Sin Shake Sin

di Ace of Spades
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***
Capitolo 4: *** IV ***
Capitolo 5: *** V ***
Capitolo 6: *** VI ***
Capitolo 7: *** VII ***
Capitolo 8: *** VIII ***
Capitolo 9: *** IX ***
Capitolo 10: *** X ***
Capitolo 11: *** XI ***
Capitolo 12: *** XII ***
Capitolo 13: *** XIII ***
Capitolo 14: *** XIV ***
Capitolo 15: *** XV ***
Capitolo 16: *** xVI ***
Capitolo 17: *** XVII ***
Capitolo 18: *** XVIII ***
Capitolo 19: *** XIX ***



Capitolo 1
*** I ***


Sin shake Sin
 
 We can't go to hell if we're already there
 
 
 


 
 
"Entrate forza, toglietevi le scarpe prima. Se sporcate il pavimento che ho appena finito di pulire vi lascio fuori"
Crocodile sbuffò guardando i due ragazzi sulla porta del suo - e anche loro - appartamento. Affittarne uno e dividere l'affitto mentre ognuno frequenta corsi dell'università era sembrata una grande idea, soprattutto per la parte sul costo.
Non avevano messo in conto che però dovevano davvero abitarci insieme.
"Croco-chan non iniziare con le tue manie" rispose Doflamingo entrando e togliendosi comunque le scarpe, seguito a ruota da un assonnato Mihawk.
Lo spadaccino, oltre a frequentare la palestra di kendo e una di scherma, riuscendo ad eccellere in entrambe, sapeva per certo che non avrebbe dovuto preoccuparsi delle pulizie per i prossimi anni.
 
"Cosa sono quelle?"
"Le mie ciabatte"
"SONO FENICOTTERI PELOSI"
"E sono pure comode"
 
Già, avrebbe dovuto preoccuparsi solo di restare vivo e di far restare vivi gli altri.
 
Ma facciamo un passo indietro.
Come ci erano arrivati in quella situazione?
Semplice. Si erano conosciuti per sbaglio durante un corso che avevano in comune, nonostante nessuno dei tre avesse ancora capito l'utilità di linguistica generale, e da lì tutto era degenerato.
Mihawk frequentava la facoltà di traduzione, e nel mentre si teneva in forma padroneggiando diverse discipline collegate ad armi bianche.
Il suo scopo era di prendere una laurea e nel caso tradurre qualcosa, a casa sua, senza gente intorno, immergendosi in righe e pagine di libri sconosciuti.
Ma soprattutto senza gente intorno.
E poi chissà, sapere qualche lingua serviva sempre, magari per qualche lavoro all'estero non necessariamente legale.
 
Di Doflamingo non sapeva molto tranne quello che aveva raccontato lui. E ne aveva raccontate di cose, ma dando solo informazioni superficiali.
Il ragazzo biondo e alto più della media nel tempo libero frequentava palestre e si divertiva a spezzare la voglia dei bambini che si iscrivevano ai corsi di karate facendoli volare da tutte le parti.
Una volta aveva assistito alla scena e si era dovuto spalmare una mano sul volto, sia perché nessuno sano di mente avrebbe messo un tizio del genere ad insegnare alle matricole, sia perché Doflamingo odiava i bambini e si vedeva.
E per non scoppiare a ridere dopo aver visto bambini cadere come coriandoli e il biondo ridere a braccia aperte in mezzo alla palestra.
A quanto pare era una punizione e rientrava in 'ore per servizio pubblico e lavori socialmente utili'.
Al solito, lo avevano beccato a fare qualcosa di illegale, ma qualcosa di non troppo pesante, anche se non sapeva cosa.
Ciò che sapeva era che Doflamingo era pericoloso, e il fatto che frequentasse la facoltà di lingue per 'imparare altri idiomi anche se la lingua la so usare e bene' non faceva che aumentare il suo sospetto. Aveva il vizio di spostare l'attenzione sulla sfera sessuale per distrarre le persone, peccato che su di lui non funzionasse.
 
E questo dettaglio lo aveva capito anche Crocodile, l'altro ragazzo moro dai capelli leggermente lunghi racchiusi in un codino basso che in quel momento stava mettendo in ordine le loro valigie.
Su di lui sapeva ancora meno, ma poteva affermare che fosse una persona affidabile.
Sempre se gli andavi a genio.
E loro due gli andavano a genio, e poteva esserne sicuro perché aveva visto cosa capitava a chi rientrava nel gruppo di quelli che non dovevano respirargli vicino.
Crocodile, studente modello di antropologia e lingue orientali, con alle spalle corsi di scherma e attuale cintura nera di aikido, si era liberato di un loro collega facendolo finire in prigione per un reato che non aveva commesso.
Perché? Perché poteva.
 
Una cosa Mihawk la sapeva con assoluta certezza: in quell'appartamento non era l'unica persona temibile. E se lo aveva capito lui, probabilmente ne erano a conoscenza tutti.
Quindi la domanda era: per quale motivo avevano accettato di condividere uno spazio in cui vivere?
Il rasoio di Occam: a parità di fattori la soluzione più semplice è quella giusta.
 
Perché si annoiavano.
 
 
 
 
***
 
 
 
Doflamingo chiuse la porta della sua stanza.
Era stata una fortuna trovare un appartamento a quel prezzo con tre stanze singole, una cucina e un bagno, con un bellissimo terrazzino e un mini spazio comune che era stato eletto da tutti come salotto.
Certo, fortuna.
O così aveva detto Crocodile.
Si conoscevano da ormai un anno eppure, oltre a sapere le informazioni essenziali dei suoi nuovi coinquilini, era riuscito a conoscerli meglio solo facendo ricerche per conto suo.
"Abbandona il nido e spicca il volo" gli aveva detto sua madre anni prima.
Sì, prima che morisse in un incidente.
E dato che di incidente proprio non si trattava, si era assicurato che passasse per incidente anche l'omicidio del responsabile, cioè suo padre.
D'altronde gli aveva insegnato lui come gestire gli affari: alla vecchia maniera, tu fai qualcosa a me e io faccio qualcosa a te, ma peggiore.
 
Meglio essere temuti che amati.
 
Che poi Doflamingo non sapeva bene cosa fosse l'amore tranne quello che aveva ricevuto da sua madre, però conosceva bene cosa volesse dire provocare timore nel prossimo.
E quello oh se gli piaceva.
Con i suoi genitori fuori dai giochi, la sua famiglia si era rivolta a lui per guidare l'impresa, e lui ovviamente era stato ben lieto di accettare una così inaspettata decisione.
Riuscire a rigirare gli eventi a proprio favore era una qualità che aveva anche il bel moretto della stanza accanto, per questo non si fidava di Crocodile.
Riconosceva subito un'anima affine quando la incontrava e quella era decisamente troppo affine.
Eccitazione. Ecco cosa gli provocava.
Sapete quelle persone che quando le guardi pensi "probabilmente ha ucciso qualcuno, e se non lo ha fatto lo farà"? Crocodile. Lui.
Non aveva specificato come aveva trovato quell'appartamento, come non aveva specificato dove erano finite le persone che lo abitavano o come mai il contratto che avevano era stato improvvisamente reciso.
Non specificava un po' di cose e a lui i peccati di omissione non erano mai piaciuti.
Per quello aveva scavato nel suo passato e aveva trovato...niente.
 
Solo che, anche non trovare niente, a volte, è una risposta.
Quindi i suoi pensieri oscillavano tra il volare basso e il sessuale, perché ovviamente quel tizio se lo sarebbe scopato su ogni superficie disponibile.
Più suonavano campanelli d'allarme e più lui veniva attratto da quella figura oscura.
 
Di Mihawk aveva capito tutto invece.
Era pericoloso.
Aveva decisamente ucciso qualcuno e nascosto il cadavere in bella vista.
Non si doveva svegliare prima delle 11 di mattina.
Poteva uccidere tutti in quell'appartamento e dissolversi nella nebbia.
 
Si era trovato davvero degli ottimi coinquilini.
 
 
 
***
 
 
 
A rigor di logica era stato un errore.
Sapeva di star facendo un errore già prima di liberarsi della gente che abitava in quello stabile e acconsentire a trasferirsi con quei due.
In realtà aveva capito che l'errore era stato alzarsi e decidere di frequentare quel corso, perché tutto quell'incontro era sembrato una farsa.
Una messa in scena piazzata lì da qualcuno che, come lui, si stava annoiando.
Quando un personaggio prende consapevolezza di sè e rompe la quarta parete è insolito, giusto Deadpool lo fa sembrare divertente.
Lui aveva capito di essere stato incastrato e da quel momento aveva cercato di capire dove: quando aveva scelto la facoltà? Quando aveva scelto di frequentare quel corso? Oppure quando era rimasto senza famiglia e aveva deciso di prendere in mano la sua vita e costruirsi un personaggio?
Probabilmente era tutto deciso dalla sua nascita.
 
Tutto questo per dire che lui, Doflamingo e Mihawk, prima o poi li doveva incontrare, se non fosse successo in quella lezione, magari anni dopo. In un supermercato forse, in una riunione di qualche agenzia governativa, dietro un angolo.
 
Le coincidenze non esistono.
 
Partendo dal fatto che nel Destino non ci credeva, come non credeva nell'esistenza di un qualsiasi Dio, voleva dire che, se era arrivato lì, in quel determinato momento, era colpa sua.
Aveva giocato le carte che teneva in mano molto male.
 
Doflamingo aveva qualcosa che non andava, e per qualcosa che non andava intendeva dire che era il più giovane boss mafioso a prendere il controllo da una decina di anni.
Mihawk invece sapeva benissimo cosa aveva che non andasse: era nato per usare la spada, ma aveva l'impressione che fosse fatto anche per commettere omicidi su commissione.
Lui invece era dietro ad un'agenzia commerciale di import/export internazionale, nessuno lo aveva visto in faccia perché prendeva parte alle riunioni solo tramite pc, oscurando volto e sfondo e cambiando la voce.
Era ancora troppo presto per rivelare la sua età, ed era meglio che nessuno sapesse chi ci fosse dietro a certi import che non erano del tutto legali.
 
Tornando al discorso di prima.
Coincidenze?
Capite che qui l'intera faccenda puzzava, e per una volta non era Mihawk che provava a cucinare (fallendo).
 
Tutti e tre condividevano purtroppo un terribile vizio, che sapeva essere una delle cause per cui si trovavano lì: la noia.
Lui odiava annoiarsi, alzarsi dal letto e provare quella sensazione di piattume per tutto il giorno e finire con lo sbuffare più del solito.
Il tedio nella vita è la morte dell'uomo.
 
E Crocodile, Doflamingo e Mihawk avevano deciso di smettere di pescare pesci piccoli.
Si sa che il mare ne è pieno, ma è pieno anche di spazzatura.
Bastava solo tirare fuori dalle profondità quella giusta. I cacciatori di tesori speravano in una nave pirata piena di forzieri per poter dare una svolta alla loro vita.
Loro speravano di aver trovato persone che non morissero subito, ma che gli dessero del filo da torcere.
 
Di certo la noia non li avrebbe visitati per un bel pezzo.







 
Angolo dell'Autrice:
Salve a tutti, eccomi di nuovo con una storia senza pretese sui miei tre soggetti preferiti. Ho appena finito una long durata 6 anni, ma non mi fermerò.
Diciamo che sarà un po' diversa dal solito, meno descrittiva e più diretta, si concentrerà sul rapporto tra Croco, Dofla e Mipo e su poco altro, e sì, avranno l'età di giovani universitari per tutto il tempo. Mi sono sempre chiesta come finirebbe una possibile convivenza tra di loro (a botte sicuro), e quindi ecco qui la risposta.
I capitoli non saranno lunghissimi, ma saranno divertenti.
Le recensioni e i commenti sono sempre ben accetti,
a presto,

Ace of Spades

 

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Capitolo 2
*** II ***


II.

It's too early for surrender
Too late for a prayer







"Crocodile, se pulisci ancora il tavolo finisce che lo rovini" ringhiò Mihawk mentre il suddetto ragazzo gli alzava la tazza piena di cereali per togliere le briciole.
"Se non facessi un casino quando mangi forse non dovrei pulirlo ogni trenta secondi" rispose scocciato beccandosi un'occhiataccia dallo spadaccino seduto a gambe incrociate.
 
Quei due erano davvero divertenti da guardare per Doflamingo, considerando la natura casinista di Mihawk e quella maniacalmente ordinata di Crocodile sarebbero sempre stati sul piede di guerra.
L'importante era che non capissero che erano già in guerra, ognuno contro l'altro, e che da lì sarebbe uscito solo un vincitore.
Ma aveva tempo per ucciderli, era troppo presto.
 
"Su, su, mi sembrate madre e figlio, cercate di non litigare per queste cavolate" commentò mentre apriva il frigorifero e beveva dal cartone del latte.
"Farò finta di non aver visto. Perché ti ho detto mille volte che non si beve attaccati alla bottiglia ma si usano wow i bicchieri? Che magica invenzione, dovresti provare qualche volta" sibilò Crocodile guardandolo male.
Mihawk rideva, il bastardo.
 
"Croco-chan, magari la prossima volta dai. Ora non vorrei mettervi fretta ma siamo in ritardo per le lezioni"
Crocodile sbuffò ancora e si diresse in camera sua, Mihawk invece si alzò lentamente e lo fissò.
"Divertitevi, io ho deciso che torno a dormire"
Doflamingo si morse il labbro trattenendo una risata.
 
Dopo dieci minuti erano tutti fuori di casa, con lo spadaccino che si lamentava perché Crocodile lo aveva svestito e rivestito e lo aveva trascinato giù per le scale.
Più o meno questa scena si ripeteva tutti i giorni.
Doflamingo fissò il soffitto mentre il professore parlava di non sapeva cosa, aspettando che finisse per potersi andare ad imbucare in un angolo della facoltà con il wifi. La sua attività non si gestiva da sola.
Crocodile faceva lo stesso pensiero, in una stanza diversa di una facoltà diversa, ma facendo lo sforzo di prendere appunti.
Mihawk aveva imparato a dormire con gli occhi aperti quindi non si preoccupava nemmeno di sforzarsi.
 
Crocodile tornò a casa e si collegò alla riunione. Era terribilmente noioso ma una parte di lui amava dare ordini agli altri, c'era qualcosa di estremamente soddisfacente nel vedere le persone rifuggere il suo sguardo o assentire solo per non trovarsi nelle sue immediate vicinanze un secondo di più.
Anche quella riunione era una perdita di tempo, ma si assicurò che il carico che doveva essere recapitato nel giro di qualche giorno non fosse in ritardo.
Aveva ancora tempo prima che qualcuno entrasse dalla porta d'ingresso, così si mise le cuffie bluetooth e accese la musica.
Aveva voglia di torta di mele e nel mentre poteva preparare la cena.
 
Doflamingo chiuse la porta inspirando e rilasciando un po' di tensione accumulata. Buttò lo zaino in camera e si diresse in cucina da dove venivano dei rumori.
Sullo stipite della porta si immobilizzò con la bocca aperta. Stava per dire qualcosa, ma trovarsi Crocodile di spalle che ondeggiava a ritmo di musica mentre tagliava a spicchi delle mele gli aveva fatto perdere la parola.
Non voleva davvero guardargli il culo, però è quello che fece. Come immaginare di mettere le mani sui suoi fianchi e stringere mentre…
 
"C'è qualcuno?"
 
Crocodile si voltò e si tolse una cuffietta.
"Cosa?"
Mihawk lo guardò sorridendo.
"Oh, torta!"
"Per la colazione, non puoi mangiarla"
Lo spadaccino sbuffò.
"Beh, dato che ci siamo tutti potremmo guardare un film dopo"
Crocodile lo guardò incuriosito. "Tutti?"
"Sì, ho visto Doflamingo correre in bagno mentre entravo"
Il moro si voltò verso il piano cucina mentre annuiva con la testa; un sorriso maniacale gli si formò sul volto.
"Prima finisco, intanto mettetevi d'accordo su cosa guardare, sempre se ha finito in bagno" commentò quasi ridendo e tornando alle sue mele.
 
 
Doflamingo ringhiò di frustrazione sbattendo la fronte contro le piastrelle della doccia, mentre con una mano si teneva al muro e con l'altra si dava piacere, cercando di finire in fretta.
Odiava la fretta, odiava ancora di più masturbarsi da solo, e a quanto pare odiava in egual misura Crocodile e il suo culo perfetto.
Il giorno successivo avrebbe trovato qualcuno su cui riversare il suo malumore, e se quel qualcuno avesse avuto i capelli neri leggermente lunghi, beh, nessuno sarebbe mai venuto a saperlo dopotutto.
 
 
Mihawk si sedette sul divanetto in salotto e aspettò. Dopo qualche minuto vide Doflamingo passare davanti alla porta con solo un asciugamano in vita e i suoi immancabili occhiali calati sugli occhi.
Aspettò ancora finché il biondo tornò vestito con una tuta, sedendosi di fianco a lui.
"Crocodile ha detto di scegliere un film per dopo"
"Basta che non siano romantici"
"Stai zitto, tu guardi le telenovelas spagnole"
"Quelle sono trash"
 
Di comune accordo scelsero di vedere Il silenzio degli Innocenti, poi finirono per giocare col cellulare, aspettando che la cena fosse pronta.
Davanti alla tavola apparecchiata e imbandita parlavano sempre di più del solito, forse a causa del vino o forse perché non erano abituati a mangiare con altre persone.
"Mi stai dicendo che a lezione hai dormito?" Chiese Crocodile inforcando un pezzo di carne.
"Cos' avrei dovuto fare, ascoltare?" Rispose Mihawk davanti al suo piatto di insalata mista con pomodori e feta.
Doflamingo scosse la testa; ancora gli sembrava impossibile che quel tizio fosse vegetariano.
"Almeno non vi chiedono di fare lavori di gruppo" aggiunse versandosi del vino.
Crocodile si leccò le labbra e tornò a mangiare come se nulla fosse, mentre lui si trovò a tracciare il movimento della sua lingua deglutendo a vuoto.
 
