Nugae di Afaneia (/viewuser.php?uid=67759)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 - Vino ***
Capitolo 2: *** #2 - Chiudere ***
Capitolo 3: *** #4 - Filo ***
Capitolo 4: *** #6 - Sogno ***
Capitolo 5: *** #7 - Abbracciare ***
Capitolo 6: *** #9 - Mela ***
Capitolo 7: *** #12 - Preterist ***
Capitolo 8: *** #14 - Unrequited love ***
Capitolo 9: *** #15 - Paura ***
Capitolo 10: *** #16 - Belladonna ***
Capitolo 11: *** #18 - Sentiero ***
Capitolo 12: *** #20 - Bodyguard! AU ***
Capitolo 13: *** #21 - Noctiphobia ***
Capitolo 14: *** #23 - Presagio ***
Capitolo 15: *** #25 - Mazarine ***
Capitolo 1 *** #1 - Vino ***
Storia
partecipante al
Writober indetto da Fanwriter.it.
Prompt:
vino.
Numero
di parole: 179.
È
la prima volta che decido
di partecipare a quest'iniziativa, perciò siate clementi e,
soprattutto, buona lettura!
#1
~
Vino ~
No!
tutto quel che di
stelle ha il cielo, quel che di perle ha il mare, di piume bianche la
riva dei golfi, io non l'ho ancora contato.
André
Gide, I nutrimenti
terrestri.
Hyrule,
non finire per me
all'orizzonte,
pensa Link con un
impeto molto simile a disperazione.
La
sera, dopo il tramonto,
quando dormire gli è impossibile all'interno del cerchio di
fuochi
che ha acceso per difendersi dai non-morti e il suo cavallo
nervosamente raspa l'erba sottile, Link accende la tavoletta Sheikah
e scruta la mappa finché non si addormenta stringendola in
mano. Il
Castello spicca ancora al centro dello schermo, avvolto nella bruna
malvagia del gran male che lo affoga – ma non è
là che va il suo
pensiero.
Link
scruta la mappa nel
buio perché con le dita gli pare di sfiorare la Hyrule che
sta
riscoprendo e che è troppo bella per lui ma insieme non
è grande
abbastanza per la sua sete. Colla punta delle dita Link cerca un
luogo in cui ancora non sia mai stato. Hyrule lo ubriaca come una
mania, ma proprio come se fosse un vino e lui ne stesse bevendo
ancora e ancora, Link ha già paura di cosa
accadrà quando non ve ne
sarà più per placare la sua sete.
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Capitolo 2 *** #2 - Chiudere ***
Prompt:
chiudere.
Numero
di parole: 266
Secondo
giorno di
Writober e ho deciso di cambiare un po' il tono per accennare a un
elemento narrativo di BOTW che ho sempre trovato un po' inquietante.
E vi regalo anche un pezzettino di Sidon, per gradire.
Buona
lettura!
#2
~
Chiudere ~
Link
emerge dalle viscere di
Ruta grondante di sangue e fango come da un campo di battaglia.
Non
ha potuto entrare con
lui. Sidon avrebbe voluto, ma entrambi sapevano, e non avevano avuto
bisogno di parlarne, che questo era qualcosa che Link doveva fare da
solo – allora Sidon ha atteso il suo ritorno trepidante
d'angoscia.
Se
ne dimentica non appena
lo vede. Link si trascina fuori da Ruta puntellandosi alla spada, con
l'elsa che quasi gli penetra nella carne del fianco sotto la
pressione del suo peso, e Sidon gli si precipita incontro per
sostenerlo – ma Link scuote il capo e si ritrae da lui come
se non
potesse accettare l'aiuto della sua mano. Sidon rimane interdetto.
«Mipha
è là dentro.»
Sidon
non comprende
immediatamente. Per una frazione d'istante, il suo cuore ha un balzo
di gioia che però gli muore in gola: Mipha è
viva...? Ma se
l'avesse vista viva, Link non lo guarderebbe così. Ma allora
che
cosa significa?
D'un
tratto Ruta si muove
così come Sidon la ricorda dalla sua infanzia, imponente e
terribile
ma non più spaventosa. Ha cessato di piovere, e il Colosso
non
risponde più alla malvagità di Ganondorf ma a una
volontà
comprensibile e umana che lo guida in direzione delle montagne,
proprio come quando, un tempo, lo guidava Mipha.
È
a questo punto che Sidon
capisce che cosa significa lo sguardo negli occhi di Link: che Mipha
è là dentro, ma Link non ha mai detto
che abbia un corpo, e
questo vuol dire che Mipha è chiusa
là dentro, prigioniera
per sempre della sua tomba.
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Capitolo 3 *** #4 - Filo ***
Prompt:
filo
Numero
di parole: 267.
#4
~
Filo ~
«Portami
da Mipha» mormora
Link in un tono che spera non suoni troppo di supplica – ma
poi in
fondo non gliene importa neppure tanto perché non ha la
forza di
concentrarvisi troppo.
«Stai
zitto.»
«No,
ascolta, davvero. Ci
ho ripensato. Posso aspettare finché non torniamo al
Villaggio degli
Zora. Aiutami a salire sul mio...»
