Rejects - d'amore e tenebra

di Dakota Blood
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Uno ***
Capitolo 3: *** Due ***
Capitolo 4: *** Tre ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Ma c'hai solo vent'anni…

-Måneskin-

Ho sempre amato ciò che va al di là dei sogni, delle idee sbagliate della gente.
Sono cresciuta in modo sano, eppure nessuno è mai voluto uscire con me, nessuno mi ha mai preso per mano e portata lontano… eppure io volevo soltanto guardare le stelle da vicino, la luna da una migliore angolazione.
Volevo amare proprio come quei due che si stanno baciando davanti a me, su questo treno diretto a Riverstorm, dove vivo io. Dove abita la mia infelicità. 
Può anche darsi che io non meriti di essere felice e spensierata, è evidente che la punizione divina per non aver amato abbastanza è scesa su di me portandomi via tutto ciò che avevo di più caro. 
Soffro di solitudine e di disturbi comportamentali.  Più volte i miei genitori hanno insistito affinché vedessi uno specialista,  uno veramente bravo nel suo settore professionale,  ma ho desistito. Mi vergogno profondamente, evito sempre di mostrare le mie ferite in pubblico. E di cicatrici me ne sono procurate tante in questi anni e anche se sono giovane… beh, ho consumato le suole su una strada ripida e faticosa che a malapena chiamo vita.
Ho sempre le mie cuffiette con me, così da non poter sentire i commenti disgraziati delle mie coetanee e i suoi ragazzi super fighi e atletici, sempre alla moda e con i risvolti ai pantaloni.
Non hanno un solo capello fuori posto, diamine! 
Tre mesi fa è morta Fanny, la mia migliore amica, la sorella che ha voluto darmi il destino e che poi ha voluto togliermi velocemente. Troppo in fretta.
Se ne è andata in un Giugno non troppo afoso, mentre tornava a casa con il suo ragazzo. Rincasavano dopo essere stati ad un rave party. L'ex di Fanny era alla guida di una Mustang nera e aveva bevuto decisamente troppo. Il suo tasso alcolemico era davvero elevato secondo quanto disse la polizia ai familiari di Fanny e ai genitori di Stephen.
Ho trascorso le prime due settimane e il mese successivo a letto, tenendo le finestre chiuse e le tapparelle abbassate. Detestavo il sole, odiavo me stessa perché io ero viva e lei invece no. 
So che non potevo fare niente per lei,non avrei potuto salvarla o salvarli entrambi eppure mi sentivo in debito, avvertivo la colpa dentro le mie ossa.
Qualcuno dice che il tempo curi tutte le ferite, beh non so se è vero, ma con me non sta funzionando affatto.
C'è una cosa che mi tiene in vita: la musica. Esiste una band italiana che mi dà la forza per andare avanti nonostante tutto, mi legge nell'animo e riesce a sentire ciò che provo. 
Tutto ciò che non riesco a dire è detto dal leader della band. 
Damiano David è un tipetto anticonformista, proprio come me e credo che un giorno, se riuscirò a andare ad un concerto della sua band (Måneskin), sentirò sulla pelle il brivido dell'eccitazione,  quel profondo senso di appartenenza alla vita.
Finalmente il treno, dopo una sosta interminabile, giunge a destinazione e siccome Settembre è un mese che adoro, guardo il cielo con un mezzo sorriso.

A te che brilli lassù,  perché non c'è niente al mondo come l'amicizia.

Non so dove la mia mente abbia vagato in questo momento, ma so che io e Fanny non ci perderemo mai per niente al mondo. 
Esistono rapporti che vanno oltre ogni cosa, persino oltre la morte.
La strada per arrivare a casa non è lontana, guardo il cellulare e trovo una chiamata persa da parte di mia madre.
Decido di farmi sentire, altrimenti penserà che qualcuno mi abbia violentata alla stazione.
Dopo tre squilli risponde, finalmente.
 
-Tesoro, stai arrivando? Ho preparato i dolci che ti piacciono tanto, sai?- 

Sorrido. Mia madre crede che io abbia dieci anni, però allo stesso tempo mi piace essere coccolata ogni tanto. D'altronde la vita è imprevedibile e non sappiamo mai cosa può succederci, perciò meglio vivere alla grande ogni singolo giorno.

-Ok, arrivo tra dieci minuti, va bene?-
 
-Perfetto Anne. E ricordati che stasera verranno a cena da noi i vicini- 

Mi ero completamente dimenticata della serata noiosa che mi attende. Una di quelle sere in cui vorresti solo dormire e dormire,  sperando di sognare un ragazzo fantastico,  magari simile al frontman di una famosa band.

