Il sole a mezzanotte

di vale ronron
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1

“Si può sapere che vi succede?” chiede all’improvviso Haymitch.
Alzo gli occhi annoiata e lo guardo interrogativa.

“Insomma non si può certo dire che questa sia la casa più allegra del distretto ma voi due in questo ultimo periodo siete fin troppo silenziosi, ormai stare a questo tavolo è diventata una noia mortale!!”

“Non sei costretto a venire, Haymitch!!” rispondo seccata.

“La solita simpatica, e tu, ragazzo, non dici niente?”

Guardo Peeta e come da due settimane a questa parte lo vedo triste e abbattuto.

In quelle, rare, volte che ho incrociato il suo sguardo ho trovato solo un grande vuoto.

 Infatti, sono ormai due settimane che Peeta ha cambiato atteggiamento, è come se si fosse spento all’improvviso.

Vorrei tanto sapere che cosa ha ma ho troppa paura di conoscere la risposta.

Così fingo di non notare il suo cambiamento.

Tuttavia, a malincuore, mi sono resa conto che io, Haymitch e le nostre monotone e insensate vite dipendiamo dal ragazzo del pane. Infatti, nonostante tutto ciò che quest’ultimo aveva passato, torture, depistaggio e altro ancora era lui quello che portava normalità, serenità e perché no allegria, alle nostre vite.

Invece, da quando l’umore di Peeta era cambiato era come se una nuvola carica di pioggia ci fosse piombata addosso, l’atmosfera che si respirava a casa era pesante, piena di silenzi tesi e la malinconia e l’inquietudine minacciavano di soffocarci.

Persino i miei incubi erano aumentati, per non parlare delle mie paure che erano aumentate all’ennesima potenza.

“Non so cosa dire!!” assentì Peeta dopo un lungo silenzio pieno di tensione.

Mi giro a guardare Haymicht preoccupata e lui ricambia appieno il mio sguardo.

“Peeta Mellark che non sa cosa dire?!...immaginavo che ci fosse qualcosa che non andava, ma non pensavo che fosse arrivata la fine del mondo!!”

“Non sei divertente Haymicht!!” risponde Peeta spingendo via il suo piatto “Mi è passata la fame!!”.

“Ragazzo si può sapere che cos’hai?”.

“Non ho niente!!” ribadì alzandosi e portando in cucina i suoi avanzi.

“Tu centri qualcosa col suo pessimo umore?” mi accusò Haymitch con tono accusatorio.

“Io non ho fatto niente!!” nello stesso momento in cui finì di pronunciare questa frase un piatto si frantumò per terra, mi alzai dalla sedia della sala da pranzo e andai in cucina, dietro di me sentivo chiaramente il passo lento e malfermo di Haymitch.

Entrammo in cucina e trovammo il piatto e gli avanzi di Peeta sparsi per il pavimento, Peeta ci dava le spalle e stringeva il ripiano del lavello in maniera ossessiva, il suo respiro affannoso si sentiva chiaramente.

Haymitch captando il pericolo si mise fra me e Peeta, oscurandomi parte della scena.

“Ragazzo, stai bene?” chiese cauto Haymitch.

“La…la…lasciatemi solo!!” sussurrò a fatica.

“Peeta, se hai qualche problema ne puoi parlare con noi!!” gli propose calmo Haymitch.

“Non posso!!” mormorò con un singhiozzo.

“Perché non puoi? Noi ti potremmo aiutare, siamo qui per questo!!”.

“Nessuno mi può aiutare!!” urla disperatamente.

“Peeta, cerca di calmarti!!” lo pregai preoccupata.

Lo vidi girarsi lentamente e quello che vidi mi raggelò il cuore.

Quello sguardo, era impossibile da dimenticare, quegli occhi neri, pieni di odio e iniettati di sangue li conoscevo bene, erano sul volto del Peeta depistato, quel Peeta che al distretto 13 aveva stretto la mia gola in una morsa mortale.

“Peeta” sussurrai mentre sentivo lacrime salate scendermi sulle guance.

Lo vidi puntare il suo sguardo sul mio e prima ancora che aprisse bocca in cuor mio sapevo che quello che stava per dire mi avrebbe spezzata.

“Io ti odio!!” disse guardandomi dritta negli occhi.

Sentì una forte fitta allo stomaco come se qualcuno mi avesse tirato un pugno, mi sentivo svuotata come se nelle mie vene non scorresse più sangue, una stretta si impossesò del mio cuore.

“Katniss, vattene!!” mi ordinò Haymitch.

Io ero troppo scioccata per muovermi.

 Continuavo a fissare lo sguardo d’odio di Peeta, era lo stesso sguardo che aveva al 13 eppure c’era qualcosa di diverso stavolta, fissai ogni centimetro del suo volto finché non le vidi
…Lacrime.

