Immagination ain't nobody's bitch

di Giadavnt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non é colpa mia se gli piace quando gli stai sopra ***
Capitolo 2: *** Battito ***
Capitolo 3: *** Un dannato vestito da sposa ***



Capitolo 1
*** Non é colpa mia se gli piace quando gli stai sopra ***


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- Daryl smettila di fare il bambino! -
- Ti dico che sto bene, non ho niente! -

Si, niente. Se con niente intendeva l'essere stato sparato, infilzato da una freccia, caduto da cavallo, rotolato giù da un dirupo e quasi divorato da un vagante mentre era incosciente.

Nulla da fare, sembrava non accorgersi neanche di te che cercavi di spingerlo con tutte le tue forze sul letto.

Herschel lo aveva medicato, fasciato e raccomandato di riposarsi mettendo a disposizione una delle stanze della sua casa. Un letto comodo era indubbiamente meglio della branda da tenda e le lenzuola pulite avrebbero evitato di incorrere in qualche infezione.

- Daryl, sta fermo ho detto! -
- No! Ho trovato la sua bambola, Sophia doveva essere vicina. Devo andare a cercarla! - e con questo ti spinge di lato, muovendosi velocemente, per quando possa muoversi velocemente qualcuno con un buco nel fianco, verso la porta.

Nuovamente cerchi di afferrarlo, di trattenerlo, avvolgendoti al suo braccio e usando tutto il tuo peso come leva.

- So che vuoi trovarla, anche io voglio solo che torni da noi sana e salva ma non è in questo stato che andrai di nuovo li fuori. Inoltre è buio ormai! Rischi solo di farti male ancora. -

Lo senti grugnire e, senza curarsi minimamente di tutti i tuoi sforzi, si avvia nuovamente verso la porta.

Niente da fare. Anche con un Daryl ridotto in quello stato, non sai minimamente capace di trattenerlo. Sicuramente non è con la forza che lo convincerai a stare a letto.

Una lampadina ti si accende nella mente e, anche se odi quel pensiero, ti rendi conto che é l'unico modo per fermarlo.

Gli afferri il fianco, piantando le unghie nella pelle vicina alla ferita, proprio mentre lui sta per aprire la porta e andarsene.
Lo senti sobbalzare dal dolore e senti i sensi di colpa riaffiorare nello stomaco.

- Ma che cazzo, T/N !? -
- Ho detto no! Tu resterai qui a riposare. Che tu lo voglia o no! -
E con questo sbatti la mano sulla porta per richiuderla mentre continui a tenerlo con l'altra, facendolo imprecare e lamentare.
Lo spingi sul letto mentre è ancora intontito dal dolore.

- Sei pazza cazzo! -
Lo vedi provare ad alzarsi di nuovo e con un slancio, ti siedi su di lui, le tue gambe ai lati del suo bacino, costringendolo a rimanere sdraiato.

- Sei tu che mi costringi ad usare le maniere forti! Ora, sta fermo! -

Rimani anche tu ferma, su di lui, per evitare che tenti di nuovo di scappare via.
Daryl strizza gli occhi, forse a causa di un'altra fitta al fianco e tu non puoi che sentirti ancora più in colpa per aver usato questo a tuo vantaggio.

- Stai bene? -

Apre gli occhi, guardandoti appena prima di annuire e sbattere nuovamente le palpebre un paio di volte.

Solo dopo qualche secondo ti rendi conto di come il suo sguardo sia cambiato.
Daryl ti sta fissando in un modo che non sapresti descrivere e ti senti quasi trapassata dai suoi occhi, come dei raggi X.
Inclini leggermente la testa di lato, ricambiando il suo sguardo, cercando di capire cosa c'è che non va.
E in quel momento senti qualcosa premerti tra le gambe.
Abbassi lo sguardo velocemente, solo per renderti conto di essere seduta esattamente sul suo inguine.

-Oddio, scusa! Non...Non me ne ero resa conto! - Ti senti le guance avvampare mentre ti sposti velocemente da lui, finendo sul letto, distesa sul fianco.

Tu e Daryl stavate insieme da qualche tempo, dividevate la tenda, si , ma non eravate mai andati tanto oltre. Lui non aveva mai forzato nulla e tu...beh tu...