Sei così fottuto, pensò il moro continuando a discutere sull'inutilità dei gruppi.
Prima di ammazzarlo me lo porto a letto e gli faccio male, pensò il biondo mentre sorrideva col suo solito sorriso sardonico.
Mentre siete impegnati a sedurvi a vicenda vi renderò la vita un inferno, e quando mi sarò stancato farò sparire i vostri corpi come ho fatto con gli altri, pensò lo spadaccino finendo il cavolo col mais.
 
 
Sarà divertente uccidervi, pensarono tutti e tre mentre proseguivano la conversazione.





 


Buone Feste a tutti!
A.o.S.

 

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Capitolo 3
*** III ***


III.

Walk right in all you sinners and saints










Crocodile si era alzato come sempre prima degli altri, aveva fatto una doccia, si era vestito, aveva completato la sua skin care mattutina e infine si era preparato la moka.
Era d'altronde fermamente convinto, come buona parte della popolazione umana, che la caffeina sistemasse almeno in parte il suo pessimo umore.
 
La vera magia nera, il caffè.
 
Per questo si premurava di non avere nessuno in giro quando gustava la prima tazza della giornata, senza zucchero e dalla temperatura lavica.
Per le altre persone stava solo bevendo un caffè, ma in realtà stava prevenendo il crimine. Era mattiniero ma questo non significava che fosse pronto ad avere a che fare con le stronzate della vita prima delle nove, aveva degli standard.
Finì di pulire la cucina ed uscì di casa, pensando di passare a comprare il tè sulla strada verso l'università. Quel giorno iniziava il corso facoltativo di storia medievale e aveva tutta l'intenzione di frequentarlo.
 
"E ancora non ho capito perché ci siete voi" sibilò incrociando le braccia al petto mentre Doflamingo alla sua destra estraeva un quaderno e una penna dallo zaino e Mihawk alla sua sinistra si spalmava sempre di più sulla sedia.
"È a scelta e sembra interessante, soprattutto la parte sulle torture" rispose lo spadaccino alzando le spalle.
"Già, e poi il professore dicono tutti sia simpatico" aggiunse il biondo guardando l'omone dai grandi baffi bianchi che smanettava con il computer per far partire il proiettore e quindi la lezione.
Crocodile sospirò sconsolato; ogni volta si ritrovava tra i piedi quei due, e senza nemmeno che si mettessero d'accordo.
 
"Certo che è una bella coincidenza"
"Doflamingo togli la mano dalla mia coscia"
"Non credo alle coincidenze"
"Mihawk, stai usando la mia spalla come cuscino??"
 
Alla fine la lezione passò senza troppi intoppi, si rivelò anche coinvolgente e i tre finirono per ascoltare quasi tutto, tranne in quei momenti in cui si tiravano gomitate o pizzicotti, giusto per non dimenticare che si odiavano.
Uscirono dal palazzo e si diressero verso casa, essendo l'ultima lezione del giorno stava già calando il sole e i discorsi su cosa si sarebbe mangiato a cena si persero nel rumore delle auto che passavano per la strada.
 
"Prendiamo il gelato" disse Mihawk continuando a tenersi alla manica di Crocodile per farsi trascinare e dargli fastidio. Peccato non funzionasse, il ragazzo moro non sembrava farci caso, anzi, sembrava quasi divertito.
"Pure?"
"Sì! Io voglio amarena e stracciatella"
 
Crocodile alzò gli occhi al cielo.
"Allora io voto pistacchio"
"Che schifo Croco-chan, ora vomito"
"Io voglio nocciola e crema e fragola e fiordilatte, poi mascarpone e zabaione e-"
 
"Mihawk."
Entrambi i ragazzi si voltarono a fissarlo.
 
"Ok. Che noia che siete. Nocciola e mascarpone."
Doflamingo rise vedendo il broncio da bambino di tre anni che svettava sul volto dello spadaccino.
 
Tornarono a casa con una vaschetta di gelato e con un cono per Mihawk perché stava diventando insopportabile.
 
Crocodile aprì la porta di casa e si diresse verso il bagno dato che il primo turno alla doccia era il suo.
Se pensava che oltre all'amore per i dolci, quel tizio era vegetariano gli scappava da ridere.
Sapeva che non mangiava nè carne nè pesce perché non sopportava la violenza sugli animali, ma a quanto sembrava non era contrario a quella sugli esseri umani.
 
"Si tratta di conservazione della vita"
"Però un pugno a qualcuno lo dai"
"Certo. Gli animali sono preziosi, certe persone invece no"
"Di certo non saresti stato ben visto alla tavola di Hannibal Lecter"
"Lui mica mangia gli animali"
 
Sbuffò ridacchiando al pensiero dei discorsi che erano usciti dopo la visione del Silenzio degli Innocenti.
Era il caso di preparare una dose extra di zucchine.
 
 
Doflamingo aveva mangiato e anche tanto, peccato si fosse scordato di prendere una bottiglietta d'acqua da mettere sul comodino.
Scostò le coperte con uno strattone e di malavoglia uscì dal letto, dirigendosi in cucina.
La casa era avvolta dal buio e lui camminò scalzo fino alla dispensa. Una volta trovato ciò che cercava, fece dietrofront e ripercorse il corridoio finché non sentì un rumore alle sue spalle.
Si girò lentamente e si trovò davanti due occhi dorati sospesi nell'oscurità.
L'urlo che gli uscì dalla bocca era di molti toni più alto della sua voce e svegliò Crocodile, che aprì la porta e venne travolto da una persona.
La persona in questione, ovviamente quel cretino di Doflamingo, gli si era avvinghiato addosso e blaterava di mostri e pazzi omicidi in casa.
 
Ci vollero cinque minuti perché descrivesse cosa aveva visto e altri cinque per spingerlo a pedate fuori da camera sua.
 
La mattina dopo a colazione Mihawk rideva.
"Ti odio, sembravi un falco, è stato inquietante, non farlo mai più" borbottò il biondo puntandogli addosso un dito mentre l'altro inclinava la testa con fare angelico.
 
Crocodile scosse la testa e si versò il caffè.
Altra giornata, altra moka.

 

 

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Capitolo 4
*** IV ***



IV.

Tonight's the night we're gonna take off these chains







Doflamingo sapeva di avere diverse patologie mentali, sapeva anche che andare da uno psichiatra sarebbe stato controproducente dato che a lui non fregava niente di cambiare in meglio.
Si piaceva già abbastanza.
Oltre allo spiccato narcisismo e alla morale discutibile, era una di quelle persone che non si faceva problemi a sbandierare il proprio orientamento sessuale, considerando il sesso una parte molto importante della vita.
 
Le malelingue parlano, le buone danno orgasmi.
 
E lui era bravo in entrambi i casi.
Un suo pregio era quello di alzarsi sempre di buon umore, ma se la giornata iniziava con un rilascio di endorfine e qualche contrazione muscolare giusta, allora il suo umore era decisamente ottimo per le successive ventiquattr'ore.
 
"Decisamente ottimo" disse ridendo tra un respiro e un altro mentre si spingeva con forza nella donna sotto di lui. In quei giorni Crocodile aveva deciso di rendergli la vita un inferno, piazzandosi sempre in posizioni sconvenienti e a volte senza nemmeno tanti vestiti addosso.
Quel culo sodo se lo sognava ogni notte ormai, e per toglierselo dalla testa aveva provato il vecchio metodo del fottersi chiunque vedesse, ma non aveva funzionato.
 
Una volta finito con quella ragazza di cui non ricordava il nome, si rivestì ed uscì da quella casa dirigendosi verso la sua mentre il sole stava facendo capolino da dietro i palazzi del centro storico.
Aveva provato ad andare a letto con un ragazzo simile fisicamente al coccodrillo ma non solo non aveva ottenuto i risultati sperati, ma si era persino arrabbiato con se stesso perché non era quello che voleva.
Ecco perché per calmarsi era finito a casa di quella tizia, rimorchiata in un pub la notte stessa.
Sbuffò entrando in casa e togliendosi le scarpe.
Aveva bisogno di una doccia.
 
"Qualcuno ha fatto le ore piccole"
Crocodile lo fissava sullo stipide della porta della cucina con una tazza in mano e degli occhiali da lettura sul naso.
"Grande deduzione Sherlock, ora se permetti vado a lavarmi."
Crocodile gli passò di fianco.
"Chiunque fosse, io sono meglio"
 
Doflamingo rimase qualche secondo imbambolato in mezzo al corridoio pensando di esserselo immaginato.
Oh ancora? Non mi pare il momento!
Sbatté la porta del bagno indignato dalle reazioni del suo stesso corpo.
 
Crocodile sorseggiò il caffè ridendo mentre scorreva l'ordine delle sostanze psicotrope che sarebbero entrate nel paese quel giorno.
Poteva darne una a Doflamingo solo per guardarlo contorcersi sul pavimento, se gli avesse chiesto 'per favore' magari gli avrebbe dato l'antidoto.
Solo se me lo chiede in ginocchio e senza occhiali.
Sbatté la tazza vuota sul tavolo indignato dalla reazione del suo stesso corpo.
 
 
 
 
Mihawk mangiava in silenzio nella sua camera biscotti che non doveva avere.
 
Doflamingo pensa con le parti basse anche stamattina
Crocodile non gli è così immune come pensa
Credo che mi divertirò un po'
 
Alla fine dovette abbandonare il suo rifugio caldo di coperte perché doveva davvero andare ad una lezione anche se non aveva tutta questa voglia.
Sapeva che nel tardo pomeriggio avrebbe potuto farsi il tè nero con cioccolato e vaniglia che tanto gli piaceva, quindi inspirò ed affrontò la giornata cercando di non uccidere nessuno, ma finendo comunque per qualche ora nella sua palestra preferita per sgranchire un po' i muscoli.
Le spade erano la sua grande passione insieme ai dolci, erano perfette se sapevi usarle. Al contrario delle armi da fuoco, che potevano rompersi o bloccarsi, l'arma da taglio non falliva mai, se aveva un obiettivo lo raggiungeva sempre.
 
Una volta calmato il suo animo ritornò a casa e si mise sulla poltrona in tuta a giocare a Love Live.
Odiava quel gioco, ma non riusciva a smettere, a volte si svegliava nel cuore della notte per prendere parte agli eventi e pescare carte della sua idol preferita, Umi.
Giocava anche col pc a League of Legends, ma, come nella scherma, gli piaceva farlo con qualcuno che conosceva. Per fortuna Shanks era disponibile in entrambi i casi.
Mentre aspettava la pizza che aveva ordinato Crocodile poco prima di andare a spolverare, decise che era il momento di provare a fare full combo nella master di Soldier Game. Sbagliava sempre una volta sola e non riusciva mai a finire e questo gli dava terribilmente fastidio.
Cominciò a giocare e riuscì ad arrivare in fondo, gli mancavano gli ultimi anelli, sentiva già la sensazione di aver vinto e-
 
Il telefono si mise a squillare e lui sbagliò la fine.
Rimase bloccato con i pollici sollevati a guardare il cellulare con gli occhi sgranati.
"Pronto Falchettino? Senti, Crocodile non risponde ma puoi dirgli di-"
 
Chiuse la chiamata appoggiando il telefono sul tavolino.
 
Doflamingo ritornò a casa dopo aver finito di cercare i libri di storia medievale, riuscendo a fotocopiare anche quello che non aveva trovato.
Appoggiò la sporta di plastica nell'ingresso e si incamminò verso la cucina ma qualcuno lo intercettò e lo spinse contro il muro.
Il biondo non era un peso piuma, non pesava tantissimo ma era ben piazzato e con abbastanza muscoli da far paura.
Eppure si ritrovò sollevato da terra mentre Mihawk lo teneva per il colletto della felpa e lo guardava a pochi centimetri di distanza dal suo volto.
"La prossima volta che mi fai sbagliare a Love Live ti faccio scoprire quanto sia bello mangiare omogeneizzati a vita da una cannuccia"
 
Doflamingo rabbrividì e sbattè le palpebre più volte guardando Mihawk che, come era sbucato dal nulla, spariva in cucina.
Crocodile fissava la scena a distanza di sicurezza con lo swiffer in mano e una risatina isterica pronta a uscirgli dalla bocca.
 
"Stanotte dormo con te"
"Ti piacerebbe" rispose il moro aprendo la porta per prendere le pizze.



 

A. of  S.

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Capitolo 5
*** V ***


V.

Some wounds will never mend




Crocodile amava stare un po' di tempo per conto suo, ad ascoltare la musica, a leggere libri di Agatha Christie o di Zafón, oppure semplicemente a farsi maschere per il volto con il profumo del caffè appena fatto che si diffondeva nella stanza.
La domenica di solito la dedicava a quelle attività personali a cui non riusciva a dare spazio durante il resto della settimana, peccato che quel giorno fosse riuscito solo a farsi una doccia rilassante con uno shampoo rigenerante.
Doflamingo aveva deciso che era un'ottima occasione per guardarsi tutto Prison Break da capo e quindi dovevano esserci anche lui e Mihawk.
Tutta la mattina passò così fino a quando non dovettero interrompere per pranzare, poi, lavati i denti, ricominciarono la visione.

Dopo il tè di metà pomeriggio, era quasi giunta l'ora di cena e nessuno si era ancora mosso dal divano.
Doflamingo mise in pausa per andare a preparare la cena, considerando che il pranzo era toccato a Crocodile e Mihawk non doveva avvicinarsi ai fornelli in nessun caso.
Avrebbe potuto cucinare un'insalta mista con pomodori, mozzarella, basilico e altro, così da fare un piatto unico e non metterci troppo tempo.
Sperava che ci fossero ancora dei gelati nel freezer.

Mihawk si appoggiò contro Crocodile e si mise a giocare a Love Live mentre l'altro lo guardava da sopra la spalla.
"Carina questa coi capelli rossi"
"Maki? In effetti è il tipico tsundere, ci sta che ti piaccia"
Punto sul vivo Crocodile sbuffò.
"Mi piace anche la bionda, Eli?"
"Mmm, sì anche lei ci sta. Pensa che ha una relazione con Nozomi, la preferita di Doflamingo"
"Non avevo dubbi che fosse la sua preferita" commentò guardando il seno della idol dai capelli lunghi.
"Nemmeno io" aggiunse Mihawk chiudendo il telefono dopo aver sentito i rumori in cucina affievolirsi.
Lo spadaccino si girò verso l'altro e gli mise una mano sulla guancia, toccandogli i capelli e spostando una ciocca dietro l'orecchio.
"Poi devi dirmi che prodotti usi" sussurrò a pochi centimetri dalla sua bocca. Crocodile era come paralizzato e non potè fare altro che abbassare lo sguardo sulle labbra dell'altro ragazzo.

"SCUSATE??"

Doflamingo li fissava con uno sguardo scandalizzato mentre i due si girarono contemporaneamente verso di lui.
"È già pronto?" Chiese Mihawk non togliendo la mano dalla guancia del moro.
"No" rispose di getto il biondo continuando a fissare la scena.
Lo spadaccino sorrise leggermente e fece voltare Crocodile di nuovo verso di lui. Voleva vedere fino a che punto poteva spingersi prima di ottenere una reazione dal fenicottero.
Sapeva che Crocodile lo avrebbe lasciato fare dato che era di natura una persona curiosa e immaginava avrebbe voluto vedere cosa sarebbe successo. Ed infatti il ragazzo lo fissava piuttosto incuriosito ed incredulo, forse aveva già capito il suo piano, ma non importava.

L'unica cosa importante era la faccia che stava facendo Doflamingo.
Sembra abbia mangiato a morsi un limone.

Mihawk si distrasse e vide troppo tardi il sorriso sghembo sul volto del moro, come vide troppo tardi il suo braccio muoversi.
Sentì una mano tra i capelli tirargli la testa indietro e un paio di labbra sulle sue.
La sensazione durò qualche secondo perché qualcuno li separò bruscamente.
"Che diavolo vi salta in mente?" Sbraitò il biondo sedendosi in mezzo a loro due e guardandoli come se volesse incenerirli. 
"Ha iniziato lui, io stavo cercando di finire. Come mai sei intervenuto?"

Ah, come sempre Crocodile capisce cosa voglio fare prima che riesca a fare davvero qualcosa. È snervante ma è il risultato che conta.

E se aveva deciso di stare al gioco per torturare il loro coinquilino chi era lui per obiettare?
Mihawk quindi si godette la scena.

"Da quanto va avanti questa...cosa"
"In che senso?"
"Andate a letto insieme?"
"No, perché?"

E Doflamingo non sapeva davvero cosa rispondere, il suo corpo si era mosso da solo quando aveva visto quei due avvinghiati e solo in quel momento il suo cervello si stava riaccendendo.

In effetti lui non poteva dire niente in ogni caso, non erano affari suoi, Crocodile non era mica di sua proprietà.
E quel pensiero gli diede estremamente fastidio.
Non ancora.

"Così, ero solo curioso. Almeno non usate il divano dato che mi ci siedo pure io. Andiamo avanti?"
Riaccese il pc senza aspettare una risposta, premurandosi di non muoversi dal suo posto di divisorio.
Mihawk scosse la testa.
La cena era stata dimenticata dai presenti, almeno per il momento.

