And I say, It's all right

di Mo0ny_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Want You (She's So Heavy) ***
Capitolo 2: *** Carry That Weight ***
Capitolo 3: *** Octopus's Garden ***



Capitolo 1
*** I Want You (She's So Heavy) ***


I want you
I want you so bad
I want you  
I want you so bad
It's driving me mad, It's driving me mad


 
James cammina per il castello senza badare bene a dove stia andando. Non ha una meta da raggiungere, voleva solo lasciare la camera da letto: Remus era alquanto nervoso per via della luna piena, Sirius lo stuzzicava nonostante sapesse le sue condizioni e Peter era intendo a mangiare biscotti con la bocca aperta e facendo rumore.
Non c’è  nessuno del loro anno in giro, probabilmente stanno tutti studiando per le verifiche che la Mcgranitt ha deciso di piazzare a fine febbraio,  o per il freddo.  Dovrebbe farlo anche lui ma sbuffa al solo pensiero! Prende il boccino che ha in tasca ed inizia a giocarci distrattamente. Forse farà un salto nelle cucine, il freddo sembra penetrargli nelle ossa. Se si trasformasse adesso in un cervo, non ci sarebbero problemi: la pelliccia mantiene caldi come due piumini!
È il rumore dei passi di qualcuno a metterlo in allerta. Si volta per vedere Mulciber e Avery venire verso la sua direzione. Normalmente non lo avrebbe fatto, ma è da solo e quei due sono pazzi! Si nasconde dietro una colonna afferrando il boccino e sperando non lo abbiano visto. Non ha il mantello dell’invisibilità, stringe la bacchetta. È da uno o due anni che ha capito una cosa: ora che vi è il Signore Oscuro a tracciare la sua strada, non può fidarsi di nessun Serpeverde.
-Cazzo se è stato divertente, quella non la smetteva di urlare –Sgrana gli occhi e cerca di capire quello che hanno detto, sperando abbia sentito male.
-Non ci ha visto nessuno? –
-Ma chi vuoi che c’abbia visto?!  Al quarto piano non passa mai nessuno –Passano dalla colonna dietro cui è nascosto. Osserva la testa mora di Mulciber ridere e quella bionda di Avery seguirlo. Appena si allontanano abbastanza, tira fuori la Mappa del Malandrino. Non è del tutto perfezionata, ma spera possa essergli d’aiuto.
La apre rivelando i diversi nomi che circolano per  i corridoi di Hogwarts. Mulciber aveva ragione: nessuno passa mai dal quarto piano. Fu per questo che appena lesse il nome di Mary MacDonalds corre dentro scansando le pochissime persone vicine alle scalinate. Sale talmente tanto in fretta che sembra stia sfrecciando con la sua scopa. Si fa indicare la strada dalla Mappa del Malandrino per capire con precisione in che stanza è. Quando arriva, la trova stesa a terra pancia in giù con i capelli biondi a coprirle il volto. Si spaventa a morte.
-Mary! Mary! –a niente serve chiamarla, non risponde. Gira il corpo per vedere la faccia tonda completamente bianca. È veloce ad issarla sulle spalle. Pesa, ma pesa ancor di più il suo cuore spaventato. Di corsa arriva in infermeria e quando Madama Chips chiede cosa sia accaduto riesce solo a borbottare che l’ha trovata già così. È sicuro la preoccupazione che l’infermiera gli legge in volto a farle comprendere che sta dicendo la verità.
-Va’ nel tuo dormitorio, Signor Potter –
 
 
Lily riceve la notizia dopo poche ore. La Mcgrannitt la chiama per riferiglielo e chiederle se possa fare compagnia alla sua compagna. Non ci pensa due volte ad accettare. Le stringe la mano osservando i suoi lineamenti morbidi. Chissà cosa l’è successo, chissà quando si sveglierà!
-Come sta? –sobbalza nel sentire la voce di Potter al suo fianco (quando è arrivato?!). La sua presenza gli da fastidio, ma legge nei suoi occhi nocciola una reale preoccupazione per la sua amica. Ha gli occhiali quadrati storti e i capelli più disordinati che mai.
-Ancora non si è svegliata –Potter la osserva e allarga il nodo della cravatta distrattamente. Non legge malizia nei suoi occhi ma è comunque infastidita dal suo sguardo. Si volta verso l’amica.
-Che le è successo? Madama Chips è riuscita a capire? –Scuote la testa e i capelli rossi le finiscono sul volto. Si sposta immediatamente una ciocca dietro l’orecchio.
-È stato Mulciber  –Non avrebbe mai creduto di sentire un tono di voce così duro e serie da Potter. Si ricorda poi di trovarsi James Potter davanti e assume un’espressione scettica.
-E tu che ne sai? –Potter si sposta poggiandosi al muro con le mani dentro la tasca.
-Li ho sentiti, Evans. Lui e Avery. Hanno accennato a qualcosa a proposito del quarto piano e che qualcuno non la smetteva di gridare. Sono corso a controllare e l’ho trovata svenuta a terra –Lily piange. Non vorrebbe farlo, non davanti a Potter soprattutto. Ma non si trattiene. Lo vede che non sa che fare, forse vorrebbe anche dargliela una mano ma è pietrificato davanti a Lily Evans e ai suoi occhi verdi che proprio non la smettono di piangere. Capisce che è da sola che vorrebbe rimanere, quindi le poggia una mano sulla spalla e se ne va, ma non prima di averle detto: “Sta’ attenta”.
 
Lily non ha compreso fin da subito l’avvertimento che Potter le aveva dato. Ci è arrivata al risveglio dell’amica che la legge del sangue si fa più stringente ed esigente. Lei è nata babbana, Mary è una mezzosangue. Se l’hanno attaccata… Quanto tempo ci metteranno a colpire anche lei? E così si allena, studia più che può perché possa comprendere e capire cosa aspettarsi e da chi e cosa deve proteggersi. Mary non è stata in grado di dirle cosa le abbiano fatto, ma i graffi sulle spalle le fanno ancora male. Ha sempre litigato con Potter, l’ha trovato sgradevole e viziato all’inverosimile. Ma quello che ha fatto per la sua mica è innegabile. Mary l’ha ringraziato e lui le ha sorriso senza malizia alcuna.
Che ragazzo strano…
 
-Sirius, metti giù quei calzini –è l’avvertimento di James. Odia quando fa fluttuare la sua roba in giro per la stanza, ancor di più se la stanza non gli basta e corre a continuare lo scherzo in sala comune.
-Tu che dici Prefetto? –ammicca a Remus che sta studiando serenamente. –Devo ubbidire agli ordini del signor Ramoso? –
-Finché non mi arrivano in faccia e tutt’apposto. –Non li degna nemmeno di uno sguardo.
-Sentito? Il nostro amico Prefetto non trova il mio comportamento sbagliato. –James si tuffa su di lui per cercare di fermarlo, ma si ritrova con il muso a terra. Li sente quelli del primo anno ridere e desidera lanciare un petrificus totalus, chissà se avranno ancora voglia di ridere!
-Black, perché Potter è a terra?! –Lily è sulle scale del dormitorio femminile e guarda interdetta le scena.
-Cerca nuovi e pittoreschi modi per invitarti ad Hogsmeade, Evans –Sirius porta le ciocche nere e lunghe dietro l’orecchio. Quanto lo odia quando fa così!
-Non trovo gli occhiali dannazione! –Lo sanno che è completamente cieco! Perché ridono?!
-Sirius, ridammeli! –urla mentre cerca di alzarsi con le mani avanti per non colpire niente. La scena deve essere davvero ridicola perché sente chiaramente la risata di Lily! E proprio quest’ultima che si abbassa a terra e gli poggia le lenti quadrate sul naso. Il suo volto è subito più nitido, così come il suo sorriso malcelato.
-Sei ridicolo, Potter –Se ne va con i libri stretti fra le braccia. Si gira solo per dire: -E cinque punti in meno a Grifondoro! –Poi sparisce dietro il quadro della signora Grassa.
-Ma questa è davvero della nostra casata? –commenta Sirius andando a sedersi su uno dei divanetti accanto al fuoco.
James guarda ancora il punto dove prima era Lily, Evans. Odia quel groviglio che gli si crea all’altezza dello stomaco ogni volta che incrocia il suo sguardo, ogni volta che è talmente tanto vicino da poter vedere le pellicine sulle piccole labbra. Odia quando ride,  detesta vederla felice.
Perché lui non è parte di quella felicità. E non lo sarà mai…
A distoglierlo, ci pensa Sirius e i dannati calzini che sono tornati al suo legittimo proprietario. Anche se in faccia.
-Remus! Non ridere accidenti! –
 
Remus studia da diverse ore in biblioteca quando anche James lo raggiunge. È certo che si annoi e infastidire Sirius deve averlo scocciato, non ci sono altre spiegazioni perché sia lì altrimenti. O forse… Lo guarda mentre scarabocchia parole senza senso, mentre disegna dei boccini e incide le iniziali “L.E” sulla pergamena. Quando poi, Lily Evans, fa il suo ingresso nella biblioteca e James la guarda come se avesse aspettato solo questo, capisce che l’intuizione è giusta.
-Ti farà diventare matto –sospira, non è nemmeno sicuro che Ramoso lo stia ascoltando.
 