Vieni distratta da un nuovo tentativo di alzarsi di Daryl.
Senza pensare, ti ritrovi nuovamente su di lui, mantendolo premuto sul materasso per le spalle.

-Ti piace stare sopra, ho capito. -

Ti senti nuovamente le guance in fiamme a questa sua uscita.

- Smettila! -
- Tu sei l'unica che continua a saltarmi addosso! -
Non riesci a trattenere un ringhio sommesso.

- Non sembra che ti dispiaccia! -
- Mai detto. -
Ringhi di nuovo, di imbarazzo e frustrazione, quando lo vedi tentare di liberarsi della tua presa e alzare il busto, facendo una smorfia.
Sospiri e muovi le braccia, infilandole sotto le sue in una sorta di abbraccio, aiutandolo a mettersi seduto, con te nuovamente seduta sulle sue gambe.

Senti le sue braccia avvolgerti la vita mentre lui nasconde il viso nell'incavo del tuo collo.
- Anzi, vorrei saperne di più. - aggiunge sottovoce, baciandoti leggermente la pelle.
Rimani bloccata mentre senti girare vorticamente la testa per qualche secondo a questa sua rivelazione.
Ti stringe di più a lui, quasi volesse fondervi insieme.
Apri la bocca per rispondere ma senti la bocca improvvisamente secca. Ti inumidisci le labbra mentre senti il cuore battere a mille nelle orecchie.
Ti allontani leggermente da lui, il necessario per guardarlo in quegli occhi azzurri che ora ti sembrano più scuri del solito.

- Sei ferito. -
Lo vedi fare una smorfia, infastidito, quasi offeso o arrabbiato e ti si stringe il cuore.
Lo senti allentare la presa e stavolta sei tu a stringerlo più forte.
Ti guarda dubbioso, le sopracciglia leggermente aggrottate.

- Tu sei ferito e...io non ... - lasci la frase in sospeso perché non trovi le parole giuste per dirgli che sarebbe la tua prima volta e, in qualche modo, questo ti spaventa. Abbassi lo sguardo, sentendoti stupida e in imbarazzo.
Riincontri di nuovo i suoi occhi dopo qualche secondo, quando senti le sue braccia avvolgenti di nuovo come prima.
Ha capito, come spesso succede, senza bisogno di tante parole, anzi, quasi nulla.

Ti bacia piano, lieve, quasi temesse di fare qualcosa di sbagliato, e senti le farfalle nello stomaco, la testa girare di nuovo.

- Ti amo. - quasi non lo senti mentre si nasconde di nuovo nel tuo collo e ti stringe di più, fino a far aderire i vostri corpi completamente.
- Ti amo anch'io.- rispondi mentre ti rilassi nella sua stretta e senti di nuovo qualcosa premerti tra le gambe.

-Forse dovresti dire a "Daryl Junior" di calmarsi.- cerchi di sdrammatizzare e senti di nuovo le guance arrossarsi.
Lui ridacchia contro la tua pelle.
- Non è colpa mia se gli piace quando gli stai sopra. -

 

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Capitolo 2
*** Battito ***


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Erano una strana coppia.

Y/N e Daryl.

Erano così diversi.

Lui era un cacciatore, parte del Consiglio, colui che andava sempre alla ricerca di rifornimenti. Sorrideva raramente e parlava poco.

Lei invece era la loro insegnante di autodifesa, sempre sorridente, premurosa e gentile con tutti.

A Oliver, Y/N piaceva.

Quando lui e tutta la gente di Woodbury era arrivata alla Prigione, i suoi genitori gli avevano raccomandato di essere sempre educato ed ascoltare quelle persone che li avevano accolti.

Inoltre lui era il più grande tra i bambini quindi avrebbe dovuto fare da buon esempio per tutti gli altri.

Oliver si era sentito importante e faceva del suo meglio in ogni cosa.

I primi giorni alla prigione erano stati un po'...confusi, disordinati.

C'era tanta gente e le celle non erano abbastanza.

Un uomo di nome Rick aveva parlato ad alta voce, rassicurando tutti e dicendo che nei giorni seguenti avrebbero reso sicure altre aree della prigione e che quindi ci sarebbe stato posto per tutti.

Allora li aveva visti per la prima volta.

