Il risveglio della forza

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una storia lunga millenni ***
Capitolo 2: *** Un confronto inimmaginabile ***
Capitolo 3: *** Non c'è nessun luogo sicuro ***
Capitolo 4: *** Di fronte ad un fatto compiuto ***
Capitolo 5: *** L’invasione ha inizio ***
Capitolo 6: *** E’ finita davvero? Oppure... ***
Capitolo 7: *** L’ultima missione prima di… ***
Capitolo 8: *** Per ogni bene che si possa desiderare ***



Capitolo 1
*** Una storia lunga millenni ***


La minaccia degli esseri umani non sarebbe venuta dal loro stesso pianeta, ma da un cielo all’apparenza limpido in grado di oscurarsi talmente velocemente che la razza umana non avrebbe potuto immaginare la fine e le sofferenze di un ciclo che non sarebbe ancora finito.
Perché i nuovi “ospiti”, che più tardi verranno definiti invasori, si apprestavano a oscurare quel cielo con le loro astronavi immense e con quel silenzio che veniva rotto da una curiosità che tardava ad essere espressa.
Tutto ciò dopo secoli in un mondo dove gli anni si sono persi e il modo in cui conoscevamo il nostro mondo di adesso, sparito per sempre anche dai libri di storia.
La minaccia era soltanto all’inizio e nessuno di quelle navicelle spaziali aveva in mente di scendere sulla terra per esporre le loro intenzioni in quel mondo dove la bontà sembrava sul punto di rinascere.
Sì, è la parola rinascita usata in quegli anni per far capire alla popolazione mondiale che la felicità poteva essere riacquistata solo con l’aiuto di tutti, ma come si poteva riuscire a dimenticare?
Come si poteva andare avanti cercando di guardare gli occhi quelle macerie, quella povertà e la meschinità di uomini più potenti che avevano lasciato il pianeta Terra senza difese?
Solo gli esseri coraggiosi che una volta erano tributi solo per il piacere di morire dovevano essere in grado di riprendere la loro ricostruzione scordando per sempre la tirannia degli uomini e delle creature che avevano ucciso molte vite innocenti.
I giochi degli Hunger Games erano stati definitivamente cancellati tra le urla di una folla che si perdeva a vista d’occhio e di poveri prigionieri rinnegati che cercavano di ritrovare la loro libertà pur constatando che tutto sarebbe potuto migliorare e che il rinnovo di una vita futura sarebbe stato florido ai loro occhi.
Però non pensavano quanto potessero sbagliarsi tutti perché nessuno credeva alla reale minaccia che stava oscurando i cieli del mondo e di quelle baracche non ancora tornate ad essere case per il gusto di vivere.
Le macerie, come ho detto poco prima, era ancora l’immaginario di una povertà e di un dolore che tardava a scomparire negli occhi di quella gente, mentre il pianto delle persone perdute in una rivolta sanguinosa, era ancora vivido in quei pensieri. In quegli sguardi.
Tutto ciò lo sapeva benissimo la povera Katniss, eroina di un mondo che l’aveva scelta per guidare il popolo alla rivolta contro un sistema opprimente che rendeva deboli e frustrante delle povere persone che trascorrevano la vita senza mai sorridere. Senza avere niente per cui poter vivere.
E tutto ciò non poteva essere che più sbagliato e più ingiusto in quel mondo futuro.
Noi esseri umani (cerco di parlare io a nome di tutti), non avrebbe mai voluto che il loro stesso pianeta si fosse trasformato in un luogo ostile e invivibile.
E tutto per colpa dell’avidità di pochi potenti che non dovevano salire al potere ma che nel corso dei secoli sono riusciti nel loro intento.
Le armi di distruzione erano state bandite per provare a riappacificarsi insieme, dimenticando i dolori di tutto ciò che aveva scosso per sempre le loro anime.
Katniss per prima, aveva riposto il suo arco e le sue frecce cercando insieme al suo amato Peeta di ricostruire il ricostruibile, aiutando molte più persone possibili.
Ma la povertà era una costante che nemmeno tutta la sua buona volontà avrebbe potuto cancellare.
