La nuova generazione

di Guybrush Threepwood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** BAMBINO SOLDATO ***
Capitolo 2: *** NADIR ***
Capitolo 3: *** IL BALUARDO DELLA GIUSTIZIA ***



Capitolo 1
*** BAMBINO SOLDATO ***


L'autostrada sembrava tagliare il deserto in due, creando una lunga linea retta che andava a disperdersi nell'orizzonte. Era un tratto poco battuto, e l'asfalto scompariva quasi del tutto coperto da uno spesso strato di polvere e sabbia.
L'unico veicolo di passaggio era un grosso fuoristrada nero, contraddistinto dal logo "Kido" stampato sulla fiancata e sul cofano.
Shun era seduto sul sedile posteriore, con il braccio sinistro disteso sullo schienale e la mano destra sollevata sopra gli occhi, a filtrare i raggi del sole. Il clima arido ed il paesaggio desolato gli riportavano alla mente i sei anni trascorsi sull'Isola di Andromeda, durante il suo addestramento per diventare cavaliere.
Ne era passato di tempo da allora, e ormai aveva da poco compiuto diciotto anni. Si era persino offerto di guidare l'auto, ma Tatsumi non aveva voluto sentire ragioni.
Anche sotto il caldo sole del deserto, il fidato maggiordomo della famiglia Kido non aveva rinunciato al suo tradizionale completo elegante, ma per l'occasione aveva indossato un paio di occhiali da sole neri e una bandana bianca a proteggere la testa pelata dal rischio di un'insolazione, elementi che stridevano fortemente col suo look formale. Shun non poteva fare a meno di lanciargli, di tanto in tanto, qualche occhiata divertita.
'Qualche problema, marmocchio?' grugnì Tatsumi quando ne ebbe abbastanza di cogliere gli sguardi del cavaliere attraverso lo specchietto retrovisore.
'No....nulla' rispose Shun, costringendosi a spostare l'attenzione su un punto indeterminato della distesa di sabbia davanti a sé.
Dal suo posto sul sedile del passeggero, la signorina Saori si voltó indietro verso il cavaliere, rivolgendogli un sorriso di complicità.
Sembrava a suo agio nel suo abito leggero bianco e viola, corredato da un ampio cappello in tinta.
'Grazie per aver accettato di accompagnarmi' gli disse con un cenno gentile del capo 'Mi sento più sicura con un cavaliere al mio fianco'.
'E' il mio dovere, lo faccio volentieri.' rispose il giovane.
'Il tuo dovere è quello di proteggere Atena, non Saori Kido. E quello che facciamo qui non ha nulla a che fare con la mia parte divina. In questi anni ho utilizzato le risorse della fondazione Kido per costruire orfanotrofi nelle zone del mondo più colpite dalle guerre. Ma sembra che qui in Medio Oriente la nostra attività non sia ben vista.'
'Allora è un piacere dare il mio contributo.' replicó Shun 'Ma c'è una cosa che non capisco. Tutto ciò che fate qui é prendervi cura dei bambini senza casa, no? Chi potrebbe infastidirsi per questo?'
'Ci sono altri che vogliono togliere gli orfani dalla strada, e non certo per dare loro rifugio e accoglienza.' si intromise Tatsumi.
'E allora per cosa?' chiese il cavaliere.
'Per addestrarli a combattere e farne dei soldati. Dovresti saperlo bene, in fondo è la stessa cosa che padron Mitsumasa ha fatto con voi...'
Saori abbassò lo sguardo, e Shun poté cogliere tutto il suo imbarazzo.
'Perdonatemi signorina, non intendevo....' provó a scusarsi Tatsumi, rendendosi conto dell'uscita infelice.
'Ma no, hai perfettamente ragione' rispose la ragazza, per poi volgersi di nuovo verso Shun 'Credimi, non passa giorno che non provi rimorso per quello che avete dovuto passare tu e agli altri...'
'Non dovete sentirvi in colpa' rispose pacatamente Shun 'col tempo abbiamo compreso le motivazioni del signor Mitsumasa. E' tutta acqua passata. E poi sono onorato di poter combattere al vostro fianco.'
'Grazie Shun' rispose la ragazza 'a dire il vero ti ho chiesto di accompagnarmi anche perchè vorrei farti una proposta. Mi piacerebbe che tu diventassi il prossimo Gran Sacerdote'
'I-IO?' Rispose allibito.
'LUI?' Gli fece eco Tatsumi.
'Perché no?' Replicó Saori 'sei poco più giovane di Shion quando assunse l'incarico, inoltre hai indossato l'armatura della Vergine, dimostrando di essere il degno successore di un cavaliere d'oro...'
'Beh...questo é vero, peró...' Shun tentó di protestare, ma la ragazza lo interruppe.
'Hai sempre dimostrato il tuo valore, esattamente come Seiya e gli altri, ma più di tutti loro, tu hai un animo gentile. E quando penso alle prove che ci attenderanno in futuro, desidero che a guidare la nuova generazione di cavalieri sia un uomo di pace.'
Shun provó a replicare, ma non trovò le parole. Si sentiva lusingato, ma allo stesso tempo si chiedeva se potesse davvero essere all'altezza del compito.
