Rime Sparse

di Mary_la scrivistorie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Stazione ***
Capitolo 2: *** Piccola ribelle ***
Capitolo 3: *** Corpo ***
Capitolo 4: *** Leonessa ***
Capitolo 5: *** Quando ballavamo ***
Capitolo 6: *** Ultima ***
Capitolo 7: *** Poteri ***
Capitolo 8: *** Pira ***
Capitolo 9: *** Qualche anno fa ***



Capitolo 1
*** Stazione ***


 
Stazione

⚕️
Solamente due cose.
Uno, perché proprio “rime sparse”? Il titolo della raccolta si rifà al celebre titolo tratto da “Il Canzoniere” di Petrarca, «Voi ch’ascoltate in rime sparse il suono». Questo è il sonetto proemiale della raccolta, scritto intorno al 1350 e quindi dopo la morte di Laura, come dimostra il fatto che l’autore, in questo componimento, guarda in modo retrospettivo il suo amore infelice: Petrarca lo definisce un “giovenile errore” dal quale si è in parte liberato con la maturità, consapevole di essere venuto meno alla sua dignità di intellettuale e di essersi esposto alle derisioni del mondo. È appunto questo il caposaldo di questa raccolta: l’effervescenza dell’illusione dell’amore e il senso di vergogna che ne scaturisce. Sappiate che questa raccolta è il mio personale modo di perdonarmi e sigillare un capitolo della mia vita non tra i più idilliaci, ma un lieto fine almeno c’è.
Due, Mary è morta. Non cercatela perché non vi risponderà, non essendoci più. Avrete modo di appurarlo se mi seguirete in quest’esperienza. Ha cambiato nome, ha cambiato vita e pure fandom. Per questo ora si è data alla poesia – ma restate sintonizzati, poiché lei è come le scale di Hogwarts: le piace cambiare!
Questo punto, come potete ben intuire, è prevalentemente diretto a chi ha una minima conoscenza della mia attività di autrice e sa che sono solita dedicarmi a ben altri fandom e tipi di storie. Ebbene, pensavo di tornare qua su EFP sulle note di una serie di poesie che ho scritto con il passare del tempo, degli anni, appunto per offrire un’ampia varietà di punti di vista. Tutti noi ci trasformiamo, sotto la spinta di certi eventi, ed è proprio questo incessante flusso il tema portante di questa idea. Non mi aggrada molto inserire note d’autrice e spoilerare frammenti, contesto e personaggi della poesia stessa; per questo mi vedrete ora e mai più. Prometto di lasciarvi libera la lettura e mi auguro che “sperimentiate l’esperienza” proprio come io prima di voi. Ho intenzione di aggiornare ogni settimana, saranno all'incirca una decina di poesie, diverse per quanto riguarda epoca di composizione, ambientazione e significato intrinseco.
 Spero che vi fermiate a seguire l’evoluzione di questo percorso e lasciare un pensiero – sarà senz’altro apprezzato!

 Buona lettura e a presto
⚕️

Esita, a contemplare lo scorrere della vita
Il fine di un’esistenza che non può essere reclamata
Ogni aspirazione, ogni prospettiva fallita
T’indica soltanto quanto tu voglia essere amata
 
Hai amato?
Oh, sì, lo hai fatto
Hai perdonato
Hai agito senza tatto
Stai ancora respirando i raccordi
Che ti affiorano nella mente
Peggiori di un paio di felici accordi
Peggiori di tutto ciò che il cuore non sente

Se tu avessi perlomeno intuito
Se il viaggio fosse stato bruscamente sospeso
Avresti riso, per un caso fortuito,
Di quell’insopportabil peso
Che tutt’ora custodisci nell’anima,
Dischiuso tra boccioli di rosa,
Poiché il cuore in realtà non mima
Ciò che la ragion non osa
 
Osservi i giocondi abiti dei viandanti
Nei loro volti non puoi, non ancora,
Solo rughe d’ansia, solo sospiri d’amanti
Che non attendono altro che una sola ora,
Quella dell’immortalità
Quella della fatalità
 
Seppur la sera non tardi ad arrivare
Nel momento in cui sei relegata sul tuo quaderno di poesie
Tutto ciò che puoi fare è improvvisare
Fingendo di non considerare le immani peripezie
Fingendo di non percepire il ritmo baldanzoso del tuo cuore
 
Adesso sai davvero che cosa sia l’amore
Adesso conosci quanto esso possa dolere
La vera sofferenza è ravvivare il proprio rancore
Quando in realtà basterebbe correre
 
Per fuggire dalle afflizioni
Per fuggire dalla stazione.


