Tokyo Ghoul - The Reaper

di EragonForever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 - Rin ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 - Pensieri Prematuri ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 - Non lo accetterò mai ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 - Ricordi al Cimitero ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 - Si vergognerebbe di te ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - E' giunto il momento ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 - Partner ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 - Viaggio nei Ricordi ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 - Viaggio nei Ricordi 2 Parte ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 - Fa come Vuoi ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 - La Nascita della Mietitrice ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 - Decisione Presa ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 - Siamo una Squadra ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 - Lasciati Aiutare ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 - Rin ***


Capitolo 1: Rin

Tokyo, una città bellissima ma allo stesso tempo caotica, dove la vita scorre ogni giorno allo stesso modo, una vita tuttavia minacciata da qualcosa di inumano, qualcosa che agli occhi del mondo non dovrebbe nemmeno esistere … i Ghoul, esseri all'apparenza umani ma che in verità hanno una sola differenza. Si cibano di carne umana per sopravvivere, seminando il panico ovunque vadano.

Ma, fortunatamente, Tokyo ha i suoi angeli custodi, coloro che combattono per estirpare quella minaccia … le Colombe della CCG.

Mi chiamo Rin Hamano e questa che sto per raccontarvi … è la mia storia.

 

Era una normale giornata come tante alla sede centrale della CCG, tutti svolgevamo i loro lavori abitudinari di routine. All'apparenza sembrava tutto tranquillo, o meglio … quasi tutto. Quella mattina l'investigatrice speciale di primo grado Akira Mado era uscita con un'aria alquanto infastidita dal suo ufficio e si stava dirigendo di gran carriera verso una postazione ben precisa, ma, con suo sommo nervoso, la trovò vuota. Sospirò pesantemente, cercando di mantenere la calma, nonostante gli sguardi intimoriti dei presenti.

“Dov'è l'investigatrice speciale Hamano?”, domandò seccamente.

A quella domanda ci fu un silenzio tombale, quando Suzuya si fece allegramente avanti.

“Stamattina non si è presentata al lavoro, ha detto che non stava bene”

Un tic nervoso comparve sull'occhio destro della donna.

“Come al solito, adesso mi sente”

Detto ciò uscì a grandi falcate dalla sede per poi incamminarsi verso la sua destinazione.

Dannazione Rin, ormai dovresti averlo superato …

Con quei pensieri nella mente giunse in poco tempo alla sua meta, ossia un condominio e, dopo aver preso l'ascensore, salì verso il piano prestabilito. Infine, con un sospiro, si avviò verso un appartamento preciso, tirando fuori le chiavi nel frattempo. Si prese qualche momento, poi le infilò nella serratura aprì la porta.

Ciò che le si presentò davanti fu il più completo disordine, sembrava che fosse passato un tornado dal caos che c'era. La biancheria sporca era sparsa ovunque e qua e la c'erano scartoffie accartocciate, addirittura avanzi di cibo. L'aria era umida e sapeva di chiuso e muffa. Entrò dopo qualche minuto ferma sulla soglia, la luce entrava soffusa dalle finestre. Si chiuse la porta alle spalle per poi tirare su le tapparelle e volgere uno sguardo critico verso il divano, dove stava sonnecchiando colei per cui era venuta con una bottiglia mezza vuota di sakè accanto alla sua mano. Sospirò pesantemente per poi riscuoterla dal suo torpore dopo sbornia.

“Su sveglia.”, la chiamò, scuotendola per una spalla.

La suddetta interessata gemette, alquanto infastidita, per poi aprire a fatica gli occhi, rivelando due iridi color del cielo gonfie di sonno.

“Mmmh … Akira? Come mai qui?”, biascicò con voce assonnata.

A quella domanda la donna sospirò per poi rispondere.

“Che domande, sono venuta a prenderti visto che non ti sei presentata al lavoro stamattina. Come mai?”

“Mh … non ne avevo voglia …”, rispose l'altra con nonchalance.

A quella sua reazione Akira la guardò con uno sguardo carico di rimprovero.

“Lo sai che se continuerai in questo modo finirai per autodistruggerti vero? Sono passati due anni ormai, dovresti prendere più sul serio la tua vita, così come il tuo lavoro, ma da quando è successo stai letteralmente buttando tutto all'aria. Sul serio, ma non ti vergogni per il tuo comportamento?”

Rin a quelle parole la guardò con fare assente.

“No …”, biascicò, ancora assonnata.

Nel vedere quel suo atteggiamento Akira si stizzì non poco, così la trascinò di peso giù dal divano e la portò in bagno dove la fece lavare in modo che si ripigliasse un poco. Una volta finita la doccia uscì alquanto rinsavita e si avvolse il suo corpo tonico e ben allenato nell'asciugamano, mentre la chioma biondo-rossiccia se la raccolse in un altro asciugamano.

“Va meglio adesso?”, domandò Akira, le braccia conserte sotto il morbido seno.

Rin d'altro canto fece per rispondere, ma, improvvisamente, un violento attacco di nausea le attanagliò lo stomaco, quindi corse velocemente sul water dove rigurgitò qualsiasi cosa come se non ci fosse un domani. Akira d'altro canto sospirò per poi massaggiarle la schiena finché gli sforzi di vomito cessarono. Una volta terminato l'attacco di nausea Rin tornò in piedi con fare traballante, verdognola in volto.

“Hai smaltito la sbornia?”, domandò Akira, sorreggendola, per poi avviarsi verso la stanza della ragazza.

“Ora ho mal di testa.”, biascicò la suddetta interessata.

“Ti porterò un'aspirina”

“Ma devo per forza venire al lavoro?”, replicò l'altra.

Akira a ciò sospirò.

“Si, non ti permetterò di stare qui a fare la muffa.”, rispose freddamente.

“Ma è una perdita di tempo, eddai, sii buona.”, protestò la ragazza.

“Credimi, in questo momento lo sono anche troppo, altrimenti ti avrei rovesciato un secchio d'acqua gelida addosso. E comunque che ti piaccia o no, non sei ancora da pensione”

Rin d'altro canto emise un gemito esasperato, sapendo che era inutile replicare oltre visto il carattere di Akira, così si lasciò a malavoglia condurre nella sua stanza. A guardarla era quasi peggio della sala, tutta letteralmente sottosopra, letto sfatto e stropicciato, vestiti sparsi ovunque, sia sporchi che puliti. Anche lì i muri erano sporchi e in giro era sparso del cibo, anche ammuffito, la polvere era dappertutto e l'odore di chiuso era quasi nauseante, così Akira aprì le per cambiare aria. Guardò Rin con rimprovero.

“Almeno qui mi aspettavo un po' più di decenza.”, disse con le braccia conserte.

“Le pulizie non sono il mio forte.”, disse la suddetta interessata con voce atona.

“Certo, come no, guarda che mi ricordo quanto ci tenessi a renderti utile per dargli più sollievo quando tornava dal lavoro.”, replicò Akira.

“Appunto, una volta.”, puntualizzò la ragazza.

La Mado d'altro canto sospirò per poi cercare dei vestiti decenti, la divisa dal lavoro, dandoli poi a Rin che si vestì. Infine la donna le asciugò i capelli e, una volta fatto, entrambe uscirono dall'appartamento per andare verso la sede della CCG, quinque in mano chiuse nelle valigette. Durante il tragitto regnò un teso silenzio e nessuna delle due proferì parola, poiché Rin era alquanto nervosa oltre che arrabbiata.

Giunte poi a destinazione vennero salutate da chi le vedeva passare. Dopo di ciò Akira condusse Rin nella sua postazione, dove le assegnò il lavoro di routine di quella mattina, dicendole di esaminare i rapporti uno a uno, poi se ne andò. Rin a quel punto non poté che rassegnarsi e mettersi al lavoro, seppur a malavoglia.


 

 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Ebbene si, come anticipato, eccomi qui con il primo capitolo della mia nuova Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul. In questa storia ho voluto fare un esperimento, ossia turnarmi tra passato e presente con flashback sul passato della protagonista. Spero di riuscirci XD!

Dunque, il primo capitolo vede l'entrata in della mia protagonista, Rin Hamano. Ma per ora non vi anticipo altro. Spero con il cuore che vi piaccia! Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 - Pensieri Prematuri ***


Capitolo 2: Pensieri Prematuri

Era una giornata piovosa quella mattina a Tokyo, ma anche quando faceva bel tempo nel mio animo era come se piovesse.

Erano passati due anni da quando ero stata salvata dalla persona chiamata Amon Kotaro, uno degli investigatori più in gamba della CCG. Due anni di tormenti e notti insonni, due anni in cui mi sembrava di vivere in un incubo senza fine, vivere nella disperazione più totale, in cui passavo le mie giornate in un angolo a piangere.

Ma in quel lasso di tempo solo una cosa mi aveva fatto andare avanti, una cosa che in una bambina di 10 anni era quasi impossibile che si formasse, ma, eppure, in me c'era.

Era l'odio. L'odio verso coloro che venivano chiamati … Ghoul, esseri disgustosi che quasi ogni giorno mietevano le nostre vite per sfamarsi e sopravvivere. Certo, se li avessi guardati con occhi diversi molto probabilmente mi avrebbero fatto anche pena ma … dopo tutto quello che avevo passato e stavo passando a causa loro, non potevo covare altro che odio.

Passavo ogni giorno a sperare che ne morisse uno … si, lo so che non sono pensieri che una bambina di 10 anni dovrebbe fare, ma non potevo farci niente.

E in tutto questo schifo solo lui si preoccupava per me, l'unica persona che quella notte mi aveva mostrato compassione prendendomi con se.

Quella mattina ero come al solito affacciata alla finestra della mia stanza, uno sguardo vuoto in viso, assorta nei miei pensieri, quando la sua figura fece capolino dalla porta.

Rin, io vado al lavoro, ci vediamo stasera ok?”

Mi voltai, guardandolo nelle sue iridi turchesi.

Ne ucciderai uno anche stavolta vero?”, domandai con voce atona.

A quella domanda Amon sospirò, per poi entrare e affiancarmi.

Se ti dicessi di si tu saresti felice, giusto?”

Si e poi … finché non potrò ucciderli con le mie mani tu lo farai al posto mio …”, risposi io.

I suoi occhi turchesi mi guardarono con fare stranito quando dissi quelle parole, quindi sospirai.

So a cosa stai pensando …”

Amon d'altro canto fece per dire qualcosa ma poi sospirò a sua volta.

Ne riparliamo stasera … fa la brava va bene?”

Annuii e, dopo avermi dato un bacio sul capo, uscì per andare al lavoro, lasciandomi sola.

Io invece rimasi ancora un po' a guardare fuori, assorta nei miei pensieri. Ero consapevole di averlo alquanto turbato, ma in fondo non potevo farci niente. Sospirai per poi iniziare a fare le pulizie, era l'unico modo che avevo al momento per cercare di non essere un peso, ma soprattutto … per non pensare.

 

Nel frattempo Amon era arrivato al lavoro, un'aria alquanto pensierosa, cosa che il suo partner Mado notò praticamente subito, quindi lo affiancò.

A che pensi stavolta?”

A quella domanda Amon sospirò.

Ormai mi conosci, sai qual'è la fonte dei miei pensieri”

Certo che lo so” esordì Mado, ridacchiando, per poi ricomporsi “Che è successo stavolta?”

Prima di rispondere Kotaro si fece pensieroso per qualche secondo poi, con un sospiro, parlò.

Da quando l'ho presa con me due anni fa ho sempre sperato che non facesse certi pensieri ma … stamattina prima di partire mi hq chiesto se avrei ucciso dei Ghoul anche oggi”

E tu che hai risposto?”, domandò Mado, incuriosito.

Le ho chiesto se l'avrei resa felice dicendole di si e lei ha detto che … finché non li ucciderà con le sue mani lo farò io al posto suo …”, concluse Amon.

Finito il racconto il suo partner sospirò.

A quanto pare l'unica cosa che la sta facendo andare avanti è il profondo odio verso i Ghoul …”

Mh … non posso che darti ragione però … sono comunque preoccupato …”

E' normale, sei il suo padre adottivo adesso ma, se posso darti un consiglio … ricorda il perché hai deciso di prenderla con te”

A quelle parole Amon annuì poi, insieme al saggio partner, iniziò la sua giornata lavorativa, che si concluse come sempre verso il tramonto. Così, finito il turno, tornò a casa, dove mi trovò che avevo, come quasi ogni sera, preparato la cena. Non appena lo vidi, li corsi incontro, abbracciandolo. Lui ricambiò la mia stretta, stringendomi con fare protettivo per qualche secondo, poi sciolse il contatto, si tolse l'impermeabile e, dopo aver poggiato la quinque, venne in cucina. Ci sedemmo a mangiare e mi fece i complimenti. Per il resto fu una cena tranquilla e, non appena finimmo, lavai i piatti mentre Amon sparecchiò. Infine andammo sul divano. Sospirai, consapevole che da lì a poco avremmo parlato e, infatti …

So cosa vorresti dirmi …”, mormorai.

