scoperto che tradisce Nahele. E non lo fa con una persona qualunque ma con il miglior amico di Nahele- finì di spiegare il ragazzo con gli occhi nuovamente lucidi.
-sicuro?-
-li ho visti baciarsi questa mattina, lo hanno fatto davanti ai miei occhi- sussurrò Nahele stringendo forte la tazza vuota.
-prova a parlarne con Lokni. Spiegagli quello che è successo con il ragazzo che ti piace e chiedigli perché ha un piede in due scarpe. Non puoi continuare a farti del male in questo modo lo sai vero?- chiese Rem guardandolo preoccupato -così finirai solo per distruggerti e allontanare tutte le persone che ti vogliono bene, e con questa frase mi riferisco alla sfuriata con tua cugina. Di certo non hai fatto male visto che è stata molto insistente nei tuoi confronti ma allo stesso tempo dovresti parlare, una volta calmato, e dirle che non è un buon momento per te e le sue parole non fanno altro che metterti pressione. Puoi anche non dirle che è quel tizio la causa dei tuoi problemi ma almeno parlale da calmo-
-non ho nessuna intenzione di parlare con lei credimi. Quella ragazza non fa altro che ricordarmi tutte le cose orribili che mi sono successe e io non posso sopportarlo. Ci ho provato tante volte a spiegarle con calma perché mi fa innervosire il fatto che nomini in continuazione Nahele anche quando non c’entra niente con quello di cui stavamo parlando ma non vuole capire-
-così perderai tua cugina…-
-e che importanza ha? Guarda che lei nemmeno dovrebbe parlarmi visto che i nostri nonni hanno deciso che sono un pericolo pubblico solo perché sfortunatamente era mia madre quella che si trovava alla guida quando un tir le è andato addosso uccidendo i miei genitori. Non ci perdo niente se chiudo definitivamente i rapporti anche con lei-
-cosa cazzo hai detto? Ma sono scemi?- chiese sconvolto Rem. Di certo non si era immaginato una cosa del genere dietro al ragazzo. Lo aveva visto sempre abbastanza tranquillo, leggermente preoccupato o scocciato a volte, e mai si era immaginato una cosa del genere.
-probabile, non hanno mai sopportato mia madre e di conseguenza non sopportano me anche se sono figlio di uno dei loro figlio e porto il loro cognome.-
-e con Lokni?- chiese Rem cambiando argomento, non voleva far rattristare ancora di più il ragazzo. In quel momento gli sembrava un vaso fragilissimo che con un soffio poteva andare in mille pezzi.
-forse non gli dirò niente. È il primo e unico amico che io abbia mai avuto, se lui mi considera tale ovviamente, e non voglio perderlo- disse sinceramente Yiska.
-se è tuo amico invece dovresti parlargliene sai? Rimanendo in silenzio rischieresti di scoppiare uno di questi giorni e poi se metti il caso ti trovi faccia a faccia con quel Nahele Lokni verrà a sapere qualcosa di quello che è successo tra voi. Credimi è meglio se glielo dici tu- cercò di farlo ragionare Rem.
-mi sembra strano parlare con te- borbottò il moro -fino a poco fa ci guardavamo male e adesso mi stai consolando-
-be’ diciamo che ho appurato che non sei il tipo da rubarmi una futura fidanzata- cercò di sdrammatizzare Rem e ci riuscì facendo nascere un lieve sorriso sulle labbra di Yiska che subito dopo si trasformò in risata.
 

 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


-ehm, cos’è successo qui?- chiese Nahele entrando in casa di Callum e notando che Adam e Maka erano seduti lontani, cosa più unica che rara per loro che erano sempre appiccicati, e che Maka lanciava sguardi cagneschi in direzione del fidanzato.
-non lo so- gli rispose Callum sconsolato che era andato ad aprirgli la porta. Il rosso infatti era nuovamente stato trattenuto a lavoro visto che uno degli attori aveva avuto una crisi esistenziale ed era stato costretto a rifargli il trucco per ben tre volte, per non parlare dei poveri assistenti che avevano dovuto cercare l’attore per tutto lo stabile prima di farlo ritornare e ci erano voluto bene tre ore. Quindi in quel momento Nahele poteva considerarsi ancora più stanco del solito e di certo non se la sentiva di affrontare un litigio tra quei due. Era andato a quella serata solo e soltanto perché mancava da un bel po’ ma a saperlo prima sarebbe direttamente andato a casa a riposarsi o a giocare per fatti suoi, infondo se non si ricordava male sua madre e Kele quel giorno avevano una cena con dei colleghi comuni e sarebbero stati fuori fino a tardi.
-succede che quella cogliona della mia ragazza non vuole ascoltarmi- disse Adam che proprio come Maka aveva sentito la conversazione dei due alla porta.
-perché ho ragione io e se ti da fastidio puoi anche lasciarmi- ribatté a tono la ragazza mentre Lokni stava guardando preoccupato entrambi segno che non aveva mai assistito a un loro litigio. Diversamente dal castano Nahele e Callum erano abbastanza tranquilli consci che quel momento sarebbe passato in uno, massimo due giorni e poi i due sarebbero tornati ancora più appiccicosi di prima.
-no, non hai ragione e lo sai anche tu- borbottò Adam prima di alzarsi dalla poltrona -scusate ma non ho voglia di stare qui con qualcuno che non capisce di aver sbagliato- e così dicendo superò Nahele e Callum che erano ancora davanti alla porta per uscire. Poco dopo sentirono chiaramente la macchina di Adam accendersi e partire segno che il ragazzo se ne era realmente andato via.
-okay- disse Nahele allungando molto l’ultima vocale -Maka puoi cortesemente spiegarci cos’è successo?- chiese poi alla bionda sedendosi al suo fianco.
-tu non mi devi proprio parlare- disse acida la ragazza sbuffando.
-puoi spiegarmi cortesemente cosa c’entro io adesso? Sono appena arrivato!- protestò il rosso cercando aiuto dal fratello e dall’amico. Ma entrambi erano impotenti.
-è colpa tua tutta questa situazione! Se solo mi avessi ascoltato invece di fare di testa tua non mi sarei ritrovata in questa situazione. Scusate ma non ho voglia di stare qui questa sera- concluse la ragazza andandosene anche lei sbuffando.
-perché è colpa tua adesso?- chiese Lokni non capendo il comportamento della bionda. D’altro canto Nhale aveva perfettamente capito che era successo di nuovo qualcosa con Yiska altrimenti Maka non avrebbe mai detto una cosa del genere nei suoi confronti.
-se Maka non spiega non posso capire- borbottò Nahele che non aveva nessuna intenzione di parlare di Yiska con gli altri due anche perché non sapeva nemmeno quello che era successo -sentite sono stanco e non voglio fare il terzo incomodo quindi vado anch’io a casa- continuò poi sorridendo in direzione del fratello. Aveva visto come era felice in compagnia di Callum e si fidava ciecamente del suo migliore amico quindi non aveva più fatto storie quando vedeva i ragazzi insieme o sapeva che Lokni restava a dormire a casa di Callum. Anzi a volte era proprio lui a fare in modo che i due ragazzi passassero molto più tempo insieme.
-va bene- sussurrò Lokni sorridendo in direzione del ragazzo -mi mancava un po’ vedervi giocare come dei dannati tutti e quattro-
-oh credimi anch’io- gli rispose il suo ragazzo -ma Maka e Adam hanno deciso che era il momento adatto di litigare-
-tanto si riappacificano tra due giorni massimo. Lasciamoli sbollire un po’ e poi ci racconteranno finalmente quello che è successo. Buona serata e ricordatevi il preservativo- Nahele ridacchiò dicendo quell’ultima frase.
-NAHELE- gridarono gli altri due ragazzi con Lokni che era diventato un peperone per l’imbarazzo. Nahele con quella reazione rise di gusto e uscì dalla casa del biondo salutandoli con la mano senza aggiungere altro.
-io non lo capisco- borbottò Lokni andando verso la camera di Callum seguito a ruota dal biondo.
-lo preferivi iper mega geloso?- gli chiese Callum cingendogli la vita da dietro e lasciandogli un leggero bacio sul collo prima di iniziare a mordicchiare quella stessa parte. Il succhiotto che gli aveva fatto qualche giorno prima stava iniziando a svanire e lui aveva tutte le intenzioni di far capire a quei tizi dell’accademia che Lokni era solo e soltanto suo.
Lokni capendo le intenzioni del suo ragazzo si scostò leggermente, non perché non volesse il succhiotto ma perché non aveva nessuna intenzione di restare in piedi per tutto il tempo. Gli bastava farsi le ore in accademia. Quindi il castano si buttò sull’enorme letto matrimoniale per poi lanciare uno sguardo in direzione di Callum che non se lo fece ripetere due volte prima di togliersi la maglia che indossava e buttarsi sopra il suo ragazzo baciandolo furiosamente.
 

