Sakura College

di _Daenerys Targaryen93_
(/viewuser.php?uid=159854)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Contatto ***
Capitolo 3: *** Scommessa ***
Capitolo 4: *** Padrone ***
Capitolo 5: *** Nuovo amico ***
Capitolo 6: *** Effetto Vodka ***
Capitolo 7: *** Gossip ***
Capitolo 8: *** Campeggio ***
Capitolo 9: *** Rivelazione ***
Capitolo 10: *** Disco ***
Capitolo 11: *** Amore ***
Capitolo 12: *** Estasi ***
Capitolo 13: *** ALLARME ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


Prologo
Il Sakura era il college più esclusivo del Giappone.
Riservato da sempre alle menti più brillanti dello stato, vantava duecento anni di storia che avevano visto la formazione di grandi personaggi.
Era un antico edificio bianco in stile coloniale, con l’edera e altri fiori che crescendo ed estendendosi sulla facciata le conferivano un tocco di colore.
Il suo fondatore Ichijo Sakura amava l’America in tutti i sensi, dalla cultura allo stile degli edifici.
Amava molto anche l’arte, lo si poteva notare dalle statue leonine poste all’ingresso principale, caratterizzato da una larga scala marmorea, e dalle altre di tutti i tipi poste lungo le siepi di un ampio e florido giardino, nel quale si potevano ammirare anche bellissime fontane e la serra in cui prosperavano piante e fiori di tutti i tipi
Varcare i cancelli di quel paradiso che avrebbe offerto un sapere fuori dal comune era il sogno di chiunque, ma purtroppo solo i migliori avevano il diritto di trovarsi lì.
 
 
 
                                        Image and video hosting by TinyPic

 
Aprii gli occhi infastidita.
La sveglia continuava a suonare, arrabbiata la spensi con un colpo.
Dannato aggeggio infernale!
Ogni mattina mi ricordava che dovevo alzarmi e affrontare un’altra giornata di studio frenetico.
Che palle!
Stupido test sul quoziente intellettivo!
Se mi fossi astenuta dal compilarlo, non mi sarei trovata in quella situazione.
Tra un branco di cervelloni che ti guardavano dall’alto in basso e con i quali dovevi competere.
Un solo errore, un solo brutto voto e venivi marchiata come l’idiota di turno, presa in giro, ed evitata come una che aveva la peste.
Mi alzai dal letto stiracchiandomi.
La mia compagna di stanza, Himiko, stava ancora dormendo.
Mi avvicinai allo specchio e mi osservai.
Capelli biondi arruffati, un leggero pallore, occhi azzurri circondati da occhiaie poco marcate.
Avrebbero potuto chiamarmi per un film dell’orrore.
Sarei diventata una star a soli 19 anni.
Sbuffai e presi asciugamani e divisa mi diressi verso il bagno.
 
<< Misa? Misa! >>
<< Mmm? >> mugugnai alzando la testa dal banco, << Cosa è successo? >>
<< Ti sei addormentata in classe! Ecco cosa! >> mi rimproverò Himiko puntando i suoi occhi castani nei miei, << Per fortuna che nessuno se ne è accorto. >>.
Mi scusai, grattandomi la testa con un dito.
Lei scosse il capo alzando gli occhi al cielo, poi aprì il quaderno e tornò a prendere appunti.
Decisi di spostare l’attenzione sul professore, ma nel farlo i miei occhi incrociarono quelli di un ragazzo.
Mi stava guardando con una strana espressione.
Arrossii, spostandomi una ciocca di capelli, liberatasi dalla coda di cavallo, dietro un orecchio.
Era davvero bellissimo.
Capelli castano chiaro, occhi castani ed intensi, lineamenti perfetti.
Sembrava troppo bello per essere reale, così per un attimo pensai di essere ancora nel mondo dei sogni.
Di nascosto mi diedi un pizzicotto sulla mano.
Guardai di nuovo nella sua direzione, era ancora lì ma non mi stava più fissando.
Aveva il mento appoggiato ad una mano e seguiva la lezione con aria annoiata.
Possibile che non l’avessi mai notato?
Diedi una leggera gomitata ad Himiko che protestò, chiedendomi cosa diavolo volessi.
<< Chi è quello? >> le sussurrai,
la vidi alzare un sopracciglio e passarsi una mano tra i corti capelli neri a caschetto.
<< Quello chi? >>.
In maniera discreta le indicai il ragazzo, le fece una smorfia di apprezzamento poi mi guardò maliziosa:
<< Guarda, guarda. Hai buon gusto. >>,
<<  E’ appena un semestre che frequentiamo questa scuola e non l’avevo mai notato. Tutto qui. >> dissi arrossendo,
<< Tu non me la dai a bere, si vede dalla tua faccia che ti interessa. Comunque si chiama Light Yagami. E’ arrivato due settimane fa. Campione negli sport, soprattutto tennis e calcio, e studente modello. Suona anche il pianoforte in maniera divina, come te. Poi .. >> si grattò il mento con un dito, poi si avvicinò a me coprendosi la bocca con una mano, in modo che solo io potessi sentirla  << molte ragazze stravedono per lui, c’è chi dice che sia già stato a letto con cinque o sei ragazze. >>,
<< Cosa?? >> esclamai stupita un po’ troppo ad alta voce.
Himiko mi premette una mano sulla bocca.
<< Sshhh! Abbassa la voce. >>,
io annuii e lei tolse la mano.
<< Come fai a sapere tutte queste cose? >>
<< Doti naturali. >>
<< Sei una stalker, Himiko. >> risi,
<< In mia difesa è un ragazzo carino, ma visto che interessa a te mi faccio da parte. >>.
Le ripetei che non mi interessava, che ero solo curiosa, ma per solidarietà mi sarei presentata a lui offrendogli il mio quaderno degli appunti.
Era arrivato da poco, quindi mi sembrava una cosa gentile da fare e magari avremmo stretto amicizia.
La campana suonò, mi alzai stringendomi il quaderno al petto.
Deglutii, avevo il cuore in gola.
Camminai tremante nella sua direzione, con Himiko alle calcagna.
Mi guardai intorno, gli altri studenti sciamavano verso l’uscita, lui invece se ne stava appoggiato a una delle enormi finestre dell’aula.
Himiko mi diede una forte pacca sul sedere spingendomi nella sua direzione.
Quando mi trovai di fronte lui, il ragazzo mi guardò sorpreso.
<< Ciao. >> mormorai con un sorriso, ottenendo in cambio un lieve cenno del capo.
Ma non mi diedi per vinta.
<< Mi hanno detto che sei nuovo. Quindi volevo dirti che se hai bisogno degli argomenti di inizio semestre, posso prestarti i miei appunti. Ah! Mi chiamo Misa Amane, piacere. >> gli tesi la mano, lui non la strinse si limitò a fissarla e poi a spostare lo sguardo su di me,
<< Light Yagami. >> rispose, << E rifiuto la tua offerta. >>,
lo guardai stupita, chiedendogli il perché.
<< Non ne ho bisogno. Poi non oso immaginare di che basso livello siano gli appunti di una che dorme in classe. >>.
Rimasi a bocca aperta, incapace di replicare.
Lo vidi passarmi davanti per lasciare l’aula.
Una rabbia improvvisa mi invase.
<< TU! RAZZA DI MALEDUCATO! GUARDA CHE E’ LA PRIMA VOLTA CHE SUCCEDE! BRUTTO PRESUNTUOSO INGRATO! >> urlai, trattenuta da Himiko.
Se non l’avesse fatto gli sarei saltata addosso come una furia.
In tutta risposta lui mise una mano in tasca e agitò l’altra a mò di saluto, lasciando l’aula.
Ma che razza di modi.
Era bellissimo, ma era un grandissimo stronzo.
Avrei dovuto aspettarmelo, d’altronde mi trovavo in un istituto di palloni gonfiati.
<< A quanto pare lui se ne accorto. Che ti sei addormentata intendo.>> esclamò Himiko,
<< Ma no? Davvero? >>.
Furiosa, infilai violentemente il quaderno nella cartello e sbuffando andai con Himiko a prendere un gelato al chiosco in giardino.
 
Soffiai nella cannuccia nervosa, formando tante bollicine.
Avevo optato per un milkshake alla fragola alla fine, e lo stavo letteralmente torturando.
Himiko trangugiava il suo cono al cioccolato e si sporcò il naso.
Riuscì a rubarmi una risata.
Mi disse di non pensare più a quel Yagami, che io ero stata gentile e lui un perfetto imbecille.
<< Si ma mi sento come se fossi stata rifiutata. >> mormorai giocherellando con la cannuccia.
D’un tratto delle grida attirarono la mia attenzione.
Delle ragazze se ne stavano intorno ad un albero, preoccupate.
Io ed Himiko ci avvicinammo, chiedendo cosa fosse accaduto.
Una ragazza occhialuta e con le trecce si avvicinò a me e mi indicò un nido di passeri.
Quel nido era minacciato da un gatto e la madre degli uccellini non era nei paraggi.
Vidi le ragazze piangere e mormorare ‘Li divorerà.’.
Sospirai, poi feci un mezzo sorriso.
Diedi la mia cartella ad Himiko e mi avvicinai all’albero.
<< Sei pazza? >> mormorò Himiko, << Ti farai male. >>
<< Hai dimenticato di cosa sono capace, mia cara. >>.
Amavo arrampicarmi, ed ero anche molto agile.
E non solo, amavo tutto ciò che sembrava rischioso.
Mi faceva sentire viva, poco importavano le conseguenze.
Con un balzo salii sull’albero ed iniziai ad arrampicarmi.
<< Attenta, Misa! E dannazione ti si vede tutto. >>
<< Ho le mutandine, chi se ne frega. >> avevo altro di cui preoccuparmi, poco importava la gonna nera della divisa svolazzante.
Arrivata sul ramo del nido, cercai di attirare l’attenzione del gatto bianco.
Quest’ultimo si mise seduto a guardarmi scuotendo lentamente la coda, sembrava volesse dirmi ‘E tu che vuoi?’.
<< Qui, micio micetto! >>,
il gatto si mise a leccarsi una zampa e poi i suoi stessi gioiellini.
Un’espressione di disgusto si fece spazio sul mio volto.
Dopo aver fatto i suoi comodi, il gatto spostò di nuovo la sua attenzione sui passeri.
Continuai a chiamarlo, ma lui mi ignorò.
<< Oh, andiamo stupido gattaccio! Vieni qui! >>.
Sbuffai l’unica soluzione era raggiungerlo ed afferrarlo.
Quando provai a farlo lo vidi soffiare e rizzare il pelo.
Io non mi arresi.
Il gatto con un balzo si gettò su di me per graffiarmi, sentii le ragazze urlare sotto di me.
Mi protessi il viso con le mani e riuscii ad afferrarlo e bloccarlo.
Scesi dall’albero con quella bestiolina tra le mani e lo misi a terra dicendogli di sparire .
Il gatto sembrò comprendermi, e si allontanò.
<< Misa! Tutto a posto? >> mi chiese Himiko preoccupata,
<< Si, solo qualche graffietto sulle mani e sulle braccia ma nulla di grave. >> risposi,
<< Ah si? E questo? Ma cos’hai nella testa. >> mi rimproverò, facendomi notare una leggera escoriazione sul gomito destro,
<< Oh, devo aver sbattuto contro qualche rametto mentre mi difendevo da quella bestiaccia. >>.
Sbuffò e mi prese per mano, trascinandomi in direzione dell’infermeria.
Io esclamai di stare bene, non avevo alcun bisogno di cure ma lei insistette.
A suo parere dovevo disinfettare tutto.
Mi lasciò all’entrata, dicendomi di andare avanti.
Aveva bisogno di andare in bagno.
Io annuii, e varcando la soglia dell’infermeria rimasi sorpresa nel vedere Light Yagami seduto accanto all’infermiera Hiroshi.
Quest’ultima, una donna tarchiata sulla quarantina, mi guardò e alzò gli occhi al cielo. Vidi Light fissarmi indifferente.
Io lo ignorai
<< Di nuovo tu. Sei stata qui solo cinque giorni fa. >>,
<< Himiko mi ha letteralmente trascinata qui. >> feci spallucce,
<< Che hai combinato stavolta? >> si alzò e mi girò intorno, esaminandomi.
<< Oh! E’ una storia interessante. C’erano una volta un albero, un gatto e degli uccellini .. >>
<< Ti prego, non continuare. Ho già capito. Quante volte ti ho detto di non arrampicarti? >>,
<< Tante. >>.
Mi trascinò al lettino e mi fece sedere mormorando un ‘cosa devo fare con te?’.
Iniziò a medicarmi, il lieve bruciore mi disturbava.
<< Si. Te l’ho ripetuto un sacco di volte. Ma non mi ascolti. >>
<< Forse stava dormendo, mentre parlavate. E allora non vi ha sentita? >> rise Light,
alzai un sopracciglio e lo guardai ghignando,
<< Oh, e tu cosa ci fai qui? Sei venuto a farti iniettare la tua dose di acidità da zitella giornaliera? >.
La mia risposta sembrò sorprenderlo, sorrisi compiaciuta.
Mi sorrise, era un sorriso strano.
Era soddisfatto forse?
<< Ma tu guarda. Abbiamo una bella linguaccia, eh? Stamattina mi hai dato un’impressione diversa. >> esclamò,
<< Non è un mio problema, tesoro. >> risposi accavallando le gambe e tornando a guardare la signora Hiroshi e ad ignorarlo.
<< Interessante. >> lo sentii mormorare.
 
Nota dell’autrice: Rieccomi! Con una long su Death Note. La seguente fic è nata dopo un mio sogno, spero vi piaccia e di ricevere una piccola recensione.
Un bacio,
Daenerys ;)
Ps. Ho appena aggiunto una sorta di copertina creata da me (si vede hahah).
Ne aggiungerò una a ogni capitolo :-)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Contatto ***


Image and video hosting by TinyPic


 
La lezione di storia medievale era terminata da poco.
Noi studenti ce ne stavamo seduti ai nostri posti a chiacchierare del più e del meno.
Avevo raccontato ad Himiko della mia visita in infermeria e di come ero fiera di aver zittito quell’antipatico di Light Yagami.
Se all’inizio volevo prestargli il mio quaderno di appunti, in quel momento preferivo che lo ingoiasse.
Himiko rise e mi offrì una caramella alla fragola, conosceva i miei gusti.
Presi la caramella e la osservai, sembrava una lingua.
Risi e feci la linguaccia alla mia amica, imitando quella buffa malformazione gommosa.
Poi la infilai in bocca, masticandola con gusto.
Afferrai gli appunti di letteratura inglese e li aprii su Shakespeare e ‘Romeo e Giulietta’.
<< Sei proprio fissata con Romeo e Giulietta, eh? >>,
<< Come non potrei? Questa storia ha tutto Himiko! Anche un grandissimo amore che tutti sognerebbero. >> dissi ad alta voce,
sentimmo una risata soffocata ma non badammo alla sua provenienza.
Himiko mi sorrise dolcemente:
<< Si, ma alla fine muoiono entrambi. No? >>,
<< Dettagli. Ma è anche quello che dimostra che il loro amore era unico, raro e forte. Non riuscire a vivere senza l’altro. Lo trovo troppo romantico. Lo leggerei fino allo sfinimento! >> affermai afferrando il libro di ‘Romeo e Giulietta’ e stringendolo al petto.
Di nuovo il rumore di una risata.
Vidi Himiko alzare un sopracciglio e indicare un punto più avanti di due banchi, alla mia desta.
Light Yagami se ne stava appoggiato allo schienale della sua sedia e mi stava fissando, sorridendo per giunta.
Io alzai un sopracciglio, con un’espressione infastidita che significava ‘E tu che vuoi?’.
Lui in tutta risposta fece spallucce, poi prese un libro e se lo strinse al petto imitandomi.
Io ed Himiko rimanemmo a bocca aperta e ci guardammo stupite.
Ad Himiko scappò un sorriso davanti a quella sceneggiata, e quando la guardai di traverso si scusò.
Mi stava prendendo in giro quel cretino!
In tutta risposta sorrisi al buffoncello e gli mandai due bacetti con la mano, mostrandogli infine il dito medio.
Lo vidi ridere, scuotere la testa e darmi le spalle.
Alzai gli occhi al cielo tornando ai miei appunti, cercando di ignorare lo sguardo malizioso con cui Himiko mi squadrava.
Mi coprii il volto con il quaderno, la mia amica si stava comportando in maniera inquietante.
Le chiesi gentilmente di smetterla.
<< Non ci riesco. >> mi rispose, << Cioè cavolo hai visto come ti punzecchia? >>
<< Si, l’ho notato. Ed è fastidioso. >>
<< Ah! Ti ha guardata di nuovo! >>.
Mi girai di nuovo a guardare Yagami per accertarmene, poi spostai l’attenzione su Himiko.
<< Ma se si sta facendo beatamente i fatti suoi. >>
<< Ti dico che ti ha dato un’occhiata veloce. >> insistette imbronciata.
Sbuffai dicendo che la cosa non mi interessava.
Lei mi contraddisse, affermando che altrimenti non mi sarei voltata a guardarlo a mia volta.
 
