Ma belle vie...

di Rutile Pleinenuit
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** †Nonna Camille è qui!† ***
Capitolo 3: *** †Quando tutto fu...† ***
Capitolo 4: *** †Il funerale† ***
Capitolo 5: *** †L' incontro inatteso† ***
Capitolo 6: *** + Rivelazioni (I parte) ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Mi chiamo Cassandra Andromeda d’Alembert.
Ho quattordici anni e sono francese. ho un'altezza nella media e una corporatura normale.
Il colore naturale dei miei capelli è un rosso ramato ma io lo storpio di continuo con delle méchés nere. Ho gli occhi nerissimi con sfumature di rosso.
Vivo in Francia con i miei genitori. Loro non si sono mai potuti sposare e anche solo il fatto di tenermi con loro è stato un problema.
Voi vi chiederete il perché di tutte queste complicazioni. Beh, basti dire che i miei genitori sono una coppia gay con una figlia quattordicenne.
Eh già... i miei genitori sono due uomini, due papà. Ma a me non ha mai dato fastidio.
Si chiamano Camus e Milo, ma io li chiamo Philo e Baba. Dato che da piccola non riuscivo a pronunciare i loro nomi, diedi loro questi soprannomi, ma andando avanti col tempo, non ho mai smesso di chiamarli così.
Camus è il mio padre biologico, ha dei lunghissimi capelli rossi, che cura moltissimo, e gli occhi marroni. Ha l’abitudine di mettersi dello smalto rosso sulle unghie, credo di non averlo mai visto senza!
Milo invece ha i capelli biondi, pure lui li porta lunghi ma, a differenza di papà che li porta lisci, li tiene mossi, e gli occhi azzurri.
Fisicamente assomiglio molto a Philo mentre, da un punto di vista caratteriale, ricordo in modo straordinario Baba.
Entrambi sono molto alti, anche se Milo lo è poco di più.
Viviamo a Parigi, nel quartier Latin. Essendo Baba di origine greca, e Philo di origine francese, in casa parliamo entrambe le lingue.
Milo gestisce uno studio veterinario, lui adora gli animali. Camus invece è un pittore. A ogni mostra che presenta, Baba ed io siamo sempre presenti per sostenerlo.
Gli piace il fatto che siamo sempre lì con lui, ma è troppo orgoglioso perché lo ammetta. Ha un grande talento e mi ha trasmesso la voglia di disegnare.
Ognuno di noi possiede un animale. Io e Philo siamo più tipi da gatti, rispettivamente abbiamo: Severus, un gattino nero con delle sfumature argentate e (incredibilmente) anche verdi, e Aquarius, un gattino rosso con sfumature bianche. Baba invece ha la sua inseparabile tartaruga, Scorpio (…).
La storia d'amore di mio padre è stata tutta fuorché semplice: all'età di 17 anni Philo incontrò mia madre, Linette, e lì nacqui io. Col passare del tempo mia madre si accorse che papà non era più lo stesso e, quando scoprì la sua omosessualità, sparì, lasciandoci soli: abbandonò lui per il tradimento subito, e abbandonò me, considerandomi un sacrilegio, il frutto del suo dolore. Ma papà non mi abbandonò e per mesi mi crebbe da solo. Per fortuna però al suo fianco c'era Milo, il migliore amico di papà, che ci aiutò a superare quel brutto periodo. E fu proprio in quel periodo che scoprirono entrambi l’amore che provavano verso l’altro. Mio padre era felice e, dopo che io ebbi compiuto un anno, Baba, Philo ed io andammo a vivere tutti insieme. Loro ormai sono la mia famiglia e ha me non da fastidio che sia così.
Non ho mai incontrato mia madre e non ci tengo nemmeno.
Nella mia vita non c’è mai stata una figura femminile di riferimento (La cosa che gli assomigliava di più era Philo) ed è forse per questo che, nonostante gli sforzi di Camus per evitarlo, sono diventata un maschiaccio patentato (grazie anche a Milo devo dire).
Mi sono sempre chiesta però come loro due si fossero innamorati. Cioè...non per niente, ma sono due completi opposti!
Philo è molto serio, controllato, maniaco dell’ordine e cosi via, mentre Baba è molto più allegro, spontaneo, un casinista cronico.
Bisticciano spesso ma Baba è un campione nel persuadere papà: la sua tattica consiste nel mettere il suo adorabile e al tempo stesso terribile broncio ogni qual volta Philo si arrabbia. Papà, che la maggior parte delle volte non sa resistere a quel broncio (credo che nessuno ne sia in grado in realtà), gliela da vinta e finiscono col fare pace.
Philo ha difficoltà ad attaccarsi a qualcuno e quindi usa una specie di maschera che lo rende freddo e razionale, ma con le persone che conosce e a cui vuole bene, in particolar modo con me e Baba, e più spontaneo e addirittura allegro. Lui dice sempre che io e Milo siamo le cose migliori che abbia mai avuto.
Baba invece è sempre, e non sto scherzando, allegro. Mi è capitato una sola volta di vederlo arrabbiato, e non è stata una bella scena: accade un giorno di seconda media, quando entrambi mi vennero a prendere a scuola. I miei amici erano a conoscenza dell'omosessualità dei miei genitori, e non era mai stato un problema ma Michael Fleur, la mia nemesi mortale dai tempi dell’asilo, era uno stupido deficiente e appena vide che, dopo averli abbracciati, ce ne stavamo andando e loro si tenevano per mano, si mise a urlare “Guardate che carini i due frocetti che si tengono per mano”.
Io e Baba ci girammo di scatto.
Philo non lo degnò nemmeno di uno sguardo, ma non appena vide Baba in volto, pure papà sembrava terrorizzato. Milo aveva uno sguardo assassino e stringeva i pugni talmente forte, che si potevano contare le vene sulle nocche da due metri di distanza.
Stava per andare a dirgliene (e dargliene) quattro ma si fermo subito per osservare la scena davanti a se.
Io mi ero già davanti a quel cretino di Michael ed ero immobile. Due secondi dopo, gli tirai un pugno dritto in faccia con una potenza tale che cadde un metro più avanti. “Tu” incominciai a dire scandendo ogni sillaba avvicinandomi a lui, con uno sguardo così arrabbiato che faceva concorrenza a quello di Baba “Tu, verme insulso che non sei altro, non ti devi più permettere di ripetere ciò che hai detto o ti giuro che, la prossima volta, che sentirò uscire dalla tua fetida bocca quelle parole, non mi limiterò ai pugni”
Michael era immobile.
Io mi girai verso i miei e dissi “Andiamo?”. Philo inizio a sgridarmi ma io ero già avanti con Baba che mi aveva messo un braccio sulle spalle ed entrambi avevamo un un fantastico ghigno sul viso.

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Capitolo 2
*** †Nonna Camille è qui!† ***