Peeta stava piangendo disperatamente, i singhiozzi gli percuotevano lo sterno facendolo tremare come una foglia.

Non avevo mai visto piangere Peeta, e non mi sarei mai aspettata di vederglielo fare durante un episodio.

Non potevo dare ascolto al nostro mentore così, invece di ascoltare il suggerimento di Haymitch, mi presi di coraggio e invece di andarmene presi un profondo respiro e gli risposi:

“Non è vero…tu non mi odi!!.

“Katniss ti ho detto di andare via!!” mi urla contro Haymitch.

“Non me ne vado!!” gli urlo di rimando.

“Tu vuoi distruggermi!!” mi urla contro Peeta.

“Non è vero!!” risposi col suo stesso tono di voce.

“Tu non tieni a me!!!” mi accusa.

Restai spiazzata, ma mi ripresi subito, stavolta non l’avrei lasciato, non avrei fatto lo stesso errore che commisi al 13, stavolta gli sarei rimasta accanto nel bene e nel male.

“Non ti importa niente di me!!” continua approfittando del mio silenzio.

“Mi importa di te!!” gli urlo di rimando con convinzione.

“Non è vero!!!” mi accusa furioso.

Di sbieco guardai Haymitch e notai che era sorpreso quanto me per la piega che aveva preso la situazione, tuttavia non aveva abbassato le difese, infatti continuava a stare fermo tra me e Peeta.

Presi un sospiro, raggruppai tutto il coraggio che possedevo e dopo aver fatto qualche passo in avanti, affermai “Peeta, io ci tengo a te!!” lo guardai dritto negli occhi, quegli occhi che dovevano essere blu come il mare e che invece erano neri e ardenti come il carbone.

Rimase lì fermo, immobilizzato.

“Non è vero, sei una bugiarda!!” rispose abbassando un po’ il tono della voce.

Lo presi come un buon segno.

“Non è vero che mi odi, e non è vero che non mi importa di te!! Io ci tengo molto a te e non voglio che tu pensi il contrario!!” gli dissi sinceramente, stupendo persino me stessa.

Sentì su di me lo sguardo perforante di Haymitch, a quanto pare avevo sorpreso anche lui.

“lo dici solo per tranquillizzarmi!!” mi accusa Peeta.

Lo guardai, le pupille erano ancora scure ma una chiazza di blu si incominciava a intravedere, era come sei il blu del mare combattesse contro il nero del petrolio
“Lo dico perché è quello che penso!!” gli dissi facendo un passo verso di lui.

“No, non avvicinarti!!” mi urla contro.

“Non voglio farti del male, voglio solo aiutarti!!” gli rispondo calma.

Istintivamente alzai lentamente un braccio e feci il segno di porgergli la mano.

“Ricordi? Noi ci aiutiamo e proteggiamo a vicenda!!” gli dissi senza distogliere il mio sguardo dal suo, e notai che pian piano il nero stava scomparendo dalle iridi dei suoi occhi e le pupille stavano riacquisendo la normale dimensione, ma paradossalmente, a preoccuparmi di più erano le sue lacrime e i suoi singhiozzi.

Feci un altro passo in avanti, affiancando Haymitch che osservava la scena in allerta.

“Voglio solo aiutarti!!” gli sussurrai “Prendi la mia mano e ti giuro che qualsiasi problema tu abbia lo affronteremo insieme, te lo prometto!!” lo pregai.

I suoi singhiozzi divennero così forti che non riuscì più a stare in piedi, infatti lo vidi cadere e rannicchiarsi a terra in posizione fetale.

A quella scena non resistetti più, fregandomene per la mia incolumità corsi verso di lui buttandomi sul pavimento.

“Peeta!!” lo chiamai spaventata, lo presi per le spalle per cercare di farlo voltare, ma lui non solo opponeva resistenza, ma si copriva anche il viso con le braccia e continuava a piangere e singhiozzare in maniera disperata.

“Peeta!!” sussurrai disperata.

“Peeta, calmati ti prego!!” lo pregai con le lacrime agli occhi.

“HAYMITCH” Rivolsi il mio sguardo disperato verso il mio mentore, non avevo mai visto Peeta in queste condizioni.

“Ragazzo se non ti calmi sarò costretto ad iniettarti un calmante!!” ammise Haymitch che nel frattempo si era avvicinato a noi due.

Lo fulminai con lo sguardo.

“Scusami dolcezza, ma il ragazzo ha preso contro piede anche me!!” si giustificò Haymitch con tono dispiaciuto.

“Peeta” sussurrai col tono più dolce che ho “Guardami per favore!!” lo pregai.