Più tardi ne parla con Sirius. Mai l’altro era stato così attento durante un suo discorso, forse solo quando ha confessato di essere un lupo mannaro.
-Sai, abbiamo pensato la stessa cosa –Gli dice poi Felpato incrociando piedi e gambe. –Chissà come la prenderà quando gli darà un bel due di picche –
-Sirius! –ma sta ridendo anche lui.
 
I suoi amici credono che lui abbia una strana cotta per Evans, ma si sbagliano e glielo dimostrerà. Non riesce a sopportarli, odia sentire il loro chiacchiericcio continuo su qualcosa di cui è evidente non abbiano capito niente! Persino Peter ha preso a prenderlo in giro!
Lily è proprio davanti a lui che gioca con una ciocca di capelli rosso scuro mentre mangia parlando del più e del meno con Remus. È l’unico dei Malandrini che riesce a parlarle e che lei sembra anche gradire. Gli occhi a mandorla si posano sui suoi color nocciola e mostrano subito diffidenza.
-Che vuoi Potter? –Lo vede Sirius che lo guarda di soppiatto, è certo  non voglia perdersi niente di quello che accadrà. James Potter è cresciuto spavaldo e viziato, troppo perché possa scendere a patti con il su orgoglio.
-Hai da fare sabato, Evans? –Alza gli occhi al cielo mentre il sorriso malizioso di James non vuole proprio lasciare il suo volto.
-Ti prego, non la solito domanda! –Si porta una mano a reggersi la testa continuando a mangiare spazientita.
-Sei tu che hai chiesto…–
-Black, fatti gli affari tuoi! –
-Evans, chi tace acconsente però… -Basta questo a rendere il suo volto più rosso dei suoi capelli e a convincerla del fatto che la sua cena sia finita lì.
-Preferirei uscire con un lupo mannaro! –dice prima di andare via.
-Sentito Ramoso? Con me ci uscirebbe –gli sussurra Remus. Sirius e Peter capiscono e ridono insieme a Lunastorta.
James osserva Lily allontanarsi e andare incontro a Piton. Sente di nuovo quella morsa all’altezza dello stomaco. Ma stavolta è orribilmente opprimente e il pollo che ha mangiato lo sente risalirgli in gola.
 
“Siete uguali voi due”
“Ma cos’ha?”
“Leggendo fra le righe, amico, direi che secondo lei sei un po’ presuntuoso”
 
“Siete uguali, voi due”
“Uguali, voi due”
“Voi due”
 
James non può credere che sia successo davvero. Forse ci ha sempre sperato, che Lily e Piton litigassero. Ma ora che è accaduto… È stato dannatamente orribile.
Lupin li ha rimproverati per quello che era accaduto, o se li aveva rimproverati!
Non riesce a stare nel suo letto, ha bisogno di fare quattro passi, ha bisogno di metabolizzare quello che Lily, Evans (deve accettarlo che per lui, lei non sarà mai Lily), gli ha detto. Lo ha sempre definito egoista, presuntuoso e con la testa troppo fra le nuvole. Ma mai con quell’odio viscerale. Si è sentito piccolo, idiota.
Afferra il mantello dell’invisibilità e la Mappa del Malandrino. Arrivato in Sala Comune la trova lì, che discute con Mary.
-Parlagli Lily. Diglielo che fra voi è finita –e lei annuisce con i capelli a coprirle il volto. La segue appena attraversa il quadro e la tentazione di sentire cosa dirà a Piton è tanta. Decide però di non ascoltare, di andare oltre.
Lui non è uguale a Piton. James non sarà mai come Piton. James non è fissato con la magia oscura, non frequenta Mulciber e Avery e sì, magari ha un modo di divertirsi sopra le righe, ma non ha mai fatto male a nessuno!
È la sua coscienza a suggerirgli poi che, per quanto possa odiarlo, Piton non è nessuno. Piton ha subito tante delle sue angherie e per quanto gli costi ammetterlo… Ha ferito anche Lily, Evans.
È troppo orgoglioso per piangere, si passa una mano fra i capelli cercando di non far cadere il mantello.
È un grifondoro. Sarà un futuro Auror. La guerra incombe e lui non è altro che uno stupido ragazzino che si diverte bullizzando gli altri!
Cambierà.
Il prossimo anno non ripeterà gli errori commessi.
Ci proverà ad essere migliore, e ci riuscirà (è presuntuoso, e forse questo non cambierà).
E le sue promesse sono per lui un voto infrangibile, soprattutto quando torna e Lily, Evans, piange sul divanetto accanto al fuoco.
Le ha provocato dolore, ma conta di restituirle il sorriso.
 
Perché la ama.
 
 
 



 
|||Angolo Autrice|||
Ho sempre voluto scrivere qualcosa sulla Jily e in generale, sui Malandrini. Ho molte storie cestinate, long che non credo troveranno mai una fine. Penso che questa raccolta di One-Shot sia il giusto modo per dare il mio contributo alla storia. Non so con quanta frequenza aggiornerò, la prossima storia è già pronta e posso dire che saranno sette in totale. Non sono lenta a scrivere quanto impegnata ahahah. Però giuro, questa raccolta la voglio portare a termine! Grazie a tutti coloro che hanno dato una possibilità a questa raccolta e spero vivamente che siate stati invogliati a continuare più che a lanciarmi pomodori.
Se vi va di fare due chiacchiere, avere aggiornamenti o scambiare fan art c’è il
link al mio profilo twitter.
Grazie e alla prossima!
 
 

 
 

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Capitolo 2
*** Carry That Weight ***


Boy, you′re gonna carry that weight
Carry that weight a long time
 Boy, you're gonna carry that weight
 Carry that weight a long time
 
Lupin non ha mai avuto amici. Ricorda solo di due bambini suoi vicini: provavano ad interagire con lui ma i genitori di questi continuavano ad allontanarli fino alla loro indifferenza.
Lupin ricorda quattro mura graffiate e delle manette arrugginite che facevano male ai polsi come riassunto della sua infanzia. Per non parlare poi delle lacrime salate di entrambi i genitori, del cioccolato che aveva sempre un retrogusto amaro e del sapore metallico del sangue.
Aveva giurato più volte di non rivelare a nessuno il suo segreto una volta arrivato ad Hogwarts. Nessuno doveva sapere del lupo.
Mai avrebbe creduto che il lupo avrebbe trovato presto degli amici. Non avrebbe mai creduto ad una cosa del genere se qualcuno glielo avesse raccontato.
Ed è buffo che rammenti ciò ad ogni luna piena, quando cammina per i corridoi per arrivare all’infermeria.
Quel giorno va da Lily, come ogni volta che deve assentarsi per i suoi “problemi di salute”.  Dovrebbe fare insieme a lei i suoi doveri da prefetto,  lo stemma attaccato sul petto gli ricorda ogni volta quanto sbagliata sia ogni azione che compie con  suoi amici. Non sa nemmeno per quale assurdo motivo sia lui ad adempiere a questo compito! Insomma… è uno dei migliori amici di Potter e Black!
“Silente deve proprio amarvi…” pensa a volte con il sorriso sulle labbra.
Vede Lily uscire dalla Sala Grande, la saluta con un cenno della mano mal riuscito. I muscoli gli fanno male e non riesce ad alzare le braccia bene. La rossa lo raggiunge subito con sguardo preoccupato, deve essere proprio malconcio.
-Sei bianco come Sir Nicholas, Remus! –
-Lo so… Questa sera mi sa che dovrai fare la ronda da sola –si porta una mano dietro al collo. Odia affidare le sue responsabilità ad altri.
-Lo sai che puoi mandarmi benissimo un gufo, non devi sforzarti a venire a dirmelo di persona ogni volta –Sorride imbarazzato Lupin.
-Mi sembra il minimo… Lo faccio quasi  ogni mese anche se per varie ragioni –Lily ride.
-Beh… Anch’io ti lascio solo una volta al mese–La risata coinvolge anche lui. Non dura molto, deve davvero andare in infermeria adesso.
-Che si racconta da queste parti? –James compare dietro di loro con in mano quella che a Lupin sembra, e spera davvero di sbagliarsi, la mappa del Malandrino. Il sorriso spavaldo non lo abbandona mai nonostante sembra diverso rispetto all’anno precedente. Si passa una mano fra i capelli ma è inutile, tanto non staranno mai in ordine!
-Niente di cui t’importi –non è cambiato, invece, il tono arrabbiato e colmo d’odio con cui Lily gli parla.
-Evans, credo proprio che questo sia il momento adatto per chiederti di andare insieme ad Hogsmeade –Lupin decide di mettersi in mezzo prima che la situazione peggiori. Ma non ci riesce. Sente come un conato di vomito salirgli dallo stomaco ed è davvero un miracolo che non riversi tutto a terra. James se ne accorge subito e dietro le lenti quadrate appare uno sguardo preoccupato.
-Andiamo, ti porto in infermeria –gli dice portando una braccio di Remus sulle sue spalle. Gli occhi di Lily non li abbandonano fin quando i due scompaiono dietro i lunghi corridoi.
È furiosa, non riesce proprio a dimenticare lo spiacevole episodio dell’anno precedente.
Vede ancora il volto di Severus, Piton, rivolgerle le parole che mai si sarebbe aspettata di udire da quella bocca: “Sanguemarcio”.
Sa che non deve prendersela con Potter, non è lui che ha portato il suo vecchio amico sulla via del male. Eppure dare la colpa a qualcuno è molto più semplice che addossarsele.
Perché avrebbe dovuto capirlo subito che Piton non poteva più essere suo amico, forse, se lo avesse fatto, non si sarebbe spezzata così.
 