La sentivo.
La voce del diavolo che si avvicinava.
Sentivo i suoi passi sempre più vicini. La porta della camera che si apriva e poi…
“Voi due scansafatiche che cosa ne direste di alzarvi” Ecco a voi la reincarnazione del diavolo, Camus d’Alembert, in altre parole il mio adorabile papà.
“Non ne ho voglia. Lasciaci dormire” questo spara cavolate (che per me sono pillole di saggezza, ammettiamolo) accanto a me e Milo Kronis, l’altro mio papà.
“Papà ma che ora è?” mugugno cercando di coprirmi anche la testa con le lenzuola.
“Sono le undici e mezza, signorina” mi risponde mentre accende la luce della camera e si avvicina al letto “Cassandra, Milo. Alzatevi immediatamente da questo letto”
“Ancora cinque minuti” rispondiamo in coro da sotto le coperte.
“No, voi due vi alzate adesso” disse Philo e in un attimo ci ritrovammo senza coperte, magicamente finite sul pavimento.
La scena che gli si presentò davanti agli occhi era tutto un dire: Milo era stravaccato sul letto ed io ero a testa in giù, con un piede sulla sua faccia e l’altro sul suo petto.
“Ehi”protestammo mettendoci di scatto a sedere.
“Così imparate ad andare a letto quando vi pare la sera” ci risponde con le mani appoggiate sui fianchi, col tono di una maestra che spiega a un bambino che non si mangia la colla.
La sera prima, infatti, io e Milo eravamo rimasti alzati fino a tardi a giocare con i videogiochi e alla fine ci siamo ritrovati a dormire nella camera dei miei.
“Sì ma dovevamo finire l’incontro”protesta Milo con la voce ancora impastata dal sonno. Intervengo per dargli una mano “Si è abbiamo anche conquistato il titolo di campioni del mondo”ci battiamo il cinque.
“Non sei felice per noi?” gli domando quasi arrabbiata.
“Lo sarei di più se vi preparaste per uscire”mi risponde“La nonna ci ha invitato a mangiare da lei e se non ci sbrighiamo, rischiamo di arrivare tardi”.
“Che bello” rispondo senza accorgermi di essere scesa con un balzo dal letto “Andiamo da nonna Camille” e corsi in camera mia a prepararmi.
“Cosa ne dici di alzarti anche te?” propone Philo a un Baba più morto che vivo.
Per noi la sveglia di papà è, infatti, la più tremenda delle torture. Oggi siamo stati fortunati a non ricevere una secchiata d’acqua.
“Solo se mi dai un bacio” ribatte Milo.
Camus sbuffando rassegnato si china per baciarlo.
Milo tutte le mattine riesce in qualsiasi modo a farsi baciare da papà. Quell’uomo e la mia fonte d’ispirazione quotidiana. “Ora vedi di alzarti e prepararti in tempo record”comanda Philo con un dito puntato verso il bagno.
“Agli ordini”. Detto ciò Milo si alzò e si andò a preparare.
Io intanto ero letteralmente volata in camera mia per cambiarmi.
La mia stanza può benissimo passare per un cimitero o qualcosa giù di lì.
C’è un letto a una piazza e mezzo con cuscini rossi, verdi e bianchi, le lenzuola nere, decorate in pizzo rosso e fiocchi bianchi, e il baldacchino di pizzo nero. Le pareti sono di un rosso scuro e ci sono alcuni poster tra cui uno di Heath leather che interpreta Joker e Johnny Depp nei panni di Sweeney Todd ma anche un grande poster con un violino di cristallo e croci di ogni genere. Sui muri ci sono anche molti miei disegni, papà mi ha trasmesso la passione per l’arte, e moltissime mensole piene di libri, una per ogni argomento.
Ho anche una scrivania rossa ad angolo con sopra un computer e tantissime action figure (sono un piccola nerd, problemi?).
Mi piace molto questo stile gotico vittoriano e neanche ai miei genitori dispiace.
Accanto al mio letto c’è una graziosa cuccetta nera, con delle torrette e giochetti vari, dentro ai quali noto Severus che, dopo avermi sentito entrare, si era svegliato, e ora mi veniva incontro.
“Oh Severus scusami”gli dico prendendolo in braccio “stanotte sei rimasto tutto solo”gli faccio un po’ di coccole per essere perdonata al quale lui risponde con delle sonore fusa. Dopo averlo posato, mi avvicino all’armadio. Per andare da nonna scelgo qualcosa di semplice, camicia nera con gilet bianco, cravatta rossa e jeans scuri.
Dopo esserci preparati, usciamo da casa e saliamo sulla nostra fantastica punto verde (Il colore lo abbiamo scelto io e Baba!).
Arrivati da nonna, Philo incomincia a fare la predica a me e a Milo dicendo di essere educati e gentili, ma ovviamente, quando lei apre la porta, per noi è come se non avesse detto niente: io mi butto al collo di nonna e Baba la abbraccia come se non la vedesse da anni, tutta la scena sorvegliata da papà che sorride sconsolato.
Papà e molto attaccato alla nonna. Quando lui ha dichiarato la sua omosessualità, lei ha detto che saperlo o no non faceva differenza, perché lui sarebbe rimasto il suo bambino, e anche quando mia madre ci ha abbandonato, lei ci è stata vicina.
Dopo che io e Baba ci fummo staccati da nonna anche lui la abbraccio ma in un modo diverso dal nostro, quasi fossero in un altro mondo.


“Che classe fai quest’anno Cassandra?”. Camille d’Alembert, la nonna migliore del mondo.
Siamo a tavola a mangiare e parlando siamo arrivati a discutere di scuola. La nonna è sempre molto curiosa sul mio andamento scolastico, credo perché spera che io sfrutti le mie capacità e che vada bene come faceva Philo.
“Devo andare in prima liceo” rispondo mentre trangugio un piatto di spaghetti “Vado all’artistico.”
“Brava. Hai fatto bene. Ma non dicevi di voler fare materie come filosofia?”mi chiede la nonna. Le è molto orgogliosa di me è prende seriamente tutte le mie idee. Nonostante io non sia la sua unica nipote è un po’ come se lo fossi. Mio padre ha anche un altro fratello, non so esattamente se sia più grande o più piccolo, ma da quando papà si è dichiarato, non si sono più sentiti. Non mi è chiaro il motivo ma non credo sia a causa di papà, poiché neanche nonna l’ha più visto.
“Certo ma le farò lo stesso” rispondo pronta “Ho trovato una scuola con un indirizzo sperimentale e potrò fare anche filosofia, latino e chimica”dico fiera della conquista ottenuta per poi aggiungere “Per di più sono nello stesso corso di Midnight”.
“Davvero?” Midnight è la mia migliore amica dall’asilo, è quasi una sorella per me. Lei e nonna si sono incontrate la prima volta a una mostra, organizzata dalla nostra prof di arte in terza media, con i disegni miei e di Midnight. Da allora io e lei andiamo spesso a trovarla per farle vedere i nuovi disegni o semplicemente per parlare. Io e Mid abbiamo molto rispetto per nonna Camille poiché lei ha una mente molto aperta e parlare con lei è sempre molto istruttivo.
“Puoi stare composta almeno a tavola, miss femminilità?” mi rimprovera mio padre vedendomi con il muso letteralmente dentro il piatto.
“Suvvia Camus lasciala in pace, vuol dire che apprezza come cucino” gli risponde nonna facendomi l’occhiolino. La ringrazio con un sguardo di immensa gratitudine e ammirazione“Tu piuttosto tesoro, mi sembri dimagrito. Cos’è, non mangi abbastanza?”
“No mamma tranquilla e solo che è un periodo così” risponde mio padre leggermente imbarazzato.
La nonna adora trattare papà come quando era piccolo e ciò mette Philo a disagio.
“Sarà” obbietta lei un po’ scettica per poi continuare “Come va invece la clinica, Milo”.
Milo e papà erano grandi amici già dalle medie, quindi lui e nonna si conoscono da molto tempo. Per lui e come una seconda madre. Quando Baba e Philo si sono fidanzati, la nonna ne era molto contenta.
“Benissimo”risponde Milo che aveva già finito il secondo piatto di pasta “ Ieri, però abbiamo dovuto abbattere un cane perché ormai non riusciva più a respirare autonomamente” Baba non sopporta che un animale muoia o che sia maltrattato. E’ molto sensibile su quest’argomento. Mi ricordo quando Scorpio stava male… l’inferno!
“Oh mi dispiace, ma hai fatto la cosa giusta. Così non soffrirà più” La nonna è un asso nel consolare le persone, infatti, sul volto di Milo compare un piccolo sorriso.
“Hai ragione” riesce solamente a rispondere. Poi guarda l’orologio e scatta in piedi.
“O porca miseria sono in ritardo, devo andare” saluta nonna, bacia papà e arrivato a me, si blocca “Oggi ti devi vedere con Midnight per caso?”
 “Sì perché?”gli rispondo senza riuscire a capire.
“Allora vieni che ti accompagno”mi dice prendendomi un braccio. Non faccio in tempo a salutare nonna e papà che mi ritrovo già in macchina.
“Come mai questa fretta?” chiedo incuriosita.
“La nonna mi ha detto se potevamo lasciarla da sola con papà” mi risponde con un tono stranamente serio.
“E’ successo qualcosa?”  chiedo un po’ preoccupata.
“Non credo magari vuole stare solo un po’ di tempo con Philo” dice più a se stesso che a me.
Arriviamo sotto casa e vedo Mid che mi aspetta dal portone, ma appena vede la nostra fantastica punto verde fluo (una macchina del genere non la confondi facilmente), ci viene incontro.
“Ciao sorellona, salve signor Kronis” saluta mentre apro la portiera e le vado incontro. Oramai per noi è un’abitudine chiamarci così. Io sono la sua sorellona e lei la mia sorellina.
“Quando ti deciderai a darmi del tu, ti conosco dall’asilo”dice mio padre con un sorriso.
“Mi scusi signor... mi perdoni… Milo”
“Ora va meglio” sentenzia Baba “Divertitevi oggi ragazze”.
“Grazie” rispondiamo in coro prima di salire in casa.

