Ma belle vie... di Rutile Pleinenuit (/viewuser.php?uid=74785)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** †Nonna Camille è qui!† ***
Capitolo 3: *** †Quando tutto fu...† ***
Capitolo 4: *** †Il funerale† ***
Capitolo 5: *** †L' incontro inatteso† ***
Capitolo 6: *** + Rivelazioni (I parte) ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Mi chiamo Cassandra Andromeda d’Alembert.
Ho quattordici anni e sono francese. ho un'altezza nella media e una
corporatura normale.
Il colore naturale dei miei capelli è un rosso ramato ma io
lo storpio di continuo con delle méchés nere. Ho
gli occhi nerissimi con sfumature di rosso.
Vivo in Francia con i miei genitori. Loro non si sono mai potuti
sposare e anche solo il fatto di tenermi con loro è stato un
problema.
Voi vi chiederete il perché di tutte queste complicazioni.
Beh, basti dire che i miei genitori sono una coppia gay con una figlia
quattordicenne.
Eh già... i miei genitori sono due uomini, due
papà. Ma a me non ha mai dato fastidio.
Si chiamano Camus e Milo, ma io li chiamo Philo e Baba. Dato che da
piccola non riuscivo a pronunciare i loro nomi, diedi loro questi
soprannomi, ma andando avanti col tempo, non ho mai smesso di chiamarli
così.
Camus è il mio padre biologico, ha dei lunghissimi capelli
rossi, che cura moltissimo, e gli occhi marroni. Ha
l’abitudine di mettersi dello smalto rosso sulle unghie,
credo di non averlo mai visto senza!
Milo invece ha i capelli biondi, pure lui li porta lunghi ma, a
differenza di papà che li porta lisci, li tiene mossi, e gli
occhi azzurri.
Fisicamente assomiglio molto a Philo mentre, da un punto di vista
caratteriale, ricordo in modo straordinario Baba.
Entrambi sono molto alti, anche se Milo lo è poco di
più.
Viviamo a Parigi, nel quartier Latin. Essendo Baba di origine greca, e
Philo di origine francese, in casa parliamo entrambe le lingue.
Milo gestisce uno studio veterinario, lui adora gli animali. Camus
invece è un pittore. A ogni mostra che presenta, Baba ed io
siamo sempre presenti per sostenerlo.
Gli piace il fatto che siamo sempre lì con lui, ma
è troppo orgoglioso perché lo ammetta. Ha un
grande talento e mi ha trasmesso la voglia di disegnare.
Ognuno di noi possiede un animale. Io e Philo siamo più tipi
da gatti, rispettivamente abbiamo: Severus, un gattino nero con delle
sfumature argentate e (incredibilmente) anche verdi, e Aquarius, un
gattino rosso con sfumature bianche. Baba invece ha la sua inseparabile
tartaruga, Scorpio (…).
La storia d'amore di mio padre è stata tutta
fuorché semplice: all'età di 17 anni Philo
incontrò mia madre, Linette, e lì nacqui io. Col
passare del tempo mia madre si accorse che papà non era
più lo stesso e, quando scoprì la sua
omosessualità, sparì, lasciandoci soli:
abbandonò lui per il tradimento subito, e
abbandonò me, considerandomi un sacrilegio, il frutto del
suo dolore. Ma papà non mi abbandonò e per mesi
mi crebbe da solo. Per fortuna però al suo fianco c'era
Milo, il migliore amico di papà, che ci aiutò a
superare quel brutto periodo. E fu proprio in quel periodo che
scoprirono entrambi l’amore che provavano verso
l’altro. Mio padre era felice e, dopo che io ebbi compiuto un
anno, Baba, Philo ed io andammo a vivere tutti insieme. Loro ormai sono
la mia famiglia e ha me non da fastidio che sia così.
Non ho mai incontrato mia madre e non ci tengo nemmeno.
Nella mia vita non c’è mai stata una figura
femminile di riferimento (La cosa che gli assomigliava di
più era Philo) ed è forse per questo che,
nonostante gli sforzi di Camus per evitarlo, sono diventata un
maschiaccio patentato (grazie anche a Milo devo dire).
Mi sono sempre chiesta però come loro due si fossero
innamorati. Cioè...non per niente, ma sono due completi
opposti!
Philo è molto serio, controllato, maniaco
dell’ordine e cosi via, mentre Baba è molto
più allegro, spontaneo, un casinista cronico.
Bisticciano spesso ma Baba è un campione nel persuadere
papà: la sua tattica consiste nel mettere il suo adorabile e
al tempo stesso terribile broncio ogni qual volta Philo si arrabbia.
Papà, che la maggior parte delle volte non sa resistere a
quel broncio (credo che nessuno ne sia in grado in realtà),
gliela da vinta e finiscono col fare pace.
Philo ha difficoltà ad attaccarsi a qualcuno e quindi usa
una specie di maschera che lo rende freddo e razionale, ma con le
persone che conosce e a cui vuole bene, in particolar modo con me e
Baba, e più spontaneo e addirittura allegro. Lui dice sempre
che io e Milo siamo le cose migliori che abbia mai avuto.
Baba invece è sempre, e non sto scherzando, allegro. Mi
è capitato una sola volta di vederlo arrabbiato, e non
è stata una bella scena: accade un giorno di seconda media,
quando entrambi mi vennero a prendere a scuola. I miei amici erano a
conoscenza dell'omosessualità dei miei genitori, e non era
mai stato un problema ma Michael Fleur, la mia nemesi mortale dai tempi
dell’asilo, era uno stupido deficiente e appena vide che,
dopo averli abbracciati, ce ne stavamo andando e loro si tenevano per
mano, si mise a urlare “Guardate che carini i due frocetti
che si tengono per mano”.
Io e Baba ci girammo di scatto.
Philo non lo degnò nemmeno di uno sguardo, ma non appena
vide Baba in volto, pure papà sembrava terrorizzato. Milo
aveva uno sguardo assassino e stringeva i pugni talmente forte, che si
potevano contare le vene sulle nocche da due metri di distanza.
Stava per andare a dirgliene (e dargliene) quattro ma si fermo subito
per osservare la scena davanti a se.
Io mi ero già davanti a quel cretino di Michael ed ero
immobile. Due secondi dopo, gli tirai un pugno dritto in faccia con una
potenza tale che cadde un metro più avanti.
“Tu” incominciai a dire scandendo ogni sillaba
avvicinandomi a lui, con uno sguardo così arrabbiato che
faceva concorrenza a quello di Baba “Tu, verme insulso che
non sei altro, non ti devi più permettere di ripetere
ciò che hai detto o ti giuro che, la prossima volta, che
sentirò uscire dalla tua fetida bocca quelle parole, non mi
limiterò ai pugni”
Michael era immobile.
Io mi girai verso i miei e dissi “Andiamo?”. Philo
inizio a sgridarmi ma io ero già avanti con Baba che mi
aveva messo un braccio sulle spalle ed entrambi avevamo un un
fantastico ghigno sul viso.
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Capitolo 2 *** †Nonna Camille è qui!† ***
La sentivo.
La voce del diavolo che si avvicinava.
Sentivo i suoi passi sempre più vicini. La porta della
camera che si apriva e poi…
“Voi due scansafatiche che cosa ne direste di
alzarvi” Ecco a voi la reincarnazione del diavolo, Camus
d’Alembert, in altre parole il mio adorabile papà.
“Non ne ho voglia. Lasciaci dormire” questo spara
cavolate (che per me sono pillole di saggezza, ammettiamolo) accanto a
me e Milo Kronis, l’altro mio papà.
“Papà ma che ora è?” mugugno
cercando di coprirmi anche la testa con le lenzuola.
“Sono le undici e mezza, signorina” mi risponde
mentre accende la luce della camera e si avvicina al letto
“Cassandra, Milo. Alzatevi immediatamente da questo
letto”
“Ancora cinque minuti” rispondiamo in coro da sotto
le coperte.
“No, voi due vi alzate adesso” disse Philo e in un
attimo ci ritrovammo senza coperte, magicamente finite sul pavimento.
La scena che gli si presentò davanti agli occhi era tutto un
dire: Milo era stravaccato sul letto ed io ero a testa in
giù, con un piede sulla sua faccia e l’altro sul
suo petto.
“Ehi”protestammo mettendoci di scatto a sedere.
“Così imparate ad andare a letto quando vi pare la
sera” ci risponde con le mani appoggiate sui fianchi, col
tono di una maestra che spiega a un bambino che non si mangia la colla.
La sera prima, infatti, io e Milo eravamo rimasti alzati fino a tardi a
giocare con i videogiochi e alla fine ci siamo ritrovati a dormire
nella camera dei miei.
“Sì ma dovevamo finire
l’incontro”protesta Milo con la voce ancora
impastata dal sonno. Intervengo per dargli una mano “Si
è abbiamo anche conquistato il titolo di campioni del
mondo”ci battiamo il cinque.
