credo sia amore....capitano!!!

di Iquos9090
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Menos ***
Capitolo 2: *** Allenamento ***
Capitolo 3: *** Non morire, Rangiku. ***
Capitolo 4: *** Speranza ***
Capitolo 5: *** Il mondo umano, capitano! ***
Capitolo 6: *** Non posso, capitano! ***
Capitolo 7: *** Es...pada? ***
Capitolo 8: *** Verrò da te, papà! ***
Capitolo 9: *** Combattiamo, Hiyori! ***
Capitolo 10: *** Odio ***
Capitolo 11: *** Perchè, papà? ***
Capitolo 12: *** Il tempo ***
Capitolo 13: *** Oeh, Shinigami!! ***
Capitolo 14: *** Chi... sono? ***
Capitolo 15: *** Addio giorni felici ***



Capitolo 1
*** Menos ***


“Masa-chan! Crea una barriera a 5 strati, non far entrare o uscire nessuno di loro!”

“VA BENE, CAPITANO!”

Giunsi le mani sul mio petto, chiusi gli occhi:

“I fratelli in armi si ritirano per la distanza di otto Soli e rimangono in piedi. Fulmine blu, fulmine bianco, fulmine nero, fulmine rosso.. Affondate nel mare in cerca di redenzione… HACHIGYO SOGAI!”

Creai una barriera protettiva a cinque strati, proprio come mi aveva ordinato il mio capitano e aver eretto quella barriera, significava proteggere il Seretei dalla devastante potenza dei Menos Grande, i quali apparirono  improvvisamente all’interno del Rukongai. Quel giorno, io insieme al mio capitano e a tutti i membri della 5° brigata con cui lavoravo, eravamo stati convocati dal capitano generale Kyoraku della prima brigata in persona. Fu proprio lui ad ordinarci di eliminare ogni possibile mostro vivente presente nella zona nord ovest del Rukongai. Le altre brigate erano  impegnate su altri fronti e stavano combattendo a a poca distanza da noi.

Grazie a quell’incantesimo appena recitato, quei mostri non erano in grado né di uscire e né di entrare a loro piacimento, all’interno della Seretei.

Alzai lo sguardo, vidi due di loro avanzare verso di me in fila indiana. In guerra non ci si poteva distrarre un attimo. Per fortuna i loro movimenti erano decisamente lenti a causa della loro grandezza, quindi presi il mio tempo per riflettere e agire di conseguenza. Indossavano la tipica maschera bianca sul volto, dal naso inquietante e mi incutevano terrore nel vederli da vicino. I loro occhi neri e vuoti, mi guardavano senza mostrare alcun sentimento.  Mi alzai in volo, per sconfiggerli avrei dovuto mirare alle loro teste sfruttando le abilità potenti del Kido:

“Capitano! A ore 12!” esclamai, volando verso di loro.

Lui annuii.

Erano proprio lì, davanti a me. Le loro urla simili a lamenti spettrali, colme di angoscia e di dolore, le sentii echeggiare all’interno della mia gabbia toracica. I loro passi pesanti facevano tremare la terra, i vetri delle case abitate da volti che in quel momento gridavano di paura e di orrore, vennero distrutti al solo passaggio. Li guardai negli occhi, una  sensazione mista ad eccitazione e paura pervase il mio corpo. Vidi dei bambini nascosti dietro un vicoletto poco distante da me, dai loro occhi spalancati non usciva più nemmeno una lacrima, a nessuno di loro. Quei mostri erano sempre più vicini, il primo della fila davanti a me, aprì la sua bocca e un ammasso di energia rossa si fuse all’interno di essa, creando un  incredibile palla gigante che avrebbe raso al suolo qualsiasi cosa al suo tocco:

“Oh regnante! Tu che decidi la maschera di sangue e carne, il creato, il battito d’ali, tu, incoronato sotto il nome di uomo! Sul muro di fiamme blu, scrivi un loto gemello. Nell’abisso della conflagrazione, attendi il paradiso lontano… HADO N.73… SOREN SOKATSUI!”

Dalle mie mani, esplosero all’improvviso due fasci di fuoco blu e con quell’incantesimo, generai un doppio colpo con una maggiore potenza rispetto al signolo Hado n.33. Scagliai  quell’ammasso di energia blu verso di loro ad una velocità di poco inferiore a quella della luce. La testa di entrambi i Menos esplose e senza perdere tempo, tornai volando verso  il mio capitano:

“Masa, aiuta gli altri!” gridò lui e decapitò con la sua Zampakuto un altro di quei mostri poco distante da me:

Si!” risposi e volai dritta verso le reclute.

I membri della mia brigata avevano da poco terminato di combattere, li vidi seduti su di una grande pietra ed erano visibilmente stanchi e feriti. La loro espressione piena di paura e di angoscia, mi sconvolse:

“Vice-capitano Masa!”

“Ci sono feriti?” domandai, perlustrando con lo sguardo l’area circostante:

“Si, otto e sono molto gravi” rispose uno di loro:

“Portateli dal capitano Unohana, SVELTI!” gridai.

Mi voltai verso sinistra poiché avvertii il Reaitsu di Renji, vice-capitano della 6°. Stava avanzando verso di noi, in compagnia di altre reclute della sua brigata:

“Renji! RENJI!” esclamai, agitando una mano per farmi riconoscere.

Avevamo bisogno di aiuto, quei mostri erano in molti e la nostra brigata da sola non avrebbe potuto fare molto ancora a causa dei numerosi feriti. Nel frattempo, dietro Renji improvvisamente apparve la testa  gigante di uno dei Menos, con la bocca spalancata. L’ammasso di energia era già pronto per essere scagliato verso di noi:

“RENJI! DIETRO DI TE!” gridai.

Non feci in tempo a terminare la frase, il mostro lanciò un Cero enorme, con quel potere avrebbe potuto radere al suolo l’intera area del Rukongai. Renji non fece in tempo a  contrattaccare, il Cero partì all’improvviso dalla sua bocca, ad una velocità incredibile:

“BAKUDO N.81…DANKU!” urlai con tutta la voce che avevo in corpo.

Creai una barriera energetica, molto simile ad un muro rettangolare che riuscì a difenderci o quanto meno, ad attutire la potenza e la devastazione di quell’incantesimo mostruoso. Il Cero, andò a sbattere con una violenza inaudita contro quel muro e gradualmente, stava perdendo potenza. Danneggiò di poco il Danku, per fortuna. Il mio respiro però ad un certo punto divenne pesante, mi resi conto di aver accumulato troppo stanchezza fisica e nel frattempo, anche il mio Reiatsu stava diminuendo progressivamente:

“Grazie, Masa!” esclamò Renji.

Io annuii e mi alzai di nuovo in volo per perlustrare la zona. Stupita, vidi che la maggior parte dei Menos Grande,che erano presenti prima del mio precedente attacco, stranamente si erano ridotti della metà. Alla mia sinistra in lontananza, vidi il mio capitano decapitare con la sua Zampakuto l’ultimo di quei mostri mentre indossava una  strana maschera Hollow, non l’avevo mai vista prima di allora. Spalancai gli occhi, la potenza del suo Reiatsu era incredibile:

Ma che diav…” dissi.

La nostra zona era libera.


 

--------Poco Dopo-------


 

‘Mi dispiace di avervi convocato qui all’improvviso, ma siamo in piena emergenza. Riguardo la presenza di un’enorme quantità di Menos Grande molto vicini al Seretei quest’oggi, sto provvedendo personalmente nel capire chi possa averli mandati qui.” Disse il capitano generale Kyoraku, seduto sulla sua grande sedia, all’interno della prima brigata:

“Abbiamo bisogno di più informazioni, Shunsui” rispose il capitano Ukitake, della 13°:

“Già, per questo ho contattato Urahara Kisuke, nel mondo umano. Abbiamo stabilito che la 5° brigata composta dal capitano Hirako Shinji e la sua vice Masa Sosuke tra 5 giorni  dovranno recarsi da lui e fare rapporto.”

I miei occhi brillarono di una luce immensa, finalmente avrei potuto visitare il mondo umano! Sorrisi e giunsi le mani, portandole sul petto. Il mio capitano, che era davanti a me, voltò la sua testa verso la mia direzione e sbuffò:

“Che palle, non ho proprio voglia di andarci!” sussurrò.

Io arrossii e il mio cuore cominciò a battere veloce, ero emozionata. Ero diventata vice-capitano da poco, in quel periodo, quindi avevo solo sentito nominare quel Kisuke-sama qualche mese prima dell’evento dei Menos. Rangiku Matsumoto, la mia migliore amica, mi disse che fu lui ad imprigionare mio padre all’interno della Soul Society, 100 anni prima della fatidica guerra. Avrei potuto avere la possibilità di scoprire anche altre cose!!

Gettai lo sguardo verso il capitano Hitsugaya e la sua vice (per l’appunto Rangiku), entrambi della decima divisione. Io le sorrisi, ero troppo felice! Lei fece una smorfia e indicò se stessa, muovendo solo la bocca e lo fece cercando di scandire bene le parole, io però non fui in grado di decifrare ciò che stava dicendo. La sua espressione parlò da sé,  compresi che sarebbe voluta andare nel mondo umano al posto mio. Ahahah:

“Masa-chan, ma che stai facendo?” domandò il mio capitano:

“Uhm.. eheheh… scusami capitano” risposi, passando una mano dietro la nuca e tornando in posizione. Il mio viso era in fiamme. Ogni volta che incrociavo i suoi occhi era davvero un bel problema, mi scioglievo come burro al sole:

“E tutto” disse il capitano Kyoraku e poco dopo, si congedò.

Il mio capitano si avviò verso l’uscita non appena Kyoraku terminò la frase ed io ero al settimo cielo! Presi la mia cartellina con all’interno dei documenti importanti e lo seguii fino all’arrivo in brigata. Mentre camminavo, da lontano vidi Rukia affacciata sulla ringhiera del corridoio adiacente, davanti la porta della 13°, con il viso rivolto verso l’alto… Pensai che probabilmente si stava godendo quel po’ di fresco rimasto, in mezzo alla tanta foschia. Faceva caldo, davvero tanto caldo ed allenarsi con quelle temperature  così afose non era certo facile… Di solito, si preferiva di gran lunga stare all’aria aperta. Dietro di me, in lontananza, sentii la voce della mia migliore amica Rangiku. Mi voltai e vidi che stava parlando con il suo capitano e lo stava pregando di andare nel mondo umano… Sorrisi sfregandomi le mani, sicuramente sarebbe voluta andare lì per fare  shopping e mangiare a sazietà!

“Masa-chan, ma stai bene?”

“Si capitano, sono troppo felice! Finalmente, posso mangiare dolci e torte fino a scoppiare! EHEH!”

“Mmm… sono davvero buone” disse

“Le hai già assaggiate, capitano?”

“Certo, sono stato molte volte in missione nel mondo umano.”

“AH, ECCOTI TU, STRONZETTA!”

La voce di Rangiku echeggiò per tutto il corridoio:

“Ops.. perdonami Hirako taicho” disse, facendo un inchino:

“Non è un problemaaa” rispose il mio capitano con lo sguardo annoiato:

“Capitano, c’è qualcosa che devo fare?” gli domandai ed arrossii.

Lui si voltò e si incamminò, i suoi capelli biondi e lunghissimi, luccicarono attraverso i raggi del sole:

“No! Ci vediamo dopo” rispose e alzò una mano.

Rimasi da sola con Rangiku, già sapevo cosa aspettarmi da lei… ovvero la solita domanda:

“Masaaa?! Fa caldissimo oggi, perché non andiamo alla sorgente curativa?”

Le puntai contro il dito indice:

“Eccola la domanda! Lo sapevo che me l’avresti chiesto!” sorrisi.

“Uff..sono così scontata?”

“Non fai altro che chiedermelo tutti i giorni” le risposi accigliata.

Poi le sorrisi.

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Capitolo 2
*** Allenamento ***


La prima volta che incontrai il mio capitano, fu quando avevo 13 anni. Da quel giorno, l'attrazione che provai nei suoi confronti fin dal primo momento, non accennò mai a diminuire, nemmeno con il passare del tempo. A quell'età, mio padre mi abbandonò da sola nel Rukongai per inseguire il suo sogno e così, quando aveva un po' di tempo libero, lo andavo a trovare nella Soul Society. Il mio papà era uno dei sottosposti del mio capitano Hirako Shinji, e dopo solo sei mesi di addestramento, venne promosso a vice-capitano della 5a brigata. 

Il rapporto tra il capitano Hirako e mio padre, oserei dire che non fu per niente classificabile come uno dei migliori di tutto il Seretei. Hirako-taicho aveva la tendenza ad allontanare mio padre da tutte le questioni politiche e amministrative della brigata, poiché iniziò ad avere dei sospetti su di lui fin da subito e capitava spesso che lo trattava in modo molto schivo, tanto da ritenerlo una persona inaffidabile. Tutto ciò però, diede la possibilità a mio padre di architettare un piano incredibilmente artificioso per tradire la Soul Society, tenendo all'oscuro di tutto il capitano Hirako.. ovvero quello di diventare l'uomo più forte di tutta la Sereitei alleandosi con i nemici e poter sfruttare l'abilità dell'Hogyoku, un mezzo a forma sferica con il quale uno Shinigami avrebbe potuto possedere e controllare poteri Hollow, o viceversa.

Il mio capitano era un uomo alto, molto più alto di me e portava dei lunghi capelli biondi (oltre le natiche), molto lisci che gli conferivano dei lineamenti anche piuttosto femminili. I suoi occhi erano di un castano cioccolato, ed il colore variava molto in base ai cambiamenti atmosferici. 

Di carattere era socievole ed affabile, quando si trattava di questioni comiche, però possedeva poca pazienza, se non addirittura nulla. In effetti, si innervosiva spesso e con una  facilità incredibile, assumendo un temperamento molto forte e mascolino. 

Quella sera, non tornai all'orario stabilito, poiché rimasi con Rangiku fino a tarda notte. Fisicamente mi sentii un po' meglio, ma quello era dovuto anche a qualche bicchierino di sakè di troppo. Aprii la porta della mia brigata ed andai in camera mia in punta di piedi, cercando di fare meno rumore possibile per evitare di svegliare il capitano, che in quel momento dormiva nella stanza accanto alla mia.

--------

Mi svegliai molto presto, madida di sudore. Il caldo era insopportabile nel Sereitei in quei giorni e il solo pensiero di dover andare ad allenarmi con 40 gradi all'ombra,  mi faceva diventare matta. Mi alzai e feci una doccia rinfrescante per riprendermi un attimo, mi vestii con la classica divisa estiva da vice-capitano, indossai l'emblema sul braccio,  mi pettinai i capelli in una coda alta e uscii dalla stanza. Erano circa le 9:30 e dovevo recarmi dal capitano Byakuya Kuchiki per una lezione di Kido avanzato.  Guardai oltre la ringhiera del corridoio e vidi la figura girata di spalle del mio capitano, che stava parlando con Kensei Muguruma, capo della 9a e Otoribashi, della 3a. 

Mancava davvero poco all'inizio degli allenamenti, così decisi di scendere al piano di sotto, passando davanti a loro, e di dirigermi verso la porta della 6a Brigata, ma senza affrettarmi  eccessivamente:

"Buongiorno, capitano Hirako, Otoribashi e Muguruma" dissi e feci un piccolo inchino.

"Oei, oei, oei... che ti prende, Masa-chan?" chiese il mio capitano: "Da dove viene questa tua formalità?"

"Ehmm.. eheh.." risposi, imbarazzata:

"Dai Shinji, è così educata la tua vice, beato te!" esclamò Muguruma Kensei:

"Il rispetto e l'educazione trascende in noi Shinigami da generazione in generazione. È una pura forma d'arte" disse il capitano Otoribashi:

"EH?!" esclamò il mio capitano:" ne riparleremo quando minaccerà anche voi perché le serve qualcosa" 

Il mio volto diventò viola dall'imbarazzo. Meguruma scoppiò a ridere di gusto e Otoribashi fece una smorfia, alzando le braccia:

"Ma che..Shinji, ti prego!" esclamò Otoribashi.

Ad un certo punto, il mio capitano poggiò una mano sulla mia spalla. Alzai lo sguardo verso di lui, trasalii. I suoi occhi erano bellissimi:

"Daaaai Masa sto scherzando!" disse, squotendomi leggermente e sorrise:"Comunque sei stata davvero brava durante il combattimento contro i Menos, ti sei comportata da vera leader,  complimenti!" esclamò.

I miei occhi si illuminarono di gioia, per un attimo dimenticai la battuta:

"Grazie, capitano" risposi, facendo un altro inchino:

"Non dimenticarti le pratiche da terminare entro stasera. E adesso vai"

Annuii ed iniziai a correre verso la 6a, dal capitano Kuchiki.

------------ 5 minuti dopo--------

"Signorina Masa, lei è sempre in ritardo. La prossima volta prenderò provvedimenti".

"Mi scusi, Byakuya-sama" risposi inchinandomi.

"Si metta in fila come gli altri ed attenda il suo turno".

"Va bene" esclamai.

Ecco che, come al solito, feci un'altra figuraccia. Mi trovavo all'interno della stanza segreta della 6a brigata per allenarmi ad usare il Kido. Era un'enorme area all'aperto che dava l'impressione di essere un grande bosco, ma senza la presenza di alberi. Sempre di fronte a me, la distesa era circondata da bersagli verso cui direzionare gli  incantesimi, e questi erano costituiti da pali di cemento, con la base incastrata nel pavimento.  Mi posizionai accanto a Renji e gli sorrisi:

"Masa, abbi pietà di me e aiutami! Faccio schifo col Kido". Sussurrò, agitato.

"Ahah, lo so, Renji".

Mi guardò male per un po', poi mi sorrise.

"Allora, formate le solite file ed iniziate con il Bakudo numero 10, Horin!" esclamò il capitano Kuchiki con un tono severo.

Dovevamo formare delle file composte da 6 persone, disposte a circa 4 metri di distanza l'una dall'altra, e posizionarci di fronte ai bersagli di cemento verso sui colpire. Presi Renji dalla manica del kimono e lo trascinai con me, per collocarci tra le prime file. Gli volevo molto bene, non potevo continuare a vederlo soffrire in quel modo, così pensai che la soluzione migliore per scrollarsi quella tensione di dosso, fu proprio quella di essere tra i primi a recitare l'incentesimo. Lui mi guardò, pallido e sudato e io gli lanciai un' occhiolino e gli sorrisi.

Mi trovavo tra Momo Hinamori e Renji. Lei era bravissima col Kido, tanto che durante gli anni che trascorse di fianco a mio padre, dopo che lui da vice passò a capitano, la definivano  "la maestra". Cominciò lei per prima, e lanciò un incantesimo molto potente in maniera perfetta. 

"Bene. Signorina Masa, tocca a lei" disse Byakuya, ponendosi di lato. 

Feci un bel respiro e chiusi gli occhi.. Attorno a me, era come se non ci fosse stato più nessuno. Sentii un'energia impressionante scorrere in tutti i vasi sanguigni del mio corpo, quindi i miei battiti cardiaci aumentarono di conseguenza. Il mio Reiatsu stava salendo alle stelle. Ero pronta, si! Ero prontissima, quindi riaprii gli occhi per prendere la mira e allungai il braccio verso il bersaglio. Con il dito medio e l'indice puntati, feci un bel respiro:

"Disintegrati, cane nero di Rondanini! Alza lo sguardo e brucia, lacera la tua stessa gola. BAKUDO NUMERO 10...HORIN!"

Dalle dita, generai un raggio arancione con delle spirali gialle ed intrappolai il bersaglio, avvolgendolo completamente. Il resto del raggio, rimase nella mia mano e quello sarebbe servito per controllare la sua direzione prima e dopo la cattura dei fantomatici nemici. In quel momento, un'eccitazione mista a rabbia mi pervase, quindi alzai  le mie due dita verso il cielo. A quel punto, il bersaglio si staccò da terra e si disintegrò con una velocità impressionante. Diventai rossa, e sentii un "oooooh" generale da parte dei miei compagni. Renji mi stava fissando con gli occhi spalancati ed io, con le mani che mi tremavano, mi voltai verso il capitano Kuchiki, che in quel momento aveva gli occhi chiusi.

"Questo non è quello che avevo chiesto" disse il capitano Kuchiki, indicando il punto in cui la polvere del paletto si stava dissolvendo nell'aria:

"Mi scuso, Kuchiki-sama, la prossima volta non accadrà più."

Percepii i suoi occhi gelidi su di me, io trasalii:

"Formate di nuovo le file, ricominciamo"

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"Masa-chaaan!" Mi voltai:

"Renji-kun! Ti ho perso di vista durante l'allenamento! Com'è andata?" Chiesi, asciugandomi il sudore:

"Male... Sai che faccio schifo a usare il Kido".

"Ahah, dai non dire così! E Rukia?"

"Rukia partirà presto per il mondo umano, andrà in missione per un mese. Ma lei non ha niente a che fare con la storia dei Menos, sta andando da Kurosaki Ichigo" disse.

Avevo già sentito molte volte il nome di quel sostituto Shinigami, ma non l'avevo mai incontrato di persona. Mi avevano detto che aveva questi capelli arancioni un po' bizzarri ed un  temperamento molto determinato e testardo... Ma grazie a lui, il Sereitei e la Soul Society potevano respirare ancora. Per ciò che riguardava Renji, ero molto legata a lui. Insieme a Rukia, loro furono le uniche due persone a starmi vicino dopo che rimasi sola all'interno del Rukongai, in seguito all'abbandono da parte di mio padre. Affrontammo insieme la fame, la sete e la povertà che  in quel periodo stava facendo vivere di stenti tutti i cittadini che abitavano nella nostra zona.

Stavo per scendere le scale in compagnia di Renji, quando all'improvviso vidi la figura del mio capitano vagare sotto il corridoio della 2a, completamente solo. Gettò il suo sguardo su di me:

"Masa-chan! Finalmente hai finito!" disse sospirando mentre si avvicinava a noi:

"Buongiorno, capitano Hirako" disse Renji e fece un piccolo inchino:

"Ti dispiace se la mia vice torna con me, Renji-kun?"

"Niente affatto, signore"

"Bene, andiamo Masa-chan"

"Si, capitano".


Salutai Renji con una mano, senza parlare. Deglutii la saliva a fatica, camminavo dietro di lui e ad ogni folata di vento, il suo solito profumo (un misto tra shampoo e sapone per il corpo), arrivò dritto nelle mie narici e inebriò i miei sensi. Il mio cuore cominciò a battere forte e veloce... mi faceva impazzire:

"Come mai sei venuto a chiamarmi, capitano?" domandai, cercando di non pensarci:

"Eheh.. abbiamo del lavoro da fare, cara Masa. E io non ho voglia per niente"

"Capitano, qualcuno ti ha mai detto che sei troppo svogliato?" 

"Mmmm vediamo...No, tu sei la prima"

“Bugiardo!” esclamai

Arrivammo e aprì la porta della nostra brigata. Sulle nostre scrivanie, non riuscii a contare la marea di fogli e di cartelline sparse e per tutto l'ufficio, sentimmo un odore acre misto a "stanza chiusa da secoli" a "troppa immondizia accumulata":

"Oh, capitano e questa puzza?"