La campana suonò, Himiko mi disse che sarebbe andata a pranzo al chiosco con sua cugina Megumi.
Io volevo starmene un po’ per conto mio a rileggere ‘Romeo e Giulietta’.
Così mi diressi al melo in giardino.
Era un posto molto tranquillo, lontano da occhi indiscreti, grazie alle alte siepi.
Salii sull’albero e afferrai una mela.
Una volta scesa mi sedetti all’ombra a gambe incrociate.
Tenevo la mela rossa con una mano e il libro aperto con l’altra.
Alternavo il piacere di un morso a quello di divorare parola per parola di quell’opera magnifica.
Qualcuno mi strappò il libro dalle mani.
Protestai alzando gli occhi verso il rompiscatole di turno.
Light.
Di nuovo lui.
Rimasi a bocca aperta.
<< Ma che fai? Mi segui? >>,
lui continuò a sfogliare il libro distrattamente mormorando:
<< Non darti tutta questa importanza. Passavo per caso. >>
<< Sei tu che me ne dai, caro mio. Visto che ti diverti a punzecchiarmi. >>.
Alzò gli occhi dal libro facendo un mezzo sorriso malizioso.
Quel suo sguardo così profondo e quel sorrisetto mi fecero arrossire, tanto che guardai altrove per evitare il suo volto.
<< Ti ho conosciuto solo l’altro ieri e mi rompi le scatole. >>
<< Io? >> chiuse il libro, << Non potrei mai. >>.
<< E levati quell’espressione da cucciolo dalla faccia! Saresti credibile solo se fossi uno Yorkshire. >> sbuffai incrociando le braccia.
Sorrise soddisfatto, ma di cosa poi?
Tornò ad aprire il mio libro, che io chiesi indietro.
Mormorò ‘Oh, Romeo! Romeo!’ con teatralità, io mi passai una mano sul volto.
Tornò serio e mi chiese se fosse il mio libro preferito.
<< Si. E’ il mio preferito. >>,
<< Non ho potuto fare a meno di sentire il discorso che avete fatto tu e la tua amica. >>.
Alzai un sopracciglio, era ovvio che ci avesse sentite visto che mi aveva anche scimmiottata.  
<< A proposito, non è molto da signore mostrare il dito medio. Come sei scurrile. >>,
mi posai una mano sul petto e finsi un’espressione addolorata.
<< Ahimé! Che vergogna! Hai ragione. La prossima volta te li mostro entrambi, va bene? Medio destro e sinistro insieme. >>,
<< Ah si? >> si grattò il mento, continuava a sorridermi.
La cosa non mi dispiaceva affatto a dirla tutta, era ancora più bello quando sorrideva.
Scossi la testa per allontanare quel pensiero e risposi a Light sorridendo a mia volta.
<< Certo. Perché negarti la vista delle mie sublimi dita? >>.
Lo vidi mordicchiarsi il labbro inferiore e guardarmi dalla testa ai piedi, senza smettere di sorridere.
Il mio cuore mancò di un battito.
Ma cosa cavolo stava succedendo?
<< E così.. vuoi un amore da sogno come quello dei due protagonisti di questo libro? >> domandò all’improvviso, restituendomi ciò che era mio.
Io feci spallucce, poi annuii.
Chi non lo avrebbe voluto?
Solo che avrei preferito il lieto fine, spiegai.
Si passò la mano tra i capelli, poi mise le mani in tasca e si avvicinò a me.
Trattenni il fiato.
<< E se ti chiedessi di diventare la mia Giulietta, che mi risponderesti? >> chiese ad un centimetro dal mio volto.
Io arrossii violentemente ed iniziai a balbettare.
Avevo le gambe molli e il corpo semi paralizzato.
<< Io .. >> biascicai debolmente,
<< E se ti baciassi ora, cosa faresti? >>.
Rischiai l’infarto, sembrava che il cuore volesse uscirmi dal petto.
Baciarmi?
Perché voleva baciarmi?
Le mani iniziarono a sudarmi, il mio labbro inferiore a tremare.
<< Come trema la tua boccuccia. Vuoi che la fermi? Basta solo chiedere. >> soffiò dolcemente.
Fu come se il mio cervello si fosse disconnesso.
La mia mente si svuotò e contrariamente alla mia volontà, iniziò a farsi largo un solo ed unico pensiero.
Iniziai seriamente a desiderare che mi baciasse.
Non volevo più aspettare!
Volevo che posasse le sue labbra sulle mie senza troppe cerimonie.
Fece per avvicinarsi di più, io istintivamente chiusi gli occhi.
Avvertii improvvisamente un colpetto sul naso.
Aprii gli occhi e mi infuriai quando lo vidi piegarsi in due dalle risate.
Ma che brutto stronzo!
Mi fece l’occhiolino sorridendo.
<< Ma guarda un po’, avresti sul serio lasciato che ti baciassi? >> si grattò la testa e, mi guardò malizioso, << Aspetta … Tu volevi che lo facessi, eh? >>.
Strinsi i pugni, mi sentii come un ladro colto in flagrante.
<< Non dire assurdità! Questa è buona, ah! >> sbottai paonazza, << Non ti ho mai dato il permesso di baciarmi. Non te lo darei neanche se fossi l’unico ragazzo della scuola! >>,
<< Ma neanche hai opposto resistenza. Non hai provato a respingermi. >> osservò, leccandosi il labbro superiore.
<< Lo avrei fatto! >>.
<< Si certo come no. >> mormorò allontanandosi ridendo,
<< Semmai ci sarà una prossima volta, ti beccherai un calcio nei gioielli. >>.
Si voltò verso di me e mi guardò intensamente:
<< Sempre se il tuo desiderio di baciarmi non sarà tanto forte da impedirti di farmi del male. >>.
Quella frase mi zittii, e mi posai una mano sulla bocca.
Dovevo rispondergli, altrimenti avrebbe vinto lui.
Gli corsi dietro, lui sembrò sorpreso di vedermi.
Mi sistemai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, con uno sguardo di sfida.
<< Il problema non è se io desideri o no baciarti, perché saresti tu a prendere l’iniziativa. Quindi io mi preoccuperei più del tuo trovare le mie labbra irresistibili. >>.
Fece una smorfia di apprezzamento, io lo salutai con la mano e me ne andai soddisfatta per aver portato a casa un’altra vittoria.
Ero ancora agitata per l’accaduto, ma nulla di grave.
Un buon bagno avrebbe risolto tutto.
 
Era una serata tranquilla, avevo fatto un bagno e indossato una tuta e una canottiera bianca.
La adoravo, metteva in risalto il mio decolté e mandava in crisi Himiko che era abbastanza piatta.
Mi divertiva sentirla dire ‘dammi un po’ di roba.’ e altre battute simili, non lo diceva mai con cattiveria o per invidia ma semplicemente perché amava sdrammatizzare sulla sua situazione.
Ed era una delle cose per la quale la stimavo.
Avevo raccolto i capelli in uno chignon un po’ arruffato e me ne stavo seduta a gambe incrociate con il laptop di fronte.
Mi sistemai gli occhiali con un dito.
A causa della loro forma, quando li indossavo la mia amica mi chiamava Leonard, come il tizio di ‘The Big Bang Theory’.
Scossi la testa e risi ripensandoci.
La porta si aprì ed entrò Himiko euforica, seguita da Megumi, una ragazza dai capelli rossi e gli occhi verdi.
Suo padre era giapponese, la madre scozzese ma aveva ereditato esclusivamente i tratti di quest’ultima.
Himiko corse a chiudere il mio laptop, io la guardai sorpresa chiedendole il perché di tale gesto.
Stavo studiando e lei mi aveva interrotta di sua spontanea volontà.
<< Basta studiare! Stasera si va giù al lago a fare il bagno. >>.
Mi colpii la tempia con l’indice chiedendole se non avesse qualche rotella fuori posto.
<< Oh, andiamo! Solo perché siamo circondati da cervelloni antipatici, non è detto che noi non possiamo infrangere qualche regola. >>.
Sospirai, chiedendo a Megumi se sua cugina avesse bevuto.
Lei in tutta risposta sorrise, scuotendo la testa.
<< Ci divertiremo, dai! >> si avvicinò a me con fare cospiratorio e mi sussurrò ammiccando, << Un uccellino mi ha detto che ci sarà anche Light! >>.
Sentendo quel nome, ricordai gli avvenimenti di quella mattina e arrossii violentemente,coprendomi il volto con le mani.
Non avevo ancora raccontato nulla ad Himiko, e non sapevo come farlo.
<< Che mi importa che ci sarà anche lui? Un motivo in più per non venire. >> sbuffai riaprendo il laptop, Himiko si sedette sul mio letto e lo richiuse.
<< Ma la smetti? >> protestai,
<< No! Alzati e vieni con noi. >>.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo, e annuii chiedendo almeno un po’ di tempo per sistemarmi.
Un po’ di sano divertimento non mi avrebbe di certo uccisa.
<< Ahaaa… vuoi farti bella, eh? Come mai? >>,
<< Ah, ma chi se ne frega! Vengo così! >> esclamai frustrata.

Nota dell'autrice: Rieccomi, col secondo capitolo. Anche se non sta riscuotendo successo, non mi arrendo ^_^. Sono ostinata a continuare.
Un bacio e ringrazio coloro che l'hanno almeno letta,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Scommessa ***


             Image and video hosting by TinyPic


Il lago di notte era uno spettacolo magnifico.
La luna piena si rifletteva sulle acque ed illuminava tutto l’ambiente.
Guardai il cielo e vidi tantissime stelle.
Sorrisi sistemandomi gli occhiali sul naso.
Ci avvicinammo alla riva ed iniziammo a tirare i sassi in acqua cercando di farli rimbalzare sulla superficie.
Ma questi una volta colpita l’acqua, affondavano.
Sbuffai e afferrai un altro sasso, decisa a non arrendermi.
Lanciai, ma fallii miseramente.
<< Guarda che così non otterrai nulla. >>.
Mi voltai e vidi un ragazzo con i capelli neri e gli occhi azzurri che mi sorrise, insieme a lui c’era Light che mi guardò sorpreso.
<< Mi chiamo Akise, piacere. >> mi afferrò la mano e ne baciò il torso.
Io lo guardai inquieta, mi sentivo strana.
Però era stato molto cavalleresco ed educato.
Con la coda dell’occhio guardai Light.
Sembrava rigido, e inespressivo.
Akise afferrò un sasso e me lo porse, poi si mise accanto a me per darmi indicazioni.
Mi afferrò il polso per mostrarmi il movimento giusto da fare, poi iniziò a indicarmi anche la postura del corpo.
Era troppo vicino, mi sentivo un po’ a disagio.
Riuscii a fare almeno un rimbalzo e lui mi lodò, e riempì di complimenti riguardanti il mio aspetto.
Mi sforzai di sorridere.
Guardai Light di nascosto e lo vidi sbuffare e giocherellare con un rametto.
Non gli interessava che il suo amico ci stesse provando con me?
O meglio perché volevo che a lui interessasse?
Persa com’ero nei miei pensieri continuai a fissarlo.
All’improvviso alzò gli occhi, come se avesse sentito il mio sguardo su di lui.
Lo vidi sorridere compiaciuto, io volevo sotterrarmi.
<< Allora, ancora non mi hai detto il tuo nome. Fanciulla misteriosa e dalla bellezza ultraterrena. >>,
Light soffocò una risata io lo fulminai con lo sguardo.
<< Misa. >> risposi,
<< Misa, che bel nome. Hai da fare questo finesettimana? Potremmo passare del tempo insieme, uscendo magari. >>.
Sciolsi i capelli e li sistemai facendo finta di riflettere, non volevo che ci restasse male ma non avevo voglia di uscire con lui.
Risposi con molto tatto di non essere interessata, e i complimenti e le sue tante cerimonie cessarono così come erano iniziate.
Light si avvicinò all’amico e gli mise una mano sulla spalla, come se volesse consolarlo.
Anche se, gli stava praticamente ridendo in faccia.
<< Hai sbagliato pollo, amico. Non dovevi avvicinarti. >>,
Akise sputò e lo mandò al diavolo.
Non bisognava mai giudicare il libro dalla copertina.
Light mi si parò davanti con un sorriso.
Il silenzio era snervante, così decisi di romperlo con una battuta.
<< E tu? Sei sicuro di poterti avvicinare anche solo fisicamente a questa bellezza ultraterrena? >> incrociai le braccia, in attesa della risposta.
Lui alzò un sopracciglio e inclinò la testa da un lato:
<< Cosa non direbbe quello là per portarsi a letto una. >>,
<< Le stesse cose che diresti tu? >> lo provocai,
lui abbassò lo sguardo poi mi guardò intensamente negli occhi.
<< No, per me sono cazzate. Se una te la vuole dare non credo servano tante moine. >>,
la sua risposta mi innervosì parecchio, anzi mi fece incazzare.
<< Capisco, hanno fatto così con te le altre? >> mormorai sperando che non mi sentisse,
<< Cos’è sei gelosa? >> si chinò verso di me, io indietreggiai,
<< Perché dovrei? Ero solo curiosa. >>.
Mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio, le mie guance avvamparono.
<< Non vorrei darti questa soddisfazione, ma sei carina con gli occhiali. >> sorrise,
io cercai di distogliere lo sguardo dai suoi occhi magnetici.
Respirai a fondo, non potevo permettergli di prendermi in giro di nuovo.
<< Guarda che io non te la do, è inutile che ti impegni. >> sbottai,
lo vidi ridere a crepapelle e passarsi una mano sul volto mormorando un ‘oddio’, ma ero forse una barzelletta per lui?
Scosse la testa divertito.
<< Cazzo, hai scoperto le mie intenzioni. Che razza di pervertito sono. >>,
<< Ecco, vergognati! >> lo rimbeccai,
<< Comunque a parte gli scherzi lo penso sul serio, ti stanno bene. >>,
<< Basta, sei solo un pervertito che vuole portarmi a letto. >> risi e lui con me,
<< Non sarei normale se non lo volessi, cioè non è che non mi piacerebbe. >>.
Lo guardai stupita, aveva detto che voleva portarmi a letto.
Non riuscivo a crederci.
Lo guardai stava sorridendo.
Gli puntai un dito contro:
<< Eh no, eh! Non ci casco. Mi stai prendendo in giro. Levati quel sorrisetto furbo dalla faccia. >,
si morse il labbro e alzò un sopracciglio continuando a sorridere.
<< Forse sto scherzando, forse no. Chi può dirlo? Vorresti saperlo, eh? >>.
Avrei voluto, ma mai lo avrei ammesso.
Neanche sotto tortura.
Mi sciolsi i capelli e lo vidi fissarmi incerto.
Quando tolsi la canottiera lo vidi tremare e deglutire:
<< Ma .. ma .. che stai facendo? >>
<< Non mi frega saperlo, caro mio. Ed ora vado a fare il bagno. >> ghignai lasciando scivolare la tuta lungo le gambe.
Misi tutto in ordine, occhiali compresi.
Light seguiva ogni mio movimento, sorrisi compiaciuta.
Per una volta ero stata io a sconvolgerlo.
Presi la rincorsa e mi tuffai.
Riemersi ed iniziai a nuotare.
<< Un pezzo di legno nuota meglio di te! >> urlò Light,
rimasi a galla mostrandogli il dito medio.
<< E l’altro? Voglio anche l’altro dito. Fammi vedere le tue sublimi dita. >> disse citandomi,
<< Mi spiace ma non assecondo le richieste. Se sai nuotare meglio di me, tuffati e fammi vedere.  Dai vediamo se hai le palle! >>
<< Ma che maniaca! Vuoi violare il mio intimo! >> rise,
<< Non intendevo in quel senso! >> sbottai.
Light si tolse la maglietta.
Io con la scusa di prenderlo in giro mi avvicinai abbastanza da vederlo chiaramente.
Aveva un fisico mozzafiato.
Rimasto in boxer si tuffò.
Appena riemerse si passò una mano tra i capelli, gettandoli all’indietro.
Si avvicinò a me e mi lanciò una sfida.
Ci allontanammo di una ventina di metri, il primo che avrebbe raggiunto la riva sarebbe stato il vincitore.
<< Se vinco io, sarai la mia schiavetta per un giorno. >> sorrise malefico, << Altrimenti sarò io ad obbedire ai tuoi ordini per un’intera giornata. >>.
Annuii, ero sicura di me.
Himiko ci urlò di partire.
All’inizio fui in testa ma per mia sfortuna Light mi superò e vinse.
Lo vidi uscire dall’acqua e fare il segno della vittoria nella mia direzione.
Io uscii a mia volta strizzandomi i capelli.
<< Porca miseria quanto sei sexy. Vorrei essere al posto di quelle goccioline d’acqua. >> mormorò Akise vedendomi tutta bagnata.
Io arrossii cercando di coprirmi.
Light alzò gli occhi al cielo e cambiò argomento:
<< Domani sarai la mia servetta. Ci sarà da divertirsi. >>.
Mi passai una mano sul volto, mormorando un ‘aiuto’.
Lui raccolse le sue cose e si allontanò con il suo amico salutandoci con un cenno della mano.
 
Himiko saltellava sul letto, mi stava facendo impazzire.
Le avevo raccontato tutto, dagli eventi di quella mattina fino a quando non avevamo salutato i due ragazzi.
La mia amica era seriamente in preda all’isteria, non faceva che ripetere di aver notato in Light un lampo di fastidio mentre Akise mi faceva la corte.
Di come Light mi avesse mangiata con gli occhi quando mi ero spogliata e gettata in acqua.
Viaggiava troppo di fantasia a mio parere.
<< Voleva baciarti! >> urlò,
<< Mi ha presa per il culo, cosa dici! Ma mi ascolti quando parlo? >>.
Lei mi ignorò:
<< Vuole portarti a letto, cazzo!! Però è un tipo complesso. Ti punzecchia, ti dice certe cose, poi ti prende in giro. Non lo capisco! >>.
<< Himiko! Anche quando ha detto quella cosa, mi stava chiaramente prendendo in giro! >> sbottai afferrando la spazzola e iniziando a massacrarmi i capelli ancora umidi.
Megumi scosse la testa:
<< Può darsi che dicesse sul serio. Avanti guardati! Hai un corpo da paura, degli occhi favolosi. Sei perfetta, cavolo! Secondo me ti strapperebbe volentieri i vestiti di dosso. >>.
Alzai gli occhi al cielo, e la contraddissi.
<< Stava scherzando, fidati. E’ un bellissimo ragazzo. Ma è uno stronzo. Sembra che adori mandare il mio cervello a farsi benedire. E’ ammaliatore, e non è un bene. Vi confesso che stamattina l’idea di baciarlo si è fatta spazio nella mia mente. Sa come manipolare .. >>
<< Aspetta! >> mi interruppe Himiko, << Se lui davvero volesse venire a letto con te. Tu… lo faresti con lui? >>.
Arrossii, scuotendo la testa dicendole che stava sparando cazzate.
Lei guardò Megumi, poi me a bocca aperta.
<< OH, MIO DIO! LO FARESTI! >>
<< No! Non è vero! >> ribattei,
<< Si invece, te lo si legge in faccia! >>.
<< Stai dicendo cavolate! Pensi che la darei a uno che conosco da appena tre giorni, durante i quali non ha fatto altro che sfottermi? >>.
Megumi affermò che l’attrazione fisica non dipendeva dal fatto di conoscere o no una persona.
Succedeva e basta.
‘Questione di chimica!’ mormorò Himiko.
Io sbuffai, e rimasi ferma sulla mia posizione.
Si sbagliavano, e di grosso.
Lui per me non era altro che un rompipalle antipatico.
Un bel rompipalle, ma pur sempre un rompipalle.
Anche se dovevo ammettere che mai un ragazzo mi aveva sconvolta in quella maniera.
Se da un lato non lo volevo tra i piedi, dall’altro volevo capire cosa gli passava per la testa.
Mi irritava ed intrigava allo stesso tempo e la cosa un po’ mi spaventava, in quanto mi mandava in confusione.
Sbuffai, e accompagnai Megumi alla porta.
Dopodiché mi infilai a letto, avevo bisogno di dormire, di non pensare a nulla.
“ Domani sarà sicuramente una giornataccia. Quello mi manderà al manicomio, ne sono certa!” pensai.
Chiusi gli occhi e senza rendermene conto, mi addormentai.
 
Mi svegliai di soprassalto, spaventata.
Qualcuno stava bussando violentemente alla porta.
Mi alzai sbadigliando e stiracchiandomi, tanto che la maglietta di due taglie più grandi dei Nightwish che indossavo si sollevò, lasciando il mio sedere al vento.
Guardai la sveglia, erano le sei e mezza.
Imprecai.
Qualcuno voleva morire giovane.
<< Chi è? >> sputai,
<< Light Yagami desidera che ti prepari in fretta e lo raggiungi al suo dormitorio. >>.
<< Cosa? >> aprii la porta e mi ritrovai davanti un ragazzetto, era il figlio del giardiniere.
Mi passai la mano sul volto.
La scommessa, giusto.
<< Digli che vado subito. >>.
 
Nota dell’autrice: Mi sto divertendo a scrivere questa fic XD. Spero piaccia, e di ricevere qualche recensione in più.
Qualsiasi parere è ben accetto.
Un bacio,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Padrone ***


AVVERTENZE: Non è come sembra xD. Non sono una maniaca.
Chi ha già letto lo sa. Vi lascio al capitolo, spero sia di vostro gradimento.
Buona lettura!

Image and video hosting by TinyPic



“Ma chi me l’ha fatto fare!” pensai imbronciata.
Ero in piedi davanti alla porta della stanza di Light, e stavo cercando di convincermi a bussare.
Presi un respiro profondo e diedi tre colpetti sulla porta.
Venni invitata ad entrare.
Light era seduto sul davanzale della finestra e mi stava sorridendo.
Era a torso nudo.
Distolsi lo sguardo chiedendogli se il caldo gli avesse per caso sciolto la camicia.
Lui si alzò e presa la camicia dallo schienale della sedia, me la porse.
Io alzai un sopracciglio, non riuscivo a capire cosa volesse.
<< Mettimela. >>
<< Cosa? >> farfugliai,
<< Ho detto mettimela. >>.
Dovetti trattenermi dal legargliela al collo.
Sospirai e gli strappai la camicia dalle mani.
Lui ghignò compiaciuto.
Lo aiutai ad indossarla e con mani tremanti la abbottonai sul torace e sui polsi.
Lui infilò i lembi sporgenti nei pantaloni neri.
<< Cravatta. >> mormorò,
alzai gli occhi al cielo e corsi a prendere la cravatta rossa.
Gliela misi al collo, annodandola.
Con gli occhi mi indicò la giacca nera.
Gliela feci indossare con delicatezza, e lo vidi guardarsi allo specchio soddisfatto.
<< Molto bene, hai un vero talento. >> aprii il portafoglio e mi diede quattromila yen, << Adesso vai a comprarmi la colazione. Una crépes al cioccolato ed un caffè macchiato. Non portarmeli freddi, e visto che sei stata brava prendi anche qualcosa per te. >>,
<< Oh! Ma come sei generoso! Hai bisogno d’altro, Light? Che ne so, il bacetto da mammina prima di entrare in classe? O la merendina per pranzo? >> mormorai infastidita,
si avvicinò a me e mi alzò il mento con un dito avvicinando il suo volto al mio.
Io avvampai.
<< Se vuoi un bacetto, basta chiedere! Ah, e desidero essere chiamato padrone oggi. >>,
<< Tu sei fuori come un balcone se pensi che ti chiamerò padrone. Cos’è sei sceso di testa dal letto stamattina? >> mormorai, scansandolo.
Mi ricordò la scommessa, avevo perso quindi lui doveva godersi il premio.
Ringhiai sonoramente e uscì dalla stanza sbattendo la porta, mentre lui rideva beato.
 