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Capitolo 3
*** †Quando tutto fu...† ***


Non riesco ankora a crederci... siamo arrivati al 2° capitolo!!  "balla la caralmelldancen x la felicità"
Mi è particolarmente piaciuto scrivere questo capitolo e spero ke anke a voi piaccia.
Questo capitolo alla mia persona + cara.... je t'adore, mon petit soeur! Non potrei mai dimenticarti, ricoratelo. Ti voglio troppo bene xkè accada.

Ed ora.... BUONA LETTURA!

Capitolo II
“Ma ti rendi conto?” domando incazzata, alla povera sventurata seduta davanti al computer, buttandomi sul letto.
“Magari è un equivoco sorellona, magari non voleva dire questo” cerca di calmarmi Midnight senza successo.
“Non può essere un errore”rispondo andandole accanto per leggere ciò che c’era sul computer “Jennifer ti voglio un mondo di bene, il tuo tesoro. Mi sembra ovvio ciò che volesse dire”.
“Ma magari non l’ha scritto Alexander” dice lei convinta mentre incomincio ad andare avanti indietro per la stanza.
Alexander è il ragazzo del quale ho una cotta dalla prima media. Io, Mid e lui siamo migliori amici dall’asilo. Io e lei lo abbiamo sempre trovato un bel ragazzo, ma non mi sarei mai immaginata di poter mai provare qualcosa, al di sopra della semplice amicizia, per lui.
Le uniche persone che sanno che mi piace sono i miei e Mid, anche se è molto evidente (credo lo abbiano capito tutti tranne lui).
“Certo che è lui, il blog e il profilo sono i suoi” rispondo dopo essermi un po’ calmata ma lo stesso triste “Poi chi è questa Jennifer? Perché non ce ne ha mai parlato?” chiedo triste buttandomi a pancia in giù sul letto.
“Forse per lo stesso motivo per cui tu non li dici che ti piace” mi risponde lei ironica mentre si siede anche lei sul letto.
“Sei cattiva con me, lo sai che non chiarisco per altri motivi” ribatto in mia difesa “Se lo sapesse non sarebbe più la stessa cosa tra noi e lo sai quindi non negare. Potrei perdere la sua amicizia e non mi va” obbiettò abbandonandomi sui cuscini del letto.
“Chiunque sia questa Jennifer, è una…” mugugno sui cuscini per non farmi sentire, ma probabilmente il mio piano non deve aver avuto l'effetto che volevo.
“Ma sorellona!!”  mi rimprovera... appunto!
Midnight è molto magra ed è poco più bassa di me. Ha dei lunghissimi capelli neri che le arrivano poco sopra al sedere, anche lei ha le mèches ma le sue sono viola. Ha dei fantastici occhi viola. Lei è la persona che riesce a capirmi meglio di tutti, forse anche più dei miei genitori. Anche a lei piace lo stile vittoriano, infatti, le nostre camere sono simili, solo che lei tende al viola mentre io al rosso e verde.
Lei è il mio complementare, mi completa.
La porta della camera si apre.
“Che succede qua dentro, sembra di essere a un funerale” chiede Philo che era arrivato a casa poco dopo di noi.
“Alexander ha scritto sul suo profilo una dedica a una certa Jennifer e c’è chi non ha gradito” risponde Mid. In risposta le arriva un indecifrabile messaggio attraverso i cuscini.
“Ah ora capisco tutto” dice sedendosi sul letto e accarezzandomi la testa “Tutto bene?” mi domanda. Non sento ironia tra le sue parole.
Scuoto la testa e mi giro “E’ un grandissimo stupido” gli rispondo mentre appoggio la testa sulla sua spalla “Non riuscirebbe a capire che mi piace neanche se lo scrivessi sul muro di casa sua”.
“Tesoro sono tutti così i ragazzi”mi dice accarezzandomi i capelli così simili ai suoi. Ispiro il profumo dei suoi capelli e mi rilasso immediatamente. Profumano di latte di mandorle.
“Sai, anche a me è successa la stessa cosa con Baba” continua lui.
“Davvero?”  chiedo io triste con Midnight che mi guarda sorridendo.
“Certo” risponde lui mentre continua ad accarezzarmi “Milo era il migliore amico ma quando Linette se ne andò, incomincia a non vederlo più solo come un amico” inizia a raccontare “Nonostante fosse evidente che mi piacesse, era l’unico a non esserne accorto ed io provavo troppo imbarazzo a dirglielo”.
“Tu imbarazzato?” chiedo alzando la testa dalla sua spalla. Anche Mid lo guarda incredula.
“Guardate che anch’io sono umano” ci risponde fintamente offeso prima di continuare “La mia paura era di perdere la sua amicizia”.
“Ma cosa è successo alla fine” chiediamo in perfetta sincronia noi due.
“Quando ho dichiarato la mia omosessualità, lui mi è rimasto veramente vicino, come solo un vero amico fa” sentivamo la tristezza nella sua voce.
Papà parla raramente di questo periodo della sua vita. Già prima era molto riservato ma ciò permise alle sue barriere emotive di alzarsi ulteriormente.
“Capii quindi che se anche gli avessi rivelato i miei sentimenti, non avrei perso la sua amicizia. Il giorno dopo mi feci forza e andai a casa sua. Quando apri la porta, non sapendo cosa dire, mi avvicinai e lo baciai” disse quasi imbarazzato.
“E poi?”  chiedemmo al massimo della curiosità.
“Lui ricambio il bacio” ci rispose sorridendo. Io e la Mid ricominciammo a respirare
“E poi sono successe altre cose che vi racconteremmo quando avrete compiuto diciotto anni” Milo spunto dalla porta con il suo solito ghigno sulla faccia.
“Quella parte potevi evitarla” disse Philo che era ancora seduto con me e Mid sul letto.
“Perché? E’ la parte migliore”disse malizioso Baba chinandosi a baciare papà.
“Porco” rispose papà sulle labbra a Milo
“Ma come. Fino ad adesso non hai fatto che dire di come io ero bello, bravo e gentile”.
“Hai detto bene, eri!”  gli risponde con un ghigno compiaciuto.
“Io do ragione a Philo” intervengo
“Anch’io”dice Midnight.
“Ah si” Baba si butta letteralmente su di noi incominciando a torturarci con la più tremenda delle torture: il solletico.
Riusciamo a scappare ma lui ci rincorre per tutta casa, fino a che non ci rifugiamo dietro a Philo.
“Mid stasera ti va di rimanere a dormire da noi?”  propone papà.
“Con piacere” risponde lei cercando sempre di non farsi prendere da Baba.
“Ok allora Milo chiama i genitori di Midnight e chiedigli se può restare stanotte”ordina Philo a Baba, il quale, controvoglia, obbedisce.
Dopo aver avvisato i genitori di Mid, ci rifugiamo in camera mia aspettando di essere chiamate.
Quando chiudo la porta noto che ci ha seguito anche Aquarius, che non ci calcola minimamente e se ne va a giocare con Severus.
“Guarda che sei di compagnia” gli dico con una linguaccia e, non ho capito ancora come faccia, si gira e mi fulmina con lo sguardo.
Io ho paura di quel gatto. Pensandoci bene è perfetto per Philo.
Ci sediamo sul letto mentre i gatti giocano nelle torrette.
Dopo aver parlato per quasi un’ora, arriviamo al fatidico argomento.
“Secondo te che devo fare?”  la cosa bella di Midnight è che puoi dirle e chiederle di tutto e lei non ti giudicherà mai.
Vi giuro che non so dove sarei se non avessi incontrato lei.
“La risposta te l’ha già data tuo padre” mi risponde tranquilla “Vai da lui, non baciarlo, ma spiegagli ciò che provi per lui”.
“Sarà…” dico abbassando la testa sconsolata.
Lei che intuisce la mia preoccupazione mi mette una mano sulla spalla e aggiunge con una calma che la contraddistingue “Se è un vero amico, capirà”.
Vediamo spuntare una chioma bionda dalla porta.
“E’ pronto da mangiare” ci informa “Philo ha preparato il polpettone”.
Non puoi dire di esserti goduto la vita se non hai mai assaggiato il polpettone di Camus d’Alembert. Vi posso assicurare che è fantastico.
Io e Midnight ci sediamo a tavola e accendiamo la tv. C’è il notiziario. Parlano di un incendio.
“E’ scoppiato nel pomeriggio un grave incendio che ha colpito un’intera palazzina” anche Baba si siede a tavola per ascoltare la notizia.
Nei video si vede un enorme palazzo completamente invaso dalle fiamme. Non so perché ma mi è familiare e noto che lo è anche per Milo, poiché a un tratto impallidisce.
“Si presume che la possibile causa che ha scatenato l’incendio sia una sigaretta lasciata accesa la quale, dalle tende di una stanza, ha dato fuoco all’ appartamento del quarto piano, divagando infine per l’intero condominio”
A casa nostra fumare è un tabù. La nonna ci lincerebbe.
“Sono stati messi in salvo tutti i condomini tranne un’anziana signora che non ha fatto in tempo a scappare”.
Successe tutto in attimo.
La foto sul televisore della vittima di quel disastro.
Un tonfo dietro di noi.
Ci voltiamo e vediamo papà con le mani ancora alzate ma la teglia è ormai caduta.
Papà si accascia per terra, come se le sue forze fossero improvvisamente sparite e sul suo viso vediamo scendere, prima una, poi due lacrime, che si ostinano a scendere sempre più veloce.
“Non è possibile” sentiamo uscire dalle sue labbra solo un flebile sussurro. Scuote la testa “No no no”ripete scuotendola sempre più velocemente. Si porta le mani alle orecchie come per cancellare ciò che ha sentito.
Milo, che appena papà si era accasciato, si era alzato spaventato, ora era inginocchiato accanto al lui e lo stringe, gli accarezza i capelli per calmarlo.
Io e Midnight siamo immobili, come paralizzate.
Io giro la testa verso la tv. Vedo il presentatore muovere le labbra, ma solo una cosa arriva alle mie orecchie.
“Il suo nome era Camille d’Alembert”.
Ke ve ne pare?

