Prima che calasse il sole

di VigilanzaCostante
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brandelli di fortuna ***
Capitolo 2: *** Participio presente (plurale) ***
Capitolo 3: *** Sa di rivoluzione ***
Capitolo 4: *** Che forma ha un abbraccio? ***
Capitolo 5: *** L'incantesimo “Evans” ***
Capitolo 6: *** Incapsulare la rabbia ***
Capitolo 7: *** Non è notte, non è inverno ***



Capitolo 1
*** Brandelli di fortuna ***


Questa raccolta partecipa al #writober

 Brandelli di fortuna
 

 
 
#quadrifoglio



 
Un giorno, James trova un quadrifoglio. È così vicino al Platano Picchiatore che rischia la sua intera esistenza per raccoglierlo. Corre poi dagli altri, sempre con quel boccino in mano, sorridendo a metà.
«Un quadrifoglio porta-fortuna, un petalo a testa». Il suo giocare a fare l’adulto scompare dietro a quella vitalità da bambino.

Strappa un petalo, il suo, e incrocia le dita dietro la schiena. Magari Evans accetterà di uscire con lui – non può ancora sapere che il destino gliela farà sposare, Lily Evans, ma che la fortuna non sarà a suo favore sul punto di morte.
Strappa il secondo petalo, e lo dà a Sirius augurandogli la libertà – non può ancora sapere che il destino gli permetterà di essere libero, dalla famiglia che lo incatena, ma che la fortuna non sarà a suo favore dato che verrà sbattuto senza remore nel fondo di una cella buia.
Sirius strappa un terzo petalo, e lo porge a Remus. James gli augura di fare il lavoro dei suoi sogni – non può ancora sapere che il destino gli farà credere di poter vivere come tutti gli altri, ma che la fortuna non avrà potere sulla sua vita precaria e solitaria.
E infine Peter, estasiato e stupito, si vede ricevere l’ultimo petalo. Nessuno sa che cosa vorrebbe Peter, ma gli sorridono tutti sperando che possa essere felice – non possono ancora sapere che avrà la sicurezza che tanto brama, ma non di certo grazie alla fortuna, mera pedina in quel mondo in guerra.

 
Ma forse avrebbero dovuto capire che non si può giocare a “M’ama, non m’ama” con un quadrifoglio, come fosse una banale margherita. Forse l’hanno stracciata, la fortuna che potevano avere, e che poi – offesa – non li ha ricompensati mai.



[288 parole]
















 

Nda:
L'era dei Malandrini ha iniziato a interessarmi relativamente poco fa, diciamo un anno. Però ho sempre scritto poco di loro, per quanto mi sia sempre piaciuto farlo! Quindi sfrutto questa settimana di ottobre, dal 4 al 10, per una raccolta interamente dedicata alla Hogwarts degli anni '70. Mi piacerebbe inserire anche Severus, nonostante non ci sia nell'aesthetic. 
Spero che vi possa interessare
Un bacio
Mati

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Capitolo 2
*** Participio presente (plurale) ***


Questa raccolta partecipa al #writober
Remus/Sirius | MiniFlash 

 Participio presente (plurale)
 

 
 
#amanti






«Amanti» sussurra Sirius con le labbra appoggiate lievi sul collo di Remus. È la risposta a una domanda che si erano posti fin troppo tempo fa.
 
«Che cosa siamo?».
Due reietti, annichiliti e arrabbiati.
Due ragazzini che credono di poter cambiare il mondo. 
Un lupo mannaro e un Purosangue traditore.
Due persone malandate che s’incontrano negli angoli nascosti di una scuola troppo grande.
Sirius aveva alzato le spalle.
 
«Mhm?» Remus mugula in risposta, non capisce che ci faccia quella parola sussurrata, incrina il silenzio dei loro incontri. S’è dimenticato di quella domanda.
«Amanti, è quello che siamo io e te».
Non risponde e lo bacia ancora, mordicchiandogli il labbro screpolato.
Non gli dice che amanti sa di sporco, di nascosto, di vietato. Amanti sa di tradimento, di egoismo, di sfiducia. E anche se l’altro lo indossa come cognome, è lui che porta il nero in ogni relazione.

Davanti al suo silenzio, Sirius rincara la dose: «Sì, uhm, insomma… amanti, due che si amano, no?».


