Kingdom Hearts- Force Odissey

di fenris
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Felicità interrotta ***
Capitolo 2: *** La Chiave ***
Capitolo 3: *** Olimpia ***
Capitolo 4: *** Spine rosse ***
Capitolo 5: *** I signori della galassia ***
Capitolo 6: *** Cambio forma ***
Capitolo 7: *** Un gelatinoso cammino ***
Capitolo 8: *** Assaggio di verità ***
Capitolo 9: *** Piani su Tenebrae ***
Capitolo 10: *** Mazzo di chiavi ***
Capitolo 11: *** Contesa ***
Capitolo 12: *** La regina dei draghi ***
Capitolo 13: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte prima ***
Capitolo 14: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte seconda ***
Capitolo 15: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte terza ***
Capitolo 16: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quarta ***
Capitolo 17: *** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quinta ***
Capitolo 18: *** Ritratto dell'eroe da giovane: ultima parte ***
Capitolo 19: *** Le creature della Forza ***
Capitolo 20: *** Amici in pericolo ***
Capitolo 21: *** Amici in lotta ***
Capitolo 22: *** L'Alba e l'Eclisse ***
Capitolo 23: *** Metal Mars-parte 1 ***
Capitolo 24: *** Metal Mars- parte 2 ***
Capitolo 25: *** Finalmente la fuga ***
Capitolo 26: *** A casa ***
Capitolo 27: *** Sotto la Grande muraglia- prima parte ***
Capitolo 28: *** Scontro per il rifugio- seconda parte ***
Capitolo 29: *** Il ritorno di una leggenda ***
Capitolo 30: *** Terreno di caccia- prima parte ***
Capitolo 31: *** Terreno di caccia- seconda parte ***
Capitolo 32: *** Terreno di caccia- terza parte ***
Capitolo 33: *** C'è una festa qui ad Agrabah- prima parte ***
Capitolo 34: *** C'è una festa qui ad Agrabah- seconda parte ***



Capitolo 1
*** Felicità interrotta ***


Coruscant, da molti considerato la gemma di quello che fu il territorio della Repubblica. Tutt'oggi, a quasi sei secoli dalla sua caduta, molti studiosi e intellettuali si riunivano lì per discutere negli scintillanti palazzi dell'aristocrazia. Capi clan discutevano alleanze o cercavano nuovi talentuosi accoliti, sperando di avere tra loro l'asso della nuova generazione di avventurieri.

 

Ma Din Djarin, detto Mando, non era lì per discutere di politica e teorie scientifiche. E soprattutto era consapevole di cosa si nascondesse su quel pianeta oltre il primo strato: mendicanti a non finire che speravano di fare abbastanza pietà, spacciatori, ladri e mercenari come lo era lui. Case ormai sul punto di cadere a pezzi ospitavano intere famiglie di disperati e le poche palestre aperte allenavano quelli che speravano di andarsene un giorno o l'altro e non tornare mai più. Meglio non si parli dei night club, il solo vedere quei buchi di perversione metteva in subbuglio lo stomaco del guerriero.

 

Era vestito interamente con un'armatura in Beskar, formata da vari componenti che ricoprivano braccia e gambe, illuminate dalle numerose luci al neon di bassa qualità. L'elmo, realizzato in perfetto stile mandaloriano, ricopriva totalmente il suo fisico possente, mentre sulla schiena e ai fianchi portava una lancia sempre in Beskar, una pistola e l'impugnatura di una spada laser, oltre ovviamente ai jetpack tipici della sua gente.

 

 

Osservò con sguardo analitico le strade piene di vagabondi e disperati, aspettandosi possibili tranelli e attacchi da ogni lato, finchè non entrò in un locale, quasi vuoto al di là del barista, un Bangaa con un braccio meccanico che stava cuocendo alcuni burger di dinosauro.

 

“ Ciao, Mando, devi usare di nuovo il bagno?”, domandò questi col tono di un vecchio amico, prendendosi una sigaretta e osservando di sottecchi il nuovo arrivato, che si avvicinò al bancone posandovi una mazzetta.

 

“ Sì, meglio non ti dica cos'ho mangiato prima.”, rispose il mandaloriano nella solita parola d'ordine usata nel locale. Il rettile umanoide premette un bottone sotto il tavolo, aprendo una piccola botola nel pavimento prima di indicarla a Mando, che non perse tempo a scendere. Si ritrovò in una stanza quasi vuota, il cui unico contenuto erano una sedia e uno schermo olografico. Mando si sedette e cominciò ad attendere, finchè il suo elmo non venne illuminato poco dopo da un'immagine azzurra rappresentante l'immagine di una chiave.

 

“ Sei solo?”, domandò una voce alterata da un distorsore vocale.

 

“ Sì, parla liberamente.”, rispose il cacciatore di taglie incrociando le braccia.

 

“ L'incarico che ho per te potrebbe essere molto semplice o molto complicato. Alcuni, non so quanti, sanno già del tuo obbiettivo e potrebbero cercare di rapirlo. E' un ragazzo che vive sulle Isole del destino, un aspirante avventuriero.- disse sostituendo l'emblema con l'immagine di un ragazzo sui tredici o quattordici anni- trovalo e portalo all'arena dell'Olimpo. Ercole lo addestrerà finchè non verrò io a prenderlo.”.

 

Mando osservò il suo 'pacchetto'. Era alto circa un metro e sessanta, con folti capelli castani sparati in tutte le direzioni. Era vestito con una giacca azzurra con sotto un paio di magliette, dei pantaloni rossi e scarpe fin troppo grandi per lui. Aveva un sorriso smagliante sottostante due luminosi occhi blu che sembrava l'incarnazione dell'ottimismo.

 

“ Come si chiama e che altro devo sapere?”, domandò il cacciatore di taglie osservando il bizzarro look di quell'altrimenti ordinario adolescente. Augurandosi non fosse una di quelle occasioni in cui doveva interessarsi personalmente al bersaglio. Ne aveva già avute fin troppe di quelle.

 

“ Si chiama Sora, nato e cresciuto nelle Isole del destino. Si sta attualmente allenando con degli amici per diventare avventurieri, dovrebbero partire tra poco a dire il vero. Proteggilo a tutti i costi finchè non lo consegnerai ad Ercole e verrai pagato più di un milione di crediti.”, disse secco il mandante, stupendo non poco l'uomo che intendeva assoldare.

 

“ Così tanto per un ragazzino di quell'arcipelago dimenticato dagli dei? Questo ragazzo dev'essere davvero prezioso per te.”, commentò Mando, mordendosi poi la lingua per il commento non voluto. Per fortuna il suo temporaneo datore di lavoro era molto paziente.

 

“ Non hai idea. Ma ora va, come ho detto non so in quanti altri lo stiano cercando e molti di loro non si faranno scrupoli nel dare interi pianeti a ferro e fuoco pur di averlo tra le loro grinfie.”.

 

“ Capisco. Preleverò questo ragazzo il prima possibile, lo porterò da Ercole e poi ti contatterò. Questa è la via.”, affermò soddisfatto il mandaloriano prima di alzarsi e uscire.

 

“ Questa è la via, amico mio.”, concluse il suo mandante chiudendo la conversazione. Uscendo dal locale, Mando lanciò un altro po' di soldi davanti al barista, facendosi dare anche un paio di panini al volo e fece la strada percorsa poche ore fa a ritroso, tornando alla sua nave. Entrato prese un pacco di snack con sopra raffigurato una rana, assieme ai sovraccitati panini e aprì la porta della piccola palestra.

 

 

Al suo interno una minuta figura, con addosso quella che sembrava una versione in miniatura dell'armatura di Mando con due larghe orecchie verdi che sporgevano dall'elmo, era intento a combattere varie ondate di ologrammi semi solidi. Questi si presentavano sotto forma di avversari umanoidi o animali, attaccacando con cordinazione e precisione mentre il piccolo guerriero distruggeva prima l'uno e poi l'altro con un'ascia verde, muovendosi come una trottola nel respingere e tagliare quei costrutti di luce.

 

L'ultimo avversario fu un essere simile a un toro bipede , con grosse mani artigliate e una coda chiodata mentre presentava sulla testa una sorta di lunga criniera formata da vari finimenti. Ruggì contro il mandaloriano e si diresse contro di lui con l'intento di morderlo. Il ragazzo schivò facilmente un paio di colpi, mentre raccoglieva attorno alla propria arma un'aura vermiglio. Quando l'ologramma tentò un colpo di coda, l'altro saltò e abbassò l'arma generando un'onda d'urto che venne però schivata prima di ricevere come risposta un potente pugno.

 

Il mandaloriano finì dunque ai piedi di Mando, che spense la simulazione e si inginocchiò per aiutarlo a rialzarsi.

 

“ Sei migliorato, ragazzo mio. Ma continui a prenderti troppa confidenza nel momento in cui colpisci.”, disse gentile ma fermo nella sua critica.

 

“ Urgh, di rimediare cercherò. Il tuo perdono chiedo, papà”, disse il ragazzo togliendosi l'elmo, rivelando un viso verde con grandi occhi lucidi e alcune rughe qui e là.

 

“ Tranquillo, anch'io alla tua età ho fatto parecchi errori. Ringrazia di aver ancora il tempo per rimediare. Per il prossimo incarico potrei aver bisogno del tuo aiuto ”.

 

“ Un nuovo impiego trovato, quindi?”, domandò il giovane mandaloriano al padre adottivo, che si abbassò per porgergli la sua parte della cena, che cominciò a mangiare con gusto.

 

“ Sì, Grogu. Potrebbe essere molto facile o molto difficile, ma ci frutterà parecchio. Preparati, si va alle Isole del destino.”, disse il guerriero Mandaloriano dirigendosi al posto del pilota.

 

*****

 

 

 

 

 

Quella che era semplicemente cominciata come una festa d'addio, era rapidamente diventata una lotta per la sopravvivenza per tutti gli abitanti delle Isole del destino, in particolare un ragazzo. Ma partiamo dal principio, o almeno dal tardo pomeriggio in cui le Isole del destino furono quasi sterminate.

 

Al di là dell'essere un porto di scambio con la razza delle sirene o altre razze marine e un buon luogo di riposo per gli avventurieri, quello sperduto arcipelago sul pianeta Atlantica, fatto quasi interamente di acqua, non era niente di particolare. Quindi non pochi cercavano lavori che li avrebbe portati lontano almeno per mandare un po' più di soldi alla loro famiglia e ovviamente quasi tutti i bambini sognavano di lasciare il loro pianeta nativo come avventurieri in cerca di gloria nella galassia sterminata.

 

Uno dei suoi abitanti, un ragazzo di nome Sora, si stava allenando come ogni giorno, con risultati altalenanti, contro il robot d'allenamento che teneva nel seminterrato di casa sua. Il droide si muoveva su dei cingolati, era piuttosto nerboruto e aveva un viso a forma di cavaliere con spada e scudo al posto delle mani. Sugli scaffali che circondavano i due contendenti c'erano molti attrezzi, riviste e trattati sui vari clan d'avventurieri, e una manciata di bibite o snack energetici.

 

“ Perchè questa dannata tecnica non funziona? A questo punto dovrebbe avere almeno un certo effetto.”, si lamentò il castano riprendendo l'ennesima volta la propria spada di allenamento e rivolgendosi contro il droide, concentrando nuovamente la Forza nella spada di legno, avvolgendola con un lieve alone color arancio.

 

“ COLPO DI DRAGO!”, esclamò ancora con assoluta determinazione, avvolgendo la sua arma con una lieve aura arancione che sbattè sulla corazza del robot. L'impatto però non fu neanche lontanamente forte quanto si aspettava e nuovamente l'arma dell' avversario lo prese in faccia per spedirlo a terra. Si rialzò con uno sbuffo e spense l'automa prima di preparare lo zaino per andare sulla spalla.

 

Sora di per sé non era un cattivo combattente, intendiamoci. Sapeva essere agile e colpiva duro, con strategie non da buttare via. Ma il suo controllo della Forza era a dir poco pessimo. Ci metteva mesi a imparare le tecniche marziali di base e ancora non riusciva a usare un incantesimo decente, cosa che lo mandava in bestia. Dunque almeno finchè non avesse risolto il problema si concentrava di più sulla pura abilità nel combattimento con risultati comunque soddisfacenti, anche se nulla di paragonabili ai suoi migliori amici.

 

 

Fin da piccoli desideravano partire per unirsi a tanti altri avventurieri e avevano finalmente superato la prova di ammissione cui tutti gli aspiranti venivano sottoposti dall'unione dei diversi clan. Era certo che avrebbe formato una grande squadra coi suoi amici:

 

 

 

Riku, il belloccio dai capelli d'argento dell'isola, era sostanzialmente il contrario di Sora sotto ogni aspetto. Era considerato un genio da molti e aveva già imparato varie tecniche e magie. Un po' arrogante a volte, ma trattava tutti con gentilezza, incluso il suo amico pasticcione. L'unica cosa che avevano in comune oltre ad ambizioni e amici erano le discutibili abilità accademiche.

 

Kairi era la migliore amica che potesse immaginare. Una giovane paladina dai capelli rossi che non mancava mai di rimetterlo in sesto quando si sentiva giù. E per cui aveva anche una piccola cotta sebbene non l'avrebbe mai detto a nessuno.

 

Montblanc, carino e dolce Moguri amante del verde, finchè non si mette a lanciare a raffica magie nere e temporali almeno. Senza i suoi consigli Sora dubitava sarebbe andato molto oltre, aveva sempre una buona parola per lui.

 

Judy, coniglietta dal pelo grigio, era una coraggiosa pistolera e combattente corpo a corpo. Non aveva mai permesso alla propria stazza minuta di ostacolarla.

 

Arami, una Nu Mou illusionista dal manto rossastro con, capace di creare incantesimi con una grande d'area d'effetto. E anche miglior guaritrice del gruppo, un po' hippy onestamente, a parlare sempre del volere della Forza e simili come fossero vivi.

 

Speravano di diventare un clan serio prima o poi e si erano allenati duramente mentre si alternavano anche con gli studi veri e propri. Più di una volta erano arrivati vicino al suicidio però( cosa che aveva ulteriormente convinto Sora Alami facesse uso di droghe perchè altrimenti non sapeva come avrebbe resistito altrimenti).

 

“ Sora, sei pronto? Manca poco alla festa, non vorrai fare tardi, visto che è per te!”, chiamò improvvisamente la voce di sua madre, paralizzando il ragazzo che cominciò a preparare il suo unico bagalio in fretta e furia.

 

“ Arrivo, mamma, un secondo solo.”, disse il moro mettendosi lo zaino e mettendosi la spada al fianco prima di andare incontro ai suoi genitori. Quella era una serata speciale, quella in cui sarebbero partiti per il loro primo viaggio come avventurieri, ad esplorare gli infiniti pianeti della galassia e affrontando ogni genere d'avversari. Aveva passato l'intera giornata ad esercitarsi ed era certo che i suoi compagni non erano stati da meno.

 

 

Un paio di ore dopo la luna piena brillava generosa sopra la radura fuori dal villaggio e ai piedi della montagna in cui si teneva il party d'addio. Una delle numerose e bellissime spiagge era piene di fiaccole, portate lì dalle persone che volevano dare l'arrivederci ai sei avventurieri in partenza. Grandi tavole imbandite riempivano lo spazio per la festa, le loro pietanze svuotate in fretta per lasciare campo libero all'evento principale, in cui tutta la folla si mise a cerchio attorno ai festeggiati, in attesa dell'ultimo riconoscimento.

 

 

Kairi era vestita come una suora, con protezioni argentate un po' ovunque e un velo a coprirle i capelli rosso fiammante, una spada lunga al suo fianco e uno scudo sul polso.

 

Judy indossava una divisa da swat con tanto di giubotto anti laser, con due pistole ai fianchi. Teneva la schiena rigida in modo quasi ridicolo mentre il manto argenteo scintillava sotto la luce delle stelle.

 

Montblanc indossava una felpa verde e teneva il suo bordone da mago, simile a un sonaglio, in mano. Il pon pon rosso tra le sue lunghe orecchie si illuminava nervosamente per quanto restasse di cercare calmo.

 

Arami teneva un largo scialle e un cappotto a ricoprirla. Come la maggior parte della sua specie era praticamente gobba e i suoi occhi luminosi contorniavano un viso sornione come se fosse a un semplice compleanno.

 

Riku aveva un'armatura da cavaliere che lo ricopriva per intero e rendendolo piuttosto imponente, a differenza di Sora che preferiva tessuti rinforzati per muoversi meglio. La sua arma era una spada corta simile a un'ala di pipistrello.

 

“ Sono fiera di voi, ragazzi miei.”, disse il capo della milizia dell'arcipelago, Chicha, avanzando davanti a loro. Madre di tre figli, era una donna ispanica dal cipiglio fiero e con un polso saldo quando si trattava di amministrare la giustizia. Aveva insegnato ai sei ragazzi le basi delle basi nel combattere e usare la Forza, ma poi tra una cosa e l'altra si erano dovuti arrangiare.

 

“ Non esagerare ora. Abbiamo fatto quello che potevamo con quanto ci hai dato.”, disse Kairi tirando in basso il suo velo per osservare a dovere i loro concittadini.

 

“ Dico sul serio, siete andati molto oltre i risultati che mi aspettassi. Ognuno di voi si è meritato queste.”, disse la donna prendendo dalla borsa sei carte magnetiche e altrettanti strani oggetti esagonali.

 

Le prime erano le licenze da avventurieri del gruppo. Ognuna portava la foto del rispettivo proprietario assieme ai suoi dati ed era necessaria per prendere missioni, contenere i loro crediti e soprattutto unirsi a un clan.

 

I prizmod invece erano sostanzialmente borse dotate di un'enorme spazio che permetteva di contenere vari oggetti trasformati in dati, con un ulteriore spazio riservato agli Spectrobes, ovvero i vari animali su ogni pianeta capaci di usare la forza, che si sarebbero potuti unire a loro. Processo che sarebbe avvenuto in battaglia, grazie a una forma di imprinting da cui nasceva un legame quasi mistico.

 

Entrambi erano inoltre incantati per tornare sempre al loro proprietario nel caso venissero persi.

 

“ Grazie, signora. Il primo torneo che vinceremo sarà dedicato a lei.”, disse Sora sorridendo e rivolgendo a sua volta uno sguardo ai propri genitori, in lacrime come quelli dei suoi amici.

 

“ Oh, no, sarà tutto per voi, non mi dovete niente.”.

 

“ Meglio, potremmo goderci tutti i soldi che faremo.”, scherzò Montblanc, scatenando una risata generale degli amici e una finta occhiata imbronciata della donna, che gli carezzò il pompon prima di rivolgersi ai suoi concittadini.

 

“ Oggi diamo il nostro arrivederci a sei valorosi ragazzi che si sono allenati al loro meglio negli ultimi anni. A breve comincieranno il loro viaggio verso le stelle. Nessuno può dire dove arriveranno. Molti ostacoli saranno sulla loro strada, ma troveranno altrettanti nuovi amici ad aiutarli. Faccio loro i miei migliori auguri, non vedo l'ora di vedervi tornare più forti e saggi di quanto siate.”, disse la guerriera alzando le braccia a indicare tutta la folla.

 

“ Fate del vostro meglio là fuori!”, era l'esclamazione di incoraggiamento più comune.

 

“ Rendeteci orgogliosi!”, dissero i loro genitori alzando le fiaccole insieme ai propri vicini.

 

“ State attenti!”, dissero ovviamente alcuni, guadagnandosi un'allegra risata come risposta dai sei ragazzi. La festa sarebbe dunque proseguita per un altro po', mentre altri amici dei sei aspiranti avventurieri bevevano sotto le stelle giurandosi amicizia e amore eterni.

 

Il gruppo di ragazzi in partenza era davanti a un falò. Avevano passato tutto il loro tempo a parlare di sogni di gloria o dei rispettivi allenamenti quando l'umore si faceva più realista.

 

“ Migliaia di mondi da esplorare... mi sembra di poterli toccare tutti ora.”, commentò Kairi sdraiandosi sulla sabbia e puntando le stelle con le dita avvolte dal metallo.

 

“ Tante avventure da inseguire.”, le fece eco Judy.

 

“ E tutto il potere dell'universo a nostra disposizione.”, disse invece Riku, che aveva scherzato sul poter diventare l'allievo di Darth Vader, uno dei più potenti capoclan della galassia, se non il più potente in assoluto.

 

“ No, siamo noi a disposizione della Forza.”, ribattè Arami, che era sempre contro la continua ricerca del potere di Riku. Secondo lei ognuno aveva semplicimente le abilità che l'universo desiderava possedessero. La Forza, come era in genere chiamata l'energia che alimentava tecniche e magie, a suo dire era programmata per scorrere in un determinato modo in un certo individuo affinchè compisse il suo destino.

 

“ Ancora, Arami? La Forza non è cosciente. E se decidesse tutto per noi a che servirebbe allenarsi?”, le rispose Sora, che pensava a essa semplicemente come qualcosa che scorreva nel suo corpo. Insomma, i midi chlorian erano stati scoperti secoli fa ed erano nelle sue cellule per una ragione.

 

“ Basta litigare, vi rendete conto che da domani nulla sarà più come prima?”, li interruppe Kairi lanciando loro un sasso a testa, sufficienti a interrompere il litigio.

 

“ Ma poi... voi in che clan vorreste entrare, se ce lo permettessero?”, chiese Judy quando tornò il silenzio.

 

“ Dunque, a differenza di Riku credo che il clan Eclipse darebbe troppi problemi, almeno all'inizio, assumendo Vader o chi per lui ci assumesse. E' semplicemente troppo grande e militarizzato – le rispose Sora, aprendo poi una mano per contarsi le dita- anche il clan Disney è fuori dalla lista per lo stesso problema. I clan Garden o Avalanche? Operano legalmente, sono abbastanza forti, ma non troppo grandi.”.

 

“ Sì, loro sarebbero l'ideale per cominciare. Poi si deciderà se e quando cambiare. Dipenderà tutto dal nostro allenamento.”, concluse quindi Montblanc. I sei quindi tornarono a guardare le stelle, immaginandosi per un po' tutte le avventure che avrebbero vissuto intorno a loro, finchè uno di loro nuovamente non interruppe la quiete di quella sera.

 

“ Insieme per sempre?”, domandò Sora mettendo la sua mano all'interno del cerchio.

 

“ Insieme per sempre.”, risposero gli altri stringendo le loro mani e poi faticando per scoglierle.

 

La loro felicità non era però destinata a durare. Di striscio, Kairi notò una luce all'orizzonte diventare sempre più grande e intensa, rivelandosi infine essere un potente laser azzurro che distrusse completamente la cima della montagna al centro dell'isola, interrompendo i loro festeggiamenti e mettendo tutti sull'attenti. A seguire quel primo attacco, diverse astronavi da guerra con una bandiera pirata per ogni albero maestroche chiusero la distanza che li separava dall'orizzonte e si posarono sul mare, a poca distanza dalla città.

 

 

 

“ Cosa vogliono da noi? ”, domandò Riku guardando spaventato quella flotta, i cui occupanti scesero sulla spiaggia prendendo le armi.

 

In breve gli invasori furono accompagnati da bizzarre creature, simili quasi a formiche con arti umanoidi che sciamarono sulla sabbia fino ad arrivare tra gli edifici gettandosi sulle persone. La milizia, aiutata dagli avventurieri di passaggio, fece del suo meglio per respingerli, ma i pirati erano troppo numerosi.

 

Sora per un istante pensò che fossero Spectrobes, ma quelli che conosceva non erano fatti di pura oscurità, non avevano occhi gialli che sembravano chiedere sangue. E non si muovevano in quel modo inquietante che sembrava il gesticolare di un folle.

 

A capo della flotta pirata, appoggiato sul bordo della nave si trovava un uomo vestito di rosso, con lunghi capelli neri coperto da un cappello piumato. Al fianco teneva un lungo fioretto e una pistola laser. Un sorriso contorniato da lunghi e sottili baffi osservava la prima ondata dei suoi uomini farsi strada tra difensori e alberi.

 

“ PORTATEMI COLUI CHE POSSIEDE LA CHIAVE!”, gridò Uncino alzando una mano bionica mentre i rumori dei cannoni illuminavano la sua figura e anticipavano diverse esplosioni per tutta l'isola.




                                                                                                         *****

E da grande masochista quale sono ho ovviamente iniziato una nuova long con un world building e personaggi che non sono certo di poter gestire. Ma d'altronde quando mi metto a pensare troppo a una possibile fic quando cammino, tutto sembra nascere da sè. E quest'idea era semplicemente troppo allettante per non sfruttarla in un modo o nell'altro.

Come tutti coloro che hanno probabilmente cliccato, io adoro davvero Kingdom Hearts. Coded e Bbs sono stati forse i miei giochi preferiti rispettivamente per ds e ps3, e aspetto con ansia l'uscita del 4 per vedere dove andranno a parare. Però ci sono alcuni elementi della serie che proprio non riesco a digerire, come la scarnissima interazione tra i diversi mondi( cosa che reputo idiota quando l'alleanza galattica di Lilo e Stitch esiste forse da secoli), il ruolo di alcuni personaggi Disney(*cough* Paperone*cough*) e giusto un paio di trip narrativi che funzionano bene, ma che mi sarebbero piaciuti di più se portati in un'altra direzione. Quindi, dopo aver letto o visto una manciata di cosette, ho immaginato questa versione del mondo di KH, con vicende che spero vi appassioneranno fino alla fine. Il secondo capitolo è in arrivo a minuti, intanto qui alcune delle mie fonti di ispirazione:

Warhammer 40k, che ha uno dei migliori world building sci-fi. Un suo 'au', Brighthammer, mi ha aiutato a coniare la prima frase della sintesi;

Una rivisione delle varie opere di Star Wars, in particolare quella gemma animata di Clone Wars( che ha probabilmente il miglior finale di sempre per un cartone, ed ecco che sbavo);

Grimmfall, un crossover su ff.net tra RWBY( un altro dei miei cartoni preferiti) e moltissime altre serie, non solo Disney;

Un gioco di ruolo fatto dai fan per Final Fantasy, per essere più precisi la terza edizione( la potete trovare su The Trove o sul loro forum, Final Fantasy Returners ), che contiene un sacco di classi ed altri elementi che non ho fatto a meno di apprezzare;

Final Fantasy Tactis Advance( e un pò il suo seguito), il gioco che mi ha fatto appassionare ai Final Fantasy, da cui provengono molti dettagli di world building per questa storia, in particolare l'organizzazione dei clan di avventurieri e le abilità;

Spectrobes, vecchissimo gioco Disney per DS. Come menzionato, qui gli Spectrobes sono animali che possono usare la Forza, ma nella categoria non rientrano solo le creature di quella serie, ma anche i vari mostri di Final Fantasy e in generale delle altre serie che sto usando;

Ultime, ma non per importanza, due storie della mia amica e collega Scarlet Queen( ora purtroppo non più sul sito), Fairyland e Re: A new Life in a weak world, quest'ultima avente per protagonista Vader.

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Capitolo 2
*** La Chiave ***


 

La milizia difensiva dell'arcipelago aveva risposto come poteva a quell'improvviso attacco, aiutata anche dai viaggiatori che si erano fermati lì per riposare, ma furono rapidamente soverchiati dal numero e dall'esperienza degli assalitori.

 

Sora e compagni non poterono neanche partecipare alla difesa, furono subito mandati a guidare donne e bambini mentre le loro orecchie venivano frastornate dai rumori della battaglia in corso.

 

“ Quanto vorrei aiutarli.”, disse Kairi riprendendo il pupazzo caduto a una bambina e ridandoglielo con un sorriso. Non riusciva a sopportare l'idea della propria patria adottiva in una situazione del genere. Era arrivata anni prima con la nonna, che sperava di farla crescere in un ambiente più sano di certi pianeti metropolitani, e aveva finito per amare quel piccolo ammasso di isole.

 

“ Siamo più utili qui, a combattere contro dei pirati esperti saremmo solo d'impiccio. La nostra destinazione non è lontana per fortuna.”, disse Riku, che stava in testa al gruppo, diretto a una grotta nel cuore della montagna.

 

“ Ma che vuol dire, colui che possiede la chiave? Cerca il tesoriere dell'isola?”, domandò Montblanc, rischiando quasi di inciampare prima che Kairi l'aiutasse a rialzarsi.

 

“ Mia madre a volte mi narrava storie su guerrieri che possedevano armi a forma di chiavi. Potentissimi e anche dei leader naturali, nessuno usava la Forza come loro.”, disse invece Alami, zampettando goffa. Prima che gli altri potessero rispondere, un fulmine interruppe il loro cammino, precedendo l'arrivo di due pirati, un'elfa vestita da maga nera e un'Hutt corazzato armato di ascia.

 

“ Ah, ecco dove sono i marmocchi- disse felice la prima dei due- sentite, seguiteci e non vi sarà fatto alcun male. Vogliamo solo che il nostro obbiettivo venga a salvarvi.”.

 

“ MERDA, SCAPPATE, A LORO PENSO IO!”, gridò Riku correndo verso il duo e prendendo la sua lama, ricoprendola con un alone di pura tenebra per attaccare l'elfa, che lo spedì via con un incantesimo di vento di media potenza.

 

“ Non ti lascio solo.”, disse Sora mettendo mano alla sua spada mentre gli altri scappavano e tentando un affondo a sua volta. Grazie ai suoi migliori riflessi rispetto all'amico, riuscì a scansare il primo incantesimo, ma l'Hutt si rivelò molto più veloce di quanto sembrasse e lo scagliò via con un colpo di mazza.

 

Sora ruzzolò ringhiante per terra e fece per rialzarsi canalizzando nuovamente energia nella sua arma per tentare una delle sue mosse preferite, il Break veloce, un colpo fisico capace di rallentare chi lo riceveva. Si mosse con quanta agilità poteva, dirigendo la spada contro l'incantatrice, che però si limitò a sparargli una palla di fuoco in pieno petto.

 

“ Patetico... e pensare che il nostro obbiettivo si è rifugiato proprio qui in questa terra di perdenti.”, disse delusa creando un altro incantesimo tra le dita per mirarlo ai due ragazzi.

 

“ Gli unici perdenti qui siete voi che ve la prendete coi più deboli.”, ribattè Sora rimettendosi in piedi e assumendo un'altra posizione di guardia, imitato da Riku.

 

“ Che vuoi che ti dica, moccioso. E' un universo crudele.”, ridacchiò crudelmente la strega. Il suo avversario a quel punto non ci vide più. Era cresciuto con storie di gloriosi eroi che portavano giustizia ovunque andassero, desiderando diventare come loro. E il suo sogno si stava per infrangere grazie a quei banditi da due solti che intendevano ridurre lui e i suoi amici a nient'altro che esce? Giammai.

 

I due ragazzi concentrarono quanta più Forza poterono nelle rispettive armi, preparandosi a quello che sarebbe stato probabilmente il loro ultimo attacco. Ma erano disposti a tutto pur di fare la loro parte per proteggere l'isola.

 

Improvvisamente la spada di Sora si illuminò, generando forti fasci di luce bianca che per un po' resero impossibile vederne la forma. Il ragazzo sentì qualsiasi energia il suo corpo contenesse, i suoi stessi pensieri, fluire nella lama e trasformarla atomo dopo atomo. Quando finalmente Riku e i due pirati poterono vedere nuovamente, nelle mani di Sora si trovava una chiave argentea col manico d'oro ben più grande della spada presente prima, dotata anche di un portachiavi a forma di testa di topo.

 

“ La chiave.... lady Malefica sarà soddifatta. Ci ricompenserà parecchio.”, disse avido l'Hutt, muovendosi per prendere Sora. Il giovane guerriero però si mosse con una velocità che non era neanche consapevole di avere, parando il primo colpo per poi apparire dietro l'enorme gasteropode.

 

“ Break vitale!”, annunciò il ragazzo creando un alone verde attorno alla sua nuova spada e calandola sulla testa dell'Hutt, che si ritrovò scagliato via di vari metri. Quando si voltò per affrontare anche la maga, questi era sparita.

 

“ Ma come ho fatto?”, si chiese Sora, passando lo sguardo dall'arma che teneva in mano al nemico appena atterrato. Sentiva la Forza scorrere in lui come una fluidità che mai aveva sentito prima, era come se fino a poco fa avesse avuto dei midi chlorian bloccati da mille costrizioni, che ora erano stati rimosse.

 

“ Sora, sei stato incredibile. Ma che diavolo è quest'affare?”, gli disse Riku ansimante e ammirato. Sora riguardò lo sguardo, muovendo gli occhi da lui alle mani che ancora tenevano la spada, chiedendosi cosa gli fosse successo. Ma non aveva tempo per interrogarsi, l'isola era ancora sotto attacco.

 

“ Dirigiti alla grotta, io penserò a ripulire la zona da qualsiasi minaccia.”, affermò il moro buttandosi nella boscaglia in cerca di avversari su cui collaudare la sua strana arma. Non avrebbe permesso che la sua casa cadesse se poteva fare qualcosa a riguardo.

 

 

*****

 

“ Dunque l'avete trovato?”, domandò Uncino alla radio, osservando soddisfatto le fiamme che lambivano l'isola. C'era poco che lo soddisfacesse come l'odore di villaggi in fiamme la sera, ma in quel caso era stato chiamato per un compito che andava oltre il semplice furto di risorse e schiavi. Ne stava parlando proprio in quel momento con uno dei suoi sottoposti.

 

“ Sì, l'ha evocato all'improvviso e ha messo Raka al tappeto. Torno a cercarlo?”, domandò la maga elfica che poco prima aveva minacciato il gruppetto di Sora.

 

“ No. Il nostro collaboratore ha già evocato i suoi scagnozzi, ci penseranno loro. Se Heartless e Nessuno non bastano, ci penseremo io e lui stesso. Tu arraffa semplicemente ciò che puoi prima di scappare.”, istruì semplicemente il capitano prima di riattaccare.

 

“ Mio capitano, devo dire che avete fatto bene ad accettare l'offerta di Malefica ed unirci al clan Stecker.”, disse il suo nostromo e medico, Spugna, anziano pirata la cui esperienza gli era valso un posto fisso nella flotta del suddetto clan.

 

“ Ammetto che avevo dei dubbi all'inizio, ma chi sono io per rifiutare l'offerta di una dama tanto elegante e potente?”, domandò il capitano pizzicandosi i lunghi baffi.

 

In realtà Uncino aveva una paura tremenda del proprio capo clan, e non a torto. La prima volta che si erano incontrati, fu all'inizio delle rispettive carriere, quando non era che un mozzo sulla nave del capitano Flint, impegnato in una battaglia con le forze in cui Malefica serviva. All'incantatrice Gria non ci volle che uno sguardo per spedire il novizio pirata a terra ricoperto di ustioni.

 

La rivide molti anni dopo, quando ormai si era già costruito la sua ciurma e aveva raggiunto un certo livello di potere. Lei era intenta a costruire il clan Stecker alleato dopo alleato e gli aveva proposto di servirla. Uncino sapeva già che avrebbe accettato viste le alternative, ma chiese comunque un duello per salvare la faccia, non poteva piegarsi così solo perchè la donna era l'erede di un clan quasi defunto per quanto potente.

 

Combattè contro il braccio destro e amante di Malefica, una certa Talon, che era ancora peggio della strega. Uncino si era ritrovato con diverse costole rotte, ma almeno la sua ciurma lo rispettava ancora.

 

“ Beh, credo che sia ora della seconda ondata se non si sono già arresi. Passatemi il megafono.”, ordinò secco il pirata facendo un cenno ai sottoposti dietro di lui. Ripetè l'ordine un'altra volta e infastidito dall'attesa si voltò insieme a Spugna per trovare la maggior parte dei suoi uomini svenuti o immersi in pozze del loro stesso sangue.

 

L'unico ancora in piedi era un guerriero mandaloriano coperto da una lucente armatura in Beskar e armato con una lancia dello stesso materiale, sporca di sangue e tenuta ritta come se l'uomo aspettasse istruzioni da un superiore.

 

“ Oh, cielo, cosa...”, si chiese nervoso il povero Spugna, che non aveva più l'età per digerire simili spettacoli.

 

“ Sono qui per il ragazzo con la chiave e per lui soltanto. Andatevene e non vi sarà fatto alcun male”, disse il Mandaloriano, avanzando lento ma con costanza verso i due pirati rimasti. Uncino non sembrò comunque particolarmente intimidito.

 

“ Arrivato tardi, guerriero. Il nuovo possessore del Keyblade appartiene a noi. Spugna, cura i feriti mentre io mi occupo di questo villano.”, rispose Uncino tirando fuori la spada mentre Spugna, non ostacolato da Mando, corse sui suoi compagni ancora in vita utilizzando quel po' di magia bianca che conosceva per rimetterli in sesto.

 

I due combattenti passarono pochi istanti a studiarsi prima di gettarsi l'uno contro l'altro. Il pirata muoveva il proprio fioretto con incredibile velocità e destrezza mentre cercava una breccia nella guardia di Mando, il cui giavellotto veniva roteato con non meno abilità per deflettere tutti i colpi.

 

“ Aculeo velenoso!”, esclamò il pirata, lasciando che un rivolo di energia scorresse lungo la sua spada prendendo la forma di un grosso calabrone, prima di attaccare per l'ennesima volta Mando. La tecnica che avrebbe dovuto avvelenarlo venne però respinta con un fluido movimento della lancia e contrattaccata con un semplice pugno al viso di Uncino.

 

“ Forza, capitano, può farcela!”, gridò Spugna, nascosto in un barile, al suo amato capitano. Il duello andò avanti per un altro minuto o poco più, finchè stanco di continuare quel gioco, Mando non scartò un affondo di Uncino per poi avvolgerlo con una corda proveniente dal suo guanto e finirlo con un potente respiro congelante che riempì l'aria con una fitta brina.

 

Risolto il problema Uncino, fu sul punto di dirigersi sull'isola per raggiungere Grogu, quando un applauso lo interruppe. Si girò trovando un'alta figura che indossava un'abito nero con cappuccio, che lo ricopriva dalla testa ai piedi con cerniere e qualche decorazione in argento.

 

“ La tua fama è ben meritata, Djn Djarin.”, disse con voce maschile e calcolatrice.

 

“ Chi sei?”, domandò il Mandaloriano, innervosito sia dall'uso del suo vero nome che dall'aura emanato da quell'apparizione. Quello non era come Uncino. Era un avversario almeno al livello del guerriero, se non superiore.

 

“ Uno di coloro che ha assunto Uncino. Da quanto ho capito per lo stesso scopo per cui tu sei stato assoldato.”, disse piatto l'uomo facendo scivolare dalla manica una coppia di dadi, mettendo ancora più all'erta il Mandaloriano.

 

Gli Scommettitori come quello che aveva davanti non erano una classe eccezionalmente forte, mancando della forza fisica e della potenza magica di guerrieri o incantatori puri. Ma grazie ai loro dadi erano comunque capaci di scatenare effetti a dir poco insidiosi, e devastanti una volta raggiunta la dovuta esperienza. E questo quando non imparavano anche le abilità di una delle sovraccitate classi.

 

L'uomo incappucciato non perse tempo ad analizzare Mando a differenza di Uncino e con un solo gesto, una manciata di grossi dadi caddero su di lui, ma riuscì fortunatamente a schivare. Avvolgendo poi la sua arma con un forte alone di energia si gettò in potenti affondi contro il nuovo avversario, che rispose creando enormi carte da gioco che vennero facilmente impalate mentre schivava con una certa eleganza.

 

Desideroso di concludere presto quell'imprevisto scontro, Mando utilizzò la tecnica preferita dei Dragoni, il Salto. Con una rapidità impressionante, saltò a quasi venti metri d'altezza, impugnando la lancia più salda che mai prima di dirigersi dritto sulla testa del suo avversario, che in tutta risposta gli puntò contro una mano.

 

 

“ Stopra.”, disse semplicemente l'individuo, avvolgendo Mando con l'immagine multicolore di un orologio da taschino. I movimenti del mandaloriano, poco prima paragonabili alla velocità di un fulmine, rallentarono all'improvviso fino al sembrare praticamente fermo nel suo assalto.

 

' C- cosa?', si domandò Mando, paralizzato. La sua armatura era stata progettata per difenderlo il più possibili da vari tipi di danno, in particolare dalle magie spazio- temporali. E quello l'aveva fermato con un semplice Stopra?

 

“ Ah, siamo fortunati. Malefica vuole anche lui.”, disse un Uncino appena rialzatosi con tono soddisfatto, facendo cenno ad alcuni uomini di incatenarlo e sedarlo prima che l'effetto dell'incantesimo finisse.

 

“ E' stata una fruttuosa collaborazione, devo dire.”, commentò l'uomo incappucciato girando ora alcune carte e osservando il disperato mandaloriano venire messo in catene, in attesa del momento che Sora sarebbe stato tra le sue mani.

 

 

*****

 

Sora aveva passato un'ora buona a combattere le bizzarre creature che avevano invaso l'isola, cercando di prendere quanti pirati e mostri possibili di sorpresa. Qualsiasi boost di potere quell'arma gli aveva concesso, per utile che fosse, sentiva avesse un limite e quindi doveva approfittarne prima che svanisse.

 

Distruggendo l'ennesima creatura nera si guardò attorno, il viso abbronzato illuminato dalle fiamme tutte attorno.

 

“ Questi bastardi non possono essere infiniti.”, si disse per l'ennesima volta. A fargli eco furono spari, altre grida troppo confuse e infine un grande boato che sembrava provenire dalla cima della montagna, proprio sopra la grotta dove i civili si sarebbero dovuti rifugiare. Alzò istintivamente gli occhi e guardò il più grande mostro che aveva mai visto.

 

A differenza delle creature più piccole che aveva già visto, questo era totalmente grigio e bianco, con una strana croce sul viso, avvolto da lunghe bende azzurre. Muscolosi braccia dotate di artigli erano alzate al cielo, manipolando una sorta di energia nera e bianca mentre le gambe erano più tozze e piegate su sé stesse.

 

Il moro strinse con forza la sua chiave, chiedendosi perchè tra tutti i posti dell'universo quei pirati e i loro abomini erano venuti proprio lì? Colto da un istinto che non seppe comprendere, salì tutta la montagna, intento a uccidere quell'essere. Prima che se ne accorsegesse, stava già confrontando quell'immensa figura argentea con l'arma in pugno.

 

Pur essendo privo di occhi, il mostro sembrò guardare con una certa attenzione la spada del ragazzo. Alzò uno dei suoi pugni prima di abbassarlo su Sora, che scartò di lato per dirigersi a una delle sue gambe, attaccandole con quell'innata velocità ottenuta pochi minuti prima. Con sua immensa frustrazione però, per quanto colpisse i graffi che infliggeva alla creatura si rigeneravano rapidamente.

 

Con una capriola schivò un primo calcio e dovette poi saltare per schivare una miriade di laser bianchi. Si girò verso il mostro argenteo e guidato ancora una volta dall'istinto lanciò la spada verso il simbolo verso la sua testa. Con somma sorpresa di Sora, non solo l'attacco provocò una ferita nel bizzarro tessuto che componeva la creatura, ma l'arma tornò anche nelle sue mani con un lampo di luce.

 

E soprattutto aveva utilizzato una tecnica speciale al primo colpo? Forse poteva vincere. Perso in quel personale momento di gloria, non si accorse però che alcune creature nere si erano avvicinate alle sue spalle ed erano sul punto di saltargli addosso. Quando sentì il rumore di un salto e si girò per vedere il trio di mostriciattoli sul punto di tagliarli la faccia, una precisa raffica di blasters li distrusse uno per uno.

 

Il suo salvatore si rivelò essere una figura non molto più grande di un bambino di pochi anni vestito con un'armatura mandaloriana della sua stazza e armato con un piccolo fucile, che gli volò accanto con un jetpack.

 

“ Sora tu ti chiami?”, domandò la piccola figura corazzata, sparando rapido all'essere per distrarlo un po' prima di decollare nuovamente col suo jetpack, osservando altri mostriciattoli che apparivano da varchi neri.

 

“ Sì, sono io. Tu saresti? Spero non uno di quei pirati.”, domandò il giovane spadaccino parando un'altra manata del mostro. Normalmente, per quanto socievole, non si fidava troppo di sconosciuti armati, ma non era esattamente il momento per fare gli schizzinosi.

 

“ No, Grogu io mi chiamo. Venuto a prenderti io sono assieme a mio padre.”, disse nuovamente il giovane mandaloriano sparando un missile contro altri mostriciattoli neri, che sparirono in una sorta di fumo evanescente solo per essere rimpiazzati da altri.

 

“ Beh, se mi aiuti a sconfiggere questo bestione e trovare i miei amici, poi potremmo discutere sul dove vuoi portarmi. Mira alla testa, è il suo punto debole.”, disse Sora, salendo dunque sul braccio del mostro per cercare di arrivare alla sua testa prima di dover saltare di nuovo non appena l'essere mosse il braccio.

 

Ancora a mezz'aria, Sora fece un grande respiro, cercando di avvertire l'energia che scorreva in lui mentre lanciava nuovamente la spada a forma di chiave contro il volto dell'avversario. La lama dentellata ancora una volta sfregiò il viso dell'obbiettivo, che rispose con un ringhio e un'altra serie di laser bianchi, con Grogu che gli volava accanto causando altri piccoli buchi a furia di laser che però si rimarginavano subito.

 

 

 

“ Se continuo così quando avrò finito l'isola sarà a pezzi- disse Sora quando la spada gli tornò in mano- Ehi, tu...”, disse rivolto al piccolo Mandaloriano.

 

“ Grogu mio nome è.”, chiarì nuovamente il ragazzo, atterrandogli accanto e caricando un raggio energetico più potente dei precedenti alimentato dalla sua energia. La luce rossa si abbattè proprio al centro della croce che decorava la testa del mostro, che urlò di dolore.

 

“ Allora, Grogu, potresti portarmi fin sopra la testa di quel mostro col tuo jetpack? Se colpisco per bene credo di poterlo finire con un unico colpo.”, disse Sora, augurandosi davvero di avere ragione. Se il suo corpo non mentiva, quello sarebbe stato l'ultimo attacco che avrebbe potuto dare.

 

“ Problema per me non è.”, rispose il giovane mandaloriano, mettendosi alle spalle di Sora e prendendolo per le braccia per poi eseguire una rapida serie di capriole aeree, evitando manate e laser sparati dal mostro.

 

“ Mi gira un po' la testa.”, commentò Sora, il cui salutare colorito cominciò a lasciare spazio a un verde pisello.


“ Controllati.”, lo rimproverò il mandaloriano arrivando il più in alto possibile ed evitando altre di quelle creature nere volanti per poi lasciare andare Sora. Il ragazzo si buttò in picchiata, canalizzando quanta energia gli rimaneva nella spada,.

 

I denti cambiarono, assumendo una forma simile a quella di una stella stilizzata che si illuminò con un'energia simile a una fiamma prima di toccare il viso del mostro.

 

“ BODY SLAM!”, esclamò Sora con quanto fiato gli rimaneva nei polmoni, scatenando tutto l'impatto e la rabbia accumulata al contatto con l'avversario, la cui maschera fu trafitta dalla lama. Il ragazzo strinse i denti e spinse dunque ancora verso il basso, lacerando tutto il corpo dell'essere in due parti che rilasciarono un'immensa luce a illuminare l'arcipelago e la battaglia con sorpresa delle due parti in campo.

 

Sora si ritrovò dunque a terra, osservando le due metà della sua vittima sparire in altre particelle d'energia mentre la sua misteriosa chiave faceva lo stesso.

 

“ C- c'è lo fatta?”, si chiese ansimante il moro, guardando le proprie mani, dentro di lui un senso di euforia quasi incontenibile che però lascio presto spazio a un nero oblio mentre cadeva a terra.

 

“ Sensazionale sei stato, un lungo riposo tu meriti. Al sicuro però portarti devo.”, disse Grogu mettendoselo sulle spalle per trascinarlo verso la sua astronave, sperando che anche suo padre ce la facesse.

 

*****

 

Gli amici di Sora avevano portato i bambini a una piccola grotta che conoscevano. Judy, Montblanc e Arami erano rimasti di guardia, mentre Riku e Kairi avevano deciso di unirsi alla milizia per quel poco che potessero fare ed erano finiti in un vicolo a combattere le creature nere che accompagnavano i pirati.

 

“ Animofago!”, esclamò più volte l'albino sparando ondate di oscurità contro gli strani abomini dei pirati, riuscendo a ucciderne alcuni per farsi più spazio in quella continua massa di mostri d'ombra che sembrava non avere fine, duellando con una ferocia mai mostrata prima finchè uno di loro, simile alla versione stilizzata di un mago nero svolazzante con un vestito azzurro che riportava un cuore spinato, non fu sul punto di sparargli una sfera di ghiaccio sulla testa.

 

“ Shell!”, esclamò Kairi circondando l'amico con una debole barriera verde che protesse Riku dall'attacco prima che trovasse il responsabile per poi decapitarlo con un rapido movimento della propria spada.


“ Grazie, Kairi. Ma non so quanto resisterò ancora.”, disse dunque ansimante mettendosi schiena contro schiena con la paladina, che prese a due mani la propria spada alzandola contro l'ennesima orde di mostriciattoli, che continuavano ad avanzare verso di loro.

 

“ Fino ad allora continuerò a combattere. Colpo di drago!”, gridò ancora la ragazza avvolgendo la propria spada con un'aura arancione che prese la forma delle mandibole di un drago. Quando l'arma toccò il terreno si sprigionò una potente onda d'urto che diede ai due ragazzi ancora una volta abbastanza spazio per combattere liberamente.

 

Kairi e Riku attaccarono come ossessi, utilizzando qualsiasi cosa avessero imparato negli ultimi anni, ma non era possibile sconfiggere un'orda che sembrava nata dalla notte stessa. Alla fine vennero sommersi dai loro avversari e ridotti in catene, per poi cadere in portali neri che li portarono direttamente alla nave di Uncino, che li guardò soddisfatto.

 

“ Lady Malefica sarà molto soddisfatta. Portateli nella stiva. E assicuratevi che il nostro ospite non li veda.”, ordinò il pirata. Il radar aveva avvertito prima un'astronave lasciare l'isola per poi partire con l'iperspazio, e aveva supposto correttamente essere quella del mandaloriano catturato. Se si stava allontanando, era perchè un compagno del guerriero stava scappando ed era possibile che l'avesse fatto dopo aver preso il loro comune obbiettivo.

 

A questo punto era troppo tardi per cercare di raggiungerla. Ma mettere i suoi amici in qualche cella nella base del clan Stecker avrebbe prima o poi invogliato quel Sora a cercarli. E sarebbe caduto nella trappola di Malefica.

                                                                                                                    *****

Spero che abbiate ammirato questo primo esempio degli scontri di questa saga( ce ne sarebbe stato uno anche nel primo capitolo a dire il vero, un ultimo addestramento di Sora e compagni prima di partire, ma proprio non mi veniva), così come i vari retroscena che cominciano a formarsi. Qui Heartless e Nessuno hanno un'origine e una natura un pò diverse, spero che le spiegazioni finali non vi deludano. I capitoli successivi sono già cominciati in parte, ma sono al lavoro su diverse storie, più alcune cose di scuola, quindi non so quando mi farò risentire. A presto.

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Capitolo 3
*** Olimpia ***


 

Il sonno di Sora era stato tutt'altro che tranquillo. Si era ritrovato su una strana piattaforma a combattere altre orde delle creature che avevano attaccato l'isola. Agitava la sua strana arma a destra e manca, ogni volta distruggendo un mostriciattolo. Sentiva la stessa stanchezza di quando aveva ucciso il gigante sulla montagna.

 

Quando uccise anche l'ultimo, una nuova massa apparve trasformandosi in un mostruoso demone il cui viso sembrava coperto da un impossibile groviglio di capelli. Così come nell'ultimo scontro, la spada del ragazzo cambiò forma in quella bizzarra lama a stella prima che si lanciasse sulla testa del colosso d'ombra.

 

Una manata dall'essere fu sufficiente a lanciare via il povero Sora, che si rialzò ansimante sui gomiti guardando il nemico. Era sopravvissuto alla distruzione della sua isola solo per venire schiacciato da un altro mostro.

 

Il gigante d'ombra si avvicinò quindi con passi lenti e pesanti che fecero tremare l'intera piattaforma. Sora fu certo che in pochi secondi sarebbe stato schiacciato, ma improvvisamente l'oscurità che circondava i due contendenti fu attraversata da un potentissimo fascio di luce che tagliò in due il mostro.

 

Diversi altri raggi, che Sora non riuscì neanche a contare da quant'erano veloci, sminuzzarono ulteriormente la creatura nera finchè non si unirono in un'unica grande sfera luminosa la cui vista sembrò ristorare le forze di Sora. Essa si posò quindi davanti al giovane spadaccino, formando una figura simile a un ragazzo della sua stessa età, con capelli simili ai suoi sebbene meno lunghi.

 

“ Stai imparando in fretta a usare il tuo Keyblade, mi complimento. Confrontare così Heartless e Nessuno non è cosa da poco per uno che ha ricevuto quell'arma solo da neanche un giorno.”, disse la figura luminosa, porgendo la mano a un confuso Sora, che non di meno accettò l'aiuto per rialzarsi. Il potere che il nuovo arrivato emanava era incredibile... e familiare per certi versi.

 

“ Il mio.... cosa? Ti riferisci a questa spada?”, domandò dopo un po', posando lo sguardo sulla propria chiave. Lo strano ragazzo di luce sembrò ridere nel notare la sua confusione.

 

“ Esatto. Questa fu l'arma usata da coloro che scoprirono come usare la Forza, insegnandolo poi a tutta la galassia. Per secoli, nel bene o nel male, questi guerrieri, me incluso, hanno combattuto fino allo stremo per ciò in cui credevano. Gli Heartless e i Nessuno invece sono le bestiacce che hai già affrontato.”, spiegò il ragazzo di luce con un tono divertitio, ma molto cordiale... aveva quasi del familiare, si rese conto Sora.

 

“ Bah, non sono neanche stato capace di impedire un attacco di pirati, per debole che sono. Ma comunque questo cos'ha a che fare con me, chi sei tu?”, chiese esasperato Sora allargando le braccia ad enfatizzare. Il misterioso ragazzo fu sul punto di spiegare, ma il suo corpo cominciò a tremolare in modo strano prima di affievolirsi per sua grande seccatura.

 

“ Uff, il mio corpo si sta per svegliare, non c'è tempo per spiegarti tutto,Sora. Posso dirti solo questo, lascia che il tuo cuore sia la tua chiave guida.”, concluse l'essere luminoso, trasformandosi quindi in un'intensa nova bianca. Pochi secondi stava fissando un soffitto grigio.

 

“ D- dove sono?”, domandò alzando lo sguardo, osservando attentamente il posto in cui si trovava. Era in una sorta di infermeria rudimentale a giudicare dagli armadietti pieni di medicinali, su un lettino e ancora coi vestiti del giorno precedente... o di quando fosse stata la battaglia all'arcipelago.

 

“ Sulla nave mia e di mio padre tu sei, portatovi io ti ho. Svenuto dopo aver vinto eri.”, gli rispose Grogu, entrando con un vassoio su cui erano posati un po' di pankake verdi e una tazza di caffè nero che mise su un tavolino.

 

“ Sei... il ragazzo che mi ha salvato. Grazie... per l'aiuto con quell'affare, ma che è successo all'isola?”, domandò rapido il moro, ignorando momentaneamente il cibo, siccome i suoi pensieri erano tutti focalizzati sui suoi amici e parenti. E anche se il viso di Grogu era coperto, l'espressione del ragazzino non era molto diversa e prese un largo respiro prima di parlare.

 

“ La radio ho ascoltato. Su molti canali l'attacco è stato trasmesso. Diverse le perdite e i feriti , ma bene le cose vanno in generale, quasi tutti sono sopravvissuti. Tra gli scomparsi il tuo nome era.”.

 

“ Chi altri c'era nella lista?”, domandò inquieto Sora, affondando le unghie nel palmo della mano.

 

Il piccolo mandaloriano gli passò un tablet e col cuore in gola, il ragazzo in sua custodia cominciò a controllare ogni articolo sull'attacco all'arcipelago. Vide con ansia un'intervista ai suoi gentiori, che chiedevano disperatamente notizie, e finalmente capitò su una lista dei defunti e degli scomparsi.

 

Molte persone che conosceva dalla nascita, inclusi alcuni compagni di scuola e un paio di suoi cugini, non ce l'avevano fatta. Più di una lacrima cadde sullo schermo a leggere quei nomi.

 

Per di più Riku e Kairi erano spariti. Era possibile fossero stati portati via dai pirati o fossero ancora sepolti sotto delle macerie in attesa di essere recuperati, ma come magra consolazione c'era una piccola speranza che fossero ancora vivi. Nel caso non aveva dubbi che si sarebbero reincontrati. Un articolo a piè di pagina riportava Montblanc, Judy e Arami che promettevano di andare a cercare lui e gli altri, con una richiesta inviata a ogni clan interessato all'averli tra le loro fila.

 

Sora rimise a posto il tablet e si alzò, già deciso sul cosa fare.

 

“ Devo tornare subito a casa. Darò una mano a ricostruire, mi riunirò agli altri e scoprirò cos'è successo.”, disse il moro rialzandosi e dirigendosi verso la porta, solo perchè Grogu gli afferrasse l'orlo dei pantaloni con una forza tutt'altro che proporzionale alla sua stazza.

 

“ Non puoi, cercarti i tuoi nemici staranno. Al sicuro ti porterò, poi una comunicazione filtrata mandare potrai.”, disse pragmatico il bambino tirandolo indietro. Dopo aver ripreso l'equilibrio, Sora per tutta risposta ringhiò nervosamente ed evocò la sua spada.

 

“ Non so neanche se fidarmi davvero di te.”, disse alzando la lama dentata, intento a combattere pur di tornare a casa se necessario. L'espressione e il potere che emanava erano più minacciosi di quanto avrebbe mai pensato di poter aver, ma il ragazziono dalle orecchie a punta restò perfettamente immobile.

 

“ Quello decidere da solo dovrai.”, disse ancora Grogu con un tono alquanto canzonatorio che spaccò di netto i nervi del giovane avventuriero.

 

“ Almeno puoi dirmi dove potresti portarmi, razza di tappo vestito da Mandaloriano?!”, sbottò infine Sora, canalizzando in quell'urlo tutta l'adrenalina e la rabbia delle sue ultime ore.Prima che potesse accorgersene, un grosso peso stava premendo sulla sua schiena, mentre il ragazzino in armatura era sparito dal suo campo visivo. Non ci mise molto a capire cosa stava dietro la sua testa.

 

“ Prego, tappo vestito e addestrato da Mandaloriano. Non sfidarmi.”, disse freddo Grogu avvicinando un coltello alla gola di Sora, che divenne estremamente pallido.

 

“ Scuuuusami. E' solo che è accaduto troppo in troppo poco tempo e non ho avuto modo di digerire il tutto.”, disse terrorizzato, sperando che quelle scuse bastassero a evitare uno sgozzamento. E fortunatamente per lui, fu così.

 

“ Tranquillo, comprendere bene io. Per scomparsa di mio padre anch'io preoccupato.”, ammise dunque Grogu con tono malinconico, saltando a terra e abbassando tristemente le orecchie mentre Sora si prendeva un ben meritato respiro desiderando di sprofondare sottoterra.

 

“ Mi dispiace, Grogu, se finita questa situazione potrò ripagare il favore, sta pur certo che ti aiuterò a ritrovare tuo padre. Comunque, davvero, dove avreste dovuto portarmi?”.

 

“ Sul pianeta Olimpia, da Ercole. Lui insegnarti dovrebbe finchè nostro mandante non venire a prenderti.”.

 

Un lungo silenzio si diffuse nell'aria, mentre il ragazzo cercava di processare la frase.

 

“ Vuoi dire... quell'Ercole? Il gladiatore più potente della galassia?”, domandò sentendo improvvisamente il battito accelerare, stavolta per l'eccitazione alla prospettiva di incontrare uno dei più grandi avventurieri conosciuti.

 

“ Sì.”, rispose il mandaloriano.

 

“ L'Ercole che ha sconfitto i giganti?”.

 

“ Sì.”.

 

“ Quello che ha sconfitto una manifestazione impazzita di Ade?”, domandò riferendosi a un'Evocazione, una creatura considerata praticamente una divinità, i cui avatar potevano essere evocati da coloro che facevano un contratto con essa, la cui forza dipendeva dal potere dell'evocatore e dal legame col proprio patrono.

 

Alcuni di questi frammenti potenti a sufficienza potevano stravolgere il risultato di una battaglia ed erano conosciuti con molti nomi in tutto il cosmo: Esper, Eidolon, Eikon( un sacco di e), bestie fantasma e molti altri ancora. Quello cui Sora si stava riferendo era un frammento del vero Ade, evocato da un clan che aveva tentato di conquistare la galassia molti anni prima, la Gilda dei diafani. Intendevano schiavizzare il signore dei morti al massimo della sua potenza per distruggere qualsiasi opposizione, ma ne avevano evocato soltanto un avatar che si era rivelato comunque più che felice di aiutarli, diventando una spina nel fianco dei loro nemici .

 

“ Sì.”.

 

“ Quello....”.

 

“ SIIIIIIII'!”, gridò Grogu, stufo di tutte quelle domande, saltando in aria e dando quasi una testata al suo ospite, nuovamente spaventato da quello sbocco di rabbia .

 

“ Scusa di nuovo, ma volevo essere sicuro.”, disse Sora mettendo le mani a mò di protezione. Grogu scosse più volte la testa e si diresse alla cabina di pilotaggio, mettendo le cordinate per Olimpia.

 

“ Di partire l'ora è dunque. Pronto spero tu sia.”, disse speranzoso il giovane guerriero premendo sull'acceleratore dell'astronave.

 

*****

Tebe, la capitale di Olimpia, era una città enorme, realizzata nello stile dell'antica Grecia terrestre, con una grandissima ricchezza di colonne rigate, templi d'ogni tipo e bellissime statue in bronzo. Anche gli abitanti erano vestiti per lo più con chitoni e corazze greco romane, mescolate a tenute in kevlar e armi da fuoco. Una folla immensa occupava la strada dallo spazio porto al mercato, costringendo Sora e Grogu a muoversi come anguille.

 

“ Bene, ora come facciamo a incontrare Ercole? Se non ricordo male oggi aveva un importante scontro, ma i biglietti costeranno una fortuna se anche ne sono rimasti.”, commentò Sora ricordando le notizie lette negli ultimi giorni. Sebbene normalmente l'eroe non facesse pagare troppo per i suoi spettacoli, il match di quel giorno era l'ultimo di un importantissimo torneo. Dubitava che i suoi risparmi o quelli di Grogu avrebbero potuto pagare un biglietto per entrambi.

 

“ Anche pagare potrei. Ma senza soldi poi resteremo, e detto non è che ci lasceranno vederlo.”, disse concorde quest'ultimo, cominciando quindi una discussione su come entrare. Fortunatamente a quel punto la folla era diminuita e qualcuno sentì dei loro impellenti bisogni.

 

 

“ Dovete andare al colosseo?”, domandò una voce dietro i due ragazzi. Voltandosi trovarono una donna molto alta dai capelli castani raccolti in una coda quasi vaporosa. Sulla schiena teneva una cetra ed indossava una cotta di maglia. Per un istante Sora credette di aver visto alcune note di diversi colori girare attorno alla misteriosa donna, ma poi scrollò la testa e sparirono.

 

“ Sì, signora, può indicarcelo, per cortesia?”.

 

“ Vi posso accompagnare direttamente, se mi portate questi sacchi. Purtroppo ho lasciato il mio Prizmod a casa- disse lei cortese prendendo due buste che diede a Sora e Grogu, prima di far loro cenno di seguirla- a proposito, mi chiamo Megara, ma voi chiamatemi pure Meg.”.

 

Non ci volle molto per arrivare al colosseo, che pur essendo relativamente modesta per un'arena da tornei era comunque saturo di un'atmosfera che fece quasi sentire a Sora e Grogu ogni battaglia che era stata combattuta lì.

 

L'ingresso assomigliava a una caserma, con ai lati diverse statue di opliti e programmi sugli eventi. Alcuni degli allievi di Ercole si stavano allenando in piccole arene, mostrando e affinando le loro abilità. L'occhio di Sora fu catturato in particolare da una Gargoyle dai lunghi capelli neri e le scaglie grigie che combatteva corpo a corpo contro ben tre colleghi.

 

Meg li condusse per una piccola scala, che li condusse nel punto più alto dell'arena, nella parte opposta al gigante schermo olografico dove i commentatori giudicavano l'acceso scontro già in atto.

Non c'era un solo posto libero sugli spalti, una folla immane, forse superiore all'intera popolazione delle Isole del destino, si era preso tutto lo spazio disponibile e teneva gli occhi incollati sull'arena. E i due occupanti della suddetta decisamente meritavano l'attenzione ricevuta, muovendosi con incredibile velocità e colpendosi l'un l'altro con un misto armonioso di forza e tecnica il cui impatto poteva essere sentito a pelle..

 

 

Sora riconobbe subito lo sfidante del padrone di casa, un muscoloso gobbo dai capelli rossi e il viso gonfio, protetto da una corazza verde e dai polsi coperti da bracciali decorati con piccole campane, che saltava con incredibile agilità e precisione avvolto da fiamme e ghiaccio. Quasimodo, membro di spicco della Corte dei miracoli e idolo assoluto di qualsiasi aspirante avventuriero afflitto da qualche disabilità. Nonostante la sua sordità e la deformazione che gli avevano complicato la vita, era riuscito comunque a emergere come uno dei più famosi guerrieri ed esploratori del proprio sistema.

 

E ora se le stava dando di santa ragione con un'altra leggenda della galassia. Ercole sarebbe passato come un modello ipernutrito e ossigenato se non fosse stato per l'abilità con cui si muoveva e per la scintilla di rispetto nell'avversario che dimorava nei suoi occhi azzurri.

 

“ Sapevo già che venendo qui avrei assistito a un grande duello, ma non mi sarei mai aspettata una simile dimostrazione di potere. Qui non abbiamo davanti due semplici guerrieri, ma il massimo esempio del fulgore di un avventuriero.”, disse uno dei commentatori con voce femminile mentre un pugno di Ercole avvolto dai fulmini spingeva Quasimodo quasi al bordo dell'arena prima che potesse riprendere l'equilibrio e ripartire al contrattacco. Alzando lo sguardo verso lo schermo dei due cronisti, Sora fide un satiro piuttosto tracagnotto e una bellissima ragazza dai capelli castani chiusi in una treccia, con un diadema argenteo sopra la fronte e un abito roseo da principessa ricoperto da una cotta di maglia.

 

“ Quella è la regina Lucy?!”, domandò stupefatto il moro. La suddetta Lucy Pevensie era, assieme ai tre fratelli, la governatrice di un lontano pianeta chiamato Narnia. Così come Ercole, anche loro avevano sconfitto uno dei membri della Gilda dei Diafani, in questo caso dopo che il clan era già stato disperso.

 

Jadis, nota ai più come la Strega bianca, aveva ridotto Narnia a un blocco di ghiaccio finchè quei quattro ragazzi non avevano in qualche modo riunito la popolazione per detronizzarla. E da quel momento avevano poi governato con rettitudine e abilità. Nonostante le decine, se non centinaia di richieste di unirsi ad altri clan o di porre il pianeta sotto la loro protezione, però, si erano mantenuti il più neutrali possibile. .

 

 

“ Sì, Narnia è ancora una piccola nazione paraganota agli altri poteri della galassia, per di più si sta ancora riprendendo da una crisi, quindi i sovrani vengono qui spesso in cerca di avventurieri forti per addestrare le loro truppe o per migliorare le loro abilità.”, spiegò Megara passando al giovane avventuriero un po' di snack. Sora si ritrovò dunque a mangiare ipnotizzato, imitato da Grogu nel guardare quel bellissimo scontro che durò quasi un'ora.

 

I due contendenti non smisero di scontrarsi, liberando energie che Sora poteva appena comprendere. Pugno dopo pugno, presa dopo presa, il duello proseguì finchè finalmente, una volta caricato entrambe le braccia con potentissime saette azzurre, Ercole colpì lo stomaco di Quasimodo con tale devastazione che buona parte degli spettatori caddero per l'onda d'urto.

 

Il campanaro si ritrovò fuori dall'arena, tutto il corpo pieno di dolore. La sua pelle fumava, ma sembrava comunque incredibilmente allegro e fu accolto di nuovo nell'arena da scroscianti applausi che includevano quelli di Grogu e Sora.

 

“ Sapevo che due anni di allenamento non erano abbastanza per batterti, Ercole.”, disse sorridente inchinandosi davanti al vincitore, che gli concesse a sua volta un rispettoso inchino.

 

“ Lo sono stati per dare un grande spettacolo. Alzati, ti meriti ogni singolo applauso.”, si congratulò Ercole porgendo sportivamente una mano a Quasimodo, che si alzò in piedi per rivolgere abbassare nuovamente la testa di fronte al pubblico entusiasta.

 

“ Ed ecco, signori e signori! La furia della lotta, il rispetto tra i campioni, ecco perchè ho fondato questo colosseo!”, annunciò roboante Phil, l'allenatore di Ercole, saltando sulla propria scrivania davanti allo sguardo divertito della regina Lucy, che scese quindi dal podio dei commentatori per dare ai due campioni i rispettivi premi, dando a entrambi i suoi più grandi complimenti.

 

“ Bene, ora come lo avviciniamo? Chiediamo al suo allenatore?”, domandò Sora, sentendo le mani in fiamme a furia di applaudire. Non aveva mai visto uno scontro del genere in vita sua, a confronto la sua battaglia col mostro dell'isola sembrava una bazzecola. Se gli avventurieri d'alto rango erano così, dubitava avrebbe raggiunto il loro livello tanto presto.

 

Megara però sorrise e si alzò, facendo cenno a lui e Grogu di seguirla di nuovo.

 

“ No, possiamo andare direttamente da lui.”.

 

“ Come?”.

 

“ Ah, giusto, non ve l'ho detto. Ercole è il mio fidanzato.”, disse la donna col più sghembo dei sorriso.

 

*****

 

Dopo il round Ercole si era fatto una doccia e stava ora consumando qualche barretta energetica, riprendendo le forze spese nel duello contro Quasimodo. Era parecchio che non si divertiva così, il suo amico gobbo l'aveva costretto a dare il tutto per tutto più di una volta. C'era da chiedersi chi altri avrebbe trovato Phil pur di mantenere alti gli incassi nei prossimi mesi.

 

Forse per un po' non l'avrebbe fatto combattere. In quel caso sarebbe stato felice di fare qualche missione fuori dal sistema assieme a Meg o addirittura prendersi una bella vacanza. Perso nei suoi pensieri, ne fu tratto fuori guardacaso dalla voce della fidanzata.

 

“ Megafusto, posso entrare? Ho due ragazzi che vorrebbero conoscerti.”, disse questa appena fuori dalla porta.

 

“ Venite pure.”, disse cordiale il gladiatore, vedendo entrare la sua amata Meg assieme a due ragazzi. Inizialmente pensò che fossero venuti per un autografo, ma poi notò che uno di loro era vestito da mandaloriano.

 

“ Signor Ercole, è.... un vero onore conoscerla.”, disse un po' nervoso Sora, quasi eccitato nel trovarsi davanti una delle tante star di cui aveva sentito storie sin dalla prima elementare. Il guerriero gli rivolse un'espressione rassicurante.

 

“ Niente formalità, ragazzo, chiamami solo Ercole. E vale anche per il tuo amico. Come vi chiamate?”.

 

“ Il mio nome è Sora.”, disse il giovane avventuriero tirandosi il colletto della felpa.

 

“ Grogu io mi chiamo. Mandato mio padre fu a consegnarvi Sora. Portatore di Keyblade lui è.”, disse invece il piccolo alieno accanto a lui.

 

A provare l'affermazione, Sora evocò la propria arma. Ercole, con sguardo attento, sfregò un dito sulla catena del Keyblade, avvertendo la Forza che scorreva nel moro attraverso l'arma.

 

“ Immagino che tuo padre sia il mandaloriano che avrebbe dovuto portare qui Sora. Che gli è successo?”, domandò a Grogu, le cui orecchie si abbassarono malinconiche in un modo che toccò il cuore di Ercole.

 

“ Catturato temo sia stato. Notizie di lui non ho avuto dall'attacco alle isole.”, confessò stringendo le manine verdi, lieto che l'elmo tenette nascosto il suo volto infuriato. Sora guardò comprensivo l'amico( se tale si poteva già definire), ma dopo un po' parlò nuovamente ad Ercole.

 

“ Ercole, Grogu, non per fare l'insensibile, ma devo sapere.... chi ha deciso che io sarei dovuto venire qui?”.

 

Il guerriero si mise una mano in faccia e prese un respiro prima di spiegare.

 

“ Un mese fa circa ricevetti la visita di un mio carissimo amico, che mi disse che a breve un mandaloriano avrebbe portato da me un giovane portatore di Keyblade. Io avrei dovuto addestrarlo finchè lui o persone di sua fiducia non sarebbero venuti a prenderlo. Il nome di questo mio amico era Paperino.”.

 

“ Quel Paperino? Uno degli assi del clan Disney?!”, esclamò stupito Sora, sentendo gocce di sudore scivolargli sul collo nello scoprire chi si era interessato a lui.

 

Il clan Disney era uno dei più forti e influenti clan dell'intera galassia, forse il più potente in assoluto assieme al clan Eclipse, guidato da Vader. Il precedente capo clan nonché zio del suddetto Paperino, Paperone de' Paperoni, aveva viaggiato in lungo e in largo trovando tesori, fondando aziente d'ogni tipo e sconfiggendo intere armate con le sue sole forze.

 

L'attuale generazione non aveva nulla da invidiargli. Il nuovo capo clan, Topolino, aveva aiutato a sconfiggere la Gilda dei diafani assieme a Paperino e a un altro loro amico, Pippo. Tutti e tre erano considerati tra i migliori guerrieri della galassia e il clan contava moltissimi altri membri non meno straordinari a modo loro.

 

“ Proprio lui- affermò Ercole indicando alle sue spalle una foto, dove appariva più giovane insieme a un papero umanoide armato con una coppia di pistole- non lo vedevo così preoccupato da anni. Ha reso ben chiaro che ci sono molte persone che ti stanno cercando, Sora, la maggior parte per scopi tutt'altro che altruistici. Se qualcuno avesse saputo che eri qui, la mia influenza ti avrebbe protetto finchè non fossi stato pronto per viaggiare per conto tuo.”.

 

“ Ma perchè mi cercano? Questo... keyblade, è davvero così importante?”.

 

“ E' una questione complicata, te lo spiegherò nei prossimi giorni se deciderai di restare. Qualora volessi tornare a casa, non ho intenzione di impedirtelo.”

 

Sora si morse il labbro, ripensando ai suoi amici che forse erano già partiti per trovare lui, Riku e Kairi. Si chiese cosa stessero facendo ora i suoi genitori. E si chiese quanto ci avrebbero messo coloro che avevano attaccato l'isola a ritrovarlo se fosse tornato.

 

No, Grogu l'aveva reso chiaro prima e Ercole aveva rinforzato il punto. Non poteva tornare a casa per il momento, solo pensare a diventare più forte e sperare in meglio.

 

“ Va bene, Ercole. Grazie per darmi quest'occasione. Mi allenerò al meglio e quando sarà possibile partirò per scoprire la verità e trovare il padre di Grogu.”, disse infine, sperando di fare la scelta giusta.


                                                                                                         *****

Salve a tutti, spero che abbiate passato una buona pasqua. Questo è un'altro capitolo realizzato un pò nella fretta causa continui inviti ed esami, spero che sia di vostro gusto poichè introduce altri piccoli elementi di World building che saranno fondamentali più avanti dopo il giusto approfondimento. Gli scontri ovviamente diventeranno più corposi. A presto e grazie a chiunque abbia lasciato una recensione.

P.s. Per chi legge 'Sangue di Re'( la mia fic in comune con Scarlet Queen, pubblicata usll'account di evil65), siamo momentaneamente in pausa, ma speriamo di tornare in tempi relativamente brevi.

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Capitolo 4
*** Spine rosse ***


 

Pianeta Nanairo, ore 14:58

 

Rex Fett era il secondo dei cinque figli del guerriero mandaloriano Jango Fett, nonché attuale vice comandante del clan Eclipse. Era responsabile di buona parte delle loro operazioni di commando e di mantenere in generale l'ordine quando il capo clan era impegnato altrove, ruolo che svolgeva con la massima competenza e abilità. Godeva della massima fiducia e rispetto da parte di Vader e dei suoi parigrado, ma con tanto lavoro sentiva a volte il bisogno di prendersi qualche periodo di ferie, che consumava nel più dei casi nella fattoria di suo fratello Cut.

 

Il duro lavoro nei campi lo rimetteva a contatto con la realtà e per certi versi con la sua infanzia, sebbene questa fosse stata passata all'insegna dell'addestramento militare. Ed era un piacere stare con i propri nipoti o gustare la cucina di Suu, la sua cognata Twi'lek. Ma purtroppo anche quella dolce pace tendeva sempre per finire ed ecco che dopo un paio di rilassanti settimane Cut stava riaccompagnando il fratello allo spazioporto lungo la strada nazionale, circondata da splendide colline dall'erba rossa.

 

I due uomini dimostravano circa una quarantina d'anni, avevano una pelle color ocra e un fisico muscoloso, nel caso di Rex coperto da un'armatura mandaloriana bianca e blu. I loro visi erano affilati e sempre per Rex, coperti con alcuni tatuaggi, che ricoprivano una buona parte della sua testa rasata a zero.

 

 

L'avventuriero si sporse dal finestrino del furgoncino volante di Cut, concedendosi un'ultima ventata dell'aria di campagna. Gli era proprio servito questo periodo di congedo. Ora era però pronto a condurre nuovamente le forze del suo signore in qualsiasi missione gli venisse assegnata.

 

”Già pensi alla prossima battaglia, fratello? Tanto grande è la tua sete di sangue?”, domandò Cut alla guida con un pizzico di ironia della voce. Il moro era l'unico dei figli di Jango Fett a non esser diventato un guerriero di professione, pur essendo un abile combattente come ogni Mandaloriano che si rispetti, preferendo gestire una fattoria insieme a moglie e figli.

 

“ Che vuoi che ti dica, sono semplicemente innamorato del mio lavoro così come tu lo sei di tua moglie”, scherzò il comandante spalmandosi sul sedile mentre il veicolo continuava sulla strada per lo spazioporto.

 

“ Sai che se volessi restare l' offerta è sempre valida, vero? “, continuò Cut. Era una discussione che avevano avuto mille volte senza una risoluzione definitiva, ma che li divertiva sempre, immaginandosi talvolta l'uno al posto dell'altro.

 

“ Me lo chiedi ogni volta che vengo in vacanza qui. E io rispondo sempre che c'è un posto per te anche al fianco di lord Vader. “,rispose l' altro Fett, scatenando una breve risata reciproca, che si concluse però quando vide qualcosa nello specchietto : un veicolo che non riconobbe, guidato da una Twi'lek.

 

Ci mise poco ad accorgersi che non era la moglie di Cut e ancor prima vide tra le sue mani una palla di fuoco farsi sempre più grande finché non raggiunse le dimensioni del loro furgone . Facendo affidamento sui propri riflessi, Rex prese il volante e giró in tempo la macchina per schivare il terribile colpo, abbastanza potente per sciogliere l'asfalto e scagliarli via di vari metri con la semplice onda d'urto. Quando finalmente l'aeromobile si stabilizzò Rex materializzò due grossi blaster da polso per fronteggiare il misterioso assalitore.

 

Quest'ultima però era già sparita assieme al suo veicolo e ancora una volta furono i riflessi a salvare il soldato, che evocando un gigantesco guantone in acciaio sulla mano sinistra paró il potentissimo fendente di una lama nera e rossa, la cui estremità sembrava un seghetto al cui centro si trovava un occhio color verde acqua. La proprietaria era una bellissima Twi'lek, la cui pelle ricoperta da intricati tatuaggi condivideva i colori di quello che era chiaramente un Keyblade.

 

Il formoso, ma atletico fisico era ricoperto da un aderente armatura di polimeri, mentre alle sue spalle sventolava un lungo mantello nero. La sua espressione era quella di qualcuno che stava per affrontare il duello della sua vita.

 

“ Con chi ho il piacere?”, disse Rex indietreggiando e mirando alla testa della donna facendo cenno a Cut di scappare. La risposta arrivò a pochi centimetri dal suo orecchio, la donna era stata talmente veloce da arrivargli alle spalle!

 

“ Darth Talon-disse la guerriera, già dietro di lui, per poi schivare con estrema facilità un colpo laser- o se preferisci la tua fine”, disse sadica mentre Rex saltava indietro, mettendosi in posizione di guardia .

 

*****

 

Olimpia

 

Sora e Grogu erano stati presentati dal loro nuovo insegnante ai suoi altri allievi all'ora di cena. I due nuovi arrivati si trovarono soggetto di non poche domande, per lo più legate al loro luogo di provenienza e su dove si fossero allenati fin'ora. Per fortuna nessuno accostò il volto di Sora a quello di uno dei tanti scomparsi dal famoso attacco di pochi giorni prima .

 

Una volta mangiato, il ragazzo aveva mandato un messaggio a genitori e amici, rassicurandoli che stava bene, ma si raccomandò di non dirlo a nessun'altro per la sicurezza sua e loro. Promise che sarebbe tornato il prima possibile una volta che sarebbe diventato più forte e avesse scoperto cos'era successo.

 

Judy e Montblanc non furono molto felici della risposta e pretesero di sapere dove fosse e cosa stesse facendo. I suoi genitori dal canto loro erano semplicemente felici di sapere che fosse ancora vivo e gli dissero di stare attento. Se c'era una cosa che Sora detestava era far preoccupare così i suoi cari, ma era probabile che chiunque avesse attaccato l'isola, avesse almeno qualche altra spia in giro. Non poteva correre rischi e quando andò a dormire sognò di figure mascherate che si avvicinavano apparentemente gentile alle persone a lui vicine per poi imprigionarle e interrogarle su ciò che non potevano sapere.

 

Il pomeriggio successivo vide avvenire La prima sessione d'allenamento di Sora con Ercole, posta nella stessa arena dove si tenevano i combattimenti. Durò circa tre ore: tre ore in cui il campione aveva vanificato con una facilità enorme qualsiasi tentativo del ragazzo di attaccarlo, rispendendolo sempre al tappeto con una dolcezza che l'altro avrebbe creduto impossibile per colui che era considerato il più potente Gladiatore della galassia .

 

“ Oh, non ce la faccio più- disse infine, finendo a terra, sudato come mai prima di allora sebbene non sentisse alcun dolore- ma come ci riesci?”, domandò ad

Ercole. Grogu era al momento con Phil, che desiderava vedere personalmente il livello del giovane mandaloriano contro altri allievi più esperti.

 

 

L'eroe di Olimpia, per nulla sudato a differenza del giovane, gli lanciò una bottiglia piena di latte in mano mentre ne apriva un'altra per sè.

 

“ Al momento, Sora, le differenze tra noi sono principalmente due, se escludiamo le abilità fisiche. Esperienza e consapevolezza della Forza- cominciò a spiegare il guerriero- anche se la tua manipolazione di essa è migliorata enormemente dopo aver risvegliato il tuo keyblade, non sembri essere davvero cosciente su cos'è davvero e come funziona.”.

 

“ Beh, che c'è da sapere? E' un'energia usata da qualsiasi guerriero o mago per alimentare i nostri poteri. Proviene dal cuore ed è canalizzata attraverso i Midchlorian- disse ricevendo un'occhiataccia dal suo insegnante- ehi, io e i miei amici eravamo praticamente autodidatti e per di più fino a quando non ho ottenuto il Keyblade, il mio controllo della Forza era a dir poco penoso.”

 

”Oh, tranquillo, sono stato anch'io giovane. Essere ignoranti all'epoca non è qualcosa di cui scusarsi se dimostri di saper rimediare- lo tranquillizzò nuovamente l'insegnante- quello che hai detto è vero. La Forza proviene da noi, nasce dal cuore, di cui il tuo Keyblade è per certi versi una manifestazione. Ma al tempo stesso è tutta attorno a noi. Ci guida, ci trasforma, ci fortifica istante dopo istante senza che ce ne rendiamo conto. Quando un guerriero sfrutta una mossa dal proprio arsenale, è la Forza stessa a guidare la sua mano contro il proprio bersaglio, la cui difesa sarà a propria volta guidata dalla Forza. E questo ci porta alla prossima parte del discorso, il Lato bianco e il Lato oscuro.”.

 

“ Ti prego, dimmi che non c'entrano col bene e col male.”, disse seccato Sora, che per quanto apprezzasse le storie di guerrieri e monaci che bilanciavano un potere forte, ma maligno, con la meditazione e l'autocontrollo, non intendeva diventare come i protagonisti delle suddette e trovarsi in qualche trip cosmico. Ercole rise divertito e cominciò a spiegare aiutandosi con vari gesti.

 

”No, grazie agli dei, altrimenti avrei appeso l'armatura al chiodo una vita fa.Ora, io a differenza di te non sono un Jedi... o un Sith. Quello che so l'ho letto sui libri o sentito a voce da chi già l'aveva imparato, quindi come lezione sarà un pò imprecisa. A grandi linee il Lato oscuro rappresenta dalle nostre emozioni più basilari, che alcuni definirebbero negative: rabbia, odio, paura e altro ancora- affermò chiudendo la mano al petto prima di estenderla dopo averla avvolta con una scarica elettrica- Ma soprattutto rappresenta il nostro istinto di sopravvivenza e la capacità di decidere per noi stessi, senza di esso i nostri antenati non sarebbero mai sopravvissuti quando ancora non avevamo macchine e armi vere e proprie, forse non sapremmo neanche canalizzare la Forza. E in virtù di questo è il Lato più utilizzato dalle classi fisiche. Il Lato bianco è più... dico manipolativo in mancanza di un termine migliore- continuò prima di puntare un dito verso la volta celeste, e per un attimo Sora fu capace di vedere le stelle nonostante fosse ancora giorno- E' alla base di molti tipi di magia, soprattutto quella temporale, e molte delle classi produttrici lo incanalano quando lavorano. E' il potere che ci ha permesso di svilupparci come civiltà e rifacendosi all'esempio di prima, è necessario anche per sviluppare buone abilità difensive, così come il Lato oscuro ti aiuterà in attacco.”.

 

Sora riflettè. Arami gli aveva spesso detto che la Forza aveva una volontà propria e lui aveva riso dicendo che in quel caso allenamento e libero arbitrio non sarebbero serviti a niente. Adesso però sapeva cosa le due metà di quell'energia che permeava l'intero universo rappresentavano, e doveva dunque trovare un equilibrio tra esse prima di scegliere la propria via.

 

“ Due ultime domande, se posso: Quante persone sanno dei Keyblade? E hai parlato di Jedi e Sith, chi sarebbero?”.

 

“ Il Keyblade è relativamente conosciuto, purtroppo per te. Dovessi incontrare un avventuriero molto forte, o un'alta carica di qualche pianeta, aspettati che sappiano cosa sia. Mentre i Jedi e i Sith furono i due principali ordini di custodi del Keyblade, risalenti al tempo della Repubblica. Rivali per di più, ringrazia che siano spariti o la situazione sarebbe anche peggio. Ma per ora andiamo a mangiare, ti meriti una cena sostanziosa.”, disse il gladiatore, prendendo Sora per una spalla e accompagnandolo alla mensa.

 

*****

 

Talon era decisamente veloce e abile. Non fosse stato per la sua esperienza e il suo costante giocare sulla difensiva, Rex era certo che sarebbe già morto sotto i fulminei colpi della donna, il cui stile di combattimento aveva un che di ferale. Se era resistito tanto a lungo era stato soprattutto grazie alla propria esperienza sui campi di battaglia e sul suo stile estremamente analitico, sebbene entrambi si stavano trattenendo molto in attesa di comprendere a dovere le abilità dell'avversario.

 

“ Sei lento, mandaloriano. Mi aspettavo di meglio dal braccio destro di Vader.”, disse sardonica la Twi'lek, roteando il Keyblade per l'ennesimo fendente che venne bloccato dall'avventuriero con le braccia, ora coperte da enormi guantoni corazzati.

 

“ Non mi faccio dare una lezione da una che neanche si protegge il petto.”, disse avvolgendo le armi con una potente aura violacea prima di tentare un doppio colpo. Uno di essi venne facilmente bloccato dal keyblade della Sith, ma l'altro la spinse indietro di qualche metro, più che sufficiente a dare a Rex tempo per un altro assalto.

 

“ Break rapido!”, esclamò avvolgendo il guantone sinistro con una nuova energia, riuscendo stavolta a prendere Talon con un fortunato gancio. La Sith ovviamente tornò subito all'attacco, ma era più lenta di prima, anche se solo il necessario per permettere a Rex di respirare un po'.

 

“ Break magico!”, disse cambiando un guantone con una spada d'energia che spuntava dal suo polso. Il fendente venne parato con relativa facilità dal Keyblade di Talon, che sentì però il nuovo debuff attaccarsi a lei.

 

“ Animofago!”, esclamò la donna creando una potente ondata di tenebre, che stavolta Rex non riuscì a schivare, venendo spinto indietro dall'urto che sentì rimbombargli nelle ossa, a cui seguirono nuovi affondi e fendenti della Custode, che continuava a colpire con incredibile violenza e forza. Rex parò come poteva, incassando stavolta i colpi, sentendo le energie diminuire lentamente mentre un'altro potere in lui cresceva allo stesso ritmo.

 

“ Break potenza!”, ruggì di nuovo il mandaloriano, disposto a tutto pur di vincere. Cambiando il guantone rimastogli con un blaster, sparò un fascio laser contro Talon proprio mentre questa era nel mezzo di una giravolta per dare ulteriore potenza al colpo successivo, finendo a terra coi muscoli più indolenziti.

 

“ Piantala con quelle mosse da bambini. Esna!”, disse tra i denti una volta rialzatasi e avvolgendosi con un'aura rosata per liberarsi dagli effetti debilitanti che aveva subito.

 

“ Non le definirei mosse da bambini. I break vengono sottovalutati per il poco danno che fanno, ma bisogna semplicemente padronaggiarli a dovere. E ho appena iniziato a usarli.”, disse confidente Rex, avvolgendosi con una potentissima aura dorata mentre su entrambe le braccia apparivano due blaster attraverso le quali canalizzò quel mostruoso potere, accumulato dopo tutti i colpi ricevuti da parte di Talon.

 

“ Break... INFINITO!”, esclamò Rex sparando a raffiche proiettili laser dai colori più svariati. Sorpresa dall'improvviso assalto, Talon fece del suo meglio per pararli mescolando barriere con le sue abilità da spadaccina, ma per ogni colpo bloccato tre la prendevano indebolendola sempre più fino a quando l'ultimo colpo non la spinse all'indietro.

 

“ FIRAGA!”, esclamò rialzatasi, formando una nuova sfera infuocata, che si abbattè sulla corazza del mandaloriano senza alcun danno.

 

“ Ora, miss Talon, verrai con me e risponderai a molte domande.”, affermò Rex avvicinandosi minaccioso prima di prenderla per il polso. La Twi'lek però non aveva ancora detto l'ultima parola e si liberò coi riflessi che le erano rimasti, per poi puntare verso il cielo il suo Keyblade.

 

“ Cambio forma. Roveto infernale!”, esclamò a pieni polmoni, venendo avvolta da lunghi rovi rossi e neri che si considerono attorno a sé stessa alla sua spada, la cui forma cambiò in una frusta segettata ricoperta di spine che emanavano un potere devastante.

 

Un fendente dato distrattamente fu sufficiente a lasciare un enorme solco nell'asfalto, mentre altre spine si infilavano nella carne della donna, allungando i debuff datole da Rex. Questi fu sufficientemente rapido da evocare di nuovo i suoi guantoni e unirli a protezione per pararsi dall'attacco successivo, il cui impatto lo spedì a quasi cinquanta metri di distanza.

 

Il mandaloriano si rialzò a fatica e rievocò i due blaster, caricandoli con un fortissimo raggio diretto a Talon seppur al costo delle ultime energie che gli erano rimaste.

 

 

“ Ultima shot!”, esclamò sparando un lungo fascio d'energia azzurro la cui forza fu tale da distruggere quel poco che rimaneva della strada. Lei dal canto suo si avvolsle con la sua frusta, roteandola ad altissima velocità per deviare il laser, digrignando i denti mentre avvertiva quella devastante energia a un passo dal rompere la sua difesa prima che riuscisse a liberarsene con un'ultimo fendente avvolto da un'aura rossa e nera.

 

“ Adesso basta, Fett. Hai onorato te, il tuo clan e i tuoi antenati. Muori felice sapendo che innumerevoli canzoni saranno composte sul nostro duello.”, disse la Twi'lek tra i denti, estendendo la sua arma fino ad avvolgerla attorno al rivale per poi trattarlo come uno yo yo, sbattendolo ovunque gli capitasse. Il vice comandante degli Eclipse era dal canto suo troppo sfinito dall'energia sprecata negli ultimi attacchi per contrattaccare, oltre che stupito dall'improvvisa ripresa dell'avversario.

 

Avesse avuto almeno un minimo di stamina per attivare una delle sue trasformazioni... o un'aiuto esterno, avrebbe potuto almeno uscirne vivo.

 

Fu l'ultimo caso a verificarsi. Quando Talon fece per riportarlo a pochi centimetri da sé per finirlo con un'ultima devastante tecnica anticipata dall'alone bluastro che partiva dal suo braccio, una freccia tagliò in due la frusta.

 

La Sith si voltò nella direzione da cui era venuto il proiettile, venendo quindi colpita da un'altra freccia, caricata in questo caso con un di gas che le andò tutto nei polmoni, paralizzandola brevemente, giusto il tempo del perchè una figura blu potesse afferrare Rex a mezz'aria e atterrare assieme a lui.

 

“ Sembra sia arrivato in tempo.”, disse il soccorritore del mandaloriano con una voce melliflua. Era un'umanoide dalla pelle blu, gli occhi rossi e capelli neri dallo stile militare, applicato anche al suo vestiario. Estremamente minimalista per gli standard di un avventuriero d'alto rango, consisteva di una semplice divisa bianca con semplici protezioni, seppur decorate con figure pregiate, su petto e arti. Sulla schiena teneva una balestra blu dall'aspetto piuttosto high- tech e due coltelli ai fianchi.

 

Era il grande ammiraglio Thrawn, capo in carica delle truppe spaziali del clan Eclipse e campione assoluto dei vari tornei di battaglia simulata. Le sue capacità strategiche avevano garantito innumerevoli vittorie per conto di Vader, negli eventi sportivi così come in guerre che avevano quasi annientato interi sistemi.

 

“ Ah, che giorno fortunata- affermò Talon, sentendo la paralisi svanire e stringendo le dita attorno al suo keyblade- un altro membro della mia lista qui davanti a me. La mia signora e futura sposa sarà soddisfatta.”, affermò roteando la rigenerata frusta con un movimento minaccioso, che però sembrava essere più accorto rispetto a prima. Thrawn se ne accorse e sorrise.

 

“ Credo che anche attraverso il tuo Cambio forma, non saresti capace di affrontarci entrambi, signorina.”, disse il Chiss con la sua voce melliflua, prima di infilare una siringa nel collo di Rex. Con un piccolo gemito, l'uomo sentì nuovo potere e vigore scorrergli nelle vene, rigenerando le sue ferite al punto da permettergli di combattere di nuovo. Vedendolo rialzarsi per dare appoggio al suo soccorritore, Talon strinse gli occhi.

 

“ Vero, mi tocca ammettere. Ma se c'è una cosa che ho imparato in questi anni è che basta un'occasione per prendere anche il più pericoloso degli avversari. Dovrò solo avere pazienza.”, disse la Sith avvolgendosi con un bozzolo d'oscurità assieme al quale sparì prima che i due uomini potessero riprendere lo scontro.

 

“ Grazie dell'aiuto, Thrawn. Ti devo un favore.”, disse dunque Rex, porgendo una mano all'amico, che gli diede un'energica scossa.

 

“ Dovere, amico mio. Dirigiamoci allo spazio porto ora. Cut sarà preoccupatissimo e il nostro signore dovrà sapere al più presto di quanto successo oggi.”.



                                                                                                                      ****

 Rieccomi con questo capitolo, che introduce sia come la Forza viene vista in quest'universo, sia due vecchie conoscenze del vecchio canon di Star Wars( aka Legends): la letale Talon e l'astutissimo Thrawn, che è anche riuscito a introdursi nell'attuale canon Disney. Spero che lo scontro sia stato di vostro gusto, ho cercato di utilizzare alcune meccaniche di gioco( tipo i Limit Break, i Cambio forma dei keyblade e le tecniche che abbassano le 'statistiche' dell'avversario). Per essere chiari, sia Rex che Talon si stavano trattenendo parecchio, il primo perchè non conosceva l'avversaria e questi perchè temeva un contrattacco se si fosse lasciata andare troppo. Nel prossimo capitolo si vedrà apparire Vader, assieme alla situazione di Mando e altro ancora. A presto.

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Capitolo 5
*** I signori della galassia ***


 

Il pianeta Hoth era ancora più gelido del solito in quel periodo dell'anno, e persino alcuni degli Spectrobes che non avevano conosciuto altro che freddo dalla loro nascita avevano deciso di rifugiarsi nelle loro tane, una volta fatto provviste il più abbondanti possibili. I pochi che ancora si aggiravano in quelle lande percorse da indicibili tormente non avevano ancora preso abbastanza cibo per i loro cuccioli o erano talmente potenti che non dovevano preoccuparsi del tempo atmosferico.

 

Una di queste creature si era avvicinata troppo ai membri di una stazione scientifica, arrivando quasi a penetrare le difese pur di mangiare chi si trovava all'interno. Terrorizzati, gli occupanti non avevano perso tempo a mandare una richiesta a chiunque fosse in ascolto per avere protezione. A rispondere era stato il clan Eclipse, e lo stesso capo clan con uno dei suoi collaboratori più fidati si era unito alla missione.

 

 

Il loro accampamento era stato organizzato con rapidità e competenza, permettendo ai membri di quella piccola missione di resistere alla terribile bufera che non cessava di imperversare. Le loro tende, fissate al terreno tramite magneti, erano nere come la notte, contrastando con le divise bianche delle poche sentinelle, armate coi migliori fucili che la produzione di massa permetteva, accompagnati da daghe laser o altri tipi di armi bianche.

 

Oltre a loro, l'unico membro del clan fuori dalla tenda era un robusto alieno che aveva ricevuto una convocazione del capo clan. Ricordava in modo grossolano un robusto cinghiale umanoide dalla pelle blu, con tre dita artigliate, lunghe orecchie che scendevano sul collo assieme a una chioma nera che partiva dalle tempie e aveva luminosi occhi gialli a coronare il viso zannuto.

 

“ Desiderava vedermi, mio signore?”, domandò Shan Yu, capo delle forze d'assalto del clan, entrando nella tenda di Darth Vader, suo diretto signore e comandante. Il guerriero era un Seeq, una razza di guerrieri brutali che aveva fatto delle razzie e la battaglia la loro ragione di vita.

 

Shan Yu, pur apprezzando quanto e più dei suoi confratelli le loro usanze, pensava che il loro approccio alla guerra avesse bisogno di più disciplina e tattiche. Aveva cominciato a studiare le strategie militari di altri popoli unendoli alla possanza e all'esperienza della propria razza, applicando questo metodo alle sue truppe personali per cominciare. Ma quando era stato reclutato dal proprio capoclan, era riuscito a farlo su larga scala con milioni di soldati, ottenendo tutta la carneficina e azione che tanto bramava e aveva fatto del suo meglio per ripagare il proprio benefattore come poteva.

 

Darth Vader, che a partire dal suo soprannome si rifaceva agli usi degli antichi Sith, era un'imponente figura di quasi due metri coperto dalla testa ai piedi da una corazza nera, col petto coperto da alcuni circuiti che sembravano suggerire un sistema di supporto vitale, cosa ulteriormente provata dal pesante respiro che usciva dalla sua maschera.

 

Accanto a lui si trovava inoltre un piccolo robot, simile a una cupola bianca e blu con due rotori per muoversi. Aveva un unico occhio sul lato destro della testa e diversi scomparti che Shan- Yu sapeva nascondere armi e marchingegni d'ogni tipo. Si trattava di R2- D2, il robot che accompagnava Vader da tempo ormai immemorabile e che lo stesso aveva aggiornato nel corso degli anni coi migliori ritrovati della tecnica.

 

“ Sì, ho ricevuto notizie preoccupanti da Thrawn e Rex, di cui abbiamo bisogno di discutere immediatamente.”, rispose Vader con la sua tipica voce metallica. Prese un piccolo proiettore olografico mentre Shan Yu si sedeva davanti a lui e in breve la tenda fu riempita dagli ologrammi trasparenti degli altri ufficiali del clan.

 

Oltre ai due già presenti, Thrawn e Rex c'erano:

 

Helga Sinclair, capo del loro corpo di spionaggio. Bellissima elfa dai capelli biondi e il fisico asciutto. Pur essendo un membro relativamente nuovo del clan, cui si era unita dopo lo scioglimento di quello cui apparteneva in precedenza, aveva dimostrato in fretta le sue abilità come combattente e spia;

 

Wilhuff Tarkin, responsabile dell'amministrazione dei vari pianeti sotto il loro controllo, o come lo chiamavano, Gran Moff. Un umano sui cinquant'anni, amico di lunga data di Vader e dotato di grande esperienza nel suo lavoro.;

 

Grage Granvile, responsabile dello sviluppo scientifico. Era una nana sul metro e dieci dalla pelle scurissima e i capelli tenuti in caschetto, con uno sguardo molto severo.

 

 

L'unica a mancare all'appello era Abigail Tritamarmo, responsabile dell'addestramento delle nuove reclute.

 

“ Lord Vader, lieto di rivederla dopo questa vacanza bruscamente interrotta.”, cominciò Rex, rapidamente ripresosi dalla sua disavventura su Nanairo, con rispettoso segno di saluto al proprio signore.

 

“ Sono anch'io lieto di trovarti sano e salvo, Rex. Dimmi più nei particolari cos'è successo su Nanairo.”, rispose cordialmente il guerriero, che passò i successivi minuti a sentire il racconto dell'attacco della misteriosa Keyblader. I presenti inarcarono più volte un sopracciglio nel sentire di un attacco così semplice e allo stesso tempo violento.

 

 

“ Questo è molto preoccupante. Ma almeno abbiamo scoperto chi ha ucciso Abigail.”, disse grave Helga alla fine.

 

“ Abigail è morta?”, chiese un mortificato Rex, sconvolto non poco dalla dipartita della compagna, che conosceva da ben prima che Vader diventasse capo clan. L'aveva sempre rispettata per il suo rigore e intelligenza, spesso i suoi consigli gli erano stati utili. Non riusciva a credere se ne fosse davvero andata.

 

“ Sì, circa due giorni fa. L'avevo inviata su Dagoba per un esercizio con uno degli squadroni più recenti. Qualcuno l'aveva attaccata e quando le reclute arrivarono lei giaceva a terra, tagliata in due. Chiunque l'abbia attaccata, nello scontro ha distrutto una buona parte della foresta. L'avevo preso per un incidente isolato, ma ora è certo che qualcuno vuole indebolire il nostro clan. E uccidervi è il modo più rapido per farlo.”, spiegò il Sith, conscio che i suoi collaboratori più fidati erano il caposaldo della sua organizzazione quanto lui. Anche se sarebbe stato ovviamente più che capace di tenere insieme il clan e gestirlo nel caso fossero scomparsi, il colpo che avrebbe ricevuto sarebbe stato devastante alla lunga.

