Vento e Fuoco

di Kifuru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Relazioni diplomatiche ***
Capitolo 2: *** Il viaggio di Temari ***
Capitolo 3: *** Distanze ***
Capitolo 4: *** Il Consiglio della Sabbia ***
Capitolo 5: *** Incursione notturna ***
Capitolo 6: *** Separazione ***
Capitolo 7: *** Un giuramento solenne ***
Capitolo 8: *** Squadra di inseguimento ***
Capitolo 9: *** Le antiche leggende della Sabbia ***
Capitolo 10: *** Fiducia ***
Capitolo 11: *** Le Montagne del Vento ***
Capitolo 12: *** Arco contro ventaglio ***
Capitolo 13: *** Il regno del ghiaccio e del fuoco ***



Capitolo 1
*** Relazioni diplomatiche ***


VENTO E FUOCO
 
CAPITOLO 1
 
RELAZIONI DIPLOMATICHE
 
Una fresca e pulita brezza primaverile, tipica delle mattine di quel periodo di stagione, si introdusse all’interno del piccolo e confortevole appartamento situato in uno dei tanti quartieri residenziali del villaggio in continua espansione. La primavera era indubbiamente la stagione preferita per la maggior parte degli abitanti di Konoha, la più importante località, ormai molto più simile ad una vera e propria città, della grande nazione ninja del Fuoco.

La delicata brezza mattutina svegliò il giovane uomo dai capelli lunghi e neri, solitamente raccolti con una strana acconciatura che a molti ricordava comicamente un ananas. L’abitudine di alzarsi di primo mattino per lavorare era diventata così seccante per un amante del sonno come lui e anche quel giorno si era svegliato con lo snervante pensiero dei suoi doveri di shinobi e stratega della Foglia.

Tuttavia, dopo essersi connesso con la realtà, tirò un grosso sospiro di sollievo, ricordandosi che era domenica mattina. Finalmente una giornata senza riunioni, scartoffie o altre faccende fastidiose.

Shikamaru Nara tornò a rilassarsi tra le lenzuola e a proposito di cose o persone fastidiose, si trovò ad osservare con affetto la figura dell’altra occupante del letto. La guardò con un sorriso dolce, rinnovando per l’ennesima volta i suoi più forti ringraziamenti a qualsiasi divinità esistente per aver potuto affrontare questa ragazza così snervante e fastidiosa durante l’esame Chunin di tanti anni prima. In realtà, non si erano conosciuti come semplici avversari in una competizione di shinobi, ma come veri e propri nemici in una guerra che aveva causato diverse vittime.

Tuttavia, quel loro primo scontro agli esami Chunin aveva soltanto creato le basi di un legame straordinario, un legame che nel corso degli anni si era trasformato in qualcosa di grande, al punto da stravolgere emotivamente le vite di entrambi. Insieme affrontarono così tante esperienze drammatiche, persino una guerra mondiale per la sopravvivenza del mondo, combattendo nella stessa divisione.

Adesso, in quel periodo di pace e di complicate relazioni diplomatiche, Temari della Sabbia, una delle più abili e feroci kunoichi dell’intera Alleanza Ninja, era a tutti a gli effetti la sua compagna di vita, sebbene originaria di un’altra nazione. In realtà era stato proprio il ruolo di ambasciatore di Temari a stimolare fortemente l’evoluzione della loro relazione, a consentire di vedersi e lavorare insieme, creando un solido rapporto di amicizia.

In seguito, quasi un anno prima, Shikamaru affrontò una pericolosa missione nel Paese del Silenzio e con volontà ferrea aveva lasciato la ragazza completamente all’oscuro di ogni cosa. Inutile dire che quella testarda della sua donna lo aveva seguito, arrivando appena in tempo per salvargli la pelle e non era la prima volta che lo faceva. Fu proprio in quell’occasione che Shikamaru trovò il coraggio di chiederle un primo vero appuntamento.

Stando attento a non svegliarla, il moro le accarezzò dolcemente una guancia. Lei si mosse leggermente nel sonno, mostrando un sorriso soddisfatto. Da quando aveva capito di amarla seriamente, Shikamaru si trovò spesso a ripensare alle parole che suo padre Shikaku gli aveva detto molto tempo prima.

< < Senza le donne saremmo persi, Shikamaru. Anche la donna più dura ed autoritaria si scioglie di fronte l’uomo che ama e credimi non c’è cosa più bella di un legame del genere in questa vita. Un giorno spero lo capirai > >.

Shikamaru aveva compreso pienamente le parole del suo vecchio, uno degli eroi caduti per la salvezza del mondo. Si sarebbe sentito perso senza di lei e se in passato aveva faticato molto ad ammetterlo a causa del suo pessimo carattere, ora ne aveva la piena certezza.

Alla fine, le sue dolci carezze svegliarono lentamente la forte donna dai capelli biondi color sabbia. Erano entrambi nudi e ancora intrecciati l’una con l’altro, nella stessa posizione di quando si erano addormentati dopo aver fatto l’amore. In effetti, lo stratega di Konoha aveva perso sensibilità in svariate parti del corpo. La sua compagna dimostrava chiaramente la sua forza fisica non soltanto in battaglia, ma anche in un semplice abbraccio.

< < Ehi stupido > > lo salutò lei, girandosi verso di lui con un sorriso assonnato.

< < Buongiorno, donna fastidiosa > > rispose il giovane, stampandole un leggero bacio sulle labbra.

< < Guarda a cosa mi hai costretto, genio dei miei stivali > > esclamò lei divertita < < Chi lo avrebbe detto che mi sarei trovata ad apprezzare una delle tue brutte abitudini >.

< < E sarebbe? > > chiese lui sorridendo.

< < Poltrire a letto fino a tardi ovviamente > >.

< < Beh, mia cara, a nostra discolpa posso dire che siamo stati molto impegnati ieri sera. Avevamo entrambi bisogno di un lungo riposo > > scherzò Shikamaru, guadagnandosi un pugnetto gentile, anche se non troppo, sulla spalla < < E poi sono anni che cerco di farti comprendere la bellezza di trascorrere una giornata senza fare assolutamente nulla > >.

Temari ridacchiò accoccolandosi di più su di lui < < Tu sei un esperto in questo settore, Shika > >.

< < E lo sono ancora di più se mi trovo in compagnia della persona giusta > > aggiunse lui con disinvoltura.

< < Bella risposta, Nara > > commentò la ragazza sensualmente, prima di baciarlo a lungo.

Shikamaru rispose al bacio con passione, fregandosene del fatto di trovarsi letteralmente intricato tra le gambe di lei e le lenzuola. Quando si separarono, lo stratega di Konoha si ritrovò a fissare il viso dolce e aggressivo della sua ragazza, ancora leggermente arrossato.

< < Sei ancora decisa a partire domani? > > chiese Shikamaru, senza poter nascondere una nota di delusione nella propria voce.

< < Devo, tesoro > > rispose Temari, guardandolo con serietà e dolcezza < < Sono due settimane che sono qui. Abbiamo completato degnamente i nostri incarichi riguardo le trattative commerciali tra Suna e Konoha, ma ora devo tornare a casa. I miei fratelli possono comportarsi in modo così infantile a volte e il fatto che Gaara sia il Kazekage complica notevolmente le cose > >.

< < Sei preoccupata per la missione contro gli schiavisti? > >.

< < Non nego che avrei voluto partecipare anch’io > > esclamò Temari, con una punta di feroce impazienza < < Ma mi fido ciecamente dei nostri shinobi. Inoltre, si tratta di un contingente così forte e preparato da rendere quasi inutile la nostra presenza. La lotta contro quei maledetti schiavisti è ancora lunga e non mancheranno altre occasioni di scatenarsi > >.

Shikamaru non poté evitare un certo brivido lungo la schiena. Quando la sua donna era pronta a battersi, provava una sensazione di fascino, mista a cieco terrore e dire che lui stesso aveva dovuto affrontarla in combattimento in occasione del loro primo incontro.

< < Spero che abbiano adottato la strategia a gruppi > > commentò il moro, poggiando il mento sulla spalla nuda di lei < < Naruto dovrebbe affrontare il grosso del nemico per consentire agli altri gruppi la liberazione degli ostaggi > >.

< < Se la caveranno, vedrai. Con loro c’è anche il contingente guidato da Kankuro. Riusciranno a collaborare al meglio. L’ultima guerra ha rafforzato fortemente i rapporti fra i nostri villaggi. Soprattutto nelle missioni > >.

< < E allora cosa ti turba, Tem? > > chiese Shikamaru, cercando di catturare gli occhi color smeraldo di lei < < Ti conosco e so che c’è qualcosa che ti preoccupa. Lo sai che puoi contare su di me, donna fastidiosa. Anche se è una seccatura, siamo pur sempre una bella squadra > >.

Temari gli sorrise dolcemente, stringendosi di più contro il suo petto. Non le pesava mostrarsi debole in sua compagnia. Con lui si sentiva libera da ogni barriera o apparenza.

< < Purtroppo in questo caso non potresti fare molto > > disse la ragazza, con un tono di voce preoccupato.

< < Ci sono problemi di qualche tipo a Suna? Dopo la guerra, non credo proprio che qualcuno possa ancora nutrire dubbi nei confronti di Gaara e della sua posizione > > provò a intuire Shikamaru, mentre le carezzava delicatamente una guancia.

Temari seppellì la testa nell’incavo del suo collo, mettendosi comodamente su di lui < < Per la maggior parte è così infatti. Ormai l’intera nazione del Vento rispetta Gaara, come grande Kazekage e leggendario shinobi. Tra gli abitanti del villaggio, inoltre, è considerato come un vero eroe della nazione e dell’intera alleanza ninja, ammirato e rispettato da tutti. Purtroppo è la politica il vero problema. La terribile maledizione di chiunque ricopra cariche così importanti > >.

< < Temi che qualcuno a Suna possa tentare di screditarlo? > > domandò il giovane, anche lui adesso leggermente preoccupato.

< < Ogni occasione è buona. Fin dalla fine della guerra, io e Kankuro ci siamo impegnati a tenere la situazione interna del nostro paese sotto controllo, portando avanti continue attività investigative con il consenso di Gaara. La mia carica di ambasciatrice è molto apprezzata nel Villaggio della Sabbia, ma forse non tutti apprezzano dei legami così solidi con gli altri villaggi > >.

< < Avete scoperto qualcosa di allarmante o pericoloso? > >.

In passato, Temari non si sarebbe mai sognata di parlare apertamente di faccende così importanti e delicate sul suo villaggio con chiunque, specie con qualcuno originario di paese straniero. In realtà, anche se aveva ormai parecchi legami a Konoha, non si sentiva ancora a suo agio a rivelare certe informazioni potenzialmente pericolose, soprattutto se legate alla posizione di Gaara come Kazekage.

Shikamaru era l’unica eccezione. Con lui si sentiva serena e sicura, pronta ad aprirsi anche per questioni così delicate. Si fidava ciecamente di lui e da qualche tempo Temari, da sempre nota come una delle kunoichi più feroci, non faceva più fatica ad ammettere di aver trovato il compagno della propria vita e il fatto che si trattasse di uno shinobi, per di più tra i più rappresentativi, di un villaggio straniero non aveva mai scalfito la sua immensa felicità di trovarsi al suo fianco.

< < Niente di certo > > rispose lei, dopo un attimo di riflessione < < Alcuni membri del consiglio di Suna non nascondono certo la loro preferenza verso una politica conservatrice, una politica fatta unicamente di inganni e ottuse tradizioni antiche. Questo forte legame tra Sabbia e Foglia è ben visto dall’intera popolazione di Suna, ma forse c’è ancora qualcuno ossessionato dalle vecchie tradizioni, dove non c’era spazio per i legami o la crescita comune. Forse questo ipotetico qualcuno ricopre una carica importante nel consiglio di Suna e questo sarebbe un enorme pericolo per la nostra alleanza e per tutto quello per cui ci siamo battuti. Qualsiasi scusa potrebbe rivelarsi estremamente pericolosa, non soltanto per Gaara ma per noi tutti. Lo stupido desiderio di isolarsi dagli altri per difendere il cosiddetto sangue degli shinobi della Sabbia e usare le alleanze soltanto come uno strumento di potere e di offesa verso le altre nazioni ninja alla minima occasione. È questo che mi preoccupa più di ogni altra cosa > >.

< < Una volta, questa stessa politica mi ha portato ad attaccare la tua casa > > aggiunse Temari, con un velo di dolore nei suoi occhi color smeraldo.

Shikamaru conosceva bene il suo dolore e si rammaricava del fatto di non riuscire ad aiutarla a superare le sue ferite emotive. La costrinse delicatamente a guardarlo, sapendo perfettamente quali fossero le paure della compagna. Le alleanze potevano essere così fragili e bastava la più futile delle cause per scatenare nuovi sanguinosi conflitti.

< < Tem > > disse il giovane, scostandole gentilmente una ciocca di capelli color sabbia dal viso < < E’ stato molto tempo fa. Eravamo soltanto dei bambini che non sapevano nulla del mondo. È vero ci siamo conosciuti come nemici, ma poi siamo diventati alleati, poi amici e colleghi di lavoro e infine… > >.

Invece di terminare con qualcosa di così ovvio, il moro preferì baciarla con passione, sperando di poterla liberare delle preoccupazioni che in quel periodo molto spesso la tormentavano. La kunoichi rispose al bacio con lo stesso entusiasmo e dentro di sé si diede della sciocca per il fatto di angosciarsi così tanto dopo tutti gli anni trascorsi insieme e soprattutto dopo essere sopravvissuti ad una guerra mondiale che aveva messo a rischio la sopravvivenza dell’intera umanità. Entrambi avevano ancora la possibilità di vivere una vita serena e felice, un dono sacrificato da innumerevoli shinobi durante il terribile conflitto.

Tuttavia, la più grande paura di Temari restava come una ferita inguaribile, più di ogni cosa la terribile paura di perdere l’uomo che amava nel terribile spirale di odio che aveva sempre contraddistinto il mondo shinobi.

Shikamaru sembrava intuire quali fossero le sue paure e per questo la strinse ancora di più a sé, felice almeno che la compagna accettasse di mostrare solo a lui le debolezze più profonde del suo animo.

< < L’alleanza tra Sabbia e Foglia è molto stabile, Tem. Una stabilità che si era consolidata ancor prima della guerra. Gaara e Naruto hanno costruito le basi di un’amicizia straordinaria che ha potuto unire il destino di due popoli da sempre divisi per tradizione e cultura. Pensa alla nostra relazione: qui a Konoha è stata benedetta da tutti, shinobi e non > >.

< < A Suna potrebbe anche non essere così semplice > > obiettò lei, pur trovando conforto nelle sue parole e nei suoi abbracci < < Anche se sei un amico fidato dei miei fratelli e di molti altri shinobi della Sabbia, è molto probabile che ci siano molti che non abbiamo accettato per niente la nostra unione. E alcuni di questi potrebbero anche essere importanti shinobi o politici del paese > >.

< < Chi se ne importa > > commentò il moro con semplicità < < Conoscendo il mio carattere non troppo allegro o disponibile posso benissimo risultare irritante. Magari anche qui a Konoha potrebbe esserci qualcuno favorevole all’idea di farmi fuori > >.

< < Sei uno stupido, Nara > > ridacchiò la giovane donna, baciandogli una guancia.

< < Inoltre > > aggiunse lo stratega, guardandola calorosamente < < Il tuo lavoro come ambasciatrice ha raggiunto così tanti traguardi. A Konoha ti ammirano tutti, Tem. Ti hanno osservato in questi anni: mentre lavoravi, mentre interagivi con noi e con la nostra cultura. Hai persino combattuto per noi, Tem. Se non fosse stato per te io sarei morto nel Paese del Silenzio > >.

Temari rabbrividì al pensiero di quella missione, rabbia e paura riafforarono al tempo stesso. Aveva seriamente rischiato di perderlo. Le aveva nascosto ogni cosa, ma fortunatamente lei era stata così testarda da seguirlo per tirarlo fuori dai guai giusto in tempo.

< < Ho perso il conto di quante volte ho salvato il tuo bel culetto, Nara > > borbottò Temari, anche se sorrideva.

< < Beh, anch’io ti ho tirato fuori dai guai in qualche occasione se non sbaglio > > rispose Shikamaru, poggiando la fronte su quella di lei.

Quest’ultima si avvicinò pericolosamente alle sue labbra < < Cosucce da niente, stratega dei miei stivali, ma è un bene sapere di poterci coprire le spalle a vicenda. Vedi di non dimenticarlo, zuccone > >.

Non permettendogli di replicare, La kunoichi della Sabbia baciò prepotentemente il compagno, bloccandolo saldamente sotto di lei. Si presero in giro, si baciarono e si coccolarono per tutta la mattina.

Anche se non lo avrebbe mai ammesso apertamente, Temari non poteva essere più felice di passare un’intera giornata nell’ozio più totale. In compagnia del suo uomo. 

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Dal suo ufficio del palazzo degli Hokage, il Sesto Hokage Kakashi Hatake osservava dalla propria postazione il familiare panorama. Anche se mascherato, il suo viso trasmetteva chiaramente una profonda serenità mista a stanchezza. La vittoria della grande Alleanza Ninja aveva sancito l’inizio di una nuova era di pace, fatta di collaborazione e impegno. I rapporti tra i diversi villaggi non erano mai facili, ma tutti i cinque grandi Kage lavoravano duramente per la difesa di un progetto di pace mai visto prima, per sopprimere tutti i rancori che avevano causato così tanti lutti nelle epoche passate.

Durante quei prima anni di carica, Kakashi ebbe modo di comprendere a pieno l’importanza e la delicatezza della sua nuova posizione. La vita di un ninja guerriero era così semplice a confronto: un susseguirsi di missioni da portare a termine con l’ausilio delle proprie abilità guerriere. Ora, da Hokage il suo dovere era davvero illimitato. Doveva impegnarsi in ogni singola questione con assoluto impegno, dalla più piccola alla più grande. Senza la collaborazione di fedeli amici sarebbe stato impossibile venirne a capo e sotto questo punto di vista il leggendario ninja copiatore si riteneva più che fortunato.

Aiutato da Maito Gai, aveva trascorso la settimana a gestire l’andamento dei rapporti commerciali con il Villaggio della Sabbia, anche se il terribile fenomeno dello schiavismo restava il principale nemico delle cinque grandi terre ninja.

I punti cruciali delle trattative commerciali erano stati facili da risolvere, anche grazie allo splendido lavoro dell’ambasciatrice Temari e del giovane stratega Shikamaru Nara, scelto da Kakashi stesso come collaboratore ufficiale dell’Hokage.

I rapporti con Suna si erano rivelati i più semplici da gestire, segno di una vicinanza sempre più solida tra le due nazioni. Senza dubbio c’erano radici più profonde, maturate ancor prima del grande conflitto terminato tre anni prima. Inoltre, oltre alla grande amicizia fra Naruto e il Kazekage Gaara, c’era l’ormai nota relazione sentimentale fra Temari e Shikamaru. Anche se non c’era ancora nulla di ufficiale, tutti, sia Suna che a Konoha, erano ormai perfettamente consapevoli del loro legame.

< < Una relazione indubbiamente insolita > > pensò Kakashi con un sorriso < < Ma sempre più forte con il trascorrere del tempo > >.

Tuttavia, anche se l’alleanza con Suna era solida, il territorio vasto e desertico del Paese del Vento continuava ad essere dilaniato da preoccupanti ondate di criminalità. Predoni, assassini, ma peggio ancora gli schiavisti che erano riusciti a creare una potente organizzazione criminale, operativa secondo uno schema organizzato nei numerosi covi segreti distanziati in un territorio vastissimo nei deserti sconfinati della Terra del Vento. Gaara continuava a combattere strenuamente contro questo fenomeno di morte e sofferenza, mentre più di tutti gli altri l’Hokage Kakashi si impegnava a inviare i più potenti ninja di Konoha per dar man forte al Kazegake e ai compagni della Sabbia. Le missioni erano pericolose, con il massimo grado di difficoltà, perché la maggior parte dei gruppi criminali comprendeva anche un gran numero di ninja mercenari originari da ogni parte del mondo.

Eppure i risultati si erano visti: molti gruppi catturati o dispersi, covi smantellati e distrutti e un gran numero di persone liberate. Oltre alle donne, un obiettivo frequente di quella gente era il rapimento di bambini. Molte teste della bestia erano state tagliate, ma il mostro era ancora vivo e potente.

Mentre il ninja mascherato rifletteva sui suoi doveri, il suono inconfondibile e ormai per lui così familiare di una sedia a rotelle annunciò l’ingresso di un uomo vigoroso, sebbene avesse perso per sempre l’uso della gamba destra. Si fece avanti all’interno dell’ufficio con aria disinvolta, sfoderando un sorriso allegro e inquietante, anche per via della sua strana acconciatura a caschetto.

< < Tutto bene, Kakashi? > > domandò Maito Gai, uno dei più grandi eroi della Quarta Grande Guerra ninja. Il suo ultimo scontro contro Madara era diventato leggendario in tutto il mondo e anche se quel giorno Gai si salvò miracolosamente con l’intervento di Naruto, egli aveva sacrificato il bene a lui più prezioso: la sua vita di shinobi.

Tuttavia, Gai non aveva perso quella profonda allegria che l’aveva sempre contraddistinto. Aveva accettato la sua nuova vita, grato di avere ancora la possibilità di stare vicino alle persone a lui care. Pertanto, quando l’eterno rivale e amico Kakashi gli propose di aiutarlo come collaboratore ufficiale dell’Hokage, Gai accettò con gioia. Da quel momento aveva svolto il suo nuovo lavoro con tutta la passione e l’impegno di cui era capace.

< < Come al solito non riesci a goderti un meritato riposo, Gai. Nemmeno in una domenica soleggiata come questa > > scherzò l’Hokage, salutandolo allegramente.
< < Non avendo più la possibilità di sfidarti come si deve, mi tocca aiutarti a gestire le cose anche nei giorni festivi, Kakashi. La mia giovinezza incrollabile mi impedisce di perdere tempo, perciò non posso fare altro che aiutarti > > dichiarò Gai, mostrando all’amico il suo solito occhiolino.

Kakashi si alzò lentamente dalla sedia, spazzolandosi la lunga tunica bianca. La consuetudine voleva che in quell’ufficio l’Hokage la indossasse sempre, ma negli anni scorsi il ninja copiatore l’aveva vista ben poche volte indosso a Tsunade.

< < Hai la memoria corta, Gai. Giusto ieri sera ci siamo affrontati nella nostra consueta gara di resistenza e con la mia vittoria mi sono portato avanti. Sono in vantaggio adesso se non vado errato > >.

Gai arrossì, ringhiando rumorosamente e rischiando persino di cadere in avanti dalla sedia < < Il ramen di Ichiraku è indubbiamente il migliore, ma tutti a Konoha sanno che non riesco mai a difìgerirlo. È stata una gara falsata, Kakashi > >.

< < Beh, quando il nostro stomaco lo consentirà, ti concederò volentieri una rivincita, Gai. Per allora speriamo di esserci tolti anche le altre preoccupazioni che ci opprimono > > disse l’Hokage sospirando per la stanchezza. Si girò verso il terrazzo dell’ufficio, osservando la meravigliosa giornata di sole che dominava sul suo amato villaggio.

Anche Maito Gai assunse un’espressione di seria preoccupazione. < < La criminalità a Suna resta un serio problema da affrontare. I nostri shinobi in missione laggiù dovrebbero tornare a breve. La missione si è conclusa nel migliore dei modi, senza vittime per fortuna > >.

< < Le notizie sono state quasi sempre positive. I nostri ninja, collaborando con gli alleati della Sabbia, hanno sempre portato a termine molte missioni in quelle sconfinate lande desertiche. Tuttavia, per ogni covo distrutto ne risorgono molti altri, ancora più potenti e preparati. Per ogni ninja mercenario catturato o ucciso, se ne aggiungono infiniti altri > >.

< < I ninja mercenari rappresentano indubbiamente la vera forza bruta degli schiavisti > > convenne Gai.

< < E il fatto che provengano da tutto il mondo non fa che peggiorare le cose. Significa che gli schiavisti dispongono delle più svariate tecniche ninja. Secondo le notizie riportate da Sasuke, i ninja mercenari con abilità innate intervengono soltanto per gli attacchi contro i centri abitati più grandi e organizzati > >.

< < Sasuke ha scoperto così tante informazioni > > disse Gai pensieroso, avvicinandosi alla scrivania per osservare i tanti documenti diligentemente ordinati. Alcuni di essi li aveva analizzati egli stesso.

< < Eppure purtroppo non è ancora riuscito a scoprire l’esatta posizione del cuore della bestia > > aggiunse il ninja esperto di arti marziali.

< < E non sarà facile scoprirlo, Gai > > esclamò Kakashi con convinzione < < Anche con le sue abilità, Sasuke è costretto ugualmente ad operare in un territorio troppo vasto e selvaggio, dove non è per niente facile trovare informazioni > >.

Maito Gai osservò passeggiare il suo eterno rivale per la stanza. Dopo la guerra, la difesa della pace era rimasta la priorità assoluta e la potente rete criminale sorta a Suna poteva seriamente minare gli obiettivi delle cinque grandi Terre Ninja, le quali dopo tanti sacrifici e lutti iniziavano realmente a prosperare nella grande alleanza che aveva continuato ad evolversi superando la semplice priorità della sopravvivenza.

< < Sono già arrivati i rapporti sull’ultima missione a Suna? > > chiese Kakashi, mentre tornava a sedersi.

Gai annuì sicuro < < Sono arrivati giusto questa mattina. Come ti dicevo, l’intera operazione è stata un successo, Kakashi. La strategia di Shikamaru si è rivelata vincente ancora una volta. La suddivisione in tanti gruppi è ideale per portare a termine tutti gli obiettivi in una missione così delicata. Prima di ogni cosa la salvezza degli ostaggi > >.

< < E’ il vantaggio di agire con un gruppo così numeroso. La guerra ha fortemente unito le capacità di coordinamento tra shinobi originari di diverse terre > > interloquì Kakashi.

< < Come stabilito dal piano iniziale, il gruppo di Naruto ha affrontato un duro scontro nel covo scoperto da Sasuke alcuni giorni fa. Naruto ha seguito fedelmente la strategia. Ha coperto abilmente l’incursione del gruppo di Sakura, senza scatenare il suo pieno potere. Inoltre, anche il gruppo di Sakura si è comportato in modo impeccabile. La loro infiltrazione ha permesso la liberazione di tutti i prigionieri > > proseguì Gai con sicurezza.

< < Con l’attenzione dei mercenari interamente su Naruto, Sakura e Ino si sono facilmente infiltrate nei sotterranei seguendo le indicazioni riportate da Sasuke. Hanno liberato le donne e i bambini rapiti e li hanno scortati in poche ore fino alla zona di sicurezza. Nel gruppo delle nostre ragazze erano presenti anche diversi shinobi della Sabbia che hanno collaborato benissimo con loro. In seguito, un gruppo di supporto, guidato personalmente da Kakuro, è poi intervenuto a protezione del perimetro di sicurezza, consentendo il ritorno degli altri verso il Villaggio della Sabbia. Hanno dovuto fronteggiare soltanto un unico tentativo degli schiavisti di riprendersi i prigionieri > >.

< < Sono arrivati allo scontro? > > chiese l’Hokage, con un freddo tono professionale.

< < E’ stata una lotta dura ma breve. Kankuro li ha respinti senza subire perdite, mentre il grosso delle forze mercenarie è rimasto impegnato da Naruto, al cui fianco c’era anche il mio pupillo Rock Lee > > rispose Gai, manifestando con chiarezza l’orgoglio che provava verso il suo allievo prediletto.

< < Il resoconto della battaglia? > > chiese ancora Kakashi.

Maito Gai mostrò un ghigno di profonda soddisfazione < < Non apena il gruppo di Sakura ha raggiunto il perimetro di sicurezza, Naruto si è potuto scatenare al massimo, seguito ovviamente dalla giovane forza verde del mio pupillo. L’intero covo schiavista è stato completamente raso al suolo. Molti schiavisti sono stati catturati portati in carceri di massima sicurezza a Suna > >.

< < Molto bene > > esclamò il ninja copiatore, finalmente sollevato.

< < La nostra collaborazione con la Sabbia è stata ancora una volta impeccabile, Kakashi. I nostri shinobi interagiscono perfettamente con i loro ninja sul campo di battaglia. Abbiamo potuto constatarlo direttamente durante la guerra. Diversi compagni della nostra divisione erano shinobi della Sabbia > >.

< < L’amicizia tra Gaara e Naruto ha creato le basi di un legame solido > > convenne l’Hokage < < E la relazione fra Temari e Shikamaru, se mai dovesse proseguire, non farà che rafforzare questo legame. Di questo ne sono certo e sono anche felice per loro, ma dovranno essere molto cauti > >.

< < Che vuoi dire? > >.

Kakashi Hatake appoggiò i gomiti sulla scrivania, unendo le mani in un’espressione di seria preoccupazione < < Nonostante la forte vicinanza fra i nostri paesi, il consiglio di Suna impedisce con forza un dispiegamento maggiore di forze sul loro territorio. È forse il consiglio più rigido e tradizionale del mondo, ancora legato a certe tradizioni antiche e  alcuni si sono mostrati profondamente negativi riguardo gli interventi esterni. Riflettendoci bene, inviando altri shinobi avremmo potuto causare il doppio dei danni all’organizzazione schiavista, ma il consiglio si è opposto con tutte le forze > >.

Gai si massaggiò la gamba perduta con espressione assorta. Non era per niente abituato a gestire problemi così stretti in campo diplomatico e politico.< < Pensi che Temari e Shikamaru possano avere dei problemi? Che potrebbero essere danneggiati dal consiglio? > >.

< < Naturalmente non possiamo parlare dell’intero consiglio > > rispose cautamente Kakashi < < Ma non possiamo escludere la presenza di avidi consiglieri pronti ad aggrapparsi ad ogni minima scusa pur di danneggiare la posizione di Gaara e ciò comporterebbe indubbiamente un effetto negativo anche nell’unione e nella nostra alleanza. Una situazione del genere potrebbe anche danneggiare fortemente l’amore fra Temari e Shikamaru > >.

Il ninja esperto di arti marziali rimase pensieroso, chiaramente disgustato del fatto che la verde giovinezza di due ragazzi valorosi potesse essere aggredita dagli interessi di vecchi e ambiziosi politici.

< < So cosa stai pensando, Gai. Hai tutte le ragioni per essere indignato o disgustato, ma purtroppo questa è politica. All’interno delle faccende di Suna non avremmo alcuna voce in capitolo e difficilmente potremo fare qualcosa per aiutare Temari e Shikamaru > >.
 
 
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Alle prime luci dell’alba del giorno dopo, il Villaggio della Foglia, esattamente come la domenica appena trascorsa, si svegliò con un clima fresco e temperato, accompagnato da uno splendido sole primaverile. I vari negozi o locali iniziavano lentamente a prepararsi lungo le varie vie del villaggio per l’inizio di una nuova settimana di lavoro. C’erano ben pochi shinobi a presidiare le strade. La maggior parte di loro era di stanza al cancello principale.

Lungo la via centrale di Konoha ancora poco trafficata, una giovane coppia camminava mano nella mano proprio in direzione dell’uscita. Quell’abitudine, da sempre appartenuta al loro rapporto, era diventata così difficile da gestire e sopportare durante gli ultimi mesi della loro travolgente relazione. Shikamaru aveva ricevuto l’incarico di farle da guida molto tempo prima direttamente dal Quinto Hokage in persone e il suo compito gli imponeva di andarla ad accogliere all’arrivo e di accompagnarla all’uscita al momento della sua ripartenza.

Da allora affrontarono così tante esperienze insieme e senza rendersene conto si innamorarono perdutamente l’uno dell’altra. Così quel breve cammino verso l’uscita diventava sempre più arduo, un breve tragitto che portava ad una separazione lunga e dolorosa.

La coppia non affrontava quasi mai l’argomento, ma ogni volta che dovevano separarsi, erano costretti a combattere un nodo alla gola sempre più opprimente.
< < Ci vedremo presto > > sussurrò Temari, non fidandosi della propria voce. Voleva essere forte anche per lui, ma era così difficile.

< < Lo so > > rispose lui, non riuscendo a nascondere un certo tremito. Teneva ancora la mano di lei intrecciata alla sua e in quel momento trovava insopportabile il pensiero di doverla lasciare.

La coppia giunse nei pressi della piazza all’entrata del villaggio. Quasi ignorarono i saluti dei ninja di guardia. Temari era vestita in perfetta tenuta shinobi con l’infallibile tessen legato ordinatamente dietro la schiena. Il micidiale ventaglio pieghevole gigante, arma tipica della tradizione militare della Sabbia, si era spesso dimostrato determinante in battaglia. Lo stesso Shikamaru aveva portato a casa la pelle diverse volte grazie a quest’incredibile arma e ovviamente grazie alle abilità straordinarie della sua compagna.

Si fermarono all’entrata con le dita ancora saldamente intrecciate. Temari osservava il sentiero che presto avrebbe dovuto percorrere, il solito viaggio di tre giorni fino ai deserti della Terra del Vento. La sua casa.

Tuttavia, non aveva nessuna voglia di imboccare quella strada, nonostante la nostalgia intensa che provava. Di colpo ebbe paura, perché dentro sé stessa sapeva di volere restare lì con l’uomo accanto a lei. Mai nella sua vita si era sentita così combattuta emotivamente.

< < Stai attenta durante il viaggio e una volta arrivata avvertimi immediatamente > >.

< < Non essere così drammatico, piagnucolone. Ho fatto questo viaggio centinaia di volte e continuerò a farlo. Non pensare di poterti liberare di me così facilmente > > rispose lei con un sorriso beffardo, ma la sua voce tremava.

< < Sei la solita seccatura, lo sai questo vero? > > disse Shikamaru, rispondendo al suo sorriso. Le prese delicatamente il viso tra le mani e nonostante lei gli avesse più volte proibito le manifestazioni di affetto in pubblico, la baciò con passione. Con sua grande sorpresa, Temari non si scostò, al contrario gli afferrò con forza il davanti dell’uniforme ninja con fare aggressivo, quasi volesse trascinarlo con lei fino a Suna.

Quando si separarono la kunoichi della Sabbia continuò a fissarlo, beandosi della vista del suo volto per tutto il tempo che poteva.< < Ti amo > > gli sussurrò senza esitazioni.

< < Ti amo anch’io > > rispose Shikamaru con tutta la determinazione di cui era capace. Tremava visibilmente quando la sua compagna gli carezzò amorevolmente una guancia, prima di iniziare il lungo cammino.

Temari della Sabbia iniziò il suo viaggio senza voltarsi. Sapeva di non poterlo fare, perché se lo avesse fatto sarebbe senza dubbio crollata in ginocchio accanto a lui e non sarebbe più partita.
 
 

FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** Il viaggio di Temari ***


CAPITOLO 2
 
IL VIAGGIO DI TEMARI

 
 
Durante il viaggio di tre giorni da Konoha a Suna, si doveva attraversare diversi territori e paesaggi. Dopo il fallito tentativo di conquista del Paese del Fuoco, Temari della Sabbia fu nominata ufficialmente ambasciatrice nelle trattative di pace. Pertanto, nel corso degli anni aveva percorso quel lungo cammino così tante volte, imparando a conoscere la maggior parte dei paesaggi o dei centri abitati, nonché i sentieri più faticosi o più facili da percorrere. Alcune volte aveva affrontato quel viaggio serena nell’animo, altre volte con la paura accecante di perdere una persona cara. Ricordava ancora la corsa disperata che fecero per salvare Gaara, dopo il terribile attacco dell’Akatsuki a Suna.

Altre volte ancora, però, aveva percorso quella strada felice come mai avrebbe pensato di essere. Il cuore batteva forte mentre rammentava ogni dettaglio della prima volta che da fidanzata accompagnò Shikamaru nella terra dove era nata e cresciuta. Impiegarono cinque giorni per arrivare a destinazione, due in più rispetto al tempo abituale. Nessuno dei due ebbe alcuna fretta di arrivare a destinazione, nonostante Temari fremesse dalla voglia di far vedere al suo uomo il posto in cui era cresciuta come donna e come kunoichi.

Shikamaru c’era stato altre volte a Suna, ma sempre per lavoro o come lui desiderava puntualizzare per faccende estremamente fastidiose. Lei stessa anni prima lo aveva scelto come collaboratore ufficiale durante gli esami Chunin organizzati nel Paese del Vento. In quell’occasione, lavorando a stretto contatto per diversi giorni, i due giovani si erano avvicinati molto, scoprendo nuovi aspetti dei loro caratteri. Nonostante le continue prese in giro e i numerosi battibecchi, entrambi non potevano desiderare un compagno di lavoro migliore.

< < E’ incredibile pensare a quanto si è evoluto il nostro rapporto nel giro di pochi anni > > pensò la ragazza con affetto.

< < Quel dannato piagnucolone. Il mio dannato piagnucolone > > disse a sé stessa, mentre ammirava il familiare paesaggio verdeggiante della Terra del Fuoco. Pur essendo innamorata, Temari non avrebbe mai pensato di diventare così sentimentale, così preda di ciò che provava, ma non poteva farne a meno. Inoltre, dentro di lei non sentiva alcun desiderio di cambiare questa situazione.

Per raggiungere i confini della Terra del Fuoco impiegava solitamente un’intera giornata di viaggio tra gli sconfinati boschi che ormai conosceva così bene. Fedele al suo addestramento e alla sua preparazione fisica, Temari affrontò la marcia a buon ritmo, fermandosi solo per brevi soste. Rispettando le sue abitudini, raggiunse al tramonto la Locanda del Lupo d’Argento, situata già al di fuori dei confini del Paese del Fuoco. Era un locale confortevole e non troppo caro del Paese dei Fiumi, una piccola nazione confinante con la Foglia. Era stato costruito in una zona strategica, molto trafficata per i tanti mercanti o shinobi di diversi paesi.

Per anni la ninja della Sabbia aveva frequentato quella locanda. Un altro ricordo riaffiorò nella sua mente, facendola arrossire visibilmente. Recentemente aveva letteralmente trascinato Shikamaru nella stanza che affittava solitamente. Erano rimasti lì dentro tutta la notte.

Come al solito, il locandiere la accolse animatamente, mostrando un largo sorriso < < Lady Temari, è sempre un piacere accogliervi nella mia umile locanda > >.

< < Buona sera mastro Denn. Chiedo scusa per l’orario, ma spero che la mia solita camera sia libera > > rispose garbatamente Temari, pur non sopportando il fatto di essere chiamata con il suo titolo nobiliare.

< < Certamente Lady Temari. La vostra camera è sempre disponibile. Mentre la prepariamo a dovere, sarei onorato di servirvi la cena. Abbiamo dell’ottimo stufato di manzo e verdure appena cucinato > >.

< < Ti ringrazio, mastro Denn. È proprio quello che ci vuole dopo una lunga giornata di marcia > > ringraziò Temari gentilmente.

Una volta accomodata su uno dei tavoli, la bionda poté finalmente rilassarsi. La locanda non era così affollata, ma tutti gli ospiti presenti non facevano che lanciarle sguardi furtivi. Alcuni ebbero il coraggio di parlarle, arrivando persino a chiederle l’autografo. Lei era ormai abituata a scene del genere. Non soltanto era la kunoichi sorella del Kazekage in persona, ma anche una delle eroine della Quarta Grande Guerra Ninja, riconosciuta come tra i più forti shinobi nell’uso dell’arte del vento.

Mentre gustava una bevanda rinfrescante, Temari ricominciò a riflettere sugli eventi e in particolare su ciò che si era promessa di fare una volta arrivata a casa. La posizione di Gaara era ancora forte, ben riconosciuta dall’intera popolazione. Anche la maggior parte del consiglio si era mostrata ben volenterosa verso lo straordinario lavoro di suo fratello e verso il progetto di unione con le altre nazioni.

Eppure, nonostante tutto questo, Temari era assolutamente sicura della presenza di aspiranti cospiratori all’interno del consiglio. Non poteva ancora provarlo, ma era pronta a battersi con ogni mezzo per difendere la posizione di Gaara come Kazekage. Per questo motivo la kunoichi aveva già da tempo preso la decisione: avrebbe portato avanti i suoi obiettivi e le sue ambizioni, incurante di qualsiasi ostacolo o pericolo. Il primo passo era la rivelazione che si era promessa di fare davanti all’intero consiglio. Lo avrebbe fatto immediatamente una volta arrivata. Non era facile prevedere gli effetti di ciò che si era promessa di fare, ma tra le sue priorità non c’era soltanto la posizione di Gaara come leader del villaggio.

Durante quei primi anni di dopoguerra, la kunoichi del vento aveva ricevuto così tante richieste di matrimonio. Persino dal nipote del Daimyo del Paese del Vento. Lei aveva rifiutato ogni proposta, forte del sostegno di Gaara e della sua reputazione come ambasciatrice e shinobi di massimo livello. Aveva resistito ad ogni pressione e aveva continuato a svolgere il suo dovere di ninja della Sabbia e della grande alleanza, oltre che di ambasciatrice.

Si sentiva forte e determinata, per certi versi molto di più rispetto a qualche anno fa, prima che Shikamaru entrasse a far parte della sua vita. Molti sembravano pensare che avrebbe dovuto rinunciare a qualcosa: al suo legame con Shikamaru o alla possibilità di rafforzare la stabilità politica del fratello minore e dell’intera nazione del Vento.

Tuttavia, una certa persona l’aveva sempre definita una donna testarda e lei aveva tutta l’intenzione di mostrare al consiglio e ad un’intera nazione quanto il suo uomo potesse avere ragione a definirla così.


 
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Il Paese dei Fiumi era una piccola nazione confinante con due delle cinque grandi terre ninja: a sud con la Terra del Vento, a nord con quella del Fuoco. Era una terra ricca di corsi d’acqua, che così facendo la rendevano un importante punto di passaggio per tutti i viaggiatori diretti verso la Baia di Hanguri. Pur non avendo una certa rilevanza politica o militare, restava ugualmente un paese autonomo, amministrato da un piccolo villaggio ninja. In passato, proprio la scarsa forza militare del Paese dei Fiumi aveva consentito alla vecchia organizzazione Akatsuki la possibilità di insediarsi facilmente, dislocando numerosi covi segreti lungo la zona.

Temari della Sabbia, nel corso dei suoi numerosi viaggi, aveva imparato le strade più facili e brevi da percorrere. Era facile perdersi tra i numerosi fiumi, alcuni dei quali facilmente guadabili, altri, invece, erano così impetuosi da rendere impossibile da attraversare persino per uno shinobi.

Solitamente, la kunoichi impiegava tutto il secondo giorno di viaggio per attraversare il Paese dei Fiumi. Per tutto il corso della mattinata viaggiò a buon ritmo, superando ogni ostacolo presentato dalla natura. Dopo aver consumato un frugale pasto continuò a marciare per tutto il pomeriggio. Alla fine della giornata era stanca e affaticata, ma si fermò soltanto al tramonto. Non aveva ancora raggiunto i confini con il Paese del Vento, ma era ormai vicina.

Temari si mise alla ricerca di un buon posto dove accamparsi. Il bosco in cui si trovava divenne all’improvviso fitto e tenebroso, anche se le ultime luci del giorno non erano ancora sparite. Provò una sensazione di disagio, la sgradevole consapevolezza di non essere più sola. Attorno a lei c’era un silenzio assoluto e innaturale. In quel momento la bionda dimenticò ogni stanchezza.

Si salvò dalla morte soltanto per merito dei suoi sensi allenati e sviluppati dopo mille pericoli e battaglie sostenute. Essi l’avvertirono del pericolo giusto in tempo per schivare l’attacco mortale.
Fulminea si gettò di lato rotolando sull’erba fresca, mentre alle sue spalle un dardo di medie dimensioni continuò il suo tragitto distruggendo ogni cosa tra alberi e rocce. Nessun arciere poteva essere in grado di scagliare frecce così distruttive. Essere colpiti da un’arma del genere significava morire all’istante.

Nonostante le sue origini in una terra prevalentemente desertica, Temari si era abituata a comprendere l’ambiente e le caratteristiche di una foresta. Gli interminabili pomeriggi sdraiata con Shikamaru nella Foresta dei Nara a Konoha l’avevano allenata a distinguere i rumori caratteristici della natura. Per tale ragione, nel momento in cui la foresta si era fatta così silenziosa era stato facile per lei percepire il pericolo mortale.

In un attimo Temari aveva sfoderato il micidiale tessen, pronta a combattere. Sopra di lei dai rami di alti alberi apparvero tre figure incappucciate interamente vestite di nero. Non indossavano alcun coprifronte.

< < Chi siete? > > urlò Temari, mantenendo allo stesso tempo la posizione di guardia. < < Che cosa volete? > >.

Gli assalitori non risposero. Dopo pochi attimi carichi di tensione iniziarono il loro attacco. Tantissimi shuriken volarono da tutte le parti in direzione della kunoichi della Sabbia. Quest’ultima manovrò abilmente la sua arma scaricando una raffica di vento tagliente, che non solo respinse gli shuriken, ma si sollevò come una tempesta implacabile verso gli assalitori.

< < Arte del vento: lame di vento!! > > ruggì Temari, sfruttando tutti e tre gli astri dell’arma.

Solo due di loro riuscirono ad evitare il pericolo mortale, il terzo venne investito in pieno dalla raffica mentre cercava di balzare a riparo su un altro albero.

Temari vide uno dei tre nemici volare paurosamente all’indietro, mentre il chakra che lei aveva rilasciato nella raffica aggrediva con tagli profondi ogni centimetro del suo corpo. Lo sconosciuto finì sbattuto contro un grosso tronco restando poi immobile sul terreno. Probabilmente era ancora vivo, ma sarebbe stato più in grado di combattere.

< < Uno di meno > > pensò la ragazza con soddisfazione, mentre si spostava verso un’altra posizione, evitando agilmente diversi kunai muniti di carte-bomba.

Le esplosioni si susseguirono dietro di lei e una di queste le procurò un profondo taglio su una guancia e diverse contusioni leggere in diverse parti del corpo. Ignorando ferite e stanchezza, Temari si nascose dietro un grosso masso, restando in attesa. Passarono diversi minuti, durante i quali tornò a dominare nella foresta un inquietante silenzio carico di tensione. La kunoichi sapeva che era inutile cercare di ragionare con loro. Si trattava di un attacco studiato e la vittima doveva essere indubbiamente lei. Restò prudentemente nel suo nascondiglio senza rivelare la sua presenza, quando davanti a lei si smaterializzò uno dei due avversari. Egli la vide nascosta dietro il suo riparo.

< < Arte del Vento: pistola d’aria > > urlò l’uomo, dopo una serie di rapidi gesti con le mani.

Dai suoi palmi guantati fuoriuscirono impressionanti colpi d’aria che distrussero completamente il riparo della kunoichi. Ancora una volta quest’ultima aveva schivato perfettamente l’attacco. Ignorò le piccole macerie che colpirono varie parti del suo corpo e urlando selvaggiamente ripartì all’attacco. Fino a quel momento Temari aveva combattuto con il tessen interamente aperto, con tutti e tre gli astri di metallo attivati, sfruttando al massimo il suo chakra del vento.

Ma ora con l’avversario così vicino, era sicura di non avere il tempo per un’altra raffica potente. Il suo avversario stava ancora riflettendo sulla prossima mossa, quando lei chiuse rapidamente il ventaglio. Questa volta Temari caricò corpo a corpo, usando la sua fedele arma come un’enorme mazza di metallo. Non erano molti i ninja che adoperavano il tessen in questo modo, ma lei si era sempre allenata per sfruttare la sua arma al massimo, anche come semplice mazza.

Il nemico restò per un attimo interdetto nel vedere una giovane donna brandire un’arma così pesante con una tale facilità. Con un balzo, Temari lo attaccò dall’alto con il tessen disegnando una traiettoria perfetta verso il basso. La parte metallica dell’arma si abbatté con forza sul braccio sinistro dell’avversario, il quale urlò di dolore scoprendosi completamente.

Implacabile Temari proseguì l’offensiva. Usando il tessen come clava, cercò di colpirlo ancora. Il braccio del nemico doveva essere rotto, ma ciò nonostante riuscì a trovare la forza per difendersi. Armato di kunai l’incappucciato provò a trafiggerla, ma la kunoichi aspettava proprio questa mossa. Si abbassò fulminea schivando il colpo e subito dopo colpì lo stomaco del nemico con il manico metallico del tessen. Ci mise tutta la forza possibile e con profonda soddisfazione poté udire il soffocato rantolo di dolore dell’uomo. dalla bocca di quest’ultimo fuoriuscì una preoccupante quantità di sangue. Si accasciò a terra portando la mano sana sullo stomaco come a voler fermare una sofferenza insopportabile.

Temari non corse rischi. Mentre l’uomo lottava per respirare, lo colpì di nuovo: questa volta con una semplice gomitata all’altezza della nuca. Il nemico perse immediatamente i sensi. Lo scontro fisico era stato breve ma intenso. La ragazza fu costretta a fermarsi per riprendere fiato.

< < Ho consumato troppo chakra. Devo stare attenta alle prossime mosse. Non potrò permettermi nessun errore > >.

Le riflessioni della giovane furono bruscamente interrotte da un dolore lancinante alla schiena poco sotto la spalla destra. Sapeva perfettamente da cosa era stata colpita perché molte altre volte aveva sentito un dolore simile. Si diede della stupida per essersi distratta anche solo per pochi secondi, giusto il tempo per riprendere fiato. Il kunai affilato non aveva colpito nessun organo vitale, ma poteva comunque costituire una menomazione decisiva per l’esito dello scontro. Lo strappò dalla ferita in un unico movimento, lasciandosi sfuggire suo malgrado un grido di dolore.

Il terzo assalitore si posizionò su un altro ramo, cercando di sorprendere ancora l’avversaria. Eseguì movimenti rapidissimi con le mani e immediatamente un’ondata di scariche elettriche si precipitò con violenza contro Temari, la quale stava ancora tentando di bloccare l’emorragia. Una grande esplosione illuminò la serata appena cominciata, generando un incredibile cratere sul terreno.
 
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Hirgon aspettò pazientemente che il fumo si diradasse per poter vedere cosa fosse rimasto della sua agguerrita avversaria. Non si sarebbe mai aspettato di perdere ben due compagni in quello scontro. Il loro capo non era stato così chiaro riguardo le abilità di quella maledetta della Sabbia.

L’uomo osservava attentamente i risultati della sua tecnica micidiale. Sgranò gli occhi dalla sorpresa quando non vide nessun corpo carbonizzato come si aspettava. Non poteva essere, la sua arte del fulmine era infallibile. All’improvviso riuscì a scorgere due figure poco lontano dal cratere da lui creato. La sua preda era lì in ginocchio mentre riprendeva fiato, ma ciò che lo preoccupò era la vista dell’uomo in piedi accanto a lei. L’aspetto che più lo sconvolse era che il nuovo arrivato sembrava avere soltanto un braccio. Di colpo Hirgon ebbe paura.

Era un uomo giovane di media altezza, dai capelli lunghi e neri. Hirgon incrociò per un attimo i suoi occhi e il panico rischiò di farlo impazzire. Hirgon non aveva mai tremato di fronte un avversario, soprattutto prima ancora di iniziare a combattere. Comprese chi aveva di fronte.

La sua fama lo procedeva, ma Hirgon non si sarebbe mai aspettato di trovarselo di fronte in un posto così sperduto nel Paese dei Fiumi.

< < Il leggendario potere dello Sharingan > > disse a bassa voce, cercando di contenere la paura.

 
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Temari della Sabbia era sbalordita. Quando la tempesta di fulmini stava per colpirla, lei aveva tentato disperatamente di fuggire in volo con il tessen, ma la ferita alla spalla l’aveva debilitata oltre le sue previsioni.

Il suo inaspettato salvatore era l’ultima persona che si sarebbe aspettata di incontrare: Sasuke Uchiha, l’ex traditore della Foglia. Con il potere del Rinnegan, impiantato sull’occhio sinistro, l’aveva trasportata in un attimo al riparo dall’esplosione elettrica.

< < Sasuke Uchiha > > mormorò Temari, ancora senza fiato < < Non mi aspettavo certo di vederti in un posto del genere > >.

Il giovane fissava impassibile il terzo ninja ancora appostato sul grosso ramo dal quale era partito l’ultimo attacco. Parlò con voce fredda senza distogliere lo sguardo < < Hai consumato troppo chakra durante lo scontro. Tuttavia, hai agito bene. Sei riuscita a farne fuori due > >.

< < Adesso la mia vera preoccupazione è un’altra> > rispose la ragazza, mentre faticosamente si rimetteva in piedi < < L’agguato è iniziato con l’attacco di un quarto ninja. Ha cercato di colpirmi alle spalle con una specie di freccia caricata di chakra. Non sono mai riuscita a localizzarlo mentre combattevo con gli altri tre. Sono sicura che sarà il nemico più pericoloso da affrontare > >.

L’espressione gelida di Sasuke non mutò. Senza rispondere, si mosse fulmineo. Con il solo braccio rimasto scaricò una potente ondata di energia verso il riparo del nemico. Temari rabbrividì nel percepire il suo enorme potere. In un attimo il grande albero venne completamente spazzato via. Il ninja mercenario si salvò per miracolo, balzando dal ramo all’ultimo momento e atterrando goffamente sull’erba.

< < Maledetto > > sibilò l’uomo.

< < Dove si trova il tuo capo? > > chiese Sasuke, puntandogli contro l’inquietante occhio destro. Hirgon si sentì investito da una forza invisibile e devastante. La forza del suo Sharingan era potente oltre ogni immaginazione. Si sentì spaesato come un ragazzino alle prime armi. Nonostante la rabbia e l’odio che provava, il ninja del fulmine era consapevole di non avere speranze.

< < Hai ancora la possibilità di avere salva la vita. Ti conviene darmi le informazioni che cerco > >.

Il ninja mercenario valutò attentamente tutte le opzioni possibili. Sarebbe morto se avesse proseguito lo scontro. Non poteva affrontare Sasuke Uchiha, ma presto avrebbe potuto farlo il suo capo con conseguenze tragiche per i loro nemici. La fuga era l’unica opzione rimasta.

< < Vedrete presto di cosa è capace > > si limitò a dire Hirgon, prima di sparire in una nube di fumo bianco. Incredibilmente riuscì ad anticipare persino il potere oculare dello Sharingan.

< < Dannazione, è scappato > > imprecò Sasuke ad alta voce < < Una tecnica di smaterializzazione. E’ stato veloce. Non sono riuscito a bloccarlo con lo Sharingan > >.

In quel momento, il giovane venne raggiunto da Temari, la quale perdeva ancora sangue dalla spalla. La ragazza di sentiva terribilmente debole, ma nessuna delle ferite riportate era mortale.

Con l’aiuto del nuovo arrivato, la ragazza si occupò dell’emorragia. Nel suo equipaggiamento portava sempre l’occorrente per medicazioni e interventi medici sul campo. Data la posizione della ferita, ebbe bisogno dell’aiuto di Sasuke per pulirla e medicarla.

< < E’ scappato > > esclamò la kunoichi, mentre si applicava un grosso cerotto sulla spalla. Il kunai non era entrato troppo in profondità, per cui la medicazione sarebbe stata sufficiente fino al suo rientro a Suna.

< < Restano ancora gli altri due > > aggiunse Temari < < Uno potrebbe essere ferito gravemente, ma l’altro dovrebbe essere soltanto stordito. Il loro compagno li ha abbandonati al loro destino. Forse da loro potremo raccogliere preziose informazioni > >.

< < Per loro è già troppo tardi > > sentenziò Sasuke senza scomporsi.

Temari intuì immediatamente quello che voleva dire. Insieme visionarono gli esiti dello scontro. Per prima cosa constatarono il decesso del primo assalitore. L’attacco della kunoichi del vento era stato devastante e i tanti tagli provocati dalle lame di vento avevano dissanguato il nemico. Non era la prima volta che le capitava di togliere una vita, ma ogni volta che era costretta a farlo, provava sempre un terribile disgusto. Una sensazione di tristezza e angoscia divenuta ancora più forte dopo la guerra e soprattutto dopo aver provato la felicità di vivere in pace insieme all’uomo che amava.

< < Era troppo esposto alle lame di vento. Hanno attaccato senza l’appoggio di un medico. E’ morto mentre i suoi compagni cercavano di uccidermi > > disse Temari a bassa voce, distogliendo lo sguardo dal cadavere.

Sasuke tolse il cappuccio, rivelando il volto di un uomo sulla quarantina < < E’ un ninja ricercato. Proveniva dal Villaggio della Nebbia. Lo riconosco dal registro dei ricercati che mi ha procurato Kakashi. Questi ninja sono vagabondi, difficilmente consapevoli dei disegni del nemico. Ad ogni modo lo faremo esaminare ugualmente, anche se non credo riusciremo a scoprire molto dal suo corpo > >.

In seguito, i due alleati raggiunsero la piccola radura dove Temari aveva affrontato il secondo mercenario, uscendone vittoriosa. Purtroppo il secondo assalitore riservò ai due una cruda sorpresa. Il ninja esperto nell’arte del vento giaceva a pancia in giù nella stessa posizione dopo essere stato stordito dalla kunoichi della Sabbia. L’unica differenza erano le due frecce metalliche piantate sulla schiena dell’uomo. Probabilmente l’uomo era morto prima ancora di riprendere i sensi.

< < Il nemico non intende lasciare tracce. Il misterioso arciere ha seguito il tuo scontro per assicurarsi che non avremmo fatto prigionieri > > disse Sasuke, chinandosi sul cadavere per analizzarlo.
< < Il loro obiettivo ero io > > esclamò Temari, pensierosa < < Tu sai chi sono, non è vero Sasuke? > >.

< < Sono ninja schiavisti > > rispose prontamente l’Uchiha < < La loro intenzione era quella di uccidere un importante membro dell’alleanza. Probabilmente ci saranno stati altri attacchi simili a questo. Tuttavia, la presenza dell’arciere dimostra la tua importanza nei loro piani. Conoscono la tua posizione e sanno perfettamente che tu combatti in prima linea per distruggere la loro organizzazione. Per questa ragione hanno inviato il ninja più forte per ucciderti > >.

< < Come fai a sostenere che sia il più forte? > >.

Sasuke restituì con calma lo sguardo pensieroso della ragazza. Senza lo Sharingan attivato e con l’occhio sinistro coperto, la pressione inquietante che emanava solitamente svaniva donandogli una parvenza di normalità.

< < Ho raccolto numerose informazioni. Conduco la caccia contro questo arciere da mesi. A quanto pare è uno dei pilastri principali dell’intera organizzazione. Forse si tratta del braccio destro del capo supremo in persona. Un altro fatto preoccupante in questa faccenda è che hanno cominciato a spingersi oltre i confini del Paese del Vento. Non siamo troppo lontani dai deserti dove tengono i loro covi e i loro sporchi affari, ma è comunque segno che le loro fila stanno aumentando. Questo li spingerà a espandere la loro mano su altre terre > >.

< < Però se davvero io ero il loro obiettivo, per quale motivo il ninja arciere non ha provato a uccidermi mentre combattevo con i suoi sottoposti? > > obiettò Temari perplessa < < Ero completamente impegnata nello scontro e difficilmente avrei potuto schivare le sue frecce > >.

L’Uchiha estrasse con facilità una delle frecce dal corpo del mercenario < < Non posso esserne sicuro, ma è molto probabile che abbia percepito la mia presenza. È un ninja molto potente e con ogni probabilità possiede poteri sensoriali simili all’arte eremitica di Naruto. Ancora non ho potuto accertare la reale potenza del suo chakra > >.

< < E’ certo che le sue frecce vengono scagliate con la forza di un’enorme quantità di chakra mista ad energia naturale. Ciò rende l’arma potente e pericolosa oltre ogni limite. Potente come un Raikiri di piena potenza o come un Rasengan superiore > > aggiunse Sasuke, mentre esaminava attentamente la freccia nera dalla base metallica. La punta era orribilmente coperta di sangue.
< < Questa freccia ha completamente distrutto il suo cuore > > disse Temari, dopo un’attenta analisi del corpo.

< < Difficilmente si sopravvive ad una forza simile. Riesco ancora a percepirla > > commentò Sasuke < < Probabilmente soltanto io e Naruto avremmo qualche possibilità di sopravvivere se venissimo colpiti da una freccia del genere > >.

Temari non nascondeva il fatto di essere preoccupata, ma per il momento era grata di essere sopravvissuta.

< < Ad ogni modo, Sasuke > > esclamò la kunoichi, guardandolo dritto negli occhi < < Ti ringrazio per avermi salvato la vita e ti ringrazio anche per tutto quello che stai facendo per l’unione ninja >.

Sasuke fece un piccolo cenno con il capo < < Ti conviene rimetterti in viaggio, Temari della Sabbia. Tra poche ore raggiungerai il confine con il Paese del Vento. Nonostante la medicazione, la ferita alla spalla potrebbe infettarsi. Fai in fretta > >.

< < Tu cosa farai? > >.

< < Mi occuperò dell’esame di questi corpi. Se non ti dispiace desidererei portarli a Konoha. Ho in mente la persona giusta che potrebbe aiutarci > >.

< < Stai parlando di Orochimaru? > > chiese Temari, senza poter trattenere un certo brivido. L’assassino di suo padre. Tragici eventi riaffiorarono nella sua mente. Sasuke si limitò a fissarla con calma.

< < Mi sembra la scelta migliore > > convenne alla fine la ragazza < < Se lo ritieni opportuno, potrei tornare con te a Konoha per raccontare l’accaduto > >.

< < Non è necessario > > rispose seccamente Sasuke < < Ora che sappiano parzialmente l’identità di uno dei nemici più pericolosi dell’organizzazione schiavista, è importante che tutte le Grandi Terre ne siano a conoscenza. Alla Foglia penserò io > >.

< < D’accordo, in questo caso proseguirò verso Suna. Tuttavia vorrei chiederti un ultimo favore, Sasuke > > disse Temari, leggermente imbarazzata.

< < Che cosa? > >.

La bionda non poté proprio evitare di arrossire. Sapeva che l’Uchiha era a conoscenza del suo legame alla Foglia, per cui si sentì libera di parlare < < Quando farai rapporto all’Hokage ti pregherei di tranquillizzare Shikamaru sulle mie condizioni. Lo contatterò appena posso, ma potrebbero passare anche diversi giorni prima di poterlo fare. Vorrei evitare che facesse qualche stupidaggine >.

Non ricevette alcuna risposta dal giovane, facendola innervosire notevolmente, soprattutto di fronte al suo sguardo indagatore. Poi finalmente parlò < < Shikamaru Nara è uno dei consiglieri del Sesto Hokage. Quando farò rapporto, lui sarà presente > >.

Temari interpretò la fredda risposta dell’Uchiha come la chiara volontà di concludere quella conversazione. Lo osservò per un attimo mentre estraeva i rotoli magici per il trasporto dei cadaveri. Faticava ad accettare il fatto di trovarsi di fronte ad uno dei due shinobi più forti in assoluto.

Finalmente Temari della Sabbia abbandonò il campo di battaglia. Si affrettò sulla via verso il Paese del Vento stremata quasi oltre i suoi limiti. Il dolore alla spalla era intenso ma sopportabile per una guerriera come lei.

 
In quel momento l’unico suo desiderio era di trovarsi tra le braccia del suo uomo.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** Distanze ***


CAPITOLO 3

 
 
DISTANZE
 
 
 
Naruto Uzumaki, il grande eroe della Quarta Guerra Ninja, era estremamente irritato. I suoi amici più cari, nonché i compagni di un viaggio di ben tre giorni, avevano accettato da ore il fatto che il biondo non avrebbe mai smesso di lamentarsi, almeno fino a quando non fossero finalmente arrivati davanti alle porte di casa. La sua stessa migliore amica, il leggendario ninja medico Sakura Haruno, dopo decine di pugni ben assestati, aveva deciso di arrendersi.

< < Dannazione…………..Cavolo……………..maledizione > > sbraitava Naruto alla testa del gruppo.

Il contingente di shinobi della Foglia si stava muovendo nell’ultima parte del viaggio di ritorno verso casa, dopo una missione durata più di due settimane nel bel mezzo delle infinite distese desertiche del Paese del Vento.

L’operazione di salvataggio era stata un successo. La collaborazione fra Foglia e Sabbia era stata ancora una volta perfetta. Tutti i prigionieri erano stati liberati, mentre un altro covo schiavista venne completamente raso al suolo dal chakra devastante di Naruto. Era difficile accostare il giovane uomo, che ora si stava lamentando incessantemente con i compagni ricordando distintamente il tipico comportamento di un bambino, al ninja che era diventato. Attualmente, era con ogni probabilità il più potente shinobi al mondo insieme a Sasuse Uchiha.

Eppure al termine di una battaglia o di una missione, egli tornava ad essere il ragazzo generoso e allegro di sempre. La sua fanciullesca ingenuità alleggeriva quasi sempre il peso di una missione o persino di uno scontro mortale.

< < Non siamo ancora arrivati? E che cavolo………dannazione > >.

< < Adesso basta, Naruto > > lo sgridò Sakura, anche se faceva fatica a restare seria < < Nelle ultime ventiquattro ore non hai fatto altro che sbraitare e lamentarti. Sai bene che il viaggio da Suna a Konoha è lungo e faticoso. Per di più torniamo da una lunga missione, per cui avevamo tutti bisogno di riposo > >.

< < Se almeno potessimo andare più veloce, Sakura > > mormorò il biondo non troppo convinto.

< < Chiudi il becco, testa di rapa. Stiamo rispettando i tempi di marcia come sempre > > ribatté lei mostandogli pericolosamente un pugno ben caricato di chakra.

< < Non ti facevo così ansioso, Naruto. Ne sono felice. Significa davvero che le tue energie sono infinite. Tutto merito della nostra verdeggiante giovinezza > > intervenne Rock Lee al settimo cielo. Era estremamente orgoglioso di aver potuto fiancheggiare Naruto durante l’attacco diretto al covo schiavista.

Il biondo gli lanciò un’occhiata dubbiosa, come sempre perplesso riguardo le emozioni del suo compagno esperto nelle arti marziali. Tuttavia, Naruto non aveva alcuna intenzione di mollare la presa.

< < Più di due settimane, e che cavolo > > tornò a lamentarsi il Jinjuriki della Foglia < < Non sono mai stato così lontano da quando….. > > ma si interruppe di colpo al pensiero di quanto stava per dire. Il suo viso si accese di un rosso fuoco.

< < Idiota > > gli disse una certa volpe all’interno della sua testa.

< < Non ti ci mettere anche tu, Kurama > >.

< < Piuttosto che ammirare le tue pagliacciate, preferirei sonnecchiare > >.

< < Brutta volpaccia > > ringhiò il biondo.

< < Incredibile > > commentò Ino Yamanaka, interrompendo il solito battibecco nella sua mente < < Chi l’avrebbe detto che Naruto sarebbe diventato così romantico una volta sposato > >.

< < Ehi un momento….. > > provò a protestare Naruto, sempre più imbarazzato.

< < Non avrei mai pensato di dirlo, ma Hinata è davvero fortunata ad avere così tante attenzioni dal suo uomo > > aggiunse Sakura con un sorrisetto furbo.

< < Sakura! > > sbraitò l’eroe della Foglia, indignato < < Ma bravi, prendetemi pure in giro > >.

Un altro giovane uomo dai capelli neri e corti, mostrando un sorriso ampio e inquietante, si aggiunse alla discussione < < In effetti, in tanti anni che lo conosco non l’ho mai visto scrivere così tante lettere. In queste due settimane avrà scritto almeno una decina di lettere. Alcune sono arrivato persino a leggerle > >.