 
 
amante1
/a·màn·te/
aggettivo e sostantivo maschile e femminile
Che ama, che ha passione o forte inclinazione per qualcosa





 





 
Nda:
Arrivo in ritardissimo rispetto alla mia tabella di marcia, ma sono ancora in tempo per la quinta giornata del writober! Remus/Sirius sono una coppia che amo e spero che, nonostante la fretta, io sia riuscita a rendere loro giustizia
 

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Capitolo 3
*** Sa di rivoluzione ***


Questa raccolta partecipa al #writober
James, Sirius, Remus e Peter in dormitorio. Settimo anno. Accenni Remus/Sirius e James/Lily | OS 

 Sa di rivoluzione
 

 
 
#cuscino







È domenica sera e nel dormitorio del settimo anno di Grifondoro volano piume. Non si sa chi ha iniziato cosa, ma si sono ritrovati a lanciarsi i quattro cuscini uno addosso all’altro. Hanno diciassette anni, potrebbero star ripassando per i M.A.G.O., o bevendo a un festino illegale alla Testa di porco, invece soffocano risate sotto le lenzuola, come fossero bambini a un campeggio.
 
Sfiorano a malapena la maggior età, possono ancora essere considerati ragazzini. Ma si smette di misurare il tempo in anni quando si ha i secondi contati.

«Facciamo un gioco» James lo dice mentre è in piedi sul letto, e quando inizia a parlare con uno dei cuscini in mano – quello più integro – gli altri tre per un attimo ammutoliscono e tendono le orecchie. Un gioco?
«Conosco un incantesimo che si utilizza nei centri estivi per giovani maghi, ho fatto da animatore qualche estate fa» spiega con il petto un po’ all’infuori e la sua solita aria da leader. «Il cuscino diventa come incandescente finchè non lo si lancia a qualcun altro dicendo una cosa che si sente e si vuole comunicare. Ma attenzione, non si può mentire, il gioco lo sa».
Peter ridacchia, instupidito. Pensa che James stia scherzando, lui scherza sempre.
«Cavolo, Ramoso, quella Evans t’ha fatto proprio bene» esclama colpito Remus. Pensa che, se fosse professore, farebbe un gioco del genere per mantenere unita la classe.
«Con i mocciosi funziona» risponde James, alzando le spalle.

Si distaccano dall’insieme ‘mocciosi’, perché credono di non esserlo più. Si sentono grandi, adulti, maturi, perché la guerra che incombe fuori da Hogwarts lo esige, lo pretende.

«Inizio io» e, dopo aver applicato l’incantesimo, il tessuto sotto le sue dita inizia a scottare.
Lo lancia a Peter: «Ho il terrore che tu possa trasformarti in topo qua dentro e rosicchiare tutto».
La prima confessione è fatta di risate concitate, per alleggerire la tensione del momento. Peter riceve il cuscino e continua a ridere, quasi dimenticandosi dell’effetto dell’incantesimo.
«Sirius» e glielo lancia. «A volte sono stato invidioso di te e James».
Sirius, ma anche gli altri, sembrano colpiti da quella confessione. Lo sanno, lo hanno sempre saputo, perché peccano di fin troppa arroganza. Ma il piccoletto non si è mai sbilanciato e, ossequioso, ha dimostrato il bene che prova in modo diverso dal comunicare.
«Beh, Pet, come biasimarti?» è retorica la domanda, scontata l’ironia. Sirius gli sorride bonario.

Perché forse, a diciassette anni, anche senza la guerra alle porte, bambino non lo sei più. Puoi essere consapevole abbastanza da capire i tuoi spigoli e smussarli. Non sempre però riesci a non farli collidere con quelli degli altri.