"Te l'ho detto io che c'era del lavoro da fare!"

"Vado a chiamare rinforzi per le pulizie" risposi

"Ben detto" sorrise.

 

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Capitolo 3
*** Non morire, Rangiku. ***


Erano circa le 4 del pomeriggio, quando terminai di firmare tutte le pratiche della mia compagnia. Quel giorno lavorai ininterrottamente insieme al mio capitano, il suo aiuto fu davvero utile nel sistemare e riordinare l'ufficio. Poco tempo prima di finire il lavoro, mentre ero impegnata con le mie faccende, trovai alcuni documenti firmati dal mio papà.. di circa 200 anni prima e dentro di me, salì una strana sensazione di nostalgia nel momento in cui cadde l'occhio sulla sua calligrafia... Mi emozionai nel constatare che la sua scrittura era molto simile alla mia.

Il capitano cambiò espressione, una volta terminato il lavoro. Lo vidi moralmente molto più sollevato.. Rimasi stupita del suo comportamento inusuale. Cominciò a raccontare barzellette e fece un sacco di battute.. non stava zitto un attimo!!

Dopo circa 30 minuti di risate, sentimmo bussare alla porta:

"Si?" domandai.

La mia cara amica Rangiku timidamente aprì la porta e dall'espressione del suo volto, mi sembrò particolarmente annoiata:

"Masa-chan!" gridò. Il suo sguardo si posò su quello del mio capitano e mi sorrise maliziosamente:

"Buonasera Hirako-taicho" continuò e fece un inchino:

"Ciao, Matsumoto. Cosa succede?" domandò il capitano:

"Avrei bisogno di Masa-chan.. Vorrei andare con lei alla sorgente curativa. È possibile? "

"Si, se volete potete andare, tanto noi qui abbiamo finito" rispose il mio capitano.

Imbarazzata la guardai e lei stava sorridendo sotto i baffi, in modo malizioso....Mi preoccupai di quello che stava per dire, dopo avermi anche lanciato un occhiolino!! :

"Allora Masa-chan? Capitano, vuoi venire anche tu con noi?"

Volevo morire. In quel momento, davvero volevo morire. Diventai viola in volto e la guardai malissimo. Il mio capitano si massaggiò la nuca, poi sospirò:

"Nono, io passo eheh.. Magari la prossima volta. Grazie comunque per l'invito! Allora Masa-chan. Ci vediamo dopo."

Non appena il mio capitano uscì dall'ufficio, lei entrò e con un ghigno malizioso, si avvicinò a me:

"Hai visto che faccia ha fatto? ahah!"

"Rangiku!!! Io- ti- ammazzo!"

"Daaaaaii suuu! Un po' di vita!! Che male c'è? Potevi fare la piccioncina con lui, no? Dai vieni, porterò anche una bottiglia di sakè.. Dai,dai, ti prego, ti prego!"

La sua capacità di coinvolgermi in quelle situazioni strane, mi lasciava sempre senza parole:

"OK! OK..." risposi, e portai le mie mani avanti: "Ma non farti venire la brillante idea di farci il bagno nude come l'altro giorno! Perché nude no eh!"

Lei sbuffò e si mise a braccia conserte.

------------

Poco dopo, iniziammo a correre lungo la strada che collegava la Soul Society alla sorgente curativa. Più che sorgente, somigliava più che altro ad una grande vasca idromassaggio, con l'unica differenza però che quell'acqua, aveva la facoltà di curare le ferite anche gravi e dopo il combattimento contro i Menos, era proprio quello che ci serviva. Iniziammo a spogliarci, faceva un caldo tremendo:

"Ogni volta che vengo qui, è uno SPASSO!" esclamò Rangiku, scaraventando il kimono per aria:

"Già, lo penso anche io! Si sta proprio bene!" 

Rimasi in intimo composto da mutandine e reggiseno nero. Il mio petto non era enorme come quello di Rangiku, ma nemmeno piccolo come quello di Rukia... Diciamo che non mi lamentavo affatto del mio aspetto fisico. Bassa di statura (1.45 cm), usavo portare capelli lunghi fino a metà schiena (circa) ed erano di un biondo nocciola, simile ad un castano molto chiaro. Avevo gli occhi cerulei, più sul grigio che sul celeste e la loro fisionomia, era identica a quella del mio papà.

Eravamo sole alla sorgente e mi sentii talmente bene, che avrei voluto passare il resto della mia estate dentro quella vasca gigante. Legai i capelli e mi tuffai... La sensazione fu davvero piacevole...:

"OOOOH, FINALMENTE! Ti piace, Masa-chan?" esclamò Rangiku, mentre con una mano, sistemó il suo enorme seno all'interno del costume, dopo il tuffo:

"Puoi scommetterci!"

"TA DAAAA!! Guarda cosa ho qui?" disse, tirando fuori dal suo kimono una bottiglia di sakè:

"Sei sempre la solita!" le risposi, sorridendo.

Cominciò a preparare due bicchierini e uno lo passò a me. Appoggiai la mia schiena contro il bordo vasca e iniziai a sorseggiare:

"Comunque, non credi anche tu che siamo un po' sfortunate?"

"Perchè sfortunate?" le chiesi:

"Tra i tanti capitani che ci sono qui, ci dovevano capitare proprio i più rompiscatole"

"Parla per te! Il mio con me è bravo.. e poi io LAVORO sempre!" esclamai mandando giù il sakè.. poi le sorrisi:

"Si, tu lo difendi perché sei innamorata!"

"SSHHH! Non gridare!!" le sussurrai. 

In quel momento, sentii dei passi avanzare tra i cespugli e sù, per quella stradina, riconobbi la chioma dorata del mio capitano:

"Oh no Rangiku! Arriva Hirako-taicho!"

"Visto? Non appena ha sentito 'bagno nude', subito è venuto a spiarti! ahah!"

"No Rang... Davanti a lui c'è il tuo capitano! Non lo vedi?"

Lei si voltò verso la stradina, ed impallidì:

"No, ti prego! Fai che non è lui!"

"SSSHH!"  cercai di calmarla..:

Il capitano Hitsugaya camminava a passo spedito davanti al capitano Hirako, proprio dritto verso di noi...Una volta viste, aveva accelerato il passo. Era molto arrabbiato!

"AHA! Eccoti dov'eri Matsumoto! Se non fosse stato per il capitano Hirako, non sarei riuscito a trovarti da nessuna parte! Con tutte le pratiche che ci sono da sistemare, vieni qui a rilassarti e oltretutto, a bere sakè?? Vuoi lasciar fare tutto a me di nuovo??! Sei il mio vice, ricomponiti!"

"Capitano, ti pregoo!! Solo un altro po'? E poi, dicono che arrabbiarsi fa male alla salute! Dai, unisciti a noi!"

La vena, sulla fronte del povero capitano Hitsugaya, diventò enorme dalla rabbia però poi si sedette dietro di lei girato di spalle, e sospirò. Il mio capitano prese posto sulla panchina proprio di fronte a me mentre io cercavo, in segno di rispetto, di coprire il mio corpo nudo con le braccia. Mi guardò, sorridendo:

"Com'è l'acqua?" mi domandò. Rangiku sospirò:

"Si sta benissimo, capitano Hirako!" rispose Rangiku al posto mio dopo aver notato che il mio volto stava andando a fuoco. Ero una ragazza piuttosto timida, quando si trattava del mio capitano..

Mi limitai spesso, quel pomeriggio, a rimanere nell'acqua e ogni tanto poggiavo la testa sul bordo della vasca, mi piaceva fissare il cielo. Il capitano Hitsugaya dopo poco, si tuffò anche lui. Rangiku ci fece morire dal ridere quando gli domandò se lui aveva difficoltà nel toccare il fondo con i piedi, considerando il suo aspetto da "bambino di scuola elementare". Il mio capitano scoppiò a ridere ed io portai una mano davanti la bocca, per non farmi vedere dal capitano Hitsugaya 

Le risate del mio capitano però, cessarono all'improvviso. Lo guardai e notai che stava fissando il cielo con uno sguardo visibilmente preoccupato. Hitsugaya taicho uscì dall'acqua solo con la testa... e fece la stessa cosa:

"Ragazze, uscite dall'acqua. Subito" disse il mio capitano:

"NOOOO, ti prego capitano! Si sta così bene!"  rispose la mia amica. 

Alzai lo sguardo anche io sopra di me in silenzio... all'improvviso sentii un boato tremendo. Il cielo venne squarciato da una spaccatura terrificante, questa apparì sopra le nostre teste. Io rimasi pietrificata... Non avevo mai visto una cosa del genere:

"Ne saranno una ventina, più o meno" esclamò Hitsugaya taicho. Il mio capitano annuì. 

Ad un certo punto, comparve tra le nuvole un buco nero. Numerose teste protette da una maschera bianca inquietante, spuntarono fuori da esso e queste avevano un naso molto lungo ed appuntito. Un grido lacerante mi fece trasalire.. Io li riconobbi subito:

"Menos Grande!" esclamai..: "Di nuovo?!" 

Quei mostri terrificanti erano lì, che ci fissavano. Erano davvero giganteschi. Rimasi pietrificata nel momento in cui, uno di loro, allungò un braccio nella mia direzione, mentre un altro stava per sputare dalla bocca, un ammasso di energia rossa diretta verso la vasca. Cavolo, quello era un Cero!!

"MASA! SPOSTATI DA Lì!" urlò il mio capitano. 

Non riuscivo a muovermi, credetti di non farcela. Erano troppo vicini...:

"Collassa, SAKANADE!" 

Il mio capitano tagliò di netto la mano del Menos con la sua Zampakuto e questa cadde nell'acqua, provocando un tonfo incredibile. Quell'essere sprigionò un urlo di dolore assordante e ritirò il braccio:

"HAI FINITO DI DORMIRE?!? ALZATI E VESTITI SUBITO!" 

"Si, capitano"

Cosa mi stava succedendo?

Mi rivestii di corsa e mi preparai per la battaglia. Mi diressi volando verso l'ultimo Menos Grande della fila, in lontananza. Mi fermai davanti a lui e lo guardai negli occhi... Quell'essere mostruoso DOVEVA MORIRE. Feci un bel respiro e chiusi gli occhi. La mia preoccupazione e la mia paura svanirono in un istante, non appena sentii dentro di me il sangue scorrere come un fiume in piena.  Feci un altro bel respiro e un'aura rossa avvolse il mio corpo, interamente... Il mio Reiatsu salì in maniera vertiginosa:

"BAKUDO N 62... HYAPPORANKAN!!" gridai.

Dalla mia mano destra, comparve una bacchetta di energia azzurra e man mano questa si allungava sempre di più. I miei occhi diventarono rossi dalla rabbia. Lanciai con una furia tremenda la mia bacchetta verso il Menos e quest'ultima, durante il lancio, si moltiplicò in altre cento. Quelle frecce raggiunsero il bersaglio e lo inchiodarono contro la parete di una montagna rocciosa, posta dietro le sue spalle. 

"AAAAAAAAAAA MAAAAASAAAAAA!!"

Da lontano, sentii la voce di Rangiku.. Io mi voltai all'istante. Fu un urlo disperato, lacerante. Era appena stata colpita da un Cero potentissimo e il sangue che vidi zampillare dal suo corpo mentre cadeva giù, mi fece impallidire. Ne era tantissimo. Lasciai il Menos Grande inchiodato contro la parete della montagna e volai verso di lei, spingendo me stessa a tutta velocità. Il colpo scagliato contro di lei, però, fu talmente tanto potente da farla volare molto più veloce di me. Volevo piangere, in quel momento:

"RANGIKU!!" Scoppiai a piangere :"BAKUDO N 37... TSURIBOSHI!!"

Creai un'enorme sfera di energia che sparò dal suo centro sei corde di lunghe dimensioni. Lanciai questa energia fra gli alberi, proprio sotto di lei e quelle sei corde, si attaccarono su dei tronchi. In una frazione di secondo, l'energia si solidificò e diventò simile ad un cuscino piatto, molto elastico. Lei cadde lì sopra, svenuta. Mi avvicinai a lei, disperata:

"RANGIKU! TI PREGO NON MORIRE, RANGIKU!"

Le tastai i polsi per controllare il suo battito... lo sentii, ma era debolissimo:

"CHE FACCIO? CHE FACCIO,CHE FACCIO, CHE FACCIO, CHE FACCIO?!?!?"

Alzai il mio sguardo per controllare le condizioni del mio capitano e del capitano Hitsugaya. Dall'alto, notai che Hirako-taicho in quel momento stava indossando una maschera, molto simile a quella di un Hollow. Cosa diavolo era quella maschera? Chiesi di nuovo a me stessa:

"CLAP"

Non era quello il momento di pensare a quelle cose. Giunsi le mani, le portai davanti il mio petto e guardai davanti a me:

"5 COPERTURE DI SUPPORTO... GYOGAI!"

Coprii Rangiku con una barriera di colore giallo che nessuno avrebbe potuto scalfire... La barriera sarebbe riuscita almeno a conservare il suo stato di salute fino a ricevere le vere cure di supporto...Avrei voluto davvero evitare la sua morte.

Dentro mi sentii una bestia.. Ero arrabbiatissima. I miei occhi rossi, bruciavano di rabbia... Ne erano davvero troppi e Rangiku stava male.

Portai le mie mani verso il cielo.. Il mio Reiatsu era al massimo:

"MASA! COSA DIAVOLO STAI FACENDO?" Urlò il mio capitano.

"RANGIKU STA MALE, CAPITANO!"

"PORTALA SUBITO DAL CAPITANO UNOHANA, QUA CI PENSIAMO NOI"

"SI" risposi.

"Se lo faccio mi sgrideranno... mah, non importa. CENTO ROTOLI DEL BIANCO SERPENTE"

Avevo appena invocato un incantesimo proibito all'interno del Seretei. Quell'incantesimo, consisteva nel teletrasportare una o più persone da un luogo all'altro.... Non c'era tempo da perdere!

 

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Capitolo 4
*** Speranza ***


Arrivai dal capitano Unohana in 10 minuti. Rangiku era ancora dentro alle '5 coperture di supporto' ed io riuscivo a vedere i pezzi della sua carne lacerata, al di sotto del suo kimono.. o almeno ciò che ne rimase, del suo kimono. La sua ferita era molto profonda. Il sangue aveva smesso di fuoriuscire grazie al mio invervento tempestivo di supporto rapido, ma allo stesso modo la situazione era molto preoccupante.

Le lacrime rigavano il mio viso ed uscivano senza controllo. Non emisi nemmeno un gemito, piangevo in silenzio. Dentro di me fremevo, tremavo dalla rabbia e domandai a me stessa  in che modo dei Menos Grande avrebbero potuto evocare un Senkaimon ed entrare indisturbati nel territorio della Seretei..Doveva esserci per forza qualcuno che aveva aperto loro la porta dei due mondi, quelli erano troppo poco intelligenti per fare una cosa del genere da soli...Volevo saperlo, dovevo venire a conoscenza dei responsabili di quel casino... li avrei uccisi tutti, anche a costo di perdere la vita. 

Il capitano Unohana era davanti a me, il suo sguardo mi fece preoccupare fino alla pazzia. Non avrei mai accettato di perdere la mia migliore amica, quel giorno...per niente al mondo. Chiesi a chiunque si trovasse nei dintorni del corridoio, anche a persone che magari passavano lì per caso o reclute che non avevano nulla a che fare con la situazione... Desideravo sapere quali fossero le reali condizioni di salute della mia amica... ma nessuno parlò. Feci partire un pugno contro la parete della sala d'aspetto.. E stavo tremando dall'agitazione.

Il mio capitano, intanto, era seduto di fronte a me e aveva lo sguardo rivolto verso il basso. Era ferito anche lui ma in modo non grave. Io avevo le mani insanguinate e bruciate, a causa dell'incantesimo proibito creato, consumai molte energie ma in quel momento,non me ne importava un bel niente. Hirako-taicho si alzò in piedi e si avvicinò a me. Improvvisamente,  afferrò la mia testa e mi abbracciò forte. Spalancai gli occhi... quando i suoi capelli si spostarono tutti in avanti, contribuendo all'abbraccio. Il suo solito profumo era molto dolce. 

Ricambiai l'abbraccio, stringendolo forte verso di me... sentii il suo respiro riscaldare la mia spalla:

"Masa-chan, vado io a parlare con il capitano Unohana. Anche il capitano Hitsugaya è dentro con lei. Aspetta qui per favore, cerca di calmarti."

Annuii tirando su col naso, senza dire una parola. Sciolse l'abbraccio e mi accarezzò una guancia, in modo molto dolce. Se ne andò.

Avevo un sacco di domande da porre.. troppe per rimanere chiuse all'interno della mia scatola cranica. Da dove proveniva quella maschera semi-hollow del mio capitano? E quei Menos Grande, come avevano fatto ad entrare nella Seretei? Come stava la mia amica Rangiku? 

Sentii il bisogno di prendere un po' d'aria, l'ansia era davvero tanta. Uscii all'esterno, in giardino. Camminavo avanti e indietro, cercando un po' di pace. Non vedevo l'ora di fare  rapporto al capitano generale Kyoraku.

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"Masa-chan... A Rangiku la stanno operando all'addome proprio in questo momento. La situazione è grave e l'intervento è molto delicato. Il capitano Unohana non ha saputo dirmi se riuscirà a superare la notte o meno. Mi dispiace"

Le parole del mio capitano mi spezzarono il cuore. Rimasi con lo sguardo fisso nel vuoto, senza piangere ed ero terrorizzata.. Ripensavo solo alle sciocchezze che avevamo fatto insieme! Ai segreti spifferati, a quanto alcool avevamo ingurgitato scappando dai nostri doveri. Non ce l'avrei mai fatta a superare una sua eventuale assenza dalla mia vita... per sempre:

"Se solo fossi rimasta accanto a lei durante la lotta, capitano". 

Riuscii a dire solo questo:

"Non cominciare a colpevolizzarti. In fondo,è un vice-capitano anche lei ed è anche molto forte. La situazione non la si poteva controllare del tutto.. nessuno ce l'avrebbe fatta."

"Andiamo da Kyoraku-sama per favore, capitano?"

Lui mi guardò... Il suo sguardo era dolcissimo. Annuì e poco dopo, ci incamminammo verso l'interno della Soul Society:

"Capitano, cos'era quella maschera che indossavi durante il combattimento contro i Menos?"

"Ah, quella? Sicura che lo vuoi sapere proprio ora?" mi domandò. Nient'altro avrebbe lacerato il mio cuore già spezzato, in quel momento.

Io annuii. Lui fece un bel respiro:

"Molti anni fa, quando tuo padre era ancora un mio sottoposto, riuscì a rubare l'Hogyoku. In quel periodo, alcuni soldati iniziarono a sparire giorno dopo giorno..Così un giorno io, insieme alla ex vice-capitano della 12a Hiyori, l'attuale vice della 1a Riza, il capitano Kensei Muguruma ed altre persone che lavoravano nella Soul Society, decidemmo di andare a fare un giro di perlustrazione proprio nel posto in cui stavano avvenendo quelle strane sparizioni. Purtroppo, cademmo nella trappola di tuo padre e lui ci tradì, traformando illegamente tutti noi in semi-hollow."

"Quindi capitano, tu sei per metà Shinigami e per metà Hollow ora?"

"Esattamente. Sono il capo dei Visored, coloro che controllano entrambi i poteri."

Sarebbe stato davvero bello, aver avuto la possibilità di raccontare tutte quelle cose a Rangiku, quella sera. Magari sorseggiando il nostro sakè preferito:

"Ho capito... Ho bisogno di parlare con mio padre il prima possibile" dissi. 

Finalmente arrivammo ed incontrammo Risa, la vice-capitano della prima brigata. Lei salutò il mio capitano ed io mentre la guardavo, pensavo che sarebbe stato orribile possedere dentro di me una parte di potere Hollow. L'atteggiamento di mio padre era stato davvero imperdonabile. Risa ci fece entrare all'interno del salone vuoto e ci chiese di aspettare l'arrivo del capitano generale. Lei terminò la frase, ma Kyoraku-sama apparì dietro di lei, di soppiatto:

"Masa-chan... Ho saputo cosa è successo solo poco tempo fa. Mi dispiace molto per la signorina Matsumoto.. Spero si riprenda presto."

Davanti a me c'era il capitano generale Kyoraku in persona e io mi sentii per un attimo sollevata. Mi inginocchiai in sua presenza, col capo chino e lo salutai formalmente.

Lui però mi rimproverò, dicendomi di evitare quel tipo di cortesia:

"Kyoraku-sama, vorrei parlare con lei riguardo i Menos Grande.. Si hanno altre informazioni?" domandai, restando col capo chino:

"No, però posso dirvi che la partenza per il mondo umano è stata anticipata per la giornata di domani."

Io annuii, lui sospirò e continuò:

"Nel frattempo, Masa-chan, è severamente vietato l'utilizzo di pratiche illegali all'interno della Seretei. Per quanto riguarda l'incantesimo proibito usato poco fa, la camera dei 46 sta dando un po' di noie. Sto cercando di risolvere la questione, anche se non sarà facile. Per questa volta, potrei anche dire che l'hai utilizzato in emergenza,ma per la prossima volta non potrò garantirti nulla."

Abbassai lo sguardo ed intrecciai le dita delle mani:

"Mi dispiace Kyoraku-sama."

"Non ti preoccupare" rispose, mentre si accarezzava il mento barbuto:

"Comunque... avrei un'altra domanda da fare se fosse possibile. Potrò avere il permesso di vedere mio padre?"

Si sedette sulla sua solita grande sedia e cominciò a grattarsi la fronte. Era pensieroso. Sapevo benissimo dentro di me, che quella sarebbe stata una domanda un tantino fuori luogo ma pensai che prima o poi, avrei anche dovuto chiederlo:

"Questa domanda me l'ha fatta anche il tuo capitano, Masa-chan. E lo stesso, non ho saputo dare una risposta. Avrei bisogno solo di pensarci un po' su. Rivediamoci non appena tornerai dal mondo umano, va bene?"

Sarebbe stato bello poter dire anche quello a Rangiku, quella sera, magari prendendo in giro tutti i capitani e facendo cose che a noi due, solo a noi due, piaceva tanto fare.

Annuii e feci un altro inchino di fronte al capitano generale. Lui si congedò, dicendo che aveva programmato la partenza per la mattina seguente, assieme al capitano Ukitake e  Kurotsuchi. Restammo io e il mio capitano, da soli. Il mio cuore iniziò a battere forte nel momento in cui incrociai il suo sguardo, era molto vicino a me:

"Grazie mille, capitano" mi rivolsi al mio capitano facendo un piccolo inchino:

"Di nulla Masa-chan. Ora pensiamo solo ad organizzarci per domani, io già non ho voglia di partire"

"Lo so che ci sei già stato. E stato bello?" domandai mentre uscivamo dalla porta principale della prima brigata:

"Certo...Ho conosciuto quel deficiente di Ichigo Kurosaki. Ho frequentato anche la sua stessa scuola per qualche giorno."

"E conosci anche questo Kis...Kisu..."