< < Chiudi il becco, Sai > > urlò Naruto, ormai completamente circondato dai suoi cari amici < < Come ti sei permesso di leggere le mie lettere? > >.

< < Ho detto qualcosa di sbagliato? > > domandò ingenuamente Sai alla bionda accanto a lui. Ormai Ino era diventata la sua principale maestra in ogni genere di faccenda sociale.

< < Tesoro mio, sei proprio un dannato zuccone a volte, ma questa volta hai colto nel segno > > ridacchiò Ino, intrecciando la mano con quella del suo ragazzo mentre marciavano < < Comunque anche se è passato un anno, faccio ancora fatica a credere che Naruto sia diventato un marito così amorevole. Per di più è stato il primo della nostra generazione ad essersi sposato > >.

< < Beh, io………noi > > tremò leggermente Naruto, non proprio a suo agio in quella conversazione < < Insomma volete piantarla? > >.

< < Dal vostro matrimonio è già passato un anno > > commentò pensierosa Sakura, ignorandolo completamente < < Ripensandoci bene, ancor prima delle nozze, Naruto e Hinata si sono quasi sempre trovati in squadra insieme, soprattutto per le missioni lunghe e difficili. Senza contare che in giro per il villaggio è diventato estremamente raro vederli separati > >.

< < Direi che tutto è cominciato da quella missione sulla Luna > > aggiunse, lanciando un’altra occhiata al suo vecchio compagno di squadra. Questa volta, però, sorrise amorevolmente. Era veramente felice per il suo caro amico.

Naruto si rassegnò al fatto di essere al centro dell’attenzione. Avrebbe voluto mascherare meglio la sua ansia e il suo imbarazzo, ma quella era stata la prima volta che si era allontanato così tanto dalla sua giovane sposa. Hinata Hyuga, anche lei eroina dell’ultima guerra, primogenita di uno dei clan più illustri dell’intero Paese del Fuoco.

Lei l’aveva accompagnato spesso, anche per missioni dure e pericolose. Tuttavia, in occasione di  quest’ultimo attacco diretto all’organizzazione schiavista, la kunoichi specialista nell’arte del pugno gentile a malincuore era stata costretta a restare a casa.

Una serie di riunioni interne nel clan Hyuga aveva costretto Hinata a restare a Konoha. Quest’ultima non avrebbe mai voluto separarsi dal marito per un tempo così lungo, ma allo stesso tempo si era fatta trovare pronta per sostenere la sorella Hanabi nella gestione degli affari di famiglia, delicati e importanti per l’intero villaggio.
Dopo i terribili lutti causati dalla guerra e soprattutto dopo la perdita di Neji, il clan Hyuga era cambiato. Quella fredda severità che aveva crudelmente dominato i rapporti fra famiglia principale e cadetta sembrava quasi del tutto scomparsa, lasciando intravedere un futuro diverso, nuove speranze per la creazione di un legame vero, di una famiglia vera. Incredibilmente Naruto stava riuscendo anche in questo. Con l’amore che provava verso Hinata, egli lottava strenuamente anche per tentare di mantenere quella vecchia promessa fatta a Neji diversi anni prima: rivoluzionare il clan degli Hyuga.

Naruto era ben consapevole di quanto sembrasse irrazionale e stupido in quel momento. Ciò nonostante, non faceva nessuna fatica ad ammettere di voler al più presto trovare davanti agli occhi le familiari porte di casa. Era una gioia impagabile sapere che una volta arrivato avrebbe potuto finalmente godere della compagnia della donna che amava. Il biondo sorrise apertamente, dimenticando ogni imbarazzo.

Ulteriori prese in giro furono scongiurate dall’arrivo di un altro ninja della Foglia in ritorno dal solito giro di ricognizione. Il giovane cavalcava con sicurezza un robusto e fedele cane ninja bianco. L’animale aveva un ben curato pelo folto e ed era di grandi dimensioni, anormali persino per il più feroce lupo esistente sulla terra.

< < Nei dintorni nulla da segnalare, gente > > esclamò Kiba Inuzuka < < Io e Akamaru abbiamo fatto molti giri di perlustrazione per espandere la forza e la gittata del nostro olfatto. Nessun chakra nemico da segnalare e nessun inseguitore alle nostre spalle > >.

Da quando era iniziato il viaggio di ritorno, Kiba era sembrato più cupo del solito, come se non riuscisse a trovare il modo di manifestare ai compagni le proprie preoccupazioni.

< < Quando abbiamo distrutto il covo > > disse Naruto con voce seria < < Io e Rock Lee abbiamo affrontato molti ninja mercenari. Solo un paio di loro sono riusciti a fuggire dallo scontro e dalla cattura > >.

< < E’ stato uno scontro emozionante, condotto dalla forza del nostro coraggio e della nostra giovinezza > > quasi urlò Rock Lee al settimo cielo.

< < Quelli che invece hanno tentato il recupero dei prigionieri scortati dal gruppo di Sakura e Ino sono stati fermati dal contingente di supporto guidato da Kankuro. Dall’alto ho potuto osservare l’intero scontro, i pochi che non sono stati catturati sono morti in combattimento. Per sicurezza ho volato per miglia e miglia, ma non ho avvistato alcun nemico in fuga > > aggiunse Sai con calma.

< < Non ho ancora avuto modo di chiedertelo, Naruto > > intervenne Kiba, stando sempre in groppa al suo fedele amico < < Tra i ninja che hai combattuto, potresti per caso aver percepito qualcosa di strano? Un chakra particolare, difficile da descrivere. Di sicuro un chakra molto potente > >.

Il biondo restituì lo sguardo preoccupato dell’amico. Il rapitore di Hanabi era stato l’ultimo nemico che lo aveva costretto alcuni mesi prima a combattere al massimo della sua forza.

< < Come sapete Akamaru è in grado di distinguere con precisione la pericolosità di un nemico in base al chakra che possiede > > spiegò il giovane Inuzuka, mentre grattava dolcemente la nuca del cane bianco < < Poco prima dell’inizio del nostro attacco al covo schiavista, Akamaru ha percepito solo per un istante la presenza di un chakra potente. Un chakra indubbiamente oscuro. Ma è stato solo un attimo > >.

< < E’ vero! > > confermò Naruto, scuro in volto < < Hai ragione, Kiba. L’ho percepito anch’io per pochi secondi in modalità eremitica. Inoltre, anche senza il potere di Kurama e nonostante sia sparito in un attimo, ho potuto distinguere chiaramente il profondo odio su cui si fonda questo chakra sconosciuto > >.

< < Ma se davvero c’era qualcuno di così potente in quel covo, per quale motivo non si è rivelato? Per quale motivo non ha partecipato allo scontro? > > domandò Sakura.

< < Essendo un ninja così potente, con ogni probabilità avrà percepito in anticipo la pericolosità di Naruto, anche se credo che la fama di Naruto sia ormai estesa in tutto il mondo > > ipotizzò Sai, stringendo amorevolmente la mano di Ino.

C’era una nuova ventata di malinconia e timore nel gruppo in marcia. Le preoccupazioni di Kiba avevano portato involontariamente una ventata di dubbi e preoccupazioni. Al posto della simpatica e imbarazzante discussione sulla vita sentimentale di Naruto, adesso dominava lo spettro inquietante di un nuovo possibile pericolo, la paura che la vita felice che erano riusciti ad ottenere con così tanto sangue e dolore potesse essere messa in discussione da un nemico ancora sconosciuto.

Mentre i giovani shinobi esternavano fra di loro dubbi e timori, all’improvviso Naruto trovò insopportabile la tensione che si era creata. Preferiva di gran lunga essere preso in giro per le sue pene d’amore, piuttosto che vedere i suoi compagni in pena.

< < E’ inutile preoccuparsi prima del tempo > >.

Sentiva gli sguardi dei suoi compagni su di lui, ma egli li sostenne con la sua solita ferrea determinazione. Provava il forte desiderio di tranquillizzare i suoi amici e sperò con tutto il cuore di riuscirci.

< < I ninja non sono mai stati uniti come oggi > > cominciò il giovane eroe con voce calma e sicura < < Abbiamo realizzato qualcosa di straordinario, un legame profondo con persone di ogni nazionalità e provenienza. Se qualcuno dovesse aggredire questa pace che abbiamo così duramente costruito, allora noi combatteremo, ma lo faremo insieme. Non posso immaginare l’identità o la pericolosità dei nostri nemici futuri, ma vi assicuro che questo non mi preoccupa minimamente e il motivo della mia sicurezza deriva semplicemente dal fatto che mi fido di voi e di tutti i miei compagni > >.

I giovani shinobi della Foglia ascoltarono rapiti le parole dell’amico. La crescita caratteriale di Naruto era impressionante agli occhi di chi l’aveva sempre visto come una persona generosa e ingenua. Non aveva mai manifestato le doti di un leader carismatico come l’amico Shikamaru, eppure dopo la guerra Naruto aveva dimostrato un maturamento continuo, una crescita che andava oltre la sua enorme forza guerriera, nonostante fosse rimasto il ragazzo allegro di sempre.

< < A volte stento ancora a crederci > > sbottò Sakura < < E’ incredibile quanto tu sia maturato, Naruto > >.

< < Non preoccuparti, Sakura! Sono ancora lo scemo di sempre. Non credo proprio di poter cambiare sotto questo punto di vista > > ridacchiò lui, facendo sospirare l’amica.

< < Ne sono felice, testa di rapa. Hokage o no faresti meglio a non cambiare mai > > disse il ninja medico sorridente.

< < Ad ogni modo, ragazzi, vedrete che prima di affrontare qualsiasi eventuale nemico, noi lo faremo ben preparati con tutte le informazioni necessarie. Mi fido ciecamente di Sasuke. Con lui le nostre spalle sono sempre coperte > > concluse il biondo, sorridendo apertamente ai suoi amici, soffermandosi soprattutto su Sakura.

Quest’ultima arrossì visibilmente, sorridendo felice, però, al pensiero del suo amato e alla consapevolezza dell’importanza di quanto stava facendo per il bene di tutti i loro. La tensione era decisamente diminuita, persino la stanchezza sembrava più facile da gestire.

Di colpo sembrava ancora più realistico il fatto che Naruto con ogni probabilità sarebbe potuto diventare il Settimo Hokage della Foglia.

< < Mmmmh > > si lamentò Sai, pensieroso. Al suo fianco, la sua ragazza lo fissò < < Che succede, caro? > >.

< < Stavo ripensando alle lettere di Naruto > > esclamò Sai seriamente.

< < Cosa? > > ribatté Ino incredula.

Naruto si fermò di colpo scosso da violenti brividi. Il suo viso aveva assunto uno strano colorito bluastro.

< < Come vi dicevo, mi è capitato di leggerne qualcuna > > continuò imperterrito il moro, non afferrando minimamente i segnali disperati del compagno < < Alcune erano veramente strane. Parlavano di certi giochi che non ho capito bene > >.

< < CHIUDI IL BECCO, SAI > >.
 
                                                                                                                            ----------------------------------------------

 
Al tramonto, il gruppo giunse finalmente davanti alle porte di Konoha. Tutti i membri della squadra erano esausti, ma soddisfatti per l’esito della missione. Hinata Hyuga Uzumaki si era fatta trovare lì insieme ai pochi shinobi di guardia, le mani strette fra di loro in trepidante attesa. Non aspettò nemmeno che il gruppo facesse il suo ingresso al villaggio. Corse a perdifiato tuffandosi di peso tra le braccia del marito.

I due condivisero un lungo abbraccio, indifferenti di essere in pubblico davanti agli occhi attoniti di decine di persone.

< < Naruto > > sussurrò lei, posandogli una mano sulla guancia.

< < Sono tornato, amore > > rispose calorosamente il giovane, prima di catturare le labbra della moglie in un bacio passionale e da troppo tempo atteso. La kunoichi rispose con entusiasmo indifferente a qualsiasi altra cosa.

Solo quando si separarono per necessità d’ossigeno, Hinata si rese conto di dove fosse e ovviamente il suo bel viso assunse immediatamente il solito colorito rosso fuoco. Districandosi a fatica dal marito, si affrettò nel più totale imbarazzo a salutare tutti gli altri suoi amici.
Nonostante la tarda ora, il gruppo si incamminò insieme a Hinata verso la Torre dell’Hokage per il consueto rapporto dopo una missione. Data l’ora tarda, tra i corridoi dell’imponente edificio circolavano ben pochi collaboratori. Anche all’interno dell’ufficio centrale c’erano soltanto Kakashi e il giovane consigliere Shikamaru Nara, il quale li accolse calorosamente con un gran sorriso, sollevato di vederli tutti in buona salute.

Con il tacito consenso dei compagni, fu Naruto ad illustrare attentamente l’esito della missione al suo vecchio maestro. Nel corso degli anni passati, raramente il Jinchuriki della Foglia si era preposto a compiti del genere, lasciando quel tipo di incarico a Sakura o ai vari leader del team 7 come lo stesso Kakashi o il capitano Yamato. Ora, mostrando tutta la professionalità necessaria, stava illustrando al leader del suo villaggio tutti i passaggi della missione appena compiuta, lodando apertamente le parti che ciascuno dei suoi compagni aveva svolto durante le operazioni. Kakashi Hatake lo osservò attentamente mentre parlava e si sentì più orgoglioso che mai.

Naruto stava terminando il suo rapporto, quando la porta dell’ufficio si aprì di scatto, facendo trasalire i presenti. Un ragazzo robusto e in carne fece il suo ingresso a corto di fiato. Indossava un’armatura rossa, molto simile agli indumenti tipici degli antichi samurai. Si trattava della classica tenuta del clan Akimichi della Foglia. Il giovane Choji ansimava rumorosamente con le mani alle ginocchia, mentre riprendeva fiato. Tutti i presenti lo fissavano allibiti.

< < Chiedo scusa per l’intrusione, Sesto Hokage > > sbottò Choji, ancora con il fiatone < < E’ arrivato un messaggio urgente da Suna. Perdonate, ma non potevo proprio aspettare > >.

< < Che cosa? > > chiese Shikamaru, il quale perse in un attimo quella calma che di solito manteneva sempre nelle sue vesti di consigliere.

< < Calmati, Shikamaru > > lo ammonì Kakashi severamente < < Di che cosa si tratta, Choji? > >.

< < Non sarà accaduto qualcosa di brutto a Gaara? > > intervenne Naruto.

< < Calmiamoci tutti! > > esclamò nuovamente il leader del villaggio < < Choji, quale sarebbe il contenuto del messaggio? > >.

L’Akimichi si grattò nervosamente la nuca, osservando preoccupato la figura del suo migliore amico. < < Si tratta di Temari. Ha subito un agguato durante il viaggio verso il Paese del Vento. È rimasta ferita durante un violento scontro > >.

< < MALEDIZIONE > > urlò Shikamaru, ormai in preda al panico. Nella sua mente si era già immaginato lo scenario peggiore < < CHE COSA E' SUCCESSO, CHOJI? > >.

Si avvicinò correndo all’amico, eludendo i tentativi di Sai e Naruto che cercarono di fermarlo. Quasi gli ringhiò contro nella terribile attesa di conoscere i dettagli dell’accaduto. Afferrò con forza le spalle del suo compagno di squadra.

< < Non preoccuparti, Shikamaru > > esclamò Choji, poggiandogli le mani sulle spalle per calmarlo < < Temari sta bene. Non è stata ferita gravemente. In questo momento è al sicuro nel Villaggio della Sabbia > >.

Il respiro ansimante dello stratega si alleggerì leggermente. La paura di aver perso la donna che amava l’aveva quasi fatto impazzire nel giro di pochi secondi. Tuttavia, anche se stava riacquistando a fatica la calma, voleva assolutamente sapere cosa fosse successo.

< < Quali sono le sue condizioni? Voglio chiedere immediatamente ai ninja medici della Sabbia le copie dei referti > > disse Sakura in tono professionale.

< < Purtroppo non sappiamo altro sulle condizioni di Temari. Il messaggio non viene direttamente dalla Sabbia > > continuò Choji, intuendo la profonda ansia dell’amico < < La notizia dell’attacco con tutti i particolari della breve battaglia viene da un falco messaggero speditoci direttamente da Sasuke > >.

< < Che cosa? > > questa volta fu Sakura a trasalire < < Dove si trova adesso? Sta tornando al villaggio? > >.

< < Mi spiace, ma a questo non posso rispondere, Sakura > > rispose il robusto ninja, sconsolato < < Nel messaggio Sasuke dice che l’agguato a Temari è fallito completamente. Quattro ninja hanno cercato di sorprenderla di sera all’altezza del confine tra il Paese dei Fiumi e quello del Vento. Temari si è difesa alla grande: in realtà ha dovuto fronteggiare solo tre avversari, il quarto membro del gruppo non si è rivelato durante lo scontro. Secondo Sasuke erano ninja mercenari dell’organizzazione schiavista. Resta oscura l’identità del quarto nemico, probabilmente il capo dei tre assalitori. Sappiamo soltanto che si tratta di un ninja arciere con un chakra molto potente. Sasuke chiede espressamente a Naruto di non abbassare mai la guardia, nemmeno tra le mura del villaggio > >.

< < Un ninja arciere > > commentò Naruto pensieroso. Al suo fianco Hinata gli passò un braccio intorno alla vita, poggiando la testa sulla spalla di lui.

< < Quella donna > > sussurrò Shikamaru, stringendo i pugni per la rabbia. Non si fidava della propria voce, ma parlò ugualmente. < < Come ha fatto a salvarsi, Choji? Temari è forte, ma tre nemici esperti avranno avuto la possibilità di attaccarla da ogni lato > >.

< < Il messaggio di Sasuke dice che Temari ha sconfitto ben due avversari da sola, mentre il terzo assalitore si è ritirato immediatamente con l’arrivo di Sasuke in persona > > continuò Choji.

Naruto e Sakura sorrisero entrambi. Ancora una volta Sasuke si era fatto trovare pronto per proteggerli.

< < Lei come sta? > > chiese Shikamaru, consapevole di essere completamente irrazionale. In quel momento non c’era modo di saperne di più. Ciò non faceva che aumentare la sua frustrazione.

< < Shikamaru > > disse debolmente Choji < < Devi stare tranquillo, lei sta bene ed è al sicuro> >.

Lo stratega di Konoha si girò di scatto verso la scrivania del ninja copiatore < < Maestro Kakashi > >.

< < So già cosa vuoi chiedermi, Shikamaru > > disse Kakashi con calma < < Ti invito soltanto ad essere cauto se ti è possibile. Non sappiamo quanto può essere diventato pericoloso il passaggio verso il Paese del Vento, soprattutto se si è da soli > >.

< < Non posso restare qui, maledizione > > sbottò con forza il moro < < E non intendo certo costringere nessuno a seguirmi. Ma non posso restare qui > >.

< < Aspetta, Shikamaru > > intervenne nuovamente Choji, sperando ardentemente di poterlo convincere < < Nel messaggio di Sasuke c’è anche una richiesta che proviene direttamente da Temari > >.

Shikamaru strinse i pugni con forza per la frustrazione. Se lo aspettava. Anche in quell’occasione quella donna fastidiosa aveva deciso di tormentarlo < < Dice di non preoccuparti. Ti chiede espressamente di non fare nulla e aspettare. Sarà lei a scriverti nei prossimi giorni, quando si sarà ripresa del tutto > >.

< < Dannazione > > ringhiò ferocemente il giovane consigliere. Tutti i presenti lo fissavano preoccupati: era così raro vederlo in quello stato, così preda delle proprie emozioni.

< < Quella dannata donna fastidiosa > > disse Shikamaru con voce più debole. Voleva urlare selvaggiamente per la rabbia che provava e per il desiderio incontrollabile di stare accanto alla sua donna.

Il giovane Nara sospirò pesantemente prima di rivolgersi all’Hokage < < Molto bene. Se non c’è altro vorrei congedarmi, Sesto Hokage > >.

Da sotto la maschera, Kakashi restituì il suo sguardo con espressione indecifrabile < < Permesso accordato, Shikamaru. Prenditi il resto della nottata e tutta la giornata di domani. In caso di novità ti contatterò immediatamente > >.

Shikamaru rispose con un piccolo inchino, prima di uscire a grandi passi dall’ufficio. La porta sbatté con forza lasciando subito dopo la stanza nel più totale silenzio. Il povero Choji era quello maggiormente rammaricato per aver dovuto fare da messaggero in quella circostanza, arrivando a sentirsi realmente in colpa per le sofferenze del suo migliore amico, quasi come se fosse una sua diretta responsabilità.

< < La situazione sta diventando preoccupante > > dichiarò Kakashi, lanciando un’occhiata significativa a Naruto < < E’ evidente che gli schiavisti abbiano iniziato a reagire ai nostri attacchi con un piano ben preciso. Probabilmente da ora in avanti proveranno ad attaccare in gruppo singoli e soprattutto importanti membri dell’unione. Sapevano dell’importanza di Temari all’interno dell’unione, perciò hanno provato a ucciderla in un territorio dove non avevano mai operato fino ad adesso. È una strategia pericolosa da non sottovalutare. Significa che nessuno può più permettersi di viaggiare da solo, soprattutto se si è diretti verso i deserti del Paese del Vento. Dobbiamo avvertire tutti i nostri alleati su questi nuovi sviluppi > >.

< < Capisco bene quello che prova Shikamaru > > commentò Naruto, intrecciando le dita con quelle di Hinata.

< < Lo capiamo tutti, Naruto > > esclamò Ino, con voce ansiosa. Le lacrime così vicine a uscire < < Ma non possiamo permetterci imprudenze, non dopo quello che abbiamo patito e perso > >.
La perdita del padre l’aveva quasi distrutta. Era un dolore che l’avvicinava ulteriormente al suo compagno di squadra del team dieci. Quest’ultimo aveva perso il suo nello stesso tragico identico modo. Ino Yamanaka accolse con gioia il caldo e amorevole abbraccio di Sai.

< < Direi che per oggi va bene così > > sospirò Kakashi mostrando anch’egli un’evidente stanchezza.

Si alzò in piedi rivolgersi ai suoi giovani shinobi < < Voi tutti avete svolto un ottimo lavoro. Siete esausti e meritate molte giornate di riposo. Non è accaduto niente di grave. Temari sta bene e noi continueremo a colpire con forza gli schiavisti. Ora rilassatevi e godetevi un meritato riposo con i vostri cari > >.

Il Sesto Hokake sorrise calorosamente sotto la maschera, osservando con affetto tutti quei giovani ninja così tanto maturati nel corso degli anni. Formalmente erano i sottoposti del leader del Villaggio della Foglia, ma loro erano soprattutto i suoi amati allievi.
 
 
                                                                                                              ----------------------------------------------------------

 
 
Il quartiere dei Nara, situato nella zona ovest del Villaggio della Foglia a pochi passi dai primi alberi della misteriosa e affascinante Foresta del Cervo, rispecchiava il carattere mite e sereno, tipico dei membri di una stirpe che restava tra le più antiche a Konoha. Si poteva percepire una calma pressoché assoluta: tra le strade ben curate o tra le molte abitazioni così simili tra di loro.

Dopo la guerra, Shikamaru aveva deciso di continuare ad abitare nella vecchia casa dei suoi genitori. Fece del suo meglio per lenire per quanto possibile il dolore della madre. Si prese cura di lei e a piccoli passi sua madre ricominciò faticosamente a vivere con il ricordo dell’amato marito scomparso custodito gelosamente nel cuore. Nel frattempo, forte delle imprese di guerra, compresa l’incredibile vittoria contro uno dei ninja terribili dell’Akastuki, Shikamaru venne ufficialmente scelto per la guida del suo clan, succedendo così al padre.

L’intera famiglia aveva accettato con gioia questa successione e poco importava la sua giovane età o il fatto che non fosse ancora sposato. Per i Nara erano dettagli privi di importanza, senza contare che tutti avevano accolto con entusiasmo la giovane kunoichi della Sabbia, che era entrata a far parte della vita di tutta la famiglia.

Dopo essersi dichiarati e soprattutto dopo aver raggiunto una profonda intimità fisica, Temari e Shikamaru avevano condiviso il piccolo e confortevole appartamento di lei, che da molti anni veniva concesso al governo della Foglia all’ambasciatrice della Sabbia, la quale spesso le capitava di restare a Konoha per lunghi periodi.

Con le mani in tasca, il moro passeggiava lentamente lungo le familiari vie del suo quartiere. Il desiderio di vedere la sua fidanzata diventava sempre più forte e opprimente. In passato avrebbe definito una situazione del genere come una grandissima seccatura e in realtà anche adesso lo pensava: la più grande e importante seccatura della sua vita. Suo malgrado sorrise amaramente nell’intensità delle emozioni che provava.

Fece il suo ingresso in casa accompagnato dai tormenti impossibili da ignorare < < Sono a casa, mamma. Scusa per l’orario. Sono impegnato da mille questioni > >.

Yoshino Nara era seduta comodamente sul divano del soggiorno. < < Beh, ora che sei il consigliere dell’Hokage dovrei cominciare a farci l’abitudine. Sarai sempre impegnatissimo > >.

< < Tutta una serie di seccature, mamma > > mormorò lui stancamente. Non voleva parlare di Temari con sua madre < < Ma ammetto anch’io la loro importanza. Ci sono ancora così tante cose da fare, ma è incredibile quanti passi avanti sono stati fatti > >.

< < L’unione dei ninja sarà una svolta per il futuro, Shikamaru > > esclamò Yoshino, una lacrima solitaria discese lentamente sul suo viso < < Sento che la via della pace sia proprio questa. Il mondo per il quale tu e tuo padre vi siete battuti con così tanto coraggio > >.

< < Sai > > aggiunse con voce dolce < < Temari è una gran brava ragazza. Il vostro legame è bellissimo Shikamaru e sono felice di vedere quanto tu sia cresciuto e maturato insieme a lei. Sarò sempre grata a quella ragazza, si prende cura del mio bambino > >.

< < Mamma > >.

Sua madre gli sorrise con orgoglio, facendo arrossire il figlio. Per un attimo Shikamaru dimenticò tutte le sue pene grazie al calore di una donna fastidiosa che lo aveva cresciuto con tutto l’amore possibile.

< < Ti ho lasciato la cena pronta, tesoro > > disse la donna, alzandosi dal divano < < Mi raccomando, scaldala bene nel forno. Io vado a letto, caro. Sono veramente esausta > >.
< < Certo, mamma > > rispose Shikamaru < < Vai pure a riposare. Ci penso io a sistemare tutto > >.

Sua madre gli carezzò delicatamente una guancia, prima di ritirarsi per la notte.

 
                                                                                                                                  -------------------------------------------
 
 
Nel totale silenzio della casa, Shikamaru consumava con lo sguardo perso nel vuoto la cena accuratamente preparata dalla madre. In un primo momento la sensazione di malessere allo stomaco lo aveva quasi spinto a non toccare cibo, ma poi comprese l’importanza di quella cena. Doveva essere in forze. Non poteva permettersi alcuna debolezza fisica dovuta alla mancanza di cibo.

Sperava davvero di non perdere la posizione che aveva raggiunto con tanta fatica, a causa di ciò che stava per fare. Era uno dei consiglieri dell’Hokage in persona e voleva continuare ad esserlo per molti anni. Sognava il momento in cui avrebbe continuato il suo lavoro al fianco di Naruto. Lo aveva promesso a sé stesso, alla sua famiglia e a Temari. Ciò nonostante, quella notte Shikamaru Nara non ebbe alcuna esitazione.

Temari era la donna della sua vita. Nessuna altra cosa aveva più importanza.

Come promesso alla madre sistemò la cucina con cura. Nella sua mente aveva elaborato decine di strategie, ma si rese conto che per il suo obiettivo la soluzione migliore era estremamente semplice.

La Foresta del Cervo non era controllata da nessuno e tutti i Nara conoscevano un passaggio segreto che conduceva direttamente fuori il villaggio. La foresta era grande, si estendeva per miglia oltre le mura di Konoha.

Shikamaru la conosceva perfettamente: in quella distesa infinita di alberi e vegetazione, dominata dai cervi allevati con cura dai Nara, egli aveva fatto letteralmente a pezzi il corpo di Hidan, l’assassino del suo maestro.

In pochi minuti era già pronto per il viaggio di tre giorni fino a Suna. Gli dispiaceva per i compagni, per la madre e soprattutto per il Sesto Hokage. Il maestro Kakashi, oltre ad essere il leader del villaggio, era anche da tempo una sorta di guida per lui e per tutti gli altri ninja della sua generazione. Era stato lui ad assumersi il difficile incarico di guidare il team dieci nel drammatico scontro con i due assassini dell’Organizzazione Alba subito dopo la morte di Asuma.

Scrisse un lungo messaggio, con il quale cercò di spiegare al meglio le proprie motivazioni. Lo avrebbe spedito direttamente all’Hokage durante il viaggio. Non aveva alcuna intenzione di far preoccupare sua madre inutilmente. La sua posizione di consigliere l’aveva già abituata a vederlo uscire a qualsiasi orario per svariate ragioni.

Era pronto ad affrontare le conseguenze delle sue azioni future. Era determinato a subire qualsiasi punizione. Lui doveva vederla. Doveva accertarsi che lei stesse bene e che fosse al sicuro.
Caricandosi lo zaino sulle spalle, Shikamaru Nara uscì dal retro della casa. Oltre il giardino era già possibile ammirare l’entrata della foresta.

Cominciò ad incamminarsi e in breve la sua figura sparì nel cuore della notte tra i maestosi alberi della Foresta del Cervo.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 4
*** Il Consiglio della Sabbia ***


CAPITOLO 4
 
IL CONSIGLIO DELLA SABBIA
 
 
Casa Uzumaki-Hyuga era sempre pulita e ordinata. Era un’abitazione confortevole e spaziosa, con un piccolo e ben curato giardino. Non raggiungeva eccessivi livelli di lusso, ma di certo Hyashi Hyuga aveva sostenuto un’ingente spesa per regalare alla giovane coppia una bella casa adatta alla nascita e alla crescita di una famiglia.

Dopo anni e anni segnati da durezza e severità, finalmente Hinata riuscì ad avvicinarsi veramente a suo padre. Osservando la sua crescita, la sua perseveranza nel migliorarsi come donna e come ninja, sempre mantenendo il proprio animo puro e gentile, finalmente il capostipite dell’illustre famiglia Hyuga aveva compreso tutti gli errori che aveva commesso come padre, soprattutto proprio nel rapporto con la sua primogenita. Il suo regalo di nozze era un ennesimo segnale di quanto fosse cambiato e di quanto stesse ancora cambiando l’intero clan.

Hinata non avrebbe mai pensato che un giorno sarebbe riuscita a provare una felicità così grande. Ogni volta che faceva il suo ingresso in quella casa, il suo cuore palpitava di pura gioia: era il luogo perfetto, il suo piccolo angolo di mondo che condivideva soltanto con il suo amato. Tra le comode e arredate stanze di quella casa esistevano esclusivamente lei e Naruto e in un prossimo futuro la famiglia che avrebbero costruito insieme.

Per tutta la vita la ragazza aveva mantenuto un lato estremamente timido, a differenza del carattere allegro ed esuberante del marito. Una timidezza che, nonostante tutto quanto aveva vissuto e affrontato, continuava a manifestare in pubblico, con gli amici, con gli sconosciuti, persino all’interno del suo stesso clan. Era uno dei motivi per i quali fu scelta sua sorella minore Hanabi alla guida della famiglia.

Eppure, nel calore della sua camera da letto, protetta tra le mura accoglienti della loro casa, Hinata dimenticava ogni timidezza. Ogni volta che faceva l’amore con Naruto scordava tutte quelle paure, che tanto l’avevano oppressa per molti anni.

Quella notte la giovane coppia aveva cercato di colmare il lungo periodo di separazione. Parlarono lungamente, raccontandosi a vicenda le esperienze che avevano vissuto durante gli ultimi giorni, fecero l’amore con tutta la passione di cui erano capaci e consumarono per la gioia di Naruto una ricca cena a base di ramen. In seguito fecero di nuovo l’amore.

Mentre stavano comodamente coricati sul loro letto, Hinata si accoccolò comodamente sul petto nudo di suo marito. L’orologio del comodino segnava le quattro del mattino, ma i due giovani restavano ancora ben svegli, abbracciati l’una con l’altro. Il braccio artificiale del biondo circondava delicatamente la vita della ragazza. Con il mento poggiato sul torace di lui, la kunoichi osservava gli occhi azzurri del marito persi nel vuoto.

< < Sei preoccupato per Shikamaru? > > chiese lei dolcemente, poggiandogli una mano calda sulla guancia.

Naruto chiuse gli occhi, stringendola di più a sé. Una volta le aveva confessato di aver provato per qualche tempo un grande timore, il timore che Hinata potesse provare una certa impressione per la strana protesi che aveva sostituito il suo braccio destro dopo il leggendario scontro finale con Sasuke. Hinata non si era mai arrabbiata così tanto con lui come in quella occasione. Si sentì offesa e il biondo ebbe un’altra ennesima conferma dello sconfinato amore che lei provava nei suoi confronti.

D’altro canto, Naruto aveva lottato lungamente contro le sue emozioni e con i suoi veri sentimenti. Non era stato facile capire che per lui Sakura era molto simile ad una sorella, una persona che avrebbe amato per sempre, ma in un modo completamente diverso da come si era aspettato da ragazzino. Ora a distanza di anni l’eroe di Konoha non nutriva più alcun dubbio: Hinata era l’amore della sua vita.

< < Lo conosco bene > > rispose Naruto, dopo un momento di riflessione < < E’ vero che è il ninja più intelligente del villaggio. Ogni volta che mi sono trovato in missione sotto la sua guida, ho sempre percepito una sicurezza straordinaria. Il suo modo di guidare una squadra è impareggiabile. Con il suo aiuto e i suoi consigli sono certo che sarò in grado di diventare Hokage > >.

Hinata gli sorrise, mentre il biondo le baciava dolcemente i capelli.

< < Eppure > > continuò con fare pensieroso < < Non molti sono consapevoli di quanto possa essere stupido a volte. Credimi, si tratta di una stupidità molto simile alla mia > >.

< < Temi che si possa cacciare nei guai? > > chiese Hinata < < Temari è ferita, ma per fortuna sta bene. Capisco che sia preoccupato per lei, ma Shikamaru non dovrebbe viaggiare fino a Suna senza una squadra > >.

< < Anche quando è sotto pressione, Shikamaru riesce sempre ad affrontare la situazione con assoluta razionalità. Eppure io so benissimo quanto possa essere frustrante e dolorosa una situazione del genere > >.

Hinata lo fissò intensamente. < < Quando Pain ti imprigionò, non c’era spazio per nessuna paura o debolezza. Niente avrebbe potuto trattenermi e non mi ero mai sentita così. Dovevo soltanto aiutarti. Forse è una sensazione che si prova soltanto in situazioni così estreme > >.

< < E’ stato l’atto più coraggioso che abbia mai visto > > rispose il ninja, facendola leggermente arrossire per lo sguardo adorante che le stava regalando. < < Quella volta mi hai salvato la vita. Hai salvato l’intero villaggio. La tua forza è davvero straordinaria, Hinata > >.

Nonostante l’immenso benessere che sentiva di fronte alla totale ammirazione del marito, Hinata sentì prepotentemente riaffiorare dentro di lei un vecchio dolore, una ferita che a distanza di così tanti anni non si era ancora sanata.

< < Avrei voluto fare molto di più per aiutarti > > sussurrò la ragazza, seppellendo il viso nell’incavo del suo collo. Il marito la strinse teneramente tra le braccia per confortarla. < < E non soltanto contro Pain. Hai rischiato la vita così tante volte da solo. Sei arrivato a salvare il mondo intero > >.
 
< < Mi hai salvato così tante volte, Hinata. Senza di te e senza i miei compagni non sarei mai diventato l’uomo che sono oggi. Se oggi posso credere di essere un ninja migliore, lo devo soltanto a te, amore > > disse Naruto. Le carezzava con cura la schiena nuda. I suoi tocchi delicati alimentavano un piacevole torpore in lei. Si sentiva completamente a suo agio e al sicuro. Era pronta ad addormentarsi pacificamente nel calore di quell’abbraccio.

< < Prima nell’ufficio dell’Hokage hai detto di capire benissimo Shikamaru. Lo capisco anch’io > > gli disse sempre più assonnata.

< < Shikamaru non aspetterà > > esclamò lui, sicuro < < Lo capisco bene perché se mi trovassi al suo posto, io farei lo stesso. Se dovesse cacciarsi in qualche guaio, dovrò essere pronto ad intervenire. Fino ad ora non ho affrontato nemici molto pericolosi, ma se si dovesse ripresentare il chakra che ho già percepito, temo proprio che sarò costretto a ricorrere al potere di Kurama > >.

< < Qualunque cosa succeda, questa volta io sarò con te > > concluse Hinata con forza.

< < Questo era scontato, amore > > sorrise Naruto, prima di addormentarsi pacificamente tra le braccia della moglie.
 
 
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Il kunai era avvelenato. Temari l’aveva compreso subito dopo aver lasciato il luogo dello scontro. Aveva acquisito una certa esperienza in merito, soprattutto dopo quanto accaduto a Kankuro alcuni anni prima. Per tale ragione, nel suo equipaggiamento non mancava mai un antidoto universale, potente al punto da poter almeno rallentare il circolo del veleno. Fu proprio questo a salvarle la vita.

Quando fece il suo ingresso nel Paese del Vento, la febbre era già alta. Arrivata a quel punto, Temari continuò a camminare con la forza della disperazione, aggrappata ad una sconfinata voglia di vivere. Amava la sua nuova vita e non aveva alcuna intenzione di lasciarla. Doveva ancora sperimentare ed assaporare il vero valore della pace che si era costruito con enormi sacrifici. Voleva vivere così tante esperienze e voleva farlo insieme a Shikamaru.

Questi pensieri accompagnarono la coraggiosa kunoichi della Sabbia nel tratto di strada finale verso il suo villaggio natale. Ogni passo era un’autentica tortura, ma Temari non si arrese. Raggiunse le porte di Suna allo stremo delle forze e soltanto davanti alle guardie di entrata le sue gambe cedettero facendola crollare a terra priva di sensi.

Restò in un totale stato di incoscienza per tre giorni di fila. I medici della Sabbia curarono a fondo le sue ferite. La ferita alla spalla venne curata con molta cura, dopo un’attenta analisi del tipo di veleno da contrastare. Fortunatamente si trattava di un veleno conosciuto e studiato. Di conseguenza, era  facilmente contrastabile dai molti antidoti coltivati accuratamente nelle sempre più sofisticate serre della Sabbia.

I due fratelli minori, Gaara e Kankuro, parteciparono ansiosamente alla convalescenza della sorella. Quest’ultima si sarebbe potuta riprendere più in fretta, ma oltre alle ferite dovette affrontare anche le conseguenze della perdita di tutto il suo chakra. La battaglia contro i ninja mercenari e il drammatico ritorno a casa l’avevano completamente prosciugata di ogni energia.
Il sonno profondo di Temari durò tre giorni interi. Si svegliava soltanto per brevi momenti, per poi ritornare in uno stato di profonda incoscienza. Immagini tormentate di Shikamaru, dei suoi fratelli e della guerra accompagnarono il lungo oblio della ragazza.

Alla fine Temari si svegliò. La febbre era passata, ma si sentiva ugualmente così spossata da non riuscire nemmeno ad alzarsi dal letto. Passò qualche ora prima che riuscisse a focalizzarsi pienamente con la realtà. Con un brivido freddo ripercorse i suoi ultimi ricordi: la cruenta battaglia che l’aveva costretta a uccidere e quanto era stata vicina a perdere la vita. Senza l’intervento di Sasuke non avrebbe avuto alcuna possibilità di salvezza.

Si chiedeva per quanti giorni fosse rimasta incosciente in quel letto e ciò la portò inevitabilmente ad un unico e tormentato pensiero: Shikamaru.
Sicuramente a Konoha era già giunta la notizia dell’attacco. Lei stessa aveva chiesto all’Uchiha di riferire quanti più dettagli possibili nel suo messaggio, rassicurando tutti sulle sue condizioni.
Conosceva bene il suo uomo. Anche con la sua incrollabile razionalità ed intelligenza, l’assoluta mancanza di informazioni sulle sue condizioni poteva seriamente rischiare di farlo impazzire. Se si fosse trovata al suo posto, Temari era certa che nessuno avrebbe potuto controllare la sua furia distruttiva. Nessuno avrebbe potuto impedirle di stargli vicino.

Eppure, voleva impedirgli a tutti i costi di commettere imprudenze. Non era ancora possibile prevedere quanto fosse diventata pericolosa la situazione, soprattutto nei territori selvaggi lontani dal controllo esercitato da un grande villaggio ninja. L’agguato contro di lei era stato organizzato in una zona isolata nel Paese dei Fiumi, un territorio selvaggio scarsamente pattugliato da squadre di ninja.

Non poteva rischiare di perdere l’uomo che amava. Si alzò dal letto e quel semplice movimento le provocò un’intensa fitta di dolore alla testa. A fatica si rimise in piedi. Un certo presentimento le diceva che era già troppo tardi, ma doveva provare.

< < Ehi, ehi, dove credi di andare? > > un ragazzo robusto in tunica nera entrò proprio in quel momento per poter sostenere il corpo in caduta libera della ragazza.

Kankuro la sostenne, passandole un braccio intorno alla vita < < Sei ancora convalescente, Temari. Non fare sforzi inutili > >.

< < Kankuro > > esclamò lei con forza, afferrandogli il davanti della tunica < < Per quanto tempo sono rimasta svenuta? > >.

< < Calmati, sorellina > > rispose il ninja marionettista, mentre l’aiutava a sedersi nuovamente sul letto < < Sei arrivata davanti alle porte del villaggio più di due giorni fa in fin di vita. Eri mezza morta e i nostri medici hanno faticato parecchio per curarti. Adesso, però, a vederti posso dire che stai meglio > >.

< < Lascia perdere queste stronzate, Kankuro > > ringhiò la kunoichi, < < Dannazione………devo contattare immediatamente Konoha. Forse sono ancora in tempo > >.

Si alzò di nuovo e questa volta si senti più in forze. Kankuro sospirò rassegnato di fronte alla testardaggine della sorella, ma era un bene che cercasse di combattere il senso di spossatezza dovuto anche ai tanti farmaci somministrati.

< < A che diavolo stai pensando, Temari? La Foglia sa già tutto riguardo l’accaduto. Sasuke Uchiha ha spedito un messaggio direttamente a Gaara. A proposito, complimenti per aver sistemato ben due nemici, sorellina. Questa volta, però, hai rischiato grosso > >.

< < Piantala di fare il buffone, maledizione > > sbottò la ragazza, mentre usciva dalla stanza a passi lenti. Il fratello si affrettò a seguirla.

< < Temari, calmati una buona volta. Tutto si è sistemato per il meglio. Sei viva, è solo questo che conta. Dovresti riposare, non sei ancora guarita del tutto > >.

< < Tu non capisci > > rispose Temari, senza fermarsi < < Nel messaggio di Sasuke ho lasciato scritto che avrei immediatamente contattato Shikamaru una volta arrivata a casa, per aggiornarlo sulle mie condizioni. Se non mi sbrigo quell’idiota combinerà guai inimmaginabili. Devo fermarlo prima che diventi un ninja fuggitivo o peggio che si faccia uccidere dai maledetti schiavisti > >.

< < Nara è intelligente > > ribatté il fratello < < Non farà una sciocchezza del genere > >.

< < Tu non lo conosci > > sussurrò lei con un sorriso amaro. < < Devo accertarmi che non faccia niente di stupido > >.

Kankuro continuò a seguire il passo ferrato della sorella tra i corridoi dell’ospedale della Sabbia. Era incredibile la sua capacità di recupero, solo qualche ora prima era ancora sotto farmaci in uno stato di totale incoscienza.

< < Temari, razza di stupida testarda. Vuoi fermarti e ascoltarmi un attimo? > > quasi urlò il giovane per costringere la sorella a fermarsi, sotto lo sguardo scioccato di infermieri, pazienti e medici.

Uscirono dall’ospedale, ma la ragazza sembrava non ascoltarlo nemmeno. < < Non ho tempo da perdere. Invierò immediatamente il nostro Takamaru più veloce > >.

< < Temari > > urlò con forza Kankuro < < Adesso non puoi contattare Shikamaru > >.

Con gli occhi verdi sbarrati per la sorpresa, questa volta la bionda si fermò di colpo, girandosi verso il fratello minore con un’espressione incredula.

< < Che cosa intendi dire? > > sibilò lei pericolosamente. Gli occhi color smeraldo della kunoichi squadravano freddamente il ninja marionettista. Quest’ultimo sentì un brivido freddo corrergli lungo la schiena.

< < Farai bene a spiegarti. Per quale ragione non potrei contattare il mio ragazzo in questo preciso momento? > >.

Kankuro sospirò rassegnato. A quel punto non poteva fare altro che raccontare tutto. < < Non faresti in tempo per la riunione. Una riunione del Consiglio della Sabbia è stata ufficialmente organizzata. Comincerà tra meno di mezz’ora > >.

< < Che cosa? > > domandò Temari, sempre più incredula < < Da quando è richiesta la mia presenza per una normale seduta del Consiglio. La mia posizione e i miei doveri mi hanno sempre portata a saltare ogni genere di riunione. Dovrei partecipare ad un inutile incontro tra ottusi anziani del villaggio, piuttosto che contattare il mio uomo nel disperato tentativo di salvarlo dalla sua stupidità? > >.

< < Non si tratta di una riunione come le altre, Temari. > > replicò con forza il fratello. < < Oltre a noi due, parteciperanno tutti i consiglieri attualmente eletti e ovviamente ci sarà anche Gaara > >.
< < Quale sarebbe l’argomento di questa seduta così importante? > >.

Kankuro non poté che prepararsi psicologicamente all’inevitabile. L’ira della sorella sarebbe stata devastante.

< < Sei tu > > si limitò a rispondere, distogliendo lo sguardo.

Per alcuni secondi la kunoichi della Sabbia non riuscì nemmeno a respirare correttamente. Dopo una breve momento di sconcerto, il sangue cominciò a bollire. Strinse i pugni così forte da far sanguinare i palmi.
< < L’argomento sarei io > > ripeté a bassa voce. La sua voce fece tremare ancora una volta il fratello minore < < Che diavolo vorrebbe dire? Io sarei l’argomento principale per una stupida e inutile riunione tra vecchi ottusi? > >.

< < Per meglio dire > > disse Kankuro, facendo appello a tutto il suo coraggio < < L’argomento principale, anche se non ufficialmente, riguarda non soltanto te, ma anche Shikamaru Nara > >.
A quel punto, Temari aveva immediatamente compreso la ragione di quella seduta così richiesta al Consiglio della Sabbia. Lei non era mai stata una sciocca. Di colpo, era ormai preda delle sue emozioni, preda di una furia omicida.

< < Come osano? > > sibilò la ragazza. La voce tremava per la rabbia.

< < La vostra relazione dura già da diversi mesi. Tutto il villaggio ne è a conoscenza. Noi tre non siamo semplici shinobi, Temari. Apparteniamo all’illustre famiglia dei Kazekage della Sabbia. È normale che veniamo sottoposti ad ogni genere di pressione e questo ovviamente vale anche per la nostra vita privata > >.

< < Non saranno loro a decidere della mia vita. Nessuno ha diritto di scegliere per me e nessuno deve permettersi di tirare in ballo Shikamaru > > ringhiò Temari, ma il fratello non indietreggiò.

< < Mi conosci bene, Temari. Sai bene che anch’io non mi faccio comandare da nessuno. Tanto meno mi lascio impressionare da vecchi politicanti. Me ne frego delle nostre origini, tu hai il diritto di stare con chi vuoi. Hai il diritto di proteggere la tua vita e i tuoi desideri > >.

< < E allora cosa ti aspetti che faccia in questa riunione di vecchi stronzi? > > domandò lei, scettica.

< < Mi aspetto che tu difenda le tue ragioni come è giusto che sia, ma allo stesso tempo ti prego di sostenere Gaara e la sua posizione di Kazekage > > rispose prontamente Kankuro.

< < Non perdere la calma. È solo questo che ti chiedo > > aggiunse con decisione < < Durante il dibattito, è molto probabile che qualcuno dei consiglieri oppositori cercherà di provocarti, magari arrivando persino ad insultare Shikamaru > >.

< < Sono un’ambasciatrice da molti anni, Kankuro > > ribatté la bionda seccamente < < So bene come condurre una discussione politica > >.

< < Ma questa volta aggrediranno il tuo stile vita, Temari. Le tue scelte e i tuoi affetti. Tutto ciò che considerano pericoloso per il Villaggio secondo la loro contorta visione. La sete di potere di alcuni di loro è smisurata e noi dobbiamo fare di tutto affinché Gaara possa continuare a ricoprire la carica di Kazekage > >.

< < Lo so bene cosa sono capaci di fare > > disse Temari. Per la prima volta da quando si era svegliata un piccolo sorriso disegnò il suo viso ancora provato per gli ultimi terribili giorni. Un sorriso carico di forza e sicurezza.

< < Vogliono usare il mio ragazzo come mezzo per screditare Gaara? Molto bene, sono liberissimi di farlo, ma allo stesso tempo io sarò libera di rispondere. Sarò ben lieta e soddisfatta soltanto quando li avrò distrutti > >.

< < Temari > > disse Kankuro, osservandola preoccupato.

< < Muoviamoci, Kankuro! Andiamo a questa maledetta riunione > >.
 
 
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Per secoli, il Consiglio della Sabbia si era riunito per ogni genere di seduta nell’antica e grande sala circolare situata nella parte più alta del Palazzo del Vento, indubbiamente l’edificio più imponente e maestoso in tutto il Paese del Vento. Si trattava di una sala circolare, dominata da una grande tavola rotonda. Fungeva anche come importante mausoleo per gli illustri Kazekake del passato. Le statue raffiguranti i grandi e potenti shinobi della Sabbia del passato erano ben scolpite sulla pietra nelle pareti della stanza.

Come in tutti gli altri paesi, il Consiglio della Sabbia rientrava tra le tre massime istituzioni politiche, insieme al Daymo e al Kage in persona. Era composto da dieci consiglieri, eletti almeno formalmente da regolari elezioni popolari. In realtà non era un segreto che la maggior parte dei componenti del Consiglio veniva eletta con il supporto dei potenti della nazione: ricchi uomini d’affari, mercanti o addirittura illustri famiglie ninja. Solo una minima parte dei consiglieri veniva scelta direttamente dal popolo e quasi sempre erano loro quelli ben visti dalle masse, coloro che realmente si impegnavano per i loro interessi.

Il nome di una stirpe, purtroppo, era ancora considerato di grande importanza a Suna. Gaara aveva lottato strenuamente per ricoprire la posizione di Kazegake, ma certamente il fatto di appartenere ad una delle più antiche famiglie della Sabbia aveva giocato un reale determinante per la sua elezione, riuscendo persino a superare le paure e i traumi del passato. Era proprio compito dei consiglieri, sulla base di molte proposte, scegliere lo shinobi meritevole della carica più importante.

Il primo a sedersi sulla grande tavola fu proprio Gaara, il giovane leggendario shinobi che era stato insignito persino del doppio titolo di Comandante generale delle forze alleate ninja e Comandante della Quarta Divisione specializzata nel combattimento a lunga distanza durante la terribile guerra contro l’Akastuki. Il suo coraggio e il suo carisma erano ormai pressoché illimitati, anche al di fuori dei confini del Paese del Vento. All’indomani della Quarta Grande Guerra Ninja, Gaara era un assoluto punto di riferimento per l’intero progetto di pace della nuova Unione.

Temari e Kankuro, gli altri due membri ancora vivi della famiglia Subaku si sedettero vicino il fratello minore, la prima alla sua destra, il secondo alla sua sinistra. Dietro di loro spiccava maestosa e imponente la statua del loro padre defunto, Rasa, il temibile e spietato Quarto Kazekage della Sabbia, che lo stesso Gaara aveva dovuto affrontare in battaglia nell’infuriare della guerra.

Erano presenti tutti i membri attualmente eletti. Tutti loro erano vestiti con l’elegante tunica bianca riservata ai Consiglieri della Sabbia. Temari si era cambiata per l’occasione: indossava un’elegante tunica azzurra, vistosa come quella rossa di Gaara e come quella nera di Kankuro.

Nel silenzio teso della sala, Gaara si alzò in piedi fissando con espressione impassibile tutti i presenti.

< < Oggi il Consiglio della Sabbia è al completo > > esordì Gaara, con voce solenne < < Tutti i membri sono presenti in questa seduta ufficiale. Ciò non accadeva da molti mesi. Oltre a tutti voi Onorevoli consiglieri e al mio fedele e abile consigliere Kankuro, che è anche il mio amato fratello maggiore, oggi è presente anche l’altro prezioso membro della mia famiglia. Temari Sabaku, mia sorella maggiore, la nostra abile ambasciatrice e indubbiamente tra i jonin più forti del nostro villaggio > >.

Per un breve attimo, Temari lanciò al fratello uno sguardo carico di affetto. Durò poco, perché tornò immediatamente a squadrare gli alti consiglieri con l’espressione più glaciale e aggressiva possibile.

< < La seduta di oggi presenta un argomento di discussione principale, espressamente richiesto > > continuò Gaara < < Per quest’argomento specifico si tiene l’odierna seduta del Consiglio della Sabbia. La richiesta proviene direttamente da tre Onorevoli Consiglieri presenti oggi. Per rispetto alle nostre leggi, ho il dovere di annunciare a voi presenti i tre richiedenti dell’assemblea di quest’oggi. Vi prego di rispondere al mio richiamo > >.

Un silenzio teso seguì le parole del Kazekage. Temari strinse i pugni per darsi forza, sperando in cuor suo di terminare al più presto quella pagliacciata. Anche se era stata costretta dalle circostanze a partecipare, il suo pensiero era costantemente rivolto a Shikamaru. Ogni ora persa aumentava le probabilità che il suo uomo commettesse imprudenze.

< < Onorevole Oteru! Confermi la tua richiesta? > > domandò Gaara ad alta voce. Immediatamente un Consigliere sulla sessantina si alzò poggiando le mani sul tavolo.

< < Confermo, Lord Kazekage > >.

Temari se lo aspettava. Oteru rientrava proprio nei sospetti che aveva raccolto durante le sue indagini. Era un uomo grassoccio dallo sguardo subdolo e inquietante. Si era sempre dimostrato contrario alle innovazioni portate da Gaara, ma fino ad adesso non si era mai mostrato apertamente. La bionda aveva sempre diffidato di lui. Ne era certa, la sua falsa gentilezza e disponibilità nascondeva una smisurata ambizione.

Il giovane Kazekage ripeté la stessa formula altre due volte. Si alzarono un’attraente donna sulla quarantina e un altro uomo della stessa età. Entrambi confermarono, come da rito, la richiesta della seduta. L’uomo non era una sorpresa, solamente un burattino nelle mani di Oteru. Fu la donna la causa di una profonda e cocente delusione. Temari ne restò seriamente addolorata. La sua indagine non l’aveva mai condotta a lei. Non si aspettava che anche lei fosse tra gli oppositori di Gaara.

Si chiamava Serana e in passato era stata un’abile e coraggiosa shinobi della Sabbia. Temari si era trovata spesso con lei in missione e l’aveva sempre percepita come una persona determinata ed estremamente ambiziosa. Da diversi anni aveva abbandonato la via del ninja per dedicarsi interamente alla politica. Evidentemente nella sua sete di potere, Serana si era avvicinata sotto l’ala protettiva di Oteru, rifiutando gli ideali e i progetti dell’attuale Kazekage.

Temari notò che la donna non incrociava mai il suo sguardo. Serana manteneva una freddezza degna del più abile politicante. Tuttavia, non sembrava veramente a suo agio.

< < Molto bene. Dichiaro ufficialmente aperta la presente seduta del Consiglio della Sabbia > > dichiarò Gaara con una voce ancora più fredda del solito. Era chiaro quanto fosse contrario alla discussione che stava finalmente per iniziare. Il Kazekage doveva sempre essere imparziale, per cui sarebbe stato impossibile per lui impedire lo svolgimento di una seduta ufficiale del Consiglio.

< < L’argomento odierno richiesto dai tre consiglieri appena nominati riguarda le attività e il lavoro dell’ambasciatrice Temari Sabaku. Chi desidera prendere la parola? > >.

Il Consigliere Oteru si alzò con il chiaro intento di aprire egli stesso il dibattito < < Lord Kazekage, prima di ogni cosa desidero ringraziarvi per la tempestiva disponibilità che da sempre offrite al nostro glorioso Consiglio > >.

La voce dell’uomo era squillante come Temari ricordava. La kunoichi a fatica riusciva a sopportarla, specie quando il politico si rivolse a lei fissandola con occhi freddi e calcolatori. In realtà, con un brivido la ragazza scorse anche qualcosa di ancora più inquietante nei suoi modi falsamente gentili.

< < Lady Temari > > esordì l’uomo con calma < < Prima di tutto e ritengo di parlare per tutti in questa sala, desidero esprimere il nostro assoluto sollievo nel rivedervi a Suna sana e salva. Ciò che vi è accaduto è davvero terribile. Trovo sconcertante il fatto che ancora oggi, dopo tutti i sacrifici compiuti, sia ancora così pericoloso un semplice viaggio da un paese ad un altro. Di certo la Foglia ha ignorato ogni misura di sicurezza, lasciando voi, importante ambasciatrice e nobile principessa della Sabbia, ad affrontare un viaggio così lungo da sola e senza alcuna protezione > >.

< < Vi ringrazio per la vostra preoccupazione e il vostro affetto, Onorevole Oteru > > rispose Temari, mentre tentava di mantenere a fatica un tono diplomatico < < Tuttavia, vorrei precisare a voi e all’intero Consiglio che la Foglia non ha alcuna responsabilità riguardo l’attacco che ho subito. Sono stata io a convincere l’Hokage di lasciarmi partire senza scorta. Sarò anche una ambasciatrice e normalmente una con il mio ruolo dovrebbe essere circondata da ogni genere di scorta, ma non dimenticate che sono soprattutto una jonin del Villaggio della Sabbia e come tale pronta a battermi in qualsiasi momento > >.

< < Se permettete, lady Temari > > intervenne il consigliere Serana per la prima volta < < Ciò non può giustificare l’evidente negligenza dell’organizzazione e della sicurezza della Foglia. I tempi sono pericolosi ed è assolutamente inammissibile lasciare senza scorta una persona della vostra importanza > >.

< < Non so se i rapporti dell’agguato sono stati già resi noti a questo Consiglio, Onorevole Serana > > rispose freddamente la bionda, senza scomporsi < < Se è così, voi tutti, Onorevoli Consiglieri della Sabbia, saprete certamente che la mia vita è stata salvata da Sasuke Uchiha, ossia per l’appunto da uno shinobi della Foglia > >.

< < Sasuke Uchiha è stato un ninja traditore. Un membro del famigerato clan Uchiha, segnato da morte e sofferenza. Dobbiamo essere cauti con lui, non possiamo diventare troppo fiduciosi verso un personaggio del genere. Potrebbe portare chissà quali pericoli per il nostro villaggio > > disse l’altro sostenitore di Oteru. Si chiamava Dartus e Temari lo riteneva un uomo ancora più ripugnante e viscido del suo padrone.

< < Sasuke Uchiha ha pagato duramente le sue colpe. Oggi è un ninja essenziale per tutti noi, per tutto il mondo. È lui a compiere le indagini più oscure e pericolose per i nostri interessi e per la nostra salvezza. Non dimenticate che è anche merito suo se oggi noi possiamo definirci vincitori dell’ultima guerra > >.

Nuovamente Temari aveva risposto con estrema calma, mostrando un’assoluta sicurezza. Per un attimo, Kankuro aveva temuto che la sorella maggiore sarebbe scattata subito contro la sua ex compagna e contro gli altri due oppositori, ma ancora una volta si accorse di aver sottovalutato la professionalità e l’incredibile freddezza di Temari.

< < Sicuramente le vostre considerazioni sono valide in questa singola circostanza, lady Temari. Tuttavia, qui a Suna non è segreto il vostro forte legame con la Foglia > > intervenne nuovamente Oteru. C’era una nota di chiaro disprezzo nella sua voce velenosa.

< < Vi conviene spiegarvi meglio di così, Consigliere > > esclamò Kankuro, con fare minaccioso.

< < Con estremo piacere, Lord Kankuro > > rispose il politico, mostrando un inquietante sorriso. Sembrava estremamente soddisfatto dell’andamento della discussione, come se fino a quel momento tutto si fosse svolto secondo i suoi disegni e desideri.

< < Vostra sorella ha rifiutato tutte le proposte di matrimonio presentate qui nella nostra terra. Persino le proposte dei più alti nobili della Sabbia e del Paese del Vento non sono bastate. Al contrario, durante il suo lungo soggiorno alla Foglia, nel pieno dello svolgimento dei suoi doveri di ambasciatrice, ha potuto instaurare una relazione amorosa con un semplice shinobi privo di qualsiasi linea di nobile discendenza > >.

< < Un semplice shinobi > > ripeté meccanicamente Temari. La terribile collera che ribolliva dentro di lei stava diventando sempre più difficile da controllare. Ma doveva resistere.

< < Maledetto > > sussurrò Kankuro, senza preoccuparsi troppo di non farsi sentire. Al suo fianco Gaara restava impassibile. In quel momento non era facile per lui intervenire in favore della sorella.

< < Vogliate perdonare la mia franchezza, lady Temari > > continuò Oteru, rivolgendosi direttamente alla giovane < < Ma forse il fatto che voi siate così tanto ben disposta verso un paese straniero, deriva proprio dalla relazione con Shikamaru Nara. Probabilmente i vostri desideri non vi consentono di vedere i reali pericoli all’interno di un paese che non è il vostro. Di nuovo vi chiedo perdono, ma questa situazione potrebbe portare un preoccupante turbamento tra la popolazione del Paese del Vento. Si potrebbe diffondere la paura e il dubbio. Paura che la grande ambasciatrice Temari della Sabbia non sia in grado di tutelare gli interessi della nazione del Vento. > >.

L’espressione gelida della kunoichi non mutò minimamente e lo stesso Oteru provò una certa ammirazione nell’osservare la forza che trasmetteva.

< < Evidentemente voi sottovalutate il nostro popolo, Onorevole Oteru > > rispose prontamente la kunoichi < < Oppure non siete ancora riuscito a comprenderlo nonostante tutta la vostra esperienza. Gli abitanti di questo paese sono sempre stati forti, temprati dalle tante difficoltà, che la nostra amata terra così desertica e selvaggia ci presenta ogni giorno. In questo momento, forse la preoccupazione più grande della nostra gente non è rivolta alla vita personale di un’ambasciatrice, ma al tipo di priorità che la massima istituzione politica della Sabbia decide di considerare > >.

< < Che cosa intendete dire, lady Temari? > >.

< < Pensateci bene, Onorevoli Consiglieri della Sabbia > > esclamò Temari, con voce incredibilmente appassionata < < Siamo di fronte ad un periodo storico di profonda incertezza. Dobbiamo ancora superare le enormi perdite subite dalla guerra. Abbiamo perso così tanti validi shinobi nel corso di un breve e terribile conflitto e come se non bastasse dobbiamo combattere un tasso di criminalità che ad oggi è il più alto in tutto il mondo ninja. Ricordatevi che la terribile organizzazione criminale schiavista è nata e si è evoluta qui, nella nostra amata terra. Nella nostra nazione. Quanti bambini e quante donne sono stati rapiti? Quante persone sono morte a causa di assassini e rapitori? > >.

Temari si concesse qualche secondo di pausa. Nessuno osò interromperla, persino Oteru sembrava leggermente preoccupato di fronte alla sua lucidità e alla sua passione. Forse l’aveva sottovalutata, forse aveva dimenticato che la bionda non era soltanto una guerriera, lei era anche una delle più importanti ambasciatrici della Sabbia e dell’Unione ninja. Era evidente quanto si trovasse perfettamente a suo agio in un dibattito politico, all’interno del quale lei stessa era il bersaglio principale.

< < Guardateci, signori miei > > continuò la kunoichi, rivolgendosi a tutti i presenti < < Oggi il nostro Consiglio della Sabbia è caduto così in basso da dedicare un’intera discussione ufficiale alla vita privata di una persona, alla mia vita personale, tralasciando i fatti più importanti e preoccupanti del Paese del Vento. Abbiamo costretto il nostro Kazekage a partecipare ad una seduta ufficiale del Consiglio, che se non ho capito male dovrebbe decidere il destino della mia futura vita matrimoniale > >.

L’ironia delle sue parole fu come una coltellata per molti dei presenti. Tra gli oppositori, Serana era quella maggiormente a disagio, ma si costrinse ugualmente ad intervenire < < La vostra posizione è troppo importante, lady Temari. Il nostro villaggio ha bisogno di certezze e forse queste certezze non provengono tutte dall’unione con gli altri paesi. Abbiamo bisogno della nostra indipendenza e della nostra forza > >.

Serana cercava di mostrare sicurezza nelle sue parole, ma non riusciva comunque a sostenere lo sguardo deluso di Temari.

< < La pace dipende da questo > > disse Gaara, intervenendo per la prima volta < < Unendoci con altri paesi siamo diventati più forti. Abbiamo creato le basi per un nuovo futuro. Il passato ci ha visto costantemente impegnati in un’infinita lotta per il potere. Oggi combattiamo per nuovi ideali e per un mondo diverso. Come la Foglia è intervenuta in nostro aiuto per combattere contro gli schiavisti, noi saremo pronti a ricambiare in qualunque momento. In loro aiuto o per qualsiasi altro paese che necessita delle nostre forze. Con questo non significa che rinnegheremo la nostra storia o le nostre tradizioni, né tanto meno rinunceremo alla nostra libertà. Tuttavia, da oggi e per il futuro la Sabbia combatterà per la pace e non più per il potere > >.

Le parole del Kazekage riecheggiarono nella sala con la stessa forza della sabbia che egli usava in battaglia. Non era facile per lui intervenire in quel dibattito. All’interno del Consiglio della Sabbia, Gaara non poteva essere un semplice fratello minore, sebbene le ragioni fossero tutte dalla parte di Temari. L’imparzialità del Kazekage era essenziale nelle riunioni ufficiali.

< < Potreste avere ragione, Lord Kazekage > > riprese il discorso Oteru con cautela < < E sicuramente sono valide anche le vostre ragioni, lady Temari. Tuttavia, vorrei invitarvi a riflettere su un fatto innegabile. Questa relazione con il ninja della Foglia Shikamaru Nara che genere di vantaggi porterebbe al nostro villaggio e a tutto il Paese del Vento? > >.

< < Vantaggi? Che genere di vantaggi? > > domandò Temari, incredula.

< < Beh, i nostri rapporti con Konoha si sono evoluti e rafforzati continuamente negli ultimi anni. Ciò ci ha permesso di conoscere molti aspetti del loro villaggio e ovviamente della loro forza militare. Dalle informazioni in nostro possesso siamo ormai consapevoli di quali siano i clan più prestigiosi e potenti. Il clan Nara è antico e vanta sicuramente ottimi shinobi e strateghi di alto livello, molto spesso collaboratori stretti dell’Hokage in persona, ma non vedo altri aspetti degni di nota. Non possiedono tecniche ninja di grande potenza e inoltre il fatto che siano ben noti per essere così intelligenti potrebbe anche essere un pericolo da non sottovalutare. Immaginate cosa potrebbe fare un esperto doppiogiochista all’interno del nostro governo > >.