Daryl si era avvicinato a Rick, chiedendogli qualcosa che lui non era riuscito a capire, poi era tornato al fianco di Y/N. Li aveva visti guardarsi per un attimo, dandosi un cenno con la testa l'un l'altro, poi li aveva visti stringersi la mano.

In quel momento, Oliver aveva pensato che fossero amici, o forse fratello e sorella, anche se non si assomigliavano.

Da quel momento era passato tanto tempo.

Ora tutti avevano una propria cella alla Prigione. Ognuno aveva un lavoro, un impiego, utile a tutti: c'era chi cucinava, chi si occupava di coltivare, chi andava alla ricerca di rifornimenti...

Si era formato un Consiglio di 5 persone.

Daryl ne faceva parte ed era stato lui, un giorno, a parlare con tutti gli adulti, insieme a Y/N.

Oliver aveva provato ad ascoltare qualcosa.

L'uomo aveva detto che tutti i bambini avrebbero dovuto imparare a difendersi, ad utilizzare le armi...

Ogni settimana avrebbero fatto qualche lezione con Y/N.

Aveva sentito che molti genitori non erano d'accordo. Y/N aveva provato a rassicurarli ma non era servito a nulla.

Oliver aveva visto Daryl storcere il naso e poi uscire dalla stanza a passi pesanti. Quasi lo aveva travolto fuori alla porta. Non gli aveva dato il tempo di scusarsi che gli era passato di fianco ed era sparito velocemente.

I giorni seguenti era stato attento a comportarsi il meglio possibile.

La sua mamma gli aveva detto che spiare non era educato e Oliver aveva paura che Daryl potesse aver detto ai suoi genitori di averlo sorpreso ad ascoltare quella che, evidentemente, era una conversazione solo per adulti.

Eppure non era mai arrivata alcuna strigliata. Forse Daryl se ne era dimenticato o forse aveva deciso di fargliela passare liscia per quella volta.

Nella sua testa da bambino, si era quindi deciso di ringraziarlo, mostrandosi forte e facendo del suo meglio per diventare come lui.

Così quando i suoi genitori gli avevano parlato delle lezioni di difesa non aveva aspettato oltre e all'ora di pranzo, mentre si trovavano tutti nella mensa, si era avvicinato a Y/N, seduta ad un tavolo insieme a Daryl e altri due ragazzi che ricordava chiamarsi Glenn e Maggie.

Aveva gonfiato il petto, mettendosi quanto più dritto potesse con la schiena, e aveva chiesto quando avrebbero fatto la loro prima lezione, sentendosi le guance arrossarsi. Y/N gli aveva sorriso e accarezzato la testa.

-Non so se i tuoi genitori sono d'accordo, piccolo.- la sua voce era stata dolce, si era guardata un po' intorno, poi era tornata con lo sguardo su di lui.

-Dobbiamo ancora decidere se...-

Oliver si era avvicinato più e aveva guardato Daryl.

-Io voglio diventare come lui. Devo imparare a usare la balestra...o le pistole. Non puoi insegnarmi?-

Y/N si era voltata sorridendo verso Daryl mentre Glenn gli aveva dato una pacca sulla spalla.

-Sembra che tu abbia un ammiratore!-

-Smettila.- era stata la semplice risposta dell'arciere.

I giorni seguenti Oliver aveva visto i suoi genitori parlare con gli altri adulti. Stavolta non si era permesso di origliare ed era rimasto nel cortile, guardando verso le recinzione, dove Y/N, Daryl e altre persone uccidevano i vaganti che si ammassavano.

Li aveva visti aiutarsi a vicenda, appoggiarsi l'uno sull'altro per qualche momento di pausa e scambiarsi una bottiglietta d'acqua prima di tornare ad afferrare i ferri insanguinati.

In quel momento, vedendoli vicini, aveva pensato per la prima volta, che forse erano fidanzati, come Glenn e Maggie.

Poi aveva scacciato quel pensiero.

Non li aveva mai visti baciarsi e la mamma gli aveva detto che due persone si baciano quando si amano l'un l'altro.

Qualche giorno dopo Y/N era venuta nella cella dei suoi genitori a cercarlo.

-Tu sei Oliver, giusto?-

Lui aveva annuito energicamente, felice ed orgoglioso che lei conoscesse il suo nome.