“Non sei felice per noi?” gli domando quasi
arrabbiata.
“Lo sarei di più se vi preparaste per
uscire”mi risponde“La nonna ci ha invitato a
mangiare da lei e se non ci sbrighiamo, rischiamo di arrivare
tardi”.
“Che bello” rispondo senza accorgermi di essere
scesa con un balzo dal letto “Andiamo da nonna
Camille” e corsi in camera mia a prepararmi.
“Cosa ne dici di alzarti anche te?” propone Philo a
un Baba più morto che vivo.
Per noi la sveglia di papà è, infatti, la
più tremenda delle torture. Oggi siamo stati fortunati a non
ricevere una secchiata d’acqua.
“Solo se mi dai un bacio” ribatte Milo.
Camus sbuffando rassegnato si china per baciarlo.
Milo tutte le mattine riesce in qualsiasi modo a farsi baciare da
papà. Quell’uomo e la mia fonte
d’ispirazione quotidiana. “Ora vedi di alzarti e
prepararti in tempo record”comanda Philo con un dito puntato
verso il bagno.
“Agli ordini”. Detto ciò Milo si
alzò e si andò a preparare.
Io intanto ero letteralmente volata in camera mia per cambiarmi.
La mia stanza può benissimo passare per un cimitero o
qualcosa giù di lì.
C’è un letto a una piazza e mezzo con cuscini
rossi, verdi e bianchi, le lenzuola nere, decorate in pizzo rosso e
fiocchi bianchi, e il baldacchino di pizzo nero. Le pareti sono di un
rosso scuro e ci sono alcuni poster tra cui uno di Heath leather che
interpreta Joker e Johnny Depp nei panni di Sweeney Todd ma anche un
grande poster con un violino di cristallo e croci di ogni genere. Sui
muri ci sono anche molti miei disegni, papà mi ha trasmesso
la passione per l’arte, e moltissime mensole piene di libri,
una per ogni argomento.
Ho anche una scrivania rossa ad angolo con sopra un computer e
tantissime action figure (sono un piccola nerd, problemi?).
Mi piace molto questo stile gotico vittoriano e neanche ai miei
genitori dispiace.
Accanto al mio letto c’è una graziosa cuccetta
nera, con delle torrette e giochetti vari, dentro ai quali noto Severus
che, dopo avermi sentito entrare, si era svegliato, e ora mi veniva
incontro.
“Oh Severus scusami”gli dico prendendolo in braccio
“stanotte sei rimasto tutto solo”gli faccio un
po’ di coccole per essere perdonata al quale lui risponde con
delle sonore fusa. Dopo averlo posato, mi avvicino
all’armadio. Per andare da nonna scelgo qualcosa di semplice,
camicia nera con gilet bianco, cravatta rossa e jeans scuri.
Dopo esserci preparati, usciamo da casa e saliamo sulla nostra
fantastica punto verde (Il colore lo abbiamo scelto io e Baba!).
Arrivati da nonna, Philo incomincia a fare la predica a me e a Milo
dicendo di essere educati e gentili, ma ovviamente, quando lei apre la
porta, per noi è come se non avesse detto niente: io mi
butto al collo di nonna e Baba la abbraccia come se non la vedesse da
anni, tutta la scena sorvegliata da papà che sorride
sconsolato.
Papà e molto attaccato alla nonna. Quando lui ha dichiarato
la sua omosessualità, lei ha detto che saperlo o no non
faceva differenza, perché lui sarebbe rimasto il suo
bambino, e anche quando mia madre ci ha abbandonato, lei ci
è stata vicina.
Dopo che io e Baba ci fummo staccati da nonna anche lui la abbraccio ma
in un modo diverso dal nostro, quasi fossero in un altro mondo.
“Che classe fai quest’anno Cassandra?”.
Camille d’Alembert, la nonna migliore del mondo.
Siamo a tavola a mangiare e parlando siamo arrivati a discutere di
scuola. La nonna è sempre molto curiosa sul mio andamento
scolastico, credo perché spera che io sfrutti le mie
capacità e che vada bene come faceva Philo.
“Devo andare in prima liceo” rispondo mentre
trangugio un piatto di spaghetti “Vado
all’artistico.”
“Brava. Hai fatto bene. Ma non dicevi di voler fare materie
come filosofia?”mi chiede la nonna. Le è molto
orgogliosa di me è prende seriamente tutte le mie idee.
Nonostante io non sia la sua unica nipote è un po’
come se lo fossi. Mio padre ha anche un altro fratello, non so
esattamente se sia più grande o più piccolo, ma
da quando papà si è dichiarato, non si sono
più sentiti. Non mi è chiaro il motivo ma non
credo sia a causa di papà, poiché neanche nonna
l’ha più visto.
“Certo ma le farò lo stesso” rispondo
pronta “Ho trovato una scuola con un indirizzo sperimentale e
potrò fare anche filosofia, latino e chimica”dico
fiera della conquista ottenuta per poi aggiungere “Per di
più sono nello stesso corso di Midnight”.
“Davvero?” Midnight è la mia migliore
amica dall’asilo, è quasi una sorella per me. Lei
e nonna si sono incontrate la prima volta a una mostra, organizzata
dalla nostra prof di arte in terza media, con i disegni miei e di
Midnight. Da allora io e lei andiamo spesso a trovarla per farle vedere
i nuovi disegni o semplicemente per parlare. Io e Mid abbiamo molto
rispetto per nonna Camille poiché lei ha una mente molto
aperta e parlare con lei è sempre molto istruttivo.
“Puoi stare composta almeno a tavola, miss
femminilità?” mi rimprovera mio padre vedendomi
con il muso letteralmente dentro il piatto.
“Suvvia Camus lasciala in pace, vuol dire che apprezza come
cucino” gli risponde nonna facendomi l’occhiolino.
La ringrazio con un sguardo di immensa gratitudine e
ammirazione“Tu piuttosto tesoro, mi sembri dimagrito.
Cos’è, non mangi abbastanza?”
“No mamma tranquilla e solo che è un periodo
così” risponde mio padre leggermente imbarazzato.
La nonna adora trattare papà come quando era piccolo e
ciò mette Philo a disagio.
“Sarà” obbietta lei un po’
scettica per poi continuare “Come va invece la clinica,
Milo”.
Milo e papà erano grandi amici già dalle medie,
quindi lui e nonna si conoscono da molto tempo. Per lui e come una
seconda madre. Quando Baba e Philo si sono fidanzati, la nonna ne era
molto contenta.
“Benissimo”risponde Milo che aveva già
finito il secondo piatto di pasta “ Ieri, però
abbiamo dovuto abbattere un cane perché ormai non riusciva
più a respirare autonomamente” Baba non sopporta
che un animale muoia o che sia maltrattato. E’ molto
sensibile su quest’argomento. Mi ricordo quando Scorpio stava
male… l’inferno!
“Oh mi dispiace, ma hai fatto la cosa giusta. Così
non soffrirà più” La nonna è
un asso nel consolare le persone, infatti, sul volto di Milo compare un
piccolo sorriso.
“Hai ragione” riesce solamente a rispondere. Poi
guarda l’orologio e scatta in piedi.
“O porca miseria sono in ritardo, devo andare”
saluta nonna, bacia papà e arrivato a me, si blocca
“Oggi ti devi vedere con Midnight per caso?”
“Sì perché?”gli
rispondo senza riuscire a capire.
“Allora vieni che ti accompagno”mi dice prendendomi
un braccio. Non faccio in tempo a salutare nonna e papà che
mi ritrovo già in macchina.
“Come mai questa fretta?” chiedo incuriosita.
“La nonna mi ha detto se potevamo lasciarla da sola con
papà” mi risponde con un tono stranamente serio.
“E’ successo qualcosa?” chiedo
un po’ preoccupata.
“Non credo magari vuole stare solo un po’ di tempo
con Philo” dice più a se stesso che a me.
Arriviamo sotto casa e vedo Mid che mi aspetta dal portone, ma appena
vede la nostra fantastica punto verde fluo (una macchina del genere non
la confondi facilmente), ci viene incontro.
“Ciao sorellona, salve signor Kronis” saluta mentre
apro la portiera e le vado incontro. Oramai per noi è
un’abitudine chiamarci così. Io sono la sua
sorellona e lei la mia sorellina.
“Quando ti deciderai a darmi del tu, ti conosco
dall’asilo”dice mio padre con un sorriso.
“Mi scusi signor... mi perdoni… Milo”
“Ora va meglio” sentenzia Baba
“Divertitevi oggi ragazze”.
“Grazie” rispondiamo in coro prima di salire in
casa.
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Capitolo 3 *** †Quando tutto fu...† ***
Non
riesco ankora a crederci... siamo arrivati al 2°
capitolo!! "balla la caralmelldancen x la
felicità"
Mi
è particolarmente piaciuto scrivere questo capitolo e spero
ke anke a voi piaccia.