-Mamma, a dopo!- 

Chiudo la conversazione e vengo improvvisamente strattonata, tanto che le cuffiette bianche si staccano e penzolano in aria.
Mi fanno male le orecchie e le spalle… ma che cavolo succede??
Poi la vedo: una ragazza bionda, altissima e dalla camminata strana… snob e altezzosa più che mai. 

-Non siamo ad Halloween, mostro!- 

Ride e va via.
Mi vien da piangere mentre raccolgo il telefono che nel frattempo è caduto dalla tasca del giubbino. 
Odio i bulli, odio me stessa… la mia vita fa letteralmente schifo! 
Arrivo di corsa a casa e chiudo la porta, mentre sento mia madre che canticchia a voce bassa. Mio padre sta lavorando e perciò siamo sole in casa. 
Non voglio che lei mi veda con le lacrime agli occhi e il mascara che cola. Non voglio mostrare le mie debolezze… non ora! 
Vado in bagno e appoggio il telefono sul lavandino. Per fortuna non si è rotto!  Mi guardo e forse capisco perché tutti sembrano avercela con me, tutti i giorni: ecco chi è Anne Lee… sono una reietta.

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Capitolo 2
*** Uno ***


Perché anche gli angeli a volte han paura della morte "

- Måneskin-

Ho mangiato pochissimo a cena e mia madre si è accorta del mio malumore, ma non sa che dentro mi sento ancora peggio di come appaio dal di fuori. I coniugi Denver mi hanno parlato tutto il tempo del loro figlio prediletto, il loro bello e bravo ragazzo di nome John. 
Lui sì che studia, lui sì che non è mai scortese, maleducato e si è costruito una famiglia da giovanissimo assieme a Lucinda Smith, una ragazza antipatica e super stronza. 
Detesto i discorsi inutili,  odio con tutto il cuore l'insensibilità delle persone che parlano parlano e in fondo non hanno niente di importante da dire.
Ma faccio bene io che parlo solo quando ho seriamente qualcosa da dire, e non come loro che aprono bocca solo per fare entrare aria.
Ho sparecchiato di malavoglia e sono salita al piano superiore, ho lavato scrupolosamente i denti già bianchissimi per natura e mi sono messa a letto. 
Volevo leggere qualche pagina di Ragione e sentimento di Jane Austen ma non sono riuscita a concentrarmi e anzi sbuffavo e mi contorcevo nel letto come se avessi un cactus tra le lenzuola. 
Mia madre mi ha dato la buonanotte e ho sentito che parlava e rideva  assieme a mio padre, rientrato tardi dal turno all'ospedale. 
È un medico rinomato, sa sempre come far sentire a proprio agio i suoi pazienti durante le visite cardiologiche e poi è un professionista in tutti i sensi.
Non ci parlo molto perché ci vediamo pochissimo, ma è un genitore davvero in gamba, un padre esemplare che mi ha sempre donato la giusta dose di gioia e  affetto.
Generalmente la notte sgattaiolo dalla finestra per avventurarmi nel cimitero qui vicino a casa nostra, per fare visita in silenzio alla tomba di Fanny.
Le porto sempre una rosa rossa, erano i suoi fiori preferiti e anche a me piacciono da morire. Penso che la rosa rossa sia l'emblema della passione ma anche della devozione eterna nei confronti di una persona.
Un morto non muore mai per davvero se è nel cuore di chi è vivo. 
Sulla tomba della mia amica, nonché colei che ho sempre considerato mia sorella perché non mi giudicava mai e voleva solo il mio bene in ogni circostanza, è stata incisa la seguente frase: 

"Rimane il tuo sorriso, lacrima dolce. Fanny, sarai sempre nei nostri cuori, in eterno."