Il mattino dopo Crocodile lo fermò mentre stava tornando in camera sua.
"So cosa volevi fare e per questa volta ti ho dato una mano, ma se mi provochi ancora non sono certo di come potrebbe finire"
Lo spadaccino sorrise.
"Non pensavo di essere il tuo tipo"
Crocodile gli rispose con un ghigno e si allontanò.



Doflamingo sentì chiudersi la porta d'ingresso ed uscì dalla sua camera, trovandosi davanti il moro.
"Un antico proverbio dice 'non insultare il coccodrillo quando hai ancora i piedi nell'acqua, potrebbe ingoiarti intero'."
Il biondo lo fissò ridendo.
"Se vuoi mangiarmi basta dirlo"
Crocodile gli appoggiò la mano sul petto.
"I coccodrilli sono creature meschine, quando mangiano ingoiano tutto e non lasciano niente agli altri. Non sono certo che tu possa sopportarlo."

Guardò il moro allontanarsi mentre ripensava alle sue parole.
O tutto o niente, se non posso avere ogni cosa allora preferisco restare a stomaco vuoto.

Era davvero disposto a smettere di mangiare in giro?



 
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A. of S.

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Capitolo 6
*** VI ***


VI.

It came with a warning, now we're all out of time
This romance with ignorance has left us behind









Il fine giustifica i mezzi. Sempre.
 
Quindi, se per sbaglio andava a letto con Doflamingo, era per una causa più grande. Avrebbe potuto soffocarlo con un cuscino oppure strangolarlo con le sue mani. Anche se probabilmente gli sarebbe piaciuto.
 
Tutti i kink del mondo racchiusi in una persona.
 
Poteva inoltre riuscire a scoprire altro sul suo passato o su cosa facesse nel tempo libero, esattamente come aveva fatto con Mihawk, ma lo spadaccino era facile da pedinare e probabilmente quel giorno aveva avuto una pausa da...qualsiasi cosa facesse di illegale.
Crocodile aveva sempre avuto occhio nel giudicare le persone, e dello spadaccino aveva capito fin da subito che non era una persona da sottovalutare.
Inoltre, dopo il loro piccolo teatrino messo in scena solo per la gioia del biondo, aveva appreso un'altra nozione: erano molto più simili di quello che sembrava.
Non era l'unico ad amare il controllo, e dubitava, se mai fosse successo, che un loro improbabile rapporto intimo sarebbe finito bene.
Due galli in un pollaio non possono starci, figuriamoci un falco e un coccodrillo.
 
Doflamingo, al contrario, trasmetteva vibrazioni contrastanti e lui amava i puzzle.
Anticipare gli altri e decifrarli in poco tempo era davvero noioso, per quello non aveva tanti amici e nemmeno sprizzava gioia all'idea di passare tempo in mezzo alla gente.
Ogni volta finiva sempre per pensarla allo stesso modo.
Sono circondato da un branco di idioti.
 
Dopo aver passato i vent'anni, aveva deciso di smettere di fare buon viso a cattivo gioco.
Nonostante tutto, continuava a piacere al prossimo, come non lo sapeva, non aveva una faccia che ispirava simpatia, nè un carattere gioviale con cui andare d'accordo.
La dura verità è che le persone sono attratte da chi prova sicurezza in se stesso e si muove in modo elegante ogni cosa faccia.
Ci attrae sempre ciò che non potremo mai essere.
Nel suo caso doveva ancora capire cosa in Doflamingo lo attirasse tanto, a parte certe sue qualità fisiche.
Le mani, ad esempio.
Sapeva era stata una pessima idea mettere un pianoforte nel salotto perché ora doveva vedere quel tizio muovere le dita sui tasti e non gli andava molto bene.
 
"Cosa posso suonare per te oggi?" Gli aveva chiesto quel pomeriggio.
Qualsiasi cosa mi faccia dubitare della mia posizione sulla scala di Kinsey, aveva pensato.
"Quello che ti pare", aveva risposto.
 
L'unica soluzione era non fissargli mai le braccia e le mani, perché sì, Crocodile poteva contare su un ottimo autocontrollo, dovuto ad anni e anni di pratica, poteva fare affidamento su una perfetta faccia da poker dietro cui nascondere le sue vere intenzioni, ma quelle mani.
 
Il giorno successivo era entrato in cucina e aveva trovato Doflamingo con la camicia arrotolata sugli avambracci che impastava qualcosa.
Nemmeno il bruttissimo grembiule bianco con fenicotteri rosa era riuscito ad evitargli una sessione in bagno con acqua bollente e pensieri indecenti.
Probabilmente se lo meritava.
Provare attrazione per una persona notoriamente libertina era una bella punizione per un ragazzo con manie di controllo, ossessivo di natura e privato per convenienza.
Dopotutto sì, se lo meritava.
 
 
 
Mihawk aveva notato gli sguardi di Crocodile, o almeno, aveva notato come Crocodile cercava disperatamente di non fissare il suo sguardo sulle mani di Doflamingo.
Ognuno aveva i suoi fetish strani e lui non giudicava nessuno. Si sarebbe aspettato un altro tipo di debolezza da parte del coccodrillo, ma l'importante era averlo capito. Faceva davvero fatica a decifrare il moro, a volte pensava fingesse o facesse qualcosa solo per portarlo fuori strada.
Era comunque un'informazione utile.
 
Si meravigliò quando lo vide tornare a casa con un succhiotto sul collo, pensando che quel giorno sarebbe stato divertente restare al margine della scena ad osservare.
Stava cominciando ad abituarsi ad avere quei due attorno e la cosa non gli piaceva, doveva comunque ammazzarli alla fine e sarebbe stato controproducente se avesse cominciato a trovarli simpatici.
 
 
 
Doflamingo vide subito il succhiotto alla base del collo e sorrise. Sorrise perché così era più facile ricordarsi che i due coinquilini dovevano morire.
Nella sua testa i suoi pensieri erano al 90% porno e 9%cibo, solo la parte rimanente era dedicata all'omicidio di massa.
Per fortuna Crocodile gli ricordava ogni tanto che la sua infatuazione era a senso unico, così da aumentare il suo risentimento nei suoi confronti e il rancore verso se stesso.
Inutile dire che lo ricambiò con la stessa medaglia qualche giorno dopo, portandosi a casa direttamente una donna e facendosi trovare con la sua testa in mezzo alle gambe.
Crocodile non battè ciglio nè quella volta, nè quella successiva.
Alla terza volta successe un fatto curioso: il moro aprì la porta di camera sua mentre lui era dietro ad un ragazzino con le mani sui suoi fianchi e la bocca sul suo collo.
Aprì la porta e la richiuse, entrando nella stanza.
"Perchè non ti unisci a noi?" Commentò il suddetto ragazzo alla vista del moro.
Doflamingo si fermò aumentando la stretta e facendolo gemere pensando che mai avrebbe accettato, che sarebbe uscito e che, come le altre volte, avrebbe finto di non aver visto nulla.
 
Crocodile invece si avvicinò al letto, prese per i capelli il ragazzino e lo piegò in avanti portando il suo volto davanti al cavallo dei suoi pantaloni.
"Divertiti pure."
Il biondo era ancora fermo nella stessa posizione senza ben sapere come procedere, ma il suono della zip che si abbassava lo fece riscuotere e sorrise.
Voleva giocare? Bene.
Crocodile mantenne la presa salda sui capelli e lo sguardo fisso in quello di Doflamingo, il quale si ritrovò immerso in un paio di iridi nere che si dilatavano come una macchia di inchiostro sulla carta.
Il migliore orgasmo degli ultimi anni.
Smise di guardarlo per un attimo e il moro si volatilizzò.
 
Doflamingo non sapeva come altro chiamarla se non vittoria.
 
 
***
 
 
Mihawk tornò a casa il giorno dopo a causa di un ritiro di kendo.
Guardò i due coinquilini fissarsi dai due lati del tavolo mentre non volava una mosca.
"Ah. Quindi l'avete fatto"
"Falchetto, bentornato"
 
Il sorriso sprezzante che gli rivolse aveva tutta l'aria di un trionfo.
 
"Bentornato e no, non siamo andati a letto insieme, se è quello a cui ti stai riferendo" concluse Crocodile appoggiando il mento sul palmo della mano.
"Peccato" rispose sorridendo e alzando le sopracciglia, "sarebbe stato divertente."
"Non preoccuparti, non potremmo mai fare niente senza di te, a quanto pare tre è il numero magico" rispose il biondo appoggiandosi allo schienale mentre Crocodile gli lanciava un'occhiata infastidita.
Mihawk rise.
"Bene, mi sarei offeso altrimenti. Che c'è per cena?"
"Filetto di sgombro e patate al forno, per te il seitan e un'insalata di funghi e peperoni" gli rispose Crocodile.
"Grazie mamma, è bello essere casa"
 
Il cucchiaio che gli arrivò in testa se l'era meritato.



 
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Capitolo 7
*** VII ***


VII.

Sit back, relax, begin.








Se prima non ne era certo, ora ne aveva l'assoluta certezza: Mihawk stava cercando di ucciderlo.
Ogni tanto aveva iniziato a lanciare addosso sia a lui che a Doflamingo dei coltelli da cucina, facendo spallucce e dicendo "ops".
Come se non bastasse, aveva provato a fare il caffè con la moka, risultato: avevano dovuto chiamare l'elettricista perché aveva rovesciato tutto sui fornelli e aveva rischiato di dar fuoco non solo alla casa ma all'intero stabile.
Poteva anche passare per incidente, ma quando aveva cominciato a tirargli addosso bottiglie piene d'acqua, sorridendo e dicendo che gli era sfuggita di mano, ecco, quello gli aveva tolto ogni dubbio.
Doflamingo cercava di ucciderlo a suon di provocazioni sessuali, Mihawk invece preferiva un approccio più diretto e cercava di ucciderlo e basta.
 
E lui? Lui aveva deciso che quando era troppo era troppo. Non era apprezzato abbastanza in quell'appartamento, e c'era un solo modo per farlo capire anche ai suoi coinquilini.
 
"In che senso vai via per una settimana?" Chiese Doflamingo con il cucchiaio pieno di yogurt ancora fermo a mezz'aria.
"Ho delle questioni a casa da risolvere, e mi serve decisamente una pausa. Immagino ve la caverete benissimo senza di me, dovete solo pensare alla pulizia, alle lavatrici, alla spesa, alle lavastoviglie e alla sveglia alla mattina, cosa sarà mai. Ricordate anche di stirare eh, ci vediamo presto"
 
Mihawk e Doflamingo fissarono la porta d'ingresso dove prima si trovava Crocodile con il trolley.
"Quanto siamo nella merda?"
"Tanto Doflamingo, tanto."
 
Dopo due giorni regnava l'anarchia più totale.
La sveglia era suonata ma facendo sempre affidamento su Crocodile, che si svegliava prima di tutti e li buttava giù dal letto, avevano dormito fino a tardi.
La colazione? Nessuno l'aveva preparata quindi decisero di comune accordo di passare direttamente al pranzo. Peccato nessuno si fosse preoccupato di scrivere la lista della spesa e di farla, quindi avevano poco o niente.
"Nessun problema" aveva detto Mihawk, "ordiniamo Just It".
Al pomeriggio erano riusciti a fare la spesa e a far partire la lavastoviglie, ma si erano dimenticati di raccogliere i vestiti stesi e di fare la lavatrice.
Stirare nessuno dei due aveva la più pallida idea di cosa volesse dire.
 
"Io lo chiamo"
"Doflamingo smettila"
"Moriremo senza di lui"
"Non moriremo"
"Fosse per te si vivrebbe a Just It e cibo d'asporto, si userebbero vestiti a rotazione e non si pulirebbe mai casa!"
"A proposito, quand'è che puliamo?"
Doflamingo fissò la polvere per terra.
"Ora. Puliamo ora, che ci vuole"
 
Pulire era una noia mortale.
La colazione era buona, ma senza le torte e i biscotti fatti in casa non era la stessa cosa.
Il pranzo per fortuna c'era Doflamingo che sapeva cucinare, sempre se ricordavano di comprare gli ingredienti. Dopo cinque giorni crollarono.
 
"Io lo chiamo"
"Se non lo fai tu lo faccio io"
 
"Pronto?"
"Crocodile torna a casa ti prego"
"Ma io sono a casa"
"A CASA QUESTA CASA! TORNA QUI"
 

Crocodile si premette una mano sulla bocca per non scoppiare a ridere.

"Come mai? Stai male?"
"Non riusciamo a gestirla una casa senza di te, ok? Non pensavamo facessi così tanta roba, possiamo dividerci i compiti, ma ti prego, torna."
"Va bene, se me lo chiedete così, cercherò di tornare entro sera"

 
 
Il moro appoggiò il cellulare di fianco al letto e fissò con il binocolo all'interno del loro appartamento i suoi due coinquilini darsi il cinque e sdraiarsi per terra.
Incredibile ma vero, avevano capito come pulire, anche se erano lentissimi, ed avevano imparato a fare le lavatrici.
Con le sveglie avevano ancora qualche problema però.
Certo, non avrebbero mai saputo che lui a casa non era mai andato, ma aveva pagato in anticipo una camera di quell'hotel da cui si aveva una perfetta visuale delle finestre e degli interni del loro appartamento.
E non avrebbero mai saputo di quanto aveva riso e di quanto li aveva presi in giro in quei giorni.
 
Il piano ovviamente aveva funzionato.
Varcata la soglia dell'appartamento, fece appena in tempo ad appoggiare il trolley da una parte prima di essere travolto dai due ragazzi.
"È proprio vero quel proverbio messicano che dice 'la casa poggia le sue fondamenta non sulla nuda terra, ma su una donna'." Commentò Doflamingo evitando un pugno al naso.
"In effetti non siamo molto capaci a fare le faccende domestiche, non ci eravamo mai cimentati." Aggiunse Mihawk annuendo.
 
Crocodile ci mise due ore a rimettere la casa in sesto, non che fosse troppo distrutta, ma tra stirare le camicie e ripulire bene ci sprecò il resto della serata.
La cena proseguì senza intoppi e dovette ammettere che il biondo se la cavava bene ai fornelli.
"Quindi abbiamo pensato: Mihawk stende e fa le lavatrici, io ti do una mano a cucinare e stirare, ti lasciamo la pulizia degli interni. Alla spesa possiamo pensarci tutti insieme"
"Direi che può andare, bravi bambini, ora andate a dormire che è tardi."
Evitò l'ennesima bottiglia d'acqua ridendo.
 
 

 
Crocodile si portò un calice di vino rosso in terrazza e si accese un sigaro alla vaniglia.
D'altronde un lavoro ben riuscito merita sempre una ricompensa.



 

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Capitolo 8
*** VIII ***


VIII

It's no mystery, what can I say, we're blind by design





Dopo il loro momento magico a tre, non era più riuscito a coinvolgere Crocodile in nessuna sua avventura sessuale. E questo perché di avventure ne aveva avute davvero poche nell'ultimo periodo, passando sempre più tempo a casa in compagnia dei suoi due coinquilini. Avevano guardato serie tv, giocato a carte, giocato con la switch, giocato col cellulare, studiato e mangiato insieme...
Si era ammansito da solo, era da almeno una settimana che non aveva un orgasmo decente e due che non andava a letto con qualcuno.
 
Mihawk si era addormentato sulle gambe di Crocodile, e questo voleva dire che il moro non poteva muoversi se non voleva diventare un eunuco. Doflamingo si sedette alla sua sinistra, più vicino di prima, e gli mise un braccio attorno alle spalle, non cercando nemmeno di nascondere la sua intenzione.
L'altro si girò a fissarlo incuriosito mentre la televisione accesa proiettava le loro ombre sul muro.
Il biondo portò la mano sinistra sotto il mento di Crocodile per inclinargli il volto come voleva.
Esattamente come con Mihawk, il moro rimase impassibile, se non che distolse lo sguardo per fissare un punto in basso.
Doflamingo lo imitò e si trovò a fissare due iridi gialle divertite.
"Continuate pure, non fate caso a me, io dormo"
Crocodile alzò gli occhi al cielo e si scostò leggermente da lui.
"Hai un gran bel tempismo Falchetto"
"Ho imparato dal migliore" lo rimbeccò lo spadaccino, facendo riferimento al suo bacio con l'altro.
 
"Per quanto sia buffo vedervi gonfiare il petto come dei piccioni in calore, vedete di smetterla. E dato che nessuno sta più seguendo il film, a letto. Ora."
 
Mihawk chiuse la porta di camera sua ghignando.
Adesso che l'attrazione di Doflamingo era diventata palese e più forte poteva punzecchiarlo quanto voleva; nessuno sa quale sia il proprio punto di rottura, lo si scopre solo una volta che ci si è arrivati. E lui oh non vedeva l'ora di scoprire quello del biondo.
Una volta eliminato lui, avrebbe pensato a Crocodile.
 
 
Doflamingo stava per chiudere la porta di camera sua quando un piede si infilò in mezzo e lo bloccò.
Un secondo prima stava davanti all'entrata della stanza, e un secondo dopo si ritrovava spalmato contro il muro, con la lingua di Crocodile in bocca e le sue mani tra i capelli.
Fortunatamente il suo corpo rispose di buon grado a quell'assalto improvviso, perché il suo cervello era andato in vacanza.
Dio, è sodo come immaginavo, ma fa pilates?
 
