Krona eller Klave - Corona Graffiata

di Asmodeus
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dispetto ***
Capitolo 2: *** Chiudere ***
Capitolo 3: *** Cotone ***
Capitolo 4: *** Filo ***
Capitolo 5: *** Amanti ***
Capitolo 6: *** Cuscino ***
Capitolo 7: *** Ephialtes ***
Capitolo 8: *** Incisione ***
Capitolo 9: *** Giglio ***
Capitolo 10: *** Tatuaggio ***
Capitolo 11: *** Yūgen ***
Capitolo 12: *** Memoria ***
Capitolo 13: *** Ukiyo ***
Capitolo 14: *** Celare ***
Capitolo 15: *** Armatura ***
Capitolo 16: *** Pridian ***
Capitolo 17: *** Nove ***
Capitolo 18: *** Sweven ***
Capitolo 19: *** Lorn ***
Capitolo 20: *** Sottosopra ***
Capitolo 21: *** Arco ***
Capitolo 22: *** Fuga ***
Capitolo 23: *** Presagio ***
Capitolo 24: *** Proverbio ***
Capitolo 25: *** Fondo ***
Capitolo 26: *** Fulmine ***
Capitolo 27: *** Tramonto ***
Capitolo 28: *** Toccare ***
Capitolo 29: *** Blu ***
Capitolo 30: *** Scavare ***
Capitolo 31: *** Arcobaleno ***



Capitolo 1
*** Dispetto ***


♕ - Krona eller Klave - ♬

 Corona Graffiata

1. Dispetto


Cos'ha fatto di male per meritarsi Hillerska ancora non l'ha capito – erano solo bugie e parole vuote, quelle dette alla telecamera.
Non ha scelto quella vita, su misura per Erik ma così stretta per lui. Ma ora è in trappola, e deve fingere e obbedire.

L'auto abbandona il Palazzo Reale in mezzo ai flash – quei lampi bianchi che lo accecano, sezionano e condannano.
Lo chiamano “privilegio”, ma per lui è un incubo.
Guarda solo avanti: essere normale per la sua famiglia è un tremendo dispetto da cui non c'è più ritorno.

Pensa a sua madre e piange amaramente.
Ogni istante osservato, scrutato, monitorato, esaminato, inseguito, spiato – una vergogna per quella famiglia così perfetta per chiunque, tranne lui.
Per questo è giudicato e punito.
Ormai, non hanno più bisogno di lui.

[130 w.]


Ciao a tutti e benvenuti in questa mia nuova raccolta nonchè a questo nuovo fandom (che, se non erro, sdogano per primo qui su EFP!)
Oggi, 1° ottobre, comincia quella fantastica iniziativa che è il #writober, organizzata da Fanwriter.it ! Per chi non la conoscesse, questa challenge consiste nello scrivere (almeno) una storia al giorno per tutto il mese di ottobre, basandosi su una (o più) liste di 31 prompt (uno per giorno, ma tutti MERAVIGLIOSI) pubblicate sul gruppo facebook di Fanwriter dagli organizzatori.
Questo è il mio primo anno come partecipante, e visto che sono una persona morigerata (???) e per niente indecisa (???), ho deciso di cominciare col botto scrivendo ( o comunque provandoci ^^") non una, bensì due raccolte di drabble e/o flashfic per poter utilizzare due prompt al giorno (che volete farci, sono davvero TROPPO belli per poter scegliere!).

Ho scelto come fandom quel piccolo gioiellino che è Young Royals, e ho deciso di scrivere due raccolte per poter analizzare vari aspetti di questa serie partando da due diversi PoV. Questa raccolta che state leggendo ora (Corona Graffiata) è incentrata su Wilhelm, e seguirà principalmente (ma non sempre) i prompt della lista #pumpINK (troverete sempre la lista e il prompt giornaliero corrispondente alla fine di ogni capitolo), mentre la sua gemella (Musica Autentica) tratterà di Simon e si baserà principalmente sulla lista #pumpNIGHT. Entrambe portano lo stesso titolo principale, "Krona eller Klave" che in svedese significa "testa o croce", ma con un gioco di parole nascosto ("Krona" indica anche la monate svedese nonché una corona da sovrano, mentre "Klave" è molto simile alla parola "klaver", che indica il pianoforte e sottolinea la passione di Simon per la musica).
Per il momento, ho deciso di pubblicare su EFP solo una delle due raccolte, mentre l'altra la potete trovare sul mio profilo di AO3; in ogni caso, linkerò ogni giorno anche il capitolo complementare a quello che vedrete quassù, e finito il Writober può essere che pubblichi anche qui la seconda raccolta.
Spero che questo mio progetto vi ispiri e vi piaccia, e se volete lasciarmi un vostro feedback ve ne sarò altamente grato!
Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani!

Giorno 1 - prompt "dispetto" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 2
*** Chiudere ***


 

2. Chiudere


Erik lo abbraccia per l’ultima volta, poi chiude la porta e lo abbandona da solo in quei corridoi pieni di ricordi– al momento, piacevoli solo per lui.
Wilhelm non vuole essere lasciato lì con tutti gli altri sconosciuti, ma è costretto a lasciar chiudere quella porta, per poter andare avanti.
Eppure, è da solo in mezzo al corridoio, e tutto intorno sembra soltanto precipitare.

Di sera, Hillerska è ancora più fredda ed estranea di quanto pensasse.
La sala è illuminata fiocamente, e loro ritti in piedi attorno al tavolo sembrano anonimi soldati in vestiti firmati.
Anche i ragazzi intorno a lui confermano la sua impressione: gli annuiscono di continuo, ottimi e servili sudditi – amici? Mai! – di un ragazzino che non sarà mai re.

[123 w.]


Ciao a tutti, eccoci col secondo capitolo di questa raccolta per il #Writober!

Vi ricordo che, come tutti i giorni, ho pubblicato anche il capitolo "gemello" di questa drabble sulla mia pagina di AO3: se volete recuperarlo, potete andare qui!

Ci vediamo domani con il prossimo aggiornamento!

Giorno 2- prompt "chiudere" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 3
*** Cotone ***


3. Cotone


Fin da subito, i docenti hanno avuto premura di ricordargli – come se ce ne fosse bisogno – il suo status speciale come Principe Reale.
È abituato alla deferenza di chiunque intorno a lui, ma non ha mai apprezzato quell’occhio di eccessivo riguardo mostrato da gran parte dei suoi tutori.

Per fortuna, “Voce d’angelo” – ancora non sa il suo nome – sembra infischiarsene di molti formalismi o differenze sociali.
Al contrario degli altri compagni di rango elevato, non ha paura nel farsi avanti nel rivendicare idee fresche e progressiste, né nel denunciare ingiustizie sociali che tutti loro, nelle torri d’avorio che li ospitano, faticherebbero altrimenti a vedere.
Non è per forza d’accordo con lui, ma prima col tema dei sussidi e ora nel dibattito sull’ecosostenibilità dell’industria del cotone ha contribuito a ravvivare lezioni altrimenti stantie e noiose.

A ricreazione, sente August bollare Simon – che bel nome che ha! – come “il socialista” da tenere a bada, ma a lui non può che scappare un sorriso di troppo.
Se dovrà passare a Hillerska tutti i prossimi mesi, ben vengano Simon e il suo cotone!


[179w.]

 

Benvenuti a questo terzo giorno di #Writober! Come sempre, anche questa flash ha una sua gemella che affronta l'argomento "docenti e lezioni di Hillerska" dal punto di vista di Simon: potete trovarla in questa raccolta :)

Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani!

Giorno 3 - prompt "cotone" (dalla #pumpINK list)

Fin da subito, i docenti hanno avuto premura di ricordargli – come se ce ne fosse bisogno – il suo status speciale come Principe Reale.

È abituato alla deferenza di chiunque intorno a lui, ma non ha mai apprezzato quell’occhio di eccessivo riguardo mostrato da gran parte dei suoi tutori.

 

Per fortuna, “Voce d’angelo” – ancora non sa il suo nome – sembra infischiarsene di molti formalismi o differenze sociali.

Al contrario degli altri compagni di rango elevato, non ha paura nel farsi avanti nel rivendicare idee fresche e progressiste, né nel denunciare ingiustizie sociali che tutti loro, nelle torri d’avorio che li ospitano, faticherebbero altrimenti a vedere.

Non è per forza d’accordo con lui, ma prima col tema dei sussidi e ora nel dibattito sull’ecosostenibilità dell’industria del cotone ha contribuito a ravvivare lezioni altrimenti stantie e noiose.

 

A ricreazione, sente August bollare Simon – che bel nome che ha! – come “il socialista” da tenere a bada, ma a lui non può che scappare un sorriso di troppo.

Se dovrà passare a Hillerska tutti i prossimi mesi, ben vengano Simon e il suo cotone!

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Capitolo 4
*** Filo ***


4. Filo


Un filo lo stritola contro alla statua, pietra gelida contro le sue guance infuocate.
Il suo cuore è ancora a mille per lo spavento di poco prima, mentre quelle maschere terrificanti gli danzano intorno insozzandolo con acqua fredda, sputo e farina.

Quel filo gli rode i polsi e il collo, una pezza in bocca che gli mozza la voce.
Gli preparano da bere il loro sputo in un bicchiere: vorrebbe urlare, slegarsi, scappare, ritrarsi da quel rito antico e barbaro che fa solo vomitare.
Ma anche stavolta, nessuno può sentirlo ed è costretto ad obbedire.

I suoi futuri, nuovi fratelli lo stanno circondando – ora che si è umiliato per loro, hanno il dovere eterno di proteggerlo.
«Ripeti dopo di me», lo guida August, e lui si fida e abbandona nelle sue braccia.
«Giuro solennemente di non tradire mai le antiche tradizioni della Skogsbacken», mormora, seguito dal boato di approvazione degli altri.
«Fratelli una volta, fratelli per sempre!», gridano: anche l’ultimo filo è stato infine legato.

[165 w.]


Buondì ed eccoci al quarto giorno di #Writober! Come avrete capito, questa raccolta e la sua gemella (che  potete trovare qui ) stanno procedendo seguendo gli eventi della serie; oggi si parla di "nuovi inizi", sia per Wilhelm che per Simon!
Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani con l'ultima storia legata al primo episodio!

Giorno 4 - prompt "filo" (dalla #pumpNIGHT list)

Fin da subito, i docenti hanno avuto premura di ricordargli – come se ce ne fosse bisogno – il suo status speciale come Principe Reale.

È abituato alla deferenza di chiunque intorno a lui, ma non ha mai apprezzato quell’occhio di eccessivo riguardo mostrato da gran parte dei suoi tutori.

Per fortuna, “Voce d’angelo” – ancora non sa il suo nome – sembra infischiarsene di molti formalismi o differenze sociali.

Al contrario degli altri compagni di rango elevato, non ha paura nel farsi avanti nel rivendicare idee fresche e progressiste, né nel denunciare ingiustizie sociali che tutti loro, nelle torri d’avorio che li ospitano, faticherebbero altrimenti a vedere.

Non è per forza d’accordo con lui, ma prima col tema dei sussidi e ora nel dibattito sull’ecosostenibilità dell’industria del cotone ha contribuito a ravvivare lezioni altrimenti stantie e noiose.

A ricreazione, sente August bollare Simon – che bel nome che ha! – come “il socialista” da tenere a bada, ma a lui non può che scappare un sorriso di troppo.

Se dovrà passare a Hillerska tutti i prossimi mesi, ben vengano Simon e il suo cotone!

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Capitolo 5
*** Amanti ***


5. Amanti


Simon è multicolore come un arcobaleno, mentre si guarda intorno in mezzo a quella folla.
Lo ha sempre osservato da lontano, ma ogni volta che i loro occhi si incontrano è come se tutto il resto sparisse lasciandoli soli. È come uno sprazzo di luce che inonda la stanza con la sua vitalità; eppure, al tempo stesso, è silenzioso come un vecchio albero, che osserva gli altri vivere quelle vite che ha già conosciuto e superato.