Amon allora sospirò, prendendomi le mani e specchiarsi nelle mie azzurre.

Senti … riguardo a stamattina mi ha alquanto preoccupato il fatto che tu abbia iniziato a farti certi pensieri …”

Perché? Pensi che non debba farmeli perché sono ancora una bambina?”, chiesi con voce atona.

Amon sussultò a quelle mie parole, poi sospirò.

Si, lo penso e sono dell'idea che sono troppo prematuri …” esordì, facendo una pausa e riprendendo poco dopo “Ascolta, comprendo perfettamente come ti senti e vorrei aiutarti per quanto mi sia possibile. Non ti ho presa con me per vederti morire poco a poco ma, per darti una seconda possibilità”

A quelle parole lo guardai con sguardo assente.

Davvero … vorresti aiutarmi?”

Certamente, altrimenti non sarei un padre adottivo se non lo facessi …”

Sospirai, specchiandomi nelle sue iridi turchesi.

Se vuoi davvero aiutarmi … fammi entrare nella CCG, così potrò vendicarmi una volta per tutte …”

Nel sentire tale richiesta Amon mi prese per le spalle.

Stai scherzando spero …”, replicò, incredulo, oltre che colto alla sprovvista.

Scossi fermamente la testa.

Sono serissima”

Stavolta fu lui a scuotere il capo.

E' una follia bella e buona, sei ancora piccola e hai tutta la vita davanti. Non vorrai mica gettarla via iniziando una crociata senza fine mi auguro …”

Non mi interessa! Io ho già smesso di vivere quando i miei genitori sono morti per mano di quei mostri! Ho solo l'odio a mantenermi in vita, nient'altro!”, esclamai.

Amon mi guardò alquanto allibito dalle mie parole, poiché non si sarebbe mai aspettato una risposta del genere da parte mia. Mi guardò con rimprovero.

E' fuori questione, non ti ho adottata per vederti avvolta in un lenzuolo bianco troppo presto, ma per farti continuare a vivere”

A ciò sospirai pesantemente.

Guarda che anche tu sei entrato nella CCG per il mio stesso motivo, quindi non hai il diritto di giudicarmi se anch'io voglio fare lo stesso …”

Lui d'altro canto sospirò.

E' vero, non ce l'ho, ma ho comunque il timore che se entrassi nella CCG il tuo animo ancora innocente possa cambiare in peggio …”, mormorò.

Io allora lo guardai con un lieve sorriso.

Ti prometto che non accadrà, vedrai …”

Amon d'altro canto mi guardò per qualche secondo, consapevole che non mi avrebbe fatto mai cambiare idea, poiché ero troppo testarda, quindi annuì.

E va bene … hai vinto …”

A ciò esultai, anche se in cuor mio sapevo che avrebbe comunque sperato che cambiassi idea.

 

 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con il secondo capitolo! Stavolta è un flashback dove si intravede una parte del passato di Rin, poiché, come vi ho anticipato l'ultima volta, questa storia sarà alternata tra passato e presente. Ho provato a scrivere in prima persona, spero che possa rendere l'idea di pensiero di Rin.

Ringrazio come sempre Franky93 e Danymoonguardian per le loro immancabili recensioni! Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 - Non lo accetterò mai ***


Capitolo 3: “Non lo acetterò mai”

Si riscosse dal torpore che era quasi ora di tornare a casa. Aveva finito il lavoro che Akira le aveva chiesto, così si alzò, la quinque in mano e i rapporti nell'altra e si avviò verso l'ufficio della donna,

Chissà perché mi è tornato in mente … pensò tra se e se.

Era assorta nei suoi pensieri quando …

“Buon pomeriggio signorina Hamano”

Nell'udire quella voce Rin emise un sospiro seccato, volgendo poi lo sguardo al suo legittimo proprietario: Haise Sasaki, meglio conosciuto come Ken Kaneki. L'occhiata che le rivolse fu gelida come il ghiaccio e, senza salutarlo, proseguì oltre.

Dannazione, sempre tra i piedi … se solo non fosse nella squadra speciale lo ucciderei seduta stante …

Più volte quel pensiero le aveva sfiorato la mente negli ultimi due anni, ma non aveva mai potuto metterlo in pratica a causa del fatto che ora facesse parte della CCG.

Con quello stesso sguardo gelido mise piede nell'ufficio di Akira che, non appena la vide, sospirò.

“So il motivo di quello sguardo … hai visto Haise vero?”

Rin in risposta sospirò con fare seccato.

“Già …” esordì, per poi incrociare le braccia “E ora mi chiedo da quando la CCG si è abbassata a collaborare con quei mezzi Ghoul … proprio non capisco”

A quelle parole la donna si fece seria.

“So che può sembrare assurdo da dire, ma sono una risorsa speciale di cui dobbiamo disporre se vogliamo continuare con il nostro lavoro”

La Hamano a quel punto emise un gemito frustrato.

“Sia come sia, ma non accetterò mai una cosa del genere” ribatté, per poi cambiare argomento posando i rapporti sulla scrivania “Ho fatto come mi hai chiesto.”, disse stancamente.

“Ottimo” esordì Akira per poi esaminare il lavoro svolto dalla sua sottoposta con attenzione e, infine, sorrise lievemente “Come sempre un lavoro ben fatto”

“Grazie …” mormorò Rin di rimando, per poi voltarsi “Se non c'è altro io vado”

La donna in risposta sospirò.

“No non c'è altro, va pure”

La giovane allora uscì dall'ufficio e, una volta uscita, Akira si avvicinò alla finestra, guardando il cielo.

“Che cosa devo fare con lei eh … Amon?”


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul. Qui possiamo vedere l'ostilità di Rin verso i fantomatici Ghoul, ma non temete, presto avrete tutte le risposte. Perdonate la brevità del capitolo, ma spero comunque che vi piaccia!

Ringrazio Franky93 per le sue recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 - Ricordi al Cimitero ***


Capitolo 4: Ricordi al Cimitero

Rin nel frattempo, dopo essere uscita dalla Sede della CCG, si diresse verso una meta precisa: il cimitero. Da quando Amon era morto due anni prima, era diventata una sua abitudine, presa ovviamente da quest'ultimo, poiché ogni volta lo aveva sempre accompagnato a trovare Mado. Mai avrebbe immaginato che sarebbe capitato anche a lei, poiché il fatto che Amon fosse morto in quel modo le pareva ancora assurdo dopo due anni.

Infine, persa nei suoi pensieri, giunse alla tomba, dove posò un mazzo di gigli bianchi. Dopo di ciò volse lo sguardo alla lapide e, con un sospiro, parlò.

“Ciao … eccomi qui come ogni pomeriggio a raccontarti lo schifo delle mie giornate …” esordì, riprendendo subito dopo “Sai, stamattina Akira è dovuta venirmi a prendere a casa perché ero ancora sbronza a letto. Mi ha fatto fare uno stupido lavoro di routine, come oramai tutte le mattine, non mi manda nemmeno in missione e solo perché non ho un partner, ma non vuole capire il motivo per cui non lo ritengo necessario …” i suoi occhi iniziarono a inumidirsi “V-vorrei tanto riaverti qui con me … mi avevi promesso che saresti tornato da me … i-io non … non so più cosa fare …”

Le lacrime amare le rigavano ormai le guance e, nel mentre sfogava il suo dolore, la sua mente volò di nuovo indietro nel tempo.


 

Era arrivata la fatidica notte della resa dei conti verso l'Anteiku. Me ne stavo in camera mia in preda all'ansia … poiché il terrore di rimanere di nuovo sola mi aveva completamente avvolto nelle sue spire. Improvvisamente la porta della mia stanza si aprì e vidi Amon nella sua divisa da combattimento. Lo guardai, gli occhi velati.

A-allora è … arrivato il momento …”, mormorai.

Amon allora si sedette al mio fianco, posandomi una mano sulla spalla.

Si Rin, è arrivato” esordì per poi prendermi il volto tra le mani “Credimi, non andrei se potessi, ma è la resa dei conti e …”

Lo so …” lo interruppi “Lo so che è il tuo dovere …” iniziai a singhiozzare “Ma ti prego … promettimi che tornerai da me, ok? Promettimelo”

Amon allora mi strinse con forza.

Te lo prometto … tornerò da te sano e salvo, hai la mia parola”

Io annuìì e mi accoccolai maggiormente tra le sue braccia, senza dire altro, godendo ancora un po' della sua presenza. Ciò durò qualche secondo, poi Amon sciolse delicatamente l'abbraccio, mi diede un bacio sulla fronte e uscì, lasciandomi sola. Quella notte fu la prima in cui pregai.

Il mattino seguente venni svegliata dallo bussare alla porta e, anche se ero mezza addormentata, corsi ad aprire.

Sei torna … to …”

Rimasi sorpresa nel vedere Akira Mado, ancora in uniforme.

Scusa per il poco preavviso … posso entrare?”, domandò, il tono della voce che tradiva un velo di tristezza.

Oh … si, entra pure.”, la invitai, facendola poi accomodare sul divano e chiudendo la porta.

Poi mi sedetti al suo fianco, ansiosa.

Comunque, come mai qui? Sei venuta a raccontarmi della battaglia? Abbiamo vinto? E Amon sta tornando, vero?”

A tutte quelle domande Akira sospirò mestamente.

Si … abbiamo vinto, ma è stata molto dura …” mormorò per poi prendermi per le spalle, gli occhi lucidi “E per quanto riguarda Amon è …”

No!” la bloccai, intuendo purtroppo cosa volesse dire “Non può essere morto … mi ha promesso che sarebbe tornato da me … quindi deve essere ancora vivo …”, replicai, la voce che mi tremava.

Akira in risposta scosse la testa, prossima al pianto.

Credimi … non te lo direi se non lo avessi visto con i miei occhi … ma purtroppo non … non tornerà più …”

A ciò il mio cuore perse un battito poiché sapevo se qualcuno mentiva o meno e Akira ahimè … non stava mentendo. Abbassai lo sguardo, stringendomi le braccia attorno al petto, il corpo che tremava.

C-come è … morto?”, chiesi con voce spezzata.

Lei allora sospirò nuovamente, poiché ciò le costava sforzo.

E' successo durante lo scontro con Benda sull'Occhio, alias Ken Kaneki … ma purtroppo il nemico ha prevalso … Amon però si è battuto fino all'ultimo respiro …”, raccontò.

Nel sentire ciò non riuscìì più a trattenermi e scoppiai in singhiozzi disperati, scioccata. Mai avrei pensato che uno forte come Amon potesse morire in battaglia e invece … era successo e ora non sarebbe più tornato da me.

Akira poco dopo mi strinse a se con vigore nel tentativo di calmarmi e io allora mi aggrappai al suo petto, incapace di fermarmi.

O-ora che … che ne sarà di me'? Sono di nuovo sola … cosa farò? D-dove andrò?”, gemetti.

Akira in risposta mi strinse più forte.

Non temere Rin … Amon aveva espresso che, in caso fosse venuto a mancare, l'appartamento sarebbe rimasto a te, me lo disse personalmente … mi chiese anche di promettergli che avrei badato io a te in caso di necessità” mi strinse di più “Quindi tranquilla, d'ora in poi non sarai più sola”

Ciò però fece diventare il mio pianto più straziante.

S-se solo avessi partecipato anch'io alla battaglia s-sarebbe ancora vivo! E' tutta colpa mia! L-lo rivoglio! Lo rivoglio qui con me! N-non doveva morire, non doveva!”, esclamai.

In risposta Akira non disse nulla, ma si limitò a consolarmi con la sua presenza, ascoltando il mio pianto, finché, esausta, non crollai addormentata tra le sue braccia.

Il ricordo poi cambiò: mi rividi nel periodo del lutto con ogni giorno in lacrime, le notti insonni e infine … il mio drastico cambiamento verso la via dell'alcolismo, le giornate nei bar con i boccali di sakè, le notti sul divano con una bottiglia. E ogni volta lei era sempre li, pronta a tirarmi fuori dal baratro, tentando di riportarmi sulla retta via. Rividi le nostre litigate e lei che continuava a ripetermi …

Non puoi gettare via così la tua vita Rin! Devi reagire! Reagisci per l'amor del cielo!”

