Pillole di angst & noir

di Rinalamisteriosa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Winter inside ***
Capitolo 2: *** L'ultimo messaggio ***
Capitolo 3: *** Killer ***
Capitolo 4: *** Il vecchio, il nuovo ***



Capitolo 1
*** Winter inside ***


#Writober 2018 ~ Blue list ~ 4 ottobre: Rating verde

 

 

 

 

 

Fuori dall’orfanotrofio, imperversava l’inverno duro e freddo. Dentro, era il gelo di sguardi adulti e crudeli, era l’indifferenza immotivata degli altri orfani a fargli male.

Su Atsushi Nakajima, sul ragazzino albino dagli occhi strani, i pregiudizi penetravano come aghi pungenti, nemmeno elemosinare un posto vicino al caminetto acceso riusciva a scaldarlo e a rassicurarlo. Accuse infamanti e parole venate d’odio, abusi e soprusi, catene e torture, lo ghermivano in una morsa invernale: serviva a ben poco tapparsi le orecchie con le mani, serrare le palpebre, stringersi le ginocchia al petto per non rabbrividire, sconvolto e troppo debole per ribellarsi. Aveva freddo ed era solo nella sua commiserazione. Se il loro scopo era portare l’inverno nel suo cuore ci stavano riuscendo benissimo. Sopravvivere, però, era ciò che gli urlava la sua parte ostinata e speranzosa. Forse, solo così, l’inverno sarebbe finalmente passato e Atsushi avrebbe trovato da sé un posto caldo e confortevole da poter chiamare casa.

 

 

 

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Capitolo 2
*** L'ultimo messaggio ***


Titolo: L’ultimo messaggio

Prompt: 29. Tenere una pistola tra le mani e puntarla contro qualcuno

Numero parole: 268 (citazioni escluse)

Note: Le citazioni in corsivo ovviamente sono prese dalla seconda stagione dell’anime. Le ho cercate senza riguardare tutto l’episodio 4 perché sinceramente non ce la faccio, mi viene da piangere ç_ç

 

 

 

 

 

 

«Le persone esistono per salvare se stessi».

 

 

 

Tenere una pistola fra le mani e puntarla contro qualcuno.

L’ha fatto tante volte, Sakunosuke Oda, ma pochissime con l’intento di uccidere. L’ha utilizzata più per legittima difesa che per uno scopo criminale. Egli possiede invero un’abilità in grado di fargli prevedere un futuro imminente rispetto al suo presente, un potere che gli ha salvato decisamente la vita più dei proiettili inseriti nel tamburo dell’arma.

Non gli piace sparare e vorrebbe farne a meno, Odasaku.

Vorrebbe tanto impugnare la penna e colpire con parole vergate sopra un manoscritto, realizzare di suo pugno un libro capace di riempire la sua esistenza e dargli finalmente un senso. Vorrebbe leggere il terzo libro del suo sogno, quello che il misterioso scrittore con mantello, bastone e cilindro gli suggerisce invero di evitare, poiché il suo contenuto sarà l’ultima cosa che vedrà nella sua vita.

E quando sceglie di utilizzare l’odiata pistola per farsi giustizia con le sue stesse mani della morte di quei bambini innocenti, che spera tanto possano riposare in pace dopo il suo gesto forse freddo ed efferato, eppure liberatorio e definitivo, capisce finalmente cosa intendeva trasmettergli quel sogno etereo.

Non è importante vivere o morire.

Non è importante dover scegliere fra il binomio bene-male o fra quello luce-ombra.

La vera differenza sta nell’agire per gli altri, salvarli per poi evitargli di crogiolarsi nei rimpianti di una vita vuota, perché quella solitudine che Dazai tanto decanta non lo porterà da nessuna parte.

Stavolta impugnare una pistola non lo risparmierà da una ferita mortale, ma almeno potrà lasciare il suo ultimo messaggio a un amico confuso indirizzandolo verso la scelta migliore.

 

 

 

«Stai dalla parte di chi salva le persone. Se per te non fa differenza, diventa un uomo buono. Salva i deboli e proteggi gli orfani. So che per te "buono" e "cattivo" non fa differenza... ma almeno miglioreresti un pochino».

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

{Partecipa all’iniziativa «4 DAYS - t e m a: angst&noir - II° Edizione» indetta da Torre di Carta}

 

 

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Capitolo 3
*** Killer ***


Titolo: Killer

Prompt: 87. Uccidere una persona

Numero parole: 350

 

 

 

 

 

 

Uccidere una persona significa toglierle la vita, vederla esalare l’ultimo respiro e fissare il momento esatto in cui la luce abbandona i suoi occhi.

Uccidere una persona non è un’azione che si può compiere se si possiede un cuore troppo grande, un animo tanto sensibile e la paura di venire sopraffatto dai rimorsi di coscienza.

Uccidere una persona comporta sangue freddo, cuore glaciale, spietato autocontrollo, mano ferma e nessuna esitazione.

Un atto rapido e veloce, senza perdere tempo in torture inutili, senza soffermarsi ad ascoltare i gemiti di dolore, i rantoli di disperazione.

Ryuunosuke Akutagawa ha sempre inseguito l’immagine stilizzata di un killer ideale, senza scrupoli e capace di uccidere una persona semplicemente adottando un certo stile di vita violento, un comportamento rigido e indifferente, distaccato e insofferente verso gli altri.