Ero in fila al chiosco e mi stavo martoriando le unghie.
Ma che cavolo di problemi aveva quello là?
Himiko mi tastò il sedere e mi chiese cosa stessi facendo.
La informai che il signorino voleva la colazione e la voleva calda.
Lei mi mise una mano sulla spalla dicendomi di tenere duro.
<< In fondo è solo per oggi. >>
<< Appunto, oggi! Chi ce la fa fino a stasera! Mi ha chiesto persino di vestirlo! Quando andrà in bagno mi chiamerà per reggerglielo??? >> esclamai furiosa.
Himiko scoppiò in una sonora risata, aveva immaginato la scena forse.
Si portò poi la mano alla bocca e la vidi arrossire.
<< Che ti prende ora? >>
<< Sei la sua schiavetta per oggi? E se ti chiedesse di fare cose sconvenienti? >>,
indietreggiai avvampando.
Scossi la testa, ma cosa andava a pensare!
La afferrai per le spalle e la scrollai.
<< Non fare questi pensieri impuri, Himiko! Cerca di convincerti che tra me e lui non ci sarà mai quel tipo di contatto! >>,
<< Troppo tardi, ho già immaginato Light che ti strappa i vestiti di dosso e .. >>,
<< NAAAAAAH! NON VOGLIO ASCOLTARTI! >> mi infilai le dita nelle orecchie.
Una ragazza mi scosse, la guardai.
Mi disse che aveva finito ed era il mio turno.
Io annuii e ordinai le colazioni.
 
Bussai alla porta di Light.
Mi fece accomodare.
Aprì il sacchetto e prese la crépes e il caffè.
Si sedette alla scrivania e iniziò a mangiare e bere.
Mi informò che erano tiepidi, quindi per punizione avrei dovuto rifargli il letto e gettare tutto nel bidone della spazzatura una volta che avesse finito.
Strinsi i pugni, cercando di mantenere la calma.
“ Oh, me la pagherà! Eccome se me la pagherà!” pensai meditando una vendetta con i fiocchi.
Mi avvicinai al letto e mi chinai per rifarlo.
Con la coda dell’occhio lo vidi osservarmi soddisfatto e bere il caffè.
Alzai gli occhi al cielo.
<< Fai una foto, dura di più! >> mormorai,
<< Va bene, aspetta che prendo lo smartphone. >>
<< Ti diverti, vero? >>
<< Non immagini quanto! >> rise,
<< Smettila di fissarmi, Light. >>
<< Devi chiamarmi padrone. >>.
Sbuffai e tornai a quello che stavo facendo.
Lui continuava a guardarmi con la testa reclinata da un lato, avevo voglia di ucciderlo.
<< La vista è di tuo gradimento, padrone? >> sbottai,
<< Si, hai delle belle mutande.>> rise.
Sussultai e mi rimisi in piedi, tenendo le mani sulla gonna.
Mi sentii umiliata.
Ero così arrabbiata.
<< Razza di maniaco senza cervello! >>,
lui alzò le mani in segno di resa:
<< Non è colpa mia, ti sei abbassata troppo. Torna a rifare il letto. >>
<< TE LO SCORDI! >> urlai quasi con le lacrime agli occhi.
Lo vidi sbuffare e alzarsi.
Si avvicinò a me e mi alzò il mento con un dito, in modo che potessi guardarlo negli occhi.
<< Non era mia intenzione guardarti le mutandine. Se da brava bambina continuerai a sistemare il mio letto, ti prometto che guarderò da un’altra parte. Anzi mi volterò. >>.
Di nuovo quello sguardo ammaliatore.
Lo scansai e sbuffando rifeci il letto.
Mantenne la promessa, ma per tutto il giorno non mi diede tregua.
Mi chiese di portargli i libri, di voltargli le pagine del quaderno mentre studiava, di assistere alla sua partita di tennis per rifornirlo di acqua e asciugamani, di andare a comprargli il pranzo..
Era uno stress continuo, ma mi meravigliai di me stessa.
Stavo pazientando, quando avrei voluto soltanto prenderlo a calci nel sedere.
 
Seduta in classe appoggiai la testa sul banco.
Erano appena le due, volevo scomparire.
Himiko mi accarezzò i capelli, cercando di consolarmi.
Ma perché avevo accettato di gareggiare contro di lui?
Perché non ero rimasta in camera invece di seguire le mie amiche al lago?
Sospirai, lamentandomi.
Himiko mi informò che Light guardava nella mia direzione e ciarlava e rideva con il suo amico Akise.
Mi stava prendendo in giro quell’idiota!
Qualcuno mi arruffò i capelli.
Alzai lo sguardo e lo vidi.
Lo fulminai con gli occhi.
Mi chiese se fossi stanca.
Sospirai.
<< No, padrone. >> mormorai flebilmente,
<< Brava, bambina. >> rispose lui, << Dopo la lezione prendi le mie cose e portale nella mia stanza. Puliscila e mettila in ordine. Ah! E stasera voglio una bella cenetta. Sai cucinare, vero? Voglio qualcosa di fatto in casa, non mi va di andare al chiosco. C’è un minifrigo, lì troverai tutto ciò che ti serve. >>.
Himiko rimase a bocca aperta, poi lo rimproverò per il fatto che mi aveva presa in giro con Akise.
Lui spostò l’attenzione sulla mia amica.
<< Hai sentito la nostra conversazione, per caso? >>.
Lei scosse il capo.
<< Allora come sai che la stavamo prendendo in giro? >>,
<< Beh, io vi ho visti ridere … >> mormorò,
<< E chi ti dice che stessimo ridendo di lei? >>.
Himiko non replicò.
Light sorrise e ci salutò con la mano.
 
Finita la lezione di inglese, portai le cose di Light nella sua stanza.
Mi rimboccai le maniche e dopo un’ora tutto era pulito.
Seduta sul pavimento, sospirai di sollievo.
Ero stanchissima e tutta dolorante.
Dopo un po’ decisi di alzarmi, stando seduta avevo male alla schiena.
Guardandomi intorno qualcosa attirò la mia attenzione.
Sulla scrivania c’era una lettera.
Non era sigillata, e il mittente era una certa Sachiko Yagami.
Immaginai fosse sua madre.
Non sarebbe stato corretto leggerla quindi decisi di rimetterla al suo posto.
Ma una foto uscì dalla busta e cadde sul pavimento.
Posai la lettera e mi chinai a raccoglierla.
La guardai e sorrisi.
Voltai la foto e lessi sul retro ‘Il primo bagnetto del mio dolce pisellino.’.
 Mi misi una mano davanti alla bocca e scoppiai in una fragorosa risata.
Risi talmente tanto da provocarmi dei crampi allo stomaco e le lacrime agli occhi.
 
Stavo preparando la cena quando Light varcò la soglia.
Si tolse giacca e cravatta e si sedette al tavolino basso al centro della stanza.
Gli servii un’insalata di patate e una bistecca e mi sedetti di fronte a lui con il mio piatto, d’altronde dovevo mangiare anche io.
Cercai di non pensare alla foto e ridergli in faccia.
Una volta finito sparecchiai.
Lo guardai, soffocando una risata.
Light mi chiese cosa avessi.
Io mi schiarii la voce e leccai le labbra.
Prenderlo in giro sarebbe stata una vera goduria.
<< Niente, padrone. Qual è il mio compito ora? >>
<< Solo pulire i piatti, credo. >>.
Mi misi una mano sulla bocca, non riuscivo più a trattenermi.
Ero in lacrime.
<< Sei sicuro che non vuoi che ti faccia il bagnetto? Dolce pisellino? >> mi piegai in due dalle risate, << Nella tua stanza si trovano cose interessanti. Credo che quella bella foto me la terrò, sei così cariiiino! >>.
Lo vidi impallidire e scattare in piedi.
Arrossì, imprecò e corse verso di me, voleva che gli restituissi quella foto dalla didascalia imbarazzante.
Io indietreggiai tenendo la foto al sicuro nella tasca della mia giacca, finché caddi all’indietro sul letto e lui su di me, nel tentativo di afferrarmi.
Avvampai, i nostri visi erano vicini.
Lo vidi guardarmi negli occhi, il mio cuore iniziò a battere ancora più forte.
<< Dammi quella foto. >> sorrise malizioso,
<< No. >> mormorai flebilmente, << Togliti di dosso. >>,
<< Sto bene dove sto. >> mormorò, << La foto, grazie. >>.
Sostenni il suo sguardo:
<< Anche io sto bene dove sto. Scordatela, ormai non la riavrai più. >>.
Ghignò:
<< Allora frugherò tra le tue tasche. E me la prenderò da solo. >>.
Con la mano libera afferrai la foto nella mia tasca e me la infilai nella camicetta.
Mi guardò stupito, poi si morse il labbro.
<< Interessante. Pensi che non metterei mai le mani lì? >>.
Annuii.
<< E se invece lo facessi? >>,
<< Urlerò talmente forte da farti linciare da mezzo dormitorio. >>.
Mormorò un ‘allora ti chiuderò la bocca.’.
Trattenni il respiro quando le sue labbra sfiorarono le mie, ma non poté esserci alcun bacio.
La porta si spalancò di colpo ed entrò Himiko.
<< Ma che.. che state facendo? >> mormorò sorridendo,
Light si alzò e si grattò la testa con un dito facendo spallucce.
<< Ecco, l’avevo detto io che ti avrebbe ordinato di fare cose indecenti! >> esclamò,
<< Eh? >> mormorammo io e Light all’unisono.
Sbuffai, mi sistemai e raggiunsi Himiko, iniziando a spingerla fuori dalla stanza e continuando a ripetere ‘Non stavamo facendo niente!’.
 
Nota dell’autrice: Ecco il quarto capitolo, ammetto che mi sono divertita parecchio a scriverlo. Spero piaccia.
Un bacio,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Nuovo amico ***


 
                                   CAPITOLO 5
Evitai Light per due giorni di seguito, quello che era successo in camera sua mi imbarazzava parecchio e Himiko non la piantava di porgermi sempre le stesse domande, alle quali io rispondevo sempre ‘Non c’è stato niente, e non ci sarebbe stato niente. E’ un malinteso. Finiscila.’
La lezione di matematica trascorse in un lampo, e al suono della campana gettai tutto alla rinfusa nella cartella e sgusciai fuori dalla classe.
Corsi in biblioteca, avevo un compito sulla mitosi da fare per biologia.
Vagai tra gli scaffali alla ricerca di qualcosa di utile.
Trovai qualcosa di interessante e allungai il braccio per prenderlo, ma era troppo in alto.
Sospirai ed iniziai a cercare una scala nei dintorni, con lo sguardo.
Non trovai nulla e, alzando gli occhi al cielo, tentai di afferrare il libro con le dita.
Mi reggevo con una mano allo scaffale, in modo da riuscire ad allungarmi il più possibile.
Non riuscivo ad arrivarci.
Qualcuno lo prese per me e me lo porse.
Mi voltai per ringraziare il mio salvatore.
Il sangue mi si gelò nelle vene quando vidi Light.
<< Sei proprio un puffo tu. >> mormorò,
<< Sei tu che sei uno spilungone. >> ribattei acida voltandomi per andarmene, lui mi venne dietro.
<< E’ per questo che mi eviti? >>,
mi fermai di colpo, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Gli dissi che non lo stavo evitando, ma non fui molto convincente.
<< Si, e io sono il presidente degli Stati Uniti. >>,
<< Sul serio? Perché mai hai lasciato la Casa Bianca? >>.
Sembrò non riuscire a trattenere un sorriso.
<< Misa, quello che è successo in camera .. non ha significato. Quindi non sentirti in imbarazzo. >>.
Mi sentii come se fossi stata pugnalata da un milione di spade.
Mi mancò il respiro.
Perché quell’affermazione mi faceva tanto male?
Cercai di trattenere le lacrime.
<< Certo. >> mi sforzai di sorridere, nonostante avessi gli occhi lucidi << Tranquillo. Che sollievo per un attimo ho pensato ti fossi montato ancora di più la testa. >>.
Lui sembrò sorpreso, poi ricambiò il sorriso.
<< Quanto sei cattiva! >>,
<< Non immagini quanto. >>.
Non gli diedi il tempo di ribattere, inventai una scusa e scappai via.
Avevo bisogno di stargli lontano il più possibile.
 
Seduta sul letto aprii il libro preso in biblioteca, cercando di scrivere quel benedetto compito.
Ogni volta che tentavo di buttare giù qualche riga mi tornavano in mente le parole di Light ‘Non ha significato.’.
Deglutii a fatica, non riuscivo a capire il perché quelle parole mi avessero colpita.
Continuavo a ripetere a me stessa che era un rompipalle e non me ne fregava nulla di lui, eppure rimuginavo sempre su quella frase.
E faceva male.
Mi passai una mano tra i capelli e chiusi il libro, non avevo voglia di fare nulla.
Sbuffai distendendomi sul letto.
“Sarebbe stato meglio se non mi fossi mai presentata a lui.” pensai, girandomi sulla pancia e affondando la faccia nel cuscino.
Mi misi a sedere e aprii il laptop, un po’ di distrazione mi avrebbe giovato.
Entrai nel mio account facebook e iniziai a fare il giro di pagine spiritose.
Poi aggiornai lo stato ‘Misa Amane si sente Confusa, presso Sakura College’.
Sbuffai e tornai a distendermi supina a fissare il soffitto.
Sentii un leggero ‘pop’.
Guardai il laptop.
Un messaggio da un certo Lawliet L. Justice.
Non aveva foto profilo, né aveva fornito informazioni su di sé.
Scriveva:
‘ Cosa ti confonde?’.
Non sapevo cosa fare, dovevo rispondere a uno sconosciuto?
Poteva nascondersi chiunque dietro a quel contatto.
Ma, forse per lo sconforto del momento, decisi di scrivergli.
D’altronde non avevo nulla da perdere.
‘Hey, ciao. E’ una questione complicata’.
‘Credo che saprò cavarmela.’ rispose.
Sbuffai e scrissi:
‘Si tratta di un ragazzo.’
‘Oh, problemi di cuore eh?’,
‘Non è questo, oppure non lo so. Non so come spiegartelo.’,
‘Provaci.’,
‘ E’ un rompiscatole di prima categoria. Da quando l’ho conosciuto non ha fatto altro che prendermi in giro, o umiliarmi.’,
‘ E lui ti piace?’.
‘ Non lo so. Oggi è bastata una sua frase per farmi del male. Parole che non dovrebbero avere effetto su di me. Forse la vedo come l’ennesima umiliazione. E’ per questo che sono confusa, non so cosa provo. ’
‘Capisco. E’ un problema.’,
‘Eh, già.’
‘Frequenti il Sakura College?’
‘Si.’
‘Com’è?’
‘Molto bello. Si studia parecchio e puoi praticare diversi sport.’,
‘Tennis?’,
‘Affermativo.’,
‘Allora mi troverò benissimo.’
‘Come?’
‘Sono stato accettato l’altro giorno. Tra pochi giorni frequenterò anche io il Sakura.’,
‘Sono contenta per te.’
‘Magari puoi farmi da guida.’
‘Perché no.’.
Ci salutammo e spensi il laptop.
Mi spostai una ciocca di capelli dietro l’orecchio, sbuffando.
Himiko entrò in camera e corse ad abbracciarmi, chiedendomi cosa stessi facendo.
Le risposi che avevo chattato con un futuro studente del Sakura.
Sembrava entusiasta, mi chiese se Light dovesse temere un rivale.
Sospirai sonoramente e ribattei che non c’era nessun rivale, e non avevo nulla a che vedere con Light.
Lei mi ripeté che se non fosse entrata in camera di Light quella sera, sarebbe potuto succedere chissà cosa tra di noi.
<< Non significa niente quello che è successo, lo ha detto anche lui. Quindi basta con i film mentali. >>.
Himiko non disse nulla, si limitò ad annuire.
Guardai l’ora, erano le dieci di sera.
Mi strofinai gli occhi e decisi di cambiarmi e mettermi a letto.
Himiko mi imitò e dopo circa mezz’ora spegnemmo la luce.
 
Seduta sul prato del giardino aprii il blocco da disegno.
Avevo la schiena appoggiata ad una siepe ed ero intenzionata a riprodurre su carta la splendida fontana che avevo di fronte.
Rappresentava una sirena con una brocca tra le braccia, dalla quale sgorgava l’acqua che riempiva il bacile a forma di conchiglia.
Mordicchiai il dorso della matita osservando il soggetto e aggiungendo dettagli e sfumature al disegno.
<< Dev’essere gustosa. Ciao Castoro. >>,
alzai gli occhi e vidi Light a braccia conserte che mi guardava divertito.
<< Heilà, dolce pisellino! >> risi,
alzò un sopracciglio e si sedette accanto a me,
<< Devo abbassarmi i pantaloni e fartelo vedere? Magari la smetti con questo pisellino e mi trovi un altro soprannome. >> ghignò,
arrossii passandomi la mano tra i capelli.
<< Ti sembra il modo di parlare ad una ragazza? >> lo presi in giro,
<< Ma tu in questo momento sei un castoro. Mangi legno senza grassi o super calorico? >>
<< E’ legno con ormoni della crescita, magari divento una spilungona come te. >>.
Rise e si avvicinò per guardare sul mio blocco.
Lo afferrò nonostante le mie proteste.
Lo sfogliò, sembrava interessato.
Me lo restituì facendo una smorfia di apprezzamento.
<< Hai talento. >>,
<< Me la cavo. >> risposi.
Lo guardai, stava sorridendo.
Mi chiese se potevo fare un ritratto a sua sorella.
Non sapeva cosa regalarle per il suo compleanno, ovviamente mi avrebbe retribuito.
Io risposi che l’avrei fatto volentieri,  e che non avevo bisogno di alcun compenso.
Disegnare per me era una passione, non un lavoro.
Annuì, aprì il portafoglio e mi porse una fotografia.
La presi e la guardai.
Una bella ragazzina dai capelli lunghi e castani sorrideva dolcemente.
Sorrisi, dicendo che era adorabile.
<< Ha preso tutto da suo fratello. >> si vantò,
<< Non direi. Lei sembra simpatica. >>,
<< Anche io sono simpatico! >> protestò,
<< Si, simpatico come una bastonata negli stinchi. >>.
Mi colpì alla testa con il portafogli ma non mi fece male, fu delicato.
Io afferrai il mio album, lo chiusi e risposi al colpo, prendendolo sulla spalla.
Si finse dolorante e si massaggiò la spalla, dandomi della violenta e dicendo che mi avrebbe denunciata per aggressione.
<< Io, invece, un giorno di questi ti denuncio per molestie! Rompi troppo le balle! >> mormorai,
lo vidi fischiettare e far finta di nulla, come se non sapesse di cosa io stessi parlando.
Imbronciata lo colpii nuovamente con l’album, in testa.
<< Guarda che non mi piace il dolore. Hai letto troppo cinquanta sfumature per caso? >>,
<< L’ho letto, ma non troppo. Solo una volta. Tutti e tre i libri. >>.
Alzò un sopracciglio e mormorò un ‘maniaca’.
<< Non è vero. Non lo sapevo. >>
<< Ma li hai letti tutti e tre. Pervertita. >>
<< Solo per non lasciare la storia a metà. >> risposi paonazza.
Lui sorrise malizioso e io guardai altrove.
Ammise di averli letti anche lui, sua sorella lo aveva in un certo senso costretto e lo aveva trascinato al cinema per guardare il film.
<< Dopo la proiezione mi sono vendicato, le ho versato dell’acqua fredda in testa e le ho detto di calmare i bollenti spiriti e di non pensare a Grey. >>.
Risi.
Qualcuno mi chiamò.
Io e Light ci voltammo a guardare chi fosse.
Ci ritrovammo davanti un ragazzo un po’ ricurvo dall’uniforme in disordine, i capelli neri arruffati, pallido e con delle borse sotto gli occhi neri.
Alzai un sopracciglio confusa.
Light guardò prima lui, stupito, poi me.
<< Sei Misa Amane, giusto? >>,
io annuii.
<< Mi hanno detto che ti avrei trovata qui. >>,
<< E qui mi hai trovata. >> mormorai.
Ma cosa voleva quello stramboide?
<< Allora.. mi mostri la scuola? >>,
<< Che? >> esclamò Light.
Lo vidi grattarsi la testa.
Perché proprio io dovevo mostrargli la scuola?
<< Hai detto che mi avresti fatto da guida .. in chat cioè. >>.
A quel punto capii e mi alzai in piedi.
<< Sei Lawliet? >>
<< Lawliet L. Justice, si. Lo uso su facebook e qui a scuola. Ma non è il mio vero nome. Chiamami pure Ryuzaki. >>.
Vidi Light alzarsi e guardare attento Ryuzaki, con aria poco amichevole.
Ryuzaki si presentò a lui porgendogli la mano.
Light la strinse.
<< Mi chiamo Light Yagami. Da quale film horror sei uscito? >> chiese.
Lo rimproverai, il ragazzo nuovo rise.
 << Sei spiritoso, Light. Mi sei simpatico. Allora, Misa.. mi mostri la scuola? Vorrei ambientarmi in fretta. >>.
Io annuii.
Invitai Light a venire con noi ma lui rispose in maniera sgarbata, dicendo di avere altro da fare.
Sbuffai, quel ragazzo era incredibile.