Come era iniziato finì.
Aprì gli occhi e si ritrovò a fissare il vuoto, con solo il rumore del suo respiro che riempiva la stanza a cui si aggiunse il suono roco della sua risata.
"Maledetto bastardo"
 
 
Nei giorni successivi nessuno dei due fece alcun cenno a quella notte, ma Doflamingo notò che Mihawk era diventato più espansivo nei confronti di Crocodile, e soprattutto si prendeva troppe libertà con il suo corpo.
Oltre ad usarlo come cuscino, si attaccava alla manica della maglietta, gli prendeva la mano e gli toccava la faccia e i capelli con la scusa dei prodotti di bellezza (già usata, ti stai ripetendo Falchetto).
Il biondo non voleva dargli la soddisfazione di dimostrarsi geloso o di avere una qualsiasi reazione, ma dubitava sarebbe riuscito a guardare senza fare niente ancora per molto.
 
Mihawk se lo aspettava in effetti.
Doflamingo lo teneva bloccato al muro usando un braccio premuto sul suo collo, più per intimidirlo che per fargli realmente male.
"Posso sapere il tuo piano?"
"Non capisco a cosa tu ti riferisca" rispose scocciato, sentendo la pressione aumentare.
"Ci stai provando con Crocodile?"
"No, tu invece? Non rispondere, non serve"
Poteva anche stare zitto, ma si stava divertendo un mondo.
"Adorabile. Potremmo sempre fare una prova io e te dato che abbiamo lo stesso obiettivo, non ti pare?"
E questo non se lo aspettava, come non si aspettava la forza che il biondo aveva sotto quei vestiti orrendi che indossava sempre, sta di fatto che lo sollevò e lo trascinò in camera senza problemi.
Riprese fiato solo con la schiena su un letto e si rese conto di essere nella camera dell'altro.
"Che intenzioni hai?"
"Non capisco a cosa tu ti riferisca" lo scimmiottò Doflamingo posizionandosi sopra di lui.
 
Divertente. Pensò Mihawk.
 
"Peccato io non sia per niente gentile, per la tua prima volta con un uomo forse era meglio Crocodile" ringhiò strattonandogli i pantaloni mentre con la mano lo teneva fermo per il collo.
"Chi ti dice che sia la mia prima volta?" Rispose lo spadaccino assestandogli una ginocchiata e ribaltando le posizioni.
"Sai che quando sei arrabbiato lo chiami col nome completo? Adorabile."
 
 
Crocodile li guardò fare a botte per qualche minuto dallo stipite della porta; quei due non avevano alcuna intenzione di fare qualcosa inerente alla sfera sessuale, volevano semplicemente trovare una scusa per darsele.
Si sedette sul letto mentre i due continuavano a rotolarcisi sopra così da attirare la loro attenzione.
"Continuate pure, è sempre interessante guardare"
 
"Non pensavo ti piacesse il voyeurismo Croco-chan"
Il moro gli sorrise.
"Avete finito? O non vogliamo mangiare stasera?"
Mihawk lo guardò divertito.
"Come avevi detto l'ultima volta? Tre è un numero magico"
 
Lo spadaccino usò la sua posizione per fare leva sulle ginocchia e lanciarsi addosso a lui. Crocodile non si aspettava un attacco frontale e finì per terra con Mihawk sopra. Pensava avrebbe sbattuto la nuca contro il pavimento ma si rese conto che le mani dell'altro avevano attutito il colpo.
 
D'altronde, un Mihawk annoiato è un Mihawk pericoloso, ma un Doflamingo geloso è peggio.
 
E Doflamingo aveva scelto proprio quel momento per buttarsi sopra lo spadaccino per evitare che lo baciasse di nuovo o che facesse qualcosa.
Risultato? Erano finiti tutti e tre sul pavimento.
"Levatevi di dosso, sapete quanto pesate?"
"Ti vogliamo bene anche noi"
"Questo casino lo mettete a posto voi, lenzuola lavate e rifate anche il letto, ti vogliamo bene un corno" sbottò Crocodile tirando dei pugni ad entrambi.
 
Dopo qualche secondo di silenzio scoppiarono a ridere tutti e tre.

 
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A. of S.

 

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Capitolo 9
*** IX ***


IX

And history keeps getting paid to change it's mind





Le lezioni di storia medievale erano degenerate circa verso la seconda volta in cui si erano presentati. Ovviamente non facevano casino in maniera plateale, nessuno li notava mai quando cercavano di ficcarsi le biro nelle orbite oculari o di strangolarsi con le sciarpe.
La gente sembrava averli scambiati per migliori amici, tanto che si vociferava nei corridoi universitari che nessuno dei tre apparisse mai da solo, dopo poco comparivano anche gli altri due o uno dei due, quasi fosse una regola del cosmo.
Tipo la gravità.
 
Parlando di gravità…
 
"Crocodile non puoi far inciampare le persone sulle scale e dire che sono state cause naturali"
"Mihawk, sono caduti perché la gravità spinge un corpo verso il basso. La gravità è una legge fisica della natura, quindi cause naturali, non è complesso."
 
Appunto.
 
E a peggiorare le cose ci si metteva il nuovo soprannome che si erano guadagnati, gli Inseparabili, come se fossero dei pappagallini.
Anche se sul loro gruppo WhatsApp - sì, ne avevano uno - si erano semplicemente chiamati MCD, usando le loro iniziali per mancanza di idee.
 
"Croco-chan, sbaglio o ricorri alla violenza un po' troppo spesso ultimamente? Non è che hai accumulato un po' di stress?"
Se voleva l'attenzione di Crocodile sapeva sempre come ottenerla. Difatti il ragazzo si era voltato verso di lui e si era avvicinato.
"Ascoltami bene" disse il moro appoggiando una mano sul muro di fianco alla sua testa. "Hai ragione, ma sai, quando sono così frustrato finisce ogni volta che trascorro l'intera notte ad usare la stessa persona, ancora e ancora, e ancora. La uso finché non perde i sensi e non mi sento appagato, non mi interessa se mi implora, serve solo a rendermi più agitato, non so se capisci."
Doflamingo deglutì.
"Quindi credo che dovrò trovare qualcuno che riesca a starmi dietro, meglio un uomo. Magari stanotte. Pensaci tu a Mihawk… Mihawk?"
Entrambi si riscossero dalla loro discussione guardandosi attorno e vedendo il suddetto ragazzo passargli davanti ed andare a sbattere contro un muro.
"Questo non c'era prima. Dov'è finita la porta?"
 
I due rimasero a fissarlo a bocca aperta prima di cominciare a sghignazzare. Il suo senso dell'orientamento calava ogni giorno di più, una volta si era perso dentro la facoltà e avevano dovuto dargli istruzioni da casa su come trovare l'uscita.
 
"Che c'è? Volevo vedere se eravate attenti"
"Non ti si può proprio togliere gli occhi di dosso un momento eh, Falchetto?"
Uscirono dall'edificio riuscendo a non tirare testate contro altri muri, e Doflamingo ne approfittò per avvicinarsi all'orecchio di Crocodile da dietro.
"Usa me"
 
Il moro si voltò di scatto, ma il biondo era già passato ad importunare Mihawk per avere i suoi appunti su un libro di traduzione.
Crocodile sorrise.
Era sempre stato più bravo a pescare che a cacciare in fondo. Far venire da te la preda offrendogli ciò che più brama era un metodo più interessante che pedinare e passare al contatto diretto.
 
Peccato che nessuno vedesse mai in tempo l'amo conficcarsi nella bocca.
Doflamingo avrebbe capito troppo tardi che Crocodile quel gioco lo aveva vinto mesi prima, quando aveva deciso di portarselo a letto. Perché quando voleva qualcosa, faceva tutto ciò che era in suo potere per averlo, e se non era sufficiente?
Semplice. Usava il potere degli altri a suo vantaggio.
 
Scalpita e dimenati finché puoi, quando sarai stanco raccoglierò le tue ossa.
 
 
 
***
 
 
Mihawk sapeva che era questione di tempo, e non era certo di volersi trovare nel loro stesso posto quando sarebbe accaduto.
Così, dopo cena e non prima di aver chiuso camera sua a chiave e aver messo al riparo i suoi averi, annunciò ai suoi due coinquilini che usciva e che avrebbe passato la notte a casa di Shanks a giocare e a vedere Sherlock.
 
Doflamingo finì di pulire la tavola, rimettendo in ordine la cucina, mentre Crocodile era in bagno a lavarsi i denti. Avrebbe avuto quello che voleva, anche a costo di sacrificare un arto.
 
Appena il moro uscì, lo placcò con un pugno non troppo forte al fianco, e se lo caricò in spalla.
"Ti si è fuso l'unico neurone rimasto?" Bonfonchiò Crocodile tirandogli una manata sulla schiena.
"Risparmio tempo" gli rispose, aprendo la porta della camera da letto con un calcio e lanciando entrambi sul letto.
 
Si strapparono quasi le magliette mentre le loro bocche faticavano a staccarsi l'una dall'altra.
Doflamingo aveva le mani calde, bollenti, e mentre percorreva l'intero corpo del moro si premurava di piantare qualche volta le unghie nella pelle.
Crocodile aveva le mani fredde, in alcuni punti tiepide, e adorava strattonargli i capelli e mordergli il collo.
Il biondo riuscì a bloccargli le mani dietro la schiena, tenendole ferme con una mano, mentre con l'altra aveva deciso di esplorare altre zone più nascoste del corpo.
Crocodile si arcuò sul letto quando sentì quelle maledette dita entrargli dentro, nello stesso istante in cui scopriva che la bocca di Doflamingo aveva una sua utilità dopotutto.
 
Stava quasi per arrivare al limite, quando percepì aria gelida ovunque e vide l'altro alzarsi e indietreggiare, ansimando e sogghignando.
"Grazie per il dolce, buonanotte Croco-chan"
E il moro rimase sdraiato con un'espressione da ebete a fissare il vuoto per poi scoppiare in una fragorosa risata.
Aveva decisamente sottovalutato il suo nemico.
Perché se tutte le persone lo annoiavano a morte, l'unica cosa che lo eccitava era trovare qualcuno di interessante che capisse il suo gioco e che magari lo usasse contro di lui.
E Doflamingo lo aveva appena fatto.
 
Il biondo, seduto contro il muro della sua camera con una mano dentro i pantaloni, rideva, guardando il soffitto e pensando al sapore che aveva ancora sulle labbra.
Sapeva che se avesse ceduto non sarebbe stato diverso dagli altri che andavano e venivano nella vita del moro, doveva solo fargli capire quanto fosse divertente.
E lui era dannatamente divertente.
Ed era anche terribilmente testardo.
Crocodile non lo considerava che una persona al di sopra di un gradino delle altre.
Lui non voleva un gradino, lui voleva stare alla fine, sopra l'intera torre di gradini, e per farlo avrebbe adottato ogni mezzo.
 
Perché nella sua testa ormai il pensiero di ucciderlo era stato rimpiazzato da quello di corteggiarlo, anche se non sapeva bene cosa farne di questa informazione. E poi chi lo diceva che non si potevano unire le due cose? D'altronde, amore e guerra sono due grandi passioni dell'uomo, e in entrambe tutto è lecito, anche far scorrere un po' di sangue.
 
 
 
***
 
 
 
A Mihawk bastò uno sguardo per capire che qualcosa non andava, e la sua ipotesi venne confermata dagli ordini su Amazon di Doflamingo che, a quanto sembrava, aveva deciso di diventare un pasticcere da un giorno all'altro.
Ovviamente aveva accesso ai dispositivi dei suoi coinquilini, passare ore e ore davanti ad un computer aveva i suoi vantaggi, come quello di sviluppare il suo lato hacker.
Non si sarebbe abbassato a chiedere cosa fosse successo, ma aveva come l'impressione che non ci sarebbero stati più giorni di pace in quella casa.
 
"Mihawk devo raccontarti tutto"
"Esci da camera mia, perché hai chiuso la porta?"
"Stai tranquillo non voglio ucciderti per ora. Ho intenzione di corteggiarlo come si deve quindi fammi il favore di non metterti in mezzo"
"Ah sì? Buon per te. Nel caso facciate qualcosa che mi reca disturbo vi sgozzo mentre dormite abbracciati"
"Questo è lo spirito!"
 
E lo spadaccino lo guardò uscire tutto contento da camera sua mentre un'espressione confusa si dipingeva sul suo volto.
Ma ha capito che era una minaccia? Qui sono tutti matti.
 
Si alzò per chiudere la porta che Doflamingo aveva lasciato aperta e vide Crocodile con in mano dei pistacchi ridere da solo.
 
Tutti.
Completamente.
Fuori di testa.
 
 

MCD: è un riferimento ai tre fratelli Ace Sabo e Luffy, ASL, lo ammetto, sono stata debole.
a presto, i commenti sono sempre graditi,
A. of S.

 

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Capitolo 10
*** X ***


X
Divided by deception, but together we must rise






Crocodile aveva un'immensa pazienza, ma aveva ammesso ormai da tempo che c'erano alcune cose che riuscivano a stressarlo in tempo record.
Una casa sporca, una persona che mastica con la bocca aperta, chi bestemmia e spara parolacce ogni tre parole, le persone ignoranti, il disordine in generale.
Quindi non aveva molte idee su come reagire a questo nuovo sviluppo della situazione.
Non biasimava Mihawk per aver rinominato l'appartamento Casa Vianello, in effetti era tutta una comica lì.
E Doflamingo era un clown vivente, perché meravigliarsi.
 
Ogni giorno, a colazione, si trovava biscotti o torte dalla forma discutibile sulla tavola. Allo spadaccino non dava fastidio mangiare dolci dalla forma fallica con le praline, anzi, lo rimbeccava pure dicendo che fossero buoni e che si perdeva una gran colazione.
Era molto probabile che lo sfottesse.
E se lo meritava in effetti.
 
Non si meritava invece i sex toys davanti a camera sua, li metteva tutti in un cassetto scuotendo la testa per non sapere che altro fare.
Uscire per buttarli? Dove, nella plastica? E se qualcuno lo avesse visto?
Al contrario del biondo, lui aveva ancora una dignità, quindi li ammassava tutti lì.
Stranamente, aveva ricevuto solo un dildo, il resto era oggettistica di dubbio gusto, anche se le calze a rete e i tacchi gli avevano fatto tirare una manata al muro.
Che gusti di merda.
 
Nemmeno si abbinano queste calze a questi stiletto!
 
E continuarono così, una volta a settimana i biscotti e una un sex toy.
Alla terza settimana Mihawk sbuffò.
"Certo che potresti anche mangiarne uno, ci mette impegno sai?"
"E tu lo sai perché…?"
"Perché lo aiuto e gli faccio compagnia"
Crocodile scosse la testa massaggiandosi le tempie.
"E adesso cos'è questo piatto, deve coprire i biscotti o la torta sotto?" Chiese guardando la tavola.
"Non lo so, ieri sono uscito, gli ho detto di cambiare tattica!"
Il moro espirò, alzò il piatto e, insieme ad esso, si alzarono pure le sue sopracciglia: davanti a lui c'era un biscotto rosa gigante, col bordo ricamato finemente da glassa gialla, a forma di cuore con al centro la scritta 'Eat Me'.
Non potè nemmeno biasimare il fischio di Mihawk, quell' abominio era perfetto, sembrava un prodotto di alta pasticceria.
"Se no lo mangi tu…"
"Oh no," rispose, facendo una foto col cellulare per poi sedersi, "ho tutta l'intenzione di mangiarlo io."
Lo spadaccino si versò una tazza di tè.
"Il biscotto o lui?"
Crocodile sorrise addentandolo. "Sì."
"Andiamo bene"
 
 
 
***
 
 
Doflamingo aveva un immenso lato romantico inesplorato che aveva deciso di esplodere proprio in quelle settimane. Forse perché non lo usava spesso - e per spesso intendeva mai - o forse perché serviva la persona giusta per sbloccare parti di te di cui non eri a conoscenza.
In ogni caso, aveva deciso di migliorare nella pasticceria ben sapendo quanto il moro amasse le colazioni dolci. Doveva stare attento con lo zucchero però, le cose troppo dolci a Crocodile non piacevano per niente.
Aveva una predilezione per la torta di mele e cannella, per i biscotti all'occhio di bue con la marmellata di albicocca e per la mousse di fragola. Adorava la cheesecake ai frutti di bosco e impazziva per il mascarpone con cioccolata al 90% grattugiata sopra.
La domenica gli piaceva prendere il caffè con un cucchiaio di panna o di gelato alla crema.
Occhi di Falco era il soprannome di qualcun altro, ma anche lui poteva trasformarsi in un uccello rapace se motivato.
 
Peccato che i dolci a forma fallica fallissero sempre.
In effetti li faceva solo per dargli fastidio e divertirsi, sapeva che Crocodile, pensando di non essere visto, li fotografava ma non li mangiava per ripicca. La sua tattica alla Shakespeare non stava funzionando.
 
"Alla cosa?"
"Shakespeare. Sogno di una Notte di Mezza Estate."
Mihawk lo fissò confuso.
" “Amami o odiami, entrambi sono a mio favore, Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi, sarò sempre nella tua mente”. Dargli fastidio è divertente quanto fare a botte, ma non mi sta portando da nessuna parte."
Lo spadaccino sospirò.
"Hai presente Crocodile? Maniacale, minimale, pulito, sempre perfetto quando esce, poche parolacce e mai un capello fuori posto?"
"Sì certo"
"E tu gli regali biscotti a forma di pene. Come credevi potesse finire?"
"Ho comprato anche la pasta sai?"
"DOFLAMINGO."
"Ok! In effetti non è che abbia tutta questa esperienza in quest'ambito"
"Sono davvero sorpreso da questa rivelazione"
"Ti tiro un pugno se continui"
 
Mihawk si sedette sul tavolo mentre il biondo continuava a mescolare l'impasto con la frusta.
 