Saori lasciò passare qualche secondo, quindi decise di sollevarlo dall'imbarazzo 'Non mi serve una risposta ora. Puoi prenderti del tempo per pensarci se vuoi'.
'Grazie. Lo faró.' rispose lui. E si rintanó nei suoi pensieri per il resto del viaggio.

Dopo miglia e miglia di nulla, giunsero nei pressi di una cittadina che portava vistosamente i segni della guerra. Pochi edifici erano ancora intatti. Alcuni erano parzialmente crollati, altri erano stati del tutto rasi al suolo, lasciando posto solo a cumuli di macerie. Di tanto in tanto, lungo le strade sfilavano mezzi militari e uomini armati in divisa.
'La città ha subito un bombardamento, qualche mese fa' spiegó Saori 'Molti bambini hanno perso casa e famiglia, quindi ho pensato di far costruire qui un orfanotrofio. È la prima volta che vengo a visitarlo'
Tatsumi fermó l'auto davanti all'ingresso di un edificio che a Shun riportó alla memoria l'istituto Kido in Giappone, dove era cresciuto insieme a Seiya e gli altri. Era un palazzo di due piani, abbastanza grande da ospitare aule scolastiche e dormitori, fronteggiato da un ampio cortile dove si vedevano dei bambini giocare, sotto l'attenta sorveglianza di una giovane donna.
Non appena scesero dall'auto, Shun avvertí una lieve agitazione della catena di Andromeda attorno al polso, sotto la manica della camicia. Aveva deciso di indossare l'armatura, benché celata sotto abiti larghi, in modo che la catena potesse avvertirlo di potenziali minacce, e ora sembrava che qualcosa avesse destato una reazione, seppur quasi impercettibile.
'Cosa aspetti, moccioso?' Gli urló Tatsumi, che si era già incamminato insieme a Saori.
'Arrivo!' Shun si affrettò ad accantonare la preoccupazione e a raggiungere gli altri due.
Come furono entrati nel cortile, la ragazza andó loro incontro, parlando in perfetto giapponese e presentandosi come la direttrice dell'istituto. Al suo richiamo, i bambini abbandonarono i loro giochi e accorsero festosi intorno a Saori, accerchiandola.
Shun sentì di nuovo il tintinnio al polso sinistro. Scostó la manica della camicia, e notó che la catena con l'estremità a cerchio, quella deputata alla difesa, pendeva dal braccio oscillando vistosamente, dando un chiaro messaggio: pericolo. Il giovane si guardó intorno, alla ricerca di eventuali presenze ostili, ma non c'era nessun'altro nei paraggi.
'Lei deve essere il fidanzato della signorina.' Senza che se ne accorgesse, la direttrice gli si era avvicinata.
'Cosa? N...No! Veramente io....sono solo la sua guardia del corpo!' replicó imbarazzato.
'Non montarti la testa moccioso!' si intromise Tatsumi 'La guardia del corpo sono io! Tu sei solo un accompagnatore!'
'D'accordo, d'accordo...' Shun taglió corto, cercando di tornare a concentrarsi sui segnali lanciati dalla sua catena, che si agitava sempre più irrequieta. Ormai l'oscillazione era sempre più innaturale, e sembrava in qualche modo calamitata in direzione di Saori.
'Le mode giapponesi sono davvero affascinanti' commentó la direttrice lanciando uno sguardo divertito alla catena di Shun, prima di riportare l'attenzione ai suoi allievi che stavano giocando insieme a Saori. Improvvisamente aggrottó le sopracciglia, e Shun poté notare una certa preoccupazione nel suo viso.
'Strano....' mormoró la giovane. 'Quel bambino non è dei miei. Non l'ho mai visto prima...'
'Quale?' chiese Shun allarmato, ma non ebbe bisogno di attendere la risposta.
Lo riconobbe dal modo in cui si faceva strada in mezzo al gruppo dei suoi coetanei, avanzando con passo deciso e la freddezza di un soldato negli occhi.
Lo vide estrarre una pistola dai calzoni e puntarla verso Saori. Capì di dover intervenire all'istante: fu sufficiente un suo pensiero, e la catena di Andromeda, come animata di vita propria, schizzó verso l'aggressore, disarmandolo con una violenta sferzata e scaraventandolo a terra. La pistola disegnó un'ampia parabola in aria, per poi cadere a diversi metri dal suo proprietario.
'Signorina! Tutto bene?' Tatsumi si precipitò da Saori, che aveva assistito impietrita alla scena che si era consumata in quei pochi secondi.
'Sì...sí è tutto a posto, grazie. Ottimo lavoro, Shun.'
Il cavaliere rispose con un cenno del capo, mentre si accostava al bambino, che sembrava aver perso i sensi per la caduta e perdeva sangue dalla mano, lí dove la catena lo aveva colpito.
Shun stava esaminando la ferita, quando notó qualcosa di insolito sull'avambraccio del bambino. Era stato marchiato a fuoco, con dei simboli che al cavaliere risultavano fin troppo noti: erano lettere dell'alfabeto greco antico. E componevano una parola dal chiaro significato.