Questo
capitolo alla mia persona + cara.... je t'adore,
mon petit soeur! Non potrei mai dimenticarti, ricoratelo.
Ti voglio troppo bene xkè accada.
Ed
ora.... BUONA LETTURA!
Capitolo II
“Ma
ti rendi conto?” domando incazzata, alla povera sventurata
seduta davanti al computer, buttandomi sul letto.
“Magari è un equivoco sorellona, magari non voleva
dire questo” cerca di calmarmi Midnight senza successo.
“Non può essere un errore”rispondo
andandole accanto per leggere ciò che c’era sul
computer “Jennifer ti voglio un mondo di bene, il tuo tesoro.
Mi sembra ovvio ciò che volesse dire”.
“Ma magari non l’ha scritto Alexander”
dice lei convinta mentre incomincio ad andare avanti indietro per la
stanza.
Alexander è il ragazzo del quale ho una cotta dalla prima
media. Io, Mid e lui siamo migliori amici dall’asilo. Io e
lei lo abbiamo sempre trovato un bel ragazzo, ma non mi sarei mai
immaginata di poter mai provare qualcosa, al di sopra della semplice
amicizia, per lui.
Le uniche persone che sanno che mi piace sono i miei e Mid, anche se
è molto evidente (credo lo abbiano capito tutti tranne lui).
“Certo che è lui, il blog e il profilo sono i
suoi” rispondo dopo essermi un po’ calmata ma lo
stesso triste “Poi chi è questa Jennifer?
Perché non ce ne ha mai parlato?” chiedo triste
buttandomi a pancia in giù sul letto.
“Forse per lo stesso motivo per cui tu non li dici che ti
piace” mi risponde lei ironica mentre si siede anche lei sul
letto.
“Sei cattiva con me, lo sai che non chiarisco per altri
motivi” ribatto in mia difesa “Se lo sapesse non
sarebbe più la stessa cosa tra noi e lo sai quindi non
negare. Potrei perdere la sua amicizia e non mi va”
obbiettò abbandonandomi sui cuscini del letto.
“Chiunque sia questa Jennifer, è
una…” mugugno sui cuscini per non farmi sentire,
ma probabilmente il mio piano non deve aver avuto l'effetto che volevo.
“Ma sorellona!!” mi rimprovera... appunto!
Midnight è molto magra ed è poco più
bassa di me. Ha dei lunghissimi capelli neri che le arrivano poco sopra
al sedere, anche lei ha le mèches ma le sue sono viola. Ha
dei fantastici occhi viola. Lei è la persona che riesce a
capirmi meglio di tutti, forse anche più dei miei genitori.
Anche a lei piace lo stile vittoriano, infatti, le nostre camere sono
simili, solo che lei tende al viola mentre io al rosso e verde.
Lei è il mio complementare, mi completa.
La porta della camera si apre.
“Che succede qua dentro, sembra di essere a un
funerale” chiede Philo che era arrivato a casa poco dopo di
noi.
“Alexander ha scritto sul suo profilo una dedica a una certa
Jennifer e c’è chi non ha gradito”
risponde Mid. In risposta le arriva un indecifrabile messaggio
attraverso i cuscini.
“Ah ora capisco tutto” dice sedendosi sul letto e
accarezzandomi la testa “Tutto bene?” mi domanda.
Non sento ironia tra le sue parole.
Scuoto la testa e mi giro “E’ un grandissimo
stupido” gli rispondo mentre appoggio la testa sulla sua
spalla “Non riuscirebbe a capire che mi piace neanche se lo
scrivessi sul muro di casa sua”.
“Tesoro sono tutti così i ragazzi”mi
dice accarezzandomi i capelli così simili ai suoi. Ispiro il
profumo dei suoi capelli e mi rilasso immediatamente. Profumano di
latte di mandorle.
“Sai, anche a me è successa la stessa cosa con
Baba” continua lui.
“Davvero?” chiedo io triste con Midnight
che mi guarda sorridendo.
“Certo” risponde lui mentre continua ad
accarezzarmi “Milo era il migliore amico ma quando Linette se
ne andò, incomincia a non vederlo più solo come
un amico” inizia a raccontare “Nonostante fosse
evidente che mi piacesse, era l’unico a non esserne accorto
ed io provavo troppo imbarazzo a dirglielo”.
“Tu imbarazzato?” chiedo alzando la testa dalla sua
spalla. Anche Mid lo guarda incredula.
“Guardate che anch’io sono umano” ci
risponde fintamente offeso prima di continuare “La mia paura
era di perdere la sua amicizia”.
“Ma cosa è successo alla fine” chiediamo
in perfetta sincronia noi due.
“Quando ho dichiarato la mia omosessualità, lui mi
è rimasto veramente vicino, come solo un vero amico
fa” sentivamo la tristezza nella sua voce.
Papà parla raramente di questo periodo della sua vita.
Già prima era molto riservato ma ciò permise alle
sue barriere emotive di alzarsi ulteriormente.
“Capii quindi che se anche gli avessi rivelato i miei
sentimenti, non avrei perso la sua amicizia. Il giorno dopo mi feci
forza e andai a casa sua. Quando apri la porta, non sapendo cosa dire,
mi avvicinai e lo baciai” disse quasi imbarazzato.
“E poi?” chiedemmo al massimo della
curiosità.
“Lui ricambio il bacio” ci rispose sorridendo. Io e
la Mid ricominciammo a respirare
“E poi sono successe altre cose che vi racconteremmo quando
avrete compiuto diciotto anni” Milo spunto dalla porta con il
suo solito ghigno sulla faccia.
“Quella parte potevi evitarla” disse Philo che era
ancora seduto con me e Mid sul letto.
“Perché? E’ la parte
migliore”disse malizioso Baba chinandosi a baciare
papà.
“Porco” rispose papà sulle labbra a Milo
“Ma come. Fino ad adesso non hai fatto che dire di come io
ero bello, bravo e gentile”.
“Hai detto bene, eri!” gli risponde con
un ghigno compiaciuto.
“Io do ragione a Philo” intervengo
“Anch’io”dice Midnight.
“Ah si” Baba si butta letteralmente su di noi
incominciando a torturarci con la più tremenda delle
torture: il solletico.
Riusciamo a scappare ma lui ci rincorre per tutta casa, fino a che non
ci rifugiamo dietro a Philo.
“Mid stasera ti va di rimanere a dormire da
noi?” propone papà.
“Con piacere” risponde lei cercando sempre di non
farsi prendere da Baba.
“Ok allora Milo chiama i genitori di Midnight e chiedigli se
può restare stanotte”ordina Philo a Baba, il
quale, controvoglia, obbedisce.
Dopo aver avvisato i genitori di Mid, ci rifugiamo in camera mia
aspettando di essere chiamate.
Quando chiudo la porta noto che ci ha seguito anche Aquarius, che non
ci calcola minimamente e se ne va a giocare con Severus.
“Guarda che sei di compagnia” gli dico con una
linguaccia e, non ho capito ancora come faccia, si gira e mi fulmina
con lo sguardo.
Io ho paura di quel gatto. Pensandoci bene è perfetto per
Philo.
Ci sediamo sul letto mentre i gatti giocano nelle torrette.
Dopo aver parlato per quasi un’ora, arriviamo al fatidico
argomento.
“Secondo te che devo fare?” la cosa bella
di Midnight è che puoi dirle e chiederle di tutto e lei non
ti giudicherà mai.
Vi giuro che non so dove sarei se non avessi incontrato lei.
“La risposta te l’ha già data tuo
padre” mi risponde tranquilla “Vai da lui, non
baciarlo, ma spiegagli ciò che provi per lui”.
“Sarà…” dico abbassando la
testa sconsolata.
Lei che intuisce la mia preoccupazione mi mette una mano sulla spalla e
aggiunge con una calma che la contraddistingue “Se
è un vero amico, capirà”.
Vediamo spuntare una chioma bionda dalla porta.
“E’ pronto da mangiare” ci informa
“Philo ha preparato il polpettone”.
Non puoi dire di esserti goduto la vita se non hai mai assaggiato il
polpettone di Camus d’Alembert. Vi posso assicurare che
è fantastico.
Io e Midnight ci sediamo a tavola e accendiamo la tv.
C’è il notiziario. Parlano di un incendio.
“E’ scoppiato nel pomeriggio un grave incendio che
ha colpito un’intera palazzina” anche Baba si siede
a tavola per ascoltare la notizia.
Nei video si vede un enorme palazzo completamente invaso dalle fiamme.
Non so perché ma mi è familiare e noto che lo
è anche per Milo, poiché a un tratto impallidisce.