-Ma sei matto a girare con la Mappa del Malandrino così aperta?! –gli urla Lunastorta appena  sono da soli.
-Ti stavo cercando, cretino! –risponde infastidito. Ha solo cercato di dare una mano! –E poi non devi temere. Sirius ha aggiunto una cosa che ti farà morire dal ridere! –Alza gli occhi al cielo. No, è certo non sia divertente, ma decise di non smorzare l’entusiasmo di James. Sirius e Peter vengono loro incontro con in mano due vassoi colmi di pezzi di torta.
-Guarda qua! Eravamo scesi per prendere un po’ di cioccolato, ma gli elfi domestici mi adorano –Sirius da un morso a un pezzo di crostata.
-Mi chiedo se abbiate mai notato lo stemma che ho sul petto –si indica la “P” ma l’altro ribatte con: -Si, questa è la più grande prova di quanto Silente sia nostro fan –
-Ben detto –è il commento di James e Peter.
-Vado in infermeria, che è meglio –
-Direi, sei bianco più …
-Di Sir Nicholas, ho capito! –sbotta continuando a camminare. James gli è subito accanto. È sempre così, non lo lasciano mai solo. Sirius si occupa di preparare lo zaino con cerotti, alcool, mantello dell’invisibilità e tutto quello che occorrerà loro il giorno successivo; Peter è sempre il primo a partire per assicurarsi che possano procedere e correre dal loro amico e James… beh, lui si occupa di tutto il resto. Ha messo in giro una voce secondo cui il suo gufo sia impazzito e ogni volta che Remus va a trovarlo lo riempie di graffi e cicatrici; ha studiato e appreso il necessario per poter diventare un animagus e gli è accanto ogni volta che si sente male.
Non sa come potrebbe esprime gratitudine a tutti e tre. Quando è con loro sa di essere in famiglia. Gli vuole bene … e anche il lupo sta bene se ci sono loro.
E d’improvviso la luna piena non è così opprimente.
 
Lily passa le sue giornate fra i libri e qualche chiacchiera con Mary. Ha bisogno di non pensare. I giornali li informano di sempre più morti, che il signore Oscuro avanza e lei si sente piccola e in pericolo. Quella sera dovrebbe partecipare ad uno dei tanti incontri realizzati dal professor Lumacorno ma non ha voglia di vedere Piton. Pensa di fingersi malata, salvo poi ricordarsi che il professore sarebbe capace di venirla a cercare in infermeria. Così indossa la divisa e si sistema i capelli. Sono cresciuti rispetto all’anno precedente, ora le arrivano quasi al seno.  Appena tornerà a casa li taglierà.
Corre per andare al Lumaclub, incontra gli altri compagni che stanno scendendo per cenare in Sala Grande e gli urla di non spingere o correre.
-Evans! –Conta fino a tre sperando di  aver sentito male. E invece no. È subito al suo fianco con la mano fra i capelli disordinati. Decide di non rispondergli, lo ignorerà fino a quando non andrà via. Spera che quella regola che segue per i cani funzioni anche per Potter.
-Evans! –la richiama sorridendo. Lo odia, odia quell’allegria nella sua voce. Che c’è da essere così felici?!
-Evans, lo so che stai cercando di ignorami. È infantile! –
-Uh ma guarda chi mi sta parlando di infantilità! –Si da immediatamente dell’idiota. Ha risposto dannazione! Il moro mette il broncio come se non si riconoscesse nelle parole della ragazza. Rimane in silenzio ma sempre al suo fianco. Lily lo osserva. Forse lo preferiva quando parlava, così è troppo opprimente!
-Come sta Remus? –chiede per rompere il ghiaccio.
-Bene. È stato dimesso poco fa –continua ad avere il broncio.
-Potter! Togliti quel broncio dal muso per cortesia! –
-Non ho il broncio –Le viene un tic nervoso all’occhio destro. Sbuffa accelerando il passo. –Non lasciarmi indietro! –
-Non stiamo camminando insieme! –
-Eravamo vicini, quindi sì. Stavamo camminando insieme! –Lily riflette: Dov’è la bacchetta? Potrebbe stenderlo, che ci vuole ad afferrare quel bastoncino di legno e pronunciare letteralmente le parole magiche?!
Arrivano dinanzi la Sala Grande e la rossa prosegue.
-Dove stai andando? –
-Dove anche le tua presenza sarebbe un’opzione migliore –borbotta continuando verso i sotterranei. James la osserva e si ricorda poi dell’invito che anche lui ha ricevuto da parte del professor Lumacorno. Controlla veloce sulla Mappa del Malandrino distaccandosi dagli altri. Si sta dirigendo lì, la sua tesi era corretta. C’è un’altra persona che si sta andando da quella parte e vorrebbe fulminarlo appena lo vede avvicinarsi a Lily. Chiude la Mappa. Non è affar suo!
 
Forse avrebbe di per lunga preferito rimanersene nella sua stanza, che Lumacorno venisse a cercarla pure! Tutto è meglio di Piton che le cammina accanto cercando di aprire con lei una conversazione.
-Non ci provare –lo blocca subito e accelera il passo.
-Lily aspetta! –ci prova a raggiungerla ma lei sbotta.
-Non hai capito, Piton! Non voglio più parlare con te. Sono una Sanguemarcio, una schifosa Sanguemarcio! Lo hai scandito bene l’ultima volta! –
-È dalla parte di Potter che stai adesso, giusto?! –
-Che c’entra Potter?! Non è che se io e te non siamo più amici allora io corra fra le braccia del tuo bullo! –la sua faccia sembra rilassarsi un minimo per poi tornare esattamente come prima.
-Ieri Lupin era in infermeria –L’afferra la bacchetta questa volta e mai, mai, avrebbe creduto che a farle perdere le staffe non sarebbe stato Potter. Piton alza subito le mani ed è stupito, non si aspettava un gesto simile da quella che era la sua migliore amica.
-Devi smetterla di perseguitarmi con questa storia! Non mi importano le tue teorie campate per aria e nemmeno i presunti indizi che hai raccolto! Va’ via! –
-Come vuoi. Sei intelligente Lily, ma quando ci arriverai, ricorda che io non ho potuto scoprirlo da solo –Gli occhi verdi lo scrutano e non sembrano capire. Sorride Piton e alcune ciocche nere gli finiscono davanti il volto.
-Ricordati le mie parole, ricordale –Si gira incurante della minacciosa bacchetta puntatagli addosso e scompare.
Lily non lo sentirà fiatare per tutta la serata.
 
