Incontri TenTENNANTi

di TennantClub
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: The Wish ***
Capitolo 2: *** Capitolo I: My Dark Lord ***
Capitolo 3: *** Capitolo II: Not such a good idea ***
Capitolo 4: *** Capitolo III: No one kills no one! ***
Capitolo 5: *** Capitolo IV: Something hard to explain ***
Capitolo 6: *** Capitolo V: Ten seconds ***
Capitolo 7: *** Capitolo VI: Your desire is my command ***
Capitolo 8: *** Capitolo VII: Under false pretenses ***
Capitolo 9: *** Capitolo VIII: Tell me who I am! ***
Capitolo 10: *** Capitolo IX: Under Pressure ***
Capitolo 11: *** Capitolo X: Gifts and revelations ***
Capitolo 12: *** Capitolo XI: Boxed up ***
Capitolo 13: *** Capitolo XII: Trip down memory lane ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIII: You have my same... ***
Capitolo 15: *** Capitolo XIV: JeALLousy ***
Capitolo 16: *** Capitolo XV: So sweet ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVI: London calling ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVII: Nasty things in the library ***
Capitolo 19: *** Capitolo XVIII: You're not going to disappear... are you? ***
Capitolo 20: *** Capitolo XIX: It can't be worse than... ***
Capitolo 21: *** XX: A Fantastic idea ***



Capitolo 1
*** Prologo: The Wish ***


Disclaimer: Loki e Lu hanno due menti deviate, se parlano a tarda notte e sclerano, forse poi non dovrebbro mettersi insieme al PC perchè questi sono i deliranti risultati. Chiediamo scusa in ginocchio a David e tutti i suoi fantastici personaggi e a chi appartengono .. e scusaci anche tu, adorabile Georgia!

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Prologo: The Wish

Dopo aver postato la foto di rito con David davanti a quella coloratissima ed eccentrica torta che probabilmente farà il giro di tutti i social, l’intera famiglia Tennant torna a festeggiare il capostipite nella privacy delle mura di casa.

Georgia accende una ad una tutte le candeline simboliche presenti sulla torta, invitando il marito a spegnerle.

-Dài, papà, coraggio, spegnile tutte in un solo soffio!- lo incitano in coro i figlioletti.

Anche la più piccola, che ancora non è in grado di parlare, agita le manine più che può, quasi a voler partecipare a quell’atmosfera di festa.

 

David prende un gran respiro, pronto a soddisfare quella richiesta collettiva, ma prima che possa portare a termine la sua missione, Georgia lo picchietta dolcemente a una spalla.

-Lo hai espresso un desiderio, prima di spegnerle?- gli domanda.
-Non sono un po’ grande per questo?- mormora lui, mordendosi il labbro.

La moglie scuote la testa, sorridendogli e accarezzandogli il volto un po’ ispido, che ben si associa a quei capelli un po’ più lunghi del solito, tanto selvaggi da esser adornati da una sottile banda elastica.

-Non si è mai troppo grandi per questo- gli sussurra all’orecchio.

Rincuorato, David si avvicina nuovamente alla torta, osservando le candeline una a una.

In effetti c’è qualcosa a cui ogni tanto si ritrova a pensare, delle domande che spesso si fa, delle fantasie innocenti in cui spesso si perde; ma la reputa una cosa talmente assurda ed impossibile che sì, in cuor suo desidera si possa realizzare, ma non ci dà troppo peso.


Vorrei che tutti i miei personaggi … oh, okay, perlomeno quelli più conosciuti, esistessero realmente e vorrei anche poterli incontrare, per scambiare quattro chiacchiere con loro, conoscerli meglio, capire in che cosa mai potremmo essere un minimo simili… ma tanto figurarsi se una cosa del genere possa succedere per davvero; semmai c’è più probabilità che finisca domani la quarantena!”  fa le sue considerazioni, prima di soffiare sulle candeline, spegnendole tutte al primo colpo tra gli applausi.

***

Il Dottore ha da poco detto addio alle sue compagne più importanti, lasciandole tutte alle loro vite: a una ha donato un pezzo di sé, letteralmente, sapendo di aver lasciato la sua metacrisi in mani che non potevano essere migliori; a quella che lo ha accompagnato per più anni e rigenerazioni ha permesso di riabbracciare il figlio, un’altra l’ha lasciata all’inizio di una nuova avventura, dove forse, più che meritatamente, troverà anche l’amore… una di loro purtroppo non potrà conservare nemmeno un singolo ricordo delle loro numerose e incredibili avventure, ma se non altro potrà continuare a vivere.

Per tutti questi motivi, il Dottore si sente profondamente solo, di nuovo, e l’unica cura che conosce è viaggiare fra tempo e spazio con la sua TARDIS.

-Ho sentito che Tvkr-8 è l’ideale per ritrovare il buon umore, le creature laggiù hanno uno spiccato senso dell’umorismo, che dici, ci andiamo?- parla alla sua nave spaziale, mentre ne imposta le coordinate.

Mentre abbassa una leva, la carta psichica che tiene sempre in tasca inizia a lampeggiare, non se ne accorgerebbe probabilmente se in quel momento non abbassasse lo sguardo per scorgere una luce azzurrina uscirgli dalla tasca del cappotto.

 

-Woah! Che ti succede?- mette la mano in tasca, solo per tirare fuori la carta psichica ed aprirla, tornando alla console.

 

Lì, in mezzo c'è una scritta nero su bianco.

-Una richiesta, eh? Vediamo da cosa é causata. Un'invasione? Una biblioteca presa d'assedio?- ipotizza ad alta voce, mentre scandaglia la carta per maggior dettagli.

-Un desiderio di compleanno espresso?!- contorce il viso in un’espressione tanto perplessa, quanto divertita. -Beh, c’è una prima volta per tutto, la considererò come una richiesta di aiuto….- decide il Signore del Tempo. -Che arriva dalla Terra … 2020, molto bene, vediamo di che si tratta!-

 

Sulla carta scorrono le informazioni necessarie, che per il Dottore hanno dell’incredibile e le assorbe interamente tutte, ghignando elettrizzato mentre imposta la prima destinazione della lista.

-Oh sì, questo sarà ancora più divertente di Tvkr-8!-


 

***

 

É una bella giornata a Londra, nel quartiere di Soho. In Greek Street un raggio di sole sembra separarsi dal resto della luminositá giornaliera per andare ad affacciarsi contro il vetro di un negozio, la cui insegna riporta il nome Fell and Co. Lo stesso edificio resta chiuso al pubblico, ma al suo interno sembra giá esserci un certo movimento. É il rumore ronzante di una scatola che lampeggia nell'esserci o meno a creare quella sorta di movimento. Il rumore pare attrarre l'attenzione di un uomo vestito di beige che si trova dall'altra parte esatta della strada e che si mette a correre come se stesse per finire il mondo. 

La sua corsa mattutina è però rallentata dalla pesantezza della sua pancia, permettendo così alla scatola di comparire totalmente nel negozio. Il corridore non é altri che il proprietario del negozio che cerca freneticamente le chiavi per aprire la serratura e controllare se i suoi amati libri stiano tutti bene. Non è certo chiaro a lui che sono oggetti inanimati e come tali non provano emozioni e, come direbbe il suo migliore amico, se si osasse provare a ribattere sul concetto stesso si finirebbe come minimo in una litigata che finirebbe con la propria sconfitta. Davvero, aggiungerebbe, é meglio non farlo arrabbiare. É quindi naturale che questo uomo finisca inevitabilmente per entrare agitato nel proprio negozio, il fiatone é l'unica cosa che spezza la sua momentanea preoccupazione. 

É in quel preciso momento che una porta sul lato della scatola blu viene aperta e un uomo con un abito elegante marrone, coperto da un lungo cappotto beige, é questo stesso cappotto in effetti la prima cosa che nota non solo perché é simile al proprio, ma anche perché striscia praticamente a terra. É lì che nota un dettaglio che non può fare a meno di irritarlo. La scarpa da ginnastica dello sconosciuto schiaccia quasi uno dei suoi amati volumi.
 

-Fermo lì! Cosa stai facendo?- chiede sondando. Solo per avvicinarsi all'uomo senza degnarlo di un altro sguardo, piegarsi e raccogliere il libro da terra.

 

-Coosaa? Cossaa?- Sta chiedendo l'altro, la fronte increspata, la bocca leggermente aperta nella perplessitá del momento.
 

-Come osi schiacciare quasi un volume di Hamlet?- chiede, l'irritazione che si fa strada nella sua voce, mentre culla il volume al suo petto.
 

L'uomo pare sorridere a quella scena, mentre Aziraphale -é così che si chiama il proprietario del negozio- alza lo sguardo sull'altro. 

In quel solo unico momento nota qualcosa che non aveva messo in chiaro prima. A parte il colore dei capelli e la forma e colore degli occhi l'uomo davanti a lui assomiglia quasi perfettamente al suo migliore amico. La sua bocca si apre in una O, restando immobile a fissare l'altro sconvolto.
 

-Chi sei?- é la successiva domanda che pone, per una volta dimentico dei suoi amati volumi, seppur non smetta di stringere il libro che ha al petto come un povero figlioletto ferito. - Crowley, sei tu? Ma come..?- continua, quando non riceve subito risposta, infatti l'altro sta cercando qualcosa in tasca. Si blocca al nome che esce dalle labbra di Aziraphale.
 

-Dottore.- Dice, lentamente, gli occhi sgranati. Aziraphale non lo sa, ma la creatura che ha davanti ha giá sentito il nome di Crowley definito come un demone. Non ne ha sentito molto altro, se non che é il migliore amico di un angelo a quanto pare. Non li ha mai incontrati prima
 

. -Mi chiamo 'Dottore'. Solo 'Dottore'.- sembra quasi voler scandire le parole.

-Oooh…- Aziraphale si guarda attorno. -Aspetta qui. Non muoverti, Dottore!-
 

Corre a prendere il telefono per chiamare il suo migliore amico.
 

-Crowley.. Dearie, dai, rispondi!- mormora, mentre continua a tenere sott'occhio questo strano essere così simile al suo Dearie eppure così diverso. In tutto questo non lascia mai per un secondo il libro, anzi tiene d'occhio che l'altro non ne pesto un altro. Il 'Dottore' continua a curiosare fra i libri, troppo stupito per non farlo, Aziraphale lo lascia fare, senza preoccuparsi minimamente mentre dall'altra parte della cornetta qualcuno risponde.
 

- Oh, santo cielo! Dearie, dovresti venire qui tipo subito!-
 

La risposta dell'altro viene ovattata, impossibile da recepire se non si é la persona che ha la cornetta al momento.
 

-Uhm.. Non proprio, Dearie. C'è un estraneo, é vero. Si fa chiamare 'Dottore'... E se fosse quel 'Dottore'? Lo so anch'io che é solo uno show, ma agli inglesi piace tanto… e ha il tuo aspetto! No, lo manderai via tu! Non mi faccio nemico un essere con due cuori proveniente da un'altra dimensione!-
 

Borbotterebbe ancora Aziraphale, invece mette solo giù la cornetta, attendendo che l'altro si faccia vivo. 

Non ci vuole molto affinché un uomo dai capelli rossi e gli occhiali da sole entri nel negozio al grido di "Angeel!"
 

-Sono qui, dearie!- si affianca a lui Aziraphale che ha passato tutto quel tempo a controllare che il suo ospite non facesse male ai suoi amati libri. Anche l'ospite in questione si volge restando per un attimo a bocca aperta.
 

-Rosso… sei rosso!- inizia a saltellare praticamente sul posto, una bacchetta di metallo in mano. Alllunga la bacchetta e le fa emettere strani suoni, controllando il corpo così simile al proprio, mentre si avvicina ed inizia ad ispezionare il corpo del nuovo arrivato. 

- Un solo cuore, due ali… Hai due ali, allora sei davvero un demone! I tuoi capelli sono meravigliosi!- ci vuole un grande sforzo da parte di Crowley per impedire al Dottore di appoggiare la mano sui suoi capelli e passarseli fra le dita per controllarli, cercando di non fargli per altro male. Aziraphale in tutto questo li sta guardando troppo divertito, senza muovere un muscolo per aiutare uno dei due uomini.

 

-Che sbadato! Sono davvero un pessimo padrone di casa! Le andrebbe un tea, Dottore? Magari qualcosa di caldo e un dolce? Dovrei avere della torta in cucina. Ne ho alla frutta, alla crema, torta di mele, torta di riso, torta alla francese, tortini… ha solo l'imbarazzo della scelta!- Il Dottore lo guarda perplesso, mentre Crowley rotea gli occhi non visto grazie alle lenti scure dei propri perenni occhiali. Per lo meno la lista di dolci da parte di Aziraphale ha prodotto un effetto positivo, infatti il Dottore non sta più tentando di toccare i capelli del rosso. 

L'angelo si zittisce solo quando si accorge di aver forse esagerato un po' con i nomi di dolci. Ha una passione per le torte e le crepe. 

Guarda il Dottore con simpatia, mentre Crowley sente nascere una piccola spinta di gelosia che mette subito a tacere.

 

-Allora, Dottore… sse é davvero il tuo nome… per cossa ssei venuto qui?- chiede, quasi brontola. -Sssicuramente non sssei qui per niente.-

Il Dottore li guarda prima l'uno e poi l'altro un attimo con gli occhi se possibile più sgranati, ora del tutto dimentico del colore dei capelli.

Ci pensa un attimo a cosa dire. Parlare del desiderio non é proprio qualcosa da fare, non così almeno. 

-Forse é meglio se parliamo davanti a una tazza di tea e a una fetta di torta.- mormora, non che la mangerá comunque. 

Sono ora seduti al tavolo della cucina, l'angelo ha diviso in tre parti una torta alla crema, anche se ne Crowley ne il Dottore la stanno davvero mangiando. Ad Aziraphale non importa molto. Ormai é abituato alle maniere di Crowley e, da quello che ha potuto constatare dalla serie, neanche il Dottore ama molto mangiare. Almeno non ammetterebbe mai che avrebbe preferito che i due si godessero la torta come fa lui. 

 

-Dovreste davvero provarla, é squisita!- borbotta prima di portarsi un pezzo in bocca. La mastica ascoltando i due disquisire. 

Crowley sembra essere quello più desideroso di giungere a una disputa. 

-Allora, perché sei qui?- Chiede, difatti.

-Sono in missione.- osserva la torta dopo l'osservazione dell'angelo. -Ho ricevuto un messaggio…- inizia, ma viene immediatamente fermato da Aziraphale, che ha mandato giù il pezzo di torta.

-...di aiuto?- chiede, interessato. Il Dottore scuote il capo

- Non proprio… é piú.. un desiderio? Qualcuno ha desiderato la presenza di tutti noi, ma scommetto che si possa definire una richiesta di aiuto. Se serviamo tutti quanti dev'essere qualcosa di importante.- cerca di mettere in chiaro.

-Noi chi?- Domanda Crowley che a quanto pare é l'unico non distratto dalla torta. -Scommetto non stai parlando di noi tre.-

Il Dottore tira fuori la carta psichica, mostrandola loro. Entrambi la guardano perplessi.

-Guarda, dearie, é la carta psichica! Esiste sul serio!- esclama Aziraphale, prendendola in mano e studiandola incuriosito, seppur la stia toccando allo stesso modo di come toccherebbe un libro particolarmente antico.

Il Dottore osserva i suoi movimenti aggrottando le sopracciglia. 

-Come fate a sapere…?- inizia a chiedere.

-Angel é fissato con una serie che ti riguarda.- Borbotta Crowley, seppur nascondendo un sorriso all'indirizzo dell'amico che non fa altro che mugolare in accordo, troppo preso dal suo studio per fare altro. 

- Quindi, suppongo sappiate che provengo da un universo alternativo. Ci sono altri con il nostro aspetto,Crowley . In realtà ce ne sarebbero anche col tuo di aspetto, Aziraphale, ma a quanto pare servono solo quelli che sono stati chiamati da un certo David, che ha gli stessi lineamenti.-

Aziraphale alza la testa a quelle parole. 

-Altri? Non vorrai dire che ci sono altri universi paralleli e che ci sono altri… dearie, saró circondato da altri te!- 

Ecco il punto di scoppio. Crowley assume una strana sfumatura bluastra. 

-Non ci sono altri come me, é impossibile. In ogni caso non credo di doverti ricordare il nostro accordo, Angel! A breve ci sará sicuramente l'apocalisse. Non possiamo andare da nessuna parte.-

Aziraphale si morde le labbra per impedirsi di scoppiare a ridere e si sente leggermente in colpa. Insomma, lo sa che non dovrebbe, ma sentire Crowley dichiarare tanto apertamente il proprio affetto é sempre stupendo. 

-Sì, dearie. Abbiamo un accordo… ma se non dovesse esserci, se dovessimo riuscire ad impedirlo… beh, Dottore, é il benvenuto a venirti a riprendere.- dichiara Aziraphale posando la carta psichica sul tavolo. 

Il Dottore annuisce, riprendendola, prima di potersi permettere di cominciare il pezzo di torta davanti a lui. Sa decisamente meglio di mettersi a discutere per far cambiare idea ai due. É meglio se prima se la sbrighino con il loro compito, ma sa anche che tornerá, non importa cosa.

Aziraphale sorride vedendolo servirsi e ricomincia a mangiare a sua volta. 

É Crowley quello a sbloccare il silenzio che è calato fra loro, aggiungendo un - se anche ti dovessimo seguire, saremmo entrambi. Senza Aziraphale io non mi muovo.-  il che non puó fare a meno di fare arrossire l'angelo.

TBC


Bene, abbiamo incontrato i primi personaggi.
Giá iniziamo con Crowley e Aziraphale che rifiutano di unirsi alla rimpatriata. Non solo, ma Crowley si dimostra abbastanza dolce da non volersi spostare senza il suo Angel.

Ultima nota: Angel e Dearie li abbiamo lasciati in questa maniera perché davvero... Non si può 'Angelo' e 'Caro'.

Alla prossima,
Loki & Lu

 

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Capitolo 2
*** Capitolo I: My Dark Lord ***


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Capitolo I: My Dark Lord


Dopo aver caricato sul TARDIS una quantità indecorosa di torte, dietro estrema insistenza di quell’angelo, il Dottore saluta i suoi due nuovi amici e si rimette in viaggio. La sua mente è già puntata verso la sua nuova avventura, non sarà certo fra le più semplici.

È convinto, in ogni caso, che rivedrà quei due, ma ora ha una nuova destinazione sulla sua lista.

Non è il più ospitale dei luoghi, di certo uno dei meno felici e il tempismo per quella missione è davvero tutto.

***

Barty Crouch Junior non è certo il mago migliore che si possa conoscere, anzi é in assoluto uno dei più oscuri. Non è quindi una sorpresa che al momento si trovi rinchiuso in cella. Stenta ancora a credere di essere nuovamente finito nell'oscura prigione dei maghi Azkaban. Stava andando tutto bene, finalmente era riuscito a servire il suo Oscuro Signore, era riuscito a portargli Potter con uno stratagemma ingegnoso. Per le mutande di Merlino, era stato in grado di insegnare per un intero anno ad Hogwarts sotto mentite spoglie, senza che nessuno se ne rendesse conto! Aveva recitato il suo ruolo in modo magistrale. Ora, invece, è in una piccola cella disgustosa, le cui pareti erano ricoperte di chissà quale melma, con una condanna, ancora più terribile della precedente, che gli pende sul collo. La sua smania di provare a uccidere Harry Potter, allontanandolo da Silente, è stato un passo falso che gli costerà caro.

Quelle rivoltanti creature si stanno avvicinando, Barty può già sentirne il gelo pervadergli le ossa.
Ma il Mangiamorte è pronto ad affrontare impavido il suo atroce destino. Il suo pensiero vola costantemente al suo Signore Oscuro. Gli ha ridato una forma, non è più un neonato. Ha un corpo suo ed è sicuramente bellissimo. Il suo Padrone è sempre bellissimo, lo era anche con il corpo di quegli inutili Babbani.
Lui non si pente di niente, attende il suo carnefice con un ghigno maniacale sul volto, fiero di aver servito il suo Padrone e Maestro fino all’ultimo.

Il Marchio Nero. Il suo ingresso nei Mangiamorte. La magia oscura. La sua prima tortura. Il suo primo anatema che uccide. Il suo salvataggio dagli abusi del padre ad opera del suo amato Signore Oscuro. L’orgoglio di essere stato scelto da lui per l’importantissima missione del Torneo Tre Maghi, che lui ha portato a compimento. La sua rivalsa su quel padre che gli ha rovinato la vita.
Tutti ricordi felici che un Dissennatore è pronto a togliergli.

L’orrendo mostro è già fluttuato nella sua cella, quando viene infastidito da una luce più abbagliante di un Patronus, accompagnata da un rumore ripetitivo e da un leggero vento che si è alzato tutt’intorno.
Sia Barty, sia il Dissennatore osservano i contorni di quella che sembra una cabina telefonica blu delinearsi fino a diventare una realtà solida.

Le porte della cabina si spalancano e ne esce rapido uno strano individuo, che sembra la copia esatta del Mago Oscuro, fatta eccezione per l’abbigliamento, la pettinatura e l’espressione meno maniacale, ma comunque altrettanto determinata.

Il Dissennatore scivola più avanti, desideroso di sfamarsi anche di questo individuo, lasciando momentaneamente perdere il Mangiamorte per avventarsi sull’elemento disturbante, ma sembra confuso, come se ci fosse qualcosa che non va. Allunga una mano putrida fuori dal mantello nero di cui è totalmente ricoperto.
La differenza è che il nuovo venuto sembra essere del tutto a suo agio mentre l'orrida creatura cerca di avvicinarsi al suo viso, sembra non essere stato per niente colpito, resistendo senza nemmeno molta fatica, mentre infila la mano in tasca alla ricerca di qualcosa. Ne tira fuori uno strano bastoncino metallico. Come se una bacchetta fosse stata unita a qualche strano oggetto babbano.

- Io capisco che tu debba fare il tuo lavoro, ma io devo fare il mio e, sai com’è, lui mi serve vivo!- esclama lo strano individuo, prima di fare un passo avanti contro il Dissennatore, puntando la sua bacchetta metallica contro, il braccio teso dinanzi a sé, lo sguardo posizionato a filo con la mano che tiene il bastoncino. Il cappotto sembra quasi muoversi nel movimento fatto, i capelli altrettanto sembrano essere stati mossi da un qualche vento. La bacchetta ora emana una piccola, ma alquanto potente luce blu.

Almeno quella è l'impressione che ha Barty ancora lì in piedi in un angolo. Non è del tutto sicuro se finalmente é arrivato un angelo oscuro a salvarlo o se il suo Signore é in qualche modo riuscito a venirlo a salvare. I suoi occhi si sono sgranati a quella vista celestiale. Manda giù. É un idiota, é ovvio che il suo Signore é l'angelo oscuro venuto a salvarlo.

È questione di attimi e il Dissennatore si accascia sul pavimento, inerme, senza muovere più nemmeno una parte del suo mantello.
Lo strano individuo si rivolge a Barty, che ancora non ha detto una sola parola.

-Andiamo, Barty!- lo esorta, indicandogli la cabina e il Mangiamorte non se lo fa ripetere, correndo dentro con lui.

Barty non sta a chiedersi perché una volta entrati in quella piccola cabina, tutto all'interno sia notevolmente più spazioso, non gli è nuovo. Gli incantesimi di espansione sono normali nel mondo dei maghi, certo di solito non sono così espansi, ma ancora é normale.
Gli importa solo di avvicinarsi a quello strano individuo, che sta premendo tasti e leve apparentemente a caso su una console.

-Grazie infinite, mio Signore Oscuro!- si prostra ai suoi piedi, baciandogli la Converse bianca destra.

-Cosa, cooosaa, COSA?!- si volta verso di lui l’altro, profondamente sconcertato, la fronte che si aggrotta nuovamente e la bocca che si apre leggermente. Possibile che lo sconvolgano tutti, ultimamente?

-L’ho capito che siete Voi, Padrone. - gli sorride il mago, restando rispettosamente inchinato. -Trovo estremamente geniale, aver confuso tutti, assumendo la Pozione Polisucco, sono profondamente onorato di vedervi con le mie fattezze e… come siete riuscito a piegare la Stanza delle Necessità al vostro volere? Oh, che domanda idiota, Voi potete tutto. Punitemi per la mia insolenza!-

Probabilmente l’altro lo preferiva quando non parlava. Sbatte le palpebre per qualche momento cercando di ricollegare le informazioni.

Quindi mi ha scambiato per…? Oh!

-Hey, hey, ferma, frena, stai prendendo un granchio colossale. Non sono il tuo Signore Oscuro!- si decide a metterlo al corrente. -E, ti prego, alzati, così mi metti solo in imbarazzo.-

Barty fa come gli è stato detto e lo osserva confuso. Se non è il suo Signore Oscuro allora chi é?

-Non sei il mio Signore Oscuro?- domanda, un po’ deluso.

-Signore sì, ma del Tempo. Però puoi chiamarmi Dottore!- sorride affabile l’altro.

Barty continua ad osservarlo, non ancora del tutto convinto, la lingua che gli esce dalle labbra socchiuse, a scatti nervosi, per il suo tentativo di concentrarsi.

- Potresti smetterla di guardarmi così? - domanda il Dottore, un po’ a disagio.

- Sicuro che non sei nemmeno un po’ oscuro? Io dico di sì, c’è qualcosa in te, lo sento… - mormora l’altro, avvicinandosi nuovamente, come se avvertisse la potente energia che emane.

Il Dottore si chiude in qualche momento di silenzio, facendosi un’auto-analisi : c’è un motivo se lo chiamano La Tempesta in Arrivo. E quello che aveva fatto a Gallifrey? L’ultimo sterminio dei Dalek, così totalitario? Okay, forse non era dipeso direttamente da lui, ma comunque da qualcosa che aveva creato e quindi era insita in lui. E tutte le volte che aveva preso decisioni drastiche, imponendo a volte le sue scelte con un'attitudine non certo solare?

- Beh, sì, forse, a volte. Ma solo un po’ - riconosce, con tono mesto.

Barty pare illuminarsi, con la follia che gli luccica negli occhi.

- Sì, sì! Lo sapevo! Allora per me sarai il mio Signore Oscuro… numero due. - sogghigna, soddisfatto.

- Ti ho già detto che preferisco che tu mi chiami Dottore.- alza gli occhi l’altro, prima di cambiare argomento.

- Hai fame? -
- Non mangio da tre giorni. - replica il prigioniero appena evaso.

- Là in fondo ci sono delle torte… -

Il tempo di indicargliele e Barty ne sta già tenendo in mano due fette per tipo, mangiando ingordo.

- Da Mangiamorte a Mangiatorte, eh? - si diverte a prenderlo in giro il Dottore.

In una situazione più ordinaria, Barty avrebbe fatto passare la voglia di fare gli spiritosi a chiunque gli si fosse rivolto così; ma non lo fa, non tanto perché è sprovvisto della sua bacchetta, anche la violenza fisica potrebbe far ricevere il giusto messaggio in modo forse anche più appagante. Barty non lo fa perché in fondo ne è divertito, tanto da mettersi a ridacchiare.

Gli piace quello strano individuo con il suo stesso aspetto, ma un carattere diametralmente opposto.
In fondo è pur sempre il suo salvatore, il suo Signore Oscuro numero due.

- Prima mi salvi, ora mi sfami… ci dev’essere qualcosa sotto. Che cosa vuoi da me? Perché sono qui? - si insospettisce il Mago Oscuro, finendo il suo pasto.

- Qui ti volevo! - sogghigna il Dottore, estraendo dalla tasca la sua fidata carta psichica.

Dovrebbe informarlo del vero motivo, ma non resiste alla sottile tentazione di giocare un tiro mancino al suo compagno di viaggio che si ostina ad affibbiargli quell’appellativo che proprio non gli va a genio.

- Leggi, è la ragione per cui ora sei qui - lo informa, allungandogli la carta.

A Barty non resta che leggere, ma le informazioni che apprende non gli piacciono affatto.

- Sei un Ministro della Magia venuto a prelevarmi per portarmi in un posto di isolamento su misura per me, peggiore di Azkaban, con una condanna peggiore del bacio di un Dissennatore?- gli chiede sconvolto

"Davvero esiste qualcosa di peggiore?”si chiede, decidendo che lì non vuole passarci un secondo di più, dovesse aprire le porte di quella cabina telefonica/astronave in pieno volo.

Un momento, stiamo volando? E senza scope?” riflette.

Vedendolo agitarsi come un leone in un’arena il Dottore decide di intervenire prima che sia troppo tardi.

- Scherzetto! Non è vero niente. Niente nuova prigione, niente isolamento e sono quanto di più lontano ci possa essere da un Ministro della Magia… te l’ho solo fatto credere, è uno dei miei trucchetti!- gli rivela, battendo la lingua contro i denti, divertito come un bambino che ha ideato la più infida delle marachelle.

Dapprima Barty lo fulmina con lo sguardo, poi si calma, infine scoppia a ridere.

- Lo vedi che un po’ oscuro in fondo lo sei?- ammicca verso di lui.

- Sì, lo ammetto, ho giocato un po’ sporco…. scommetti che ora mi faccio perdonare? -

- Un altro trucchetto? - lo scruta diffidente il mago.

- Dimmelo tu… - replica misterioso il Dottore, andando a recuperare qualcosa che ha nascosto vicino alle torte. - E se ti dicessi che prima di venire da te ad Azkaban ho provato a fare un salto nell’ufficio di Silente? -

- Perché mai dovresti essere andato nell’ufficio di Sil… oh!- comincia a capire il Mangiamorte, con il volto che gli si illumina in trepida attesa.

- Perché aveva qualcosa che ti appartiene… di cui ora detiene solo una copia che ha il solo scopo di non destare sospetti. - gli dà conferma il Dottore di quello che già in cuor suo si augurava il mago oscuro. - Ti prego, non farmene pentire. - conclude, allungandogli la bacchetta.

In legno, lunga e affusolata, con quello che sembra un serpente che si avvinghia lungo l’impugnatura. È proprio la sua bacchetta. Barty la riconoscerebbe fra mille e non appena la impugna avverte nuovamente quella piacevole sensazione di potere, un’energia rinnovata che scorre nelle sue vene.

-È solo in caso di difesa. Non torturerai, né soprattutto ucciderai nessun Babbano innocente con quella! - lo redarguisce il Dottore.

Non sa leggere conferme rassicuranti nel sorrisone maniacale che gli sfodera Barty, sa solo che vuole provare a fidarsi.

***

È incazzato, Jessica non gli dà ascolto! Quella dannata ragazzina è riuscita a sfuggirgli! Di nuovo! Quant'è ironico che si sia proprio innamorato della ragazza che non ne vuole sapere di essere controllata da lui? Probabilmente, se ci riflette bene, è proprio questo che lo attira di lei. Ha una personalità tanto potente da riuscire a tenergli testa, come una combattente. Ecco perché è perfetta per sedersi al suo fianco. Un giorno lei lo amerà, di questo ne è certo!

Passa lo sguardo sulla folla attorno a lui, percepisce che c’è qualcosa che non va. È come una piccola interferenza. Sicuramente Jessica si trova da qualche parte lì in mezzo.
Ma l'energia è diversa. Invece di rigettare sembra stare richiamando i suoi poteri psichici, come se volesse essere controllato. Killgrave ghigna divertito, lo sguardo che vola fra le persone lì intorno.
Qualcuno può essere così bisognoso da richiedere di essere governato? È curioso come lo è il rigettare di Jessica.

-Vieni avanti.- Mormora, fermandosi in mezzo a tutti, un ghigno sulle labbra.

La folla pare aprirsi mentre un uomo moro dai capelli lunghi e la barba nera a punta con tanto di baffi dello stesso colore si fa avanti, una giacca di pelle che non gli copre il petto, anzi che è aperto come a volerlo mettere in mostra e i pantaloni anch'essi di pelle aderenti.

-Chi sei?- chiede Killgrave, facendo dei passi avanti e girandogli attorno.

-Peter Vincent, il grande cacciatore di vampiri.- risponde quello, lo sguardo leggermente perso nel vuoto, mentre con movimenti decisi si inizia a levare la parrucca nera, per mostrare sempre più un aspetto identico a quello dell'uomo in porpora che gli sta fottendo il cervello.

La barba e baffi finti arrivano solo per secondi, ma lascia l'eyelyner e l'orecchino finto. É assurdo come il suo aspetto si modifichi velocemente con quei due semplici passaggi. Sotto alla parrucca, infatti, i suoi capelli sono decisamente più corti e il volto senza la barba e i baffi finti resta glabro.
Kevin non può fare altro che osservare incuriosito da tanti cambiamenti. Deve ammettere che l'altro per quanto strano sia un soggetto alquanto curioso.
Il sopra citato uomo aggrotta le sopracciglia, non ha mai sentito parlare di vampiri e ancor meno di cacciatori di vampiri, se non si considera l'impero di Dracula in Transilvania, ma quei vampiri non se ne vanno a passeggiare per le Americhe di solito e sono un problema che gli Avengers affrontano normalmente, non certo piccole creature come questo essere.

-Da dove provieni?- chiede, irritato, iniziando a sondare la sua mente. È facile per qualcuno con poteri psichici come lui. - Qual è la tua storia?-

Come un automa, Peter gli racconta il grande terrore che riversa per i vampiri che ha incontrato da bambino e che ancora si stanno affacciando sul suo presente.

- Ci sono cose ben peggiori dei vampiri, ad esempio... me.- ghigna Killgrave, andando avanti. - Non mi hai ancora detto da dove provieni e che ci fai qui?-
-Non lo so. Stavo facendo uno spettacolo di magia quando sono scomparso e mi sono ritrovato qui.- risponde l'altro, sempre monocorde. Un illusionista, quindi?

Magari… tenendo conto della perfetta somiglianza, Killgrave avrebbe potuto sfruttarlo per riconquistare la sua Jessica. Se avesse pensato che fosse morto sicuramente avrebbe abbassato la guardia e lui sarebbe potuto entrare nella sua mente e costringerla ad amarlo… Un piano eccellente.

Peter Vincent avrebbe qualcosa da ridire su quel piano, se solo sapesse che cosa ha in mente l'altro.
Se solo sapesse che quel piano esiste.
Dietro la sua rigiditá sta maledicendo la propria sfortuna. Una volta che le cose sembravano stare andando bene...! Era in pieno spettacolo, in uno dei momenti clou, dove fare sparire qualcuno. Aveva deciso di svolgere lui stesso l'esperimento ed era finito… lì? Lì dove, poi? L'unica cosa che ha capito subito è che non si trovava più al chiuso. Per concludere la propria sfortuna una voce molto familiare, se non fosse per quel marcato accento Britannico, si è impadronita del suo cervello ed ora si ritrova dinanzi a un uomo identico a se stesso. Se quella non si puó definire sfiga!

TBC

Com'è ? Abbastanza folle? XD Fateci sapere quel che vi frulla per la testa ^^ E ancora non avete visto nulla! ;) Alla prossima! a presto...

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Capitolo 3
*** Capitolo II: Not such a good idea ***


Waaahhhh grazie a tutte da entrambe per l’entusiasmo che state dimostrando per questo… lo chiamerei più ‘esperimento folle’ che storia, lol XD


 

 

Warning: linguaggio scurrile, parecchio, non per altro ma perchè… Peter Vincent non potrebbe parlare in altro modo, lol XD

cover-Incontri-Ten-TENNANTi

 

Capitolo II: Not such a good idea

 

-Mi sono scolato troppo Midori io … o tu hai la mia stessa faccia?- esclama Peter, sporgendosi più verso di lui, gli occhi sgranati e le labbra aperte in una O perfetta dalla sorpresa. Tante cose avrebbe potuto pensare, ma non certo di ritrovarsi davanti non un suo sosia -persino i sosia hanno alcune differenze fra loro- ma uno specchio vivente, anche se con un carattere diverso e scommette senza i suoi tatuaggi.
Oh beh, i suoi sono finti, ma non è certo questo il punto.

- Che cos’ è il Midori? - chiede stranito Killgrave, ancora di più quando Peter si avvicina ben oltre il limite di distanza sociale che è solitamente disposto a consentire, passandogli un braccio intorno al collo.

Eppure, stranamente, Kevin lo lascia fare. 

 

Vede l'illusionista sorridere divertito, leccandosi le labbra come se stesse pensando a qualcosa di eccessivamente gustoso.

 

- Amico mio, ma a questo si rimedia subito, vieni con me! -

- Non sono tuo amico, chiamami Killgrave… e comunque, andiamo!-  si fa trascinare via da un ridacchiante Peter.

Nel giro di venti minuti, chissà come sono seduti a un pubbettino di quart'ordine, con Killlgrave che ha quasi ribrezzo a toccare ogni cosa.
I suoi begli abiti di alta sartoria sono fatti per sedersi su eleganti divanetti di velluto, poltrone di pelle, non certo una panca in legno con chiazze di birra, alcolici vari e altri liquidi di dubbia provenienza … con una bizzarra versione di se stesso che sta versando per lui e per sé in due bicchieri scheggiati il contenuto di una bottiglia di un verde quasi radioattivo, davvero molto poco rassicurante.

 

-Non farti impressionare da come appare, lo so che sembra piscio di Hulk, ma io ci vado matto!- si concede una generosa sorsata della bevanda verde Peter, grattandosi i pantaloni in punti fin troppo espliciti, cercando di allentarli. -Questa cazzo di pelle non fa respirare!-

 

Più Killgrave lo osserva e meno convincente gli sembra quel piano che aveva reputato geniale ed impeccabile.

"L’aspetto non basta… quest’uomo è così rozzo che sembra uscito dalle caverne! La mia Jess non ci cascherebbe mai… dovrei imporre a Peter di stare zitto tutto il tempo se volessi una qualche possibilità di riuscita." pondera, torturandosi una pellicina con i denti, soprattutto quando sente l'altro ruttare come se niente fosse.

 

Anzi, Peter si sta letteralmente comportando come se fosse a casa propria. Se fosse per lui si leverebbe anche la camicia solo per prendere più aria.

Tuttavia, questo suo lato così ruspante ha un che di affascinante.
Senza contare quel modo dinoccolato che ha di camminare.

No, okay, chiamiamo le cose col loro nome, sculetta come la peggiore delle prostitute di un quartiere malfamato!


E la cosa diverte Kevin, così come la sua apparente incapacità di assumere una qualsiasi posizione composta. Lo diverte così tanto che preferisce lasciarlo allo stato brado, senza imporgli alcunchè, se non strettamente necessario.

 

-Non fare il cazzone che mi fa bere da solo, sollevalo quel fottuto bicchiere!- lo esorta Peter e Killgrave si lascia convincere, assaggiando quel liquido misterioso.

-Eeeewww, ma che cos’è questo schifo?- fa una faccia disgustata Killgrave.

Sembra davvero piscio alla vista, ma ha un retrogusto affascinante.

-Versamene dell’altro.- decide subito dopo.

 

Peter è così divertito che non gli importa nemmeno che lui gli abbia impartito quell’ordine mentale, lo avrebbe fatto comunque.

E di bicchiere in bicchiere diventa più facile lasciarsi andare a confessioni.

 

-Perchèèè ioo la amo, ma a quella shhtroonza non va mai bene niente!- si lagna Kevin, ormai abbracciato alla bottiglia semivuota del Midori. -Le avevo anche fatto uscire quella shhtupida biondina dal carcere… è coolpa mia se quella puttanella ssì è ammazzata davanti a me?- continua a sproloquiare.

-Ma diiiii cheeee ti lamenti? Tuuuu non hai un vampiro pluricentenario che ti insegue per ogni dove, perchèèè me lo sciento che non è davvero morto… queeelllo mi vuole mettere le sue zannee nel collo e il suo cazzo nel mio cu…-

 

-Nooooon ti azzardare a finire quella frase!- interviene prontamente Killgrave, e nel caso lo stato alticcio non faccia agire al meglio i suoi poteri, provvede tappandogli anche la bocca. 


Solo per far scivolare i propri occhi sulle labbra dell'altro.
 

-Peeettah, che ne diresti di andare a casha miiia?- gli propone Killgrave, con quel poco di lucidità che gli resta.
 

Non ha ancora abbandonato del tutto l’idea di quel piano e vuole accertarsi di una cosa.

-Direiiii che giooochi scorrettooo, lo shannooo tutti che scioono un fottutissimo narcisisistaa…. figurati se do picche a me stessho!- ridacchia l’altro, pronto a seguirlo.


 





 

***

 

Il Dottore non ha ancora deciso se Bartemius Crouch Junior gli piace, lo rende ansioso, lo incuriosisce, lo preoccupa o lo spaventa leggermente. L'umore del mago balza da una cosa all'altra più veloce del suo, il che è straordinario, ma anche per l'appunto preoccupante. Sa, infatti, che questo significa che non si può dire cosa farà l'attimo dopo, quindi eccola giungere, la paura. Non per se stesso, è abbastanza chiaro che chissà per quale motivo lo abbia preso come il suo nuovo "Signore Oscuro" il che lo terrorizza solamente di più. Quello che ha fatto nella Guerra del Tempo non fa altro che tornargli in mente ogni volta che l'altro lo definisce con quelle due parole.
 

Il problema maggiore, peró, è il fatto che se il primo che ha accettato di seguirmi ha questo carattere... come saranno gli altri?” pensa, combattuto fra la voglia e il timore di scoprirlo.

 

Finisce di muovere le leve, aggrappandosi all'ovvio scossone dell'arrivo, mentre rivolge uno sguardo di soppiatto al mago che si muove leggermente, abituato a movimenti bruschi e ben radicato a terra, gli occhi ancora puntati su di lui, la bacchetta in tasca. 

 

-Bene, siamo arrivati! - Esclama il Dottore, prima di correre ad aprire le porte, seguito da vicino dall'altro. - Benvenuto in America, New York, nel duemilaquindici!-
 

Puó vedere Barty sgranare gli occhi.
 

-Come...Siamo nel futuro?- il mago si volge a guardarlo sospettoso: -Come hai fatto??-
 

Il Dottore si passa una mano fra i capelli sorridendo divertito.
 

-Questo é un TARDIS, puó viaggiare nello spazio e nel tempo.- risponde, indicando tutto attorno a sé.

 

Barty resta per un attimo in silenzio pensandoci sopra, si era quasi abituato all'idea che il suo Secondo Signore Oscuro fosse in grado di fare cose impossibili, insomma era riuscito a sconfiggere un Dissennatore e neanche il suo Primo Signore Oscuro c'era mai riuscito, poteva creare accordi con loro, ma non distruggerli. Quello era solo una conferma. Lo guarda, in ogni caso, incuriosito.
 

Il senso di ammirazione e riverenza hanno di nuovo la meglio su di lui e non può che dimostrarglielo, smettendo di prendersi quella confidenza che ha osato concedersi nel giro degli ultimi minuti.

 

-Mio Signore, voi siete…- ma viene interrotto mentre sta parlando.

-Dottore, davvero Barty. Credevo lo avessimo chiarito. E smettila di darmi del voi. Ho già più di Novecento anni, non farmi sentire ulteriormente vecchio! - lo confonde ulteriormente con la sua risposta. -Non sono un Signore Oscuro e di certo non mi aspetto dei seguaci. Sono il Dottore e mi aspetto…-

Non riesce a concludere quella frase, si blocca, le parole di Donna che gli tornano in mente.

Guarda Bartemius.

 

“Non é che se dico 'companions' questo si fa chissà quali idee?

- Ne parleremo un'altra volta.- borbotta, invece, prima di poggiare una mano sulla spalla del mago per condurlo fuori dal TARDIS, senza accorgersi del tumulto interiore che si sta svolgendo sotto i suoi occhi. 

 

Se fosse stato qualcun altro ad aver interrotto il mago oscuro sarebbe stato come minimo torturato alla follia, ma considerato che si tratta del suo nuovo Signore le cose vanno in modo diverso. Non solo non puó certo pensare di fargli male, ma ha anche appena deciso che deve proteggerlo ad ogni costo. Insomma, il suo nuovo Signore, per quanto simile a lui, è troppo buono.
E la bontà lo può rendere una facile preda per malintenzionati.

 

Non appena fuori Barty si guarda attorno, non ha mai visto quella città in vita sua, è straordinario come si siano spostati velocemente, persino più veloce della Smaterializzazione.

New York, la città che non dorme mai, luci, rumori, suoni, frastuono, via-vai di gente, forse non è proprio l’ideale se non vuole ritrovarsi con un Mago Oscuro di qualche generazione precedente sovrastimolato.

Sono stato un idiota, dovevamo prima fare tappa a Broadchurch a recuperare il primo Detective… le scogliere, le spiagge, la piccola cittadina così tranquilla… se non si tiene conto dei delitti. Avrei dovuto portare Barty lì, ma ormai è troppo tardi.” rimugina il Dottore, che ha come il presentimento che potrebbe accadere qualcosa di irreparabile.

Scuote le spalle e con esse anche quella sensazione.

Un suono ridondante giunge alle sue orecchie da una macchina davanti a loro, Barty mette una mano in tasca per prendere la bacchetta, ma il suo nuovo Signore lo tiene per la manica e lo trascina più avanti. 

 

-Avrei potuto ucciderlo!- esclama una volta al sicuro rivolgendo uno sguardo arrabbiato al traffico di macchine.

Il Dottore scuote la testa.

 

- Non era un pericolo, noi eravamo il pericolo in quel…- spiega, con calma, ma viene interrotto quando qualcuno si lancia verso di loro, con una mano nella borsa. 


Barty fissa insistentemente quel Babbano e ancora di più quello strano congegno che ha in mano, con luci strane e tasti.
Il Babbano continua a toccare tasti e impostare cose e poi guarda in direzione del suo Secondo Signore Oscuro.
Quella dev’essere un’arma potente, elaborata e micidiale.

Non c'è tempo da perdere. 

Quella creatura, chiunque sia, sta quasi per colpire il suo Signore. Avanza a passo sempre più spedito verso di loro.
Bartemius per un momento non pensa ad altro che al fatto che l'uomo che lo ha salvato è in pericolo di vita e anche se non fosse il suo nuovo Signore Oscuro ha un debito di sangue con lui. Quindi è una fortuna che in quel momento riesca a stringere la bacchetta fra le dita. Ha solo un attimo prima che ci sia l'impatto. La tira fuori.

Deve proteggerlo, potrebbe venir gravemente ferito, se non peggio.
Per un attimo pensa a un Crucio, ma non è abbastanza. É poco per qualcuno che sta minacciando il suo nuovo Signore!

 

-Avada Kedavra!- dice, veloce, ben contento che un raggio verde esca dalla punta della sua bacchetta e colpisca il Babbano ignaro. 

 

Passano i secondi. Il Dottore, in realtà non ci vuole credere.

Che accidenti è appena successo? Oh, giusto! Ho dato un'arma letale a un pluriomicida in astinenza di assassinii da più tempo di quello che possa sopportare e lui  l'ha usata per uccidere. Dannazione! Stupido, stupido Dottore!” si picchia la fronte con una mano aperta.


Abbassa lo sguardo sulla vittima e poi rivolge la propria attenzione sul sorrisetto sul volto del suo nuovo companion.
Quindi riabbassa lo sguardo. Ecco perché non dà mai le armi ai suoi companion. Continua a spostare lo sguardo fra Bartemius e la vittima ai suoi piedi. Apre la bocca.

 

-Per quale assurdo motivo hai pensato che fosse una buona idea ucciderlo?- chiede, lentamente, cercando di non offendere il mago.
 

Quest'ultimo aggrotta le sopracciglia, come se davvero non capisse cosa abbia fatto di sbagliato. Abbassa lo sguardo sul Babbano, per poi risollevarlo al suo Signore.
 

-Vi stava per attaccare. Dovevo proteggervi.- risponde, ovvio.
 

Il Dottore si passa nuovamente una mano fra i capelli. Per la miseria, quel mago lo renderà pelato a furia di preoccuparlo in quel modo.
Potrebbe sfuriare, ma sente che con quel Mangiamorte non è la chiave giusta, è meglio mostrare empatia e il Dottore ne ha da vendere.

 

-Grazie per aver pensato di proteggermi.- inizia, ben consapevole di doverlo prima tranquillizzare. -Ma non era un pericolo. Non stava tentando di attaccarmi, voleva solo informazioni…- quindi si abbassa sulle ginocchia per indicare meglio il cellulare della vittima. -...stradali. Sono cellulari questi, vedi? Telefoni che si portano in giro, non solo puoi effettuare chiamate, ma fanno un sacco di altre cose. Lui sul suo cellulare aveva una app con una mappa. Stava andando allo stadio. A vedere una partita, probabilmente… Come quelle di Quidditch.- dice, risollevandosi.
 

Barty lo ascolta, sforzandosi di capire cosa gli sta dicendo, ma gli sembrano tutte parole sconosciute, sembra però capacitarsi quando lo sente nominare quello sport a lui così caro e annuisce.

-La prossima volta controlla le loro intenzioni prima di agire. Anzi, non agire proprio. Mi so difendere da solo.- lo redarguisce il Dottore.

 

Per fortuna non puó vedere l'attimo in cui il dispiacere passa fugace nello sguardo di Barty a quelle parole.
 

-Mi dispiace, Mio Signore. Non volevo preoccuparvi….  -
 

- Ah-ah-ah… cosa abbiamo detto su come ti devi rivolgere a me? - puntualizza il Dottore.

- Non… ti volevo far preoccupare. Non mi sottrarrò certo alla punizione che mi devi infliggere, ma poi non ti deluderò più.- questa volta è Barty che non vede gli occhi del Dottore sollevarsi al cielo.

 

-Non ho idea di cosa ti sia successo, ma ti posso assicurare che non sarai punito. Nè ora, nè mai, se smetterai di uccidere la gente solo perché incrocia la nostra strada, almeno fino a quando viaggerai con me.- risponde.

 

Sta per trascinare il mago oscuro lontano dalla scena del crimine, ma poi ci ripensa. È una vita umana, non può far finta di niente.

-Qualcuno chiami un’ambulanza! Quest’uomo ha appena avuto un infarto!-  attira sul malcapitato l’attenzione di una folla che si accalca, prodigandosi in soccorsi che il Dottore sa perfettamente che saranno inutili, ma almeno ha salvato le apparenze.