'Signorina Saori...credo che dovreste vedere questo...'

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Capitolo 2
*** NADIR ***


Le prime luci del mattino illuminavano il Porto del Pireo, specchiandosi sul mare che cullava i pescherecci ormeggiati. Un ragazzo godeva di quella piacevole vista, seduto al tavolino di una caffetteria il cui cortiletto affacciava sul molo. Era un giovane sui sedici anni di età, dai tipici tratti mediorientali. Indossava comodi pantaloni in lino color sabbia, fermati in vita da una fusciacca verde, e una camicia dello stesso materiale e colore dei pantaloni, le cui maniche arrotolate rivelavano una fasciatura al braccio destro, dall'altezza del gomito fino al polso. Sorseggiva caffè americano da un grande bicchiere di cartone, mentre sfogliava distrattamente dei dépliant turistici.
'Prima volta ad Atene?' la cameriera gli rivolse un sorriso, mentre con uno straccio puliva il tavolo di fianco. Era una ragazza affabile, di qualche anno più grande di lui.
Il giovane si limitó a rispondere con un 'Sí' accompagnato da un lieve cenno del capo.
Non sembrava per nulla un interlocutore loquace, ma all'altra parve non importare. Si infilò lo strofinaccio sotto il braccio e gli si avvicinó.
'Beh, allora fossi in te visiterei subito l'Acropoli. Dovresti approfittarne ora, al mattino presto c'è poca gente' disse lei, puntando il dito su una foto del Partenone che campeggiava sulla prima pagina di uno dei volantini appoggiati sul tavolo. Lui sfiló un secondo depliant da sotto il mucchio. La copertina ritraeva un paesaggio montuoso, sovrastato da un incantevole cielo notturno.
'In realtà é qui che vorrei andare. Potresti dirmi come arrivarci?'
'Ah...É la riserva naturale, si trova fuori città. In effetti avrei dovuto intuire che fossi più un tipo da campeggio e passeggiate all'aperto' la ragazza fece un cenno con il capo al grosso zaino da escursionismo appoggiato a terra ai piedi del giovane.
'Oh...giusto' replicó lui, senza troppa convinzione.
La ragazza proseguí 'Dicono sia un posto bellissimo per vedere le stelle, ma gran parte dei sentieri sono chiusi ai turisti, e pare ci sia una zona completamente inaccessibile. Su internet circolano dicerie di ogni tipo. Qualcuno sostiene che ci sia una base militare segreta, altri giurano di aver visto gli alieni, altri ancora parlano d una comuità di adoratori degli dei pagani, che vive isolata dal resto del mondo...'
'Certa gente ha troppa immaginazione' commentó il giovane.
La cameriera sogghignó 'Puoi dirlo forte! Comunque dovrai cambiare un po' di autobus per arrivarci. Vado dentro a prenderti carta e penna, così posso segnarti le indicazioni, e magari ti porto altro caffè'
'Grazie' disse lui, osservando la ragazza rientrare nel locale in cerca di quanto promesso.
Mentre aspettava, l'attenzione del giovane fu catturata da un accavallarsi di voci concitate, seguite dal passaggio di un gruppo di uomini che indossavano protezioni simili alle antiche corazze degli opliti greci, armati con lance e scudi. Si stavano precipitando verso l'imbarco dei traghetti, mentre sempre più persone si riversavano in strada in preda al panico, fuggendo nella direzione opposta.
Senza esitazione, il giovane si alzò dalla sedia e aprì il suo zaino, rivelando un grosso contenitore rettangolare, con un rilievo raffigurante una testa di lupo su uno dei lati. Dalle fauci dell'animale pendeva una catena con una maniglia, e il ragazzo la tirò con decisione, con l'effetto di far sollevare il coperchio: avvolta in un fascio di luce, emerse fluttuando nell'aria la miniatura di un lupo, realizzata in un metallo che risplendeva di bagliori di un colore a metà strada tra il verde e il grigio. L'oggetto si smontó dividendosi in diversi pezzi, che volarono verso il ragazzo attaccandosi al suo corpo come un'armatura: prima i gambali, poi le ginocchiere, seguite dalla cintura, dal pettorale, dagli spallacci e dai bracciali. Per ultimo, un diadema a cinque punte si posó delicatamente sul suo capo.
Proprio in quell'istante, si udí un rumore di vetri rotti.
La cameriera, che aveva evidentemente assistito alla vestizione, era rimasta impietrita sulla porta del locale, e per lo stupore aveva lasciato cadere a terra la brocca del caffè.
Lui si grattó la testa imbarazzato 'oh...hai visto tutto? Immagino che ti sarà sembrato...bizzarro. A dire il vero ora dovrei fare una posa da battaglia, ma forse é meglio lasciar perdere'
La ragazza continuò a fissarlo con la bocca aperta.
'Beh...allora grazie di tutto. Tieni il resto!' si congedó infine lui, lasciando cadere alcune monete sul tavolino prima di schizzare via in direzione del trambusto.

