Fiori del Male

di Angel TR
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rosa Gialla (Gelosia) ***
Capitolo 2: *** Ranuncolo (Fascino malinconico) ***
Capitolo 3: *** Fresia (Mistero e fascino) ***
Capitolo 4: *** Gelsomino rosso (Desiderio) ***
Capitolo 5: *** Erica rosa-lilla (Solitudine) ***



Capitolo 1
*** Rosa Gialla (Gelosia) ***


Fiori del Male

*

“Beltà, il tuo sguardo, infernale e divino,
versa, mischiandoli, beneficio e delitto:
per questo ti si può paragonare al vino.”

Charles Baudelaire, Inno alla Bellezza, "I fiori del male"





36. Rosa gialla: gelosia

La Rosa è un genere della famiglia delle Rosacee che comprende circa centocinquanta specie, originarie dell'Europa e dell'Asia. Simbolo di passione, di gelosia [...] grazie a nuovi innesti e alla ripresa di coltivazione di antiche specie, il suo proliferarsi sembra essere più florido che mai.

Alla televisione passano le semifinali del Torneo e non perdono occasione di annunciare a gran voce il nome del tuo rivale, della tua nemesi giurata: Jin Kazama. Il suo nome viene pronunciato con malcelato orgoglio patriottico che ti fa venire un conato di vomito – quello lì l'eroe nazionale? Beh, appropriato ai gusti bizzarri dei giapponesi.
Cos'avrà mai di speciale Kazama? A parte quegli occhi del colore dell'ambra fusa, quel karate micidiale che il suo corpo imponente eseguiva come se fosse mosso da fili invisibili, quell'aura marziale e fiera, quel… quel…
Insomma, eccetto questo, cos'avrà mai di speciale questo Kazama? Hwoarang se lo chiede ogni giorno mentre ammira le sue movenze brutali e precise, senza rendersi conto che la sua ossessione mascherata da astio e rivalità attecchisce sempre più in lui, ramificandosi attraverso ogni fibra del suo essere.
Non sei tanto migliore di me. Cos'hai di così speciale, Kazama? Cosa cosa cosa?
{153 parole}



N/D: la Challenge a cui partecipa questa banale minilong vestita da raccolta o viceversa (come l'altra su Lili e Asuka, ma molto più allegra di questa) si basa sul significato dei fiori e ovviamente non ho potuto fare a meno di scopiazzare palesemente il titolo dalla meravigliosa antologia lirica di Charles Baudelaire. Sì, ho un debole per i poeti maledetti e per il loro animo edgy goth emo smalto nero laccato eyeliner sapientemente sbavato, seduti su poltroncine super chic nelle loro villette nella brughiera sorseggiando finissimo cognac mentre piangono i mali del mondo :')

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Capitolo 2
*** Ranuncolo (Fascino malinconico) ***


33. Ranuncolo: fascino malinconico.

Semplice ed elegante, il ranuncolo è una pianta erbacea originaria dell’Asia e delle zone fredde del Globo. Il genere comprende più di cinquecento specie [...] Alcune specie sono considerate molto rare, altre invece hanno un atteggiamento invasivo e tendono a tappezzare prati e colline con il loro caratteristico fiore a cinque petali.

Jin Kazama aveva degli occhi grandi così, maestosi e fieri occhi dal taglio obliquo; iridi di ambra liquida annebbiati da una sfumatura di malinconia che, di tanto in tanto, minacciava di diramarsi nei capillari per far marcire tutto ciò su cui quello sguardo stupefacente si fosse posato. Ogni qualvolta respirava, il suo petto che pareva scolpito nel marmo si tendeva come una corda di violino, quasi i polmoni volessero schizzargli da quella pelle che gli allenamenti all'aria aperta avevano scaldato fino a donarle una sfumatura color miele.
A soli ventun anni, la sua bellezza era completamente sbocciata – mozzava il fiato – eppure sembrava già appassita, inaridita dalle preoccupazioni e dalla consapevolezza di un destino già deciso. Jin Kazama era uno spettacolo della natura – uno spettacolo dalle tinte lugubri che rapiva e conquistava lo sguardo dell'uomo.
E Hwoarang era solo una ragazzo: come avrebbe potuto difendersi da quel viso d'angelo sul quale le sofferenze avevano scavato solchi profondi con i loro artigli?
Hwoarang odiava – di un odio profondo che nasceva dai meandri più reconditi del suo essere – l'inquietudine che offuscava lo splendore di Jin. Avrebbe voluto trovare le radici di quell'albero della tristezza ed estirparle con le unghie e i denti. Contro la sua volontà, purtroppo, più vi affondava le mani, spezzandosi le unghie fino a sanguinare, più vi si invischiava, avvolto stretto stretto da quello stesso bulbo maligno e invasivo che si nutriva dell'essenza di Jin.
Così giovane e così perso.
{246 parole}

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Capitolo 3
*** Fresia (Mistero e fascino) ***


13. Fresia: mistero e fascino.

La fresia fa parte della famiglia delle Iridaceae, e ha origine nell’Africa del Sud. Fioriscono tra la fine dell’inverno e l’inizio della primavera e il colore dei loro fiori varia a seconda della specie o della varietà [...] che emanano un profumo intenso e misterioso.