 

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Una volta tornato a casa Nahele si fece una doccia fredda prima di buttarsi sul suo letto e chiudere gli occhi cercando di riposarsi un poco in vista della giornata piena del giorno dopo. Le storie di una sola persona avevano incasinato l’intero reparto e davvero Nahele non riusciva a capire come il regista non avesse deciso di prendere seri provvedimenti invece di lasciar correre come aveva fatto.
Nahele sospirò voltandosi e rivoltandosi nel letto cercando di prendere sonno senza però ottenere l’effetto desiderato. Passò ben dieci minuti a rigirarsi nel letto prima di decidersi al prendere il telefono e scorrere un po’ la home di instagram per farsi venire il sonno. Facendo ciò gli capitò davanti agli occhi una foto di quel pomeriggio di Maka e Adam, sicuramente messa prima del loro litigio, e al rosso ritornò in mente quello che aveva detto la sua migliore amica: che era colpa sua. In un primo momento aveva pensato a Yiska, era l’unico motivo per il quale Maka si arrabbiava con lui anche se non vedeva il moro da tantissimo tempo, ma in quel momento non ne era più sicuro. Maka aveva litigato con Adam, Adam che come Callum non sapeva niente di lui e Yiska quindi come poteva essere colpa sua il loro litigio? Il rosso non riusciva davvero a spiegarselo. E si maledisse anche per averci iniziato a pensare visto che invece di prendere sonno era diventato ancora più attivo del normale e soprattutto curioso di capire cosa centrasse in tutta quella storia.
Fu proprio per quel motivo che il ragazzo mandò un messaggio a Maka chiedendole se poteva chiamarla, aveva visto che l’ultimo accesso era qualche minuto prima segno che Maka doveva ancora essere sveglia.
Il rosso non dovette aspettare molto prima di trovarsi con una chiamata proprio da parte della bionda.
-cosa c’è?- chiese la ragazza con voce leggermente assonnata. Segno che si stava per addormentare prima di ricevere il messaggio da parte sua.
-stavo pensando a quello che mi hai detto oggi e le cose non tornano. Come potrebbe essere colpa mia se il litigio è stato tra te e Adam. Ti prego fammi capire- andò subito al punto il rosso.
-è colpa di Yiska-
-quindi hai detto ad Adam quello che è successo-
-certo che no!- gridò la ragazza dall’altro capo prima di abbassare nuovamente la voce per paura di aver svegliato i genitori o peggio i nonni che vivevano con loro. -stavo parlando a telefono con mio cugino quando Adam è venuto a prendermi per andare da Callum- iniziò a spiegare la ragazza abbassando ancora di più il tono della voce alla parola cugino.
-e di cosa stavate parlando?- chiese Nahele che purtroppo credeva di conoscere già la risposta, e infatti la bionda confermò poco dopo i suoi dubbi:
-di te- disse piano la ragazza -in realtà lo avevo chiamato per altro ma ho sentito la sua voce rotta, come se stesse piangendo e quindi gli ho chiesto di te-
-come se io fossi sempre il motivo del suo dolore- la bloccò Nahele facendo schioccare la lingua indignato.
-perché lo sei-
-poteva star male anche per altro lo sai vero? Anche perché non è cambiato niente dalla nostra ultima discussione Maka. Non ci vediamo da tantissimo tempo- e Nahele non stava mentendo visto che veramente non vedeva Yiska da tantissimo tempo e doveva ammettere che un po’ gli mancava nonostante sapesse perfettamente che il solo vederlo gli avrebbe fatto venire istinti poco casti nei confronti del moro.
-è la stessa cosa che mi ha detto lui, urlandomi contro- sussurrò la ragazza cercando di trattenersi per non scoppiare a piangere -non l’avevo mai sentito così arrabbiato e Adam è arrivato nel mentre che Yiska mi sbraitava contro. Non ha capito di quello che stavamo parlando ma ha compreso che lo avevo fatto arrabbiare e ha cercato di darmi dei consigli ma mi ha solo fatta arrabbiare. Nel mentre Yiska mi aveva anche chiuso il telefono in faccia- spiegò definitivamente la ragazza.
-Maka devi davvero smetterla di dare interpretazioni tutte tue a tutto. Ogni volta che vedi Yiska ti ritrovo incazzata con me senza una ragione precisa visto che non ho più fatto niente. E la prova che stai esagerando è data anche dal fatto che Yiska ti ha gridato contro. Cazzo Maka quel ragazzo è un pezzo di pane e di certo non si arrabbia per delle sciocchezze. Non hai mai pensato che potrebbe star affrontando anche altro? Hai detto che adesso studia in città, probabilmente sta avendo qualche problema li- cercò i farla ragionare Nahele che iniziava davvero a preoccuparsi per Yiska. Cosa stava passando il suo bel moretto?
-tu sei l’ultima persona che può parlare visto che gli hai fatto del male-
-gli avrò anche spezzato il cuore come dici tu ma non glielo rinfaccio ogni santa volta che ne ho la possibilità come fai tu Maka. A volte credo proprio che tu ci provi gusto a rinfacciarglielo e poi fare l’incazzata con me. Ora per cortesia cerca di chiarire con quel santo uomo del tuo ragazzo e chiudi definitivamente la storia tra me e Yiska. Fallo per il bene di tuo cugino. Buona serata- e così dicendo Nahele chiuse la chiamata sospirando. Non avrebbe mai capito tutta quella fissa di Maka per la sua relazione con Yiska.
Dopo quello che aveva scoperto Nahele aveva solo tantissima voglia di chiamare Yiska e chiedergli come stava. Non aveva mai visto il moro perdere la pazienza e gli sembrava una cosa molto strana. Aveva ancora il numero di Yiska salvato in rubrica, ovviamente non con il nome del ragazzo segnato sopra, ma sapeva perfettamente essere una cattiva idea. Avrebbe solo peggiorato le cose.
Aveva una voglia matta di vedere e parlare con Yiska ma sapeva che non poteva.
 

 