“Si presume che la possibile causa che ha scatenato
l’incendio sia una sigaretta lasciata accesa la quale, dalle
tende di una stanza, ha dato fuoco all’ appartamento del
quarto piano, divagando infine per l’intero
condominio”
A casa nostra fumare è un tabù. La nonna ci
lincerebbe.
“Sono stati messi in salvo tutti i condomini tranne
un’anziana signora che non ha fatto in tempo a
scappare”.
Successe tutto in attimo.
La foto sul televisore della vittima di quel disastro.
Un tonfo dietro di noi.
Ci voltiamo e vediamo papà con le mani ancora alzate ma la
teglia è ormai caduta.
Papà si accascia per terra, come se le sue forze fossero
improvvisamente sparite e sul suo viso vediamo scendere, prima una, poi
due lacrime, che si ostinano a scendere sempre più veloce.
“Non è possibile” sentiamo uscire dalle
sue labbra solo un flebile sussurro. Scuote la testa “No no
no”ripete scuotendola sempre più velocemente. Si
porta le mani alle orecchie come per cancellare ciò che ha
sentito.
Milo, che appena papà si era accasciato, si era alzato
spaventato, ora era inginocchiato accanto al lui e lo stringe, gli
accarezza i capelli per calmarlo.
Io e Midnight siamo immobili, come paralizzate.
Io giro la testa verso la tv. Vedo il presentatore muovere le labbra,
ma solo una cosa arriva alle mie orecchie.
“Il suo nome era Camille d’Alembert”.
Ke
ve ne pare?
Recensioni-
*1196*_ sono
contenta ke ti piaccia! In realtà Patty (Cassandra)
è na mia versionein n mondo parallelo!
*Roll*_ Il
tuo giudizio è molto imp lo sai. La scena di Camus
è come mi svelano a me veramente. X la foto stavo seriamente
pensando di fare dei disegni. Ki lo sa...
Grz
x lo striscione.Baci anke a te nee-chan.
*Ai91*_Non
dirmi così ke sennò mi monto la testa! No
seriamente, mi fa piacere ke apprezzi la storia
*Ladie
Katjie*_ Grazie
o///o anche la tua storia è carina!
*miloxcamus*_ Loro
tre son fantastici è vero? Non posso ankora dirti il motivo,
ma Milo li ha lasciati sl xkè Camille doveva dire una cosa
molto importante a Camus. nn dico + nnt
Ringrazio
i preferiti_ Ladie Katjie e Mymoon96
e
le seguite_ aoede, Ladie Katjie, roll, sesshoyue e Yami Hihara
Alla
prossima......
|
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Capitolo 4 *** †Il funerale† ***
Eccoci
al III capitolo, car lettori!! Mi dispiace per il ritardo ma
ho avuto molto da fare...
Questo
capitolo è dedicato (oltre che a M.P.S.) a Tim Tom uno degli
amici migliori che io potessi mai avere.
Ed
ora, bando alle ciance e datevi alla lettura!!!
Capitolo III
E’
certo che, in una situazione normale, sarei felicissima di poter andare
in un qualsiasi posto dove il vestito nero sia d’obbligo
morale. Ma questa non è una situazione normale.
Mia
nonna è morta. Mia nonna è morta ed io
l’ho saputo dall’omino stupido che conduce il
notiziario.
Non
potete immaginare come mi sono sentita nel vedere mio padre
così sconvolto. Non immaginavo neanche potesse piangere.
Ed
io cosa ho fatto: niente. Non ho pianto, non ho detto niente, non ho
confortato mio padre. Niente.
E’
dal giorno della notizia che non parlo e mangio il minimo
indispensabile per restare in piedi, anche se in realtà
passo tutto il tempo stesa sul mio letto.
Sono
completamente assente. Baba e Philo sono molto preoccupati.
Guarda
a cosa mi sono ridotta. Far preoccupare mio padre per me nonostante lui
sia quello messo peggio.
"Sei
un'egoista" l'unico giudizio uscito dal mio cervello.
Oggi
è il giorno del funerale. La nonna voleva essere seppellita
vicino al lago, accanto al nonno, che è morto in guerra, e
lì, abbiamo deciso di seppellirla.
Sono
in camera mia seduta sul letto, già pronta. Mi sono messa il
mio vestito più bello per l’ultimo saluto alla
nonna.
Vedo
i miei genitori entrare in camera ma non dico niente.
“Cassandra
sei sicura di voler venire al funerale?” mi chiede
Philo preoccupato mentre mi si inginocchia davanti.
“Se
non te la senti, fa lo stesso” aggiunge Baba sedendosi
accanto a me.
Camus
prende le mie mani tra le sue e mi guarda negli occhi. Con la mano mi
scosta una ciocca di capelli da viso e m’incomincia ad
accarezzare la guancia.
“Tesoro
che ti succede?” mi chiede dolcemente ma capisco
che è agitato. Quanto mi piace la sua voce.
Non
rispondo.
Si
siede anche lui sul letto e mi fa sedere sulle sue gambe. Appoggio la
testa sul suo petto e Milo incomincia ad accarezzarmi la testa.
Che
bella sensazione. Non è descrivibile ciò che
provo tutte le volte che, tutti e tre, ci isoliamo per creare questi
momenti solo per noi.
Sento
le mie guance che piano piano s’inumidiscono. Sto piangendo.
Non
mi è mai piaciuto piangere. Io non sono la persona forte e
decisa che do l'impressione di essere e piangendo lo provo.
Philo
mi stringe a se mentre continuo a piangere. Tra i miei singhiozzi passa
il tempo senza che io me ne accorga.
Più
tardi smetto di piangere ma non voglio abbandonare quella posizione
così piacevole.
“Che
ne dici di andare?” mi chiede Philo dopo un
po’.
“Ok”
rispondo con un sospiro
“La
prima parola dopo tre giorni” interviene Baba con un sorriso
“Non ci speravo più”.
Mi
metto a ridere e vedo Philo triste.
“Andiamo”
gli dico stingendogli la mano.
Voi
non potete immaginare come mi senta sollevata. sembrerà da
stronza ma ho deciso di guardare oltre.
Così
facendo spero di poter vedere questa giornata, non come un ultimo
saluto, ma come una giornata per ricordare un grande donna che mi ha
insegnato tanto.
"Ora
è il mio turno" penso
Siamo
arrivati al lago. Oggi è una bella giornata.
Andiamo
incontro al gruppo di persone e vediamo che il prete non è
ancora arrivato. Ci vengono incontro Midnight e Alexander.
Baba
gli aveva detto delle magnifiche giornate che avevo passato
perché appena Mid vede i miei occhi gonfi mi abbraccia forte.
“Grazie
di essere venuta” le dico ricambiando l’abbraccio.
“Ciao
Lex”lo saluto con un sorriso.
“Ciao,
mi dispiace molto” dice chinandosi e dandomi un bacio sulla
guancia.
Credo
di aver assunto tutte le tonalità di rosso in quel momento.
“G-Grazie,
mi fa piacere che tu sia venuto” rispondo imbarazzata. Lui mi
sorride.
Per
fortuna che tutti volevano porgerci le condoglianze, così
non avrei dovuto discutere con un sogghignante Philo e un geloso Baba.
Nel
mucchio vediamo anche Shaka, il migliori amico di Philo e il mio
padrino (Tengo a sottolineare che mia madre a obbligato Philo a farmi
battezzare).
“Oh
Camus mi dispiace” dice Shaka abbracciando Philo
“Stai bene?” gli chiede.
“Tranquillo
Shaka sto bene”risponde Philo
“Aolia
dov’è? Non viene?” chiede Baba
preoccupato. Aolia è il suo migliore amico e il fidanzato di
Shaka. Loro stanno insieme da circa cinque anni e molto spesso vengono
a cena da noi. Hanno un ristorante vicino a casa e a volte dopo scuola
passo a salutarli.
“No
tranquillo è solo che è dovuto passare al
ristorante, Arriverà a momenti” risponde Shaka.
“Ciao Cassandra” mi saluta con un affettuoso
abbraccio.
“E
a me piccolo mostro non mi saluti?” mi giro di scatto e vedo
Aolia con un lieve sorriso sul volto.
“Tu
non te lo meriti!” gli rispondo con una smorfia.
Io
e Aolia ci stuzzichiamo sempre. Da piccola giocavo sempre con lui e
Baba a fare la lotta.
“Ciao
Camus. Condoglianze” dice rivolto a papà. Dopo di
che saluta Baba e bacia Shaka.
Sento
una strana sensazione su di me. Già da quando sono arrivata
ma non capisco che cosa sia.
Vedo
Mid e Lex vicino a un albero che mi fanno segno di raggiungerli.
“Che
succede?” gli chiedo curiosa dopo averli raggiunti.
“Ti
sto per dire una cosa ma mi prometti che non ti
arrabbi?” mi dice Mid, consapevole di come
diventò quando mi arrabbio.
“Prometto,
ma non capisco cosa potresti dirmi per farmi arrabbiare”
chiedo leggermente divertita.