Ad Akutagawa non piace fallire, aspira forse a diventare quel sicario perfetto e infallibile e di sicuro i mezzi non gli mancano. Rashomon gli guarda le spalle da tutta la vita, lo protegge come uno scudo difficile da ingannare e gli consente di uscire vincitore dalla maggior parte degli scontri e delle contese. La sua abilità, che è quasi come un’entità dotata di vita propria che abita nel suo cappotto nero, nutre il suo orgoglio e alimenta i suoi successi.

Eppure, Akutagawa ha scoperto l’esistenza di alcuni individui che, per quanto talvolta si possa desiderare si tolgano definitivamente di mezzo, non si potrà mai ucciderli. Queste persone sono dotate di una volontà più dura del granito e non c’è mezzo fisico o spirituale per abbatterle. Loro esistono sia all’interno della Port Mafia, che in quell’agenzia di detective dotati di poteri. Nessuno di questi abbandonerà la vita tanto facilmente.

Akutagawa riconosce e rispetta quella forza impercettibile, eppure non la comprende fino in fondo. Il suo mondo è sempre stato in bianco e nero, lungi da lui voler compiere una scelta diversa da quello che si è sempre prospettato.

Di una cosa è sicuro: il cane della Port Mafia continuerà a essere un killer, continuerà a uccidere. Perché non gli hanno mai insegnato a desiderare altro, una vita differente da quella.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

{Partecipa all’iniziativa «4 DAYS - t e m a: angst&noir - II° Edizione» indetta da Torre di Carta}

 

 

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Capitolo 4
*** Il vecchio, il nuovo ***


#Writober 2021 ~ pumpBLANCK list ~ 13 ottobre, prompt: Hurt&Comfort

 

 

 

Titolo: Il vecchio, il nuovo

Parole: 460

Note: Ho trovato il prompt adatto per riesumare questa raccolta, evviva ** la cosa mi fa molto piacere! Chiaramente ci sono accenni Odazai impliciti e un accennino Dazushi implicito verso la fine ^^

Spero che vi piaccia!

_____

 

 

 

 

Osamu Dazai aveva sempre trattato l’oscurità come un’amante: l’aveva abbracciata fino alla nausea, l’aveva riempita di mille attenzioni, le aveva rivolto parole miste di miele e vetriolo, ci si era immerso fin nell’intimo.

Così giovane, aveva commesso crimini di ogni tipo senza mai preoccuparsi della propria incolumità, giocando con il fuoco, sfidando la morte che ancora si ostinava a non venire a prenderlo – doveva essere proprio ributtante la sua anima, intrisa di sangue carminio e lacrime mai versate, se l’oscura Signora non aveva ancora usato la sua falce su di lui.

Forse era vero il detto, che quanto più uno cercava di farla finita, tanto più rimaneva aggrappato alla vita anche senza volerlo, come se l’istinto di sopravvivenza fosse sempre lì a ricordare che pure in fondo al più bieco tunnel la speranza brilla ostinata fino alla fine.

Sakunosuke Oda era la prova vivente che quella speranza era più forte dell’oscurità.

Conoscerlo era stato come prendere una boccata d’aria fresca dopo un’apnea interminabile, era come le bende che Dazai aveva iniziato ad avvolgere intorno al suo corpo, non solo per tamponare eventuali ferite che potevano capitare in un lavoro del genere, ma anche per confortare un lato di sé ben celato che aveva iniziato a credere nell’amicizia, nella lealtà, forse anche nella pietà.

Era incredibile come attendesse i loro incontri al Lupin quasi come fossero un’ancora di salvezza, una bolla di quiete e di spensieratezza che teneva lontano un mondo marcio e corrotto, quella complicità fra tre persone – incluso Ango – era il balsamo di cui avevano bisogno ma senza averlo mai chiesto personalmente, era semplicemente capitato e gli bastava davvero.

Non era che l’inizio della fine per il vecchio Dazai, l’occasione per far emergere un nuovo individuo pronto a voltare pagina – non subito, non totalmente, ma pian piano ci avrebbe provato.

Ed eccolo, anni dopo, a conferire con una lapide che non avrebbe potuto rispondergli, ma che aveva significato molto per lui - Odasaku era capace di confortarlo anche da morto. Gli sarebbe stato eternamente grato per questo.

Ecco, il vecchio Dazai avrebbe decantato egoisticamente le proprie lodi per poi sprofondare in una cupa indifferenza verso ciò che lo circondava, mentre il nuovo stava lì a pensare, a sorridere nostalgico e nel contempo a fissare qualcuno che si avvicinava, qualcuno che aveva salvato, qualcuno che senza saperlo emanava la stessa, identica luce del caro amico.

 

Osamu Dazai aveva sempre trattato l’oscurità come un’amante: l’aveva abbracciata fino alla nausea, l’aveva riempita di mille attenzioni, le aveva rivolto parole miste di miele e vetriolo, ci si era immerso fin nell’intimo.

Proprio perché il vecchio sé la conosceva così bene, quello nuovo l’avrebbe contrastata con tutto se stesso e le avrebbe impedito di strappargli nuovamente tutto ciò che gli era caro al momento.

 

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