In un momento d'ispirazione

di lmpaoli94
(/viewuser.php?uid=975081)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Amare incondizionatamente ***
Capitolo 2: *** Cominciare a disegnare per scrivere la nostra storia ***
Capitolo 3: *** E' solo l'inizio... ***



Capitolo 1
*** Amare incondizionatamente ***


Phoebe rimaneva con Anastasia mentre Teddy era sotto le coperte che non riusciva a prendere sonno.
Christian, dal canto suo, aveva avuto una giornata molto lunga, si apprestava ad andare a letto mentre le sue due donne guardavano un film insieme.
< Tra quanto pensate di venire a letto voi due? > gli domandò Christian mentre vedeva sua figlia addormentarsi con un sorriso caloroso < Ormai si sta facendo molto tardi. >
< Aspetta ancora un attimo, papà. Il film non è ancora finito > fece la bambina stropicciandosi gli occhi cercando di tenerli aperti.
< Sì certo, come no. Ma se hai perso metà del film, tesoro bello. >
< E tu come fai a saperlo? Non eri qui a guardarmi. >
< Oh, ma tuo padre ha il controllo di qualsiasi cosa e situazione > replicò invece Anastasia sorridendo.
< Tua madre mi conosce fin troppo bene, cara la mia furbettina. >
< Anch’io ti conosco molto bene, papà. Non ci lasci mai soli. Nemmeno ora. >
< Mi stai forse dicendo che sono asfissiante? > domandò Christian con una nota di sarcasmo.
< No, però… >
< Avanti, piccola mia > fece Anastasia baciando la fronte della piccolina < Tuo padre ed io ti vogliamo molto bene. Proprio come a tuo fratello Teddy. ED è per questo non vi vogliamo lasciare soli per nessun motivo. >
< Avrete le vostre libertà > mormorò Christian facendo finta di promettere qualcosa < Non so ancora quando… >
< Cerca di essere serio, papà. >
< E tu meno impertinente, signorinella. Avanti, adesso a letto. >
Portandola in braccio sotto lo sguardo confortevole di sua moglie, presto Anastasia capì che l’avvertimento non era rivolto solo a sua figlia.
< Ana? Anche tu. A letto. >
< Ma io non ho sonno > replicò la donna sbuffando e facendo i capricci.
< Non m’interessa. È molto tardi anche per te. >
< Christian, sono solo le dieci. >
< Appunto. Dobbiamo avere un po’ di tempo per noi due, non credi? >
< Mr Grey, sei così insaziabile > replicò la donna mordendosi il labbro.
< In tutti i sensi è insaziabile, mamma > fece Phoebe svegliandosi di soprassalto < Ma cosa fate voi due quando siete soli in camera da letto? >
< Tra qualche anno te lo diremo, Phoebe. Ma non stasera > rispose Christian tagliando corto il discorso.
< Ma io voglio saperlo ora! >
< Phoebe, non insistere. >
< Ma mamma… >
< Avanti, piccola mia. Adesso dormi. >
Una volta sistemata la piccola guastafeste, Christian e Anastasia si preparavano ad andare a letto.
Ma quando aprirono la porta della camera di Teddy, videro con grande sorpresa e rammarico che il piccolo non stava dormendo.
< Piccolo mio, che succede? Non riesci a dormire? >
< Purtroppo no. Mi sento molto solo. >
< Piccolo. Non devi dire questo. Ci siamo io e tuo padre. >
Anastasia lasciò la mano di suo marito per dirigersi a consolare un figlio che a primo impatto era inconsolabile.
Christian vedeva tutto quell’affetto che fino a poco tempo fa’ non riusciva a capire.
Una madre premurosa e presente, oltre ad essere perfetta agli occhi di Christian.
Ma improvvisamente, nemmeno Phoebe aveva intenzione di dormire.
Ritrovandosela dinanzi ai suoi piedi, Christian non capiva perchè i suoi figli non avevano nessuna intenzione di dormire.
La piccolina chiamava a gran voce la mamma mentre Theodore voleva solo suo padre.
< Ci pensi allora tu, Christian? >
< Non ho alternative, mi pare. >
< Non dire così, ti prego. >
< Scherzo, Ana. Ci penso io. >
Una volta che Christian e suo figlio rimasero soli, Christian si sentiva improvvisamente diverso.
Suo padre non gli era mai rimasto così accanto e lui non voleva fare gli stessi errori del suo vecchio, facendo il più premuroso possibile.
< Allora Teddy, vuoi che ti racconti una storia? >
< Non serve, papà. Voglio solo stringerti a me. >
Qualche anno fa’ Christian non voleva essere toccato, ma adesso…
Tutto il mondo si era capovolto e tutto era cominciato… da quell’amore.
Dall’amore che aveva solo ed esclusivamente per Anastasia, ma che adesso il suo amore si sarebbe allargato fino ai suoi figli.
Tutto sembrava perfetto e ciò Christian non si poteva sottrarre. Anzi, non l’avrbbe mai fatto.
Tutto ciò era tremendamente bello di fronte ai suoi occhi.
Quella notte Christian rimase a dormire in quel piccolo letto con suo figlio, impedendo che lui stesso e il piccoletto non facessero nessun tipo di brutti sogni.
Quando si risvegliarono, sarebbe iniziato un nuovo giorno pieno d’impegni.
I bambini rimanevano sotto stretta sorveglianza mentre i grandi sarebbero andati al lavoro.
Tutto era perfetto e non si poteva dire niente a quel quadretto familiare.
Ma allora cosa poteva mancar?
Voi lettori mi potreste dare una risposta a tal proposito? Oppure la vita di questa famiglia era così perfetta da non poter essere scalfita in nessun modo?
Ormai i cattivi erano tutti dietro le sbarre e la coppia perfetta andava avanti con la loro vita.
Quando vi dirò cosa ne penso io vi potrei lasciare interdetti e sorpresi XD