“Lasciami
così vado lì e li ammazzo tutti uno a uno quei
..." non faccio in tempo a finire che Philo mi tappa la bocca
"Cassandra Andromeda, chi ti ha insegnato a parlare in questo modo?!"
Dopo
che Mid mi aveva detto ciò che succedeva ero imbestialita.
Lei aveva subito chiamato Baba e Philo che erano corsi per tenermi. Ora
siamo tutti dietro agli alberi. Anche Shaka e Aolia ci hanno raggiunto.
“Calmati,
non ha senso arrabbiarsi” mi dice Milo che, senza sforzo, mi
sta tenendo sotto braccio. Manco fossi una borsa!
“Non
ha senso?! Ma ti rendi conto di ciò che dicono tutti quei
cretini?” inveisco contro tutti gli invitati.
Mid
e Lex mi avevano detto che, da quando eravamo arrivati io e miei
genitori, tutti avevano incominciato a guardarci male e che girando,
tra la gente, avevano anche sentito parlare male di noi, del fatto che
due omosessuali avessero una figlia e cose del genere.
Voi
non sareste arrabbiati?
“Cassy
avevi promesso che non ti saresti arrabbiata!”
puntualizza Lex.
Che
adorabile idiota. Se non fosse così carino, gli avrei
già spaccato la faccia.
Anche
se controvoglia, mi calmo.
Milo
mi mette a terra e non lo vedo per niente preoccupato.
Di
Philo non posso dire lo stesso invece. Mi sembra molto triste.
Deve
essersene accorto anche Milo perché gli posa una mano sul
viso e sfoggia uno dei suoi fantastici sorrisi.
“Non
preoccuparti”gli dice avvolgendolo in un abbraccio, che Philo
subito ricambia “Non far caso a quello che dicono,
ok?” gli chiede staccandosi quel poco per vedere
papà acconsentire.
“Non
preoccupatevi, ci penso io a tappare la bocca a 'sti burini”
dico io tutta trionfante “E senza usare le mani”
Noto che mi guardano tutti straniti, tranne papà che
è ancora assorto nei suoi pensieri.
E'
arrivato il prete e ora sta pregando un qualche santo che probabilmente
non conosco. Non mi sono mai particolarmente piaciute le funzioni
religiose, infatti, il vero motivo per cui di solito mi reco in una
chiesa è perché mi piace l'architettura.
“Ora,
chi voglia pronunciare qualche parola a favore della povera defunta,
è libero di farlo” pronuncia il prete con
noncuranza.
Lancio
un’occhiata a papà per vedere se vuole dire
qualcosa. Milo mi guarda scuotendo la testa. Mi alzo dalla sedia e mi
avvio verso il leggio.
“Prima
di iniziare il mio discorso” incomincio a parlare con un tono
di voce del tutto neutrale “Vorrei dire che trovo offensivo
che al funerale di una persona meravigliosa mia nonna, siano venute
delle persone senza ritegno, che preferiscono sparlare della mia
situazione familiare piuttosto che rendere omaggio a una persona
fantastica come lei”.
Metà
delle persone presenti abbassarono lo sguardo.
“Prego
quindi tutti di smettere di parlare di questi vani argomenti e
dedicarsi al reale motivo per cui sono venuti qui”.
Lancia
uno sguardo a Philo e Baba. Mi stanno sorridendo.
“Ora
posso iniziare il mio discorso.”
Tutti
sono andati via.
Aolia
e Shaka ci hanno invitati domani a mangiare da loro. Aioros,
il fratello di Aolia, è tornato dalla Grecia con il suo
fidanzato e vorrebbe rivederci.
L'ultima
volta che l'ho visto avrò avuto otto anni e già
sapevo che anche lui fosse omosessuale.
Philo
e Baba sono tornati a casa mentre io sono ancora qui con Lex e Mid.
Volevo rimanere ancora un po’ davanti alla tomba.
Stasera
loro due mi hanno organizzato un festicciola a casa di Lex, solo noi
tre.
Ci
dirigiamo verso casa sua e arriviamo in pochissimo tempo.
Non
abbiamo fame e quindi ci infiliamo subito in camera.
Questa
stanza la conosco oramai a memoria. E' da quando siamo piccoli che noi
tre organizziamo delle serate a casa nostra e quindi siamo quasi di
casa.
Incominciamo
a parlare del più e del meno quando arrivo alla fatidica
domanda.
“Ma
chi è Jennifer?” chiedo leggermente triste ad
Alexander, che come al solito non si accorge del mio tono di voce.
“Chi?”
dice sorpreso.
Io
lo ammazzo.
“Jennifer,
la ragazza di cui parli nel blog!”interviene Mid per darmi
appoggio, anche se credo che pure lei sia molto curiosa.
“E'
la tua... ragazza?”chiedo con un punta di acidità.
“Ma
no cosa avete capito”dice lui scoppiando in una risata.
Il
quel momento mi sono sentita molto leggera.
“Jennifer
è mia cugina più grande. Lei mi prende sempre in
giro e mi chiama Tesoro!”puntualizza lui dopo aver smesso di
ridere.
Improvvisamente
io e Mid ci alziamo dal tappeto dove ci eravamo appollaiati per
parlare. Dal letto prendiamo due cuscini. Lex che ci guarda con uno
sguardo tra il stranito e lo spaventato.
“Dopo
questo equivoco”dico con voce spettrale.
“Ti
sei meritato una punizione”continua Midnight e incominciamo a
riempirlo di botte con i cuscini.
Passai
il resto del tempo a ridere e scherzare, dimenticando il reale motivo
della serata.
Che
ne dite? Piaciuta? Spero di sì!!!
Voglio
dire grazie a tutti quelli che seguono pazientemente la mia storia,
grazie!!!
Ed
ora... i Saluti!!!
Ringrazio
le preferite (Ladie Katjie e Mymoon96) e le Seguite (Ladie Katjie,
roll, aoede, sesshoyue e Yami Hihara)
Ladie
Katjie_ Fidati, credo che tutti vogliano consolare Camus,
anche io vorrei ma è pur sempre mio padre!!! Dannato incesto.
Ai91_
Anche a me è dispiaciuta la morte di nonna, per la sigaretta
invece ti posso assicurare che è puramente casuale!
miloxcamus_
Perdonami, lo so che Camus che piange è alquanto
sconcertante, il fatto poi di scoprire che tua madre è morta
dall'omino cretino del TG nn migliora la situazione XD!!
I
capricci stile Milo sono un colpo basso però posso
assicurarti che la tua curiosità sarà presto
accontentata!
roll_
Sorellina, ormai è tutto risolto tranquilla! Noi corriamo,
ma tu continui e io mi stanco però XD! Sai che nonna Camille
è ispirata a mio Zio (lo zio è la persona con la
mentalità più aperta che conosca)!!! Visto che tu
sei come la madrina di questa storia, sarai prima a sapere glii
aggiornamenti XD XD!!!
Alla
prossima
|
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Capitolo 5 *** †L' incontro inatteso† ***
Ed
eccoci finalmente al nuovo capitolo, vi sono mancata?
Chiedo
umilmente perdono per il mostruoso ritardo con cui posto i capitoli, ma
ho avuto un calo di idee -_-"
Da
questo capitolo arriveranno nuovi personaggi e inattese sorprese.
Che
altro dire... buona lettura!
Capitolo
IV
Apro
piano gli occhi. E' da un po’ che sono sveglia ma non riesco
a riprendere sonno.
La
stanza è buia e non vedo molto.
So
di essere sul letto: buon inizio.
Sento
qualcosa che mi schiaccia. Ci metto poco a capire che è il
braccio di Lex.
Aspetta,
aspetta..... Mi sta abbracciando?
Di
primo impulso vorrei staccarmi, ma ragiono e mi accoccolo tra le sue
braccia.
Perché
rifiutare?
Mid
è davanti a me, girata verso il comodino.
Come
sto bene in questo momento. E’ un po’ come quando
dormo con i miei. Mi sento … protetta.
Mid
si gira e vedo che è sveglia.
“Non
credi che approfittarne sia sbagliato?” mi chiede piano
alzando un sopracciglio.
“Per
niente” rispondo soddisfatta.
La
porta si apre piano ed entra la mamma di Alexander nella stanza.
Non
mi preoccupa il fatto che mi veda abbracciata a lui.
A
proposito guarda chi c'è con lei, Baba...... Ho cavolo!
Allora si che la mia opinione cambia!
Vi
chiederete cosa ci sia di strano … voi non conoscete mio
padre!
Io
sono la sua piccola principessa. Gli unici uomini della mia vita devono
essere lui e Philo.
Quindi,
se mi vede con un essere umano maschio che non sia Philo, scatta la
classica e maniacale paranoia da papà.
Nonostante
non abbia nessun legame biologico con me, Baba non si è
fatto scrupoli ad aiutare me e Philo nel momento del bisogno.