Lily nota che quel mese Remus gli ha detto che deve recarsi da sua madre proprio il giorno di luna piena. La verità è che Piton c’è riuscito ad insinuarle della genuina curiosità su cosa Lupin nasconda e perché il suo vecchio amico non ha potuto scoprirlo da solo.  Nota anche i graffi che compaiono sul volto di Black, Minus e Potter e nota che quasi cadono nella zuppa dal sonno. Distoglie subito lo sguardo. Sono Malandrini! Se li sono procurati certamente facendo le classiche cose da… da Malandrini!
Ma quando Remus torna e la cicatrice bianca è lì, sul suo volto, come del resto lo è da quando lo conosce, i dubbi tornano.
Lily si impone di seguire la lezione, s’impone di non guardare altrove se non sulla pergamena su cui sta prendendo appunti. Tuttavia, Storia Della Magia è noiosa. Così afferra il libro che ha preso in prestito da una ragazzina del terzo anno e si reca al capitolo dedicato ai licantropi.
Distoglie poi lo sguardo. Se è vero, è fregata. È caduta nella trappola di Piton, è caduta preda della curiosità e, cosa peggiore, sta potenzialmente invadendo quello che è la sfera privata di Remus. Remus, uno dei suoi amici e compagni di casa più fedeli!
Rimette il libro nella borsa.
 
-La Evans stava leggendo un libro di Difesa Contro Le Arti Oscure del terzo –Sirius glielo sussurra a termine della lezione e James si volta immediatamente a guardarla. Sta parlando con Mary e sembra anche divertita.
-Non ti seguo, Felpato –
-Oggi ci ha guardato per tutto il tempo –E Sirius è quasi sicuro che il suo amico abbia perso un battito. Quella cotta che ha per la rossa è imbarazzante e ne è consapevole, dato che nemmeno vuole accettarlo!  -Il giorno dopo la luna piena … Non lo trovi un po’ sospetto?! –
James non sta guardando più Sirius e nemmeno Lily. Guarda in direzione di Piton e stringe i pugni.
-No, affatto –Perché è quello il modo in cui li ha terrorizzati per mesi, il modo che aveva per ricordagli che lui sa: osservandoli, leggendo di argomenti in merito e trasfigurando oggetti in ogni qualcosa di forma sferica.  –Forse Pivellus ce l’ha fatta a convincerla, alla fine –Il tono è sprezzante e i pugni stringono di più.
-Siete un po’ troppo paranoici –Peter compare al loro fianco offrendo loro una Tutti i Gusti+1. –Piton è riuscito a rendervi schiavi della paura per caso? –Non è che il loro amico brilli di intelligenza ma a volte riesce a dire un qualcosa capace di allentare le presa, di non farli sentire troppo oppressi.
-Coda, hai ragione. –esclama James passandosi una mano fra i capelli. –Ma io direi che un fresbee zannuto addosso se lo merita –
-Approvo –unanime è la risposta degli altri due e non serve Remus se c’è una maggioranza assoluta.
-L’ordine supremo dei Malandrini ha deliberato –
 
-Potter! –è comodamente seduto su una poltrona della sala comune ad afferrare il boccino quando la voce di Evans lo raggiunge ovatta.
-Sempre un piacere vederti –Le sorride genuinamente salvo poi vedere cosa stringe tra le mani.
-Che diavoleria è?! –Remus è sbiancato alla vista della Mappa del Malandrino e della rossa che la agita adirata. James vorrebbe dirgli di tornare a scrivere, sta imbrattando tutto il foglio con l’inchiostro!
-Penso ci sia scritto, no? –dice James.
-Si Evans, è scritto tutto qua –Sirius interviene e Remus sembra disorientato. –“Il Signor Codaliscia la invita a tenere fuori dalla sua portata codesta Mappa”, “Lunastorta vorrebbe informarla che non è cortese rubare la roba altrui” e “Felpato e Ramoso sono fieri di dire che hai le mani sudice, toglile dal foglio!” –
-Non stavo parlando con te Balck! –Lily afferra un polso di James invitandolo ad alzarsi e seguirla.
 
-Visto? Te l’avevo detto che la nuova aggiunta ti avrebbe fatto morire Lunastorta! –
-Felpato, credo che Remus sia realmente più  morto che vivo al momento–
-Io lo avevo detto a James che potevano evitare che il suo linguaggio fosse più gentile rispetto al nostro, tanto non gli piace lo stesso! Coda vai nelle cucine a prendere qualcosa per farlo riprendere!–
-…Ho appena detto a Lily che è una ladra –
 
James è sicuro che stia per morire. Com’è che il suo cuore non la smette di battere?! Sirius deve aver fatto qualcosa, non è possibile altrimenti che si comporti in questo modo.
Lei ti piace” Odia quando Lunastorta si insinua nei suoi pensieri, soprattutto se ha torto marcio! Evans continua a stringergli il polso e non ha ben chiaro dove lo stia portando. Deve darsi una calmata, la deve smettere di essere così in agitazione.
-Evans, vista la tua propensione ad uscire con la piovra gigante, non stiamo andando ad un appuntamento a tre, giusto? –Si ferma di botto per guardarlo con aria sconcertata.
-Come?! –
-Ogni volta che ti chiedo di uscire mi dici che preferiresti… beh, qualsiasi cosa, ma la piovra gigante è la più ricorrente –
-Non stiamo uscendo insieme e non stiamo andando dalla piovra gigante –Si metterebbe a ridere se non fosse che ha davanti Potter che è pateticamente agitato, e… lo ammette, la battuta faceva ridere, ma non è mica così idiota da dirlo a lui. Si accorge in quel momento di avere ancora la mano intorno al suo polso e lo lascia andare come se scottasse. –Vieni –Gli dice proseguendo verso la guferia. Ci va spesso quando ha bisogno di calma e solitudine. È sicura che là potranno parlare. Il moro la segue in religioso silenzio e con la mano costantemente a cercare di raddrizzare quei dannati capelli.
-Mai provato con un incantesimo? –
-Come ho fatto, io, esperto Malandrino e brillante studente di Hogwarts a non pensare ad usare un incantesimo per i miei capelli? Evans, mi hai salvato l’esistenza! –Gli da un colpo sulla spalla.
-Non volevo ferire il tuo orgoglio Potter –entrano nella guferia e Lily va a posizionarsi verso la finestra. –Cos’è quel foglio? –
-Mi hai portato qua per chiedermi a cosa serva?! Sul serio? –
-Senti, in verità non mi importa. –Si gira a guardarlo negli occhi ed incrocia le braccia. –È solo che ce l’hai sempre in mano. Non credo che un Prefetto degno di questo nome non avesse dovuto sequestrarlo tempo fa
soprattutto se, guarda caso, è sempre là ogni qual volta che cercate di farla franca dopo qualche colpo –Si ferma, afferra una ciocca di capelli e inizia a giocarci. James non sa dove vuole arrivare ma non ha il coraggio di interromperla. –Eppure ce l’avevi anche quando hai aiutato Mary e… non fare la faccia da pesce lesso, hai spostato anche me per salire le scale, ti ho visto. –James arriccia il naso. Non ha la faccia da pesce lesso, ne è certo, anche se non si può guardare. Allenta il nodo della cravatta, più per vizio che per reale esigenza. –E spesso ce l’hai quando vieni a prendere Remus e portarlo in infermeria. Quindi… Suppongo serva anche a qualcosa… di utile. –
-È una Mappa, Evans. –sbuffa infine. Non si aspettava mica glielo dicesse.
-Oh… Beh, so che forse per te dovrebbe essermi tutto più chiaro ma ti assicuro che non lo è. –Ci prova allora a spiegare ma Lily lo ferma –Il punto è che oggi l’hai dimenticata in classe. Non sono l’unica ad averla notata. Sever-Piton, ha provato a prenderla ma sono stata più veloce. –
-Sul serio?! –Sgrana gli occhi e il desiderio di picchiarlo è tanto.
-Si, sono stata seriamente più veloce di Piton –
-No, no! Che hai capito?! Dico… Davvero l’hai presa? Hai salvato la nostra mappa?! –Lily annuisce e non ha idea di come faccia ma James si trattiene dal correre ad abbracciarla.
-Beh, grazie Evans… Non me l’aspettavo sai –James si perderebbe in quelle iridi verdi che lo fissano con comprensione. Spera di non essere arrossito, lo spera vivamente. Si risveglia poi, ricordandosi che deve fare un discorso alla rossa e crede che sia quello il momento più adeguato. È lui ad afferrarle il polso prima che se ne vada stavolta.
-Evans aspetta –
-Stavo andando dalla piovra gigante, con permesso. –
-No sul serio. Devo… parlarti di una cosa –è quasi intimorita dallo sguardo che le rivolge. È serio, forse non l’ha mai visto così. Annuisce ed è pronta ad ascoltarlo. –Tu sai cos’è Remus. –è una doccia fredda per la rossa.
No,no, no, no. I suoi dubbi non possono essere fondati, accidenti, no!
Piange.
-Te l’ha detto lui? –Non riesce a guardarlo negli occhi. –Evans… Ho bisogno di saperlo. Perché se l’ha detto a te niente gli impedisce di dirlo ad altri –
-No. Non me l’ha detto Piton. Almeno… non direttamente –Singhiozza fra una parola e l’altra. –Io, l’ho capito da sola. Però… Per Godric, non volevo, lo giuro! –si mette a piangere a James è convinto che se fosse stato una qualsiasi altra persona l’avrebbe stretto fra le braccia. Sente una morsa allo stomaco e si impone di cancellarla. –Non avevo il diritto di cercare di capire un qualcosa che Remus non voleva dirmi. Io… Mi sento uno schifo –Si siede a terra e affonda la testa fra le ginocchia. Non ha il coraggio di raccontare una sua malefatta a un Malandrino. Se fosse dell’umore, forse farebbe anche ridere.
-Non voleva dirlo nemmeno a noi, sai? Abbiamo impiegato 2 anni per riuscire a capirlo. –Gli si siede accanto guardando uno dei tanti gufi che gli volano su. –Mi sono sentito come te, per averlo spinto a dire qualcosa che non voleva –
-E… Poi cos’hai fatto? –sta chiedendo consiglio a Potter, il mondo è prossimo alla fine. Lo sente.
Ma lui non è utile, ovviamente. Sa solo alzare le spalle e guardare dritto.
-Questa è un’altra storia –
Rimangono in silenzio per qualche minuto. Lily non avrebbe mai pensato di trovare rassicurazione nelle parole di Potter. Lo guarda per qualche secondo e quando è così rilassato, senza nulla da dimostrare a nessuno e senza il suo stupido ego… è una persona quasi piacevole.
-Mai avrei pensato di dirlo Potter ma… Grazie –Sembra spaesato, ma dura il tempo di un battito di ciglia.
-Quindi quella famosa uscita con me…? –
-Scusami, ma sono impegnata con la piovra gigante –e scoppia a ridere. Potter la segue ed è si stupisce ancora: sta ridendo con Potter e non di Potter.
È una giornata assurda.
 