Lo vidi scuotere il viso e stringere ancora di più la presa delle sue braccia sul suo volto.
Mi sdraiai accanto a lui e iniziai ad accarezzargli i capelli.

“Va tutto bene!!” gli dissi dolcemente con uno nodo alla gola.

“Qualunque sia il problema lo affronteremo insieme, te lo prometto!!” gli ripetei teneramente, continuando ad accarezzargli i capelli con la mano destra mentre con la sinistra iniziai ad accarezzargli una spalla.

“Va tutto bene!!” ripetei con tono tranquillo e sereno.

“Sono solo!!” sussurrò singhiozzando.

Le sue parole mi provocarono una stretta al cuore.

“Non è vero, non sei solo!” gli risposi risoluta con le lacrime che mi scorrevano sulle guance.

“Sono rimasto solo!!”.

“Peeta non sei solo, ci sono io e ce anche Haymitch!!” dissi dolcemente.

“Ve ne andrete anche voi!!”.

Sentì scorrere le lacrime sulle mie guance, stavo piangendo anch’io, rivolsi uno sguardo verso Haymitch e notai che guardava Peeta tristemente e con lo sguardo lucido.

“Peeta noi non andiamo da nessuna parte!!” sussurrai con un singultò.

“Mi lascerete solo, ve ne andrete anche voi e io rimarrò da solo!!” sussurrò disperato come un mantra.

“Peeta, guardami!!”.

“NO!!” disse scuotendo il volto.

“Adesso, basta!!” risposi, dovevo assolutamente incontrare il suo sguardo per farlo tornare in sé, gli afferrai i polsi e con forza spinsi per liberargli il volto.

“Guardami!!” gli urlai.

“No!!” disse scuotendo il viso e serrando le palpebre.

Gli lasciai le mani e gli afferrai il volto tra le mani “Guardami!!” lo pregai appoggiando la mia fronte alla sua.

Lo vidi prendere un respiro profondo e aprire gli occhi lentamente.

“Ti prometto che non rimarrai solo, perché io resterò, sempre, al tuo fianco!!!” confessai con tutta la sincerità e l’amore che avevo in corpo.

“Sempre?” mi chiese in un sussurro.

“Sempre!!” risposi sicura, mentre con le dita cercavo di asciugargli le lacrime che sgorgavano senza sosta.

“Mi manca la mia famiglia!!” mi confessò singhiozzando.

“Lo so!!” risposi inaspettatamente “Ti capisco, ma voglio che tu sappia che non sei solo, ci sono io qui con te e ce anche Haymitch, quando non è totalmente ubriaco ovviamente!!” aggiunsi nella speranza di farlo sentire meglio.

Funzionò, vidi una piccola smorfia sulle sue labbra, non era un vero e proprio sorriso ma era già qualcosa, lo guardai negli occhi e fui sollevata quando li vidi del loro colore naturale, mi tranquillizzai, il peggio era passato!!

“Adesso ti tranquillizzi un po’, ok?” gli proposi continuando ad asciugargli le lacrime.
Lo vidi annuire.

“Su, andiamo sul divano, Haymitch ci farà un tè caldo!!” dissi aiutandolo ad alzarsi, il pianto e i singhiozzi lo avevano stremato così tanto che le gambe gli tremavano così forte che dovetti trascinarlo di peso fino al divano della sala da pranzo.

Ci sedemmo entrambi e gli feci appoggiare la testa sulle mie gambe, gli misi la coperta di sopra e ripresi ad accarezzargli i capelli.

“Va meglio?!” gli domandai dolcemente.

Lo vidi annuire, i singhiozzi erano quasi scomparsi ma le lacrime continuavo a scorrere sul suo volto arrossato.

Avevo un disperato bisogno di vederlo stare meglio così feci la prima cosa che mi venne in mente, iniziai a cantare la canzone della valle.

Mentre cantavo continuavo ad accarezzarlo e piano piano vidi che le sue lacrime iniziavano ad arrestarsi e il suo respiro incominciò a regolarizzarsi finché non capì che si era addormentato.

“Dorme?” chiese a bassa voce Haymitch entrando con una guantiera di tè e biscotti.

“Sì” risposi senza distogliere lo sguardo da Peeta.

“Per un attimo ho temuto il peggio!!” confessa.

“Anch’io!!” risposi afflitta.

Sentivo lo sguardo di Haymitch perforarmi il cranio, così mi decisi ad alzare lo sguardo per ricambiare le sue occhiate.

Manterrai la promessa?!” mi chiese serio non riuscendo a nascondere i suoi dubbi.

“Sì, la manterrò!!” dissi senza alcuna esitazione “ero sincera!!” aggiunsi per far cadere definitivamente il discorso.