Nota dell'autrice: Ecco il quinto capitolo! Spero vi piaccia, mi stavo scoraggiando con questa fic ma ho ritrovato fiducia.
Un grazie enorme a coloro che hanno recensito i capitoli precedenti.
Un baciooo
Daenerys 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Effetto Vodka ***


CAPITOLO 6
Io e Ryuzaki legammo molto dal primo istante.
Trovavo alquanto piacevole trascorrere del tempo con lui.
Era simpatico, sapeva ascoltare e sembrava riuscisse a capirmi.
Gli mostrai ogni angolo della scuola e lo presentai ad Himiko, inutile dire che strinsero subito amicizia.
In sua compagnia la mia confusione se ne stava nascosta in un angolo, e la mia mente era libera da pensieri negativi.
Accettò di copiare i miei appunti, apprezzando e lodando il gesto.
Non come quell’altro ingrato, che da quando era arrivato Ryuzaki se ne stava in disparte a fissarmi in malo modo o mi lanciava frecciatine maligne.
In tre giorni era diventato ancora più strano e irritante, cominciavo a pensare che avesse qualche rotella fuori posto.
Seduta al mio posto stavo parlando con Himiko e Ryuzaki e ogni tanto lanciavo qualche occhiata nella direzione di Light, che se ne stava appoggiato allo schienale della sedia con la testa immersa nel libro di Diritto romano.
Accortosi che lo stavo guardando mi lanciò un’occhiata a sua volta, poi alzò un sopracciglio come per dire ‘Beh, che vuoi?’.
In tutta risposta, alzai gli occhi al cielo e tornai alle chiacchiere dei miei amici.
Mi sentii tirare una ciocca di capelli.
Alzai lo sguardo sul colpevole.
Ryuzaki stava ridendo.
<< Riccioli d’oro, cosa stai guardando? O meglio chi? >>,
<< Nessuno. Ti informo che ho lavorato per mezz’ora con l’arriccia capelli per farli così. Non li rovinare o ti uccido. >>,
alzò le mani in segno di resa e mi chiese scusa.
Io risi.
Un libro venne sbattuto sul banco.
Sussultai.
Light se ne stava in piedi davanti al banco e ci guardava rude.
<< Ma che cavolo fai? >> mormorò Himiko,
lui la ignorò.
Sembrò guardare prima me, poi Ryuzaki, poi di nuovo me.
<< Ochette, la piantiamo di starnazzare? C’è qualcuno che sta studiando a differenza vostra. >>.
Finsi di guardarmi intorno e mormorai che non vedevo nessuno studiare.
Tutti infatti stavano ciarlando tra di loro.
Si indicò:
<< Di certo non guardavo le figure, o tenevo il libro in mano perché non avevo un cavolo da fare. >>,
<< Ma sta parlando mezza classe, perché .. >>
<< Siete i più vicini a me, e i più rumorosi. Quindi o abbassate la voce di venti toni o la piantate. >> disse interrompendo Himiko e fulminandola con lo sguardo.
Mi alzai e lo afferrai per la cravatta, arrabbiata.
<< Ehi! Ma chi ti credi di essere? >>,
mi afferrò il polso e mi fece lasciare la presa.
<< Piantatela di fare casino. >> sputò arrabbiato, fissandomi negli occhi.
Afferrò il libro e ritornò al suo posto.
Io rimasi a guardarlo con uno sguardo assassino.
Ryuzaki rise e tornò al suo posto.
 
Diedi un morso al mio hotdog, anche se non avevo molta voglia di mangiare.
Ero così nervosa che lo stomaco si era letteralmente chiuso, ma stavo cercando di sforzarmi per evitare eventuali domande di Himiko.
Lei, al contrario di me, aveva ripulito tutto nel giro di pochi minuti.
Si alzò dicendo di aver bisogno di andare in biblioteca, voleva iniziare il compito di letteratura che la professoressa ci aveva assegnato due giorni prima.
Io l’avevo quasi terminato, tra notti insonni e testa sui libri.
Così la salutammo con un cenno del capo e ritornammo a pranzare.
Finii l’hotdog e bevvi della cola.
<< Il ragazzo che ti manda in confusione è Light, giusto? >> mormorò Ryuzaki con un sorriso.
Sputai la cola e quasi non mi strozzai.
Appena smisi di tossire chiesi:
<< Come mai questa domanda? >>
<< Curiosità, è lui vero? >>.
Abbassai lo sguardo girando i pollici:
<< E’ così evidente? >>
<< Per me lo è. >> sorrise, << E in poco tempo scoprirò cosa lui prova veramente per te. Per ora il mio soggetto di studio si è comportato proprio come avevo previsto. >> afferrò una caramella gommosa e la mise in bocca.
<< Come? >>,
<< Non gli vado molto a genio. Soprattutto quando sono in tua compagnia. >>.
Mi voltai a guardare Light, se ne stava seduto da solo ad un tavolo a leggere un libro e a mangiare.
La mia attenzione si rivolse nuovamente a Ryuzaki.
<< Che vuoi dire? >>,
<< Il ragazzo potrebbe arrivare a stendermi con un pugno, è piuttosto geloso. >>.
Arrossii balbettando che si stava sbagliando.
Lo vidi alzarsi e portare via il vassoio:
<< Pensala come vuoi. Ma ti dico che in pochi giorni lo smaschererò, così magari anche la tua confusione se ne andrà. >>.
Si allontanò, lasciandomi sola.
Sbuffai alzandomi.
Dovevo fare due chiacchiere con Light, volevo capire il perché del suo insolito comportamento di quella mattina.
Mi avvicinai a grandi falcate e mi sedetti di fronte a lui.
Light sembrò ignorarmi, io mi schiarii la gola per attirare la tua attenzione.
<< Beh? >> mormorò,
<< Cosa fai qui tutto solo? >>,
<< Sto cantando. Non lo vedi? >> mi indicò il libro,
<< Lo vedo. Io intendevo, perché? Potevi venire a pranzare con noi, invece di startene qui a fare l’eremita. >>.
Mi guardò facendo un mezzo sorriso sprezzante.
<< Oh, certo. Così magari il tuo amichetto poteva bersi il mio succo di frutta. >>,
<< Ma che dici? Perché avrebbe dovuto farlo? >>,
<< Come se tu potessi arrivarci! Perché sei qui? Tornatene da Casper. >>,
strinsi i pugni:
<< Ma si può sapere che ti prende? >>,
<< A me? Proprio un bel niente. >>.
Non mi piaceva quel suo tono, mi irritava.
Decisi di vendicarmi, punzecchiandolo un poco.
<< Non è che sei geloso di lui? >> risi.
Chiuse il libro di colpo, io sussultai.
Mi guardò furente, alzandosi.
<< Geloso? Perché dovrei essere geloso di un tizio strano, per una ragazzina di cui non mi frega niente? >>.
Mi morsi il labbro, avvertii un groppo in gola.
Anche quelle parole mi facevano male, e non capivo il perché.
Annuii, mi alzai mormorando un ‘stavo scherzando’ e ricacciai indietro le lacrime.
Lo salutai, lui sembrava guardare altrove.
Era soltanto uno stupido imbecille.
 
Himiko piombò nella stanza con delle buste tra le braccia e Ryuzaki al seguito.
Scesi dal letto e controllai il contenuto dei sacchetti.
Sgranai gli occhi.
C’erano alcolici, altre bevande e dolci.
Presi una bottiglia di vodka, la aprii e la annusai arricciando il naso.
Himiko mi informò che si trattava di vodka alla fragola, e che avevamo a disposizione diversi gusti.
Alzai un sopracciglio, rimettendo la bottiglia al suo posto.
Ma che avevano in mente quei due matti?
Himiko prese un elastico e si legò i capelli, e afferrati tre bicchieri di plastica li distribuì.
<< Per me no, grazie. Non bevo alcolici, ma i dolci li mangio volentieri. >> mormorò Ryuzaki,
io le porsi il mio bicchiere:
<< Versa. >>,
lei annuì e mi versò un bicchiere di vodka alla menta, che io mandai giù in pochi secondi.
Me ne versò un secondo e mandai giù anche quello.
La mia vista iniziava già ad annebbiarsi e la mia mente a svuotarsi.
Non volevo pensare a nulla, quindi era perfetto.
Afferrai la bottiglia di whisky e me ne versai un mezzo bicchiere, aggiungendo poi la cola.
Lo sorseggiai piano, fino a ripulire completamente il bicchiere mentre Ryuzaki rideva e mi ammoniva di andarci piano.
Barcollai, versandomi un altro bicchiere di vodka.
<< Non ti preoccupare. >> mormorai, << So quello che … >>.
Mi cadde il bicchiere.
Lo guardai, poi risi.
Ryuzaki mi fece sedere ed Himiko, che stava bevendo alcol come fosse acqua, mi porse un altro bicchiere.
Lo feci riempire fino all’orlo e ne bevvi fino all’ultima goccia.
<< Forse è meglio che la pianti. >> mormorò Ryuzaki,
<< No, ma che! Non vedi come è felice? Però non facciamo troppo rumore sennò arriva Light e ci sgrida. >> rise Himiko.
Era ubriaca fradicia.
Io bevvi un altro bicchiere di whisky e cola, e sentii montare in me una rabbia tremenda.
Quell’imbecille di Light.
<< Light, è un cretino! Oggi gli ho chiesto se fosse geloso e lui ha detto che non gli frega nulla di me! >> urlai alzandomi, << ORA MI SENTE! >>.
Vacillai, ma ero decisa a raggiungere Light al suo dormitorio.
Mi sistemai i pantaloncini e la canotta e senza mettere le pantofole mi precipitai fuori dalla porta.
Né Ryuzaki, né Himiko erano riusciti a fermarmi.
Bussai in maniera energica alla porta di Light.
Mi aprì la porta, era mezzo assonnato.
Si strofinò gli occhi e mi guardò stupito.
<< E tu? Che cavolo ci fai qui? >>,
<< Devo farti un discorsetto! >> gli puntai il dito contro, poi mi grattai la testa confusa.
Già, che cavolo ci facevo lì?
<< Devo farti un discorsetto. O almeno credo. Ma prima devo sedermi, ti spiace? >>.
Si spostò per farmi entrare.
<< Light, stasera si combina eh? Furbacchione! >> sentii dire,
<< Vai a dormire, cretino! >> rispose Light, chiudendosi la porta alle spalle.
Mi sedetti alla scrivania, mi sentivo davvero male.
Lui si avvicinò e mi squadrò.
Mi chiese se avessi bevuto.
Lo informai della piccola festicciola che avevo fatto con Himiko e Ryuzaki.
<< Allora che vuoi dirmi? >> mi invogliò.
Mi alzai e mi misi davanti a lui.
<< Tu mi hai trattata uno schifo oggi! E anche stamattina ti sei comportato come un idiota. Anzi da quando è arrivato Ryuzaki sei odioso! Si può sapere che cavolo ti ho fatto per meritarmi un simile trattamento? Prima parti col rompermi le scatole e ora ti comporti come se la mia presenza ti desse fastidio, o chissà cosa! >>,
lo vidi guardare altrove e fare spallucce:
<< Non ce l’ho con te. Sarà lo stress. >>,
<< Non dire scemenze, andiamo! Cosa ti ho fatto? Scusami, ok? >> mi avvicinai a lui e di istinto lo abbracciai.
Mi ripeté che non avevo colpe, che non dovevo scusarmi.
Le lacrime iniziarono a rigarmi le guance:
<< Davvero pensi che io sia una ragazzina? >>,
lo vidi guardarmi allarmato.
Mi prese il viso tra le mani e cercò di asciugarmi le lacrime.
<< Ehi, non piangere. Non lo penso. Ero nervoso, ok? Su, calmati. >>.
Mi distese sul letto dicendo che una dormita mi avrebbe giovato.
<< Se mi avessi baciata quella sera non avrebbe significato nulla, giusto? >>,
distolse lo sguardo e si passò una mano tra i capelli,
<< Beh .. >>.
Non gli diedi il tempo di rispondere, mi misi a sedere ed afferrai i lembi della sua canotta attirandolo a me e baciandolo sulle labbra.
Fu un bacio breve, a stampo.
Arrossì, lo avevo spiazzato.
Risi e crollai sul letto abbandonandomi ad un sonno profondo.

Nota dell'autrice: Rieccomi con un nuovo capitolo!! Ta-daaaan!!
Che dire, spero che il capitolo piaccia e di ricevere qualche parere.
Un bacio,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Gossip ***


                                 CAPITOLO 7
Quella mattina mi svegliai nel letto di Light.
Avevo un mal di testa tremendo e non ricordavo nulla della sera precedente.
Mi spiegò che ero piombata nella sua stanza, lo avevo sgridato per il suo comportamento scortese e alla fine mi ero addormentata nel suo letto.
Mi coprii il volto con le mani imbarazzata, e saltando giù dal letto chiesi scusa circa un centinaio di volte.
Lui rise, sembrava tornato quello di sempre.
Io ricambiai il sorriso e salutandolo filai di corsa al mio dormitorio.
Mi infilai sotto la doccia e mi lavai per bene.
Il lato positivo era che almeno non avevo vomitato, nonostante avessi bevuto molto.
Uscita dalla doccia, indossai l’accappatoi, lavai i denti e raccolsi i capelli bagnati in una treccia alta che leggermente si spostava verso un lato.
Risi, somigliavo ad Elsa di Frozen con quella pettinatura. 
Asciugai il tutto un po’, con il phon.
Lavai il viso e dopo averlo tamponato con una salvietta, mi truccai.
Tornata in camera indossai della biancheria pulita e la divisa.
Stavo mettendo le scarpe quando mi accorsi che rischiavo di arrivare in ritardo.
La porta si aprì ed entrò Himiko:
<< Ah, sei qui. Sei pronta, allora. Senti hai un secondo? >>
<< Non posso, rischio di arrivare in ritardo. >> feci per uscire ma lei mi trattenne per la giacca e guardò seria,
<< E’ importante. Prima che tu senta alcune voci, devo raccontarti una cosa o potresti fare qualcosa di stupido. E’ successo che ieri .. >>,
<< Si, mi sono ubriacata! Non succederà più. Me lo dirai dopo, ora devo andare. >> dissi interrompendola.
Non le diedi il tempo di aggiungere altro, scappai via diretta all’aula di scienze.
Passando per il cortile notai qualcosa di strano.
Ragazzi e ragazze se ne stavano divisi in gruppi a ciarlare e ridere, ebbi l’impressione che guardassero dalla mia parte.
Scossi la testa, non avrebbero avuto motivo.
Per sicurezza iniziai a camminare più svelta, e senza accorgermene sbattei contro qualcuno.
Alzai lo sguardo e vidi Akise, l’amico di Light.
Lo salutai con un cenno del capo e lui mi fece uno sguardo malizioso.
Mi chiese come stessi, io alzai un sopracciglio e risposi che stavo bene.
<< Allora non ti ha fatto male? >>,
<< Cosa? Chi? >> chiesi,
<< Pensavo che dopo la notte di fuoco e passione che avete passato tu e Light, non riuscissi a camminare per un bel pezzo. Invece eccoti qui. >>.
Sgranai gli occhi e arrossii.
Di cosa cavolo stava parlando?
<< A cosa ti riferisci? >>,
<< Andiamo! Ti ho vista io entrare in camera sua ieri notte. Tutta la scuola sa che ti ha castigata per bene. >>.
Strinsi i pugni, paonazza.
Ma come osavano inventare simili falsità sul mio conto!
<< SE TU CREDI ALLE CHIACCHIERE NON E’ UN MIO PROBLEMA. NON E’ SUCCESSO NULLA TRA NOI, COGLIONE! E ORA LIGHT MI SENTE. FAMMI PASSARE! >> urlai spintonandolo via, e allontanandomi il più possibile da lui.
Andai a cercare Light, lo trovai intento a chiacchierare con un suo amico.
Ryuzaki mi salutò, io lo ignorai.
Ero troppo arrabbiata.
Come una furia raggiunsi Light e afferrandolo per la manica della giacca lo trascinai fuori dall’aula tra le risatine delle ragazze e le prese in giro dei ragazzi.
<< Non so se hai sentito ma… >>.
Lo interruppi con un ceffone.
Lui mormorò un ‘ahia’ e si massaggiò la guancia.
Avevo il respiro affannato e le lacrime agli occhi.
Lui mi guardò, poi cercò di dire qualcosa ma io lo fermai.
<< Per chi mi hai presa eh? Non sono una delle tue puttane io! Cos’è questa storia che tutta la scuola pensa che abbiamo fatto sesso? Se le altre ragazze te la danno problemi loro! Come ti sei permesso di .. >>,
<< PERMESSO DI COSA, EH? >> urlò afferrandomi per le spalle, stringendole, << PENSI CHE IO SIA ANDATO IN GIRO A VANTARMI DI AVERTI FATTO CHISSA’ COSA? BELLA CONSIDERAZIONE HAI DI ME! PER TUA INFORMAZIONE, SONO TUTTE CAZZATE CHE SI E’ INVENTATO AKISE! COME LA STRONZATA CHE SONO STATO CON DELLE RAGAZZE! PERCHE’ PENSA UN PO’, SONO VERGINE! IO NON HO FATTO NIENTE E TU VIENI QUI, MI SCHIAFFEGGI E ACCUSI! >>.
Mi lasciò andare e guardò altrove.
Era arrabbiato e deluso, glielo leggevo in faccia.
Provai a parlare ma lui mi voltò le spalle e se ne tornò in aula, lasciandomi sola nel corridoio.
Mi spostai una ciocca sfuggita dalla treccia dietro l’orecchio.
Mi sentivo in colpa.
Una lacrima mi rigò la guancia, la asciugai e respirai a fondo.
Entrai in aula e raggiunsi il mio posto a capo chino, ero sicura che quasi tutti mi stessero guardando.
Avrei voluto sparire.
Mi sedetti al mio posto e non tardò ad arrivare una carezza sulla testa da parte di Ryuzaki.
Lo guardai, lui mi sorrise.
<< La gente inventa tante stupidaggini, non te la prendere. >>,
feci spallucce e guardai Light.
Lui sentì il mio sguardo su di sé, ricambiò per un attimo poi mi diede le spalle affondando il viso in un libro.
Himiko mi mise una mano sulla spalla chiedendomi se avessi già parlato con Light.
Io annuii, lei capì dalla mia espressione che avevo combinato un casino.
<< Se solo mi avessi ascoltata. Volevo dirti che ieri notte io e Ryuzaki siamo entrati nella sua stanza per vedere se stavi bene. >>
<< E? >> mormorai,
<< Tu stavi dormendo beata con addosso una coperta, e Light deve aver vegliato su di te. Stava dormendo seduto su una sedia e con la testa appoggiata sul letto. Indovina un po’? Ti teneva la mano. Quindi se mi avessi lasciata parlare avresti capito che non era stato lui a dire in giro simili schifezze. >>.
Arrossii e mi passai una mano sul volto.
Ero una stupida.
Dovevo chiedergli scusa.
Era tutta colpa di quello stupido di Akise, doveva avere qualche rotella fuori posto.
Lo vidi avvicinarsi a Light e posargli una mano sulla spalla.
Light lo scansò in malo modo e lo sentii mormorare un ‘sono stanco delle tue cazzate’.
Il moro rise e alzò le mani in segno di resa, e si sedette accanto a lui.
 