 

“ Avevamo sentito che Malefica aveva al suo servizio una Sith dalla pelle rossa. Pensate sia la stessa che ha attaccato Rex, lord Vader?”, domandò Grage a sua volta.

 

“ Può essere, ma non vedo il perchè abbia deciso di agire ora. Per anni si è accontentata di essere una spina nel nostro fianco, precedendoci nel prendere qualche missione e artefatto quando le era possibile. Mi ero praticamente convinto che vendicare suo padre non le interessasse. Ed è troppo furba per cercare uno scontro che non può vincere.”, commentò nuovamente Vader, che ormai quasi vent'anni prima aveva ucciso Cornelius, capo della Gilda dei diafani e padre della strega. All'epoca questo lo rese un eroe per buona parte dell'universo conosciuto e quando prese il comando del clan quell'impresa lo aiutò a guadagnare supporto da altre fazioni.

 

Sebbene lo stesso atto gli aveva anche causato più dolore di quanto avrebbe creduto quando infilzò il nero cuore di Cornelius.

 

“ Credo che la risposta potrebbe essere, almeno parzialmente, nell'attacco alle Isole del Destino. Helga, le tue spie nel clan Strecken ti hanno detto qualcosa?”, intervenne dunque Thrawn. L'elfa però si strinse nelle spalle.

 

“ Solo che ha rapito un Mandaloriano venuto lì per un incarico e un paio di ragazzi autoctoni, sebbene del primo non conosca il nome. Non molto su cui lavorare per il momento.”, affermò incuriosendo ancora di più Vader. Nella sua modesta opinione, se Malefica aveva preso quelle tre persone su quasi un milione (assumendo ci fosse lei dietro ovviamente, e che Uncino non agisse per conto suo) era per attirare qualcuno di molto più importante. Ma chi?

 

“ Lord Vader, posso entrare?”, domandò una voce dall'esterno in quel momento, interrompendo la discussione del gruppo di avventurieri. L'uomo diede il permesso e vide entrare uno dei suoi sottoposti, che si inchinò rispettosamente davanti ai suoi superiori.

 

“ Che novità porti?”, domandò secco il signore dei Sith, poco tollerante verso le interruzioni prive di un buon motivo, specie se riguardavano la morte di una stimata compagna.

 

“ Signore, abbiamo trovato l'Artezza! E' a pochi chilometri da qui, e sempre intento a dirigersi nuovamente verso la stazione di ricerca.”, riferì rapido l'uomo e sotto la maschera il capo clan fece un sorriso soddisfatto.

 

“ Perfetto, io guiderò le truppe. Dì loro di prepararsi allo scontro- disse soddisfatto Vader, prima di rivolgersi ai suoi sottoposti- la riunione è da concludersi al mio ritorno, pensate ai vostri doveri nel frattempo.”.

 

“ Sì, lord Vader.”, dissero i suoi luogotenenti all'unisono prima di chiudere la conversazione. Il sith fece dunque cenno a R2 di seguirlo mentre usciva dalla tenda insieme a Shan- Yu, il quale diede ordine a tutti di prepararsi.

 

“ Preoccupato, mio signore?”, domandò Shan- Yu mentre i suoi sottoposti caricavano armi da fuoco ed esplosivi sui loro veicoli, per lo più moto gravitazionali e un paio di camion bene armati. Vader annuì.

 

“ Parzialmente, ma più confuso che altro. Non vedo perchè Malefica, assumendo sia in effetti la responsabile degli ultimi eventi, abbia voluto rischiare un conflitto con re Tritone con quell' ultimo attacco. Se non addirittura una scomunica al suo clan.”, rispose ponderante il Sith.

 

La scomunica era l'atto con cui un normale clan veniva ufficialmente considerato dagli altri gruppi della galassia come un'organizzazione criminale. Un clan di avventurieri aveva livelli di libertà estremamente alti e quasi tutti finivano per approfittarsene in un modo o nell'altro. Comunque si erano stabiliti alla fine dei parametri che trasformava degli avventurieri in criminali a tutti gli effetti: distruggere un pianeta, massacri indiscriminati e ingiustificati di civili, traffico di droga, lo schiavismo o sfruttamento in generale in svariate zone e la tortura erano tra i rapidi mezzi per finire sulla lista nera di ogni associazione di avventurieri.


Ovviamente Malefica e altri come lei che desideravano mantenere una parvenza di legalità sapevano come non farsi scoprire, ma il sistema a grandi linee funzionava e i clan mantenevano anche le loro azioni più criminose entro ragionevoli limiti.

 

 

“ Dubito che sarebbe abbastanza da garantirle una scomunica, in caso può semplicemente sbattere fuori Uncino e dargli la colpa. Ma la cosa è comunque ben strana- concordò il Seeq- come pensa di muoversi in caso? Di certo non possiamo lasciare impunita la morte di Abigail.”, concluse con uno sbuffo adirato dalle narici.

 

“ Non ho la minima intenzione di lasciare Abigail invendicata.Per il momento però non faremo niente e continueremo a pensare ai nostri affari. Se e quando Helga ci porterà informazioni concrete sul suo obbiettivo, decideremo se è venuta l'ora di spazzare via gli Stecker.”, disse Vader evocando dunque i suoi Keyblade, Lontano ricordo e Portafortuna.

 

 

 

La prima delle sue spade era una chiave nera dalla lama in perfetto stile gotico, con un impugnatura a forma d'ali di pipistrello con un portachiavi a forma di corona e l'estremità appuntita con una gemma incastonata. Il centro della lama era cavo e ospitava una catena.

 

Il secondo era bianco con un'impugnatura simile ad ali angeliche. Il portachiavi era una stella e l'asta si divideva in due parti che culminavano in una lama verde e celeste vagamente simile a uno shuriken.

 

Le due spade volarono via dalle sue mani per trasformarsi in due reattori, da cui si generarono corde d'energia che si attaccarono a un appena materializzato abitacolo a tre posti. Il veicolo appena creato ricordava a grandi linee uno sguscio bianco e nero per il pod racing, uno sport in cui il sith aveva dimostrato grandi abilità fin da bambino. R2 e Shan Yu presero i posti dai passeggeri mentre Vader si mise al volante, facendo rombare il motore alimentato dalla sua stessa energia.

 

“ Non accetto fallimenti quest'oggi- disse freddo al comunicatore collegato al resto dei suoi uomini- torneremo a casa con la testa di quel magnifico animale o non torneremo affatto.”, concluse aprendo dunque la fila di truppe volte al catturare la loro preda.

 

 

 

 

*****

 

Mando era ormai prigioniero da quasi una settimana. Era rimasto chiuso nella sua cella, senza altro da fare che qualche esercizio e mangiare il cibo offertogli da una feritoia. Erano piatti e bevande di buona qualità, gustosi e nutrienti. Malefica doveva volerlo in forze.

 

E la cosa lo preoccupava ancora di più. Nella migliore delle ipotesi la strega voleva semplicemente chiedergli di unirsi agli Strecken, nel peggiore... beh, il mandaloriano aveva collaborato con lei in passato e aveva osservato alcuni dei suoi metodi.

 

La sua principale preoccupazione restava comunque per Grogu. Gli avevano lasciato soltanto l'armatura e l'elmo, anche il suo Prizmod sembrava sparito. Quindi non aveva nessun modo per contattare il figlio e assicurarsi che stesse bene.

 

Mentre stava pensando per l'ennesima volta a come andarsene, la porta della sua cella si aprì. Il guerriero si alzò e mise con cautela la testa fuori per osservare i dintorni. Sembrava essere in una sorta di arena piena di ostacoli artificiali, tra alberi e piccoli muri, più che adatti a essere usati come copertura.

 

Al centro si trovava un piccolo altare verso il cui il guerriero si diresse. Con suo sommo fastidio vide uno degli oggetti contenuti nel suo Prizmod, un'impugnatura argentata simile a quella di un coltello a serramanico, ma priva di lama. Lo prese tra le mani, cominciando a grandi linee a capire il piano della sua carceriera.

 

Ancora una volta i suoi pensieri furono interrotti dal suono di una porta che si apriva, ma di molto più grande. Voltandosi il guerriero vide entrare un'enorme spectrobe gobbo dalla pelle marrone. Il volto era una maschera rugosa con occhietti neri assetati di sangue e poderose mascelle da cui pendevano zanne appena più piccoli dei terribili artigli che ornavano le sue zampe anteriori, quattro per mano.

 

Era un Rancor, un predatore incredibilmente feroce e letale che Mando aveva giù incontrato in passato, cacciandola assieme ai suoi compagni. Da solo e senza armi che potesse usare non era sicuro ne sarebbe uscito vivo stavolta.

 

“ Ah, neanche un attimo di respiro...”, commentò l'uomo osservando l'enorme bestia che avanzava verso di lui prima di ruggire minaccioso la sua sfida. L'uomo dovette schivare rapido un'artigliata e contrattaccò con soffio tonante, che tuttavia rimbalzò sulla pelle dello spectrobe senza troppi danni.

 

Quando il Rancor ringhiò di nuovo contro il mandaloriano, questi si avvantaggiò con le coperture presenti nell'arena per fuggire con tutta l'agilità di cui era capace, schivando sfere di energia sputate dalla bestia, che cominciò a inseguirlo senza quartiere devastando il campo di battaglia come fosse fatto di carta.

 

Il guerriero si ritrovò più volte a portata di quei terribili artigli che schivava con accorte capriole prima di rispondere con precise raffiche di pugni o soffi elementali rivolte a quelli che sapeva essere i punti deboli dell'avversario. Purtroppo, sebbene tutt'altro che scarso nel corpo a corpo, Mando non aveva mai combattuto a mani nude avversari talmente resistenti e ogni volta i suoi soffi, per quanta energia ci mettesse, rimbalzavano contro le squame del Rancor.

 

Alla fine questi riuscì ad afferrare il mandaloriano, sbattendolo più volte per terra prima di scaraventarlo contro una parete dell'arena, lasciandolo dolorante e avvolto da un alone dolorato. Per un paio di secondi la visione di Mando fu quasi inesistente, e potè solo sentire il dolore che lo attraversava da capo a piedi. Quando tornò a vedere, i suoi occhi furono occupati dalla carica furiosa del Rancor.

 

Sapeva che com'era ridotto quell'attacco sarebbe stato fatale, e non aveva la minima intenzione di morire senza essersi almeno assicurato che Grogu stesse bene. Era costretto a utilizzare l'arma che aveva giurato di non sguainare mai in battaglia.

 

Prese l'impugnatura datagli prima dello scontro e vi canalizzò tutta l'aura dorata che aveva accumulato . Dall'impugnatura si generò una sottile lama nera, ricurva sulla punta e avvolta da una linea bianca. Spiccò quindi un lungo balzo diretto verso il Rancor, diretto proprio verso le sue fauci.

 

“ FENDENTE FURIOSO DI MANDALOR!”, esclamò girando su sé stesso e sparando contro il Rancor una potentissima mezzaluna di energia oscura. Il Rancor spinse in avanti il muso ruggendo prima di bloccare l'attacco con un'artigliata ricoperta di energia rossa.

 

Le braccia dello spectrobe sarebbe dovuto essere sufficienti a bloccare un meteorite, ma ciònonostante l'attacco di Mando tagliò in due entrambi gli arti della creatura prima di proseguire verso il torace in uno schizzo di sangue. La bestia urlò dal dolore sentendo la vita abbandonarlo lentamente e con un gesto di pietà Mando saltò nuovamente, decapitandolo per porre fine alle sue sofferenze prima di atterrare con l'armatura lorda di plasma.

 

L'uomo ansimò pesantemente, lasciando andare la spada e sedendosi a terra.

 

“ Salve, Djin Djarin. Mi complimento per la vittoria.”, disse in quel momento una voce che Mando riconobbe come quella di Malefica. Sopra l'arena si aprì uno scompartimento, rivelando la suddetta strega seduta su un trono raffigurante un drago nero.

 

L'aspetto della donna ricalcava a dovere sia la sua fama di manipolatrice che quella di signora delle arti oscure. La Gria aveva una pelle dal colorito verde chiaro, coperta per lo più da un pesante mantello nero che ne nascondeva il fisico da esperta avventuriera, lasciando scoperte solo le ampie da pipistrello. Il volto era ben affilato, contorniato da penetranti occhi gialli e due corna ricurve che svettavano dal cranio.

 

“ Preferisco Mando.”, disse freddo il guerriero, osservando l'espressione divertita della strega, desiderando di essere avere il suo jetpack per raggiungerla e strozzarla.

 

“ Coraggioso e sfrontato oltre che abile. Qualità che apprezzo nei miei sottoposti .”, rispose suadente Malefica, portandosi un dito alle labbra verdi.

 

“ Non mi sembra di aver mai accettato di lavorare per te.”, notò il mandaloriano, stringendo nervosamente le dita sulla sua lama nera.

 

“ Già, ma fortunatamente ci sono metodi per inserirti nel mio clan che non richiedono la tua totale cooperazione.”, affermò la capo clan facendo apparire alcune scintille verdi tra le sue mani. Mando si portò una mano al viso e cadde a terra, sentendo linee di energia diffondersi per tutto il suo corpo portando con sé un dolore indicibile. Era come...

 

“ E' come se i tuoi Midi chlorian stessero andando a fuoco, vero?”, domandò Malefica sorridente, stringendo la mano e alzandosi per osservare il guerriero dimenarsi sotto di lei, come una tirannica dea che si bea del dolore dei mortali.


“ Solo... una domanda. Avete voi mio figlio?”, chiese questi tra un gemito e l'altro di dolore, l'armatura percorse da forti scosse color smeraldo.

 

“ No. Crediamo che sia scappato dall'isola assieme al ragazzo che avreste dovuto recuperare. E che i miei complici cercano. E' fortunatamente nei miei poteri assicurare la mia sicurezza. Se obbedirai ai miei ordini, non gli sarà mai fatto alcun male se dovesse incrociare le nostre forze.”.

 

“ Come posso fidarmi di te? Non ci vuole molto a capire che vuoi solo la Dark saber dalla tua parte. E io ho giurato di difenderla con la vita, se necessario.”, protestò Mando, lottando contro il dolore che si faceva strada nel suo corpo, stringendo i denti finchè non riuscì ad alzarsi. Con sua grande sorpresa però quelle fitte sparirono e si ritrovò la mano di Malefica sulla spalla, quasi a carezzarlo.

 

“ Renderò questo ben chiaro, Mando. Sono una sadica come il chip nel tuo collo dimostra, sono ancora più assetata di potere di mio padre e non mi faccio il minimo potere a schiacciare chiunque si metta sulla mia strada alla prima occasione. Ma non sono né una stupida, non ho la minima intenzione di complicarmi la vita.”, disse la strega passando le dita color giada sull'elmo del suo prigioniero, che sentì un brivido di paura scorrergli lungo la spina dorsale.

 

Poteva fare una sola cosa per sé stesso e per Grogu. Anche a rischio di sacrificare l'onore che aveva sempre difeso sin dalle guerre per Mandalor.

 

“ E va bene. Almeno per il momento mi unirò a voi Stecker. Quali saranno i miei compiti?”, domandò infine, certo che, arma apocalittica o meno tra le mani, non era stato reclutato per svolgere comuni missioni. Malefica sorrise soddisfatta, convincerlo era stato ancora più facile di quanto credesse.

 

“ Lieto che tu lo chieda. In questo periodo abbiamo guadagnato molte nuove reclute, incluso un altro ragazzo molto talentuoso proveniente dalle Isole del destino. Vorrei che tu li addestrassi al meglio delle tue abilità, ho grandi progetti per ognuno di voi. Ma prima di cominciare vai nella tua vera stanza, ti meriti il riposo del guerriero.”, concluse dunque la donna drago con una pacca sulla spalla di Mando, che avvolto da fiamme verdi si ritrovò in una versione più grande, illuminata e decorata della sua prima cella.

 

 

 

Vedendo il suo prizmod sul letto, vi si buttò in cerca di notizie ultimi su quanto successo dal momento della sua cattura, sperando di trovare qualcosa su Grogu, ma l'unica cosa che trovò fu la notifica della sua entrata nel clan .Strinse i pugni, sentendosi impotente mentre Malefica lo obbligava ad accettare nuovi studenti, a sostituire Grogu come se niente fosse. In un impeto di rabbia sbattè il pugno avvolto di beskar sul muro della sua prigione.

 

“ Ah, ti aspettavo. Le guardie discutevano sul nuovo arrivo ed ero curiosa chi avesse attirato l'attenzione di Malefica o Talon.”, disse una voce femminile, rispondendo al colpo sul muro.

 

“ Lieto di non essere solo in quest'incubo. Capita spesso che prenda guerrieri contro la loro volontà?”, chiese curioso il Dragone, strisciando sul suo comodo letto.

 

“ Non troppo. Malefica ha i soldi e la parlantina sufficiente a portare dalla sua parte quasi chiunque. Usa i chip solo sa quando vuole qualcuno a tutti i costi e neanche le minacce funzionano. Come nel mio caso. Sono stata rapita durante una missione falsa. Mi domando a volte se la mia famiglia mi stia ancora cercando”, sospirò la misteriosa voce, piena di un tono di rimpianto e tristezza.

 

“ Posso sapere come ti chiami e da quanto sei qui?”.

 

 


“ Della Duck, per servirti. Ormai sono qui da quasi dieci anni.”, fece di rimando la donna. Mando sputò un polmone. Se la sua compagna di prigionia era chi diceva di essere, scappare sarebbe stato ancora più difficile di quanto pensasse. Ma allo stesso tempo, lei sarebbe potuta essere la sua unica chance di andarsene.

 

“ Mi chiamo Djin Djarin. E' un piacere fare la tua conoscenza, Della. Troveremo un modo per fuggire, in un modo o nell'altro.”.

 

*****

 

Il pianeta Felucia era un bellissimo incubo a occhi aperti posto in uno dei tanti sistemi dell'orlo esterno. Ricoperto da piante talmente velenose che un solo respiro avrebbe paralizzato alcuni degli Spectrobes più potenti, con le specie residenti adattate anno dopo anno a mimetizzarsi e uccidere con incredibile rapidità.

 

I pochi che vi si recavano erano disperati in cerca di cure quasi leggendarie, avventurieri rinnegati in cerca di una morte onorevole o un nascondiglio, o alcuni dei più abili combattenti ed esperti di sopravvivenza della galassia.

 

Ventus si poteva considerare un misto tra il primo e il terzo gruppo. Bisognoso di rimettersi in forze dopo anni di riposo forzato, si era diretto lì una volta che si era svegliato nella sua stanza nel Castello dell'oblio. Desideroso di far tornare il suo fisico ai fasti di un tempo, aveva cominciato a sfidare i predatori delle aree meno pericolose del pianeta, fuggendo da loro o confrontandoli in duelli aperti per diverse settimane.

 

Il ragazzo si sdraiò sul suo improvvisato rifugio, un enorme fungo colorato la cui puzza tendeva a tener lontano i carnivori durante la notte. Aveva l'aspetto di un sedicenne, con corti capelli biondo scuro a porcospino, occhi azzurri e un viso rosato. Indossava una camicia divisa tra bianco e nero con larghi pantaloni, sulla spalla teneva il suo Cosmolink, una vecchia versione del Prizmod.

 

Il suo sguardo rivolto alle stelle era estremamente preoccupato. Anni prima aveva ricevuto una terribile ferita e per salvarlo il suo insegnante l'aveva messo in stasi prima di partire per una pericolosissima missione coi suoi due compagni, Aqua e Terra. Prima che i suoi occhi si chiudessero, aveva sentito che l'avrebbero svegliato appena tornati. E invece, assumendo che gli strumenti del Cosmolink fossero intatti, aveva dormito per ben dieci anni. E il suo risveglio era a sua volta collegato al risveglio di qualcun'altro, con cui aveva avuto modo di parlare brevemente.

 

“ Aqua, Terra, maestro... che cosa vi è successo?”, si domandò il giovane jedi prima di alzarsi con una capriola e oscillare lo sguardo tra le stelle sopra di lui e la fitta giungla sottostante.

 

“ Bah, inutile piangere sul latte versato. Sora si è ormai svegliato e dovrà continuare qualsiasi cammino abbia scelto. Raggiungerò il clan Disney e andremo insieme a cercarlo.”, concluse infine evocando il suo keyblade, Memoria perduta. Era color avorio, con un'impugnatura che ricordava ali d'angelo con un portachiavi a forma di tornado. L'asta era dritta e terminava con una punta simile a una lancia, mentre la lama vera e propria ricordava un'ala insanguinata.

 

Ricopertosi anche con la sua tuta spaziale, colorata di varie tonalità di verde con due piccole vetorri che andavano dietro la testa, lanciò l'arma per aria e saltato in aria atterrò su una davola alata come il suo keyblade e dello stesso colore. Battendo il piede sulla superficie metallica, il veicolo partì nell'iperspazio, portanto il suo proprietario alla ricerca delle risposte che tanto desiderava.

                                                                                                        *****

Mando/ Djin Djarin
Alleanze: Duchessa Freya di Mandalor, Grogu e chiunque lo paghi abbastanza.
Razza: Umana
Classi: Dragone, Cavaliere Oscuro, Tiratore( si riferisce sia ad arcieri che pistoleri) e qualche tecnica da Monaco
Punteggio Midi clorian: 24.100
Stile di combattimento: alterna l'uso delle sue abilità fisiche ed elementali da Dragone con tecniche volte a lanciare malus sugli avversari. Agilità e velocità, assieme alla difesa datagli dal Beskar, sono il suo principale punto di forza.
Thrawn
Alleanze: Clan Eclipse, la propria specie
Razza: Chiss
Classi: Mago Rosso, Cacciatore, Pilota 
Punteggio Midi clorian: 21.500
Stile di combattimento: mancando in forza distruttiva( almeno se paragonato ai parigrado e alcuni sottoposti) Thrawn tende ad attaccare dalle retrovie e a lasciare trappole sul campo di battaglia, forte delle su conoscenze di sopravvivenza, usando a volta incantesimi di supporto per i compagni. Risplende comunque soprattutto nelle battaglie siderali, dove dirige intere flotte come fossero parte del suo corpo.                                                                               *****

Saaaaalve a tutti. Soffro come sempre da sindrome di ' Temo di aver fatto un'enorme cazzata nel raffigurare certi personaggi( specie Vader e Malefica)', quindi se avete rassicurazioni, e soprattutto critiche, da farmi, sono  benvenute. Per Malefica mi sono inspirato in minima parte alle figure di Carmilla e Leonore dell'anime di Castlevania, mentre per Vader ho provato a immaginarmi una versione che ha subito un pò meno traumi( non che manchino, spero di ritrarre abbastanza presto il suo background) che è al comando della sua organizzazione e che ha accanto persone cui freghi qualcosa di lui aldilà del suo ruolo. Ho già iniziato il prossimo capitolo, che introdurrà anche ufficialmente l'ultimo membro del party di Sora. Voglio vedere se indovinate chi è. P.S. Grace viene dalla serie animata di Big Hero 6, dov'è la nuova rettrice dell'università dei protagonisti. La defunta Abigail Tritamarmo viene invece dal film Monster University ed Helga proviene da Atlantis. Della è la madre di Qui, Quo e Qua. Uso la versione più recente, dal reboot di Ducktales.
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Capitolo 6
*** Cambio forma ***


Era finalmente arrivato per Sora il momento di allenarsi con un altro degli studenti di Ercole. Il gladiatore, sapendo cosa avrebbe dovuto affrontare nei prossimi anni, aveva ovviamente scelto la più potente e brutale dei ragazzi che si allenavano sotto la sua guida. Pensava fosse la scelta migliore perchè il giovane portatore di Keyblade si abituasse agli avversari sempre più forti che l'avrebbero cercato, ma questi non la stava pensando allo stesso modo.

 

“ P- piacere, Angela.”, deglutì Sora guardando la ragazza di fronte a lui. Si trattava della stessa gargoyle dalla pelle violetta che aveva visto il giorno del suo arrivo. Era alta quasi il doppio del moro, con artigli affilatissimi su mani e piedi, gambe arcuate e due grandi ali al momento chiuse in un mantello a coprire le robuste spalle.

 

Il petto era protetto( anche se non abbastanza dal punto di vista visivo, se le parti basse del giovane possessore di keyblade erano un indizio sufficiente), da una corazza piuttosto aderente, con ginocchiere e protezioni decorati con ali da pipistrello sulle giunture della ragazza. Il volto violaceo sarebbe stato normalmente piuttosto elegante, dai tratti ben definiti e con lunghi capelli neri che le ricadevano sulle spalle, ma in quel momento l'unico dettaglio di esso che Sora riusciva a vedere erano i suoi denti affilati.

 

“ Piacere mio. E' tutta la settimana che voglio misurarmi con te. Ci andrò piano, non preoccuparti. Mio padre mi ucciderebbe se sapesse che abuso i marmocchi.”, disse Angela, scrocchiando rumorosamente le sue nocche, la coda che si agitava pericolosamente come la più potente dei flagelli.

 

' Qui giace Sora, povero coglione che non sapendo che cazzo succedeva, si fece schiacciare da una Gargoyle alta il doppio di lui.', pensò un impallidito Sora evocando il suo Keyblade e divaricando le gambe per prepararsi allo scontro, augurandosi di uscirne senza un braccio rotto.

 

“ Questo scontro, ricordatevi, dovrà servire a Sora per sbloccare il Cambio forma, il vero aspetto del suo keyblade- istruì Ercole, seduto su una panchina dietro l'arena assieme a Grogu e Phil- Questo potere ti garantirà nuove e utlili abilità. Soprattutto migliorerà ulteriormente il tuo controllo della Forza in preparazione ad addestramenti sempre più difficili, per nuove tecniche. Angela, non devi esagerare, ma assicurati anche di non andarci troppo piano. I suoi prossimi anniversari non si tratterrano di sicuro.”, disse con tono autoritario alla Gargoyle, che annuì. Sora si ricordò in quel momento di un piccolo dettaglio, risalente di poco prima al suo svenimento sull'isola.

 

“ Mhh, forse l'ho utilizzato per qualche secondo quando ho combattuto quel mostro argentato. Per un'istante la lama del mio Keyblade ha cambiato forma mentre davo il colpo di grazia a una delle creature dei pirati. Sembrava una stella a metà, e mi ha dato una potenza incredibile.”, commentò invece Sora, ripensando al potere ottenuto dopo aver evocato per la prima volta il suo keyblade. Ercole fece un fischio impressionato, sapendo che per aver usato così presto, anche se in maniera istintiva, un potere simile ci voleva un'incredibile forza di volontà.

 

“ Buono a sapersi, hai già una base da cui partire. Cominciate dunque, e rendetemi orgoglioso.”, ordinò dunque il gladiatore. Angela non fece attendere il suo primo attacco e girò rapida la sua coda, mancando di poco Sora, che saltando all'indietro avvertì tutta la forza dietro quel semplice movimento, sufficiente a muovere un piccolo velo di polvere. Tentò di attaccare ancora a mezz'aria, venendo bloccato da una delle ali della ragazza, che procedette dunque a un frenetico ma preciso contrattacco con i suoi artigli in un vortice di rapidi fendenti che gli fecero guadagnare più di un graffio.

 

Lo spadaccino fu costretto a muoversi con tutta la rapidità sviluppata nei suoi anni di allenamento, schivando altre codate e colpi di artigli che cozzarono sulla lama del Keyblade, diventato un confuso riflesso argenteo nell'aria, mentre lo accompagnava la consapevolezza che il primo errore gli sarebbe costato la vittoria. Angela era molto abile e forte, ma per fortuna di Sora faceva troppo affidamento sulla mera potenza fisica e sulla sua stazza, e doveva solo aspettare un'apertura per attaccare. O così pensava...

 

“ Body slam!”, esclamò il moro, illuminando la chiave tra le sue mani con un fitto alone rosso prima di buttarsi a tutta forza contro la compagna di allenamento, che si protesse con le braccia incrociate prima di venire spinta indietro per alcuni metri dall'impatto della tecnica.

 

“ Meglio di quanto credessi, ragazzino. Credo di dover fare sul serio.”, commentò eccitata la Gargoyle, notando piccoli graffi sanguinanti nei punti che avevano ricevuto l'attacco.

 

Con un largo sorriso zannuto, evocò dal suo prizmod una chitarra elettrica rossa, decorata con piccoli testi e con l'impugnatura a forma di ala. Dopo una piccola prova cominciò a suonare rapida una serie di note. Sora si ritrovò colpito da un urto simile a un pugno, finendo a terra prima di rialzarsi e ricevere un graffio al volto da una scheggia di ghiaccio.

 

“ Non ti aspettavi un Bardo , vero?”, domandò sarcastica la gargoyle, girando meticolosamente i propri artigli tra le corde, generando altre piccole note di fuoco e fulmini.

 

I Bardi erano una classe peculiare e molto pericolosa. Grazie alle loro mistiche canzoni potevano scatenare un grande arsenale di effetti, per potenziare gli alleati o attaccare i nemici con dimostrazioni di potere elementale che poco avevano da invidiare ai migliori incantatori.

 

 

“ Decisamente no.”, ribattè mesto il povero spadaccino, rialzandosi e fortificando la presa sul suo keyblade per prepararsi a uno scontro ora tre volte più difficile. Cominciò a correre in cerchio attorno alla chitarrista mentre questa gli scagliava a ritmo di note contro numerosi attacchi magici nati da quella nuova colonna sonora, colpendolo più volte arrivando quasi a bruciare il suo abito di stoffa rinforzata.

 

Dopo svariati tentativi, Sora riuscì finalmente a parare almeno una manciata di note formate da ghiaccio o fuoco, senza però poter evitare altre bruciature e graffi qua e là, mentre l'assalto diventava sempre più irruento. Riuscì a volte a spedirne qualcuna al mittente, ma Angela era ben protetta dagli attacchi che lei stessa aveva generato. Non a caso gli ricordava il suo primo vero scontro, quando si era ritrovato impotente contro i due scagnozzi di Uncino.

 

Così come loro, anche Angelica si stava avvantaggiato con la sua esperienza e le sue varie abilità in una letterale armonia di tecniche, mentre lui possedeva un arsenale ancora limitato di abilità marziali che non sapeva come sfruttare per renderle davvero efficaci in un duello impari.

 

Un improvviso colpo al muso col bordo della chitarra distrasse Sora dai suoi pensieri. Riuscì ad allontanarsi dalla Gargyole con un piccolo balzo, ignorando il dolore ai denti. Ercole inarcò un sopracciglio, ansioso di guardare la prossima mossa dell'allievo.

 

“ Avanti, Sora, non farti intimidire.”, si disse questi, sentendo il proprio potere scorrere attraverso i Midi chlorian fino al keyblade. Si ricordò di quanto aveva detto Ercole. Ogni volta che utilizzava una tecnica di qualche tipo, diventava uno strumento della Forza. Essa decideva quando un attacco andava a segno o meno. Perso per perso...

 

“ COLPO DISPERATO!”, ruggì il ragazzo. Corse verso Angela col keyblade avvolto da una sorta di tremolio visibile all'occhio nudo, che rende difficile dirigere la traiettoria. Angela riuscì a spostarsi per tempo, procurandosi solo un leggero taglio al ventre scoperto... prima che lo spadaccino si voltasse improvvisamente, il keyblade avvolto da una nuova potente luce sotto lo sguardo impressionato di lei ed Ercole.

 

“ Cambio Forma. Forza stellare!”, esclamò istintivamente Sora prendendo il keyblade con entrambe le mani. Tra scintille di energia e un forte boato, esso assunse la stessa forma con cu aveva ucciso il mostro della montagna, sostituendo la semplice lama a chiave con una a forma di stella mentre il manico diventava azzurro.

 

La lama dentata impattò sulla chitarra con una forte onda d'urto che anche gli spettatori poterono avvertire, sfregando sul metallo rosso in una pioggia di scintille mentre anche la Gargoyle sembrò indietreggiare per un istante di fronte a quell'improvvisa forza.

 

Angela emise un ringhiò soddisfatto e sferrò l'ennesimo calcio, che stavolta il ragazzo schivò con una velocità di molto superiore per poi colpirla alla schiena con un Break rapido.

 

Un'aura violetta circondò Angela, diminuendone la rapidità e permettendo a Sora di schivare nuovamente il successivo colpo di coda e quindi incrociando le loro armi quando la gargoyle in uno scontro di scintille, generate tanto dallo scontro tra chitarra e keyblade che tra i loro sguardi.

 

Ercole osservò attentamente, avvertendo nell'aria i flussi di Forza generati dai due ragazzi. Non v'era dubbio che il potere di Sora stesse crescendo piuttosto in fretta, e questo anche considerando il duro allenamento cui lo stava sottoponendo.

 

' Paperino, chi è questo ragazzo? E perchè l'hai mandato proprio qui?', si chiese mentre i due si separarono, col chiaro intento di riprendere subito l'assalto. Con un secco movimento che nascondeva la forza di un rombo di tuono, interruppe il duello, avendo visto abbastanza per quella giornata.

 

“ I miei complimenti a tutti e due. Siete maturati molto, c'è solo da rifinire qualche sbavatura qua. E vi metterete sotto a dovere per farlo, o non sono più l'asso del colosseo.”, disse il Gladiatore entrando nell'arena. I due ragazzi fecero sparire le armi e si inchinarono l'uno di fronte all'altro, prima di stiracchiarsi col fiatone per rilassare i muscoli provati dalla lotta.


“ Grazie, maestro. Migliorerò ulteriormente, gliel'assicuro.”, disse Angela grata. Ercole le diede dunque una lista di suggerimenti sul come migliorare ulteriormente, in particolare riguardo l'uso troppo aggressivo della tecnica e delle sue canzoni, e domandò a Sora di mostrargli il keyblade, tornato alla forma originaria,cosa che il moro fece subito.

 

“ Interessante. Sembra basarsi soprattutto sul potenziare le tue abilità, fisiche e non, se la tua performance è una prova sufficiente.”, osservò l'avventuriero più anziano, avvertendo l'energia dell'arma splendere come una piccola stella davanti ai suoi occhi azzurri prima di lasciarla andare.

 

“ In effetti mi sono sentito molto più forte e rapido da quando lo evocai la prima volta, e oggi la sensazione era ancora più intensa. Quindi è questa l'abilità del mio keyblade? Funziona come un unico potente buff?”, domandò Sora, prendendo la spada con entrambe le braccia e portandola sotto la sua testa per osservare meglio il metallo scintillare sotto la luce del sole.

 

“ Lo reputi troppo modesto per te?”, chiese di rimando Ercole, ma l'allievo scosse la testa.

 

“ Tutt'altro, credo non potesse esserci di meglio. Così non dovrò perdere tempo a imparare tecnice di auto potenziamento. ”, affermò sorridente Sora, dando qualche altro fendente all'aria con la sua spada, che lasciò una scia argentata. Ercole rise di gusto. In effetti le tecniche di buff rivolte solamente all'utilizzatore erano un'autentica seccature da apprendere. Ecco perchè anche i guerrieri più esperti ne apprendevano due o tre al massimo prima di dedicarsi agli stili elementali e ad altre abilità più versatili.

 

“ Lieto di vederti ottimista, perchè è ora di cominciare a lavorare sul serio, c'è molto altro che i keyblade nascondono. Prima di cena leggi tutti i libri di magia che puoi, è ora di cominciare a scagliare qualche incantesimo come si deve.”, ordinò l'insegnante. Sora sospirò e si diresse nella biblioteca dell'arena, il lavoro di un avventuriero non finiva proprio mai a quanto pare.

 

*****

 

Riku non sapeva cosa pensare di quanto successo negli ultimi giorni. L'unica certezza era la sua preoccupazione per la propria casa e i suoi amici, al punto che non aveva neanche pensato a un modo per scappare, cosa che sarebbe stata comunque inutile.

 

Era stato separato da Kairi mentre erano ancora svenuti, per poi trovarsi in quella che sembrava una caserma assieme a molti altri soldati, scoprendo con sua somma rabbia di avere un collare che bloccava i suoi Midi chlorian. Gli uomini presenti l'avevano trattato bene, dandogli del cibo e riparando la sua attrezzatura, ma avevano rifiutato di dirgli alcunchè su quanto successo sull'isola.

 

L'archittettura era in un ovvio stile gotico, quasi totalmente nero e verde con svariati spuntoni e bellissime vetrate, rappresentanti scene di battaglie o balli dai mille colori diversi.I letti erano a buona distanza gli uni dagli altri, fornendo a ogni occupante dell'edificio il proprio spazio per mettere le proprie cose e stabilire la propria privacy .

 

La maggior parte dei soldati presenti erano orchetti o goblin di qualche tipo, armati con corazze nere della loro misura e piccoli forconi o fucili laser. Erano stati abbastanza gentili con lui, trattandolo come uno di loro, ma senza dargli la minima spiegazione e spesso ridacchiando tra loro quando pensavano che non guardasse. Cosa che cominciava a distruggere i suoi già fragili nervi, già provati dalla consapevolezza che scappare non aveva senso.

 

Finalmente, un giorno venne avvicinato da un uomo. Era apparentemente normale, non fosse stato per la confidenza con cui si muoveva, estremamente confidente e privo di gesti inutili, l'avrebbe preso per un impiegato con problemi di calvizie che cercava di apparire più elegante di quanto non fosse.

 

“ Giovanotto, a nome della nostra padrona domando scusa per questo primo periodo di incertezza e nel ritardo per una dovuta spiegazione. Sono qui per parlarti e rispondere a ogni tua domanda.”, cominciò lo straniero con tono amichevole, porgendo una mano a Riku, che non la prese inizialmente.

 

“ Oh, finalmente una spiegazione del cavolo. Dove sono, chi mi ha portato qui? E che volete farmi.”, chiese l'albino, che stava a malapena trattenendo la sua reazione, i propri Midi clhorian che andavano a fuoco seppur incapaci di funzionare normalmente.

 

 

“ Sei nel quartiere generale del clan Strecken, su Tenebrae. E hai ragione a essere infuriato, ti abbiamo tolto troppo in poco tempo. Ma ti assicuro che non è nostra intenzione danneggiarti in alcun modo.”, spiegò l'uomo con un tono comprensivo, accompagnandosi con gesti molto cortesi e cauti.

 

“ Tenebrae, eh? Un nome che è tutto un programma. Ma che volete da me?”, disse sarcastico Riku. Stan non potè che mostrare un sorriso amichevole a quel commento. Forse l'uomo non era così terribile, ma considerando che gli Strecken erano uno dei clan che tenevano ben nascosti la loro base principale e che non di rado sfioravano il limite che li separava da degli autentici criminali, il fatto che ora ne conoscesse il nome non era una buona notizia.

 

“ Concordo sul nome, troppo da edgelord, ma ti assicuro che non vogliamo farti niente di così terribile. Ti abbiamo condotto qui su ordine del nostro capo clan, lady Malefica. Lei ha dei... piani per te. Neanch'io so esattamente di quale natura, ma ha già trovato qualcuno che ti addestrerà per i prossimi mesi. Desidera ti unisca a noi con tutti i vantaggi che la cosa comporta. Io mi chiamo Stan. Sono il responsabile di questo reggimento e ti mostrerò cosa c'è in serbo per te se accetti.”, disse l'uomo, offrendo la mano a Riku, che stavolta ricambiò volentieri. Era decisamente una presa forte, ma vi avvertì qualcosa di strano. Incuriosito guardò meglio il viso del suo 'superiore' e vide dei cerchi concentrici negli occhi. Dovevano essere artificiali, probabilmente era un cyborg o un androide di qualche tipo.

 

Il duo si addentrò nei meandri della fortezza del clan, decorata con varie tonalità di nero, verde e viola a perfetta somiglianza della signora di quel luogo. Stan spiegò al ragazzo la struttura gerarchica del clan e gli disse della strumentazione della fortezza in cui si trovavano, o almeno di quella più semplice e necessaria alle esigenze di tutti i giorni. Riku osservò distrattamente la mensa super attrezzata del luogo dove membri di varie razze si stavano rifocillando, posta proprio accanto a una larga bacheca delle missioni, divise per difficoltà e ricompensa.

 

La maggior parte degli avventurieri presenti che non appartenevano agli orchetti con cui Riku aveva trascorso l'ultimo periodo sembravano andare a una convention di edge lord. Samurai con corazze nere, cavalieri oscuri ricoperti da spuntoni, maghi neri i cui abiti riportavano simboli demoniaci e moltro altro ancora. Forse un po' esagerati, ma a modo suo li trovò fighi.

 

Tra tutti un enorme guerriero avvolto da una corazza violacea, un'elmo con due pesanti corna a ricoprirgli totalmente il volto, mentre in mano teneva un bizzarro spadone diviso in segmenti. La forza che emanava era enorme e i suoi occhi gialli emanavano grande esperienza e carisma. Si liberò con precise menate della maggior parte dei compagni e dopo pochi secondi spesi a guardare la bacheca, si scelse una missione tra le più difficili, passando poi accanto al ragazzo e al suo accompagnatore.

 

“ Chi è quell'uomo?”, domandò Riku, una volta che il cavaliere fu fuori portata d'orecchi, sebbene fu certo per un istante che si fosse voltato a guardarlo. Era l'atteggiamento con cui si era sempre immaginato Darth Vader: elegantissimo, quasi assente nei suoi modi di fare, ma carismatico e dotato di una potenza smisurata.

 

“ Garland, il cane da guardia di Malefica e Talon, e uno dei nostri assi. Stagli il più lontano possibile. Anche quand'è di buon umore come oggi tende ad avere il Firaga facile. Specie sulle reclute.”, ri raccomandò Stan, prendendolo per una spalla e proseguendo nel tour, ignorando il commento di Riku sul non essere una recluta, finchè non arrivarono alla palestra.

 

Lì, con sua enorme sorpresa, trovò ad aspettarlo la stessa Malefica. La strega alata era vestita completamente nella sua armatura nera, una pesante corazza in stile gotico ricoperta da complesse rune e geroglifi. Attorno a lei si trovavano ologrammi semi solidi di molti guerrieri e spectrobe, ricoperti da fiamme verdi e scintille in una visione quasi dantesca.

 

“ Ah, Riku, lieta di incontrarti finalmente. Spero la tua permanenza qui sia stata piacevole per il momento.”, disse la strega, avvicinandosi con le braccia aperte e un sorriso amichevole sul viso verdognolo. Riku si sentì immediatamente a disagio a guardarla avvicinarsi come un enorme pipistrello.

 

“ Lady Malefica.... E'... un piacere fare la sua conoscenza. E sì, sono stato bene.”, deglutì l'albino, sentendo l'incredibile potere della Gria avvolgerlo come un guanto di pura tenebra, osservando il suo sguardo verde pallido con un groppo in gola.

 

Era quello il livello che aveva desiderato raggiungere per tutta la vita? Quasi gli fece paura.

 

“ Complimenti, ci ho quasi creduto- ridacchiò con un suono cristallino la donna- Dove hai imparato a mentire, se posso permettermi?”, chiese con un tono che non lasciò a Riku nessuna possibilità di rispondere.

 

“ A casa. I miei genitori non volevano diventassi un avventuriero, visto che mio nonno era morto sul campo, ma io continuavo a ad allenarmi in segreto e a cercare libri sulla Forza.”, confessò sudato l'albino e Malefica allargò il suo sorriso, portando le dita al mento di lui per carezzarlo quasi con affetto.

 

“ Già, anch'io tendevo a rubare i libri di mio padre senza che lui lo sapesse. Mi dilettavo di studi necromantici e molto altro ancora, lui voleva … rallentarmi per così dire. Aveva ottime ragioni per farlo ovviamente.”, disse suadente, facendo apparire accanto a sé una delle creature che avevano accompagnato i pirati sull'isola. Istintivamente Riku saltò all'indietro e formò nella mano una scarica elettrica per distruggerla, ma era già svanita a un nuovo ordine di Malefica.

 

“ Questi esseri si chiamano Heartless. Sono sostanzialmente una personificazione del Lato oscuro, nati dagli infiniti pensieri e sentimenti che percorrono ogni giorno la nostra galassia. Molto utili come soldati di massa, se sai come evocarli.”, spiegò la Gria.

 

“ Perchè me lo sta dicendo? Cosa vuole da me?”, domandò cauto il ragazzo, sentendo un nodo alla gola che sembrava impedirgli di respirare.

 

“Sei diretto, qualità che apprezzo. Voglio semplicemente che tu ti unisca a noi Strecken e ti alleni il più possibile fino a diventare un altro dei nostri assi, il generale di intere armate di queste creature. Ho già il maestro per te, ti farà diventare molto forte, finchè non riuscirai a sconfiggerlo.”.

 

“ Lo farò volentieri, se mi dice dove sono i miei amici e cos'è successo davvero sull'isola.”, sibilò Riku dopo lunghi secondi di riflessione, sapendo che non c'era modo di discutere contro una simile offerta, se tale si poteva chiamare. A Malefica però non servì che un'occhiata penetrante per far tremare il ragazzo, che fece alcuni passi indietro con lo sguardo pieno di terrore.

 

“ Dunque, per quanto riguarda l'attacco alle Isole del destino, non posso nasconderlo. Siamo stati noi. Volevamo alcune persone scatenare confusione a riguardo, e abbiamo fatto quanto in nostro potere per farlo. Ma l'unica dei tuoi amici che abbiamo preso è la ragazza dai capelli rossi, suppongo. Non è qui, l'abbiamo consegnata ad alcuni nostri alleati. Non so cosa vorranno fare con lei.”, disse deliziata Malefica.

 

Riku sentì avvicinarsi un infarto. Alleati, quando si trattava del clan Strecken, non poteva riferirsi a nessuno di buono. Nella peggiore delle ipotesi Kairi si trovava nelle prigioni di schiavi degli Hutt.

 

 

E per rapire alcune persone avevano scatenato quel disastro, arrivando quasi a distruggere un'intera popolazione e attirarsi l'ira di Atlantica? Ma chi poteva valere tanto? Forse Sora, con quella strana arma che aveva evocato. Non sapeva neanche dove fosse finito però, perciò almeno per il momento non c'era che una cosa da fare per proteggere Kairi.

 

“ Va bene, farò ciò che vuole, mia signora.”, disse infine lo spadaccino, inchinandosi sotto lo sguardo compiaciuto della strega e sperando di non aver fatto la scelta sbagliata.

                                                                                                                                *****

Salve a tutti, spero che stiate bene. Mi scuso per il ritardo nell'aggiornare, volevo prima portarmi un pò avanti con altri capitoli, visto che su suggerimento di un amico sto pensando di prendere una pausa dalla scrittura per un pò in modo da lavorare alla tesi. Di per sè è quasi finita, ma è un pastrocchio che devo sistemare. Mi auguro intanto che il capitolo sia di vostro gusto, questo e il prossimo serviranno più che altro a stabilire alcuni punti sul gruppo di Sora( Grogu e Angela prenderanno il posto di Paperino e Pippo, non si fosse capito) e su altri eventi di world building, ci sarà anche qualche citazione alla Marvel nel prossimo capitolo.

Angela è la figlia di Golia, protagonista di Gargoyles, probabilmente una delle migliori serie animate disney e del dark fantasy in generale.
Garland è il cattivo del primo Final Fantasy è uno dei principali antagonisti di Dissidia.
Stan viene da Aaron Stone, altra serie tv Disney, dov'è la spalla robotica del protagonista.

A presto.

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Capitolo 7
*** Un gelatinoso cammino ***


 

Erano trascorsi diversi da quando Sora aveva lasciato la sua amata isola per iniziare ad allenarsi sotto la guida di Ercole assieme a Grogu. Come il gladiatore aveva detto, la scoperta del Cambio forma era stato l'inizio di nuove scoperte per Sora, che aveva trovato un piacevole aumento nel suo conteggio Midi - Chlorian e soprattutto di poter finalmente imparare qualche incatesimo.

 

Aveva cominciato con piccole palle di fuoco e incantesimi curativi, ma sperava presto di migliorare il suo repertorio con qualche magia spazio temporale.

 

Quel giorno, si stava come al solito allenando assieme a Grogu, che voleva in cerchio attorno a lui schivando una serie di Fire. Sora continuava a muovere la punta del Keyblade, formandovi attorno sfere infuocate che sparava poi contro il piccolo mandaloriano, la cui abilità nel volo sembrava comunque ancora troppa affinchè rappresentasse un pericolo per lui, permettendogli di rispondere facilmente allo scambio di colpi.

 

“ A mirare troppo tempo perdi. Più istintivo devi essere, o le tue prede facilmente sfuggirti potranno.”, disse Grogu scambiando il fucile con la sua ascia e buttandosi in picchiata su Sora, che riuscì a schivare all'ultimo istante prima di contrattaccare con un Break vitale che scagliò via il ragazzo alieno di vari metri con una pioggia di scintille a decorare il breve scontro. Rialzatosi, strinse la scure con entrambe le mani e raccolse un buon quantitativo di Forza per sparare contro Sora una lama di pura energia.

 

Prima che lo spadaccino potesse però attivare il Cambio forma per difendersi, una figura si mise davanti a lui bloccando l'attacco di Grogu con una semplice manata. Si trattava di Ercole, che si rivolse col solito cipiglio fiero, enfatizzato dalla calda luce di quel giorno, verso lo studente.

 

“ Scusate l'interruzione, ragazzi. Ma ho una missione per voi, credo siate pronti per farvi valere qui fuori. Il mandante è un mio caro amico e non potete deluderlo.”, disse allegro ai due ragazzi, che sbarrarono gli occhi.

 

“ Una missione? Dici sul serio?”, ripetè Sora, il tono emozionato come non mai. Aveva atteso tanto di partecipare a una vera missione, la prima gesta degna di un avventuriero preparato. Di qualsiasi cosa si trattasse, sarebbe stato il segno che era diventato un esploratore.

 

“ Sì, Sora. Sei qui ormai da quasi due mesi e il tuo potere è cresciuto non poco assieme alla tua abilità nell'usarlo. E' tempo tu abbia il tuo primo compito da avventuriero. Non credo ci deluderai.”, gli disse cordiale Ercole, posando una mano sulla spalla dell'entusiasta custode.

 

“ Ma è fantastico. Di che si tratta?”, chiese eccitato il ragazzo, ansioso di svolgere finalmente un compito, per insignificante che fosse. Ercole fu più che lieto di quell'atteggiamento eccitato e disponibile.

 

“ Niente di molto pericoloso, ma credo che avrai di divertirti. C'è un carico di materiali da costruzione per un villaggio in difficoltà a qualche centinaio di chilometri da qui. Dovrete fare da scorta e forse lì vi offriranno altri compiti più eccitanti. Chiedi a chi desideri di accompagnarti, anche se credo sai già chi si unirà a te.”

 

“ Ovvio. Andiamo subito a chiamare Angela, non possiamo partire senza un membro di supporto.”, disse entusiasta l'avventuriero correndo fuori dall'arena, trascinando Grogu con sè.

 

“ Non è un semplice carico di materiali, vero?”, domandò una voce dietro di Ercole, che voltandosi vide Phil con un'espressione severa. Il suo istruttore era la persona più allegra e rilassata che potesse immaginare, ma era stato comunque lui a guidarlo per anni, lo conosceva meglio di chiunque altro con la possibile eccezione di Megara. Sapeva che il suo atleta di punta aveva qualcosa in mente e non gli piaceva.

 

“ No, Phil. Ma ho bisogno di vedere sul serio fin dove può arrivare. E comunque mi sono già recato sul posto e l'ho ripulito delle minacce maggiori. Non accadrà loro niente, te l'assicuro.”, affermò serio Ercole.

 

*****

 

La prima metà del viaggio fu molto piacevole, i responsabili del carico erano stati un po' ovunque e condivisero qualche storia con i tre membri della loro scorta tra risate e battutine. I pochi banditi che incontrarono furono sconfitti con facilità dalle canzoni magiche di Angela e dai colpi laser di Grogu, mentre Sora pensava senza problemi a chiunque riuscisse a evadere l'operato dei due con qualche colpo di Keyblade sulle natiche.

 

Arrivati al paesino cui era destinato il carico si resero però conto che la situazione era molto seria., trovarono. Un'intera ala delle mura completamente a pezzi e diversi operai intenti ad aggiustarla come potevano. Gli umori erano decisamente bassi, a giudicare dai musi lunghi. Anche altri edifici erano stati visibilmente danneggiati, e qua e là era possibile vedere dei segni di lotta.

 

Ad accoglierli per il pagamento, mentre gli operatori scaricavano i materiali, fu un anziano uomo vestito con una vecchia armatura da legionario. A giudicare da delle vecchie cicatrici sul viso e la lancia che teneva sulla schiena, doveva essere un ex avventuriero, e si rivolse con grande calore al trio di combattenti.

 

“ Salute, viaggiatori. Io sono Nestore, il capo di questo umile villaggio. Vi ringrazio a nome di tutti i miei concittadini per aver portato a noi questo carico, ne faremo buon uso.”, cominciò l'uomo, stringendo la mano a Sora, che gli offrì il suo migliore sorriso.

 

“ E' stato un piacere, sembrate averne proprio bisogno. Senza offesa.”, disse imbarazzato, e il sindaco roteò gli occhi, guardando preoccupato la crisi che sembrava affliggere la sua città.

 

“ Sì, questi sono tempi difficili per noi. Il raccolto non è stato buono e non abbiamo abbastanza soldi da mandare a un clan capace di risolvere la situazione. Ci arrangiamo come possiamo.”.

 

“ Ma cos'è stato ad attaccarvi, se non chiedo troppo?”, domandò Angela all'uomo.

 

“ Krawl, per lo più. Hanno cominciato ad attaccarci un paio di settimane fa, in gruppi sempre più grossi. Una banda di banditi ne ha approfittato in un paio di occasioni per infiltrarci dopo i loro assalti. Il nostro muro è caduto tre giorni fa, da allora non riusciamo quasi più a riposare.”, rispose questi con tono grave dopo alcuni secondi.

 

Sora si morse la lingua. I Krawl erano tra le creature più insidiose che abitassero la galassia. Si trattava sostanzialmente di microorganismi che si agglomeravano tra loro assumendo innumerevoli forme, suddivise generalmente in tre gruppi: gli Slime, la forma più comune e innocua, sebbene alcuni esemplari fossero davvero potenti. Simili appunto a strane sfere di gelatina con un sorriso beffardo, limitavano ad attaccare chi si imbatteva a loro e a volte a fare scherzi; I Krawl propriamente detti, con un aspetto decisamente più inquietante e un comportamento più aggressivo, e infine i simbionti, che si fondevano con Spectrobes o avventurieri, amplificando i loro poteri e le loro emozioni a livelli molto instabili se non si sapeva come gestirli.

 

Si diceva che fossero stati creati da Knull, una potentissima evocazione che venne sconfitta millenni prima da un guerriero di nome Donald Blake, a sua volta considerato da alcuni una manifestazione del dio Thor. Prima di essere esiliato una volta per tutte nel piano astrale, Knull avrebbe preso innumerevoli gocce del suo sangue e le avrebbe sparse nella galassia, affliggendola con quella piaga.

 

Altri invece pensavano che fossero solo insiemi enormi di midichlorian molto sensibili a calore e onde sonore, limitandosi a prendere alcune loro parti per creare pozioni e altri composti chimici, necessari a chi intrapendesse missioni con avversari ben più pericolosi.

 

La loro infestazione più terribile degli ultimi anni, radicata in un settore isolato di Coruscant, aveva richiesto l'intervento congiunto dei clan Disney ed Eclipse, venendo quindi stroncata sul nascere in tre giorni di continua battaglia. Sora aveva circa sei anni all'epoca e gli capitò di guardare un servizio sullo scontro. Fu in quell'occasione, vedendo nomi come Rex, Shan-Yu e Pippo combattere fianco a fianco, che seppe cos'avrebbe fatto nella propria vita.

 

“ Bisogna trovare il loro nido e bruciarlo. Avete idea di dove sia?.”, domandò serio il ragazzo, sentendo il sangue ribollire al punto che non si chiese neanche perchè Ercole non ci avesse già pensato.

 

“ Sì, purtroppo è nell'avamposto di una base militare abbandonata. Quegli abomini hanno inglobato ogni arma che abbiano lasciato. Se siete davvero disposti ad andarci, state molto attenti.”.

 

*****

 

La base era in uno stato ancora peggiore di quanto Sora credesse, le mura erano un cumulo di macerie e ovunque c'erano armi o armature in rottami, olte che attrezzature datate da almeno qualche millennio. Al centro della struttura si trovava una piccola torre che portava un'emblema ormai sbiadito, ed era possibile intravedere strane sporgenze organiche simili ad alveari, da cui usciva una gelatina multicolore. Il caldo rendeva la visione ancora più desolante, facendola tremolare in maniera disturbante.

 

“ I soldati se ne saranno andati a causa dei Krawl?”, domandò curiosa Angela prendendo un fucile a pezzi e osservando poi l'ingresso di quel fatiscente luogo. Sora scosse la testa.

 

“ Nah. Se non sbaglio Olimpia è stato uno dei primi pianeti che noi umani abbiamo colonizzato una volta lasciata la Terra. Semplicemente non ce n'era più bisogno una volta stabilite altre città e gli unici a usare questo posto saranno stati per un po' criminali e affini.”, spiegò Sora prima di evocare il Keyblade ed evitando al momento il portone principale, dietro cui pensava ci fosse già una nutrita schiera di mostriciattoli ad aspettarli, cercando invece un condotto dell'aria che staccò dalla parete senza troppi problemi.

 

Il trio, dopo aver spinto un po' Angela( il condotto era un po' troppo piccolo per lei, anche a causa delle ali), si ritrovò in un lungo corridoio sporco fino al soffitto con rimasugli di gelatina e gli ossi di quelli che sperarono furono incauti Spectrobes.

 

“ Forse qualcuno è già passato, mi aspettassero ci fossero molti più Krawl a giudicare da quanto ci ha detto Nestore.”, commentò Sora, facendosi strada con cautela nel nido, con qualche altra goccia di quel liquido che colava ogni tanto sui loro vestiti o sulle ali di Angela, con un gocciolio che premeva sempre più sui loro nervi.

 

Dopo quelle che sembrarono ore di cammino, una massa azzurra uscì dal proprio nascondiglio per gettarsi su Sora, che evocò per tempo il keyblade per tagliarla in due.

 

“ Schifo.”, commentò Grogu guardando l'ammasso di melma azzurra cadere a terra, cercando invano di ricomporsi prima di svanire. Non era però l'unico abominio che si nascondeva in quel corridoio.

 

Molti altri Slime e altri Krawl, differenziati dai loro cugini per i colori striati l'assenza di occhi o bocca, saltarono sul gruppo in una bufera di gelatina multicolore cui i tre ragazzi risposero con un mulinare delle loro armi, colpendo qualsiasi Slime provasse a buttarsi contro di loro per una sorta di disgustosa leccata e incenerando i tentacoli dei Krawl.

 

All'improvviso un colpo laser bucò una delle ali di Angela, che gridò di dolore mentre l'ennesimo Krawl usciva dalle ombre, con un'arma ancora calda che usciva dal suo corpo viola e nero di ragno assieme a rumori disturbanti.

 

“ Nestore aveva detto che avevano inglobato le armi. Proteggiamoci il più possibile.”, ordinò Sora, ringhiando i denti prima di staccarsi uno Slime dalla spalla e polverizzarlo a suon di Fire. Altre creature con armi incorporate apparirono per riempire la zona del duello di laser che misero lo spadaccino sempre più in difficoltà, rischiando più volte gravi bruciature che gli fecero appuntare di migliorare il suo equipaggiamento difensivo.

 

Angela diede una potentissima schitarrata, accompagnata da una potente serie di scariche elettriche che si infilarono nella gelatinosa carne dei loro avversari disperdendone la maggior parte, dando loro nuovo spazio di manovra.

 

“ Qualche secondo potete darmi?”, domandò un'ansimante Grogu, avvolgendo la sua ascia con un'aura cremisi prima di usarla per tagliare in due un Krawl che si era avvicinato troppo. I due compagni gli si misero davanti, imbracciando le armi, quella di Sora che si muoveva con straordinaria rapidità e destrezza alla ricerca dei punti vitali delle creature di fronte a lui .

 

Nel frattempo l'energia attorno a Grogu divenne sempre più potente, inquietando alcuni dei mostriciattoli che si avvicinavano a lui. Persino Angela, abituata alla sete di sangue della madre Demona, era impressionata. E lo fu ancora di più quando il processo per cui stava guadagnando tempo giunse a termine.

 

“ Uragano di sangue!”, esclamò con tono gelido il mandaloriano, la cui energia esplose in una potente corona di energia che avvolse lui e le sue armi, trasformandolo in una fonte di energia rossa che sì unì alle lampade rosse della struttura in un'inquietante visione che sembrava provenire da antiche pitture barbariche. Con un balzo raggiunse la testa del Krawl, tagliandolo in due prima di lanciare l'ascia contro un'altro dei suoi simili e poi buttandosi in mezzo a loro in un vortice di fendenti e tentacoli che quasi terrorizzò gli amici del piccolo Mandaloriano.

 

“ Che è quello, una Trance?”, domandò Sora, fissando quasi spaventato tutte le creature che non si spostavano per tempo venire massacrate dall'amico.

 

“ Se lo è, non voglio incontrare chi l' ha inventata.”, commentò Angela mentre l'amico si buttava sull'ultimo avversario rimasto, che tentò di avvolgerlo coi propri tentacoli solo per vederli affettati da una serie di fendenti roteanti.

 

Un getto d'acido lo colpì dritto sull'elmo, sorpassando la difesa del Beskar. Prima che un'altro attacco potesse seguirlo, Sora si fiondò a difendere l'amico piantando la lama del Keyblade nella creatura e Angela lo aiutò riempendo l'aria con note che potenziarono ulteriormente il moro, permettendogli di spalleggiare Grogu e fare piazza pulita dei loro nemici finchè non ne rimase uno solo.

 

Era un King slime, una variante dei normali slime ben più grossa e dotata di una corona da cui derivava il nome. Diede al gruppo l'ennesima boccaccia prima di cominciare a rimbalzare ad altissima velocità, e prima che Sora se ne accorgesse, se lo ritrovò dritto nello stomaco, spedendolo con un fortissimo impatto fuori dalla base.

 

“ Urghh... sono anni che desidero uccidere uno di voi mostri.”, disse Sora pulendosi il sangue al labbro quando lo Slime gli atterrò davanti, continuando a rimbalzare sardonico. L'essere di gelatina formò una sfera di energia congelante, che il custode di keyblade schivò appena prima di contrattaccare con un Fire caricato con quanta energia aveva.

 

L'attacco fiammeggiante, sparato con un piccolo boato, lasciò una mangiata di bruciature sulla pelle liquida della creatura, che tornò all'assalto su Sora mentre anche Grogu e Angela si riunivano alla lotta.

 

Le onde sonore della Gargoyle strappavano via lentamente gocce di preziosa materia all'essere, e Grogu colpiva con sempre più brutalità mentre la sua aura cresceva, fino a rassomigliare l'immagine di una sorta di rana.

 

“ TEMPESTA CREMISI!”, esclamò il piccolo alieno, ingrandendo le dimensioni della propria ascia e roteando su sé stesso come una trottola rossa che tagliò la lingua del King slime, indebolendolo sempre più fino a scagliarlo proprio davanti a Sora.

 

Il ragazzo saltò in aria, facendo vorticare con forza il proprio Keyblade, attorno a cui si raccolsero varie stelle argentate. La spada si trasformò in un mulino di energia stellare e con un fortissimo urlo, Sora vi canalizzò tutta la sua energia prima di lanciarlo contro il King Slime, troppo indebolito anche solo per spostarsi, venendo dunque diviso in due metà luminose assieme al terreno e a quanto rimaneva di quella disastrata base mentre Sora riatterrava un po' confuso.

 

“ Ah.... usare la Forza in questo modo è sempre più stancante. E anche più soddisfacente di quanto abbia diritto di essere.”, scherzò, sentendo poi delle dolci note che gli arrivarono fino al cervello per rinvigorire i muscoli sfiniti dalla lotta.

 

“ Meglio che ti ci abitui- disse Angela, fautrice di quella rigenerativa melodia- quello si poteva appena definire un King Slime. Quelli più forti a volte hanno richiesto l'intervento unito dei miei genitori.”.

 

“ Francamente io molto peggio credevo- intervenne Grogu a sua volta- dai racconti di Nestore a una forza ben più grande pensavo.”.


“ Vero. Probabilmente è passato qualche altro avventuriero che si è occupato della loro mente alveare. O qualsiasi altra cosa li capeggiasse. Avanti, bruciamo questo buco e torniamo da Nestore.”, concluse Sora facendo spallucce. I tre ragazzi cominciarono a bruciare il posto, prendendo quel poco di gelatina che serviva loro per le pozioni.

 

Erano estremamente soddisfatti. Grogu aveva già dato piccoli aiuti al padre di tanto in tanto, ma era la prima volta che si sentiva veramente parte di una vera missione e di un gruppo. Quello era il loro primo vero passo in un mondo più grande, e fu con entusiasmo ed ottimismo che si allontanarono dal loro falò, inconsapevoli di essere visti.

 

 

“ Siete stati bravi, ragazzi.”, disse soddisfatto Ercole, riattaccando il suo binocolo alla cintura. Il Gladiatore aveva già ricevuto da Nestore la richiesta di intervenire, ma aveva deciso di occuparsi solo del centro dell'alveare dei Krawl, da cui stava per nascere un potente simbionte, lasciando il resto a Sora e compagni in modo che si mettessero alla prova.

 

E il risultato andava oltre le più rosee aspettative. Avevano agito come una squadra, per quanto inesperta, e avevano dato una mostra più che efficace delle loro abilità. Presto forse avrebbe potuto lasciarli andare, più che capaci di difendersi dal resto della galassia, ma avrebbero comunque avuto bisogno di un ultimo assaggio sul quanto questa fosse grande.
                                                                                                          *****
Grogu
Razza: Sconosciuta
Lealtà: Suo padre Mando, la duchessa Freya e Mandalore, Sora
Classi: Berserker, Tiratore
Punteggio Midichlorian:2600
Stile di combattimento: Privo delle abilità più 'magiche' di Mando, Grogu preferisce uno stile diretto, utilizzando semplici ma efficaci mosse per rompere la guardia avversaria( potenziandosi con le proprie Trance quando ha bisogno di dare danni elementali) o agendo come il cecchino del gruppo.                                                                                                          *****

Saaaaaaaalve a tutti, mi auguro come sempre che il capitolo sia stato di vostro gusto e che qui non ci siano dei fan di Venom e Carnage pronti a linciarmi per aver associato i simbionti Marvel agli Slime di Dragon Quest. Mi sembrava un'idea carina renderli delle specie imparentate, assieme ai Krawl di Spectrobes, almeno per gli standard di come tendo a mescolare la role. Nel prossimo capitolo si tornerà a vedere il clan Eclipse e le considerazioni di Vader sulla situazione attuale. Qui cercherò di mostrare un pò di più la sua personalità, che sto cercando di rendere un miscuglio di Anakin e Vader dal canon( ha ancora dei tratti più 'altruistici' del primo, ma con tutta la brutalità e il disprezzo per l'incompetenza del secondo, oltre a una mente raffinata con cui cerca di accapparrarsi sempre il meglio). 

Ne approfitto inoltre per parlare di un mio recente cruccio riguardante una delle fonti di ispirazione di questa storia, Warhammer. L'azienda produttrice, Games Workshop, ha cominciato una vera e propria cruciata contro gli animatori amatoriale, assumendone un paio( purchè cancellassero il loro materiale da youtube) e utilizzando in generale una tolleranza zero per gli altri. Uno degli animatori più importanti, Bruva Alfabusa , che ha creato la bellissima parodia 'Text to speech device', ha deciso di correre ai ripari mettendo la serie in hiatus proprio dopo un cliffhanger. Inutile dire che la risposta della community è stata furente. Quasi tutti, me incluso, sono convinti che GW si stia scavando la fossa solo per Warhammer +, una piattaforma streaming di cui a nessuno sembra importare niente, senza dei progetti che possano competere con altre piattaforme.

Al bando i pensieri tristi, ringrazio chiunque abbia recensito finora e consiglio, se apprezzate Star Wars e altre cosette Disney, di passare anche sull'account in comune evil65, dove troverette parecchio sul primo.
 

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Capitolo 8
*** Assaggio di verità ***


Nelle poche settimane passate dalla sua scomparsa, migliaia di persone si erano recate alla tomba di Abigail Tritamarmo, e molte di più l'avrebbero fatto nei mesi a venire. Ognuno di essi era un compagno e uno studente che aveva voluto rendere omaggio a quanto l'aliena aveva fatto per loro. Per dura che fosse stata con ognuno, Abigail aveva trattato i suoi allievi con parità e rispetto, forgiando le schiere di avventurieri del clan Eclipse prima e dopo che Vader ne divenne il signore assoluto.

 

L'uomo non aveva ovviamente mancato di andare a visitare, una volta trovato il tempo, quella che era stata una grande amica e collaboratrice. Rimasto a parlare alla tomba della donna per diverso tempo, giurandole che avrebbe trovato la sua assassina per darle la giustizia del clan Eclipse. Ma per il momento c'era da pensare alle mille questioni amministrative che era costretto a svolgere ogni giorno per garantire la prosperità del clan.

 

Accompagnato sulla via del ritorno da uno dei suoi apprendisti, un cavaliere oscuro e al tempo stesso paladino di nome Cecil, il Sith si diresse all'ufficio nella torretta più alta dell'incrociatore utilizzato come loro base, la Executor.

 

“ Tarkin è già arrivato su Naboo?”, domandò Vader. Naboo era il pianeta di nascita e il luogo di riposo della sua defunta moglie, Padmè Amidala. Lei si era battuta corpo e anima per difenderlo sin da prima che la conoscesse e dopo che si era unita alla Forza, Vader vi aveva costruito il più bel santuario immaginabile per onorare lei e i suoi sforzi.

 

Chiunque avesse osato attaccare il pianeta di spiagge e paludi era stato spedito fino ai margini della galassia dall'avventuriero in persona a suon di Ultima o era stato inglobato a forza nel clan, obbligato a lavorare nelle loro centrali di riciclaggio fino alla morte.

 

I Gungaan, la specie autoctona di umanoidi anfibi, rispettavano estremamente il Sith e non mancavano di rendergli la loro gratitudine quando potevano con piccole manifestazioni e doni. Quindi la loro città era il luogo perfetto per nascondere Tarkin, il più debole dei luogotenenti rimasti, finchè non avrebbero scoperto con precisione i piani di Malefica.


“ Sì, dovrebbe essere in viaggio verso la città dei Gungaan. Gli hanno anche fornito i documenti falsi. Per almeno qualche mese dovrebbe essere al sicuro facendosi passare per un pensionato in vacanza e ha fatto in modo che il proprio ufficio possa continuare a funzionare senza di lui. ”, rispose il cavaliere con tono deferente. Apparteneva ai Lunariani, una specie originaria appunto della luna terrestre che aveva poi fondato colonie un po' ovunque. Come i suoi simili aveva una pelle verde azzurra, era privo di naso e aveva occhi totalmente neri, mentre indossava una pesante corazza nera e bianca, con pochi ciuffi albini che spuntavano da sotto l'elmo, nero e cornuto.

 

 

“ Buono a sapersi. Nel frattempo ci comporteremo come se non avessimo sospetti di nessuno. Una parte del nostro corpo di spionaggio farà finta di collezionare buchi nell'acqua e l'altro investigherà sul serio sul legame tra Malefica e quella Talon. Voglio rapporti settimanali, dovessero contenere anche solo la più insignificante voce.”, pretese Vader.

 

“ Com'è possibile però che gli Stecker siano riusciti a nascondere una portatrice di Keyblade tra i loro ranghi? Anche se non partecipano agli eventi pubblici spesso quanto noi o il clan Disney, qualcuno si dovrebbe essere accorto di lei in una battaglia simulata o in una missione importante.”, domandò dubbioso Cecil.

 

“ E' molto facile farlo quando c'è un solo Custode tra milioni di altri membri , ragazzo mio. Forse non è neanche tra loro da molto tempo, ma sento che non è il caso, o non le sarebbe stato assegnato un compito importante come uccidere i miei collaboratori più fidati. E conoscendo Malefica è solo il tassello di un altro piano, per strano che sia. Ma questa volta è andata troppo oltre, ci ha attaccato senza provocazioni e pagherà.”, ragionò il potente capo clan con un rapido cenno della sua mano bionica, che poi strinse soddisfatto. Cecil annuì concorde, sapendo che per fortuna Helga e i suoi uomini non erano tipi da farsi notare e anche se fosse successo ognuno di loro era più che capace di uscire fuori da qualsiasi trappola o prigione... anche se il metodo per farlo poteva richiedere il suicidio.

 

“ Comprendo, mio maestro. Altro che posso fare per lei?”, chiese l'albino dopo essere entrati nell'ufficio del capo clan. La stanza conteneva il minimo indispensabile su una scrivania in acciaio con un computer olografico, un contenitore di lettere e qualche foto, unica decorazione assieme a un cuscino per meditare posto in un angolo.

 

“ Ordina di mettere fuori dalla porta un caffè e poi parti per questa questa missione, offrono come ricompensa un blocco di astronavi che potrebbero tornare utili ai nostri ingegneri.”, disse semplicemente Vader, porgendo un foglio a Cecil e sedendosi alla propria scrivania, cominciando po a controllare la corrispondenza della giornata..

 

Il guerriero si congedò con un cordiale saluto dal proprio mentore, le cui dita presero due lettere dei suoi figli, di cui attendeva notizie.

 

Luke, portatore di Keyblade come il padre, gli aveva mandato una cartolina da qualche pianeta di cui non aveva mai sentito il nome. Vader l'aveva addestrato per tutta l'infanzia e l'adolescenza, fino a renderlo uno degli assi del clan, e sperava che un giorno avrebbe preso il suo posto. Ma il ragazzo un giorno decise di lasciare l'organizzazione, volendosi fare un nome come qualcosa di più che 'il figlio di Vader'. Cosa che gli stava riuscendo abbastanza, considerando il carico di missioni d'alto livello che aveva completato a proprio titolo negli ultimi anni, affidandosi al più a compagni occasionali.

 

Vader aveva sentimenti contrastanti riguardo la decisione del ragazzo, ma Luke non aveva mai mancato di aiutare membri del clan Eclipse in difficoltà quando si imbatteva in loro. La sua opinione definitiva era che sarebbe tornato una volta trovato ciò di cui era in cerca.

 

Leila invece aveva mandato un rapporto sulla stazione spaziale che stava gestendo, forse la peggiore nei dodici sistemi sotto il loro comando fino a prima dell'arrivo di lei. Molti credevano che Vader avesse spedito lì la sua amata principessa perchè questa l'avesse deluso in qualche modo, ma in realtà era un test, per arduo che fosse. Vader voleva vedere fin dove la figlia potesse spingersi pur di arrivare al suo livello e fin'ora aveva soddisfatto gli standard che si aspettava da lei.

 

La stazione K-5, da vergogna della galassia, era diventata un luogo civile e pulito dove gli operai lavoravano con la competenza che si aspettava dal clan cui appartenevano e dove gli avventurieri veri e propri potessero riposare a dovere invece di dover dormire in qualche topaia infestata da frammenti di Krawl. Questo aveva anche permesso di ripulire parzialmente quella zona dal Cartello degli Hutt e dall'Alba cremisi, i due gruppi criminali più diffusi al momento, e la ragazza era confidente di poter migliorare ulteriormente il proprio lavoro.

 

Il Sith lesse attentamente il resoconto sugli ultimi due mesi e fu sul punto di scrivere la risposta al computer, quando sentì qualcosa premere sul suo collo. Un lungo ago, premuto con una pressione sufficiente a farne avvertire l'acutezza senza bucare la maglia rinforzata che ricopriva la pelle di Vader, mentre la sedia venne bloccata e un braccio strinse il suo petto lasciandolo apparentemente impossibilitato a muoversi.

 

“ Sei pronto a morire, lord Vader?”, domandò una suadente voce femminile nell'orecchio del Sith, che dietro la maschera roteò gli occhi, riconoscendo la voce e il giochetto cui era intenta la proprietaria.

 

“ Helga, non sono dell'umore, quindi piantala di cazzeggiare.”, disse scrollandosi di dosso la sua luogotenente con un semplice movimento delle spalle. L'assassina indietreggiò un po' prima di sedersi sul bracciolo del trono di Vader in tutto il suo tenebroso splendore.

 

Helga, capo del servizio segreto degli Eclipse, vestiva un'aderente tuta nera di kevlar che sembrava esserle stata dipinta sopra, con leggere protezioni in puro adamantio su articolazioni e punti vitali riportanti alcuni simboli Sith. La sua cintura era decorata con pugnali di varie forme e dimensioni, alcuni realizzati intagliando cristalli magici, e sotto l'ascella teneva una fondina con un blaster già carico.

 

“ Musone.”, disse solleticando il braccio del capo clan, che stavolta non la bloccò. L'elfa era probabilmente l'unico essere vivente al momento, escludendo i propri figli, cui permetteva un contatto fisico così intimo. Il pesante fiato dell'uomo cambiò ritmo per un po' mentre si perdeva in quel breve contatto prima di decidere di riaffontrare i problemi che l'avevano tormentato negli ultimi giorni.

 

“ Helga, è così che è iniziato anni fa. E non ho intenzione di lasciarlo finire come l'ultima volta.”, disse con tono grave il Sith mettendosi una mano sulla fronte.

 

“ Ti riferisci alla prima spaccatura del clan?”, domandò l'assassina, mentre l'uomo accanto a lei strinse i pugni con più forza che mai in preda alla rabbia più assoluta, espandendo involontariamente la propria energia attorno a sé con la forza di un enorme pugno.

 

“ Sì. I nostri membri cominciarono a venire uccisi di nascosto. Prima Ralph, poi Fisto, Ploo Kun, e tanti altri ancora. Fu così graduale che sembrava che fossero caduti in missione come succede tutti i giorni a qualche clan e quando cominciammo ad avere sospetti brancolammo nel buio, guardandoci non di rado con sospetto. L'unico di noi ad aver indagato fin dall'inizio fu Fives, il fratello di Rex. Scoprì qualcosa, e venne ucciso assieme alla mia Padmè quando venne a riferirci tutto senza che io potessi fare niente- raccontò Vader, la sua voce che si inacerbava ad ogni parola prima di interrompersi per un istante, ripensando al responsabile di quel massacro- da Obi Wan, l'uomo che più rispettavo nell'intero clan, il mio stesso maestro- disse il Sith, con un rantolo di pura rabbia e disprezzo, scariche elettriche emanate dal suo corpo- e non si accontentò di togliermi mia moglie. Andò su Tatooine, e uccise anche mia madre, lo trovai mentre stringeva il suo cadavere, e finalmente feci giustizia, per grande che fu il costo.”, concluse con una nota rotta nella voce, come d'incertezza, mentre la mostruosa aura che riempiva la stanza finalmente spariva. Helga si sedette al suo fianco, stringendolo e posando il viso sulla sua maschera finchè il battito del guerriero non tornò regolare. Succedeva così ogni volta che raccontava la storia di come era diventato capo clan, l'assassina era stata la prima a riuscire a calmarlo durante queste crisi.

 

 

 

“ Non succederà di nuovo, stavolta abbiamo un condottiero dal pugno di ferro che non si fa mai sfuggire niente a differenza di Xenahort- disse la donna con tono suadente e consolatorio, riferendosi al precedente capo clan- Intanto ho scoperto chi è il mandaloriano preso da Malefica, per questo ero entrata. Si chiama Din Djarin.”, rivelò Helga. Vader non diede apparenti reazioni, ma nel suo cervello qualcosa scattò, e non in meglio.

 

“ Djarin.... per caso si fa chiamare Mando?”, domandò il Custode, battendo nervosamente un dito sul tavolo, di nuovo in preda a una forma di ansia, per quanto fredda rispetto a prima.


“ Sì.”, confermò la sua sottoposta. Il dito si trasformò in un poderoso pugno che spaccò la scrivania in due, e ancora una volta Vader lasciò andare Helga per alzarsi in tutta la sua possanza mentre i documenti volavano attorno a lui.


“ Lascio a te il resto delle scartoffie, mia cara. Io vado a cercare Thrawn, è imperativo che ci dirigiamo su Mandalore il prima possibile.”, ordinò secco, aprendo la porta e trovandosi di fronte R2 con un vassoio di caffè sul proprio capo bianco. Il Sith prese la tazza con un rapido gesto e lo trangugiò rapidamente(1), dando una lieve carezza al droide.

 

“ Diamine, Anakin, che sta succedendo?”, domandò stentorea Helga. Vader si voltò di botto, girando il volto mascherato verso di lei con scatti quasi minacciosi.

 

“ Se non avverto Freya il prima possibile? La catastrofe.”, disse rapido, allontanandosi a larghi passi.

 

 

Ventus era appena atterrato su una pianura poco distante da Disney Town, base dell'ononimo clan e capitale onoraria del pianeta Terra. Fosse dipeso da lui sarebbe corso direttamente allo spazio porto per chiedere di vedere Paperone o Topolino, ma non aveva idea come le persone di quell'epoca avrebbero accolto un possessore di keyblade e non voleva attirare l'attenzione più del dovuto.

 

Entrò dunque in città, notando piccoli, ma radicali cambiamenti apportati dalla sua ultima visita. Il verde era molto più presente, non solo nei pachi pubblici, grazie a un'iniziativa per rinfoltire la flora urbana e variegare il paesaggio. Molti degli edifici fluttuavano grazie a complessi sistemi gravitazionali o su nuvole solidificate( altro motivo per cui l'iniziativa aveva funzionato) e non mancavano i cartelloni pubblicitari di vari clan.

 

Dopo mezz'oretta di cammino arrivò davanti alla collina Ammazzamotori, sulla cui cima si trovava uno dei più importanti edifici della zona, il deposito di Paperon De' Paperoni. L'edificio era un enorme cubo delle dimensioni di circa tre ettari cubici, la maggior parte dei quali pieni d'ogni tipo di tesori. La superficie era quasi interamente blu con bordi color oro e un grosso simbolo del dollaro con lo stesso colore al centro, più una cupola rossa al centro del tetto.

 

Era rozzo, grande e quasi indistruttibile. Paperone l'aveva fatto costruire decenni fa, prima ancora di fondare il clan Disney assieme ad altri stimati avventurieri, per contenere la sua fortuna. E per certi versi era la personificazione stessa del suo proprietario e di quanto aveva raggiunto nell'arco di una vita che aveva ispirato intere generazioni di esploratori e guerrieri.

 

Arrivato all'entrata Ventus mostrò il suo tesserino di avventuriero, e la porta si aprì in un istante per rivelare la sala d'attesa. Una lunga fila cominciava da dove era appena entrato per allargarsi a tutti i muri della sala d'attesa, al centro della quale si trovava una papera umanoide dai lunghi capelli grigi raccolti in aria, intenta a lavorare al suo computer dalla scrivania.

 

“ Posso aiutarla?”, domandò la segretaria una volta che Ventus le si fu avvicinato, notando un distintivo sul suo bavero con scritto ' Emily Paperett'. La voce era quella di un'esperta combattente, che non aveva intenzione di farsi truffare. Logico, già una buona parte dei presenti doveva venire da qualche buco sotterraneo degli Hutt o chi per loro.

 

“ Devo vedere mr. De Paperoni, è urgente.”, disse estremamente serio il custode, ricevendo un'occhiata affilata dalla donna.

 

“ Gli urgenti in genere possono vederlo dopo una settimana o due di attesa, se non hanno già stabilito un appuntamento.”.

 

“ Gli dica che mi chiamo Ventus, per favore. Ero uno degli allievi del maestro Eraqus.”, insistette il giovane custode e la donna sbattè più volte gli occhi sotto i suoi spessi occhiali.

 

 

 

“ Oh, domando scusa, signorino. Avviso subito il principale.”, disse mortificata Miss Paperett, mandando un messaggio al signor De Paperoni. Un istante dopo le porte dell'ufficio si aprirono per lasciare uscire l'ultimo appuntamento della giornata. Ventus si infilò subito dentro, ritrovandosi in un largo ufficio pieno di sacchi di denaro e mucchi di monete con qualche gioiello qua e là.

 

In fondo all'ufficio e di fronte alla larga finestra del Deposito c'era la scrivania di Paperone, occupata dal suddetto. L'avventuriero era un papero umanoide che dimostrava tra i sessanta e i settant'anni, vestito con una palandrana rossa e un paio di bassette blu scuro. Il viso, ricoperto da piume bianche come il resto del corpo, dimostrava una manciata di rughe, accompagnate da un paio di occhiali da vista. Il fisico, nella media per un membro della sua specie, tradiva la forza fenomenale che continuava ad accompagnare l'affarista in quegli anni e gli stessi occhi tradivano la vitalità di un ventenne.

 

L'ex capo clan guardò con un misto di ansia e felicità il nuovo venuto per diversi secondi, prima di alzarsi e dirigersi verso di lui.

 

“ Sono felice di rivederti, Ventus. Perdonami se non siamo venuti a cercarti in questi anni, ma i tempi recenti hanno portato grande fermento nella galassia. E noi ci siamo dovuti adattare come potevamo. ”, disse Paperone con tono fermo, stringendo mano di Ventus, che ricambiò volentieri.

 

“ Tranquillo, Paperone, non dubito che abbiate avuto le vostre beghe e che abbiate fatto del vostro meglio. Ma non ci sono notizia di Acqua e Terra...? E il maestro?”, chiese con gli occhi pieni di paura. Paperone non potè che scuotere la testa, sconsolato.

 

 

“ Eraqus è morto combattendo, mentre Terra... ci aveva mandato un messaggio di scappare via, e poi abbiamo sentito il suo potere aumentare all'inverosimile. Fuggendo con le astronavi, vedemmo quasi tutto il pianeta esplodere. E non abbiamo idea di cosa sia successo ad Acqua, aveva ricevuto anche lei il messaggio, ma non arrivò mai da noi prima della partenza.”.

 

Il volto di Ventus divenne una maschera di puro orrore. Non era possibile. Terra ed Aqua, i suoi amati fratelli maggiori, sacrificatisi in una battaglia che probabilmente non aveva neanche avuto l'esito sperato. Ripensò agli innumerevoli giorni passati ad allenarsi e studiare insieme la forza, combattendo come un tutt'uno ed esplorando pianeti meravigliosi, guardandosi le spalle e ridendo per ogni scoperta.

 

E ora era solo.

 

“ No... no!”, sussurrò il Custode, cadendo in ginocchio e cominciando a piangere come non aveva mai fatto prima di allora. Per diversi secondi Paperone lasciò che Ventus sfogasse la sua tristezza, singhiozzando e lamentando la perdita della sua famiglia come egli stesso aveva fatto fin troppe volte nel corso della sua lunga carriera. Infine l'anziano avventuriero gli asciugò le lacrime con un panno, lo stesso che utilizzava per lucidare la sua Numero uno.

 

Con un ultimo singhiozzo, il ragazzo si alzò ringraziando Paperone, che stringendo lo straccio cercò di farlo tornare agli argomenti più pressanti.

 

“ Ven, per favore, se ti sei svegliato e se sei venuto qui allora c'è un motivo. Il ragazzo ha evocato finalmente il proprio keyblade e dobbiamo trovarlo.”, disse l'affarista, facendo tornare Ven coi piedi per terra.


“ Non sapete dov'è?”, domandò incredulo il jedi. Paperone scosse la testa e gli passò accanto.

 

“ No. Topolino, Paperino e Pippo hanno tenuto quasi tutto segreto. Mi hanno dato solo le basi del piano prima di partire. Credevano che qualcuno ci spii, probabilmente non senza ragione. Così al momento sono sperduti chissà dove, con la scusa di voler fare un viaggio tra uomini come ai vecchi tempi. E ora non riusciamo più a contattarli.”.

 

“ Merda- disse Ven portandosi una mano alla fronte- Allora possiamo solo aspettare che Sora si faccia notare in qualche modo.”.

 

“ E' quello che temo- sospirò Paperone prima di premere un paio di pulsanti sul suo Prizmod- nel frattempo vai alla mia villa, ti ho appena dato l'autorizzazione per miss Beakley e Battista. Riposati e mangia quello che vuoi. Solo sta attento ai miei nipotini e i loro amici, o ti ritroverai appeso al soffitto senza dignità prima di accorgertene. Io tornerò in serata per spiegarti come la situazione è cambiata negli ultimi anni.”.

 

“ Perchè, cos'è cambiato?”, domandò il biondino osservando la notifica sul suo cosmolink. Il suo benefattore sbuffò e si mollò sulla propria sedia, affondandovi mostrando per una volta tutta la sua età.

 

“ Anakin è cambiato per cominciare.”.

                                                                                                                                      *****
(1) Se non ricordo male Vader è costretto in canon a nutrirsi via endovenosa, ma qui è stato curato subito dopo lo scontro. Per di più tra magia bianca e una tecnologia medica più avanzata, è messo relativamente meglio della sua controparte ufficiale.

                                                                                                                                      *****

Salve a tutti, torno ora con una pausa da quella  biiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiip di tesi. Il capitolo è abbastanza breve, volevo utilizzarlo per lo più per introdurre qualche vista sul passato di Vader e del suo clan prima che arrivi lo spiegone( confido verso il capitolo 12/13 o anche un pò prima) e ovviamente Paperone, il cui status in questo universo è quello di una leggenda alla pari dello stesso Vader. Spero vi sia piaciuto e di non aver fottuto l'introspezione dei personaggi, a presto.

Cecil è il protagonista di Final Fantasy 4. Già in canon è per metà un Lunariano, denominazione che qui uso per gli alieni apparsi nella seconda stagione di Ducktales( 2017)

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Capitolo 9
*** Piani su Tenebrae ***


 

Riku si era ormai abituato alla quotidianità del castello degli Strecken. Ogni mattina si svegliava, facendo due chiacchiere con gli orchetti o Stan, andava a fare colazione e poi raggiungeva Mando nell'arena, dedicando quasi tutto il pomeriggio all'addestramento fisico o studi strategici per poi cenare e crollare sul letto.

 

Il cacciatore di taglie continuava a essere brutale con Riku, sia che lo combattesse di persona o che gli facesse fronteggiare Spectrobe e Krawl. Ogni suo attacco era dato con la stessa tenacia e precisione che avrebbe riservato a qualsiasi altro avversario adulto. Ogni errore del ragazzo veniva criticato aspramente, ma in maniera giusta, prima di passare alla tecnica successiva.

 

“ Basta per oggi.”, disse il mandaloriano con tono rauco dopo aver spedito il giovane cavaliere oscuro sul pavimento. Riku ansimava pesantemente e si rialzò con grande fatica, diverse gocce di sudore che gli percorrevano il viso.

 

“ Le mie ossa.”, si lamentò , massaggiandosi una gamba cui Mando aveva dato un colpo sleale con la sua lancia in Beskar prima di scagliarlo dall'altra parte del ring con un singolo tocco, appena ammortizzato dalla sua armatura. Era stato allo stesso tempo il momento più epico e doloroso della sua breve esistenza.

 

“ Ringrazia di averle ancora. Lì fuori è pieno di gente che non si farà problemi a spezzarle... per poi proseguire col resto del tuo corpo.”, lo rimpoverò aspramente il Dragone, poggiando la lancia sulle proprie spalle corazzate e aiutandolo a rialzarsi.

 

Riku sospirò, era quasi certo che Mando lo odiasse. O che, per meglio dire, sfogasse su di lui una qualche frustazione che non comprendeva bene. E lo sguardo di Malefica durante l'allenamento non aiutava. Gli occhi dorati della Gria fissavano ogni suo movimento, soppesandolo prima che la sua voce procedesse a dispergere critiche, elogi e consigli in egual misura dopo ogni sessione.

 

Si sentiva un trofeo per certi versi, e la cosa peggiore era che gli piaceva. Era abituato a ricevere ogni genere di complimenti, dagli amici e dagli insegnanti. Sapere che la capo clan di una delle più potenti organizzazioni della galassia si interessava di lui a tal punto era per lo meno ammaliante. Forse se avesse continuato così avrebbe scoperto di più su Kairi.

 

Mando, forse intuendo parte dei suoi pensieri, sbuffò e scese sotto gli spalti, inchinandosi di fronte a Malefica con svogliata riverenza.

 

 

 

“ Mia signora, posso chiedere una pausa per oggi? Il ragazzo ha chiaramente bisogno di ristoro.”, domandò piantando a terra la sua arma. La signora degli Strecken si mise la mano sotto il mento, inarcando le lunghe gambe verdi mentre contemplava la richiesta.


“ Concessa. Andate a farvi una doccia e poi riposate a dovere, vi aspetta molto altro nei prossimi giorni.”, disse poco dopo con un gesto della mano, alzandosi nella sua tenebrosa gloria simile a un demone nella notte più nora.

 

“ Posso continuare.”, insistette l'albino, stringendo la sua spada laser, che scintillava come un tizzone rosso in quell'arena buia. Malefica alzò seccata lo sguardo al cielo nuvoloso, maledicendo il machismo di certi novellini.

 

“ Chi di noi è il maestro qui?”, gli disse Mando con tono severo. Riku si immaginò la peggiore delle occhiatacce dietro l'elmo e si limitò a porgere un inchino rispettoso al guerriero, chiedendosi ancora quale fosse il motivo della sua ostilità.

 

Forse avrebbe preferito fare missioni invece che addestrare un moccioso arrivato dal nulla... o voleva per sé le attenzioni di Malefica? Gli stava venendo il mal di testa a furia di fare ipotesi e non aveva il coraggio di chiedere.

 

“ Riku, sei migliorato molto in questi giorni, i tuoi movimenti si fanno sempre più fluidi e la tua forza sembra aumentare in maniera soddisfacente. A giorni avrai la tua prima missione sul campo con uno dei nostri ufficiali. Ti aspetta fuori da quella porta.”, disse Malefica facendo un gesto verso le porte dell'arena, che si aprirono.

 

' Fa che non sia Garland, fa che non sia Garland.', pregò l'albino incrociando le dita, non avendo la minima intenzione di trascorrere la sua prima uscita da Tenebrae con mr. Terrore. Quando la porta si aprì, a entrare non fu il terrificante cavaliere, ma un bizzarro individuo vestito come un ranger. Dimostrava una cinquantina d'anni, aveva corti capelli castani e un sorriso tronfio. A giudicare dalle escrescenze ossa simili a curve ricurve sulle tempie e un colorito molto pallido, era un Iktochi, una razza dotata di abilità sensitive piuttosto sviluppate.

 

“ Salve, ragazzino. Io e te andremo a farci una bella battuta di caccia. Spero ti piaccia la savana.”, disse l'uomo, dando subito una bella pacca sulla spalla a Riku, che quasi perse il poco fiato che gli rimase.

 

“ Dove, signor...?”, domandò incerto. L'uomo rise a crepapelle, con un suono che sembrava celare una nota di sadismo non differente da quello di Malefica. Forse follia.

 

“ Niente signore, figliolo. Chiamami Percival McLeah. Sono il migliore dei cacciatori al servizio della nostra amata sovrana e ti condurrò in un bel safari. Torneremo con un bel po' di bestiacce. Se ti comporterai bene la migliore la riservo a te. ”, rispose l'uomo dandogli un'altra grossa pacca sulla spalla e trascinandolo via.

 

“ Quasi quasi preferivo Garland.”, mormorò l'albino, strisciando per il culo sul freddo pavimento, temendo per l'immediato futuro.

 

Malefica nel frattempo si diresse nelle sue stanze, camminando altera ed inquietante come sempre finchè non si buttò sul suo letto color porpora. Si tolse il largo mantello nero per rivelare un formoso fisico dalla pelle verdognola nascosto da un corpetto di un materiale simile all'ossidiana, ma molto più elastico e resistente, le sue ampie ali libere di muoversi.

 

Gettò via il suo bastone e fece un grande respiro mentre un'altra persona, entrata poco prima di lei, si sedette accanto a lei, massaggiandole le spalle e l'ossatura delle ali.

 

“ Perdona il ritardo, mia amata.”, disse Talon, avvicinandosi alla capo clan. La Twi'lek aveva un'espressione molto piú gentile di quella cui i suoi nemici erano abituati.

 

“ Sei scusata, Talon. Il compito che ti ho affidato non è certo facile d'altronde. Come procede, a proposito?”, domandò la strega, prendendo le dita di Talon e sentendo il suo calore mentre posava la schiena sul petto di lei.

 

“ Non bene. Rex ha ovviamente avvertito i suoi compari, che sono corsi al riparo. Speravo di puntare sulla Granville o su Tarkin come prossimi bersagli, ma lui è sparito e lei si è rintanata in un laboratorio ultracorazzato da qualche parte. Sto cercando i loro nascondigli, ma la cosa richiederò tempo.”, spiegò desolata la Sith, carezzando i fianchi di lei, poggiandole il mento rosso tra le corna.

 

Malefica si morse lievemente il labbro, pensando alle implicazioni della cosa. Era dalla morte di suo padre, Cornelius, che cercava di detronizzare il clan Eclipse dal loro posto di eroi e padroni della galassia, in modo da prenderla per sé come il genitore aveva già tentato.

 

Ironicamente il suo più grande punto di forza, la propria struttura gerarchica estremamente rigida e compatta, era anche il suo maggior punto debole. Vader aveva scelto i propri ufficiali con tale precisione che un vuoto nell'apparato dirigente, seppur temporaneo, poteva indebolirlo non poco in caso di guerra aperta.

 

E Talon era la migliore per occuparsi di questo lavoro: aveva la pura potenza e le abilità di infiltrazione necessarie a completarlo. Assumendo ovviamente che non venisse scoperta praticamente agli inizi.

 

“ Allora per il momento interrompi la missione. Ci concentreremo di più su tattiche di guerriglia su pianeti di minore importanza e sul rubare loro quante risorse possibile. Mi sto mettendo in contatto coi nostri alleati tramite Jabba. Sembra ora abbiano qualche piano riguardante Paperone”, spiegò la strega, con un tono che non nascondeva la sua sete di potere. Altro motivo per cui la sua compagna aveva deciso di seguirla, quel giorno in cui l'aveva trovata su uno sperduto asteroide circondata da Spectrobes morti.

 

“ Sei certa ci possiamo fidare di loro?”, domandò infastidita Talon, ricordando il suo ultimo incontro con coloro che avevano chiesto il loro supporto per l'attacco alle isole del destino, in cui avrebbero dovuto prendere un custode dotato di abilità... miracolose, per come le avevano definite.

 

Quegli individui, grazie ai quali avevano anche preso Mando, non avevano la minima intenzione di farsi scoprire. Ed erano incredibilmente pericolosi, persino Talon con la sua sete di sangue ci avrebbe pensato due volte prima di sfidare un loro membro a duello. Ma il loro aiuto sarebbe stato necessario se volevano spodestare i clan Eclipse e Disney dalla loro supremazia.


“ Mi ero chiesta la stessa cosa quando ti ho chiesto aiuto per fondare il clan. Ma no, non possiamo fidarci.”, confermò Malefica.

 

“ Beh, fortuna abbiamo preso le nostre precauzioni. Ma ora rilassiamoci.”, concluse la Sith avvolgendo Malefica con le braccia e baciandole il viso verdastro come primo atto di una lunga notte.

 

*****

Così come Riku anche Mando aveva stabilito una propria quotidianità nella sua prigionia. Nel suo caso si concludeva con una bella chiacchierata con Della Duck, la sua compagna di 'carcere'. L'avventuriera gli stava rivelando poco a poco quanto sapeva della fortezza in cui era prigioniera da anni, ed escogitava assieme al nuovo amico un modo per fuggire. Per quanto efficiente, il clan Strecken doveva avere un buco nella sicurezza.

 

Per fortuna Della non aveva passato gli ultimi anni a rigirarsi i pollici nella propria cella. Ogni giorno, sebbene i suoi midichlorian fossero tenuti sotto controllo, si sottoponeva a un rigido allenamento. Ore e ore di esercizi volte a tenere i muscoli preparati per il giorno in cui avrebbe finalmente tentato la fuga, forse più vicina che mai con l'aiuto di Mando e Riku.

 

“ Sei troppo duro con quel Riku. Non è un pupazzo per sfogarti, ma un bambino finito in una situazione che non voleva.”, lo rimproverò aspramente l'avventuriera. Anni prima era stata privata dell'opportunità di essere madre, sebbene non disperasse di riprenderla dopo la disperata fuga, e detestava qualsiasi forma di abuso nei confronti dei bambini.

 

“ Della, non ho voglia di sentire una ramanzina. Non ho chiesto io finire in questo carcere e di allenare quel ragazzo. Non è...”, fece per dire Mando, mordendosi la lingua all'ultimo per la vergogna. Aveva addestrato Grogu con durezza ovviamente, ma non a questi livelli. Ora come ora si stava trattenendo appena dall'insultare apertamente l'albino, che per fortuna aveva almeno mostrato un certo talento.

 

“ Non è Grogu, lo so. Ma non ha colpa di quanto Malefica ti sta facendo. Probabilmente anche lui è una delle sue vittime. Da quanto ho sentito era sulle Isole del destino quando lei mandò Uncino ad attaccarle.”, spiegò Della con un piccolo sbuffo.

 

“ Non hai tutti i torti. Cercherò di essere più solidale quando tornerà. Di certo mi scuserò”, sospirò il guerriero, portando le mani dietro l'elmo, fissando il soffitto.

 

“ Bravo. A proposito, hai detto che Grogu è il tuo figlio adottivo. Come l'hai trovato, se posso permettermi?”, domandò Della incuriosita. Non era raro che i Mandaloriani adottassero membri di altre specie per continuare la loro cultura, ma non dubitava che ci fosse dietro una storia interessante.

 

“ Successe durante l'ultima guerra civile di Mandalore. Io faccio parte dei Bambini della guardia, una fazione molto devota alle nostre antiche tradizioni, al punto che ci togliamo l'elmo solo in rarissime circostanze, e sempre di fronte a persone fidate. Pre Visla, il capo della fazione avversa alla duchessa Satine, confidava di averci dalla sua in quanto a suo dire, 'veri guerrieri insoddisfatti da una pace molliccia'. La sua definizione era esatta, ma allo stesso tempo non eravamo interessati a unirci a una fazione che voleva estirpare da Mandalore chiunque non fosse nato nella nostra cultura. Qualcuno di noi andò da una parte o dall'altra, ma il grosso del nostro clan restava bloccato da una discussione ideologica. Poi prendemmo una missione, apparentemente come tante altre... e trovammo il laboratorio.”.

 

“ IL laboratorio?”.

 

“ Sì, una strana facoltà nascosta su una delle nostre lune, territorio di Visla. Vi trovammo alcuni Krawl, Spectrobes deformi, membri della Ronda della morte... e bambini. Decine di bambini quasi morti. Grogu fu uno dei pochi sopravvissuti, respirava appena quando lo presi in braccio. Tornati alla base riuscii a convincere il nostro capo ad appoggiare la causa di lady Satine.”.

 

“ Mamma mia, so che Maul e i suoi complici sono sempre stati dei sadici, ma non credevo che avrebbe mai fatto qualcosa del genere.”, commentò ancora la pilota.

 

Maul era un altro potente Sith, attualmente a capo di un cartello criminale talmente grande da rivaleggiare gli Hutt. Durante la guerra con la Gilda dei Diafani era stato loro nemico, ma aveva dimostrato non meno brutalità degli odiati stregoni.

 

Circa dodici anni prima si era alleato con una fazione terrorista del pianeta Mandalore, appunto la Ronda della morte di Visla, in disaccordo coi metodi di governo più pacifici della governatrice di allora. Si scatenò un nuovo conflitto che vide innumerevoli caduti da entrambe le parti e tra i civili, inclusa la povera Satine. Sua sorella Freya, supportata da vari clan, riuscì dopo una dura lotta a sconfiggere in duello Maul per reclamare il simbolo del comando tra i Mandaloriani, la Dark Saber, sebbene il suo nemico fosse riuscito a fuggire. Aveva da allora onorato la memoria di Satine governando con giustizia e buon senso, seppur non avesse più sfoderato in battaglia la Dark Saber.