< < State osando troppo, consigliere > > sibilò Temari con voce gelida ed estremamente pericolosa. Eppure sembrava poter ancora mantenere la calma < < Insultare in questo modo l’uomo che amo significa superare certi limiti. Voi li state superando e badate una volta superati non vi sarà più possibile tornare indietro > >.

< < Cerca di calmarti, Temari > > scattò Kankuro, anche se lanciava occhiate di fuoco verso il politico.

< < Non è da voi lanciare minacce di questo genere, lady Temari. Io non intendo essere vostro nemico, ve lo posso garantire > > disse Oteru, mostrando un odioso sorrido di superiorità e compiacimento.

La kunoichi della Sabbia restò immobile al suo posto. Fissava il suo interlocutore con una freddezza terribile, uno sguardo omicida che Temari riservava soltanto a un vero nemico da sconfiggere e schiacciare.

< < Quello che vorrei farvi capire, lady Temari > > continuò Oteru, incrociando le dita con calma < < è che il vostro Shikamaru Nara appartiene ad un clan minore. Per quanto abile ad elaborare strategie o a guidare una squadra di ninja in battaglia, il vostro protetto non possiede lo Sharingan, non possiede il Byakugan, né tanto meno possiede la capacità di attivare tecniche potenti come l’Arte Eremitica. Il vostro stesso chakra del vento è enormemente superiore al suo > >.

< < Il Villaggio della Sabbia non può permettersi alcuna debolezza, lady Temari > > dichiarò il consigliere Dartus con ardore.

< < Anche con l’Unione ninja, dobbiamo sempre sforzarci di essere i più forti, lady Temari, più forti persino dei nostri alleati > > aggiunse Serana, la quale stavolta tentava strenuamente di rispondere alle occhiate di puro disprezzo della sua vecchia compagna di squadra.

La donna non immaginava che sarebbe stato così difficile. I legami tra compagni di battaglia erano da sempre considerati sacri nella nazione del Vento e in quel momento Serana si sentiva più sporca che mai.

Di nuovo un cupo e teso silenzio scese sulla sala del Consiglio. Al fianco di Temari, Gaara restava impassibile, quasi al punto da sembrare una persona senza carica o importanza tra coloro che partecipavano attivamente al dibattito. In quella circostanza, egli sapeva di non poter intervenire come Kazekage ed esattamente come lui, tutti i presenti avevano ben capito che la seduta si era ormai trasformata in uno scontro verbale e psicologico fra Temari e i tre Consiglieri oppositori.

Per un breve momento, dopo i disgustosi insulti di Oteru, Temari si era sentita pronta a perdere il controllo. Pronta a scagliarsi contro l’uomo subdolo con cui stava strenuamente duellando.
Le offese contro Shikamaru erano state pesanti. Il maledetto bastardo aveva insultato non solo l’uomo che amava, ma anche la famiglia di lui, il clan dei Cervi, all’interno del quale lei era stata così amorevolmente accolta. Negli ultimi tempi aveva instaurato ottimi rapporti con molte persone del clan Nara, soprattutto ovviamente con Yoshino. Nonostante alcuni iniziali timori, Temari si era trovata benissimo con la madre di Shikamaru, scoprendo di possedere molti lati in comune con lei.

 L’ira che provava era smisurata, eppure la kunoichi combatté con sé stessa per tenerla a bada. Proprio il pensiero di quell’idiota del suo ragazzo l’aiutò nella difficile impresa di non scatenare un bagno di sangue in quella sala sempre più soffocante.

Sotto gli occhi allibiti dei presenti, Temari all’improvviso sorrise. Si trattava di un sorriso aperto, quasi allegro. Di colpo, la bionda si rivolse al principale oppositore con grande cordialità, quasi si trovasse di fronte ad un vecchio amico.

< < Onorevole Consigliere Oteru, forse farete fatica a credermi, ma io in realtà capisco benissimo la natura delle vostre preoccupazioni. In quanto shinobi e ambasciatrice della Sabbia farò del mio meglio per cercare di attenuare la vostra terribile ansia > >.

Per un attimo, Oteru restò spaesato e forse per difesa decise di non rispondere.

< < Voi, caro Onorevole > > continuò Temari, dolcemente < < Siete così abituato a questo genere di discussioni. Questa sala è indubbiamente il vostro ambiente naturale, il luogo dove vi sentite libero di esprimere voi stesso. Le vostre capacità di persuasione sono quasi sempre di notevole efficacia. Sapete bene come convincere le persone e siete un vero maestro nel raccogliere i più improbabili alleati dalla vostra parte > >.

Volontariamente la kunoichi spostò per un attimo lo sguardo verso Serana, la quale non poté evitare di arrossire < < Per questo motivo mi rendo conto che al di fuori di queste mura vi sentireste per così dire a disagio, spaesato, senza una guida. Non avete mai visto con i vostri occhi quelle che possono essere definite delle vere azioni di coraggio. Non avete mai visto cosa può arrivare a compiere una persona per difendere i propri cari e sicuramente non avete mai conosciuto il cieco terrore che si può provare quando si è costretti ad affrontare una battaglia. Probabilmente è questo che porta voi e i vostri accaniti seguaci a parlare così tanto di nobiltà e tradizioni, tralasciando tutto il resto > >.

Il volto grassoccio di Oteru era diventato pallido. Una prima goccia di sudore scese lentamente lungo i contorni della barba ben curata < < I vostri discorsi sono inutili e irrazionali, lady Temari. Il mio compito è molto diverso dal vostro. Io sono un Consigliere della Sabbia: il mio compito è proteggere gli interessi di questa nazione > >.

< < E’ vero > > confermò debolmente Dartus < < Il nostro compito è quello di proteggere gli interessi della Terra del Vento > >.  Il suo intervento mostrava una tale banalità. Lo stesso Oteru lanciò al suo sottoposto un’occhiata di profondo disgusto.

< < Avete ragione > > confermò Temari, sorridendo < < Il vostro compito è diverso e vi porta, come vi ho già detto, a sconoscere tante cose. La forza di un legame tra compagni d’armi, per esempio. Un tipo di legame sconosciuto a voi due. Forse Serana ancora lo rammenta, ma voi due certamente non l’avete mai sperimentato nella vostra comoda vita > >.

La situazione si era completamente capovolta. Se Serana aveva dimostrato fin dall’inizio della seduta il suo disagio, ora era evidente quanto la donna stesse soffrendo nel trovarsi coinvolta in un’azione che iniziava finalmente a riconoscere come vergognosa e disonorevole. Una volta era una kunoichi della Sabbia, ora promuoveva delle riunioni politiche per sconvolgere la vita privata di una sua vecchia compagna di battaglia.

< < Adesso siete voi ad offenderci, lady Temari > > disse Oteru, stringendo i pugni poggiati sopra il tavolo.

< < Al contrario, Onorevole Oteru > > la voce di Temari sembrava ancora tranquilla e serena, ma tutti i presenti videro alcune piccole scintille di chakra simile a lucenti lucciole circondare il corpo della ragazza.

< < Potete continuare a parlare di onore e nobili tradizioni fino all’infinito, ma niente cambia il fatto che il vostro nobile culetto sia stato salvato anche da chi disprezzate tanto, da quel ninja fallito e straniero, privo di nobili discendenze, che avete appena insultato senza nemmeno conoscerlo. Io stessa, e credetemi di questo me ne rammarico moltissimo, ho contribuito alla vostra salvezza. Ho partecipato a questa squallida riunione per il rispetto che provo verso questa gloriosa istituzione, ma arrivati a questo punto non vedo alcun motivo di proseguire oltre. Mi limiterò a concludere con un semplice avvertimento, Onorevoli consiglieri della Sabbia > >.

< < Che genere di avvertimento? > > chiese Oteru, non riuscendo più a nascondere un certo nervosismo. La discussione non era proseguita come si aspettava.

< < Provate a danneggiare in qualsiasi modo i progetti politici del Kazekage e dell’Unione e le conseguenze per la vostra carriera saranno devastanti > > disse la kunoichi, rivolgendosi soltanto al suo principale nemico.

Sembrava che nell’intera sala fossero rimasti soltanto loro due in una accesa battaglia verbale dagli esiti incerti. Nessuno osò ribattere alle parole della ragazza e lei ne approfittò per concludere il suo discorso con tutta la spietatezza di cui era capace.

< < Ma se oltre a questo, proverete anche a danneggiare Shikamaru, a metterlo in pericolo in qualsiasi modo possibile. Beh, allora in quel caso non ci sarebbe più spazio per discussioni o sedute. Parlerebbe soltanto il mio tessen e credetemi sulla parola, parlerebbe soltanto per dilaniare e massacrare i vostri corpi > >.

La violenza della minaccia sorprese persino il Kazekage in persona, il quale si girò verso di lei leggermente preoccupato. Ancora una volta nessuno osò ribattere e senza aspettare alcuna risposta Temari si alzò dalla sedia, uscendo a grandi passi dalla sala sotto gli occhi attoniti dei presenti. Aveva violato una tradizione del consiglio: solo il Kazegake poteva terminare una seduta ufficiale, congedando i membri del Consiglio, ma non ci fu alcuna protesta.

Un silenzio carico di disagio accompagnò il successivo minuto. La minaccia finale di Temari fu il colpo finale del dibattito. Alla fine, Gaara del Deserto terminò ufficialmente la strana discussione, congedando formalmente i presenti.

Mentre uscivano dalla sala, i tre oppositori si sentivano come fulminati. Gli occhi inespressivi del Kazekage erano puntati dritti su di loro.
 
 
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Temari era arrabbiata e sconvolta. A notte fonda se ne stava ancora ben sveglia nel suo appartamento. Le notti a Suna erano fredde, ma da diverse ore si sentiva accaldata e soffocata da un senso di profonda frustrazione.

La riunione era durata più di due ore, tempo che avrebbe voluto e potuto sfruttare in ben altro modo. Dopo essere uscita come una furia dalla sala delle riunioni, si precipitò di corsa nell’area dei messaggeri. Scrisse una lunga lettera per Shikamaru, per poi darla immediatamente in consegna al più veloce Takamaru a disposizione, pregando in cuor suo di essere ancora in tempo.
L’ambasciatrice ignorò ogni domanda o offerta di aiuto. Molti ninja o collaboratori del palazzo provarono a convincerla a ritornare in ospedale, ma nessuno riuscì nel tentativo.

Prima di raggiungere la propria abitazione, Temari lasciò l’ordine imperativo di non essere disturbata da nessuno. Voleva realmente riposare, ma non riuscì completamente a prendere sonno. Troppi eventi erano accaduti in così poco tempo e quando finalmente si ritrovò al sicuro tra le mura di casa sua la stanchezza tornò ad affliggere il corpo già provato per le ferite dell’ultimo scontro.
Si rese conto che solo una persona avrebbe potuto calmarla in quel momento. Una persona che non doveva essere lì.

All’improvviso, la porta dell’appartamento si aprì lentamente, producendo un inquietante cigolio udibile in tutta la casa. Non certo l’opera di un abile scassinatore. Nonostante le ferite e la stanchezza, Temari si mosse istintivamente verso l’intruso. Al buio non le era possibile vederne il volto, ma lei non esitò. Fu su di lui in un attimo, facendolo schiantare con forza contro la parete vicino la porta, puntandogli immediatamente un kunai alla gola. L’intruso grugnì leggermente per il dolore.

< < Chi diavolo sei e cosa ci fai in casa mia? > > ruggì lei, usando tutta la forza bruta di cui era capace per tenerlo bloccato. Il kunai aprì un piccolo taglio sulla gola dell’intruso.

< < Dovresti essere in ospedale, donna fastidiosa. Ma se non vuoi andarci, non c’è alcun bisogno di uccidermi > >.

Il solo udire quella voce la fece tremare come una bambina. Il kunai gli cadde dalle mani tremanti.

Afferrò con forza il volto di Shikamaru, facendogli battere la testa contro la parete un’altra volta. Ignorò i suoi gemiti di dolore, ispezionando ansiosamente con le mani tutto il suo corpo. L’unica ferita era il piccolo taglio che lei stessa gli aveva procurato. Quando si sincerò sulle sue condizioni, tornò a fissarlo con rabbia.

< < Dannazione, Tem. Hai davvero intenzione di farmi fuori? > > chiese il ninja di Konoha, chiaramente divertito e soprattutto estremamente sollevato di vederla in buone condizioni.

< < Non dovresti essere qui, maledetto idiota > > urlò la kunoichi, non potendosi più contenere < < Brutto stupido, non dovevi venire qui > >.

Shikamaru Nara era ancora bloccato dalla presa d’acciaio della sua ragazza. Anche al buio poteva vedere una profonda ansia mista a rabbia e frustrazione riflessa nei suoi occhi color smeraldo.

< < Forse hai ragione > > convenne lui, senza scomporsi < < Sono stato imprudente oltre ogni limite. Tuttavia, amore, anche se tutta questa situazione è una grossa seccatura, quest’appartamento è l’unico posto dove dovrei trovarmi in questo preciso momento. E non ci sono discussioni o dubbi in proposito > >.

Si fissarono in silenzio per qualche secondo. La kunoichi teneva il suo uomo bloccato in una presa di forza, quasi fosse realmente un intruso armato di cattive intenzioni.

Alla fine, però, Temari cedette completamente. Tenendo ben saldo il volto di lui tra le mani, lo baciò con passione e prepotenza. Lo baciò furiosamente perché era arrabbiata, ma soprattutto perché era estremamente felice di averlo tra le braccia.
 
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 5
*** Incursione notturna ***


CAPITOLO 5
 
 
INCURSIONE NOTTURNA
 
 
Le tenebre notturne, dominate dagli impetuosi venti desertici, davano un’aria estremamente sinistra alle strade completamente isolate del Villaggio della Sabbia. Era una notte fredda e tempestosa, una di quelle classiche nottate durante le quali ben poche persone osavano muoversi oltre la soglia di casa. Come spesso accadeva, la tempesta di sabbia era cominciata al tramonto, le sabbie del deserto invadevano l’intero villaggio producendo inquietanti ululati tra edifici, strade e vicoli.

Soltanto i ninja di guardia pattugliavano instancabili i punti strategici della città, nonostante le pessime condizioni atmosferiche. Negli ultimi anni, Suna era diventata una città grande e molto più sviluppata rispetto al passato, con nuovi quartieri, strade ed edifici. Di conseguenza era diventato estremamente difficile un pattugliamento completo, specie di notte nel pieno di una vera e propria tempesta di sabbia.

Grazie alla costante protezione del buio notturno e della sabbia impetuosa, una figura incappucciata si muoveva lentamente nel bel mezzo della tempesta. Sembrava non risentire delle pessime condizioni atmosferiche, sembrava perfettamente abituato a sconvolgimenti climatici di questo genere.

Camminò per alcuni minuti lungo una delle strade principali del villaggio. La sua andatura era lenta, ma estremamente sicura del tragitto da seguire.

Ad un certo punto l’incappucciato tagliò verso una stradina secondaria, per poi procedere spedito tra numerosi e stretti vicoli. Fece numerose deviazioni in un tragitto apparentemente privo di qualsiasi logica. Eppure lo strano personaggio continuava a camminare sicuro verso la meta designata.

Giunse nei pressi di uno dei tanti quartieri popolari, ricordo del vecchio villaggio e di un passato di estrema povertà e degrado. Alcuni edifici erano abbandonati e mezzi crollati, ma anche quelli abitati non versavano in condizioni migliori.

 Fin dall’inizio della sua carica, Gaara aveva combattuto fortemente per aiutare le classi sociali più povere, per superare le enormi difficoltà di vita di alcuni quartieri ancora dominati dalla criminalità organizzata. Era riuscito a raggiungere così tanti risultati importanti, ma purtroppo quella lotta non era ancora stata vinta del tutto.

L’uomo continuò a percorrere numerose e stette stradine per diversi minuti, mentre la tempesta di sabbia continuava a infuriare. Alla fine si fermò davanti la porta di un edificio malandato. Le finestre erano completamente sbarrate, facendo sembrare la struttura completamente abbandonata come la maggior parte degli edifici della zona.

Bussò quattro volte seguendo un ritmo prestabilito. Una fredda voce femminile rispose quasi sibilando al segnale e per la prima volta, durante quella tempestosa nottata, l’uomo incappucciato provò un inaspettato brivido di paura. Fece il suo ingresso in un ambiente sporco, in una stanza piccola e illuminata da una sola candela posta sopra un tavolino pieno di polvere con un’unica sedia di legno. Era l’unico mobile presente nella stanza.

< < Non credevo che sareste stata voi a ricevermi. Potevate avvertire, non avrei mai voluto costringervi a così tanti rischi > > esordì umilmente il Consigliere Oteru, dopo essersi tolto il cappuccio.

La donna lo squadrò freddamente. Era giovane, sui trent’anni, dai capelli rossi come il fuoco e dagli occhi azzurri come il ghiaccio. Era bella e affascinante, ma si trattava di un fascino pericoloso, una bellezza sinistra e mortale. Ogni volta che il politico si trovava in compagnia di quella donna, provava la sensazione di trovarsi letteralmente in compagnia della morte in persona.

La rossa indossava una specie di tuta nera e aderente, la quale risaltava con estrema sensualità i lineamenti ben allenati ed estremamente femminili del suo corpo. Portava un paio di guanti neri con borchie d’acciaio e ad Oteru bastò una breve occhiata per ipotizzare che anche un semplice pugno sarebbe bastato a devastare irrimediabilmente il volto di un uomo adulto. Tuttavia, il particolare più significativo e pericoloso si trovava nell’unica altra arma che la donna teneva accuratamente riposta dietro la schiena: un arco rosso come il sangue e una faretra piena di lunghe e robuste frecce metalliche impregnate di un chakra potente e oscuro. Oteru ne aveva sentito parlare: nessuno, una volta colpito da una di quelle frecce, era mai riuscito a sopravvivere.

Persino il politico, completamente privo anche delle più basilari nozioni delle arti ninja, poteva distintamente percepire la terribile pericolosità di questo chakra così selvaggio e diverso dal normale.

< < Lasciate perdere queste stronzate, Consigliere Oteru > > sibilò gelida la donna < < La nostra collaborazione è essenziale secondo i piani dei miei superiori. Dagli ultimi sviluppi e dopo le nostre pesanti sconfitte mi sembra evidente che oramai sia necessario un mio coinvolgimento diretto nelle nostre operazioni. L’Unione Shinobi è forte. Pertanto, non si può certo aggredirla o indebolirla con semplici tirapiedi > >.

L’uomo si avvicinò nervosamente al tavolino. Lo sguardo mortale della donna aveva il potere di farlo tremare come un bambino impotente < < La situazione è diventata pericolosa, mia signora. Prima della riunione di oggi, la famiglia del Kazekage nutriva soltanto un semplice sospetto verso di me e i miei sostenitori, ma ora ci staranno addosso. Credevo di indebolire la posizione del Kazekage puntando alla sorella e alla sua relazione con un ninja straniero, ma mi sbagliavo. Shikamaru Nara possiede un grande carisma. Anche se odio ammetterlo, è riuscito ad ottenere l’approvazione di tutto il nostro villaggio, specie dopo quanto ha fatto in guerra. Molti validi shinobi della Sabbia hanno combattuto sotto la guida di un moccioso straniero. È inaccettabile > >.

< < La vostra strategia si è rivelata inefficace, Consigliere Oteru, oltre che avventata > > sentenziò lei, facendolo arrossire < < Ora è necessario reagire. Sarà meglio farlo al più presto e senza pietà > >.

< < Il popolo è troppo attaccato alla famiglia reale > > protestò il politico, con voce tremante < < Gaara ha combattuto nell’ultima guerra come un vero leader, mentre Temari e Kankuro sono stati proclamati eroi mondiali e ora sono fondamentali pilastri dell’Unione Ninja > >.

La donna rossa restava immobile in piedi di fronte a lui. Le braccia possenti incrociate davanti a lei. La scarsa illuminazione nella stanza regalava un’aria ancora più spettrale alla figura della guerriera in tuta nera. Oteru voleva andarsene e al più presto.

< < La nostra collaborazione è molto importante per questa nazione, mia signora > > continuò il Consigliere, dinnanzi al silenzio della giovane < < Le mie informazioni sugli spostamenti dei vostri obiettivi si sono rivelate utili. Avete rapito molte persone grazie a me. In questo modo il mio potere politico ed economico è aumentato parecchio, ma non è ancora abbastanza. Per poter proseguire la nostra alleanza ho bisogno di altre garanzie > >.

< < Altre garanzie > > ripeté la donna meccanicamente.

< < Per poter accrescere la mia forza all’interno del Consiglio, è necessario colpire direttamente la famiglia reale. Con tutta la durezza possibile. Il consenso del Kazekage deve diminuire > >.

< < Volete assassinare uno di loro? > > chiese freddamente la guerriera.

< < Potrei anche arrivare a ucciderli tutti e tre, ma in quel caso l’intera città andrebbe completamente distrutta. Non sarà facile neanche per me uccidere il famoso Gaara della Sabbia > > aggiunse la donna con un terribile sorriso.

Oteru rabbrividì nuovamente. Non sopportava più di stare in quella stanza in compagnia di quell’assassina. Neanche lui aveva mai avuto scrupoli verso i suoi nemici, ma quella donna lo faceva rabbrividire come nient’altro al mondo. Pur non avendola mai vista in azione, era certo della veridicità delle sue parole. Forse quella donna era veramente in grado di uccidere il Kazekage e distruggere un intero villaggio ninja.

< < Purtroppo non basta un semplice assassinio > > rispose debolmente il Consigliere < < Anche con la morte del Kazekage, il consenso verso la sua politica resterebbe immutato. Sono veramente troppi i traguardi che ha già raggiunto. Inoltre, non voglio rischiare la distruzione del mio villaggio > >.

< < E allora che cosa desiderate da me? > > domandò la donna, fissando il politico con occhi privi di espressione < < Sono poco incline a scendere a compromessi. Quando trovo un ostacolo davanti a me, la mia linea di azione prevede unicamente la totale eliminazione del mio nemico > >.

< < In questa singolare situazione, non posso permettermi passi falsi, mia signora > > ribatté Oteru, sforzandosi di restare calmo. Sperava ardentemente di convincerla, i suoi obiettivi politici dipendevano da questo < < Voi ancora non potete saperlo, ma proprio questa notte si è presentata l’opportunità perfetta per la nostra reazione > >.

La mente del Consigliere si stava muovendo frettolosamente in un turbine di progetti e strategie. Solo una era di immediata applicazione. In un primo momento, la presenza della terribile donna lo stava quasi convincendo a organizzare l’omicidio dell’intera famiglia reale, ma poche ore prima era subentrato un nuovo elemento, una carta che con le mosse giuste si sarebbe potuta rivelare vincente.

< < I vertici della mia organizzazione desiderano questa collaborazione con voi e con i vostri sostenitori, Oteru > > disse la rossa, stringendo i pugni guantati con forza < < Fin quando i miei superiori continueranno a considerarvi utile per i nostri piani, allora il mio dovere sarà quello di assistervi in ogni modo possibile. Perciò, tagliate corto e ditemi cosa avete in mente > >.

Non avrebbe mai voluto averla come nemica. Era una ragazza così giovane, eppure anche senza combattere mostrava chiaramente la sua natura assassina. Oteru ne era certo, con un semplice gesto lei avrebbe potuto ucciderlo come niente.

< < Alcune ore fa > > cominciò l’uomo, incrociando le dita sopra il tavolino polveroso < < Le mie spie hanno segnalato l’arrivo di un ninja straniero davanti le porte del Villaggio della Sabbia. Era già notte e pochi lo hanno visto entrare. A quanto pare si tratta proprio di Shikamaru Nara. Non so per quale motivo sia venuto fin qui, ma forse questa può essere la nostra occasione per contrattaccare > >.

< < Volete ucciderlo e magari scatenare il caos all’interno dei piani alti dell’Unione? > > ipotizzò la rossa senza emozione.

< < Esattamente come i membri della famiglia reale, anche Shikamaru Nara è conosciuto in tutto il mondo come un eroe di guerra. Ho paura che nemmeno la sua morte possa indebolire la posizione del Kazekage. Dopo tutto è soltanto un ninja straniero > >.

< < Tuttavia, c’è una cosa che può esserci molto utile > > continuò il politico con un sorriso enigmatico < < La non più segreta relazione amorosa con l’ambasciatrice Temari.  Questa sarà la nostra arma decisiva, quella che ci consentirà di screditare il Kazekake > >.

< < Avete già provato questa via e se non sbaglio, è stato un completo fallimento. Cosa dovrei fare io adesso? Volete che seduca questo stratega per portarlo dalla nostra parte? > > chiese la rossa ironica e leggermente spazientita.

Oteru la fissò intensamente, sempre più sicuro del suo nuovo piano di attacco.

< < Quello di cui ho bisogno, lady Sasha, è un rapimento. Proprio qui nel Villaggio della Sabbia > >.
 
 
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Shikamaru era contento e rilassato. Mai avrebbe immaginato di arrivare a non soffrire minimamente un’intera nottata insonne. Dopo gli iniziali insulti e spintoni della sua energica ragazza, accompagnati da rabbiose e passionali sessioni di baci, il giovane stratega di Konoha si dedicò interamente a lei.

La costrinse delicatamente sul divano, per poi controllare accuratamente tutte le ferite e le abrasioni nel suo corpo. Temari sorrise divertita percependo l’ansia del suo uomo. Voleva essere ancora arrabbiata con lui, ma la felicità nell’averlo lì, nel proprio appartamento con lei, era troppo grande da non poter nemmeno simulare rabbia o disapprovazione. In passato non aveva mai nemmeno immaginato quanto potesse essere straordinaria la sensazione di sicurezza, che solo il suo ragazzo pigro era in grado di trasmetterle.

< < Non essere così drammatico, piagnucolone. Sto bene come puoi vedere > > disse Temari, poggiandosi comodamente sul petto di lui.

< < Che seccatura > > borbottò Shikamaru, mentre usava un po’ di disinfettante su alcuni piccoli tagli che si erano riaperti. Per fortuna la ferita alla spalla aveva ancora l’accurata medicazione fatta dai medici della Sabbia.

Dopo essere uscita dall’ospedale, la sua compagna non si era fermata un attimo. Per di più alla fine della riunione era corsa come una furia verso il suo appartamento, ignorando tutti i tentativi di medici e infermieri di riportarla in ospedale.

< < Perché non puoi ammettere che hai rischiato molto questa volta? > > chiese retorico il moro < < La tua vecchia abitudine di andare in giro senza scorta > >.

< < Sono anni che viaggio senza scorta, Shikamaru > > ribatté lei, prendendogli una mano < < Sai bene che potrei far fuori un’intera banda di assassini. Anche questa volta avrei potuto farli fuori tutti e tre da sola. Mi vergogno di non esserci riuscita. Ad ogni modo adesso non devi più preoccuparti, mi riprenderò del tutto tra pochi giorni > >.

< < Di questo non posso che essere sollevato. Mi hai fatto morire di paura, Temari > > sussurrò lui, posandole una mano sulla guancia.

< < Mi dispiace, amore > > rispose lei a bassa voce, sinceramente addolorata per la paura che doveva aver provato durante le ore successive al suo agguato.

Temari poggiò la fronte sulla sua, sospirando in una piacevole sensazione di stanchezza, che la spinse ancora di più tra le sue braccia. Lo baciò con cura, carezzandogli le guance con le dita.
< < Quali saranno adesso le conseguenze di questa tua bravata? > > domandò la bionda, quando si separarono.

Finalmente diede voce alle sue preoccupazioni < < Potresti essere processato per insubordinazione o tradimento > >.

Shikamaru sorrise furbamente, facendola irritare notevolmente < < Idiota, cerca di prendere la situazione seriamente > > ringhiò lei, afferrandogli con forza il volto.

< < Andiamo, Temari. Sai bene che prendo sempre le dovute precauzioni. È vero, mi sono allontanato dal villaggio senza autorizzazione, ma ho lasciato alcuni messaggi a Kakashi. Gli ho spiegato al meglio le mie ragioni. Sicuramente dovrò affrontare una serie di ramanzine, ma nessuno poteva impedirmi di venire da te > >.

< < Shikamaru > > sussurrò lei, abbracciandolo con foga < < Molte persone dipendono da te. Pensa a tua madre, pensa alla piccola Mirai > >.

< < Io penso sempre a loro, Tem > > ribatté lo stratega, guardandola negli occhi < < Mirai è la mia figlioccia. Mi sento quasi un padre per lei. Mi prenderò sempre cura di lei. Tuttavia, Temari, al pari di lei e di mia madre, tu fai parte della mia famiglia. Non importa quanto può essere faticoso, io ci sarò sempre per te > >.

Era raro per lei, ma Temari non riusciva proprio a trovare le parole giuste per esprimere i forti sentimenti che provava verso l’uomo che aveva affrontato in duello tanti prima. Si limitò a poggiare la testa contro il suo petto, decidendo finalmente di non chiedersi più quali potessero essere le conseguenze per la presenza del suo uomo a Suna. Lui era lì con lei e questo le bastava.

< < Piuttosto, come mai non sei riuscita a contattarmi subito? > > chiese il giovane, anche se già sapeva che la motivazione doveva essere estremamente seria.

Temari sospirò ancora una volta. Sapeva di dovergli dare spiegazioni, ma in quel momento avrebbe voluto rimandare. Era troppo stanca. < < Sono stata trattenuta, Shikamaru. Sono rimasta svenuta per quasi tre giorni e quando mi sono ripresa, Kankuro mi ha trascinata in un’assurda conferenza del Consiglio della Sabbia. Una seduta dedicata interamente a me e a te. O meglio alla nostra relazione > >.

< < Cosa? > > chiese lui, sbalordito < < Una riunione della più importante istituzione della nazione del Vento dedicata alla nostra storia. Non è una cosa che accade spesso. Che cosa sperano di ottenere in questo modo? > >.

< < Senti, non preoccuparti di questa faccenda, Shikamaru > > replicò la kunoichi, massaggiandosi le tempie < < Si è trattato solo di una sporca manovra per screditare me e la mia famiglia. O per meglio dire l’obiettivo di quello stronzo di Oteru resta Gaara, ma per il momento non ha fatto molti passi avanti e nemmeno una grande figura con i suoi colleghi. Vuole screditarlo a tutti i costi, indebolirlo politicamente, ma non avrà vita facile. Gaara è amato e ammirato da tutti > >.

< < Oteru > > rifletté attentamente Shikamaru. Temari conosceva bene quell’espressione di assoluta concentrazione. Non prometteva nulla di buono.

< < E’ un Consigliere se non sbaglio. Me ne avevi parlato qualche tempo fa. Dalle tue indagini rientra tra i principali sospetti. I loschi oppositori che agivano nell’ombra contro Gaara. A quanto pare, adesso stanno iniziando ad uscire allo scoperto > >.

Temari si strinse di più al petto del suo uomo, rammentando la dolorosa sensazione che aveva provato durante riunione del Consiglio < < Quello che mi ha fatto più male è stato vedere l’appoggio che aveva quell’uomo mentre mi aggrediva apertamente. Serana è una dei suoi sostenitori. Era una mia compagna di squadra, insieme a lei ho rischiato la vita così tante volte. Eppure non ha indugiato, mi ha attaccata in quella maledetta stanza, aggredendomi nella mia vita personale e nei miei affetti più cari. Forse è vero che la politica tende a corrompere l’animo delle persone. Questa sete di potere rischia di causare enormi lutti in questo villaggio > >.

Lo sguardo addolorato e stanco della sua ragazza gli fece stringere il cuore. Di colpo Shikamaru si pentì seriamente di averle chiesto spiegazioni. Era evidente quanto fosse affaticata e lui era giunto fin lì solo per prendersi cura di lei. Si sentì un vero idiota, oltre che un cattivo fidanzato.

Le strinse delicatamente il mento, invitandola ad alzare gli occhi verso di lui. La baciò lentamente e accuratamente, cercando di farle sentire tutta la sua vicinanza. La kunoichi si abbandonò al calore di quel momento e quando infine si separarono, sul suo viso c’era quel caldo e sincero sorriso che riservava solo a lui.

< < Abbiamo ancora qualche ora prima dell’alba, Tem > > disse lo stratega, mentre le scioglieva delicatamente i capelli dai soliti quattro nastri < < Sarà meglio dormire adesso. È stata una giornata molto dura e io sono venuto solo qui per prendermi cura di te. Ti avverto fin da ora che domani dormirai molto, almeno fino a tarda mattinata. Non sono ammesse proteste per questo > >.
< < Credevo che volessi fare qualcos’altro > > ridacchiò Temari, baciandogli sensualmente il collo.

< < In contesti normali avresti certamente tutta la mia approvazione, tesoro > > sospirò il giovane, non potendo evitare di arrossire.

< < Comunque scordati che starò un’intera mattinata a letto. Dovrai svegliarmi, piagnucolone o ne subirai le conseguenze > > protestò Temari.

< < Domani il villaggio farà a meno di te, mia cara. Almeno fino a quando non ti sarai riposata a sufficienza. Ora per favore piantala con tutte queste seccature > > rispose Shikamaru, con voce assonnata.

Ignorando le deboli proteste della sua compagna, il ninja di Konoha la sollevò dolcemente tra le braccia < < Ti porto a letto, donna fastidiosa > >.

Temari grugnì leggermente, ma si fece portare docilmente dal suo uomo. Allacciò le braccia intorno al collo di lui, non riuscendo a trattenere un gemito di soddisfazione.
Shikamaru percorse il familiare corridoio con il dolce e non indifferente peso della sua ragazza tra le braccia. Sorrise calorosamente quando fece il suo ingresso all’interno della camera da letto. Durante l’ultimo anno aveva dormito così tante volte in quel letto. Le visite a Suna erano diventate sempre più frequenti, anche se era Temari a viaggiare molto più spesso per via della sua posizione di ambasciatrice, carica che tra l’altro, per grande gioia di Shikamaru, l’aveva fatta rimanere per lunghi periodi a Konoha.

In realtà, proprio dopo l’inizio della sua relazione con Temari, i primi viaggi a Suna si erano rivelati particolarmente complicati per Shikamaru. Egli aveva provato a cercare un piccolo appartamento con l’aiuto del Kazekage.

Aveva paura di scatenare qualche incidente diplomatico e soprattutto non voleva che Temari diventasse oggetto di pettegolezzi tra la sua stessa gente. Tuttavia, quando la sua ragazza lo aveva scoperto in quella strana ricerca, non disse nulla. Si limitò a schiaffeggiarlo duramente, per poi trascinarlo di peso fino al suo appartamento. Da allora il moro aveva soggiornato solo ed esclusivamente nella casa della kunoichi del vento durante i suoi viaggi a Suna.

Shikamaru distese la bionda sul letto, rimboccandole persino le coperte. La giovane guerriera non lo avrebbe mai ammesso, ma adorava quando lui si prendeva così tanto cura di lei. Aveva sempre mantenuto verso il mondo esterno una barriera assoluta, una freddezza tale da non concedersi mai alcun tipo di debolezza. Solo all’uomo che amava mostrava questo lato tenero ed estremamente bisognoso di affetto e sicurezza.

Il moro le carezzò una guancia, per poi chinarsi a baciarle la fronte. < < Buona notte, Tem > > le sussurrò dolcemente.

Fece per uscire dalla stanza, ma venne immediatamente trattenuto con forza per un braccio. < < Dove credi di andare? > >.

< < Beh, sto andando a dormire sul tuo divano ovviamente > > rispose il ninja, sorridendo divertito.

< < Davvero? > > esclamò lei, guardandolo irritata < < Credi che sia quello il tuo posto? > >.

< < Non voglio disturbarti, Tem. Sei ancora ferita e hai dovuto affrontare giornate infernali > >.

< < Scordati che il mio ragazzo dorma sul mio divano. Tu dormirai qui come sempre. Non sono così malandata da non poter dormire abbracciata con un mollusco come te. Perciò chiudi il becco e indossa il tuo dannato pigiama > >.

< < Come voi desiderate, lady Temari > > ridacchiò il moro, guadagnandosi un epiteto non troppo gentile dalla sua ragazza.

Quando si distese al suo fianco, Temari lo abbracciò nascondendo il viso nell’incavo del collo di lui. Quest’ultimo la strinse a sé per la vira facendo attenzione alla ferita sulla spalla.

< < Sai, non pensavo che avremmo incontrato altri ostacoli. Per di più dalla mia stessa gente, nella nazione in cui sono nata e cresciuta > > disse Temari, con voce stanca, non proprio da lei.

Shikamaru Nara baciò la chioma dorata e disordinata della sua ragazza, sperando di confortarla. < < Qualunque ostacolo lo affronteremo e lo supereremo insieme. Io e te staremo insieme, Temari, te lo prometto. Anche se tutto questo si rivelerà estremamente fastidioso > >.

< < Non chiedo di meglio > >.
 
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La mattina seguente Shikamaru mantenne la promessa fatta alla fidanzata. Si sincerò che riposasse profondamente fino a tardi. In realtà, un paio di volte Temari cercò di svegliarsi, probabilmente spinta dal suo incrollabile senso del dovere e da una sorta di sveglia naturale. Per fortuna, il moro riuscì a farla riaddormentare, tenendola stretta e carezzandole teneramente i capelli.

Lo stratega di Konoha restò in dormiveglia per molte ore in una costante attività di vigilanza. Temari si svegliò poco dopo mezzogiorno. Anche se ancora dolorante e provata, Temari si svegliò con una nuova ondata di energia, pronta finalmente ad iniziare il contrattacco contro i suoi nemici.

Andarono a mangiare in uno dei ristoranti preferiti di Temari. Mangiarono ogni genere di prelibatezza tipica della cucina della Sabbia e così, finalmente, nella calma del momento, Shikamaru ebbe modo di farsi raccontare tutti i dettagli delle disavventure della fidanzata, dall’agguato al Paese dei Fiumi all’inaspettata seduta del Consiglio della Sabbia preparata con un preciso obiettivo: aggredire tutta la famiglia reale.

Immediatamente la mente del ninja della Foglia aveva elaborato numerose strategie, sperando di trovare al più presto una soluzione ai nuovi ostacoli che si erano presentati davanti a loro.
Egli riconosceva la pericolosità della situazione. Gli intrighi politici potevano essere mortali anche più di una cruenta battaglia ninja, per di più, nonostante il suo forte legame con Temari e con i suoi fratelli, Shikamaru si sarebbe trovato a combattere in un ambiente straniero. Un contesto all’interno del quale sarebbe stato estremamente difficile distinguere amici da nemici.

Non si accorse che Temari lo stava osservando intensamente da qualche secondo. All’istante aveva intuito le intenzioni del compagno < < Non farti venire strane idee in quella tua testa bacata, Shikamaru Nara > >.

< < Che cosa vuoi dire? > >

< < Hai delle responsabilità a Konoha, Shikamaru. Ora sto molto meglio grazie a te, sono a casa e al sicuro. Ti amo immensamente, ma ora devi tornare subito al Villaggio della Foglia. Devi riprendere i tuoi doveri di Consigliere, il Sesto Hokage non potrà coprirti all’infinito. Devi tornare da Mirai e dalla tua famiglia. Adesso sei tu a dover guidare il clan Nara, non dimenticarlo > > disse Temari, fissandolo dritto negli occhi.

< < Proprio perché ti amo, Temari, credi che potrei lasciarti qui da sola? C’è un complotto contro la tua famiglia, per di più abbiamo già avuto una chiara dimostrazione che sei tu in questo momento il loro principale bersaglio > > disse il moro, alzando la voce più di quanto volesse.

< < Non sono da sola, Shikamaru. Ci sono i miei fratelli e molti altri di cui mi fido ciecamente. La maggior parte della popolazione approva l’operato di Gaara già da molti anni. Non dimenticare che in quanto mio compagno, anche tu qui saresti un bersaglio al pari di me e della mia famiglia. Non posso rischiare di perderti, lo capisci? > > disse la kunoichi, prendendogli amorevolmente una mano sopra il tavolo imbandito.

< < Che seccatura > > esclamò lui, leggermente irritato, ma ricambiò la stretta intrecciando le dita con le sue < < So badare a me stesso, Temari. Sono perfettamente capace di prendere decisioni da solo e sono abituato a rischiare la mia vita. Ho combattuto una guerra insieme a te. L’ho già detto e lo ripeto, il mio posto è qui accanto a te. Almeno fino a quando la situazione qui a Suna non si risolva > >.

Il locale era quasi pieno e tutti i clienti poterono chiaramente percepire la tensione crescente tra i due giovani ninja.

< < Maledizione, Shikamaru > > quasi urlò Temari, lasciando la sua mano.

Gli occhi color smeraldo di lei erano colmi di una furia selvaggia e disperata < < Non conosco ancora le reali intenzioni degli oppositori di Gaara, ma una cosa è certa: in questa situazione potrebbero anche tentare di ucciderti. Ti prego, cerca di……..> >.

Gli appassionati avvertimenti dell’ambasciatrice vennero bruscamente interrotti dalla comparsa di uomo vestito con l’inconfondibile uniforme della Sabbia. Era un jonin, nonché membro del corpo di guardia del Kazegage e per fortuna era uno di quelli di cui Temari si fidava, motivo per il quale non aveva impugnato il tessen all’istante. Comparve dal nulla proprio davanti il tavolo della giovane coppia, facendo trasalire tutti i clienti presenti.

< < Chiedo umilmente scusa per l’interruzione, lady Temari > > esordì il ninja < < Sapevo di trovarvi qui > >.

< < Kones > > esclamò Temari, alzandosi in piedi < < E’ successo qualcosa al Kazekage? > >

< < L’onorevole Kazekage sta bene, lady Temari. In effetti sono qui proprio dietro suo ordine. È successo qualcosa di grave la scorsa notte, qualcosa che richiede la vostra presenza immediatamente. Il Kazekage provvederà ad informarvi sui dettagli, ma dobbiamo far presto. Ovviamente anche il Consigliere Nara è il benvenuto > >.

< < Sarò felice di aiutare il Kazekage > > disse umilmente Shikamaru, chinando leggermente il capo. Aveva parlato in fretta, anticipando le proteste della sua ragazza. Le lanciò un sorrisetto di vittoria.

< < Andiamo subito > > borbottò Temari rabbiosamente. Avrebbe voluto fermarlo, costringerlo a tornare a Konoha, eppure invece stava ancora rimandando la sua partenza. Il suo Shikamaru era un leader nato, un uomo pronto ad affrontare ogni genere di situazione, coordinando le attività di tutti i suoi compagni. Temari lo aveva visto con i suoi stessi occhi, mentre lui guidava le truppe alleate contro il peggiore nemico dell’umanità. Il ninja pigro e intrattabile, di cui si era innamorata, era certamente la persona ideale in grado di aiutare suo fratello.

Era frustrante, ma anche questo l’aveva fatta innamorare perdutamente di lui. La sua volontà del fuoco, la sua attitudine a prendersi cura delle persone a lui care.

< < Maledetto testardo > > pensò la kunoichi, sparando continuamente occhiate irritate al suo uomo che correva a suo fianco tra gli edifici sotto il sole cocente del primo pomeriggio.
 
 
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Giunsero nei pressi del quartiere del Palazzo del Kazekage in pochi minuti. Le strade erano trafficate e la vita a Suna scorreva frenetica come sempre, in una tipica giornata di caldo torrido e cocente.

Anche nel quartiere dove viveva, Temari non aveva visto alcuna misura di sicurezza, nessun pattugliamento insolito o eccessivo, chiaro segno del fatto che Gaara non intendeva ancora diffondere il panico in città, qualunque cosa fosse successa durante la notte.

Shikamaru aveva il fiatone dopo pochi passi. Era un caldo terribile, soprattutto per una persona abituata ad un clima completamente diverso. Persino Temari con le sue ferite sembrava più a suo agio in quel calore infernale.

< < Shikamaru > > lo chiamò a bassa voce la kunoichi < < Cosa pensi sia successo? Un attacco degli schiavisti qui nel Villaggio della Sabbia, nel cuore della nazione del Vento? > >.
Il jonin chiamato Kones era leggermente davanti rispetto a loro, così facendo lo stratega di Konoha ebbe modo di manifestare solo a lei le proprie sensazioni iniziali. < < Ti fidi di lui? > > chiese lui un po’ bruscamente, ancora a corto di fiato.

< < Appartiene al corpo di guardia scelto del Kazekage in persona. È un jonin molto forte, ha combattuto coraggiosamente nell’ultima guerra. Non lo conosci perché apparteneva ad un’altra divisione > > rispose con calma la bionda, perché comprendeva bene la ragione della domanda.

< < Anch’io sento di potermi fidare. Non credo che ci stia conducendo verso qualche pericolo o agguato. Non avrebbe modo di farlo all’interno del villaggio. Dato il fatto che hanno tentato di ucciderti pochi giorni fa, l’ipotesi più probabile è che i responsabili di qualunque disordine siano proprio i maledetti schiavisti. Forse questo grave evento accaduto stanotte si è verificato al di fuori delle mura e magari la notizia è arrivata solo adesso. Potremmo doverci trovare di fronte ad una missione improvvisata e in qualunque caso scordati di potermi lasciare fuori. Sarai costretta a sopportarmi ancora, mia cara, perché io resterei con te > >.

< < Shikamaru, maledetto testardo. Vuoi capire che non puoi continuare questo periodo di diserzione da Konoha. Rischi di buttare al vento tutta la tua vita > > disse Temari, adesso con voce disperata.

< < Ora sei anche tu la mia vita, donna fastidiosa. Non farmelo ripetere > > ribatté lui, senza esitazione, continuando a saltare da un edificio all’altro verso il Palazzo del Kazekage.

A quel punto la kunoichi si arrese. Un’ondata di felicità invase il suo cuore, sorprendendosi ancora una volta di cosa finalmente la vita le avesse regalato dopo tante sofferenze e privazioni. Amava perdutamente quell’uomo pigro e testardo, ma la paura di perdere tutto restava. Paura verso i nemici conosciuti e verso quelli che ancora non avevano mostrato il loro vero volto.

< < Sta tranquilla, Tem. Andrà tutto bene. Più tardi invierò un messaggio a Kakashi. Ora preoccupiamoci di quello che ci aspetta. Facciamo presto > >.
 
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L’ufficio di Gaara era pieno di persone. Kankuro stava con le braccia conserte al suo fianco dietro la grande scrivania, mentre di fronte ad esso c’erano shinobi e consiglieri, oltre ai tre nuovi arrivati. Questi ultimi avevano facilmente passato i controlli con la presenza di Temari. A differenza di quanto accadeva all’esterno, all’interno della sede del Kazekage l’allerta era massima.

< < Temari! Shikamaru! > > li salutò Gaara cordialmente < < Perdonate l’irruenza, ma è accaduto un fatto molto grave. Dobbiamo immediatamente predisporre un piano di azione e per questo sono estremamente sollevato anche per la presenza di Shikamaru > >.

< < Sono a vostra disposizione, lord Kazekage > > rispose Shikamaru, portandosi una mano sul cuore in un gesto solenne. Al suo fianco Temari sorrise.

C’era un consenso evidente da parte dei presenti riguardo l’aiuto che il ninja di Konoha era pronto a dare. Alcuni dei ninja presenti in quella stanza avevano combattuto in guerra proprio sotto la guida dello stratega di Konoha.

< < Spiegaci la situazione, Gaara > > esclamò Temari.

Il Kazekage si alzò in piedi, le mani poggiate sulla scrivania. < < Purtroppo ancora una volta il nostro villaggio è rimasto vittima di un attacco schiavista. Questa volta sono riusciti persino a infiltrarsi in città, eludendo ogni sorveglianza grazie anche all’ultima lunga tempesta di sabbia. Ci hanno colpito duramente la scorsa notte, hanno rapito venti bambini della nostra Accademia. Hanno rapito un’intera classe, dopo aver ucciso tre ninja di guardia e il maestro dei bambini > >.

Temari sgranò gli occhi sconvolta. Come era possibile introdursi in un grande villaggio ninja e rapire indisturbati un gruppo di bambini. Prima il suo agguato e ora questo.

< < Un momento, Gaara. Per quale motivo un gruppo di bambini si trovava a notte fonda in Accademia? > > chiese la kunoichi, sforzandosi di restare calma per quanto possibile.

< < Perdonami, Temari, visto tutto quello che è successo, non ho trovato il tempo per avvertirti su una serie di iniziative attuali che il villaggio sta portando avanti. Tra queste, l’Accademia, con il mio consenso, ha organizzato una serie di esercitazioni notturne, una specie di campus per i più piccoli allievi supervisionato dai maestri. Durante questa settimana, molte classi hanno trascorso intere nottate in Accademia per una serie di esercitazioni speciali. I tre ninja jonin di guardia li avevo lasciati io stesso per sicurezza. I loro corpi, insieme a quello del maestro incaricato, sono stati trovati al mattino > >.

< < Maledetti bastardi > > ringhiò Temari, stringendo i pugni.

< < Lord Kazekage > > intervenne umilmente Shikamaru, alzando una mano per poter parlare.

< < Parla pure, Shikamaru > >.

< < Il rapimento è avvenuto silenziosamente? Mi chiedo come sia stato possibile? Anche con la tempesta di sabbia, doveva essere possibile almeno udire gli effetti dello scontro. Tre jonin non sono avversari semplici, pertanto si può presumere che gli schiavisti abbiano combattuto contro di loro prima di rapire i bambini > >.

L’espressione di Gaara era l’emblema della fredda serietà che la sua carica gli imponeva. Ma c’era anche dolore nei suoi occhi. Anche dopo la guerra, le uccisioni continuavano.

< < Non c’è stata alcuna battaglia. Da quanto abbiamo visto nella scena del crimine, apparentemente tutto si è svolto nel più perfetto silenzio. Le guardie sono state trovate morte nelle loro postazioni di guardia vicino l’Accademia. Nessuno di loro ha potuto minimamente reagire > > dichiarò alla fine, sconvolgendo letteralmente sia Shikamaru che Temari.

< < Tre jonin uccisi furtivamente nel cuore della notte e all’interno delle nostre mura. Questo è impossibile > > disse Temari, abbassando leggermente gli occhi per la tensione.

< < Purtroppo le notizie non sono ancora finite, Temari > > disse Gaara, rivolgendosi direttamente alla sorella < < Le quattro vittime dell’attacco sono state tutte uccise da frecce metalliche cariche di un potente chakra. Tutto questo combacia con i tuoi ultimi rapporti. È indubbiamente lo stesso ninja misterioso che ha tentato di ucciderti pochi giorni fa > >.

< < Il ninja arciere > > disse Temari, aggrottando la fronte < < Questo spiega come abbia potuto uccidere quattro shinobi esperti senza ingaggiare alcuno scontro. Ho visto con i miei occhi quanto possano essere letali questi dardi. Raramente lasciano possibilità di reazione. Io sono sopravvissuta per miracolo e non ho avuto a che fare direttamente con lui o con lei > >.

< < Si, terribilmente letali > > convenne il Kazekage < < Tutti i dardi sono stati tirati con incredibile precisione. Ognuno in un organo vitale. Gola, cuore e fronte. Nessuna possibilità di salvezza > >.

Shikamaru incrociò le braccia, la sua mente impegnata ad analizzare l’intera situazione, pur non avendo ancora inquadrato tutti i dettagli < < Indubbiamente il ninja arciere è molto pericoloso e con ogni probabilità ben pochi ninja possono sperare di competere contro un nemico del genere. In questo momento, forse gli unici tre in tutta l’Unione Shinobi in grado di farlo sono: voi stesso, lord Kazekage e poi ovviamente ci sarebbero Naruto e Sasuke > >.

< < Mi lusinghi, Shikamaru > > replicò il rosso con un sorriso tirato < < Ma Naruto e Sasuke mi hanno già superato da tempo. Ad ogni modo è ancora difficile poter dire quanto è realmente pericoloso questo nemico. Attualmente i nostri migliori ninja sensoriali stanno lavorando senza sosta nell’analizzare i dardi trovati nei corpi delle quattro vittime. Speriamo di poter avere maggiori informazioni al più presto > >.

< < Nel frattempo, dobbiamo immediatamente organizzare una squadra di salvataggio, Gaara > > intervenne energicamente Temari < < Il deserto della Terra del Vento lascia tante tracce e con i bambini i rapitori saranno costretti a muoversi lentamente. Non possono ancora aver accumulato molto vantaggio > >.

< < Cerca di calmarti, Temari. E’ proprio per questo che vi ho convocati qui > > rispose il fratello minore, fissandola attentamente < < Ricordati che sei ancora convalescente. Non puoi affrontare una missione del genere nelle tue condizioni, almeno non subito. E’ un bene che Shikamaru sia qui. Ho già contattato la Foglia, tra pochi giorni arriveranno i rinforzi organizzati dall’Hokage. Forse anche altri paesi invieranno aiuti. Nel frattempo, Shikamaru farà parte della nostra prima squadra di salvataggio. > >.

< < Non esiste che Shikamaru vada in missione nel deserto senza di me, Gaara > > sbottò Temari, piena di collera. Era raro per lei arrabbiarsi apertamente con il fratello minore.

< < Temari > > la rimproverò con forza Kankuro.

< < Dobbiamo essere cauti, Temari > > replicò il Kazekage con calma < < Non intendo escluderti dalla missione. Hai già affrontato gli schiavisti, ragion per la quale sei indispensabile per le prossime operazioni. Tuttavia, è necessario che il tuo chakra si ristabilisca completamente e che la ferita alla spalla si rimargini del tutto. Un giorno di riposo sarà più che sufficiente > >.
La giovane kunoichi strinse i pugni per la frustrazione < < Maledizione > >.

< < Temari > > sussurrò Shikamaru, afferrandole una mano < < Fidati di me, ti prego. Non agirei mai senza il tuo supporto >.

< < Shikamaru ha ragione > > convenne Gaara < < Per avere successo, non basterà un’unica squadra di salvataggio. Saranno necessari altri gruppi di supporto. Quello di Shikamaru si occuperà di una prima ricerca senza ingaggiare alcuno scontro. Gli altri gruppi li raggiungeranno presto e una volta fatto, Temari prenderà il comando dell’intero schieramento. L’Hokage ha già concordato su questa linea di azione > >.

L’ambasciatrice dimenticò per un attimo la rabbia, facendo un sorriso beffardo al suo compagno < < Questo tienilo sempre bene a mente, piagnucolone > >.

< < Mmm, che fastidio > > borbottò il moro.

Alzandosi nuovamente in piedi, il Kazekage congedò i presenti, i quali dopo un breve inchino uscirono dall’ufficio. Solo una persona restò immobile di fronte la scrivania, lo sguardo perso in chissà quali dubbi e riflessioni. Anche Temari si bloccò, osservando perplessa il fidanzato.

< < Qualcosa non va, Shikamaru? > > chiese Gaara, guardandolo negli occhi.

< < Il rapimento non può essere stato condotto da una sola persona > > osservò il giovane della Foglia, aggrottando la fronte < < L’arciere avrà avuto una squadra di supporto durante l’attacco all’Accademia > >.

< < Abbiamo pensato la stessa cosa. Purtroppo non sono state trovate altre tracce, oltre ai corpi e alle frecce piene di chakra > >.

< < E’ proprio questo il dubbio che mi tormenta > >.

< < Che vuoi dire, Shikamaru? > > chiese Temari, preoccupata.

< < Una squadra di schiavisti si infiltra nel villaggio. Uccide quattro persone e rapisce un gruppo di bambini > > continuò Shikamaru. I tre fratelli Sabaku lo ascoltavano attentamente.

< < Nessuno ha visto niente. Inoltre i rapitori sono andati a colpo sicuro. Erano a conoscenza delle esercitazioni notturne organizzate nella vostra Accademia. Sapevano dove attaccare e quando farlo. Non possono aver fatto tutto da soli. Sono stati aiutati dall’interno. Qualcuno li ha fatti entrare e li ha condotti verso l’obiettivo. Con ogni probabilità saranno stati aiutati anche a fuggire da Suna > >.

< < Direi che il ninja straniero ha sollevato dei punti davvero interessanti > > intervenne la voce arrogante e soddisfatta di un uomo. Gli occhi scuri e acquosi del Consigliere Oteru si piantarono immediatamente su Temari.

Nessuno dei fratelli Sabaku aveva fatto in tempo a ribattere alle oscure preoccupazioni di Shikamaru. All’interno dell’ufficio avevano fatto il loro ingresso sei persone e alla loro guida c’era il principale complottista del paese.

< < Consigliere Oteru, che cosa significa questa intrusione? > > ringhiò la bionda rabbiosamente, impugnando immediatamente il tessen.

Dietro la sua scrivania Gaara non si scompose minimamente, ma al suo fianco Kankuro in un gesto istintivo aveva già prodotto i primi temibili fili di chakra che lo legavano alla marionetta tenuta dietro la schiena. I sei accompagnatori erano tutti ninja esperti.

< < Gli eventi accaduti questa notte giustificano ogni intrusione, ambasciatrice. Il nostro villaggio è stato attaccato, un gruppo di bambini è stato rapito e quattro persone sono state uccise. Trovo molto astuto il fatto che il qui presente Shikamaru Nara cerchi di sviare eventuali indagini con le sue sofisticate riflessioni. Addirittura ha l’ardire di gettare sterco sul nostro onore, sull’onore dell’intera Nazione del Vento, sospettando che ci sia una spia tra noi. Una cosa davvero imperdonabile > >.

Temari fece un passo in avanti. Un desiderio omicida era riflesso nei suoi occhi verdi, spaventando persino il suo uomo, il quale riuscì giusto in tempo a bloccarla. < < Fermati, amore. Non così > > le sussurrò, tenendola stretta per le braccia quasi in una morsa.

< < Ancora una volta il vostro comportamento dimostra la vostra incompetenza e irrazionalità, lady Temari. Ma il vostro attaccamento a questo giovane straniero non potrà impedire il regolare corso della nostra giustizia. Come giustamente ha detto il qui presente Nara, l’attacco degli schiavisti è stato condotto con l’aiuto di qualcuno, qualcuno che la scorsa notte si trovava all’interno delle nostre mura. Alla luce di ciò, mi sembra chiaro che attualmente l’unico vero sospettato può essere soltanto il vostro protetto, lady Temari > >.

< < Neanche a ventiquattro ore di distanza dalla nostra ultima riunione al Consiglio, voi fate irruzione qui e accusate il mio uomo di tradimento e spionaggio. Davvero un ottimo tempismo, Consigliere > > sibilò freddamente Temari. Al suo fianco, Shikamaru manteneva un’espressione di totale indifferenza, squadrando il politico in modo quasi annoiato.

< < Le mie accuse sono supportate da validi elementi, lady Temari. Né voi né vostro fratello potete impedire lo svolgimento di accurate indagini sull’accaduto > >.

< < Quali sarebbero queste prove, Consigliere Oteru? > > chiese Gaara con calma.

Oteru incrociò le braccia dietro le spalle, alzando il capo verso il giovane Kazekage < < Alcuni testimoni mi hanno avvertito di aver visto il qui presente Shikamaru Nara muoversi furtivamente durante la scorsa notte lungo diverse zone del nostro villaggio > >.

< < Sono entrato a Suna legalmente, Consigliere > > intervenne Shikamaru per la prima volta in sua difesa. Non si sarebbe mai aspettato simili accuse proprio adesso che aveva ricevuto il benestare persino del Kazekage, ma doveva restare calmo. Oltre il fatto che si trattava di una delicata questione diplomatica, ne valeva anche del suo futuro con Temari.

< < Le guardie mi hanno sempre lasciato passare con il consenso del Kazekage e dell’ambasciatrice Temari. Una volta entrato, mi sono recato immediatamente presso l’abitazione della mia fidanzata. Come sapete, c’era una tempesta di sabbia, ragion per cui mi sono mosso molto rapidamente per non restare troppo a lungo all’aperto > > si difese il moro, sapendo perfettamente quanto sarebbe stato inutile mentire in quel momento. Doveva essere sincero e sicuro di sé, per cui non poteva nascondere nemmeno il fatto di aver passato la notte con la principessa della Sabbia, nella sua stessa abitazione.

< < E’ vero > > confermò Temari, intuendo anche lei l’importanza di quelle dichiarazioni. Teneva moltissimo alla sua privacy, quello che aveva con Shikamaru apparteneva a loro due soltanto. Eppure in quel momento doveva fare di tutto per contrastare i subdoli complotti del Consigliere. < < In quanto mio compagno e fidanzato e anche in qualità di membro ufficiale dell’Unione Shinobi, Shikamaru Nara ha il diritto di varcare le porte di Suna. Da diversi mesi il Kazekage ha già disposto il suo lasciapassare, insieme a quello di molti altri ninja dell’Unione. Forse fareste meglio a cominciare ad adeguarvi al presente e al futuro, Consigliere > >.

Sul volto grassoccio del politico si disegnò nuovamente il suo abituale e arrogante sorriso di scherno < < Tuttavia nessuno di noi può sapere cosa abbia fatto il vostro protetto dopo aver varcato le nostre porte e prima di raggiungere la vostra abitazione. Durante quel breve tragitto avrebbe potuto benissimo lasciare segnali al nemico o addirittura aiutarlo a entrare da qualche ingresso secondario. Tutti noi sappiamo quanto sia intelligente e quanto tempo egli abbia passato nel nostro villaggio. Ecco perché è necessaria un’approfondita indagine su di lui > >.

< < Shikamaru Nara è un eroe di guerra, Consigliere > > intervenne Gaara, lanciando un’occhiata di fuoco al politico, il quale non poté evitare di indietreggiare di un paio di passi. Quel ragazzo lo aveva sempre terrorizzato.

< < Dannato mostro > > pensò il Consigliere, mentre i gelidi occhi del suo nemico giurato sembravano trafiggere e carpire ogni sua emozione o ambizione.

< < Da anni Shikamaru è amico della Sabbia e di ogni altra nazione meritevole dei suoi servigi. Per di più adesso è un membro a tutti gli effetti della mia famiglia e come tale deve essere trattato nel nostro villaggio > > ribadì il Kazekage con una voce ancora più imperiosa.

Temari sorrise leggermente verso il fratello minore, provando nei suoi confronti un’immensa gratitudine. Anche se indirettamente, in quel momento Gaara stava chiaramente manifestando la suo totale benedizione a Shikamaru e alla loro relazione. Non aveva mai avuto dubbi in proposito, ma fu veramente bello sentirglielo dire.

< < Tuttavia, lord Kazekage, voi non potete impedire il regolare corso della giustizia. Indipendentemente dal passato o dalle sue relazioni personali, il qui presente Shikamaru Nara resta comunque un sospettato e come tale deve essere trattato. Voi, lord Kazekage, non potete sfruttare la vostra posizione in questo modo. Il popolo lo verrebbe a sapere. Per la giustizia e per il rispetto delle nostre tradizioni, vi invito formalmente a mettere sotto arresto il nostro principale sospettato, vale a dire Shikamaru Nara della Foglia > >.

In un attimo la tensione nella stanza divenne massima. Oteru alzò il pugno destro con decisione e immediatamente i sei ninja alle sue spalle si fecero avanti verso Shikamaru. Temari era già armata del suo tessen, anche se ancora chiuso in tutti i suoi astri. Al suo fianco, l’erede del clan Nara aveva posizionato le mani per l’imminente attivazione della sua tecnica migliore. Ombre minacciose iniziarono a muoversi minacciosamente sotto i suoi piedi. Anche Kankuro e Gaara erano pronti alla lotta.

Shikamaru si trovava in seria difficoltà. Non avrebbe mai immaginato di trovarsi in una situazione così seria. Era abituato ad agire sulla base di un’attenta strategia, ma in quella singola circostanza non era per niente facile trovare una soluzione pacifica. Non voleva essere imprigionato, soprattutto perché questo gli avrebbe impedito di accompagnare Temari nella caccia agli schiavisti. Tuttavia, al contrario uno scontro con dei ninja della Sabbia, anche con l’appoggio dell’intera famiglia reale, avrebbe potuto scatenare guai assi peggiori per l’Unione e ovviamente per la posizione di Gaara come Kazekage.

L’impulsività non l’avrebbe condotto da nessuna parte. Il moro respirò profondamente, stando attento ad alzare le mani molto lentamente. Le ombre si dissolsero lentamente ai suoi piedi. Si fece leggermente avanti, sempre sforzandosi di non fare alcun movimento brusco.

< < Che stai facendo, Shikamaru?  > > chiese Temari, allarmata.

< < Ho ascoltato attentamente le vostre accuse, Consigliere Oteru > > disse il giovane, mostrando estrema serenità nelle sue parole < < Il mio rispetto verso le tradizioni e le istituzioni di questo villaggio è assoluto. Comprendo molto la diffidenza verso una persona straniera e capisco anche il vostro scetticismo verso l’Unione Shinobi e i progetti che stiamo cercando faticosamente di realizzare. Non è facile superare una rivalità o un odio durato per cosi tanti secoli > >.

< < Discorso davvero interessante, Nara. Siete un ottimo oratore, degno della vostra fama > > commentò Oteru, con un sorriso beffardo.

< < Tuttavia, Consigliere > > continuò il compagno di Temari, sforzandosi di ignorare l’estrema arroganza del politico < < Vi chiedo umilmente di concedermi la vostra fiducia. Io sono pronto a rischiare la mia vita per riportare a casa tutti i bambini sani e salvi. Vi porterò i veri colpevoli. Ovviamente non sarei da solo, perché sarò sotto il comando dell’ambasciatrice della Sabbia in persona. Inoltre, tutti i miei compagni di squadra saranno shinobi della Sabbia. Non potrò scappare e se falliremo sono pronto a sottopormi di mia volontà ad un vero processo. Sono pronto a dare la vita per questo villaggio > >.

< < Perché siete disposto a rischiare così tanto, Nara? Siete giovane e la vostra carriera è soltanto agli inizi > >.

< < Io seguo la volontà del Fuoco, Consigliere Oteru. Come fecero mio padre e il mio maestro per tutta vita > > rispose sicuro il Nara. Al suo fianco, Temari non riuscì a trattenere un sorriso carico di orgoglio.

< < Davvero deve finire così, lord Kazekage? > > disse Oteru, ignorando del tutto Shikamaru. Si posizionò alle spalle dei suoi seguaci < < Ingaggiare una battaglia tra fratelli della Sabbia per difendere un ninja straniero. Non è proprio quello che vorrei accadesse oggi > >.

A quel punto, il ninja di Konoha comprese l’inutilità di qualsiasi discorso. Quell’uomo aveva un piano ben preciso e in esso Shikamaru era il bersaglio principale. Non c’era niente che poteva dire o fare per convincerlo a fare diversamente, per cui gli restava soltanto una possibilità se voleva accompagnare Temari nella sua pericolosa missione. Doveva combattere.

< < Sono costretto a ripetermi, Consigliere Oteru > > replicò Gaara freddamente. Intorno a lui una cospicua quantità di sabbia levitava in un’inquietante danza di morte. < < Shikamaru Nara è a tutti gli effetti un membro della mia famiglia e come tale merita ogni rispetto. Mi fido ciecamente di lui. Un attacco a lui equivale ad una vera e propria aggressione alla mia famiglia > >.

< < Abusate della vostra posizione, lord Kazekage > > commentò il politico in tono sprezzante.

Nei secondi successivi, nessuno osò rompere il pesante silenzio che si era creato. All’interno dell’ufficio del Kazekage c’erano due schieramenti pronti a scagliarsi l’uno contro l’altro. Bastava un semplice movimento per scatenare l’inferno.