 

 

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Capitolo 2
*** Piccola ribelle ***


Piccola ribelle

Piccola, esuberante ribelle
Spero che tu abbia assaporato quel dolente bacio
Perché da ora ne vedrai delle belle
Perché da ora non saranno rari i “Non ce la faccio”
 
Lui è un ragazzo d’epoca
La brezza degli anni Cinquanta in un sorriso da Adone
La spensieratezza che ogni suo poro evoca
Il Romeo che attendi impacciata al balcone
 
Ti illudi, delle sue promesse
Ti schiudi, alle sue rivelazioni
L’incanto è suggellato – domande concesse
Benvenuta in questo piccolo universo di privazioni
 
Questione di tempo!
Lui spende il suo durante quell’arcano pellegrinaggio
Tu il tuo a sognare una fuga lampo
Durante le notti stellate di maggio
 
Piccola, esuberante ribelle
Il tuo è lamento di sirena
Mentre fra le folle di ancelle
Attendi finalmente il termine della lena
 
Sei un ibrido dormiente
Attendi la metamorfosi
Quasi non sei più cosciente
Che il mondo è costituito solo da piccole dosi
 
Niente più gioia, niente più radici
Adesso imiti una galassia vagante
Appaiono irraggiungibili i ricordi felici
Sei a pieno titolo una mondana amante
 
Piccola, esuberante ribelle
Canti inni segreti al crepuscolo
Speri nella redenzione e ammiri le stelle
Ma il pianeta non è così minuscolo
 
Ce ne sono, come te
Ce ne sono, come me
Siamo soltanto altri membri di quella schiera
Mi raccomando, vanne fiera

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Capitolo 3
*** Corpo ***


Corpo 
 
Arti
stridenti
come polvere 
di sogni
infranti

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Capitolo 4
*** Leonessa ***


Leonessa 
 
Un tempo sognavo:
Correre con le gazzelle
Maestria ed eleganza 
Di un passo concesso
Verso la libertà. 

Un tempo ambivo:
Astuzia da volpi, 
Per liberarmi dagli intrighi
E dalle passioni mondane
Verso il trionfo.

Un tempo ostentavo:
Portamento da cigno,
Un manto di candore
Smascherato da un fuoco
Brulicante di speranza. 

Niente 
Di queste tre cose avevo
Né libertà, né trionfo, né speranza
Ma le desideravo così ardentemente
Da cadere brutalmente nell'ignoranza.

Ero una debole, che proiettava
In altri desideri reconditi,
Metafore inespresse, 
Celate ai ricordi, 
Ma vivide nell'oblio. 

Ero vulnerabile perché inconsapevole
Di un potere formidabile,
Custodito nell'anima,
Inaccessibile alla mente
Svincolato dal cuore. 

Limiti e confini non possono trascendere
La nostra cruda esistenza
Solo noi ne abbiamo la facoltà
Eppure proviamo, cadiamo, falliamo.
Ci innamoriamo.

Di tutto e tutti, 
Fuorché di una missione
Fuorché della nostra identità: 
Scegliere noi stessi non è peccato
Bensì inesplorato coraggio. 

Forza di combattere, di costruire, 
Di cancellare la vergogna, 
Di debellare gli ostacoli, 
Di eradicare il tossico,
A cui avevamo disperatamente ancorato le nostre radici.

Con il senno di poi mi sono accorta
Che solo una leonessa avrebbe potuto prenderne atto 
Che solo una leonessa avrebbe compiuto tale scelta - 
L'ho reclamata dalle tenebre. 

Era sepolta dopo secoli di battaglie,
Perse o vinte, caotiche o distruttive,
Si era abbandonata al crocevia dei sentimenti.
Dimenticando il groviglio di radici
Che la sosteneva in alto sulle nuvole. 

Era caduta come un angelo,
Ma era risorta con metà vigore.
Aveva scelto una "nuova" vita all'insegna dell'amore,
Ma aveva ricevuto da se stessa 
Solo sabotaggi a oltranza. 


Esausta da un circolo vizioso,
Fatto di prova-e-crolla, tira-e-molla,
Ha deciso di resettare, rigenerare, ricominciare.
Con un nuovo codice genetico, una nuova identità.

In realtà sempre la sua, prima imbrigliata da catene,
Incatenata da limiti,
Limitata da sé.
Come leonessa si è fatta strada,
E ora d'acciaio è diventata. 

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Capitolo 5
*** Quando ballavamo ***


Quando ballavamo 
 
Mi ricordo come se fosse ieri
Un'insaziabile melodia
Asincrona rispetto al mondo
Ma sincrona rispetto ai battiti

Ballavamo una danza gioconda
Sotto al sole, con movimenti goffi
Godendoci l'armonia fino a notte fonda
E stringendoci fino a lasciarci i graffi

Ballavamo ben oltre mezzanotte
Con le parole, con le risa, con le carezze
Pensavamo entrambi "Tanto chi se ne fotte"
E negavamo ogni cosa pur di scambiarci quelle dolcezze

Ballavamo come stelle nel cielo
E forse eravamo proprio quello, sospesi
Mentre fuori tutto era circondato da gelo
Noi nel calore eravamo immersi

Ma ogni canzone prima o poi finisce
Ho ancora sulle labbra l'amarezza dell'ultimo bacio
Desideri mai espressi, sogni a strisce
Avrei voluto colmarli con la forza di noi

Ma era solo la forza di me
In te vedevo riflessa la mia luce
Ma tu non facevi che disgregarla
Rispetto, non averlo è stata la tua croce.