La mano di Simon è calda e soffice come una coperta, stretta tra le sue dita mentre scivolano fuori dalla festa. Dovrebbe essere più cauto, perché ha imparato che a fidarsi si sbaglia sempre – ma con lui è tutto diverso, e quando alla fine si staccano è come aver perso una parte di sé.

Loro restano immobili, mentre gli altri vivono in pieno a pochi passi di distanza – ma finalmente può guardarlo con più attenzione.
Con quel cerchietto, sembra un angelo arrivato per proteggerlo, e per non rischiare di essere trovato dagli altri gli si fa ancora più vicino.
Dovrebbero andarsene da lì, correre via e separarsi prima che quell’intimità diventi troppo anche per reggere il loro silenzio; invece stanno immobili, come due amanti che si scrutano in silenzio dopo la più passionali delle notti.

Quando alla fine si lasciano, Simon è ancora più acceso di prima, e Wilhelm è rimasto intorcigliato in tutta quella vitalità che non aveva mai conosciuto.

[237 w.]


Benvenuti al quinto giorno di #Writober! Siamo arrivati alla fine della prima puntata, e finalmente Wilhelm e Simon hanno qualche momento di intimità per imparare a conoscersi un po'. Come ogni giorno, la stessa scena vista dal PoV di Simon  potete trovarla in questa raccolta :)

Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani!

Giorno 5 - prompt "amanti" (dalla #pumpINK list)

Fin da subito, i docenti hanno avuto premura di ricordargli – come se ce ne fosse bisogno – il suo status speciale come Principe Reale.

È abituato alla deferenza di chiunque intorno a lui, ma non ha mai apprezzato quell’occhio di eccessivo riguardo mostrato da gran parte dei suoi tutori.

Per fortuna, “Voce d’angelo” – ancora non sa il suo nome – sembra infischiarsene di molti formalismi o differenze sociali.

Al contrario degli altri compagni di rango elevato, non ha paura nel farsi avanti nel rivendicare idee fresche e progressiste, né nel denunciare ingiustizie sociali che tutti loro, nelle torri d’avorio che li ospitano, faticherebbero altrimenti a vedere.

Non è per forza d’accordo con lui, ma prima col tema dei sussidi e ora nel dibattito sull’ecosostenibilità dell’industria del cotone ha contribuito a ravvivare lezioni altrimenti stantie e noiose.

A ricreazione, sente August bollare Simon – che bel nome che ha! – come “il socialista” da tenere a bada, ma a lui non può che scappare un sorriso di troppo.

Se dovrà passare a Hillerska tutti i prossimi mesi, ben vengano Simon e il suo cotone!

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Capitolo 6
*** Cuscino ***


6. Cuscino

I risvegli dopo una bella festa sono sempre stati il suo punto debole.
Di solito, quando apre gli occhi ha ancora un cerchio intorno alla testa per il troppo alcool, e si trascina tutto indolenzito per metà mattina – o almeno finché i suoi doveri come reale non gli impongono di darsi un decoro davanti ad altre persone.

Lì a Hillerska, però, tutto è diverso.
Si sveglia pian piano, sfumando dai sogni alla realtà insieme al mutare della luce del mattino nella sua stanza – senza obblighi o fretta alcuna, se non l’essere per una volta un ragazzo come tutti gli altri.
Mentre il nuovo giorno fa pian piano il suo ingresso dentro il suo cervello che si riattiva, Wilhelm stringe un po’ più forte quel corpo soffice e caldo che gli ha tenuto compagnia tutta la notte.
È solo un cuscino, ma può ancora permettersi di sognare senza ascoltare i campanelli d’allarme della sua testa.
Finché non si sveglierà del tutto, potrà continuare ad essere solo Wille, quelle coperte intorno alla sua pelle nuda mani delicate che lo sfiorano, e quel cuscino una testa di ricci castani e odore di libertà.

[190 w.]


Buona sera a tutti, finalmente riesco a postare anche il sesto capitolo per il #Writober! Con oggi cominciano le drabble e flash basate sulla seconda puntata e sul graduale avvicinamento di Wilhelm e Simon. Per scoprire come ha vissuto Simon il risveglio post in onore di Wille, andate a leggere in questa raccolta :)

Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani!

Giorno 6 - prompt "cuscino" (dalla #pumpINK list)

Fin da subito, i docenti hanno avuto premura di ricordargli – come se ce ne fosse bisogno – il suo status speciale come Principe Reale.

È abituato alla deferenza di chiunque intorno a lui, ma non ha mai apprezzato quell’occhio di eccessivo riguardo mostrato da gran parte dei suoi tutori.

Per fortuna, “Voce d’angelo” – ancora non sa il suo nome – sembra infischiarsene di molti formalismi o differenze sociali.

Al contrario degli altri compagni di rango elevato, non ha paura nel farsi avanti nel rivendicare idee fresche e progressiste, né nel denunciare ingiustizie sociali che tutti loro, nelle torri d’avorio che li ospitano, faticherebbero altrimenti a vedere.

Non è per forza d’accordo con lui, ma prima col tema dei sussidi e ora nel dibattito sull’ecosostenibilità dell’industria del cotone ha contribuito a ravvivare lezioni altrimenti stantie e noiose.

A ricreazione, sente August bollare Simon – che bel nome che ha! – come “il socialista” da tenere a bada, ma a lui non può che scappare un sorriso di troppo.

Se dovrà passare a Hillerska tutti i prossimi mesi, ben vengano Simon e il suo cotone!

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Capitolo 7
*** Ephialtes ***


7. Ephialtes

«Vieni?»
August spalanca la porta di camera sua per l’ennesima volta quel giorno, e sempre per l’ennesima volta lo interrompe proprio mentre sta messaggiando con Simon.
Sembra abbia acquisito un tempismo eccezionale, o che possegga un fiuto soprannaturale che lo avvisa ogni volta che lui si trova in un momento intimo con sé stesso o con l’unica persona che lo faccia stare bene in quel covo di snob.
Dai pranzi a scuola alla festa in suo onore, dal canottaggio allo studio in compagnia, e da oggi pure mentre è da solo col suo telefono: in ogni istante, August è come l’incubo che appare dal nulla per rovinare qualunque momento felice con un sorriso strafottente e un classismo snervante.

Non capisce proprio cosa ci abbia trovato Erik di buono in lui, né riesce a provare simpatia per chi, invece di aiutarlo ad ambientarsi, sembra soltanto cospirare contro le poche cose che lo appassionano davvero.
È pronto a cedere come ogni volta, lasciando ad August il timone della sua vita così come ha fatto con sua madre quando ha scelto di inviarlo a Hillerska, quando improvvisamente qualcosa scatta in lui.

“Ho capito, hai paura…”: è l’ultimo messaggio di Simon, e sebbene leggerlo abbia strappato un sorriso alle sue labbra, è tremendamente vero.
Anzi, lui è terrorizzato da August, da sua madre e in generale da tutte quelle persone che da quando è nato cercano di controllare ogni aspetto della sua vita – senza mai chiedere la sua opinione né interessarsi su ciò che prova. Una sequenza di amori tossici e sorrisi vuoti, che continuano a porre i loro desideri davanti alle sue piccole esigenze.
Simon, però, gli ha mostrato una strada diversa: con grande tranquillità, quello stesso pomeriggio si è opposto August per anteporre una partita di calcio di un’amica agli allenamenti – ben più importanti per il suo rendimento scolastico, e dunque per il suo futuro, ma umanamente secondari rispetto alla sua felicità.
Visto da fuori, è sembrato addirittura molto semplice – come se August, con tutta la sua preponderante boria contro “il socialista” fosse comunque disarmato e inerme, un piccolo incubo che svanisce alla luce del sole.
E se ce l’ha fatta Simon, perché non dovrebbe farcela anche lui?

Fa un sospiro tra sé e sé, poi si porta la mano al volto e comincia ad inventarsi una scusa.
Perché stavolta non ha più paura.

[392 w.]



Eccomi anche oggi col settimo capitolo per il #Writober! Oggi è stato davvero complicato scrivere sui prompt "canonici" utilizzati per gli altri capitoli, e alla fine ho optato per andare a pescare dalle altre due liste della challenge. In ogni caso, una volta partito non riuscivo più a fermarmi, e ne sono uscite due flash molto più lunghe del solito e meno imparentate tra loro delle altre. Se comunque siete interessati a leggere qualcosa su Simon, potete trovarlo in questa raccolta :)

Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani!

Giorno 7 - prompt "Ephialtes" (dalla #pumpWORD list)

Fin da subito, i docenti hanno avuto premura di ricordargli – come se ce ne fosse bisogno – il suo status speciale come Principe Reale.

È abituato alla deferenza di chiunque intorno a lui, ma non ha mai apprezzato quell’occhio di eccessivo riguardo mostrato da gran parte dei suoi tutori.

Per fortuna, “Voce d’angelo” – ancora non sa il suo nome – sembra infischiarsene di molti formalismi o differenze sociali.

Al contrario degli altri compagni di rango elevato, non ha paura nel farsi avanti nel rivendicare idee fresche e progressiste, né nel denunciare ingiustizie sociali che tutti loro, nelle torri d’avorio che li ospitano, faticherebbero altrimenti a vedere.

Non è per forza d’accordo con lui, ma prima col tema dei sussidi e ora nel dibattito sull’ecosostenibilità dell’industria del cotone ha contribuito a ravvivare lezioni altrimenti stantie e noiose.

A ricreazione, sente August bollare Simon – che bel nome che ha! – come “il socialista” da tenere a bada, ma a lui non può che scappare un sorriso di troppo.

Se dovrà passare a Hillerska tutti i prossimi mesi, ben vengano Simon e il suo cotone!

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Capitolo 8
*** Incisione ***


8. Incisione

Gli occhi di tutti gli sono addosso – e anche se dovrebbe esserci abituato, stavolta è un po’ a disagio.
Non ha mai preso un mezzo pubblico prima d’ora, e l’imbarazzo è alle stelle mentre deve chiedere aiuto a una giovane madre per capire come acquistare e convalidare un biglietto sull’app della compagnia di autobus cittadini.
Svicola poi il più silenziosamente possibile in fondo al bus semivuoto, ignorando la curiosità degli altri passeggeri e concentrandosi sul suo respiro per tranquillizzarsi.

Tutto ciò è un’assurda follia, e lo sa bene – e deve pure pregare tutti i Santi in Paradiso che sua madre non scopra mai quello che sta facendo. Andare su un mezzo pubblico non solo è quanto di più lontano ci sia dall’elitismo di Hillerska, è pure pericoloso: non ha ovviamente detto a nessuno dove sta andando, e chiunque potrebbe decidere di approfittarsi del suo evidente spaesamento per danneggiarlo in qualche modo – anche con un banale video sui social.
È sempre stato abbastanza ansioso per queste cose, e si chiede perché stia rischiando così solo per una stupida partitella di calcio amatoriale, quando una scritta davanti a sé attira tutta la sua attenzione e silenzia gli altri pensieri.

Si tratta di un’incisione fatta con un coltellino sulla plastica dura del sedile di fronte a lui, ripassata con un pennarello indelebile nero e persino bruciacchiata con un accendino per renderla ancora più visibile.
Sono una S e una W intrecciate all’interno di un cuore sgangherato, testimoni silenziose di chissà che amore tra adolescenti sbocciato su quei sedili sporchi durante i lunghi tragitti da pendolari.
È un inutile deturpamento di un bene pubblico, e probabilmente la coppietta in questione ora si sarà già mollata rendendo inutile quel graffito, ma per Wilhelm è come un segno dall’alto che placa la tempesta che ha dentro.
Non ha mai creduto alla casualità delle coincidenze, per cui anche se non vuole ancora nemmeno domandarsi che cosa sente davvero dentro di sé per Simon, non può ignorare quella scritta.
Per questo sorride quando riprende in mano il telefono per controllare la distanza dalla sua fermata: succeda quel che succeda, stasera è con Simon – e tutto il resto non è più importante di una stupida incisione sul sedile di un bus.