Quando il ragazzo con l'armatura del lupo giunse all'imbarco dei traghetti, vi trovó una scena surreale. Le auto in fila davanti al battello attraccato erano state tutte abbandonate dai loro proprietari, che si erano dati alla fuga in fretta e in furia. Gran parte degli uomini armati che il giovane aveva visto poco prima, ora giacevano a terra con le lance e gli scudi spezzati. I pochi ancora in piedi erano impegnati in un combattimento con un guerriero vestito in modo simile a loro, ma che non portava armi, e si difendeva con i soli pugni. Nonostante fosse accerchiato, il nemico stava evidentemente avendo la meglio. Defletteva con le mani ogni affondo di lancia a lui diretto, e contrattaccava con una forza erculea, tale da scagliare via a diversi metri di distanza chi veniva colpito.
'Cavaliere di Atena...' il giovane si sentí chiamare con un rantolo di voce. A pochi passi da lui giaceva un uomo piuttosto malconcio, seduto con la schiena appoggiata contro la fiancata di un'auto. Si stringeva il ventre con una mano, che lasciava intravedere la corazza rotta e sporca di sangue.
Il cavaliere si chinò su di lui 'Sono qui, soldato. Cosa sta succedendo?'
L'altro tossí 'Stavamo inseguendo quell'uomo...è un aspirante cavaliere, fuggito dal santuario dopo aver ucciso il suo compagno di addestramento. Stava cercando di imbarcarsi su un traghetto...Abbiamo provato a fermarlo...Ma è troppo forte per....' il viso si contorse in una smorfia di dolore. Era evidente quanto sforzo gli costasse ogni singola parola che pronunciava.
'Tranquillo. Riposati, ora' lo rassicuró il cavaliere Gli diede una leggera pacca sulla spalla, per poi volgere la sua attenzione al combattimento che stava ancora infuriando. Si gettó nella mischia appena in tempo per bloccare un pugno diretto ad un altro soldato. La mano del fuggitivo era grande quasi il suo avambraccio, eppure resistette all'impatto senza vacillare.
'Ci penso io. Occupatevi dei feriti.' disse rivolto agli uomini del santuario, invitandoli ad allontanarsi con un cenno della mano.
Il fuggitivo lo guardò con aria di sfida. Era un uomo alto e muscoloso, la cui mole appariva ancora più maestosa rispetto alla corporatura esile del cavaliere.
'E se invece ti facessi da parte anche tu? Tutto quello che voglio è salire sul prossimo battello e andarmene per sempre' disse in un tono che assomigliava più a una minaccia che a una richiesta.
'Non posso lasciartelo fare. Dovrai venire con me' replicò il ragazzo, avanzando di qualche passo verso l'avversario.
'Pensi di potermi dare ordini solo perché possiedi una sacra armatura?' con un ghigno beffardo, l'uomo si avvicinó ad un'auto incustodita, conficcó le dita di entrambe le mani nella carrozzeria, e sollevó il veicolo da terra, brandendolo come una gigantesca clava.
'Ti credi migliore di me, ma come vedi la mia forza è pari a quella di un cavaliere. Se il Sommo Sacerdote non fosse uno smidollato, mi avrebbe giá concesso da tempo di reclamarne il titolo'
Mulinó più volte la sua arma improvvisata con l'intenzione di colpire l'avversario. Il giovane schivó un paio di colpi scartando di lato con l'agilità di un gatto, per poi sottrarsi definitivamente alla portata dell'altro con un acrobatico balzo all'indietro.
'Davvero pensi questo?' chiese, una volta atterrato a qualche metro di distanza.
'É cosí! Il Sacerdote continuava a ripetermi che non ero pronto! Che la mia forza era solo superficiale! E intanto concedeva a ramolliti come lui di sottoporsi alle prove per aggiudicarsi le armature! Per questo ho dovuto dargli una dimostrazione...' l'uomo sollevò l'auto sopra la testa, come se stesse per lanciarla.
'Hai ucciso il tuo compagno solo per provare la tua forza?' una scintilla di rabbia sfavilló negli occhi castani del giovane cavaliere.
'E uccideró te ora, così dimostrerò una volta per tutte di meritare armatura e titolo!' ringhió l'uomo, mentre lanciava l'automobile verso il nemico con tutta la sua forza.
Con le dita della mano destra aperte a guisa di artiglio, il cavaliere sferró un fendente dall'alto al basso, dando origine ad una violenta sferzata di vento che intercettó il veicolo ancora a mezz'aria, affettandolo in quattro parti.
Due sezioni dell'auto si schiantarono al suolo alla sua sinistra, e altre due alla sua destra.
'Questa tecnica si chiama Ululato Mortale, mi é stata tramandata dal mio maestro. Ho voluto mostrartela, affinché comprendessi le capacità di un vero cavaliere. Avresti dovuto ascoltare il Sommo Sacerdote, la tua forza è solo superficiale'
'Come osi?' ferito nell'orgoglio, e ormai in preda alla collera, il fuggitivo stava per lanciarsi all'attacco, ma si arrestò bruscamente quando si accorse dell'aura che ora avvolgeva il cavaliere. Sprigionava un bagliore del colore della sabbia, e forti raffiche di vento turbinavano intorno al suo corpo.