"Vuoi dire Kisuke Urahara? Si, conosco anche lui. Era il capitano della 12a brigata prima di Kurotsuchi. Mi ha salvato la vita. E un tipo strano, ma in gamba. Avrai modo di conoscerlo" mi sorrise, e passò una mano tra i miei capelli:

"Io capitano, ho intenzione di uccidere tutti i responsabili di questo casino. Spero che questo Kisuke-san mi darà tutte le risposte che sto cercando"".

--------

Tornai da sola alla quarta brigata, stanca e sudata. Faceva caldissimo e l'aria era irrespirabile. Entrai e trovai Isane seduta su una panchina, sembrava pallida e stanca. Lei era sempre stata la vice-capitano del capitano Unohana, molto fedele e disponibile.. Ma con lei, non entrai mai molto in confidenza prima di quel giorno, anche se sembrava una tipa apposto. Mi limitavo sempre e solo ad essere cordiale e gentile nei suoi confronti, nulla più. Ma quello non era il momento adatto per comportarsi in quel modo, quindi mi sedetti accanto a lei e le chiesi se avessi potuto sapere qualcosa riguardo Rangiku. Mi rispose che, a turno, stavano provando a sistemare il suo Reiatsu. L'operazione era andata a buon fine, ma lei era entrata in coma da poco tempo:

"Ora sta solo a lei farsi forza e riprendersi. Noi abbiamo fatto il possibile, Masa-chan"

"Posso vederla?"

"Non oggi.. o per lo meno, non in questo momento. Il capitano ha bisogno di concentrazione e di calma per poter lavorare bene su di lei."

"D'accordo.. avrei un favore da chiederti. Più tardi ripasserò con dei fiori...Saresti così gentile da lasciarli sul suo comodino?" le domandai.

Lei accennò un sorriso e annuì. Io mi congedai e la salutai sempre con rispetto. Strinsi i pugni fino a farmi sanguinare di nuovo le mani e me ne andai.

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Capitolo 5
*** Il mondo umano, capitano! ***


Aprii gli occhi. Mi alzai di buon ora, dopo avere, nell'incerta luce del mattino che penetrava dalle finestre aperte, gettato uno sguardo sulle mie valigie ancora da terminare. Mi resi conto di aver dormito con la testa poggiata sulla mia scrivania e di indossare ancora la divisa sporca di sangue del giorno precedente. Guardai l'orologio appeso alla parete e caspita! Mancavano cinque minuti alle otto ed ero in ritardo, come al solito. Spalancai gli occhi e mi alzai velocemente, poi aprii l'armadio e scelsi una divisa di ricambio.. Quella che indossavo aveva ancora l'odore di Rangiku, mi faceva stare male


Feci una doccia veloce, sentivo il bisogno di andare dalla mia amica e di informarmi sulle sue condizioni di salute. Poi mi vestii e cercai di rassettare la mia stanza raccogliendo tutto ciò che mi sarebbe servito nel mondo umano, a casa di Urahara Kisuke. Passarono circa venti minuti e di fretta, presi dal mobile un mazzo di fiori che avevo raccolto la sera prima in giardino. Emanavano un profumo meraviglioso.

Uscii dalla mia stanza, ancora con i capelli bagnati. Faceva caldissimo, quindi non avevo nessuna voglia di accendere l'asciugacapelli. Nel momento stesso in cui io aprii la porta, udii fare la stessa cosa con la porta della stanza adiacente. Ci incrociammo lì, io e il mio capitano, per il corridoio della 5a brigata.  Il mio cuore vibrò di emozioni non appena lo vidi. Restammo a fissarci in quel modo per qualche minuto, senza parlare. Arrossii e gettai il mio sguardo sui fiori, sorrisi:

"Buongiorno, capitano Hirako" 

Era bello come il sole, quella mattina. Indossava solo il pantalone della divisa e una maglia nera a maniche corte, molto aderente. I suoi capelli caddero davanti al suo petto nel momento in cui gettò il suo sguardo verso il basso e sorrise. Quel suo atteggiamento da sciattone, mi faceva impazzire:

"Stai andando da Rangiku?" mi chiese sorridendo:

"Si, capitano" risposi. 

Lui si avvicinò a me e piegò la sua schiena in avanti, avvicinando il suo bel viso verso i fiori. Si trovava a 10 cm da me, il mio cuore mancò di un battito:

"Sono proprio belli. Hanno anche un buon profumo." disse, alzando i suoi occhi verso di me.

La mia voce rimase incastrata in gola. Mi limitai a sorridere e ad arrossire:

"Allora Masa-chan, tra 40 minuti ci vedremo sulla montagna accanto al Sokyoku. Aspetteremo lì il capitano Ukitake e Kurotsuchi. Tutto chiaro?"

"Si, capitano!" esclamai:

"Bene, ora vai. Ci vediamo dopo."

---------

Dopo pochi minuti, cominciai a correre per il corridoio che collegava la mia brigata alla 4a. La tensione era alle stelle, non avrei potuto attendere un minuto di più. Bussai alla porta, mi tremavano le mani, ancora ferite dal giorno prima. Dopo qualche minuto, apparve la figura stanca e pallida di Isane-san, la vice-capitano della quarta compagnia. Non appena la vidi, pensai che avrei dovuto consigliarle di dormire un po', ma per rispetto non lo feci. Era rimasta sveglia tutta la notte a causa del lavoro svolto per salvare Rangiku. Accennò un debole sorriso, in quel momento i miei occhi si illuminarono:

"Buongiorno, Isane-san. Come sta Rangiku?"

"Ha ripreso conoscenza un paio d'ore fa, ma è ancora sotto la custodia del capitano Unohana da ieri pomeriggio. Mi dispiace dirti queste cose un'altra volta, purtroppo fino a quando non portiamo a termine il lavoro, mi è proibito far entrare chiunque"

Mi sentii stra-felice. Mi sarebbe piaciuto dimostrare la mia contentezza utilizzando qualsiasi mezzo a disposizione. Ringraziai Isane-san ponendomi davanti a lei in ginocchio, ero davvero troppo felice. Le consegnai i fiori che avrebbe dovuto lasciare sul comodino di Rangiku e la salutai:

"Dille che le voglio bene e che ci rivedremo quando tornerò dal mondo umano!" le gridai da lontano, salutando con una mano.

Ero in super ritardo, mancavano 10 minuti e decisi finalmente di avviarmi direttamente verso la montagna. Avrei dovuto avvisare tutti della bella notizia, in primis il mio capitano. A passo svelto, percorsi la prima salita. Arrivai circa a metà strada quando incontrai Hisagi-san, si stava allenando al fresco, precisamente sotto l'ombra di un grande albero di ciliegio:

"Oei, Hisagi-san!" gridai, portando una mano sulla fronte per proteggere i miei occhi dai raggi del sole:

"Buongiorno, Masa-chan! Si parte?" mi domandò e subito dopo, poggiò la sua Zampakuto in stato di shikai su di un cespuglio. Mi raggiunse:

"Eh già! Hai saputo di Rangiku? Ha ripreso conoscenza! Ahah sono troppo felice!" esclamai

"Meno male, per fortuna è andato tutto bene" 

Notai le sue guance arrossire e il suo imbarazzo aumentare sempre di più, sul suo volto. I suoi occhi sembrarono piuttosto sfuggenti, quasi come se avesse voluto evitare di incrociare i miei:

"Ecco..vedi... Sapevo che saresti passata per qua e... Ho una cosa per te"

Dal suo kimono, tirò fuori un fogliettino bianco:

"E tua. Però per favore, leggila solo dopo esser arrivata nel mondo umano. Non farlo prima"

La guardai meglio, era una lettera:

"E perchè non posso farlo prima?" gli domandai, stupita:

"Perchè.." passò una mano tra i capelli: "Cerca di fare così e basta, ok?"

"Va bene, va bene" sorrisi. 

Mi congedai, mancavano pochissimi minuti all'orario prestabilito, quindi la restante parte di strada la percorsi correndo. 

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"Capitano....CAPITANO!" gridai:

"Eccomi!"

"Rangiku si è ripresa!"

"Sono contento.. l'hai vista?"

"No, purtroppo non mi hanno fatta entrare. La stanno ancora curando, da ieri pomeriggio"

"Vabbè, la rivedrai quando torneremo" 

Lo abbracciai, all'improvviso. Sentii il bisogno di ringraziarlo, senza di lui la giornata precedente sarebbe stata uno strazio, per me. Mi sentivo morir dentro dalla vergogna in quel momento, ma la felicità prese il sopravvento. Lui rimase con le braccia aperte, pietrificato:

"Grazie capitano, per tutto".

Lo sentii sorridere. Ricambiò l'abbraccio e avvertii il suo volto giusto sopra la mia spalla. Il mio respiro diventò pesante, avrei voluto....

"Oei, ragazzi!!!"

Ukitake, con i suoi capelli bianchi lunghi e il suo sguardo rilassato, mi diede l'impressione di trovarsi all'interno di una fiaba ottocentesca e di esserne anche il protagonista.  Il suo portamento era unico ed inimitabile, raffinato e seducente. Kurotsuchi invece... Mi tornò in mente il giorno in cui Rangiku lo imitò alla perfezione e mi fece morire dal ridere, quindi accennai una risata cercando di nascondere il riso con una mano:

"Allora, siamo pronti?" chiese Ukitake sorridendo:

"Assolutamente si, Ukitake taicho" risposi, facendo un inchino.

Kurotsuchi tirò fuori dal taschino del suo Haori un interruttore nero, molto grande, composto da un pulsante rosso posto sulla parte superiore. Lo premette, e dietro di noi comparve un quadrato di luce, dal perimetro ancora più luminoso del suo interno. Dentro questo quadrato, apparirono delle porte scorrevoli di legno, di uno stile molto simile a quello dell'entrata di un dojo. Si aprirono automaticamente davanti a noi. Rimasi basita nel veder avvicinarsi due farfalle infernali, e queste si appoggiarono l'una sulla mia spalla, l'altra su quella del mio capitano.  

Prima di procedere, il capitano mi avvertì riguardo dei piccoli accorgimenti che avrei dovuto adottare, una volta varcata la soglia del quadrato. Mi disse che stavamo  per addentrarci all'interno di un corridoio, dalle grandi dimensioni. Questo corridoio, chiamato Dangai, avrebbe reagito alle più piccole variazioni di Reaitsu. Mi chiese quindi di  mantenere i livelli della mia forza spirituale al minimo e nel caso in cui avessimo incontrato il Kokotsu (pulitore delle anime), avremmo avuto la facoltà di scappare via il più veloce possibile.

Fu tutto chiarissimo, quindi varcammo la soglia del quadrato ed entrammo, dopo aver ringraziato i comandanti. All'interno, le pareti laterali erano avvolte da uno strano materiale, molto denso e vischioso, di colore viola. Questo materiale si muoveva ed emetteva un suono tetro, quasi spettrale. Avrei voluto chiedere al mio capitano informazioni circa il luogo dove stavamo camminando in quel momento, ma non appena vidi aumentare la velocità dei suoi passi, decisi che sarebbe stato meglio seguirlo in silenzio. Camminammo a passo svelto, senza incontrare ostacoli. Il mio corpo però, man mano che ci avvicinavamo all'uscita, lo percepivo sempre più pesante, assieme al mio respiro. 

Per fortuna non accadde nulla di anomalo, e il passaggio ci sembrò abbastanza sicuro.

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"Masa-chan,devi dare tempo al tuo corpo di abituarsi. Qua nel mondo umano, le particelle spirituali sono meno della metà rispetto a quelle del Seretei."

"Ho capito, capitano. Farò il possibile."

Avrei dovuto camminare fluttuando per aria, letteralmente. Il mio capitano avanzò ancora di qualche passo, ma io non fui in grado di muovermi. Il mio corpo non rispose più ai miei comandi, mi muovevo a fatica. Mi sentii imbarazzata, non avevo il coraggio di richiamare di nuovo il capitano e farmi dare una mano. 

"Dai gambe, muovetevi accidenti!" sussurrai a me stessa, portando una mano sudata sul mio volto.

"Masa-chaaaaan! Vedi che ti lascio qui, eh!" 

Diamine, che cosa avrei potuto fare? Cercai di pensare ad altro e mi guardai attorno.. Il posto in cui fluttuavo su e giù, dall'alto non era affatto male! Con lo sguardo, ebbi la possibilità di vedere delle auto in movimento, persone che si tenevano per mano e si baciavano, altre che usavano degli strani apparecchi che ponevano vicino alle loro orecchie mentre parlavano a voce alta, dei mezzi di trasporto con dei grandi fari accesi, numerosi edifici con all'interno delle lucine accese... Quelle per me, furono tutte delle novità e tutto quel che mi circondava, mi sembrò magnifico. Anche il clima per fortuna non era come quello della Soul Society. Non faceva molto caldo, si stava decisamente meglio. Feci un enorme sorriso. Sapevo benissimo di avere sul mio volto un'espressione da ebete in quel momento, ma non potevo farci nulla, la cosa mi stava sfuggendo di mano. Ero davvero felice: 

"MASA CHAAANN!!" gridò il mio capitano, da lontano. 

"Si Hirako-taicho, arrivo!" 

La situazione non era cambiata affatto, anzi era peggio di prima. Le gambe mi cedettero:

"Capitano per favore avviati, non appena mi riprendo ti raggiungo!" esclamai. 

Lo vidi voltarsi e tornare indietro verso di me, con un passo deciso. In meno di tre secondi, apparve proprio davanti ai miei occhi e fece alzare tanto di quel vento, da farmi scombinare tutti i capelli. Mi prese in braccio senza dire una parola e mi mise sulla sua spalla, come se fossi stata un sacco di patate. Il colore del mio viso passò prima da un rosso scuro, poi ad un viola profondo. Portai entrambe le mani sudate davanti la bocca e non ebbi il coraggio di proferire verbo. 

Improvvisamente, vidi il paesaggio di fronte a me distorcersi completamente, i miei capelli si spostarono tutti verso l'alto... Mi resi conto di essere a testa in giù!!

"Eccoci, siamo arrivati" disse il mio capitano. Gettai lo sguardo verso il basso e sentii un leggero Reiatsu provenire dall'edificio sotto di noi. 

Scendemmo e il mio capitano finalmente poggiò i piedi sulla terraferma. Cominciò a piovere, quindi ci affrettammo verso il negozio:

"Capitano, puoi farmi scendere ora?" domandai.

"Oh si, scusami" 

Tornai con i piedi per terra, in tutti i sensi. Il capitano aprì la porta scorrevole del negozio ma l'interno si presentò vuoto e buio. Un odore molto dolce raggiunse la mia cavità nasale, così avanzai ed entrai. Le dimensioni della stanza erano notevoli, ma al buio non riuscii a distinguere bene la struttura:

"Shinji-san! Buonasera!"

Davanti ai miei occhi, comparve la figura di un signore distinto, vestito di verde con un cappellino da pescatore a strisce bianche e verdi. Il suo volto era coperto da un ventaglio bianco, quindi non riuscii ad inquadrarlo per bene da subito. Fui in grado solo di intravedere gli occhi:

"Urahara-san!" esclamò il mio capitano. Quindi quel signore era Kisuke-san?

"Com'è andato il viaggio?" chiese. Nel frattempo, due ragazzini si affacciarono dalla stanza adiacente e salutarono entrambi il mio capitano agitando una mano:

"Tutto bene, grazie. Ti voglio presentare la mia vice Masa-chan" 

Mi ricomposi il kimono e chinai il capo:

"Molto piacere, Kisuke-sama. Il mio nome è Masa Sosuke"

Si coprì di nuovo il volto con il ventaglio e si avvicinò a me, assumendo uno sguardo piuttosto cupo. Girò attorno a me un paio di volte, poi sospirò:

"Così, sei tu la figlia di Aizen..mmmm..." 

"Si sono io, Kisuke-sama"

Con uno scatto velocissimo, chiuse il suo ventaglio e si posizionò davanti a me:

"Avevo sentito dire da Kyoraku tempo fa, che avrebbe voluto la figlia di Aizen come vice-capitano della 5a. Mi fa molto piacere, Masa-chan. Non credevo proprio che fossi così carina hihi!"

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Capitolo 6
*** Non posso, capitano! ***


Io, insieme al mio capitano e Urahara-san, entrammo all'interno di una stanza grande e molto illuminata. Non ero abituata a quella luce accecante poiché, nella Seretei, di solito per l'illuminazione, venivano utilizzate delle candele o delle lampade da trasporto e spesso quindi, le stanze si presentavano avvolte nell'oscurità. Portai una mano sulla fronte per proteggere i miei occhi e mi guardai attorno. Di fronte a me, c'era un tavolo di legno rotondo, abbastanza grande e questo era poggiato su dei piccoli piedini piuttosto bassi... Immaginai che noi tre avremmo dovuto sederci per terra, nel momento in cui gettai l'occhio su dei cuscini posti accanto ad esso, sul pavimento. I due ragazzini che poco tempo prima  salutarono il mio capitano, si trovavano seduti su di una pedana in legno, leggermente rialzata da terra. Attorno al tavolo, riuscii a riconoscere la figura di Rukia, girata di spalle:


"Rukia!" esclamai e mi avvicinai a lei. Dal suo aspetto esteriore, sembrava stare bene. Si voltò e sorrise:

"Ciao, Masa! Conosci già Kurosaki Ichigo?"

Accanto a lei, era seduto un ragazzo dalla chioma arancione e brillante. Mi emozionai nel vederlo e credetti, finalmente,di aver avuto la possibilità di parlare un po' con lui circa le sue  precedenti battaglie... Ma dal suo sguardo accigliato ed anche un po' nervoso, pensai che molto probabilmente quello non sarebbe stato il momento giusto. Assumendo anche un'espressione annoiata, sbadigliò:

"Ciao Ichigo-kun. Molto piacere" Timidamente mi feci avanti, allungando la mia mano verso di lui. Avrei voluto stringerla, in segno di rispetto:

"Ciao Masa, piacere." rispose e mi strinse la mano.

Mi sentii super emozionata. La mia curiosità si trasformò in voglia di sedermi accanto a lui, e così feci. Lui poggiò la guancia sulla sua mano destra e ruotò gli occhi verso il mio capitano:

"Allora Urahara-san, immagino che tu conosca il motivo per cui io e la mia vice siamo qui. O no??" domandò Hirako taicho e lo vidi accomodarsi su di un grande cuscino, vicino al tavolo:

"Si, Kyoraku mi ha spiegato la situazione a grandi linee ma io ho già una mia teoria. Sto ancora indagando"

"Bene, allora illuminaci con la tua teoria!" esclamò Rukia ironicamente.

Gettai lo sguardo su di un gattino nero dagli occhi dorati, che in quel momento si stava avvicinando a Urahara-san:

"Allora...mmm.... stando ai dati raccolti, qualche Espada o Arrancar potrebbe essere ancora vivo nell'Hueco Mundo"

Mi voltai verso Ichigo, la sua espressione cambiò drasticamente:

"Come faremo ad averne la certezza?" domandò il mio capitano, spostando gli occhi verso di me:

"Secondo il mio modestissimo parere, utilizzano apparecchi provenienti dal Seretei. Dico questo perchè l'ultima volta che ho collegato il mio PC per mettermi in contatto con  Kyoraku, sono riuscito a riconoscere il suono di uno degli aggeggi intercettare la nostra chiamata"

"Ok, quindi tu credi ci sia qualcuno che conosce bene il Seretei e che sta manovrando tutto questo casino da dietro le quinte" disse Rukia:

"Assolutamente si. Sto costruendo questo apparecchio qui da ieri sera... Ci servirà ad avere tutte le risposte che stiamo cercando. Eccolo qua! Che ve ne pare??"

Sorrisi e guardai l'oggetto dalle dimensioni piatte, dal quale fuoriuscivano dei fili elettrici colorati.. Sembrò abbastanza pericoloso. Ad un certo punto, Urahara-san si avvicinò a me e riaprì di nuovo il ventaglio, nascondendo il suo volto e lasciando intravedere solo gli occhi:

"Credo proprio che ci sia lo zampino del tuo papi.. eheh" mi guardò.

Mio padre? Ma come?  Mi alzai all'improvviso... provai anche un certo fastidio. Le mani cominciarono a tremare:

"Kisuke-sama, mi dispiace dirle che mio padre in questo momento si trova in prigione nella Seretei. Ed è anche sigillato per la metà inferiore del corpo, come farebbe a mettersi in contatto  con questi Es...pada? Nell'Hueco Mundo? Impossibile"

"Lo so benissimo dov'è tuo padre e in che condizioni si trova. E poi,per la comunicazione potrebbe utilizzare la telepatia. Io non la escluderei come possibilità"

Ci fu un silenzio inquietante, all'interno di quella stanza. Rukia la sentii sospirare e Ichigo aveva iniziato da poco a muovere la gamba destra ininterrottamente, mentre fissava Urahara-san pensieroso:

"Quindi mi state dicendo che ci toccherà di nuovo tornare nell'Hueco Mundo?" domandò Ichigo, stringendo forte un pugno:

"Direi di si, ma non subito. Devo prima fare le mie dovute ricerce."

I loro volti si incupirono ed io mi sentii decisamente confusa. Lo sguardo di Ichigo-kun mi sembrò perso nel vuoto, mentre si guardava le mani:

"Beneee!! Vado a finire il mio lavoro, se non vi dispiace! Nel frattempo, fate come se foste a casa vostra eheh... ma senza esagerare."

Urahara-san si congedò ed uscì dalla stanza. Quel giorno, rimasi per ore ed ore a parlare con Ichigo. Gli domandai molte cose e fui in grado di sciogliere il ghiaccio che si era andato a creare dall'inizio.

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"Questa è la tua stanza, Masa-chan! E questi sono i tuoi vestiti, le tue scarpe, la tua giacca e il tuo gigai." disse Rukia,poggiando sul letto tutto quello che aveva appena finito di elencare:

"Un Gi...che?" domandai incuriosita:

"Urahara mi ha ordinato di portarti questo, è un corpo fittizio che ti permetterà di recuperare le forze. Il tuo Reiatsu non è stabile a causa del passaggio forzato tra Sereitei e  il mondo umano. Ah! Una volta entrata nel Gigai, assicurati di indossare questi vestiti. Non uscire con un kimono vecchio di oltre 100 anni, altrimenti la gente ti prenderebbe per  matta ahah"

Rimasi con lo sguardo fisso nei suoi occhi per qualche minuto:

"Dai, sbrigati!! Stasera andremo a casa di Inoue, ci sarà da divertirsi!"

Richiuse la porta alle sue spalle e rimasi sola, seduta sul letto. Quel Gigai, era talmente tanto trasparente da riuscire facilmente a plasmarsi con il piumino posto sul mio letto. Feci come richiesto, quindi mi spogliai del tutto ed entrai all'interno di quella pseudo- protezione trasparente. Nel momento stesso in cui aderì sul mio corpo, mi sentii decisamente meglio. Feci un sorriso e mi alzai in piedi, tirai fuori i miei trucchi dalla valigia, ed improvvisamente vidi la lettera di Hisagi-san. Cavolo, non l'avevo  ancora letta! Anche se il giorno precedente Hisagi mi fece preoccupare, decisi di leggerla comunque. La aprii e, con un senso di inquietudine che bloccò il mio respiro, iniziai a leggere:


Cara Masa,
Io non so da dove proviene quello che provo per te, nè da quando tutto questo è cominciato.
Non ho problemi nel comunicarti cosa succede al mio cuore ogni volta che incrocio il tuo sguardo.
Per qualche motivo a me estraneo, mi piaci moltissimo
e questo fa sì che la notte, quando mi sveglio da solo e non riuscendo ad addormentarmi di nuovo
io inizi a sognarti.