Recensioni-


*1196*_ sono contenta ke ti piaccia! In realtà Patty (Cassandra) è na mia versionein n mondo parallelo!

*Roll*_ Il tuo giudizio è molto imp lo sai. La scena di Camus è come mi svelano a me veramente. X la foto stavo seriamente pensando di fare dei disegni. Ki lo sa...
Grz x lo striscione.Baci anke a te nee-chan.

*Ai91*_Non dirmi così ke sennò mi monto la testa! No seriamente, mi fa piacere ke apprezzi la storia

*Ladie Katjie*_ Grazie o///o anche la tua storia è carina!

*miloxcamus*_ Loro tre son fantastici è vero? Non posso ankora dirti il motivo, ma Milo li ha lasciati sl xkè Camille doveva dire una cosa molto importante a Camus. nn dico + nnt



Ringrazio i preferiti_ Ladie Katjie e Mymoon96

e le seguite_ aoede, Ladie Katjie, roll, sesshoyue e Yami Hihara


Alla prossima......

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Capitolo 4
*** †Il funerale† ***


Eccoci al  III capitolo, car lettori!! Mi dispiace per il ritardo ma ho avuto molto da fare...
Questo capitolo è dedicato (oltre che a M.P.S.) a Tim Tom uno degli amici migliori che io potessi mai avere.
Ed ora, bando alle ciance e datevi alla lettura!!!


Capitolo III

E’ certo che, in una situazione normale, sarei felicissima di poter andare in un qualsiasi posto dove il vestito nero sia d’obbligo morale. Ma questa non è una situazione normale.
Mia nonna è morta. Mia nonna è morta ed io l’ho saputo dall’omino stupido che conduce il notiziario.
Non potete immaginare come mi sono sentita nel vedere mio padre così sconvolto. Non immaginavo neanche potesse piangere.
Ed io cosa ho fatto: niente. Non ho pianto, non ho detto niente, non ho confortato mio padre. Niente.
E’ dal giorno della notizia che non parlo e mangio il minimo indispensabile per restare in piedi, anche se in realtà passo tutto il tempo stesa sul mio letto.
Sono completamente assente. Baba e Philo sono molto preoccupati.
Guarda a cosa mi sono ridotta. Far preoccupare mio padre per me nonostante lui sia quello messo peggio.
"Sei un'egoista" l'unico giudizio uscito dal mio cervello.
Oggi è il giorno del funerale. La nonna voleva essere seppellita vicino al lago, accanto al nonno, che è morto in guerra, e lì, abbiamo deciso di seppellirla.
Sono in camera mia seduta sul letto, già pronta. Mi sono messa il mio vestito più bello per l’ultimo saluto alla nonna.
Vedo i miei genitori entrare in camera ma non dico niente.
“Cassandra sei sicura di voler venire al funerale?”  mi chiede Philo preoccupato mentre mi si inginocchia davanti.
“Se non te la senti, fa lo stesso” aggiunge Baba sedendosi accanto a me.
Camus prende le mie mani tra le sue e mi guarda negli occhi. Con la mano mi scosta una ciocca di capelli da viso e m’incomincia ad accarezzare la guancia.
“Tesoro che ti succede?”  mi chiede dolcemente ma capisco che è agitato. Quanto mi piace la sua voce.
Non rispondo.
Si siede anche lui sul letto e mi fa sedere sulle sue gambe. Appoggio la testa sul suo petto e Milo incomincia ad accarezzarmi la testa.
Che bella sensazione. Non è descrivibile ciò che provo tutte le volte che, tutti e tre, ci isoliamo per creare questi momenti solo per noi.
Sento le mie guance che piano piano s’inumidiscono. Sto piangendo.
Non mi è mai piaciuto piangere. Io non sono la persona forte e decisa che do l'impressione di essere e piangendo lo provo.
Philo mi stringe a se mentre continuo a piangere. Tra i miei singhiozzi passa il tempo senza che io me ne accorga.
Più tardi smetto di piangere ma non voglio abbandonare quella posizione così piacevole.
“Che ne dici di andare?”  mi chiede Philo dopo un po’.
“Ok” rispondo con un sospiro
“La prima parola dopo tre giorni” interviene Baba con un sorriso “Non ci speravo più”.
Mi metto a ridere e vedo Philo triste.
“Andiamo” gli dico stingendogli la mano.
Voi non potete immaginare come mi senta sollevata. sembrerà da stronza ma ho deciso di guardare oltre.
Così facendo spero di poter vedere questa giornata, non come un ultimo saluto, ma come una giornata per ricordare un grande donna che mi ha insegnato tanto.
"Ora è il mio turno" penso


Siamo arrivati al lago. Oggi è una bella giornata.
Andiamo incontro al gruppo di persone e vediamo che il prete non è ancora arrivato. Ci vengono incontro Midnight e Alexander.
Baba gli aveva detto delle magnifiche giornate che avevo passato perché appena Mid vede i miei occhi gonfi mi abbraccia forte.
“Grazie di essere venuta” le dico ricambiando l’abbraccio.
“Ciao Lex”lo saluto con un sorriso.
“Ciao, mi dispiace molto” dice chinandosi e dandomi un bacio sulla guancia.
Credo di aver assunto tutte le tonalità di rosso in quel momento.
“G-Grazie, mi fa piacere che tu sia venuto” rispondo imbarazzata. Lui mi sorride.
Per fortuna che tutti volevano porgerci le condoglianze, così non avrei dovuto discutere con un sogghignante Philo e un geloso Baba.
Nel mucchio vediamo anche Shaka, il migliori amico di Philo e il mio padrino (Tengo a sottolineare che mia madre a obbligato Philo a farmi battezzare).
“Oh Camus mi dispiace” dice Shaka abbracciando Philo “Stai bene?” gli chiede.
“Tranquillo Shaka sto bene”risponde Philo
“Aolia dov’è? Non viene?” chiede Baba preoccupato. Aolia è il suo migliore amico e il fidanzato di Shaka. Loro stanno insieme da circa cinque anni e molto spesso vengono a cena da noi. Hanno un ristorante vicino a casa e a volte dopo scuola passo a salutarli.
“No tranquillo è solo che è dovuto passare al ristorante, Arriverà a momenti” risponde Shaka. “Ciao Cassandra” mi saluta con un affettuoso abbraccio.
“E a me piccolo mostro non mi saluti?” mi giro di scatto e vedo Aolia con un lieve sorriso sul volto.
“Tu non te lo meriti!”  gli rispondo con una smorfia.
Io e Aolia ci stuzzichiamo sempre. Da piccola giocavo sempre con lui e Baba a fare la lotta.
“Ciao Camus. Condoglianze” dice rivolto a papà. Dopo di che saluta Baba e bacia Shaka.
Sento una strana sensazione su di me. Già da quando sono arrivata ma non capisco che cosa sia.
Vedo Mid e Lex vicino a un albero che mi fanno segno di raggiungerli.
“Che succede?”  gli chiedo curiosa dopo averli raggiunti.
“Ti sto per dire una cosa ma mi prometti che non ti arrabbi?”  mi dice Mid, consapevole di come diventò quando mi arrabbio.
“Prometto, ma non capisco cosa potresti dirmi per farmi arrabbiare” chiedo leggermente divertita.