"Dico solo che magari l'idea è giusta, ma è il metterla in atto che ti frega. Manchi di romanticismo."
"Io sono romantico!" rispose punto sul vivo.
"Li sto mangiando tutti io i tuoi biscotti, e, lasciamelo dire, sono davvero buoni. È la forma che sbagli"
 
Doflamingo sembrò pensarci su.
"Forse hai ragione. Devo essere diretto ma con classe"
Lo spadaccino inspirò profondamente.
Era meglio se li uccidevo il giorno dopo averli conosciuti, almeno evitavo di affezionarmi a due deficienti che si corteggiano con dolci a forma di natiche.
 
 
 
Capì di essere riuscito nel suo intento solo a lezione.
Come sempre non stava ascoltando del tutto, ma abbastanza per prendere qualche appunto, nel frattempo scorreva instagram e quasi si ribaltò sulla sedia.
Crocodile non solo aveva pubblicato il suo biscotto in un post, ma era riuscito pure a fare una foto esteticamente bella, con la moka dietro e le candele accese sul tavolo.
Lesse la descrizione della foto e soffocò la risata nel palmo della mano.
 
"Be a flamingo in a flock of pigeons"
 
Aveva ottenuto il risultato sperato? Forse.
Crocodile era imprevedibile, non dava quasi mai risposte dirette in questi casi, ma dietro le sue parole si poteva intuire il suo pensiero se eri abbastanza abile.
Era decisamente un passo avanti.
 
Un passo in più verso il suo letto.
 
Gli altri studenti distolsero lo sguardo quando lo videro sghignazzare da solo, ben consci del fatto che era meglio non lasciarsi coinvolgere.
 
Mihawk, seduto in un'altra aula di un'altra facoltà, guardò instagram e chiuse gli occhi sbuffando.
Se quella non era la proverbiale luce verde di via libera allora lui non stava dormendo fino a cinque minuti fa.
 
E lui dormiva.
Profondamente.
Ma dov'è che si trovava?







 
Angolo dell'Autrice:
ehi, scusate il ritardo, commenti e recensioni sono sempre ben acetti,
A. of S.

 

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Capitolo 11
*** XI ***


XI

Deafened by the naive while we silence the wise






Quando si è a casa da soli si finisce sempre per fare qualcosa di imbarazzante, come ballare nudi, parlare con il vuoto o cantare sigle di cartoni animati.
Da quando abitava con quei due era diventata una ribellione essere soli: dormiva in salotto sul divano quando sapeva che Crocodile glielo aveva vietato; mangiava a letto, altra cosa vietata; a volte frugava in giro.
Mihawk adorava dare fastidio a Crocodile, ma vederlo in quello stato lo preoccupava, soprattutto perché non capiva come mai sembrava che lui e Doflamingo si stessero scambiando le personalità.
Il moro rideva più del solito quando pensava nessuno lo vedesse, e il biondo trascorreva un sacco di tempo in cucina a provare ricette e a pulire.
 
Strano. Molto strano.
 
Quando era da solo adorava guardare i documentari sugli animali, poteva vantare di averne visti davvero una quantità esorbitante, ma i riti di accoppiamento della strana coppia ancora non li comprendeva.
Una mattina si alzò prima del solito, non per mancanza di sonno ma perché non era andato a dormire, preferendo giocare tutta notte, e capí.
Dalla porta della cucina, con Crocodile seduto al tavolo davanti a dei biscotti a forma di coccodrillo e fenicottero, con pure la glassa sopra, finalmente capí.
 
Doflamingo ha iniziato a cucinare dolci per poterli farglieli mangiare la mattina. Un rituale di corteggiamento rodato ma che funziona sempre. Procurare il cibo al partner è visto come un atto di dominio e di forza in tutto il mondo animale, praticamente gli sta gridando 'ehi, sono meglio di tutti, scegli me, ama me'.
E sta pure funzionando non ci credo.
 
Il falchetto se ne tornò in camera indisturbato, considerando che Crocodile la mattina presto era inutile e non era nemmeno una persona, non lo vide allontanarsi.
 
La domanda qui è: cosa devo fare?
 
Si stava affezionando, e non era da lui. Doveva intervenire prima che fosse troppo tardi.
 
È ora che li uccida.
 
Si sedette sul letto e chiuse gli occhi.
 
 
°
 
Crocodile fotografò l'ennesimo biscotto dalla forma strana. Ormai si stava abituando a quella routine: ogni mattina trovava qualcosa di nuovo ad aspettarlo per fargli iniziare la giornata nel migliore dei modi. A volte erano biscotti, a volte erano torte, cupcakes o muffin. A volte era un sorbetto al caffè con cacao e pezzi di cioccolato.
Aveva capito che il biondo si stava davvero impegnando e il problema era che lui si stava abituando ad essere coccolato in quel modo.
 
Lui. Addomesticato.
 
Voleva ridere.
Se solo non fosse stato così vero lo avrebbe fatto.
Il moro si passò una mano tra i capelli in un gesto di stizza.
 
Basta dare ad un uomo ciò che vuole ed è finito.
 
Nemmeno il diretto interessato sa cosa brama, lo scopre quando arriva qualcuno che glielo offre su un piatto dorato.
Tutto ciò che ti serve è un assaggio, ed è perduto per sempre. Dopo quel momento, sa cosa vuol dire averlo, e nasce il terrore di perderlo; quindi non gli resta che divorarlo, non gli resta che mangiare, un boccone alla volta, ancora e ancora.
Consumare quello che potrebbe un giorno non essere più tuo per poterlo tenere con te fino alla morte. Fare in modo che diventi parte del tuo corpo, del tuo sangue, delle tue cellule.
 
Ecco come avrebbe descritto il suo modo di amare, non solo in modo romantico.
Per questo non aveva amici, poteva vantare una vasta gamma di conoscenti però nessuno a cui fosse davvero legato.
Per questo non aveva mai avuto storie serie.
Il suo era un sentimento pesante da sopportare, era tutto o niente, era per la vita oppure per la morte. Quella degli altri, che osavano ferirlo o sottovalutarlo.
 
Doflamingo era una persona volubile alle prese con la sua prima cotta, e lui non doveva affezionarsi o ricambiarlo, doveva fare come al solito.
 
Quando c'è sangue nell'acqua arrivano gli squali.
Una debolezza altrui va sfruttata.
 
Era quello che stava facendo.
Lo stava assecondando perché era lui la debolezza.
 
Sperava di riuscire a toglierselo dai piedi prima che diventasse pure la sua.
Era semplice.
Bastava ripeterselo.
 
Il fine giustifica i mezzi. Sono solo affari.
 
Doflamingo lo guardò da sopra il bicchiere e gli porse un biscotto a forma di fiocco di neve.
 
Solo affari.
 
 
°
 
Quella sera Doflamingo guardò Crocodile fumare in terrazza e capí di non poterlo più uccidere.
Il motivo?
 
Merda. Merdamerdamerda.
 
Stava andando tutto a rotoli.






 
Angolo dell'Autrice:
Buone feste! Commenti e pensieri sono sempre graditi,
A. Of S.

 

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Capitolo 12
*** XII ***


XII

So sit back, relax, begin






A volte non è razionale nemmeno un pensiero razionale.
A volte ignoriamo palesemente ciò che ci sta davanti agli occhi per poter vivere ancora in quella bolla di finzione che ci siamo costruiti.
 
Crocodile si rese conto che non poteva più mentire a se stesso; non sapeva come, non sapeva perché, ma nella sua testa i suoi coinquilini da un po' di tempo erano diventati ciò che più si avvicinava ad un legame di amicizia.
Un po' come nella filatelia, in cui si collezionano francobolli. Tristemente noto come 'l’hobby degli sfigati', c'è una cosa che non va dimenticata.
I pezzi che valgono di più sono quelli difettosi. Esattamente come le persone.
 
Dal suo punto di vista era la stessa cosa.
Si attira ciò che si desidera.
Poteva anche fingere che non fosse così, ma lui conosceva benissimo cosa voleva davvero.
Ciò che non aveva mai avuto.
Famiglia. Amici.
 
E questo desiderio lo faceva vergognare.
Aveva passato la sua vita da solo, stava bene con la solitudine.
 
Eppure.
 
Dai ad un uomo un assaggio di quello che potrebbe avere e lo rincorrerà per sempre.
 Doveva sbarazzarsi di quei due. E doveva farlo subito, era passato quasi un anno.
 
Si alzò e si diresse in cucina.
Mihawk era seduto in un angolo del corridoio con gli occhi sgranati.
 
"Mihawk? Mihawk, mi senti?"
Il moro lo guardava non sbattendo le palpebre.
"Doflamingo!"
 
L'altro ragazzo, sentendo il suo nome, aprí la porta di camera sua e fece capolino.
"Cosa c'è?"
Crocodile gli indicò Mihawk con un cenno della testa.
 
"Cos'ha secondo te?"
Il biondo si accovacciò.
"Ci sono dei draghi sulla mensola"
 
"Hai fumato qualcosa? Almeno me ne hai lasciato un po'? Ahia, Croco-chan,  scherzavo!"
Mihawk lo fissò serio.
"Sssssh! Non fare rumore altrimenti ci sentono"
"Chi?" chiese Crocodile.
"Le marmotte. Sono del Gran Sasso e sono qui per la loro luna di miele"
 
Doflamingo nascose un sorriso nella mano girando il volto e vide una tazza poco distante.
Crocodile notò il biondo sbiancare.
"Doflamingo. Cos'hai fatto"
"Ecco… io… Falchetto, hai usato lo zucchero nel tè?"
Mihawk lo guardò come se gli avesse chiesto se due piú due facesse quattro.
"Ovvio. Ma era finito. Ho aperto un barattolo che era dietro quello solito. Il tè aveva un sapore strano. Oh no, gli stambecchi stanno rappando Eminem di nuovo"
 
"Potrei averlo drogato"
"POTRESTI AVERLO COSA"
"Mica gli ho detto di prendere quel barattolo! Ci avevo messo dentro… roba."
Crocodile lo sollevò per il colletto.
"Che roba? Devo portarlo all'ospedale? Nella cucina hai messo della droga?? Di fianco allo zucchero?? Sei deficiente?"
Il biondo alzò le mani cominciando a gesticolare.
"Non è molto forte, è una nuova miscela che devo ancora mettere sul mercato non morirà e poi l'avevo messa lí ieri oggi dovevo spostarla mettimi giú!"
Il moro lo lasciò andare dopo la marea di parole.
Sbattè le palpebre.
 
"Sul mercato? È questo quello che fai? Spacci?"
Doflamingo rivolse un'occhiata a Mihawk che stava ancora guardando il muro con una faccia disgustata.
"Beh, non solo, diciamo che faccio spacciare altri e io mi tengo i guadagni in una sorta di scambio equo. Io assumo persone e le dirigo, o faccio passare cose che non dovrebbero passare i confini, più o meno."
 
Il moro lo fissava con la bocca mezza aperta.
"Joker."
Doflamingo alzò lo sguardo e ampliò il sorriso.
Dentro il sangue gli si era gelato.
Non erano questi i piani.
Non doveva scoprire la sua identità.
 
"Ah, che bravo."
 
Crocodile rimase fermo qualche secondo, poi scoppiò a ridere.
"Ovviamente con la mia solita fortuna dovevi essere tu. E dovevamo essere pure coinquilini"
 
Il moro finí di ridere e poi si rivolse all'altro.
"Dammi una mano ad aiutare Mihawk, mettiamolo a letto, mischiare droghe e sonniferi non credo sia una grande idea quindi immagino che dovrà stendersi e basta per ora"
 
Dopo che ebbero sistemato lo spadaccino nel suo letto e che quest'ultimo, dopo un monologo sui diversi tipi di crema e sullo schifo che è l'ananas, finalmente si addormentò, Doflamingo si permise di rivolgere uno sguardo a Crocodile.
 
"Quindi?"
 
Entrambi sapevano che, avendo smascherato l'identità di Joker, anche il moro aveva svelato di sapere più di quello che faceva intendere.
 
"Quindi niente."
 
 
°
 
La testa pulsava.
La testa pulsava e aveva il collo indolenzito.
Eppure lo preoccupava di più il fatto che quei due fossero ai lati opposti della sua stanza e non si stessero nemmeno guardando in faccia.
 
"Quindi, per farla breve, mi sono drogato da solo"
 
Crocodile fece spallucce.
"Qualcuno non sa tenere le proprie cose in ordine"
 
Lo spadaccino lo fissò.
"E mentre ero incosciente avete consumato il vostro rito di accoppiamento"
 
Doflamingo si girò a guardarlo divertito.
"Sei ancora fatto?"
"No, ma che altra ragione potrebbe esserci per il vostro comportamento?"
 
Crocodile strinse i pugni.
"Hai dato di matto tutta sera e hai assunto sostanze psicotrope senza saperlo e non sei nemmeno arrabbiato? E la prima domanda che fai è se noi abbiamo-"
 
Mihawk lo interruppe alzando una mano.
"Ti prego, non fingiamo di essere dei santi. Direi che possiamo anche far cadere le maschere, questo teatrino è stato divertente finché è durato. So benissimo che voi due siete implicati in affari non del tutto legali, ma la sola cosa che ero riuscito a capire era il tuo coinvolgimento, non il suo" concluse facendo un cenno al biondo, che sembrava aver ritrovato il suo cipiglio strafottente.
 
"Il mio?" chiese il coccodrillo, come al solito più incuriosito che preoccupato.
"Ah, non mentirò dicendo che è stato facile, e ammetto di aver proceduto per tentativi basandomi solo su quello che vedevo. Ma credo di essere abbastanza certo di avere davanti Mister Zero"
 
Doflamingo drizzò le spalle e si voltò completamente verso Crocodile.
 
Mister Zero? Non ci credo.
 
Era un nome noto solo nella malavita, anche se molti lo avevano sentito nominare, nessuno era mai riuscito ad implicarlo in qualcosa.
Era il consulente a cui ti rivolgevi se avevi dei progetti illegali o loschi; come per la polizia, che consultava esperti in casi difficili, anche i criminali avevano il loro asso nella manica.
 
Il Napoleone del crimine.
 
Il silenzio divenne quasi assordante.
 
Doflamingo sghignazzò qualche secondo e poi si calmò.
"Direi che allora posso dire anche chi sei tu Falchetto. Volevo tenermi questa scoperta nel caso avessi dovuto ricattarti, ma già che ci siamo…"
 
Mihawk lo fissò negli occhi per la prima volta senza alcun filtro.
Quegli occhi mettevano davvero paura.
 
"Baba Yaga."
 
A Crocodile si mozzò il respiro.
 
"Non è esattamente “l’uomo nero”, ma è quello che mandi a uccidere l'uomo nero." continuò il biondo sorridendo.
"Concentrazione pura, impegno totale, volontà ferrea. Si racconta che una volta abbia ucciso tre uomini con una matita. Una matita."
 
Baba Yaga era semplicemente il soprannome dato all'assassino più sfuggevole e capace del mondo.
All’interno del folkore russo Baba Yaga è una creatura unica, una strega che vive all’interno di un bosco, all’interno di una casa sorretta da zampe di gallina, dal quale attira inermi bambini per divorarli, ricordando un po’ la leggenda di Hansel e Gretel. Agisce nell’ombra, è rapida e invisibile e, soprattutto, è un personaggio univoco all’interno della mitologia russa.
Quella rappresentazione era molto calzante su un assassino spietato, invisibile, letale e totalmente unico nel suo genere come lo era la persona che ora era seduta davanti a loro.
 
Si diceva che l'ultima cosa che vedevano le sue vittime prima di smettere di respirare fossero le sue iridi fredde.
 
'Verrà la morte e avrà i suoi occhi' " recitò in russo Crocodile, per poi sorridere mestamente.
"Considerando che ho capito che Doflamingo fosse Joker ieri sera, direi che abbiamo appena finito la partita"
 
Joker. Il nome in codice di un uomo sadico, burlone, psicopatico, perfido e ambizioso, dal carisma incredibile ed estremamente brillante.
La sua follia e la sua imprevedibilità lo rendevano uno dei più terribili criminali in circolazione.
 
Mihawk sorrise.
Questo sí che era un bel colpo di scena.
 
Sei veramente spaventato da qualcuno, di solito, perché non sai nulla di loro.
Pensi: ‘Non ho idea di cosa possa fare’.
La cosa veramente spaventosa di Joker è che può essere proprio di fronte a te, nascosto in bella vista, dietro la faccia sorridente di un ragazzino adolescente.
 
Tre persone pericolose che quasi nessuno ha mai incontrato, in un appartamento, coinquilini.
 
Amici, sussurrò la sua mente traditrice.
 
"E ora che si fa?" domandò Doflamingo, che non era mai stata una persona paziente.
 
Crocodile li fissò entrambi.
"Intanto sarebbe carino se Mipo togliesse la mano dal pugnale"
Il ragazzo sorrise e alzò le mani.
"Seconda cosa, se potessi togliere le mani dalle tasche e lasciare andare quel telecomando collegato alla bomba nel sistema di areazione te ne sarei grato" concluse il moro rivolgendosi all'altro ragazzo.
 
Mister Zero davvero.
 
I due interpellati si sentirono improvvisamente a disagio. Essere forti ed avere potere era una bella sensazione; avere davanti qualcuno che può anticipare la tua mossa prima ancora che tu riesca a farla o addirittura a pensarla era un altro paio di maniche.
 
"L'hai disattivata, vero?"
 
Crocodile gli rivolse lo stesso sguardo che una madre rivolgerebbe al figlio dopo una domanda stupida.
Invece di rispondere inspirò, rilassò le spalle e li fissò nuovamente inclinando la testa da un lato.
"Qualcuno vuole un tè?"
 