 

 

 

“ Non sono certo che Maul ne fosse a conoscenza. Alcuni mesi dopo incontrai Savage, suo fratello, e combattemmo aspramente. Gli chiesi del laboratorio, ma non ne sapeva niente e oggi come allora, dubito mentisse. Quindi ci sono tre ipotesi:prima, Maul sapeva del laboratorio, ma non ha mai detto a Savage; seconda, Pre Visla, l'ha invece fatto costruire da solo per motivi a lui sconosciuti. Ma non era tipo da fare piani così complicati.”.

 

“ E terzo, qualcun altro stava usando la guerra per fare esperimenti. Anche i Diafani ci avevano provato per realizzare armi biologiche... o peggio.”, concluse Della, ripensando agli abomini non morti che quella banda di montati aveva sguinzagliato nella galassia. Nella sua cella, Mando annuì e narrò l'ultima parte della storia.

 

“ Già, era quello che pensava anche la duchessa. Comunque, conclusa la guerra, partii con Grogu per affidarlo ai suoi simili. Dopo tre anni di continui viaggi non avevo trovato neanche il nome della sua specie e soprattutto mi ero affezionato a lui. Decisi di adottarlo ufficialmente e iniziarlo alle vie del mio popolo- spiegò il guerriero, tirando fuori dal prizmod la foto della prima volta in cui il bambino aveva indossato la propria armatura- quando sono stato catturato da Uncino e il suo complice, ero impegnato nel lavoro che avrebbe dovuto sistemarci per la vita. Avremmo costruito una casa su qualche pianeta isolato dove avrei potuto completare in pace il suo addestramento.”.

 

Della rimase per un istante stranita da quel piano. Perchè questa disperata ricerca della solitudine? Ma al momento era più interessata al fuggire una volta per tutte e poi anche lei doveva ricambiare il racconto con la sua di storia.

 

“ Mhh, io fui rapita da Malefica proprio durante la guerra di Mandalore. Pre Visla ci mandò un messaggio riguardo una proposta di resa e io fui una degli ambasciatori, ma era solo una trappola. Mi ritrovai a combattere contro Malefica e la sua killer preferita, una Twi'lek con un Keyblade. Mi sono fatta fregare come una scema e da allora non ho più visto la mia famiglia.”.

 

“ Dai, Della, in un modo o nell'altro usciremo da questo postaccio. O moriremo provandoci.”, mormorò sfinito il mandaloriano, stringendo l'elsa della sua misteriosa spada laser.

 

' Lady Freya, per favore, si sbrighi a trovare questo posto.', pensò prima di addormentarsi.

 

*****

 

Ventus, concluso il colloquio con Paperone, non aveva perso tempo a dirigersi alla villa del suddetto. L'edificio era una semplice ma elegante tenuta in stile barocco che si trovava in un piccolo parco poco fuori città, costruita in mattoni rossici e un tetto blu scuro, con l'insegna di Paperone.

 

Ad aprirgli la porta fu un uomo sui cinquanta con folti capelli marroni e un lungo naso, vestito da maggiordomo.

 

“ Come posso- cominciò l'apparente maggiordomo, prima di sbarrare gli occhi nel capire chi aveva davanti - Ventus, ma tu non eri morto?”.

 

Il ragazzo sorrise nel vedere quella reazione. Probabilmente sarebbe stata una reazione abbastanza comune nei prossimi tempi.

 

“ Ciao, Battista, lieto di vederti. Beh, mi è stata data un'altra occasione per concludere il lavoro del mio maestro. Per un po' starò da voi.”.

 

“ Sarà un piacere averla con noi, signorino- disse cordiale il maggiordomo, prima che il suo sguardo si fece più preoccupato nel guardare qualcosa dietro il nuovo ospite- Ma la avviso che la situazione qui non sarà molto tranquilla.”.

 

“ Perchè?”.

 

La risposta arrivò dietro di lui. Sentendo un enorme rombo, Ventus si trovò per trovarsi davanti una grossa roccia sopra la quale due paperotti e una bambina della loro stessa specie giravano come forsennati.

 

I due maschietti erano quasi identici a parte l'acconciatura, tenuta in un ciuffo rialzato per quello al centro, e nei colori del vestiario, verde per uno e blu per l'altro. La ragazzina era invece vestita con una salopette rosa e aveva un caschetto di piume bianche chiuso da un fermaglio rosa. Sembrava la più entusiasta dei tre.

 

“ WALL!”, esclamò Battista, creando davanti a sé e Ventus una barriera a piastre trasparenti che respinse indietro il masso, pur senza ferire i bambini, che scesero per poi ingaggiare battaglia con altre tre figure apparse dall'estremità del parco.

 

“ Chi sono quelle pesti? Hanno classe.”, domandò l'impressionato custode guardando i nuovi arrivati, stavolta un ragazzo e due ragazze. Il primo era un altro papero quasi identico ai primi due, ma vestito in rosso con un berretto. Le altre erano rispettivamente una paperetta un po' più alta della media con una striscia argentata tra i capelli e una maglietta a strisce e una colibrì dalle piume viola e i capelli afro raccolti con un elastico.

 

“ I tre maschi sono i figli della signorina Della, che è purtroppo sparita lasciandoli alle cure del signor Paperino e del signor Paperone. Si chiamano Qui, Quo e Qua. Le bambine invece sono Gaia, la nipote della governante, e due sue amiche, Lena e Violet Sabrewing.”, gli rispose il maggiordomo mentre i sei contendenti, che si combattevano con un mix di incantesimi di base e proiettili sempre più frenetico, che stava quasi distruggendo il parco spedendo terra e fogliame dappertutto.

 

“ Quanto ci mettono a calmarsi in genere?”, domandò Ventus, che era tanto spaventato quanto affascinato da tale ferocia. Battista scosse il capo.

 

“ Mhh, oggi sono andati in pasticceria.Con tutto lo zucchero che avranno in corpo credo sia meglio non fare previsioni. E per di più miss Beackley sta facendo la spesa, non credo di riuscire a fermarli con le mie forze.”.

 

“ Allora dovrò fare io prima che disintegrino anche la stanza degli ospiti- sospirò il custode evocando la propria arma- Cambio forma, Vortice sacro!”.

 

Ventus lanciò il Kebylade a mezz'aria, dove si trasformò in una grossa croce verde decorata con quattro paia di ali negli angoli al centro. Seguendo un gesto del biondino, l'arma roteà ad alta velocità, scavando nel terreno fino a raggiungere i sei ragazzini, totalmente presi dal loro frenetico allenamento.

 

Dall'arma partirono alcuni fili di luce che avvolsero i contendenti, curvandosi e intrecciandosi fino a formare una gabbia rotonda. I bambini si ritrovarono stretti in quel reticolo di energia senza possibilità di uscirne per quanto ci provassero mentre la croce tornava nelle mani di Ventus nella sua forma naturale.

 

“ Grazie infinite, signorino.”, gli disse Battista con un enorme sorriso, lieto di non dover trascorrere un'intera serata a pulire come succedeva in quei casi. Ventus attirò a sé la gabbia e la sciolse con uno schiocco di dita, facendo cadere a terra i sei ragazzi con un urletto collettivo di dolore.

 

“ Ehi, chi cavolo sei tu?! E di che ti impicci?!”, domandò Lena, la più alta dei sei marmocchi, massaggiandosi irata il sedere.

 

“ Era un Keyblade quello?!”, domandò invece Gaia con occhi luccicanti, attaccandosi al bavero della camicia di Ventus, stupito da tale entusiasmo ed indietreggiando con un po' di imbarazzo prima di posare l'apprendista avventuriera a terra.

 

“ Sì, era il mio Keyblade. Comunque sono un amico di Della e del signor De Paperoni. Per qualche tempo starò qui, quindi è mio interesse che la casa resti in piedi- rispose con un largo sorriso un po' tronfio- sarà un piacere giocare con voi.”.

 

“ Un amico... di mamma? Ma avrai al massimo quindici anni. Come hai fatto a conoscerla?”, domandò il bambino in blu, Quo, con un tono molto speranzoso. Ventus si grattò la testa.

 

“ Quasi diciassette. E' una lunga storia. Se promettete di non mettermi un cuscino pernacchione sulla sedia o simili almeno per stasera vi dirò tutto.”.

 

“ Nessuna promessa.”, disse il bambino in verde, Qua, entrando assieme agli altri nella tenuta lasciando dietro di loro non poca sporcizia. Battista sbuffò e si mise a pulire.

 

“ Perchè erano così sorpresi che conoscessi Della?”, gli chiese Ventus dubbioso.

 

“ Anche la signorina è scomparsa purtroppo. Durante la guerra di Mandalore, poco dopo la nascita di Qui, Quo e Qua. L'abbiamo cercata inutilmente per più di due anni.”, spiegò triste il povero maggiordomo. L'espressione del custode divenne una maschera di pura sorpresa e rabbia.

 

“ Perchè Paperone.... Mhh, non avrà voluto farmi deprimere ancora di più- disse mettendosi una mano in faccia- diamine, non hanno mai conosciuto Della?”.

 

“ Il signor Paperino ha fatto del suo meglio per coprire anche il suo ruolo. E tutti abbiamo fatto in modo che non si sentissero mai soli.”.

 

“ Ne sono certo. Bene, allora ripagherò parte dei debiti che ho con lui facendo il bravo babysitter.”, sospirò lo spadaccino prima di entrare in casa, ansioso di vedere dove l'avrebbe portato il resto di quell'avventura.
                                                                                                                ******

Salve a tutti, spero che il capitolo sia di vostro gradimento e di non avervi fatto aspettare troppo. Sono stato fregato da quella cacchio di tesi( esami il 20, se i professori non mi fregano), ma spero di mostrarvi prima di fine anno almeno l'inizio del Flashback su Anakin e il vecchio clan Eclipse, che sarà raccontato da Ventus e Paperone. Mi auguro anche di aver ritratto  come si deve i bambini di casa De' Paperoni. Avevo intenzione di introdurli più tardi, ma non volevo perdere troppo tempo a descriverli. A presto.

Percival McLeah è l'antagonista di Bianca e Bernie nella terra dei canguri. Pre Visla è uno degli antagonisti di Clone Wars( sempre alleato di Maul) e Satine viene dalla stessa serie. Per Qui, Quo, Qua e Gaia uso sempre le versioni del reboot di Ducktales.

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Capitolo 10
*** Mazzo di chiavi ***


 

Dopo una lunga pausa di alcuni mesi, il Colosseo si era riaperto a Tebe per un nuovo torneo, ideato in quel periodo per permettere agli avventurieri più giovani per risaltare. E tanto per variare, Ercole e Phil avevano deciso di permettere l'uso delle evocazioni, normalmente vietato.

 

Sora, Grogu e Angela avevano ovviamente intenzione di partecipare ed erano riusciti a convincere Ercole, che però aveva dato a Sora una nuova spada, capace di trasformarsi in pistola, insistendo che non avrebbe potuto usare il keyblade. Una settimana dopo l'annuncio, quasi la metà della città e diversi turisti si recarono all'arena per assistere a tre bellissimi giorni di sfide, e avevano tutti il fiatone in attesa della finale .

 

“ Signore e signori, benvenuti a questa nuova giornata della Coppa pegaso!- cominciò Phil- siamo qui per ammirare le abilità di questi giovani il cui viaggio è ancora agli inizi.”.

 

La folla eruttò in applausi, diversi gruppi si alzarono mostrando gli striscioni dei loro favoriti. In aria volava il suddetto Pegaso, il fidato Spectrobe di Ercole, un meraviglioso cavallo alato dal manto bianco , percorso da piccoli simboli di luce celeste, lo stesso colore della sua criniera e delle sue ali, da cui partivano particelle di luce che alcuni bambini tentavano di afferrare con goffi balzi.

 

Dopo aver ricevuto anche la sua dose di applausi, Pegaso tornò accanto al suo compagno d'avventure ai fianchi dell'arena, in attesa di curare i combattenti della giornata. Ercole prese un largo respiro e si mise al centro del ring, indicandone entrambe i lati.

 

“ Ecco le ultime squadre, che hanno risalito la classifica lasciando dietro di sé tutte le altre. Ora finalmente scopriremo il vincitore, io in primis sono molto curioso e soprattutto fiero di entrambe. Squadra Heart …. contro squadra Veritas.”, disse il guerriero con tono roboante. Sora si fece avanti accanto a Grogu e Angela, tutti e tre avevano un equipaggiamento un po' aggiornato.

 

Grogu portava con sé un nuovo fucile e teneva sulle spalle un'ascia bipenne dai bordi violacei, mentre Angela indossava un'armatura da truppe d'assalto, oltre ad aver potenziato la sua chitarra.

 

Sora indossava un nuovo abito nero, ricoperto di cinture e fatto di un particolare tessuto resistente quasi a tutto, incluse alcune alterazioni di stato abbastanza comuni. Così corazzati erano riusciti a battere i loro avversari un round dopo l'altro, combattendo tra pioggie di incantesimi e applausi.

 

“ Sta attento, Sora. Yozora è molto furbo, ha diversi assi nella manica e avrà pensato ai tuoi... anche se al momento non ne hai.”, disse la Gargoyle al custode, che annuì.

 

“ Pensa solo a fare del tuo meglio. Io farò lo stesso.”, si raccomandò lui, ripensando a quanto successo il giorno prima che iniziasse il torneo.

 

*****

 

Quando Sora aveva scoperto che nel prossimo torneo sarebbero state permesse le evocazioni, sapeva che sarebbe dovuto correre al riparo. Insieme a Grogu si era recato nelle zone selvagge cercando Spectrobes e oggetti preziosi per un'intera mattinata. Dopo un'accurata carneficina con contorno di minerali e qualche arma persa da altri avventurieri, i due avevano portato il loro bottino a un tempio dopo l'altro, offrendolo alle varie evocazioni lì adorate nella speranza di ricevere la loro attenzione e formare un contratto con una di loro.

 

I risultati non furono quelli sperati dai due ragazzi.

 

“ Bene, con questo è confermato che sto sul cazzo anche ad Ade. Non che mi aspettassi altro da lui.”, sbuffò Sora uscendo da un tempio costruito in pura ossidiana e decorato con vari teschi. Era il quarto che avevano visitato in circa mezz'ora e come le precedenti tre non c'era stato nessun tipo di risposta.

 

Cosa alquanto strana, siccome i visitatori che mancavano di rispetto( cosa che Sora aveva fatto quando aveva perso la pazienza e aveva chiamato il signore dei morti uno scheletro ammuffito con problemi di personalità. Cosa che gli sarebbe valsa un bel rimprovero da parte di Ercole, una volta raccontatagli la cosa) tendevano a ricevere qualche punizione non letale, ma alquanto vistosa per dare una lezione a chi fosse tentato di fare lo stesso, come piccole palle di fuoco o pustole alquanto prurigginose.

 

Invece Sora era stato completamente ignorato, non aveva importanza cosa offrisse al dio in questione o quanto implorasse, nessuna risposta gli era stata concessa.

 

“ Carbuncle, Shiva, Jormundungar e Ade abbiamo già eliminato. In vena di un altro tentativo tu ti senti?”, domandò Grogu, intento a mangiare un pacco di rane arosiane bollite. Il giovane mandaloriano non aveva purtroppo intenzione di fare un patto con chiunque, siccome nella sua cultura solo i capi tribù o i loro consiglieri potevano avvalersi dell'aiuto degli dei, e comunque solo in situazioni di grande pericolo.

 

Sora avrebbe potuto chiedere ad Ercole di intercedere con Titano, l'evocazione con cui aveva stretto un patto molti anni prima, non era stato il primo dei suoi allievi a farlo. Ma il gladiatore aveva già fatto molto per lui e non voleva sentirsi ulteriormente in debito.

 

“ Sì, non abbiamo il tempo di allenare uno Spectrobe d'altronde, anche se ne trovassimo uno con cui scatta l'imprinting. Proverò con Ifrit, lui accetta praticamente chiunque come figlio.”, si augurò Sora, dirigendosi verso il santuario del signore del fuoco.

 

Il tempio di Ifrit era relativamente piccolo, ma incredibilmente colorato. Le colonne erano ricoperte da fiamme di ogni sfumatura possibile, e vari affreschi raffiguravano le lotte del dio contro nemici di ogni razza e dimensione. Talvolta era accompagnato dalla sua controparte e rivale, la dea del ghiaccio Shiva.

 

La statua dell'Esper lo ritraeva a grandezza naturale, circa sei metri e mezzo di puri muscoli verdastri distribuiti nelle possenti braccia strette attorno al petto e nelle gambe pelose da capra. Il suo unico indumento era un perizoma lacerato, mentre il volto ferino, ma gentile, mostrava due piccole zanne ben affilate. A concludere quella poderosa visione si trovavano due lunghissime corna, con uno spazio al centro per corti capelli viola.

 

Ifrit era un grande guerriero, in prima linea per difendere i deboli, ma anche una furia vivente simile a una supernova. Rappresentava la dualità del fuoco: una fonte di calore e protezione quanto una forza selvaggia e inarrestabile dipendentemente da chi lo adoperava.

 

Sora aveva accompagnato spesso sua nonna a pregarlo quand'era più piccolo affinchè continuasse a proteggere le isole. Ricordando come l'anziana donna era solita omaggiare Ifrit, Sora ne imitò i movimenti e unì le mani con riverenza prima di alzare la destra mentre si metteva in ginocchio a guardare la statua, gli occhi azzurri pieni di speranza.

 

“ Sommo signore delle fiamme, mi inchino davanti alla tua gloria e offro quanto io e il mio compagno abbiamo raccolto, sperando sia un degno dributo per te. In cambio ti prego di aiutarmi in battaglia quando mi sarà impossibile salvare me e i miei compagni da solo.”, disse il custode col suo tono più riverente.

 

Rimase lì per vari secondi, rivolgendo i propri pensieri alla statua tentando di raggiungere il lontano spirito di Ifriti, localizzato in chissà quale piano di realtà. Ma dopo quasi cinque minuti non era apparso nessun segno, neanche una fiammella era apparsa o qualsiasi altro segno della volontà dell'Eidolon.

 

“ Niente succede.”, sbuffò Grogu, mettendo una mano sulla spalla dell'amico e accompagnandolo fuori mentre questi rifletteva con le mani nelle tasche. Certo, le evocazioni erano volubili, ma mandavano sempre qualche segno. Almeno una fiammella avrebbe dovuto ricevere, o Ade avrebbe dovuto maledirlo quando l'aveva insultato. Che avesse qualcosa a che fare con l'essere un portatore di Keyblade? Ma Ercole non aveva detto niente a riguardo, quando quella mattina gli aveva detto che avrebbe cercato di fare un contratto.

 

Per di più, l'ultima volta che aveva fatto l'esame dei suoi midi chlorian, aveva scoperto che rispetto alla sua partenza da casa, si erano più che triplicati. Sarebbe dovuta essere una buona notizia, ma per qualche motivo lo rendeva ancora più inquieto.

 

“ Ah.... vendiamo quanto abbiamo raccolto, forse potremo comparci un po' di armi e armature come si deve. Speriamo in meglio.”, disse una volta fuori dal tempio, fissando incerto il sole di Olimpia.

 

*****

Sora deglutì nervoso. Era la sua prima esibizione davanti a milioni di persone, non contando i telespettatori. Doveva fare del proprio meglio per sé stesso e i propri compagni.

 

Yozora aveva l'aspetto di un pipistrello umanoide senz'ali dal pelo grigiastro, alto più o meno come Sora, e similmente a lui vestito con felpa e pantaloni ultra rinforzati.

La sua arma era invece una balestra dall'aspetto molto hi- tech.

Apparteneva agli Zygerrian, una razza di schiavisti, sebbene i loro affari fossero stati limitati non poco negli ultimi anni quando Vader aveva preso il controllo dei loro territori. Avrebbe combattuto assieme al suo Spectrobe, un piccolo ma rapido Rygazelle.

 

La creatura ricordava una fusione tra un lupo e una tigre dal manto blu con alcune strisce più scure. Su testa e dorso aveva una corta criniera di un azzurro brillante, come una saetta, e sulle spalle si trovavano lunghe escrescenze ossee capaci di muoversi per essere usate come armi taglienti.

 

“ Pronti... via!”, annunciò Ercole abbassando di netto il braccio.

 

Sora non perse tempo a sfoderare la propria spada e a buttarsi sull'avversario creando un rapidissimo scambiarsi di fendenti mentre il compagno di Yozora mostrava una rapidità incredibile nell'evitare l'ascia di Grogu e le canzoni di Angela.

 

La creatura si diresse appunto verso la Gargoyle, stringendola in un angolo affinchè non potesse suonare per potenziare i due amici, e le morse la chitarra nel tentativo di strapparla via.

 

“ Sei bravo....”, commentò Sora, enfatizzando il suo assalto contro Yozora, che si muoveva con estrema rapidità, schivando e contrattaccando ogni tanto con un coltello rosso e qualche freccia schivata di striscio.

 

“ Grazie, ma non ho ancora cominciato. Alito fedito!”, annunciò l'alieno, esalando una grossa boccata di gas verde che prese in pieno Sora e Grogu di striscio, sebbene stesse volando.

 

Gli incantesimi tessuti nel suo abito salvarono il custode dalla maggior parte delle tossine, ma si ritrovò non di meno a tossire non poco. Sarebbe stato meglio concludere in fretta.

 

“ Colpo disperato!”, esclamò facendo vibrare ad alta frequenza la sua spada e dando un forte colpo allo Zygerrian sul fianco, che si ritrovò un piccolo taglio prima di puntare la balestra al petto di Sora.

 

“ Triplo sparo!”, esclamò in contemporanea a Grogu, originando una raffica di proiettili di laser che quasi impedirono di vedere il duello. Lo stesso Sora rimase quasi abbagliato oltre che nuovamente ferito, incrociando più volte la spada contro Yozora assieme all'amico, per spingerlo contro un angolo.

 

“ Lessie!”, chiamò quando si ritrovò alle strette. Lo Spectrobe lupo, intento a evitare la chitarra di Angela, si ritrasse dallo scontro per saltare addosso a Sora con artigli avvolti da scariche elettriche. Grogu spinse appena in tempo l'amico per prendere l'attacco al posto suo, venendo protetto per la maggior parte dal Beskar, ma ritrovandosi a volare con le zanne dell'animale attorno all'elmo.

 

“ Tu e quella bestiaccia sia molto in sintonia.”, si complimentò Sora.

 

“ Grazie, è una questione di considerare te e il tuo Spectrobe come un'estensione l'uno dell'altro. Spero un giorno tu possa capire cosa intendo.”, spiegò Yozora, rimettendosi in posizione con balestra e coltello pronti a guizzare.

 

“ Blizzard!”, esclamò l'altro sparando una sfera di ghiaccio sull'avversario, che non si fece intimidire.

 

“ GIGAVOLT!”, gridò questi sparando dalla balestra un potentissimo fulmine azzurro. L'urto fu abbastanza da spingere lo spadaccino all'indietro, lasciandogli i sensi confusi dalla scarica elettrica ricevuta.

 

“ Ehi, Sora, Grogu. Avete bisogno forse di un po' di metal? Eccovelo! ", gli gridò dunque Angela mettendosi a suonare all'impazzata. La musica entrò nei centri nervosi dei due compagni, rafforzando i loro muscoli e i riflessi.

 

Il piccolo mandaloriano prese a combattere con più foga, riattivando la Trance che aveva utilizzato contro i Krawl. Avvolto dalla sua aura rossastra, si gettò col jetpack al massimo contro il lupo di Yozora, prendendolo dritto al ventre e portandolo verso l'altro in uno spettacolo di scintille e riflessi di pura Forza, mentre acciaio e zanne si scontravano sempre più velocemente.

 

Infine l'animale strinse la bocca attorno all'ascia di Grogu, che ne approfittò per far partire al massimo il proprio jetpack, roteando a tutta forza per poi schiantarsi a terra insieme all'avversario in uno spettacolare impatto, con la differenza che questi non aveva un'armatura in Beskar a proteggerlo.

 

 

Nel frattempo Sora e Yozora avevano continuato a combattere in un crescente vortice di fendente e frecce di energia. Il pipistrello umanoide faceva appello a tutta la sua agilità, apparendo alle spalle dell'avversario e cercando di prenderlo ai punti vitali. L'altro dal canto suo cercava di mantenere la propria posizione e rispondere come poteva con tecniche non meno accurate. Finalmente Sora riuscì a disarmare il rivale con un'azzardata mossa e si strinse nelle spalle, puntando la propria lama in avanti.

 

“ Stinger!”, annunciò spingendosi ad altissima velocità contro il torace di Yozora, trapassando parzialmente la cotta di maglia tenuta sotto i vestiti e procurandogli un taglio non da poco, che sperava fosse abbastanza a costringerlo alla resa. Ovviamente si sbagliava, il ragazzo restò in piedi e portò una mano alla ferita.

 

“ Vento bianco.”, disse dunque Yozora, circondandosi da linee di energia celurea che lo rinvigorirono e bloccarono il sangue. Sora riconobbe il tipo di incantesimo appena usato, studiato nei libri dedicati ai vari mostri .

 

“ Sei un mago blu, dunque?”, domandò stringendo la spada con più cautela. La classe da lui nominata era capace di copiare i poteri di Spectrobes o Krawl, vedendoli dal vivo o meglio ancora ricevendoli. Dipendentemente dalle altre classi con cui si ibridavano, potevano diventare a dir poco letali.

 

“ Sì, anche se tendo a usare i miei incantesimi come ultima risorsa. Tu me li hai fatti usare praticamente dall'inizio- disse ammirato il ragazzo, prima di alzare la mano- Matra magia!”, gridò , scagliando questa volta un piccolo stormo di missili azzurri. Arrivando da tutte le direzioni davanti a lui, Sora non potè che parare con la propria spada e venire spinto indietro di vari metri mentre l'arma si riduceva in frammenti.

 

Rimasto solo con le proprie mani, il ragazzo guardò rapidamente Ercole, facendo una muta richiesta. Il suo maestro annuì e il Custode evocò il proprio Keyblade con una certa sorpresa degli spettatori, mentre Angela ritornava a suonare con quanta foga aveva in corpo, avvolgendo il compagno con un'aura multicolore che assieme al suo Cambioforma avrebbe amplificato enormemente le sue forze.

 

Capendo di essere ormai sorpassato per capacità magiche e fisiche, Yozora decise di ricorrere al suo asso nella manica. Raccolse la Forza che gli rimaneva in corpo, materializzando tre sfere di energia.

 

 

 

“ La vista che lentamente svanisce, Last Black! L'eterno riposo alla fine del viaggio, Peace White! L'evanescente paradiso che tutti attende, Heaven Diamond!”, cantò rapidamente il Mago blu, facendo disperdere i tre globi in una lieve nebbia. La cortina si espanse per l'arena radente il terreno, accompagnata dal suono di una piccola campanella. Infine la nebbia si riunì per formare una grande figura nera coperta da un mantello. I tre avversari di Yozora lo riconobbero come Phantom, uno spirito che rappresentava l'accettazione della morte come parte integrante dell'esistenza, i cui punti forti erano il le magie spazio temporali e altre abilità atte a indebolire il nemico.

 

 

L'essere si portò istantaneamente alle spalle di Sora, colpendolo con una menata e avvolgendolo poi con rivoli di nebbia. Angela dovette scambiare la sua canzone di supporto con una serie di assolli volti a tempestare lo spettro con raffiche di acqua e vento. La materia nebbiosa che componeva Phantom tremolò a ogni colpo, allentando anche la sua presa su Sora. Indispettito, lo spirito contrattaccò con una sorta di vista laser diretta alla Gargoyle, che si alzò in volo tornando a contrattaccare.

 

“ Sora, a quel bestione tu pensa. Io Yozora tengo impegnato.”, disse Grogu al compagno, caricando nuova energia nella propria ascia mentre il mago blu scrocchiava il collo.

 

“ Mille aghi!”, esclamò Yozora, sparando una serie di spine di cactus che impattarono sulla corazza di Grogu, che si abbassò e si girò attorno all'avversario per colpirlo più volte col piatto dell'arma, riuscendo ad attivare nuovamente la sua Trance e colpire con potenza inaudita per il suo livello.

 

 

Intanto Sora e Angela continuavano a competere con Phantom, i cui raggi al plasma avevano messo a serio rischio ogni loro difesa. La gargoyle continuava a suonare per tempestarlo di attacchi magici. Il Custode dal canto suo approfittava di tutta i bonus datigli dal Cambio forma per colpire con forza e velocità. Per concludere in fretta lo scontro fece però l'errore di lanciare il Keyblade come aveva fatto col mostro sull'isola, ma stavoltà finì per mancare e Phantom gli fu addosso in un istante prima che potesse evocarlo di nuovo.

 

“ PROTECT!”, gridò formando con entrambe le mani una debole barriera arancione. Il suo controllo su quell'incantesimo era ancora instabile, ma grazie alla musica di Angela che lo caricava letteralmente di nuovo potere, riuscì a renderla abbastanza stabile per resistere all'assalto dello spettro, la cui figura si innalzò sullo scudo come l'emissario dell'oltretomba che era.

 

 

Sora strinse i denti e mise quanta energia gli rimaneva in quella barriera improvvisata. Desiderò di avere più potere, di avere qualcosa che gli permettesse di ferire quell'essere. Il potere di salvare i suoi amici quando li avrebbe trovati e proteggerli da qualsiasi minaccia.

 

 

“ Sono uno con la Forza, e la Forza è con me. Sono uno con la Forza e la Forza è con me...”, ripetè più volte, facendo affidamento più che mai ai suoi midi chlorian mentre il Protect cominciava a spaccarsi sotto la presa nebbiosa di Phantom.

 

La sua determinazione, o frustrazione, scavarono nel suo cuore fino a risvegliare qualcosa. Con suo stupore il Keyblade si illuminò, venendo sostituito da una nuova spada. L'impugnatura ricordava due colonne collegate tra esse, il portachiavi era una moneta con inciso un fulmine, di cui una intricata serie componeva la lama.

 

“ SALTO!”, esclamò il moro, librandosi a un'incredibile altezza prima di cadere sulla testa dello spirito con una formidabile botta. Phantom indietreggiò formando una sfera di oscurità tra le mani, ma prima che essa raggiungesse Sora, questi riuscì ad attivare il Cambio forma della sua nuova arma. Con una complessa trasformazione la spada assunse la forma di uno scudo bianco decorato da una saetta e percorso da quattro basamenti in stile greco con piccole decorazioni dorate. Con un ringhio e l'aiuto delle canzoni di Angela, che quasi si ruppe gola e chitarra a furia di suonare, riuscì a deflettere il proiettile nero verso terra. Il pubblico, inclusi i proprietari del colosseo, erano esterrefatti.

 

“ D- due diversi Keyblade?”, disse stupito Phil, mentre Sora sbatteva il suo scudo contro la faccia dell'essere in una pioggia di scintille elettriche, riuscendo quindi a spingerlo contro un angolo. Con grande sorpresa dei compagni e della folla, il nuovo Keyblade del giovane sparì per essere sostituito da un altro modello, verde e con un portachiavi a forma d'ali d'angelo.

 

Con un pensiero del ragazzo, la nuova lama si trasformò in una grossa croce ricoperta da un'aura di luce. Se il secondo Keyblade avesse scioccato la maggior parte dei presenti, questo fu un chiodo sulla sanità mentale di chiunque avesse un minimo di cultura su quelle armi leggendarie.


“ No, tre...”, sussurrò un Ercole incapace di comprendere oltre quella situazione.

 

 

*****

Ventus aveva molto apprezzato la sua breve residenza a casa de Paperoni. Sebbene aver scoperto che anche Della era scomparsa non fu meno doloroso della scoperta su Terra e Aqua, era stato più che lieto di conoscere i suoi figli e si era sforzato di raccontare quanto poteva sulla sua vecchia amica.

 

Il problema più grande di vivere lì però erano le battaglie per il telecomando dopo cena. Non vi era dubbio che Qui, Quo e Qua fossero i figli di Della e i nipoti di Paperino, ogni sera combattevano come indiavolati. Ma la sfida maggiore era Gaia, che faceva pieno affidamento sull'addestramento datole dalla nonna.

 

Ogni sera il giovane Jedi era dunque costretto a destreggiarsi tra trappole, imboscate e morsi da parte dei quattro paperetti( sei quando venivano anche Lena e Violet) per poterzi spaparanzare in pace sul divano e mettere un programma decente.

 

Quella sera la lotta fu particolarmente intensa, più di una volta si arrivò a distruggere uno dei cimeli di Paperone nonostante le protezioni di cui godevano. Ventus fu infine costretto a intrappolare di nuovo i ragazzi in una gabbia di luce e a lanciare loro un piccolo Stop per ogni evenienza.

 

Si sdraiò quindi sul bel divano in velluto e accese il televisore olografico, cominciando a fare zapping. Capitò sullo show di una certa Raven, che faceva oroscopi, su una puntata dei Muppet e su uno spettacolo musicale della Corte dei Miracoli, tenuta dal capo clan, il giullare Clopin.

 

Infine trovò la diretta di un match al colosseo di Olimpia. I contendenti erano un ragazzino umano dai capelli castani e uno Zygerryan, al cui comando si trovava Phantom. Riconobbe subito che lo scudo usato dal primo era un Keyblade nel suo Cambio forma, ma quando lo vide sparire per lasciare spazio a un'altro Keyblade, sputò tutta la bevanda che aveva preso.

 

“ Ventus, ma quello è il tuo Keyblade.”, osservò Qua.

 

“ Non solo, ne ha usati due. Per quanto ne so è un'abilità rarissima.”, aggiunse Gaia, i cui occhi erano incollati allo schermo olografico.

 

“ Infatti. Ma anche così non dovrebbe avere il mio Keyblade. Significa che è il ragazzo che stiamo cercando.”, affermò Ventus, fiondandosi nel corridoio.

 

“ Dove vai?”.

 

“ Ad avvertire vostro zio. Dovevamo aspettarci che Topolino avrebbe mandato il ragazzo da Ercole, nessun'altro avrebbe potuto proteggerlo così.”, rispose rapidamento il biondino, sapendo che molti altri avrebbero visto quel video a breve. Diversi di loro non dalla loro parte.

 

 

 

 

*****

Con un rapido movimento, Sora roteò la sua nuova arma e la lanciò contro l'Esper. La croce si trasformò a mezz'aria in un abbagliante lampo di luce che bloccò la vista di Yozora e degli spettatori più sensibili. Quando fu nuovamente possibile vedere, tuti videro che Phantom era stato tagliato in più parti, ognuna che emanava un bagliore incredibilmente intenso dalle ferite.

 

Come sempre quando veniva sconfitto, l'avatar di Phantom sparì rilasciando un senso di assoluta pace che si diffuse per l'intera arena. Anche il suo evocatore ne fu influenzato. Yozora chiuse gli occhi e chiamò a se il compagno, riponendo le armi.

 

“ Mi arrendo.”, disse dunque il mago blu, indicando Sora come legittimo vincitore. Questi fu sul punto di fargli i suoi complimenti per l'entusiasmante scontro, ma si ritrovò la spalla presa da Ercole.

 

“ Dichiaro vincitore la squadra Heart. I miei complimenti a tutti i partecipanti del torneo e un grazie a voi spettatori. Auguro a tutti voi un magnifico spettacolo e buona fortuna a tutti i partecipanti.”, disse sbrigativo il gladiatore prima di trascinare istantaneamente Sora nel proprio camerino, lasciando sbighottiti gli spettatori e gli amici dello spadaccino.

 

“ Sora, ma ti rendi conto di cosa è successo?”, domandò l'uomo al suo allievo dopo aver chiuso la porta a chiave ed essersi assicurato che nessuno ascoltasse.

 

“ Qualcosa di fantastico... no?”, disse debolmente Sora, il cui sguardo era più confuso che mai, ancora euforico com'era per l'improvvisa vittoria. Ercole sospirò, poggiando un braccio sul frigo dove teneva le sue bibite energetiche.

 

“ Sì, è qualcosa di davvero fantastico, anzi, miracoloso. Finora un jedi ha usato al massimo due keyblade. E anche in quel caso è un'abilità rarissima, gli unici che credo siano capaci di farlo oggi sono Vader e una sua allieva. Ma nessuno ne ha mai evocati tre... assumendo quello sia il tuo limite.”.

 

“ Pensi possa usarne anche altri?”, chiese, pensando alla possibilità di evocare allo stesso tempo una vera e propria tempesta di lame da scagliare contro i suoi avversari. Anche alcuni dei suoi idoli avrebbero avuti problemi a difendersi a essa, una volta perfezionata.

 

“ Non so. Come ti ho detto sono in molti a sapere dei Keyblade, ma le leggende sui loro utilizzatori sanno essere incredibilmente confuse. Specie quelle precedenti alla scomparsa della Repubblica. In ogni caso ragazzo mio, miliardi di persone hanno appena visto il tuo incontro e molti altri miliardi lo vedranno a breve via streaming. Parecchi verranno qui per chiederti di unirti a loro. Farò del mio meglio per proteggerti, ma preparati.”.

 

“... Grazie, maestro. Spero di poterla ripagare un giorno.”, disse commosso il custode del Keyblade.

 

“ Non pensarci neanche, è il mio dovere. Noi avventurieri non siamo semplicemente mercenari e drogati d'adrenalina. Siamo coloro che guidano la galassia nella sua prossima evoluzione, che servono da esempio per ogni generazione, un peso che un giorno cadrà anche alle tue spalle. Passando ad argomenti più allegri, ecco il tuo premio intanto.”, disse il gladiatore prendendo una grossa coppa su cui era raffigurato Pegaso.

All'interno si trovavano almeno duemila munny, un paio di accessori e un boomerang dall'aria molto tagliente.

 

A cena il custode raccontò ai due compagni di squadra quanto detto da Ercole e chiamò di nuovo i propri genitori, dicendo loro di aver vinto uno scontro importante senza dilungarsi troppo.

 

Prima di dormire, ignorando il russare degli altri allievi, Sora pensò a quanto successo negli ultimi mesi, dall'attacco alla scoperta di questo nuovo potere. Immaginò i suoi genitori, probabilmente ancora spaventati per lui, e i suoi amici, due dei quali dispersi chissà dove.

 

' Non ti deluderò. Non deluderò nessuno di voi.', si disse mentalmente prima di abbandonarsi al mondo dei sogni.

                                                                                                                 *****

Altro scontro che mi ha dato una manciata di problemi nello strutturarlo. Forse avrei dovuto evitare di mettere Angela in squadra coi ragazzi, visto che non fa poi molto. Finalmente scopriamo dunque il motivo per il quale Sora è tanto ricercato, spero che sembri abbastanza sensata, nel prossimo capitolo vedremo le conseguenze che avrà per la sua carriera come avventuriero.                                                                                                                                                                                                                  
Yozora( proveniente da Kingdom Hearts 3, prima come protagonista di un finto trailer e poi come super boss nel vero finale del gioco)
Razza:Zygerrian ( provenienti da Clone Wars, dove sono gli antagonisti di una mini saga)
Classe: Mago blu, tiratore e ladro
Punteggio midi chlorian: 2870
Allenza: Ercole, sè stesso e il proprio spectrobe, dotato di alcune abilità a base di fulmine e ghiaccio. Ha stretto un contratto con Phantom( Eidolon/esper/ come lo volete chiamare da Final Fantasy 6)
Stile di combattimento: Agilissimo combattente, che si infila senza problemi nella guardia avversaria in cordinazione col suo partner. Utilizza un vasto arsenale di magie blu o evoca Phantom quando messo alle strette.
Poooooi, riguardo gli 'stili' e trasformazioni che ho citato nei precedenti capitoli, se non si fosse capito sono quelli da Birth By Sleep. Lì come qua consistono nell'utilizzatore che si stracarica di energia( elementale e non) per utilizzare nuove potenti mosse. Ho deciso di cambiare il nome in Trance, che sarebbero invece le trasformazioni in Final Fantasy 9 e sarebbero usate per lo più da personaggi che non usano il Keyblade. Oltre a queste potrebbero apparire le unioni- D, con cui si usano tecniche di personaggi con cui si possiede un certo legame, e ovviamente ci sono i Limiti dai vari giochi. A presto, per qualsiasi chiarimento chiedete pure.

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Capitolo 11
*** Contesa ***


Come previsto da Ercole, il colosseo fu rapidamente preso d'assalto dagli esponenti di moltissimi clan. Decine, forse addirittura centinaia di avventurieri, diversi per fama e razza, si erano radunati a Olimpia pretendendo di fare una proposta a Sora.

 

Non appena il ragazzo aveva osato uscire dal colosseo si era trovato sommerso da ogni genere d'offerte, che variavano da una semplice somma oscena di munny, l'essere addestrato da interi gruppi di avventurieri del più alto rango, al diventare addirittura un capo clan una volta guadagnata sufficiente esperienza.

 

Sora era comunque troppo confuso per formare una risposta coerente a quell'enorme folla, quindi Ercole venne subito in suo soccorso da bravo maestro. Un potente fulmine partì dalla porta del colosseo per raggiungere il cielo e zittire la forza con un rombo che nulla aveva da invidiare ai motori delle migliori astronavi. Ercole uscì pervaso da altri saette di vario colore lungo tutto il corpo.

 

“ Signori. Vedo qui davanti a me la cremè de la cremè di questa galassia. Sono più che onorato di chiamare molti di voi miei amici, e non pochi sono stati da me addestrati. E questo rende il vostro comportamento ancora più vergognoso ai miei occhi. Tutto questo putiferio per un solo ragazzo che capisce a malapena cosa sta succedendo?”, disse il guerriero camminando davanti alla folla, nella voce e negli occhi un'inimitabile nota di rimprovero, enfatizzati dal suo piccolo spettacolo pirotecnico. Alcuni dei presenti si strinsero nelle spalle dalla vergogna.

 

“ Intendi tenerlo qui per sempre?”, si lamentò un grosso drago umanoide, scatenando un'altra serie di lamentele da parte dei presenti, rapidamente fermata da un nuovo fulmine, ben più rumoroso e grande. Ercole puntò quindi un dito a chi aveva appena parlato, avvolgendo la falange con altre scintille scintille elettriche prima di rivolgerla al cielo.

 

“ No, è vostro diritto farli una proposta di qualsiasi genere. Ma questo è comunque il mio territorio, e lo farete alle mie regole. Si terrà un torneo. Il vincitore potrò parlare per primo con Sora.”, stabilì con voce stentorea e irremovibile.

 

*****

 

La maggior parte dei primi scontri si erano consumati in fretta, gli avventurieri più potenti avevano fatto un lavoro rapido coi loro colleghi meno esperti prima di dare il via a spettacolari seppur brevi scontri di massa, i cui vincitori si misero quindi a duellare a turni. Se paragonata alle solite competizioni, il tifo era ridotto al minimo, al massimo un paio di avventurieri incoraggiavano gli amici appartenenti ad altri clan.

 

Tra i tanti emissari mandati a parlare con Sora, c'era Cloud Strife degli Avalanche. Era un guerriero molto muscoloso con capelli biondi sparati in aria e vestito con un lungo abito nero. Sulla schiena teneva un'enorme spada dalla lama ricurva, divisa da alcuni segmenti. Lo spadaccino osservava ora Sora ora l'arena con un'espressione indecifrabile, mangiando ogni tanto il bento preparatogli dai compagni.

 

“ Che ne pensi, Cloud?”, chiese una voce sopra di lui. Il responsabile era un uomo della stessa età di Cloud, con capelli neri più corti, vestito con un cappotto pesante e che alla vita teneva una spada con un'elsa simile al manico di una pistola. Si chiamava Squall Leonhart, tra gli assi del Clan Garden. Lui e Cloud erano.... beh, amici per quanto potessero esserlo due delle persone più taciturne e schive della galassia.

 

“ Sul ragazzino con tanti Keyblade? Mah, ha un'abilità interessante, ma non lo rende certo un dio. Il tutto dipende da come si allenerà.”, sbuffò il biondino, stringendo le braccia al petto mentre buttava ancora gli occhi sul fascio di nervi per cui tutti si erano radunati lì.

 

“ Per ora. Con sufficiente esperienza? Potrebbe essere il nuovo Vader.”, commentò Squall, seppur con una certa cautela. Più di una manciata dei presenti era stata addestrata o salvata dal potentissimo Custode o in alternativa era stata in passato parte del Clan Eclipse, lasciandolo per un motivo o per l'altro. Avrebbero potuto non apprezzare un tale affronto al loro precedente signore.

 

“ Non esageriamo. Anakin Skywalker è diventato quello che è non grazie al Keyblade, ma grazie a tutte le sue gesta e all'affinamento delle sue abilità che continua ancora oggi. Non basta saper usare parecchi Keyblade per pareggiarlo.”, contrabbattè l'Avalanche, che aveva incontrato da bambino il capo degli Eclipse, prima ancora che cominciasse a indossare la maschera.

 

All'epoca aveva protetto la sua città, Midgar, con l'aiuto della moglie Padmè e della discepola Ahsoka Tano, la prima a finire sotto la sua ala. Cominciò ad allenarsi prendendo ad esempio lo stile del leggendario guerriero, prima di creare uno stile tutto suo e unirsi al Clan Avalanche, che pochi anni dopo subì una tragedia non troppo diversa da quella che gli Eclipse soffrirono anni prima, perdendo una buona parte dei Custodi reclutati con così tanta difficoltà.

 

 

 

“ E su questo concordo. Ma resta comunque un boccone irrinunciabile per ogni clan. Ormai possiamo solo vedere come si evolve la situazione. A proposito.... notizie da Lui?”, chiese casualmente Squall, riferendosi al responsabile della suddetta tragedia. Il viso di Cloud si incupì ancora di più nel pensare al suddetto Lui.

 

“ Crediamo che Malefica gli abbia fatto un'offerta. E a essere onesti Barret vuole reclutare questo Sora anche perchè ci permetta di sconfiggerlo una volta per tutte.”, disse incrociando le braccia, nascondendo le dita strette fin quasi a far scrocchiare le ossa.

 

' Sephirot... la resa dei conti è vicina.', pensò col viso scosso dall'ira.

 

*****

L'improvvisata competizione arrivò rapidamente alle finali, che videro come contendenti Alice Liddel, del clan Madness, e lo stesso Cloud.

 

La prima era una paladina dai lunghi capelli biondi, vestita con un'armatura argentata e armata con la lama Vorpal, una lunga spada decorata da gemme azzurre lungo tutta la lama. Oltre a essere una dei più famosi combattenti del proprio clan, ne amministrava anche le finanze ed era responsabile di quasi tutti i loro affari più importanti. Qualcuno l'aveva paragonata a un giovane Paperon de' Paperoni, con cui di sicuro condivideva l'ambizione.

 

“ Ora capisco perchè Paperino ha insistito tanto sulla sicurezza. Si aspettava succedesse qualcosa del genere.”, commentò Sora, intento a sgranocchiare rane fritte insieme a Grogu e Angela, mentre osservavano il duello dei due spadaccini. Lo stile di Alice era ben più tecnico e preciso, volto a cercare ogni buco nella guardia di Cloud e rendere la propria quasi impenetrabile, mentre l'altro proseguiva imperterrito da un assalto che sembrava simile a un inarrestabile turbine mentre continuava a smontare il suo spadone in altre lame di varie forme e dimensioni, mescolando impressionanti tecniche di spada in continuo mutamento a volte alternate con le proprie abilità magiche.

 

I due guerrieri proseguirono per quelle che sembravano ore tra stoccate, parate, incantesimi e sporchi trucchi che non avrebbero mai passato probabilmente la censura. Finalmente Cloud, avvolgendo la sua Buster Sword con un potente alone dorato, spinse Alice in un angolo ed eseguì una serie di tre fendenti, ognuno dei quali disegnò nell'aria un ideogramma luminoso che colpì la ragazza prima di diventare innumerevoli frammenti che si dispersero in aria.

 

La forza di quella devastante tecnica riverberò fino ai posti degli spettatori e Sora fu certo che l'armatura della paladina fosse stata distrutta lasciandola senza difese. Eppure, contro tutte le aspettative, lei si rialzò aiutandosi con la propria spada, riservando a Cloud uno sguardo che sembrava contenere una luce maligna.

 

“ Alice, per favore, arrenditi. Non voglio farti del male più di quanto sia necessario.”., disse il guerriero, tenendo comunque la sua arma in posizione di guardia, conscio che la bionda guerriera non era tipa da gettare la spugna. Avrebbe di sicuro cercato di farlo sudare ancora un pò

 

Alice gli rivolse un sorriso tronfio e prese la Vorpal con entrambi le mani, rilassando i propri midi- chlorian prima di canalizzarvi dentro una forza spaventosa.

 

“ Per favore, Cloud... non rubarmi le battute.”, disse venendo avvolta da una potentissima aura bianca e nera. Sora e Grogu sentirono un brivido scorrere lungo la spina dorsale mentre la corazza di Alice veniva sostituita da una veste azzurra e un grembiule sporco di sangue, coi suoi capelli che cominciarono ad agitarsi scurendosi lentamente, rassomigliando un groviglio di rovi in continuo movimento. La stessa Vorpal cambiò, diventando una mannaia mentre Cloud indietreggiava, la volontà di combattere sostituito da un terrore quasi ancestrale.

 

“ Ahia, non mi aspettavo andasse così oltre.”., commentò Ercole, seduto dietro i due protetti, l'espressione giusto lievemente preoccupata.

 

“ Ma che roba è... una sorta di modalità Berserk?”, chiese stupito Sora. Neanche l'Uragano di sangue usato da Grogu emanava un simile istinto omicida. Quello che avvertiva da Alice era un puro desiderio di uccidere e torturare chiunque le parasse davanti, accompagnato da una completa non curanza per la propria vita.

 

“ Una variante. Invece di basarsi sulla rabbia e sulla pura forza bruta, quest'abilità trae forza dal dolore di Alice e la sua capacità di infliggerlo. Per fortuna dei suoi avversari, diventa anche un cannone di vetro, quindi la usa solo come ultima risorsa.”, spiegò Ercole, che aveva aiutato un tempo Alice a controllare quella spaventosa abilità.

 

“Specie con uno come Cloud, che ha una forza d'attacco mostruosa, ma è anche molto stanco per ora. Si sta giocando tutto.”, capì Sora, tornando ad analizzare con occhi avidi quel frenetico scambio di colpi sempre più feroci.

 

“ Se spaventato a morte io non fossi, sul suo ciclo una battuta farei.” , commentò Grogu prendendo l'ennesima rana e guardando la tempesta di colpi che la paladina era diventata. Persino Cloud aveva problemi a resistere, e spinto in un angolo dovette evocare un Protect, che gli permette di riprendere un po' di spazio, seppur con estrema difficoltà. La sua avversaria rise sinistra, strisciando la propria mannaia sul terreno, accumulandovi altra energia nera e rossa.

 

 

“ SHOCK ABISSALE!”, esclamò alzando la spada al cielo e creando un cerchio di quell'inquietante luce attorno a Cloud. Stavolta lo spadaccino non potè fare niente se non gridare mentre veniva avvolto da quell'inferno di rosso e nero, venendo scagliato in aria con un terribile boato. Gli spettatori fissarono con un senso di terrore il suo corpo che tornava molle a terra, bruciato in più parti. Lo sfortunato guerriero ringhiò nel tentativo di rimettersi in piedi, ma potè solo buttare il capo a terra e svenire mentre arrivava Phil a prestargli i primi soccorsi.

 

“ Dichiaro vincitrice Alice Liddel, del clan Madness. Sora, vieni a darle il suo premio.”, dichiarò grave il satiro, posando le mani sul petto di Cloud per avvolgerlo con una forte luce guaritrice, prima di porsi come appoggio per accompagnarlo in infermeria.

 

Quello poneva fine al torneo. Il clan Madness sarebbe stato il primo a fare una vera offerta a Sora, e gli altri avrebbero seguito in un ordine stabilito successivamente, in base alla risposta del Custode.

 

Questi sospirò e scese nel ring, accompagnato da una pacca degli amici, mentre Alice riprendeva il suo solito aspetto, ansimando non poco.

 

“ Una faticaccia, ma ne è valsa la pena- disse la paladina, girandosi verso il Custode- domando scusa per lo spettacolo, ragazzo. Ma c'è un motivo per cui ci chiamiamo Madness. Comunque, se ti unisci a noi qualsiasi cosa chiedi è tua. Pozioni, armature, astronavi, Spectrobes...”, cominciò a elencare la paladina, con tono sempre più entusiasta sebbene Sora non la stesse davvero ascoltando, preso come sempre dai cambiamenti troppo rapidi nella sua vita.

 

 

 

“ Un momento. Vorrei discutere anch'io col ragazzo.”, disse improvvisamente una voce, bloccando la discussione. Nello scoprire chi era appena arrivato, la mascella di tutti i presenti toccò terra. All'entrata del colosseo si trovava Paperone, accompagnato dai nipoti, Gaia, le sorelle Sabreving e un ragazzo di poco più grande di Sora con un muso da cane, lunghe orecchie nere penzolanti e un paio importante di denti, con addosso un kimono da karate.

 

“ P- paperone?”, balbettò Ercole, mentre tra gli spalti si diffuse un ininterrotto bisbigliare. In molti si aspettavano che anche il clan Disney avrebbe mandato qualcuno, ma non si aspettavano quello che era forse l'avventuriero per eccellenza.

 

“ E'.... è un onore avervi qui.”, disse Alice, porgendo un lieve inchino al papero umanoide, che le diede un rispettoso cenno prima di togliersi la tuba e avvicinarsi a Sora, gesto che non venne contestato da nessuno. E se anche avessero provato a combatterlo d'altronde che avrebbero ricavato? Solo una marea di sberle e forse qualche consiglio da quel leggendario combattente.

 

Il capo finanza dei Disney si diresse dunque da un Sora che cercava di formare due parole di seguito, la faccia una maschera di venerazione pura per quel pilastro della galassia.

 

“ Sora, è un vero piacere conoscerti- disse dunque Paperone, fermandosi davanti allo spadaccino col bastone piantato per terra- Come tutti qui, sono venuto per chiederti di unirti al mio clan. Ma non ti offro soldi, materiali, posizioni o altro. Quello che ti posso dare sono risposte.”.

 

Sora fece fatica per qualche altro secondo a parlare, riuscendoci solo quando una schitarrata, cortese regalo di Angela, scosse l'intero stadio.

 

“ Sto cercando risposte da quando ho ottenuto il Keyblade. Darei di tutto per averle.”, disse più rapido che potè prima di crollare per la mera presenza di Paperone, che annuì.

 

“ Allora vieni sulla Terra e unisciti al clan Disney. Lì si trova un altro Custode che sarà più che felice di rivelarti qualsiasi segreto si nasconda dietro gli eventi degli ultimi mesi . Tu non puoi saperlo, ma ti conosce da molto tempo. Accetti?”, chiese con un largo sorriso.

 

 

Ovviamente Sora accettò. In poche ore lui, Grogu e Angela fecero i loro bagagli e si diressero assieme al gruppo di Paperone all'aeroporto, dov'era arrivato col vascello cosmico R.S. Legacy, su cui a sua volta era stata anche caricata la navicella di Grogu. Dal canto suo l'ex capo clan aveva sperato di ricevere informazioni su Paperino e i suoi compagni, ma Ercole non aveva potuto dirgli molto più di quanto aveva riferito all'allievo mesi prima. I suoi nipoti e Max, il figlio di Pippo venuto con loro sperando in notizie sul padre, erano più sconfortati che mai.

 

Fil, Megara ed Ercole assieme ad alcuni degli allievi più vicini vennero ovviamente a salutarli. I due allenatori si raccomandarono ai tre amici di non smettere mai di allenarsi e diedero molti altri consigli, finchè a Sora non sembrò di sentire i suoi genitori.

 

“ Sora, prima che tu vada ho un regalo per te.”, disse Megara a fine discorso, premendo un pulsante sul suo prizmod col risultato di far apparire davanti a Sora un piccolo flusso di dadi che si materializzò infine in una piccola culla volante. Sora guardò l'interno della culla, assumendo un'espressione sorpresa.

 

“ Un elefantino?”, chiese un po' incerto.

 

Nella culla stava infatti dormendo un piccolo cucciolo di elefante con orecchie enormi e diversi simboli a decorare la sua pelle grigiastra, cosa comune per molti Spectrobes. La proboscite era chiusa attorno a un piccolo sonaglio, facendo sciogliere Angela, Gaia e le sue amiche alla sola vista. Megara gli carezzò la testa e cominciò a raccontare.

 

“ Ieri mi ero recata al canyon di Micene per prendere alcune erbe particolari, e ho trovato un'elefantessa che stava lottando disperatamente con alcuni sciacalli. Non ho fatto in tempo a salvarla, ma sono riuscita ad allontanare quelle bestiacce dal batuffolino. L'ho portato qui sperando che si legasse a te. Ti servirà tutto l'aiuto possibile ora.”, raccontò dolce chinandosi davanti al novello avventuriero.

 

Il piccolo Spectrobe si svegliò con un enorme sbadiglio, rivolgendo i suoi occhioni blu verso Sora. Meg passò a Sora un ciuccio e lui lo abbassò con cautela al cucciolo sotto lo sguardo incoraggiante di Ercole.

 

La sua proboscide si avvolse alla mano di Sora, che sentì un misterioso calore scorrergli nel corpo, originato dai suoi midi chlorian e da quelli del piccolo. Sapeva che il loro legame era stato sancito e gli carezzò la testolina grigia, sentendosi finalmente meno solo, accompagnato ora da un'anima a lui vicina.

 

“ Penso lo chiamerò... Dumbo.”.

                                                                                                     *******
Ercole
Razza: Umana
Classe: Gladiatore, guerriero, monaco, parzialmente mago nero( ma solo per le magie basate sul fulmine)
Lealtà: Sè stesso, i propri allievi e chiunque si guadagni il suo rispetto.
Livello Midi chlorian: 40.000


Ok, chi si aspettava di vedere Dumbo come Spectrobe di Sora? Almeno qualche altra citazione al primo gioco dovevo farla, pur essendo questo un lavoro inteso per stravolgere la lore. Spero che le brevi discussioni e il duello siano stati di vostro gusto. All'inizio avevo pensato di fare un capitolo separato dove Paperone avrebbe parlato con Ercole e i suoi accompagnatori avrebbero avuto uno sparring con Sora e compagni. Dal prossimo capitolo, dopo un'altra dura battaglia, comincierà il Flashback sulla guerra dei Diafani e gli eventi immediatamente successivi. Consigli apprezzatissimi. A presto.

Cloud e Squall sono i protagonisti rispettivamente di FF7 e 8.
Max è il figlio di Pippo nella serie animata a loro dedicati e nei film tratti da essa( se le recensioni non cominciano con ' GOOFY FUCKS?!', mi riterrò estremamente deluso)
Per Alice ho utilizzato la versione dei film di Burton con qualche elemento dalla serie di videogiochi American Mcgee's Alice.
La R.S.Legacy è il vascello de 'Il pianeta del tesoro'.

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Capitolo 12
*** La regina dei draghi ***


 

Mandalore era un nome che si poteva ascoltare in quasi il 30% dei poemi epici di tutta la galassia, nel bene o nel male. Su quel pianeta, tanto simile alla Terra nonostante la maggioranza di zone aride e l'atmosfera dal colore grigiastro, era nata la cultura guerriera più famosa degli ultimi diecimila anni, che era giunta nel corso di quel periodo a inglobare un gran numero di razze campagna dopo campagna. Anche allora molti dei migliori guerrieri mandaloriani costituivano la spina dorsale di diversi clan, dove non era raro ottennero posizioni d'alto rango.

 

E quel giorno uno dei suoi più famosi e potenti figli stava per tornare a casa. Rex teneva le braccia incrociate, ritto accanto alla sedia di comando dell'Executor, l'astronave di classe Dreadnought utilizzato generalmente da Vader per muoversi da un pianeta all'altro o per ingaggiare i nemici del clan in spettacolari scontri siderali.

 

Il guerriero sembrava particolarmente nervoso per qualche motivo, sebbene a un osservatore più attento sarebbe semplicemento apparso come lucidamente freddo, in maniera non molto diversa dal suo signore.

 

“Stiamo per atterrare su Mandalore, mio signore. La duchessa Freya la aspetta già allo spazioporto.", disse la piatta voce di Thrawn, primo suono a interrompere il silenzio della plancia da diverse ore, se si escludevano i rumori dei sistemi. Vader era stato seduto per tutto il tempo alla poltrona del comandante accanto al suo vide ed R-2, la mano sulla sua maschera mentre teneva gli occhi fissi sulle stelle, perso in chissà quali pensieri. A sentire l'annuncio del suo luogotenente, si alzò con calma in piedi stringendo il suo mantello.

 

" Riferisci che io, R-2 e Rex saremo i soli a scendere, e che una volta conclusa la nostra discussione lasceremo il pianeta.", ordinò secco il Sith, prima di allontanarsi col sovramenzionato vice per dirigersi alla rampa. Thrawn fu quasi sconcertato dall'atteggiamento del suo capo clan: Lord Vader era solito esigere che un compito venisse sbrigato nel minor tempo possibile e soprattutto con la massima competenza, ma quella fretta era alquanto strana persino per lui. Durante la guerra civile di Mandalore, istigata dalla Death Watch e dal nascente cartello criminale di Maul, il clan Eclipse era stato l'ago della bilancia che aveva permesso alle forze di Freya di vincere e far tornare l'ordine.

 

Era stata l'occasione in cui la galassia aveva scoperto che menomato o no, Anakin Skywalker restava comunque il guerriero che aveva ucciso Cornelius e che non avrebbe permesso a nessuno di strappargli via quel primato. Civili e soldati lo rispettavano immensamente, così come la duchessa, quindi perchè trattava questa visita come una tale seccatura?

 

" Curioso sul perchè il nostro amato capo sia così sbrigativo, vero?", domandò Shan Yu, intento a lucidare la propria spada. L'ammiraglio dalla pelle blu annuì.

 

" Dovessi fare una supposizione, direi che ha a che fare sull'incontro che ebbe con Freya subito dopo la guerra. E di cui Rex evita sempre e comunque di parlare- rispose Thrawn, stringendo pensoso le dita guantate- tu eri lì con loro, se non ricordo male. Puoi chiarirmi questo dubbio?".

 

" Sì, sarà un buon modo per passare il tempo – affermò il generale, ordinando del caffè a uno dei sotto ufficiali e sedendosi davanti all'amico- Come sai, la Death Watch fu schiacciata una volta per tutte dalle nostre forze quando Freya sconfisse Maul in duello ed evocò il pieno potere della Dark Saber per disperdere il suo esercito. Dopodichè, mentre i festeggiamenti imperversavano nella capitale, si diresse alle tombe di Sabine e Bo- Katan..."

 

10 anni prima, poco dopo la fine della guerra di Mandalore

 

Freya, scortata dal fido Boba, aveva passato quasi due ore a parlare alle tombe delle sue sorelle mentre attorno alla cattedrale in cui si trovavano continuavano a infiammarsi i festeggiamenti per la vittoria.

 

L'appena nominata duchessa era una burnesiana, una razza di uomini ratto, alcuni dei quali erano rimasti affascinati dai costumi mandaloriani al loro primo incontro. Paragonati ad altre specie di roditori umanoidi, i burnesiani erano molto più alti e longinei, possedevano un muso più affilato e una pelliccia azzurra, oltre a gambe dotate di due giunture che li rendeva degli abilissimi saltatori. Non a caso Freya, una volta raggiunti i requisiti, aveva padroneggiato come pochi altri la classe dei dragoni( o draghieri).

 

Boba appariva invece come il perfetto guerriero mandaloriano. Era ammantato da una splendida armatura verde smeraldo, l'elmo non lasciava scoperto niente, anche gli occhi erano appena visibili dietro la visiera. Teneva in mano un pesantissimo fucile fatto con ossa di Spectrobe e alcuni rari metalli, dietro la schiena il fidato jetpack. Appariva come una statua d'altri templi mentre fungeva da guardia del corpo alla sua duchessa, con cui condivideva il rimpianto.

 

 

 

La draghiera aveva guardato fin da piccola alla grazia e all'intelligenza di Sabine, e non desiderava altro che riuscire ad onorarla col suo appena iniziato governo. Per Bo- katan... poteva semplicemente sperare che ovunque fosse i loro dei l'avrebbero perdonata per il ruolo avuto in quel sanguinoso conflitto e per aver tradito i loro legami di sangue. Non di meno aveva ammirato lo spirito determinato della sorella di mezzo e aveva giurato di combattere col suo stesso ardore se un altro pericolo avesse toccato il loro pianeta natale. Quando la nuova Duchessa fu sul punto di alzarsi e ritornare ai festeggiamenti che aveva lasciato, un suono di passi felpati rivelò a lei e alla propria guardia del corpo la presenza di Darth Vader, accompagnato a sua volta da Rex e Shan- Yu.

 

" Domando scusa per disturbare il vostro cordoglio, mia signora, ma avevo bisogno di parlare con voi riguardo il mio compenso. Intendevo chiedere un extra che spero non pesi troppo sulle vostre spalle.", cominciò il portatore di Keyblade, con un tono cortese ma estremamente autoritario, lo stesso che riservava ai propri uomini nei suoi momenti più calmi.

 

" Nessun disturbo, lord Vader. E dopo quanto voi e il vostro clan avete fatto per i miei uomini, potete chiedermi qualsiasi extra desideriate. Anche se mi domando cosa possiate chiedere di più dell'1 per cento delle nostre tasse dei prossimi cinque anni.", rispose allo stesso modo Freya. Era incredibilmente grata a Vader per quanto aveva fatto in quel periodo disastrato. Ma allo stesso tempo conosceva il gioco che il Sith usava su alleati e sottoposti e non aveva intenzione di venirne invischiata assieme al proprio popolo. Soprattutto perchè si conoscevano da ben prima che indossasse quella maschera, e già allora avevano combattuto insieme molto a lungo.

 

" Non è una questione di soldi. Neanche di favori, almeno non nel modo in cui si intendono nel nostro ambiente. Voglio solo farvi una domanda- spiegò Anakin avvicinandosi gradualmente alla duchessa, fermandosi proprio di fronte a lei e torreggiandola con la propria altezza, simile a una statua dell'ossidiana più nera- lui è vivo?"

 

Freya deglutì. Aveva temuto per mesi quel momento, forse ancora più che fronteggiare da sola Maul. La risposta a quella singola domanda avrebbe significato il futuro dei rapporti tra lei e il clan Eclipse. Una menzogna come minimo avrebbe significato un'altra guerra che avrebbe fatto sembrare quella appena conclusa una rissa tra apprendisti.

 

" Se vuoi sapere dov'è, non ne ho idea.", disse veritiera la Burnesiana, attorcigliando nervosamente la coda, il rumore del respiro di Vader che si faceva quasi assordante per il suo udito, finendo per sembrare ancora più grande e minaccioso.

 

" Non voglio sapere dov'è. Voglio solo sapere se è vivo. Scoprirò il suo nascondiglio da solo, per dimostrargli quanto bene mi abba addestrato. Questa è la migliore e unica vendetta che voglio concedermi.", chiarì il Sith, facendo involontariamente alcuni gesti con le dita robotiche. Boba, vedendoli, pensò stesse per eseguire qualche incantesimo e strinse la presa sul fucile, allarmando a sua volta Rex, che mise mano a una delle sue fondine. Shan- Yu per un istante condivise il nervosismo di Freya e si chiese se i due fratelli Fett sarebbero arrivato al punto di combattere tra loro pur di difendere i rispettivi signori. Per sua fortuna la duchessa non volle resistere oltre.

 

" Sì, lord Vader, colui che cercate è vivo. L'ultima volta lo vidi supportare le nostre truppe contro un'orda di Spectrobes catturati e schiavizzati illegalmente da Maul. Senza il suo aiuto probabilmente l'intero fianco ovest delle nostre difese sarebbe crollato.", confessò dunque Freya a braccia strette. Con un'ultimo respiro di Vader, l'atmosfera nella stanza perse la tensione che l'aveva permeata in quegli interminabili secondi.

 

" Vi ringrazio molto, mia signora. Perdonate se vi ho sottratto più del dovuto alla vostra gente e soprattutto se vi ho minacciato- le rispose il Sith con tono più pacifico, prima di fare un cenno ai suoi luogotenenti- amici miei, porgiamo anche noi i nostri omaggi a lady Sabine, dopodichè torniamo alla festa. Credo le genti di Mandalore vorranno godere ancora un pò della presenza dei suoi salvatori.".

 

Mentre i tre uomini si inchinavano davanti alla tomba della precedente governatrice, Freya

e Boba si diressero fuori dalla cattedrale e Shan- Yu fu certo di aver udito un sospiro di sollievo da parte della donna
 

Oggi

 

Thrawn bevve lentamente il suo caffè, riflettendo con sguardo cupo sulla storia appena narratagli.

 

“ Mhh, non mi stupisce Rex non ne voglia parlare. Deve vergognarsi alla sola idea di aver quasi alzato un'arma contro suo fratello maggiore.”, disse schietto accavallando le gambe. Shan-Yu annuì, inarcando le fauci in un malinconico sorriso.

 

“ Puoi dirlo forte, quella notte ha passato quasi tre ore sotto una doccia bollente. Comunque ora puoi immaginare perchè né Vader né Freya siano tanto felici di rivedersi.”.

 

“ Considerando che lei ha praticamente nascosto Obi-Wan...”, borbottò l'ammiraglio chiedendo altro caffè.

 

Nel bel mezzo dell'aeroporto, Freya Kryze attendeva con ansia l'arrivo di Vader e del suo seguito. La duchessa non era molto cambiata nei suoi anni di governo a parte qualche ruga. Indossava una mantella scarlatta e un cappello dello stesso colore, facendola sembrare più una maga rossa che una draghiera. Alla cintura teneva in vista la spada laser che aveva vinto a Maul anni prima: la Dark Saber, simbolo del comando di Mandalore.

 

Aveva battuto nervosamente il piede a terra per vari minuti, finchè a qualche metro da lei non apparvero Vader, Rex ed R-2 in una luce azzurra.

 

“ Mia signora, sono onorato di rivedervi.”, disse il mandaloriano, porgendole un lieve inchino mentre anche R2 si avvicinava allegro alla Burnesiana, che gli carezzò gentilmente il capo.

 

“ Anche per me è un piacere rivedervi tutti. Spero però che quell'orso del vostro capo sia di buon umore.”.

 

L'impianto respiratore di Vader emise un suono simile a un sospiro seccato. Si unì al proprio vice ed R2, offrendo una mano a Freya. Dopo qualche secondo di esitazione i loro sguardi si incontrarono e lei ricambiò la presa.

 

“ Vorrei dire che è il caso. Ma non sono venuto a portare notizie piacevoli.”, stabilì secco il capo clan, ignaro che qualcuno si era accorto di lui. La zona si riempì in fretta di bisbigli e occhiate minacciose, mentre Freya si morse grave il labbro.

 

“ Via comunicatore avevi detto che riguardavano Mando, no? Non lo sento da otto mesi, quand'era venuto qui per un breve periodo di riposo.”.

 

“ Ci vorrebbe un posto appartato per parlarne. Senza nessuna possibilità che ci ascoltino.”, pretese il capo clan, mentre Freya impallidiva.

 

“ O che ci distruggano il polso.”, disse indicando la folla dietro Vader. I due guerrieri erano stati circondati da una folla di avventurieri e civili, la maggior parte dei quali tenevano in mano taccuino e penna. Ammiravano il Sith e il suo seguito come fossero un banchetto del Ringraziamento.

 

“ LORD VADER, UN AUTOGRAFO!”, urlò il primo di loro, scatenando un'assalto al quartetto per ottenere un'autografo o un selfie.

 

“ PROTECT!”, esclamò Vader, circondandosi assieme ai compagni e Freya con una barriera quadrangolare dal colore arancio. I suoi ammiratori vennero respinti via di vari metri e una volta ripresi tentatorono di entrare battendo sullo scudo.

 

“ Mio signore, io ed R2 li tratterremo. Voi scappate assieme alla duchessa.”, disse Rex, evocando i suoi enormi tirapugni per prepararsi all'impatto mentre R2 lanciò un coraggioso trillo. Vader fece lentamente cadere la barriera da lui creata, ringraziando i due compagni con un cenno. L'ultima volta che aveva firmato autografi a una fiera per avventurieri si era rotto entrambe le protesi.

 

 

“ Anakin, salta su!”, ordinò Freya attivando il suo Prizmod, da cui parti una luce sfolgorante. Dietro di lei apparve un grosso drago azzurro.

 

Rispetto ad altri Spectrobe dalle fattezze draconiche, la creatura appariva decisamente corpulenta, aveva un viso non molto minaccioso, un po' allungato e dagli occhi gentili, cinta da due orecchie simili a piccole membrane. La schiena invece presentava un'ondulata escrescenza ossea e due piccole ali. Anche gli arti sembravano piuttosto inadatti a un signore dei cieli, essendo quegli inferiori su cui poggiava tutto il peso piuttosto corte e quelle zampe superiori più simili a mani umane.

 

Si chiamava Giles. Le sorelle Kryze avevano trovato il suo uovo quando erano ancora bambine e si erano prese cura di lui fino al momento in cui le rispettive scelte sul futuro di Mandalore le separarono, facendo piangere il gentile drago, che si chinò per far salire sia la propria padrona che Vader. Egli però rimase immobile, osservando l'orda di fan che tentavano di superare Rex ed R2, che resistevano con le unghie e con i denti a quell'assalto.

 

 

 

“ Un vero signore dei Sith non fugge mai- disse con voce incredibilmente determinata, enfatizzata dal suono dei suoi impianti-.... ma io mi limito a vestirmi come loro, quindi posso scappare quanto mi pare!”, gridò all'improvviso saltando su Giles, che decollò via dallo spazioporto, raggiungendo la città con la velocità di un jet. Atterrò su uno degli edifici più alti e una volta scesa, Freya gli lanciò come ricompensa una torta alle mandorle di Rotan come ricompensa.

 

 

“ Uff, dovremmo mettere delle regole per limitare questo tipo di interazioni. Comunque, Vader, che è successo a Mando? E' forse nelle tue grinfie?”, chiede sospettosa la duchessa, alzandosi sulla punta delle zampe per guardare Vader dritto nelle ottiche della sua maschera. Questi scosse la testa.

 

“ Mi piacerebbe molto averlo dalla mia parte, ma purtroppo è prigioniero della peggiore alternativa. Si trova su Tenebrae, in custodia degli Strecken. Sembra che stia addestrando una delle loro ultime reclute, un certo Riku. Credo che Malefica Mando venga sconfitto dal suo nuovo allievo, rendendolo il nuovo possessore della Dark Saber, ma sotto il suo diretto controllo.”.

 

Freya strinse le unghie nel palmo delle mani nel ricevere la notizia, quasi cadendo disperata in ginocchio. Tanta fatica per nascondere quel devastante oggetto, affidandolo a Mando mentre lei teneva una copia come specchietto per le alloddole, e ora era nelle peggior mani possibili.

 

“ Oh, no. Malefica... dovevo aspettarmi sapesse qualcosa della Dark saber. La conoscenza di Cornelius sulle leggende della Repubblica era seconda a pochi, le avrà detto qualcosa.”, disse portandosi le mani alla bocca e cominciando a camminare nervosa

 

“ Già, quando combattemmo non fece altro che parafrasare antichi poemi dell'epica per distrarmi- ricordò il Sith, che aveva ancora in testa la tragedia di Darth Plagueis il saggio- Ora, almeno apparentemente Mando non può evocare il potere della spada. Ma sconfiggerlo in duello è come sconfiggere te, Malefica avrebbe a disposizione una forza contro cui io stesso avrei problemi e lei o il suo campione potrebbero reclamare l'autorità su questo pianeta e tutte le famiglie mandaloriane rimaste.”.

 

“ Preparerei subito i miei uomini migliori per soccorrere Mando. Ma nessuno sa dove sia Tenebrae.”, dovette ribattere seccata Freya. Avrebbe voluto mandare immediatamente una delle squadre che aveva messo insieme per situazioni simili, ma Malefica aveva dato carte false nel corso degli anni per nascondere la sua base.

 

Sotto la maschera Vader inarcò le sue labbra bruciate.

 

“ Nessuno eccetto me e il mio infiltrato tra gli Strecken. So da anni dove si trova la loro base principale, aspettavo solo che facessero il passo più lungo della gamba per avere una scusa e attaccarli.”, confessò facendo sbarrare gli occhi della governatrice di Mandalore.

 

“ Tipico di te, ma non posso dire di essere molto diversa. Ho mandato Boba tra gli Hutt apposta perchè mi passasse tutte le informazioni che trovano su Maul.”, rispose lei, stringendosi la coda tra le mani.

 

“ Ancora deciso a ucciderlo? ”, domandò Vader e l'umore della donna cambiò in un istante. In tutta risposta Freya fece apparire la sua lancia, la Baffo di drago. Al di là del nome non molto minaccioso, tutto in quell'arma , dalla punta dorata divisa in più sezioni all'asta azzurra e bianca indicava uno strumento fatto unicamente per uccidere, sostituendo la paura dell'avversario con la rabbia del suo portatore.

 

“ Ti aspetti per caso un discorso sul perdono, sul come abbia abbandonato il mio odio per lui?- ringhiò la Burnesiana, alzandosi di nuovo per guardare il guerriero in nero faccia a faccia- No, Maul è per me quello che Obi-Wan rappresenta per te. Ha ammazzato mia sorella, grazie a lui sono morti milioni di persone. Ho tutta l'intenzione di trovarlo e concludere quanto ho dovuto interrompere all'apice della guerra. La sua straziante e umiliante esecuzione.”, sibilò Freya, avvolgendosi con un'inquietante aura verde fiume che la fece assomigliare a una delle più aggressive evocazioni, evocate sul piano mortale in tutto il suo violento splendore.

 

“ LA AMIAMO, DUCHESSA FREYA!”, gridò improvvisamente un enorme coro.

 

“ Eh?”, fu l'esclamazione dei due avventurieri, che si accorsero d'esser circondati dai fan che avevano seminato allo spazio porto, in volo attraverso veicoli, jetpack o Spectrobes. Vader sapeva che stavolta non era semplicemente possibile scappare, quindi evocò Oblio e Portafortuna per mettersi in posizione assieme a Freya. Chi fosse rimasto in piedi alla fine, oltre all'autografo, avrebbe avuto anche una chance di entrare negli Eclipse.

 

“ Prima di essere presi d'assalto, posso chiederti come hai scoperto la posizione di Tenebrae? E se sai qualcosa di Grogu?”, chiese dunque Freya, preoccupata per il piccolo mandaloriano.

 

Sotto la maschera, Anakin curvò la bocca sfregiata in un ghigno quasi perverso.

 

“Grogu non sembra essere su Tenebrae, crediamo sia riuscito a sfuggire alla cattura- affermò il Custode, avvolgendo le armi con un'aura di pura tenebra, in segno di sfida agli ammiratori che si avvicinavano minacciosi- E come si suol dire... la spia migliore è quella che non sa di esserlo.”, disse dunque lanciandosi all'attacco.

                                                                                  ******

Quasi sicuramentei fan di Vader mi vorranno ora morto per aver osato ridicolizzarlo così, ma spero che escludendo la parte dei suoi ammiratori sia risultato abbastanza affascinante e minaccioso.E se questa fosse una fic harem come una di quelle che l'hanno ispirata( quella scritta da Rose du Rembrandt/ Scarlet Queen) è probabile che Freya finirebbe tra le sue conquiste assieme ad Elga,Lulu( FFX),  la Zira umanoide che uso in Sangue di Re( scritta assieme alla suddetta Scarlett), Nasira( la sorella di Jafar) e chi altro mi capita. Consigli bene accetti, il prossimo capitolo forse potrebbe arrivare a inizio gennaio, perchè ho intenzione di fare le cose per bene con un grosso evento. A presto.

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Capitolo 13
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte prima ***


Quando il viaggio nell'iperspazio si concluse nel mezzo del sistema solare, Sora si fiondò sui vetri dell'astronave, perdendosi nella vista del pianeta dove la sua specie aveva cominciato i primi passi nella galassia.

 

La U.S.R. Legacy, il vascello capitanato da Amelia Coppler, si avvicinò lentamente al pianeta azzurro, cavalcando i venti solari con incredibile precisione ed raffinatezza. L'ufficiale dei Disney, una gatta umanoide dai lineamenti affilati e lo sguardo granitico, si trovava sulla cima del pennone ordinando le operazioni di sbarco con l'abilità che le si addiceva come pilota veterana del clan.

 

“ Mai stato sulla Terra, ragazzo?”, chiese Paperone, divertito dalla meraviglia del suo nuovo protetto. Era la scintilla che aveva visto in infiniti avventurieri a inizio carriera, e ogni volta ne rimaneva affascinato, ricordando come lui avesse cominciato più per disperazione che per sete di gloria.


“ Mai, è la prima volta che vedo... dove tutto è iniziato.”, affermò Sora grattandosi i suoi capelli a porcospino, quasi imbarazzato.

 

“ Oh, tutti dicono così riguardo la culla della loro specie. I Twi'Lek, i Burnesiani, i Moguri, gli orchi e tutti gli altri. Ma il vero inizio e la fine di tutto è Kingdom Hearts. Da lì la Forza ha cominciato a diffondersi e a estendere la sua volontà sulla galassia, trasformando pozze di amebe in fiere civiltà e i più insignificanti trucchi in incantesimi capaci di sconvolgere un pianeta.”, affermò il capo finanze dei Disney, unendo le mani sul proprio bastone, gettando uno sguardo quasi mistico sul suo pianeta natio e incuriosendo il novellino.


“ Kingdom Hearts? Cos'è?”, chiese Sora, che sentiva in qualche modo di conoscere quel termine, come l'avesse letto su un vecchio libro tanti anni prima, così come quello che l'avventuriero più anziano aveva detto sulla diffusione della Forza. In quel momento il vascello astrale atterrò, e i due si diressero verso le uscite assieme ai compagni di viaggio.

 

“ Te lo spiegherà Ventus. Insieme a molte altre cose. Ora prenderemo la mia limousine... tenete però le mani lontani dal frigo bar, chiaro?!”, ordinò categorico l'anziano avventuriero, purtando il bastone al trio di ospiti.

 

“ Da preoccuparsi c'è?”, domandò Grogu ai nuovi amici, mentre Angela incrociava le braccia indispettita.

 

“ No, significa che comincia ad affezionarsi a voi.”, lo rassicurò Max stringendosi nelle spalle, ormai abituato a certi comportamenti dell'ex capo clan. D'altronde era stato il primo tra i presenti a sedersi sulle sue ginocchia da bambino e ascoltare i suoi consigli.

 

Poco dopo Battista riuscì a infilare tranquillamente la sua limousine volante nel traffico aereo di Città Disney, muovendola con non poca perizia tra una vettura e l'altra, mentre all'interno i ragazzi giocavano a carte o chiacchieravano, scambiandosi racconti delle rispettive avventure e trucchetti per un qualsiasi scontro. La calma di quell'ultimo tratto fu interrotta dallo schianto di qualcosa contro il tetto della macchina. Paperone si sporse dal finestrino per controllare, trovandovi sopra un'anziana papera molto nerboruta e vestita da governante, coi capelli grigi raccolti in una crocchia. La prese con un rapido movimento, mettendola con un po' d'aiuto nei posti dietro, dove Gaia le prestò le prime cure. Si trattava infatti di sua nonna, miss Beakley, nonché una dei più fidati collaboratori di Paperone, che la guardò preoccupato.

 

“ Nonna, che ti è successo? Stai bene?”, chiese la bambina, non meno in ansia, quando la donna riaprì gli occhi.

 

“ Attacco al deposito- rispose miss Beakley massaggiandosi la fronte e appoggiandosi alla moquette della macchina- I bassotti e Amelia si sono alleati, approfittando della vostra assenza. Miss Paperett e gli altri impiegati continuavano a resistere quando mi hanno scagliato via.”.

 

“ Ah, e io che speravo di buttarmi a dormire. Ci mancavano loro.”. sbuffò Quo, come se fosse una seccatura di routine. Paperone divenne rosso dalla rabbia e uscì dall'abitacolo, indicando con baldanza la direzione del deposito.

 

“ Non saranno soli ancora a lungo. Battista, odio dire queste parole, ma.... PREMI SU QUEL DANNATO PEDALE!”, esclamò irato, e il maggiordomo accelerò al massimo, raggiungendo in pochi secondi la meta, teatro di una battaglia campale.

 

La collina ammazzamotori era contesa tra i difensori del Deposito e diversi veicoli o mecha, pilotati da una moltitudine di uomini cane vestiti tutti con magliette rosse e berretti verdi. Miss Paperett, armata con due spade e spalleggiata da alcuni dei suoi colleghi, si muoveva come una saetta tagliando armature e tirando calci nonostante le ferite, ma la superiorità numerica cominciava a prevalere.

 

Uno dei Bassotti le si diresse contro con un rullo compressore, che venne però fermato prima di arrivare dalla segretaria. Il ladro tentò di ripartire più volte senza successo, prima che Paperone, che aveva fermato la ruota con una sola mano, distruggesse il veicolo con un'ondata d'energia, che allarmò tutti i contendenti.

 

“ Diamine, è tornato prima di quanto ci aspettassimo.”, si lamentò uno dei capi degli assalitori, Nonno Bassotto, seduto sul tetto del carrarmato con cui aveva sfondato il più delle difese. Come il nome suggeriva, era il più anziano della banda( età testimoniata dalla folta barba bianca e un po' dalla sua vecchia pipa) e si era scontrato innumerevoli volte con Paperone nel corso degli anni, sempre nel tentativo di prenderegli il tesoro di turno o il contenuto del Deposito.

 

“ Nessun problema, basterà procedere come da piano.”, disse invece Amelia, la strega che ammalia. Papera dal piumaggio verde e vestita di nero, così come Nonno Bassotto, anche lei si era scontrato molto spesso con Paperone nel tentativo di strappargli la sua prima moneta per farne un amuleto.

 

La maga creò una raffica di sfere d'energia che scagliò contro il rivale di sempre, ma questi schivò e parò con facilità, sparando a sua volta qualche raggio dalla punta suo bastone a chi si avvicinava troppo.

 

Quando i Bassotti mandarono avanti i loro mecha in un assalto di missili e pugni rotanti, Paperone saltò su una delle pareti del deposito, avvolgendosi di fiamme azzurre che sparò sottoforma di proiettili incandescenti contro i suoi nuovi obbiettivi, tornando nella mischia per finirli con accurate mosse.

 

“ Bagno di sole.”, pronunciò alzando un dito quanto si era fatto spazio a sufficienza. Diversi raggi di luce scesero dal cielo, toccando ogni dipendente dell'arcimiliardario e curandone le ferite.

 

“ Scappate, a questi manigoldi penserò io.”, ordinò secco l'affarista, infondendo il bastone con una fortissima luce argentea e buttandosi di nuovo nella mischia. I bassotti si armarono di coltelli avvelenati e pistole, buttandosi contro Paperone con assoluta furia.

 

“ Plasma!”, pronunciò secco il papero umanoide sbattendo il bastone a terra e generando una serie di colonne bianco azzurre di energia che travolsero i Bassotti, scagliandoli molto lontano dalla collina.

 

Un droide dei bassotti, armato con due motoseghe al posto delle braccia, tentò di attaccarlo da dietro. Il robot corse fino alle spalle di Paperone, alzando entrambe le armi e facendo tremare la terra sotto i piedi, ma l'ex capo clan si limitò ad alzare un dito contro di lui.

 

“ Wombat!”, esclamò, evocando una creatura spettrale simile al menzionato marsupiale, che si lanciò al petto del droide, passandolo da parte a parte senza che potesse fare niente a Paperone. Il papero scozzese dunque scrocchiò il collo quando partì un nuovo assalto da ogni direzione e se ne sbarazzò di nuovo con grande facilità, usando poche ma ben mirate mosse fisiche o magiche, che spezzarono la formazione nemica.

 

“ E'.... è fortissimo. Ma che mosse sono quelle?”, domandò stupito Sora, di nuovo incollato al vetro mentre ammirava l'incredibile cordinazione e forza del leggendario avventuriero.

 

“ Zio Paperone è un Geomante e un Animista, tra le altre classi di cui ha appreso le abilità nel corso delle sue avventure. Prende potere dalla terra stessa e dall'ambiente attorno a lui, scatenandone le energie più devastanti ed evocando spiriti minori.”, spiegò Qui, aprendo il tettuccio della limousine e alzando una bandiera col simbolo dei Disney, tifando per il prozio.

 

“ E siccome la Collina ammazzamotori è, assieme alle terre dei nostri antenati scozzesi e alle sue miniere, il luogo con cui è più familiare, qui non c'è praticamente nessuno che possa batterlo.”, affermò Qua unendosi al tifo, mentre Amelia ingaggiava in combattimento il rivale di sempre. La strega gli sparò contro una serie di fulmini e schegge congelanti, prontamente schivate o parate.

 

“ Fuochi fatui!”, disse dunque Paperone, avvolgendo la sua arma con un fitto alone di fuoco azzurro che sparò contro Amelia. Questa si protesse per tempo con uno Shell mentre la fiammata si divideva in tizzoni più piccoli, impattando senza fare troppi danni prima che la strega rispondesse evocando una potentissima sfera di energia giallo arancio.

 

“ FUSIONE!”, gridò la strega, espandendo la sfera in un devastante raggio che calò su Paperone, facendo tremare l'aria stessa, le molecole che si spaccavano per la potenza della reazione nucleare.

 

“ Protezione di lana!”, esclamò di rimando Paperone, avvolgendosi con quella che sembrava una pecora traslucida dal manto estremamente folto. Il raggio atomico avvolse in pieno il magnate, nascondendolo dalla vista di familiari e dipendenti, scavando nel terreno con forza inarrestabile.

 

Quando il fumo risultato dalla deflagrazione si diradò, Paperone si rivelò praticamente indenne al di là di qualche bruciatura sulla palandrana.

 

“ Mi complimento, Amelia, la tua magia è migliorata. Ma se pensi di potermi sconfiggere qui.... Oh, quanto ti sbagli!”, rise soddisfatto l'avventuriero, ripulandosi la tuba e scioccando i Bassotti ancora coscenti.

 

“ E' inutile, io me la filo!”, urlò uno dei più grossi, mettendo via le armi e scappando lungo la collina.

 

“ Aspetta, vengo con te!”, strillarono all'unisono molti dei suoi fratelli, ruzzolando lungo il pendio.

 

“ Mhhh- mugugnò Paperone, prendendo una moneta in mano dal proprio cappello- siccome ho fretta, credo che mi sbarazzerò di quanti sono rimasti con un unico colpo.”, affermò avvolgendosi con un gigantesco alone dorato. La sua espansione sembrò il bagliore di un faro, abbagliando persino Sora e i suoi amici alla base del campo di battaglia, e venne poi concentrata nella moneta stretta nel palmo del Geomante.

 

“ Pioggia di mon...”, fu sul punto di dire prima che Nonno Bassatto sparasse una piccola granata ai suoi piedi, da cui partì un gas giallastro che Paperone non potè fare a meno di respirare, soffocando e annullando il nuovo attacco.

 

“ Oh, scusa, Paperone, mi è scappata la bomba. Vuoi riprovare?”, rise sadico l'anziano ladro. Paperone gli schioccò un'occhiataccia e ritentò il lancio della moneta.

 

“ Pioggia di monili... Pioggia di monili... Che succede?”, disse inferocito, incapace di canalizzare o persino percepire la Forza. Amelia rise sguaiatamente, cominciando a volare in circolo sopra di lui, beffandosi della sua impotenza.

 

“ Eh, eh, eh. Caro Paperone, spiacente di dirti che i tuoi midi chlorian saranno inattivi per le prossime ore. Tutto il tempo necessario a prendere il contenuto del deposito e la tua Numero uno.”, rivelò all'avversario, che strappato seppur temporaneamente del suo potere, si portò una mano al cuore, temendo che tutti gli sforzi per difendere il suo denaro si sarebbero rivelati vani.

 

La risata della strega riempì tutta la zona, arrivando fino alla limousine dove i nipoti di Paperone e i loro amici avevano assistito impotenti alla scena. Intuendo che qualcosa avesse impedito all'uomo d'affari di combattere oltre, Max aprì la porta e si fiondò sulla collina evocando uno scudo dotato di spuntone, usandolo per farsi strade tra le fila nemiche, colpendo con molta più destrezza di quanto la sua arma suggerisse e mescolando rapide schivate con precise mosse di arti marziali.

 

“ Levatevi di mezzo!”, esclamò il pippide, avvolgendo lo scudo con un velo di fuoco per poi scagliarlo contro i nemici, creandosi una via che portava fino a un terrorizzato Paperone.

 

“ Mhh, testardo come tuo padre.”, commentò impressionata Amelia, bloccando lo scudo a mezz'aria, prima che venisse rimesso da Max nel suo Prizmod, mentre anche Sora e gli altri scendevano sul campo per aiutare il loro mentore in una carica di acciaio e incantesimi.

 

“ Che avete fatto a nostro zio?”, chiese irato Qui, prendendo una balestra con cui sparò una raffica di frecce, facilmente parate da nonno Bassotto con le sue daghe.

 

“ Come gli abbiamo appena riferito, abbiamo usato un composto che disattiverà i suoi midi chlorian per qualche ora. Cortese concessione di Jabba The Hutt.”.

 

Quo, poco distante e intento a bersagliare gli invasori con una serie di magie alternati con colpi di bastone da combattimento insegnatigli da Paperino, fischiò.

 

“ Considerando quant'è forte zio Paperone, dev'esservi costato un occhio per assicurarvi facesse effetto.”, osservò il paperotto, che era il più ferrato dei tre gemelli nelle questioni finanziare. Il patriarca della banda Bassotti quasi sputò sangue al commento, e strinse irato le dita attorno all'elsa delle sue armi.

 

“ Uno? Un migliaio di occhi! L'abbiamo pagato l'ira di Bahamut e anche così siamo in debito di quasi due bilioni di crediti. Se non concludiamo il colpo, possiamo considerarci nella merda.”, esclamò prima di gettarsi nella mischia contro i tre fratelli e Gaia.

 

Nel frattempo Sora e compagni, aiutati dalle sorelle Saberwing, cercavano di avvicinarsi a Paperone, che privo dei suoi poteri saltava di qua e di là per non finire spiaccicato o bruciato.

 

“ Angela, appena prendiamo Paperone, mettiti di lato con lui e cerca di curarlo.”.

 

“ Ricevuto. Via col rock scozzese!”, esclamò la Gargoyle, prendendo il suo fidato plettro e sfregandolo sulle corde della sua chitarra, scatenando un'ondata sonica che aprì loro la strada fino al magnate. Lena materializzò una mano magica che lo portò fino a loro, prima di unire le mani con Violet per formare una barriera.

 

“ Grazie, ragazzi.”.

 

“ Troppo presto per i ringraziamenti, vecchio mio.”, lo canzonò però Amelia, evocando una spera di plasma che si abbattè sulla barriera che difendeva il gruppetto. Angela, sudando, cominciò a suonare come non aveva mai fatto prima, riempiendo la zona con musica rock che penetrò nei centri nervosi dei compagni, rafforzandoli lentamente.

 

Anche Paperone cominciò a sentirsi più rinvigorito, mentre le note a ritmo metal gli entravano nelle orecchie. Aprendo la mano, riuscì nuovamente ad evocare una fiammella azzurra, ma non era certo sufficiente a sconfiggere Amelia. Rimise la moneta nel taschino e fissò la guerriera, afflitta da ogni genere di attacchi magici a opera della fattucchiera.

 

Un'ondata di potere puro a opera sua si infranse dunque sulla loro protezione, infrangendola definitivamente e spingendoli via. Sora, seppur dolorante, si rialzò evocando lo stesso Keyblade che aveva usato nella lotta con Yozora, trasformandolo in scudo. Il moro gridò mentre un getto di fiamme lo spinse in dietro, facendo affondare i suoi piedi nel terreno. Amelia, infastidita dalla sua ostinazione, venne avvolta dall'aura dorata che in genere indicava il prossimo uso di una delle mosse più devastanti nell'arsenale di un avventuriero.

 

“ Ah, è un enorme dispiacere dover cancellare simili talenti. Ma sono troppi anni che cerco di prendere la Numero uno.”, sibilò l'incantatrice, circondandosi di tante frecce di vari elementi, che si condensarono in tantissimi aghi multicolore. A un suo gesto, quei micidiali proiettili si diressero contro Sora. Paperone, sebbene non ancora guarito, e Grogu si diressero urlando verso di lui per prendere il posto al posto suo.

 

Vennero però preceduti da una croce volante. L'oggetto si illuminò in un immenso flash, dopo il quale l'attacco di Amelia era cessato.

 

“ CHI HA OSATO?!”, gridò a squarciagola la strega, impadronita di un'ira mai avvertita fino ad allora. In risposta la croce che aveva fermato il suo attacco si piantò a terra e apparve con uno scatto il suo proprietario.

 

“ Sono stato io.”, disse Ventus, ritrasformando la croce nella sua forma normale e portando la lama dietro la schiena a fronteggiare la strega. Sora e compagni deglutirono nel guardare quel ragazzo proteggerli come una figura proveniente dalle più antiche leggende. Anche Qui, Quo, Qua e le ragazze si stupirono nell'avvertire una simile aura provenire dal ragazzo con cui avevano giocato nelle ultime settimane.

 

“ Ci conosciamo? Ah, sì, ora ricordo. Sei uno dei mocciosi di Eraqus, mi chiedevo che fine aveste fatto.”.

 

“ Accelerando.”, disse Ventus, venendo avvolto da un'alone bianco argenteo e una lieve brezza. Sparì dalla vista di Amelia e dei ragazzi, subito dopo la fattucchiera si ritrovò colpita da tutti i lati. Il suo vestito venne graffiato praticamente ovunque, mescolando i frammenti di tessuto con gocce di sangue prima che venisse spinta via dalla scopa. Allo stesso tempo anche Ventus riatterrò a terra, roteando il suo Keyblade mentre il vento che l'avvolgeva veniva amplificato.

 

“ Ciclone.”, pronunciò ancora il ragazzo, partendo all'attacco contro i Bassotti rimasti, scagliandoli fuori dalla collina, ogni fendente di spada che generava fortissime raffiche. L'ultimo sfortunato ad affrontare Ventus fu Nonno Bassotto, che vedendo arrivarre a rotta di collo quel proiettile bianco, tentò di rispondere con una delle sue Trance.

 

“ Lanciafuoco.”, esclamò l'anziano ladruncolo, ricoprendo le sue armi con fitte fiamme, che incrociò per bloccare Ventus, che preparò un proprio attacco.

 

“ BLITZ!”, gridò saltando e prendendo la spada con entrambe le mani, calando su Nonno Bassotto con tutta la forza accumulata nella corsa. Il capo famiglia alzò le daghe, focalizzando tutta la Forza che era capace di canalizzare nel parare l'attacco di Ventus, che non dovette far altro che insistere un po' di più per spezzare la guardia avversaria e spedire anche l'ultimo nemico rimasto ko, al che Amelia scattò in piedi lanciando un'altra imprecazioni.

 

“ E' finita, ragazzi- disse in un auricolare, prendendo al tempo stesso la sua scopa- Ci rivediamo alla discarica per decidere come regolarci con Jabba.”, concluse attirando a sé Nonno Bassotto con un po' di telecinesi e poi partendo a razzo in cielo.

 

I combattenti rimasti, per lo più crollati a terra per la fatica, la guardarono sparire. Infine una mano si posò sulla spalla di Sora, che si ritrovò dietro il proprio salvatore.

 

“ Ciao, Sora, è bello incontrarti di persona.”, disse Ventus con tono gentile, schioccando le dita per lanciare un incantesimo sul ragazzo e i compagni.

 

“ Tu devi essere Ven- disse l'altro Custode, rimettendosi in piedi- sai, mi sembra di conoscerti da una vita, forse anche più degli amici con cui sono cresciuto. Com'è possibile?”.

 

“ Ti spiegherò tutto, spero ti piacciano le storie lunghe.”, rispose Ven, evocando il Keyblade contemporaneamente al suo nuovo amico. Entrambi si misero a ridere.

 

Nel frattempo Paperone si avvicinò al suo Deposito, guardando rattristato i muri distrutti e i fiumi d'oro e gioielli che scorrevano dalla più piccola delle crepe, simbolo dei traguardi di un'intera vita. Una piccola lacrima scese sul suo viso piumato prima che si rivolgesse ai suoi dipendenti e ai ragazzi.

 

“ Amici e parenti miei, vi ringrazio dal profondo del mio cuore per aver protetto così il mio amato Deposito. Però non può restare così, o altri ne approfitteranno. Quindi mettetevi tutti al lavoro.”, ordinò autoritario il Geomante, al chè tutti si misero in testa un elmetto da muratore, evocando inoltre dai rispettivi prizmod a strumenti e materiali da costruzione.

 

“ Emh, signor Paperone, sarebbe un onore per me aiutare. Ma siamo tutti stanchi e molti di noi, me incluso, non sanno niente di costruzioni.”, protestò però Angela, grattandosi un po' imbarazzata la nuca. Paperone in risposta la guardò storto.

 

Cinque minuti dopo

 

“ Per la miseria, ho detto no tutto il tempo, com'è che mi ha messo alle costruzioni quando ha i mezzi dell'intero clan?!”, esclamò estremamente seccata la Gargoyle, sistemando un muro di mattoni con precisi e ripetitivi movimenti.

 

“ Tranquilla, se ti fa fare questi lavori significa che ti considera già di famiglia.”, affermò Max, passando vicino ai suoi nuovi amici con un sacco di cemento e ridendo col tipico suono della sua famiglia, simile a un allegro singhiozzo.


“ Ed è anche una buona occasione per parlare. Vero, signorino Ventus?”, domandò Battista all'altro Custode, che stava guidando un buldozzer.

 

“ Paperone aveva detto che mi avresti spiegato tutto.”, disse Sora, intento a piantare dei chiodi su delle impalcature con l'aiuto di Dumbo, che li teneva fermi. Ventus, impegnato a rimuovere alcune macerie, annuì grave, e si grattò i capelli biondo scuro, cercando di stimolare i ricordi.

 

 

“ Prima di tutto i racconterò cosa successe davvero molti anni fa. Da dove posso iniziare?- si interrogò prima di battere un pugno nell'altra mano con un sorrisetto- Ah, giusto, comincierò da un ragazzino di Tatooine. Schiavo assieme a sua madre finchè non venne comprata e sposata da un mercante del luogo. Il suo nome era Anakin Skywalker.”.

 

*****

 

26 anni prima, Tatooine

 

 

Owen Lars era stato felicissimo quando il padre aveva chiesto a Schmi Skywalker di sposarlo, liberandola allo stesso tempo dalla condizione di schiavitù che l'aveva afflitta quasi tutta la vita. Pensava che la donna fosse probabilmente la persona più gentile e caritatevole che avesse mai messo piede su quell'incubo sabbioso di Tatooine.

 

E apprezzava moltissimo le attenzioni che gli rivolgeva, tanto mancate da quando sua madre era morta. Era stato anche lieto di guadagnare Anakin come fratello minore. Col giovane meccanico era impossibile annoiarsi e stava cercando di fare del proprio meglio per insegnarli quanto poteva prima che le loro strade si separassero inevitabilmente.

 

Per farla breve, Owen era quanto di più lontano dallo stereotipo del figlio di primo letto che detestava i nuovi parenti acquisiti. Questo non significava però che si sarebbe tirato indietro dal dare ad Anakin una meritata tirata di orecchie prima che anche Schmi e Cliegg gli mettessero le mani addosso.

 

Il giovane contadino si avvicinò ai resti di uno sguscio fumante, dal cui abitacolo era appena saltato fuori un ragazzino dai dodici anni dai corti capelli biondo scuro, che portava due occhiali da pilota incrinati e aveva diversi graffi un pò ovunque.