E io rispondevo …

Taci! Tu non sai quello che provo!”

Quanto avevo torto …

I ricordi poi cambiarono nuovamente e rividi le mie buie giornate passate sulla sua tomba …


 

Rin riaprì gli occhi, ridestandosi da quel torpore, aveva gli occhi arrossati e il fiato corto, segno che il pianto era stato incessante. Si massaggiò il petto dolente, alzandosi a fatica poco dopo, dette una carezza alla tomba di Amon, un lieve sorriso appena accennato.

“Grazie per avermi ascoltata … a domani”

E con quelle parole andò a mangiare al solito ristorante ed infine tornò a casa con una bottiglia di sakè in mano.


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul. Durante le vacanze al mare ho avuto modo di andare un pochino avanti anche con questa storia e questo mi ha reso felice!

In questo capitolo riemerge uno dei ricordi più dolorosi della nostra Rin ovvero la perdita di Amon, spero vi piaccia!

Ringrazio Franky93 per le sue recensioni e anche i lettori silenziosi!

Detto ciò a mercoledì prossimo!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 - Si vergognerebbe di te ***


Capitolo 5: “Si vergognerebbe di te”

Una secchiata d'acqua gelida travolse il volto addormentato di Rin, che si svegliò imprecando, mentre la figura di Akira la guardava con sguardo impassibile. Ciò la fece infuriare.

“Si può sapere cosa cazzo ti ha preso?!?”, urlò.

La Mado a ciò emise un sospiro seccato.

“Una punizione per il tuo comportamento, non riesci a stare neanche una notte senza saké eh?”

A quelle parole Rin la fulminò con lo sguardo.

“Se sei venuta a rompermi le palle hai scelto il momento sbagliato! Oggi è il MIO giorno libero, quindi non dovevi scomodarti a venire per svegliarmi!”, esclamò.

Akira a ciò la guardò con le braccia conserte.

“Se non fossi venuta saresti stata a letto tutto il giorno a fare niente che invece di pensare a cosa fare nel tuo giorno libero.”, replicò.

Rin a quel punto si alzò in piedi di scatto, alquanto infastidita.

“Non sei mia madre, quindi smettila di preoccuparti per me hai capito?!? Non me ne faccio niente delle tue preoccupazioni! Non sono più una bambina accidenti!”

Nel sentire quelle parole Akira la guardò, sconvolta.

“Ma ti senti quando parli?!? Ah, Amon si vergognerebbe di te per la misera persona che sei diventata!”

Uno schiaffo violento la colpì sul volto.

“VATTENE! Prima che finisca male VATTENE SUBITO!”, gridò.

Akira a ciò sospirò per poi andarsene senza dire nulla. Non appena rimase sola Rin scoppiò letteralmente in lacrime di rabbia e frustrazione. Si accasciò sul divano, affondando il volto nel cuscino, dove pianse amaramente senza alcun ritegno per una buona oretta. Infine, quando si calmò, si preparò e andò in palestra … dove si allenò fino allo sfinimento.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Qui possiamo vedere chiaramente un punto di rottura tra la nostra Rin e Akira, ma sarà anche un punto di svolta per la storia. Visto che il capitolo è corto pubblicherò anche il sesto.

Comunque ecco una novità: ho deciso di riprendere in mano la mia Fanfiction su ERAGON, ho preso questa decisione perché trovo semplicemente incongruente che una fan dei draghi come me non faccia una fanfiction su ERAGON dove per l'appunto ci sono i draghi. Ciò comporterà a tenere la fanfiction su Owari non Seraph ancora sospesa.

Ringrazio come sempre Franky93 e Danymoonguardian per le loro recensioni e supporto!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - E' giunto il momento ***


Capitolo 6: “E' giunto il momento”

Il giorno seguente al litigio Rin non si presentò al lavoro e Akira non venne a tirarla giù dal letto. Non ricevette neppure una sua chiamata nemmeno dopo che era suonata la sveglia, prontamente spenta, quindi Rin era ripiombata nel sonno. Quando riaprì gli occhi era quasi ora di pranzo, così con un sospiro si alzò, si fece una doccia e infine si vestì con una felpa e dei jeans. Poi si mise dei sandali, prese la borsa e uscì, dirigendosi al solito ristorante. Non appena il proprietario la vide le sorrise caldamente.

“Buongiorno signorina Hamano, niente lavoro oggi?”

La suddetta interessata in risposta sospirò.

“Oggi no …”, mormorò.

“Capisco” esordì l'uomo, per poi continuare “Quando ieri non ti ho vista con la signorina Mado ammetto di essermi preoccupato, nulla di grave spero”

“No, abbiamo solo litigato, niente di particolare …”

“Oh beh, questo mi rassicura” esordì l'altro “Dunque, il solito?”

“Si, due porzioni”

Il proprietario annuì per poi prepararle il suo pranzo abituale in due grandi ciotole e, una volta preparate, glie le diede con un sorriso.

“Ecco a te, buon appetito”

Rin lo ricambiò per poi iniziare a mangiare con sommo gusto il suo pranzo, immersa nei suoi pensieri.

“Sai, vederti mangiare così mi ricorda quando tu e Amon facevate a gara.”, esordì il proprietario dopo un po'.

A quelle parole Rin fece un sorriso nostalgico, ma non disse nulla e continuò il suo pranzo. Infine, una volta finito, pagò, salutò l'uomo e poi si avviò nuovamente verso casa, il cappuccio in testa, quasi come se volesse nascondersi agli occhi del mondo, come se volesse scomparire senza più lasciare traccia. Una volta arrivata aprì la porta ed entrò nel silenzio totale dell'appartamento. Aprì le finestre facendo arieggiare un po' e, toltasi i sandali, andò nella sua stanza, dove prese il telefono che aveva lasciato sul comodino. Vi trovò circa una decina di messaggi e chiamate di Akira, cosa che la fece innervosire, tanto che non rispose nemmeno, troppo arrabbiata per poterlo fare, quindi rimise il telefono dove lo aveva preso.

Mi spiace, ma non avrai facilmente il mio perdono …

E con quel pensiero, si addormentò. Nemmeno nei giorni seguenti si presentò al lavoro, passava le sue giornate tra alcool e palestra, ignorando le continue chiamate di Akira, poiché non ci pensava proprio a chiarire le cose.

Ciò pesava molto alla giovane Mado, tanto che al lavoro aveva iniziato ad essere più nervosa. Tale comportamento era stato subito notato da Haise, poiché suo sottoposto e, preso dalla curiosità, il quarto pomeriggio dal litigio tra le due, andò nell'ufficio di Akira dopo aver bussato.

“Avanti.”, rispose la donna da dentro la stanza.

Il ragazzo allora entrò, suscitando un po' la sorpresa della Mado visto che era il suo giorno libero.

“Oh, Sasaki, cosa ti porta nel mio ufficio? Non era il tuo giorno di riposo oggi?”

Haise annuì.

“Si ma, sono venuto per parlarle di una cosa importante”

Akira a ciò inarcò un sopracciglio.

“Di che cosa si tratta?”

Lui allora si sedette di fronte a lei.

“Più che altro sono qui perché … ero un po' preoccupato, in questi ultimi giorni l'ho vista più nervosa del solito e mi chiedevo se c'era qualche problema …”

A quella risposta Akira sospirò.

“Certo che a te non sfugge niente eh?” esordì per poi continuare “Di recente ho litigato con Rin in modo abbastanza burrascoso … e ammetto di esserci andata giù pesante con le parole, anche se è stato necessario. Risultato? Non mi rivolge più la parola. Sto facendo di tutto per provare a chiarire, ma ogni mio sforzo è del tutto vano …”, raccontò infine.

A quel racconto Haise abbassò lo sguardo.

“Mi dispiace molto per il vostro litigio … se posso fare qualcosa mi chieda pure”

Akira in risposta sorrise lievemente.

“Grazie per il pensiero, ma mi occuperò io di risolvere la questione. Però se vuoi fare qualcosa per me vai a chiamarmi l'investigatore Zyro Amane per favore”

“Certamente.”, annuì Haise per poi congedarsi con un piccolo inchino.

L'attesa che ne seguì non durò molto e, dopo qualche minuto, la persona desiderata fece il suo ingresso.

“Mi avete fatto chiamare signorina Mado?”, chiese una voce maschile.

Akira annuì, volgendo lo sguardo verso il diretto interessato.

“Si, e per un valido motivo” esordì, riprendendo subito dopo “Da questo momento in poi sarai il partner dell'investigatrice Rin Hamano e non accetto obiezioni. È giunto il momento per lei di voltare pagina”


 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Ebbene ecco la svolta che porterà la storia a livelli più alti, Akira senza perdere tempo ha assegnato a Rin un partner. Come reagirà la nostra protagonista? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 - Partner ***


Capitolo 7: Partner

Diversi giorni dopo il litigio con Akira, Rin decise di tornare ugualmente al lavoro nonostante fosse ancora arrabbiata con la donna. C'era però da dire che non era ancora in pensione e finché poteva doveva lavorare.

Quella mattina si era svegliata molto pigramente, a malavoglia e, con tutta la tranquillità del mondo, dopo colazione, si era vestita con la divisa e, con quinque e ombrello in mano perché pioveva. Era un po' vissuto ma svolgeva ancora perfettamente la sua funzione. Ricordava ancora la prima volta che lo aveva visto, la notte in cui aveva perso i suoi genitori e, dopo che Amon era riuscito nel suo dovere, si era messo in ginocchio dinanzi a lei con quello stesso ombrello, dandole riparo dalla pioggia incessante. E ora, assieme alla quinque, era una di quelle poche cose che le rimanevano di lui.

Era talmente persa nei suoi pensieri che non si accorse nemmeno di essere giunta alla Sede. Sospirò per poi chiudere l'ombrello, lo posò nel portaombrelli ed entrò con passo pigro, avviandosi verso gli uffici dove stava la sua postazione. Mentre camminava ricevette non pochi sguardi sorpresi, ma non ci badò nemmeno, non fece neppure caso ai bisbigli di corridoio, continuando quindi a proseguire con aria assente, fino a che, improvvisamente, con fare non poco seccato, giunse nella sua postazione e trovò qualcuno che sicuramente non era gradito. Non appena lui posò su di lei gli occhi celesti, sorrise.

“Era ora che tornassi … Hamano”

Rin lo guardò con fare omicida.

“Che diavolo ci fai qui Akame?!? Sloggia!”, esclamò.

Il ragazzo in risposta si passò una mano tra i capelli albini.

“Sai … credo che ora dovresti portarmi un po' più di rispetto … partner …”

A quelle parole la suddetta interessata strabuzzò gli occhi.

“Ma che cazzo dici! Non siamo partner e MAI lo saremo!”, ribatté, arrabbiata.

“Spiacente zuccherino, non sei tu che decidi, è stata Akira stessa a decidere la cosa qualche giorno dopo il vostro litigio. Mi ha detto che è giunto per te il momento di voltare pagina e quindi …”

“CHE COSA?!?” urlò Rin, interrompendolo “Adesso mi sente!”

Detto ciò andò di gran carriera verso l'ufficio della donna e, senza troppe cerimonie, spalancò furiosa la porta. Nel vederla Akira sopirò.

“Sapevo che la notizia non ti sarebbe piaciuta”

Rin allora con passi pesanti raggiunse la scrivania, sbattendo i palmi delle mani con forza.

“Senti un po', MA CHE DIAMINE TI E' SALTATO IN MENTE EH?!?” esordì, furiosa “HAI DECISO TUTTO TU e per di più su una cosa così IMPORTANTE?!? Avresti dovuto CONSULTARMI prima accidenti, avevo diritto a una MIA OPINIONE!”

A quella sfuriata Akira non fece nemmeno una piega, anzi, la guardò con fare impassibile.

“Semplicemente non ti ho consultata perché sapevo che avresti detto no, quindi per questo motivo ho agito alle tue spalle.”, spiegò, senza scomporsi.

Nel sentire ciò Rin si infuriò ancora di più.

“Sappi che comunque NON accetterò MAI E POI MAI l'idea di avere un altro partner al di fuori di Amon, mai e poi mai HAI CAPITO?!? MAI!”, gridò, fremente di rabbia.

A quel punto Akira perse letteralmente la pazienza e la scaraventò con violenza contro la parete di fianco, mozzandole il respiro. Poi la inchiodò ad essa e la prese per il bavero, guardandola con occhi di brace.