Con ogni probabilità tutti al Villaggio della Sabbia conoscevano le caratteristiche della sua tecnica del controllo dell’ombra, ma Shikamaru contava sul fatto che i sei seguaci si sarebbero maggiormente preoccupati di ben altri pericoli in quella stanza, soprattutto della sabbia di Gaara. Grazie a questo fattore, forse avrebbe potuto bloccarli ancor prima che lo scontro iniziasse.

La strategia era pronta, mancava soltanto l’azione. Accadde in un istante, un attimo prima di attaccare con le sue ombre, Shikamaru Nara provò un dolore lancinante. Qualcuno lo aveva aggredito violentemente alle spalle, poco sotto la nuca. Le gambe cedettero e prima di perdere i sensi trovò miracolosamente la forza di girarsi per vedere che cosa lo avesse colpito.

Era stato colpito dal ventaglio di Temari. La sua ragazza lo aveva centrato in pieno con il manico d’acciaio della sua micidiale arma. Non trovò la forza di dire nulla, ma prima di chiudersi, gli occhi oscuri del moro incrociarono quelli verdi della sua ragazza.

All’apparenza gli occhi color smeraldo di lei erano freddi, tipici di una persona dedita fedelmente ai propri doveri. In realtà, in quelli di Temari c’era riflesso qualcos’altro.

Una terribile e sconfinata sofferenza.


FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** Separazione ***


CAPITOLO 7
 
SEPARAZIONE
 
 
Il dolore era intenso. Forte al punto da aiutarlo a restare debolmente cosciente.

Shikamaru Nara era abituato alle ferite e alla sofferenza. Fin da quando era un ragazzino svogliato, il suo approccio in battaglia era sempre stato riflessivo e mai impulsivo o irrazionale, come erano soliti essere i suoi compagni più cari. Shikamaru aveva intrapreso la pericolosa via dei ninja, restando fedele alle tradizioni della sua famiglia. Pur ammirandolo sinceramente, lui era diverso da Naruto, lo sapeva bene, ma questo non gli aveva mai impedito di combattere coraggiosamente, sfidando la morte innumerevoli volte.

La sua ragazza lo aveva sempre lodato per il coraggio che riusciva a tirare fuori in battaglia e per i piani spesso decisivi che elaborava anche sotto pressione. Lei odiava quando si sminuiva tra inutili insicurezze.

Come i suoi compagni più cari, Temari aveva imparato a conoscerlo a fondo, lei sapeva bene che in Shikamaru non c’erano soltanto razionalità e capacità di giudizio in battaglia, in lui c’era anche qualcos’altro.  Una vena di imprudenza e avventatezza, che veniva alla luce soltanto in situazioni estreme, nelle quali persino la sua mente geniale faticava a trovare una via d’uscita.
Si trattava di momenti particolari, momenti in cui l’unica cosa da fare era gettarsi nel pericolo senza alcuna strategia. Per difendere le persone che amava, anche Shikamaru tendeva a perdere la propria razionalità.

Perdersi completamente alle proprie emozioni, era un lusso che un ninja non poteva mai permettersi, eppure Shikamaru lo aveva fatto così tante volte durante la sua vita e soprattutto durante l’ultima guerra. Francamente non credeva di poter cambiare questo lato del suo carattere. E non voleva nemmeno farlo.

Il colpo che lo aveva tramortito si faceva ancora sentire. Shikamaru lottava nell’oscurità, parzialmente consapevole che qualcuno lo stesse trasportando. C’erano stati dei momenti in cui aveva persino riacquistato quasi completamente conoscenza, anche se per pochi attimi, prima di ripiombare in una profonda oscurità.  Ad un tratto, dopo un tempo che egli non riuscì proprio a definire nel suo stordimento, ebbe la netta percezione che chiunque lo stesse portando sulle proprie spalle, lo stava facendo con ogni delicatezza possibile. La vista andava e veniva a ritmi anormali, ma Shikamaru comprese ugualmente di trovarsi fuori dal Villaggio della Sabbia.

Mentre lottava con l’oblio e con il dolore che aveva invaso tutto il suo corpo, finalmente i ricordi di quanto avvenuto nell’ufficio del Kazekage riaffiorarono bruscamente. Quando aveva perso conoscenza, Shikamaru era girato di spalle, ma sapeva esattamente cosa lo avesse colpito.

Molti anni prima, durante il loro primo scontro agli esami Chunin, gli era capitato di schivare diverse volte quel genere di attacco. Lei usava molto spesso la sua arma come una vera e propria mazza da guerra, tenendo i tre astri del vento serrati del tutto. La maestria della sua amata nell’utilizzo del tessen in battaglia era leggendaria e Shikamaru nel corso degli anni aveva visto con i suoi occhi ogni genere di attacco scatenato con quell’arma. Era pienamente consapevole di come la sua ragazza lo avesse messo fuori combattimento.

A quel punto la sua mente iniziò a porre domande ripetizione. Ad analizzare la situazione con fredda precisione. Che cosa era accaduto? Quale ragione poteva aver spinto la sua fidanzata ad attaccarlo con violenza? Il dolore fisico era molto forte e ad esso si aggiungeva un turbine inarrestabile di emozioni e dubbi. Tuttavia, il giovane stratega della Foglia non arrivò neanche lontanamente a dubitare di lei, a dubitare del loro legame o dell’amore che la kunoichi provava per lui. Anche nell’oblio forzato in cui si trovava, egli era sicuro che ci doveva essere per forza una ragione estremamente grave dietro il suo inspiegabile comportamento.

Egli era inoltre consapevole del fatto che il colpo di Temari era stato fortemente trattenuto. Certamente aveva provato un dolore accecante, perdendo immediatamente i sensi, ma allo stesso tempo era sicuro del fatto che la forza di Temari avrebbe potuto produrre molti più danni sul corpo di un vero nemico. L’aria calda del deserto continuava ad aggredirlo senza sosta. Per Shikamaru, così abituato al clima temperato di Konoha, il caldo rovente e incessante della Terra del Vento era un’autentica tortura.

La vista ritornava a tratti, ma nonostante questo lo stratega non riusciva proprio ad orientarsi. Solo dopo un tempo che gli parve infinito, finalmente egli sentì lo sconosciuto che lo stava gentilmente trasportando fermarsi di colpo. Il suo corpo venne delicatamente posato su un terreno fresco e soffice, per nulla riconducibile alla sabbia rovente di Suna. Il moro riconobbe che il terreno sui cui era disteso era senza dubbio erboso. Il suo sconosciuto salvatore gli fece poggiare delicatamente il capo su un qualcosa di estremamente caldo e profumato. Era un profumo che lui conosceva bene. Poi arrivarono le carezze, delicati tocchi che esploravano ogni lineamento del suo viso: la fronte, le guance, la bocca. Con l’altra mano, lo sconosciuto gli carezzò i capelli. Anche quel tipo di carezza era inconfondibile per lui. Un’espressione di forza, amore e orgoglio.

Erano mani gentili e forti al tempo stesso. Le mani di una giovane donna non troppo abituata ad occuparsi del proprio aspetto esteriore. In esse c’erano cicatrici e calli che richiamavano una vita di allenamenti massacranti e di battaglie sanguinose. Tuttavia, per Shikamaru quei tocchi simultaneamente forti e amorevoli significavano il miglior conforto che potesse trovare, perché solo una persona fortemente fastidiosa nella sua vita lo aveva accarezzato in quel modo.

Una voce autorevole e gentile cercò di scuoterlo dal suo torpore. Una voce che lui conosceva molto bene < < E’ ora di svegliarsi, piagnucolone > >.

Shikamaru subì passivamente innumerevoli schiaffetti su entrambe le guance. Ci volle qualche minuto e come suo solito il giovane stratega iniziò a considerare l’intera situazione estremamente fastidiosa. Alla fine, però, Temari, come sempre accadeva, vinse la leggendaria pigrizia del suo uomo, forzandolo a riaprire gli occhi. Il moro lo fece lentamente, mentre la bionda continuava a scuoterlo.

< < Andiamo, Shikamaru! > > sbottò Temari < < Svegliati, maledizione, non abbiamo molto tempo > >.

Shikamaru riaprì gli occhi, mentre lanciava mugugni di stanchezza e dolore. Per la prima volta riprese completamente conoscenza dopo molte ore.

< < Era ora, dannazione > > esclamò lei, anche se adesso la sua voce trasmetteva un certo timore.

Lo stratega restò qualche altro secondo in silenzio, disteso con la testa ancora poggiata sulle gambe di Temari. Provò debolmente a sollevarsi e immediatamente un’ondata di malessere allo stomaco, oltre che un dolore quasi accecante alla testa, lo fece desistere. La kunoichi gli mise una mano sul petto per costringerlo a restare giù. Mettendo a fuoco la realtà intorno a sé, Shikamaru vide una splendida oasi piena di sorgenti e fresche palme. Durante questo primo intenso anno di relazione, Temari lo aveva costretto quasi fisicamente a visitare molti luoghi in tutta la sconfinata Terra del Vento, tra cui le leggendarie e bellissime oasi del deserto. Erano distesi su un terreno verdeggiante, a pochi passi dalle rive di un laghetto. Intorno a loro c’erano palme e molti altri alberi colmi di frutta. Sembrava davvero un piccolo angolo di paradiso. Qualche tempo prima, Temari gli aveva spiegato quanta importanza avessero le oasi nel loro paese, non solo per le attività commerciali e di trasporto, ma anche per la produzione di una grande varietà di prodotti vegetali, come albicocche, fichi, aranci, olive e pesche.

Le mura del Villaggio della Sabbia erano ben visibili all’orizzonte, ma dovevano essere lontani di almeno una decina di miglia dal villaggio. Ciò significava che la sua Temari lo aveva trasportato per tutta quella strada con le proprie forze prima di arrivare in quel piccolo paradiso. Conosceva bene la forza della sua donna, ma ogni volta che vedeva con i suoi occhi le imprese che portava a termine, non poteva fare a meno di sorprendersi, provando un immenso orgoglio, oltre che una smisurata gratitudine per il fatto di aver incontrato una persona così straordinaria. La donna di cui era perdutamente innamorato.

< < Cerca di non agitarti troppo, Shikamaru. Non dovresti avere nessuna commozione cerebrale, ma è meglio non correre rischi > > disse Temari, osservandolo preoccupata < < In questo posto siamo al sicuro, almeno per il momento. Ma dobbiamo sbrigarci. Mentre eri privo di sensi, ti ho somministrato un anti dolorifico composto da speciali erbe delle nostre serre. Tra qualche ora ti riprenderai del tutto, forse rimarrà solo un piccolo segno > >.

< < La mia povera testa > > si lamentò debolmente il moro < < Potrei non avere commozioni, ma di certo non ci sei andata troppo leggera, amore mio > >.

Temari non rispose subito. Tremante e con gli occhi lucidi, ella non sapeva proprio cosa dire, ricordare ciò che gli aveva fatto procurava al suo cuore un dolore intenso e terribile. Un dolore che in quel momento non poteva contrastare. Il momento in cui lo colpiva con forza alle spalle con il suo tessen tormentava la sua mente già provata dagli ultimi eventi.

Alla fine riuscì a sussurrare una semplice e debole risposta, mentre continuava a carezzarlo con mani tremanti. < < Lo so > >.

Shikamaru osservò attentamente il volto sofferente della fidanzata. Non poteva sopportare la sua sofferenza, non sapeva ancora che cosa l’avesse spinta ad attaccarlo, ma lui si fidava ciecamente di lei.

Di colpo comprese che la prima cosa che desiderava fare era lenire il suo dolore. Così, Shikamaru si sollevò a fatica dalla comoda posizione in cui si trovava, mettendosi a sedere di fronte a lei. Gli occhi scuri del giovane trasmettevano soltanto affetto, in essi Temari non vide rabbia o risentimento come aveva temuto o peggio ancora il tradimento.

Vide solo quello sguardo amorevole che aveva imparato a conoscere e ad adorare. Uno sguardo riservato solo a lei. Una mano si posò gentilmente sulla guancia della kunoichi. Dapprima il bacio che ne seguì fu gentile e casto, ma dopo pochi secondi Temari si aggrappò ad esso con fare disperato, come se Shikamaru potesse sparire dalla sua vita da un momento all’altro. Quando si separarono, rimasero a fissarsi l’un l’altra senza dir nulla. Tra loro era sempre così, fin da quando si erano conosciuti avevano dialogato meglio con i fatti più che con le parole. Gli occhi di lei erano ancora umidi. Il moro si chiese quante lacrime avesse versato dopo averlo tramortito.

Egli non poteva sapere che la sua donna avesse giurato con sé stessa che non avrebbe più pianto, ora si trattava solo di combattere e schiacciare i nemici come si era promessa di fare. Temari aveva versato le ultime lacrime, mentre trasportava il suo uomo al sicuro fuori dalle mura del villaggio.

Era una cosa che proprio non riusciva a sopportare: il fatto di aver dovuto portare Shikamaru fuori dal suo stesso villaggio natale, come se lui fosse un volgare criminale. Durante l’ultimo anno in cui si era sviluppata la loro relazione, Temari gli aveva sempre mostrato con orgoglio la propria terra di origine, sperando che lui arrivasse a considerare Suna quasi come una seconda casa. Tutto questo alimentava non soltanto frustrazione e tristezza, ma soprattutto l’odio profondo che provava per Oteru. Un odio implacabile, tale persino da spaventarla.

< < Temari > > disse Shikamaru, distogliendola dalle sue riflessioni. I suoi tocchi riuscirono finalmente a procurarle sollievo dopo moltissime ore.

< < So bene che avevi delle ottime ragioni, tesoro. Io sto bene, non devi preoccuparti. Ho la pelle dura, nonostante tutto. Io sto bene, Tem > > sperava di confortarla con tutto sé stesso.

Temari non riuscì a resistere. Gli afferrò non troppo gentilmente il viso tra le mani e di nuovo prese possesso delle sue labbra con fare possessivo e disperato. Lo baciò rudemente, cercando di trasmettergli il turbine di emozioni che provava in quell’istante e soprattutto dopo l’enorme sforzo emotivo che aveva dovuto affrontare per poterlo colpire. Shikamaru si impegnò a rispondere al bacio con tutto l’entusiasmo e la passione di cui era capace. Ignorò ogni dolore e le circondò la vita con un braccio, mentre seppellì l’altra mano tra i folti capelli biondi raccolti nelle solite quattro trecce.

Continuarono a baciarsi per diversi minuti, mentre con le mani si esploravano a vicenda con tocchi frenetici e impazienti. Per Temari fu terribilmente difficile separarsi da lui, il suo unico desiderio in quel momento, era di restare lì con il suo uomo in quell’oasi paradisiaca, dove nemmeno il terribile caldo desertico della sua terra poteva arrivare con tutti i suoi disagi.

La kunoichi mise le mani sulle spalle del moro per poterlo guardare negli occhi. < < Dobbiamo sbrigarci, Shikamaru. Presto si saprà della tua fuga dal villaggio. Si saprà che non ti trovi più sotto custodia a Suna. Io mi devo muovere in fretta per raggiungere la squadra di Kankuro. Sono partiti alcune ore fa all’inseguimento degli schiavisti > >.

< < Per quale motivo mi hai colpito, Tem? Devo saperlo prima di ogni cosa > > chiese il giovane, fissando gli occhi verdi di lei.

La ragazza abbassò gli occhi, incapace di sostenere il suo sguardo. < < La presa di Oteru sul Consiglio della Sabbia è diventata forte, Shikamaru. Agisce sulla paura del popolo e cerca in tutti modi di screditare i miei fratelli. La posizione di Gaara non è mai stata così a rischio, nonostante tutto quello che ha fatto, nonostante le sue imprese in guerra, nonostante tutta la prosperità che ha portato a Suna > >.

< < Il popolo ha paura, Shikamaru. Paura che si scatenino altre guerre o altre crisi. Abbiamo subito così tanto nell’ultimo conflitto. Anche se la Sabbia ha effettivamente aderito all’Unione Shinobi, molte persone faticano ancora a credere del tutto nei nostri progetti, al punto da arrivare a credere alle menzogne di una carogna del calibro del Consigliere Oteru > >.

Afferrandole affettuosamente la mano, Shikamaru sperava di darle conforto. Non si era reso conto di quanto la situazione interna a Suna fosse tesa, pronta a esplodere da un momento all’altro.

< < Ti ho colpito per proteggere tutti noi, amore > > disse la guerriera, con voce tremante < < Ma soprattutto ti ho colpito per proteggere la tua vita. Attaccare un Consigliere della Sabbia significa mettersi contro l’intera comunità. È un reato per il quale è prevista la pena di morte, Shika. Nemmeno Gaara avrebbe potuto fare nulla. Oteru non aspettava altro. Era l’occasione perfetta per colpirci > >.

< < Io era il suo mezzo. La sua arma per il potere > > commentò lui < < Ora capisco molte cose > >.

< < Esatto. Cercando di arrestarti sulla base di improbabili sospetti, Oteru ha chiaramente dimostrato le sue intenzioni. Anche se non proprio esplicitamente, ha dichiarato guerra totale a tutta la mia famiglia e tu fai parte della mia famiglia. Per questo dovevo proteggerti > > disse Temari, sfiorandogli dolcemente una guancia con le dita.

< < Quel bastardo brama il potere più di ogni altra cosa e farebbe di tutto pur di ottenerlo. I giochi di potere sono spietati e forse qui lo sono di più rispetto a tanti altri villaggi. Non è come in battaglia, dove sei quasi sempre consapevole di ciò che accade. Chi sono i tuoi compagni e chi sono i tuoi nemici. In politica chiunque può aggredirti alle spalle. Esiste soltanto il potere e il modo per ottenerlo. Oteru non si fermerebbe di fronte a nulla > >.

< < Hai ragione, Tem > > convenne Shikamaru, perso in mille riflessioni < < Per esempio, non avrebbe scrupoli nemmeno ad assoldare un gruppo di schiavisti mercenari per rapire un gruppo di bambini dall’Accademia e scatenare il caos nel Villaggio della Sabbia, per poi dare la colpa al fidanzato straniero della sorella del Kazekage. Un Consigliere conosce perfettamente ogni aspetto e ogni evento del proprio villaggio. Oteru sapeva delle esercitazioni notturne e così ha sfruttato l’occasione insieme al mio arrivo a Suna. Non è escluso che i mercenari li abbia fatti entrare lui stesso > >.

Temari conosceva bene quell’espressione. La prima volta che le era capitato di vedere quell’espressione così riflessiva e concentrata in un ragazzino magro e svogliato, era lei stessa l’avversaria da battere. A quel tempo la kunoichi aveva sottovalutato a sue spese le strategie che lui era in grado di elaborare e dentro di lei sperava che anche i loro attuali nemici si sarebbero comportati allo stesso modo.

< < Le vittime innocenti dei suoi intrighi sono soltanto effetti collaterali per lui. Non si fermerà, Shikamaru. E’ un uomo molto pericoloso, per di più ricopre una posizione di prestigio e potere. Potrebbe colpirci in qualsiasi modo o in qualsiasi posto > >.

Shikamaru annuì < < Per il momento possiamo solo avanzare ipotesi senza poterle provare. Noi possiamo avere la certezza che sia stato Oteru ad organizzare il rapimento dei bambini la notte scorsa, ma non abbiamo modo di provarlo > >.

< < E non sarà nemmeno facile trovarle queste prove contro di lui > > osservò la kunoichi < < Pur essendo codardo e meschino, Oteru resta comunque un politico esperto, abituato ad ogni genere di intrighi. Non si espone mai in prima persona e agisce sempre nell’ombra. Conosce bene le regole del gioco. Io stessa ho cercato molte volte di inchiodarlo per altre vicende sporche interne al nostro villaggio, non sono mai arrivata a nulla di concreto. Gli intrighi di palazzo e gli inganni sono il suo territorio > >.

< < Per il momento questo passa in secondo piano > > concluse alla fine il moro < < Adesso la nostra priorità è unicamente rappresentata dai bambini. Dobbiamo trovarli in fretta, prima che succeda l’irreparabile > >.

Temari si sentiva oppressa da un’ansia terribile. La sentiva chiaramente in un soffocante malessere allo stomaco. Era arrivato il momento, doveva fare di tutto per convincerlo a seguire, almeno per il momento, la sua strategia. Non sarebbe stato facile, ne era consapevole, ma la bionda confidava nel modo più assoluto nella straordinaria capacità di giudizio del suo uomo.

< < Shikamaru > > sussurrò Temari, cercando di farsi forza. Poteva vedere che era pronto a seguirla dovunque, dimenticando ogni prudenza.

< < Che ti prende adesso, Tem? > > chiese Shikamaru, riconoscendo chiaramente dubbio e paura in quegli occhi color smeraldo che tanto amava.

< < Ti prego, Shikamaru > >.

Il ninja della Foglia non l’aveva mai vista così combattuta e incerta. La sua voce, solitamente sicura e allegra, aveva un tono quasi disperato. Di colpo, Shikamaru capì e il cuore iniziò a battere all’impazzata. Aveva una paura dannata di quello che gli avrebbe chiesto la sua ragazza.

Temari gli prese affettuosamente una mano tra le sue per farsi coraggio. < < Dobbiamo separarci, Shika. Non c’è altra scelta > >.

< < Non se ne parla! > > scattò furiosamente Shikamaru, mentre la sua ragazza cercava di trattenerlo con forza. Gli afferrò saldamente le braccia, costringendolo a guardarla dritto negli occhi.

< < Per favore, Shikamaru. Cerca di calmarti e ascoltami. Sarà solo per un breve periodo > > gli disse per calmarlo.

< < Hai bisogno di me, Temari > > esclamò il moro, per nulla convinto < < Gli schiavisti sono assassini imprevedibili e senza scrupoli. Faranno di tutto pur di proteggere i loro sporchi affari, combatteranno con ogni mezzo. Per di più ancora non sappiamo nulla riguardo l’arciere che ti ha quasi uccisa, tranne che ha condotto un’incursione notturna in uno dei più potenti villaggi shinobi, arrivando a uccidere ben quattro persone. È escluso che tu vada sola, non posso rischiare di perderti > >.

< < Non sarò da sola, amore > > replicò determinata la bionda, stringendo con forza il davanti della sua camicia.

< < Per prima cosa raggiungerò la squadra di ricerca capeggiata da Kankuro. Non mi muoverò da sola contro gli schiavisti, dei quali tra l’altro conosciamo ancora ben poco. Gaara ha già richiesto l’aiuto della Foglia, di conseguenza il Sesto Hokage invierà presto molti rinforzi. Ti chiedo di raggiungere le squadre di supporto che verranno sicuramente inviate da Kakashi. Ti prometto che nel frattempo farò in modo di tenerti aggiornato sui miei spostamenti con l’aiuto di Kamatari > >.

Shikamaru deglutì, ancora incapace di arrendersi agli eventi. < < Per quale motivo non posso seguirti adesso? Potresti avere comunque bisogno di me > > chiese con voce tremante, pur avendo già ben presenti le motivazioni della sua donna.

< < Io avrò sempre bisogno di te > > rispose Temari, < < Tuttavia, in questa singolare situazione non abbiamo scelta che separarci. In questo momento tu ti trovi ufficialmente sotto custodia a Suna come sospettato di un grave crimine. Non importa quanto ci fidiamo del nostro reparto investigativo, non possiamo sapere quali notizie trapeleranno e Oteru dispone di molte spie e informatori. Quando scoprirà la verità, ossia che io stessa ti ho portato fuori dal villaggio con la complicità di alcuni ninja della nostra unità investigativa, lui si affretterà sicuramente a contrattaccare. Farà in modo di scatenare il popolo contro il Kazekage, accusandolo di non osservare le leggi del Codice della Sabbia > >.

< < Non dubito che Gaara possa degnamente affrontare eventuali tumulti, ma immagina cosa succederebbe se si venisse a sapere che un sospettato, per di più un ninja straniero, non soltanto è riuscito a fuggire dal villaggio, ma addirittura è arrivato a unirsi alla squadra di Kankuro per indagare sullo stesso reato di cui è accusato. Un reato che rientra unicamente nella giurisdizione della Terra del Vento > >.

Shikamaru aggrottò la fronte e si avvicinò di più alla sua amata. Le sue riflessioni erano chiare e precise, degne della sua grande intelligenza e di tutta l’esperienza che aveva maturato lavorando come ambasciatrice. Il giovane stratega della Foglia non poteva essere più orgoglioso di lei, eppure non era per nulla pronto ad accettare fino in fondo la sua strategia. Voleva disperatamente trovare delle ragioni, qualsiasi motivazione che potesse impedire quella separazione. Il peggio era che nella sua stessa mente, egli aveva già concluso con orrore che non esisteva altra via da seguire.

< < Come faccio a lasciarti in un momento simile, Tem? Come farò ad affrontare qualsiasi situazione in futuro, sapendoti lontana e in pericolo di vita? Non ti sei ancora ripresa del tutto dall’agguato e io non posso vivere con il terrore che possa accaderti qualcosa > >.

L’ambasciatrice emise un respiro lento e pesante, come a volersi costringere a proseguire nelle sue strategie. < < Per breve tempo, Shika > > promise ancora una volta la bionda, quasi sussurrando < < Te lo prometto, resteremo lontani per poco tempo. Quando sarà il momento, mi raggiungerai subito > >.

Temari provava una strettissima morsa alla gola al pensiero di lasciarlo. Si trovò a rammentare quelle vecchie nozioni ninja imparate a memoria durante la sua infanzia in Accademia. La vita di un ninja si basava su così tante imposizioni, come ovviamente quella sull’amore. Il codice dei ninja imponeva il divieto assoluto riguardo l’attaccamento e i sentimenti verso un’altra persona. A prescindere dalla guerra o dalla pace, per un guerriero ninja i sentimenti rappresentavano il più grande ostacolo alla buona riuscita della missione. Per un ninja esisteva soltanto la fedeltà al proprio villaggio. Era questo che insegnavano all’Accademia fin dalla più tenera età.

Tuttavia, a distanza di così tanti anni, dopo aver vissuto ogni genere di esperienza, bella o brutta che sia, Temari aveva molto presto compreso l’assoluta inutilità di quelle lezioni, così illogiche da rasentare persino una profonda stupidità. < < Siamo umani > > pensò semplicemente la giovane, sfiorando con affetto le guance del suo uomo.

< < Hai detto tu stessa che Oteru è diventato molto pericoloso. Mai si era esposto così tanto per le sue aspirazioni. Potrebbe tentare di ucciderti in qualsiasi momento, forse il rapimento è solo un’esca per costringere te e i tuoi fratelli a uscire allo scoperto. Forse il suo obiettivo non è più soltanto quello di gettare fango sulla famiglia reale, magari l’intenzione di quel bastardo è solo quella di togliervi di mezzo per sempre. A prescindere da cosa pensa il popolo della Sabbia, senza voi tre, Temari, lui potrebbe ottenere il potere assoluto con facilità > >.

Temari alzò le braccia in un chiaro gesto di frustrazione. Condivideva i suoi timori e sapeva bene che ogni resistenza da parte sua nasceva dall’amore che egli provava per lei. Continuava a credere che non c’era scelta nella loro situazione, ma anche lei provava un dolore profondo al pensiero di doversi separare da lui. < < So bene quanto la situazione sia grave, amore. Ma devi fidarti di me. Anche se tendi spesso a dimenticarlo, resto pur sempre il più forte ninja nell’utilizzo del chakra del vento > >.

Disse queste parole con il solito sorrisetto di scherno. Shikamaru sospirò, ma allo stesso modo si sentiva un po’ meglio, leggermente confortato dalla sicurezza incrollabile della sua donna. Quello stesso sorriso lo aveva mostrato per la prima volta dopo essere intervenuta nello scontro con Tayuya, uscendone vittoriosa e salvandogli la vita.La sicurezza, che riusciva sempre a trasmettere quella ragazza così testarda e fastidiosa, poteva davvero essere estenuante in certi casi. Tuttavia, anche se la paura diveniva sempre più opprimente nel suo petto per l’imminente separazione, essa non inibiva per nulla il grande senso di orgoglio che provava.

La sua compagna era forte e testarda. Shikamaru ne era pienamente consapevole e in tutta sincerità, nonostante tutte le lamentele e le situazioni fastidiose, egli adorava questo lato del carattere di Temari. < < So badare a me stessa. In poche ore raggiugerò la squadra di Kankuro. Avranno bisogno anche di me durante la caccia. Non commetterò imprudenze. Devi avere fiducia in me, Shika > > ribadì lei con voce più dolce, poggiando la fronte su quella di lui.

< < Io mi fido ciecamente di te > > rispose il moro, abbracciandola per i fianchi.

Shikamaru sospirò, arrendendosi alla fine di fronte alla determinazione incrollabile riflessa negli occhi color smeraldo della sua donna. Si sforzò persino di sorridere.

 < < Sei davvero testarda, lo sai vero? La mia donna fastidiosa > >.

Lei ridacchiò leggermente abbracciandolo. Finalmente aveva capito. Si avvicinò con fare sensuale alle sue labbra < < Io sarò pure la tua donna fastidiosa, ma tu sarai sempre il mio uomo piagnucoloso e pigro > >.

Si baciarono profondamente, il più a lungo possibile, quasi a sperare che almeno il sapore di quel bacio potesse restare anche dopo aver preso sentieri separati. Solo quando entrambi furono senza fiato interruppero il bacio, restando ancora per qualche minuto l’uno nelle braccia dell’altra.

< < Stai attenta, Temari > > disse il moro, con seria preoccupazione.

< < Sii prudente anche tu, piagnucolone. Ci vedremo presto > > rispose Temari, prima di donargli un ultimo casto bacio.

Con grande forza di volontà si separarono. La kunoichi della Sabbia lo guardò ancora per qualche attimo, prima di voltarsi. Corse oltre i confini della piccola oasi verdeggiante. Col cuore pesante, Shikamaru osservò il tessen legato alle sue spalle, mentre lei si dirigeva a gran velocità verso chissà quali pericoli. In breve la perse completamente di vista tra i venti caldi e impetuosi del deserto.
Con dolorosa rassegnazione, il giovane stratega di Konoha si incamminò nella direzione opposta verso i confini della Terra del Vento. Superò a piccoli passi la distesa di alberi della pacifica oasi.
Una dolorosa stretta al petto accompagnò quel solitario viaggio verso casa.
 
……………………………..

 
 
Sasha aveva già ucciso ben tre scorpioni giganti durante il primo interminabile giorno di marcia lungo le sconfinate piane desertiche della Terra del Vento. Per ognuna di esse era bastata un’unica freccia nera scagliata con l’ausilio di una minima quantità di chakra. In realtà, lei era perfettamente in grado di uccidere un qualsiasi essere vivente sfruttando unicamente la sua abilità di arciera.
Tuttavia, per creature di così grandi dimensioni, Sasha aveva preferito non rischiare. Non appena si facevano avanti per attaccare il loro gruppo, lei le uccideva immediatamente senza alcuna esitazione, sfruttando il proprio potere. I bambini, che aveva dovuto rapire, erano sotto la sua responsabilità. Inoltre, non si fidava per nulla dei ninja mercenari che avevano partecipato all’ultima incursione notturna.

Gli uomini sotto il suo comando erano cinque e l’avevano aiutata a distrarre le guardie quel tanto che bastava per le sue frecce. Ognuno dei ninja a guardia dell’Accademia si era scoperto per brevi istanti e subito dopo la loro vita era terminata. Poi Sasha aveva dovuto uccidere anche il maestro, mentre i bambini dormivano ancora profondamente. Con quattro frecce aveva preso quattro vite. Tutto per il bene supremo, per la sopravvivenza della sua razza e dell’umanità intera. Almeno nessuno delle sue vittime aveva sofferto.

< < Sacrifici per il bene supremo > > pensò freddamente Sasha, osservando i volti pieni di lacrime dei suoi piccoli prigionieri.

Quando avevano visto al loro risveglio il corpo senza vita del loro maestro, i bambini avevano urlato terrorizzati. Venti piccoli allievi rapiti nel cuore della notte in uno dei più grandi e potenti villaggi ninja del mondo. Sasha aveva provato a confortarli in qualche modo, ma si era subito resa conto di quanto risultasse falsa. Le sue parole sarebbero state vuote e inutili. Lei odiava profondamente l’ipocrisia.

Tutto quello che poteva fare era aiutarli nella comprensione. Aiutarli a capire che quello che stavano affrontando era essenziale per l’umanità. Doveva confidare nel loro coraggio e nella loro comprensione. Anche per questo li avrebbe protetti da ogni pericolo. Uno dei mercenari continuava a fissare i piccoli con occhi pieni di disgustosa lussuria, mentre marciavano nel deserto. Sasha provava un disprezzo sconfinato verso ognuno di loro. Odiava persone del genere, così succubi della propria avidità, incapaci di seguire un ideale. Erano diversi da lei e da ciò che era.

Fino a quel momento l’uomo non aveva provato a toccarli, ma l’arciera rossa stava costantemente all’erta. Indossava la sua fedele tuta nera da battaglia, insieme ai guanti con le borchie d’acciaio.
Al minimo passo falso avrebbe combattuto e avrebbe ucciso senza pietà. Per di più forse con una certa soddisfazione che non provava quasi mai quando prendeva una vita. L’omicidio era un atto necessario per il sentiero tracciato dal Grande Leader, ma Sasha non provava alcun piacere nel farlo. Forse quell’uomo poteva diventare un’eccezione a questa sua filosofia di vita.

< < Mi chiedo quanto tempo ci metteranno prima di trovare le nostre tracce? > > chiese un altro mercenario di nome Tokuo.

Era l’unico sopravvissuto all’agguato contro l’ambasciatrice della Sabbia. Ancora la rossa guerriera fremeva di rabbia per non aver portato a termine quell’incarico, ma l’arrivo di quel ninja senza bandiera l’aveva fatta desistere almeno per quell’occasione. Non era il momento giusto per affrontare un combattimento così impegnativo. Uchiha Sasuke, questo era il nome di quello sconosciuto nemico.

< < Non molto > > rispose Sasha < < Tenete sempre a mente che abbiamo attaccato un grande villaggio ninja, uno dei più potenti e organizzati al mondo. Li abbiamo colti di sorpresa la scorsa notte, ma presto organizzeranno una caccia spietata. Presto i loro migliori cacciatori ci saranno addosso. Per questo non possiamo tardare nella marcia > >.

< < Ancora non capisco per quale ragione tu abbia deciso di rapire questi bambini, mia signora. Il Consigliere Oteru ci aveva lasciato carta bianca, avremmo potuto rapire una personalità importante del villaggio e possibilmente ricca. Da questi marmocchi non credo potremmo aspirare ad un ingente riscatto > >.

Di nuovo la voglia di ucciderli tutti cercò prepotentemente di dominarla, ma Sasha resisteva per un bene superiore. < < Il denaro non rientra tra le mie aspirazioni. Qualche volta può essere utile, ma i bambini rappresentano un tesoro che voi non potete nemmeno immaginare > >.

Forse i ninja mercenari si accorsero dell’odio che provava, perché nessuno di loro osò controbattere. Il gruppo di schiavisti proseguì la marcia tra dune e distese pianeggianti. Sasha stava bene attenta a nutrire spesso i bambini, oltre al fatto che li faceva riposare costantemente, ignorando del tutto le proteste dei mercenari.
Durante quella lunga giornata di marcia, Sasha si impegnò a studiare i suoi piccoli prigionieri. Analizzò ogni loro singolo comportamento, valutò le loro personalità, la loro capacità di affrontare una situazione inaspettata e terribile. Alcuni erano così terrorizzati da muoversi quasi meccanicamente, insieme alle costrizioni dei loro rapitori. Ma altri, invece, pur provando paura e smarrimento, sembravano più lucidi, maggiormente pronti ad affrontare la situazione, addirittura capaci di farsi carico delle sofferenze dei più deboli e dei più piccoli.

L’attenzione della guerriera venne soprattutto catturata da una bambina. Aveva lunghi capelli neri e occhi castani, con un fisico snello e forte nonostante la sua giovanissima età. Sembrava così forte, incline più dei suoi compagni ad affrontare la situazione. Ogni volta che un bambino necessitava di conforto o aiuto, quella bambina era sempre la prima a fare del suo meglio per aiutare.

Sasha si interessò molto a lei, per questo continuò ad osservarla attentamente durante le lunghe ore di marcia. Fu alla fine della seconda giornata di cammino, al calar della sera, che Sasha decise finalmente di parlarle. Voleva capire fino in fondo se quella ragazza avrebbe potuto servire il Grande Leader in un modo ancora più incisivo e rilevante rispetto a tutti gli altri ostaggi.

Si accamparono sotto una grande roccia al riparo dai venti freddi della notte. Si sarebbero fermati solo per poche ore, anche se Sasha avrebbe tanto voluto concedere molto più riposo ai bambini. Li fece stendere e coprire in caldi e soffici sacchi a pelo. Più tardi, mentre osservava il campo completamente dormiente, Sasha posò ancora una volta gli occhi sulla ragazzina. Quest’ultima stava facendo del suo meglio per confortare un bambino incapace di addormentarsi per la paura e il freddo.

La giovane allieva non si accorse che l’assassina del suo maestro d’accademia la stesse osservando con insistenza. Sasha non riuscì più a resistere, quella scena le procurava un dolore che non riusciva a spiegare, come se il suo cuore volesse spingerla ad interrompere il male che stava compiendo, nonostante il nobile fine. Durò solo qualche istante, subito si maledisse con tutta sé stessa per aver osato mettere in discussione i sommi ideali del Grande Leader.

Tuttavia, alla fine Sasha decise di avvicinarsi a quella ragazza così forte e coraggiosa. Lo fece a piccoli passi, non volendo spaventarla. L’arciera rossa poteva muoversi silenziosamente meglio anche del più abile shinobi e difatti molti ninja esperti non l’avevano neanche sentita arrivare quando lei li aveva uccisi.

< < Come ti chiami, ragazza della Sabbia? > > le chiese con un tono più freddo di quanto avesse voluto.

La ragazzina trasalì impaurita, portandosi il capo del bambino contro il petto, nel disperato intento di proteggerlo da lei. Sasha comprese di ammirare moltissimo un coraggio del genere. Provò una sensazione di disagio. Nonostante la forza del suo ideale, sentiva di non avere alcun diritto di parlare alla sua prigioniera. Ma lei voleva conoscerla a tutti i costi.

< < Non devi avere paura > > disse la rossa guerriera, ma lei stessa poteva ben comprendere quanto le sue parole suonassero vuote e false.

La ragazzina la fissò un attimo con i suoi occhi castani prima di rispondere con voce tremante. < < Mi chiamo Tamara > >.

< < Ti ho osservata oggi. Hai molto coraggio, Tamara > > si limitò a dire Sasha, fissandola attentamente, sempre provando quella strana e sgradevole sensazione di disagio.

< < Cerca di riposare, Tamara. Domani sarà una giornata lunga per te e i suoi compagni > >.

Pur sforzandosi, non trovò più nulla da dire. Soppesò ancora per qualche momento le reazioni della ragazza, la quale continuava ancora a far da scudo al piccolo al suo fianco. A quel punto Sasha distolse lo sguardo proseguendo il suo giro senza aggiungere altro.

 Facendo la guardia ai suoi piccoli prigionieri, la guerriera continuò a chiedersi per quale misterioso motivo quella giovanissima allieva l’avesse colpita così tanto. Non riuscì a trovare una risposta.

 
 .................................

 
Alcune ore dopo Sasha ordinò la ripresa del viaggio. Non era ancora sorta l’alba e la temperatura era ancora molto fredda. Per i bambini fu traumatico abbandonare il caldo abbraccio dei sacchi a pelo, ma non c’era altra scelta. La caccia era cominciata, Sasha poteva già percepire il pericolo alle proprie spalle, anche se non era ancora ben chiara la distanza. Dopo aver fatto mangiare frettolosamente i bambini, la spedizione schiavista proseguì la marcia verso est. I piccoli ostaggi, nelle loro prime esercitazioni nel deserto, avevano visitato molti posti della loro terra natale, anche alquanto pericolosi. Tuttavia non l’avevano mai fatto in condizioni così estreme, per di più in zone sempre più desolate e lontane. I bambini continuavano a marciare sperduti e confusi, costretti dai loro rapitori.

Questi ultimi erano tutti schierati secondo le disposizioni impartite da Sasha. I giovani allievi procedevano a fila indiana per coppia, mentre i mercenari erano disposti in ogni lato, oltre che davanti e dietro la lunga fila. Sasha si teneva sempre sul centro destra della formazione, dove sentiva di avere il massimo controllo su tutto il gruppo.

Nonostante il fatto che i piccoli ostaggi fossero abituati alle temperature della loro terra natale, la marcia forzata di quel viaggio iniziò ugualmente a mettere a dura prova i loro fisici non ancora del tutto allenati. Sasha vide chiaramente con quanta fatica i bambini continuavano a camminare sulla sabbia rovente. I volti sudati e impauriti, così giovani e innocenti, le trasmettevano una dolorosa sensazione al cuore, ma lei lottò duramente per ignorare qualsiasi emozione.

< < E’ per il grande disegno. Il Grande Leader lo impone > > si disse disperatamente, ma il dolore interiore non andava mai via.

Fu allora che accadde. Un bambino, che non poteva avere più di otto anni, perse l’equilibrio all’improvviso. La stanchezza e la paura ebbero la meglio sul ragazzino, il quale cadde a testa in giù nella sabbia con un gemito di dolore. Sasha lo vide piangere a dirotto disteso sul terreno, probabilmente anche per il disperato bisogno di tornare a casa. Prima che Sasha potesse intervenire, il mercenario, che lei avrebbe così tanto voluto uccidere, rifilò sprezzante un calcio sul fianco del ragazzino. Tamara gli si gettò addosso come una furia, dimenticando ogni prudenza.

< < Lascialo stare > > urlò la ragazzina, cercando di afferrare il braccio del suo rapitore. Quest’ultimo sogghignò malignamente, mostrando denti sporchi e mezzi frantumati.

Tamara non lo vide nemmeno arrivare, il manrovescio fu così forte e violento da farla girare su sé stessa. La ragazzina atterrò nella sabbia, urlando per il dolore e lo shock.

< < Stai al tuo posto, piccola feccia > > ruggì l’uomo, squadrando la ragazzina con occhi maligni e desiderosi.

Sasha si avvicinò lentamente. Non mostrava alcuna emozione, come se la scena appena accaduta non fosse mai avvenuta. Lanciò una breve occhiata ai due bambini stesi per terra. La ragazza aveva il labbro spaccato. I suoi freddi occhi azzurri come il ghiaccio si posarono poi sulla figura del mercenario. Di colpo la sua immagine rifletteva una profonda oscurità. Nella sua tuta aderente, nera come la notte, la guerriera rossa rappresentava la terribile consapevolezza della morte che si avvicinava inesorabile. L’uomo si trovò inconsciamente ad indietreggiare di qualche passo.

< < Sei già un uomo morto, ma ancora non lo sai. Sei troppo sciocco e codardo per saperlo > > dichiarò semplicemente la rossa, senza trasparire alcuna emozione.

Con una mano e molto lentamente Sasha estrasse l’arco dalla custodia nera in pelle di cuoio, che teneva legata sulle spalle. Gli altri bambini si raggrupparono fra loro in preda al terrore.

< < Mi sono stancato di prendere ordini da una ragazzina inquietante come te > > sibilò il mercenario, facendosi avanti < < Mi sono stancato di seguire le tue stupide farneticazioni e soprattutto mi sono stancato di vagare inutilmente in questo maledetto deserto. Prenderò questi inutili mocciosi e li venderò al miglior offerente. Molti saranno disposti a pagare una grossa cifra per loro. Sono stato uno shinobi della Roccia, ho ucciso molte persone. Non credere di potermi spaventare > >.

< < Mi divertirò a uccidere anche te, stupida cagna. Ma non prima di averti fatto implorare ai miei piedi > > ringhiò il mercenario, pieno di rabbia.

Senza rispondere alla provocazione, la rossa balzò con leggerezza sulla sua destra, allontanandosi dai piccoli prigionieri. La distanza di sicurezza era appropriata secondo il veloce calcolo che aveva fatto. Adesso era pronta per prendere un’altra vita. Sarebbe bastata una sola freccia.

Il mercenario si chinò rabbiosamente sul terreno sabbioso, continuando a ringhiare insulti e maledizioni alla sua giovane avversaria, la quale restava immobile, con l’arco rosso stretto tra le mani.
< < Arte della Terra: tecnica delle pietre lunari > > urlò l’uomo, in preda all’ira.

Sotto i piedi del mercenario un’imponente massa di terreno sabbioso si solidificò in un attimo, sollevandosi lentamente. Il ninja urlò ancora, emettendo enormi quantità di chakra e riversandole tutte sull’enorme pietra sollevata a mezz’aria. Dalla massa rocciosa che l’uomo aveva creato si formarono macigni sferici più grossi della testa di un uomo. Quest’ultimo sollevò i palmi guantati verso la ragazza e con un ultimo urlo di rabbia, scagliò i massi colmi di chakra contro l’odiata nemica.

Decine di pietre sferiche impregnate di energia magica furono scagliate a gran velocità contro la rossa. Quest’ultima non aveva ancora nemmeno provato ad incoccare una freccia. Al contrario si limitò a schivare i massi di chakra con velocità e grazia. Li evitava con calma, sapendo esattamente come e dove spostarsi. Nessuna pietra riuscì minimamente a sfiorarla, ma il mercenario continuò il suo attacco facendo appello a tutta la sua energia.

< < Maledetta > > urlò il ninja della Terra, con il volto arrossato per la rabbia e una stanchezza sempre più evidente con il passare dei minuti.

Sasha ascoltava minimamente le farneticazioni o gli insulti del suo nemico. Era diventata parte integrante del territorio intorno a sé. L’arco rosso si fuse con il suo spirito. Nelle sue mani l’arma diventava parte integrante della sua vita, una forza naturale in grado di travolgere nemici e ostacoli. Si trattava di un meccanismo di fusione preciso e naturale: un tutt’uno fra lei, l’arco rosso e il mondo che la circondava. Una volta scagliata la freccia, essa avrebbe respirato come un essere vivente e avrebbe colpito inevitabilmente il bersaglio.

Sasha attese pazientemente il momento fatale. Bastava una piccola apertura tra i numerosi massi scagliati dal mercenario. Quello di quest’ultimo era un attacco sconsiderato, senza alcuna linea di difesa, in grado di prosciugare ogni energia in pochi minuti. Forse poteva essere utile con avversari lenti e prevedibili, ma non contro un avversario del calibro della terribile arciera rossa.  
Il mercenario ansimava per la fatica e dopo un po’ il numero dei massi scagliati diminuì drasticamente.

Era l’occasione che Sasha stava aspettando. Si gettò di lato, mentre le pietre di chakra proseguivano il loro volo mortale alle sue spalle. Durante il lungo balzo, la rossa aveva incoccato una freccia nera, la quale venne subito scagliata con la giusta forza poco prima che la ragazza atterrasse sul terreno sabbioso. Sembrava quasi che la giovane arciera non avesse nemmeno preso la mira, ma lei l’aveva fatto, anche se per un brevissimo istante.

Il dardo sibilò sinistramente tra i pochi massi ancora in volo e con un suono ancora più terribile trapassò la gola dell’uomo. Immediatamente, le pietre si sgretolarono e l’enorme massa di terra, che il ninja aveva creato dal deserto per attaccare, tornò a far parte della sabbia rovente. Il mercenario, confuso e preda di un dolore terribile, cercò di impugnare la freccia conficcata con una mano, ma la lasciò subito ricadere. Cadde sulle ginocchia, mentre il sangue gli riempì la bocca, facendolo tossire rumorosamente e bagnando il terreno dello scontro. Alcuni bambini fissavano la scena inorriditi e spaventati. Altri, abbracciandosi fra di loro, avevano preferito non guardare.

Il ninja mercenario ci mise del tempo a soffocare nel suo stesso sangue. Mentre moriva, l’uomo si ritrovò a fissare ancora la donna rossa che aveva messo fine alla sua vita. Lei ricambiò lo sguardo con gelida indifferenza, con l’arco rosso già deposto nella custodia. Dopo aver scagliato la freccia mortale, alla guerriera era bastata una semplice capriola sul terreno sabbioso per ritornare in posizione eretta e ora osservava gli occhi morenti della sua ultima vittima, accompagnandolo silenziosamente nei suoi ultimi istanti di vita.

L’uomo crollò in avanti morto. Il vento del deserto tornò ad essere l’unico suono distinguibile. L’intera spedizione era totalmente ammutolita, nessuno dei compagni del ninja ucciso osava fiatare.

Sasha distolse gli occhi dal cadavere, rivolgendosi agli schiavisti con estrema calma. < < Chiunque proverà a toccare i bambini può considerarsi cibo per avvoltoi. Non ci sarà spazio per discussioni, chi li tocca o prova a toccarli muore. È molto semplice. Abbiamo rapito questi bambini del Villaggio della Sabbia, ma essi sono e resteranno sempre sotto la mia protezione. Il vostro compagno ha aggredito fisicamente un bambino e ora è morto, ma da questo momento tenete bene a mente che basterà molto meno per decretare la vostra fine. Ricordatelo sempre per tutta la strada che dobbiamo ancora percorrere > >.

Tokuo si fece umilmente avanti, non fissando mai direttamente gli occhi di ghiaccio della donna. < < Noi non abbiamo alcun interesse a disobbedire ai tuoi ordini. Noi vogliamo solo essere pagati, mia signora. Vi assicuro che faremo tutto ciò che chiederete senza discussione > >.

Sasha non rispose, avvicinandosi al corpo del ninja ucciso. Estrasse con un unico movimento deciso la freccia nera dalla gola del morto, prima di rivolgersi al mercenario Tokuo. < < Molto bene > > rispose freddamente.

Sasha osservò attentamente il campo di battaglia. I massi di chakra avevano sconvolto quel tratto di deserto con macerie e crateri di grosse dimensioni. Purtroppo non c’era tempo per nasconderlo.

< < Dobbiamo riprendere subito la marcia. Fate sparire il corpo del vostro amico. Con questa inutile lotta, sarò costretta a lasciare tracce evidenti ai nostri inseguitori. Non voglio lasciarne troppe, se è possibile. Avete dieci minuti > >.

Gli uomini si affrettarono ad eseguire gli ordini della micidiale arciera. Dopo il tumulto e il sangue versato, Sasha finalmente poté rivolgersi ai suoi piccoli e preziosi prigionieri. < < Mi dispiace che abbiate dovuto vederlo. Vi prometto che non capiteranno più altri episodi simili. Siete preziosi oltre ogni immaginazione e io vi proteggerò con tutta me stessa > >.

< < Stai bene, piccolo? > > chiese poi, con voce incerta, al bambino che era stato colpito.

Il piccolo piangeva silenziosamente, con il volto sempre nascosto sul petto di Tamara. Quest’ultima lo stava aiutando faticosamente a rialzarsi.

< < Dove ci stai portando, signora? > > chiese Tamara, cercando di dominare la paura. Teneva ben stretto il bambino in un confortante abbraccio, mentre attendeva la risposta della sua rapitrice.

Sasha la squadrò per un momento, sempre più colpita dal suo coraggio. Non aveva motivo di mentire con lei, come non aveva motivo di mentire con nessuno dei bambini che aveva rapito, per cui disse solamente la verità.



< < Nella Terra dei Vulcani e dei Ghiacci Eterni, giovane ninja. La nostra destinazione finale è il Regno perduto di Malartor > >.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 7
*** Un giuramento solenne ***


CAPITOLO 6
 
UN GIURAMENTO SOLENNE
 
I tramonti a Suna riuscivano nell’intento di regalare uno spettacolo davvero straordinario ad una comunità di persone abituata da sempre a combattere per la sopravvivenza. Una vera e propria fonte di benessere per l’animo molto spesso e tormentato degli abitanti della Terra del Vento. Per alcuni di loro la semplice vista della lenta ritirata del caldo sole rossastro lungo lo sconfinato orizzonte del deserto, accompagnata dall’arrivo delle prime brezze serali, bastava a ripagare le enormi fatiche provate dopo una lunga e rovente giornata di lavoro a Suna.

Da quando era stato nominato Quinto Kazekage del villaggio della Sabbia o per meglio dire da quando aveva iniziato ad amare realmente la vita in tutte le sue forme, il giovane prodigio, uno dei leader più giovani nella storia dei ninja, Gaara Sabaku, aveva preso l’abitudine di ammirare il tramonto, attendendo pazientemente l’immancabile gelido freddo notturno del deserto. Adorava isolare la mente per qualche minuto, dimenticando anche se per brevi momenti le enormi responsabilità che gravavano sulle sue spalle.

Non importava dove si trovasse: se nel piccolo e modesto terrazzo di casa sua o se nella grande ed antica terrazza del maestoso Palazzo dei Kazekage, che si affacciava verso nord sull’intero villaggio. Anche se soleva riposare la mente durante quei brevi frangenti di totale contemplazione, la bellezza di quell’incredibile spettacolo, insieme alla serenità che gli trasmetteva, l’aveva spesso aiutato a prendere decisioni importanti per la sua vita e il suo futuro, tra cui anche la stessa decisione di candidarsi al titolo di Kazekake.

Gaara era tristemente consapevole delle sue colpe passate, del sangue innocente che macchiava le sue mani. Quel sangue sarebbe rimasto per sempre, una macchia incancellabile nella sua anima, ma questo non gli avrebbe impedito di vivere, di amare la vita e combattere per essa. Non avrebbe più venerato odio o morte e quel tramonto, come molte altre cose, gli ricordava la bellezza e la sacralità della vita.

Quella sera era da poco finita una riunione diplomatica condotta magistralmente dalla sorella maggiore Temari e dal suo compagno della Foglia, Shikamaru Nara. Si frequentavano da pochi mesi, più precisamente da quando erano tornati dalla missione nel Paese del Silenzio, ma, nonostante questo, era comunque evidente la forza del loro legame. Chiunque li conoscesse da vicino poteva dire quanto fossero uniti: nel lavoro e soprattutto nella vita.

La loro unione non era ancora ufficiale agli occhi del mondo ninja e dei rispettivi villaggi. Molti membri illustri di antiche autorità politiche, così come numerosi shinobi di alto rango, non nascondevo certo la loro diffidenza verso un legame amoroso così insolito. Una relazione fra due ninja di diversi paesi, per di più considerando che Temari era principessa della Terra del Vento.

Tuttavia, Gaara era assolutamente convinto che la vera diffidenza di conservatori e oppositori fosse rivolta all’intero progetto della neonata Unione Ninja e aggredire relazioni come quella tra Temari e Shikamaru era un altro vergognoso tentativo di sabotare i progetti di pace e prosperità dell’Unione. In tutti i grandi villaggi ninja esisteva questo grosso ostacolo: molte importanti personalità volevano a tutti i costi mantenere inalterata la propria posizione di potere all’interno del villaggio.
La riunione del giorno era stata molto delicata. Per la prima volta Shikamaru e Temari avevano ufficialmente proposto l’idea rivoluzionaria di creare squadre ninja composte da membri provenienti da diversi villaggi, quasi come se la guerra non fosse mai finita. La formazione di una squadra multietnica non era per niente difficile da realizzare, considerando che solo pochi anni prima erano state create intere divisioni militari formate in questo modo.

La coppia aveva portato avanti questa soluzione con tanto di particolari, non soltanto per le missioni più pericolose o delicate. L’Unione avrebbe potuto gestire con razionalità ed efficienza tale progetto, attraverso la creazione di squadre complete e competenti. Gaara aveva approvato con forza tale progetto, avendo perfettamente chiaro il quadro d’insieme, i traguardi che avrebbero potuto conquistare: incrementare la forza dell’Unione, limitare il numero delle vittime in missione, difendere i legami di amicizia che si erano sviluppati durante la guerra fra ninja provenienti da diversi paesi, persino fra coloro che si erano combattuti e uccisi a vicenda per tanto tempo.

Delicati passi alle sue spalle interruppero le riflessioni del Kazekake, ma egli non ne restò deluso. Poche persone avevano ricevuto il tacito consenso ad accompagnarlo in quella sua rilassante consuetudine. Sua sorella maggiore era una di queste.

< < Sapevo di trovarti qui, fratellino. Non puoi farne a meno dopo una giornata così dura e noiosa, vero Gaara? > > chiese la sorella maggiore allegra, mostrandogli un caloroso sorriso.
Indossava una tunica color viola scuro, elegante ma non troppo vistosa. Portava sandali da donna tipici per le donne di potere della Terra del Vento. Secondo Temari erano le scarpe più scomode e infernali della storia del genere umano. Gaara ridacchiò leggermente, trovava ancora strano e inusuale vederla senza l’equipaggiamento ninja e soprattutto senza il micidiale tessen legato dietro la schiena.

< < Maledette scarpe. Altro che guerre o criminali, saranno questi infernali strumenti a decretare la mia fine > > si lamentò lei, allentando i lacci dei sandali. Immediatamente sospirò di sollievo dopo avrelo fatto.

< < Indubbiamente è stata una giornata dura, Temari > > disse il rosso, sorridendo a sua volta < < So bene quanti sacrifici stai compiendo in questi giorni, sorella mia. Non potrò mai ringraziarti a sufficienza. Sono estremamente soddisfatto per i risultati che avete raggiunto > >.

< < Che abbiamo raggiunto, Gaara > > lo corresse Temari < < Ricorda che senza di te non avremmo l’autorità di fare nulla. Hai conquistato la fiducia della gente. Grazie a te possiamo continuare a sperare in questa nuova era di pace > >.

< < La vostra idea verrà approvata, ne sono certo > > aggiunse Gaara, osservando il cielo rossastro all’orizzonte < < La creazione di squadre ninja composte da membri provenienti da ogni villaggio. Risparmieremo così tante vite. Formeremo schieramenti forti e organizzati e non ci sarà più spazio per una guerra come quella che ci ha quasi distrutti > >.

Temari fissò il fratello con grande orgoglio. Erano lontani i giorni, in cui non poteva fare altro che provare panico e disprezzo ogni qualvolta si trovava al suo fianco.< < Ancora una volta quell’idiota ha messo in moto il suo cervello. Certo, è stata necessarioa un po’ di sana e dura persuasione da parte mia > > disse la kunoichi, sorridendo malignamente < < A volte è estremamente difficile combattere la sua enorme pigrizia > >.

Si mise al fianco del fratello, poggiando le mani sulla ringhiera della terrazza. Per alcuni minuti restarono in silenzio, a contemplare lo straordinario spettacolo offerto dalla loro terra natale. < < Ci sono ancora così tanti punti da chiarire > > mormorò Temari, stavolta con serietà e stanchezza < < Quali saranno i criteri di organizzazione delle squadre, dovremo capire come risolvere la questione dei compensi e dovremo anche stabilire un certo grado di controllo > >.

Le paure di Temari erano ben visibili agli occhi attenti del fratello minore. Gaara conosceva bene la sensazione opprimente legata al dover affrontare così pesanti responsabilità. < < L’idea delle nuove squadre ninja dell’Unione è di entrambi. Tua e di Shikamaru. Insieme troverete il giusto modo di procedere, Temari. Ho piena fiducia in voi > > disse il giovane con fare fermo e deciso.

< < Alla fine l’abbiamo sviluppata insieme nei dettagli > > commentò Temari sorridendo < < Ma, in realtà, all’origine questa bella pensata è stata unicamente sua. All’inizio non ci potevo credere, ho riso persino di lui, mi riusciva diffcile immaginare che i rancori di una vita potessero essere cancellati per sempre. E' riuscito a smentirmi ancora una volta. L’ho visto così tante volte, il suo carisma intendo, persino sull’orlo dell’apocalisse del genere umano. Ho sempre pensato che Shikamaru possedesse i tratti di un vero leader, molto di più rispetto a Naruto. L'ho sempre visto come un capo costretto a lottare continuamente contro i pregiudizi del passato. Un capo che non ha mai chiesto alcun potere > >.

La kunoichi sorrise affettuosamente al fratello minore, il quale non poté evitare di arrossire < < Queste stesse qualità le vedo chiaramente in te da così tanti anni, caro fratello. E anche se mi costa molto ammetterlo, persino Kankuro è diventato un ottimo leader, sebbene il suo cervello debba ancora svilupparsi del tutto > >.

< < Tuttavia, sei sempre tu quella che comanda. Anche con Shikamaru > > scherzò Gaara, con una leggera pacca sulla spalla della sorella.

< < Beh, in qualche modo devo assicurarmi che gli uomini della mia vita non commettino scemenze > > replicò Temari con un’espressione fintamente esasperata.

< < Non è mai facile superare gli attriti del passato, specie se tra grandi nazioni. Shikamaru ha dimostrato grande coraggio nell'avanzare una proposta del genere, per questo avrà sempre bisogno del tuo appoggio > > osservò il Kazekage, tornando serio.

< < E’ passato così tanto tempo da quando lo affrontai in quell’arena > > disse Temari, fissare il cielo della sua terra con un’espressione serena sul viso < < Ne abbiamo passate così tante da allora. Gli ho salvato il culo molte volte e ora il nostro rapporto è arrivato fino a questo punto. Nemici, alleati, colleghi di lavoro, amici, compagni di battaglia e infine… > >.

Si interruppe di colpo, forse perché si rese conto solo in quel momento di aver espresso a voce alta le emozioni più intense del suo animo, anche se si fidava ciecamente di Gaara. Suo malgrado, non poté evitare di arrossire.

< < Scusami Gaara, sto divagando > >.

Il fratello scosse la testa con fare comprensivo, per poi tornare ad osservare il sole ormai quasi completamente sparito all’orizzonte < < Sono felice che tu abbia finalmente trovato qualcuno da amare, Temari > >.

La kunoichi della Sabbia sgranò gli occhi per la sorpresa. Raramente le era capitato di affrontare un confronto così personale e sincero con Gaara e soprattutto mai si era trovata a parlare con qualcuno riguardo i suoi sentimenti per Shikamaru.

Le questioni politiche, di cui erano responsabili, richiedevano un’attenzione massima, lasciando poco spazio alle faccende personali o sentimentali. Tuttavia, quel giorno Temari ebbe la conferma di quanto fosse incredibilmente bello e confortante aprirsi ogni tanto con le persone a lei vicine.

< < Da poco tempo ho iniziato ad apprezzare e a comprendere il valore della vita. Forse non sarò in grado di capire fino a fondo quanto forte sia diventato il tuo legame con Shikamaru, ma sono certo che lui sia in grado di renderti molto felice. Questo mi basta > >.

< < Si, è vero. Mi rende molto felice > > rispose Temari, con un timido sorriso < < La verità, Gaara, è che neanch’io sapevo nulla sull’amore o sulla gioia che si può provare nel condividere la vita con qualcuno. Per me esisteva solo la carriera. Il mio unico desiderio era quello di crescere sempre di più come kunoichi. C’era solo potere e forza nella mia vita. Ho scoperto l’amore lentamente, a piccoli passi, crescendo con Shikamaru e sono sicura che anche per lui non sarà stato facile capire fino in fondo le sue emozioni. Ogni giorno continuo a scoprire nuove cose, non solo sui sentimenti, ma anche su me stessa > >.

Temari restò appoggiata con le mani alla ringhiera di ferro. Chiuse gli occhi, beandosi sul viso stanco e arrossato le prime fresche ondate di vento della sera, un indescrivibile sollievo dopo aver sopportato per un’intera giornata lavorativa l’immenso calore del deserto. < < In passato, anch’io come te, non mi curavo minimamente dei sentimenti altrui > > continuò la giovane, con voce leggermente malinconica. Si sentiva completamente a suo agio con Gaara e nonostante lei fosse da sempre una persona estremamente riservata, non trovava alcun motivo valido per non doversi confidare con il fratello. 

< < C’era soltanto il dovere, la mia carriera come shinobi della Sabbia. Accrescere la mia forza e la mia abilità in battaglia: non c’era nulla di più importante per me. Fortunatamente il mio cammino mi ha portato a scoprire molti altri orizzonti > >.

< < E ora? Che cosa desideri, Temari? > > domandò Gaara, osservando il volto incredibilmente sereno della sorella.

Quest’ultima rise fragorosamente, mentre il fratello la fissava divertito < < Potrei dire di avere molta confusione in testa, fratellino. Ma adesso sono davvero numerose le cose che desidero. Abbiamo visto gli effetti di una guerra ninja, Gaara, per cui desidero senza dubbio che un evento del genere non accada mai più. Mi impegnerò al massimo per evitarlo e sono convinta che l’Unione Shinobi sarà lo strumento definitivo che ci consentirà di proteggere questa pace > >.

< < Stai facendo un grande lavoro, Temari > > convenne il Kazekage < < In pochi anni l’Unione Shinobi si è già sviluppata oltre ogni previsione > >.Le parole del fratello le trasmettevano un orgoglio smisurato, che alimentava la determinazione a proseguire nel lavoro più importante della sua carriera.

< < Credo molto in questa alleanza. In passato desideravo essere forte e ancora oggi lo desidero fortemente. Ma sono felice di aver potuto mettere la mia forza e la mia intelligenza a servizio del nuovo mondo che stiamo cercando di creare > >.

< < Però, come tutti, hai anche il diritto a coltivare altri desideri. Altri sogni > > aggiunse Gaara, di nuovo sorridendo calorosamente < < Desideri che riguardano solo te e la tua vita > >.

Il viso fortemente arrossato della giovane kunoichi era ancora più evidente sotto gli ultimi raggi del sole morente. Temari si sentiva leggermente in imbarazzo, ma al tempo stesso si sentiva assolutamente sicura delle proprie emozioni. Non voleva e non poteva nascondere ciò che realmente desiderava. Soprattutto ai suoi fratelli.

< < Beh, oramai non è più un segreto > > disse la ragazza con voce sicura. < < Io voglio stare con Shikamaru Nara. Lo amo come non amerò mai nessun altro e non importa se proveniamo da villaggi diversi e non importa nemmeno dove vivremo. Io lo amo e voglio affrontare il mio futuro insieme a lui > >.

Temari parlò quasi con durezza, come a voler sfidare il mondo interno a mettere in discussione le sue parole. L’intensità del suo discorso colpì fortemente l’animo del Kazekage, al punto che egli arrivò persino a provare una punta di invidia. Anche lui ardeva dalla voglia di provare sentimenti così forti. Era riuscito nell’impresa di essere accettato dalla sua gente, aveva trovato finalmente degli amici sinceri lungo l’arduo cammino che si era scelto, ma era evidente che quello che provava Temari verso lo stratega della Foglia fosse qualcosa di molto più intenso.

La voce di Temari mostrava un’incrollabile determinazione, ma in essa Gaara ne percepì anche una certa preoccupazione. < < Temi che qualcuno possa intromettersi tra voi, Temari? > > chiese il Kazekage, cercando di comprendere quali fossero le vere paure della sorella < < Temi che qualcuno possa impedirvi di stare insieme? > >.

Questa volta gli occhi color smeraldo della kunoichi squadrarono duramente il fratello, il quale però resto immobile in attesa della risposta. < < Ricorda le mie parole, fratellino > > ribatté Temari con forza < < Nessuno ha il diritto di decidere per me. In questo o in qualsiasi altro villaggio. Scelgo soltanto io come vivere la mia vita. Non so cosa mi riserverà il futuro, ma una cosa è certa: quando io e quel dannato culo pigro decideremo cosa fare della nostra vita, ti assicuro che nessuno al mondo potrà interferire > >.

< < Sono sicuro che andrà tutto per il meglio, Temari > > ribatté il Kazekage con calma < < Il vostro legame è puro e merita di essere difeso con forza. Tu e Shikamaru Nara siete perfettamente in grado di farlo > >.