'Questo é il cosmo' disse il ragazzo, 'Sono certo che te ne avranno parlato nel corso del tuo addestramento, eppure tu, stolto, hai pensato solamente ad accrescere la tua forza fisica. Lo hai mai percepito? Hai mai sentito l'universo espandersi nel tuo cuore, inarrestabile come la furia di una belva feroce?'
'No! E non mi importa! Il tuo cosmo e la tua armatura non mi impediranno di spezzarti il collo!' il fuggitivo urlò tutta la sua rabbia, mentre caricava verso l'avversario.
'E sia! Prima di lasciare questo mondo, apprenderai cosa sia la vera forza! Colpite, Zanne del Deserto!'
Il cavaliere scaglió un pugno dall'alto in basso, scaricando al suolo tutta la sua forza insieme al suo cosmo. Diversi vortici di sabbia si sollevarono da terra, e confluendo l'uno nell'altro, presero la forma di una grande testa di lupo con le fauci spalancate. L'ultima cosa che il fuggitivo vide prima di esssere spazzato via, furono le zanne che si chiudevano su di lui. Quando la sabbia si diradó, dell'uomo non era rimasto nulla.
Il cavaliere emise un sospiro, scrollandosi la polvere dalle spalle.
'Davvero un ottimo lavoro' sentenzió una voce dietro di lui.
Si voltó di scatto, e alla sua vista si palesó una donna, vestita di un'armatura di colore viola, con il volto protetto da una maschera. Era seduta sul tetto di un furgone, con le braccia incrociate e le gambe elegantemente accavallate.
'Sono Shaina dell'Ofiuco, Capitano delle guardie del Grande Tempio. I miei uomini ti devono la vita. Vorranno sapere il nome del loro salvatore'
'Nadir' rispose il ragazzo 'Nadir, della costellazione del Lupo'

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Capitolo 3
*** IL BALUARDO DELLA GIUSTIZIA ***


'Ancora'
La pioggia tropicale avvolgeva la foresta di Bomi Hills in una cupa coltre d'acqua. Nadir riusciva a malapena a vedere la sagoma del suo maestro Nachi, ma non c'era nulla che potesse fare per evitare i pugni e i calci che arrivavano veloci quanto saette.
Una ginocchiata lo centró in pieno ventre, togliendogli il fiato e facendolo cadere con la faccia nel fango come un fantoccio inanimato.
Nachi lo squadró dall'alto al basso.
'Sono passati giá cinque anni da quando Shun ti ha portato in Liberia, e non sei ancora riuscito a sconfiggermi in duello nemmeno una volta. Come puoi sperare di diventare il mio successore?'
Nadir si rimise in piedi 'Ancora'
'Rinuncia. Non c'è niente per te qui' il gancio di Nachi lo colpì con violenza tale che per poco non gli staccó la testa. Nadir si appellò a tutte le sue forze per non perdere l'equilibrio.
'Ancora'
Di nuovo un pugno diretto al volto. Nadir piegó le gambe e abbassò il capo. Sentí le nocche del suo maestro sfiorargli i capelli. Ruotó su stesso e allungò la gamba destra, approfittando dell'avversario sbilanciato per fargli perdere l'equilibrio.
Nachi cadde a gambe all'aria, sollevando un'ondata di acqua e fango.
'Ce l'ho fatta! Avete visto, maestro?' esultó Nadir.
'Avete visto? L'ha ucciso! Non fatelo scappare!' la voce apparteneva ad un soldato del Grande Tempio, che giaceva ferito, con la schiena appoggiata alla fiancata di un'automobile.
D'un tratto aveva smesso di piovere, e l'alba stava sorgendo su Atene.
'Cosa? Non ho ucciso nessuno, stavamo solo...Maestro, diteglielo!'
'Si invece, tu mi hai ucciso' non era stato Nachi a parlare. Nadir riconobbe la voce di Ahmed, suo fratello.
Era steso a terra, con il viso gonfio ed il naso sanguinante. Era sera, e un forte vento si era alzato nel deserto, sollevando grandi nubi di sabbia.
'No...io...' Nadir scoprì di stringere una pistola tra le mani 'io non voglio!'
'Va tutto bene. Devi farlo...sei un soldato, e devi eseguire gli ordini.' replicò Ahmed con rassegnazione.
Nadir tentó di abbassare il braccio, ma era come se il suo arto disobbedisse alla sua volontà. Per quanto si sforzasse di distogliere la mira, stava puntando l'arma verso Ahmed, e il dito stava premendo sul grilletto.
'É giusto così. Lui non tollera i deboli...' Ahmed gli sorrise.
'Non capisci! Non sono io a volerlo!'
Disperato, Nadir si guardó intorno nella speranza che ci fosse qualcuno in grado di fermarlo. Gli parve di scorgere Shun, in lontanza, che lanciava la sua catena verso di lui, e osó sperare che lo raggiungesse in tempo, ma sapeva giá che non ce l'avrebbe fatta.
Il boato dello sparo lo sveglió.

Nadir si ritrovó a fissare il soffitto dal letto della sua nuova casa, nel villaggio di Rodorio.
Era fradicio di sudore, e come tutte le volte che faceva quell'incubo, avvertiva un forte bruciore al braccio destro, lì dove era stato marchiato.