“Stammi bene a sentire ragazzina dei miei stivali, piantala con questo tuo atteggiamento da vittima! È giunto il momento di CHIARIRE UNA VOLTA PER TUTTE!” gridò, furiosa, stringendo la morsa “Non è vero che non so quello che stai provando, al contrario, lo so benissimo invece! Anch'io come te ho perso i miei genitori a causa dei Ghoul, prima mia madre e poi mio padre, ma di lui immagino che tu lo sappia, e ora ho perso anche Amon! Sono SOLA anch'io lo capisci?!? Ma nonostante il dolore sono andata avanti continuando la crociata di MIO PADRE!” i suoi occhi si velarono “Quindi piantala con il tuo vittimismo e reagisci porca puttana! E che ti piaccia o no Zyro Akame sarà il TUO PARTNER e non cambierò idea CHIARO?!? Devi voltare pagina una volta per tutte!”, concluse infine per poi mollare la presa e prendere profondi respiri per calmarsi.

Rin d'altro canto tossì un poco, facendo rientrare l'aria nei polmoni. Quando si fu ripresa un poco guardò Akira con lo sguardo carico di risentimento.

“Nessuno può decidere per me …” sibilò per poi voltarsi verso la porta “Ma comunque … ci proverò …”, mormorò infine, per poi uscire e sbatterla con foga.

Rimasta sola Akira crollò sulla sedia, esausta, senza proferire parola, e si posò la mano sul volto provato.

Almeno ha fatto un passo avanti dopo due anni nel baratro … pensò tra se e se.


 

Nel frattempo Rin era tornata alla sua postazione dove trovò ancora Zyro che, non appena la vide, le fece un sorrisetto.

“Allora? Glie le hai proprio cantate eh?”

La ragazza in risposta sbuffò con fare seccato.

“Benvenuto all'inferno.”, ribatté, tendendogli la mano.

L'albino d'altro canto sogghignò per poi stringergliela.

“Sarà un inferno molto piacevole allora mia cara partner”

“Ne dubito seriamente … preparati all'esperienza peggiore della tua vita”

E con quelle parole la loro collaborazione … ebbe infine inizio.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Bene gente, e con questo capitolo si dà inizio a una delle svolte più importanti di questa Fanfiction. La nostra Rin, seppur controvoglia, ha accettato Zyro come partner. Come andranno le cose tra loro? Lo scoprirete nei prossimi capitoli!

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 - Viaggio nei Ricordi ***


Capitolo 8: Viaggio nei Ricordi

Una volta tornata a casa dopo quella giornata estenuante, Rin si gettò arrabbiata sul letto, mettendosi poi supina, iniziando poi a riflettere sulle parole di Akira con un sospiro.

“In fondo ha ragione … sono intrappolata in questo baratro da troppo tempo e poi … se non guarderò avanti tutti gli sforzi di Amon … sarebbero strati vani …”, si disse tra se e se per poi chiudere gli occhi, iniziando un nuovo viaggi nei ricordi.

Tokyo, era sempre grigia e cupa nei giorni di pioggia … specialmente quando calava la sera. E quella notte c'era il temporale. Era il giorno del mio ottavo compleanno e, dopo la festa al parco divertimenti con i miei amici, io e i miei genitori stavamo tornando a casa.

Allora Rin, ti è piaciuta la sorpresa?”, mi chiese la mamma con un caldo sorriso.

Si, è stata bellissima! Mi sono proprio divertita!”, trillai.

Sapevamo che ci tenevi tanto tesoro e poi ti meritavi questo premio, sei sempre così brava e buona con tutti che ci sembrava giusto donarti un giorno speciale e meno male che il tempo ha retto.”, disse mio padre mentre guidava.

Già, altrimenti sarebbe stato un vero peccato.”, risposi io.

Un tuono fortissimo rimbombò, facendomi sussultare per lo spavento. Mia madre allora si voltò verso di me con un sorriso.

Vuoi che venga dietro con te?”

Si mammina”

Papà allora fermò la macchina in modo che la mamma scendesse per venirmi vicino. Fu in quel momento che accadde. Due sinistre figure ci sbarrarono la strada, uno sguardo folle in viso, gli occhi neri con venature rosse. Ghoul. Papà allora scese dalla macchina, affiancando la mamma e prese la valigetta con la sua quinque in mano, pronto a difenderci da agente della CCG quale era. Ma … non fu abbastanza. I due mostri fecero strage del suo corpo senza pietà e poi anche quello di mamma. Mi rividi rannicchiata in preda al panico dentro la macchina, impotente e indifesa, incapace di fare nulla. Dopo di ciò uno dei due Ghoul mi tirò con forza fuori dall'auto, stringendomi con qualcosa di viscido che gli spuntava dalla schiena.

Ora farai la stessa fine.”, sibilò.

Fece per darmi il colpo di grazia quando la punta di una lama lo trapassò da parte a parte, sporcandomi di sangue. Caddi seduta e mi guardai attorno, sconvolta. I due mostri erano morti e giacevano in un lago di sangue, ma ero troppo terrorizzata per capire cosa fosse successo.

Ehi, tutto bene piccolina?”

La voce gentile di un uomo mi riscosse. Era inginocchiato alla mia altezza, una mano posata sulla mia spalla, mentre le sue iridi turchesi mi guardavano con apprensione. La chioma era una zazzera corvina e vestiva di un impermeabile beige. Una Colomba della CCG. Lo guardai con gli occhi sgranati e il corpo tutto tremante dalla paura, poi il mio sguardo si posò sui corpi straziati dei miei genitori in una pozza di sangue. Gridai con tutto il fiato che avevo in corpo, un grido di puro terrore misto alla disperazione. L'uomo allora mi strinse al suo petto per rassicurarmi, era un dolce tepore.

Tranquilla, è tutto finito, andrà tutto bene …”, mormorò.

Io in risposta continuai a gridare, in preda al pianto. Ricordo che piansi fino a crollare esausta tra le sue braccia.

 

La scena cambiò e mi rividi in una stanza d'ospedale, la flebo al braccio, vestita del camice bianco da paziente. La luce era soffusa e entrava dalla finestra. Non sapevo quanto tempo fosse passato da quella notte, l'unica cosa di cui ero certa era che fossi viva, ripulita dal sangue e ricoverata. Solo in un secondo momento mi accorsi di non essere sola ma in compagnia dell'uomo che mi aveva salvata, seduto accanto a letto. Mi guardò con un sorriso.

Ben svegliata piccolina, temevo non ti svegliassi più, hai dormito per tre giorni”

Sussultai senza proferire parola. Lui allora mi si sedette vicino.

Tranquilla, l'importante è che tu sia sveglia” esordì poco dopo “A proposito, mi chiamo Amon e tu? Ce l'hai un nome?”

A quella domanda abbassai lo sguardo.

R-R-Rin … mi chiamo Rin …”, dissi con voce roca.

Lui sorrise nel sentire il mio nome.

Rin, davvero molto bello.”, rispose poco dopo.

Io d'altro canto non dissi nulla, mi limitai a guardare il vuoto senza reagire. Amon allora si avvicinò maggiormente a me, prendendomi il viso tra le mani.

Ascolta, comprendo perfettamente come ti senti, anch'io ci sono passato. All'inizio penserai di essere completamente sola … ma se ti guarderai intorno capirai che non è così. Ci sarà sempre qualcuno ad aiutarti.”, mi disse con voce calma e pacata.

Nel sentire quelle parole tremai e non riuscii a trattenere le lacrime che uscirono come un fiume in piena, rigandomi il viso. Amon allora mi abbracciò, stringendomi contro il suo petto e in quella stretta piansi fino a crollare, esausta.

Fu in quel momento che Amon prese la decisione di prendermi con se come figlia adottiva e la cosa mi rese davvero molto felice.

Tuttavia però i primi periodi non furono affatto rosa e fiori, le mie notti erano tormentate dagli incubi. Mi svegliavo sempre nel cuore della notte in preda al panico, gridando e ogni volta Amon era li accanto a me, ma non solo dopo un incubo, anche nei miei momenti più bui. E in entrambi i casi non mi lasciava mai sola, tutta la mia vita ruotava attorno a lui e fu soprattutto per stargli sempre accanto che manifestai il desiderio di entrare nella CCG, oltre che per sterminare i Ghoul.

Ricordo ancora il giorno in cui Amon aveva parlato a Mado della questione e lui si era mostrato alquanto entusiasta, anche se comunque lo avvertì.

Ma sappi che qualunque cosa le accadrà sarà una tua responsabilità”

Quello stesso giorno Amon parlò anche con il direttore, che acconsentì, affidandogli poi il mio addestramento. Tuttavia era subentrato qualcuno di inaspettato, colui che chiamavano “Shinigami”, Kishou Arima e, cosa ancora più strana, aveva espresso il desiderio di addestrarmi. Ciò aveva stupito non poco Amon ma, nonostante il profondo rispetto che nutriva nei suoi confronti, si mostrò alquanto scettico.

Se sarà addestrata da voi verrà sicuramente trasformata in un arma letale.”, aveva replicato.

In fondo è quello che vuole lei, Amon.”, ribadì Arima.

Ricordo che rimase alquanto sconcertato dalla cosa, tanto che la stessa sera ne parlò con me.

Dimmi Rin, è davvero quello che vuoi diventare un'arma della CCG?”, esordì mentre eravamo nella mia stanza.

In risposta io annuii.

Si, per vendicare i miei genitori sarei anche disposta a farlo”

Lui allora mi prese per le spalle con delicatezza.

Ti prego, cerca di ragionare Rin, la via della vendetta non porta mai a niente di buono”

Mi spiace, non riuscirai a farmi cambiare idea tanto facilmente.”, avevo replicato io.

Nei giorni successivi provò di nuovo a farmi cambiare la mia decisione, ma i suoi sforzi furono vani. Così alla fine giungemmo a un compromesso: avrei portato avanti gli studi almeno fino alle medie. La cosa ovviamente non mi piacque molto, ma almeno in questo modo sarei riuscita a realizzare … la mia vendetta.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Qui la nostra Rin fa di nuovo un viaggio nei ricordi, rivivendo la notte in cui morirono i suoi genitori e successivamente i primi periodi con Amon e la decisione finale. Nel prossimo capitolo ci sarà ancora un flashback!

Comunque che mi dite? Vi sta piacendo finora come storia?

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni!

Detto ciò alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 - Viaggio nei Ricordi 2 Parte ***


Capitolo 9: Viaggio nei Ricordi 2 Parte

L'adolescenza, l'età ribelle dei giovani, l'età in cui si manifestava il carattere e le proprie passioni, ma, ahimè, non era il mio caso. A quel tempo, non appena ebbi finito le medie, Amon mantenne la sua parola e entrai in Accademia, dove ebbe inizio la mia formazione. I primi periodi ammetto che non furono facili visto che ero la studente più giovane e, come era successo durante i miei anni a scuola tra continuazione delle elementari e medie, venni spesso bullizzata, ma ciò non era bastato a farmi arrendere, ne in passato ne ora. Al contrario, mi ero rimboccata più volte le maniche e, in questo caso, iniziai a seguire le orme di Amon.

Ricordo che sacrificai molte ore di sonno per studiare, anche perché di rado riuscivo a dormire. Ciò però diede presto i suoi frutti, poiché divenni una degli studenti migliori, ottenendo anche la stima dei prof. Ammetto che ero stupita di me stessa, mai avrei pensato di diventare addirittura la migliore. L'Accademia era diventata poco a poco il mio piccolo regno, nessuno sapeva eguagliarmi, non avevo rivali … tranne uno.

Rammento ancora il giorno in cui Zyro Akame mise piede in Accademia, era inverno e fuori nevicava. Aveva la mia stessa età, corti capelli albini che gli arrivavano alle guance, iridi di ghiaccio e carnagione perlacea. A guardarlo sembrava niente di che … o almeno così credevo.

Divenne letteralmente il mio rivale in pochissimo tempo. Eccelleva in qualsiasi cosa facesse, era un genio fuori dalla norma e non aveva nemmeno bisogno di aprire un libro perché la sua memoria era fuori dal comune. Per non parlare delle sue grandissime doti atletiche, innate sotto ogni immaginazione.

Ovviamente non fu una competizione pacifica. Litigavamo di continuo, facevamo a gara per ogni cosa e come se non bastasse, delle volte giungemmo alle mani, arrivando anche a sfidarci e gli insegnanti dovettero intervenire più e più volte. Spesso finivamo in infermeria, ma pur di arrivare prima in classifica ero disposta a tutto.