La bionda non rispose. Sorrise calorosamente al fratello, dandogli una pacca affettuosa sulla spalla. < < Ora, se volete scusarmi, Lord Kazekage > > disse scherzosamente la giovane < < Devo congedarmi. È da ore che non vedo l’idiota che mi ritrovo come fidanzato. L’ho lasciato da solo a vagare per il villaggio. Non vorrei doverlo andare a cercare nel deserto in piena notte > >.

< < Passa una buona serata, Temari. Ci vediamo domani > > la congedò gentilmente il fratello.

Gaara osservò le spalle della sorella, che si accingeva a rientrare tra le stanze del palazzo dei Kazekage. Il giovane capovillaggio restò ancora qualche minuto in quella terrazza, a contemplare la sera appena calata sul villaggio. Rifletté molto sulla crescita costante della sorella maggiore e ancora una volta si chiese fino a che punto si sarebbe spinta per difendere il suo legame.

Forse non esistevano limiti che lei non avrebbe osato superare, forse Temari non si sarebbe fermata davanti a nulla pur di difendere la sua vita e quella del suo uomo. Il futuro era incerto, ma Gaara era estremamente sicuro del fatto che sua sorella maggiore non avrebbe mai cambiato il suo modo di essere. Restava e sarebbe rimasta per sempre un’indomabile guerriera.
 
………………………….
 
 
Il silenzio era totale nell'ufficio del Kazekage. Un silenzio carico di tensione.

Nessuno dei presenti osò romperlo. Shikamaru Nara era caduto in avanti come un sacco vuoto, dopo essere stato colpito con incredibile violenza dalla donna che amava. Al fianco della guerriera, i due fratelli della Sabbia restavano impietriti con un’espressione di puro shock sui loro volti.

Persino il potente Consigliere Oteru mostrava un totale sbigottimento dinnanzi a ciò che era appena accaduto. Si sarebbe aspettato una reazione ovviamente, si era preparato minuziosamente allo scopo di incastrare definitivamente la famiglia reale. Per farlo era pronto a sfruttare l’irruenza della ragazza.

Era certo che l’ambasciatrice Temari avrebbe combattuto con ogni mezzo per impedire l’arresto del suo uomo, arrivando così a violare la legge della Terra del Vento. Invece, proprio la pedina più importante nella sua scalata verso il potere assoluto aveva osato cambiare completamente le regole del gioco.

Meditò disperatamente su una possibile contromossa. Come poteva scatenare adesso la reazione di quella famiglia di mostri, portando la legge e il popolo della Sabbia dalla sua parte? In quel momento non vedeva alcuna via d’uscita. Lanciò un’occhiata carico di disprezzo prima al corpo esanime del ninja straniero, poi alla kunoichi ancora armata del suo terribile tessen, sebbene serrato in tutti i suoi astri.

< < Maledetta ragazzina > > pensò con odio il politico.

< < Come vedete, Consigliere Oteru > > disse freddamente l’ambasciatrice < < Oggi sono state regolarmente osservate tutte le leggi della Sabbia. Il Codice del Vento ci impone di arrestare possibili sospettati, soprattutto se i sospetti vengono individuati da importanti autorità del villaggio, come ad esempio un Consigliere > >.

La voce della giovane era ferma e glaciale. Gli occhi color smeraldo, solitamente gioviali e gentili, scrutavano con mortale intensità l’uomo davanti a lei, al punto da costringerlo a fare qualche passo indietro, nonostante Temari della Sabbia non fosse mossa neanche di un millimetro dopo aver tramortito il fidanzato. Oteru fissò per qualche istante quello sguardo gelido e apparente inespressivo della giovane. Ne era assolutamente certo, in quel momento si era guadagnato una nemica implacabile. Solo uccidendola avrebbe potuto avere ragione di lei. Costringendola a colpire il suo stesso uomo, Oteru aveva varcato un limite invalicabile e presto avrebbe dovuto farsi trovare pronto per non farsi travolgere dall’ira devastante di quella giovane donna. Quel pensiero gli provocò un brivido lungo la schiena.

< < Il vostro enorme senso del dovere vi ha portato ad individuare un sospettato. Non nego che La vostra tempestiva indagine sia stata indubbiamente essenziale per la pace e l’ordine del nostro paese. Ma ora dovete farvi da parte, le vostre mansioni terminano qui > >.

< < Esigo che mi venga consegnato. Per il bene del nostro popolo lasciatemi interrogare il ninja straniero, Ambasciatrice Sabaku > > esclamò Oteru con voce quasi stridula, facendo un passo in avanti < < Dobbiamo conoscere le sue reali intenzioni. Chi sono i suoi complici e come sia riuscito a superare le nostre difese così facilmente > >.

< < Dimenticate i bambini rapiti, lord Consigliere > > aggiunse Temari freddamente, guadagnandosi un’occhiata di puro odio dal politico.

< < Naturalmente quella resta la priorità assoluta > > cercò di recuperare Oteru. La rabbia lo stava portando a commettere errori non da lui. < < Vi assicurò che i miei uomini sono preparati per questo genere di compiti. Riusciranno a scoprire ogni informazione necessaria per recuperare i nostri bambini > >.

< < Voi non prenderete in consegna nessuno, Consigliere > > sibilò Temari.

Oteru stava per ribattere, quando con passi lenti e decisi il Kazekage aggirò l’elegante scrivania ponendosi al fianco della sorella. Parlò con tutta l’autorità di cui disponeva, con la voce di un leader e di un ninja tra i più potenti in assoluto. La stanza sembrava tremare impartiva i suoi ordini.

< < Devo concordare con l’ambasciatrice Sabaku, Consigliere Oteru. Mi dispiace deludervi, ma i vostri servigi in questa faccenda terminano qui. Voi non avete l’autorità di prendere in consegna alcun prigioniero, né tanto meno possedete l’autorità necessaria per condurre un interrogatorio. Le leggi del nostro paese parlano chiaro in proposito. Spetta a me in quanto Kazekage condurre le indagini su un evento così grave. I Consiglieri della Sabbia hanno soltanto la facoltà di aiutare e manifestare i loro sospetti e voi l’avete fatto > >.

< < Il vostro compito termina qui > > ribadì con forza il Kazekage.

Dopo un primo momento di smarrimento, Gaara aveva finalmente deciso di intervenire a sostegno della sorella, pur non avendo ancora compreso a pieno le sue reali intenzioni. Ricordava bene la conversazione che avevano condiviso nella terrazza del palazzo qualche tempo prima. Temari gli aveva trasmesso con chiarezza l’amore incrollabile e la fiducia che provava nei confronti del giovane stratega della Foglia, possibile che lei avesse deciso di uccidere i suoi sentimenti per non violare la legge della Sabbia? Tutto per la sua posizione come Kazekage? Non conosceva la risposta, ma sentiva ugualmente di doverla sostenere.

< < Voi avete l’autorità di presentare i vostri sospetti e vi ringrazio molto per averlo fatto in occasione di questa delicata vicenda. Ma adesso saranno le autorità competenti ad occuparsi del caso. Oltre ad essere la nostra ambasciatrice, nonché membro ufficiale della neonata Unione Shinobi, Temari è una jonin della Sabbia sotto il mio comando e con l’autorità di cui dispongo, le affido ufficialmente l’incarico di interrogare il prigioniero insieme all’unità investigativa > >.

< < Anche i miei jonin dovrebbero essere sotto il vostro comando, Lord Kazekage. Alcuni di loro hanno molto esperienza alle spalle in fatto di indagini e interrogatori. Potrebbero essere di aiuto, molto di più rispetto a tanti ninja di mia conoscenza > > ribatté il politico, lanciando occhiate cariche di disprezzo ai due fratelli del Kazekage.

< < Inoltre, la gravità di certe situazioni richiede molta forza, Lord Kazekage. Si può arrivare persino ad essere crudeli se occorre > > aggiunse con forza, agitando le mani ben curate.

< < Molti ninja di questo paese hanno combattuto una guerra mondiale, lord Consigliere. Hanno visto cose che ben pochi esseri umani possono di aver visto e pochi di loro sono riusciti a sopravvivere. Non commettete il terribile sbaglio di insultare queste persone, Consigliere Oteru, perché se lo farete voi insultate direttamente anche me > > disse Gaara, con un tono pericolosamente acceso, anche se estremamente calmo.

< < Noi sappiamo bene quanto possa essere crudele e severa la vita di un ninja > > continuò il Kazekage, prima che il politico potesse interromperlo < < Ma lo stesso non posso certo dire di voi o dei vostri uomini. Se non erro nessuno di loro faceva parte delle truppe della Sabbia che si sono unite all’Alleanza ninja nell’ultimo devastante conflitto >.

Oteru arrossì suo malgrado per la vergogna. In quel momento era consapevole dell’inutilità di qualsiasi protesta. Temari aveva spiazzato tutti con la sua mossa e inevitabilmente il Kazekage non avrebbe subito alcuna ripercussione. < < Questo ninja straniero ha intrattenuto per tanto tempo rapporti personali con vostra sorella, Lord Kazekage > > provò ancora disperatamente, con voce provocatoria < < Per questo lei non potrà mai essere in grado di condurre un interrogatorio con la più assoluta imparzialità. Il conflitto di interessi è evidente e questo straniero è l’unico mezzo che abbiamo per poter ritrovare i bambini rapiti prima che sia troppo tardi > >.

< < Parlate come se il qui presente ninja straniero fosse già da considerare il vero colpevole dell’attacco di stanotte, Consigliere > > commentò Temari con voce glaciale.

La kunoichi aveva duramente lottato con sé stessa durante gli ultimi interminabili minuti per non scagliarsi con furia selvaggia contro il Consigliere. I pugni di lei, colmi di calli e vecchie cicatrici, erano stretti in una morsa di ferro. La sensazione che provava la spaventò come non mai, ma in quel preciso istante il suo unico desiderio era quello di fare a pezzi l’uomo che stava di fronte a lei e portare via al sicuro il suo uomo.

< < Io vedo soltanto un sospettato e come tale non può essere considerato un criminale. Almeno non adesso > > disse la bionda, sforzandosi con il tono di voce più freddo e spietato di cui era capace < < Vi assicuro che i rapporti che mi legano a quest’uomo non mi impediranno di svolgere i miei doveri di shinobi come ho sempre fatto in passato. Oggi non sono la compagna di nessuno e non sono nemmeno un’ambasciatrice. Sono soltanto una shinobi della Sabbia e come tale mi comporterò. Il mio Kazekage ha ordinato e io sono pronta ad obbedire ad ogni suo ordine. Scoprirò ogni cosa su questa faccenda, tutto ciò che è accaduto questa notte. La verità salterà fuori e vi assicuro che una volta che li avrò scovati, tutti i colpevoli pagheranno duramente. Con la loro stessa vita > >.

Per un attimo, Oteru, squadrando un leggero tremore in lei, pensò di poterla provocare ancora, forse al punto da indurla ad impugnare le armi contro lui e i suoi uomini, ma fu solo per un breve momento. Temari della Sabbia era un’avversaria risoluta. Il politico comprese suo malgrado che non era facile manipolarla come pensava.

< < Quella che vi faccio è una promessa solenne, lord Consigliere > > concluse l’ambasciatrice, mentre un’ondata di gelido vento innaturale fece sbattere violentemente le persiane dell’unica dell’ufficio del Kazekage.

Pur non avendo alcuna esperienza in fatto di chakra, Oteru percepì distintamente l’energia che la giovane stava silenziosamente liberando. Egli si sincerò di avere un paio dei suoi uomini tra lui e la giovane furia che gli stava tacitamente dichiarando guerra, sebbene avesse appena aggredito violentemente il proprio adorato compagno e non l’oggetto principale del suo odio. Gli eventi stavano prendendo una piega incredibilmente ironica.

< < Molto probabilmente nutre già dei sospetti verso di me, ma non ha nulla di concreto. Dovrò stare molto attento da ora in avanti > > rifletté il politico, cercando di dominare il panico crescente.

< < Consegnerò io stessa il prigioniero all’unità investigativa e lo farò immediatamente. Condurrò personalmente tutte le indagini su questa vicenda, mentre Gaara potrà organizzare le squadre di ricerca per ritrovare i bambini scomparsi. La nostra terra è la più ostile in tutto il mondo ninja, anche i più esperti combattenti, non conoscendo il territorio, si ritrovano in mortali difficoltà nelle sconfinate distese del nostro deserto. Per gli schiavisti non sarà facile far perdere le loro tracce. Una volta terminato l’interrogatorio, partirò anch’io per la caccia. Per allora spero di poter nuovi nuovi elementi ai pochi che conosciamo e speriamo che ci possano aiutare a fare luce su tutta questa storia > >.

< < Direi che la linea di azione da seguire è stata ufficialmente decisa > > dichiarò Gaara con tono fermo, con la chiara intenzione di non voler sentire più nessuna obiezione < < Avete qualcos’altro da aggiungere, Consigliere Oteru? > >.

Oteru cercò di mantenere un’espressione ferma di fronte agli odiati tre membri della famiglia reale della Sabbia. Gli bastò fissare per pochi attimi gli occhi freddi e inespressivi del Kazekage per capire che la discussione era giunta al termine.  Non era così che doveva andare e la rabbia del politico raggiunse il culmine quando l’ambasciatrice si chinò ad afferrare il corpo ancora privo di sensi del ninja di Konoha. La donna si passò rudemente un braccio di lui intorno alle spalle, sollevandolo con facilità. Non sembrava per nulla il comportamento tipico di una donna impegnata a soccorrere il proprio uomo.

Mostrando con inquietante calma e sicurezza la propria forza con il carico che portava, Temari tornò a fissare freddamente il politico, il quale restava accerchiato dai suoi uomini bloccando la porta d’uscita.

< < Posso solo dire di essere felice che come sempre il nostro Kazekage dimostri una così tale efficienza. Anche nelle situazioni più drammatico > > rispose alla fine il politico, con uno sgradevole tono di voce dolce e quasi stridulo.

Egli chinò umilmente il capo, senza però nascondere una nota di ironia nella propria voce < < Se questa è la vostra volontà, Lord Kazekage, allora ancora una volta tutto il Consiglio della Sabbia si impegnerà a rispettarla > >.

Il politico non aggiunse altro. Si affrettò a lasciare l’ufficio, seguito prontamente dai suoi uomini. Tuttavia, prima di svoltare l’angolo, lanciò un’ultima occhiata velenosa all’interno della stanza, in direzione della giovane kunoichi, una mortale nemica da togliere di mezzo al più presto. Oteru non avrebbe mai potuto immaginarlo, ma da come si erano evolute le cose, non era più il potente Kazekage il principale ostacolo ai suoi piani. Temari Sabaku della Sabbia, principessa e ambasciatrice, nonché membro effettivo dell’Unione Shinobi, doveva morire al più presto.
 
 ............................
 
 
L’ultima guardia del corpo sbatté rumorosamente la porta dell’ufficio alle sue spalle, lasciando poi la stanza nel più assoluto silenzio. Temari teneva ben salda la presa sul suo uomo ancora profondamente svenuto. Gli occhi color smeraldo squadravano quella porta chiusa con mortale freddezza.

Fu Kankuro a rompere energicamente la tensione silenziosa che si era creata nella stanza. Durante l’accesso incontro con Oteru sarebbe voluto intervenire molte volte, ma anche lui come Gaara era rimasto letteralmente scioccato. Poteva aspettarsi di tutto, persino uno scontro sanguinoso con i ninja del Consigliere, nel quale si sarebbe gettato senza esitazione nonostante l’antipatia che provava verso lo stratega della Foglia, ma mai si sarebbe aspettato un gesto simile da parte di sua sorella. Aggredire con violenza l’uomo che amava e ora lo stava pure per arrestare. Persino per lei era stata una mossa del tutto inaspettata, soprattutto conoscendo il suo carattere estremamente riflessivo. 

< < Che diavolo ti è saltato in mente, Temari? > > sbottò alla fine il marionettista, non potendosi più trattenere. < < Per quale motivo hai colpito Nara in quel modo? Non vorrai farmi credere che lo ritieni colpevole? È impossibile una cosa del genere, lo sai anche tu > >.

< < Cerca di calmarti, Kankuro > > lo ammonì Gaara, osservando attentamente le spalle della sorella.

< < Gaara > > borbottò Kankuro a bassa voce. Pur sforzandosi, non riusciva ancora a capire cosa fosse appena accaduto. Davvero Temari aveva l’intenzione di consegnare il suo amato al reparto investigativo?

Gaara poggiò le mani sulla scrivania colma di documenti di ogni genere. La conversazione avvenuta qualche mese prima sul terrazzo del palazzo del Kazekage era ancora ben scolpita nella sua mente. < < Non c’era alcun bisogno di farlo, Temari > > disse il rosso con eccessiva calma.

Entrambi i fratelli osservano le spalle muscolose della sorella. Il corpo di Shikamaru sembrava letteralmente un peso morto, sorretto dalla giovane senza nessuna apparente fatica. < < Era l’unico modo > > sussurrò lei, senza voltarsi.

Temari sistemò meglio il braccio del suo uomo sulla propria spalla, circondandogli la vita con l’altro braccio. < < Alla fine della guerra feci un giuramento solenne con me stessa > > dichiarò la bionda con voce tremante, colma di dolore < < Dopo essere sopravvissuti a quell’inferno, promisi a me stessa, giurai davanti ad ogni divinità venerata in questo mondo, che mai avrei permesso che a Shikamaru venisse fatto del male in qualsiasi modo possibile. Lo giurai solennemente dopo aver rischiato di perderlo ed ero pronta e decisa a compiere qualsiasi azione pur di rispettare il mio giuramento, pur di non rischiare mai più. Allora non potevo certo immaginare dove questo giuramento mi avrebbe portata. Oggi ho avuto una risposta > >.

< < Che cosa vuoi dire? > > domandò Kankuro, visibilmente preoccupato.

Temari era sollevata del fatto che stesse dando le spalle ai suoi fratelli. Le lacrime di profonda sofferenza che stava versando in quel momento non voleva rivelarle a nessuno, nemmeno alla sua stessa famiglia.

< < Ho ferito Shikamaru come mai avrei immaginato di poter fare > >.

Gaara parlò con tutta la gentilezza di cui era capace < < Non era necessario, Temari. Sono consapevole che l’hai fatto per proteggere la mia posizione di Kazekage. Il consenso di Oteru non è ancora così grande da preoccuparci. Il suo obiettivo è unicamente il potere, questo il popolo della Sabbia lo vede con chiarezza > >.

< < Ma egli può accrescere il suo potere sul villaggio, Gaara. Ci lavora da anni con ogni mezzo necessario > > replicò lei con forza < < Ha continuato a tramare nell’ombra, unicamente allo scopo di screditarti in ogni modo possibile. Vuole che la nostra gente ti consideri un mostro incontrollabile, un pericolo per la comunità. Vuole che la gente arrivi a considerare dannosa questa costante vicinanza verso altri paesi e culture e per farlo deve attaccarti direttamente > >.

< < Non è l’unico, Temari. Molti cercano di usare il mio passato per isolarmi, per allontanarmi dalla guida del nostro paese. Ho il sospetto che Oteru faccia parte di un gruppo molto più complesso, composto non soltanto da politici, ma anche da molti shinobi e mercenari di ogni genere > >.

< < Come un gruppo di schiavisti per esempio. Molti utili per incrementare i propri guadagni > > interloquì lei freddamente < < E’ un gruppo che non contrasta soltanto la tua posizione come Kazekage. Loro sono quelli che contrastano l’Unione e il nostro progetto di alleanza. Vanno contrastati e fermati, Gaara > >.

< < Molti di loro avranno fortissime ragioni di guadagno per creare così tanti problemi. Soprattutto certi shinobi come i bastardi che accompagnavano quell’odioso grassone > > intervenne Kankuro, disgustato.

< < C’è lui dietro tutto questo. Dietro il rapimento dei bambini e l’uccisione delle nostre sentinelle. Ne sono certa > > esclamò Temari con rabbiosa determinazione, sebbene il dolore fosse forte e opprimente.

< < Scoprirò cosa sta tramando e quando lo farò, mi assicurerò che non possa più nuocere. Gli schiaccerò la testa come ad un serpente velenoso > >.

< < Hai colpito Shikamaru per annullare il conflitto di interessi che Oteru avrebbe potuto usare contro di me. Arrestandolo, noi dimostriamo che rispettiamo la legge, in conformità con i conservatori del Consiglio della Sabbia. Dimostriamo quasi di mettere il nostro paese prima dell’Unione > > disse Gaara, più a sé stesso che ai suoi fratelli.

< < E’ proprio questo l’obiettivo di quel gran bastardo, Gaara: costringerti a scegliere tra Suna e l’Unione Shinobi. Sapendo che sarei dovuta partire all’inseguimento, Shikamaru non si sarebbe mai fatto arrestare. Io lo conosco bene, era pronto a battersi contro l’intero villaggio pur di potermi seguire > > disse la bionda, sorridendo amaramente. Quasi automaticamente la ragazza fece appoggiare il capo del suo uomo sulla propria spalla.

Le lacrime continuavano a scorrere senza sosta < < Avrebbe combattuto con gli sgherri di Oteru in questo stesso ufficio. Non ho agito soltanto per difendere la tua posizione, Gaara. Ho anche protetto l’uomo che amo > >.

< < Come intendi agire, adesso? > > chiese Gaara < < Consegnerai davvero Shikamaru al reparto investigativo? > >.

Temari non rispose subito. Si avvicinò all’uscita dell’ufficio con il suo amato tra le braccia. Il volto di lei, segnato dalle lacrime, riacquistò la solita fredda fermezza che aveva sempre mantenuto dinnanzi ad ogni pericolo. Da ora in avanti non avrebbe più pianto.

< < Siamo fortunati che Oteru non abbia partecipato in nessun modo alla guerra. Lo stesso vale per i suoi sgherri. Non sa che il reparto investigativo ha operato a lungo con me, con Shikamaru e con suo padre Shikaku. Non sa che Shikamaru ha sviluppato un vero legame di fratellanza con molti dei nostri ninja, tra i quali molti di che appartengono ai reparti investigativi. L’avidità e la codardia di quel grassone saranno due potenti alleati per noi. Per poterlo distruggere > >.

La kunoichi della Sabbia non attese alcuna risposta dai fratelli. Uscì dall’ufficio, lasciando il tessen con cui aveva colpito Shikamaru appoggiato su una parete. Dopo aver sferrato il tremendo colpo, Gaara aveva visto le mani della sorella maggiore tremare. Forse da quel giorno non sarebbe stato più così facile per lei impugnare la sua infallibile arma.

< < Non credevo che l’avrebbe fatto > > commentò Kankuro, osservando con occhi stanchi la porta da cui era uscita la sorella.

< < L’amore che Temari prova per Shikamaru Nara è così grande da superare ogni nostra comprensione, Kankuro. Dobbiamo avere fiducia in lei ed aiutarla in ogni modo possibile. La cosa più importante ora è iniziare immediatamente l’inseguimento degli schiavisti. I bambini restano la priorità assoluta. Organizza una prima squadra di ricerca, manderemo una decina dei nostri migliori jonin inseguitori. Devono essere pronti a partire tra un paio d’ore > >.

< < La formerò subito e mi unirò io stesso a loro, se non hai nulla in contrario. Nel frattempo, tu che farai, Gaara? > > chiese Kankuro, conoscendo bene la diligenza incrollabile del fratello. Non era da lui attendere passivamente gli eventi.

Il Kazekage restituì lo sguardo preoccupato del ninja marionettista. < < Contatterò la Foglia seduta stante > >.
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 8
*** Squadra di inseguimento ***


CAPITOLO 8
 
 
 
SQUADRA DI INSEGUIMENTO
 
 
Kankuro era concentrato al massimo. Niente in quel momento avrebbe potuto distrarlo dal suo compito, né la delicatezza della situazione, né tantomeno il familiare calore rovente del deserto. Stava sperimentando una tecnica nuova, la quale richiedeva un’enorme quantità di chakra e concentrazione. Era la prima volta che la metteva in atto nel bel mezzo di una missione, per l’unico e disperato intento di ritrovare i bambini rapiti.

La lunga caccia era iniziata due giorni prima, davanti i cancelli del Villaggio della Sabbia. Il Kazekage in persona aveva formato in poco tempo una forte squadra di inseguimento comandata da Kankuro. Quest’ultimo era stato messo al comando di una squadra di dieci Jonin, ai quali come da regolamento si era aggiunta anche un ninja medico.

Molti dei membri della squadra erano particolarmente esperti nelle missioni di inseguimento, dei veri e propri professionisti quando si trattava di leggere e interpretare le tracce di un fuggitivo in qualsiasi tipo di territorio. Tuttavia, Kankuro aveva chiesto al fratello minore anche la presenza di ninja più affini al combattimento corpo a corpo all’interno del gruppo. Anche se si trattava di una missione di ricerca e inseguimento, non era mai possibile prevedere cosa sarebbe potuto accadere.

Con le braccia sollevate in avanti e gli occhi chiusi in un’espressione di totale concentrazione, il marionettista restava ben attento a mantenere stabili i fili di chakra collegati alla sua nuova creazione. Si trattava di una marionetta particolare, specializzata unicamente in ricerche ed infiltrazioni.

Kankuro non aveva molta familiarità con questo tipo di opere. Nel corso degli anni si era costantemente impegnato nel realizzare marionette da combattimento, specializzandosi nella creazione di armi letali da sfoderare in battaglia con il preciso obiettivo di uccidere il nemico in ogni modo possibile. Pertanto, la marionetta che stava usando per la prima volta in quella missione rappresentava una grossa novità per lui.

L’utilità stava proprio nel fatto che il giovane marionettista potesse controllare la sua creazione anche a diverse miglia di distanza. Poteva spedire la marionetta in avanscoperta, mantenendo sempre al massimo la concentrazione e la stabilità dei fili di chakra, i quali, almeno all’apparenza, sembravano estendersi all’infinito. Più la marionetta si allontanava alla ricerca del nemico in fuga, più aumentavano le difficoltà a mantenere attiva la tecnica.

Era tremendamente difficile e faticoso controllare la marionetta a quella distanza. Nonostante il frenetico prosciugamento del proprio chakra, però, il marionettista non poteva negare l’enorme utilità di quella tecnica. Con la propria energia Kankuro aveva imparato a connettersi direttamente con la marionetta impegnata nella ricerca, anche se così lontana da non poterla vedere nemmeno all’orizzonte. Al suo fianco, i compagni sotto il suo comando attendevano progressi in silenzio. Sfruttavano quei momenti di attesa per riposare e recuperare fiato e chakra, in modo da essere pronti per la ripresa della marcia.

La marionetta d’inseguimento non soltanto era in grado di coprire molte miglia a gran velocità risparmiando tempo prezioso, ma possedeva anche la capacità di mimetizzarsi perfettamente con l’ambiente circostante. Anche se si fosse avvicinata troppo agli schiavisti, sarebbe stato comunque estremamente difficile per loro individuarla. Tuttavia, c’era anche un limite che non poteva superare: un limite di distanza. All’improvviso Kankuro percepì chiaramente di non riuscire più ad estendere i fili di chakra. La lontananza era eccessiva, di conseguenza non poteva più controllare la tecnica. Se avesse tentato di proseguire, avrebbe rischiato con ogni probabilità di perdere definitivamente il contatto con la marionetta.

Così, dopo un’intera ora di ricerca silenziosa, Kankuro fu costretto a richiamare la propria creazione. Il corpo urlava per la fatica, eppure egli avrebbe voluto mantenere attiva la tecnica molto più a lungo. Il suo fisico provava un enorme sollievo, ma il fratello del Kazekage riteneva di aver fallito miseramente per non essere nemmeno riuscito ad individuare il nemico in fuga.

Kankuro riaprì gli occhi, ansimando per gli sforzi compiuti < < Siamo ancora troppo lontani > > disse, rompendo finalmente il silenzio che si protraeva da più di un’ora.

Faceva molta fatica a parlare. Mentre richiamava la marionetta con i fili di chakra, cercò lentamente di recuperare fiato ed energie.

< < Hai scoperto qualcosa, Kankuro? > > chiese un giovane ninja dalle capacità molto promettenti. Si chiamava Akio e nonostante la giovane età, era già stato promosso al grado di Jonin.

Kankuro sospirò pesantemente, fissando l’orizzonte, nonché la strada che presto avrebbero dovuto percorrere. < < Ho spedito la mia marionetta molto lontano. Non ho ancora molta familiarità con questa tecnica, ma è molto più semplice entrare in contatto con essa quando si trova a pochi passi da me. Purtroppo quando si trova così lontana, non posso mantenere il controllo per troppo tempo. L’ho dovuta richiamare > >.

< < Sei riuscito almeno a seguire le tracce di quei bastardi? > > chiese un altro Jonin.

< < Si > > rispose Kankuro < < Per molte miglia. Non sono riuscito a vederli, ma non credo che fossero molto lontani dal punto in cui ho interrotto la ricerca > >.

< < Che direzione hanno preso? > >.

Il marionettista si sedette sulla sabbia. I fili di chakra erano ancora ben visibili nelle sue dita e i piccoli movimenti con esse lasciavano intendere che la marionetta di ricerca era sempre più vicina. < < Hanno fatto molte deviazioni. Le tracce sono facilmente seguibili, grazie anche alle piccole impronte dei nostri bambini. Anche se hanno tentato di far perdere le loro tracce con molte deviazioni, sono riuscito più a meno a comprendere la direzione che stanno seguendo attualmente. Logicamente è molto probabile che faranno molte altre deviazioni lungo la strada ed è questo che mi preoccupa maggiormente. Quanto potranno resistere i bambini ad un ritmo di marcia così forzato nel deserto? > >.

Nessuno del gruppo aveva il coraggio di dare una risposta.

< < Dunque si trovano ancora nella Terra del Vento. Non sono ancora riusciti a varcare i nostri confini. È pur sempre un vantaggio per noi > > intervenne Kones, una delle guardie speciali del Kazekage. Era uno dei guerrieri più forti e preparati del Villaggio della Sabbia. Kankuro era ben contento di avere un membro del genere nella sua squadra.

< < Per un lungo tratto di strada si sono diretti verso est, poi ad un certo punto hanno piegato bruscamente verso sud > > disse Kankuro.

Kones si passò una mano sul capo calvo.  Aveva combattuto valorosamente durante l’ultima guerra ed era abituato ad ogni genere di missione. Conosceva bene i risvolti di un inseguimento come quello. < < Se fossi in loro proverei a fermare i miei eventuali inseguitori durante la fuga stessa > >.

< < Potrebbero farlo, Kones > > convenne Kankuro < < Ma non sappiamo quanti sono. Per poterci sorprendere in un agguato, si presuppone che sia un gruppo numeroso. Forse a coloro che hanno partecipato all’incursione notturna si sono aggiunti dei rinforzi > >.

< < Non importa quanti sono. Per prima cosa dobbiamo trovarli. Poi potremmo spazzarli via > > esclamò Akio impaziente.

< < Frena l’entusiasmo, Akio > > lo rimproverò duramente Kankuro < < Ricorda sempre che il nostro obiettivo principale è quello di liberare i bambini. Non ingaggeremo nessuno scontro fino a quando i nostri giovani resteranno nelle loro mani > >.

I ninja della Sabbia restarono silenzio, pensierosi sotto il sole cocente del mattino. In quel momento finalmente la marionetta di inseguimento raggiunse il gruppo dopo il lunghissimo giro. Come tutte le marionette della Sabbia, era costruita interamente in legno, ma aveva delle dimensioni più piccole rispetto a quelle da combattimento. Aveva anche un aspetto meno appariscente, senza accessori o armi visibili.

< < Continueremo a seguirli > > disse il fratello del Kazekage, rialzandosi in piedi. Subito dopo ripose la marionetta in uno dei rotoli magici usati appositamente per custodire le sue creazioni durante una missione.

< < Stando bene attenti a non perdere le loro tracce, scopriremo presto dove sono diretti. Nel frattempo anche noi riceveremo dei rinforzi > >.

< < Il Lord Kazekage ha chiesto l’aiuto della Foglia. Non abbiamo bisogno del loro aiuto per risolvere le nostre faccende, Kankuro > > esclamò Akio adirato.

Kankuro gli lanciò un’occhiata adirata, anche se comprendeva piuttosto bene il suo punto di vista. < < Un tempo la pensavo come te, ragazzino. Per tua fortuna non hai dovuto mai affrontare l’orrore della guerra, almeno fino ad adesso. Credimi quando ti dico che è molto meglio combattere al fianco di compagni fidati, soprattutto quando devi affrontare un nemico assetato di sangue. Il tuo sangue. La Foglia è nostra alleata e con il loro aiuto proteggeremo la nostra gente > >.

Il giovane Jonin abbassò lo sguardo, senza sapere come ribattere.

< < Muoviamoci, ragazzi. Abbiamo già perso fin troppo tempo > > disse Kankuro, ordinando la ripresa dell’inseguimento.

< < Non dovremmo aspettare Lady Temari, Kankuro? Ormai potrebbe raggiungerci da un momento all’altro > > chiese uno dei Jonin.

Kankuro si concesse una breve risata, ripensando a quanto Temari odiasse essere chiamata con la propria carica nobiliare. Stranamente per lui non c’era mai stato questo problema a Suna e andava benissimo così.

< < Mia sorella è forte ed esperta. Conosce questo deserto meglio di chiunque altro. Sarà lei stessa a raggiungerci molto presto, credetemi. Ragion per cui non c’è alcun bisogno di interrompere la caccia, anche perché non possiamo proprio permettercelo > >.

La squadra di ricerca della Sabbia era pronta a riprendere la marcia.

< < Diamoci una mossa. Marceremo fino al tramonto > >.
 
 
………………………………………
 

Temari superò una grossa duna di sabbia con un unico agile balzo, continuando poi la sua corsa frenetica. Non si era concessa alcuna pausa da quando aveva lasciato la piccola oasi. Seguendo i segnali lasciati da Kankuro lungo la strada, lei aveva proseguito con ritmo costante, dosando le energie come era abituata a fare durante le corse nel deserto. Nella sua carriera di shinobi, Temari aveva spesso affrontato missioni di ricerca e inseguimento lungo lo sconfinato oceano di fuoco della Terra del Vento. Di conseguenza aveva presto imparato a gestire le energie durante una corsa così proibitiva, era stata istruita fin dalla più tenera età per resistere al caldo infernale della sua terra: sia quando si trattava di combattere, sia quando si trattava di inseguire una preda.

In realtà, in situazioni del genere in lei subentrava anche un altro notevole ostacolo: l’enorme peso della micidiale arma che portava dietro la schiena. Fin dalla più tenera età, l’ambasciatrice della Sabbia si era dovuta allenare duramente, allo scopo di fortificare continuamente il suo corpo, per poter essere in grado di trasportare la sua pesantissima arma per lunghi tratti di strada e con qualsiasi clima o temperatura. Ovviamente si era anche addestrata per essere pronta a usarla con letale freddezza al momento opportuno.

I segnali lasciati da Kankuro erano semplici. Si trattava di un sistema di comunicazione fortemente utilizzato dai ninja della Sabbia, soprattutto quando era necessario dividersi nel corso della missione. Come concordato in precedenza, il fratello aveva piazzato lungo il cammino numerosi pali di legno, ben piantati sul terreno sabbioso. Legate a ciascuno di essi, Kankuro aveva lasciato delle fasce colorate, in modo da guidare la sorella maggiora nella giusta direzione. Ad ogni colore, infatti, corrispondeva una specifica indicazione sulla strada da seguire.

Una volta trovato il primo palo di legno, per Temari era stato facile continuare a seguire il percorso tracciato dal fratello. Ne aveva trovati molti altri durante la corsa, avvicinandola sempre di più al gruppo di inseguimento di Kankuro, ma al tempo stesso allontanandola dall’uomo che amava. Temari continuò a seguire i segnali del fratello, fermandosi soltanto per bere e per consumare frugali pasti. In quella corsa estenuante contro il tempo, la giovane kunoichi lottava duramente con sé stessa per non lasciarsi travolgere dalle emozioni, per non essere sopraffatta completamente dall’irrefrenabile desiderio di tornare sui suoi passi. Doveva costantemente contrastare il richiamo quasi irresistibile di riprendere la corsa nella direzione opposta.

< < Probabilmente, pigro come è, lo raggiungerei in pochissimo tempo > > pensò lei con un sorriso amaro.

Si chiese dove si trovasse in quel momento, se Shikamaru fosse già al sicuro fuori dai confini della Terra del Vento. Gli aveva promesso di tenerlo aggiornato su ogni progresso e anche se preferiva tenerlo fuori il più possibile dai pericoli del suo paese, era fermamente decisa a mantenere la sua promessa. Presto sarebbero arrivati i rinforzi della Foglia e Temari era certa che tra i gruppi di ninja inviati in loro soccorso, ci sarebbe stato certamente anche il suo amato. Il pensiero che presto avrebbero combattuto fianco a fianco era sufficiente a sollevarle il morale, ma allo stesso tempo aveva anche il potere di terrorizzarla.

Accarezzata dal caldo vento del deserto, Temari non poté fare a meno di ripensare ancora una volta alla sua vita, a tutto quello che aveva conquistato negli ultimi anni e a tutto quello che avrebbe potuto perdere. Il suo Shikamaru senza saperlo aveva distrutto tutte le rigide barriere che lei aveva faticosamente eretto intorno a sé, per nascondersi da tutto quello che avrebbe potuto ferirla. Dopo gli orrori del passato, finalmente era tornata a fidarsi delle persone. A parte il legame con Shikamaru, la bionda ambasciatrice della Sabbia, un tempo conosciuta come una delle kunoichi più crudeli del mondo, aveva sviluppato molti altri legami di amicizia all’interno dell’Unione Shinobi.

In realtà la maggior parte delle sue amicizie si trovava a Konoha, senza contare il fatto di essere stata accolta immediatamente come una di famiglia all’interno del clan Nara. Era diventata persino una sorta di sorella maggiore per la piccola Mirai Sarutobi, la figlioccia di Shikamaru. La sua vita era completa più di quanto si sarebbe mai immaginata in passato. Il suo defunto padre, per tutta la vita, aveva sostenuto fermamente la pericolosità dei legami per un ninja, la loro attitudine a rendere irrimediabilmente vulnerabili. Ma ora lei era di diverso avviso.

In effetti Temari era arrivata a credere proprio il contrario: ora non andava più in battaglia senza paura per la fredda consapevolezza di non avere nulla da perdere.

Temari aveva paura. Affrontava il pericolo con il terrore di poter perdere i propri legami. Ciò la rendeva vigile e implacabile contro i suoi nemici. Tutto stava nel saper dominare la paura e anzi nel saperla sfruttare per agire con prudenza e decisione. Anche se la voglia di tornare indietro era forte, alla fine prevaleva sempre il suo enorme senso del dovere. Forse in un altro contesto lei si sarebbe potuta abbandonare completamente ai propri desideri dimenticando ogni altra cosa, ma certamente non avrebbe potuto farlo per la missione che si apprestava ad affrontare.

Temari ne era certa: non avrebbe avuto pace fino a quando non fosse riuscita a liberare tutti i bambini. Anche il suo Shikamaru era solito comportarsi in questo modo e presto lo avrebbe trovato al suo fianco per combattere i maledetti schiavisti.

Nelle due ore successive Temari continuò a seguire i pali di legno lasciati dalla squadra di ricerca. Per un buon tratto di strada le tracce non portarono verso nessuna direzione specifica. Le deviazioni erano così irregolari da rendere la ricerca veramente difficoltosa e illogica, almeno per inseguitori poco abituati al territorio. Nei deserti selvaggi della Terra del Vento nessun fuggitivo poteva sperare di poter seminare i ninja della Sabbia. Dopo aver seguito le tracce verso est per diverse miglia, all’improvviso la bionda notò che i segnali di Kankuro piegarono verso sud, facendola allontanare sempre di più dalle zone sicure e controllate della sua terra.

Il Villaggio della Sabbia era situato nel cuore della più grande e selvaggia distesa desertica del pianeta. Tuttavia, a sud delle mura della città l’arido e desolato oceano di sabbia diventava ancora più pericoloso e selvaggio. Era noto in tutte le mappe geografiche con l’appellativo di Pianura Rossa, tristemente famosa per le tante vittime che avevano trovato un’orribile morte in un vero e proprio inferno rossastro. Un luogo definito da molti come infernale, pieno di pericoli e mostri senza nome e dove il caldo raggiungeva livelli troppo estremi per il corpo umano. Si estendeva per migliaia di chilometri, sempre più lontano dai territori controllati e gestiti dal governo della Sabbia.

Temari ci era stata molte volte, fin dalle sue prime missioni come Genin. Nonostante tutta la sua esperienza, però, era ben consapevole che ogni viaggio lungo la famigerata Pianura Rossa rappresentava una sfida con la morte stessa, dove anche il più piccolo errore poteva costare la vita. Gli occhi concentrati della kunoichi restavano fissi sull’orizzonte. Era sorpresa del fatto di non essere ancora riuscita a raggiungerli. Aveva percorso molte miglia a tappe forzate, resistendo alla devastante calura del deserto. Con il tramonto sempre più vicino l’aria diventava più fresca, anche se presto avrebbe dovuto ugualmente fermarsi per riprendere le forze, soprattutto in vista di un possibile combattimento.

Al calar della sera Temari raggiunse una piccola radura. Un ennesimo palo di legno era ben fissato sul terreno vicino una grossa roccia. Si fermò senza fiato ad analizzarlo: come gli ultimi che aveva visto, il segnale continuava a puntare pericolosamente verso sud. Anche se a malincuore, la bionda decise di fermarsi per riposare almeno qualche ora. Il suo fisico era troppo provato: le gambe pesanti, lo stomaco vuoto e persino la vista le sembrava annebbiata per la stanchezza.

Si accinse a recuperare il sacco a pelo per proteggersi dal freddo in arrivo. La kunoichi si era appena distesa, quando una terribile esplosione rimbombò come un tuono nell’ambiente circostante, propagandosi come un eco terrificante tra i venti del deserto. Temari trasalì impaurita, investita poi dalla sabbia che si innalzava impetuosamente. Con un gesto istintivo si ritrovò immediatamente a stringere con forza il manico metallico del ventaglio da guerra che teneva al proprio fianco. In un attimo era già in piedi, pronta a combattere.

L’impatto dell’esplosione era stato forte e violento, al punto che la kunoichi ne sentiva ancora il calore sul viso. Tuttavia essa si era verificata a diverse miglia di distanza e con orrore Temari vide che proveniva chiaramente da sud.

Ignorando il dolore e la stanchezza, la giovane guerriera salì sopra la grossa roccia della radura per avere una visuale completa. All’orizzonte cominciavano ad alzarsi le prime ondate di fumo. Lei era orribilmente consapevole dei danni causabili da questo genere di attacchi, soprattutto se il gruppo veniva colpito a sorpresa.

Nonostante il luogo dell’esplosione fosse ben visibile all’orizzonte, la kunoichi sapeva di dover ancora percorrere diverse miglia prima di poterlo raggiungere. Il corpo urlava per la stanchezza dopo le lunghe e massacranti ore di marcia. Come se non bastasse, le ferite non ancora del tutto rimarginate dell’ultimo scontro con gli schiavisti iniziavano dolorosamente a farsi sentire.
Temari digrignò i denti per lo sforzo e la rabbia. Respirò lentamente, cercando di calmarsi, osservando la meta lontana con occhi di fuoco. Era una follia gettarsi in uno scontro nelle sue condizioni, ma non aveva altra scelta.

< < MALEDIZIONE! > > urlò al cielo la compagna di Shikamaru, per poi scattare come una furia verso il luogo dell’esplosione.
 
 
……………………………………..
 

Kankuro osservò attentamente il paesaggio davanti a sé, pronto a combattere in qualsiasi momento. I crateri e le rocce distrutte lì attorno descrivevano chiaramente i resti di uno scontro. Uno scontro tra shinobi. Non era certo uno spettacolo che il marionettista si sarebbe aspettato di vedere nel bel mezzo dell’inseguimento. Non c’erano altre tracce sul terreno, segno che con ogni probabilità lo scontro era avvenuto all’interno del gruppo di fuggitivi. Nonostante i rischi di avere un intero villaggio shinobi sulle loro tracce, i rapitori avevano trovato il tempo di scontrarsi tra loro. Forse dispute sulla direzione da seguire oppure sulle modalità di riscatto. La paura più grande ovviamente stava nel sospetto che il litigio potesse in qualche aver coinvolto i bambini.

< < Per quale motivo lo hanno fatto? > > si chiese Kankuro ad alta voce.

Gli altri membri della squadra erano già schierati in formazione, attenti anche al più piccolo rumore o segnale di pericolo. Alcuni di loro, come Kankuro, erano impegnati nella ricerca di possibili indizi sul campo di battaglia.

Kones era chino sul terreno vicino ad uno dei grossi crateri. C’erano resti di strane pietre sparsi ovunque e non sembravano per nulle le tipiche rocce del deserto della Terra del Vento.

< < E’ stata consumata un’enorme quantità di chakra in questo luogo > > disse Kones, passando le dita sul terreno sabbioso in fondo ad uno dei crateri. < < L’energia si può ancora percepire distintamente nell’aria. Si tratta di un chakra di Terra, molto forte, impregnato di un’irrefrenabile voglia di uccidere. Ciò che mi preoccupa, però, è che non riesco a percepire nient’altro. Contro chi ha combattuto il possessore di questo tipo di chakra? > >.

< < Le tue abilità sensoriali sono tra le migliori del nostro villaggio, Kones. Se tu non riesci a percepire altra energia, oltre a quella che hai già percepito, significa che difficilmente potremmo trovare altre risposte su ciò che è accaduto qui. Forse da ora in avanti sarà ancora più difficile seguire le loro tracce > > osservò Akio, stringendo i pugni.

Kankuro si voltò verso i suoi compagni. < < Per quale motivo si sono scontrati fra di loro? > > domandò di nuovo, questa volta rivolto direttamente a loro.

< < Soprattutto con un intero villaggio sulle loro tracce. Il tempo perduto a causa di uno scontro può essere fatale per un gruppo in fuga > >.

< < I bambini potrebbero essere stati coinvolti nella battaglia, Kankuro > > disse ansiosamente l’unica donna del gruppo, nonché l’ufficiale ninja medico della squadra. Si chiamava Lessin ed oltre ad essere estremamente preparata nelle sue competenze mediche, era anche una donna molto sensibile, sempre pronta ad aiutare il prossimo.

< < Non c’è modo di saperlo > > rispose il marionettista con un certo timore < < Voglio soltanto sperare che i rapitori nutrano un forte interesse verso i nostri piccoli allievi. Hanno corso così tanti rischi per rapirli, quei maledetti bastardi hanno ucciso in casa nostra per realizzare il loro obiettivo. Avranno tutto l’interesse a mantenerli in vita e in buona salute > >.

< < Kankuro > > lo chiamò Kones, il quale stava sempre chino sul terreno.

Sempre con il massimo della prudenza, i membri della squadra si avvicinarono velocemente al cratere. L’espressione della guardia speciale era seria e concentrata. < < Ci sono tracce di sangue qui intorno. Non sono tante. Hanno tentato in tutti i modi di nasconderle, ma per un ninja sensoriale è molto semplice distinguere l’inconfondibile tanfo della morte. Dopo una battaglia è quasi impossibile nascondere del tutto il sangue versato > >.

< < Questo significa che uno di loro sarà rimasto ucciso o gravemente ferito > > disse un altro Jonin.

Kankuro annuì, portandosi un pugno alla bocca. < < Considerando con chi abbiamo a che fare, è molto probabile che la lotta sia conclusa con la morte di uno dei rapitori. Il cadavere potrebbe ancora trovarsi qui, ma sarebbe del tutto inutile cercare di trovarlo. Perderemmo soltanto del tempo prezioso > >.

< < Che senso ha far sparire un corpo, quando si lasciano tutte le altre tracce dello scontro? > > chiese Akio, guardandosi nervosamente alle spalle.

< < Probabilmente il loro obiettivo era soltanto quello di farci perdere tempo > > osservò Kankuro pensieroso < < Costringerci a fermare l’inseguimento su questo campo di battaglia. I rapitori sanno perfettamente che per noi non c’è alcun modo di stabilire con certezza cosa sia accaduto qui. Tuttavia, noi abbiamo interrotto la caccia per analizzare gli ultimi eventi accaduti in questo luogo, mentre gli schiavisti continuano la loro fuga > >.

< < Allora l’unica cosa che possiamo fare è proseguire. Non possiamo rischiare di perdere le loro tracce. I bambini non resisteranno a lungo > > esclamò Lessin, stringendosi le braccia nervosamente.

< < Forse hai ragione > > disse il leader della squadra < < Ma sono anche convinto che ci sfugge qualcosa. Sento che c’è qualcosa di pericolosamente sbagliato in questa faccenda > >.

< < Percepisco anch’io un’inquietante sensazione di pericolo. Abbiamo sbagliato a tardare tanto in questo luogo > > convenne Kones, più serio che mai.

Kankuro incrociò le braccia, perso in mille riflessioni, quando uno dei suoi uomini lo richiamò alla realtà. < < Kankuro, credo di aver trovato qualcosa > >.

Il Jonin si era allontanato di pochi passi dal gruppo, attirato da un oggetto nero conficcato sul terreno.

L’uomo si avvicinò guardingo ad esso, cercando di capire cosa fosse.  < < Sembra una freccia nera > >.

Kones uscì dal cratere che stava analizzando improvvisamente allarmato. < < Una freccia nera! Come quelle che abbiamo trovato la scorsa notta sulla scena del crimine a Suna > >.

< < Non può essere stata lasciata qui per caso > > esclamò Kankuro.

Quest’ultimo si sforzò di analizzare freddamente l’intera situazione. Da quando si erano fermati ad analizzare i resti di quella battaglia, egli aveva continuato a nutrire il forte sospetto di trovarsi in pericolo. Iniziava a temere di aver condotto la sua squadra in una maledetta trappola. Era una paralizzante sensazione di vulnerabilità che non riusciva a spiegare e che soprattutto gli impediva di ragionare lucidamente. Era dai tempi della guerra che non si sentiva così spaesato, totalmente incerto sul da farsi.

Con eccessiva sicurezza l’uomo si chinò per estrarre la freccia dalla sabbia. Di colpo Kankuro comprese, con un tuffo al cuore gli fu tutto chiaro.

< > gridò con forza, ma era già troppo tardi.

Il ninja della Sabbia sfiorò con le dita la freccia ed essa immediatamente esplose. Accadde tutto in un istante: l’esplosione fu terribilmente devastante e investì l’intera squadra di inseguimento. In una drammatica frazione di secondo, Kankuro era riuscito a sfoderare un’unica marionetta di difesa, generando una sorta di barriera. Tuttavia, nonostante il suo enorme sforzo, egli venne investito in pieno dalla violenta onda d’urto, che lo scagliò bruscamente all’indietro a diversi metri di distanza. Il fratello del Kazekage sbatté con violenza sul terreno, non riuscendo a trovare la voce nemmeno per il terribile dolore che ne seguì.

Mentre il mondo intorno a sé si oscurava bruscamente, Kankuro poté soltanto udire le grida disperate dei suoi preziosi compagni. Il suo ultimo pensiero prima di svenire era rivolto unicamente a loro.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** Le antiche leggende della Sabbia ***


CAPITOLO 9
 
 
LE ANTICHE LEGGENDE DELLA SABBIA
 
 
Shikamaru Nara sentiva una profonda sensazione di disprezzo verso sé stesso.

Mentre saltava agilmente da un ramo all’altro, arrivò suo malgrado a provare sollievo per l’aria fresca che finalmente poteva respirare. Tuttavia, si trattava di una sensazione che cercò in tutti i modi di reprimere. Qualche ora prima aveva varcato i confini della Terra del Vento, iniziando la così familiare traversata del tranquillo e verdeggiante Paese dei Fiumi. Era incredibile quanto il clima potesse cambiare da un momento all’altro: quasi senza rendersene conto era passato da un clima secco ad una temperatura mite e fresca, ideale per viaggiare.

Dopo aver lasciato la piccola oasi, Shikamaru aveva percorso senza sosta la lunga strada che lo avrebbe riportato a casa nella Terra del Fuoco. Non si era mai minimamente soffermato sulle possibili conseguenze della sua fuga notturna. Gli sembrava che fosse accaduto mesi prima, quando invece erano passati soltanto pochi giorni. Non gli importava di nulla in quel momento: la sua carriera, il clan o il villaggio stesso. Era soltanto ansioso di unirsi il prima possibile con una delle squadre di rinforzo che sarebbe presto partita per la Terra del Vento. Conoscendo la forza e l’esperienza della sua compagna, c’erano serie probabilità che lei avesse già raggiunto la squadra di Kankuro.

Trovava ancora orribilmente assurdo il fatto di averla dovuta lasciare. Era stremata, ferita per l’ultimo scontro e lui l’aveva lasciata da sola in balia della guerra che si stava scatenando contro l’organizzazione schiavista. Nonostante le valide motivazioni della sua amata, Shikamaru si odiava come non mai, sentiva di aver tradito tutto ciò in cui credeva, il loro legame, tutto ciò che aveva giurato di proteggere. Come poteva sostenere di aver rispettato la sacra volontà del Fuoco, quando aveva dovuto lasciare in pericolo la donna che amava?

Il giovane stratega della Foglia guadò l’ennesimo fiume di quella terra così verde e rigogliosa, totalmente perso nei propri pensieri e dubbi. Il panorama politico della Sabbia era teso, così paurosamente esposto a conflitti interni a causa delle trame nascoste di un Consigliere corrotto. Mentre all’esterno infuriava sempre di più la minaccia di una potentissima organizzazione criminale. Nella sua posizione di potere, Oteru era arrivato ad orchestrare il rapimento di bambini innocenti. Shikamaru non poteva provarlo, ma non aveva dubbi sul fatto che il Consigliere fosse il responsabile di quell’orrendo crimine, insieme alle morti che ne erano seguite.

Shikamaru aveva già perso troppi cari. Le morti del suo maestro e di suo padre ancora lo tormentavano. Nell’ultimo periodo, grazie al supporto instancabile di Temari e nonostante la distanza che li divideva, egli aveva finalmente ritrovato la voglia di vivere. Non avrebbe mai potuto accettare l’eventualità di perderla, il semplice pensiero era così terrificante da togliergli il respiro.

Da giovane Shikamaru non immaginava neppure di poter arrivare a provare sentimenti così forti. Si sentiva pronto a condividere completamente la propria vita con lei. Da qualche tempo le loro continue separazioni erano diventate sempre più difficili e dolorose. Mentre l’osservava allontanarsi dalla piccola oasi, il ninja della Foglia provò la drastica sensazione di rottura, come la definitiva comprensione di non potersi più separare da lei.

Proprio in quel momento la stanchezza fisica ed emotiva divenne insostenibile per lui. Shikamaru mancò con il piede destro l’ennesimo grosso ramo che doveva usare come appoggio per superare un piccolo fiume lungo la via principale. Calibrò malissimo il balzo, commettendo un errore basilare per un ninja e così si ritrovò senza appoggio.
Con il fianco sbatté violentemente contro l’imponente albero. Il suo urlo di dolore sconvolse la quiete del bosco e quasi senza rendersene conto Shikamaru si ritrovò a precipitare nel vuoto come un sacco vuoto. Fu il suo istinto da shinobi a salvarlo all’ultimo momento.

Durante la caduta, Shikamaru trovò la forza di spingersi con entrambi piedi, usando agilmente il grosso tronco per balzare in avanti. Lasciò su di esso due profondi solchi ben visibili.
La spinta ridusse fortemente la velocità della caduta, consentendogli di ristabilirsi un minimo mentre continuava a precipitare. Ciò nonostante l’impatto con il terreno fu comunque violento e doloroso. Poco prima di atterrare, Shikamaru si mosse agilmente in una specie di capriola, nell’estremo tentativo di limitare i danni il più possibile. Rotolò di qualche metro fino alla riva del fiume, restando poi disteso sull’erba bagnata.

A pancia in su, il moro riscoprì la tanta desiderata abitudine nell’osservare le nuvole in un cielo azzurro e sereno, anche se lo fece ansimando affannosamente. A giudicare dall’intensità del dolore, era quasi sicuro di essersi rotto diverse costole tra l’impatto con l’albero e la caduta successiva.

Come se non bastasse, l’ematoma sulla schiena lasciato da Temari non era ancora guarito del tutto ed esso limitava fortemente i suoi movimenti. L’ultima caduta lo aveva quasi fatto svenire per il dolore accecante, soprattutto quando sbatté proprio sul punto dolente lasciato dalla sua donna. Passò qualche minuto prima di riuscire ad alzarsi. Bevve avidamente l’acqua fresca del fiume, furioso con sé stesso per tutto il tempo che stava perdendo.

A passi lenti e incerti, riprese faticosamente a seguire il sentiero principale. C’era ancora troppa strada da percorrere ed era completamente esausto. Con una mano poggiata su una spalla dolorante, Shikamaru camminava tra i paesaggi verdeggianti del Paese dei Fiumi. Nonostante tutto, egli trovò la forza di continuare fino al calar della sera, prima che le gambe lo costringessero a fermarsi. Era troppo stremato e dolorante per proseguire.

Si sedette con la schiena contro un albero, muovendosi il più lentamente possibile. I piedi gli dolevano come mai nella vita, per la verità gli faceva male ogni parte del suo corpo. Dopo aver poggiato la testa contro il tronco, Shikamaru cadde subito in un sonno profondo senza sogni.

 
Il mattino seguente il giovane shinobi si svegliò che il sole era già alto. Fu un risveglio brusco e contrariamente alle speranze di Shikamaru, il riposo che si era concesso non gli aveva dato alcun apparente beneficio fisico, al contrario gli sembrava di non avere ancora per nulla il controllo del proprio corpo. Provò debolmente ad alzarsi, ma il tentativo lo fece urlare di dolore. Nella bisaccia Temari gli aveva lasciato provviste e antidolorifici. Shikamaru prese immediatamente due pillole senza pensarci. Aveva dormito seduto contro quel grosso tronco, non proprio la posizione più comoda. Restando in quella posizione, osservò assorto il sentiero boscoso che così tante volte aveva percorso, spesso anche in compagnia di Temari.

Presto la via sul bosco si sarebbe aperta in una distesa di campagne e pianure fino ai confini del Paese del Fuoco. Dalla posizione in cui si trovava, Shikamaru poteva tenere sott’occhio una buona parte della strada, ma viste le sue condizioni fisiche estremamente precarie non avrebbe certo fatto in tempo nemmeno a nascondersi tra la vegetazione. Nella disperata impazienza di tornare a casa, Shikamaru non aveva minimamente riflettuto del fatto che avesse completamente ignorato anche la più basilare regola sulla sopravvivenza. Ora era costretto a pagarne le conseguenze, bloccato in territorio ostile e incapace di difendersi.

Conciato come era, non avrebbe potuto applicare alcuna strategia per salvarsi. Senti un brivido freddo lungo la schiena. Non era abituato a provare una sensazione così profonda di vulnerabilità e impotenza. Era terrificante.

Continuò ad attendere immerso silenziosamente nella rassicurante natura del bosco. All’inizio pensò di esserselo immaginato, ma in un secondo momento si accorse che le sagome comparse improvvisamente a nord del sentiero fossero terribilmente reali. Data la lontananza non era ancora possibile distinguere le figure che si avvicinavano, ma Shikamaru si convinse subito dell’inutilità di un qualsiasi tentativo di fuga. A mala pena sentiva di avere la forza di alzarsi. Provò miseramente senza successo a sollevarsi.

A quel punto, l’erede del clan Nara estrasse un kunai dalla lama ricurva, stringendo il manico con la poca forza che ancora possedeva. Era uno dei kunai del maestro Asuma, un’arma che diventava terribile e micidiale quando veniva usata con l’energia generata da un chakra potente. Durante l’ultimo anno, sotto la costante e fastidiosa insistenza della sua fidanzata, il moro si era allenato molto nell’uso di quei kunai, cercando di migliorarsi nel combattimento corpo a corpo. Pur sforzandosi negli allenamenti, non si era mai nemmeno avvicinato alla leggendaria maestria del suo defunto mentore. Inoltre, debole come era, non avrebbe nemmeno potuto usare il suo chakra per difendersi.

Le figure si avvicinavano lentamente come spettri verso di lui. Nel caso in cui fossero nemici, la sua fine sarebbe stata certa. Recentemente Temari era stata attaccata proprio nei neutrali territori del Paese dei Fiumi. Eppure Shikamaru era pronto a combattere con ogni risorsa possibile pur di sopravvivere. Aveva ottimi motivi per provarci.

Si trattava di un gruppo numeroso e dai loro movimenti, dal tipo di formazione adottata durante la marcia, Shikamaru comprese che si trattava di shinobi. Kunai alla mano, li vide avvicinarsi sempre di più alla sua posizione. Dopo una snervante attesa, finalmente le figure furono riconoscibili grazie ai raggi del sole e in un istante la paura sparì del tutto. Shikamaru quasi rise per il sollievo. La situazione stava per cambiare. Lasciò cadere a terra il kunai, felice come non mai per il provvidenziale arrivo dei suoi compagni.

< < Beh, non posso certo dire di essere sorpreso > > esordì Shikamaru, sorridendo sinceramente < < Però mi aspettavo di incontrarvi molto prima. Siete i soliti scansafatiche > >.

< < Senti chi parla > > replicò il ragazzo biondo dagli occhi azzurri < < Anche tu comunque in questi ultimi giorni ti sei dato da fare con tante di quelle faccende che una volta avresti definito estremamente fastidiose > >.

< < In realtà le definisco ancora estremamente fastidiose > >.

< < Dovrei prenderti a calci, Shikamaru Nara > > ringhiò arrabbiata Ino Yamanaka, chinandosi ansiosamente su di lui per prestargli le prime cure. Sakura Haruno era già al suo fianco per supportarla.

< < Come stai, Shikamaru? > > chiese la giovane ninja dai capelli rosa, impegnandosi insieme alla sua migliore amica in una prima analisi delle sue condizioni. Le ragazze si accorsero subito delle numerose ossa rotte e del grosso ematoma poco sotto la nuca.

< < Sono stato peggio > > li tranquillizzò il ninja dell’ombra con voce stanca < < Speravo tanto di incontrare qualcuno del villaggio lungo la strada. A quanto pare il nostro Hokage si è mosso in fretta e ha anche radunato la migliore squadra che potessi desiderare > >.

< < Bastardo di un ruffiano > > brontolò Ino, che aveva già iniziato a curare le fratture alle costole.

< < Per fortuna ti abbiamo trovato in tempo. Speravamo proprio di trovarti da queste parti. Il Kazekage ci ha spiegato ogni cosa nel suo messaggio > > disse Chouji, palesemente sollevato di vedere il suo migliore amico ancora vivo, anche se ammaccato in più punti.

< < Forse se avessimo tardato troppo, lo avremmo trovato fatto a pezzi da qualche parte. Dai rapporti sembra che queste regioni siano diventate molto pericolose ultimamente > > esclamò Sai, come se nulla fosse.

Ovviamente si guadagnò un’occhiata furiosa della fidanzata. < < Chiudi il becco, amore > > sibilò il ninja medico.

Shikamaru sospirò, poggiando pigramente il capo contro il tronco. Osservò i suoi amici e compagni: Naruto, Chouji, Sai, Ino, Hinata e Sakura. Vederli così impegnati a salvarlo dai suoi errori fece riaffiorare in lui un fortissimo senso di colpa per come si era comportato. Pensò a sua madre, a Kurenai e alla piccola Mirai. Di certo la sua fuga notturna non aveva portato i benefici che aveva sperato e soprattutto aveva fatto soffrire le persone a lui care.

< < Mi dispiace avervi fatto preoccupare. Io volevo solo…. > > mormorò il moro, insicuro su che cosa dire.

< < Nessuno può biasimarti per ciò che hai fatto, Shikamaru > > disse Naruto, con un sorriso caloroso. Fece passare un braccio intorno alla vita di Hinata, la quale si appoggiò su di lui senza alcuna timidezza. Anche lei sorrise allegramente al compagno ferito. < < Credimi, se mi fossi trovato al tuo posto mi sarei comportato esattamente allo stesso modo. Avrei persino usato il potere di Kurama pur di fare più in fretta. Il maestro Kakashi lo sa bene e ti perdonerà > >.

Le parole del ninja biondo erano così distintamente sincere e genuine, tanto da riuscire a confortare realmente lo stratega della Foglia. Inoltre, quest'ultimo non poteva sapere che Naruto stesse anche bellamente ingnorando tutti gli insulti e le maledizioni di una certa volpe nella sua testa. Naruto mostrava come sempre il suo sorriso allegro e fanciullesco.

< < Non mi sono certo comportato da perfetto Consigliere dell’Hokage > > borbottò Shikamaru, leggermente dolorante per le cure delle ragazze, anche se le sue forze stavano lentamente ritornando.

< < Eppure, quando sarò Hokage, stai pur certo che sarai tu il mio Consigliere. Mi fido ciecamente di te, Shikamaru. Noi tutti sappiamo bene che anche tu sei perfettamente in grado di commettere qualche sciocchezza. Ecco perché siamo qui > > disse l’eroe di Konoha.

< < C’è solo una cosa che devo rimproverarti > > aggiunse Naruto, questa volta con un tono di voce estremamente serio < < Se me lo avessi chiesto, sarei stato subito al tuo fianco. Al diavolo qualsiasi altra cosa. Sai bene che nessuno di noi può permettersi il lusso di fare le cose da solo. Siamo una squadra > >.

< < Lo so bene, Naruto > > convenne il giovane stratega, abbassando lo sguardo.

Chouji gli posò comprensivo una mano sulla spalla < < Tutti noi saremmo stati al tuo fianco, amico mio > >.

< < Mi dispiace > > ripeté Shikamaru, posando lo sguardo su ognuno di loro. < < Avrei dovuto chiedere fin da subito il vostro aiuto > >.

< < Avresti dovuto, ma tutti possono commettere errori. Anche gli intelligentoni come te > > scherzò Chouji.

< < Più di tutto, Shikamaru, siamo felici che tu stia bene > > disse Hinata con dolcezza.

< < Sono contento che ci sia anche tu, Hinata. Questa volta Naruto non è riuscito a lasciarti a casa. E’ un bene che tu riesca a tenerlo in riga. Tuo marito può essere estenuante a volte > >.

< < Lo so bene. In effetti, anche questa volta ha provato a convincermi a rimanere a casa. Per fortuna non sono stata costretta ad usare i Passi dei due Leoni per zittirlo un po’. Ma in futuro chissà, potrei anche ripensarci > >. Hinata parlò con voce dolce, sorridendo amabilmente al marito. Tuttavia, per qualche motivo quest’ultimo tremò leggermente di fronte al sorriso stranamente inquietante della moglie.
 
Per facilitare le cure di Shikamaru, le due ninja medico ordinarono al gruppo di accamparsi al riparo tra i boschi. Chouji lo trasportò delicatamente nei pressi di una piccola radura, dove la squadra della Foglia allestì un campo per la notte. Grazie alle loro tecniche di guarigione, Sakura e Ino curarono in fretta le molteplici ferite del loro compagno e contemporaneamente il suo chakra tornava a circolare normalmente nel suo organismo. Shikamaru chiuse gli occhi, beandosi di quell’esaltante sensazione.

A quel punto, però, pur essendo estremamente grato ai suoi compagni per avergli salvato la vita, egli si sentì obbligato a rivolgere una domanda ai suoi compagni. Una domanda fondamentale per il suo futuro.

< < Vi sono grato per avermi salvato, ma adesso quali sono i vostri ordini? Siete venuti soltanto per recuperare me? > >.