 

-Ho studiato gli effetti di quell'incantesimo orribile che non voglio nemmeno pronunciare, all’autopsia risulterà davvero che quell’uomo abbia avuto un infarto…- spiega a Barty, allontanandosi con lui, - Questo non significa che io approvi quel che hai fatto, ma almeno eviteremo che la polizia si metta sulle tue tracce.-
- Mi avet…-  si interrompe Barty, mordendosi la lingua. - Mi hai salvato di nuovo… Dottore,- fa uno sforzo immane per rivolgergli quell’appellativo e ancor di più prendersi quella confidenza. - Grazie.-  gli sorride, genuino.

 

Il Dottore ricambia il sorriso.

- Se hai imparato a darmi del tu e a chiamarmi col giusto nome, confido che tu possa imparare a non uccidere più gli innocenti solo perchè temi io sia in pericolo.- lo rincuora. - E ora torniamo al TARDIS, è evidente che chi cerchiamo non è qui…- borbotta.


- A proposito, chi è che stiamo cercando? Qual è la missione?- si incuriosisce il mago.

-Tempo al tempo ragazzo mio, non ho intenzione di ripetermi continuamente, quando sarete almeno in tre allora comincerò a spiegarvi più cose.- replica enigmatico il Signore del Tempo.

Ma tre chi?” si chiede perplesso il Mangiamorte.

TBC



Speriamo continui a piacervi, perché siamo solo all’inizio ;)

Ringraziamo chi ha messo la storia nelle preferite/seguite/ricordate, chi la recensisce e chi la legge solo.

alla prossima <3

Loki&Lu

 

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Capitolo 4
*** Capitolo III: No one kills no one! ***



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Capitolo III: No one kills no one!




Peter si è sempre vantato della grandezza della casa in cui vive a Las Vegas, pensava infatti di vivere in un mega loft, ma anche la casa di Killgrave non scherza. Sembra anzi leggermente più spaziosa, forse per i colori chiari che ne rivestono le pareti.
 

È di un bianco quasi asettico, con un largo terrazzo che si affaccia sul molo, dove, a quanto ha capito, forse Killgrave ha anche una barca. Non ne é del tutto sicuro, ma d'altronde con quell'uomo come potrebbe mai esserlo?

Guardandosi attorno nota quanto l'arredamento di quell’attico sia minimale, come se fossero state rimosse cose che prima c’erano, come se quella non fosse davvero casa sua. Senza contare la quasi totalità di mancanza di foto.

- Ma… siamo sicuri che tu vivi qui?- non può fare a meno di chiedergli, perplesso, resistendo alla tentazione di passare un dito sugli spazi  lasciati liberi fra i vari soprammobili ed altri oggetti che similmente si trovano sulle scansie.

- Ora sì, diciamo che i vecchi proprietari non si sono lamentati granché a riguardo quando mi son presentato qui qualche giorno fa.- sogghigna misterioso l’incantatore, mentre gli fa strada in quella che ora ormai è camera sua.

 

Una volta entrati Peter puó notare l'ampiezza della stanza nella sua totalità, in mezzo c'è il letto più grande che abbia mai visto, sicuramente un king size, davanti c'è l'armadio che occupa l'intera parete. I comodini affiancano entrambi i lati del letto, ma anche su di essi non c'é traccia di foto. Se Peter fosse meno ubriaco probabilmente sarebbe spaventato a morte, sfortunatamente non é così.
 

La camminata lungo il molo se non altro li ha resi quel meno sbronzi che basta a non farli più biascicare.

- Voglio capire quanto tu effettivamente possa sembrare me,- spiega l’effettivo padrone di casa, aprendo il grande armadio del suo guardaroba.

- Ho capito, devo provare i tuoi vestiti da damerino impagliato …- ridacchia Peter, avvicinandosi per ispezionarli meglio. - Okay, vada per questo.- decide, afferrando la gruccia del completo viola.

 

Kevin interviene per tempo. È morbosamente affezionato a quel completo. Del resto è quello che indossava quando si è dichiarato a Jessica, quando  è riuscito a convincerla a convivere con lui anche solo per quei pochissimi ma preziosi giorni. Quell'abito non va toccato da nessuno a parte se stesso e certo non lo lascerebbe mai in mano a quell’eccentrico uomo.
 

- Te lo puoi anche scordare! - sbotta rimettendolo via e sostituendolo con uno blu scuro, decisamente meno carico di ricordi, per poi volgersi a guardare l'altro per allungargli il nuovo completo.

E Peter se lo scorda, come gli è appena stato ordinato, per come gli è stato ordinato.
Si scorda ogni cosa. Sbatte le palpebre, incapace di riconnettere.

- Cosa cazzo ci faccio qui? Chi cazzo sei tu? E perché cazzo hai la mia cazzo di faccia?- si agita Peter, indietreggiando frastornato, cercando di correre verso l’uscita. Ora sì che é spaventato.

Kevin si rende conto di che cos’è accaduto.

 

Stupidi, maledetti significati letterali!” impreca dentro sé, alzando gli occhi, prima di rimediare.
 

- Hey, tu , fermo dove sei, ricordati del nostro incontro e di quello che stavamo facendo,- lo ferma  appena in tempo.

Peter infatti trotterella verso di lui, come se nulla fosse appena successo.

- Allora, questo completo? -

Quando esce dal bagno che Killgrave gli ha concesso per cambiarsi, il persuasore è ancora più colpito dalla somiglianza strabiliante.

 

Manca solo qualche ritocco.
Dal bagno prende del cotone imbevuto d’acqua calda e si avvicina a Peter, per poi rimuovere ogni residuo di eyeliner. Ci vorrebbe anche del solvente per le sue unghie laccate di nero, ma ci penserà in un secondo momento.
Gli leva anche il finto orecchino al sopracciglio che per tutto il tempo è rimasto lì.
Con il pettine tenta di dare a quei capelli scarmigliati una piega che sia quanto più simile alla sua, poi da un cassetto prende una pochette viola da mettergli nel taschino della giacca e una cravatta fantasia che gli annoda attorno alla camicia porpora.

 

- Sììì, direi che sei quasi perfetto…- mormora compiaciuto allontanandosi di qualche passo per osservare meglio la sua opera d'arte.

É identico a lui, a parte il comportamento se solo fosse più simile negli atteggiamenti… ma non si puó chiedere troppo.

- Hey, mi piace questo gioco. Tu ora mettiti i miei vestiti! - sogghigna divertito Peter che non ha ancora ben compreso in che situazione si è infilato.

 

Cosa? Ma io non sto affatto giocando!” pensa l’incantatore, ma poi legge la supplica in quegli occhi così uguali ai suoi.
 

Potrebbe certo far finta di niente, storcere le labbra o ordinargli di non fare quell'espressione, ma ha anche lui un cuore, come dimostra il suo innamoramento per Jessica, e, davvero, non puó soprassedere. Fissa per qualche istante quegli occhi castani.
 

- E dai, Killgrave,- insiste l'altro speranzoso.

Forse é a causa dei nuovi vestiti che gli è stato proposto di indossare, forse a causa dell'aspetto che assumerebbe, ma Killgrave prende due decisioni assurde per il suo carattere.

- Puoi chiamarmi Kevin - si ritrova a dire il persuasore, quasi senza rendersi conto, quasi come se volesse creare più confidenza fra loro.

 

È lo stesso motivo per cui accetta di provare quell’eccentrico abbigliamento. Non hanno solo lo stesso volto, ma anche la stessa taglia, per questo anche Killgrave riesce a entrare in quei pantaloni in pelle così impossibilmente attillati.
 

- Per l’inferno maledetto! Come fai ad indossare questa roba ogni giorno? - si lamenta, allentando i pantaloni in cerca di sollievo.
- Poi ci fai l’abitudine- fa spallucce Peter, sistemandogli meglio il giaccone lasciato aperto, dalla cui tasca estrae l’eyeliner.
- Permetti, Kevin? -

E stranamente Kevin permette, ammirando il risultato allo specchio, non si è mai visto così… selvatico e la cosa non gli dispiace affatto. 

Come non gli dispiace chi ne è la causa.

Mentre Peter gli mette l'eyeliner, Kevin puó benissimo vedere ogni dettaglio di quel volto così simile al proprio, forse solo leggermente più giovane, ogni poro e la concentrazione che oscura il volto dell'altro, le sopracciglia aggrottate, dannatamente intento a non sporcare nessuno dei due. È così vicino che gli basterebbe sporgere il volto verso il basso per…

No. Jessica. Non posso davvero pensare a certe cose con qualcun'altro qui. Un uomo, per l’inferno maledetto!”. resta leggermente imbambolato.

Tuttavia, non protesta nemmeno quando Peter gli scompiglia i capelli, si fa anche mettere il finto piercing al sopracciglio, ma ringhia alla vista della boccetta di smalto nero.

- Ora non esageriamo. - tira di nuovo le redini del comando  e l’altro desiste.

 

Cominciano entrambi a ridere, sia per i postumi della sbornia ancora da smaltire, sia per quella situazione davvero assurda.
 

Non sanno bene come siano finiti così vicini da poter sentire l'uno il respiro dell'altro, così vicini da scontrarsi fra di loro.
Per un attimo Kevin sovrappone il volto di Jessica con quello di Peter, ma è un attimo, sa perfettamente che non è lei.
Forse sono i suoi modi così rozzi a ricordargliela vagamente.
Bevitore incallito, seduttore nato. Linguaggio da scaricatore di porto.
In pratica, super forza a parte, Kevin potrebbe benissimo considerare Peter la versione di Jessica al maschile.

 

Andrebbero così d’accordo quei due!” sorride da solo, figurandosi quello scenario. “E quanto andrei d’accordo io con loro. Io, Jessica e Peter che facciamo l’am…. Accidenti a me, a che diavolo sto pensando? Jessica non posso condividerla nemmeno nelle mie fantasie! E poi io lui lo voglio morto...mi serve morto… non si può proprio evitare, no, no, no…

L'alcool sta avendo effetto su di lui, lo sta rilassando. Piega il volto avvicinandosi maggiormente, mentre l'illusionista fa la stessa cosa. Sono a pochi millimetri di distanza quando...

 

Un rumore persistente e un bagliore a intermittenza irrompono nella stanza, il preludio di qualcosa che sta assumendo una forma più concreta.
 

- Okay che ci siamo bevuti mezzo locale, ma, Kevin, la vedi anche tu quella fottuta cabina telefonica blu? - sbotta Peter facendo uno scatto per distanziarsi leggermente, confuso, pur continuando a tenergli la mano. Mentre l'altra si porta sugli occhi a ripararli dalla luce penetrante.
 

L’altro ha giusto il tempo di annuire, prima che da quella cabina saltino fuori due personaggi alquanto singolari, uno dietro l'altro. Il primo, vestito con un completo marrone gessato, ma con le scarpe da ginnastica ai piedi, ha un sorriso che trasmette fiducia. Il secondo lo segue appresso decisamente più calmo, ma di una calma inquietante, ha vestiti neri addosso, in linea con la solarità che trasmette. Quest'ultimo si guarda attorno con attenzione, con un oggetto oblungo di legno stretto fra le dita.
 

-Buuuonasera! - esordisce allegro il più cordiale, per poi notare come l’oggetto delle sue ricerche sia in atteggiamenti piuttosto intimi, perché quelle mani che si stringono non possono mentire, 

L’allegria che scivola leggermente via, lasciando spazio a un po’ di innocente malizia.

- Ho interrotto qualcosa? - aggiunge con un sorrisetto sornione e impertinente.

 

-Possiamo seguire il loro esempio anche noi? - gli si fa vicino Barty, cercando di toccargli una spalla, adesso decisamente più tranquillizzato.

-Cosa? - lo guarda stranito il Dottore, con gli occhi sbarrati, la bocca resa storta dal fatto che si stia mangiuchiando il labbro inferiore, e il suo sopracciglio destro che traballa nervosamente.

-Cosa? - gli fa eco il Mangiamorte, fingendo indifferenza e prendendo le sue distanze.

 

-Ma… voi chi accidenti siete? - domanda Kevin, talmente sconvolto da non ordinare loro alcunché.
 

Se non altro, lascia andare la mano di Peter, che invece li ha osservati a lungo abbastanza da notare qualcosa di davvero inquietante.
 

- Cazzo! Anche voi con la mia stessa faccia? Ma perché? Chi siete tutti voi? Perché stasera? Perché me? Cosa diavolo significa questa fottuta invasione? State lontano da me, tutti quanti! A questo punto sono molto meglio i vampiri, io me ne torno in Nevada!- dà di matto l’illusionista, in procinto di scappare.

- Fermo lì, tu non vai da nessuna parte, men che meno coi miei abiti!- gli impone Killgrave. -E vedi di darti una calmata!-

 

E Peter resta fermo e calmo.
 

Barty non ha perso nemmeno un secondo di quella scena.

- Un momento! Ma quella è la Maledizione Imperius! E la tua bacchetta dov’è?- gli domanda sconcertato.


-Oh, una di sicuro ce l’ha nei pantaloni!- ridacchia malizioso Peter.
 

Killgrave non sta ascoltando né l’uno nell’altro, è un altro l’individuo che ha catturato la sua attenzione.
 

- Non ho idea di chi diavolo siate e come accidenti abbiate fatto a entrare in casa mia, però... guarda, di nuovo la mia faccia in giro… e tu sembri molto più credibile, hai anche quasi la mia stessa eleganza. Allora farò uccidere te al posto suo…- sogghigna, andando verso il Dottore.
 

- Come, ‘al posto suo’? Volevi uccidermi? - chiede sconvolto Peter.

- Sono ubriaco, parlo troppo, tu non badare a quello che dico! -replica Kevin e Peter torna a sorridergli come se nulla fosse.


Chi non sta sorridendo affatto è Barty.

- Nessuno uccide il mio secondo Signore Oscuro! Non muoverti di un solo passo! - ringhia furente, con la bacchetta puntata verso quel tizio vestito in modo osceno.

 

Il Dottore che è stato zitto tutto il tempo decide che è il momento di intervenire
 

- Fermi, tutti quanti! Nessuno uccide nessuno! Niente magia, niente incantesimi, niente controllo mentale, niente…- fa una pausa, guardando l’individuo più elegante nella stanza. - niente… qualsiasi cosa faccia tu!-
 

- Perché i miei giocattolini sono rimasti a casa mia, altrimenti te lo farei vedere io di cosa sono capace! - borbotta Peter.

- Ho detto che nessuno uccide nessuno. - ribadisce il Signore del Tempo.

- Però non è giusto… stavolta eri davvero in pericolo! E poi tu il Dissennatore lo hai ucciso. - protesta Barty.


- Ultime notizie per te: io l’ho soltanto tramortito.-
- Non gli hai causato nessuna morte?- chiede conferma il Mago Oscuro, un pò deluso.
- Nemmeno la più piccola - assicura fiero il Dottore.

Per tutta risposta Barty sbuffa. É davvero dispiaciuto, ma questo dimostra anche il suo punto.

 

"Il mio secondo Signore Oscuro è troppo buono. Dovró difenderlo maggiormente" decide, fra sé e sè.

Il Dottore ridacchia.

- Che c’è? Non sono più abbastanza oscuro per te? -
- Certo che no, lo sarai sempre. - lo guarda con reverenza l’interpellato.

 

È strano trovarsi circondato da gente in attesa delle sue spiegazioni. Beh, per lo meno lo sarebbe se lui non fosse il Dottore e come tale abituato a farlo. La vera cosa strana è la loro condivisione del proprio aspetto con tutti gli altri, ma anche a quello è abituato, anche se non così tanto. D'altronde persino lui ha mille volti, letteralmente. Se lo ricorderá quel viaggio una volta che si sará rigenerato.
Per questo si augura che possa durare il più a lungo possibile.

 

Li guarda tutti e tre, sono uno più letale dell'altro.
Chiunque fra loro ha ucciso e più d'una volta. Non importa cosa e in che modo.
Eppure si sta loro affezionando tutto sommato, sente di aver trovato dei Companions davvero interessanti.

 

La camera da letto di qualcuno non è certo il luogo giusto per iniziare quei discorsi. Se potesse consiglierebbe di andare in salotto o qualcosa di simile, ma non può in quel momento, perché sembrano decisamente tesi, come se stessero ancora litigando e valutando se tirare fuori o meno i propri poteri.
Il modo in cui Killgrave e Barty si stanno guardando male fa quasi paura.

Non lo ammetterebbe mai, ma essere protetto per la prima volta nella sua vita e non dover proteggere gli altri per forza non è così male. Decisamente. Ha un che di piacevole. D'altro canto continua a non sopportare di essere chiamato 'Signore Oscuro'.

Per interrompere quel litigio silenzioso dà voce ai propri pensieri.

 

-Bene.. La veritá é che sono stato incaricato di riunire tutte le persone con il mio stesso aspetto.- inizia a spiegare, ricevendo sguardi straniti da ogni dove.

 

-Quindi… ce ne sono altri?- chiede preoccupato Peter.

 

-Era..era per questo che eri da me?- Un po' ci resta male Barty.

Quindi il mio secondo Signore Oscuro non mi ha salvato perché lo volesse, ma solo perché… doveva?

 

-Chi e quanti sono?- Kevin si sfrega le mani, progettando già quante cose può portarli a fare.


Il Dottore li guarda uno ad uno, indeciso se rispondere alle domande o andare avanti.

TBC

Bel grattacapo per il Dottore, riuscirà a far capire a quei tre il motivo di quella missione?
Parliamo un attimo delle ship (nel mentre abbiamo trovato i nomi, lol), siete più per Barten (Barty e Ten), Keter (Kevin e Peter) , entrambe? Ne vorreste di nuove?
Nel mentre, speriamo che la storia continui a divertirvi, fateci sapere…. anche se volete farci internare XD

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Capitolo 5
*** Capitolo IV: Something hard to explain ***


Rieccoci, pronte a farvi nuovamente delirare con noi XD
grazie infinite per il vostro entusiasmo, siete meravigliose <3


cover-Incontri-Ten-TENNANTi

Capitolo IV: Something hard to explain

 

-Sì, ce ne sono altri. Sono sei le persone che sto cercando, sette se contiamo il demone che ho già trovato e sono certo ci raggiungerà col suo angelo.- comincia la sua spiegazione il Dottore.

La situazione è talmente già così assurda di suo che nessuno si azzarda a far domande sull’argomento, nonostante sia tanta la curiosità.

 

- Qualcuno ha desiderato di conoscerci, un certo David Tennant.-

Lo sguardo gli cade su Barty e lo ricambia.
Gli dispiace vederlo triste dopo quella rivelazione.

 

Forse dovrebbe abbracciarlo, ma ha ancora il timore che l'altro ci vedrebbe un doppio senso. O forse ha ancora più paura che abbracciare quel mago così inquietante eppure così devoto a lui stesso  piacerebbe troppo.

-Chi è questo David Tennant, un collezionista di gente che si somiglia fra loro?- rompe il silenzio che si è creato Peter. -Beh, io ho una collezione sul vampirismo e le arti occulte da far girare la testa… ognuno ha le sue fisse, evidentemente!- fa spallucce.

-Arti occulte hai detto?- domanda Barty, con un tono sprezzante. -Per me non sai nemmeno cosa siano le arti oscure, stupido Babbano!-
-Come cazzo mi hai chiamato? Attento, se non vuoi finire anche tu nella mia collezione, spaventapasseri spelacchiato!- ringhia Peter.
-Ho ucciso per molto meno!- ringhia Barty, fumante di rabbia, la lingua che si muove in modo ingestibile, la bacchetta a un passo dall’emettere una pericolosissima luce verde.

 

Il Dottore ha già fatto un errore e non può certo ripeterlo.


-Barty, no!- lo redarguisce, fermandolo in tempo, stavolta.
-Okay, scusami.- rimette in tasca la bacchetta il mago oscuro. -Anche se è lui quello che dovrebbe scusarsi.- aggiunge, lanciando uno sguardo di fuoco verso l’illusionista, per poi sorridere al suo salvatore.
-Non temere, lo farà.- gli assicura il Decimo Dottore, sottilmente soddisfatto che Barty sia tornato a rivolgere l’attenzione solo a lui.

Oh, andiamo… non ero certo geloso… no?” rimugina, prima di capire che deve riformulare le sue spiegazioni, perché non sta dando loro abbastanza informazioni da motivarli.

Ora come ora lo seguirebbe solo Barty, per ragioni che lui preferisce non chiedersi.

Tuttavia, prima deve riportare la pace.

- Okay, Peter, Barty non voleva sminuire quella che sono certo sia una collezione di tutto rispetto… quindi tu chiedigli scusa per come lo hai chiamato.-

- Dove siamo, all’asilo?- ride sprezzante Peter. -Io non mi scuso per un cazzo!-

Il Dottore tenta il tutto e per tutto e si rivolge al più taciturno dei tre.

- Kevin, non è che mi aiuteresti a…-

- Potrei anche farlo, ma tu prima vuoi degnarti di dirmi chi siete tu e quello squilibrato?- incrocia le braccia al petto Kevin, vagamente scocciato.

 

- Uh! Non l’ho ancora fatto, vero? Io sono il Dottore, viaggio nello spazio e nel tempo, lui è Barty, un mago tanto potente, quanto sensibile alle offese, quindi io non lo chiamerei ‘squilibrato’, - precisa il Dottore, con Barty che gli sorride riconoscente.
 

Il mio Secondo Signore Oscuro è sempre così premuroso nei miei confronti, sa cosa mi piace e cosa no.”
 

Ritenendosi più o meno soddisfatto da quelle risposte, Kevin accontenta il Dottore.

- Peter, scusati subito così forse riusciremo a capirci qualcosa di questo casino assurdo!- sbuffa Killgrave e la sua vittima preferita obbedisce, compiacendo Barty.


- Molto bene, ora che vi siete calmati… no, Peter, David non è un collezionista…- riprende il discorso il Signore del Tempo, ma poi si stranisce. - Un momento, perché mi sono accorto solo ora? Tu sei Peter, Peter Vincent...- comincia a girare in tondo, cercando qualcosa in tasca, ne estrae una specie di distintivo bianco, non per lui a quanto pare.

-Dovevo passare io in Nevada a prenderti,  voi tre... eri il terzo sulla lista… il primo Barty, ovviamente, per lui era questione di vita o morte, in senso letterale!- spiega, riaccendendo un sorriso e un vago senso di calore nel Mangiamorte.

Ero la sua priorità, voleva salvarmi a tutti i costi. Il mio Secondo Signore Oscuro tiene così tanto a me!

-Io ero in Nevada, all’Hard Rock di Las Vegas, per essere precisi e stavo facendo il mio numero più spettacolare, quando … non lo so che cazzo è successo, ma un attimo dopo ero per le strade di New York con questa specie di Psycho che mi ha chiamato a sé!- spiega Peter, indicando Killgrave.

-Interessante, molto, molto interessante.- si mette una mano sotto il mento il Dottore. -Ma non è questo il momento di interrogarsi su come sia potuto succedere. Stavamo parlando di chi è David… e se vi dicessi che è la ragione principale per cui noi esistiamo? Se vi dicessi che tutti noi proveniamo da universi paralleli? Se vi dicessi che l’inghilterra dove ho prelevato Barty non è nello stesso mondo della New York dove siamo ora che non è nello stesso mondo del Nevada dove vive Peter? - 

 

A quella spiegazione i tre rimangono bloccati a bocca aperta come dei pesci, il primo a riprendersi é stranamente Peter. 

 

-Che cazzo intendi dire con… Questo non ha un fottuto senso, come cazzo sarei arrivato qui, allora?- chiede, titubante, osservandosi attorno.


Il Dottore lo guarda per qualche secondo colpito dal numero di parolacce dette in un'unica frase.

 

Il secondo ad avere una reazione é Kevin stesso ed é decisamente una reazione inattesa in quel momento.
 

-Levati quei vestiti!... Se devi usare un certo linguaggio!- ordina, solo per far sì che Peter si alzi ed inizi a levarsi gli abiti di Killgrave che ancora indossa davanti a tutti. 

 

"Dannati significati letterali!" pensa nuovamente, è la seconda volta che non ci sta attento.

 

-Non qui! Va’ in bagno a cambiarti!- gli ordina Kevin, vedendo per altro Peter scrollare le spalle come se non avesse appena tentato di denudarsi davanti a tutti.

L’illusionista si alza  e inizia a sculettare verso il bagno. Kevin tenta di non lanciare uno sguardo su quel sedere in movimento… ma dai! Sembra stare richiedendo attenzioni. É decisamente tondo. Un bel sedere! 

 

"Jessica! Devo pensare a Jessica, non al sedere di Peter Vincent! Però… é davvero sodo… ma insomma!" distoglie lo sguardo, attento a non guardare, prima di dirigersi all'armadio per prendere un nuovo completo da indossare.

 

Barty si rivolge al Dottore, una volta accortosi che gli altri due sono troppo presi a… scambiarsi d'abito? 

 

-Che cosa direbbe il tuo David Tennant se sapesse che i suoi personaggi flirtano fra loro?- chiede, dando un leggero sguardo a Kevin. Il Dottore lo guarda perplesso. 

 

-Flirtare? Chi sta flirtando?-

 

Barty alza gli occhi al cielo. Direbbe qualcosa se non fosse il suo Secondo Signore Oscuro.
 

Spera solo che le cose possano andare meglio che con il precedente.

- A parte che non è il mio David Tennant. In un certo senso è il nostro. Così come tutti noi siamo suoi.- tenta di chiarire.


-Mio, tuo , nostro, quello che è...hai detto che abbiamo tutti lo stesso aspetto, giusto?- chiede conferma, guardando verso la porta del bagno da dove sta uscendo un Peter Vincent in mutande e ancora una volta sculettante. 

 

-Sì, quello di David Tennant! É come… voi maghi lo avete il teatro? Che domande, certo che  lo avrete...- chiede, sta ancora rimuginando su come esporre il fatto lui, prima di tornare a guardare Barty. -In ogni caso perché quella domanda prima?- 

 

-No, niente… così!- mormora Barty, stringendosi nelle spalle, mentre fissa il sedere di Peter.

 

" Lo stesso corpo, eh? Quindi anche voi avete un sedere così bello, mio Signore? No, scommetto che il vostro sia ancora migliore!" resta a rimuginare Barty, cercando di non guardare il suo nuovo Signore Oscuro.

 

-Ti avevo detto…- inizia Kevin, ma solo per fermarsi alla consapevolezza che non ha specificato di non andare in giro in mutande per casa. Invece prende gli abiti di pelle di Peter e glieli mette in mano. -Vestiti!-

 

"Poi non dovrei fissarlo… se ne va in giro come una sgualdrina! Jessica… il sorriso di Jessica.. I capelli neri di Jessica…"

 

Peter per fortuna è soggiogato dal potere di Killgrave quindi si veste, seppur tranquillamente e facendo un mezzo balletto su se stesso. Quasi uno spogliarello, ma al contrario.
 

-Di solito la gente non mi chiede di vestirmi, magari l’opposto!- dichiara l'illusionista con tanto di ammiccamento finale. 

 

"Io lo ammazzo! Se continua così lo ammazzo!" pensa Killgrave, cercando un barlume di sopportazione, mentre tenta di dare una piega corretta agli abiti, più per non osservare Peter che per altro.

Lui si è già rivestito prima che lo sculettatore seriale entrasse nella stanza. Una volta finita quell'operazione torna dove si trovano Barty e il Dottore, seduti entrambi al lato del letto a qualche centimetro di distanza. Peter lo segue qualche secondo dopo. 

 

-Quindi dicevi di David Tennant?- chiede Kevin una volta seduto. 

 

-Stavo pensando a come spiegarvelo al meglio. David Tennant è un attore che ha avuto molti ruoli. Noi siamo stati i suoi personaggi più conosciuti.- spera che così funzioni, sul serio.

 

- Ma che cazzate spari? Io esisto davvero, non sono un fottuto personaggio!- sbrocca nuovamente Peter.

 

"Quindi… io stavo per essere baciato per… una recita?" rimugina Barty. "...per fortuna c'era il mio Secondo Signore Oscuro a salvarmi! Ma il Primo Signore Oscuro? Lui esisterà, deve esistere!"

 

-Quindi saremmo esistiti anche senza di lui.- dichiara Kevin, come se volesse una conferma, ora che è di nuovo nei propri abiti si sente decisamente a proprio agio. 

 

-Esatto!- prende la palla al balzo il Dottore. -Solo non avremmo il nostro aspetto. Potreste chiedere a lui come sareste se non vi avesse interpretato e in che altre maniere vi ha cambiato!- 

 

Tutti e tre sgranano gli occhi, guardandosi vicendevolmente e abbassando gli occhi sul proprio aspetto. Il Dottore non riesce a trattenere un sorrisetto a quell'azione, troppo abituato al mutamento fisico e caratteriale fra una rigenerazione e l'altra, anche se davvero gli piacerebbe essere ginger come Crowley, lo stupendo demone che aveva dovuto lasciare indietro per andare alla ricerca degli altri personaggi di Tennant.

 

-Mi piace il mio aspetto!- esclama Barty, la lingua che scatta leggermente fuori nel suo tipico tic.

 

-Che puttanata! Non avrei potuto avere nessun altro fottuto corpo!- brontola Peter, tentando di proteggersi con le mani.

 

-Adesso mi dirai che sarei stato un uomo viola!- sogghigna Kevin, deridendo l'idea. -...tanto per essere Purple Man, no?- 

 

Il Dottore non risponde a nessuno dei tre.

 

-Lo ammetto, anch'io amo questo aspetto. Se potessi, non mi rigenererei più.  Anche se avrei preferito essere ginger!- esclama, passandosi una mano fra i capelli.

-I tuoi capelli sono perfetti così, mio S… Dottore!- si prodiga in complimenti Barty, guadagnandosi un sorriso da parte del suo salvatore.

 

- Grazie, Barty, anche a me piacciono i tuoi, quasi color del miele.- ricambia il complimento il Signore del Tempo, ma non sta affatto mentendo.
 

Quel mago è davvero affascinante, specie quando gli sorride in quel modo così genuino, quasi innocente, come sta facendo in quel momento.
 

- E io? - domanda quell’accentratore di attenzione noto a tutti come Peter Vincent.
 

- Ma è ovvio che anche le tue meche bionde sono bellissime… e tu, Killgrave, hai una piega impeccabile, - lo anticipa il Dottore, prima che anche lui cerchi conferme. - Cos’è? Glielo ordini ai tuoi capelli di essere così perfetti? - aggiunge, strappando un sorriso al persuasore.

- Chissà invece come sono i capelli di questo David… - si domanda Peter.

 

Questo riporta tutti all’argomento principale e a  rimuginare sulle parole dette. 

 

"Non è che quello che ho detto é stato troppo?" si interroga il Signore del Tempo.

 

-Quindi verrete a ringraziare l'uomo che ci ha donato questo aspetto?- chiede a loro il Dottore, leggermente titubante.

 

-Cazzo fottuto, sì!- manifesta il suo acceso entusiasmo Peter, a modo suo.

 

-Vado ovunque va il mio Signore!- dichiara altero Barty.

 

Quel David mi potrebbe aiutare con Jessica!" pensa a come trarne un vantaggio personale Kevin.

 

-Cercherò di non controllarlo, solo perché l'aspetto non è male.- afferma, rimirando la sua aitante figura nello specchio fronte al letto.

 

"Sto davvero bene con questi abiti!" pensa Killgrave, rimirandosi il completo. Da quel punto riesce solo a vederne una porzione nello specchio. Solo la parte superiore ed anteriore.

Indossa una giacca viola, ma non quella della dichiarazione, questa è iris scintillante con un bordo dello stesso colore, ma di tinta unita. Dal taschino della giacca fuoriesce un fazzoletto nero con il bordo di tela anch'esso iris, sotto alla giacca lasciata aperta fa bella vista di sé un panciotto di cotone pervinco dall'ampia apertura superiore dalla quale fuoriesce una grossa cravatta viola dalle eleganti decorazioni dello stesso colore, ma più lucenti. Il tutto è posto sulla camicia nera chiusa fino all'ultimo bottone. Kevin allunga il collo, rimirando come il viola e il nero facciano decisamente pendant fra loro. Non ci aveva mai fatto caso prima. 

 

"Nero… come i capelli di Jessica. Saremmo stati una coppia stupenda. Anzi no, lo siamo stati e torneremo ad esserlo. Peró…" lascia cadere uno sguardo involontario sugli abiti di pelle indossati da Peter Vincent. Anch'essi neri. Scuote la testa, tornando alle parole del Dottore. "Personaggi dello stesso attore. Un attore che desidera vederci e conoscerci."

 

-Che cosa faremo una volta incontrato David, andiamo lì e cosa… Dottore? Qual'é il tuo grande piano?- domanda, piú per distogliere la mente dal colore nero che per altro.

È silenziosamente grato al Dottore per il fatto che lui prediliga vestirsi di marrone.

- Non è il mio grande piano. Semmai è la sua grande richiesta. È David stesso che ha espresso il desiderio di conoscerci, tutti quanti. Io sto solo facendo del mio meglio per accontentarlo.- spiega il Signore del Tempo.

 

- Un’adunata al suo capezzale? Questo David sta forse morendo ed è il suo ultimo desiderio?- si accinge a chiedere Barty.

- Ultimo des… - ripete perplesso il Dottore, aggrottando le ciglia e interrompendo la frase - Nooooooo! David sta meglio di noi tutti messi insieme! A dirla tutta, è stato un suo desiderio di compleanno! - rivela il Dottore con un largo sorriso.

- Sentito, uccellaccio del malaugurio? Stai sempre a pensare a delle cazzo di tragedie!- lo sbeffeggia Peter, ma Barty è più preso ad ascoltare le conferme del suo Secondo Signore Oscuro sull’ottimo stato di salute di questo fantomatico David, per curarsi di lui.

- Andiamo a una festa di compleanno, quindi? Io ci sto, posso anche uscire nudo dalla sua torta di compleanno se vuole, purchè mi offra da bere!- prosegue il cacciatore di vampiri.

- Uh! No, non credo sia necessario arrivare a tanto! - frena subito i suoi bollenti spiriti il Signore del Tempo.

- Il prossimo mese è il compleanno di Jessica… - borbotta sovrappensiero Kevin.

- E quindi, ossessionato a mille, questo lo dovrei prendere per un sì anche da parte tua?- domanda esasperato il Dottore.

- Non ci trovo nulla di male nelle ossessioni. Danno uno scopo nella vita. - si sente in dovere di difendere quella causa Barty, guadagnandosi un sorriso da parte del persuasore, prima che dia il suo consenso con un cenno del capo.
.
-Bene, ora che sapete tutto, mi aiuterete a spiegarlo anche agli altri, vero?- chiede a loro il Dottore.

-Gli altri chi?- domanda Killgrave.

Più possibili candidati per il mio piano infallibile.” architetta nella sua testa.

-Ne mancano ancora due in lista… a dire il vero sarebbero tre, ma mi sta venendo un’idea brillante in merito, per ora limitiamoci a due. - risponde l’interpellato.

- Se è una tua idea non può che essere brillante di sicuro! - lo idolatra Barty.

 

- .Ah sì, giusto, poi aspetto di recuperare, quando sarà il momento, un altro col nostro aspetto, che però si porterà appresso qualcuno che con noi non c’entra, però ha insistito tanto e … non ci vedo nulla di male a fare questa piccola eccezione- aggiunge il Signore del Tempo.

- Se non ci vedi nulla di male tu, perché mai dovremmo vedercelo noi? - gli dà subito manforte il Mago Oscuro.

 

- Meno leccate di culo e fuori questi nomi e destinazioni! - lo sprona a parlare Peter.

- Chi ha voglia di un po’ di mare? - dà come indizio il Dottore. - Intanto seguitemi tutti sulla TARDIS. Allons-y!- li incita facendo strada verso la cabina.

- Il … che?- aggrotta le sopracciglia Kevin, ma il Dottore non lo sta più ascoltando.

- Time And Relative Dimension In Space. Più grande all’interno, è l’astronave del Dottore che ci consentirà di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo. Me ne ha parlato a lungo, mentre venivamo da voi. - spiega ai due nuovi arrivati Barty.

Del resto, lui è sempre stato uno studente brillante.

- Non avrei potuto spiegarlo meglio io stesso. Bravo, Barty! - si complimenta il Dottore, facendo gongolare il Mangiamorte.

Né Kevin, né Peter ormai possono più stupirsi di nulla, quando entrando in quella strana cabina, si accorgono che il mago diceva il vero.

-Allora, dicevo, chi vuole vedere delle belle spiagge e il mare?- torna sull’argomento il Dottore, mentre stabilisce le impostazioni alla console.

Sorride non visto dai propri Companion, incuriosito dalle loro aspettative. Sente giá che si divertirá. 


TBC

Vi abbiamo dato un indizio su chi stiano andando a prendere? ;P
In ogni caso lo scoprirete nel prossimo capitolo.
Speriamo che continui a piacervi e divertirvi, perché ne abbiamo ancora di cose da raccontarvi, soprattutto ne hanno quegli adorabili personaggini ;)
alla prossima

 

L&L

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Capitolo 6
*** Capitolo V: Ten seconds ***


ma ciiaaaaooooo
Loki e io non abbiamo più parole per ringraziarvi, in particolare Fatima, per questo stu-pen-der-ri-mo regalo che ci ha fatto

incontri-disegno-stupendo
site to upload pictures to share


grazie di cuore da entrambe <3

Casanova e Crowley(e Azi annesso) ci metteranno un bel po’ ad aggiungersi (anzi, oggi scoprirete dove sono diretti i nostri magnifici 4, ma per vedere il personaggino in questione, vi dovrete armare di moltissima pazienza, perchè entrambe siamo partite per la tangenziale e i personaggi fanno come vogliono e ci sono uscite un sacco di situazioni improbabili che rallentano un po’ questa ricerca… però ci auguriamo vi possano divertire anche solo la metà di quanto ha divertito noi scriverle ;P )

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Capitolo V:  Ten seconds

- Niente male come prospettiva. Le Hawaii?- domanda Killgrave, è decisamente eccitato all’idea.
 

- Acqua - replica il Dottore, mentre tutti cominciano a reggersi saldamente. La TARDIS sta emettendo i suoi tipici suoni di partenza. 


- Andiamo alle Maldive?- prova a indovinare Barty, sperando più che altro di vincere per farsi bello agli occhi del suo Oscuro Signore.
 

- Ancora acqua… - risponde l’altro, volgendosi a guardarlo, un sorriso nascosto nella piega del tempo. La TARDIS gli dà un leggero scossone, quasi impercettibile. Il Dottore riconosce il suo significato. Sa che la sua vecchia Scatola non è per niente felice del suo scherzo. Semplicemente non l'ascolta.

- Le Barbados? - azzarda Peter, aggrappandosi al parapetto dato che un forte sussulto lo ha quasi fatto cadere.

- Fuochino. - ammicca l’interpellato.

Barty ha notato il gesto, lancia una minaccia silenziosa al cacciatore di vampiri.

 

"Non osare toccare il mio Signore o ti spello vivo!" sembra dire, si sta davvero innervosendo.

É già pronto con la bacchetta in mano a lanciare un Cruciatus contro l'altro.

 

Il TARDIS subisce gli ultimi scossoni, prima di raggiungere la meta stabilita. Finalmente sono arrivati. Il Dottore si avvia tutto contento quasi correndo alle porte.

Il Dottore tutto tronfio le spalanca, guardando i suoi nuovi Companions come se li avesse portati a visitare la creazione del mondo.

Adora avere nuovi Companions ai quali mostrare più e più cose.

I tre si affacciano fuori curiosi. Restano per un attimo in silenzio, gli occhi sgranati. Peter fa persino un mezzo passo in avanti, quasi a sincerarsi che non sia un'illusione. Lá fuori si estende una grande cittá multicolore che si affaccia su un mare lineare. La parte negativa è più che altro il freddo che permane nel luogo. Sicuramente non ci si potrebbe mai fare un bagno in quelle acque. Barty sbatte un paio di volte le palpebre, la lingua che fuoriesce per un istante. Peter fa un mezzo passo indietro. Richiudono le porte, per poi girarsi verso il Dottore con aria delusa e scocciata.

- Beh, che volete? È pur sempre mare! - ridacchia con aria da finto innocente il Dottore.

 

"É troppo divertente la loro espressione!"

Novecentocinque anni suonati e ancora non si stanca di giocare qualche piccolo scherzo a chi viaggia con lui.

 

-Come cazzo fanno a essere fuochino le Barbados, visto che siamo in Inghilterra? Altro che fuochino, darei fuoco a te!-  sbotta Peter.

- Nessuno dà fuoco al mio Signore! - ringhia Barty, ponendosi davanti al Dottore, con la bacchetta già stretta nella sua mano, in procinto di difenderlo.

-Barty, al prossimo tête-à-tête che avrai con il Dottore fatti insegnare da lui cos’è il senso dell’umorismo. Scherzavo, non farò un barbecue col tuo prezioso Signore del Tempo!- alza gli occhi e il Mago si perde all’istante nelle sue fantasie riguardo un tête-à-tête romantico con il suo Secondo Signore Oscuro.


-Che bello tornare in Inghilterra!- sorride Killgrave, trovando un lato positivo all’iniziale delusione di non essere su una spiaggia tropicale.
- Allora qualcuno che apprezza c’è! - sorride il Dottore. - Amici miei, questa è Blackpool, contea di Lancashire, il mare Irlandese. - dà sfoggio della sua consueta cultura in merito a qualsiasi cosa, prima di fare una pausa ad effetto. - Qui c’è la prossima persona che stiamo cercando.-
- E quindi, che cosa stiamo aspettando? Andiamocela a prendere!- decide spavaldo Peter, che in quella ‘caccia all’uomo’ ormai ci ha preso un certo gusto.

In effetti lui un cacciatore lo è di natura.

-Fermo lì, tu, dove credi di andare?- lo ferma una voce.

Peter ormai è abituato a farsi dare ordini, ma l’autore stavolta non è il suo solito carnefice, ma il Dottore.

-Non è così semplice, dimenticate un piccolo particolare: pressappoco abbiamo tutti lo stesso identico aspetto. Magari prima era più facile, quando giravo solo con Barty, che la gente ci scambiasse per due gemelli, come magari con te e Killgrave.’ gli spiega. -Ma ora… quattro sottospecie di gemelli? Cinque quando recuperiamo quell’altro? Naaaaaah, daremo troppo nell’occhio.-

 

-Sbaglio o su questa navicella o quello che è c’è un guardaroba?- azzarda Peter.
-Non un guardaroba. Il guardaroba!- precisa orgoglioso il Decimo Dottore.
-Hai anche vestiti di alta sartoria?- si interessa Killgrave

Barty, dal canto suo, non apprezza che tutti stiano rivolgendo così tanta attenzione al suo Secondo Signore Oscuro, ma cerca di tenere a freno i nervi, lasciando che si sfoghi solo la lingua che esce scattosa a inumidirgli le labbra.

 

-Ho tutto quello che volete.- ribadisce il fiero proprietario di quel vasto guardaroba. -Ma, perché?-
-E me lo chiedi pure?- fa spallucce Peter. -Sono il mago dei travestimenti, perché non mi hai visto come vado in scena, ma Kevin sì. Vero che non ti sembrava che potessi assomigliare a te?-
-In effetti in un primo momento no… eri un incrocio tra un gitano e un cantante di heavy metal!- ammette il persuasore, divertito.

E non potevi restare così, anziché levarti tutto e… scombussolarmi gli ormoni?” pondera, confuso, ma senza darlo a vedere.

-Appunto, la mia proposta è .. travestiamoci, saremo irriconoscibili!- esorta tutti Peter.
-Naaah, troppo banale e poi non è detto che funzioni, anzi, un travestimento troppo marcato non farebbe che dare più nell’occhio!- boccia l’idea il Signore del Tempo.

-La saggezza del mio Second.. del Decimo Dottore non di discute!- lo approva Barty, prima di rendersi conto di qualcosa e disperarsi un istante dopo, cadendo in ginocchio con un gesto plateale.

 

-Oh no, sono un inetto, uno sprovveduto, un buonannulla!- si insulta da solo.
-Il termine corretto che stai cercando è … coglione!- passa il limite Peter, guardandolo come se niente fosse.

 

Con uno scatto, il Mago Oscuro si volta verso di lui, lo sguardo glaciale che gli lancia è un chiaro segnale di pericolo, mai quanto il ghigno sadico che precede la bacchetta puntata contro l’insolente che ha osato mancargli di rispetto in quel modo imperdonabile.
 

Bartemius Crouch Junior non può certo ignorare un affronto del genere.
 

-Crucio.- quasi sussurra, mentre la bacchetta emana una minacciosa scintilla.

Peter si accascia a terra, contorcendosi dal dolore, con estrema soddisfazione del Mangiamorte.

 

Quello che sta provando in quel momento il cacciatore di vampiri è un dolore facilmente descrivibile come centinaia di… morsi di vampiri ottenuti nello stesso momento il che gli ricorda l'agonia che aveva subito durante l'attacco da parte dell'intero clan del suo peggior nemico. Il tutto ovviamente accresce la pena e lo lascia senza fiato.


Ci vogliono solo dieci secondi, prima che Barty sollevi quella Maledizione Senza Perdono, lasciandolo a terra a riprendersi.

Per i suoi standard è stato piuttosto clemente.
Quel che è certo è che sono dieci secondi che Peter non dimenticherà tanto facilmente.

 

-Figo!- esclama Kevin, che non si è perso un solo momento di quella scena.

Così come non se l’è persa il Dottore.

 

-Barty!- tuona autoritario, facendo sobbalzare il mago. -Guarda che se continui così te la getto nel cuore della TARDIS quella bacchetta!- lo mette in guardia, anche se tutto sommato deve riconoscere che non è successo nulla di irreparabile.
 

Per tutta risposta, il Mangiamorte ripone la bacchetta nella tasca del giaccone e alza fugace le mani, dimostrando di aver colto il messaggio.

-Figo?! Mi sono sentito come un fottuto pollo allo spiedo e tu lo chiami figo?!- sbotta Peter, rialzandosi, un po’ a fatica.

Killgrave  lo guarda in un modo che non promette niente di buono e sembra accorgersene anche l’illusionista.

 

- Che… che vuoi?- ha quasi paura a domandargli.

-Fammi provare una cosa,- sogghigna malvagio. - Senti nuovamente quello stesso dolore!- impartisce spietato il suo ordine, subito dopo.
 

E Peter sente quello stesso dolore lancinante per altri dieci secondi.

- Certo che sei veramente stronzo! - sfuria il cacciatore di vampiri, mentre Kevin ridacchia.

 

-Figo!- esclama Barty che non si è perso la scena, prima di accorgersi che quel linguaggio Babbano non gli è consono. - Voglio dire… davvero interessante!- si corregge, scambiandosi uno sguardo d'intesa e un sorriso con il bel persuasore.

- A lui ho minacciato di buttargli la bacchetta, nel tuo caso dovrei gettare direttamente te nel cuore della TARDIS! - borbotta il Dottore, esasperato.

- Perché? Lo hai già fatto? Oh sì, devi averlo fatto. Con dei nemici magari? Racconta!- lo guarda adorante Barty, pendendo dalle sue labbra.

 

- Non è certo questo il momento e il luogo per certi discorsi. - si impunta il Dottore. - Piuttosto, me lo vuoi dire perché prima ti disperavi in quel modo?- chiede al Mangiamorte, che in effetti è ancora inginocchiato a terra.

- Non ho con me una Pozione Polisucco! - si cruccia Barty.

Sentendo due paia di occhi su di loro, il Signore del Tempo si volta verso le altre due persone a bordo. - Si tratta di una pozione in cui basta aggiungere un elemento qualsiasi del DNA di qualcuno per assumerne le sembianze, bevendone anche solo un sorso. - spiega per tutti e i due annuiscono. - In effetti sì, ci sarebbe stata utilissima. - aggiunge il Decimo Dottore.

 

Questo non fa che aumentare il già attanagliante senso di colpa che prova Barty per averlo deluso.
 

- Vedi che lo dici tu stesso che sarebbe stata utile?-
- Ma eri ad Azkaban, non potevi averne una con te!

- Avrei dovuto averne una scorta con me quand’ero nell’ufficio di Silente .. o avrei dovuto prenderne una prima che mi portassero via. - non si dà pace il bel mago.
-Non lo potevi sapere. - cerca di farlo ragionare il Dottore.


-Portami a Diagon Alley così posso recuperare gli ingredienti!- gli domanda risoluto l’altro.
- Non ci penso neanche, è troppo pericoloso. A quest’ora sarai ricercato.- boccia quella proposta il Dottore, irremovibile.

Barty sgrana gli occhi, quasi incredulo.

- Ma… allora ti preoccupi per me!-
- Ma certo che mi preoccupo. E ora alzati. - lo sprona il Signore del Tempo e l’altro obbedisce.

 

- Piccioncini, volete che vi lasciamo soli? - li canzona Peter.

Sì, si è decisamente ripreso da ben due Maledizioni Cruciatus.
Il Cacciatore di Vampiri ha una bella tempra.

Bartemius stavolta  preferisce ignorarlo concentrandosi solo sul suo adorato Secondo Signore Oscuro.

- Ma io non ho detto la Diagon Alley del mio presente… portami a quella di quando ero bambino, che dici? Molto più tranquilla. Lì nessuno mi riconoscerebbe. - gli propone.

Il Dottore lo fissa ammirato, un sorrisetto che affiora sul suo volto.

 

- Cominci a capire come funziona la TARDIS, eh? Bravo. - si complimenta con lui, facendo sentire il Mangiamorte al settimo cielo. - Ci sono persone che dopo settimane che erano a bordo ancora non lo avevano capito e guarda te dopo… quant’è che stiamo insieme? Un giorno? - continua, ma alle parole ‘stiamo insieme’ a Barty comincia a girare la testa.
 

- Hai ragione tu, Peter, comincio a pensare anch’io che dovremmo lasciarli soli. - commenta Kevin.
 

Il Dottore si rende conto di quanto possano suonare equivoche quelle parole e corregge subito il tiro.
 