Hisagi Shuei.


Rimasi allibita. Richiusi la lettera e la ripiegai allo stesso modo in cui l'avevo trovata. Mi alzai dal letto e mi affacciai per un attimo dalla piccola finestra posta vicino al   comodino. Il mio cuore iniziò a battere forte. Portai le mie mani sul petto come se avessi appena sentito un dolore lacerante. Assunsi un'espressione dispiaciuta, quasi ferita:

"Oh Hisagi-san, mi dispiace tantissimo, ma il mio cuore appartiene già ad un'altra persona."

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"Masa-chaaaaan! Sei pronta?"

"Si, Rukia, un minuto ed esco"

In pratica, stavo indossando un vestito bianco lungo fino al ginocchio, leggermente svasato e decorato nella parte inferiore da dei fiori blu. Le maniche del vestito mi arrivavano  fin sotto al gomito. Si stava abbastanza bene all'esterno, quindi decisi di piegare la giacca di jeans e metterla nel mio zainetto. Indossavo anche un paio di scarpe bianche, molto alte e  sportive. Avevo una paura di cadere! Legai i capelli con una coda alta e sfumai un po' di fard leggero sulle mie guance. Ero pronta, quindi aprii la porta della stanza e trovai Rukia  poggiata di schiena contro il muro, a braccia conserte:

"Perfetto, possiamo andare" disse. Io annuii. 

Arrivai nel salone, c'erano tutti meno che Urahara-san. Vidi il mio capitano.. stupendo. Era completamente vestito di nero, con un jeans leggermente strappato sulle coscie e una maglietta nera a maniche corte, un po' larga. Infine un paio di anfibi neri ed una giacca leggera, completarono la sua mise perfetta:

"Il tuo capitano è a lutto, lo sapevi Masa??" Ichigo si avvicinò a me e sorrise malizioso, sempre con quelle sopracciglia aggrottate:

"Finiscila, scorreggione pel di carota!" rispose Hirako-taicho:

"AH CHI PEL DI CAROTA, EH?"

"A te. Ma con quei capelli, riesci ad abbordare qualche ragazza? Non ti vergogni?"

Ichigo si avvicinò al suo volto, la vena sulla sua fronte si gonfiò improvvisamente:

"Qual è il tuo problema, eh? Vuoi risolvere la faccenda a modo nostro?"

"Ci puoi scommettere"

Rukia mi afferrò dal braccio e mi trascinò all'esterno:

"Andiamocene. Questi due fanno sempre così"

"Ma che problemi hanno?"

"Mah, non lo so. Sono maschi"

Sorrisi ed insieme varcammo la soglia. La serata era davvero magnifica:

"Allora, le tue impressioni su quello che sta succedendo?" mi chiese, mentre camminavamo per la strada della città. Da lontano, si sentivano le voci del capitano e di Ichigo, stavano ancora litigando:

"Beh, dubito che ci sia la presenza di mio padre. Mi sembra un'ipotesi un po' azzardata quella di Urahara-san. Credo più alla presenza di questi Espada, probabilmente saranno stati loro a mandare i Menos Grande nella Seretei. Ma mi chiedo... a che scopo?"

"Eh già, questo è quello che si stanno chiedendo un po' tutti. Speriamo non ci sia un'altra guerra" disse Rukia, abbassando lo sguardo.

"OEEEEEEIII

"Oh, ma quanto urla Ichigo!" esclamò Rukia. 

Feci spallucce e la seguii ancora per un po'. Poi arrivammo davanti la porta dell'appartamento di Inoue, sembrava esserci poca gente in giro quella sera. Senza nemmeno provare a bussare Inoue aprì all'improvviso, cogliendoci impreparati:

"Kuchiki-san!!" gridò verso Rukia e le si gettò addosso: 

"Ciao Inoue! Mi stai soffocando col tuo petto! Aiuto!"

"Mi sei mancataaaa!"

"Non stringereeeeee!"

Ci raggiunsero in quel momento anche il capitano e Ichigo, avevano entrambi i capelli in disordine e i vestiti malconci:

"Finalmente, avete finito?" domandò Rukia, visibilmente seccata. Quella ragazza, Inoue, si voltò verso di me e fece un piccolo ichino:

"Scusami, che scema che sono, sono proprio una maleducata. Il mio nome è Inoue, molto piacere"

"Non preoccuparti,il piacere è mio, mi chiamo Masa" ricambiai l'inchino. 

Dopo i vari convenevoli, entrammo. Seduta su di una sedia, vidi la figura di un'altra ragazza biondina con numerose lentiggini sul naso. In più, aveva anche un dente visibilmente  sporgente. Questa si alzò non appena ci vide e si diresse verso di noi a passo svelto:

"Aaah.. ciaoo Hiyori!! Eheh, da quanto tempo!" disse Hirako taicho, passando una mano dietro la nuca.

Lei andò dritta verso il mio capitano, senza parlare. Improvvisamente, sfoderò un pugno e lo sferrò con una violenza inaudita sul suo viso. Il mio capitano cadde a terra e portò una mano  sul suo naso. A quel punto, una molla scattò dentro di me, diventai una bestia.. Come aveva osato mancare di rispetto al mio capitano? Strinsi i pugni e mi posizionai davanti a lei. Il mio Reiatsu  stava aumentando a dismisura e i miei occhi da grigi diventarono rossi. Sentii il sangue bollire in tutti i miei vasi sanguigni: 

"Che c'è, cerchi grane? Spostati, sto parlando con Shinji"

La afferrai dal colletto della sua giacca rossa e la trascinai fuori con me, per strada. Lei con uno strattone, si liberò dalla presa e portò una mano sulla sua fronte:

"Bene, ora ti gonfio di botte, scema"

Chiusi gli occhi. Ero pronta all'attacco. Li riaprii e il mio Reiatsu fuoriuscì dal corpo.. In quel momento, un'aura rossa mi circondò completamente:

"NONO RAGAZZE!" gridò il mio capitano. Poggiò una mano sulla mia spalla e sorrise:

"Lascia stare Masa-chan. Lei fa sempre così ogni volta che mi vede. E un idiota!"

"Coglione! Ti avevo detto che se ci fosse stata l'occasione per te di venire qui nel mondo umano, avresti dovuto chiamare! Invece, l'ho saputo da Inoue. Sei proprio un testa di cazzo, Shinji"

La fissai in cagnesco, mentre i miei livelli di Reiatsu stavano pian piano scendendo. Lei fece un ghigno verso di me e rinfoderò la sua Zampakuto. Rukia mi raggiunse e mi invitò a  rientrare.

--------Poco dopo--------

Inoue quella sera,organizzò davvero una grande festa. Il tavolo del salone era pieno di cose da mangiare, c'erano bottiglie di sakè dappertutto ed avevamo appena finito di vedere un film. Avevo bevuto un po', ma ad un certo punto della serata io e Rukia perdemmo ogni senso di logica e nessuno riuscì più a fermarci. Mi sentivo bene e la sensazione di vergogna che soffrivo dentro di me ogni volta che ero con il mio capitano, sparì. Mi divertii a lanciare pop corn sulla sua testa per tutta la durata del film ed una volta finito, notai che Hiyori-chan era rimasta per quasi tutto il tempo da sola in disparte, seduta su una sedia. Mi alzai e mi avvicinai al mio capitano, mi girava la testa:

"Capitano?"

"Si, Masa-chan? Hai finito di lanciarmi i pop corn, stasera?"

Sorrisi. Poi mi avvicinai di più a lui, riuscii a sentire il suo respiro su di me:

"Ma cos'ha Hiyori-chan? Perchè è lì da sola e non parla con nessuno?"

"Forse è arrabbiata con me." disse, grattandosi la testa:

"Va bene. AH, capitano un'altra cosa. Lo sai che Hisagi-san mi ha consegnato una lettera il giorno prima di partire? L'ho letta prima di uscire e... Si è dichiarato!"

Il suo viso cambiò espressione ed ebbi i suoi grandi occhi castani su di me. Mi afferrò il polso di una mano e si avvicinò al mio orecchio:

"E tu che gli hai detto?" sussurrò dolcemente. L'alcool fuse ancor di più i miei sensi:

"Devo ancora rispondere. Ci sto pensando" dissi e sorrisi. 

Mi alzai e lui mi seguì con gli occhi. Poi mi sedetti di nuovo vicino a lui:

"Sto pensando a come dire di no, visto che il mio cuore è già impegnato"

"Sei innamorata?"

"Si, da anni ormai" risposi in tono deciso. 

"Lo conosco?" chiese lui

"Penso proprio di si"

Stavo parlando troppo, maledetto alcool. Mi alzai da terra:

"Ragazzi!" esclamò Inoue:" ho preparato dei sacchi a pelo nell'altra stanza. Stasera potete dormire qui!!"

Nel caos, il capitano mi raggiunse. Mi afferrò da un braccio, io mi voltai immediatamente:

"Ora sono curioso però. Dai, mi dici chi è?"

"Non posso, capitano. Non posso" risposi, facendo il gesto di cucire la bocca.

"Non lo dirò a nessuno.."

"Mi dispiace capitano, non posso" 

Il mio cuore scalpitava, la mia voce si affievolì. Persi totalmente il senso di vergogna, quindi portai la mia piccola mano sul suo bel volto. I suoi occhi incontrarono i miei ed io mi sentii naufragare. Rimase deluso, riuscii a leggerlo nei suoi occhi:

"Va bene, scusa se ho insistito, Masa-chan"

Forse era quello il momento giusto per dire la verità, o forse no. Nel dubbio, decisi di rimanere in silenzio. 

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Capitolo 7
*** Es...pada? ***


 

"Ma tu e Shinji per caso, scopate?"


Combinai un disastro. Stavo aiutando Inoue a sistemare la casa e i bicchieri di plastica sporchi, che stavo portando in cucina, mi scivolarono dalle mani e andarono a finire sul pavimento. Davanti a me, vidi il volto malizioso e curioso di Hiyori, che si mise a braccia conserte non appena terminò la frase. I suoi occhi erano piuttosto vispi e quel canino che sporgeva dalle sue labbra, le dava un'aria piuttosto ribelle:

"Cooosaaa?" le domandai.

Continuai a fissarla negli occhi, nonostante la testa non smetteva di girare a causa dell'alcool. Lei iniziò a battere un piede ininterrottamente, era in attesa di una risposta da parte mia:

"Assolutamente no!" le risposi.

Il caos che regnava in quell'appartamento quella sera, era davvero incredibile... Solo noi due ci stavamo guardando in silenzio. Poi:

"Ma come ti vengono in mente certe cose?" continuai. Lei sorrise:

"Non mi prendere per il culo"

"Non ti sto prendendo in giro!" esclamai a voce alta. 

Mi piegai per raccogliere i bicchieri, ero imbarazzata e non volevo che lei se ne accorgesse. Non feci in tempo, mi afferrò da un braccio e si avvicinò a me:

"Però lui ti piace, non è così?"

Iniziai ad agitarmi, la guardai dal basso e le mie guance arrossirono:

"Ma cosa dici? Lo rispetto perché è il mio capitano, nulla di più"

"La smetti di mentire a te stessa? A me non mi freghi! Il modo in cui vi guardate la dice lunga"

Mi girai verso di lui, per osservarlo. Stava parlando animatamente con Inoue-san riguardo alcune ricette famose di primi piatti e sorrideva, di continuo. Mi piaceva davvero tutto di lui, tutto. Per me era perfetto così. Mi chiesi tante volte il motivo per cui avevo così tanto timore nel farmi avanti e di dire tutta la verità... Forse avevo paura di scoprire che quel sentimento lo provavo solo io...o semplicemente, avevo timore di perdere quel meraviglioso rapporto che si era creato tra di noi. In ogni caso, il mio sguardo tornò su quello di Hiyori e feci un bel respiro:

"Anche se te lo dicessi, non cambierebbe nulla, no? Questa conversazione non ha senso.."

Stavo per andare via, ma lei si spostò e si posizionò davanti a me, per non lasciarmi passare:

"Sicura che non cambierebbe nulla?"

In quel momento, stavo per dire si, ma qualcosa bloccò la mia voce. Quella domanda posta in quel modo, per un attimo mi lasciò spiazzata. Il mio capitano non mi aveva mai mostrato segni di interesse o quant'altro, quindi ad un certo punto, balenò nella mia mente una profonda voglia di conoscere i suoi punti di vista. Quella sera, iniziai a dubitare. L'alcool mi stava facendo impazzire, mi liberai della presa di Hiyori e mi allontanai, senza dire nulla. Con la coda dell'occhio la vidi raggiungere il capitano e Inoue. Poggiai i bicchieri nel lavandino e spostai i capelli dal viso con il dorso della mano. Feci un bel respiro e cercai di non pensare. Aprii il lavandino, volevo lavare i bicchieri e sistemarli in credenza:

"MASA-chan!" trasalii dallo spavento e mi voltai:

"Si,capitano?"

"Che stai facendo?"

Il mio sguardo tornò sui bicchieri e il mio respiro diventò più pesante:

"Cerco di rendermi utile" risposi. 

Si sedette sul tavolo, proprio dietro di me. Il mio respiro aumentò ancora di più. Percepivo i suoi stupendi occhi su di me:

"Allora, non posso proprio saperlo?" chiese sorridendo e nel frattempo, prese una mela sul tavolo di Inoue e diede un morso deciso:

"Capitano...io..." 

--------------

Quella notte, avevo una nausea incredibile. Erano circa le 4 del mattino quando mi sedetti sul mio sacco a pelo. La stanza era avvolta nell'oscurità e a quell'ora, stavano già dormendo tutti. Hiyori era quella che stava russando di più, feci una smorfia infastidita e mi alzai. Mi avviai verso il bagno, accesi la piccola lucina fioca e mi guardai allo specchio. Quella domanda di Hiyori non cessava di presentarsi nella mia mente. Per quale motivo avrei dovuto sentire quella forte voglia di parlare con il mio capitano? Provai a sciacquare un po'il viso, per cercare di calmarmi. Dissi a me stessa che sarebbe stato meglio aspettare il giorno dopo e provare ad affrontare la situazione con più calma, a mente lucida. Forse poteva esser stata anche colpa dell'alcool, quindi feci un profondo respiro e buttai fuori l'aria dalla bocca, per raggiungere la pace più rapidamente. Mi convinsi ed annuii, quindi mi asciugai le mani e la faccia ed aprii la porta, per tornare in stanza e raggiungere gli altri.

Dall'ombra apparve la figura del mio capitano, all'improvviso. Portò una mano sul mio petto e mi spinse di nuovo verso il bagno, facendo cenno di rimanere in silenzio.

C'era una calma assurda dentro quell'appartamento, quella sera. Lui entrò dopo di me e chiuse la porta a chiave. Le mie gambe cominciarono a tremare, portai le mie mani sul viso, stavo sudando. Per quanto era bello, non riuscivo a guardarlo negli occhi. Mi spinse contro la parete, lui fu in grado di bloccare la mia voce in gola. Senza parlare, sentivo il suo respiro caldo sul mio viso. I miei occhi incrociarono i suoi, il cuore stava per esplodermi dal petto. Avvicinò il suo viso sul mio collo e iniziò a baciarlo, dolcemente. 

Stavo per cadere, mancava davvero poco a cedere, per quanto tremavo. I suoi capelli mi accarezzarono il corpo più di una volta, il suo profumo inebriò i miei sensi. Lasciò stare per un momento il mio collo e passò una mano dietro la mia testa. Ci fissammo per un momento, l'uno negli occhi dell'altro. Lo volevo, lo volevo più di ogni altra cosa. Il mio viso era in fiamme e in mezzo alle mie gambe, sentii un liquido scendere fino alle caviglie. Mi sfiorò la bocca con le sue labbra, bacetti dolci, leggeri. Sentii una sua mano oltrepassare la mia maglietta, era calda. Mi sfiorò il seno dolcemente, io gemetti. Spostai le mie gambe verso l'interno, cercando di arrestare la corsa dei miei umori. 

Le mie mani si poggiarono da sole dietro la sua schiena. La sua pelle era calda, liscia.

Nel momento in cui sfiorai la sua pelle, i nostri baci iniziarono ad essere più intensi, vogliosi. Mi afferrò una gamba e si avvicinò a me.. Il suo petto premeva contro il mio.  Cominciò a muovere i suoi fianchi verso di me e lo sentii eccitato, anche se eravamo ancora vestiti. Il respiro di entrambi diventò molto più veloce e pesante. 
Percepii i suoi occhi su di me mentre mi aiutò a sfilare la maglietta. La sua se la tolse da solo e, vedere per la prima volta il mio capitano a petto nudo, fu come ricevere un pugno nello stomaco. Potevo essere la sua donna, volevo essere sua. Totalmente. 

Si inginocchiò e sfiorò la mia pancia con le labbra. Io con una mano, lo afferrai dalla testa e lo stimolai a baciarmi ancora. Iniziai a gemere nel momento in cui passò una mano tra le mie cosce umide. Con i denti, abbassò le mie mutandine e percepii di nuovo i suoi occhi su di me. Io mi imbarazzai molto, quindi con le mani cercai di coprire i miei occhi, volevo evitare i suoi sguardi. Si alzò da terra deciso e sorrise, poi afferrò le mie braccia e le immobilizzò dietro la mia schiena.

Riprese a baciarmi, più intensamente di prima. All'improvviso, mi voltò di schiena e mi spinse contro la parete, era molto fredda quindi trasalii. Sentii la sua pelle contro la mia e il suo respiro nel mio orecchio...Stavo per diventare matta. Mi penetrò profondamente, all'improvviso. Io lo sentii tutto dentro. Iniziammo a muoverci lentamente, all'unisono. Io tremavo e gemevo con una mano davanti la bocca, a bassa voce, per non svegliare nessuno.
 

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Aprii gli occhi un istante e, con uno scatto improvviso, mi ritrovai seduta sul letto. Fuori il sole era molto alto, doveva essere tarda mattina. Diedi un'occhiata all'orario...Era mezzogiorno. Mi guardai attorno, dormivano tutti. Tirai un sospiro di sollievo e mi alzai. Il mio capitano dormiva come un bambino, io lo vidi e sorrisi. Non potevo crederci! 
Con un nodo in gola, andai in cucina, avevo una sete incredibile. Riempii un bicchiere con dell'acqua ed aprii la finestra di Inoue. Mi affacciai al balcone, la giornata era splendida e il mondo umano stava iniziando a piacermi particolarmente. Mi mancava Rangiku, mi mancava da morire. Mi sarebbe piaciuto tantissimo essere anche in sua compagnia, e magari raccontarle che.. eheh sorrisi, portai una mano davanti la bocca per cercare di nascondere il riso. Se mi avesse vista qualcuno...:

"Masa, buongiorno"

"Oh, ciao Ichigo! Dormito bene?" gli chiesi

"Abbastanza. Non so cosa sia, ma avverto qualcosa di strano, nell'aria.."

"Cioè che..."

Improvvisamente, un urlo lacerante mi fece sobbalzare. Spalancai gli occhi e guardai Ichigo. In meno di mezzo secondo, uscì fuori dal suo corpo con l'aiuto di un oggetto strano e si alzò in volo:

"MASA! SVEGLIA TUTTI!"  gridò prima di sparire in un istante.

Entrai e corsi verso la stanza dei ragazzi:

"TUTTI, SVEGLIATEVI ORA!" 

Una folata di vento mi sconvolse i capelli, il mio capitano non lo vidi più:

"Masa, che succede?" chiese Rukia. Poi spalancò gli occhi e mi prese da un braccio. Grazie all'utilizzo di un guanto rosso, mi fece uscire dal gigai:

"Rukia, avverto anche io una sensazione...strana. Quasi soffocante. E un Reiatsu pazzesco, non l'ho mai sentito prima."

"Non abbiamo tempo da perdere, ti spiegherò una volta arrivati lì. Muoviamoci"

Annuii ed in pochissimo tempo, entrammo al'interno di un parco giochi, c'era gente. Continuando a dirigerci verso la destinazione, la sensazione di soffocamento continuava ad aumentare. Gettai il mio sguardo su 5 Menos Grande, poco distanti da noi:

"Oh no, sono loro!" esclamò Rukia ed iniziò a correre:

"Rukia! Di chi stai parlando?"

Lei all'improvviso si fermò e si voltò verso di me. Dal suo sguardo, compresi che non si trattava di nulla di buono:

"Gli Espada!"

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Capitolo 8
*** Verrò da te, papà! ***


"Come cazzo fate ad essere ancora vivi?" sentii gridare Ichigo, a poca distanza da me:

"Io non morirò prima di averti ammazzato, Shinigami"

Di fronte ad Ichigo, la figura di un individuo alto, dai capelli a punta azzurri e dagli occhi celesti molto chiari, strinse un pugno e sorrise. Indossava un hakama bianco, una fusciacca nera avvolgeva la sua vita e una giacca bianca logora con il colletto rovesciato, copriva una poca parte del suo petto. Sul viso, il resto della sua maschera Hollow consisteva in una mascella bianca sul lato destro del volto ed il foro, tipico degli Arrancar, era ben visibile sul suo addome. Oltre al foro, feci caso anche ad un orribile cicatrice, la quale attraversava il petto martoriato da parte a parte. Dal suo sguardo, a primo impatto, egli dava l'aria di essere un individuo rilassato, ma il sorriso psicotico che mostrò dopo aver terminato la frase, mi fece subito pensare il contrario. A pochi metri di distanza da lui, un'altra figura snella mi fece rabbrividire. Di media statura, possedeva un aspetto davvero malinconico. Aveva dei capelli neri, una pelle molto pallida, grandi occhi verdi e delle piccole pupille a forma di fessura, molto simili a quelle di un gatto. Delle linee verde-acqua scendevano verso la parte inferiore degli occhi, sembravano delle lacrime. Il foro cavo, si trovava proprio sopra lo sterno e i resti della sua maschera Hollow, giacevano sul  lato sinistro della sua testa. Questa, era molto simile ad un elmo con le corna, ma rotto a metà. Sul lato destro del petto, notai un numero 4 tatuato. Da un primo sguardo, sembrava essere un individuo piuttosto freddo, insensibile e distaccato.