 

“ Anakin, mi auguro per te non abbia usato il motore che abbiamo preso l'altro giorno o anche mamma ti prenderà a sberle stavolta', disse con tono di rimprovero il ragazzo, mentre dava una ripulita al fratello minore.

 

“ No- disse questi, sibilando mentre sui graffi veniva messo un panno pieno di disinfettante- l'ho costruito io con dei pezzi sgraffignati dal laboratorio della scuola”.

 

Il fratello maggiore scosse la testa e trascinò Anakin via dal rottame fumante.

 

“ Anakin, ne abbiamo già parlato. Uno schiavo può rubare, al massimo si becca qualche botta dal padrone, se questi è di buon umore. Un uomo libero finisce in prigione... o peggio.”, ribattè Owen, indurendo ulteriormente la voce. Non voleva essere cattivo, ma sapeva che se Anakin avesse cominciato a rubare dove poteva, un giorno ci avrebbe provato anche con gli Hutt o con chi per loro.

 

E soprattutto sapeva che lì su Tatooine non c'era posto per un bambino che riusciva a creare uno sguscio, per quanto fragile, con pezzi di scarto, o che elaborava strategie per combattere su pianeti che non aveva mai visto. No, il futuro di Anakin era tra le stelle, non su un mondo che non gli aveva fatto conoscere altro che miseria

                                                                                                                       *****

Paperon de Paperoni( avventuriero più ricco della galassia, con tutta l'intenzione di restarlo)
Razza: Papero umanoide( feel like a genius)
Lealtà: Clan Disney, famiglia e gli innumerevoli amici incontrati lungo i suoi viaggi
Classi: Geomante, Animista, Guerriero e molte altre ancora.
Punteggio Midi Chlorian: 40.500
Stile di combattimento: Grazie ai suoi lunghi anni di esplorazione e combattimenti, Paperone possiede un enorme repertorio di mosse, per lo più legate al mondo naturale. Grazie a esse può sconfiggere da solo anche grossi gruppi di nemici, affrontandone al tempo stesso corpo a corpo i comandanti.
                                                                                                                          *****
Ciao a tutti, aspettavo da parecchio di pubblicare questo capitolo, un pò per riproporre un classico attacco al deposito con gli elementi di questa fic, un pò perchè è l'inizio della mia prima vera saga di flashback( escludendo la prima metà di Arthur's Journey, il mio crossover di Harry Potter). Spero lo scontro vi sia piaciuto e di non aver complicato la cosa con troppi personaggi. Poi il titolo di questa saga  è un rimando a un'altra vecchia storia, chi scopre da dove l'ho presa senza usare wikipedia( non che io possa hackerarvi la cronologia), posso mettere un personaggio Disney, Square( manga inclusi, come Soul Eater o Full Metal Alchemist) o anche oc nel ruolo che volete. A presto, non tornassi prima dell'1 buon natale a tutti.

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Capitolo 14
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte seconda ***


“ E' difficile immaginarsi uno dei più grandi avventurieri di tutti i tempi come un bambino scavezzacollo.”, osservò Sora, intento ad aiutare i compagni a sollevare una trave del Deposito sotto gli occhi curiosi di Dumbo, ogni tanto chiamato per aiutare. Ventus, al momento occupato a radunare le monete schizzate durante lo scontro di poche ore prima, rise scuotendo la testa.

 

“ Io l'ho conosciuto quando era un ventenne scavezzacollo e anche dopo essere diventato padre non maturò più di tanto, ma concordo. Comunque, per un anno e mezzo dopo il matrimonio della madre, Anakin passò il tempo giocando con qualsiasi aggeggio elettronico o motore che gli capitasse per le mani, ficcandosi in qualche guaio e sognando di lasciare Tatooine. La sua occasione arrivò quando ricevettero la visita di due avventurieri persi nel deserto.”.

 

*****

 

Cliegg era andato a cercare qualche animale da poter conservare in frigo per il prossimo mese, portando con sé Anakin in modo che facesse pratica con le armi da fuoco. Dopo un po' di ricerca avevano trovato un gruppetto di ratti del deserto, grosse creature pelose più simili a iene che a dei roditori, intenti a masticare alcune carcasse.

 

“ Anakin, il mirino da sei e le munizioni di basso calibro, per favore.”, ordinò il contadino, ricevendo i suddetti oggetti dal figliastro, seduto sull'altro sedile del loro veicolo. Cliegg era un uomo sulla quarantina, piuttosto tarchiato e con radi capelli biondo scuri, il volto segnato dal sole di Tatooine. Paragonato alla moglie e al figliastro era un uomo semplice e pratico, i cui pensieri si dedicavano per lo più ai bisogni primari della sua famiglia, incluso l'assicurarsi che gli Hutt o chi per loro non li infastidissero. Tutto il resto veniva in secondo piano.

 

“ Ecco, Cliegg.”, disse questi, memorizzando dunque il modo in cui l'uomo attaccava il mirino al proprio fucile laser e lo caricava. Sparò dunque una rapida serie di colpi, beccando ogni volta una delle loro prede, che caddero sulla sabbia senza troppa sofferenza prima che il resto del gruppo scappasse coi brandelli del loro macabro pasto.

 

Quando i due si avvicinarono a prendere le prede, notarono due figure umanoidi tremolanti all'orizzonte dirigersi nella loro direzione. Cliegg mise Anakin dietro di sé e puntò verso di loro il fucile, temendo fossero dei Tusken raider o altri dei tanti banditi che girovagavano nel deserto.

 

“ Chi siete? Vi avviso, ho un fucile ben carico e non ho paura di usarlo.”, ammonì caricando l'arma. Le due figure si fermarono all'istante alzando le braccia.

 

“ Calma, non abbiamo nessuna intenzione di farvi del male. Siamo due avventurieri, ci siamo persi nel deserto.”, disse uno dei due con una voce maschile e molto calma, che rieccheggiò nell'aria ricca di calura.

 

“ Ecco la nostra licenza e gli altri documenti.”, affermò il compagno, apparentemente un po' più giovane, lanciando il proprio cosmolink fino ai piedi del raccoglitore d'umidità. Questi lo prese e controllò i dati all'interno, appartenenti a un certo Obi- Wan Kenobi del clan Eclipse. Anakin lesse a sua volta, allargando la bocca come se gli avessero appena portato un gelato enorme e soprattutto gratuito.

 

“ Chiedo scusa per il mio atteggiamento, venite pure- esclamò tranquillizzato Cliegg, venendo quindi raggiunto dai visitatori- Ma su Tatooine ti sparano subito, se abbassi la guardia. Cliegg Lars, molto piacere.”, si presentò allungando la mano, che venne presa dal più anziano dei due avventurieri.

 

“ Qui- Gon Jin.”, rispose questi, un umano dai lunghi capelli castani e una barba ben curata, vestito in maniera simile a un monaco, sebbene la corporatura non suggeriva fosse un picchiatore.

 

L'altro era un Bangaa dalle scaglie di un brillante marrone, stesso colore della corta barba sotto la mandibola, mentre teneva le due paia di orecchie legate in strane treccine squamate. I suoi occhi a fessura sembravano molto gentili e cordiali. Anakin li fissò subito con somma ammirazione, persino lui poteva dire che erano avventurieri di prim'ordine.

 

“ Obi-Wan Kenobi. Potrebbe portarci alla città più vicina, da qualche meccanico? Gps e comunicatori si sono rotti quando abbiamo combattuto un drago delle sabbie.”, domandò mentre il mercante di umidità gli ridava il Cosmolink.,

 

“ Ho il migliore proprio qui- rispose Cliegg, mettendo una mano tra i capelli di Anakin, che sembrò riscuotersi dalla sua trance- Consideratevi nostri ospiti, offrirvi un buon pasto e un letto è il modo migliore per ripagarvi della mia diffidenza.”.

 

Circa un'ora dopo i quattro erano nella cucina della loro fattoria, riempita dall'odore dell'ottima cucina di Schmi. La donna era una longinea figura dai capelli neri, che nonostante tutte le disgrazie riservatele dalla vita aveva mantenuto un certo ottimismo e un aspetto gioviale, anche grazie all'aiuto di Anakin.

 

“ Avete detto che appartenete al clan Eclipse? E' vero che utilizzate tutti le armi dei campioni della Repubblica?”, domandò curiosissimo il ragazzino, ennesimo quesito che aveva posto agli ospiti, più che felici di saziare la sua fame di informazioni.

 

“ Non tutti, ma molti di noi hanno il potere di evocarle. Maestro Xenahort, il capoclan, è riuscito a radunarci con grande fatica e dedizione. Cerchiamo pertanto di onorare la memoria degli antichi Jedi diffondendone gli insegnamenti e svolgendo missioni ovunque ci sia bisogno di noi.”, disse Obi- Wan, bevendo un po' del vino di cactus che gli avevano offerto.

 

“ Dopo aver dato qualche aggiustata ai suddetti insegnamenti.”, aggiunse Qui- Gon con una piccola risata. Non aveva mai fatto mistero infatti che riteneva alcuni usi dei Jedi a dir poco opprimenti, e più utili talvolta a limitare il loro lavoro.

 

Come il giuramento di non sposarsi o la fissazione che il Lato oscuro fosse interamente negativo, estirpata qualche secolo dopo la caduta della Repubblica. Da questo punto di vista lui e Xenahort andavano abbastanza d'accordo e avevano posto qualche modifica al codice usato dal clan.

 

“ Dev'essere fantastico. Girare la galassia, combattere Spectrobes e criminali, salvare vite...”, elencò sognante il bambino, con lo sguardo perso nel soffitto. Schmi, intenta a servire il più anziano dei due jedi, gli diede un'occhiata supplicante che venne sorpresa.

 

“ Lo è... ma è anche una vita molto dura, bambino. Ogni azione richiede una volontà ferrea e un continuo addestramento. Se non mantieni il passo con le continue sfide di ogni giorno, non ci vorrà molto prima che la Forza ti chieda di riunirti a essa.”, disse Qui- Gon con ton dolce, ma fermo, mentre approfittava dell'ottima cucina offertagli. Cliegg non mancò di notare l'espressione vagamente rassenerata della moglie e quella un po' più preoccupata del figlioccio.

 

“ Tu come hai cominciato, Obi- Wan, se posso chiedere?”, chiese invece Owen, servendo un altro po' di vino al diretto interessato.

 

“ Beh, ero un novizio di un tempio di Adramelech. Il patrono della mia specie, e sarei dovuto diventare uno dei suoi paladini. Cinque anni fa circa, il mio maestro passò da quelle parti assieme al nostro capo clan e scoprì che ero capace di evocare un Keyblade. Mi offrì di venire con lui e... accettai, c'era semplicemente troppo da vedere.”, raccontò il giovane Bangaa, riaquisendo l'interesse del più piccolo di casa, infastidendo però di nuovo la madre.

 

“ Qui l'unico tempio è quello di Anima. La pregano per lo più gli schiavi per sopportare meglio le fatiche. Ogni tanto io le facevo delle offerte.”, disse secca Schmi posando il dessert a tavola, chiaramente a disagio con l'argomento, che sembrò chiudersi lì.

 

Dopo cena Anakin si mise a disegnare nella sabbia uno dei suoi piccoli progetti, un droide da protocollo per aiutare i genitori nellle transizioni d'affari. Aveva un aspetto umanoide, per certi versi comico coi grossi occhi simili a quelli di una capra e le gambe tenute come un servitore bacchettone.

 

“ Non sono esperto di tecnologia, ma sembra impressionante.”, lo interruppe la voce di Qui- Gon, la cui figura era illuminata dal tramonto del pianeta desertico come una guerriero nomade d'altri tempi.

 

“ Oh, buona sera, maestro Qui- Gon.”, lo salutò il ragazzino rizzandosi in piedi.

 

“ Niente maestro, non sono che un comune Custode del Keyblade. Ma se lo desideri posso darti qualche consiglio. Scegli tu a che riguardo.”, affermò l'uomo con un piccolo cenno, sedendosi accanto ad Anakin, di cui aveva notato il non trascurabile turbamento. Lui sospirò e si sdraiò sulla sabbia, guardando il cielo ormai praticamente nero.

 

“ Allora... voglio andarmene da questo pianeta. E non tornarci mai più.”, confessò il bambino, immaginando quante stelle ci fossero sopra di lui. Così vicine e così lontane dalla sua portata.

 

“ Lasceresti qui tua madre pur di andare all'avventura?”, chiese Qui- Gon. Non c'era alcun giudizio nel suo animo, solo la volontà di comprendere meglio il pensiero di Anakin.

 

“ Lei, Cleigg e Owen sono le uniche persone che mi mancherebbero. Del resto di Tatooine me ne frego. Ma c'è così tanto nella galassia da vedere, così tanto che potrei fare, mi fosse data la possibilità. Qui se sono fortunato potrei diventare il consigliere di un Hutt, e mi viene da vomitare al solo pensarci.”, svelò il biondino, guardando il profilo della città dov'era stato schiavo stagliarsi all'orizzonte e ripensando ai giorni in cui aveva lavorato lì con Watto e dov'era stato testimone di fin troppi crimini.

 

All'improvviso un rombo di motori riempi l'aria. I due videro arrivare a qualche miglio di distanza diverse vetture occupate da figure umanoidi ben armate, che cominciarono a sparare riparandosi dietro i veicoli, mentre altri entrarono in casa, ora origine di un gran trambusto. Anakin e Qui- Gon cominciarono a correre mentre gli assalitori scendevano, rivelandosi come Tusken Rider, volgarmente detti Sabbipodi, una popolazione nomade di Tatooine che aveva avuto molti screzi con le razze più recenti di Tatooine e il sindacato Hutt.

 

Non pochi erano stufi di vedere i loro territori oltraggiati in un modo o nell'altro dagli stranieri e si rifacevano sulle fattorie di umidità, in modo da lasciare gli invasori senz'acqua.

 

Obi- Wan uscì dalla casa brandendo il proprio Keyblade e attaccando con rabbia la decina di banditi che provò a circondarlo, ma impossibilitato a usare le sue tecniche per paura di ferire Schmi, trascinata via dai banditi.

 

“ MAMMA!”, esclamò Anakin nel vederla tra le braccia dei Tusken, divincolandosi tra le loro braccia mentre Obi- Wan cercava di raggiungerla.

 

Il suo Keyblade era molto simile a un comune spadone, nero con una linea arancione al centro che si concludeva in un cuore, e il lato destro leggermente seghettato. La guardia era molto larga ed era formata da due manici simmetrici sempre seghettati. Il portachiavi assomigliava a un piccolo drago.

 

Obi-Wan l'aveva battezzato Eclisse Totale, siccome in quanto Cavaliere delle Rune poteva bloccare o addirittura assorbire quasi ogni attacco magico col giusto tempismo. Cosa che stava facendo al momento, venendo però rallentato dal continuo sbarramento di fuoco che i banditi gli stavano rivolgendo contro e dal poco spazio al momento a sua disposizione.

 

Qui-Gon si gettò nella mischia, ingaggiando un duello col capo dei Tusken Rider. Il Custode si mostrò da subito ben più abile e rapido dell'alieno, che però era incredibilmente resistente, forgiato dalle mille catastrofi quotidiane di Tatooine, e rispose con la stessa forza di una tempesta di sabbia contro Qui- Gon, riempiendo l'aria di ozono quando le loro armi si incrociarono.

 

Il Keyblade del potente maestro scivolò sul bastone di combattimento del capo banda in una pioggia di scintille. Era una bizzarra arma azzurro chiaro con l'impugnatura blu scuro, la cui lama ricordava una classica spada che verso metà si divideva in angoli a formare due punte. Dalla punta della spada partivano due estensioni che si univano a formare un'immagine simile a un dente scheggiato. Era stato chiamato Rejection of Fate dal suo possessore, in segno del suo disprezzo per chiunque cercasse di manipolarlo.

 

 

Obi- Wan fu sul punto intanto di liberare Schmi, spedendo Tusken a terra con una manciata di fendenti. Venne interrotto quando alcuni rimasti dietro di lui gli lanciarono dei taser sulla schiena, col risultato di paralizzarlo mentre guardava la povera donna ormai a un passo dai veicoli dei banditi, gridando il nome di Anakin e Cleigg.

 

 

“ SCHMI!”, esclamò quest'ultimo correndo col fucile in mano dopo essersi liberato, sparando nel tentativo di aiutare la moglie, ma venendo rapidamente posto come prima sotto Stop, che lo bloccò nell'esatto momento in cui gridava.

 

Qui- Gon lanciò la sua arma contro quello che sembrava il capo dei Tusken. Questi schivò appena e lanciò una sfera di ghiaccio contro il guerriero, che incassò senza particolari problemi prima di ingaggiarlo in un frenetico corpo a corpo. Era chiaramente molto più forte del predone, ma il resto della tribù continuava a bersagliarlo con quanto avevano.

 

Anakin strinse i denti. Avrebbe tanto voluto aiutare, ma non aveva armi, nessuna abilità o magia. Era così insignificante, proprio come quando era ancora schiavo, incapace di prendere una decisione che fosse totalmente sua e veniva picchiato da ogni errore per poi andare a piangere nelle braccia di Schmi.. E anche ora la sua vita stava per essere stravolta senza che ne avesse il controllo.

 

' Non voglio più essere il giocattolo del destino. Voglio plasmare il mondo con le mie scelte, far tremare chiunque faccia del male a chi amo, voglio essere il più forte di tutti. ', pensò guardando sprezzante il capo della brigata, ancora occupato a combattere Qui- Gon, il cui elegante e raffinato stile di combattimento rivaleggiava a più riprese con le mosse di bastone del rivale, un violento e diretto stile, combinato col potere di vento e sabbia per imitare le terribili tempeste del pianeta.

 

Anakin osservò entrambi gli stile, analizzandoli come se fossero un circuito elettronico, e inconsciamente immaginò di imitarli, finchè non avvertì il loro potere, una presenza che riverberò nella forza per vari chilometri. Qualcosa nel giovane ruggì e dal petto apparvero due sfere di energia, una bianca e una nera, che rotearono in un bellissimo gioco di luci prima di posarsi nelle sue mani, trasformandosi in una coppia di bellissime spade a forma di chiavi, una bianca con sfumature verde e turchesi, l'altra nera in stile gotico.

 

“ Due Keyblade?!”, esclamò sbigottito Obi- Wan, reazione condivisa anche dall'allievo e molti dei Tusken, che ammirarono paralizzati il piccolo meccanico dare i primi colpi all'aria con le armi appena materializzate.

 

Il capo dei banditi, sentendo l'odore di un'occasione cercata per anni, ordinò di prendere il bambino, che si ritrovò a mulinare le armi contro un gruppo di quell'orda di Rider. Pur avendo evocato quelle spade per la prima volta, riuscì comunque ad assestare qualche goffo colpo ai predoni, rallentando un po' la propria cattura e riuscendo a dare qualche calcio alle ginocchia dei più vicini, finchè anche lui non venne afferrato e legato.

 

Fortunatamente, dividendo le loro forze, i Tusken erano diventati un bersaglio più facile per i due jedi. Dotati di un po' più spazio di manovra e aiutati dalla distrazione offerta da Anakin, riuscirono finalmente a coordinarsi per sconfiggere la maggior parte dell'orda e infine il suo capo, il cui corpo cadde sulla sabbia con un tonfo, l'ultima cosa vista dai suoi occhi le bellissime lune di Tatooine.

 

Poco dopo i due Jedi erano intenti a curare le ferite dei loro ospiti, inclusi ovviamente l'eroico e appena rivelato Custode. Ora guardato con più apprensione che mai dalla madre. Qui- Gon guardò entrambi, mentre con un piccolo gesto fece sparire le poche ferite di Schmi.

 

“ Mia signora, ho avuto modo di vedere che il vostro scopo non è altro che tenere Anakin al sicuro, e lo condivido. Ma abbiamo avuto modo di vedere che anche qui non sarà mai davvero al sicuro.”, disse quasi desolato alla donna, che si mise il viso tra le mani. Poco lontano Cleigg sospirò, conscio che quel discorso si era fatto aspettare anche troppo.

 

“ Schmi, amore mio. Conosciamo entrambi il potenziale di Anakin. Restando qui appassirebbe come quasi qualsiasi pianta che tenta di crescere. Vuoi saperlo infelice per tutta la vita, o libero di fare ciò che vuole?”, disse l'uomo. La moglie si scoprì il volto, asciugando alcune lacrime mentre anche Anakin si faceva avanti.

 

“ Mamma, per favore, devo andare.”, disse il biondino, più serio di quanto lo fosse mai stato nella sua vita. E la questione si chiuse lì. La mattina successiva Owen aveva fatto sedere Obi-Wan e Qui-Gon sulla sua macchina per portarli allo spazio porto più vicino. Il fratello minore stava dando i suoi saluti ai genitori.

 

“ Figliolo, spero potrai un giorno perdonarmi per non essere mai riuscito a farti sentire a casa. Hai la mia benedizione per questo viaggio, possano gli dei proteggerti ora e per sempre.”, affermò Cliegg, chinandosi e prendendo il bambino per le spalle, ricevendo un assenso in risposta. Schmi dal canto suo riuscì appena a parlare mentre lo alzava per abbracciarlo con suo grande imbarazzo.

 

 

 

“ T- ti voglio bene, mamma.”, disse un po' a fatica Anakin, agitandosi nella stretta di sua madre. I suoi compagni di viaggio, osservando la scena, si fecero sfuggire qualche risata.

 

“ Sta attento piccolo mio. Anch'io ti voglio bene.”, rispose la donna baciandolo sulla fronte prima di lasciarlo andare. Salutando ancora con la mano, Anakin si diresse a rotta di collo verso la macchina di Owen, che gli strinse la mano prima di mettere in moto.

 

“ Quanto ci metteremo ad arrivare su Malik?”, chiese ansioso l'appena rivelato Custode.

 

“ Un paio di giorni, se niente ci ostacolerà nel viaggio iperluce. Ne approfitteremo per darti le prime basi sull'uso della Forza.”, rispose Qui- Gon, tenendosi allo sportello per sopportare l'accelerazione del veicolo, che sfrecciava tra le dune con abilità.

 

“ Sono certo che lo addresterete bene come avete fatto con me, maestro Qui- Gon.”, disse invece Obi- Wan, ruffando un po' i capelli del nuovo membro della squadra, che gli diede un pugnetto. Qui- Gon rise alla scenetta e diede a sua volta una palla sulla spalla dell'allievo.

 

“ Sarà addestrato a dovere, ma non da me. Tu te ne occuperai, è ora di crescere.”, sorrise il guerriero umano, lasciando il povero Obi- Wan con un palmo di naso.

 

******

 

“ Mamma mia, chissà che shock.”, rise Sora, immaginandosi la faccia di Obi- Wan nel ricevere quella novità.

 

“ Obi- Wan, dici? Già, all'inizio non era certo di avere le qualità per formare Anakin come Custode, ma i fatti provarono altrimenti. Un maestro desidera due cose dal suo allievo prima di qualsiasi altra cosa: il talento e la capacità di lavorare sodo. Anakin aveva entrambe. Dopo essersi abituato all'idea di essere un insegnante, Obi- Wan sottopose il nuovo Custode a un intenso e lungo allenamento in modo da metterlo alla pari con gli altri apprendisti e legare con lui. In breve diventarono inseparabili, praticamente fratelli. Sebbene ad Anakin non piacesse che il suo maestro fosse tanto protettivo alle volte.”, disse Ventus con una risatina.

 

“ Non avevo mai sentito di questo Obi- Wan onestamente. Era forte quanto Vader?”, gli chiese Angela, intenta a portare un paio di sacchi di cemento.

 

L'espressione dell'altro Custode si incupì, in un misto tra il preoccupato e il malinconico.

 

“ Per darti un'idea, durante la guerra solo quattro persone hanno sconfitto uno dei comandanti della Gilda dei Diafani in un uno contro uno. Vostro zio Paperone, Anakin, Ercole... e Obi- Wan.”, rivelò Ventus, scatenando una reazione di stupore nei suoi ascoltatori.

 

“ Urca urca.”, disse Qui impressionato. Sapeva già dello scontro tra Paperone e il pirata Davy Jones, o quello tra Ercole e Ade, ma non credeva ci fosse stato qualcun altro alla pari con quei mostri della Gilda. Almeno all'epoca, al momento il livello degli avventurieri si era alzato ancora negli anni passati dal conflitto.

 

 

 

“ Già. Ovviamente anche Obi- Wan ebbe bisogno di consigli sul come continuare l'addestramento del suo allievo, e Qui- Gon non smise di essere una guida insostituibile- continuò Ventus - Ma lui fu tra le prime vittime di quel terribile conflitto. Cornelius e complici avevano riunito le loro forze lungo l'orlo esterno, lontano da tutto e tutti, in attesa del momento in cui avrebbero avuto più possibilità e avessero sufficienti alleati anche nel centro della galassia. Quando attaccarono, furono talmente brutali e fulminei che nessuno capì cosa fosse successo finchè non mandarono un messaggio ai pianeti più importanti, intimando una resa.”.

 

******

 

L'atmosfera nell'aula magna del clan Eclipse era una di commiatto e tristezza. Qui- Gon era stato tra i membri più gentili del clan e aveva aiutato il maestro Xenahort, il capo clan, a forgiare innumerevoli studenti che erano ora tra i più famosi esponenti dell'organizzazione. Non pochi lo vedevano come il futuro leader.

 

Alla parete della sala si trovava un'immagine olografica del Jedi, sotto la quale Obi- Wan stava parlando alla folla come altri amici del defunto, incluso Anakin e Xenahort, avevano già fatto.

 

“ Per concludere, ringrazio ognuno di voi per essere qui a porgere le vostre condoglianze. Eppure vi chiedo di non essere tristi, perchè il mio maestro credeva soprattutto nell'unità della Forza e voglio credere che sia felice. Egli è ora tutt'uno con ogni essere vivente, con ogni evocazione e col nostro stesso clan. Sono certo che continuerà a guidarci tutti in futuro.”, concluse dunque Obi- Wan, ricevendo un breve ma fragoroso applauso, a seguito del quale tornò al fianco di Anakin in prima fila.

 

“ Semplice, ma più che fedele ai valori di Qui- Gon, mio maestro. I miei complimenti.”, disse il giovane Custode al suo insegnante, che si sedette e gli strinse la mano.

 

“ Grazie, Anakin. Posso solo sperare ora di continuare a vivere secondo i suoi insegnamenti.”.

 

“ Avrai modo per farlo. E ho già prenotato una missione per noi, se ti senti pronto.”, continuò il ragazzo, al che Obi- Wan annuì nuovamente, sentendo lentamente svanire la tristezza, ricordando quanto egli stesso aveva detto poco prima.

 

“ Sì, mi aiuterà a distrarmi, grazie. Se non sbaglio devono parlare solo altre due persone, includendo il maestro Xenahort. Poi partiremo.”.

 

Il capo clan degli Eclipse era un'anziano Skrull dall'aria un po' allampanata. Aveva la pellaccia verde tipica della propria specie, con tanto di orecchie a punta. Il volto allungato presentava occhi color ambra e un pizzetto ingrigito. Indossava un lungo vestito formato da una giacca bianca, sormontata da due cinture, e un lungo cappotto nero.

 

Era considerato un po' un visionario, ma non ci si poteva aspettare qualcosa di diverso dall'uomo che aveva fondato il clan con la più alta concentrazione di Custodi nel tentativo di ricreare l'ordine dei Jedi.

 

“ Grazie a tutti. Parlerà ora Mace Windu.”, disse solenne il capo clan.

 

Anakin alla notizia si sbattè una mano in faccia, gesto imitato da molti altri dei presenti.

 

“ Hanno davvero permesso a Windu di dare l'encomio funebre?”, chiese a metà tra il divertito e il disperato mentre sul palco saliva un alto uomo di colore, calvo e dal viso quasi granitico.

 

“ Qui- Gon Jin era uno dei migliori amici che avrei mai potuto chiedere. Fin da quando fummo reclutati da maestro Xenahort, è sempre stato lì per me. Dopo il mio partner, Jar Jar, era probabilmente la persona più vicina nell'intero clan, e sono lieto di dire che non sono l'unico a pensarlo.”, cominciò il guerriero con tono pacato, che stupì non pochi.

 

“ Non ci credo, non ha ancora usato una sola parolaccia.”, sussurrò Anakin impressionato, per poi venire deluso.

 

“ In poche parole, Qui- Gon era il più grande e fico cazzone che abbia mai conosciuto.”, disse infine Windu, scatenando una necessaria risata.

 

“ Immagino fosse troppo chiedere alla Forza un simile miracolo.”, rise Obi- Wan mentre Xenahort prendeva il suo posto, preparandosi a fare la sua ultima arringa, quando lo schermo posto sopra la bara, che aveva mostrato fino a poco prima immagini di Qui- Gon, soffrì di alcuni disturbi, che lasciarono il posto a un uomo incappucciato col volto nascosto dalla sua veste color porpora, al di là di un importante paio di corna dorate e lunghe dita ossute ricoperte da verruche.

 

“ Mi rivolgo a tutti i clan e governi della Via lattea. Il mio nome è Cornelius Arawan, signore dell'orlo esterno e capo del mio clan, la Gilda dei Diafani. Da lungo tempo abbiamo pattugliato e governato l'orlo esterno, che invece voi non avete fatto altro che ignorare, se non per cercare tesori e spectrobe.”, cominciò il misterioso figuro con una voce cavernosa.

 

Anakin inarcò un sopracciglio. Tatooine si trovava a un passo così da quella zona, dove si era più volte recato in missione. Non aveva mai sentito parlare di un governo unificato, o tanto meno una singola forza di protezione per l'orlo. C'erano solo tanti cartelli criminali.

 

 

 

“ Le nostre genti sono stanche di essere derubate. Le loro voci sono arrivate a me e i miei fratelli, e abbiamo deciso di espanderci nella galassia. Vi porteremo la nostra giustizia, riprendendo quanto ci avete rubato. Avevamo anche offerto ad alcuni dei vostri migliori avventurieri di unirsi a noi, purtroppo non tutti hanno accettato. Quelli che hanno rifiutato sono ora un tutt'uno con la Forza.”,

 

L'immagine dello stregone sparì, facendo partire una lunga serie di foto. Tra esse i presenti riconobbero altri amici, appartenenti ad altri clan o che agivano come indipendenti. L'ultima foto a essere mostrata fu proprio quella di Qui-Gon.

 

 

Un coro di puro oltraggio partì dalla folla lì radunata, chiedendo vendetta per i loro amici morti. Xenahort tentò di calmare gli animi, mentre la folla cominciò a prentendere di rispondere al fuoco con il fuoco.

 

Cornelius intanto riprese a parlare, togliendosi il cappuccio. La visione sottostante inorridì i presenti. Il volto dell'incantatore era del tutto priva di pelle, gli occhi due orbite vuote al di là di inquietanti puntini rossi che sembrarono scutare l'animo di ognuno di loro, mentre la bocca, simile a un varco per qualche dimensione infernale, era decorata da una chiostra di denti giallastri e affilati.

 

“ Arrendetevi, o voi e i vostri cari li raggiungerete. Io sono re Cornelius, e tra non molto mi chiamerete vostra maestà.”, concluse con tono minaccioso e determinato il misterioso figuro, che si alzò mentre la telecamera si allontanava per rivelare moltre altre figure accanto a lui, non meno impressionanti.

 

Alcuni di coloro che si avventuravano spesso nell'orlo esterno ritornarono a sussurrare, citando i nomi di Jack Skeletron, il Conte Gelo, Macchia Nera, Ursula e tanti altri tiranni del territorio estremo della galassia, ognuno dei quali un mostro capace di far tremare interi pianeti con la loro sola presenza nella Forza.

 

 

“ Maestro, che ne pensa?”, disse Anakin con un sussurro, rivedendo quanto lo aveva condotto fino a quel momento, e ponderando se fosse capace di combattere una guerra.

 

“ E' vero che abbiamo preso molto alle genti dell'orlo esterno- riconobbe grave Obi- Wan- e forse meritiamo una punizione per ciò. Ma in quel discorso non ho avvertito un desiderio di giustizia, solo una sete di potere senza pari. Dovremmo combattere, mio giovane allievo. Preparati al peggio.“, concluse con un commento che si perse tra le grida oltraggiate nei suoi compagni

 

*****

“ Avevo sentito che Cornelius e colleghi erano, come si suol dire, todo loco, ma non che si inventassero anche simili scuse.”, disse Sora, che nei precedenti minuti era stato totalmente perso nel discorso di Ventus.

 

“ Beh, non avevano esattamente torto, la situazione di alcuni pianeti dell'orlo esterno è migliorata solo dopo la guerra.”, osservò Gaia. Il Custode più anziano annuì nella direzione della paperetta.

 

“ Io fui uno dei primi orfani del conflitto, e venni trovato dal Maestro Eraqus, che aveva già preso sotto la sua ala Terra e Aqua. Fece del suo meglio per tenerci lontano dal fronte, ma siccome il fronte era praticamente ovunque, finimmo comunque per farci le ossa una battaglia dopo l'altra Io spesso mi nascondevo sulle navi che partivano per le manovre, non sopportavo l'idea di non fare niente mentre i miei fratelli maggiori e mio padre rischiavano la vita. In un paio di occasioni proprio assieme ad Anakin, che nel frattempo aveva sviluppato un certo legame con l'allora regina di Naboo, da lui già incontrata in precedenza. Si chiamava Padme Amidala.”.

 

“ La madre di Luke e Leila!”, esclamò Max.

 

“ Esatto, ma ne parleremo domani. La giornata di lavoro è finita e abbiamo bisogno di riposarci. A chi va una partita a Dissidia?”, domandò il ragazzo, guadagnando segni di assenso. Dissidia era il picchiaduro per eccellenza del momento, e consentiva a degli amici di affrontarsi con gli avventurieri più famosi e potenti in circolazione.

 

“ IO PRENDO TOPOLINO!”, gridò Sora, generando uno sbuffo generale.

 

“ Sleale tu sei, Sora.”, commentò Grogu, punzecchiandogli un ginocchio mentre si dirigevano all'auto di Paperone, ansiosi di sentire il resto della storia l'indomani.

                                                                                                                   ****

Saaaaaaaalve a tutto il fandom di Kingdom Hearts e a chiunque altro capiti su questa storiella. Spero abbiate trascorso vacanze piacevoli e che la sessione vi si prospetti bene. Io sono stato abbastanza bene e mi sto preparando per i primi esami della magistrale. Intanto spero che questa seconda occhiata al passato di Anakin e compagni vi sia piaciuta. Inizialmente la dichiarazione di guerra di Cornelius sarebbe dovuta essere nel prossimo capitolo, ma ho pensato di dedicarlo tutto alla guerra e non farlo troppo lungo. Concludo chiedendovi tutti i consigli che potete darmi, augurandovi anche un buon anno e ringraziando chiunque abbia recensito.

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Capitolo 15
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte terza ***


Il secondo giorno delle riparazioni del deposito era giunto alla pausa pranzo, a base di una quantità abnorme di cibo messicano. Phil teneva gli allievi del colosseo a una dieta abbastanza rigida, consistente per lo più in carne bollita e vegetali conditi con parsimonia, il cibo spazzatura era consentito solo nelle rare occasione in cui Ercole copriva i ragazzi. Quindi Sora e compagni erano più che felici di farsi una bella scorpacciata di cibo tanto saporito quanto insalubre, anche se...

 

“ Angela, sicura di poter consumare tutta quella salsa di Alapeno?”, domandò il Custode alla Gargoyle, che si era riempita il taco con un mix di carne, grano, melanzane, formaggio e una quantità tale di salsa da esserle finita anche sul corpetto. L'espressione della Gargoyle era la stessa di un feroce Spectrobe di fronte a una preda indifesa o un degno rivale, persino Grogu era quasi spaventato.

 

“ Tranquillo, a casa mia non mangiamo altro. Per me l'acqua è quasi più piccante.”, disse la chitarrista prendendo un enorme morso dal panino e arrossendo mentre il sapore piccante le scendeva fino alla gola. Il resto dei muratori si allontanò con cautela nel caso rimettesse tutto fuori.

 

“ Dunque, Ventus, a che punto arrivati eravamo? L'inizio della guerra?”, chiese Sora al suo nuovo mentore, intento a sgranocchiare alcune pannocchie. Il biondino si ripulì la bocca e riprese la storia.

 

 

 

*****

 

 

Naboo era stato tra i principali obbiettivi dei Diafani, intenzionati a tagliare ai loro nemici i beni di prima necessità, in questo caso le risorse d'acqua del pianeta e le loro fabbriche di plasma. La loro mancanza avrebbe portato anche a una riduzione nella disponibilità di pozioni, carburante e simili oggetti altrimenti necessari all'alleanza dei clan.

 

I Gungan, la specie anfibia autoctona, si era già mossa per difendere i loro territori, aiutati nelle loro operazioni dal clan Eclipse e da alcune truppe dei coloni. Anakin e Windu guidavano l'avanzata contro il misto di non morti e droidi che costituiva le forze nemiche, al capo di una fitta cavalleria.

 

“ Prendi questo, cazzone. E quest'altro, cazzone numero due. Ma quanti bei cazzoni oggi da tagliare.”, rise Windu, mulinando con allegra brutalità il Keyblade o lanciandolo per falciare una fila di droidi prima di farlo riapparire in mano. Il suo Keyblade, il Grumbling Rose, aveva la cima simile a una zampa di orso blu con grossi artigli, mentre l'impugnatura verde ricordava un cerchio di rovi e per concludere l'impugnatura era una rosa rossa. Un aspetto più che idoneo al feroce stile del suo proprietario.

 

Poco lontano Anakin duellava con ben tre degli ufficiali nemici, muovendo le proprie armi in elaborate e acrobatiche tecniche che lo rendevano tanto letale quanto intoccabile. Pur essendo infatti circondato dal trio, nessuno dei loro attacchi, magici o fisici, riusciva a raggiungere lo spadaccino, che approfittava di ogni momento libero per lanciare ordini e parole di ispirazione a coloro che seguivano il suo comando, alternandosi ad attacchi contro i tre nemici.

 

Tra di loro c'era la stessa Malefica, ancora giovane, ma non meno ambiziosa. La giovane Gria si muoveva sinuosa tra fiamme color giada da lei create, alternandole a sfere d'ombra di cui Anakin si liberava con accorte mosse, rispondendo col suo acrobatico stile da duellante o magie ben mirate, lanciate a volte da entrambi i suoi Keyblade con effetti più che efficaci.

 

Per un attimo sembrò essere in pericolo quando l'ombra della strega si allargò nella forma di grosse fauci per inghiottirlo, ma un pallone luminoso si abbattè sulla testa di Malefica, annullando la sua mossa e lanciandola via, ben oltre i campi dove si svolgeva lo scontro. Il responsabile era un atletico Gungan dallo sguardo un po' svampito, vestito con un abito e un cappello coi campalelli da giullare, fatti in polimeri rinforzati

 

“ Bel colpo, Jar Jar.”, si complimentò il ragazzo col compagno di squadra, nonché partner di Windu e nuovo ufficiale dell'esercito Gungan, che alzò il pollice e lanciò poi un'altra serie di palle colorate o simili oggetti circensi, affliggendo chiunque ne venisse in contatto con status negativi e facilitando non poco il lavoro dei compagni.

 

“ Dannato girino troppo cresciuto, ora di farò vedere.”, sibilò un'irata Malefica quando tornò in battaglia, scagliando una raffica di fulmini verdi sul Clown. Questi schivò facilmente l'incantesimo con un balzo, e le scariche color giada, ora compresse in una sfera di saette, si schiantarono proprio contro Anakin. Con un potente scoppio e com'era capitato alla Gria, il biondo Custode venne scagliato via per quasi un chilometro in aria prima di cadere nella mischia con la possibilità di essere tranciato all'impatto.

 

“ ANI!”, gridò Jar Jar, balzando nel tentativo di afferrare l'amico al volo, che venne però avvolto da un refolo di vento, a opera di qualcuno dei suoi alleati. O meglio, alleate.

 

“ Oh, guarda chi ho pescato.”, disse la regina delle colonie umane di Naboo, Padme Amidalà. La ragazza, appena ventenne, era un'atletica mora dagli occhi vispi e intelligenti.Il volto era truccato con un misto di bianco e nero, mentre indossava abiti bianchi da sacerdotessa con pezzi di corazza su braccia e gambe di colore diverso.

 

Il tira e molla tra i due avventurieri era già leggenda, una rivalità cominciata sin dalla prima missione di Anakin su Naboo, appena prima che la ragazza fosse eletta regina. Obi- Wan e amici avevano una boccia delle scommesse su quanto ci avrebbe messo uno dei due a chiedere all'altro di uscire e un'altra su chi sarebbe stato.

 

“ Ciao, Padmè. Il tuo umorismo è come sempre fuori luogo... ma grazie. Dopo ti offrirò da bere.”, disse il ragazzo, facendo un dito medio alla sua soccorritrice. Malefica e i suoi compagni tentarono di approfittare della sua distrazione per attaccarlo, ma qualcuno saltò davanti proteggendolo con un Reflex.

 

“ Ehi, piccioncini. La battaglia non è finita.”, ricordò loro Windu, ripartando all'attacco contro i cazzoni avversari col Keyblade in pugno. Sbuffando, Akakin e Padmè lo seguirono, coprendosi le spalle a vicenda nell'assalto che seguì.

 

Era praticamente mezzanotte quando lo scontro tra i due eserciti si concluse e i guerrieri si ritirarono nella reggia di Padmè, felici di aver respinto l'avanzata dei Diafani un'altra volta. Alcuni si leccarono le ferite o curarono quelle dei compagni, altri si rifocillarono come poterono e altri si limitarono a parlare. Come Padmè e Anakin, che si poggiarono sulle mura esterne dell'edificio in attesa del sole nascente.

 

“ Ah, ce l'abbiamo fatta anche stavolta. Ma non saremo sempre così fortunati.”, disse il Custode, aprendo una lattina di birra e scolandola senza particolare riserbo, la schiena tenuta contro il muro mentre davanti a lui si stagliavano molti fuochi.

 

“ Strano che lo dica proprio l'eroe della battaglia- commentò Padmè, mettendo le gambe incrociate sulle mura del proprio palazzo- se facessi il pessimista, i nostri compagni si demolizzerebbero.”.

 

“ E proprio in quanto eroe della battaglia devo pensare al nostro esercito. E' troppo.... disordinato, senza una vera logica. E' più che altro un'organizzazione di clan che lavorano insieme. Che è bellissimo, intendiamoci non è mia intenzione sminuire gli sforzi di maestro Xenahort e degli altri capoclan. Ma... potrebbe non funzionare alla lunga. Prima o poi una strategia da parte dei nemici abbastanza elaborata riuscirà a spezzare una linea male organizzata e cominceremo a perdere.”.

 

“ Quindi vorresti un esercito più convenzionale?”, chiese di rimando la regina, volendo vedere dove l'amico andasse a parare.

 

“ Vorrei un esercito organizzato, dove ognuno conosca il proprio ruolo e lo svolga con efficienza, pur sapendo far conto sulla propria inventiva. Insomma, guarda R2. E' uno dei droidi più efficienti che conosca, se non il migliore, perchè conosce il proprio ruolo in ogni missione. Ma sa anche scegliere cosa fare per conto suo. Al contrario, gente come Pongo Krell ha una posizione che non meriterebbe in un miliardo di anni.”, cercò di spiegare Anakin, accompagnandosi con espliciti gesti delle mani, immaginando di avere tra le mani una scacchiera.

 

“ E lo dice uno che non fa altro che ignorare gli ordini.”, affermò Padmè con una lieve risata, dandogli un colpetto sulla spalla e facendo ridere anche il collega.

 

“ Già, mi fa apparire un po' ipocrita probabilmente. Ma anch'io so riconoscere che l'orlo esterno ha bisogno di un minimo di controllo. E anche ovviamente gli avventurieri che vi si recano. Forse, questa guerra è l'opportunità per portare un ordine diverso da quello che Jabba e Cornelius vogliono.”, aggiunse questi, prima di scendere per raggiungere i compagni.

 

*****

 

“ Che tipi. Quanto ci hanno messo a scopare?”, chiese Angela senza particolari riserve.

 

“ Angela! Ci sono dei bambini.”, la rimproverò severo Sora, indicando il gruppo di paperotti seduto assieme a loro.

 

“ Disse il grand'uomo vissuto.”, gli disse di rimando Qua, ricevendo in risposta un dito medio dal Custode e scatenando una generale risata nei compagni. Ventus roteò gli occhi divertito e ritornò alla storia.

 

“ La guerra prosegui per quasi cinque anni, tra battaglie, intrighi, imboscate e tentativi di diplomazie. Nonchè la nascita dell'eterno odio tra vostro zio Paperoga e Anakin.”.

 

“ Oh, mamma, che è successo? Ogni volta che chiediamo agli zii, ne inventano una diversa- fece invece Qui, saltando sulla cassa su cui era seduto- una volta si sono persino inventati che era una spia dei Diafani. O che in realtà era l'emissario di un'entità proveniente da un'altra galassia. Che è successo davvero, ma in una situazione slegata.”.

 

“ Probabilmente senza neanche saperlo, conoscendo lo zio Paperoga.”, concluse l'ultimo dei tre gemelli.

 

“ Dunque. R2, insieme ad altri droidi, venne mandato a infiltrarsi in una base dei Diafani. Sulla via del ritorno vennero dirottati più volte e finirono per prendere un passaggio su un'astronave dove viaggiavano anche Paperoga e Paperino. Notando che R2 era lievemente danneggiato, Paperoga si offrì di ripararlo, e purtroppo vostro zio non fece in tempo a fermarlo.”.

 

*****

 

“ Sbaglio o sono in ritardo?”, disse nervoso Anakin, battendo il piede sul pavimento dello spazioporto dove attendeva la prossima nave assieme a una Togruta dall'aria alquanto seccata.

 

“ Uff, spero non ci facciano saltare la serata poker, ho proprio bisogno di rilassarmi.”, si lamentò la ragazza. Era Ahsoka, la sua recentemente acquisita allieva. Come gli altri membri della sua razza aveva una pelle color caramello e al posto dei capelli una sorta di copricapo organico bianco e blu, con vispi occhi blu che nascondevano una furbizia e un senso dell'humor non molto diversi da quelli dell'amato insegnante, a lei assegnato in quanto unici portatori di doppi Keyblade in tutto il clan.

 

Finalmente atterrò l'astronave, che aprì lo sportello di fronte ai due Jedi. Non c'era nessuno però, a parte un grosso pacco, verso il quale maestro e allieva si diressero, trovandovi un biglietto.

 

Su un lato c'era scritto ' domando scusa, volevo solo aiutare'. Sull'altro era riportato ' credimi, ho provato a fermarlo'. Le firme erano rispettivamente quelle di Paperoga e Paperino. Preoccupato, Anakin aprì la scatola, trovandovi una gran ammucchiata di componenti elettronici e pezzi di metallo bianco o blu, che riconobbe subito.

 

“ R2! Cosa ti hanno fatto, amico mio?”, disse disperato il giovane Custode, affondando le mani in quel mucchio e potendosi quasi immaginare il bip disperato del suo amico robotico mentre veniva ridotto a pezzi. Ahsoka si sbattè una mano in faccia, capendo cos'era successo. D'altronde chiunque avesse incontrato almeno una volta lo zoologo di casa De Paperoni, sapeva che non c'era modo di fermarlo, una volta che si mettesse in testa qualcosa completamente al di fuori delle sue capacità.

 

“ Su, maestro, non preoccuparti, lo ricostruiremo. I pezzi sembrano ancora integri.”, lo consolò Ahsoka, mostrandogli la fortunatamente intatta scheda madre. Anakin la prese tra le lacrime, battendo un pugno a terra per poi gridare la sua rabbia al cielo.

 

“ PAPEROGAAAAAAAAA!”.

 

*****

 

“ Da allora quei due non possono trovarsi nello stesso posto senza che tra loro ci sia una battaglia campale o una grossa fornitura della cucina di Nonna Papera.”, si spanciò Qui dalle risate. Sora sghignazzò un po' a sua volta, anche se in quanto estremamente legato ai suoi amici, poteva capire come si era sentito al momento il futuro Sith nel vedere uno dei suoi amici più cari in quelle condizioni.

 

“ E in quel caso dobbiamo trattenere Ciccio o rischiamo che finisca la suddetta cucina troppo in fretta.”, aggiunse Gaia, che per quanto amasse le avventure, trovava difficile sopravvivere alle cene tra famiglia e amici.

 

“ O quando c'era Della in giro, perchè lei e Anakin erano troppo impegnati a sfidarsi nelle corse più folli- precisò Ven, ripensando alle sfide tra i due abilissimi piloti- Comunque, dopo quasi cinque anni di conflitto i capi della Gilda furono riuniti in un unico luogo e la nostra alleanza ne approfittò per colpire. Anakin e Padmè furono in prima linea a guidare le truppe, e dopo uno scontro cruento si ritrovarono di fronte al Re cornuto, mentre altri ufficiali della Gilda venivano sistemati singolarmente in giro per il pianeta.”.

 

“ Tu c'eri?”, chiese un curioso Quo, ansioso di postare su uno dei suoi numerosi blog un'altra testimonianza di quella mitica battaglia.

 

“ Mi infilai nell'astronave di Maestro Eraqus, come sempre. Non avevo intenzione di mancare proprio durante la battaglia finale, volevo aiutare a tutti i costi i miei amici. E mi ritrovai nell'inferno che fu lo scontro sull'Olandese volante.”.

 

*****

 

L'Olandese volante era la nave ammiraglia della Gilda dei diafani, un mostruoso vascello armato fino ai denti che era diventato l'incubo di molti che l'avevano avvistato. Che si trattasse di bombardamenti, combattimenti marittimi dov'era affiancato da potentissimi Spectrobe o di battaglie siderali, quel veicolo demoniaco si era rivelata più una fortezza mobile armata fino ai denti che un semplice vascello dall'inquietante design.

 

Cornelius l'aveva posta a difesa di Coruscant, che aveva conquistato mesi prima. L'alleanza dei clan, seppur spossata dalla perdita di uno dei loro centri più importanti, l'aveva vista anche come un'importante occasione per sbarazzarsi della Gilda in un colpo solo. Avevano quindi riunito tutte le forze rimaste e scatenato una guerra urbana senza precedenti, diretti al palazzo di Cornelius mentre una task force di piloti e sabotatori teneva impegnato l'Olandese. Xenahort era su un satellite, aiutando a coordinare le varie unità, indicando loro gli obbiettivi da colpire e i luoghi dove nascondersi come aveva già fatto in molti altri scontri.

 

Coordinare una guerra urbana di proporzioni planetarie non era certo cosa facile, e litri di sudore scivolavano lungo la pelle verdastra dell'anziano Skrull, i cui occhi d'ambra sembravano però più vivi che mai, accesi di una luce quasi folle.

 

Il responsabile delle difese era il generale Grievous, un potentissimo cyborg che aveva guidato la maggior parte delle offensive dei Diafani in prima persona. Lo spadaccino, ridotto impianto dopo impianto a un esoscheletro non troppo diverso dai suoi soldati, stava dando loro delle istruzioni in una piazza, quando Obi- Wan gli saltò dietro.

 

“ Salve a tutti.”, disse sardonico il Jedi, atterrando ed evocando il proprio Keyblade. Gli scheletri guerrieri disposti accanto al loro comandante fecero per attaccarlo in massa, ma questi li fermò.

 

“ Generale Kenobi.”, rispose Grievous girandosi e gesticolando un breve saluto. D'altronde aveva già combattuto spesso col Bangaa e questa cortese introduzione era quasi un rito prima dei loro duelli, nei quali non voleva intrusi. Lasciando cadere a terra il suo mantello nero, Grievous rivelò un paio extra di braccia e ben quattro spade runiche, lanciandosi contro Obi- Wan in un vortice di fendenti che avrebbero livellato l'intero quartiere in pochi minuti.

 

Erano solo uno tra gli infiniti duelli che stavano devastando le strade di Coruscant. Ovunque avventurieri dal centro della galassia e mercenari dall'Orlo esterno si scambiavano senza remore incantesimi e tecniche a profusione.

 

Coloro che erano sbarcati sull'Olandese non erano da meno, combattendo contro orde di non morti ricoperti di alghe, frutto dell'orribile necromanzia di Davy Jones, o altre bestie marine.

 

“ Avanti, non ho la minima intenzione di restare dietro Anakin.”, esultò Terra, sferrando potenti attacchi a qualsiasi zombie gli capitasse davanti per poi saltare in aria e rilasciare all'impatto un enorme cumulo di stalattiti con cui potè aprire un varco per i compagni.

 

Il bel castano aveva sviluppato nel corso degli anni un rapporto di amichevole rivalità con l'asso degli Eclipse, e i due non perdevano occasione per sfidarsi. Guidati da Paperone, che si infiltrò poi verso la cabina di comando, il gruppo contrastò con vigore e determinazione gli uomini, se potevano ancora definirsi tali, di Davy Jones.

 

“ Sono stanco di questi cazzo di zombie in questo cazzo di nave.”, affermò Windu dopo quelle che sembrarono ore di combattimento nei corridoi, sparando un Thunder contro una finestra. Quando questa si infranse, creò un fortissimo risucchio che prese infatti la maggior parte dei ghoul o scheletri.

 

“ Blizzaga!”, esclamò Aqua, sigillando il buco creato da Windu.

 

“ Grazie, Acqua.”, si complimentò il suo maestro, Eraqus, che aveva tenuto d'occhio Ventus per tutto il tempo.

 

“ La prossima volta rimani a casa. Ti metteremo in catene se necessario.”, lo rimproverò la turchese, puntandogli un dito addosso prima di tornare al combattimento.

 

Paperone stava intando duellando contro Davy Jones nella sala comandi del vascello. Il pirata dall'aspetto tentacoluto combatteva come una furia, mulinando la sua sciabola con fendenti che rilasciavano una temibile aura congelante a scontrarsi con gli spiriti animali o poteri elementali evocati dall'altro. Solo l'agilità di Paperone e la sua esperienza stavano salvando l'affarista dal diventare un filetto d'anatra sotto zero.

 

“ TORNADO!”, esclamò lo scozzese, generando dal bastone un potentissimo vortice che colpì Jones in pieno con una forza inaudita, sebbene non al punto da metterlo ko.

 

“ LAMA GELO!”, rispose di rimando Jones, sparando una pura ondata di energia gelida, che ricoprì il corpo di Paperone di ghiaccioli, pur non raffrendandone lo spirito.

 

 

“ La tua fama è ben meritata, Jones. In un'altra vita avremmo potuto solcare le stelle insieme”, si complimentò l'affarista, liberandosi dai ghiaccioli con un piccolo Fire e lanciandosi nuovamente all'attacco con una serie di Break volti a indebolire gradualmente l'avversario, che ribattè però con un'impenetrabile guardia finchè non venne spinto in un angolo, dove non c'era abbastanza spazio per muoversi decentemente.

 

“ Anche la tua, Paperone. Ma differentemente dall'altra volta, sarò io a vincere.”, rise l'uomo polpo, formando due grosse sfere d'acqua sulle punte dei suoi tentacoli facciali. L'avversario rispose con una raffica di fulmini, riempiendo la stanza dove combattevano di impulsi elettrici e schizzi d'acqua ad altissima pressione.

 

“ Non credo. Loro dovrebbero aver ormai finito.”, disse divertito Paperone, pulendosi un rivolo di sangue causato dall'acqua, prima di premere un pulsante sul suo Cosmolink e teletrasportarsi via.

 

L'Olandese volante venne scosso con forza. Rendendosi conto di essere stato fregato, Davy corse fino alla sala motori, passando sopra i suoi inumani scagnozzi e vedendo altri avventurieri materializzarvi via. Arrivato a destinazione vide un ragazzino con un cappello da pirata e in mano un paio di chiavi inglesi.

 

Lo conosceva, già diverse volte lo sprezzante avventuriero aveva vanificato i suoi attacchi ad alcuni pianeti o astronavi che portavano merci necessarie all'alleanza.

 

“ Tu.... cos'hai fatto?”, domandò con un filo di voce il polpo umanoide.


“ Tutto quello che mi pareva. E' stato l'unico ordine di Paperone. Credo che tra poco questa nave sfonderà la velocità della luce come nessun'altra abbia mai fatto prima. Non sono stato da solo però, Della mi ha dato una mano, ma se ne sarà già andata.”, rise il misterioso intruso.

 

“ Maledetto.”, sibilò Jones, avvicinandosi lentamente a lui, una promessa di puro dolore nello sguardo, le dita serrate attorno alla sua sciabola con l'intento di affondarla ripetutamente nel corpo del giovane, che d'altrocanto non sembrò preoccupato.

 

 

“ Calma, polipone, tieni la rabbia per la prossima galassia in cui finirai.... a mai più rivederci.”, rise sardonico il pirata, prima di svignarsela come avevano fatto i compagni. Davy Jones si mise a respirare pesantemente, facendo tintinnare più volte la propria chela, non potendo fare altro che immaginarsi all'infinito il beffardo sorriso del ragazzo appena svanito e alla fine esplose in tutta la sua collera.

 

“ JACK SPARROOOOOOOOOOOW!”, gridò a squarciagola il corsaro mentre la sua nave partiva, senza controllo e a una velocità immane, verso i più remoti angoli della galassia.

 

*****

 

La tensione nel piccolo campo di Sora e amici era a mille mentre ascoltavano la storia di quell'incredibile assedio. Sembrò loro di essere in mezzo alle strade, combattendo assieme a quegli eroi d'altri tempi contro l'orda senza fine che li separava dalla vittoria.

 

“ Che forza. Ma in tutto questo, dov'era Cornelius? Insomma, il suo impero va a pezzi e lui sta lì.”, chiese Quo, stupito che in un simile massacro collettivo il necromante non fosse presente a guidare la sua organizzazione.

 

“ Dirigeva le sue truppe dalla vecchia sede del senato come faceva Xenahort, e uccideva chiunque fosse abbastanza fortunato o stupido da arrivare a lui. Quando finalmente Anakin, R2 e Padmè lo raggiunsero, era circondato da uno stuolo di corpi che si apprestava a rianimare.”.

 

*****

 

“ E' finita, Cornelius.”, disse Anakin, entrando insieme a Padme nell'antica sala del senato, ove riposava il mostruoso Lich, seduto sul suo trono intento a bere una bevanda di cui non capirono bene la provenienza.

 

Tutt'intorno a lui, sulle decine di piattaforme volanti un tempo usate dai senatori per discussioni che potevano durare settimane, si trovavano combattenti di ogni classe e razza. La maggior parte erano pieni di ferite, interamente bruciati o intenti a rantolare i loro ultimi sospiri.

 

In mezzo al macabro spettacolo si trovava il calderone di Arawan,l'artefatto con cui la Gilda aveva creato il suo esercito di guerrieri non morti. Già piccoli filamenti di tenebra si originavano dal grosso paiolo, collegandosi ai caduti, l'espressione incisa sul paiolo una smorfia innaturale.

 

“ Ah, davvero? Mi trovi in effetti a concordare. E' finita per la vostra alleanza, con la vostra morte ha inizio la mia era.”, affermò l'incantatore alzandosi e scrocchiando le ossa grigiastre. Da una di esse partì un Thundaga diretto contro Anakin, che lo parò con Oblio, ma l'avversario era già dietro di lui.

 

“ ANTIMA!”, esclamò Padmè prima che potesse fare alcunchè. Una sfera di gravità compressa fu sparata contro Cornelius, che imperturbabile l'afferrò prima di rimandargliela contro e scaraventarla lungo le varie piattaforme, creando un confuso vortice di metallo che costrinse R2 a salvare l'amica del suo padrone.

 

“ ARS ARCANUM!”, esclamò intanto Anakin, gettandosi in una feroce raffica di fendenti avvolti di una luce bianca e nera, riuscendo a mettere in difficoltà la guardia del Lich, che non sembrò però particolarmente impressionato.

 

“ Oh, che gemma Xenahort ha trovato. Sono quasi geloso.”, affermò Cornelius, prendendo dal suo Cosmolink un bastone con cui parò colpo su colpo la terribile combo di Anakin. Nel frattempo il calderone di Arawan prese a bollire, ingigantendo i suoi tentacoli di luce nera che penetrò nei corpi a terra, ora scossi da pesanti spasmi.

 

“ Padmè, distruggi quell'affare mentre lo tengo impegnato!”, ordinò Anakin, infondendo Forza nel Portafortuna e illuminandosi con una potente luce bianca, si lanciò con rinnovato rigore contro Cornelius grazie al Cambio forma.

 

Padmè lanciò sfere di energia sacra contro il calderone, che non subì però alcun graffio. Si mise perciò a cantilenare più rapida che potè, materializzando le sfere colorate tipiche di un'evocazione. Cornelius concentrò una fiotto di energia sulle dita, che si illuminò con una forte luce giallo arancio.

 

“ Fusi...!”, disse prima di essere interrotto da Anakin. Il Custode strinse il braccio dello stregone tra i suoi Keyblade e riuscì a deviare la traiettoria del potensissimo raggio che avrebbe dovuto lanciare contro Padmè e che si rivelò comunque abbastanza potente da sfondare una delle pareti, tagliare alcune nuvole e distruggere un intero quartiere. L'ex regina di Naboo aveva intanto concluso la sua preghiera.

 

 

“ L'infinita erosione della roccia, Shark Gray!La brutalità senza pari della natura, Storm Obsidian! Il mare da cui tutta la vita ha origine, Water Cobalt! Sorgi, Leviathan!”.

 

Le sfere evocate dalla maga si unirono in una bolla d'acqua che continuò a crescere di dimensioni, finchè non scoppiò per rivelare un enorme e magnifico drago azzurro appena contenuto dall'enorme stanza. La creatura aveva due paia di piccole ali attaccate a un corpo serpentino, due braccia muscolose e un muso affilato con alcune creste sulla nuca, simile a un arpione.

 

Era Leviathan, il dio protettore di Naboo e di numerose civiltà acquatiche. Quando gli umani si erano stabiliti su Naboo, il serpente era stato garante del loro patto con i Gungan. Con un piccolo sbuffo dal naso, un getto di acqua ad altissima pressione si abbattè sul calderone di Arawan, scagliandolo via dalla torre.

 

“ Trucco carino, lady Amidala. Ma non basta un verme marino fuori misura per contrastare i miei piani.”, affermò Cornelius, volando fino all'uscita dal soffitto e venendo seguito dai tre avversari finchè non si trovarono sul tetto. Lì il signore della guerra cominciò una sua cantilena, evocando tre sfere ben più grandi di quelle da cui si originò Leviathan( trasformatosi in un raggio di luce cerulea per seguire senza problemi la sua accolita e tornato poi alle solite dimensioni).

 

“ La scintilla della pura distruzione, Crimson Blood!- recitò Cornelius, proteggendosi allo stesso tempo con una potente barriera quando Anakin tentò di interromperlo- L'infinito spazio che tutto comprende, Black Embrace! La maestosità che governa il creato, Imperial Gold! Discendi tra i mortali, Ark!”.

 

L'incantesimo di Cornelius volà fino alle stelle sopra di loro, interrompendo per un istante persino gli altri combattimenti, e si trasformò in un buco nero che le oscurò. Dal portale uscì quella che sembrava una navicella oro e nera. Arrivata davanti a Leviathan, si rivelò essere un un grosso vascello spaziale con una polena a forma di testa di drago.

 

Spuntarono quindi due paia di braccia e gambe argentate, mentre il ponte si divise in due ali. La testa di drago si girò sul petto, trasformandosi in una decorazione cremisi prima che spuntasse dal torace un nuovo minaccioso elmo che gettò il terrore nel cuore dei due avventurieri.

 

Arka, uno spirito di distruzione e regalità. Nella storia i suoi prescelti erano stati incredibili sovrani o tiranni terribili. Era la seconda volta che Cornelius lo evocava, e la prima aveva sterminato un intero clan nel giro di un giorno. L'immensa aura del dio avvolse il campo di battaglia per svariati chilometri, guerrieri di entrambi i lati guardarono con terrore la sua maestosa apparizione.

 

“ Abbiate fede nella Forza.... è l'ultima battaglia.”, disse Akakin nel suo auricolare, rivolto a ogni singolo avventuriero che combatteva contro la Gilda. Un grido di coraggio si alzò all'unisono da tutti, facendo quasi tremare Coruscant, mentre il Custode saltava sulla testa di Leviathan assieme a Padmè, dirigendosi contro un Cornelius pronto a soddisfare le sue ambizioni.

 

*****

 

“ Fu uno scontro come non se ne videro dai tempi della Repubblica. L'intero sistema ne avvertì le conseguenze, la Forza sembrò scuotersi per i poteri liberati- narrò Ven, lo sguardo quasi sognanti e le mani intente a imitare ogni singola mossa che ricordasse- E infine trionfarono quando per la prima volta Anakin riuscì ad attivare i suoi Cambio Forma in contemporanea, uccidendo una volta per tutte Cornelius. La galassia era di nuovo in relativa pace. La maggior parte dei Diafani sopravvissuti si arrese e venne imprigionata prima di tornare ai pianeti d'origine, sebbene una manciata, come la Strega bianca, riuscì a mantenere il controllo sui territori che avevano preso e almeno un paio sono ancora in circolazione ben nascosti. Altre popolazioni ne approfittarono per liberarsi dei loro regnanti o della presa del cartello Hutt.”, concluse, rimanendo in silenzio per godersi soddisfatto i versi di meraviglia dei suoi ascoltatori.

 

“ Che successe ad Anakin e agli altri?”, domandò Gaia, tenendo Dumbo tra le braccia e carezzandogli le grosse orecchie.

 

“ Lui e Padmè rivelarono di essersi sposati in segreto già poco dopo la battaglia di Naboo di cui ho narrato, con pochi amici ad assistere. Fecero dunque un'altra cerimonia, unita ai festeggiamenti per la vittoria, e mesi dopo lei annunciò inoltre di aspettare due gemelli. E la fama già enorme del clan Eclipse superò ogni limite. Gia prima erano in molti, ma per un breve periodo superarono in numero persino i Disney. Al punto che dovettero limitare i periodi di reclutamento a qualche settimana l'anno, e renderli anche molto più selettivi.”.

 

“ E poi che successe? Insomma, qualcosa dev'essere andato in malora se ora siamo in questa situazione.”, domandò dunque Sora, ansioso di scoprire il suo collegamento con quegli eventi. Ven si mise le mani tra i capelli a punta, gli occhi azzurri carichi di un misto di rabbia e rammarico.

 

“ Xenahort rivelò i suoi veri scopi.”.

                                                                                                                    ******

Mhh, domando scusa per l'attesa di questo capitolo, ma sono stato preso dal continuare altre delle mie storie e siccome ne comincerò una nuova a breve, farò meglio a scoprire presto come regolarmi. Spero che questa ' sostituzione' delle Guerre dei Cloni sia stata di vostro gradimento e sia riuscito nell'intento di mostrare cos'è capace di fare questo Verse. Altri due capitoli, credo, e si tornerà in pianta stabile alle avventure di Sora o chi per lui. Il nostro caro Custode ben presto arriverà a preferire le sue avventure del canon, credetemi. A presto.

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Capitolo 16
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quarta ***


Altro giorno di lavoro sul deposito, altra pausa pranzo, altro racconto per Sora e compagni. Si sedettero attorno a Paperone e Ventus , che cominciò a raccontare avendo come sottofondo la brezza del mezzogiorno.

 

“ Cinque anni dopo la sconfitta della Gilda, la situazione della galassia sembrava essere più tranquilla che mai. Io mi allenavo gioiosamente col maestro Eraqus e i miei amici, la fama dei clan Disney ed Eclipse era alle stelle, mentre la coppietta del momento si era sistemata nella loro nuova situazione di genitori. Credevamo la pace sarebbe durata per un bel pezzo, ma purtroppo a un certo punto gli Eclipse cominciarono a essere vittima di un inquietante fenomeno...”.

 

*****

 

Obi- Wan, Mace Windu e Jar Jar erano di ritorno da una missione e avevano avuto la pessima idea di fermarsi in un bar a spendere la loro ricompensa. Avevano poi avuto l'idea ancora peggiore di testare la loro resistenza all'alcool. Come risultato il Gun Gan aveva vomitato nella loro navetta, obbligando il trio a fermarsi a casa Skywalker, dove il Clown aveva nuovamente rimesso l'anima sugli immacolati pavimenti che Padmè puliva con somma cura.

 

" Mhh, porca puttana, Anakin, questo caffè è meraviglioso- disse estasiato Mace Windu, bevendo il caffè offertogli dal padrone di casa dopo che lui e compagni si erano dati una prima ripulita- io e Obi-Wan ci aspettavamo al massimo una qualche soluzione, non questo capolavoro.”.

 

L'eroe dell'ultima guerra, ancora vestito con la sua camicia da notte, non condivideva purtroppo l'entusiasmo dell'amico, e rivolgeva anzi un'occhiata torva a Jar Jar, disteso sul suo divano dopo essersi svuotato lo stomaco, mentre poco distante Luke e Leila giocavano con dei Lego. Obi-Wan dal canto suo desiderava impiccarsi lì in quel preciso istante.

 

" Grazie, Mace. Ma so quanto il mio caffè è buono. Compro io personalmente le bustine perchè Padmè non ne capisce niente e perchè amo godere il frutto delle mie fatiche. Ma a preoccuparmi non è il caffè, bensì l'alieno mezzo svenuto sul divano dopo aver ributtato l'anima sul pavimento. Ditemi, ragazzi... sulla porta c'è scritto ' deposito per anfibi ubriachi'?", domandò severo lo Skywalker, rimescolando lo zucchero nella sua tazza con un movimento che aveva del minaccioso.

 

" Ani, su...", insistette l'altro Custode, venendo però interrotto con un gesto della mano.

 

" Ripeto. C'è una targa con scritto ' deposito per anfibi ubriachi'?", ripetè Anakin con un tono ben più penetrante, e gli ospiti dovettero arrendersi.

 

" No, Anakin.", sbuffò Windu, allargando le braccia e ricevendo un dito accusatorio.

 

" Esatto. Perchè casa mia non è un deposito per anfibi ubriachi, soprattutto perchè non voglio farli vedere a dei bambini impress... LUKE, LEILA, SMETTETELA DI PUNZECCHIARE ZIO JAR JAR!", gridò ai figli, che si erano messi a toccare il Gun Gan con delle armi giocattolo. Jar jar si rigirò nella sua sbronza, salivando ancora a terra.

 

" Anakin, sta tranquillo, non ti lasciamo nella merda", tentò di calmarlo Obi- Wan senza successo.

 

" Piantatela di dire Anakin, non fate altro che dire Anakin! E nella merda si sono già. Padmè torna tra un'ora e mezza dal suo incontro di ieri con gli altri regnanti. Se trova questo casino prima ci uccide tutti, poi ci resuscita e ci uccide di nuovo. E probabilmente chiede pure il divorzio- buttò il Jedi tutto d'un fiato, inondando i due compagni di clan con una pesante ondata di potere- quindi, siccome R2 sta facendo l'aggiornamento e non può aiutarci, ora prendete un paio di spazzoloni, tutti i nostri detersivi, e sistemiamo sia il mio salotto che la vostra navetta. Dopodichè...” In quell'istante il campanello suonò, facendo balzare in aria i tre cadav... ahem, i tre Jedi, che temettero il peggio. Il padrone di casa si avvicinò lentamente alla porta, maledicendo Mace e Obi Wan con ogni fibra del suo corpo, Midi chlorian inclusi.

 

" Voi cominciate a pulire più velocemente che potete. Se è Padmè le dico che avete portato dei biscotti a cui i bambini erano allergici. Almeno io mi salverò.", ordinò aprendo la porta col sudore alla fronte. Con suo immenso sollievo non era la moglie, ma Ahsoka.

 

" Anakin, ho brutte.... Che è successo qui?", domandò l'apprendista del padrone di casa, prima di notare il vomito a terra e Jar Jar che si metteva una borsa dell'acqua calda sul viso.

 

" Niente che Padmè debba mai sapere- rispose tutto d'un fiato il maestro della ragazza, passandole un'altra scopa e fiondandosi ad asciugare il pavimento- ma se vuoi dare una mano la tua presenza è molto gradita. Che stavi dicendo?"

 

" Plo Koon è scomparso.", affermò secca Ahsoka, lasciando andare la bomba che si era tenuta per tutta la notte.

 

L'atmosfera nella stanza si raffreddò di colpo alla notizia. Plo Koon era stato il Custode che aveva introdotto Ahsoka nel clan, e un caro amico per loro tutti come lo fu Qui-Gon a suo tempo. La sua scomparsa, anche non contando che era la terza in sei mesi, fu un grave colpo per ognuno di loro.

 

“ Un altro... dov'era?”, domandò Windu, massaggiandosi la faccia mentre Obi-Wan univa le mani, intonando una breve preghiera per aiutare l'amico, in qualsiasi mondo si trovasse.

 

“ Nei pressi di Hala, indagava su un'infestazione di Krawl. Nottetempo le comunicazioni si sono interrotte e poco fa hanno identificato il suo corpo.”, spiegò Ahsoka, asciugandosi una lacrima prima di ricevere una pacca da Anakin.

 

“ Comincio a pensare che Five abbia ragione, tutti questi incidenti sono troppi per poco più di un anno, specie considerando che la maggior parte erano Custodi. Qualcuno sta cercando di distruggere il clan.”, affermò cupo questi, non meno preoccupato per la situazione. Obi- Wan annuì.

 

“ Forse un infiltrato dei Diafani? Ne sono sopravvissuti parecchi dalla guerra. E alcuni sono ora al servizio di Jabba o altri Hutt. Cad Bane in primis.”, commentò il maestro, ricordando quanti di loro fossero sfuggiti alla giustizia.

 

“ Ma ammazzare l'uno dopo l'altro così tanti custodi del Keyblade senza farsi scoprire? Gli unici sopravvissuti capaci di riuscirci potrebbero essere la Strega Bianca e Macchia Nera, foooorse Jack Skeletron. A meno che Davy Jones non sia tornato in qualche modo nei nostri settori. In quel caso siamo nei guai.”.

 

“ Io dico che è stata Jadis. Jack nonostante tutto è un bravo cazzone, gli frega solo di organizzare feste e spettacoli. Macchia Nera non sta facendo da consigliere a Jabba? Non si metterebbe in pericolo così.”, commentò Windu mentre rimetteva lo spazzolone nel secchio, ricevendo un segno di conferma dai compagni sull'ultimo punto, a parte una singola obiezione.

 

“ E' troppo impegnata con la ribellione a Narnia, non ha lasciato il pianeta da prima che cadesse Cosuscant.”, fece notare Obi- Wan.

 

Già prima dell'ultima battaglia, la Strega Bianca( com'era nota ai più) aveva conquistato il continente di Narnia, sul pianeta con cui questo condivideva il nome. Aveva circondato il mondo con una barriera che impediva a chiunque di entrare o uscire, sebbene ogni tanto si formassero dei buchi attraverso il quale alcune spie si erano infiltrate per poi tornare dai rispettivi clan e riferire del tirannico regime instaurato dalla donna. Tra le cose peggiori, già solo nel continente da lei dominato aveva creato un inverno infinito.

 

Un attacco in massa era per il momento impossibile, quindi solo pochi avventurieri si erano recati sul pianeta nel tentativo di organizzare i popoli sottomessi alla ribellione. Che però non cominciò grazie a quegli esperti guerrieri o ai sovrani dei paesi ancora sottomessi, ma per opera di un quartetto di ragazzi, due fratelli e due sorelle, le cui capsule di salvataggio erano atterrate su Narnia in seguito al naufragio di una nave di colonizzatori diretta in tutt'altro luogo.

 

Lì, nonostante le difficoltà, riuscirono a sopravvivere e, stando ad alcune voci, con l'aiuto di Aslan, Esper patrono del pianeta, avevano organizzato un grande esercito con cui stavano combattendo la Strega su ogni fronte. Sebbene la barriera che isolava il pianeta e manteneva l'eterno inverno quasi ovunque fosse ancora in piedi, limitando gli aiuti a quei pochi che riuscivano a forzarla.

 

 

“ Maul? Vorebbe potersi liberare di un po' di rivalità. Giusto l'altra settimana gli ho guastato un carico di droga.”, tentò dunque Ahsoka, che ricordava bene i metodi brutali del Custode che aveva lavorato per entrambe le fazioni anni prima, ora in procinto di costruire un passo dopo l'altro un suo gruppo illegale. Aveva già cominciato, stando ai loro informatori, a far uccidere alcuni dei maggiori collaboratori e sicari di Jabba, prendendo il controllo di non pochi traffici.

 

“ Ma non vorrebbe mettersi tanto direttamente contro di noi. Tanto più che limitiamo anche il cartello degli Hutt, cosa che gli da più spazio nei settori che non sono sotto il loro diretto controllo.”, ribattè il suo maestro. Windu ci riflettè un altro poco mentre intingeva lo spazzolone nel secchio, buttandolo poi a terra con un movimento secco.

 

“ Allora temo dobbiamo pensare alla peggiore ipotesi. Il cazzone responsabile è un membro del clan.”, disse grave il cavaliere Jedi.

 

*****

 

“ Un membro degli Eclipse... stava dando la caccia agli altri?”, sussurrò Angela, a dir poco oltraggiata dalla sola idea. Reazione condivisa anche da una buona parte dei suoi compagni.

 

“ Mai di una cosa simile sentito ho. Neanche i signori del crimine oserebbero... non su questa scala almeno.”, boccheggiò Grogu, sinceramente inorridito. Sora era ancora più sconvolto, immaginando come sarebbe stato combattere contro i suoi amici di infanzia o i suoi attuali compagni.

 

“ Già, nessuno voleva pensare che i responsabili fossero delle talpe. Un clan si basa soprattutto sulla fiducia reciproca, un minimo sospetto può sfaldare tutto. Intanto le indagini avevano cominciato, e a capo di esse vi era Fives, fratello del braccio destro di Vader. Dopo una lunga ricerca arrivò in una zona remota di Marte, i cui locali sostenevano di aver visto un Custode combattere alcuni spectrobe in un canyon, in cui poi sparì.”.

 

*****

 

Chiamate Fives paranoico, ma non aveva intenzione di perdere altri compagni per i piani di qualche pazzo. Il giovane mandaloriano era arrivato troppo tardi sulle altre scene del crimine, ma stavolta non perse tempo e si recò subito sul pianeta dove Plo-Koon era sparito, ripercorrendone le tracce anche grazie all'aiuto dei nativi, che gli indicarono la via presa dall'amico Custode.

 

Rispetto ai suoi fratelli, Fives non era così abile come combattente o stratega. Ma quando si trattava di risolvere un problema, aveva dimostrato una capacità di analisi con pochi eguali, cercandone la soluzione da ogni punto di vista. Tracce apparentemente insignificanti erano per lui un faro nella notte.

 

Facendosi strada tra Krawl, Spectrobes e banditi, il guerriero aveva finalmente trovato un laboratorio scavato in una montagna. Il portone era fatto in quello che sembrava vibranio, un materiale capace di assorbire qualsiasi urto.

 

“ Uff, chiunque abbia voluto nasconderti ha reso la cosa molto difficile. Ma non impossibile.”, commentò Five, prendendo delle mine contenenti un particolare tipo di acido creato con frammenti di Krawl. Dovette usarle quasi tutte e aspettò a lungo, ma finalmente riuscì ad aprire un buco sufficientemente grande da permettergli di passare. Il mandaloriano entrò col visore notturno attivo, trovandosi di fronte un ampio laboratorio colmo dei peggiori orrori.

 

Spectrobe dissezionati, vasche di clonazione contenenti embrioni deformi e vari robot da combattimento in fase di costruzione. Tutt'attorno si sentivano odore di sangue secco e di putrefazione che fecero venire la nausea persino a un guerriero esperto come Fives.

.

Al centro si trovava un lettino, il cui scarnito occupante gli era molto familiare.

 

Era un alieno dalla pelle arancione, il volto simile a un groviglio di tentacoli, privo di orbite. Il volto, normalmente atletico, era scarnito in una maniera inquietante, e rivoli di sangue secco gli colavano un po' ovunque.

 

“ F- Five, sei tu...?”, rantolò il povero Plo- Koon, la voce ridotta a un cupo rantolo, non appena i suoi occhi coperti da lenti protettive si furono riabituati alla luce. La visione del compagno di clan fu la migliore delle notizie dopo quegli che dovevano essere stati giorni orribili.

 

“ Plo- Koon... cosa ti è successo?”, domandò un inorridito Five, liberando il maestro Jedi e aiutandolo a rimettersi in piedi. L'alieno tossì forte, le gambe talmente tremolanti che il mandaloriano fu costretto a tenerlo per una spalla mentre si dirigevano verso l'uscita di quel luogo da incubo.

 

“ Xenahort, è apparso all'improvviso assieme a un suo complice e mi ha portato qui. Quel maledetto, ha usato il clan solo come un modo per radunare Custodi del Keyblade. Io sono l'ultimo di una lunga fila di cavie.”, affermò l'alieno con voce carica d'ira e disprezzo, prima di tossire gravemente. Il suo compagno lo guardò come se avesse appena detto di aver visto un drago che sputava caramelle.

 

“ Non puoi dire sul serio. Perchè l'avrebbe fatto?”, disse con un filo di voce. Xenahort, per quanto diventasse sempre più una figura al margine nel grande panorama della loro fratellanza, era pur sempre stato il suo fondatore e un pilastro per tutti loro, una fonte di consigli e molto altro ancora. Plo- Koon però scosse la testa, arrancando nonostante il supporto datogli dal Mandaloriano.

 

“ Sono molto serio- disse a fatica, accollandosi alla spalla dell'amico- Mi ha vivisezionato senza neanche usare l'anestesia, e continuava a parlare del suo obbiettivo. Controllare... no, diventare Kingdom Hearts e cambiare il destino dell'intero universo. Sembrava quasi estasiato mentre.... mentre....”, rivelò infine lo sfortunato Custode, shockando l'amico.

 

“ Stai delirando, non c'è altra spiegazione.”, disse Five, troppo orripilato dalla semplice prospettiva per immaginare che fosse vera. Xenahort era sempre stato un vecchio strambo, ma un maniaco assetato di potere? Impossibile.

 

“ Vorrei tanto che fosse così. Stai registrando, per sapere?”, disse ansimante il Custode, quando ormai mancava un centinaio di metri all'uscita.

 

“ Sì, è tutto nella scatola nera della mia armatura. Video e audio.”, confermò Fives.

 

“ Bene. Allora lasciami fuori da qui e vattene. Almeno non morirò sottoterra.”, gli ordinò Plo- Koon, strisciando con enorme difficoltà i piedi.

 

Fives fu sul punto di protestare, quando una spia sul soffitto si illuminò, facendo aprire diversi scompartimenti da cui uscì uno sciame di piccole creature a centinaia

 

Droni da guardia, a centinaia. Il Mandaloriano evocò uno dei suoi blaster, sparando a raffica mentre si dirigeva il più velocemente possibile verso l'uscita, restando però molto esposto ai colpi. L'alveare di piccoli diavoli robotici era sufficiente grande da non lasciare scoperto un singolo spazio.

 

“ Fives, te lo ripeto, scappa! Va da Eraqus, da Paperone, da chiunque possa fare qualcosa!”, insistette Plo- Koon. Quando l'altro rifiuto ancora, questi lo spinse via con un'imponente onda cinetica creata con le poche energie rimaste ed evocò il suo Keyblade, attaccando la torma di droidi e difendendosi come poteva dai loro assalti. L'ultima cosa che il suo compagno vide furono quei malefici robot chiudersi in una sfera che poi esplose, l'ultimo coraggioso atto dell'Eclipse.

 

Piangendo, Five attivò al massimo il proprio zaino a razzo per uscire a rotta di collo . A un certo punto fu certo che sarebbe stato sotterrato assieme al resto del laboratorio, ma riuscì a dare un'ultima spinta al suo jetpack, superando il portone e innalzandosi nei cieli prima di atterrare sulla sabbia. Gridando dalla rabbia battè i pugni a terra, riempiendo il terreno di crepe.

 

“ Non sarai invendicato, amico mio. Xenahort pagherà.”, disse infine rialzandosi e riattivando il jetpack per tornare alla sua nave. Eraqus e Paperone dovevano essere avvertiti il prima possibile.

 

*****

Lo shock sull'espressione dei ragazzi era palpabile, visibile attraverso gli occhi orripilati e le mascelle che sfioravano il pavimento di fronte alla terribile rivelazione che aveva stordito loro quanto lo stesso Fives.

 

“ Come.... come ha potuto?”, chiese infine un'indignata Angela, rivolgendosi ovviamente a Xenahort. Era cresciuta in una famiglia dove la lealtà era il valore più importante di tutti, indipendentemente dalla gerarchia in cui ci si trovi.

 

Grogu e gli altri ragazzi presenti non erano diversi. Avevano vissuto circondati da persone a cui davano la massima fiducia, sebbene il piccolo Mandaloriano avesse imparato più volte a essere guardingo.

 

“ Come ha potuto tradire la fiducia del suo clan e dell'intera galassia? E' quello che ci chiedemmo anche noi.”, sbuffò Paperone, che dopo tanti anni ancora non aveva trovato una risposta. Ventus annuì e affondò le unghie nei propri palmi in muta rabbia.

 

“ Ma che cos'è Kingdom Hearts insomma?- chiese Gaia esasperata- Non lo so neanch'io e ho fatto ricerche praticamente su tutto!”.

 

“ E' il fulcro di tutta la Forza- le rispose Ven, il tono serio come mai prima d'allora- Un singolo punto in cui fluisce tutta l'energia del creato, forse l'origine stessa della Via lattea o dell'intero universo. E' la bilancia tra il bene e il male, tra l'istinto e la logica.”.

 

“ Un singolo punto.... dove il potere che trilioni di creature viventi o anche di più nasce e ritorna?”, chiese stupito Sora, non riuscendo a credere che una tale potenza potesse essere trattenuta, seppur in continuo movimento, in un singolo luogo. Già sapeva di avventurieri che faticavano a trattenere l'energia necessaria per alcune abilità, lui stesso lo era stato fino a non molto tempo fa.

 

“ Devi pensare alla Forza come a una dimensione a sé stante, o un insieme di dimensioni, ognuna di esse formate dai pensieri e le emozioni di ogni creatura vivente. C'è la dimensione che incarna il Lato oscuro, quella che incarna il Lato chiaro e infine il mondo dei sogni. Ognuno di questi luoghi, assieme al mondo materiale in cui ci troviamo, possiede una serratura particolare. Chi riesce ad aprirle tutte può accedere a Kingdom Hearts.... ed è meglio ora non pensare a cosa succederebbe se qualcuno ci riuscisse.”.

 

“ Una simile leggenda da lady Freya avevo sentito. Su quattro antichi sigilli, a sigillare volti un potere al Big Bang paragonabile.”, sussurrò Grogu, temendo all'idea che un simile potere finisse nelle mani di un traditore.

 

Gli altri fecero per chiedere al giovane guerriero come conoscesse la Duchessa Freya, ma Ventus riportò l'attenzione sulla sua storia.

 

“ Comunque, la prima cosa che Five fece quando uscì da quella trappola mortale, fu andare ad avvertire il mio maestro, che a sua volta contattò all'istante il clan Disney. Il piano era di per sé semplice. Dire anche agli Eclipse cosa stesse succedendo, aiutati dalla registrazione, trovare Xenahort assieme ai suoi complici e ucciderlo prima che facesse altri danni, o gli dei non volessero concludere il suo piano. Ovviamente tutto andò storto.”.

 

“ In che modo?”, chiese Sora, stringendo le mani sulle ginocchia, notando la rabbia nel suo amico e futuro mentore. Potè intuire che si stavano avvicinando alla causa del suo coma.

 

“ In primis, Xenahort aveva preso precauzioni nel caso i suoi piani fossero stati scoperti. Diede quindi ai suoi accoliti l'ordine di uccidere quanti più Jedi rimasti e poi bloccò le comunicazioni private dell'intero clan, muovendosi dunque per uccidere personalmente Five. Inoltre, quando quest'ultimo disse a maestro Eraqus quanto successo, io non ero con lui. Mi trovavo in missione sulle Isole del destino.”.

 

*****

 

Al largo dell'arcipelago noto come Isole del Destino, prendeva forma l'ennesima terribile battaglia tra uomo e natura, rappresentati rispettivamente da un giovane Custode che volava frenetico su una tavola verde con decorazioni simili ad ali e un enorme serpente marino rosso con piccole zampe artigliate, che sputava aliti formati da nebbia gelida contro il suo rivale.

 

“ Tutto qui quello che sai fare, maledetto biscione? !”, rise Ventus, facendo una brusca frenata col suo veicolo, saltando per schivare di pochissimo l'ennesimo getto congelante e rispondere con un Thunder ben mirato. La battaglia proseguì per un altra ora, finché il leviatano che per giorni aveva terrorizzato le isole, crollò morto sulla superficie del mare.

 

“ Sei stata bravissima, Miriam.”, disse al suo spectrobe, un bellissimo uccello blu con linee gialle grandi circa il doppio di lui, che lo becchettò un po' per ricevere le meritate coccole. Fu sul punto di rievocare il Keyblade per prendere fare a pezzi il corpo della preda, quando vide una figura sulla carcassa.

 

Era ricoperto da capo a piedi con un'inquietante armatura rossa , che ricordava grosso modo dei muscoli insanguinati. L'elmo era una cupola interamente nera, così scusa che Ven si chiese come facesse a vedere.

 

“ I miei complimenti, Ventus.”, disse il ragazzo con voce roca. Il diretto interessato scoprì con sgomento che assomigliava alla sua stessa voce.

 

“ Chi sei?”, chiese circospetto, mentre Miriam allargava le ali, cercando di mostrarsi il più grande e minacciosa possibile. L'altro rimase impassibile.

 

“ Dipendentemente dal tuo punto di vista, tuo fratello... o tuo figlio. Mi chiamo Vanitas.”, disse il ragazzo mascherato, enfatizzando ulteriormente la sensazione negativa che Ventus avvertiva provenire da lui.

 

Era abituato alla presenza di Terra. Il suo amico in combattimento si affidava soprattutto al Lato oscuro, da cui prendeva i concetti di forza bruta e il potere delle tenebre per potenziare i suoi attacchi. Ma lui sapeva anche come calibrare la sua parte più selvaggia con disciplina e onore. Per certi versi Terra personificava i lati più nobili del Lato oscuro.

L'energia emanata da Vanitas era un alone di pura perfidia, quella che ci si aspettava da un sociopatico. Era come guardare il proprio esatto opposto, persino Miriam se n'era accorta e soffiava sospettosa, allargando le ali come a minacciare il presunto fratello del suo partner.

 

“ E cosa vuoi?”, domandò cauto il biondino.

 

“ Solo passare un po' di tempo in famiglia.”, affermò il guerriero oscuro, togliendosi l'elmo. Aveva un viso pallido e occhi neri a porcospino, con crudeli occhi color ambra. Evocò inoltre un Keyblade rosso nero dalla lama simile a un ingranaggio.

 

Ventus, per quanto veloce, fece appena in tempo a difendersi dal nuovo assalto, portanto con una micidiale violenza. Il paladino dovette muoversi al massimo dei riflessi per bloccare gli assalti di Vanitas, la cui lama avvolta dei più diversi elementi arrivò più volte vicina al suo collo.

 

“ Non hai detto che sei mio fratello? Perchè diavolo mi attacchi?”, domandò confuso il biondino, attivando il suo Cambio forma e facendo roteare la croce per difendersi dalla serie di assalti.

 

“ Che vuoi che ti dica, anche Caino e Abele erano fratelli.”, rise sguaiatamente Vanitas, intensificando la ferocità dei suoi colpi. Lo scontro durò quasi due ore, facendo ancora più danni di quello tra Ventus, Miriam e il serpente marino. Infine il misterioso spadaccino si sbarazzò dello Spectrobe con un colpo sleale. Mentre Ventus era distratto dalla perdita della fidata compagna, venne colpito alle spalle e lanciato via. Vanitas quindi se ne andò con un ghigno soddisfatto e la spada gocciolante di liquido vitale.

 

Ore dopo, quando il sole era già tramontato, Ventus galleggiava in una pozza del suo sangue. Guardava con occhi vacui il cielo stellato. Le sue orecchie erano piene col canto disperato di Miriam, la fedele compagna morente dispiaciuta per non averlo potuto proteggere.

 

“ N- non posso morire in questo modo. ”, soffocò lo sfortunato Custode, mettendosi una mano sul cuore, stringendo la stoffa insanguinata mentre andava alla deriva nelle acque di Atlantica.

 

' Cosa significa... morire?', gli chiese improvvisamente una voce, il cui tono era uno strano misto di matura e infantile. Pensando di stare già delirando e prossimo alla fine, Ven decise di rispondere, tanto era tutta un'allucinazione.

 

' Significa.... riunirsi alla Forza, diventare un tutt'uno con tutti coloro che sono venuti prima di te.'

 

' Non sembra così male.', osservò l'altra voce, il tono di chi stava lentamente scoprendo nuovi concetti, un bambino ai primi giorni di scuola.

 

' Già, se pensi di aver già dato tutto quello che avevi. Ma.... non voglio fare questa fine ora.... voglio combattere ancora assieme ai miei amici.'.

 

' Posso... essere anch'io tuo amico?', chiese la misteriosa voce, e stavolta Ventus la sentì meno eterea, molto più determinata.

 

' Certo.', disse con un malinconico sorriso, alzando la mano sporca di sangue verso le stelle, come a toccarle.

 

' Allora lascia che ti aiuti.', disse la misteriosa presenza, espandendo il suo potere nel danneggiato corpo del ragazzo.

 

Ventus tossicchiò mentre sentì il cuore scaldarsi, come gli stessero facendo un massaggio cardiaco a livello spirituale. Non capì cosa stesse succedendo, ma alla fine di quel bizzarro processo, seppur ancora in fin di vita, si sentì appena più energico. Abbastanza da alzare il Keyblade e lanciare un potente Firaga in cielo, nella speranza che qualcuno lo trovasse.

*****

 

“ Acqua e Terra riuscirono a raggiungermi e mi riportarono a casa mentre Fives e il maestro discutevano ancora sul da farsi. Definirlo oltraggiato sarebbe un eufemismo, quasi non fece a pezzi il castello quando scoprì il piano di Xenahort e cosa il suo allievo mi aveva fatto.”, spiegò quindi Ven, stringendosi ancora le unghie nei palmi. Chiaramente quella

 

“ Ven, scusa se ti interrompo, ma cos'era la voce che ti ha salvato? E chi è davvero Vanitas?”, lo interruppe Sora, ricevendo uno sguardo incredibilmente serio.

 

“ Eri tu la voce, Sora.”, rivelò con somma sorpresa del moro.

 

“ Come?”, esclamò questi, shockato dall'affermazione.

 

“ Sì, quando eri poco più che un bambino, in qualche modo hai esteso i tuoi sensi fino a toccare i miei e ti sei trasformato in un appoggio per il mio fisico malato, permettendomi di guarire negli ultimi anni.”.

 

“ Quindi è anche per questo che Vanitas mi assomiglia? Cioè, che io assomiglio a lui? Visto che è tuo.... fratello?”, chiese estremante confuso.

 

“ Anche la ragione per cui il tuo uso della Forza fino a qualche tempo fa è stato appena basico. Ti spiegherò a breve il legame tra noi tre. Partendo da quanto io stesso imparai prima di venire imbernato.”.

 

*****

 

“ Come sta?”, domandò Acqua, affondando le unghie nei palmi delle mani. Per un giorno le parti si erano cambiate, lei era quella nervosa e Terra il più calmo, almeno in apparenza. Non desiderava altro però che mettere le mani su Xenahort e sul pupazzo che aveva ridotto Ven in quello stato. Five osservava attentamente entrambi.

 

Eraqus, verso il quale la turchese con orecchie da gatto si era diretta a rotta di collo(1), era uscito dalla stanza medica del castello da loro usato come abitazione solo dopo lunghe ore, ognuna visibile sul suo viso, sul quale le sue cicatrici risaltavano più che mai.

 

“ Male, purtroppo. Quelle che ha ricevuto non sono il genere di ferite che si può curare semplicemente con qualche incantesimo. Il suo stesso Cuore è stato ferito assieme ai Midi-chlorian a un livello che è difficile immaginare. Se qualcuno o qualcosa non avesse unito il proprio cuore al suo sarebbe sicuramente morto prima che lo trovaste.”.

 

“ Unito i loro cuori? Parlate di una sorta di Unione dimensionale?”, chiese Terra, riferendosi a una pratica che permetteva a due utilizzatori della Forza di condividere temporaneamente e anche a grande distanza alcune abilità, sia attive che passive. Era tuttavia molto difficile da utilizzare, lo stesso Eraqus aveva stretto quel tipo di legame con una decina di persone nel corso di una vita intera e i suoi allievi rispettivamente solo tra sé stessi e altre due o tre amici.

 

“ Qualcosa di molto più complesso. Prometto vi spiegherò tutto, ma il tempo è poco e la situazione estremamente grave. Intanto dovete recarvi dal clan Disney, il tempo è poco e Paperone è uno dei pochi che può aiutarci. Io penserò a mettere Ventus in un criosonno per qualche tempo.”, ordinò il Custode agli allievi col tono più gentile che avesse, sebbene colmo della sua impotenza.

 

Nonostante le proteste dei tre avventurieri, alla fine partirono come ordinato, ed Eraqus tornò dall'ultimo dei suoi allievi.

 

“ Ventus, c'è solo una cosa che posso fare per salvarti- disse impotente l'anziano maestro- Un sonno ristoratore. Il tuo corpo dormirà per i prossimi ,mesi, utilizzando ogni energia a sua disposizione per guarirti. Dopodichè io o i ragazzi ti sveglieremo. Nessun altro potrà disturbarti o metterti in pericolo.”.
 

Ven vi riflettè attentamente, mordendosi il labbro e tentando di muovere le male assestate articolazioni, sebbene non facessero male tanto quanto la sua ultima sconfitta.

 

“ Miriam sta bene?”, chiese, volendo essere almeno certo che la sua fidata partner fosse al sicuro. Eraqus annuì, ricordando il giorno in cui l'uovo dello Spectrobe si era schiuso tra le mani dell'allievo.

 

“ Sì, l'ho mandata alla riserva. Se vuoi mandarle un messaggio posso pensarci io.”.

 

“ Va bene, le dirò di attendermi. Ma prima... sa dirmi chi o cosa mi ha salvato?”, ansimò Ventus, ovviamente triste di doversi separare da tutto e tutti coloro che conosceva. Eraqus chiuse gli occhi pensoso e prese uno dei suoi vecchi libri riguardante la precedente era della galassia. Aprendolo, mostrò all'allievo immagini di lotte tra Jedi e Mandaloriani. Tra tutte, spiccavano le figure di un guerriero avvolto da molti Keyblade e un'altro, le cui spade furono facilmente conosciute dallo sventurato Jedi, le stesse brandite da Anakin.

 

“ Si narra che, quando la galassia ha bisogno di compiere un largo balzo evolutivo, Kingdom Hearts scelga due Custodi del Keyblade. Uno rappresenta il destino e possiede la totale padronanza di luce e oscurità. L'altro simbolizza il libero arbitrio e l'unità tra tutti gli abitanti della galassia, possedendo il potere di collegare letteralmente i cuori. Cosa che si traduce anche nel potere di evocare svariati Keyblade. Gli ultimi due prescelti furono coloro che portarono alla fine della Repubblica, Darth Revan e Darth Malek. Credo tu sia stato toccato dal successore del secondo, che però ora come ora sarà solo un bambino. Forse addirittura un neonato.”, spiegò malinconico il Samurai, chiudendo il libro.

 

“ Che mi succederà se non tornerete?”, dovette chiedere Ventus, costringendosi a pensare alla peggiore alternativa.

 

“ Ti risveglierai in automatico quando il tuo salvatore evocherà per la prima volta il suo Keyblade- disse grave il maestro, perdendo una lacrima- ti vogliamo bene, Ventus. Non dimenticarlo mai.”, concluse prima di prendere l'allievo in braccio e portarlo in una stanza sicura, pregando tutti gli Esper che il piano andasse come doveva.

 

*****

Sora aveva ricevuto una paralisi facciale. Per quasi due minuti la sua bocca restò bloccata in un'espressione quasi ebete. Grogu dovette dargli un colpo col piatto dell'ascia per rimetterlo in sesto.

 

“ Dunque io sarei, per così dire, il successore di Darth Malal? E Vader quello di Revan?”.

 

“ Sostanzialmente. Tu rappresenti il libero arbitrio e l'unità tra le innumerevoli vite nella galassia, lui il potere del fato e l'unione dei due lati della Forza- chiarì Ventus- e in un modo o nell'altro, aiuterete la galassia a entrare nella sua prossima fase di sviluppo. All'epoca dei due Sith sovramenzionati, si pensava ancora che i due lati della Forza corrispondessero a bene e male, e c'erano molti meno avventurieri. C'era bisogno di sbloccare la situazione in qualche modo, anche se distruggere la Repubblica è stato forse un modo un po' esagerato per farlo.”.

 

“ Ed è per questo che posso usare tanti Keyblade.”, concluse Sora, ancora scioccato dall'idea di essere legato al più potente Sith mai esistito.

 

“ Non esattamente. Tu non usi tanti Keyblade diversi, ma quelli delle persone a cui sei legato. Prova a evocare quello che ti è apparso durante il torneo.”.

 

Sora evocò il suo Keyblade in stile greco, analizzandola con più attenzione di prima fin nel più piccolo dettaglio.

 

“ Ora riesco ad accorgermene meglio. L'energia emanata da quest'arma non è tutta mia.”, capì infine, avvertendo parte del potere di Ercole mescolarsi al suo. Quasi potè sentire alcuni dei pensieri del grande Gladiatore.

 

“ Esatto. Nei mesi passati al colosseo hai stretto un forte legame con Ercole, cristallizzato in questo Keyblade, che come tutti gli altri non è una mera arma, ma un pezzetto del cuore di una persona. Se Ercole fosse un Custode, la sua arma sarebbe probabilmente identica. Ed è lo stesso motivo per cui puoi usare una replica del mio.”.

 

“ Quindi più persone incontrerò, più Keyblade sarò capace di usare?”, concluse il ragionamento Sora, pensando alla possibilità di evocare migliaia di Keyblade da sparare in un istante. Ventus annuì.

 

“ Sì, ma è una questione di legami, di stringere con loro una vera connessione. Di accedere al loro cuore, il fulcro dei Midi chlorian.”.

 

“ E... Miriam? L'hai ritrovata?”, domandò Qua, che come gli altri aveva avvertito il profondo affetto che Ventus provava per la sua partner.

 

“ Sì... si era fatta un paio di pulcini, era col suo stormo. Non ce l'ho fatta a farmi vedere. Forse la cercherò di nuovo quando sarà tutto finito.”, confessò trattenendo le lacrime.

 

“ Che successe dopo?”, domandò Max, scuotendo un po' il nuovo amico dal suo malinconico torpore.

 

“ Mentre maestro Eraqus e Fives contattavano Paperone per spiegargli quanto successo, Anakin era già partito assieme a Padmè per una piccola richiesta. Obi- Wan invece ricevette una visione, e assieme a Windu e Jar Jar ne cercò la fonte su un pianeta paludoso di cui non ricordo il nome. Fu da qui che le cose cominciarono a prendere la peggior piega possibile.”.

 

*****

 

L'ultima missione di Anakin e Padmè consisteva nell'esplorazione di un antico tempio, contenente artefatti che avrebbero dovuto portare a un villaggio vicino.

 

Purtroppo durante l'esplorazione i due coniugi erano stati divisi da alcune trappole, lasciandoli soli a girovagare nell'enorme struttura.

 

Padmè, illuminandosi la via con un piccolo Fire, aveva già trovato l'idolo che stavano cercando e ora tentava di riunirsi ad Anakin. Improvvisamente un muro dietro di lei si spaccò con un'esplosione, costringendola a mettersi in guardia.