Dovetti lottare con le unghie e con i denti per difendere la mia reputazione, ricordo ancora quante vicissitudini fui costretta ad affrontare.

Purtroppo però tutti i miei sforzi furono vani: arrivai seconda e da quel momento il mio astio verso Zyro divenne viscerale.

Poco tempo dopo la fine del mio percorso formativo in Accademia, arrivò il giorno tanto atteso, ossia quello del mio ingresso ufficiale alla CCG. Ricordo che ero parecchio nervosa lungo la strada, ma Amon era al mio fianco.

Sai, anch'io ero nella tua stessa situazione quando feci il mio ingresso alla CCG.”, esordì.

Davvero?”, chiesi con fare incerto.

Certamente, feci molta fatica a integrarmi all'inizio”

E come hai fatto a superarlo?”

A quella domanda Amon sorrise lievemente.

Merito di Mado, fu lui a prendermi sotto la mia ala e farmi da mentore”

Quindi … se farò affidamento su di te riuscirò anch'io a … integrarmi?”, chiesi con fare incerto.

Amon a ciò mi accarezzò amorevolmente la testa.

Certamente, ma dovrai comunque imparare a cavartela anche da sola, non dipendi solo da me. Ma questo non significa che non ti starò accanto”

V-va bene, farò del mio meglio”

Brava la mia ragazza.”, sorrise lui, dandomi un colpetto sul naso con l'indice.

Io divenni tutta rossa per l'imbarazzo e Amon ridacchiò, divertito. Il resto del tragitto lo facemmo in silenzio. Arrivammo poi alla sede della CCG, dove i suoi colleghi mi accolsero, alcuni con fare intenerito, cosa che mi innervosì un po'. Ma in fondo ero la più giovane tra tutti loro e questo spiegava il motivo per cui mi guardavano in quel modo.

Mi fu poi assegnata la scrivania accanto a quella di Amon, cosa di cui fui felice. Tuttavia però non potei fare a meno di essere alquanto irritata nel vedere la presenza di Zyro a qualche postazione più in la. Mi guardò addirittura con un sorriso, facendomi l'occhiolino, ma io distolsi lo sguardo.

Non avrei mai digerito il fatto che avremmo lavorato fianco a fianco dato il fatto che ero ancora arrabbiata con lui per avermi battuta. Non dovevo fare altro che sopportare in silenzio, cercando anche di evitarlo come la peste. Amon d'altro canto mi dovette rimproverare diverse volte per farmi ragionare.

In mia difesa tuttavia era sopraggiunto Mado che aveva replicato.

Suvvia Amon, non serve rimproverarla, perché sappi questo: il carattere di una Colomba, specialmente donna, è molto fondamentale … per farsi valere”

Lui aveva provato a replicare ma alla fine non disse nulla, poiché aveva ragione: avere carattere era la chiave per riuscire a farsi strada, affrontando tutte le difficoltà … a testa alta.


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Perdonatemi per il capitolo un po' cortino, ma spero comunque che vi piaccia. In questa seconda parte vediamo un po' il percorso della nostra Rin in Accademia e la sua rivalità con Zyro. Non mi sono soffermata molto nei dialoghi ma spero che si capisca bene o male il tutto.

Ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni!

Detto ciò pubblicherò due capitoli della mia fanfiction su Eragon per compensare.

Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 - Fa come Vuoi ***


Capitolo 10: “Fa come Vuoi”

Non appena aprì gli occhi era letteralmente la mattina del giorno dopo e, volgendo stancamente lo sguardo alla sveglia notò che erano le 10 passate, ma poco importava. Guardò poi il cellulare preso dal comodino ma non vi erano chiamate o messaggi di Akira o Zyro.

Dopo un po' si alzò, andò in bagno e poi si vestì, preparando poi la borsa con tutto il necessario, infine uscì. Andare ad allenarsi per Rin era come un toccasana, poiché l'aiutava molto a sfogare lo stress e il fatto che fosse alquanto arrabbiata per la faccenda di avere Zyro come partner era un buon motivo.

Ma se c'era una cosa che la faceva davvero imbestialire era il fatto che Akira aveva deciso per lei senza darle il tempo di riflettere con calma. Si, tutto era stato per il suo bene, ma si sentiva comunque tradita in un certo senso e ciò bastava per farla incavolare.

Con tutti quei pensieri in testa giunse infine alla palestra, dove quando si fu cambiata con gli abiti appositi, iniziò ad allenarsi. Si era portata dietro anche la quinque di Amon, poiché non aveva ancora del tutto imparato a usarla al meglio da quando le era stata data dopo la sua morte. A quel tempo però non aveva mai avuto il coraggio di prenderla in mano e, dopo il suo crollo, non era più stata operativa sul campo.

Ma, ora che aveva nuovamente un partener, seppur fosse contraria all'idea, doveva pur iniziare a usare quella quinque. L'obbiettivo principale era riuscire a farla diventare come un'estensione di se, come le aveva detto Arima quando l'allenava, in modo da potersi muovere con agilità e movimenti fluidi.

Tuttavia però non fu affatto semplice dato che era rimasta ferma per due anni. Doveva prima rafforzare al meglio il corpo. Così mise la quinque da una parte, iniziando quindi il rafforzamento.

Nei giorni successivi, piuttosto che andare al lavoro e vedere l'irritante presenza di Zyro, preferì sfogarsi in palestra, arrivando a mettere il dovere in secondo piano. Questo suo comportamento fece innervosire non poco Akira, a tal punto che una mattina andò addirittura a recuperarla in palestra durante i suoi allenamenti di rafforzamento.

“Senti un po' tu, quanto hai intenzione di farmela pagare ancora?!? Questo tuo comportamento stra diventando inconcepibile!”, aveva esclamato la Mado.

A ciò Rin rimase impassibile.

“Se non l'hai notato mi sto allenando visto che, ahimè, presto tornerò operativa sul campo, e siccome non ho una quinque sto rafforzando il corpo per usare quella di Amon.”, disse con fare assente.

A quelle parole Akira fremette.

“Se proprio devi allenarti puoi farlo benissimo dopo il lavoro e non stare in palestra tutto il giorno!”, ribatté, alquanto arrabbiata.

Rin d'altro canto guardò la donna con fare impassibile, per nulla toccata.

“Ti ricordo che siete stata voi a mettermi in questa situazione, agendo alle mie spalle senza prima consultarmi. Quindi ora sarebbe davvero molto gradito se mi lasciaste abituare all'idea di avere Zyro come partner … a modo mio.”, replicò infine.

Akira a ciò capì fin troppo bene che sarebbe stato inutile insistere ancora, così si voltò di scatto con un sospiro.

“Fa come vuoi …”, mormorò, per poi andarsene.

Non appena rimase sola Rin riprese gli allenamenti … con la testa ora piena di mille pensieri.

 


Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Chiedo umilmente scusa per l'assenza ma in questo periodo non ho molto tempo per dedicarmi a tutto quello che vorrei fare avendo solo il pomeriggio libero. Durante le vacanze natalizie spero con il cuore di tornare in carreggiata anche con la scrittura.

Dunque, in questo capitolo vediamo la nostra Rin allenarsi per poter usare la quinque di Amon e Akira che, alla fine, le lascia fare come meglio crede. Il capitolo è un po' cortino ma con il prossimo mi rifarò promesso.

Detto ciò ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e il suo supporto.

Vi auguro con il cuore Buone Feste e a presto!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 - La Nascita della Mietitrice ***


Capitolo 11: La Nascita della Mietitrice

Forza Rin mettici più impegno, non stare sempre sulla difensiva, puoi fare molto di più di così!”, esclamò la voce di Arima mentre mi stavo allenando nel corpo a corpo.

Avevo iniziato solo da qualche mese ad allenarmi sotto la sua guida per riuscire a realizzare il mio scopo, ossia diventare l'arma della CCG. Ero consapevole a cosa sarei andata incontro, ma ero più che convinta della mia scelta … almeno così sarei riuscita a vendicare la morte dei miei genitori. Non avevo alcun rimpianto o dubbio, la mia vita era stata distrutta dai quei maledetti mostri e ora dovevano pagare … a qualunque costo.

Questa mia ferrea determinazione fu la chiave per mostrare un talento innato nel combattimento corpo a corpo, cosa che sorprese sia Arima che Amon. In poco tempo avevo fatto molti progressi e, stupita pure io, mi chiedevo spesso se ero nata per quello scopo, ossia sterminare quelle creature una a una.

Sapevo che sia Arima che Amon pretendevano molto da me, o meglio, più lo Shinigami poiché mi allenava. Ma, nonostante tutta la mia grade volontà, non riuscivo ad impegnarmi come volevo e i primi tempi erano stati davvero duri e, anche se avevo iniziato già da qualche mese … ero sempre sulla difensiva, faticavo ad attaccare, ma non capivo bene il perché.

Che cosa ti blocca? Perché non riesci ancora ad attaccare?”, mi chiese Amon un pomeriggio durante la pausa.

In risposta sospirai.

Non lo so … anche se vorrei tanto saperlo … e ammetto che è davvero molto frustrante …”, mormorai.

Lui allora mi mise una mano sulla spalla.

Io credo di sapere di che cosa si tratta, senti tutta la pressione sulle tue spalle e hai timore di deludere le nostre aspettative, di non essere all'altezza e questo ti impedisce di fare il prossimo passo.”, spiegò con voce pacata.

A quelle parole sussultai, mentre dentro di me mi resi quasi subito che aveva ragione: avevo paura di non essere all'altezza nonostante la mia ferrea determinazione. Lo guardai quindi nelle sue iridi turchesi.

E quindi … che cosa dovrei fare?”, chiesi con un filo di voce.

Amon in risposta mi strinse a se.

Ricorda il motivo per cui stai facendo tutto questo, lo scopo che ti eri prefissata già da bambina, ma soprattutto … sii sempre te stessa, perché è questo ciò che conta di più per me”

Io allora ricambiai la stretta.

Non temere, niente e nessuno mi potrà cambiare … promesso”

Lui a ciò mi diede un bacio sul capo.

Ci conto mia piccola Rin … ci conto”

Sorrisi. Infine, con quella nuova consapevolezza, riprendemmo l'addestramento.

Nei giorni seguenti infatti riuscii a superare il blocco e Arima fu davvero molto soddisfatto.

I miei complimenti Rin, attacchi in modo eccellente, superando le tue insicurezze, ottimo lavoro.”, mi disse una settimana dopo.

Grazie mille signore, è stato merito di Amon se sono riuscita in ciò.”, risposi con un sorriso.

Lo avevo intuito, immagino che ti abbia fatto capire da cosa deriva il tuo blocco”

In risposta annuii.

Si, è così, derivava dal fatto che sentivo troppa pressione sulle mie spalle e per questo motivo avevo il timore di non essere all'altezza delle vostre aspettative. Amon però mi ha incoraggiata dicendomi di ricordare il perché sto facendo tutto questo e ciò mi ha dato la giusta spinta per andare avanti.”, spiegai.

A quella spiegazione Arima sorrise, compiaciuto.

Direi che ha fatto un ottimo lavoro e, visti i tuoi risultati eccellenti, molto presto potrai andare in missione con Arima e Mado”

Dite sul serio?”, domandai, gli occhi che brillavano.

Certamente, ma prima dovrai superare l'esame finale, ossia … riuscire a battermi”

A ciò feci un sorriso di sfida.

Non vedo l'ora!”

Quel momento arrivò qualche mese dopo e fu uno dei giorni più emozionanti della mia vita. Non fu affatto facile, ma riuscii a battere Arima, ma ero talmente esausta che crollai svenuta per un giorno intero. Fortunatamente mi ci volle pochissimo tempo per recuperare, ma alla fine venni ben ricompensata con la mia prima missione da investigatrice speciale di primo grado affianco a Amon e Mado.

Era giunto il momento tanto atteso, ossia sterminare quegli esseri immondi che mi avevano portato via la mia famiglia.

Ero spietata, li falciavo uno dopo l'altro senza la minima esitazione. Nemmeno la mia prima uccisione mi toccò, poiché quelle orride creature avevano soltanto il mio più totale disprezzo.

Non avevo alcuna pietà, la mia quinque a forma di falce calava sulle mie vittime con assoluta precisione. Ben presto ottenni il soprannome di Mietitrice, a nemmeno un anno dalla mia uscita dall'Accademia. Ero temuta persino tra i ranghi della CCG, oltre che dai miei nemici, tanto che mi trovai isolata, anche se ciò poco importava. Solo Amon iniziò nuovamente a preoccuparsi per me.

Non temere Rin, potrai sempre contare sul mio supporto.”, mi disse durante una pausa pranzo.