“Lasciami così vado lì e li ammazzo tutti uno a uno quei ..."  non faccio in tempo a finire che Philo mi tappa la bocca "Cassandra Andromeda, chi ti ha insegnato a parlare in questo modo?!"
Dopo che Mid mi aveva detto ciò che succedeva ero imbestialita. Lei aveva subito chiamato Baba e Philo che erano corsi per tenermi. Ora siamo tutti dietro agli alberi. Anche Shaka e Aolia ci hanno raggiunto.
“Calmati, non ha senso arrabbiarsi” mi dice Milo che, senza sforzo, mi sta tenendo sotto braccio. Manco fossi una borsa!
“Non ha senso?! Ma ti rendi conto di ciò che dicono tutti quei cretini?” inveisco contro tutti gli invitati.
Mid e Lex mi avevano detto che, da quando eravamo arrivati io e miei genitori, tutti avevano incominciato a guardarci male e che girando, tra la gente, avevano anche sentito parlare male di noi, del fatto che due omosessuali avessero una figlia e cose del genere.
Voi non sareste arrabbiati?
“Cassy avevi promesso che non ti saresti arrabbiata!”  puntualizza Lex.
Che adorabile idiota. Se non fosse così carino, gli avrei già spaccato la faccia.
Anche se controvoglia, mi calmo.
Milo mi mette a terra e non lo vedo per niente preoccupato.
Di Philo non posso dire lo stesso invece. Mi sembra molto triste.
Deve essersene accorto anche Milo perché gli posa una mano sul viso e sfoggia uno dei suoi fantastici sorrisi.
“Non preoccuparti”gli dice avvolgendolo in un abbraccio, che Philo subito ricambia “Non far caso a quello che dicono, ok?”  gli chiede staccandosi quel poco per vedere papà acconsentire.
“Non preoccupatevi, ci penso io a tappare la bocca a 'sti burini” dico io tutta trionfante “E senza usare le mani” Noto che mi guardano tutti straniti, tranne papà che è ancora assorto nei suoi pensieri.

E' arrivato il prete e ora sta pregando un qualche santo che probabilmente non conosco. Non mi sono mai particolarmente piaciute le funzioni religiose, infatti, il vero motivo per cui di solito mi reco in una chiesa è perché mi piace l'architettura.
“Ora, chi voglia pronunciare qualche parola a favore della povera defunta, è libero di farlo” pronuncia il prete con noncuranza.
Lancio un’occhiata a papà per vedere se vuole dire qualcosa. Milo mi guarda scuotendo la testa. Mi alzo dalla sedia e mi avvio verso il leggio.
“Prima di iniziare il mio discorso” incomincio a parlare con un tono di voce del tutto neutrale “Vorrei dire che trovo offensivo che al funerale di una persona meravigliosa mia nonna, siano venute delle persone senza ritegno, che preferiscono sparlare della mia situazione familiare piuttosto che rendere omaggio a una persona fantastica come lei”.
Metà delle persone presenti abbassarono lo sguardo.
“Prego quindi tutti di smettere di parlare di questi vani argomenti e dedicarsi al reale motivo per cui sono venuti qui”.
Lancia uno sguardo a Philo e Baba. Mi stanno sorridendo.
“Ora posso iniziare il mio discorso.”


Tutti sono andati via.
Aolia e Shaka ci hanno invitati domani a mangiare da loro.  Aioros, il fratello di Aolia, è tornato dalla Grecia con il suo fidanzato e vorrebbe rivederci.
L'ultima volta che l'ho visto avrò avuto otto anni e già sapevo che anche lui fosse omosessuale.
Philo e Baba sono tornati a casa mentre io sono ancora qui con Lex e Mid. Volevo rimanere ancora un po’ davanti alla tomba.
Stasera loro due mi hanno organizzato un festicciola a casa di Lex, solo noi tre.
Ci dirigiamo verso casa sua e arriviamo in pochissimo tempo.
Non abbiamo fame e quindi ci infiliamo subito in camera.
Questa stanza la conosco oramai a memoria. E' da quando siamo piccoli che noi tre organizziamo delle serate a casa nostra e quindi siamo quasi di casa.
Incominciamo a parlare del più e del meno quando arrivo alla fatidica domanda.
“Ma chi è Jennifer?” chiedo leggermente triste ad Alexander, che come al solito non si accorge del mio tono di voce.
“Chi?” dice sorpreso.
Io lo ammazzo.
“Jennifer, la ragazza di cui parli nel blog!”interviene Mid per darmi appoggio, anche se credo che pure lei sia molto curiosa.
“E' la tua... ragazza?”chiedo con un punta di acidità.
“Ma no cosa avete capito”dice lui scoppiando in una risata.
Il quel momento mi sono sentita molto leggera.
“Jennifer è mia cugina più grande. Lei mi prende sempre in giro e mi chiama Tesoro!”puntualizza lui dopo aver smesso di ridere.
Improvvisamente io e Mid ci alziamo dal tappeto dove ci eravamo appollaiati per parlare. Dal letto prendiamo due cuscini. Lex che ci guarda con uno sguardo tra il stranito e lo spaventato.
“Dopo questo equivoco”dico con voce spettrale.
“Ti sei meritato una punizione”continua Midnight e incominciamo a riempirlo di botte con i cuscini.
Passai il resto del tempo a ridere e scherzare, dimenticando il reale motivo della serata.








Che ne dite? Piaciuta? Spero di sì!!!
Voglio dire grazie a tutti quelli che seguono pazientemente la mia storia, grazie!!!
Ed ora... i Saluti!!!
Ringrazio le preferite (Ladie Katjie e Mymoon96) e le Seguite (Ladie Katjie, roll, aoede, sesshoyue e Yami Hihara)


 Ladie Katjie_  Fidati, credo che tutti vogliano consolare Camus, anche io vorrei ma è pur sempre mio padre!!! Dannato incesto.

Ai91_  Anche a me è dispiaciuta la morte di nonna, per la sigaretta invece ti posso assicurare che è puramente casuale!

miloxcamus_  Perdonami, lo so che Camus che piange è alquanto sconcertante, il fatto poi di scoprire che tua madre è morta dall'omino cretino del TG nn migliora la situazione XD!!
I capricci stile Milo sono un colpo basso però posso assicurarti che la tua curiosità sarà presto accontentata!

roll_  Sorellina, ormai è tutto risolto tranquilla! Noi corriamo, ma tu continui e io mi stanco però XD! Sai che nonna Camille è ispirata a mio Zio (lo zio è la persona con la mentalità più aperta che conosca)!!! Visto che tu sei come la madrina di questa storia, sarai prima a sapere glii aggiornamenti XD  XD!!!



Alla prossima

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Capitolo 5
*** †L' incontro inatteso† ***


Ed eccoci finalmente al nuovo capitolo, vi sono mancata?

Chiedo umilmente perdono per il mostruoso ritardo con cui posto i capitoli, ma ho avuto un calo di idee -_-"

Da questo capitolo arriveranno nuovi personaggi e inattese sorprese.

Che altro dire... buona lettura!


Capitolo IV




Apro piano gli occhi. E' da un po’ che sono sveglia ma non riesco a riprendere sonno.
La stanza è buia e non vedo molto.
So di essere sul letto: buon inizio.
Sento qualcosa che mi schiaccia. Ci metto poco a capire che è il braccio di Lex.
Aspetta, aspetta..... Mi sta abbracciando?
Di primo impulso vorrei staccarmi, ma ragiono e mi accoccolo tra le sue braccia.
Perché rifiutare?
Mid è davanti a me, girata verso il comodino.
Come sto bene in questo momento. E’ un po’ come quando dormo con i miei. Mi sento … protetta.
Mid si gira e vedo che è sveglia.
“Non credi che approfittarne sia sbagliato?” mi chiede piano alzando un sopracciglio.
“Per niente” rispondo soddisfatta.
La porta si apre piano ed entra la mamma di Alexander nella stanza.
Non mi preoccupa il fatto che mi veda abbracciata a lui.
A proposito guarda chi c'è con lei, Baba...... Ho cavolo! Allora si che la mia opinione cambia!
Vi chiederete cosa ci sia di strano … voi non conoscete mio padre!
Io sono la sua piccola principessa. Gli unici uomini della mia vita devono essere lui e Philo.
Quindi, se mi vede con un essere umano maschio che non sia Philo, scatta la classica e maniacale paranoia da papà.
Nonostante non abbia nessun legame biologico con me, Baba non si è fatto scrupoli ad aiutare me e Philo nel momento del bisogno.
Da quel momento mi ha trattata come se fossi sua figlia, senza farmi mai mancare niente. Gli devo moltissimo.
Fatto sta però che in questo momento, la vita di Lex è in serio pericolo, mentre lui dorme sereno ignaro della grave situazione.
“Preparati su, che siamo in ritardo” mi dice Baba sorridendo mentre esce dalla porta.
Aspetta un attimo … sorride?
Io e Mid, siamo scioccate. Lei come me si aspettava la scenata … Che non c’è stata!!!
Anzi sorrideva.
Qualcosa proprio non andava.
Ci scambiamo uno sguardo perplesso.