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Era incredulo. Nahele era davvero incredulo. Aveva passato la sera precedente a dannarsi perché voleva vedere Yiska e non si sarebbe mai immaginato di ritrovarselo in giorno dopo davanti mentre aspettava Lokni all’uscita dall’accademia. L’attore non si era presentato in studio e quindi Nahele era riuscito ad uscire in tempo per prendere Lokni e andare a casa insieme. Mai però si sarebbe immaginato di veder uscire il fratello dall’accademia proprio con il ragazzo che affollava i suoi pensieri.
Alla vista di Yiska la sua mente aveva smesso di funzionare e il corpo gli stava consigliando di andare verso il moro e baciarlo ferocemente davanti a tutti. la cosa che più lo sorprendeva era il fatto che il moro stava ridendo per qualcosa che aveva detto Lokni e aveva quasi le lacrime agli occhi per ciò. Nahele non si ricordava nemmeno di aver mai visto Yiska ridere a quel modo.
-NAHELE- il ragazzo si ridestò dai suoi pensieri sentendo la voce del fratello che vedendolo lo aveva raggiunto quasi correndo. -cosa ci fai qui?- chiese il castano una volta che fu a pochissima distanza dal rosso.
-sono venuto a prenderti- rispose sinceramente Nahele notando con la coda dell’occhio che Yiska era rimasto molto più indietro, in disparte.
-ma oggi vado con il pullman e poi non dovevi lavorare?-  continuò Lokni lanciando poi una veloce occhiata in direzione di Yiska. Non aveva nessuna intenzione di lasciar tornare da  solo il moro a casa.
-l’attore non si è presentato quindi abbiamo fatto solo il possibile questa mattina. E visto che sono qui te lo scordi che io non ti accompagni a casa facendoti prendere quel pullman- disse convintissimo Nahele.
-tu non hai capito niente. Io vado in pullman-
-non se ne parla Lo! Sono già qui, cosa ti costa venire in macchina con me? È anche più comodo- cercò di farlo ragionare Nahele. Non capiva perché il fratello si stesse impuntando in quel modo assurdo.
-vado in pullman Nahele, ho già deciso-
-guarda che non muoio se mi faccio il viaggio da solo, vai in macchina- si intromise Yiska rivolgendosi solo a Lokni senza degnare di uno sguardo Nahele. -so che stai rifiutando per fare in modo di non farmi viaggiare da solo ma lo faccio già tante volte quindi non mi cambierà niente-
-si ma oggi ci sarà il pienone- spiegò le sue motivazione Lokni ignorando completamente lo sguardo mezzo perso del fratello nei confronti di Yiska.
-ma non ti preoccupare. Vai in macchina- continuò il moro che stava usando tutto il suo autocontrollo per non girarsi verso Nahele. Quando lo aveva notato li davanti era stato troppo tardi per scappare via e quindi aveva deciso di ignorare il più possibile il rosso. Non si era ancora completamente ripreso da quello che era successo e si era deciso a non parlare ancora di tutta quella situazione a Lokni.
-ma…-
-la macchina ha cinque posti- disse Nahele facendo girare verso di se entrambi i ragazzi e Yiska lo stava guardando quasi sconvolto -non ci perdo niente a portare entrambi se questo ti fa stare più tranquillo- aggiunse poi in direzione del fratello che sembrava al settimo cielo per quella proposta.
-posso andare tranquillamente con il pullman- disse prontamente Yiska. No, rinchiudersi in macchina con quei due non era l’opzione migliore e di certo non lo avrebbe fatto.
-Yiska non ti azzardare a rifiutare una cosa del genere! Arriveremo anche prima- protestò Lokni non appena sentì quelle parole da parte del moro. In realtà aveva avuto la mezza idea di chiedere al fratello di accompagnare anche Yiska e mai si era aspetto che proprio Nahele proponesse la cosa.
-ma…-tentò di protestare il moro ma si bloccò. Lokni non sapeva niente di quello che era successo tra lui e Nahele e di conseguenza non era a conoscenza dei mille sentimenti contrastati che si stavano scontrando dentro di se. Che poi come gli era venuto in mente a Nahele di proporgli di andare in macchina insieme a loro? Davvero non lo capiva. Lo aveva fatto apposta o la cosa non gli toccava minimamente.
-non protestare, tu vieni con noi- e senza dargli modo di pensare oltre e rifiutare definitivamente Lokni lo aveva già fatto entrare in macchina, nei sedili posteriori, e subito dopo anche lui entrò in macchina sedendosi affianco al volante dove poco dopo ci si sedette Nahele.
Nel silenzio più totale in rosso accese la macchina e parti. Quel silenzio imbarazzante continuò per un bel po’ di minuti con Yiska che faceva di tutto per far restare il suo sguardo incollato al finestrino conscio che se avesse alzato lo sguardo avrebbe trovato quello di Nahele che lo scrutava dallo specchietto retrovisore. Fu Lokni a scioglierlo:
-oggi abbiamo finalmente finito la cheesecake- disse il ragazzo in direzione del fratello non accorgendosi minimamente della tensione presente in quella macchina.
-wow, come minimo pensavo che quel pazzo vi avrebbe fatto continuare come con la carbonara se non di più- rispose Nahele cercando di calmare i battiti del suo cuore, la sola presenza di Yiska in quella macchina lo faceva andare in tilt.
-ci mancava solo questo- brontolò Lokni -lo sai che faccio schifo con i dolci-
-è per questo che non mi spiego il fatto che hai finito così presto- lo rimbeccò Nahele con un accenno di risata sul volto.
-ho un compagno fantastico che è un genio- rispose con la linguaccia Lokni per poi sorridere in direzione di Yiska, Yiska che sembrava non averlo minimamente sentito. E fu in quel momento che Lokni si accorse dell’enorme disagio che stava provando il moro e iniziò a chiedersi cosa fosse successo.
-di sicuro è più bravo di te- e dopo quelle parole di Nahele calò nuovamente il silenzio che questa volta rimase per tutto il tempo fino a quando non arrivarono all’ingresso del loro paese.
-puoi lasciarmi qui- disse Yiska distogliendo finalmente lo sguardo dal finestrino e rivolgendosi per la prima volta a Nahele.
-ma casa tua è…- tentò di protestare il rosso.
-lasciami qui, me la faccio a piedi- il tono del moro non ammetteva repliche e quindi Nahele si fermò -grazie per il passaggio-
 

 