 Ora Sirius lo lancia a James, e a trattenere il fiato sono in tre. Il primo, perché assapora sulla punta della sua lingua quello che sta per dire. Il secondo, perché tende le orecchie pronto ad accogliere quelle parole. Il terzo – che poi è Remus – trattiene il fiato perchè il suo cuore pulsante, in quel momento, scotta più del cuscino, più della verità.
«Remus e io abbiamo una storia».
«Lo sapevo!» urla James, saltando di nuovo sul letto. Non dà neanche il tempo ai due amici di comprendere ciò che sta facendo, e corre ad abbracciarli. Per un attimo è solo confusione, gioie, risate.
«Io non lo sapevo!» dice, quasi offeso, Peter.
«Questo, Peter, è perché sei un po’ tonto. Ma ti vogliamo bene così» James lo rassicura scompigliandogli i capelli. Lo mangia in testa, in altezza, e questo fa ancora di più l’effetto da renna e topolino.
«Potrei scommettere cento galeoni che ad avertelo fatto capire è stata la Evans» rimbecca Sirius, con il mento alzato all’insù e finta superiorità nello sguardo. Ma sta ridendo.
«Oh la mia Evans, la mia croce e la mia salvezza» sospira, mentre con sguardo innamorato appoggia la testa sui capelli biondastri di Peter.
«Mollami, James!» Minus si svincola, ma anche lui come gli altri sta sorridendo. Ride sempre, quando James scherza.
«E lancia quel cuscino, che sta per mandare a fuoco tutto il letto a baldacchino» suggerisce sapientemente Remus.
Si fa improvvisamente serio, con il cuscino in mano rispettando il suo turno, e lo lancia al suo amico.
«Lunastorta, quando usciamo da questo posto voglio iniziare a far parte dell’Ordine della Fenice. Non siete obbligati a venire con me, nessuno di voi, ma voglio davvero farlo» è serio, livido in volto. Ci si chiede quasi se abbia artificiato quell’impalcatura proprio per avere la scusa di fare questo annuncio.
«Io sono con te, Ramoso, di cosa dubiti?» Sirius, fino ad allora mollemente seduto sul suo letto, scatta in avanti e si avvicina all’amico. «Dobbiamo farla vedere a quei viscidi Mangiamorte, per prima alla mia merdosa famiglia». Gli brillano gli occhi, dalla furia, dalla voglia.
Remus annuisce. «Ci ho pensato anche io, ma credevo che l’essere un lupo mannaro potesse essere un problema. Poi ho parlato con Silente e, e forse potrebbe essere una risorsa».
«Tu hai fatto cosa?» Sirius ha la bocca leggermente aperta dallo shock, e anche gli altri due sembrano abbastanza sconvolti. «Perché non ce ne hai parlato?».
Remus alza le spalle, ma non dice quello che vorrebbe dire. Dato che già sono un mostro, tanto vale che io sia anche un’arma.
L’unico a non aver detto niente è Peter, gli altri si voltano a guardarlo ma non gli chiedono di dire niente. Sanno che Peter ha paura. Ma tutti ce l’hanno. E d’altra parte, Peter Minus ha sempre paura di tutto, poi alla fine li segue sempre.
Cercano di stemperare la tensione cambiando argomento, ma nell’aria tesa si sente quella promessa concitata. Sa di rivoluzione.
 
Ma che guerra è, una che ha bisogno di bambini tra le sue fila?



 
"Cuscino" è un prompt all'apparenza innocuo, che mi ha fatto però pensare a quando andavo in campeggio con la parrocchia, e facevamo questo gioco. Avevamo 13 anni e la portata delle confessioni era "Ho paura che al liceo ci perderemo" oppure "Mi sei sempre piaciuto". Qua, i malandrini, di anni ne hanno 17, ma pesano molto di più con la consapevolezza che sta per esserci una guerra. Ma sono ancora bambini, ragazzini. 
Spero di essere stata in grado di trasmettere quello che volevo trasmettere. Ho un po' rinunciato allo stile più "trascinante" degli scorsi capitoli, per concentrarmi sul significato intrinseco. 
Un bacio!
Mati

 

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Capitolo 4
*** Che forma ha un abbraccio? ***


Questa raccolta partecipa al #writober
James/Lily, one sided Severus/Lily| Drabble mancata

 Che forma ha un abbraccio?
 

 
 
#abbraccio







Petunia è corsa via, lasciando dietro di sé rabbia e amara tristezza. Sono rimasti solo lui e Lily, seduti vicini sotto al solito albero. Quel parco non è poi così grande, ma nei suoi occhi da bambino gli sembra enorme, infinito.
Parlano e parlano, mentre la bimba singhiozza ripensando alle parole velenose della sorella.
Quando è ora di cena s’alza in piedi, facendo mulinare i capelli rossi, e per salutarlo si aggrappa a lui in un abbraccio.
«Grazie per essere un buon amico, Severus».
Tiene le braccia lungo i fianchi, incapace di ricambiare.
Che forma ha un abbraccio?
 