Io a malapena riuscivo a stare in piedi, il loro Reiatsu era incredibilmente potente. Rukia subito se ne rese conto della mia difficoltà, per questo motivo fermò la mia avanzata con una mano sul mio petto. Afferrò l'elsa della sua Zampakuto ed assunse la classica posizione offensiva:

"Ehi, tu DONNA! Vieni qua!" gridò verso di me l'individuo dai capelli azzurri. Gettai lo sguardo verso Rukia, lei fece cenno con la testa di rimanere immobile e di non muovermi:

"Sosuke-sama, non siamo qui per combattere, ma per avvertirla e questo non sarà un consiglio, ma un ordine. Aizen-sama la sta cercando da molto tempo. Ha fallito molte volte, cercando di scovarla tramite l'invio di Menos Grande nel Seretei. Quindi ha mandato noi qui, a cercarla. Dovrà venire con noi.." disse l'individuo dagli occhi verdi, facendo un inchino  verso di me, ma Ichigo lo interruppe:

"Cooosaaa? Ahah, ma non ci pensare nemmeno!" subito dopo, sfoderò la sua Zampakuto.

Spalancai gli occhi, sentii il nome di mio padre e percepii una strana sensazione di felicità. Finalmente, avrei potuto avere la possibilità di parlarci, di condividere dei pensieri, di slacciare nodi troppo stretti e di scoprire il motivo di tutte le sue malefiche azioni. Stavo sudando, spostai i capelli dalla fronte con una mano e decisi di avanzare verso di loro, con il cuore che batteva troppo veloce per riuscire a domarlo:

"Resta ferma lì!" gridò il mio capitano verso la mia direzione. Lo guardai, la sua espressione era molto seria e la sua Zampakuto era già in stato di Shikai. Pensai che in quel momento stava semplicemente aspettando un passo falso da parte degli Espada. Rukia si posizionò davanti a me, insieme ad Hiyori-san:

"Ulquiorra, mi hai rotto le palle tu e i tuoi paroloni di merda! Quella donna, fra tre giorni ce la veniamo a prendere. Se non vi piace l'idea, ve la faremo piacere comunque" esclamò l'uomo dai capelli azzurri. Il suo sorriso si allargò il triplo rispetto alla prima volta, i suoi occhi scintillavano mentre si scrocchiava le dita delle mani. All'improvviso, quell'Ulquiorra sferrò un pugno fortissimo all'individuo dai capelli azzurri, proprio all'altezza dell'addome. Quest'ultimo, si contorse per terra dal dolore e sputò una marea di sangue dalla bocca:

"Grimmjow, la tua educazione come al solito è spazzatura. Non farmi ripetere sempre"

Le sue grida di dolore erano strazianti, mentre con una mano cercava ardentemente di afferrare l'hakama di quell'Ulquiorra:

"Quindi, come dicevo Sosuke-sama, questo non è un consiglio, ma un ordine. Io tornerò qui tra tre giorni e prenderò la donna. Signorina, con tutto il rispetto, se lei dovesse fuggire sarò costretto ad usare le maniere forti."

Terminò la frase e si voltò di spalle. Con un schiocco di dita, una grande porta si aprì e questa aveva delle sembianze molto simili al Senkaimon, l'unica differenza fu che il suo interno era composto da un materiale vischioso e grigiastro, in movimento, colmo di particelle spirituali. Quel Grimmjow si alzò in piedi a fatica e sputò per terra. Il suo sguardo si posò su quello di Ichigo, e sorrise:

"Ti prenderò, Shinigami, ti prenderò e ti schiaccerò quel culo di merda"

"Stai tranquillo, Grimmjow, che stavolta ti ucciderò e lo farò come si deve" rispose Ichigo, ed io avvertii il suo Reiatsu spaventoso aumentare vertiginosamente.

La porta si chiuse subito dopo la loro entrata, i Menos Grande li seguirono. Io ero pallida e mi sentivo mancare le forze. Vidi per un attimo il mio capitano correre verso di me e Rukia, la sua espressione sembrò preoccupante:

"Dobbiamo tornare da Urahara-san, e in fretta" disse, portando un braccio dietro la mia schiena e l'altro sotto le mie cosce.

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"Se lei vuole andare, lasciatela andare"

Aprii gli occhi, avevo appena sentito la voce di Urahara-san echeggiare all'interno del salone di casa sua. Incrociai gli occhi di Rukia e Ichigo, in quel momento i loro sguardi erano fissi su di me:

"Si sta svegliando" disse Rukia

"Ragazzi,che succede?" domandai afferrando la testa e cercando di mettermi seduta:

"Sei svenuta, Masa-chan. Ho cercato di sistemare il tuo Reiatsu, ora dovresti stare meglio" rispose Kisuke-san:

"Quindi, è stato mio padre a mandare i Menos Grande nel Seretei." dissi, guardando negli occhi Urahara-san. Lui coprì il suo volto dietro al ventaglio, ed arrossì.

"Aveva ragione, Kisuke-sama." continuai: "Ma io desidero vederlo" esclamai con un fil di voce. 

Gettai lo sguardo verso il mio capitano, era seduto di fronte a me con la testa tra le mani. Dalla sera, dalla famosa sera prima, non ero riuscita ancora ad incrociare i suoi occhi, nemmeno per un istante. Io avevo bisogno dei suoi occhi, tutti i giorni. Provai una profonda tristezza nel vederlo in quello stato di agitazione:

"Bene, se è questo quello che vuoi, vai" rispose Urahara-san. Il mio cuore cominciò a battere forte:

"Ma sei scemo o cosa, Urahara? Vuoi farla ammazzare?" esclamò Rukia, alzandosi in piedi:

"Certo che no! Se il loro intento fosse stato davvero quello, l'avrebbero già fatto, non trovi?"

"Ah, quindi TU la lasceresti andare via così?" 

"Si. Se dopo cinque giorni di permanenza nell'Hueco Mundo lei non dovesse tornare, voi andrete a riprenderla" esclamò Urahara-san, sorridendo.

In quel momento, il mio capitano alzò la testa lentamente, i nostri sguardi si incrociarono per un istante. Provai una gioia immensa, quindi sorrisi e cercai di sollevare un po' il suo morale, ma lui non ricambiò:

"Piano geniale no?? eheh modestamente... Uno, scopriremo le intenzioni di Aizen e due, se non la riporteranno indietro, ammazzeremo una volta per tutte gli Espada rimasti e ognuno di noi tornerà a condurre la propria vita normalmente. Aizen non sarà mai in grado di uscire da quella prigione, state tranquilli"

"Io sono fin troppo tranquillo. Il culo glielo farò di nuovo!! Scusami, Masa" disse Ichigo con sguardo serio:

"Tranquillo, non mi interessa." risposi. Mi alzai in piedi a fatica, poggiai una mano sul tavolo e mi aiutai: "Per me il piano può funzionare" dissi. 

Mi resi conto in quel momento di essere rientrata all'interno del Gigai. Una ragazzina dall'espressione timida e stanca, iniziò a preparare sul tavolo un set di tazze da tè bianche, molto raffinate;

"Beneee!! Andrò ad avvertire la Soul Society riguardo al piano. Parlerò con Kyoraku" continuò Urahara-san.

"Maledetti bastardi!" esclamò Ichigo, spingendo la tazza da tè davanti a lui. Rukia si avvicinò ad Ichigo, cercò di calmarlo e nel frattempo, cominciò a versare un po' di tè all'interno delle tazze. Io mi avvicinai al mio capitano e mi sedetti proprio vicino a lui, a testa bassa:

"Tu vuoi proprio andarci?" mi domandò, ruotando gli occhi verso di me. 

Non potevo credere di aver fatto l'amore con lui proprio la notte prima, quindi arrossii e iniziai a giocare con le dita delle mani:

"Si, capitano. Voglio andarci. Voglio redimere me stessa dai miei peccati."

"Quali peccati? Tu non hai fatto nulla, non sentirti responsabile di tutto quello che ha fatto tuo padre"

"Mi sento responsabile solo in parte. In vita mia io non l'ho mai ostacolato, qualsiasi cosa lui decideva di fare. Ho sofferto tanto solo per assecondarlo. Ho preferito vivere di stenti piuttosto che pregarlo di tornare da me, nel Rukongai. Se solo avessi aperto gli occhi prima e mi fossi resa conto di tante cose, probabilmente a quest'ora..."

"Già, noi portiamo lo stesso fardello, nel cuore."


Mi guardava con degli occhi dolci, io ero imbarazzata quindi persi la parola. In quel momento, tornò nella mia mente la scena della sera prima, nel bagno a casa di Inoue ed avvertii di nuovo la sensazione delle sue mani addosso, invadere tutto il mio corpo. Volevo parlare con lui, volevo sapere cosa ne pensava al riguardo, quindi feci un bel respiro e presi coraggio:

"Ah...mmm...Capitano?"

"Dimmi"

La mia pressione schizzò alle stelle:

"Riguardo quello che è successo ieri notte...io...mmm..."

All'improvviso, qualcuno mi lanciò da lontano una ciabatta in testa, mi voltai verso Hiyori:

"La finite a fare i piccioncini voi due?? Il tè si raffredda, idioti"

Presi la ciabatta e la lanciai di nuovo verso di lei. Tornai seduta e credetti per un momento che forse quella non sarebbe stata la situazione adatta per parlare di quelle cose, ma improvvisamente, il mio capitano prese la mia mano e si avvicinò al mio orecchio:

"Ne riparleremo più tardi" sussurrò. Io sorrisi e il suo respiro nel mio orecchio mi fece venire i brividi.

Lui si alzò da terra e mi porse la sua mano. La afferrai decisa e mi alzai. Raggiungemmo insieme il tavolo e tutti insieme finalmente, iniziammo a sorseggiare il tè.

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Capitolo 9
*** Combattiamo, Hiyori! ***


 

Era molto tardi quando ritornai nella mia stanza, quella sera. Gli altri rimasero a parlare ancora per un po' all'interno del salone, ero in grado di sentire le loro voci. Indossai la mia divisa da notte estiva e mi distesi sul letto. Gettai l'occhio verso la finestra, vicina al mio comodino e guardai fuori. Il tempo era brutto, scoppiò una triste pioggia poco  prima di entrare in stanza e riuscii a vedere qualche lampo fugace, comparire tra le nuvole per poi sparire, velocemente. Gli Espada mi spaventarono, quel pomeriggio, il loro  Reiatsu era troppo potente e il solo pensiero di esser stata in grado di avvertire la loro potenza in stato di quiete e non in battaglia, mi fece rabbrividire. Se si fossero trovati in battaglia allora, il loro Reaitsu a che livelli sarebbe arrivato?


"Incredibile" esclamai e mi voltai di lato, cercando di chiudere gli occhi e di rilassarmi un po'. 

In quel momento, pensai che avrei dovuto seguire il piano correttamente, una volta arrivata all'Hueco Mundo e di evitare di mettere in difficoltà i ragazzi. Avrei dovuto anche cercare di mantenere la calma e riflettere prima di compiere qualsiasi cosa. Mentre ero persa nei miei pensieri, qualcuno bussò alla porta della mia camera. Avvertii il Reaitsu del mio  capitano, mi sedetti all'improvviso sul letto e cercai di aggiustarmi i capelli con le mani:

"Si, capitano puoi entrare"

La porta si aprì ed io subito mi coprii il corpo con le lenzuola. La divisa lasciava scoperte gran parte delle mie gambe, quindi per rispetto le nascosi sotto le coperte. Lui entrò sorridendo. Il suo fisico alto e snello era messo ancor più in evidenza dal suo abbigliamento aderente, e senza farlo apposta, gettai il mio sguardo su di lui proprio lì, tra le sue cosce. Il mio respiro aumentò di intensità e tra le gambe, sentii di nuovo le mutandine bagnate. Lui intanto prese la sedia della scrivania, la girò al contrario e si sedette proprio davanti a me, poggiando le braccia sullo schienale:

"Masa-chan, stai bene?" mi domandò, accigliato

Cercai di darmi una svegliata, non era quello il momento di pensare a quelle cose, quindi spostai lo sguardo sul mio letto ed annuii:

"Si capitano, sto bene"

"Meno male!" sorrise: "Prima stavi parlando riguardo quello che è successo ieri notte, a casa di Inoue"

"Si, è vero. Hiyori mi ha interrotta.." risposi, avvicinando ed abbracciando le mie gambe sul petto:

"Quello che è successo ieri notte, Masa-chan, io lo rifarei altre mille volte" disse lui.

Percepii i suoi magnifici occhi su di me, quindi alzai il mio sguardo e lo fissai anche io. Il mio cuore tremò, dopo anni ed anni finalmente, avrei potuto aprire il mio cuore e  confessare ciò che provavo per lui:

"Ho parlato con Hiyori a casa di Inoue. Mi ha detto che avete avuto un piccolo battibecco, parlando di me. E stata lei a dirmi che provi qualcosa per me.. E vero quindi? La persona di cui sei innamorata....Sono io?" domandò. 

La sua espressione passò da seria ad incuriosita molto velocemente, io strinsi ancor di più le braccia attorno alle mie gambe ed abbassai lo sguardo. Il mio volto era in fiamme ma presi coraggio, non mi sarei potuta permettere di perdere quell'occasione così rara, quindi parlai a voce bassa..:

"Si, capitano. E vero. Sono sempre stata innamorata, di te"

Lui spalancò gli occhi incredulo e si alzò dalla sedia. Si avvicinò a me. Il mio cuore era fuori controllo, iniziai a tremare. Lui era così bello, così dolce e sexy ed io tentai molte volte di non incrociare il suo sguardo quella sera, ma fallii miseramente. Si sedette accanto a me, sul letto. Continuava a fissarmi con i suoi occhi, avrei voluto divorarli in quel momento:

"Masa-chan.."

"Si, capitano.. ti prego parlami" dissi tremando. 

Lui spostò una ciocca di capelli da mio viso in maniera molto dolce, io trasalii:

"Io attendevo solo una tua confessione. Sai da quanti anni sono pazzo di te, Masa-chan?" domandò.

Mi sentii svenire. Gettai il mio sguardo nei suoi occhi, lui sorrise. Smisi di respirare per qualche secondo, stavo affogando nei suoi occhi. Spostai le coperte e lasciai scoperte le gambe, quella maledetta divisa arrivava giusto a coprirmi le mutandine. Lui arrossì leggermente, ma non distolse lo sguardo. Il mio volto lo sentivo ardere dalla vergogna, ma lo desideravo a tal punto da sedermi sopra di lui, timidamente. Il suo respiro aumentò di frequenza, rimase pietrificato. Riuscii a sentire la sua eccitazione tra le mie gambe, quindi mi avvicinai alla sua bocca e lo baciai dolcemente. Le sue braccia avvolsero la mia schiena completamente, poi sentii le sue mani sulle mie natiche, cominciò a spingere me sempre più intensamente verso di lui. I suoi capelli lunghi mi sfioravano ovunque, poggiai entrambe le mani sul suo petto e mi spostai leggermente verso l'esterno del letto, mi piegai in  ginocchio. Lui mi fissava con gli occhi colmi di desiderio ed io affannosamente, iniziai a legarmi i capelli con un elastico che avevo attorno al polso.

Timidamente, afferrai l'elastico del suo pantalone e lo denudai completamente. Il mio volto era in fiamme, ma ero troppo eccitata per pensarci. Avvicinai la mia bocca e la richiusi attorno a lui. Lui ansimò di piacere e portò una sua mano dietro la mia testa. Cominciai a succhiarlo dapprima in maniera molto dolce. Pulsava dall'eccitazione, allora decisi di aumentare l'intensità. Lui accompagnò il movimento con la mano dietro la mia testa e in quel momento, cercai di asciugare i miei umori sfiorando le mie parti intime. 

Stava ansimando di piacere, io mi eccitai ancora di più. Misi due dita dentro di me ma dopo un po', lui se ne accorse e mi afferrò entrambe le braccia. Ero sopra di lui, a gambe aperte, sul letto. Con una furia incredibile, spostò leggermente le mie mutandine e mi penetrò completamente. I suoi movimenti erano sempre più pesanti, avrebbe voluto farmelo sentire tutto. Io trasalii di piacere, gemevo ma sempre a bassa voce. I miei umori, fuoriuscivano dalla mie gambe ad ogni sua spinta, sempre più intensa. 

Un brivido percorse la mia schiena, la mia salivazione aumentò a dismisura... esplosi di un piacere immenso.

-------------

Mattina dopo:

TOC TOC

Aprii gli occhi, in camera ero sola:

"Masa-chan! Buongiorno! La colazione è pronta, oggi è il giorno di allenamento intensivo!" esclamò Urahara-san con una voce ovattata poichè parlava proprio dietro la porta della mia stanza. Gettai uno sguardo verso l'orologio..Erano le nove del mattino:

"Si! Arrivo!"

Feci una doccia e subito dopo, indossai la mia divisa da vice-capitano. Legai i miei capelli lunghi a coda di cavallo ed aprii la porta scorrevole. Raggiunsi i ragazzi in salone, erano tutti seduti per terra attorno al tavolo:

"Finalmente! Stavamo aspettando tutti te, idiota. La prossima volta metti la sveglia" esclamò Hiyori, poi portò il suo dito indice dentro una narice:

"Vuoi rompere appena mattina, Hiyori-chan?" domandai, e mi sedetti di fronte a lei.

Prese la sua ciabatta e si alzò improvvisamente. Mi alzai anche io e in meno di un secondo, bloccai la sua mossa sul nascere:

"Oggi all'allenamento ci divertiremo, io e te" disse lei, sogghignando:

"Certo, ci puoi giurare!" risposi.

Avevo una voglia di combattere contro di lei, e questa era inimmaginabile.

"Dai su, su! Smettetela ragazze!" esclamò Urahara-san mentre batteva le mani per richiamare l'attenzione..:"Dobbiamo prepararci per la prossima battaglia. Ho parlato con il capitano Kyoraku ieri sera, ci ha dato il permesso di proseguire con il piano. Scendiamo tutti giù, seguitemi"

Mi alzai in piedi, vidi il mio capitano con gli occhi ancora socchiusi e poco dopo, sbadigliò. Indossava, sulle sue orecchie, delle cuffe a padiglione, stava ascoltando della musica famosa proprio lì, nel mondo umano. Lo faceva spesso anche nella Soul Society. Non si rese conto dei miei occhi su di lui, quindi sorrisi e corsi per raggiungere gli altri nei sotterranei.

"WOE! Ma che posto è questo? Ma è legale??" domandai, portando le mani sul mio volto incredulo:

"No eheh!" rispose Urahara-san..:"Però cerchiamo di mantenere il segreto".

La stanza era decisamente grande, sembrava davvero di stare in aperta campagna. C'erano delle montagne, della sabbia, il tetto rappresentava il cielo e le luci accese all'interno e poste in alto, davano l'aria di essere davvero all'interno di un luogo in piena luce del sole. Non feci in tempo a girare attorno ad una montagna, Hiyori lasciò cadere per terra la sua Zampakuto e corse verso di me, alzando le maniche della sua giacca. Io concentrai il mio Reiatsu e feci un bel respiro. Chiusi gli occhi ed avvertii il suo pugno avvicinarsi sempre più alla mia guancia:

"BAKUDO N.61...RIKUJOKORO!"

Invocai sei lame larghe di energia, di colore giallo. Attraversarono il corpo di Hiyori disponendosi intorno a lei parallelamente al terreno e la immobilizzai. Quei fasci di luce che la avvolgevano, somigliavano a dei raggi di una grande ruota:

"TU E IL TUO KIDO DI MERDA!" esclamò lei. 

I suoi occhi improvvisamente, diventarono neri con le pupille gialle, mi ricordarono molto gli occhi del mio capitano da dietro la sua maschera Hollow. Lei gridò e con una forza inaudita, riuscì a liberarsi completamente del mio incantesimo. Spalancai gli occhi, il suo Reiatsu era incredibilmente potente. Prima che potesse fare un'altra mossa:

"Oh, Regnante! Maschera di sangue e carne, tutto il creato, il battito d'ali, incoronato sotto il nome di Uomo! Inferno e pandemonio, i picchi di barriera sul mare, marciando verso  sud... HADO N.31...SHAKKAO!"

Creai un sfera di energia rossa e la lanciai alla massima velocità contro di lei. Intanto, questa sfera di energia esplose sul terreno davanti a lei, ma prima che toccasse terra, già Hiyori non la vedevo più. Afferrò il mio collo con entrambe le braccia, respiravo a fatica. Al suo tocco però, il mio Reiatsu esplose, fuoriuscendo dal mio corpo. I miei occhi diventarono  completamente rossi e stavo perdendo la ragione. Diedi un morso al suo braccio talmente violento, che riuscii a sentire il gusto del suo sangue in bocca. Lei gridò di dolore. Mi voltai verso di lei:

"HADO N.88...GEKIZOKI SHINTEN RAIHO!!"

Scagliai un'ondata di energia dalla mia mano, dall'ampia portata e dalla potenza impressionante. Questa ondata di energia, somigliava molto ad un Gran Rey Cero, sia per la potenza che per l'aspetto. Lei riuscii a schivarlo appena in tempo:

"Ehi! Andateci piano voi due, così mi distruggerete la sala!" esclamò Urahara-san:

"STAI ZITTO, IDIOTA!" rispose Hiyori e sorrise. Io ricambiai e tornai in posizione offensiva.

E quello fu solo riscaldamento.

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Capitolo 10
*** Odio ***


Passai circa 6 ore e 45 minuti ad allenarmi con Hiyori-chan. Ero seduta sulla sabbia, a pochi metri di distanza da lei e onestamente, tra le due ero anche quella che aveva subito più danni. Ripresi fiato, mentre cercavo di asciugare il sudore con un grande asciugamano bianco, gentilmente portato da Ururu, la ragazzina dall'espressione perennemente timida. Aprii una bottiglietta d'acqua e la mandai giù a grandi sorsi. Da lontano, vidi Urahara-san parlare con un signore alto, mai visto prima. Questo, indossava un cappotto lungo di colore blu elettrico, con il colletto leggermente rovesciato e posizionato verso l'alto. In più, portava un paio di occhiali da vista, decisamente piccoli rispetto alla grandezza del suo volto e anche dei baffi perfettamente curati:

"Cazzo Masa! Mi hai fatta proprio divertire! Sei forte, ma non montarti la testa, baaakaa!" disse Hiyori-chan.

Gettai l'occhio su di lei, era seduta con le gambe incrociate, stava meditando:

"Ah grazie, Hiyori-chan" risposi.

La figura di quell'uomo però mi incuriosii:

"Conosci quel signore, Hiyori-chan?" le domandai.

Lei sospirò, adagiando le sue mani dietro al collo:

"Si, lui è Tessai-san.100 anni fa, lui era il capitano della Kido Corps all'interno della Soul Society"

"Davvero??!" lo fissai stupita:

"Certo, mica dico cazzate. Oh guarda là! C'è anche Hachi!" esclamò alzandosi in piedi ed iniziò a correre per raggiungere il mio capitano e un altro strano signore, dai capelli rosa e molto, molto alto. In quel momento, entrambi stavano scendendo le scale:

"Masa-chaaaaan?!? Puoi venire qui un momento per favore?"

"SI!"

Corsi verso Urahara-san e l'ex capitano dei Kido Corps:

"Masa, ti voglio presentare Tes..."

"Tessai-san, ex comandante della squadra dei Kido Corps, molto piacere" conclusi la frase di Urahara, facendo un inchino:

"Oh, tutta questa formalità! Ahah molto piacere" rispose ed arrossì.