Un racconto un po’ diverso dal mio solito dove un inizio sembra la sua stessa fine.
Ma racconterò ancora qualcosa su questa famiglia.
Una famiglia che aveva tutto.
Sulle note di un amore scrivo queste parole.
Perchè loro per me sono la mia fantasia.
Tutto quello di cui adesso ho bisogno per non pensare ad altro e rintanarmi nel mio angolo a scrivere qualcosa per liberarmi.
Perchè a me serve questo. Una piccola cosa per farmi sentire diverso e appagato.
Una poca cosa dinanzi agli occhi di chi non vuole e non riesce a comprendere.
Ma mai come adesso scrivo che per me i racconti e la fantasia di una persona sono tutto.
Perché vedrete che la mia fantasia e questo racconto sono molto più legati di quanto voi potete davvero credere.
A presto.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cominciare a disegnare per scrivere la nostra storia ***


IL piccolo Theodore, dopo la nottata passata con suo padre, si stava comportando in maniera molto strana.
Era sempre distaccato e diceva che voleva rimanere da solo in camera senza un apparente motivo che i suoi genitori potessero capire.
< Christian, perchè Teddy rimane sempre da solo in camera sua? >
< Non lo so, Ana. Ma intendo scoprirlo. >
Cercando di entrare nella sua camera, Christian constatò con grande sorpresa che suo figlio aveva chiuso la porta della sua camera a chiave.
< Theodore, che stai facendo? >
< Sto studiando, papà. Non voglio essere disturbato. >
Christian confuso, non sapeva come reagire.
Era la prima volta che suo figlio si chiudeva in camera sua per studiare. Anzi, non si era mai chiuso in camera per sua spontanea volontà o per qualche altro motivo.
Tutto era tremendamente strano e Christian voleva andare in fondo a questa storia.


Appena fu il momento di cena, Theodore uscì dalla sua stanza come se niente fosse, senza guardare lo sguardo atterrito e indagatore dei suoi genitori.
< Ebbene? Perchè mi state fissando? Cos’ho fatto? >
< Cos’hai fatto? Theodore, ti sei chiuso in camera tua > fece la madre del ragazzo.
< E con ciò? Non mi pare di aver fatto niente di male. >
< E invece sì, bellino. Che cosa ci stai nascondendo? >
< Io? Niente. >
< Allora per te non cambierà nulla se io e tua madre controlliamo la tua camera. >
< Fate pure. Tanto non sto nascondendo niente. Voi siete due paranoici. >
Teddy non aveva mai parlato così ai suoi genitori e per poco Christian non volle punirlo.
< Teddy, come osi mancarci di rispetto? >
< Christian, lascia perdere… >
< No Ana, non lascio perdere. Tu stai facendo il furbetto, piccoletto. Per questo d’ora in avanti ti terremo d’occhio. >
< Fate pur > rispose il bambino con naturalezza < Come vi ho già detto, non ho niente da nascondere. >