Mangiai il mio gelato con calma, lanciando qualche occhiata al tavolo di Light.
Lui e Akise se ne stavano seduti ad un tavolo a mangiare.
Ryuzaki trangugiò la sua fetta di torta alle fragole come se avesse paura che di lì a poco qualcuno l’avesse rubata.
Himiko mi accarezzò il braccio e cercò di convincermi ad andare da Light a scusarmi.
Ero un po’ titubante, ma alla fine annuii.
Presi una fetta di torta al cioccolato e un’aranciata e mi diressi verso di lui.
Mi guardò impassibile, Akise invece iniziò a fare allusioni di ogni genere.
Lo guardai di traverso, dicendogli di sparire dalla mia vista.
<< Perché dovrei? Cosa sei venuta a fare? Vuoi che Light ti dia un’altra ripassata? >>.
Arrabbiata afferrai il suo budino e glielo spiaccicai in faccia.
<< Quella fetida bocca dovrebbe stare chiusa. Mangiati questo, magari ti strozzi e la pianti con le stronzate. Tu hai qualche problema caro mio. >>,
lo vidi alzarsi e cercare di ripulirsi, ma a giudicare dalle condizioni della sua divisa aveva bisogno di fare un salto in lavanderia.
Mugugnò qualcosa di incomprensibile e si allontanò.
Vidi Light ridere, così con tutto il coraggio che avevo a disposizione chiesi se potevo sedermi.
Lui con un gesto della mano mi invitò.
Gli avvicinai la torta e l’aranciata e guardai altrove.
Light mi chiese il perché di tale gesto.
<< La signora del chiosco ha detto che la prendi spesso questa torta, quindi deve piacerti molto. >>,
<< Si, ma non capisco. >> mormorò.
Respirai a fondo ed esclamai:
<< Ti chiedo scusa. Per lo schiaffo e il resto. Sono stata una stupida.  Ero sconvolta. >>,
fece spallucce mi disse di non pensarci più.
Si alzò ed andò verso il chiosco, tornò con due forchette.
Me ne porse una dicendo che mi avrebbe perdonata solo se lo avessi aiutato a mangiare quella bella fetta di super calorie.
Risi e accettai.
<< Cosa facciamo con le voci che girano? >> mormorai masticando un enorme pezzo di dolce,
<< Penso che l’unica cosa da fare sia ignorarle. Cosa ci importa di quello che pensano gli altri. Tanto sappiamo che non è vero. Sei cascata come una pera cotta sul mio letto! Neanche volendo avremmo potuto combinare qualcosa. >> rise di gusto,
io finsi un broncio ma poi non riuscii a trattenere un sorriso.
Aveva ragione.
Cosa importava se tutta la scuola pensava che fossimo stati a letto insieme?
Noi conoscevamo la verità.
Light, poi, era un bel ragazzo quindi non era un dramma se gli altri credevano che lui mi avesse trovata attraente.
Ryuzaki e Himiko si avvicinarono al nostro tavolo salutando me Light.
Sembravano contenti.
Light salutò il mio amico con un debole cenno della testa.
<< Allora, come ci si sente ad essere i protagonisti del gossip? >> rise Himiko.
Io mi passai una mano sul volto ridendo, Light le mostrò il pollice in su.
Light era stato dipinto come un playboy, io come la sua ultima preda.
<< Dovremmo firmare autografi e rilasciare interviste? >> risi,
<< Spero di no. >>
<< Guarda il lato positivo, ci saranno tante groupie che spereranno di diventare le tue prossime prede. >>,
<< Tse! Se vorranno un pezzo di me dovranno guadagnarselo. >>.
Gli diedi un colpetto sul braccio ridendo ed esclamando un ‘ma falla finita!’.
Rise e aprì il portafoglio.
Mi porse la foto di sua sorella.
<< Prima che me ne dimentichi. Fai un buon lavoro mi raccomando. >>
<< Per quando ti serve? >>,
<< Il suo compleanno è tra due settimane. Devo spedirglielo, regolati tu. >>.
Annuii, se mi fossi messa d’impegno sarei riuscita a finirlo anche in poche ore.
 
Posizionai la foto in modo che potessi vederla bene e riprodurne ogni minimo dettaglio.
Afferrai il blocco da disegno, temperai la matita e presi gomma e sfumino iniziai il mio lavoro.
Partii dalla forma del viso, un tratto delicato ma allo stesso tempo deciso.
Aggiunsi i dolci occhi della ragazza, il naso e la bocca.
Fu la volta dei capelli raccolti in una coda, delle piccole orecchie, del collo e le spalle.
Era giunto il momento delle sfumature.
Il ritratto doveva avere un aspetto realistico.
Così afferrai lo sfumino e aggiunsi le ombre, creando un chiaroscuro.
Il disegno era completo.
Afferrai la penna stilografica e aggiunsi nell’angolo, in basso a destra, la mia firma e la data in cui lo avevo realizzato.
Sorrisi e sperai che a Light e sua sorella piacesse.
Scattai una foto e la mandai ad Himiko.
Il mio lavoro le piacque molto.
Con delicatezza lo infilai in una cartellina e la chiusi.
Visto che era finito decisi di portarlo al suo committente.
 
Light aprì la cartellina e fece una smorfia di apprezzamento, poi sorrise.
Era un buon segno.
Si complimentò con me e mi ringraziò.
<< A Sayu piacerà tantissimo. >>,
<< E’ questo il suo nome? >>.
Lui annuì.
<< E’ carino, le si addice. Ha l’aria di essere molto dolce. >>,
<< Lo è, anche se è una scimmietta rompiscatole. >>.
<< Beh, sarà di famiglia l’essere rompiscatole. >> risi,
<< Ma che antipatica. >> mormorò.

Nota dell'autrice: Ecco il nuovo capitolo! Ringrazio coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli ^-^.
Me tanto felice.
Un bacioo
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Campeggio ***


CAPITOLO 8
La lezione di astronomia era qualcosa di interessante e magico allo stesso tempo.
Il professor Mirabashi era molto preparato sulla sua materia, in quanto si era laureato all’università di Tokyo con il punteggio massimo.
Spiegò le orbite dei pianeti e i tempi del moto di rivoluzione di ciascuno.
Mi passai una mano tra i capelli e presi appunti.
Senza volerlo alzai lo sguardo dal quaderno e guardai Light, lui in un battito di ciglia mi guardò a sua volta.
Mi salutò con un cenno del capo, io risposi allo stesso modo.
Lo vidi scrivere qualcosa sul quaderno.
Poi me lo mostrò.
Aveva scritto in maniera leggibile:
‘Perché mi fissi? La mia infinita bellezza ti sconvolge?’,
io risi e risposi alla sua stessa maniera:
‘Sai com’è, sei così bello che mi emoziono! Aspetta .. no. Sei bello quanto è vero che siamo stati a letto insieme.’.
Rise, io ricambiai e poi tornai ai miei appunti.
Himiko mi diede un pizzicotto sul braccio e mi informò che mentre ero distratta, il professore aveva annunciato che il finesettimana seguente saremmo andati in campeggio.
Giove e Marte sarebbero stati visibili, e non voleva perdersi l’occasione di osservarli al telescopio.
 
Con lo zaino sulle spalle cercavo di non stramazzare a terra per la stanchezza.
Maledissi me stessa per aver pensato che andare in campeggio fosse una buona idea.
Varie volte avevo rischiato di inciampare in rocce e radici e cadere di faccia.
Himiko era nelle mie stesse condizioni, entrambe avevamo il fiato corto e dolori in tutto il corpo.
Il mio zaino, forse era una mia impressione, diventava sempre più pesante.
Vidi Ryuzaki ridere, e gli chiesi come potesse essere dell’umore visto che stava letteralmente trascinando il suo zaino.
Lui indicò qualcosa alle mie spalle, o meglio qualcuno.
Mi voltai leggermente e vidi Light che teneva con una mano il suo zaino e lo aveva leggermente appoggiato sul mio.
Lo guardai a bocca aperta, lui rideva di gusto.
<< Ecco perché mi sembrava più pesante. Ma che cretino! >>,
lui mi rivolse un ghigno e si rimise lo zaino sulle spalle.
Gli diedi un pugno sul braccio.
Lui si massaggiò il punto dolente, mormorando un ‘violenta’.
Io feci spallucce e ricominciai a camminare, con Light alle mie spalle.
Ebbi il piacere di vedere un paio di conigli e qualche scoiattolo.
Uno di questi ultimi lanciò una ghianda in testa a Light, risi fino alle lacrime.
Ah, il karma!
Essere vendicata da uno scoiattolo era una strana sensazione.
<< Questo è per lo zaino! >> mormorai.
Lui mi tirò una ciocca di capelli.
Trovammo un buon posto per piantare le tende.
Ognuno si scelse il compagno di tenda.
Visto che Akise avrebbe dormito con un altro ragazzo Ryuzaki e Light avrebbero dovuto dividere la tenda.
<< Io con questo fantasmino non dormo! >> protestò Light,
<< Mi faccio piccolo, piccolo! Non ti darò alcun fastidio. >> rise Ryuzaki,
<< Tu con me non dormi. >>.
Ryuzaki fece spallucce e mi si avvicinò, mi prese sottobraccio  e disse che avrebbe dormito in tenda con noi.
Per risparmiare spazio mi avrebbe abbracciata.
Con mia grande sorpresa Light mi afferrò per il braccio e mi allontanò da Ryuzaki.
Lo guardai in volto, sembrava nervoso.
<< Ho capito. Allora, Misa tu dormi con me. >>,
<< Cosa? >> arrossii,
<< Non ti faccio dormire in tenda con un ragazzo! >>
<< Ma anche tu sei un ragazzo, genio! >> esclamai,
<< Si, ma già tutta la scuola pensa che tu sia stata a letto con me. Se dormi in tenda con questo tizio, ti prenderanno per una poco di buono. >>
<< Troppo mainstream dire ‘puttana’? >> risi.
Ryuzaki si avvicinò a Light e lo guardò di sottecchi, sorridendo.
<< Light, ma Misa ti piace? >>,
Light indietreggiò e si voltò.
Non potei vederlo in viso.
<< Pff. Non dire cavolate! >> esclamò,
<< Vuole portarsela in tenda per farle qualcosa di sconveniente, te lo dico io! >> rise Himiko.
Alzai gli occhi al cielo, Himiko era sempre la solita con i suoi pensieri poco raccomandabili.
<< Ma fatela finita! Fantasmino puoi dormire con me, ma se mi dai fastidio ti caccio a calci nel culo. >> mormorò entrando in tenda.
Ryuzaki mi sorrise facendo il segno della vittoria con le dita, poi mormorò qualcosa riguardo al fatto che la sua indagine non era ancora giunta al termine.
Entrò nella tenda anche lui e sentimmo Light protestare.
Il mio amico disse di voler solo sistemare le sue cose e fare amicizia con lui.
<< Non voglio mettermi in mezzo a te e Misa, quindi perché non mi sopporti? >>.
<< Ma cosa dici? Misa non c’entra nulla, perché dovrebbe? Semplicemente mi inquieti! >>,
<< Io e lei siamo solo amici, anzi se vuoi vi aiuto a mettervi insieme. >>.
Arrossii passandomi una mano sul volto.
Avrei voluto sprofondare.
Ma cosa stava dicendo quello stupido?
Come avremmo potuto metterci insieme se neanche conoscevo con certezza quali fossero i suoi e i miei stessi sentimenti?
Himiko mi gettò le braccia al collo e mi abbracciò.
Che misera consolazione!
<< Non mi interessa cosa siete! Lasciami in pace. >>.
Vidi Light uscire dalla tenda, era rosso in viso.
Involontariamente sorrisi.
Lui, senza che nessuno gliel’avesse chiesto, si giustificò dicendo che in ‘quella cosa’ faceva un caldo bestiale e si allontanò, in direzione del torrente.
Ryuzaki fece capolino dalla tenda e mi mostrò in pollice in su.
<< Gli piaci, te lo dico io. Ne sono sicuro al cento per cento. >>,
stavo per dire qualcosa ma Himiko mi anticipò:
<< E a lei piace lui! >>,
io le diedi un pizzicotto:
<< Non so cosa provo per quel rompipalle. >>.
<< Si sposeranno e avranno tanti piccoli Yagami! >> cantilenò la mia amica.
Io sbuffai e arrossii, dovevo allontanarmi da quei due matti.
Così decisi di raggiungere Light al torrente.
Rischiai più volte di scivolare e cadere, ma gli alberi mi avevano aiutata a rimanere in piedi.
Arrivata a destinazione vidi una cosa che mi fece gelare il sangue nelle vene.
Seduta accanto a Light, intento a lanciare sassi in acqua, c’era Hinata.
Era una ragazza della nostra classe.
Mora, bella, profondi occhi verdi.
Sentii montare in me una strana rabbia, perché diavolo gli stava così appiccicata?
Avrei voluto raggiungerla e spingerla in acqua con un calcio.
Light riuscì a far fare qualche rimbalzo ad un sasso e quell’ochetta elogiò la sua bravura con un urletto stridulo e gli gettò le braccia al collo.
Lui la scansò con delicatezza.
Sentii le lacrime pungermi gli occhi, non sarei rimasta un secondo di più.
Mi voltai per andarmene, ma forse feci rumore perché sentii Light chiamarmi.
Nonostante mi urlasse di fermarmi, io non gli diedi ascolto.
Inciampai in una radice.
Stavo per cadere ma Light mi afferrò da dietro, trattenendomi.
Mi costrinse a voltarmi verso di lui e ci ritrovammo a fissarci negli occhi.
Arrossii, distogliendo lo sguardo.
<< Ehi, ma perché piangi? >> la voce gli tremava,
mi asciugai gli occhi:
<< Niente, un moscerino mi è entrato nell’occhio mentre camminavo. >>.
Mise le mani sulle mie spalle chiedendomi il perché non mi fossi fermata quando mi aveva chiamata.
<< Non ti ho sentito. Me ne sono andata perché non volevo disturbare te e la tua amichetta. >>,
alzò un sopracciglio:
<< Non avresti disturbato. >>,
<< Ah no? Eppure sembravate così intimi. Ti ha persino abbracciato. >>.
Mi diede un pizzicotto sul braccio e poi mise le mani in tasca sorridendo.
Io sbuffai, chiedendogli cosa avesse da sorridere.
<< Sei gelosa? >>
<< Pff, perché dovrei? >> risi,
<< Io me la sono scollata subito di dosso, non so se l’hai notato! Io ero lì a farmi gli affari miei ed è arrivata Hinata a rompermi le scatole. Tra me e lei non c’è niente, te l’assicuro. >>,
<< Perché ti giustifichi? >>.
Fece spallucce:
<< Non lo so. Forse perché non è lei quella che mi interessa. Mi piace un’altra. >>.
Arrossii, e mi ritrovai a sperare che fossi io la ragazza che gli piaceva.
Si avvicinò a me, io trattenni il respiro.
Avevo le gambe molli e il cuore che batteva come un tamburo.
<< Tu perché ti scaldi tanto? >>,
<< Io non .. >>.
Quella situazione imbarazzante venne interrotta dall’arrivo di Himiko.
Appena ci vide sorrise chiedendo se ci fossimo appartati.
Presi un pezzetto di legno e glielo lanciai, cercando di non colpirla.
Le dissi di piantarla con quei commenti maliziosi.
Light mi strinse a sé, io arrossii.
Mi sentii svenire.
<< Ci hai interrotti sul più bello, Himiko cara. Stavo per sbatterla a terra e per mostrarle tutta la mia passione. >>,
<< Che??? >> Himiko arrossì e le uscì il sangue dal naso, si coprì il volto con le mani e iniziò a fantasticare su chissà cosa.
Light mi lasciò andare e si piegò in due dalle risate.
Gli diedi un pugno sul braccio e gli dissi che non doveva scherzare così con Himiko, che intanto era convinta a lasciarci da soli in modo che potessimo continuare.
Io le corsi dietro e cercai di convincerla che quel cretino stava scherzando, ma sembrava che non mi stesse ascoltando.
 
Seduti intorno al fuoco osservavamo il professore sistemare il telescopio, a turno avremmo potuto alzarci e andare a dare un’occhiata ai pianeti.
Arrostii un marshmallow e iniziai a mangiarlo, curandomi poco del fatto che scottasse.
Ryuzaki si era divorato mezza confezione, semplicemente intingendoli in un barattolino di cioccolata.
Ma come diavolo faceva a trangugiare tutte quelle schifezze e ad essere così magro?
Himiko, lo si vedeva dalla sua faccia, stava ancora pensando a quello che Light aveva detto quel pomeriggio.
Le strinsi il naso in una morsa, dicendole di piantarla.
Lei, con le lacrime agli occhi, annuì.
Light stava usando il telescopio, d’istinto mi alzai e lo raggiunsi.
Appena mi notò si spostò, per lasciarmi guardare.
Lo ringraziai e diedi un’occhiata a Marte e Giove, erano di una bellezza unica.
Chiamai Himiko, in modo che potesse vedere anche lei.
Io decisi di andare a dormire.
Diedi la buonanotte a tutti ed entrai nella tenda mia e di Himiko, distendendomi e coprendomi con il plaid.
Dopo un po’ la mia amica mi raggiunse e si coricò accanto a me.
<< E’ stata una bella giornata, vero? >>,
io annuii.
<< Non picchiarmi, ma sto ancora pensando ad oggi pomeriggio. Non riesco a togliermelo dalla testa. >>
<< Lo immaginavo. Stava scherzando. >>,
si mise a sedere:
<< Lo so, ma io intendevo il modo in cui ti ha stretta. Sembrava un abbraccio da ‘sei mia’. >>,
infilai la testa sotto al plaid, arrossendo.
<< No, era da ‘ti sto prendendo in giro’. >>,
<< Ma come mai eri con lui? >> rise.
Gli raccontai tutto, senza tralasciare nulla.
Feci capolino per guardarla, aveva le mani sulla bocca ed era arrossita.
<< Che hai? >>,
<< Oddio! Stava parlando di te! Ti ha detto che gli piaci! >>,
<< No, non è vero! >>,
<< E tu sei morta di gelosia! Sei cotta! >>.
Le chiesi di smetterla con le sue fantasie e di mettersi a dormire, girandomi su un fianco e tornando ad infilare la testa sotto al plaid.
Himiko era proprio fissata su di me e Light, iniziavo a pensare che fossimo il suo passatempo per combattere la noia.
Ma sull’ultima parte aveva ragione.
Vedere Light con Hinata aveva fatto scattare in me qualcosa.
Avevo finalmente capito di essere innamorata di lui.