 
 
 
 
 
 
 
 


Angolo dell'Autrice:
I riferimenti sono abbastanza palesi ma li scrivo lo stesso:
Per Mr. Zero ho usato Moriarty;
Per Joker ho usato il Joker dei fumetti della DC;
Per Mihawk ho usato Baba Yaga e John Wick. Trovo tutto molto divertente, lo ammetto. Finalmente la trama di tutta la storia ha preso il via eheh
100 punti alla casata di chi mi sa dire dove ho preso la citazione finale di Crocodile (senza sbirciare).
A presto, 
A. Of S.

 

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Capitolo 13
*** XIII ***


XIII


Turn that fear into a souvenir








I giorni successivi passarono normalmente.
Una volta additato l'elefante nella stanza, ai tre ragazzi non rimaneva altro che concentrarsi sugli esami e decidere cosa fare.
 
Perché quella in cui si trovavano era una situazione estremamente scomoda.
Non arrivi dove erano arrivati loro senza togliere di mezzo le persone che potevano rappresentare un problema. E il problema maggiore era quello delle loro vere identità.
 
Mihawk si era sempre sentito un po' un eroe mascherato da come sentiva parlare di Babayaga, una leggenda metropolitana che incontri solo quando devi morire. Gli mancava solo la falce, il mantello nero lo possedeva.
Di base la morte in persona.
 
Lui non si sentiva diverso dal solito, non si era sentito diverso nemmeno quando aveva capito che la sua vera vocazione era l'omicidio su commissione. Avrebbe mentito se avesse detto di non avere un'arma preferita.
Le lame erano un secondo linguaggio per lui, le spade e i pugnali erano ciò che lo animava.
Nella sua vita normale aveva scelto di prendere una laurea e provare a diventare traduttore, oppure di continuare a tirare di scherma e diventare un maestro per poter insegnare agli altri.
Anche se difficilmente si vedeva nella veste di un insegnante paziente e amorevole.
 
L'unica persona che sapeva davvero chi fosse e cosa facesse nel tempo libero era quella che lo aveva introdotto nel mondo del crimine.
Ed era anche il motivo per cui lui non si fidava mai a prescindere da chi aveva davanti.
Perché se una persona come Shanks, sorridente, paziente, amorevole e gentile, si rivelava essere a capo di un'organizzazione malavitosa con contatti governativi all'età di ventitré anni, allora chiunque poteva essere un potenziale pericolo.
 
E guarda chi mi ritrovo come coinquilini.
 
La vera domanda ora era: cosa fare?
 
 
°
 
Crocodile sapeva che doveva eliminarli.
Per Mr. Zero avere una faccia significava essere morto.
 
Doflamingo lo guardò dal divano, mentre, con le braccia incrociate al petto, picchiettava le dita sul braccio.
Non c'era alcun motivo per cui nè Doflamingo nè Mihawk avrebbero potuto decidere di non ucciderlo, d'altronde la sua esistenza minacciava la loro. Cos'altro avrebbero potuto fare?
 
"Non posso ucciderti, lo sai"
 
Crocodile rischiò di lasciarsi scivolare la tazza dalle mani.
"Come?"
"Ho detto che non riesco ad ucciderti"
 
La sola cosa che voleva sapere era:
"Perché?"
 
Doflamingo fu quasi sorpreso dalla domanda.
"Ma come, pensavo sapessi tutto. Non ti basta guardare una persona per sapere le sue debolezze? Non è questa la grande dote di Mr. Zero?" rispose scimmiottandolo.
 
Il moro deglutí e riuscí ad appoggiare finalmente la tazza.
A dire il vero sapeva quale fosse il suo punto debole.
Joker era noto per essere un pazzo, ma soprattutto un pazzo narcisista. Era uno dei tanti sentieri che aveva seguito per inquadrare meglio la figura che aveva davanti.
Tutti erano convinti che fosse quello ciò che lo penalizzava, la troppa sicurezza in se stesso.
 
Crocodile era giunto ad altre conclusioni.
 
"So quale corda tirare per farti impiccare."
Il biondo lo guardò soddisfatto.
"Illuminami."
 
Il moro si appoggiò al ripiano della cucina.
"La prima cosa che verrebbe da dire è che si potrebbe far leva sul tuo lato megalomane. Sarebbe facile farti cadere in trappola, immagino che molti ci abbiamo provato"
 
L'altro ragazzo gli fece cenno di proseguire.
"Fallendo. Forse è un tuo punto debole, ma non è più un tasto da spingere se anche la persona stessa ne è a conoscenza. Esattamente come il sadismo e la smania di potere, sono tutti tratti di te che hai imparato ad amare e a controllare."
 
"Non male. Quindi sentiamo, quale sarebbe, Oh grande Mago, il mio vero punto debole?"
 
Crocodile lo fissò per un po'.
 
"Lasciami prima dire una cosa. Il mio modo di condurre gli affari - diciamo - funziona perfettamente proprio perché non parliamo di punti deboli. Un punto debole è quando qualcuno soffre il solletico o è claustrofobico.
Parliamo di far capitolare un altro essere umano senza che questo possa controllare le sue azioni.
Parliamo di vincere la guerra, non solo una battaglia."
"Quindi?"
"Amore"
 
Doflamingo lo fissò sbigottito.
 
"Non ho capito"
"Volevi sapere cosa avrei usato contro di te per farti capitolare. Amore. È questa la tua debolezza, sono i tuoi stessi sentimenti, le tue emozioni. Sei una persona istintiva, molto spesso ti lasci controllare da ciò che provi, ma in particolare non hai la più pallida idea di come gestire un sentimento sincero, segno che hai finto di provarne per la maggior parte della tua vita."
 
L'altro chiuse la bocca di scatto e rimase immobile. Crocodile lo guardò ancora e si diresse verso l'ingresso. Prima di poter uscire dalla stanza sentí la voce roca di Doflamingo, un sussurro più che altro.
 
“Potresti anche essere il diavolo.”
 
“Ti ringrazio, ma non lo sono, però ammiro il suo modo di concludere gli affari.”
 
Si chiuse la porta alle spalle lasciandolo solo.
 
 
 
 
 
 

Angolo dell'Autrice:
Bentrovati, sappiate che ho concluso la storia, e quindi verrà pubblicato un nuovo capitolo ogni lunedì; sono 19, non tantissimi lo so, ma ho detto tutto, giuro.
A presto,
A. of S.

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Capitolo 14
*** XIV ***


XIV

The world is waiting and the hour's near







Amore.
 
Rise. Di gusto.
Crocodile aveva detto amore, non specificando.
Amore generico.
Quello che lui non aveva mai ricevuto da nessuno.
Avere amici che amano passare il tempo in tua compagnia?
Avere genitori che ti amano per come sei?
Avere una persona che ti ama e basta, compresi i tuoi difetti?
 
Per lui erano pensieri assurdi. Non sapeva nemmeno cosa fosse l'amore, figuriamoci provarlo.
 
Mister Zero è davvero il diavolo.
 
 
°
 
Crocodile avrebbe descritto Doflamingo come un vaso estremamente prezioso, di un materiale duro e resistente, ma con un punto di pressione specifico alla base che, se premuto, faceva crollare l'intera struttura.
Un vaso con colori sgargianti, guarnito di pietre preziose e da un cartello con scritto 'Attenzione, maneggiare con cura'.
 
Mihawk invece era un caso a parte.
Di punti deboli ne aveva diversi e non faceva nemmeno lo sforzo di nasconderli: odiava la violenza sugli animali, odiava alcuni cibi specifici, odiava le persone prepotenti ed ignoranti.
Soffriva anche il solletico.
Lo spadaccino non si premurava di nasconderli per il semplice fatto che sapeva di essere forte e di poter uccidere qualsiasi cosa si fosse messa sulla sua strada; il suo non era narcisismo, la sua sicurezza era un dato di fatto.
La sua vera debolezza era il tradimento.
 
Aveva scavato e raccolto informazioni su entrambi e l'unica cosa che poteva davvero mettere in difficoltà lo spadaccino era fidarsi e venire tradito.
Forse a causa della sua infanzia, di certo avere dei genitori che provano a venderti all'età di cinque anni non deve avere aiutato.
È stato grazie ad uomo incontrato in una di quelle case d'asta che Mihawk aveva appreso l'arte della spada, e, da lí, la maestria nell'uccidere.
La freddezza che si portava addosso, avvolta come un mantello invernale, non era finzione; aveva anche imparato a controllare le sue microespressioni facciali, diventando una macchina.
E per prima cosa aveva tolto di mezzo le due persone che lo avevano messo al mondo e che lo avevano sfruttato, rubandogli l'infanzia.
 
Sia Doflamingo che Mihawk erano stati derubati dalla vita e dalle circostanze, erano stati forgiati da un mondo che non la smetteva mai di ricordare ai suoi abitanti quanto potesse essere crudele.
 
Crocodile aveva capito da qualche mese il perché andassero d'accordo tra di loro: erano tre persone rotte. Ma il bello di quando sei a pezzi è che puoi scegliere quali tenere e quali lasciare per terra.
 
Babayaga.
Joker.
Mister Zero.
 
I pezzi che avevano scelto erano troppo simili perché il Fato non decidesse di farli incontrare, prima o poi.
 
 
°
 
Mihawk ingoiò un altro cioccolatino Lindt e appoggiò la cartina sul tavolo davanti a sè.
"Ci uccidiamo a vicenda?"
Doflamingo sbuffò divertito.
"Croco-chan mi ha già detto cosa avrebbe usato, immagino di essere fuori dai giochi"
Mihawk sorrise.
"Ah sí? E cosa useresti contro di me?"
 
Il moro lo fissò senza dire niente.
Mihawk smise di ridere.
"Ah, capisco. Sei davvero bravo." Tagliò corto irrigidendo le spalle.
 
Sapeva di non aver  bisogno di aprire la bocca e pronunciare parole inutili per farsi capire dallo spadaccino.
 
"Immagino sia della mia stessa natura allora." concluse il biondo spostando un maccherone con la forchetta da destra verso sinistra nel piatto, non accennando a voler mangiare oltre.
 
"Abbiamo tre opzioni" iniziò Crocodile, attirando l'attenzione degli altri due, "primo: proviamo ad ucciderci a vicenda."
 
Lasciò qualche secondo di pausa prima di proseguire.
 
"Secondo: finiamo l'università e ognuno prosegue verso la propria strada senza mai incrociare quella degli altri per il resto della vita. Facciamo voto di silenzio e finisce qui."
 
"Terzo: finiamo l'università e, considerando che tipo di informazione sappiamo l'uno dell'altro, stringiamo un'alleanza.
E qui le possibili vie possono essere due.
O rimaniamo nella sfera d'influenza uno dell'altro per assicurarci che nessuno tradisca la parola data, ma sarebbe estremamente difficile continuare a fare quello che facciamo.
Oppure possiamo prendere nota del fatto che sappiamo la vera identità di tutti, stringiamo voto di silenzio fino a quando sarà necessario, e andiamo avanti con le nostre vite."
 
"Sento che c'è un 'ma' alla fine" affermò Mihawk.
 
"Ma" ricominciò Crocodile sorridendo, "dobbiamo trovare il modo di restare in contatto tra noi, e dobbiamo incontrarci almeno una volta al mese per assicurarci di mantenere ciò che abbiamo detto."
 
"Vuoi mantenere un'alleanza fino a quando non abbiamo raggiunto l'età adulta e non abbiamo quindi una posizione stabile nel nostro… ambito lavorativo."
 
"Esatto Doflamingo, vedo che il neurone oggi funziona"
 
Mihawk incrociò le braccia al petto.
L'ultima opzione era quella più sensata, anche perché se fossero giunti alle mani probabilmente nessuno dei tre sarebbe uscito vivo da quella stanza, e aveva come l'impressione che volessero tutti vivere almeno fino ai quarant'anni.
Lasciare andare via solo con un accordo verbale invece era stupido.
 
"E che tipo di assicurazione vuoi dare?"
 
Crocodile li fissò alzando un sopracciglio.
"Vi prego. Abbiamo vissuto insieme per più di un anno ormai, direi che ci conosciamo abbastanza bene da ricattarci ad occhi chiusi"
 
E in effetti non aveva tutti i torti.
Mr. Zero aveva paura dei film horror, Joker vomitava se qualcuno gli metteva un cappero nel piatto e lui soffriva il solletico e perdeva dignità davanti ai dolci.
 
Non dovevano nemmeno impegnarsi troppo per infangare il nome degli altri.
 
"Mi pare giusto."
"Ora finiamo di cenare che domani ho un esame e tu Mihawk hai una gara di scherma."
"Aspetta, come fai a- no. Non dirmelo. Non voglio sapere."
 
Crocodile gli fece l'occhiolino e si alzò per sparecchiare.
 
Ora che nessuno doveva più nascondersi, l'ultimo mese passato dentro quella casa sarebbe stato davvero interessante.



 
Angolo dell'Autrice:
Al prossimo lunedì,
A. of S.
 

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Capitolo 15
*** XV ***


 

XV

So if you need a reason
If you need a sign







Mihawk aprí la porta di casa e lanciò lo zaino per terra.
Si girò in tempo per vedere Doflamingo in camera sua con una boccetta di liquido in mano e una valigia piena di soldi ai piedi del letto.
 
"Va bene che ora non dobbiamo più nascondere nulla, ma guarda in che stato hai lasciato il bagno!" gridò Crocodile puntando un dito contro il biondo, che, per tutta risposta sorrise.
"E tu" Mihawk si ritrovò lo stesso dito puntato in mezzo al petto. "Se non bruci subito i vestiti sporchi di sangue dentro quello zaino e provi anche solo a pensare che sarò io a lavarli farò in modo di farti svegliare con dei bruchi non più in potenza dentro la stanza, non so se ho reso l'idea."
 
Lo spadaccino sbiancò e annuí raccogliendo lo zaino e uscendo di casa.
 
"Aspetta, cosa gli hai detto per farlo scattare in quel modo?" chiese Doflamingo avvicinandosi.
"Non ti piacerebbe saperlo" gli rispose con un ghigno sghembo.
Il biondo gli sorrise e si diresse verso il bagno per pulire senza dire altro.
 
Crocodile tornò alla sua scrivania e davanti al pc.
Morte del diplomatico, bla bla bla, infarto, grande eredità, morte naturale…
Tutto secondo i piani.
 
Il telefonino cominciò a vibrare nella tasca.
"Parla."
Con un programma che faceva rimbalzare il segnale da un continente all'altro e un altro che mascherava la voce cambiando in continuazione, era impossibile che qualcuno lo rintracciasse.
 
Era ancora al telefono quando sentí la porta aprirsi.
Si girò in tempo per vedere Doflamingo, bagnato da capo a piedi, con un asciugamano in vita, avvicinarsi.
Rimase impassibile anche quando il biondo gli afferrò il mento e gli schioccò un bacio a stampo direttamente sulle labbra per poi uscire da dove era venuto.
Crocodile si riscosse solo quando sentí la risata che sapeva tanto di derisione provenire dall'ingresso.
Incassò la testa tra le spalle fumando per l'imbarazzo.
 
Maledizione a Doflamingo e alla sua mancanza di dignità.
 
 
 
 
Mihawk tornò qualche ora dopo senza zaino, si fece una doccia lunga e bollente, e raggiunse gli altri in salotto.
Il biondo era seduto a gambe aperte mentre l'altro coinquilino stava leggendo il retro di un libro di fronte alla libreria.
"Che film guardiamo stasera?"
 
Lo spadaccino prese la parola.
 
"The Nun"
"No."
"Croco-chan, lo sai che è a votazione."
Lo sguardo pieno di veleno che Crocodile rivolse loro li fece propendere per il cibo d'asporto, meglio lasciare la cucina per una diversa occasione.
 
 
 
 
Dopo il film Doflamingo si ritirò dentro camera sua, si tolse la maglietta e la lanciò sulla sedia.
Nello stesso istante sentí chiudersi la porta.
Di nuovo.
Ma se lui era già dentro, chi-?
Crocodile lo afferrò per le spalle e lo girò bruscamente. Il moro baciava in maniera logorante e coinvolgente, sembrava quasi assaporarlo come un calice di vino d'annata.
 
Il biondo gli afferrò i fianchi ma l'altro lo scrollò di dosso con un movimento fluido e, guardandolo negli occhi, si inginocchiò davanti a lui.
"Gesú Cristo" sussurrò, scatenando un sorriso nell'altro.
"Crocodile va più che bene"
"Idiota"
"Non credo ti convenga insultare la persona che sta per mettere la sua bocca sulle tue parti basse"
"Mi piace vivere pericolosamente"
 
Crocodile allargò il ghigno e si leccò lentamente le labbra.
Doflamingo poteva vantare una buona stamina, ma dovette piantarsi le unghie nel palmo della mano per non finire nel giro di qualche minuto.
Il moro si alzò di scatto e lo spinse sul letto,  raggiungendolo e sedendosi sopra di lui.
 
"Aspetta, non era così che l'avevo immaginato"
"Oh? Invece era esattamente così che l'avevo immaginato io"
 
Il biondo ghignò mentre sentiva le dita fredde dell'altro entrargli dentro.
"Ah, quindi ci hai pensato? Che sentimentale"
Crocodile abbassò il volto alla sua altezza.
"Da che pulpito" sussurrò dandogli un morso sulla spalla e facendolo sussultare.
 
Unghie nella carne, vestiti strappati e ansimi che rompevano il silenzio, intervallati dal rumore della carne che scorreva su altra carne. Rischiarono di cadere dal materasso più di una volta dalla foga, desiderosi solo di staccare il cervello e lasciarsi trascinare da quel piacere che avevano rimandato per troppo tempo.
 