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


-è successo qualcosa?- chiese Lokni quando lui e Nahele rimasero da soli.
-che cosa dovrebbe essere successo?- chiese curioso Nahele non capendo minimamente la domanda del fratello.
-tra te e Yiska. All’inizio non avevo notato niente di strano ma poi mi sono accorto della tensione che si poteva tagliere con un dito. Quindi cos’è successo tra voi?- chiese in modo più specifico il castano guardando male il rosso. Rosso che sospirò.
-niente di importante-
-niente di importante? Sei serio? Yiska sembrava strano in macchina e non voleva nemmeno accettare il passaggio. Quindi non dirmi niente di importante-
-è complicato- borbottò Nahele fermando la macchina. Erano arrivati a casa.
-io non esco di qui fino a quando non mi dici cos’è successo. Yiska è il mio migliore amico, almeno per me, e ho tutte le intenzioni di sapere cos’è successo tra voi due. E credimi chiederò anche a lui.-
-siamo andati a letto insieme tre volte e non ci siamo lasciati nel migliore dei modi- borbottò Nahele passandosi una mano tra i capelli rendendoli ancora più disordinati del solito. Lokni a quelle parole sgranò gli occhi.
-quindi sei tu lo stronzo che lo ha fatto soffrire- concluse il castano arrivando alla conclusione da solo.
-quindi sai com’è andata- disse acido Nahele cosa che fece stranire Lokni, perché sembrava scocciato dalla cosa se era stato lui a fare lo stronzo?
-so che uno stronzo lo ha distrutto ma non come. E tu sembri strano-
-se fosse stato per me Yiska sarebbe il mio ragazzo in questo momento- sbottò Nahele. Non riusciva più a tenersi tutto dentro. -Yiska mi piace da morire e credimi che mi sono sentito davvero una merda quando ho dovuto spezzargli il cuore. Yiska è il cugino di Maka e se io e lui ci fossimo messi insieme mi sarei dovuto allontanare da tutti-
-quindi secondo la tua testa bacata spezzare il cuore a Yiska era un’ottima idea senza parlare prima con qualcuno. Potevi dire le cose come stavano a Maka e trovare una soluzione, ma anche a Yiska. Non trattarlo in quel modo- protestò Lokni con tutte le intenzioni di stare dalla parte del suo migliore amico e sentendosi anche leggermente in colpa per averlo costretto a salire in macchina con loro.
-Maka lo sa e mi odia. È per quello che litighiamo ogni volta-
-Maka sa che hai lasciato il cugino per lei?-
-be’ non proprio così. Lei crede che sia stato veramente stronzo e non le vere ragioni-
-e ci credo che ti odia! Perché non le hai mai detto la stramaledetta verità. CAZZO. Dire la verità è sempre la scelta migliore senza inventare robe senza senso che fanno più male della verità.- Lokni si massaggiò le tempie, gli era venuto un leggero mal di testa con tutto quel gridare. -pretendo che tu ti chiarisca con Yiska. Io proverò anche a parlargli ma devi essere tu a essere sincero nei suoi confronti- concluse guardando negli occhi il fratello. Fratello che annuì leggermente spaventato dalla sfuriata di Lokni. Non lo aveva mai visto così incazzato ed era sicuro che avesse tutte le ragioni per essere arrabbiato con lui.
-bravo- sussurrò Lokni con un leggero sorriso sulle labbra. -andiamo a mangiare che ho fame- aggiunse poi uscendo dalla macchina e incamminandosi verso casa mentre Nahele sospirava prima di seguirlo a sua volta.
-cosa ci cucini di buono?- chiese Nahele raggiungendo il ragazzo in cucina. Erano solo loro due in casa visto che i loro genitori sarebbero rimasti tutto il giorno a lavoro per un progetto importante.
-cosa mi cucino di buono. Tu ti arrangi. Se non si fosse capito sono incazzato con te per Yiska e l’incazzatura non mi passerà velocemente sappilo- brontolò Lokni che diversamente da quanto aveva appena detto aveva messo a cucinare la carne per due, due belle bistecche.
-scusa se ho ragionato d’istinto. Guarda che non mi fa per niente piacere ricevere continui rimproveri da parte di Maka. Quella ragazza crede che io sia sempre la ragione del malessere del cugino e mi dice sempre di non fare niente ma si sta solo fissando. Io Yiska non lo vedevo da molti mesi prima di oggi- brontolò Nahele per poi ricordarsi una cosa importante. -ti ricordi quando Maka e Adam hanno litigato- chiese poi al fratello mentre apparecchiava per entrambi.
-è successo due giorni fa- borbottò Lokni.
-ecco era incazzata con me perché aveva chiamato Yiska facendolo innervosire e lei ha pensato fosse tutta colpa mia- rivelò il rosso.
-perché dovresti essere stato tu il problema se Yiska si è innervosito con Maka?- borbottò Lokni confuso.
-perché secondo lei era triste e si Yiska è triste è sempre e solo colpa mia- le fece il verso Nahele sbuffando -comunque ti ho fatto questa domanda per sapere se eri a conoscenza di qualcosa-
-no, non l’ho visto molto diverso dal solito e non gli ho mai chiesto niente anche perché credo non si fidi tanto di me per adesso- brontolò Lokni che si stava prefiggendo l’obbiettivo di parlare a cuore aperto con il suo amico. Voleva essere una spalla per il ragazzo.
-quindi non ti ha mai parlato di me?- chiese ancora Nahele.
-mi ha detto che uno stronzo gli ha spezzato il cuore ma mai il nome dello stronzo, nemmeno quando abbiamo scoperto di essere dello stesso paese- e Lokni si chiese come mai. Yiska lo aveva sentito parlare parecchie volte di Nahele e Lokni si domandava come mai non gli avesse mai parlato di quello che era successo tra loro. Possibile che pensasse Lokni fosse dalla parte di Nahele. Dopo quello che aveva scoperto, anzi nonostante dopo quello che aveva scoperto sarebbe rimasto sempre dalla parte di Yiska. Nahele aveva sbagliato a mentire al ragazzo e ancora di più a mentirgli facendogli del male.
Voleve sistemare la cosa e lo avrebbe fatto, poco ma sicuro.
 

 

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


-mi sembri strano, tutto bene?- chiese Rem domenica sera quando vide tornare a casa loro Yiska, Yiska che aveva su due enormi borse sotto gli occhi e l’aria stanca di chi non si riposava da tantissimo tempo.
-secondo te?- sussurrò il ragazzo andando prima a poggiare il suo zaino in camera per poi ritornare dall’altro ragazzo in soggiorno e sedersi al suo fianco sul divano. -il coglione è venuto a prendere il suo attuale ragazzo venerdì e mi hanno costretto ad accettare il passaggio. Sono stato con loro per tutto il viaggio e volevo solo sotterrarmi. Come se non bastasse lo stronzo si è comportato come se non mi conoscesse e la cosa mi ha dato davvero fastidio- sputò fuori il moro togliendosi gli occhiali che gli stavano iniziando a dare fastidio.
-poi?- chiese ancora Rem -sono sicurissimo che sia successo anche altro-
-mia cugina ha deciso che la mia sfuriata era stata di troppo e mi è venuta a cercare a casa dandomi anche la colpa per la litigata con il suo ragazzo- rivelò Yiska. Quando si era trovato Maka difronte, visto che la nonna l’aveva fatta entrare prima di uscire, era sbiancato completamente ma aveva sperato che la ragazza fosse li per chiedergli scusa, non di certo per aggredirlo nuovamente dandogli la colpa di quel litigio con Adam. Yiska non ce l’aveva fatta a sopportare altro e si era rinchiuso nella sua camera, rigorosamente a chiave. Poi si era messo le cuffiette e aveva fatto partire una canzone a caso a tutto volume. Era rimasto in quello stato per il resto dei suoi giorni di vacanza alzandosi solo quando la nonna lo andava a chiamare per i pasti. Gli era venuta anche una voglia matta di non presentarsi all’accademia per quella settimana, aveva davvero bisogno di riprendersi un po’ ma allo stesso tempo non voleva lasciare Lokni da solo per un’intera settimana.
-la tua vita fa schifo scusa la franchezza- disse Rem osservando attentamente il ragazzo al suo fianco -ti va di uscire insieme a me questa sera? Non pensare male, voglio solo farti staccare la testa per un po’- chise poi Rem ma Yiska scosse la testa.
-sono stanco e poi sarei solo d’intralcio quindi non ti preoccupare- sussurrò Yiska che era rimasto parecchio sorpreso da quella proposta -e poi scusa i tuoi amici non sono omofobi?-
-non ho mai chiesto- rispose sinceramente Rem. Non si era mai preoccupato di chiedere la cosa ai ragazzi e non ci aveva nemmeno mai pensato.
-allora che mi chiedi di uscire con voi- rise Yiska.
-era una proposta fatta al momento perché ti vedo giù, non ci ho pensato molto prima di fartela- borbottò Rem alzando gli occhi al cielo.
-non ti preoccupare okay? Ho solo bisogno di riposarmi un po’ e mettere le cose in ordine nella mia testa per cercare di essere il più tranquillo possibile domani con Lokni-
-dovresti parlargli lo sai? Deve sapere che uno dei suoi ragazzi ti ha distrutto completamente e di certo non puoi continuare a mentirgli- gli fece notare Rem cercando anche di convince il moro che aveva al fianco di parlare con l’amico. Almeno sperava che in quel modo quel Lokni potesse capire di star facendo una cazzata enorme a stare con due persone contemporaneamente.
-e che dovrei dirgli?- chiese Yiska –“ehi Lokni lo sai che lo stronzo che mi ha spezzato il cuore è il tuo attuale ragazzo Nahele che stai snobbando per stare con Callum mentre io soffro”-
-non è male- disse sinceramente Rem.
-no, non ho intenzione di fare ciò. Mi sentirei uno stronzo a dirlo in quel modo e soprattutto adesso-
-ma il tuo amico lo è stronzo visto che sta con due ragazzi contemporaneamente e non si cura nemmeno di nasconderlo- gli fece notare Rem guardandolo insistentemente.
-domani vedo come mi sento e forse parlo con Lokni- borbottò Yiska alzandosi dal divano -vado a riposarmi- e così dicendo si fiondò nella sua camera conscio che il giorno dopo non avrebbe minimamente parlato con Lokni.
E fu proprio così, il moro salutò tranquillamente Lokni quando lo vide davanti all’ingresso dell’accademia e non gli accennò minimamente la questione di Nahele. Rem avrebbe capito la sua poca voglia di chiarire con Lokni. Non voleva perdere l’amico solo per qualcosa che era successo in precedenza.
-possiamo parlare?- chiese Lokni quando entrami si furono sistemati nella loro postazione.
-certo, è successo qualcosa? Ho fatto qualcosa di sbagliato?- chiese leggermente terrorizzato Yiska da quella domanda. Possibile che si fosse accorto di qualcosa il venerdì prima.
-tu no, il coglione si- disse Lokni con un sorriso sulle labbra. -posso sapere cos’è successo tra te e Nahele? Mi sono accorto della tensione che c’era in macchina l’altro giorno e mi sono sentito leggermente in colpa per averti costretto ad accettare- chiarì il castano mentre Yiska si mordeva il labbro inferiore nervoso. E addio l’evitare l’argomento con Lokni.
-niente di che, solo qualche incomprensione- sussurrò Yiska per non dire al ragazzo la verità.
-Nahele ha svuotato il sacco quindi so la verità. Diciamo che l’ho costretto a farlo. Posso sapere perché non mi hai mai detto niente? Quello stronzo ti ha fatto del male e io te ne parlavo ogni giorno e potrei anche averti fatto male mentalmente- sussurrò Lokni realmente preoccupato. -perché non mi hai detto niente? Lo avrei messo in riga prima-
-non volevo intromettermi tra voi- sussurrò Yiska -e poi è acqua passata ormai, lui non prova niente per me e io devo solo farmela passare-
-intrometterti tra noi? Di cosa stai parlando?- chiese confuso Lokni.
-di te e Nahele- spiegò Yiska mentre Lokni sgranava gli occhi capendo perché Yiska non gli aveva mai detto di Nahele. Il moro credeva stessero insieme. Non si trattenne e scoppiò a ridere sotto lo sguardo confuso di Yiska.
-tesoro io e quel coglione non stiamo insieme- disse tra le risate -sto con Callum e credevo te ne fossi anche accorto visto che l’ho baciato davanti a te milioni di volte- spiegò il castano facendo anche un po’ tranquillizzare Yiska. Lokni non aveva mai avuto una doppia relazione.
-ma allora come fate ad essere così legati…-
-Nahele è praticamente diventato mio fratello. Mio padre e sua madre si sono sposati quindi mi sono ritrovato ad avere un fratello maggiore iperprotettivo e stronzo-