Espresse il proprio dubbio con un certo nervosismo. Anche se era felice di vederli, non sarebbe mai potuto tornare con loro al villaggio.

Naruto sollevò una mano per tranquillizzarlo. < < Non devi preoccuparti, Shikamaru. Sappiamo bene che è inutile anche solo tentare di riportarti al villaggio. Lo sa bene anche il maestro Kakashi, per questo ci ha mandati a cercarti. La minaccia degli schiavisti è reale per tutti, non solo per il Villaggio della Sabbia. Minacciano la pace che abbiamo finalmente riportato nel mondo shinobi, per questo abbiamo il dovere di combatterli. Non siamo venuti solo per salvarti, zuccone. Noi siamo la tua squadra, Shikamaru e appena ti sarai ripreso saremo pronti a ripartire per la Terra del Vento. Si tratta di un ordine ufficiale, impartito direttamente dal nostro Hokage in persona > >.

Shikamaru lo fissò meravigliato. La continua crescita di Naruto era un qualcosa di straordinario, una conferma del fatto che in futuro avrebbe davvero voluto seguirlo. Non si trattava del semplice desiderio di ricoprire una certa carica: Shikamaru voleva seguirlo a prescindere da ogni cosa. Naruto era il possessore di un potere infinito, che trascendeva le nozioni umane sul chakra, eppure lo stratega della Foglia era sicuro del fatto che il suo amico fosse il più degno a utilizzarlo. Forse l’unico degno in tutto il mondo shinobi.

< < Nel messaggio di soccorso, il Kazekage ha illustrato per sommi linee la situazione > > intervenne Chouji. < < Gli schiavisti non erano mai arrivati a tanto: attaccare un grande villaggio ninja. Sappiamo che una squadra di ninja della Sabbia è già stata inviata sulle tracce dei rapitori > >.

Shikamaru si strinse le mani inconsciamente. < < Gli schiavisti hanno a disposizione molte forze e alcune di esse sono pericolose persino per un grande villaggio ninja. Hanno rapito i bambini dall’accademia, uccidendo quattro persone, tutto questo nel cuore della città. Non è un’impresa realizzabile da una comune banda di criminali. È un’organizzazione potente e spietata > >.

< < Shikamaru > > disse ansiosamente Ino, prendendogli una mano < < Dove si trova Temari? > >.

Con gli occhi persi nel vuoto, il moro si sforzò di rispondere. < < Sulle tracce dei rapitori. Si è unita alla squadra di Kankuro. Le tracce degli schiavisti conducevano nel cuore del deserto, con ogni probabilità l’inseguimento è ancora in corso. Ecco perché non possiamo permetterci di perdere troppo tempo > >.

Preferiva non dire ad alta voce di non sapere ancora se Temari avesse raggiunto sana e salva la squadra di Kankuro. Era un pensiero che lo tormentava e che non era in grado di manifestare apertamente nemmeno con i propri amici.

< < Il deserto della Terra del Vento è sconfinato. Senza altre notizie non potremo mai sapere quale direzione prendere una volta arrivati lì. Vagheremmo inutilmente senza mai avvicinarci al nostro obiettivo > > osservò riflessiva Hinata.

< < Ricordo gli esami Chunin in quella specie di oceano infernale > > disse Ino, mentre con il palmo passava sulla spalla di Shikamaru un unguento speciale per gli ematomi più gravi.

< < Allora come faremo? > > chiese Sai.

< < Mi fido ciecamente di Temari > > rispose con sicurezza Shikamaru < < Ha promesso che mi avrebbe avvertito non appena fosse stato possibile. Sarà lei a guidarci in qualche modo lungo il deserto, statene certi. Per un buon tratto di strada non saranno necessarie particolari indicazioni, almeno fino ai confini della Terra del Vento, ma una volta arrivati sarà fondamentale l’aiuto di Temari per poter seguire la direzione giusta > >.

< < Molto bene > > esclamò Naruto, sbattendo con forza il pugno destro sul palmo dell’altra mano. < < La situazione è abbastanza chiara mi sembra. Non vedo l’ora di rompere le ossa a quei bastardi. Aspetteremo che Shikamaru si riprenda, poi partiremo > >.

Shikamaru lanciò una rapida occhiata a Chouji, prima di sospirare rassegnato. < < Forse sarebbe meglio mangiare qualcosa prima > >.

< < Mi sembra davvero un’ottima idea > > commentò l’Akamichi, per poi mettere subito mano alle bisacce delle provviste con sguardo famelico.
 
 
***********

 
Era uno spettacolo da incubo. Distruzione e morte si mostravano dinnanzi a lei con terribile crudezza. Alla prima occhiata, Temari si trovò nel bel mezzo di una scena surreale, difficile almeno in un primo momento da accettare come vera. I fumi dell’esplosione erano pressoché ovunque nella zona, inoltre il paesaggio era cambiato drasticamente. Enormi dune di sabbia erano state letteralmente spazzate vie, insieme a rocce e cactus. Temari aveva percorso le ultime miglia con uno scatto sovrumano, perdendo quelle residue energie che le erano rimaste. Era un miracolo che riuscisse ancora a reggersi in piedi.

La bionda intravide delle figure tra il fumo e i numerosi detriti sparsi sul terreno.  C’erano tre corpi stesi a terra e una quarta figura era chinata sulle ginocchia accanto a uno di loro.
Temari vide che uno dei corpi era quasi irriconoscibile, mentre il terzo, che si stava contorcendo per il dolore, aveva già ricevuto un primo soccorso. L’esperienza in guerra l’aveva abituata ad ogni genere di ferita, per questo si accorse subito che i due ninja sopravvissuti si trovavano in gravi condizioni. Con il panico nella propria voce, urlò tra i lamenti di dolore dei feriti il nome del fratello. Non era ancora riuscita a vederlo nel buio della notte e nella nebbia nerastra che circolava in tutta la zona, nonostante fosse passata già più di un’ora dall’esplosione.

< < Lady Temari! > > urlò una voce stanca e impaurita.

Finalmente la kunoichi fece caso alla figura seduta accanto al ferito. Era Lessin, il ninja medico della squadra. La donna era impegnata strenuamente a bloccare l’emorragia causata da una terribile ferita all’addome dell’uomo.

< < Lessin, dove è Kankuro? > > chiese Temari, senza fiato per la paura e la stanchezza.

< < Sta bene, non preoccupatevi. Ha riportato soltanto una brutta ferita alla testa, ma la guarirò in fretta più tardi. Mi ha chiesto di occuparmi prima dei due più gravi. Ho chiesto agli altri di allontanarsi da qui, per potermi occupare di loro due fin dove possibile > >.

< < Che cosa è successo? Chi vi ha attaccati? > >.

< < E’ successo tutto così in fretta, lady Temari > > rispose Lessin, mentre si accingeva a medicare il ferito. Quest’ultimo aveva ormai perso conoscenza per il dolore.

< < Abbiamo marciato per ore seguendo le tracce. Alcune ore fa ci siamo fermati in questa zona per cercare indizi sugli schiavisti. A quanto pare si era appena concluso uno scontro prima del nostro arrivo. Mentre gli altri studiavano il terreno, uno dei nostri ha trovato qualcosa sulla sabbia e subito dopo è scoppiato l’inferno. Non so dire altro, sono svenuta subito dopo > >.

< < Una trappola > > disse Temari freddamente. Anche se sollevata per le condizioni di Kankuro, la rabbia per tutto ciò che stava accadendo minacciò di sopraffarla completamente. < < Rapporto perdite, Lessin? Qual’ è stato il bilancio dell’attacco? > >.

Visibilmente sconvolta, la donna si passò una mano sporca di sangue sul viso. < < Jiroko è morto. È stato lui a raccogliere l’oggetto dal terreno. Credo che l’esplosione lo abbia ucciso sul colpo.  Come vedete, abbiamo altri due feriti gravi, mentre tutti gli altri se la sono cavata con poco. Credetemi, lady Temari, poteva andare molto peggio > >.

< < Dove si trova adesso Kankuro > > chiese Temari, stringendo i pugni.

La donna indicò una grossa duna poco distante. Una delle poche scampate alla distruzione. < < Akio e Kones l’hanno spostato dall’altro versante di quella duna di sabbia. Si spostati da quella parte insieme agli altri scampati all’esplosione. Kankuro temeva altri attacchi > >.

Oltre l’uomo che Lessin stava medicando, Temari osservò anche l’orrenda ferita alla gamba dell’altro Jonin sopravvissuto. Nonostante le medicazioni del ninja medico, le sue condizioni lasciavano presupporre che l’uomo fosse ancora in pericolo di vita.

< < Devo raggiungere Kankuro e gli altri. Pensi di farcela qui da sola, Lessin? > > domandò l’ambasciatrice, impaziente di raggiungere il fratello.

La donna annuì determinata < < Quando avrò finito qui, sparerò un fumogeno rosso per aiutarmi a trasportarli in sicurezza. Farò di tutto per salvare la vita dei nostri compagni, poi potrò occuparmi anche delle ferite di Kankuro e degli altri > >.

Temari l’abbracciò con forza, sinceramente ammirata del suo coraggio. < < D’accordo, ma stai attenta anche a te stessa. Stai usando molto chakra. Presto avrai bisogno di recuperare le forze, non possiamo rischiare di rischiare di perderti > >.

< < Starò attenta, lady Temari > >.

Dopo un ultimo segno di intesa, la kunoichi della Sabbia si mosse velocemente verso l’immensa duna indicata da Lessin. Non riusciva più a correre, perciò fu costretta a scalare il versante con snervante lentezza. Quando terminò la salita, Temari poté dare una prima ansiosa occhiata all’ambiente sottostante. Attorno al confortevole fuoco da campo, alcuni dei membri della squadra di inseguimento si erano già sistemati sui sacchi a pelo, altri si stavano ancora aiutando a vicenda nelle medicazioni.
Ben presto gli occhi verdi della kunoichi si soffermarono sulla figura del fratello, il quale stava silenziosamente seduto accanto ai suoi compagni. Temari sopirò di sollievo, prima di avvicinarsi con calma ai ninja di Suna.

I Jonin la salutarono formalmente richiamando il suo titolo nobiliare e lei, ormai completamente esausta, rispose educatamente ad ognuno di loro. Si liberò in fretta del pesante ventaglio dalla schiena, trattenendo a stento un sospiro di contentezza dopo averlo fatto.

Si sedette al fianco del fratello con un gemito di stanchezza. < < Finalmente sei arrivata, sorella > > esordì sorridendo il marionettista.

Quest’ultimo aveva una vistosa fasciatura intorno alla testa. Il viso era pieno di tagli e contusioni, ma fu non quello a sconvolgere la sorella. Temari riconobbe distintamente negli occhi del fratello il terribile dolore legato alla perdita. Suo fratello era il comandante della squadra e in qualità di tale carica, alla morte di un compagno era innanzitutto del leader la responsabilità emotiva per un evento del genere. Anche gli altri compagni, tra cui Kones e Akio, avevano riportato soltanto ferite superficiali.

< < Se tu mi avessi lasciato segnali meno idioti, forse sarei arrivata prima > > ribatté duramente Temari, anche se stava controllando attentamente le sue condizioni.

< < Come ti senti? Vedo che ancora una volta hai salvato la pellaccia > > aggiunse la sorella con voce più dolce.

< < Questa volta sono arrivato davvero vicino a lasciarci la pelle, Tem > > disse Kankuro, sorridendo amaramente < < Mi sono reso conto del pericolo solo quando ho visto Jiroko chinarsi a raccogliere quella freccia nera. È colpa mia, avrei dovuto capirlo prima > >.

 La kunoichi lo abbracciò con forza, sperando di confortarlo. < < Non è stata colpa tua, Kankuro. In una missione del genere può accadere di tutto, è impossibile prevedere ogni cosa > >.
Il marionettista annuì con sguardo inespressivo. < < Può darsi. Resta comunque il fatto che un mio compagno è morto e altri due potrebbero fare presto la stessa fine. Ancora una volta quell’arciere ci ha battuti, Temari. Continua a uccidere e sembra sempre un passo avanti a noi > >.

Temari sentì un brivido nel ricordare il cruento combattimento nella Terra dei Fiumi. L’arciere aveva tentato di ucciderla, ma poi, dopo aver fallito, non aveva minimamente partecipato allo scontro. < < Una freccia nera. Il nemico continua a colpirci senza mai palesarsi > >.

< < Questa volta, però, il nostro nemico si è scoperto, Temari > > osservò Kankuro, guardandola dritto nei suoi occhi.

< < Che vuoi dire? > >.

< < Prima era solo un sospetto, ma a questo punto le coincidenze sono davvero troppe. Le tracce parlano chiaro. Pensaci, Temari, un arciere capace di incanalare enormi quantità di chakra nelle frecce che scaglia. Chiunque venga colpito da quei dardi non ha scampo > >.

< < Pensa poi all’esplosione: non era di quelle normali causate da una semplice carta bomba. Il nostro misterioso nemico ha immagazzinato notevoli quantità di energia nella freccia nera, aumentando poi a dismisura l’effetto distruttivo. Jiroko ha semplicemente sfiorato la freccia e poi è esplosa colpendoci in pieno. Ho avuto il tempo di sfoderare un’unica marionetta di difesa. È stata distrutta in un attimo, ma almeno ha salvato la mia vita e quella dei miei compagni vicini. Altri sono stati colpiti molto più da vicino È un miracolo che sia morto solo Jiroko > >.

< < Dove vuoi arrivare, Kankuro? > > chiese ansiosamente Temari < < Al mondo ci sono tanti ninja arcieri, anche se ammetto di non averne mai visti di così abili e pericolosi. Forse ho capito dove vuoi arrivare, ma sembra così assurdo. Per secoli nessuno ha mai avuto notizie su di loro. È una delle tante civiltà perdute della nostra storia, Kankuro > >.

< < Le coincidenze cominciano ad essere troppe, sorella. Un arciere potente che si dirige sempre di più verso sud. Un arciere che supera facilmenete in abilità e potenza anche shinobi forti e preparati. Ha persino attaccato la nostra città. Non può più essere solo una semplice coincidenza, Temari, sai bene cosa c’è oltre la Pianura Rossa > >.

< < Santo cielo > > sussurrò Temari, rendendosi conto dell’assurda piega degli ultimi eventi < < Non è possibile! Le Montagne del Vento > >.

I due fratelli si fissarono sconvolti. Vecchie storie della loro giovinezza ritornarono nella loro memoria in modo così inaspettato. Gli altri Jonin ascoltavano la conversazione completamente smarriti, squadrando i due membri della famiglia reale come se fossero improvvisamente impazziti.

< < Di che accidenti state parlando? > > domandò Akio, dimenticando ogni formalità. In effetti diede voce allo smarrimento di tutti i presenti.

< < Si racconta che un tempo vivevano strane tribù guerriere. I territori sotto il loro dominio si estendevano per centinaia di miglia fino ai meandri più oscuri delle Montagne del Vento. Nessuno, però, ha mai saputo chi fossero o da dove provenissero > > commentò razionalmente Kones.

< < Credevo fossero soltanto leggende > > esclamò un ninja con scetticismo < < Che collegamento esiste tra queste vecchie storie e i nemici che stiamo inseguendo? > >.

< < Molte leggende della Terra del Vento nascono da eventi reali della nostra storia > > osservò Kankuro ricomponendosi < < La nostra è una storia molto antica e complessa. Alcuni momenti del nostro passato sono stati considerati troppo pericolosi e oscuri, al punto da essere fortemente riadattati nei libri di storia, se non addirittura completamente oscurati > >.

< < Esistono molte leggende sulle cosiddette terre oscure oltre le Montagne del Vento. Mia madre mi raccontava certe storie per convincermi ad andare a letto > > disse Akio, con un sorriso di scherno. < < Se non dormi, i demoni delle Montagne del Vento verranno a prenderti. Lo ripeteva fino allo sfinimento > >.

Temari fissò severamente il giovane, prima di scambiare un’occhiata perplessa con Kankuro. Anche il loro defunto padre aveva adottato una politica autoritaria votato ad una rigida riservatezza, anche nei confronti della propria gente. La compagna di Shikamaru annuì convinta verso il fratello. Quei tempi erano passati e non c’era più alcuna ragione di quel silenzio. Inoltre, Temari si stava pian piano convincendo della validità dei sospetti del fratello, di conseguenza non poteva assolutamente tacere.

< < Dato che siamo una squadra impegnata in una missione di vitale importanza, è giusto per tutti avere la situazione chiara sotto ogni aspetto. > > esordì Temari, parlando con voce piena e sicura. < < Sto per commettere un grave reato. Questa parte della nostra storia è stata come cancellata dai nostri libri di storia. Soli in pochi hanno ancora il diritto di poterla conoscere e studiare. I resoconti storici di questi anni bui furono nascosti minuziosamente nei reparti proibiti della biblioteca del Palazzo dei Kazekage > >.

I ninja della Sabbia, sempre più confusi e sorpresi, pendevano totalmente dalle labbra dell’ambasciatrice.

 < < Presto dovremo rischiare insieme le nostre vite in uno dei luoghi più pericolosi e meno esplorati al mondo. Perciò è necessario che voi sappiate tutto. Non mi importa nulla delle conseguenze legali. Siete nostri compagni, ragion per cui meritate di sapere ogni cosa > >.

< < Essendo membri della famiglia reale, io e Kankuro, insieme a Gaara ovviamente, rientriamo tra i legittimati a conoscere l’intera storia del nostro paese. Siamo stati educati a conoscere ogni storia e ogni leggenda del nostro paese. È così, che tra le tante leggende, ci siamo ritrovati a studiare la storia delle Montagne del Vento > >.

< < Le Montagne del Vento si trovano nell’estremo confine sud della Terra del Vento. Sappiamo che in quella distesa infinita di gole e vette tenebrose, ci vivono ancora molte tribù primitive che da secoli non hanno più avuto alcun contatto con il mondo esterno > > commentò il giovane Akio, guadagnandosi un’occhiata adirata dalla kunoichi.

< < C’è molto più di questo > > sbottò Kankuro < < Non interromperla più, Akio. È importante che voi tutti sappiate cosa ci aspetta. Ovviamente nel caso in cui i sospetti miei e di Temari si riveleranno corretti, la nostra destinazione finale sarà proprio in quelle montagne > >.

< < D’accordo, chiedo perdono > > si scusò non troppo convinto il ragazzo.

Di certo, Temari non vedeva il giovane Jonin con simpatia, ma ancora una volta cercò di ignorare la sua arroganza. < < Come giustamente hai detto, le Montagne del Vento si snodano in un vasto territorio di cupe gole e strade strettissime. È un labirinto apparentemente senza uscita di valichi e vette aguzze. Molti di quelli che si sono avventurati non hanno più fatto ritorno. È un luogo pericoloso, quasi completamente inesplorato > >.

< < Quindi siete convinti che i rapitori si stiano dirigendo tra quelle gole per far perdere più facilmente le loro tracce? > > chiese Kones, offrendo a Temari una borraccia d’acqua.
La kunoichi bevve avidamente un lungo sorso d’acqua prima di rispondere < < Non è così semplice, Kones. È vero che le Montagne del Vento possono essere il posto ideale per la fuga di un criminale, ma non è solo questo. C’è un collegamento che capirete anche voi quando saprete tutta la storia. Vi prego di ascoltarmi > >.

Sotto il cielo notturno del deserto, i ninja della Sabbia si sedettero tutti intorno al fuoco da campo, impazienti di sentire una parte completamente sconosciuta della storia del loro paese. Così Temari iniziò il racconto.

< < Gli eventi che ci interessano sono accaduti molti secoli fa, per la precisione durante l’epoca del Primo Kazekage, fondatore del nostro villaggio. A quei tempi i grandi villaggi ninja facevano di tutto per incrementare la loro forza militare. Ogni Kage lottava duramente per il potere e così ovviamente fece anche il Primo Kazekage. Rafforzò il suo esercito e lo portò alla conquista di tutto lo sconfinato deserto della Terra del Vento, cercando di eguagliare le conquiste delle altre nazioni > >.

< < Le guerre si susseguirono contro le numerose tribù del deserto. Nel bel mezzo della sua missione di conquista, il Primo Kazekage condusse il suo esercito lungo la Pianura Rossa, arrivando proprio dove ci troviamo adesso, a poche miglia dalle tenebrose e inospitali Montagne del Vento. Gli eserciti della Sabbia si trovarono così di fronte ad un’ennesima tribù guerriera. Si trattava dei Mendin, un popolo guerriero fiero e colto > >.

< < Credevo di conoscere tutte le tribù del deserto. Non ho mai sentito parlare di questi Mendin > > disse perplesso uno dei Jonin.

< < Non mi stupisce > > ribatté l’ambasciatrice < < I resoconti storici di quel periodo sono sempre stati custoditi con le più rigide forme di segretezza. C’era un motivo ben preciso che portò il Primo Kazekage ad interessarsi sempre di più ai Mendin. Non erano semplici guerrieri del deserto, erano soprattutto dei formidabili arcieri. Sapevano incanalare il loro chakra sulle frecce che costruivano, portando morte e sofferenza tra le fila dei loro nemici. Oggi sappiamo che sono tanti i ninja che sanno usare arco e frecce con l’ausilio del chakra, ma secondo i nostri resoconti antichi l’abilità dei Mendin erano straordinarie > >.

Temari proseguì il racconto, mentre uno dei ninja serviva la cena tra i presenti. La giovane guerriera attese un’abbondante porzione di minestra calda prima di continuare. La gustò con piacere essendo il primo pasto da moltissime ore.

< < Potete ben immaginare quanto il Primo Kazekage potesse desiderare di avere a propria disposizione abilità guerriere così elevate. Bastarono poche scaramucce a convincerlo ad intraprendere la via diplomatica, piuttosto che le solite azioni militari, cosa che non aveva mai fatto fino a quel momento. Con nessuna delle altre tribù il fondatore del nostro villaggio era mai giunto a compromessi. I Mendin accettarono le proposte di pace, forse desiderosi di far parte di una grande nazione in crescita o forse semplicemente non desideravano entrare in guerra contro la potente nazione della Sabbia > >.

< < Così accettarono le offerte di pace, entrando a far parte ufficialmente della neonata Terra del Vento, a condizione di combattere sotto gli ordini del Primo Kazekage. I Mendin lo fecero, come cittadini della nazione della Sabbia presero parte alle guerre di conquista del Kazekage. I Mendin si unirono al suo esercito e combatterono per anni agli ordini del Primo Kazekage in ogni angolo del deserto. Nemmeno le alleanze fra le tribù guerriere furono in grado di arrestare le legioni della Sabbia e in pochi anni grazie alla potenza incontrastata di quest’esercito, il dominio del Kazekage, nella terra che oggi conosciamo, fu completo > >.

L’attenzione dei presenti era interamente rivolta alla kunoichi. Alcuni dimenticarono persino di mangiare nell’eccitazione del racconto. Sui loro occhi era evidente il desiderio di sapere di più. < < Cosa accadde ai Mendin? Come è possibile che non sappiamo nulla su di loro? > > domandò Akio, < < Sarà pur trapelato qualcosa sulla loro esistenza. D’altro canto erano cittadini ufficiali della Sabbia > >.

Temari portò le mani vicino al fuoco per riprendere calore. Osservò assorta la confortante luce delle fiamme, mentre il cuore la portò bruscamente al pensiero di Shikamaru o meglio alla sofferenza per la sua lontananza.

< < Voi tutti conoscete la storia del Primo Kazekage > > continuò Temari in tono formale, cercando di mantenere l’emozione lontana dalla propria voce. < < Anche dopo aver conquistato questa terra, in ogni suo singolo territorio, egli continuò a governare con il pugno di ferro. Il suo fu un governo militare, il più autoritario e violento della nostra storia. A quei tempi era permessa la pratica dello schiavismo, tutelata persino dalla legge > >.

< < Forse arrivò un momento in cui i Mendin si pentirono di aver ceduto così facilmente la loro libertà o forse si accorsero semplicemente di non poter più vivere sotto la soffocante dittatura della Sabbia. Fatto sta che i Mendin si ribellarono e si decisero a combattere contro l’intera nazione > >.

L’incredulità generale interruppe per qualche secondo la storia di Temari. Non era facile immaginare una cosa del genere, nemmeno per ninja esperti e coraggiosi: una tribù che sfida in guerra una nazione potente. Temari sorrise al pensiero delle prossime rivelazioni che avrebbe dovuto fare. Forse qualcuno di loro sarebbe svenuto da lì a poco.

< < Hanno sfidato un’intera nazione. Erano dei pazzi fanatici > > esclamò Akio.

< < Piano con i giudizi > > lo riprese Kankuro.

< < Non erano né pazzi né fanatici, ragazzino > > disse tranquillamente Temari, facendo arrossire il giovane. < < Io credo che abbiano fatto di tutto per evitare la guerra. Avranno commesso degli errori probabilmente, ma alla fine hanno scelto di combattere per la libertà. Anche se i Mendin erano i nemici dei nostri antenati, io ho sempre rispettato la loro scelta > >.

< < Allora saranno stati sterminati. È impossibile che siano riusciti a sopravvivere in una guerra diretta contro una grande nazione shinobi > > aggiunse un Jonin, con tono insicuro.

Temari gli sorrise furbamente e bastò questo a zittirlo. < < E’ impossibile solo se si combatte nel metodo più tradizione. Solo se si combatte come il tuo nemico si aspetta. I Mendin combatterono a modo loro > >.

Lei per prima sapeva bene che a volte la forza bruta non era sufficiente a garantire la vittoria. Quando si era trovata come avversario un certo ragazzino dai capelli a forma di ananas, la guerriera avrebbe dovuto distruggerlo, umiliarlo, costringerlo alla resa. In effetti alla fine Temari aveva vinto l’incontro, ma forse in una battaglia vera sarebbe stata lei quella a soccombere.

< < La guerra durò cinque anni e alla fine furono i Mendin a trionfare > > rispose alla fine con estrema semplicità.

I ninja della Sabbia restarono troppo sconvolti per rispondere alla rivelazione. < < A quanto pare li hai stesi tutti, Temari > > commentò scherzosamente Kankuro.

< < Come è stato possibile? > > chiese Kones, con apparente calma.

< < La Sabbia era abituata a combattere direttamente il nemico. Lo facevano in campo aperto, guardando direttamente in faccia il nemico > > rispose prontamente Temari.

< < I Mendin erano pienamente consapevoli della potenza militare della Sabbia. Erano inferiori di numero e non possedevano le loro illimitate risorse. Ecco perché decisero di ripiegare sui loro territori dove ora ci troviamo, ma non si fermarono in queste zone. Per combattere al meglio delle loro possibilità un nemico apparentemente imbattibile, i Mendin proseguirono la loro ritirata, rifugiandosi alla fine tra gli oscuri labirinti delle Montagne del Vento. Gli eserciti della Sabbia li seguirono, proprio come stiamo facendo noi adesso, ma una volta entrati tra quelle gole, il vantaggio numerico fu perduto per sempre > >.

I ninja fissavano la kunoichi con una strana espressione di disagio. Il luogo di cui si stava parlando era anche la loro destinazione, probabilmente quello in cui avrebbero dovuto affrontare il nemico.

< < Intere legioni furono sterminate tra quelle montagne. Il Primo Kazekage continuò a spedire truppe, ma i Mendin conoscevano troppo bene il loro territorio e le loro abilità di arcieri si adattavano perfettamente alla situazione. Le loro tattiche di guerriglia erano micidiali e nessuna legione della Sabbia riuscì a contrastarle > >.

< < Fu un conflitto sanguinoso. Le poche testimonianze storiche narrano di un periodo buio, di una nazione in guerra per colpa della volontà di un solo uomo. Gli storici della Sabbia non hanno mai specificato come la guerra si sia conclusa. È questa la parte più incerta e oscura della storia, si dice che i Mendin sfoderarono una tecnica terribile, un’arma spaventosa che diede il colpo finale alla guerra. È qui che si concludono i racconti. Ancora oggi, a prescindere da quanto vi ho appena raccontato, non sappiamo quasi nulla di quei territori, né sappiamo che cosa ci sia esattamente oltre quelle montagne > >.

< < Nessuno ha mai saputo con esattezza come si sia conclusa la guerra, che cosa fosse precisamente la tecnica che mise in ginocchio i nostri antenati. I resoconti storici raccontano soltanto di un accordo segreto che il Primo Kazekage stipulò con il Re dei Mendin. La guerra terminò e la Sabbia si impegnò a restituire l’indipendenza ai Mendin, ma in cambio loro lasciarono al Kazekage il dominio sulla Pianura Rossa e di conseguenza su tutto il deserto della Terra del Vento. I Mendin andarono a vivere tra le montagne e di loro non se ne sentì più parlare > >.

< < Una storia incredibile > > commentò Kones ammirato.

< < E’ incredibile! > > sbottò Akio < < Faccio fatica a crederci. I nostri antenati brutalizzati da una sola tribù del deserto > >.

Kankuro intervenne energicamente < < Era necessario raccontarvi tutto questo. Un arciere abile e potente, che oltretutto si sta dirigendo verso le Montagne del Vento, vale a dire gli antichi territori dei Mendin. Ho imparato a non credere troppo alle coincidenze. Anche se sembra incredibile, è molto probabile che il nostro nemico sia un discendente dei Mendin > >.

< < Allora stiamo per entrare da soli in un luogo ostile e sconosciuto, che oltretutto si trova proprio nei nostri confini > > disse cupamente un Jonin.

< < Non possiamo essere sicuri di cosa ci aspetta. Però su una cosa devo darti torto > > disse Temari, con una strana luce negli occhi color smeraldo.

< < E sarebbe? > >.

< < Molto presto non saremo più soli > >.
 
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** Fiducia ***


CAPITOLO 10
 
 
FIDUCIA
 
Il fumogeno rosso illuminò sibilando il cielo notturno. La luce rossastra, ben visibile oltre l’alta duna di sabbia, avvertì l’unico ninja lasciato di guardia all’accampamento. Gli altri membri della squadra erano tutti stesi nei loro sacchi a pelo stremati dopo gli ultimi eventi. Il segnale convenuto del ninja medico Lessin interruppe bruscamente il loro riposo, segno che aveva finalmente prestato soccorso ai compagni feriti dall’esplosione. Dopo aver terminato il proprio racconto, la kunoichi completamente esausta, insieme a tutti gli altri componenti della squadra, si coricò nel proprio sacco a pelo, addormentandosi nel giro di pochi istanti.

I ninja della Sabbia si concessero un riposo teso e pieno di nervosismo. Per tutti fu un sonno tormentato dal dubbio e dalla paura di non conoscere ancora la sorte di altri compagni, oltre al terribile dolore per via della perdita di un compagno. La missione era iniziata con l’unico e semplice obiettivo di inseguire e combattere una pericolosa banda di criminali per riportare a casa i bambini rapiti. Nelle ultime ore, però, i nuovi sviluppi, conosciuti soltanto grazie alle conoscenze dei due membri della famiglia reale, lasciavano intendere che molto presto si sarebbero potuti trovare ad affrontare i discendenti di una tribù di guerrieri straordinari. Un popolo decaduto di arcieri infallibili, che era stato persino in grado di prevalere sulla potenza militare di una grande nazione. Il Primo Kazekage fu addirittura costretto ad arrendersi, arrivando così a ordinare di cancellare quel popolo fiero e valoroso da ogni libro di storia.

L’esistenza stessa dei Mendin era un disonore per il fondatore del Villaggio della Sabbia, perciò fece di tutto per nascondere la sua unica disfatta nella guerra che lo aveva portato a conquistare tutto quello che oggi rappresentava la Terra del Vento.

Come se non bastasse, l’imminente scontro si sarebbe con ogni probabilità scatenato in un luogo oscuro e misterioso, completamente sconosciuto ad ognuno di loro. Ciò rendeva la situazione ancora più incerta e pericolosa. Le Montagne del Vento restavano ancora un totale mistero, circondate da una fama sinistra. Nonostante tutta la stanchezza accumulata, anche Temari si svegliò immediatamente agli inconfondibili sibili dei fumogeni di segnalazione. Il suo istinto da shinobi, così tanto allenato e sviluppato nel corso degli anni, tendeva sempre ad avvertirla quando era necessario tornare immediatamente in sé, anche se immersa nel sonno più profondo.

< < Lessin ha finito di prestare le prime cure ai feriti. Speriamo che sia riuscita a salvare i nostri due compagni > > disse Kankuro, con evidente nervosismo nella propria voce.

< < Dobbiamo aiutarla a trasportarli, Kankuro! > > esclamò Kones, il quale era già pronto a muoversi.

< < Portate le barelle di emergenza! > > ordinò il marionettista. < < Oltre ai due feriti, dobbiamo anche recuperare il corpo di Jiroko > >.

< < Non è necessario che venga anche tu > > disse Kones, rivolgendosi al giovane leader < < D’altronde dobbiamo soltanto recuperarli > >.

< < Mi sono riposato a sufficienza! > > sbottò il fratello del Kazekage < < La ferita alla testa è una cosa da nulla. Ha già smesso di sanguinare da tempo. Andremo in cinque. Uno di noi resterà qui al campo con mia sorella. Lei ha ancora bisogno di riposare > >.

Temari si liberò di colpo dal proprio sacco a pelo. < < Kankuro io …….. > >.

< < Cerca di recuperare le forze, Temari! > > la interruppe Kankuro, poggiandole delicatamente le mani sulle spalle < < Ci metteremo pochi minuti a recuperarli, sperando che siano ancora vivi. Tu hai ancora bisogno di riposo. Se sfrutterai l’intera notte per recuperare le forze, domani il tuo chakra si sarà completamente ristabilito. Sarai pronta a riprendere la caccia. Ora come ora non riusciresti nemmeno ad impugnare il tuo tessen. Fidati di me! > >.

< < Da quando sei così maturo e saggio, fratello? > > chiese lei sorridendo.

< < Beh, qualcuno deve pur esserlo > > scherzò il fratello, prima di caricarsi sulle spalle una barella.

I cinque ninja, muniti di torce, iniziarono così la scalata della duna di sabbia. L’accampamento alle radici di essa restò quasi completamente deserto. Solo Akio e Temari restarono al campo come ordinato dal comandante della squadra. Avrebbe voluto fare di più, ma sapeva bene quanto fosse vitale recuperare le forze nel corso di una pericolosa missione. Fin dall’inizio, l’ambasciatrice non si era minimamente sforzata di nascondere la profonda antipatia che provava verso il ragazzo. Non lo conosceva molto bene, ma aveva sentito molto parlare di lui al villaggio: secondo gli ultimi rapporti, a Suna il nuovo Jonin Akio era considerato come una delle giovani leve più promettenti per il futuro.

D’altro canto, la stessa Temari ammetteva che non era da tutti raggiungere il grado di Jonin in così giovane età. Solo in pochi ci riuscivano e anche lei, come il suo ragazzo, aveva raggiunto quel traguardo molto presto. Tuttavia, trovava estremamente irritante l’atteggiamento arrogante e superficiale di Akio, così preso da sé stesso da non riuscire a vedere la vera realtà delle cose. Non poté evitare di domandarsi se anche lei un tempo fosse così: una ragazza sciocca e infantile, stupidamente convinta di essere sempre la più forte in qualsiasi situazione.

Temari sorrise scuotendo la testa, confondendo il giovane che stava seduto di fronte a lei. Forse lo era stata, ma le tante esperienze vissute, insieme alle persone che aveva incontrato lungo il cammino, l’avevano condotta verso una visione completamente diversa della vita. Restò comodamente seduta, beandosi del familiare tepore del fuoco da campo. Non proferì parola per diversi minuti, ignorando del tutto il solo compagno rimasto all’accampamento. Quella notte aveva dormito poche ore, ma in quel momento non riusciva nemmeno a immaginare di poter dormire. Sperava ardentemente che quel breve riposo sarebbe stato sufficiente per poter riprendere la caccia il mattino seguente.

I due ninja della Sabbia continuarono così la loro attesa. Nel più assoluto silenzio. A breve Temari avrebbe visto il ritorno di suo fratello con due feriti oppure nella terribile eventualità con altri due morti. Osservando assorta le placide fiamme scoppiettare sulla legna, la bionda si accorse di desiderare con ogni fibra del suo essere la compagnia di Shikamaru. La sua mancanza le causava un dolore cocente alla bocca dello stomaco, al punto da costringerla a poggiare entrambe le mani su di esso, come a volerlo fermare in qualche modo. Anche se non poteva mostrarlo a nessuno, desiderava disperatamente provare quella sensazione di sicurezza e calore, una sensazione di inspiegabile benessere che provava soltanto tra le sue braccia. La sua mente la portò prepotente alle infinite ore che trascorreva a letto con lui, nuda e strettamente abbracciata al suo corpo caldo dopo una lunga notte di passione. In momenti del genere, anche lei, la fortissima kunoichi dell’arte del vento, arrivava ad adorare senza remore l’ozio e la pigrizia tipica dei Nara.

La loro relazione durava già da un anno. Nonostante tutti i problemi legati alla distanza e ai rapporti diplomatici tra i loro paesi, per Temari non c’era alcun dubbio sul fatto che il periodo appena trascorso fosse stato nel modo più assoluto il più felice della sua vita. Ora erano di nuovo in guerra. La minaccia che tutti loro dovevano affrontare si stava rivelando sempre più grande e temibile. Gli schiavisti avevano già causato numerose vittime in tutto il mondo ninja. Temari era furiosa, ma era anche terrorizzata.

< < Anche se fossero sopravvissuti, la nostra squadra sarà comunque ulteriormente dimezzata > > disse all’improvviso Akio, interrompendo le riflessioni della guerriera. Dopo il prolungato silenzio, la sua voce sembrava quasi irreale alle orecchie della bionda.

< < Non ha importanza! > > ribatté duramente lei < < La loro vita vale più di tutto. Lessin ha promesso di salvarli e sono certa che lo farà > >.

< < Chiedo perdono, lady Temari. Non avevo certo intenzione di sminuire le vite dei nostri compagni. È solo che non voglio fallire la nostra missione. Fino ad ora abbiamo solamente subito, adesso desidero attaccare i nostri nemici, lady Temari > >.

Temari gli lanciò un’occhiata di pura rabbia, anche se consapevole che il suo nervosismo fosse legato a ben altro. < < Allora dovresti stare più attento alle parole che pronunci, ragazzino > >.

Ancora una volta, calò un gelido silenzio. Il giovane Jonin distolse lo sguardo, non sapendo come ribattere. Suo malgrado, Temari si sentì leggermente imbarazzata per aver mostrato con così tanta foga le proprie emozioni. Si rimproverò mentalmente, ma ciò non cambiava il fatto di essere ancora preda di una rabbia profonda. Per lei era troppo frustrante il non essere ancora riuscita a colpire duramente il nemico, come era abituata a fare da tutta la vita.

< < Come fate, lady Temari? > > chiese Akio, facendola trasalire.

< < Come faccio a fare cosa? > > domandò lei, irritata.

< < A fidarvi > > rispose semplicemente lui < < A fidarvi di persone provenienti da altri paesi. Sono così diversi da noi, lady Temari. Non voglio offendervi, ma forse lo è anche il vostro compagno della Foglia. Incompatibile con ciò che siamo. Nessuno della Foglia potrà mai comprendere l’orgoglio che da sempre contraddistingue i ninja della Sabbia. Come è possibile fidarsi di qualcuno che non sa nulla della nostra terra, della nostra cultura, delle nostre tradizioni o delle difficoltà che noi, abitanti del deserto, dobbiamo affrontare ogni giorno per sopravvivere? > >.

Fu come un colpo di fulmine. All’improvviso la kunoichi comprese. Quella semplice domanda ebbe il potere di snellire fortemente la rabbia o semplicemente il fastidio che aveva provato verso quel ragazzo. Poteva essere un ninja promettente, promosso Jonin in giovane età, esperto in chissà quali tecniche di combattimento, eppure egli non aveva mai visto il mondo oltre i confini della Terra del Vento. Almeno Temari era sicuro che non li avesse mai varcati. Akio, Jonin della Sabbia, aveva semplicemente paura.

Paura di ciò che non conosceva.

< < Lascia che ti chieda una cosa, Akio > > disse Temari, con voce molto più calma e comprensiva.

< < Hai mai affrontato una missione in un’altra grande nazione ninja? Sei sempre rimasto tra i confini del nostro paese? > >.

Akio non poté evitare di arrossire. < < Mi è capitato di vedere altri paesi, ma mai per missioni di una certa importanza. Al massimo semplici missioni diplomatiche o incarichi di poco conto. Le vere missioni che mi hanno portato alla carica di Jonin sono state sempre all’interno del nostro paese. Ho sempre combattuto per difendere le nostre terre > >.

Di nuovo Temari comprese chiaramente molte delle ragioni di quel ninja. Come poteva un tipo del genere arrivare a fidarsi di una realtà diversa da quella in cui era cresciuto, da quella che aveva sempre conosciuto. Per la prima volta la kunoichi sorrise sinceramente al ragazzo, lasciandolo completamente di stucco. Il sorriso di lei era sincero e rassicurante, come se l’ambasciatrice volesse aiutarlo a comprendere qualcosa di impensabile. Lo stesso Akio si rese conto che non c’era più quella profonda aggressività di prima.

Sotto gli occhi sorpresi del giovane Jonin, la kunoichi si alzò in piedi e con un’espressione dura e determinata impugnò l’enorme ventaglio da guerra, aprendolo completamente. Subito dopo, apparentemente senza sforzo lo piantò con forza sul terreno sabbioso.

Con i denti Temari si aprì un piccolo taglio sul palmo della mano destra, passandosi poi il sangue anche sull’altra mano. Rapida e silenziosa, si mosse con entrambe le mani in una serie di segni veloci e aggraziati e al termine posò la mano ferita sul tessen aperto, nel quale si formarono immediatamente i tradizionali simboli delle tecniche ninja spazio-temporali che si mischiarono al sangue della guerriera.

< < Tecnica del Richiamo! > > urlò Temari, portando a termine l’evocazione.

Dal fumo bianco generato dai simboli a terra apparve dopo pochi istanti un’imponente donnola di grandi dimensioni e dal folto pelo bianco. L’animale aveva un portamento fiero ed era vestito con una caratteristica tunica nera con diverse strisce rosse, mentre l’occhio sinistro era coperto da una benda verde scuro. L’animale ninja era armato di una gigantesca falce argentata, un’arma micidiale, famosa in tutta la Sabbia per essere in grado di distruggere interi paesaggi in pochi secondi. Temari aveva distrutto una foresta con l’ausilio di quella potenza micidiale, la quale cooperava perfettamente con il proprio chakra.

< < Il Sommo Kamatari! > > sussurrò con occhi sgranati Akio. < < Non credevo che avrei avuto la possibilità di vederlo con i miei occhi. Per quale motivo avete dovuto evocarlo, lady Temari? > >.

La grande donnola bianca Kamatari era conosciuta a Suna come uno dei sommi animali ninja protettori della nazione. Da molti secoli perdurava la stretta vicinanza tra i ninja della Sabbia e la sua specie, anche se non erano tanti gli umani in grado di stringere con loro un vero legame. Solo un potente ninja del vento poteva sperare di riuscirci.

Temari non rispose alla domanda del giovane. Dalla bisaccia che portava al fianco prese un rotolo già preparato e trascritto, per poi rivolgersi amabilmente al fedele compagno di numerose battaglie. < < Ne è passato di tempo, Kamatari. Perdonami se ti ho convocato senza preavviso, ma ho davvero bisogno del tuo aiuto > >.

< < Salve Temari! > > salutò la donnola, umile e fiera al tempo stesso < < Questa sì che è una sorpresa. L’ultima volta che mi hai evocato c’era una guerra mondiale in corso, non dirmi che il tuo folle mondo si è cacciato di nuovo nei guai dopo così poco tempo? Gli umani sono e resteranno sempre dei poveri stupidi > >.

< < La situazione è seria, Kamatari > > replicò Temari, ignorando del tutto i commenti sbigottiti del giovane Jonin di fronte a sé. < < Credimi, non ti avrei evocato se non fosse veramente importante. Il nemico da affrontare è forte e pericoloso > >.

< < Eppure non mi sembra che ci siano nemici da combattere nelle vicinanze > >.

< < Almeno non per ora, mio vecchio amico. Tuttavia, presto potremo trovarci a dover affrontare una battaglia molto dura. Ho il presentimento che presto saremo costretti a batterci seriamente come ai vecchi tempi > >.

Kamatari mostrò un ghigno inquietante, mentre squadrava attentamente la ragazza. < < Ci sarà da divertirsi! È dai tempi della guerra che non combattiamo insieme, Temari. Spero che tu sia ancora in grado combattere con me > >.

< < Lo scoprirai quando sarà necessario > > ribatté l’ambasciatrice, per nulla intimorita. < < Per il momento ho bisogno che tu mi faccia un favore. So bene che detesti profondamente qualsiasi incarico diverso da uno scontro, ma credimi, ne vale della nostra vita! > >.

< < Lady Temari che cosa…. > > provò debolmente Akio, ma una gelida occhiata della donna lo zittì all’istante.

Senza aggiungere altro, Temari consegnò il rotolo già perfettamente compilato alla donnola bianca. Su di esso era ben visibile un messaggio scritto in codice e dopo una semplice occhiata Akio comprese che era scritto con il sangue. Kamatari obbedì a malincuore, ma non protestò limitandosi a nascondere il messaggio nella propria tunica.

< < A quanto pare questa volta mi costringerai a farti da messaggero, Temari > >.

< < Non sarà il tuo unico compito! Il messaggio nel rotolo è sigillato con il mio sangue > > spiegò Temari, fissando intensamente gli occhi scuri dell’animale-ninja.

< < Dovrai consegnarlo solo a Shikamaru Nara! Il messaggio è unicamente per lui e potrà essere aperto solo da lui. Il sigillo che ho applicato è molto potente, rafforzato con il mio sangue e il mio chackra. Si aprirà soltanto davanti agli occhi di Shikamaru. Nessun’altro potrà leggerlo > >.

< < Che tecnica interessante > > commentò Kamatari < < Questo significa che dovrò viaggiare fino al Paese del Fuoco per recapitarlo > >.

< < Non è detto. Segui la pista più diretta lungo il Paese dei Fiumi. È molto probabile che incontrerai già lì una squadra della Foglia e stai pur certo che di essa ne farà parte anche Shikamaru. Tuttavia, se così non fosse, dovrai procere di gran battuta fino al Villaggio della Foglia. È fondamentale che lui sappia ogni cosa prima di raggiungerci, soprattutto che sappia quale sarà la nostra prossima destinazione. Deve sapere che la battaglia contro gli schiavisti la combatteremo tra le strette gole delle Montagne del Vento > >.

< < Non è un compito che apprezzo molto, naturalmente, ma stai tranquilla che lo porterò a termine ad ogni costo, Temari > > promise la donnola con un piccolo cenno del capo. Temari gli sorrise con estrema gratitudine.

< < Una volta consegnato il messaggio, potrai guidare lui e la sua squadra fino alle Montagne del Vento. Devi muoverti il più rapidamente possibile. Le nostre vite dipendono da questo, Kamatari > > concluse Temar, poggiando una mano sul capo del suo amico, compagno di numerose battaglie.

< < Non ti deluderò, Temari. Partirò immediatamente! > >.

< < Un momento, Lady Temari. Voi non potete farlo! > > provò ancora ad intervenire il ragazzo.

< < Io non potrei farlo > > ripeté lei con voce apparentemente calma e meccanica. < < Che cosa non potrei fare esattamente? > >.

Akio si apprestò a rispondere, ma questa volta la guerriera gli piantò rapida come un fulmine un dito carico di chackra contro il petto. Un dolore intenso percorse tutto il corpo del ragazzo, il quale cadde poi sulle ginocchia. Sopra di lui gli occhi della donna lo fissavano gelidi e minacciosi. Era come se una scarica di vento impetuosa lo avesse travolto all’interno del suo corpo.

< < Forse ti seccherà continuare a sentirtelo dire, ragazzino, ma per adesso dovresti imparare a chiudere la bocca > >.

In effetti il giovane Akio si rese conto di essere stato zittito così tante volte durante il corso della missione. Prima ripetutamente da Kankuro, poi anche da sua sorella maggiore. Ancora una volta il volto del ragazzo si accese di un rosso intenso, una miscela di vergogna e rabbia cocente, che si aggiungeva al dolore fisico.

< < Sono felice di vedere che non sei cambiata per niente, Temari > > sogghignò Kamatari, osservando divertito la scena.

< < Conto su di te, Kamatari! > > lo congedò Temari, dandogli un’altra affettuosa pacca sul capo < < Fai in fretta > >.

La grande donnola bianca partì senza rispondere. In un attimo era già sparita nel buio della notte, lasciando l’accampamento di nuovo nel più assoluto silenzio. Temari osservava assorta le tenebre, consapevole che alle sue spalle si trovava un impulsivo e ansimante ragazzino. Anche non guardandolo, era certa del fatto che fosse sconvolto per la sua ultima azione. Più che per il dolore che gli aveva procurato, Temari era sicura che il ragazzo fosse sconvolto per una cosa in particolare. Consegnare informazioni vitali nelle mani di un ninja straniero: non era certo il tipico comportamento di un ninja fedele al proprio villaggio.

Alla fine, la kunoichi del vento decise di rompere quella tensione. < < Mi dispiace averti colpito, Akio > > disse, sinceramente dispiaciuta. < < Sono accadute tante cose e la situazione è grave. Ecco perché devo muovermi in fretta e con decisione > >.

Il Jonin la fissò intensamente, mentre si massaggiava ancora il petto dolorante.

< < Prima mi hai domandato come faccio a fidarmi degli altri. Forse ora potrei anche risponderti, se avrai la pazienza di ascoltare. Permettimi di spiegarti, Akio Jonin della Sabbia > >.

< < Avete dato delle informazioni vitali del nostro paese ad un ninja straniero. Anche se è il vostro fidanzato, avete appena violato ogni protocollo, ogni regolamento, il nostro sacro codice ninja > > esclamò il ninja senza fiato, con la voce accesa di rabbia.

< < La Foglia sfrutterà queste informazioni. In futuro le userà contro di noi. Poco importa quali siano i vostri legami in quel posto, noi non possiamo fidarci di loro > >.

Il giovane ninja era pronto anche ad affrontare di nuovo l’ira della donna. Per le accuse che le stava rivolgendo, forse lei lo avrebbe persino ucciso, soprattutto conoscendo la sua fama di guerriera implacabile ed irascibile. Inoltre sapeva bene di non essere nemmeno un valido avversario per lei, la forza della kunoichi era leggendaria e temuta in tutto il mondo.Eppure lui non poteva ignorare ciò che aveva appena visto. Gli sembrava così assurdo che un membro della famiglia reale si potesse comportare in quel modo assurdo.

Con sua somma sorpresa, invece, l’ambasciatrice della Sabbia lo guardò con una strana espressione comprensiva e affabile. Lady Temari era così giovane, eppure i suoi occhi color smeraldo trasudavano un’intelligenza tale da farlo sentire in torto indipendentemente da qualsiasi spiegazione gli avesse dato.

< < Posso capire molto bene le tue motivazioni, Akio > > disse Temari, con calma < < Un tempo erano anche le mie. Mi ricordi molto me stessa prima della guerra. Anche per me le leggi e le tradizioni della Sabbia erano importanti più di ogni altra cosa. Eppure la vita da shinobi mi ha costretto fuori dai confini di questo paese e questo ha rivoluzionato per sempre tutto quello che credevo di sapere sul mondo e sui ninja > >.

< < Questo lo avete già detto, ma la fedeltà verso il nostro popolo resterà sempre il nostro più grande dovere, lady Temari > > sbottò Akio, distogliendo lo sguardo.

< < Non dovresti mettere in dubbio la mia lealtà verso la Sabbia con così tanta superficialità, Akio > > rispose con calma la kunoichi < < Se non sbaglio prima hai parlato di fiducia, ma come si ottiene questa fiducia cui tieni così tanto? > >.

< < Pensi forse che basti la semplice provenienza per ottenerla? È sufficiente il copri fronte che indossiamo a determinare il rapporto di fiducia tra di noi, essenziale quando si deve affrontare insieme una missione o una battaglia? Un tempo pensavo anch’io che fosse sufficiente e non nego che per molti possa essere così, ma ho imparato che non può essere così. La vera fiducia tra compagni è ben altra cosa > >.

< < Non capisco dove volete arrivare? Sembra quasi che non riponiate alcuna fiducia nei nostri compagni della Sabbia > >.

< < Ti rifiuti di capire, ragazzo > > ribatté Temari senza scomporsi < < Continui a mettere in dubbio la mia fedeltà verso il Villaggio della Sabbia e ammetto che un tempo ti avrei persino ucciso per una stupidaggine del genere. Tu credi di proteggere al meglio il nostro villaggio, ma sei soltanto un illuso. Credi forse che la chiusura dei nostri confini possa tenerci al sicuro? Mi spiace deluderti, ma gli eventi stessi della guerra smentiscono miseramente questa tua speranza. Il nemico che abbiamo affrontato, un nemico che tu non riusciresti nemmeno ad immaginare nei tuoi peggiori incubi, lo abbiamo sconfitto uniti, con l’unione che continui a disprezzare > >.

< < Allora cosa dovremmo fare? > > chiese di scatto il giovane. Non riusciva proprio a capire dove volesse arrivare la guerriera del vento.

< < Forse ti sconvolgerà sentirlo, ragazzo, ma vedi attualmente in te io non ripongo alcuna fiducia > > disse Temari, con una tranquillità disarmante.

Akio sgranò gli occhi per la sorpresa. < < Che cosa? Ma io sono un ninja della Sabbia. Siamo cresciuti nello stesso villaggio e il mio unico interesse è quello di proteggerlo sempre ad ogni costo. Sono stato scelto da vostro fratello. Come potete non fidarvi di me? > >.

< < Non metto in dubbio le tue capacità di guerriero > > replicò prontamente la bionda < < Sei un ninja indubbiamente promettente per il nostro villaggio, forse sarai anche il più forte della tua generazione, ma di nuovo devo dirti che su di te non ripongo alcuna fiducia. Per essere chiari, ragazzo, a  uno come te non avrei mai consegnato il messaggio che ho appena affidato al mio vecchio amico Kamatari > >.

A quel punto il Jonin non sapeva più come controbattere. Il fuoco da campo sembrava una sorta di barriera tra i due ninja seduti di fronte quel calore confortevole. < < State forse accusandomi di qualcosa, lady Temari? > > chiese Akio, con una punta di preoccupazione nella voce.

< < Ancora non capisci > > rispose lei, alzando una mano per tranquillizzarlo < < Io ho semplicemente detto che non ripongo alcuna fiducia in te e se tu non fossi così preso dal tuo orgoglio capiresti benissimo anche il motivo. Eppure ti assicuro che è molto semplice: io non ho mai combattuto insieme a te, non conosco il tuo modo di agire in battaglia e non so nemmeno quali siano le tue priorità in missione. La porteresti a termine ad ogni costo? Anche a costo di sacrificare la vita dei tuoi compagni? > >.

< < Io non ho mai affrontato la morte in faccia con te al mio fianco. Io non ti conosco, Akio > > ribadì la donna, osservandolo severa. < < Come potrei fidarmi di te? Solo perché proveniamo dallo stesso villaggio? Non ti sembra una cosa completamente insensata? > >.

Finalmente Akio iniziò a capire le ragioni della bionda e di nuovo non trovò la forza di ribattere.

< < E’ vero, io e Shikamaru Nara siamo diversi su così tanti aspetti > > continuò Temari, mentre il ragazzo restava assorto ad osservare le fiamme sempre più deboli. L’alba era ormai vicina
< < Proveniamo da due paesi diversi e anche come shinobi siamo completamente differenti. Sia io che lui siamo cresciuti seguendo le tradizioni e la cultura dei nostri rispettivi villaggi di provenienza. Il mio legame con lui si è sviluppato gradualmente, dopo innumerevoli pericoli. Mi sono ritrovata persino a combattere contro di lui > >.

< < Il destino mi ha portato a crescere al suo fianco, come donna e come kunoichi. Prima ho lottato contro di lui e in seguito mi sono ritrovata a lavorare con lui come alleata e collega. Prima ancora di essere il mio uomo, Shikamaru Nara per me è stato un nemico, un collega, un compagno e un amico. Insieme a lui ho affrontato pericoli che tu non potresti nemmeno immaginare e per farlo ci siamo supportati a vicenda per sopravvivere e per vincere. Alla luce di questo come potresti avere la presunzione di credere che sia io nel torto? Che io stia sbagliando a fidarmi di lui invece che di te? Che io stia sbagliando a fidarmi dell’uomo di cui mi sono innamorata? > >.

< < Fidarsi di un compagno non è sempre così facile per un ninja. Tienilo sempre a mente, Akio! > > concluse Temari, fissando intensamente gli occhi confusi e perplessi del Jonin.

Dopo che Temari terminò il proprio discorso, l’unico suono udibile era il costante scoppiettio del fuoco sulla legna. Lei poteva chiaramente vedere quanto il ragazzo sembrasse dibattuto in chissà quali dubbi o riflessioni.

< < Forse questo ragazzo non ha mai sentito nulla di così insolito. Davvero l’educazione di un ninja è ancora così primitiva e rigida nel nostro paese? > > pensò la bionda, senza più aggiungere altro.

I due proseguirono quella lunga attesa in silenzio seduti davanti al fuoco. L’ambasciatrice lasciò il ragazzo alle sue riflessioni, sperando in cuor suo che arrivasse a comprendere veramente il suo discorso. Entrambi attendevano nervosamente il ritorno dei loro compagni, ciascuno alle prese con i propri tormenti interiori. Il resto della squadra fece finalmente ritorno alle prime luci del giorno. Quando li videro in cima alla duna, Temari e Akio scattarono subito in piedi.

< < Finalmente stanno tornando! > > esclamò Temari, andando incontro al gruppo.

Kankuro stava trasportando da solo il corpo della vittima dell’esplosione, mentre gli altri Jonin stavano trasportando due persone in barella. Al loro fianco Lessin camminava a fatica, barcollando ad ogni passo. Stava quasi per cadere in avanti quando Temari scattò per sorreggerla con entrambe le braccia. Aveva il viso sudato e sporco di sangue. A quanto pare era riuscita a prestare con successo i primi soccorsi ai due compagni feriti gravemente.

< < Lady Temari! > > balbettò il ninja medico, con gli occhi quasi chiusi per la stanchezza < < Sono stabili per il momento, ma dobbiamo portarli immediatamente in ospedale o non ce la faranno. Non ho potuto fare altro con il mio chakra > >.

< < Sei stata bravissima, Lessin > > disse Temari, sorridendole calorosamente. Le scostò gentilmente una chiocca di capelli dalla fronte sudata < < Ce l’hai fatta! Hai salvato le loro vite. Ora riposati, ti prego. Hai usato quasi tutto il tuo chakra > >.

Con un pallido sorriso la donna si abbandonò completamente tra le braccia della guerriera del vento, la quale la sorresse con cura. In breve, anche Akio fu al suo fianco per aiutarla a trasportarla fino all’accampamento. Temari lanciò un’occhiata al fratello, impegnato silenziosamente nel suo triste compito. Era certa del fatto che fosse stato proprio lui ad insistere per trasportare il corpo di Jiroko. Come una responsabilità affidata unicamente al leader.

Il fuoco da campo era ormai quasi completamente spento, mentre i ninja della Sabbia sistemarono delicatamente i feriti. Il marionettista adagiò con cura il corpo del compagno sul terreno sabbioso, coprendolo subito dopo con una coperta verde scuro

< < Nonostante gli sforzi di Lessin, le condizioni dei nostri compagni restano estremamente critiche > > dichiarò Kankuro, la voce carica di dolore e rabbia.

< < Non abbiamo scelta! > > intervenne Temari, poggiando una mano sul braccio del fratello < < Se non verranno immediatamente trasportati in ospedale non ce la faranno. Anche se dimezzeremo ulteriormente la nostra squadra, due di noi devono assolutamente riportare a Suna i nostri due compagni feriti, prima che sia troppo tardi. Ho già inviato Kamatari per guidare i rinforzi fino alle Montagne del Vento. I restanti della nostra squadra dovranno riprendere la caccia al più presto> >.

< < In altre circostanze saremmo anche potuti ritornare tutti al villaggio > > disse Kankuro, incrociando le braccia < < Ma non possiamo farlo in questa situazione. Anche se siamo rimasti in pochi, dobbiamo assolutamente proseguire l’inseguimento e ritrovare le tracce di quei bastardi. I rinforzi arriveranno presto, nel frattempo noi scopriremo ad ogni costo dove intendono portare i bambini e quando lo avremo fatto finalmente potremo rispondere a tutto ciò che ci hanno fatto > >.

Il leader del gruppo rivolse un’altra occhiata al cadavere. La coperta che lo copriva si era già macchiata di sangue. Sbatté con forza i pugni in un’espressione di determinazione mista ad una cruda rassegnazione. Egli sapeva benissimo che proseguendo avrebbe potuto perdere altri membri della sua squadra, ma non c’era altra scelta.

< < Molto bene > > esclamò con voce energica, < < La decisione è presa! Due di noi partiranno immediatamente per riportare i nostri due compagni feriti al villaggio. Il resto della squadra proseguirà la caccia > >.

< < Siamo rimasti in sei. Non certo il numero ideale per affrontare una battaglia > > interloquì Akio, ancora visibilmente turbato.

< < Questa volta non ci faremo sorprendere! > > replicò Temari con un ghigno feroce.

Kankura osservò un’ansimante Lessin prima di proseguire. < < Sono d'accordo.Tuttavia, anche se esausta, non possiamo fare a meno di Lessin in questa sitiazione. Se qualcuno di noi restasse ferito, solo lei avrebbe qualche possibilità di salvarci, per questo la lasceremo riposare qualche ora. Una volta che avrà recuperato un minimo le sue forze e il suo chakra partiremo > >.

< < Se i vostri sospetti sono corretti, la destinazione dei nostri nemici dovrebbe essere ormai chiara > > convenne Kones.

Nessuno della squadra aggiunse altro. Con occhi feroci e impazienti, Temari raccolse il pesante tessen tra le braccia e quando lo sollevò, finalmente lo sentì leggero come sempre, pronto a scatenare morte e distruzione tra i suoi nemici.

Le Montagne del Vento erano ormai molto vicine e questa volta sarebbe stata lei ad attaccare.
 
 
**********
 
 
Dopo un breve e rapido viaggio di agili balzi da un grosso ramo all’altro, il gruppo della Foglia si lasciò alle spalle il verdeggiante paesaggio del Paese dei Fiumi, iniziando così un’ancora più frenetica corsa tra le campagne, che ben presto li avrebbe condotti verso le aride e desertiche terre della Sabbia.

Naruto Uzumaki correva spedito insieme ai suoi compagni. Dentro il proprio organismo, egli era impegnato a far circolare il suo chakra con impressionante frequenza e rapidità, un’abitudine che aveva imparato a rispettare durante gli estenuanti allenamenti con il maestro Jiraya. Far circolare liberamente il proprio chakra, mescolandolo a quello di Kurama, lo aiutava a preparare al meglio corpo e mente prima di una battaglia.

Al suo fianco la moglie seguiva il suo passo con incrollabile resistenza, non perdendo quasi mai terreno rispetto a lui. L’eroe di Konoha provava ancora emozioni fortemente contrastanti per via della sua presenza nel gruppo. Era tormentato dal pensiero che l’imminente battaglia contro gli schiavisti potesse essere più pericolosa del previsto, anche se si fidava ciecamente delle capacità combattive della moglie.

In realtà Naruto era ben consapevole del suo egoismo. La sua Hinata era forte e coraggiosa, una kunoichi straordinaria che aveva affrontato e superato così tanti ostacoli, Naruto non poteva essere più orgoglioso di lei. Ma lui l’amava con tutto sé stesso e voleva tenerla al sicuro ad ogni costo. Non poteva nemmeno immaginare di poterla perdere. Eppure, nonostante tutto, il biondo era felice di averla al proprio fianco, orgoglioso del fatto che sua moglie avrebbe combattuto insieme a lui per salvare molte vite innocenti, per proteggere quella pace che avevano costruito con così tanta fatica e per la quale tanti loro cari avevano sacrificato la vita.

Ignorò decisamente gli insulti e le maledizioni di Kurama, troppo abituato a sentirle. Il demone arancione trovava sempre irritanti e ridicole le sue lunghe riflessioni sull’amore e sul matrimonio. In effetti Kurama non aveva nemmeno mai voluto conoscere direttamente la giovane sposa del suo compagno di battglia. D’altro canto, Naruto non era mai stato un romantico e non si era mai nemmeno sentito a proprio agio nel mostrare apertamente le proprie emozioni, soprattutto quando si trattava dei suoi sentimenti verso Hinata. Nella maggior parte dei casi era Sakura la sua migliore confidente, l’amica che riusciva sempre a consigliarlo e a confortarlo nei momenti peggiori, anche se ovviamente egli non poteva nascondersi nemmeno dalla creatura che da sempre dimorava all’interno del suo corpo.

< < Piantala con queste sciocchezze, Naruto! > > sbottò la volpe dentro la sua testa, con voce rabbiosa < < A breve dovremo affrontare uno scontro. Sarà meglio che ti concentri al più presto. Non saranno questi stupidi pensieri umani a farci vincere. Ci ritroveremo a dover schiacciare chissà quanti nemici, perdere la concentrazione in momenti simili potrebbe costarci la vita > >.

< < Sempre di buono umore a quanto vedo, vecchio mio > > scherzò Naruto allegramente, per nulla intimorito. Il grido d’insulto che ricevette come risposta lo fece ridacchiare ancora di più.

< < Kurama, quando imparerai ad essere meno irascibile. Ci conosciamo bene ormai e abbiamo già combattuto insieme, vedrai che al momento giusto e opportuno potremo scatenarci a dovere. Combatteremo come sappiamo fare e ti assicurò che vinceremo. Ricorda, però, che dovrai rispettare le solite condizioni: si uccide solo in caso di estrema necessità > > disse il biondo, con voce severa.

Dai continui brontolii, Kurama sembrava non volergli dare alcuna soddisfazione, ma questo fece sorridere il giovane ninja, ormai troppo abituato alle reazioni adirate di quella che una volta era considerata la creatura più terribile dell’intera storia del mondo.

< < Sei il solito sciocco senza cervello, Naruto. In battaglia non c’è spazio per alcuna esitazione o compassione. Mi chiedo se tu sia ancora in grado di batterti utilizzando al meglio il mio potere > > disse il demone sarcasticamente < < Ho l’impressione che questo periodo di pace ti abbia miseramente rammollito, Naruto, insieme alla tua dolce sposina. Sei veramente certo di essere ancora il ninja più forte al mondo? > >.

Naruto non si scompose minimamente. < < Ciò che conta è che dovremo essere più forti del nostro prossimo avversario, Kurama. Non importa se non siamo i più forti, ma ti posso assicurare che proteggerò i miei amici ad ogni costo. A costo persino di scatenare tutto il nostro potere > >.

< < Beh, su questo non potrei essere più d’accordo, brutto moccioso > > ringhiò Kurama dentro la sua testa e Naruto sentì un brivido nel percepire la terribile sete di sangue del demone.