Angolo Autrice: Salve salvino gente! Ecco l'ottavo capitolo, spero piaccia.
Un bacio,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Rivelazione ***


Mi strofinai gli occhi sbadigliando, avevo dormito pochissimo.
Avevo male alla schiena ed ero tutta intirizzita, così lentamente mi misi a sedere e mi stiracchiai.
Decisi di uscire fuori, muovendomi carponi.
Feci capolino dalla tenda, appena in tempo per vedere Light sbadigliare e bere dalla borraccia.
Arrossii, aveva la camicia aperta dalla quale si intravedeva gran parte del torso nudo.
Cercai di non guardare, di spostare lo sguardo altrove, ma non ci riuscii.
Dunque, prima che si accorgesse della mia presenza, decisi di salutarlo.
Lo chiamai e spostandomi una ciocca di capelli dal volto gli diedi il buongiorno.
Lui mi salutò con un cenno della testa, chiedendomi come avessi dormito.
Io lo informai riguardo alle mie condizioni, che a quanto sembrava erano simili alle sue.
Sbuffò dicendo che ‘quel dannato fantasmino’ di Ryuzaki aveva scalciato tutta la notte e si era preso quasi anche la sua parte di tenda.
Io risi, non pensavo che un tipo come Ryuzaki fosse irrequieto durante il sonno.
<< Quel maledetto, se avessi avuto un cuscino lo avrei soffocato. Le zecche sono meno fastidiose. >>.
Il mio amico tirò fuori la testa dalla tenda, strofinandosi gli occhi.
Si lamentò del fatto che le nostre chiacchiere l’avessero svegliato.
Gli occhi di Light divennero due fessure, allungò il braccio e versò l’acqua della borraccia in testa a Ryuzaki.
Quest’ultimo si asciugò il viso con le mani:
<< Sono tutto bagnato. >> mormorò,
<< E io sono incazzato nero! >> ribatté Light mostrandogli il pugno e guardandolo in cagnesco, << Non mi hai fatto chiudere occhio stanotte. Ho un mal di schiena tremendo! >>.
Himiko fu svegliata dalle urla e ci raggiunse, chiedendomi cosa fosse successo.
<< Non è colpa mia se sono un amante passionale e selvaggio. >> scherzò Ryuzaki, << Non pensavo di ridurti in questo stato. >>.
Light rabbrividì, urlandogli che lo avrebbe ammazzato.
Himiko si portò le mani al viso, arrossendo:
<< Eeeeh????? Voi due avete combinato qualcosa?? Oh, mio dio! >>.
Alzai gli occhi al cielo, e diedi un ceffone sulla nuca della mia amica.
<< Ma cosa? Non metterti strane idee in testa! Sono solo chiacchiere di un imbecille che vuole due calci. >> strillò Light.
Ryuzaki rise, e io gli feci eco.
Mi voltai e vidi Hinata venire dalla nostra parte.
Sussultai e d’istinto corsi a chiudere la camicia di Light.
Lui mi lasciò fare.
Quando ebbi finito, avevo ancora le mani sul suo torace.
Lo guardai in volto.
Prima alzò un sopracciglio, poi mi regalò uno sguardo da capogiro.
Uno di quegli sguardi che di solito precedono un bacio.
Arrossii e mi staccai da lui.
Mi scusai dicendo che non amavo vedere qualcuno in disordine.
Ryuzaki mi fu vicino e mi arruffò i capelli con una mano, prendendomi in giro.
Io finsi un broncio ma poi gli diedi una piccola spinta.
<< Buongiorno, ragazzi! >> mormorò con un sorriso smagliante, e sbattendo le sue lunghe ciglia.
Noi ricambiammo, ma lei sembrava interessata solo a Light.
Gli si avvicinò mettendogli una mano sul braccio.
La guardai di sottecchi, avrei tanto voluto strapparle i capelli.
Light non si mosse di una virgola, cosa che mi fece andare il sangue alla testa.
<< Hai dormito bene? >> faceva le fusa la stronza,
Light fece spallucce e scosse la testa.
Hinata si passò una mano tra i capelli e lo invitò letteralmente a dormire in tenda con lei al prossimo campeggio.
Vidi Light guardarmi, io presi il cellulare e finsi di scrivere un messaggio.
<< Se non scalci come questo qui, va bene. >> mormorò indicando Ryuzaki.
Mi si gelò il sangue nelle vene.
Avevo sentito male o le aveva detto di si?
Strinsi il cellulare tra le mani, sembrava che volessi spaccarlo.
Avrei voluto tirarglielo in faccia, piangere e urlargli contro ma rimasi impassibile. Non gli avrei mostrato i miei veri sentimenti.
‘Brutto stupido. Imbecille. ’ pensai.
<< Imbecille. >> mormorò Ryuzaki,
Light gli lanciò un’occhiataccia.
<< Non scalcio. >> rise Hinata, << Ma può darsi che non ti permetterò di dormire. In un modo o nell’altro. >>.
Non riuscii più a trattenermi, così esclamai:
<< E poi sarei diventata io la puttana del campeggio se avessi dormito con Ryuzaki o ci sarebbe stata sempre qualcuna che avrebbe mantenuto il titolo? >>.
Light mi sorrise malizioso, aveva l’aria soddisfatta.
Che significava?
<< Amo fare esperimenti con te. >> mormorò.
Quel bastardo mi aveva messa alla prova, e mi aveva fregata.
Ma ormai tanto valeva continuare.
Hinata divenne paonazza:
<< Cosa hai detto, scusa? >>,
<< Quello che ho detto. Chi vuole capire, capisca Non è un mio problema. >>.
Light la trattenne per un braccio, cosa che non approvai.
Desideravo spaccarle la faccia con tutta me stessa.
Le chiese scusa dicendole che non avrebbe mai dormito in tenda con lei, che stava scherzando.
Lei grugnì e si voltò per andarsene.
Io ritornai nella mia tenda e strinsi le ginocchia al petto.
Ero imbarazzata.
Avrei voluto sprofondare.
Qualcuno entrò, mi voltai e vidi Light.
Arrossii.
Sbuffai e lo colpii in testa con la mia borraccia vuota.
Lui si massaggiò il punto dolente chiedendomi il motivo di tale gesto.
Io feci spallucce.
Alzò un sopracciglio e si vendicò dandomi un pizzicotto sul braccio.
Io finsi un broncio e lui ghignò soddisfatto.
<< Sei gelosa dunque? >> mormorò,
<< Gelosa? Io? >> risi, << Ma cosa dici? >>,
mi spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Avvampai.
<< Se non sei gelosa allora come lo giustifichi il tuo comportamento di poco fa? >>,
<< Semplicemente non sopporto Hinata. >> sbottai, << E’ una che se la tira. Non mi piacciono le prime donne. >>.
Si avvicinò a me, prendendomi il volto tra le mani.
Il mio cuore sembrava impazzito.
Sembrava che Light avesse intenzione di baciarmi.
Il suo volto era quasi vicino al mio.
<< Yagami! Amane! Cosa state facendo in quella tenda? >>.
La voce del professore ci face sussultare.
Light si allontanò dicendomi che avevo una ciglia sulla guancia, e che si era avvicinato per toglierla.
Io annuì.
Uscì dalla tenda e disse al professore che stavamo semplicemente chiacchierando.
Uscii anche io.
Ryuzaki mi guardò sorridendo ed Himiko mi lanciò uno sguardo malizioso.
I nostri compagni si misero a spettegolare tra loro e a ridacchiare, guardando ogni tanto nella nostra direzione.
Li ignorammo, ascoltando la ramanzina del professore.
Light aveva le mani in tasca e guardava altrove.
Io alzai gli occhi al cielo.
La paternale più lunga di tutta la mia vita.
 
Tornata in dormitorio gettai lo zaino in un angolo e mi gettai di peso sul letto.
Sospirai sonoramente, con il volto che sprofondava nel morbido cuscino.
Himiko mi diede una pacca sul sedere e poi si stese su di me ridendo.
Io mi mossi cercando di scrollarmela di dosso, ma lei mi morse sulla spalla e non si spostò di un centimetro.
Risi e mi arresi, dicendo di essere troppo stanca per lottare con lei.
Mi stuzzicò chiedendomi se fossi stata stanca anche se al suo posto ci fosse stato Light.
Sbuffai dandole una leggera botta con il sedere.
Rise accarezzandomi i capelli.
<< Allora .. cosa è successo in quella tenda? >> si alzò e si sedette sul bordo del letto,
io la imitai decidendo di vuotare il sacco.
<< Ha cercato di baciarmi, credo. >> mi grattai la testa, << Quando il professore ha strillato, si è allontanato dicendo che voleva togliere una ciglia dalla mia guancia. >>,
Himiko si mise le mani tra i capelli dicendo di non sopportare il fatto che venissimo sempre interrotti.
<< Ti giuro che io non lo faccio a posta! Cioè, solo un poco. E’ che sono troppo curiosa! >>,
la spintonai con delicatezza,
<< C’è una cosa che ti devo confessare. >>.
La vidi guardarmi interessata, e mi invogliò a parlare.
Respirai profondamente poi ammisi, arrossendo:
<< Ho capito una cosa. Mi sono innamorata di lui. >>.
Sul suo volto si alternarono stupore e felicità.
Iniziò a saltellare a destra e a manca, cantilenando ‘Lo sapevo! Lo sapevo!’.
Aveva il volto coperto con le mani, quando le tolse era tutta rossa.
<< La mia ship si avvera! >>,
<< La tua cosa? >> mormorai alzando un sopracciglio,
<< Come avrai capito, io ho sempre sperato che vi metteste insieme. >>
<< Ma non ci siamo messi insieme! >> precisai,
<< Non ancora! E’ solo questione di tempo. Tu lo ami e lui sicuro è cotto di te. Quindi il mio sogno si avvererà! >> sorrise,
<< Lo sapevo, siamo un tuo passatempo. Non farti illusioni, non vorrei che rimanessi delusa. >> scossi la testa.
Ma ormai Himiko non mi stava più ascoltando, persa com’era nel suo mondo di fantasia.
Alzai gli occhi al cielo e mi alzai.
Aprii l’armadio e presi degli asciugamano.
Una doccia mi avrebbe giovato.
Arrivata in bagno, mi spogliai.
Entrai nella doccia e aprii l’acqua, lasciando che il getto accarezzasse il mio corpo.
 
Mi stiracchiai, la lezione di geografia era appena terminata.
Ryuzaki si sedette sul nostro banco e mi offrì una barretta energetica alla cioccolata.
L’accettai volentieri, avevo proprio bisogno di zuccheri.
Ne porse una anche ad Himiko ed insieme facemmo merenda.
Diedi un morso e aprii il mio quaderno di appunti ed iniziai a leggere.
Himiko mi diede un pizzicotto ed io sussultai.
La guardai alzando un sopracciglio, lei mi indicò un punto davanti a noi.
Light se ne stava seduto al suo posto a leggere un libro, quando Hinata e un gruppo di ragazze si avvicinarono.
Hinata si passò una mano tra i capelli e lo salutò, le sue amiche ridacchiarono.
Light ricambiò con un cenno della testa.
I miei occhi si ridussero a due fessure, e decisi di tendere l’orecchio.
Non volevo perdermi neanche una sillaba del loro discorso.
Hinata informò Light di una serata danzante in discoteca.
<< Stasera ci sarà DJ Hiro! Noi ci andremo, ed anche Akise. Perché non vieni a farti un giro? >>,
<< Non amo queste cose. >> mormorò,
<< Oh, andiamo! Un po’ di svago non può farti male! >>.
Light guardò nella mia direzione.
I nostri occhi si incontrarono.
Io arrossii e distolsi lo sguardo.
Con la coda dell’occhio lo vidi ghignare.
Accettò l’invito di Hinata.
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo.
<< Ottimo. Allora ci vediamo alle dieci e mezza alla White Night. >> disse Light, sembrava che volesse che io sentissi.
Himiko mi sorrise:
<< Che facciamo? Ci andiamo? >>,
<< Ho proprio voglia di ballare. >> esclamai convinta.
‘E di tenere lontana quell’arpia da Light.’ pensai.


Nota dell'autrice: Salve, ecco il nono capitolo. lo pubblico anche se gli ultimi due capitoli non
 hanno riscosso il successo che speravo... desertoooo me meschina :-(.
Spero vi piaccia, un bacio.
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Disco ***


CAPITOLO 10
Guardai il mio riflesso nello specchio.
Avevo raccolto i capelli in una coda di cavallo e indossato un abito corto blu dalle spalline sottili che si incrociavano sulla schiena.
La scollatura rendeva ancora più invitante e bello il mio decolté, e i tacchi alti rendevano le mie gambe uno spettacolo mozzafiato.
Presi la pochette del trucco e preso l’eyeliner nero tracciai una linea perfetta su entrambe le palpebre, stile la grande Amy Winehouse, e dipinsi le labbra con un rossetto bordeaux.
Girai su me stessa, osservandomi.
Ero molto carina, anche troppo.
Light non avrebbe dovuto capire che mi ero messa in ghingheri solo per lui, quindi lo avrei ignorato per tutta la sera.
A meno che qualche oca non lo avesse avvicinato.
Himiko uscì dalla doccia e fece un fischio di apprezzamento.
<< Sei perfetta. Light ti mangerà con gli occhi. >>.
Arrossii e la ringraziai.
La vidi indossare della biancheria pulita, poi un abito rosso corto e mono spalla e i tacchi neri.
Sistemò i capelli bagnati modellandoli con la spuma e si truccò.
Dopo qualche minuto era pronta anche lei.
Qualcuno bussò alla porta, lo invitammo ad entrare.
Erano Ryuzaki – che indossava una camicia bianca che usciva in maniera disordinata dai pantaloni neri, e un paio di scarpe da ginnastica slacciate - e Megumi – perfetta nei suoi jeans attillati e il top senza spalline e con gli strass.
Ryuzaki mi cinse le spalle con un braccio e mi fece l’occhiolino, iniziando a prendermi in giro.
<< Qualcosa mi dice che stasera vuoi far girare la testa a qualcuno di mia conoscenza! >>,
<< Ma cosa dici? >> arrossii, spostandomi una ciocca sfuggita dalla coda dietro l’orecchio << Voglio solo essere in ordine e … >>
<< Carina per Light. Dai su! >> rise,
sospirai alzando gli occhi al cielo:
<< Si, va bene. Voglio essere carina per lui. Contento? >>.
Mi guardò dalla testa ai piedi e scosse la testa:
<< No, perché hai sbagliato tutto. >>.
Sgranai gli occhi e mi voltai per guardarmi allo specchio.
Avevo qualcosa che non andava?
<< Volevi essere carina, ma sei bellissima! >> precisò,
lo guardai e gli sorrisi ringraziandolo.
Afferrò una collana di piccole perle dal mio portagioie e me la legò al collo.
Sorrise dicendo che nessun dettaglio era stato trascurato.
Io risi ed indossai un paio di orecchini simili alla collana.
 
La White Night era piuttosto affollata.
Mi girava un po’ la testa a causa delle luci stroboscopiche e della musica alta.
Ryuzaki e Megumi si sedettero ad un tavolo, mentre io e la mia amica decidemmo di raggiungerli in seguito.
Himiko ed io ci guardammo intorno, ma di Light non c’era neanche l’ombra quindi decidemmo di prendere un drink al bar.
Vedemmo un ragazzo e una ragazza seduti ad un tavolo, che ci stavano dando dentro.
Himiko fece una battuta su di loro e per poco non sputai il drink.
Il DJ fece partire la canzone ‘Hey Mama’ di David Guetta e company, quindi io ed Himiko ripulimmo i nostri bicchieri e corremmo in pista.
Ondeggiavamo a ritmo di musica, ridendo e cercando di improvvisare movenze sensuali.
Un tizio mi spinse e se qualcuno non mi avesse afferrata sarei caduta all’indietro.
Alzai lo sguardo e vidi Light che mi sorrideva.
Mi aiutò a rimettermi in piedi e rise della mia goffaggine.
<< Non è colpa mia! >> urlai, << Mi hanno spinta! >>.
Lui annuì, aveva le mani in tasca e mi stava guardando attento.
Ispezionò ogni centimetro del mio corpo, io avvampai.
Si morse il labbro, e per un momento desiderai di mordicchiarlo al suo posto.
<< Stai molto bene. Intendo vestita così. >> farfugliò, passandosi una mano tra i capelli.
Io lo ringraziai, in tutta risposta mi porse la mano, invitandomi a ballare.
Con la coda dell’occhio vidi Himiko ridacchiare e allontanarsi.
Aveva deciso di lasciarci soli.
Deglutii e presi la sua mano.
Iniziammo a ballare, ero tesa come un’asta di legno e avevo paura di dargli qualche calcio o pestargli i piedi.
Lui mi disse di rilassarmi, da quanto aveva potuto notare ero in grado di ballare abbastanza bene.
Io respirai a fondo e cercai di ondeggiare come avevo fatto in precedenza insieme ad Himiko.
Lo vidi sorridere, e prendendomi la mano mi fece fare un giro.
Senza che potessi rendermene conto, mi attirò a sé di colpo.
I nostri visi erano vicinissimi.
Le nostre labbra erano separate da pochi centimetri.
Si avvicinò in modo da toccare la punta del mio naso con il suo.
Il cuore sembrava volermi uscire dal petto.
Mi sentii svenire, le mie gambe non avrebbero retto a lungo.
<< RAGAZZI! SIETE PRONTI PER UN ALTRO BRANO? >> urlò il DJ, facendoci sussultare.
Ci staccammo, entrambi imbarazzati.
Light si passò una mano tra i capelli, poi si grattò la guancia con un dito.
Mi chiese se volessi qualcosa da bere.
Io annuii.
Lui si allontanò e io feci un respiro profondo, cercando di regolarizzare il battito cardiaco.
Corsi al tavolo dei miei amici, ero euforica.
Raccontai quello che era appena successo, o meglio quello che sarebbe potuto succedere se il DJ non si fosse messo a strillare.
Himiko arrossì, Ryuzaki mi si avvicinò e mi mise una mano sulla spalla.
<< Lo sapevo. Gli piaci! Devo dirtelo in francese? >> urlò,
<< Sempre se non vuole solo divertirsi! >> rise Megumi, che era ubriaca fradicia.
Himiko le lanciò un’occhiataccia, dicendole che Light non era quel tipo di ragazzo.
Cercai di convincermi del fatto che Himiko avesse ragione, ma una parte di me chissà quanto importante pendeva dalle labbra di Megumi.
Light prima di invitarmi a ballare aveva passato in rassegna, con gli occhi, il mio corpo.
Era pur sempre un ragazzo.
<< Magari vuole portarti a letto e poi scaricarti. Ci hai pensato? >>,
<< MA CHE CAVOLO DICI? >> si infuriò Himiko, << NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE LUI TENTA DI BACIARLA, POI LE STA SEMPRE INTORNO! >>.
Megumi fece spallucce, ridendo:
<< Appunto, non è la prima volta che ci prova. >>.
Scossi la testa, cercando di allontanare i brutti pensieri, e decisi di tornare in pista alla ricerca di Light.
In mezzo alla folla qualcuno mi afferrò il polso.
Mi voltai e vidi un ragazzo alto, snello e piuttosto carino che sembrava avesse intenzione di ballare con me.
Io cercai di oppormi ma lui iniziò a ballarmi intorno e, afferrandomi per le braccia, mi fece volteggiare nonostante le mie proteste.
Una mano si chiuse intorno al mio polso e mi allontanò con la forza da quel ballerino insistente.
Light mi si parò davanti, separando me e il ragazzo.
<< Ehi, amico! Che vuoi? C’ero prima io con la bionda! >> gli urlò quello,
<< Se non te ne vai ti faccio diventare il primo della serata che va al pronto soccorso. >> gli rispose Light.
Il ragazzo si allontanò.
Light mi lasciò andare il braccio in malo modo e quando gli toccai una spalla per chiedergli cosa avesse, lui mi scansò e si voltò di scatto.
Il suo sguardo era gelido, si vedeva da lontano un miglio che era furioso.
Tremai, non l’avevo mai visto così arrabbiato.
Provai ad aprire la bocca per dire qualcosa, ma non riuscii a pronunciare neanche una sillaba.
Digrignò i denti e si voltò per andarsene.
Io gli corsi dietro sulla pista da ballo e lo fermai afferrandolo per la manica della camicia.
Gli fui di fronte e puntai i miei occhi nei suoi.
<< Ma che cavolo fai? >> gridai,
lui rise scuotendo la testa, sembrava una risata di scherno.
<< Io? Niente. Io mi preoccuperei di altro, se fossi in te. >>,
<< Del tipo? >>,
<< Di quello che fai tu! >> sputò,
<< Cosa avrei fatto? >> esclamai,
<< Oh, andiamo! Ti lascio cinque secondi da sola e al mio ritorno ti trovo in dolce compagnia! >> il sorriso scomparve, lasciando il posto all’ira.
<< Ma chi lo conosce quello? Io non volevo ballare con lui! Mi ha afferrata e non mi lasciava! >> spiegai, mi stavo infuriando!
<< Oh, si certo! Come no! >>.
Strinsi i pugni, come poteva non credere alle mie parole quell’imbecille?
<< E’ la verità! Che ti piaccia o no! >>.
Alzò gli occhi al cielo, poi mi rivolse uno sguardo sprezzante.
Fece di nuovo per andarsene ma io lo bloccai, dicendogli che per passare avrebbe dovuto calpestarmi.
Sbuffò dandomi della rompipalle.
Gli diedi un pugno sul torace, arrabbiata.
Perché diavolo doveva comportarsi in quella maniera?
Lui mi afferrò il polso avvertendomi di non riprovarci.
<< Non sono dell’umore per sopportare le tue cazzate! >>
<< Ah, si? Sai quanto mi frega? >>
<< Dico sul serio! >>,
<< Ma ti rendi conto? Che cavolo ti prende, me lo spieghi? Ti ho già detto che non è stata colpa mia, non volevo ballare con quello là. E poi, anche se fosse a te cosa frega? >>.
Mi afferrò entrambi i polsi stringendoli.
Era ancora più arrabbiato, glielo leggevo negli occhi.
<< Che mi frega? CHE MI FREGA?? CAZZO, QUANTO MI FAI ARRABBIARE! FAI FINTA DI NON CAPIRE? MANDI IL MIO CERVELLO A PUTTANE QUANDO FAI COSI’! E QUANDO MI TIENI TESTA, DIO COSA FAREI!  NESSUN RAGAZZO DEVE OSARE AVVICINARSI A TE! HAI CAPITO? QUELLO LA’ HA ADDIRITTURA PENSATO DI POTERTI TOCCARE O DI POTER PRETENDERE CHISSA’ COSA DA TE! AL SOLO PENSIERO, IMPAZZISCO! IO VOGLIO CHE TU SIA SOLO MIA. >>.
Arrossii.
Cercai di dire qualcosa, qualunque cosa ma lui mi chiuse la bocca con un bacio.
La mia mente si svuotò, sembrò che la terra stesse tremando sotto i nostri piedi.
Lasciò andare i miei polsi e mi attirò a sé con una mano.
Iniziò ad accarezzarmi il volto con l’altra, continuando a far aderire le nostre labbra.
Nessuno mi aveva mai baciata in quel modo, delicato e passionale nello stesso momento.
Quando ci separammo, respiravamo entrambi a fatica.
Posò la sua fronte sulla mia e continuò ad accarezzarmi il viso.
Sorrisi e lui ricambiò, dicendo che finalmente nulla ci aveva interrotti.
Io annuii.
<< Allora, è una dichiarazione la tua? >> gli sussurrai nell’orecchio,
lo vidi arrossire e guardare altrove.
Annuì.
<< Voglio essere tua. >> gli sussurrai nuovamente.
Lui sorrise e mi baciò di nuovo, definendomi la sua ragazza.
Mi strinse a sé e io affondai il viso nel suo petto.
Ero davvero felice, soprattutto del fatto che Himiko avesse ragione e Megumi torto.
Insomma!
Nessuno rischierebbe una batosta da un tizio solo per portarsi a letto una.
E di certo non farebbe una scenata di gelosia.
Ci prendemmo per mano e raggiungemmo i nostri amici.
Questi ultimi – a parte Megumi, che era crollata sul divanetto – appena ci videro e capirono come stavano le cose, si congratularono con noi.
Ci sedemmo ed ordinammo da bere.
Io sorrisi dicendo a Light che da un bel po’ speravo che mi baciasse prima o poi.
Lo vidi ridere e passarsi una mano tra i capelli.
<< Non è che non ci abbia provato. E poi qualcuno mi ha anticipato! >>,
<< Cosa? Chi? >> esclamammo io e Ryuzaki all’unisono.
Light mi accarezzò la guancia:
<< Tu, Misa. Mi hai baciato prima tu. >>,
<< Cosa? Quando? Ma sei ubriaco? >>,
<< Io no. Tu lo eri! >> rise, << Quella sera che sei piombata nella mia stanza, mi hai rubato un bacio e sei crollata sul mio letto. >>.
Nascosi il viso tra le mani.
Ryuzaki ed Himiko scoppiarono in una fragorosa risata.
<< Che??? Che vergogna! >> mugugnai.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Amore ***