 

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


-non sapevo che la madre di Nahele si fosse sposata. Questo spiega anche perché non ti ho mai visto prima- sussurrò Yiska rendendosi contro che si era fatto mille film mentali inutilmente, ed era stato male inutilmente.
-eh già. La prossima volta che succede qualcosa del genere per favore parlami anche perché se non si fosse capito sono pienamente dalla tua parte e non da quella del coglione- disse Lokni sorridendo in direzione del moro che annuì. Se solo avesse parlato prima con Lokni si sarebbe risparmiato parecchie crisi isteriche. -e poi vorrei sapere cos’è successo con Maka. Nahele mi ha detto che avete litigato- spiegò Lokni guardando preoccupato Yiska. Non gli erano passate inosservate le enormi occhiaie presenti sul volto del ragazzo.
-come fa a sapere che ho litigato con Maka?- chiese invece Yiska confuso da quella frase.
-Nahele mi ha rivelato che Maka si incazza con lui quasi ogni volta che ti vede e quindi sa che litigate-
-ma perché dovrebbe incazzarsi con Nahele?- chiese Yiska confuso. Davvero non capiva Maka, perché arrabbiarsi con Nahele quando non si erano più parlati se non qualche giorno prima.
-ah non me lo dire- borbottò Lokni -si arrabbia con lui anche se teoricamente non ha fatto niente. Come stai?-
-uno schifo- rivelò sinceramente il ragazzo -ho avuto una crisi isterica al telefono con Maka e poi lei è venuta a casa questo fine settimana tutta arrabbiata perché aveva litigato con Adam per colpa mia, che poi è solo colpa sua visto che è lei che mi fa sclerare ogni volta, e io mi sono rinchiuso in camera stressato- borbottò il moro guardando con la coda dell’occhio in direzione del professore che era appena entrato nell’aula.
-non potevi chiamarmi? Hai il mio numero e anche senza dirmi il vero motivo della chiamata se non ti fidavi potevi tranquillamente sfogarti- sussurrò Lokni per poi abbracciare di slancio il ragazzo che aveva al suo fianco.
-adesso lo so e non ti preoccupare, ho scoperto che Rem non è male come credevo- rise Yiska ricordandosi che doveva avvisare il suo migliore amico che il suo coinquilino non era un mostro.
-e?- chiese infatti Lokni prendendo tutti gli ingredienti che il professore aveva iniziato ad elencare non appena si era seduto a quello che era il suo bacone e che fungeva anche da cattedra.
-non è omofobo- sussurrò Yiska.
-ma…-
-lo so, me lo ha fatto credere anche a me per tantissimo tempo. Ma non lo è e io l’ho scoperto solo perché mi è stato vicino quando ho litigato per telefono con Maka e l’ho guardato stranito. Sai se una persona con la quale non hai scambiato mezza parola cortese inizia a preoccuparsi per te e ti porta anche una tisana delle spiegazioni le pretendi-
-e si può sapere perché si comportava in quel modo?- chiese sconvolto il castano ma comunque felice di sapere che il moro non era stato completamente da solo e senza un conforto.
-la sua ex, con cui stava da anni, lo ha tradito con un ragazzo gay che l’ha usata per far ingelosire il suo di ragazzo e lei non solo è rimasta incinta di questo qui ma ha deciso anche di rimanere con quei due per dargli altri figli- spiegò velocemente Yiska. Sapeva che molto probabilmente, anzi quasi sicuramente, non doveva dire quelle cose ma era Lokni e lui si fidava ciecamente di Lokni.
-ma che cazzo- sussurrò Lokni -ora sto dalla parte di Rem e non mi sarei mai sognato di dirlo- aggiunse poi. Stava per aggiungere altro ma si bloccò perché il professore stava passando per i banconi lasciando i fogli di qualche ricetta. Non sapevano ancora cosa avrebbero dovuto cucinare quella settimana ma segretamente entrambi i ragazzi speravano in qualcosa di più complesso. Volevano iniziare ad imparare veramente qualcosa di nuovo.
-mi aspetto grandi cose da voi due quindi vedete di non chiacchierare molto e soprattutto tu cerca di dormire- disse il professore quando si trovò davanti ai due ragazzi e guardò fisso negli occhi Yiska che riuscì solo ad annuire. Era certo comunque che senza tutti i film mentali che si era fatto in quei giorni sarebbe riuscito a dormire meglio. Non avrebbe di certo risolto la questione di Maka ma almeno la maggior parte dei problemi e delle preoccupazioni erano andate via.
-comunque sono dell’idea che tu e Nahele dobbiate parlarvi- aggiunse Lokni quando il professore fu troppo lontano per poter anche solo ascoltare la loro conversazione.
-non abbiamo niente da dirci Lo, io non gli piaccio quindi è meglio se questa volta mi dimentico di lui definitivamente-
-no, dovete davvero parlarvi. Ho parlato con mio fratello e credimi quando ti dico che so tutto quello che è successo tra voi. Ci sono state delle incomprensioni per colpa di Nahele e ho tutte le intenzioni di farvi chiarire questa situazione al più presto- affermò convinto Lokni con un sorriso sulle labbra.
-a me sembrava tanto convinto di quello che stava dicendo. Lokni ti prego non voglio stare male nuovamente- Yiska chiuse gli occhi cercando di scacciare via l’immagine di lui e Nahele insieme. Non poteva succedere, non di nuovo.
-e io non farei niente per farti del male credimi. So solo che dovete parlarvi e che se non lo fate di vostra spontanea volontà sarò costretto a rinchiuderci in una camera fino a quando non vi sarete parlati sinceramente- minacciò Lokni con su la faccia più minacciosa possibile.
-oh no, io ti evito per tutto il tempo. Non ho nessuna intenzione di parlare con il carotino-
-vedremo-
 

 