È stata voluta fermamente dai genitori e a me è piaciuta fin dal principio. 
Ogni volta che mi introduco in silenzio al cimitero mi sento viva, avverto la pace della morte e delle anime, non mi sento più triste e desidero solo restare in quel luogo il più tempo possibile.
A volte mi addormento accanto alla sua tomba, altre sorrido in compagnia di qualche gatto nero o bianco che attraversano la strada e si nascondono tra le lapidi consumate dal tempo.
Ma che cos'è il tempo alla fine? Non riescono a quantificarlo nemmeno gli studiosi e i matematici… e dovrei forse riuscirci io?
Domani credo che andrò al cimitero, mi sembra un ottimo modo per trascorrere una notte all'insegna della tranquillità. 
I miei genitori non sanno di questa mia abitudine e credo che non sarebbero affatto d'accordo. Tutti in città mi evitano e pensano che io sia strana, ma in realtà non capisco perché un abito nero in pizzo e dei guanti altrettanto neri uniti ad un make-up strabiliante e dark debba essere motivo di bullismo.
Ho passato anni della mia adolescenza a scuola, a piangere a causa dei bulli che mi vessavano di continuo, pensando che io non avessi un cuore e non soffrissi affatto.
Ma come si fa a essere così insensibili e cattivi?
La vita sa essere spietata, e molto spesso siamo proprio noi i primi nemici di noi stessi. Non mi sono mai voluta bene, e tutto questo per colpa di questa merda che c'è in giro… i miei ex compagni di classe mi hanno deturpato l'anima, soffocandomi in ogni modo.
Non ho mai avuto un ragazzo e sembrerà strano ma io nonostante tutto ci ho sempre creduto all'amore vero.
Adesso no, adesso ho finito di fare la bambina fessa e stupida.
Non credo in niente tantomeno nell'amore eterno…
Solo un miracolo può salvarmi da questa desolazione, ma io non ci ho mai creduto poi più di tanto.
Mi sono alzata di malumore, e mi sono anche ricordata di essermi dimenticata ieri notte di usare l'acqua micellare per struccarmi. Il cuscino era tutto nero, e mia madre mi ha ripresa in modo abbastanza burbero. Beh come darle torto? 
Sono una ragazza a cui non manca l'affetto dei genitori eppure sento un vuoto incolmabile… e adesso che mi lavo il viso e mi guardo attentamente allo specchio leggermente appannato, mi rendo conto di quanto sia triste questa ragazza di nome Anne Lee.

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Capitolo 3
*** Due ***


-E Coraline piange, e Coraline ha l'ansia, e Coraline vuole il mare ma ha paura dell'acqua-

Måneskin

La notte è mia, mi appartiene da sempre e sopratutto adesso che sono triste. Non vi è un solo giorno in cui io non pensi a Fanny e a Stephen... il loro ricordo, il sorriso di entrambi così stupendo e innocente.
E quel bastardo che li ha uccisi si gode la bella vita invece di marcire in carcere per sempre.
Come si fa a vivere in un mondo così marcio?
Sono uscita di casa molto tardi per non destare alcun sospetto e mi sono recata al Cemetery Oddy's con il sorriso stampato sulle labbra.
Sembro un fantasma è vero, ma almeno sto bene con me stessa e la pelle chiara è qualcosa che adoro da sempre.
Mi sono seduta accanto alla tomba dei miei amici e ho portato loro delle rose rosse come di consueto ormai da tre mesi esatti.
Quel giugno maledetto! La fine di tutto, l'inizio della solitudine e della depressione...
Come al solito ho trovato conforto nel riverbero della luna e nel miagolio dolce dei gatti del cimitero che sono davvero molto affabili e vogliono sempre delle carezze sulla testa.
Stavo quasi per appisolarmi appoggiandomi al tronco di un albero possente, quando una voce mi ha attratta a sé.
Dopo poco mi sono accorta che c'era un ragazzo bellissimo e pallido, con indosso un abito bizzarro nero e rosso.
Il ragazzo avrà avuto circa la mia età e si è subito avvicinato a me dicendo di essere venuto da molto lontano...
All'inizio ho avuto paura, ma è normale no? Non lo conosco e non so nulla di lui... ma successivamente ho sorriso e gli ho detto il mio nome.
Mi ha baciato la mano e mi ha detto di chiamarsi Jack Williams.
Che bel nome!
Sono sicuramente arrossita di colpo ma per fortuna il buio della notte mi ha protetta, nascondendo completamente la mia timidezza.
Ho percepito qualcosa... una sorta di imprinting, come se io e lui ci fossimo già visti in un'altra circostanza e ci piacessimo da tanto tempo.
Come era bello con quella pelle diafana e gli occhi neri come la pece.
È stato sicuramente un incontro fortuito e sono un po' infelice perché penso che le nostre strade si divideranno il più in fretta possibile. Si sa che le cose belle durano poco.
Solo dopo che Jack è andato via mi sono resa conto di quanto fossi rimasta nel cimitero rispetto alle altre volte e ho corso per arrivare in tempo a casa come una Cenerentola goth.
Da parte mia avrei voluto passare tutto il giorno con lui, con colui che che chiamerò lo straniero del cimitero, il reietto che mi piace tanto e che mi incuriosisce da morire.

