Who put crack in my Amortentia?

di LadyPalma
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Attraverso gli anni (Restare) - Severus/Argus ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** Attraverso gli anni (Restare) - Severus/Argus ***


Attraverso gli anni (Restare)



 
1978

 “Non ho bisogno dell’aiuto di uno sporco Magonò” sibila, rifiutando la mano del custode dopo l’ennesimo scherzo da parte dei Malandrini. E poi resta a fissarlo con un sopracciglio alzato quasi in aria di sfida.
Portami dal Preside, sembra dirgli, oppure mettimi in punizione.
Argus Gazza impreca sottovoce, ma a dispetto dell’offesa non se ne va. Anzi, lo afferra per il colletto della divisa Serpeverde e lo solleva da terra con una forza inaspettata. Severus è così tanto sorpreso che non dice nulla, neanche quando il custode lo porta nella sua stanza, gli medica la ferita alla maniera Babbana e gli piazza davanti un bicchierino di Idromele.
“Bevi, ragazzino, e vedi di non fare più l’insolente” borbotta. “Ah, quanto ci vorrebbero le punizioni di una volta adesso, se si potessero ancora appendere le persone nella Foresta Proibita…”
Suo malgrado, il ragazzo rabbrividisce mentre Argus schiocca la lingua. Non è un mago, lo sa, come sa benissimo che i Babbani conoscono maniere per ferire più letali: settembre non è così lontano da aver dimenticato i colpi inferti da suo padre.
“Non guardarmi così, ragazzo. Quello che ho in mente non è per quelli come te, tu sei a posto. È per quelli come Sirius Black, che dici?”
Severus osserva il sorriso storto dell’uomo e, prima di accorgersene, sta sorridendo a sua volta. È da troppo tempo che qualcuno non è dalla sua parte e gli va bene adesso pure uno sporco Magonò, che sì è sporco davvero, ma non la metà di come dicono gli altri.
“Anche per quelli come James Potter, direi”.


 
1981

“Vi conviene stare zitti e buoni” sibila ai due ragazzini del terzo anno che ha pescato fuori dal letto durante la ronda notturna. Ma c’è un sorriso impercettibile sul volto del nuovo potion master, mentre li passa in consegna al custode.
Sono passati troppi pochi anni per non ricordare quando anche lui era soltanto un ragazzino e Argus Gazza lo aveva aiutato. È un dono, sembra dire la sua occhiata complice, non sono Potter e Black, ma dovrebbero andar bene.
È solo da un mese a Hogwarts ma già ha sentito le voci degli studenti che lo definiscono fuori di testa. Forse lo è, come il custode che gode di altrettanta pessima fama, ma sono sempre stati diversi dagli altri… e diversi può significare divertenti, no? Perlomeno se diversi possono esserlo insieme, di nuovo.
“Ci penso io, professor Piton, non si preoccupi” risponde Argus e calca su quel titolo quasi con una punta di soddisfazione.
Va bene Severus, gli sussurrerà più tardi, un altro giorno, ma non adesso.
Adesso, mentre Severus si allontana, è invece Argus a fare un passo avanti.
“Dovremmo rifarlo, lo sa, professore?”
E Severus non sa esattamente cosa, ma annuisce lo stesso.

 
1998


Erano stati due reietti una volta: il custode Magonò e il ragazzino bullizzato. Non è che adesso Argus pensava che avrebbero conquistato il mondo, anche se ci erano andati vicini per quei fugaci mesi, anche se “comando io quest’anno qui, potrai punire tutti i ragazzini che vuoi”, anche se “quando tutto finirà, Argus, allora…”.
Bugie, bugie, bugie. C’era stato qualcosa di vero?
Le notti segrete nella stanza del nuovo Preside, le fusa di Mrs Purr per entrambi che li svegliava al mattino, le partite a Scacchi Magici come se il resto della scuola – del mondo – fosse messo tra parentesi per qualche ora. Relazione segreta, sì, ma vera e stabile. Ma il mondo non era mai stato tra parentesi, non è vero? Il mondo era soltanto rimasto in attesa e alla fine si era preso pure l’uomo che aveva amato per anni, rigurgitando fuori le bugie che gli aveva rifilato.
Dopo tutto questo tempo Lily Evans? E io, allora?
Se lo chiederà per anni, continuando a spazzare gli stessi corridoi e rifiutando di prestare i suoi omaggi a una tomba troppo falsamente compianta, per i suoi gusti (e anche quelli di Severus). E troverà la risposta solo ritrovando per caso un pezzo di pergamena infilato sotto al re nero della Scacchiera impolverata, con una frase che non avrebbe mai potuto comprendere prima della Battaglia.

 
Lei se n’è andata. Tu sei rimasto – sempre.







 

NDA: Cos'è questa raccolta? Il punto dove vanno a finire gli azzardi scritti nel giro di un quarto d'ora e in base a un prompt random con coppie improvvisate sul momento (oppure  sorteggiate).
La inauguro con una storia che è eccezionale per almeno due ragioni: non è su una coppia sorteggiata a caso (è, anzi, la coppia crack per eccellenza mia e di Maqry, quindi doveva essere per forza l'avvio del nostro delirio comune!), ed è una OS che risulta da tre drabble/flash separate, che ho riunito rintracciando un filo comune in quelli che erano scritti separati in base a tre prompt differenti.
Ringrazio di cuore Maqry per collaborare insieme a me in questa sfida del tutto crack: aspettatevi nuove coppie decisamente particolari dalle nostre prossime serate!