Da
quel momento mi ha trattata come se fossi sua figlia, senza farmi mai
mancare niente. Gli devo moltissimo.
Fatto
sta però che in questo momento, la vita di Lex è
in serio pericolo, mentre lui dorme sereno ignaro della grave
situazione.
“Preparati
su, che siamo in ritardo” mi dice Baba sorridendo mentre esce
dalla porta.
Aspetta
un attimo … sorride?
Io
e Mid, siamo scioccate. Lei come me si aspettava la scenata
… Che non c’è stata!!!
Anzi
sorrideva.
Qualcosa
proprio non andava.
Ci
scambiamo uno sguardo perplesso.
Nella
leggendaria Punto verde la tensione è alle stelle.
E’
da quando siamo partiti che nessuno di noi due apre bocca.
“Lui
ti piace?” è papà il primo a rompere il
silenzio.
“Di
chi parli” rispondo facendo finta di niente.
“Sai
benissimo a chi mi riferisco” risponde lui.
“E’
così evidente?” chiedo imbarazzata. Sono abituata
ad affrontare questi argomenti con Camus.
“Eccome”
risponde ridendo “A dire il vero, non capisco come Alexander
non se ne sia ancora accorto”
“In
realtà se lo chiede chiunque, tranquillo” affermo
sospirando
“Comunque
…” ci fermiamo al semaforo e Baba mi guarda negli
occhi “E’ una cosa seria?”
"Non
lo so ancora" gli confido con la testa bassa.
“L’importante
è che tu sia felice” mi dice accarezzandomi la
testa.
“Ci
conviene muoverci” sentenzia guardando l’orologio
“Dobbiamo anche passare a prendere Camus a casa”.
“D’accordo”
rispondo felice per la chiacchierata.
Arriviamo
dal portone.
“Grazie
papà”
“Nulla
sarà mai troppo per la mia principessa” mi
risponde dandomi un bacio sulla fronte.
Salita
in casa non vedo Philo, ma so perfettamente dov’è.
Nell’atelier.
Philo
adora passare le giornate in quella stanza a dipingere.
“Vai
tu a chiamarlo?” mi chiede Baba aprendo il frigo.
“Ok”
rispondo mentre vado verso l’atelier. Per arrivarci bisogna
passare per un corridoio con solo due porte: una per
l’atelier, mentre l’altra porta allo studio di Baba.
Busso
alla porta.
“Avanti”
la voce di Philo mi sembra un po’ affaticata.
“Papà
sei pronto?” gli chiedo entrando nella stanza
“Dobbiamo andare a mangiare da Shaka e non voglio nemmeno
immaginare a cosa mi sottoporrà Aolia se non arrivo
puntuale” un brivido mi percorre la schiena ripensando
all’ultima volta che sono arrivata in ritardo.
“Dannazione
di già?” dice Philo sconvolto, mentre copre con un
telo il quadro sul quale stava lavorando.
“Che
stai dipingendo?” chiedo avvicinandomi furtiva alla tela.
I
lavori di mio padre sono stupendi. Quando ero piccola mi portava
nell’atelier e mi faceva disegnare sulle tele con lui, cosa
che ancora mi fa fare. Non ha mai buttato una di quelle tele, le
conserva tutte. Dice che è come se fossero pagine di un
diario che racconta la nostra vita insieme e che vuole conservare quei
ricordi.
“Sorpresa”
mi informa mettendosi tra me e il cavalletto
“Come
sorpresa? Io voglio vedere” protesto sbuffando.
“Mi
dispiace principessa ma dovrai aspettare ancora un
po’” mi dice accarezzandomi i capelli.
“E’
ingiusto comunque”continuo a lamentarmi mentre torniamo in
sala.
“Papà,
Philo non mi vuol dire cosa sta dipingendo. Dice che è una
sorpresa” forse lamentandomi con Baba ottengo qualcosa.
Ho
la convinzione di essere l’esempio lampante
dell’avere 40 anni ma non sentirli … Mi comporto
come una bimba cretina di 5 anni insomma!!
Milo,
che intanto si era seduto sul divano e beveva il caffè, ci
guardo sorpreso
“Intendi
quella sorpresa?” domanda a Philo che annuisce.
“Tu!”
mi butto letteralmente sul bracciolo del divano e lo minaccio con un
dito “Cosa sai che io non so?”
“Perché
non me lo vuoi dire, il tuo silenzio mi fa soffrire!”
incomincia a canticchiare Milo.
Non
lo sta facendo, vero?
“Una
folle curiosità mi ha oramai presa ma non ci posso fare
niente perché quella è una sorpresa!”
continua Camus
“Ok.
Ok avete vinto ma vi prego non lo fate mai più”
esclamo sul punto di una crisi, alzando le mani in segno di resa.
“Perché?
Ti piaceva tanto questa canzone?” mi chiede un sogghignante
Milo alzandosi e andando vicino a Philo. Lui d’altro canto
sta disperatamente cercando di non ridere.
“Avevo
3 anni! E per la cronaca, non mi piaceva: soffrivo in
silenzio” rispondo abbassando la testa afflitta “mi
avete segnato l’infanzia con quella canzoncina”
Questo
… FANTASTICO motivetto è la cosa che forse non
sopporto di più al mondo.
Da
piccola, come adesso in realtà, sono sempre stata molto
curiosa. Questi due traditori allora mi cantavano questa filastrocca e,
chiediamoci anche il perché, la mia curiosità
(insieme alla mia voglia di vivere) spariva. Voi non avete idea di
quante volte ho provato a strozzarmi con i calzini!
“Se
avete finito di attentare alla mia vita potremo andare”
propongo indicando la porta “Devo ricordarvi che anche Aolia
attenterà alla mia vita se arriviamo in ritardo?”
“Non
credi di esagerare?”chiede Philo scettico “ Per di
più ci dobbiamo vedere da loro a mezzogiorno. Siamo in
tempo”
“Forse
hai ragione” dico più a me stessa che a loro
“E poi cosa potrebbe mai succedermi?” mi convinco
scendendo di corsa le scale. La precauzione non è mai troppa.
“Chi
è?” chiede la voce dall’interfono
“Siamo
noi Shaka” rispondo al citofono “Dove è
Aolia?” chiedo non poco spaventata.
“E
di la che prepara, ma salite. Starete morendo di freddo”
risponde preoccupato
“Appunto”conferma
un Baba tremante. Milo non regge molto le temperature invernali,
essendo cresciuto in Grecia.
Saliamo
le scale e ad accoglierci c’è Shaka che cerca di
reprimere una risata.
“Perché
ridi?” chiedo dopo essere entrata ed essermi levata tutto
l’armentario con cui i miei genitori mi coprono per uscire.
“Perché
è mezzogiorno e cinque” risponde con una mano
sulla bocca.
“E’
dietro di me vero?” Shaka, Baba e Philo annuiscono.
Mi
giro lentamente, una figura enorme con un grembiule addosso e una
padella in mano mi sovrasta.
“Bel
grembiule” cerco di sdrammatizzare indicando i simpatici
leoncini che ricoprono il grembiule.
Non
mi chiedete come, ma in un nano secondo mi ritrovo sulle spalle di
Aolia lottando per non essere uccisa.
Intanto
papà si era seduto con Baba e Shaka sul divano.
Suona
il citofono e Shaka si alza per aprire mentre noi, noncuranti
dell’arrivo degli ospiti, continuiamo a suonarcele.
“Aolia
cosa stai facendo alla nostra principessina?” chiede ridendo
Aiolos entrando dalla porta.
“Aiolos!!”urlo
mentre Aolia mi fa quasi cadere dalle sue spalle “Tranquillo.
Come al solito Aolia non ha speranze contro di me”.
Tutti
si mettono a ridere.
“Guardate
che è vero!” dico a mia difesa.
“Milo,
Camus come state?” domanda sereno come suo solito mentre
saluta i miei.
“Ti
decidi ad entrare?”chiede indirizzato alla porta
d’ingresso.
“Eccomi
eccomi, pulivo le scarpe dalla neve” dice il nuovo arrivato
entrando.
Io
e Aolia ci fermiamo. Camus sembra, anzi, è sul punto di
esplodere.
“Tu
…” dice con un tono di disprezzo che non ho mai
sentito uscire dalla sua bocca.
“Camus?”
risponde a sua volta il novizio, sconvolto dalla presenza di
papà.
Milo
lo tiene, come per calmarlo, per un braccio. Anche lui non mostra
cortesia, tutt’altro.
“Milo?”
chiede l’ospite.
“Sei
sorpreso di vederci insieme?”chiede Baba sprezzante.
E’ arrabbiato. Lo vedo. Solo io e Philo sappiamo definire
questo suo stato d’animo.