-Bene Oliver. Voglio darti un importante compito. Dovrai dire a tutti i tuoi amici di venire oggi in cortile, dopo pranzo.-

-Ci insegnerai a usare la balestra di Daryl?- le aveva chiesto speranzoso, immaginandosi già con quell'arma tra le mani, scoccare una freccia e fare centro. Lei sarebbe stata fiera di lui.

Y/N aveva riso. Oliver aveva pensato che fosse davvero bella, specialmente quando rideva.

-Forse è un po' presto per la balestra. Inizieremo con l'imparare a usare i coltelli.-
Lui aveva annuito di nuovo, pensando che avrebbe potuto fare centro anche lanciando un coltello.
Lo aveva visto fare a Daryl un po' di tempo prima e Y/N lo aveva guardato ammirata.
Forse, se ci fosse riuscito, avrebbe guardato anche lui in quel modo.

Così si era impegnato a svolgere il suo compito e quel pomeriggio molti bambini si erano presentati in cortile, pronti ad iniziare, mentre altri, vicino ai genitori, erano rimasti più in disparte ad osservare.

Y/N era già lì ad aspettarli. Daryl, al suo fianco, la aiutava a posizionare vari coltelli su un tavolo di metallo.

Una volta pronti per iniziare, Oliver aveva visto Daryl avvicinarsi di più a Y/N per un momento.
Una bambina al suo fianco aveva bisbigliato qualcosa all'amica.
-Vediamo se si baciano.-

Oliver aveva strabuzzato gli occhi e si era rivoltato a guardare la sua maestra e l'uomo.
Daryl aveva guardato prima lei poi tutta la platea di bambini, stranamente silenziosi e concentrati su loro due. Lo aveva visto spostare il peso da un piede all'altro, quasi a disagio, le aveva sussurrato qualcosa che l'aveva fatta sorridere e poi era andato via.

Niente bacio.
Le due bambine al suo fianco avevano sbuffato.
-Allora non sono fidanzati!-

***

Ormai le lezioni continuavano da qualche settimana. Oliver ora sapeva come tenere un coltello, anche molto affilato, senza farsi alcun graffio e aveva imparato a maneggiarlo.
Un pomeriggio, Y/N li aveva fatti esercitare anche a lanciarli.
Erano andati nel cortile sul retro della prigione e, a turno, avevano lanciato il coltello contro il tronco di un albero.

Oliver era riuscito a far incastonare il coltello nella corteccia al secondo tentativo e aveva sentito le guance infiammarsi quando Y/N aveva esultato con lui e baciato sulla testa.

Il giorno dopo aveva trovato un fiore bianco nel cortile e non aveva perso tempo a coglierlo e portarlo a lei.
Se ci pensava, ancora sentiva una strana sensazione nella pancia a ricordare il suo sorriso.
Daryl, al suo fianco, invece non aveva detto nulla.

Quella sera non era riuscito ad addormentarsi. Era quindi uscito dalla sua cella silenziosamente, senza svegliare i suoi genitori. Aveva attraversato tutto il corridoio, arrivando al blocco C, lì dove sapeva fosse la cella di Y/N.

Molti avevano utilizzato lenzuola per coprire le porte di ferro ma il lieve venticello le alzava abbastanza per permettergli di sbirciare all'interno e riconoscere i visi addormentati.

Aveva scorto Carl, Beth e suo padre Hershel, Maggie e Gleen. Sbriciando nell'ultima cella, aveva visto il suo fiore bianco poggiato su un mobiletto di fianco al letto.

Quella era la cella di Y/N!

Provò ad avvicinarsi di più, e si sorprese quando vide anche altri fiori bianchi sullo stesso tavolino.
Come erano arrivati lì tutti quegli altri fiori?

La porta della cella scricchiolò, Oliver scorse qualche movimento sul letto e si ritrasse il più velocemente possibile per paura di poter essere visto.

Quando tornò il completo silenzio, provò a guardare di nuovo nella cella, più precisamente verso il letto nell'angolo della stanza.

Nella penombra corse i lineamenti del viso di Y/N beatamente addormentata avvolta attorno a qualcosa...
Mosse appena un passo, per vedere meglio nello spiraglio lasciato aperto dalla tenda.