«Ti
ho detto di stare zitto» ripete Revali che sembra meno
disposto a
sviluppare il tema che non a ribadirne l'argomento. Link fa per
voltarsi, vuole vedere quello che sta per fare, ma Revali gli spinge
il capo in avanti con decisione per impedirgli di vedere.
«Ah,
dimenticavo.
Devi stare anche fermo.»
Link
sente il proprio
respiro farsi a poco a poco più rapido e incostante,
affannato come
quello di un animale braccato, e si sforza di restare innaturalmente
immobile. Alle sue spalle Revali lo scruta con palese fastidio.
«Ho
detto fermo, non rigido. Mi spieghi che hai? Non ti hanno mai
ricucito prima d'ora?»
Seduto
immobile sulla roccia, Link si sforza contemporaneamente di rimanere
fermo
ma non
rigido e
di cambiare argomento per non esser costretto a rispondergli.
«E
tu lo hai mai fatto
prima?»
«Che
cosa? Ricucire un
compagno?»
«Hm»
risponde Link, perché non gli piace la parola ricucire
in
questo momento e ha timore
che se aprisse la bocca adesso potrebbe vomitare.
«Dì
un po', Link»
scandisce Revali molto lentamente, girando attorno alla roccia per
guardarlo negli occhi. «Non è che hai paura di un
po' di filo, eh?»
Link
non sa come mettere in
chiaro che non è certo il filo la cosa che lo spaventa di
più.
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Capitolo 4 *** #6 - Sogno ***
Prompt:
sogno.
.Numero
di parole: 415
#6
~
Sogno ~
«Faccio
dei sogni, qualche
volta» borbotta Link senza alzare lo sguardo.
Impa
reclina il capo verso
di lui per invitarlo a proseguire, ma Link apre la bocca e non sa che
altro poterle dire. Gli sembra d'aver già detto tutto, ma
dallo
sguardo che Impa gi rivolge comprende che si aspetta che parli
ancora, e lui non sa come essere più chiaro di
così.
Anche
Impa comprende. È un
po' più saggia di lui, quest'anziana che a quanto pare
è stata sua
amica, una vita fa, senza che lui se ne ricordi, e forse conosce i
suoi silenzi meglio di quanto li conosca lui. Fa cenno a Paya di
lasciarli, e lei scompare in silenzio come se neppure fosse mai stata
lì.
«Se
vuoi che ti aiuti devi
dirmi di quali sogni parli» gli dice dolcemente.
Se
lo avesse saputo, di
certo non sarebbe venuto fino a Calbarico a parlarne a lei. Link
prova un impulso di frustrazione alle sue parole e spalanca le
braccia come a dire che di certo, se sapesse dirglielo, non avrebbe
bisogno di aiuto; ma Impa sta cercando di aiutarlo. Link richiude le
braccia con un sospiro. Forse non è arrabbiato con lei
perché
domanda, ma con se stesso perché non riesce a controllare i
suoi
sogni.
«Non
sono sogni veri. Sono
dei...frammenti.»
Impa
annuisce gravemente.
«Frammenti di ricordi?»
Link
fa cenno di sì. Una
specie.
«Vuoi
dirmi che cosa
ricordi?»
Quando
ci pensa gli viene
quasi mal di testa, ma Link prova ugualmente a spiegarglielo.
È come
sforzarsi di descrivere il riflesso in uno specchio d'acqua. Vorrebbe
proiettarlo nel fumo. Draghi che volavano nel cielo in fiamme del
tramonto, i bastioni del palazzo che brulicavano di soldati e di
ordini – ricorda il tessuto caldo della divisa di quand'era
soldato
eppure non ricorda d'aver mai obbedito a un ordine, ricorda il Re
così come non lo ha mai conosciuto nella foresta
dell'Altopiano,
maestoso e altero e non abbrutito dalla sconfitta. Ricorda una Hyrule
che era vivace e abitata e priva di rovine che lui potesse esplorare
e...
«Link»
lo interrompe Impa.
Link non saprebbe neppure dire per quanto tempo ha parlato prima che
lo interrompesse. «Questi sono ricordi della tua vecchia
vita.»
«Sì,
io... lo so, questo.»
Impa
annuisce di nuovo. «Sei
venuto da me perché speri che ti aiuti a
ricordare?»
Link
spalanca gli occhi
nell'oscurità. È incredulo. Ha forse detto
qualcosa che ha potuto
farle credere questo?
«Io
voglio qualcosa che mi
faccia dormire senza sogni. »
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Capitolo 5 *** #7 - Abbracciare ***
Prompt:
Abbracciare.
Numero
di parole: 298.
#7
~
Abbracciare ~
Quando
lo vede arrivare,
Sidon si stacca dai suoi soldati e gli corre incontro.
Zelda
ha proseguito per il
villaggio degli Zora da sola, cavalcando per conto proprio lungo la
via illuminata. Link non l'avrebbe lasciata andare da sola se non
fosse stato certo che la strada sarebbe stata sicura per lei; ma sa
che i soldati Zora, dopo Vah Ruta, hanno pattugliato e ripulito i
confini del loro territorio.