- Cioè… che viaggiamo insieme… hai capito cosa volevo dire… no?- chiarisce con una risata nervosa e l’altro si limita ad annuire mesto.
- E comunque no, è troppo complicato anche portarti lì, potresti incrociare il te bambino di allora e…. hai idea di quanto siano antipatici i paradossi?- sproloquia e il mago preferisce non insistere oltre.

 

"Se il mago è capace di mutare aspetto è meglio farselo amico. Potrei creare un nuovo piano e mi servirebbero le sue capacità!"  pensa Kevin che per quanto abbia seguito la discussione fra i due non ha effettivamente compreso molto altro. 

 

- Quindi, come intendiamo muoverci?- spezza il momento Kevin, già stufo di dover attendere la fine di quella discussione a tutti gli effetti incomprensibile. 

 

Il Dottore sbatte le palpebre, volgendosi quindi a guardarlo.
 

-Questa sì che è un'ottima domanda! Facciamo così: prima vado fuori io a dare una prima occhiata all'ambiente, poi quando torno vedremo come muoverci per trovare Peter Carlisle. Quando torneró avró una risposta per voi e un piano.- 

 

Barty sembra tornare al presente che aveva lasciato in favore di alcuni pensieri portati dalle parole "stiamo insieme" dette dal suo adorato Secondo Signore Oscuro.
 

-Verró con v...te fuori, Dottore. Al massimo ci prenderanno per gemelli!- si esalta all'istante il Mago Oscuro pensando a quanto sarebbe bello passare altro tempo da solo con il Dottore. 

-Uhm, no.- lo frena subito il Signore del Tempo. -Più siamo e più diamo nell'occhio. Potrai venire quando saremo tutti insieme e poi ho un compito per te.- continua, vedendo il lampo di dispiacere negli occhi del mago.
 

Ora, peró quegli stessi occhi sono decisamente concentrati su di lui e sulle sue parole.
 

-Ti lascio in custodia la TARDIS affinché non venga rovinata mentre sono via e… non uccidere o torturare nessuno, va bene?- si infila una mano in tasca, solo per tirarne fuori una piccola chiave dorata e allungargliela. -Spero tu sia pronto per questo compito.- 

Barty sgrana gli occhi alla vista della chiave, allungando le mani per poterla toccare.

 

"Mi sta dando la chiave della sua TARDIS? Questo onore tutto per me. La custodiró gelosamente!" pensa, mandando giù la saliva per l’emozione.
 

-Io… la vostra TARDIS sarà custodita al massimo delle mie capacità, Mio Signore!- scivola sul voi involontariamente. -Questo onore non mi sarà stato dato invano, ve lo prometto!- 

 

Il Dottore lo osserva, indeciso se lasciare perdere per una volta o rammentargli di non dargli del voi. Lo fa seriamente sentire un uomo con i suoi effettivi più di Novecento anni.

-Killgrave?- si rivolge a lui il Dottore, prima di uscire.
L’interpellato si limita a guardare nella sua direzione, in attesa che parli.


-Perchè so che Barty è estremamente bravo a schermare la sua mente, altrimenti ti chiederei di fargli smettere di darmi del Voi, almeno per ventiquattro ore!- alza gli occhi, prima di lasciare la TARDIS.

 

-Peccato non ci siano i pop corn qui dentro, altrimenti mi godrei meglio lo show degli umori altalenanti di quel fottuto Psycho!- bisbiglia a Kevin Peter, senza farsi sentire dal Mangiamorte, che è ancora con lo sguardo fisso sulle porte richiuse.

-Che intendi dire?- si acciglia il persuasore.
-Tre… due… uno…- sogghigna sornione l’illusionista, indicandoglielo con lo sguardo.

In effetti Barty sembra sull’orlo di un piccolo crollo emotivo.

 

-Ho deluso il mio Secondo Signore Oscuro col mio atteggiamento troppo riverente, al contrario del mio Primo Signore Oscuro, lui pare detestarlo…- sta praticamente parlando da solo, la testa bassa, retta fra le mani, con qualche strattonamento ai capelli, come a volersi punire.
 

Questo prima di ripensare alle sue ultime parole.
 

-Mi ha detto che sono bravo per come schermo la mente. Il mio Secondo Signore Oscuro è fiero di me!- sogghigna sollevato e tronfio, prima di mettersi ad accarezzare la chiave che gli ha dato il Dottore, come se fosse un animaletto domestico.

Questo gli ricorda il compito importante che gli è stato assegnato e l’autorità con cui vuole portarlo a termine.

 

- Hey, voi due, Babbani, -

- Babbano ci sarai tu! - lo interrrompe subito Peter.

Con un velocità che il cacciatore pensava fosse solo propria dei vampiri, il Mangiamorte è a un centimetro da lui, una mano sulla sua gola, mentre lo pressa contro la parete.

-Lascialo andare subito!- gli impartisce Killgrave, ma per tutta risposta, Barty scoppia a ridere.

- Lo sento che emani qualcosa che sta facendo solletico alla mia mente, ma sei uno sciocco se credi che io te la lasci invadere così facilmente. Mi sono liberato dalla Maledizione Imperius di mio padre, questo è niente a confronto! - lo deride, cominciando a stringergli la gola con la mano libera.

 

- Oh caz..zo, non pos..so controllarti, il Dottore ave..va ragione!- replica a fatica Kevin.
 

Basta quella parola magica, ‘Dottore’ perchè Barty richiami alla mente le sue parole:

Non uccidere o torturare nessuno, va bene?


E lui il suo Secondo Signore Oscuro non vuole contariarlo.

Lascia andare entrambi gli umani, che tossiscono riprendendosi.

 

- Babbani non è un insulto, è quello che siete, in quanto non maghi, in quanto esseri umani privi di magia - spiega loro, con una pazienza che non sapeva nemmeno di avere. - Non è certo il modo di appellare me, che sono un Purosangue! - aggiunge fiero.

- Che cazzo sei, un cavallo? - parla senza filtri Peter, come il suo solito.

 

Barty si limita a lanciargli un’occhiata col fuoco dietro agli occhi e basta questo ad azzittirlo.
 

- Purosangue sono i maghi figli di maghi, il prestigio più alto, la magia più raffinata e incontaminata. La mia famiglia lo è da molte generazioni. - torna a spiegare il Mangiamorte.
 

- Capisco. - risponde Kevin. - Beh, hai visto quello che posso far fare agli altri, a parte menti brillanti come la tua, - lo adula, compiacendolo. - Il punto è che non sono un Babbano qualsiasi, ho dei poteri.- puntualizza. - E li ha anche la Babbana che amo, oh, lei ti sorprenderebbe! -sorride inebetito.
 

- Già, e io un po’ mago lo sono! - ci tiene a precisare Peter, sfilando rapido la pochette dalla giacca di Killgrave e facendo una serie di gesti rapidi e plateali, prima di farla sparire dalle proprie mani.

Kevin ne è alquanto stupito, mentre Barty ne può scorgere l’orlo che fa capolino dalla tasca del giaccone di Peter, ma ridacchia divertito.

 

- Beh, è pur sempre qualcosa, - sorride, prima di estrarre la bacchetta. - Accio pochette!- dice e la pochette gli si materializza per incanto da quella tasca alla sua mano. - Questa è magia!- sfodera un sorrisetto di sfida all’Illusionista, prima di restituire la pochette al proprietario.- Però siete dei Babbani in gamba, devo ammetterlo- sorride ancora, stavolta in modo più sincero.

- Non smetterai mai di chiamarci così, vero? - sbuffa Peter.
- Non credo proprio. - sogghigna il Mago Oscuro. - E non crediate che abbia dimenticato il mio compito: il Dottore ha affidato a me la salvaguardia della TARDIS e voi due vi comporterete bene. Se vedo un modo di muovervi, parlare o respirare che non mi piace, magia o no, ve ne pentirete amaramente.- li minaccia, tornando ad accarezzare la chiave e gli altri due preferiscono non provocarlo.

 

- A proposito, Kevin, prima, quando hai cercato di salvarmi… l’ho apprezzato. - mormora Peter, con un mezzo sorriso.
- Non stavo cercando di salvare te, stavo facendo una prova per vedere se riuscivo a controllare lui… ed è la prima cosa che mi è venuto in mente di ordinargli! - sminuisce quel gesto Kevin.
- Certo che tu sei davvero il più fottuto dei bastardi! - alza gli occhi l’Illusionista, risentito.

TBC

Se pensate che questo sia folle… non avete ancora visto niente!
p.s. non trovate sia meravigliosamente fantastica la BROTP Killy/Barty ? sostenetela, è cosa buona e giusta.
Se invece aspettate momenti Barten e Keter… non perdetevi il prossimo capitolo!

un abbraccione!
L&L

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Capitolo 7
*** Capitolo VI: Your desire is my command ***


Ciiiaaoooo da entrambe, infinite grazie <3
Pensate di aver visto cose folli? Ora allora che penserete? ^^’

cover-Incontri-Ten-TENNANTi
 


Capitolo VI: Your desire is my command


Fuori da quella che sembra una normale quanto insolita cabina telefonica, qualcuno sta facendo, come promesso, il suo giro di ricognizione.

Ha attraversato mezzo molo, quando sente una voce alle sue spalle.

 

-Proprio te cercavo!-

Voltandosi, il Dottore si trova faccia a faccia con un uomo sulla cinquantina, alto, brizzolato e con occhi di ghiaccio che rendono il suo sguardo burbero ancora più duro.

-Sì… capo?- tenta la fortuna il Signore del Tempo e pare funzionare.

L’uomo ride sprezzante.

-Oh sì, certo, mi chiami capo, ma poi te ne sbatti degli ordini che ti do.- sbotta.

Evvai, ci ho preso, è davvero il capo di Peter Carlisle. PC. Come un computer. Aahahah.” ride nella sua testa, ma poi fa l’errore di farlo anche fuori dalla sua mente e pare accorgersene anche il suo interlocutore

- Ah, è così, dunque?  Io ti parlo e mi ridi pure in faccia? Carlisle, stai davvero prendendo una brutta piega, non  pensavo volessi così tanto esser retrocesso ad ausiliario stradale! - rimbrotta l’uomo brizzolato, con tono minaccioso.

Non è questo il momento per certi pensieri.” si ravvede il Decimo Dottore. “E non è il caso di rovinare la carriera del povero Peter C. , prima ancora che possa conoscerlo!” si prepara a correre ai ripari.

- Ridevo, è vero, ma non di te, semmai della tua ingenuità, se ancora speri che abbandoni quel caso. Ormai mi dovresti conoscere, no? Non mollo facilmente la presa, se mi ci avvento!- replica con naturalezza il Dottore, calandosi nella parte.

 

- Lo so, ma te lo voglio ripetere: lascia in pace Holden. Non credere che non sappia che vuoi ancora fargli visita all’Arcade! - brontola l’uomo, dando una serie di informazioni preziosissime per il Signore del Tempo.
 

Ecco dove lo cercheremo!
 

- Che vuoi che ti dica, Capo? Dammi un caso più interessante e forse cambierò il mio obiettivo! - fa spallucce il più giovane.
 

Beh, solo apparentemente più giovane.
 

- Ora però, scusami, ho cose molto più importanti da fare! - cerca una scusa per dileguarsi e far ritorno dai suoi Companions, per decidere il da farsi.
 

- Spero che sia andare in un negozio di abiti… come cazzo ti sei vestito oggi? - si fa beffe di lui il Capo di Carlisle, andandosene.
 

Spiritoso. Che ne può capire un poliziotto corrotto di stile?” alza gli occhi il Dottore, avviandosi.



 

Mentre il Dottore sta per fare ritorno, Barty ripensa al giro di ricognizione che lui ha deciso di fare e non è contento di essere rimasto indietro, seppur l'onore di aver ricevuto la chiave della sua TARDIS gli stia alleggerendo l'umore. 


I due Babbani non fanno altro che disturbare i suoi pensieri. Li vorrebbe mandare via, ma ha fatto una promessa al suo Secondo Signore Oscuro che si sarebbe preso cura della sua TARDIS e quindi, in modo indiretto, anche di chi vi è all’interno.
Non intende però  farla rovinare quella preziosa e ingegnosa nave spaziale. Da due Babbani per giunta!
Si volta a guardarli con un sogghigno sulle labbra, solo per far rompere il silenzio da Peter che a quanto pare non ha ancora capito la lezione.

 

"Ci vorrebbe dell'altro Midori! Perché non c'è mai alcool quando serve?" si domanda Peter tastando le tasche, ma purtroppo non ha con sé nemmeno una fiaschetta. É troppo sobrio per sopportare un Mago Oscuro che continua da un tempo che gli sembra infinito ad accarezzare una stupidissima chiave. Non ne può davvero più.

 

-Hai finito di coccolarti quella fottuta chiave?- sbotta, infastidito, le labbra leggermente arricciate. È infastidito sia dal proprio stato così insopportabilmente sobrio, sia dal silenzio che é calato nella stanza da qualche minuto.

 

Barty ringhia a quelle parole perché quella chiave è un simbolo di potere e valore datogli dal suo Signore.
 

Killgrave guarda i due, in attesa che scoppi nuovamente il putiferio.
Lui ci sguazza nelle atmosfere da rissa, spesso e volentieri ne è la principale causa scatenante.
Peter gli sta semplificando il lavoro. Se non fosse così maledettamente volgare probabilmente gli potrebbe persino piacere.

 

-Non potró torturarti o ucciderti, ma…- Barty lascia che la frase resti sospesa a metà, mentre muove la bacchetta.
 

-Substituo.-

Il suo è quasi un sussurro, ma basta a trasfigurare l'abito di Peter in un tutù con la gonna di tulle verde e il busto di seta anch'esso verde, ma con ricami argentati, aperto sulla schiena. Non rosa solo perché ha il suo stesso aspetto e il rosa è troppo femminile anche per lui.

E poi il rosa gli ricordava troppo quell'insopportabile confetto ambulante del Ministero della magia, fissata con la disciplina e il rispetto delle regole.

"In effetti, ora ci sarebbe bisogno di disciplina, qua dentro, naaah che dico? sono molto meglio i miei metodi più risolutivi e l'umiliazione funziona sempre!"


Insomma, mille volte meglio il verde.
Verde come Serpeverde, la sua vecchia Casa a Hogwarts.
Verde come la luce che uccide, che tanto gli piace.
Verde, come la speranza di vedere il suo Secondo Signore Oscuro rientrare presto.

Non gli piace saperlo lì fuori, esposto a qualsiasi tipo di pericolo, senza aver la possibilità di proteggerlo. Non vuole davvero pensarci, spera solo che non si faccia male.

 

Kevin volge lo sguardo a guardare per un attimo Peter in tutù, la cui espressione è tanto inorridita da essere quasi comica. Ha la bocca leggermente aperta e sembra persino essere sbiancato, sempre se sia possibile, pallido com'è.

Ma guardalo è così sconvolto! L’abbiamo persa l’aria da superfigo, finalmente? Non che sia mai stato figo… e non che sia attraente anche con quel tutù!” va di nuovo in difficoltà. “Basta, devo fare qualcosa! So che non dovrei infierire, ma… oh, andiamo, da quando ho una morale?”

 

-Balla!- gli ordina, solo per poi aggiungere in un attimo di ripensamento: - Come una bella ballerina. Possibilmente sulle punte.-

Non potrò trovarlo sexy anche mentre si mette a volteggiare in modo stupido… veero?? Per fortuna é in verde, se fosse stato viola e nero… Ma a che diamine sto pensando? Non mi può piacere così conciato!” Si lascia per un attimo prendere dall'isteria, ma solo per un attimo prima di tornare austero.

 

Peter sgrana gli occhi, ma non riesce ad impedirsi di sollevarsi sulle punte e… quasi cadere faccia a terra. Per fortuna riesce ad appoggiarsi alle sbarre del TARDIS.

 

-Siete due stronzi, voi due!- sbotta, irritato non appena lo shock svanisce, lanciando uno sguardo imbronciato ad entrambi, le labbra leggermente arricciate e le sopracciglia inarcate

A Barty non sta bene che il Babbano più indisponente abbia già riacquisito quell’attitudine provocatoria, mentre invece è divertito dal Babbano più snob.

Approva come lui abbia infierito sul primo Babbano ed è il caso che agisca di nuovo contro di lui il Mangiamorte stesso.

 

-Non osare provocare me o il mio…. Il Dottore!- sbotta il Mago Oscuro, il pensiero che vola come sempre all'uomo che è fuori dal TARDIS. -Tingo!-

Un altro colpo della sua bacchetta e Peter si ritrova coi capelli in tinta col tutù, tra le risate degli altri due.

 

-Scendi dalle punte e balla... ballerina!- sta commentando nel frattempo Kevin con un ghigno sulle labbra, soprattutto quando vede Peter iniziare a volteggiare, mentre la TARDIS fa partire della musica.

Mentre è impegnato a piroettare, l’illusionista non può fare a meno di guardarsi riflesso fra le pareti dorate e quello che vede non gli dispiace affatto. I suoi capelli, infatti non solo sono intonati con il tutù, ma gli danno anche un'aria più giovanile ed eccentrica. Sembrano essere stati ingellati a dovere, il costume o con qualsiasi nome si dovesse chiamare gli mette in mostra i muscoli ben delineati e il sedere che, deve ammettere, non è niente male. Manca una rasatura alle gambe e sarebbe perfetto!

Sono un figo pazzesco anche con questi capelli, forse me li dovrei tenere così E poi sono verdi, come il mio adorato Midori!” considera, col suo ego smisurato rimpolpato a dovere.

Forte di quella sicurezza in sé ritrovata, avanza con passo deciso verso Kevin, che lo guarda perplesso, ma anche incuriosito. Non ha idea che cosa abbia in mente l'altro, ma non si sente particolarmente colpito.

- Ogni ballerina che si rispetti ha il suo partner di danza. Non farti pregare! - lo tira a sé, cominciando un passo a due.

In un'altra occasione Kevin si rifiuterebbe e gli ordinerebbe di non pensarci proprio, ma non in quel momento. Anzi, non sta nemmeno a chiedersi perché lo stia lasciando fare. 

Inizia semplicemente a condurre, mettendogli una mano sulla spalla e l’altra dietro la schiena, fingendo che non sia pelle contro pelle.

Sto ballando con Jessica, non con Peter… con Jessica…" tenta un po’ di autoconvincimento mentale, peccato però che il suo potere non funzioni su di sé.

"Jessica non ha questi muscoli però… Oh, dannazione! … Non anche la musica!” pensa, mentre la TARDIS fa partire il Valzer dei Fiori.
 

Kevin deve ammettere che quella musica è perfetta per quel preciso momento, mentre accarezza la schiena nuda di Peter fingendo allo stesso tempo di che non lo stia davvero facendo. 

 

-Questa fottuta musica classica… non poteva partire prima che ballavo nel silenzio assoluto, come se tutto non fosse già dannatamente ridicolo di suo?- borbotta Peter che si sente in qualche modo preso in giro anche dalla stanza stessa se possibile.

 

"Beh, almeno é davvero bella ed adatta a questo momento!" pensa, avvicinandosi involontariamente a Kevin. "Sta dannatamente bene con questo completo viola, merda! Mai un fottuto momento di pace, eh?? Anche un tizio dannatamente sexy simile a me che sembra più interessato a… usarmi? Fottuta merda, poteva essere meno stronzo, peró!" rimugina, per una volta restando in silenzio. Forse il cambio di vestito e di capelli gli è servito a qualcosa. 

 

É a quel punto che arriva il Dottore con la sua solita energia, spalancando le porte della TARDIS e giá gridando per farsi sentire da chiunque si trovi all'interno senza doversi ripetere.

 

-Andremo all'Arcade! É lì che si trova Carlisle!- esclama, decisamente su giri al pensiero di conoscere qualcuno di nuovo.

Quella caccia agli individui col loro stesso aspetto, ma con personalità sempre più diverse lo sta coinvolgendo come non gli capitava da tanto tempo.

 

Si blocca non appena mette piede dentro, però, alla vista di ciò che gli si presenta dinanzi:

Kevin é trascinato in un valzer improvvisato da un Peter ancora in tutù e capelli verdi, Barty ghigna in disparte guardando a sua volta la scena e accarezzando la propria chiave con pura dolcezza. 

 

È proprio quest'ultimo a illuminarsi vedendolo tornare e che gli rivolge un sorriso mentre si avvicina.
 

-Ho seguito le vostre indicazioni, mio… Dottore!- dichiara, tutto orgoglioso, non curandosi nemmeno più dei due ballerini.

-Barty, ti lascio quindici minuti a custodia della mia TARDIS, torno e cosa trovo? C'è musica, gente che balla, questa atmosfera da festa e tu ne sei l’artefice suppongo... - comincia il Dottore, scuro in volto e con un tono di rimprovero.

Barty si innervosisce al pensiero di averlo deluso, ma preferisce non dire nulla.

 

Il Dottore si volta a guardare meglio Peter con sguardo valutativo. È decisamente verde menta, quasi bosco. É un cambiamento incredibile rispetto al solito nero che indossa, per quanto debba ammettere che non gli stia bene quanto il nero.

 

-E lui è in tutù… e ha i capelli verdi. Ti rendi conto? Ha i capelli verdi!- ripete, sconcertato, gli occhi sgranati dalla sorpresa.

Un'idea si va a formare nella sua mente.

 

-Ehm, sì…- è la remissiva risposta di Barty che già si aspetta una sfuriata, non certo di vedere l'altro sgranare gli occhi maggiormente.
 

-Proprio così, Dottore, è colpa di quel fottuto stregone!- dichiara Peter, ancora vestito in tutù e volteggiante, sperando che il Dottore lo sgridi e forse lo punisca pure.

Il Decimo Dottore però sembra perso in tutt’altre congetture.

 

"Capelli verdi. Capelli… verdi… Capelli… Magia… Barty…! Ooh!"

 

L’espressione adombrata e accigliata del Dottore viene rischiarata da un suo sorrisone maniacale, a trentadue denti e uno sguardo da folle che potrebbe far concorrenza a quello tipico di Barty stesso.
 

-Anch'io! Anch'io, colorate i capelli anche a me! Fatemi Ginger!- grida, tutto eccitato cercando di impedirsi di saltellare sul posto, facendo involontariamente spegnere la musica.

 

-Aspetta… Fermati!- mormora sottovoce Kevin ricordandosi che Peter è ancora sotto il suo potere, prima che si blocchino entrambi sul posto e guardino il nuovo arrivato interdetti.

- Barty, tutto questo è meraviglioso! Hai fatto un lavoro eccellente, la TARDIS non era così allegra da tanto di quel tempo! Ed è tutto merito dei tuoi incantesimi… quello sui capelli poi! - si congratula il Signore del Tempo, combattendo l’impulso di mettersi a fare una danza della vittoria per l’entusiasmo.

Hanno già ballato in troppi lì dentro per quel giorno.

 

"Gli piace il mio incantesimo! Al mio Secondo Signore Oscuro piace il mio incantesimo! Ed è fiero del mio lavoro!" va fuori di sé dalla gioia Barty a quelle parole, mordendosi le labbra contento. 

 

Peter manda giù un boccone amaro nel notare che anche il suo unico improbabile alleato é appena sfumato, mentre Kevin ghigna ancora al suo fianco. 


Tutto sommato, anche se non lo ametterá mai, ma il ballo gli è piaciuto. Ballare con lui gli è piaciuto.

- Allora, Barty, mi farai Ginger? - domanda fremente il Dottore, ancora sorridente.

 

- Ogni tuo desiderio è un ordine, mio Signore!-
 

-Tingo!- ricorre per la seconda volta a quell'incantesimo Barty, stavolta con gran entusiasmo, muovendo la bacchetta e rendendo i capelli del Dottore di un intenso rosso fuoco sotto lo sguardo sbigottito di Peter.

A questo punto potrei chiedergli se a me fa i capelli viola… No, Kevin, non abbassarti al loro livello!” si impone Killgrave, mantenendo il suo solito contegno.

 

É un attimo prima che il Dottore balzi a guardarsi nei riflessi della TARDIS.

- Sono Ginger e sto da favola! - si specchia in ogni angolazione possibile. - Mi sento felice come quando ho riportato tutti i ventisette pianeti sulla loro traiettoria! - aggiunge, ma gli altri tre non hanno la più pallida idea di che cosa stia dicendo.

 

- L’ho sognato per anni, secoli! Ora è finalmente realtà! Ed è soltanto grazie a te,- esulta, andando verso Barty, che lo guarda adorante, orgoglioso di essere il motivo della sua gioia.
 

- Siete bellissimo, mio… -

Barty non può più parlare, perché il Dottore lo afferra per il bavero del giaccone e lo attira più vicino, prima di portare entrambe le mani a palmo aperto e dita aperte sulle guance di Barty per tenerlo meglio al suo posto, prima di  sbilanciarlo all'indietro in una specie di casquet.
Da quella posizione appoggia le labbra sulle sue in un bacio rovente, dettato dall’entusiasmo del momento.
Non si accorge dello sfavillio delle palpebre del Mago preso alla sprovvista, sente solo il peso aumentare.

 

L'attimo dopo, infatti, c'è solo un Mago Oscuro senza sensi tra le braccia di un Signore del Tempo. 

 

TBC

Troppe emozioni per il povero Barty (ma quale povero? XD ) e si sa, il Dottore travolge peggio di un tornado.

Vero che Peter sarebbe un gran figo con i capelli verdi? E Kevin coi capelli viola? lol lol, lo ha solo pensato, non sappiamo se dire meno male o purtroppo, ahah
 

attendiamo i vostri commenti o insulti per quanto siamo pazze… uno dei due.. o entrambi ahahah

alla prossima, ci dobbiamo rimboccare le maniche o vi faremo aspettare più del solito ^^’

L&L

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Capitolo 8
*** Capitolo VII: Under false pretenses ***


Ma buongiornooooooo!!
Le due pazzoidi sono tornate, con un capitolo pazzerello che mantiene la pazza media in questo pazzo crossover… forse abbiamo detto la parola pazzo ei suoi derivati troppo spesso? LOL
pazzia a parte, grazie a tutte per il vostro sostegno meraviglioso <3 
Come sempre, uno stra mega infinito graaazieee di cuore a Fatima  , che ci vizia con le sue meraviglieeee

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Capitolo VII: Under false pretenses

 

-Barty, Bartemius… Crouchy bello? - prova a svegliarlo il Dottore, scuotendolo un po’.
- Riapri gli occhi, mio fedele seguace, è il tuo Secondo Signore Oscuro che te lo ordina!- fa un altro tipo di tentativo, usando il tono più dark e la voce più altisonante che gli possano uscire, mentre lo distende delicatamente a terra, restando in ginocchio di fianco a lui.

Il Mangiamorte emette un leggero gemito, come da approvazione  e… è la sua immaginazione o ha sorriso per un istante?

Tuttavia, continua a rimanere privo di sensi.

Peter lo guarda frastornato, in quanto Kevin è appena tornato dal bagno.

La domanda chiara nel volto dell'illusionista.

- Non fateci caso, è una cosa fra lui e me! - agita la mano innervosito il Dottore, come a voler sottolineare che è una cosa di poco conto.

 

- Qualunque cosa fosse, direi che non ha funzionato. Serviranno altri metodi- sentenzia Kevin.

- Vuoi provare col bacio del vero amore? In quelle puttanate di fiabe per poppanti  funziona sempre! - lo canzona Peter.

 

"É svenuto con un bacio, non posso certo risvegliarlo con un altro… anche se è stato solo un bacio a bocca chiusa, chissá cosa sarebbe successo se… a che sto pensando??" pensa il Dottore, prima di alzarsi e voltarsi all’istante, per non far vedere quanto sia arrossito.

 

- Avete ragione. Kevin, non certo tu, Peter!- rimbrotta avviandosi in stanze che può conoscere solo lui. - Servono metodi più umani! - lo sentono urlare da un punto impreciso della TARDIS.


Fa ritorno dopo qualche minuto con un secchio pieno di acqua gelata, che porta verso Barty, ancora dormiente.

- Io non volevo arrivare a tanto, ma… - bofonchia a malincuore il Signore del Tempo, riversandoglielo addosso.

 

Barty salta su a sedere all’istante, brandendo la sua bacchetta, furibondo.

-Chi ha osato?- tuona, non gradendo affatto quella soluzione.

Questo prima che alzi lo sguardo su chi sta reggendo il secchio.

- Oh. Siete st… sei stato tu, Dottore?- si calma all’istante.

- Sì, perdonami, ho provato a svegliarti in altri modi, ma non funzionava e non mi piaceva vederti svenuto… - si morde le labbra il Decimo Dottore.

- Allora va bene. - gli sorride, usando la bacchetta per altri scopi decisamente meno vendicativi.

 

La punta su di sé, decidendo che è rimasto fradicio a sufficienza.

-Exsicco- pronuncia sicuro e come per incanto capelli e vestiti sono di nuovo asciutti.

- Non smetti mai di sorprendermi - gli sorride il Signore del Tempo.

- Scusate se rompo il momento idilliaco, ma non ci dici nulla della tua ricognizione?- domanda Peter, desideroso di un po’ di azione.

Quelle pareti, non importa quante siano, cominciano ad andargli un po’ strette.

- È vero, me ne stavo dimenticando! - salta su il Dottore.- Cioè, no, un momento, io l’ho gridato appena sono tornato qui, ma non mi ha calcolato nessuno!- sottolinea, un po’ ferito nel suo ego. - Comunque, il nostro amico, da bravo Detective che è, sta indagando su un omicidio che è avvenuto all’Arcade che c’è in fondo, poco prima del molo. È lì che lo dobbiamo cercare… certo, magari non tutti insieme… -

- No! - si lamenta Barty, che non ama la prospettiva di rimanere separato a lungo da lui.

- Non vedo altra soluzione… - cerca di farlo ragionare il Dottore.

- Ma io sì, lasciate fare a me! - decide per tutti Kevin, lasciando la TARDIS.

- No, fermo, dove te ne vai tu?- brontola il Dottore, ma ormai è troppo tardi.

- Dobbiamo lasciar fare a lui- replica come un automa Peter, l’unico al quale quel comando è effettivamente arrivato.

- Mio Signore, vuoi che lo rincorra e lo blocchi con un Petrificus Totalus? - si offre Barty, pronto a intervenire.

 

- No, non serve, proverò a fidarmi. - mugugna il Dottore.

Anche se, quando l’ho fatto con te è stato un autentico disastro!” riflette internamente, temendo il peggio.

Seguendo le indicazioni del Dottore, Kevin raggiunge l’Arcade senza problemi.

 

Non appena entra, ha giusto il tempo di darsi una veloce occhiata intorno prima che un individuo alto, dal fisico robusto e dai folti capelli,castani come i suoi occhi vispi, gli si pari davanti.L’uomo è caratterizzato da una gran sicurezza di sé, come si può notare da ogni movimento.

Ha un completo nero molto elegante, il tocco audace gli è dato da una sgargiante camicia fucsia a fantasia floreale.

- Ancora tu, D. I. Carlisle, quante volte devo dirtelo che sono pulito? - alza gli occhi quello che evidentemente deve essere il proprietario del locale.

Killgrave lo fissa serio.
Ha già capito cosa sta succedendo, ma vuole tastare il terreno ancora un po’.

- Ma… che ti è successo? Guarda che è inutile che fai tanto l’elegantone, anche se mi passi la selezione all’ingresso, tanto poi ti blocco io! - ridacchia l’uomo, per poi scrutarlo ancora meglio - Sbaglio o … sei invecchiato? Questo caso ti sta proprio riducendo male, eh?-

Kevin decide che ha ascoltato pure troppo.

- Fa’ silenzio per qualche minuto! - comanda e quello si azzittisce all’istante.

 

Killgrave si porta al centro del locale, il punto più idoneo per calamitare attenzione.

- Ascoltatemi, voi tutti! - comincia il suo appello - Voi non mi vedrete così come sono ora, ma con un altro aspetto. Ora esco ma poi tornerò con dei miei amici e anche loro non potrete vederli come sono realmente, vi sembreranno diversi. - si assicura lui, per poi avviarsi all’uscita.

Passa di nuovo davanti al proprietario di quel locale di intrattenimenti, che stavolta lo guarda in modo del tutto diverso.

- Buonasera, amico, fa sempre piacere vedere facce nuove. Da ovunque tu arrivi, spero tu abbia fatto buon viaggio e che sia pronto a spassartela, la mia Arcade è a tua disposizione! - lo accoglie affabile.

Kevin sorride fra sé e sé.

 

Ha funzionato. Ora non mi resta che far la stessa cosa lungo la passeggiata... “ si annota mentalmente, prima che qualcosa lo sconcerti non poco.

Cos’è questa musica anni ‘80 improvvisa e perché quest’uomo ha cominciato a ballare, mentre mi guarda?

- Hey everybody,
  have fun again,
  I want you to have fun

 Have fun again

 I want you to have fun

 Just like little children

 Like the little children

 Know how they have fun

 Just like little children -

L’uomo vestito elegante ha già  iniziato una coreografia tutta sua, camminando avanti e indietro, muovendo agilmente braccia e mani.

La cosa peggiore  che anche le persone lì dentro stanno per fare lo stesso.

Kevin non ha idea di che cosa stia succedendo, ma lo vuole fermare sul nascere.

 

"Non un altro ballo!" pensa, ricordando quello avuto poco prima con Peter nel TARDIS. "Ma che problemi hanno in questo universo? Sembra di essere in un musical!"


- Zitto, fermo, non t’azzardare a fare un altro passo di danza finché io non sarò uscito… e così tutti voi! - comanda, uscendo come una furia da quel locale.

Raggiunge a grandi falcate quella cabina telefonica blu che ormai gli infonde un senso di protezione.

- Ebbene? - gli si fa avanti il Dottore, preoccupato, e Killgrave mette tutti a conoscenza di quello che ha fatto.

- Ma è brillante! - si complimenta il Signore del Tempo con un ampio sorriso.

- Sì, ma come la mettiamo con la gente che entra dopo che tu hai detto quelle cose?- lo mette in difficoltà Barty, che è sempre stato ingegnoso nell’elaborare piani.

- Oh beh… posso continuare a ripeterlo… - borbotta Kevin, non troppo sicuro di quello che afferma.

- Non va bene. Mio Signore, io posso fare di più, se me lo concedi. - domanda speranzoso il Mangiamorte al suo salvatore.

- Niente luci verdi, né torture però!- si raccomanda il Decimo Dottore.

-Non è mia intenzione… certo, almeno che non mi provochino.- puntualizza Barty, ma suo malgrado il Signore del Tempo prova a fidarsi.

- Allora va’ e ti autorizzo a fare… qualsiasi cosa tu intenda fare. - borbotta, un po’ incerto.

- Quando sarò di ritorno mi acclamerete! - parte per la sua missione il Mago Oscuro con una luce di follia che sfavilla nei suoi occhi.

 

- Sai, Kevin, secondo me conviene che mandiamo lui a rincarare la dose, il tuo potere è come lo yogurt. - commenta Peter.

- Come, prego?- si acciglia Kevin, che ancora deve riprendersi dalle stranezze a cui ha assistito nel locale.
 

- Ha la data di scadenza!- ridacchia impertinente l’illusionista.

-Hai ragione, Peter, il mio potere dura solo ventiquattro ore, ma mi bastano anche solo cinque minuti per farti fare un tuffo dal molo e… oh, già, importi di non nuotare! - lo sfida Killgrave.

Peter sussulta, ma poi sembra riacquisire la sua consueta sicurezza.

 

- Non lo faresti mai, ami troppo questo culetto! - e affermandolo sculetta, dandosi pacche sul sedere.

Kevin è costretto a fingere di non guardarlo, ma cavolo quanto è difficile!

“Almeno in quel tutù aveva una minima parvenza di ridicolo… ma ora che ha di nuovo quei pantaloni succinti… dannazione, perché Barty lo ha fatto tornare normale, mentre ero via?” si tormenta il persuasore. “Che poi non capisco che senso ha aver ripristinato l’aspetto di Peter, se poi ha lasciato i capelli del Dottore ancora così rossi!”

 

- Vedi, Peter? Non conta quanto tempo hai a disposizione, ma come sai impiegarlo.- tenta di levare il persuasore dall’imbarazzo il Dottore, mentre ha l’orecchio proteso verso l’esterno.
 

Si aspetta di sentire urla disperate e persone in cerca di aiuto da un momento all’altro, anche se ha deciso di fidarsi di quel mago.
 

- Fra noi umani abbiamo un detto simile, sai? ‘Non contano le misure, ma come sai usare il tuo ca…’-
 

- Dannazione, Peter, taci almeno dieci minuti!- interviene prontamente Kevin. -E tu, Dottore, non far caso a quello che dice! -
 

- Non ci faccio caso, ma non perché me lo dici tu, lo sai che non puoi controllarmi, vero?- ribatte l’interpellato.
 

- Lo immaginavo, sei una specie di alieno, quindi…- fa spallucce Killgrave.
 

Il Dottore sta per ribattere che lui è un alieno, quando fa la sua ricomparsa Barty. 

 

- Fatto! - annuncia quest'ultimo, rientrando nella TARDIS con aria soddisfatta.
 

- Cos’hai fatto… di preciso? - ha quasi paura a chiedergli il Dottore.

- Ho incantato tutta la zona che parte da fuori di qui a dove c’è quello strano locale di luci e suoni continui… - espone Barty, ancora un pò frastornato dal gran movimento di Babbani che c’è là fuori. - chiunque entri in quella zona sarà costretto a fare quello che ha detto lui. Tutti ci vedranno con un aspetto diverso, senza più limiti di tempo o di persone all’interno di quel locale. -

Il Dottore vorrebbe abbracciarlo, ma si trattiene memore dell'ultima volta che lo ha toccato e di quanto si fosse spaventato quando gli era svenuto fra le braccia.

- Barty, ma questo è ancora più brillante! Sei stato geniale! - lo elogia, facendo andare il Mago Oscuro in brodo di giuggiole. - A questo punto direi che possiamo andare!- incita tutti, ma Kevin si avvicina a Barty, desideroso di sapere qualcosa.


- Lo hanno fatto anche quando eri là fuori tu?-

- Fatto cosa… e chi?- lo scruta scuro in volto Barty.

- I Babbioni...-

- Babbani!- lo correggono all’unisono Barty e il Dottore.

- Sì loro… Dottore, qui sono strani forte… sono lì che parlano tranquillamente e poi all’improvviso parte la musica dal nulla e si mettono a ballare e cantare… - racconta loro Kevin.

- Con me non hanno fatto nulla del genere, forse perché li ha intimoriti la mia presenza!- ghigna perfidamente il Mago Oscuro - O forse perchè non sono entrato là, mi sono fermato a metà strada per lanciare l’incantesimo dal baricentro perfetto. - spiega.

- A maggior ragione, usciamo di qui e scopriamo che cosa prende alla gente! - incita tutti più entusiasta che mai il Dottore - Allons-y!-

 

Quando sono tutti fuori dalla cabina, Barty si affianca al Signore del Tempo.
 

- Sai, lanciando l’incantesimo ho apportato una piccola modifica per me stesso… tutti mi vedranno con l’aspetto del mio Primo Signore Oscuro quand’era ragazzo. - gli confida Barty, fiero in volto.

- Cosa? Osi professare così la tua propensione al Primo Signore Oscuro in mia presenza? Un affronto del genere non posso lasciarlo impunito! - tuona imperioso il Dottore, fulminandolo con lo sguardo.

- Ma .. no, non fate così, mio Secondo Signore Oscuro, sapete che sono devoto anche a voi… - si allarma Barty, pronto a prostrarsi ai suoi piedi, se necessario.

Il Dottore scoppia a ridere.

- Rilassati, Barty, guarda che stavo solo scherzando!-

Il Mangiamorte lo fissa ammutolito per un po’, l’unico movimento è quello della sua lingua che scivola fuori e dentro dalle sue labbra strette.

 

Per il Dottore ha un che di ipnotico a guardarla.

E chissà se la muoverebbe così anche durante un bac… accidenti, che sto immaginando?” si stupisce da solo dei suoi pensieri.

 

- Mio Signore… io mi sono eccitato a sentirti parlare così! Dovresti farlo più spesso!- lo lascia sbigottito il giovane mago.

 

Il Dottore non puó fare a meno di deglutire, cercando con lo sguardo qualsiasi cosa che lo salvi da quella situazione. Quindi ringrazia ogni creatura esistente o meno quando giungono in vista dell'Arcade. 

 

-Eccolo!- li richiama infatti Killgrave, al cui fianco c'è un Peter Vincent ghignante che continua a lanciare loro sguardi di sottecchi.

 

"Avrei preferito che fossimo stati i primi a baciarci, ma anche così va bene!" sta infatti pensando, un po' deluso di essere stato battuto sul tempo. "Magari li batteremo sul tempo sullo scopare. Devo rafforzare i miei tentativi. Se non mi tenesse buono con i suoi poteri…" lancia uno sguardo a Killgrave, un sorrisetto sulle labbra, prima di allungare la mano e sfiorare la sua.

Del resto, non sono ancora passati quei dieci minuti in cui Kevin lo ha condannato al silenzio.

 

Kevin finge di non essersi accorto del gesto di Peter, lasciando la mano a un soffio di distanza senza allontanarla, solo spostandola ad ogni passo in modo da giocare con le dita dell'altro, senza mai prenderle o stringerle per davvero. Allontana la mano ogni volta che sono troppo vicini, ma la riavvicina qualche secondo dopo. 

 

Peter si morde le labbra a quei movimenti. "Dannazione quanto è stronzo!" pensa, senza poter davvero emettere suono. Lo sguardo va a Barty che sembra essere sovraeccitato. Lo puó capire bene in quel momento. Non è l' unico peró che sta osservando il Mago, anche il Dottore lo fa.

 

Il Dottore ricorda benissimo lo stato decisamente sovrastimolato di Barty quando lo ha portato nella New York moderna, quindi non vuole farsi cogliere impreparato ora che gli stimoli sono tipo decuplicati.
Se ne accorge, mentre entrano in quella specie di casinò, di come Barty si muova scattoso guardandosi attorno e incrociando lo sguardo dei Babbani, troppo presi dal gioco e dal bere per badare a lui e al suo atteggiamento intimidatorio.
La bacchetta è riposta nella giacca, ma se volesse impiegherebbe un secondo per usarla.

A un tratto si sente prendere per mano e voltandosi fulmineo si accorge che è stato il Dottore a farlo.

- Mio Signo….-

- Shhh, va tutto bene, Barty, non c’è nessun pericolo e nessuno ha comportamenti minacciosi. Non devi preoccuparti di nulla, solo di divertirti un po’ ...e non intendo un divertimento da Mangiamorte!- si raccomanda per tempo.

-Ci posso provare, per.. te.- annuisce Barty, -Ma se mi accorgo che qualcuno vuol fare del male a te, a me o al Babbano snob, io agirò di conseguenza.- assicura il mago Oscuro.

Per tutta risposta, il Signore del Tempo gli mostra un sorrisone compiaciuto.

-Cominci a provare dei sentimenti altruisti anche per…- si blocca a metà strada accigliandosi. -Però scusa, siamo in quattro… e l’altro Babbano?- gli viene incontro, usando il suo stesso lessico.

 

-Oh beh, lui è divertente vederlo soffrire un po’!- ridacchia impudente il Mangiamorte. -Ma se fosse davvero in serio pericolo… interverrei anche per lui.- ammette e non solo per compiacere il suo Secondo Signore Oscuro.


In tutto questo non hanno ancora smesso di tenersi la mano.

Qualcuno lo nota e li avvicina subito.

-Buonasera, Signori, benvenuti alla mia Arcade, ogni divertimento è a vostra disposizione.- li accoglie il proprietario del locale d’intrattenimento con un sorriso di plastica. -Vi avrei invitato allo spettacolo delle mie ballerine ma non credo che la cosa possa suscitare il vostro interesse,- continua, ammiccando, ed è lì che i due si accorgono della mano che si stanno tenendo, lasciandola andare imbarazzati.


-Sapete, in altri locali avreste suscitato un po’ di scalpore, ma non qui, non temete. Ripley Holden è un uomo di larghe, larghissime vedute!-  li congeda ridacchiando, soprattutto per l’abbigliamento del biondo.

In effetti un gambo di sedano infilato nella tasca di una giacca non è qualcosa che si vede tutti i giorni, anche se nel suo locale Ripley si è abituato a vedere un po’ di tutto.

-Vedi, Barty? Abbiamo la prova definitiva che il tuo incantesimo funziona! Quello era la nemesi del nostro caro Carlisle, se gli fossimo apparsi con il suo stesso aspetto avrebbe dato di matto, lui lo odia.- gli spiega il Decimo Dottore.

-Oh, mi piace. Lo odia come io odio gli inutili Babbani, gli sporchi Mezzosangue e i traditori?-

 

-Ok, no, non fino a quel punto!- alza le mani l’altro, ma il Mago Oscuro è fisso su qualcosa che ha improvvisamente catturato il suo interesse.

-Dottore, cosa sono quegli strani congegni con tanti colori che continuano a cambiare quando si abbassa quella leva? E perché la gente che è seduta davanti continua ad abbassarle infilando dentro monete che risputa fuori con un intenso suono?- si incuriosisce.

-Amico mio, quelle sono slot machine,- sorride, portandolo con lui in prossimità di una che si è appena liberata. -Vuoi provare?- gli propone, allungandogli un gettone che ha raccolto da terra.
Barty accetta fremente, sedendosi di fronte a quel colorato e rumoroso congegno, mentre il Dottore si prefigge una missione del tutto personale.

 

Devo indagare per capire quale sia il suo aspetto… come appare il suo Primo Signore Oscuro da ragazzo… e già che ci sono vorrei anche capire con che aspetto appaio agli altri io!”

TBC

 

Che aspetto avrà il caro Ten? Vi abbiamo dato un indizio non indifferente ;P
Barty lo sapete già… non vi resta che scoprire gli altri due, aspettatevene delle belle XD
sì, non ci crederete, ma forse nel prossimo capitolo è la volta buona che arriva anche il quinto elemento XD

ah, per chi non lo sapesse ‘Blackpool’ fra i tanti generi è anche una sorta di Musical , dove ogni tanto i personaggi cantano sopra una canzone già esistente...e abbiamo pensato sarebbe stato carino riproporla come cosa (quindi sì, aspettatevi un Peter Carlisle ballerino e canterino (e mangione just because!!! XD )) … a proposito, la canzone usata era ‘Have fun’ di Diana Ross, mi sembrava adattissima al fandom ;)

alla prossima follia!
L&L

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Capitolo 9
*** Capitolo VIII: Tell me who I am! ***



cover-Incontri-Ten-TENNANTi

 

Capitolo VIII: Tell me who I am!

 

Il Dottore è da un po' che sta girando per l'Arcade alla ricerca di qualcuno che gli possa dire che aspetto ha Barty in quel momento e, se possibile anche il proprio. Dovrebbe chiederlo a chi non è al momento impegnato, il che è complicato. La maggior parte delle persone sta giocando d'azzardo, altri stanno bevendo al bar o flirtando fra loro, infine ci sono quelli che si sono riuniti in gruppi attorno ai tavoli per conversare fra di loro.

Non può certo chiedere a queste categorie di individui, ma ecco sbucare una donna bionda, riccia che si avvia nel locale da sola. Per poco non se la fa sfuggire, mentre la nitida immagine dell'archeologa che aveva conosciuto per un breve periodo con Donna, quella che alla fine aveva rinchiuso in una Biblioteca planetaria gli si para davanti. A volte si sente ancora in colpa per quella decisione seppur non ami gli archeologi sembrava quasi che River, se ricorda bene il suo nome, lo conoscesse. Non ha tempo per pensarci oltre perché la ragazza lo sta giá superando, quindi se vuole fermarla lo deve fare ora. 


Le si para davanti con il suo miglior sorriso sornione, ma a quanto pare ha fatto qualcosa di sbagliato perchè la ragazza, che ora può constatare abbia solo i capelli simili a quelli dell’Archeologa - neanche poi tanto considerando che sono più scuri di un paio di tonalità - ma sia decisamente di aspetto diverso, fa un passo indietro guardandolo come se le avesse fatto chissà quale torto o, per meglio dire guardando un punto preciso sul suo petto con espressione inorridita.

Il Dottore non può fare a meno di guardarsi a sua volta senza, ovviamente notare nulla di sbagliato.

- Mi scusi, Signorina! - mormora, rivolgendo di nuovo l’attenzione su di lei. - Qual è il problema?-

Sta davvero cercando di essere il più educato possibile.

- Ė sedano, quello?- domanda lei, ancora inorridita, indicandogli lo stesso punto sul petto.

Sedano? Aspetta… Non posso chiederle in questo modo che aspetto abbia!”  si ritrova a pensare, anche se un sospetto si sta manifestando nella sua mente.

-Ehm, sì?- Chiede, speranzoso di aver dato la risposta corretta. La ragazza sembra ancora più scioccata.

- Mi spiace.. io devo proprio andare!- mormora e prima che il Dottore possa dire qualcosa la ragazza è già fuggita.

A parte la velocità della conversazione appena fatta e la fuga della ragazza bionda può essere sicuro di avere del sedano sul petto, probabilmente in un taschino e per quanto si sforzi a pensare a qualcuno che si sia mai vestito in quel modo può solo ricordarsi di una persona, in effetti non ha mai incontrato qualcuno di simile a lui… beh, a se stesso. Perchè è quella la verità, l’unico che gli ricorda è se stesso molte rigenerazioni fa. Qual era? La Quinta Rigenerazione se non sbaglia. Com’era essere lui? E’ passato così tanto tempo che non se lo ricorda per bene. Per quanto vorrebbe fingersi nuovamente lui non è del tutto sicuro di riuscirci.

La cosa migliore è continuare ad essere se stesso e cercare un’altra persona a cui chiedere di Barty. Per questo volge la propria attenzione alla porta dalla quale sta entrando un anziano.

Ė strano come una persona di almeno settant’anni sia in quel luogo. Beh, a parte il fatto che lui ne ha Novecento di anni ed è decisamente nell’Arcade… forse non è poi così strano.

Quando finalmente lo può vedere per bene si blocca un attimo in contemplazione. Possibile che anche lui gli ricordi qualcuno? Cos’è una radunata di suoi Companions? Se si guardasse per bene attorno potrebbe trovare qualcuno simile a Donna o a Martha? Hanno sosia anche in questo universo?