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


-ma…- Lokni guardò confuso riconoscendo il suv di Nahele una volta uscito dall’accademia insieme a Yiska, Yiska che per fortuna di Lokni sembrava non esseri minimamente accorto della presenza del rosso. Lokni era più che sicuro che il moro al suo fianco sarebbe scappato subito per non parlare con il ragazzo.
Lokni era un po’ deluso dal fatto che non era andato a prenderlo Callum come d’accordo ma di certo non si sarebbe fatto scappate l’opportunità di far chiarire i due ragazzi. Quindi prese l’amico per un braccio e fece di corsa le scale per arrivare perfettamente difronte al fratello che si accorse dei due solo quando se li trovò perfettamente difronte.
-che ci fai qui? Non doveva venire Callum?- chiese prontamente Lokni mentre avvertiva Yiska irrigidirsi sotto la sua presa e cercare anche di liberarsi senza successo. Non l’avrebbe fatto scappare, non quando potevano risolvere tutto e subito.
-è stato bloccato a lavoro e io ero da queste parti per prendere i soldi del mio di lavoro- spiegò Nahele che aveva preso a fisare Yiska. Aveva sperato di non doversi confrontare così presto con il moro, perché sapeva perfettamente di essere nel torto ma di certo doveva immaginarselo visto la testardaggine di Lokni. Anzi era addirittura sorpreso del fatto che suo fratello non avesse detto ancora niente al moro al suo fianco.
-quindi avete risolto la questione con l’attore?- chiese ancora curioso Lokni. Con tutti i doppi turni che il fratello si era ritrovato a fare in quel periodo era stato naturale per lui chiedergli cosa diavolo stesse succedendo anche perché da quando si conoscevano non era ancora riuscito a fare da cavia per gli esperimenti del moro visto il poco tempo che avevano entrambi a disposizione.
-è stato licenziato e tutti il progetto rimandato a non si sa quando quindi noi esterni abbiamo preso i soldi che si spettavano e dobbiamo semplicemente aspettare che ci richiamino quando si sistemerà tutto- spiegò Nahale incrociando le braccia al petto e appoggiandosi alla macchina capendo che la conversazione sarebbe andata per le lunghe.
-uh quindi avrai tempo libero- disse al settimo cielo Lokni, finalmente potevano passare più tempo insieme.
-aspetta e spera, mi hanno già trovato un altro incarico qui in città- ma vendo la faccia delusa di Lokni Nahele aggiunse -ma sarò occupato la metà del tempo e mi pagano anche meglio-
-sarà meglio per te- borbottò il castano guardandolo male per poi tornare a sorridere -comunque voi due dovete parlavi quindi io vi aspetto in macchina- e così dicendo Lokni spostò il fratello dalla portiera e si sedette in macchina proprio come aveva detto, non prima di aver lanciato un’occhiata eloquente a Nahele.
-io vado- sussurrò Yiska che finalmente libero vedeva l’opportunità di potersene andare via. E ci sarebbe anche riuscito se solo Nahele non se fosse accorto e non avesse rincorso il moro fino a raggiungerlo non solo perché era più alto ma anche più veloce.
-aspetta-
-cosa vuoi Nahele- sputò fuori Yiska -non voglio parlare con te- aggiunse poi guardando male il rosso che aveva difronte.
-ti prego ascoltami due secondi. Lokni mi ammazza se non lo faccio-
-quindi lo fai per lui e non perché vuoi- disse Yiska sbuffando e distogliendo lo sguardo dal ragazzo che ancora amava.
-guarda che voglio veramente chiarire con te ma è anche vero che mio fratello mi ammazza se non ci chiariamo. Ti vuole bene e non sopporta che io da stronzo quale sono ti nasconda la verità- spiegò Nahele.
-e quale sarebbe questa verità?- si arrese Yiska. Non poteva scappare anche perché Lokni avrebbe trovato qualche suo assurdo modo per farli parlare. Prima si toglieva il pensiero e meglio era.
-che sei importante per me e diversamente da quanto ti ho fatto credere tu mi piaci, anzi credo di amarti- Yiska alzò un sopracciglio per niente convinto da quelle parole. Sembravano solo frasi fatte e niente di più. -non mi guardare così! Se veramente fosse stata solo un’avventura non l’avrei mai fatto con il cugino della mia migliore amica conoscendo il suo carattere-
-andiamo so inventarmi di meglio- sussurrò Yiska. Non avrebbe retto di più.
-non sto inventando niente Yiska! Mi sono comportato in quel modo perché avevo paura di dover scegliere tra te e Maka! I tuoi nonni hanno quasi costretto Adam a lasciare Maka solo perché ti aveva aiutato per una cosa in banca!-
-cos…cosa cazzo centra tutto questo?- chiese con le lacrime che iniziavano a scendere dai suoi occhi Yiska.
-che ti ho fatto credere di non amarti per non ritrovarmi isolato. So che non è una bella cosa ma davvero non sapevo cosa fare-
-potevi parlarmene forse?- Yiska era definitivamente scoppiato a piangere. -ho passato un anno orribile per colpa tua!- urlò poi incurante delle persone che stavano passando per strana e che stavano inesorabilmente sentendo la loro conversazione.
-mi dispiace, io non sapevo davvero cosa fare ma credimi quando ti dico che ti amo-
-potresti anche essere sincero, ma di certo non ho intenzione di perdonarti. Ti amo ma non fino a questo punto e comunque la questione non si risolverebbe- e così dicendo Yiska voltò le spalle a Nahele e se ne andò definitivamente mentre Nahele non riusciva a trovare il coraggio di seguirlo. Lokni aveva avuto ragione: doveva parlargli subito e non inventarsi cose senza senso.
Il rosso tornò al suv con aria sconsolato. Aveva definitivamente perso qualunque possibilità con Yiska.
-gli hai almeno parlato?- chiese Lokni non appena vide entrare il fratello sconsolato in macchina.
-si, gli ho detto tutto- sussurrò il rosso avviando il motore -e mi odia-
-fa bene ad odiarti. Gli hai mentito e lo hai fatto star male per tutto questo tempo-
-non hai capito Lo- sussurrò ancora Nahele -non ne vuole più sapere di me quindi tra di noi non ci sarà più niente-
-sono sicuro che non è così! Devi dargli solo il tempo di metabolizzare il tutto e di perdonarti. Poi si sistemerà tutto-
-non ne sono tanto convinto Lokni. Sembrava davvero serio quando ha detto di non voler avere più niente a che fare con me-

 