Sarebbe
stato suo compito
accompagnarla ugualmente, ma dopo Ruta non è più
tornato al
Villaggio, e di certo non ha voglia di tornarci oggi per parlare al
re di Mipha. Non sa se Zelda abbia compreso, ma non ha insistito, e
Link si è allontanato a cavallo per dirigersi verso il
bacino. Non
ha proprio voglia di incontrare nessuno, a dire il vero.
Naturalmente
l'universo non
ha la minima considerazione dei suoi desideri. Si imbatte in una
pattuglia di guardia quando ancora neppure s'intravede l'acqua del
bacino, e Sidon si stacca dai suoi soldati e gli corre incontro. La
cosa non sarebbe un problema se non lo sollevasse dal suolo e non lo
stritolasse al petto.
Quando
si scioglie dal suo
abbraccio, Link si ritrova al suolo un tantino frastornato e quasi
sicuro di avere una costola rotta.
«Ehi»
mormora a mo' di
saluto con la poca aria che riesce a emettere dalla gola. Vorrebbe
dire anche qualcos'altro, in realtà, ma a quello che gli ha
detto
Sidon all'orecchio a dire il vero non sa bene che cosa debba
rispondere – Sidon lo ha abbracciato e quasi strangolato
perché
quello che voleva dirgli non si poteva dire ad alta voce davanti ai
soldati, e quello che gli ha detto è stato: «Sono
contento che tu
sia vivo.»
E
poi è sempre più
convinto di quella storia della costola.
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Capitolo 6 *** #9 - Mela ***
Prompt:
mela.
Numero
di parole: 371.
Confesso:
ho preso spunto
dalle Drapple. Diciamocelo, questo prompt è stato scritto
per Breath
of the Wild. Come può Link portarsi appresso tutte quelle
mele?
#9
~
Mela ~
Ci
sono degli indubbi
vantaggi a essere l'Eroe che brandisce la spada che esorcizza il
male. Anche degli svantaggi, certo, ma Link è nato per il
sacrificio. Se non dovesse soffrire, rinunciare a se stesso e ai
propri desideri in nome di un bene superiore che supera lo spazio e
il tempo e che è di certo assai maggiore rispetto al
ristretto
orizzonte della sua esistenza, probabilmente non varrebbe neppure la
pena di alzarsi la mattina. Anche suo padre era così, per
quel poco
che ricorda. È una cosa di famiglia. E poi, gli svantaggi
sono cosa
da niente, nell'economia generale della vita di un soldato: deve
render conto, oltre che al Re, cosa che devono comunque fare tutti,
anche alla principessa, ma dopo i loro primi attriti le cose sono
migliorate in fretta. Deve scortarla in ogni luogo di Hyrule,
viaggiando a cavallo giorno e notte col peso della diretta
responsabilità di Zelda; ma questo significa esplorare ogni
angolo
di Hyrule, e Hyrule gli è più cara di tutto.
I
vantaggi, del resto, sono
superiori. Deve render conto al Re, certo, ma al Re direttamente,
senza intermediari: e questo vuol dire che nessuno oltre al sovrano,
in tutto il Castello e nell'intero regno, può chiedergli
conto delle
sue azioni. Di che cosa faccia quando non è al seguito di
Zelda o
sul campo di battaglia, al Re non potrebbe certo importar di meno; e
Link, unico in tutto l'esercito, è libero come l'aria
– più o
meno.
Questo
significa che
nessuno, neppure il suo attendente personale, può
disturbarlo
durante il giorno o la notte se si ritira nei suoi alloggi e richiede
silenzio, e in quei momenti Link può fare di tutto senza che
nessuno, mai, lo venga a sapere.
Può,
giusto per fare un
esempio, estrarre una mela dalla scorta privata della sua camera da
letto che nessuno ha ancora mai scoperto. Può strofinarla
contro la
sua tunica azzurra fino a farla risplendere di un rosso abbacinante,
accostarla alle narici per ispirare il suo profumo di sole e di
polvere, e può addentarla lentamente e sentirla croccante e
dolce e
rinvigorente.
A
volte si domanda se ha un
problema con le mele. Ma tanto, si dice con
lussuriosa
compiacenza abbandonandosi alla croccantezza, tanto nessuno
verrà
mai a saperlo.
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Capitolo 7 *** #12 - Preterist ***
Prompt:
preterist.
Numero
di parole: 296.
Non
potevo escludere
Miceda, diciamocelo.
#12
~
Preterist ~
(qualcuno
il cui interesse principale è nel passato)
Ha
lo sguardo lontano, qualche volta, e Miceda lo richiama ridendo e gli
dice che non gli risulta che la legna si tagli da sola, quando Link
interrompe la sua missione per tornare ogni tanto ad aiutarlo a
Daccapo.
«Se
non stai attento ti taglierai una mano» lo rimprovera ridendo
come
se l'idea di un'amputazione accidentale gli sembrasse particolarmente
divertente. Però la sua risata è talmente
coinvolgente che Link si
sente strappato ai suoi pensieri e ride anche lui, non per l'idea ma
perché Miceda è l'unico che lo faccia ridere.