Nella leggendaria Punto verde la tensione è alle stelle.
E’ da quando siamo partiti che nessuno di noi due apre bocca.
“Lui ti piace?” è papà il primo a rompere il silenzio.
“Di chi parli” rispondo facendo finta di niente.
“Sai benissimo a chi mi riferisco” risponde lui.
“E’ così evidente?” chiedo imbarazzata. Sono abituata ad affrontare questi argomenti con Camus.
“Eccome” risponde ridendo “A dire il vero, non capisco come Alexander non se ne sia ancora accorto”
“In realtà se lo chiede chiunque, tranquillo” affermo sospirando
“Comunque …” ci fermiamo al semaforo e Baba mi guarda negli occhi “E’ una cosa seria?”
"Non lo so ancora" gli confido con la testa bassa.
“L’importante è che tu sia felice” mi dice accarezzandomi la testa.
“Ci conviene muoverci” sentenzia guardando l’orologio “Dobbiamo anche passare a prendere Camus a casa”.
“D’accordo” rispondo felice per la chiacchierata.
Arriviamo dal portone.
“Grazie papà”
“Nulla sarà mai troppo per la mia principessa” mi risponde dandomi un bacio sulla fronte.

Salita in casa non vedo Philo, ma so perfettamente dov’è.
Nell’atelier.
Philo adora passare le giornate in quella stanza a dipingere.
“Vai tu a chiamarlo?” mi chiede Baba aprendo il frigo.
“Ok” rispondo mentre vado verso l’atelier. Per arrivarci bisogna passare per un corridoio con solo due porte: una per l’atelier, mentre l’altra porta allo studio di Baba.
Busso alla porta.
“Avanti” la voce di Philo mi sembra un po’ affaticata.
“Papà sei pronto?” gli chiedo entrando nella stanza “Dobbiamo andare a mangiare da Shaka e non voglio nemmeno immaginare a cosa mi sottoporrà Aolia se non arrivo puntuale” un brivido mi percorre la schiena ripensando all’ultima volta che sono arrivata in ritardo.
“Dannazione di già?” dice Philo sconvolto, mentre copre con un telo il quadro sul quale stava lavorando.
“Che stai dipingendo?” chiedo avvicinandomi furtiva alla tela.
I lavori di mio padre sono stupendi. Quando ero piccola mi portava nell’atelier e mi faceva disegnare sulle tele con lui, cosa che ancora mi fa fare. Non ha mai buttato una di quelle tele, le conserva tutte. Dice che è come se fossero pagine di un diario che racconta la nostra vita insieme e che vuole conservare quei ricordi.
“Sorpresa” mi informa mettendosi tra me e il cavalletto
“Come sorpresa? Io voglio vedere” protesto sbuffando.
“Mi dispiace principessa ma dovrai aspettare ancora un po’” mi dice accarezzandomi i capelli.
“E’ ingiusto comunque”continuo a lamentarmi mentre torniamo in sala.
“Papà, Philo non mi vuol dire cosa sta dipingendo. Dice che è una sorpresa” forse lamentandomi con Baba ottengo qualcosa.
Ho la convinzione di essere l’esempio lampante dell’avere 40 anni ma non sentirli … Mi comporto come una bimba cretina di 5 anni insomma!!
Milo, che intanto si era seduto sul divano e beveva il caffè, ci guardo sorpreso
“Intendi quella sorpresa?” domanda a Philo che annuisce.
“Tu!” mi butto letteralmente sul bracciolo del divano e lo minaccio con un dito “Cosa sai che io non so?”
“Perché non me lo vuoi dire, il tuo silenzio mi fa soffrire!” incomincia a canticchiare Milo.
Non lo sta facendo, vero?
“Una folle curiosità mi ha oramai presa ma non ci posso fare niente perché quella è una sorpresa!” continua Camus
“Ok. Ok avete vinto ma vi prego non lo fate mai più” esclamo sul punto di una crisi, alzando le mani in segno di resa.
“Perché? Ti piaceva tanto questa canzone?” mi chiede un sogghignante Milo alzandosi e andando vicino a Philo. Lui d’altro canto sta disperatamente cercando di non ridere.
“Avevo 3 anni! E per la cronaca, non mi piaceva: soffrivo in silenzio” rispondo abbassando la testa afflitta “mi avete segnato l’infanzia con quella canzoncina”
Questo … FANTASTICO motivetto è la cosa che forse non sopporto di più al mondo.
Da piccola, come adesso in realtà, sono sempre stata molto curiosa. Questi due traditori allora mi cantavano questa filastrocca e, chiediamoci anche il perché, la mia curiosità (insieme alla mia voglia di vivere) spariva. Voi non avete idea di quante volte ho provato a strozzarmi con i calzini!
“Se avete finito di attentare alla mia vita potremo andare” propongo indicando la porta “Devo ricordarvi che anche Aolia attenterà alla mia vita se arriviamo in ritardo?”
“Non credi di esagerare?”chiede Philo scettico “ Per di più ci dobbiamo vedere da loro a mezzogiorno. Siamo in tempo”
“Forse hai ragione” dico più a me stessa che a loro “E poi cosa potrebbe mai succedermi?” mi convinco scendendo di corsa le scale. La precauzione non è mai troppa.

“Chi è?” chiede la voce dall’interfono
“Siamo noi Shaka” rispondo al citofono “Dove è Aolia?” chiedo non poco spaventata.
“E di la che prepara, ma salite. Starete morendo di freddo” risponde preoccupato
“Appunto”conferma un Baba tremante. Milo non regge molto le temperature invernali, essendo cresciuto in Grecia.
Saliamo le scale e ad accoglierci c’è Shaka che cerca di reprimere una risata.
“Perché ridi?” chiedo dopo essere entrata ed essermi levata tutto l’armentario con cui i miei genitori mi coprono per uscire.
“Perché è mezzogiorno e cinque” risponde con una mano sulla bocca.
“E’ dietro di me vero?” Shaka, Baba e Philo annuiscono.
Mi giro lentamente, una figura enorme con un grembiule addosso e una padella in mano mi sovrasta.
“Bel grembiule” cerco di sdrammatizzare indicando i simpatici leoncini che ricoprono il grembiule.
Non mi chiedete come, ma in un nano secondo mi ritrovo sulle spalle di Aolia lottando per non essere uccisa.
Intanto papà si era seduto con Baba e Shaka sul divano.
Suona il citofono e Shaka si alza per aprire mentre noi, noncuranti dell’arrivo degli ospiti, continuiamo a suonarcele.
“Aolia cosa stai facendo alla nostra principessina?” chiede ridendo Aiolos entrando dalla porta.
“Aiolos!!”urlo mentre Aolia mi fa quasi cadere dalle sue spalle “Tranquillo. Come al solito Aolia non ha speranze contro di me”.
Tutti si mettono a ridere.
“Guardate che è vero!” dico a mia difesa.
“Milo, Camus come state?” domanda sereno come suo solito mentre saluta i miei.
“Ti decidi ad entrare?”chiede indirizzato alla porta d’ingresso.
“Eccomi eccomi, pulivo le scarpe dalla neve” dice il nuovo arrivato entrando.
Io e Aolia ci fermiamo. Camus sembra, anzi, è sul punto di esplodere.
“Tu …” dice con un tono di disprezzo che non ho mai sentito uscire dalla sua bocca.
“Camus?” risponde a sua volta il novizio, sconvolto dalla presenza di papà.
Milo lo tiene, come per calmarlo, per un braccio. Anche lui non mostra cortesia, tutt’altro.
“Milo?” chiede l’ospite.
“Sei sorpreso di vederci insieme?”chiede Baba sprezzante. E’ arrabbiato. Lo vedo. Solo io e Philo sappiamo definire questo suo stato d’animo.
Nella stanza siamo tutti sconvolti. Come spettatori impotenti davanti a quella scena. Una vecchia ferita che sembrava guarita, sembra essere stata riaperta. Da quanto ho capito quello era il fidanzato di Aiolos. Lui d’altro canto, non sembra scioccato, più che altro spavento. Credo che lui sappia cosa succede, e per questo, abbia paura della reazione.
“Papà che succede?” chiedo mettendomi tra Baba e Philo.
“Papà? Lei è Cassandra?”
“Si. E’ mia figlia. Mia e di quella puttana di Linette” Urla. Non ho mai visto Philo così arrabbiato. Non aveva mai parlato così di mia madre. La cosa non mi da fastidio. E’ solo strana.
“E indovina un po’? Se ne andata, anche lei. Come te!”Rabbia, l’unica cosa che leggo nei suoi occhi.
Sembra che Philo stia facendo uscire tutto ciò che deve aver represso per anni
“Questo Cassandra …”mi dice indicando l’uomo vicino ad Aiolos “Questo è Saga d’Alembert, tuo zio nonché quello che per me è stato uno schifo di fratello”.
La scena era cambiata. Ora tutti eravamo nella storia.
Come in una grande opera dove la vita di un personaggio si aggiunge a quella di altri, in modi diversi per ciascuno.
Le nostre reazioni furono simile e diverse, per dei motivi che ognuno sapeva valere solo per se stesso.
Noto la varietà di emozioni che mi circondano: rabbia, delusione, stupore, dispiacere, tristezza.
Shaka, che fino a quel momento era rimasto distante sentendosi quasi di troppo in casa propria, ora è sconvolto. Ha le mani sul viso, come a non voler credere a ciò che sentiva. Essendo il migliore amico di papà, dovrà conoscere la storia a memoria presumo.
Aolia mi pare sconvolto. Si, ma a quel sentimento si mischia anche la rabbia, come se anche a lui fosse stato fatto un torto.
Io invece sono diventata la protagonista di quella tragica scena. Al centro di quell’irreale palcoscenico, io e quell’uomo che, in un secondo, ha interrotto bruscamente la mia serena routine.
Uno di fronte all’altro. Lui dispiaciuto con lo sguardo di chi vuole spiegare. Io desiderosa di sapere la verità.
Un ghigno mi spunta sul viso.
“Finalmente pane per i miei denti” dalla mia bocca esce un sussurro che, dagli sguardi stupiti che mi vengono rivolti,capisco essere arrivato a tutti.