[372 w.]



Ciao a tutti, ecco l'ottavo capitolo di questa raccolta per il #Writober! Questo prompt non è stato facile da completare, ma ripensando ai miei giorni da liceale pendolare ho alla fine trovato l'ispirazione per questa flash: spero che sia ben riuscita e che vi piaccia, così come che vi stia attirando questo piccolo progetto. Quanto a Simon, in questa raccolta oggi vediamo la partita di calcio di Rosh e l'arrivo di Wilhelm al piccolo stadio. Se vi va di farci un salto, ve ne sarò molto grato!

Grazie per aver letto fino a qui, ci vediamo domani!

Giorno 8 - prompt "incisione" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 9
*** Giglio ***


9. Giglio

Lo sguardo di Wilhelm vaga vacuo per la stanza quasi totalmente buia, in cerca di un appiglio a cui aggrapparsi per fermare l’uragano di pensieri negativi che sta sferzando la sua mente.
Ha pensato che Simon fosse diverso dagli altri, e che ne sarebbe valsa la pena – ma alla fine forse ha ragione August: dovrebbe stare attento a chi frequenta.
Non può credere che Simon lo abbia chiamato alla partita solo per la sua fama – ma se così non fosse, allora perché caricare quel video? Dovrebbe conoscere la sua storia – tutti la conoscono, dopotutto – e allora perché vantarsi di averlo lì con sé così, solo per due visualizzazioni in più?

Alla fine, il suo sguardo è catturato da un mazzo di gigli freschi – la solita cortesia superflua che ha la scuola nei suoi confronti. Dev’essere stata un’idea di sua madre, fargli portare quasi ogni giorno fiori freschi in stanza: un modo per ricordargli casa, sempre piena dei fiori che lei tanto ama ma che per lui sono solo inutili violenze per avere una bellezza troppo effimera.
Li fissa per un po’, senza comprendere come mai stavolta il suo sguardo sia stato attirato proprio da quel fiore presente da sempre nella sua quotidianità – ma alla fine capisce.
Accende la luce, e con orrore nota che non sono bianchi, come pensava, ma gialli.
Non sono opera di sua madre, lontana a Stoccolma, bensì di August – e questo è un messaggio ancora più chiaro di quella ramanzina avuta poco prima al suo rientro.
Spegne nuovamente la luce, rannicchiandosi sotto le coperte ancora vestito, ancora deluso, ancora solo.

[264 w.]

Ciao a tutti col nono capitolo del #Writober! Dopo la giornata di ieri su note abbastanza felici, oggi arriva un po' angst che a quanto pare non manca mai in questa serie! Mi sono preso qualche libertà per poter fillare i prompt odierni, in particolare in questa flash. Ho pensato che alla Regina potessero piacere i fiori, e che questa sua scelta di farne recapitare sempre qualcuno al figlio potesse essere un'ennesima occasione in cui i suoi desideri si impongono sul volere di Wille. Il giglio inoltre è il fiore reale per eccellenza, rappresentando le virtù di nobiltà, purezza e regalità ed essendo legato strettamente alla monarchia di Francia. Poiché la Casata Reale svedese nella realtà è incarnata dalla famiglia di origini francesi Bernadotte, ho pensato che potesse essere un buon riferimento sottile da inserire nella storia. Per quanto riguarda i gigli gialli, invece, essi nel linguaggio floreale indicano sempre la nobiltà e la ricchezza, ma possono essere utilizzati anche per alludere alla falsità di una persona. Ho pensato che un manipolatore come August potesse aver fatto cambiare appositamente il colore dei fiori per Wille, una volta scoperta la sua fuga e le sue bugie per evitarlo - e sì, non posso tollerare August ^^" Per vedere invece come se la cava Simon stasera, qui trovate qualcosina sempre piena di angst! Grazie per essere passati a leggere, ci vediamo domani :)


Giorno 9 - prompt "giglio" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 10
*** Tatuaggio ***


10. Tatuaggio


I loro compagni, di là, si stringono per la paura – ma lì dove sono loro sembra esserci solo spazio e lontananza.

Wilhelm è sempre stato una persona tattile: non è bravo con le parole, ma riesce a comunicare ogni emozione con gli abbracci e le sue mani.
Ma con Simon è tutto diverso – lui è urlare in pubblico e parlare, e invece che abbracciare si esprime cantando.

Ci sono troppi abbracci che vorrebbe dargli, perché entrambi hanno capitolo – ma il suo corpo, proprio ora che gli serve, è immobile.
Riesce solo a sparare cazzate per nascondere la verità, mentre Simon lo fissa pieno di desiderio e impazienza – e come un nuovo tatuaggio, quegli occhi gli scottano la pelle fino a far male.
Wilhelm vorrebbe solo abbracciarlo – ma è Simon che alla fine si fa avanti.
E le loro labbra, finalmente, si incontrano.

[142 w.]



Buona domenica a tutti, ed eccoci già al decimo giorno di #Writober! Ormai siamo arrivati a un terzo di questa challenge, e con questa miniflash abbiamo concluso anche i capitoli relativi al secondo episodio di YR. Ora stiamo per entrare nel vivo dunque, con quel rollercoaster che sono le prossime puntate (e dunque, i prossimi capitoli), pieni di picchi di angst e felicità sempre intrecciate. Prima di procedere, però, passate a dare un'occhiata qui, a vedere la stessa scena attraverso gli occhi di Simon. Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)


Giorno 10 - prompt "tatuaggio" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 11
*** Yūgen ***


11. Yūgen¹


Come ogni mattina, il corridoio risuona insieme del vociare degli studenti e delle note tremolanti che fuggono dalla sala prove e si perdono tra gli armadietti.
Ma diversamente da ogni mattina, Wilhelm per la prima volta ascolta realmente quella musica – come se una voce lo stesse chiamando a sé in una lingua oscura a tutti, tranne che a lui.

Simon è al pianoforte, al centro dell’ampia sala e inondato di luce, mentre lui lo osserva lontano dall’ombra.
Lo studia con attenzione e in silenzio, come un animale raro che può fuggire al minimo fruscio: le sue dita scorrono agili sulla tastiera, e un brivido corre per la sua schiena al pensiero di venerdì.
Per qualche attimo, quelle stesse dita si erano intrecciate alle sue, accogliendolo e proteggendolo e isolandoli in un mondo solamente loro – fugace come un battito del cuore e fragile come una bolla di sapone, pronto a rompersi in mille pezzi se osservato troppo a lungo.

Wilhelm resta in attesa, beandosi di quell’attimo di paradiso che sembra notare solamente lui – perché in quell’istante esatto ha compreso che non può essere un caso tutto ciò che succede loro, quel continuo isolarsi insieme da tutto il resto, seguendo un ritmo sconosciuto a tutti gli altri ma così perfetto per loro e loro soltanto.
È qualcosa che non riesce a definire a parole (come se poi fosse mai stato bravo nell’utilizzarle!), e che nessun altro a parte loro può capire – perché nessun altro è capace di ascoltare quella melodia così bella e unica, nessun altro riesce a percepirne il valore.
Sa bene che non durerà mai troppo a lungo, che la realtà avrà sempre il sopravvento su quei timidi istanti di pura felicità che ora gli infiammano il petto – ma ora pensa di aver compreso il segreto nascosto dell’universo.
Un pianoforte che suona, solo per lui e senza saperlo – tanto basta per essere felici, e per poter dire di aver vissuto davvero.

[321 w.]

¹ Il termine yūgen, che letteralmente si traduce con “leggermente scuro”, ha una vasta gamma di significati. Non serve infatti solo a descrivere il fascino delle cose in penombra di cui non riusciamo a conoscere del tutto i limiti ed i particolari, ma si usa anche con senso più ampio, per indicare ciò che, essendo oscuro, è insondabile, misterioso ed imperscrutabile poiché al di là dell’umana comprensione: un’opera d’arte ci trasmette yūgen quando riusciamo a cogliere in essa un bagliore, un’impressione che per un attimo, anche se a parole non riusciremmo mai a spiegare come, sembri rivelarci qualcuno dei segreti dell’universo. È uno dei quattro stati d’animo fondamentali del furyu, vale a dire del gusto proprio dello Zen nella sua percezione dei momenti senza scopo della vita. Per più informazioni, potete visitare questo sito.

Ciao a tutti e benvenuti all'undicesimo giorno di #Writober! Oggi mi sono lanciato su un prompt un po' inusuale ma che mi ha colpito molto come significato: spero di essere riuscito a scrivere una storia adatta e che riesca a trasmetterne a sufficienza il senso. Qui, invece, potete trovare la nuova storia su Simon, sempre su questa scena. Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 11 - prompt "yūgen," (dalla #pumpWORD list)

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Capitolo 12
*** Memoria ***


12. Memoria


«Non avevi detto di dimenticare?»
Sono le sue esatte parole, uscite dalla sua stessa bocca soltanto pochi giorni prima – eppure hanno la forma e la letalità di un pugnale che preme contro il cuore.
Anche se lo ha sempre saputo, ora comprende cosa deve aver provato Simon a sentirsele dire.

Ma come ha potuto pensare di cancellare dalla memoria quello che hanno vissuto – che è al tempo stesso poco e niente, eppure già tutto?
Una voce radiosa in mezzo a un coro, un cerchietto luminoso dove tutto è buio.
Due occhi che si incrociano per trovare conforto, due mani che si intrecciano per proteggere dalla paura.
Molti baci per essere ricordati, al tempo stesso già troppi per essere dimenticati.
La sua memoria ha sempre saputo di aver chiesto l’impossibile – ed è ora di chiedere scusa e ricominciare.

«Ho cambiato idea», ammette.
Simon lo squadra un altro po’, incerto, ma poi sorride.
E, finalmente, accetta.

[154 w.]


Ciao a tutti e benvenuti al dodicesimo giorno di #Writober! Stasera vi lascio con una mini-flash veloce ma su un momento molto carino a mio parere - di cui potete trovare il Simon-PoV qui! Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 12 - prompt "memoria," (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 13
*** Ukiyo ***


11. Ukiyo¹


Rivedere casa, anche solo come sfondo della chiamata, gli trasmette gran parte della serenità di cui necessita in quel momento – al resto pensa Erik.
Come immaginava, lo rimprovera bonariamente per quella fuga dai suoi doveri di principe, ma giusto per il suo gusto nell’essere al centro dell’attenzione e in mezzo alla folla.
Sono, in effetti, quanto più diverso esista, ma restano pur sempre fratelli – e Wilhelm sa che lo capirà, in quello come nel convincere mamma a farlo restare a scuola nel weekend.

Erik non crede alle sue balle sul perché voglia restare a Hillerska, ovviamente, ma è quasi sollevante vederlo scherzare su quella che lui chiama “la sua fiamma”.
Anzi, gli dà pure alcuni consigli che stenta a credere escano davvero dalla sua bocca: «Perché ti chiudi in camera quando potresti stare con la tua fiamma?»

Wilhelm si attarda nella sua stanza per liberarsi da tutti quei “devo” che gli affollano il cervello, e ancora di più per sentirsi libero dalla paura di fare l’unica cosa che vuole e che conta veramente.
Non ha mai pensato che sia possibile anche per uno come lui vivere ogni tanto solo nel momento presente – ignorando tutto il resto del mondo e godendosi l’attimo, come insegnano gli antichi – ma Erik l’ha incoraggiato e ha deciso di provare.
Quando scende e arriva nel salone del ricevimento, la sua testa è serena e il suo cuore leggero come non mai – e per questo va a colpo sicuro, dritto dal suo unico interesse: Simon.