 
-Quindi lei sa –Remus potrebbe stare per morire, a questo pensa James. Gira per la stanza da qualche minuto buono con le mani nei capelli biondi. –Lei sa… -
-Evans sa –Sirius gli lancia una pallottola di pergamena in faccia e gli dice: –Se la cosa ti disturba, valle a parlare –
Peter cerca di mettere a suo agio Lunastorta che ripete come un mantra “Lei sa” ma non riesce e la cosa lo disturba, ogni goccia di sudore rasenta la sua disperazione.
James sa che dovrebbe dire qualcosa per riuscire a calmarlo, per far si che il peso che porta  sia riequilibrato su più di una spalla. 
-Remus. –lo chiama e il tono che usa non ammette repliche. –È Evans. –Dovrebbe bastare come spiegazione, come rassicurazione.
È Evans. È la stessa ragazza con i capelli rossi che vide per la prima volta sul treno per Hogwarts, quella che difese il suo amico con ardore nonostante quell’amico fosse Piton. È la stessa ragazza che impugna la bacchetta se c’è da combattere, la stessa che non tradirebbe mai la fiducia di nessuno.
È la stessa ragazza di cui è innamorato.
-James, amico, è a te che piace, non a Remus. La cosa non aiuta –Il cuscino in faccia dovrebbe beccarselo solo Sirius, ma ha visto chiaramente gli altri due annuire.
Tre contro uno, non è male come lotta.
Ingiusta ma divertente.
 
Remus porta un peso terribile e a volte è più pesante che rispetto ad altre. Quando i suoi amici l’hanno scoperto ha avuto paura che da un momento all’altro potesse rimanere di nuovo solo. Avrebbe fatto meno male un graffio degli artigli del lupo. Eppure non fu così. Quando gli altri lo scoprirono, lo aiutarono e sostennero si sentì… vivo, amato. Leggero.
Pensa a questo, cerca di ingoiare l’amaro che avverte in bocca ma non riesce ad avvicinarsi a Lily. Lily che sa da una settimana e continua a rivolgergli la parola come se nulla fosse cambiato. È ora seduta a studiare, come sempre, e non sa come avvicinarsi.
È lei a notarlo, lo saluta con un cenno della mano e lo invita a sederle accanto. Remus giocherella con i capelli forse un po’ troppo cresciuti dall’ultima volta che li ha tagliati. Prende posto sul divanetto in sala comune.
-Ehy! Tutto bene Lupin? –L’altro annuisce senza riuscire a trovare fiato per arrivare a dove vorrebbe. Lily inarca un sopracciglio.
-Sicuro? –Lupin annuisce ancora più vistosamente con il viso paonazzo.
-Grazie –riesce a sputare quella parola, ma lo fa così di fretta che nemmeno è certo che l’altra abbia compreso.
-Per cosa? –chiede mentre prende altro inchiostro dalla boccetta.
-Per non essere scappata via appena hai capito –è un sussurro ma Lily lo sente chiaramente. Si volta a guardare il suo amico prefetto e scuote la testa.
-Non farlo mai più Remus! –forse l’ha detto a voce troppo alta, si girano tutti e si maledice. –Non ringraziare mai qualcuno per apprezzarti per quello che sei –
-Ma io sono un mostro –
-Sei un licantropo –lo sussurra per non farsi sentire ma lo guarda dritto negli occhi per dimostrargli che non ha paura di lui, non  ne avrà mai. Perché lui è Remus, non il lupo. Sbatte le ciglia Lily, rendendosi conto che è la prima volta che lo dice ad alta voce. Non ha usato quella parola nemmeno nel suo sproloquio con Potter.
-Ed è comunque solo una parte di te –Lily, ho vissuto in tanti luoghi e sono sempre scappato perché a nessuno stava bene avermi come vicino. Forse per te questo non è niente, ma grazie lo stesso. Grazie per essere qui ancora a parlare con me. –
-Spero tu non abbia detto queste cose anche a Potter, ci credo altrimenti che sia così montato. –Remus ride.
-L’ho fatto, colpevole –Lily alza gli occhi al cielo ma sempre con il sorriso stampato in faccia. –Ma mi ha risposto esattamente come hai fatto tu –
Perché ne è sbalordita? Lily lo sa, lo ha sempre saputo che Potter per i suoi amici si sarebbe fatto in quattro.
Ma forse vive ancora troppo nella sua bolla di pregiudizi.
“Io non ho potuto scoprirlo da solo”. Si odia perché le parole di Piton sono ancora in grado di ferirla, di comparire nella sua mente. Si morde il labbro.
-Remus –lo chiama e tentenna, non è affatto sicura di quello se vuole chiederglielo o no. Lui la guarda e attende. –Niente, lascia stare –
No, non deve chiederlo a lui. Potrebbe essere indelicato.
Sta passando proprio in quel momento, per questo si alza di fretta lasciando lì la pergamena contenente il suo tema.
-Potter, aspetta! –
 
 
 
 

 
|||Angolo Autrice|||
Ed ecco la seconda one-shot! Non avevo mai scritto una storia così lunga, in genere sono molto breve e ho paura di non aver revisionato bene la storia: sono leggermente miope e i miei occhiali sono chiusi in una borsa in macchina di mia zia e spero di poterli riavere presto. Quindi perdonatemi per gli eventuali errori!
Ho scritto la prima parte del continuo di questa one-shot e avevo pensato ad una cosa ma ne sta uscendo un’altra completamente!
Grazie per essere arrivati fino a qui con la lettura, si ci vede presto!