In risposta avevo sorriso lievemente, rimanendo però in silenzio. Quella sera dopo cena riprendemmo il discorso.

Senti, so che potrò contare sempre su di te, ma non puoi dirmi certe cose con tanta leggerezza! Ti ricordo che sei letteralmente tutto ciò che ho! Se tu morissi potrei rimanere sola da un momento all'altro! E non voglio che accada di nuovo!”, avevo esclamato, arrabbiata.

Amon allora mi abbracciò con vigore.

Oh mia piccola Rin …” esordì, stringendomi quasi disperatamente “Ti giuro qui e ora che non sarai più sola, non morirò, hai la mia parola”

Tale promessa non poté non farmi piangere. Da quel momento in poi il nostro legame si rafforzò, missione dopo missione.


 

Era ormai pomeriggio inoltrato quando Rin finì l'allenamento, così, dopo una bella doccia rigenerante ed essersi vestita, pagò e si avviò verso il cimitero come ogni giorno e, infine, tornò a casa, con Akira che, di nascosto, la seguiva silenziosa.


 


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Perdonatemi per l'assenza, ma purtroppo con la stesura dei capitoli, come vi avevo accennato, sto procedendo un po' lentamente, quindi non pubblicherò frequentemente. Avendo troppo poco tempo libero non riesco a fare tutto quello che vorrei fare. Ma tranquilli, continuerò comunque ad aggiornare quando avrò un capitolo pronto!

In questo capitolo vediamo come la nostra Rin ottiene il soprannome di Mietitrice. Detto ciò ringrazio come sempre Franky93 per la sua grande pazienza e le sue recensioni e supporto! Ma anche i miei lettori silenziosi!

Per oggi è tutto gente, alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 - Decisione Presa ***


Capitolo 12: Decisione Presa

Passarono poi due settimane, durante le quali Rin non si presentò al lavoro e, in quel breve periodo nessuno la cercò, nemmeno Akira, cosa che la sollevò, poiché significava che aveva capito di darle i suoi spazi. Ebbe quindi modo di riflettere più tranquillamente sulla faccenda di avere Zyro come partner. Certo, non era una cosa che le andava a genio, ma se voleva raggiungere il suo scopo non aveva molta scelta.

Quella mattina si svegliò con un sospiro alquanto seccato.

Ah, a quanto pare dovrò farmi piacere sta cosa … non posso continuare a scappare se voglio raggiungere il mio scopo …

Con quel pensiero si alzò, fece una doccia rigenerante e, infine, si vestì con la divisa del lavoro, quique alla mano e andò a fare colazione al solito bar. Poi, con la testa colma di pensieri, si avviò verso la sede della CCG. Arrivata prese un profondo respiro ed entrò, venendo subito accolta dagli sguardi sorpresi dei suoi colleghi. Sbuffò.

“Che avete da guardare? Tornate al lavoro.”, disse con tono gelido, tale da farli riscuotere e riprendere subito le loro attività.

Poco dopo si udì un leggero applauso.

“Però, hai gelato tutti sul posto, davvero notevole” esordì la figura di Zyro, per poi affiancarla “Ce ne hai messo di tempo per tornare, zuccherino”

Ciò la irritò un poco.

“Avevo bisogno di riflettere …”, borbottò.

“Ho capito, e immagino che, se sei tornata, tu sia riuscita nel tuo intento.”, fece l'albino di rimando.

“A quanto pare …” sospirò Rin “Ora vado da Akira, devo parlargli.”, disse poco dopo, avviandosi verso l'ufficio della donna.

Lungo il tragitto, a suo malgrado, incontrò Haise e la sua squadra.

“Bentornata investigatrice speciale di primo grado Hamano.”, la salutò Sasaki con un sorriso.

“Grazie …” esordì stancamente Rin “Ora se volete scusarmi devo andare.”, riprese subito dopo, riprendendo velocemente il tragitto.

Quando se ne fu andata il corvino affiancò Haise con un sospiro seccato.

“Dì un po', perché le rivolgi la parola se ti detesta?”

“Era per essere cortese con un mio superiore.”, fece l'altro di rimando.

“A guardarla sembra proprio che voglia linciarci sul posto …”, borbottò la ragazzina dai capelli blu.

“Già …”, fece il tipo biondo.

“In ogni caso meglio non interferire, è chiaro che ha un odio profondo verso i Ghoul e quelli come noi e te sempai.”, disse la ragazza dai capelli verdi.

Haise in risposta non disse nulla ma si limitò a guardare la figura di Rin che si allontanava con freddezza.


 

La porta dell'ufficio di Akira si aprì quasi con forza quando la giovane fece il suo ingresso. La donna era lì, seduta alla scrivania e lo sguardo impassibile.

“Alla fine ti sei decisa a ritornare … Rin.”, esordì Akira, guardandola negli occhi.

“Già, sorpresa vero? Certo, se proprio non sopporti la mia presenza potresti anche licenziarmi seduta stante … peccato però che sono alquanto essenziale.”, replicò Rin.

“Infatti potrei farlo ma … se lo facessi Amon non mi perdonerebbe visto che questo lavoro è l'unica cosa che ti impedisce di farla finita una volta per tutte”

Rin a ciò inarcò un sopracciglio per poi sospirare.

“Guarda che non sono così disperata a tal punto di porre fine alla mia vita” borbottò, sospirando di nuovo “E comunque se te lo stai chiedendo sono qui per dirti che ho preso una decisione”

Akira a ciò la guardò con fare serio.

“Ossia?

In risposta la ragazza si schiarì la voce.

“Ho deciso di avere Zyro come partner … e si, non mi piace come cosa, ma questo breve periodo di pausa mi ha fatto riflettere molto”

“E che cosa hai compreso?”, chiese la Mado.

“Che è l'unica scelta che ho per raggiungere il mio scopo … sono scappata troppo a lungo dalle mie responsabilità …”

A quelle parole Akira accennò a un sorriso.

“Vedo che alla fine ci sei arrivata, seppur con i tuoi tempi” esordì per poi alzarsi, seguita da Rim “Bene, giunte a questo punto rendo la vostra squadra ufficiale e operativa, inizierete domani stesso, buona fortuna”

“Vi ringrazio”

Così, dopo una stretta di mano, Rin uscì, trovando Zyro sulla porta.

“Immagino che tu abbia sentito tutto …”, borbottò lei.

“Forte e chiaro zuccherino, sapevo che prima o poi ti saresti decisa, ammettilo, era destino”

Lei d'altro canto sbuffò.

“Non credo in certe cose” ribatté, puntandogli il dito contro “Comunque sappi che sarò io il capo, e non si discute”

“Certamente zuccherino”

“Chiamami ancora così e posso assicurarti che passerai l'inferno!”, sbottò l'altra, irritata.

“Ricevuto … sempai, ricevuto”

Così dal giorno successivo iniziò per loro quella nuova esperienza e la loro vita fu molto più frenetica. Akira non si risparmiava e quasi ogni giorno li faceva scendere in campo, dando missioni di ogni tipo e affidando loro diverse indagini. Inizialmente Rin era alquanto svogliata e non ci pensava due volte a rimproverare Zyro per ogni piccola cosa, anche la più insignificante e il loro rapporto già complicato si fece più difficile, anche se lui non la prendeva mai sul serio.

Rin d'altro canto non appena aveva un momento si dileguava al bar con una bottiglia di sakè o di idromele o se non era a bere andava in palestra in modo da imparare al meglio la quinque di Amon. Nel vedere quei suoi comportamenti Zyro non poteva non preoccuparsi sapendo ciò che aveva passato dopo la morte di colui che aveva considerato come un padre. Sospirò mentre la guardava bere di nascosto.

Anche se vorrei fare qualcosa … sarà comunque meglio non interferire e darle il giusto spazio …


 


 


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! Si, di solito pubblico al mercoledì ma ho deciso di pubblicare oggi perché stasera sono impegnata. Scusate l'assenza, ma sono stata abbastanza impegnata col disegno. Dunque, in questo capitolo la nostra Rin ha preso la sua decisione di avere Zyro come partner. Da questo momento in poi la storia entrerà ancora di più nel vivo! Detto ciò ringrazio come sempre Franky93 per le sue recensioni e la sua pazienza! Alla prossima!

Saluti la vostra EragonForever!

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 - Siamo una Squadra ***


Capitolo 13: “Siamo una Squadra”

Era una giornata come tante a Tokio e quella mattina ero come al solito alla mia postazione di fronte ad Amon, tutto era tranquillo quando Mado lo chiamò nel suo ufficio con urgenza, quindi si alzò velocemente per andare da lui. Io allora, incuriosita, gli andai dietro e, una volta arrivata vidi su un display l'immagine di un liceale dai capelli neri e una strana maschera che gli copriva l'occhio destro.

Sono arrivate le prime indagini su Benda sull'Occhio, siamo stati incaricati di indagare sul caso.”, esordì Mado.

D'accordo ma che facciamo con Rin? Conoscendola vorrà sicuramente partecipare alle indagini, ma sarebbe troppo pericoloso per lei, non è entrata da molto nella CCG.”, mormorò Amon con un sospiro.

Dovrai decidere tu visto che è una tua responsabilità, non io”

Poco dopo lo congedò e io in tutta fretta tornai alla mia postazione senza farmi vedere e quando Amon tornò era come se non mi fossi alzata. Tuttavia però lo conoscevo anche troppo bene da intuire che sapeva del fatto che lo avevo seguito nell'ufficio di Mado ma fece finta di nulla, tornando al lavoro. Per tutto il giorno nessuno proferì parola, nemmeno quando andammo al nostro solito ristorante per la cena. Ma, una volta a casa …

Immagino che tu abbia sentito tutto nell'ufficio di Mado.”, esordì Amon mentre si stava sedendo in cucina.

Io allora mi sedetti di fronte a lui.

Si ho sentito, come so che per te non sono ancora pronta per partecipare a un'indagine del genere.”, replicai.

Lui in risposta sospirò.

Ed è vero, e non iniziare con il fatto di non avere fiducia in te perché non è così …”

Se ti fidi allora perché non posso aiutarti? Sono brava sul campo e tu lo sai, quindi non vedo perché non dovrei partecipare”

A ciò mi prese delicatamente le mani, guardandomi con le sue intense iridi turchesi.

Rin, sai che non metterei mai in dubbio la tua fiducia, metterei la mia stessa vita nelle tue mani … è solo che per te è ancora presto per un'indagine di questo calibro, potrebbe essere pericoloso.”, spiegò.

Anche entrare nella CCG lo era, eppure eccomi qui, quindi non vedo proprio quale sia il problema.”, replicai.

Amon allora sospirò nuovamente.

Comprendo il fatto che tu voglia vedere i Ghoul marcire sotto terra e finora hai portato avanti la tua vendetta senza battere ciglio. Ma stavolta è diverso, questo non è un Ghoul in tutto e per tutto, ma per metà. In un incidente avuto con la Ghoul nota come l'Ingorda o Rize Kamishiro, è stato ridotto in fin di vita e per salvarlo il dottor Kanou gli ha impiantato alcuni organi di Rize. E lei era molto pericolosa e in questo caso anche lui lo è. È qualcosa che non abbiamo mai affrontato, quindi è meglio per te non immischiarti in questa indagine”

Nel sentire ciò scattai in piedi, arrabbiata.

Sappi che se mi rimpiazzerai con Akame non ti perdonerò, siamo una SQUADRA, non dimenticarlo!”, esclamai, per poi filare nella mia stanza e sbattere la porta con forza, accasciandomi sul letto. Amon d'altro canto sospirò pesantemente, in silenzio.

Immaginavo che non l'avrebbe presa bene …”, si disse tra se e se.

Io nel frattempo ero stesa supina a guardare il soffitto, alquanto frustrata per la discussione di poco fa. Era inaccettabile il fatto che mi avesse esclusa dalle indagini, poiché mai prima d'ora lo aveva fatto. Eravamo una squadra porca miseria, delle migliori per giunta, quindi perché stavolta mi aveva messa da parte? Certo, questo Benda sull'Occhio era diverso dai Ghoul che avevo ammazzato finora e non sapevo cosa aspettarmi, però sarebbe stata una nuova esperienza e a me piacevano le sfide difficili. Feci quindi un sorrisetto, Amon mi aveva si esclusa dalle indagini, ma forse non aveva messo in conto la mia testardaggine. Mi misi seduta, guardando il cielo stellato con decisione.