 

Con suo sollievo, il responsabile era Five, che però era nervoso come non mai. Il suo viso color ocra era madido di sudore e le mani tentennavano come non gli era mai successo neanche dopo la peggiore battaglia.

 

“ Fives, che diavolo succede?”, disse lei, avvicinandosi con cautela al compagno.

 

“ Padmè, per fortuna ti ho trovato. Chiama subito Anakin, dobbiamo lasciare subito questo pianeta.”, disse lui, trattenendosi appena dal gridare. Lei fu tentata di lanciargli contro qualche incantesimo temporale.

 

“ Fives, te lo chiedo di nuovo, che succede?”, disse invece, mantenendo un tono più fermo e autoritario possibile, ma anche dolce, come aveva imparato coi figli.

 

Il Mandaloriano spiegò tutto in fretta e furia. Ad altri il discorso sarebbe sembrato confuso, quasi malato, ma Padmè era abituata a leggere nelle altre persone e sapeva che per quanto nervoso, l'amico era nel pieno possesso delle sue facoltà. A fine spiegazione, quando era praticamente a corto di fiato, Padmè gli mise le mani sul viso per calmarlo, promettendogli che una volta trovato Anakin e avvertiti tutti, ogni cosa si sarebbe sistemata.

 

Facendo per riprendere la ricerca del suddetto, i due vennero però bloccati da una figura alla fine del corridoio. Un possente Bangaa, vestito con una tunica marrone scuro e armato con un Keyblade simile a uno spadone.

 

“ Obi- Wan?”, chiese incerto Fives, disperatamente bisognoso di vedere un altro volto amico. Padmè però seppe che non era il familiare maestro, il potere che emanava era qualcosa di ben più sinistro e potente.

 

“ No.... Xenahort, sei tu, vero?”, disse lei, mettendosi già in posizione di guardia.

 

Lo Skrull riassunse il suo solito aspetto, quello di un'umanoide un po' ingobbito dalle orecchie a punta. Ma il suo sorriso non era quello familiare e rassicurante conosciuto ai membri del clan che aveva fondato, e i suoi occhi ambrati scintillavano perfidi nel buio del tempio.

 

“ Indovinato, Fives. Mi complimento per essere sfuggito ai droidi, ma dovevo aspettarmelo da te. Sei sempre stato molto arguto e rapido.”.

 

“ Anakin, vieni...”, chiamò Padmè premendo il suo Cosmolink, ma non ricevette risposta.

 

“ Spiecente, miss Amidala, ho interrotto tutte le comunicazione private del clan. Riprenderanno solo in caso di emergenza e su mio ordine.”, ridacchiò Xenahort, il tono beffardo tagliente come una lama, scontrandosi con tutta la fibbra morale dell'ex regina.

 

“ Bastardo di un Sith. Qualcuno si accorgerà di cosa sta succedendo e ti fermerà.”, gli ringhiò contro Fives, materializzando due spade, animato da una furia senza pari.

 

“ Nel frattempo avrò già inscenato la mia morte e i miei complici si staranno organizzando per eliminare i 'lealisti'. Mentre voi sarete state uccisi da Obi- Wan, responsabile della rivolta contro di me- ghignò Xenahort, riprendendo l'aspetto dell'appena nominato Jedi e materializzando un Keyblade identico al suo, cosa che sorprese ulteriormente i due Eclipse – e comunque non sono un Sith. Mi ritengo ben al di sopra delle semplici definizioni di Sith e Jedi.”.

 

I due avventurieri combatterono tenacemente conro il rivale, utilizzando ogni trucco a loro disposizione. Gli incantesimi di Padmè si scontrarono quelli di Xenahort in devastanti contrasti, e Five arrivò più volte a pugnalarlo alle spalle.

 

Ma alla fine vennero comunque sconfitti dal traditore. Questi, forte della sua esperienza e dei suoi trucchi, tagliò le braccia del Mandaloriano e mise infine Padmè alle strette, trapassandola al petto col suo nero Keyblade, annullando persino il suo ultimo tentativo di portarlo con lui in un'enorme esplosione.

 

“ Anakin ti fermerà, come ha fatto con Cornelius....”, furono le sue ultime parole, ricevendo in risposta un'ultima risata sadica.

 

Il folle capoclan se ne andò, gongolante per aver compiuto anche quel piccolo e necessario passo del suo intricato piano, lasciando i due avversari per morti dopo aver modificato la scatola nera di Five per eliminare il dialogo pre scontro e far sembrare che fosse proprio Obi- Wan il responsabile.

 

Un angosciato Anakin arrivò pochi minuti dopo aver finalmente trovato, aiutato da R2 e anche dai suoni dello scontro, la strada per ritrovare Padmè. Vedere l'amata moglie e un caro amico ridotti in quel modo orribile fu probabilmente il più grande shock della sua vita.

 

“ PADME'!”, esclamò sconvolto, correndo dalla Saggia moribonda e prendendola tra le braccia.

 

“ Non perdere tempo... Xenahort.... Obi- Wan...”, ripetè Padmè, cercando con somma difficoltà di formare una frase coerente.

 

“ Energiga, Raise, Energiga...”, disse disperato, focalizzando tutta l'energia curativa che poteva evocare nel corpo della moglie, illuminando a giorno la radura.

 

 

“ O.... Obi- Wan.... non....”, tossicchiò un'ultima volta Padmè prima di spirare, l'ultimo pensiero rivolto ai figli che non avrebbe visto crescere.

 

Anakin si alzò, ancora in preda al puro shock. Per quanto già abituato alla perdita dei compagni, perdere qualcuno di talmente vicino era un trauma per cui neanche lui era preparato. E per di più la ferita, era senza alcun dubbio quella lasciata da un Keyblade, era troppo familiare. Non riuscendo a trattenere la rabbia, gridò a squarciagola, dando pieno sfogo al potere dei suoi Midi chlorian.

 

L'intero tempio crollò, millenni di storia demoliti dal dolore di un giovane uomo. Quando i nativi che avevano richiesto il recupero dell'artefatto da lui trovato raggiunsero l'ormai sparita struttura, lo trovarono mentre se ne andava, portando sulle spalle i corpi dei due compagni.

 

Lanciò loro la reliquia, una lunga lancia decorata di rune, per poi essere sommerso dalle domande su cosa sia successo e se abbia bisogno di cure.

 

“ Obi- Wan, dovrai spiegarmi molte cose...”, disse cupo, una sfumatura dorata che si formava nei suoi occhi

 

******

Un silenzio di tomba cadde sulla collina Ammazzamotori. Quella che era cominciata come un'epica storia si era trasformata in un dramma basato sul tradimento di tutti i valori in cui credevano. Il racconto della morte di Padmè, tutt'ora un mistero per buona parte della galassia, aveva scosso nel profondo gli ascoltatori di quel racconto.

 

“ L'ha.... l'ha fatto davvero?”, balbettò Sora, non riuscendo neanche a immaginare cosa avesse potuto provare Anakin mentre la vita della donna che amava gli scivolava tra le dita. Persino l'impassibile Grogu sotto l'elmo aveva un'espressione allibita e indignata.

 

“ Diamine, conosco Luke e Leia da anni- si lamentò Max- avessi immaginato che hanno perso la madre così....”.

 

Qui, Quo e Qua pensavano chiaramente a Della e a tutte le storie che avevano sentito su di lei dagli zii.

 

“ Scusatemi se non vi abbiamo mai parlato prima di tutto questo- disse triste Paperone, abbassando il capo- Ma abbiamo giurato di tenere tutto segreto fino al momento giusto, e a breve vi spiegheremo i motivi.”.

 

“ Preparatevi, ora arriva la parte peggiore.”, affermò cupo Ventus.
                                                                                                            *****
(1) Scordato di dirlo, questa versione di Aqua appartiene alla razza Miqo'te, da FF 14. Perchè... beh, catgirl.

                                                                                                             *****
Salve a tutti, mi auguro abbiate trascorso buona pasqua, io spero di non essermi  fatto attendere troppo. Questo è un periodo un pò strano per la scrittura, ma 'tradurre' la lore delle due serie in questo AU, almeno personalmente, continua a essere un vero spasso e farò in modo gli ultimi due capitoli del flashback siano scritti con più fluidità. A presto.

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Capitolo 17
*** Ritratto dell'eroe da giovane: parte quinta ***


 

Era periodo di reclutamento per gli Eclipse. Gli alti ufficiali del clan al momento libero stavano testando i novellini intenti a farsi un nome, tenendo i loro esami su una stazione spaziale per evitare di danneggiare la loro base . Alcuni erano dei partecipanti presuntuosi che pensavano già di essere i meglio del meglio, ma capitava di trovare delle utili gemme che avrebbero aiutato a migliorare la già sfavillante reputazione del clan.

 

Abigail Tritamarmo era la più severa dei controllori. La donna aveva un esoscheletro color ocra scuro e un viso crestato con un'espressione severa, mentre la metà inferiore del corpo rassomigliava quella di un millepiedi. Indossava una giacca da ufficio molto elegante, che ne enfatizzava l'aspetto imponente, e da due aperture nell'abito uscivano due larghe ali. Stava squadrando da capo a piedi i centodieci centimetri di cui era composta Grace Granville, giovane ingegnera nanica di colore, che smaniava dalla voglia di entrare nel clan Eclipse.

 

“ Miss Granville, le sue credenziali sono ottime, e so che l'istituto di San Fransokyo non elargisce elogi a caso. Ma dovrò comunque avere una prova pratica delle sue capacità.”, stabilì diretta l'esaminatrice. L'altra sedeva a penzoloni sulla propria sedia, tenendosi  stretta la corta gonna grigia.

 

“ Sono pronta.”, rispose la giovane nana, con l'espressione determinata di chi era intenzionata a farsi strada nella galassia a ogni costo, specie dopo aver perso quasi tutto durante la guerra. Abigail le indicò dunque un robot verde con trivelle incorporate negli arti, abbandonato in un angolo della stanza. Non sembrava in condizioni molto buone.

 

“ Quest'unità di escavazione si è rotta alcuni giorni fa in una miniera di cristally kyber, a causa di un'esplosione di metano. Voglio che la rimetta in sesto e aggiunga almeno altri tre meccanismi, se possibile di più. Ha due ore di tempo, in quello scrigno troverà i componenti necessari.", concluse l'aliena indicando un baule a poca distanza dal mecha

 

Grace non perse tempo e si mise ad analizzare il robot, aiutata dalla Forza nel penetrare col semplice tatto ogni meccanismo in modo da percepire anche il più piccolo circuito danneggiato e scomposto. Aprì dunque il baule e sotto lo sguardo di Abigail prese a lavorare a lungo. Stava quasi per finire, quando la porta venne aperta e poi sbattuta da due individui.

 

“ Grandi Esper, lì fuori c'è l'inferno.”, disse ansante uno di loro, un Mandaloriano dall'armatura bianca con decorazioni blu. Il suo compagno era un umanoide dalla pelle azzurra e lunghi capelli neri, vestito con abiti in pelle.

 

“ Rex, Thrawn, cosa ci fate qui?”, domandò Abigail, non poco stupita dallo status dei compagni. Non capitava di rado che durante il reclutamento capitasse qualche rissa, causata da litigi tra aspiranti Eclipse o per altre sciocchezze, ma Rex tra tutti riusciva a risolverli senza particolari problemi. La risposta la mandò in completa confusione.

 

“ C'è stato un attacco, molte delle presunte reclute hanno cominciato ad attaccare a caso, e altri membri del clan si sono alleati con loro. E' un disastro.”, spiegò Thrawn stringendo i denti. Cominciò a fare una lista di nomi, sorprendendo nel peggiore dei modi le due avventuriere oltre ogni . La maggior parte erano amici, idoli, in un paio di casi persino ex amanti.

 

“ Oh, santi dei, aiutateci....”, non potè che mormorare Abigail, le mani che tremavano nervosamente al pensiero del suo amato clan venire tagliato in due, distruggendo tutto ciò per cui avevano lavorato. Grace non era meno sconvolta, non osando neanche immaginare cosa stesse succedendo nei corridoi della stazione.
 

“ E non è tutto. C'è anche Cad Bane, sta guidando lui l'attacco. ”, rivelò Rex, con un tono che gelò l'aria e paralizzò le due donne.

 

“ … Merda.”, potè solo commentare Grace, che aveva visto in azione una volta il terribile cacciatore di taglie all'inizio della guerra, al servizio dei Diafani. In quell'occasione era stata l'unica sopravvissuta di ben due squadre di avventurieri esperti e pronti, lasciandole un PTSD durato più di due anni e che stava ora provando a riemergere.

 

“ Ma chi può aver messo in atto una simile rivolta? Una cosa del genere richiederebbe per lo meno anni di pianificazione e contatti d'ogni tipo, sia dentro che fuori dal clan.”, chiese Abigail, stringendo gli artigli per l'indicibile rabbia che provava ora. Thrawn abbassò il capo.

 

“ Abbiamo ricevuto una comunicazione del maestro Xenahort. Parlava... di Obi- Wan. Stando al maestro, voleva prenderne il posto e avrebbe messo un virus nella nostra rete per impedirci di comunicare. Poco fa ci siamo separati da Tarkin, sperava di rimettere in funzione i sistemi.”, rivelò cupo.

 

 

“ No, non lui, non Obi- Wan!- esclamò Abigail, impallidita- Quante volte ci ha salvato la vita?!”.

 

Nè Rex né Thrawn riuscirono a risponderle, troppo presi dal loro personale shock da processare. Dopo alcuni secondi, un bip interruppe il loro rimuginare.

 

“ Mi sentite? Vi prego, qualcuno risponda.”, pregò la voce Tarkin attraverso i loro Cosmolink. Il funzionario, non più esattamente nel fiore degli anni, era chiaramente stanco e provato dai funesti eventi di quella giornata, ma la sua rabbia non era inferiore a quella dei suoi compagni, né il desiderio di farsi valere anche se fosse stata l'ultima volta.

 

“ Tarkin, sei al sicuro?”, rispose Rex, lieto di sentire il vecchio collaboratore, che negli ultimi anni aveva praticamente gestito da solo tutta la logistica e gli altri lati più burocratici del clan.

 

“ Per ora sono ben barricato, dovessero provare a entrare ho in serbo delle brutte sorprese. Voi siete in uno dei laboratori, giusto?”, chiese lui sollevato, controllando le posizioni degli altri sulla mappa. Tra le prime cose che aveva fatto una volta ristabilito i contatti, aveva cominciato a segnare ogni traditore del clan appena svelato, mandandone le identità a chi era rimasto leale e segnandoli sulla piantina olografica di fronte a lui.

 

“ Sì, chi altro resiste?”.

 

“ La sala mensa è occupata da una delle nuove reclute, un Seeq di nome Shan Yu, che resiste assieme a qualche squadra. Gregor è con lui. Quasi tutti i Custodi però sono morti, anche quelli fuori in missione, e Cad Bane occupa il resto della stazione, con Pong Krell come secondo in comando.”, spiegò l'anziano funzionario.

 

Rex emise un sospiro di sollievo nel sentire che il fratello era al sicuro, ma la situazione era ancora nello spazio profondo. Anche la notizia che Pong Krell fosse uno dei traditori. Sebbene non il più forte dei loro guerrieri, né la persona più piacevole da avere in giro, il suo voltagabbana era una pessima notizia.

 

Se la Forza fosse stata d'accordo, sarebbe stato lui stesso a piantargli un proiettile in quella fronte squamosa. Non prima però di averlo umiliato nel peggior modo possibile.

 

“ Dannazione, cosa facciamo? Qui siamo dei topi in trappola ”, chiese Abigail in preda alla rabbia. Era la prima volta che qualcuno l'avesse sentita imprecare, ulteriore prova di quanto la situazione fosse disperata. Nè lei né i compagni erano comunque tipi da perdersi d'animo.

 

 

 

“ Tarkin, dammi gli esatti numeri dei nostri uomini e la loro posizione.”, ordinò Thrawn, sui suoi occhi la stessa fiamma che alimentava il suo acume strategico. Materializzò dunque una mappa che rappresentava le forze in campo e si mise la mano sul mento, cominciando a pensare a un possibile piano.

 

“ Signorina, può potenziare ulteriormente quel robot?”, domandò domandò dopo qualche minuto a Grace.

 

“ Subito.”, disse la nana, riprendendo i suoi strumenti e qualsiasi componente su cui potesse mettere le mani. Per diversi minuti il gruppetto lavorò, mettendo insieme quanti armi avessero, ragionando ulteriormente sulla loro strategia e pregando qualsiasi Eidolon a loro conosciuto perchè aiutassero il loro sfortunato clan.

 

Alla fine, preparati per come potevano esserlo, i quattro si misero davanti alla porta con le armi im pugno o seduti su un robot da combattimento, riadattato nell'occasione.

 

“ Avanti, mostriamo a tutti che cosa possono fare i veri membri degli Eclipse!”, esclamò Rex, sfondando la porta con un calcio e preparandosi alla sfida.

******

 

“ Con molta difficoltà, il gruppo di Rex riuscì a sgominare le truppe di Cad Bane, eliminato poi una volta per tutte da Shan- Yu. Obi- Wan, Windu e Jar Jar intanto, guidati da una visione avuta in comporanea in un sogno, si erano recati sul pianeta Dagobah- raccontò Ventus, con un'ombra sopra gli occhi azzurri, mentre i ragazzi lo ascoltavano rapiti- Lì incontrarono nientedimeno che il fantasma di Qui- Gon, che li mise in guardia su quanto stava succedendo. Cercarono di tornare subito alla base del clan, ma ebbero un imprevisto lungo la via.”.

 

********

L'astronave di Obi- Wan, il Fulmine di Bahamut, sfrecciava a velocità iperluce attraverso lo spazio aperto. Ognuno dei tre occupanti era perso nei propri pensieri, rivolti al tradimento subito.

 

“ Non riesco a credere che Xenahort, tra tutti, sia il traditore. Dannato cazzone, mi sono fidato di lui per più di quindici anni!”, si lamentò Windu, prime parole a essere pronunciate in più di un'ora.

 

“ La parte peggiore del tradimento è che non viene mai dai nemici, Windu.”, osservò malinconico il pilota, cominciando le pratiche per uscire dall'iperspazio

 

“ Chi ci guiderà ora?”, chiese Jar Jar, intendo a giocare distrattamente coi suoi strumenti di scena per distrarsi, le sue orecchie afflosciate malinconicamente sulle spalle. Non si sentiva così perso da anni, se Luke e Leia avessero visto così il loro sempre allegro zio, difficilmente l'avrebbero riconosciuto.

 

“ Beh, faremo delle elezioni. Scometto che a essere eletti saranno Padmè, Anakin o il nostro Obi-Wan.”, gli rispose Windu con un tono appena più allegro, ben sapendo che i tre erano stati i veri pilastri del clan negli ultimi anni.


“ Urgh, casomai venissi eletto, lascerei senza dubbio il mio posto a Padmè. O ad Anakin, fossi certo avesse la maturità, non sono al momento nello stato di dirigere alcunchè. Finita questa questione, penso trascorrerò almeno un paio di mesi a Mandalore con Satine- affermò il Cavaliere delle rune, premendo alcuni pulsanti sulla console e pensando alla dolce Duchessa, la cui sola visione era sempre capace di rassenerarlo - Mettete le cinture intanto, disattivo l'iperluce.”.

 

Improvvisamente un forte urto scosse la navetta, venendo seguito di una serie di altri duri colpi che quasi sbilanciarono la guida di Obi- Wan, ricevendo ulteriori colpi.

 

“ Che succede?”, chiese spaventato Jar Jar dopo aver sbattuto in un angolo. Il pilota fece una brusca manovra e si trovò di fronte l'origine dei colpi. Un vasto sciame di asteroidi apparso all'improvviso, ognuno grande a sufficienza da distruggere una città in caso di impatto. Anche l'adamantio di cui era composta la nave non avrebbe potuto resistere a lungo.

 

“ E' una pioggia di meteore. Non possiamo passarci in mezzo con la nave. Dirigetevi alle capsule.”, disse Obi- Wan, mettendo l'energia rimanente negli scudi per dar loro il tempo di entrare nelle capsule di salvataggio. Proprio poco prima che entrassero, partì una comunicazione dalla linea privata del clan.

 

“ Attenzione, Obi- Wan ci ha traditi- disse la voce di Xenahort- ha convinto alcuni dei nostri a seguirlo nel suo colpo di mano per diventare capo clan, e ha assoldato anche molti dei nostri vecchi nemici. Tremo al pensiero di quale possa essere il suo piano ultimo.”.

 

“ Come...?”, chiese Obi- Wan, confuso e indignato dall'improvvisa mossa del folle capoclan.

 

“ E' il capoclan. Vuole davvero addossarti tutto?”, disse stordito Jar Jar, prima di assumere un'espressione di completo sdegno e rabbia che nessuno gli aveva mai visto prima.

 

“ Tra le sue vittime ci sono stati i cari Fives e Padmè- rivelò il Kree, con tono rammaricato- Le comunicazioni private del clan per il momento sono chiuse a casa di un virus nei sistemi, state attenti di chi vi fidate. Buona fortuna a tutti voi, casomai dovessi cadere anch'io in questa terribile lotta interna, lascio il ruolo di capoclan ad Anakin Skywalker.”.

 

I tre avventurieri strinsero i pugni, ignari per un lungo momento anche ai continui colpi sull'astronave. Obi- Wan sembrava essere sull'orlo di una crisi di nervi. Non solo era stato tradito come tutti i suoi compagni che non fossero già complici del perfido Kree, ma ora era anche diventato il suo capro espiatorio, non contando che comunque andasse tutto il peso di quella situazione orribile sarebbe finito su Anakin.

 

Inclusa la perdita della donna che amava.

 

“ BRUTTO PEZZO DI MERDA!”, esclamò Windu dando un fortissimo pugno alla console.

 

“ Trattieni la rabbia per quando saremo faccia a faccia- disse il Jedi, ponendogli una mano artigliata sulle spalle, - vi auguro buona fortuna, ragazzi. Potremmo non rivederci per molto tempo.”.

 

I tre avventurieri entrarono nelle capsule, settando le coordinate della base del clan e sperando in meglio, prima di partire in piccoli sprazzi di luce cerulea. Purtroppo l'intricata tempesta di meteore in cui si erano impigliati, pur non distruggendo i bozzoli, riuscì a deviare la traiettoria di Obi- Wan e Jar Jar in direzioni completamente diverse. Oltre a rendere l'impatto ben più pesante di quanto sarebbe dovuto essere.

 

La capsula del Baanga si abbattè infatti alcune ore dopo sul terreno di un desolato pianeta con un enorme boato e un nuvolone di polvere alto svariati metri. Obi- Wan rotolò fuori dalla distrutta capsula di salvataggio, affondando le unghie in un terreno sabbioso e tentando di tirarsi su, ancora intontito dal criosonno durato alcuni giorni. L'oblio fu prossimo a prenderlo di nuovo, quando sentì rumore di passi.

 

“ Obi- Wan, Obi- Wan!”, disse una voce familiare, e il Custode si sentì preso da due coppie di braccia, i piedi sollevati da terra e la vista si dipanò lentamente, permettendogli di riconoscere una familiare fattoria.

 

“ Shmi....?”, disse lui, riconoscendo la madre di Anakin e il marito di lei, intenti a trascinarlo verso la loro abiti .

 

“ Vieni, ti portiamo al sicuro.”.

 

*****

 

Anakin era tornato in fretta e furia alla base degli Eclipse su Malik, realizzata come buona parte dell'organizzazione nello stile dell'antico ordine Jedi ,intendendo scoprire quanto di vero ci fosse in quanto trovato nella registrazione di Fives e nel messaggio di Xenahort. Quando arrivò però, la situazione era già persino più incasinata di quanto si aspettasse. Migliaia di corpi, martoriati da ogni genere di ferite, erano sparsi per la struttura.

 

Preoccupato più che mai, il guerriero risalì la torre del clan. Più si avvicinava alla cima, più sentiva dei rumori di combattimento e riconobbe infine le voci di Mace e Xenahort. Il primo stava decisamente insultando con ferocia il capoclan, con parole ben più letali di qualsiasi colpo di spada.

 

Questo era strano, per ribelle e volgare che sapesse essere, Windu non aveva mai mancato di rispetto al loro fondatore. Eppure li trovò a darsi battaglia con una brutalità che anche durante la guerra aveva visto di rado.

 

Entrambi erano visibilmente feriti, i Keyblade in mano mentre l'ufficio dello Skrull era ridotto in uno stato pietoso.

 

“ Figlio di puttana, questa è la tua fine!”, disse empio Windu, preparandosi ad affondare il Keyblade sul cranio del suo ormai ex capoclan, finito in ginocchio dopo l'ennesismo attacco. Il folle traditore aveva fatto ampio uso della sua nuova abilità di evocare multipli Keyblade, già mostrata agli sfortunati Padmè e Fives. Ma il potere di Windu era stato centuplicato dalla sua furia, addentrandosi a fondo nella pura potenza del Lato oscuro fino ad aver dimenticato ogni considerazione per la propria incolumità o per chiunque gli si parasse davanti. Approfittando di un'apertura nella formazione avversaria, era riuscito dopo innumerevoli assalti a ferirlo gravemente a un fianco.

 

Ora lo spadaccino avanzava imperioso, la pelle nera coperta di sudore e l'unico occhio rimasto infuso di potere. Le mani erano avvolte da enormi artigli blu, il Cambio forma del suo Keyblade. Paragonato a lui Xenahort, il grande voltagabbana, sembrava indifeso, praticamente patetico.

 

Anakin non esitò due volte prima di lanciarsi su quello da lui percepito come un assalitore ingiustificato, che si difese appena in tempo, bloccando il doppio fendente dello sfortunato Custode.

 

“ Anakin, non....”, cominciò Windu, trattenendo appena la presa del proprio Keyblade contro la potenza di Anakin, che dallo sguardo era chiaro non avrebbe accettato alcuna spiegazione. Lo spinse indietro e avvoltosi con una potente aura luminosa proveniente da Lontano Ricordo, si mosse a una velocità impressionante dietro di lui.

 

“ Zanzetsuken...”, mormorò gelido, prima che un largo fiotto di sangue eruttasse dal fianco di Windu. Questi cadde a terra senza respiro, portandosi una mano alla ferita mentre la vita lo abbandonava.

 

' Qui- Gon, Plo- Koon, e tutti voi che non ho potuto vendicare. Perdonate il mio fallimento....', fu il suo ultimo pensiero, un'enorme delusione verso sé stesso a sostituire la rabbia di poco prima, mentre Anakin si dirigeva da Xenahort nel tentativo di aiutarlo.

 

“ Maestro Xenahort, venite, vi porterò al sicuro e vi rimetteremo in sesto.”, chiese il preoccupato spadaccino, avvolgendo il Kree con una spalla e facendolo sedere. L'altro ansimo, toccandosi gli abiti insanguinati.

 

“ Anakin, credo sia arrivata la mia ora- affannò con quel poco fiato che gli rimaneva- Obi- Wan è stato travolto dalla sete di potere, e tu sei l'unico rimasto capace di fermarlo.”

 

“ Ma perchè ha fatto tutto questo? Non può essere semplice ambizione!”, non potè che domandare Anakin con tono rotto, incapace di comprendere che chi lo aveva addestrato potesse spingersi a tanto per una sete di potere di cui non aveva mai visto il minimo segnale.

 

“ Non lo so, ma.... ha detto che tra i suoi obbiettivi ci sono anche tua madre e tuo fratello Owen. Vorrà usarli per ricattarti- rivelò infine Xenahort, sempre più pallido- Anakin, sei l'unico di cui posso fidarmi. Ti nomino nuovo capoclan. Fa ciò che devi e risana gli Eclispse.”, disse prima di chiudere gli occhi.

 

“ Non vi deluderò. Porrò fine ai suoi piani.”, disse Anakin, mettendolo sul pavimento e incrociandogli le mani sul petto . Datogli l'ultimo saluto prima di trasformare i suoi Keyblade in uno sguscio lievemente modificato per un viaggio interstellare e partire a tutta velocità per Tatooine.

 

“ Ottima recita, mio signore.”, si complimentò un uomo incappucciato, entrando e usando un Energiga sul Kree, che si rialzò con un grugnito di dolore. Sebbene non fosse neanche lontanamente vicino alla morte quanto avesse fatto credere ad Anakin, non c'era dubbio che Windu l'avesse ridotto in condizioni alquanto gravi. Se la sua pedina favorita avesse tardato solo qualche altro secondo, anni di pianificazione sarebbero andati in fumo.

 

“ Questione di pratica, mio allievo. Ora sbrighiamoci, Eraqus e compagni non ci metteranno molto ad arrivare.”, concluse dunque quest'ultimo, premendo un pulsante sul Cosmolink per aprire un passaggio segreto.

 

*****

 

“ Quindi Xenahort aveva anche altri complici. Chi erano?”, domandò Quo, sorpreso dall'improvvisa comparsa dell'incappucciato.

 

“ Tutt' oggi non ne abbiamo idea. Erano anche loro dei Custodi, nascosti al resto del clan. Ed erano incredibilmente forti. Credo che avessero qualcosa a che fare con Vanitas.”, gli rispose Paperone, ricordando bene che la presenza di quei micidiali guerrieri era stata una sorpresa molto brutta.

 

“ Aveva pianificato tutto con estrema cura, al punto che siamo riusciti a rovinare il suo progetto per puro miracolo. Non senza perdite però. Anakin riuscì a riunirsi col resto degli Eclipse non coinvotli nel piano di Xenahort e si diresse verso Tatooine, ma non fece in tempo a impedire l'ultimo atto della sua tragedia personale.”, continuò Ven col tono malinconico, preparandosi ad arrivare al nocciolo della tragedia che aveva visto come attori molti dei suoi migliori amici.

                                                                                                                       *****

 Buonasera a tutti, spero voi stiate bene mentre io mi preparo all'incubo che sarà la sessione giugno/luglio. Qui c'è stato il primo assaggio dell'organizzazione XIII,  la cui origine in questo caso sarà sempre ' tradotta' attraverso la lore di Star Wars. Spero di poterli ritrarre a dovere, forse qualche personaggio qua e lì sarà cambiato( laughs in Chad Bane). A presto, col prossimo capitolo si concluderà finalmente Ritratto dell'eroe da giovane.

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Capitolo 18
*** Ritratto dell'eroe da giovane: ultima parte ***


 

Shmi svolse al meglio il suo dovere di padrona di casa nei confronti di Obi- Wan, fornendogli salviette umide e un buon beverone che aiutò a rimetterlo in sesto dalla terribile esperienza. Owen era momentaneamente al mercato assieme alla sua fidanzata, lasciando la donna e Claigg come unici ascoltatori di quell'orribile storia.

 

“ Va meglio?”, chiese lei mentre il Bangaa si scolava le ultime gocce della sua tazza di latte di Bantha, succo di melone nero e altre cose di cui è meglio non discutere la natura in queste righe.

 

“ Insomma. Mi sentivo meglio quando un simbionte ha cercato di succhiarmi il cervello- disse dunque Obi- Wan, rigirando nervosamente la tazza tra le dita artigliate- potessi almeno contattare gli altri e spiegare cos'è successo.”.

 

“ E' vero? Tutto ciò che hai detto?”, chiese Lars, visibilmente spaventato. Aveva vissuto la guerra da lontano, Tatooine era per fortuna una zona franca se si escludevano gli affari tra gli Hutt e le due fazioni. Scoprire che dietro gli Eclipse, i grandi eroi della galassia, c'era un simile complotto, avrebbe potuto scatenare un nuovo conflitto. Dubitava seriamente che stavolta il pianeta desertico sarebbe potuto restarne fuori.

 

“ Vorrei che non fosse il caso, amico mio. Ma i messaggi che ho ricevuto dai Disney confermano tutto. Siamo stati tutti degli sciocchi, a parte Fives, crogiolandoci in un'aria di superiorità e invincibilità. E adesso rischiamo di pagarne il prezzo, se Xenahort riuscisse nel suo piano.”, disse malinconico il maestro, maledicendosi per essere stato così cieco agli ultimi eventi finchè non era stato troppo tardi.

 

“ Cosa pensi di fare?”, non potè che domandargli Shmi. Pur avendo incontrato il Jedi solo una manciata di volte prima di allora, sapeva che Anakin aveva in lui una fiducia assoluta, e di conseguenza anche lei. Lo vedeva come la migliore possibilità affinchè il figlio non venisse usato a sua completa insaputa.

 

“ Prima di tutto dovrei scoprire chi è dalla nostra parte e chi è sul libro paga di Xenahort, anche se ho già una buona idea. E sperare , oltre che mi credano, che non abbia già fatto i suoi giochetti su Anakin, fosse già riuscito a ingannarlo tutto sarebbe perduto.”, spiegò dunque il Bangaa, più che intenzionato a non deludere la sua ospite.

 

“ Ci è già riuscito, sfigato.”, disse improvvisamente una sardonica voce di donna.

 

 

 

Ad aver parlato era stata una figura avvolta da un cappotto nero. Era apparso lì accanto a loro, senza che nessuno se ne accorgesse. Sedeva con le gambe accavallate, giocando con un kunai giallo e azzurro.

 

“ Chi sei?”, chiese Obi- Wan, alzandosi di scatto, con gocce di sudore che gli scorrevano lungo le bronzee squame. Avvertiva che chiunque fosse la nuova venuta, non era certo da sottovalutare. Era per lo meno paragonabile a Grievous, un avversario che aveva già sconfitto a malapena l'ultima volta... e senza civili da proteggere allo stesso tempo.

 

“ Una che sta per friggere voi tutti e poi proseguirà col fratellone di Anakin. Goditi questo miliardo di volt, lucertolone!”, disse la donna, materializzando una serie di kunai e lanciando due potentissimi folgori contro Obi- Wan. Quest'ultimo riuscì ad evocare il Keyblade appena in tempo per difendersi dal grosso dell'urto, venendo però scagliato fuori attraverso una finestra.

 

“ Shmi, Lars, scappate!”, urlò ai due civili quando si rialzò. Preparò un incantesimo sulla punta della sua spada e cercando la propria rivale, pronto a toglierle qualsiasi accesso alla sua magia.

 

“ Ah, un Silence. Trucco carino.... quando il tuo avversario è più lento di te.”, dice una voce alle sue spalle, e i riflessi di Obi- Wan lo salvarono appena in tempo da una folgore dorata ben più forte delle precedenti. La donna, avvolta dall'aura tipica di chi stava sprigionando il massimo del suo potere, scaricò miliardi di volt e pura energia della Forza nella spada del Bangaa, che indietreggiò lasciando profolchi solchi sul terreno sotto l'orripilato sguardo di chi l'aveva salvato appena poche ore prima.

 

“ Oh, dei, no, no.... “, esclamò Shmi, paralizzata dal terrore. Il marito strinse le dita, sentendosi impotente come quando anni prima aveva combattuto quei Tusken.

 

“ Ti piace il regalino?”, domandò sardonica l'incappucciata, girando intorno alla sua vittima in ginocchio. Questi sentiva le mani bruciare, l'Eclisse totale invasa da un'incontenibile energia che aspettava il minimo tentennamento per esplodere e distruggere tutto nel raggio di centinaia di chilometri, se non tutto il pianeta.

 

 

Obi- Wan strinse i denti, le mani strette sull'impugnatura del Keyblade. Lo sforzo era forse maggiore a qualsiasi cosa avesse mai sopportato prima di allora, avvertiva zampilli di energia sfuggire secondo dopo secondo. Mantenere la tecnica divenne via via più doloroso, era certo che presto avrebbe cominciato a bruciare eppure non desistette e strinse i denti.

 

“ Obi- Wan, lascia andare.”, tentò di convincerelo Shmi, non volendo che qualcuno si sacrificasse per lei.

 

“ NO! Voi siete gli unici che possono convincere Anakin della verità.”, insistette il Bangaa, alzandosi a fatica, i muscoli in preda a un dolore micidiale per quanto determinato a non mollare.

 

“ Sì, lascia andare e fallisci- disse insensibile la donna col cappuccio, in preda a un piacere sadico nel vedere quell'immane prova di resistenza- per sapere, credevi davvero di avere una possibilità? Abbiamo organizzato tutto, inclusa la tua deviazione su questo pianeta.”.

 

“ Dovevo aspettarmi che quelle meteore non fossero lì per caso. Anakin ve la farà pagare cara.”, ringhiò il Bangaa alla rivelazione, mostrando il lato più ferale della sua specie.

 

“ Nessun problema, pagherai tu per noi.”, concluse dunque la donna, materializzando un ultimo kunai, che non perse tempo a lanciare contro il Keyblade di Obi- Wan. L'energia da lui trattenuta, già instabile oltre ogni limite, cominciò a sfuggirgli. Potenti saette si lanciarono in ogni direzione, dando vita a un enorme vortice elettrico prima di esplodere in un potente fulmine che raggiunse anche le poche nuvole in cielo, distruggendo ogni cosa in un ampio raggio.

 

 

Obi- Wan tossì prima di riaprire gli occhi, faticando a mettere a fuoco il cupo cielo di Tatooine. Rialzandosi con una mano alle sue ferite si guardò intorno, trovando casa Skywalker ridotta in frantumi. Il cadavere di Cliegg, ormai irriconoscibile per le bruciature, giaceva a poca distanza da lui. Non c'era più niente che potesse fare per il fattore, ma un gemito di dolore non molto distanze gli disse che per Shmi c'era ancora qualche speranza.

 

“ Shmi, resisti, sono qui!”, esclamò il Cavaliere runico correndo dalla donna, ridotta in uno stato non molto migliore del marito, tirando fuori qualsiasi oggetto curativo avesse nel suo Cosmolink e alzando il volto della donna per farle bere. Lei sputacchiò, incapace di far scendere le pozioni in gola, mentre le sue membra sembravano sottoposte a continui tremiti. Sotto le dita Obi- Wan sentì anche diverse ossa rotte.

 

“ Obi- Wan... non pensare a me. Va da Owen e Benu, prima che gli scagnozzi di Xenahort li raggiungano.”, disse Shmi con un filo di voce, la poca pelle ancora sana sempre più pallida.

 

“ Non posso lasciarti così. Non aggiungerò la tua morte alla mia lista di fallimenti nei confronti di Anakin- protestò questi, posando le mani sul petto della donna e lanciando l'Energiga più potente che postesse castare- sei l'unica rimasta che può farlo ragionare e fargli capire che è successo davvero.”.

 

La sfavillante luce verde che avvolgeva il corpo di Shmi si intensificò ancora e ancora, infondendosi persino nel terreno, ma senza ottenere l'effetto sperato. La donna rivolse un ultimo sguardo speranzoso a Obi- Wan, prima di chiudere gli occhi per l'ultima volta e lasciare che il suo spirito si unisse alla Forza. Prima ancora che l'uomo potesse gridare dalla rabbia e la disperazione, sentì dei pesanti passi dietro di lui.

 

“ Sei stato tu?!”, domandò tanto tremante quanto irata la voce di Anakin. Il giovane avventuriero, coperto interamente dal suo kimono nero, era una figura più minacciosa che mai nella propria furia. Sembrava non aver neanche bisogno del keyblade, il suo sguardo fuoribondo era abbastanza per terrorizzare Obi- Wan sin nel profondo della sua anima.

 

Aveva pregato qualsiasi divinità a lui conosciuta che Xenahort si sbagliasse, ma la scena di fronte a lui sembrava aver confermato ogni sua paura.

 

“ No, Anakin, io...”, tentò di dire il guerriero, ma ogni tentativo di chiarimento venne interrotto dalla furia del suo amato allievo, che si manifestò come una devastante onda d'urto che percorse aria e terra, creando immense spaccature e scagliando via Obi- Wan con tutta la forza del suo odio .

 

“ Risparmia le parole per quando sarai di fronte al Creatore.”, disse empio Anakin, materializzando le sue spade e cominciando un duello ben più difficile di quanto fosse stato quello contro Cornelius.

*****

L'attenzione di Sora e compagni era concentrata unicamente su Ven e il suo racconto, era come se non ci fosse altro in quel momento. Qualcuno dei bambini tremava addirittura dall'ansia.

 

“ Fu probabilmente il più violento duello col Keyblade che si sia mai visto. Anakin dal canto suo era il Custode più potente e abile dell'epoca, e combatteva come un demone assetato di vendetta. D'altro canto, era anche privo di controllo al momento, privo della strategia che gli era consona. Obi- Wan invece era ancora dotato di raziocinio, si era addestrato con l'allievo per anni e soprattutto, anche se il suo stile non era particolarmente elaborato rispetto ad Anakin, era la semplicità assoluta. E in quella semplicità c'era potere.”.

 

“ Potere sufficiente per sopravvivere finchè Akain per un attimo raggiunse un nuovo livello del suo Cambio forma- continuò Paperone- ma purtroppo non era nel giusto stato mentale per controllarlo, e Obi- Wan dovette sconfiggerlo prima che entrambi venissero distrutti dall'energia sprigionatosi.”.

 

******

Obi- Wan tossì pesantemente, macchiando la sabbia col proprio sangue mentre difficilmente si dirigeva verso l'amato allievo. L'area in cui si trovavano era completamente devastata, ben più della casa di Shmi e Owen. Nessuno dei due si era trattenuto, uno perchè accecato dal desiderio di vendetta, l'altro anche solo per restare vivo.

 

Non c'era dubbbio che Obi- Wan fosse fiero del suo allievo. In ognuno singola mossa rivedeva le settimane, i mesi di pratica passati a migliorarsi, gli anni di studio e ogni singolo momento di tempo libero trascorso insieme. E questo aveva reso ancora più doloroso il devastande duello, finchè Anakin, più o meno inconsciamente, non aveva tentato di far evolvere ulteriormente il suo Cambio forma, in un aspetto che nessuno dei due contendenti fu capace di comprendere.

 

Ancora una volta il Bangaa si era trovato costretto a trattenere un'energia impensabile, scaturita dalla nuova trasformazione dell'allievo in qualcosa che non avrebbe saputo definire, forse pura energia della Forza, appartenente a entrambe le sue sfaccettature, estreme e simultanee. Entrambi sarebbero probabilmente morti se non l'avesse canalizzata in tempo per poi spararla contro il cielo con una potenza paragonabile a multiple supernove.

 

“ Maestro, per favore, aiutami...”, pregò Anakin nella sua incoscienza, rantolando debolmente sulla sabbia, ricoperto di bruciature praticamente ovunque. I suoi stessi organi erano stati danneggiati oltre il limite che qualsiasi altro umano avrebbe potuto sopportare. Ancora ansimante, Obi- Wan si chinò sull'amico, sacrificando le sue ultime energie per attivare quanti più incantesimi e tecniche di cura avesse a disposizione.

 

Non c'era limite al senso di colpa provato dal guerriero. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per redimersi di fronte agli occhi della Forza e di tutti coloro nei cui confronti aveva fallito

 

Alla fine, seppur Anakin fosse ancora devastato, fisicamente e mentalmente, non era più in un reale pericolo di vita, a patto che gli venissero date il prima possibile vere cure. E a giudicare dal veicolo che li stava raggiungendo, guidato da Thrawn e Rex se gli occhi non lo ingannavano, avrebbero completato presto ciò che aveva iniziato. Obi- Wan dunque si alzò, dando un'ultimo sguardo di pietà al ragazzo che aveva considerato per anni come un fratello minore, se non addirittura un figlio.

 

Non sapeva quando e come si sarebbero rivisti, ma per il bene di entrambi, e forse di tutta la galassia, avrebbe dovuto fare in modo di aver trovato una prova della sua innocenza quando ciò sarebbe accaduto.

 

“ Mi dispiace, Anakin, ho fallito... come maestro e come amico- disse distrutto- Ma troverò un modo per sistemare le cose. Dammi fiducia un'ultima volta.”, lo pregò prima di allontanarsi più veloce che potè, saltando via e correndo verso una via per redimersi di fronte agli occhi dei suoi compagni.

 

******

 

“ Fu solo dopo questo completo casino, che include anche un attentato da parte ad Owen e Beru da altri Eclipse traditori, che io ed Eraqus riuscimmo ad arrivare da Xenahort, dando battaglia campale a lui e ai suoi accoliti.”, disse Paperone, ricordando la furia con cui lui e il resto della squadra avevano combattuto contro l'ex capoclan degli Eclipse, scoprendo nel frattempo quanto erano davvero malati i suoi piani.

 

“ Aveva creato una macchina che gli avrebbe permesso di entrare nella Forza- aggiunse Ven- se ci fosse riuscito avrebbe potuto effettivamente attivare le serrature per Kingdom Hearts. E a quest'ora saremmo i suoi burattini, tutti i popoli farebbero ciò che decide lui.”, concluse, generando un brivido collettivo.

 

“ A proposito, chi erano davvero quei tizi incappucciati?”, fece curioso Qua, ansioso di scoprire quale folle avrebbe mai aiutato Xenhaort nel suo folle piano.

 

“ Tutt'oggi non ne siamo certi- commentò un irritato Paperone, i cui sforzi nel cercare di scoprire l'identità di quei seccatori erano stati secondi solo a quelli per ritrovare Della- Erano Custodi spaventosamente forti, è tutto quello che sappiamo, ognuno specializzato in un certo elemento o stile di lotta. Abbiamo dovuto lottare con le unghie e con i denti per farci strada fino alla stanza dove Xenahort aveva creato un macchinario che gli avrebbe permesso di cercare le serrature. Paperino perse Fafnir, il suo Spectrobe, e Aqua si sacrificò per far esplodere la macchina, venendo risucchiata in un portale per chissà dove senza che noi potessimo fare niente. Poi Eraqus affrontò Xenahort....”, a questo punto l'anziano avventuriero si abbassò il cilindro sugli occhi, incapace di continuare.

 

 

“ Morì anche lui?”, chiese Grogu, intuendo bene dal tono del biondino cosa fosse successo. Immaginò di scoprire a sua volta dopo anni che Mando fosse morto, ma scosse la testa per liberarsi del pensiero.

 

“ Sì, ma anche Xenahort non se la passò troppo bene- affermò Ven con una lieve nota di soddisfazione riguardo l'ultima parte- il loro duello ebbe poco da invidiare a quello tra Anakin e Obi- Wan. Terra trovò il corpo di Eraqus assieme a uno Xenahort quasi menomato, e infuriato attivò il suo Cambio forma a piena potenza, dando a Paperone e gli altri appena il tempo di scappare prima di distruggere il pianeta, al posto del quale apparve un buco nero.”.

 

I ragazzi deglutirono nuovamente. Non era esattamente raro per un avventuriero avere abbastanza potere da distruggere pianeti, stelle, o addirittura interi sistemi solari. I Clan erano stati creati anche per assicurarsi che simili mostri non potessero esecitare liberamente la loro potenza distruttiva, la sanzione in caso di fallimento nel controllarsi consistava nel ritiro della licenza e in una permanenza a vita nei peggiori carceri immaginabili.

 

Che Terra avesse creato un buco nero per pura rabbia era.... scorcentante, per lo minimo.

 

“ Ma perchè finito tutto questo disastro non siete andati da Anakin? Avreste potuto fare fronte comune”, chiese dunque Sora, stupito che non avessero almeno cercato di riappacificare maestro e allievo, facendo sapere a quest'ultimo che Obi- Wan era una vittima quanto lui.

 

“ Non ci avrebbe ascoltato. Qualsiasi cosa gli sia successa durante il duello, l'ha cicatrizzato fisicamente e mentalmente. Aggiungi l'aver perso così tanto in così poco tempo, avvicinarlo senza prove era improponibile. Prove che tutt'ora non abbiamo- sbuffò Ven con un secco gesto della mano- E poi aveva già i suoi casini a cui pensare...”.

 

*****

Owen aiutò Anakin a camminare fino al bordo del balcone dell'ospedale. Il Custode era ricoperto di bende da capo a piedi, lasciando intravedere solo pezzetti di tessuto cicatrizzato e l'apparato respiratorio che teneva sulla bocca, da cui proveniva un cavernoso e ritmico suono. Le ultime due settimane erano state una totale agonia per l'uomo, a livello fisico e mentale.

 

Già solo svegliarsi e scoprire di potersi muovere appena, anche solo grazie ai suoi nuovi arti cibernetici, era stato un incubo a occhi aperti. Sapere che gli unici parenti rimastigli erano in salvo era stato l'unico sollievo prima di una lenta e dolorosa riabilitazione.

 

“ Oh, dei, è finita per me.”, si lamentò appoggiandosi con difficoltà alla ringhiera e guardando il tramonto di Tatooine per quella che sarebbe stata l'ultima volta. Era stata l'unica cosa, oltre alla propria famiglia, mancatagli di quell'orribile pianeta, che nuovamente sembrava avergli tolto quanto aveva di più chiaro.

 

“ Non dire così, Anakin, i dottori sono ottimisti che ti riprenderai con un anno o due di terapia.”, cercò di rassicurarlo il fratello minore. Egli stesso era però abbastanza spaventato da quanto successo. Cosa poteva aver indebolito a tal punto uno dei più potenti avventurieri conosciuti?

 

Cosa aveva spinto Obi- Wan a tradire tutti loro, sacrificando tutto ciò per cui avevano lavorato, incluso probabilmente l'amore di Satine?

 

“ Gli stessi dottori che hanno tirato sul prezzo per trattarmi finchè Thrawn non li ha sbattuti contro un muro?”, ribattè infuriato il Custode, sbattendo la mano bendata sulla ringhiera, che tremò pericolosamente.

 

L'ospedale dove l'avevano portato faceva infatti parte del cartello Hutt, e il primario si era divertito a tirare sul prezzo per curarlo. Thrawn però non ci mise molto a perdere pazienza, caso unico nella vita, e lo prese rendendo ben chiaro cosa gli avrebbe fatto se non avesse operato subito il suo capoclan. Inutile dire che non avevano perso tempo a preparare una sala operatoria e a utilizzare qualsiasi metodo sconosciuto per stabilizzare il nuovo capoclan degli Eclipse.

 

“ Sono un re senza corona, fratello. Il clan è a pezzi, Malik è ridotto a un vortice di energie malefiche , i miei figli sono orfani di madre ed è meglio che non menzioni di nuovo le mie condizioni di salute. Non so dove sbattere la testa, mi sento proprio come quand'ero bambino.”, disse prima di sedersi su una sdraio lì vicino, e tirando fuori un foglio di carta. Owen gli si sedette accanto, cercando qualcos'altro da dire, e notò che era un disegno: un grosso elmo con una maschera simile a un respiratore.

 

“ Cos'è?”, domandò curioso l'uomo.

 

“ Una maschera che Leila ha disegnato per Halloween. Dice di averla vista in un sogno. Non so perchè l'ho presa ora.”, rispose Anakin, buttando il foglio a terra solo perchè il fratello la prendesse.

 

“ Penso ti starebbe bene.”, scherzò Owen, con un sorrisetto che migliorò appena l'umore dell'altro, che incrociò le mani pensoso.

 

“ Mhh, fa un po' troppo stile Sith. Ma considerando quanto mi hanno deluso i Jedi... Passare a un approccio più brutale e cupo forse non sarebbe una brutta idea. Di certo mi aiuterà a riportare il clan in forze. Tanto non può andare peggio di così.”, disse stringendo nuovamente le dita robotiche.

 

Owen gli rivolse un'occhiata sorpresa. I Sith erano stati, dalla prima coniazione del termine fino a quel giorno, lo spauracchio della galassia in innumerevoli occasioni. Quando Cornelius aveva dato la sua dichiarazione di guerra, non pochi inoltre avevano pensato che fosse egli stesso un membro dell'antico e terribile ordine, sopravvissuto nell'Orlo esterno. Maul, pur avendo aiutato non poco a combattere la Gilda, non aveva avuto alcuna intenzione di migliorare la reputazione della congregadi cui era forse l'ultimo esponente.

 

 

Ma vista l'attuale situazione dell'Eclipse, forse un pugno di ferro ben diretto è ciò di cui avevano bisogno per riprendersi e ritornare al top.

 

“ In quel caso ti serverebbe anche uno di quei titoli che utilizzavano. Darth.... Fener?”, azzardò quindi col primo nome che gli venne in mente. Anakin ci riflettè un po', trovando il soprannome troppo poco minaccioso per i suoi gusti.

 

“ Vader. Credo che mi farò chiamare Darth Vader.”, affermò infine, il suo continuo respiro che si confondeva tra i venti del deserto.

 

*****

Dopo quell'ultimo tratto della storia, riguardante il modo in cui uno dei più grandi gruppi di eroi conosciuti era stato trasformato in un letale e terribile esercito, lo sguardo di Paperone e Ventus era più desolato che mai.

 

“ Come ho detto non avevamo alcuna prova di quanto fosse davvero successo, e Anakin non era nello stato mentale migliore neanche per leggerci nel pensiero, per lo meno ci avrebbe chiesto dove trovare Obi- Wan per ucciderlo. Il suddetto decise pertanto di cambiare identità e andare a cercare i complici di Xenahort o altre prove della propria innocenza, mentre noi avremmo dovuto trovare il ragazzo che aveva legato il suo cuore a Ventus, cioè te, e proteggerlo per poi addestrarlo a tempo debito.”.

 

Sora incrociò le braccia, riflettendo ampiamente su quanto aveva ascoltato negli ultimi due giorni. Lui erede di un potere quasi cosmico? Non ci credeva, e anche se fosse il caso non aveva intenzione di accettare una simile responsabilità. Desiderava semplicemente vivere in completa libertà e trovare i suoi amici, com'era stato il progetto per il resto della sua vita.

 

“ Come capiste che ero io? Dovevano esserci almeno due miliardi di bambini all'epoca su Atlantica.”, chiese infine.

 

“ Buona domanda- rispose il biondino- Come ti ho detto io , Aqua e Terra non avevamo formato un'Unione dimensionale con molte persone, ma tra quelle con cui avevamo un legame c' era anche Topolino. Facendo un rapido giro sulla tua isola, trovò un neonato emetteva un'energia molto simile alla mia, sebbene in parte offuscata.”.

 

“ Quando scoprimmo che avevi superato l'esame per diventare avventuriero, però, Topolino, Paperino e Pippo erano già partiti per una misteriosa missione dopo aver richiesto ad Ercole di darti un primo addestramento. Per qualche motivo non dissero a nessuno dei loro piani, neanche me. Anche se forse ho un'idea di cosa abbiano scoperto. Una via per giungere alle dimensioni della Forza e salvare Aqua.”, continuò Paperone, chiaramente ancora preoccupato per i tre ragazzi che aveva praticamente cresciuto.

 

“ Pensate che sia ancora viva?!”, domandò stupito Max. Ven, con uno sguardo annuito, annuì energicamente.

 

“ Se c'è una persona che può sopravvivere nei piani astrali dopo un'esplosione del genere è proprio Aqua. Lei ha sempre un asso nella manica.”, affermò convinto.

 

“ In questo caso di cosa dobbiamo preoccuparci. Oltre a Malefica?”, chiese Sora, che comunque sperava di farla pagare il prima possibile agli Strecken, oltre ovviamente a trovare informazioni sui suoi amici.

 

“ I complici sopravvissuti di Xenahort, e forse lui stesso. A volte temiamo che sia sopravvissuto in qualche modo. Forse in stasi come Ventus- rivelò grave Paperone, chiaramente inquieto che il vecchio nemico esistesse ancora in qualche forma a perpetrare i suoi turpi scopi- d'altro canto anche Malefica sarebbe stata guardinga dall'usare un piccolo esercito come quello apparso sull'arcipelago.”.

 

“ Questa è una brutta notizia, ma non so se, eredità di Malal o no, posso aiutarvi contro di lui. Forse , trovando qualche prova , potrei provare a convincere Anakin della verità.”, riflette ancora il giovane Custode.

 

“ E noi siamo con te.”, affermò Angela, alzandosi e dandogli una pacca sulla spalla. Concorde, Grogu si mise davanti ai due amici.

 

“ Giusto... ormai saldato il nostro legame è.”, disse fiero il giovane Mandaloriano. Ventus e Paperone sorrisero soddisfatti. Nessuno sopravviveva da solo in quella galassia irta di pericoli, e non avrebbero potuto chiedere una migliore compagnia per Sora.

 

“ Ci basta, ma non focalizzarti troppo su Xenahort e i suoi complotti. Non ti abbiamo portato qui per trasformarti in un'arma, Sora, ma per aiutarti a scegliere il tuo cammino senza doverti preoccupare delle trame dei nostri nemici. Lo giuro sull'onore del nostro clan.”, rispose Paperone, facendosi una croce sul cuore.

 

“ Anche perchè non siamo del tutto certi come Vader reagirebbe incontrandoti.”, disse Ventus, egli stesso incerto sul come comportarsi con l'amico. Sora espirò a fondo, riflettendo un'ultima volta sulla lunga storia che aveva appena finito di sentire, e fece circolare il più fluidamente possibile l'energia in ogni singolo Midi- Chlorian del suo corpo.

 

“ Bene, non sono certo neanch'io di volerlo scoprire. Vi ringrazio tutti dell'occasione che mi avete dato e di non darmi chissà che aspettative per il momento. Cercherò di non deluderle.”, concluse con un largo e confidente sorriso, certo che se anche il destino gli avesse gettato contro degli ostacoli, lui sarebbe riuscito ad evitarli o rispedirli al mittente.

 

 

“ Ah, un'ultima cosa, se non sono indiscreto- li interruppe Quo incuriosito- come si fa chiamare ora Obi- Wan? ”

 

“ Diz. Darkness in zero.”.
                                                                                               ******
Incredibile, ce l'ho fatta, ho completato la mia prima saga flashback, che soddisfazione incredibile. Il mio principale dubbio qua viene dal modo in cui alterno i dialoghi quando torno al presente, mi auguro non siano stati troppo dolorolosi da leggere e che il ritratto(LOL) dei personaggi sia stato in linea tanto con le loro versioni canon che con quanto ho stabilito nella lore di quest'AU. Il mio programma per i prossimi capitoli è un tantinello confuso, più che altro riguardo l'ordine dei fatti, ma ho comunque in mente una bella serie di avvenimenti e sviluppi che confido vi piaceranno. Fatemi sapere le vostre opinioni e critiche, sono ansioso di sentirle. 

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Capitolo 19
*** Le creature della Forza ***


Tra le leggi più severe utilizzate dai clan di avventurieri vi erano quelle per il trattamento degli Spectrobes: 1) Nessuno Spectrobes poteva essere catturato per servire forzatamente un avventuriero, ma doveva scegliere di seguirlo attraverso il reciproco imprinting o essere allevato dalla nascita;2) Di conseguenza, anche gli Spectrobe utilizzati nel colosseo e altre arene dovevano essere cresciuti in cattività o creati in laboratorio;3) Sebbene un avventuriero non avesse bisogno di particolari permessi per cacciare in cerca di cibo e materiali, ogni pianeta aveva un suo numero di specie protette o alcuni limiti nel numero di prede da poter abbattere. Ucciderne un esemplare era punibile con la revoca della licenza .

 

Riku, volontariamente o meno, aveva appena infranto tutte e tre queste leggi. Era a tutti gli effetti un criminale. Lui e McLeah si erano diretti su un pianeta ricoperto da una fittissima giungla, e l'Iktochi aveva mostrato tutta la sua abilità di cacciatore, infilando trappole in zone strategiche e riempiendo in breve il loro veicolo con una manciata di pericolosi Spectrobe, mettendo fuori gioco senza particolari difficoltà i pochi che opponenevano una seria resistenza.

 

“ Che hai, ragazzo?”, chiese McLeah, pulendosi le nocche sporche di sangue, dopo aver messo fuori giochi un enorme gorilla ricoperto di spine, una delle specie protette di cui sopra.

Percival McLeach | Disney War Wiki | Fandom

“ Non sono.... un po' troppi?”, domandò nervoso Riku, contando sul camion non meno di trenta gabbie. Tutte in cinque giorni di lavoro, Leah per stronzo che fosse sapeva il fatto suo. E l'albino, nonostante tutto sempre ansioso di mettersi in mostra, l'aveva servito in tutto, mettendo le trappole e fungendo da esca quando necessario. Tutto perchè temeva che alla prima disobbedienza chiunque facesse la guardia a Kairi l'avesse uccisa... o peggio.

 

“ Eh, ne abbiamo bisogno  per quando finalmente apriremo la guerra con gli Eclipse. Questa poi non è che una frazione delle bestiacce che ci occorranno.”, disse l'alieno come niente fosse, sedendosi su un piccolo tronco, rotto durante uno dei tanti scontri. Riku quasi sputò un polmone alla rivelazione.

 

“ Volete combattere Vader?”, domandò sbalordito dalla mera idea. Gli Eclipse non erano un semplice clan, erano il più devastante e letale esercito dell'ultimo secolo, come minimo. Ognuno dei loro micidiali e competentissimi guerrieri al servizio di un Sith che non riconosceva eguali in tutta la galassia, e per motivi più che validi.

 

“ Oh, sì, e anche i Disney- ridacchiò Leah, prendendosi un sigaro- E' chiunque sfiderà la nostra supremazia. E' così che va l'universo. I Diafani hanno avuto la loro occasione, ora tocca a noi.”.

 

“ Non so come l'dea mi faccia sentire.”, affermò il giovane avventuriero, deglutendo. Come facesse Malefica a preparare questo piano da anni pur mantenendo una parvenza di legalità, la diceva lunga sulla sua abilità di ingannatrice. Specie considerando che già in quanto figlia di Cornelius attirava ben poca fiducia.

 

“ Aspetta solo un po' e cambierai opinione... JOHANNA!”, chiamò il bracconiere, la voce simile a una valanga.


Le 10 migliori spalle dei Classici Disney

Dagli alberi venne un grosso Spectrobe, simile a un'iguana corazzata con lo sguardo goloso. I suoi occhi ambrati e strabici, colmi di famelici desideri, si incollarono sull'inquieto Riku.

 

 

“ Ah, l'unica piccola che non ho mai dovuto controllare. Per quanto mi faccia impazzire a volte.”, affermò il cacciatore, carezzandole il dorso squamoso. Il rettile fece delle piccole fusa, leccandogli la mano.

 

“ Molto carina.”, disse nervoso Riku, avvertendo su di sé lo strabico sguardo dell'iguana. Ogni volta che l'aveva incrociata negli ultimi giorni, quando non era intenta a stanare o spingere le prede verso di loro, si sentiva analizzato come un cosciotto di carne dal viscido Spectrobe, i cui simboli intarsiati nelle squame si muovevano in un'ipnotica e inquietante maniera.

 

“ Bene, resta solo una creatura da prendere, poi potremmo tornare su Tenebrae. Assumendo ti stia bene. Non hai fatto che lamentarti silenziosamente per tutto il lavoro.”, affermò Leah, indurendo per la prima volta la sua espressione nei confronti dell'albino.

 

“ Come?”, chiese questi, non poco preoccupato. Forse aveva tentato troppo la propria sorte?

 

“ Ho notato come guardi me e gli animali, ragazzino. Credi che sia deficiente? Scommetto che proverai a liberarli alla prima occasione- affermò Leah, puntandogli contro un dito accusatore, mentre l'aria attorno a lui cominciava a tremare- o conti forse di denunciarci per trattare con le autorità?>>.

 

“ Ci sono delle regole sul trattamento degli Spectrobe, molto severe. Ci scoprissero sarebbe la fine del clan. Non ve ne rendete conto?!- sbottò Riku- e io non ho intenzione di non cadere con voi.”.

 

“ Mi rendo conto che devo darti una lezione. Tranquillo, un giorno mi ringrazierai.”, disse freddo l'altro, alzando una mano e raccogliendo le sue energie. Il pugno di McLeah venne avvolto da una turbinosa aura violetta, che diresse verso la testa di Riku. Quest'ultimo alzò la sua spada per difendersi e chiuse gli occhi, sapendo che in ogni caso sarebbe finito per aria come minimo.

 

Con sua sorpesa, nonostante l'impattò rimase abbastanza tremendo da far vibrare anche gli alberi per una larga zona, qualcosa bloccò il pugno dell'alieno. Sollevando le palpebre,  Riku vide due magre braccia blu scuro, appartenenti a uno strano essere, il cui busto sembrava originarsi dalla sua stessa ombra tramite un largo filo.

 

Aveva un viso simile a un demone emaciato, con lunghe corna o antenne la cui punta scendeva fino alle sue spalle. Il petto era abbastanza magro, coperto da due cinture a x, e aveva dieci dita adunche.

Why Xehanort's Guardian is a Heartless, not a dark symbiote (Simple Proof).  | Kingdom Hearts Insider

“ Uh, un Mietitore... che notizia splendida.”, commentò McLeah soddisfatto. Sembrava che avesse appena vinto alla lotteria di capodanno qualche potente artefatto, abbastanza da lasciar scivolare la sua precedente rabbia.

 

“ Un... cosa?”, domandò Riku, prima di cadere, il corpo attraversato da un'improvvisa stanchezza. Il suo strano e nuovo amico sparì allo stesso tempo, quindi qualunque cosa fosse evocarlo richiedeva molta energia. McLeah gli passò una piccola pozione e gli raddrizzò le spalle.

 

“ Sai che i Custodi evocano una parte del loro cuore come arma? Beh, voi Mietitori potete trasformarla in una creatura vivente, che combatte per voi. I più la chiamavano solo Ombra nei tempi antichi- affermò Leah, chiaramente eccitato dalla prospettiva- poi Stand, Guardiani, Over Soul, e vattelappesca.”.

 

“ E' qualcosa di innato, come per i Custodi?”, chiese ansimante Riku, scosso sia dall'appena scampato rischio di ricevere in pieno un colpo dell'attuale e sgradito maestro, che dall'energia spesa. Ma almeno questa nuova abilità era una buona notizia... sperava.

 

“ Un po' innato, ma ci sono anche quelli che lo ottengono mediante allenamento. Io ci ho provato quando avevo la tua età, ma mi sono arreso dopo due anni. In ogni caso, Malefica sarà molto contenta.”, affermò soddisfatto l'alieno, sfregandosi le mani in una maniera che aveva del disturbante.

 

“ Già...”, sospirò Riku. McLeah nel frattempò chiamò il Clan, perchè i droni in orbita venissero a prendere le ultime prede.

 

“ Ora vieni. Come ho detto c'è un'ultimo Spectrobe che dobbiamo prendere. Uno che mi è scappata troppo a lungo.”, sorrise perfido l'alieno, leccandosi le labbra di fronte alla promessa di gloria e soddisfazione eterne.

 

******

 

Conclusi i lavori al Deposito, Sora e compagni erano tornati alla solita routine di allenamento, in questo caso sotto la supervisione di Ven. Il biondo Custode era probabilmente il guerriero più veloce che il gruppo di Sora avesse mai incontrato. Spariva dalla loro vista per sorprenderli da dietro con raffiche di fendenti quasi impossibili da contrattaccare, prendendoli a volte in contemporanea con incantesimi o tecniche ben mirate prima di concludere lo scontro con incredibile facilità.

 

“ Mi arrendo.”, disse Grogu dopo l'ennesimo ko, alzandosi faticosamente in ginocchio per poi ricascare a terra, sputando poi un liquido verdastro a terra.

 

Gaia per tutto il tempo aveva preso appunti. Non capitava tutti i giorni di assistere all'addestramento di un Jedi. Lei e gli altri avrebbero voluto partecipare, ma Ven aveva reso ben chiaro che con Sora e compagni non ci sarebbe andato per nulla piano e gli aveva quindi lasciati alle cure di Battista e Miss Beakley, con cui avevano ripreso le loro solite preparazioni in vista dell'esame per diventare avventurieri a tutti gli effetti. Ciò non impediva comunque a lei e compagnia( Max escluso, avendo già preso la licenza due anni prima) di assistere in cerca di utili spunti.

 

“ I miei complimenti, ragazzi, i vostri progressi sono innegabili. Se continuate così, entro due o tre mesi potremmo andare a cercare Malefica.”, disse Ven, per niente stanco, lanciando un piccolo Energia su Dumbo.

 

L' elefantino si era intestardito a voler partecipare all'addestramento. Nonostante avesse ancora dei problemi a correre cordinato, mostrò di avere già una grande forza fisica e una certa velocità quando caricava, oltre a saper sputare piccoli getti di acqua o vapore congelante. In questo modo, sebbene ancora immaturo, si era già dimostrato come ottima distrazione da usare contro gli avversari.

 

Per il momento comunque si gettò sul grembo del padrone, che gli diede un po' di noccioline mentre si metteva una borsa del ghiaccio sulle parti dove aveva ricevuto più colpi.

 

“ Tre mesi.... mi sembrano anche troppi. Da quel punto sarà praticamente un anno che ho lasciato l'isola. Scusa la mancanza di tatto, ma... tu come fai a resistere dal pensare a Terra e Acqua?”, chiese Sora , maledicendosi poi per la scarsamente delicata scelta di parole.

 

“ Non lo faccio- confessò il Custode più anziano- Sono nei miei pensieri, ogni giorno, ogni singolo secondo, assieme al maestro Eraqus. Non so cosa darei per sapere cosa è davvero successo a loro. E ritrovarli, se sono ancora vivi.”, concluse dando un forte calcio al terreno. Angela diede un'occhiataccia a Sora, e poi pensò a qualcosa per distrarlo.

 

“ A proposito, non mi avevi ancora spiegato cosa sono gli esseri che hanno aiutato i pirati di Uncino ad attaccare le isole.”, si ricordò infine, non avendo mai sentito di simili esseri d'ombra.

 

“ Ah, sì, perdona la mia dimenticanza. Noi Custodi chiamiamo i mostriciattoli neri Heartless e quelli argentati Nessuno. Per farla breve, sono delle evocazioni.”, spiegò il loro improvvisato insegnante, guadagnandosi uno sguardo confuso dai tre.

 

A provare l'affermazione, Ven schioccoò le dita, facendo apparire una coppia di ognuna delle due categorie: una delle piccole creature simili a formiche, uno mostriciattolo lievemente più corazzato, un'alta creatura argentata con arti piuttosto flessibili e un guerriero con una bizzarra maschera grigia, armato di katana.

 

Kingdom Hearts -

I ragazzi guardarono l'evocazione con sommo stupore, avvertendo i confusi pensieri e la generale aura degli esseri apparsi innanzi a loro. Erano qualcosa di completamente diverso da qualsiasi altra cosa avessero mai sentito, alieno in un senso che non sapevano descrivere.

Nobodies - Kingdom Hearts II - Image #9624 - Zerochan Anime Image Board
 

“ Come possibile è questo? Chiamarne così tante l'evocatore uccidere dovrebbe. E soprattutto i contratti si dovrebbero fare.”, lo contrabbattè Grogu con un gesto della mano.

 

“ Vero. Mia zia Elisa ha fatto un contratto sia con Anansi che con Ifrit, ma non è mai riuscita ad evocarli in contemporanea.”, disse Angela, alzando entrambe le braccia in puro stupore. Ven sbuffò e alzò un dito al cielo.

 

“ Voi pensate che Odino, Shiva e il sovramenzionato Anansi siano la regola, ma in realtà sono l'eccezione- cominciò a spiegare, confondendo ulteriormente i suoi allievi- Le divinità che noi conosciamo sono entità della Forza nate dai pensieri e dall'adorazione di tutte le civiltà che li conoscono. A volte vengono anche inglobate le une le altre, è la fine che hanno fatto molti membri dei vecchi pantheon terrestri, come Odino stesso. Ma per ogni Esper conosciuto in tutta la galassia, ci sono trilioni di idee, pensieri e persino anime che si trasformano in questi mostriciattoli e che si fanno i cavoli loro nei rispettivi piani di realtà finchè qualcuno non scopre come attirarli qui. Cosa che è di per sé semplicissima una volta stabilita una connessione coi luoghi in cui abitano.”.

 

“ Ti riferisci al Lato chiaro e al Lato oscuro con piani di realtà?”, chiese Sora per chiarire.

 

“ Sì. Gli Heartless incarnano il Lato oscuro, perciò sono quasi più istintivi degli Spectrobe e tendono a muoversi in branco nella loro dimensione, che è praticamente una giungla di pura tenebra. I Nessuno sono dal canto loro molto logici, cacciano con molta più attenzione e il loro mondo, stando agli antichi testi, sembra una città labirintica. Ovviamente possono diventare via via più potenti, fino al raggiungere il livello delle evocazioni che conoscete. E infatti un sacco di divinità sono diventate famose in questo modo.”, spiegò il suo maestro, schioccando le dita e aprendo altri due portali, uno nero e uno di catene bianche. Da uno uscì un Heartless dal corpicino rosso, con un cappello giallo, dall'altro un Nessuno simile a un drago.

 

“ E possono essere evocati in massa.”, concluse quindi Gaia, facendo diverse fotografie alle misteriose creature per i suoi album e diari di teorie. Non vedeva l'ora di mettersi a lavorare sulle altre dimensioni della Forza.

 

“ Già, qualsiasi utilizzatore della Forza sufficientemente potente ed esperto può chiamarli in gran numero. Gli Heartless vengono per lo più usati come forza di sfondamento e soldati semplici, mentre i Nessuno di rango più alto per tenere le loro redini o per altri ruoli più... raffinati.”, concluse il biondino, rimandando quindi le creature da dove venivano

 

“ Perchè ne sento parlare solo ora? Neanche il manuale delle Giovane marmotte ne palra”, chiese Gaia.

 

“ Abbiamo cercato di mantenere la loro presenza un segreto, per evitare che qualcuno si creasse un esercito quasi infinito. Successe spesso ai tempi della Repubblica. Ovviamente ci sono comunque alcuni 'eletti' che scoprono come portarli in questo piano e asservirli a lui. Un altro dei motivi per cui la Gilda dei Diafani era così pericolosa, ripulire le città invase da orde di questi esseri era un incubo, e dovevamo mettere a tacere i responsabili. Ecco perchè persino Vader e Malefica non li usano, se non in estreme circostanze come il voler prendere Sora a tutti i costi.”.

 

“ Non ricordarmelo, per favore.”, commentò il moro, dandosi una mano in faccia.

 

“ Messi a tacere? Poveretti.”, commentò Angela, non molto d'accordo sull'uccidere qualcuno per semplici conoscenze.

 

“ Dillo a quelli che sono morti quando qualche pazzo ha creato il suddetto esercito per uccidere miliardi di persone- ribattè Ventus con un'occhiataccia- e sia ben chiaro, non insegnerò a nessuna di voi quest'abilità. Anche nel mio caso è per lo più innata, comunque, e non saprei da dove iniziare per insegnarla a qualcun altro.”.

 

“ Comunque, di nuovo ora non sarebbe di provare qualche missione? Insomma, l'ultima volta che siamo usciti sul campo, non contando lo scontro coi Bassotti, ci siamo occupati di un nido di Slime, per quanto seccanti. Abbiamo bisogno di esperienza in un vero combattimento.”, protestò poi Sora, sentendo il bisogno, Malefica o no, di mettersi nuovamente alla prova.

 

“ Giusta osservazione. Vi porterò su un pianeta dove posso vedervi in azione e dove sono certo imparerete molto.”, disse entusiasta Ven, prendendo dunque il suo Prizmod e controllando le richieste interne al clan.

 

Procedette per un paio di minuti, finchè non trovò la richiesta di un anziano esploratore, che si trovava su un pianeta amazzonico.

 

“ Bingo!- esclamò il biondino, più che soddisfatto- preparate i Prizmod, si va alle Cascate Paradiso!”.

                                                                                      ********

Salve a tutti, spero di non avervi fatto aspettare troppo e che dopo il flashback questo capitolo sia abbastanza soddisfacente, volevo andare con qualcosa il più semplice possibile per porre le basi di questa mini saga e al tempo stesso spiegare la natura di Heartless e Nessuno in quest'Au( inspirata dal Warp e relativi abitanti di Warhammer 40k. Mentre le Ombre come concetto provengono un pò da Blue Dragon, sempre Square Enix, e i Mietitori di Final Fantasy 14). Recensite, consigliate, etc.

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Capitolo 20
*** Amici in pericolo ***


La giungla di Ormis era estremamente fitta. Sora e Angela si erano vestiti con abiti da esploratore, e si facevano lentamente strada tra le frasche, affrontando a volte piccoli spectrobe velenosi e altri predatori.

 

Per fortuna, per quanto furtivi e rapidi che fossero, i brutali colpi di Grogu o gli accorti attacchi di Sora tendevano ad averne ragione facilmente.

 

“ Urghh, avete un altro po' di repellente per insetti?”, chiese Sora, ricevendo al volo una bomboletta da Grogu, che aveva ricoperto la sua armatura di fango e foglie per essere il meno visibile possibile. Angela, fortunella, aveva la pellaccia troppo dura per ricevere punture serie, sebbene il ronzio la facesse diventare matta.

 

I tre erano alquanto eccitati di compiere una missione quasi da soli, sebbene Ventus restasse in orbita a comunicare con loro. La loro destinazione erano le Cascate Paradiso, una delle poche zone franche del pianeta, dove un altro membro dei Disney aveva mandato una richiesta.

 

Non c'era dubbio comunque che il luogo fosse splendido. La giungla era un putiferio di colori, e negli occasionali strapiombi o dalle cime degli alberi era possibile ammirare sterminate visioni di verde e stormi d'ogni tipo di Spectrobe. Un motivo più che sufficiente per sopportare il viaggio fin lì.

 

Durante il tragitto, ormai a una manciata di chilometri dalle cascate, qualcosa si avvolse attorno alla gamba della Gargoyle, distratta dal creare una canzone che celebrasse appieno la bellezza di quel luogo.

 

“ Merda.”, affermò la ragazza, prima di essere tirata via, appesa a un'albero da una corda luminosa. Grogu e Sora fecero per liberarla, ma un sottile suono colpì le orecchie del Mandaloriano, che avvertì l'altro in tempo.

 

I due si misero spalla contro spalla, dovendo parare una serie di dardi avvelenati, che si infransero sulle armi dei due, sebbene un paio fecero piccoli graffi nell'abito da esploratore di Sora.

 

“ Se ora si apre una botola, giuro che vomito.”, disse questi seccato, roteando il Keyblade per parare un'altra raffica di dardi, chinandosi di scatto e ringhiando i denti mentre freccette volavano in ogni direzione generando un vortice di scintille. Sora e Grogu si misero spalla contro spalla, roteando le armi per difendersi da ogni pericolo che coinvolgesse loro o la compagna.

 

Dopo diversi minuti di ininterrotte parate, le trappole si fermarono e si sentì il suono di un bastone.

 

“ Mi chiamo Carl, voi dovete essere i nuovi arrivi. ”, disse una voce alquanto anziana, rivelando l'arrivo di tre figure agli altrettanti visitatori, rassicurati dal poter riprendere fiato dopo l'inaspettata disavventura.

 

Ad aver parlato era stato un Nu Mou molto anziano, al punto da tenersi in piedi con un poggio a rotelle. Accanto a lui si trovavano un cane dal pelo dorato, con occhi molti vispi, e un piccolo Hutt giallognolo vestito da Giovane marmotta.

 

“ Scusate le brutte sorprese, chi viene qui di solito non è molto amichevole. Anche se per loro tengo ben di peggio - si scusò l'alieno, vagamente imbarazzato- almeno ho avuto modo di vedere cosa sapete fare.”.

 

 

“ Sì. E' un piacere conoscerla.... ma potrebbe farmi scendere, per favore?!”, chiese un'irritata Angela, dondolando grazie alle ali. Una mezz'oretta dopa il gruppo era radunato nella casa di Carl, sistemata proprio in cima alle Cascate paradiso. Con l'aiuto del piccolo Hutt, presentatosi come Russel, versò loro un cappuccino accompagnato da dolcetti.

 

“ Io e mia moglie eravamo praticamente dei ragazzini quando ci unimmo al clan Disney- raccontò l'avventuriero- Esplorammo la galassia conosciuta in lungo e in largo, e fu in queste giungle che le chiesi di sposarmi. Speravamo di trasferire qui la nostra casa, ma riuscì a farcela solo quando lei se n'era già andata- concluse con un tono di rammarico per la perdita dell'amata- restai qui per un po' da solo con Dug, finchè non decisi di prendere apprendisti.”.

 

“ Come mai tutte quelle trappole? Per allenarvi?”, fece incuriosita Grogu, che non era certo nuova a campi di allenamento infernali, come volevano le tradizioni mandaloriane.

 

“ Non solo, stiamo anche difendendo Kevin.”, le rispose indicando la foto di un grosso Spectrobe simile a uno struzzo, dalle piume blu, verdi e gialle, sul sui collo era seduto lui stesso.

 

 

“ Che ha di tanto particolare quello Spectrobe?”, chiese Sora, incuriosito dall'aspetto della creatura.

 

“ Per cominciare, in termini di corsa sul terreno, è forse il migliore Spectrobe conosciuto. Inoltre possiede anche alcune abilità offensive e da supporto che non sono da sottovalutare. E anche i materiali ricavabili dal suo corpo sono molto preziosi.”, spiegò Carl, conscio che Paperone non gli avrebbe mai mandato qualcuno indegno di fiducia. Quei ragazzi erano lì solo in cerca di sapere, e lui gliel'avrebbe dato.

 

“ Dunque, signor Carl, cosa ci farà fare?”, domandò a sua volta Angela, carezzando il cane del duo, di nome Dug.


“ Per lo più dovrò vedere come ve la cavate in un ambiente davvero pericoloso. Questa è la zona più innocua del pianeta. Quindi dovremo esplorare alcune zone, sistemare trappole e cacciare alcuni Spectrobe. Io sarò a distanza, ma a meno che non rischiate la vita non interverrò. A differenza di Russel siete praticamente degli adulti e avete firmato per i rischi.”.
 

“ Ovvio, responsabilità prenderci dobbiamo. Un onore imparare da lei sarà.”, disse Grogu prima che un trillo si diffuse per la stanza.
 

“ Cos'era quell'allarme?”, disse sorpresa Angela, mentre Russel assunse un'espressione molto preoccupata.

 

“ Qualcuno si è infiltrato dal settore 6, il più pericoloso di tutti. Non dev'essere gente da poco.”, affermò Karl, premendo un pulsante sul tavolo e facendo apparire degli schermi, ognuno collegato a una telecamera nella giungla.

 

“ Kevin!”, esclamò Russel, indicando l'immagine di un grosso uccello simile a uno struzzo con un bellissimo piumaggio blu, legato da delle bolas. Due figure si fecero avanti nella visione della telecamera. Uno era un cacciatore di qualche razza aliena, con un po' di pancetta, mentre l'altro era un ragazzo dai capelli argentei. Sora boccheggiò nel riconoscerlo.

“ Riku?!”.

                                                                                                            ******
Il museo di Aleen era una delle più grandi attraziioni del sistema 4-S, attirando ogni settimana milioni di visitatori intenzionati ad ammirare le migliaia di opere d'arte, olografiche o tradizionali.

 

Tutte rubate ai legittimi proprietari o creatori. I proprietari erano infatti tra i più crudeli e subdoli collezionisti abusivi, impegnati a fregare ovunque pregiatissimi lavori, o spacciandosi per mecenati di fronte a promettenti artisti, cui commissionavano dei progetti solo per prenderli senza pagare.

 

Una botola si aprì nel pavimento del museo privato, lasciando uscire un ragazzo sui venticinque anni, con addosso una tuta aderente e coperta da alcuni circuiti. La pelle azzurro chiaro e gli occhi gialli, assieme a sparuti tatuaggi color oro, lo identificavano come un Pantoriano.

 

Aaron Stone era uno dei pupilli di Helga, l'asso della sezione spionistica degli Eclipse. Da quando era entrato nel clan, circa quattro anni prima, si era già fatto valere infiltrandosi nelle basi di molti rivali di cui aveva preso progetti e artefatti. E sul campo vero e proprio il suo curriculum non era da meno, guadagnandosi una certa fama tra civili e avventurieri. In quel caso era stato ingaggiato da alcuni degli artisti truffati dai gestori del museo, che avevano messo insieme i pochi soldi che avevano per recuperare i frutti del loro lavoro.

 

“ Diceva la terza cassaforte, se non sbaglio.”, disse una voce femminile attraverso il comunicatore che Aaron teneva nell'orecchio. Si trattava di Emma, suo contatto, pilota e armaiolo.

 

Il ladro annuì e con estrema prudenza si diresse verso il luogo indicatogli, muovendosi tra laser e sensori protetto dalle proprie abilità e piccoli dispositivi anti radar contenuti nella sua tuta. Arrivato alla cassaforte, fece uscire dal suo guanto metallico una lama con cui cominciò a tagliare, sudando non poco per l'immensa cautela volta a non avvertire gli allarmi della sua presenza. Fortunatamente, riuscì a staccare la serratura e ad aprire senza eccessive difficoltà, trovandosi di fronte un largo mucchio di quadri e statuine.

 

Prese le opere con un sorrisetto per poi metterlo nel Prizmod. A qual punto, una fortissima sirena partì.

 

“ Oh, andiamo, non ho attivato nessun allarme!”, si lamentò la sfortunata spia, mentre droni da guardia uscivano da tutte le pareti. In breve Aaron si ritrovò bersagliato da ogni direzione, rispondendo al fuoco e facendo i salti mortali per non esser bucherellato, pur riuscendo a farne cadere una manciata con spari ben assestati del suo guanto.

 

“ Merda, merda.... salta nell'impianto di aerazione e poi esci a destra.”, le disse nella voce nell'auricolare. Pregando di non finire all'aperto, dove sarebbe stato una preda facile, il moro fece quanto detto, infilandosi a fatica nel sistema d'aria e strisciando ringhiando tra i denti, per poi cadere per diversi metri, forse addirittura un buon chilometro, atterrando in dell'acqua puzzolente.

 

“ Le fogne, sul serio?!”, esclamò alzandosi e sputacchiando.

 

“ Avevi un'idea migliore?”, chiese sardonica la collega prima che qualcosa disturbasse e interrompesse il segnale, al che lui roteò gli occhi e si guardò intorno per cercare un'altra via d'uscita.

 

Sentendo alcuni rumori sopra di lui, Aaron indietreggiò lentamente, tenendo davanti a sé il fidato blaster finchè non urtò contro qualcosa di metallico. Girandosi all'istante, si trovò di fronte una bellissima ragazza dai capelli bianchi e vestita con un elegante abito nero, metà del volto coperto da una benda dello stesso colore.

 

 

“ Aaron Stone?!”, chiese sorpresa la guerriera, che indietreggiò e materializzò una lunga nodachi con cui si mise in guardia.

 

“ 2B?! Cosa ci fa qui l'Alba rossa?”, chiese sospettoso l'assassino, riconoscendo l'albina come una dei più fidati e pericolosi sicari al servizio di Maul, un'androide la cui bellezza era superata solo dalla sua abilità in battaglia.

 

“ Non è di tuo interesse.”, disse secca l'androide, mettendosi in guardia. Ma Aaron non aveva intenzione di combattere inutilmente.

 

 

“ Sto rischiando di fallire questa missione perchè qualcuno di cui non faccio il nome ha fatto saltare gli allarmi che io avevo accuratamente evitato. Direi che devi almeno aiutarmi a uscire di qui, o sta certo che aiuterò io stesso a sezionare la tua scatola madre e trovare tutti gli sporchi segreti di Maul.”, sibilò il moro, imponendosi con aggressività sulla ragazza, spingendola contro il muro.

 

Normalmente Aaron non si sarebbe mai comportato così con una ragazza, organica o inorganica che fosse. Ma era pur sempre un Eclipse, addestrato dal meglio del meglio. E intendeva fare ciò per cui il suo clan era conosciuto, completare gli incarichi con rapidità ed efficienza.

 

“ Va bene, la logica vuole che ci aiutiamo a vicenda per ora- si arrese l'albina, non vedendo il punto di uno scontro che avrebbe danneggiato entrambi- Dov'è il tuo punto di estrazione?”.

 

“ Torre est. Dovremmo combattere un po' per raggiungerla.”, affermò secco l'altro, guidando la droide nei corridoi, sperando di non avere di che pentirsene.
                                                                                                       *****

Saaaaalve a tutti, mi auguro di non avervi fatto infuriare con questo immenso ritardo. Ma ho deciso( complice anche l'assensa di uno dei miei lettori più assidui, tornato ora) di concentrarmi per un pò sul mio crossover di Berserk, lavoro non facile, mentre riordinavo un pò le idee. Sono tornato quindi con una cosetta non troppo impegnativa tanto per riprendere il ritmo e offrire una base per le prossime saghe, dove sempre più personaggi si intrecceranno, nel bene o nel male. Consigli come sempre ben accetti.

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Capitolo 21
*** Amici in lotta ***


 

McLeah, seduto sotto l'albero che indicava il punto di estrazione, stava guardando per bene sul Prizmod l'immagine della sua ultima preda, provando un certo sadico gusto . Per anni aveva dato la caccia a quell'uccellaccio del malaugurio, venendo ostacolato da Fredicksen o dalla velocità dello stesso, finendo ogni volta con la faccia della polvere a maledire quel pianeta da strapazzo.

 

Finalmente, con l'aiuto di quel Riku, era pronto a portarlo nel serraglio di casa Stecker, in modo che svolgesse il suo ruolo nei piani di Lady Malefica. Pur intento a gongolare, l'uomo riuscì comunque ad accorgersi per tempo di un piccolo sibilo dietro l'orecchio, e a spostarsi per evitare di striscio una lunga lancia di ghiaccio che si infilò nel terreno davanti a lui.

 

“ Guarda chi si rivede, Carl Fredricksen.”, sghignazzò il cacciatore, voltandosi per trovare di fronte il custode di quelle terre, visibilmente arrabbiato. Accanto a lui Dug ringhiò, non meno arrabbiato del padrone verso l'intruso.

 

“ Leah, lascia andare Kevin o giuro che ti spedisco in atmosfera prima che tu possa rendertene conto.”, lo minacciò Carl, formando nugolii di scintille sulla punta del suo bastone. Odiava sporcare di sangue o altrimenti rovinare in qualche modo quella giungla, che considerava la tomba della sua Ellie. Ma la stessa non avrebbe mai permesso a un viscido bracconiere di prenderne gli abitanti.

 

“ Oh, mi piacerebbe tanto accontentarti, Carl- disse sardonico Leah- Ma il tuo struzzo formato pianeta è nella lista di lady Malefica da parecchio tempo e io non intendo deluderla.”, disse tirando fuori dal Prizmod una balestra e sparando raffiche di frecce bloccate tramite una barriera, mentre Dug svaniva tra le frasche per intervenire al momento giusto.

 

Carl sparò dunque un fulmine contro l'avversario, che schivò buttandosi a terra e rispose con una serie di quadrelli, prontamente parati dal bastone del Nu Mou. L'uomo sapeva di essere svantaggiato in quell'occasione, la maggior parte dei suoi incantesimi erano fatti per portare distruzione su vasta scala, mentre quelli fatti per infliggere status avrebbero potuto non avere molto effetto su Leah, abituato a ogni genere di tossine e Magie blu in generale e protettosi di conseguenza.

 

“ Antima!”, esclamò l'incantatore, riuscendo finalmente a bloccare il bracconiere sul posto amplificando la gravità. McLeah ringhiò pericolosamente,provando a combattere la pressione e rialzarsi. Lieto di averlo bloccato, Carl preparò una calda sfera di plasma per finirlo, ma venne interrotto da un'enorme creatura che gli corse sopra, privandolo inoltre del suo bastone.

 

“ Brava, Johanna. Staccagli la testa ora.”, si complimentò McLeah con la sua fidata partner, che guardava ora famelica Carl. Questi castò rapidamente tutti gli incantesimi di protezione che conosceva, guadagnando qualche utile minuto quando le fauci dell'iguana si chiusero su di lui.

 

Dug intervenne, saltando sulla schiena di Johanna e mordendola tra i ringhi, strappando pezzi di scaglie. Lei in risposta lo prese con la coda, sbattendolo al terreno più volte e allentando la presa sull'anziano Nu Mou.

 

“ Blizzaga!”, urlò questi infilandole la mano nella gola e sparando un potentissimo getto di gas a base di azoto. Il rettile lo sputò via, agitandosi forsennata per evitare che gli organi interni si congelassero.

 

“ Sei un piccolo bastardo come sempre, Fredicksen, ma questa sembra qualcosa che farei io.”, si complimentò riluttante McLeah, mentre l'avversario lanciava uno Stopga su Johanna, impedendole di disturbarlo ulteriormente.

 

“ Beh, non mi hai dato molta scelta. Il tuo stile non si basa sempre sull'approfittare di ogni vantaggio a tua disposizione?”, sputò il Saggio, battendo minaccioso il bastone a terra.

 

“ Oh, sì, e continuerò a farlo. Specie perchè non posso prendermi il gusto di ucciderti almeno per ora- sibilò sadico il cacciatore, prima di impallidire un pò- Non ho voglia di guadagnarmi le ire di Paperone.”.

 

“ Allora mettiti in guardia.”, disse Carl, prendendo una siringa e iniettandosi nel collo una dose di etere per rimettersi in sesto, mentre l'Iktotchi tirò fuori una frusta dentata, agitandola abilmente con una luce folle negli occhi e riempiendo la radura di nebbia.

 

*****

Riku stava trascinando via Kevin. La possente creatura si muoveva tra le catene, stordita dalle fortissime dosi di sonnifero iniettatole. Ogni tanto provava a usare qualche piccola tecnica, ma dalla bocca le uscivano solo boccate di fumo e piccole scintille.

 

“ Mi dispiace, mi dispiace.”, continuava a ripetere il giovane cavaliere oscuro, dirigendosi senza troppa fretta verso l'astronave. Sperava veramente che qualcuno o qualcosa lo fermasse, impedendo a quella bellissima creatura di diventare un altro ingranaggio nella macchina da guerra degli Stecker.

 

Quel qualcosa venne nella forma di una spada a forma di chiave, che si infilzò nel terreno davanti a lui. La riconobbe subito, avendola vista poche settimane prima, usata dalla persona che meno si sarebbe aspettato nell'intera galassia. Alzando lo sguardo, lo trovò sul ramo di un albero.

 

“ Riku, che stai facendo?!”, esclamò Sora severo, rimaterializzando il Keyblade nella propria mano e scendendo pieno di furia, chiaramente deluso da quanto si trovava davanti a lui.

 

“ Sora, non volevo che tu mi vedessi qui.”, disse l'albino, trattenendo una goccia di sudore per il nervosismo e la vergogna.

 

Non si capacitava di cosa ci facesse lì il moro. Già aveva avuto uno shock nel vederlo combattere al colosseo, di certo non voleva farsi trovare, dopo mesi di distanza, a rubare illegamente Spectrobe.

 

“ Già, hai proprio ragione. Vorrei tanto sapere quindi cosa ci fa il mio miglior amico, per cui sono preoccupato da morire da quasi dieci mesi, a trascinare lo Spectrobe che dovrei salvare da dei bracconieri!”.

 

“ Sora.... questa gente, gli Strecker, hanno Kairi. Non so dove la tengono, se disobbedissi non so cosa le farebbero.”, protestò l'albino, il volto deformato dalla preoccupazione dell'amica. Sora strinse i denti.

 

Era terrorizzato dall'idea di perdere Kairi, ma soddisfare le richieste di Malefica non era la soluzione. Nel peggiore dei casi li avrebbe sfruttati tutti e tre( sei, contando i loro amici rimasti a casa) per anni, con richieste sempre peggiori.

 

“Aiutarli non è la soluzione- obbiettò, cercando di sembrare il più calmo e ragionevole possibile- Ascolta, per il momento sono sotto la protezione dei Disney, hanno già spie nell'Orlo esterno e oltre a cercarla, se ti unisci a noi saremo di nuovo tutti assieme, senza sottostare a patti diabolici.”.

 

Il suo amico d'infanzia si morse il labbro. Una parte di lui voleva unirsi al moro e liberare Kevin. Ma la parte più pessimista, così come quella più assetata di gloria, che sperava di trovare sotto Malefica, non erano molto d'accordo.

 

“ Mi dispiace, non posso rischiare.”, affermò Riku, tirando fuori l'Animofogo.... solo per trovarsi la punta di una pistola dietro la nuca.

 

 

 

“ Molto Sora mi ha parlato di te. Un po' sbruffone dice che era, ma anche gentile.”, borbottò Grogu levitando col proprio jetpack, stringendo con forza la fidata arma, pronto a sparare se Riku avesse fatto la pur minima mossa.

 

“ E tu devi essere uno del suo nuovo gruppo. Grazie per esserti preso cura di lui.”, disse l'albino, stando perfettamente immobile mentre anche Angela atterrava nella radura, lasciando andare Russ e Dumbo che corsero a liberare la vittima di McLeah.

 

“ Oh, Sora non ha bisogno di qualcuno che si prenda cura di lui. Ma non ci ha impedito di farlo.”, rise la giovane Bardessa, avvicinandosi all'amico, generando un piccolo moto di invidia nel loro, pur temporaneo e involontario, avversario.

 

Riku ringhiò i denti, mentre dalla sua ombra uscì lo stesso essere che l'aveva protetto dal temporaneo mentore. Rapido come un fulmine, il demone privò Grogu della sua arma prima di dargli un potente pugno, e una volta libero da quella minaccia, lo spadaccino si lanciò contro Sora e Angela.

 

Grogu scambiò colpi di ascia e artigli contro l'Ombra, scatenando lievi onde d'urto per tutta la foresta. L'essere si muoveva con incredibile fluidita, separato e allo stesso tempo unito al proprio padrone.

 

Il cavaliere oscuro, impegnato a duellare col moro ed evitare nel contempo gli attacchi sonici della chitarrista, era ben consapevole di non poter confrontare direttamente i tre, quindi non aveva la minima intenzione di provarci, ma solo di distrarli un po' e sgusciare.

 

Sperando poi che McLeah arrivasse. O anche no.

 

“ CAVALCACIELI!”, esclamò dopo aver schivato l'ennesimo affondo di Sora, venendo avvolto da un'alone multicolore. I suoi movimenti, così come quelli del suo guardiano,  divennero immensamente più veloci, per un attimo sembrò creare addirittura residui illusori.

 

“ Ma quella è una Trance di livello avanzato. Come ha fatto a imparlarlo?”, esclamò la Gargoyle, tentando di sparare attacchi elementali dalla sua chitarra che colpirono però degli alberi, prima che si ritrovasse un lungo taglio sul braccio destro, che le impedì di suonare ancora e supportare i compagni.

 

“ Ve l'ho detto, Riku era il più bravo dei ragazzi delle isole.”, affermò Sora, abbassandosi appena in tempo per evitare una sfera di energia nera, cui rispose attivando il Cambio forma gettandosi in avanti e facendo roteare più velocemente che potè il Keyblade in un letale vortice, creando scintille quando la spada a forma di chiave si scontro con la lama dell'altro.

 

 

Russ e Dumbo stavano facendo intanto del loro meglio per recidere le corve di Kevin, ma di qualsiasi materiale fossero fatte, era abbastanza duro da spezzare il coltello della Giovane marmotta.

 

Lo scontro intanto si faceva sempre più violento. Riku era deciso a non mollare, e si era castato diversi incantesimi per aumentare le propria abilità, mentre Angela era tornata a suonare dopo una piccola medicazione, riempiendo i due compagni con nuovo vigore finchè non venne colpita da un raggio di pura tenebra sparata dall'Ombra dell'albino, ora sempre più grande come se rispondesse alle sue emozioni.

 

Kevin fissò malinconica la battaglia per la sua libertà. Era certa che continuando così, qualcuno dei quattro ragazzi sarebbe morto. Un risultato inaccettabile per mei. Struggente, il magnifico uccellò gracchiò qualcosa a Russ, che impallidì.

 

 

“ Non puoi....”, gemette il ragazzino, prima di venire distratto dai rumori del duello. Grogu e Angela si trovavano ora ai lati del campo, lasciando Riku e Sora a combattere tra loro con una violenza inaudita.

 

“ Riku, per favore, vedi la ragione. Malefica ti userà e poi ti butterà via come una sigaretta.”, cercò di convincerlo Sora, continuando a mulinare come un forsennato il Keyblade, la sua testardaggine e la resistenza che come sempre sin da quando erano bambini che contrastava con l'abilità e il potere dell'amico.

 

“ Lo so benissimo! Ma almeno così ho una chance di scoprire dov'è Kairi.”, ribattè questi, sparandogli contro un getto di fiamme. Sora gridò, beccandosi piccole opzioni prima di cambiare la Catena Regale con lo scudo nato dal suo legame con Ercole,  grazie al quale si difendette e rispose poi con una terribile spinta. Avrebbe probabilmente continuato a picchiare l'altro fino a riportarlo alla ragione, se qualcuno non l'avesse fermato.

“ Basta, ci arrendiamo.”, urlò Russel tra le lacrime, strisciando fino al ragazzo e afferrandogli il ginocchio.

 

“ Russell, che vuoi fare?!”, lo rimproverò un incredulo Sora, provando a lanciarlo via.

 

“ Me.... me l'ha chiesto Kevin.”, insistette questi, rivolgendo occhi disperati al ragazzo. Questi si voltò più volte dalla giovane marmotta a Riku, incerto su cosa fare.

Il suo amico d'infanzia era ormai sfinito, neanche lui d'altronde poteva sperare di vincere in simili condizioni. E forse... forse continuando uno dei due avrebbe finito per uccidere l'altro. Con tono rotto, il Custode disse una semplice parola.

" Vattene.".

*****

 

“ Carl, stai bene?!”, chiese Russel ansioso, strisciando velocissimo verso il suo mentore, che riportava più di un livido e altre ferite, sistemate alla meglio con incantesimi curativi. Era chiaro che lo scontro aveva messo a dura prova la sua stamina, così come il duello affrontato da Sora ne aveva quasi sfiancato lo spirito. Era infatti con aria incredibilmente triste che lui e gli altri erano tornati alla casa dell'incantatore.

 

“ Abbastanza- tossì il Nu Mou- sono riuscito ad allontanare il bracconiere grazie a un colpo fortunato, ma se avesse voluto uccidermi la situazione sarebbe stata ben diversa. Voi come state?”, chiese, intuendo tuttavia l'angosciosa risposta.

 

“ … Kevin è stata catturata.”, riferì il giovane Hutt, abbassando il capo carico di vergogna. Gli altri, nascondendo gli occhi, confessarono tutto, e a fine racconto il Nu Mou sospirò.

 

“ Ragazzi.... spesso negli scacchi bisogna sacrificare dei pedoni per proteggere i pezzi più forti. In questo caso abbiamo sacrificato la regina per proteggere il re.”, disse desolato, alzandosi e conducendoli nel retro della casa, aprendo la porta dello sgabuzzino. Lì trovarono un grosso nido, dove tre pulcini blu, con creste simili a ciliegie si contendevano un mango.

 

Notando i visitatori, i tre volatili uscirono dal loro rifugio per correre attorno a loro. Grogu spalancò la bocca.

 

“ Sono....”, sussurrò Angela, interrompendosi per carezzare il più piccolo del trio.

 

“ I figli di Kevin, sì. Le ultime speranze di questa particolare sottospecie- sospirò Carl- La madre si è sacrificata per salvare loro e noi. Sapeva che se McLeah fosse rimasto troppo a lungo, avremmo rischiato il peggio, forse sarebbe anche arrivato a prenderli pur di prendersi una piccola soddisfazione nei nostri riguardi.”.

" E... non credo che volesse tu e Riku vi facesse del male a vicenda.", aggiunse Russel, prendendo la manica di Sora, che più che mai avvertì l'onta del fallimento sulle proprie spalle.

“ Mi dispiace.... ho lasciato che i miei sentimenti si intromettessero. Salverò Kevin.”, promise il Custode, stringendo il pugno fino a farsi le nocche bianche. Carl annuì e alzò il bastone, circondato dai tre pulcini che proteggeva.