L’uomo che ha davanti, infatti, ha capelli bianchi e barba dello stesso colore, i suoi occhi sono azzurri illuminati di una luce vivace, ha persino un cappello rosso in testa, peccato che abbia un naso troppo grande e delle labbra troppo sottili, ma per il resto, persino per i punti in cui si notano le rughe assomiglia stranamente a Wilfred Mott, il nonno di Donna, il che gli fa solo presumere che possa essere un signore altrettanto gentile. Magari gli potrebbe persino piacere parlarci.

Gli si avvicina, questa volta in modo più attento non vuole davvero che anche lui si spaventi. Spera che in questo modo non metta in crisi anche questo simpatico signore. 

 

-Salve! - sorride affabile, cercando di essere il più gentile possibile.

Il signore si blocca a guardarlo.

Lo giudica un buon segno, quindi continua.

- Mi scusi se sto per importunarla, ma vorrei un’informazione veloce.-

Il signore lo guarda perplesso, ma almeno si ferma.

- Salve a lei, certo mi dica pure.-
Probabilmente si aspetta che gli chieda dove si trovi una certa sala o qualcosa di simile.


- Lo vede quel ragazzo a quella Slot Machine?- Chiede, indicandogli Barty che è ancora seduto alla sua postazione, il signore annuisce. - Me lo potrebbe descrivere?-

-Ė  la sua domanda?-

Il signore lo guarda perplesso, ma poi si stringe nelle spalle, non proprio del tutto sicuro se sia un bene parlare o meno, ma valutando che non si metterà certo nei guai per una cosa così semplice.

 

- Uhm… è moro? Capelli corti, sembra un bel giovane, piuttosto pallido... è alto almeno così sembrerebbe e… uhm… indossa degli strani abiti neri, uh, ora che si è girato un attimo direi che ha gli occhi scuri… ma, se posso chiedere, perchè me lo chiede? Le deve dei soldi, per caso?- domanda, leggermente preoccupato.

Ė così che iniziano a parlare di Barty e del loro rapporto.

 



Il gettone è stato inserito.
La leva è stata abbassata.
A Barty non resta che attendere
Vede la prima colonna fermarsi sull’anguria, la seconda sembra volerla imitare ma poi all’ultimo cade sul limone, la terza nemmeno prova a dargli false speranze e termina sull’arancia.
Una combinazione non vincente.

A Barty però quella sensazione di adrenalina per l’attesa è piaciuta.
 

Certo, mi sarebbe piaciuto di più vincere, però… io lo voglio rifare. Subito.

 

Si accorge che il Dottore sta discutendo che un anziano Babbano e che sembra parlargli piuttosto concitato, chissà di cosa.

La mente del mio Secondo Signore Oscuro è impenetrabile, però potrei leggere quella del Babbano e capire cosa sta dicendo… No, Barty, il mio Signore non vorrebbe, meglio tornare al gioco.

Si guarda attorno e vede che la maggiorparte della gente che sta giocando alle slot machine accanto alla sua postazione ha dei bicchieri di carta ricolmi di gettoni.


Certo, sarebbe facile per lui chiamare a sé un bicchiere intero fra quelli esposti, ma si farebbe notare troppo.
Decisamente è molto più sicuro chiamare a sé pochi gettoni alla volta da più bicchieri; difficilmente qualcuno li conterebbe uno ad uno.
Estrae dalla tasca la bacchetta quel poco che basta, pronuncia sottovoce l’incantesimo necessario e l’attimo dopo si ritrova con una dozzina di gettoni che non sollevano alcun sospetto.

Infila il primo gettone, abbassa la leva, attende trepidante, ma non gli esce alcuna combinazione vincente… e così con gli altri dieci tentativi, con la rabbia che gli sale progressivamente.
Ha già deciso che anche dopo quell’ultima umiliazione subita, incurante delle raccomandazioni del Dottore di non attirare attenzioni su di sé, farà esplodere quella irrispettosa diavoleria ingannatrice sotto gli occhi di tutti i presenti.
Forse la slot machine sembra percepire quella incombente minaccia, perché fa sfoggio di tre arance.
Una vincita.
Non di quelle che cambiano la vita, ma sufficiente a cambiare l’umore del Mangiamorte, che felice osserva quel piccolo gruzzoletto di gettoni uscire.

Oh. La cosa si fa divertente.” sogghigna, inserendo subito uno dei gettoni vinti.

 



 

Il Dottore sta ancora parlando con il semi-sosia di Wilfred, come lo chiama mentalmente lui. La conversazione si è fatta particolarmente interessante è quindi tutto preso a parlare in modo concitato con il signore e stanno parlando di Barty o, per meglio dire dei loro sentimenti. Non è del tutto sicuro di come siano finiti per parlarne, ma per fortuna il signore non sembra essere particolarmente schifato al pensiero di due uomini che si baciano o che sono innamorati.

Il Dottore si è leggermente distratto nel guardare Barty da lontano. Vorrebbe avvicinarglisi e abbracciarlo, magari complimentarsi con lui per la sua vincita, d’altro canto, però non vuole che si monti la testa. E’ pur sempre un Mangiamorte capace di uccidere per un nonnulla, già si è sbilanciato dandogli la sua chiave, non può certo fargli capire che è a tutti i modi il suo preferito, quindi torna a concentrarsi semplicemente sulle parole del signore.

 

- ...ma quindi vi siete baciati?- Gli sta chiedendo, seppur davvero non comprenda come mai una persona debba chiedere come sia fatto il proprio ragazzo.

Il Dottore non può evitarsi di riportare gli occhi a quelli del signore. Non ne sa nemmeno il nome, eppure stanno chiacchierando come se fossero amici da sempre.

 

- Esatto! Barty è così... lui vorrebbe che fossi il suo... insomma...- si blocca, non vuole parlare di “Signori Oscuri”, lo spaventerebbe inutilmente, si porta solo una mano fra i capelli.

Sono ancora rosso! Sono ancora rosso... ed è tutto merito di Barty.”  Pensa per un attimo, l’eccitazione non si è certo spenta.

-...fidanzato? Perchè non siete fidanzati?- domanda sempre più perplesso il signore fissandolo come se la conclusione fosse ovvia.

Come se fosse sbagliato che non lo siano.

 

- Ma no, figurati, non credo che vorrebbe che mi fidanzassi con lui! ...Anche se quando l'ho baciato è svenuto... Ma no, doveva essere troppo sconvolto..- risponde il Dottore, anche se il dubbio gli viene in quel momento.

Non è che ha ragione? Ma no! Come potrebbe mai volersi mettere con me? Siamo troppo simili perché anche solo mi pensi in quel modo!” Gli lancia uno sguardo “Certo che è bello, però… Non mi dispiacerebbe se… ma che diamine penso? E’ uno dei miei companions, non li posso ferire! Ho bisogno di bere!

 

- Sono sicuro che voi giovani vi chiarirete, insomma se è svenuto per un bacio...- Tenta di fargli notare l’uomo, mettendolo solo più in crisi. 


Decisamente, finisco di chiacchierare un altro po’ con lui e poi raggiungo Peter al bar!”  pensa il Dottore, incredibilmente rosso in volto.
 

 


 

Peter avrebbe tutte le intenzioni di andare al bar.
Si ricorda però che con tutti quei cambi di abito, il suo portafoglio lo ha lasciato nella TARDIS.

- Merda!- impreca, capendo che finalmente può di nuovo parlare.

Ne approfitta per andare proprio da chi quel breve mutismo glielo ha causato.
Sembra impegnato in una partita a poker con gente poco raccomandabile, ma non sarà certo questo a fermare il bel cacciatore di vampiri.

 

Sono quattro loschi figuri: uno è moro, vestito di pelle.

Peter capisce bene quanto siano fastidiosi i pantaloni di pelle che indossa il tipo, ha persino uno strano giaccone lungo sempre di pelle, la mano che non tiene le carte è poggiata sul tavolo, le dita ricoperte di anelli di varie dimensioni, il suo volto è in parte coperto da una barba anch’essa nera ed incolta. Il secondo indossa, invece, una semplice camicia rossa e dei jeans neri, la sua barba marrone è la più lunga dei quattro in contrasto con gli occhi azzurri. Ha un tatuaggio di una mazza da baseball circondata da filo spinato sul braccio scoperto. Il terzo sembra essere il più alto, con i suoi capelli tagliati quasi a zero, indossa un completo maschile bianco e nero con tanto di cravatta bordeaux e sogghigna deliberatamente. Infine l’ultimo, un tizio moro con l’aspetto di un ragazzino, sembra il più gentile del gruppo, indossa anche lui un completo maschile, solo che il suo è blu, è rasato quasi perfettamente ed osserva gli altri come se sapesse leggerli come dei libri aperti.

 

Gli si avvicina mentre stanno ridistribuendo le carte.

- In quanto causa di tutte le mie sciagure da quando ti ho incontrato, il minimo che potresti fare è offrirmi da bere, visto che al momento sono al verde. - esordisce con tono deciso Peter, non capendo perchè tutti quegli uomini al tavolo lo stiano guardando in quel modo… colmo di interesse.

Forse è perchè ho interrotto il gioco.” trova una spiegazione.

- Ho idea che, se non faccio qualcosa, sarai il mio tormento tutta sera! - borbotta Kevin.

Non solo alza gli occhi, ma si alza anche dal tavolo.

 

- Non fate niente finché non torno. - comanda, ottenendo quattro statue perfette.

- Ti dirò…. quando non lo eserciti su di me, ha un che di sexy vederti usare il tuo potere! - gli sorride audace Peter, passandosi lentamente la lingua sui denti.

Kevin ammicca con un sorrisetto.

 

- Allora sto per darti un altro spettacolino sexy, baby! - lo informa arrivando al bancone.

Ė piuttosto affollato, ma non è certo un problema per l’affascinante incantatore.

- Tornate più tardi a fare i vostri ordini. - allontana gli avventori, avvicinandosi ai barman che guardano la scena confusi. - Vedete questa persona qui con me? Bene, qualsiasi cosa vi ordini da bere, voi glielo darete gratis! - impone, scambiandosi uno sguardo complice con Peter, che lo ringrazia con gli occhi, prima di tornare al suo tavolo.

 


 


-Ora sì che si ragiona!- commenta Peter, finendo il suo primo Bloody Mary della serata.
Se ne sta seduto in un modo che si può definire tutt’altro che composto, sbilanciato da un lato, con la gamba a penzoloni da un lato dello sgabello.
Per il Midori ci sarà tempo, l’importante è aver già adocchiato l’esposizione degli alcolici e aver già appurato che quel bar ne sia provvisto.

 

-Bevi anche in compagnia?- lo interpella una voce cavernosa.

Voltandosi Peter nota un uomo sulla cinquantina, dai capelli brizzolati, il fisico possente e abbronzato. Il classico lupo di mare.
E si sa, i lupi di mare sono dei grandissimi bevitori, motivo per cui Peter lo invita a sedersi con lui.

-Posso offrirti qualcosa?- gli chiede l’uomo.
-Ti ringrazio, ma ci pensano già questi giovanotti ad accontentare ogni mia richiesta!- fa spallucce Peter approfittando per ordinare ai barman il secondo drink.
-Oh beh, la cosa non mi stupisce.- ammicca verso lui l’uomo, lasciando Peter un po’ basito.


Solo quando l’uomo regge fiero la sua caraffa di birra scura media guarda Peter, innalzando la propria birra.

-Alla fiducia! Anzi no, alla sua mancanza! L’hai mai provata come sensazione?- lo interroga.

- Oh beh, una volta stavo per deludere un mio amico, era convinto che non l’avrei aiutato, tirandomi indietro per codardia, ma alla fine ho cambiato idea e abbiamo combattuto, ottenendo la vittoria.- riassume in breve la sua ultima significativa esperienza in Nevada.
- Come potresti deludere qualcuno con quel tuo bel faccino?- mormora l’uomo, confondendo Peter ancora di più, specialmente quando accosta gli sgabelli. - Io sono Jim, a proposito, tu chi sei?-
- Sono Peter…-
- Piacere di conoscerti, Petra.- replica l’uomo, certo che chi ha di fronte abbia commesso un piccolo errore nel pronunciare il suo nome.

 

Petra?! Questo vecchio coglione nemmeno ha bevuto ancora e crede che io sia una donna?” pensa sconvolto l’illusionista.

- Pensa che io invece l’idea al mio migliore amico non gliel’ho fatta cambiare… - Jim comincia sia a bere, sia a raccontare la propria storia. -Pensa che se le cose vanno male al suo locale sia colpa mia, che io abbia fatto la spia con quel detective da strapazzo… come se quel ragazzino potesse in qualche modo intimidirmi!-

Peter ascolta attentamente.

Sta parlando del mio omonimo, quello che stiamo cercando!”

 

- Capisco, brutta cosa perdere la fiducia, ma vedrai che il tuo amico capirà… piuttosto… il detective che dicevi, verrà qui anche stasera?- chiede con finto fare disinteressato.
 

- Quello viene qui ogni maledetta sera, a volte anche di giorno! - borbotta Jim - Cos’è, vuoi far colpo su di lui?- sogghigna, avvolgendogli un braccio attorno alla vita per stringerlo più a sé. - L’hai già fatto su di me, bambola! - fa scendere una mano verso il suo sedere, dandogli una pacca di apprezzamento.

- Levami subito le tue manacce di dosso, porco schifoso, depravato! - sbraita Peter, allontanandosi di qualche passo.

 

- Che succede qui?- interviene prontamente il proprietario del locale. - Signorina, quest’uomo la importuna?- si rivolge con un sorriso galante all’illusionista, per poi guardare storto il suo amico - Jim, faresti meglio ad andartene per non complicare la situazione - riesce ad allontanarlo con le buone, mentre Peter riflette su ciò che è appena successo.

Signorina?! Pure questo mi vede donna? Che cazzo ha combinato quello stronzo maledetto fotti-cervello?” pensa furente Peter, facendo comunque buon viso a cattivo gioco.

 

- Ora va molto meglio, grazie per il suo intervento. - cerca di sorridergli.


- Dovere. - replica Ripley. - Certo è che con quel vestito così attillato e succinto, è normale che una bella donna come lei attiri su di sé certe attenzioni!-
 

Perché? Come cazzo mi ha vestito quel bastardo sadico? Ora mi sente!” va in direzione di Kevin, sempre più propenso a fargliela pagare controllo mentale o no.
 


Nel frattempo Kevin si sa godendo l’ennesima vincita al tavolo del poker, un po’ sconcertato dal fatto che tutte le persone di colore lì dentro lo osservino sorridendogli con… complicità?
 

Uno dei ragazzi Afro Americani presenti  lo avvicina pure, dandogli una pacca sulla spalla.
 

- Fratello, sei una forza, li stai prendendo tutti a calci in quei loro culi bianchi! - si complimenta.

Killgrave lo fissa così sconvolto che sul momento non gli esce nemmeno mezzo comando.

E come se non bastasse vede arrivare Peter verso di lui, come una furia.

 

-Molla subito questo tavolo dove stai facendo fessi tutti questi coglioni e dammi delle spiegazioni, psicopatico del cazzo! - esordisce l’illusionista, furente.
 

- Da quando in qua sei tu a darmi gli ordini? E poi si può sapere che ti prende?- lo guarda frastornato Kevin.


- Hey, che grinta questa pupa! - ridacchia uno degli avventori al tavolo con un fischio di approvazione.
 

- Forse non avrà una boccuccia di rose, ma guarda che culo!- fa il suo apprezzamento il secondo.
 

- Peccato che alla sventola qui piaccia il cioccolatino… probabilmente è solo per i soldi… - dice la sua il terzo.

- Capisci di che parlo, adesso? Si può sapere che cazzo mi hai fatto?- continua ad aggredirlo Peter, per poi arrestarsi. - Un momento.. cioccolatino?-

 

- E tu sventola? Direi che un problema lo abbiamo entrambi, lo capisci da solo che non sono stato io?-

Peter si morde il labbro e si limita ad annuire.

 

- Intanto cerchiamo di far un po’ più chiarezza - decide Kevin, rivolgendosi ai giocatori del tavolo- Ditemi chi sono!- impone loro.

- Sei il gran figlio di puttana che ci ha ripulito stasera!- lo accusa quello più vicino lui.

- Già, non ho ancora capito come hai fatto, ma di sicuro hai barato! - gli dà man forte quello seduto dalla parte opposta.

Nel frattempo che i giocatori di poker parlano Peter prende il momento giusto per sedersi sulle gambe di Kevin, d’altronde in quel momento è una donna per tutti quelli che li guardano può quindi permettersi il lusso di comportarsi in quel modo in pubblico. Questo semplice gesto crea tante reazioni diverse, Kevin lo stringe involontariamente più a sé, lasciando che una mano vada ad accarezzargli una coscia in piccoli circoletti immaginari, gli altri quattro li guardano decisamente male e leggermente invidiosi e Peter sorride divertito.

 

- No, okay, non è questo che intendevo. - borbotta il persuasore fra sé e sé, stranamente felice e leggermente imbarazzato per il fondoschiena perfetto che Peter ha appoggiato su di lui - Ditemi che aspetto ho.-  riformula la sua richiesta, lo sguardo che si va a puntare su Peter che gli si è seduto in grembo e sembra godere incredibilmente di quella svolta inattesa.
 

"Maledizione!
 

- Sei un ragazzo di colore, Afro Americano, di trent’anni, forse meno. - dice il primo che gli ha rivolto la parola
- Alto, fisico atletico, moro, occhi scuri, capelli ricci tutti sparati in aria, pizzetto… - aggiunge il secondo.

 

Ma questo è il vicino tossico di Jessica… perché ho questo aspetto?” riflette Killgrave, prima di indagare anche su Peter. -Ditemi che aspetto ha la persona che mi si è seduta in grembo.- ordina, leggermente possessivo verso Peter. Senza accorgersi che quest’ultimo gli si sta muovendo sulle gambe, il culo ben indirizzato a… “Che diamine! Perchè sono eccitato?”, ferma Peter stringendogli una coscia.

 

Stavolta è il terzo degli avventori a parlare.
 

- Una mora caliente,  fascino latino americano, forse Spagnola, forse Messicana, alta, curve mozzafiato, non credo abbia più di venticinque anni. -


- Oh, grandioso, sono Ginger!- capisce Peter, ancora in posizione, godendosi il momento. Nessuno gli ha ordinato di alzarsi e lui si sta davvero godendo la scena, soprattutto per una certa durezza che punta esattamente nel mezzo del suo sedere.

 

- Chi è Ginger?- si incuriosisce Kevin, mentre passa con una mano sulla pancia di Peter, un po’ sorpreso della loro situazione, ma ben felice di tenerlo lì.
 

- La mia assistente nei numeri di magia, una delle mie più care amiche, la mia amante occasionale. - replica Peter, estraendo da una delle attillatissime tasche il suo cellulare, per mostrargli le sue foto.

Mentre le guarda, a Kevin ritorna prepotente nelle mente l’idea del sesso a tre, ora portato a quattro, arricchendolo di quell’elemento.

 

Si aspettava di immaginarsi avvinghiato a Jessica mentre entrambi guardano Peter e quella Ginger darsi una gran da fare, oppure lui, Jessica e Ginger a darci sotto, con Peter che li guarda dandosi piacere da solo… invece la sua mente insiste a proiettargli immagini di Jessica e Ginger che si baciano, togliendosi i vestiti a vicenda, mentre lui e Peter stanno facendo sesso selvaggio.

 

“Che io sia dannato, perché lo trovo lo scenario più eccitante?” si chiede, avendo troppa paura di darsi una risposta, prima di parlare. Tutto quello non gli sta certo facendo bene.

- Su, alzati. Andiamo a cercare Barty!- Gli ordina, non possono stare in quella posizione neanche per un minuto in più sarebbe troppo per lui.

Per fortuna Peter esegue come sempre il comando.

 

Pochi minuti dopo Peter lo strattona, avendo individuato dove si trova Barty.

- Tu, fottuto mago da strapazzo, perverso!- bercia l’illusionista, marciando contro di lui, trascinandosi Kevin appresso.

 

-Se non siete due angurie, non mi siete di alcuna utilità!-  replica come inebetito Barty, senza staccare gli occhi dai rulli della slot machine che girano imperturbabili. -Ancora quegli stramaledetti limoni!- impreca il Mangiamorte, che ha di nuovo perso.
 

- Ti faccio diventare io un'anguria se non ci dici che cazzo ci hai fatto!- insiste Peter, mettendo una mano sulla leva, subito dopo che il Mago Oscuro ha inserito un’altra monetina.

 

- Abbassala e ti assicuro che sarà l’ultima cosa che farai!- ringhia Barty, con uno sguardo assassino e un tono che non ammettono repliche.
 

-Peter non l’abbasserà,- impartisce quel comando indiretto Kevin sia perchè non vuole dare spettacolo e sia perchè, anche se non lo ammetterà ad anima viva, ha ancora bisogno dell’ illusionista -Ma tu potresti dirci perché abbiamo questo aspetto?- si rivolge al Mangiamorte, in modo molto più pacato.
 

E forse grazie alla loro intesa perfetta, il giovane mago si decide a parlare.
 

-Volevo assumere un determinato aspetto lanciando l’incantesimo di camuffamento, però non potevo direzionarlo solo a me, ho dovuto creare una regola.-

 

-Una regola?- si acciglia Peter.
 

-Sì, ho imposto al mio incantesimo di far assumere a ogni soggetto interessato l’aspetto di una persona che ha giocato un ruolo importante nelle loro vite. Io lo devo solo a Tom Riddle, l’identità umana del mio Primo Signore Oscuro prima di divenire tale, se oggi sono il Mangiamorte temuto e rispettato da tutti.- sogghigna fiero. -Quindi non so che aspetto vi ho fatto assumere, ma ho impostato la stessa regola anche per voi… il mio Secondo Signore Oscuro non mi ha ancora voluto rivelare chi l’ho fatto diventare.- sbuffa.

 

-Allora ha senso se  mi vedono come Ginger, nonostante i nostri continui battibecchi, lei ha sempre creduto in me, fin dai primi spettacoli di magia.- sorride Peter.

- Il tossico in effetti è quello che mi ha permesso di avvicinarmi a Jessica, prima mi ha fatto avere innumerevoli sue foto e poi lei stessa si è fatta carico del suo compito…- riflette Kevin, con un sorrisone.

 

- Tu chiedi alla gente di mandarti foto? Che razza di depravato psicolabile sei?- lo guarda con sdegno Peter.
 

-Stanotte, prima di dormire, mi manderai una tua foto.- ammicca verso di lui Kevin.
 

-Ci puoi contare che te la manderò!- ubbidisce Peter, forse con troppo entusiasmo.
 

-Quanto vorrei una foto del mio Secondo Signore Oscuro!- sospira Barty.



 

Il Dottore è riuscito a scollarsi dalla sua conversazione con il sosia di Wilfred per potersi dirigere a bere qualsiasi cosa ci possa essere al bancone degli alcolici. L’unico suo interesse in questo momento è prendere qualcosa di forte per poter dimenticare la sua discussione sui sentimenti suoi e di Barty.

Non è facile, di questo è abbastanza sicuro, solo non ci vuole pensare, come non vuole pensare che una volta che li avrà riportati a casa dopo la loro missione tornerà ad essere solo e questa volta molto di più di quanto non lo sia mai stato perchè solo i suoi attuali companions stanno riempiendo la sua TARDIS di voci e felicità, non vuole davvero che se ne vadano. Non vuole che Barty se ne vada. Quindi eccolo riempire un nuovo bicchiere e berselo tutto d’un fiato. Non deve pensare a Barty. Ha preso direttamente una bottiglia, ma di cosa? Non se lo ricorda, tanto non gli sta facendo molto. Il suo dannato corpo alieno non gli permette di ubriacarsi per bene. 

Sorride da solo guardando il bicchiere.

“Sto bevendo come Peter. Sarebbe bello se fosse qua, almeno potremmo annegare ogni cosa insieme.” Tracanna un nuovo bicchiere di quella sostanza ambrata che è contenuta nella sua bottiglia, qualsiasi sostanza sia.
Se Wilfred avesse ragione? Se Barty provasse lo stesso? Forse è così. Sarebbe bello se Barty…

Si blocca, alzando lo sguardo dal suo bicchiere, guardando nella direzione delle slot machine

Quei tre sembrano in procinto di combinare qualcosa, soprattutto il suo adorato Mangiamorte, ed è meglio fermarli sul tempo.
Avvista sul bancone qualcosa che può fare al caso suo e, non visto, lo prende, prima di avviarsi.

 

Quando li raggiunge sembra che quei tre stessero aspettando solo lui.

-Dottore, so che il nostro uomo sta venendo qui, me lo ha detto un amico di chi possiede questa baracca!- lo informa Peter.
-Ottimo. Allora non ci resta che attendere.- annuisce il Signore del Tempo.
-Io so che fare nel frattempo!- replica Barty, inserendo un’altra monetina nella slot.
-Io credo che la nostra attesa sia finita…- informa tutti Kevin, che ha visto qualcosa, o meglio qualcuno, di interessante all’entrata.

Una versione un po’ più giovane di loro, anche di Barty e del Decimo Dottore, con il viso sbarbato che lo rende ancora più sbarazzino e una frangetta spettinata e un’aria assai determinata fa il suo ingresso, camminando talmente veloce da far sollevare dietro sé lo spolverino nero che indossa, come se fosse un mantello.

 

In effetti lui un po’ si sente un supereroe, venuto a combattere i cattivi

 

- Perfetto, voi seguitemi, ma fate parlare me,- assume il controllo della situazione il Dottore e anche chi di controllo se ne intende parecchio non ha nulla da obiettare.

 

Peter si limita a fare spallucce, ma è proprio Barty quello che non gli dà alcun tipo di responso, troppo impegnato a giocare.

- Barty, andiamo!- ripete il Dottore, avvicinandosi a lui fulmineo.
- No!- si impunta il Mago Oscuro.

Il Dottore per un attimo resta sconvolto alla risposta del Mago, vorrebbe poter avere davanti a sé il sosia di Wilfred solo per potergli dire ‘Ecco, vedi? Non gli piaccio.’

 

Allontana quindi il pensiero, tornando al presente.

-Peter, Kevin, aiutatemi a prenderlo!- alza gli occhi il Dottore.

 

Barty si volta rabbioso verso i due Babbani, mettendo rapido la mano nella tasca.
 

- State indietro, oppure… - li guarda minaccioso il Mangiamorte.

- Oppure cosa, ci trasformi in minestroni?- lo deride Peter.

Solo allora Barty nota che non sta reggendo in mano la sua fidata bacchetta, ma un gambo di sedano.

 

- Immagino che tu stia cercando questa, vero, mio caro? - fa un sorriso furbetto il Dottore che ha fatto lo scambio senza che l’altro se ne accorgesse. - Sai, l’aspetto che mi hai fatto assumere mi ha dato l’idea e fortunatamente al bar avevano ciò che mi serviva per fare quello scambio al momento più opportuno.- spiega tutto tronfio per il suo piccolo piano perfettamente riuscito. - La riavrai, ma solo quando torneremo alla TARDIS.- lo tranquillizza subito, riponendo la bacchetta nella tasca interna della giacca, dove prima teneva il provvidenziale secondo gambo di sedano.
 

Kevin e Peter possono agire indisturbati, sollevandolo per trascinarlo via, mentre il Mago protesta vivacemente, tenendosi abbracciato alla slot machine.


- No, non voglio, non è ancora uscita la combinazione giusta!-

Uno spettacolo abbastanza indecoroso, ma all’interno di quella Arcade probabilmente si è visto di peggio.
Quella scena ha attirato su di loro proprio le attenzioni del giovane detective, che smette di dare il tormento a Ripley per dirigersi verso quel pittoresco quartetto.

- Che succede qui? Chi siete voi? Perché state creando tutto questo casino?- domanda guardandoli sospettoso, mentre Kevin e Peter hanno la meglio su Barty, portandolo in direzione del Dottore.

Ed è proprio quest’ultimo a prendere la parola.

 

- D. I. Peter Carlisle, vero? - domanda retorico, senza nemmeno attendere una risposta.

Il detective scruta quel bizzarro biondo con un gambo di sedano nel taschino della giacca con aria ancora più diffidente.

- Ho delle informazioni preziose circa l’omicidio su cui sta indagando,- lo informa, prima di indicargli il giovane ragazzo dall’espressione cupa, la donna provocante e l’aitante uomo di colore - E loro sono testimoni chiave.- aggiunge, catturando il pieno interesse del suo interlocutore. - Ma qui c’è troppa gente, che ne direbbe di discuterne davanti a una torta?- getta l’amo il furbo Dottore e il ragazzo abbocca, un po’ ingenuotto.

Percorrono tutti e cinque la passeggiata lungomare, ma Peter Carlisle si insospettisce, quando vede il biondo e gli altri tre fermarsi in prossimità di una cabina telefonica.

 

- Ma.. la pasticceria è dall’altra parte!- puntualizza confuso.

Incurante delle sue parole, il Signore del Tempo apre le porte e con modi poco gentili Barty spinge all’interno il nuovo arrivato, seguito dagli altri due, con Kevin che richiude le porte alle loro spalle.

Il giovane detective non sa da cosa sentirsi più sconvolto: se per il fatto che una volta dentro quella cabina risulti essere infinitamente più grande di quanto si aspettasse o se per il fatto che le persone che lo accompagnavano abbiano assunto un aspetto davvero sconcertante.

- Ma che diavolo…? - borbotta, accigliandosi.

 

- Perdonami, Peter Carlisle, prima ho mentito: non so nulla dell’omicidio, loro non sono testimoni, ma la torta ce l’ho davvero! - gli sorride complice qualcuno che ora sembra essere la sua copia precisa.

E non è l’unico.

Dentro quell'assurda cabina telefonica più grande del previsto ci sono ben quattro persone che, bene o male sono come sue gocce d’acqua, dei quali lui non sa assolutamente nulla, né il vero motivo per cui si trovi lì.

E a quanto pare c’è una torta.

 

Il Detective Investigatore Peter Carlisle è un giovane uomo tutto d’un pezzo, con degli ideali e un gran senso delle priorità.

- Davvero c’è la torta?- domanda con uno sguardo colmo di aspettativa.

TBC

C’è voluto un capitolo immenso ma… eccovi anche Peter C! ;)
prime impressioni?
E sugli altri quattro che ci dite?

ah, nel caso vi chiedeste quale fosse il loro aspetto nell’incantesimo:
 

Ten era Five (Doctor Who classic)  ten-five

Barty era Tom Riddle (Harry Potter e la Camera dei Segreti)
barty-tom  

Kevin era Malcolm (Jessica Jones) killy-malcolm

Peter era Ginger (Fright Night) peter-ginger

Speriamo di avervi regalato qualche risata, alla prossima, speriamo di non metterci più così tanto, ma non promettiamo nulla ^^’

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Capitolo 10
*** Capitolo IX: Under Pressure ***


No, non è un miraggio, siamo tornate!! ^^’
Se poi questo sia un bene o un male, giudicatelo voi XD
 

cover-Incontri-Ten-TENNANTi



Capitolo IX: Under Pressure
 


Barty trotterella in direzione del Decimo Dottore.

-Mio Secondo Signore Oscuro e Padrone, ricordate? Avete qualcosa che mi appartiene.- mostra quanta più reverenza possibile il mago.

 

Insomma, c’è in gioco la sua bacchetta.
 

- Con questo atteggiamento non la riavrai di certo,-  si impunta il Dottore. - Poi non credi che faremmo meglio prima a occuparci del nostro nuovo ospite?- si diverte a provocarlo un po’.
 

E’ dannatamente divertente osservare Barty mentre sbianca e arrossisce allo stesso tempo. Come riesca a farlo è completamente estraneo al Dottore.

Barty si volta repentino verso il nuovo arrivato, che si guarda ancora intorno molto spaesato. Lo fulmina con lo sguardo, percorrendo il suo aspetto da capo a piedi cercando di inquadrarlo il più possibile.

 

-Vedrai, ennesimo Babbano, le torte che danno qui sono buonissime, non ai livelli di quelle che preparava Winky, ma quasi,- si intenerisce per un attimo lui, forse assalito da un’improvvisa nostalgia e il Dottore lo nota. -Ma dovrai attendere ancora qualche minuto prima di averla!- aggiunge, col tono che è tornato più autoritario, ma comunque abbastanza gentile.

-Come mi ha chiamato?- si acciglia il detective, non comprendendo affatto metà delle parole che gli sono state rivolte, ma ha anche detto che la torta è buona.

-Un consiglio, amico piedipiatti: meno cose ti chiedi e meglio è!- si rivolge a lui Peter, anche perché l’attenzione totale del Mangiamorte è di nuovo verso il Signore del Tempo.

 

-Puoi rendermi la mia bacchetta, mio Signore Oscuro?- riprova, allungando speranzoso la mano verso di lui.

-Ancora un po’ meno formale e ci siamo.- lo sprona il Dottore che si sta ancora divertendo a spese del mago.

 

-Ridammi la bacchetta, per favore, mio Dott… voglio, dire, Dottore!- si sforza Barty, fermandosi all’ultimo secondo dal dichiararsi.
 

-Ti dirò, ‘mio Dottore’ puoi continuare a usarlo, mi piace!- ammicca suadente l’alieno, consegnandogli nuovamente la sua bacchetta con un sorrisone.
 

Barty non sa se essere più felice per la bacchetta riavuta o per quello che gli ha appena detto.
 

-Tutti alla stanza delle torte, adesso!- sprona la sua ciurma il capitano di quell'astronave.
 

Con tutti i dolci di cui lo ha rifornito quell’angelo insistentemente gentile e con il fatto che la TARDIS conservi quel cibo da ogni tipo di deterioramento, il Dottore può davvero vantare di avere anche una stanza delle torte.
 

Ė soltanto alla terza fetta che Peter Carlisle si decide a parlare.
 

Gli altri sono un po’ sconcertati dal suo modo di mangiare. Sono incantati nel guardarlo, sembra quasi che non mangi da una vita, dev’essere solo un notevole appetito a fargli fare così. Non ci può essere nessun secondo fine nel modo in cui sembra baciare la panna sulla forchetta, prima di mettersela in bocca per prendere il resto del pezzo, leccandosi la panna montata della prima fetta, di una Torta Meringata. Oppure nel modo in cui ha accarezzato con un dito la ganache al cioccolato fondente della seconda fetta, di una Sacher Torte, per poi succhiarlo voluttuosamente prima di ricominciare il procedimento. E nemmeno nel modo in cui ha corteggiato con la lingua, con la bocca e con i denti le fragole che erano sull’ultima fetta, stavolta di una Pavlova.
Non è così?

 

Fatto sta che la temperatura in quella stanza sembra essersi alzata per tutti, tranne che per l’autore di quell’innalzamento.
 

-Ora però, seriamente… che ci faccio qui? Perché mi assomigliate tutti quanti?- li guarda sospettoso e poi lo coglie un’illuminazione. -Vi manda Ripley, vero? Vuole confondermi per depistarmi e ha ingaggiato voi, truccandovi da miei sosia… sì, dev’essere così… ma non capisco come questo mi possa fermare…- prosegue il suo monologo, prima di soffermarsi su Kevin e Peter -Voi due però siete un po’ vecchi per impersonarmi,- commenta, ferendo i due più narcisisti del gruppo nel loro ego. -No, un momento, età giusta o meno siete tutti davvero troppo somiglianti… ci dev’essere un’altra spiegazione, ma non so quale,  la cosa non mi piace affatto…- comincia ad agitarsi sempre più, alzandosi dal tavolo cercando una via di fuga con gli occhi. Non vuole più essere lì, è un po’ spaventato da quei sosia.
 

-Come osi darmi del vecchio, insolente? Dovresti…- sta per comandare qualcosa di tremendo Killgrave, per fargliela pagare per quell’affronto, ma si ferma sentendo partire una strana musica, un riff di basso continuo e delle sporadiche note di piano.
 

-Oh no, non di nuovo….- borbotta il persuasore.
 

-Che razza di incantesimo è mai questo? Lo so che non c’entra la TARDIS stavolta, avverto qualcos’altro!- si innervosisce Barty, stringendo la bacchetta nel pugno e muovendo in uno scatto la lingua all’angolo sinistro della bocca.

Pressure pushing down on me

Pressing down on you, no man ask for
 

Ha già cominciato a cantare Peter Carlisle sopra quella canzone dei Queen che tutti nella TARDIS riescono a sentire.

Se fra loro ci fosse già anche un certo demone andrebbe in visibilio.
 

Under pressure that burns a building down

Splits a family in two

Puts people on streets

Continua a esternare le sue emozioni di disagio e angoscia l’investigatore, muovendosi a tempo di musica, aggirandosi per i corridoi della TARDIS.

Gli altri quattro lo seguono, senza perderlo di vista.

 

-Sembra di essere finiti in un cazzo di musical! Non è che questa roba è contagiosa, vero? Già per colpa vostra ho ballato,- ringhia Peter, rivolto sia a Barty, sia soprattutto a Kevin. -Non voglio ritrovarmi a cantare le mie sensazioni!-
 

-Oh, come potrei fartelo fare!- sogghigna Kevin, guardandolo. -Ti ci potrei far finire in un Musical, tipo My Fair Lady, io l’elegante e colto professore e tu la rozza fioraia da trasformare in una Lady d’alta classe!- gli propone divertito.

 

Un po’ come ho tentato di fare con la mia Jessica, prima che la situazione mi sfuggisse di mano…”  pondera il bell’incantatore.

-Non lo conosco, ma se alla fine i due finiscono a letto insieme ci sto, anzi, possiamo anche solo fare quella parte!- lo lascia con la salivazione a zero la risposta del sexy cacciatore di vampiri.

 

Um ba ba be

Um ba ba be

De day da

Il detective continua a muoversi con aria frastornata, mugolando il suo disappunto, mentre si avvicina sempre più alle porte.

 

-Io lo trovo meraviglioso!- fa un sorriso maniacale il Dottore, infilandosi gli occhialini a 3D per godersi meglio lo spettacolo. -E sono anche stato a Chantoria, dove gli abitanti cantano in base al proprio stato d’animo, chissà mai che uno di loro non sia arrivato qui a Blackpool!- se la ride.

 

-A me tutto questo non piace…- borbotta Barty.
-Nemmeno così?- lo prende a braccetto il Dottore, togliendosi gli occhialini per infilarli a lui.

 

E al Mangiamorte improvvisamente tutto questo piace, non tanto per il modo distorto in cui lo sta guardando, ma per quello stretto contatto con il Dottore.

-Oh sì, così è tutto più bello..- mormora, avvinghiandosi di più a lui.


Nel frattempo il panico del nuovo arrivato sale, tanto che si aggrappa con tutte le sue forze alle porte della TARDIS, tentando invano di aprirla.
 

Ee day da, that's okay

It's the terror of knowing what the world is about

Watching some good friends screaming

Let me out!


-Spegniti!- interviene Killgrave, esasperato. -Scusatemi, ma non sopporto le cose che non riesco a controllare!-


-Già, nemmeno io, mi hai anticipato di un secondo, ero già pronto a scagliargli un Imperio…- approva Barty.

-Guastafeste, tutti e due!- sbuffa il Dottore, riprendendosi gli occhialini prestati.

Killgrave si rende conto ancora una volta di aver dato un comando troppo letterale, perché Peter Carlisle si è spento del tutto: non parla, non si muove, non emette un suono, fissa a terra, immobile.

-Parla e muoviti pure se vuoi, ma almeno per stasera basta cantare!- aggiusta il tiro.

E il detective si muove e parla.

 

-Chi sei? Perché mi fai questo? Come ci riesci? E chi siete tutti?- li guarda sempre più sospettoso e impaurito, soprattutto quando vede avvicinarsi a lui quello meno vestito, con la camicia mezza sbottonata,sotto il lungo giaccone di pelle lasciato aperto.

-In quanto mio omonimo ci tengo ad avvisarti, sbirro canterino,- gli passa un braccio attorno alle spalle Peter Vincent, cogliendolo di sorpresa. - Io sono Peter, appunto, e sono un illusionista con l’hobby di conficcare un paletto nel cuore dei vampiri. Questo, Killgrave, ma quando è dell’umore giusto lo puoi anche chiamare Kevin, ti liquefa il cervello e ti ritrovi a fare quello che più gli aggrada,- comincia, indicando Kevin, che annuisce tronfio. -Quello, Barty Crouch Junior, è un mago tanto potente quanto pericoloso e dallo sbalzo d’umore fin troppo facile,  potrebbe scattare anche se sbagli a respirare,- prosegue, con Barty che brandisce la bacchetta con un ghigno, fiero di quella descrizione. -Ma niente mi leverà la convinzione che lui, il Dottore, sia il più pericoloso di tutti!- conclude, indicando il Decimo Dottore.

-Io?- ci rimane malissimo l’interessato, indicandosi.

-In effetti quei capelli così rossi denotano malvagità…- borbotta l’investigatore, accarezzandosi il mento.

 

-Oh sì, mio Dottore, tu sei pericoloso e temutissimo!- approva Barty, entusiasta con un sorriso incredibilmente grande e maniacale sul volto.

-Oh beh, dai! Per i Dalek sì e nemmeno i Cyberman fanno i salti di gioia quando mi vedono, per lo più perché non possono saltare!- ride da solo di cose che può capire solo lui.

Nel frattempo, Kevin si avvicina al nuovo arrivato che lo guarda timoroso, provando a farsi scudo dietro il suo omonimo, ma il persuasore lo aggira facilmente.

-Senti, cosetto, è tardi, siamo tutti stanchi perché abbiamo viaggiato un sacco ed è stata una serata provante, quindi le spiegazioni le daremo domani. Tu per ora sta’ calmo e non fare domande.-

-Domande, perché dovrei fare domande? Ė tutto così chiaro!- sorride Peter Carlisle, sentendosi  più tranquillo, nonostante non sia affatto così.

 

-Oh, finalmente non sono l’unico coglione che per colpa tua o sua,- fa una pausa l’illusionista, indicando Barty, - Si copre di ridicolo!-
 

-Dormire è vero, dobbiamo dormire!- trilla felice il Dottore. -Penso a tutto io, vado a scegliere le stanze. Barty, in mia assenza sei il mio vice, come sempre!- si allontana il Dottore, encomiandolo con quella responsabilità.

-Sono il braccio destro del mio Signore Oscuro. Certe cose non cambiano mai.- sogghigna il Mangiamorte, osservando tutti con aria di superiorità.

-Senti, Mago col pedigree, è concesso rivolgerti la parola o mi friggi un’altra fottuta volta?- lo avvicina Peter Vincent.

-Dipende da cosa mi devi dire,- replica l’interpellato. -E comunque, ‘Mago col pedigree’ non mi dispiace.- ridacchia compiaciuto.

-Oh, ma tu sei molto più di questo. Me la ricordo la facilità con la quale hai chiamato a te quella pochette. - lo adula molto furbescamente il Cacciatore di vampiri. - Ma quello in fondo è un oggetto così piccolo e leggero, credo che tutto sommato sia facile. Vorrei vederti alla prova con qualcosa di più impegnativo.- lo sfida, senza mancargli di rispetto.

- Potrei anche evocare un elefante qui, su questa astronave, se solo lo volessi! - replica altezzoso il Mago Oscuro.
- Che esagerato! Non che io non ti creda, ma… vogliamo fare qualcosa di un po’ più piccolo di un elefante e un po’ più grande di una pochette? - continua ad adescarlo Peter.
- Nomina il dannato oggetto e lo avrai qui in pochi istanti! - ringhia Barty.

-Una cassa di Midori, ne avranno di sicuro più di una all’Arcade dove siamo stati stasera. - lo informa l’illusionista.
- Che cos’è il Midori?- si acciglia il giovane Mangiamorte.
- Oh beh, diciamo che il Midori è il Purosangue fra gli alcolici!- cerca di parlare la sua stessa lingua Peter.

- Confermo. Cominci a berlo dicendo ‘Non mi piace!’ e poi vorresti arrivare alla terza bottiglia. - commenta Kevin al ricordo.

- Okay, mi piace.- approva Barty, estraendo la propria bacchetta e concentrandosi. - Accio Midori!- pronuncia con determinazione e una cassa del liquore tanto amato da Peter si palesa sulla griglia della TARDIS poco distante da Barty, che sembra pensieroso.

- Sei fantastico, caro il mio mago col pedigree! - esulta Peter, che quella cassa potrebbe abbracciarla.

Kevin gli si avvicina.

- Io sono a dir poco commosso, - gli sorride, non resistendo all’impulso di accarezzargli il viso. - Dopo tutto questo tempo con me, stai cominciando a manipolare le persone, senza nemmeno avere i poteri! - mormora, inorgoglito.
- Si può imparare solo dai migliori.- gli sorride Peter.

L’altro Peter è in preda a uno stato di torpore e se ne sta tranquillo, senza far domande, ciò non gli ha impedito però di notare una chiave dorata appesa con un cordino al gancio su una colonna, tanto meno di cercare vie di fuga in ogni angolo della stanza. Sembra esserci solo la porta, però.

Una chiave. Una porta da aprire. E lui è un detective.

Non voglio far domande, però voglio fuggire da qui e forse, quando non ci sarà più nessuno…" fa le sue considerazioni.

-Rieccomi, ho una stanza per ognuno di voi, dopo ve le mostro,- fa il suo ritorno il Dottore, allegro, prima di accigliarsi, notando qualcosa.

-E quello cos’è?- chiede, indicando la cassa. -Barty, non ti avevo detto di controllare…-

 

Quando si volta verso di lui, il Mangiamorte ha uno sguardo delirante, che al Dottore non piace affatto.
 

-Oh, ma infatti mio Secondo Signore Oscuro, e io ho controllato. Perché io controllo… io posso controllare tutto!- si mette a ridere il Mago Oscuro. -Perché limitarmi a una stupida cassa quando posso chiamare a me quello che voglio?- continua a ridere, sfoderando la sua bacchetta.

-Barty, no!- cerca di ammonirlo il Dottore, che ha già capito tutto.

-Troppo tardi, ah, ah, ah! Accio Slot Machine!- comanda Barty e in pochi secondi uno di quei macchinari succhia-soldi prende posto accanto alla cassa di Midori.

-Barty! Passi per dei liquori, ma… l’assenza di una slot machine si noterà, tanto più che a quest’ora l’Arcade è ancora aperta…- tenta di farlo ragionare il Signore del Tempo.

-Mi credete così sprovveduto, mio Signore? Va da sé che io l’abbia sostituita con una copia esteticamente identica, ma forse non altrettanto funzionante… più che altro perché non ne ho ancora capito il meccanismo,- borbotta il Mago Oscuro, abbracciando l’agognato oggetto dei desideri.

 

-Ma io sì, mio caro, che ne dici se facciamo un patto?- rilancia il Decimo Dottore..

-Un patto, mio Signore?- lo guarda con curiosità il Mangiamorte.

-Proprio così. Tu ora rimetti questa slot machine dove l’hai prelevata e io domani te ne costruisco una personalizzata, diecimila volte più bella e stimolante,- gli propone lui.

Il mio Secondo Signore Oscuro costruirà qualcosa appositamente per me, avrò qualcosa di suo, creato dalle sue adorabili mani, progettato dalla sua adorabile mente ingegnosa. E in cambio, devo solo sbarazzarmi di questa entusiasmante invenzione Babbana. Ci devo anche pensare?” 

Con un colpo di bacchetta, Barty rimette a posto quella slot machine.

- Bravo il mio Mago Oscuro, hai fatto la scelta giusta.- gli scompiglia affettuosamente i capelli il Dottore. -Ma lo vedrai domani, ora, davvero, dovremmo dormire, tutti quanti. -  sbadiglia, trovando pieno consenso.

Ma ancora deve sganciare la bomba.

-Ah, nella TARDIS si dorme tutti nudi. Mia astronave. Mie regole!- aggiunge con un ghigno, battendo la lingua sui denti.

- Non so cosa sia una TARDIS, ma se si deve dormire nudi, chi sono io per obiettare? - replica Peter Carlisle, quasi come uno zombie, cominciando a togliersi cappotto, giacca e a sbottonarsi la camicia.

-C’entri tu, vero?-  il Dottore lancia un'occhiataccia a Kevin.
- Può darsi che l'abbia invitato a non far troppe domande… - resta sul vago il persuasore.

- Okay però, Peter,- fa per richiamarlo il Signore del Tempo

- Sì?- esclamano entrambi gli omonimi, guardando il Dottore.

- Non tu, Peter-qui-da-più-tempo, tu, Peter-nuovo-arrivato.- chiarisce il Dottore. - Ci si spoglia in camera, non qui! - lo ferma in tempo.

Peter Carlisle annuisce, smettendo di sbottonarsi.

 

-Meno male, perché di Peter esibizionista ne abbiamo già uno!- alza gli occhi il Signore del Tempo. - Così però non va, bisogna distinguervi… non certo coi cognomi… ecco sì, tu, Peter illusionista sarai Drinky e tu, Peter detective, sarai Singy! - decide, come illuminato.

- Decisamente mi si addice.- sogghigna Peter Vincent.
- Io non devo far domande.- approva a suo modo Peter Carlisle, facendo lanciare un nuovo sguardo dal Dottore a Kevin.

Il Dottore prende quel momento per mostrare le stanze conducendo i suoi ospiti fra corridoi e saloni fino alla prima camera da letto, quella di Peter Vincent, proprio a fianco c’è quella di Kevin, poi quella di Peter Carlisle, quindi tre stanze ancora inutilizzate, quella di Barty e la propria.