Si esaminó la fasciatura, e decise che l'avrebbe cambiata la sera stessa.
Controlló l'orologio appeso sulla parete della camera, realizzando che mancava solo una manciata di minuti all'appuntamento: Shaina gli aveva concesso qualche ora di riposo, prima di accompagnarlo al Grande Tempio. Gli aveva spiegato che la prassi imponeva ai nuovi Cavalieri appena giunti in Grecia di recarsi al cospetto del Sommo Sacerdote per presentarsi.
Nadir si fece bastare il poco tempo rimasto a disposizione per fare una doccia e rendere il suo aspetto quanto meno accettabile. Indossó nuovamente l'armatura del Lupo, e uscì di casa. Prese la strada che conduceva fuori dal villaggio, in direzione dell'Acropoli.
Shaina lo aspettava davanti alla Casa dell'Ariete.
'Sei in ritardo. E avresti potuto almeno pettinarti' commentó lapidaria, prima di dargli le spalle addentrandosi nell'edificio.
Nadir affrettò il passo per raggiungerla 'Mi dispiace. Ho dormito troppo. Deve essere stata la stanchezza per il viaggio.'
'Non importa...' replicó lei 'In ogni modo, é una strana giornata. Vado ad Atene per dare la caccia ad un disertore, e ritorno portando con me un Cavaliere fresco di investitura, appena sbarcato al porto...e non certo un Cavaliere qualunque, ma il ragazzo scelto personalmente dalla Dea Atena e dall'attuale Gran Sacerdote Shun, durante il loro viaggio in Medio Oriente di sei anni fa...'
'Non ho nulla di speciale...' replicó lui con imbarazzo.
'Questo lo vedo benissimo. Ma mi aspetto almeno che tu sia fedele a Shun, considerando i vostri trascorsi. Ha bisogno di qualcuno che gli sia davvero leale. Di questi tempi il Santuario é diventato un covo di serpi.'
Nadir aggrottó le sopracciglia 'Credete che il Sommo Shun sia in pericolo?'
'Non finché ci sarò io a guardargli le spalle, ma di certo la sua autorità è traballante. Molti Cavalieri lo ritengono inadatto al ruolo che ricopre. Sostengono che sia troppo buono, e che i suoi metodi siano troppo morbidi....'
'Anche l'uomo che ho affrontato stamattina al porto diceva qualcosa di simile. Comunque potete contare su di me. Ho un grande debito di riconoscenza verso il Cavaliere di Andromeda. Al pari del Maestro Nachi, è stato un vero e proprio mentore per me.'
'Per prima cosa, dovresti iniziare a chiamarlo "Cavaliere della Vergine", é questo il suo rango ora. Shun e altri quattro suoi compagni d'armi sono stati promossi a Cavalieri d'Oro. È successo sei anni fa, poco dopo il vostro incontro.'
'Cavaliere d'Oro della Vergine...' ripeté Nadir tra sè e sè 'lo terrò a mente....'
'Ora che ci penso...tu non hai mai visto un'armatura d'oro, vero? Allora preparati allo spettacolo...'
Dal centro del tempio proveniva una luce tanto accecante da costringere Nadir a ripararsi gli occhi: un'armatura, assemblata nella forma di un ariete dorato troneggiava su un piccolo piedistallo, emettendo scintillanti bagliori, ed emanando un'energia come mai il Cavaliere del Lupo aveva percepito. 'Questa...é....' il giovane provò a descrivere la sensazione che provava, ma non trovò le parole.
'Lo so.' commentò Shaina, interpretando perfettamente il suo pensiero. 'Fanno questo effetto la prima volta.'
I due attraversarono una dopo l'altra le restanti Case. Nadir trovó altre armature custodite nei rispettivi templi, fino a contarne sette in tutto: mancavano all'appello quelle del Leone, della Vergine, della Bilancia, del Sagittario e dell'Acquario.
Una volta uscito dalla dodicesima Casa, il Cavaliere del Lupo diede voce alla sua curiosità.
'Quindi... le armature mancanti sono attualmente indossate dai rispettivi Cavalieri, giusto?'
'Non proprio. In realtà sono state distrutte completamente nell'ultima Guerra Santa. Shun e gli altri possiedono soltanto il titolo e l'autorità dei Cavalieri d'Oro, ma non le armature.'
'E come mai non abbiamo incontrato i compagni del Sommo Shun? Non dovrebbero trovarsi a presidio delle loro Case?'
'Così dovrebbe essere. Ma tre di loro, Seiya Hyoga e Shiryu, mancano dal Santuario da anni, così come la stessa Dea Atena. Soltanto il Sommo Shun sa dove siano e cosa stiano facendo.'
'E che ne è del quarto? Se non erro, dovrebbe trattarsi proprio il fratello del Sommo Shun. Mi pare si chiamasse Ikki...'
Shaina si incupí 'Non è il momento di parlarne. Siamo arrivati al Tempio della Dea. Il Gran Sacerdote ti aspetta. Comportati bene, e non mettermi in imbarazzo.'