 

“ Siete venuti qui per imparare, ragazzi. La prima lezione che vi darò è che spesso per salvare il re dovete sacrificare un pedone. La seconda è che ogni perdita dev'essere vendicata nel miglior modo possibile. Voi siete stati ora rotti, ed è ora vostro compito venire riforgiati in qualcosa di più grade. Preparatevi... quest'oggi è stata poca cosa in confronto alle sfide che vi attendono.".

                                                                                                ******

Carl Fredicksen
Classi: Saggio, Arcanista, Mago temporale
Razza: Nu Mou
Lealtà: Clan Disney, tutte le creature delle cascate paradiso
Punteggio Midi- chlorian: 31.000
Stile di combattimento: Carl combina la sua vasta conoscenza magica con abilità fisiche e conoscenze corpo a corpo superiori alla maggior parte della sua specie. Oltre a questo, possiede una vasta conoscenza della giungla e non manca di usare il terreno a suo vantaggio quando possibile.

Percival Mcleah
Classe: Berserker, Ranger, Cacciatore
Razza: Iktotchi
Lealtà: Clan Strecker
Punteggio Midi-chlorian: 25.000
Stile di combattimento: Mcleah rappresenta per certi versi l'essenza degli Strecker più della stessa Malefica. Tutto e qualsiasi cosa sono uno strumento, in particolare le debolezze dell'avversario. Durante un duello o una caccia, approfitta di qualsiasi vantaggio a propria disposizione per finire avversari o prede nel minor tempo possibile e senza correre eccessivi rischi se può evitarli, sebbene non disdegni a volte di giocare col cibo prima di mangiarlo.

                                                                                                              *****

Buonasera a voi tutti, carissimi, spero di avervi consegnato un capitolo all'altezza delle aspettative, sia per quanto riguarda le mosse usate( alimentate o meno dalla Forza)  che il carico  emozionale presente, visto che .... beh, chiunque abbia visto Up sa cosa voglio dire. Il mio più grande disappunto è di aver fatto combattere Riku da solo contro ben tre personaggi, uno dei quali si è allenato con lui per anni, sarebbe stato meglio farlo spalleggiare da Johanna, ma volevo anche rendere come può considerarsi il Sasuke al Naruto di Sora( con un pò di cervello, conoscenze incluse, in più e meno cringe, voglio sperare. La sua resa è uno dei punti su cui sono più teso). Grazie a tutti per aver letto, il prossimo capitolo dovrebbe contenere la fuga di Aaron e 2B assieme all'inizio della prossima saga.






                                                                      *****

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Capitolo 22
*** L'Alba e l'Eclisse ***


2B ed Aaron, compagni improvvisati in quella circostanza, avevano percorso le fogne fino a trovare una via d'uscita, il tutto senza dirsi una parola, non fidandosi particolarmente l'uno dell'altro. Il ragazzo non era certo nuovo ad affrontare criminali d'ogni genere, e conscio che la loro collaborazione si basava sull'utilità reciproca, teneva la guardia  sempre alzata in caso di attacco alle spalle. La droide dal canto suo era fedelissima alla sua programmazione di portare avanti i piani dell'Alba cremisi e quindi dava al temporaneo compagno solo l'attenzione necessaria.

 

Si ritrovarono quindi in un grande piazzale, pieno di statue e dipinti olografici delle dimensioni di un murale. Il tutto circondato da quattro altissime mura, probabilmente piene fino all'ultimo mattone di sistemi di sicurezza. Inclusi ovviamente radar che, incrociati i due avventurieri, lanciarono l'ennesimo allarme della serata.

 

Non ci volle molto che i custodi di quel posto li raggiungessero. Incantatori, monaci, ladri e molto altro.

 

“ Arrendetevi subito, o preparatevi a morire.”, intimarono le guardie.

 

“ Signori, un quadro merita davvero così tanti guai?”, chiese ironico la spia, alzando sardonico le braccia in segno di finta resa.

 

“ Chissenefrega dei quadri, vogliamo i documenti rubati dalla tua amichetta.”, lo corresse quello che sembrava il capo del gruppo, un moguri con una benda sull'occhio e dei dadi tra le mani. All'affermazione Aaron si diresse verso 2B, chiedendosi di nuovo cos'avesse rubato.

 

“ Il tuo clan ti ha detto di non farti scoprire?”, chiese l'albina, scrocchiando il collo in adamantio e muovendo le dita, sentendo ogni frammento delle articolazioni muoversi pronto all'azione.

 

“ Non ci saranno problemi se combatto un po'. Non sono affiliati agli Hutt, quindi anche se cercassero retribuzione possiamo schiacciarli come mosche.”, rassicurò Aaron prima di partire all'attacco, venendo però preceduto dall'improvvisata partner.

 

Guts on Twitter:

L'albina era un combattente incredibilmente letale, fondendo la potenza di una macchina alla flessibilità di alcune razze aliene, muovendo le articolazioni quasi come non avesse ossa per vorticare la sua lunga katana o qualsiasi altra arma, con cui affettare gli sfortunati che finivano nel suo raggio visivo, mentre ogni attacco sembrava mancarla all'ultimo istante, appena in tempo per schivare.
 

 

Aaron dal canto suo usava uno stile molto più minimalista, colpendo punti vitali per paralizzare con precississime mosse di arti marziali. Talvota usava gli avversari come scudi umani, specie quando qualcuno tentava di scagliargli contro delle alterazioni di status, per poi rispondere con un misto di proiettili potenziati dall Forza e tecniche volte a danneggiare l'intero gruppo nemico, via via più disorganizzato.

 

“ FIRA!”, esclamò una delle ultime guardie in piedi, scagliando una palla di fuoco contro la spia, che parò in tempo con lo scudo, pur venendo spinto all'indietro. Prima che potesse rialzarsi e rispondere all'incantesimo un grosso robot, il pilota visibile attraverso la cupola, interruppe nel mezzo della piazza prima di aprire vari scompartimenti in tutto il corpo per mostrare minacciose bocche da fuoco.

 

“ Un Darkenblot- sussultò 2B, fermatasi subito dopo aver decapitato un avversario e riconoscendo il modello, reso famosi dall'uso che ne fece uno dei Diafani- meglio andarsene.”, disse correndo verso le mura, riuscendo a camminare su di esse a incredibile velocità, nessun particolare senso di colpa nel lasciare indietro Aaron.

a clacca piace leggere...: disney definitive collection ~ darkenblot
 

Il mecha nero, notandola, cominciò a spararle contro raffiche di laser che bucarono tranquillamente il cemento armato e costrinsero la seccata spadaccina a saltare di nuovo sul terreno per non venire trapassata, prima di ingaggiare il mecha nel corpo a corpo.

 

La spada dell'albina si muoveva incredibilmente fluida contro i temibili colpi del rivale, sufficientemente forti da far tremare l'intera piazza. Quasi tutte le guardie ancora coscienti corsero via, non volendosi farsi coinvolgere nello scontro tra i due robot.

 

L'albina si portò indietro, evocando dal Prizmod un robottino volante che cominciò a sparare all'abitacolo del pilota. Questi sorrise sadico e trasformò il braccio in un fucile al plasma.

 

Un devastante raggio percorse la distanza che li separava, venendo riflesso dalla lama della ragazza. Pur uscendone indenne personalmente, la spada venne trasformata in una pozza di metallo fuso, costringendola a sostituirla con una lancia.

 

Si ritrovò a evitare quindi uno sciame di missili. Aaron dal canto suo cercava di ferire il Darkenblot, ma anche le sue tecniche più potenti erano punture di zanzare contro il robot pilotabile, che si girò per dargli una potente menata con un ghigno del pilota. Lo scontro sembrava ormai a sfavore della coppia.

 

Finalmente, sopra la torre menzionata da Aaron, apparve una piccola navetta. Lasciato acceso il pilota automatico, la compagna dell'Eclipse aprì lo sportello e cominciò a sparare delle granate contro il mecha.

 

Avvolto dalle fiamme, il pilota rispose con rabbia, dirigendo un altro raggio al plasma contro la navetta, che schivò con una semplice manovra per poi lanciargli contro un altro missile.

 

Aaron, approfittando della distrazione offertagli, piantò un pugnale nell'ombra del mecha, da cui partirono miriadi di scintille violette, segno che era riuscito a bloccarlo. Presa per mano 2B, attivò il suo rampino, lanciandosi assieme a lei verso la navetta.

 

“ Salite!”, esclamò la pilota, mandando i motori al massimo e sparando un ultimo missile, che conflagrando impedì definitivamente agli occupanti del museo di seguirli senza sacrificare una buona parte del loro capitale.

 

“ Grazie.”, disse il ragazzo, buttandosi su uno dei sedili e facendo un cenno alla loro salvatrice, una ragazza dai tratti asiatici e i capelli color pesca. La sua fidanzata, Emma, conosciuta lo stesso giorno in cui era diventato un Eclipse.

 

Indossava una tuta in spandex coperta da vari circuiti, la maggior parte dei quali connessi direttamente al suo sistema neurale per offrire il massimo controllo sull'attrezzatura che creava e sullo stesso veicolo.

 

 

“ Ora dovrete proprio spiegarmi come vi siete ritrovati assieme?”, volle chiarire l'armaiola, girando il suo sedile dopo aver messo il pilota automatico.

 

“ Dunque, opinione sulla nostra collaborazione?”, domandò Aaron alla loro ospite prima di riprendere fiato.

 

“ Non ho intenzione di ripeterla.”, rispose secca 2B, accompagnando l'affermazione con un gesto di netta superiorità.

 

“ Idem.”, ammise a sua volte il ragazzo, infilando le dita in un sacchetto di patatine viola accanto a lui, affamato dopo la dura impresa.

 

“ Beh, meglio, non credo che il capo sarebbe felice di sapere che abbiamo collaborato con l'Alba rossa. Specie se ci hanno fatto scoprire.”, aggiunse Emma, chiaramente irritata da come l'imprevisto avesse messo in pericolo il suo ragazzo.

 

“ Io allora scendo qui. Ci vediamo presto.... e grazie comunque per l'aiuto.”, affermò l'albina, saltando via dalla navetta e attivando un paracadute a mezz'aria, dondolando lentamente sotto gli occhi degli ormai ex collaboratori.

 

“... o anche mai più.”, sbuffò Aaron, attivando il pilota automatico e ritraendosi nel sedile prima di chiudere gli occhi, venendo poi raggiunto da Emma, che si mise assieme al ragazzo sotto una calda coperta mentre l'astronave saliva nel gelo dello spazio.

 

I due giovani si svegliarono qualche ora dopo, sentendo il bip del comunicatore. Accendendolo con un grugnito, apparve l'imponente immagine olografica di Vader, seppur in formato ridotto.

 

“ Complimenti, Aaron. Hai completato la missione nonostante il contrattempo- disse lieto il potente Sith, seduto con le braccia incrociate- i nostri clienti saranno alquanto soddisfatti, e i proprietari del museo, se tutto va bene, dovranno restituire molti altri reperti.".

 

“ La ringrazio per gli elogi, lord Vader- disse il moro, sinceramente onorato- Ma il merito è anche di Emma, che è arrivata nel posto giusto al momento giusto.”.

 

“ Naturalmente, miss Lou ha svolto la sua parte in maniera egregia- aggiunse capoclan , porgendo alla sottoposta un gesto di complimenti che gli fece guadagnare un dolce sorriso dalla suddetta- In ogni caso mi servirebbe che voi compiate un'altra missione- continuò con tono ben più serio- stavolta direttamente per il clan. E' una missione estremamente delicata e importante, soprattutto per le nostre relazioni con alcuni dei nostri più importanti alleati.”.

 

“ Di che si tratta?”, domandò l'alieno, sporgendosi sopra il proiettore olografico con aria incuriosita. Una serie di numeri e immagini apparvero accanto al Vader in miniatura, che le indicò.

 

“ Sarà una collaborazione con alcuni Mandaloriani. Raggiungetemi a queste coordinate, vi spiegherò tutto lì.”.

 

 

“ Mhh, chissà che ha in mente per noi. Spero qualcosa di divertente.”, sorrise malefica l'armaiola, mettendo di nuovo l'iperluce per Kamino, ansiosa di scoprire quale nuovo compito li attendese.

                                                                  ******
 

Dopo qualche giorno di riposo dalla sua ultima avventura, la squadra di Sora venne richiamata al Deposito. Ancora carico di adrenalina dalla lotta nella giungla e speranzoso sopratutto di scoprire la locazione di Kairi, il Custode sperava in un nuovo compito.

 

Certo, le settimane alle Cascate paradiso erano state estremamente utili. Le basi di sopravvivenza del gruppo erano state affinate fino a conoscere la giungla palmo a palmo, così come i suoi abitanti. E soprattutto avevano imparato come fuggire in ambienti ostili.

 

Ma come si suol dire, più impari, più il mondo diventa grande. E Sora smaniava di esplorare quel mondo assieme ai propri compagni. Sperava che il prossimo incarico li avrebbe mandati abbastanza lontani e soprattutto che lo facesse sentire di stare attualmente facendo qualcosa per la situazione in corso, oltre a prepararsi e basta.

 

“ Ragazzi miei, è arrivata una richiesta che chiede di voi direttamente. O meglio, di Angela.”, affermò Paperone, dando loro il benvenuto nel suo ufficio, carico degli incassi settimanali cosicchè potesse controllarli in prima persona.

 

“ Di che si tratta?”, domandò incuriosita la diretta interessata, chiedendosi se fosse arrivato un messaggio dai suoi genitori o dal loro clan, gli Shakespeare. L'affarista in risposta si aggiustò  gli occhiali e tirò da sotto la scrivania un grosso poster, raffigurante una distesa marziana disseminata da feroci Spectrobe, che circondavano un gruppo di cantanti in ombra. In cima si trovavano, in stile ' fulminante', le parole ' Mars Titanium Collection'.

 

“ Demyx Oceanis l'ha suggerita come capo staff per il festival cui lui e molti altri cantanti, inclusi alcuni dei nostri bardi,  l'evento avrà luogo la settimana prossima.”, rivelò quindi con una certa fierezza, facendo ondeggiare il poster. La gargoyle si paralizzò, mollando le braccia lungo i fianchi mentre la coda toccava terra.

 

“.... uh.”, fu il vaghissimo gemito che uscì dalle sue labbra. Preoccupati, i suoi amici cercarono di scuoterla.

 

“ Angela?”, chiese Sora, picchiettando sulla spalla dell'amica, che spalancò la bocca per urlare a squarciagola.

 

“ AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!”, esclamò a oltranza, facendo tremare le finestre per diversi isolati e facendo crollare i suoi amici a terra, Paperone incluso. Il grido, potenziato oltre misura dagli eccitati midi-chlorian della mora, proseguì altri due minuti finchè finalmente i suoi polmoni non si svuotarono.

 

“ Credo tu abbia ammazzato qualsiasi Krawl da qui a Giove.”, si lamentò Sora alzandosi a fatica, considerandosi fortunato a non aver perso l'udito. Persino Dumbo, dal suo posticino nel Prizmod del padrone, tecnicamente isolato dal mondo al di là del legame col suddetto, si era rintanato in un angolo avvolto dalle proprie orecchie.

 

“ H- ha chiesto di me? Oh, dei, non credevo avrei mai avuto una simile occasione. Non senza chiedere ai miei o al signor Xanathos almeno.”, fece lei, stringendo le mani in preda all'eccitazione che fino ad allora solo la lotta le aveva dato. D'altro canto Demyx era una delle ultime star Metal, aveva fan in diversi settori, e al prossimo concerto avrebbero partecipato molti altri musicisti famosissimi, che incontrare sarebbe stata un'immensa gioia.

 

Non sarebbe stato esagerato definirlo il più grande evento musicale dell'ultimo secolo. Parteciparvi anche solo come addetta avrebbe fatto avanzare di monto la carriera della ragazza.

 

“ Beh, sembra la vostra avventura alle cascate paradiso e la tua musica l'abbiano impressionato. E vi offre tante cosine utili per le prossime missioni.”, affermò il loro mentore, facendo un piccolo incantesimo di cura per sistemarsi le danneggiate orecchie.

 

“ Bene, lo aiuterò a mandare i suoi fan, me inclusa, nella santa terra del Rock.”, rise la Gargoyle, stringendo eccitata gli artigli, una luce quasi malata nei suoi occhi, nei quali un esperto avrebbe potuto leggere tutti i suoi piani per offrire il miglior spettacolo possibile.

 

“ Partita è... almeno biglietti gratis avremo.”, sospirò Grogu, preparandosi a un lungo week end di musica e lavoro speranzosamente retribuito.

 

 

                                                                                                        ******
Buonasera a tutti, spero di non avervi fatto attendere troppo e che questo scontro un pò confuso aiuti a illuminare questi ultimi giorni d'estate, io a breve comincerò quell'incubo noto come sessione universitaria, spero di uscirne indenne. Da questo momento in poi, fidatevi che cominciano i guai seri intanto, anche se probabilmente avrei potuto annunciarlo in modo meno ovvio Auguratemi buon lavoro con tutto e se avete consigli per i prossimi capitoli, sono tutti orecchi, ricambio ovviamente ogni augurio.
 

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Capitolo 23
*** Metal Mars-parte 1 ***


 

Il cartello criminale dell'Alba cremisi si trovava in una città costruita attorno a un antico tempio Sith, a sua volta situato nella zona vulcanica di un pianeta sperduto. Il luogo era un perfetto nascondiglio per produrre, rubare e smerciare prodotti di contrabbando senza farsi notare e costruire una base di spie. Oltre a offrire il panorama mozzafiato dell'enorme edificio nero circondato da fiumi di lava che, oltre a rifornire la cittadella di energia geotermica, donava a tutto un bellissimo tocco alquanto macabro. Il luogo perfetto per gestire un'organizzazione capeggiata da qualcuno come Maul, anche perchè i pochi attacchi ricevuti negli ultimi anni erano sempre stati respinti con pesantissime perdite per gli assalitori.

Dario Marzadori - Sith Temple

 

2B avanzò con passo fiero nelle vie dell'avamposto , muovendosi tranquillamente nella folla senza quasi farsi notare e senza toccare nessuno, per la maggior parte dei membri del clan era un fantasma, l'ombra bianca di Maul, alcuni non sapevano neanche che fosse un robot. Con un balzo giunse quindi alla finestra che dava direttamente alla palestra del tempio, dove il suo capo si stava allenando contro una coppia di solidogrammi a forma di Spectrobe d'alto rango,  mulinando con elegante brutalità una spada simile a un'ala di pipistrello, con una d'angelo a decorarne la punta.

 

Darth Maul, nonostante le ferite e l'età che cominciava a farsi sentire, personificava ancora come pochi i concetti di agilità e ferocia. La propria arma, da lui battezzata Via dell'alba, oscillava con somma precisione e potenza, non lasciando scampo a nessuno.

 

Come un'anguilla, sgusciò tra i due avversari e lì attacco alle giunture con movimenti che la stessa 2B ebbe problemi a percepire, sparpagliando frammenti di bit per la stanza prima di scagliare una coppia di potenti fulmini dorati  dalle mani, distruggendo entrambe le creature.

 

“ Maestro Maul...”, disse riverente la droide una volta che quello spettacolo si concluse, i solidogrammi dispersi in particelle di luce.

 

“ 2B, che cosa mi hai portato?”, chiese lo smunto Zabrak, prendendo un asciugamano per pulirsi dal sudore e dandole un piccolo cenno di saluto. Aveva mandato la sua fidata collaboratrice in cerca di informazioni sui possibili piani di Jabba, e sapeva che non era certo tipa da tornare a mani vuote. Anche il suo viso coperto da pelle artificiale tradiva una certa.... trepidazione? No, sembrava quasi preoccupata.

 

“ Informazioni. Informazioni molto strane. Credo che la nostra lotta con gli Hutt si sia fatta molto più complicata.”, affermò l'albina, tirando fuori dal Prizmod una grossa cartella che passò al suo leader. Questi l'aprì, stupito da tanta fretta.

 

“ Vediamo un po'- disse il potente Custode, leggendo rapidamente i fogli offertigli dall'androide, l'espressione che si fece via via più ansiosa- ma questo non è possibile.”.

 

“ Cosa intende fare, mio signore?”, domandò servizievole l'androide. Maul ringhiò e rimise i documenti nella cartella, mentre nel suo diabolico cervello degli ingranaggi giravano in cerca di una soluzione a quanto appreso.

 

“ Chiama mio fratello, Globby e tuo padre. Dovremmo fare una piccola riunione per discutere queste novità.”, ordinò puntando un dito verso la fidata servitrice, il volto percorso da una fitta di pura rabbia.

 

“ Vado subito.”, concluse 2B, inchinandosi umilmente e saltando fuori dalla finestra. Intanto Maul, prendendo una birra dal Prizmod, si diresse nella sala riunioni con uno sguardo torvo, interrogandosi su quale nuovo pericolo stesse per abbattersi sui suoi affari.

 

“ Che diavolo è successo in questa galassia sotto il mio naso?”, si interrogò Maul, tornando a leggere i bizzarri documenti portatigli dall'androide per trovarvi un senso.

 

*****

 

Così come il fratello, anche Savage Oppress era intento ad allenarsi. Più corpulento di Maul, ma non meno rapido e letale, il terribile spadaccino era imponente nei fiumi di lava dove dava sfoggio della sua abilità.

 

Lo Zabrak ripeteva un kata dopo l'altro con la propria spada laser, ogni colpo che generava sufficiente movimento da agitare la lava, creando a volte forti onde che tagliava quindi in due senza particolari problemi. Concludendo la sua terza ora di pratica, il guerriero si bloccò con un ginocchio a terra, la lama laser messa a protezione del viso e i muzzoli ancora guizzanti nell'azione interrotta.

 

Poco distante da lui si trovava un enorme Spectrobe addormentato, simile a un toro dalla pelle di roccia incandescente e possenti corna presenti in più parti del corpo. L'arrivo dell'albina lo svegliò, e si alzò pigramente per farsi carezzare da lei, cosa che fece con non poco piacere. I piccoli versetti della creatura, un Dongiga di nome Magar, distolsero il secondo in comando dell'Alba dai suoi esercizi.

 

“ 2B, sarei grato se ti facessi annunciare invece di prendermi alle spalle.”, affermò Oppress, quando avvertì una presenza alle spalle. L'androide si inchinò rispettosamente al suo superiore, che le fece cenno di alzarsi.

 

“ Domando scusa, lord Oppress, ma suo fratello ha richiesto la presenza di tutti i consiglieri. Nella mia ultima missione ho scoperto cose molto preoccupanti e bisogna discuterne al più presto.”.

 

“ Preoccupanti abbastanza da richiedere la nostra presenza in contemporanea? Farò meglio a sbrigarmi.”, commentò Savage, saltando assieme alla collega su Mabar, che si tuffò in uno dei fiumi di lava per mettersi a nuotare rapidamente verso la base.

                                                                                              *****

La  Cava del fannullone era il locale più frequentato della base, grazie alla gran quantità di golosi dolci e all'occasione di fare affari sottobanco senza che qualcuno vi ficcasse troppo il naso. In particolare, un trio costituito da un Twi'lek e due orchetti faina stavano discutendo sulle truffe e sul furto di crediti.

 

“ Dunque, per me le valute digitali a grandi linee sono una perdita di tempo. Mantieniti su oro e gioielli e non soffrirai mai la fame.”, affermò il Twi'lek, ricoperto di cicatrici lungo tutta la pelle bluastra.

 

“ Vero, e se sei fortunato puoi anche farci il bagno come Paperon de Paperoni.”, sghignazzò uno dei suoi commensali, sbattendo il boccale a terra.

 

“ Ah, ma se usi i crediti per ricattarne i proprietari?”, borbottò l'altro orchetto, accompagnando la domanda con un movimento dell'indice .

 

“ Troppo complicato. Immaginati poi se hanno degli hacker. Ci ritroviamo qua i clan da qui a tre sistemi in ogni direzione.”, ribattè il suo simile, che parlava per esperienza.

 

“ Caffè, ragazzi.”, disse il barista, un uomo sulla quarantina abbastanza insignificante se paragonato alla maggior parte dei presenti. Aveva cortissimi capelli castano chiaro e un sorriso gentile sotto la fronte molto spaziosa. Era Dibs, uno dei co proprietari del locale e capo cameriere. Tipo abbastanza affabile e nonostante l'apparenza, utile se occorreva un consiglio su qualche piano, era benvoluto dal resto del cartello.

 

“ Ah, ci voleva. Dunque, Dibs, qual è la tua opinione? Contanti, incluso qualsiasi equivalente, o crediti?”, chiese il Twi'lek, prendendo un sorso della calda e deliziosa bevanda.

 

“ Mhh, ammetto di preferire di gran lunga sentire il frusciare delle banconote o i gioielli tra le dita. Ma se sei abbastanza furbo con le valute digitali, nessuno ti scopre.”, affermò l'inserviente, fermandosi a parlare un altro po' coi clienti prima che il suo telefono squillasse.

 

 

' Fatti trovare sul retro.', fu il messaggio che ricevette, riportante la firma di 2B.

 

Dibs si scusò coi clienti e corse in cucina, dove l'odore di fritto e ogni tipo di bevanda permeava qualsiasi cosa, dalle stoviglie alle divise dei camerieri all'aria stessa. 2B lo aspettava a braccia incrociate sul generoso petto, poggiata su un palo della luce subito fuori il vicolo dove tenevano i bidoni della spazzatura.

 

“ Hai inventato una scusa?”, domandò secca l'androide..

 

“ A quest'ora vado quasi sempre in pausa, non mi cercheranno per un po'. Come mai qui?”, chiese di rimando il barista, cambiando il colore della sua pelle in un bizzarro violetto, mentre gli occhi divennero gialli. Il suo intero corpo si trasformò in un ammasso umanoide di gelatina.

knife wife — love is stored in the Globby

L'uomo era considerato dalla maggior parte dei compagni solo come un ladruncolo di portafogli e un bravo barista con qualche idea intelligente. Pochi sapevano che in realtà era gli occhi e le orecchie dei fratelli Savage, oltre che l'ospite di un potentissimo simbionte, grazie al quale agiva sotto il nome in codice di Globby.

 

“ Nella mia ultima missione ho trovato informazioni piuttosto inquietanti. Lord Maul ci vuole tutti in sua presenza per discuterne.”.

 

“ Capisco... non farò attendere il capo.”, rispose il barista, assumendo la forma di un piccolo piccione gelatinoso e volando verso la base.

 

Congedatasi dal simbionte, l'albina corse verso una delle tante grotte presenti nella zona vulcanica, ove si trovava l'ultimo membro del consiglio presente alla base. Quelli in missione sarebbero poi stati informati al loro ritorno per evitare fughe telematiche di informazioni.

 

Nella grotta si trovava un piccolo edificio da cui provenivano continui rumori e bagliori, con vari segnali di tenersi alla larga. La bella androide saltò oltre un recinto di filo spinato e bussò alla porta, attendendo qualche minuto per essere accolta.

 

Ad aprirle fu un uomo piuttosto allampanato, forse una sorta di goblin con cortissimi capelli castani  la testa tringolare, sormontata da due piccole corn mentre il retso della pelle era color verde pallido. Indossava quello che sembrava un camice da farmacista, chiaramente non dormiva da un po'.
Inner Doofenshmirtz | Phineas and Ferb Wiki | Fandom

 

“ Oh, ciao, tesoro, scusa se ti ho fatto attendere. Ero nel bel mezzo di un esperimento sui miei prossimi Inator.”, disse il dottor Doofensmitzh, responsabile degli armamenti e gadged dell'Alba cremisi, nonché creatore di 2B e di molti altri robot addetti a lavori in tutta la base, alcuni dei quali considerati da lui importanti quanto l'unica figlia biologica.

 

A vederlo così sembrava null'altro che un goffo inventore, e lo era. Ma in combattimento si mostrava come un assoluto signore del campo di battaglia, e la sua abilità con la magia non aveva eguali nell'organizzazione. Unito alla versatilità delle sue invenzioni, Maul aveva subito deciso di reclutarlo una volta cominciato a costruire la sua influenza, vedendo nel bislacco marchingegnere potenzialità, oltre che altri requisiti con cui aveva scelto i propri collaboratori.

 

“ Non c'è problema, papà. Ma lord Maul ha chiesto di tutti noi. Cerca di darti una sistemata in fretta.”, lo reguardì lei, che tendeva ad agire come l'unica voce della ragione in casa.  Dopo una doccia un priva di incidenti, la coppia padre e figlia ritornò dunque dal loro capo.

 

Pochi minuti dopo l'intero consiglio dell'Alba cremisi si trovava nella sala riunioni, attendendo che Maul cominciasse a parlare. L'uomo aveva un'espressione alquanto grave, ma granitica come sempre, e si muoveva attorno al tavolo con un ritmo ben calcolato.

 

“ Signori miei. Quello che noi comandiamo è il secondo più grande gruppo criminale della galassia conosciuta. Solo Jabba ci ostacola dall'ottenere la supremazia nel mondo sotterraneo della Via Lattea... o così credevo- disse prima di indicare 2B- cercando alcuni documenti che riguardasse i nostri rivali, la nostra collega ha infatti scoperto che qualcuno potrebbe dirigerli dall'ombra.”.

 

“ Fratello mio, che intendi?”, scattò sull'attenti Savage, impaurito sul quale nuovo nemico minacciasse la loro organizzazione.

 

“ Ricordi, Savage, quella stazione trovata dai Figli della guardia su una delle lune di Mandalore? Beh, grazie a 2B abbiamo ora una possibile pista sui suoi proprietari. Qualcuno di talmente potente dall'avere il pieno controllo del cartello Hutt. Non solo, la suddetta organizzazione non è che un metodo per loro per guadagnare soldi con relativa semplicità mentre loro si dedicano ad altri progetti.”, spiegò il potente Sith, stupendo non poco i suoi fidati collaboratori.

 

“ Che progetti?”, chiese Doofensmitzh, incuriosito da cosa avversari capaci di muoversi nell'ombra per così tanto tempo avessero in mente. Aveva incontrato simili individui per tutta la vita, lui stesso forse era uno di loro, ma mai aveva sentito di qualcuno tanto abile nel nascondersi.

 

 

“ Non lo so- sbuffò il Sith, agitando ancora le carte che teneva in mano- So però che hanno spie in molti altri clan: Disney, Eclipse, Nutsy, Oralin, e chi più ne ha più ne metta. Forse persino un'alleanza ufficiale con Malefica, qui c'è scritto che l'attacco alle Isole del Destino è stato coordinato da entrambe le parti per prendere qualcuno.”.

 

“ Mi lasci indovinare, il ragazzino del Colosseo.”, azzardò Globby, che come tutti era rimasto alquanto impressionato dalla dimostrazione di Sora. Maul avrebbe anche pensato di reclutarlo, se Paperone non si fosse messo in mezzo ancora prima del previsto.

 

Ma aveva comunque il suo erede già designato, per quanto restio a prendere quel ruolo.

 

“ Sì. Personalmente non credo alle storie su Revan e Malak, ma è chiaro che per loro questo Sora è molto importante. Purtroppo non possiamo prenderlo senza scatenarci addosso l'ira dei Disney o allertare le loro spie.”.

 

“ Pericolosi. Hai già qualche nome?”, domandò Savage, all'apparenza più calmo del fratello, ma non meno inquieto dalla scoperta.

 

“ Qualcuna delle suddette spie. E una sorta di titolo, per quanto sibillino.... Organizzazione XIII. Per il momento, Globby, dovrai fare ciò che ti riesce meglio.”, disse il Sith, indicando appunto il suddetto luogotenente, che riassunse la propria forma di simbionte per inchinarsi.

 

“ Non sarete deluso, mio signore.”, disse prima di sciogliersi in una pozza d'acqua che scivolò via nel condotto fognario della struttura. Da lì avrebbe raggiunto lo spazioporto e quindi via in tutte le bettole, arene clandestine e altri buchi che conoscesse, cercando la minima traccia sulla cosiddetta Organizzazione.

 

“ Ma ho anche un altro evento, cui uno di loro sarà presente. Lo conoscete tutti, il concerto che si terrà tra poche settimane su Marte. Non posso mandare lì Globby per ovvi motivi, mentre Zola e  Ridya sono lontane, ma... Doofersmithz?”, domandò al suo capo marchingegnere.

 

“ Sarà un grande piacere.”, rispose questi, lieto di tornare in azione dopo parecchio.

 

“ Lieto di vederti ben disposto. Portati un po' di muscoli però.”, gli suggerì Maul. Lo scienziato annuì e incrociò le dita pensando a chi gli sarebbe potuto essere più aiuto nel prendere il famoso cantante.

 

“ Mhh, Savage, se è disponibile...”, commentò rivolgendosi verso il menzionato guerriero.

 

“ Verrò più che volentieri.”, rispose questi con un semplice cenno.

 

“ Grazie, e..... Snow Villier dovrebbero bastare.”, concluse quindi Heinz, alzandosi assieme al collega, con cui cominciò a discutere i dettagli del rapimento.

 

“ Allora sbrigatevi. Voglio risultati seri il prima possibile. Non abbiamo fondato quest'organizzazione per vedercela soffiare dal primo codardo che si nasconde dietro gli Hutt.”, ordinò Maul, stringendo il pugno fino a gonfiare le vene coperte dai tatuaggi.

 

*****

 

ll giorno successivo il trio composto da Sora e compagni si recò su Marte, dove ci sarebbe stato il concerto, per cui avevano riadattato una delle prime basi costruite dai coloni. Sebbene la terraformazione avesse reso il pianeta più abitabile, buona parte era comunque un deserto sconfinato e a parte gli Spectrobe noti come Scaramucche(1) non molti poteva sopravviverci.

 

Sora, Grogu e Angela vennero controllati da capo a piedi dalla sicurezza, che li portò poi dalla star in persona. Demyx era un alto moro dai capelli ricoperti di gel e dal fisico muscoloso, un sorriso carismatico capace di stregare chiunque. Li accolse seduto su una cassa, circondato dai suoi strumenti mentre attorno gli altri roadie spostavano l'attrezzatura e alcuni cantanti parlavano del loro numero.

 

“ Signorina, che gran piacere conoscerla. Ho sentito molto delle sue ultime imprese e ho apprezzato i suoi singoli.”, disse avvicinandosi stringendo la mano artigliata della Gargoyle, che sembrava in brodo di giuggiole.

 

“ Anche per me è un immenso piacere. Diamine, non avrei mai creduto che venisse questo giorno. Questi sono i miei compagni, Sora e Grogu. Senza di loro sarei ancora ad Olimpia.”, disse indicando i due accompagnatori, che diedero un rispettoso cenno di saluto. Demyx salutò cordialmente e disse loro di dargli direttamente del tu.

 

“ Servirà un lavoretto anche a voi.Se non vi dispiace, potrete essere degli ottimi controllori. Non si sa mai chi può infilarsi e sembrate capaci di imporvi.”, spiegò rapido al moro e a Grogu, indicando loro il cancello da sorvegliare.

 

“ Roger.”, disse concorde Sora, dirigendosi fuori assieme all'amico Mandaloriano, entrambi abbastanza onorati del compito .

 

“ Dunque, ti hanno già informato a grandi linee dei tuoi compiti?”, domandò la rockstar. Angela in risposta saltellò sui suoi talloni appuntiti, la mente piena di idee per il palco.

 

“ Sì, certo. Non vedo l'ora di cominciare. Se sei d'accordo pensavo di...”, cominciò con tono eccitatissimo, facendo anche apparire un piccolo grafico dal Prizmod riguardo i suoi progetti per le decorazioni e il resto.

 

“ Spostatevi, sono la madre della star!”, la interruppe una potente voce femminile fuori dalla sala.

 

“ Il signor Demyx non...”, protestò Sora con tono fermo, ma la sua buona volontà non ebbe successo.

 

“ Mi riferivo ad Angela, imbecille!”, esclamò la voce, seguita da un paio di spintoni, cui seguirono brevi rumori di combattimento.

 

Ad entrare fu una bellissima Gargoyle, molto più matura rispetto ad Angela, ma chiaramente imparentata con lei. Aveva la sua stessa pelle grigio violetto, una corporatura simile e il viso altrettanto affilato. Indossava un cappotto di pelle e pantaloni in jeans strappati in più punti. Era Demona, vice del clan Shakespeare e matriarca di un'intera tribù di Gargoyle.

 

“ Mamma!”, esclamò raggiante la mora, correndole incontro e abbracciandola, venendo carezzata dolcemente. L'assassina dai capelli rossi era considerata una dei più violenti guerrieri della galassia, ma non aveva che affetto per la figlia. Non vedendola da quando era stata mandata da Ercole, la sua eccessiva fretta era più che comprensibile.

 

“ Sono felicissima di vederti. Io e tuo padre siamo fieri di te.”, affermò lieta la donna, pattando i capelli neri della figlia.

 

“ Grazie, è da tando che aspettavo un'occasione del genere. Dov'è lui?”, domandò la mora, sperando di rivedere Golia di persona dopo quasi un anno e mezzo.

 

“ Quando abbiamo ricevuto la notizia eravamo fuori dal pianeta, ma conta di arrivare domani prima del concerto. Anche lui vuole conoscere i tuoi amici. Quando li ho toccati poco fa mi sono sembrati piuttosto forti per la loro età. Spero non se la siano presa.” .

 

“ Nah, offrigli qualcosa da bere e se ne dimenticheranno, specie se volevi metterli alla prova. Grazie davvero di esserci. Non so quanto tempo abbiamo, quindi dovrò sbrigarmi a raccontarti tutto.”, concluse Angela, riprendendo il lavoro e allo stesso tempo raccontando alla madre gli ultimi eventi.

 

Demyx sorrise nel vedere le due donne allontanarsi.

 

Quel concerto sarebbe stato un divertente passatempo prima del grande piano.

*****

 

Dopo tre giorni di duro lavoro da parte dell'intero staff, arrivò la serie del concerto. Centinaia di astronavi si erano dirette sul pianeta rosso per godersi gli esploit dei loro musicisti preferiti.

 

“ Uff, mi sta bene fare il buttafuori, ma neanch'io mi aspettavo così tanti esaltati.”, si lamentò Sora, avvertendo il caldo e il peso di tutti i visitatori.

 

“ Poco abituato alle folle tu sei, mio fratello di battaglie.”, lo criticò Grogu, il cui visore guardava uno dopo l'altro tutti gli spettatori paganti, una manciata dei quali schedati.

 

“ Sfido, a trovarmi davanti almeno mezzo miliardo di persone. Beh, intanto stiamo ripagando i favori che dobbiamo ad Angela e ci godiamo, anche se da remoto, il concerto. E' già qualcosa..”, disse ottimista Sora, aprendo la strada a un famigliola vestita in puro stile goth.

 

“ A proposito, intenzione di farle da agente Qua ha espresso. Bene finirà, dici?”, domandò il piccolo mandaloriano, ben sapendo che il menzionato paperotto era quello che aveva più preso da Paperone, ma ancora privo dell'esperienza donata dall'età.

 

“ Poveri noi, aspettiamoci di diventare...”.

 

“ Emh, i nostri biglietti.”, lo interruppe uno dei visitatori, un basso goblin con un largo cappello e un giubotto in pelle. Accanto a lui si trovava un possente Zabrak vestito con una camicia hawaiana e pesanti occhiali da sole.

 

“ Passate pure, scusate l'attesa. Stavo dicendo....”, continuò Sora, passando al biglietto successivo.

 

“ Più facile del previsto infiltrarci.”, osservò Savage, sistemandosi i pesanti occhiali da sole, contenenti un piccolo sistema che avrebbe confuso la percezione dei suoi lineamenti a chiunque non lo conoscesse di persona. Heinz, accanto a lui, possedeva lo stesso travestimento.

 

“ La parte difficile sarà rapire la star della serata di fronte all'intero pubblico. Per fortuna Snow è già in posizione.”, sghignazzò lo scienziato, giocherellando col suo Prizmod contenente mille diabolici congegni mentre Angela annunciava estatica l'inizio della serata.

 

Dietro le quinte, un ragazzo biondo con un lungo cappotto prese un pulsante, in attesa di un segnale.

                                                                                 ******

Buonasera a tutti, miei cari lettori, approfitto di quest'ultimo capitolo per presentare pienamente l'ultima( ma non per importanza) delle fazioni in campo. Non so chi si aspettasse l'introduzione di Doofensmithz e Globby( quest'ultimo appare nella prima serie animata di Big Hero 6) due dei miei villain un pò farlocchi preferiti della Disney. Qui, da degni servitori di uno come Maul, saranno comunque alquanto incattiviti e soprattutto pericolosissimi, prima e dopo che i nostri arrivino al loro  livello. Spero solo di riuscire  a ritrarre bene le abilità  mecchaniche di Heinz e a poter rendere Demona dalla parte dei buoni senza cadere nel buonismo( per lo più perchè non farla rimettere ufficialmente assieme a Golia è uno dei miei pochissimi problemi con Gargoyle). Intanto nel prossimo ci collegheremo di nuovo con Vader e Freya, a presto.

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Capitolo 24
*** Metal Mars- parte 2 ***


Stagione delle pioggie su Kamino, quando il già alto livello del mare raggiungeva livelli impossibili. L'astronave personale della duchessa Freya levitava sopra le onde, e sul ponte la Draghiera attendeva qualcuno sotto un ombrello tenuto da Vader, stringendosi nelle braccia per proteggersi dall'umidità.

 

Finalmente la nave di Aaron ed Emma arrivò, e usciti i due ragazzi si trovarono di fronte Vader e la gran duchessa Freya.

 

“ Duchessa, lord Vader.... è un onore.”, disse Aaron, inchinandosi rispettoso assieme alla compagna di fronte alla mandaloriana e al proprio capo clan.

 

“ E' un piacere conoscerti, Aaron. Grande è il compito che ti spetta, e se lo porterai a compimento, il mio popolo ti ricorderà a lungo.”, affermò cortese la draghiera, allargando le braccia prima di carezzare il viso dell'assassino.

 

“ Vi ringrazio, milady, cercherò di non deludervi. Ma di che si tratta? So solo che c'entra Stan in qualche modo.”, domandò questi, veramente onorato e soprattutto ansioso di riavere il suo compagno droide, infiltrato negli Strecken dopo essersi cancellato la memoria.

 

“ Te lo dirò non appena arriveranno i tuoi compagni. Oh, eccoli lì..”, disse indicando un gruppo di sei guerrieri che uscì da una porta del ponte, avanzando a passo lento ma fiero.

 

Aaron riconobbe subito i sei mandaloriani. Erano la Bad Batch, un team al diretto servizio di Freya, formato da alcuni dei più letali combattenti che la cultura di Mandalore avesse mai prodotto.

 

Hunter era il leader e l'unico membro del gruppo la cui razza fosse sconosciuta ai più. In pochi oltre ai suoi compagni avevano visto cosa c'era sotto l'elmo. Ma non di meno era conosciuto per la sua abilità nel combattimento e nella caccia.

 

Omega era una viera dalla pelle scura e i capelli biondo chiaro, sulle spalle teneva un arco energetico con cui possedeva una grande maestria, sebbene la sua specialità fossero gli incantesimi curativi e altre abilità di supporto.

 

Wrecker, un enorme yeti la cui folta pelliccia bianca faceva a volte capolino dall'armatura. Era conosciuto per la sua incredibile forza fisica, per alcuni quasi alla pari con Ercole, e per una tecnica corpo a corpo non da poco.

 

Echo era un goblin oltre che un cyborg. La sua pelle era estremamente pallida, possedeva un braccio bionico e alcuni impianti cerebrali, ricevuti durante la guerra. Non gli piacevano parecchio, ma lo aiutavano non poco nelle missioni di stealth.

 

Crosshair era l'unico umano del gruppo, uno smilzo cecchino dai corti capelli brizzolati. Col suo fucile di precisione era capace di colpire l'occhio di una formica a chilometri di distanza e causare anche gravi stati alterati.

 

Tech era un Moguri con un ciuffo marrone rasato e grossi occhiali. Come succeriva il nome, era il tecnico, capace di infiltrarsi in qualsiasi sistema o creare attrezzatura sul campo.


“ Duchessa, lord Vader....”, salutò Hunter, inchinandosi a nome dell'intera squadra di fronte ai loro datori di lavoro, alzandosi a un loro cenno.

 

“ Vi abbiamo convocato per quella che potrebbe essere una delle missioni più importanti degli ultimi vent'anni. E anche una delle più difficili. Dovrete infiltrarvi nella base degli Strecker per liberare un ostaggio. Si tratta di Djin Djarin, conosciuto ai più come Mando, un vostro compatriota. Si trova lì da circa un anno.”.

 

“ Mando... lo ricordo, era un ragazzo molto promettente. Perchè Malefica lo ha catturato? Perchè sono certo che lui non è tanto stupido da simpare per lei.”, domandò Crosshair, buttando via lo stuzzicadenti che teneva perennemente in bocca.

 

“ Almeno sappiamo che il marmocchio che porta con sé è in salvo, l'abbiamo visto al torneo.”, aggiunse Omega, che durante il suo periodo di apprendista si era trovata in un paio di occasioni a fare da babysitter a Grogu.

 

“ Ci arriveremo subito- proseguì Freya- Signori, sarò onesta, se verrete scoperti...”.

 

“ …. Voi negherete qualsiasi coinvolgimento.”, disse semplicemente Aaron, allargando con nonchalanche le braccia. Non era la prima volta che faceva missioni in cui la presenza del clan sarebbe dovuta rimanere un segreto e non sarebbe stata l'ultima. Era comunque abbastanza bravo da uscirne senza problemi.

 

“ Abigail ed Helga ti hanno insegnato bene.”, commentò Vader soddisfatto.

 

“ Faremmo lo stesso i nostri posti fossero scambiati. A proposito, potrò dunque ridare a chi di dovere suoi ricordi, visto che andremo su Tenebrae?”, domandò ancora il moro, con una certa trepidazione nella voce.

 

“ Sì, ma anche in questo caso puoi immaginare che è solo un lato secondario della missione. Tirate fuori Mando e poi fuggite il più velocemente possibile.”, continuò il capo clan.

 

“ E... ci è dato sapere perchè è così importante?”, chiese Emma, ricevendo risposta dalla duchessa.

 

“ Perchè possiede la vera Dark Saber. E se qualcuno dovesse batterlo in combattimento, diverrebbe il nuovo Mandal'lor.”, rivelò Freya senza troppi giri di parole.

 

 

“ Vi ha sconfitto in duello?”, chiese uno shockato Echo. La draghiera in rosso sospirò malinconica e cominciò a spiegare.

 

“ No, l'ho nominato mio campione poco dopo la guerra con l'Alba cremisi. All'epoca non potevo permettere che il potere nascosto nella Dark Saber finisse di nuovo nelle mani di qualcuno come Maul. Quindi scelsi un mio emissario che la tenesse in mio nome, dando se necessario gli ordini del Manda'lor. Anche se lo scelsi ovviamente perchè era capace di tenersi nascosto e perché non avrebbe abusato della sua nuova autorità .”.

 

“ Ma qual è il potere della Dark saber, se possiamo chiedere?”, intervenne Tech. La duchessa si artigliò nervosamente i palmi delle mani.

 

“ Zodiark. In essa venne sigillata Zodiark, che riposa lì da tempo immemore.”, rivelò Freya, shockando tutti i presenti.

 

“ Il.... il più potente degli Esper zodiacali?”, affermò un tremante Wrecker, a indicare quanto fosse seria la situazione. Freya annuì e cominciò a raccontare quanto successo millenni prima.

 

All'epoca , quando i contatti tra Mandaloriani e Jedi erano abbastanza freddi, Darth Nihilus riuscì a legare a sé Zodiark, ed evocarlo quasi a piena potenza. Grazie all'involontario aiuto del dio, il crudele Sith riuscì a togliere molti pianeti alla Repubblica, di cui molti campioni caddero cercando di liberare Zodiark dal controllo del tiranno.

 

Non riuscendo a trovare altra soluzione, il senato si rivolse ai Mandaloriani. Il loro leader dell'epoca, Mandalore il Grande, aveva già creato la Darksaber per usarla contro i Jedi fosse mai stato necessario. Rispose alla chiamata e modificò l'arma, scendendo in battaglia con la sua armata per combattere il terribile Sith a fianco della Repubblica.

 

Nessuno vide più Zodiark da allora, sebbene i suoi culti fossero ancora piuttosto radicati qua e là grazie alle pur piccole concessioni che ricevevano dall'entità.

 

Quasi nessuno sapeva in realtà che durante la lotta era stato praticato un potente rituale, mediante il quale Mandalore era riuscito a sigillare il potentissimo Esper nella sua arma. La Repubblica cercò ovviamente di convincere il Duca a consegnare loro la Dark Saber, per tenere al sicuro Zodiark, ma il condottiero riuscì a portarla in tempo sul suo pianeta, dove la sua parola era legge.

 

Da allora, tra alti e bassi, la lama era passata da un guerriero all'altro, venendo fortunatamente usata di rado al suo pieno potenziale. Quando però Freya lo liberò per concludere la guerra civile sul suo pianeta, decise che era troppo pericolosa per tenerla in bella vista.

 

Riuscendo a comunicare con Zodiark, entrambi decisero di nominare un campione che agisse in nome della duchessa e portasse per lei la Dark Saber, di cui sarebbe stata fatta una copia da esibire in pubblico.

 

Inizialmente voleva affidare l'artefatto a Boba, ma siccome questi voleva infiltrarsi nel cartello Hutt non era la migliore scelta. Quindi si rivolse a Mando, che avendo con sé un bambino avrebbe evitato i luoghi più pericolosi.

 

Non che i guai mancassero di trovarlo ovviamente, come il guerriero ebbe modo di raccontarle durante i loro occasionali incontri.

 

Comunque, sebbene dubbioso sul meritare quell'onore inizialmente, Djin accettò la spada e l'aveva custodita sino ad allora senza svelare a nessuno il suo segreto.

 

“ La nostra opinione è che Malefica intenda addestrare un altro ostaggio, Riku, finchè non sconfigga Mando. Siccome battere lui equivale a battere me, questo le darebbe il controllo sul nuovo Manda'lor senza rischiare che Maul o chi per lui la sfidino a loro volta.”.

 

“ Non possiamo permettere che abbia il controllo del nostro popolo.”, disse un furioso Wrecker, desideroso di mettere egli stesso le mani sul collo di Malefica per farla pentire amaramente di aver ordito una simile vigliaccata.

 

“ Un nostro infiltrato ci ha fornito una mappa della base. C'è un piccolo pertugio nelle fogne, da cui scaricano i rifiuti.”.

 

“ Le fogne noooooo....”, si lamentò Aaron, che aveva poca voglia di sporcarsi di nuovo da capo a piedi. In risposta Emma le diede un colpo sulla spalla.

 

“ Comportati da uomo.”, disse severa, ricevendo un dito medio in risposta. Omega si permise un risolino, ma un occhio da parte della Duchessa la rimise in linea assieme ai due ragazzi . C'era da ben poco da ridere in quella situazione.

 

“ E tra poco sappiamo che buona parte dei membri d'alto rango saranno fuori per diverse missioni. E' la giusta occasione per tirare fuori Mando. Nel frattempo noi due presenzieremo in diverse occasioni pubbliche, così non avrà alcun modo di accusarci.”.

 

“ Cosa dobbiamo fare con gli Stecker? Non possono restare impuniti o ci riproveranno di nuovo.”, chiese Tech.

 

“ Malefica un giorno avrà ciò che si merita, ma voi limitatevi a salvare Mando. Ovviamente ci sarà comunque della distruzione collaterale.”.

 

“ Beh, è la nostra specialità, duchessa. Ma ci limiteremo, non metteremo in pericolo la vita dell'ostaggio solo per far incazzare Malefica.”, affermò Wrecker, che avrebbe comunque almeno lasciato un paio di graffiti qua e là tanto per far incazzare la Gria e i suoi accoliti.

 

“ C'è anche qualcun altro che dovrete prendere con voi e che vi aiuterà, la spia del nostro Clan. Aaron l'ha già nominato e lo conosce bene. Ci aspettiamo che l'ostaggio sia soccorso entro una settimana. Per fortuna, tra i membri fuori sede, dovrebbero esserci anche Malefica e speranzosamente la Custode al suo servizio.”, disse Vader, con appena un cenno di rammarico nel nominare Talon.

 

Avrebbe tanto voluto fargliela pagare per la morte di Abigail, ma una delle prime lezioni insegnategli da Obi Wan e Qui Gon, per quanto tempo ci avesse messo a comprenderla, era la pazienza. Talon avrebbe pagato a tempo debito.

 

“ Se non avessi notizie mi dirigerò io stessa su Tenebrae, e rivendicherò la cattura di un mio inviato come un affronto personale.”, affermò Freya, che voleva evitare questa strategia inizialmente perchè non si sapesse della vera Dark Saber.

 

“ Quella sarebbe davvero una scena bellissima.”, affermò Wrecker con un grande sorriso sotto l'elmo.

 

“ Andate ora, difficile è il compito che vi attende. Così come difficili sono i tempi che ci aspettano se fallirete.”.

 

“ Duchessa, lord Vader, non sarete delusi.”, disse Hunter, offrendo ai due un saluto militare prima di salire assieme ai compagni sulla nave, deciso a preparare con cura il colpo che avrebbe deciso il destino del suo popolo.

' Molto bene- pensò intanto Vader soddisfatto- se tutto va come deve, risolveremo quest'imbarazzante fastidio e daremo a Malefica una sonora lezione. Dopodichè potrò finalmente pensare a quel Sora e qualsiasi cosa i Disney nascondano.'.

 

*****

 

“ BUONASERA, MARTE!”, esclamò Denyx, ricevendo in cambio un'enorme ovazione dalla variegata folla, che si alzò in piedi come un'enorme ondata di quasi sei chilometri in lunghezza e larghezza, concentrata appena nel luminoso stadio.

 

I precedenti artisti avevano già fatto il botto, e ora erano tutti in attesa della perfetta conclusione, sui loro visi un'espressione a dir poco trepidante. E una certa Gargoyle ne approfittò, mettendosi davanti alla star nella sua miglior posa.

 

“ Siete pronti per la miglior serata metal di cui siete mai stati testimoni?!”, chiese Angela al microfono, alzandolo con espressione gloriosa e venendo travolta a sua volta da un'enorme applauso che le fece battere il cuore all'impazzata.

 

Immersi tra le tante file, gli ancora travestiti Hainz e Savage presero mano alle armi mentre la musica inondava la sala.

 

Dietro il palco, intanto Snow armeggiava col quadro elettrico sotto le istruzioni dello scienziato. Il giovane picchiatore aveva avuto vita abbastanza facile, il resto dello staff era impegnato con la musica e il resto dell'impianto stereo.

 

E le guardie di sicurezza erano state messe a nanna da un bel caffè corretto o qualche tecnica paralizzante alle spalle.

 

“ Eh eh... si va in scena.”, ridacchiò il biondo pugile prima di togliere le luci. La musica cessò all'istante, lasciando il posto a bisbigli spaventati e alcuni nervosi spintoni. Un evento che venne notato anche all'esterno.

 

“ Era parte del programma?”, chiese Sora, intento dopo l'ennesimo biglietto a mangiarsi un panino, preparato da lui stesso assieme a quelli per i compagni, mentre due figure sgusciavano silenziosi attraverso le file.

 

“ No, meglio se a controllare andiamo.”, disse Grogu, attivando il jetpack e buttandosi dentro l'oscurità.

 

Sora lanciò un Fire a mezz'aria, illuminando l'intera sala e vedendo Angela che combatteva contro un nerboruto Zabrak armato con una spada laser a doppia mala, che teneva uno Demyx sulla schiena.

 

Poco distante Demona teneva già impegnato Doofensmithz con potenti assalti fisici e occasionali incantesimi.

 

 

' Cazzo, ci mancava solo l'Alba cremisi- pensò digrignando i denti, riconoscendo il rapitore del loro attuale datore di lavoro- ma d'altronde era solo questione di tempo prima che incontrassi gli sgherri di Maul.'.

 

“ Cosa volete?”, disse puntanto l'arma contro il temibile gladiatore, subito imitato da Grogu col suo fucile.

 

“ Solo una piccola discussione con la star della serata. Ora se non vi dispiace penso all'evacuazione del pubblico.”, rispose Dooferzmitzh, tirando fuori uno dei suoi inator, una pistola a doppia canna da cui partì un raggio multicolore che puntò agli spettatori. Una volta spento l'arnese, solo i contendenti e lo svenuto Demyx rimasero nello stadio.

 

Demona si gettò su Doofhenzmitzh con un ruggito, picchiandolo selvaggiamente affinchè non potesse usare i suoi congegni. Il goblin però era tanto agile quanto furbo e si mostrò capace di schivare almeno per un po' l'assalto dell'avversaria, prima di metterle qualcosa sulla spalla, che rilasciò una terribile scossa elettrica.

 

“ Alito fetido !”, urlò la guerriera, sparando un potente getto di gas e liquidi marcescenti, che avrebbero dovuto infliggere all'uomo una lunga sequenza di status alterati..

 

“ Onde Astrali!”, esclamò però questi , scatenando una potentissima esplosione, la cui onda d'urto obbligò persino Savage a ripararsi dietro una barriera, usata anche da Sora e Grogu per ripararsi.

 

Snow approfittò del fumo generatosi per correre in soccorso dei colleghi, gettandosi su Angela per scagliarla a terra.

 

“ Ma perchè sempre con tizi più esperti di noi combattere dobbiamo?”, si lamentò Grogu, materializzando la sua ascia e il boomerang vinto mesi prima, partendo a razzo verso gli intrusi.

 

“ Per quest'affare che ho in mano!”, gli ricordo Sora, alzando il Keyblade per colpire Savage non appena questi dissolse la sua barriera. Il guerriero assorbì il colpo senza particolari danni e rispose con un fulmineo colpo al naso del ragazzo, che si trovò a terra con un fiotto di sangue sul viso.

 

Grogu aveva approfittato della distrazione offertagli per prendere Savage da dietro con una serie di rabbiosi fendenti che il gladiatore schivò comunque senza nessun problema prima di lanciare via l'assalitore via di svariati metri. Quando gli venne lanciato contro anche il boomerang avvolto da un alone traslucido, lo deflettè con la stessa facilità. Il mandaloriano passò quindi al suo fucile e a una nuova strategia

 

“ Maestro cecchino!”, esclamò, venendo avvolto da un'aura color platino e cominciando a sparare a più non posso. I laser cominciarono a rimbalzare in un confuso reticolo che si chiuse attorno a Savage, che venne colpito più volte fino a essere sollevato in aria ed essere circondato da una vera e propria pioggia di raggi energetici a 360 gradi.

 

“ Non male.”, si complimentò Sora col compagno, pulendosi il naso.

 

“ Grazie.”, commentò Grogu soddisfatto, prima che qualcosa alle sue spalle lo oscurasse.

 

“ Un ottimo uso della tua Trance e del Limite, figliolo. Ma ci vuole altro quando c'è un simile scarto di potenza.”, disse piatto il vice dell'Alba Cremisi, avvolgendo la spada laser a doppia lama con un velo di aura congelante e correndo velocissimo dietro i due, colpendo entrambi.

 

L'armatura di Grogu venne congelata per metà, mentre Sora si salvò per tempo evocando il Keyblade nato dal legame con Ercole in forma di scudo. Sapeva comunque che usarlo per contrastare Savage in termini di forza bruta sarebbe stato un suicidio.

 

“ Credo userò il Keyblade ricevuto da Russel.”, affermò Sora, liberando Grogu dal ghiaccio con un lieve Fire e scambiando lo scudo con una chiave apparentemente fatta in legno, che con un ' Cambio Forma' divenne una lunga frusta con cui eseguì una rapida serie di affondi verso l'avversario, tenendolo sulle punte e prendendo un po' di tempo.

 

Angela stava intanto combattendo contro Snow, cercando di mantenere le distanze dal nemico di gran lunga più forte ed esperto. Il ragazzo affondava i pugni come buldozzer, assorbendo senza troppi difficoltà i blast sonici e i colpi elementali dell'avversaria.

 

“ Non posso perdere, non davanti a mamma.”, si disse la Gargoyle, cominciando a cantare con voce selvaggia. Le note presero forma attorno a lei in un magnifico insieme di colori e suoni, ma non fu altrettanto bello per Snow, il cui cervello si ritrovò bombardato da una serie di impulsi volti a infliggere qualsiasi tipo di status debilitante.

 

Appena prima di svenire, il pugile si battè una mano sul Prizmod posto sul petto. Da esso si generarono numerose linee rosse e nere che ne avvolsero le membra, e con un poderoso grido disintegrò gli spartiti evocati da Angela.

 

“ C... come?”, chiese lei shockata dal contrattacco improvviso.

 

“ E' stato un magnifico trucco, signorina, glielo concedo- affermò il biondino, battendo le mani ammirato- ma ricordatelo per le prossime sfide. Mai sfoderare una nuova tecnica o spingersi al massimo, per potente che sia, in una battaglia seria, a meno che tu non abbia davvero altra scelta!”.

 

Rapidissimo, il guerriero dell'Alba cremisi si avvicinò ad Angela e fu sul punto di piantarle un uppercut nello stomaco. A salvarla fu Grogu, che aveva spinto i razzi per frapporsi tra loro, assorbendo il più dell'impatto grazie all'armatura in Beskar, sebbene comunque entrambi si ritrovarono per aria e intontiti dall'impatto.

 

Nel frattempo Sora era di nuovo alle strette. La sua frusta di legno gli aveva inizialmente permesso di tenere le distanze e ferire leggermente Savage, ma lo spadaccino aveva presto scoperto come l'avversario non avesse ancora molta confidenza con altre armi.

 

“ Un consiglio, figliolo. Se continui a cambiare arma, cambia anche il modo di usarla.”, lo riproverò aspramente lo Zabrak, muovendosi con innata grazia mentre ignorava i fendenti della frusta di Sora e chiuse infine le distanze, la lama a tanto così dal suo collo. Per fortuna il Custode aveva a sua volta un angelo protettore.

 

Una colonna di lusce discese tra i presenti, illuminando la zona per quasi un chilometro. Da essa uscì Ven, avvolto nella sua armatura grigio verdastro e chiaramente infuriato dagli ultimi sviluppi.

 

“ Giù le mani dal mio padawan.”, disse gelido il guerriero, snidando il Keyblade nella sua forma di croce shuriken e gettandosi contro Savage, costretto ad attivare una Trance per rispondere alla velocità del nuovo venuto, dando vita a uno spettacolare e terribile duello che anche Sora ebbe problemi a vedere con chiarezza, tremante com'era dalla pura Forza che veniva scatenata.

 

Demyx nel frattempo era finito sotto una sedia, molto lontano da dove Doofenzmithz l'aveva lasciato. E sembrava dormire beato, ignaro del disastro nato apparentemente a causa sua.

 

' Demyx, piantala di fingere di dovere e finiscili.', lo rimproverò una voce nella sua mente, riscuotendolo appena dal proprio riposo

 

 

' Solo altri cinque minuti.', insistette il cantante, allungando una mano come a voler allontanare un insetto molesto.

 

' DEMYX!!!', ripetè la voce, ben più severa.

 

“ Uff, siete ancora più fastidiosi di quanto mi aspettassi. Che mi tocca fare per contribuire al piano.”, sospirò il cantante, rialzandosi di malavoglia e voltandosi verso il frenetico duello tra Ventus e Savage.

 

 

Quando Savage calò l'arma intento a paralizzare il suo nuovo obbiettivo, una luce azzurra apparve nella mano di Demyx, materializzando un Keyblade blu. Con un movimento degno del più esperto dei guerrieri, lo lanciò contro il guerriero, costringendolo ad annullare l'attacco per difendersi prima di saltare e guardare il cantante tenere una delle leggendarie armi concesse da Kingdom Hearts.

 

“ Q- quello è un Keyblade.”, borbottò stupito Sora, imitato dal resto dei presenti

 

 

“ Oh, già, non dovevate saperlo, che cretino. Ma non importa, tanto dovremmo prenderti comunque.”, affermò la rockstar, sparando un potentissimo getto d'acqua contro il minore dei fratelli Oppress, che non riuscì a resistere alla pressione e venne scagliato via.

 

Dumbo provò a spruzzargli contro forti fiotti di acqua bollente, che vennero però paralizzati a mezz'aria e rispediti contro di lui.

 

“ Scusa, cucciolo, ma mi ritrovo costretto a recapitare un messaggio, e non posso farmi catturare.”, disse la rockstar, mentre Sora si chinava sul suo Spectrobe a curarne le ustioni.

 

“ Capo!”, esclamò Snow, liberandosi di Grogu con un pesante pugno e correndo verso l'obbiettivo, che fece roteare il Keyblade, scomponendolo e trasformandolo in una grossa chitarra. Agitandone una sola volta le corde, il monaco venne avvolto da una scarica di fulmini e fiamme, saltando in aria prima di ricadere per terra pieno di ferite.

 

“ Speravo davvero di poter concludere quest'ultimo concerto e poi sparire senza lasciar traccia. Grazie di nulla.”.

 

“ Allora non sei solo una pedina... sei uno dei capi.”, mormorò Savage infuriato. Demyx in risposta emise un piccolo risolino e cambiò i suoi vestiti con una lunga felpa nera che gli copriva le gambe, decorata con cerniere e bottoni argentati.

 

“ Confermo. Miei adorati fan!- disse drammatico facendo una piroetta- IO NON SONO CHE IL PORTAVOCE DI UNA NUOVA ERA CHE STA PER ARRIVARE! Troppo  a lungo siamo stati imprigionati dalla cosiddetta Volontà della Forza, che ha permesso tragedie come l'ultima guerra, da cui in molti si stanno ancora riprendendo.”, affermò con un misto di solennità e allegria, continuando a discutere della libertà di scelta e di come chi serviva avrebbe potuto mettere tutto a posto.

Sora si domandò quale fosse lo scopo di fare quel discorso, e soprattutto chi fosse davvero Demyx. Paperone gli aveva raccontato che durante l'ultima battaglia Xenahort era stato aiutato da potentissimi custodi vestiti di nero. Possibile che il rocker fosse uno di loro? Ma all'epoca sarebbe dovuto essere un ragazzino. I membri dell'Alba cremisi presenti comunque erano interessati per lo più a fuggire, avendo ormai ottenuto qualcosa da portare a Maul, per quanto misero.

 

“ Creeeedo sia il momento di scappare.”, affermò Doofenzmitzh, prendendo il suo dispositivo di teletrasporto, un braccialetto viola.

 

“ Non credo proprio!”, esclamò una voce irata che precedette il lancio di tre giavellotti  fatti di pura energia in contemporanea, sufficienti a scatenare altrettante esplosioni che portarono i bersagli molto vicini al ko.

 

 

Il responsabile dell'attacco era un Gargoyle ricoperto da capo a piedi con una possente corazza color notte. Come un'angelo oscuro, discese sul campo di battaglia e sfoderò gli artigli, ruggendo con tanta forza che anche Doofersmithz e Savage si paralizzarono sul posto.

 

“ Ci mancava lui- commentò seccato lo spadaccino- Doof, premi quel dannato pulsante!”.

 

Lo scienziato non se lo fece ripetere due volte e rapido come un ratto premette un pulsante su un suo braccialetto, svanendo assieme al collega in un flusso di dati. Il nuovo arrivato non fece loro caso, avanzando invece verso Demyx.

" Non so chi tu sia davvero, e non mi interessa- affermò il potente capo tribù, gli occhi diventati due globi di furia bianca- so solo che questa serata sarebbe dovuta essere la chiave di mia figlia per la gloria che merita, e a causa tua l'occasione è andata in fumo. Preparati a pagare.".

" Molto spaventoso- gli concesse Demyx, inarcando un sopracciglio- conosco la tua fama, e ammetto che in uno scontro potrei anche rimanerci. Mi dispiace molto per Angela, in realtà questa sarebbe dovuto essere il mio ultimo concerto prima di sparire per un pò e intendevo offrire il miglior spettacolo possibile,ma.... è andata come è andata. A tutti gli spettatori, posso solo dirvi di scegliere bene da che parte stare!", concluse il chitarrista, prima di venire avvolto da un bozzolo di pura tenebra in cui sparì con rammarico di tutti, in particolare Ventus e Sora. Quasi un minuto passò prima che i presenti tornassero a muoversi.

 

“ PAPA'!”, esclamò Angela, alzandosi il volo per abbracciare Golia.

 

“ Stai bene, Angela?”, disse il guerriero, stringendo le forti braccia alle spalle della figlia e carezzandole la chioma nera.

 

“ Sì.”, disse lei, asciugandosi il viso e buttando il viso nel collo del guerriero, singhiozzando per la rovina della sua grande occasione.

 

“ Non potevi sapere che sarebbe successa una cosa simile, bambina mia... o che Demyx nascondesse quei segreti.”, la consolò Golia, carezzandole i capelli neri, venendo presto accompagnato dalla consorte.

" Già... qualcuno potrebbe spiegarci cos'è successo? Ha forse a che fare con un certo QUALCUNO di cui non abbiamo avuto notizie per quasi sedici anni?", disse Demona, rivolgendosi ovviamente a Ventus, che si grattò la nuca imbarazzato.

" Mi dispiace, Demona... alla prima occasione giuro che vi spiegherò tutto. Tanto non credevamo di poter tenere tutto segreto per sempre. Prepariamoci a un casino con la stampa.", sospirò lo sfortunato Custode.

 

La mattina dopo, in seguito a una nottata dove Sora e Grogu ascoltarono in continuazione la musica di Angela, Paperone si recò di persona a prendere i ragazzi, non volendo rischiare altri incidenti alla loro sicurezza e anche perchè ovviamente desiderava tutto il rapporto di Sora e compagni riguardo l'incidente. Che lo fece arrivare a un'unica possibile conclusione.

 

“ Dunque è come immaginavamo- disse l'anziano Geomante quando Sora completò il suo racconto- Xenahort è ancora vivo, e ha ancora una dose di accoliti.”.

                                    ********

Buone vacanze a tutti, scusate se sono mancato tanto a lungo, sono stato impegnato con Cuccioli di Ulric e poi con riabituarmi ad un altro stile. Questo capitolo si può dire la rivelazione effettiva dell'Organizzazione 13, d'ora in poi si farà tutto sempre più duro. Auguro a tutti voi un felice natale, probabilmente ci risentiremo a Gennaio.

Snow, non l'avessi detto, è uno dei protagonisti di Final Fantasy 13. Mentre Zodiark è la più potente delle evocazioni presente in Final Fantasy 12, metterlo nella Dark Saber mi sembrava un buon metodo per mantenerla importante al di là del suo valore culturale quando ormai sarà stata sorpassata tecnologicamente da millenni( non contando poi i Keyblade).

La Bad Batch, nel canon, è una squadra di cloni apparsi inizialmente nell'ultima stagione di Clone Wars e poi nella propria serie animata. Ho invecchiato un pò Omega e ho una bella sorpresa in serbo per la faccia di Hunter, chissà se qualcuno di voi indovinerà cosa c'è sotto il suo elmo. Tra l'altro mi sono andato a vedere il secondo Avatar, sono quasi certo che ambienterò su Pandora la penultima saga( e no, Hunter non è un Na'vi)

                                                                                                             ******

Demona
Razza: Gargoyle
Lealtà: Clan Shakespeare
Classe:Berserk, Maga Blu, Assassina
Punteggio midi chlorian:30.300
Stile di combattimento: Come ci si aspetta dalla matriarca di una tribù di Gargoyle, Demona è una guerriera brutale e priva di pietà nel combattimento corpo a corpo, ma molto spesso i suoi attacchi frontali sono una distrazione per far concentrare i suoi avversari sulla sua mera forza fisica in modo da bersagliarli all'improvviso con alterazioni di status e pugnalate alle spalle più o meno letterali.

Golia
Razza. Gargoyle
Lealtà: Clan Shakespeare
Classe: Berserk, Dragone, Paladino
Punteggio midi chlorian: 30.000
Stile di combattimento: A differenza della compagna, Golia usa sempre e comunque un'approccio diretto sia uno contro uno che contro gruppi di avversari, spesso guidando i suoi sottoposti in prima linea con le proprie abilità di leadership e supporto. Nonostante questo, sa dimostrare momenti da vero calcolatore, mirando ai punti deboli di chi si trova davanti  o guidandolo in situazioni sfavorevoli.

Hainz Doofenshmitz
Razza: Goblin
Lealtà: Alba Rossa e Maul
Classi: Marchingegnere, Saggio e ladro
Punteggio midi chlorian: 28.700
Stile di combattimento: Hainz è quello che si definisce una subdola merdina. E' sgusciante, lesto e sa benissimo come mescolare la sua profonda conoscenza magica( specie quella temporale) coi suoi bizzarri marchingegni e i suoi assistenti robotici, in particolare 2B e Norm. Non di rado si mette a ciarlare  per far perdere la concentrazione agli avversari.

Sono certo che mi sto buttando la zappa sui piedi coi punteggi midi chlorian, ma come diranno più volte anche nella storia, non sono affatto il fattore più importante in un combattimento.

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Capitolo 25
*** Finalmente la fuga ***


Paperone aveva cercato di concentrarsi sugli affari per tutta la mattina, senza particolare successo. Ancora scosso da quanto visto al concerto( a seguito del quale aveva anche affibiato qualche babysitter extra ai nipoti e ai loro amici sottoforma di membri d'alto livello del clan, perchè ricordava fin troppo bene cos'era successo a Schmi e suo marito), si era subito buttato nella sua piscina di monete a sbollentare la preoccupazione. Aveva appena cominciato a rilassarsi, permettendosi una serena nuotata nel suo costume a strisce quando sentì la cassaforte aprirsi e qualcuno interrompere il suo solazzo.

 

“ Salve, Paperone, posso scendere?”, chiese un anziano roditore, che inavvertitamente mandò all'allerta il Geomante.

 

“ Chi è là?!”, esclamò questi, balzando sull'attenti, materializzando sotto di sé un enorme cannone al plasma, mentre attorno a lui apparivano orde di spiriti animali pronti a sbranare l'intruso.

 

“ Fermo, fermo.”, gridò il nuovo arrivato, agitando nervosamente le braccia. Era un topo umanoide dall'aria molto anziana con imponenti baffi bianchi. Indossava una giacca beige e due pesanti occhiali. Paperone, un po' imbarazzato, nel riconoscere l'amico mise via l'arma.

 

“ Ciao, Toppersby. Scuuuuusa per il cannone, sono un po' sul chi vive e ho dimenticato il nostro appuntamento.”, ridacchiò nervoso mentre il topo lo raggiungeva con un balzo che tradiva la sua veneranda età.

 

Toppersby era il capo archivista dei Disney, oltre che archeologo e antiquario, occupazione che usava per mettersi in contatto con influenti collezionisti in tutta la galassia, fornendo informazioni e artefatti al clan. Non a caso era amico di Paperone già da quanto il potente affarista viaggiava da un angolo all'altro della Via lattea per costruire la sua fortuna, e quando fondò i Disney, egli fu uno dei primi a unirsi al clan.

 

“ Non ti biasimo. Ho sentito di quanto successo al concerto, e sono venuto a portarti dei documenti che ho trovato di recente. Temo che siamo solo all'inizio dei nostri guai.”, affermò Toppersby, facendo apparire un grosso librone dal suo Prizmod per porgerlo al vecchio compagno.

 

Paperone aprì il tomo, osservandone le prime pagine e sfogliando finchè non trovò qualcuno di molto familiare.

 

“ A quanto risalgono?”, disse posando il manoscritto davanti a sé, indicando una miniatura dello stesso Demyx. Rispetto alle sue apparizioni dal vivo, il cantante sembrava molto più posato ed era vestito in maniera più sobria, con una semplice veste azzurra. Ma era indubbiamente lui, e come prova impugnava lo stesso Keyblade che Sora e compagni l'avevano visto evocare giorni prima.

 

“ All'età media della Repubblica. Stando a quanto ho scoperto, colui che vedi, tale Edmy, era uno dei più forti e abili Jedi, nonché bardo, di quel periodo. E forse anche il miglior utilizzatore dell'elemento acqua tra tutti i suoi parigrado- disse grave l'antiquario- stando a quanto siamo stati testimoni... potrebbe essere effettivamente lo stesso uomo.”.

 

“ Impossibile, nessuno ha mai scoperto il segreto dell'immortalità. Anche la stasi non può tenerti in vita così a lungo. Però.... potrebbe essere un clone!”, strillò di getto Paperone.

 

Quella parola sembrò aver aperto un abisso. La clonazione, anche da prima della fondazione della Repubblica, era un soggetto molto controverso per un motivo giustamente ritenuto inquietante.... nessun individuo nato tramite clonazione possedeva i Midi-chlorian. Per quanto gli scienziati provassero, spingendosi ai limiti della legalità, nessun clone riusciva a usare la Forza, con l'unica eccezione consistente in singoli arti o organi utilizzati per rimpiazzare quelli persi in battaglia da avventurieri normali.

 

Ai tempi odierni, le fabbriche di cloni per lo più fornivano manodopera a basso costo, o cibo creato a partire da Spectrobes clonati. I più ritenevano impiegarli come esercito uno spreco di denaro e tempo, d'altronde anche imbottendo una legione di cloni con potenziamenti biologici o bionici, era difficile arrivassero al livello di una squadra neanche troppo numerosa di avventurieri ben addestrati.

 

“ Mhh, sappiamo che Xenahort ha fatto degli esperimenti coi Midi chlorian di Anakin- ricordò Paperone, arruffandosi nervosamente le basette- Che li abbia usati per clonare alcuni antichi Custodi? Insomma, se c'è qualcosa capace di dare a un clone il potere di usare la Forza, è decisamente il DNA del Prescelto. ”, concluse con voce orrificata dalla prospettiva, a cui però non vedeva alternative.

 

D'altronde Vanitas aveva definito Ven come suo 'fratello', e il biondino non aveva parenti in vita prima di essere accolto da Eraqus. Per di più, dopo aver sperimentato su decine di Custodi ' normali' di cui si era guadagnato l'incondizionata fiducia, era impossibile che Xenahort non avesse fatto qualche test anche su Anakin, seppur in maniera più indiretta.

 

“ Nel qual caso siamo nei guai. Anche se molte storie sulla tecnologia della Repubblica e sulla qualità dei suoi guerrieri sono alquanto esagerate, quei due erano comunque il meglio del meglio nelle rispettive ere. E sono probabilmente diventati ancora più forti, se davvero sono stati ricreati col sangue di Anakin.“, sbuffò l'antiquario, che nella sua carriera aveva fatto del proprio meglio per dimostrare che l'epoca della Repubblica intergalattica non era quest'età dell'oro che ancora credevano alcuni, a partire dalla disparità sociale e dal governo fin troppo centralizzato, risultante in relazioni con l'Orlo esterno ben peggiori a quelle odierne.

 

Il che era tutto dire, considerando che per contorta che fosse, la Gilda dei Diafani non era completamente in errore quando decise di attaccare i sistemi centrali della Via lattea.

 

“ Staremo attenti- non potè che sospirare Paperone, ritirando la bottiglia e salendo sul trampolino per buttarsi di nuovo nelle sue amate monete- Grazie delle informazioni, Toppersby, se puoi cerca di scoprire altro e nel caso passa tutto a Diz. Forse seguendo le tracce lasciate da Demyx e queste nuove informazioni sui campioni della Repubblica, scoprirà qualcosa. In alternativa cercheremo di catturare qualche membro dell'Alba rossa, dubito abbiano tentato di rapire Demyx senza avere una pur minima traccia su chi fosse davvero.”.

 

“ Lo farò, tu tieni d'occhio Sora. Lui e Anakin sono la chiave di tutto, nel senso letterale della parola.”, rispose a sua volta l'antiquario, ansioso di tornare a lavorare sui suoi amati documenti, possibilmente trovando qualcosa che aiutasse i due sfortunati Custodi.

 

*****

 

Era ormai giunto l'inizio dell'estate sulle coste calidorniane, e non pochi abitanti di Città Disney avevano cominciato a occupare le spiaggie, buttandosi in acqua o riempiendo la strada del lungo mare con carretti d'ogni genere. Uno di essi aveva appena venduto quattro gelati al sale marino a tre giovani avventurieri e il loro elefante, chiaramente in cerca di qualcosa che addolcisse i loro pensieri.

 

Sora, impegnato a succhiare il suo giacciolo impregnato di sale, era alquanto nervoso. Dopo l'ultima missione gli era stato concesso qualche giorno di pausa, e lui aveva deciso di usarli per reincontrarsi con Judy, Montblanc e Arami, così da spiegare loro tutto e se avessero accettato, reclutare anche loro tra i Disney.

 

Assumendo non lo ammazzassero prima che potesse spiegare tutto per filo e per segno. Per motivi di sicurezza negli ultimi mesi aveva limitato i contatti con loro e i suoi genitori a due chiamate al mese, ovviamente omettendo i dettagli sul proprio ruolo nella faccenda e su Xenahort. Sapeva comunque che alcuni gruppi dei Disney, tra i migliori membri del clan, custodivano l'arcipelago per ogni evenienza e altri ancora controllavano l'intero sistema di Atlantica in cerca di tracce su Xenahort e seguaci. Per fortuna aveva ricevuto finalmente il permesso di dir loro la verità.

 

Era non di meno anche abbastanza imbarazzato, per quanto avrebbe dovuto spiegare. Sarebbe riuscito a dire tutto senza passare per pazzo o mitomane?

 

Decisamente la presenza di Angela, Dumbo e Grogu era un grande conforto, tanto ora come in battaglia. Molti altri sarebbero fuggiti ben prima. Ma loro gli erano rimasti accanto nonostante la situazione si facesse sempre più grande e pericolosa.

 

Tra l'altro anche l'elefantino stava cominciando a subire l'evoluzione cui Sora era andato incontro nell'ultimo anno. Adesso arrivava ai fianchi del padrone, la pelle grigiastra era decorata da linee blu e viola, mentre attorno alla proboscide stavano spuntando gli abbozzi di quelle che promettevano essere potenti zanne.

 

Stando al veterinario da cui l'aveva portato, entro altri due mesi o anche prima, avrebbe anche potuto cominciare a cavalcarlo, oltre a fargli sviluppare molte più abilità.

 

“ Sora, sono arrivati i tuoi amici.”, disse la Gargoyle a un certo punto, indicando tre ragazzi che riconobbe dalle descrizioni del suo leader. Come previsto, Montblanc e Judy erano ancora estremamente arrabbiati, mentre Arami mostrava un'espressione alquanto rilassata.

 

Non c'era dubbio che fossero diventati più forti, come dimostrava il loro equipaggiamento ben più complesso rispetto al loro ultimo incontro e l'energia da loro emanata, ben più potente rispetto al loro ultimo incontro di quasi dieci mesi prima. E senza dubbio, tanto quanto lui avevano intenzione di salvare Riku e Kairi ovunque si trovassero.

 

Sora prese un profondo respiro e si alzò, alzando le braccia verso i suoi amici di infanzia.

 

“ Finalmente. Ragazzi, scusatemi davvero per non....”, cominciò un po' imbarazzato e incerto davvero sul come cominciare.

 

“ FROG!”, urlò Montblanc all'improvviso, avvolgendo il ragazzo con una nuvoletta verde.

 

Sora si sentì restringere, mentre la sua pelle si raggrinzì e allo stesso tempo si faceva più umida. Cadde sul pavimento con un piccolo plop, notando infine di avere delle zampe palmate. Era diventato una rana!

 

“ Montblanc, per favore, ritrasformami prima che Grogu mi trovi troppo appetitoso per resistere!”, gridò il povero Sora, notando un rivolo di bava che scorreva sotto l'elmo del mandaloriano dietro di lui. In risposta il Moguri lo prese, fissandolo con uno sguardo intimidatorio.

 

Chiunque professasse la suprema tenerezza dei Moguri, non ne aveva mai visto uno arrabbiato, i denti da coniglio del piccolo alieno sembravano fatti apposta per sbranarlo. Assumendo che Judy non lo pestasse prima.

 

“ Prima dicci che cazzo è successo da quando te ne sei andato! E intendo ogni parola, niente segreti.”, lo intimò la coniglietta umanoide, incrociando le braccia, e fissandolo severo mentre batteva il piede scalzo a terra.

 

Una volta tornato alla normalità, Sora sputò ogni cosa successa negli ultimi dieci mesi. Partendo dal suo salvataggio fino all'incontro con Demyx, non omettendo ovviamente il duello con Riku e nanche la verità sui propri poteri, il ragazzo si liberò di ogni fardello accumulato.

 

“ Quindi è questo che è successo, kupò. Diamine, e pensare che tu eri in mezzo a questo disastro, kupò.”, commentò Montblanc, un po' più comprensivo, grattandosi il pon pon giallo che gli dondolava dalla testa.. Sora annuì, colpevolizzandosi ancora per aver preoccupato a tal punto i suoi compagni. Una volta ripresi Riku e Kairi, sarebbero tornati alle Isole del destino come prima cosa e fatto lo stesso anche coi loro familiari.

 

“ Non me ne parlate, è stato un incubo, senza l'aiuto dei Disney, di Grogu e Angela sarei morto in continuazione. Volete unirvi a noi? Insomma, a questo punto è meglio fare un fronte comune.”, affermò il moro allargando le braccia, mentre Arami carezzava Dumbo con la sua solita aria da hippy un pò fattona.

 

“ Insomma, non è che infilarci in questa guerra ci entusiasmi molto, ma se è per salvare Kairi e Riku non abbiamo molta scelta.”, concluse Judy con un piccolo sospiro, tremando al pensiero di cosa doveva aver passato il loro amico albino. Usare la sua stessa ambizione contro di lui.....

 

“ A proposito, grazie enormemente per esservi presi cura di Sora anche da parte nostra.”, concluse Arami, porgendo una mano verso Angela e Grogu.

 

“ Dovere, non avremmo potuto chiedere avventura migliore.”, rispose la Gargoyle, ricambiando il gesto e allargando con fierezza le grandi ale grigio scuro.

 

 

“ Bene, allora parliamo dei vostri contratti davanti a una delle ricette di Battista, il maggiordomo del signor De Paperoni. Me ne ha insegnate parecchie negli ultimi mesi.", concluse quindi Sora, facendo un gesto ai cinque( sei, contando il suo fidato Spectrobe) compagni e facendo strada per la villa di Paperone.

 

Non era stata certo la riunione che sperava, ma come praticamente tutto da quando la sua odissea era cominciata, avrebbe cercato di ricavarne il meglio.

*****

 

Mando era tornato nella sua cella dopo l'ennesima giornata di allenamento. Da quando Riku era tornato, aveva chiesto a Malefica di fare più sessioni in palestra e allo stesso tempo organizzare degli scontri tra loro in coppia contro gli Spectrobe catturati, in modo da preparare anche loro ai prossimi piani. La strega, dopo un attimo di esitazione, aveva accettato il piano del Mandaloriano.

 

Din aveva usato dunque quei continui scontri per rafforzarsi il più possibile, spingendosi oltre ogni limite, crescendo quanto il suo stesso allievo. Si sentiva ormai pronto per la fuga, restava solo da chiedersi se fosse riuscito a portare con sé l'albino. Nutriva seri dubbi che Malefica avrebbe lasciato andare tanto facilmente colui che sarebbe potuto diventare il baluardo della prossima generazione di Stecker.

 

“ Della, ho buone notizie. Garland, Talon e molti altri Strecken di alto rango saranno assenti nei prossimi giorni. Potrebbe essere la nostra migliore occasione per fuggire.”, affermò, affacciandosi alla presa d'aria che univa la propria cella a quella della pilota.

 

“ Dici sul serio?!”, esclamò Della, chiaramente eccitata alla prospettiva di uscire finalmente da quel buco.

 

“ Sì, ma potrebbe esserci altri problemi. Per cominciare, Malefica ha reclutato un nuovo capo per la flotta degli Stecker. Non so chi sia, ma Uncino si è inchinato a lui senza particolari problemi. Per adesso sono comunque in un altro sistema per sistemare la nuova ammiraglia della flotta.”.

 

“ Umh, Uncino non è il tipo da prestare la sua lealtà a chicchesia, peggiore dei casi potremmo ritrovarceli alle calcagna dopo aver preso una nave. I compagni di Garland sono ancora qui invece?”, chiese la pilota, sapendo che sebbene ben lontani dal terribile potere del cavaliere, i membri del suo team non erano combattenti da poco e anche limitandosi a fuggire invece che combattere, non sarebbe stato facile arrivare fino all'hangar.

 

“ Sì.”, disse mesto il Mandaloriano, abbassando di nuovo l'umore della papera.

 

“ Ci serve comunque qualcosa per pareggiare le forze. Riuscissi ad arrivare all'Hangar e prendere un mecha o una nave...”, disse stringendo i denti, maledicendo la sua impotenza. In quell'istante un lontano rumore provenì dal fondo del corridoio, seguito dall'allarme e da alcune grida.

 

“ Penso sia arrivato quel qualcosa.”, sorrise Mando, mentre la sua porta veniva sfondata. Fuori dalla prigione c'erano quattro avventurieri, tre dei quali con addosso armature da mandaloriani e l'altro vestito con una tuta alquanto hi- tech.

 

“ Djin Djarin?”, chiese l'ultimo, forse un ragazzo sui 25 dalla pelle blu, che il guerriero riconobbe come Aaron Stone degli Eclipse.

 

“ Sono io. Vi manda la duchessa?”, chiese speranzoso l'avventuriero, prima di riconoscere con grande sollievo Omega, Tech ed Echo. Già durante la guerra di Mandalore aveva avuto modo di collaborare con la formidabile squadra, o aveva affidato loro Grogu, e non avrebbe potuto chiedere soccorritori migliori.

 

“ Lei e lord Vader. Siamo qui per tirarti fuori.”, rispose la spia, facendogli cenno di uscire.

 

“ Va bene, liberate anche il prigioniero accanto a me però. Mi ha aiutato molto ed è tenuta qui da molto più tempo di me.”.

 

Tech annuì e connettè l'armatura alla serratura della cella. Dopo pochi secondi si aprì, lasciando uscire una papera alta circa un metro e mezzo col viso allegro e corti capelli bianchi, vestita da pilota. La sua gamba destra era una protesi cibernetica, e i suoi occhi neri promettevano guai per chiunque si mettesse sulla propria strada.

 

“ E' bello incontrarti finalmente di persona.”, disse la pilota, stringendo la mano al Mandaloriano, che ricambiò ben lieto il gesto.

 

 

“ Anche per me.... pronta a lasciare per sempre questo buco infernale?”.

 

“ Eccome. E' ora che incontri i miei figli.”, disse la pilota con un ghigno che prometteva l'inferno per gli Stecker.

                                                                                                       ************

Domando immensamente scusa per quest'osceno hiatus, ma sono stati mesi alquanto impegnati che mi hanno costretto a mettere questa storia di lato, e non so dire quanto potrò tornare. Al momento i miei obbiettivi principali sono concludere Conquest of Dark Empires per cominciare un'altra fic a tema gioco di ruolo, e ovviamente concludere la tesi magistrale prima di settembre. Intanto datemi le vostre opinioni, a presto.

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Capitolo 26
*** A casa ***



 

La partita di Blitzball ove Vader fungeva da arbitro era al momento in perfetta parità. Entrambe le fazioni in campo stavano dando il loro meglio in una lotta senza esclusioni di colpi, mirando alle porti avversarie famelici di gol. Il pubblico aveva gridato ossessivamente per tutto il primo tempo.


 

Era il momento dell'intervallo, e Vader si era diretto ai bagni per contattare la Bad Batch ed Aaron. Era la toilette più isolata dello stadio, e non avvertiva nessuno in giro, quindi poteva parlare liberamente e fare anche altri piccoli servizi.


 

Davanti alla porta si trovava Jecht, capitano e allenatore della squadra degli Eclipse. Era un rude quanto muscoloso guerriero umano dalla pelle ambrata, e una delle persone più vicine al capoclan dopo i suoi luogotenenti. Erano infatti entrati nel clan nello stesso periodo, si erano allenati insieme innumerevoli volte ed entrambi avevano perso senza poter fare nulla molti dei loro cari durante il complotto che credevano essere stato ordito da Obi- Wan.


 

“ Come sta procedendo?”, chiese nell'auricolare mentre si toglieva le bende che in genere gli coprivano il volto rovinato. I suoi gesti erano lenti e metodici, a guardarlo sarebbero sembrati una conseguenza delle sue protesi, ma così come la sua tecnica di scherma e quella da pilota, erano una mera conseguenza di una semplice e lunghissima ripetizione nel corso degli anni.


 

Ogni tanto il lavoro di prendere le garze, ripulirle e rimetterle era fatto da Leila, Helga o assai raramente Rex, ma lui trovava un rilassamento quasi catartico in quell'abitudine. Di certo necessario in quel frangente.


 

“ Ci sono stati alcuni imprevisti, Kupò- rispose Tech, non sorprendendo il Sith, che si aspettava non tutto sarebbe andato come da piano- ma il piano procede come previsto, e uno di essi è abbastanza positivo, Kupò. Nella cella accanto a quella di Mando abbiamo trovato Della Duck, viva e in salute, Kupò.”.


“ Dici sul serio?”, esclamò il capoclan, sentendo l'ustionata mascella cadere.


 

Nella sua gioventù, Anakin aveva avuto due grandi rivali.


 

Terra era il suo maggior sfidante nell'uso del Keyblade e come combattente in generale. Tutt'oggi avrebbe ammesso che, da alcuni punti di vista, avrebbe voluto essere come lui. Possedere la sua stessa dignità e forza interiore anche nei momenti peggiori.


 

Della era... beh, per certi versi, la sorella che non aveva mai avuto. C'era un periodo in cui praticamente viveva per le loro gare e per le festicciole con cui le concludevano, qualsiasi fosse il risultato. Dopo aver ricevuto la dovuta punizione per aver distrutto intere fasce di asteroidi e simili, si intende.


 

“ Sì, anche se non fossimo arrivati lei e il pacchetto progettavano già di lasciare Tenebrae in qualche modo.”, ammise il mandaloriano con una risata.


 

“ Tipico di lei, è già un miracolo che sia stata trattenuta tanto a lungo. La sua sicurezza è ora una priorità pari a quella di Mando. Non deludetemi.”, disse Vader, rimettendosi dunque le bende pulite e uscendo dal bagno, dove trovò il capitano della sua squadra.


 

“ Che succede, capo?”, chiese Jecht, notando lo strano atteggiamento di Vader, che già lo aveva insospettivo quando lo aveva informato che avrebbe fatto da arbitro per la partita. Questi gli fece cenno di seguirlo.

“ Pensa alla partita, amico mio. Di altre faccende ne discuteremo dopo.”, disse secco il Sith, ripromettendosi che entro il giorno dopo, Della avrebbe rivisto i suoi figli.

                                                                                          *******

Il quindici di ogni mese tendeva a essere un giorno abbastanza pigro per il clan Stecker. La maggior parte dei membri di servizio su Tenebrae tendevano a radunarsi in sala mensa per qualche gioco con gli amici o in cerca di una missione dove il sole splendesse di più.


 

McLeah era impegnato in una partita a poker con tre colleghi: Alameda Slim, Cuordipietra Famedoro e Inquinator. Il primo era un robusto umano vestito da cowboy, con capelli e pizzetto rossicci. Era uno dei loro bardi di punta, capace di usare il proprio yodel tanto per scatenare potenti attacchi elementali che per confondere i rivali o rafforzare i compagni.


 

Il secondo era un robusto e basso papero vestito con una giacca blu e un gonnellino scozzese, con una folta barba grigia sotto il becco. Era il responsabile delle finanze degli Stecker, e un acerrimo rivale di Paperone si da quando erano giovani. Non era mai riuscito a superarlo né come affarista, né come combattente, ma Malefica non avrebbe voluto nessun’altro a gestire i loro affari da entrambi i lati della legge.


 

L'ultimo aveva l'aspetto di un condor estremamente trasandato, per non dire sudicio. Indossava infatti una tuta nera coperta di polvere e sporcizia varia, e tra le lorde piume spuntavano foruncoli o pustole. Nonostante l'aria malaticcia, restava comunque uno dei più subdoli e rapidi membri del clan.


 

Prima ancora di accorgersi di un solo attacco, un'avversario del re del marciume si sarebbe trovato a terra in preda a multipli e spiacevoli status negativi, praticamente indifeso.


 

“ Ok, come possiamo avere tutti dei poker d'assi?”, si lamentò Cuordipietra all'ennesima giocata, che aveva visto i quattro avventurieri giocare ognuno la più alta scala possibile.


 

Tendevano a dimenticarsi che anche cercando i posti migliori per nascondere carte extra, anche gli altri facevano lo stesso.


 

“ Un giorno dovremmo deciderci a giocare lealmente. Menomale che ci giochiamo solo gli snack, comunque.”, commentò Mcleah, prendendo una manciata di spiedini dal piatto ottenuto durante l'ultima vittoria.


 

“ E tradire ciò che il nostro clan rappresenta? Mai!”, si lamentò Alameda, battendo il pugno sul tavolo. Fu sul punto di riprendere il mazzo per mescolare, venendo però interrotto da un boato proveniente dall'altra parte della stanza. Tutti gli avventurieri presenti nella stanza si misero sull’attenti all’istante, evocando le armi e vedendo entrare dal foro appena apertosi nel muro due familiari Mandaloriani.


 

“ Guarda un po' quante belle prede per oggi.”, disse Wrecker, scrocchiando il collo e agitando le dita, pronto a menare le mani. Hunter, accanto a lui, evocò una coppia di vistosi artigli seghettati e un blaster sulla spalla.


 

Tutt'attorno gli Stecker presenti deglutirono. Più d'uno tra loro era già finito sotto i colpi della Bad Batch alle volte, un'esperienza che avrebbero preferito non ripetere.


 

Solo Mcleah e alcuni dei membri di rango più altro restarono apparentemente calmi, approcciando la coppia di guerrieri con cautela, certi che anche il resto della squadra non fosse troppo lontano.


 

“ Alameda, sai che fare?”, disse il bracconiere al collega, che prese un profondo respiro e mise mano alla chitarra, con l'intento di dare una generosa serie di buff ai colleghi. Non appena aprì bocca però, qualcosa volò dal corridoio, entrandogli in gola e spingendolo dritto a terra con un tonfo. Quando si rimise in piedi e riaprì la bocca, scoprì di avere l'interno completamente incollato da fili di qualche sostanza appiccicosa.


 

“ Grazie, Crosshair.”, sghignazzò Hunter mentre lo stesso destino capitava a molti altri incantatori e altre unità di supporto presenti in sala, venendo silenziati o paralizzati in altro modo, con orrore dei combattenti fisici.


 

“ Di nulla.”, rispose il cecchino, piazzato su una rupe a qualche chilometro di distanza dal castello, continuando a lanciare proiettili che entravano dalle finestre e rimbalzavano andando a colpire i bersagli scelti.


 


 

“ Dunque, chi vuole farsi avanti per primo senza un po' di supporto?”, chiese divertito Wrecker, tirando fuori una coppia di coltelli e puntandoli verso la folla infuriata per essere stati fregati in un modo così semplice nella loro stessa base.


 

“ Fanculo!”, esclamò Inquinator, prendendo una delle sue pistole a gas e dando inizio alla ressa che ne seguì.

 

Decine di guerrieri si buttarono su Wrecker e Hunter, che risposero in perfetta sincronia combinando potenti tecniche di arti marziali o all’arma bianca. McLeah, in sella a Joanna, provò a gettarsi contro Wrecker. L'enorme iguana aprì la bocca, caricando un fiotto di energia, venendo però vista dallo yeti, che continuando a occuparsi degli avversari davanti a lui, le gettò una granata in bocca. Lo stomaco dello Spectrobe si gonfiò all'improvviso e lei si ritrovò all'aria insieme al proprio compagno, costringendo Cuordipietra a saltare di lato per non venire travolto.

“ Non attaccate tutti insieme, razza di idioti, verrete solo sconfitti più in fretta!”, esclamò il papero, prima di indossare due guanti decorati con intricati cerchi alchemici. Battendo le mani a terra, generò numerose scariche di energia blu, creando al contempo numerosi spuntoni e colonni mobili che provò a usare per ostacolare i due intrusi.
 

Wrecker e Hunter si ritrovarono quindi intrappolati in uno spazio piccolissimo, bersagliati tanto  dai continui mutamenti della stanza che dagli attacchi degli Strecker. Inquinator in particolare cominciò a bersagliare con una raffica di incantesimi velenosi, sparando a ripetizione dalle mani palle di fango tossico.

 

‘ Avanti, devi resistere solo altri cinque minuti’, pensò Hunter, saltando sopra una delle colonne e bloccando gli attacchi del più sporco tra gli avventurieri col proprio blaster e bloccando una lama coi propri artigli.

 

“ Ho speso troppo in questo posto per lasciarlo distruggere a voi.”, ringhiò però Cuordipietra, mentre attornò a lui apparve un piccolo branco di squali fluttuanti, che ringhiarono minacciosi verso il leader della Bad Batch. Che fortunatamente ricevette un messaggio da Aaron.


 

“ Hunter, notizie dalla seconda squadra. Abbiamo tirato fuori Mando e.... Della Duck.”.


 

“ Dovevo aspettarmi Malefica c'entrasse qualcosa con la sua scomparsa. Wrecker, stiamo per smammare.”.


“ Ma avevo appena cominciato a divertirmi.”, si lamentò lo Yeti. Un ringhio del suo leader lo fece però cedere. Il Mandaloriano, seppur seccato, si sbarazzò quindi dei nemici che gli si erano aggrappati addosso e cominciò a roteare su sè stesso ad altissima velocità, fino a ricoprirsi di fiamme. Non appena si fermò, queste si espansero per tutta la sala mensa, prendendo la forma di copie infuocate di Wrecker, abbastanza numerose e forti non solo da scagliare via tutti i nemici ancora in piedi, ma anche al punto da creare un’altro buco che avrebbe portato all’esterno.
 

Con un rapido balzo, atterrarono dritti nel tetro cortile della base, dove li attendeva anche il resto del gruppo, più Stan. Il droide in realtà apparteneva infatti agli Eclipse, ma era stato nascosto in un lotto comprato dagli Strecken dopo avergli criptato la memoria per raccogliere informazioni sui piani di Malefica o aiutare in casi come questo. Aaron, già suo compagno fin dalla sua ammissione nel Clan, aveva provveduto a sistemargli i ricordi e ora contava di riportarlo alla base con sè.


 

“ Stai bene, Mando?”, domandò Hunter, avvicinandosi al loro obbiettivo, che gli strinse grato la mano.


 

“ Non posso lamentarmi. Permettetemi di presentarvi....”.


 

“ DELLA!”, lo bloccò però Wrecker, buttandosi di peso sulla papera e abbracciandola con forza. Lei ricambiò felicemente, stringendo le braccia attorno al collo dello Yeti.


 

“ Wrecker! Cazzo, sei sempre il solito bestione.”, disse tra le lacrime, felice di poter finalmente toccare qualcuno dopo anni di isolamento.
 

“ E' molto toccante, Kupò, ma ora dobbiamo correre al punto di estrazione, Kupò.”, dovette interromperla però Tech.


 


 

“ Non così in fretta!”, gridò all'improvviso una voce femminile, anticipando l'acrobatica entrata di quattro Stecker, che si pararono davanti ai fuggiaschi. Mando sentì mancargli un battito cardiaco, avendo temuto l'incontro coi quattro compagni di Garland, forse i più pericolosi tra gli Stecker dopo il cavaliere, Talon e la stessa Malefica.


 

Ash era un umano dalla pelle scura, estremamente alto e ben costruito. Sulle braccia portava due pesanti guantoni cibernetici, utilizzati per amplificare le sue già potenti tecniche da Monaco. Per qualche motivo si vestiva come il membro di una gang di colore del ventesimo secolo però, con jeans militari, canottiera bianca e una felpa legata ai fianchi.


 

Jed era un Ewok dalla pelliccia rosa, ma l'aria da peluche carino aveva già ingannato innumerevoli ingenui, che si erano trovati privi di soldi o con la gola tagliata.