Haymitch mi fisso per un tempo che sembrò infinito ma io sostenni il suo sguardo con fierezza, desideravo fargli capire che non stavo scherzando che avrei mantenuto la promessa.

Stavolta non avrei abbandonato il mio ragazzo del pane!!

Alla fine, Haymitch si convince della mia sincerità e sospirando prese posto sulla poltrona davanti al divano.

“Non l’avevo mai visto in queste condizioni!!” ammise afflitto.

“Nemmeno io!!” risposi.

“Per un attimo ho rimpianto il Peeta aggressivo e violento, paradossalmente era più facile da gestire!!”

Lo guardai con sguardo truce, ma capivo cosa volesse dire, vedere Peeta in quello stato mi aveva devastata, non lo avevo mai visto lasciarsi andare in quel modo.

“Cosa credi abbia avuto?” chiesi.

“Senza alcun dubbio era un episodio solo che stavolta invece di scoppiare in una crisi violenta ha avuto una vera e propria crisi di pianto!!”.

“Non capisco cosa gli sia preso, fino a due settimane fa era calmo” ammisi pensierosa.
“Sicuro che non sia successo niente fra voi?”

“Non è successo niente, due settimane fa, all’improvviso, ha cambiato atteggiamento e si è allontanato!!”.

“Questo lo avevo notato anch’io ma pensavo che fosse successo qualcosa fra voi due!!” assentì pensieroso.

“Avrei dovuto chiedergli il motivo” mormorai abbattuta.

“Perché non l’hai fatto?”

“Avevo paura di peggiorare la situazione!!” confessai amareggiata.

“Io penso che tu ti faccia troppi problemi dolcezza!!” ammise Haymitch “Anzi se proprio lo vuoi sapere se ce una cosa che dovresti fare con quel ragazzo è proprio prestargli attenzione!!” aggiunse alzandosi per prendere un bottiglia di rum dallo scaffale.

“Che vuoi dire?”

“Voglio dire che si sente solo!!”

“Ma è stato lui che si è allontanato, fino a due settimane fa andava tutto bene, eravamo più uniti, la sera dopo cena, quando tu andavi via, lui restava un altro paio d’ore insieme a me, tornava a casa sua solo dopo essersi accertato che mi fossi addormentata!!” non avevo la minima idea del perché stessi raccontando tutto questo a Haymitch.

O forse lo sapevo il perché.

 Dopo due anni, mi ero finalmente accorta del mio dannato egoismo, mi ero autoconvinta di essere quella che aveva perso di più, quella più distrutta e spezzata, ma non era così.

 Vedere Peeta in quello stato mi aveva sbattuto l’amara verità in pieno viso.
  
“Due venerdì sera fa si è fermato dopo cena ed è rimasto con me fino a quando mi sono addormentata, come tutte le altre volte, l’indomani mattina credevo di trovarlo in cucina a preparare la colazione e a darmi il buongiorno come sua abitudine, e invece quel giorno venne solo all’ora di pranzo e dal quel momento in poi ha incominciato ad essere sfuggente e freddo, era come se cercasse di evitarmi!”

“Deve essere successo qualcosa…l’ultima sera che è rimasto con te era tranquillo?” chiese Haymitch sovrappensiero.

“Si, era tranquillo, avevamo letto uno dei fumetti di Delly insieme!!”

“Deve essere successo qualcosa quando ti sei addormentata!! O di mattina presto!!” dedusse.

“Credi abbia avuto un episodio mentre dormivo?” domandai ansiosa.

“Potrebbe darsi, magari si è spaventato di quello che avrebbe potuto farti e ha deciso di allontanarti!!”

Questa ipotesi mi distruggeva, mi ritrovai a sperare che non fosse così.

“Però se devo essere sincero secondo me ci deve essere un altro motivo, ho assistito a molti dei suoi episodi e questo era totalmente diverso, ha detto di odiarti e che tu volevi distruggerlo e questo mi riporta al depistaggio ma poi ha aggiunto le altre frasi che non avevano niente a che fare con gli episodi, sembrava ferito e arrabbiato, come se si fosse sentito tradito o abbandonato!!”

Sorpresa guardai Haymitch.

“Che hai da guardare, te l’ho detto ho assistito a molti dei suoi episodi, ho imparato a capirlo e poi non voglio che stia male, ha già sofferto abbastanza per tutta una vita, adesso per lui desidero una vita lunga e felice!!”

“È sempre stato il tuo preferito!!” aggiunsi spontanea.

“Già, e malgrado questo non l’ho mai potuto aiutare come avrei voluto!!! Ma stavolta non lo perderò di vista, finché il mio fegato reggerà gli starò accanto!!”