 
P.s. Se vi va, potete seguirmi su Twitter
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Octopus's Garden ***


 
  Resting our head

   On the seabed
   In an octopus' garden
   Near a cave
   We would sing
   And dance around
   Because we know
   We can′t be found


 
 
-Potter, aspetta! –
 
È follia, assoluta follia. Non ha mai passato tutto quel tempo con Potter e quel sesto anno si ritrova da lui più e più volte e sempre per questioni delicate. È ancora più folle che sia lei a corrergli incontro per capire e comprendere un mondo che assolutamente non le riguarda e anzi, vorrebbe non farne parte.
-Aspetta! –dice ma non ce ne sarebbe bisogno. Lui si è già fermato al primo richiamo. Fa segno a Peter di proseguire e Lily nota la mappa che quello stringe fra le mani. Chissà dove stavano andando, forse un bravo prefetto lo chiederebbe.
-Evans! Dimmi, cosa posso fare per te? –il sorriso di Potter esprime una sicurezza che non legge negli occhi nocciola. Ha guardato per poco nella direzione di Remus, come se sapesse che si sarebbe diretto verso di lei per parlare e ora vuole capire, conoscere quello che si sono detti.
-Ecco… -Lily sa perfettamente cosa dire, solo non sa come. Ha imparato che dietro quel ragazzo alto e smilzo, c’è un amico pronto a crollare ad ogni frase errata.
Perché se lei avesse detto che Remus era per lei disdicevole,  Potter sarebbe stato pronto a proteggerlo e a fare tutto il possibile perché nulla trapelasse. E ora… forse stava per chiedergli qualcosa che avrebbe potuto riaprire vecchie ferite.
-Tranquilla Evans! –si ridesta dai suoi pensieri e lo fissa. –Dopo questo tempo passato ad ignorarmi, era normale che ad un certo punto volessi invitarmi ad Hogsmeade tu stessa –
Lily sbatte le ciglia più volte e quando comprende che no, non può schiantarlo in sala comune senza che nessuno lo noti, inarca un sopracciglio nervosa.
-E io che mi ero pure preoccupata potessi offenderti! Sei incredibile Potter! –Lily si volta a prendere le sue cose per andare via.
James non deve guardare verso Remus per sapere che ha detto una cavolata, che è bastato poco per rovinare tutto.
-Lunastorta, lo so che mi stai fissando –
-Sai anche il motivo? –sbuffa e annuisce. Gli toccherà chiedere scusa, forse.
 
Sirius odia vederlo così intontito. Un po’ gli manca il vecchio James, quello che ancora non era innamorato di Lily (almeno, non consapevolmente) e che riusciva a godersi una malefatta con il sorriso sulle labbra. Senza pentimento risentimento o con la paura che la rossa potesse giudicarlo.
Lo osserva dagli spalti del campo di Quidditch. Lo fa sempre e anche gli altri giocatori ormai sono sorpresi se non lo trovano lì ad osservarli. James è un bravo capitano. La spilla che porta sempre sul petto è davvero meritata. Sa come confortare, calmare i suoi giocatori prima di una partita. Riesce a tirare il meglio da ognuno di loro.
Tutti questi complimenti sono, tuttavia, irrilevanti davanti a quello che sta vedendo oggi. Sirius sembra avere le pupille degli occhi fuori dalle orbite alla visione del suo migliore amico che non riesce a segnare 10 miseri punti ed è sempre inseguito e quasi colpito da entrambi i bolidi.
-Black, gli avete dato di nuovo il Distillato Soporifero? –chiede Marlene McKinnon avvicinandosi con la scopa agli spalti.
-Ti assicuro che se fosse colpa mia o di qualsiasi altro membro dei Malandrini, lo avreste saputo. –Marlene scende dalla scopa e sedendosi  si acconcia i capelli scuri in uno chignon disordinato. Ha braccia esili e un corpo minuto che spesso hanno tratto in inganno i suoi avversari. È forse il miglior battitore che Grifondoro abbia mai avuto  –Non fa scenate quando non vi vede allenarvi con il massimo impegno? –
-Onestamente Black, chi è fra me e Potter che può lamentarsi delle pessime prestazioni?! –Gli occhi chiari trasudano saccenza. Sirius si passa una mano fra le ciocche nere e dopo un ulteriore bolide che stava per schiantarsi sulla testa del suo amico, decide che non può più rimanere a guardare.
-McKinnon, mi presti la scopa? –
 
Cacciato dall’allenamento che lui stesso stava gestendo in quanto capitano, dal suo migliore amico. Non può crederci, non può essere accaduto davvero!
“Potter, levati dal campo, fatti 3 giri di corsa e fila in dormitorio! Hai dato abbastanza spettacolo!” questo ha osato dirgli.
È certo che Remus e Peter gli daranno man forte appena racconterà di quello che è appena accaduto, di come Sirius l’abbia appena umiliato davanti alla sua squadra.
La rabbia svanisce e ne prende il posto il rimorso appena la chiazza di capelli rossi gli passa accanto.
“Potresti evitare di comportarti così James, non andare sempre in pallone!” Gli aveva detto Remus dopo la sua brillante uscita dell’altro giorno. Si morde il labbro, deve trovare il coraggio di superare il suo stupido orgoglio ed andare verso di lei.
-Evans! –la sua voce l’ha raggiunta prima di lui. La ragazza si gira e James sente il peso degli occhi verdi osservarlo con sorpresa. Ha dei libri stretti in mano, forse si stava recando in biblioteca per studiare.
-Che hai da gridare così! –sbuffa e attende che il suo interlocutore le dica qualcosa.
-Beh, ecco, l’altro giorno… –si porta una mano fra i capelli. –Si, ecco… -
-Potter, non ho tutto il giorno –
-Che cosa volevi? –Lily stringe i libri al petto e cerca di nascondersi fra i capelli. Odia sentirsi così schiava della curiosità ma sente di doverlo sapere, di dover capire anche per rispetto alla vecchia amicizia con Severus.
-Come ha fatto, Sev… Piton, a scoprirlo? –Se possibile, si nasconde ancora di più fra i capelli ma non ricevendo risposte toglie le ciocche rosse dal volto e vede Potter stupito, con gli occhi nocciola strabuzzanti. –Mi ricordo di una notte –continua –Dove si dice che tu l’abbia salvato da qualcosa... –
-Vuoi sapere cos’è successo? –Lily vorrebbe annuire, vorrebbe dirgli che è ovvio che vuole sapere. Ma gli occhi nocciola la fermano. Vede una nota di delusione, come se non potesse credere che stia valutando un’opzione in cui lui abbia in qualche modo potuto mettere a rischio la vita di Remus e poi di Piton.
-Io… Non lo so, cosa voglio! So solo che la voce di Piton continua a martellarmi in testa e… e non riesco a farla smettere. –Sta parlando con Potter, perché le importa tanto che quel ragazzo con una ridicola spilla da capitano appuntata sul petto, la divisa da Quidditch e una scopa in mano possa essersi offeso? È Potter! Potter, colui a cui nulla importa se non sé stesso e il suo inutile orgoglio.
Lo stesso che annuisce senza guardarla negli occhi.
-Vieni, spostiamoci da qui –Potter si dirige verso l’uscita ed è sicuro che lei lo stia seguendo, o almeno lo spera.
 
Seduti sotto uno degli alberi vicini al laghetto, Lily si guarda in giro nervosamente. Potter inizia a parlare con la schiena poggiata alla corteccia ed ancora non la guarda.
-Non è stata una nostra idea, non volevamo che Piton venisse a saperlo –si ferma e alla rossa viene spontaneo porgere una banale domanda.
-Chi, allora? –Gli occhi nocciola si incontrano finalmente con i suoi e mai si sarebbe aspettata di esserne così sollevata. Quello sguardo la invita a riflette, a pensare e ricordare. –Black… -Potter annuisce portandosi una mano fra i capelli. Le immagini di quel periodo durante l’anno precedente in cui i Malandrini avevano litigato portando l’allontanamento del moro le ritornano subito a galla. Sembra così distante, invece sono passati pochi mesi. È stato uno dei periodi in cui meno punti erano stati tolti alla loro casata, avrebbero potuto vincere la coppa delle case quell’anno.
-Non lo sapevamo! Non avremmo mai messo in pericolo Remus –
-Ma perché? –Potter giocherella con la sua spilla da capitano e fa spallucce.
-Piton è sempre stato un impiccione. Ci perseguitava con la storia che voleva sapere cosa facessimo, dove andassimo. E Sirius… aveva i suoi problemi –La rossa si sposta una ciocca davanti al volto. –Non credo l’abbia fatto consapevolmente, era solo colmo di rabbia. Lo è ancora, in verità –
Potter pare non essere intenzionato a dirgli nient’altro. Forse è giusto così, non sta parlando di lui, non può obbligarlo a rivelarle fatti che a lei non dovrebbero importare. La voce di Piton non si attenua, anzi. Vorrebbe dirgli di tacere ma i nuovi fatti non la tranquillizzano. Cosa rende migliori i Malandrini rispetto a Piton, se basta uno scatto d’ira per mettere in pericolo una persona? Per far venir fuori il segreto di Lupin!
Potter si alza, si pulisce i pantaloni dall’erba rimastagli attaccata. Non è mai successo che fosse lui il primo ad andarsene dopo una loro conversazione negli anni precedenti.  Si alza anche lei, deve studiare e deve farlo al più presto. Non può permettersi di arrivare con l’acqua alla gola: ha ignorato fin troppo storia della magia per quel mese.
-Sai –continua Potter portando la mano fra i capelli. –Forse non l’ho detto in modo giusto. –Non capisce se si stia riferendo al racconto. Lily ne scruta gli occhi e le iridi si muovono freneticamente da destra a sinistra. Vuole dire altro, ma sa che non può.
-Tranquillo Potter, è tutto a posto –Non lo è ma sente di doverlo consolare in qualche modo. L’altro annuisce.
-Allora, ci si vede Evans –sale sulla scopa e sfreccia via. Dovrebbe urlargli che non si vola in cortile e che 10 punti verranno tolti a Grifondoro.
Ma sorride e smette di farlo solo quando incrocia lo sguardo di Piton che la scruta dietro una colonna.
Continua per la sua strada.
 