Nella
stanza siamo tutti sconvolti. Come spettatori impotenti davanti a
quella scena. Una vecchia ferita che sembrava guarita, sembra essere
stata riaperta. Da quanto ho capito quello era il fidanzato di Aiolos.
Lui d’altro canto, non sembra scioccato, più che
altro spavento. Credo che lui sappia cosa succede, e per questo, abbia
paura della reazione.
“Papà
che succede?” chiedo mettendomi tra Baba e Philo.
“Papà?
Lei è Cassandra?”
“Si.
E’ mia figlia. Mia e di quella puttana di Linette”
Urla. Non ho mai visto Philo così arrabbiato. Non aveva mai
parlato così di mia madre. La cosa non mi da fastidio.
E’ solo strana.
“E
indovina un po’? Se ne andata, anche lei. Come
te!”Rabbia, l’unica cosa che leggo nei suoi occhi.
Sembra
che Philo stia facendo uscire tutto ciò che deve aver
represso per anni
“Questo
Cassandra …”mi dice indicando l’uomo
vicino ad Aiolos “Questo è Saga
d’Alembert, tuo zio nonché quello che per me
è stato uno schifo di fratello”.
La
scena era cambiata. Ora tutti eravamo nella storia.
Come
in una grande opera dove la vita di un personaggio si aggiunge a quella
di altri, in modi diversi per ciascuno.
Le
nostre reazioni furono simile e diverse, per dei motivi che ognuno
sapeva valere solo per se stesso.
Noto
la varietà di emozioni che mi circondano: rabbia, delusione,
stupore, dispiacere, tristezza.
Shaka,
che fino a quel momento era rimasto distante sentendosi quasi di troppo
in casa propria, ora è sconvolto. Ha le mani sul viso, come
a non voler credere a ciò che sentiva. Essendo il migliore
amico di papà, dovrà conoscere la storia a
memoria presumo.
Aolia
mi pare sconvolto. Si, ma a quel sentimento si mischia anche la rabbia,
come se anche a lui fosse stato fatto un torto.
Io
invece sono diventata la protagonista di quella tragica scena. Al
centro di quell’irreale palcoscenico, io e
quell’uomo che, in un secondo, ha interrotto bruscamente la
mia serena routine.
Uno
di fronte all’altro. Lui dispiaciuto con lo sguardo di chi
vuole spiegare. Io desiderosa di sapere la verità.
Un
ghigno mi spunta sul viso.
“Finalmente
pane per i miei denti” dalla mia bocca esce un sussurro che,
dagli sguardi stupiti che mi vengono rivolti,capisco essere arrivato a
tutti.
Piaciuto questo capitolo?
E ora i ringraziamenti:
miloxcamus_ grazie per la pazienza, mi dispiace ma non ce la
faccio proprio a essere puntuale XP Comunque non ti
preoccupare la loro è una coppia che non avrà
molte sbandate nella storia... per adesso. E poi...... voglio anche io
un bazuka!!!!
Ladie Katjie_ Entra pure nella nostra oramai immensa famiglia. uno in
più sta sempre bene.
Alla prossima
|
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Capitolo 6 *** + Rivelazioni (I parte) ***
Chiedo
infinitamente scusa a tutti voi... non ho aggiornato a causa di
mancanza di ispirazione.
(Tutta
colpa della tua mente perversa -_-" ndCamus) (Povera piccola, non
trattarla così solo perchè sei arrabbiato con
Saga è_é ndMilo) (grazie Baba
ç_ç ndMe) (Di niente principessa ^_^ ndMilo)
Cioè...
l'idea c'era ma non sapevo come metterla scritta.
Non
so cosa mi sia preso in realtà
Perdono
ç_ç
Questa
è la prima parte di un capitolo, La seconda
arriverà in seguito.
Entro
fine mese vorrei riuscire anche a mettere il capitolo dell'altra mia
storia e forse, in coincidenza con il mio compleanno metterò
una nuova storia. (non vi assicuro nulla)
Che
dire buona lettura.
Capitolo
V
Nella stanza regnava
indiscusso il silenzio.
Papà aveva portato Philo fuori, prima che potesse nuocere a
qualcuno (e fidatevi se vi dico che può nuocere eccome).
Noi, in assoluto silenzio, mischiato a un lieve imbarazzo, ci eravamo
messi a sedere. Shaka, Aolia e Aiolos sul divano mentre io e Saga sulle
poltrone.
Faccia a faccia. uno di fronte all'altro.
A prima vista Saga mi sembra essersi rilassato.
Quel silenzio mi dava fastidio quindi fui la prima a parlare.
“Così ..” inizio attirando
l’attenzione di tutti “Tu saresti mio
zio?”. Nella mia voce una tranquillità assurda
data la situazione, ma non ci posso fare niente. Non mi sento per nulla
a disagio.
“Così pare” mi risponde continuando a
guardarmi. Tiene le gambe accavallate e le mani unite davanti al viso.
E’ sicuro di se e di ciò che fa.
“Mi piaci” ammetto con un ghigno sul viso.
“Mi sento lusingato” risponde imitando un inchino.
“E lo sarei ancora di più se anche i tuo padre e
Milo la pensassero come te?”. Una vena di rimorso e
malinconia è celata nella sua voce
“Philo ti odia a morte, lo sai? Almeno da come mi ha
raccontato di te...” gli confesso. In realtà non
capisco l'odio di Baba nei suoi confronti.
Ok. Indirettamente anche lui era colpito, ma insomma. Quello sguardo...
non era il solito Baba, sorridente e allegro, a cui ero abituata.
“Che cosa sai?” mi chiede praticamente immobile.
Non è arrabbiato per il mio intervento, sembra
più che altro curioso.
“Saga d’Alembert. Fratello di mio padre, Camus
d'Alambert, e fidanzato di Aiolos, fratello del migliore amico di Milo,
il compagno di mio padre” rispondo tutto d'un fiato
abbandonandomi sulla poltrona . Tutto posso dire tranne che la
mia sia una vita normale.
I miei genitori sono una coppia gay che alleva una figlia di 14 anni.
Camus, il mio padre biologico, ha appena perso una delle persone
più importati per lui, mia nonna Camille, e meno di un'ora
fa aveva rivisto il suo "adorato fratellone" per cui provava e prova
tutt'ora un' odio assurdo.
La cosa più normale che mi sia mai capitata è
aver adottato un gatto nero e verde e averlo chiamato Severus... lascio
a voi immaginare!
“Come hai capito che era lui il mio fidanzato?” mi
chiede Aiolos curioso, che fino ad allora aveva assistito al piacevole
dialogo.
“Osservandovi e impossibile non vederlo. Durante il
battibecco con papà non facevate altro che osservarvi e,
nonostante la distanza tra di voi fosse quasi nulla, cercavate di
avvicinarvi sempre più, invadendo lo spazio personale
dell’altro come se fosse una normale azione
quotidiana”.
Mi guardarono tutti con un sguardo sorpreso.
Tutti tranne Shaka che emise una leggera risata, quasi cristallina. Lui
mi ha insegnato a ‘osservare’. Mi diceva sempre che
non basta mai ascoltare, perché le cose più
importanti sono quelle non dette.
“Comunque …” dico schiarendomi la voce
per risvegliare tutti da quello che sembrava essere uno stato
catatonico “So che quando papà ha fatto coming out
tu sei sparito mentre prima vivevi con lui e la nonna Ca....”
la frase piano piano mi muore in gola, finendo col divenire un flebile
sussurro.
Sento una piccola e solitaria lacrima attraversarmi le guance.
Odio piangere dannazione. Soprattutto, odio piangere in pubblico!
Non un singhiozzo. niente. Solo io ferma immobile e le lacrime che
scendono.
Shaka si alza e si siede accanto a me stringendomi in un abbraccio.
“Va tutto bene” mi sussurra all’orecchio,
mentre mi accarezza i capelli. Sento il suo odore. E' diverso da quello
di papà, ma lo stesso buono. Sembra odor di spezie.
“Che succede?” chiede Saga in bilico sulla
poltrona, indeciso se sedersi o venire da me. E’ preoccupato
si, sono pur sempre sua nipote, ma data la situazione, ammetto che
neanche io saprei cosa fare.
“Scusatemi” l’unica parola che riesco a
dire prima di attraversare la portafinestra e andare sul terrazzino.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi ci appoggio un attimo. Quando si
chiude quella porta, ogni rumore svanisce. Do un’occhiata
dentro: Shaka sembra intento a spiegare qualcosa a Saga.
Mi appoggio alla ringhiere con le braccia conserte. Mi è
sempre piaciuto quel terrazzino. Piccolo con tantissime piante.
Non ci sono molte cose. Un tavolino, piante dappertutto, alcuni disegni
miei e di papà appesi al muro e un piccolo dondolo per due.
E' tutto così semplice.
Una sorriso mi esce spontaneo.
Semplice.
Una parola troppo complicata per me.