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


-gente dovete aiutarmi- esclamò Lokni entrano in casa di Callum e buttandosi sopra il suo ragazzo mentre il fratello alzando gli occhi al cielo.
-cosa succede amore?- sussurrò Callum lasciando poi un bacio sulle labbra del suo ragazzo. All’inizio il biondo non credeva che tra loro potesse andare avanti per tanto ma mai era stato tanto contento di essersi sbagliato. Sembrava come se fossero fatti per stare insieme e la cosa gli piaceva da morire.
-a me niente. Dovete aiutarmi con quel testone di mio fratello- aggiunse il castano.
-per favore basta- brontolò Nahele buttandosi su una delle poltrone presenti nella camera per poi iniziare a sprofondarci dentro. Stava ancora male per la conversazione avuta con Yiska. La consapevolezza di averlo perso per sempre e di non poter fare assolutamente niente per convincerlo a cambiare idera stava diventando più concreta momento dopo momento.
-che succede?- chiese curioso Adam lanciando uno sguardo preoccupato in direzione dell’amico per poi guardare curioso Lokni.
-ma voi due vi siete rimessi insieme?- chiese invece Nahele osservando come Maka e Adam erano seduti sullo stesso divano ma stavano comunque parecchio distanti.
-no- rispose Adam.
-si- disse la ragazza.
Quelle risposte fecero alzare le sopracciglia a Nahele davvero confuso per l0ndecisione dei due. Ma si erano almeno parlati oppure avevano deciso da soli.
-decidetevi- diede voce ai pensieri di tutti Callum sbuffando -comunque signorino non sviare la domanda, cosa succede?-
-niente che vi interessi, Lokni stava scherzando- borbottò il rosso.
-certo e tu sei la felicità in persona. Anche se Lokni non ci avesse detto niente entrando ci saremmo accorti del tuo stato- rimbeccò Adam incrociando le braccia al petto e osservando attentamente il rosso.
-non sono cose che si possono risolvere, non più almeno quindi lasciate perdere. Tu in primis- Nahele guardò in direzione del fratello che sbuffò.
-è il mio migliore amico non posso lasciar perdere. Mi fa male vedervi entrambi in questo modo- disse convinto Lokni mentre Nahele sgranava gli occhi. Non si era minimamente aspettato che il fratello parlasse così liberamente della cosa. L’unica nota felice era che li nessuno sapeva che Yiska era il suo migliore amico.
Callum corrugò la fronte guardando prima il suo ragazzo e poi il suo di migliore amico.
-Lo ti stai riferendo a chi penso?- chiese il biondo sempre più confuso. Cosa centrava Yiska con Nahele.
-si, proprio lui- confermò Lokni mentre Nahele sgranò gli occhi.
-aspetta tu…-
-ci ha visti insieme quindi era normale facesse due più due. Ora possiamo cortesemente spiegare tutto anche agli altri?- chiese Lokni che aveva perfettamente avvertito gli sguardi curiosi di Adam e Maka nella loro direzione.
-mi sento escluso dal mondo- disse proprio Adam sbuffando. Non capiva come potesse essersi perso tanto in poco tempo. Sembrava come se fosse stato escluso da tutto proprio come aveva appena espresso a voce.
-oh ma non è colpa tua, questo coglione non ha mai detto niente a nessuno sbagliando terribilmente. Io l’ho scoperto solo perché la questione riguarda anche il mio migliore amico e Callum lo ha conosciuto quando mi è venuto a prendere dall’accademia- spiegò semplicemente Lokni agli altri due ragazzi anche se Maka era rimasta in silenzio per tutto il tempo.
-allora possiamo saperlo o no?- chiese Adam lanciando uno sguardo veloce a Maka che sembrava poco interessata alla cosa.
-vai, tanto hai sganciato la bomba- sussurrò Nahale vedendo lo sguardo del fratello che si illuminò a quella opportunità.
-il coglione qui presente- iniziò Lokni indicando il fratello -ha deciso di mollare il suo ragazzo per una stupidaggine credendo di fare del bene ma peggiorando solo la situazione-
-aspetta in che senso il suo ragazzo?- chiese sconvolto Callum -quando cazzo siete stati insieme e perché io non ne sapevo niente?- chiese ancora rivolto al rosso che sospirò.
-non stiamo stati proprio insieme- spiegò Nahele lanciando uno sguardo in direzione di Maka che aveva preso a guardarlo dubbiosa.
-posso capire di chi cazzo stiamo parlando?- chiese Adam sbuffando. Non ci stava capendo niente.
-dimmi che non state parlando di Yiska- sussurrò invece Maka mordendosi il labbro inferiore. Nahele non rispose ma distolse lo sguardo sentendosi a disagio.
-aspetta tu lo sapevi?-Callum guardò la ragazza curioso iniziando anche in parte a capire le litigate dei due che non avevano mai spiegato ne a lui e ne ad Adam.
-si, ma credo che sapevo solo una parte della storia- sussurrò la ragazza -puoi cortesemente dirmi tutto? Per filo e per segno?-
-non ho mai voluto ferire Yiska- scoppiò Nahele -lo amo veramente credimi Maka, l’ho lasciato in quel modo solo e soltanto perché avevo paura della reazione dei tuoi nonni, avevo paura del dover scegliere tra i miei amici e Yiska. Ho voluto soffocare i miei sentimenti senza accorgermi che stavo distruggendo anche Yiska-
-per questo lo sto chiamando coglione da quando l’ho scoperto- aggiunse Lokni mentre Maka si alzò dal divano iniziando a fare avanti e indietro.
-al telefono con tuo cugino avete litigato per Nahele vero?- chiese Adam alla sua ragazza ricordandosi il motivo della loro di litigata.
-si- sussurrò Maka -stava male e quando sta male è sempre colpa di Nahele-
-grazie- sussurrò il rosso alzando gli occhi al cielo.
-Yiska mi ha detto che sei andata da lui questo fine settimana- aggiunse Lokni in direzione della ragazza che si era finalmente fermata.
-si, sono cogliona anch’io. Ero incazzata e me la sono presa ancora di più con lui che non centrava niente. Me ne sono accorta solo quando era troppo tardi per chiarire- la ragazza si morse ancora di più il sangue prima di aggiungere -comunque cosa volete che facciamo? Dire la verità a Yiska?-
-l’hai presa bene- sussurrò Nahele ricevendo un’occhiataccia dall’amica.
-preferisco di gran lunga questa situazione che non quella dove tu giochi con i sentimenti di Yiska- gli rispose a tono la ragazza, era palesemente ancora incazzata con il rosso per avergli mentito per tutto quel tempo.
-Yiska sa tutto, oggi hanno parlato e si sono chiariti. Ma non ne vuole sapere niente di Nahele e lui è entrato in depressione. Dovete aiutarmi a far capire a mio fratello che se veramente vuole Yiska deve insistere-
-anche se fosse la situazione non cambierebbe…-
-invece si visto che tutti noi adesso sappiamo e possiamo trovare un modo per non far capire ai miei nonni che vi vedete e che state insieme. Credimi troveremo un modo per farvi stare insieme- fu Maka a parlare e Nahele sgranò gli occhi sorpreso -lo faccio per Yiska non per te- aggiunse poi anche se nei suoi occhi si leggeva chiaramente che voleva bene ad entrambi.
 

 

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Capitolo 34
*** Capitolo 33 ***


-non funzionerà mai- borbottò Nahele dopo aver ascoltato l’idea dei suoi amici. Era molto semplice, consisteva nel continuare a parlare con Yiska, approfittando del fatto che andava a prendere Lokni, e cercare di far capire al moro che era serio.
-devi solo parlargli ogni giorno- protestò Maka non capendo perché l’amico fosse così testardo.
-ma così lo innervosirò soltanto come hai fatto tu- le fece notare il rosso.
-no, non lo farai se ovviamente non insisti troppo- gli disse invece Adam guardandolo attentamente.
-si ma parlargli ogni giorno è insistere! Non mi vuole più vedere lo volete capire si o no? Ho sbagliato a non parlargli e a mentirgli e adesso ne pago le conseguenze- disse Nahele sospirando. -credetemi vorrei davvero tanto convincere Yiska a darmi un’altra possibilità ma rischierei solo di costringerlo a fare qualcosa che non vuole. Lo amo e se lui non mi vuole tra i piedi rispetto la sua decisione. Insistere non porterà a niente.- concluse il rosso incrociando le braccia al petto. -Lokni apprezzo il fatto che tu abbia provato ad aiutarci, sia me che Yiska, ma oramai è troppo tardi e fare qualcosa sarebbe inutile-
-almeno avete chiarito voi due- sussurrò Lokni indicando il fratello e Maka, almeno la ragazza non avrebbe più insultato tanto malamente il suo amico.
-vorrei essere più d’aiuto. Maledizione a te che non ci dici mai niente- brontolò Callum stringendosi di più a se il suo ragazzo che nel mentre aveva già stoppato la registrazione che aveva fatto con il cellulare e l’aveva mandata a Yiska. Il tutto senza che Nahele e gli altri se ne accorgessero. Solo Callum era a conoscenza del piano del suo ragazzo e l’aveva anche aiutato a metterlo in tatto. Diciamo che lo aveva capito immediatamente senza che Lokni dicesse niente e Callum si era trovato d’accordo con il pensiero del castano. Nahele era testardo e non avrebbe mai e poi mai avrebbe insistito con Yiska. Mandare quel messaggio al moro, dove Nahele diceva apertamente i suoi sentimenti, avrebbe potuto aiutare i due ragazzi a chiarirsi più velocemente.
Lokni non dovette aspettare molto prima di avvertire il suo telefono iniziare a squillare. Gli occhi di tutti i presenti si puntarono su di lui curiosi.
-scusate, scuola- disse il castano alzandosi dalla sua comoda posizione e andando nella camera da letto di Callum per rispondere alla chiamata da parte del suo migliore amico.
-ehi- rispose Lokni.
-che cazzo è quella cosa?- chiese il ragazzo dall’altro lato. La sua voce stava tremando e Lokni non riuscì a capire se di rabbia o per altro.
-quello che è successo pochi secondi fa in salotto. Nahele non sa che l’ho registrato. In realtà l’unico a saperlo era Callum ma solo perché ero spalmato su di lui e mi ha visto- rispose Lokni iniziando a giocare con una ciocca dei suoi capelli per il nervosismo. Iniziava a credere di aver fatto male.
-e cosa dovrei farci io con quella cosa?- chiese ancora il moro lanciando uno sguardo preoccupato a Rem che era al suo fianco e stava ascoltando la loro conversazione grazie al vivavoce. Era al fianco di Yiska quando aveva ascoltato quella registrazione ed aveva insistito con il ragazzo per fargli chiamare il suo migliore amico per avere delle spiegazioni.
-non lo so okay? Volevo solo farti sapere cosa provava Nahele. Vi voglio bene, ad entrambi, e mi fa male vedervi così distanti nonostante i vostri sentimenti. So che quello che ha fatto mio fratello è stato sbagliato, sono il primo a dirlo e ad essermi arrabbiato con lui-
-io…non so che fare ti parlo sinceramente. È stato difficile respingerlo oggi perché sono pazzamente innamorato di lui, ma allo stesso tempo ho paura che possa ferirmi nuovamente. E poi le cose non cambierebbero a prescindere- rispose sinceramente Yiska sotto lo sguardo di Rem che lo stava incitando a parlare sinceramente con il suo migliore amico.
-Maka ha già detto che ci penserebbe lei a quell’altra cosa e poi ci saremo tutti in caso. Non sei più solo Yiska. Sappi che accetterò qualunque tua scelta perché è tua la vita e tu devi decidere ma ci sarò se avrai bisogno di una spalla-
-grazie Lokni. Ho bisogno di pensarci un po’ prima di decidere- concluse Yiska sospirando.
-ma certo tesoro. Ci vediamo domani- Lokni sorrise al telefono nonostante il moro non potesse vederlo e chiuse la chiamata prima di tornare in salotto dagli altri.
-tutto bene?- gli chiese Callum che stando vicino a lui aveva perfettamente letto il nome della persona con la quale aveva appena parlato il castano.
-certo- sussurrò Lokni baciando sulle labbra Callum e aggiungendo in modo che solo il biondo potesse sentirlo -poi ti racconto- Callum annuì impercettibilmente alle parole del suo ragazzo per poi tornare a posare o sguardo sigli altri tre.
Nel mentre della loro conversazione Maka e Adam si erano avvicinati sempre di più fino a finire nuovamente seduti abbracciati segno che avevano finalmente deciso di smetterla di essere arrabbiati tra loro e ritornare a fare i piccioncini come loro solito.
Nahele invece sembrava essersi completamente isolato dal resto degli amici e si era messo a fissare intensamente il vaso di girasoli presente sul tavolino al centro della stanza come se quei girasoli potessero essere la risposta a tutte le domande che gli stavano vorticando in testa tra cui anche il pensiero a Yiska e la speranza che potessero mettersi finalmente insieme come aveva sempre voluto.
 