Daryl era lì, le sue braccia ad avvolgerla e la testa poggiata sul suo petto, gli occhi chiusi.

Oliver rimase per qualche secondo a guardarli.

I suoi genitori dormivano assieme ed erano sposati.
Glenn e Maggie dormivano assieme ed erano fidanzati.
Anche Y/N e Daryl dormivano assieme, quindi questo significava che erano fidanzati anche loro?

Era rimasto con questo dubbio per circa una settimana.

---

Stavano facendo di nuovo lezione nel cortile sul retro.

Era la prima volta che non usavano i coltelli e Y/N teneva tra le mani una pistola, spiegando le varie parti dell'arma e come caricare i proiettili.
Sorrideva a lui e agli altri eppure sembrava distratta, guardava continuamente verso il cancello, verso il bosco e la strada.

Oliver non ne era sicuro ma pensava fosse perché il gruppo, uscito qualche giorno prima, non era ancora tornato da una spedizione. Spedizione a cui aveva partecipato anche Daryl, ovviamente.

Y/N stava richiudendo la pistola quando Maggie era spuntata dalla porta che portava sul cortile.

-Sono tornati! Y/N, sono tornati!-
Oliver aveva visto il suo viso illuminarsi, qualcosa brillare nei suoi occhi.

Y/N aveva detto qualcosa riguardo alla lezione finita, mentre le sue labbra si aprivano in un primo vero sorriso dopo giorni.

Era corsa verso Maggie, abbracciandola, poi le aveva lasciato la pistola ed aveva cambiato direzione, iniziando a correre lungo il perimetro della prigione per raggiungere il davanti della struttura.

Mentre tutti gli altri bambini si erano sparpagliati, felici di aver finito prima la lezione, Oliver si era diretto nella direzione in cui aveva visto correre Y/N.

E allora aveva avuto la conferma.

Y/N e Daryl erano proprio lì.
In quel vicoletto laterale vuoto, ad eccezione di loro tre.
Lui sembrava completamente sporco di sangue ma probabilmente a lei non importava minimamente nulla dato il modo in cui lo stava stringendo.
Anche Daryl l'aveva abbracciata, lasciando cadere la balestra sul terreno, in un modo che a Oliver sembrò quasi violento.
Poi si erano baciati e lui aveva chiuso gli occhi imbarazzato, nascondendosi dietro al muro.

Quella notte aveva fatto fatica a prendere sonno, l'immagine di Daryl e Y/N ancora nella mente.
Come aveva fatto a pensare che non stessero insieme?
Solo due persone veramente innamorate possono baciarsi in quel modo.

Il giorno dopo non li vide in giro, e Maggie avvisò tutti i genitori che, per quel giorno, non ci sarebbe stata alcuna lezione.

Solo durante la notte, quando fu sicuro che tutti dormissero, Oliver lasciò di nuovo la sua cella raggiungendo il blocco C.
Sbriciò nuovamente all'interno della cella di Y/N. Stavolta riuscì subito a distinguerli.
Lei con la testa sul cuscino, le braccia ad avvolgere Daryl, e lui sul suo petto a ricambiare quell'abbraccio.

Mosse un passo in avanti, come la volta precedente, per poter vedere meglio.

- Che fai qui a quest'ora? -
Oliver sentì un brivido percorrergli la schiena.
Daryl, senza muoversi minimamente, aveva aperto gli occhi e guardava proprio verso di lui, attraverso lo stretto spiraglio lasciato dalla tenda.
Non sembrava arrabbiato o altro ma la sua voce roca gli incudeva sempre un po' di timore.

-Non...non volev...- tentò di dire qualcosa.

-Non riesci a dormire?- stavolta era stata Y/N a parlare, voltando il viso verso di lui e alzandosi leggermente col busto, facendo spostare anche Daryl.

-Io...no, non...- ancora una volta non riuscì a trovare le parole per completare la frase, troppo imbarazzato nell'essere stato colto in fragrante.

Y/N aveva guardato Daryl in quella che sembrava una muta domanda e dopo qualche secondo lui si era spostato completamente da lei, stendendosi sul fianco, nel lato vuoto del letto.