[248 w.]



¹ è un termine che deriva dalle due parole giapponesi uku che significa “fluttuante” e yo che significa “mondo”. Il concetto di mondo fluttuante si lega per lo più ad un’antica tecnica pittorica diffusasi nella seconda seconda metà del XVII secolo, in particolare nelle città di Tokyo (una volta conosciuta con il nome di Edo), Osaka e Kyoto, ma oggi questa parola viene spesso associata ad un modus vivendi, un vivere con più leggerezza, senza farsi prendere dallo stress della vita quotidiana, godendosi il momento presente senza preoccuparsi del resto.

Quasi fuori tempo, finalmente riesco a pubblicare qualcosa anche per questa tredicesima giornata di #Writober! Stasera sono tornato a pescare dalla lista delle parole straniere, trovando un termine a me molto caro proprio grazie alla tecnica pittorica dell'Ukiyo-e. Mi sono trovato bene nel provare a raffigurare questo concetto orientale attraverso il personaggio di Wilhelm - che è quanto più lontano ci sia dal vivere il momento con leggerezza, vista la sua ansia perenne ^^" Spero però che questo esperimento vi sia piaciuto! Qui, invece, potete trovare la nuova storia su Simon, per una volta un po' più pesante rispetto all'approccio di Wille alle situazioni. Grazie in ogni caso per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 13 - prompt "ukiyo" (dalla #pumpWORD list)

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Capitolo 14
*** Celare ***


14. Celare


Wilhelm cammina lungo la riva del lago, immerso nei suoi pensieri e grato di quel momento di solitudine.
Quasi tutti gli altri ragazzi stanno lasciando la scuola insieme alle proprie famiglie, e i pochi che resteranno a Hillerska sono occupati a salutare i propri parenti e a trascorrere con loro quegli ultimi momenti.

Si è premunito di stare lontano da tutti, godendosi un po’ di pace dopo quei giorni così complessi, celandosi per un po’ agli occhi attenti del resto del mondo.
Dopo il bacio di Felice, sa di non poterla incontrare per un po’: sarebbe difficile nascondere l’imbarazzo, e ancora di più spiegarle il perché di quell’equivoco.
Non vuole nemmeno incontrare August: dopo averlo ignorato quasi tutto il giorno, vuole evitare discussioni che non dovrebbero neanche sussistere.
E infine, crede sia meglio nascondersi anche da Simon: da domani avranno tutto il tempo per stare insieme, loro due soltanto, ma adesso ha necessità di un po’ di solitudine per raccogliere i pensieri.

Wilhelm cammina lungo la riva del lago, e il tramonto si riflette placido sulla superficie immobile delle acque.
L’autunno ha tinto la natura di colori caldi e di fragranze umide, che ben si sposano con il suo cuore bisognoso di tranquillità.
Quando infine rientra al dormitorio maschile, scivola lungo i corridoi in silenzio, continuando a celarsi da tutto e tutti – lieto di quella pace che rallegra il suo animo, e lo prepara per un futuro che appare finalmente luminoso.

[241 w.]



Buonasera a tutti in questo ormai quasi terminato quattordicesimo giorno di #Writober! Questa sera ho deciso di separare un po' Wille e Simon, e concentrarmi su due rari momenti di tranquillità per entrambi - prima del dramma della fine di questa sezione dedicata al terzo episodio, prima di tutto quell'angst e quella sofferenza che sembrano non lasciarli mai in pace. Quaggiù trovate la nuova storia su Simon, su un altro momento "catartico", che spero vi possa mettere di buonumore come ha fatto con me mentre scrivevo. Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 14 - prompt "celare" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 15
*** Armatura ***


15. Armatura


«August resta qui, questo fine settimana».
Sono le ultime parole che vorrebbe dire, ma non può che comunicargli quella novità e sottintenderne tutte le implicazioni.
È stanco di doversi sempre nascondere, di non poter essere sé stesso per proteggere quell’aura di perfezione che non ha mai desiderato avere o difendere.

Ormai ha capito chi è, o per lo meno chi e che cosa vuole, e continuare a negarlo non serve a nulla – ma ha la forza per sopportarne le conseguenze?
C’è un’armatura da indossare, che possa proteggerlo da tutto quel male che sicuramente la sua scelta gli trascinerà addosso?

Simon ha gli occhi velati di delusione e di tristezza, e sa che non può chiedergli un altro sacrificio – non dopo essersi già comportato abbastanza da stronzo per nessun motivo.
Forse non gli serve un’armatura, dopotutto, ma semplicemente continuare a seguire quello che gli ha consigliato Erik – seguire il momento, fregandosene degli altri.
Ha riflettuto su quell’idea per tutta la mattina, da quando ha saputo di August, e anche se sembra strana perché non provarci?
Raccoglie tutto il coraggio che possiede, poi finalmente chiede: «Credi sia possibile stare da te a Bjärstad?»
L’ennesima fuga, l’ennesima uscita insieme a persone così diverse da lui ma così simili a Simon – ma non è un prezzo difficile o spiacevole da pagare per stare insieme, e il sorriso di Simon ne è la conferma.

[229 w.]



Ciao a tutti per questo quindicesimo giorno di #Writober! Alla fine oggi siamo già a metà di questa challenge, e devo dire che non mi aspettavo di riuscire a restare in pari scrivendo due capitoli - uno per questa raccolta, l'altro per la sua gemella - al giorno! Mi sto divertendo molto, anche se in alcune giornate è difficile riuscire a completare entrambi i prompt, e spero che anche a voi stia piacendo questo mio piccolo esperimento. Oggi avrei dovuto concludere il terzo episodio con questa flash, ma ho rimandato la chiusura a domani - per cui godetevi questa tranquillità prima della tempesta! Qui trovate anche un po' di fluff pure per Simon, che diamogli qualche briciolo di felicità ogni tanto ^^" Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 15 - prompt "armatura" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 16
*** Pridian ***


16. Pridian¹

«Ci vediamo questo fine settimana», gli ricorda, un sorriso furbo sopra al bicchiere appena riempito, felice di potersi rincontrare dopo quelle settimane lontani.
Wilhelm è immobile, lo sguardo fisso sul telefono della scuola ancora nella sua mano.
Non capisce cosa stiano dicendo le persone intorno a lui, le cui voci sono ovattate e lontane, le figure sfocate e confuse.
Sa che sua madre sta singhiozzando all’altro capo del telefono, eppure non riesce a definire bene il perché.
Sente solo Erik ripetere quelle cinque parole, ancora e ancora, un sorriso furbo sopra a un bicchiere appena riempito – che cade all’improvviso, come il suo corpo quando il cervello finalmente comprende cos’è successo e le sue gambe di risposta cedono.

«Ho capito, non devi dirmi niente, non servono i particolari», rideva Erik, contento di condividere quel piccolo segreto insieme a lui.
Wilhelm è seduto su una poltrona: non ricorda come ci è finito, perché tutto è confuso e le poche cose che comprende sono sprazzi di conversazioni oscure che provano a penetrare in quella fitta oscurità che lo sta avvolgendo sempre più.
«Vostra Altezza, state bene?» continua a chiedere una voce in maniera insistente – come se lui avesse una qualunque risposta da darle.
«Non servono i particolari», ripete Erik nella sua testa, ed è vero.
Non serve nessun particolare, perché non c’è nulla da capire o dire o rivelare ormai, solo accettare.
Erik continua a ridere, perché quel segreto ora è anche suo – ma è solo un nastro rotto che scorre nella sua testa, poche frasi riavvolte e ripetute all’infinito che annullano la sua vita e la concentrano in una singola, ultima telefonata prima del nulla.

«Sta a sentire, divertiti finché puoi!», gli consiglia da uomo saggio che se ne intende di divertimenti.
Wilhelm si alza in piedi meccanicamente, seguendo le istruzioni di quella folla intorno a lui che non riesce a riconoscere.
Lo portano verso un’auto scura, circondata dagli uomini vestiti di nero che normalmente sono con Erik – ma lui non è lì.
«Al mio tre corriamo», gli sussurra nell’orecchio, ma Wilhelm non ha più voglia di correre per raggiungerlo.
Erik è riuscito a scappare, alla fine, lasciando dietro di sé tutta quella gente in nero, quei pettegolezzi continui e quei doveri insopportabili – eppure continua ad annuire al telefono.
L’uomo saggio che è suo fratello gli consiglia di divertirsi, finché può – perché non sai mai quando riuscirò a scappare, Wille, e allora toccherà a te prendere il mio posto.

«Ok, allora che cos’è?», chiede curioso, gli occhi illuminati e la bocca radiosa a sentirlo parlare di Simon senza nemmeno conoscerlo.
Wilhelm vede il lago scorrere davanti a sé, mentre ormai è buio e nessuno è rimasto con lui.
Vorrebbe rispondergli, fargli vedere una foto di Simon e, perché no, presentarglielo – ma Simon non è lì con lui, e ormai sta chiudendo la chiamata.
«Ti saluto Erik, ti saluto», brontola e sbuffa, spegnendo gli occhi e serrando la bocca di suo fratello.
Erik ha gli occhi illuminati e la bocca radiosa – ma è solo un’ultima immagine, prima che lo schermo diventi nero e suo fratello sparisca per sempre.

[515 w.]



¹ relativo al giorno prima, riferito a ieri.

E con questa sedicesima giornata entriamo ormai nel pieno del #Writober! Come vi avevo preannunciato ieri, oggi ci sono andato giù pesante con l'angst per chiudere degnamente il terzo episodio - e quando male mi fa, vedere Wille stare così! Non riuscivo a fermarmi dallo scrivere di quell'ultima telefonata, sinistramente premonitrice nel suo svolgimento, e spero di aver scritto una flash (non tanto flash) degna per questo momento straziante. Qui trovate invece Simon intento ad affrontare questo momento orribile fuori da Hillerska e lontano da Wille: passate a tenergli compagnia almeno voi!. Grazie in ogni caso per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 16 - prompt "pridian" (dalla #pumpWORD list)

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Capitolo 17
*** Nove ***


17. Nove


Nessuno gli ha spiegato come mai siano dovuti passare ben nove giorni prima di poter salutare per l’ultima volta Erik, ma ora che il momento è arrivato forse ne ha capito il senso.

Il primo giorno dopo la notizia è volato in un soffio, come un orribile sogno impossibile. I suoi ricordi sono ancora confusi, attorcigliati in un groviglio di dolore sordo e inesprimibile, e tutto ciò che rammenta sono gli abbracci di sua madre e le sue carezze sulla testa. È stato come quando era molto piccolo, e lei lo cullava prima di metterlo a dormire: un inutile tentativo di fermare il tempo, anzi farlo scorrere al contrario – ma non ha funzionato, e loro sono rimasti soli.

Il secondo giorno è stato all’apparenza più semplice: sua madre si è rimessa quasi immediatamente in moto, pronta ad annegare il dolore nel duro lavoro per gestire quel disastro inaspettato, e lui è parso a tutti come un erede di ferro – impassibile e inflessibile, incapace di piangere una singola lacrima o disperarsi, sia in mezzo alle poche persone ammesse a palazzo che nella silenziosa solitudine della sua camera.

Il terzo è stato invece il giorno peggiore. Come se si fossero aperti d’un tratto tutti i rubinetti del suo corpo, ha cominciato a piangere nel momento stesso in cui ha aperto gli occhi, senza riuscire a fermarsi per l’intera giornata. Suo padre lo ha trovato esausto e scosso dai singhiozzi, un guscio ululante disperazione e incapace anche di alzarsi dal letto – e solo con la forza sono riusciti a trascinarlo fuori dalla sua stanza per obbligarlo a mangiare qualcosa. Sforzi inutili, comunque, perché ha finito per vomitare tutto una volta rientrato nei suoi appartamenti, lo stomaco serrato come una tenaglia crudele e implacabile.