Sapeva anche lei che aveva bisogno dell’aiuto di tutti, ma nel corso di quegli anni passati vedeva quasi tutto immutato dinanzi a te, come se gli esseri umani non avessero più voglia di ricominciare una nuova vita.
E vivere per loro, era più sofferente del passato.
I traumi non si potevano distinguere in nessun caso e mentre il tempo non veniva più calcolato, c’era sempre il sole che cercava di risplendere sulle loro teste per ridare quel buon’umore cancellato per sempre.
Alzando lo sguardo al cielo, si poteva dire che niente era mutato.
Ognuno cercava di vivere come meglio poteva fino a quando tutto ciò venne interrotto da quel momento che sarebbe stato un nuovo spartiacque di nuove prove che solo i più coraggiosi avrebbero potuto portare a termine.
Perché se tutto ciò aveva bisogno di essere cancellato ancora una volta, Katniss e Peeta potevano cominciare a credere che il loro stesso pianeta era in preda ad una maledizione impossibile da combattere e da sconfiggere.
Perché tutti noi siamo sul punto che il male possa riaffiorare dinanzi ai nostri occhi e non ci serva da dire il motivo di tale rinascita maligna.
Nessuno avrebbe potuto combattere contro le minacce dall’alto, come se la loro supremazia fosse stata imbattibile fin dall’inizio.
Ma per Katniss e Peeta era giunto il momento di prendere la vita a pieno petto, cercando di capire quel problema che avrebbe potuto sconvolgere le loro vite.
Ma come potevano avvicinarsi con la paura che qualcuno non potesse fargli del male.
Quale era il segnale che quelle creature sconosciute provenienti dall’universo più remoto non sarebbero stati così crudeli.
I due eroi si sentivano soli in quel frangente, senza che nessuno potesse avere una risposta certa su quel comportamento.
Senza che il passato di extraterrestri malvagi potesse essere il segno di una nuova guerra che gli umani non avrebbero mai potuto combattere.
Eppure “l’ospite” non accennava a muoversi.
Non accennava a scendere.
Attendendo con impazienza il rumore di un richiamo che avrebbero potuto sconvolgere i territori circostanti.
< Katniss, forse sarebbe meglio essere cauti di fronte a quegli invasori > fece Peeta con tono spaventato.
< Non possiamo fermarci adesso, Peeta. Dobbiamo aiutare le persone più in difficoltà come abbiamo sempre fatto… >
< Ma tu non pensi alla tua famiglia? Non pensi ai nostri figli? Che cosa ne sarà di loro? >
< Ascoltami bene Peeta, è per loro che sto cercando di cambiare un mondo ancora oggi disastrato negli occhi di tutti > mormorò insistente la guerriera < E adesso andiamo a capire che cosa vogliono questi invasori. >
< Ci uccideranno, Katniss. Dobbiamo fuggire. >
< Per andare dove? Ormai hanno popolato gran parte delle zone del nostro mondo. Non ci sarebbe nascondiglio efficace per tutti noi. Ed io non voglio vivere nascosta per sempre e impaurita da loro. Se ci sarà da combattere, lo farò. >
< Combattere con quali armi, Katniss? Ti devo ricordare che sono state definitivamente abolite? >
< No, Peeta. Tu non conosci nemmeno i segreti di tua moglie. >
< Ma cosa stai dicendo? >
< Quando sarà il momento opportuno e se sarà obbligatorio farlo, saprai che tutto non può essere perduto in pochi secondi. Nemmeno se i nostri invasori sono molto più forti di noi. >
< Mi dispiace Katniss, ma non saprei come aiutarti. >
< Allora se non puoi aiutare me, aiuta i nostri figli. E resta a casa. >
< Che cosa?! >
< Peeta, non posso sentirti al sicuro se mi sei d’intralcio. Lo vuoi capire?! Se non vuoi aiutarmi, resta a casa. E non discutere! >
La determinazione e la forza di volontà di Katniss non erano stati minimamente scalfiti in tutti quegli anni, mentre sempre più gente affollava le strade di quei distretti di povertà ancora increduli e allo stesso tempo affascinati da quelle navicelle non ancora pronti a rispondere a quegli occhi increduli.