«Ma
a che pensi?» gli chiede a volte mentre mangiano, seduti
sulle
colline che guardano il lago.
«A
nulla» risponde Link senza pensare, continuando a mangiare,
perché
proprio non sa di cosa parli Miceda.
«A
nulla
lo dicono i bambini.
Bisogna pur che pensi a qualcosa.»
Quel
pensiero lo colpisce per la prima volta. Potrebbe persino darsi che
abbia ragione, e Miceda stavolta sorride un po' quando vede
l'illuminazione dipinta sul suo volto.
«Cose
vecchie, eh?»
È
una curiosa scelta di parole, ma a Link piace stranamente. Quest'uomo
non saprebbe essere drammatico neppure se lo volesse. Link fa cenno
di sì col capo. «Sì... cose
vecchie.»
Miceda
sembra serio, per una volta. «Sai, quando mi hai raccontato
quella
storia dei cento anni e dell'Altipiano delle Origini e tutto il
resto, non è che ti avessi proprio creduto...»
«Lo
immaginavo» commenta Link alzando le spalle.
«Ma
ora ti credo» conclude Miceda.
«Oh.»
Questo Link non se lo aspettava. «E a cosa devo
l'onore?»
«Perché
a volte è come se fossi diviso in due» risponde
Miceda senza
sorridere, e per una volta è evidente che non sta
scherzando.
Link
gli farà la cortesia di replicargli con la medesima
serietà.
«Sì...
a volte è così che mi sento.»
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Capitolo 8 *** #14 - Unrequited love ***
Prompt:
Unrequited love.
Numero
di parole: 797.
#14
~
Unrequited love ~
Le
chiacchiere dei soldati
non gli sono mai piaciute.
Non
che, se gli fossero
piaciute, avrebbe potuto mai prendervi parte, perché non
è
dignitoso che il Campione della principessa, investito di un compito
dalle parvenze soprannaturali, si abbassi a certe conversazioni da
osteria. Alle osterie e alle stazioni di posta, quando si fermano per
la notte durante gli spostamenti, Link mangia e beve e poi se ne va a
riposare dopo aver controllato che tutto sia in ordine, o
più spesso
rimane sveglio a fare il primo turno di guardia. Altro non fa, e alle
chiacchiere dei soldati non gli piace unirsi – e questo anche
prima
di diventare il Campione di Zelda. Per fortuna non ne ha mai neppure
avuta la tentazione.
Impa
però non è un
soldato, e anche se lo fosse non sarebbe tipo da certi discorsi.
Forse è quanto di più simile a un'amica Link
possa dire di avere,
se di amici se ne possono avere quando il dovere superiore è
così
grande e gravoso da riempire da solo tutta una vita; e forse anche
lei si considera un'amica, perché una notte, mentre vegliano
in
silenzio davanti al fuoco e tutto attorno a loro è silenzio,
scivola
in silenzio vicino a lui e mormora: «Ehi.»
Link
le rivolge gli occhi
senza parlare, per farle cenno che ha tutta la sua attenzione. Sa che
non c'è un pericolo – perché in quel
caso Impa non gli si sarebbe
rivolta con tanta calma – ma di certo qualcosa ci dev'essere
se
richiede tanta intimità.
Impa
sa che con lui non c'è
verso di tirar le questioni tanto in lungo, perché
più parole di
quante sia strettamente necessario Link non è disposto a
pronunciarne; perciò non spreca tempo.
«C'è
una cosa che ho
sentito dire in giro da qualcuno, e ho notato... non so, non importa.
Ma voglio che tu sappia che cosa dicono.» Link aggrotta la
fronte
per farle segno che non capisce e che deve continuare, e Impa sembra
dover superare un imbarazzo. «Link, ascolta. È
giusto che tu
sappia, perché anche i soldati qualche volta ne parlano, e
tu non
devi esserne all'oscuro. Tu ti sei accorto che Mipha è
innamorata di
te?»
Link
avvampa di vergogna e
un po' di sdegno e fa per balzare in piedi, ma Impa lo ferma con un
gesto, e la sua autorevolezza è tale che egli torna a
sedersi come
se obbedisse a un ordine. Con Impa non ci si può arrabbiare.
«Non
ti sto rivelando un segreto, perché se me lo avesse
confidato lei,
di certo non sarei venuta a riferirlo a te. Ne parla tutto
l'esercito. Tu lo sapevi?»
No,
Link non lo sapeva eppure lo ha sempre saputo, nei recessi della sua
mente, come una piccola cosa oscura che aveva sempre aleggiato ai
margini della sua coscienza ma s'era sempre rifiutato di guardare
–
perché Mipha non gli ha mai detto niente eppure lo ha sempre
guardato,
e il dolore nel suo sguardo era tale che Link non poteva non sapere.