Che forma ha un abbraccio?
Ha la forma delle braccia di James Potter intorno al corpo minuto della sua Lily. Braccia che hanno saputo circondare, stringere, avvicinare. Guarda le sue, che ciondolano molli lungo i fianchi.
Non sei nemmeno più un buon amico, Severus.









 
Nda:
Day 7 del #writober. Ci tengo a precisare che NON shippo Severus/Lily. Ma in una raccolta dedicata all'Hogwarts degli anni '70, non poteva non fare una comparsa, e con questo prompt ho pensato a lui.

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Capitolo 5
*** L'incantesimo “Evans” ***


Questa raccolta partecipa al #writober
Quinto anno dei Malandrini, prima di diventare Animagus| Flash

 L'incantesimo "Evans"
 

 
 
#risposta







«Pst, Moony».
«Sì, Rem, aiutaci».
«Ehi, passate anche a me le risposte!».
«Zitto, Peter! La McGrannit ha le orecchie ovunque».
 
Remus compila l’ultima domanda a tempo record, ma sbirciando un po’ nelle risposte di Lily alla sua destra. Prima di suggerire, vuole essere sicuro d’aver fatto bene lui, e tutti sanno che la Evans è la più brava del loro anno.

 
«Muoviti, che aspetti?».
 
Mette il suo nome in alto a destra nel foglio, e poi lo alza leggermente, facendo finta di niente.

 
«Ehi, ma da quaggiù io non vedo!».
«Ramoso se copi da Moony, poi posso copiare da te, quindi smettila di guardare la Evans!».
 
×××
 
«Vi ho riportato il compito, siete andate nel complesso discretamente bene» decreta la professoressa mentre cammina vicino alla cattedra. «Tranne per qualche curiosa risposta».
Quando Lily riceve il foglio, troneggia una mastodontica E. Sorride felice e James s’imbabola a guardarla come un idiota.
Quando Remus riceve il foglio, vi è una O stampata sopra. Fa una piccola smorfia, impercettibile anche agli occhi dei suoi amici, poi scrolla le spalle e accenna un sorriso.
Poi la McGrannit, i capelli stretti stretti in uno chignon stretto, si ferma severa davanti agli altri tre.
«Mi ha incuriosito molto una vostra risposta» e si schiarisce la voce prima di iniziare a leggere. «Il topo è un animale complesso da far sparire, perché è un mammifero a differenza della lumaca e, quindi, diventa più complesso l’Incantesimo Evans».
L’intera classe scoppia a ridere, mentre Ramoso, Felpato e Codaliscia vorrebbero sapersi già trasformare in animagus e fuggire via.
«Dato l’evidente lavoro di gruppo, vi toccherà sostenere un altro test».


 
«Ecco, Ramoso, è tutta colpa tua e la tua stupida ossessione per quella rossa».
«Ma voi due dovete essere proprio idioti per ricopiare esattamente le mie parole, senza accorgervi dell’errore».
«Avevamo poco tempo, Remus ci ha passato le risposte tardi!».
«Ah, adesso sarebbe colpa mia?».
 










 
Nda:
Che dire? Sono veramente imperdonabile, per la cosa imbarazzante che vi propongo con il prompt del giorno 8 del #writober. Scappo via! 

 

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Capitolo 6
*** Incapsulare la rabbia ***


Questa raccolta partecipa al #writober
James e Regulus nella Foresta proibita| Flash

 Incapsulare la rabbia
 

 
 
#mela







Nell’animo di Regulus risiede una rabbia latente, che nessuno gli ha mai insegnato a buttare fuori. Si annida come un tarlo che lo mangia da dentro, lo divora, lo annichilisce. Fuori non lo dà a vedere, ché deve mantenersi il Black non scappato di casa. Si liscia i vestiti, si pettina i capelli ricci, e incapsula quell’emozione dirompente, temendone le conseguenze.
Poi la sera prende la scopa e vola il più lontano possibile, sperando di non essere visto.
Solo che quella sera non basta, e mentre rientra furtivo nel castello si sente insoddisfatto.  