"Era da troppo tempo che non avevo un orgasmo decente" commentò Doflamingo passandosi una mano tra i capelli sudati.
"Prego" gli rispose ridendo Crocodile allungando le braccia sopra la testa.
"Croco-chan, dammi qualche minuto e ripetiamo, ma a ruoli invertiti"
"Fammi riprendere un attimo"
"E come fai senza telecamera?"
 
Crocodile si voltò a fissarlo.
"Sono tentato di mutilarti, strapparti un braccio e usarlo per tirati una sberla"
"Non mi apprezzi abbastanza."
"Sai cosa dovresti fare?"
"Spara"
"Non tentarmi fenicottero"
 
Il biondo si girò a fissarlo.
"Allora ce l'hai un lato comico"
"Credo che il mio sarcasmo si sia mangiato qualsiasi tipo di comicità fosse presente nel mio corpo"
"Non preoccuparti, sono abbastanza simpatico per tutti e due"
"E chi si preoccupa."
 
Sentí delle dita sfiorargli il fianco.
"Davvero?"
Doflamingo sghignazzò.
"Un'azione vale più di mille parole"
"È per quelli come te che non le conoscono, mille parole"
 
Il ghigno sul suo volto si ampliò e la presa sul fianco si fece più ferrea.
"Oh, ti piace quando ti insulto" commentò il moro.
"Potevi dirlo prima, posso andare avanti per ore, mesi, anche anni"
Doflamingo lo baciò tirandogli leggermente i capelli.
"Tra trent'anni vedremo se sarai ancora capace di farlo"
 
E quella non era forse una bella promessa celata dietro una splendida minaccia?
 

 
°
 
 
Mihawk si svegliò alle cinque di mattina con le cuffie ancora nelle orecchie; Beethoven gli fece riprendere conoscenza, segno che la sua playlist era arrivata quasi al termine.
"Spero che abbiano finito" commentò rassegnato guardando il soffitto.
 

 

 
Angolo dell'Autrice:
Salve, ecco il capitolo del lunedì e finalmente si può dire 'alleluja!', anche se la religione qui non centra granchè.
A presto,
A. of S.

 

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Capitolo 16
*** xVI ***


XVI

Open up you're eyes






Crocodile sorseggiò il suo caffè seduto in terrazza. Doflamingo aveva preparato la colazione e poi era andato in bagno a riempire la vasca e, conoscendolo, non sarebbe uscito per le due ore a venire.
A lui era bastata una doccia veloce per riprendersi e svegliarsi un po' prima di affrontare la giornata, magari avrebbe usufruito di una di quelle maschere all'oro che aveva comprato coi punti di Sephora… con la carta del biondo.
 
Quando lo saprà mi preoccuperò, ma non è un mio problema se lascia le sue cose in giro.
 
Un paio di mani sbucarono alle sue spalle e si appoggiarono sui braccioli della sedia di legno su cui era seduto.
"La prossima volta che copulate quando in casa ci sono io" gli sussurrò nell'orecchio Mihawk "posso assicurarti che non sceglierò certo di mettermi un paio di cuffie nelle orecchie. Spero tu possa gestire anche me, Croco-chan"
 
Crocodile rimase paralizzato, deglutendo a causa della gola secca. Un sorriso di scherno gli nacque comunque spontaneo sul volto.
"Interessante" sibilò al vento, unico spettatore rimasto.
 
 
 
Mihawk trovò Doflamingo in salotto avvolto da un asciugamano  con in mano una tazza blu.
"Cos'è questa puzza?"
Il biondo lo ignorò preferendo sorseggiare di nuovo.
"Cosa stai bevendo?"
"Tè"
Lo spadaccino alzò un sopracciglio.
"Tè. Davvero."
"Te...quila. È stata una lunga mattinata"
"Ma se sei appena uscito dal bagno"
"Sei qui per criticare? Te cos'hai fatto, dormito?"
Il moro gli rivolse un sorrisetto.
"Per questa volta"
 


Crocodile li guardò e proseguí, chiudendosi in camera ed estraendo il cerchietto dal comodino.
Una bella maschera illuminante era sempre la risposta.
E come diceva Dante Alighieri, 'Fai una maschera e passa oltre'.
 
La pace durò all'incirca mezz'ora.
"Croco-chan, Mipo mi spaventa"
"Doflamingo. Maschera. Torna dopo."
"No seriamente, mi ha detto pure una cosa strana prima, e poi perché non mi hai chiamato, anche io voglio farne una"
 
Dopo cinque minuti sentí altri passi.
"Oh, quasi quasi. Non è una cattiva idea"
Cosí Crocodile si ritrovò con alla sua destra Doflamingo, che aveva avvolto un braccio dietro alle sue spalle e lo aveva tirato a sè, e alla sua sinistra Mihawk, che aveva deciso di appoggiare la mano in una zona terribilmente vicina al cavallo della sua tuta.
Il tutto mentre nessuno vedeva a causa delle maschere integrali sul volto.
 
La mia vita sta diventando un problema.
 
Il biondo aveva cominciato a massaggiargli la spalla e lo spadaccino l'interno coscia.
Inutile cercare di fermarli, il risultato sarebbe stato lo stesso. Provare a sopportare era l'unica opzione, non si sarebbe certo mosso per dare la soddisfazione di riconoscere la loro presenza nel suo letto.
Piuttosto la morte.
 
La soluzione era come sempre usare il cervello.
Quando sentí il mignolo di Mihawk infilarsi nell'elastico dei pantaloni ringhiò.
"Doflamingo, non hai lasciato la torta fuori dal frigo, vero? Con questo caldo va a male"
Il biondo si rizzò a sedere.
"Cavolo!"
 
Una volta uscito dalla camera, lo spadaccino rimosse la mano.
"Bella mossa"
Crocodile si girò a fissarlo in cagnesco.
"Se volete avere un tete-a-tete per scoprire chi ce l'ha più lungo sono affari vostri, non mettere in mezzo me"
Mihawk sorrise avvicinandosi.
"Ma Croco-chan, è proprio in mezzo che devi stare"
 
Doflamingo tornò dopo qualche minuto, trovando un moro seduto a gambe accavallate sul bordo del letto.
 
"Dov'è il Falchetto?"
"Abbiamo avuto una discussione. È in giardino."
"Ero in cucina ora, ho guardato dal terrazzo, non c'è."
"Hai scavato?"
 
Il biondo rise.
"Cosa ti ha fatto stavolta?"
Crocodile si girò di scatto.
"Ascoltami bene. Quel pazzo vuole farti perdere la calma e a quanto pare anche a me considerando che ha deciso di mettere le mani in posti inappropriati sul mio corpo. Non so cosa stia escogitando se non il caos totale come al solito, ma se dovete venire alle mani per un motivo a caso fatelo fuori di qui."
 
Doflamingo lo guardò uscire di casa dopo aver preso il portafoglio.
Interessante, quindi il Falchetto non è così innocente come vuole far sembrare.
 
 
 
La sera Mihawk guardò Doflamingo avvicinarsi. Mise la mano in tasca attorno al coltellino a serramanico per ogni evenienza.
"Che c'è Falchetto? Hai la coda di paglia?" commentò il biondo dopo aver tracciato il movimento.
Lo spadaccino sorrise e l'altro lo imitò.
 
Crocodile sbattè la porta d'ingresso facendoli voltare.
"Ma sei serio? No! Aspetta, forse ti sembra che mi interessi qualcosa? No! Enne, o. Non- pronto? Questa volta lo uccido, maledetto Bon-"
Il moro so voltò a guardarli.
"E voi che avete da fissare? Non avete altro da fare, tipo non starmi tra i piedi?"
 
I due lo seguirono con lo sguardo finché non si chiuse in camera, sbattendo di nuovo la porta.
"Tregua?"
"Tregua."







 
Angolo dell'Autrice:
"Prepare for trouble and make it double" afferma il Team Rocket, e sono d'accordo.
A presto, 
A. of S.
 
 

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Capitolo 17
*** XVII ***


XVII


You'll see they stole your water
Turned it into wine







Bon Clay aveva davvero esagerato. Ricattarlo ancora con quella scusa del 'so cosa fai quando ti ubriachi' ormai era una vecchia soluzione.
Cosa che lui continuava ad ignorare a favore di mantenere la pace che aveva stabilito con Ivankov, perché strangolare un suo dipendente con un collant non era propriamente un buon modo di fare affari.
Ecco quindi perché quel giorno era stato costretto ad accompagnare quel cigno vanitoso in giro per negozi per consolare il suo povero cuore spezzato, aveva per fortuna comprato altre maschere per il volto e per le mani, ed era pure riuscito a dissociare per la maggior parte del tempo.
 
Rincasò poco dopo l'ora di pranzo, con il solo obiettivo di fare una doccia gelata per togliersi di dosso il sudore e la stanchezza.
Era così distratto che non si rese conto del silenzio che regnava in casa, troppo preso a togliersi i vestiti in bagno il più velocemente possibile.
Quando sentí l'acqua scivolare sulla schiena, espirò profondamente e appoggiò la fronte contro il muro.
Rimase fermo per un po' in quella posizione.
 
Dopo una doccia lunga una decina di minuti, uscí dal bagno con un asciugamano avvolto in vita e passò davanti al salotto.
Si voltò lentamente verso il divano dove i suoi due coinquilini stavano guardando qualcosa in televisione con le cuffie, uno accanto all'altro.
La cosa che lo preoccupò fu la mancanza di spinte o commenti, ma ciò che lo fece inorridire fu quando si girarono in sincro per fissarlo con lo stesso sguardo.
 
Crocodile si voltò e accelerò il passo, chiudendosi in camera.
"Ma che cazzo." sussurrò.
Quello sguardo non era un buon segno.
Si era sentito inappropriato con solo quel pezzo di vestito addosso, e lui non era abituato a sentirsi a disagio, piuttosto il contrario.
Sono io che metto a disagio gli altri, ma se quei due fanno squadra sono nettamente in svantaggio.
 
 
A cena la situazione non migliorò, anzi.
Crocodile ebbe la conferma che qualcosa era appena saltato in aria tra i suoi due coinquilini, e aveva il timore di cascarci di mezzo.
E raramente aveva torto.
 
"Crocodile mi passi l'apri-persone?"
Il moro lo fissò in silenzio.
"Ti sei appena riferito al coltello chiamandolo 'apri-persone'?"
Mihawk fece spallucce. "Ora che abbiamo tutti i nostri segreti sul tavolo non c'è bisogno che finga, no?"
 
Doflamingo alzò la forchetta finendo di masticare.
"Se apri la bocca per fare una battuta su qualcosa che riguarda l'aprire le gambe giuro che uso anche io il coltello in quel modo"
Il biondo sorrise.
"Adoro quando mi capisci con un'occhiata. Mi fa capire quanto siamo legati"
"Ti piace giocare con le corde?" si intromise lo spadaccino.
"Mai provato lo shibari?"
 
A quel punto il moro si alzò da tavola dopo aver svuotato in un sorso il vino rimasto nel calice.
"Mettete a posto voi, io stasera esco"
 
I due si girarono a fissarlo.
"E dove vai? Ci lasci da soli?"
"Siete adulti e vaccinati, non mi interessa" rispose prendendo le chiavi di casa dal ripiano e afferrando il cappotto nero.
"Intrattenetevi a vicenda"
 
Chiusa la porta di casa Doflamingo e Mihawk si alzarono contemporaneamente.
"Pensi anche tu quello che sto pensando io?"
"Non c'è niente di meglio di concludere una cena con dolce, caffè e stalking"
 
 
.
 
 
"Grazie per aver trovato del tempo" disse Crocodile sedendosi di fianco ad un ragazzo con addosso una camicia nera e un gilet a scacchi dello stesso colore.
"Figurati, era troppo interessante quello che mi hai detto per non venire"
Il pub era affollato, ma la voce divertita gli arrivò alle orecchie forte e chiara. Non lo aveva mai visto, aveva solo scoperto che quello era l'unico contatto che Mihawk aveva con il mondo da anni, che non fosse morto almeno.
 
I buffi capelli rossi donavano al tipetto un'aria maliziosa, ma erano gli occhi color cioccolato che avevano attirato la sua attenzione.
Che ci posso fare, ho un debole per un bello sguardo.
 
"Shanks, giusto? Ti ho chiesto di venire perché volevo qualche informazione in più su un amico in comune"
Il ragazzo si sporse in avanti per bere dalla cannuccia del suo drink, divaricando le gambe. Il ginocchio sinistro gli sfiorò la gamba.
"E dimmi, quale sarebbe invece il vero motivo di questa udienza, Signor Zero?"
 
Crocodile girò il volto a destra quasi completamente. I due passarono qualche secondo a fissarsi in silenzio, poi sorrisero.
"Mi sarei sorpreso se fossi stato uno stupido"
"Grazie"
"Il vero motivo…" commentò il moro facendogli segno di avvicinarsi usando l'indice della mano.
Shanks alzò un sopracciglio, ma non perse il sorriso, sporgendosi verso di lui e finendo per appoggiarsi completamente alla sua gamba.
 
 
"Chi cazzo è quello?"
"Lurido figlio di…"
"Falchetto, parla, ora."
"È una mia vecchia conoscenza. D'altronde Crocodile gioca sporco per principio, avrei dovuto pensarci prima"
"In che senso? E perché si stanno avvicinando??"
"Nel senso che Shanks è una delle poche persone che definirei un amico, mi conosce abbastanza bene… e se Crocodile vuole sapere qualcosa su di me è la persona giusta con cui parlare"
 
 
"Ah, capisco. Ecco perché quei due sono nascosti in fondo al locale dietro una colonna cercando di non farsi vedere" sussurrò il rosso a pochi centimetri dal suo orecchio.
"Sapevo mi avrebbero seguito e sapevo anche che tu non avresti detto nulla di compromettente su Mihawk. Ma dato che hanno deciso di allearsi contro di me, ho deciso di divertirmi un po'."
Shanks sogghignò allontanandosi.
"E hai scelto di usarmi. Per il disturbo dovrai pagarmi."
 
Crocodile spalancò gli occhi.
Questo non lo avevo previsto.
 
Doflamingo strinse così forte il bicchiere da disintegrarlo. Mihawk non riuscì a controllare la sua espressione inebetita.
 
Shanks aveva afferrato il mento del moro con due dita e lo aveva tenuto fermo mentre gli invadeva i sensi. La sua bocca sapeva di alcool, il suo profumo era qualcosa che ricordava l'acqua del mare, e aveva le mani terribilmente calde mentre gli accarezzava la schiena.
 
Si staccò leggermente dopo poco e lo fissò.
"Ora entrambi passeremo dei guai, ma ne è valsa la pena." commentò con uno sguardo di apprezzamento.
"Ah, Mihawk scappa davanti ai bambini piccoli, odia quando si mettono ad urlare, spero possa tornarti utile. Chiamami quando ti annoi, o se decidi di provare qualcosa… con più persone. Ciao ciao!"
 
E come si era seduto si volatilizzò nella folla, mischiandosi all'allegria generale scatenata dalla musica alta e da troppi cocktail.
 
 


 
Angolo dell'Autrice:
Bhe, ciao Shanks.
happy valentine's day y'all,
Ace of Spades
 

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Capitolo 18
*** XVIII ***


XVIII

Sit back, relax, begin







"Spero tu abbia una spiegazione"
"Bacia meglio di tutti e due"
 
Doflamingo e Mihawk storsero il naso.
"Comunque no, non ce l'ho. Gli ho fatto una domanda e per dispetto mi ha baciato. Deve aver deciso di farlo quando vi ha visti seguirmi qui dentro"
 
Lo spadaccino sbuffò. Sia lui che Shanks condividevano l'odio verso la noia, e purtroppo si annoiavano facilmente. Quindi, se trovavano qualcosa - o qualcuno - di interessante, non lo lasciavano tanto in fretta.
 
"Vuoi farmi una scenata di gelosia?" chiese il moro sorridendo all'espressione ancora schifata del fenicottero.
"Mi piacerebbe, ma al momento mi trovo a corto di cose da dire. Spero che il 118 accetti prenotazioni perché ho qualche idea su come far finire la serata di quel tipo se lo trovo."
"Per farmi perdonare quando arriviamo a casa puoi…"
 
E Mihawk ringraziò la musica alta e il fatto di non aver sentito tutta la frase, perché il sorriso maniacale che si dipinse sul volto di Doflamingo era un indicatore di quanto non gli sarebbe piaciuto saperlo.
 
"Ok, io torno a casa domani, ho capito. Tanto ho trovato qualcosa da fare" disse all'aria, perché i due coinquilini erano già all'uscita del locale.
 
Si stanno pure tirando per la mano, che schifo.
Ma veniamo a noi. Dove ti sei cacciato?
 
Mihawk si immerse nella gente sudata che ballava, cercando di farsi spazio e di vedere qualcosa, ma le luci intermittenti e la poca visuale non aiutavano di certo.
 
Un paio di mani lo afferrarono per i fianchi e lo strattonarono all'indietro contro un corpo solido.
 
"Ciao Drakul. Puoi rimuovere il coltello dalle mie parti basse per favore?"
Mihawk sorrise e ripose il coltellino nella tasca.
"Ti diverti stasera"
 
Un'affermazione. Aah, se solo riuscissi a capire cosa pensi, Mihawk.
 