Peter e Remus hanno la Mappa aperta e sghignazzano. James è sicuro che non sia necessario raccontargli nulla e non c’è bisogno di parlare di niente, ma Codaliscia non è d’accordo.
-Come ti ha tolto Sirius dal campo? –Remus ride alla sua domanda ed è certo che non possa trovare in Lunastorta il conforto che sperava. Mette il broncio e si stende sul suo letto faccia in giù.
-La Evans ha pensato bene di darti un due di picche per la piovra? –
-Questo non fa ridere Coda! –ma le risate dei due coprono la sua replica e vanno decisamente a smentire la sua teoria.
La piovra l’ha decisamente stufato.
 
Trascorrono i giorni e l’aria natalizia si fa sempre più vicina. È un’aria che porta l’odore di canditi, pini e Lily vorrebbe sentire il sapore dei dolci di sua madre al marzapane.  È il primo anno in cui probabilmente tornerà a casa, senza il suo amico, il primo che passerà in solitudine. Sua sorella Petunia non le rivolgerà parola e lei non potrà trovare conforto fra le braccia di Severus. Ci pensa spesso: tornare o no?
È solo il decimo giorno di dicembre, può pensarci un altro po’. Intanto i giornali le mostrano una realtà fatta di sangue, di nati babbani uccisi all’ordine del giorno. Chissà, forse tornare non è sicuro. Non per la sua famiglia, se c’è lei.
-Signorina Evans –la McGranitt la ferma a fine lezione e le chiede di avere la lista delle persone che torneranno a casa entro il 20 dicembre, quasi a leggerle nella mente. Lo riferisce a Remus in modo che possa dirlo anche ad altri della loro casata.
-Tu che farai? –chiede mentre se ne tornano nella sala comune salvo poi ricordarsi che mai Lupin è tornato a casa per le vacanze.
-Puoi già mettermi in lista –ma la stupisce con la sua risposta che per altro arriva decisa. Si vede che la luna piena è lontana: ha gli occhi pieni di vita e non stanchi e spenti. Anche il volto è riposato e nonostante la cicatrice bianca sul naso, Remus Lupin sembra stare bene. –Gli altri tornano a casa, la luna piena è l’ultimo giorno di vacanza… direi che è perfetto –Sorride e Lily insieme a lui anche se la voce nasconde un retrogusto amaro.
Black e Potter non sono mai tornati a casa nel periodo natalizio. Il capitano della squadra di Quidditch è sempre rimasto ad Hogwarts a fare compagnia all’amico (che poi, pensa, forse è anche il motivo che spinge Remus e Peter a restare viste le ultime parole del prefetto). Si salutano e la rossa continua a pensare e riflettere.
Sa poco della famiglia Black e quello che sa gliel’hanno detto Mary e Piton. Non sa bene quanto ci sia di vero nei racconti che quotidianamente sente, ma sa che le occhiate di gelo che si rivolgono i due fratelli Black sono reali. Così come reali sono Piton e Regulus che sono sempre insieme, come amici che condividono qualcosa da tempo. Ormai ci ha rinunciato, lo sa che ogni persona che il suo vecchio amico frequenta avrà un marchio nero sulla pelle.
Marchio che vuole combattere e debellare.
Ed è in quei momenti, in quei piccoli attimi, che è come se comprendesse la rabbia viscerale che deve aver provato Black l’anno precedente.
E non può che far sparire tutti i dubbi che l’hanno attanagliata durante il racconto di Potter.
 
-Quindi non c’era il suo nome? –James gli pone la domanda da quando ha fornito la lista alla McGranitt. Sirius dice che sembra un disco rotto e si stupisce che sappia cos’è.
-Ramoso, credo che Lupin potrebbe pensare di abbattere un cervo, presto o tardi –James continua a guardare il prefetto dal suo baldacchino sperando in una risposta che arriva con un tono che non acconsente altre repliche.
-No. –si toglie la divisa indossando un normale maglioncino rosso e dei pantaloni scuri. Vuole solo fare la sua valigia in pace, senza la petulante voce del suo amico di sottofondo.
-L’unico anno che non rimango ad Hogwarts! –ma non ne vuole sapere di stare zitto.
-Immagina che palle: Hogwarts vuoto e non poter vagare senza sentire la stupida voce di Evans che grida “5 punti in meno per Grifondoro!” –Sirius non sa imitare Lily, sembra più stia imitando un treno a vapore ma comunque è divertente. Ridono solo in due e questo non sembra fargli piacere –Andiamo James! Ti sei innamorato, non hai contratto nessuna malattia alla mandibola –ed è allora che si avvicina e con gli indici posizionati sulla bocca dell’altro cercando di ricreare un sorriso. Peter gli è subito vicino e ne approfitta per fargli il solletico.
-Sm…tt…la! –Remus non vorrebbe intervenire, del resto è da tempo che non si comportano da idioti in quel modo. Una volta era all’ordine del giorno: sono davvero cambiati tutti.
No, non tutti. Solo James. Ed è lui ad essere il collante del gruppo.
Forse Sirius è più lascivo, Peter meno pauroso e lui meno ansioso. Ma è James che è meno orgoglioso, il vero cambiamento.
-Ve li tolgo io cinque punti se non state zitti! –
 
Quel Natale non se lo aspettava così vuoto e triste. Ad Hogwarts è tutto fantastico, come sempre, ma sente comunque la mancanza di quei biscotti al marzapane, della puzza dei sigari di suo padre e anche il rosso del vestito di Petunia che cambia sempre modello ma mai il colore per il giorno di Natale.
È stata codarda. Non se la sentiva di affrontare Petunia: stare da sola con lei forse la spaventa più del rimanere ad un tavolo con pochi suoi conoscenti, i professori e gli occhi di Piton a scrutarla.
Ovvio, ora che non c’è lei, nemmeno lui probabilmente se la sente di tornare a casa: una casa dove amore non c’era mai stato.
È brava a mostrare indifferenza, lo ha fatto per anni con Potter e nonostante farlo con il suo vecchio migliore amico faccia più male, lo fa.
Marlene McKinnon è l’unica strega della sua età ad esser rimasta e ne è felice: hanno concordato che dormiranno nella stessa stanza e magari si divertiranno con qualche vecchio gioco. È una compagnia gradevole, forse un po’ saccente e Mary farebbe volentieri a botte con lei per questo, ma a Lily piace.
Appena la cena termina, pensa che anche quel Natale sia terminato. Che forse non sia mai iniziato visto il suo umore.
È quando entra nella sala comune che trova un barbagianni che sembra aspettarla, che tutto cambia Le va incontro afferrando la lettera che ha nel becco dedicandogli anche qualche carezza sulla testolina e sotto il becco. Si stupisce di non trovare il mittente.
 
Cara Evans,
probabilmente senza di me Hogwarts ti sembrerà vuota ma ti chiedo di resistere.
 
Basterebbe ciò a far capire a Lily chi sia quel mittente ed anche a convincerla a mettere da parte quella lettera. Ma la curiosità è tanta.
 