Piaciuto questo capitolo?
E ora i ringraziamenti:
miloxcamus_  grazie per la pazienza, mi dispiace ma non ce la faccio proprio a essere puntuale XP  Comunque non ti preoccupare la loro è una coppia che non avrà molte sbandate nella storia... per adesso. E poi...... voglio anche io un bazuka!!!!
Ladie Katjie_ Entra pure nella nostra oramai immensa famiglia. uno in più sta sempre bene.


Alla prossima

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Capitolo 6
*** + Rivelazioni (I parte) ***


Chiedo infinitamente scusa a tutti voi... non ho aggiornato a causa di mancanza di ispirazione. 

(Tutta colpa della tua mente perversa -_-" ndCamus) (Povera piccola, non trattarla così solo perchè sei arrabbiato con Saga  è_é ndMilo) (grazie Baba ç_ç ndMe) (Di niente principessa ^_^ ndMilo)

Cioè... l'idea c'era ma non sapevo come metterla scritta. 

Non so cosa mi sia preso in realtà

Perdono ç_ç

Questa è la prima parte di un capitolo, La seconda arriverà in seguito.

Entro fine mese vorrei riuscire anche a mettere il capitolo dell'altra mia storia e forse, in coincidenza con il mio compleanno metterò una nuova storia. (non vi assicuro nulla)

Che dire buona lettura.

Capitolo V

Nella stanza regnava indiscusso il silenzio.
Papà aveva portato Philo fuori, prima che potesse nuocere a qualcuno (e fidatevi se vi dico che può nuocere eccome).
Noi, in assoluto silenzio, mischiato a un lieve imbarazzo, ci eravamo messi a sedere. Shaka, Aolia e Aiolos sul divano mentre io e Saga sulle poltrone.
Faccia a faccia. uno di fronte all'altro.
A prima vista Saga mi sembra essersi rilassato.
Quel silenzio mi dava fastidio quindi fui la prima a parlare.
“Così ..” inizio attirando l’attenzione di tutti “Tu saresti mio zio?”. Nella mia voce una tranquillità assurda data la situazione, ma non ci posso fare niente. Non mi sento per nulla a disagio.
“Così pare” mi risponde continuando a guardarmi. Tiene le gambe accavallate e le mani unite davanti al viso. E’ sicuro di se e di ciò che fa.
“Mi piaci” ammetto con un ghigno sul viso.
“Mi sento lusingato” risponde imitando un inchino. “E lo sarei ancora di più se anche i tuo padre e Milo la pensassero come te?”. Una vena di rimorso e malinconia è celata nella sua voce
“Philo ti odia a morte, lo sai? Almeno da come mi ha raccontato di te...” gli confesso. In realtà non capisco l'odio di Baba nei suoi confronti.
Ok. Indirettamente anche lui era colpito, ma insomma. Quello sguardo... non era il solito Baba, sorridente e allegro, a cui ero abituata.
“Che cosa sai?” mi chiede praticamente immobile. Non è arrabbiato per il mio intervento, sembra più che altro curioso.
“Saga d’Alembert. Fratello di mio padre, Camus d'Alambert, e fidanzato di Aiolos, fratello del migliore amico di Milo, il compagno di mio padre” rispondo tutto d'un fiato abbandonandomi sulla poltrona . Tutto posso dire tranne che la mia  sia una vita normale.
I miei genitori sono una coppia gay che alleva una figlia di 14 anni. Camus, il mio padre biologico, ha appena perso una delle persone più importati per lui, mia nonna Camille, e meno di un'ora fa aveva rivisto il suo "adorato fratellone" per cui provava e prova tutt'ora un' odio assurdo.
La cosa più normale che mi sia mai capitata è aver adottato un gatto nero e verde e averlo chiamato Severus... lascio a voi immaginare!
“Come hai capito che era lui il mio fidanzato?” mi chiede Aiolos curioso, che fino ad allora aveva assistito al piacevole dialogo.
“Osservandovi e impossibile non vederlo. Durante il battibecco con papà non facevate altro che osservarvi e, nonostante la distanza tra di voi fosse quasi nulla, cercavate di avvicinarvi sempre più, invadendo lo spazio personale dell’altro come se fosse una normale azione quotidiana”.
Mi guardarono tutti con un sguardo sorpreso.
Tutti tranne Shaka che emise una leggera risata, quasi cristallina. Lui mi ha insegnato a ‘osservare’. Mi diceva sempre che non basta mai ascoltare, perché le cose più importanti sono quelle non dette.
“Comunque …” dico schiarendomi la voce per risvegliare tutti da quello che sembrava essere uno stato catatonico “So che quando papà ha fatto coming out tu sei sparito mentre prima vivevi con lui e la nonna Ca....” la frase piano piano mi muore in gola, finendo col divenire un flebile sussurro.
Sento una piccola e solitaria lacrima attraversarmi le guance.
Odio piangere dannazione. Soprattutto, odio piangere in pubblico!
Non un singhiozzo. niente. Solo io ferma immobile e le lacrime che scendono.
Shaka si alza e si siede accanto a me stringendomi in un abbraccio.
“Va tutto bene” mi sussurra all’orecchio, mentre mi accarezza i capelli. Sento il suo odore. E' diverso da quello di papà, ma lo stesso buono. Sembra odor di spezie.
“Che succede?” chiede Saga in bilico sulla poltrona, indeciso se sedersi o venire da me. E’ preoccupato si, sono pur sempre sua nipote, ma data la situazione, ammetto che neanche io saprei cosa fare.
“Scusatemi” l’unica parola che riesco a dire prima di attraversare la portafinestra e andare sul terrazzino.
Chiudo la porta alle mie spalle e mi ci appoggio un attimo. Quando si chiude quella porta, ogni rumore svanisce. Do un’occhiata dentro: Shaka sembra intento a spiegare qualcosa a Saga.
Mi appoggio alla ringhiere con le braccia conserte. Mi è sempre piaciuto quel terrazzino. Piccolo con tantissime piante.
Non ci sono molte cose. Un tavolino, piante dappertutto, alcuni disegni miei e di papà appesi al muro e un piccolo dondolo per due.
E' tutto così semplice.
Una sorriso mi esce spontaneo.
Semplice.
Una parola troppo complicata per me.
Mi stendo sul dondolo e poggio un braccio sugli occhi.
Possibile che parlare di lei mi faccia ancora questo effetto?
Credevo di aver superato il problema. A quanto pare nemmeno io posso ingannare il tempo. Devo aspettare. Che lo voglia o no.
Non ho mai brillato per pazienza, me lo dicono sempre tutti.
Sto così per non so quanto tempo. In silenzio, senza pensare, parlare. Non mi muovo nemmeno.
“Cassandra” Saga si affaccia dalla portafinestra “Posso?”
Uno sguardo mi cade sull'orologio all'interno. Sono rimasta lì per ben un'ora.
Apro gli occhi e lo osservo.
Anche se cerca di nasconderlo vedo che ha pianto. Come negarglielo.
Non deve essere una cosa facile da accettare la morte della propria madre, anche se è da anni che non la vedi.
Chissà perché ma quella parola, "mamma", non riesco a sentirla familiare.
Con un cenno della testa annuisco e mi metto a sedere, permettendo anche a lui di sedersi.
“Come stai?”mi chiede sedendomi accanto.
Si preoccupa per me....
“Dovrei essere io a chiederlo”
“Si vede così tanto?” mi chiede.
“Abbastanza” confesso mentre un lieve sorriso mi compare sul volto.
“Dannazione” sbuffa mentre si strofina gli occhi con il palmo della mano “Odio piangere”
'Benvenuto nel club' mi ritrovo a pensare
“Anche io” ammetto guardandolo “mostra quanto siamo deboli in realtà...”
“...e rivela la parte peggiore di noi” continua ridendo appena.
“Devo ammettere che siamo molto simili” gli sorrido.
“Non dirlo nemmeno” dice alzando le braccia ridendo“Se ti sentisse Camus ti ucciderebbe!”
“Non ti sopporta” gli confido “Per molto tempo non parlava nemmeno di te”
“Immagino” sospira “Dal suo punto di vista tutto ciò deve essere stato terribile ”
“Qual'è il tuo punto di vista invece?” chiedo curiosa
“Come mai lo vuoi sapere?” mi domanda guardando fisso davanti a se. Nella sua voce non sento niente. E'... vuota.
“Vorrei avere un'altra versione della storia” ammetto guardando avanti.
“Io e tuo padre siamo sempre andati d'accordo” incomincia a raccontare e nella sua voce sento nostalgia
“Dopo la morte di nostro padre, sono diventato la sua figura di riferimento. Cercava sempre di stupirmi.
Era orgoglioso di me. Si vantava sempre a scuola di essere mio fratello, come se io fossi l'essere perfetto"
“Non poteva immaginare però che il suo "glorioso" fratellone fosse omosessuale” in quel momento Saga mi sembrava sull'orlo di uno svenimento. Deve essere stato difficile pure per lui “Non glielo dissi mai in realtà, glielo nascosi per paura di sfigurare davanti a lui” confessa ridendo per il nervoso.
“Camus aveva sempre avuto difficoltà a fare amicizia con gli altri bambini e così divenne freddo è distaccato. La maggior parte delle giornate le passava con me, se non da solo.
Alle medie però conobbe Milo è divennero subito amici”
Risi. potevo immaginare la scena. Un Philo versione scolastica, primo della classe, alle prese con un un esagitato Baba, casinista per natura.
"Non ebbi mai niente da obbiettare sulla loro amicizia, anzi ero grato a Milo" ammise Saga "Lui riusciva a far ridere con disinvoltura Camus, Cosa difficile pure a me.
Camus divenne tutt'altra persona. Incontrò anche Linette, tua madre" si girò verso di me. Una silenziosa domanda nel suo sguardo, coma ha chiedermi il permesso di poter parlare di lei.
"Tranquillo, non mi pesa minimamente. Non è nulla per me" dissi invitandolo ad andare avanti.
"Camus voleva bene a Linette ma non so se si potesse parlare di amore" prosegui lui
"E poi sei nata tu" mi guardo con uno sguardo carico di affetto.
"Tutti si innamoravano a prima vista di te, eri bellissima. Una principessina diceva Milo" disse con un sorriso sul volto.
'Classico di Baba' penso
"Eri la gioia di tuo padre, tu eri la felicità che aveva sempre desiderato. E sai una cosa? Il tuo secondo nome lo scelto io!"
"Davvero?"
"Si e mi stupisco che tuo padre non te l'abbia levato" ammette ridendo.
"Come mai Andromeda?" chiedo curiosa
"Perché Andromeda significa sacrificio" spiegò lui "Tu sei la miglior ricompensa per tuo padre, per tutto quel che ha patito"
"Poi venne il giorno.." non riuscì a finire la frase.
"Che giorno?" chiesi preoccupata.
"il giorno in cui tuo padre venne a parlarci... Io e nostra madre eravamo in salotto...