CAPITOLO 11
Seduta sul letto mi stiracchiai.
Mi misi seduta e nascosi il viso tra le mani, chiedendomi se non fosse stato tutto un sogno.
Light si era dichiarato, mi aveva baciata e ci eravamo messi insieme.
Sprizzavo felicità da tutti i pori.
Saltai giù dal letto e corsi in bagno e mi guardai allo specchio.
Un leggero rossore mi imporporava le guance.
Sorrisi, giocherellando con una ciocca di capelli.
Lavai il viso e i denti, poi mi infilai sotto la doccia.
Avvolta in un asciugamano, tornai in camera.
La mia amica Himiko stava dormendo con la bocca aperta
Soffocai una risata mettendo la mano davanti alla bocca.
Presi della biancheria pulita dal cassetto e la indossai.
Misi la divisa, le scarpe e un filo di trucco.
Ero pronta per un altro giorno di scuola.
Sentii sbadigliare alle mie spalle, mi voltai e vidi Himiko strofinarsi gli occhi.
Mi diede il buongiorno chiamandomi 'Signora Yagami', io arrossii e le lanciai il mio cuscino colpendola in pieno viso, intimandole di tacere.
Quel nomignolo non mi dispiaceva, ma il caro Light non doveva saperlo.
Anzi, non doveva neanche sapere che ero al settimo cielo.
Quindi mi ricomposi e decisi di andarlo a svegliare.
 
Bussai alla porta del mio ragazzo - mi faceva uno strano effetto chiamarlo così - e lui fece capolino dalla porta
Sembrò sorpreso di vedermi, ma mi invitò ad entrare.
Arrossii e mi voltai coprendomi gli occhi con le mani quando lo vidi in boxer.
Era proprio bellissimo.
Lo sentii ridere.
<< Scusa. È che mi stavo preparando. >>,
<< Tranquillo, per così poco! >> balbettai,
<< Ho una fidanzata puritana e imbarazzata qui. >> rise,
<< Ma muoviti a vestirti, sgorbietto! >> borbottai.
Rise di nuovo e mi informò di aver addosso almeno i pantaloni.
Mi voltai, rossa in viso.
Lui sorrise, il più bel sorriso che avessi mai visto.
Infilò la camicia e iniziò ad abbottonarla, scrutandomi.
<< Sei io sono uno sgorbietto, te cosa sei? >> alzò un sopracciglio,
<< Una dolce donzella delicata, bellissima, e .. >>,
<< Modesta. >>.
Finse di cercare in giro:
<< Non la vedo da nessuna parte questa tizia piena di doti. >>,
<< Ma silenzio! >> gli diedi un pugno sul braccio.
Fece il nodo alla cravatta ed indossò la giacca.
Mi chiese se avessi fatto colazione, io scossi la testa appoggiandomi al muro accanto alla porta.
Lui annuì, dicendo che un salto al chiosco lo avrebbe fatto volentieri.
Si avvicinò alla porta, ma prima di aprirla si chinò su di me e mi baciò.
Le mie guance avvamparono, quasi trattenni il respiro.
Quando si allontanò sorrise soddisfatto:
<< Accidenti! Non pensavo di farti questo effetto. >>,
<< Non montarti la testa. >> sbottai, << Solo per un bacino, pensi che vada in estasi? >>.
Abbozzò un sorriso e mi cinse le spalle con un braccio:
<< Andiamo piccolo limone. >>.
 
La professoressa di francese ci assegnò un compito sulla presa della Bastiglia.
Sarebbe stata una rottura argomentare il tutto in una lingua diversa dalla mia.
Sospirai poggiando la testa sul banco.
Himiko iniziò a giocare con i miei capelli, intrecciandoli come più le aggradava.
Ryuzaki se ne stava seduto sul mio banco a mangiare cioccolato.
Avevo deciso di rassegnarmi al fatto che non avrei mai capito come facesse a mangiare tutte quelle schifezze, ed ad essere magrissimo.
Lo vidi tornare al suo posto, accanto ad Himiko, e con lo sguardo mi spinse a guardare nella direzione di Light.
Alzai la testa quel poco che bastava e ciò che vidi mi fece saltare i nervi.
Quella gallinaccia di Hinata si era avvicinata di nuovo a Light e dalle sue movenze, capii che ci stava provando con lui.
Sbuffai alzandomi, diretta al banco di Light.
A metà strada mi chiesi cosa stessi combinando.
Insomma, stavamo insieme da meno di un giorno e non era il caso di fare una scenata di gelosia o altro.
Ma dopotutto era pur sempre il mio ragazzo, ed era troppo tardi per tornare indietro.
Giunta a destinazione li salutai entrambi.
Hinata ricambiò con un cenno della testa, guardandomi come se fossi un insetto schifoso da schiacciare.
Light poggiò il mento sul palmo della mano e mi salutò sorridendo.
<< Allora, pensate di cavarvela con il compito che ci ha dato la signorina Boucher? >> mormorai per rompere il ghiaccio,
<< Si. Il francese non è poi così difficile. Sarà un gioco da ragazzi. >>,
<< Oh, Light! Quanto sei bravo! Per me il francese è arabo. >> squittì Hinata.
Alzai gli occhi al cielo.
'Gne, Gne, Gne! Light quanto sei bravo.' pensai,
<< È una lingua complessa, ma semplice. >> continuò Light,
<< Magari puoi aiutarmi con il compito! Desidero più di ogni altra cosa fare un buon lavoro. >>,
<< Certo, come no! Semmai il tuo desiderio più grande è che lui.. >> indicai Light sbuffando, << Ti entri nelle mutande. >>.
Hinata mi lanciò un'occhiataccia, mentre Light si stava piegando in due dalle risate.
Cosa diavolo aveva da ridere?
<< Non posso Hinata. >> le disse, dopo essersi ripreso << Credo che farò il compito insieme alla mia ragazza. >>.
Hinata impallidì, strabuzzando gli occhi.
<< Hai una ragazza? Dici sul serio? >>.
Lui annuì.
<< La conosco? >>,
<< Ce l'hai davanti. >> mormorò Light indicandomi.
Cercai di trattenermi per non ridere in faccia alla povera Hinata, la sua espressione era così buffa.
Sembrava avesse visto un fantasma.
<< Non ci credo. >> mormorò.
Io feci spallucce.
Light si alzò in piedi, mi sollevò il mento e mi baciò davanti a tutta la classe, tra lo stupore di tutti.
Quando mi lasciò andare vidi Hinata urlare isterica e tornare al suo posto.
Ryuzaki ed Himiko fischiarono, mostrandomi il pollice in su.
Io avrei voluto che una voragine si aprisse sotto i miei piedi e mi inghiottisse.
Light invece sembrava tranquillo e, dopo avermi accarezzato la testa, tornò a sedersi.
Tornai al mio posto, rossa in viso.
Ryuzaki ammiccò, prendendomi in giro.
<< Ha già chiarito la situazione, il caro Light. Ha intenzioni serie. >>
Io arrossii ancora di più, ma non riuscii a trattenere un sorriso, e afferrato l'astuccio glielo lanciai, colpendolo in testa.
 
<< Cosa????? Farai il compito di francese insieme a Light??? Nella sua stanza??? >> strillò Himiko,
le misi una mano sulla bocca zittendola e dicendole di abbassare la voce.
Annuii e spiegai che sarei dovuta andare da lui nel pomeriggio.
Quando la lasciai andare iniziò a dimenarsi come una forsennata, mettendomi al corrente delle sue fantasie.
Il succo del discorso di ognuna era 'io e Light' a luci rosse.
Mi passai una mano sul volto, sbuffando.
<< I tuoi ormoni impazziti mi preoccupano. >> mormorai.
Mi puntò un dito contro, io indietreggiai.
<< Preoccupati per te, piuttosto. >> sorrise in maniera maligna,
io deglutii:
<< Perché? >>,
<< E se Light dovesse saltarti addosso e approfittare di te? Ci hai pensato? >>,
<< Ma cosa dici? Sei matta? >>,
<< Misa, siamo soli. Dammi il tuo frutto proibito! >> esclamò, imitando goffamente la voce di Light.
La colpii in testa con un pugno, alzando un sopracciglio.
Le dissi che Light non mi avrebbe fatto proprio un bel niente.
Era un ragazzo, mica una bestia allupata.
Himiko si strofinò il capo e mi disse, scherzi a parte, di non dare per scontate le sue parole.
Io arrossii spostandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio:
<< Beh, semmai dovesse succedere. Può darsi che non opporrò molta resistenza. >>.
Himiko strabuzzò gli occhi rimanendo a bocca aperta:
<< COOOOOOOOOOOOOOOOSAAAAAAAAAAA?????? >>.
Non risposi, mi limitai ad abbozzare un sorriso con poca convinzione e a scappare in direzione del mio dormitorio.
 
Respirai a fondo, sistemandomi gli occhiali che erano scivolati lungo il naso.
Aggiustai la canottiera nera e gli short bianchi, e mi decisi a bussare.
La porta si aprì.
Light mi salutò, strofinandosi gli occhi.
Mi spiegò di essersi addormentato e mi invitò ad entrare.
Light sbadigliò chiedendomi di dargli dieci minuti di tempo.
Aveva bisogno di riprendersi prima di iniziare il compito di francese.
Io annuii e mi sistemai intorno al tavolino basso, al centro della stanza.
Aprii la cartella e presi gli appunti di francese, iniziando a leggerli.
Gli chiesi se Sayu avesse apprezzato il ritratto.
<< Lo ha adorato. >> fu la sua risposta, << Ha detto di voler conoscere l’artista. >>,
<< Artista è una parola grossa, sono una dilettante. >> risi,
<< Chiunque dedichi il proprio tempo all’arte e ha talento, è un artista. Indipendentemente dal suo livello. Il tuo è abbastanza alto, direi. Non ho mai visto tratti così precisi, figure così ben proporzionate e sfumature tanto delicate e capaci di rendere realistici dei disegni. >>.
Arrossii.
I suoi sembravano complimenti sinceri.
Era piuttosto piacevole.
Sorrisi, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio e sistemandomi gli occhiali.
Continuavano a scivolare, a volte erano insopportabili.
<< Peccato che chi li realizza non abbia la loro stessa bellezza. >> disse Light continuando il discorso e provocandomi,
<< Cosa vorresti dire, scusa? >> lo guardai di traverso,
<< Niente, mostriciattola. >> rise.
Mi tolsi una scarpa e la lanciai nella sua direzione, lui la evitò come se nulla fosse.
Tolsi anche l’altra e gliela tirai, stavolta colpendolo negli stinchi.
Iniziò a massaggiarsi la gamba dolorante, mormorando un ‘ahia’.
Io sghignazzai, gonfia di orgoglio.
Afferrò la scarpa che lo aveva colpito e me la sventolò davanti agli occhi, dicendo che non me l’avrebbe più restituita.
Lo guardai di sottecchi e decisi di alzarmi ed andare a riprenderla, ma d’un tratto sbattei il mignolo contro la gamba del tavolino.
Iniziai a lamentarmi e a pronunciare parole poco raccomandabili.
Uno dei dolori più tremendi che avessi mai provato.
Mi massaggiai il dito, avevo le lacrime agli occhi.
<< Ah! Che bella cosa il karma! >> rise Light.
Misi il broncio e mi sedetti a terra continuando a sfregarmi le dita.
<< Fammi vedere, dai. >> mormorò avvicinandosi,
<< No, vattene! Sei cattivo! >> scalciai.
Light rise e mi afferrò la caviglia destra:
<< E’ questo? >>.
Arrossii, annuendo.
Iniziò a massaggiare le dita dicendo che per mia fortuna non avevo nessun dito rotto.
<< Che puzza! Ma te li lavi? >> rise,
<< Ma come osi? >> mi infuriai, << Per tua informazione ho fatto una doccia prima di venire qui. >>.
Si passò una mano tra i capelli ridendo.
<< Scherzo, si sente. Hai un buon profumo tranquilla. Lavanda? >>.
Feci spallucce, annuendo e tenendogli il muso.
Lo vidi avvicinarsi, il mio cuore mancò qualche battito.
Quasi non riuscivo a respirare e stavo tremando.
Posò le sue labbra sulle mie, baciandomi con passione.
Infilò le dita nei miei capelli e scese a ricoprire il mio collo di piccoli e dolci baci.
Li sentivo bruciare sulla pelle, come le sue mani non appena alzò la maglietta e mi accarezzò i fianchi.

Nota dell'autrice: Sono tornata con un nuovo capitolo della mia storia. Spero vi piaccia e di ricevere altre recensioni.
Ringrazio coloro che hanno letto e recensito gli scorsi capitoli.
Un bacione,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Estasi ***


Light mi baciò di nuovo, e di nuovo.
Sentii la mia mente svuotarsi.
Si staccò un attimo solo per guardarmi negli occhi, aveva lo sguardo più dolce che avessi mai visto.
Accarezzò il mio viso e baciò la punta del mio naso.
Arrossii e sorrisi.
Le sue labbra tornarono sulle mie, e presto iniziò a mordicchiarmi il labbro inferiore.
Qualcosa in me scattò e presi l’iniziativa.
Gli presi il viso tra le mani continuando a far aderire le nostre labbra e mi misi a cavalcioni su di lui, seduto sul pavimento.
Nei pochi secondi in cui ci separammo, lo vidi sorridere e alzare un sopracciglio.
Io feci spallucce e tornai a baciarlo.
Mi accarezzò le braccia, poi infilò le mani sotto la mia maglietta.
Sfiorò la mia pancia e quando arrivò al seno lo vidi esitare.
<< Qualcosa non va? >> arrossii, lui altrettanto.
<< Ecco, io.. >> non riuscivo a crederci, Light Yagami imbarazzato << Non vorrei beccarmi uno schiaffo. >>,
risi passandomi una mano tra i capelli, e scossi la testa.
Capì il concetto e tornò ad accarezzarmi il seno.
Venni sollevata da terra e fatta distendere sul suo letto.
Lui si posizionò sopra di me e mi baciò il collo.
Sentii dei brividi lungo la spina dorsale.
Mi sfilò la canottiera e ancora più lentamente gli short.
Sorrise alla vista della mia lingerie rossa di pizzo.
Lo aiutai a sbottonare la camicia, le mie mani tremavano e avevo il respiro affannato.
Osservai e accarezzai il suo petto nudo, lui si chinò su di me e iniziò a ricoprire la mia pelle di baci bollenti, dal seno all’interno delle cosce.
Tornò ad assaporare le mie labbra e quando infilò la mano negli slip e toccò il mio intimo, inarcai la schiena per godere a pieno di quel contatto.
Posò la sua fronte sulla mia e mi sussurrò:
<< Misa, ti amo. >>,
sorrisi, il mio cuore batteva all’impazzata.
Ero davvero felice:
<< Ti amo anche io, Light. >>.
Lo vidi sorridere e alzarsi un attimo, così da liberarsi dai pantaloni.
Liberò i miei seni dal reggiseno, slacciandolo e gettandolo a terra.
Istintivamente mi coprii, arrossendo e mettendomi seduta.
Mi baciò sulla fronte e mi accarezzò il viso:
<< Non coprirti. Sei bellissima. >>,
<< E’ che per me, è la prima volta .. in tutti i sensi. >> mi spostai una ciocca dietro l’orecchio.
Light mi sorrise, ricordandomi che per lui era lo stesso.
Tolsi gli occhiali e li sistemai sul comodino.
Respirai a fondo e lasciai cadere le braccia, mostrando il petto nudo.
Tolse i boxer liberando la sua erezione.
Tentai di non guardarlo, non avevo mai visto uno di ‘quei cosi’.
Fu come se mi avesse letto nel pensiero:
<< Ehm, immagino che per te sia strano. >>,
<< Beh, almeno ora so che non devo più chiamarti ‘dolce pisellino’. >> risi,
<< Immagino di no. >> fece spallucce e sorrise,
<< Devi avvisare tua madre, così non ti chiamerà più così. >>.
Mi afferrò i polsi delicatamente facendomi tornare in posizione supina.
<< La avviserò, adesso ho voglia di altro. Non di parlare di mia madre. >>.
Delicatamente fece scivolare le mie mutandine, baciandomi.
Cercai di rilassarmi, di non essere tesa.
Lo sentii entrare in me, piano.
Faceva dannatamente male.
Una lacrima mi rigò la guancia.
Lui si fermò e la asciugò con un dito, chiedendomi se stessi bene.
Aveva il respiro affannato.
Io annuii, invitandolo a continuare.
Iniziò di nuovo a muoversi, aumentando il ritmo.
Il dolore lasciò spazio al piacere.
Gli andai incontro con il bacino godendo di ogni spinta.
Il silenzio era rotto solo dai nostri gemiti sincronizzati.
Inarcai la testa all’indietro pregandolo di non fermarsi, e chiedendo sempre di più.
Lui mi accontentò, continuando a spingere dentro di me.
Mi abbracciò e baciò, senza smettere.
Stavo letteralmente impazzendo.
Affondai le unghie nella sua schiena, graffiandolo.
Lui invece mi diede un morso sulla spalla, amandomi con passione.
Raggiungemmo il culmine insieme, finché stremati non ci distendemmo l’una accanto all’altra.
Respirai a fondo, in estasi.
Light mi strinse a sé baciandomi la testa.
<< Stai bene, piccola? >>,
<< Mai stata meglio. >> mormorai, felice.
<< Ecco, io.. >>,
alzai lo sguardo su di lui.
Era arrossito.
Mi distesi su di lui e appoggiai la testa sul suo petto.
<< Cosa c’è? >>,
<< Sono stato all’altezza? >>.
Sgranai gli occhi, sbigottita.
Sorrisi, era così tenero.
<< Sei stato perfetto. >> lo rassicurai, baciandogli il petto.
Lo sentii sospirare di sollievo.
Mi strinse a sé e ci addormentammo.
 