- La più vicina è quella di Drinky, ma sono tutte uguali al loro interno.- Quindi apre la porta, lasciando che i suoi vari ospiti possano restare a bocca aperta nell'ammirare l’interno. Come la maggior parte delle stanze nella TARDIS è più grande all’interno, c’è un letto a baldacchino di una piazza e mezzo al suo interno, con le coperte nere per Peter e la struttura di metallo, al suo fianco c’è un comodino di legno chiaro e davanti c’è un grande armadio a tre ante. Al fianco della porta d’ingresso c’è il bagno singolo. Non è molto grande, ma è decisamente attrezzato di tutto punto. Proprio dall’altra parte della porta per il bagno c’è una mensola con un televisore e il suo telecomando e una ciotola di frutta.
- Ho scelto solo alcuni vestiti necessari, ma ti consiglio la cabina armadio per scegliere dei vestiti per tutti i giorni.- Gli spiega. - Domani ve la mostro.-
Peter è abbastanza incantato da annuire solamente, prima di sentire dire dal Dottore mentre apre la stanza vicina, mostrandola al diretto interessato.
- Questo è per te, Kevin.- 

Sorride segretamente contento di sapere dove si trova il suo incantatore. Quello che non sa è che è vero che le stanze sono identiche, ma quella di Killgrave ha le coperte viola.
Il Dottore lascia entrambi gli uomini nelle loro camere prima di mostrare anche quella di Peter Carlisle che ha le coperte blu.
Si ferma un attimo a considerare, non chiudendo ancora la porta.
- Ah, Singy,- richiama il detective - Per questa notte sei esonerato dal dover dormire nudo.- Gli impartisce. Non vuole avere sulla coscienza il nuovo arrivato.


Finalmente, una volta sicuro che staranno tutti e tre tranquilli per la notte si avvia oltre con Barty che trotterella sulle sue tracce. Supera una porta e poi un’altra con Barty sempre più perplesso.

- Ehm, mio Signore? Dove stiamo andando?- Chiede ad un certo punto dopo la seconda porta superata.

Il Dottore porta un braccio attorno alle spalle di Barty, sorridendogli.

- Alle nostre stanze. Eccole.- Dice, indicandogli due porte ancora un po’ più distanti, lasciandolo andare. - Devo darti una brutta notizia però.-

Saremo in camera assieme?” Spera silenziosamente Barty, per quanto senta che sarebbe incredibilmente imbarazzante, dormire già assieme sarebbe meraviglioso. Si osserva attorno, ma si ricrede non appena il Dottore ricomincia a parlare.

- Ricorda che puoi sempre decidere di cambiare stanza. Come avrai notato le altre stanze hanno un bagno personale, ma le nostre camere temo che avranno il bagno condiviso, per quanto più grande.- gli spiega, paziente.

Oh, quindi niente camera condivisa?” si chiede Barty, sbattendo le palpebre, leggermente dispiaciuto.

- La differenza sarebbe, mio Signore?- chiede, non del tutto sicuro.

- La differenza, Barty, è che ci sarebbero due porte che conducono nella stessa stanza. Quindi comprenderei se tu volessi una stanza diversa...-

Anche se spero di no.” Pensa il Dottore, osservando di sottecchi il Mago Oscuro che sta nientemeno che prendendo un leggero colorito.

- Oh, no. Mi va benissimo come camera!- Si sbriga a commentare il mago, sorridendo deliziato.


Quindi… solo due porte a separarmi dal mio Secondo Signore Oscuro… chissà in che posizione si addormenta la notte, sicuramente è bellissimo mentre dorme.” Pensa, cercando di rimanere impassibile e voltandosi subito a guardare la propria camera, perdendosi quindi di fatto il sorriso soddisfatto del Viaggiatore del Tempo.

Quando Barty apre la porta della camera si accorge che il Dottore, per quanto abbia lasciato la camera quasi identica alle altre, ha messo un mazzo di fiori sulla mensola, al posto della frutta, e le coperte sono verdi e argento. Barty sorride, deliziato da tante cure nei propri confronti da parte del suo Secondo Signore Oscuro.
Ammira quei fiori variopinti. Sono bellissimi e vuole accertarsi che rimangano tali.

Estrae la sua bacchetta, riottenuta con pazienza e devozione, e la posa su quei fiori, con una delicatezza che solitamente non gli compete.
Ha ancora reminiscenze di Erbologia, seppure non sia mai stata la sua materia preferita.

Aeternum Viridarium.”sussurra, compiaciuto quando vede i fiori emettere un fugace bagliore, per poi emanare un profumo ancora più intenso con colori ancora più vividi.



A qualche stanza di distanza Peter non ha affatto dimenticato la promessa fatta a Kevin di farsi una foto da inviargli prima di andare a dormire.

- Un momento, promessa un accidenti, quel fotti-cervello me l’ha imposto… non che io avrei fatto molte resistenze in ogni caso, anzi…. perché gli interessa fottermi solo il cervello? Ci sono altre parti così interessanti di me.. e ce ne sono così interessanti di sue. Come posso farlo capitolare, come?-

Non è quello il momento di far congetture, ha un ordine da rispettare e non vuole certo deludere Killgrave,  anzi si sta mettendo d’impegno a ricreare l’atmosfera giusta per una foto che gli possa mozzare il fiato. Il Dottore ha detto che si deve dormire nudi, quindi quello è un problema in meno. Ha adocchiato la cesta di frutta sulla mensola non appena è entrato. Una volta tornato dal bagno prende dalla ciotola un grappolo d’uva incredibilmente fresca per la stagione, si sveste e apre l’armadio per poter far cadere i propri vestiti in un mucchio lì dentro quando si ferma, lì sul fondo c’è un grosso oggetto nero.

“Aspetta… la forma non è quella di un vibratore. È un..” Allunga la mano, prendendo quello che è a tutti gli effetti un grosso fucile nero con tanto di ricariche. lì vicino è posata una busta indirizzata a Drinky.
Lo tira fuori, sorpreso, prima di leggerla, è firmata Dottore. È leggermente sorpreso che abbia pensato a lui, insomma, non è Barty. 


So che le armi ti fanno sentire meglio.
Non farti illusioni, però, questa spara solo sedativi

Dottore


Sorride divertito, accarezzando brevemente l’arma, la mano che la circonda facendo un movimento ondulatorio, quasi come se avesse davvero una forma fallica.
- Porca puttana, Dottore, non potevi farmi un fottuto regalo migliore… anche se neppure un vibratore sarebbe stato male… se poi avesse avuto la forma di quello di Kevin…- Si lecca le labbra, mentre si sdraia a letto solo lui, il grappolo d’uva e il cellulare.


Ad un muro di distanza anche Killgrave si sta preparando per andare a dormire, quella stanza per quanto abbastanza anonima gli piace. La prima cosa che fa è aprire l’armadio, il Dottore ha detto di aver messo solo il necessario, quindi probabilmente è vuoto, ma ancora è incuriosito di conoscere le grandezze del mobile. E’ ampio, seppur non troppo, con una barra appendiabiti dove sono già appese le grucce necessarie e, ad altezza coscia i cassetti. Kevin sorride, tirando giù una gruccia dove appendere il proprio abito, accorgendosi solo in quel momento che piegato sul fondo dell’armadio c’è un vestito viola con tanto di camicia nera. Sorride a quell’attenzione extra, a quanto pare il Dottore ha donato a tutti loro ciò di cui necessitano, non di più o di meno. Finisce di svestirsi e appendere il proprio abito prima di dirigersi in bagno.
Ha appena finito di lavarsi i denti quando sente il suono di notifica, esce dal bagno e prende il cellulare in mano. 


E’ un messaggio da parte di “My Sexy Slave”.


Oh, Peter!” Sorride deliziato aprendo il messaggio, già pregustandosi la foto, mentre si sdraia a letto.


L’immagine è meravigliosa, Peter è sdraiato a letto, con una luce tenue a ricoprirlo, anche se si sarebbe aspettato una maggiore illuminazione da parte dell’altro. Il contrasto fra i chiari e scuri non sono ben delineati, sono leggeri, come una carezza ed enfatizzati dal nero delle coperte che giocano leggere con le gambe dell’illusionista, come sia riuscito a mostrarsi totalmente, ma a lasciare intendere le parti principali è un mistero. Poi il peccaminoso grappolo d’uva che cala netto verso le labbra, sorretto dalla mano libera, fino alle rosee labbra leggermente aperte e lucide da un velo di saliva, i denti che si mostrano in parte alla ricerca di prendere l’acino in bocca. Gli occhi che guardano l’obiettivo, quasi imploranti e lucidi.

“Cazzo, Peter e la sua maledetta bocca!” Pensa, Kevin iniziando già ad immaginarlo nella stessa posizione, così dannatamente golose, ma di qualcosa di più consistente rispetto all’uva.

Sente la propria mano che non tiene il cellulare abbassarsi lentamente, infilandosi fra le gambe.

“Oh, dio, sì! Peter!”


 


A un muro di distanza da Killgrave e i suoi problemi fotografici c’è un altro uomo che si aggira per la stanza come un’anima in pena. Peter Carlisle non vuole dormire, non vuole sdraiarsi o chiudere occhio. Vuole andarsene e non gli importa nemmeno se è notte o se sarebbe meglio restare in un letto caldo fino a quando non si farà più chiaro. Non gli interessa in quel momento. Si dedica un attimo il lusso del bagno e poi si siede sul letto a pensare, magari non può fare domande, ma questo non ha impedito alla sua mente di calcolare. Il suo omonimo non è stato molto tranquillizzante a descrivere gli altri né lui gli è parso molto sano di mente.
Si sente come se fosse circondato da pazzi e maniaci.

Peter Vincent è sicuramente un maniaco sessuale, voglio dire… per come tiene allacciata quella camicia, tanto vale che non se la metta proprio! E poi deve soffrire di allucinazioni, per dirmi che ha combattuto i vampiri, come se potessero davvero esistere!

Ma non è quello che lo preoccupa maggiormente. Seppur sia un narcisista egocentrico, sembra stranamente innocuo.

Ė anche vero che non gli metterei mai in mano un'arma e nemmeno un taglierino per dirla tutta.

Mentre ricomincia a camminare nervosamente avanti e indietro per la sua stanza, passa in rassegna il secondo dei personaggi peculiari nei quali si è imbattuto.


C’è Barty, sempre se questo sia il suo nome, che sembra essere appena scappato da una casa di cura di malattie mentali ed è decisamente più pericoloso, probabilmente soffre di schizofrenia, magari borderline. Non è da avvicinare, anzi, da tenere il più lontano possibile, potrebbe essere un potenziale multi-omicida nella sua follia aggressiva e soprattutto per il suo bipolarismo. Lui però ha un modo diverso di avere le allucinazioni, lui crede di poter causare dolore fisico alla gente, senza nemmeno toccarla, con quello strano pezzo di legno che agita.”

Tra pensieri e camminate vorticose si sta stancando non poco e decide di sedersi sul comodo letto, per analizzare il terzo individuo, del quale porta ancora addosso le conseguenze.

E arriviamo a Kevin o Kill-non-ricordo-cosa, lui mi spaventa decisamente di più, non so esattamente che cosa abbia fatto, ma… non canto più, non sento la necessità di far domande… io che sono un detective! Non ho ancora compreso che tipo di oscuro sistema ha usato, forse l'ipnosi... ma sicuramente è malato come gli altri. Probabilmente è possessivo, un maniaco del controllo, ossessivo compulsivo. Il mio istinto mi dice anche che è sociopatico. Un altro dal quale tenermi alla larga, mica sono un medico che può curargli quelle patologie. In sua presenza eviterei anche qualsiasi tipo di arma contundente. Dipendesse da me, lo rinchiuderei in una stanza di sicurezza e getterei la chiave.”

Per arrivare all’ultimo dei suoi rapitori deve distendersi per raccogliere meglio i pensieri.

Me lo ha detto pure il mio omonimo, lui è il più pericoloso… e non è che gli altri tre siano da meno. Quel Dottore, boh, magari è medico, lui potrebbe curare le patologie di quei tre… se non fosse più pazzo di loro! Comunque si faccia chiamare, rappresenta un'autorità fra questi malati ed è il più grave con il suo delirio di onnipotenza, i disturbi dissociativi della personalità sembra capace di fare qualsiasi cosa ed il fatto che gli altri malati gli diano corda non fa altro che peggiorare la situazione.” rimugina, ricordando l’incontro all’Arcade, come tutti gli altri lasciassero principalmente la parola a lui, come appunto sembrasse il capo.

Non mi stupirebbe se lo scoprissi  iperattivo e logorroico, sempre desideroso di essere al centro dell’attenzione. E’ decisamente quello dal quale devo tenere la massima distanza. Non so cosa potrebbe fare, ma se gli altri lo temono e lo adulano deve a tutti gli effetti essere il più letale. Devo fuggire da qui, se non voglio finire assieme a loro dentro a un ospedale psichiatrico!

Si rialza dal letto, valutando quale possa essere la via di fuga più sicura. Lo spaventa e non poco il fatto che la cabina in cui è entrato sembri essere più grande all’interno.

Non può essere, è contro ogni logica, si deve per forza trattare di un’illusione. Il mio omonimo poi… lo ha detto che è un illusionista, magari è opera sua.”

Quello che ricorda molto bene è che c’è  una chiave, però e, a meno che non lo abbiano ingannato, può scappare usando la chiave con la porta.

Certo che però, quella stanza delle torte mi mancherà. Potrei salutarla come si deve, ma è troppo rischioso… e poi fra qualche ora aprirà la mia pasticceria di fiducia e mi potrò cibare senza temere di essere ucciso da quei cloni fuori di testa. Ė così assurdo avere dei cloni!”

Quando riapre gli occhi si rende conto di trovarsi a letto, in una camera sconosciuta.

Quindi è vero, sono stato rapito.” Pensa, insonnolito, voltandosi a guardare l’orologio.
Segna le cinque.

Che diamine… mi devo essere addormentato. Devo fuggire, non dormire!


Si alza ancora vestito con passi silenziosi esce da quella camera da letto che, per quanto confortevole, lui sente più come una prigione.
Quella insidiosa cabina telefonica sui generis è un vero e proprio labirinto, ma da bravo detective Peter è dotato di un ottimo senso dell’orientamento e ricorda come fare a ritroso il percorso che gli ha indicato il Dottore.

Arriva all’ingresso senza che nessuno sopraggiunga, arrivando alla colonna dov’è appeso quello che al momento per lui è il tesoro più prezioso: la chiave che apre quella serratura altrimenti inespugnabile.

La solleva dal gancio alla quale è appesa, augurandosi che non ci sia nessun allarme antifurto, ma constata con sollievo che è una semplice chiave appesa a un nastro da portare al collo, senza brutte sorprese.
Si avvia alla porta deciso, temendo di udire rumori indesiderati, mentre infila la porta nella serratura.
Sente solo quell'ambito scatto che gli permette di riassaporare la libertà.

Spera di avere qualche ora prima di essere scoperto.

- Forse farei bene a lasciare la città, finché sono in tempo, però… c’è la mia pasticceria preferita che apre fra mezz’ora. La mia ultima colazione, prima di trascorrere una vita da fuggitivo!-

Le priorità non si discutono.

TBC

Nel prossimo capitolo, vedrete ‘ i quattro malati mentali’ LOL alle prese con il fuggitivo! E molto, molto di più ;)

Vi piacciono i soprannomi che il Dottore ha trovato per i due Peter? A noi così facilita molto di più le cose XD

Ah, la canzone usata, manco serve dirlo, era ‘Under Pressure’ dei Queen ;)

Quanto alla regola del nudo sulla TARDIS, la responsabile è questa immagine 

confession
fotos for free

dallo scorso capitolo, un altro MERAVIGLIOSO regalo della superlativa Fatima <3 (andatevi a leggere la sua bellissima ‘E se’, che ci fate ancora qui? )

fatima-regalo-slot

speriamo, come sempre, di avervi divertito ^^ fateci sapere , alla prossima, besos

L&L

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Capitolo 11
*** Capitolo X: Gifts and revelations ***


Heyllàààà, sì lo so… ci abbiamo messo secoli, ma siamo tornate con un mega iper chilometrico capitolone ricco di cose e dolce, decisamente dolce! ;)


cover-Incontri-Ten-TENNANTi


Capitolo X: Gifts and revelations

Il più mattiniero dei quattro, nonché il ‘padrone di casa’ si sveglia verso le sette di mattina.
Si ferma un attimo a riflettere che a distanza di sole poche mura dorma Barty.

Chissà come dorme, da che lato del letto, che espressione ha, che posizione assume, stringerà a sé la bacchetta? Come vorrei essere quella bacchetta…

Gli basterebbe andare in bagno e da lì aprire la porta che conduce alla camera del Mangiamorte, aperta o no che sia.
Lui ha un cacciavite sonico, dopotutto.

Tuttavia, il Signore del Tempo rimanda i suoi piani, perché si ricorda di una promessa che gli ha fatto.

Se mi metto sotto a lavorare di buona lena, capace che gli faccio trovare la sua adorata Slot Machine per quando si sveglia.”

Per recarsi alla stanza dove tiene tutte le sue attrezzature, Ten deve necessariamente attraversare l’ingresso nella TARDIS ed è lì che si accorge di un fatto increscioso.
Le porte sono socchiuse e la chiave è infilata dentro.
Significa che qualcuno è scappato e sa anche fin troppo bene di chi si possa trattare.

 

Ripercorre a ritroso il tragitto, sorpassando la stanza di Peter Vincent, quella di Kevin, per poi arrivare dove può verificare i suoi sospetti.
La stanza di Peter Carlisle è vuota, il letto quasi intatto.

-Non ha nemmeno visto il mio regalo.- borbotta deluso, richiudendo l’armadio che il suo ospite nemmeno deve aver aperto.

I suoi progetti di costruzione sono irrimediabilmente da rimandare.

 

Si impone una caccia all'uomo.
 

-Sveglia, sveglia, è un’emergenza, presto!- urla, bussando a ogni stanza occupata.

Non deve attendere molto perché tutti i suoi Companions escano… se non fosse che uno di loro ha avuto troppa fretta di farlo.

 

-Peter, vestiti!- esclamano gli altri tre nello stesso momento, parecchio imbarazzati.
 

-Pensavo che non ci fosse un minuto da perdere, Doc!- fa spallucce l’illusionista, totalmente nudo e senza mostrare alcun disagio.

-Fidati, almeno i minuti per vestirti li puoi perdere,- spiega pazientemente il Dottore. -E ti prego, non Doc, mai Doc,- scuote la testa con una smorfia infastidita. -Piuttosto Ten, se vuoi un nuovo modo per chiamarmi!- aggiunge, prima che l’interessato segua il suo consiglio, rientrando nella stanza.

Se non  il consiglio degli altri due, di sicuro è il comando di Killgrave a convincerlo.

 

-E comunque ci penso io a dirgli quello che deve fare!- si impunta il persuasore, mostrando chiari sintomi di gelosia.

- Perché Ten? - domanda incuriosito Barty.

Che faccio? Mi metto già a parlare delle rigenerazioni? Tipo due giorni fa ho praticamente detto a tutti, me incluso, che non esistiamo realmente se non nei nostri universi, che riescono a comunicare fra loro… non è il caso di sconvolgerli con altre rivelazioni, ritarderò l’argomento più che posso!” decide.

-Oh beh, mi piace come suona, tutto qua. E dieci è il mio numero preferito!” s'inventa e il Mago Oscuro non insiste oltre.

-Io però posso sempre chiamarti mio Secondo Signore Oscuro?- domanda speranzoso, sgranando gli occhi, in un’espressione così paradossalmente tenera che il Dottore sente di non potergli negare nulla.

- Mi ci sto cominciando ad affezionare ormai…- gli rivela l’alieno, abbassando lo sguardo per non incontrare il suo.

-Mio Dottore, non ho mai conosciuto giaciglio più morbido del letto che mi hai procurato.- lo guarda adorante e riconoscente Barty.

Forse il tuo petto, mio Secondo Signore Oscuro, potrò mai ambire a tanto?” sogna ad occhi aperti il Mangiamorte.

-Mi fa piacere!- gli sfodera un sorriso a trentadue denti il Dottore.

-E non ho mai visto fiori più belli e profumati di quelli che mi hai fatto trovare in stanza.- rilancia Barty.

-Basta, vado a chiedere a un passante di strapparmi le orecchie, così non sarò più costretto a sentirvi!- alza gli occhi Kevin, allontanandosi, ma almeno è rincuorato.

Non ho motivo di essere geloso. Quei due stravedono l’uno per l’altro e nemmeno se ne rendono conto!

-E poi?- lo esorta a proseguire il Dottore.
-E poi cosa?- si acciglia Barty.

 

Nemmeno si sono accorti che Kevin non sia più con loro.

-Huh, sì, certo, le lenzuola erano stupende, mio Signore, hai indovinato i miei colori preferiti…-

-Uhmm. Le lenzuola, okay.- borbotta il Dottore, un po’ deluso.

Allora il mio regalo non gli è piaciuto.”
 

Peter ricompare in tutto il suo splendore, ora vestito, con una camicia nera e una nuova giacca che gli ha fatto trovare il Dottore.
 

Si avvicina a Kevin, che ovviamente ha solo finto di voler uscire a farsi menomare. 

-Ordine eseguito, come volevi tu,- fa una giravolta su se stesso, facendosi ammirare. -Certo che la prossima volta potresti renderlo un po’ più interessante!-

-Tipo?- domanda il persuasore, ripensando alla foto che gli ha spedito e a come ha reagito lui.

-Qualcosa tipo ‘Peter, va’ a vestirti mentre io ti guardo e cerco di impedirtelo’!- cerca di imitare il suo accento, per poi schioccargli la lingua con fare sexy.

Okay, esco e mi faccio strappare sia le orecchie, sia gli occhi!” medita Kevin, disperato, trovando più saggio tornare in direzione degli altri due.

-Ah, dimenticavo, Dottore, grazie del regalo, lo indosserò per un’occasione speciale.- gli sorride l’incantatore, ricambiato.

A Barty non piace granchè quel tipo di interazione, né il fatto che quei due abbiano una sorta di segreto fra loro.

-Allora, si può sapere cos’è tutta questa emergenza?- sbuffa Peter.

-Non ci arrivi da solo? Chi manca all’appello? Il tuo omonimo è fuggito!- replica il Signore del Tempo, per poi rivolgersi a Killgrave. -Già che gli hai ordinato di non far domande non potevi anche accertarti che non scappasse?- lo incolpa.

Peter scivola vicino a Barty con fare da serpente tentatore.

-Oh. Pare che qualcuno sia stato molto negligente, meriterebbe quella cosa dolorosa con la bacchetta!-

Se non ti vuoi concedere a me, caro il mio fotti-cervello, è giusto che tu soffra un po’!” medita, spietato.

-No, lui no. Mi piace troppo quello che fa.- scuote la testa Barty, senza nemmeno prendere in considerazione quella possibilità.

Stupida complicità da amichetti del cuore che hanno instaurato questi due Psycho!” rimugina l’illusionista, alzando gli occhi.
 

-Che c’entro io? Tu potevi anche non lasciar le chiavi così in bella mostra, idiota!- ribatte Kevin, risentito.

L’umore di Barty cambia alla velocità della luce.

-Non insultare ancora il mio Secondo Signore Oscuro o farai amicizia con la mia bacchetta e, fidati, non sarà un’esperienza piacevole!- gli ringhia, brandendo la sua temibile arma, minaccioso.

Peter se la ride.

-E meno male che lui ti piaceva! Uccideresti anche tuo padre se insultasse il tuo prezioso Dottore!- lo punzecchia, divertito.

Barty sogghigna in modo sadico.

-Oh sì, a prescindere da tutto, se solo lui fosse ancora vivo, ucciderei molto volentieri mio padre...di nuovo! - commenta, con un’inquietante luce che gli sfavilla negli occhi.

Peter sbianca e cerca rifugio da Kevin, che però sembra fin troppo affascinato dal discorso del Mangiamorte.

-Ti ammiro, sai? Io non vedo l’ora di far uccidere a qualcuno il mio!- lo informa il persuasore, accendendo l’interesse del Mago Oscuro, che gli sfodera un gran sorriso.

La complicità fra loro è decisamente ripristinata.

-Basta parlare di patricidi, vi ricordo che abbiamo un evaso!- li riporta alla realtà il Dottore che non ama affatto quel genere di discorsi.

-Tanto sarà andato alla pasticceria più vicina!- fa spallucce l’illusionista.

Gli altri nemmeno lo considerano.

-Potrei lanciare un incantesimo per localizzarlo, se solo avesse lasciato qui un suo oggetto…- considera Barty.

-Ce n’è uno che poteva essere suo, ma nemmeno lo ha preso in considerazione…- borbotta il Dottore, insospettendo nuovamente il Mangiamorte.

“Un altro segreto, mio Signore? Perché con me non ne hai?”

-Se fossi un detective, che cosa farei?- si chiede ad alta voce Ten.

-Cercherei di stanare la mia nemesi mentre mi sbronzo fino all’inverosimile, facendo ricerche al computer, prima di addormentarmi in mutande, senza nemmeno centrare il letto.- replica Kevin, ma tutti lo guardano straniti.

-Oh, ma tu intendevi quel detective!- si ravvede lui, grattandosi la nuca. -Non lo so, ma posso estrarre informazioni dalle persone come niente!-

-Vi dico che è alla pasticceria!- ripete Peter.

-Non dire idiozie, è il primo posto dove lo cercheremmo, non ha alcun senso!- protesta il Dottore, con gli altri due che annuiscono.

-Fate un po’ come vi pare!- sbuffa il cacciatore di vampiri -A proposito, grazie del regalo, Ten!- gli sorride, chiamandolo come ha esortato anche gli altri a farlo.

- Di nulla, ma non farmene pentire!- ammicca l’altro.

Per Barty è troppo.

-Dimmi un po’, Ten, cos'è questa storia che a tutti hai fatto un regalo e a me no?- lo interroga, fra il deluso e l’irritato.

Il Dottore si accende di entusiasmo.

-Oh, ma allora non è che non ti è piaciuto, non lo hai ancora visto il tuo regalo!-

Barty si accende di entusiasmo, forse il doppio di lui.

-Mi hai fatto un regalo, mio Dottore?-

-Qualsiasi cosa ti abbia fatto, non lo scoprirai ora, abbiamo un evaso da trovare!- ricorda a tutti Kevin, trascinandolo assieme a Peter fuori dalla TARDIS.

Un deja vu di quanto successo all’Arcade.

Ed è proprio lì che cominciano a cercarlo, passando per il commissariato, la villa di Ripley, l’agenzia no profit dove lavora sua moglie, la spiaggia, il molo, il porto… prima di passare anche dalla pasticceria ma, così, senza crederci, giusto per far contento Peter.

Devono ricredersi quando lo avvistano dalla vetrina.

- Visto? Che vi dicevo? Il coglione sta qui! - ribadisce fiero Peter.

 

- Per essere un Babbano, hai avuto un’intuizione piuttosto intelligente,-  riconosce il Mangiamorte.

- Accade di rado, ma l’ipotesi più ovvia può anche essere quella corretta, avrei dovuto fidarmi del tuo giudizio,- è il modo di scusarsi del Dottore.

- Peter, io…- mormora Kevin.

- No, bello mio, tu non te la cavi così facilmente,- lo blocca subito Peter. -Con le tue scuse non ci faccio un cazzo! Vuoi farti perdonare anche tu? Concedimi un giorno intero senza essere soggetto al tuo controllo.- gli propone.

Kevin ci riflette per un po’, in effetti gli sta chiedendo molto.

 

Sì, è vero… ammesso che, se si decide a venire con noi, mi resta l’altro Peter da controllare… però lui non è divertente come questo Peter e nemmeno altrettanto sexy... okay, tranne quando mangia…

- E va bene, hai ragione, te lo devo. - acconsente, prima di imporgli quel decisivo comando - Da adesso in poi, per le prossime ventiquattro ore ignora qualsiasi mio tentativo di comandarti.- si decide ad accontentarlo.

Peter fa qualcosa che Kevin non si sarebbe aspettato: lo abbraccia.

-Grazie, saranno ventiquattr'ore che non dimenticherò.- mormora contento.

 

Solo a quel punto si avvicinano a Singy tutti e quattro, ma è Drinky ad accasciarsi sull’unica sedia libera di fronte al detective, emettendo anche un sospiro di liberazione, il bacino in avanti, le gambe aperte, quasi non sapesse sedersi su una sedia.

Si è praticamente dimenticato di essere nel corpo di una donna con tanto di minigonna, altrimenti non si stupirebbe degli sguardi che gli lanciano gli avventori della pasticceria. Kevin volge lo sguardo tutto intorno a sé, minaccioso.

Non gli piace come stanno guardando il suo Peter. Ha il comando sulla punta della lingua, ma ha appena promesso di lasciarlo andare per ventiquattro ore, quindi si obbliga a non pensarci, andando a prendere un’altra sedia.

Quelle del Dottore e di Barty le sta trasportando il mago con la magia.

- Io apprezzo la cavalleria, Barty, davvero, ma… non potevi semplicemente andare a prenderle?- domanda il Dottore, portandosi una mano aperta sulla fronte, abbastanza da potersi stringere le tempie con le dita.

- Non sono un babbano! - si offende il Mago Oscuro.

- Ma così ti vedono! -

- No, tranquillo, non sta guardando nessuno e ci metto poco! - insiste l’altro, portando a compimento il suo gesto.

- Ma... quella per Kevin?- domanda il Signore del Tempo, prendendo posto.

- Se la prende da solo! - fa spallucce Barty. - O forse no… - aggiunge, osservandolo.

Infatti, in un frangente di secondo che Kevin non ha usato per gettare occhiate di fuoco a Peter e alla sua smania di provocazioni, il persuasore ha incrociato lo sguardo col primo ignaro passante.

- Tu vuoi darmi la tua sedia . - gli dice affabile e mentre quello esegue lui torna subito a monitorare il suo Peter, che si sta dando da fare con l’altro… non in senso sessuale, fortunatamente. - E tu, cosetto, hai il permesso di fare ancora domande. - decide, prendendo posto accanto al suo Peter.

- Certo che non sei un fottuto genio della fuga, eh?- Drinky inizia a prendere in giro Singy, seppur il detective sia così tanto preso dalla sua pila di pancakes strapiena di cioccolato e nocciole in pezzi da non sembrare neanche che stia ascoltando. I suoi occhi sono dispersi da qualche parte verso l’orizzonte, mentre gusta deliziato il proprio cibo.

- Allora, che tipo di paste consiglieresti in questa pasticceria?- domanda il Dottore, con tono amichevole, tentando di attirare l’attenzione del detective ancora perso da qualche parte nelle proprie papille gustative.

Come si potrebbe immaginare l’uomo sbatte le palpebre sorpreso. Sembra risvegliarsi solo al sentire nominare la parola ‘paste’. Abbassa lo sguardo e li fissa, uno dopo l’altro.

- Ah, siete qui?- chiede, per niente sorpreso che i suoi rapitori lo abbiano già trovato, d’altronde è stato lui quello a nascondersi in pasticceria. - Che cosa volete, a parte rapirmi?-

Ripete la domanda, guardandosi attorno alla ricerca di una via di fuga, anche se sarebbe un peccato lasciare la sua pila di pancakes ancora mezza intatta. Nel frattempo potrebbe prendere tempo chiacchierando con loro e guardandoli interagire. Almeno fino a quando non sarà abbastanza pieno per avviarsi all’ora del pranzo.

- Ma che cazzo, ti ha appena domandato che fottute paste ci consiglieresti!- Lo riporta al presente l’altro Peter ancora incazzato perchè non lo ha ascoltato quando gli ha parlato.

- Le paste, eh?- chiede, pensieroso. Facendo mente locale e ripensando ai vari caratteri dei soggetti che ha di fronte - Uhm… per te, Dottore, consiglierei un cibo italiano, la millefoglie. È fatto con varie qualità di cioccolato. Per te, Barty, sempre qualcosa di italiano, ma un po’ più misterioso, un tartufo nero.- continua, prima di volgersi al proprio omonimo. - Tu sei il più difficile. Qualcosa con cioccolato fondente e peperoncino? Uhm… no, forse più qualcosa di alcolico?- Schiocca la lingua, continuando a fissarlo, portandosi un dito sporco di cioccolato alla bocca e succhiandolo leggermente. - Ho trovato!  Un babà napoletano con crema pasticcera.- Si volge a guardare, infine, Kevin. - Tu sei sicuramente adatto a un Mont Blanc, così elegante..- borbotta.

- Aspetta!- lo ferma subito il Dottore - prima diccelo tu che dolce sei… qualcosa di duro che non si lascia scoprire facilmente e che alla prima occasione … si scioglie?- cerca la giusta metafora e Singy sembra capire.

- Vuoi dire che mi sono comportato un po’ duramente con voi e poi sono scappato? Forse sono un semifreddo al torrone… gelido in un primo momento, ma dolcissimo se si lascia andare un po’.... ma non stiamo più parlando di dolci, vero?-

- Io credo che non abbiamo mai parlato davvero di dolci. - gli sorride il Dottore.

- Ok, lo ammetto, ho sbagliato, però capitemi anche voi… mi vedo rapito da quattro persone identiche a me che non mi danno nemmeno uno straccio di spiegazione. - cerca di difendersi. - Comunque, questa Pasticceria non ha nulla di quello che ho consigliato, tranne il Mont Blanc. Quindi direi… una cheesecake multistrato per te, Dottore, che hai così tante sfaccettature, un brownie al cioccolato e peperoncino bagnato nel rum per Drinky e… una Foresta Nera è abbastanza oscura per te, Barty?- lo fa ridere il detective, seppur gli occhi di Barty siano fissi sul suo Secondo Signore Oscuro.

Lo sta mangiando con lo sguardo, seppur cerchi di non essere troppo palese.

 

Nel frattempo, è arrivato il cameriere a prendere gli ordini e Peter sembra essere attratto dal ragazzo. La vista dei suoi capelli biondi, lunghi fino alle spalle, leggermente legati con un nastro nero incorniciano il suo volto marmoreo, il suo volto é timidamente piegato verso il foglio su cui sta scrivendo e, mentre volta lo sguardo ceruleo su Peter Vincent che lui vede in vesti femminili non puó fare a meno di manifestare un certo rossore sulle gote. Gli occhi gli svolazzano audaci sulle tette che la donna di fronte a lui sta mettendo in mostra. É una fortuna, quindi, che il cacciatore di vampiri abbia fatto in tempo a risollevarsi e sedersi composto, protendendo leggermente il busto verso il bel cameriere. 

-Allora, cosa gradireste?- domanda il giovane con una bella voce calda, senza riuscire a spostare lo sguardo dalla meravigliosa donna davanti a lui. Peter si morde il labbro superiore nel modo più sensuale possibile, guardando il giovane con uno svolazzamento di palpebre. 

"Questa fottuta volta, mio caro fotti-cervello, non sarai tu a reggere quelle cazzo di redini! Porca puttana se é bello questo ragazzo ed è così alto che un pensierino me lo farei, cazzo!" Se la ride internamente Peter, iniziando un flirt di sguardi con il giovane. Si é perfettamente accorto che Kevin ha seguito ogni passo di quegli sguardi e si è irrigidito sul posto.

-Ci porti una cheesecake, una Foresta Nera, un Mont Blanc e… consiglieresti un brownie al cioccolato e peperocino, dolcezza? Molto affogato nel rum, mi raccomando.- si porta una mano al lato del volto prendendo un inesistente ciocca di capelli e arrotolandoli attorno al dito, prima di farli scivolare via, giocandoci leggermente, mentre arrotonda la voce in un palese tono più sensuale. Il tutto deve fare un certo effetto sul giovane, considerando il suo modo di deglutire e di arrossire, gli occhi puntati su quello che lui vede come una lei. 

-C-certo, signora!- borbotta il ragazzo.

"Porca puttana, quanto è timido!" sorride deliziato al ragazzo.

-Ottimo, allora portamene uno, per favore!- gli fa anche un occhiolino per buona misura.

- Hai ragione, Singy, qualche errore lo abbiamo commesso anche noi. - torna sul discorso principale il Signore del Tempo, nel frattempo, lanciando un’occhiataccia a Kevin.

 

- Hey, non guardare me, era tardi! - rimbrotta l’interessato, che ha ben altri grattacapi per la testa.

Non ero così geloso da quando in quel ristorante a Parigi il cameriere guardava la mia Jessica con troppa audacia… oh quant’è stato divertente fargli usare il detersivo per piatti come se fosse un collirio! Non posso fare la stessa cosa adesso… vero? Nessuno deve guardare così il mio Peter! Nessuno a parte me!

La sua mascella così irrigidita e gli occhi fulminanti verso il povero cameriere che non ha effettivamente fatto nulla di male. Per questo non sente il Dottore iniziare a parlare con il detective su quanto stia succedendo.

- Devi sapere che noi tutti proveniamo da universi paralleli dove…- dice il Dottore, iniziando la sua spiegazione con Singy, sotto lo sguardo ammaliato di Barty che si è imbambolato a guardare come il suo Secondo Signore Oscure muova le mani e la bocca immaginando come sarebbe se le muovesse su di lui.

Per fortuna il cameriere se ne va prima che gli possa arrivare  qualche ordine dal persuasore che puó peró prendersela con Peter, soprattutto perché sta seguendo con lo sguardo il biondo. 

-Porca puttana che culo, me lo fotterei che è una bellezza!- esclama Peter ad alta voce quando il biondino si é allontanato a sufficienza da non sentirlo. Il persuasore non riesce più a trattenersi, non dopo quell'esclamazione.

- Smettila di pensare a quel giovane e vieni qui!- ordina Kevin, praticamente ringhiando. Peter non sembra sentirlo, anzi si concentra ancora di più nel pensare al giovane, il che porta ancora più rabbiosa gelosia da parte di Kevin.

- Smettete di guardare quella donna provocante, tutti quanti!- si guarda attorno, arrabbiato. Se non puó controllare il suo Peter controllerá chiunque osi rivolgergli quegli sguardi di ingordigia.

Per fortuna il suo potere è ancora attivo.

- Smettete di respirare se anche solo osate guardare un secondo di più questa donna! - sbraita, non contento del primo ordine.

Peter sorride radioso a quelle parole "Allora è vero che ci tiene a me!" é il pensiero fugace che gli passa per la mente prima di un "Ė così fottutamente sexy quando dà ordini ad altri che non sia io, questo maledetto fotti-cervello… si merita un premio!" si alza e scivola a sedersi sulle gambe di Kevin.

Il persuasore sembra sorpreso nel sentire il piacevole peso del corpo di Peter sopra le proprie gambe, mentre lo va ad abbracciare per la vita con un braccio, stringendolo a sé. 

Peter Vincent, però, non è l’unico che sembra interessarsi nel sentire quelle parole, anche Barty allontana lo sguardo dal suo Secondo Signore Oscuro, per guardare brevemente Kevin, notando che Peter gli si è seduto in grembo.

“Perchè il mio Secondo Signore Oscuro non fa mai certe cose? Non dimostra mai di essere geloso quando si tratta di me… sarebbe così bello! Che cosa farei in risposta?” pensa, infatti, tornando comodamente a rivolgere l’attenzione al Dottore che sta ancora parlando, un nuovo sorriso sulle labbra.

Per qualche minuto, in effetti, nessuno guarda neanche verso il tavolo dove sono seduti. Il primo ordine di Kevin funziona nel migliore dei modi, tanto che Peter inizia a divertirsi nel volgere lo sguardo verso i passanti.

-Pare che non sverrà molta gente oggi, potevi non darlo il secondo ordine!- deride Kevin, solo per poter abbassare le labbra all’altezza del suo orecchio. Il persuasore non può fare a meno del brivido che gli corre per la spina dorsale.

Maledizione!” pensa, mentre sente Peter muoversi su di lui, quasi in ricordo tangibile di quanto fosse successo solo il giorno prima al Casinò. È una fortuna, quindi, quando lo stesso biondo cameriere si avvia verso di loro portando le ordinazioni. Per il piacere di Kevin sta fissando il vassoio quasi temendo di far crollare i vari dolci seppur sia ancora rosso in volto.

Il giovane fa in tempo a poggiare il vassoio al loro tavolo e a distribuire le ordinazioni prima di rivolgere lo sguardo verso la bellissima ragazza che gli ha parlato poco prima. È sorpreso nel notarla seduta sulle gambe di un giovane uomo di colore.

Peter, però, ha ben orchestrato il momento, sorridendo al giovane, anche se tiene un braccio avvolto attorno alle spalle di Kevin.

- Grazie, è stato…- si blocca, impedendosi di imprecare -...molto gentile. A che ora stacchi?-

Kevin si è irrigidito ancora di più fra le braccia di Peter nel sentire quelle parole, non accorgendosi del ghigno compiaciuto del cacciatore di vampiri.
Il biondo non si è nemmeno accorto di stare trattenendo il fiato, ammaliato com’è. Apre la bocca, ma non riesce a trovare le parole per rispondere davanti a quella che per lui è una visione.

- Ah, non fa niente. Ti lascio il mio numero quando ce ne andiamo.- Peter fa nuovamente un occhiolino al cameriere che inizia ad allontanarsi ancora troppo sorpreso per dire qualsiasi cosa.

Il primo  a crollare a terra svenuto, con un grande tonfo e il conseguente rovesciarsi del vassoio che reggeva, ora fortunatamente vuoto,  è proprio lui, come si poteva immaginare.

Kevin se ne compiace, mentre Peter sbuffa contrariato.

-Gli avrei potuto far perdere io i sensi, in tutt’altro modo!-

-Se vai avanti così l’unica occasione in cui ti permetterò di conoscerlo meglio… è al suo funerale!- ringhia Kevin, stringendolo più possessivamente a sé.

Il cameriere non è l’unico a perdere i sensi e a poco a poco seguono il suo esempio anche persone che, volenti o nolenti, hanno posato gli occhi troppo a lungo sulla donna indicata da quell inquietante uomo di colore così carismatico.

Peter guarda ancora male Kevin più per quanto sia successo con il cameriere che per altro, prima di prendere una forchettata di Mont Blanc e portarla alla bocca del suo fotti-cervello preferito.

- Così smetti di dare quei cazzo di ordini!- scherza.

Il persuasore apre la bocca, lasciandosi imboccare.

- Credevo ti piacesse quando davo ordini agli altri…- ride Kevin, una volta mandato giù, senza curarsi affatto delle persone che continuano a svenire attorno a loro.

- Non posso negare che sei fottutamente sexy in quei momenti.- si sporge dandogli un bacio sulla guancia, facendo bloccare Kevin sotto di lui.

- Per cos’era quello?- domanda perplesso, ma vengono interrotti dal Dottore che ha seguito tutta la scena delle persone svenute.

-Questa cosa non mi piace, non mi piace affatto!- salta dalla sua sedia il Dottore, cercando di rianimare le persone con il suo cacciavite sonico, che ovviamente non manca di ripristinare il corretto battito cardiaco di ciascuno dei malcapitati, che riprende i sensi.

-A me non dispiaceva vedere questi Babbani in difficoltà…- ammette Barty, al suo fianco. -Ma se qualcosa non piace a te, allora non piace nemmeno a me!- aggiunge con reverenza.

Il Dottore gli sorride, per poi farsi pensieroso.

-Sai, Barty, potresti fare qualcosa per me… voglio dire, potrei pensarci anch’io, ma ci metterei di più e dovrei toccare il viso di ogni persona…-

-Non prenderla nemmeno in considerazione come possibilità!- ringhia Barty, geloso al sol pensiero. -Cosa vuoi che faccia?-

-Secondo te? Fa’ dimenticare a tutta questa gente cos’è successo… cominciano a guardarci troppo straniti.-

-Niente di più facile,- ghigna fiero Barty, sfoderando la sua bacchetta e lanciando un Oblivion a tutto il bar.

-Dici che il cameriere non si ricorderà più di me?- domanda Peter a Barty.

-Molto probabile.- annuisce il Mago Oscuro, mentre riprende posto al tavolo con il Signore del Tempo.

-Cazzo, fottutissimo cazzo!- impreca il Cacciatore di vampiri, mentre Kevin se la ride.

-Bravissimo, Barty,- si complimenta Ten, facendolo gongolare. -A volte la vorrei anche io una bacchetta!-

-Mio Signore, se tu fossi ad Hogwarts metteresti in difficoltà il Cappello Parlante: sei astuto come noi Serpeverde, coraggioso come un Grifondoro, intelligente come un Corvonero e altruista come un Tassorosso,- mormora, guardandolo affascinato.

-Io ancora non ho capito che volete da me!- si lagna Singy, continuando a rimpinzarsi.

Kevin guarda fra Singy e il Dottore, decisamente spazientito.

- Basta, Ten! Gli stai parlando da ore e non si è risolto nulla! Ora me ne occupo io!- dichiara, prima di rivolgersi al detective. 

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I cinque fanno ritorno alla TARDIS con le pance decisamente piene e lo spirito di gruppo rinnovato.

- Ripetilo di nuovo.-  si accerta Kevin.

- Non fuggirò più da qui. Non sono in pericolo. Siamo tutti amici.- ripete Singy, come un robot.

- Potresti metterci anche un po’ più di brio, ma me lo farò bastare.- borbotta il persuasore.

Drinky osserva da lontano la scena, non ha voglia di avvicinarsi ai due. E’ decisamente irritato dal modo in cui interagiscono.

- Non vedo perché debba continuare a imporgli cose, gliel’ha già detto quando eravamo in pasticceria, anche basta, no? Cos’è tutto quel continuo stargli appresso?- digrigna i denti l'illusionista.

- Non mi serve neanche il Legilimens per capire che tu sia geloso marcio,- ridacchia Barty, al suo fianco. - Cos’è? Nemmeno un’ora che non ti controlla più e già ne senti così terribilmente la mancanza?-

- Cosa?! Semmai mi godrò ognuna di queste ventitre ore restanti di libertà! Insinuare che a me manchi quello sociopatico maniaco del controllo che mi soggioga a suo puro piacimento? Tu sei pazzo!- controbatte l’interessato, fingendo leggerezza, anche se ne sta risentendo il suo sculettamento. E’ così rigido che non riesce a lasciarsi andare.

-Oh beh, io sono pazzo!- fa spallucce il Mago Oscuro. -Ma non stupido.- aggiunge con un’occhiataccia.

-E comunque io non stavo parlando con te!- rimbrotta il cacciatore.

- Non dovresti pensare ad alta voce allora.- gli fa notare il Mangiamorte.

- E tu dovresti imparare a farti gli affaracci magici tuoi!- ha l’ultima parola l’altro e fa uno sforzo per trattenersi e non dirgli di peggio, perchè se lo ricorda quanto dolorosa possa essere la sua bacchetta.

Uh è vero, io ce l’ho un affare, magico o no, di cui occuparmi!” ricorda a se stesso Barty, in procinto di precipitarsi in camera sua a scoprire quale sia il regalo, ma poi si accorge che il Dottore ha già accumulato tutto l’occorrente al centro della console e si è tolto l’impermeabile e la giacca, arrotolando le maniche della camicia, pronto a darsi un gran da fare.

“Non ho mai visto il mio Secondo Signore Oscuro all’opera mentre il suo regalo lo posso sempre vedere dopo, ora non voglio perdermi un solo istante delle sue gesta.” fa un rapido calcolo delle priorità e si mette ad osservare il suo adorato al lavoro.

Un vero spettacolo per i suoi occhi. Il Dottore è praticamente inginocchiato a terra mentre lavora, le mani che si muovono veloci fra un oggetto e l’altro, prendendo, posizionando cavi e ruote dentate, controllando che sia tutto a posto. E’ un lavoro lungo, ma Ten ci si dedica con tutta la propria determinazione ad attenzione. Barty non riuscirebbe a staccargli gli occhi di dosso anche se volesse.

Kevin si è avvicinato al Dottore poco dopo che ha iniziato a lavorare, senza un vero intento di bloccarlo dalla sua attività, ricercando semplicemente delle risposte una volta sicuro che Singy non se ne andrà dal TARDIS.

- Ten, mi chiedevo… secondo te com’è stato possibile per me e Peter.. okay Drinky, - fa una pausa, sbuffando.

Preferisco decisamente chiamarlo col suo vero nome, Peter, è così bello come suono, quasi quanto Jessica… però Drinky si adatterebbe anche a lei!” si perde nelle sue congetture il persuasore, ma poi si accorge che il Dottore lo sta guardando in attesa che continui, le mani ancora posizionate all’interno del motore che sta costruendo.

-Dicevo… quella sera.. perché io e lui ci siamo incontrati nello stesso posto?- si decide a formulare quella domanda che ha in serbo da giorni.

Perché era scritto nelle stelle che i nostri destini si sarebbero incrociati e i nostri cammini separati sarebbero diventati lo stesso, fianco a fianco… accidenti, Peter, da quando cazzo sei così fottutamente sdolcinato? Hai bisogno di un po’ di casino, qualche mostro da ammazzare… e anche una bella dose di Midori!” fa le sue considerazioni il cacciatore di vampiri, che sta ascoltando la conversazione seppur non si sia ancora avvicinato.

- Speravo che qualcuno di voi me lo chiedesse, ci pensavo mentre impostavo le coordinate del nostro ultimo viaggio qui e mi sono ricordato di un particolare che mi era sfuggito. - li informa il Dottore, riprendendo a lavorare sul regalo di Barty, gli occhi puntati su quanto sta facendo. Si è accorto di Peter lì vicino e del modo in cui sembra si stia tenendo alla larga dal persuasore. - Quella sera, mentre io salvavo Barty, la Terra è entrata nell’orbita di Jotunheim, un pianeta catalizzatore di magia e la magia di cui è pervaso Jotunheim, combinata alla magia profana tua, Drinky, mentre ti esibivi nel tuo numero, e alla tua magia, Kevin, che si aziona ogni volta che ricorri al controllo mentale, che si, è frutto di esperimenti scientifici ma ammetterai che tanto normale non lo è. Le vostre magie, fittizie e anomale sono state assorbite da quel pianeta che in un frangente di tempo ha fatto coincidere i vostri universi paralleli, rendendoli uno solo e il medesimo, per quel breve frangente di tempo che ha permesso a Peter di entrare nel tuo mondo, Kevin.-

- Come può un pianeta possedere la magia? Io ho la magia, Hogwarts, noi Purosangue, ma anche i Mezzosangue, perfino i detestabili Sanguesporco ce l’hanno ma non uno stupido pianeta!- protesta vivacemente Barty.

Il Dottore interrompe la sua attività per voltarsi verso di lui, fulmineo, l’espressione sul suo viso molto meno gioviale del suo solito.

- Un pianeta non è mai stupido. Ritira subito quello che hai detto!- gli impone, lanciandogli uno sguardo per niente rassicurante.