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Capitolo 2
*** Un confronto inimmaginabile ***


La paura era palabile negli occhi di quella povera gente che il timore li stava invadendo.
nessuno avrebbe mai pensato di poter credere che tutto sarebbe passato e che niente di grave sarebbe successo.
ma se il sole ancora veniva respinto da quelle grandissime astronavi minacciose, molti stavano pensando che non sarebbero sopravvissuti e che il caos dilagante sarebbe stata la fine di ognuno.
Tutto ciò era assolutamente da evitare per Katniss, volenterosa e coraggiosa come anni prima nel suo gioco al destino.
Improvvisamente però, mentre i suoi occhi erano fissi verso l’astronave madre, qualcuno o qualcosa uscì da quella macchina infernale raggiungendo il terreno mentre il popolo si era riunito incuriosito e sempre intimorito per quello che sarebbe potuto accadere.
Molti stavano domandando che cosa poteva essere di loro verso una Katniss che li aveva sempre protetti, mettendo a rischio la sua stessa vita.
Ma quel momento era diverso e nemmeno Katniss aveva le risposte necessarie alle loro perplessità.
Avanzando verso quella figura minacciosa mentre con una mano impignata un’arma apparentemente indifferente, Katniss volle subito sapere chi fosse quella creatura.
< rimanere in silenzio non permetterà che tu sopravviva, straniero > mormorò minacciosa Katniss senza sapere a cosa andava incontro < Le tue navicelle spaziali provenienti da un altro mondo ci hanno spaventati abbastanza. Sono pochi anni che noi umani abbiamo ritrovato la pace e tu non hai nessun diritto di piombare qui come il nuovo padrone… Noi non ci faremo mai sottomettere da quelli come te. Quindi combatti! >
La giovane Katniss sembrava aver capito che quell’individuo era solo una minaccia, senza avergli dato la minima possibilità di parlare.
Ma rimanere in silenzio, non faceva altro che scatenare in lei rabbia e incomprensione.
< Non c’è niente di cui preoccuparsi > urlò Katniss alla gente radunata < Tornate nelle vostre case e alle vostre vite. Questa creatura se ne andrà molto presto. >
Ma appena la gente si dissipò cercando di ascoltare quella speranza che non sarebbe mai giunta, la creatura misteriosa cercò di colpirla dietro le spalle ferendola lievemente.
< Nessuno è mai riuscito a darmi degli ordini > mormorò la creatura con tono grave < Tu non sai contro che ti sei messo contro, stupida umana. Tu e tutta la tua razza finirete per scomparire dall’universo. Appena le mie macchine e i miei soldati riceveranno i miei ordini, la vostra fine giungerà in pochi minuti. Senza dover soffrire.
Senza che voi riusciate a fare niente. >
Ma la ragazza, con la forza di non darsi per vinta, si spinse ancora oltre cercando di carpirgli i motivi di tale invasione.
< Da dove viene, dannato straniero? >
< Io non ho una dimora che posso chiamare casa come fai tu e gli altri esseri deboli, Katniss Everdeen. >
< Come diavolo fai a sapere il mio nome? >
< Credi davvero che io sia un guerriero sprovveduto? Io studio sempre i miei avversari. Soprattutto se si tratta di una razza sconosciuta come voi esseri umani… Ma la vostra debolezza mi fa’ quasi ridere che sto cominciando a pensare di aver perso molto tempo nel giungere su questo pianeta… Ma un luogo da conquistare per me è tutto e la distruzione è solo l’inizio del mio impero che non potrà mai avere fine. >
< Impero? Credi di costruire un impero sottomettendo noi umani riuscirà a distruggerci? >
< Voi verrete eliminati senza che ve ne accorgiate… E coloro che riusciranno a sopravvivere, verranno trasformati in schiavi. Vuoi vedere, ragazzina di poca fede? >
dando segno con un gesto della mano, Katniss non poteva credere che un raggio di fuoco invase in pochi secondi i luoghi in cui una volta sorgevano i distretti dal numero uno al numero sei.
Inghiottiti da tale rovina e distruzione, la donna non poteva credere che migliaia di innocenti che avevano ricominciato a vivere erano stati eliminati in pochissimi secondi.
Il fuoco e le urla di terrore echeggiavano in quelle orecchie mentre l’animo stava perdendo di volontà e la determinazione sarebbe stata annullata di fronte ai suoi occhi di terrore.
< Hai qualcosa da dirmi, Katniss? >
< Voglio sapere il tuo nome. >
< Non credo che sia importante in questo momento, non credi? Saprai di me a momento debito, ragazzina. Quando ci ritroveremo a scontrarsi per la liberazione di questo popolo… Ma forse è meglio che tu ti arrenda prima che la tua ignobile fine venga cancella ta dal tempo che sembra ormai essersi fermato per voi esseri umani. >
< Se credi ancora di spaventarmi, ti sbagli di grosso. >
< Non riesci a capire con le cattive, ragazzina. Cosa dovrei fare io con te? >
ribatté Katniss a denti stretti < Non te lo dirò una seconda volta. >
Ma la creatura, andandosene sghignazzando senza voltarsi a guardare dritta negli occhi quell’umana dove le speranze si stavano affievolendo, la avvertì che sarebbe rimasto nei distretti ancora in piedi cercando di imprimere in quegli occhi di gente innocente che cosa significa essere ad un passo dalla morte fulminea.