Entrarono nell'edificio, e camminarono sul lungo tappeto rosso adornato da due file di colonne. Il Gran Sacerdote Shun li aspettava in fondo alla sala, seduto sullo scranno normalmente destinato alla Dea Atena. Indossava una lunga veste color porpora, e appoggiato sulle ginocchia teneva l'elmo dorato rappresentativo della sua carica. In piedi al suo fianco, vi era un Cavaliere vestito di un'armatura d'argento, che reggeva il diadema sotto il braccio.
Nel trovarsi al cospetto di Shun, Nadir avvertí un sussulto d'affetto, e la sua mente viaggió a ritroso nel tempo, al giorno di sei anni fa, in cui si erano salutati per l'ultima volta, dopo che l'allora Cavaliere di Andromeda lo aveva affidato alle cure di Nachi...
Le unghie di Shaina conficcate nella sua nuca lo riportarono al presente.
'In ginocchio' il suono che uscì da sotto la maschera di lei era qualcosa a metà tra un ringhio e un sussurro.
Rosso per la vergogna, Nadir si affrettò a protrarsi, immediatamente seguito dalla stessa Shaina.
'Sommo Sacerdote Shun. Consigliere Lacaille della Lucertola.' Shaina salutó con due cenni del capo rivolti rispettivamente al Gran Sacerdote e al Cavaliere che gli stava accanto 'porto al vostro cospetto Nadir del Lupo, tornato oggi stesso dal suo addestramento in Liberia.'
'Grazie, Capitano.' Shun annuì in risposta alla donna, quindi rivolse a Nadir un sorriso benevolo 'Ho atteso con impazienza il giorno in cui ti avrei finalmente accolto qui al Santuario. Devo ammettere che sei davvero cresciuto...'
'Vi ringrazio. É un grande onore essere qui.'
'L'onore é mio... vi prego, mettetevi in piedi, tutti e due.' Shun accompagnó le sue parole con un gesto della mano. 'Piuttosto, come sta Nachi? Deve essere stato spiacevole per lui separarsi dalla sua armatura...'
'Il maestro è più che felice di continuare a servire Atena addestrando nuovi Cavalieri. Oh...e naturalmente vi fa avere i suoi saluti.'
'Mi fa piacere sentirlo. Ci sono tante altre cose di cui vorrei parlare con te, ma temo che la nostra chiacchierata dovrá aspettare...'Shun alzó lo sguardo in direzione dell'ingresso della sala, rivolto ad una sagoma che aveva appena fatto la sua comparsa 'gentile da parte tua unirti a noi, Damon...'
Nadir si voltó per vedere il nuovo arrivato. Era un ragazzo della sua età, forse appena più grande, vestito in abiti civili, nemmeno particolarmente eleganti: dei jeans strappati, una t-shirt nera sbracciata, e bracciali borchiati ai polsi. Aveva occhi grigi e lunghi capelli castani, che ricadevano sul viso dalla carnagione chiara. Attrversò la sala con le mani in tasca, avanzando con noncurante lentezza, e quando arrivò al cospetto di Shun, non accennò a prostrarsi.
'Mi avete fatto chiamare...eccomi qua' disse con aria annoiata.
'Damon della Fenice...' il Cavaliere della Lucertola, che fino ad allora era rimasto silenzioso e impassibile, lo geló con lo sguardo 'come sempre, abusi della pazienza del Gran Sacerdote, mancandogli apertamente di rispetto...'
'Siamo alle solite, Damon...forse non ti è bastata la lezione che ti ho dato l'ultima volta?' si aggiunse Shaina, il cui cosmo divampante lasciava intendere quanto fosse pronta a dare seguito alla sua minaccia.
'Non abbiamo tempo per questo' si impose Shun, bloccando sul nascere qualsiasi iniziativa violenta da parte di Shaina 'verró subito al dunque: come sapete, la scorsa notte uno dei tesori del Santuario è stato trafugato, e abbiamo ragione di pensare che si trovi sull'Isola della Regina Nera. Damon, vorrei che ti recassi sul posto per una ricognizione. É stato il luogo del tuo addestramento, quindi saprai come muoverti senza dare nell'occhio. Dopo tanti anni l'Isola è di tornata sotto il controllo dei Cavalieri Neri, ma non voglio iniziare una guerra senza essermi prima accertato che la reliquia sia in mano loro.'
Il ragazzo fece spallucce 'D'accordo...'
'Sommo Sacerdote' si intromise Lacaille 'siete sicuro della vostra decisione? Come potete confidare in uno come Damon? Come se non bastasse il suo comportamento oltraggioso, vi ricordo che è il pupillo del traditore Ikki, proprio colui che si è unito ai Cavalieri Neri...' Nadir non poté credere a quanto aveva sentito. Il fratello del Sommo Shun era un nemico?
'Consigliere Lacaille, Damon potrà anche mancare di disciplina, ma non vi permetto di mettere in dubbio la sua lealtà.' intervenne Shaina.
'Cerco solo di essere realista. Se pensiamo alla facilità con cui la reliquia ci è stata rubata da sotto il naso, è naturale concludere che i ladri abbiano avuto un complice all'interno sel Santuario...' replicò Lacaille.