Se possibile, le vibrazioni negative che emana lo rendono ancora più affascinante agli occhi del Mangiamorte.

- Perdonate la mia bocca impertinente, mio Signore!- si inchina a lui, remissivo, sognando a occhi aperti di punizioni che riguardano lui, il suo Secondo Signore Oscuro, un grande letto e molti pochi vestiti.

- Se la sua è una bocca impertinente, la mia che cazzo è?- si domanda Drinky, facendo ridere tutti quanti, perfino il nuovo arrivato, che comincia ad inquadrarli meglio.

- Almeno tu non offendi i pianeti!- sdrammatizza il Decimo Dottore, ora tornato al suo umore abituale.

- Mio Signore, pensate che io potrei produrre una magia simile a quel pianeta a cui ho negligentemente mancato di rispetto?- domanda Barty remissivo.

- Sei un mago così potente, amico mio, che non mi stupirei affatto se tu ci riuscissi. Forse saresti addirittura in grado di evocare qualcosa dal tuo stesso universo, se ti impegnassi al massimo delle tue possibilità- gli sorride il Signore del Tempo, riprendendo a montare i pezzi della slot machine personalizzata.

- Come la pozione polisucco, mio Signore? - si mette all’erta il Mangiamorte. Gli manca poter fare le pozioni da sé, se riuscisse ad attirare qualche ingrediente, magari...

- Ė un esempio, ma non sto dicendo che tu debba invocarla!- replica l’altro, intento nella sua attività.

- Magari potrebbe esserci utile quando andremo a prendere il secondo detective,- insiste Barty.

-Il secondo Detective?!- si acciglia Singy. - Ho capito! Siete rapitori seriali di investigatori, ma verrete smascherati prima o poi!-

-Senti, cosetto, ti avevo tolto la facoltà di porre domande, non costringermi a toglierti anche l’uso della parola! - sbuffa Killgrave.

Oh beh, io la mia detective l’ho rapita, anche se è stato per troppi pochi mesi…” rimugina, nostalgico.

-Ė sempre un faccia-come-la-nostra, solo che a quanto pare fa il detective anche lui come te… ora non farne un fottuto affare di stato!- chiarisce Drinky, soprattutto per contrastare qualsiasi tentativo di avvicinamento fra lui e Kevin.

Ma Singy non ha alcun interesse ad avvicinarlo, semmai sembra parecchio intrigato da quella notizia, la cosa lo fa già sentire meno solo in quella che lui considera una gabbia di matti.

- Quando andremo a prendere Alec, si chiama così, per la cronaca; so già cosa fare. - spiega a tutti il Dottore, mentre monta dei pezzi a una velocità non propriamente umana. -E, sai, Barty, ho preso ispirazione da te - aggiunge, ammiccando nella sua direzione.

- Ucciderai chiunque sia in quell’Universo così possiamo prenderci lui indisturbati, mio Signore? - va in visibilio il Mangiamorte al solo pensiero, la lingua che scatta fuori dalle labbra in modo incontrollabile.

Per poco il Decimo Dottore non fa cadere gli attrezzi che ha in mano.

- Uh! No, no, non così tanta ispirazione! - si gratta la nuca nervosamente. - Ma lo vedrai.-

Con nonchalance Drinky si avvicina a Barty.

- Sai, caro il mio mago col Pedigree, può anche darsi che ora Ten stia costruendo la tua agognata slot machine, ma al sottoscritto ha regalato un’arma di sua invenzione, tutta progettata da lui - si vanta l‘illusionista - Questo dimostra che è evidente che tenga di più a m… aaaaaaaaaaaaaahhhhhh!!!-

Non riesce nemmeno a finire la frase, perché Barty ha già estratto la sua bacchetta, non potendo perdonargli un simile affronto.

- Lui. Crucio. Preferisce. Crucio. Soltanto. Crucio. Me.- ribadisce glaciale Barty, fra una Maledizione Senza Perdono e l’altra, con Peter sdraiato a terra dal dolore.

Questa volta non è come essere morso da centinaia di vampiri, è peggio. Molto, molto peggio. E’ come essere pugnalato ripetutamente mentre si viene morsi dai vampiri.

-Barty, no!- tuona la voce del suo Secondo Signore Oscuro e il Mangiamorte come d’incanto si ferma.

- Che cos’ha fatto? Perché lo ha fatto? Non lo farà anche a me, vero?- si agita Singy. E’ terrorizzato, se le allucinazioni di Barty non fossero davvero allucinazioni e lui potesse fare davvero del male?

- Ho forse annullato la mia volontà che non devi fare domande, cosetto?- lo guarda torvo Kevin. - Aspetta un momento, è vero che l’ho fatto!- si ricorda.

- Ma comunque non facevo domande a nessuno, lo chiedevo a me stesso… - si difende il detective.

- Beh, non mi sta bene uguale!- controbatte l’altro, andando a soccorrere Drinky.

- Stavolta hai proprio esagerato…- borbotta il persuasore, coccolando un illusionista un po’ dolorante, tenendo un braccio sotto al suo Cacciatore solo per sollevarlo leggermente, le labbra vicino alla sua tempia.

- Ha avuto quello che si meritava! - ribatte orgoglioso Barty, incrociando le braccia.

- Non dico a te, mi riferisco a questo stupidone dalla linguaccia troppo lunga! - precisa Kevin, con Drinky che si riprende gradualmente.

- Mi sento come una fottuta patatina fritta nell’olio fottutamente bollente… tre fottute volte!- impreca quello, non lasciandosi neanche il tempo di riprendersi totalmente.

Il Decimo Dottore non si è perso un istante di quello che è successo e sa che deve correre ai ripari.

- Barty, va’ in camera tua!- gli intima il Dottore, indicando persino la porta con una mano lasciata libera.

- Ma Drinky mi stava dicendo che se hai fatto quel regalo a lui allora è lui il tuo preferito, - protesta Barty, tutto dispiaciuto. La sua voce è quasi piagnucolante. Quasi, affinchè non si possa dire che un Mangiamorte piagnucoli. - E poi tu stai costruendo, non mi mandare via… - quasi lo supplica.

- Io farò una pausa e starò fermo, - trova un compromesso il Dottore, leggermente esasperato - Ma tu fila in camera tua- si accerta.

Mugugnando qualcosa di incomprensibile, Barty si appresta ad ubbidire. Non ci pensa neanche una volta a contraddire o a ignorare un ordine del suo Secondo Signore Oscuro. Non lo farebbe comunque, non perchè controllato, ma perchè è il suo Signore.

Una volta raggiunta la sua camera, trae le dovute conclusioni.

Se sono nella mia stanza finalmente posso scoprire qual è il mio regalo!

Si precipita all’armadio, ma ci rimane davvero male quando aprendolo non trova nulla.

Tutti gli altri avevano un regalo nell’armadio… perchè io no?” si allarma, richiudendolo. “C’era e ora il mio Secondo Signore Oscuro me ne ha privato perché l’ho fatto irritare? Desidera davvero castigarmi in questo modo?” non si dà pace.

Non è giusto, tutti quanti hanno avuto il privilegio di avere qualcosa da lui, ne ho bisogno anch’io!” comincia a lanciare per aria gli oggetti nella stanza - non i fiori, quelli sono talmente belli che contrastano anche la sua rabbia da Mangiamorte contrariato- finché non lo fa anche con uno dei due guanciali, accorgendosi di qualcosa che la prima notte non aveva ancora notato.

Qualcosa di morbido. Qualcosa da indossare.

Forse un maglione? Fa un po’ tanto Weasley …” arriccia il naso, disgustato. “Ma da lui accetterei qualsiasi cosa!” si raddolcisce.

 

Dispiegandolo fra le sue mani scopre che quello che credeva fosse un maglione in realtà è una bellissima sciarpa verde coi bordi in argento, calda e avvolgente, data la sua eccessiva lunghezza.

Un imprinting rimasto dalla Quarta Rigenerazione del Dottore, evidentemente.

Ciò che cattura maggiormente la sua attenzione e lo porta al settimo cielo è una scritta luminosa e brillante che campeggia al centro, realizzata in un materiale non terrestre, forse sono frammenti di stelle, dove può chiaramente leggere ‘The Second Dark Lord’s favourite One

In fibrillazione, Barty la stringe a sé e poi se l’avvolge almeno due volte attorno al collo e ancora rischia di toccargli i piedi mentre si precipita correndo fuori dalla stanza.

-Sono il suo preferitoooooooo, io sono il suo preferitoooooooo, iooooo, il mio Secondo Signore Oscuro preferisce meeeeeeee!- continua a ripetere, mentre tutti lo vedono saettare da una stanza all’altra della TARDIS. E’ così eccitato che non gliene potrebbe importare di meno.

Il Dottore sfodera un sorrisone radioso, ha lasciato il lavoro sulla slot machine a metà ed ora è appoggiato al centro di controllo.

Gli è piaciuto!!!” pensa, felice.

Quando lo vede ricomparire in preda alla sua corsa di trionfo, il Signore del tempo allarga le braccia in segno di invito, ma Barty gli si butta letteralmente addosso, avvolgendo le braccia attorno al suo collo.

- Mio Dottore, grazie, grazie, non hai idea di quanto tu mi abbia reso felice!- lo bacia sulle guance, sul mento, sul naso e all’angolo della bocca mentre l’altro lo stringe a sé.

- Ah, quindi mi avete voluto qui con voi sulla TARDIS soltanto per reggervi il moccolo, coppiette da strapazzo!- sbotta Singy che ha osservato le scene fino a quel momento. Non è davvero arrabbiato, piuttosto si ritrova divertito dalla strana situazione.

 

Il silenzio si propaga nella stanza, tutti si immobilizzano come statue di sale sul posto, volgendosi a guardare il nuovo aggiunto.

Barty è ancora abbracciato al suo Secondo Signore, la sciarpa ben legata attorno al collo, qualsiasi cosa si possa dire non riesce a smetterla di tenerla addosso, sul volto  un’espressione di totale felicità, seppur i suoi occhi si siano spostati su Singy spalancandosi.
Il Dottore ha un sorrisone sul volto, seppur sia congelato sul posto, le braccia avvolgono il busto di Barty, tenendolo stretto a sé.
Gli altri due sono leggermente distanziati l’uno dall’altro. Kevin nel suo impeccabile abbigliamento elegante mostra uno sguardo che non ha nulla a che fare con il solito uomo sicuro di sé che indosserebbe quegli abiti.
Drinky è il più tranquillo, ha semplicemente spostato lo sguardo da Kevin a Singy. Non è sorpreso, quasi alettato dall'idea che qualcuno gli dia ragione, si passa incosciamente la lingua sulle labbra, sbattendo leggermente le ciglia.

 

Kevin è il primo a parlare, ancora leggermente scombussolato.

-Cosa? No, qui non c’è nessuna coppiett…- Inizia a dire, nel vano tentativo di ricordare più a sé stesso che al nuovo arrivato che lui è etero, decisamente etero.

-Dannazione, falla finita e chiudi quel cazzo di becco!- si esaspera Drinky, non sopportandolo più, facendo due ampie falcate verso il persuasore.

E’ a pochi centimetri di distanza quando lo prende per il colletto della camicia e lo attira a sé per un bacio che aspetta da troppo. Le loro labbra si sfiorano per qualche istante castamente prima che entrambi inizino a trasformarlo in morsi, le mani che circondano il corpo dell’altro nel tentativo di supremazia, in un bisogno totalizzante.

Barty è ancora abbracciato a Ten, il volto nascosto nel suo collo, inspirando il suo odore, le labbra a pochi centimetri di distanza dalla sua pelle.

- Sono carini, vero?- dice, prima di togliersi una spirale della sciarpa per avvolgere anche il Dottore e tirarlo più vicino nel calore emanato da quel prezioso regalo, la speranza che lasci parte del suo odore per quella stessa notte. -Ma noi lo siamo di più, mio Signore!-

Ė questione di pochi secondi prima che le note di ‘Love is all you need’ dei Beatles si propaghino attorno a loro.
Dapprima è solo il nuovo arrivato ad emetterle, ma poi la TARDIS stessa sembra approvare quell’idea, forse come a voler festeggiare assieme a lui le barriere che quei quattro hanno finalmente fatto crollare.

L’astronave funge un po’ da amplificatore e poi si decide a crearne un arrangiamento, se possibile, ancora più romantico. Singy ne canta una parte, dondolando.

-All you need is love

All you need is love

All you need is love, love

Love is all you need-

Questo prima di bloccarsi, colpito da un’amara consapevolezza, che la TARDIS sembra voler rispettare, interrompendo la musica nel medesimo istante.

-Sì, è vero siete carini… ma io mi sento così solo che credo mi rifugerò nella stanza delle torte!- se ne va sconsolato.


TBC

Amate Singy come lo amiamo noi, visto cos’ha fatto? Se non c’era lui a dar loro una svegliata erano ancora là a morirsi dietro a vicenda

Di certo Singy non merita di star solo a lungo… Ten lo ha annunciato chi è il prossimo in lista, tenetevi pronte… sempre che questi cinque non ci tengano impegnate ancora per un capitolo… mica è facile tenerli a bada… e abbiamo due Ineffabili che scalpitano in lontananza!!! XD
 

Speriamo che vi sia piaciuto e vi abbia strappato un sorriso, fateci sapere <3 <3

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Capitolo 12
*** Capitolo XI: Boxed up ***


Ehmm buonasera, buon anno, innanzitutto … ehmm qualcuno si ricorda ancora di noi?

Okay scherzi a parte, vi chiediamo scusa con ogni fibra del nostro essere per averci messo così tanto ad aggiornare, ma ci sono stati dei problemi, parecchi… a dire il vero ce ne sono ancora, ma c’è anche la speranza di superarli <3

Detto ciò, speriamo ci perdonerete la lunga assenza ^^’


 


cover-Incontri-Ten-TENNANTi





 

Capitolo XI: Boxed up
 

-Barty, è molto bello star qui, legati assieme… letteralmente,- bofonchia Ten, cercando di liberarsi dalla spirale di tessuto che lo avvolge. La sciarpa si è attorcigliata tutto attorno a loro, arrivando a stringerli in un’unica involontaria morsa attorno alle loro schiene, per fortuna non si è arrotolata attorno alle loro teste tenendoli in quel modo, ma la lunghezza della sciarpa resta in ogni caso eccessiva. -Ma devo tornare al lavoro per te.- cerca di farlo ragionare, dopo un momento di silenzio, continuando a srotolarsi dalla sciarpa.

Mugugnando un certo disappunto, il Mago Oscuro lo lascia libero di andare. 

-E dovresti toglierti quella sciarpa anche tu, adesso,-  lo consiglia.

-Cooosaa?! Mai!- si impone Barty, facendo persino un broncio. -Mi rende più felice di un gruppo di Babbani e Sanguemarcio da cruciare!- afferma, gli occhi che brillano di una luce folle.

Certo, sarebbe incredibile se potessi indossarla mentre crucio qualche Babbano o Sanguemarcio… devo sicuramente incantare questa sciarpa per non sporcarla!” Pensa, seppur si guardi bene dall’esprimerlo ad alta voce, un sorrisetto che gli nasce spontaneo sul volto.

-A tuo modo lo so che è molto dolce quello che hai detto…- alza gli occhi il Dottore. -Però, ecco, guarda Kevin e Drinky, ho fatto dei regali anche a loro e non è che li hanno sempre appresso.- cerca di trovare una valida argomentazione.

-Ma è diverso… è un regalo tuo… le cose per loro cambierebbero se Kevin facesse un regalo a Drinky o viceversa,- controbatte il Mangiamorte deciso.

Sentirsi chiamati in causa fa interrompere il bacio fra i due. Ė Kevin ad allontanarsi per primo, Drinky segue le sue labbra con le proprie come attirato da una calamita, prima di notare lo sguardo divertito del suo fotti-cervello. Ė quello che lo fa momentaneamente allontanare, per quanto restino abbracciati.

-Appena scadono le maledette ventiquattr’ore ti ordinerò di farmi un regalo.- borbotta Kevin.

-Cosa? Dopo tutto quello che mi hai fatto passare vorresti pure un regalo da me! Col cazzo che te ne faccio uno!- sbotta Drinky, facendo per lasciare la presa.

Kevin lo guarda malizioso, passandosi la lingua sulle labbra.

-Oh beh, sì, anche quello potrebbe essere un regalo gradito… facciamo da me o da te?- lo fa sorridere il persuasore, Drinky gli dà anche un colpetto sulla spalla in modo divertito.

-Vi ricordo che non siete soli…- bofonchia il Dottore, imbarazzatissimo, per lo più.

Cos’è? In un attimo si sono baciati ed ora vogliono anche andare a letto insieme? Non è giusto! Io e il mio Secondo Signore Oscuro dovremmo essere i primi!” pensa Barty, colto dall’invidia.

-Uh, giusto. Volete assistere anche voi? Facciamo a mezzanotte in camera di Kevin?- sciocca tutti Peter, per poi accorgersi di come lo stanno guardando. -Beh, che c’è? Sono abituato a dare spettacolo… di solito sono d’azione e magia, ma è bello ampliare i propri orizzonti!- schiocca la lingua, con fare impertinente.

-Passi per mezzanotte da me, ma niente pubblico!- lo corregge Kevin.

-Barty, devi levarti quella sciarpa.- torna saggiamente sull’argomento principale il Signore del Tempo.

-Perché?- lo guarda ferito l’altro.

-Non ti sto dicendo di togliertela per sempre, usala solo di notte. Di giorno potresti  perderla, potresti romperla, è più facile che si impigli in qualcosa…-

-La incanterò, contro gli smarrimenti e i danneggiamenti.- replica prontamente il Mago.

-E se usciamo da qui e qualcuno te la ruba?- rilancia il Dottore.

-Prima la ritrovo, dovessi usare tutta la magia più oscura che ho a disposizione e quando trovo chi è stato, chiunque sia… oh, come glielo farò rimpiangere!- sogghigna malvagio Barty, accarezzando sia la sciarpa, sia la bacchetta.

-Okay, pessimo esempio,- riconosce Ten. -Allora supponiamo che…-
 

Qualcosa lo interrompe: una musica molto malinconica.

E una voce che tutti conoscono fin troppo bene.

-When I was young

I never needed anyone

And making love was just for fun

Those days are gone

Livin' alone-

 

-Ma questo è Singy.- commenta Drinky.

-L’ha detto che andava alla Stanza delle Torte, perché si sentiva solo.- aggiunge Kevin, mentre tutti e quattro si avviano.



-I think of all the friends I've known

But when I dial the telephone

Nobody's home-

Arrivano giusto in tempo per vederlo lanciarsi nel potente ritornello, mentre usa una forchetta come microfono e piange sconsolato.

-All by myself

Don't wanna be

All by myself

Anymore-
 

canta fra un boccone e l’altro, ma si ferma, e così la musica che lo accompagnava, quando si accorge che, contrariamente alla canzone che si è messo a cantare, non è più tutto solo.

-Singy, va davvero così male?- si azzarda a chiedere il Dottore, dei quattro sicuramente quello che ha la maggior sensibilità

-Corteggiavo la moglie del principale sospettato all’indagine… quel che è peggio è che forse vorrei corteggiare l’indiziato stesso…- si decide a confessare Singy, ma soprattutto si decide a smettere di mangiare. -Ma ora mi porterete lontano da tutto, non so quello che mi aspetta… ed è vero, posso anche aver trovato dei nuovi amici, ma voi siete troppo presi ciascuno dal suo interesse amoroso per interessarsi a me…- sospira infelice.

Il Dottore guarda Kevin, Drinky e Barty per capire chi fra loro possa decidersi a compiere un qualsiasi gesto di affetto nei confronti del nuovo arrivato, ma proprio quando sta per pensarci lui stesso, qualcuno, o meglio qualcuna, di molto speciale lo anticipa.

You are not alone

For I am here with you

Though you're far away

I am here to stay

But you are not alone

I am here with you

Though we're far apart

You're always in my heart

You are not alone

Singy si asciuga le lacrime e sorride più rincuorato, sentendo quelle parole.

-Grazie, Dottore.-

-Oh, no, io non c’entro, ha fatto tutto Sexy.-

Quattro sguardi puntano contro di lui con aria interrogativa.

-Huh, è così che chiamo la mia astronave, è lei che ha fatto partire quella canzone di sua spontanea volontà,- chiarisce lui. -Di sicuro le devi stare molto simpatico, il che è raro che succeda, lei ha un caratteraccio e non le va mai a genio nessuno.- chiarisce, guadagnandosi uno scossone dalla permalosa astronave, che gli fa perdere l’equilibrio. -Ecco, cosa ti dicevo?- aggiunge, facendo ridere Singy.

-Dovrei sentirmi lusingato, allora.- bofonchia il detective.

 

-Oh sì, sei un caso più unico che raro. E comunque, sono sicuro che appena conoscerai chi stiamo andando a prendere non ti sentirai più solo, avrete un sacco di cose in comune di cui parlare,- gli assicura Ten. -Il tempo di finire la Slot Machine che ho promesso a Barty e poi partiamo.-

Nel frattempo Barty gli si è avvicinato.

 

-Perché non chiami Sexy anche me, mio Dottore?- gli propone, con gli occhi grandi e vispi che lo studiano a fondo e la lingua che saetta fuori dalle labbra, in attesa di una risposta.

Agli occhi di Ten è già Sexy così, di nome e di fatto.

-Facciamo così, se ti togli quella sciarpa e la conservi solo per la notte, quando saremo in intimità ti chiamerò Sexy,- azzarda un compomesso il Signore del Tempo, soprattutto per salvaguardare quella sciarpa.

-Affare fatto!- fa un sorrisone il Mangiamorte, prima di riflettere su quanto gli è stato detto. -Voi… tu e io, mio Signore, saremo in intimità?- domanda, in fibrillazione.

Tuttavia, il Dottore ormai ha deciso che è il momento di uscire allo scoperto.

-Beh, è una delle conseguenze dello stare insieme, no?- ammicca verso di lui.

-St.. stiamo i-insieme?- farfuglia Barty, sopraffatto dalle emozioni, con le gambe che si fanno improvvisamente troppo deboli, ma il Dottore lo sorregge fra le sue braccia in tempo.

-L’idea è quella, maghetto mio, basta che non svieni un'altra volta.- ridacchia, prima di chinarsi verso di lui, che comprende bene cosa voglia.

La stessa cosa che vuole anche lui, più o meno da quando quell’essere così speciale e potente lo ha salvato dai Dissennatori.

Le distanze si annullano in un bacio che fa dimenticare ai due soggetti coinvolti il fatto che non siano ancora in intimità.

Non sono esitanti nemmeno un attimo, non ha niente a che vedere con quella pallida imitazione di bacio che Ten gli ha dato per riconoscenza quando Barty gli ha tinto i capelli di rosso.
Quello è un bacio con la B maiuscola, trasuda una passione dirompente da entrambi i lati.
Barty gli si avvinghia come un koala a un eucalipto, mentre il Dottore gli tiene il viso a coppa con le mani, un gesto di profonda dolcezza, certo, ma anche un inconscio tentativo di controllarlo.

Mentre vanno avanti a baciarsi, i due sentono qualcosa di morbido e allo stesso tempo freddo cadere sui loro volti e le mani e alzano simultaneamente lo sguardo si accorgono che sta nevicando, ma solo e soltanto su di loro.

-Per fortuna non ho ancora tolto la tua sciarpa, mio Dottore, vedi che serve?- avvolge nuovamente entrambi Barty, perché si possano scaldare.

-Neve, a Maggio? Almeno credo sia Maggio… da qualche parte dell’Universo dev’essere Maggio!” si impunta Ten. “E tu fai nevicare, Sexy? Ma ti pare?- borbotta, rivolto alla sua astronave.

-La tua TARDIS boicotta il nostro momento, mio Signore?- si acciglia Barty, non capendo che sta succedendo.

Proprio in quell’istante, dal nulla appare anche un ramoscello di vischio sopra le loro teste.

- Io credo stia facendo tutto l’opposto di boicottarci. A quanto pare Sexy ci sta dando la sua benedizione! E voleva creare la giusta atmosfera.- gli sorride dolcemente il Dottore, scostandogli la neve dai capelli biondo cenere scuro. - Non so se lo sai, ma il vischio … -

- Ooooh, sì che lo so, quella è un’usanza che abbiamo anche noi. - gli sorride rincuorato Barty. - Come se mi servisse una tradizione per baciarti ancora, mio Dottore!- lo tira di nuovo a sé per un bacio più focoso del precedente, se possibile, mentre la TARDIS interrompe l’effetto neve, prima che diventi troppa.

- Però a noi il fottuto vischio sopra le teste non l’ha messo!- protesta Drinky, non gradendo affatto le preferenze che si permette di avere la TARDIS.

- Beh, dimentichi il Valzer che ha fatto partire quando mi hai fatto ballare con te,- gli ricorda Kevin. - Secondo me la TARDIS tifa anche per noi, Peter.- ammicca verso di lui, prima scivolare più vicino- Di che ti lamenti, poi? Non avremo avuto il vischio sopra le nostre teste, ma stanotte avrai direttamente me sopra di te!- gli bisbiglia Kevin.

- Al diavolo il vischio!- fa le sue considerazioni Drinky, per poi accorgersi che Ten e Barty non hanno ancora smesso di baciarsi, entrambi con gli occhi chiusi, persi nel loro mondo. -E vabbè, cazzo, se continuate a baciarvi così voi due, Kevin e io non faremo certo i fessi rimanendovi a guardare e poi la Slot Machine chi la costruisce?- fa notare Drinky.

-Ma soprattutto a prendere l’altro detective chi ci va?- aggiunge Kevin.

Sentendo questi discorsi, Singy si avvicina silenziosamente ai due piccioncini che si stanno scambiando effusioni, picchiettando il Dottore su una spalla.

-Se non è troppo disturbo, mago potente,  potresti rimandare le romanticherie a stanotte e tu, Dottore, costruirgli la Slot Machine così ce ne possiamo andare di qui?- chiede molto educatamente.

Il Dottore sembra riacquisire la consapevolezza di dove si trovi, cosa stia facendo, ma soprattutto di cosa debba fare e si separa da Barty, non prima di avergli tolto quella sciarpa, ripiegandola con cura prima di riporla in un angolo..

Il Mangiamorte, si gira di scatto, fulminando con lo sguardo Singy, che comincia a pentirsi dell’azione intrapresa.

-Ti perdono solo perchè sono di ottimo umore… e perché ti sei rivolto come un Babbano, quale sei, dovrebbe sempre fare con un Purosangue.- riesce pure a sorridergli.

Singy si rivolge con gli occhi al suo omonimo, chiedendo silenziosamente spiegazioni.

-Questione di esseri umani di serie B, pedegree, maghi, cavalli di razza… meno domande ti fai, meglio è, piedipiatti!- fa spallucce l’illusionista.

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Barty non si perde un solo istante di Ten che un pezzo alla volta assembla quello che prende sempre più i contorni di quel dispositivo che tanto lo ha divertito all’arcade.

-Finito!- esclama soddisfatto il Dottore, dopo un tempo difficilmente quantificabile.

Potrebbe averci impiegato un’ora o forse giusto qualche minuto, a Barty importa solo del risultato.

È argentata, elegante, ma anche ricca di luci e suoni, a seconda dei movimenti.

-Mio Signore, è stupenda, infinitamente meglio di quella Babbana!- lo idolatra il mago.

-E vorrei ben vedere!- si pavoneggia il Signore del Tempo, mentre anche gli altri si fanno più vicini per assistere. -Ora vi do una dimostrazione, tanto per cominciare funziona con qualsiasi tipo di monete, ma visto che io non giro mai con dei soldi…- spiega ricorrendo al suo cacciavite sonico per attivare la Slot Machine come se avesse inserito una monetina. -Ogni monetina da diritto a due tentativi. Anziché i banali frutti e immagini classiche da Slot Machine io ho inserito i volti di tutti noi. Ovviamente i tris sono quelli che fanno vincere di più. Il jackpot, ossia il premio maggiore lo avete se esco tre volte io … concedetemelo, l’ho inventata io, dopotutto.- fa un sorrisetto sfrontato lui.

-Non potrei essere più d’accordo.- commenta Barty, con occhi adoranti.

-Mi fa piacere, perchè il secondo premio più alto appare con le tue tre facce.- gli sorride il Dottore.

-Perché lui è il tuo amante ed è una mossa in più per portartelo a letto e scopartelo, vero, Ten?- insinua Drinky, che non ha mai peli sulla lingua.

Ten diventa quasi più rosso dei suoi capelli.
 

-Ma nooo, sono andato in ordine cronologico dei Companions che ho incontrato!- si difende il Signore del Tempo. -Tu e Kevin infatti valete lo stesso montepremi, il terzo più alto.- specifica.

-Mio Signore, non devi fare nessuna mossa in più... io a letto con te ci verrei anche subito,- gli sussurra Barty all’orecchio, con la lingua che lo lambisce fugacemente.

 

-Non sono d’accordo,- obietta Kevin. -Hai blaterato di aver incontrato un demone per primo, quindi dovrebbe essere lui il secondo montepremi più alto.-

L’incantatore crede di averlo messo in difficoltà, ma non sa quanti assi nella manica abbia un Signore del Tempo, per evitare di esporsi.

-Ė  appunto perché è stato temporaneo che non lo conto come Companion, non ancora almeno. Lo introdurrò nella slot quando e se ci raggiungeranno… e se lo faccio con lui lo devo fare anche con l’angelo, o chi lo sente se no!- alza gli occhi Ten.

Il Detective che stiamo per andare a recuperare, il ritorno di questo fantomatico demone, ora pure questo angelo che nemmeno c’entra… così si abbassano sensibilmente le possibilità che compaia il volto del mio Secondo Signore Oscuro quando gioco.” pondera preoccupato Barty, mordendosi un angolo della guancia.

-Ecco ora abbasso la leva e faccio il primo tiro,- prosegue il Dottore, aspettando il verdetto. -Ecco… vedete? Drinky, Singy e...Kevin.

Tutti gli interessati si affacciano per osservare meglio, nell’ordine vedono un sfondo nero con al centro un Peter ammiccante senza look da scena, con sullo sfondo immagini di vampiri.
Segue uno sfondo dorato, molto più solare, con una foto di Singy sereno circondato da coni gelato, zucchero filato e dolciumi vari.
L’ultimo sfondo raccoglie ogni possibile sfumatura di viola, con Kevin al centro che ha uno sguardo indecifrabile, con delle spirali sparse tutt'intorno, ipnotiche come sa esserlo lui.

-Loro Non valgono niente.- prosegue nella sua spiegazione il Dottore.

-Hey, non è una cosa carina da dire!- sbotta Kevin, risentito.

-Non voi come individui, intendo come combinazione,- alza gli occhi il Dottore. -Il montepremi inizia da combinazioni che prevedano due stessi personaggi e poi uno diverso…-

-Okay, ora è più chiaro.- annuisce il persuasore, ora meno altezzoso.

-Proviamo un’altra volta… ecco, ora stanno uscendo Singy, Singy e … bingo! Ancora Singy!- esulta, con la slot machine, che emette una piccola cascata di gettoni fra luci e suoni variegati. -Delle cinque combinazioni è quella che vince di meno… ma è comunque qualcosa.-

-Sono una combinazione vincente!- commenta festoso il detective.

-Coraggio, chi vuole provare?- esorta gli altri il Dottore, prendendo uno dei gettoni vinti.

-Io a decisione unanime direi fottutamente l’ossessionato per il quale l’hai costruita,- propone Drinky e gli altri annuiscono, anche per evitare rogne con il Mago Oscuro che sembra molto impaziente di provare.

-Siete dei Babbani piuttosto intelligenti,- sorride loro il Mangiamorte, prendendo il gettone dalla mano del suo amato e inserendolo nell’apposita fessura.

Abbassa la leva e attende trepidante.

Stavolta la prima immagine che fanno apparire i rulli è quella del Dottore, con le mani sui fianchi, l’aria severa e sicura di sé, sullo sfondo della Galassia , con pianeti e costellazioni in movimento.
Seguono le altre due parti del tris, che Barty ha già avuto modo di conoscere.

-Tu, mio Dottore… poi Kevin … e Singy.- riepiloga, deluso. -Babbano detective, tu esci di continuo, dì un po’, hai truccato questa Slot Machine?- ringhia verso il malcapitato, che si ripara nuovamente dietro il suo omonimo.

-Non saprei nemmeno come fare!- guaisce in sua difesa.

-Ora riprovo… e sarà meglio per te che non veda ancora la tua faccia lì!- lo minaccia, brandendo la bacchetta.

-Barty, no, non è questo lo spirito con cui affrontare il gioco!- lo redarguisce il suo Secondo Signore Oscuro, nella stessa posa di come appare nella Slot Machine e lui ripone subito la sua temibile arma, tornando a concentrarsi  sul secondo tiro che gli spetta.

-Tu, Dottore… ooohh, io e … tu, di nuovo. Ho vinto!- sfodera un sorrisone a trentadue denti, mentre la slot lo ricompensa molto più della prima volta.

-Sì, Barty, hai trovato una combinazione vincente, ma non è la più alta…- puntualizza Ten.

-Io in mezzo a due te? È più di una vincita, è un sogno!- commenta il Mangiamorte, in estasi, ammirando come la sua immagine, con la bacchetta puntata in avanti e un ghigno maniacale, su uno sfondo verde brillante dove si muovono dei serpenti si sposi a meraviglia con quelle speculari del Signore del Tempo.

Il Dottore non può resistere e lo tira a sé per un bacio breve ma incisivo. 

-Quanto sei dolce…- gli mormora a fior di labbra.

No, Dottore, non t’azzardare a dirgli della tua Metacrisi, non gli dire della Metacrisi, non glielo dire… “ si ripete come monito.

Barty si prende giusto il tempo per guardare innamorato il suo Secondo Signore Oscuro, prima di rivolgere uno sguardo truce a tutti gli altri.

-Almeno per oggi nessun altro deve azzardarsi a cambiare questa combinazione, provate ad avvicinarvi e le conseguenze non vi piaceranno, magia o no!- ringhia, mettendosi con fare protettivo davanti alla slot con le braccia allargate.

Gli altri non ci provano nemmeno a contraddirlo e si allontanano.

Anche Ten rinuncia a fargli l’ennesima ramanzina e preferisce impostare le coordinate per Broadchurch nel 2015.

-Mago col Pedigree, ti posso parlare un secondo?- gli si avvicina Peter.

-Se è per pavoneggiarti che tu hai il regalo più bello o, peggio, vuoi smuovere il mio risultato alla Slot Machine sprechi solo il tuo fiato!- borbotta Barty.

-Niente di tutto questo, per lo più è una cosa che voglio mostrarti.- replica l’illusionista, estraendo il cellulare per mostrargli degli scatti rubati.

I primi sono solo del Dottore mentre sta costruendo la Slot Machine, ma gli ultimi che gli mostra sono del Dottore con Barty nella pasticceria, dove possono cogliere sia i momenti in cui è il mago a guardarlo rapito, ma anche quelli dove è Ten a perdersi a guardarlo, cosa di cui lui non si era minimamente accorto.

Inutile dire che il Mangiamorte va in visibilio.

-Voglio questi ricordi inscatolati, poi riuscirò a trovare un pensatoio da qualche parte, ma tu dammeli!- ringhia minaccioso, puntando la bacchetta contro il telefono, cercando di prelevare quello che contiene, senza riuscirci, ovviamente.

-Fermo, stramboide, che cazzo fai? Azzardati a rompere il mio iPhone di ultimissima generazione e sarai tu a provare del vero dolore!- gli ringhia Peter e per una volta è Barty a trovarlo inquietante.

-Ultimissima generazione quel catorcio del 2011?- lo sbeffeggia Kevin, che li ha sentiti parlare e si è avvicinato. -Io arrivo dal 2015, semmai la mia è tecnologia avanzata!- si pavoneggia, mostrando il suo iPhone.

-Ha i ricordi inscatolati anche il tuo?- lo guarda sospettoso Barty.

-Sì, ma non del tuo Dottore, semmai della mia Jessica,- sorride fiero l’incantatore, mostrando una rassegna delle sue foto che l’ha obbligata a spedirgli. -Vero che è bellissima?- mormora con uno sguardo innamorato.

-Ma come? Fino a dieci minuti fa eravamo impegnati a mangiarci la faccia e adesso hai la cazzo di faccia tosta di mostrarmi foto di quella?- lo fulmina Peter, cocente di gelosia.

-Lei non è ‘quella’!-lo guarda glaciale Kevin, per poi ammorbidirsi. -La foto che mi hai mandato tu, la conservo in una cartella molto bollente riservata solo a me.- gli sussurra all’orecchio, facendolo fremere. -Jessica sarà sempre il mio pensiero costante, ma tu sei il più efficace dei diversivi.- lo lusinga, restituendogli il sorriso.

-Ma… si è inscatolata da sola!- borbotta Barty, sempre più stranito, con lo sguardo fisso sullo schermo.

-Nessuno si inscatola, si chiama selfie, è una foto che ci si fa da soli con la fotocamera del cellulare e anche quelle che ti ha mostrato prima Peter sono foto.- spiega pazientemente Kevin.-Sarai anche un potentissimo mago, ma per certe cose sei un tale primitivo!- sbuffa.

-Non ti azzardare a darmi del primitivo, Babbano Snob insolente!- sbraita il Mangiamorte. -Ho visto come sono i giornali qui da voi, così retrogradi, non hanno nemmeno le foto che si muovono.-

-Non so che razza di giornali abbiate voi, ma se ti piacciono le cose che si muovono, guarda qui!- torna alla carica Peter, stavolta per mostrargli un video di qualche minuto, raffigurante Ten mentre è al lavoro.

-Lo voglio, lo voglio, dammeeloooo!!- perde il controllo Barty, afferrando il cellulare dell’illusionista.

-Se vuoi procurarti un cellulare anche tu sarò più che felice di passarti foto e video, ma se intendi portarmi via il mio… scordatelo!- ringhia nell’ultima parte Peter, strattonandolo con più forza per recuperare il suo telefono.

-Devo trovare chi mi venda uno di quei cosi inscatolanti… dovessi ricoprirlo di galeoni!- spergiura, in procinto di raggiungere le porte della TARDIS, prima di ricordarsi che sono in volo.

Inoltre, il Dottore è troppo impegnato a dare spiegazioni ulteriori a Singy, che vuole capire un po’ di più la situazione in cui si trova, per badare a lui.

- Fermo lì,- lo blocca Kevin, strattonandolo per un braccio. -Coi tuoi retrogradi soldi non ti danno nemmeno un telefono giocattolo, qui usiamo un’altra moneta!- spiega, estraendo il suo portafogli per mostrargli i dollari. -E comunque non vanno bene nemmeno questi, andrebbero cambiati in sterline.- aggiunge.

- Con la magia?- si interessa Barty.

- No, con una banca!- fa ricorso a tutta la pazienza che gli rimane il persuasore.

-C’è un cazzo di modo, molto più semplice e veloce!- fa spallucce Peter, andando verso il Dottore. -Hey, Ten, se il mio omonimo ha finito di scartavetrarti i coglioni, avrei una cosa da chiederti!-

-Hey, io non sono così assillante!- protesta il Detective. -Capirai anche tu che non è così facile accettare di punto in bianco che in realtà non esisti se non grazie a un attore che ti interpreta…- borbotta, allontanandosi.

-Nooo, che fa, dove va? Che gli vuol dire? Se mi mette in imbarazzo col mio Dottore io lo pietrifico!- si allarma Barty, estraendo la bacchetta.

Kevin lo tiene per il polso. 

-Prima di fare stragi inutili, almeno prova a dargli il beneficio del dubbio, che dici?-

Barty prova a fidarsi e osserva la scena. Da dov’è può solo vedere, senza sentire, vede Peter e il Dottore parlare, il secondo gesticolare un sacco e muoversi senza sosta, per poi allontanarsi brevemente, prima di far ritorno da Peter, consegnandogli qualcosa.

Peter torna tutto tronfio verso Barty, consegnandogli dei pezzi di carta plastificati molto, molto speciali, perché altro non sono che le foto che il Dottore ha stampato dal cellulare di Peter.

-Anche se non si muovono, sono la cosa più bella che abbia mai visto!- esclama Barty, stringendole al suo cuore. -Sai, Peter, potrei abbracciarti, se non fosse che i Purosangue non fanno cose del genere coi Babbani… e men che meno le fanno i Mangiamorte!-

-Baaaartyyyy,- lo chiama a sé il Dottore, canterellando.

Il Mago Oscuro assicura a sé stesso che un tono del genere non può presagire alcuna minaccia, mentre si reca da lui.

Si accorge che anche il suo Secondo Signore Oscuro ha in mano uno di quegli strani aggeggi come quelli di Peter e Kevin, ma il suo sembra ancora più tecnologico.

Prima che se ne possa accorgere, Ten lo stringe a sé, distendendo il braccio che regge la fotocamera.

-Vieni qui, Sexy, è l’ora di inscatolarci un po’- ammicca scattando diversi selfie, abbracciati sorridenti e anche uno dove sono impegnati in un bacio.

Provvede a stampargli anche quelle foto e un ampio sorriso estasiato attraversa il volto del Mangiamorte, da parte a parte, prima che porti quel suo tesoro nella propria stanza, assieme alla preziosissima sciarpa accantonata in un angolo.

-So che Drinky mi ha fatto anche un video, poi se proprio ci tieni ad averlo, troverò il modo di metterlo in un dispositivo che ti sia più intuitivo da usare di un cellulare.- gli spiega Ten quando lui è di ritorno.

Drinky  e Kevin hanno assistito alla scena e questo da un’idea un po’ piccantina all’Illusionista.

“Hey, fotti-cervello e se ce la facciamo anche noi una carrellata di selfie… non necessariamente vestiti? Così avrai altro materiale da aggiungere alla tua cartella super bollente!” gli propone leccandosi le labbra, come se non fosse già abbastanza audace lo scenario che gli ha prospettato.

-Dico che tanto nessuno noterà la nostra assenza e che… non dobbiamo solo farci delle foto!- ammicca il persuasore verso di lui, la lingua spinta contro i denti.

Ė una bella gara a chi provoca di più chi e ridacchiando i due amanti scompaiono nella stanza a loro più vicina.

------------------------------------------- 

Barty ha superato notevolmente le aspettative quando Ten gli ha presentato un dispositivo adatto a quello scopo, tanto che il Dottore ha capito che forse il Mangiamorte era pronto per un cellulare vero e proprio e fra le cianfrusaglie che conserva da un po’ tutti i pianeti ha trovato un cellulare del 2014 che può fare al caso suo.

E Barty ha appreso in fretta e con entusiasmo tutte le nozioni basilari.

Singy si è affiancato a loro due, solo per la curiosità di sapere che cosa avesse in più rispetto al suo, fermo alla tecnologia dei primi anni del 2000.

-Mio Signore, ora che ho capito come funziona questo aggeggio inscatolante posso recuperare i ricor… err voglio dire i video che ha Drinky da passarmi…- afferma tronfio Barty. -A proposito, dov’è?- aggiunge, guardandosi intorno.

-Non lo so e non mi interessa… sono solo così affascinato dai progressi che si faranno in futuro!- esclama Singy, con l’entusiasmo a mille.

-E questo è lo spirito per viaggiare con me, amico mio!- gli sfodera un sorrisone d’approvazione il Dottore.

Barty si sente quasi messo in ombra ed è qualcosa che non può tollerare.

-Nessuno è più entusiasta di me di viaggiare con il Dottore e scoprire tutte le meraviglie nascoste in ogni epoca o pianeta, anche se i pianeti dello spazio non li abbiamo ancora visti!- gli ringhia contro, abbracciato al suo Secondo Signore Oscuro, come a voler rivendicare la sua proprietà.

-Barty, io credo che l’entusiasmo di Singy sia più rivolto alla tecnologia che ha appena visto che .. al viaggiare con me,- gli spiega, senza però sciogliere quell’abbraccio.

-Esatto, mi riferivo proprio a quello,- conferma il Detective. -Stiamo vivendo, si può quasi dire in… una follia virtuale!-

Mentre lo dice, si sentono delle note di piano basse farsi sempre più insistenti, con uno swing al quale Singy si abbandona, cominciando a schioccare le dita.

-No, non lo fare…- borbotta irrequieto Barty.

-Oh sì, sì, fallo!- lo istiga Ten, divertito.

-Oh yeah

What we're living in

(Let me tell ya)

It's a wonder men can eat at all

When things are big that should be small

Who can tell what magic spells we'll be doing for us

And I'm giving all my love to this world-

Singy sta già cantando mentre si muove come se si trovasse su un tapis roulant.


-Awww, Barty, lo stai ascoltando? Cose più piccole che invece sono più grandi all’interno… incantesimi magici …. questa potrebbe essere la nostra canzone!- lo bacia su di giri il Signore del Tempo e il Mago Oscuro non ha certo alcunché da obiettare.

-Future's made of virtual insanity now

Always seem to, be governed by this love we have

For useless, twisting, our new technology

Oh, now there is no sound.-
 

Ad arrestare il canto e  il ballo del detective stavolta ci pensa la TARDIS, con degli scossoni che gli fanno perdere l’equilibrio, nonostante atterri sul morbido, probabilmente su qualcosa che ha predisposto l’astronave stessa.

La sua infatti non è stata cattiveria verso il nuovo arrivato che invece ha preso particolarmente in simpatia, ma un semplice e tipico segnale che fa capire a tutti che sono giunti a destinazione.

Broadchurch li attende.



TBC

Oh sì, avete capito bene, nel prossimo capitolo arriverà Alec… lo sentite già borbottare in lontananza? XD
E aspettatevi cose pazze XD

piccolo disclaimer sulle canzone usate, anche se sono famosette, suvvia ;)  : ‘All my Myself’ di Eric Carmen (anche se la versione più famosa di sicuro è quella di Celine Dion’ , ‘You are not alone’ di Michael Jackson e ‘Virtual Insanity’ di Jamiroquai (se andate a vedere il video vi farete un’idea di come l’abbia ballata Singy XD )

Il resto lo lasciamo dire a voi … vanno bene anche gli insulti ahaha, scatenatevi.

 

A presto… più o meno.. di sicuro non più così in ritardo e buone feste a tutti ^^’

L&L




P.s.
Qui è Loki a parlarvi.
Alcuni mi conoscono da facebook, ma lo scrivo anche per gli altri.
Per motivi di depressione (sto attualmente prendendo delle pillole per superare la situazione), non sono riuscita a scrivere in questo capitolo.
Ho solo tentato di superare il periodo ritardando la pubblicazione e per questo mi scuso.
In futuro finchè non mi rimetteró riusciró solo a dare idee a Lu che deciderá se inserirlo nei capitoli o meno.
Mi scuso ancora per questa situazione e prometto di rimettermi peil ritorno di Crowley e di Azi (incrociando le dita)

Loki

 

 

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Capitolo 13
*** Capitolo XII: Trip down memory lane ***


Heylàààà,
pronte a nuove avventure dei cinque pazzoidi?
Aspettatevi di tutto, soprattutto una new entry XD


cover-Incontri-Ten-TENNANTi

 


Capitolo XII: Trip down memory lane


- Allora, mio Dottore, me lo vuoi dire qual'è il tuo piano geniale per catturare anche l’altro detective? - lo tampina Barty, gironzolandogli attorno.

- Punto primo, noi non catturiamo nessuno, sia ben chiaro, reclutiamo gente da portare a David e facciamo in modo che gradiscano la permanenza con noi il più possibile. - comincia a chiarire il Signore del Tempo.

Singy si fa timidamente avanti.

- Se posso permettermi, con me siete stati un filo brutali… -

Il secondo successivo, Barty gli sta pressando la bacchetta alla gola.

- No, non puoi permetterti, Babbano banale, osi mettere in discussione la parola del mio Secondo Signore Oscuro? - ringhia il Mangiamorte.

- Barty, quante volte lo abbiamo fatto il discorso che c’è modo e modo di opporsi al parere di qualcuno che è discorde con noi? - ripete pazientemente Ten, prendendogli la mano che regge la bacchetta e allontanandola da Singy, che lo ringrazia con lo sguardo.

- Hai ragione, mio Dottore, ti chiedo perdono… è che questo Babbano banale è così insolente! - borbotta il Mago Oscuro, lanciando al detective un'occhiata glaciale.

- Ho forse detto brutali? Volevo dire cordiali, cordialissimi!- rettifica Singy, allontanandosi.

Kevin e Drinky non sono ancora nei paraggi ma a nessuno va di scoprire dove si trovino, né tantomeno cosa stiano facendo.

- Qual era il secondo punto? - torna sull’argomento principale Barty.

- Questo: come fai a dire che è geniale se ancora non l’hai sentito il mio piano?- lo interroga l’altro.

- Oh, ma è semplice, se è un tuo piano, qualsiasi cosa sia, va da sé che sarà geniale ed infallibile! -

- Vieni qua, adulatore! - lo tira a sé Ten per poterlo attirare in un lungo bacio focoso.

Tuttavia, questo non distoglie Barty dai suoi obiettivi

- Non mi hai ancora detto del tuo piano. - insiste.

- Farò qualcosa di meglio che dirtelo, te lo mostrerò direttamente!- ammicca il Dottore, misterioso, prima di allontanarsi.

Quando fa ritorno dall’immenso e fornitissimo guardaroba della TARDIS, vestito con una lunga tunica nera, incappucciato e col viso coperto da una maschera d’argento grottesca, Barty per poco non gli salta addosso.

-Ecco cosa intendevi quando dicevi che ti ho ispirato io.- sorride il mago, su di giri.

- Esatto, se tutti ci vestiamo così saremo praticamente irriconoscibili e non servirà né un tuo incantesimo, né uno sforzo mentale da parte di Killgrave… ci prenderanno probabilmente per un gruppo di attori… o una setta satanica, nel peggiore dei casi.- ipotizza il Signore del Tempo.

-Oh sì, mi piace, sarà un così meraviglioso tuffo nei ricordi!- approva entusiasta Barty. -Ma promettimi che poi, una volta recuperato il secondo detective, ci divertiremo un po’ tu ed io vestiti così, nella tua o nella mia stanza?- azzarda, perdendo ogni contegno.

Il Dottore si toglie la maschera, ma solo per guardarlo meglio.