Il tutto continuò per alcuni giorni senza che Christian e Anastasia potessero scoprire qualcosa.
Il loro stesso figlio si stava comportando in maniera molto strana e i due adulti non capivano il perchè.
< Teddy, si può sapere che cosa ti prende una volta per tutte? Ci stai facendo davvero preoccupare. Sul serio. >
Ma Teddy, dal canto suo, non avrebbe mai detto niente.
< Non posso mamma. Non ora almeno. >
< Perchè? Cosa stai nascondendo? >
< Non posso dirvi nulla. Lo farò quando avrò finito il mio progetto. >
< Progetto? Ma allora è qualcosa che stai facendo a scuola? >
< In verità, no. faccio tutto questo quando ho del tempo libro. Ma devo dire che in questo momento sono a buon punto. >
< Ma Teddy, davvero non hai bisogno d’aiuto? >
< Perchè dovrei aver bisogno d’aiuto? sto bene. Davvero.  Tu e papà non avete nessun motivo per preoccuparvi. >
< Vallo a dire a tuo padre. >
< Senti mamma, ti chiederei un favore: perchè non distrai mio padre in modo da non fargli pensare al mio piccolo segreto? Vedrete che quando avrò finito, sarete sorpresi di me. >
< Ma tesoro, tu ci fai già contenti. >
< Lo so. Ma è una cosa che sto covando da molto e credo che sia la mia prima vera passione. >
< Sono contenta che tu ti diletti in cose che ti piacciono, ma sei sempre ancora molto piccolo e non sapere quello che fai… >
< Fidati, mamma. Andrà tutto bene. >
Convinta dalle parole del figlio, alla fine Ana si sciolse in un abbraccio promettendo di fare il possibile per una faccenda che ancora non comprendeva.
< Grazie, mamma. È bello vedere che posso contare su di te… Ma adesso lasciami solo. Devo continuar il mio progetto. >
< Teddy, sono le quattro passate e da quando hai pranzato non sei uscito da camera tua. Che ne dici se facciamo merenda insieme? >
< Ok, mi hai convinto. Giusto perchè ho un certo languorino. >
< Molto bene. Allora vieni con me. >


Christian non smetteva di fissare suo figlio con fare guardingo mentre sua madre cercava di destabilizzare tale sguardo in tutti i modi.
< Christian, smettila di fissare tuo figlio. >
< Non finché non mi dirà cosa sta nascondendo. >
< Niente di particolare, papà. Stai tranquillo. >
< Mi dispiace per te, ma non mi fido. >
< Te ne dovrai fare una ragione, papà. Non dovrai aspettare molto. >
< Aspettare molto per cosa? >
< Avanti Teddy, perchè continui a fare il misterioso? > gli domandò sua sorella Phoebe.
< Phoebe, non ti ci mettere anche tu. fatti gli affari tuoi. >
Delusa e arrabbiata per come suo fratello gli aveva risposto, la piccolina si rifugiò tra le braccia della madre senza farsi vedere piangere.
< Mamma, perchè Teddy mi risponde male? >
< Theodore, chiedi subito scusa a tua sorella. >
< Perchè? Io non gli ho detto niente di male. Deve farsi gli affari suoi, no? >
< Adesso basta, mi stai facendo perdere la pazienza. >
< Christian, ti prego. Cerca di controllarti. >
< O mi dici quello che stai facendo o ti prometto che metterò l’intera tua camera a soqquadro. Mi hai capito? >
< Fai pure quello che credi, ma non troverai mai niente. >
Adirato per come suo figlio si stava comportando con lui, Christian non poté impedire di mollargli uno schiaffo sotto lo sguardo corrucciato e interdetto di sua madre.
< Christian! Non avresti dovuto. >
< Lascia perdere, mamma. Ormai non mi serve essere difeso da te. >
Non capendo quelle parole, Christian volle in tutti i modi anche delle spiegazioni da sua moglie.
< Anastasia, che cosa stai nascondendo con Teddy? >
< Non avresti dovuto picchiarlo. In nessun modo. >
< Ha mancato di rispetto a tutta la sua famiglia. Ma sembra che tu sia impegnata a prendere le sue difese senza far nulla. >
< Devi solo fidarti di lui > insisteva la donna.
< Fidarmi? Eccome? Fa’ il misterioso e lo sbruffone e questo io non posso sopportarlo! E Tu? Cosa fai al riguardo? >
< Mi fido di mio figlio. E Dovresti farlo anche tu. >
Cercando di calmare i suoi figli che stavano piangendo, Ana mise la piccola Phoebe dinanzi alla tv mentre stavano dando il suo cartone preferito, mentre Teddy si era sottratto sotto le lenzuola del suo letto.
< Teddy… >
< Lasciami in pace, mamma. Voglio essere lasciato da solo. >
< Teddy, ti chiedo scusa a nome di tuo padre. Lui vuole solo sapere tutto di tutti ed è per questo che è così… iperprotettivo. >
< MI avresti dovuto difendere, mamma. Perchè non l’hai fatto? >
< Ecco… io non so ancora che cos’hai in mente e questo mi risulta difficile mettermi contro mio marito nonché tuo padre. Forse non capisci la complicità che c’è tra di noi… >
< Certo. Voi vi amate come due piccioncini.  Come darvi torto? Siete sempre così attaccati. >
< Sei forse geloso? >
< No. ma vorrei un po’ di compassione. Soprattutto da lui. >
< Cercherò di parlarci con calma quando si sarà calmato. Ma tu smettila di piangere, d’accordo? >
Uscendo fuori dalle lenzuola e asciugandosi gli occhi, Teddy fece un piccolo sorriso a sua madre che subito ricambiò.
< Ecco, bravo il mio ometto. Così ti voglio > replicò la donna abbracciando suo figlio sotto lo sguardo nascosto e corrucciato di un padre dispiaciuto.