Io ne fui entusiasta! In passato, avevo già sentito parlare di lui tramite mio padre ma non ebbi mai avuto l'occasione di conoscerlo di persona. Per me, era un uomo di tutto rispetto, lui riuscì a creare una squadra nella Soul Society del tutto innovativa e sofisticata, ed anche in pochissimo tempo! Sorrisi:

"Ieri sera l'ho contattato e gli ho chiesto di venire qui per farti allenare, Masa-chan. Ah Tessai, lei vorrebbe creare di nuovo la squadra dei Kido Corps nella Soul Society e diventare anche il capitano. Immagino avrai molte cose da dirle"

Esplosi di gioia, non vedevo l'ora di cominciare. Il mio capitano e il signore dai capelli rosa ci raggiunsero, ridendo:

"Masa, lui è Hachigen, ex vice-capitano della squadra dei Kido Corps" disse Hirako taicho

Noooooo, non potevo crederci!

"Salve, signor Hachi, molto piacere" dissi sorridendo e feci un piccolo inchino. 

Lui, imbarazzato, si limitò a passare una mano dietro la sua testa e a sorridere. Guardai il mio capitano ed incrociai i suoi occhi... Sorrise anche lui, ma notai qualcosa di strano nel suo sguardo, era turbato:

"Bene, per oggi Masa-chan direi che può bastare. Tessai-san e Hachi resteranno qui per qualche giorno, quindi avrai modo di allenarti con loro" continuò Urahara-san.

Annuii e mi avvicinai al mio capitano. Gli altri erano occupati a parlare tra di loro, così ne approfittai:

"Capitano, tutto bene?" domandai. 

"In realtà no, però andiamo avanti"

"Cosa succede?" chiesi, avvicinandomi a lui ancora di più.

Il profumo dei suoi capelli arrivò alle mie narici, sobbalzai:

"Sto pensando a te, che dovrai andare lì da sola.. Non sono tranquillo per niente"

"Me la caverò capitano, non preoccuparti per me. La nostra priorità è quella di seguire il piano, non dobbiamo fallire!" sorrisi e strinsi un pugno.

Lui mi abbracciò forte.

"Jinta è di sopra e mi ha appena comunicato che è pronta la cena, quindi direi di andare! Ho una fameeee!" esclamò Urahara-san.

Il mio capitano mi lasciò libera e mi fissò negli occhi, a poca distanza dalla mia bocca:

"Verrò a prenderti e tu tornerai con me" disse.

Io annuii e gli spostai una ciocca di capelli caduta in avanti. 

------------

Cercai di avvicinarmi a Tessai-san. Camminando a poca distanza, ebbi la facoltà di vederlo più da vicino. Parlava con Urahara-san e il tono di voce era molto tranquillo, pacato e rimasi  colpita dal suo modo di fare elegante, molto rispettoso ed educato. A livello fisico, era un uomo molto alto, possedeva una muscolatura davvero possente e le sue mani erano davvero enormi. Vicino a lui, mi sentii piccola come una formichina. Arrivammo al piano superiore, il solito tavolo rotondo di legno era già apparecchiato in maniera impeccabile, quindi presi posto accanto al mio capitano e Tessai si sedette di fronte a me, non potevo essere più felice di così! Hiyori prese posto accanto a Rukia e Ichigo, Urahara a capo tavola.

Iniziammo a parlare di molte cose quella sera, soprattutto di mio padre ma scoprire che anche Hachi, l'ex vice-capitano dei Kido Corps, faceva parte dei Visored insieme a Hiyori e il mio capitano, mi lasciò stupita. Ci concentrammo poi a parlare del piano progettato da Urahara-san e della sua eventuale organizzazione.

Improvvisamente, avvertimmo un Reiatsu spaventoso, provenire da sopra le nostre teste, una forza talmente potente da farmi chinare il busto verso terra, non riuscivo a tenere dritta la schiena. Il mio capitano girò verso di se la sedia sulla quale ero seduta e portò le sue braccia su di me, cercando di proteggermi:

"Capitano, che...cos'è?"domandai, afferrando la sua maglia dal petto.

Le gocce di sudore dal mio viso, colarono verso il basso e macchiarono i suoi pantaloni. Non rispose, si limitò a rimanere bloccato davanti a me, con gli occhi spalancati. La  situazione si calmò poco dopo, quindi ci alzammo ed andammo all'esterno, per perlustrare la zona. Mi sentii davvero sollevata nel pensare che in quel momento indossavo ancora il Gigai,  altrimenti la mia situazione fisica si sarebbe decisamente aggravata:

"Rukia!" esclamai, correndo verso di lei:

"Masa, stai bene?"

"Si, sto bene!"

Ad un certo punto, apparve proprio davanti a me la figura di quel Grimmjow. Io trasalii dallo spavento, lui mi afferrò il braccio:

"Tutti gli Shinigami di merda presenti qui, che si avvicinassero a me!" esclamò, sorridendo. 

Io cercai in tutti i modi nel frattempo, di liberarmi dalla sua presa, ma non ci riuscii:

Rukia corse verso di me gridando qualcosa ma in quel momento ero in stato confusionale, quindi non compresi nulla. Ichigo improvvisamente, sfoderò la sua Zampakuto e si posizionò proprio  dietro di lui, con una velocità incredibile:

"BAN-KAI!" gridò. 

Una folata di vento sconvolse i nostri vestiti, una marea di detriti cominciarono a volare da una parte all'altra sopra le nostre teste quando finalmente, il vento cessò di soffiare forte e fui in grado di constatare quanto fosse bello e potente il Bankai di Ichigo:

"AHAHAHA, mi dispiace Shinigami, ma non ho tempo da perdere con te!"

"Siete proprio ominicchi di poco conto. Avevate detto tre giorni.. E questo sarebbe il vostro modo di fare le cose?!"

Gettai lo sguardo sul mio capitano, aveva appena pronunciato quelle parole utilizzando uno strano tono di voce, simile al metallico. La maschera che indossava spesso durante i  combattimenti contro gli Hollow più forti, era proprio davanti a me e fui in grado di vederla da vicino. Il mio cuore batteva veloce, il mio respiro diventò pesante, credetti di svenire di nuovo. La pressione spirituale dell'Espada mi stava letteralmente schiacciando, facendo diminuire progressivamente le mie forze. L'Espada stava spiegando la situazione, ma io non riuscii a comprendere nulla.. Improvvisamente sentii:

"Aizen la sta aspettando"

Quelle furono le ultime parole.. Poi l'oscurità.

-----------------

Aprii gli occhi. Al buio, la luce della luna proveniente da una piccola finestrella posta vicino al soffitto, illuminò gran parte di quella stanza dall'arredamento molto antico. Ero  sul letto, semi vestita e la testa non faceva altro che girare, il mio Reiatsu non era per nulla stabile. Cercai a fatica di sedermi sul letto, ero nauseata da quell'odore acre, un  misto tra sangue e decomposizione, così portai una mano davanti la bocca per cercare di trattenermi. L'ombra di un individuo accanto alla porta della mia cella, in piedi che mi fissava, mi fece spaventare ancora di più. Lui non possedeva nè una maschera Hollow e nè dei lineamenti che potessero vagamente somigliare ad un Hollow. Al buio, sembrava essere un umano qualunque e mi resi conto solo in quel momento, grazie ai riflessi della luna, che indossava un paio di occhiali da vista:

"Buonasera, signorina Sosuke"

Dal suo tono di voce, riconobbi che era un uomo:

"Puoi chiamarmi Aporro, se vuoi" disse.

La sua voce, la sentii molto più vicina a me di quanto lo fosse prima, ma non fui in grado di sentire i suoi passi, muoversi verso di me:

"Benvenuta all'Hueco Mundo" sussurrò nel mio orecchio.

Io gridai dallo spavento, la testa mi stava scoppiando ed io non riuscii a reagire a causa della mia debolezza:

"Peccato, sei stata assegnata a Grimmjow. Quello stronzo.. ha fatto di tutto oh! Ora lui si può divertire con te e io no. Uff.." esclamò, accomodandosi sul mio letto.

Riuscii a vederlo meglio, grazie al chiarore della luna. I suoi capelli sembravano chiari, simili ad un rosa chiaro ed indossava il classico Hakama degli Espada.

Ad un certo punto, qualcuno aprì la porta della cella. Entrò una serva con la schiena curva, a testa bassa e stava trasportando un carrellino dalle ruote molto grandi. Da dietro la porta, apparve la figura di quel Grimmjow, a braccia conserte:

"Tu che cazzo ci fai qui? Levati dalle palle"

"Si Grimmjow, sono venuto a dare un caloroso benvenuto alla signorina Sosuke. Sto andando via" rispose Aporro, sorridendo.

La serva accese delle candele sparse in giro per la stanza, nel vedere un po' di luce per un attimo mi tranquillizzai. Alzai lo sguardo e osservai il nemico. Rimase lì, sulla soglia della porta  a braccia conserte per quasi tutto il tempo. I suoi capelli a punta blu erano aggiustati all'indietro in maniera perfetta e una ciocca di essi, cadde davanti al suo viso:

"Mangia" disse verso di me.

La serva fece un inchino davanti a me e se ne andò:

"Mi dispiace, non ho fame" risposi e tirai verso di me le coperte, cercando di nascondere le parti del corpo lasciate scoperte dai vestiti strappati.

Lui si avvicinò a me, mi afferrò dal braccio e con uno strattone, mi fece sedere sulla sedia davanti ad un tavolino di legno. Le mie gambe erano quasi del tutto nude e gran parte del mio seno, era coperto solo dal reggiseno in piena vista. Cercai di farmi scudo con le mani e le braccia ma mi mancavano le forze, ero troppo debole, il mio Reaitsu era in subbuglio:

"Te lo ripeto di nuovo, mangia" esclamò:

"Non mi sento bene, non ho fame" risposi, mi alzai dalla sedia e tornai sul mio letto, imbarazzata. Mi coprii con le coperte di nuovo. 

Il suo sorriso psicotico mi fece rabbrividire. In un lampo, mi sentii afferrare la gola e mi spostò al di fuori delle lenzuola e la divisa strappata si alzò talmente tanto, che lasciò intravedere quasi completamente le mie mutandine. Non riuscivo a respirare:

"Peccato che non ti posso uccidere, Shinigami di merda. Ma assicurati di obbedire ai miei ordini la prossima volta"

Lasciò la presa ed io iniziai a tossire. Salii dentro di me una rabbia incredibile, lo odiavo, lo odiavo dal più profondo del mio cuore, avrei voluto distruggerlo e farlo in piccoli pezzettini. Ma per fare ciò, avrei dovuto recuperare le forze e anche in fretta. Decisi di mangiare, quindi mi alzai dal letto e tornai seduta sulla sedia... Scoprii la cloche e presi una forchetta accanto al piatto. Il suo volto si illuminò e sorrise, quel sorriso da psicopatico gliel'avrei voluto strappare dalla faccia:

"Brava, Shinigami" disse:

"Quando potrò vedere mio padre?" chiesi nervosamente. 

Lui spostò i suoi occhi azzurro cielo su di me e la sua espressione divenne seria, molto seria:

"Che fretta c'è?" domandò:

"Io HO fretta" esclamai.

Lui sorrise di nuovo e si avvicinò a me:

"E bada a come parli, sono pur sempre la figlia del tuo capo" continuai.

Lui si fermò all'istante, senza parlare:

"Quindi te lo chiedo di nuovo.. quando posso vederlo?" domandai, mandando giù un altro boccone. 

Lo guardai in cagnesco, i miei occhi bruciavano dalla voglia di ucciderlo:

"Si..Shinigami... Si.. Quello sguardo... Oh...Mi stai facendo eccitare...Quegli occhi... ma non sei contenta? Ho chiesto io al tuo paparino caro di essere il guardiano della tua cella..  Lui ha accettato! Eh che te ne pare?.. Posso soddisfare ogni tuo desiderio.. in qualsiasi modo"

Spalancai gli occhi, la testa mi girava ancora ma non come appena sveglia:

"Certo, se mi chiedi di ucciderti sarò molto felice di accontentarti"

Non ce la facevo più a mangiare, quindi poggiai la forchetta e mi alzai. Mi sentii un po' meglio:

"Quindi, non rispondi, eh..Shinigami?" domandò, allargando le braccia:

"Tu non hai risposto alla mia domanda, perché dovrei farlo io?"

Alzò gli occhi al cielo:

"Ti verrò a chiamare appena sarà tutto pronto" rispose. 

Annuii e mi sedetti sul letto, con la testa tra le mani


 

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Capitolo 11
*** Perchè, papà? ***


 

 

"Oei, Shinigami svegliati, è ora"


Aprii gli occhi, la stanza era esattamente allo stesso modo in cui l'avevo lasciata il giorno precedente, immersa nell'oscurità con solo qualche candela accesa. Grimmjow mi svegliò e si trovava proprio di fronte a me, a braccia conserte in attesa di un mio completo risveglio. Vidi un grande asciugamano ed un hakama bianco poggiati sul letto, lui disse che quest'ultimo, avrei dovuto indossarlo prima di incontrare mio padre. Psicologicamente, fremevo dalla voglia di vederlo, dopo tanti lunghi anni finalmente avrei potuto  redimere me stessa dai miei peccati e capire realmente cosa successe durante la guerra di 100 anni prima. Dall'altra parte, invece, una sensazione di paura e di angoscia fece salire la mia ansia alle stelle, vivere quei giorni tra gli Espada in quelle condizioni, non faceva altro che peggiorare il mio stato d'animo:

"Fatti una doccia e vestiti, Shinigami"

L'unico problema di quella stanza era che, essendo l'ambiente uno spazio aperto, il bagno era situato quasi accanto al letto, senza nessuna porta e senza nessuna privacy:

"Ok, se devo lavarmi esci fuori, per favore" gli domandai, anche se conoscevo già la sua risposta.

Di nuovo, mostrò quel sorriso psicotico, credetti fosse stampato sulla sua faccia dalla nascita:

"Io da qui non mi muovo, Shinigami" rispose. 

Presi i miei vestiti e mi alzai in piedi, ero irritata dalla sua presenza ma controbattere ai suoi dispetti per me fu come perdere del tempo prezioso. Mi diressi verso quella dannata doccia, di tensione riguardo l'incontro con mio padre ne avevo accumulata abbastanza, quindi rimasi in silenzio ed iniziai a spogliarmi. Percepivo i suoi occhi su di me, quindi ne approfittai per porre alcune domande sulle quali avrei voluto ricevere delle risposte esaustive:

"Come mai non avete rispettato il patto dei 3 giorni?" chiesi, evitando il suo sguardo:

"Per volere di Aizen. Non ha tempo da perdere" rispose, il suo tono di voce fu decisamente più soft rispetto a prima:

"E i miei compagni nel mondo umano, come stanno?"

In quel momento, gettai lo sguardo verso di lui. Non facevo altro che pensare al mio capitano in quei giorni, mi mancava da morire e mi sarebbe piaciuto rivederlo il più presto possibile. Non fui in grado di combattere il giorno precedente a causa dello svenimento, quindi non sapevo come poteva essersi conclusa la situazione tra di loro:

"E che cazzo ne so io? Ti ho solo preso e portato qui. Non fare domande inutili"

"Te l'ho chiesto perc.."

"Shinigami, ti ho già detto che Aizen non ha tempo da perdere. Muoviti"

Sapevo dentro di me che prima o poi a quell'idiota spregevole gli avrei dovuto far saltare il cervello appena ne avrei avuto l'occasione. Fisicamente, mi sentivo molto meglio rispetto al giorno prima, ma avrei dovuto attendere ancora un po' di tempo per recuperare le forze totalmente, anche perché non fui in grado di mangiare nulla in quei giorni, a causa della tensione. Feci un passo in avanti ed aprii il rubinetto della doccia, l'acqua era gelida, io trasalii:

"Girati verso di me, Shinigami" esclamò lui. 

Io diventai rossa dalla vergogna, ero completamente nuda e l'acqua piano piano stava cominciando a scaldarsi. Lo feci, mi girai. Il getto d'acqua calda sulla mia pelle era molto piacevole, ma non era quello il momento giusto per rilassarsi, quindi distolsi lo sguardo da lui e cercai di sbrigarmi. 

Dopo circa 10 minuti, chiusi il rubinetto della doccia ed iniziai a prepararmi.

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Mi incatenarono le mani e bendarono i miei occhi. Li sentivo parlare, scherzare tra di loro ma la mia mente era distratta, il mio stomaco era in subbuglio e il mio cuore batteva più veloce del solito. Mi accompagnarono su una grande scalinata, arrivammo all'interno di una stanza ma non fui in grado di vedere nulla. Poco dopo, tolsero la benda da davanti i  miei occhi e vidi un grande tavolo ovale bianco, vicino al quale gli Espada si sedettero. Ne erano in tutto quattro, Grimmjow, quell'Ulquiorra, Aporro che si presentò a me in modo  inquietante proprio il giorno prima e un altro, che non avevo mai visto. La sua Zampakuto era gigantesca, sembrava composta da due spicchi di luna unite alle loro estremità:

"Benvenuta, Sosuke-sama" Ulquiorra si alzò in piedi e fece un piccolo inchino davanti a me. Una volta entrata in quella stanza, la testa iniziò a girare, la pressione spirituale di  tutti loro stava risucchiando via dal mio corpo tutte le energie accumulate durante quei giorni di permanenza, ma rispetto al precedente incontro, fu leggermente meno pressante.  Pensai che evidentemente, mi ci stavo abituando:

"Io sono pronto, cominciamo" continuò Ulquiorra. 

Portò una mano sul suo occhio sinistro, se lo cavò fuori dall'orbita, letteralmente. Schizzò fuori una marea di sangue, insieme a dei piccoli pezzetti di osso. Mi venne il voltastomaco ma non potevo porre una mano davanti alla bocca per trattenermi, quindi vomitai tutti i liquidi che avevo in corpo. Era un liquido bianco, forse dovuto al fatto che ero a digiuno da giorni:

"Che schifo, Shinigami! Ma che cazzo fai?" domandò Grimmjow, schioccando le dita.

Ad un certo punto, vidi sbucare dall'ombra la famosa serva che gentilmente portava i pasti caldi nella mia camera ed iniziò a pulire tutto con accuratezza. Mi guardò negli occhi, il suo volto era completamente bendato e i suoi occhi erano di un magenta stupendo. Lei era molto piccola di statura, la sua schiena sempre curva a causa dei suoi lavori poco nobili dentro quell'inferno.  Ulquiorra intanto, schiacciò il suo occhio tra le mani e improvvisamente, i minuscoli pezzettini di quell'occhio si unirono tra di loro e formarono una specie di grande schermo. Ad un certo punto, nella grande oscurità che avvolgeva lo sfondo, apparve la figura di un uomo, seduto su una grande sedia bianca. Era sigillato per la metà inferiore del corpo, la parte superiore del suo hakama invece, era sgualcita ,ridotta a brandelli. 

Sul viso, il suo occhio sinistro era coperto da una grande benda nera. Io cominciai a tremare, mio padre! Il suo viso era completamente identico a come lo ricordavo... Nonostante i lunghi anni passati a distanza, la sua pelle, i suoi occhi e perfino i capelli, non subirono alcun cambiamento:

"Piccola mia, Masa-chan... Sei proprio bella come tua madre" disse.

Scoppiai a piangere, all'improvviso. La sua voce, così pacata e gentile, mi fece vibrare di emozioni... Riaffiorarono alla mente numerosi ricordi legati alla mia infanzia, quando eravamo ancora una famiglia:

"Padre!" esclamai: "Padre, come stai?" 

Dovetti porre una mano sul mio petto, per cercare di rallentare i battiti cardiaci. La sua figura era possente, riuscii a sentire la sua potenza attraverso lo schermo. Il suo modo di fare, di scrutare tutto ciò che lo circondava, non era cambiato minimamente:

"Grimmjow, ti avevo detto di farla mangiare due volte al giorno" disse. 

L'espressione di Grimmjow rimase immutata:

"Non prendertela con me, io non c'entro. Lei non vuole mangiare" rispose, alzando una mano verso il cielo:

"Bene" disse mio padre, gettando lo sguardo verso Ulquiorra. Quest'ultimo, in una frazione di secondo, sfoderò la sua Zampakuto e si avvicinò a Grimmjow con una velocità spaventosa. Mi sentivo in colpa, Grimmjow davvero non c'entrava nulla:

"BAKUDO N 81...DANKU!" gridai. 

Creai una barriera tra Ulquiorra e Grimmjow. Al mio guardiano di cella, lo difesi da morte certa. Mi voltai subito verso mio padre, singhiozzando:

"Padre, Grimmjow non c'entra nulla, la colpa è mia. Chiedo perdono" 

"Dopo, assicurati di recuperare le forze"disse mio padre, pacatamente:

"Si, papà" risposi... La mia voce tremava dall'emozione:

"Allora, ho saputo che sei diventata vice-capitano della 5a brigata. Sono molto felice, piccola mia"

"Si papà, il mio capitano è Hirako Shinji"

"Lo so" rispose e sorrise. I miei occhi brillarono di fronte alla sua bellezza:

"Masa, per tutto questo tempo non ho fatto altro che pensare a te. Ti ricordi l'ultimo giorno che abbiamo passato insieme?"

"Si" risposi, asciugando le mie lacrime con la manica dell'hakama:

"Ti ho lasciata sola nel Rukongai ad affrontare delle cose brutte, hai sofferto e ne sono enormemente dispiaciuto. Potrai mai perdonarmi?"

 

Afferrai e stritolai la stoffa del mio pantalone. Feci un bel respiro:

"Si papà, ti ho già perdonato" dissi, con tono deciso.

"Grazie, sono contento" esclamò lui.

Sorrisi anche io, ero troppo felice. La sua voce così rilassante, riscaldò il mio animo turbato e mi fece sentire a casa:

"Masa-chan, vogliamo recuperare tutto il tempo perduto e ricominciare ad essere una famiglia? Io e te?" domandò ad un certo punto.

Le mie lacrime cominciarono a rigare il mio viso nuovamente:

"Si papà. Mi sei mancato così tanto" gli dissi, con la voce rotta dall'emozione:

"Vuoi abbracciarmi di nuovo?"

"SI!" gridai, la mia voce echeggiò per tutta la stanza:

"Diventa forte, piccola mia. Diventa forte e allenati. Tu non hai idea di quanto sei forte, gli allenamenti che segui nella Soul Society sono insufficienti. Poi, trova un modo per liberarmi da questa eterna agonia ed unisciti a me, piccola Masa. Vieni dal tuo papà. Insieme, potremmo governare i tre mondi, tu ed io. Sarai la mia principessa."

Smisi di piangere, ero in ginocchio davanti a lui con lo sguardo rivolto sul pavimento. Alzai lo sguardo verso di lui, avvertii un tono di voce diverso dal solito ma soprattutto, diverso da come lo ricordavo. C'era della cattiveria dentro quelle parole, dell'avidità di potere mai sentita prima:

"Padre, così mi costringerai a diventare nemica delle persone a cui voglio bene" esclamai. Lui sorrise:

"Figlia mia, se vuoi ottenere qualcosa nella vita, diffida da chi ti dimostra ciò che non prova in realtà. Pensa a ciò che vuoi ottenere tu, non pensare agli altri. Il volersi bene è effimero, è un utopia che con il passare del tempo si rovina e si sgretola, senza lasciare traccia nei cuori di ognuno di noi. L'amore di un padre, di una famiglia, quello è il vero amore, quello non morirà mai, durerà in eterno. Come durerà tra noi due."