-Potrei mai negarti e negarmi un simile divertimento?- gli schiocca la lingua con una luce lussuriosa nello sguardo che riempie il suo partner di aspettative. -Vieni, andiamo a convincere gli altri.-

Oh sì, mio Signore, dovessi metterli tutti sotto la Maledizione Imperius se oseranno rifiutarsi!” spergiura il Mangiamorte tra sé e sè.

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Una volta spiegato il piano, nessuno si è rifiutato. Drinky e Kevin l’hanno trovata un’idea originale e stuzzicante, Singy beh… lui farebbe qualsiasi cosa pur di non sentirsi più così solo e fuoriposto.

Non serve nemmeno dirlo, Barty si crogiola dalla gioia di indossare di nuovo quegli abiti, assalito da ricordi che lui considera ‘felici’.
Il Dottore non glielo confesserà mai, ma un po’ subisce il suo fascino oscuro vedendolo in quelle vesti.

Per questo, camuffati in quel modo un po’ inquietante, i cinque escono dalla TARDIS e cominciano ad esplorare la zona.

Riescono a percorrere giusto qualche metro, prima che una voce femminile li sorprenda alle spalle.

-Hey, voi, chi siete? Perchè siete conciati in quel modo?-

I cinque si voltano in direzione della voce, la cui proprietaria è un’avvenente donna sui trent’anni, alta, dal fisico mozzafiato, con occhi azzurri e lunghi boccoli biondi.

-Non mi piacete. Non mi convincete affatto… io chiamo la polizia…- si insospettisce lei, cercando il cellulare nella borsa.

Barty, com’è facile immaginare, è accanto al suo Dottore e l’istinto di volerlo proteggere è più forte del solito.

-Mio Secondo Signore Oscuro, lasciamela mettere sotto Imperio e non ci intralcerà!- gli bisbiglia, sfoderando la sua bacchetta, pronto ad agire.

-Il potere delle mie parole può essere ancora più rapido e incisivo!- suggerisce Killgrave, parlando anche lui a bassa voce.

-Io la potrei sedurre e se ne starebbe buona, buona. - azzarda Drinky, allo stesso modo.

- Facciamo che tiro fuori il mio distintivo e le dico che stiamo facendo un’indagine!- propone Singy, più metodico, mentre la ragazza è ancora impegnata a cercare il suo cellulare.

Le borse delle donne possono essere dei labirinti, specie nel momento del bisogno.

- Apprezzo il vostro spirito di iniziativa, ma stavolta lasciate fare a me!- decide per tutti il Dottore, affidandosi alla sua carta psichica.

-Siamo una compagnia teatrale, Milady, e allestiremo uno spettacolo qui,- dice, mostrando un piccolo foglio totalmente bianco che la giovane donna guarda con molto interesse. -Solo che prima ci serve avere un permesso firmato dalla polizia. Saprebbe dirci dove si trova?- chiede, affabile.

- Ma certo, proseguite sempre dritto per circa un miglio, poi svoltate a sinistra, lo riconoscerete perchè è un edificio circolare e poi è vicino al tribunale. - spiega lei, ora molto più cordiale e tranquilla. -E siccome è di strada, se vi serve un posto per la notte, potete stare al Trades Hotel. Dite che vi manda Becca Fisher, lo gestisco io.- sorride loro. -Fatemi sapere poi per lo spettacolo, verrò volentieri!-

- Ci fa molto piacere, Milady. Grazie di tutto, a presto.- la congeda, allontanandosi con il suo gruppetto.

 

Barty gli si accosta, prendendolo a braccetto.

-Mio Signore, come ci siete riuscito? Era meglio di una Maledizione Imperius, era meglio di quello che fa di solito Kevin…-

-Hey! - protesta killgrave, punto sul vivo. - Beh sì, è stato notevole.- riconosce, subito dopo.

- Se non fosse che ho il vostro stesso obiettivo, vi farei arrestare tutti, voi siete pericolosi!- borbotta Singy, inquieto.

Barty si volta fulmineo verso di lui.

-Oh sì, non sai quanto!- sogghigna minaccioso, ma a causa della maschera lui non lo può vedere.

- Barty, se ben ricordi, c’eri cascato anche tu nel mio trucchetto della carta psichica, quando ti avevo fatto credere che ti avrei portato in quel carcere peggio di Azkaban!- gli ricorda il Dottore.

- Dico sempre a Kevin che è un grandissimo bastardo, ma nemmeno tu scherzi, Ten! - dice la sua Drinky.

- Lui mi piace anche per questo!- si stringe al suo Dottore Barty, mentre gli altri si complimentano ancora per la sua mossa.

Ten si bea dell’ammirazione dei suoi Companions, specie uno che ormai il livello di semplice Companion l’ha sconfinato da un pezzo, prima di rivolgersi a tutti, da bravo leader che è.

 

- Bene, ora che abbiamo capito dove si trova il luogo che ci interessa, facciamo ritorno alla TARDIS, prima che qualcun altro ci veda - spiega, mentre tornano indietro - Agiremo stanotte.-

- Oh, mi piace,- approva Barty. - Ed esattamente cos’è che faremo?-

- Casino. Un gran casino. Caos. Confusione, Pure un pizzico di paura. Dobbiamo farci notare. - lo manda in brodo di giuggiole con la sua risposta.

- Oh, questo piace anche a me!- approva Drinky. - Quindi ora che facciamo?- 

-Quale parte di ‘Facciamo ritorno alla TARDIS’ non era chiara?- ribadisce il Signore del Tempo.

-Scusa, ma dove siamo, a una cazzo di gita scolastica, dove poi bisogna rientrare accompagnati dal Professore?- controbatte Drinky.

- Vista l’età mentale di alcuni di voi direi più quella di un asilo!- gli dà il benservito Ten.

Sì, proprio lui che ha esultato perché i capelli gli sono stati tramutati in rossi, peggio di come farebbe un bambino davanti ai regali sotto l’albero.

- E comunque io un Professore lo sono stato per davvero!- informa tutti Barty, con fierezza.

- Peter però non ha tutti i torti, perché dovremmo far ritorno? Abbiamo appurato che tanto conciati così non ci può riconoscere nessuno…- incalza Kevin, avvicinandosi al Dottore. - E poi ci porti in un posto così bello, con le scogliere, il mare così suggestivo ...e non ce lo fai nemmeno visitare?-

- Tu sei un po’ troppo persuasivo, controllo mentale o no!- borbotta Ten, prima di prendere in considerazione quelle argomentazioni.

- Tutto sommato sì, siamo sufficientemente camuffati per dare nell’occhio sì, ma senza dare troppo nell’occhio… se avete capito cosa voglio dire.-

- Io ti capisco sempre, mio Signore!- mormora Barty con aria adorante.

- Quindi … perché no? Se ci tenete a fare un po’ i turisti, fate pure. -

- Andiamo tutti in pasticceria, quindi?- propone Singy.

- Ma tu pensi sempre solo al fottuto cibo?- lo canzona il suo omonimo. -Abbiamo detto attività da turista!-

- Beh, quando vado in vacanza, visito sempre le pasticcerie locali, lo trovo rispettoso nei confronti della città che mi sta ospitando!- insiste l’altro.

- Beh, vorrai dire che sarai rispettoso per conto tuo, - replica Kevin, ma seppur sia un comando sa che non gli servirebbe.

Singy si avvia festoso verso la sua meta, prima che Ten abbia anche solo il tempo di dirgli qualcosa, ma confida nel suo buon senso da detective.

Non sarà così stolto da farsi scoprire, no?” si chiede, cercando di far prevalere il suo ottimismo.

- Io voglio fare un giro in spiaggia… ci andavo sempre quando ero con Jessica!- aggiunge, facendosi malinconico.

- Se mi devi scassare i coglioni con la tua super donna col cazzo che ti accompagno!- fa il ritroso Drinky.

- Ma tu non hai più l’immunità,- sogghigna perfido il persuasore. - Dài, My Sexy Slave, vieni con me in spiaggia. E dimmi sinceramente se ti costa poi tutto questo sforzo.-

- Andiamo, dannatissimo fotti-cervello!- sbuffa Peter, per poi cambiare umore e prenderlo a braccetto. - E no, nessuno sforzo, ti avrei seguito comunque.-

- Lo sapevo- ridacchia trionfante l’altro.

A loro però Ten deve assolutamente dire qualcosa.

- Voi due, mi raccomando, non toglietevi le maschere, potrebbe vedervi qualcuno!-

-Tranquillo, Dottore, ci rotoleremo sulla sabbia, nudi come mamma ci ha fatto, ma sempre tenendo su le maschere!- mette in imbarazzo tutti Drinky, come al solito.

- Dannazione, a loro due nemmeno posso far dimenticare quello che hanno sentito!- borbotta Killgrave. - Oh beh, tanto vale che andiamo a metterlo in pratica.- fa spallucce, allontanandosi con un partner ridacchiante.

- E noi, mio Signore, cosa possiamo fare?- gli domanda impaziente Barty.

- Beh, Barty, io ho del lavoro da fare, cose da preparare per stasera e serve davvero che io faccia ritorno alla TARDIS,- mugugna il Dottore, che odia anche il solo pensiero di deluderlo.

- Io e te da soli nella TARDIS, come è stato dall’inizio? Non potrei chiedere di meglio!- esulta il Mangiamorte, mentre si avvia con lui. - E con te vestito così non credere che ti possa resistere ancora a lungo… beh, ho problemi a resisterti con te vestito in qualsiasi modo, ma… -

- Per quanto mi lusinga, davvero, Barty, devo lavorare… -

- Oh, ma io sono sicuro che troverai il tempo per tutto,- mormora Barty, con voce più roca. - Sai, i Babbani hanno quello stupido detto ‘Prima il dovere e poi il piacere.’ Lo trovo illogico, vuoi mettere quanto dia più motivazione occuparsi del dovere dopo che ci si è dedicati al piacere?- ammicca, accarezzandogli le vesti, approfittando del fatto che non stia passando nessuno.

- Tu frequenti troppo Kevin e le sue arti persuasive!- protesta il Dottore, già in difficoltà nel mantenere il necessario autocontrollo.

- Suvvia, mio Secondo Signore Oscuro, quando ci ricapita di riavere tutto questo tempo solo per noi? E se poi sei un Signore del Tempo o no? Un’ora in più se ti serve, con la tua TARDIS la ottieni come niente!-

- Barty, sei perfido!- ridacchia il Dottore.

- Oh sì, lascia che ti dimostri quanto!- lo prende per un braccio il Mago Oscuro, smaterializzandoli nella TARDIS.

- Woah! Questo non me lo aspettavo!- esclama sorpreso Ten, un po’ scombussolato.

- Volevo provarci. O mi riusciva o … finivamo spaccati.-

- Co… come spaccati?- strabuzza gli occhi l’alieno.

- Beh, mi sembra che non sia successo, no? Quindi davvero, vuoi impiegare questo tempo che ti ho fatto risparmiare rimproverandomi per la mia avventatezza… o facendo qualcosa di decisamente più allettante?- toglie le maschere ad entrambi per cominciare a baciarlo.

- Bartemius Crouch Junior, - mormora il Dottore contro le sue labbra. - Tu sei davvero il più perfido dei perfidi!-

**************

Mentre due certe coppiette si danno ad effusioni bollenti in due posti diversi, il più solitario del gruppo sfoga le sue carenze effettive con una generosa porzione di brownie.

Mentre è rapito dall'estasi del gusto, Peter Carlislie non può nemmeno lontanamente immaginare che proprio fuori da quella pasticceria ci sia l’obiettivo delle loro ricerche.


-Voglio risentire Ashworth, dobbiamo trovare il modo di metterlo contro Claire, forse così si tradirà da solo…-

Così il Detective Ispettore Alec Hardy sta dando disposizioni alla sua collega, la Detective Sergente Ellie Miller, l’unica in grado di tenergli testa.

-Okay, capo, ma non faremo niente di tutto questo se prima la sottoscritta non si prende un bel caffè e mette qualcosa sotto i denti.- ribatte lei, con una mano già sulla maniglia.

-Entra tu, io ti aspetto fuori.-  borbotta lui.

-E perché mai, scusa? Mangiamo sempre insieme!- gli fa notare lei.

-Quei maledetti avvocati, noi due visti insieme… lo sai.- si sistema il ciuffo lui, con fare irrequieto.

-Quegli avvocati e le loro calunnie possono andarsene all’inferno. Offro io e non accetto rifiuti.- lo trascina con sé alla pasticceria Ellie.

Peter sta dando loro le spalle, tutto intento a gustarsi la sua prelibatezza, allo stesso tempo attento a incappucciarsi la testa a dovere, ora che ha levato la maschera.

Assapora ogni boccone con tutta la calma che quel procedimento richiede ed è solo durante l’ultima forchettata che si accorge che qualcuno sta chiacchierando alle sue spalle.

-Millah, maledizione io il mio cookie l’ho finito da un pezzo e tu stai ancora facendo la corte a quel bignè. Il lavoro non aspetta i tuoi comodi!- sbotta Alec, picchiettando l’orologio che ha al polso.

-Che modi! Me lo porto via assieme al caffè, contento? Andiamo!- si arrende Ellie, prendendo la sua borsa e andando alla cassa, mentre lui si porta all’uscita.

Impedire a qualcuno di gustarsi il proprio cibo? Tsk, tsk, che orribile, orribile persona!” si perde nelle sue congetture Peter mentre succhia il cucchiaino.

Non ha minimamente notato quanto quella voce assomigliasse alla propria, forse perché aveva un tono molto più rabbioso.

-------------------------------------

Quando tutti e cinque arrivano sul luogo indicato ormai è notte fonda, proprio come voleva il Dottore.

-Io non posso credere che lo stia facendo veramente,- borbotta Singy, accendendo la molotov di cui Ten ha dotato ognuno di loro.

Ebbene sì, nonostante abbia ceduto, e più di una volta, alle avance di un affascinante Mangiamorte tentatore, Ten è riuscito anche a ultimare il lavoro che si era ripromesso, mandando Barty a giocare con la slot machine, a discapito del risultato che aveva ottenuto sul display.

-Va contro tutti i miei principi.Cioè, okay… ho fatto di peggio da ragazzo, ho anche provato droghe, acidi, fatto atti vandalici, qualsiasi cosa pur di combattere la noia, ma non mi fa piacere riviverlo ora...- ammette il detective, stupendo i suoi interlocutori.

- Ah, senti, senti, quindi Mr. Pasticceria ha anche avuto altri interessi nella sua vita!- lo canzona Drinky.

- E, per la cronaca, cosetto, quando sei tornato alla TARDIS e ti abbiamo chiesto ‘L’hai trovato?’ non intendevamo il pasticcere al quale hai saccheggiato mezzo negozio!- rimbrotta Kevin.

- Io pensavo di farvi una cosa gradita!- mugugna il più giovane del gruppo.

- E lo è stato, solo che abbuffarci di zuccheri e calorie non è la cosa più indicata quando si ha una Missione. - gli spiega il Dottore. - Ma la Stanza delle Torte manterrà i dolci che ci hai portato come appena usciti dalla pasticceria.- lo rincuora.

- Una Missione, non ne avevo da così tanto tempo!- esulta Barty, su di giri.

- Scusami, ma non ne avevi appena finita una prima che il tuo prezioso Dottore ti salvasse?- lo interroga Kevin.

- Beh, sì… ma in viaggio con il mio Secondo Signore Oscuro sembra che siano passati degli anni!- si giustifica il Mangiamorte, stringendosi al suo amato.

- Beh sì, la TARDIS può fare quest’effetto!- ridacchia Ten, prima di ricordarsi il motivo per cui sono lì.

- Tornando a noi e a quello che siamo facendo, Singy, fidati, se ti dico che è per una buona causa!- insiste Ten, lanciando la sua molotov per primo, per fare da pioniere.

La bottiglia incendiata rompe il vetro, prima di causare la prima esplosione all'interno del tribunale, che a quell’ora fortunatamente è vuoto.

Singy si arrende ed imita le azioni del Dottore.

Killgrave è più restio a riguardo.

- Non rientra nel mio stile, di solito queste cose le faccio fare a qualcun altro, - borbotta il persuasore, prima di rivolgersi all’illusionista. -Peter, lancia anche la mia.-

Drinky l’afferra con fin troppo entusiasmo, lanciandola insieme alla sua. - Questo non è nemmeno il genere di cose che mi devi ordinare, caro il mio fotti-cervello!- ride, esaltato.

Nonostante le maschere celino i loro volti, Ten avverte l’occhiata interrogativa che Barty gli sta lanciando. Lui infatti la sua molotov non l’ha nemmeno accesa ancora.

- Che c’è?- gli domanda il Dottore.

- E me lo chiedi pure? Sono un Mago Purosangue, non mi abbasserò mai a utilizzare questi retrogradi metodi Babbani!- replica schifato.

- Da’ qua, che ci penso io!- gli ruba di mano la bottiglia esplosiva Drinky, accendendola e lanciandola, rompendo un altro vetro.

- Ma cos’è, hai un passato da teppista?- gli domanda Kevin, intrigato, stringendolo a sé.

- Ooh, pure tu, quindi? - si rivolge all’Illusionista il detective, sentendosi meno solo in quell’ambito.

- No comment. Diciamo che mi piace stupire con effetti speciali - spiega l’interessato- Vorrei usare più fuoco nei miei show, fuoco vero, ma quelle teste di cazzo non mi stanno mai ad ascoltare! Non è che mi puoi prestare il tuo potere, caro il mio fotti-cervello?- lo fa ridere.

- Sta’ a vedere, mio Dottore,- mormora Barty, prima di sfoderare la bacchetta, emozionato come un bambino che sa che il padre è venuto a vederlo a giocare alla sua partita. -Lacarnum Inflamarae! - pronuncia, disegnando una mezza curva e poi tirando giù il braccio.

 

Dalla sua bacchetta escono piccole palle di fuoco che si fiondano sulle finestre già rotte.

Barty sa bene di non essere ricorso ad alcun Incantesimo Oscuro, anzi, è uno piuttosto facile, ma può fare al caso suo, perché lo ha praticato in un luogo chiuso, che consente al materiale che ha reso infiammabile di propagarsi molto velocemente.

Il Dottore gli si struscia contro, nonostante i molti strati di tessuto che li dividono.

- Sai, Barty, mi fa un certo effetto vederti all’opera in questo modo…- gli sussurra, dimenticandosi per un attimo di dove si trovi e quale sia il suo compito.

Ci pensa Singy a ricordarlo a tutti.

- Voi quattro, avrete tutto il tempo di amoreggiare dopo, ora state concentrati, la polizia sarà qui a momenti.- separa le due coppie il detective. -Che nostalgia!- sospira, malinconico.


Singy non si sbaglia. Considerata la poca distanza che li separa dal distretto, non hanno nemmeno dovuto aspettare che qualcuno desse l’allarme, hanno visto da soli cosa stava accadendo.

Il Detective Ispettore Alec Hardy e il Detective Sergente Ellie MIller si sono subito precipitati sul posto, con una piccola squadra al loro seguito.

-Maledetti teppistelli impasticcati che si divertono a far i vandali, li sbatto in galera per una notte, vedi come gli passa la voglia di fare queste bravate!- brontola Alec, cercando di avvicinarsi.

Al contempo sono sopraggiunti sia i pompieri per spegnere l’incendio, sia Maggie e Olly del Broadchurch Echo per scattare le foto e scrivere un articolo.

Barty è sovraccarico di adrenalina e quell’abbondanza di Babbani gli fa perdere il controllo, prima che Ten se ne possa accorgere.

-MORSMORDRE!- urla puntando la bacchetta contro il cielo.

Quella sera è particolarmente poco stellato, il che rende ancora più visibile il terrificante teschio verde smeraldo con una lingua a forma di serpente che fuoriesce da esso.

-Funziona anche qui! Sì!- esulta il Mangiamorte, con lo stesso entusiasmo di quella lontana notte della Coppa del mondo di Quidditch. -Ora il tuffo nei ricordi è completo.-

-Oh no, Barty, cosa hai fatto?- borbotta il Dottore, sconvolto.

Tutti gli abitanti di Broadchurch guardano in cielo, atterriti e confusi.

 

Killgrave si accorge anche dell’equipe che sta scattando foto e agisce per tempo, avanzando verso di loro.

- Lassù in cielo non c’è nulla di interessante. Cancellate le foto che avete fatto e restate concentrati solo sull’incendio del tribunale. - 

-Bravissimo, Kevin!- si complimenta il Dottore con Kevin, lasciando Barty ancora più avvilito.

Ma certo, che stolto! Che mi aspettavo? Quello è un marchio che onora il mio Primo Signore Oscuro, logico che al mio Secondo Signore Oscuro la cosa non stia bene. Me ne serve uno che renda omaggio a lui!” pianifica silenziosamente.



“Alec… lo vedi anche tu quel… coso strano in cielo?” mormora Ellie, preoccupata.

“Sarà un qualche tipo di fuoco artificiale di ultima generazione… quei teppistelli vogliono solo intimorirci, ma si sbagliano di grosso!” ringhia l’Ispettore.

“Fermi tutti, polizia! Avanzate verso di noi, lentamente.” proclama a gran voce Alec, l’autorità chiara nel suo tono.

Nascosto dalla sua maschera, Singy sembra prenderlo alla lettera, perché cerca di avvicinarsi al loro obiettivo il più possibile, ma il suo omonimo se ne accorge.

- Vieni qui, tu, non conviene lasciare il gruppo,- lo tira di nuovo dalla loro parte.

- Lo vedi anche tu quanto è bello e carismatico? La sicurezza in ogni suo gesto? - commenta il più giovane, con occhi ricolmi di ammirazione - Chissà se un giorno anch'io sarò così.-

- Benissimo, ora che abbiamo attirato la loro attenzione che è quello che volevamo, Barty, rimetti tutto a posto. So che lo puoi fare.- lo esorta Ten.

- Ma… come? Mio Signore…-

- Non crederai davvero che lasci bruciare una così importante struttura, adibita a far trionfare la giustizia, fino a che non ne resteranno che macerie, ti pare?- persiste nella sua causa il Signore del Tempo.

- Mio Dottore, devo proprio?-

- Da bravo, Barty, su. -

Il Mago Oscuro non può certo opporsi e seppur controvoglia lancia un ‘Aguamenti’ che getta acqua sulle fiamme, prima che si propaghino troppo e un ‘Reparo’ che risana tutti i vetri rotti.

-Ma… che diavolo sta succedendo?- borbotta Ellie, sconvolta.

Killgrave sa di trovarsi nel suo raggio di azione, gli basta solo urlare un po’.

-Tutti, tranne il detective uomo, Singy e il mio Peter,  dimenticate quello che avete visto!- fa in modo che lo sentano tutti.

- Il tuo Peter?- gongola Drinky, pizzicandolo giocosamente a un fianco.

- Non ti fare strane idee, era per distinguerti dall’altro,- spiega scontroso il persuasore. -Io non ti chiamerò mai con quello stupido nomignolo!-
 

-Questa storia mi  piace sempre meno…- borbotta Alec.

-Quale storia? Cos’è successo? Io non so nemmeno perché siamo qui!- lo guarda confusa Ellie, così come il resto dei poliziotti.

- Mi prendi in giro, maledizione? Il tribunale che andava a fuoco… e poi è tornato maledettamente normale?- sbotta lui, capendoci sempre meno.

-Alec, sicuro di sentirti bene?- lo guarda preoccupata la sua collega.

- Voi cinque teppisti! Non fate più niente e venite subito verso di noi. Ultimo avvertimento!- sbraita il detective.

- Che facciamo adesso?- domanda Kevin al Dottore.

- Ora è il momento del mio tuffo nei ricordi,- ridacchia lui. - Tre, due, uno…. correte!- comanda lui e i cinque si danno alla fuga.

- Maledetti, non provateci nemmeno!- si lancia all’inseguimento Alec, prima che Ellie possa capirne anche solo il motivo.

La fisicità dell’attore che li interpreta permette a tutti e cinque di correre molto agilmente, ma allo stesso modo lo permette anche ad Alec, che forse perché fresco di un intervento di pace-maker, deve stare attento a non sforzarsi troppo, ma riesce comunque a non perderli di vista.

Il Dottore e i suoi companions arrivano in prossimità della TARDIS, che agli occhi di Alec appare solo come una normale cabina telefonica.

Il Dottore è il primo a entrare, ovviamente.

Che allocco, si è messo in trappola da solo!” pondera Alec, pensando la stessa cosa quando vede entrare anche il secondo.

Tuttavia, quando vede entrare in quella minuscola cabina anche il terzo, il quarto e il quinto teppista, qualcosa non gli torna.

Ma che accidenti….?”

Il Detective si avvicina prudentemente alla cabina, le cui porte sono state lasciate appositamente aperte.

Con una mano sulla fondina, Alec decide di addentrarsi in quella cabina.

Chi è lì dentro non aspetta altro, soprattutto uno di loro.

-Stupeficium!- grida qualcuno davanti a lui e per il Detective è troppo tardi per fare qualsiasi cosa, con una forza misteriosa che lo schianta contro una parete.

-Barty, avevamo detto gentilmente!- lo rimprovera Ten.

-Questo è gentilmente!- si difende il Mago Oscuro, mentre tutti guardano il nuovo arrivato, privo di sensi.

Non che possano guardarlo molto, dato che è svenuto faccia a terra, con le mani in avanti come riflesso incondizionato a pararsi la caduta.

- Dovevate lasciate parlare me!- dice la sua Killgrave.

- E togliermi questo minimo di divertimento? Dopo aver ripristinato il tribunale, mi ci voleva!- ribatte Barty.

- Solo a me non fate divertire. Ho un fucile che spara tranquillanti, a che cazzo mi serve se non me lo fate usare?- protesta Drinky.

- Io vado a mangiare qualcosa, avvisatemi quando si sveglia!- informa tutti Singy che ormai alla Sala delle Torte saprebbe arrivarci ad occhi chiusi.

Sopportali, Dottore, sopportali, sono i tuoi Companions, tu vuoi bene ai tuoi Companions,” si ripete come un mantra il Signore del Tempo, stringendosi le tempie con una mano e gli occhi chiusi. “Soprattutto a uno vuoi un può più che bene.”  li riapre, per guardare Barty e torna di ottimo umore all’istante.

-Ti abbufferai dopo, Mr. Pasticceria, questo qui sta già riprendendo i sensi!- urla Drinky, fermando in tempo il suo omonimo che accorre curioso.

In effetti è vero, Alec ha cominciato a muovere lentamente le gambe e poi la testa.

 

- Allora dicevi il vero, Barty, sei stato gentile, tutto sommato.- riconosce il Dottore, prima che il loro ospite riapra gli occhi e sollevi lo sguardo.


TBC

Ta dan! Il delirio aumenta, ora siamo a quota sei, vi è piaciuto il caro Alec? E il piccolo spiraglio su Broadchurch? ;P
E il piano di Ten con tutti versione Mangiamorte improvvisati? Ok uno dei cinque non era affatto improvvisato ahah.
Nel prossimo capitolo (che se tutto va bene arriverà in qualche punto non precisato di Marzo ^^’) vedrete le sue reazioni ;) e molto altro.
E poi aguzzate la vista, ancora un po’ di pazienza e vedrete un Ineffabile ritorno ;P

Besos

L&L

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Capitolo 14
*** Capitolo XIII: You have my same... ***


Buongiooorno, prima ancora di scler..ehmm scrivere qualsiasi altra cosa, rullo di tamburi LOKI È TORNATAAAAAAAAAAAAA!!!!!!
Non che abbia mai effettivamente smesso di esserci. Questa storia è di entrambe sempre e comunque, ma vi siamo grate per la vostra pazienza in questi mesi che per lei non sono stati affatto facili ❤

Quindi vi lasciamo con Alec alle prese con quelli che ora son diventati i Magnifici Cinque, buon divertimento! ;)


cover-Incontri-Ten-TENNANTi


 

Capitolo XIII: You have my same…




-Scusali, loro sono un po’ maneschi, specie uno,- borbotta uno degli individui  mascherati, andandogli vicino.

La sua voce gli risulta fin troppo familiare, seppur con un accento decisamente diverso.

Tuttavia non è questa la cosa che lo sbalordisce di più.

-Fatemi capire… prima che mi spingesse qualcosa eravamo davanti una cabina telefonica… ora siamo in una specie di autosalone immenso. Come può essere?-

-Amico mio, non è un autosalone, questa è la TARDIS! È più grande all’interno!- gli spiega un altro dei tizi incappucciati e mascherati. Pure questo con una voce simile, ma con un’inflessione diversa e un modo di parlare molto più veloce e un acceso entusiasmo che traspare dal suo tono.


Non ha la più pallida idea di che cosa abbia blaterato.

"Cose che sono più grandi all’interno? Che stupidaggini! Non è scientificamente possibile, nulla di questo ha il benché minimo senso e… " pondera, prima di giungere a  una brillante deduzione.

Dopotutto è un detective eccellente.

-Ho capito!- si illumina Alec. -Siete i colleghi di Millah e okay, anche i miei, ma più i suoi, che mi avete fatto questo scherzo per quella volta che non ho voluto partecipare a quella cena di compleanno. Ingegnoso davvero! La cosa della cabina e dell'autosalone… non ho ancora capito come ci siete riusciti, peró, ma Millah questa me la paga. Il modo in cui imitate la mia voce poi, davvero ben fatto, magari andrebbe solo perfezionato un po’ il mio accento…-

-Non è un autosalone!- sbotta il tizio precedente, ora chiaramente risentito, mentre per la prima volta si sente uno scossone.

Tutti sono costretti ad aggrapparsi da qualche parte. 

Alec è l'unico che, stando ancora seduto, riesce a non doversi aggrappare a quella turbolenza di terremoto, peró si guarda intorno allarmato.

- Io lo so fare il tuo accento, è anche il mio!- protesta il primo che gli ha rivolto la parola, il più giovane del gruppo, ma nascosto sotto quelle vesti Alec non lo può certo intuire.

-Oh, piedipiatti numero due, non hai una cazzo di idea di quanto sei fottutamente lontano dall’aver capito la fottuta realtà!- lo sbeffeggia un terzo individuo, con una voce altrettanto simile ma un altro differente accento e un lessico decisamente più volgare, avvicinandosi a lui in modo più dinoccolato degli altri.

Se non fosse per quella lunga e pesante tunica che lo copre, Alec sarebbe pronto a giurare che lui stia… sculettando?

 

-Quindi non siete i colleghi del distretto?- domanda e i cinque scuotono le teste mascherate in modo negativo.

-Chi manca di rispetto alla TARDIS manca di rispetto anche al mio Secondo Signore Oscuro e chi manca di rispetto al mio Secondo Signore Oscuro... deve vedersela con me!- lo minaccia un quarto individuo avvicinandosi così velocemente che sembra abbia volato con una scia fumosa, con uno strano bastoncino che gli viene puntato all’altezza della fronte.

Di nuovo una voce simile, con un accento leggermente più Britannico ma un tono molto roco e ringhioso.

-Uno, due, tre, quattro,cinque…- li conta Alec, -Tu là in fondo non mi hai ancora parlato!-

-Se ti parlo io, a seconda di quello che dico, potrebbe essere un gran problema per te, quindi se fossi in te mi augurerei che non lo faccia spesso.- parla anche il quinto individuo mascherato.

Ancora una volta, la stessa voce, ma con l’accento più Britannico di tutti e qualcosa nel suo tono che gli mette i brividi, forse anche per la velata minaccia nelle sue parole.

Alec è colto da un sospetto e cerca qualcosa nella tasca della sua giacca, estraendo un tubetto arancione con delle pillole all’interno e un’etichetta sul retro.

- Ah-ah, fra gli effetti collaterali riporta allucinazioni uditive…- legge ad alta voce. -Ora torna tutto.-

-Comunque, se posso darti un consiglio, non è il giochetto ‘più piccolo fuori, molto più grande dentro ‘ la cosa per cui ti dovresti meravigliare di più.- lo avverte il primo che gli ha parlato, quello che gli è rimasto più vicino. -Ten, ora ce le possiamo togliere le maschere?-si rivolge a quello che deve essere il loro leader.

-Direi di sì, non ha più senso tenerle.- approva l’interpellato. -Però, è meglio se lo facciamo tutti nello stesso momento. Al mio tre. Uno, due…-

Al ‘tre’ tutti eseguono il comando in modo simultaneo e Alec cade nuovamente a terra per lo spavento: sta fissando cinque volti bene o male identici al suo.

Alec riagguanta il suo tubetto di medicinali e sembra tranquillizzarsi all’istante.

- Queste maledettissime pillole possono dare anche allucinazioni visive… ottimo, a saperlo prima mi tenevo il mio cuore ciancicato!- brontola lui, riponendo il tubetto in tasca.

-Cos’aveva che non andava il tuo cuore?- si dispera il più giovane, quello più vicino a lui, con l’ansia che lo assale.

Alec lo osserva meglio. Pare quasi che possa scoppiare a piangere da un momento all’altro.

A suo modo la trova una cosa tenera.

-Non ti preoccupare, ora sto bene, il peggio è passato…- lo rassicura Alec, in procinto di dargli anche una pacca sulla spalla, questo prima di rendersene conto. -Un momento, che diavolo sto facendo? Io nemmeno ti conosco! Chi diavolo siete tutti voi? Che diavolo volete da me? Perché diavolo vi vedo così simili a me? Ah già, quelli sono gli effetti dei medicinali… ma a tutto il resto esigo delle risposte!- sbotta lui, mantenendo le distanze.
 

Alec vede avvicinarsi quello che, fatta eccezione per se stesso, è quello con più barba, anche se appena accennata.

-Hai la mia stessa eleganza.. lascia perdere come sono vestito ora,- borbotta, ammirando il completo di sartoria blu scuro che indossa con una camicia bianca e una cravatta blu.

-Sì, okay, posso anche vestirmi bene ma non facciamone un maledetto affare di stato!- taglia corto il nuovo arrivato. - Ma poi, con tutta la stra dannata confusione che ho in testa, ti sembra davvero il caso di mettersi a parlare di dannati vestiti?- sbotta, aspro.

-Cosa più importante, hai la mia stessa rabbia!- lo guarda ammirato quello che forse gli incute più timore, sarà per i capelli spettinati, lo sguardo da pazzo e la lingua che gli scatta fuori dalle labbra in modo inconsulto.

- La mia non è rabbia, è una reazione incondizionata alla gente che mi infastidisce!- brontola Alec, aumentando l’ammirazione del più giovane.

- Nonostante tu abbia scelto di essere una specie di Auror, avresti le carte in regola anche per diventare un Mangiamorte,- sentenzia lui.

- Piantala di rivolgerti a me se devi usare questi termini incomprensibili!- sbraita Alec, guardandolo torvo, ma tutto questo non fa che far sorridere il suo inquietante interlocutore ancora di più.

- Dí un po’, Mago col Pedigree, perchè se io mi azzardo a dire qualcosa di sbagliato mi friggi peggio di una fottuta patatina, mentre lui è libero di rivolgersi a te come cazzo gli pare e tu gli sorridi come un fottuto ebete?- chiede spiegazioni quello più sboccato di tutti.

- Già, Barty, perché?- ribadisce quello che Alec ha ribattezzato come proprietario di quell’autosalone.

Se proprio ora che le cose fra me e il mio Barty stanno ingranando così bene ho un rivale non ci metto nulla a riaprire le porte del TARDIS e lasciarlo qui o a metterlo in una capsula spaziale e spedirlo nell’iperuranio! David farà a meno di un suo personaggio da conoscere!” medita un gelosissimo Signore del Tempo.

Ha le mani sui fianchi e un’espressione piuttosto contrariata, segno che non sta gradendo affatto quello che vede.

- Perchè, Drinky, tu sei volgare e insolente, mentre lui è raffinato e così scontroso!- risponde quello che continuano ad apostrofare come mago, che, se il Detective ha capito bene, dovrebbe chiamarsi Barty.

Questo prima che Barty si accorga di un fatto non irrilevante.

Il mio Secondo Signore Oscuro sta mostrando gelosia! Nei miei confronti, poi. Davvero non gli è chiaro che ho occhi solo per lui??”

Decide di ricorrere prontamente ai ripari.

- Oh no, mio Dottore, come puoi anche solo pensare che io abbia un qualche interesse verso questo Babbano che non sia per il suo carattere così ruvido e asociale? - lo rassicura , stringendosi a lui.

Dunque, ci sono Barty, mio Dottore… oh beh, immagino solo Dottore, Drinky che è il tizio che si muove in modo indecente, poi c’è il tizio elegante, solo non oggi, e quel ragazzino, quello che si è preoccupato per il mio cuore, che non la smette di guardarmi…” fa le sue considerazioni Alec.

Nel mentre è proprio Drinky che gli si avvicina con quel suo solito fare dinoccolato.

-Secondo me hai il mio stesso successo con le donne, amico!- commenta con un sorrisetto sfrontato.

Quali maledette donne? Quale maledetto successo? E poi mi è già bastato il tuo piccolo show con quel cameriere. Dannazione, Peter, meno male che sei  già tornato sotto il mio controllo, giuro che non ti farò allontanare più di un metro da me!” progetta un Kevin verde di gelosia, anzi, viola.

- Per l’inferno maledetto, ma a te tutta questa confidenza chi te l’ha data? E poi cos’è questo continuo chiamarmi ‘amico’? Non sono amico vostro, né tuo, né tantomeno del proprietario di questo autosalone!- sbotta Alec.

Stranamente si sente un secondo scossone appena apostrofa l'autosalone dove si trova come tale. Questa volta per lo meno nessuno è costretto ad aggrapparsi da qualche parte.

"Sono incredibilmente strani questi terremoti!" si ritrova a pensare il nuovo arrivato.

- Ti ho già detto che NON è un dannatissimo autosalone!- urla il Dottore, ai ferri corti, prima di accarezzare la parete più vicina della TARDIS come per calmare un animale da compagnia. -Visto? L'hai offesa!- aggiunge, infine.

Barty gli si struscia addosso in modo lascivo, come se fosse sotto l’effetto di un potente afrodisiaco.

- Oh, mio Secondo Signore Oscuro, la tua rabbia fa impallidire tutte le altre,- mormora, guardandolo con occhi più adoranti del solito.

Basta questo a restituire il buonumore al Dottore, che gli sorride, accarezzandogli il volto.

Tuttavia anche Alec stesso sembra calmarsi un po’, tornando a rivolgere la sua attenzione a Drinky.

- Ad ogni modo, temo di doverti deludere, le donne con le quali ci provo mi respingono tutte.- si lascia andare a certe confidenze.

Insolito, per lui, ma del resto tutta quella situazione lo è.

-Rifiutarti? Ma scherziamo? Ma cos’hanno nel cervello, segatura?- gli strappa un sorriso quello più giovane, che gli si avvicina nuovamente.

-Beh, ti ringrazio, ma... tu chi sei, cosetto?- si interessa lui e nemmeno sa bene perché.

- Mi chiamo Peter Carlisle, ma per distinguermi da lui, che si chiama Peter Vincent, mi chiamano Singy.- fa una pausa, indicando il più disinibito, per poi passare gli altri velocemente in rassegna - Loro invece sono Barty Crouch Junior, Killgrave, ma se è dell’umore giusto gli va bene anche Kevin, e il Dottore.-

- Dottore Chi?-

-Novecentocinque anni e questa cosa non smette mai di divertirmi!- ridacchia Ten- Solo Dottore.- precisa subito dopo.

-Ad ogni modo, se vuoi  puoi chiamarmi ‘cosetto’,- riprende il discorso il più giovane.

 

-Già ti chiamo io ‘cosetto’!- gli fa notare Killgrave.

-Ma io preferisco se lo fa lui!- ribatte Singy.

-Mi piace Peter, è un nome normale. Tu mi sembri il più normale qua dentro.- borbotta Alec, con un accenno di sorriso.

-Grazie. In effetti è così. Possiamo essere amici?-

-Se per amici intendi un minimo di interazione a debita distanza, allora sì.-

-Ė già un inizio.- lo disarma con un sorriso genuino Singy, per poi rivolgersi agli altri -E comunque, lasciatelo in pace, a lui ci penso io.-

- Non ho bisogno di alcuna protezione!- protesta Alec.

- Forse, ma di un amico sì.- controbatte prontamente l’altro, per poi guardarlo con un’espressione entusiasta. -E poi tu hai la mia stessa passione per indagare e scoprire la verità!-

-Sì, quella sì.- ammette il più grande.

- So che vestito così non sembra, ma sono un Detective Ispettore anche io, sai?- lo sorprende il più giovane.

 

- Spiacente di deluderti, Singy, ma io non lo posso proprio lasciare in pace.- li interrompe il Dottore, prima di rivolgersi al nuovo arrivato. -Alec Hardy, vorresti seguirmi alla Stanza delle Torte?-

Il detective si mette all’erta all’istante.

- Come diavolo sai il mio nome? E dove diavolo vorresti portarmi?- lo guarda arcigno.

-Io so molto cose e se per una volta vuoi provare a fidarti, ti assicuro che sarà la scelta giusta.-

C’è un qualcosa di molto convincente e calmante nelle parole di quello sconosciuto che sembra la sua copia più giovane.

Ma certo, abituato come deve essere a vendere macchine, lui sa come intortare la gente!” fa le sue considerazioni personali Alec, ma qualcosa in quello sguardo così profondo, come quello di chi ha visto troppe cose per poterle racchiudere in una sola vita, lo porta a fidarsi per davvero.


Barty fa per muoversi nella loro stessa direzione ma il Dottore lo ferma.

- No, ho detto noi due soli, sarà più facile, voi fate pure quello che volete, ma non seguiteci.- impone, allontanandosi con il nuovo arrivato.

-Ma, ma… mio Signore…- mugola Barty, ma ormai Ten si è già allontanato con l’ospite più recente.

-Beh, quando sei stato il primo a salire sulla TARDIS a te avrà spiegato tutto, mentre eravate soli soletti, no?- commenta Kevin.

- No, niente affatto, non ricordate? A me non ha rivelato nulla in anticipo, lo ha spiegato a tutti e tre nello stesso momento- rammenta a tutti Barty. -Perché lui deve avere quell’esclusiva?- ringhia.

- Oh beh, io ho avuto tutti voi seduti con me in pasticceria e per quanto abbia cercato di spiegarmi le cose il Dottore, alla fine è Killgrave che mi ha fatto accettare tutto.- ricorda Singy, compiacendo il persuasore.

-Evidentemente il mio Secondo Signore Oscuro ci reputa degli elementi distraenti.- si imbroncia il Mangiamorte.

-Mago col Pedigree, vogliamo parlare dell’esclusiva che avrai sotto le coperte di Mr Galassia stanotte?- cerca di risollevargli il morale Drinky, che come sempre non ha peli sulla lingua.

-Se è per questo ho già avuto un assaggio oggi pomeriggio mentre voi eravate in spiaggia… e senza coperte!- sorride sornione il Mangiamorte.

- Hai capito il nostro mago? Direi che sei andato ben oltre l’adorazione disinteressata!- si compiace l’illusionista.

- Certo che, con tutti i posti in cui lo poteva portare, perché proprio la Stanza delle Torte?- sospira infelice Singy.

Nel frattempo, proprio in quella sala, il Dottore ha fatto accomodare il nuovo arrivato.

-Ho tantissime torte a disposizione, non fare complimenti, serviti pure,- lo invita, cordiale, il Signore del Tempo.

-Zuccheri? Oh, per favore, ho appena superato i miei problemi di cuore, me ne vuoi dare di nuovi col colesterolo?- sbotta lui con un'espressione schifata.

Si alza dal tavolo e si aggira per quella stanza, mentre si aggiusta nervosamente il ciuffo.

 

-Hai tante di quelle cianfrusaglie assurde che non sapevo nemmeno potessero esistere…- borbotta, con il Dottore che sorride inorgoglito, pronto a  fargli da Cicerone.

-Possibile tu non abbia un dannatissimo microonde?- lo coglie impreparato Alec.

Non è certo la domanda che un Signore del Tempo si aspetterebbe.

-Uh? Ma certo che sì, io ho tutto. Aspettami qui.- cerca di accontentarlo, allontanandosi.

-Anche volendo, non ricordo il percorso labirintico che abbiamo fatto per arrivare qui.- brontola Alec, rimasto solo.

Il Dottore è di ritorno dopo alcuni minuti con quanto richiesto.
Ne ha approfittato anche per levarsi quella tunica, ora indossa di nuovo il suo tipico completo gessato blu.

-Per fortuna che ne conservavo ancora uno, più che altro per utilizzarne qualche pezzo se dovessi assemblare qualcosa, ma è ancora perfettamente integro e funzionante - gli spiega, inserendo la presa.

Alec non gli dà alcuna soddisfazione o segno di ringraziamento, ma cerca una tazza di ceramica fra quelle a disposizione, la riempie d’acqua con il lavabo che c’è lì, la mette nel microonde  e poi si rivolge nuovamente al Dottore.

-Hai del tè?-

Il sorriso del Signore del Tempo di allarga.

Apre uno di quei cassetti più simili a degli schedari, che sembra avere una lunghezza infinita.

-Se ho del tè? Ho una collezione proveniente da tutti i pianeti e le galassie dell’Universo; c’è un tè alla polvere di stelle, uno al buco nero, non è dei migliori se vuoi inzupparci qualcosa, poi c’è un’infusione con l’anello di Saturno, le acque di Marte invece ho preferito lasciarle lì dov’erano… - comincia la sua esposizione, facendosi incupire da brutti ricordi nell’ultima parte, ma poi non serve che prosegua oltre.

-Trovato!- esclama soddisfatto Alec, che ha scartabellato buona parte delle varianti, fino a trovare quella di suo interesse. -Tè nero.-

-Tè nero?!- ripete incredulo Ten. -Hai la possibilità di assaggiare tè provenienti da ogni punto dello spazio… e tu vuoi uno dei più banali che possano esistere per un Terrestre?-

-Esatto!- fa spallucce il detective. -Anche se riconosco che hai una selezione di tutto rispetto, mai pensato di abbandonare l'autosalone e aprire una sala da tè?- gli domanda mentre inserisce il filtro nella tazza, prima di scaldarla nuovamente nel microonde, per maggior sicurezza.

Una terza scossa arriva una volta finita l'operazione, per fortuna è più leggera delle altre.

Respira, Dottore, respira. Non lo getterai nel cuore della TARDIS. Non sarebbe ospitale.” si affida al suo pluricentenario autocontrollo il Signore del Tempo, stropicciandosi la faccia con le mani.

- Bene, senza farmi fare altri viaggi intercontinentali non richiesti… ce l’hai un po’ di latte, classico, ‘terrestre’, come diresti tu?- gli domanda Alec, che ancora non è riuscito bene ad inquadrarlo.

Dev’essere scappato da un manicomio e crede di gestire un autosalone, è pure vestito come tale… ma in effetti non c’è nemmeno un'automobile.” considera prendendo un sorso del suo tè, prima che il Dottore gli allunghi quanto richiesto.

“Perfetto. Ora che sono un po’ più calmo, mentre mi gusto il tè e aspetto svanisca l'effetto collaterale delle allucinazioni, me lo vuoi dire cosa ci faccio qui con voi e cosa volete da me?- lo interroga, con tono quasi affabile.


Circa un quarto d’ora più tardi, Kevin, i due Peter e Barty sono intenti a chiacchierare, quando vedono sfrecciare in mezzo a loro Alec.

-Un alieno? Uno stregone? Un cacciatore di vampiri? Un manipolatore di menti? Cos’è, una barzelletta? Mi credete davvero così idiota da crederci?- tuona lui. -Non me ne resterò qui a farmi prendere in giro da voi un solo minuto di più!- decide, marciando verso le porte della TARDIS.

-Non lo farei, se fossi in te,- lo consiglia Ten, che gli è corso appresso, ma se gli consente di farlo è perché vuole dimostrargli qualcosa.

La porta infatti Alec la apre, ma poi indietreggia subito.

-Per l’inferno maledetto, non può essere!- commenta, allibito.

La TARDIS è già stata precedentemente azionata dal Dottore e ora si trova in pieno spazio, senza una meta precisa, sostando sospesa nell’orbita.

Uno spettacolo più unico che raro.

-C’era… c’era una strada.. non più di mezz'ora fa…- bofonchia confuso Alec, estraendo un’altra volta il tubetto dei medicinali. - Ah, ecco: ‘possibile alterazione della percezione degli spazi.’- cerca una spiegazione logica fra gli effetti collaterali.

Tuttavia di logico non c’è nulla.

-Lascia stare queste, qui non ti serviranno, posso darti delle compresse di tecnologia ultra mega iper avanzata, provenienti dall’ospedale di Nuova New York e lo hanno abbreviato perché andrebbe detto quindici volte!- lo confonde ancora di più il Dottore, questo prima di capire che è meglio se passa ai fatti. -Il punto è che devi capire che non sei sotto allucinazioni, abbiamo davvero la tua stessa faccia, la tua stessa voce, ti ho già spiegato perché e...Barty!- chiama quello che è ormai è il suo Compagno e amante.

-Dimmi, mio Dottore,- accorre il Mago Oscuro.

- Faresti una qualche magia innocua per dimostrare al nostro ospite che è tutto vero?-

-Non devi nemmeno dirlo. Lumos!- pronuncia Barty e la punta della sua bacchetta s'illumina come fosse una torcia, irradiando luce.

-E questo mi dovrebbe convincere? Sembra un giocattolo che danno ai poppanti, premi un qualsiasi bottone ed è fatta, mi stupisce che non emetta anche dei suoni!- brontola Alec, più scettico che mai.

-Aguamenti!- ribatte Barty e dalla bacchetta esce un forte getto d’acqua che inonda il malcapitato detective.

-Barty!- lo riprende Ten, ma sotto, sotto un po’ è divertito.

-Mio Signore, si stava scaldando un po’ troppo!- riferisce il mago in propria difesa. strappandogli un sorriso.

Chi non sta ridendo affatto è Singy.

-Non puoi lasciarlo così, non fargli prendere freddo, ti prego, ha un cuore debole!- lo implora, quasi piangendo.

Barty sbuffa, ma sembra accogliere quella richiesta.

-Exsicco,- lancia un nuovo incantesimo, stavolta per asciugargli vestiti e capelli.