 

Neon era una donna pianta armata di fioretto e staffa, capace come pochi di mescolare tecniche fisiche e incantesimi. Aveva un'esile ma atletico fisico, una pelle color giada pallido e capelli rosa intrecciati con petali di fiori.


 

Sophia era una Na'Vi, armata con ogni tipo di esplosivi e pistole, una delle quali tenuta sulla coda. Come i suoi simili era una longinea umanoide dalla pelle blu coperta di tatuaggi e lunghi capelli neri, e aveva perfezionato il loro stile acrobatico e stealth.



 

“ Uh, la Bad Batch. Non ci rivediamo da.... quand'è stato, quella corsa sulla Terra?”, commentò Neon, facendo volteggiare il suo bastone mentre sorrideva sadica verso il gruppo di intrusi ed ex prigionieri.


 

“ No, ci siamo rivisti poi al cimitero dei draghi. Quando vi abbiamo seppellito sotto qualche tonnellata di roccia.”, ribattè Hunter, ottenendo un'allegra risata dai vecchi rivali.


 

“ Ah, sì. Che ci avete fatto poi con quel teschio?”, chiese Sophia, facendo muovere minacciosamente la coda, con cui teneva una delle sue numerose armi da fuoco.


 

“ Una bella prua per la nostra astronave, con cannone incorporato. Potremmo testarla su di noi, se vi va.”, disse minaccioso Echo, evocando un bazooka mentre anche i compagni si mettevano in posizione di combattimento.


 

“ No, passo volentieri.”, disse Jed, lanciando una raffica di pugnali ai cinque mandaloriani. Wrecker lì assorbì tutti di petto, prima di lanciarsi all'attacco contro l'Ewok, che schivò facilmente mentre anche gli altri compagni partivano all'attacco.


Neon si diresse contro Mando, che sputò una raffica di fulmini, facilmente parata dai tirapugni del Monaco, cominciando un frenetico contrasto di calci e colpi di lancia. Sophia cominciò a lanciare le sue pozioni su Wrecker, inondandolo di esplosioni elementali da cui si difese senza particolari difficoltà. Jed sfuggì a Wrecker e si gettò su Della, con l'intento di rimetterla in catene, ma venne fortunatamente coperta in tempo da uno schermo protettivo evocato da Omega.

“ Ragazzi, con me!”, esclamò la papera, correndo via assieme ad alcuni dei suoi soccorritori.

 

“ Verso l’hangar? Non crederti tanto furba, Della!”, disse di rimando Jed, fiondandosi all'inseguimento.

 

 Allo stesso tempo il duello tra Sophia, Aaron e Hunter proseguiva sempre più frenetico. La driade si muoveva elegante e letale, mirando alle articolazioni nell'armatura in Beskar  col suo stocco o lanciando incantesimi per tenerlo a distanza.

Hunter dal canto suo restava sulla difensiva, intercettando quasi ogni affondo in attesa del momento per contrattaccare. Fu certo di averlo trovato quando l'avversaria Mirò al suo braccio, e avvolse gli artigli con un vistoso velo di Forza, venendo però spinto via da una freccia esplosiva, che gli fece inoltre saltare via l'elmo.

 

Dal buco che lui e Wrecker avevano aperto poco prima si erano infatti affacciati gli altri membri del Clan, ovviamente avidi di rivincita.

“ Facciamo vedere loro cosa succede a chi prova a fregare gli Stecker!”, grido Alameda, ora con la bocca libera, scendendo assieme ai compagni mentre Hunter si voltava verso di loro senza elmo.

 

A viso scoperto, il Mandaloriano era più simile a un feroce Spectrobe che a un avventuriero. Aveva una squamosa pelle bianca e blu, la mascella consisteva in due minacciose escrescenze appuntite davanti a un chiostro di denti seghettati. Dalla nuca, a completare quell'intimidatrice visione, cascava un' altra serie di protuberanze simili a dreadlock.

 

Con uno stridulo ruggito, il cacciatore saltò sugli avversari, pronto a tutto pur di completare la missione affidatagli.

 

                                                          *******

Della ansimò e cominciò a correre, cercando di dirigersi verso le astronavi. Il suo avversario saltava tra loro, sparandole a ripetizione e obbligandola a scivolare o saltare da un veicolo all'altro mentre Echo e Omega lo bersagliavano di pallottole e frecce.


“ Haste!”, gridò la Viera, avvolgendo sè stessa e i compagni con l’immagine traslucida di un orologio, che velocizzò di molto i loro movimenti.

 

“ Non sei l’unica a conoscere questo trucco!”, ribattè però Jed, utilizzando lo stesso incantesimo e partendo a scheggia verso Della, che schivò all’ultimo una daga avvolta da un’aura paralizzante.
 

“ Crosshair, prendi le munizioni pesanti!- ordinò Echo tramite l'auricolare, prima di sentire alcuni rumori di lotta- Crosshair, che succede?”, ripetè, sentendo rumori di lotta e strani versi.


 

“ Heartless, erano nascosti tra le rocce. Non potrò aiutarvi per un po'.”, rispose il cecchino, sparando a raffica contro il branco di Heartless che l’aveva circondato alcuni minuti prima.


 

“ Allora corri direttamente alla nave, faremo da soli. Della, lo stesso consiglio vale per te!”, fece Omega, schioccando le dita per intrappolare lei ed Echo assieme a Jed, cercando di tenerlo impegnato mentre Della cercava un’astronave con cui esprimere tutto il proprio potenziale.


 

“ Oh, sì, bellezza, sei perfetta.”, commentò soddisfatta la papera, concentrando la ritrovata energia dei suoi Midi-Chlorian. I suoi occhi si accesero con un bagliore turchese, imitato dalla nave che aveva addocchiato.


 

Il veicolo si alzò con un lieve rombo, prima di svanire nel nulla.


L’istinto salvò Jed da un laser proveniente alle sue spalle, ma non gli impedì di essere afferrato da una mano robotica, che lo sbattè quindi contro il muro più vicino. Ad averlo attaccato era stato un bellissimo robot dalla corazza oro e nera, sollevato di un paio di metri da terra grazie a un paio di reattori e dalla corazza abbastanza minuta, ma dall'aspetto comunque molto potente, grazie anche alle numerose bocche da fuoco. Prima che l'Ewok ladro potesse rialzarsi, venne colpito in pieno da un raggio proveniente dal petto del mecha, venendo quindi intrappolato in un campo gravitazionale.

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" E questa è fatta- disse soddisfatta Della, che aveva craccato ogni sistema di sicurezza del robot grazie ai propri poteri- salite, torniamo dagli altri.".


              *****

 

I pugni di Neon picchiavano senza pietà sulla corazza di Mando, che faceva più affidamento che mai sull’addestramento di Freya per non soccombere, sfruttando il proprio gioco di gambe e la portata della sua arma.

 

“ Lama del crepuscolo!”, esclamò roteando la lancia, generando da essa un’ampia spada di energia oscura  che abbassò rapidamente sulla spalla di Ash. Il supernero però afferrò la tecnica con due dita come fosse solida, per poi spezzarla con un ghigno.

 

“ Sai, Din, è un vero peccato tu non voglia entrare nel clan a tutti gli effetti. Con la guida della sola Malefica diventeresti uno dei più potenti Cavalieri oscuri  di questa generazione, per non contare poi le altre possibilità.”.

 

“ Della mi ha insegnato che razza di possibilità date alla gente. ‘ O lavori per noi o resti in catene finchè non cedi’, vero?”.

 

“ Proprio così…. non ti vergogni a lasciare Riku con cattivoni del nostro calibro?”.

Mando purtroppo cedette per la provocazione di Neon e, caricata la punta della lancia con una brillante energia cerulea, saltò diretto verso di lui. Il monaco saltò a propria volta e a mezz’aria afferrò il rivale da dietro, elevandosi assieme a lui sempre più in alto finchè non raggiunsero i tremila metri.

Il Dragone cominciò ad agitare le braccia, che presto presero fuoco per l'attrito con l'aria. Si divincolò il più possibile, ma la stretta del Monaco avrebbe fatto dato filo da torcere allo stesso Jormundungar.

‘ Mando- esclamò una voce nella sua mente, della cui origine era ben conscio- usa il mio potere, il tuo onore non sarà certo intaccato considerata la situazione.’

 

‘ No!- ribattè il guerriero nella propria testa- se non posso uscirne da solo allora non sono degno di brandire la Dark Saber, in primo luogo!’.

 

‘ Ah, voi Mandaloriani siete sempre i soliti testardi, ma è per questo che ho scelto di essere vostro patrono. Non deludermi.’, rispose dunque Zodiark, decidendo di restare a guardare l’operato del proprio guardiano.
 

' Come posso..... ma certo.', realizzò infine, prendendo un profondo respiro e avvolgendosi con un'aura color giada che entrò in sintonia con quella di Ash. Appena prima di colpire il terreno, l'energia del mercenario si espanse in quella di un potente drago ruggente, le cui ali si strinsero intorno ai due duellanti per passare a Mando parte dell'energia del rivale, che riuscì infine a spingerlo indietro dopo averlo indebolito abbastanza, raggiungendo il terreno con un piccolo tonfo, ma null’altro.


Ash era atterrato in ginocchio, ancora avvolto dai rimasugli dell’attacco di Mando.

“ Non mi aspettavo sopravvivessi. Che razza di trucco era?”, commentò quasi ammirato il monaco, scrocchiando il collo, un po' intontito dalla caduta. Conosceva bene la tecnica usata su di lui, il Dragoken, che consentiva di assorbire appunto una piccola parte delle energie fisiche e magiche altrui, ma era la prima volta che la vedeva applicata in un modo così inventivo.


 

“ Un consiglio.... mai farti aspettative in combattimento, agisci sempre d'istinto.”, disse Mando, prima di evocare un'alone dorato che infuse nella Darksaber, la cui energia si espanse fino ad assumere la forma di un drago nero rampante.


 

“ ZANNE DELL'OFIUCO!”, esclamò col tutto il fiato che aveva nei polmoni, sparendo per un istante prima di riapparire dietro l'avversario muovere in diagonale la Dark Saber, scagliando un fascio di energia che raggiunse l'atmosfera, scagliando Ash contro la catena montuosa che circondava la base Stecker, spaccando la base di una montagna con grande soddisfazione del Mandaloriano.


 

In quel momento Hunter e compagni tornarono. Lo Yatjua aveva gli artigli sporchi di sangue, ma aveva riportato una vistosa ferita sulla fronte, mentre Aaron aveva non pochi lividi. Wrecker…. era Wrecker si era goduto ogni singolo momento dello scontro con Sophia, aveva persino tentato di flirtare un pò, sebbene la Na’Vi non avesse gradito molto.


 

Sopra di loro si stagliava inoltre un bellissimo X- Wing nero e oro, ben più armato e grande dei tipici modelli, sulla punta il roveto verde e nero che fungeva da simbolo per gli Stecker. Alla guida si trovava Della, accompagnata da Omega ed Echo.


 

“ Saltate su prima che si riprendano, amici, è ora di lasciare Tenebrae.”, disse allegra la papera, felice di essersi presa come risarcimento per il decennio di prigionia un bel mecha trasformabile.  Ovviamente a casa l’avrebbe ulteriormente personalizzato.

La squadra di recupero e i due avventurieri appena soccorsi saltarono sull’X- Wing, che decollò davanti agli indignati occhi degli Strecken, per incontrarsi dopo qualche centinaio di metri con la nave della Bad Batch, pilotata da Emma.

“ Oh, mio dio, cos’è quel capolavoro?”, chiese l’armaiola, avvicinandosi per far salire sopra Aaron, Stan e la suddetta squadra.
 

“ Un nuovo prototipo degli scienziati di Malefica. Non vedo l’ora di usarlo contro di lei, però. Se vuoi poi ti faccio fare un giro.”, le offrì Della, attivando intanto l’accelerazione al massimo per raggiungere l’atmosfera. Nel frattempo Omega stava curando sè stessa e gli amici, lieta che tutto fosse andato per il meglio.

“ Duchessa, lord Vader, siamo lieti di avvertirvi che la missione è stata un successo.”, disse Hunter soddisfatto, facendo apparire sul suo Prizmod un’immagine della governatrice di Mandalore.


Freya posò le gambe arcuate sulla propria scrivania, sorridendo rilassata dopo giorni di tensione.

“ Eccellente, qui ci sono le cordinate per la vostra prossima destinazione. Riposerete qui qualche giorno, poi andremo sulla Terra. Tutto il nostro popolo vi deve molto….. e anche i Disney adesso.”.

 

 

******


 


 

Sora si stava esercitando nel manovrare il Keyblade con la mente, cosa allo stesso tempo più semplice e più complicata della mera telecinesi usata da altre classi.


 

Essendo la spada una vera e propria materializzazione del suo cuore, farla levitare era sostanzialmente come muovere uno dei suoi arti, ma la concentrazione era più fondamentale che mai e un semplice errore poteva far svanire la spada a forma di chiave con un certo dispendio di energie. Sarebbe stato inoltre fondamentale per imparare a usare il Keyblade Glider, un'ulteriore trasformazione dell'arma che consentiva di utilizzarla come improvvisato veicolo sia fuori che dentro da un'atmosfera planetaria.


Decisamente necessario se mai fosse naufragato su un pianeta senza possibilità di trovare un’altra astronave.

L'esercizio venne interrotto dall'arrivo di un ansimante Paperone nel parco dove maestro e padawan si stavano allenando.


 

“ Signor De Paperoni, che succede?”, domandò Ventus, andando verso il paonazzo ex capo clan. Le uniche volte in cui Paperone perdeva la calma riguardavano un affare inconcluso, ma in quelle occasioni si metteva a piangere o a sfogare l'ira su chi pensava fosse il responsabile, qua sembrava quasi felice per quanto ansioso.


 

“ Ho appena ricevuto una notizia importantissima. Corriamo al porto.”, ordinò, evocando un veicolo dal Prizmod. Non capendo oltre, i ragazzi decisero di seguirlo e corsero fino all'astroporto di Città Disney, dove trovarono Darth Vader, lady Freya e diverse altre visite inaspettate.


 

“ M- mamma?!”, esclamò stupito Qua, riconoscendo la stessa donna delle foto mostratele dagli zii. Della non era esattamente in forma, durante il viaggio era stata troppo nervosa anche per farsi un bagno e mostava ancora i segni della prigionia e della battaglia per fuggire.


 

La pilota si chinò davanti ai figli, guardandoli commossa con lacrime che le rigavano le piume.


 

“ Ho aspettanto tanti anni per rivedervi. Spero di averne molti di più per rimediare al tempo perso.”, disse con tono insperato, e prima di accorgersene i tre paperetti si fiondarono su di lei.


 

Grogu camminò lentamente e in silenzio verso Mando. Padre e figlio si scambiarono un rapido sguardo, poi il primo gli si inchinò davanti.


 

“ Ti sei mai tolto il casco?”, chiese con tono quasi piatto, sebbene sotto l’elmo entrambi si stessero trattenendo dallo scoppiare in lacrime.


 

“ No.”, rispose il piccolo alieno, ricevendo una mano sulla spalla.


 

“ L'hai mai fatto togliere ad altri?”, domandò ancora il guerriero più anziano.


 

“ No.”.


 

“ Questa è la via.”, concluse orgoglioso il Mandaloriano, prima di abbracciare Grogu più forte di quanto avesse mai fatto, alzandosi e tenendolo come quando era bambino. Paperone invece approcciò Vader, posando il bastone davanti a lui con espressione guardinga, sapendo che quel favore avrebbe avuto le sue conseguenze.


 

“ Quant'è grande il favore che ti dobbiamo?”, chiese il Geomante, incerto mentre guardava il potente Sith un tempo conosciuto come Anakin Skywalker. Quest’ultimo dal canto suo teneva lo sguardo su un nervoso Sora, analizzandolo attentamente da sotto la maschera.

Ora che lo incontrava di persona poteva decisamente dire che tra loro c’era una qualche forma di legame, per certi versi simile a quello che lo legava ai suoi stessi figli, anche se non sapeva dirne la natura esatta. Ovviamente intendeva rimediare presto a questa mancanza.
 

“ Consideralo un regalo. Ma non aspettartene altri.”, disse questi, girandosi e tornando verso l'astronave col mantello che sventolava, prima di essere paralizzato dalla proposta che seguì.


 

“ Sicuro di non volere neanche una delle torte di Elvira?”, chiese sarcastico Paperone, ben conoscendo il punto debole del vecchio amico.


 

Non che fosse difficile, la cucina della suocera tendeva a indebolire molti.


 


“ Questo è un colpo basso, Paperone- commentò secco Anakin, girandosi di nuovo verso la famiglia appena riunita- Accetterò, ma in cambio dovrai aiutarmi a organizzare un piccolissimo evento tra i nostri clan.”.


 

“ Di che genere?”.


 

“ Una bella battaglia simulata. Il pubblico impazzirà.”.


 

Paperone sorrise e strinse la mano del Sith, confermando a Sora che l’infinita lista dei suoi problemi continuava a crescere.



                                                      *************


Buonasera a tutti, spero di non avervi fatto attendere troppo e che il capitolo sia di vostro gusto, ho cercato di completarlo tra ieri e oggi. I prossimi due saranno dedicati appunto a una finta battaglia tra Disney ed Eclipse, guardata anche da molti personaggi sparsi nella galassia che userò per introdurre altre sottotrame. A presto.
P.S. Jecht è un personaggio di Final Fantasy X, Alameda viene da ' Mucche alla Riscossa', Inquinator fa parte della rogue gallery di Paperinik e i quattro compagni di Garland vengono da Stranger of Paradise, prologo del primo Final Fantasy.

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Capitolo 27
*** Sotto la Grande muraglia- prima parte ***


L’annuncio del nuovo scontro tra i Disney e gli Eclipse aveva fatto il giro di molti sistemi, e ci fu presto una corsa per i biglietti per assistere di persona, mentre i canali di entrambi i clan preparavano  tutto il necessario a registrare il tutto in diretta e offrirlo agli spettatori da più punti di vista. Inutile dire che anche i giri di scommesse più o meno clandestine stavano facendo affari d'oro, con cifre che sfioravano gli otto zeri al minimo.

La battaglia simulata si sarebbe tenuto nelle ampie montagne cinesi, non troppo distanti dall' appena restaurata Grande muraglia, ricoperte per l'occasione di neve artificiale. Per preparare ulteriormente Sora all'evento, Paperone convocò al Deposito una dei migliori generali del clan Disney, nonché una delle allieve di Topolino e Pippo, Mulan Fa.


La donna era un'orchessa dalla pelle rossa, occhi dall'aria molto furba, corti capelli neri raccolti in una piccola crocchia mentre sulla fronte svettava un piccolo paio di corna appuntite. Aveva un fisico un po' più minuto rispetto ai propri simili, ma sempre ben più muscoloso rispetto a una donna umana, coperto da una semplice seppur imponente corazza nera che ricordava appunto l'antico stile degli eserciti cinesi.


“ Molto felice di conoscerti, Sora. Mr. De Paperoni mi ha chiesto di preparare Sora alla battaglia simulata.... sperando che non dobbiate mai affrontarne una vera.”, si presentò l'orchessa una volta incontrato il suo nuovo allievo, analizzandolo già per capire su cosa focalizzarsi nel mese successivo.


“ E' un grande onore anche per me.”, disse Sora, stringendo con trepidazione la mano della guerriera, chiaramente felice di incontrare un altro dei suoi numerosi idoli. Era l'unico membro del suo gruppo rimasto a Città Disney, gli altri erano partiti a loro volta per incontrare i rispettivi mentori, scelti nel più dei casi sempre da Paperone. Grogu si sarebbe ovviamente allenato con Mando, Angela era tornata dai propri genitori e Montblanc era stato preso sotto l'ala del capo marchingegnere dei Disney, Archimede. Judy dal canto suo si stava esercitando con Darwing Duck, la miglior spia del clan, e Arami aveva cominciato un apprendistato con l'alchimista Izumi Curtis.

" Lieto anch'io di vederti, Mulan- disse invece Ventus, avvicinandosi alla guerriera- non so se ti ricordi di me, ma l'ultima volta che ti ho vista Topolino ti aveva appena preso come allieva. Sono Ventus.".

" Certo che mi ricordo di te, i miei insegnanti mi hanno parlato spesso di te e dei tuoi compagni. Quello che vi è successo è stato orribile, ma sono molto onorata di poter addestrare Sora assieme a te in questo mese."

Paperone sorrise soddisfatto nel vedere il trio introdursi senza problemi, e premette un pulsante sulla scrivania per fare apparire un'ologramma di quello che sarebbe stato il campo di battaglia.


“ Dunque, Vader schiererà circa un milione di truppe. E vari mezzi pesanti, inclusi dei mecha. Noi abbiamo circa trecentomila unità in più, ma il supporto di veicoli non è altrettanto fitto, quindi dovrete stare molto attenti a eventuali attacchi aerei. Ovviamente sarà Shan- Yu a guidarli. Evocazioni proibite, Spectrobe permessi senza distinzioni di stazza o abilità. Conoscendo gli Eclipse, la neve sarà piena di trappole, quindi portati dietro molti ninja e ladri.”.

 

“ Eccellente, avrò tutto il tempo e lo spazio per splendere.”, affermò una vocetta maschile che sembrava provenire da dietro Mulan. Da sotto il suo colletto apparì un minuscolo drago orientale dalle scaglie rosse e lo sguardo furbetto.


 

“ Quello è.... Mushu?- chiese però Sora, indicando il piccolo Spectrobe- Come fa a essere così piccolo?”, non potè che esclamare, ricordando l'enorme drago avvolto di fiamme che era al solito al fianco di Mulan nei notiziari. In risposta l'animaletto scese davanti a lui con fare un pò tronfio.


 

“ Oh, lieto di incontrare un mio fan. Beh, ragazzo, anche se non è una capacità troppo comune, ci sono molti Spectrobe capaci di alterare le dimensioni a piacimento.... oltre che ovviamente a parlare. Altrimenti la vita in certi ecosistemi sarebbe impossibile. O entrare sulle astronavi più piccole prima che inventassero i Prizmod.".


" Spero tu sia preparato- concluse Mulan con espressione più seria- Ci aspetta un lungo mese davanti e non posso permettermi di essere gentile.".

Seguì un lungo mese di preparazione per Sora e Dumbo. Il giovane Custode si allenò sotto cascate, spaccò legna a mani nude, studiò strategia militare sotto la guida di Mulan, nuove abilità sotto quella di Ventus e sostenne a volte sparring uno contro tutti. Con sua sorpresa un giorno Dumbo scoprì inoltre un potere inaspettato. Durante un'occasione, quando provò a saltare in aria contro Ventus, aprì le sue larghe orecchie e cominciò a fluttuare in aria, in maniera alquanto goffa, ma un indubbio segno della capacità di volare.

Mancavano due giorni alla tanto attesa sfida e il castano sedeva sulla schiena dell' elefantino( non più tanto 'ino' ormai), lasciando che l'acqua di una cascata scorresse sulla sua schiena nuda. Era uno di quei momenti in cui la coscienza di un avventuriero si estendeva ben oltre quanto era umanamente possibile, arrivando a comprendere al meglio sia sè stesso che quanto lo circondava.

 

Le energie del Lato Oscuro e del Lato Chiaro scorrevano liberamente dentro Sora, che aveva annullato qualsiasi altro pensiero non riguardasse il bilanciarle, cosa che si estendeva anche allo Spectrobe cui si era legato. Nelle ultime settimane di allenamento era quasi arrivato a sfiorare i diecimila Midi- chlorian, ma a un passo dalla meta si sentiva come bloccato. La meditazione del castano venne interrotta quando avvertì i leggeri ma inconfondibili passi di Mulan, che grattò teneramente una delle orecchie di Dumbo.


“ Come ti senti, Sora?”, chiese la samurai mentre l’allievo scendeva e materializzava un asciugamano.

“ Magnificamente. Stando all'ultimo esame che ho fatto, i miei Midi- chlorian sono aumentati enormemente, per non menzionare gli altri progressi. Ma sono anche piuttosto spaventato, onestamente. Un pò dalla rapidità con cui sto crescendo, un pò….. tu sai cosa.”, spiegò Sora, dirigendosi a riva dove Ventus, che aveva sentito tutto, li attendeva.

 

“ D'altronde c'è una buona occasione che i complici di Xenahort cercheranno di attaccare ora. Ecco perchè io controllerò il perimetro.... e anche perchè non sono del tutto certo di poter gestire un incontro con Anakin ora come ora.”, sbuffò il biondino, dando una forte pacca sulla spalla del suo Padawan.


“ Non pensate sia ora di dirgli la verità?”, chiese Sora, che dubitava di poter rimanere zitto a lungo su quanto scoperto quand’era entrato nel clan.


“ Ne ho discusso con Paperone. Non sai quanto ci piacerebbe, ma siamo ancora troppo spaventati che cerchi di estorcerci la posizione di Obi- Wan per andarlo a uccidere con le sue mani. Ma al tempo stesso non possiamo lasciarlo completamente all'oscuro, perchè i sovramenzionati complici cercheranno di prendere anche lui per fargli aprire le serrature di Kingdom Hearts. Proprio come dirgli dov'è Diz, nel caso l'abbiano scoperto.”.


“ Quindi gli dico che sappiamo ci sono queste persone coinvolte nella tragedia degli Eclipse, interessate sia a me che a lui?”.


“ Sì, tieniti sul vago. Il prima possibile cercheremo di avere anche una discussione coi membri dell'Alba Cremisi. Se erano al concerto, è possibile avessero già scoperto qualcosa su Demyx. Se chiede di me, digli che lo incontrerò di persona quando vuole se è necessario.”, rispose Ventus, ansioso di risanare in via definitiva la fiducia che esisteva un tempo tra Anakin e il clan Disney.


“ Ora comunque va a riposarti. La battaglia probabilmente durerà almeno un giorno e non ci saranno sostituzioni.”, consigliò Mulan, venendo fortunatamente ascoltata.


Sora materializzò dal Prizmod un hamburger che si era preparato giorni fa. Fortunatamente, se c'erano due cose che gli ultimi eventi non avevano attenuato, erano la sua voglia e la sua abilità nel cucinare, affinate quando preparava i bento per gli amici tra un allenamento e l'altro.

<< Mhhh, ha un odore delizioso…. posso?>>, chiese Mulan, e con un gesto Sora gliene fece apparire uno identico tra le mani. L’orchessa chiuse le fauci attorno alla succulenta carne di mammuth.

 

Era per questi momenti che era diventata un’insegnante.

 

                                                                                             *****


Anche Vader stava concludendo i preparativi per l’evento, che aveva affidato a Shan- Yu e alla sezione d’assalto nonostante la propria partecipazione all'evento. Il Sith stava discutendo nel suo ufficio proprio col fidato sottoposto e altri due ufficiali, rispettivamente dalla squadra spionaggio e dal gruppo di ricerca, le cui apparenze sembravano completamente in contrasto tra loro.

Il primo era noto ai più semplicemente come Alto inquisitore. Il suo aspetto era quello di un alto e longineo umanoide dalla pelle bianca con strisce rosse sul viso, con denti seghettati.  Abile sia come spadaccino che come spia, era il miglior segugio dell’intero clan, e non di rado si era conteso alcune taglie con lo stesso Boba Fett assieme alla propria squadra.
 

Ernesti Chevalier era una giovane fata dai capelli argentata, uno dei pupilli di Grace. Nonostante l’aspetto delicato e le trasparenti ali da libellula, l’albino era capace di sporcarsi le mani quanto qualsiasi nano, e negli ultimi anni aveva migliorato enormemente sia i droidi che i robot pilotabili utilizzati dagli Eclipse, i Silhouette Knights. In particolare, la seconda categoria era la sua grande passione e si era costruito a sua volta un’unità personale che guidava con incredibile abilità. Una volt a aveva persino aiutato il capoclan ad aggiornare i sistemi di R2, lavoro che prima di allora aveva condotto assieme a Grace o Luke.


“ Voglio che voi Inquisitori facciate il più possibile per isolare Sora dal resto dei Disney. Non ho dubbi che Paperone voglia tenerlo ben lontano da me almeno fino a quando non potrà evitarlo, ma ho bisogno di scoprire cosa nasconde quel ragazzino. Non fategli del male, comunque.”, mise ben in chiaro il Sith, ansioso di scoprire quale segreto si celasse dietro le abilità di un giovane altrimenti quasi del tutto ordinario.


 

“ Stia tranquillo, signore, siamo dei professionisti. Non a caso ci avete addestrato lei e miss Elga.", rispose confidente l'Alto Inquisitore.


 

“ A questo proposito, novità da Kal sull'operazione S?”, domandò gelido il Sith. Tutti i presenti deglutirono, sapendo qual’era l’oggetto della missione appena menzionata.


 

Shan-Yu e lo stesso Ernesti avevano avuto a che fare con lui. Due anni prima il clan Eclipse aveva ricevuto la richiesta da un gruppo di coloni di ripulire una zona del pianeta da loro scelto degli Spectrobe più pericolosi. Il comandante d'assalto aveva guidato le truppe sbarcate, e l'albino era con loro per collaudare alcuni mecha sperimentali.


Trovarono la fauna del continente già dimezzata, con Sephirot nel mezzo di una foresta rasa al suolo, e si ritrovarono scelti come suoi nuovi bersagli. Shan- Yu si ritrovò costretto a prendere tempo contro quel mostro per permettere ai suoi soldati di ritirarsi. Sopravvisse senza ferite durature solo grazie a un robot prototipo che pilotò per il duello, ma dovette comunque restare a letto per quasi un mese mentre l'unità fu ridotta in rottami.


“ Sephirot per il momento è rimasto nel sistema di Nanairo, si limita ad allenarsi contro tutti gli Spectrobe che trova, quasi tutti sopra i 35.000 Midi Chlorian..... migliora continuamente, non vogliamo fare previsioni su cosa succederebbe se tornasse.”, affermò il capo Inquisitore, tirandosi nervoso il colletto.

 

“ In quel caso dobbiamo sperare che gli Avalanche accettino aiuto, visto che hanno reso ben chiaro la testa di Sephirot appartiene a loro- disse Vader, alzando una mano per contare con le dita- sono migliorati enormemente, ma potrebbe non bastare. Al momento gli unici che possono occuparsi uno contro uno di Sephirot sono Ercole, Malefica, forse Paperone.... e io.”.


“ Riguardo Topolino, Paperino e Pippo? Insomma, sono il team più famoso della galassia per un motivo.”, si intromise Ernesti. 

 

“ Insieme potrebbero sconfiggerlo con relativa facilità. Ma non senza conseguenze, così come la sovramenzionata lista. E purtroppo sono spariti, mentre i Disney non fanno commenti. Auguriamoci tutti che resti dov’è finchè non avremmo risolto la situazione di Demyx e chiunque sia suo complice.”.


******


Wilhuff Tarkin poteva considerare ormai il suo periodo coi Gungan un anticipo della sua pensione. Aveva trascorso i tre mesi da quando si era allontanato dall'Executor pescando, leggendo, dormendo a proprio piacimento, e ogni tanto risolvendo l'occasionale pratica mandatagli dall'ufficio. Non sapeva per quanto altro tempo il suo periodo sotto falso nome sarebbe continuato, ma era ormai certo di essere, tra i suoi parigrado, quello più al sicuro.


 

D'altronde, anche se Malefica o chi per lei avessero trovato la sua precisa posizione, non avrebbero certo osato attaccare Naboo, considerando il valore che aveva come santuario del riposo eterno di Padmè sia per Anakin che per il culto di Leviathan ovunque venisse praticato, per cui la precedente regina era stata uno dei loro più rispettati e valenti membri.


Ciònonostante, sentiva il bisogno di variare un po' la sua dieta, che ormai includeva quasi solo pesce e alcuni tipi di alghe. Una sera, avvolto da una proiezione olografica che ne ringiovaniva di qualche vent'anni le fattezze più qualche altra differenza, l'anziano burocrate era andato in cerca di un buon ristorante di cucina esotica, anche per assistere a quella che sperava sarebbe stata una vittoria schiacciante per il suo clan.

La maggior parte dei locali stava ovviamente mandando in onda il preludio alla battaglia tra Disney ed Eclipse, e le strade erano gremite di fan delle due organizzazioni, intenti a fare scommesse e previsioni sul vincitore. Durante il tragitto, quando la folla si fece troppo fitta, Tarkin urtò per caso un passante. Quando entrambi si girarono per scurarsi, l’anziano burocrate si ritrovò davanti un uomo sulla trentina scarsa, dai corti capelli neri e vestito in maniera ricca, ma pratica, con abiti che portavano lo stemma reale di Narnia. Ancora più di esso, però, risaltava uno sfavillante ciondolo a forma di fiocco di neve che condolava dal collo del giovane.

“ Signor Tarkin, è lei?”, domandò Edmund Pevensie, uno dei quattro re di Narnia e detentore della Stella di Aldelbaran, un mistico artefatto che gli garantiva grande resistenza a molti elementi e status negativi, ma soprattutto gli consentiva di vedere attraverso ogni menzogna, illusione o travestimento. Incluso quello utilizzato da Tarkin.


“ Princ.... volevo dire, re Edmund? Mi scuso molto per avervi urtato, avevo la testa altrove.”, affermò il burocrate, maledicendo la sua goffaggine. Per fortuna, dubitava che Edmund avrebbe rivelato la sua presenza sul pianeta a chicchèsia.

 

“ Nessun problema, sono cose che capitano. Più che altro sono sorpreso di vederla qui, la sua ultima apparizione in pubblico risale all'anno scorso.”.


 

“ Questioni di segretezza anche per voi, purtroppo, sire. Sarebbe meglio separarci qui, ma se doveste desiderare la mia compagnia, ve la presterò volentieri.”.


 

“ Solo se non vuole fare il terzo incomodo.”, gli disse Edmund con una lieve risata, mentre accanto a lui apparve una bellissima donna dai capelli violetti e gli occhi scarlatti. Aveva un fisico alqaunto generoso, ma anche ben tonico, coperto da un'elegante camicetta coperta di brillantini e una gonna che arriveva fino a sotto le ginocchia. Sopra il bellissimo viso si trovavano due arcuate corna da demone, e da un buco nella gonna spuntava una coda puntuta. 

L'accompagnatrice di Edmund era per certi versi ancora più famosa di lui. Il suo nome era Vermeil, e durante la guerra contro la Strega Bianca era stata probabilmente il più potente soldato dell'esercito narniano, essendo riuscita a conquistare alcuni territori nemici anche da sola e aveva addirittura bloccato un'offensiva a Caer Paravell mentre i fratelli Pevensie ponevano fine una volta per tutte alla vita dell'avida incantatrice.

Vermeil by yureisen on DeviantArt
 

“ Oh, terzo incomodo, che brutta definizione. Dovrei essere io a preoccuparmi di disturbare la vostra serata.”.


 

“ Tutt'altro, siete più che benvenuto, tanto non pianificavamo nulla di che.”, rispose Vermeil, aprendo la strada verso il locale più vicino.


Tra una battuta e l'altra, poco dopo i tre erano seduti dentro una pizzeria, i tavoli messi in cerchio attorno a un gigantesco proiettore olografico che avrebbe trasmesso lo scontro tra Eclipse e Disney.


“ Lady Vermeil, la vostra presenza qui è incredibilmente rassenerante.”, commentò l'anziano burocrate, versando un bicchiere di vino alla succube.


 

“ Oh, signorTarkin, vuole per caso rendere geloso il mio fidanzato?”, scherzò questa, portandosi il bicchiere alle labbra color ciliegia.


“ Tranquilla, mia cara, ci vuole ben di peggio per accendere i miei istinti di ragazzo geloso- lla rassicurò Edmund, prendendo a sua volta un pezzo di pane- ma meglio che qualcuno non sfidi la sorte.”.


" A proposito, quale combattente sperare di vedere sopra gli altri oggi?", non potè che chiedere il Grand Moff.

“ Mhh, l'ultima volta che ho visto il vostro capoclan in azione è stato quando avete messo in streaming quel video dove ha ripulito da solo un nido di Spectrobes insetti in quella cintura di asteroidi. Sono molto curioso di vedere come se le cava l’attuale generazione dei Disney contro di lui.”.


“ Conoscendolo, scommetto che ha accettato solo per incontrare di persona quel nuovo Custode, Sora. Voi che dite?”.

" Sono della stessa opinione- concluse Vermeil, posando il viso sulle mani e girandosi verso lo schermo olografico- ma avremo la risposta a breve.", disse con un sorriso quasi smaliziato.

 

       *****

Tatooine non era cambiato particolarmente dall'ultima volta in cui Anakin vi si era recato e l'aveva lasciato con l'intento di non tornarci mai più, per quanto gli dispiacesse evitare le tombe della madre e del patrigno. D'altro canto gli Hutt avrebbero fermato chiunque provasse a cambiare la situazione che vigeva sotto il loro dominio.


In uno dei luoghi più sperduti del pianeta desertico, in un sabbioso angolo evitato dai più, un Bantha con tre passeggeri camminava lentamente verso quella che sembrava una piccola montagna. I suoi occupanti consistevano di un guerriero mandaloriano dall'armatura verde, un giovane Tusken e una figura femminile il cui volto era oscurato da un elmo arancione.

Arrivati a destinazione il trio scese a terra, e il mandaloriano fece rientrare il Bantha nel suo Prizmod, prima di toccare la parete di roccia.


 

“ Apriti, sesamo!”, esclamò. Un lieve bagliore turchese si propagò dalla sua mano fino alla roccia, che mutò fino a mostrare un varco sufficientemente largo da permettere a tutti di passare.

Dietro la porta si trovava un'enorme città sotterranea, apparentemente disabitata. Ma anche senza il suo visore Boba avrebbe notato miriadi di figure nell'ombra intente a squadrare lui e compagni.  Ad approcciarli dopo lunghi minuti fu un nerboruto uomo dalla pelle pallida, completamente calvo a parte un piccolo paio di baffi, armato con due imponenti set di artigli dorati.
 

“ Benvenuto, signor Fett. Il capo la sta già aspettando.”, disse con professionalità il monaco, guidandoli a un portone decorato con le immagini di numerose divinità, Heartless o Nessuno. I compagni di Boba restarono indietro, lasciandolo entrare da solo per trovarsi davanti un’ ampia tavola rotonda.


A capo tavola si trovava il leader dei Quaranta ladroni, Kassim. Apparteneva agli Urutan, una razza di crostacei umanoidi conosciuti per la loro indipendenza e la loro abilità per mimetizzarsi tra le dune, campo in cui superavano gli stessi Tusken. I tratti più animali dell'uomo erano però coperti quasi interamente con ampi abiti azzurri da Tuareg, lasciando scoperte solo dita artigliate e acuti occhi dello stesso colore.

Cinematic showing the Urutan enemies entering the Ogir-Yensa Sandsea

Il Re dei ladri, com’era spesso chiamato( titolo che aveva dimostrato ampiamente di meritare) aveva servito fedelmente Jabba da prima della guerra coi Diafani, costruendo il più temuto corpo elitè dell’organizzazione criminale. Ma da alcuni anni trovava sempre più insopportabile la pigra leadership dell’Hutt, specie quando Darth Maul aveva dimostrato d’essere un capo vigile e attivo per i suoi sottoposti.

 

Se il conflitto tra il cartello Hutt e l’Alba cremisi si fosse conclusa il giorno dopo, Kassim sarebbe stato probabilmente il primo a inchinarsi davanti al Sith e giurargli fedeltà. Siccome la loro rivalità sarebbe durata ancora a lungo, però, aveva deciso invece di usurpare il posto di Jabba e provare strategie che aveva consigliato, ma che continuavano però a essere ignorate. E aveva cominciato a radunare un buon numero di abili complici.


Al suo fianco si trovava un’elfa con corti capelli dello stesso colore e un’espressione furba, vestita con un’elegante abito da ufficio sulla cui schiena si trovavano ali finte. Si chiamava Uzuki Yashiro, era una delle responsabili dell’ufficio finanziario del cartello, e aveva deciso di contattare Kassim dopo aver trovato discrepanze nei conti inusuali persino per un’immensa organizzazione criminale.

 

L’ultimo membro dei cospiratori era una donna dai folti capelli bianco e grigi, tagliati appena sopra il collo in maniera molto disordinata, lasciando intravedere due orecchie appunta, un po' più corte di quelle degli elfi. Era pallida, praticamente bianca, aveva un'espressione del genere ' mi frego di tutto e tutti', al cui centro si trovavano un occhio dorato e uno argentato.


 

Il suo nome Eda Clawthorne, ed era assieme alla sorella Lilith una delle maggiori ricercatrici dei laboratori Hutt, nonché una delle più potenti e abili incantatrici di tutto l'Orlo Esterno.  Di diritto, lei e Lilith sarebbero dovute diventare a pari merito le nuove dirigenti dei laboratori Hutt per volontà scritta del loro predecessore, Hyeronimus Bump, morto l’anno precedente.

 

Ma alla cerimonia per annunciare il nuovo capo ricercatore, Jabba aveva bellamente ignorato il testamento lasciato dall’uomo, e invece delle due sorelle aveva nominato Philip Wittbane, un incompetente il cui unico pregio era sapersi appropriare dei lavori altrui e spacciarli per suoi senza lasciare tracce.

Sia Lilith che Eda non si erano mai state così insultate come in quel momento. Se possibile sarebbero saltate sul palco per strappare gli occhi di Philip e ridurre Jabba in un mucchio di molecole carbonizzate. L’unico motivo per cui si erano trattenute era che non intendevano trascinare in una guerra civile i loro protetti.

Eda infatti era la de facto madre adottiva di una banda di piccoli terrori che promettevano di essere la nuova e devastante generazione del mondo criminale della Via Lattea. A volte prendeva in giro Boba dicendo che si era unito a loro solo per non dover affrontare i suoi affezionati mostriciattoli.

Comunque, non avendo alcuna intenzione di permettere a Jabba di tarpar a quei ragazzi le ali come Jabba prometteva di fare con loro, le due incantatrici avevano accettato senza discussioni l’offerta di Kassim di unirsi a lui.

 

Francamente Boba provava una certa pena per Jabba, quando provava a immaginare cosa le sorelle Clawthorne avessero in mente per lui. Ma francamente se l’era cercata, tentando di controllarle più del dovuto.

“ Scusa il ritardo, Kassim, abbiamo dovuto seminare alcune spie di Jabba. Eda....”, disse il Mandaloriano, sedendosi e facendo un cenno rispettoso verso l’incantatrice.

“ Scialla.”, rispose la Donna gufo, posando le gambe sul tavolo e prendendo una fiaschetta piena di Sangue di mela.

“ Bene, amici, sono lieto di dire che sono riuscito a portare dalla nostra numerose altre tribù dell’Orlo Esterno, la maggior parte delle quali chiede solo di essere lasciata in pace sia dal Cartello che dall’Alba rossa. Una volta addestrati ed equipaggiati a dovere, confido che avremmo una forza militari sufficienti ad attaccare e conquistare il palazzo di Jabba.”.

“ Il problema sono gli altri che potrebbero reclamare il posto di Jabba. Morisse, certo, tu saresti quasi in cima alla lista, specie con me e Lilith a sostenerti,  ma gli altri pretendenti giocheranno più sporco di noi.”.

“ Ecco perchè i più se ne andranno anche prima di Jabba. Attirarli fuori dalla nostra giurisdizione e ucciderli sarebbe l’ideale. Purtroppo ho anche brutte notizie…. Uzuki?”.

L’elfa sospirò e agitò le sue ali mecchaniche, incrociando le dita sul tavolo con fare nervoso.

“ I fondi del cartello continuano a diminuire. Tutte le nostre attività mostrano un guadagno, ma ho controllato quante più attività possibili, e non riceviamo tanti soldi quando dovrebbero fornircene. Sembra che qualcuno prenda piccole, ma ingenti, frazioni dei nostri profitti. Era iniziato con pochi milioni di crediti qua e là, ma ora andiamo ben oltre quanto un contabile troppo avido o un altro pezzo grosso cerchino di intascarsi.”.
 

Kassim e soprattutto Eda misero su un’ espressione truce, avendo in effetti usato quel trucchetto quando non ricevevano i fondi di cui avevano bisogno. Certo, se fossero riusciti a recuperare i soldi…..

“ Modi per tracciare il responsabile?”, domandò la strega. Uzuki scrollò le spalle.

“ Ho messo il mio intero ufficio al lavoro per trovare tracce.  Finora sembra che i fondi passino per ogni genere di intermediari, cosa che ci rallenta un pò, ma per nostra fortuna abbiamo trovato qualcosa di troppo grosso per essere una coincidenza. Uno di quegli intermediari, un collezionista d’arte dai metodi ben poco legali, è stato derubato da 2B dell’Alba Cremisi.”.

 

“ Che dopo hanno cercato di rapire una rock star che a sua volta si è rivelato un Custode del Keyblade!”, disse Eda trionfante. Kassim mosse soddisfatto le fauci sotto il cappuccio e inarcò le dita corazzate, formulando gradualmente un nuovo piano di azione. Che però avrebbe messo in azione un altro giorno, per il momento prese un telecomando per sincronizzarsi sul grande evento del giorno, la più recente sfida tra gli Eclipse e i Disney.

 

“ Bene. Boba, io e te andremo di persona a interrogare questo collezionista  per scoprire cosa fa, poi cercheremo di spillare qualche informazione anche ai subordinati di Maul. Ma intanto, direi di pensare al secondo motivo per cui ho organizzato questa riunione…. Eda, fuori gli snack!”.

                                                               *****

 

L’armata dei Disney era imponente di fronte alla Grande muraglia: cavalieri, mistici, soldati in armatura potenziata e migliaia di Spectrobe o mezzi pesanti, tra cui la Razor Crest.

Grogu vi uscì corazzato con un’armatura potenziata relativamente piccola, comunemente detto Silouhette Gear. Aveva un aspetto relativamente basico, vagamente umanoide, ma fatto in adamantio e vibranio dipinto con numerosi simboli dell’alfabeto Mandaloriano. E così come l’armatura del proprietario, possedeva un gran numero di armi incorporate.

“ Uh, Grogu, stai da dio.”, commentò Angela andando incontro al compagno di squadra. Anche la Gargoyle era ben più coperta, portando sopra le ali un pesante mantello di pelliccia e una pesante tenuta in cuoio super rinforzato a coprirle il petto, accompagnato da un kilt coi colori della sua tribù e lo stemma dei Disney.

 

" Grazie, Angela. Da piccolo spesso questo tipo di esoscheletri usavo. Buon modo pensavo che fosse per non restare indietro.", affermò il piccolo guerriero, mentre anche Mando scendeva dalla nave armato fino ai denti. Poco lontano anche Judy, Arami e Montblanc approcciavano il gruppo, tutti e tre dotati di nuove divise da combattimento e nuove armi per ogni evenienza. La Nu Mou aveva anche ben due cinture avvolte attorno ai fianchi cariche di pozioni varie.

Sora arrivò in grande stile, attaccato a Ventus sul suo Keyblade in versione volante per atterrare proprio in mezzo al gruppo. Mulan li seguiva poco distante, seduta sul collo di un Mushu a grandezza naturale.”.

“ Felicissimo di rivederti, tutti amici, spero  che siate tutti pronti perchè gli dei sanno se avrò bisogno di voi.”.

 

“ Siamo tutti pronti per quanto possiamo esserlo e ancora più eccitati di te, Sora. Ora non farti venire subito il nervosismo.”, disse Judy saltando sulla spalla del compagno. Mulan si avvicinò al gruppo e attivò il proiettore olografico del suo Prizmod, mostrando una planimetria del campo di battaglia.

“ Allora, ragazzi, come sapete per le battaglie simulate i Prizmod si sintonizzano sui vostri segnali vitali. Una volta sofferti un certo numero di danni, verrete teletrasportati in infermeria. Gli Eclipse non attaccheranno con forza letale, ma aspettatevi una buona dose di trucchi e mosse molto pesanti.”, spiegò l’orchessa, facendo apparire in contemporanea una serie di linee e punti che mostravano i movimenti delle truppe Disney.

“ Chiaro, quale sarà il nostro ruolo, Kupò?”, domandò Montblanc.

“ Non potete ancora combattere la maggior parte degli Eclipse direttamente per forza di cose, ma avrete un ruolo molto più importante. Vi dividerete tra azioni di disturbo e supporto agli altri Disney. Curate i vostri compagni, piazzate trappole o ostacolate gli Eclipse mentre sono intenti ad attaccare…… insomma, fate casino.”.

Un largo sorriso si dipinse sulle espressioni dei sei ragazzi, che avevano tutta l’intenzione di seguire l’ordine nel modo più distruttivo possibile.



                                                                                                                    ******

Salve a tutti i lettori, spero di non avervi fatto attendere troppo il capitolo, ma sono stato impegnato con gli ultimi rimasugli sulla tesi e poi con un piccolo esperimento su AO3 completamente made in English. Il prossimo capitolo vedrà il grosso della sfida tra Disney ed Eclipse con relative reazioni, le scene di questo capitolo sono servite a presentare un paio di nuove sottotrame( in particolare quella riguardo il cartello Hutt)  che spero di sfruttare a pieno. A presto.

Ernesti è il protagonista di Knights e Magic, un manga isekai di Square Enix. Nella sua serie è un impiegato appassionato di mecha che finisce in un mondo fantasy dove utilizzano dei robot tecnomagici, appunto i Silhouette Knights, e finisce per rivoluzionare l'industria del suo nuovo regno.

Kassim è il padre di Aladdin, apparso nell'ultimo film. Qui sia lui che il suddetto appartengono a una delle razze di FF12, mi sembra che sia adatta a entrambi. Aladdin ovviamente apparirà assieme a tutti i suoi amici e compari più avanti.

Uzuki è una dei Villain di The World ends with you, gioco per DS e più di recente anime.

Eda e tutti i personaggi legati a lei provengono da Owl House, altra serie animata Disney. Mi sembrava fossero tutti perfetti per fare dei villain relativamente minori, ma più che capaci di creare altri mal di testa a Sora e compagnia.

Vermeil è la coprotagonista del manga Vermeil in Gold, dove è il famiglio del maghetto Alto( sì, è il suo nome). Qua le succubi sono 'semplicemente' aliene. Per qualche motivo mi è apparsa la sua ship con Edmund in testa un giorno e non se n'è voluta andare.

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Capitolo 28
*** Scontro per il rifugio- seconda parte ***


Snow Battle | Creatures, Cool artwork, Snow monster


Gli schieramenti dei Disney, appostati proprio di fronte alla muraglia, e degli Eclipse, situati nella tundra, si misero in formazione nel corso della mattinata, mentre alcune spie o ranger ben nascostidi entrambe le parti   inserivano le ultime trappole sotto la neve. I comandanti si incontrarono nel centro esatto del campo di battaglia.

Shan Yu era imponente come sempre, vestito di pesanti pellicce da lui stesso ottenute in gloriose cacce e armato con una grande spada ondulata incisa con ideogrammi mistici, che contrastavano le numerosi armi da fuoco che teneva alla cintura. Sulla sua spalla, uno Spectrobe falco incrociava temerario lo sguardo di Mushu, ancora avvolto attorno al collo di Mulan.

 

“ Lieto di vederti, Mulan. Siete tutti pronti?”, disse cordiale l’alieno, snidando la sua lunga chiostra di denti da squalo.

 

“ Certamente. Per rendere le cose più interessanti, ti va una scommessa?- propose l’orchessa, stringendo le braccia sotto il pettorale- Se perdo, ti rivelerò uno dei segreti del mio successo. In particolare il motivo per cui ho visto il nostro ultimo duello.”.

Shan- Yu si carezzò il pizzo,  ripensando al match in questione. Era stato solo uno sparring amichevole di quasi due anni prima, ma tutt'ora si chiedeva come la rivale fosse sembrata così invincibile mentre continuava a combattere, pur avendo utilizzato quasi tutte le proprie energie. Avrebbe saziato la sua curiosità, e offerto in cambio qualcosa di altrettanto prezioso.

“ Ci sto. Io invece ti darò un’arma che Grace sta sviluppando per me. Dovessi averla sono certo che l’adorerai…. ma non succederà, la vittoria oggi spetta a me.”.
 

I due generali tornarono dalle rispettive truppe con un largo sorriso sulle labbra. Nell'alto dei cieli, un dirigibile che proiettava l'immagine del giornalista Angus Fangus. La voce del cronista accompagnò i pensieri tanto degli innumerevoli contendenti che dei tanti spettatori sparsi della galassia, prima di partire in un countdown. Non appena raggiunse lo zero, Mushu lasciò il collo di Mulan per librarsi in alto e assumere le sue vere dimensioni, quelle di un enorme drago cinese avvolto dalle fiamme che ruggì fiero mentre i due schieramenti separarono la distanza tra loro con tanta forza da far tremare l'intera regione.

Sora si lanciò subito nella mischia evocando il Keyblade di Ventus e lanciandolo nella sua forma di Shuriken contro un manipolo di soldati, bloccandoli con fili di luce che li resero facile bersaglio per gli incantesimi di Montablanc e le armi del Silhouette Gear di Grogu. Approfittando della confusione generale, si  divisero e si infilarono dunque tra le truppe, attaccando rapidamente e scappando ancora più velocemente mentre l’artiglieria sparava i primi colpi. Le prime vittime di entrambe le parti vennero scagliate a terra e svanirono in raggi di teletrasporto, mentre i sabotatori cercavano di raggiungere i mezzi nemici per metterli fuori uso. Angela cercò di dare loro tempo utile, buttandosi nei gruppi nemici armata di ascia e scudo e avvolta da una possente energia che animava ogni suo movimento, la furia di una vera Gargoyle Berserk. Non a caso durante il mese di allenamento con lo zio Pietrafredda, si era concentrata soprattutto sul corpo a corpo per compensare la crescente dipendenza sulla propria musica.

Sora saltò sulle teste di alcuni soldati, cercando di farsi vedere in modo da offrire ai suoi amici un’utile distrazione. In lontananza vide Alami in groppa a Dumbo , correre a rotta di collo mentre lanciava le sue pozioni tutt' attorno o sfruttava le sue nuovi doti di Alchimista per manipolare la neve sotto i piedi degli Eclipse. Non ebbe purtroppo modo di osservare ulteriormente la situazione che dovette abbassarsi per schivare appena una spada laser a doppia lama lanciata come un boomerang.

Guardando la direzione in cui l'arma tornò, si trovò davanti nientemeno che l' Alto Inquisitore.

“ Ah, il Custode del Mazzo, come ti chiamano alcuni. E’ un vero onore conoscerti.”, disse il bizzarro alieno, riprendendo con un rapido gesto la propria spada. Sora ricambiò il saluto con un cenno rispettoso.

“ Anche per me, Inquisitore.”, affermò prima di sparare un potente getto d’acqua dalla punta del suo Keyblade. La spia  parò facilmente l'incantesimo e rispose con un attacco ravvicinando, chiudendo rapidamente Sora in un cruento duello. Il moro cercò di limitarsi a parare, muovendo fluidamente il Keyblade contro la lama roteante dell' Inquisitore in attesa di un buco nella sua guardia.

In suo soccorso venne Montblanc, che notando le difficoltà dell'amico sparò incantesimi a raffica contro l'Eclipse. Questi si difese tranquillamente con una barriera magica e continuò a rispondere con la sua letale eleganza alla doppia offensiva dei due avventurieri, finchè il Moguri non riuscì a fargli scivolare sotto i piedi quella che sembrava una granata. Prima che una colonna di fuoco esplose fin nell'alto dei cieli, mancando di poco lo stesso Mushu, Montblanc riuscì a buttarsi addosso a Sora per gettarsi al riparo.

" Urghh, che cos'era quella?", domandò ammirato il Jedi alzando la testa, notando che l'area in cui si trovavano era stata ripulita per diverse decine di metri.

" Magia Temporale ipercompressa, Kupò. Ho dovuto tentare quattro volte a metterci dentro la giusta quantità di plasma, per fortuna Archimede è stato pazientissimo, Kupò.".

Il duo di avventurieri fu sul punto di ricongiungersi ai propri compagni, quando qualcosa spuntò dalla neve proprio davanti a loro. Era un piccolo droide dalla corazza bianca e blu, con un'unico occhio che li guardò attentamente.

" E'.... chi penso che sia?", non potè che chiedere Sora, più eccitato che spaventato.

“ R2?! Oh, mamma, sono secoli che voglio chiedergli un autografo, Kupò!”, cinguettò a sua volta Montblanc. Non appena finì di parlare, Il leggendario droide sparò un raggio argentato contro Sora, che si divise in decine di bit fluttuanti per poi riapparire a molte miglie di distanza dalla battaglia. La sua sparizione non passò inosservata, infatti sia Mulan che gli amici del ragazzo avevano tenuto sotto controllo la sua presenza nella Forza sin da prima della battaglia, e ovviamente si preoccuparono non poco sentendolo allontanarsi di svariati chilometri. 

 

“ Dov’è finito Sora?”, esclamò Judy, saltando sulla testa di un soldato.

“ Sento la sua presenza, è ancora qui. Ma a molte miglia di distanza.”, rispose Alami, lanciando una delle sue pozioni e formando un fronte unito con la coniglietta, Dumbo e Grogu per resistere fino alla fine. Nel frattempo, l'oggetto dei loro pensieri si stava muovendo con difficoltà nella tundra per ricongiungersi a loro.
 

Sora avanzò un passò dopo l'altro nella neve, esalando nuvolette d'alito condensato a ogni respiro. In lontananza il moro vide la tempesta di luci e cruenti suoni che si espandeva a vista d'occhio sotto la grande muraglia. Gli Eclipse erano riuscito ad attirarlo molto lontano dal grosso dello scontro, ma pensava di poter tornare in tempo prima che finisse.

Questo prima di sentire una penetrante sensazione con la nuca, un avvertimento di pericolo incombente e immenso che lo spinse a girarsi col Keyblade tra le mani. Dietro di lui 
Vader camminava lentamente, la cupa armatura in contrasto col resto del paesaggio, come un buco nero nel centro esatto della galassia. Regale e pericoloso come solo il signore degli Eclipse poteva essere. I due Custodi in breve si ritrovarono l'uno di fronte all'altro, e i loro Prizmod cominciarono a registrare l'incontro.

" Immagino- cominciò Sora guardingo- che volesse parlare con me, lord 
Vader. Per questo l'Alto Inquisitore ed R2 mi hanno condotto via dai miei compagni?"

" Sì, avevo bisogno di discutere con te faccia a faccia e senza interferenze, ma c'è solo un modo in cui due avventurieri, portatori del Keyblade in primis, possano farlo- Con uno sbuffo di tenebra, 
Vader materializzò Oblio, puntandolo verso il ragazzo- Sora di Atlantica, ti sfido formalmente a duello". Un lievissimo sorriso si dipinse sulle labbra dello sfidato, che sistemò la sua posa, alzando il Keyblade sopra la testa.

" Accetto molto volentieri.".

Lo stile di combattimento di Vader rappresentava appieno il Sith, era puro calcolo volto a dominare l'avversario. Ogni attacco sembrava partire lentamente, solo per apparire improvvisamente di fronte all'avversario all'ultimo istante. Sora si ritrovò pertanto racchiuso in una gabbia di precisissimi colpi, ritrovandosi più volte i denti di Oblio a poca distanza dal collo o dal volto senza che se ne fosse accorto, e ancora non era riuscito a intaccare minimamente la guardia del rivale. Nessuno di loro aveva inoltre utilizzato tecniche, uno perchè non ne aveva bisogno, l'altro perchè non ne avrebbe avuto neanche il tempo. Infine, dopo molti faticosi minuti, Sora credette di trovare il punto debole di Vader: il suo stile di scherma era fatto soprattutto per analizzare gli avversarli e demolirli, rapidamente e nel modo più completo possibile.

L'unico modo per sopravvivere più di qualche minuto, era non avere nessuna forma. Il moro cominciò ad accelerare gradualmente, muovendo la lama senza il minimo senso logico e facendo lo stesso col suo gioco di gambe, senza pensare a qualsiasi tipo di schema. Anakin aveva già visto trucchi simili in passato e non ne fu particolarmente intimidito, ma non di meno dovette sforzarsi di più per colpire Sora ed evitare i suoi attachi. Infine avvenne l'impensabile.... un contrattacco. Sora aveva mancato all'ultimo un fendente che gli avrebbe probabilmente procurato una vistosa cicatrice sul petto non l'avesse schivato, ma invece di ritirarsi era entrato ulteriormente nell'area di Vader e contemporeaneamente aveva attivato i Midi- Chlorian.

" Break Rapido!", esclamò sferrando un fulmineo fendente alla maschera del rivale, saltando quindi a poca distanza da lui. L'avventuriero più anziano si portò una mano alla parte colpita, trovando un graffio, per quanto insignificante, a lato della maschera. Si girò a guardare torvo il ragazzo, mentre R2 continuava a registrare, sorpreso che il suo amato proprietario fosse stato preso da un attacco così basico.

" Sembra che ti abbia sottovalutato, Sora- disse l'uomo, ancora più gelido della neve che li circondava- e soprattutto ti ho insultato, usando un unico Keyblade. Ti chiedo perdono per questo eccesso di arroganza, ma ti assicuro che non accadrà più.". Nella mano libera si generò la lama multicolore del Lontano Ricordo. Il Sith incrociò davanti al petto i due Keyblade e quindi si gettò di nuovo all'attacco con l'aggressività che gli era consona. 
 

Sora rispose con tutta la sua determinazione, cercando nuovamente di abituarsi al ritmo del rivale, disegnando assieme a lui infiniti solchi nella neve e tagliando alcune rocce che finivano in mezzo ai colpi. Aveva incontrato i mostri della galassia ben prima di quando fosse stato il tempo. Adesso stava affrontando il più terribile di tutti, quello cui era legato in qualche modo, e non poteva esserne più eccitato.


“ Dimmi, Sora, qual è la cosa più importante per un avventuriero in combattimento?”, domandò a un certo punto Vader, chiudendo a forbici i Keyblade attorno ai fianchi del ragazzo, che fortunatamente sgusciò via con un salto ben calcolato.


" La cosa più importante in combattimento? Dammi solo un attimo per riflettere.", disse ansimante, saltando di nuovo per schivare una sfera di energia oscura. Il moro cominciò dunque a riflettere attentamente sulla domanda, continuando intanto a parare i devastanti attacchi del Sith.
 

Gioco di squadra? No, non erano in un cartone da due soldi.

Potere? Troppo ovvio.

Onore? Neanche per scherzo. Anche Ercole, conosciuto da tutti per la sua generosità e gentilezza, aveva reso ben chiaro a Sora che in uno scontro  di quelli veri, ogni trucco è lecito pur di vincere.

' Se devi scegliere tra la vita, specialmente quella altrui, o l'onore- aveva aggiunto Phil mesi prima- scegli sempre la vita.'.

‘ Un momento….. Ercole!’, fu il fulminante pensiero che riattraversò la mente di Sora, mentre  schivava una grossa sfera di energia oscura scagliata da Vader. Il leggendario gladiatore era stato il primo avventuriero d’alto rango che avesse incontrato di persona, ed era conosciuto  in lungo e in largo per avere la più grande forza muscolare della galassia. Ma se fosse bastato quello a diventare il miglior gladiatore della Via lattea, non sarebbe stato altro che un bruto privo di tecnica.

 

Ciò che rendeva Ercole il fenomenale combattente e amico che aveva conosciuto era….

 

“..... il controllo. E’ ciò che distingue un vero utilizzatore della Forza da qualcuno che ha appena iniziato a percepirla o a chi si limita a sparare incantesimi a raffica.”.

 

“ Eccellente risposta, Sora. Ora dovrai mostrarmi il tuo controllo contro questa.”, affermò il Custode più anziano alzando Lontano ricordo per avvolgerla con scariche d’energia che crebbero gradualmente d’intensità fino a formare una lunga lama di energia dorata la cui sola vista terrorizzò Sora. Essendo cresciuto guardando duelli o battaglie simulate come quella cui stava partecipando, non gli volle certo molto a riconoscere quella che era comunemente considerata come la più potente tecnica di spada normalmente insegnata, quasi alla pari con alcuni Limiti.

“ Gigaslash.”, disse gelido Vader, muovendo il braccio dietro la testa per caricare il colpo nello stesso modo con cui aveva sconfitti innumerevoli avversari.

 

Di nuovo la mente di Sora cominciò a elaborare in maniera fulminea le ipotesi a sua disposizione, conscio di avere a disposizione una frazione di secondo al massimo. Non poteva schivare, anche se ci fosse riuscito a Vader sarebbe bastato curvare la lama.

 

L’unica opzione era…. disarmare Vader prima che potesse abbassare il Keyblade.

 

Un’aura dorata avvolse il corpo di Sora, concentrandosi rapidamente attorno alla punta stellata del suo Keyblade. Respirò a fondo, sentendo il cuore battere all’impazzata mentre compiva il primo passo. Con un fluido movimento del braccio lanciò la sua arma, mentre un nome sfuggiva dalle sue labbra in modo completamente naturale.

“ Star Cutting!”, esclamò prima di attivare il più rapidamente possibile uno dei suoi incantesimi di protezioni, venendo avvolto da una barriera formata di piastre riflettenti. Chiuse gli occhi, non riuscendo a vedere la Catena regale che tagliava il braccio con cui Vader stava per eseguire l’attacco, ma non di meno avvertì l’esplosione che seguì, nata dal contrasto tra le rispettive energie.

 

La neve si sciolse per decine di metri mentre il boom sonico conseguente giungeva fino al resto della battaglia. Sia Sora che Vader vennero scagliati via e persero i sensi.

 

                                              *****

Quando Sora riaprì gli occhi si ritrovò in quella che sembrava una perfetta riproduzione di una mappa spaziale, colma di stelle e comete d’ogni colore. In lontananza poteva anche vedere molti pianeti, ma ad attirare soprattutto la sua attenzione fu una porta decorata con nebulose e galassie.

Ricordando il sogno dove aveva incontrato lo spirito di Ventus, il moro si mosse con estrema cautela verso la porta, a cui bussò timidamente senza ottenere alcun effetto. Voltandosi, però, si trovò davanti una bizzarra figura.Era un bambino di al massimo dieci anni, vestito con un pigiama sempre decorato a stelle, sulla testa un berretto con gli stessi simboli. Su una guancia aveva tatuato un sole arancione, e sull’altra una luna azzurra.
Potrebbe contenere: an anime character with white hair and blue eyes holding a ball in her hands, surrounded by stars
 

“ Ben svegliato, Sora, è un vero piacere conoscerti. Malal non mi aveva incontrato fino ai vent’anni, tu prometti davvero bene.”, affermò il bambino con un tono alquanto divertito, al che Sora lo riconobbe.

 

“ Tu saresti….. il Collezionista?”, chiese il Custode, riconoscendo l’entità, uno degli Esper più difficili con cui legarsi. Era conosciuto come un protettore dei sogni e a tratti una personificazione del concetto stesso di gioco, ma era anche capace di innumerevoli dispetti o capricci. Insomma, quello che ti aspetteresti da un bambino vecchio milioni di anni con tutto il potere che vuole.

 

“ In persona. Non è molto risaputo, ma sono anche l’osservatore del Custode del Mazzo…. cioè te.”.

 

“ Ven mi aveva detto che la Forza è composta anche dal mondo dei sogni. E’ lì che ci troviamo?”, chiese Sora guardandosi attorno, avvertendo una sorta di rumore di fondo composto da infiniti pensieri e qualche occasionale flash composto da bizzarre immagini. Il Collezionista però schioccò le dita, scuotendolo da quella breve trance.

 

“ All’incirca, siamo nella zona più stabile, non sei ancora pronto per affrontare la dimensione onirica vera e propria. A essere onesti sono qui per assicurarmi che tu non ci entri mai. E’ l’unico parte della forza cui Xenahort non ha ancora accesso, e se dovesse aprire la serratura che si trova lì sarebbe un disastro. Ma può farlo solo col tuo aiuto. ”.

 

“ Quindi è ancora vivo, come pensa Paperone. Beh, non sono certo così stupido da aiutare un traditore del suo calibro.”, sbuffò Sora, che a dirla tutta sperava di non trovarsi mai faccia a faccia col perfido Skrull. Per quanto lo riguardava, se Paperone o meglio ancora Anakin fossero riuscito a ucciderlo in via definitiva, tanto meglio per lui e soprattutto per i suoi amici.

 

“ Aiutare non è il termine adatto, più che altro cercherà di metterti in una situazione dove non avrai modo di rifiutare. Rapirà i tuoi amici, forse la tua famiglia, cercherà di insinuarsi nella tua testa e metterà in pericolo miliardi di persone solo perchè tu non abbia altra scelta che fare ciò che dice. ”.

Sora si grattò i capelli a punti, la sua espressione incerta in chiaro contrasto col sorriso dell’eterno bambino di fronte a lui.

“ Cosa mi consigli di fare?”, non potè che dire infine.

“ Quello che vuoi! Tu sei il Custode del mazzo, non solo rappresenti l’unità che esiste tra i cuori di tutta la galassia, ma simboleggi anche lo stesso libero arbitrio. Nessuno può intrappolarti o costringerti a fare ciò che non vuoi, se ti ci metti d’impegno.”.

Quelle parole colpirono Sora come una scarica elettrica, riportandolo a riflettere sulla sua vita. Voleva lasciare le Isole del Destino  per esplorare la galassia, privo di qualsivoglia limite. Desiderava conoscere nuovi popoli, trovare altri amici potenti e fidati, mangiare ciò che vuole,  esplorare il limite assoluto della galassia e punire severamente chiunque avesse provato a confinarlo….. o a fare lo stesso coi suoi amici.

Il che rendeva il piano di Xenahort ancora più intollerabile per lui. Dargli ciò che meritava sarebbe stato tanto un dovere che un privilegio, se l'occasione si fosse presentata.

“ Xenahort e chiunque lo segua avrà ciò che meritano, che sia per mano mia o di coloro che hanno sofferto a causa loro.”, affermò con più decisione.

“ Eccellente, Sora, semplice ma diretto. Ora ti rimanderò nel mondo dei vivi, sta attento a Vader. Se la situazione degenerasse, soltanto insieme potreste salvare la galassia.”.

                                            ******

Anakin si svegliò in forma come non si sentiva da anni, nuovamente…. integro. Letteralmente, quando aprì gli occhi per controllarsi vide gli arti con cui era nato, li sentiva come tale. Persino il suo volto, quando ebbe il coraggio di toccarsi, era esattamente come prima dello scontro con Obi- Wan, al di là di qualche ruga.

Dove si trovava però? L’esperienza gli aveva insegnato che i sogni di un qualsiasi utilizzatore della Forza, specialmente un Custode del suo livello, tendevano a essere ben più che semplici prodotti della fase REM.

“ Benvenuto nel mio piccolo regno, lord Vader. E’ molto che attendevo di riceverti.”, affermò una voce proveniente in apparenza da ogni direzione. Messo istantaneamente sull’attenti, Anakin evocò i propri Keyblade e si mise in guardia mentre di fronte a lui si materializzava una figura umanoide, completamente bianca e delineata da un contorno nero.

“ Chi sei tu?”, domandò il Sith solo per rispondersi da solo, riconoscendo l’immenso potere che gli stava davanti.

 

L’ Eidolon noto semplicemente come la Verità era forse la più misteriosa di tutte le Evocazioni, al punto che anche i concetti da lui incarnati erano fonte di dibattito tra molte organizzazioni religiose. Persino  gli ordini a lui dedicati e i suoi pochi campioni discutevano non poco tra loro se incarnasse semplicemente il concetto di verità, fosse un aspetto del fato o addirittura l'equilibrio tra luce e tenebre. Argomenti che a loro volta erano molto controversi dipendentemente da chi li discuteva.

 

“ Sono il mondo….. sono l’equilibrio….. e sono anche te.”, affermò l’entità, riapparendo a meno di un metro di distanza dal Custode e puntandogli contro un dito. Anakin ricambiò il gesto con un piccolo ma rispettoso inchino.

 

“ E’ un onore essere al vostro cospetto, altissimo. Per quale motivo mi avete convocato qui, se posso chiedere?”, domandò incerto Vader. Aveva tentato più volte nel corso degli anni di stringere un contratto con qualche divinità, ma era sempre stato ignorato. Fortunatamente, grazie all’aiuto di R2 e alle proprie capacità aveva dimostrato di non aver mai avuto bisogno di un’evocazione.

 

“ Sostengo un discorso che è stato rimandato fin troppo. In quanto tuo osservatore, nonchè di chiunque sia venuto prima di te, avrei dovuto convocarti già dopo il tuo duello con Obi- Wan, ma la tua mutilazione me l’ha impedito. E non mi riferisco a quella del tuo corpo, ma a una nel tuo spirito.”

“ Quindi è per questo che non sono mai riuscito a risanare del tutto il mio fisico?”, affermò Anakin con una puntina di rabbia.  Cercò di riportare alla mente il suo ultimo duello con Obi- Wan, ma per qualche ragione la sua memoria si fermava sempre all'attimo in cui l'energia del suo Cambio forma sembrava amplificarsi oltre ogni limite. Aveva sempre dato al suo vecchio maestro la colpa della sua mutilazione, ma..... se ad aver causato  le proprie ferite fosse stato qualcosa dentro di lui?

“ Sì, in questo caso la materia imita l’anima, fratturata dal tradimento e dalla delusione. Solo sorpassandole potrai raggiungere il tuo vero potenziale e diventare quello che saresti dovuto sempre dovuto essere.”

“ Il Prescelto, il Maestro dei Maestri? Sia Obi- Wan che Qui- Gon mi hanno sempre detto  che per quanta fede avessero in certe profezie, di non darvi mai più importanza di quanto meritassero, per non montarmi la testa. E ho seguito il consiglio.”.

“ Vero, tutto quello che sei e hai oggi non è che il risultato dei tuoi sforzi. Ma essere uno dei prescelti di Kingdom Hearts non è una questione di potere, ma di responsabilità. E di giustizia, anche nei tuoi confronti. C’è molto che devi ancora scoprire su quanto successo durante la caduta del clan…. e solo una persona può darti risposte che accetterai.”.

“ Dove posso trovarlo?”, domandò ansioso Anakin, curioso chi fosse quest’individuo capace di dirgli tutta la verità su quanto accaduto quasi sedici anni prima. Forse un membro del clan che si era finto morto per paura di Obi- Wan o dello stesso Sith?

 

“ E’ stato disperso per anni, bloccato in stasi. Credo sia sul fondo di un vulcano per ora…. ma qualcuno dei tuoi è già sulle sue tracce.”.

“ Uno dei miei? Chi può….”.

“ Ci rivedremo presto, Anakin Skywalker. Nel frattempo proteggi quanto è tuo di diritto, come hai sempre fatto.”.

                                          *****

Mentre Sora e Anakin sostenevano il dialogo coi rispettivi osservatori, lo scontro tra Disney ed Eclipse giungeva ormai al termine. Un accurato uso dei mezzi pesanti aveva ribaltato la superiorità numerica dei Disney, e Shan- Yu stava consumando l’ennesimo duello con Mulan. Le lame dei due contendenti si scontravano generando turbini di scintille mentre si muovevano l’uno attorno all’altro cercando di sorprendersi a vicenda, generando onde d’urto che giungevano fino alla muraglia.

“ Furia del drago e della fenice!”, gridò a squarciagola la guerriera, avvolgendo le gambe con turbini infuocati che presero la forma dei due animali da lei menzionati. Balzò verso Shan- Yu, roteando su sè stessa per aumentare ulteriormente la forza d’impatto. Sapendo che, se l’avesse ricevuta in pieno sarebbe stato sconfitto, il Seeq prese dal Prizmod una piccola sfera fumogena, sufficiente a creare una nebbia che lo nascose da Mulan. Atterrata in mucchio di neve sciolta a causa della propria tecnica, l’ orchessa estese i propri sensi per cercare il rivale, ma per una volta questi fu più veloce di lei.

 

“ Tsunami!”, esclamò il condottiero, generando dietro di sè una fortissima mareggiata che travolse Mulan con una forza sufficiente a inondare un continente. L’orchessa ricevette tutta quella pressione concentrata su tutto il proprio corpo, ed era troppo stanca per difendersi. Si ritrovò schiacciata contro la neve, scavando col proprio peso un’enorme buca e quando riaprì gli occhi la spada ondeggiante del Seeq era davanti alla sua gola.

 “ Uff, hai vinto, Shan- Yu.”, non potè che concedere l’orchessa mentre il Prizmod segnalava la sua resa, nonchè quello dell’intero clan. Con un sorriso irto di denti, il berserk la prese per mano e l’aiutò a rialzarsi.
 

“ Un patto è un patto, Mulan. Come avresti vinto il nostro ultimo duello?”, domandò curioso mentre lei si ripuliva dalla neve.

In risposta un flusso di dati prese forma sulla spalla di Mulan, mostrando un grillo blu delle dimensioni di un criceto, dallo sguardo piuttosto furbo.

“ Ti presento il mio secondo Spectrobe, Cri- Cri. Ha la capacità di lanciare svariati buff su di me e sui miei alleati anche mentre è all’interno del mio Prizmod. Ovviamente ne ho approfittato il più possibile, spero che non mi prenderai per un’ imbrogliona.”.

 

Shan- Yu guardò attentamente il piccolo grillo, aprendo forse un pò troppo le fauci al punto che l’insetto lo prese come una minaccia e sibilò in difesa della propria padrona. Il guerriero barbarico si mise a ridere.

“ Ah, che tipetto interessante. Grazie dell’informazione, prometto che non la sbandiererò in giro. Tanto di imbrogli ne ho visti ben peggiori.”, affermò mentre nello stesso momento il suo falco scendeva dalle nuvole insieme a Mushu.

“ Grazie per la comprensione. Andiamo a farci qualche barile di sakè? Offre il mio fidanzato tanto.”.

 

                         *****

 

“ E la vittoria di questa battaglia va al Clan Eclipse!”, esclamò estasiato Angus, riempiendo la grotta dei Quaranta ladroni, rimasta a lungo in silenzio. Il gruppo di criminali rispose con grida a volte di giubilio, a volte di fastidio per le scommesse perse, e non fu diverso nell’ufficio di Kassim.

 

“ Uff, e duemila munny se ne vanno.”, sbuffò Eda, muovendo la menzionata somma verso Kassim, che si rigirò le banconote tra le avide chele. Boba, che aveva trascorso tutta la visione prendendo appunti sui combattenti più interessanti, si alzò per dirigersi verso la porta.

“ Amici, vi ringrazio per la discussione, è ora che io vada.”, disse secco mentre Eda gli sorrideva sorniona.

“ Ricordati che il tuo appuntamento con Lilith è tra tre giorni.”, esclamò portandosi una mano alla bocca per poi scoppiare a ridere assieme agli altri occupanti.

 

Sotto l’elmo Boba si sentì arrossire. La sua relazione con Lilith Clawthorne era qualcosa che cercava di tenere assolutamente segreta, quindi tutta la fazione anti Jabba ne era al corrente.

Forse, se fossero riusciti nell’intento di prendere per loro il cartello e rendere i territori dell’ Orlo esterno un pò più abitabili, ci sarebbe stato un futuro per loro.

" Bene, signori- fece invece Kassim con tono più teatrale- sono molto soddisfatto dei progressi fatti oggi, e credo anche questo spettacolo ci abbia fornito alcune informazioni utili. Non so dire quando sarà la prossima riunione, quindi state attenti. Io mi occuperò della prossima fase del piano, d'altronde..... c'è una festa ad Agrabah che mi aspetta.".

*****

Nel ristorante in cui Tarkin, Edmund e Vermeil avevano guardato la sfida tra Disney ed Eclipse, partì una lunga serie di applausi e fischi, tra cui molte richieste di un bis e le lamentele di chi aveva scommesso sull’ armata guidata da Mulan.


“ I miei complimenti, mr. Tarkin, i vostri membri continuano a migliorare costantemente.”, disse allegro Edmund, lieto di poter guardare battaglie così ' innocue' solo per divertimento.

" Vi ringrazio, considero questo come il lavoro della compianta Abigail- sospirò l'anziano burocrate, alzandosi- vi ringrazio della bella serata, vi auguro un buon ritorno a Narnia.".

" Oh, no, resteremo qui ancora per un pò- lo contraddisse Vermeil con un ampio sorriso- ma tranquillo, non attireremo attireremo ulteriormente l'attenzione su di voi. Buonaserata.".

Tarkin uscì nelle strade della città anfibia, circondato dalle chiacchiere sulla grande battaglia simulata e sui prossimi eventi che si sarebbero tenuti nel corso dell'anno, chiedendosi a quali gli Eclipse avrebbero fatto la stessa figura. Ignorando i vari rumori, l'uomo prese il suo Prizmod e cliccò su un file segreto, quello del suo testamento.

“ Qui parla Wilhuff Tarkin. Vorrei nominare come mio successore a capo della sezione burocratica del clan Eclipse Edmund Pevensie, re di Narnia.”.

 

Mentre Tarkin tornava al palazzo del re dei Gungan non si rese conto d’essere visto da qualcuno. Un uomo sulla trentina scarsa dai corti capelli brizzolati, una cicatrice su metà viso e uno sguardo di ghiaccio.

“ Capo? Qui è Jack…. credo di aver trovato Tarkin.”.

 

                                                    ******

 

Malefica dava lente,ma ripetute spinte al bassoventre di Talon, legata a braccioli del letto e bloccata dal gridare da una pallina stretta tra le sue labbra.

Le signore degli Stecker erano vestite con dei completi di cuoio nero che andavano dalle spalle fino all'intimo, lasciando ben poco all'immaginazione, lasciando le loro curve libere di muoversi in una confusa unione di rosso, nero e verde.

Quando sentì il Prizmod squillare, Malefica non si interruppe. Continuando a muoversi sulla splendida figura della compagna, si portó il dispositivo all'orecchio e prese tra le dita uno dei tentacoli di Talon.

“ Capo, credo di aver trovato Tarkin- disse la voce di Garland-Era travestito, ma sono certo di averlo visto in un ristorante della capitale Gungan”

 

“ Naboo- concluse irritata Malefica, sedendosi su una coscia di Talon e tirando appena l'estremità che teneva in mano- dovevo aspettarmi l'avrebbe mandato nel vecchio regno di Padmé . Attaccarlo mentre si trova lì equivarrebbe a una dichiarazione di guerra”

E anche se Malefica voleva una guerra aperta con Vader, intendeva cominciarla solo dopo aver indebolito il più possibile gli Eclipse. Anche se Tarkin fosse stato trovato morto senza apparenti tracce, Vader si sarebbe comunque recato su Tenebrae con tutta la sua flotta e al diavolo le conseguenze.

 

“ Vuole lo tenga d'occhio?”, domandò il cavaliere dall'altro lato, a sua volta in incognito. Cosa abbastanza facile da fare quando persino il suo fan più accanito conosceva solo l'elmo cornuto che portava quasi sempre.

 

“ Sì, casomai tentasse di lasciare il pianeta, trova un modo per bloccarlo. Altrimenti non fare niente. “, ordinó secca la Gria prima di chiudere la conversazione. Con uno sbuffò, chiuse le ali a mantella per sdraiarsi accanto a Talon, liberandola con uno schiocco di dita.

 

La Twi' Lek sputó la gag ball a terra, e abbracció l'amante, sfregando il generoso petto sul suo fianco.

 

“ Allora? “, chiese, ansiosa di concludere il lavoro per cui si preparava da quasi dieci anni.

 

“ Tarkin è su Naboo. Ucciderlo lì significherebbe seguirlo subito dopo. Consigli, mia amata? “, domandò Malefica, baciando la fidata sicaria in un occhio e avvolgendole le spalle con un braccio. Lei rispose carezzandole le corna, riflettendo sul problema finché non le venne un'idea.


“ Io proporrei di agire indirettamente - affermò con un sorrisetto quasi sadico-ci sono molte fazioni in giro per la galassia. Se le spingessimo a combattere su Naboo, Tarkin non sarebbe che una casualità tra tante, e l'ira di Vader sarebbe rivolta verso qualcun altro”.

 

Malefica soppesó la proposta per qualche secondo. Trovandola di suo gusto, ricambiò l'espressione dell'amante e si mise di nuovo sopra di lei, toccandola con malata dolcezza.

 

“ Ricordami perché non ti ho ancora chiesto di sposarmi, mia diletta.”, chiese spingendo un ginocchio verso l’intimità della Twi’lek. Quest’ultima rise smaliziata e baciò il naso color giada della compagna.

 

“ Perché, cito testualmente : farò di te la mia sposa solo quando l'intera galassia ti implorerà di diventare la sua regina “

Le due donne furono sul punto di riprendere il loro ingordo atto d’amore, quando il Prizmod di Malefica le interruppe con un altro squillo. Leggermente irritata, la strega prese il dispositivo per rispondere, calmandosi però quando vide il mittente.

“ Mhhh, sono le mie madrine, chissà che hanno da dire.”.

 

Talon emise uno sbuffo infastidito. Non è che odiasse le madrine di Malefica, tutt’altro, ma erano di quelle persone che non conoscevano alcuna forma di moderazione e tendevano a parlare a lingua sciolta di qualsiasi argomento passasse loro per la mente, in genere tra i più macabri. Forse anche per quello Malefica era ancora tanto attaccata a loro sulla soglia dei quaranta. Durante la sua infanzia, oltre ad addestrarla, erano state un piacevole contrasto speculare col padre. Forse aiutava anche che fossero un gruppo abbastanza famoso che faceva quel tipo di musica macabra che la signora degli Stecker adorava.

Dall' altra parte comparve l'immagine di tre streghe un pò avanti con gli anni, tutte diverse tra loro nonostante qualche superficiale somiglianza. Tra cui lo smielato sorriso che rivolsero alla loro ex apprendista.

The Sanderson Sisters Are Back in Hocus Pocus 2 | Disney News

“ Ciao, amore, come stai? Non siamo di ritorno dal nostro ultimo tour, e non crederai chi ci ha dato un passaggio.”, disse una di loro civettuola prima di spostare la telecamera, rivelando accanto a loro  un'altra familiare figura dell'infanzia di Malefica, che ghignò tronfio in direzione della donna. Questa sbarrò gli occhi, e sotto di lei Talon sentì il sangue gelarsi.

 

“ Non ci credo…. è proprio lui?”.


                                                                                  *******

 

Salve a tutti, mi scuso per il grande ritardo, sono stato bloccato a causa delle raccolte per le olive, gli sforzi per trovare un lavoro e ovviamente la mia tipica pigrizia. Spero abbiate apprezzato lo scontro e i nuovi sviluppi. Sia ben chiaro,  Vader contro Sora si è trattenuto immensamente, se il secondo non l'avesse disarmato, anche il suo Gigaslash avrebbe colpito con una frazione di una frazione della sua vera potenza, era solo per dare l'ennesima svegliata a tutti e due. La prossima saga sarà basata su una saga sci- fi a me molto cara, di cui avete già visto un rappresentante qualche capitolo fa. A presto, spero.

 Il Collezionista è un antagonista di Owl House.
La Verità è un'entità di Full Metal Alchemist.
Le madrine di Malefica sono le sorelle Sanderson dal film Hocus Pocus.

 

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Capitolo 29
*** Il ritorno di una leggenda ***


I festeggiamenti per l’esito della battaglia erano durati quasi tutto il giorno seguente per entrambi le parti in causa, che si erano scambiate doni, complimenti e suggerimenti. Quindi Vader e Paperone si erano diretti all’ Executor assieme alle truppe del primo, pronti a ripartire per gli spazi siderali. Il Sith teneva le dita cibernetiche strette attorno alla torta promessagli il mese prima, purtroppo con sua somma delusione si era risvegliato nello stesso stato in cui si era trovato negli ultimi sedici anni.

Non che fosse un gran problema, ormai si era abituato a quello stato da cui sembrava non esserci cura. E almeno adesso aveva la certezza che, se fosse riuscito a risanare qualsiasi ferita affliggesse il suo animo, forse avrebbe anche potuto guarire la propria pelle bruciata.

“ Sei sempre il benvenuto, Anakin, e lo sai.”, disse Paperone, accompagnandolo sulla via per lo spazioporto, dove Rex lo attendeva già con una navetta per tornare alla base degli Eclipse.

“ Io…. grazie, lo terrò a mente.”, sospirò il Sith. Negli ultimi anni, pur restando amico e alleato del Clan Disney, aveva mantenuto comunque una certa distanza dopo la scomparsa di Della. Ora forse era tempo di riallacciare i legami. Dopo un’ ultima discussione per eventuali affari e nuovi eventi, salì sul veicolo, ricevendo subito una chiamata da Leila. Cliccando sul Prizmod, gli apparve il sorriso raggiante della figlia.

“ Papà, congratulazioni per la vittoria, sono felice tu stia tornando in campo nell’ultimo anno.”, disse contenta Leila, salutando dal suo schermo e scaldando un pò il cuore del leggendario Custode. Quanto le ricordava Padmè in quei momenti.

“ Grazie, tesoro, è tempo che cominci a dare un pò più spazio alla nuova generazione, stando però loro accanto. A breve anche il tuo ruolo sulla stazione spaziale si concluderà, voglio che anche tu ti faccia conoscere di più dal resto degli Eclipse.”.

“ Perfetto, avevo proprio bisogno di sgranchire un pò le gambe- disse soddisfatta la mora-  A questo proposito, noi tutti ti invitiamo qui per l’invio dei prossimi tributi. Ci sarà anche Han.”.

 

“ …….Verrò molto volentieri. Digli che gli regalerò anche una nuova armatura.”, disse il Sith dopo qualche secondo di pausa e una nota di sadismo nella voce che Leila non mancò di afferrare, avendola sentita spesso riguardo quelle reclute che impressionavano Vader o lo facevano infuriare.

 

Non era infatti di per sè che Anakin detestasse Han Solo, anche per le semplici ragioni che:1) Il partner del Cacciatore di tesori era un Wookie che aveva già conosciuto durante la guerra e con cui aveva stretto ai tempi un rapporto di fiducia reciproca;2) Ricordava molto bene cosa significava essere un giovane scavezzacollo dalla battuta pronta che metteva le mani su qualsiasi cosa gli capitasse davanti, fosse per sopravvivere o per mero divertimento.

 

Però, come ogni padre, aveva degli standard, ulteriormente alzati sia a causa dell’assenza di Padmè che di tutto ciò che Leila portava con sè se la sua relazione fosse continuata…. e di cui il clan Eclipse non era che una microscopica parte. Quindi Vader avrebbe fatto tutto il possibile per assicurarsi che il potenziale genero fosse sia all’altezza di Leila dal punto di vista morale che capace di difendere lei e la sua eredità da ogni minaccia.

 

Non negando il fatto che si divertisse tantissimo a pestarlo a ogni incontro.

 

Mentre il veicolo di Anakin si alzava per raggiungere lo Star Destroyer nell’atmosfera, Ven osservava sul tetto di un vicino palazzo a braccia conserte. Alla fine non aveva avuto il coraggio di approcciare il vecchio amico.

“ Mi dispiace, Anakin, spero che alla prossima occasione potremmo parlare tutti e due a testa alta e senza segreti.”, disse prima di saltare verso il basso ed evocare la forma veicolare del proprio Keyblade, tornando su di esso al Deposito.

                                               *****


 

Casinò di Ominus 9, nei territori dell’ Alba rossa, una piccola bisca di criminali e disperati che speravano di girare la loro fortuna in una notte. Nel più dei casi si ritrovavano però col Prizmod di molto alleggerito, com’era il caso del noto pirata Jack Sparrow, la cui fama era nata grazie alle sue operazioni di sabotaggio contro i Diafani quando era appena un adolescente. Nonostante fosse famoso come Scommettitore per ottenere l’effetto più desiderato in battaglia attraverso i suoi dadi, quando cercava di fare del gioco d’azzardo propriamente detto ogni favore che la Forza sembrava concedergli svaniva completamente.


 

“ E' la fine, Elizabeth mi farà a pezzi.”, mormorò l’avventuriero, sbattendo la testa sulla slot machine dove aveva puntato la  sua parte di ricompensa dell’ultima missione. E anche se l’amica non l’avrebbe picchiato troppo per il denaro perso, di certo l’avrebbe fatto per qualsiasi artefatto avrebbe dovuto consegnare al casinò per pagare il debito.


“ Francamente sono stupito che non l'abbia già fatto. O che per lo meno non abbia lasciato te e Hondo su qualche pianeta prima di proclamarsi capitano.”, commentò una voce femminile dietro di lui. Voltandosi, Jack vide una familiare Togruta elegantemente vestita, che in mano teneva sardonica un cofanetto trasparente pieno di fiches mentre rivolgeva uno sguardo sornione al moro.


Apparentemente dimentico della propria dignità, questi si buttò ai piedi di quell’angelica apparizione, strattonandone la caviglia.

“ Ahsoka, sei proprio tu? Ti prego, salvami.”, pregò con un filo di voce Jack. Ahsoka lo allontanò con un lieve movimento del piede e agitò la confezione di fiches, stavolta con espressione più seria.

“ In cambio di informazioni.”, disse abbassando il bel viso ambrato.


 

“ Tutto quello che vuoi.”, disse il moro gesticolando vistosamente con le dita com’era solito fare quando nervoso o quando tentava di fregare qualcuno. Pochi minuti dopo erano al bar del casino, tra di loro una generosa dose di snack.


 

“ Dunque.... quand'è stata l'ultima volta che hai visto Topolino, Paperino e Pippo?”, domandò la bella Togruta, incrociando le braccia. Jack prese una manciata di patatine, masticandole pensoso.


 

“ Mhh, più di un anno fa, credo. Cercavano informazioni su quella scia di asteroidi, il Triangolo del diavolo, visto che sono stato tra i pochi a uscirne vivo. Hai presente?”.

La Jedi imprecò sottovoce mentre pensava alla zona menzionata dall’amico, nota per le decine di astronave che si erano perse per un motivo o per l’altro. I più ritenevano che in quel luogo si trovasse uno dei pochi accessi alle dimensioni che componevano la Forza, per la precisione il Lato oscuro.
 

Inutile dire che ben pochi ne uscivano vivi o sani di mente.

“ Sì, una volta ci siamo quasi finito dentro per una tempesta cosmica. Per fortuna Hera è Hera e ci ha tirato fuori all’ultimo momento utile. Ma non vedo che volessero cercare in quel buco. Non sono i tipi da cercare artefatti e altri tesori a costo della vita…. o della sanità mentale. A meno che non siano strettamente necessari.”.


“ Hanno detto che potrebbe essere una missione di salvataggio. Secondo te chi potrebbe essere finito nello stesso Lato Oscuro? Insomma, so che è lì che le sorelle Clawthorne hanno trovato il loro disgustoso vermone gufo, ma loro sono completamente schizzate”, notò Jack, continuando a ingozzarsi.

Ahsoka  represse appena un brivido di disgusto ripensando al suo finora unico incontro con lo Spectrobe condiviso dalle due streghe, combatterlo era stato un autentico incubo, reso ancora peggiore dal suo comportamento da pagliaccio. Sperava seriamente di non reincontrarlo troppo presto.


“ Ho una manciata di nomi che mi vengono in mente- sbuffò, lasciando subito da parte il pensiero- Se hanno davvero deciso di salvarli, sono andati incontro al suicidio. Ma d’altro canto potrebbe essere uno dei pochi modi per risolvere la situazione se andasse a puttane. E temo lo farà, visto quanto successo con Demyx.”.


“ Sono comunque il più grande team di avventurieri di quest'epoca, non sottovalutarli.”, disse Jack più ottimista. Ahsoka fece quindi per andarsene lasciando la confezione di fiches al moro, ricordandosi però di aver cercato il pirata anche per un altro motivo e si rivolse a lui con espressione grave.

“ Vero… Ah, Jack, un’ ultima informazione, considerala un regalo da parte di un’ ex. Lui è tornato… e sta pur certo che alla prima occasione ti cercherà.”.

L’ uomo inizialmente non capì a chi la propria ex potesse riferirsi, finchè un pensiero traditore non si infilò nella propria mente, una paura seconda solo alla giusta ira di Elizabeth.

“ Lui chi….. oh, no, non puoi parlare sul serio!”.

 

                                                ******

 

Trascorsero un paio di settimane dalla battaglia simulata Disney/ Eclipse. In quel lasso di tempo Paperone e Ventus avevano continuato a cercare notizie su Topolino, Paperino e Pippo, mentre il gruppo di Sora si allenava per raggiungere standard sempre superiori. Accompagnati da Mando,  si erano recati a esplorare un piccolo dungeon appena scoperto in un sistema piuttosto distante dalla Terra, riuscendo a completarlo in una manciata di giorni e a tornare con un buon bottino.

 

“ Alle missioni divertenti, ma senza sgradevoli sorprese.”, affermò Angela.

“ E senza psicopatici.”, aggiunse Judy, mangiando la sua fetta di budino alle carote.

 

“ Non direi, quella guida aveva un che di inquietante se posso permettermi.”, affermò invece Alami, ricoprendo il suo dolce con crema di cioccolato. Sora sbuffò, servendosi a sua volta.

 

“ Aveva solo un gusto per il macabro, sai che roba. Comunque…..”, cominciò venendo però interrotto da un bip proveniente dal radar dell’astronave. Mando mosse le rotelle della sua sedia per tornare ai comandi e controllare cosa l’avesse allertato.

 

“ Mhh, sembra che ci sia una nave molto grande in arrivo dall’iperspazio, praticamente delle stesse dimensioni di uno Star Destroyer. Ma- commentò il guerriero, impallidendo sotto la maschera mentre ingrandiva l’immagine- non può essere!”.

Con un botto, un’enorme astronave uscì dall’ iperguida, spingendo la nave più piccola di alcuni chilometri senza però danneggiarla. Gli occupanti corsero ai finestrini e fissarono l’apparizione che avrebbe segnato i loro incubi per molte settimane a venire.

Sora sentì allo stesso tempo un brivido lungo la schiena e un umido calore dentro le mutande quando vide cosa si stagliava davanti alla Razor Crest, qualcosa uscito da un incubo.
 

Un gigantesco vascello solare completamente nero, la prua simile a una bocca famelica e con numerose file di cannoni da tutti i lati. Sotto la chiglia si trovavano diverse protuberanze simili a tentacoli incredibilmente realistici. Sulla vetta dell’albero maestro, affiancato da un ghignante Jolly Roger, si trovava niente meno che il redivivo Davy Jones.

“ Ah, guarda chi si vede, i piccoli sorci della Disney.”, disse il leggendario corsaro, seduto a gambe incrociate su uno piloni della struttura, intento a lucidare la sua spada. Nonostante il suo lungo esilio dalla via lattea non sembrava essere cambiato, era sempre l’alieno dal volto di polipo e l’espressione sfrontata, un vero pirata, nonostante l’aria apparentemente tranquilla che tradiva però un’ aura a dir poco mostruosa.

Ogni occupante della Razor Crest, Dumbo incluso, sbarrò gli occhi, sentendosi come se la loro piccola nave venisse stretta da una pressione grande e antica quanto il più profondo degli oceani. Qualsiasi racconto gli occupanti della navetta avessero sentito su di lui, non rendeva minimamente giustizia alle capacità di Davy Jones. Senza contare che sicuramente non aveva trascorso l’esilio impigrendosi, anche da quella distanza era visibile che per tutti i quindici anni della sua scomparsa si era allenato come un dannato.

“ L….. Lord Jones, conoscervi è un…… onore.”, deglutì Mando, cominciando ad armeggiare coi comandi per portare la Razor Crest e i suoi occupanti il più lontano possibile. Non fosse che sulle immagini fornite dagli scanne, sulla poppa appariva anche un certo albino.

 

“ Riku, sei proprio tu?”, domandò Sora facendo un passo indietro. Non voleva neanche immaginare cosa stesse provando l’amico di sempre a due passi di distanza dall’uomo che aveva attaccato l’arcipelago appena un anno prima. Dietro di lui Alami, Montblanc e Judy non erano meno orripilati.

 

“ Sora, scappa il prima possibile- affermò l’albino nei comunicatori, con tono chiaramente terrorizzato- So che il nostro ultimo incontro è stato quello che era, ma per adesso non mi stanno facendo niente a parte farmi allenare. Cerca di scoprire dove si trovi Kairi. Solo a quel punto saremo davvero liberi.”.

La voce quasi rotta del ragazzo colpì in maniera insopportabile l’animo di Mando, che non potè fare a meno di colpevolizzarsi.

“ Riku, io…. mi dispiace di non averti portato con me quando sono scappato. Ero concentrato solo su di me e Della che mi sono ricordato di te solo quando ormai non eravamo più su Tenebrae. Non me lo perdonerò mai.”.

 

“ Non preoccupatevi, maestro, la situazione era già contro di voi e non vi biasimo- lo tranquillizzò Riku - E comunque mi trattano bene per ora, anche se posso lasciare la base solo per le missioni.”.

Mando tirò un tiro di sollievo nel sentire che il ragazzo non veniva maltrattato( almeno fisicamente, se si escludevano gli allenamenti), avendo vissuto con sensi di colpa per settimane. Avrebbe voluto volentieri voltare la Razor Crest per schizzare via a velocità iperluce, ma poi Jones fece un’offerta troppo ghiotta.
 

“ Che ne dite di una gara? Se vincete Riku sarà libero di andarsene, altrimenti…. voi sarete di nuovo ospiti di Lady Malefica.”, affermò crudele l’anziano pirata, atterrando con un balzo sul ponte dell’ Olandese.

Tutti si girarono verso Sora, che per la prima volta sentì su di sè la pesante morsa del comando. Una parte di lui voleva solo tenere i suoi compagni al sicuro, ma la parte più egoistica voleva salvare il suo più più vecchio e caro amico, dando al contempo una lezione agli Stecker.

“ E va bene. Però, dovessimo vincere, pretendo anche di sapere cosa vi ha davvero portato ad attaccare le isole l’anno scorso.”.

“ Giuro sul calderone di Ade che io e i miei compagni, inclusa Lady Malefica, ti daremo tutte le informazioni che abbiamo e lasceremo che Riku vada via con te.”, affermò Jones portandosi la mano sul cuore, dando quindi una piccola spallata a Uncino, che imitò a sua volta il gesto.

 

“ Lo giuro.”.

Gli occupanti della Razor Crest fecero a loro volta il giuramento, e l’intera area venne attraversata da un’ondata di energia invisibile che venne avvertita da ogni avventuriero vicino. Molti di loro si chiesero cosa avesse spinto qualcuno a giurare sul calderone di Ade…. il guardiano dei defunti tendeva a non prenderla bene quando qualcuno tentava di beffarsi del suo giudizio.

“ Sora, spero che tu faccia ciò che fai.”, disse Judy severa, fissando l’amico d’ infanzia con sguardo penetrante. Lui scosse la testa.

“ Per niente. Sia se vincessimo o se perdiamo, avete l’obbligo di picchiarmi a sangue dopo, non osate trattenervi.”.

Un droide uscì dall’ Olandese Volante, ponendosi a metà strada tra le due astronavi.

“ Sorpasseremo la scia di asteroidi, e poi faremo sei giri attorno a quel pianeta.”, affermò Davy Jones, ora tranquillamente in punta di piedi sulla prua della nave accanto a Uncino e Riku. L’ ora vicecapitano puntò uno sguardo di rabbia alla nave, ricordando la sua sconfitta per opera di Mando. Chiaramente sperava in una rivalsa, anche per il buon nome degli Stecker.

 

“ Per noi va bene. Possano gli dei  e la Forza stessagiudicarci egualmente.”, rispose Mando, mentre il countdown del droide giungeva al termine. Con un doppio boato, le due astronavi partirono a tutta birra accompagnate rispettivamente da una scia cianotica e una verde veleno.

La Razor Crest si muoveva in maniera incredibilmente fluida tra gli asteroidi, lasciando dietro di sè una scia cerulea, mentre l’ Olandese volante attraversava indenne la scia di rocce, che si riducevano in polvere al mero contatto mentre Jones faceva girare il timone con la gioia di un bambino. Nonostante tutto l’abilità di Mando come pilota sembrava fare la differenza, offrendo un pur piccolo vantaggio nello schivare i detriti più fastidiosi, come quelli contenenti cristalli magici che esplodendo al contatto rallentavano lo stesso Olandese.