La voce adirata della Volpe a Nove Code continuò a risuonare dentro di sé, ma Naruto scelse di ignorare le sue maledizioni. Spostò lo sguardo verso la sua giovane sposa. Aveva un’aria così fiera e nobile. Ancora una volta trovò strabiliante osservare con i propri occhi la forza della donna che amava, una forza che non aveva mai smesso di stupirlo nel corso degli anni. La Hynuga indossava un’aderente giacca color lavanda senza maniche, tenuta alla vita da una cintura nera. Si trattava della nuova tenuta ninja che la ragazza era solita indossare durante le missioni e Naruto non le aveva mai nascosto il fatto di trovarla assolutamente irresistibile con quell’abbigliamento. Così fiera, forte e sicura delle proprie capacità.

Tuttavia, un’occhiata più attenta gli disse chiaramente che gli occhi della moglie erano tesi e preoccupati. Lo sguardo di lei era concentrato sull’orizzonte da percorrere, ma Naruto era certo del fatto che un pensiero fisso la tormentasse incessantemente. In realtà, durante le ultime settimane Naruto aveva spesso provato questa sensazione, persino quando si trovavano nella totale intimità della loro camera da letto.

Molte volte aveva desiderato chiederle che cosa la turbasse così tanto, ma ogni volta qualcosa lo aveva frenato dal chiedere. Naruto sentiva che doveva essere lei ad aprirsi, a confidarsi con lui. Si fidava ciecamente di lei, non c’erano mai stati segreti tra loro due, per cui era certo del fatto che prima o poi lei si sarebbe confidata con lui.

Sospirò leggermente prima di afferrarle delicatamente una mano. < < Tutto bene, Hinata? > >.

Lei trasalì sorpresa, ritrovandosi a fissare gli occhi azzurri del marito. I suoi timori interiori non erano passati inosservati come aveva sperato, ma Hinata si sforzò di sorridergli con tutta la tenerezza possibile. Sapeva di non poterlo ingannare, suo marito era così sensibile e una parte di lei si sentì in colpa per non essersi confidata prima. Ma non era il momento giusto.

< < Certo, amore. Sono pronta a combattere al tuo fianco > > rispose la kunoichi, stringendogli la mano per rassicurarlo. Si sentiva pronta ad affrontare il problema che ormai la tormentava da mesi, ma prima ancora desiderava aiutare suo marito in battaglia. Questa volta niente l’avrebbe fermata, nemmeno Naruto stesso.

Quest’ultimo annuì comprensivo. < < Vedrai che riusciremo a spuntarla anche questa volta, tesoro. Non permetterò a nessuno di distruggere la pace che abbiamo costruito > >.

Hinata gli rivolse quel dolce sorriso che riservava solo a lui. Per il momento decise di dimenticare il suo tormento, lo nascose gelosamente in un angolo della sua mente, con il preciso intento di affrontarlo e risolverlo molto presto. Finalmente si sentiva pronta e sicura di poter assistere l’uomo che amava e lo avrebbe fatto al massimo delle sue capacità.

Tenendosi per mano con le dita intrecciate, marito e moglie continuarono a correre spediti al fianco dei loro compagni, seguendo il loro leader Shikamaru Nara. Davanti a loro con il familiare colorito rossastro e con l’aria sempre più calda e secca, si cominciava ad intravedere l’infinita distesa desertica della Terra del Vento.


 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Le Montagne del Vento ***


CAPITOLO 11
 
LE MONTAGNE DEL VENTO
 
Serana Daimir, membro ufficiale del secolare e glorioso Consiglio della Sabbia, si sciacquò il viso per l’ennesima volta con acqua gelida. Il bagno dell’alloggio in cui si trovava era sfarzoso e lussuoso, pieno di ogni genere di conforto, di un lusso così tristemente raro nel loro arido paese.

Il palazzo del Consiglio metteva a disposizione dei Consiglieri spaziose ed eleganti camere per soggiornare nei periodi lavorativi più faticosi e lunghi. Difatti spesso i membri dell’istituzione ne facevano uso quando l’enorme quantità di lavoro impediva loro di allontanarsi, sebbene molti di loro ne approfittavano semplicemente per rilassarsi o per godere di questo inconsueto privilegio.
Anche se aveva sempre desiderato lusso e ricchezza, Serana si sentiva ugualmente fuori posto in quella camera. In quel momento il suo cuore avrebbe preferito di gran lunga la vecchia casa della sua famiglia, situata in uno dei quartieri più poveri e malfamati del paese.

Dopo la morte dei suoi genitori, avvenuta molti anni prima, lei aveva continuato a vivere in quella casa malandata da sola, impegnandosi strenuamente per soddisfare le proprie ambizioni, prima come kunoichi di alto livello e poi come membro ufficiale del Consiglio della Sabbia. Era partita dal basso e la sua ambizione non aveva conosciuto alcun limite. Serana amava il suo paese e per questo era pronta a fare qualsiasi cosa. O almeno lo aveva creduto in passato.

Nonostante fossero passati mesi dalla sua elezione, Serana ancora stentava a credere di essere arrivata fino a quel traguardo. Sicuramente l’appoggio di un personaggio del calibro di Oteru era stato determinante nella scalata al potere. La sua autorità e influenza l’avevano accompagnata durante i suoi primi incarichi politici e successivamente alle elezioni per la carica di Consigliere della Sabbia. Raramente si era visto un membro così giovane all’interno del Consiglio, indubbiamente l’istituzione più importante dopo la figura del Kazekage.

Abituata al duro ambiente ninja, inizialmente Serana aveva fatto molta fatica ad adattarsi ai subdoli giochi di potere e agli intrighi di palazzo. Per superare certe difficoltà, la donna era stata spesso costretta a soffocare ogni scrupolo e ciò l’aveva portata persino ad aggredire in modo meschino e subdolo una sua vecchia compagna di battaglia.

In passato Serana era stata un’abile combattente e come tale si era spesso trovata ad uccidere per il bene della missione, eppure non si era mai sentita così sporca e disgustata da sé stessa come quando era uscita dalla sala delle riunioni qualche giorno prima. Rispettando il piano di Oteru, lei, come Consigliere ufficiale, si era schierata apertamente contro la famiglia Sabaku. Aveva aggredito verbalmente Temari, violando i suoi sentimenti, accusandola apertamente di debolezza e insultando persino l’uomo che amava.

Prima di quella riunione, Serana era sempre riuscita a superare dubbi e rimorsi, ma ora qualcosa era cambiato. La sensazione di disagio, che aveva provato quando aveva incrociato lo sguardo carico di amarezza di Temari, diventava sempre più forte ed opprimente. L’onorevole Oteru sembrava non avere alcun limite nella sua ambizione e il rapimento dei bambini continuava ad essere un terribile sospetto nella mente della Consigliera. Da quando i piccoli erano stati portati via, Serana aveva mangiato a stento e dormito poco e malissimo.

Serana Daimir non aveva la certezza che era stato proprio Oteru ad orchestrare un crimine così orrendo per screditare il Kazekage, ma se così fosse allora anche lei doveva considerarsi colpevole e complice. Cercava disperatamente di non pensarci, ma dentro di lei sapeva perfettamente quale fosse la verità, non era mai stata una stupida. Non era stato Shikamaru a favorire l’attacco notturno degli schiavisti.

Se tutto ciò si fosse rivelato veritiero,  allora significava che il sangue di coloro che un tempo erano stati suoi compagni di missione era anche nelle sue mani e quel lusso sfrenato non faceva altro che incrementare dolorosamente il peso della sua colpa. Una colpa che nessuno avrebbe mai potuto perdonare. Serana non poté evitare di sussultare rumorosamente, quando sentì improvvisamente bussare alla porta.

< < Avanti > > si affrettò a rispondere, cercando di mantenere la voce ferma senza successo.

La testa del Consigliere Dartus fece capolino nella stanza. Serana l’aveva sempre disprezzato fin da loro primo incontro, lo trovava un uomo subdolo e senza onore. Era terrorizzata al pensiero di poter diventare come lui un giorno: il servo fedele di un grande e potente politico senza scrupoli. < < Forse è già troppo tardi. Forse lo sei già > > disse una voce inquietante dentro di lei. Cercò disperatamente di ignorarla.

< < Che cosa vuoi, Dartus? > > chiese bruscamente la donna.

< < Perdona l’interruzione, Serana > > disse il Consigliere con voce maligna < < Ma l’onorevole Oteru richiede con urgenza la nostra presenza insieme ad altri Consiglieri. Ci sono delle novità e probabilmente l’onorevole Oteru avrà già pronto un piano d’azione per risolvere questa crisi > >.

Serana sentì un brivido freddo lungo la schiena. La fiducia che un tempo aveva nella politica e nella figura di Oteru vacillava sempre di più, ogni giorno con maggiore forza. Forse aveva commesso un errore terribile a seguirlo, un errore che avrebbe potuto distruggere per sempre il suo onore o peggio ancora la sua anima.
< < Sarò pronta tra pochi minuti. Ora lasciami in pace > >.

 
**************
 
Tamara osservava letteralmente terrorizzata lo spettacolo che improvvisamente si era presentato dinnanzi ai propri occhi. Sembrava la fine del mondo, almeno di come lei l’aveva sempre visto, un confine terribile che nessun essere umano dovrebbe mai potuto varcare.

< < Dove siamo? > > si ritrovò a domandare a nessuno in particolare, con voce tremante < < Che posto è mai questo? > >.

Fu Sasha a rispondere. Camminava spesso al suo fianco. Durante quei lunghi giorni di marcia, l’arciera rossa si era spesso avvicinata alla ragazzina, anche solo per osservarla, mentre quest’ultima assisteva senza sosta i suoi piccoli compagni di sventura.

< < Le Montagne del Vento, ragazza > > rispose gelida la guerriera < < L’antica dimora del mio popolo, il luogo che ha visto l’ascesa di una razza guerriera invincibile. La mia stirpe > >.

Tamara fissò interdetta la sua carceriera. Aveva paura di lei, ma allo stesso tempo era anche curiosa e affascinata. Chi era e da dove proveniva? Ma soprattutto per quale motivo si era trovata al comando di una banda di rapitori assassini? Tamara l’aveva vista combattere con il suo arco e in quel momento scoprì che nessun ninja del suo villaggio, fatta eccezione per il Kazekage o l’ambasciatrice Temari, avrebbe mai potuto farla sentire così vulnerabile. Pur non avendo alcuna esperienza di scontri reali, Tamara comprese subito che l’avversario della rossa sarebbe morto in poco tempo e così era stato.

La giovane allieva cercò di controllare il crescente panico, ma la vista dell’oscura maestosità di quelle montagne rischiava seriamente di spezzarla completamente. Più si avvicinavano alle strette vie tenebrose delle Montagne del Vento, più sentiva svanire ogni speranza per lei e i suoi compagni di prigionia.

< < Dove hai intenzione di portarci? Cosa c’è tra quelle montagne? > > trovò la forza di chiedere, nonostante la paura.

Ancora una volta Sasha rimase colpita. La sensazione di disagio restava così opprimente e lei non riusciva proprio a contrastarla. < < Te l’ho già detto, la nostra destinazione si trova oltre le montagne, ragazza. Il Regno di Malartor è ancora lontano. Abbiamo molta strada da fare e da questo momento il cammino sarà ancora più duro per voi. Ma ti ho promesso che nulla di male accadrà a te e ai tuoi compagni. Sono abituata a mantenere le mie promesse, a qualsiasi costo > >.

< < Ma che cosa volete da noi? Siamo solo allievi, alcuni di noi sono così piccoli da non sapere ancora nulla sul chakra o sui ninja. Volete solo denaro per il nostro riscatto….. > >.

Tamara non potè terminare la frase. In un attimo il viso della donna si era tramutato in una maschera di pura furia omicida. La ragazzina pensò seriamente di svenire per la paura.

< < Non offendere, stupida ragazzina. Non sai di che cosa parli > > ruggì la rossa furiosamente. Tamara cercò immediatamente di allontanarsi terrorizzata. Non aveva mai visto la sua carceriera scattare di rabbia in quel modo, nemmeno quando aveva ucciso il mercenario.

La guerriera rossa afferrò bruscamente la ragazzina per un braccio, guardandola negli occhi con odio e rabbia. L’allieva della Sabbia tremò visibilmente per la paura, incapace di sottrarsi a quella morsa d’acciaio. Un dolore intenso la sconvolse, un dolore che non aveva mai provato prima in nessun allenamento la percorse in tutto il corpo. Lo scatto d’ira della donna aveva automaticamente interrotto la marcia del gruppo e alcuni dei bambini, tra la vista delle montagne e lo scatto d’ira della donna, erano già sull’orlo di un’isterica crisi di pianto. Nessun altro schiavista provò ad intervenire.

< < Gli ideali che mi spingono sono nobili e puri, più di qualsiasi altro in questo mondo > > ringhiò Sasha, il viso solitamente calmo era rosso per quell’attacco di collera improvviso < < Ogni mia azione risponde ad una missione della massima importanza che una sciocca ragazza come te non potrebbe mai capire. Ogni vita che ho preso è un sacrificio inevitabile nel sacro cammino che ho scelto di seguire. Ho avuto l’onore e la fortuna di poter combattere per un bene superiore e nessuno può avere l’ardire di sminuire questa sacra verità, soprattutto non potrebbe farlo una stupida ragazzina che non sa nulla del mondo in cui vive > >.

La morsa nel braccio continuava ad essere dolorosamente stretta, tanto che Tamara perse completamente la sensibilità dell’arto. Sentiva una paura tremenda scuoterle lo stomaco, eppure allo stesso tempo sentiva crescere anche una fredda determinazione dentro di lei. Forse perché sentiva i bambini piangere o forse perché quella donna cercava di imporre una filosofia assurda per lei, una filosofia del tutto contraria a ciò che un ninja doveva rappresentare. Così le era stato insegnato in Accademia: il loro Kazekage non avrebbe mai autorizzato il rapimento di bambini o l’uccisione di persone innocenti.

Con ogni probabilità ciò che stava per dire avrebbe potuto persino costarle la vita, ma Tamara non poteva e soprattutto non voleva trattenersi. Non aveva più nulla da perdere, in quella situazione priva di qualsiasi speranza lei sentiva di doversi almeno comportare da vera ninja  Per questo decise di parlare e lo fece con tutta la sicurezza possibile.

< < Nessun ideale può giustificare il rapimento di bambini innocenti > >.

Quelle semplici parole ebbero un effetto sorprendente. Sasha lasciò andare immediatamente la ragazza e quasi senza rendersene conto indietreggiò, una gelida morsa al cuore la spinse con forza ad allontanarsi da quella fragile ragazzina che avrebbe potuto uccidere con una semplice mossa. La voce della giovane ninja era tremante per il dolore e la paura, ma allo stesso tempo ferma dell’assoluta convinzione che fosse lei ad essere nel giusto e come poche altre volte nella sua vita l’arciera rossa sentì di non poter nemmeno tentare di replicare con una qualsiasi patetica giustificazione. Sasha restava muta in un silenzio carico di colpevolezza e una parte di lei arrivò persino ad odiare profondamente l’innocente prigioniera che l’aveva resa così profondamente vulnerabile con poche semplici parole.

Alla fine provò comunque a replicare contro la ragazzina della Sabbia, la quale era rimasta ferma a fissarla coraggiosamente. Sasha rispose con un sussurro, che lei stessa giudicò assolutamente ridicolo e privo di qualsiasi significato considerato il peso dell’accusa di una disperata ragazzina. < < Per il grande disegno > >.

< < Tutto questo è assurdo. Devi lasciarci andare, Sasha……..Ti prego > > disse ancora Tamara.

Sasha non poteva più sopportarlo. Si girò e si allontanò velocemente dalla propria prigioniera. Attraversò a grandi passi la colonna di bambini che lei stessa aveva rapito, dopo aver portato morte e dolore direttamente nella loro casa. Il disegno del grande leader rappresentava il fulcro della missione di Sasha, significava tutto ciò in cui credeva fin da quando aveva imparato a maneggiare l’arco e a uccidere con esso. Non poteva permettersi di dubitarne, non poteva farlo. Mentre fissava le spettrali vette delle Montagne del Vento, l’arciera rossa si chiese per quale motivo il cuore le faceva così male, nonostante la giusta missione che sapeva ancora di dover portare a termine.

Il dolore restava e diventava sempre più forte.
 
***********
 
Il gruppo percorse lentamente le ultime miglia nel deserto, giungendo finalmente a pochi metri dalle tanto famigerate Montagne del Vento. Tamara era ancora sconvolta e dolorante dopo l’ultima spaventosa conversazione con l’arciera rossa. Il punto del braccio che era stato stretto in una morsa d’acciaio pulsava dolorosamente e la ragazzina era abbastanza sicura che fosse già diventato nero sotto la tunica che indossava. Le lacrime erano pericolosamente vicine ad uscire, ma lei cercava disperatamente di trattenersi. Osservando attentamente le terrificanti mura rocciose, Tamara si accorse della presenza di tante gole, alcune così oscure e strette da sembrare realmente il tipico luogo di una storia del terrore inventata da qualche anziano del villaggio.

Gli altri bambini piangevano e tremavano accanto a lei. Tamara li comprendeva benissimo, nonostante cercasse in tutti i modi di non crollare, anche lei voleva disperatamente allontanarsi da quelle montagne maledette e oscure. Era terrorizzata al pensiero di dover percorrere una di quelle strade buie, ma la spaventava ancora di più il non sapere dove li avrebbe condotti questo folle viaggio. < < Riusciremo mai a tornare a casa? > > si chiese senza parlare, così pericolosamente vicina a piangere.

In testa alla colonna la guerriera sembrava studiare attentamente i tanti valichi che si intersecavano nella parete rocciosa in quello che sembrava un vero e proprio labirinto. Tamara ipotizzò che la donna stesse scegliendo il miglior sentiero per farli marciare più velocemente all’interno delle montagne. Presumibilmente l’arciera rossa conosceva molto bene le montagne che si apprestavano ad attraversare.

Per quanto si sforzasse, Tamara non riusciva proprio a comprendere quella donna. Se davvero stava così male per averli rapiti, per quale motivo continuava a tenerli prigionieri? Quale interesse poteva nutrire verso dei bambini indifesi?

< < Forse dovremo fermarci qualche ora, Sasha > > disse ad un tratto il mercenario Tokuo con cautela, avvicinandosi anch’egli alla testa della colonna. Tamara si sforzò comunque di ascoltare la conversazione il più possibile.

 < < I bambini sono stanchi e dovranno essere nel pieno delle forze per attraversare queste maledette………volevo dire queste montagne selvagge > >.

Sasha gli lanciò una rapida occhiata, i suoi occhi gelidi squadrarono l’uomo come una belva in cerca della preda. Tokuo indietreggiò inconsciamente.

< < Non possiamo fermarci ora > > replicò l’arciera con fermezza, tornando a studiare le Montagne del Vento.

< < Distribuite in fretta i mantelli. Terranno al caldo i bambini durante le prossime ore di marcia. Il freddo sarà sempre più implacabile mentre ci addentriamo nel cuore della catena montuosa. I nostri mantelli li proteggeranno > >.

Con forza si rivolse al resto dei mercenari in trepidante attesa dei suoi ordini. < < Ci fermeremo tra qualche ora al riparo di una delle tante caverne che troveremo lungo la strada. Non dimenticate che un gruppo di ninja della Sabbia potrebbe essere ancora sulle nostre tracce > >.

Tamara lo sperava ardentemente nel suo cuore. Era l’unica speranza che le era rimasta.
 
************
 
Sasha restò ad osservare le familiari Montagne del Vento per più di un’ora. Aveva dato ordine di lasciar riposare i bambini. Nel frattempo, lei aveva valutato ogni possibilità. Da un lato viaggiare nella più assoluta oscurità nei cunicoli più stretti, complicando la vita di possibili inseguitori, ma anche incrementando le pene dei piccoli che doveva condurre a destinazione. I sentieri più piccoli erano indubbiamente i più difficili da percorrere. L’alternativa era la Strada del Demone.

< < La trappola esplosiva che hai preparato potrebbe averli fermati definitivamente > > obiettò un altro mercenario, visibilmente più affaticato rispetto ai suoi compagni.

< < Non possiamo sapere quanti nemici abbia ucciso l’esplosione > > esclamò adirata Sasha, lanciando un’occhiata di puro disprezzo al debole uomo di fronte a lei.

< < Ecco perché dobbiamo proseguire > > continuò la giovane guerriera < < In caso di attacco saremmo molto più preparati tra le montagne. Conosco bene il territorio e vi assicuro che nessun patetico ninja di Suna potrebbe sopravvivere alle trappole che preparerei per loro nell’oscurità di queste montagne > >.

< < Quale via percorreremo? > > domandò Tokuo, tenendosi a debita distanza da lei.

Senza rispondere, Sasha si girò ad osservare i suoi piccoli prigionieri. Incrociò brevemente lo sguardo con Tamara, ma lo distolse in un attimo. Sembrava quasi voler impedire ad ogni costo che il senso di colpa e di vergogna potesse sopraffarla nuovamente davanti a prigionieri e carnefici.

< < Percorreremo la Strada del Demone > > rispose decisa Sasha. < < Allungheremo il cammino di qualche giorno, ma è la via più facile da percorrere, soprattutto per dei bambini. È una strada larga, dove sicuramente saremo più scoperti, ma almeno i nostri piccoli prigionieri potranno viaggiare senza particolari difficoltà > >.

< < La Strada del Demone è indubbiamente la via migliore per attraversare le Montagne del Vento. Probabilmente si tratta dell’unico vero sentiero costruito dalla mia gente in questa landa desolata > > precisò la rossa, per tranquillizzare i propri compagni.

< < Durante la marcia resterò sulla retroguardia. Nonostante ciò che possiate pensare, il pericolo più grande si trova sempre alle nostre spalle ed è sempre rappresentato dai ninja della Sabbia. Non dimenticatelo mai > > disse ancora Sasha, fissando duramente i suoi sottoposti.

< < Ma i popoli di queste terre…… > > provò ad obiettare un mercenario, ma venne interrotto con forza.

< < Sono soltanto storie > > ringhiò furiosamente Sasha < < Leggende raccontate da contadini e mercanti di passaggio. Solo idioti come voi possono davvero credere a sciocchezze del genere, nessun abitante misterioso di queste montagne potrà mai farvi del male. Sono soltanto vagabondi perduti nell’oscurità e nel gelo di questi luoghi inospitali > >.

< < I vostri compagni scomparsi sono stati uccisi dai nostri attuali nemici. È questa l’unica verità > > concluse ferocemente la guerriera, sfidando con lo sguardo i suoi sottoposti per nulla convinti.

I mercenari avevano sempre percorso con estremo disagio i numerosi sentieri di montagna fino al terribile Regno del Fuoco e del Ghiaccio, ma ultimamente la sensazione di consueto estraniamento si era tramutata in una paura silenziosa e senza nome. Nel corso degli ultimi mesi molti mercenari erano scomparsi misteriosamente durante le continue traversate forzate delle Montagne del Vento. Sasha non tollerava il terrore ingiustificato degli uomini sotto il suo comando, ma più di ogni altra cosa non sopportava il loro sospetto che dietro le sparizioni ci potesse essere un qualcosa di dimenticato o perduto, un popolo di fantasmi in cerca di vittime da condurre nel buio della montagna. In realtà, lei stessa trovava molto strano che dei ninja della Sabbia si fossero spinti più volte ben oltre i confini della loro terra, per di più in un luogo che da secoli consideravano maledetto.

Di fronte alla rabbia crescente e sempre più frequente della rossa, gli schiavisti non persero tempo ad accettare anche questa decisione e così il gruppo si preparò finalmente ad imboccare la via che li avrebbe condotti nel cuore delle Montagne del Vento. Come predetto, Sasha restò sulla retroguardia della colonna, attendendo pazientemente il passaggio della colonna di bambini. Sentì il cuore martellarle nel petto con violenza, mentre osservava i volti piangenti e disperati dei suoi piccoli prigionieri. Persino Tamara, la più forte di loro, colei che l’aveva addirittura sfidata apertamente, imboccò la Strada del Demone con le lacrime agli occhi.

Sasha lottò con tutta sé stessa per non urlare al vento la propria rabbia. Mai aveva provato a sua memoria così tanta disperazione, si accorse di desiderare con ogni fibra del suo essere di poter liberare quei bambini. Avrebbe ucciso velocemente i mercenari e subito dopo avrebbe restituito i piccoli alle loro famiglie, riaccompagnandoli a casa. Una volta fatto questo, lei era pronta ad affrontare qualsiasi punizione, qualsiasi destino, persino la morte. Ma non poteva farlo, i suoi desideri dovevano ancora una volta essere soppressi da qualcosa di più grande. Il grande disegno era più importante di questi desideri o almeno doveva esserlo. La fede di Sasha non poteva vacillare.

Per altre due ore il gruppo proseguì la marcia addentrandosi sempre di più nel cuore della montagna. Se non fosse stato per il loro addestramento da shinobi, i bambini sarebbero già tutti crollati esausti da un pezzo, ma con l’avvicinarsi del tramonto erano pericolosamente vicini al crollo totale, fisico ed emotivo. Sasha lo vide chiaramente sui volti stremati e bagnati di lacrime di pura disperazione. Ancora una volta cercò di ignorare le emozioni. Stava quasi per interrompere la marcia, quando le sue abilità sensoriali la bloccarono bruscamente.
Per un attimo Sasha pensò di essersi sbagliata, nonostante si fosse sempre fidata ciecamente della propria abilità di percezione. Si girò lentamente, concentrandosi al massimo sulla strada che avevano già percorso.

Bastarono pochi minuti di concentrazione assoluta e ne ebbe la definitiva certezza: qualcuno li stava seguendo, ma come era possibile? Era troppo presto, i ninja della Sabbia non avrebbero potuto recuperare in così poco tempo tutto quel terreno perso. Osservando la guerriera immobile sul sentiero, anche gli altri mercenari avevano interrotto la marcia. La paura era palpabile in ognuno di loro, mentre i bambini erano troppo stanchi che a mala pena riuscivano ancora a reggersi in piedi.

< < Che cosa succede? > > chiese Tokuo, rendendosi conto dello sguardo perplesso della rossa. Il sentiero che avevano percorso sembrava completamente deserto invaso dalla nebbia, privo del benché minimo segnale di vita.

< < Qualcuno ci sta seguendo > > disse Sasha a bassa voce < < Chiunque sia è molto vicino, al punto da poterci attaccare in qualsiasi momento > >.

Il mercenario spostò nervosamente lo sguardo dal sentiero alle tante vette delle strette gole della montagna, come se la morte potesse nascondersi dietro ogni passo o roccia. < < Dobbiamo ucciderlo, Sasha. Non possiamo permetterci alcuna intromissione > > esclamò Tokuo non mascherando la propria ansia.

< < Non tremare in questo modo, stupido mercenario > > disse Sasha, con voce carica di disprezzo < < Ci penserò io a fermare il nostro misterioso inseguitore. Voi proseguite, ma non lungo questa via. Taglierete da una delle gole più strette e oscure, poi cercherete una grotta dove nascondervi in attesa del mio ritorno. I bambini sono stremati, non potrete allontanarvi troppo > >.

< < Potremmo semplicemente convincerli, Sasha. Non sarà un problema > > osservò il mercenario con un sorrisetto sinistro.

L’arciera rossa si mosse fulminea, stringendo con forza la gola dell’uomo senza neanche dargli il tempo di lasciar morire il sorriso sul suo volto. Tokuo ansimò rumorosamente nel vano tentativo di respirare, mentre con entrambe le braccia artigliò disperatamente il possente braccio della giovane, ma la presa alla gola restò pericolosamente forte e sempre più pressante.

< < Se dovesse succedere qualcosa anche ad uno solo dei bambini, sarò io stessa ad uccidervi, ma non prima di avervi fatto passare le pene dell’inferno. Mi sono spiegata? > >.

Il volto dell’uomo aveva ormai assunto un inquietante colore biancastro e difatti Tokuo non riuscì nemmeno a rispondere. Trovò soltanto la forza per abbassare leggermente il capo in segno di assenso. Sasha lo osservò attentamente impassibile, mantenendo la presa, completamente indifferente della sofferenza del mercenario. Lo lasciò andare dopo qualche secondo, non degnandolo di alcuna attenzione mentre l’uomo crollava in ginocchio boccheggiante.

< < Ucciderò l’inseguitore > > ripeté l’arciera rossa con freddezza, mentre iniziava a tornare indietro verso il sentiero già percorso < < Voi farete come vi ho ordinato, altrimenti me la pagherete. Ora muovetevi > >.

< < Faremo come ci hai detto > > disse a fatica l’uomo ancora in ginocchio.

Senza degnarlo di uno sguardo, l’arciera rossa scattò in avanti lungo il sentiero contro il misterioso inseguitore. Non si voltò, temendo di poter incrociare nuovamente gli sguardi perduti dei bambini. In breve la sua figura si perse nella nebbia delle montagne.

Il mercenario Tokuo fissava rabbioso e spaventato l’oscurità sempre più fitta della Strada del Demone.

< < Maledetto mostro > > sibilò a bassa voce, sperando subito dopo che il vento impetuoso non portasse le sue parole alle orecchie di quella guerriera implacabile.
 
 
*********
 
Le Montagne del Vento erano dominate da una strana ed inspiegabile atmosfera, una specie di energia malefica che circolava continuamente tra le vette aguzze di questa catena montuosa lungo centinaia di miglia, invadendo sentieri e valli. Pur essendoci ormai abituata, anche Sasha attraversava i sentieri di montagna con disagio e timore. Inoltre, questa specie di forza invisibile riusciva sempre a debilitare fortemente le capacità sensoriali della rossa.

La percezione del chakra nemico restava comunque forte, ma non riusciva a definirlo con precisione. Nonostante ciò Sasha non ebbe alcuna difficoltà a seguire il flusso del chakra nemico, anzi divenne sempre più forte mentre marciava immersa totalmente nella fitta nebbia. Estrasse l’arco rosso in un gesto naturale, quasi si aspettasse di veder spuntare il proprio nemico dall’oscurità più profonda della montagna. Ad un tratto, lungo la Strada del Demone, il flusso di chakra cambiò bruscamente direzione e Sasha intuì che il nemico non avesse imboccato quella strada, probabilmente, invece, si era introdotto da un sentiero più stretto nella speranza di raggiungerli prima e tagliare loro la strada.

C’erano così tante gole lungo le pareti rocciose e alcune erano così strette da rendere pressoché impossibile il passaggio. Sasha optò per un piccolo sentiero abbastanza largo non solo per passare, ma soprattutto per difendersi in caso di attacco, anche se non poteva escludere che si restringesse più avanti. L’arciera rossa restò concentrata sulla traccia, certa ormai di essere molto vicina all’obiettivo. Incoccò una freccia nera, continuando a muoversi silenziosa come un’ombra lungo il sempre più stretto sentiero. Addentrandosi sempre di più, la guerriera decise di muoversi con più cautela considerando il buio notturno. La luce lunare non arrivava ad illuminare una strettoia del genere, ma Sasha era abituata all’oscurità. In verità era abituata a cose molto peggiori.
Si trovava in un vero e fitto labirinto di rocce e stradine, ma anche nel buio della notte non c’era il rischio di perdersi, lei sapeva orientarsi molto bene tra quelle lande desolate, a differenza dei ninja della Sabbia. Questo era sicuramente un vantaggio.

Sasha fremeva dal desiderio di incontrare un nemico da affrontare e uccidere. Dopo i suoi ultimi tormenti interiori, la guerriera desiderava soltanto combattere, sfogarsi con il sangue di un avversario da battere. In battaglia non c’era spazio per alcun sentimento o tentennamento.

Avanzò cautamente lungo lo stretto sentiero di montagna, che si stringeva sempre di più come se si trovasse tra le fauci di una mostruosa creatura fatta unicamente di roccia. Fu ben presto costretta a rinfoderare l’arco per proseguire il lento passaggio del sentiero. Una strana sensazione di pericolo si insinuò con forza nella concentrazione della giovane. Dopo un tempo che non riuscì nemmeno a definire, Sasha finalmente scorse davanti a lei la fine di quello che era diventato un antro soffocante. La traccia era ancora forte e conduceva proprio alla fine del sentiero.

Sasha si affrettò a raggiungerla per quanto possibile, consapevole anche della propria vulnerabilità in caso di attacco. Le rocce aguzze lacerarono più volte la tuta aderente nera, procurandole diversi tagli su braccia e gambe. L’arciera rossa era a pochi metri dall’uscita del sentiero, quando il mondo si sgretolò intorno a lei. Un’intensa esplosione, molto simile a quella che lei stessa aveva causato nel deserto, distrusse completamente le pareti di roccia alle sue spalle.

Un terribile oceano di macigni precipitò sul piccolo sentiero minacciando seriamente la vita della guerriera. Dopo un breve attimo di smarrimento, quest’ultima reagì con istinto e abilità. Si gettò in avanti sfruttando tutta la sua prestanza fisica in un unico balzo che percorse gli ultimi metri che la separavano dall’uscita di quella strettoia.

Sasha ignorò le rocce che ferivano ancora la sua carne. Terminò la caduta nella polvere, strisciando rovinosamente sul terreno roccioso. Dietro di lei proseguiva inesorabile la pioggia di macigni.
Nel caso avesse esitato anche solo per un istante, sarebbe rimasta per sempre seppellita tra le macerie. Sasha era stordita, distesa sulla nuda terra e gli effetti dell’esplosione ancora si facevano sentire. Dopo qualche secondo, il silenzio tornò a dominare la montagna, tranne per il suono di piccole ed innocue pietre che continuavano a cadere lungo la parete rocciosa.

Sasha si alzò con estrema fatica. Qualcosa di caldo le bruciava un occhio.  Quando si portò una mano guantata al volto, la guerriera comprese che si trattava del suo stesso sangue, che continuava a fuoriuscire da una profonda ferita alla fronte.

Diede un primo sguardo al luogo che aveva raggiunto. Si trattava di una sorta di larga piazza naturale circondata dalle impenetrabili pareti rocciose. Il sentiero, che aveva percorso, era ormai un cumulo di macerie. Per fortuna c’erano altri sentieri in quella specie valle rocciosa e lei avrebbe presto recuperato la strada. Piena di furore per l’attacco subito, Sasha tentò di sforzarsi al massimo per recuperare la traccia del chakra nemico, ma una voce fredda e determinata la bloccò all’istante. A quanto pare non ne aveva più bisogno. Il nemico l’aveva trovata, anzi l’aveva condotta proprio dove voleva. Questa volta era stata lei ad essersi lasciata sorprendere in una trappola.

< < Speravo proprio che saresti stata tu a seguirmi > >.

La voce era dura come l’acciaio. Una voce femminile. Sasha alzò gli occhi al cielo e nonostante il buio poté vedere il proprio nemico volare letteralmente sopra un’arma che aveva già visto in azione. Non immaginava che il ventaglio servisse anche per volare e ora l’arciera comprese chiaramente come la donna della Sabbia li avesse raggiunti in così poco tempo.

Temari Sabaku atterrò con grazia davanti a lei, posizionando il ventaglio al suo fianco, pronto all’uso. < < Come vedi, assassina, non sei l’unica a saper maneggiare esplosivi > >.

< < Lady Temari > > disse Sasha con calma < < Mi hai sorpreso. Non mi aspettavo certo di rivederti così presto > >.

< < Invece oggi io ti incontro per la prima volta, arciera > > ribatté la kunoichi con freddezza. < < Durante il combattimento con gli schiavisti sei rimasta nascosta nell’ombra. Anche quando hai attaccato il mio villaggio nessuno ha mai potuto scoprire la tua identità. Dietro di te hai lasciato solo frecce nere e morti innocenti > >.

< < Sacrifici necessari, ambasciatrice della Sabbia. Ma è inutile cercare di spiegarti. Non potresti mai capire > > esclamò la donna rossa, sfoderando il micidiale arco rosso.

Per tutta risposta Temari piantò il tessen interamente aperto sul terreno roccioso. < < Né desidero farlo. L’unica cosa che voglio è riportare i bambini a casa e se per farlo dovrò ucciderti, ti giuro che non avrò alcuna esitazione. Non ti permetterò di uccidere ancora > >.

< < Molto bene > > rispose Sasha, mostrando i denti in un sorriso bestiale e crudele. < < In questo modo le cose saranno più semplici. L’ultima volta non ho potuto partecipare allo scontro, ma ho potuto osservare attentamente il tuo stile di combattimento. Ora è mio dovere prendere la tua vita, lady Temari > >.

Le due donne si osservarono per diversi minuti in silenzio. Il freddo vento di montagna si alzava impetuoso ad ondate nella notte. La luna illuminava in modo beffardo la valle rocciosa, dove da lì a poco due guerriere si sarebbero impegnate al massimo per uccidersi a vicenda.

< < Fatti avanti, Temari della Sabbia > > ruggì infine Sasha, incoccando una freccia nera.

Temari, ambasciatrice della Sabbia e compagna del grande stratega della Foglia, caricò in avanti con il tessen, dando inizio allo scontro mortale.
 

 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 12
*** Arco contro ventaglio ***


CAPITOLO 12
 
 
ARCO CONTRO VENTAGLIO
 

Montagne del Vento
A poche miglia dal confine della Terra del Vento
 
Il sinistro sibilare di una freccia nera segnò l’inizio del combattimento all’ultimo sangue. Pochi secondi prima mentre studiava ancora l’avversaria, Temari No Sabaku aveva davvero sperato di poter attaccare per prima, ma la rapidità d’azione dell’arciera rossa si era rivelata sorprendente. Nella sua intenzione iniziale la bionda era pronta ad aprire il tessen in tutti e tre gli astri in modo da attaccare con tutta la potenza di cui disponeva. Il nemico che stava affrontando non ammetteva alcuna esitazione. La rossa, però, era stata più veloce e Temari fu costretta ad usare la sua arma in un uso esclusivamente difensivo. Alcune ore prima Temari aveva faticato parecchio a convincere i membri del suo gruppo ad accettare il suo piano: un piano indubbiamente rischioso, ma le sue abilità erano le uniche in grado di realizzare la strategia che lei stessa aveva ideato. Per recuperare terreno sugli schiavisti l’ambasciatrice dell’Unione ninja sapeva di poter sfruttare il suo tessen, sfruttando per prima cosa le ottime abilità sensoriali di Kones e le marionette di Kankuro.

C’erano pochi ninja al mondo in grado di volare, anche se per pochi minuti e Temari con il suo tessen era uno di questi. Così, dopo aver convinto il gruppo, Temari si staccò dai suoi compagni alzandosi in volo con il ventaglio. Si inoltrò tra le vie buie e strette delle Montagne del Vento, mentre il resto della truppa guidata dal fratello proseguiva la caccia. Come previsto, il suo potente chakra del vento era stato intercettato dai ninja schiavisti dopo poche miglia percorse in volo e proprio come aveva sperato, era stata proprio la tanto temuta arciera rossa a venirle incontro per fermarla. Temari ebbe persino il tempo di preparare un piccolo agguato esplosivo nei pressi di una radura circondata dalle rocce.

La trappola non era stata molto efficace, non che si aspettava un risultato diverso. Ora Temari doveva affrontare uno scontro diretto contro un nemico di certo molto superiore a lei, almeno per quanto riguardava la quantità di chakra a disposizione. Tuttavia, Temari, oltre ad essere una delle più forti combattenti dell’Unione ninja, era soprattutto un’abile stratega, in grado di persino di fronteggiare il genio del suo fidanzato.

La freccia nera si schiantò con forza contro il tessen spalancato. All’impatto violento contro la base metallica dell’arma Temari sentì spaventosamente le braccia tremare, nonostante tutta la poderosa resistenza della sua arma. Il dardo era caricato con un’impressionante quantità di chakra.

< < Una solo freccia potrebbe bastare a uccidermi o a rendermi incapace di combattere. In questo modo non posso neanche avvicinarmi > >.

L’arciera rossa non le diede tregua. Con una rapidità terrificante scattò di lato, questa volta incoccando due frecce contemporaneamente e le scagliò con precisione prima ancora di rotolare con grazia sul terreno. Temari, pur aspettandosi un tentativo di aggirare le sue difese, trovò davvero straordinaria le abilità con l’arco di quella giovane guerriera. I suoi sensi allenati l’avvertirono subito che le due frecce avrebbero colpito da direzioni diverse e in un istante reagì nell’unico modo possibile.

< < ARTE DEL VENTO: SPIRALE DI VENTO > > urlò Temari, scatenando la forza del suo tessen verso l’alto.

Un incredibile ciclone circondò la figura della kunoichi della Sabbia, disintegrando completamente i due dardi mortali. Eppure Temari non si limitò alla difesa. Con l’ausilio del tessen controllò alla perfezione il ciclone di vento, scatenandolo con precisione contro l’avversaria prima che potesse contrattaccare con altre frecce. Il vento tagliente del chakra aggredì più volte la giovane arciera, la quale fu costretta ad arretrare.

Temari mantenne la propria concentrazione al massimo mentre il ciclone continuava ad abbattersi sul nemico e sull’imponente parete rocciosa alle sue spalle. Dopo tre interminabili minuti la forza del vento finalmente si arrestò, lasciando un ambiente distrutto, irriconoscibile rispetto a qualche minuto prima. Il vortice aveva distrutto una parte della parete rocciosa e ora la radura dello scontro era ricolma di macigni di media e alta dimensione. Il caldo vento del deserto contribuì ad incrementare il polverone dell’esplosione di chakra scatenata dall’attacco della kunoichi. Sebbene la visibilità fosse minima, Temari era abile nel percepire la presenza di un nemico, soprattutto quando si trattava di un avversario così pericoloso. Era inferiore, questo lo sapeva benissimo, eppure non era disposta ad arrendersi per nessuna ragione. Il motivo di quel combattimento così rischioso era uno e uno soltanto: dividere il gruppo degli schiavisti, separandoli dal membro più forte e temibile.

Ora il gruppo di Kankuro poteva proseguire la caccia in attesa dei rinforzi di Konoha. Il piano era riuscito, almeno fino a quel momento. Poteva benissimo essere l’esca, ma non per questo era disposta a rinunciare facilmente alla sua vita. Per il suo attacco Temari aveva speso una notevole quantità di chakra, non tale però da impedirle di continuare a combattere. La nebbia di polvere era fittissima, ragion per cui Temari decise di mantenersi a distanza di sicurezza. All’improvviso Temari sentì un sibilo familiare appena percettibile nell’aria. Probabilmente una persona normale non sarebbe stata in grado di accorgersene in tempo, al contrario la kunoichi della Sabbia aveva percepito il pericolo quel tanto che bastava per scostare di scatto la testa. Quel gesto le salvò la vita. La freccia nera le ferì una guancia, terminando poi il suo volo contro macigno che si frantumò all’istante.

Il dardo le aveva aperto un profondo taglio poco sotto l’occhio destro. Il sangue aveva già iniziato a scendere lentamente lungo il viso. Poteva andare decisamente peggio, ancora una volta il suo istinto allenato le aveva salvato la vita. Il vento del deserto non accennava a diminuire, limitando terribilmente la visibilità.

Con la guardia alta Temari strinse con forza l’impugnatura metallica del tessen, preparandosi alla prossima mossa. Dalla nebbia di polvere intravide una sagoma indistinta e non ci fu spazio per alcuna esitazione. Chiuse il terzo astro dell’arma impugnando così il tessen con entrambe le braccia, quasi come se stesse imbracciando un cannone pesantissimo.

< < Arte del vento: ONDA D’URTO > >.

Questa volta la forza del vento si scatenò in una forza d’urto violentissima, ma rispetto al ciclone, l’onda era concentrata in un unico punto. Si trattava di una tecnica brutale che avrebbe potuto benissimo distruggere completamente il corpo di un nemico.

L’onda d’urto sibilò all’interno della nebbia di sabbia nell’esatto punto dove si trovava la sagoma. Temari attese impaziente potenziali risultati dell’attacco, le sfuggì un grido di sorpresa quando il terreno della radura venne sconvolto da un tremito intenso. Una parte del terreno roccioso cedette al chakra che la donna rossa scatenò per difendersi dall’attacco. Pur non avendo visto con i suoi occhi la scena, Temari era certa che il suo nemico avesse facilmente bloccato la violenta onda d’urto. In attesa della ripresa del combattimento, l’ambasciatrice della Sabbia decise di riaprire ancora una volta il terzo astro del tessen. La voce dell’arciera rossa giunse dalla nebbia di sabbia, tagliente e glaciale come una lama.

< < Dovresti essere fiera di te stessa, ambasciatrice della Sabbia > > esordì la rossa, la voce fredda proveniente dal bel mezzo della tempesta, come sussurri del deserto. < < In questo mondo corrotto non sono molti i guerrieri in grado di ferirmi in un combattimento diretto. Tu ci sei riuscita. Sei davvero una grande risorsa per l’Unione ninja > >.

< < La tua conoscenza del mondo corrotto di cui parli mi sembra oltre modo discutibile, arciera > > disse la bionda, con un beffardo sorrisetto di scherno. < < Io, invece, conosco molti ninja in grado di darti una lezione > >.

< < La tua esperienza dovrebbe metterti in guardia, Temari della Sabbia. Hai combattuto una guerra, perciò dovresti sapere cosa significa affrontare un nemico superiore a te senza il supporto dei compagni. Ma forse era proprio questo il tuo obiettivo, non è così? Farmi uscire allo scoperto per permettere ai tuoi compagni di proseguire la caccia. Hai rischiato la tua vita unicamente per questo scopo scellerato > >.

Temari digrignò i denti con rabbia. < < Se sei così certa di poter prevalere in questo scontro, allora forse dovresti combattere alla luce, schiavista, oppure devo iniziare a credere che tu abbia paura di me? > >.

Era una cosa sciocca da dire, Temari lo sapeva bene. Ogni shinobi imparava prestissimo quanto fosse importante l’elemento sorpresa in un combattimento e di conseguenza quanto fosse vantaggioso attaccare il nemico da una posizione di sicurezza e di vantaggio. Invece, contrariamente alle sue previsioni, Temari si ritrovò ad osservare la sua nemica completamente allo scoperto, fino a quando non la vide uscire finalmente dal polverone di sabbia.

Effettivamente con il ciclone di vento e forse anche con l’onda d’urto era riuscita a ferire il suo nemico in più parti, anche se fossero delle ferite molto superficiali. Le aveva inferto numerose ferite da taglio sia nelle braccia che nelle gambe, lacerando la resistente tuta da combattimento. Sul volto c’erano delle piccole escoriazioni e contusioni, probabilmente causate anche dall’esplosione della parete rocciosa.

< < In realtà speravo in un risultato più soddisfacente di questo > > osservò Temari, più con sé stessa che con la sua nemica, la quale sorrise ferocemente.

< < Dovresti esserne fiera invece. La mia forza è enormemente superiore alla tua, però devo ammettere che abbiamo uno stile di combattimento molto simile, Temari della Sabbia > >.

< < Davvero? > >.

L’arciera alzò il braccio che impugnava l’arco rosso. I freddi occhi azzurri della giovane fissavano intensamente quelli color smeraldo della kunoichi. < < Entrambe combattiamo nella maggior parte dei casi a lunga o a media distanza. Anche tu combatti con un’arma che puoi usare contemporaneamente per difendere e attaccare. È necessaria un’abilità e una forza superiore per chi come noi combatte così intensamente con un’arma così voluminosa. Bisogna saper controllare alla perfezione il proprio chakra per poterlo adeguare con precisione alla forza devastante dell’arma. Rispetto molto questa tua abilità, ambasciatrice della Sabbia, ma temo che per te non sarà sufficiente per sopravvivere > >.

Temari decise di ignorare le previsioni della rossa. < < Prima hai usato l’arco rosso per bloccare la mia onda d’urto. Non sono solo le frecce nere ad essere caricate dal tuo chakra, anche il tuo strano arco rosso è ricoperto della tua energia > >.

La guerriera mostrò un ghigno feroce mentre annuiva lentamente. < < Un nemico può essere abbattuto in tanti modi diversi. Di conseguenza è essenziale per un guerriero conoscere tanti diversi modi per uccidere l’avversario, soprattutto quando è pericoloso come nel tuo caso, Temari della Sabbia. Prima ti stavo dicendo quanto fossimo simili nel combattere. Tuttavia, purtroppo per te esiste una differenza fondamentale…….una differenza che definirà inevitabilmente le sorti di questo scontro > >.

Temari decise di non rispondere, perché suo malgrado conosceva bene la risposta.

L’arciera rossa accentuò il suo sorriso malefico, mentre stringeva con le mani guantate il manico metallico della sua arma. < < La forza del nostro chakra, ninja di Suna. La differenza sta in questo e ora per il rispetto che provo verso le tue abilità e verso il tuo coraggio, ti mostrerò la vera natura del mio potere > >.

L’espressione sul volto di Temari era glaciale, priva della benché minima emozione. Alzò il ventaglio pronta a combattere < < Fatti avanti > >.

La guerriera rossa non accennò ad incoccare nessuna freccia. Con gli occhi fissi sul nemico, assunse una posa di attacco agitando l’arco nell’aria quasi fosse una spada. Temari ne restò per un attimo sconcertata, ma non ebbe molto tempo per riflettere. La giovane arciera scattò fulminea contro l’avversaria, colmando le distanze con un solo fulmineo movimento di gambe. Attaccò dall’alto continuando ad usare la sua arma come una spada carica di un chakra rosso sangue. Prima che fosse troppo tardi Temari riuscì a chiudere del tutto il suo tessen e prima che l’arco potesse tagliarla orribilmente in due a partire dalla testa. Sfoderando la sua incredibile forza fisica frutto di allenamenti durissimi portati avanti senza sosta nel corso della sua intera giovinezza, la bionda alzò il suo tessen sbarrato per parare il colpo mortale.

L’impatto tra le due armi fu devastante. Il fragore metallico dello scontro risuonò con forza nella valle. Temari resistette con tutte le sue forze, percependo distrattamente che il terreno sotto di lei cedette come se niente fosse, nonostante fosse roccioso. Mentre le due armi si scontravano fra di loro in una battaglia terrificante, per la prima volta l’arciera rossa sembrò perdere la sua calma assoluta. Il volto apparentemente angelico della giovane si trasformò in un’espressione folle carica di ferocia.

< < Il mio nome è Sasha, Temari della Sabbia > > ringhiò furiosamente l’arciera. L’eco della sua voce carica di eccitazione e rabbia risuonò nelle montagne.

< < Rammenta bene il mio nome, perché presto sarò a comando dell’armata inarrestabile che distruggerà la tirannia secolare del Villaggio della Sabbia > >.

< < Di quale armata stai parlando? > > chiese Temari, con la voce tremante per la fatica. Arco e ventaglio erano ancora in contrasto l’uno con l’altro, senza che nessun’arma riuscisse apparentemente a prevalere.

Sasha squadrò intensamente la sua avversaria, mentre finalmente si staccava dal contatto con il tessen indietreggiando di qualche passo. Adesso la distanza era davvero minima tra le due guerriere.

< < Non c’è più tempo per le spiegazioni. Ora sono costretta a prendere la tua vita. Il mio signore e leader Varneim lo impone ed io rispetterò come è giusto il suo volere > >.
Di nuovo la rossa scattò in avanti con l’intenzione di uccidere l’avversaria e così lo scontro all’ultimo sangue proseguì senza esclusione di colpi.

 
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Montagne del Vento
Diverse miglia più a nord
 
Nel corso di una qualsiasi missione ninja i rischi e i pericoli potevano essere molteplici e soprattutto di diversa natura. Uno dei maggiori pericoli per un contingente di shinobi in pieno territorio nemico stava certamente nell’ignoto, nella scarsa o addirittura nella totale disconoscenza del territorio. Per secoli le Montagne del Vento erano rimaste inesplorate, persino per i ninja della Sabbia, vale a dire per i padroni dell’immenso deserto dal quale sorgeva l’imponente e inquietante catena montuosa. Il gruppo di inseguimento capeggiato da Kankuro proseguiva la caccia lungo le stette vie di montagna. Pur senza il loro capo, gli schiavisti avevano lasciato ben poche tracce aiutati anche dalla conformazione del territorio e nonostante avessero con loro molti bambini, la loro fuga proseguiva fluida e senza intoppi. Le abilità sensoriali di Kones erano essenziali per impedire agli schiavisti di far perdere le loro tracce.

< < Così quei bastardi massacreranno di fatica i nostri bambini > > esclamò Kones, concentrato al massimo, ma non in grado di nascondere del tutto la propria preoccupazione.

< < Tenete il vostro chakra sotto controllo, ragazzi > > ordinò Kankuro, mentre manovrava le sue marionette di esplorazione. < < Non possiamo correre il rischio di essere stremati in vista di un imminente combattimento. Anche senza il misterioso arciere, i nostri nemici restano dei ninja mercenari, alcuni di loro possibilmente dotati di abilità innate > >.

< < Dove hanno intenzione di portare i bambini? > > chiese Akio a nessuno in particolare, mentre continuava a correre sul sentiero roccioso.

< < Dannazione > > esclamò Kones, gli occhi fissi sul sentiero oscuro di fronte a loro. < < Gli schiavisti si inoltrano sempre di più tra le montagne. Continuando così rischiamo di andare del tutto alla cieca. Ci stiamo allontanando troppo dai nostri confini > >.

< < Forse ci stiamo avvicinando senza saperlo al loro covo > > ipotizzò Lessin, dopo molte ore di silenzio. A tutti era evidente che fosse proprio lei la più affaticata del gruppo.

< < O forse > > disse freddamente Kankuro. < < Ci stanno conducendo proprio dove vogliono loro. In un punto ideale > >.

La ninja medico lanciò un’occhiata preoccupata al leader del gruppo della Sabbia. < < Ideale per cosa, Kankuro? > >.

< < Per ucciderci tutti > > rispose senza mezzi termini il marionettista. Lessin non poté fare a meno di tremare.

Il silenzio accompagnò le due ore successive di quell’estenuante inseguimento. Il contingente della Sabbia si permise le soste necessarie per riprendere fiato e per rifocillarsi con frugali pasti. Kankuro si sforzò strenuamente per non pensare alla sorella maggiore, da sola impegnata nel combattimento più impegnativo. Nonostante il tramonto fosse pericolosamente vicino, la caccia continuava e i ninja della Sabbia, pur consapevoli dell’enorme rischio, continuarono ad addentrarsi tra le montagne sempre più oscure e sconosciute. Kones e Kankuro restavano in prima fila a condurre la caccia. Fu proprio il ninja sensoriale a bloccarsi, alzando un braccio per costringere anche il resto della truppa a fermarsi all’istante.

< < Fermi tutti > > ordinò l’esperto jonin, con il volto chiaramente e insolitamente teso per uno come lui.

< < Che diavolo succede, Kones? > > chiese Kankuro, il quale arrestò anche i movimenti delle marionette.

Il buio era sempre più fitto, dando ai sentieri di montagna un’aria ancora più minacciosa e sinistra. La temperatura iniziava a scendere copiosamente, per i ninja di Suna si trattava di un freddo ancora più pesante dell’ordinario gelo del deserto al quale ovviamente erano abituati al contrario di questo.

< < Ho percepito delle presenze. Molte presenze. Forse un’intera armata, ma non riesco a calcolare l’esatto numero > > disse il ninja sensoriale, concentrato al massimo.

< < Dove? > > chiese il marionettista, impaziente.

< < Provengono da nord. Dalla direzione che dovremmo seguire per continuare l’inseguimento > > rispose Kones, con gli occhi fissi sul sentiero oscuro dinnanzi a loro. < < Sono tanti e si spostano velocemente. Non possono essere i rapitori dei bambini, sono troppi e ci vengono direttamente incontro. Devo concentrarmi meglio > >.

< < Che tipo di chakra possiedono? Sono nemici? > >.

< < Non ne sono sicuro. La cosa più strana è che riesco a percepire un solo tipo di chakra, ma non è possibile. Sono centinaia, migliaia di corpi in movimento > >.

< < Forse si tratta di cloni? > > ipotizzò Kankuro.

Il volto di Kones grondava di sudore per la tensione e la concentrazione massima che continuava a mantenere. < < Lo capirei, Kankuro. Riuscirei a percepire la Tecnica della Moltiplicazione del Corpo, ma credimi non è questo il caso > >.

< < Avranno sicuramente ricevuto dei rinforzi, maledizione > > sbottò Akio, mentre impugnava un kunai.

< < Calmati, ragazzo > > esclamò Kankuro, alzando perentorio una mano. < < Restiamo tutti calmi, non è il momento di commettere pazzie. Stiamo in guardia e pronti a difenderci in qualunque momento. Per il momento dobbiamo capire con chi abbiamo a che fare > >.

Kones chiuse un attimo gli occhi prima di riaprirli di scatto. < < Migliaia, Kankuro. Un intero maledetto esercito si sta muovendo contro di noi. Tra un’ora al massimo saranno qui > >.

< < Cosa? > > urlò Lessin, terrorizzata.

< < La cosa più strana è un’altra. Le mie abilità sensoriali non mi consentono di percepire con precisione la natura del loro chakra. Sembra quasi…… > >.

< < Coraggio, continua Kones > > disse Kankuro, il quale si stava sforzando più degli altri per mantenere la calma.

Era evidente che il jonin sensoriale non sapesse bene come concludere la propria analisi. Esitò alcuni secondi prima di rispondere e alla fine lo fece con un tono estremamente incerto. < < Sembrano dei corpi solidi, Kankuro. Come se fossero fatti di pietra.  Non hanno una forza molto elevata, ma un’altra cosa strana è che non sono uguali l’uno con l’altro. O meglio percepisco distintamente due forme distinte. Non riesco a capire > >.

< < Che significa? Quali sarebbero queste due forme? > > domandò il fratello di Temari, stringendo i fili di chakra delle marionette.

Kones sgranò gli occhi pieno di stupore. < < Ora riesco a percepirlo distintamente. Una parte del gruppo sprigiona una forza di fuoco, l’altra parte di ghiaccio > >.

< < Ghiaccio nella Terra del Vento? Come è possibile? Poco fa avevi percepito un solo tipo di chakra. Ora dovremmo affrontare sia fuoco che ghiaccio > > disse Akio, confuso e preoccupato.

< < Dannazione non lo so > > esclamò Kones, il cui volto era rosso per la fatica. Raramente Kankuro lo aveva visto in quelle condizioni così estreme, forse solo in guerra. Si convinse che la situazione fosse veramente seria e suo malgrado iniziò a riflettere sull’eventualità di ritirarsi almeno per il momento.

< < E’ un esercito vero e proprio, ragazzi > > ripeté ancora il ninja sensoriale, provando a spiegarsi meglio. < < E’ come se una parte di loro fosse composta da fuoco allo stato puro, mentre l’altra parte del gruppo sembra essere fatta di ghiaccio. È difficile stabilirlo con certezza, perché si muovono compatti e sono veloci, molto veloci. Ho l’impressione che… > >.

< < La loro posizione attuale? > > chiese ancora una volta Kankuro, con tono glaciale.

Il jonin sensoriale gli lanciò uno sguardo e immediatamente il marionettista capì. < < Seguono il sentiero a nord verso la nostra posizione. Non c’è più alcun dubbio, Kankuro. Siamo noi il loro obiettivo e vengono per noi > >.

Kankuro digrignò i denti. < < Iniziamo a ritirarci > > ordinò con voce imperiosa. < < Gradualmente, senza scoprire troppo le nostre intenzioni. Forse troveremo un punto dove poter studiare meglio la situazione, ma per adesso non abbiamo scelta, ragazzi > >.

Kankuro aveva appena finito di parlare, quando Kones si voltò di scatto con gli occhi sgranati. < < KANKURO > >.

< < Che diavolo succede ancora? > > ringhiò Kankuro, esasperato.

< < C’è un altro gruppo da sud. Sono anche dietro di noi lungo il sentiero, ero così concentrato a nord che non mi sono accorto di loro > > esclamò l’uomo, sentendosi chiaramente in colpa. < < Si tratta di un gruppo di poche persone e sono ancora molto lontani, ma vengono dalla stessa direzione che abbiamo seguito durante la caccia. Ci bloccano la ritirata e ce li troveremo alle spalle molto presto, però non sono le stesse creature che stanno per arrivare > >.

< < Chi sono? > > chiese ad alta voce Akio. < < Che cosa sta succedendo? > >.

Lessin respirava a fatica, forse ora più per la paura che la fatica. < < Siamo solo in cinque. Verremo spazzati via in un baleno se il nemico è davvero così numeroso > > disse l’altro jonin della Sabbia, come rassegnato all’inevitabile.

Nonostante tutta la confusione e il nervosismo, Kankuro non perse la calma. Era il leader della truppa e la decisione finale spettava unicamente a lui. Una decisione che poteva anche costare le vite dei suoi preziosi compagni.

< < Riesci a capire chi sono, Kones? Quelli che arrivano da sud? > >.

< < No, dannazione > > ribatté Kones. Anche lui sembrava decisamente affaticato. < < Ho consumato troppo chakra, non riesco più a distinguere bene la natura del loro chakra > >.

< < Che cosa facciamo? > > chiese ansiosamente Akio. < < Siamo tra due fuochi > >.

Kankuro non rispose. Ad intervalli regolari osservava con occhi gelidi, senza scomporsi, l’oscurità del sentiero nord e quella che proveniva da sud. Tutti lo fissavano nervosamente in attesa di una risposta. Dopo alcuni secondi di apparente incertezza, durante i quali cercò di mascherare il brivido che gli percorse la schiena, gli occhi di Kankuro si posarono sull’oscuro sentiero a nord. Ad un tratto la sua voce si fece rabbiosa, ma al tempo stesso più determinata che mai.

< < E’ una scommessa in cui ci giochiamo la vita, ma a questo punto dobbiamo rischiare. Devo prendermi le mie responsabilità > >.

Non fu per nulla semplice ma Kankuro cercò di mantenere la voce il più ferma e sicura possibile. < < In posizione, ninja della Sabbia > > ordinò senza mezzi termini. < < Prepariamoci a difendere la posizione dal gruppo che arriverà da nord. Combatteremo ripiegando lentamente senza mai disunirci. Solo così potremmo resistere ad un nemico superiore > >.

< < Perché non ci ritiriamo adesso? > > chiese nervosamente Akio.

Kankuro ne aveva abbastanza delle lamentele del ragazzo e non c’era più tempo. < < Basta, Akio. Hai sentito i miei ordini. Non c’è più tempo per ritirarsi, dimostra quello che vali e combatti > >.

Il ragazzo arrossì, abbassando lo sguardo spaventato e imbarazzato al tempo stesso.

< < Sono quasi su di noi. Questione di minuti > > gridò Kones, pronto a combattere.

< < Instauriamo un perimetro difensivo > > esclamò Kankuro energicamente. < < Lessin, tu stai indietro ma non allontanarti troppo da noi. Quando inizierà il combattimento valuteremo la pericolosità dei nostri nemici. Restiamo uniti, qualunque cosa accada > >.

Nessuno dei ninja ebbe da obiettare. Non appena l’ordine era stato impartito, in un attimo ognuno di loro era pronto al combattimento, persino Akio, il quale estrasse una katana. Kones si concentrò sul chakra che gli era rimasto, posizionandosi al fianco dell’altro jonin, Kankuro sfoderò ben tre marionette da combattimento, posizionandole davanti al loro schieramento. Persino Lessin impugnò due kunai con un’espressione spaventata, eppure anche carica di coraggio, pronta a fare la sua parte nella lotta imminente.

< < Akio, getta alcuni fari di illuminazione sul sentiero. Se i nemici sono davvero così numerosi, la prima carica sarà decisiva e noi avremo bisogno di vedere con chiarezza > >.

< < D’accordo, Kankuro > >. Il ninja della Sabbia fece quanto gli era stato ordinato e finalmente per i presenti fu possibile osservare distintamente il sentiero a nord per diversi metri fino al bivio in fondo alla strada.

< < Tenetevi pronti > > avvertì Kones, con un ringhio feroce. < < Sento che sono qui a pochi passi da noi > >.

Calò il silenzio, rotto soltanto dai sospiri ansiosi dei ninja armati e in attesa. Passarono alcuni interminabili minuti carichi di tensione e paura, poi iniziarono i passi sempre più rumorosi, che risuonavano lungo le pareti rocciose. Ai passi si aggiunsero delle voci o per meglio dire dei gemiti, dei lamenti rabbiosi e bestiali che difficilmente si potevano associare ad un normale essere umano. I lamenti si trasformarono in urla selvagge.

< < Che cosa sono? Che cosa diavolo sono? > > sussurrò Kankuro, gli occhi fissi sull’oscurità.

L’eco di quelle urla di morte divenne ben presto assordante. Probabilmente nessuna persona normale avrebbe potuto affrontare indenne la tensione e il terrore scatenato da un esercito di mostri bestiali. Con esasperante lentezza le prime sagome si fecero avanti e non appena i fari illuminarono il sentiero, una scena terrificante si presentò davanti agli occhi sbigottiti dei ninja della Sabbia.

< < Per tutti gli scorpioni della Sabbia > > sbraitò Kankuro, mentre i suoi compagni esclamarono tanto quanto lui.

Come un’armata infernale e mostruosa, una fila di demoni fuoriuscì a passi lenti dall’oscurità della montagna. Erano robusti con una corporatura simile a quella di un essere umano, ma per il resto erano soltanto dei mostri. Mostri di pietra. Il loro corpo sembrava fatto di nuda roccia e a conferma di quanto percepito da Kones, una parte dei demoni era fatta di ghiaccio, l’altra, invece, sembrava composta da pietra vulcanica. Molto presto divenne persino inutile l’illuminazione dei fari artificiali, dato che i corpi dei mostri illuminavano il sentiero rendendo chiaro quanto fossero terrificanti.

I demoni del ghiaccio e del fuoco marciarono dondolando e sbavando, fino a quando si bloccarono di colpo dinnanzi allo schieramento della Sabbia, come se si fossero accorti solo in quel momento delle prede da azzannare. I gemiti e le urla bestiali si interruppero solo per un momento, mentre gli occhi spenti e bianchi come la morte dei mostri si posarono sugli shinobi in attesa. I due schieramenti restarono immobili nel più assoluto silenzio per alcuni secondi carichi di tensione. Il brutale ruggito che ne seguì segnò l’inizio della terribile carica. I mostri scattarono in avanti verso i ninja della Sabbia come spinti unicamente da istinti primordiali. C’erano diversi metri di distanza tra uno schieramento all’altro, quel tanto che bastava per un primo vigoroso assalto da parte del gruppo di Suna.

< < PRONTI ALLA PRIMA ONDATA > > urlò Kankuro, già carico della consueta adrenalina da combattimento. < < FUOCO A VOLONTA’ > >.

I ninja della Sabbia agirono come un unico combattente, ognuno in base alle proprie tecniche e abilità. In un istante la prima ondata dei mostri venne arrestata da una violentissima scarica di kunai e tecniche magiche di ogni tipo. Un gran numero di demoni cadde a terra senza più muoversi, altri, invece, continuarono quella carica bestiale. Kankuro sfoderò tutto il potere nascosto delle sue marionette da combattimento. Non solo kunai, lance avvelenate o carte bomba, persino onde di vento simili agli attacchi di Temari vennero scatenate più volte dalle sue creazioni di guerra.

Tuttavia, non tutti i nemici cadevano morti sotto gli attacchi incessanti degli shinobi. Alcune creature restavano inspiegabilmente in piedi, tanto da sembrare invulnerabili. Con orrore, infatti, i ninja si accorsero che i corpi dei mostri erano effettivamente immuni da certi attacchi in determinate parti del corpo, però alcuni di loro morivano. Non era difficile immaginare che un attacco così indiscriminato per forza di cose tendeva sicuramente a colpire il probabile punto debole dei mostri. In quel caos, però, non era per nulla semplice individuare dove colpire con precisione.