“Dopo due arene, una guerra e una rivoluzione, siamo fermi nello stesso punto!!” dico con tono sarcastico e con un sorriso spento.

“Il nostro compito è proteggerci a vicenda” continuò.

“Come una squadra!!” aggiunsi imitando l’accento di Effy.

“Già” disse sorridendo “Quindi dolcezza ritornando al discorso principale, hai capito cosa devi fare con il ragazzo?”

“Gli devo prestare attenzione!!” risposi citando le sue parole.

“Potevi anche dirlo a parole tue!!” mi riprese alzando gli occhi al cielo “Stagli addosso, tartassalo di domande se è necessario, dimostrati interessata, e coccolalo un po’, si è calmato subito appena lo hai accarezzato!!” aggiunse sogghignando.

Arrossì imbarazzata e gli lanciai un’occhiataccia.

“A parte gli scherzi dolcezza, non possiamo riportagli la famiglia in vita, ma possiamo dargliene una nuova, certo siamo pazzi almeno quanto lui se non di più, ma siamo le persone più vicine che ha, siamo la sua nuova famiglia e non possiamo abbandonarlo anche noi, dobbiamo fargli capire che non è solo!!” aggiunse sospirando e chiudendo la bottiglia “Per stasera ne berrò solo metà non si sa mai abbia un altro attacco!!”.

Dopo aver annuito al discorso di Haymicht abbassai lo sguardo per osservare il soggetto delle nostre preoccupazioni, istintivamente ripresi ad accarezzargli la testa, mi erano sempre piaciuti i suoi ribelli ricci biondi.

Come in risposta alle mie carezze Peeta si sistemò meglio, garantendomi una vista migliore del suo viso, adesso, rilassato ma ancora bagnato dalle lacrime versate.

“Qualcosa mi dice che stanotte dormiremo tutti sul divano!!” ironizzò Haymitch.

“Dubito si svegli prima di domani!!” assentì “Speriamo non abbia incubi!!”.

“La speranza è l’ultima a morire, e noi questo lo sappiamo bene!!” aggiunse Haymitch prima di crollare con la testa contro la spalliera della poltrona.

 
Rivolsi un ultimo sguardo a Peeta, dopo di che chiusi gli occhi e continuando ad accarezzare i suoi morbidi e vellutati capelli mi addormentai.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


A ridestarmi dal sonno furono i borbotti di Haymitch e Sae la Zozza.

Sbadigliai e non appena aprì gli occhi la luce mi accecò.

“Ben svegliata dolcezza!!” sussurrò Haymitch dall’altra parte della stanza, poco lontano dal divano dove mi ero assopita.

“Che ora è?” chiesi.

“Sono le 10.30 bella addormentata!”

“Le 10.30?!” chiesi sorpresa, era da un vita che non dormivo così a lungo e così bene, non avevo avuto neanche un incubo, e sapevo anche il motivo.
Infatti, abbassai gli occhi per vedere come stesse il mio scaccia incubi preferito.

“Sta ancora dormendo, ha fatto anche lui unica tirata!!” Haymitch rispose alle mie domande silenziose.

Annuì, ero felice che avesse riposato anche lui, ne aveva bisogno.

“Visto che qui la situazione è sotto controllo, io andrei a finirmi la mezza bottiglia di ieri sera, se dovesse accadere qualcosa fammi venire a chiamare da Sea, ah dimenticavo, ricordati quello che ti ho detto ieri sera, ci vediamo a cena!!” disse prendendo la bottiglia e uscendo da casa mia.

A quanto pare pur di aiutare Peeta, Haymitch, era disposto a diminuire le quantità di alcool giornaliera.

 Lui doveva ridurre l’alcool e io il mio livello di egoismo ed egocentrismo, chissà chi avrebbe faticato di più tra noi due, mi domandai ironica.

“Buongiorno Katniss!!” mi salutò Sea appena entrata in sala da pranzo.

“Buongiorno Sea” risposi.

“Ho preparato la colazione per entrambi, vado a rassettare il piano di sopra!!” aggiunse.

“Grazie Sea!!” risposi grata.

Mi rilassai e chiusi gli occhi godendomi il sole e l’aria che entrava dalla finestra aperta, stavo quasi per riaddormentarmi quando percepì il movimento della testa di Peeta sulle mi gambe, abbassai la testa e aprendo gli occhi mi ritrovai due pozze blu che mi fissavano preoccupate.

“Ti prego, dimmi che non ti ho fatto del male?!” mi pregò preoccupato.

“Buongiorno anche a te” risposi sorridendogli.

Dalla sua espressione sorpresa capì che mi Il mio sorriso lo aveva destabilizzato.