Non capisco come mai tu abbia scelto di restare l’unico anno che non avresti potuto godere della mia presenza e compagnia ma metterò da parte la mia incredulità per augurarti un buon Natale. Sirius ha chiesto a Marlene, che ha chiesto a Mary, che ha chiesto a Remus per assicurarsi non ci fosse nessuno scherzo di fondo, che a sua volta ha chiesto a Peter che poi ha chiesto a me, che ho rassicurato Peter, che ha rassicurato Remus, che ha rassicurato Mary che ha detto a Marlene che ha detto a Sirius cosa ti sarebbe piaciuto ricevere per Natale. In verità hanno detto molte cose, ma credimi non ne ho capita nessuna (che diamine sarebbe un vinile di scarafaggi?!). Quindi ho optato per questo. Non saranno buoni come quelli che avresti voluto, ma ehy! Ci ho provato.
James Potter
 
Lily è sicura le stia per venire un terribile mal di testa: Potter è terribilmente prolisso!
-Lily, guarda qua! –attaccato alla zampa del povero barbagianni, Marlene sfila un piccolo sacchetto rosso decorato con un fiocchetto verde. Ha paura ad aprilo: il ricordo di Piton che apriva una scatola e ne usciva un frisbee zannuto per via di uno scherzo dei Malandrini è vivido nella sua mente. Ma lo fa.
Lily è sicura che mai si sia sentita così felice, così serena. Ci sono 5 biscotti di marzapane all’interno, a forma di omino proprio com’era solita farglieli sua mamma. Non ha importanza il gusto, potrebbero anche avere lo stesso sapore del catrame e non le importerebbe. Quasi piange per quel gesto inaspettato, si sente leggera.
-Non ti coniglio di mangiarli se li ha fatti il capitano –scherza Marlene. Lily ride e ne divide uno.
-Se muoio, si porterà nella tomba anche il suo miglior battitore –le porge l’omino e Marlene accetta sorridendo.
-Io non sono una vittima sacrificale, Evans –ma mangia comunque con un sorriso.
 
Potter,
un vinile dei Beatles! I Beatles santo cielo!
Comunque grazie. Ammetto: erano buoni (Marlene conferma) e mi ha stupito riceverli e beh… anche lo strano giro che hai messo su per farmeli avere.
Buon Natale,
Evans
 
 
Evans,
devi perdonare il mio compare, non è colpa sua se non ci arriva e non capisco come IO non abbia pensato ai Beatles (è evidente che tutti questi giri hanno confuso anche me!). Evans, ti farò avere quel vinile. Hai un giradischi, si? Sappi che devi procurartelo perché anche io voglio ascoltare il vinile. Tu il giradischi e io il vinile? Mi sembra un buon accordo, ormai è firmato e non puoi tornare indietro.
 
 
Black,
non capisco perché tu abbia letto la lettera che ho mandato a Potter. Non ho firmato niente ma effettivamente ho un giradischi quindi… affare fatto!
Evans
 
 
Cara Evans,
riferisci a McKinnon di non esagerare durante le feste e che deve essere vigile e pronta per la prossima gara! Effettivamente te ne avevo spediti pochi ma è il massimo che Claude può trasportare. Te ne mando altri.
James Potter
 
 
Evans,
a James basta nascondergli gli occhiali per fare qualsiasi cosa sotto il suo naso. E poi non potevo perdermi la tua risposta! L’ho mandata anche a Lupin e a Minus (p.s. Peter dice che hai una bella calligrafia)
Va bene “Abbey Road” o preferisci altro?
 
 
Potter,
(Ciao Sirius, Abbey Road va benissimo e perché non firmi le lettere?!, grazie Peter e spero che tu stia bene Remus!) Marlene dice che è talmente in forma che dovresti stare attento che non ti butti dalla scopa e prenda il posto da capitano. Grazie per la scorta di biscotti, non so dove li prendi ma credo di amarli. Mi sembra di capire che Sirius sia a casa con te, ti consiglierei di non perdere gli occhiali.
Evans
 
 
Cara Evans,
grazie a te ho scoperto il losco giro che vi era dietro la nostra corrispondenza (tranquilla, non accadrà più. Non per vantarmi ma sono uno dei migliori ad incantesimi e il fondatore dei Malandrini). I biscotti li fa mia madre, piacciono a Sirius e sapendo che avrebbe passato il Natale a casa nostra ne ha fatti diversi vassoi. Goditi anche quest’altro sacchetto.
James Potter
 
 
Evans,
come tu stessa hai più volte tenuto a sottolineare, James è un pallone gonfiato. Non credergli quando dirà che non leggerò mai più le tue lettere.
Sirius Black (a quanto pare ci tieni)
P.s. credo che Euphemia ti adori: sta sfornando dolcetti al marzapane dal 23 dicembre.
 
Lily non avrebbe mai pensato di passare le sue vacanze natalizie scrivendo a Potter e Black. Marlene le ha raccontato che alla fine dell’anno precedente, Sirius si è trasferito a casa Potter. Lo ha fatto mentre cercava di allenarsi a Quidditch inseguita da bolidi da colpire e con la rossa ad “aiutarla”, non è quindi sicura di aver afferrato tutto. È stato divertente, o almeno cerca di convincersi che volare a metri dal suolo con palle-killer lo sia stato: la verità è che non vedeva l’ora di scendere e tornare a giocare a Monopoly o a carte con i dolcetti che Potter le inviava. Tutto sommato, si è divertita. Più di quando avrebbe immaginato.
Appena tornati, i Malandrini sono coperti di graffi: Minus ne ha piccoli sul volto, non si contano invece quelli di Black e Potter sulle braccia e sul collo. Non le è chiaro del tutto come se li procurino, non crede siano così scemi da andare da Remus durante le sue trasformazioni, no? E a proposito di quest’ultimo, non è certa sia ancora tornato. La luna piena era il giorno precedente del resto.
Appena Black la vede, da una gomitata al suo amico che sembra illuminarsi. Non le è mancato Potter, con quel suo corpo smilzo, i capelli ritti in testa e la dannata mano che cerca inutilmente di portarli giù. Il volto troppo sottile, gli occhiali quadrati che deve sempre alzare a contornare gli occhi nocciola che ha imparato essere lo specchio dei suoi pensieri. Ha notato tutti questi dettagli in quei mesi più che in cinque anni che si conoscono.
-Evans! –La saluta con una nota ironica nella voce. La verità è che non sa come definirlo. Cos’è Potter? Un insopportabile conoscente, un fastidioso compagno di casata o un fidato amico? Ci ha provato a fidarsi, dopo il salvataggio di Mary. Aveva visto del buono in lui, e poi era rimasta delusa dopo l’attacco a Piton.
E adesso? È sicura che quanto ha conosciuto le basti? O la pugnalerà ancora?
Potter le si avvicina e lei lo saluta con un cenno della mano e un sorriso di cortesia.
-Com’è andato il Natale? –chiede, più per cortesia che altro. Potter sembra rabbuiarsi.
-A quanto pare mia madre preferisce Sirius e si divertono a parlarmi alle spalle –Lily non può saperlo, ma a casa Potter, quel Natale, si è parlato solo di lei e della cotta che non è più un segreto per nessuno se non per la stessa Grifondoro. Sorride ancora.
-Non l’avrei mai detto –Il broncio di Potter è a dir poco infantile. Non può non scoppiare a ridere dinanzi a quello. –Remus è a casa? –
-No,è in infermeria. Probabilmente lo dimetteranno già questo pomeriggio –Lily non può sapere nemmeno quello ma la notte precedente un lupo, un topo, un cane e un cervo si sono divertiti a spasso per i terreni non abitati di Hogsmeade. È rischioso, ma il lupo è più tranquillo quando ha qualcosa con cui tenersi occupato.
La rossa si alza e aggiustandosi la gonna della divisa prende una decisione, forse rischiosa, ma sceglie di credere che sia quella giusta.
-Andiamo a trovarlo? –Non se lo aspettava, è stupito e la bocca aperta ne è la prova tangibile. Ma è poco il tempo che Potter impiega a ricomporsi. Annuisce con un sorriso che mal cela.
Perché è un po’ come il giardino di un polipo la strana amicizia che ha deciso di voler intraprendere.
Bello, apparentemente confortevole e ligio da pericoli. Costruito con cura.
Minuziosa cura che ripaga solo quando la preda è in trappola, quando è rassicurata e un secondo dopo non ha più vie di fuga.
Non le resta che vigilare, che stare attenta. Ma sa che il giardino potrebbe essere anche paradisiaco come quello descritto nella canzone dei Beatles che Black le ha fatto venir voglia di ascoltare. Quindi si addentra, fiduciosa.
Se Potter è un polipo, sarà probabilmente il più stupido.
 
 
 
 
 
|||Angolo Autrice|||
Come se il titolo e gli spezzoni ad inizio capitolo, oltre che il tag “Song-Fic”, non fossero evidenti, sottolineo ancora di più lo stretto legame che questa storia ha con “Abbey Road” dei Beatles (a cui sono legatissima) con questo finale.
Lo so che teoricamente, James cambia e Lily accetta di uscire con lui al settimo anno. Ma io, nel mio immaginario, ho sempre pensato che l’odio che vi era fra i due si fosse attenuato al sesto, altrimenti sarebbe stato tutto troppo veloce. Ovviamente non sono amiconi, ma questo è l’inizio.
Grazie a voi che siete arrivati fin qui <3
 

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