Pensai in quel momento al mio capitano, a Rangiku, ad Ichigo, Urahara, Rukia, Renji, Hisagi... Loro mi avevano aiutata a superare la sofferenza della solitudine, con la loro pazienza  e la loro bontà d'animo:

"Padre, perchè parli così? Io non sono come te! Tu hai chiuso il tuo cuore, hai usato tutti e dico tutti! Hai fatto soffrire tutte le persone che credevano in te! Prendi Hinamori per esempio... Lei è in depressione da 100 lunghi anni! E il mio capitano? L'hai trasformato in mezzo Hollow per un esperimento?? E chi sono loro??" indicai il tavolo su cui erano  seduti gli Espada.

"Chi diavolo sono loro? Perchè hai creato tutto questo?"

"Sei sprecata nella Soul Society figlia mia. Una ragazza come te con la tua potenza, non può rimanere lì.."

"Padre, rispondi alle mie domande per piacere!!" esclamai stringendo i pugni:

"Loro sono i miei soldati" rispose.

Mi voltai verso di loro, con gli occhi gonfi di lacrime:

"E perchè? Cosa vuoi ottenere con ciò?"

"Il potere. Padre e figlia che governano l'intero universo. Ci pensi, piccola Masa? Staremo sempre insieme, tutti i giorni."

"NO, NON VOGLIO!" gridai.

Un silenzio inquietante invase quella stanza, così buia e putrida. I pochi raggi di luna che entravano dalla finestra, illuminarono gli occhi di Grimmjow.. In quel momento, sfoderò il suo sorriso psicopatico, mentre mi fissava dall'alto in basso:

"Rinchiudetela nella sua cella fino a quando non cambierà idea. Tenetemi aggiornato" affermò mio padre.

La comunicazione fu interrotta all'improvviso, io spalancai gli occhi e mi lasciai andare, delusa. Grimmjow mi prese in braccio con uno strattone e mi posizionò sulla sua spalla, come se fossi stata un sacco di patate. Rideva:

"Ahah, la tua luna di miele durerà ancora un po', Shinigami di merda" esclamò.

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Capitolo 12
*** Il tempo ***


Quella sera, durante il tragitto sulle spalle di Grimmjow, persi completamente la parola. Rimasi con lo sguardo fisso nel vuoto, incredula riguardo l'atteggiamento di mio padre ma  soprattutto, il coraggio con il quale mi aveva domandato di unire le mie forze alle sue e di tradire le persone a cui volevo bene, mi faceva ribrezzo. La mia delusione fu abnorme, dopo quasi venti lunghi anni di assenza dalla sua vita, la prima cosa che mi chiese fu proprio quella di diventare la sua pedina.. Rimasi sconcertata. I restanti due giorni, li trascorsi isolata da tutti, senza parlare e chiusi me stessa in disparte, mangiando regolarmente tre volte al giorno senza che Grimmjow entrasse troppo nelle mie confidenze. La sua  presenza davanti la mia cella rimase costante, di giorno e di notte e dopo tutto quel tempo, mi ero anche abituata alla sua forza spirituale, non avevo più quei forti giramenti di testa o nausee particolari...ma parlando onestamente, nemmeno ci pensavo. Il giorno dopo, mi svegliai come al solito. Ero seduta sul letto con la testa tra le mani e stavo aspettando che la  serva mi portasse la colazione. Non ero abituata al buio perenne dell'Hueco Mundo, non riuscivo mai a distinguere le ore del giorno da quelle della notte e psicologicamente non ne potevo più, nel mio cuore volevo solo tornare dal mio capitano e dai miei cari amici. Sentii qualcuno avvicinarsi alla porta della cella, la colazione era arrivata quindi alzai lo sguardo e  vidi da dietro le sbarre la figura della serva che velocemente, tentava di ficcare la chiave nella serratura. La sua espressione era un misto tra ansia e disperazione. La guardai  perplessa e dopo pochi secondi, finalmente, riuscì nel suo intento e spalancò la porta. Si intrufolò nella mia cella e mi fissò con uno sguardo preoccupante:

"Signorina Sosuke faccia presto, si prepari!"

"Come scusami?" domandai irritata:

"Si prepari, si sbrighi! Il ragazzo dai capelli arancioni è arrivato pochi minuti fa! Sta arrivando qui!"

"COOOSA? ICHIGO??" le chiesi. Lei mi aiutò a vestirmi velocemente:

"E Grimmjow?" mi guardai attorno:

"Grimmjow-sama non c'è, è uscito poco fa ma ha detto che tornava subito!"

Finito di vestirmi, mi prese per mano e mi trascinò fuori dalla cella, correndo:

"Dobbiamo proseguire da questa parte per raggiungere l'uscita. Dai presto!" esclamò lei, dal suo sguardo potei constatare che era molto più in ansia di me:

"Perchè mi stai aiutando?" le domandai senza fermarci:

"Perchè lei mi ricorda me stessa" rispose.

Stava per dire qualcos'altro, ma ciò che vidi all'improvviso mi terrorizzò a tal punto da sentire il mio cuore battere in gola. I pezzi della sua carne lacerata esplosero davanti ai miei occhi, lasciando le pareti del corridoio interamente inzuppate di sangue. Una parte del suo braccio cadde proprio sui miei piedi, ed io in meno di un secondo, mi voltai. In lontananza, vidi la figura di Grimmjow avanzare lentamente. Con un salto, scavalcai la ringhiera del corridoio e iniziai a correre a tutta velocità. Lui scoppiò in una risata fragorosa e l'eco della sua voce, la sentivo sempre più lontano. Il mio occhio destro era per metà sporco di sangue, così passai la manica dell'hakama sopra di esso per pulirlo:

"I tuoi amici moriranno tutti, Shinigami di merda!"

Non ne potevo più. Scappai più velocemente possibile da quel mostro, volevo raggiungere il mio capitano e abbracciarlo forte. Mi mancava tutto di lui... Il suo profumo, le sue risate,  i suoi occhi su di me.. Non ce la facevo più. Una lacrima rigò il mio viso. Il corridoio era lunghissimo, più correvo e più l'uscita sembrava allontanarsi, sempre di più:

"Ma tu veramente pensi che io ti lasci fuggire così?"

La figura di Grimmjow era proprio davanti a me e stava sorridendo, con il suo classico modo di fare. Se non fosse stato per il suo terribile carattere, avrei potuto definirlo davvero un bell'individuo:

"Ti prego, lasciami andare!" gridai, respirando affannosamente:

"AHAHAHAH" 

Sferrò un pugno violentissimo contro il muro alla sua destra, riuscì a romperlo in grandi massi di pietra e bloccò la mia avanzata sul nascere:

"Tu ora torni su con me e aspetti le disposizioni di Aizen"

Era il momento di combattere, non avrei potuto soddisfare la sua richiesta, senza portare rispetto a quella povera serva che aveva rischiato la vita per farmi fuggire. Il mio Reiatsu aumentò di potenza, sentivo una forza dentro di me mai avvertita prima. Esplose, fino a circondare interamente il mio corpo. Pensai che forse era stato un bene il fatto di essermi nutrita a sufficienza in quei giorni, così mi posizionai davanti a lui:

"Te lo chiedo un'ultima volta... Lasciami passare"

"Col cazzo" rispose.

Sparì, non lo vidi più. Con la coda dell'occhio tentai di scovarlo da dietro di me, ma niente. Chiusi gli occhi e provai a concentrarmi. Stava arrivando da destra!:

"HADO N.54...HAIEN!"

Un'energia color porpora fuoriuscì dalla mia mano destra e la lanciai verso la sua direzione. La schivò e provò a colpirmi con un pugno, sfiorando il mio viso. Io riuscii a spostarmi  giusto in tempo:

"HADO N4.. BYAKURAI!"

Un fascio di luce concentrato di fulmini scaturì dal mio indice sinistro e questi avvolsero completamente la parte superiore del corpo di Grimmjow. In meno di un secondo si liberò dall'incantesimo solo con la forza bruta:

"Ma davvero credi di potermi sconfiggere con queste pagliacciate?" disse, camminando verso di me.

Mi afferrò dal collo e mi alzò da terra. Mi fece sbattere violentemente contro la parete:

"Smettila e torna in cella. Non potrei ammazzarti in teoria, ma se continuerai così finirai per morire sul serio. Al tuo paparino dirò che te la sei cercata e fine della storia".

Lo guardai con uno sguardo feroce, avrei voluto incenerirlo seduta stante, solo con gli occhi:

"Oh Shinigami, questo tuo sguardo mi fa impazzire. Si, continua a guardarmi così, ti prego" esclamò col suo sorriso psicopatico stampato in faccia. 

Si avvicinò a me ancora di più, il suo enorme petto premeva contro il mio ed io trasalii nel momento in cui mi resi conto della freddezza della sua pelle. Sentii il suo fiato sul mio collo:

"Ti farò a pezzi, Shinigami" sussurrò nel mio orecchio. 

Provai a liberarmi dalla sua pressante presa, ma non ci riuscivo. Era troppo forte. Passò le sue braccia dietro la mia schiena e strinse forte. Mi fece talmente male da riuscire a  rompermi tre costole. Sputai del sangue addosso a lui sul suo petto, il dolore che sentivo era atroce. Pensai che sarei dovuta morire non prima di aver rivisto il mio capitano, dovevo resistere. Allentò la presa dopo aver visto il sangue fuoriuscire dal mio naso e dalla bocca:

"Ooops forse ho esagerato" disse, mentre con una mano pulì il mio sangue sul suo petto e leccò per bene le sue dita. Mi spostai, la testa girava e il respiro diventò pesante... Quelle costole rotte erano davvero un problema in quel momento:

"Allora vediamo...Cosa vuoi fare? Tornare indietro con me o morire?" domandò sorridendo:

"Ne...ssuna...delle due" risposi.

"Bene, allora addio Shinigami. Peccato, mi sarebbe piaciuto averti come moglie"

Allungò il suo braccio destro verso di me. Dal palmo della sua mano, formò un'enorme sfera di energia rossa. Era un Cero!  Il mio corpo faceva fatica a muoversi,rimasi completamente bloccata. Non dovevo morire, non in quel momento. Il mio capitano, il mio capitano, il mio capitano.. Avrei dovuto prima rivederlo. Gridai all'improvviso:

"JIKANTEISHI!"

Incantesimo proibito. Avevo fermato il tempo in quel momento, all'interno di quel macabro corridoio. Persi molte energie nel realizzarlo e pensai che probabilmente mi avrebbero fatto storie nella Soul Society una volta tornata lì, se fossi riuscita a sopravvivere.  Il tempo quindi si era fermato, lui era rimasto immobile come una statua. Avevo solo pochi minuti per  fuggire, l'uscita era bloccata da quei giganteschi ammassi di pietre e detriti. Le ultime forze rimaste, le impiegai per chiamare un altro Eishoaki:

"HAD..O...N.57..DAICHI TENYO"

Presi il controllo dei massi di pietra con le mani e li feci lievitare da terra. Con un gesto del braccio, avanzai camminando verso di lui e gli scagliai addosso quell'ammasso di pietre, riuscendo a seppellirlo completamente. Mi voltai, iniziai a correre di nuovo e vidi l'uscita molto vicina. Le costole rotte pungevano contro i miei polmoni, il dolore era insopportabile. Le gambe mi stavano abbandonando:

"Ti prego, arriviamo almeno all'uscita" dissi a me stessa. 

Poco dopo, spalancai la porta.. Ero fuori! Da lontano, vidi dei puntini minuscoli correre verso il palazzo, la chioma del mio capitano brillava sotto i raggi della luna:

"CAPITANO!!!!" gridai con tutta la voce che avevo in corpo. Il sangue fuoriuscì di nuovo dalla mia bocca con una potenza spaventosa e pensai che probabilmente, quell'abbraccio mi aveva distrutto anche qualche organo interno.

Alzai lo sguardo, vidi la signorina Isane volare verso di me in compagnia di Rangiku. Scoppiai a piangere e caddi in ginocchio, le gambe mi erano cedute.

 

Parlavano, io non sentivo nulla. 

Poi il buio.

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Capitolo 13
*** Oeh, Shinigami!! ***


"MASA! Masa...masa..."

"Capitano, non si sv..."

"Prendi il lac..."

"Masa! Svegl..."

Aprii gli occhi, vedevo sfocato. Ero stesa sul prato dietro un grande albero, Rangiku mi stava stringendo forte la mano:

"MASA! Ti prego non addormentarti!! Resta con me!" disse.

"Ran..gi...ku.."

"Non parlare, conserva le forze" esclamò, mentre stringeva ancora di più la mia mano:

"Isane! Vieni qui a fermare l'emorragia!"

"Si, sto arrivando"

"Devo...uccidere...fate..presto"

"Scema! A chi devi uccidere conciata così?" disse Rangiku singhiozzando:

"Allora Masa-chan, fai un bel respiro, non addormentarti e resisti, abbiamo quasi fatto. Ora ti fermo l'emorragia interna"

Poggiò due mani sopra il mio addome, una sopra l'altra. Stava recitando uno strano incantesimo e all'improvviso gettai uno sguardo sulle sue mani...Vidi una luce bianca penetrare all'interno del mio corpo. Il dolore fu devastante, strinsi forte la mano di Rangiku e gridai dal dolore:

"Resisti, Masa!" esclamò Rangiku tra le lacrime.

Gridai di nuovo. I miei organi interni spappolati li sentivo muoversi da soli da dentro il mio corpo. In preda al panico gettai di nuovo lo sguardo su Isane, la vidi con il capo chino mentre stava sussurrando qualcosa. Strinsi forte i denti e gridai di nuovo. Poi ad un certo punto, il dolore si placò come per miracolo. Respirai a fondo un paio di volte, sentivo la mia pancia vibrare ancora, all'interno:

"Fatto, emorragia fermata" esclamò Isane asciugando il sudore sulla fronte:

"Com'è la situazione?" domandò Rangiku, voltandosi dietro:

"Milza distrutta, tre costole rotte e polmone compromesso. Le faremo un'intravena, tra poco dovrebbe stare meglio" rispose il capitano Unohana della quarta brigata, allontanandosi.

Mi girai verso Rangiku, stava piangendo. Lei mi guardò negli occhi:

"Hai visto, scema? Sono tornata come nuova!" esclamò accennando un finto sorriso sul suo sguardo triste:

"Mi..hai fatta partire..per il mondo umano con l'ansia" dissi, dandole un colpetto sul braccio.

Mi guardava con uno sguardo molto dolce, io le sorrisi. Era sempre bellissima. Ad un certo punto, qualcuno atterrò poggiando i piedi dietro la mia testa. Rangiku si alzò in piedi e fece un piccolo inchino, poi la vidi allontanarsi insieme ad Isane sotto braccio. Quel potente Reiatsu, quel profumo.. lo riconobbi subito e una piccola lacrima rigò il mio viso in quel momento. Non riuscivo ad alzare la testa per guardare dietro di me, quindi rimasi immobile con il cuore che aveva iniziato a battere veloce:

"Capitano.. buonasera" dissi.

Lui portò il suo sguardo in avanti per cercare i miei occhi:

"Ciao Masa-chan, da quanto tempo" rispose e sorrise.

Era bellissimo:

"Allora, ci servono rinforzi nella zona ovest a 6 m...."

Quella voce, quella stupenda voce, avrei potuto ascoltarla all'infinito. Ripensai alle volte in cui avevo fatto l'amore con lui a casa di Inoue, al negozio di Urahara Kisuke e quella per me fu la migliore medicina in quel momento di terrore. Sapere che era ancora vivo e che ancora non era ferito mi fece sentire sollevata, quindi sospirai. I suoi occhi, il suo profumo, le sue mani.. mi facevano impazzire:

"Scusami Masa-chan, dovevo dare le disposizioni anche alla quarta brigata. Ordini di Kyoraku"

Mi destai dai miei pensieri e lo vidi seduto accanto a me, sorridente. Da quanto tempo era seduto lì? Assurdo...

"Non fa nulla, capitano"

"Allora, ti senti meglio?"

Lo guardai negli occhi:

"Uh.." risposi "Ora si"

"Bene! Cosa è successo lì dentro? Chi ti ha ridotto così?"

"Quel Grimmjow di merda. Quello con i capelli azzurri"

"Ah, quello che ti andava cercando?" domandò:

"Davvero?!" esclamai stupita:

"SI! Ahaha gridava dove sei Shinigami di merda? AHah avresti dovuto vederlo!"

Abbassai lo sguardo:

"E ora dov'è?" domandai con un fil di voce:

"Ora sta combattendo contro Ichigo. Ma piuttosto, tu cerca di riposare" disse e si alzò in piedi:

"Capitano?"

"Si?"

Lo guardai. Il cuore ricominciò di nuovo a battere forte, non sapevo se era per quello che dovevo dire, se era perchè mi stavo sentendo male di nuovo o se era semplicemente la sua presenza.. Mi sarei voluta confidare con lui in quel momento, avrei voluto sputare il rospo e dirgli ciò che provavo per lui ma putroppo, le parole rimasero incastrate in gola e non volevano uscire. Ero proprio una cretina. -Cacchio, almeno dì qualcosa no? Potresti non sopravvivere, come anche lui potrebbe morire. Se non lo farai, te ne pentirai!

"Mi...sei mancato... tanto.. capitano" dissi.

Lui sorrise, si inginocchiò accanto a me e mi diede un bacio sulle labbra, leggero e delicato. I suoi capelli caddero in avanti e avvolsero completamente la mia testa. Lo stomaco vibrò di nuovo e fece un rumore strano. Non sentivo più alcun dolore in quel momento, avrei voluto baciarlo in eterno:

"Resisti" disse sussurrando:

"Anche tu capitano.. e sopravvivi!" esclamai.

Lui si alzò in piedi e prese il volo.

 

--------------------------

 

Erano passate circa 4 ore e mi sentivo meglio. Isane-san prima di allontanarsi, mi disse di provare ad alzarmi un po' per permettere alla mia circolazione sanguigna di riattivarsi e di non far addormentare neanche un muscolo. Ero seduta su una roccia, molto distante dal combattimento ma molto vicina ai viveri. Avvertivo ancora il Reiatsu di tutti, quindi non mi preoccupai più di tanto, così presi una bottiglietta d'acqua ed iniziai a bere:

"Masa-chan!" una voce roca mi fece trasalire. Mi voltai all'istante:

"Oh ciao Hisagi-san!" esclamai alzando una mano e sorrisi:

"Come va? Da molto che non ci vediamo"

"Eh già!" risposi, bevendo un altro sorso d'acqua:

Prese anche lui una bottiglietta d'acqua, la stava aprendo:

"Come sta andando?" gli domandai:

"Noi stiamo tutti bene" rispose: "Ma chi ti ha ridotto così?"

"Grimmjow" risposi

"Ah quello con i capelli azzurri?"

"Si.. quel farabutto. Sto recuperando le forze per farlo fuori" dissi schiacciando la bottiglietta:

"Eh se è quello, Ichigo l'ha fatto fuori pochi minuti fa"

"COOME?!" esclamai stupita:

"Si. E anche se fosse stato ancora vivo, io non.."

COOOSA!? Non era possibile! Il Reaitsu sopra le nostre teste, quella forza devastante e inquietante.. Non poteva essere lui!:

"Hisagi, chi te l'ha detto che era morto?" lo guardai, incredula:

"Ah, ecco dov'eri, Shinigami di merda!" gridò dall'alto:

"Me l'ha comunicato Rangiku!! Non è possibile!!" esclamò Hisagi e si posizionò in offensiva.

Io alzai la testa. Gettai lo sguardo nei suoi occhi e per un attimo sorrisi. Mi sentivo sollevata nel vederlo ancora vivo:

"Cosa c'è, Grimmjow? Mi stai cercando per tutto l'Hueco Mundo solo per chiedermi la mano? Lo sai che devi passare prima da mio padre, si?"

Lui atterrò poco distante da noi:

"Non ho bisogno di chiedere permessi a nessuno" disse e sputò per terra.

Era in una situazione pessima, peggiore della mia. Il suo corpo era martoriato da ferite mortali e devastato da lividi.. sanguinava. Si avvicinò a me, afferrò la mia mano e portò il suo viso molto vicino al mio. Io girai subito il volto verso la parte opposta, non volevo sentire il suo fiato freddo addosso quindi mi limitai a guardare Hisagi:

"Guariscimi" disse con un filo di voce.

Io con uno strattone, mi liberai dalla sua presa e lo guardai di nuovo:

"Chi, IO? E come faccio? E poi, non sei un' Espada? Non riesci a guarirti da solo?" domandai nervosamente:

"In che senso come fai? Ma se sei tu quella che usa quei cazzo di incantesimi di merda!"

"E cosa ci guadagno se lo faccio?" gli chiesi, accennando un sorriso nervoso.

Avvicinò la sua bocca al mio orecchio:

"Mi spaccerò per morto e mi nasconderò. Tanto lo so che prima o poi TU verrai da me"

"Come osi parlarmi così?" gridai e mi alzai in piedi. Gli diedi una spinta ma lui rimase immobile. Tremavo dai nervi:

"Con quelle ferite poi, dove vuoi andare?" esclamai.

"Oeh, Shinigami! Vedi che ancora non rilascio la mia Zampakuto"

Spalancai gli occhi. Non era possibile! Dopo tutto quel tempo passato a combattere, ancora non l'aveva rilasciata? Disse il mio capitano quando parlò degli Espada, che il loro rilascio lo chiamavano Resurrecciòn, in quel modo erano capaci di guarire completamente le loro ferite e diventavano 5 volte più FORTI!:

"E perchè faresti questo?" domandai.

"Non ti montare la testa, Shinigami! E' per avermi difeso da Ulquiorra."

Ah si, ricordai subito. Chiamai un Danku per dividerli:

"Masa-chan! Cosa sta succedendo?" chiese Hisagi-san.

"Tu fatti i cazzi tuoi, Shinigami di merda" rispose Grimmjow puntando l'indice contro Hisagi:

"Tranquillo Hisagi. E tutto sotto controllo" risposi.

"Dai, se mi guarisci sparirò per un po', mi nasconderò e non farò più del male ai tuoi amici. Ti aspetterò" disse.

Il vento si alzò di colpo, ferocemente. Un Reiatsu che conoscevo molto bene arrivò proprio dietro di me. I suoi capelli biondi lunghi ondeggiavano assieme al vento:

"Capitano!" esclamai sorridendo.

Grimmjow mi stava fissando, notò la mia contentezza dopo aver visto il mio capitano e lasciò il mio braccio. Ad un certo punto, sparì, non lo vidi più.

Mi guardai attorno, il suo potente Reiatsu non lo sentivo più:

“Che voleva quello?” domandò il mio capitano con espressione seria:

“Nulla.. capitano. Te lo spiegherò più tardi. Che succede?” chiesi

"Masa, ho bisogno di te per combattere. Devi erigere 3 strati di barriera su Rukia, è ferita gravemente. Unohana è impegnata con Renji e Ichigo"

"Verrò con te, capitano" risposi: "Hisagi!" gridai:

"Si andiamo"

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Capitolo 14
*** Chi... sono? ***


Ma cosa diavolo...”