Agli occhi dello scavezzacollo Hwoarang, Jin Kazama era un labirinto inespugnabile, un puzzle impossibile da assemblare, una matassa di emozioni, sensazioni e misteri – intessuta e rivestita da una calma apparente e distaccata pacatezza – che nessuno avrebbe mai potuto sbrogliare.
Ogni volta che sentiva di avere tra le mani il filo di Arianna, quello portava a un nodo così inestricabile che Hwoarang perdeva notti e giorni nel tentativo di scioglierlo, trovandosi puntualmente punto e daccapo. Il suo maestro Baek Doo San sprecava tempo inutile per cercare di dissuaderlo dalla sua crociata personale contro Jin Kazama – perché questi era come una calamita, un magnete che esercitava una pressione che domandava e otteneva il più totale abbandono. Attraeva Hwoarang a sé, gli faceva lambiccare il cervello ogni notte che spendeva insonne a girarsi e rigirarsi nel letto.
Perché sei così, Kazama?
Hwoarang fremeva al pensiero di scoprirlo e Jin non opponeva resistenza ai suoi sciocchi e impetuosi sforzi.
{155 parole}

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Capitolo 4
*** Gelsomino rosso (Desiderio) ***


15. Gelsomino rosso: desiderio

Il gelsomino è un viticcio sempreverde rampicante, originario della Cina, dell'Asia occidentale e dell'India settentrionale. Secondo una credenza araba, il paradiso è pervaso da fiori di gelsomino: non a caso, il fiore viene spesso utilizzato come simbolo di amore divino.

Quando Jin Kazama faceva scorrere il dorso setoso della mano ghiacciata lungo la sua pelle bollente, il ventre di Hwoarang ribolliva di un desiderio tale da divorargli il lume della ragione, come un incendio rovente in un fragile bosco.
Non avrebbe mai immaginato che potesse esistere una forza d'attrazione di quella natura, così potente da spostare il suo centro di gravità dalla Terra a quel ragazzo che pareva disegnato da un dio diabolico e beffardo. Ogni bacio leggero che depositava sulla sua pelle lasciava un marchio infuocato che sembrava non spegnersi mai; ogni carezza risvegliava ciascuna delle terminazioni nervose del suo corpo nudo e tremante; ogni sua spinta dentro di lui raggiungeva il suo punto più sensibile, facendo sì che il battito del suo cuore accelerasse e il sangue iniziasse a pulsare fino a quando un ruggito di calore sembrava volergli sgorgare dal basso ventre – portandolo da uno stato di delirante confusione a uno di totale estasi, un'estasi descrivibile solo come divina.
Hwoarang lo desiderava da morire: pretendeva e agognava che quell'uomo fosse suo, soltanto suo.
Ciò nonostante, a ogni incontro, a ogni bacio, a ogni esplosione dei sensi, Hwoarang si rendeva conto – non senza una vena di divertita amarezza – che era lui ad appartenere in tutta la sua interezza, in tutta la sua essenza a Jin Kazama e non il contrario.
E Hwoarang si accontentava: d'altronde, come avrebbe potuto desiderare di più un banale e comune essere mortale come lui?
{248 parole}

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Capitolo 5
*** Erica rosa-lilla (Solitudine) ***


12. Erica rosa-lilla: solitudine.

Il genere Erica è costituito da centinaia di specie di piccoli arbusti, diffusi in gran parte dell’Africa, fino al Mediterraneo e in Europa. La caratteristica della pianta è di essere un sempreverde, con tipiche foglie a forma di ago. In autunno o primavera, l’erica produce un denso numero di fiori, dalla tipica forma a campanula.

Vuoto nel petto.
Una scala di grigi che risucchia ogni traccia di colore dal paesaggio, triste e mesta come la tela povera di un pittore di strada.
Una vita che scorre lungo una strada impervia che non prevede incroci o cambi di direzione, ma solo divieti di accesso e sensi unici che lo porteranno finalmente all'ultimo scontro con il suo demone personale.
O lui o l'altro. Non c'è via di scampo.
E lui è solo solo solo… solo contro se stesso. Quando si sveglierà da quell'incubo infernale? Quando arriverà la pace?
E intanto Jin avanza, strisciando i piedi stanchi come se le sue caviglie fossero trattenute da catene invisibili, avanza lungo il fragile ponte sospeso nell'aria, solo solo solo.

*

Fuoco nel petto.
Un filtro vivace che infiamma ogni dettaglio sul quale Hwoarang posa lo sguardo ardente, variopinto come la tela di un pittore ribelle.
Una vita che scorre lungo una strada impervia che si snoda attraverso doppi sensi, rotonde, sentieri scoscesi, su cui lui sfreccia con la sua Ducati Monster senza mai premere il freno, inseguendo l'ombra triste di un uomo irraggiungibile.
O lui o l'altro. Non c'è via di scampo.
E lui è solo solo solo… solo contro se stesso.
Quando scenderà a patti con i suoi sentimenti? Quando giungerà la pace?
E intanto Hwoarang avanza, il casco di sicurezza abbandonato chissà dove, senza mai smettere di titillare l'acceleratore, lungo quello stesso fragile ponte sospeso nell'aria che percorre il suo tormento personale – ma lui non vuole essere solo.
{253 parole}


"The woods are lovely, dark and deep/ But I have promises to keep, / And miles to go before I sleep"
Robert Frost, "Stopping by woods on a snowy evening"

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