Ci rivestimmo, e Light mi invitò a cenare con lui nella sua stanza.
Aprì il frigorifero e tirò fuori delle confezioni di ramen precotto e dei vassoi di sushi.
Gli dissi di sedersi e di lasciar fare a me.
Avevo una fame da lupi, e ne aveva anche Light.
Accesi il fornellino da campeggio e feci bollire l’acqua in un pentolino.
Versai l’acqua nelle confezioni e prese due bacchette mescolai.
Porsi a Light la sua porzione, lui mi ringraziò.
<< Mi dispiace poterti offrire solo cibo precotto o confezionato. Purtroppo non ho avuto modo di organizzarmi. >>,
scossi la testa rassicurandolo:
<< Tranquillo, a me piace molto il ramen. E poi abbiamo anche il sushi. >>,
<< Hai sete? Ti prendo una cola. >>.
Annuii, lo vidi alzarsi e aprire il frigo.
Prese due bibite e me ne porse una.
Lo ringraziai.
<< Abbiamo dimenticato di fare il compito di francese. >> risi,
<< Beh, abbiamo impiegato il nostro tempo in una maniera migliore. Il compito possiamo farlo un altro giorno. La consegna è tra una settimana. >>.
Sorrisi e annuii:
<< Anche domani, se vuoi. >>.
<< Certo, e magari una volta finito potremmo rifare il discorso di prima. >>.
Arrossii e quasi non mi strozzai con la cola.
Ci aveva preso gusto.
Sorrisi, lui ammiccò.
Lo guardai, era talmente bello con i capelli arruffati e la camicia mezza sbottonata.
Ma soprattutto era mio!
 
Tornai al dormitorio verso le dieci di sera.
Aprii lentamente la porta, decisa a camminare con passo felpato in modo da non svegliare Himiko.
La mia amica era distesa supina sul suo letto e stava ronfando.
Velocemente mi svestii e decisi di fare una doccia.
Mentre l’acqua calda accarezzava il mio corpo, ripensai agli eventi pomeridiani.
Arrossi al pensiero che il tocco dell’acqua era stato preceduto da quello di Light.
Gettai i capelli bagnati all’indietro e lasciai che il getto mi investisse il volto.
D’un tratto la tenda si aprì, sussultai.
Avevo di fronte una Himiko su di giri.
Ma non stava dormendo?
Cercai di spingerla fuori, dopotutto ero nuda e bagnata.
Ma lei mi pregò di lasciarla stare, dicendo che aveva una cosa da chiedermi.
Sapevo già cosa voleva da me.
Si stava bagnando tutto il pigiama, ma non sembrò importarle.
Sbuffai, rinunciando a cacciarla.
Mi limitai ad afferrare l’accappatoio e ad indossarlo, asciugandomi.
Himiko mi si parò davanti, facendomi prima di tutto i complimenti per il mio corpo.
<< Tu mi spaventi, giuro. Pensavo stessi dormendo. >>
<< Infatti è così. >> mormorò, << Ma ti ho sentita rientrare! >>
<< Cosa sei un cane? >> esclamai, alzando gli occhi al cielo.
Mi sedetti sul letto e lei accanto a me.
La vidi guardarmi sorridente, io alzai un sopracciglio.
<< Che c’è? >>
<< Allora? >> chiese,
<< Allora, cosa? >> mormorai,
<< Come è andata oggi? Avete fatto il compito? >> sorrise,
sembrava una bambina in un negozio di giocattoli.
Figuriamoci se le interessava del compito di francese, la cara Himiko voleva sapere ben altro.
Ormai la conoscevo piuttosto bene.
<< Beh .. Ecco, non proprio. Ce lo siamo dimenticato. Infatti domani pomeriggio lo facciamo. >> arrossii, << Il compito intendo. >>,
<< Come? Ve ne siete dimenticati? >>.
Iniziai a giocare con i capelli bagnati, nervosa.
Le dissi che Light era reduce da un pisolino, e quindi avevamo dovuto attendere un paio di minuti prima di iniziare a studiare.
<< Poi ci siamo messi a parlare di diverse cose, e il tempo è volato. >> balbettai.
Himiko si passò una mano sul volto, poi mi guardò.
Sembrava volesse dirmi ‘Davvero?’.
Avvicinò il suo volto al mio, io indietreggiai trattenendo il respiro.
Arricciò la bocca ed esclamò:
<< Non ti credo, mi stai dicendo una bugia. Parla. Cosa è successo? >>,
<< N.. niente! >> balbettai.
Strabuzzò gli occhi e arrossì.
Balzò in piedi e si mise il volto tra le mani.
Girò su se stessa poi mi puntò il dito contro.
Aveva il sangue al naso.
<< KYAAAAH!!! NON MI DIRE!!! I TUOI OCCHI MENTONO! C’E’ STATO QUALCOSA TRA TE E LIGHT. NON E’ FORSE COSI’??? >>.
Le porsi un fazzoletto, intimandole di abbassare la voce.
Lei lo prese e tornò a sedersi accanto a me, pregandomi di raccontarle tutto.
Sospirai, e le dissi che se lo avesse rivelato a qualcuno l’avrei uccisa.
Lei annuì, dicendo che sarebbe stata una tomba.
Respirai a fondo e le raccontai tutto, non nei dettagli ovviamente.
Quelli erano affari miei e di Light.
Himiko mise una mano sulla bocca:
<< Oddio!!! Lo sapevo. Oh, mio Dio! Non ci posso credere! >>,
<< Ancora non ci credo io. >> ammisi, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
<< Come è stato? >>,
<< Stupendo. Lui è così dolce. >>,
<< Oh, mio Dio! Sono felice!! >>,
<< Si lo so. E’ da quando l’ho visto per la prima volta, che rompi le scatole con ‘Tu e Light, questo. Tu e Light di qua e di là’. >>.
Rise e mi abbracciò.
Bussarono alla porta.
Himiko si offrì di andare ad aprire.
Era il figlio del giardiniere, che porse alla mia amica una busta e una rosa.
<< Mi è stato chiesto di prenderla dal giardino, e portarla a Misa Amane insieme alla lettera. Mi ha dato tremila yen, è un piacere fare affari con lui. >>.
Ci salutò e se ne andò chiudendosi la porta alle spalle.
Himiko lesse il mittente sulla busta e si portò una mano sul cuore mormorando un ‘OOOOH! Che carinooo!’.
Presi la rosa e la lettera dalle sue mani.
Aprii quest’ultima e lessi:
 
‘ Sei il centro del mio mondo, credo che non riuscirò a dormire al pensiero che ti ho avuta tra le mie braccia questo pomeriggio. Sono troppo felice. Ti auguro una buonanotte, mia dolce principessa.
Ti amo,
Light.
Ps. Non ti montare la testa. :-P’.
 
Sorrisi, stringendo la lettera al petto e posando la rosa sul comodino.

Nota dell'autrice: Eccomi tornata, con un nuovo capitolo.
Prometto solennemente di finire questa long.
Spero vi piaccia, che la leggiate e recensiate.
Anche se sono una ritardataria cronica!
Un abbraccio,
Daenerys

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** ALLARME ***


Erano passati circa due mesi da quando io e Light ci eravamo messi insieme.
Ogni giorno trascorso in sua compagnia era intriso di pura felicità.
Passavamo le giornate a passeggiare nei giardini tenendoci per mano, a lanciarci sguardi e frecciatine durante le lezioni, a pranzare insieme chiacchierando del più e del meno, a rintanarci sotto le coperte esprimendoci il nostro amore e la nostra passione.
Light non perdeva tempo nel prepararmi ogni genere di sorpresa, dal bicchiere di caffè con su scritto il mio nome cerchiato da un cuore ai fiori che trovavo nella mia stanza.
Tutto era perfetto.
Lui era perfetto.
Seduta al tavolo della mensa stavo mangiando un sandwich e leggendo gli appunti di filosofia, quando arrivò Himiko a distrarmi.
La salutai con un cenno del capo e lei ricambiò, e senza chiedermi il permesso prese la forchetta e assaggiò la mia torta al cioccolato.
Chiuse gli occhi, gustandosi il boccone.
Sembrava in estasi.
<< Certo che puoi assaggiarla, Himiko. Figurati. >>,
lei rise infilzando un altro pezzetto.
<< Dai, non fare la tirchia. Dopotutto ne hai prese due fette. >>.
La vidi sgranare gli occhi alla vista di tutto il ben di dio che avevo comprato.
Un hotdog, due fette di torta, un muffin ai mirtilli, due sandwich e due brioches al cioccolato bianco.
<< Ho capito, stai aspettando Light. >>,
scossi la testa, mandando giù l’ultimo boccone del mio sandwich.
Afferrai il muffin e lo addentai:
<< Pevché lo pevnsi? >> mugugnai,
<< Non parlare con la bocca piena. >> rise, << Hai preso da mangiare per un esercito. >>,
<< Ho solo una gran fame, cosa c’è di male? >>,
<< Niente. E’ che ultimamente stai mangiando da schifo. Non hai paura di ingrassare o quelle calorie le bruci a letto. >> sorrise maliziosa,
<< Sei sempre la solita. >> ridacchiai,
Himiko fece spallucce.
Sentii qualcuno baciarmi i capelli, mi voltai e vidi Light.
Lui si sedette augurandomi ‘buon appetito’.
Gli chiesi se avesse finito la relazione di psicologia.
Lui scosse la testa, dicendo che aveva deciso di uscire in anticipo dalla biblioteca per poter pranzare insieme a me.
Io sorrisi, era stato un bel gesto da parte sua.
<< La finirò domani, tanto dobbiamo consegnarla venerdi. Il tempo non mi manca. >> diede un morso alla sua pizza,
finito il muffin decisi di divorare l’hotdog.
Al primo morso, la salsa barbecue fuoriuscì e colò sul tavolo.
Arrossii per l’imbarazzo e la pulii con un fazzolettino.
<< La tua ragazza ha deciso di mettere su un po’ di ciccia. Ne eri al corrente? >> rise Himiko,
Light sorrise:
<< Beh, almeno non devo preoccuparmi che possa diventare anoressica. >>,
<< Non credi che stia esagerando nel mandare giù tutta quella roba? >>,
<< Forse un pochino. >>.
Sbuffai, finendo l’hotdog.
Presi l’altro sandwich e feci la linguaccia a quei due guastafeste, dicendo che il corpo era mio e quindi potevo decidere se abbuffarmi o meno.
<< Se volessi, potrei mangiare anche il figlio del giardiniere. Non sono affari vostri. >>
<< No, e poi chi te li recapita i miei messaggi e i miei regalini? >>,
<< Un piccione viaggiatore! >> esclamai,
Himiko mi tolse il sandwich dalle mani:
<< Si, ma se continui ad abbuffarti e a non lasciare neanche una briciola di cibo si estingueranno per i morsi della fame. O avranno paura di venire da te, temendo che tu possa divorarli. >>.
Light rise, io misi il broncio chiedendo il perché nessuno si preoccupasse dei futuri problemi col diabete di Ryuzaki piuttosto che darmi il tormento.
Con un ottimo tempismo, Ryuzaki si sedette al nostro tavolo e mormorò:
<< Perché io mangio tutti i dolci che voglio a prescindere dalle prediche. Lasciatela mangiare, viva la ciccia! >>.
Risi, il mio amico mi scompigliò i capelli e mi offrì una fetta di cheesecake all’ananas mormorando un ‘Visto? Chiunque vorrebbe un amico come me.’.
Light scosse la testa divertito.
<< Lasciamola stare, fa sempre così in vista di un compito difficile o nel pre-ciclo. >>
Sbuffai, colta in flagrante. In effetti il barone sanguinario si stava avvicinando, ma dissi a Light che non era il caso di mettere i manifesti.
Lui in tutta risposta alzò le mani a mò di resa e si scusò.
Himiko rise dicendo che quindi per un po’ avremmo dovuto starcene buoni.
<< A meno che Light non sia un buon marinaio! >>
<< RYUZAKI! >> strillai isterica e paonazza per l’imbarazzo.
Il mio amico rise e continuò a mangiare la sua cheesecake come se nulla fosse.
Light gli tirò i capelli:
<< Delicatissimo! Una sciccheria! >>.
Ryuzaki si massaggiò il punto dolente, mormorando un ‘ahio!’.
Io risi, non ne potevo più, stavo per esplodere.
 
I giorni trascorsero veloci e del mio ciclo.. nemmeno l’ombra.
Iniziai ad avere un’ansia incredibile, Himiko invece cercava di rasserenarmi.
Dava la colpa allo stress, ma io sapevo che qualcosa non andava.
Non avevo mai avuto ritardi o cose simili, al massimo tardava due giorni.
Adesso ero a quota a dodici.
Mi guardai allo specchio tremante.
Era notte fonda ed Himiko dormiva come un sasso, da me, invece, Morfeo non si era presentato.
Mi sciacquai il volto e dopo averlo asciugato, cercai di regolarizzare il respiro.
Magari era un falso allarme o forse no, ma dovevo comunque informare Light.
Un brivido di paura mi percorse la schiena.
E se fossi rimasta incinta?
E se mi avesse lasciata sola?
Scossi la testa.
No, conoscevo Light.
Non l’avrebbe mai fatto.
Ma io cosa avrei fatto?
Tenerlo significava rinunciare agli studi, ed il pensiero di abortire mi provocava un groppo in gola.
Rabbrividii.
Con un sospiro tornai a letto ed abbracciai il cuscino.
Dopo poco mi addormentai, sognando biberon e carrozzine.
 
Bussai alla porta di Light.
Aprì la porta e subito si tuffò sulle mie labbra stringendomi a sé, tra i fischi di Akise ed altri allievi che avevano assistito alla scena.
Io arrossii ma cercai di non farci caso.
Ci staccammo, entrambi rossi in viso, e Light mi fece segno di entrare.
Io annuii ed entrai, mi sedetti sul letto dicendogli che dovevo parlargli.
Light cambiò espressione, da felice a preoccupato.
<< Qualcosa non va? Hai una faccia. >>
<< Non ho dormito molto. >> mormorai, incrociando le mani sulle ginocchia.
<< Come mai? >>.
<< Ecco, io è da un po’ di giorni che non dormo bene. Ho l’ansia e non sto bene per niente. >>
<< Infatti sei strana da un po’. Ma hai sempre detto ‘Non ho niente’ e sciocchezze simili. Io lo sapevo, che succede? >> mormorò Light sedendosi accanto a me e stringendo una delle mie mani tra le sue.
<< Ecco io, non so come dirlo. Non so da dove iniziare. >>
<< Vuoi lasciarmi? >> lo sentii tremare, lo guardai.
Un’espressione di dolore si stava facendo spazio sul suo viso.
<< Assolutamente no! Come potrei? Anzi ho paura che lo faccia tu. >> confessai,  accarezzandogli il volto per rassicurarlo.
<< Perché dovrei? Dai, cosa devi dirmi? Sono sulle spine. >>.
Raccolsi tutto il mio coraggio e lo sputai fuori:
<< Ho un ritardo. >>.
Silenzio.
Light non disse nulla, si limitò ad annuire con la bocca socchiusa e a fare dei sospiri ogni tanto.
<< Light? Stai bene? >>.
Lo vidi gettarsi sul letto supino, le mani sul volto, mugolando.
Rimasi a bocca aperta.
Possibile che non avesse nulla da dirmi?
Attesi, decisi di dargli il tempo di elaborare la cosa, ma quel silenzio iniziava ad essere snervante.
Lo vidi rimettersi a sedere, sospirando.
<< Ok, bene. A quanto pare, forse, non siamo stati abbastanza attenti. La prima cosa da fare è un test. Così saprò se devo scappare in Messico! >> rise, cercando di sdrammatizzare, ma era chiaro che era spaventato quanto me.
<< Ma se vado in infermeria a richiedere un test lo saprà tutta la scuola! >>
<< Ci serve qualcuno che lo prenda al posto tuo. Qualcuno di discreto. >>.
Riflettei.
Megumi, assolutamente da escludere.
Era una pettegola di prima categoria.
Himiko?
Nemmeno, si sarebbe fatta scoprire con la sua ingenuità.
Restava…
<< RYUZAKI! >> strillammo all’unisono.
Lui era perfetto e sicuramente ci avrebbe aiutati.
 
Sentimmo bussare alla porta.
Di sicuro era Ryuzaki, visto che lo avevamo chiamato.
Lo invitammo ad entrare.
Il nostro amico dalla chioma in disordine e nera come la pece, aveva l’aria sorpresa.
Ci chiese il perché lo avessimo chiamato così all’improvviso.
Lo invitammo a sedersi, lui prese la sedia della scrivania e si accomodò invitandoci a spiegargli cosa fosse accaduto.
Io e Light ci scambiammo un’occhiata preoccupata e spaventata allo stesso tempo.
Come avremmo potuto dirglielo?
Io ero bloccata, così Light mi prese la mano e decise di parlare al mio posto.
<< Ascolta, non è semplice da dire. Non so da dove iniziare. >>
<< Comincia dall’inizio. >> disse Ryuzaki come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Light sospirò e confessò:
<< Questa cosa deve rimanere tra noi tre. Abbiamo il sospetto che Misa sia incinta. >>.
Ryuzaki sgranò gli occhi, incredulo.
Impallidì.
Aveva l’aria di chi sta per avere un infarto.
<< Ma com… CHE???? >>
<< Hai sentito bene. E ci serve il tuo aiuto. Dimmi che ci aiuterai, ti prego! >>
<< Si, ma in che modo? >>.
Gli spiegammo come avrebbe potuto aiutarci, lui sembrò titubante all’inizio ma poi accettò di darci una mano.
<< Per voi questo ed altro. Vado e torno. Sarò un Ninja! >>.
Lo ringraziammo, un po’ sollevati.
 
Guardai il test, tremante.
Ryuzaki era riuscito nel suo intento, ingannando l’infermiera per bene.
‘Ho detto che serviva alla mia ragazza.’ aveva mormorato.
Con un respiro profondo iniziai a leggere le istruzioni.
Una volta capito come funzionasse, abbracciai Light e andai a farlo.
Dal bagno sentivo qualcuno camminare da una parte all’altra.
Light era davvero agitato, vani erano i tentativi di Ryuzaki per tranquillizzarlo.
Io d’altro canto sentivo di morire.
‘Ti prego. Negativo. Negativo.’.
Presi il test, lo guardai.
Uscii di corsa dal bagno.
<< NEGATIVO! >>.
Light tirò un sospiro di sollievo e crollò sul letto, Ryuzaki rise.
Io corsi ad abbracciare e baciare il mio ragazzo.
<< Ti prego. Da oggi in poi cerchiamo di stare ancora più attenti, altrimenti credo che non arriverò al mio prossimo compleanno. >>.
Io risi, annuendo e tornando a baciarlo.
 
 
N.d.A: Salve, non scrivo da un po’, ho deciso di riprendere questa fan fiction e di portarla a termine.
Spero vi piaccia.
Un bacio,
Daenerys
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3212602