"E tu?"
Il moro allargò le braccia e le portò all'indietro, avvolgendole attorno al corpo dell'altro, spingendoselo ancora più addosso.
"No, per ora è stata una delusione di serata. Vedi di rimediare e di intrattenermi"
Shanks sorrise e gli baciò il collo.
"Ai suoi ordini, vostra maestá"
 
Ballarono per quelle un'eternità, non sapendo ben definire lo scorrere del tempo, troppo impegnati a far scorrere i loro corpi uno contro l'altro.
Il sudore aveva fatto attaccare le magliette alla pelle, rendendo più difficile toglierle di dosso.
A Shanks non dispiaque più di tanto quando il moro lo spinse nel bagno e gli strappò i vestiti di dosso, non riuscendo a toglierli.
Quella sera tornarono entrambi a casa del rosso coi vestiti mezzi aperti, ma essendo buio ed essendoci poche persone in giro, non vennero visti.
 
Il ragazzo dai capelli rossi era di natura un libertino, amava donne, uomini e soprattutto amava il sesso. Non vedeva alcun motivo nel nasconderlo.
Non aveva storie serie e questo gli permetteva di intraprendere varie avventure quando ne aveva voglia e tempo.
In realtà era un ipocrita.
 
Le mani di Mihawk gli graffiarono la schiena.
 
Un ipocrita perché anche se non stavano insieme come una coppia normale, lui e il ragazzo che gli stava lasciando segni ovunque avevano un rapporto.
Un tira e molla che durava da anni ormai, e che nessuno dei due voleva riconoscere come qualcos'altro.
 
Il muro dietro di lui era un perfetto sostegno, ma si lasciò scivolare lentamente fino a sedersi sul pavimento di casa sua, portandosi dietro anche il moro, intento a mordergli la giugulare.
 
Amava il sesso, ma aveva anche un debole per quel tizio con cui condivideva hobby e gusti.
Era sempre stato il suo contatto legale nei suoi contratti illegali, nonostante pure lui operasse non del tutto alla luce del sole.
Erano legati da una strana amicizia con benefici, e per ora andava bene così.
Se in futuro Mihawk si fosse interessato a qualcuno, bhe, lui lo avrebbe saputo. E purtroppo gli incidenti capitano a tutti.
 
 
†-†-†
 
 
I raggi del sole filtrarono dalla tapparella della stanza.
"Sembra che sarà un'altra giornata calda"
Mihawk aprí una palpebra. "Buon esercizio per quando saremo all'inferno"
 
Shanks sorrise. "In ogni caso, non ho detto nulla al tuo amico."
"Facciamo che ti credo"
"Qualsiasi cosa sia, la porteremo nella tomba?"
"Siamo d'accordo"
"E questa conversazione non è mai avvenuta"
"Non so nemmeno chi sei"
Il rosso si sollevò sui gomiti. "Questo ha fatto male, lo hai portato un po' troppo in lá questo giochetto"
"Strana cosa da dire considerando che sei uno sconosciuto"
Shanks fece un gemito di dolore portando una mano sul petto e Mihawk sorrise.
"Non provare mai più a fregarmi, Rosso, altrimenti dovrò schiacciarti"
"Kinky"
 
Il moro alzò gli occhi al cielo e afferrò il cellulare che vibrava da qualche secondo, mentre l'altro si rivestiva.
"Pronto?"
 
"Mihawk. MIHAWK LO SAI COSA HA DETTO?"
"Cosa."
"Sai come salutano i chihuahua in Giappone?"
"Oh no"
"Konnichihuahua"
"Quelle risate che sento in sottofondo sono le sue, vero?"
"Fa battute di merda e poi ride da solo finché non respira più. In effetti potrei dargli una mano a riguardo…"
"Torno tra poco e ti aiuto a nascondere il corpo"
"Sei un vero amico"
 
Shanks lo fissò riporre il cellulare nella tasca dei pantaloni.
"Che c'è?"
Il rosso scosse la testa.
"Sono contento che tu abbia degli amici"
Il moro sbuffò divertito.
"No, non è vero. Sappiamo entrambi che tipo sei." gli rispose alzandosi e avvicinando il volto al suo.
"Tu non vorresti che avessi nulla nella mia vita che non fosse legato a te, sei possessivo, geloso e invadente." gli sussurrò all'orecchio.
"Ho anche dei difetti" commentò Shanks sorridendo.
"Uno è che non ti è mai stata insegnata la vergogna" concluse Mihawk alzando la mano a mo' di saluto ed uscendo dalla casa.
 
Speriamo che Crocodile non lo abbia ucciso senza di me. Siamo amici a quanto pare, e gli amici condividono tutto: un pezzo di torta, un tè e un buon omicidio.









 
Angolo dell'Autrice:
Penultimo capitolo! Ormai siamo alla fine, e si è sbrogliata tutta la matassa.

Al prossimo lunedì con l'ultimo capitolo,
a presto,
A. of S.

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Capitolo 19
*** XIX ***


XIX
 

It's too early for surrender
Too late for a prayer
We can't go to hell if we're already there
They say the end is coming
And I need to prepare
We can't go to hell if we're already there








Mihawk trovò davvero Doflamingo sdraiato sul pavimento, ma purtroppo ancora respirante.
Crocodile stava placidamente bevendo seduto su una sedia. In effetti non lo aveva mai visto senza una tazza o un sigaro in mano quando si rilassava.
Stava per rimproverarlo sul fatto di aver lasciato il biondo vivo e vegeto, quando si rese conto che Doflamingo era sí sdraiato per terra, ma con le mani legate dietro la schiena.
"Kinky" sussurrò Mihawk e a Crocodile venne uno strano dejavu.
"Tu e Shanks siete molto legati" commentò bevendo.
 
Lo spadaccino si sedette di fronte a lui.
"Anche Doflamingo a quanto pare"
Il moro gli sorrise.
"Immaginavo avessi avuto storie anche con uomini, ma ho il sentore che siano tutti morti per cause naturali, e non credo nemmeno per mano tua."
 
"Probabile. Ho provato emozioni, ho deciso che non era per me, grazie per l'opportunità, recensione una stella."
Doflamingo sghignazzò.
"Con tutto il rispetto per questa tua opinione, che è zero, sei completamente in errore"
 
Crocodile sbuffò e lasciò che Mihawk li ignorasse in favore di prepararsi una cioccolata calda.
"Una volta ho assoldato degli assassini per ucciderlo" cominciò lo spadaccino mentre versava la bevanda dentro un calice da vino, solo per far innervosire il moro. "Si è presentato a casa mia con una scatola di cioccolatini dicendo ‹È stato un bel gesto, ha significato molto per me sapere che sono sempre nei tuoi pensieri.›… Da quel momento credo di aver smesso di cercare un significato nell'esistenza del Rosso."
 
Crocodile inspirò mentre Mihawk si girava la cioccolata, ovviamente innervosito dal calice.
"Dovresti fare un esame di coscienza più spesso, aiuta a superare i problemi."
 
"Già. Ma tu devi essere drammatico prima" concluse il biondo accavallando una gamba sull'altra e rivolgendogli un sorrisetto di scherno.
Il moro roteò gli occhi e tornò ad ignorarlo.
"Stiamo discutendo la mia relazione con Shanks? Oppure mi stavate aspettando per guardare un film? O pranzare?" chiese Mihawk appoggiandosi allo schienale.
 
"Entrambi! Ma Croco-chan doveva fare prima il drammatico. Non mi sorprenderei se tra qualche anno avesse un ufficio con una bella scrivania, una poltrona nera in pelle, e accogliesse le persone girandosi lentamente e dicesse ‹Ci vediamo di nuovo Signor Bond.›, il tutto con un gatto in grembo." concluse Doflamingo facendo spallucce, o almeno provandoci, a causa del nodo stretto attorno ai polsi e agli avambracci.
 
I due lo guardarono per qualche secondo e poi risero.
 
"Un bel look in effetti, ti donerebbe anche Mister Zero."
"Certo. Tutto mi donerebbe considerando chi sono. Ed è inutile che mi prendi in giro.
Tu avresti un castello da qualche parte, su cui girano strane leggende di fantasmi e omicidi, e i bambini che provano ad avvicinarsi scapperebbero urlando al solo rumore di qualcuno che affila una lama." lo rimbeccò Crocodile mentre Mihawk annuiva.
"Un sogno. Magari allevo qualche animale pericoloso da mettere in giardino. E nel tempo libero vado a trovare Doflamingo nella sua isola tropicale abitata da persone che lo amano e lo adorano come una divinità, mentre lui si gode la vita in una villa sul monte più alto, con piscine e fenicotteri, mentre tutto attorno ci sono girasoli e iris." aggiunse Mihawk spostando lo sguardo sul biondo.
"Mi usereste solo per costruirvi un alibi"
"Non dimenticare le piscine"
"Che amici di merda"
"Gli opposti si attraggono, ma sono i simili che continuano ad essere parte della tua vita fino alla morte."
 
"Che poesia Croco-chan"
"Stai zitto e rimani lí finché non ho finito di cucinare"
"Sei davvero cattivo"
"Allora aspetta di vedermi con qualcuno che non mi piace"
"Sei davvero adorabile, ringrazia che sono legato. Anche se ho le gambe libere e…"
"No." commentò Mihawk portandosi una mano sulla fronte.
 
Incredibile quanto il tempismo abbia un ruolo in tutto, accade qualcosa nel momento esatto che ti serve per poter andare avanti, o semplicemente capire qualcosa che hai lasciato indietro.
E io di questi due non mi libererò mai.
 
"Faccio la pasta con pomodorini, basilico e bufala così non c'è bisogno di cucinare qualcosa di vegetariano per Mipo"
"Grazie"
"Tanto sappiamo tutti che la carne l'ha già mangiata oggi"
"Doflamingo fai schifo"
"Lo so"
 
E non sono certo di volere che le cose vadano diversamente.
 
 
 
 
˗ˏˋ  𔘓   ˎˊ˗
 
 
 
 
"Signor Crocodile, lei ha messo le mani in una situazione che non le concerne, e purtroppo ora ne dovrà pagare le conseguenze." commentò l'uomo mentre attorno i suoi amichetti ridevano.
 
Peccato non aver mangiato prima di andare al lavoro oggi, una bella bistecca ora sarebbe stata perfetta.
 
Le manette che lo tenevano ancorato al palo in metallo dietro di lui gli stavano dando fastidio, segandogli i polsi. Dal volto dell'uomo non scaturiva però alcuna emozione, se non un leggero divertimento. Attorno agli occhi vi era qualche ruga che rendeva il sguardo ancora più profondo e difficile da sopportare, mentre i vestiti di marca, ora sporchi di fango e sangue, trasmettevano potere.
Chiunque se lo fosse trovato davanti avrebbe capito di essere di fronte a qualcuno che non andava provocato. Un uomo saggio avrebbe fatto un passo indietro per farlo passare, un pazzo lo avrebbe rapito e appeso ad un palo per liberarsi della sua enorme influenza nell'ambiente illegale della malavita.
 
"Qualche ultima parola?" commentò il tizio che aveva parlato poco prima, alzando la pistola e puntandogliela in faccia. "Vuoi pregare Dio?"
Altre risate.
 
"Non sono un uomo religioso" commentò con una voce bassa e canzonatoria. "Ma, se dovessi esprimere la mia idea a riguardo, credo che come aiuto dall'alto sceglierei un cecchino"
Appena finito di pronunciare l'ultima parola, dei colpi, più simili a dei sibili, sferzarono l'aria attorno a lui, colpendo uno ad uno le persone che aveva di fronte.
 
 
A circa cinquecento metri di distanza, su un tetto di un vecchio edificio, un uomo dai capelli scuri maneggiava un fucile, guardando dentro il mirino e sparando ogni due secondi precisi.
"Adoro guardarti quando uccidi la gente. E Adoro ancora di più quando spari perché arricci il piede destro in alto, Dio, è così adorabile"
"Shanks"
"Cosa, mon cher?"
"Taci, sto lavorando"
L'uomo dai capelli rossi appoggiò nuovamente il mento sul palmo della mano con un sospiro, e continuò a guardare Drakul Mihawk, campione di kendo e affermato traduttore, nonché assassino a tempo perso, continuare a premere il grilletto.
 
Doflamingo entrò e vide una marea di corpi stesi sul pavimento.
Trovò quello che stava cercando poco più avanti, e un ghigno gli si ampliò sul volto.
Nonostante fosse legato e impotente, Crocodile riusciva comunque ad intimorire e a dominare l'intera stanza in cui si trovava con la sua presenza.
"Croco-chan, ti vedo poco in forma"
L'altro non si degnò nemmeno di rispondergli, ma lo fissò alzando un sopracciglio.
"Ok, ti libero. Anche se morte, sangue, tu legato ad un palo… potrebbe benissimo essere uno dei miei sogni preferiti"
"Se vuoi essere sicuro di non dormire ti colpisco volentieri" rispose il moro inclinando la testa.
"Kinky"
 
Crocodile sorrise.
 
 
.
 
 
"Smettila di toccarmi con quello stantuffo o ti stacco la mano a morsi"
Mihawk si fermò qualche secondo per rivolgere uno sguardo divertito all'uomo seduto davanti a lui.
"Sarebbe alquanto interessante da vedere."
"Smettetela di flirtare quando io non ci sono" sbottò il biondo entrando nella stanza quasi sbattendo i piedi.
 
A volte si comporta come un bambino di tre anni.
 
"Sono un po' preoccupato se questa è la tua idea di flirt, ma, trattandosi di te, non sono nemmeno troppo sorpreso" commentò lo spadaccino, mentre continuava a disinfettare il taglio sulla fronte di Crocodile.
"Chi dei due mi ha usato come esca questa volta?" commentò quasi ringhiando il moro.
"Croco-chan. Mi offendi. Qui c'è solo una persona che sapeva dove fossi, ed è la stessa che ha avuto il tempo per appostarsi su un tetto" rispose Doflamingo.
"E invece mi dispiace, ma ero lí solo perché me lo ha detto il Rosso. A quanto pare voleva liberarsi di quella cellula terroristica da mesi, ovviamente sono riuscito a sapere cosa progettavano di fare, quando e a chi, e ho agito di conseguenza."
Crocodile roteò gli occhi al cielo in un gesto di stizza.
"La dovete smettere di usarmi tutti come esca per risolvere i vostri problemi. Prima Doflamingo, dopo te, Mihawk, adesso Shanks."
 
Doflamingo si piegò in avanti e gli sollevò il volto, passandogli il pollice sulle labbra.
"Ma nessuno di noi è così sexy con i vestiti strappati e ricoperto di sangue, come potremmo scegliere qualcun altro"
Sul volto di Mihawk si dipinse un'espressione disgustata alla vista della dimostrazione d'affetto tra i due: erano passati anni da quando si erano messi insieme, ma tutt'ora, la prima reazione che gli provocava assistere alla loro strana e malata pda, era un rigurgito.
 
Si allontanò per prendere una bottiglia di whisky dalla dispensa rivolgendo le spalle alla coppia.
Nonostante avessero finito gli studi, fossero cresciuti e si fossero fatti un nome nel mondo legale e non, quell'appartamento rimaneva un posto sicuro, un luogo di incontro per giocare a poker, guardare film o semplicemente prendersi una pausa da tutto il resto.
Lo avevano comprato e rimesso in sesto perché - come amava ricordare Crocodile - alla fine erano dei sentimentali, e si erano legati a quelle quattro mura sgangherate.
 
"Doflamingo, lo sai che non devi rivolgermi la parola prima delle 9 di mattina"
"Ma sono le sette di sera!"
"Da qualche parte sono ancora le otto, silenzio"
 
Nell'angolo del salotto spiccava una vecchia bicicletta, un monito e un ricordo di quando rischiarono di farsi arrestare perché avevano deciso di salirci in tre e di tornare a casa: Doflamingo pedalava, Crocodile era seduto sul sellino e Mihawk sul portapacchi (nonostante volesse andare nel cestino davanti).
 
"Oh, Falchetto andiamo a bere in terrazza! Sta piovendo, è perfetto, adoro la pioggia"
"Aiuta a pulire le tracce di un delitto" commentò Crocodile passandogli davanti.
"Non se usi come arma un pezzo di ghiaccio" gli rispose Mihawk, e Crocodile sbattè il suo bicchiere contro il suo in segno di assenso.
"Comincio a mettere in dubbio la vostra sanità mentale."
"Sulla tua nessuno ha mai avuto dei dubbi"
"Vero, non ricordo di aver mai avuto un simile fastidio" ghignò il biondo.
"Vi siete tolti le scarpe prima di entrare in casa, vero? Se sporcate il pavimento vi butto fuori" sbottò Crocodile guardandoli male.
"Croco-chan non iniziare con le tue manie" rispose Doflamingo togliendosi comunque le scarpe, seguito a ruota da un divertito Mihawk.
 
 
Le cose cambiano per rimanere sempre le stesse.
 
 
Si sedetterò in terrazza a bere; Crocodile accese un sigaro e nessuno parlò più. Poco dopo smise di piovere e il cielo si rischiarò, mostrando qualche timida stella e una falce di luna.
 
 
 
 
 
 
The End
 
 
 
 
 
 
 
Angolo dell'autrice:
Ebbene sí, è finita. Se siete stati attenti è finita esattamente come è iniziata, con le stesse battute e le stesse reazioni.
Volevo trattare della loro vita universitaria mentre erano invischiati nel crimine, ma non ho resistito nel mettere alla fine un pezzo sul futuro e su come si sarebbero svolte le loro vite una volta adulti.
Anche qui c'è una citazione da un film che ho usato in altre storie, RED.
E anche qui c'è un'amicizia che non avrebbe dovuto svilupparsi, ma che invece resiste e si fortifica con gli anni.
 
Spero davvero che vi sia piaciuta.
Lasciatemi un commento se volete,
A presto,
Ace of Spades
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