Ma ha sempre rimandato, rimandato: quando tutto sarà finito
ci
penserò, quando non ci sarà più Ganon
ci penserò, ci penserò,
quando Hyrule sarà salva e non avrà
più bisogno della mia mano,
forse, ci penserò. La verità era che non voleva
pensarci perché
pensarci significava tradire, accrescere il suo dolore significava
tradire – e Link ha sempre amato Mipha come la sorella che
non ha
mai avuto ma come niente di diverso, ma anche questo significava
tradire, ed egli non poteva ammettere a se stesso che sì,
sapeva.
«Sono
chiacchiere da
soldati» risponde debolmente. «Lasciali parlare.
Non hanno niente
di più felice a cui pensare.»
«Link»
ripete Impa che sa
benissimo quando qualcuno sta cambiando argomento, e che non lo sta
accusando di niente anche se a lui sembra che tutto d'intorno a lui
lo accusi. «Tu lo sai che è vero.»
Link
abbassa il capo come se
la sua fosse una colpa. È il suo modo di dir di
sì. Impa non
insiste più.
«È
molto ingiusto, vero?»
mormora osservando il fuoco.
Impa
resta in silenzio per
un po'. «Tu non la ami. Ho ragione?»
«No»
risponde Link
rocamente. «Io so già che non potrei amarla
mai» ed è proprio
questo che è molto triste e che gli appare come se si fosse
macchiato di una colpa.
Impa
annuisce gravemente,
gli cinge un braccio intorno alle spalle e rimane insieme a lui a
guardare il fuoco. Vorrebbe dirgli che non è colpa sua,
è questo
che sta cercando di comunicargli col braccio attorno alle sue spalle;
ma a parole non gli dice nulla, e Link lo sa il perché:
perché il
fatto che lui non abbia colpa non cambierà nulla della
sofferenza di
Mipha, e tutto questo è profondamente triste.
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Capitolo 9 *** #15 - Paura ***
Prompt:
paura.
Numero
di parole: 270.
Ho
avuto un nuovo lavoro,
e in questi giorni sono stata così agitata e indaffarata che
non ho
avuto tempo di pensare a niente. Ma spero di farmi perdonare tra oggi
e domani!
#15
~
Paura ~
Quando
lo chiamano eroe Link
vorrebbe urlare. Comunque, non urla.
Non
c'è nulla di eroico in
questo. Loro non sanno di cosa parlano – forse la loro
nozione di
guerra si limita a qualche ballata antica su un eroe che come lui
aveva una spada e che compiva imprese eroiche (per davvero,
lui) senza sporcarsi mai e tirarsi indietro mai, e senza aver dubbi o
incertezze.
Forse
anche lui è stato
così, una volta. Link non se lo ricorda, ma è
così che tutti
parlano di lui, ed è così che appare a se stesso
nei barbagli di
ricordi che baluginano talvolta nella sua mente. Di certo è
così
che lo ha visto Zelda e che Zelda ha memoria di lui, ed è
per questo
che da cento anni ella aspetta fiduciosamente il suo arrivo nella
nebbia oscura del castello... Fiduciosa, certo, ed è la sua
fiducia
che non si può mettere in dubbio senza tradire: ma la
fiducia con la
quale Zelda aspetta non è rivolta a lui. È per il
Link del passato,
l'eroe folle e coraggioso che molti ricordano e di cui tutti hanno
sentito parlare – ma di lui Link non si ricorda e a volte lo
invidia. Non aveva paura, lui, della mischia e del sangue e del
fango, dei colpi sulla mandibola che gli fanno riempiono la bocca di
sangue e delle armi che gli si spezzano nelle mani lasciandolo inerme
nella folla dei nemici – o forse aveva paura anche lui,
chissà, e
semplicemente nessuno di questo si ricorda perché
è troppo più
comodo fingere che gli eroi non abbiano paura di niente.
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Capitolo 10 *** #16 - Belladonna ***
Prompt:
belladonna.
Numero
di parole: 618.
Sono
ancora indietro ma,
lo giuro, mi rimetterò presto in pari. Nel frattempo, avevo
voglia
di impiegare Kashiwa, perché non so voi, ma io lo adoro.
Wikipedia
dice che la
belladonna si usa in fitoterapia come antispasmico, e chi sono io per
contraddirla? Ma devo ammettere che non so come si usa,
perciò ho un
po' immaginato.
#16
~
Belladonna ~
La
luce filtra attraverso le
fronde dipingendo al suolo variopinte macchie nel sottobosco.
C'è
odore di funghi, di muschio e di muffa, e sotto i suoi piedi
scricchiolano le foglie secche e si spezzano i ricci delle castagne.
Quando cammina così, nella foresta, senza produrre
più rumore d'un
cinghiale o di un cervo, Link si sente un animale selvatico alla
stessa stregua di uno di loro.
Nelle
cavità dei tronchi le
foglie marciscono nei residui d'acqua piovana. I suoi occhi sanno
dove cercare, e d'istinto si sposta per scansare un nido di vespe
terragnole che s'intravvede a malapena. C'è un fungo che fa
capolino
a stento tra il sottobosco, sotto un castagno, e Link si china e
scosta le foglie con la punta delle dita. La maculatura sulla
cappella non lo convince, perciò lo lascia lì.