Il giorno dopo, il piccolo Teddy fece di tutto per non guardare negli occhi suo padre.
L’uomo, dal canto suo, fece la stessa cosa.
Non voleva più sapere niente del figlio e questo gli riempiva il cuore di dolore.
< Teddy, quando la smetterai di fare la guerra a tuo padre? >
< Mamma, stavolta non ho fatto niente… >
< Certo che hai fatto qualcosa. Proprio come tuo padre. >
< Io devo andare al lavoro. ci vediamo stasera. Non so a che ora tornerò prchè ho una riunione molto importante. Non aspettatemi per cena. >
< Almeno così avrò più tempo per il mio “segreto”. >
< Il tuo segreto ha le ore contate, Teddy. Ti farò controllare a vista da Taylor. Non hai scampo per me. >
< Bravo papà, fammi pure controllare come se io fossi un criminale. Ma non ti vergogni? >
< Se è per scoprire tutta la verità, non mi vergogno di niente. Fidati. >
Esasperata da quelle parole, Ana non fece niente per dividerli.
Ormai era uno scontro aperto e l’amore tra quei due uomini sembrava a un punto di non ritorno.


Quando Christian rincasò, Theodore era ancora in piedi.
Erano le undici di sera e lo guardava dalla fessura della porta della sua camera con sguardo attento.
< Sono distrutto > fece l’uomo baciando la sua amata.
< Vieni. Ti ho lasciato qualcosa per la cena. >
< Non ho fame. Per niente. E Non per la stanchezza, ma per come io e mio figlio… >
< Non pensarci > fece Ana baciandolo all’altezza dell’orecchio < Vedrai che con il tempo andrà tutto bene. >
< Non avrò pace finché non saprò cosa mio figlio nasconde. Tu non mi aiuti, Ana. >
< Possiamo per favore non tornare sull’argomento? >
< Certo. Per te è sempre meglio lasciar perdere, vero? >
< Oh Christian, per favore. Vuoi per caso litigare? >
< Sinceramente… >
Ma prima che la situazione potesse degenerare in una discussione, Teddy uscì dalla sua camera con in mano un foglio da disegno.
< Ecco. Questo ti servirà a capire che non sto nascondendo niente di sbagliato. >
Guardando accuratamente il disegno, Christian fu molto sorpreso nel constatare come suo figlio fosse molto bravo nel disegno.
< La mia maestra è molto contenta di me. mi fa sempre un sacco di complimenti per quello che faccio. Ecco, qui siamo al completo. È questo è solo l’inizio per quello che ho in mente. >
Ana non poté credere possibile che suo figlio avesse lasciato a bocca aperta il suo stesso padre.
Colpendolo dritto al cuore, Ana non poté che fare anch’ella i complimenti al figlio per il bel disegno.
< Sei stato davvero bravo, Teddy. Non è vero, Christian? >
Ma l’uomo rimase in silenzio per alcuni secondi, rimanendo a contemplare il disegno.
< Christian, allora? >
< Lascia perdere, mamma. Magari a mio padre non piace. >
< No, assolutamente il contrario… io… forse non ho capito niente di te…  questo mi rammarica molto. >
Accogliendo suo figlio sotto le sue braccia, tale gesto sancì la pace tra i due, mentre Teddy continuava a fare in tutti i modi il misterioso, cosa che a suo padre non piaceva affatto.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** E' solo l'inizio... ***