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Capitolo 2
*** 2 ***



Ulik Gamp/Gilderoy Allock – Essere pelati a vent’anni è una scelta morale

«Essere pelati a vent’anni è una scelta morale» proclamò Gilderoy con solennità, accarezzandosi la folta chioma bionda, perfettamente in ordine. «Sono convinto che nessuno l’avrebbe presa troppo sul serio se fosse stato bello come me, caro ministro, non è vero?»
Ulik Gamp aggrottò le sopracciglia confuso, e forse un po’ indispettito, portandosi una mano alla lunga parrucca bianca che portava sul cranio. Era la moda del tempo, essere pelati non cambiava poi molto durante il diciottesimo secolo, ma l’uomo affascinante che gli si era appena palesato davanti sembrava non capirlo.
«No, davvero, il suo lavoro è stato ammirevole, e devo dire che amo la sua tunica lilla: credo mi starebbe divinamente addosso» continuò il nuovo arrivato, sfoderando un sorriso scintillante.
«La ringrazio molto, non a caso i vestiti sono la quinta delle eccezioni alle mie famose leggi e–»
«Davvero? Io credevo fossero i capelli!»
La voce di Rita Skeeter interruppe quel momento idilliaco.
«Oh, ti prego, Gilderoy. Siamo qui per parlare col Ministro, non per flirtare anche con i quadri».



 

 
Fanny/Volvkov – Talent!AU

Volvkov sapeva di essere il migliore: nessuno in Bulgaria volava meglio di lui, e il suo nome significava ovunque leggenda. Partecipare a quel concorso talent doveva essere una bazzecola, questo pensava, e Vulchanov era stato d’accordo con lui, anche se poi lo aveva lasciato presentarsi da solo. Bene, aveva pensato, per una volta la gloria sarà soltanto mia, anche se confinata in un angolo dell’Inghilterra magica. Si era così esibito, volando sulla sua scopa in alto fino alle nuvole, gettandosi in picchiata e facendo mille evoluzioni tenendosi dritto in piedi sul manico di legno.
Però solamente due giudici su tre avevano alzato le bacchette in alto per lui; Albus Silente era rimasto seduto e con un sorriso enigmatico aveva semplicemente fatto avanzare il successivo concorrente, uno inaspettato: una fenice.
Fanny, questo era il suo nome, volò più in alto anche delle nuvole, volteggiava con una grazia sublime, e nel frattempo bruciava dando uno spettacolo di fuochi d’artificio fatti di lacrime, fiamme e cenere. Mentre l’osservava, la rabbia mutò gradualmente in ammirazione – e lo stesso Volvkov avrebbe alzato la bacchetta in aria per proclamarla vincitrice.
La sua esibizione era stata perfetta, ma quella fenice era stata impareggiabile. Come a dire, la sua squadra aveva preso il Boccino, ma la partita alla fine l’aveva vinta qualcun altro.
Hogwarts’s got talent, ma quel talento non era lui.



 

 
Hedley Fleetwood/Alphard Black – Vodka

«Avrò bisogno di sangue di pollo, sale, cinque candele e… oh, una bottiglia di vodka!»
Hedley curvò la testa di lato con aria scettica. Non era nel LumaClub e il voto più alto che avesse preso era una singola O al terzo anno, però quell’ultimo ingrediente gli suonava comunque decisamente strano.
«Sei sicuro ti serva vodka per la pozione, Black?»
Alphard sfoderò un sorriso che altri definivano seducente. «No, questo serve a me per sentirmi meglio prima di fare un buco nell’universo con questa creazione!» esclamò con un occhiolino – e per passare tutte queste ore con te senza saltarti addosso, aggiunse nella sua testa. Ché a dire il vero non erano ingredienti da pozione manco gli altri, ma non importava se quella messinscena dava loro scuse per stare insieme.
«E dici che stavolta ci riusciremo o sarà l’ennesima cazzata?»
Il Serperverde si finse scandalizzato. «Abbi un po’ di fede, Fleetwood, ti ho promesso che ti avrei trasformato in un mammut per la festa di fine anno!»
I pomeriggi che passarono insieme nella Stanza delle Necessità furono incalcolabili. E ci furono molte cose che riuscirono a fare – scolarsi bottiglie di vodka, per esempio, o saltarsi vicendevolmente addosso – mai a ottenere una trasformazione in mammut, però. O quasi.
Ché il mammut, alla fine, era ad ogni Expecto Patronum di Hedley, ed era tutto merito proprio di quei pomeriggi che sapevano di sangue di pollo, e sale, e candele, e vodka… e segreta felicità.








 
NDA: Queste tre brevi storielle sono il frutto della sfida crack di ieri, a cui a me e Maqry si è aggiunta anche VigilanzaCostante.
La follia stavolta è stata un pochino più folle del solito: ognuna di noi ha scelto un prompt, poi si sono sorteggiati i personaggi della coppia in maniera random includendo anche i più sconosciuti (vedi Ulik Gamp, il ministro delle omonime leggi sulla Trasfigurazione, oppure Hedley Fleetwood, noto solamente perché il suo Patronum era un mammut).
È stata una sfida assurda, ma devo dire per parte mia che mi sono divertita tantissimo!

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