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Capitolo 3
*** Non c'è nessun luogo sicuro ***


Le minacce di quella creatura mascherata dal nero presagente l’oscurità più profonda, scosse profondamente l’animo della povera Katniss.
La ragazza, avendo paura di confessare tutto a Peeta e al resto della famiglia, cercò di affogare le sue pene cercando di elaborare un piano inesistente verso gli altri dei distretti vicini.
Ma il popolo, anch’egli impaurito delle conseguenze che ne sarebbero scaturite, decise di nascondersi in casa o nei bunker vicini usati come rifugio contro la violenza degli esseri che affondava le radici nei giochi degli Hunger Games ormai debellati da anni.
L’unico alleato di quella situazione così controversa da poter sancire una fine ingloriosa e impossibile da digerire, fu proprio il suo amico Gale Hawthorne, fiducioso anch’egli di un mondo che troppe volte ha vissuto nell’oscurità.
< Katniss, capisco quanto tu possa essere scossa  cominciò a dire il ragazzo < Ma non puoi credere che noi due da soli riusciamo a sconfiggere gli invasori. >
< Io posso capire il popolo che ha paura di morire > rifletté la ragazza toccandosi il viso come segno di sconforto < Ma non possono nascondersi per sempre. Gli invasori riuscirebbero a trovarli e a renderli schiavi. In quel modo nessuno riuscirebbe a conquistare l’agognata libertà in cui noi abbiamo creduto. Che sta succedendo davvero a queste persone? Perché non vogliono combattere! >
< Katniss, la gente è stufa di combattere. >
< Ed io cosa dovrei dire?! Ho messo in gioco la mia vita per sopravvivere fino ad oggi. Ho visto le persone a me più care morire sotto i miei occhi. Ma nonostante tutto, sono andata avanti. Anche gli altri dovrebbero fare la stessa cosa per ricacciare indietro questi dannati invasori. >
< E Peeta? Ciosa dice lui di tutto questo? >
< Ha paura. Come tutti gli altri. >
< Allora vedi che il popolo è insicuro e timoroso nel vedere quelle strane astronavi? Non aspettano altro che attaccarci. E noi dovremmo essere pronti per riuscire a resistere… Ma non so davvero come. >
Katniss si sentiva combattuta nel cercare una speranza impossibile da desiderare.
Si sentiva più sola che mai, anche se Gale cercò di ricordargli che non poteva smettere di combattere.
Nemmeno per coloro che non volevano farlo e che credevano che tutto potesse essere perduto.
< Gale, mi viene quasi da piangere. Non posso credere che nel corso degli anni io mi sia sentita così debole ed inerme. Non posso sopportarlo. >
< Katniss, tu non sei debole. Sei la nostra salvatrice. >
< Io non ho mai voluto essere un’eroina. Sono gli altri che mi hanno trasformato in tale. Io volevo solo una vita tranquilla con la mia famiglia… E adesso non c’è più un luogo sicuro per me e per loro. Se gli accadesse qualcosa di male, non saprei come perdonarmelo. >
< Questi non dovresti nemmeno pensarlo, Katniss. Peeta e i vostri bambini vivranno. Te lo prometto. >
< Gale, sei gentile a risollevarmi il morale. Ma dopo quello che è successo oggi, mi rendo conto che è impossibile poter andare avanti. Nessuno vuole aiutarci e per di più non abbiamo armi per difenderci. L’invasione potrebbe cominciare da un momento all’altro. Anche in questo momento. >
Cercando di confortare quella ragazza di cui aveva sempre creduto anche prima di diventare la ragazza di fuoco e la salvatrice di quel mondo che fino a qualche anno fa’ poteva avere Ancora un futuro, Gale si sentiva combattuto e inerme proprio come lei.
< Cercare di sopravvivere è strato il nostro pane quotidiano per molto tempo, Gale. E se vogliamo prenderci il futuro, dobbiamo cercare di essere uniti. Ma come posso fare? >
< Organizza trovando le persone a noi più fidate. Solo così potremmo dare vita alla resistenza. >
< Ma come faccio?! Gli invasori sono sopra le nostre teste e possono vedere tutto quello che facciamo! Ed io questo non posso sopportarlo. >
< La nostra esistenza è stata ingiusta per noi, ma non possiamo fermarci adesso. Ci sarà altro sangue versato in mezzo alle strade ma non possiamo dar sfogo al nostro dolore. Dobbiamo combattere per il sangue dei vincitori quali noiu saremo. I vinti, oltre ad essere rinnegati e uccisi, non potranno mai essere quello che i nostri figli vogliono. Perché è anche per loro che abbiamo combattuto. Oltre che con noi stessi. >
< Le tue parole sono giuste, Katniss. Ma vedi di non dimenticare chi sei veramente. Solo così potrò rivedere la persona di cui ho una profonda stima oltre che amicizia. >
< Vuoi davvero che io sia forte con me stessa? >
< Proteggi la tua famiglia. Essendo più tranquilla, potrai combattere con un solo pensiero fisso: sopravvivere. >
< Gale, lo vuoi capire che gli invasori hanno occupato la maggior parte dei cieli di questo mondo. Non potremmo mai uscire dai vecchi distretti senza prima essere visti. >
< Allora portali con te! >
< I miei bambini non possono vedere tutto questo! Perché non lo capisci?!>
< Dovranno essere forti, Katniss. Dovranno capire in che mondo stanno vivendo adesso. Perché è il presente l’importante. Solo guardando al presente possiamo davvero guardare al futuro. >
< Tu adesso mi stai dicendo di mettere in mezzo i miei bambini ed io questo non posso farlo! >
Gale cercava di trasformare la furia e la disperazione di una donna che voleva solo fare quello che ognuno al suo posto vorrebbe desiderare.
Costruire una vita e un futuro per i propri figli è importate per chiunque, ma per quel presente così nefasto era impossibile credere davvero di riuscire a sopravvivere.
< Portali nel bunker vicino a casa tua questa notte. Ci ritroveremo lì e capiremo il da farsi. >
< Pensi davvero di trovare un piano abbastanza efficace per riuscire a… >
< Non so davvero che cosa succederà Katniss, ma almeno saremo al sicuro. >
< Tu dici? >
< Hai forse un’idea migliore? Oppure vuoi nasconderti pure tu? >
< non ce la farei, Gale. Fine della discussione. >
< Molto bene. Allora agiremo... solo restando uniti. >
< Gale, non c’è nessuna unione. E Peeta non sarà d’accordo nel combattere quelle creature. >
< Allora moriremo tutti. È questo quello che vuoi? >
Un momento di riflessione in cui trovare la pace e un degno futuro sembrava impossibile nello scrutare i loro occhi così lontani anche se vicini.
Ma nessuno di loro sapeva cosa fare e la confusione ormai regnava nella mente di quelle povere persone sature e troppo presi da un dolore che sembrava non finire mai.

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Capitolo 4
*** Di fronte ad un fatto compiuto ***