Al quarto giorno, si è obbligato a lottare per rimettersi in sesto, raccogliendo i frammenti di pensieri ed emozioni sparpagliati ovunque dal dolore. Ha ricaricato e riacceso il telefono, intoccato dalla partenza da Hillerska. Lo aveva dimenticato tra i suoi effetti trasportati in fretta e furia nella capitale, ma quel giorno lo ha speso leggendo le miriadi di messaggi di condoglianze ricevuti dai suoi compagni di scuola e altri amici.

Il quinto e il sesto giorno li ha passati a leggere e a rimuginare sui messaggi di Simon. La sua chat era la unica che non aveva ancora aperto, consapevole di cosa vi avrebbe trovato, e non rispondergli è stata la cosa più dura e al tempo stesso semplice da fare. Troppo dolore, troppa apprensione e preoccupazione da sopportare – soprattutto, troppo amore dietro quelle parole. Alla fine, ha gettato semplicemente il telefono in un angolo del letto, lasciandolo morire in solitudine e andando a seppellire quei sentimenti inadeguati per la sua nuova posizione.

Il settimo giorno è tornato completamente in carreggiata, per prepararsi nel migliore dei modi al funerale. Ha deciso di andare a trovare Erik – non ne aveva avuto la forza nei giorni precedenti – e quando il picchetto d’onore li ha lasciati soli per qualche minuto, si è lasciato andare in un pianto liberatore davanti alla sua bara.
Al rientro dei soldati, i suoi occhi si sono asciugati del tutto, e ha sentito come la mano di Erik guidarlo fuori da lì, per prepararsi alla nuova vita che lo aspetta

L’ottavo giorno è arrivato: ormai è tutto pronto per l’ultimo saluto, preparato e coreografato come se fosse il matrimonio che Erik non avrà mai. È andato a raccogliere una manciata di terriccio nel giardino del palazzo reale, per poi riporla sulla bara di suo fratello.
Polvere alla polvere, gli ha sussurrato – anticipando l’arcivescovo con quell’ultimo saluto – poi è rientrato nelle sue stanze per prepararsi al trasloco. Domani, insieme ad Erik, lascerà anche i suoi appartamenti, subentrando nelle stanze del Principe Ereditario che lo ospiteranno finché un ultimo funerale non lo renderà re.

Sono passati nove giorni dalla morte di Erik, e anche se nessuno gliel’ha spiegato, ora ha capito il senso di quella lunga attesa.
Ha spesso desiderato che quel giorno arrivasse e passasse in fretta, o al contrario che Erik restasse con loro a Palazzo per un tempo indefinito, ma nove giorni sono il giusto periodo per assimilare quell’assenza atroce e renderla parte di te.
Sua madre gli tocca piano la spalla, e lui si mette in cammino.
Forse è un caso, ma nove sono anche i passi che lo separano da Erik – nove passi, e tutto il resto della vita da percorrere da solo.
Il picchetto d’onore solleva la bara di suo fratello, uscendo a ritmo dalla chiesa, e lui li segue.
Nove giorni sono passati, ed è giunto il tempo di un’ultima corsa, fianco a fianco.

[770 w.]




Ciao a tutti in questo diciassettesimo giorno di #Writober... in ritardo! Oggi arrivo tardissimo con la pubblicazione, ma non sono riuscito a trovare un altro momento per sedermi al pc e sistemare questa flash... che alla fine è diventata una mini one-shot. Non sappiamo esattamente quanti giorni passino tra la morte di Erik e il funerale, ma seguendo la tradizione scandinava, il periodo di veglia del defunto dovrebbe essere compreso fra una e due settimane. Per questo, ho scelto di far passare nove giorni - la stessa durata dei novendiali per la morte di un pontefice - una data a metà tra i due estremi tradizionali. Sto ancora piangendo per il povero Wille, ma conto di farlo stare un po' meglio nei prossimi giorni - nel frattempo, qui trovate Simon intento a provare una soluzione nuova in questo momento così complicato. Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 17 - prompt "nove" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 18
*** Sweven ***


18. Sweven¹

Non appena la preside lo abbandona, Wilhelm comincia a non sentirsi bene.
La sua nuova stanza è molto più grande della precedente, eppure perché si sente soffocare ancora di più?
Le sue nuove guardie del corpo sono appena di là dall’uscio, eppure perché si sente tremendamente solo e isolato?
Le grandi finestre inondando la stanza di luce e aria, eppure perché si sente avvolto da un buio sempre crescente?

Wilhelm ha ancora il cappotto addosso, perché nonostante il riscaldamento acceso sta tremando.
Sono giorni che nessun tipo di calore sembra riuscire a scaldarlo, e il gelo che sente fin dentro le ossa non vuole abbandonarlo.
Lo staff della scuola ha provveduto a spostare tutti i suoi effetti nella sua nuova stanza, ma a lui sembra tutto alieno e sconosciuto – come se quella non fosse più la sua vita, ormai – tranne la palla di neve con il principe-rana. È così brutta che dev’essere proprio quella che gli ha regalato Erik tanti anni fa, perché ha sempre dubitato che qualcun altro avrebbe potuto comprare quell’oggetto così kitsch.
La stringe fra le mani, osservando gli occhi vacui della rana in cerca di consiglio.
Normalmente, gli verrebbe in mente Erik con una delle sue battute sempre adatte alla situazione, o con un consiglio perfetto per il problema del momento – ma per la prima volta, la rana-principe non fa la sua magia.
Nessuna visione rivelatrice, nessuna voce immaginaria che gli sussurra la cosa giusta da fare per tornare a sorridere, almeno un po’. Gli occhi della rana sono solo due puntini colorati, e l’unica cosa che percepisce è il peso enorme che quella corona, benché di plastica, infligge al povero animale.

Wilhelm abbandona la palla di neve inutile sulla finestra, e mentre sente un pizzicore improvviso gli attraversa le mani recupera il cellulare dalle tasche.
Cerca in fretta il contatto di Simon, e per qualche istante aspetta di sentire la voce di Erik, emergendo dalla rana-principe per consigliarlo, ma tutto tace – e allora procede col suo piano e cancella quel numero maledetto.

Simon appare davanti a lui, un fantasma spaventato ma che lo bacia con coraggio, senza lasciargli alcuna possibilità di fuggire.
Fa improvvisamente molto, troppo caldo, e Wilhelm comincia a spogliarsi nel tentativo di allontanare Simon insieme ai vestiti.
Prima leva il cappotto, ma un altro bacio lo raggiunge e lo inonda di calore e dolore insieme; poi è la volta della sciarpa e della cravatta, ma il respiro caldo di Simon gli accarezza il collo e riempie i polmoni.
Chiude gli occhi, si alza, comincia a fare esercizi di respirazione per calmarsi – e Simon lo stringe fra le sue mani, lo osserva fin dentro l’anima e lo chiama a sé, sempre più forte.
Wilhelm si sente incendiare, vorrebbe soltanto gridare per spaventare quelle assurde visioni che continuano a sostituirsi a suo fratello – e alla fine scappa, fuori dalla stanza, pronto a nascondersi ovunque pure di liberarsi di lui.

[485 w.]



¹ sogno, visione, premonizione.

Ciao a tutti ed eccoci al diciottesimo giorno di #Writober! Anche oggi vi regalo altri momenti angst con Wilhelm - ormai ci sto un po' prendendo gusto a vederlo soffrire ^^" Ma non temete che presto arriveranno anche alcuni momenti un po' più tranquilli e sereni... forse. Andate qui invece se volete leggere di Simon - anche lui in mezzo all'angst, ovviamente!

Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 18 - prompt "sweven" (dalla #pumpWORD list)

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Capitolo 19
*** Lorn ***


19. Lorn¹

Wilhelm li osserva uno ad uno, in cerchio intorno a lui come lupi in agguato.
«Tu, Principe Ereditario Wilhelm, giuri solennemente…» la voce di August è profonda e solenne, mentre gli ripete il Giuramento.
Sembra ancora un gioco, ma sa che quelle sono parole vincolanti che perpetuano un legame molto più antico di tutti loro.
«… di impegnarti per evitare a qualsiasi costo l’estinzione delle nostre Nobili Famiglie?»
August e gli altri lo fissano in attesa: ormai non è più un gioco, perché quel giuramento ricalca il vincolo di fedeltà che i suoi avi hanno stretto con i loro vassalli.
Wilhelm soppesa i suoi pensieri, consapevole di non poter più tornare indietro, poi annuncia infine: «Sì, lo giuro!»

Wilhelm li osserva uno ad uno, mentre si stringono intorno a lui come membri dello stesso branco.
Sono in pochi, e mancano molti suoi compagni, ma solo i nobili possono legarsi in quel vincolo antico ed eterno.
“Blod och Mark”, “Sangue e Suolo”: ecco cosa li rende speciali e unici. Ognuno di loro dipende dalla monarchia per continuare a godere dei propri privilegi, e ognuno di loro la difenderà fino all’ultimo respiro.
Quanto a Wilhelm, dovrà solo permettere alla monarchia di continuare a esistere, per sempre.
 
Wilhelm li osserva uno ad uno, mentre si impasticcano e si ubriacano e festeggiano quel rinnovarsi della tradizione. Ride con loro, beve con loro e si droga con loro – eppure il suo animo muore in mezzo a loro.
È in mezzo ai suoi fratelli, i più fedeli che potrà mai avere al suo fianco – eppure, è più solo di quanto sia mai stato prima. Non potrà mai avere Simon, o nessun altro – perché il suo dovere ora è solo verso la Monarchia, nient’altro.
Mentre piscia insieme ad August, ripensa alla sua condizione e poi grida alla notte il suo dolore.
È condannato, e non esiste via d’uscita.

[311 w.]




¹ abbandonato, condannato.

Buonasera a tutti in questo diciannovesimo giorno di #Writober! E con oggi siamo arrivati a un altro picco di angst con Wilhelm, e ammetto che fossero pochi i prompt che non mi ispiravano altra sofferenza per lui. Però, se andate qui, Simon può risollevarvi un po' di morale con la bellissima scena nel campo da calcio - e vi garantisco che domani anche per Wille ci sarà un po' di tregua dall'angst!

Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 19 - prompt "lorn" (dalla #pumpWORD list)

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Capitolo 20
*** Sottosopra ***


20. Sottosopra

Le dita di Simon sono intrecciate tra le sue, e lui lo sta avvolgendo tra le sue braccia, quando il mondo va sottosopra.
«Ricordi quello che mi hai detto ieri sera?», gli domanda, e il cuore di Wilhelm salta un battito per il terrore.
Si slaccia immediatamente da quella stretta fino ad allora rassicurante, sentendosi nudo – anzi, tecnicamente lo è – su quel letto che ospita un Simon di troppo.
Vorrebbe non averlo fermato, poco fa, mentre se ne andava, o per lo meno vorrebbe riuscire a fuggire via da quella situazione troppo imbarazzante.
La sera precedente è in gran parte avvolta nel buio, e alla sua memoria mancano pezzi importanti di ciò che è successo, ma ricorda bene cosa ha detto a Simon e in che stato si è fatto trovare.
Dopo tutto quello che gli ha fatto, dopo averlo visto in quella situazione, come può giustificarsi?

«Wille, va tutto bene!», lo rassicura Simon – e il mondo, di nuovo, va sottosopra.
Non è arrabbiato né sembra odiarlo, ma anzi ride divertito dal vederlo in quella situazione.
Wilhelm arrossisce fino ai capelli di fronte a quel sorriso calmo e caldo sotto di lui, e si tuffa a nascondere la testa in mezzo al suo petto.
«Me lo ricordo» mugola, impaurito e imbarazzato per come si è fatto trovare, ma all’altro non sembra importare: Simon lo abbraccia e protegge ridendo, e lo accarezza tra i capelli e sul viso per fargli capire che è davvero tutto ok.