Allora Y/N aveva allargato le braccia verso Oliver, in un gesto che gli ricordò molto la sua mamma e si ritrovò ad accettare felice quel muto invito.

Salì sul letto, accoccolandosi sul petto di lei in una posizione simile a quella di Daryl poco prima.

Non sapeva quanto tempo fosse passato quando vide l'uomo aprire di nuovo gli occhi e guardarlo.

- Ancora non dormi? -
Oliver non rispose alla sua domanda, troppo preso da un altro interrogativo.

- Daryl, perché tu dormi così? Su Y/N? -
Oliver vide l'uomo sbattere le palpebre più volte.

- Non solo ti prendi il mio posto, ora fai pure domande? -
Ancora una volta, non sembrava arrabbiato ma Oliver si ritrovò a stringersi di più a Y/N.

Daryl lo fissò ancora per qualche secondo.
- Cosa senti? -
Il bambino impegnò qualche secondo a capire cosa intendesse.

- Sento il suo respiro. -

- Che altro? -

- Il battito del suo cuore. -

- Esatto. -

- Vuoi dire che per te è come una canzone della buona notte? -
Daryl annuì lievemente.

Oliver ci pensò un po', ascoltando quel suono regolare, cercando di ritrovare quella melodia che aiutava Daryl a dormire.

- Ma è sempre uguale, non sembra una canzone. -
Le labbra di Daryl si stesero in un piccolo sorriso.

- Se senti il battito di una persona, vuol dire che è viva. -
L'uomo si mordicchiò il labbro inferiore.
- E sapere che lei sta bene mi aiuta a dormire. -

Oliver cercò di capire il vero significato di quelle parole.
Sentiva che gli stava sfuggendo qualcosa.
Evidentemente, per Daryl, questo era molto più importante di quanto lui potesse immaginare.

Si strinse di più alla ragazza.

- Mi dispiace di aver preso il tuo posto allora. - disse il bambino, chiudendo finalmente gli occhi.

- Non farci l'abitudine marmocchio.-

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Capitolo 3
*** Un dannato vestito da sposa ***


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Daryl salì i gradini della casa, gli stivali pesanti contro il legno emettevano un forte torfo ad ogni suo passo. 

Ed a ogni falcata, un'impronta marrone andava a sporcare di terreno la superficie del terrazzino, bianca, pulita e inspiegabilmente ben tenuta per come ormai girava il mondo.

Daryl era sicuro che avrebbe messo anni per abituarsi a tutto quel bianco immacolato di Alexandria, se mai ci fosse riuscito e se mai quel posto fosse durato.

Odiava quel posto, così fuori dalla realtà, e allo stesso tempo odiava il suo sperare che quell'idillio non fosse solo un'illusione.

Judith, Carl, Maggie e Glenn, Carol...
Tutti loro meritavano di vivere in un posto del genere, dietro delle solide mura a proteggerli.

E Y/N...
Saperla finalmente serena e al sicuro rincuorava anche lui.
Avrebbe sopportato tutto quel bianco anche fino alla fine della sua vita se fosse stato necessario.

Aprì la porta della casa, lo sguardo basso sui suoi stivali mentre faceva pressione con un piede sull'altro per sfilarli, stando attento a non sporcare il pavimento.

Y/N gli aveva urlato contro proprio quella mattina, quando, prima di uscire per andare a caccia, aveva attraversato tutto il corridoio della casa e il salotto per raggiungere la porta, incurante delle impronte di terriccio e sangue incrostato che aveva lasciato sul pavimento e sui tappeti bianchi.

Sospirò, chiudendo gli occhi, e alzando la testa, preparandosi psicologicamente al pugno negli occhi che le pareti pallide di quella casa gli provocavano.

Non potevano essere grigie come quelle della prigione?
Si sarebbe accontentato anche di un grigio chiaro.

Ma no.
Pareti, tende, tappeti....bianco, bianco, solo bianco.

Aprì gli occhi.
....
Decisamente troppo bianco.

Più di quello che ricordasse.
Più di quello che aveva visto quella stessa mattina uscendo.
Più di quello che si aspettasse di vedere.

Un pugno negli occhi che credeva sarebbe stato ancora più forte ma che invece si rivelò estremamente dolce.

Tanto che rimase a fissare quella cascata di stoffa bianca su cui troneggiava una chioma di capelli ondulati.