< Spaventare quell’essere umana non serve a niente! dobbiamo gire al più presto! >
Le urla di rabbia concitate di un giovane essere umano che viaggiava per l’universo ormai da molti anni, si mescolavano con la calma del misterioso invasore dove poco tempo prima Katniss aveva cercato di affrontare.
< Kylo Ren, tu non ti rendi minimamente conto di cosa possono essere capaci quegli esseri umani. Il fuoco negli occhi che possono sprigionare potrebbe essere molto pericoloso. >
< Gli esseri umani sono tutti dei codardi, Dart Fener > ribatté Kylo Ren con tono fermo e deciso < Per questo me ne sono andato moltissimi anni fa’. Questo pianeta con i suoi abitanti non può avere nessun futuro. E noi dobbiamo approfittarne. >
< Per fare cosa? Occuperemo questo pianeta con la forza ma abbiamo bisogno degli schiavi. >
< Ce ne sono miliardi su miliardi su questo pianeta. Possiamo avere tutti gli schiavi che vogliamo! >
< Kylo Ren, tu sei troppo istintivo e non ragioni con la tua mente. Per questo sarai sempre più debole di me. >
< Che cos’hai detto?! >
Sfoderando la sua spada laser, Kylo Ren si apprestava a combattere contro colui che regnava nel resto della galassia sconosciuta, con l’aiuto di altri individui misteriosi che attendevano il momento adatto per mostrarsi agli occhi di quel mondo0 sciagurato.
< Ora combatti! Avanti! >
< Sei accecato dall’avidità e dalla tua forza, Kylo Ren. Smettila di farmi perdere tempo. >
< Dart Fener, ritornare in vita ti ha fatto rammollire e diventare una creatura inetta. Non riuscirai mai nel tuo intento di conquistare gli umani come stai pensando. >
< E tu non provare a darmi nessun tipo di ordine, ragazzo. Sei come loro. Non scordartelo. >
< NO!!! >
La rabbia di Kylo Ren di tornare sul suo pianeta da vincitore dove in un passato era stato strappato ad una famiglia amorevole e uccisa dal Presidente Snow, si intersecava in quella rabbia così furente che non poteva essere fermata in nessun modo. E questo Dart Fener, lo sapeva bene.
< Non ti ucciderò perché capisco la tua rabbia > mormorò Dart Fener prendendolo per il collo < Ma se mi metterai i bastoni fra le ruote, non avrò nessuna pietà di twe. >
< Gli altri dell’impero non saranno felici della tua decisione. Io posso salvarti! >
< Non ho bisogno di te, KYlo Ren! > gridò spazientito la creatura dal mantello nero < Eivta di farmi perdere tempo e agisci nel nome dell’impero. Solo così un giorno potrai diventare qualcuno. >
< Diventerò molto più forte di te. Questo puoi starne certo. >
< Te lo auguro con tutto il cuore… Ma adesso vattene dalla mia vista. Ho bisogno di agire al momento opportuno. >
< Aspettare non potrà fare altro che avvantaggiare il nostro nemico. >
< Non hanno armi per difendersi. Come potranno riuscire a fronteggiare la nostra forza? >
< Gli esseri umani non mollano mai, Dart Fenner. Credevo che tu lo sapessi. >
< Io non conosco appieno la tua razza. Ma stai sicuro che non mi sta minimamente simpatica. >
< La stessa cosa vale per me. >
La discussione tra Kylo Ren e Dart Fenner poteva prendere una piega inaspettata in qualsiasi momento.
La collera di Kylo era troppo forte e opprimente per riuscire ad essere fermata in pochi minuti.
Nel vedere quegli esseri umani suoi simili, insulsi e senza la possibilità di una vita migliore, lo spingevano a mantener fede a sofferenze che solo lui poteva recargli.
Ma soprattutto, il suo desiderio, era quello di incontrare un giorno Katniss Everdeen per fargli capire che la sua speranza di un futuro migliore era impossibile da realizzarsi.


Incontrandosi in un luogo apparentemente sicuro per tutti e tre, Peeta non poteva pensare che avrebbe rivisto una vecchia conoscenza di sua moglie.
> Ciao, Peeta. Ti trovo bene > mormorò Gale dandogli una pacca sulla spalla.
> Tu che cosa ci fai qui? >
< Mi ha invitato tua moglie. Sono sicuro che riuscirà ad illuminarci sulle sue intenzioni all’indirizzo degli invasori. >
< Gli ho già espresso la volontà di lasciar perdere e di rifugiarsi in un luogo sicuro pensando a me e alla sua famiglia. Perché vuole essere così testarda? >
< Perché come ti ho detto, caro Peeta, non rimarrò con le mani in mani. >
La sua collera e i suoi occhi accigliati furono un ottimo pretesto per Peeta di tacere.
< Katniss, ne abbiamo già parlato… >
< Ed io ti ho detto che è tutto inutile insistere. Levatelo dalla testa: non puoi farmi cambiare in nessun modo. >
< Accidenti Katniss, lo vuoi capire… >
< Sei tu che sei uno sciocco codardo. Ed io non farò la tua stessa fine. >
Ferito da quelle parole, Peeta non aveva nessuna intenzione di rimanere in presenza di sua moglie.
> Che cosa stai facendo? >
< Me ne vado. Non ho nessuna intenzione di rimanere qui in tua compagnia per farmi offendere. I miei figli hanno bisogno di me. >
< Sono i nostri figli Peeta. >
< Allora perché non ti convinci a fare una madre una volta per tutte?! > gridò fuori di sé Peeta < Loro non ricordano nemmeno lo sguardo che hai. Chiedono sempre di te perché vorrebbero che tu fossi più presente, ma pensi prima all’ietra popolazione frapponendoli tra i tuoi figli. Perché non capisci che tutto questo è ingiusto? >
< Avrò tutto il tempo per loro una volta che la minaccia dei nostri invasori sarà debellata una volta per tutte > gli promise Katniss ancora una volta < Ma nel fare ciò, ho bisogno di te che tu mi stia vicino. Altrimenti non so se riuscirò a sopravvivere. >
< Non sopravvivresti comunque, Katniss. Loro sono molto forti e noi non abbiamo niente per difenderci. Mettiti l’anima in pace. >
Ma Katniss, ferita anch’ella dalle sue parole, mollò uno schiaffo a suo marito dicendogli che l’aveva definitivamente delusa.
> Non voglio più sentir parlare di te > mormorò la donna con le lacrime agli occhi < Vattene via lontano da qui. Porta pure i tuoi figli se è necessario. Non rimarrò qui a sentire delle sciocchezze in un uomo che non so più riconoscere. >
< In verità, sono io che non ti riconosco più, Katniss. >
< Ragazzi, credo che adesso dobbiate smetterla > fece Gale cercando di stemperare quelle anime dannate < Adesso parlerete più tardi e sono convinto che riusciremo a trovare assieme una soluzione. Ma prima… >
< Bada a lei, Gale. Sono sicuro che sarai molto più bravo di me. >
Allontanandosi dalla sua amata, Peeta non riuscì a manifestare i suoi reali sentimenti e la voglia di avere un futuro con la sua amata Katniss.
D’altronde l’uomo, voleva solo opprimerla in una possessione che ormai era diventata inutile e fuori controllo.
I due cuori non potevano coesistere in nessun modo e questo il giovane uomo l’aveva capito, andandosene in quella vita che da molti anni non poteva più appartenergli.
< Peeta crede che noi umani non abbiamo nessun futuro, Gale. L’hai visto anche con i tuoi occhi.
< Katniss, non avresti dovuto… >
< E’ stato meglio così. Sarebbe solo stato un peso per noi.
< No, Katniss. Ti stai sbagliando. >
< Vuoi forse fuggire come un codardo come ha fatto lui?! > gridò la donna dandogli una spinta per scuoterlo < Puoi farlo, se vuoi. Non sarò io che riuscirò a fermarti. >
< No, Katniss. Io non voglio andarmene. >
< Allora vedi di non tornare su questo argomento > mormorò la ragazza ormai convinta che il suo futuro assieme a Peeta era ormai tramontato definitivamente per il bene comune.