«Anche tu mi piaci», ammette Simon, e Wille non sa come rispondere né cosa fare.
Si osservano e si accarezzano, indecisi se andare avanti oppure fermarsi lì, al limite – ma poi accorciano la distanza, si stende sopra di lui e finalmente lo bacia.
Non è come le altre volte, spettatore passivo davanti a una cosa semisconosciuta: Wilhelm ha voglia di Simon, delle sue labbra e della sua bocca, del suo respiro e della sua pelle.
Si spogliano in fretta, perché non c’è più tempo per restare divisi: Wilhelm si fa largo tra le gambe di Simon, lo sovrasta col suo corpo e si struscia su di lui mentre continua a baciarlo, le mani dell’altro che gli incendiano la pelle col semplice tocco.
Fanno l’amore così, scoprendosi l’un l’altro e scegliendosi in ogni bacio – e non importa più dove sia il sopra e dove il sotto, il giusto e lo sbagliato.
Finalmente sono una cosa sola, e non potrebbero essere più felici di così.

[408 w.]


Buonasera a tutti con questo ventesimo giorno di #Writober! Siamo arrivati a due terzi di questa challenge, e non riesco ancora a credere di essere riuscito a scrivere ogni singolo giorno fino ad ora! *o* E giusto per celebrare questo bel traguardo, eccovi finalmente con una scena fluffosa, felice e anche un po' erotica di questi due patatini che finalmente hanno una qualche gioia! Siete contenti? Se tutto questo non vi basta, andate qui per trovare anche Simon  finalmente alle prese con un po' di felicità! Se lo sono meritati entrambi, e anche voi potete avere una doppia dose di dolcezza oggi :)

Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 20 - prompt "sottosopra" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 21
*** Arco ***


21. Arco

Le dita di Wilhelm scorrono piano lungo il corpo nudo di Simon, attento a non svegliarlo per continuare a bearsi di quella vista meravigliosa.
Scivolano lente sopra ai suoi fianchi, a pochi millimetri da quel bacino che ha unito al suo in quella notte da sogno, e a fatica trattiene il desiderio di toccare quelle carni brune che lo infiammano al solo pensiero.
Ma le dita avanzano, continuando a danzare sui fianchi stretti e lungo le onde delle costole di Simon – su e giù, su e giù, come il suo respiro profondo che accompagna un sonno rilassato e sicuro.
Wilhelm è ipnotizzato da quello spettacolo silenzioso, e i suoi occhi si beano infine anche dell’arco tra le spalle e il collo di Simon – lì dove ha lasciato la prima scia di baci della sua vita, dove ha inciso con piccoli morsi il suo marchio di proprietà assoluta e eterna di quel ragazzo troppo speciale persino per lui.
Le sue dita volano nell’incavo del collo, fondendosi con le lame di luce che penetrano dalla finestra e illuminano un mondo rimpicciolito a quei pochi centimetri di pelle – e alla fine, quando giungono alle orecchie e ai capelli di Simon, si tuffano in quel mare bruno e ricciuto come nuotatori esperti.

Simon mugola piano, svegliandosi poco a poco con le sue carezze e stiracchiandosi tra le sue braccia – e Wilhelm comprende di aver finalmente fatto la scelta più giusta della sua vita.

[239 w.]



Ciao a tutti con questo ventunesimo giorno di #Writober! Ormai siamo arrivati anche ai capitoli sul quinto episodio, e dopo tanta sofferenza anche oggi ho deciso di regalarvi tanta fluffosità (?)! Ho adorato la fotografia dell'apertura di questo episodio, e amo come Wille sia sempre così tattile con Simon - come se necessitasse sempre di sentire con le sue mani che quello non è un bel sogno, ma una splendida realtà. Se scegliete di passare anche di qui, potete leggere anche di Simon alle prese con questo angolo di paradiso - e meno male, perché questi due patati insieme sono troppo belli e dolci! 
Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 21 - prompt "arco" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 22
*** Fuga ***


22. Fuga

Non è esattamente il tipo di “prima uscita” che pensava avrebbe avuto, ma Wilhelm è contento di poter passeggiare intorno al lago della scuola insieme a Simon.
Malin e l’altra guardia del corpo li seguono come delle ombre, e per qualche attimo ha pensato di rievocare il tentativo di fuga messo in atto con Erik qualche settimana prima, pur di avere un po’ di libertà.
Fortunatamente, entrambi sono abbastanza discreti dal non fare pesare la loro presenza – e ben presto, lui e Simon quasi si dimenticano di loro.
Arrivano persino a scherzare, chiedendosi fino a che punto i suoi due nuovi “angeli custodi” abbiano capito ciò che sta succedendo tra loro due – ma alla fine, non è davvero importante.

Passeggiano insieme per tutto il pomeriggio, il bosco intorno a loro che esplode di colori caldi e dell’odore piacevole delle foglie morte, mentre il lago gelido scintilla alla luce del tramonto.
Sono fermi a chiacchierare del più e del meno lungo la riva, quando Simon lo guarda e il tramonto inonda i suoi occhi profondi – e allora lui molla qualunque paura e lo bacia, come se fosse l’unica cosa che il mondo necessita in quel momento per continuare a esistere.
Lo bacia e gli prende il volto tra le mani, si perde tra i suoi ricci mentre Simon gioca con la sua sciarpa e con i suoi capelli troppo lunghi – e anche se tutto si conclude in pochi secondi, gli sembra di essere tornato finalmente a respirare.

Wilhelm si volta a guardare verso Malin, che sta chiacchierando col collega e sembra non aver notato nulla di quello scatto istintivo, e quando riporta gli occhi su Simon – rosso in volto e emozionato – capisce di aver fatto la cosa giusta.
Non potranno scappare per sempre, e forse l’unica fuga dalla realtà che continueranno ad avere lì a scuola saranno momenti magici come quello – ma ora sa che non deve temere la persona che gli guarda le spalle, e che è finalmente al sicuro, sempre.

[331 w.]



Ciao a tutti ed eccoci arrivati al ventiduesimo giorno di #Writober! La flash di oggi ci parla di quel piccolo gioiellino che è l'uscita di Wille e Simon intorno al lago di Hillerska, ed è anche un piccolo omaggio al personaggio di Malin, che adoro! Finalmente grazie a lei abbiamo meno interferenze da parte di August, ed è sempre così discreta e disponibile con Wille da fungere come un vero angelo custode per lui e Simon. Ho inserito un bacio non presente on-screen, ma ho pensato che potesse starci come gesto, visto che dopotutto questi due patatini sono effettivamente fuori per un appuntamento. Se invece volete leggere qualcosa di un po' più privato, qui trovate Simon ancora all'interno della stanza di Wille dopo la loro prima notte insieme...
Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 22 - prompt "fuga" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 23
*** Presagio ***


23. Presagio

Casa di Simon è forse quanto di più lontano dai posti che è abituato a frequentare, ma sta apprezzando sempre di più la vita delle persone comuni, così tranquilla e pacifica.
Riesce a osservare Linda che prepara la tavola dalle grandi finestre, e non può fare a meno di invidiare quella famiglia così normale da non doversi preoccupare di essere osservata da chiunque, in qualunque momento, come invece accade a lui.
Non ha mai avuto altri appuntamenti prima di quello, se si eccettua l’uscita al campo da calcio e lungo il lago di Hillerska, e stavolta avere Malin con sé rende il tutto ancora più strano – eppure sente in cuor suo che tutto andrà bene.
Si sistema meglio i capelli, poi bussa alla porta, l’ansia che sale leggermente nella breve attesa che lo separa dal rivedere Simon.
Poi la porta si apre, e il suo ragazzo – altrettanto teso e al tempo stesso felice – gli regala un sorriso dei più sinceri, che lui immediatamente specchia sul suo volto.
Entra in quella casa, sconosciuta eppure immediatamente familiare, e nel saluto caloroso di Linda e nel tepore accogliente di quella dimora non può che percepire i migliori auspici per ciò che verrà.
È tutto così semplice e naturale, anche mentre fa l’amore con Simon ancora e ancora, che sembra che quella casa, quelle stanze e quella gente sia stata sempre lì con lui – parte della sua famiglia, una casa sicura dove tutto non potrà che andare bene, per sempre.
E finalmente, Wille è davvero felice.

[250 w.]




Ciao a tutti ed eccoci arrivati al ventitreesimo giorno di #Writober! Oggi ho scelto di esplorare il primo vero appuntamento di Wille e Simon, e mi ha sempre fatto piacere vedere come Wilhelm sia da subito a suo agio in casa del suo ragazzo, e soprattutto con Linda! Mi immagino invece che per Simon sia andata un po' diversamente, visto che avere un principe in casa propria non è esattamente una cosa da tutti i giorni, e se volete leggere del pre-appuntamento a casa Eriksson potete andare qui!
Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 23 - prompt "presagio" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 24
*** Proverbio ***


24. Proverbio

Alla känner apan, men apan känner ingen”: tutti conoscono la scimmia, ma la scimmia non conosce nessuno¹. È stato così per tutta la sua vita, e proprio ora che credeva di aver trovato qualcuno con cui finalmente poter parlare, Simon gli mette un muro di sfiducia davanti.
«E ora ti aspetti che ti ringrazi?», lo ha accusato – come se lui non fosse altro che uno snob qualunque, incapace di provare qualcosa di autentico e sincero.
Fa male sentire quelle parole, e capire che forse neanche Simon vuole davvero ascoltarlo – anche se non è bravo con le parole, anche se la sua ansia gli impedisce di essere lucido nei momenti di difficoltà. Anche se finisce per sbagliare sempre ogni cosa, quando non sa nemmeno cosa deve fare per continuare a tenere in piedi quel castello immenso di perfezione che non può più tollerare.
«Volevo solo che lo sapessi», mormora. Perché non vuole darsi per vinto, perché crede in Simon e sa che se non può aprirsi del tutto con lui, allora non può esserlo con nessuno.
«Io… non volevo perderti» continua, e riesce anche a trovare la forza per guardarlo negli occhi. «Tu… sei l’unico qui con cui sento di poter parlare».
Spera davvero di non essere la scimmia – anche se è troppo difficile sostenere lo sguardo e non piangere, o anche solo stare in piedi senza appoggiarsi alla cattedra dietro di lui, perché Simon continua a guardarlo come se fosse uno sconosciuto.
Restano in silenzio, l’uno di fronte all’altro e con una faccia addolorata, e Wilhelm è ormai convinto di aver sbagliato tutto anche stavolta, quando Simon gli si avvicina e lo abbraccia.
Si avvinghia a lui come se fosse l’unico appiglio al mondo, rifugiandosi col viso nell’incavo della sua spalla e lasciandosi andare in un singhiozzio liberatorio, mentre Simon lo stringe forte e non lo lascia più andare.

[309 w.]



¹ proverbio svedese

Ciao a tutti ed eccoci arrivati al ventiquattresimo giorno di #Writober! Dopo due giorni di fluff e felicità, potevamo lasciare questi due cucciolotti tranquilli e sereni? Ovviamente NO! Per cui eccoci con un'altra flash piena di angst (di cui trovate la gemella su Simon qui!), perché niente, a quanto pare Wille e Simon devono soffrire le pene dell'inferno prima di poter essere felici davvero insieme! Ormai siamo anche agli sgoccioli del quinto episodio, che concluderò con la flash di domani, e questo significa che ci stiamo avvicinando anche alla fine del Writober! 😮
Grazie comunque per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 24 - prompt "proverbio" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 25
*** Fondo ***


25. Fondo

È concentrato su uno strano, trasandato uomo che si allontana da Simon e dalla sua famiglia – che non pare affatto felice, anzi – quando il suo telefono comincia a vibrare con insistenza.
È come un flashback doloroso, e stavolta controlla subito chi lo stia contattando, trovando un numero non salvato in elenco ma che sa appartenere a un qualche membro dello staff della Famiglia Reale.
Sei tu?”, chiede lapidario un messaggio, e intuisce che dietro quelle parole vi siano gli occhi perforanti di sua madre.
Apre il link allegato al brevissimo testo, che rimanda a una tread anonimo di un forum scandalistico: è un breve video, di pochissimi secondi, ma prima ancora di aprirlo intuisce che qualcosa, anzi troppe cose non vanno.