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Capitolo 6
*** Ultima ***


Ultima

Al tempo degli addii, ogni formula è terminale
Ogni parola diventa uno scoglio abissale
Non credevo mai di essere da questa parte della riva
Ma mi accorgo che è l’unica scelta che possa rendermi viva

Le tue braccia cercano un ultimo abbraccio
Io in preda al dolore le caccio
I tuoi occhi cercano un ultimo spiraglio
Ma la verità è che non c’è, nemmeno in un abbaglio

Tu vuoi il tuo ultimo bacio, la tua ultima me
Il fatto è che hai sempre avuto un trattamento da re
Senza accorgerti della tua grossa lacuna
Ci voleva rispetto come giurato dinanzi alla luna

Ho percorso con te mille strade e avversità
Sei diventato un amico, un confidente di inestimabile lealtà
Ma ero solamente un’altra volta illusa
In un’esistenza lacera, misera, preclusa

Perciò ti dedico solo una poesia, un’ultima
Luce che prende il sopravvento su questa rima
Tradimenti e menzogne spezzeranno sempre l’idillio
Hai infranto la promessa suggellata sotto al tiglio

Ho finito per perdermi fra i tuoi occhi
Dimenticandomi l’importanza dei rintocchi
Di genuinità, integrità, moralità
Adesso ha vinto la fatalità

Tassello dopo tassello in una notte mi sveglio
Sono io, dopo secoli passati a cercare il senno
Stavolta la scelta è indubbia
Spero soltanto che non tu provi rabbia

Queste saranno le parole terminali, le ultime
Avrò sempre a mente la tua, l’ultima
Volta in cui hai spezzato me,
Dilemma che ha spezzato te.
 

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Capitolo 7
*** Poteri ***


Poteri

Sotto una doccia,
Avvolta da effimere correnti,
Una bambina credeva di poter canalizzare l'acqua.

Sotto un cielo,
Avvolta da zefire nubi,
Una bambina credeva di poter scacciare la tempesta.

Sotto un bosco,
Avvolta da calici sempreverdi,
Una bambina credeva di poter sementare radici.

Sotto un sole,
Avvolta da raggi ardenti,
Una bambina credeva di poter accendere un fuoco. 

Coraggiosa bambina,
Avida di mondi e di storie mondane,
Conscia di catene allorché ancestrali,
Marchio della genesi umana.

Fantasie lacere
e gabbie malamente spezzate,
L'hanno fatta crescere donna,
Dietro le orme del destino

Ma, nonostante tutto,
La bambina crede ancora di poter volare.

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Capitolo 8
*** Pira ***


Pira

Rogo di struggente
Desiderio
Oramai già peccato
Non bruci di più
Di una fiamma,
Brulicante di redenzione.

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Capitolo 9
*** Qualche anno fa ***


Qualche anno fa

Oggi,
Sono qui a ricordare.
Qualche anno fa,
Scelsi di andare avanti.

E lo feci
Sudai,
Perlustrai,
Amai.

Qualche anno fa,
Per evadere da quella sensazione,
Da quell'orribil peso,
Fuggii da me stessa.

Dopo anni di ghiaccio,
Assaporai il fuoco della passione,
L'ebrezza della ribellione,
La forza della coalizione.

Qualche anno fa
Riscoprii istinti ed emozioni
Come una ladra di fiamme
Che si addentra nella terra dell'oblio.

Dopo anni di torture
Mi dischiusi a promesse
Concedendomi ai bisbigli
Rintanandomi fra le braccia dell'oceano

Qualche anno fa,
Il mare risucchiò via la mia vita
Vortici ladri di identità
Indenni sotto le lame del sole.

Dopo anni di dolore
Pensai di aver trovato l'amore
E invece ero sull'orlo di perdere tutto
Lettera per lettera

Un ultimo atto, la scelta giusta
Il dubbio m'assilla ancora
Cosa avrei potuto risparmiarmi?
Che vita ho scelto per me stessa?

Il tempo sorvola i nostri spiriti
Ci dà la possibilità di vivere
Nell'inebriante armonia
O nel caos più totale.

Qualche anno fa,
Scelsi il buio.
Oggi,
Opto per la verità.

Qualche anno fa,
Ridotta alle ceneri del niente.
Oggi,
Anelante per la corona del tutto.

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