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Capitolo 5
*** L’invasione ha inizio ***


Un ultimo soffio di vento.
Un ultimo momento di unione e di addio prima di vedere il sogno di una famiglia unita spezzarsi ancora una volta.
Peeta, ascoltando le parole di sua moglie, ra d’accordo nel proteggere i loro stessi figli cercando un luogo sicuro che all’apparenza sembrava impossibile da trovare.
Stringendoli forte a sé promettendogli che sua madre sarebbe partita solo per alcuni giorni, i figli non capendo davvero cosa stava succedendo, si sentivano anch’egli tristi nel non poter vedere più la loro madre in quel periodo che sembrava breve per loro, ma con la speranza che si sarebbero potuti riabbracciare molto presto.
Ma quegli abbracci quanto potevano ancora durare? Per quanto tempo potevano assaporare quei tocchi senza che il dolore potesse avere il sopravvento?
Ormai Katniss sapeva che era troppo tardi per i rimpianti e per i momenti passati.
D0veva guardare al presente, e nel farlo doveva pensare anche la futuro.
Il buio di quella notte mentre i silenziosi sussurri diventavano una costante troppo da digerire, Katniss non aveva il coraggio di guardare negli occhi i suoi stessi figli.
> Mamma, perché stai piangendo? >
< Tesoro mio, non vorrei in nessun modo potermi dividere da voi > spiegò la giovane donna cercando di asciugarsi le lacrime < Ma purtroppo ho una missione da compiere e c’è bisogno di me. Voi state con vostro padre e fate i bravi, d0’accordo? Vi prometto che ci rivedremo molto presto.
< D’accordo, mamma. Non ti aspettiamo. Ma non metterci molto, ok? >
< Sì. Ve lo prometto. >
Ormai le lacrime non conoscevano forza interiore più grande e la voglia di uscire fuori era davvero immensa.
Stringendoli a sé ancora una volta, Katniss dovette trovare anche la forza di salutare Peeta.
> Li proteggerò > gli promise il ragazzo < Anche a costo della mia stessa vita. >
< Ne sono consapevole, Peeta. Ma vedi di stare attento anche tu, d’accordo? >
< Sei tu che devi stare attenta, Katniss. >
< Ti prego di non ricordarmelo. Vedrai che andrà tutto bene. >
Ma Peeta, per quanto speranzoso e fiducioso potesse essere, non riusciva a fidarsi delle parole di sua moglie.
< Perché ho la netta sensazione che tutto questo sia una bugia? >
< Peeta, tu mi conosci, no? >
< Questa volta è diverso… >
< Il presidente Snow era un uomo crudele e potente… Anche se gli invasori all’apparenza possono essere diversi, vedrai che andrà tutto bene. La mia forza di volontà non si fermerà dinanzi a niente. >
< Credi che la tua forza possa servirti senza armi e senza avere una possibilità di chiedere una grazia verso quelle creature che non vi daranno mai? >
< Ti prego, Peeta. Mi stai rendendo tutto difficile. >
< Gli addii e il futuro possono essere molto difficili da digerire, Katniss. Ma io sto cercando di essere reale. >
< NO. tu stai solo facendo il pessimista. E questo non l’accetto. >
< Katniss > fece Gale interrompendoli < Dobbiamo andare. >
E nel mentre la loro divisione per salvarsi era ormai giunta, Katniss non poteva mai dimenticarsi quegli occhi che gli erano stati vicini negli ultimi anni della sua vita, creando una famiglia che come adesso, aveva bisogno di amore e di unione.


Preparandosi a calcare il terreno come aveva fatto in precedenza, Dart Fener non si ritrovò da solo.
Insieme agli altri invasori, avanzavano a piccoli passi guardando di fronte a loro il muro umano che si era venuto a creare.
Con in mano le loro spade laser, gli invasori sembravano davvero sicuri di loro stessi.
La vittoria era davvero a portata di mano e gli esseri umani non avrebbero potuto fare niente per contrastarli.
Solo la forza di volontà e le parole di un popolo orgoglioso per quello che era riuscito a conquistare nel corso degli anni spingeva Katniss e tutti gli altri a non mollare.
Ma quando il soffio del vento e il silenzio prima delle grida di dolore e di una battaglia sanguinosa e maledetta sarebbe stato il primo ed ultimo passo di quella vita, la fine poteva essere scritta in tutti i modi.
Ma nulla poteva concludersi in quel momento.
Lottare era il loro pane quotidiani e non avrebbero lasciato che nessun passo e nessuna battaglia gli avrebbe portato via l’orgoglio della sopravvivenza.