Le immagini della sua camera e del suo letto sono vividissime nei suoi occhi, mentre cerca di cancellare dalla sua memoria l’immagine di lui che fa l’amore con Simon.
Si sente sporco e violato, nell’essersi visto ripreso in un momento così privato – soprattutto perché ora tutti lo hanno visto – e sa di non poter reggere ancora a lungo.
Si fionda nel primo bagno che incontra, buttandosi sul primo gabinetto a disposizione e vomitando quel poco di rinfresco che è riuscito a mandar giù prima di vedere il suo mondo crollare – per l’ennesima, fottuta volta.
Il sapore della bile gli riempie la bocca, e continua a rimettere il nulla col viso rigato di lacrime roventi, mentre tutto intorno a lui gira in fretta e senza sosta – come un vortice impietoso, che lo trascina sempre più giù, su quel fondo da cui stavolta non può sperare di risalire.

[267 w.]




Ciao a tutti ed eccoci qui col venticinquesimo giorno di #Writober! Con la flash di oggi concludo anche il quinto episodio della stagione, anche perché ormai siamo già dentro all'ultima setttimana di questa challenge e manca proprio poco alla fine di tutto! Nei prossimi giorni non penso che cambierà molto il tono di questa raccolta, ormai settata sul far soffrire questi due piccoli ragazzi innocenti e soltanto innamorato, ma spero che continuerete ad apprezzare anche queste ultime storie - anche perché questo finale di stagione mi ha fornito davvero molti spunti per flash carine e angstose. Come sempre, se volete rivedere questo momento così tragico per questa coppia anche dagli occhi di Simon, potete andare qua!
In ogni caso, grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 25 - prompt "fondo" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 26
*** Fulmine ***


26. Fulmine

Wilhelm si dondola sul letto, le mani avvinghiate in un abbraccio disperato al cuscino e la testa assordata dalla musica troppo alta – unica soluzione per mettere a tacere le troppe voci di accusa che sente rimbombare nella sua testa.
Non riesce a credere che anche stavolta, dopo essersi sforzato per evitare l’espulsione di Simon e aver sistemato le cose ancora e ancora, il mondo abbia ripreso a sgretolarsi e a franargli sotto i piedi.
Si sente come un parafulmine solitario all’interno di una tempesta gigantesca, ogni scandalo e ogni disgrazia che lo ha colpito recentemente come un fulmine sempre più potente che cerca di scardinarlo e abbatterlo.
Anche sua madre, che doveva venire in suo soccorso, non gli ha fornito alcuna soluzione ragionevole, e non riesce a pensare ad alcun modo per risolvere l’ennesima sventura che lo ha preso di mira.
Rivede continuamente Simon davanti a sé, sente la sua pelle sotto i suoi polpastrelli e il suo respiro caldo contro il collo – e non può credere che proprio per qualcosa di così bello ora stia nuovamente così male.
Forse dovrebbe chiedere aiuto a Felice e Madison, fare insieme a loro un nuovo rituale – perché non si dà altra spiegazione di essere stato maledetto da qualcuno di davvero potente, visto che ogni felicità ormai pare negata, ogni piccola oasi di tranquillità proibita.
Wilhelm piange, mentre le cuffie gli propongono la prima canzone che gli ha cantato Simon appena giunto a scuola, e coccola il cuscino in cerca di quel calore che, ora lo teme davvero, potrebbe non sentire mai più.

[260 w.]

Buonasera e ben ritrovati per questo ventiseiesimo giorno di #Writober! Siamo giunti anche all'ultimo episodio della stagione, con i suoi toni cupi e pieno di angst ma anche di un crescente e faticoso desiderio di rivalsa e autonomia di Wilhelm. Anche per Simon le cose non sono semplici, e potete leggere di lui qua!
In ogni caso, grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 26 - prompt "fulmine" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 27
*** Tramonto ***


27. Tramonto

Sua madre se ne va al tramonto, dopo aver speso tutta la giornata a scuola – ma non con lui.
È venuta a trovarlo non appena arrivata, ma sebbene non abbia mostrato il benché minimo problema a livello personale con quanto gli è successo, ha principalmente cercato di trovare soluzioni ragionevoli e razionali, più che consolarlo.
Un modo per non farlo sentire giudicato a livello personale – non avrebbe potuto, dopo aver permesso da sempre a lui e a Erik di fare privatamente più o meno quello che volessero – ma al tempo stesso di rivendicare la superiorità degli interessi pubblici della famiglia rispetto ai piccoli problemi personali.

Sua madre se ne va al tramonto, e quei fari che si allontanano sembrano le ultime luci rimaste a illuminargli il cammino che fuggono lontano da lui, verso soluzioni e destini su cui non ha il benché minimo controllo.
Per questo si ritira nella sua stanza senza nemmeno cenare, eludendo ogni contatto pubblico pur di poter cercare da solo una qualche pace in quell’oscurità che continua a scendere e non sembra volersene più andare.
Se nel buio dovrà restare, sarà meglio cominciare ad abituarsi già adesso.

Qualcuno bussa alla sua porta poco dopo il tramonto, e lui sobbalza perché nessuno dovrebbe più volere a che fare con lui.
È August con la sua cena, intento a fargli una gentilezza autentica e rara che, finalmente, percepisce provenire direttamente dal cuore.
Ha parole di incoraggiamento per lui, che emergono da troppe scuse non richieste – come se avesse fatto qualcosa di male, e non fosse stato proprio lui lo stronzo a rivelare la sua condizione economica per umiliarlo davanti alla Società – e Wilhelm gliene è sinceramente, profondamente grato.
Non sarà Erik, ma lo conosceva quasi quanto lui e gliene dà prova: «Io sono convinto che Erik avrebbe voluto che fossi te stesso».
Sono parole strane, che non si aspettava di sentire uscire da quella bocca, ma estremamente sincere e sentite: «Veramente. Segui il tuo cuore».
August lo incoraggia con uno sguardo dolce e colpevole che non ha mai visto – come se avesse davvero deciso di rendere effettiva quella unità di sangue che li lega da sempre, abbandonando ogni idiozia sulla loro superiorità e semplicemente dimostrando di essere famiglia.
Esce dalla sua stanza in silenzio, lasciandolo solo con i suoi pensieri che ribollono nel suo animo.

È già passato il tramonto, ormai è sera e presto sarà notte – ma forse ora riesce a intravedere una possibile alba.

[408 w.]


Buonasera e ben ritrovati per questo ventisettesimo giorno di #Writober! Il prompt di oggi mi ha reso un po' più poetico - almeno, io mi sento tale ahahah - e ho anche voluto scrivere una storia in cui emergesse il lato buono del rapporto di August e Wilhelm. Non mi piace per nulla come personaggio, ma la storia di August è a sua volta tragica e ingiusta e credo che se si comporta così con Wille e Simon non sia per chissà quale crudeltà naturale, ma semplicemente per un orgoglio malsano che gli è stato iniettato dal contesto in cui è cresciuto - e l'aiuto che dà a Wille in questo momento difficile a mio parere è la prova che sotto sotto c'è qualcosa di buono anche in lui. Se invece volete leggere qualcosa August-free, andate qua: troverete Simon alle prese col ritorno a scuola dopo Santa Lucia, e il ritorno di un po' di romanticismo.
In ogni caso, grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 27 - prompt "tramonto" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 28
*** Toccare ***


28. Toccare

Il suo modo preferito di comunicare è sempre stato il tatto, ma Simon sembra l’unico ad aver capito quella sua particolarità così bene.
Proprio per questo sa che sarà ancora più difficile, nei prossimi giorni, andare avanti.
Ha dimostrato più volte di non riuscire a spiegarsi come vorrebbe con le parole, di inciampare nei suoi pensieri e lasciare che fossero l’ansia e il dubbio a guidare la sua lingua – perché lui non è Erik, che sapeva sempre cosa dire e soprattutto come dirlo.
Teme di sbagliare, ancora e ancora, incapace di trovare la giusta direzione e di resistere alle pressioni di sua madre; soprattutto, teme di non riuscire a capire, o a farsi capire, da Simon – uniti solo da un telefono, che è quando di meno fisico possa esserci.

Per questo passano gli ultimi momenti insieme così: stesi sul pavimento della sua camera, lui accoccolato in mezzo alle gambe di Simon e il suo ragazzo che gli tocca dolcemente i capelli mentre lo stringe con un braccio sul petto.
Si confrontano così, cercando una soluzione insieme, ed è grazie alla vicinanza estrema di Simon che finalmente riesce a trovare il coraggio di far sentire la propria voce e le proprie ragioni, senza cedere.

Sua madre sta arrivando, e Wilhelm stringe con più forza ogni centimetro di Simon che si ritrova a poter toccare.
Vorrebbe poterlo portare con sé, nasconderlo tra i suoi bagagli e contrabbandarlo a Palazzo – solo per potergli sfiorare la mano poco prima di parlare, e attingere a quella forza interiore che ora crede di aver trovato.
Tutto ciò è impossibile, lo sa bene, ma finge di non pensarci, le dita di Simon tra i capelli e la sua mano a scaldargli il cuore ancora per un po’.

[290 w.]



Ciao a tutti ed eccoci arrivati al ventottesimo giorno di #Writober! Ormai manca davvero poco alla fine di questa challenge, ancora non ci credo! :O
Oggi ho voluto riprendere l'idea della "fisicità comunicativa" (?) di Wilhelm, e parlare anche dell'ultimo momento sereno che lui e Simon hanno avuto - prima della conferenza stampa e tutto ciò che ne consegue. Se invece volete leggere del post-dichiarazioni di Wille, andate qua: vi avverto però, l'angst è garantito :(
In ogni caso, grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 28 - prompt "toccare" (dalla #pumpNIGHT list)

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Capitolo 29
*** Blu ***


29. Blu

Se per te sono una persona da nascondere…
La voce di Simon continua a rimbalzargli nelle orecchie mentre abbandonano Bjärstad e tutto intorno a lui è sempre più scuro e cupo.
Sperava di aggiustare le cose con quel viaggio, ma ora si rende conto di quanto abbia inseguito un’illusione e basta.

«Puoi prenderti tutto il tempo che ti serve», gli ha detto, mentre preparava il terreno per chiudere la loro relazione: «Io questo lo rispetto. Ma dovrai farlo da solo».
Al di là della rabbia e del dolore, riesce a intravedere la verità dietro a quel loro semplice scambio. È sempre stato perdonato, in tutte quelle sue piroette e ripensamenti, ma di fronte alla sua incapacità di rivendicare ciò che è ormai noto a tutti, Simon ha scelto di non trattare oltre.
E lo ha fatto senza sbattergli la porta in faccia, tagliandogli ogni altra opzione come hanno sempre fatto tutti gli altri – anzi, ha rivendicato di non volergli chiedere nulla.
Lo ha lasciato però con un consiglio che è anche un peso insopportabile da portare: «Devi scoprire che cosa vuoi veramente».
Al di là di cosa pensano o vogliono o si aspettano gli altri, può dire davvero di sapere cosa vuole – a parte cancellare tutto quel dolore e riportare indietro l’orologio, per tornare ai giorni migliori con Simon?