Y/N, davanti allo specchio posto all'ingresso, indossava quello che sembrava a tutti gli effetti un vestito da sposa: lungo, la gonna leggermente gonfia e maniche larghe di merletto scendevano morbide lungo le braccia, lasciandole le spalle scoperte.

Lei voltò la testa verso di lui, sorridendogli un po' imbarazzata.

In quel momento a Daryl sembrò piccola e delicata come mai avrebbe pensato Y/N potesse essere, abituato a vederla combattere, armanta di coltelli affilati e pistola.

I capelli leggermente scompigliati le incorniciavano il viso finendo oltre le spalle, sfinando la sua già esile figura.

-Ehi, sei tornato prima.-
Daryl annuì soltanto, senza distogliere lo sguardo.

-Stavo cercando qualcosa di carino per la festa di Deanna di questa sera. Ho trovato un baule su in soffitta con questo vestito dentro. E... ho pensato di provarlo. So che è stupido ma credo che a mia madre sarebbe piaciuto vedermi con un abito bianco almeno una volta, anche solo per scherzo...-

Daryl non seppe cosa rispondere, mentre gli occhi di lei si unimidivano per un attimo, contornati da un leggero rossore che spiccava sulla pelle chiara. 
Annuì solamente, di nuovo.

- Non sono mai stata una persona da matrimoni, sai? Non ho mai pensato o sognato neanche una volta di provare un abito da sposa. Ed ora eccomi, con un abito di qualche decennio fa. Ho aspettato che arrivasse l'apocalisse.- rise nervosa mentre stofinava leggermente l'occhio destro.

- Sei sempre stata ostinata.- tentò di risollevarla lui, sorridendo appena mentre ancora non osava distogliere lo sguardo.

Stavolta fu lei ad annuire. Passò ancora una volta la mano sugli occhi portando via ogni traccia di lacrime dal suo sguardo
Poi si voltò completamente verso Daryl.
Bianco, bianco e ancora bianco. 

- Mi aiuti con la cerniera? -
Mosse qualche passo verso di lui e l'uomo si trovò a indietreggiare velocemente, scontrandosi con la schiena contro la porta.

Y/N lo guardò sorpresa.
- Cosa c'è? -
Già, perché si era ritratto?
Stette qualche secondo senza rispondere poi diede voce alla prima motivazione vagamente valida che gli fosse venuta in mente.

- Ti sporcherei. -
Le lo guardò ancor più perplessa.

- Da quando ti preoccupi di un po' di sangue e terriccio? -

- Lo hai detto tu che sul bianco lo sporco si vede di più. -

- Nessuno userà più questo vestito, in ogni caso. -

- Sicura? -

- Mmh-mh - poi si voltò, dandogli la schiena e sollevando i capelli, scoprendo la cerniera del vestito.
-Sicuramente io non lo userò per la festa di stasera.- ridacchiò poi.

Daryl non rispose subito, mentre, facendo attenzione più di quanto volesse mai ammettere, abbassava la cerniera senza toccare la stoffa bianca.

- Vuoi davvero andare a quella stupida festa? -

- In realtà no, ma è stata organizzata per noi. Non sarebbe educato non presentarsi. Perché me lo chiedi? -

- Potremmo restare qui, senza scocciature...- 
Daryl cercò di trovare le parole giuste.
-Così tu potresti indossarlo ancora per un po'.-

L'uomo la sentì ridacchiare.

-È un modo per dirmi che ti piace come mi sta?- chiese, senza voltarsi, immaginando come Daryl potesse sentirsi imbarazzato in quel momento.

L'arciere sentì infatti un forte calore risalirgli le guance fino alle punte delle orecchie.
Scrollò semplicemente le spalle, grugnendo.
Y/N rise ancora, girando su se stessa velocemente in un piccolo vortice di merletto bianco, per lasciargli un leggero bacio sulle labbra e poi rivoltarsi, avviandosi su per le scale.

Daryl rimase fermo ancora per qualche secondo contro la porta. 
L' ombra della leggera stoffa chiara ancora davanti agli occhi.

Si ritrovò a pensare che forse il bianco non fosse poi tanto male.

Tutto grazie ad un dannato vestito da sposa.

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