D’altronde, da bravi Stecker quali erano, i membri della ciurma non avevano la minima intenzione di giocare correttamente. Ormai a metà strada del campo di asteroidi, scariche elettriche percorsero l’interno della nave, che rallentò improvvisamente. Guardando dall’ oblò, Sora vide una fitta rete avvolta in un campo di energia ricoprire l’intero veicolo.

“ Una rete elettromagnetica!”.

 

“ A tagliarla vado!”, esclamò Grogu, attivando le funzioni di sopravvivenza della sua tuta e uscendo con l’ascia in mano, avvolgendola con un fitto strato di energia per tagliare la rete. Questa non oppose resistenza, ma era comunque riuscita a rubare loro preziosi secondi. Non di meno, riuscirono a raggiungere l’ Olandese presso l’atmosfera del pianeta vicino, certi di poter colmare lo svantaggio.

“ Montblanc, hai finito i calcoli per l’ultra turbo?!”, esclamò Mando rivolto al piccolo Moguri, che per tutta la corsa era stato impegnato a eseguire complessi calcoli col computer della navetta, aggiornata nelle ultime settimane da Archimede con varie migliorie. Tra cui un nuovo tipo di motore capace di raggiungere incredibili velocità anche senza far ricorso all’ iperluce, più che legale in questo tipo di corse.

“ Sì, kupò! Mando, parti pure, kupò!”.

“ Bene, comincia il giro, tenetevi forte!”, esclamò il Mandaloriano, e tutti i membri del piccolo equipaggio corsero ai sedili a mettersi le cinture, pronto per il sicuro botto che già aveva dimostrato di poter mandare tutto per aria anche con la gravità artificiale. Ma l’attesa divenne sempre più lunga e quando Sora riaprì gli occhi, vide che quasi ogni sistema del veicolo sembrava disattivato.

“ Papà, tutto si è spento, a riavviare non riesco.”, disse Grogu, premendo bottoni a ripetizione mentre i compagni si rialzavano per cercare il guasto.

“ Anche l’ Olandese volante si è fermato, strano.”, notò Angela, indicando da uno specchietto il mostruoso vascello. Mando, vedendo che la Gargoyle aveva ragione, decise di rischiare quando ricevette una chiamata degli Stecker.

“ Mi sentite?”, domandò la voce quasi inquieta di Uncino.

 

“ E’ il vostro ennesimo trucco?”, domandò Sora, tanto sospettoso quanto irato.

 

“ Stavamo per chiederlo noi, qui non funziona niente di niente a parte le comunicazioni. E sì che avevamo aggiornato l’ Olandese con gli ultimi ritrovati informatici.”.

 

“ Neanche qui, sembra che siamo stati colpiti da qualcosa di molto più potente della rete elettromagnetica che ci avete lanciato. Riku sta bene?”.

“ E’ solo spaventato, ma non più di noi. Spugna sta controllando il nucleo dell’astronave per ora, vi faremo sapere- affermò il capitano con un velo di faticosa educazione- Considerate la sfida annullata per ora, se ne riparlerà quando ci avremo capito qualcosa.”.

“ Va bene, noi adesso proveremo a chiamare la Terra e- affermò Mando, prima che una forte scossa colpì la nave- cos’era?”.

Entrambe le navi cominciarono a precipitare senza controllo verso il pianeta, venendo avvolte da un alone di fuoco dovuto all’attrito con l’atmosfera. Nello stesso istante, Mando e Davy Jones diedero un ordine identico.

“ Preparatevi all’impatto!”.

                                                                                                         *******

Uff, è una vita che ci metto così tanto ad aggiornare una storia, mi scuso ai quattro cani che seguono per averci messo tanto, sono stato preso un pò dalla continua ricerca di un impiego, dalle altre fic che ho incominciato( pirla io) e ovviamente dalla mia poltroneria. Spero il ritorno di Davy Jones sia stato di vostro gusto, volevo ritrarlo per come me lo immagino in questo scenario, un mostro di avventuriero e generale che riderebbe anche di fronte al peggior abominio uscito dalla Forza, e state pur certo che quando arriverà il momento non se ne andrà in silenzio come l'altra volta( beh, non che venire sparato a velocità iperluce verso i limiti della galassia gridando ' JACK SPARROW!' sia silenzioso). La minisaga che segue si rifarà a uno degli ultimi film diventati relativamente di recente proprietà Disney, e renderà la fazione di Malefica ancora più pericolosa. A presto.

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Capitolo 30
*** Terreno di caccia- prima parte ***


 

Con una spinta Sora lanciò per aria lo sportello della capsula di salvataggio, uscendo con un balzo per guardarsi intorno. Si trovava in una grossa radura, attorno a lui si trovavano piante d’ogni genere, appartenenti spesso a pianeti molto diversi, se ricordava bene i suoi studi di Flora e Fauna Intergalattica. Non molto facile capire dove si trovasse, ma per fortuna anche Montblanc stava uscendo dalla sua capsula.

 

<< Mando, mi senti?- chiese parlando nel Prizmod mentre il Moguri gli si avvicinava- sono con Montblanc in una radura, tu hai trovato gli altri?>>

 

Per un istante non ci fu risposta, e temette il peggio, ma dopo una breve attesa dal dispositivo apparve l’immagine di Mando.

 

<< Sto bene, ho appena nascosto la nave in una grotta assieme alle ragazze. Ti invio la nostra posizione. Ma attento, Sora, se non è strettamente necessario non usare il Keyblade finché non sapremo dove siamo.>>

<< Va bene.>>, rispose il ragazzo, evocando quindi dal Prizmod un semplice, ma ben forgiato Gunblade.

<< Stanno tutti bene, Kupò?>>, domandò il suo compagno, mettendo mano a sua volta su una bacchetta dov'erano incastonate alcune gemme cariche di energia della Forza.

<< Le ragazze sono al sicuro, ma non ha detto niente di Grogu. Se siamo fortunati non è caduto troppo lontano da qui.>>

 

<< Di noi è sicuramente l’ultimo che avrebbe problemi in una foresta, Kupò. Forse…>>

 

Il piccolo incantatore non fece in tempo a finire che Sora si mise alle sue spalle di corsa, utilizzando il gunblade per parare un’improvvisa raffica di sfere al plasma provenienti dagli alberi. L’assalto, per quanto intenso, si fermò però all’improvviso, facendo calare al moro la guardia solo per poi sentirsi afferrato da qualcosa di invisibile e lanciato via come fosse un fuscello.

‘ Cosa cazzo…..?’, si chiese il moro, prima di girare istintivamente la testa per evitare una lama invisibile che si infilò nel terreno a pochi centimetri da lui. Riusciva a sentire il peso dell’ avversario sopra di lui, e i suoi sentimenti….. un’istinto alla caccia quasi primordiali, sia istinto che dipendenza.<, oltre che una smodata voglia di mettersi alla prova. Non era il tipo di avversario con cui poteva ragionare ( non che ne avesse mai incontrato uno finora con cui fosse possibile risolvere la questione parlando).

 

“ Blizzara!”, esclamò puntando la punta del Gunblade dove sarebbe dovuto trovarsi il petto dell’ assalitore misterioso, lanciandolo per aria e allo stesso tempo creando una colte di ghiaccio che lo rendeva visibile.

Nel frattempo Grogu si stava nascondendo dentro una barriera magica, sulla cui superficie apparivano  continui segni di artigli poi riparati dalla Forza del piccolo Moguri, che aspettava il momento giusto. Quando un buco si aprì nella sua protezione, dirigendosi verso il cuore, indietreggiò all’ ultimo attivando un altro incantesimo.

 

“ Gravità zero!”, annunciò l’ incantatore, creando un’ onda a 360 gradi di energia violacea, bloccando il suo assalitore in un campo di stasi. L’avrebbe volentieri finito con una scarica di altre magie, ma l’ennesima raffica di blaster al plasma lo colpì alla schiena, lanciandolo via e ponendo fine all’ attacco lanciato poc’ anzi.

‘ Ma quanti ce ne sono, Kupò?!’, pensò Montblanc dolorante, sentendo il rumore di altri passi.  Sora, ancora impegnato in un brutale corpo a corpo misto a proiettili con l’altro nemico, che aveva purtroppo un vantaggio in forza bruta e resistenza non indifferente, era purtroppo impossibilitato ad aiutare l’amico. Fortunatamente il terzo assalitore non fu l’unico a rivelarsi, mentre una delle figure traslucide stava per abbassare l’arto contro il collo di Montblanc, qualcosa schizzò a razzo dagli alberi, sbattendogli dritto nella schiena e lanciando rapidamente una granata contro l’ultimo essere.

“ Grogu!”, esclamò Montblanc, molto rassicurato. Il salvatore dei due ragazzi volò a tutta birra, trasportando il proprio obbiettivo in aria prima di prendere un’ arma.

Il pugnale del Mandaloriano affondo rapidamente nella gola dell’ invisibile guerriero, tranciandola di netto. Non ci volle molto prima che anche i compagni dell’ alieno sconfissero i rispettivi nemici con una pioggia di fulmini e con un gunblade infilato nel cuore.

“ Uff, idea con chi abbiamo a che fare adesso?”, chiese Sora mentre puliva la propria lama dal sangue nemico, tenendo intanto un’ occhio sull’ invisibile figura appena uccisa, ora coperta da alcune scariche elettriche mentre la sua immagine si dissipava. Una volta rivelatosi appieno il commento di Montblanc fu un solo….

“ Ma porca……”.

Rapidi, ma cauti, i tre giovani avventurieri scivolarono nella giungla, seguendo la posizione del Prizmod di Mando mentre continuavano a guardarsi le spalle l'un l'altro. Lo trovarono fuori da una grotta armato di tutto punto e naturalmente alquanto ansioso.

 

“ State bene?”, chiese preoccupato il guerriero, correndo subito verso i ragazzi sotto la sua responsabilità, e visibilmente insanguinati da uno scontro, sebbene non fosse sangue loro. Una fortuna, ma ben magra come consolazione.

“ Poteva andare peggio, ma siamo già stati assaliti da qualcuno nella radura in cui siamo atterrati.”, spiegò Sora col fiatone e un non lieve senso di colpa per aver ficcato tutti in quella situazione.

“ Chi?”, chiese preoccupato il Mandaloriano. In risposta Grogu fece apparire dal Prizmod il suo macabro trofeo. Una testa di Yatjua.

 

“  Predator.  Due ne abbiamo visti, questo io ho sgozzato.”.

Sotto l’elmo Din divenne pallido come un cencio, realizzando cosa quella rivelazione comportava: i Predator in genere cacciavano da soli o in piccoli gruppi, e nel primo caso tenevano d’occhio il loro obbiettivo anche per giorni. Se avevano attaccato subito Sora e Montablanc, i due responsabile dovevano essere solo una piccola parte di un gruppo molto più grande, probabilmente poco più che apprendisti….. e con tutta probabilità tutto il pianeta era il loro terreno di caccia. Unico lato consolatorio era l'orgoglio per come Grogu ne avesse ucciso uno, questo lo avrebbe reso di diritto un adulto di fronte alla società Mandaloriana.

 

“ Oh, no…. ho già sentito parlare di questo gruppo, ma non sapevo fossero in questo quadrante. Attirano le astronavi e danno la caccia a chiunque sopravviva allo schianto, a volte rapiscono apposta alcuni guerrieri o persino civili da altri pianeti, quando si sentono particolarmente sadici.”.

I tre ragazzi deglutirono alla notizia, e l' inquietudine che avevano già sentito lungo il viaggio fino alla grotta sembrò centuplicarsi.

“ La Razor Crest funziona, Kupò?”, chiese Montblanc speranzoso. Mando dovette però deluderlo.

 

“ Solo il bagno e le comunicazioni. E non mi fido a chiedere soccorso perchè chiunque venga potrebbe rimanere bloccato a sua volta. Insomma, Archimede ha aggiornato la nave col migliore sistema antivirus e l’isolamento da onde EMP possibili, per farci cadere in quel modo assieme all’ Olandese volante devono aver utilizzato qualcosa di osceno.”.


“ Oh, cazzo, ragazzi, vi ho lanciati in una fossa di merda senza neanche pensare!- esclamò Sora, sbattendosi una mano in faccia-  Farò tutto il possibile per farmi perdonare, e di certo non vi biasimerò se mi odierete adesso.”.

Il loro mentore però bloccò il suo discorso con un gesto, sapendo che la disperazione era l'ultima cosa che serviva loro al momento.

“ Sora, non hai neanche diciassette anni, a quell’ età ogni avventuriero fa qualcosa di incredibilmente stupido. Almeno tu hai la scusa di aver voluto salvare Riku, piuttosto io avrei dovuto rifiutare. Ora la priorità è trovare qualsiasi cosa tenga le navi a terra e distruggerla.”.

                *****
 

La chela di Davy Jones si serrò attorno al collo dell' ennesimo Ya'tuja, decapitandolo di netto. Intorno a lui il resto della ciurma stava a sua volta finendo gli ultimi assalitore, lasciandone un paio legati in modo da interrogarli.


“ Perdite?”, domandò Jones, prendendo un panno per ripulire la sua spada e rivolgendosi a Uncino, a sua volta sporco dopo lo scontro, che si mise subito sull’attenti.


“ N- no, signore. Ma stando agli addetti alla sala motori, la nave non riesce a prendere il decollo. La funzione terrestre funziona però.”.


“ Comunicazioni?”.


“ Funzionano, ma se posso permettermi, chiedendo aiuto rischieremo solo di bloccare altri membri del clan assieme a noi.”.

“ Fanculo- imprecò il leggendario capitano, dando un calcio al Predator appena ucciso, per poi mettersi a pianificare una volta calmato- ecco cosa faremo..... sposteremo l'Olandese volante su un lago, che riempiremo di trappole. Io poi guiderò piccole squadre per mappare il territorio. Considerando come siamo caduti, dev'esserci qualche dispositivo sul pianeta che blocca i sistemi delle astronavi.”.

 

“ A questo proposito, capitano, anche lei trova strano il comportamento di questi Predator? Non è da loro attirare così le loro prede.”, osservò  Spugna, avvicinandosi col kid medico tra le mani.


L'alieno sputò sprezzante a terra, mentre guardava i suoi uomini buttare i cadaveri degli alieni giù dal ponte.


“ Gli Ya'tuja, forse ancor più dei Mandaloriani, sono divisi in fazioni con diverse filosofie. Ne ho incontrate parecchie durante il mio esilio, e probabilmente quelli che abitano in zona preferiscono cacciare nel loro territorio dopo averlo riempito di prede.  Da questo momento dovremo comportarci come se fossimo circondati da tutti i lati.”.


 

“ Pensa che sarebbero disposti a discutere il nostro rilascio?”, chiese Uncino, sentendo all’improvviso uno strattone alla gamba. Abbassando lo sguardo vide uno Yatjua ancora vivo cercare di trattenerlo, e ormai persa la pazienza gli piantò un proiettile carico di energia elementale in testa, prima di calciare la carcassa verso uno dei mozzi.


“ Possibile, ma non penso che sia saggio tentare almeno finchè non avremo il coltello dalla parte del manico. Per adesso rimetterò l’ Olandese nel Prizmod e  procederemo come sopra. Che nessuno si allontani dal gruppo, eccetto i droidi. Li utilizzeremo per scoprire eventuali trappole sul percorso e poi.....”

 

Riku guardò i due pirati continuare a discutere il da farsi, cosa che lui stava facendo con sè stesso a livello mentale. Era seccato quanto i due superiori per quell’ imprevisto, e anche piuttosto incazzato con Sora per aver messo la sua vita di fronte a quella dei suoi altri amici, vecchi e nuovi. Ma d’altronde….. questa sarebbe potuta essere l’ occasione di lasciare finalmente gli Stecker.

 

                                            *****

Mentre Davy Jones si occupava di aggiustare la propria posizione e quella della sua ciurma, altrove un altro duo di naufraghi repelleva l’ennesimo assalto ricevuto in pochi giorni. I responsabili, un altro gruppo abbastanza sparuto di Predator, penzolava a pezzi da vari alberi, quello che rimaneva collegato tramite spessi filamenti di gelatina rosa. L’unico membro ancora integro, il loro leader, era stato legato a un albero con la stessa sostanza, e 2B gli teneva la sua katana alla gola, il ferro sporco del sangue versato sia durante lo scontro che nel pomeriggio di torture.

“ Per l’ennesima volta. Dove troviamo il sistema EMP che ci impedisce di andarcene?- disse gelida l’androide, solo per ricevere uno sputo in faccia- inutile. Globby, mangialo pure.”.
 

Il simbionte, precipitato assieme alla collega, non se lo fece ripetere due volte e assunse la forma di un grosso T- Rex di melma violetta, che con un singolo morso addentò sia lo Yatjua che il tronco dell’albero.

“ Stai bene, 2B?”, domandò poco dopo, sedendosi mentre il pasto si scioglieva gradualmente nel suo stomaco. L’androide si sedette proprio sul ventre del compagno, togliendosi la benda e sfregando nervosamente le gambe.

Il duo era stato mandato da Maul a cercare altre tracce del misterioso gruppo dietro il Cartello Hutt, e l’albina aveva pensato di cercare in alcune zone abbastanza inesplorate. Come risultato avrebbe dovuto rinunciare ai piani per il weekend con sua sorella Vanessa e l’amica Zola, senza contare la perdita di due importanti membri dell’ Alba rossa.

“ Niente di particolare, i miei sistemi stanno già pensando a qualsiasi possibile danno- disse seccata l' albina, prima di trovare nuovi dati che cambiarono il suo umore-  Umh, novità da una delle telecamere che ho sistemato l'altro giorno. Sono precipitate ben due navi. Una Razor Crest e.....”

 

La ragazza si interruppe, sbarrando i bellissimi occhi color del ghiaccio mentre sulla benda si delineava la forma di un vascello che credeva ormai perduto per sempre.

 

“ Cosa?”, chiese di nuovo Globby, solo per ritrovarsi del tutto shockato quando ricevette la risposta.


“ ….. L'Olandese volante.”.

 

Globby quasi sputò quanto rimaneva del suo cibo. Tornando alla dimensione normale, prese la benda della compagna.


“ Fammi vedere.”, disse ansioso connettendosi al sistema del visore, e trovando infatti l’immagine di un veicolo che corrispondeva con assoluta precisione alla descrizione del leggendario vascello.


“ Davy Jones è vivo.... e potrebbe essere la nostra migliore chance di lasciare questo buco.”

                                                                                                                    ******

Una buona serata a tutti, spero che non abbiate atteso troppo a lungo questo capitolo, come sempre una cosa tira l'altra e si arriva quasi a Natale. Questo capitolo, non l'aveste capito, sarà ispirato al film Predator del 2010, e sarà la base per un power up da poco nelle fazioni villain non legate a Xenahort. Aveste consigli o critiche, sempre ben accetti, intanto buon Natale e felice anno nuovo.


A Kingdom Hearts Christmas by artsikairi on DeviantArt

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Capitolo 31
*** Terreno di caccia- seconda parte ***



2B camminava lentamente verso la riva di un ampio lago, sventolando una bandiera bianca affinchè gli occupanti della nave, impegnati nelle riparazioni, potessero vederla. Giunta a pochi metri dall’ acqua, piantò l’asta a terra e chinò con umiltà il capo verso la direzione dell’ Olandese volante, disteso sulla superficie del lago come un relitto fin troppo integro e ancora terrorizzante. L'androide agitò energicamente il vessillo, attirando una manciata di pirati ad ascoltare la sua richiesta, espressa con chiarezza e determinazione.

 

“  Sono 2B dell’ alto consiglio dell’ Alba Rossa. Poche settimane fa sono precipitata su questo pianeta assieme a un mio compagno. Chiediamo cortesemente il parlè per proporre una breve alleanza.”.
 

Uncino si era affacciato sulla poppa, osservando sospettoso la letale androide, della cui abilità aveva già sentito numerosi racconti Quando smise di parlare, l’uomo si girò verso il capitano Jones, per poi rivolgersi nuovamente a 2B.

“ Concesso.”, disse secco e, premendo un pulsante sul Prizmod, fece scendere la scaletta per permettere all’ospite di salire. L’ androide non si fece pregare ulteriormente e una volta a bordo camminò sulla poppa, ai lati tutti i membri della ciurma finchè non fu davanti al cospetto di Davy Jones, seduto su un trono improvvisato fatto di casse.

“ Lord Jones....”, disse riverente, ricevendo però un cenno di scherno dall’ uomo con la sua chela.

 

“ Il prossimo che mi chiama Lord gli sparo. Capitano Davy Jones.”, intimò l’ alieno con voce roca. Fece quindi cenno alla droide di sedersi, e Spugna le offrì un bicchiere di vino che rifiutò.

 

“ Capisco, capitano. Ascolti, in cambio di protezione e un passaggio fino a una zona di estrazione fuori da questo pianeta, siamo disposte a dare le informazioni che abbiamo ottenuto nel corso dell’ultima settimana da numerosi Yatjua.”, disse lei concisa, e Jones si grattò leggermente la barba di tentacoli prima di rispondere.

 

“ Va bene, vi ascolto, ma non provate a ingannarmi.”.

 

“ Non sappiamo ancora dove trovare il sistema EMP che ci impedisce di lasciare il pianeta, ma siamo praticamente certi di come abbiano fatto a crearlo. Stanno sfruttando il potere di un’ intelligenza artificiale di altissimo livello per disattivare le difese di qualsiasi nave passi nelle vicinanze del pianeta.”

 

“ Un’ intelligenza artificiale? L’unica che mi verrebbe in mente capace di farlo- un’ espressione di puro orrore si dipinse sul volto tentacolato del pirata, nei suoi occhi una luce rossa che aveva sperato di dimenticare- No, non può essere, la distrussi di persona.”

 

Intuendo a cosa il suo nuovo superiore si riferisse, Uncino impallidì a sua volta, ricordando una storia sentita per bocca di Malefica anni prima.

 

“ Capitano, non vi riferirete mica a …. Due?”

 

“ Già, l’unica volta che noi Diafani e l’ alleanza dei mondi centrali collaborammo.”, commentò aspro il pirata alieno.

 

Sentendo la discussione tra capitano e vice, 2B accesse ad alcuni file nella sua memoria, trovati da Doofensmithz in alcuni archivi segreti. A quanto pare si stavano riferendo a un’ IA che era stata sviluppata dai Diafani, utilizzando come base i dati di un’altra IA, Uno,  creata dall’ alleanza per meglio coordinare i loro sforzi bellici( a quanto pare Malefica stessa era stata responsabile del furto di quei dati). Purtroppo Due, non appena attivato, si dimostrò praticamente incontrollabile e prese il controllo di gran parte dei mezzi dei propri creatori e dei loro nemici, creando addirittura una propria stazione spaziale come base con cui intendeva sopprimere entrambe le fazioni.

 

Alla fine era stata creata una squadra elitè congiunta tra le due parti, capitanata dallo stesso Jones. Era sicuro di aver completamente distrutto ogni componente fisica del ‘ corpo’ di Due mentre Uno pensava a finire i rimasugli digitali del fratello, ma…. possibile che un frammento fisico del suo hardware fosse finito nelle mani di quegli Yatjua?

 

“ Grr, beh, questa volta sarò certo di finire il lavoro- esclamò  alzandosi in piedi- 2B, ti ringraziamo per le informazioni e accettiamo la tua proposta di alleanza. E dì al tuo amico simbionte di uscire pure allo scoperto, non ho intenzione di bruciarlo…. per ora.”

 

L’asta con bandiera tenuta da 2B si trasformò quindi nel simbionte viola che accompagnava la droide. Alcuni membri della ciurma, nel vederlo, fecero un passo indietro e misero mani in alcuni casi ad armi soniche, avendolo già incontrato o aver sentito parlare del mutaforma in passato.

 

“ Complimenti per avermi riconosciuto, capitano.”, disse secco Globby, guadagnandosi una risata da parte del pirata.

 

“ Non sarei sopravvissuto fino ad ora se non avessi imparato ad annusare la puzza di Krawl lontano un miglio. Preparatevi alla lotta, se alla fine saremo ancora vivi reclameremo questo pianeta per nome di Malefica!”.


                                                        ******


Mando era intento a cuocere sul fuoco un enorme serpente, catturato dai ragazzi per la cena. Erano ormai residenti di quel pericoloso pianeta da due giorni e avevano già affrontato Spectrobes ben più pericolosi di quello che era intento a cucinare, oltre che ovviamente gli occasionali attacchi degli Yatjua.

 

Non era la prima volta che l’ avventuriero si trovava ad affrontare Predator così infidi, e sapeva già che la loro tattica consisteva nell’ indebolirli gradualmente e farli innervosire, finché non sarebbero più stati nelle condizioni fisiche e mentali per fronteggiare un’ imboscata. Purtroppo, per il momento le uniche cose da fare erano esplorare in piccoli gruppi il territorio e sperare di far ripartire il motore della Razor Crest.

 

<< Trovato altro?>>, chiese quando anche Sora e Judy tornarono dalla loro piccola spedizione.

 

<< Niente, nessuna traccia di civiltà a parte i corpi di chi ha avuto la nostra stessa sfortuna, anche i loro Prizmod erano stati completamente svuotati.>>, rispose il moro con una scrollata di spalle, chiaramente ancora deluso da sè stesso per aver fatto finire il gruppo in quella situazione.

 

<< Ma c’è da dire che non ci siamo allontanati molto, non vogliamo rischiare di farci scoprire dai Predator. O dagli Spectrobe più grossi, questo biscione è un cucciolo a confronto con alcuni che abbiamo visto da lontano.>>, continuò la coniglietta, al chè Mando annuì.

 

<< Avete fatto bene, meglio non correre rischi finchè non avremo una buona conoscenza del territorio o un nascondiglio più sicuro.>>

 

<< O un’ idea su come abbiano bloccato i motori sia della Razor Crest che dell’ Olandese volante, kupò.>>, rispose invece Montablanc, uscendo dalla nave togliendosi una maschera da saldatore, le mani sporche d’olio e una piccola fiammella che ancora bruciava sul pon pon della sua coda.

 

<< Per adesso andiamo a dormire. Domani daremo un’ esplorazione più accurata tutti assieme.>>

                                                          

Il mattino successivo, l’intero gruppo cominciò a muoversi con cautela nella giungla, difendendosi dagli occasionali Yatjua o sabotando alcune trappole. Dopo quasi tre ore di cauto cammino, giunsero a quelle che sembravano le rovine di un villaggio, al cui centro si trovava un crocifisso. Vedendo chi vi era stato legato, e chiaramente torturato, i ragazzi impallidirono.

 

<< Sbaglio o…. quello è un altro Yatjua?>>, chiese Angela, notando le vistose ferite sul petto del martoriato alieno, il cui capo penzolava sconfitto e gli arti penzolanti. Sembrava che gli avessero persino rotto alcune zanne.

 

<< Perchè l’ avrebbero legato in quel modo? Punizione per qualcosa che ha fatto o fallito?>>, continuò Alami con un moto di pietà. E di disgusto per il trattamento riservato a un loro simile.

 

<< No. Da un’ altra tribù credo venga- la contraddì Grogu-  i tatuaggi sulle sue scaglie notate. Dev’essere un prigioniero come noi.>>

 

<< Dei, da quanto non mangia, kupò? E’ uno scheletro praticamente, kupò.>>, non potè che notare Montblanc.

 

Sora deglutì, probabilmente stava per fare un’ altra stronzata, ma doveva tentare per il bene di tutti. E in situazioni come quella un’ idea vale l’altra.

 

<< Ragazzi, guardatemi le spalle, vado a liberarlo.>>, disse facendo un passo verso il centro della piazza, mentre gli altri controllavano il perimetro per evitare agguati. Quando arrivò finalmente davanti al prigioniero, questi strabuzzò gli occhi tumefatti e nella sua bocca si accese una piccola luce, segno di un traduttore universale.

 

<< Coooosa vuoi, moccioso?>>, domandò il Predator con voce rauca. Sora prese un profondo respiro e cercò di parlare in maniera diretta, ma gentile.

 

<< Sono prigioniero su questo pianeta…. come te, credo. Adesso ti libero, ti curo e ti dò qualcosa da mangiare. In cambio tu mi darai delle informazioni.>>

 

L’alieno lo guardò circospetto per alcuni secondi, infine la fame e la sete ebbero il sopravvento sui suoi sospetti.

 

<< D’accordo.>>, annuì, e Sora lo fece scendere dal palo con cura, prima di dargli delle razioni dal suo Prizmod e cominciando a lanciare vari incantesimi di guarigione.

 

<< Come sei finito qui?>>, chiese continuando ad avvolgere il nuovo alleato, se tale si poteva già definire, con una fievole luce smeraldina. 

 

<< C’ è stato un conflitto tra la mia tribù e quella di questo pianeta. Abbiamo avuto la peggio, venendo costretti a consegnare molti membri come prigionieri di guerra. Io non sono stato scelto, ma mi ero infiltrato a bordo della loro nave per dirottarla, ma come puoi vedere ho fallito miseramente.>>

 

<< Hai la minima idea di come blocchino qualsiasi astronave passi?>>

 

<< C’è una piramide a circa cinquanta chilometri a Est dalla nostra posizione. Non so esattamente cosa ci sia dentro, ma so per certo che è da lì che proviene il segnale EMP.>>

Il castano tirò un enorme sospiro di sollievo nel sentire la notizia: c'era ancora speranza, per quanto flebile.

<< Ultime due domande: come ti chiami e Puoi darci le coordinate precise?>>

Lo Yatjua scrocchiò il collo e, finalmente in sesto( sebbene la magia di Sora potesse arrivare solo fino a un certo punto, la vera riabilitazione sarebbe stata molto lunga) e rievocò dal proprio Prizmod l'equipaggiamento che da numerose ere caratterizzava il suo popolo.

<< Sono  Amarant. E sì, sono anche disposto a venire con te e i tuoi compagni se aveste bisogno d’ aiuto.>>

Una volta presentato il loro nuovo alleato al resto del gruppo, fecero per tornare alla propria astronave, ma Mando lì fermo all' improvviso, prima di roteare la sua lancia in Beskar per bloccare una lunga scarica di colpi al plasma, cui seguì l' apparizione di un folto gruppo di altri Yatjua dall' aspetto ben più tetro e brutale di quelli che Sora aveva affrontato pochi giorni prima.

<< Ehi, dove pensate di andare con la nostra preda?>>, ruggì uno di loro, alzando un boomerang verso la squadra di avventurieri. Sotto l'elmo era quasi possibile sentire le zanne che schioccavano tra loro. Gli ora otto prigionieri del pianeta sfoderano a loro volta le armi, intenzionati a non farsi intimidire.

 

<< Dove voi non potrete fargli più niente.>>, ringhiò Angela cominciando a pizzicare alcune note per potenziare i compagni. Alla sola vista alcuni Predator già pregustarono l' idea di avere nella loro collezione le ali di una Gargoyle.

 

<< E’ proprio qui che vi sbagliate.>>


                                                 ******

 

Dopo molta fatica, i tecnici degli Stecker( aiutati da 2B, che non a caso era la figlia di uno dei più abili marchingegneri dell’ orlo esterno) erano finalmente riusciti a rimettere in funzione almeno in parte i motori dell’ Olandese, che ora sorvolava la foresta cercando la fonte del segnale EMP, seppur levitasse in maniera ancora un pò barcollante.

 

<< Quanto manca?>>, ruggì Jones rivolto verso la sala motori, da cui provenì la voce spaventata e indaffarata di Spugna.

 

<< Difficile dirlo, signore. L’unica cosa certa è che più ci avviciniamo, peggio funzionano i motori.>>, esclamò l' ora commodoro, prima che uno sbuffo di fumo proveniente dai macchinari finisse su tutto il ponte. Allontanando il gas con un ventaglio, 2B si rivolse verso il capitano dell' Olandese.

 

<< Capitano Jones, se non oso troppo…. posso chiederle come lei e Cornelius avete fondato i Diafani?- chiese con innocente curiosità- Ho sentito una marea di versioni, ma mai capito quale sia quella vera.>>

 

<< Quasi tutte, in un certo senso- rispose lui con non poca fierezza- Cornelius era il figlio illegittimo del sovrano di un pianeta dell’ Orlo esterno, che lo sbattè per strada quando venne a sapere di lui. Io ero un altro di milioni di orfani che cercava di sopravvivere, e mi trovò una sera in cui svenni dalla fame. Mi rimise in sesto e per qualche anno pensammo a costruire la nostra gang, rubando a chiunque volevamo e coltivando ogni giorno di più i nostri Midi- chlorian, certi che la grandezza fosse a portata di mano.>>

 

<< Già, anche Maul racconta storie simili. Anche se le sue riguardano un culto di streghe pazze.>>


<< Oh, quelle le trovammo anche noi. Un giorno il padre di Cornelius decise di richiamarlo a casa, sapendo che gli serviva un erede. Lui ottenne di portarmi con lui come scudiero, ma alla prima occasione mi ficcarono in un laboratorio dove dovetti sopportare non so quanti esperimenti biologici e magici. Riuscì a fuggire mesi dopo attraverso le fogne, portando con me solo una spada e una coperta nera lacerata. La stessa coperta che sventola dall’ albero maestro.>>

 

<< La faccia…..>>

 

<< Quello che dico anch’io. Mi ritrovai su un’ isola deserta e, in preda alla rabbia, giurai che mai più il mio destino sarebbe stato controllato da qualcun altro. Costruì una zattera e disegnai un Jolly roger sulla mia coperta con del guano di gabbiano, dopodichè salpai e nuovamente creai una ciurma con cui terrorizzai i mari di tutto il pianeta. Quando Cornelius seppe che ero vivo, avendo intanto ucciso quel fallito di suo padre, mi richiamò a palazzo e mi espose il suo progetto di assoggettare l’ intera galassia. Era talmente folle che accettai, ed è per questo che ho accettato di servire anche Malefica….. di certo non solo perchè è la mia amata figlioccia.>>, concluse il pirata con tono quasi nostalgico, appoggiandosi al bordo della nave e guardando finalmente qualcosa spuntare dall' infinita serie di alberi che ricopriva il continente. Senza indugiare, diede ordine di prepararsi alla battaglia imminente, ma qualcuno approfittò del caos per attuare i propri piani.


<< E’ la mia occasione.>>

                                                                                                             *****

Salve a tutto il fandom, spero abbiate passato una piacevole prima settimana del 2024, io me la sto cavando abbastanza bene al di là dei tipici casini per trovare lavoro. Nel prossimo capitolo ci sarà la battaglia tra la ciurma dell' Olandese e i Predator, immagino che non molti poi si aspettassero l' apparizione di Due e spero di renderlo al meglio. A presto, buon anno a tutti e un enorme ringraziamento a chiunque recensisca.

 

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Capitolo 32
*** Terreno di caccia- terza parte ***


La squadra di Yatjua che aveva assalito Sora e compagni sembrava star compensando per ogni singolo momento di pausa che avevano avuto nei giorni precedenti. Combattevano in maniera selvaggia, ma ordinata, sfruttando appieno il loro numero tre volte superiore, isolando le loro prede e colpendole ripetutamente nonostante i loro tentativi di contrattaccare. Fortunatamente Mando e Amarant riuscivano a compensare grazie alla loro esperienza tattica, evitando che l'intero gruppo venisse sopraffatto.

 

“ Sei bravo, Mandaloriano. Mi assicurerò di mettere le tue armi in un posto d’onore.”, affermò eccitato il capo della squadra di Predator, mulinando ferocemente gli artigli contro la lancia in Beskar di Mando, riempiendo l’ aria di scintille e linee di energie della Forza. Schiena contro schiena col guerriero, anche Amarant combatteva a mani nude.

 

“ Le armi sono parte della mia religione.”, affermò Din, abbandonando temporaneamente la lancia per buttarsi in un brutale corpo a corpo col nemico, dirigendo una scarica di pugni fulminei al suo torace squamoso.

 

“ CANNONE EFFLUVIUM!”, gridarono all’ unisono, sparandosi a vicenda raggi di energia sacra, abbagliando alcuni dei rispettivi compagni più vicini e causando crepe nel terreno in più direzioni. Alami rischiò di cadere in un crepaccio, venendo fortunatamente afferrata da Angela, che si librò in volo assieme a lei.

 

Grosso errore, purtroppo, perchè i Predator avevano già intuito che le due erano le maggiori guaritrici del gruppo e cominciarono a bersagliarle con tutto quello che avevano. Judy e Grogu ovviamente non erano molto d’ accordo.

 

“ Calcio in volo!”, esclamò la coniglietta, avvolgendo una zampa con una luce cianotica e buttandosi di peso su uno degli avversari, spaccandogli l’ elmo per poi trascinare nell’ attacco non pochi dei suoi compagni. Grogu invece prese il boomerang vinto mesi prima.

 

“  Lancio stellare!”, gridò il piccolo mandaloriano, lanciando l’ arma che venne appunto avvolta da una scia di stelle mentre colpiva tutti i nemici rimasti.

 

Sora intanto era impegnato in un furioso duello con multipli nemici, e aveva finalmente deciso di usare il suo Keyblade, accompagnandolo al gunblade che già utilizzava per parare i molteplici attacchi da più direzioni che stava ricevendo. Uno degli Yatjua in particolare era molto aggressivo nei suoi affondi d’asta, arrivando più volte vicino ad atterrare il Custode.

 

“ Vendicherò la morte di mio fratello!”, esclamò roteando l’arma fino a creare un vasto tornado, che il castano schivò di poco.

 

“ E chi sarebbe tuo fratello?”, chiese lanciando un Thunder come contrattacco, prontamente parato però.

 

“ Non fare il finto tonto, tu e i tuoi amichetti l’ avete ucciso il vostro primo giorno qui.”.



 

“ Ah, sì….. tanto scommetto che cerchi solo una scusa per prenderti la mia testa senza sentirti troppo in colpa, vero?”, fece sardonico Sora, incrociando nuovamente le armi contro l’alieno in un rapidissimo confronto che vede scambiarsi fendenti a brutali calci o pugni in un crescendo di violenza. Il ragazzo non ricordava di essersi mai sentito così selvaggio, se non forse la prima volta in cui aveva evocato il Keyblade e desiderava semplicemente uccidere ogni singolo pirata sulle Isole del destino.

 

“ Ovvio, umano.”, disse il Predator con lo stesso tono, approfittando di un attimo di distrazione del ragazzo per poggiargli una mano sul petto, portando con se una concentrata ma potente forza d’impatto, scagliando via l’ agognata preda di diversi metri, spezzando in due anche un albero. Quando il ragazzo si riprese, non era affatto contento, e abbandonò il Gunblade per fare affidamento solo sul Keyblade.

 

Sora si strappò la maglia con un rapido, brutale gesto e scrocchiò il collo, prima di saltare gridando con un grido belluino contro il suo avversario, incrociando Keyblade e asta tra scintille e linee di energia della Forza, piegando numerosi alberi col mero impatto.

 

“ STINGER!”, gridò avvolgendo l’ estremità del Keyblade con una punta d’ aria compressa, mentre l’ avversario evocava una luce verde simile a un piccolo drago. 

 

“ Dragoken!”.

 

I due attacchi scivolarono l'uno sull'altro, causando un graffio sulla guancia di Sora e uno sul fianco del Predator. I due contendenti si ritrovarono quindi l' uno alle spalle dell' altro, era l’ occasione di finirla! 

 

Il Custode prese con entrambi le mani il Keyblade formato dal suo legame con Mulan e convogliò in esso tutta la Forza a cui poteva fare appello, trasformandolo in un possente spadone ricurvo che ricordava l’ ala di un drago.

 

“ Cambio Forma! Respiro del drago!”, esclamò avvolgendo la nuova arma con un velo di fiamme ardenti e lanciandosi all’ attacco contro l’avversario con ritrovato vigore, sfruttando a pieno il peso dello spadone e lo sconfinato calore che emanava, simile a un piccolo sole.

 

Il Predator cercò di balzare tutt’ attorno a Sora per disorientarlo, ma anche col peso aggiuntivo Sora era rapido quanto lui e non si fece confondere. Una volta accumulata abbastanza energia, piantò la lama nel terreno, scatenando una colonna di fiamme ardenti che scagliò l’ avversario per aria, saltando quindi per raggiungerlo e infilzarlo, con un’ ultima conflagrazione.

 

Sora guardò il corpo carbonizzato del suo nemico e, ansimante, afferrò il suo Prizmod per prendere tutto il suo contenuto, sordo al resto della battaglia. La sua prima vera uccisione in battaglia, il suo primo bottino di guerra se tale si poteva definire….. avrebbe dovuto provare qualcosa di più, ma era semplicemente troppo stanco e infuriato per preoccuparsene.

 

Mentre cercava di riflettere sulla sua attuale mancanza di emozioni, un suono proveniente dal Prizmod di Montblanc interruppe il flusso dei suoi pensieri.

 

“ Buone nuove, i motori della Razor Crest vanno di nuovo, Kupò.”, informò felice il Moguri, abbassandosi poi in tempo per schivare un colpo d' artigli. Mando sorrise sotto il casco e lanciò un ordine.

 

“ Allora scappiamo il più veloce possibile, non vedo l’ora di essere sulla Terra. Alami!”.

 

“ Subito….. BLIND!”, gridò la Nu Mou, sacrificando tutta la Forza che poteva canalizzare in un unico potentissimo incantesimo.

 

Un’ immensa luce abbagliante avvolse l’ intera radura, friggendo i circuiti dei caschi degli Yatjua e bloccando la loro vista giusto il tempo per permettere al gruppo Disney di svignarsela, sperando che qualunque cosa avesse riattivato la Razor Crest non fosse temporanea.

 

                                                              *****

 

Sebbene la fonte del segnale EMP sarebbe dovuta essere nascosta, era impossibile non vedere quella colossale piramide rossa e nera una volta capito dove trovarla. I Predator non avevano però risparmiato sulle difese, perchè tutt’ attorno c’ erano decine di potenti Spectrobe e artiglieria più che capace di abbattere una flotta se necessario.

 

<< FUOCO ALLE POLVERI!>>, ordinò Jones, dando sfogo a tutta l’ artiglieria dell’ Olandese, i cui colpi al plasma e i missili si scontrarono con la barriera rossa che proteggeva la piramide fino a creare un piccolo varco attraverso cui entrarono, continuando a bombardare la zona, destreggiandosi tra numerosi incantesimi o colpi di artiglieria.

 

Non pochi Spectrobe volanti provarono a salire sul ponte, ma 2B se ne sbarazzò facilmente e un ulteriore bombardamento permise all' Olandese di atterrare senza ulteriori problemi.

 

Il gruppo di pirati entrò nella Piramide, alla loro testa Davy Jones, 2B e Globby. Numerosi Yatjua tentarono di fermarli o farli cadere nelle loro trappole, ma poterono ben poco contro la sconfinata potenza di Jones o la dimesticezza degli Stecker con gli stratagemmi. Dopo un lungo cammino arrivarono davanti a un grande schermo, che presentava l' immagine di una deforma testa rossa di papero, dagli occhi strabici.

Pkna #2 - Due | Pk hack
 

<< Ah, capitano Jones, che piacere rivederla.>>, affermò la crudele AI con finta cortesia, cui Jones rispose in maniera ovvia.

 

<< Risparmiati la cortesia, pezzo di silicone andato a male. Disattiva la barriera EMP.>>, disse sfoderando la sciabola, avvolgendola con scariche elettriche, venendo presto imitato dalla ciurma e dai suoi due alleati.

 

<< Uff, speravo di risolvere le cose pacificamente, specie dopo essere stato costretto per anni a mandare fuori uso astronavi. Ma voi biologici saltate sempre alle maniere forti.>>, commentò Due deluso, attivando i sistemi difensivi della piramide, che si riempì di droidi d’ ogni tipo e alcuni Predator, ognuno dei quali si fiondò sulla ciurma pirata con lame o laser.

 

Tra la miriade di raggi rossi però ce n’era uno cianotico, che colpì Jones alla schiena, scomponendolo in milioni di pixel che vennero poi assorbiti dal computer.

 

<< Capitano!>>, esclamò Uncino, ma non ebbe tempo di preoccuparsi per il suo nuovo superiore che dovette schivare una pugnalata alle spalle, rispondendo con un fendente avvolto di energia venefica.

 

Jones sbattè più volte gli occhi, scoprendo di trovarsi in un’ arena composta di pixel rossoneri. Ai suoi piedi si trovava l’immagine dello stesso Due, intenta a sorridere sardonica. Una situazione sufficiente a far rabbrividire molti altri avventurieri, ma per il pirata era più una seccatura.


“ Cyberspazio, sul serio? E c’era gente che un tempo credeva voi Intelligenze artificiali foste il futuro della galassia.”, sbuffò il pirata, alquanto deluso dalla scarsa originalità del vecchio rivale, che strinse i denti digitali. Centinaia, forse migliaia di creature si formarono attorno e sopra Jones, armate fino ai denti e intente a ringhiargli contro. Nuovamente non sembrò impressionato, e si limitò a sfoderare la spada con un gesto quasi pigro.


“Oh, sto per provarti che lo siamo ancora.” , disse confidente e mandando un secco segnale.

 

Brutali eppur coordinati alla perfezione, le creature si buttarono contro Jones, che mulinò la sua sciabola per distruggere le prime file senza particolari problemi, muovendosi poi con un coordinato gioco di gambe per schivare i successivi attacchi, attraversare un reticolo di fendenti e laser senza ricevere il benchè minimo graffio.

 

Scivolava senza il minimo errore tra gli avversari, tagliando uno con la spada e altri due con la chela, utilizzando la Forza solo quando era davvero circondato.

 

“ Vento Bianco!”, esclamò scagliando un fendente di energia bianca contro alcuni abomini digitali simili a gorilla, tranciandoli in due, per poi sparare dalla chela una sfera di energia oscura. L’ orda che Due gli aveva mandato contro era stata già dimezzata, ma la crudele AI non perse tempo a sostituire i caduti.

 

“ Che mossa da dilettante, ti stai risparmiando?”, domandò sardonico.

 

‘ Oh, ora vedrai quanto mi sto risparmiando.’, pensò sarcastico l' alieno, evocando dalla chela tre sfere di colori diverse, infondendo in esse un' energia allo stesso tempo calda come l'inferno e gelida come gli abissi marini.


“ Un grido dall oscurità maledetta, Curse White! L’occhio del buio senza luce, Shadow Purple! E infine, il veleno del più profondo peccato, Poison Black! Giudica quest’ anima, Ade!”

 

Le sfere evocate da Jones si unirono formando un grosso calderone nero sotto il quale ardevano fiammelle azzurre. Esse presero rapidamente l’ aspetto di un’alta figura umanoide dalla pelle grigia, il mento appuntito e occhi ambrati, sempre avvolto da quelle fiamme.

 

Ade stesso era sceso in campo nonostante ogni aspettativa, Due credeva che fosse impossibile convocare un Eidolon nel cyberspazio. Eppure la malata intelligenza artificiale si stava trovando costretto a guardare l’espressione annoiata del guardiano dei defunti.

 

“ Uh, Jones, mi ritengo vagamente deluso. Appena due mesi che sei tornato qua e già mi chiami? Ti prego, non dirmi che è per quel giuramento che avete fatto in mio nome e che non avete completato.”, affermò seccata la divinità.

 

Il pirata rise. Una buona parte del suo esilio era stato trascorso proprio all’ interno della Forza, allenandosi allo stremo con lo stesso Ade, con cui aveva quindi stabilito un contratto. Non a caso un frammento della divinità era stato un membro effettivo dei Diafani e suo caro amico.

 

“ Domando scusa, Ade…. volevo solo dare una bella lezione a un certo sbruffone e a quegli idioti che hanno deciso di affidarsi a lui per i loro comodi.”.

 

L’ Eidolon spostò gli occhi ambrati sul pavimento, dove si trovava ancora l’ interfaccia dell’ IA. Quest’ ultima digrignò i denti digitali e fece apparire uno stormo di missili attorno ad Ade, che gli fece scoppiare in innumerevoli fiammelle azzurre.

 

“ Ah, Due…. comprendo, comprendo benissimo. Oh, ora sta a vedere che gli combino.”, affermò allungando un braccio di fumo e affondandolo nel pavimento. Due tentò di scappare moltiplicando la propria immagine all’ infinito e muovendosi attorno alle illusione in un rapidissimo vortice, ma Ade afferrò comunque quello vero.

 

“ Lasciami, lasciami!”, esclamò l’ AI rossa, creando a ripetizione ogni tipo di armi e creature che scagliava contro l’ evocazione, apparentemente imperturbabile ai suoi tentativi di liberarsi, fissandolo invece con avidi occhi gialli.

 

“ Tranquillo, Due, ti sto per lasciare andare…… dritto nel fondo del mio calderone!”, rise la divinità, mettendo in atto la minaccia e buttando l’anima digitale della sua preda nel paiolo bollente, unendosi in breve alla Forza stessa. Con la scomparsa del suo padrone, anche il Cyberspazio cominciò a distorcersi, e in breve Jones si ritrovò di fronte agli occhi ammirati dei suoi uomini, che si erano già occupati della maggior parte dei Predator.

 

“ Capitano, dunque?”, domandò Uncino, bloccando un nemico sotto un incantesimo temporale perchè uno dei compagni lo finisse.

 

“ Siamo liberi, Due è sparito si spera per sempre e possiamo tranquillamente lasciare l’ atmosfera.”, annunciò fiero il pirata, uscendo quindi assieme al resto della ciurma, per poi demolire l’ intera piramide con un semplice colpo di spada avvolto da acqua ad alta pressione. Si diresse quindi verso l’ Olandese assieme ai suoi uomini, trovando però quelli che aveva lasciato a bordo svenuti o bloccati con incantesimi temporali.

 

“ Ehi, dov’è Riku?”, domandò Uncino dopo aver rimesso in sesto i suoi subordinati con qualche incantesimo di cura, mentre Spugna risaliva dalla stiva dopo aver avuto un presentimento.

 

“ Manca uno degli shuttle minori!”, avvertì tutti. Jones strinse i denti e schioccò ripetutamente la chela, avvolgendosi con un’ aura più nera degli abissi oceanici.

 

“ Oh, il piccolo…… bah, al suo posto avrei fatto lo stesso. Ci penseremo dopo aver reclamato il pianeta per noi.”, affermò, non intendendo perdere un solo altro secondo su quel pianeta fino a quando non sarebbe stato registrato come territorio del Clan. E conoscendo Malefica, avrebbe comunque trovato un modo per ricondurre Riku a sè se era davvero interessata a lui.


“ A questo proposito, capitano- lo interruppe 2B- avrei un’ altra piccola proposta che penso interesserebbe non poco lady Malefica.”

 

“ Uff, non ho il tempo di festeggiare la morte di un’ intrigante intelligenza artificiale che me ne devo sorbire un’ altra. Cosa vuoi chiedere alla nostra capoclan?”, chiese il corsaro, chiarendo che la sua pazienza era già al limite.

 

“ Più che altro è quello che l’ Alba Rossa e gli Stecker possono fare gli uni per gli altri. Qualcuno sta tramando già da tempo in qualche angolo cupo della galassia, alle spalle non solo di noi, ma anche dei Disney, del cartello Hutt e degli Eclipse…. giusto per menzionarne alcuni, sappiamo che hanno anche richiesto i servigi di lady Malefica per attaccare le Isole del Destino. Credo che un’ alleanza potrebbe aiutarci a superare la differenza con tutte le fazioni coinvolte.”.

" ...... Sto ascoltando.".

                                                                  ******

                  

Sora e compagni, incluso Amarant, corsero a perdifiato fino alla grotta dove si trovava la Razor Crest, finchè non sentirono un assordante schianto a non molta distanza da loro. Temendo fosse un altro attacco, si fermarono dov’erano con le armi in mano, alzandole quando videro le fronde degli alberi muoversi, ma con loro somma sorpresa a uscire dalla vegetazione fu Riku.

 

“ Riku, sei proprio tu?!”, domandò stupita Alami, mentre l’ albino si avvicinava con cautela al gruppo. Considerando il suo ultimo incontro con Sora, era una reazione logica.

 

“ Sì, ho fregato un piccolo shuttle dall’ hangar dell’ Olandese mentre gli altri erano impegnati con la fonte del segnale EMP.”, spiegò il giovane Cavaliere oscuro, ancora col fiatone per la fuga improvvisata che aveva dovuto compiere.

 

“ E sembra che ce l’abbiano fatta. Possiamo lasciare questo buco…. insieme a te.”, disse Judy, saltando su una sua spalla.

 

“ E’ bello riaverti con noi. Ma….. sai mica dove si trova Kevin?”, non potè che chiedere Sora, ricordando la promessa che aveva fatto a Carl e Frederick. Purtroppo Riku scosse la testa.

 

“ No, purtroppo. Tenebrae sarà anche il centro di comando degli Stecker, ma Malefica tiene la maggior parte delle risorse a sua disposizione in altre basi meno vistose. Inclusi gli Spectrobe più rari che McLeah o chi per lui le portano. Potrebbe essere ovunque, ma posso dirti per certo che la staranno trattando bene, è una risorsa troppo preziosa.”.

 

“ Meglio che niente…. Ora corriamo sulla Terra e pensiamo a un piano.”, sospirò Sora, lieto comunque di aver risolto almeno uno dei suoi problemi col suo colpo di testa che li aveva portati su quel buco infernale.


                                                                 ******* 

 

In una locazione nascosta su un pianeta ai margini più estremi dell’ orlo esterno, due figure nascoste da mantelli neri stavano giocando un’ intricata partita di scacchi 3d. Entrambi cercavano di trovare un buco nella difesa avversaria, quando un’ altra figura, apparentemente femminile, entrò e si inchinò davanti a loro.

 

“ Signore, Sora ci è sfuggito un altra volta, gli Yatjua non sono riusciti a trattenerlo abbastanza a lungo.”, disse mentre la figura più massiccia mangiava una pedina dell’ avversario. L’altro non si fece prendere dal panico però e con una mossa abbastanza ardita riuscì a colmare lo svantaggio.

 

“ Non importa, basta che stia continuando a diventare più forte. Solo una volta che si sarà evoluto a sufficienza potremmo usarlo…. e sappiamo già che non avrà modo di negare le nostre richieste.”, affermò Xenahort, rivolgendo lo sguardo verso una capsula di stasi dove Kairi giaceva dormiente, certo che con lei in pugno Sora prima o poi avrebbe fatto tutto quello che serviva per concludere il suo piano.

 

Quello che neanche Xenahort però sapeva era che, seppur in stasi, Kairi stava andando attraverso un duro e profondo allenamento spirituale, che gradualmente stava rafforzando anche il suo corpo. All’interno del suo cuore, la giovane paladina era impegnata in continui scontri con orde di Heartless, Nessuno e altre creature dalla forma bizzarra, il campo di battaglia uno strano disco di vetro che raffigurava lei e molte delle persone che conosceva. Gradualmente continuava a crescere con ogni suo progresso.

 

In ogni scontro sentiva delle voci che le trasmettevano consigli e lezioni di spada o magia. La ragazza ripeteva all' infinito ogni singola tecnica e incantesimo che le veniva insegnata, ampliando il suo arsenale mentre ogni giorno di più, seppur bloccata, anche il suo corpo materiale si rafforzava grazie al legame tra i Midi- Chlorian e il resto del suo organismo.

 

“ Vettore sonico!”, esclamò la Paladina, lanciandosi ad altissima velocità contro un Nessuno per poi cambiare continuamente direzione, distruggendolo e poi passando ad altri nemici. Quando

 

“ Sei molto migliorata, Kairi. La tua fuga da questo reame non è lontana.”, disse una delle entità che sembrava intenta a farla migliorare il più possibile, la voce femminile simile a un coro di campane.

 

“ Volete dirmi finalmente chi siete?”, protestò la paladina, stufa di tutti quei misteri.

 

“ Non ancora, giovane Kairi. Solo quando ti sarai dimostrata pronta potrai conoscere i nostri nomi.”, rispose un' altra voce, questa chiaramente di un uomo anziano, ma ancora dotato di una potenza indescrivibile, un veterano senza eguali.

 

“ Ah, voi divinità siete semplicemente insopportabili.”, disse mentre ritornava alla carica contro l’ ennesima orda di nemici.


                                                                                                                     *******

Salve a tutti, spero di non avervi fatto aspettare troppo con questo capitolo, ma come sempre ero impegnato tra una fic e l' altra( inclusi alcuni progetti su AO3 in inglese, accidenti ai miei filmini mentali) e purtroppo quando si tratta di scontri di gruppo tendo sempre a impappinarmi. Mi auguro che almeno abbiate apprezzato la dimostrazione di come Sora si stia facendo gradualmente più aggressivo e la dimostrazione della potenza di Jones( per chiarire, sarebbe scappato tranquillamente anche da solo alla lunga, voleva solo provare il suo punto. Riguardo il come abbia sconfitto Due, tenete presente che siccome la Forza in questo AU è utilizzata anche da artigiani e scienziati di ogni sorta nelle loro creazioni, pure le AI e droidi particolarmente personalizzati sviluppano una connessione a essa o addirittura una forma di anima. Ergo, Ade può tranquillamente interagire con loro come con qualsiasi altro mortale)

La prossima saga coinvolgerà sia una buona parte del cast di Owl House, collegandone un membro anche a un certo villain di FF, e un evento da uno dei miei sequel Disney preferiti. A presto, recensite numerosi e datemi qualsiasi consiglio o critica vi venga in mente.

 

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Capitolo 33
*** C'è una festa qui ad Agrabah- prima parte ***


Era passato un mese dalla disavventura sul pianeta degli Yatjua, e l’ allenamento di Sora e compagni era stato ulteriormente incrementato, obbligandoli inoltre a non prendere missioni per un pò. Era sia una punizione, per aver messo a repentaglio la vita dell’ intero gruppo, che una misura di sicurezza nel caso qualcuno se ne approfittasse. Tanto più che Riku, pur avendo lasciato gli Stecker in via ufficiale, poteva essere ancora nel loro mirino. L' albino per canto suo si era messo anima e corpo nell' allenamento, sia in solitaria che come sparring partner per Sora, non intendendo minimamente restargli indietro in attesa del giorno in cui avrebbero trovato la posizione di Kairi.

 

Un giorno, mentre il castano stava eseguendo una serie di flessioni con diversi massi sulla schiena sotto l’ occhio vigile di Ventus, ricevette la visita di Paperone.

 

“ Sora, scusa il disturbo, posso?”, domandò l’ anziano affarista, osservando soddisfatto la diligenza del Custode. La fama che si stava gradualmente costruendo come emblema della nuova generazione di avventurieri era decisamente meritata.

 

“ Dica pure, signor de Paperoni.”, rispose il ragazzo, continuando a muoversi sotto il peso delle pietre, il corpo madido di sudore e i Midi- Chlorian che gli ribollivano per tutto il corpo.

 

“ Ho appena ricevuto l’invito per una festa di matrimonio, a cui dovrei partecipare a nome dell’ intero clan. Ma in quel periodo sarò impegnato in un incontro con Diz. Potresti partecipare a mio nome? Considerala allo stesso tempo una ricompensa per l’ impegno di questo mese e una preparazione a futuri eventi come questo…. se mai dovessi fondare un clan tutto tuo, è probabile che dovrai fare molte trattative in prima persona.”.

 

Sora deglutì all’ idea. Essere un membro dei Disney, certo, era un sogno diventato realtà( nonostante tutti i vari inconvenienti affrontati nell’ ultimo anno e mezzo), ma….. fondare un suo clan e forgiare la propria eredità, senza rendere conto a nessuno? Quello era ciò a cui ogni avventuriero aspirava davvero, quindi anche colui che rappresentava il concetto stesso di libero arbitrio.

 

“ Certamente, dove si terrà la festa?”, domandò interessato mentre svolgeva l' ultima serie di flessioni, dopo le quali Ventus lo liberò dal carico sulla sua schiena.

 

“ Agrabah, su Tatooine.”, rispose rapido Paperone, preoccupando non poco i due Custodi.

 

“ Non è quella città stato considerata uno dei pochi luoghi sicuri dagli Hutt?”, chiese Sora un pò incerto. Tatooine era anche all’ epoca uno dei pianeti più divisi della galassia tra tribù, feudi e vari altri territori. Gli Hutt avevano le loro grinfie su quasi tutti, eccetto la città stato di Agrabah, che sotto la guida del sultano e sua figlia si ergeva a barlume di legalità sul pianeta desertico.

 

I più pessimisti sostenevano però che non sarebbe durato molto, se prima o poi Jabba si fosse stancato di loro.

 

“ Sì, ma non si azzarderanno a fare niente, o persino molti dei loro alleati li abbandoneranno, e la posizione di Jabba è già alquanto traballante da un pò.”, rassicurò comunque Paperone. 

 

Da un certo punto di vista rispettava Jabba per essere rimasto al comando tanto a lungo, e tra vecchie reliquie troppo attaccate alla loro poltrona ci si intendeva, ma sapeva che i giorni degli Hutt erano contati dopo aver allentato un pò troppo la mano sui propri domini per troppo tempo. Già Topolino aveva cominciato a discutere con altri clan per vedere come limitare i danni nell' Orlo esterno quando finalmente il cartello si fosse diviso, ma era probabile che Maul o chi per lui avrebbe assorbito il più dei rimasugli dell' organizzazione quando sarebbe successo.

 

“ Comunque sarà meglio che questa volta accompagni anch’io il gruppo, visto cos’è successo poche settimane fa.”, affermò Ventus, certo che stavolta sarebbero stati necessari sia lui che mando. Il suo amato Padawan aveva la pessima abitudine di togliersi da situazioni pericolose solo per ficcarsi in guai ancora peggiori d' altronde.

 

                                              *****

Agrabah era semplicemente bellissima,  al tempo stesso mimetizzata e ben distinta dal deserto in cui si trovava. Le strade erano sempre vive, giorno e notte, e l' architettura era stata pensata tanto per essere facilmente difendibile in caso d' invasione che per colpire l' occhio dei turisti. Sora e i suoi compagni persero non poco tempo ammirando le varie costruzioni e i vari stand in giro, anche se su istruzioni di Mando non comprarono niente.

 

All’ entrata del palazzo, a dare il benvenuto agli ospiti, c’era la stessa principessa Jasmine nel suo abito azzurro. Atletica quanto bella, tra i folti capelli corvini svettavano due orecchie da fennec accompagnate da una coda, ed emanava una calma aura di serenità che sembrava trasmettersi con una semplice parola.

 

“ E’ un grande onore avere qui gli inviati del Clan Disney. In particolare te, Sora, c’era qualcuno qui che sperava di conoscerti da un pò.”, affermò la principessa del deserto, stringendo affabilmente la mano del castano prima di far avvicinare una conoscenza più o meno diretta di entrambi.

 

Una figura in sedia a rotelle si fece strada verso il party di avventurieri, rivelandosi una bellissima ragazza dai lunghi capelli rossi e il viso amorevole, una coperta rinfrescante a proteggere dal caldo una coda da sirena.

 

Sora e compagni si inchinarono subito, riconoscendo la futura sovrana del loro pianeta natale.

 

“ Principessa Ariel, che onore vedervi qui.”, disse Alami a nome dei compagni, guadagnandosi un amorevole sorriso dalla sirena.

 

“ Anche per me. E’ sempre bello sapere che i nativi di Atlantica riescono a farsi ancora un nome nonostante le ultime difficoltà.”, affermò quest’ ultima, facendo chiaro riferimento  all’ attacco sulle Isole del Destino. E altrettanto chiaramente le bruciava molto non poter far molto per prendere la testa di Uncino o chi per lui.

 

“ Per favore, non pensiamo ai giorni tristi, questo è un lieto evento.”, la calmò però Jasmine, mettendo una mano sulla spalla dell’ amica, che si illuminò di nuovo e si rivolse alle ragazze del gruppo.

 

“ Verissimo. Io sarò una delle damigelle, vi andrebbe di vedere il mio vestito?”, chiese la rossa, e le ragazze non persero tempo ad accettare mentre gli uomini si diressero verso gli alloggi delle guardie, desiderosi di sgranchire un pò i muscoli dopo il viaggio iperluce.

 

Una volta accolti gli ultimi ospiti, Jasmine si diresse verso la sua stanza, dove la aspettava il suo Spectrobe, Raja. La colossale tigre  spinse il muso verso l’amata padrona, ricevendo un dolce abbraccio e poco dopo  lei stessa venne abbracciata da forti braccia coperte da un robusto esoscheletro, a sua volta nascosto da un pesante mantello da tuareg color notte.

 

“ Sei felice, amore mio?”, chiese la voce del suo fidanzato, Aladinn, carezzando il viso di lei col proprio.

 

“ Tantissimo. Se tutto va bene, potremmo fare finalmente una dannata differenza in questo mare di sabbia. Hai detto che tuo padre ci sarà?”, chiese di rimando la principessa mentre si sedeva assieme all' amato. Anni fa nessuno avrebbe scommesso due soldi sulla durata della sua storia: nel migliore dei casi, la sbandata passeggera di una nobile per un avventuriero da due soldi, nel peggiore il figlio di uno degli uomini più pericolosi dell' Orlo esterno che cercava di circuire l' ingenua principessa.

 

Eppure la loro storia aveva perseverato attraverso ogni sfida e ogni imprevisto mentre i due ragazzi si davano man forte a vicenda, evolvendo assieme e riuscendo persino a sconfiggere uno dei Diafani sopravvissuti alla guerra quando questi cercò di prendere il controllo di Agrabah. Quella vicenda purtroppo aveva confermato quello che Jasmine temeva sin da bambina, che alla morte di suo padre e alla sua la città non sarebbe diventato che l' ennesimo nido di furfanti e assassini di Tatooine, non importava chi comandasse il cartello Hutt. Quindi aveva deciso proprio di affidarsi ad altri furfanti e assassini per avere una chance di ritrasformarla nel santuario sicuro che sarebbe dovuta essere e..... forse, un giorno, trasformare tutto il pianeta in un luogo sicuro.

 

“ Lui e tutti i quaranta ladroni.”, disse allegro il ragazzo scambiandosi qualche altra coccola con la fidanzata, certo che con tutti loro in giro per la città niente sarebbe potuto andare storto, anche se Jabba avesse saputo.

 

Ovviamente il destino aveva deciso altrimenti.

                                              *****

Ormai al tramonto Sora stava uscendo dalle cucine dopo essersi scambiato qualche ricetta coi cuochi, ansioso di provarla per i compagni, quando sentì qualcuno tossire dietro l’angolo di un corridoio…. accompagnato da una stranissima aura che gli fece rizzare i peli sulla schiena. Girandosi, vide una ragazza dalla pelle scura sfinita a terra, dove cercava affannosamente di respirare mentre attorno a lei un enorme serpente bianco e viola continuava a lanciare incantesimi curativi su di lei.

Sharing The Owl House fanart — String bean!

 

Sora alzò le mani, facendosi vedere dallo spettro e avvicinandosi lentamente, mettendo bene in chiaro che non aveva cattive intenzione. Il rettile sibilò all’ inizio, ma lo lasciò chinare sulla propria padroncina.

 

“ Ragazzi, mi sentite?- chiese il ragazzo attivando il comunicatore del Prizmod- sono vicino alle cucine, c’è una ragazza che necessita assistenza medica. Mandate subito un dottore.”

 

“ Sora, sono Alami, siamo assieme al sultano e alla principessa. Dimmi i sintomi”, gli rispose la Nu Mou, che era il miglior medico tra i membri del gruppo.

 

“ Fatica a respirare, muscoli praticamente flosci e- cominciò a elencare il ragazzo, trovando poi una macchia nera sul collo della ragazza, e per poco non svenne a sua volta- dei…. è Geostigma.”.

 

“ Cazzo- imprecò lei, cosa mai successa da che ricordasse- Cerca di mantenerla stabile, il sultano sta già mandando i medici di palazzo!”.

 

‘ Seh, più facile a dirsi che a farsi’, pensò seccato Sora, prendendo comunque alcune pozioni dal Prizmod e mettendosi al lavoro, togliendo la giacca della ragazza e facendo alcune prime punture con somma cautela, sapendo che mettere l’ ago nella vena sbagliata le sarebbe costato la vita. 

 

Il Custode continuò per quasi un minuto il proprio lavoro, sentendo però il trascorrere di intere ore, e concluse mettendo le mani sul cuore della sua paziente. Era debole, tanto debole, e non sapeva se lui avesse la capacità o il mero potere per riuscirci….. anche se, assieme alla licenza da avventuriero aveva ottenuto anche quella da infermiere certificato, non era un dottore e c’era un buon motivo se la magia bianca non aveva sostituito la scienza medica, limitandosi invece ad accompagnarla. Specialmente quando si trattava di malattie cancerogene come quella che si trovava di fronte.

 

Trattenendo il fiato, Sora cominciò ad emettere diverse scariche di energia curativa, cercando di avvertire ogni singola cellula della giovane. Entrambi vennero avvolti da una potente luce verde, mentre il ragazzo sentiva i loro stessi cuori connettersi, assieme anche a quelli del serpente e di Dumbo. L' elefante uscì dal Prizmod e posò la proboscide sulla spalla del partner, che riavvertì l' aura sentita poco prima.

 

Era una sorta di fame senziente, che cresceva in continuazione e mirava ai Midi Chlorian della ragazza. Non voleva solo divorarli, ma trasformarli nella stessa cosa che componeva il Geostigma. In genere dubitava delle voci secondo cui quell' epidemia avesse una forma di intelletto, similmente ai Krawl, ma in quel momento cominciò a credere ci fosse un fondo di verità.... e ne ebbe paura, ben più di quanta ne avrebbe avuta anche per il più potente dei Simbionti.

 

Eppure, in qualche modo finalmente sentì quella cosa cominciare a regredire negli antri più reconditi del cuore della giovane, sebbene fosse ancora lì in attesa che mostrasse il minimo cenno di debolezza. Con un intenso sospiro di sollievo, Sora cadde all' indietro, sentendo le dita bruciare per tutta l' energia che aveva incanalato. La sua paziente, però, si rialzò e si grattò la testa, chiaramente ancora stordita dall' esperienza.

 

Timeskip Lumity [The Owl House] : r/wholesomeyuri

“ Urghh, l’ attacco peggiore della mia vita.”, brontolò e appoggiandosi alla testa del suo Spectrobe, mentre Sora prendeva un paio di pozioni per riprendersi dallo sforzo-

 

“ Stai bene?”.

 

“ Molto meglio, ti devo molto- rispose lei con tono sinceramente grato-  Speravo di aver preso abbastanza medicine, ma quest’attacco è stato davvero improvviso.”.

 

“ Lo so, il Geostigma è una puttana insidiosa.”.

 

“ Sì, io la versione cronica per fortuna…. diciamo. Ce l’ho fin da bambina e sta rallentando tantissimo il mio addestramento. A proposito, mi chiamo Luz Noceda.”, rispose lei tendendo la mano verso il Custode.

 

“ Sora, molto piacere. Sei una degli invitati o lavori qui?”, domandò lui ricambiando il gesto.

 

“ Invitati, io e lo sposo siamo praticamente cresciuti assieme. Io sarò una dei testimoni e la mia ragazza farà la damigella per Jasmine…. oh, eccola a proposito.”.

 

Verso di loro stava correndo una ragazza alquanto pallida dai lunghi capelli viola, tenuti in una coda. Aveva piccole orecchie a punta e un formoso fisico, coperto da una tuta da meccanico. Dietro di lei c'erano anche i compagni di Sora e gli sposi, molto preoccupati.

 

“ Luuuuuuuuz, stai bene?”, gridò preoccupata la ragazza, buttandosi al collo della mora, che le carezzò le spalle per confortarla e le diede un piccolo bacio sulle guance, prima di indicare Sora.

 

“ Grazie a lui, sì. Amity, ti presento.... Emh, scusa, non ti ho chiesto il nome.”.

 

" Nessun problema, mi chiamo Sora. Ma onestamente ho avuto solo culo, ho avuto paura per tutto il tempo di peggiorare le cose.".

 

“ Ti avevo detto di non allontanarti troppo da noi, per qualsiasi motivo. Grazie davvero per esserci stato- disse Amity, porgendo un piccolo inchino a Sora- Ehi, non sei quel ragazzo capace di usare un sacco di Keyblade?”-

 

" Oh, la mia fama è arrivata anche qui?- rise lui- sì, sono proprio io, ma c'è molto altro di me che conta ben più di quello.".

Ventus offrì al suo allievo un sorriso fiero, lieto che non si stesse facendo prendere la testa dall' essere una sorta di ' prescelto'. Anche se quello era probabilmente il motivo per cui era riuscito a stabilizzare Luz quando anche alcuni medici molto esperti avrebbero avuto problemi. Il vero potere di Sora era quello di connettere i Cuori e usarne il potere, quindi era riuscito in qualche modo a connettersi con l' animo di Luz e aiutarlo a combattere il Geostigma: una malattia di origine sconosciuta che innanzitutto mangiava e corrompeva i Midi- Chlorian in qualcosa di alieno persino per la strana galassia in cui vivevano.

 

Ma questo significava anche che, nonostante la malattia, Luz doveva aver avuto a sua volta un talento non da poco per dare un simile supporto a Sora, aiutandosi a vicenda per combattere l' infezione. 

 

' Luz Noceda, chi sei davvero?', si chiese il biondo Custode, guardando la ragazza venire condotta via dagli amici per ricevere un' esaminazione più approfondita nell' infermeria del palazzo.

 

                                                                                                                            ******

 

Buonaserata a tutti, spero di non essere troppo in ritardo, questo è uno di quei casi in cui il capitolo era già quasi fatto per metà, ma ero troppo pigro per concludere il tutto. Questa mini saga conterrà solo due capitoli, ma servirà comunque a continuare alcune sottotrame riguardanti i villain( o anti villain. Anche se in questo contesto Aladin, Jasmine, Luz etc. si ritroveranno più volte a combattere Sora e compagni, sono sinceramente convinti di fare quello che ritengono meglio per le persone a loro care, questo non è cambiato dalle loro versioni canoniche). Fatemi sapere cosa pensate, per favore.

 

Luz e Amity ovviamente vengono da Owl House, anche i loro amici dalla serie sono in giro per il palazzo e faranno una o due comparsate nel prossimo capitolo. Il serpente di Luz si chiama Stringbean, qui è ovviamente il suo Spectrobe.

 

Il Geostigma è una malattia scatenata dalle cellule di Jenova in Final Fantasy: Advent Children. L' ho riadattata al contesto anche perchè mi serviva un modo per rendere alcuni deficit di Luz in un mondo dove non ci sono limiti all' imparare la magia o tecniche varie. In questo caso, pur essendo molto talentuosa con incantesimi e skill varie, non può utilizzare troppa energia tutta insieme, limitando la sua efficacia. Quindi, come da canon, utilizza i Glifi per manipolare la Forza attorno a sè e fare molta meno fatica.

 

 
 

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Capitolo 34
*** C'è una festa qui ad Agrabah- seconda parte ***


Sebbene Daiyu non fosse certo il peggior pianeta dell’ Orlo Esterno tra quelli ‘ civilizzati’, era comunque un luogo da cui la maggior parte degli avventurieri, esterni e non alla regione, stava ben lontana, e anche molti dei residenti speravano di andarsene un giorno. Molte città e diverse regioni selvagge erano infatti teatro di una guerra fredda tra il Cartello Hutt e l’ Alba Rossa, membri di entrambe che cercavano di rubare le risorse dell’ altro senza versare eccessivo sangue( solo però per non attirare l’ attenzione) o incolpando la fazione rivale di altri crimini in modo da prendere la loro fetta di territorio.

 

Era una sera come tante in una città nel continente ovest del pianeta, non eccessivamente grande, ma soprattutto una delle poche zone neutrali tra i due gruppi criminali che si contendevano l’ area.  Ai piedi di un monumento dedicato ai caduti della guerra contro i Diafani, un senzatetto che aveva per occhio una protesi malfunzionante agitava lamentoso la sua ciotola per le offerte. Il suo movimento si fece meno incessante quando una bassa figura gli passò davanti e lasciò cadere abbastanza crediti perchè potesse permettersi tre pasti al giorno per una settimana.

 

<< Grazie, signore, che la luce di Ultima illumini il vostro cammino.>>, disse grato il mendicante, chinando il capo. Il suo benefattore rispose con tono ben più roco.

 

<< Il cammino che seguo è nascosto nelle ombre più fitte, ma ancora non dispero di percorrerlo fino alla fine. Non avete per caso un’ indicazione per questo viaggiatore sperduto?>>

 

Riconoscendo la parola d’ ordine, l’ uomo deglutì e indicò una viuzza poco distante, tornando quindi a chiedere l’ elemosina( poche ore dopo qualche teppista avrebbe provato a rubargliela, ricevendo solo una scarica di legnate però. L’ uomo aveva perfezionato per anni la figura del randagio malconcio)

 

Paperone, travestito grazie a un’ armatura da cavaliere priva di insegne, si diresse nella direzione datagli e poco dopo trovò una piccola, ma affollata taverna. C’ erano ogni genere di avventori, tra giocatori di biliardo, scommettitori, informatori e semplici ubriaconi. La persona che cercava era seduta davanti a un televisore, intento a guardare una partita di Pallafrutta tra avventuriere in bikini.

 

Considerando da chi stava scappando e dove aveva scelto di rifugiarsi, tra le altre cose, gli ultimi sedici anni erano stati gentili con Obi- Wan. Aveva ancora scaglie ramate molto resistenze, sebbene diventate leggermente più opache( sebbene le uniche visibili fossero quelle delle mani, il resto ben nascosto), e sotto il pesante mantello rosso si poteva intravedere un fisico ulteriormente rafforzato in quasi due decenni di allenamento, e sebbene tenesse la propria aura al minimo, Paperone sapeva che ormai lui e Diz, come si faceva chiamare, erano ormai quasi allo stesso livello.

I suoi traguardi come non combattente erano altrettanto eccezionali. Il Cammino Nascosto, l' organizzazione che aveva fondato e comandava, aiutava profughi in tutto l' Orlo Esterno a raggiungere le regioni centrali o almeno zone di quell' area fuori dalla guerra tra i cartelli criminali, come l' Impero Chiss. I membri erano anche tra i migliori cercatori d' informazioni disponibili, e a volte erano anche membri di altri clan, inclusi quegli Eclipse che non avevano creduto alla colpevolezza del Jedi.

Vedendo arrivare l’ amico gli fece cenno di sedersi e ordinò un paio di birre per entrambi.

 

" Grazie per essere venuto con così poco preavviso, Paperone. Le notizie che porto non sono buone, ma almeno ho un paio di tracce da seguire ora.", esordì il Bangaa, versando sia a sè che a Paperone.

 

" Dimmi tutto. Intanto offro io, ovviamente il piatto meno costoso.", rispose lui, più che altro per alleggerire un pò l’ atmosfera.

 

" Allora, sono assolutamente certo che già durante la guerra Xenahort abbia cominciato a tirare i fili di varie regioni dell’ Orlo Esterno, sia per ottenere cavie che per guadagnare abbastanza soldi per i suoi esperimenti. Credo che abbia anche minacciato Jabba, e in quel caso è lui a tutti gli effetti il vero capo del cartello.", rivelò con tono estremamente grave Obi- Wan, confermando purtroppo alcuni dei sospetti che il collega nutriva già da alcune settimane.

 

"Un altro motivo per cui la loro leadership è caduta così in basso.", ringhiò Paperone, che in effetti sospettava le aggressive tattiche di Maul contro il rivale di sempre non fossero l’ unico motivo della sua presa sempre più molle sui propri territori. Ovviamente Xenahort avrebbe usato gli Hutt solo come un metodo per guadagnare soldi e materiale di studio, fregandosene di cos' altro succedeva nei loro territori.

Se pensava che un tempo gli avrebbe affidato sia la propria vita che la Terra.

" Già, e anche Maul se n’è accorto. Sta già investigando ovunque può mandare i suoi accoliti, ecco perchè ha tentato di rapire Demyx, deve aver trovato tracce sulla sua appartenenza al gruppo di Xenahort."

 

" E crediamo sia il clone di un antico maestro della Repubblica. Idea di chi altro potrebbe esserci nelle fila di questa…. Organizzazione?"

 

" Ho un nome…. un nome che è entrato nella leggenda assieme a quelli di Revan e Malak, avendo anche causato il loro scontro. Belos.>>, disse Obi- Wan, tirando fuori un' antica pergamena e mostrandola a Paperone, che impallidì.

 

" No, non può essere!"


                                           ******

Era arrivato il giorno delle nozze, e Agrabah era arredata a festa. Una buona parte del popolo, assieme agli emissari di molti clan o altri regni sparsi nella galassia si erano incamminati verso il palazzo del sultano, mentre sia le guardie che i quaranta ladroni si assicuravano che tutto proseguisse a dovere.

 

Il gruppo di Sora stava completando gli ultimi preparativi con qualche difficoltà, come infilare Sora e gli altri ragazzi negli smoking…. ci misero dieci minuti a ricordarsi che tra le funzioni del Prizmod c’era anche l’ autovestizione.

 

Nel frattempo qualcuno si era introdotto nell’ ala dove avevano messo tutti i doni di nozze, scartandoli e godendosi tanto il luccichio dei gioielli che il meno potere emanato da alcuni delle armi portate.

 

" IAAAAAAGO! Che stai facendo?", disse una voce all’ improvviso, facendo quasi saltare il povero Iago dalle sue penne per aggrapparsi il lampadario. Il pappagallo guardò sotto di sè, guardando la sardonica figura del Genio in abito da cerimonia.

 

" Oh, e che rompico…… che gran seccatura che sei, Genio? Sono lo Spectrobe del Re dei ladri, che figura ci farei se non prendessi qualcosina dalla lista di nozze.", sbuffò il pennuto, lanciando scintille di fuoco dalle narici mentre si buttava contro la figura bluastra dello spirito.

 

" Sai che Aladdin e Jasmine ti darebbero quello che vuoi non appena lo chiederai, vero?", ribattè lui, prendendolo gentilmente per la testa. Lui girò il becco e si strinse nelle ali.

 

"  Sì, ma ho comunque il mio orgoglio, perchè c’è solo una cosa che mi commuove.", affermò orgoglioso mentre si dirigeva assieme al Genio verso la sala all' aperto dove si sarebbe tenuta la cerimonia.

 

" Quale?" 

 

" Il malloppo, scemo, il malloppo!" 


Tra ulteriori sbavature e scherzi qua e là che Aladinn e Jasmine avrebbero comunque ricordato con affetto, tutti gli invitati entrarono solennemente nel salone delle feste dove Aladinn era già in attesa assieme a Luz( sua testimone) e al sacerdote, un anziano Tusken che portava le insegne di Ifrit.

" Dici che sarò anch'io così teso il giorno del mio matrimonio, Kupò?", domandò Montblanc a Sora, notando come lo sposo sembrasse pronto a scappare dal suo stesso esoscheletro. 


" Come si suol dire, lo scopriremo solo vivendo.", rise il moro mentre le porte si aprivano, lasciando entrare Jasmine, le damigelle e il sultano. L'atmosfera era carica di emozione mentre gli invitati si sistemavano e Aladinn, visibilmente agitato, fissava con adorazione la sua futura sposa. I cuori battevano all'unisono, pronti a celebrare questo momento speciale nella vita dei due innamorati.

Una volta che Jasmine arrivò all' altare, Ariel si sporse dalla sua sedia a rotelle per sussurrarle qualcosa nell' orecchio.

"  So che non dovrei chiedere favoritismi, ma.... Nessuna possibilità di fare arrivare il bouquet fino a me?", chiese sia per scherzo che per sincera speranza. Ricevette in risposta uno schiocco sulla fronte e un' occhiatina complice mentre il sacerdote cominciò a intonare un canto propriziatorio nella gutturale lingua della sua specie, presto imitato dalla prima fila degli invitati.

A parte il Genio e Iago, già impegnati a piangere Da dietro una colonna, Kazim si asciugò una lacrima, fiero del figlio. 
Finalmente giunse il momento dei voti, al che Luz tirò fuori le fedi nuziali.

"  Non riesco a credere che il mio granchietto preferito sia cresciuto tanto. Attento a non rovinare i voti.", disse sottovoce la streghetta ad Aladin, che le fece una pernacchia sottovoce.  Poi Con voce ferma e amorevole, iniziò a pronunciare i suoi voti, promettendo a Jasmine un amore eterno. Mentre Luz gli lanciava uno sguardo complice, il salone si riempì di emozioni, con tutti gli occhi puntati sui due sposi.

 

Arrivò il momento del bacio, che tutti i presenti aspettavano con grande trepidazione.
 
Nell' istante in cui le labbra di Jasmine toccarono il volto da Crostaceo di Aladinn, però, Sora saltò sull' attenti, sentendo qualcosa risaglirli lungo la spina dorsale.
 
" Sora, per la miseria, siediti.", lo rimproverò Ventus, prendendo la manica del padawan per rimetterlo al suo posto.
 
" No, c'è qualcosa, qualcosa in arrivo...", protestò lui, alzando lo sguardo al cielo e notando una fessura nera che andava allargarsi gradualmente 
 
 
Un brivido corse lungo la schiena di tutti mentre la fessura nera si allargava nel cielo. I festeggiamenti si interruppero, e lo sguardo di preoccupazione si diffuse tra gli invitati. Aladinn si allontanò  dall' altare assieme a Jasmine, preparando le armi.
 
Uno scoppio si propagò quindi dal portale, anticipando una fitta orda di Heartless e Nessun che sciamò verso il palazzo in un misto di ruggiti e orridi gridolini.


Il Genio fu il primo ad agire, volando a massima velocità verso gli invasori e scatenando una potente esplosione al mero impatto, che però fece poco più che disperderli su tutta la folla.

Le guardie e gli avventurieri presenti, oltre agli stessi sposi, non esitarono a imbracciare le armi ed evocare i propri Spectrobe. Lami sfavillarono tra i colpi, accompagnati dal lancio di numerosi incantesimi contro l' orribile orda e il ruggito degli Spectrobe, furiosi quanto i rispettivi padroni mentre schiacciavano o mordevano i nemici.
 

 

Dalla sua posizione, Kassim era paralizzato dalla rabbia, rivolta anche a sé stesso. Non poté evitare di chiedersi se Jabba avesse scoperto i suoi piani e deciso di fare un esempio con Aladinn.
 
" Ehi, capo, che facciamo?", gli chiese Iago nell' orecchio.
 
" Come osano.... Proprio oggi!", esclamò il Re dei Ladri, lasciando scoppiare le sue energie in un enorme uragano di sabbie più che capace di strappare carne e metallo al mero contatto.
 
"  Oh, ma che lo chiedo a fare.", si lamentò il pappagallo, ricoprendosi a sua volta di ardenti fiamme e unendosi alla lotta 
 
Ventus e Mando, impegnati a distruggere gli intrusi rispettivamente a colpi di  Keyblade o pistola, si rivolsero verso i ragazzi sotto la loro protezione.                                                                         
    " Voi, pensate a scortare fuori quegli ospiti che non possono difendersi da soli.", ordinò il Mandaloriano, prima di evocare la sua fidata lancia e impalare un' intera fila di Nessuno. Ventus invece scagliò un Sancta per distruggere un Heartless particolarmente grosso.                                             
 " Sora, tu invece resta qui, non osare allontanarti da lì.", disse invece il biondino, sapendo che in una simile situazione il posto più sicuro per il suo Padawan era sotto il loro costante sguardo. Il ragazzo annuì e lanciò uno sguardo ai compagni, Riku in particolare, che si diressero fuori scortando i civili mentre il moro si lanciava nella mischia evocando lo stesso Keyblade di Ventus.
Luz, poco distante, evocava numerosi glifi magici per lanciare potenti scariche di incantesimi cui ben pochi Heartless o Nessuno resistevano, ma il portale continuava a vomitare nuovi nemici.

Il Genio continuava a combattere gli invasori volanti, impedendo loro di focalizzarsi sui compagni o peggio ancora gli invitati privi di addestramento.

Impegnato in un corpo a corpo con un Nessuno a forma di drago, non vide però un proiettile giungere dal portale per scaraventarlo dritto verso terra con un terribile impatto. Lo spirito era ancora vivo, ma bloccato da un' enorme arma nera dai bordi arancioni, simile a un ibrido tra ascia e spadone.

Sora, destreggiandosi tra un Heartless e l' altro supportato da Dumbo, non ci mise molto a riconoscerlo come il Cambio forma di un Keyblade, e il Custode cui apparteneva non tardò ad arrivare. Una figura ammantata da una veste nera atterrò sull' elsa dell' arma, spingendo ulteriormente contro la carne eterea del Genio.


Lo sguardo avido dell'individuo ammantato mandò brividi lungo la schiena di Sora. Con il cuore carico di determinazione, il giovane Keyblade Master mantenne la sua posizione, deciso a resistere. Dumbo svolazzava sopra di lui, creando una distrazione utile mentre Sora sferrava attacchi rapidi e mirati contro il Custode oscuro.

Nel frattempo, Ventus, Mando, e Kassim si resero conto della nuova minaccia. Mando puntò la sua pistola verso l'individuo ammantato, pronto a intervenire,
mentre Kassim cercava di raggiungere il Genio per aiutarlo a liberarsi dalla presa mortale dell'arma.

"Ah, ah, non tentare niente, predone raggrinzito." , disse  però una voce, anticipando una serie di Kunai rivolta verso Kassim, chiudendolo in una gabbia di fulmini. Ventus impallidì alla dimostrazione di potere, che fu seguita dall' arrivo di un' altra figura incappucciata.
"  Tu.... Tu sei la stronza che ha ucciso i genitori di Anakin e incolpato Obi- Wan. ", sibilò il Custode, attivando il Cambio forma del proprio Keyblade
 
"  Confermo. Molto piacere, Larxene.", si presentò lei, togliendosi il cappuccio per rivelare un candido viso e corti capelli biondi con piccole antenne, le labbra una curva di pura perfidia. 

Ventus si lanciò contro di lei, mulinando il Keyblade trasformato senza però riuscire a colpirla, l' avversaria era infatti troppo rapida e sgusciante.

"  Spada Alata!",  esclamò evocando la più potente delle sue Trance, circondandosi con sei spade di energia cerulea, riprendendo il duello con l' aiuto di Mando in un mix di fendenti luminosi e raggi di energia oscura lanciati dal Mandaloriano, evitati con una grazia sinistra da Larxene, che allo stesso modo contrattaccava lanciando potenti incantesimi elettrici.
 
 
Nel frattempo Sora stava venendo Più volte sbattuto a terra dal suo colossale avversario, che si scrollava di dosso anche le due tecniche più potenti. Anche Dumbo era stato messo KO facilmente.

Proprio quando il castano stava per ricevere una pestata, una raffica di ghiaccio, fuoco e fulmini prese l' uomo in pieno petto, spingendolo via mentre Sora si rimetteva in piedi

" Luz, Grazie per l'aiuto!", esclamò rivolto verso la streghetta, avvolta dai suoi Glifi e con Stringbean che le roteava attorno.

Luz sorrideva con soddisfazione, mentre i suoi Glifi la circondavano in un vortice di potere magico.

"Nessun problema, Sora!-, rispose con determinazione. -Siamo tutti qui per proteggerci a vicenda."

Stringbean, fedele compagno di Luz, emetteva un suono vibrante di sostegno mentre continuava a roteare intorno a lei, pronto a scagliarsi nuovamente contro gli Heartless e i Nessuno che minacciavano il gruppo. La solidarietà tra gli alleati era palpabile, alimentando la loro determinazione a combattere e a difendersi l'un l'altro in questa battaglia epica.

" Davvero niente male per la tue età, ragazzina- disse ammirato l'uomo, togliendosi il cappuccio per rivelare un viso granitico con occhi azzurri e corti capelli castani- anche ai miei tempi ben pochi sapevano usare quei simboli, e persino guerrieri più esperti mi hanno appena fatto il solletico. A proposito, mi chiamo Lexaeus"

" Molte grazie dei complimenti, sto ancora faticando a scoprire il vero potenziale dei Glifi- rispose la streghetta- tu sarai sicuramente un' ottima cavia.", concluse sorridente atterrando al fianco di Sora.

Lexaeus assunse un lieve sorriso e allungò una mano verso il Genio, richiamando la propria arma e gettandosi all' attacco contro i due ragazzi, ogni colpo capace di tagliare una montagna in due, ma Sora e Luz facevano largo uso della loro straordinaria agilità.

Dumbo barrí verso il suo amato padrone, volendo aiutarlo, ma Sora gli fece cenno di continuare a occuparsi degli Heartless, prima di roteare il Keyblade nella mano.

" Catena aerea!", esclamò lanciandosi contro Lexaeus con l' arma vorticante, riuscendo finalmente a procurargli un lieve taglietto sul viso. L'uomo si prese col dito un pò di sangue, guardandolo quasi affascinato.

"Sembra che vi abbia sottovalutato- ammise l'intruso, caricando la Forza nella sua ascia- non ripeterò più lo stesso errore. Catastrofe!"                                                                                         Il guerriero saltò in aria, circondandosi con quattro sfere simili   a meteore per poi atterrare, causando una tremenda onda d' urto che  Luz e Sora schivarono a malapena.                                       

  Stringbean sibilò verso il nemico, sputandogli un' intensa raffica di laser viola. Tuttavia, Lexaeus, con movimenti agili e precisi, riuscì a schivare gli attacchi di Stringbean senza nemmeno battere ciglio. La sua maestria nel combattimento era evidente, e Sora e Luz sapevano di dover adoperarsi al massimo delle loro capacità per affrontare un avversario così potente. La tensione nell'aria era palpabile mentre la battaglia continuava a infiammarsi, e i due ragazzi sapevano che non potevano permettersi di abbassare la guardia nemmeno per un istante.

Sora diede un cenno alla mora per chiederle di tenere l'avversario impegnato per qualche secondo. Lei annuì e salì sul dorso di Stringbean, trasformatosi intanto in uno pterodattilo.

La coppia strega e Spectrobe attaccó da ogni direzioni con incantesimi o lanciando pozioni, mettendo finalmente in difficoltà l' uomo mentre Sora attivava il Cambio forma del suo primo Keyblade, avvolgendosi con una fitta aura dorata.

' Spero davvero che funzioni, o siamo fregati'
Lexaeus, nonostante fosse stato messo in difficoltà dall'attacco combinato di Luz e Stringbean trasformato in pterodattilo, dimostrava una resistenza incredibile. Con movimenti precisi e potenti, riuscì a schivare molti degli incantesimi lanciati dal duo a parare le pozioni lanciate con maestria da Luz.

Proprio quando sembrava che Lexaeus avesse la meglio, il Genio intervenne improvvisamente, materializzandosi accanto a Luz e Stringbean con un lampo di luce blu. Con un colpo di magia, creò una barriera protettiva intorno a loro, proteggendoli dall'attacco imminente di Lexaeus.

" Ti eri scordato che non ero più bloccato da quel blocco di ferro arrugginito che ti porti addosso, vero? ", chiese ironico il Genio, scagliando una raffica di incantesimi contro l'avversario 


Luz e il Genio racchiusero Lexaeus in una gabbia di incantesimi che non lo danneggiarono eccessivamente, ma gli impedirono di muoversi mentre Sora si isolava dal mondo, cercando di connettersi agli elementi più profondi sia del Lato Oscuro che del Lato Chiaro della Forza.

Avvolgendosi con un' ardente aura dorata, partí quindi all' attacco contro l' intruso, mulinando il Keyblade con una fluidità incredibile.

Ogni fendente rilasciò linee di energia cerulea che andarono a formare un' abbozzata costellazione, raffigurante proprio il Collezionista( sarebbe il patrono di Sora).

"  Sentiero stellare",  annunciò gelido mentre la figura da lui disegnata esplodeva attorno a Lexaeus

Lexaeus emerse dall'attacco di Sora, visibilmente ferito ma ancora in piedi, la sua figura imponente emanava una determinazione inossidabile nonostante le ferite. Con un sorriso di ammirazione, guardò Sora e i suoi alleati.

"Devo ammettere che siete formidabili," disse con voce profonda e rispettosa. "Siete riusciti a superare le mie aspettative."

Tuttavia, prima che potesse fare altro, un improvviso attacco da dietro lo colse di sorpresa. Aladinn e Jasmine, a cavallo di Rajah, la tigre di Jasmine, si lanciarono contro di lui con ferocia, approfittando del momento di vulnerabilità.

Lexaeus, colto alla sprovvista, cercò di difendersi dall'inaspettato attacco, ma la potenza combinata di Aladinn e Jasmine era travolgente, il tipo di potere che nasce da un' intesa più istintiva che praticava. Rajah ringhiava con furia mentre i due sposi sferravano colpi precisi contro Lexaeus, determinati a sconfiggere definitivamente il loro nemico e proteggere il loro regno. La battaglia raggiunse un nuovo livello di intensità mentre i combattenti si scontravano con tutte le loro forze, determinati a prevalere.

" Credo di non aver mai visto Aladinn e Jasmine così furiosi", commentò Luz, avvicinandosi a Sora per somministrargli una pozione, e anche l' avventuriero più giovane poteva in effetti percepire l' alone di pura rabbia che circondava i due sposi.

" Vi infiltrate al nostro matrimonio- sibiló Aladinn- ferite i nostri amici, sguinzagliate mostri per tutta la città. C' è solo una possibile risposta per un simile affronto."

Jasmine concentró tutte le sue emozioni nelle mani, generando da esse tre sfere colorate che vorticarono per poi fondersi in un uovo.


" L' Origine di tutte le cose, Mother Black! Un cuore che incenerirà tutta la creazione, Fire Red! Il punto critivo del tutto, Burning Gold! Risorgi dalle ceneri dei nostri nemici, Fenice! ", cantilenó la principessa, e con l' ultima sillaba l' uovo si schiuse in una possente ondata di fiamme, rivelando il più maestoso degli Eidolon, simbolo di sacrificio e rinascita.




L' entità, normalmente gentile e caritatevole verso ogni creatura vivente, non esitó però a dirigere il suo verso minaccioso verso Lexaeus. 

Aladinn imitò la fidanzata, addentrandosi nei meandri della Forza fin nei terreni di caccia del suo patrono, Hashmal.

" Il pericolo più estremo, Wild Silver! La furia incontrollabile della terra, Rating Brown! La determinazione di non mollare mai, Impervious Steel! Difendi il nostro territorio, Hashmal!"




Fiumi di sabbia scorsero sul terreno e nell' aria, formando accanto a fenice una possente figura umanoide dalla testa leonina e la criniera bianca, che come la collegá ruggí irato verso Lexaeus.

In quello stesso momento Larxene venne finalm sbattuta ai piedi del compagno dagli sforzi congiunti di Mando e Ventus. I due intrusi, vedendo la situazione volgere a loro sfavore, si scambiarono uno sguardo di complicità e decisero di ritirarsi. Con un'ultima occhiata di avvertimento a Sora, svanirono in un varco oscuro, lasciando dietro di sé solo il ricordo della loro presenza minacciosa.

Qualche ora dopo l' intero palazzo e i quartieri circostanti erano diventati un enorme ospedale improvvisato per i numerosi feriti, fossero essi ospiti, cittadini o quegli avventurieri che avevano partecipato alla battaglia.

" Non capisco, Kupò - disse Montblanc mentre portava alcune bende a un medico- avrebbero avuto abbastanza potere da distruggere facilmente la città o sgraffignare Sora senza che neanche ce ne accorgessimo, perché fare tutto questo casino solo per andarsene senza concludere niente, Kupò?"

" È un' ipotesi, ma- azzardò Ventus, intento a usare incantesimi di guarigione su una guardia- che vogliano fare in modo che Sora raggiunga di sua spontanea volontà un certo livello? Catturarlo e costringerlo ad allenarsi con loro non avrebbe mai lo stesso effetto, anche con Kairi prigioniera. Devono spingerlo per forza in situazioni tra la vita e la morte"

  Montblanc sollevò un sopracciglio, riflettendo sulle parole di Ventus mentre continuava il suo lavoro di assistenza. Aveva senso, Xenahort necessitava del potere di Sora per aprire la serratura del Mondo dei sogni, ma per farlo probabilmente il ragazzo avrebbe dovuto raggiungere un livello di coltivazione molto più Alto. Quindi, da una parte, continuando ad allenarsi seguiva perfettamente i piani del loro nemico nascosto chissà dove.... d' altro canto se non avesse continuato ad allenarsi, si sarebbe ficcato in guai anche peggiori senza avere i mezzi per affrontarli.

"Potrebbe avere senso, Kupò," disse, contemplando l'idea. "Forse vogliono che Sora raggiunga un nuovo livello di potere, ma preferiscono farlo attraverso la sua propria volontà anziché catturarlo. È un'ipotesi intrigante."

Ventus annuì, continuando a concentrarsi sul suo compito di guarigione.

"Sembra essere l'unica spiegazione plausibile per il loro comportamento," aggiunse. "Dobbiamo essere pronti per qualsiasi cosa possa succedere in futuro. Sora avrà bisogno di tutto il nostro sostegno per affrontare le sfide che lo attendono."

Avevano bisogno di alleati.... alleati potenti quanto i loro nuovi nemici.
                                                       

Kassim, Aladinn, Jasmine e l' intero gruppo di Luz erano a loro volta fuori dal palazzo a curarsi le ferite a vicenda, parlando con voci inquiete. Persino il Genio non era allegro come al solito, vedere bambini quasi mangiati dagli Heartless ti fa quell' effetto.

Il Re dei Ladri alzò lo sguardo verso il cielo del deserto, dove cominciarono a distinguersi due possenti figure alate, che afferrarono di fronte al gruppo per poi prendere aspetto umanoide. Erano Eda e sua sorella Lilith, mentore nonché madrina di Amity.




" Che è successo?", domandò Eda, abbracciando Luz, sua figlia adottiva, quando questa corse verso di lei, piangendo ancora lacrime di terrore. Era già un miracolo se durante lo scontro non avesse avuto un altro attacco di Geostigma.

"  Pensate che sapessero dei nostri piani? Potrebbe averli mandati Jabba?", azzardò Lilith, che credeva il suo cosiddetto capo capace di questo e ben altro per sanare minacce interne al cartello.

"  Ne dubito-  rispose Kassim- erano semplicemente troppo forti per essere comuni mercenari. Inoltre in quel caso avrebbero mandato molta più gente e mezza Agrabah sarebbe stata spazzata via."

" Già, lo spettacolo di fuochi artificiali messo insieme da Jafar qualche anno fa sarebbe sembrato uno scherzo al confronto.", aggiunse Iago


 
" Cosa pensi di fare, Kassim?- domandò quindi Eda- Sei tu il leader a tutti gli effetti della nostra congiura, sono tuoi i piani per rendere l' Orlo Esterno più sicuro.... Ma se abbiamo a che fare con avversari del genere...."

Il predone si girò, riflettendo con piccoli borbottii mentre rapidamente verificava una soluzione dopo l' altra. Forse....

" Probabilmente è una pessima idea, ma non ne ho di migliori. Chiederò udienza a Malefica, d' altronde l' Orlo Esterno è anche la sua casa se non l' ha dimenticato." 
 
 
                                                                                                                                         ******

Una buonasera a tutti, mi scuso per l' attesa eccessiva, come sempre sono stato preso da altre storie  e dal pianificare su quale saga usare per proseguire il tutto. Spero abbiate apprezzato la ' scusa' che ho usato per non far catturare Sora, in questo caso lui è più uno strumento che una minaccia per Xenahort, che preferisce farlo crescere per conto suo o altrimenti non gli servirebbe a niente( diciamo una versione  meno controllata di quanto è successo in canon a Roxas). 

Hashmal è una delle Evocazioni di Final Fantasy XII. Il Genio, in questo contesto, è un Dream Eaters che si è legato ad Aladinn tempo fa e continua a seguirlo come nei film e nella serie animata per pura amicizia.

Vi prego, recensite dandomi consigli e critiche.

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