'Prima devo investigare, e ora sono il ladro' Damon sorrise divertito, quindi lanció a Shun uno sguardo di sfida 'Forse dovresti ascoltare il tuo consigliere. Perché non mandi qualcun altro? Magari questo soldatino, che ti guarda con tanta venerazione...' indicò Nadir con un cenno del capo '...certo, è probabile che non duri dieci minuti sull'Isola della Regina Nera...'
'Come ti permetti?' si infiammò Nadir 'Ho ricevuto un addestramento militare, sono perfettamente in grado di infiltrarmi in territorio nemico senza essere notato!'
'Oh...quindi sei davvero un soldatino...l'avevo capito subito...' replicó Damon senza scomporsi.
'Nadir ti stai forse...offrendo di accompagnarlo?' insinuó Shun con un sorriso divertito.
'COSA?' replicarono all'unisono i due litiganti.
'Mi sembra un'ottima idea, Gran Sacerdote' intervenne Lacaille, e Nadir notó che Shaina stava fissando in silenzio il Cavaliere della Lucertola. Era difficile interpretare i suoi pensieri dietro quella maschera impenetrabile, ma sembrava preoccupata.
'Allora è deciso. Partirete domani.' concluse Shun.
'Se ti sta bene così...' sospirò Damon.
'Ai vostri ordini' annuì Nadir.
'Allora, andate pure. Buona fortuna per la tua prima missione Nadir e... Damon...' il sorriso del Sommo Sacerdote lasció trasparire un velo di tristezza' so che non ho più la tua fiducia, ma io credo ancora in te'.
Damon cambió improvvisamente espressione, e la strafottenza che aveva mostrato fino a quel momento, lasció spazio ad un'aperta ostilità. 'Non è ancora il momento di tirare fuori quella storia....ma lo sarà presto. E allora io te faremo i conti una volta per tutte.'
Senza aggiungere altro lasció la sala, seguito da Nadir.

Era ormai sera quando Shaina iniziò a ridiscendere le Dodici Case. Dopo che Damon e Nadir avevano lasciato la sala, si era intrattenuta a lungo a discutere alcune questioni di ordinaria amministrazione insieme al Sommo Sacerdote e al Consigliere, e ora non desiderava altro che tornare ai propri alloggi a Rodorio.
'Dove vai così di fretta?' Lacaille della Lucertola era dietro di lei, e stava affrettando il passo per raggiungerla.
Con i capelli dorati, gli occhi azzurri ed il fisico statuario, Lacaille era un uomo di incredibile bellezza, paragonabile soltanto al suo predecessore Misty, se non addirittura ad Aphrodite dei Pesci. Godeva di grande carisma, ed era considerato forte al pari di un Cavaliere d'Oro. Era solo questione di tempo prima che una delle armature dorate lo riconoscesse come un degno possessore, e a quel punto sarebbe diventato senza dubbio la persona più potente ed influente del Grande Tempio.
Eppure, nonostante tutto questo, Shaina percepiva in lui qualcosa di ambiguo, e avvertiva un'istintiva repulsione.
'Quand'è che ti deciderai a mostrarmi il tuo volto?' le chiese lui, una volta che l'ebbe raggiunta.
'Sai che non lo farò mai.' lo gelò 'Piuttosto, noto che sei di buon umore. Come mai hai cambiato idea così in fretta riguardo all'invio di Damon sull'Isola della Regina Nera? Mi chiedo cosa ti stia passando per la testa.'
'Sei troppo sospettosa' replicó lui 'Proprio come te, io penso solo al bene del Sommo Shun. Lui é troppo ingenuo, e a causa del suo carattere benevolo si sta circondano di persone pericolose. Prima ha accolto a braccia aperte l'allievo di quel traditore di suo fratello...e ora persino questo Nadir...il bambino che sei anni fa attentò alla vita della Dea Atena'
'Non darai peso a quella vecchia storia? All'epoca Nadir non sapeva nemmeno cosa stava facendo. I bambini soldato subiscono un lavaggio del cervello, e...'
'...e il Sommo Shun ha scelto di dare un grande potere ad un ragazzo con un simile trauma alle spalle...una scelta poco saggia, a mio avviso.'
'Non capisco. Se non ti fidi nemmeno di Nadir, perché ti compiaci del fatto che a lui e a Damon sia stata affidata una missione tanto delicata?'
Lacaille si concesse una piccola risata 'Li hai visti? Quei due sono totalmente incompatibili, non potranno mai collaborare. La missione sará un fiasco...Finiranno uccisi, anzi, con un po' di fortuna si ammazzeranno a vicenda, e ci saremo liberati di due grattacapi in una volta sola...per recuperare la reliquia ci saranno altre occasioni...'
'Non puoi parlare sul serio...' Shaina era incredula.
'E tu non puoi essere tanto ingenua. Questo Santuario è il baluardo della Giustizia sulla Terra. Non potrà mai esserci posto per quei due sbandati. È una cosa che il Sommo Shun non puó capire, ma mi aspettavo che tu fossi diversa...'
'Mi spiace deluderti' replicó lei 'ma su una cosa ti do ragione: il Sommo Shun si sta circondando di persone pericolose.'

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