Io, il mio capitano e Hisagi-san eravamo fermi proprio davanti le varie scene dei combattimenti che si stavano verificando di fronte a noi. Mi girai verso destra, vidi la figura del capitano Unohana e quella di Isane-san riverse sopra Ichigo e Renji, in quel momento i corpi dei ragazzi erano distesi sul prato privi di coscienza e le due stavano cercando di rianimarli. Il capitano Kyoraku in lontananza,stava combattendo ferocemente contro l'unico Espada che non conoscevo, l'unico ad avere una Zampakuto gigantesca e ad avere l'occhio destro completamente coperto dal resto della sua maschera Hollow.

Dall'altra parte vidi Rukia in ginocchio, col capo chino, poco distante dal combattimento e priva della metà di un braccio. Il sangue che stava sgorgando da quella ferita era allucinante, ne era tantissimo. Hisagi-san, senza dire una parola, volò per raggiungere il suo capitano Kensei Muguruma e Otoribashi, poiché stavano lottando contro quell'Ulquiorra ed erano visibilmente in difficoltà, quel maledetto Espada sembrava essere fortissimo:

“Masa-chan, raggiungi Rukia e...Coff..coff..cof...”

Il mio capitano iniziò a tossire e a sputare sangue. Gettai lo sguardo sul suo addome, il kimono e una parte del suo Haori erano macchiati di un rosso vivo, sembrava essere fresco:

“Capitano, ma tu...”

“Lascia perdere me, Masa-chan. Vai da Rukia, le sue condizioni sono più gravi delle mie”

Il mio cuore tremò di fronte alla vista del mio capitano ferito e sofferente e quelle sue parole, fecero sprofondare la mia anima in una tristezza assoluta. Annuii e feci come ordinato, volai verso Rukia. Il suo respiro era pesante e rumoroso, il suo sguardo era perso nel vuoto:

“Rukia” la chiamai, poggiando una mano sulla sua spalla. Mi inginocchiai davanti a lei :”Rukia, riesci a sentirmi?” le domandai. Nessuna risposta. Stavo cominciando a preoccuparmi seriamente, quindi alzai le mani al cielo e feci un bel respiro:

“5 COPERTURE DI SUPPORTO.. GYOGAI

Chiamai la barriera che almeno le avrebbe permesso di recuperare un po' di energie e di non perdere la coscienza fino a ricevere le vere cure di supporto da parte del capitano Unohana.. Aporro lo vidi da lontano comparire all'improvviso, era anche lui in Resurreccion e stava combattendo contro il capitano Hitsugaya e la mia amica Rangiku, anche loro visibilmente in difficoltà.

Intanto, Il mio capitano si fiondò su Ulquiorra, incazzato nero, ed io mi resi conto subito della sua difficoltà nei movimenti e la sua espressione sofferente mi fece davvero preoccupare. In tutto quel trambusto, Grimmjow non si era fatto ancora vedere. “Si è nascosto per davvero e quindi vuole mantenere la parola anche se non l'ho curato, o sta architettando qualcosa per fregarci tutti?” domandai a me stessa, mentre ero in procinto di recitare un altro incantesimo per aiutare Rukia a ripristinare le sue forze.

Ad un certo punto, per me il tempo si fermò proprio in quel momento. Il mio capitano venne colpito da un attacco devastante da parte di quell'Ulquiorra e quest'ultimo, lo scaraventò verso il basso con una velocità impressionante:

“CAPITANO!” gridai a voce alta, mentre spingevo in volo me stessa con tutte le mie forze, cercando di eguagliare la velocità del lancio di Ulquiorra:

“CAPITAANOO!” urlai di nuovo tra le lacrime e mi resi conto che la mia voce non lo raggiungeva. Era svenuto.

Improvvisamente, il capitano Otoribashi apparve dietro Hirako taicho e riuscì a bloccare la sua avanzata:

“CAPITANO! MI SENTI CAPITANO?!”

La sua ferita era molto profonda, riuscivo a vedere le sue viscere spuntare da sotto il suo kimono:

Urlai a squarciagola, disperata.

Stavo perdendo il controllo, sentii l'aria attorno a me più calda del solito ed ero sicura che fosse per via dell'incazzatura, ero fuori di me. Quando però mi resi conto del fatto che il mio corpo era completamente avvolto da un'aura viola scuro, trasalii per un attimo:

“Masa-chan calmati, starà bene.” sussurrò Otoribashi con un filo di voce.

Afferrai i polsi di Hirako taicho, non batteva nulla. Era tutto fermo. “Cosa sta succedendo al mio corpo?” Chiesi a me stessa, la situazione mi stava sfuggendo di mano:

“Lei è preoccupata per quell'immondizia, Sosuke-sama?”

Dietro di me apparve Ulquiorra, la potenza della sua Resurreccion mi fece venire i brividi:

“TU!” esclamai. Ma cosa mi stava succedendo? Chiusi le palpebre per un attimo e vidi delle ombre di fuoco viola muoversi all'interno dei miei occhi immersi nell'oscurità. Portai una mano sul mio viso sudato e sentivo la schiena pesante, quindi mi curvai per cercare di alleggerirla:

“Cos'è questo, Sosuke-sama? Perchè..?”

Quell'Ulquiorra indicò i miei vestiti, non sapevo per quale motivo stavo indossando un abito lungo nero che terminava con una lunga coda... Sembrava un abito da sposa. Lui si avvicinò a me, cercando di gettare lo sguardo dietro la mia schiena ma non gli diedi il tempo:

“TU!” lo afferrai per la gola: “TU! ORA MORIRAI!”

Lui spalancò gli occhi. Lo scaraventai con una forza inaudita contro la montagna dietro di lui, poco distante da noi. Non riuscivo a controllare più il mio Reiatsu per quanto era potente. Ripresi fiato ma dopo qualche secondo, Ulquiorra apparve di nuovo davanti a me, con una grossa ferita aperta sulla fronte. Il mio cuore batteva all'impazzata:

“Io non la posso attaccare, Sosuke-sama. Suo padre mi ha ordinato di non toccarla”

Io non volevo sentirlo in quel momento, doveva stare zitto. Il mio capitano stava male e quello stronzo di un Ulquiorra DOVEVA MORIRE. Senza rendermene conto, afferrai l'elsa di un'enorme spada nera posta dietro la mia schiena, dalle sembianze di una grande falce. Mi tagliai il braccio destro, di netto e senza pensarci:

“MASA-CHAN! COSA FAI??” gridò Otoribashi.

Non gli risposi, ero fuori di me:

“HADO N.96... ITTO KASO!

 

Creai una lama di katana gigantesca fatta di fiamme e detriti. Ulquiorra non ebbe il tempo di spostarsi e la prese in pieno. Quell' incantesimo, per essere utilizzato alla piena potenza, doveva essere chiamato dopo che chi lo eseguiva avesse sacrificato un parte del suo corpo.. in questo caso io avevo sacrificato il mio braccio. Metà della sua Resurreccion venne distrutta completamente:

“Figlio di puttana!!” gridai. Lui spalancò gli occhi nel momento in cui portai una mano sotto al suo collo:

“Sosuke-sama, io non combatterò contro di lei. Mi uccida se vuole farlo. Ma porterò rispetto a suo padre fino alla fine”

Doveva morire, doveva morire, doveva morire, doveva morire... La mia aura viola esplose ancora di più non appena lui terminò la frase. Lasciai la presa, afferrai di nuovo la mia falce con l'unica mano che avevo e la innalzai verso il cielo. Il vento aveva iniziato a soffiare gradualmente e poco dopo, cominciò a sconvolgere tutti con una velocità spaventosa. Delle nuvole nere si avvicinarono tra di loro oscurando il cielo completamente.. Avevo perso la ragione, sembravo davvero un'altra persona. Otoribashi si stava avvicinando a me, quando venne scaraventato nel momento in cui cercò di afferrare il mio vestito. Comparvero tra le nuvole dei flash, dei lampi rossi mai visti prima. Uno colpì in pieno la mia falce, io sentii dentro di me una spinta incredibile di Reiatsu fuori dal comune e la mia arma crebbe fino a diventare gigantesca:

“Il fangoso picco della corruzione, l'arrogante vascello della follia. Negando l'impulso fremente. Stordisci e dibatti. La strisciante regina di ferro. L'eterna bambola di fango dell'autodistruzione. Unisci! Respingi! Riempi la terra e conosci la tua impotenza...HADO N.90... KUROHITSUGI!”

Creai un'enorme scatola nera, a forma di bara e questa, circondò interamente l'Espada. Durante la costruzione della bara, lo vidi semplicemente alzare lo sguardo verso il cielo, la sua espressione era di arresa di fronte alla morte. Questa scatola diventò alta come un grattacielo, facendo collassare lo spazio al suo interno. Migliaia di lance a forma di croce la attraversarono, impalando il mostro da capo a piedi. Non sentii nemmeno un grido di dolore. La bara scomparve esplodendo, io ridevo a crepapelle. I miei battiti cardiaci non accennavano a diminuire.

Mi avvicinai al capitano Otoribashi, quando arrivò Isane-san e mi guardò con uno sguardo turbato con gli occhi spalancati:

“Vado a cercare Grimmjow” dissi, ma il capitano Otoribashi mi afferrò dal braccio:

“Masa-chan, non andare. L'unico collegamento che aveva tuo padre con gli Espada l'hai appena fatto fuori. Pensiamo a guarire i feriti ora”

Il mio capitano giaceva lì, sulle gambe di Isane-san ed era privo di sensi. Rangiku mi raggiunse, visibilmente ferita e la sua espressione era devastata... mi fissava anche lei, preoccupata:

“Ma sei tu... Masa-chan?” domandò. Io la guardavo, non sapevo cosa rispondere...Non era ovvio??! Una lacrima le rigò il viso improvvisamente. Portò le sue mani sul petto, in attesa di una mia risposta:

“Si sono io, Rangiku”

I miei livelli di Reiatsu scesero drasticamente e tornai alla normalità nel momento in cui Rangiku mi abbracciò:

“Scema, mi hai fatto paura” disse lei tra le lacrime:

“Scusami..” risposi io a voce bassa, ed abbassai lo sguardo.

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Disse il capitano generale Kyoraku quel giorno, che l'Espada che aveva decapitato diceva di chiamarsi Nnoitora. Per fortuna, dopo molto tempo, quei mostri erano stati tutti sconfitti, solo quel dannato Grimmjow non si fece vedere da nessuna parte. Non avevo più il mio braccio destro, era completamente tagliato di netto ed era fasciato con delle bende anti-emorragiche. A poca distanza da me, c'erano i volti di Ichigo, Renji, il mio capitano e Rukia ancora distesi sull'erba, privi di sensi, sotto la cura del capitano Unohana

Da dove veniva quel potere assurdo? Perchè combattevo con una falce dietro la schiena?Perchè quel vestito nero lungo? Perchè la coda? Che cosa mi stava succedendo?

“Perchè quella faccia?” una voce soave e triste mi fece trasalire:

“Ciao Rangiku” le dissi, accennando un lieve sorriso forzato:

“Non preoccuparti, loro si riprenderanno. Abbiamo finito”

“Non è finito niente” risposi. La guardai negli occhi: “Grimmjow non si vede e...”

Lei con una mano mi accarezzò i capelli.. Io sospirai:

“Masa-chan!”

Alzai lo sguardo:

“Dimmi, Isane-san”

“Il tuo capitano ti sta cercando!”

I miei occhi brillarono di gioia, ero troppo felice. Sorrisi a Rangiku,lei ricambiò e mi fece un occhiolino. Iniziai a correre e una volta vicina a lui, lo vidi con gli occhi aperti. Tirai un sospiro di sollievo, mi inginocchiai davanti a lui,gli afferrai una mano e gliela strinsi forte:

“Capitano!” esclamai tra le lacrime:

“Masa..chan.. Perchè.. piangi?” mi domandò con un filo di voce. Non riuscivo a parlare, ero troppo felice:

“Sei viva? Ma...cosa hai fatto al braccio?”

“Capitano, lascia perdere il mio braccio. Piuttosto come stai tu?”

“Decisamente meglio di prima, che domande fai?” esclamò lui con un tono infastidito,poi sorrise:

“Meno male, ho avuto paura di perd...”

Ma che cavolo stavo dicendo? Diventai rossa come un peperone, mi bloccai ed abbassai lo sguardo, non parlai più:

“Quando torneremo nel mondo umano, ti farai curare quel braccio da Orihime” disse lui, accarezzando la mia guancia e cercando di cambiare discorso. Probabilmente si rese conto della mia difficoltà:

“Uh..” io annuii.

 

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Capitolo 15
*** Addio giorni felici ***


“Bene! E con grande piacere che voglio annunciare il nuovo capitano della Kido Corps del Gotei 13! Signori e signore.. Masa Sosuke!”

Entrai all'interno della prima brigata vestita con la divisa da Capitano, io non potevo crederci. Scelsi come mio vice la signorina Momo Hinamori, lei fu davvero entusiasta della proposta e quindi accettò subito, senza nemmeno pensarci. Kyoraku quel giorno all'Hueco Mundo mi promosse da vice a “Capitano” per aver distrutto Ulquiorra e per aver partecipato alla battaglia con coraggio e determinazione.

La festa stava proseguendo bene, tutti ballavano, bevevano, gridavano... Ma qualcosa dentro di me mancava, erano troppe le domande a cui non riuscivo a trovare risposte e durante i festeggiamenti tendevo ad isolarmi spesso. Il mio ex Capitano se ne rese conto, quindi venne verso di me:

“Ehi, Masa-chan! Che hai?”

“Oh Capit... cioè volevo dire...”

“Chiamami Shinji, ora siamo entrambi capitani no? Non sei più la mia cara e dolce vice” disse sorridendo:

“Oddio no, mi fa troppo strano Capitano!”

Mi diede uno schiaffetto sui capelli, facendoli volare:

“Smettila! Chiamami Shinji”

“Ok.. Shi..nji”

“Ottimo! Allora, che ti succede?” mi chiese, io trasalii.

Non avrei mai immaginato fosse stato così evidente il mio stato d'animo:

“Grimmjow è ancora vivo ed io ho un potere strano... Non so da dove venga e cosa sia”

“Mi hanno parlato di ciò che è successo all'Hueco Mundo, se vuoi potresti recarti giù nella biblioteca spirituale e cercare qualche informazione a riguardo”

“Posso davvero??” domandai, i miei occhi brillarono:

“Certo! Sei un capitano ora” esclamò mettendosi a braccia conserte:

“VA bene, ci andrò stasera!” dissi sorridendo.

Lui mi guardò fisso negli occhi, la sua espressione cambiò drasticamente:

“Beh.. Capit.. ehm eheh cioè volevo dire Shi..nji... io vado” dissi. Stavo per andar via quando:

“Aspetta Masa..:”

Mi bloccai, non volevo girarmi. Il mio cuore scalpitava. Davanti a tutti, in mezzo al baccano e alla festa, lui si inginocchiò davanti a me. Non capivo cosa stava succedendo, tutti i membri delle brigate, i capitani e i vice si stavano avvicinando a noi. Il mio volto diventò viola dalla vergogna, in preda al panico cominciai a guardarmi attorno:

“Masa-chan..”

Riportai lo sguardo sul mio ex Capitano, in quel momento parlò a capo chino. Vidi Rangiku sorridere emozionata, l'espressione del capitano Kyoraku era incredula:

“Vuoi sposarmi, Masa-chan?”

Un pugno nello stomaco, il mio cuore mancò di un battito ed ebbi uno sbalzo di pressione. Portai la mia unica mano davanti la bocca, ero esterrefatta. Stavano tutti attendendo una risposta da me:

“Oh..eh...” sussurrai, mi feci aria con la mano.

Hirako taicho rimase con il capo chino, senza dire una parola:

“EH...” mi tremava la voce, le mani, tutto....: “SI” risposi. Alzò lo sguardo su di me e tutti saltarono di gioia. Si alzò e mi baciò intensamente, io ero viola in volto, ancora incredula:

“Vieni con me” mi sussurrò nell'orecchio, mi prese per l'unica mano che avevo e mi trascinò via da quel baccano. Mi voltai verso Rangiku e mi faceva dei strani gesti con le mani, io non capivo.

Poco dopo, per la prima volta entrai nella sua stanza. Era molto pulita, ordinata e semplice. Senza dire una parola, si avvicinò a me e mi sfiorò delicatamente le labbra. Il suo classico profumo mi era mancato così tanto che nel momento in cui lo avvertii nelle mie narici, sobbalzai. La mia mano avvolse il suo corpo, ogni parvenza di un mio controllo svanì.

Lo spinsi verso di me, lo desideravo alla follia. Shinji non riusciva più a mantenere il controllo, tremava dalla frenesia ed io me ne resi conto. Mi tolse l'Haori e incontrò con i suoi occhi il mio sguardo smarrito. Per lui non era importante forzare la mia volontà in quel momento, quindi mi guardò e mi domandò se andava bene anche a me, mentre mi sfiorava il collo con un dito.

Io annuii senza parlare, lui ricominciò di nuovo a baciarmi dovunque mentre io portai la mia mano in mezzo ai suoi capelli, morbidi e profumati. Mi aprì il kimono, sfiorando il mio seno con una mano e si fermò a giocare con il mio capezzolo turgido prima di prenderlo tra le labbra. Io gemetti, e lo avvicinai sempre più verso di me, stavo per esplodere dal piacere. Si destò all'improvviso, mi sollevò e mi posò sulla scrivania, fece scivolare una mano proprio lì, tra le mie gambe. Sussurrò qualcosa nel momento in cui trovò il centro della mia femminilità completamente bagnato:

“Ho bisogno di farti mia, subito” disse.

Io ero eccitata da morire, non risposi e lo lasciai fare.. Ero in mano sua, completamente. Mi slacciò i pantaloni del kimono e questi, toccarono delicatamente il suolo. Io feci la stessa cosa, continuando a baciarlo. Lui entrò delicatamente dentro di me e rimase immobile per un attimo, respirando affannosamente:

“Ti prego Shinji, vai avanti”

Lui spalancò gli occhi, non era abituato a sentirsi chiamare così da me.. e mi fissò. Io percepii il ritmico movimento dei suoi fianchi che si muovevano sotto la mia mano. Accelerò, spingendo sempre più a fondo. Io trasalii di piacere, i brividi dietro la schiena mi fecero gemere ancora di più. Stavo per esplodere di piacere:

“Ti amo, Masa-chan” sussurrò nel mio orecchio.

Gettai i miei occhi nei suoi, afferrai il suo volto con la mia mano e lui si fermò... Ci guardammo negli occhi per qualche minuto , lui era in attesa di sentire qualcosa da parte mia... Lo scrutai dappertutto, il suo volto era troppo bello ed io ero troppo innamorata...il mio cuore batteva veloce:

“Ti amo anche io... Shinji” dissi mentre una piccola lacrima scese dai miei occhi e rigò il mio viso bollente. Mi abbracciò forte.

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Erano circa le tre di notte quando mi svegliai di soprassalto. In stanza ero sola, sentii come una strana sensazione nel momento in cui gettai lo sguardo sul mio Haori posto sulla sedia accanto al letto... Non ero abituata a definirmi “Capitano”, mi sembrava ancora assurdo. Mi alzai, indossai l'Haori, l'aria era soffocante all'interno della stanza quindi decisi di fare una breve passeggiata per schiarire un po' le idee:

Andiamo nella biblioteca spirituale”.. sentii una strana voce nella mia testa... Una voce terrificante:

Andiamo nella biblioteca spirituale” di nuovo quella voce...

Oh no, probabilmente sto impazzendo” pensai:

Biblioteca spirituale. Là ci sono tutte le risposte che stai cercando”

chi sei?” domandai sussurrando. Nessuna risposta.

Sto decisamente impazzendo

Ti dirò chi sono se scenderai in biblioteca spirituale” mi rispose quella strana voce:

“Non posso, devo avere il permesso per...”

Sei un capitano ora no? Puoi fare quello che vuoi” rispose la voce e la sentii ridere con un ghigno inquietante:

“D'accordo, scendiamo... ma dovrai dirmi che sei però non appena arriviamo lì” risposi.

Mi recai nei pressi della 13a brigata, la strada era libera a quell'ora, quindi entrai. Feci un mucchio di strada a piedi, scesi numerose scale quando finalmente,arrivai al piano di sotto. Mi avvicinai verso il computer spirituale touch screen, era ancora acceso e sfiorai leggermente il mouse, lo schermo si illuminò:

Apri il file che sta nella cartella Eishoaki” disse le vocina terrificante, io così feci. La aprii....:

Cerca verifica sigilli” continuò, io obbedì. Si aprì una schermata dal linguaggio incomprensibile:

“Che roba è questa?” domandai, alquanto seccata:

Questo ti sarà utile per liberare tuo padre

Cliccai e tornai alla schermata precedente, respirando affannosamente:

Che c'è? Non dirmi che non vuoi salvarlo..”

“Fai silenzio!” esclamai, asciugando il sudore con la mia unica mano:

Io sono sempre stata dentro di te, Masa, ma il tuo potere è ancora sciocco, un potere stupido...Sei ancora scarsa

“Fai silenzio ho detto. Perchè mi hai fatta venire fin qui?” le domandai in preda al panico:

Qui c'è l'incantesimo che dovrai usare per liberare tuo padre e da questa parte, troverai il metodo per creare un Garganta e andare alla ricerca di Grimmjow nell'Hueco Mundo!

“Smettila! Io non libererò mai mio padre!”

Tu non sei venuta al mondo per disobbedire a tuo padre o per fare questa vita. Sei stata creata per uno scopo ben preciso

“Creata??” esclamai....

“Ehi, chi va là?” una voce buia e tetra mi fece spaventare.. Era il capitano Ukitake:

“Oh, buonasera, capit...”

LUI NON TI SERVE!”

All'improvviso, dalla mia unica mano fuoriuscì un raggio di luce che tagliò a metà il corpo del capitano Ukitake. L'incisione, generò una quantità di sangue incredibile e le due metà, caddero con un tonfo assordante sul pavimento:

“Cosa CAZZO HAI FATTO?” urlai, tremante:

VAI A SALVARE TUO PADRE!” gridò la voce dentro di me.

I miei occhi brillarono di una luce viola intensa e senza rendermene conto, mi incamminai verso la prigione di mio padre a piedi. Aveva completamente preso il controllo della mia anima e dopo quasi due ore di cammino:

Bene,ora gira di qua

Controllava il mio corpo, non riuscivo a liberarmene. Camminai tutta la notte e una volta davanti al cancello della prigione, chiamai il nome di mio padre con un incantesimo. Lui apparve davanti a me, sorridendo:

“Padre” dissi e mi inginocchiai. La sua potenza era impressionante e nel frattempo, nella mia testa, cercavo di combattere contro me stessa per fermare tutto. Il mio Reiatsu non era stabile, per questo iniziai a tremare visibilmente, mio padre fece un sospiro:

“Ti stavo aspettando, piccola Masa.”

Poi sorrise.

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