 

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Capitolo 35
*** Epilogo ***


Yiska stava guardando la porta che aveva difronte super nervoso e la cosa la si poteva tranquillamente vedere dal fatto che il ragazzo stesse torturando il suo labbro inferiore che si era screpolato per l’insistenza con la quale il ragazzo lo stava mordicchiando.
Alla fine il moro prese un respiro profondo e suonò il campanello sperando che non ci fosse nessuno in casa. Era stata una sua idea quella di presentarsi li per parlare ma il coraggio lo stava abbandonando momento dopo momento. Yiska stava per andarsene leggermente sollevato dal fatto che nessuno avesse risposto fino a quando la porta non si aprì rivelando una Juniper al quinto mese di gravidanza.
Si, alla fine erano passati quasi quattro mesi da quando aveva scoperto i veri sentimenti che Nahele provava nei suoi confronti e aveva avuto bisogno di tutto quel tempo per fare chiarezza nella sua testa. Lokni lo aveva aiutato senza mai influenzarlo troppo verso il fratello. Gli aveva lasciato scelta e per quello Yiska gli era davvero grato.
Anche Rem aveva cercato di aiutare il suo amico, perché si alla fine avevano iniziato a considerarsi amici nonostante l’inizio turbolento, e aveva fatto fronte comune insieme a Lokni.
In quei mesi Yiska aveva anche conosciuto ufficialmente Callum e dopo l’imbarazzo inziale con il biondo era riuscito a non sentirsi a disagio con il fidanzato del suo migliore amico e a sua volta migliore amico del ragazzo che amava.
Con Maka aveva chiarito definitivamente solo due settimane prima. La ragazza gli aveva chiesto mille volte scusa ma Yiska aveva deciso di farla restare sulle spine anche per farle capire in parte quello che aveva provato lei con tutte le volte che gli aveva ricordato Nahele quando non voleva minimamente ricordarlo.
-salve, Lokni è in casa?- chiese Yiska consapevole che il suo amico non fosse li. Gli aveva palesemente detto che starebbe rimasto da Callum per tutto il finesettimana.
-oh no, dovrebbe essere da Callum- rispose la donna sorridendogli. -avevi bisogno di qualcosa da lui? Se vuoi posso aiutarti io-
-oh no, ero qui solo per parlargli. Lo farò domani- rispose prontamente Yiska facendo per andarsene ma qualcuno arrivò alle sue spalle bloccando ogni sua via di fuga.
-Yiska- e il moro riconobbe la voce di Nahele. -mamma tutto bene?- chiese poi il ragazzo notando la madre sulla porta.
-certo tesoro non sono fatta di vetro. Hai presto tutto?- chiese la donna mentre Nahele annuiva e porgeva le buste alla rossa che controllò il contenuto sorridendo -bene io vado. Ci vediamo stasera. Ciao Yiska- concluse la donna lasciando un bacio sulla guancia del figlio e andando verso il suv che il figlio aveva appena parcheggiato davanti al cortile.
-hai bisogno di qualcosa?- chiese Nahele facendogli cenno di entrare e Yiska non riuscì a dire di no -Lokni è da Callum-
-si, lo so- sussurrò Yiska decidendo che visto che c’era doveva parlare con il ragazzo che aveva difronte -volevo parlare con te, se me lo permetti-
-certo che si, non ci siamo lasciati nel migliore dei modi ma di certo non ti impedisco di parlarmi- rispose Nahele con un sorriso tirato. Avere Yiska così vicino e non poterlo toccare gli faceva male ma si era fatto una promessa e l’avrebbe mantenuta.
-ho avuto bisogno di qualche mese per mettere le cose in ordine nella mia testa e decidere cosa fare, tuo fratello è un mostro e se quello che hai detto agli altri quando ti volevano aiutare con me…-
-aspetta che?-
-Lokni mi ha fatto una registrazione, non chiesta, di quello che hai detto mesi fa e me l’ha inviata- spiegò Yiska mentre vedeva lo sguardo di Nahele farsi sempre più confuso a quelle parole. -comunque ho avuto bisogno di tempo e sono arrivato alla conclusione che non posso andare a vanti senza sapere come potrebbe andare tra di noi quindi se vuoi ancora provare a stare con me io non ti dirò di no. Non so come andrà ma voglio provarci- finito di parlare Yiska alzò i suoi occhi coperti dalle spesse lenti degli occhiali che indossava per osservare Nahele che era rimasto completamente immobile.
Vedendo che non sembrava intenzionato a muoversi fece per dirgli che poteva anche dimenticare tutto ma non fece in tempo. Le morbidissime labbra di Nahele erano finite prepotenti sulle sue e in men che non si dica si ritrovò spiaccicato tra il corpo caldo del rosso e una delle pareti della casa con il respiro affannato e il cuore che andava a mille.
-domani ammazzo Lokni per la registrazione ma poi gli faccio una statua- sussurrò Nahele prima di rimpossessarsi delle labbra del suo ragazzo e trascinandoselo di peso al piano superiore. La madre era andata a fare un’ecografia, Kele era a lavoro e Lokni da Callum. Nessuno gli avrebbe disturbati per almeno un’ora buona e Nahele non voleva perdere nemmeno un secondo ora che aveva finalmente il suo bel moro al suo fianco.

 

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