«Black?».
Si gira, con il cuore a mille, non riconoscendo la voce. Si stupisce nel trovarsi davanti il viso occhialuto di James Potter.
«Cosa vuoi?».
Il ragazzo sbuffa, alzando gli occhi al cielo. Lo stranisce, dato che non sono abbastanza interessati l’uno all’altro per comportarsi in tal modo.
«Come sei antipatico, stavo rientrando e ti ho visto volare, e volevo mostrarti una cosa».
C’è qualcosa nel modo in cui lo guarda che gli fa credere che sappia perché vola in piena notte, furtivo. Solo il fatto che non gli abbia chiesto perché, gli dice già molto. Tentenna, fa per rifiutare, quando un impulso lo spinge ad accettare. Forse perché sin da bambino ha sempre voluto tutti i giocattoli di Sirius, e rubare anche solo per un secondo il suo migliore amico gli dà un brivido di eccitazione.
Allora, infreddolito, ma con la testa alta, segue il più grande verso la Foresta Proibita.

«Cosa ci facciamo qui?».
James lo fa posizionare davanti a un tronco tagliato, in una zona apparentemente tranquilla della boscaglia. Gli fa tremendamente paura quel luogo, ma come la rabbia la ricaccia dentro.
Sembra che James ci sia già stato, perché tira fuori da un mucchietto di rovi una mazza da Battitore.
«Te la cavi un po’? So che sei un cercatore, ma magari avete fatto qualche cambio in allenamento…». Annuisce, anche se è un po’ una bugia, perché deve essere successo mezza volta e non gli era piaciuto per niente. Ma resta stoico.
«Accio, mela».
«Non capisco».
«Che sia chiaro, Black. Sono devoto a Sirius, e sarò sempre dalla sua parte. Mi fa schifo la tua combriccola, sono il primo a credere che possiate unirvi a Tu-Sai-Chi da un momento all’altro, ma mi sembri incazzato» prende un respiro, per scegliere le parole giuste «e c’è una cosa che facciamo sempre io e Sirius quando siamo incazzati. E a dirla tutta, quando voli e non usi la tua maschera da ricco benestante gli assomigli pure».
Prende la mela e gli fa un cenno, e Regulus capisce. Vuole che colpisca la mela con la mazza da Battitore, per sfogare la sua rabbia.
«Siete pazzi» sibila. Ma alla fine ci prova. Impugna, si mette in posizione, e colpisce. Con tutta la forza che ha in quelle braccia magre. E poi lo fa ancora, e ancora. Ed emette versi strozzati che neanche si rende conto di star facendo fuoriuscire.
 
Nell’animo di Regulus Black risiede una rabbia latente, ma un ragazzo che non è un amico gli ha insegnato a buttarla fuori.







 

Nda:
Questa scena è deliberatamente ispirata a Sex Education, ma spogliata dall'intento romantica della ship della serie tv. 

 

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Capitolo 7
*** Non è notte, non è inverno ***


Questa raccolta partecipa al #writober
Cantare in macchina| Flash

 Non è notte, non è inverno
 

 
 
#gridare







È settembre del ’78, hanno conseguito i loro M.A.G.O. e nell’aria si sente un sapore di libertà. È una libertà fittizia, rarefatta. Hanno già firmato la loro iscrizione dell’Ordine della Fenice, tutti e cinque – James, Lily, Remus, Sirius e Peter. Eppure, seduti sui sedili di quella Alfa Romeo, si sentono capaci di fare tutto.
James ha imparato a guidare, un purosangue macchiato dalla colpa d’essere un’idealista. Allora mette le mani sul volante, sbanda un po’, si gira verso Lily al suo fianco e sorride.
Senza mettersi nemmeno d’accordo abbassano i finestrini, e le luci di un tramonto rosa caramellato irrompono all’interno della vettura. Olivia Newton-John e John Travolta cantano You’re the One that I want attraverso la radio babbana, ed è tutto talmente travolgente e vero che non riescono a non unirsi a loro.
Fanno ciondolare le braccia fuori dai finestrini, accarezzano l’aria con le dita come se fosse tangibile. Remus bacia Sirius e Peter, accanto, fa la finta faccia schifata. Lily tiene la mano sul cambio, sopra quella di James, e si gira verso gli altri tre con l’affetto negli occhi nocciola.
Stonano un po’, incrinano la voce e non azzeccano nemmeno una nota, ma non è ancora notte e non è ancora inverno, e sembra di poter vivere davvero per sempre.
 
Le stonature vengono dimenticate quando la guerra impone alle loro voci grida di battaglia.

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