“Non mi hai fatto niente!!” lo rassicurai.

“Sei sicura?” mi chiese con tono incerto guadandomi intensamente.

“Sicurissima, non mi hai neanche sfiorata!!” gli risposi.

Lui alzò le sopracciglia dubbioso “Ho avuto un brutto episodio, vero o falso?!” chiese confuso.

Aveva un’espressione concentrata, a quanto pare stava cercando di ricordare l’episodio.

“Vero” ammisi dispiaciuta.

“E non ti ho fatto del male?!” ribadì incredulo e dubbioso.

“Esatto!!”

“Io non ricordo molto” ammise corrucciato, drizzandosi a sedere.

“Ce la colazione sul tavolo della cucina, l’ha preparata Sae” esclamai per cambiare discorso, ma fu un tentativo vano.

“Ricordo che stavo cenando con te e Haymitch, poi ricordo di essermi alzato per andare in cucina, c’erano dei cocci e degli avanzi di cibo sul pavimento, ricordo Haymitch che ti diceva di andare via e poi ricordo te…”
Accidenti stava ricordando tutto.

“E tu…tu stavi piangendo!!” disse all’improvviso agitato e preoccupato, guardandomi spaventato.

“Katniss, se ti ho fatto del male me lo devi dire!!!” affermò velocemente alzandosi dal divano e guardandomi disperato passandosi una mano tra i capelli.

“Non mi hai fatto niente!!” gli ripetei calma.

“Ma io ricordo che piangevi!!” ribadì agitandosi ancora di più.

Arrossì imbarazzata.

“Non mi hai alzato le mani!!” gli dissi con fermezza.

“Però ti ho fatta stare male” terminò la frase al posto mio, guardandomi tristemente.

Lo vidi fare un passo indietro per allontanarsi.

“Fermo, lì!!” Esclamai risoluta con tono autoritario, lui mi guardò sbalordito.

“Siediti!!” gli ordinai lanciandogli un’occhiataccia, indicandogli, con la mano, il posto accanto a me.

“Non posso!!” affermò agitando la testa e facendo un altro passo indietro.

“Smettila di evitarmi!!” assentì con tono alterato e accusatorio.

La mia affermazione lo deve aver sconvolto abbastanza perché lo vidi sussultare e sgranare gli occhi sorpreso.

“Io…”

“Tu mi stai evitando, non sprecare il fiato ad affermare il contrario, ormai l’hanno capito tutti, non so il motivo per cui tu lo stia facendo ma sono sicura del fatto che non sia stata una grande decisione!!”

“Che vuoi dire?” chiese avvilito incupendosi in viso.

“Voglio dire che il tuo recente comportamento non ha portato niente di buono!!” gli spiegai cauta “E poi mi sembrava che avessimo deciso che ci saremmo protetti e aiutati a vicenda come abbiamo sempre fatto!!” aggiunsi sempre più alterata.

“È così!!” sussurrò intimorito, abbassando lo sguardo sul pavimento.

“E allora perché ti sei allontanato?!” gli chiesi pungente.

“Non volevo importi la mia presenza!!” ammise tutto d’un fiato con un filo di voce, come se sperasse che io non lo sentissi.

Lo guardai sbattendo le palpebre interdetta, non posso credere che l’abbia detto davvero, mi guardai attorno, presi uno dei cuscini del divano e glielo tirai addosso senza neanche prendermi la briga di essere delicata.
 
“Ahia” assentì stupito toccandosi la testa e guardandomi stralunato.

“Almeno la prossima volta ci penserai due volte prima di sparare cavolate!!” gli urlai contro arrabbiata, alzandomi dal divano, dirigendomi in cucina senza degnarlo di uno sguardo, mi aveva fatto infuriare.

“Dove vai?” mi chiese tentennante, potevo benissimo percepire il suo sguardo allibito addosso senza bisogno di voltarmi.

“Ho fame” risposi secca con tono glaciale.

“Mi dispiace, non volevo farti arrabbiare!!” assentì con tono palesemente rammaricato, raggiungendomi con passo malfermo in cucina.

“Siediti!!” gli dissi indicandogli il posto di fronte al mio con lo sguardo.

“Non vuoi che me ne vada?” chiese con il tono a metà tra l’impacciato e il confuso.

A giudicare dalla rapidità con cui si è sedette pensai che l’occhiataccia che gli avevo appena lanciato dovesse essere più minacciosa di quello che pensassi.

“Non hai intenzione di tirarmi addosso qualcos’altro vero?” chiese nervoso guardandosi intorno preoccupato.

“Solo se sarà necessario!!” risposi fulminandolo con lo sguardo.

 Lo vidi deglutire e iniziare a mangiare impacciato.