Magari a qualche
animale diverso da lui non dispiacerà.
Non
si è nascosta troppo
bene. Link s'inginocchia sorridendo appena per recidere una pianta
dal suolo, la avvolge in un panno morbido e la ripone nella sua
bisaccia. Prende anche qualche ghianda, perché non si
può mai
sapere.
Quando
torna allo
stallaggio, appena al di fuori del bosco, Kashiwa lo aspetta seduto
vicino al fuoco. Link si ferma a guardarlo. «Avresti potuto
aspettarmi dentro.»
«Preferivo
prendere aria»
risponde Kashiwa, che ha l'aria strapazzata ed estenuata di qualcuno
che stia male da varie ore.
Link
sorride appena tra sé
e accenna col capo al paiolo annerito che campeggia sul fuoco.
«L'hai
presa l'acqua?»
Kashiwa
annuisce col capo.
«Sta bollendo.»
«Benissimo»
ribatte Link
gettando a terra la sua bisaccia. «Tra poco starai meglio. Mi
dispiace di averci messo tanto.»
«Che
cos'hai portato?»
domanda Kashiwa osservandolo lavorare attorno al paiolo.
«Aspetta un
minuto. Quella è belladonna?»
«A
te cosa sembra?»
ridacchia Link senza guardarlo.
La
sorpresa è tale che
Kashiwa trova la forza di sollevarsi di scatto. «Ehi, ehi,
ehi.
Link, non scherziamo. Tu lo sai che è velenosa?»
«Certo
che lo so.»
Kashiwa
questa risposta non
se l'aspettava. «Quindi... vuoi avvelenarmi?»
Stavolta
Link ride
apertamente. «Mi sarei dato molta pena per avvelenarti, eh?
Il bosco
è pericoloso.»
«Dunque
c'è qualcosa che
non so?»
«Forse
non sai che è molto
utile per gli spasmi muscolari» risponde Link sorridendo tra
sé.
«Come quelli che hai tu al momento, per esempio.»
Kashiwa
rimane in silenzio
per un po'. «E questo dove l'hai imparato?»
Link
osserva le foglie che
sobbollono piano e le smuove adagio col mestolo per separarle.
Sull'Altopiano delle Origini, potrebbe rispondere,
dato che il
bardo gli ha chiesto dove l'ha imparato, e sarebbe
dunque una
risposta corretta; ma sa bene che non è precisamente questo
che
Kashiwa vuole sapere, anche se è quello che ha chiesto. L'ha
imparato un giorno che quel vecchio misterioso che ha conosciuto
lassù, sull'Altopiano, l'ha aiutato quando le antiche
cicatrici dei
suoi visceri che gli laceravano gli addominali lo tormentavano e lo
facevano imprecare e sudare – e lo spettro pietoso del re, in
silenzio, si è chinato su di lui sulla foresta, lo ha
coperto del
suo mantello e gli ha fatto bere a piccoli sorsi versandogli un
infuso tra le labbra contratte. Link ha capito dopo, col tempo, che
il re voleva insegnargli quell'infuso per formarlo e prepararlo alla
vita che lo avrebbe atteso al di fuori delle rassicuranti pareti
dell'altopiano; e ancora più tempo ha impiegato a
comprendere che,
medicando il suo dolore, il re voleva chiedergli scusa senza aver il
coraggio di dirglielo per quelle ferite che erano una sua colpa. Ma
di quella giornata di febbre e dolore, Link ricorda soltanto l'atto
di pietà di quel mantello e dell'infuso amaro che gli
gocciolava tra
le labbra.
«Me
l'ha insegnato un
vecchio taglialegna, tanto tempo fa» risponde.
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Capitolo 11 *** #18 - Sentiero ***
Prompt:
sentiero.
Numero
di parole: 237.
Mi
piace immaginare che,
prima della Calamità Ganon, Link avesse un pessimo
orientamento.
#18
~
Sentiero ~
«Ci
siamo persi» comunica
Revali cupamente.
«No»
risponde Link.
«Allora
dove siamo?»
«Nel
bosco.»
Dopo
un attimo di silenzio,
Revali schiocca sonoramente la lingua in segno di disappunto.
«Già.
Questo lo vedo.»
Il
suo sarcasmo è troppo
evidente per poter fingere di non averlo sentito. «Revali,
siamo
ancora sul sentiero. Non ci siamo persi.»
«Beh,
allora è un sentiero
estremamente regolare, dato che ho visto quell'albero cavo
già
quattro volte» ribatte Revali seccamente.
A
quanto pare, e per quanto
maledettamente gli scocci ammetterlo, Revali ha ragione. Link osserva
l'albero dalle radici cave e rigonfie alla loro destra in un impeto
di rancore, come se fosse colpa sua se stanno
vagando in tondo
da ore. «Bene allora. Come vuoi. Ci siamo persi. Ma
perché non
provi a fare qualcosa tu per tirarci fuori da
questo bosco?»
Revali
lo fissa in silenzio
per un po'. «Che cosa mi suggeriresti di fare?»