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Capitolo 6
*** E’ finita davvero? Oppure... ***


Il sangue era sparso ovunque mentre ancora nelle orecchie di Katniss echeggiava quel dolore così vivido e così insopportabile.
Lamenti di grida verso quei momenti in cui tutto sembrava impossibile poter guardare ad una sopravvivenza.
Ed ormai che l’invasione era cominciata, Katniss soffriva in disparte cercando di dimenticare tutto, ma inutilmente.
< Katniss. Katniss. >
Sobbalzando dallo spavento, Katniss non riusciva a credere di essere ancora viva dopo la giornata trascorsa.
Quelle spade laser avevano trafitto quei poveri corpi, per non parlare dei bambini che con il loro sguardo innocente, pensavano che tutto potesse essere solo un terribile sogno.
Un momento frutto delle loro fantasie.
ma quando l’anima viene strappata via dal proprio corpo, solo dopo si riesce a capire quanto possa essere incommensurabile il dolore.
< A cosa stavi pensando, katniss? >
< Lasciami in pace, Gale. Ho bisogno di starmene da sola. >
< No, Katniss. Tu hai bisogno di aiuto. >
< Di quale aiuto stai parlando? >
< Tu hai bisogno di me. Hai bisogno di ritrovarti. >
< Ho bisogno di morire, Gale…Se non fosse per la mia famiglia, vorrei tanto farla finita. >
Ma Gale, che non riusciva a riconoscere e non sopportava quelle parole, diede uno schiaffo a quell’amica che per tutta la sua esistenza, aveva sempre combattuto.
< Non ti permetto di parlare così. Mi hai capito?!
> Adesso ti senti bene dopo avermi colpito? >
< NO. mi sento uno schifo… Ma sto facendo di tutto per cercare di scuoterti, ma tu non fai nulla per reagire. Perché? >
< Perché adesso che ho visto con quale brutalità i nostri invasori hanno ucciso la nostra gente, non c’è modo per poterli fronteggiare. Siamo a mani vuote e loro conquistano sempre più potere possibile… Dobbiamo arrenderci, Gale. È l’unico modo. >
Sentendola parlare così, Gale non riusciva a credere a come la sua amica si era trasformata.
Dai suoi occhi stava soffrendo moltissimo, ma non riusciva a sopportare che la sua arrendevolezza potesse essere la sua stessa fine.
< Katniss, so che ti senti ferita e addolorata per quello che hai assistito… Ma tu sei viva. E per vivere, devi vendicare quella povera gente. Non puoi rimanere senza fare nulla a deprimerti… Ti rendi conto che dobbiamo combattere per loro e per la tua famiglia oltre che alle persone che ancora adesso stanno vivendo e soffrendo? Pensi davvero che tutto sia finito? >
Ma la donna, immersa nel suo profondo dolore che sembrava davvero non avere nessuna uscita, non accolse quelle parole di speranza che Gale stava cercando di inculcargli nella sua debole mente.
Ma il barlume che di quella speranza cresceva senza affievolirsi, era solo il primo pretesto per rendere quel mondo libero.
Libero dall’oppressione.
Libero dal dolore.
E tutto solo grazie ad una coppia che di guerre e di nuove speranze, aveva vissuto fino a quel momento.

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Capitolo 7
*** L’ultima missione prima di… ***