o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_o_O_

"Mi hai chiamato?" un ragazzo sulla ventina si sedette sul piccolo divano, davanti alla donna a cui era rivolta la domanda.
La guardò. Sembrava sconvolta.
"Mamma tutto bene?" chiese preoccupato il figlio prendendole una mano.
"Oggi ho pulito lo studio" incominciò lei
'Come sempre...' si ritrovo a pensare il ragazzo.
Nonostante quello fosse lo studio del padre veniva regolarmente pulito da quando lui era morto. E' per sentirlo ancora vicino gli diceva la madre come se lui lo tenesse nel suo solito disordine.
"Mentre spolveravo una delle penne è caduta dietro la scrivania" la donna pareva in procinto di collassare da un momento all'altro.
"Ho spostato la scrivania dal muro e dietro vi ho trovato una scatola"
Saga sembrava non capire. Tutto sommato non gli piaceva quella situazione.
"Dentro la scatola..." non pote finire la frase, poiché entrò nella stanza una terza figura. Teneva la testa bassa e i lunghi capelli impedivano di vederne il viso. Sembrava un condannato che lentamente si avvicinava alla sua fine.  Una mano gli teneva la fronte, come se pensasse  come poter dire qualcosa senza turbare troppo i suoi prossimi interlocutori.
"Scusatemi" disse piano alzando la testa. piano piano sembrava acquisire fiducia. Ma veramente poca intendiamoci.
"Camus tesoro tutto a posto? E' successo qualcosa alla bambina" fece la madre con fare apprensivo. il ragazzo scosse leggermente il capo.
"Mamma. Saga" disse guardando la prima e abbassando nuovamente il volto sotto lo sguardo del fratello "Devo dirvi una cosa..."
"Camus, non è il momento" disse il maggiore tornando a interessarsi alla madre.
"Ma ..." iniziò il più piccolo senza però avere il tempo di finire.
"Stavo parlando con la mamma" rispose secco Saga "Quando avremo finito potrai dire tutto ciò che vuoi"
"Ma Saga è importante!" disse il ragazzo dai capelli rossi
"Cosa ci può essere di così importante?" urlò alzandosi dal divano e braccandosi davanti al fratello che lo osservava terrorizzato.
"Hai visto come sta mamma" stava alzando la voce e sinceramente non gli importava "Mi stava dicendo, facendo inoltre fatica, una cosa importante che probabilmente le fa fatica confessare e poi arrivi tu e pretendi che..."
"Saga. Io sono gay" urlò il rosso coprendo la voce del fratello che non riuscì a finire la frase
Il silenzio divenne padrone della stanza...
Camille seduta sul divano era, non sconvolta, più che altro preoccupata, di ciò che aveva appena udito.
Camus si portò le mani davanti alla bocca, come a voler cancellare ciò che aveva appena detto.
e poi?
e poi c'era Saga che stava immobile in mezzo alla stanza.

Angolo remoto del mio cervello malato_

Povero Camus... nessuno lo vuole ascoltare e poi è logico che urla u_u

CHe ne dite.... il seguito lo scoprirete nel prossimo cap.

E ora... i commenti *_*

Andry_chan :    Anche a me succede a volte ^_^ Ci credi che sei l'unica ad avermi chiesto di Kanon o_O? Chi sa magari nella scatola c'era qualcosa.....

Ladie Katjie :     Loro due fratelli mi sono venuti spontanei, non so neanche io perchè.
In realtà l'effetto suapence non capita nemmeno per mia volontà, ma sono contenta che ti piaccia

miloxcamus  :      Buonsalve cara ^_^ eccomi qui. scusa ancora per il ritardo ç_ç
Spero ti sia piaciuta l'idea di un Saga fratellone. Anche se mi impietosisci io sono infida *gnigno malefico*
No ske... comunque nella seconda parte si saprà cosa è realmente successo e perchè SAga se ne andato.



Che altro dire se non.... Arrivederci a tutti quanti e fate tanti sogni yaoi =3

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