< < State attenti alle carte bomba > > urlò nel caos della battaglia il marionettista, mentre osservava gli effetti di alcune carte bomba lanciate tra le fila dei mostri. < < Non lanciatele troppo vicine alle pareti rocciose. Rischieremmo di essere travolti da una frana > >.

Kones parve ascoltarlo, prima di scattare leggermente in avanti. Lanciò abilmente uno shuriken contro una folta schiera di demoni di fuoco e di ghiaccio.

< < Tecnica della moltiplicazione degli shuriken > > ruggì il jonin, mentre nell’istante successivo dal primo shuriken se ne produssero in volo centinaia, riversandosi mortalmente nella mischia delle creature in avvicinamento.

Non c’era differenza tra le creature di fuoco e quelle di ghiaccio. Alcune cadevano sotto i colpi dei ninja della Sabbia, altre si rialzavano. Ciò nonostante, i ninja della Sabbia continuarono a combattere, anche Lessin nelle retrovie riuscì a uccidere molti demoni con le sue seppur limitate tecniche di combattimento. I demoni del ghiaccio e del fuoco, però, erano ancora troppo numerosi e ormai la distanza tra i due schieramenti era stata colmata, sebbene la marcia delle creature fosse stata rallentata dalla strada troppo stretta e soprattutto dalle cataste di corpi che si era formata dopo una sola ondata.

Kankuro sfoderò altre tre marionette, questa volta specializzate nel combattimento ravvicinato. < < Preparatevi al corpo al corpo, ragazzi > > gridò, posizionando le sue creazioni a protezione dei suoi compagni. < < Qualunque cosa accada restiamo uniti. Dobbiamo resistere ad ogni costo, uccidendone il più possibile > >.

A fatica i demoni superarono i corpi dei caduti e lentamente arrivarono a scontrarsi direttamente con le marionette in prima fila. Ancor prima dell’impatto una marionetta aveva già decapitato quattro creature, poi fu il caos. I demoni attaccarono brutalmente i ninja della Sabbia senza alcuna strategia, ruggendo come delle belve assetate di sangue. Le marionette di Kankuro falciarono le prime fila dei mostri, ma ben presto il numero delle creature costrinse i ninja della Sabbia a partecipare attivamente allo scontro. Uno scontro all’ultimo sangue.

Il giovane Akio agitava la sua spada caricata da un chakra azzurro, uccidendo molti demoni. Lo stesso fecero gli altri, tra cui Kones sebbene la sua resistenza fosse al limite. Solo in quel momento, a distanza così ravvicinata, i combattenti si accorsero degli enormi artigli dei demoni, una parte di essi di fuoco, l’altra di ghiaccio.

I mostri attaccavano in gruppo cercando di lacerare con zanne infuocate o ghiacciate i corpi già stanchi dei guerrieri di Suna oppure tentavano come delle vere e proprie belve selvagge di mordere brutalmente i corpi dei difensori. In singolo erano effettivamente facili da affrontare per dei guerrieri addestrati. In gruppo, invece, diventavano estremamente pericolosi. Fu proprio Akio il primo ad essere ferito da un mostro vulcanico. Il ragazzo aveva appena estratto la katana dall’addome di un demone di fuoco, ma invece di crollare a terra quest’ultimo restò in piedi senza provare alcuna forma di dolore. Gli artigli della creatura sibilarono nell’aria con terribile precisione.

Pur provandoci, Akio non riuscì a discostarsi in tempo. Le zanne del mostro lo ferirono all’altezza del torace, lacerandogli l’uniforme di cuoio e lasciandogli tre tagli profondi sulla carne bruciata.

< < ARGHH > > urlò di dolore il ragazzo, inginocchiandosi a terra e perdendo la presa sulla spada. < < Maledizione, quel mostro mi ha ferito > >.

< < Attento, Akio > > gridò Kankuro, agitando la marionetta più vicina. Mentre il ragazzo stava disteso a terra, il mostro con gli artigli orribilmente sporchi di sangue stava cercando di aggredire il volto del ninja in ginocchio.

Kankuro salvò in tempo il suo giovane compagno agitando la sua creazione armata di due voluminose lame ricurve, fabbricate con le sue stesse mani. Il corpo del mostro venne tagliato di netto in due all’altezza dello stomaco. Ciò nonostante, anche se non poteva più combattere, il busto di quello strano essere continuava a strisciare a terra vivo e urlante come una belva nel pieno delle forze.

< < Questi mostri non muoiono facilmente > > osservò Kankuro, affannosamente. < < In piedi, Akio! Dobbiamo continuare a combattere > >.

Akio non poté evitare di gemere di dolore, mentre tentava di raccogliere la spada. < < Fa male > > protestò debolmente. < < Questa ferita brucia come l’inferno > >.

< < Ce ne occuperemo dopo. Se ti fermi ora sei morto > > tagliò corto il marionettista, per poi riprendere la lotta.

La battaglia proseguì con gli shinobi di Suna in costante difesa, ma che ugualmente riuscirono a creare incredibili vuoti tra le fila dei nemici, i quali sembravano sbucare all’infinito dalle profondità della montagna. Come era prevedibile, però, le energie dei ninja calavano sempre di più e la maggior parte di loro accumulava pericolosamente ferite sia di ghiaccio che di fuoco. Entrambe erano estremamente dolorose e con il proseguire dello scontro Lessin si accorse che erano anche molto debilitanti. Anche Kones, quasi senza chakra, era stato aggredito al fianco da un mostro di ghiaccio, il quale lo aveva brutalmente morso all’altezza delle costole provocandogli un’orribile ferita dagli strani coloriti azzurri. Dopo qualche minuto il ninja sensoriale iniziò a provare un terribile bruciore, accompagnato da un freddo paralizzante che lo costrinse a terra.

< < Kones > > urlò Kankuro, distraendosi suo malgrado dal combattimento. Ai suoi piedi uno dei demoni vulcanici gli morse il polpaccio destro. Il dolore fu tale da fargli perdere il controllo di una delle marionette impegnate nel combattimento.

Il marionettista indietreggiò di qualche passo, fino a quando con il piede sano urtò il corpo di uno dei demoni caduti. Imprecando cadde a terra, ma la sua grande abilità gli permise di mantenere i fili di chakra delle marionette. Ciò gli salvò la vita all’ultimo istante, poiché anche da terra manovrò le sue creazioni rimaste per decapitare e fare letteralmente a pezzi i demoni che tentarono di aggredirlo. Il sentiero di montagna era pieno di cataste di cadaveri, ma la resistenza della Sabbia era ormai agli sgoccioli. Dopo aver atterrato un demone senza però riuscire a ucciderlo, Lessin provò coraggiosamente ad avvicinarsi per curare i suoi compagni. Altri mostri, però, erano in avvicinamento, tanto da costringerla a bloccarsi.

< < Ragazzi, cercate di avvicinarvi a me, così che possa curarvi > > urlò determinata Lessin, lottando contro il terrore che rischiava di sopraffarla. Altri mostri tentarono subito di aggredirla costringendola a difendersi.

< < Siamo finiti. I demoni del deserto sono troppi > > disse tremando il quinto jonin, anch’egli ferito in più punti.

< < Continuate a combattere, dannazione > > ruggì Kankuro, il quale, sebbene fosse ancora bloccato a terra, continuava a manovrare le marionette facendo strage dei mostri in costante avvicinamento. < < Se ci fermiamo, ci faranno a pezzi > >.

Nonostante il coraggio e l’enorme abilità della squadra della Sabbia, il campo di battaglia era quasi totalmente dominato dai demoni del ghiaccio e del fuoco sempre più numerosi.

< < Ci uccideranno tutti se…….. > >.

L’esplosione improvvisa di chakra fu devastante. Arrivò da sud, illuminando con forza il sentiero della battaglia. Presumibilmente proveniva dal gruppo che Kones aveva intercettato prima dell’inizio dello scontro. Non era la prima volta che Kankuro assistette ad una scena così incredibile. Si trattava di un potere incredibile, difficile da descrivere. Una forza di energia giallastra che superava l’ordinaria forza di uno shinobi.

Anche se aveva già visto con i suoi occhi una scena del genere durante l’ultima guerra, Kankuro non riuscì a nascondere la propria meraviglia mostrando un sorriso sollevato. < < Finalmente sono arrivati i rinforzi, ragazzi. Quegli idioti saranno sempre dei dannati ritardatari > >.

< < Che diavolo era? > > esclamò Akio, sconcertato. < < Di quali rinforzi stai parlando? > >.

< < C’è qualcuno alle nostre spalle > > disse debolmente Lessin, con una mano tenuta su una brutta ferita al braccio.

Il buio della notte venne letteralmente sconvolto da un lampo giallo. Un intenso stridio fece sorridere ancora di più il marionettista Kankuro: conosceva bene la tecnica che stava per sconvolgere completamente il campo di battaglia. Lo stridio acuto venne accompagnato da una voce imperiosa che risuonò come un tuono tra le montagne. L’attenzione dei demoni si rivolse interamente all’enorme energia di chakra che si stava per scatenare su di loro.

< < ARTE DEL VENTO: RASENSHURIKEN > >.

Naruto Uzumaki, il cui corpo era avvolto dal devastante chakra giallo di Kurama, scagliò lo shuriken energico di dimensioni gigantesche contro il gruppo di mostri che si apprestava a fare a pezzi gli ormai stremati ninja della Sabbia. L’attacco era ben mirato, dato che colpì con precisione i nemici senza mettere in pericolo gli alleati. I demoni più vicini furono disintegrati all’istante dalla forza energetica, senza neanche entrare in contatto con lo shuriken, mentre i corpi di quelli più lontani vennero letteralmente fatti a pezzi dal chakra potentissimo dell’eroe di Konoha. Una parte della parete rocciosa non resistette a tutto quel chakra, ma la frana si verificò lontano e in sicurezza rispetto alla posizione che i ninja della Sabbia avevano difeso per quasi un’ora. Al contrario centinaia di demoni, in attesa di attaccare, erano stati travolti in pieno dalla frana.

Nonostante la distruzione già scatenata, Naruto non aveva ancora terminato la sua offensiva. Avvicinandosi deciso agli alleati ormai quasi completamente al sicuro, il ninja biondo produsse come niente decine di copie di sé stesso, anch’esse munite del chakra positivo e potente della Volpe a Nove Code. I cloni attaccarono come una squadra ben organizzata i demoni sopravvissuti sparsi sul campo di battaglia. Non ci fu bisogno di armi, le copie semplicemente distruggevano i corpi mostruosi con calci e pugni ben assestati, rendendo di fatto le creature che misteriosamente sopravvivevano incapaci di muoversi, oltre ai demoni che morirono sul colpo.

Con l’intervento del salvatore del mondo ninja, la battaglia si concluse in pochi minuti, senza nemmeno che fosse necessario l’intervento del resto della truppa di Konoha arrivata in soccorso. Nessuno dei demoni mostruosi sbucati da chissà quale inferno era sopravvissuto allo scontro.
 
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Con un urlo impetuoso Temari No Sabaku bloccò con l’imponente forza metallica del tessen l’ennesimo affondo dell’avversaria, anche se per farlo dovette scoprirsi. Sasha ne approfittò per colpirla duramente allo stomaco con un violento calcio che fece volare la kunoichi contro uno dei tanti macigni dispersi nella radura riducendolo in pezzi. Quando finì distesa sulla polvere, Temari sputò una vistosa quantità di sangue e saliva. Dai tempi della quarta grande guerra ninja alla guerriera bionda non capitava di affrontare un combattimento così impegnativo, per di più in modalità non così vantaggiose per lei, dato che dopo le prime battute a media distanza, lo scontro si era poi trasformato in una cruenta battaglia corpo a corpo. Forse neanche Sasha si aspettava un così valido avversario, ma sebbene avesse subito numerose ferite ed offensive da parte dell’ambasciatrice, continuava ad essere lei quella in vantaggio. Le due giovani donne combattevano strenuamente, cercando in tutti modi di affondare un colpo decisivo: Temari con la sua arma pesante nel costante tentativo di massacrare il corpo della rivale e dall’altro Sasha che con il suo arco rosso carico di chakra provava a dilaniare fatalmente l’avversaria.

Temari si rialzò in tempo per salvarsi la vita. L’arciera rossa non le dava tregua, decisa a sfruttare fino in fondo il suo vantaggio. Provò ancora una volta a sfondare le difese della bionda utilizzando l’arco come una vera e propria lama di chakra. Da quella posizione Temari non avrebbe potuto certamente aprire il suo tessen per sprigionare la devastante potente del vento. Anche con il suo potere limitato, l’ambasciatrice restava un’abile combattente, come aveva già ampiamente dimostrato durante quell’estenuante lotta. Di nuovo la giovane si mosse con il ventaglio per bloccare l’assalto nemico, ma non si limitò a questo.

Con un’abile mossa di arti marziali Temari riuscì, mentre parava con tutta la sua forza l’attacco dall’alto della rossa, a far distendere la terribile arma verso il basso fino a farla conficcare sul terreno roccioso. L’arco restò bloccato sulla nuda terra e così facendo le difese dell’arciera restarono completamente scoperte. Finalmente era arrivata un’occasione per lei, sebbene non potesse utilizzare il kessen per finirla. Con il ventaglio inutilizzabile Temari fece l’unica cosa possibile: sfoderò un kunai con tutta l’agilità di cui era capace. Immediatamente tentò di affondare l’arma affilata in un punto vitale dell’avversaria.

Il kunai sfondò il materiale estremamente resistente della tuta nera all’altezza dell’addome, affondando con forza nella carne ma non così tanto in profondità. Il combattimento era andato per le lunghe e le energie di Temari erano terribilmente calate. Sasha resistette all’impulso di urlare, ma dovette comunque retrocedere. La ferita non era grave. Ciò nonostante, lanciò un’occhiata assassina alla sua avversaria, mentre con una mano guantata si premette la ferita per arrestare l’emorragia.

< < Sei davvero pericolosa, Temari. Non credevo che, oltre al Kazekage, mi sarei potuta imbattere in un avversario così pericoloso in questo paese. La forza militare di Suna è davvero così potente come si dice > >.

< < Ogni ninja della Sabbia è addestrato fin da piccolo a combattere sotto l’implacabile sole del deserto. Fai male a sottovalutare i ninja di questa terra > > ribatté energicamente Temari, cercando di mascherare la propria stanchezza. < < Eppure anche tu sei nata nel Paese del Vento o sbaglio? Sei una discendente dell’antico popolo dei Mendin, giusto? Discendi da una tribù di valenti guerrieri, per quale motivo sei diventata una volgare schiavista? > >.

Per un attimo la rossa sgranò gli occhi sconvolta. Il volto le si fece bianco, poi rosso di cieca collera. < < Non osare paragonarmi ad una razza così inferiore e meschina, ragazza. Io appartengo soltanto alle profondità più remote di queste montagne, ad una terra che presto sconvolgerà gli equilibri di questo mondo. Del tuo mondo > >.

 < < Di quale terra stai parlando? > >.

Ma l’arciera rossa non rispose. Fulminea aveva già incoccato una nuova freccia, scagliandola con precisione straordinaria contro l’avversaria e questa volta la distanza era troppo ridotta. Temari non ebbe nemmeno il tempo di aprire il primo astro del tessen, che la freccia nera superò del tutto la sua difesa. Furono di nuovo i suoi riflessi a salvarle la vita, ma stavolta non senza conseguenza. La freccia nera ricolma di chakra si conficcò in pieno sulla spalla destra della guerriera, trapassandola di netto da parte a parte. Il dardo macchiato di sangue continuò il suo volo sibilando e seminando distruzione tra le macerie.

< < Stupida > > si disse, maledicendosi. Il dolore alla spalla si fece subito pungente e intenso < < Ti sei distratta come una dannata dilettante > >.

Temari dovette tempestivamente premere una mano sull’orribile foro alla spalla, dalla quale fuoriusciva troppo sangue per sperare di poter continuare a combattere. Si trovava in balia dell’avversaria, ma non per questo si sarebbe arresa. Pur essendo pronta a morire per il suo paese, Temari non aveva mai così tanto amato la sua vita. Dopo tutto quello che aveva passato con Gaara, dopo aver combattuto una guerra mondiale, finalmente la giovane kunoichi era riuscita nell’impresa di credere in qualcosa che una volta avrebbe disprezzato o addirittura sbeffeggiato. Il suo cammino l’aveva portata a credere nell’amore e nella pace.

Non voleva morire, lei desiderava vivere al fianco di Shikamaru. Era ben consapevole dell’inutilità delle sue azioni, ma per lei non era accettabile morire nella resa e nell’impotenza. Per questa semplice ragione continuò a combattere. Ignorando dolore e stanchezza Temari aprì il ventaglio nella sua interezza, pronta a sfruttare fin dove possibile il potere del vento che tanto sapeva padroneggiare.

< < Arte del Vento: Lame di vento > >.

Il ventaglio si mosse verso il terreno, generando correnti invisibili e taglienti come lame. Temari le scatenò contro l’arciera rossa, la quale, avendo percepito il pericolo in anticipo, si era messa in sicurezza ben in equilibrio con il suo chakra lungo la parete rocciosa. Il dolore era terribile come pochi provati nella sua vita, ma soprattutto di un tipo di sofferenza che le impediva il proseguimento dello scontro. Mentre Sasha schivava con facilità le ultime lame di vento senza più controllo, Temari resistette pochi secondi ancora prima che il pesante ventaglio le sfuggisse dalle mani. Quando il tessen si schiantò a terra, il corpo stremato e ferito della kunoichi seguì la stessa sorte della sua arma. Era finita.

Il vento tagliente si era ormai assopito del tutto. Sasha atterrò con grazia sul terreno cosparso di macerie. Osservò freddamente la sua nemica ormai sconfitta con una traccia molto pallida di rammarico e rimorso sui suoi occhi azzurri. Forse in un’altra vita avrebbe potuto permettersi il lusso di risparmiare la sua vita. Era il grande disegno che imponeva costantemente dei sacrifici di sangue, non era certamente la prima volta per lei. Le sue mani erano già macchiate di sangue e arrivati a quel punto non poteva permettersi di risparmiare una nemica così pericolosa.

< < Ti sei battuta bene, Temari della Sabbia. Provo grande rispetto per il tuo coraggio e per le tue grandi abilità guerriere. Ora, ti prego, rivolgi il tuo corpo verso di me. Ti prometto che non soffrirai molto, basterà un’ultima freccia per far cessare le tue sofferenze. Ti chiedo di non opporti più > >.

Se avesse avuto anche solo un briciolo di energia in più, Temari si sarebbe opposta senza alcun dubbio. Purtroppo non era nelle condizioni di farlo, ma almeno non sarebbe morta distesa sulla polvere. Con grande fatica si mise in ginocchio in attesa della freccia finale, per fissare direttamente gli occhi del suo carnefice.

L’arciera rossa incoccò l’ennesima freccia nera. Per alcuni interminabili secondi le due donne si fissarono a vicenda, poi in un gesto per la rossa completamente inspiegabile Temari sorrise. Sasha ne restò sconcertata mentre tendeva l’arco fino al massimo. Ignorando il doloroso groppo alla gola, Sasha prese la mira con la sua abituale freddezza, poi scoccò. La freccia nera era diretta al cuore della vittima. In attesa della morte, Temari aveva sorriso senza riuscire a trattenersi. Voleva morire con l’immagine di Shikamaru davanti agli occhi. Lo ringraziò mentalmente preparandosi all’inevitabile, solo che non arrivò né morte né ulteriore sofferenza. La freccia nera sibilò nella radura, ma piuttosto che conficcarsi nel cuore della giovane, si schiantò spezzandosi in due contro un muro nero che si era palesato dal nulla a protezione della kunoichi della Sabbia.

Sasha sgranò gli occhi per la sorpresa. < < Che diavolo…….. > > esclamò infuriata.

< < E’ la tecnica dell’ombra solida, ragazza > > esclamò una voce fredda e tremante di rabbia.

Un giovane uomo era posizionato con un ginocchio a terra all’entrata della radura. La sua ombra era direttamente collegata al muro nero che aveva protetto l’ambasciatrice della Sabbia.

< < Maledetto > > sibilò la rossa, mentre incoccava un’altra freccia. Riconobbe immediatamente il copri-fronte. < < Sei un ninja della Foglia? > >.

Shikamaru Nara ghignò per niente intimorito dinnanzi all’arco puntato su di lui. < < Combatti circondata da una catena montuosa, schiavista. Per me avresti dovuto tenerne conto > >.

Sasha sgranò gli occhi, abbassando un attimo l’arco. < < Che cosa hai fatto? > >.

Il ghigno del giovane si accentuò. < < Il muro d’ombra non è stata la mia unica azione per fermarti. La tua strategia lascia un po’ a desiderare > >.

Le parole beffarde dello stratega della Foglia precedettero la violentissima esplosione che sconvolse completamente il teatro dello scontro. In quel caos di distruzione Temari riconobbe subito le braccia calde del suo uomo che la portarono via da quella che doveva essere la sua tomba. Quell’idiota pigro aveva la cattiva abitudine di ignorare completamente i suoi ordini e in quel momento, nel bel mezzo di un combattimento che aveva perso, la kunoichi provò una sensazione di calore e di protezione. Era stata salvata dall’unico uomo che avrebbe mai potuto amare.
 
FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** Il regno del ghiaccio e del fuoco ***


CAPITOLO 13
 
 
IL REGNO DEL GHIACCIO E DEL FUOCO
 
 
Malartor, Regno del ghiaccio e del fuoco
Palazzo imperiale
 
 
Il sole scompariva lentamente dietro le Montagne del Vento. Nel cuore di quei monti oscuri era davvero difficile assistere ad uno spettacolo del genere, ma di certo era possibile dal luogo in cui si trovava Varneim in quel preciso momento. Dall’elegante e ampia terrazza situata in cima all’imponente e maestoso palazzo imperiale, il grande leader Varneim, nella sua dorata tunica di seta, osservava come una divinità antica il suo regno costruito con le sue stesse mani e con il sangue dei suoi nemici. Si trattava di una terra arida e desolata, totalmente inesplorata dato che si trovava all’estremo confine delle Montagne del Vento. Nessuno era mai giunto così lontano, nemmeno la spedizione militare del Primo Kazekage. D’altronde quella terra selvaggia poteva essere raggiunta conquistata solo da chi vinceva fino in fondo il selvaggio mondo delle Montagne del Vento e lui, Varneim, antico e potente shinobi della nazione del Vento che aveva combattuto a fianco del Primo Kazekage in persona, era riuscito in quell’impresa. Un’impresa impossibile per un normale essere umano, ma non per un essere superiore.

Ora a distanza di secoli quella terra così isolata sarebbe presto diventata il punto di partenza nella costruzione del suo potente e invincibile impero. Per un essere superiore come lui, con l’esperienza e il potere che aveva accumulato nel corso della storia, era davvero possibile riconciliarsi con il concetto di dio in terra, di dio tra gli uomini. Varneim possedeva un corpo muscoloso e robusto, in apparenza sulla quarantina. Portava dei capelli lunghi fino alle spalle, di un rosso acceso come gran parte dei membri ormai defunti del suo antico clan della Sabbia. Il grande leader adorava passeggiare in quel vasto terrazzo, dal quale dominava con occhi attenti e scrupolosi i territori sotto il suo dominio.

Una volta Varneim era un ninja abile e potente, fortemente fedele agli ideali di conquista e di superiorità del suo tempo. Proprio quei sogni di conquista l’avevano portato a mettere in pericolo la sua vita nel corso di innumerevoli e sanguinose battaglie. Fin dalle sue origini il mondo dei ninja si fondava sulla forza. I ninja vivevano unicamente nello scopo di prevalere ad ogni costo sull’avversario. Era un mondo in cui i forti dominavano incontrastati sui deboli, ecco perché Varneim aveva sempre cercato di essere sempre il più forte in assoluto, non importa con quali mezzi. Ogni guerra che si era combattuta nel corso degli anni non aveva mai portato a cambiamenti significativi. Varneim aveva osservato attentamente il susseguirsi delle grandi guerre ninja e alla fine i risultati si rivelavano sempre gli stessi. La situazione politica e militare restava fondamentalmente invariata, le cinque Grandi Terre Ninja prosperavano in un precario equilibrio, fondato principalmente sul dominio esercitato nei paesi più piccoli.

Per secoli Varneim aveva sperato che almeno una delle cinque nazioni potesse essere indebolita o addirittura distrutta da una guerra mondiale. Poco importava quale potesse essere: Vento, Fuoco, Terra, Acqua e Fulmine. Una delle cinque Grandi Terre doveva cadere per sempre. Sfortunatamente nessuna guerra era mai arrivata a realizzare questo grande sogno. I grandi conflitti gli avevano soltanto fornito un’illimitata quantità di chakra dalle innumerevoli morti, aumentando il suo potere e allungandogli la vita proprio come un essere superiore.

Dal suo regno nascosto Varneim aveva osservato i grandi avvenimenti del mondo, li aveva soppesati e valutati senza riuscire mai a trovare il punto cruciale dal quale avrebbe potuto dare origine al suo progetto di espansione. La speranza si riaccese inaspettatamente con il caos scatenato dall’Akatsuki in tutto il mondo, tanto da arrivare a scatenare la quarta grande guerra ninja, il più terribile tra i conflitti mai combattuti. Neanche un essere superiore come Varneim avrebbe mai potuto immaginare che fosse effettivamente possibile mettere in pericolo l’intera esistenza del mondo ninja. Eppure accadde proprio questo: l’intera esistenza del mondo era stata minacciata come mai nella storia. E poi quella sconvolgente conseguenza che mai Varneim si sarebbe potuto aspettare: la nascita dell’Unione Shinobi.

In un attimo tutte le rivalità che avevano insanguinato il mondo per secoli furono in un istante abbandonate, dimenticate nel pericolo rappresentato da un nemico troppo potente per chiunque. Quella svolta degli eventi rischiava seriamente di compromettere del tutto i suoi piani di conquista. Varneim non desiderava per nulla la distruzione del mondo. Contro ogni previsione, però, l’Unione Shinobi aveva vinto la guerra, salvando il mondo e di nuovo tutti i morti, tutte quelle battaglie non gli avevano lasciato nulla, se non una nuova incredibile quantità di chakra che poté sfruttare, ma nessuna grande nazione era stata distrutta durante il conflitto. Al contrario il grande leader inorridiva dinnanzi all’odioso spirito di fratellanza che l’Unione Shinobi stava cercando di sviluppare tra popoli che si erano sempre odiati nel corso degli anni.

Tuttavia, nonostante tutto, in realtà l’ultima guerra gli aveva lasciato inaspettatamente qualcosa di concreto per il suo progetto, qualcosa che nessuna altra guerra gli aveva mai lasciato. La minaccia dell’Akatsuki gli dimostrò quanto potesse essere facile aggredire l’esistenza stessa di una nazione, addirittura del mondo intero. Il semplice pensiero lo faceva tremare per l’eccitazione. Finalmente il suo grande progetto, quello al quale aveva dedicato la sua intera esistenza, era pronto per una prima concretizzazione.

Il potere del fuoco e del ghiaccio fluiva incessantemente dentro di lui. Nessun ninja vivente poteva essere in grado di controllare una tecnica del genere, forse nessuno a parte lui avrebbe potuto riuscirci. Varneim, uno di quei ninja che costruì le fondamenta del Paese del Vento, era diventato il re di Malartor, il regno del ghiaccio e del fuoco e soprattutto era diventato il custode e il possessore assoluto del potere inimmaginabile che questa terra selvaggia celava tra i suoi vulcani in costante attività e i suoi ghiacciai indistruttibili.

Le riflessioni del grande leader vennero interrotte da un ingresso che stava attendendo da diverse ore e lui odiava aspettare così tanto. Un gigantesco uomo pelato con una corporatura imponente e una terribile cicatrice all’occhio destro si palesò alle sue spalle, distogliendolo dai suoi piani di conquista.

< < Grinor, finalmente. Ti sei fatto attendere > > disse Varneim, la sua voce era inumana e glaciale come i ghiacci eterni di Malartor.

Il volto del nuovo impallidì all’istante, quasi fosse entrato a contatto con la morte stessa. < < Chiedo perdono per il ritorno, mio signore. Come da vostri ordini sono appena rientrato dalla missione di perlustrazione dei nostri confini > >.

< < Notizie riguardo la missione di Sasha? > > chiese Varneim, apparentemente tranquillo.

< < Di lei abbiamo perso le tracce alcune ore fa, mio signore. Gli ultimi messaggi ci sono stati pervenuti dai nostri esploratori stanziati lungo la Strada del Demone. Ci hanno appena comunicato che il gruppo è sulla via di ritorno con i bambini prigionieri prelevati a Suna. A quanto pare Sasha si è dovuta separare dal gruppo per indebolire la squadra di inseguimento inviata dalla Sabbia. Dalle nostre informazioni sembra che Sasha abbia ingaggiato battaglia con la sorella maggiore del Quinto Kazekage e con ogni probabilità il combattimento è ancora in corso > >.

< < Quanti? > > domandò Varneim, senza mai distogliere lo sguardo dai vulcani e dai ghiacci che circondavano le terre desolate sotto il suo dominio.

< < Venti bambini in totale, mio signore. Tutti potenziali futuri ninja a servizio di Suna > >.

Varneim ghignò soddisfatto. < < A quanto pare anche un gruppo di volgari mercenari può diventare estremamente utile per un glorioso progetto > >.

< < Siete sicuro che possiamo davvero fidarci dei ninja mercenari, mio signore? > > chiese Grinor, restando umilmente chinato con il ginocchio posato sull’elegante pavimento di marmo e con il capo rigorosamente calato.

Il grande leader scoppiò in una sonora risata sguaiata, facendo tremare di paura l’uomo prostrato dietro di lui. La risata trasudava una crudeltà disarmante, troppo da sopportare per un normale essere umano.

< < Mio fedele Grinor, i ninja mercenari sono delle mere pedine, nulla di più. In caso di necessità le pedine si possono sempre spazzare via dalla scacchiera nel giro di un istante. Forse alcuni di loro impareranno presto quanto sia importante la nostra missione e apriranno la loro mente ai nostri ideali di conquista. Tuttavia, se non lo faranno, il loro contributo finale sarà quello di diventare parte integrante dei ghiacci e dei vulcani eterni > >.

< < Certo, mio signore. Il vostro volere è legge > >.

Varneim incrociò le braccia dietro la schiena. Era un gesto abituale che lo aiutava a riflettere meglio sulle sue mosse. < < La nostra armata spedita sul sentiero principale? > >.

Per un breve momento l’uomo esitò, ma si affrettò comunque a rispondere. < < Come previsto l’armata composta da alcune migliaia dei vostri……ehm….dei vostri…. > >.

< < Creazioni, Grinor > > completò per lui Varneim, con aria di superiorità. < < Ti ho sempre detto di chiamarle creazioni. Sono creature superiori, non esiste altro modo per definire una razza superiore in questo mondo > >.

< < Certo, mio signore. Le vostre creazioni > > confermò umilmente Grinor, affrettandosi poi a proseguire il suo rapporto. < < Dai rapporti dei nostri esploratori è certo che la nostra armata si sia scontrata con il gruppo di ninja inseguitori della Sabbia lungo il sentiero principale tra le montagne. La battaglia ha consentito al gruppo di mercenari, indeboliti dall’assenza di Sasha, di proseguire la marcia con i bambini prigionieri. In questo momento i bambini si trovano a poche miglia dai nostri confini e presto saranno al vostro cospetto, mio signore > >.

Una mano di Varneim si posò pigramente sulla balaustra del terrazzo. < < E la mia armata? Quale è stato l’esito dello scontro con i ninja della Sabbia? > >.

Grinor respirò profondamente. < < Non è stato possibile chiarire con certezza come sono andate le cose, mio signore. Tuttavia, sono costretto a riferirvi che la nostra armata sia stata completamente annientata dopo una dura battaglia. Nessuna…..vostra creazione è sopravvissuta allo scontro > >.

L’uomo non poté evitare di tremare di paura nell’osservare il lieve movimento di spalle del suo signore. Si trattava di un movimento brusco, forse dettato dalla rabbia e dalla delusione. Questo Grinor non avrebbe mai potuto accertarlo, almeno fino a quando il suo signore non avrebbe davvero scatenato la sua ira.

< < Come è stato possibile? > > chiese Varneim, calmo.

< < Dobbiamo ancora averne la certezza, ma è probabile che i nostri nemici abbiano all’improvviso ricevuto dei rinforzi, mio signore. Alcuni esploratori hanno percepito un chakra estremamente potente e anche per questo non sono riusciti ad avvicinarsi di più al luogo dello scontro. In un attimo questo chakra sconosciuto ha distrutto la nostra armata. Chiedo umilmente perdono, mio signore, ma non è stato possibile scoprire altro riguardo l’identità del possessore > >.

< < Un chakra potente, dici. Beh, allora molto presto sarà interessante scoprire quanto sia effettivamente potente > > commentò il grande leader, con voce totalmente disinteressata. < < Ma ora non importa. Ciò che conta di più adesso è la prosecuzione senza intoppi dei nostri piani di conquista. L’obiettivo primario resta sempre la Nazione del Vento e l’immediata distruzione della Sabbia. Per troppo tempo quei vermi si sono considerati i padroni assoluti del deserto, ma presto cambieranno idea piangendo lacrime di sangue > >.

< < Riusciremo a radere al suolo Suna, mio signore. Presto l’immensa distesa desertica del Paese del Vento sarà sotto il vostro controllo > >.

< < Sarà una battaglia molto dura > > osservò seraficamente Varneim. < < Dovremo colpire duramente e senza alcuna pietà. Dovremo farlo rapidamente, per impedire che le altre nazioni possano intervenire per aiutare il Kazekage. Su questo fronte Oteru e gli altri consiglieri corrotti saranno molto utili mantenendo un silenzio che favorirà l’invasione > >.

< < Politicanti senza onore. Per il potere sono disposti a tradire il loro stesso paese > > commentò Grinor disgustato, senza riuscire a trattenersi.

Per la seconda volta. Varneim rise di gusto in un divertimento che sembrava vedere solo lui. < < Comprendo il tuo disprezzo verso questa gente, mio fedele Grinor. Politici del calibro di Oteru sono subdoli, eppure restano estremamente utili per la nostra causa. Credimi, il loro unico interesse risiede nella comoda poltrona che ricoprono all’interno del Consiglio della Sabbia. Pensano solo a questo, la desiderano ad ogni costo, non importa quanti morti si lasciano alle spalle. Proprio questo loro cieco desiderio li rende facilmente manipolabili. Questi uomini, ciechi per la loro sete di potere, non riescono mai a vedere con chiarezza le conseguenze delle loro azioni > >.

< < Almeno fino a quando non sarà troppo tardi > > aggiunse con un sorriso di pura crudeltà.

< < Che cosa intendete fare con loro, mio signore? Quando sarà tutto finito > >.

< < Dovresti saperlo, Grinor. Quegli sciocchi si aspettano un semplice colpo di stato, si aspettano una guerra civile che avrebbe come unico scopo quello di spodestare Gaara No Sabaku dalla sua posizione di Kazekage. Te l’ho già detto, la loro arroganza, unita alla loro ingenuità, non ha limiti. Non si rendono conto che stanno per aprire le porte alla loro stessa estinzione > >.

< < Se ne accorgeranno a loro spese > > dichiarò Grinor, scrollando le spalle.

Senza commentare oltre, il grande leader riprese a passeggiare con calma lungo il suo spazioso terrazzo. Grinor non osò muoversi dalla sua posizione. Pazientemente e con il sudore che continuava a colargli dalle guance. il braccio destro attese che il suo signore raggiungesse l’elegante tavolinetto, nel quale erano posate diverse bevande alcoliche con costosi boccali d’argento. Varneim riempì uno di questi con una bevanda dal colore verdastro e ne bevve una grossa quantità prima di rivolgersi nuovamente al suo servitore.

< < Parliamo della produzione, adesso. Voglio un costante resoconto del numero di creazioni e bada che nelle prossime settimane la produzione non dovrà mai essere interrotta fino a mio ordine preciso. Esigo che il nostro esercito sia pronto al più presto per dilagare tra le montagne > >.

< < Su questo fronte, mio signore, ho delle buone notizie. Non si era mai visto un livello di produzione così alto. Le nostre armate crescono di numero ogni giorno, presto le nostre fabbriche saranno piene. Stiamo creando un esercito inarrestabile, mio signore, ve lo posso garantire > >.

< < Non essere mai troppo certo dei tuoi mezzi, Grinor > > ribatté freddamente il grande leader.

< < Sì, mio signore > > rispose tremante Grinor, chinando la testa ancora più in basso.

< < Attualmente a quanto ammonta il numero delle creazioni pronte a combattere? > > chiese ancora Varneim, questa volta con un tono più impaziente.

< < Abbiamo superato le ventimila unità, mio signore e la produzione è ancora in corso sia nei vulcani che nei ghiacci in ugual misura > >.

Varneim annuì lentamente, osservando l’orizzonte fatto da imponenti e minacciosi ghiacciai. I vulcani, ossia l’altra grande risorsa del suo regno, si trovavano a sud del palazzo imperiale che aveva fatto edificare già da diversi secoli.  < < Molto bene, Grinor, hai agito bene, ma non è ancora abbastanza. Ordina che la produzione prosegua senza interruzioni per altre due settimane. Voglio che il nostro esercito raggiunga almeno le cinquantamila unità prima di sferrare il nostro attacco alla Sabbia > >.

Grinor lanciò un’occhiata preoccupata al suo signore. < < Ma….. siete certo di poter resistere, mio signore? Avete consumato una quantità spropositata di chakra in questi ultimi giorni, forse sarebbe meglio……. > >.

Come colto da una scossa violenta, il grande leader si voltò di scatto, incrociando per la prima volta gli occhi con quelli del suo sottoposto completamente terrorizzato. Grinor aveva sperato fin dall’inizio di quella conversazione di non dover fissare direttamente i tenebrosi occhi del signore di Malartor. Erano occhi bui, senza pupilla e senza alcuna luce, come se l’essere che si trovava dinnanzi a lui non possedesse alcuna anima. Ogni volta che quello sguardo di morte si concentrava, anche se per pochi istanti su di sé, Grinor provava sempre la terribile sensazione di poter crollare da un momento all’altro.

< < Mio signore………Io……io > > balbettò, come un bambino preda del peggiore degli incubi.

< < Non provare mai a sottovalutare la portata della mia tecnica, Grinor. Nemmeno un Kage potrebbe mai gestire la forza che ora risiede in me. Stai molto attento, anche il più fedele servitore non sarebbe più così indispensabile se superasse certi limiti. Sono stato chiaro, Grinor? Tu non vuoi superare questi limiti, non è così? > >.

La voce del grande leader era glaciale in modo innaturale, risuonando ancora più sinistra e terrificante. Grinor aveva combattuto centinaia di battaglie, ucciso nemici di ogni nazione, eppure il terrore che sentiva era tale da farlo quasi impazzire. Non osò nemmeno chiedere perdono come era solito fare per il minimo errore che commetteva quando agiva agli ordini del suo signore. Passò qualche terribile secondo di angoscia e alla fine Grinor, incapace di proferire parola e preda di un terrore paralizzante e opprimente, si limitò ad annuire leggermente.

< < In due settimane esigo che l’esercito di Malartor sia pronto a marciare per la prima offensiva sulle Montagne del Vento > > ordinò Varneim, senza attendere la risposta del suo sottoposto.

 < < Ultimamente questi monti diventati troppo affollati per i miei gusti, ecco perché gradirei al più presto una pulizia definitiva.  Queste montagne dovranno cadere molto presto sotto il mio controllo, Grinor. È di vitale importanza, solo quando controlleremo interamente tutte le strade delle Montagne del Vento, potremmo iniziare la nostra invasione lungo la Pianura Rossa > > aggiunse rabbiosamente.

A fatica Grinor ritrovò la parola. Il suo signore non avrebbe mai tollerato un prolungamento di quella debolezza, per cui si sforzò con tutto sé stesso. < < Naturalmente farò in modo che niente si metta contro il vostro volere, mio signore > > disse il guerriero, cercando di mostrarsi il più sicuro possibile.

< < Tuttavia, mio signore …. > >.

Varneim aggrottò la fronte, tornando ad osservare il paesaggio davanti a lui. < < Continua, Grinor. Non aver paura > >.

< < Come dovremmo suddividere il nostro esercito una volta che sarà pronto a muoversi, mio signore? Le Montagne del Vento si snodano per centinaia di migliaia di chilometri, è un territorio troppo vasto e non sappiamo quanti nemici dovremo affrontare prima che l’esercito possa raggiungere la Pianura Rossa. Senza un piano preciso, rischieremmo di perdere gran parte delle nostre truppe tra i sentieri troppo stretti > >.

Con espressione indecifrabile, Varneim teneva gli occhi fissi sulle lontane vette oscure delle Montagne del Vento. Il primo obiettivo della sua conquista. L’invasione, l’inarrestabile avanzata del suo esercito, che avrebbe portato alla definitiva distruzione della Sabbia, doveva passare obbligatoriamente dalla conquista totale di quella immensa distesa montuosa.

Dopo un momento di apparente riflessione, Varneim parlò con una voce priva della benché minima emozione. < < Il gruppo di inseguitori della Sabbia si muove stabilmente sulla Strada del Demone, ma sono poco numerosi anche volendo contare i rinforzi ricevuti e soprattutto saranno stremati dagli ultimi combattimenti. Per questa ragione una piccola parte del nostro esercito sferrerà un attacco supportato da un centinaio dei nostri ninja mercenari. Sono carne da macello e sono sicuro che reciteranno al meglio la loro parte. Questo dovrebbe bastare per spazzare via gli insetti che infestano la Strada del Demone e anche questo misterioso personaggio dal chakra sconosciuto di cui non sappiamo praticamente nulla > >.

Grinor aggrottò la fronte pensieroso. < < Allora, se questa parte meno numerosa dell’esercito si muoverà verso nord, la nostra azione principale dovrà……. > >.

< < Hai capito bene, Grinor > > sbottò il grande leader, con un gesto sprezzante della mano ricolma di artigli. < < Sono stanco di tutte queste inutili resistenze, prima fra tutti della sciocca permanenza di un popolo ormai dimenticato tra questi monti che ormai mi appartengono di diritto > >.

< < In effetti questi essere inutili sono rimasti nascosti per troppo tempo nel nostro stesso regno, mio signore > > osservò Grinor, chinando umilmente il capo.

Varneim sogghignò compiaciuto. < < Il grosso del nostro esercito si muoverà verso est. La feccia della peggior specie si nasconde sempre negli angoli più bui e più sudici della terra. La mia armata li scoverà e li farà a pezzi una volta per tutte. Sono stato anche troppo paziente con loro, ora è terminato il tempo del perdono > >.

< < Mio signore > > disse Grinor, non osando alzare lo sguardo. < < Il nostro esercito dovrà stanare un’intera popolazione negli angoli più remoti delle Montagne del Vento > >.

Per tutta risposta Varneim ringhiò con crescente furia. < < E lo farà, Grinor, abbiamo forze sufficienti per controllare tranquillamente due fronti. Per troppo tempo quei vermi di montagna sono rimasti rintanati e nascosti all’interno del mio stesso regno. Ma ora non più, niente si dovrà più opporre al mio volere. Per prima cosa le truppe di Malartor dilagheranno tra le Montagne del Vento. Poi inizierà la vera invasione lungo la Pianura Rossa > >.

Gli occhi tenebrosi del signore di Malartor si posarono di nuovo sul suo braccio destro, facendolo di nuovo tremare come un bambino indifeso con una semplice occhiata. Con estrema calma e lentezza posò sul capo pelato dell’uomo una mano bianca e ossuta. Grinor trattenne il respiro.

< < Ora va, mio fedele Grinor. Conduci i miei eserciti verso la vittoria assoluta, altrimenti sarò costretto a chiedere la tua vita e la tua anima in cambio > >.
 
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Montagne del Vento
Sentieri orientali
 
Temari si strinse quasi con fare disperato nel calore della presa del suo uomo, lasciandosi portare via dal caos di distruzione che egli stesso scatenò per salvarla. Lei sorrise nonostante il terribile dolore per la ferita alla spalla. La freccia nera nella sua traiettoria precisa e letale le aveva letteralmente trapassato il corpo da parte a parte, per fortuna senza colpire gravemente gli organi vitali. Poggiando la guancia sul petto muscoloso e allenato di Shikamaru, la bionda si godette la sua vicinanza che tanto aveva desiderato durante le ultime ore drammatiche. Non era da lei abbandonarsi a simili debolezze, sebbene fosse preda del dolore e di un febbrone da cavallo. Evidentemente quel pigrone di uomo che si era scelta a distanza di anni l’aveva cambiata fino a quel punto. L’aveva trasformata in una persona così sensibile verso quei sentimenti che per tanti anni si era sforzata di ignorare o addirittura disprezzare.

Ora nella sua vita non esisteva niente di più importante per lei. Il suo pigro e adorabile fidanzato era giunto in quell’angolo remoto e sconosciuto della sua stessa nazione per salvarla da morte certa. Era difficile descrivere quanto si sentisse grata e felice per questo, nonostante quell’idiota avesse bellamente ignorato ogni sua indicazione. Giusto qualche giorno prima lei aveva cercato di spiegargli che la priorità doveva essere il supporto al gruppo di Kankuro e la difesa della posizione di Gaara come Kazekage. Invece quella brutta testa di ananas scelse lei, ma la cosa non la sorprendeva più di tanto. Riaprendo debolmente per un attimo gli occhi, Temari si accorse che il suo compagno era ancora impegnato in una corsa sfrenata e di sfuggita si accorse che accanto a loro c’era anche il suo fedele Kamatari. Evidentemente era stato lui ad aiutare Shikamaru a trovarla tra le vie apparentemente indistinguibili delle Montagne del Vento. Possibile, però, che uno stratega come lui si fosse avventato in un territorio così pericoloso senza rinforzi?

< < Shikamaru > > sussurrò la kunoichi, riuscendo a posare a fatica una mano piena di tagli profondi sul petto del suo uomo. < < Che fine ha fatto il gruppo di Kankuro?..............i bambini……. > >.

< < Devi calmarti, Tem, sei ferita gravemente. Ti spiegherò ogni cosa, ma ora devi calmarti > > la pregò il ninja della Foglia, con voce tremante. Era spaventato, molto spaventato per lei.

Anche se si trovava sul punto di perdere i sensi, Temari si rese conto di quanto fosse preoccupato il suo uomo. Avrebbe voluto dirgli di non preoccuparsi, che non c’era alcun bisogno di avere paura. Lei era una guerriera e come tale avrebbe combattuto. Per loro e per il futuro che li attendeva insieme. C’era anche altro che avrebbe desiderato dirgli, ma Temari perse i sensi emettendo un flebile lamento.
 
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Proprio in momenti drammatici come questo Shikamaru Nara rimpiangeva amaramente il vizio del fumo. Sicuramente non erano tante le sigarette che fumava al giorno, ma di certo gli effetti negativi sulla sua forma fisica si facevano già sentire. Se la donna fastidiosa che teneva fra le braccia fosse stata sveglia, con ragione lo avrebbe sgridato furiosamente. In quel momento Shikamaru desiderava tutto di Temari, persino le sue urla arrabbiate e i rimproveri.

Le esplosioni alle sue spalle si erano ormai arrestate. L’aiuto di Kamatari era stato essenziale per organizzare l’agguato alla radura. Per avere la speranza di salvare Temari di fronte all’estrema pericolosità del nemico, Shikamaru si era dovuto garantire anche una ritirata di emergenza. Per fortuna il piano sembrava essere stato un successo almeno fino a quel momento. Quando si allontanarono a sufficienza dal pericolo, finalmente si fermarono per riprendere fiato. Shikamaru ne approfittò per iniziare a prestare le prime cure alla sua compagna. Forse non si erano allontanati ancora abbastanza dalle grinfie dell’arciera rossa, ma il moro non poteva più aspettare, doveva correre il rischio. Doveva immediatamente bloccare l’emorragia e medicarle la ferita alla spalla, poi avrebbe pensato alle mosse successive.

La posò delicatamente a terra, poggiandole la testa sulla parete rocciosa. Per le situazioni di emergenza Shikamaru conosceva discretamente le nozioni base di medicina e di pronto soccorso. Nonostante la ferita alla spalla, le condizioni di Temari non erano così gravi da giustificare tempestivamente l’intervento di un medico vero e proprio. In pochi secondi egli stesso fermò l’emorragia, per poi affrettarsi a disinfettare con cura la ferita. Nell’incoscienza Temari si lamentava debolmente, anche mentre Shikamaru le fasciava accuratamente la spalla.

< < Quale sarà la nostra prossima mossa, Nara? I nemici saranno presto sulle nostre tracce e in queste condizioni non saremmo certo in grado di combattere > > volle sapere Kamatari. In groppa la fiera donnola ninja dal pelo bianco teneva saldamente il tessen di Temari recuperato sul campo di battaglia.

< < Dobbiamo trovare un rifugio > > rispose prontamente il giovane stratega, mentre si occupava frettolosamente delle altre ferite minori della sua compagna. < < Le ho prestato le prime cure e probabilmente resterà priva di sensi per tutta la notte. Abbiamo bisogno di un posto riparato per aiutare Temari a riprendersi. Non avremo speranze se continueremo la fuga in queste condizioni. Dobbiamo soltanto sperare che anche il nemico non sia nelle condizioni di cercarci. Una volta che saremo in grado di muoverci, potremmo tentare di riunirci agli altri > >.

La donnola fissò il volto riflessivo del ninja della Foglia. < < Ti aiuterò a trovare un rifugio sicuro, Nara. Non dovrebbe essere troppo difficile trovarlo tra queste montagne. Vi proteggerò per quanto possibile durante la notte. Sei sicuro che Temari possa cavarsela anche senza il soccorso di un medico ninja? > >.

Con un sospiro di stanchezza il giovane dai capelli neri abbassò lo sguardo sulla sua donna. Si chinò per prendere nuovamente la sua compagna tra le braccia. < < Per quanto fastidiosa, la mia Temari è una donna forte e io l’aiuterò a riprendersi. Abbi fiducia in lei, Kamatari > >.

Sotto la guida di Kamatari, il moro riprese la marcia con il sole ormai completamente sparito dietro le montagne e l’aria della sera sempre più fredda. Usò la sua giacca per coprire il corpo della sua  ragazza.

< < Donna fastidiosa > > sussurrò lei nell’aria fredda. < < Sarà meglio che ti riprenda in fretta. Sei tu quella che interpreta al meglio il ruolo della salvatrice in questa relazione > >.

Shikamaru si concesse un dolce sorriso, stringendo nuovamente a sé il corpo della donna che amava. < < Per me fare l’eroe è soltanto un’immensa seccatura, amore. Preferirei lasciare questo onore a Naruto lo sai > >.

< < Direi che non ti sei comportato male nonostante tutto > > mormorò Temari, sorridendo dolcemente.

Kamatari andò in avanscoperta mentre Shikamaru continuava a percorrere il sentiero ormai completamente immerso nelle tenebre. Fortunatamente Kamatari trovò in meno di mezz’ora il rifugio ideale. Tagliando tra sentieri e stradine sempre più strette, la donnola ninja li condusse nei pressi di una caverna ben nascosta tra rocce e vegetazione. La grotta era stretta e angusta, ma spaziosa quel tanto che bastava per far distendere Temari. Finalmente al riparo Shikamaru accese un piccolo fuoco da campo, stando bene attento che il fumo delle braci non uscisse dalla caverna. Si trovavano in pieno territorio nemico e ci voleva poco per essere localizzati.

Si sedette con la schiena poggiata sulla parete rocciosa e con cura, stando bene attento a non svegliarla, fece poggiare delicatamente sul proprio grembo la testa della fidanzata. Dalla bisaccia da missione Shikamaru tirò fuori le fialette di antibiotico fornitegli da Ino e Sakura e si affettò a somministrarle alla sua ragazza. Non era molto preparato nel fare iniezioni, ma le sue compagne sotto la supervisione di Tsnunade avevano creato quel tipo di fiale proprio per aiutare i ninja con le somministrazioni durante le missioni, specie in caso di assenza di ninja medici nella squadra. Le iniettò la fiala sullo stomaco, sforzandosi di essere il più delicato possibile. Per fortuna la bionda continuava a dormire pacificamente, stretta tra le sue braccia. Shikamaru sospettava che, oltre alle ferite, l’enorme quantità di chakra consumata durante il combattimento l’aveva prosciugata da ogni energia, facendola crollare.

A protezione di quel rifugio improvvisato c’era sempre il fido Kamatari, il quale si piazzò vigile all’ingresso della caverna con il tessen di Temari ben custodito al suo fianco. Con una punta d’ansia Shikamaru si concentrò nell’ascolto del respiro della sua amata, sospirando di sollievo quando si accertò che era calmo e tranquillo. Non conoscendo il territorio, al giovane ninja mancava la sicurezza concreta di trovarsi in un posto veramente sicuro, ma in quel momento la priorità assoluta restava quella di aiutare Temari a recuperare le forze per quanto possibile.

Con le dita le scostò delicatamente un ciuffo di capelli biondi dalla fronte madida di sudore. Gli antibiotici dovevano contrastare la febbre e le infezioni. Con ogni probabilità la medicina stava già iniziando a fare effetto. Shikamaru la strinse forte, baciandole fronte e guance, sperando con tutto il cuore di cullarla nel suo sonno nonostante ferite e stanchezza.

< < Donna fastidiosa > > sussurrò il giovane shinobi, con un dolce sorriso < < Continui a farmi preoccupare in ogni cosa che fai. Quando tutto questo calvario finirà, ti costringerò ad un periodo di totale pigrizia dentro una camera da letto. Puoi giurarlo, una volta tanto vincerò io, anche contro le tue fastidiose lamentele > >.

La donnola bianca fissava con curiosità i due giovani stretti l’uno accanto all’altro. Come fedele compagno di battaglia aveva accompagnato Temari durante la sua intera vita da ninja d’elite, imparando a conoscerla a fondo. Il rapporto con quel ragazzo si era evoluto gradualmente con alti e bassi, eppure ora a distanza di così tanti anni non ci poteva più essere alcun dubbio riguardo l’importanza della loro relazione. Kamatari mai si sarebbe aspettato di vedere un giorno la sua compagna Temari così presa e vicina ad un’altra persona, ad un ninja straniero pigro e dal volto spesso inespressivo, originario come se non bastasse di una nazione che in passato si era persino trovata in guerra contro la Sabbia.

< < Shikamaru Nara > > disse seraficamente Kamatari, lasciando passare quel breve momento di silenziosa riflessione. < < Cosa pensi di quelle creature che abbiamo incontrato prima di raggiungere Temari? > >.

Nella follia degli eventi e nella disperata ricerca di Temari, Shikamaru l’aveva completamente dimenticato. Una fitta allo stomaco gli fece rammentare lo spettacolo da incubo accaduto alcune ore prima del suo arrivo alla radura dove Temari stava combattendo contro l’arciera rossa. In passato lo stratega della Foglia aveva visto tante mostruosità, più di quanto avrebbe mai immaginato da ragazzino. C’erano stati i ninja del Suono guidati soltanto da uno odio sconfinato e terrificante, dai quali si salvò solo grazie all’intervento di Temari. A distanza di anni quel sorriso che lei gli aveva rivolto dopo averlo salvato restava tra le cose più belle che ebbe mai avuto la fortuna di vedere.

Poi c’era stato Hidan, un incubo ad occhi aperti che gli portò via l’uomo che gli aveva fatto da maestro e infine c’era stata la guerra, probabilmente il più grande conflitto nella storia dell’umanità. Per la salvezza del mondo Shikamaru aveva combattuto coraggiosamente, arrivando persino a comandare l’intera alleanza nel momento più drammatico, subito dopo aver perso suo padre, un’altra persona tanto amata e ammirata. A quanto pare, però, non era ancora abbastanza. In quel mondo così vasto e misterioso c’erano ancora mostruosità di cui non aveva idea e una volta penetrato senza esitazione nell’oscurità dei sentieri di montagna, proprio una di queste mostruosità si palesò davanti ai suoi occhi. Arrivati a quel punto l’unica domanda da farsi era una soltanto: quanti altri mostri dimoravano questo posto così tenebroso e sconfinato?

< < Sembrano essere dei mostri con una natura unica, ho avuto l’impressione che fossero tutti controllati da un’entità che si trova molto lontana da qui. Non sono molto pericolosi se attaccano singolarmente, ma in gruppo possono diventare molto pericolosi > >.

< < La cosa più strana è la loro invulnerabilità > > osservò Kamatari. < < Ne ho falciati diversi con le mie tecniche, eppure molti di loro sono rimasti in vita anche se con ferite mortali sui loro corpi. Hai trovato una spiegazione per questo, Shikamaru Nara? > >.

Il moro strinse dolcemente la mano di Temari, aggrottando la fronte nella sua tipica espressione riflessiva. < < Il combattimento è stato troppo breve per avere delle certezze e le nostre tecniche sono state troppo caotiche e poco concentrate per trovare delle risposte, però ho l’impressione che questi mostri non possano provare dolore. Questo particolare potrebbe essere un vantaggio, perché alcuni di loro sono morti all’istante sotto i nostri colpi. Questo potrebbe voler dire che esiste un punto debole > >.

Kamatari lo squadrò attentamente. < < Un punto debole? Non mi è parso > >.

< < E’ stato solo per un momento. Quando ho attivato la Tecnica dei fili d’ombra per arrestare la loro carica, ho mancato un bersaglio, tranne che per un unico filo che ha centrato completamente un demone di fuoco. È caduto morto in un attimo, ma non saprei dire se la stessa cosa si possa verificare anche per i demoni di ghiaccio. Non è nemmeno detto che sia davvero così > >.

< < E dove lo avrebbe colpito? > > chiese la donnola, ancora piuttosto scettica.

< < In testa > > rispose il giovane con sicurezza. < < L’ho trapassato con il filo d’ombra dritto in fronte e il demone è morto. Non posso averne la certezza dato che attaccavano in gruppo. Tuttavia, se la mia teoria si rivelerà corretta, presto questa informazione sarà essenziale per i prossimi scontri. Non sappiamo nulla: né da dove provengono, né il loro numero. Tuttavia la prima cosa che dobbiamo assolutamente scoprire è il loro punto debole > >.

< < Speriamo che la tua teoria sia corretta, allora. Un esercito di mostri immortali fatti di fuoco e ghiaccio scatenerebbe il panico in tutta la nazione > > disse Kamatari, accucciandosi accanto al fuoco da campo.

< < Ora cerca di riposare, Shikamaru Nara. Veglierò io su di voi. All’alba dovremmo muoverci in fretta per riunirci ai tuoi compagni della Foglia. Speriamo che nel frattempo abbiamo già raggiunto il gruppo di Kankuro > >.

< < L’hanno fatto. Ne sono sicuro > > concluse il giovane senza esitazione.

Con un sospiro di stanchezza Shikamaru finalmente si rilassò, continuando a passare delicatamente le dita tra i capelli sciolti ed indomabili della sua donna. Per tutta risposta Temari ancora immersa nel sonno si strinse ancora di più a lui. In pochi secondi anche Shikamaru si addormentò profondamente, stremato da quella giornata interminabile.
 
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Temari si svegliò con il sole già alto. L’aria calda e secca si insediava prepotente tra le vie anguste di montagna, tanto da rendere gli spessi corridoi naturali di roccia quasi del tutto incandescenti. Proprio per le abituali temperature troppo elevate del Paese del Vento, Temari si era abituata fin da piccola ad alzarsi poco prima dell’alba con l’aria del deserto ancora fresca. Dopo la battaglia contro l’arciera rossa, però, neanche la sua proverbiale robustezza ebbe la meglio contro il bisogno naturale e irresistibile di riposo. Persino il semplice atto di aprire gli occhi le parve un’impresa titanica. Non era più febbricitante e dolorante come la sera prima, ma si sentiva comunque spossata con a malapena le forze necessarie per rimettersi a sedere.

< < Mmmmhh > > mugugnò la giovane ninja, portandosi una mano alla testa. Solo di sfuggita percepiva delle dita familiari carezzarle dolcemente i capelli. < < Oh, la mia povera testa > >.

< < Buongiorno, donna fastidiosa > > la salutò dolcemente il suo uomo. < < E’ raro vederti dormire così tanto. Non vorrai diventare pigro come il tuo ragazzo > >.

< < L’ho sempre detto che la tua cattiva influenza mi impigrisce sempre di più, piagnucolone > > scherzò lei, con voce debole.

Provò di nuovo a sollevarsi con l’aiuto di Shikamaru, ma si bloccò subito per un’intensa ondata di malessere allo stomaco. Per un attimo pensò seriamente di rimettere il poco che aveva mangiato nelle ultime ore senza potersi minimamente trattenere. Quel possibile scenario la fece sorridere malgrado tutto, pensando che almeno avrebbe potuto deliziare la giacca da missione del fidanzato grazie a quel terribile dolore di stomaco. La sensazione di malessere, però, iniziava gradualmente a placarsi.

 Il suo uomo le strinse calorosamente una mano per tranquillizzarla. < < Non ti sforzare troppo, Tem. Ti ho somministrato delle medicine per la febbre e le infezioni. Hai ancora bisogno di riposo per recuperare parte del tuo chakra. Come ti senti? > >.

< < Come se fossi stata travolta da una mandria di bisonti inferociti > > ribatté lei con aria scontrosa.

 Shikamaru ridacchiò, sollevato di fronte alla tipica risposta burbera della sua ragazza, segno che stava iniziando a riprendersi sebbene fosse ancora molto debole. < < Ecco la mia indomabile principessa del deserto > >, pensò lo stratega della Foglia, carezzandole dolcemente una guancia. Di nuovo Shikamaru provò ad aiutarla a sedersi, tenendola saldamente con un braccio attorno alla vita e facendola poi appoggiare a lui. Il moro baciò dolcemente la fronte di Temari, la quale non riuscì proprio a trattenere un sospiro di contentezza e soddisfazione.

< < Dovrei esserci abituata ormai………. al fatto che non sembri minimamente capire come seguire anche le più semplici indicazioni. Se non mi sentissi veramente a pezzi, ti darei una lezione come i vecchi tempi, piagnucolone. Qui e adesso > >.

Era il suo modo di ringraziarlo. Shikamaru lo sapeva bene e aveva sempre segretamente adorato quel suo modo aggressivo di fare. Si limitò ad alzare gli occhi al cielo, prima di stampare un rapido bacio sulle labbra della kunoichi. < < Magari questa lezione la rimandiamo in un momento più tranquillo, donna fastidiosa. Ora dobbiamo pensare a come uscire da questa situazione e soprattutto a come restare vivi con tutti i nemici che ci cercano > >.

< < La via è libera > > intervenne Kamatari, sempre di guardia all’ingresso della caverna. < < Nessuna traccia di quegli strani demoni o dell’arciere rossa. Forse è il momento giusto per allontanarci da qui, poi potremmo fare dei segnali per ricongiungerci al gruppo di Kankuro > >.

< < Demoni? > > domandò Temari, confusa. Alzò di scatto gli occhi verso Shikamaru. < < Shikamaru, quali strani demoni? > >.

Gli occhi del ninja di Konoha si fecero seri e riflessivi. Temari sentì il cuore battere più forte, conosceva bene quell’espressione. Le parole dell’arciera rossa contro cui aveva combattuto le tornarono bruscamente alla mente. La donna aveva parlato di un’imminente invasione che si sarebbe presto scatenata nel cuore della sua terra natale. In un attimo la mente della kunoichi venne sconvolta da una marea di pensieri inquietanti: minacce e pericoli di un passato oscuro, il passato del Paese del Vento.

< < Shikamaru > > ripeté impaziente dinnanzi al silenzio teso del suo uomo.

< < Mentre cercavamo di raggiungerti > > disse il giovane ninja, allarmato dinnanzi alle reazioni di Temari. < < Io e Kamatari ci siamo imbattuti in qualcosa di molto strano. Dei mostri che non avevo mai visto prima, in nessun paese che abbia mai visitato. Mostri orrendi, Temari, spinti soltanto dalla volontà di farci a pezzi. Erano circa una cinquantina e ci hanno attaccato all’improvviso da una stretta via di montagna. Per fortuna non ci hanno sorpreso e siamo riusciti a respingerli. Non mi vergogno a dire che senza l’aiuto di Kamatari sarei morto sicuramente > >.

Temari si liberò con uno strattone dal caldo abbraccio del compagno, esclamando con forza. < < Che genere di mostri erano? Descrivimi il loro aspetto, Shikamaru > >.

Di certo Shikamaru non era per nulla abituato a vedere la sua fidanzata così spaventata. La loro situazione diventava sempre più complessa e forse le poche informazioni che aveva scoperto si sarebbero potute rivelare utili. Rifletté attentamente, proiettando nella sua mente l’aspetto di quelle creature da incubo.

< < Non erano tutti uguali, sebbene avessero tutti la medesima struttura fisica > > rispose il ninja di Konoha, provando a spiegarsi. < < Per meglio dire tutti i demoni sembravano possedere un corpo composto da nuda roccia. Ma non roccia della stessa materia > >.

< < Metà di loro era fatta di ghiaccio, mentre l’altra metà di pietra vulcanica o qualcosa del genere, non è così? > > domandò Temari, con un lieve tremore nella voce.

Shikamaru ne restò letteralmente sconcertato. Prese delicatamente il mento dell’amata per poterla guardare negli occhi. < < Come fai a saperlo, Temari? Che cosa sta succedendo? > >.

La sua compagna non rispose subito. Sembrava completamente in stato di shock. < < Questo non è possibile > > sussurrò dopo qualche secondo di silenzio.

< < Temari > > la chiamò a voce più alta il moro. Adesso era davvero preoccupato. Le afferrò le spalle cercando di scuoterla. < < Temari, amore, dimmi che cosa sta succedendo? > >.

< < Ehi voi > > intervenne Kamatari. < < Piantatela con le chiacchiere, ragazzi. Dobbiamo andarcene al più presto da qui. Se non lo aveste notato ci troviamo ancora in territorio nemico > >, ma entrambi i giovani lo ignorarono.

< < Temari, ti prego parlami > > la esortò di nuovo Shikamaru, stringendola ancora tra le braccia.

Per tutta risposta, come spinta da un irrefrenabile desiderio di protezione e sicurezza che solo lui era in grado di offrirle, Temari circondò con le braccia il collo del suo uomo, nascondendo il viso dall’orrore inaspettato che sembrava nascondersi in quei monti oscuri. In realtà Temari sperava ancora di sbagliarsi, che i suoi timori fossero del tutto infondati. Allo stesso tempo, però, Shikamaru rispose prontamente all’abbraccio e a quel bisogno di protezione.

La bionda gli strinse con forza la tunica dell’uniforme di cuoio prima di parlare con voce affranta. < < L’esercito delle tenebre è su di noi, Shikamaru. Le leggende del passato lo avevano predetto: la rovina e la distruzione si abbatterà a Suna, con una morte che sarà sia di ghiaccio che di fuoco > >.

Shikamaru trattenne il respiro, sperando di aver frainteso la situazione riguardo a quali fossero davvero i timori di Temari. < < Tem, stiamo parlando di una leggenda di Suna? > >.

< < No > > ribatté la kunoichi, lanciandogli un’occhiata adirata. Shikamaru si sentiva sempre più confuso.

Temari sospirò profondamente abbandonandosi ancora alla stretta del suo ragazzo. < < Stiamo parlando di una tecnica ninja, Shikamaru > >.

< < Cosa? > >.

< < Una delle più antiche e proibite tecniche della Nazione del Vento e l’ultimo in grado di usarla fu il Primo Kazegage in persona > >.
 


FINE DEL CAPITOLO
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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