Vedendo la velocità con cui stava divorando la colazione mi alzai e presi altri biscotti.

“Tieni!!” dissi porgendoglieli.

“Grazie, non mi aspettavo di avere tutta questa fame!!”

“Ieri sera non hai finito di cenare!!” gli ricordai.

“Quindi gli avanzi finiti per terra erano i miei!!” constato pensieroso.

“Sì” risposi solamente.

“E poi cosa è successo?” tentò di chiedere con cautela.

“È successo che hai subito le conseguenze delle tue stesse azioni!!” esclamai alterata, non pensavo di essere così arrabbiata con lui.

“Non capisco” ammise affranto, smettendo di mangiare e guardandomi incerto.

“Mi hai rinfacciato di non esserti accanto e di non tenere a te!!” dissi risoluta guardandolo negli occhi.

Lo vidi spalancare la bocca e sgranare gli occhi.

“Mi hai anche detto che mi odi, che sono una bugiarda e che sei convinto che io ti voglia distruggere” aggiunsi con un nodo alla gola.

“Io…io” era scioccato.

“Mi ci è voluto un po’ per convincerti del contrario!!” aggiunsi abbattuta abbassando lo sguardo colpevole sul piatto.

“Io non ti odio!!” assentì mortificato.

“Davvero?” chiesi pungente guardandolo con sospetto.

“Cosa?...pensi davvero che io ti odi?” mi chiede guardandomi interdetto.

“Be’, tu pensi ben cose peggiori di me!!” gli risposi sgarbata.

“Io non le penso davvero!!” disse alterato agitandosi sulla sedia.

“Mi risulta difficile crederci!!” borbottai senza riuscire a trattenermi.

Lo vidi spalancare gli occhi e balbettando mi chiese “C…cosa?”

Ho detto che mi risulta difficile credere che tu non mi odi!!” ammisi sempre più alterata.

“S...stai scherzando, vero?” rispose sconvolto con voce decisamente sofferente.

“No affatto!!” risposi seria sostenendo il suo sguardo spento.

All’improvviso lo rividi, il Peeta a cui avevo distrutto il cuore di ritorno dalla prima arena.
Conoscevo quell’espressione, era la stessa che padroneggiava nel suo viso il giorno in cui gli rivelai sul treno di ritorno al distretto 12 che il mio amore per lui era stata tutta una finzione per le telecamere di Capitol City, aveva la stessa espressione ferita e malinconica.

“Non puoi pensarlo davvero!!” sussurrò e il dolore nella sua voce è palpabile.

Sono una stupida.

Sono stata un egoista di nuovo.

 Avrei dovuto tenere la bocca chiusa.

“Mi dispiace, scusa” dissi sospirando “Dimentica quello che ti ho detto!!”

“Katniss, io non ero in me stanotte, e so che non è una giustificazione valida per le cose orribili che ho affermato in preda al delirio , ma ti giuro che io non le penso davvero, io non ti odio, e non penso che tu voglia distruggermi, tu non hai nemmeno idea di quanto mi detesti per aver detto questo, per essere cambiato, per non essere riuscito a resistere al depistaggio e soprattutto tu non puoi capire quanto mi odio per aver tentato di ucciderti, non me lo perdonerò mai!!” un fiume in piena di parole che si rincorrevano veloci mi colpì in pieno, pronunciò ogni singola parola con fatica e dolore tanto da arrivare a sussurrare con un filo di voce strozzato l’ultima parte della frase.

… tu non puoi capire quanto mi odio per aver tentato di ucciderti, non me lo perdonerò mai….

All’improvviso mi accorsi che non avevamo mai affrontato questo discorso. L’argomento depistaggio l’avevamo sempre evitato. Nessuno dei due aveva mai avuto la forza e il coraggio per palarne.

“Non devi fartene una colpa!!” sussurrai con tono sincero “Ricordo benissimo la confusione che si prova dopo essere stato punto dagli aghi  inseguitori, avevo ricevuto solo 6 punture eppure quando mi sono svegliata non riuscivo a capire se le scene che avessi visto erano solo allucinazioni o realtà, ad esempio ero piuttosto sicura che la scena di Cecear che camminava nella foresta parlando degli aghi inseguitoti fosse falsa ma poi avevo un'altra scena in testa ed era quella di Peeta Mellark che mi spingeva e mi urlava di scappare per non farmi uccidere da Cato, ricordo che per giorni rimasi col dubbio, una parte di me era fermamente convinta che fosse stata solo un allucinazione,  ho incominciato a intuire la verità  solo quando chiesi di te a Rue e lei mi disse che non eri più con i favoriti, tuttavia la conferma che la scena fosse stata reale l’ho avuta solo quando mi raccontasti della ferita procurata dalla spada di Cato” mi ero lasciata prendere dai ricordi e le parole erano venute fuori senza difficoltà, ridestandomi dai miei ricordi alzai lo sguardo verso il mio interlocutore, che silenzioso mi stava guardando con un’ espressione indecifrabile ma allo stesso tempo concentrata e attenta, come se non volesse perdersi nemmeno una parola.