Christian promise che non avrebbe mai disturbato suo figlio per nessun motivo.
Ma sapere che cosa stava tramando, era una curiosità troppo grande.
I giorni passavano e il mistero si infittiva sempre di più.
Fino a quando Teddy non decise di farsi avanti andando incontro a sua madre.
< Mamma, posso disturbarti? >
< Certo. Dimmi Teddy, cosa succede? >
< Ho bisogno di te. non mi riescono alcun operazioni di matematica. Quanto la odio. >
< Va bene. Vengo subito. >
Quando la donna si ritrovò dinanzi al computer del figlio, vide un documento aperto che attirò subito la sua attenzione.
< Teddy, perchè sei al computer se devi fare i compiti di matematica sul libro? Questo non farà altro che distrarti. >
Senza dire niente, Teddy disse a sua madre di concentrarsi su di lui e non sul computer.
< è quello il tuo segreto che custodisci? >
< Domanda di riserva? >
< Mi stai forse dicendo che è un sì? >
< Veramente non ti ho detto nulla, mamma. Allora, come faccio a risolvere questa operazione? >
Tornando a concentrarsi sul compito del figlio, la donna gli disse i passi da fare per eseguire l’operazione e Teddy fece tutto il resto.
< Grazie, mamma. Non credevo che fosse così tanto facile. >
< Lo vedi? Basta ascoltare ogni tanto. A scuola lo fai? >
< Ogni tanto. Quando non mi distraggo. >
< E chi ti distrae? >
< La prima cosa che mi viene in mente è il progetto a cui sto lavorando. Poi non so… >
< Ma questo progetto è così importante per te? >
< Puoi dirlo forte, mamma. Riguarda me e tutta la nostra famiglia. >
< Ah sì? >
< Ma adesso non posso dirti altro, altrimenti rischio di essere scoprto e sarebbe troppo rammaricante per me. >
Contenta per come suo figlio si stava impegnando anche se non sapeva bene per cosa, Ana gli disse che poteva contar su di lei in qualsiasi momento.
< Lo so, mamma. Di questo ti ringrazio. >


Ormai erano le otto di sera passate e Teddy non accennava ad uscire dalla sua camera.
< Sta sempre rinchiuso là dentro, Christian. E Non solo a studiare. >
Preoccupato per le sorti del figlio, Christian lo esortò ad uscire dalla sua camera dopo i numerosi avvertimenti che la cena era quasi pronta.
< Teddy? Non te lo farò ripetere ancora >
< Vi ho già detto che arrivo. Ho quasi finito. >
Alla fine, con lo sguardo corrucciato senza degnare suo padre di uno sguardo, uscì dalla sua stanza come se niente fosse.
< Quante volte io e tua madre ti dobbiamo dire che appena ti chiamiamo devi subito venire da noi? >
< Andiamo papà, mica sono un cane. >
< Teddy, hai intenzione di litigare anche queste sera? >
< Non ho detto niente di male. >
< Smettila Teddy e adesso mettiti a tavola > tagliò corto Ana.


Mangiando di fretta e furia tutta la sua cena, Teddy disse ai suoi genitori e a Phobe di mettersi comodi sul divano.
< Il mio progetto è quasi concluso > fece il bambino sorridente.
< Davvero? Fantastico! > fece Ana entusiasta.
< Eh sì. Così potremmo finalmente sapere che cosa nascondevi > ribatté invece Christian con tono serio.
< Grazie, papà. È bello vedere tutto il tuo entusiasmo.
< Scusami figliolo, ma non è colpa mia se non fai altro che tenermi sulle spine. >
< Spero solo che ti piaccia. >
< Ci piacerà sicuramente, tesoro > fece Ana dando una spallata a suo marito.
< Ahi! Ma che ho fatto? >
< Comportati bene Christian e non dire niente di sbagliato. >
< Ad esempio? >
< Non lo so… >