«Non
lo so. Collaborare
anziché lamentarti. »
«Vediamo
un po'.» Revali
incrocia le braccia con un gesto pensieroso che minaccia di farlo
ammattire. «Il tuo è un suggerimento prezioso che
merita di venir
preso in considerazione in modo approfondito. Fammi pensare.»
Prima
che Link faccia in
tempo a spaccargli la faccia di fronte al suo palese sarcasmo, Revali gli
passa accanto e lo
supera dandogli le spalle. La sua voce vibra un momento
d'ilarità.
«E
in tutto questo tempo
non ti sei domandato perché non l'abbia fatto?»
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Capitolo 12 *** #20 - Bodyguard! AU ***
Prompt:
bodyguard AU.
Numero
di parole: 383.
È
la mia prima AU in
assoluto e, ma penso che non ci sia bisogno di dirlo, abbiamo qui un
Revali in forma umana. Anche se presumo che si capisse.
#20
~
Bodyguard AU ~
«Sediamoci
nell'altra
sala.»
«No»
ribatte il figlio
dell'ambasciatore senza nemmeno guardarlo.
Link
ha la sensazione che
potrebbe impazzire se rimangono in questa sala. C'è troppo
caos,
troppa gente, troppo buio, troppo fumo e lui non è
assolutamente
pagato per questo. «Revali, non sto scherzando. Andiamo di
là.»
«Neanche
io sto scherzando»
ribatte Revali tenendo gli occhi fissi sul palco. «La band
suona
qui, quindi resteremo qui. Altrimenti non avrebbe neppure avuto senso
venire.»
Link
si siede accanto a lui,
si liscia un istante il completo scuro e si protende sul tavolo per
chinarsi su di lui e farsi sentire chiaramente, al di sopra della
musica. Che poi a lui questa musica nemmeno piace.
«Revali»
scandisce
chiaramente, quasi gridando contro il suo orecchio per sovrastrare il
frastuono della musica. «Il mio lavoro è tenerti
al sicuro e qui
dentro tu non lo sei. Le vie di fuga...»
Revali
sbuffa tanto
teatralmente che Link ammutolisce all'istante. Gli accosta la bocca
all'orecchio per rispondergli a sua volta e Link si sente stranamente
a disagio, goffo e fuoriluogo nel suo completo da guardia del corpo
in discoteca a parlare nell'orecchio del suo cliente. «Link,
non
potresti rilassarti un attimo? Solo per questa sera?»
Link
sbatte le palpebre per
un po'. «In che senso?»
Revali
scrolla le spalle.
«Non potresti fare finta di non essere qui soltanto
perché sei
pagato, solo per una sera? Prenderti una birra e goderti un po' di
musica?»
Link
lo guarda con occhi
vacui. È la prima volta che un suo cliente gli chiede una
cosa del
genere, e comincia a sentirsi profondamente stupido. «Tuo
padre...»
«Link»
insiste Revali. Ora
lo guarda dritto negi occhi, serio e calmo come Link non ricorda
d'averlo visto mai. «Siamo in un pub ricavato da un vecchio
garage.
Non avremmo dovuto neppure essre qui se è per una questione
di
sicurezza, ma ormai ci siamo, e non entrerà nessun pazzo
armato
d'ascia da quella porta per uccidermi. Non potresti sederti per una
sera, prenderti una birra, e fingere di non avere un palo in culo per
un paio d'ore e che ti piaccia stare con me?»
Un
paio di minuti dopo, Link
si è tolto la giacca scura e si sta dirigendo al bancone
borbottando
tra sé e sé: «E comunque a me questa
musica neanche piace.»
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Capitolo 13 *** #21 - Noctiphobia ***
Prompt:
noctiphobia
Numero
di parole: 179.
#21
~
Noctiphobia ~
(paura
della notte, dell'oscurità)
«Io,
se mi procuri i
materiali, ti faccio pure quello che mi chiedi» esordisce
Cerada con
aria contrariata. «Però, tesoro, ti devo dire
subito che mi pare
una pessima idea.»
«Perché
pessima?»
borbotta Link un po' imbronciato, guardando lo schizzo del progetto
disegnato con un bastone sulla sabbia. Non ci vede nulla di male.
Cerada,
che sarà pure fatto
a modo suo ma il suo mestiere lo conosce bene, gli sfila di mano il
bastone e indica sapientemente alcuni punti sul suo disegno.
«Perché
hai già una
finestra qui e una qui. La tua camera da letto è
già molto luminosa
di suo. Tu mi stai chiedendo un lucernario che dia direttamente sopra
il letto. Hai idea di quanta luce entrerebbe? In pratica rimarresti
completamente al buio solo durante le notti di luna nuova,
perciò
vedi bene che è una pessima idea.»
Link
abbassa lo sguardo sul
disegno, lo alza su di lui e poi torna a guardare il progetto. Non
capisce che cosa ci sia di tanto strano nella sua richiesta.
«Ma
infatti è esattamente
questo che voglio.»
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Capitolo 14 *** #23 - Presagio ***
Prompt:
presagio.
Numero
di parole: 322.