“Finalmente qualcuno che mi capisce!!” assentì inaspettatamente con tono liberatorio  “Io purtroppo non sono stato punto dalle api, ho sempre pensato che il fastidioso prurito dei bubboni mi avrebbe potuto aiutare a restare ancorato alla realtà, un po’ come le manette contro i polsi, ma purtroppo i dottori di Capitol avevano avuto la geniale idea di iniettarmi il veleno per endovena, in modo che fosse più efficace e che agisse più velocemente, all’inizio ce l’ho fatta a resistere, quando acquisivo lucidità cercavo sempre di ricordami chi ero, perché ero lì e mi ricordavo anche di te, di com’eri  veramente. Annie e Johanna finché hanno potuto hanno cercato di aiutarmi, mi parlavano sempre di te di quanto io ti amassi e di tutto il resto ma dopo un po’ non ce l’ho fatta più, ero troppo confuso e stanco, volevo uscire da quella cella e tornare  a casa, alla fine credo di essermi arreso definitivamente, l’ultima notte da semi lucido è stata quella del bombardamento al 13, se solo mi avessero liberato prima….forse sarei riuscito ad evitare quello che è successo al 13 quando ti ho incontrata!! ” assentì amareggiato con tono affranto.

“Non te ne devi fare una colpa, non è stata colpa tua, non pensarci più!!”

“E tu…tu non me ne fai una colpa?!”

“Non più, adesso sei qui ed è questo l’importante” sussurrai le ultime parole così tanto a bassa voce che non ero nemmeno sicura che mi avesse sentita.
“Quindi non ce l’hai con me per averti quasi uccisa?”.

“Io no, ma forse le mie corde vocali un po’ di rancore te lo riservano!!” affermai con ironia, per sdrammatizzare.

“E perché tu no?”

“io non ce l’ho mai avuta con te per “l’incidente” al 13”

“Non capisco” assentì disorientato guardandomi intensamente.

“Io ce l’avevo con te perché eri cambiato!!” e perché non mi amavi più… prosegui la frase mentalmente.

“Ma io sono ancora diverso!!” assentì addolorato.

“Sei più simile a prima di quanto tu possa pensare!!” ammisi sincera guardandolo dritto negli occhi.

“Lo pensi davvero?” chiese con tono speranzoso.

“Sì, lo penso davvero…ma adesso, però, mangia!!”

“Sì” lo vidi riprendere a mangiare, incerto.

“Ma stanotte…”

“Stanotte non mi hai fatto niente, anzi voglio che tu mi faccia una promessa!”

“Quale promessa??” disse guardandomi preoccupato e smettendo, di nuovo, di mangiare.

Gli lanci un’occhiata e lui riprese a mangiare non smettendo di guardarmi.

“Voglio che tu mi prometta che da ora in avanti sei avrai un problema, una preoccupazione o un dubbio me lo dirai immediatamente, perché io…e anche Haymitch siamo qui per te!!”

Lo vidi strabuzzare gli occhi sorpreso.

“Allora, me lo prometti?” lo incitai a rispondere con tono risoluto.

“S…sì” mi disse meravigliato dal mio atteggiamento.

“Adesso, finiamo di mangiare, e se sei d’accordo vorrei farti vedere un posto oggi!!” aggiunsi.

“Un posto?” mi chiese curioso.

“Sì, ti va di preparare dei panini, potremmo mangiare lì?”

“Va bene” assentì.

“Non è il mese migliore per andare lì, ci sarà un gran freddo, ma vorrei andarci prima che inizi il periodo delle nevicate!!”

“Va bene, vorrà dire che ci copriremo bene, non è un problema” mi disse convinto.

Istintivamente gli regalai un gran sorriso.

Lui restò spiazzato sicuramente a causa del mio repentino cambio d’umore.

“Vado a cambiarmi allora!!” dissi alzandomi e andando verso le scale.

“Katniss” mi fermai sulle scale e mi voltai per guardarlo.

“Sei sicura che sia una buona idea restare da sola con me nel bosco? perché è lì che vuoi andare no?” chiese preoccupato.

 
“Non succederà niente!!” dissi alzando gli occhi al cielo “Andiamo solo a fare una passeggiata!!” aggiunsi salendo la rampa e una volta finita mi voltai e gli dissi di incontrarci ai cancelli fra mezz’ora.
 

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