L’attesa era molta e Tddy non aveva nessuna intenzione di uscire dalla sua camera.
Era passata più di un’ora da quando aveva detto di mettersi comodi e la situazione stava diventando sempre più snervante ogni minuto che passava.
< Adesso basta Ana, non ce la faccio più a rimanere qui ad aspettare > fece Christian spazientito.
< Abbassa la voce, Christian. Così rischi di svegliare nostra figlia. >
< Ma non ti rendi conto che nostro figlio fa di noi quello che vuole? Vuol solo farci perdere tempo mentre è immerso nei suoi segreti. E Questo io non posso sopportarlo. >
< Christian, calmati. Agitarti non servirà a nulla. >
< Scommetti? >
Tenendo sua figlia in braccio, Ana non poté far niente per fermare suo marito alquanto furibondo.
Ma appena l’uomo si avvicinò alla porta della camera di suo figlio senza buone intenzioni, ecco che il ragazzo uscì dalla sua stanza come se niente fosse.
< Eccoti qua. Per quanto hai intenzione di farci perdere tempo, Teddy? >
< Scusami, papà. Ma dovevo finire di stampare il mio progetto. >
< Stampare il progetto? >
< Ecco a te, mamma. >
Christian e Anastasia guardavano i fogli di loro figlio con sguardo interrogatorio ma alquanto curioso.
< Mettete a letto Phoebe. Se vi interessa potete leggere qualcosa, no? >
< Certo che ci interessa e lo faremo subito. >


Mettendosi sul divano, Christian e Anastasia si guardavano con sguardo allibito.
< Teddy, ma cosa… >
< Hai scritto un racconto su di noi, Teddy? >
< Sì, mamma. La scuola ci ha detto di scrivere sulla famiglia e io credo che ci sia molto da dire. >
< Direi che hai descritto tutto al riguardo > fece Christian < Ma perchè io e tua madre abbiamo due ricerche diverse? >
< Perchè la tua papà, riguarda te. mentre l’altra riguarda la mamma. Semplice. >
Rileggendo attentamente quei fogli, Christian capì che suo figlio aveva un profondo rispetto per lui e che in tutti gli anni trascorsi gli dispiaceva essersi comportato come un figlio pestifero.
So che avrbb desiderato essere diverso, ma Christian era assolutamente felice per come suo figlio lo dipingeva: un bravo padre.


“Ciao, papà.
Dopo aver letto la storia della tua vita sarai felice di sapere che cosa ne pensi e spero tanto che il nostro rapporto possa cambiar davvero in meglio perchè è ciò che desidero.
Io ti voglio tanto bene papà e te ne vorrò sempre.
Con affetto
Teddy.”


Poche parole circoncise per descrivere tutto quello che provava per suo padre.
E anche sulla ricerca di sua madre c’era scritto come suo padre.
Per Teddy la famiglia era tutto ed era giunto il momento che anche i suoi stessi genitori potessero capirlo.
< Figliolo… sono senza parole… >
Senza dire niente, sua madre si limitò ad abbracciare suo figlio stretto stretto come non aveva mai fatto prima d’ora.
Suo padre, visibilmente commosso, non riusciva a trovar le parole adatte.
< Christian, cos’hai? Stai piangendo? > gli domandò sua moglie incredula
< No. mi è entrato qualcosa nell’occhio … non riesco a trovar le parole adatte per esprimere tutto ciò. >
Sì, tutto ciò era incredibile e impensabile fino a qualche tempo fa’.
Ma Teddy lo stava rendendo felice e questo gli bastava.
< Scusami, figliolo. È che… >
< Non devi scusarti con me, papà. Le tue lacrime dicono tutto. A me basta. >
Rimanendo immobile, Christian non poteva credere che suo figlio lo amasse a tal punto.
Quell’abbraccio sapeva di liberazione e di una pace che non sarebbe mai stata scalfita in nessun modo.
La famiglia Grey era finalmente riunita, anche se molti penseranno che non è mai stata divisa in nessun modo.


Momenti d’ispirazione.
Momenti diversi di una famiglia normale. Felice ma normale.
Ma in fondo era questa l’unica cosa che conta.
Tddy ha dimostrato quanto potesse amare la sua famiglia e tutto quello che loro avevano e continuavano a fare per lui e ciò non poteva mai essere dimenticato.
In fondo noi siamo proprio questo.
Siamo quello che dimostriamo con i nostri sentimenti..
Nel bene e nel male.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4013925