#23
~
Presagio ~
«Vi
sorveglierà dall'alto»
comunica Revali precipitosamente mentre si affrettano verso Medoh.
Non ha neppure alcun senso che lo accompagnino, dato che gli ordini,
in teoria, sono già stati dati, e tutti hanno ben chiaro che
cosa
fare da molto tempo. Gli altri Campioni sono già partiti.
Sono
saliti a bordo dei Colossi Sacri quasi senza guardarsi indietro.
L'angoscia dell'arrivo della Calamità si era in loro
tramutato quasi
in un'ansia di sacrificio e s'erano detti addio con lo sguardo, senza
parole.
Revali
invece parla,
comanda, afferma, forse soltanto perché in fin dei conti ha
sempre
voluto poter comandare o forse perché una parte di lui,
esattamente
come tutti gli altri, ha paura e Revali parla più forte di
lei per
metterla a tacere.
«Gli
altri colossi vi
precederanno a piedi verso il Castello. Io potrei procedere
più
rapidamente, ma bisogna che vi apra la strada dall'alto per prevenire
le imboscate. Link, tu...»
Zelda
non riesce a tenere il
loro passo di marcia, è rimasta indietro, Link non
può lasciarla da
sola qui in mezzo alla gola, e questo significa che non può
procedere
oltre e che deve lasciare Revali. Rallenta il passo, e Revali avverte
il mutamento nel suo ritmo e si volta a guardarlo. Ha capito che cosa
sta per succedere, ma forse non aveva mai pensato davvero a questo
momento. Medoh veleggia alto sopra di loro, in attesa del suo pilota.
Dopo
un lungo momento,
Revali mormora: «Allora, vado. Vi aprirò la
strada. Bada alla
principessa.»
Link
annuisce gravemente, e
questo è tutto il loro saluto. Revali spalanca le ali per
sferzare il
terreno e spingersi su, in alto, turbinando sopra le nuvole, ma Link
si sente d'un tratto un brivido viscido lungo la schiena e grida:
«Aspetta!»
Le
ali si fermano senza
protestare. Revali si volta a guardarlo.
«Fai
attenzione lassù»
dice Link senza sapere perché.
Revali
ghigna o forse
sorride. «Stai attento anche tu. Ci rivediamo quando
è tutto
finito, eh?»
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Capitolo 15 *** #25 - Mazarine ***
Prompt:
Mazarine.
Numero
di parole: 386.
Chi
ha gli occhi azzurri
può capire.
#25
~
Mazarine ~
(un
blu scuro)
Link
non è mai tanto
consapevole di quanti aggettivi negativi esistano finché non
parla
con Revali. In quei momenti ne scopre stranamente di nuovi.
Inetto,
mormora
Revali in un'emissione di voce tanto flebile da farsi udire a
malapena da tutta Hebra, non solo a ogni suo errore ma anche soltanto
a qualsiasi cosa che non sia fatta come la farebbe lui; Link lo
lascia dire. Non ha poi questa così alta idea della propria
abiità
da offendersi se qualcuno la mette in dubbio.
Superbioso,
commenta ogni tanto in un insolito sfoggio di eoquenza; Link lascia
perdere anche in questo caso, anche se il fatto che Revali dia a lui
del superbo è assai ironico; tuttavia lascia correre anche
questo,
perché sa che in fondo il suo ostinato silenzio
può risultare
offensivo. Inadempiente: anche
questo Link può comprendere e forse perdonare,
perché, dopotutto,
non sempre riesce in ciò che si propone.
Ma
quando Revali, con la
scusa di schiarirsi la gola, pronuncia in modo da farsi udire al di
sopra di tutta la foresta la parola incoerente,
Link abbassa
l'arco, si volta verso di lui e replica: «Questo non me lo
merito.»
Revali
rimane interdetto
perché finora Link, alle sue provocazioni, ha sempre
taciuto.
Tuttavia non può restare in silenzio e dargliela vinta.
«Ah! Tu
credi?»
Questa
volta è una
questione di principio. Link incrocia le braccia con calme e
risponde: «Se lo pensi davvero, spiegami
perché.»
L'irritazione
di Revali è
tale che pare tremarne. Sta cercando qualcosa da controbattere e
argomentare, gli si gonfia il petto come un piccione per
l'indignazione, ma per quanto a lungo Link attenda le sue parole, non
dice niente.
Link
attende educatamente
per quasi un minuti prima di dargli le spalle.
«Come
immaginavo» conclude
sollevando l'arco per riprendere l'allenamento. Magari questa lezione
gli basterà per un po'. «Continuiamo?»
«Perché
hai gli occhi che
cambiano colore al sole!» sbotta Revali alle sue spalle.
Nel
tempo che Link impiega a
voltarsi verso di lui, Revali s'è già levato in
volo, e Link si
trova a strizzare le palpebre in un turbinio di neve e piume. Quando
riapre gli occhi, Revali è troppo in alto perché
la sua voce possa
raggiungerlo.
«Bah!
Che motivazione
stupida» mormora tornando al suo bersaglio, solo un tantino
compiaciuto. Questa volta l'ha proprio messo a tacere come si deve.
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