< E voi chi siete? > domandò Gale con sguardo allarmato < Siete per caso uno di loro? >
< Cerca di essere più chiaro, giovanotto. Noi non vogliamo portare altri guai. Mi sembra che ne abbiate già abbastanza. >
La voce di quell’uomo sconosciuto e con le parole spigliate, fecero indispettire non poco il giovane Gale.
< Cerchi forse di prendermi in giro?! >
< Attento a come parli, ragazzo. Tu non hai nessun’arma con cui difenderti. >
< Certo… sono assolutamente convinto che tu sei come uno di loro. >
< L’impero galattico non fa’ parte dei miei piani… Dovresti cercare di mantenere la calma. Arrabbiarsi non serve a niente. >
< Han. Smettila. >
La voce della sua compagnia, inconfondibile con il suo sguardo tormentato ma allo stesso tempo determinato, era quello che mancava alla povera Katniss.
< Questi umani non vogliono collaborare, Leila. Perché perdiamo il nostro tempo per aiutarli? >
< Perché Dart Fener e tutti gli altri devono perire nell’universo più profondo. Questa povera gente non può essere ricoperta e schiavizzata dalle loro intemperie maledette. Dobbiamo cercare di fermare tutto questo… Anche se alcuni di loro continueranno a morire. >
< E tanto che cosa vuoi che gliene importi? Sembra che qui ognuno pensi a sé stesso. >
< Bada a come parli, straniero. Altrimenti… >
< Fermati, Gale > mormorò Han prendendolo per la gola < Devo ancora ricordarti… >
< NO. non ha importanza. >
Ma Leila, che non voleva curarsi di quegli uomini, concentrò la sua attenzione verso la povera Katniss che rimaneva ancora in disparte e tutta sola.
< Posso accomodarmi qui accanto a te? >
Katniss, dal canto suo, non fece nessun gesto al riguardo, rimanendo del tutto indifferente dinanzi al volere e al desiderio della donna.
< Come ti chiami? >
< Il suo nome è Katniss > replicò duramente Gale rispondendo con fare riluttante,
> Non te l’ho chiesto a te, ragazzo. >
< Non fa’ alcuna differenza. Semmai, voi chi siete? >
< Mi chiamo Han Solo e lei è la principessa Leila. Contento adesso? >
< Da dove venite? Avete detto che non siete umani… >
< Certo che no. io non mischierei mai la mia razza con la vostra. Soprattutto vedendo tutta questa arrendevolezza. Mi fate davvero schifo, sapete? >
< Tu non sai davvero chi stai offendendo, Han. >
< Allora vedi di tirare fuori un po’ di spina dorsale e cercate di difendervi. Domani tutto questo potrebbe non esistere più, sapete? Dart Fener e gli altri non perderanno tempo nel distruggervi. >
< Grazie mille per l’avvertimento >rispose Gale con tono sarcastico.
< Sentimi bene, adesso mi hai stancato. Tu e la tua insolenza… >
< Han! Smettila! >
< Litigare non serve a niente > fece Katniss fissando i due uomini < Perché perdere fiato se la nostra fine è ormai giunta? Nemeno voi, venuti da un altro piante, riuscirete a salvare le nostre vite. >
< Questo non è ero, Katniss. >
< Ormai mi sono arresa, Principessa. È tutto inutile… >
Ma la Principessa Leila, per cercare di scuoterla in qualche modo, utilizzò prima le parole forti conseguenza di parole che valevano mille significati.
< Ma cosa state… >
< Ti darò un altro schiaffo se non saprai ascoltarmi, ragazzina. Mi hai capito? Sono molto più vecchia di te e pretendo rispetto. >
< Ma io non ho fatto niente. >
< Eè per questo che sto cercando di scuoterti, Katniss. Ho sentito molto parlare di te e delle tue gesta… E non puoi mollare in questo modo. Non posso accettarlo. >
< Avete forse un’idea migliore? >
< L’unica idea che può funzionare è che tu prenda questa. >
Passandogli una spada laser che portava sempre con sé, la Principessa Leila gli ricordò che doveva combattere non solo per il popolo, ma anche per la sua stessa famiglia.
< Cos’è che davvero desideri realmente, Katniss? >
< Poter un giorno riabbracciare la mia famiglia… Ma non riesco a trovare la forza necessaria per farlo. Forse ho troppo paura di agire e di morire. >
< E’ questo che ti frena davvero? >
< Sì, principessa. Non riesco ad agire. >
< Ti consiglio di fare una cosa, Katniss: pensa a loro quando combatti. Vedrai che verrai ripagata dei tuoi sforzi e del tuo coraggio. >
< E se dovessi morire? Come potrò mai perdonarmelo? E se la mia famiglia finisse schiava di quei mostri io… >
< Tutto ciò non potrà mai realizzarsi. >
< E voi come fate ad esserne certa? >
< Non hai mai ascoltato una principessa, vero? Devi sapere che loro non sbagliano mai. >
E facendogli l’occhiolino, Katniss sembrava davvero essersi convinta di quelle parole semplici che non avevano bisogno di alcuna spiegazione.
Di quel conforto che tanto aveva vicino ma che non era riuscita a sviluppare e a credere appieno, mentre l’ombra di quel male sembrava davvero diradarsi nella sua mente e sopra i cieli oscuri.

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Capitolo 8
*** Per ogni bene che si possa desiderare ***


Il fuoco della vendetta non ha tardato ad arrivare.
Si sentiva solo il silenzio delle fiamme che avevano distrutto i vari distretti dove un tempo si combatteva per la povertà e per la sopravvivenza di un luogo che ormai non cresceva nemmeno un filo d’erba.
Come si poteva essere arrivati a tale punto?
Perché i misteri e i destini di vita avversi e maledetti dovevano incrociarsi con il bisogno di metterci in gioco?
Che significato poteva avere?
Tutto poteva essere reale in quei luoghi ormai maledetti dalla distruzione.
Katniss guardava con occhi stupiti mentre il suo pensiero era diretto verso i suoi figli e a suo marito Peeta, colui che non avrebbe mai potuto tradire in nessun modo.
Non voleva ricordarsi la distruzione di quegli invasori che voleva rimuovere dalla mente.
Aveva combattuto troppe guerre e troppe battaglie per poter sorridere in quel momento.
ma la felicità dei suoi stessi figli era tutto per lei.
Vederli gioiosi mentre lei e Peeta li stavano coccolando, per lei era tutto.
Ma come poteva fare per tornare a quel passato così lontano in un presente così vicino?
“Ce l’abbiamo fatta” gli sussurrò una voce reale
< Leila… Han… Perché non riesco a vedervi? >
< Perché è giunta l’ora di svegliarsi, Katniss. Non credi anche tu? >
< Ma io… non capisco… Credevo che tutto quello che vedevo con questi occhi fosse tutto reale… Ma allora dove mi trovo? >
“Nei tuoi sogni più inconsci” rispose Han con sorriso “Vedi di tornare dai tuoi figli e cerca di immaginarti solo pensieri felici. Perché loro vogliono vedere i loro genitori felici e spensierati… Anche tu vorresti essere così, vero Katniss?”
In quei momenti bui, Katniss aveva perso il significato e il senso della vita.
Quell’esistenza in cui il dolore l’aveva sempre afflitta, ma che le gioie non erano mai fortunatamente mancate.
E mentre si immagina un luogo lontano da quei pensieri remoti e dolorosi, spalancando gli occhi vide i suoi due figli giocare con il loro padre.
Perché adesso lei poteva essere felice.
Poteva crescerli senza il dolore e la disperazione di perderli.
Poteva crescerli insieme all’amore di una cornice d’affetto che mai potrebbe essere distrutta.
Ed io, che immagino e scrivo tutto questo, ricordiamoci bene che di amore ne abbiamo bisogno tutti.
In un modo o nell’altro.

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