E' giunto il momento di fare di testa mia, indagherò su questo caso, costi quel che costi”

Così nei giorni successivi iniziai le indagini per conto mio, sapevo come fare, avevo avuto molte esperienze da sola, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Come prima cosa approfittavo di quando Mado e Amon erano fuori per entrare di soppiatto nell'ufficio e prendere una copia dei file salvandoli sulla mia USB. Conoscevo abbastanza Mado da sapere la sua password e, una volta, fatto, cancellai tutte le tracce del mio passaggio, il tutto con molta discrezione, senza farmi notare. Tornavo alla mia postazione, facevo ciò che c'era da svolgere per non destare sospetti e una volta a casa procedevo con le indagini in tutta tranquillità, poiché Amon stava fuori fino a tardi. Anche se ero arrabbiata con lui li facevo trovare la cena presa d'asporto al nostro ristorante sul tavolo. Quando mi svegliavo trovavo la ciotola vuota con un biglietto con su scritto “GRAZIE”. Ciò mi faceva sempre sorridere, mi piaceva essere apprezzata anche nelle piccole cose, era pur sempre un modo per ricambiare il debito nei suoi confronti. Lavavo quindi la ciotola, facevo colazione e andavo al lavoro e alla sera continuavo le indagini con le nuove informazioni che recuperavo dall'ufficio di Mado, il tutto senza farmi scoprire. A volte li seguivo anche di nascosto nelle missioni approfittando dei miei giorni liberi, lo trovavo molto stimolante.

Di recente avevano iniziato ad andare in un posto chiamato Anteiku, un bar frequentato sia da umani che da Ghoul e, a volte mi intrufolavo senza farmi vedere per carpire informazioni. Fu li che vidi Kaneki per la prima volta, faceva il cameriere, sembrava un liceale qualunque se non fosse stato per la benda che gli copriva l'occhio destro. Era spesso affiancato da una ragazza dai corti capelli blu notte con un ciuffo che le copriva l'occhio sinistro, carnagione pallida e iridi azzurre. La corporatura era esile ma sapevo che poteva essere pericolosa essendo una Ghoul. Kaneki la chiamava Touka, era poco socievole, fredda e distaccata, alquanto irritabile. Tuttavia era anche amorevole con una bambina Ghoul di circa nove o dieci anni di nome Hinami, accompagnata da sua madre, chiamata signora Ryoko, una donna cauta e amorevole. Mi capitava di osservarle spesso, facendo nascere in me una profonda nostalgia verso i miei genitori, a tutti i bei momenti vissuti fino a quella tragica notte dove li avevo persi per sempre. Anche se era passato tanto tempo quella ferita non aveva mai smesso di sanguinare, a volte tornavano a farmi visita nei miei sogni, tanto che mi svegliavo di soprassalto nel cuore della notte. Ma questo non mi impediva di portare avanti le indagini, tanto che seppi che Mado non seguiva solo il caso di Benda sull'Occhio, ma anche quello sulla signora Ryoko. Difatti non molto tempo dopo mi capitò di assistere alla sua brutale uccisione, dove avevo visto Kaneki tenere ferma Hinami coprendole il viso. Tale scena mi aveva turbato un poco, ma non mi aveva distolto dalla mia strada.

Quell'evento tuttavia aveva portato a conseguenze poco piacevoli: una sera difatti un collega di Amon era stato ucciso da una Ghoul col nominativo di Rabbit, che era riuscito a ferire. E, infine, giunse la notte della morte di Mado, quella sera Amon aveva tentato di raggiungerlo ma era stato bloccato da Kaneki. Quando era giunto sul posto lo aveva trovato inerme con me al suo fianco, cosa che lo sorprese, ma non ci badò, troppo concentrato su Mado, ora morente tra le sue braccia. Non capì cosa si dissero, ma dopo che morì emise un grido straziante colmo di dolore e di disperazione. Io allora lo affiancai per poi abbracciarlo come meglio potei, cercando di fargli sentire la mia presenza nonostante anch'io fossi sconvolta per quello che era accaduto. Amon ricambiò la stretta senza sottrarsi. Rimanemmo così per un tempo indefinito, incuranti della pioggia che aveva iniziato a scendere, uniti nel dolore. Nei giorni che seguirono ci fu il funerale, una cerimonia semplice con tutta la CCG presente per dargli l'ultimo saluto. Molti presenti dissero qualcosa tra cui Amon con me al suo fianco per fargli forza. A cerimonia finita, dopo la sepoltura, ognuno tornò a casa propria a pomeriggio inoltrato. Quella sera consumammo la cena in silenzio, anche se ero consapevole della domanda che voleva farmi, così lo anticipai.

So cosa vuoi chiedermi, ovvero cosa ci facevo lì quella sera …” esordì per poi sospirare “La risposta è semplice, ho seguito le indagini per conto mio. Si, lo so che non avrei dovuto ma ti ricordo che siamo una squadra e il fatto che tu mi abbia esclusa mi ha alquanto irritato. E ora che Mado non c'è più hai bisogno di me … ora più che mai …”, conclusi.

A quelle parole Amon mi guardò con fare mesto, capendo che avevo ragione, così mi strinse a se.

Per quanto ciò che hai fatto sia stato pericoloso … hai ragione, siamo una squadra … non avrei mai dovuto escluderti quindi … scusami ...”, mormorò.

Ciò mi stupì alquanto poiché non lo avevo mai visto così abbattuto prima d'ora, quindi mi limitai a ricambiare la stretta, facendogli sentire la mia presenza.

Se ti ho escluso … era perché non volevo perderti prima del previsto … mormorò.

Lo so … lo so …”, risposi io.

Nei giorni successivi Amon cambiò a vista d'occhio, era apatico, diverso da com'era di solito. Dopo il lavoro passava tutti i pomeriggi alla tomba di Mado, a volte da solo e a volte con me. Alla sera poi si allenava costantemente, a malapena dormiva e il massimo che potevo fare era starmene da parte, lasciandogli i suoi spazi, spesso allenandomi per conto mio e con Arima, disposta a diventare più forte per aiutarlo.

Delle volte però non potevo evitare di consolarlo quando era triste e lui si lasciava fare, cosa che mi scaldava il cuore.

Infine arrivò il giorno in cui feci la conoscenza di Akira, la figlia di Mado. Ricordo che sin da subito non mi andò a genio e questo ovviamente non passò inosservato, specialmente quando divenne partner di Amon e me. Ero gelosa dell'idea che ci fosse un'altra donna tra me e Amon, anche se tuttavia col tempo iniziai a rispettarlo.

Il mio addestramento con Arima fruttava giorno dopo giorno e i miei progressi crescevano notevolmente, tanto che un giorno mi disse testuali parole.

A mio parere non sei fatta per missioni di poco conto, ma per molto, molto di più”

Quando lo dissi ad Amon ovviamente non poté evitare di essere preoccupato, tanto che confidò le sue preoccupazioni ad Arima stesso.

Comprendo che sei preoccupato per Rin, ma sai benissimo anche tu che ho ragione, ormai non è più una bambina e i suoi enormi progressi lo dimostrano. Certo, è più che normale che tu ti preoccupi per lei, l'hai pur sempre cresciuta, ma non puoi impedirle di fare ciò per cui è entrata nella CCG”

Amon aveva fatto per replicare, ma in fondo al cuore sapeva che Arima aveva ragione.

Infine arrivò il momento che tanto aspettavo: la mia promozione ad Investigatrice Speciale di Primo Grado. Festeggiammo al nostro solito ristorante e fu fantastico.

Nei giorni che seguirono non mancarono i bisticci con Zyro, il mio rivale, cosa che rese molto movimentata la CCG.

Tuttavia la mia promozione portò allo svolgimento di missioni più importanti assieme ad Akira, tra cui sventare l'attacco di Aogiri a Cochlea e distruggere definitivamente l'Anteiku per liberare l'Undicesima Circoscrizione.

Ricordo ancor la mia euforia, era qualcosa di sublime per me porre fine alle vite di quei mostri. D'altronde ero pur sempre Rin Hamano, la Mietitrice di Ghoul.


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Scusate l'assenza ma sono stata molto impegnata e sono stata anche in vacanza, quindi ho avuto poco tempo per dedicarmi alla stesura di nuovi capitoli. Vedrò di recuperare, quindi oggi eccomi qui con un nuovo capitolo della mia Fanfiction sul fandom di Tokyo Ghoul! In questo capitolo vediamo lo susseguirsi di tanti eventi nel passato di Rin, tra cui il suo indagare da sola su un indagine, le prime complicazioni, la perdita di Mado e l'arrivo di Akira. Tutte cose che portano a comprendere maggiormente il personaggio di Rin. Spero quindi di essere stata all'altezza.

Detto ciò alla prossima con un capitolo delle avventure di SHANA nel magico universo di ERAGON!

Ringrazio come sempre Franky93, unico mio lettore rimasto per la sua costanza!

Saluti la vostra EragonForever!


 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 - Lasciati Aiutare ***


Capitolo 14: “Lasciati Aiutare”

Era passata qualche settimana da quando Rin e Zyro erano diventati una squadra e se alla prima non andava ancora a genio l'idea di avere un partner, il secondo si divertiva spesso e volentieri a stuzzicarla, cosa che la irritava alquanto. Tuttavia qualcos'altro la innervosiva più di Zyro, ossia che, spesso e mal volentieri, per i suoi giri tra una meta e l'altra, le capitava di incontrare Haise e la sua squadra. In quei frangenti lanciava più che felice gelide occhiate verso Sasaki, lui forse non ne sapeva il motivo, ma Rin lo sapeva anche troppo bene: era stato lui a portarle via Amon due anni fa, il giorno in cui la sua vita si era fermata, rendendola ciò che era ora, ossia una macchina omicida pronta a stanare qualsiasi Ghoul che avrebbe trovato sulla sua strada. Era quello il suo destino, nulla avrebbe mai potuto cambiarlo, e il suo sguardo gelido ne era la prova. Tagliente come mille lame era capace di perforare chiunque, solo Zyro e Akira sapevano non farsi intimidire, erano gli unici a tenerle testa, assieme ovviamente a Arima. Il resto della CCG non poteva fare altro che tremare di fronte a lei, tutti tranne uno: lo stesso Haise Sasaki, l'unico che non sembrava minimamente intimorito, al contrario della sua squadra. Ciò non poteva che far innervosire la stessa Rin, tanto che un giorno …

“Dì un po' razza di scherzo della natura, si può sapere che cazzo di problemi hai? Sei l'unico di tutta la Sede che non sembra minimamente terrorizzato da me, perché?”, esordì la ragazza durante una pausa caffè.

Haise/Kaneki d'altro canto sorrise.

“Beh, tecnicamente dovrei essere terrorizzato da lei signorina Rin, eppure non so spiegarmi il perché, ma in un certo senso vi ammiro, siete una persona fuori dal comune”

A ciò lo guardò con uno sguardo bruciante.

“Ammirazione eh? Quindi si tratta di questo … beh, sappi che non me ne faccio nulla, non sono una persona da ammirare è chiaro? E nemmeno da compatire, poi se proprio vuoi sapere il mio astio verso i Ghoul … vallo a chiedere alla signorina Akira, uno scherzo della natura come te non può capire” esordì per poi voltarsi “E ora se vuoi scusarmi devo tornare al lavoro.”, disse infine, per poi andarsene, lasciandolo da solo con i suoi pensieri.

Infine Haise decise di andare dalla Mado in modo da vederci chiaro, quindi bussò alla porta del suo ufficio.

“Signorina Akira sono Sasaki, vorrei parlarle”

“Entra pure.”, rispose la donna.

Lui allora entrò, sedendosi.

“Di cosa volevi parlarmi?”, chiese la Mado.

A quella domanda Haise prese un profondo respiro per poi iniziare.

“Ecco, poco fa ho avuto uno scontro con la Hamano, lei non sopporta che io non la tema come tutti, io gli ho detto che la ammiravo per la sua forza fuori dal comune, ciò ovviamente l'ha innervosita, quindi mi ha detto che, se proprio voglio sapere il suo astio verso i Ghoul potevo chiedere a lei …”

A quel racconto Akira sospirò.

“Mh, immaginavo che sarebbe arrivato questo momento …” esordì, per poi sospirare “I genitori di Rin furono uccisi davanti ai suoi occhi quando era ancora una bambina, suo padre aveva fatto parte della CCG, era stato un grande agente, e credo fu questo il motivo dell'uccisione sua e della moglie. Fu l'agente speciale di primo grado Amon Kotaro a salvare Rin e a prenderla come figlia adottiva.”, raccontò.

“E poi che successe?”, chiese Haise.

Akira sospirò nuovamente.