                                  ***

Suona la sveglia. Ma quando mai io ho messo la suoneria  predefinita del cellulare per alzarmi di buonumore?
Solo dopo mi rendo conto di non essere nel mio letto e di essere in un'altra casa...
Dove diamine mi trovo?

L'unica faccia che riconosco e che mi sorride è quella di Jack, a torso nudo bello come uno degli dei dell'Olimpo.



 

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Capitolo 4
*** Tre ***


Quindi Marlena torna a casa, che il freddo qua si fa sentire

Måneskin

La camera è molto bella, accogliente e spaziosa. Il letto è un king size e le coperte rosse e nere mi avvolgono completamente mentre Jack sta davanti a me con l'asciugamano stretto in vita.
Deglutisco e vorrei chiedergli che sta succedendo ma si avvicina e come se mi leggesse nella mente mi zittisce posando le sue labbra sulle mie.
Un bacio da uno sconosciuto che mi piace da morire, non potevo desiderare di più dalla vita in questo istante...
Vedo i suoi occhi dorati e mi ricordano qualcuno ma non capisco chi e soprattutto non riesco a capire dove lo porrei aver già incontrato.

-Anne, sento che hai paura ma allo stesso tempo sei emozionata. Sento l'odore della tua paura, delle tue elucubrazioni mentali.-

Il cuore mi batte forte, forse è meglio che io vada a casa. Sono come  bloccata, non riesco a pensare lucidamente ma allo stesso tempo mi sento molto felice e libera.

Mi sto innamorando di lui...
Ma lui chi è? E perché mi sembra di conoscerlo da tutta una vita?!
Sono troppe le domande che mi frullano in testa in questo momento ma lui mi disarma.
Guardo fuori dalla finestra, buttando lo sguardo lontano e vedo un paesaggio incantevole. Un luogo circondato dal verde, bellissimo e con  tante siepi, labirinti enormi e altri in miniatura che donano quel giusto tocco di bellezza e geometria al giardino.
Sono sparite tutte le mie paure e quando Jack si friziona i capelli piuttosto lunghi e scuri, che cadono sulle spalle muscolose e pallide, trattemgo un sospiro che a lui non sfugge.
Deve avere un udito davvero ben sviluppato se riesce a sentire tutto ciò che è impercettibile...

-Io... ecco io... Io credo che dovrei andare adesso. Sì, mia madre mi starà aspettando e se tardo poi si preoccuperà sicuramente.-

-Solo un attimo. Tu sei la benvenuta qui nel mio castello, è bene che tu lo sappia. Sono a conoscenza del fatto che tutti qui ti considerino strana e che tu ti senta spesso una reietta e un'esclusa, ma credimi... è meglio.-

Mi alzo dal letto tremando.

-Voglio dire, sei bella da togliere il fiato e posso assicurarti che non tutte le ragazze sono così affascinanti e intelligenti al contempo. Tu sei rara, Anne Lee. Hai qualcosa dentro che mi unisce a te e che mi separa dal resto del mondo.-

-Wow, vedo che sei molto romantico e sensibile. Ma come hai fatto a capire tutto di me in pochissimo tempo? Noi non ci conosciamo!.-

Mostra i denti in un sorriso smagliante e noto i suoi canini molto appuntiti. Come un... come... non può essere UN VAMPIRO!

All'improvviso la paura ma anche l'eccitazione tornano più forti che mai e so che devo scappare lontano, andare via da lui.

Lui è ciò che più mi trasmette armonia e allo stesso tempo malessere, è come se io e lui godessimo di privilegi che agli altri sono negati.
Basta guardare i suoi occhi dorati per scoprire la verità: lui è per davvero un vampiro.

-Anne, ci sono cose che non posso ancora spiegarti ma scoprirai tutto a tempo debito. Posso soltanto dirti che so quanto tu stia soffrendo e quanto ti sono vicino. Tutti ti criticano e le tue nemiche sono tante, ma un giorno questo posto che ti fa soffrire, questa città, sarà per te un ricordo lontano.-

Ci guardiamo e parliamo silenziosamente con gli occhi.
Ciò che dice il nostro silenzio, fa più chiasso di mille parole urlate di fronte a tutto il mondo che ci detesta da sempre.

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