Continua a vedere davanti a sé un Simon straordinariamente serio e lucido nonostante la sofferenza palpabile, calmo e al tempo stesso affettuoso nonostante la rabbia e la delusione provata.
Soprattutto, lo vede esplodere di colori in quel grigiume bluastro che li circondava – con il giubbotto grigio chiaro incapace di contenere la potenza di quel maglione giallo brillante a rivendicare la sua incapacità di restare nascosto o nell’ombra.
È l’esatto contrario di ciò che è sempre stato lui: anche oggi è vestito di blu in varie tonalità, seguendo la gamma di colori moderati che ha sempre contraddistinto la sua vita – e che rispecchia il suo volersi amalgamare nello sfondo, senza risaltare mai, anche se quello sarebbe quasi suo ruolo per diritto di nascita.
Io non voglio essere il segreto di nessuno”, gli ha detto Simon col suo maglione giallo – e solo ora si rende conto di come sia proprio questo suo costante andare contro corrente, pur di affermare la propria libertà e indipendenza in quel mondo di persone tutte uguali, che lo ha fatto innamorare di lui.
E lui, vuole continuare a nascondersi nel blu scuro, o può farcela a vivere in quell’esplosione di colori?
Wilhelm guarda fuori dal finestrino, mentre un velo blu come le sue lacrime gli offusca la vista, in cerca di una risposta che continua a non arrivare.

[440 w.]




Ciao a tutti ed eccoci arrivati al ventinovesimo giorno di #Writober! Altri due giorni e poi sarà tutto finito... aiuto! D: Come ho fatto ad arrivare fino a qui ancora non l'ho capito, ma comunque, tornando alla storia... Oggi ho voluto esplorare la separazione tra Wilhelm e Simon dal punto di vista cromatico, concentrandomi proprio sulle differenze di stile che hanno i due personaggi. Magari non ci si fa troppo caso, ma effettivamente Simon indossa quasi sempre vestiti molto colorati e sgargianti, che spesso contrastano con l'ambiente circostante e lo mettono un po' al centro, lo fanno stagliare e lo rendono molto luminoso rispetto al resto. Wille è invece molto classico come abbigliamento, con tonalità spesso spente e comunque molto piatte, e ho pensato che si potesse giocare su questa loro differenza stilistica. A questo, ho voluto agganciare una riflessione sulle parole di Simon - sperando di non aver scritto troppe banalità comunque ^^"
Spero che questa terzultima flash vi sia piaciuta, e se volete leggere qualcosa anche su Simon vi aspetto qua!
In ogni caso, grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 29 - prompt "blu" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 30
*** Scavare ***


30. Scavare

Segui il tuo cuore”, gli ha detto la persona che gli ha rovinato la vita.
Devi scoprire cosa vuoi veramente”, gli ha consigliato la persona che quella vita l’ha illuminata e fatta splendere anche nei momenti più bui.
Wilhelm ha sempre tenuto in grande considerazione i consigli altrui, e negli ultimi giorni prima delle vacanze natalizie li ha messi in pratica.
Dolorosamente e faticosamente, perché scavare dentro sé stesso è la sfida più difficile che abbia mai affrontato – ma alla fine è arrivato ad una determinazione che non pensava di avere, forte e preziosa come un diamante nascosto ma infine ritrovato.

Le persone più vicine a lui, la sua famiglia, sua madre: tutti lo hanno tradito e sfruttato e si sono approfittati di lui, negandogli di scegliere autonomamente in tutte le situazioni importanti, anteponendo i loro desideri ai suoi.
Ma ora Wilhelm ha deciso di non giocare più a quel gioco al massacro, di non pagare più quei prezzi troppo alti e insostenibili.

Non si è mai sentito come i principi delle favole, quei cavalieri senza macchia e tutto coraggio decantati dalle ballate – che lui, di macchie e ombre ed errori ne è sempre stato pieno.
Il Principe Azzurro della sua famiglia è sempre stato Erik, l’unico capace di portare quel fardello e di perpetuare l’eredità tanto cara a sua madre.
Ma non essere il principe delle favole, forse, ha i suoi vantaggi – e ora sa come procedere.
A tentoni, senza scatti bruschi e poco alla volta come è nel suo stile – ma con la decisione implacabile forgiata proprio da tutto ciò che ha dovuto sopportare fino ad oggi.

Si avvicina a Simon fuori dalla cappella della scuola, imperturbabile nonostante l’uragano che lo pervade dentro. Scavare così a fondo ha creato uno spazio enorme nel suo cuore, che ora può ospitare agilmente tutti quei sentimenti così forti senza farli apparire all’esterno – dove deve essere perfetto e deciso, stavolta senza cedimenti o tentennamenti.
Il suo ex ragazzo sembra quasi impassibile davanti ai suoi complimenti, portando come senza sforzo quella maschera di lontananza che lui stesso gli ha messo addosso negando la loro relazione – e anche se fa male, sa di meritarsi quel dolore.
Ha bisogno di energia per alimentare il fuoco che gli brucia dentro al petto, per trovare il coraggio di fare ciò che va fatto, e Simon è la fonte più sana di quella forza che necessita per invertire la rotta e prendere in mano il timone con decisione.
È pieno di gente intorno a loro, tutta la scuola presente per salutarsi prima di tornare alle rispettive case – e per una volta, finalmente quello non è più un problema.
Abbraccia Simon come ha sempre fatto nel loro privato, senza cancellare la presenza degli altri ma anzi, rivendicando quel gesto con la sua pubblicità – affrontando sua madre, ed August, e i protocolli che adorano il segreto e rifuggono la sincerità.
Lo abbraccia, e lo ringrazia, e si scusa per averlo fatto soffrire – e poi apre il cuore che ha tanto scavato, rivelando a Simon la gemma che ha trovato al suo interno.
«Ti amo», gli sussurra all’orecchio facendolo sobbalzare, e poco importa se Simon non replica e quando si separano gli augura semplicemente di passare un buon Natale.
Perché quel “ti amo” è un dato di fatto, che non ha bisogno di risposta.
È la verità che ha trovato dentro di sé, quella gemma così splendente che non può più essere nascosta.
È il coraggio che ha finalmente preso il sopravvento, che lo rende fiero di chi è e pronto a combattere per chi vuole – per essere libero fino alla fine, unico artefice della sua vita.

[606 w.]





Ciao a tutti ed eccoci arrivati al trentesimo e penultimo giorno di #Writober! Come avete letto, con la flash di oggi ho concluso uffcialmente anche l'ultimo episodio della serie, un giorno di anticipo sulla tabella di marcia del Writober. Eppure, il prompt di oggi per me era così perfetto per Wilhelm che non si poteva fare altrimenti. Alla fine della prima stagione, l'ho visto così determinato e pronto a lottare per ciò che vuole che credo ciò sia dovuto a un serio momento di riflessione e maturazione personale - e non vedo l'ora di vedere dove arriverà con questa nuova consapevolezza!
Spero che abbiate gradito questo mio viaggio all'interno di questo fandom, andando a rivedere tutta la prima stagione e analizzandola con la mia "lente", ma se volete leggere un'ultima cosa anche su Simon vi aspetto qua!
Per quanto riguarda domani, invece, come potete notare questa raccolta non è ancora ufficialmente conclusa, bensì manca l'ultimo capitolo. Ho deciso di utilizzarlo proprio per "sbirciare" un po' nel futuro, dandomi la libertà di scrivere su questa coppia senza restare all'interno del canonico già scritto. Per cui, spero di vedervi passare da queste parti anche domani, per salutarvi con un bel lieto fine per questi due patatini che si meritano tutto il mio amore! ♥
Grazie per essere passati a leggere anche oggi, ci vediamo domani :)

Giorno 30 - prompt "scavare" (dalla #pumpINK list)

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Capitolo 31
*** Arcobaleno ***


31. Arcobaleno


Wilhelm guarda fuori dalla finestra, sorridendo nel vedere il sole di nuovo alto nel cielo finalmente libero dalla pioggia.
«Simon! Vieni, guarda!» grida gioioso, come un bambino elettrizzato la mattina di Natale.
Simon fa capolino con la testa dalla porta del loro salotto, poi lo raggiunge dalla finestra con un’espressione curiosa sul volto.
Deve ancora finire di prepararsi per la parata, e indossa solamente un paio di pantaloni neri e stretti – che gli risaltano magnificamente il sedere, nota con piacere Wilhelm mentre gli allaccia il braccio intorno alla vita nuda.
«Que pasa, mi amor?» gli chiede, sorridendo sornione mentre gli posa un veloce bacio sulle labbra prima di voltarsi verso la finestra.
Wilhelm arrossisce istantaneamente per il piacere, come ogni singola volta che Simon gli ruba quei baci all’improvviso, poi punta il dito verso un punto in alto fuori dalla finestra.
«Lassù, guarda!» gli indica, la voce sempre elettrizzata: «Avevi ragione, ha smesso subito di piovere e…»
Non fa in tempo a finire la frase, che Simon allarga gli occhi stupito e mormora felice: «L’arcobaleno! È bellissimo!»
Un arco multicolore nitidissimo ed enorme si staglia nel cielo di Stoccolma, il più scintillante e radioso che abbiano mai visto, e i due si stringono in un abbraccio elettrizzato davanti a quel segno di buon auspicio. Non hanno mai marciato per il Pride sotto un arcobaleno, tantomeno uno perfetto come quello, e non può che essere un buon segno per tutti.
Simon gli appoggia la testa sulla spalla, solleticandogli il collo coi suoi riccioli meravigliosi, mentre il cuore di Wilhelm si riempie di felicità davanti al doppio spettacolo a cui sta assistendo – l’arcobaleno nel cielo e il suo ragazzo al suo fianco.
Si sfila dolcemente da quell’abbraccio, voltandosi verso Simon e baciandolo teneramente prima di allontanarlo da sé.
«Anche tu sei bellissimo», mormora, prendendogli le mani tra le sue e sorridendo nel sentire tra le dita il freddo metallico dell’anello di fidanzamento che gli ha regalato proprio la notte precedente, mentre Simon arrossisce e gli prende il volto tra le mani per baciarlo ancora una volta.
«Su, su, vai a prepararti, mi amor!», lo incita staccandosi a malincuore da quelle labbra, e scuotendo la testa felice nel guardare Simon annuire e ancheggiare facendogli l’occhiolino mentre rientra nella loro camera per finire di vestirsi.
Wilhelm aspetta che l’esile figura svanisca dietro la porta, poi torna a sorridere verso l’arcobaleno che ora abbraccia la capitale protettivo.
Sono passati sette anni dalla prima volta che si sono visti, e ne hanno passate davvero tante insieme, tra alti e bassi incredibili. Ma finalmente, oggi può dirsi davvero e per sempre felice.

[435 w.]




Ciao a tutti ed eccoci finalmente arrivati al trentunesimo e ultimo giorno di #Writober!
Mi sembra strano essere arrivato alla fine di questa challenge, riuscendo tra l'altro a completarla in tempo e senza ritardi - un miracolo, per me che non sono affatto costante con la scrittura XD Non è stata un'impresa facile, soprattutto perché era la prima volta che partecipavo alla challenge nonché anche il mio battesimo su questo fandom, ma posso dirmi soddisfatto del risultato!
Spero che abbiate gradito questo mio (primo) viaggio nell'universo di Young Royals, compreso questo happy ending ambientato un po' di anni dopo la serie, ma che ho voluto scrivere per chiudere in bellezza e dare tanta tanta felicità a questi due amorini. Vi ringrazio per avermi seguito in questa sfida, e se vi va di leggere anche la conclusione della raccolta gemella a questa su EFP, passate pure di qua!
Conto di tornare a scrivere presto su questo fandom, quindi se vi siete trovati bene da queste parti spero di rivedervi presto! ♥
Buon Halloween a tutti, vi abbraccio forte :)

Giorno 31 - prompt "arcobaleno" (dalla #pumpINK list)

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