“Due anni fa ci fu una battaglia per stanare l'Anteiku, un luogo che aiutava i Ghoul nella 20°esima Circoscrizione e in quel frangente Amon morì, ucciso da un Ghoul, o meglio, mezzo Ghoul, ossia tu, conosciuto come Benda sull'Occhio e Ken Kaneki” il suo sguardo si indurì un poco “Ovviamente non puoi ricordarlo, ma è questo il vero motivo per cui lei ti odia, e di conseguenza prova astio verso i Ghoul e la tua squadra e credimi, se tu non fossi parte della Squadra Speciale, molto probabilmente ti avrebbe già ucciso con le sue mani.”, concluse infine.

A quel racconto Haise spalancò gli occhi, scioccato.

“D-dice sul serio signorina Akira?”, chiese con voce strozzata.

“Ho il rapporto, te lo faccio vedere”

Così lo portò nel loro archivio dove gli fece vedere il suddetto rapporto e la sua scheda di quando era ancora Kaneki. Ovviamente ciò lo turbò alquanto.

“Capisco che tu sia sconvolto, sono troppe informazioni tutte insieme, riflettici su d'accordo?”

Lui in risposta annuì semplicemente.


 

Passò poi qualche tempo da quando Rin e Zyro erano diventati partner e la ragazza, poco a poco, aveva iniziato ad abituarsi all'idea di averlo al suo fianco, anche se ciò non aveva cambiato le sue abitudini. Zyro d'altro canto aveva iniziato a starle più vicino come meglio poteva.

“Anche se non ti farà piacere sappi che per qualunque cosa io ci sarò quando avrai bisogno.”, le aveva detto un giorno.

Rin lo aveva ugualmente ringraziato, nonostante ciò la infastidisse. Le parole di Zyro si rivelarono presto veritiere.

Una sera, mentre stava facendo una passeggiata, trovò Rin in uno dei bar che frequentava di solito. Aveva ben due bottiglie di sakè, una vuota e l'altra mezza piena, le guance erano arrossate e gli occhi lucidi, oltre che un po' cianotica. Capendo subito che era ubriaca fradicia si fiondò nel bar, richiamandola.

“Rin! Ma che cazzo stai facendo?!? Vuoi andare in coma etilico per caso?!?”, la rimproverò.

Lei lo guardò con uno sguardo vuoto.

“Oh, guardate, hic … chu c'è … hic, hic, l'eroe della CCG … hic … hic … il grande Zyro Akame, colui che … hic … hic … ha osato superarmi nella … hic, classifica … hic, hic …”, biascicò.

Lui allora accorse in suo aiuto.

“Guardati come sei ridotta … non cambierai mai eh?”, sospirò, sorreggendola.

“Sta zitto … hic … non sei nessuno … hic … per giudicarmi …”, biascicò nuovamente Rin, ora irritata.

Zyro non ci badò e la fece alzare.

“Forza andiamo, ti riporto a casa …”

“Col cazzo hic … non sei il … mio baby sitter … me la … cavo da sola …”

“Spiacente” esordì lui, colpendola sul coppino, facendola svenire tra le sue braccia “Ma ora ti riporto a casa, ho una promessa da mantenere …”

Detto ciò la caricò sulla schiena per poi pagare il conto e uscire. Sapeva dove abitava, così andò a passo sicuro fino al suo appartamento, dove la mise a terra, le prese le chiavi dalla tasca della divisa e aprì la porta per poi prendenderla in braccio e sdraiarla sul letto. Aveva avuto un bel daffare visto che oltre a lei aveva preso anche la sua quinque, quindi era abbastanza provato da ciò ma lo aveva fatto più che volentieri pur di aiutarla. L'aveva coperta e, dopo averle dato un bacio sulla fronte, si accomodò sul divano in sala dove si appisolò fino ad addormentarsi. La notte passò tranquilla e il giorno seguente fu il primo a svegliarsi, quindi andò da Rin, ancora addormentata. Sembrava pacifica e, intenerito, decise di non svegliarla, ma tuttavia chiamò la signorina Akira.

“Si? Cosa c'è Akame?”, rispose prontamente la donna.

“Volevo dirle che io e Hamano non verremo alla Sede, ieri sera l'ho trovata ubriaca fradicia in un bar e riportata a casa, quando si sveglierà avrà bisogno di assistenza, quindi preferisco restare con lei.”, rispose Zyro.

“Ho capito, fortunatamente oggi avevate lavoro d'ufficio poco importante, mi raccomando, stalle vicino d'accordo?”, disse la Mado.

“Sarà fatto, grazie per la comprensione”

“Dovere, la salute prima di tutto, buona fortuna.”, disse Akira per poi riattaccare.

Dopo la chiamata Zyro riportò l'attenzione su Rin che si stava svegliando con dei mugolii un po' infastiditi, aprendo gli occhi a fatica.

“Ben svegliata.”, la salutò Zyro con apprensione.

Lei d'altro canto lo guardò con fare stranito.

“E … e tu che ci fai qui?”, biascicò.

“E' molto semplice, ieri sera ti ho trovata ubriaca fradicia in un bar, quindi ti ho fatto perdere i sensi per evitare che facessi follie e ti ho riportata a casa. Ho avvisato che oggi non saremo in Sede.”, spiegò l'albino.

A quel racconto Rin sospirò.

“Capisco … quindi ora sei la mia balia …”

“No, sto solo mantenendo una promessa fatta a me stesso, ovvero che ci sarei stato nei momenti di bisogno e credimi, oggi ne avrai eccome”

“Come fai ad esserne sicuro? E in cosa avrei …”

Non fece in tempo a finire la frase che un fortissimo senso di nausea le attanagliò lo stomaco, quindi scattò in piedi e corse al bagno appena in tempo, poiché iniziò a vomitare l'anima. Zyro d'altro canto la raggiunse, inginocchiandosi al suo fianco e le massaggiò la schiena con movimenti circolari.

“Questo era il motivo e per una volta … lasciati aiutare va bene?”, le disse con un lieve sorriso.

Rin d'altro canto non rispose, in preda agli sforzi di vomito, cosa che durò almeno per cinque minuti buoni e, quando terminò, era pallida come un lenzuolo e gli occhi erano arrossati, così come le guance. Ansimava pesantemente in cerca d'aria e sudava parecchio. Per tutto il tempo Zyro le rimase vicino, massaggiandole la schiena, cosa che funzionò, poiché dopo un po' il respiro tornò regolare.

“Va meglio adesso?”, le chiese.

“Mmmmh, ho un gran mal di testa …”, mormorò Rin.

“Allora ti riporto a letto e ti darò un'aspirina.”, rispose il partner.

Detto ciò la prese in braccio, cogliendola alla sprovvista, e la portò in camera dove la mise sul letto, poi andò a prendere l'aspirina e glie la portò con un bicchiere d'acqua.

“G-grazie …”, mormorò Rin, bevendola dopo che ebbe fatto efervescenza.

“Di nulla, e poi la Mado mi ha detto di starti vicino e sappi che lo farò, senza se e senza ma”

“Mh … immaginavo …”, borbottò la Hamano per poi stendersi e attendere l'effetto dell'aspirina.

“So che la cosa non ti va a genio ma è così che si fa in una squadra, ci si aiuta a vicenda”

“Lo so …”, sospirò Rin.

“Quindi oggi dovrai pensare solo a riprenderti, al resto penserò io”

La ragazza d'altro canto roteò gli occhi.

“Non mollerai l'osso … vero?”

“Esattamente e poi nel tuo stato non potresti fare molto”

“N-non serve che me lo ricordi … Akame … ma comunque … mi affido a te …”, replicò Rin per poi appisolarsi.

Zyro allora si mise subito all'opera, dedicandosi a tutte le faccende di casa con maestria, si muoveva con sicurezza, come se fosse una cosa normale per lui. Cucinò persino il pranzo, dimostrandosi capace pure ai fornelli. Quando Rin si svegliò verso le due del pomeriggio rimase alquanto scioccata: il suo appartamento era talmente pulito che splendeva, oltre ad essere decisamente troppo ordinato. Li per li fu sul punto di una crisi di nervi ma poi il suo umore mutò di colpo mentre nella sua mente riaffiorò un ricordo.

Era una bella giornata a Tokyo e anche quella mattina Amon si era alzato presto, io ero già sveglia da un po' ed ero andata in cucina a fargli la colazione. Era sempre stata una mia premura, in modo da agevolarlo e lui era contento dei miei gesti, quella mattina più del solito.

Grazie Rin, oggi ho molto da sbrigare in Sede e non devo perdere neanche un minuto”

Sono contenta di agevolarti” risposi io per poi abbassare lo sguardo “Farai tardi anche stasera?”

Si e mi spiace molto lasciarti da sola a lungo”

Non preoccupati, hai un lavoro importante da fare dopotutto”

Lo so … ma vorrei esserci di più per te …”

Lo comprendo, ma sai che so cavarmela”

Fin troppo bene.”, sorrise Amon per poi fare colazione assieme a me, darmi un bacio sulla fronte e uscire.

Rimasta sola mi guardai attorno, notando subito quanto l'appartamento fosse disordinato, così mi rimboccai le maniche, mettendomi all'opera. Quando poi Amon tornò mi vide addormentata sul divano, rimanendo poi stupito di vedere l'appartamento perfettamente pulito e in ordine. Sorrise con fare intenerito quando capì che era stata opera mia.

Ti sei data molto da fare eh?”, si disse tra se e se per poi prendermi in braccio e portarmi a letto.

Mi diede un bacio sulla fronte e poi andò in cucina, trovando la cena pronta e addirittura il frigo pieno.

Ha fatto pure la spesa, è davvero in gamba, almeno così si è distratta un po' …”

Il giorno seguente mi trovai con una sorpresa, una colazione con brioche alla crema e un biglietto .

Scusa se non ti ho svegliata ma dopo il tuo

grande impegno di ieri ho preferito lasciarti

dormire. Spero che questa sorpresa sia di

tuo gradimento, te la meriti. Oggi finirò prima

così cenerermo assieme al nostro ristorante.

Buona giornata e fai la brava.

Con Affetto

Amon


 

Una lacrima rigò il viso di Rin mentre tornava in se, quindi andò in cucina dove trovò Zyro che stava aspettando il suo risveglio.

“Ben svegliata, spero non ti dispiaccia se ho messo in ordine, era veramente un macello, ti ho anche fatto il pranzo.”, la salutò.

“G-grazie …”, mormorò Rin, sedendosi e inizando a mangiare, lo sguardo basso.

“Tutto bene?”, chiese l'albino con apprensione.

La ragazza in risposta sospirò mestamente.

“Mi sono ricordata che … anch'io facevo così quando Amon era al lavoro e tornava tardi … una sera ero talmente sfinita che mi addormentai sul divano … il giorno seguente mi sono svegliata nel mio letto e una colazione con broche alla crema …”, raccontò, mentre le prime lacrime le rigavano le guance.

Zyro allora senza esitare un attimo l'abbracciò, stringendola al suo petto con cautela, facendola sussultare. Inizialmente rimase rigida tra le sue braccia, ma poi quel dolce tepore bastò a scioglierle la tensione, quindi si aggrappò al suo petto, sfogando il suo dolore. Zyro per tutto il tempo la tenne stretta a se, accarezzandole la schiena con fare rassicurante. La poverina pianse a lungo senza alcun ritegno fino a crollare, esausta, tra le sue braccia. Zyro d'altro canto sospirò e la prese in braccio, riportandola a letto e rivolgendole uno sguardo malinconico.

So cosa stai passando, poiché il tuo dolore … è anche il mio …


 

Angolo dell'Autrice

Salve popolo di EFP! Dopo un lungo periodo di assenza sono finalmente ritornata! Stavo trascrivendo le avventure della Campagna di D&D a cui partecipo, per questo motivo non sono più andata avanti a pubblicare. Ma ora rieccomi qui in questo nuovo capitolo! La nostra Rin si deciderà a farsi finalmente aiutare da Zyro? Lo scoprirete presto! Non sarà una pubblicazione regolare ve lo dico già, poiché mi sto dedicando anche all'altra Fanfiction su ERAGON, in più sto cercando di mettere a punto la trama della Fanfiction su Fairy Tail, che vi avviso che sarà, purtroppo, l'ultima che farò. Ho preso questa decisione perché ho in mente di fare un Manga tutto mio e dovrò dedicarci molto tempo.

Ringrazio come sempre Franky93 e Danymoonguardian per il loro sostegno! Detto ciò a presto!

Con affetto la vostra EragonForever!

 

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