Mi stendo sul dondolo e poggio un braccio sugli occhi.
Possibile che parlare di lei mi faccia ancora questo effetto?
Credevo di aver superato il problema. A quanto pare nemmeno io posso
ingannare il tempo. Devo aspettare. Che lo voglia o no.
Non ho mai brillato per pazienza, me lo dicono sempre tutti.
Sto così per non so quanto tempo. In silenzio, senza
pensare, parlare. Non mi muovo nemmeno.
“Cassandra” Saga si affaccia dalla portafinestra
“Posso?”
Uno sguardo mi cade sull'orologio all'interno. Sono rimasta
lì per ben un'ora.
Apro gli occhi e lo osservo.
Anche se cerca di nasconderlo vedo che ha pianto. Come negarglielo.
Non deve essere una cosa facile da accettare la morte della propria
madre, anche se è da anni che non la vedi.
Chissà perché ma quella parola, "mamma", non
riesco a sentirla familiare.
Con un cenno della testa annuisco e mi metto a sedere, permettendo
anche a lui di sedersi.
“Come stai?”mi chiede sedendomi accanto.
Si preoccupa per me....
“Dovrei essere io a chiederlo”
“Si vede così tanto?” mi chiede.
“Abbastanza” confesso mentre un lieve sorriso mi
compare sul volto.
“Dannazione” sbuffa mentre si strofina gli occhi
con il palmo della mano “Odio piangere”
'Benvenuto nel club' mi ritrovo a pensare
“Anche io” ammetto guardandolo “mostra
quanto siamo deboli in realtà...”
“...e rivela la parte peggiore di noi” continua
ridendo appena.
“Devo ammettere che siamo molto simili” gli sorrido.
“Non dirlo nemmeno” dice alzando le braccia
ridendo“Se ti sentisse Camus ti ucciderebbe!”
“Non ti sopporta” gli confido “Per molto
tempo non parlava nemmeno di te”
“Immagino” sospira “Dal suo punto di
vista tutto ciò deve essere stato terribile ”
“Qual'è il tuo punto di vista invece?”
chiedo curiosa
“Come mai lo vuoi sapere?” mi domanda guardando
fisso davanti a se. Nella sua voce non sento niente. E'... vuota.
“Vorrei avere un'altra versione della storia”
ammetto guardando avanti.
“Io e tuo padre siamo sempre andati d'accordo”
incomincia a raccontare e nella sua voce sento nostalgia
“Dopo la morte di nostro padre, sono diventato la sua figura
di riferimento. Cercava sempre di stupirmi.
Era orgoglioso di me. Si vantava sempre a scuola di essere mio
fratello, come se io fossi l'essere perfetto"
“Non poteva immaginare però che il suo "glorioso"
fratellone fosse omosessuale” in quel momento Saga mi
sembrava sull'orlo di uno svenimento. Deve essere stato difficile pure
per lui “Non glielo dissi mai in realtà, glielo
nascosi per paura di sfigurare davanti a lui” confessa
ridendo per il nervoso.
“Camus aveva sempre avuto difficoltà a fare
amicizia con gli altri bambini e così divenne freddo
è distaccato. La maggior parte delle giornate le passava con
me, se non da solo.
Alle medie però conobbe Milo è divennero subito
amici”
Risi. potevo immaginare la scena. Un Philo versione scolastica, primo
della classe, alle prese con un un esagitato Baba, casinista per natura.
"Non ebbi mai niente da obbiettare sulla loro amicizia, anzi ero grato
a Milo" ammise Saga "Lui riusciva a far ridere con disinvoltura Camus,
Cosa difficile pure a me.
Camus divenne tutt'altra persona. Incontrò anche Linette,
tua madre" si girò verso di me. Una silenziosa domanda nel
suo sguardo, coma ha chiedermi il permesso di poter parlare di lei.
"Tranquillo, non mi pesa minimamente. Non è nulla per me"
dissi invitandolo ad andare avanti.
"Camus voleva bene a Linette ma non so se si potesse parlare di amore"
prosegui lui
"E poi sei nata tu" mi guardo con uno sguardo carico di affetto.
"Tutti si innamoravano a prima vista di te, eri bellissima. Una
principessina diceva Milo" disse con un sorriso sul volto.
'Classico di Baba' penso
"Eri la gioia di tuo padre, tu eri la felicità che aveva
sempre desiderato. E sai una cosa? Il tuo secondo nome lo scelto io!"
"Davvero?"
"Si e mi stupisco che tuo padre non te l'abbia levato" ammette ridendo.
"Come mai Andromeda?" chiedo curiosa
"Perché Andromeda significa sacrificio" spiegò
lui "Tu sei la miglior ricompensa per tuo padre, per tutto quel che ha
patito"
"Poi venne il giorno.." non riuscì a finire la frase.
"Che giorno?" chiesi preoccupata.
"il giorno in cui tuo padre venne a parlarci... Io e nostra madre
eravamo in salotto...
o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_
"Mi hai chiamato?" un ragazzo sulla ventina si sedette sul piccolo
divano, davanti alla donna a cui era rivolta la domanda.
La guardò. Sembrava sconvolta.
"Mamma tutto bene?" chiese preoccupato il figlio prendendole una mano.
"Oggi ho pulito lo studio" incominciò lei
'Come sempre...' si ritrovo a pensare il ragazzo.
Nonostante quello fosse lo studio del padre veniva regolarmente pulito
da quando lui era morto. E' per sentirlo ancora vicino gli diceva la
madre come se lui lo tenesse nel suo solito disordine.
"Mentre spolveravo una delle penne è caduta dietro la
scrivania" la donna pareva in procinto di collassare da un momento
all'altro.
"Ho spostato la scrivania dal muro e dietro vi ho trovato una scatola"
Saga sembrava non capire. Tutto sommato non gli piaceva quella
situazione.
"Dentro la scatola..." non pote finire la frase, poiché
entrò nella stanza una terza figura. Teneva la testa bassa e
i lunghi capelli impedivano di vederne il viso. Sembrava un condannato
che lentamente si avvicinava alla sua fine. Una mano gli
teneva la fronte, come se pensasse come poter dire qualcosa
senza turbare troppo i suoi prossimi interlocutori.
"Scusatemi" disse piano alzando la testa. piano piano sembrava
acquisire fiducia. Ma veramente poca intendiamoci.
"Camus tesoro tutto a posto? E' successo qualcosa alla bambina" fece la
madre con fare apprensivo. il ragazzo scosse leggermente il capo.
"Mamma. Saga" disse guardando la prima e abbassando nuovamente il volto
sotto lo sguardo del fratello "Devo dirvi una cosa..."
"Camus, non è il momento" disse il maggiore tornando a
interessarsi alla madre.
"Ma ..." iniziò il più piccolo senza
però avere il tempo di finire.
"Stavo parlando con la mamma" rispose secco Saga "Quando avremo finito
potrai dire tutto ciò che vuoi"
"Ma Saga è importante!" disse il ragazzo dai capelli rossi
"Cosa ci può essere di così importante?"
urlò alzandosi dal divano e braccandosi davanti al fratello
che lo osservava terrorizzato.
"Hai visto come sta mamma" stava alzando la voce e sinceramente non gli
importava "Mi stava dicendo, facendo inoltre fatica, una cosa
importante che probabilmente le fa fatica confessare e poi arrivi tu e
pretendi che..."
"Saga. Io sono gay" urlò il rosso coprendo la voce del
fratello che non riuscì a finire la frase
Il silenzio divenne padrone della stanza...
Camille seduta sul divano era, non sconvolta, più che altro
preoccupata, di ciò che aveva appena udito.
Camus si portò le mani davanti alla bocca, come a voler
cancellare ciò che aveva appena detto.
e poi?
e poi c'era Saga che stava immobile in mezzo alla stanza.
Angolo remoto del mio
cervello malato_
Povero
Camus... nessuno lo vuole ascoltare e poi è logico che urla
u_u
CHe
ne dite.... il seguito lo scoprirete nel prossimo cap.
E
ora... i commenti *_*
Andry_chan
: Anche a me succede a volte ^_^ Ci credi che sei
l'unica ad avermi chiesto di Kanon o_O? Chi sa magari nella scatola
c'era qualcosa.....
Ladie Katjie : Loro due fratelli mi sono venuti
spontanei, non so neanche io perchè.
In realtà l'effetto suapence non capita nemmeno per mia
volontà, ma sono contenta che ti piaccia
miloxcamus : Buonsalve cara
^_^ eccomi qui. scusa ancora per il ritardo ç_ç
Spero ti sia piaciuta l'idea di un Saga fratellone. Anche se mi
impietosisci io sono infida *gnigno malefico*
No ske... comunque nella seconda parte si saprà cosa
è realmente successo e perchè SAga se ne andato.
Che altro dire se non.... Arrivederci a tutti quanti e fate tanti sogni
yaoi =3
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