-Ecco sì, questo mi ricorda la doccia che ti fanno all’ospedale di Nuova New York!- commenta allegro Ten, mentre Alec deve per forza credere a ciò che gli è appena accaduto.

Forse per il Dottore ancora non è abbastanza.

-Killgrave, ti spiacerebbe… -

Il persuasore non ha nemmeno bisogno che finisca la frase.

Che cazzo di fottuto motivo c’era? Non bastava lo show del Mago col Pedigree? Perché deve dargli degli ordini il mio fotti-cervello? Non gli basta più darli a me?” rimugina Drinky, non gradendo la situazione, ma se non altro riesce a tenerlo per sé.

-Beh, direi che con te ci vuole qualcosa di incisivo, probabilmente qualcosa che non hai fatto molto spesso nella tua vita: sorridi.- lo mette alla prova e i lineamenti della sua vittima cambiano in modo drastico, quando si ritrova a sfoderare un sorriso smagliante.

Potrebbero anche dolergli gli angoli della bocca per quanto poco è abituato a farlo.

-Di’ qualcosa di carino a tutti noi- prosegue Killgrave

-Qualcosa di carino a tutti noi- esegue troppo letteralmente Alec, continuando a sorridere.

 

-Il solito scivolone…- alza gli occhi Killgrave. -Vabbè, può bastare, no? Smetti di sorridere, fai quasi impressione.- lo riporta alla normalità.

-Certo che può bastare, hai fatto pure troppo!- lo stringe possessivamente per un braccio Drinky.

-Ti basta? Mi credi ora? Anche perché un modo per dimostrarti che Drinky è un Cacciatore di Vampiri non ce l’ho, a meno che non porti la TARDIS in Transilvania, ma poi saremmo in ritardo sulla tabella di marcia…- parla a raffica il Dottore.

-Non farti venire queste idee del cazzo, Ten!- lo fa desistere subito Peter Vincent. - E poi, chiariamo, Cacciatore non significa che io vado a stanarli quei fottuti succhiasangue, se loro se ne stanno al loro posto io son più che contento, ma se mi rompono i coglioni poi in qualche modo devo reagire!-

Alec è ancora troppo sconvolto per parlare.

-Bluffavo, Drinky, nessuna Transilvania, tranquillo.- ridacchia Ten.

-Allora è tutto vero… o forse sto avendo un esaurimento nervoso, Millah me lo dice sempre che lavoro troppo…- ritrova la facoltà di parlare Alec.

-Ten, io credo che per lui siano troppe emozioni da reggere in una giornata, posso portarlo alla sua stanza che mi hai già mostrato?- si offre Singy.

-Mi sembra un’ottima idea, e visto le sue condizioni di salute e il fatto che anche tu tutto sommato sei ancora nuovo, direi che siete esentati dalla regola del nudo,- approva il Signore del Tempo.

-La regola del... cosa?!- sgrana gli occhi Alec.

-Non farci caso, non preoccuparti di niente, vieni con me,- gli fa strada Peter Carlisle, prendendolo gentilmente per un braccio.

Quando entrano nella stanza Peter si accorge di una modifica dell’ultimo momento che prima non c’era, a opera del Dottore, se non della TARDIS stessa: sulle pareti ci sono ologrammi delle stesse scogliere di Broadchurch, forse un tentativo in più per rilassare il loro ospite. Si sente anche l'infrangersi delle onde a riva.

-Wow! Nella mia stanza una cosa del genere non l’hanno fatta, ma meno male, io vivo in una specie di città sala-giochi, altro che rilassante!- gli strappa una risata il più giovane. -Oh, ma allora sai ridere! Sei anche più bello quando lo fai.-

Bastano queste parole di Peter per far tornare Alec serio come non mai e farlo chiudere in un silenzio imbarazzante.

Peter riesce comunque a far togliere le scarpe e la giacca a Alec e a farlo distendere sul letto, lui si siede sull’altro lato.

-Se è vero quello che quello strano tizio che si fa chiamare il Dottore mi ha detto… allora sono solo un personaggio di una serie TV, non esisto davvero…-

-Che sciocchezze, tu esisti, come esisto io, solo in un altro universo, quello che per un altro universo è solo una serie tv, ma ciò ti rende comunque vivo e reale come ti vedo io ora e lo stesso vale per me e tutti gli altri qui nel TARDIS e tutto questo lo dobbiamo a David. Il Dottore ti ha detto di David, vero?-

Alec annuisce.

-Solo che mi sembra tutto così assurdo, insomma… tu come hai fatto ad accettarlo così serenamente?-

Stavolta è Peter che scoppia a ridere.

-Serenamente? Io ho tentato di evadere, c’ero anche riuscito, ma mi hanno ritrovato subito,- lo sorprende con le sue rivelazioni.

Non c’è bisogno di dirgli perché mi hanno ritrovato così facilmente.” medita.

-Comunque, fidati, non sono cattivi. Possono sembrarlo; no, okay, Barty lo è davvero, anche Kevin un po’, ma tutto sommato è solo questione di farci l’abitudine.- lo rassicura Peter.

-Se lo dici tu…- mugugna l’altro.

-Lo dico io, come dico che dovresti dormire un po’, è stata una giornata intensa, ma ora va tutto bene, è tutto calmo, c’è pace…Shhh. Shhh.-

Alec abbassa gradualmente le palpebre, ma poi sente come una musica.

 

-It's, oh, so quiet

Shhhh Shhhh

It's, oh, so still

Shhhh Shhhh

You're all alone

Shhh Shhh

And so peaceful until…-

La voce di Peter, così uguale alla sua, che canta sopra quella originale femminile, è un balsamo, questo prima che musica e ritmo cambino improvvisamente.

Peter balza giù dal letto e inizia qualche passo di danza, coreografando il resto della canzone.

-You fall in love

Zing boom

The sky up above

Zing boom

Is caving in

Wow bam

You've never been so nuts about a guy

You wanna laugh you wanna cry

You cross your heart and hope to die

'Til it's over and then…-

La musica torna calma e lenta, così come il tono di Peter.

 

-Shhhh, Shhhh

It's nice and quiet

Shhhh, Shhhh.-
 

È solo in quel momento che Alec si accorge che la musica non l’ha solo immaginata.

-Un momento! Sei tu che emetti musica? Come accidenti ci riesci? Sei un qualche alieno anche tu?- si stranisce, prendendo le distanze.

Peter si interrompe all’istante.

 

-Uh! No, nessun alieno, sul mio universo si usa così, a volte la gente si mette a cantare sopra a canzoni esistenti, in linea con quello che sentono al momento.- spiega lui.

-Questo spiega perchè ti chiamano Singy.- deduce Alec, tornando a letto.

-Esatto, puoi immaginare perché chiamino l’altro Peter Drinky!- gli strappa un altro sorriso il più giovane.

-Sta’ a vedere che il più normale qui dentro sono io.- borbotta Alec.

-Non ne sarei così sicuro.-

-Uh?-

-Insomma,  un caratteraccio come il tuo non credo rientri nella norma!- si fa beffe di lui Peter.

-Hey! Sbarbatello sbruffone!- gli lancia addosso un cuscino Alec, facendolo ridere.

-’Sbarbatello’ mi piace, se sei tu a chiamarmi così.- gli fa l’occhiolino, rimettendo il cuscino sul letto.- -Ora sarà meglio che vada. A domani, quando ti sveglierai ti accorgerai che non è affatto un sogno, però insieme sarà più facile affrontare tutto. Buonanotte, Alec.-

-Buonanotte, sbarbatello.- lo saluta, prima che esca.

Un momento. Perchè nella canzone parlava di innamorarsi?” è l’ultimo pensiero col quale si addormenta.

Nel frattempo nella sala della TARDIS è calato il silenzio, i tre Companions rimasti e il Dottore sono immobili a guardare il panorama al di là della porta. L'universo è uno spettacolo incredibile con i suoi colori che risaltano sullo sfondo buio dello Spazio Aperto. In un angolo c'è una stella nascente con il suo chiaro color dorato mentre più distante, vicino a una galassia, fa la sua magnifica apparizione una Mega Nova morente.

Il primo ad avvicinarsi come attratto dallo spettacolo stesso è Barty che osserva il tutto con sguardo estasiato. Ha già studiato le costellazioni a scuola, ma visto da lì il cielo è tutta un'altra cosa. Si avvicina alla porta e si lascia scivolare seduto sull'orlo della porta.

-Fottuta merda, che cazzo di figata!- esclama Peter, muovendo dei passi verso le porte spalancate, cosa che fa sorridere il Dottore, che nel frattempo si è avvicinato a sua volta.

-Sì, questo è…- si interrompe perché nota Barty tremare. -Ma tu hai freddo, Barty!- esclama, preoccupato levandosi la propria giacca e poggiandola sulle spalle del mago. Quest'ultimo sorride, mentre Ten scivola a sedere al suo fianco. 

-Mio Dottore…- mormora il mago, poggiando la mano su quella dell'alieno.

-Che fottuti piccioncini che siete!- li deride Peter che ha osservato l'intera scena, ma non viene ascoltato dagli altri due. Kevin è già alle sue spalle, stringendogli le braccia attorno al busto. 

-Taci, Peter.. Fino a quando non si chiude la porta.- gli sussurra nell'orecchio, restando lì a guardare lo spettacolo di luci davanti a lui.

 Peter non ha bisogno di parlare per dare il proprio consenso poggiando le mani su quelle del suo fotti-cervello preferito.

TBC


 

Lasciamoli così, da coppiette tenerelle a godersi quell’incanto di panorama notturno <3

e dei due Detective che ci dite? Speriamo vi siano piaciuti, abbiamo un nome anche per la loro ship, ma vogliamo sentire le vostre proposte se ne avete ;)

ah, proposito, Disclaimer: in questo capitolo Singy ha cantato ‘It’s oh so quiet’ di Björk ;)

p.s. io (Lu) lo so che ‘Exsicco’, così come ‘Tingo’ sono incantesimi che in HP non esistono, ma ormai ci sono troppo affezionata, quindi, please, concedetemelo ;P


L’avrete notato, il sottotitolo di questo capitolo poteva essere ‘It’s not a car showroom!’ , tutto ciò, oltre ad essere stato estremamente divertente da scrivere, vuol essere un richiamo a ‘Doctor Who’ spesso il Dottore si impunta su qualcosa anche quando non è così (c’è ad esempio una puntata meravigliosa di Twelve che si ostina a chiamare in continuazione ‘insegnante di ginnastica’ uno che in realtà insegna matematica, ahah) , quindi volevamo ripagare il Dottore con la sua stessa moneta e se vuoi fargli davvero male… bisogna puntare alla TARDIS XD, che comunque non se n’è rimasta a guardare XD

 

Sempre che questi personaggini ce lo concedano perchè fanno sempre quello che vogliono loro, forse, e diciamo forse, nel prossimo episodio potreste cominciare ad avvistare nuovamente due presenze (occulte/eteree) familiari ;)
 

a presto… si spera!
 

L&L

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Capitolo 15
*** Capitolo XIV: JeALLousy ***


cover-Incontri-Ten-TENNANTi


Capitolo XIV: JeALLousy


È mezzanotte appena scoccata, Peter se ne è assicurato, non che gli desse fastidio muoversi prima. È quasi inconscio il ritrovarsi per il corridoio, le nocche della mano chiusa a pugno che colpiscono più volte il duro legno della porta di Killgrave. Ha avuto appena il tempo di levarsi gli abiti da che è entrato nella sua stessa camera, dopo aver passato la maggior parte della serata a guardare lo spettacolo dell'universo circondato dalle braccia del suo fotti-cervello preferito. Quindi eccolo qui, sorridendo sornione mentre attende di essere aperto dall'occupante dei suoi pensieri più hot.
La porta si apre con un cigolio, sicuramente riprodotto dalla TARDIS per rendere il momento più intimo. 
"Chissá perchè la TARDIS Ten la chiama Sexy!" si chiede sovrappensiero prima di concentrarsi sul bel volto così simile al proprio davanti a lui. 
-Ce ne hai messo del fottuto tempo ad aprirmi, eh! - rimbrotta sotto lo sguardo scuro dell'altro. -Ormai saranno le fottut…- viene fermato dal continuare con il proprio rimprovero improvvisato non dal solito ordine sussurrato, ma dalle labbra di Kevin sulle proprie, mentre viene trascinato all'interno della stanza. La porta si chiude alle loro spalle.

--------------------------------

È la prima volta che Barty si sveglia fra le braccia del Dottore. È stupendo in ogni minimo dettaglio. Si sente benedetto da qualsiasi entitá superiore che gli ha permesso di restare steso lì. Apre leggermente gli occhi per guardare il suo Secondo Signore Oscuro ancora appisolato. Allunga una mano per accarezzargli i capelli ancora rossi. Non riesce a vederne il volto premuto com'è contro il proprio stesso petto. Avrebbe pensato che sarebbe stato lui a stringere il suo Dottore in una morsa di ferro, il volto premuto contro il suo collo per ricordarsi il suo profumo, proprio nella stessa posizione in cui si è addormentato, ma nella notte devono aver cambiato posizione. Ora è il Dottore a stringerlo come se si dovesse aggrappare a lui, a quel preciso momento e non il contrario. Un rivoletto di bava sta scivolando fuori controllo dalle labbra del suo Secondo Signore Oscuro, posandosi sul suo stesso petto. Potrebbe allungare la mano a prendere la bacchetta e farlo sparire, ma quel momento è troppo perfetto anche così. Quindi si lascia bastare un'ultima carezza ai capelli del suo Dottore, prima di richiudere gli occhi per godersi appieno quel momento. Non è consapevole, quindi quando qualche momento dopo il Dottore sbatte le palpebre, osserva i suoi lineamenti rilassati, sorride e richiude gli occhi a propria volta. 

-------------------------------

È quasi mezzogiorno quando qualcuno si degna di alzarsi dal letto quella mattina. È a causa di un grido che sente lontano che si sveglia. Non si accorge subito di essere stato lui stesso a gridare. La prima cosa che si accorge sono i tremiti di freddo per tutto il corpo. 
"Che diamine succede in questo autosalone? Ora sono anche tutto bagnato??"
Balza in piedi, accorgendosi di essere, in effetti, bagnato dalla testa ai piedi senza parlare del letto che è fradicio. Un tremito si fa sentire sotto i suoi piedi. 
-Ouch! Ma che diavolo? Non è certo questo il dannato modo di trattare un ospite.. o un ostaggio... o quello che accidenti sono qui dentro, ora mi sentono!- detto questo esce dalla stanza, solo per fermarsi in mezzo al corridoio. 
"Come si faceva ad andare in qualche stanza? Dovrebbero disegnare una mappa per questo labirinto!" 
Per fortuna in quel momento da una delle altre stanze esce anche qualcun altro tutto vestito e dai capelli scompigliati come se si fosse appena svegliato, è Peter Carlisle che si è svegliato al suono del grido di Alec. 
Sbatte le palpebre un paio di volte.
-Sei...fradicio!- esclama il nuovo arrivato, sorpreso. 
Alec non può impedirsi di guardarlo male. 
-Come se non fosse ovvio! Hanno mandato te per rabbonirmi? Perché questo scherzetto non è stato per niente divertente, per l’inferno maledetto!- 
Singy sembra ancora piú sorpreso. 
-No, io… non ne sapevo niente. Mi dispiace che qualcuno ti abbia fatto questo!- mormora rattristato il piú giovane, facendo arrivare un nuovo terremoto piú forte e violento, tanto da fare aggrappare i due alle maniglie delle loro porte.
-Dai, vieni. Ti faccio cambiare!- continua Carlisle, aprendo la porta della propria camera e dirigendosi all'armadio che apre. 
Ci sono vestiti di ogni tipo e lì, sul ripiano inferiore c' è un pacchetto quadrato. 
È il pacchetto stesso ad attirare l'attenzione del detective più giovane. Non c'è un biglietto o altro e non ha idea di cosa sia. Potrebbe anche essere una bomba per quanto ne sa. Certo, una bomba normalmente non ha quella misura, ma non si sa mai. 
La soppesa fra le mani per vari minuti, sotto gli occhi annoiati del detective più anziano. 
-Hai deciso di aprirlo o restiamo qui ancora un po'?- lo interrompe Hardy, appena tornato dal bagno con un completo nuovo con il quale si è cambiato.
Peter Carlisle sbatte le palpebre volgendosi ad osservare il collega, solo per immobilizzarsi alla vista di come il più grande stia bene con un completo beige. Manda giù la saliva, sbattendo nuovamente gli occhi per risvegliarsi. 
-Oh, uhm… certo!- borbotta aprendo il proprio regalo senza realmente vederlo, dato che ha gli occhi ancora puntati sull'altro uomo.
Alec solleva un sopracciglio decidendo di non commentare lo strano comportamento del giovinetto. 
-Hai finito di fissarmi?- brontola dopo un po', infastidito dallo sguardo dello sbarbatello.
Singy manda nuovamente giù e, senza curarsi del regalo, che appoggia sul letto, si avvicina al detective più grande, quando sente una nuova scossa di terremoto. 
"Sono strane queste scosse… non è che…" si avvicina nuovamente e fa per aggiustare la giacca sulle spalle del proprio ospite che una nuova scossa, più violenta delle altre, li fa cadere entrambi. 
"Quindi è così. Sexy, come l'ha chiamata il Dottore, è gelosa!"

********************** 

-No…- si lamenta Kevin nel sonno.
Peter è ancora troppo addormentato, avvinghiato a lui peggio di un’edera rampicante, per poterlo sentire.

-Non fare così…- parla nel sonno Kevin, con la paura chiara nel suo tono, ma nemmeno questo sveglia il suo partner.

-Aspetta…- continua a protestare Kevin, cominciando anche a muoversi, come se volesse indietreggiare.

Questo sveglia Peter per forza.

“Ma che cazzo?” pensa frastornato l’illusionista, continuando a guardarlo.

-Posso spiegart… ouch!- urla Kevin, sempre con gli occhi chiusi, portandosi una mano alla guancia, come se fosse dolorante.
-Kevin, cazzo, svegliati!- comincia a scuoterlo Peter, preoccupato.

-Perdonami, Jessica, io non volevo…- continua Kevin, ma le scosse hanno il loro effetto e finalmente apre gli occhi.


Questo prima che Peter, furente, lo sbatta giù dal letto.


-Ouch! Ma cos…?- brontola il persuasore, massaggiandosi il fianco su cui è caduto malamente.
- Almeno adesso ce l’hai un cazzo di motivo reale per lagnarti!- sbotta Peter da sopra il letto, tanto nudo quanto lui.

-Io non…- bofonchia Kevin, forse non ancora completamente sveglio.

-Cos’è che non volevi?- lo interroga Peter, con tono gelido, mentre va in cerca dei vestiti che hanno lanciato per ogni dove. -Non puoi avere ancora quella in testa, non dopo il sesso sfrenato che abbiamo fatto stanotte, per non parlare di quello in spiaggia!-

-Lei NON è ‘quella’!- sbotta Kevin, lanciandogli un'occhiata di fuoco, questo prima che gli arrivino gettati in faccia in malo modo la sua camicia e i pantaloni.

-E io non sono il tuo fottuto tappabuchi!- ringhia l’illusionista, rivestendosi.
-Non ho detto questo!- protesta Kevin, seguendo il suo esempio.

-Oh, certo, tu no, ci pensa il tuo inconscio a farmi sentire una merda!-

- Peter, cerca di capire, per me non è facile…-

-Eppure stanotte è stato facilissimo. Io non me la merito l’indecisione di un fottuto codardo!- lancia le sue accuse al vetriolo Peter.

La classica goccia che fa traboccare il vaso.

Kevin si ricorda che prima di tutto lui è Killgrave.

- Chiedimi subito scusa!- gli impone, autoritario, finendo di abbottonare la camicia.

Peter non ha alternative.

-Scusami per quello che ti ho detto!- borbotta sconfitto l’illusionista, anche se il fuoco che ha negli occhi non è certo quello di uno che si sta davvero scusando. -Sai, Kevin, posso anche dirtelo a parole, ma non è quello che penso, sei sicuro che questo ti basti?- aggiunge, guardandolo serio, con la delusione che traspare negli occhi, prima di uscire dalla stanza.


In effetti Killgrave gli ha ordinato di chiedergli scusa, non di perdonarlo.

- Dannazione, no, non mi basta!- borbotta Kevin, rimasto solo, prima di seguirlo.
Sa solo che dovrà darsi un gran da fare.

“E senza ricorrere ai miei poteri, non stavolta.” giura a se stesso.


-Drinky, Kevin, quanto ci mettete? Mancate solo voi!- li chiama la voce squillante del Dottore.

Kevin vede di sfuggita la sagoma di Peter svoltare a un angolo, ma anche lui d’istinto si sarebbe recato comunque alla Stanza delle Torte.

- Vi rendete conto che da quando abbiamo iniziato a viaggiare insieme, non abbiamo ancora mangiato tutti insieme qui?- commenta il Signore del Tempo quando li vede sopraggiungere, mentre i due prendono posto.

Il primo a sedersi è Kevin, vicino a Barty, di contro Drinky si sposta nel punto più lontano possibile vicino a Singy.

Il giovane Detective non sta facendo complimenti avendo in una mano un rotolo farcito al cioccolato e nell’altra una cheesecake al limone.

Alec dall’alto del suo pane tostato addentato con voracità, deve ancora decidere con quale delle due prelibatezze quella strana specie di collega stia dando lo spettacolo più osceno.

“Millah non fa mai così, nemmeno con le Scottish Eggs!” rimugina confuso, incapace di smettere di guardarlo, sentendosi la salivazione a zero.

- Ah-ah, caro il mio Detective Senior!- distoglie la sua attenzione il Dottore.

-Dici a me?- si volta verso di lui confuso.

“Si sarà accorto che guardavo un po’ troppo lo sbarbatello?” si allarma.

- Sì, ho sbriciolato le medicine di cui ti parlavo nel pane che hai appena mangiato, puoi scordarti il tuo tubetto finché starai qui con noi, starai benissimo!- gli spiega, sorridente.

Alec si sente doppiamente sollevato e lo ringrazia con un gesto della mano.


-Mio Dottore, tu pensi sempre a tutto e riesci a fare andare ogni cosa come vuoi tu!- lo guarda adorante Barty, che è seduto talmente vicino a lui da essergli quasi in grembo. 
Questo porta inevitabilmente Ten e sfoderare  un gran sorriso a trentadue denti e a dargli un breve ma intenso bacio.

Mentre mescola il suo tè con il manico di un coltello, Alec non si è perso un attimo di quella scena.
-Ma… quindi loro due…?- lascia la domanda in sospeso, voltandosi verso Singy.
-Sono una coppietta tenerella e sbaciucchiosa? Sì, mio caro!- lo informa l’altro, prima di leccarsi quel che resta della torta dalle dita in un modo che sembra un film vietato ai minori. -Loro invece sono molto meno tenerelli, solitamente si stanno addosso in modo indecente,- riprende il discorso, indicando prima Drinky e poi Kevin, che non si guardano nemmeno e sembrano di pessimo umore.

-Ne sei sicuro?- aggrotta le sopracciglia il detective con più esperienza.

Anche il Dottore e Barty sembrano notare l’atmosfera tesa fra i due.

-Problemi in Paradiso? Voi Babbani di solito dite così!- li sfotte Barty.

 -Sì, è vero, dicono così, ma ti pregherei di evitare simili espressioni quando e se avremo a bordo altri due ospiti un po’... particolari.- commenta il Dottore.

- Oh, quindi non sono io l’ultimo?- domanda Alec, sorseggiando il suo tè.
-Sei l’ultimo al quale ho dovuto spiegare tutto… fatta eccezione per quando lo diremo a David,- spiega il Dottore.


“E anche a qualcun altro dopo di lui, ma non è il caso di rivelare i miei piani a loro, adesso!” pianifica il Signore del Tempo.
-Pure a David va spiegato? Beh, se ha espresso quel desiderio lo dovrebbe sapere a cosa è andato incontro!- dà il suo parere Kevin, mentre sposta avanti e indietro con la forchetta un po’ di frutta fresca.
Non è pienamente convinto che sia tutta frutta Terrestre, ma poco importa.

-Ma che cazzo di ragionamento è, scusa? Capita di dire le cose tanto per dire… non è che tutto quello che uno dice poi si avvera!- interviene Drinky, correggendo il suo caffè con una fiaschetta di Midori che tiene sempre con sé.
-Beh, nel mio caso sì!- si vanta Killgrave con un sorriso sornione.

-Con te non c’è un cazzo di gusto!- borbotta l’altro.

Se non altro sono tornati a parlarsi, ma poi sembrano rendersi conto e smettono subito, tornando a concentrarsi sulle rispettive colazioni.

-Comunque Barty ha ragione, qualcosa non va tra voi due?- indaga il Signore del Tempo.

-Diciamo che Kevin deve rivedere le sue priorità!- ringhia Drinky, sbattendo duramente sul tavolo la tazza di caffè, fortunatamente vuota.

-Non ho di questi problemi, le mie priorità le sto guardando proprio ora,- mormora il Mago Oscuro, occhi negli occhi con Ten.

Questo porta a un altro bacio fra i due.

-Sono veramente tanto sdolcinati però!- borbotta sottovoce Alec a Singy.

-La vuoi sapere una cosa divertente? Sono nate tutte qui queste coppie, poco a poco, la TARDIS fa innamorare!- gli sorride il detective più giovane.

Alec sente l’impellente necessità di cambiare argomento.
-Chi sono i particolari ospiti dei quali parlavi prima, Dottore?- si rivolge al Signore del Tempo.
-Un angelo e un demone. Il secondo ha il nostro stesso aspetto, il primo no, ma è un’eccezione che farei più che volentieri.-
-Hey, cosa significa che si può avere qualcuno da portare con sé in questo viaggio? Io allora voglio portarci Millah!-

“Millah? Chi è Millah?” si chiede Singy, infastidito, prima di giungere ad altre conclusioni. “Un momento, io questo nome l’ho già sentito!”

-Allora eri tu quella persona orribile!- lo accusa, alzandosi dalla sedia.

-Oh bene, ora sono pure orribile! Dài, accomodati, vuoi giocare a tiro a segno con la mia faccia? Scommetto che nel mio distretto lo fanno!- bercia Alec.

-La tua faccia è anche la nostra.- brontola Killgrave, offeso. -Ten. dovremmo tornare a Broadchurch, così potrei fare un bel discorsetto al suo distretto…- propone.

-Oh sì, io potrei aiutarti!- approva il Mago Oscuro, accarezzando la sua bacchetta magica con una luce folle nello sguardo.

-Niente piani omicida o quasi a colazione nella mia TARDIS, grazie!- ricorda a tutti chi comanda Ten.

-Comunque non intendevo orribile fisicamente,- precisa Singy -Ti ho sentito parlare con lei, è orribile il fatto che tu le abbia impedito di mangiare il suo cibo con calma!-

-Ah, quindi eri lì…. non so te, ma con un’indagine in corso io non perdo certo il mio tempo ad abbuffarmi,- replica scontroso Alec. -Ma cosa parlo a fare con te? Come minimo gli interrogatori tu li tieni direttamente in pasticceria!-
Peter Carlisle ripensa alla prostituta interrogata nel bar di Blackpool, davanti a un cospicuo numero di paste, come quelle che c’erano nel suo ufficio, quando ha intervistato gli amici della vittima.

-Tu non sai niente di me!- nega l’evidenza il giovane detective, tornando a sedersi.
-Comunque, no, non è concesso portarsi nessuno appresso in questo viaggio, l’unico strappo alla regola la farò con quell’angelo. Alec, tu con questa Millah hai un amore che vuoi dichiarare da seimila anni?- lo interroga Ten.

-Cos..? Noooo, è la mia partner di lavoro, una detective sufficientemente cazzuta per tenermi testa…- spiega lui.
-Io pure posso tenerti testa,- spergiura Singy.

-Vedremo, sbarbatello!- ammicca verso di lui Alec. 
Lui non ammicca mai.

-Allora niente da fare, lo strappo alla regola lo farò solo per loro. Comunque ho parlato di un angelo e un demone e non ti sorprendi nemmeno un po’?- riprende il discorso il Dottore.

-Sono dentro una cabina telefonica che fluttua nello spazio in compagnia di gente con la mia stessa identica faccia che però fa cose molto bizzarre. Esattamente di cos’altro mi dovrei stupire? Senza contare le pareti della mia stanza da cui esce il mare!-

-Le pareti che riproducessero le tue scogliere sono un mio regalo,- lo informa Ten.

-E io ho trovato il mio, sai?- lo avvisa Singy, trepidante.
-Però non doveva uscire il mare… Sexy, c’entri tu?-

-No, mio Signore, ti giuro che non ho fatto nulla!- proclama la sua innocenza il Mangiamorte.

-Non Sexy tu, Sexy… lei!- precisa il Dottore, con aria di rimprovero verso la sua astronave.

Poco dopo si verifica una scossa, ma solo dove è seduto Alec.

-Immagino che questo sia perché hai fatto la spia,- deduce Ten.

All’improvviso dalla sedia di Alec escono quattro ruote, viene dotata di un motore, di un volante e comincia a muoversi a gran velocità lungo tutto il corridoio.
-Ma che cazz? Aiuuutooo!- sbraita Alec, facendo l’unica cosa sensata: reggersi.
-Io credo che questo sia per il migliaio di volte in cui l’hai chiamata ‘Autosalone’!- gli urla da lontano Ten, sotto, sotto divertito.

-Scusami, scussaamiiii, dannazione, scusami!- implora la pietà di quella sadica astronave il malcapitato detective.
Proprio quando sta andando a tutta velocità verso un muro e l’impatto sembra inevitabile, quella rudimentale macchina si ferma, prima che torni ad essere una semplice sedia.
“Meno male che il Dottore mi ha fatto prendere quelle medicine o la mie pressione sarebbe schizzata alle stelle… e ancor prima, meno male che ho già fatto quell’operazione!” si rincuora Alec, cercando di riprendersi dallo spavento.

-Mio Signore, forse la tua TARDIS ha assorbito un po’ della mia malvagità da quando sono qui con te?- si domanda Barty, abbracciato a lui.

-Oh no, non credere, quando vuole sa essere molto malvagia di suo!- ridacchia Ten.
-Anche tu, mio Secondo Signore Oscuro?- 

-Non tocchiamo quest’argomento!- taglia corto il Dottore, suscitando ancor di più la curiosità del Mangiamorte.

Singy intanto è corso verso Alec, sincerandosi che stia bene.
-Mi dispiace!- mormora, mordendosi le labbra.
-E tu che c’entri?- si acciglia l’altro.

Del resto anche Peter Carlisle è un detective brillante e ha tratto la sua deduzione.

-Io credo che indirettamente sia anche colpa mia: la TARDIS è gelosa di me.- spiega lui. -Ecco perchè ti fa tutte quelle cose… il fatto che poi tu non la chiami col nome giusto non aiuta di certo!-

Ten lo ha sentito e si avvicina a lui.

-Fatta eccezione per Alec, sei l’ultimo dei miei Companions, sei qui da una manciata di ore e già credi che la mia Sexy si sia così affezionata a te? Secondo me ti sei montato un po’ la testa, sbarbatello!-

-Da Alec accetto di farmi chiamare così, da te no! Anche perché, andiamo, più o meno abbiamo la stessa età.- controbatte Singy, un po’ irritato.

-Ho novecentocinque anni, Terrestre, quindi no, non credo proprio che abbiamo la stessa età!- precisa il Signore del Tempo, con la necessaria autorità.
-Beh, che dire? Te li porti bene,- fa spallucce Singy, che ormai non si sorprende più di niente. -Ad ogni modo, potreste lasciarci da soli, tutti? Vorrei fare un discorso alla TARDIS, solo noi due.-

Ten lo guarda sempre più allibito.

-Avresti la faccia tosta di chiedere a me che l’ho rubata e accudita per tutti questi secoli di lasciarti da solo con la mia TARDIS?-
-Beh sì, giusto cinque minuti.- insiste Singy.

-E dove dovremmo andare, sbarbatello? Ti ricordo che stiamo fluttuando nello spazio!- puntualizza Alec, che non gradisce quella prospettiva.

-Oh beh, a quello si rimedia presto. Dato che ormai ci siamo tutti e chi aspettavo non si è rifatto vivo, direi che possiamo anche andarcene da David. Sì okay, a dire il vero ne mancherebbe ancora uno, ma quello preferisco apposta tenercelo per dopo.- commenta il Dottore, misterioso, andando alla console.
Tuttavia, qualcuno sembra già aver deciso la prossima destinazione.


-Oh, andiamo, Sexy, fai sul serio?- brontola Ten, leggendo le coordinate. 

-Che cazzo succede ancora in questa cazzo di giornata che è già iniziata così fottutamente storta?- sbotta Peter.

“Ma io poi come accidenti faccio a dimenticarmi Jessica se tu me la ricordi in ogni singolo istante?” si perde nei suoi pensieri Kevin, prima di raggiungere gli altri alla sala comandi. “Devo fare pace con te, Peter, assolutamente, mi manchi già.” continua le sue turbe mentali, osservando l’oggetto del suo desiderio in lontananza.
-Succede che la TARDIS ha già deciso dove portarci, un posto che di sicuro manderà Singy in visibilio… comincio a pensare che davvero lei abbia un debole per te.- borbotta il Signore del Tempo, un po’ risentito.

-Davvero?- si incuriosisce Singy, mentre tutti si reggono a qualcosa, perché il viaggio sta già iniziando.
-Vorrà dire che David aspetterà.- borbotta Ten.

Sa che se la sua TARDIS si mette in testa qualcosa, difficilmente le può far cambiare idea.

-Amici miei, siamo diretti sul pianeta SweeTown!- li informa.

-Ooooh, già dal nome mi piace tantissimo.- sfodera un sorriso a trentadue denti Singy, contenendosi per non mettersi a saltellare.

-Fidati, non sarà solo il nome a piacerti.- gli annuncia il Dottore.

-Il nostro primo viaggio su un pianeta alieno!- esulta Barty, rivolto a Kevin. -Tu non sei emozionato?-
-Oh sì, da morire,- gli dà poco credito il persuasore, che ha altri obiettivi.

Continuando a reggersi dove possibile, cerca di avvicinarsi al Dottore, mentre la TARDIS è già in fase di atterraggio.

-Quando torneremo sulla TARDIS vorrei tanto fare una cosa ma credo che avrò bisogno del tuo aiuto.- gli bisbiglia.

Barty è troppo preso dal cercare di guardare fuori, a costo di far comparire un oblò con la magia, per badare a loro.
-Dipende… c’entra con un malvagio controllo di massa?- lo guarda sospetto il Signore del tempo.

-No, nessun controllo, di nessun tipo- assicura Kevin.
-Allora conta su di me!- sorride l’altro, prima che la TARDIS giunga a destinazione, in modi non troppo delicati. -Tutti tranne Singy, giù con me, lasciamoli soli.- comanda a tutti i Companions.


***

Intanto, anni luce lontano da loro, sul pianeta Terra di un altro universo, precisamente a Londra, sul finire dell’estate 2019, c’è un evento più unico che raro.
L'apocalisse è stata finalmente scongiurata. Tutti i partecipanti di quell'impresa fortunatamente sono stati salvati. Un angelo e un demone si sono dati appuntamento al loro ristorante preferito, il Ritz.
"Mi mancherá tutto questo quando… cos'è che dovevamo fare dopo aver salvato il pianeta? Ah, sí! Il Dottore!" Pensa l'angelo, abbassando il bicchiere con il quale ha appena brindato assieme al suo migliore amico.
-Crowley, pronto per un'altra impresa?- domanda con un sorriso addolcito sulle labbra.


TBC


Sì, avete letto bene, stanno per tornare anche loro ;)
Quanto alla questione setting, io (Lu) ho messo Londra 2019 perché sono abbastanza convinta che gli eventi di GO prendano luogo ai giorni nostri, Loki invece è sicura sia nel primo 2000 … qualcuno che ci dà un verdetto risolutivo? XD


Speriamo continuino a divertirvi i nostri mattacchioni TenTENNANTi, ne devono combinare ancora molte… e non manca molto ormai (ma questo con loro non si sa mai XD) prima che arrivino da David&Co ;)
alla prossima <3 

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Capitolo 16
*** Capitolo XV: So sweet ***



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Capitolo XV: So sweet



Quando la porta del TARDIS si chiude dietro l'ultimo Companion del Dottore, Singy resta qualche momento a guardarsi attorno. A differenza di quanto dichiarato al Dottore stesso, non sa esattamente da dove cominciare il proprio discorso. 

È Sexy a cominciare con un rumore ronzante che paiono quasi fusa, solo più metalliche.

Singy manda giù prima di iniziare. 

 

-Sei la navicella spazio temporale più bella che abbia mai visto, questo lo sai, vero?- domanda, iniziando da un complimento che viene ripagato da un ronzio se possibile più forte. 

Sexy sta decisamente facendo le fusa. 

Per un attimo Peter si gode il momento, prima di riprendere a parlare.

-Solo che…- il silenzio cala istantaneo a quelle parole, sembra quasi che la TARDIS lo stia ascoltando attentamente -... ho bisogno anche di altri della mia specie nella mia vita.- spiega, sperando di essersi fatto capire. 

-Potresti, per favore, non fare dispetti ad Alec solo perchè… mi piace?- arrossisce leggermente a quelle parole. - Io in cambio ti prometto che canteremo ancora insieme e che ci sarà sempre un posto speciale per te nel mio cuore!-

Fa quasi per accarezzare la parete di Sexy quando parte una canzone.

 

There's nothing you can do that can't be done

Nothing you can sing that can't be sung

Nothing you can say, but you can learn how to play the game

It's easy

Nothing you can make that can't be made

No one you can save that can't be saved

Nothing you can do, but you can learn how to be you in time

It's easy

 

Peter sorride a quella melodia solo per unirsi nel ritornello

 

All you need is love

All you need is love

All you need is love, love

Love is all you need

**********

 

In un tempo alquanto distante due strani individui abbigliati uno totalmente in beige e bianco, mentre l’altro con colori scuri e rossi, entrano in una libreria parlottando fra loro. 

 

- Entra pure tu per primo, amico!- Apre la porta l’individuo vestito con abiti chiari facendo passare quello in scuro, il cui invito viene ben accolto.

- Angel, hai una sola vaga idea di come dovremmo chiamare il Dottore?- Domanda l’individuo in abiti scuri e capelli rossi.

Quello chiamato Angel sembra pensarci un po’ prima di riprendere la parola. 

- Riguardiamoci ‘Doctor Who Classic’, sicuramente ci darà qualche idea, dearie!-

Il rosso che si può identificare come Crowley sbuffa, alzando gli occhi al cielo, ma non contraddice il suo Angel nel rivedere quella che in fin dei conti è la sua serie preferita.

 

Dopo quelle che sono parse ore Aziraphale e Crowley, uno aggrovigliato all'altro, hanno spento la televisione.

Aziraphale sorride tutto eccitato credendo di aver trovato il modo per far arrivare il Dottore.

 

-Possiamo chiamarlo!- spiega il piano geniale.

-A parte che non abbiamo il numero, ma ci troviamo anche nell'Universo sbagliato. Sicuramente non funzionerá!- lo riporta alla realtá Crowley tornando umano dalla forma di serpente che aveva preso.

- Allora avrai tu la risposta, giusto?- domanda l'angelo leggermente offeso.

 

**********

 

-Inaudito, da non crederci! Guarda tu quello sbarbatello. Sfrattato dalla mia stessa TARDIS!- brontola il Dottore, mentre i suoi Companions prendono confidenza con quel nuovo pianeta.

Evidentemente non ha preso bene quella richiesta di Singy, ha solo finto di farlo.


La devozione che ha verso il suo Secondo Signore Oscuro per Barty è più forte della sua curiosità di novello esploratore dello spazio, per questo ha un orecchio attento alle sue lamentele e gli si fa subito vicino.


-Mio Signore, una tua sola parola e quando Singy ci raggiunge lo farò pentire amaramente per la sua insolenza,- stringe a sé la bacchetta, pronto a vendicare l’onore del suo amato.

-Magari giusto un dosaggio minim… nooooo, che mi fai dire? No, nessun tipo di attacco, nessuna violenza!- si ravvede in tempo Ten.

-Anche perchè sarebbe aggressione a pubblico ufficiale, poi vi dovrei arrestare, tu per l’atto in sé, tu per la complicità.- interviene Alec, che li ha sentiti.

Barty ride sprezzante, ma almeno per amore del Dottore ripone la bacchetta.

-Chi vorresti arrestare tu? Tramuterei le tue manette Babbane in serpenti velenosi prima che tu mi possa anche solo sfiorare! E quei serpenti ti morderebbero più volte- gli ringhia contro.


-Io mi farei anche arrestare docilmente,- lo informa Ten. -Ma poi saprei liberarmi con estrema facilità, ho assistito a parecchi show del mio amico Houdini e qualche trucchetto me l’ha insegnato.- schiocca la lingua verso il detective, facendogli anche l’occhiolino con fare furbetto.

-Certo perchè tu hai conosciuto il mago Houdini- commenta scettico Alec, ma involontariamente pronuncia una parola pericolosissima per il Dottore.


-Non mettere mai in dubbio la parola del mio Secondo Signore Oscuro, Auror Babbano, se Ten dice che ha conosciuto un  … - prende le sue difese Barty, ma poi immagazzina quell’informazione e il Dottore capisce di essersi infilato in un ginepraio.

-Aspetta un attimo. Un mago?- ripete Barty, guardando il Dottore indignato. -Hai frequentato un mago Babbano? Come può un insulso, inutile, patetico, misero Babbano proclamarsi allo stato di mago? Guarda Peter, pure lui si definisce solo illusionista!- prosegue nel suo monologo denigratorio.

- Cazzo, certo che mi faccio chiamare illusionista … con mago mi viene in mente uno di quei coglioni che sta a fare puttanate alle feste dei poppanti!- dice la sua in merito Drinky, che non è molto distante da loro, questo prima che Kevin piombi come un falco su di lui e gli tappi la bocca.

-Shhh, se ti sente Barty ti fa di nuovo fare la fine della patatina fritta! - si preoccupa per lui, ma per fortuna o purtroppo il Mangiamorte è ancora troppo sconvolto da quella scoperta.

-Lasciami, tu ed io non abbiamo più niente da dirci. E comunque fanno meno male le sue torture della tua fottuta ipocrisia!- sbotta Peter, liberandosi dalla sua presa e allontanandosi di nuovo.

-Frequentavi un mago Babbano… - ripete il Mangiamorte, guardando Ten con disappunto.

-Non era un mio Companion, ci ho fatto solo qualche chiacchiera…- dice in sua difesa il Dottore.

-Un mago Babbano… - ripete , come un disco rotto.

Ten sta per urlargli che non era nemmeno in quella generazione che lo ha incontrato, ma poi si rende conto che non farebbe che peggiorare le cose, non ha nemmeno affrontato ancora quel discorso.


-Si trattava per lo più di spettacoli, tipo quelli che fa Peter, ma meglio riusciti!- cerca di farlo ragionare.

-Hey, tu che cazzo ne sai? Li hai mai visti i miei show? Se faccio il tutto esaurito nella fottuta Las Vegas ci sarà un cazzo di motivo, non credi?- sbotta l’illusionista chiamato in causa, ma Ten lo ignora.

-Niente incantesimi, niente bacchetta… era solo intrattenimento, bravura, arte di illudere e una preparazione atletica non indifferente. Ma la magia, oooh, quella è un’altra cosa, la magia sei tu, Barty. La più incredibile che io abbia mai visto.- 

 

Ogni traccia di risentimento è cancellata dal volto del Mangiamorte, che torna sorridente.

-Oh, mio Dottore!- gli butta le braccia al collo, stringendolo a sé.

-Bene, ora che pace è fatta… nessuno di voi ha notato che non stiamo proprio calpestando una strada convenzionale?- sposta l’attenzione il Signore del Tempo sul pianeta che su cui sono approdati.

- In effetti ha una consistenza morbida e appiccicosa… qualche teppistello ha fatto uno scherzo?- brontola Alec, tastando la strada in questione con la mano e notando un'insolita consistenza.

-Già… e ha pure uno strano odore…- storce il naso Kevin.

-Lo riconoscerei fra mille,- esordisce Singy, uscito dalla TARDIS come se nulla fosse. -Ciambelle!- esulta, chinandosi per mordere la strada, verificando compiaciuto che ha pienamente ragione.

Alec gli si avvicina, guardandolo sconvolto.

-Hai… hai appena mangiato un pezzo di strada? Ma tu sei peggio di qualsiasi maledetto teppistello abbia mai incontrato!-

Per tutta risposta, Peter Carlisle stacca un altro pezzo di strada e glielo caccia in bocca.

-Tieni, brontolone cronico, addolcisciti un po’!- 

 

Suo malgrado, Alec deve ammettere che il suo collega più giovane ha ragione: quel ‘pezzo di strada’ è davvero buonissimo.

Anche se lontani uno dall’altro, Peter Vincent e Kevin imitano quello che hanno fatto gli altri due.

Il Dottore guarda tutti divertito, mentre Barty è un po’ più circospetto.

- Qualche altro mago è passato di qui e ha trasfigurato la strada in una gigantesca ciambella, mio Signore?- domanda confuso.

Ten ride.

- Oh no, nessuna trasfigurazione. Qui è tutto come lo vedete, non solo le strade, anche le case, gli alberi, è fatto tutto di dolci, se ricordo bene gli alberi hanno i tronchi di varie varietà cioccolato e le chiome al pistacchio o menta piperita, dipende dalle foglie e.. -

-Sono morto e questo è il Paradiso, vero?- lo interrompe Singy, che ha sentito tutto.

-Non potresti essere più vivo di così. Ti avevo detto che questo pianeta lo avresti adorato. La mia TARDIS ti vizia.- calca volutamente l’aggettivo possessivo per sottolineare l’effettiva proprietà. -SweeTown è così, gli stessi abitanti quando camminano su queste strade a differenza nostra lasciano solo una patina zuccherosa, del tutto commestibile,- spiega a tutti.

Barty si arrende all’evidenza e raccoglie un pezzetto di strada, assaggiandolo.

-Mm... è così dolce,- mormora, masticando  -Ma mai come te, mio Dottore!- lo tira a sé per un bacio.

-Hey, voi due, è SweeTown, non FlirTown, smettetela!- protesta Drinky, separandoli.

-Dici così solo perchè le cose non stanno andando bene fra te e il tuo fotti-cervell… argh, guarda che linguaggio Babbano mi fai usare!- ringhia Barty, disgustato.

-Ha ragione, Drinky, ci sarà tempo dopo per le effusioni.- riconosce Ten. -Piuttosto, prima che ci veda qualche SweeTowniano, smettiamola di mangiare le loro strade… lo giudicherebbero un atto vandalico.-


- Non voglio essere preso per un teppista!- si allarma Alec.


-Senti, tu, si può sapere cos’hai tanto contro i teppisti? Sono errori di gioventù, io ne ho fatti, vuoi dirmi che tu hai una fedina penale immacolata?- lo sorprende Singy con le sue rivelazioni.

-Non siamo qui per parlare di quello che facevo io da ragazzo e comunque sappi che io, a differenza di certi elementi di mia conoscenza, ho avuto sempre un comportamento esemplare!- replica asettico, ma il detective più giovane si concentra solo su una parte del suo discorso, estremamente lusingato.

Mi reputa già una sua conoscenza!

-Dottore, ma gli SweeTowniani sono ehmm... deliziosamente commestibili come le loro strade?- domanda Singy.

-Punto primo, non permetterei in nessun caso il cannibalismo a nessuno dei miei Companions; punto secondo, per Gallifrey! No, gli SweeTowniani sono tali e quali a noi, okay forse non proprio uguali, uguali, ma perché svelarvi tutto subito? Lo scoprirete da voi se ne troviamo qualcuno.- anticipa il Signore del Tempo, con fare palesemente divertito.

Kevin nel frattempo è scivolato vicino a Ten, approfittando del fatto che Barty è impegnato a parlare con Drinky, dio solo sa di cosa.


-Se gli altri vogliono andare in cerca degli abitanti di questo pianeta bislacco facciano pure, io ho altro a cui pensare. Ricordi quell’aiuto che vorrei da te? Se andassimo un attimo a parlarne sulla TARDIS?-

-Non vedo perché no, possiamo sempre raggiungerli dopo, con me non ti puoi perdere di certo!- approva Ten, facendogli strada.

Barty solo in quel momento si accorge che il suo Dottore e Kevin si stanno appartando.

-Ho capito ora il tuo intento, astuto Babbano, volevi distrarmi, parlandomi dei tuoi spettacoli, per farmi perdere di vista il mio Dottore!- ringhia, guardando truce Drinky.

L’illusionista segue la direzione del suo sguardo.

-Cosa? Noooo, io neanche lo so che cosa vuole combinare il tuo prezioso Dottore con il mio.. con quel fotti-cervello maledetto, nemmeno mi interessa!- controbatte Peter. -Ciò che invece mi stava interessando veramente erano le tue proposte su come migliorare i miei show, hai ragione, ci sono troppe poche scene di torture, vorrei anche più sangue, quelle teste di cazzo ai vertici dovranno starmi a sentire… -

-Ne parleremo dopo, ora devo capire che sta succedendo.- lo interrompe Barty, ma prima di lanciarsi all’inseguimento si sente in dovere di dirgli qualcos’altro. -Ci hai visti anche tu prima, io e il mio Dottore? Se mi sentisse la mia gente mi crucerebbe a vita, ma.. lo sai qual è la parte migliore del litigare? È che poi si fa pace.-

- Sì, forse, ma stavolta non sono io quello in torto, non deve partire da me; anzi, sai che ti dico? Io non farò proprio un fottuto niente, non muoverò un cazzo di dito se lui non…- spergiura Peter, ma ormai il suo è pressochè un soliloquio.

 

Barty è già entrato nella TARDIS, tenendosi a poca distanza da Ten e Kevin, che non lo hanno notato.

-Allora, di che si tratta?- si incuriosisce il Signore del Tempo.

-Voglio farmi perdonare da Peter e credo d'aver trovato il modo più adatto,- lo informa Kevin, con gran sollievo del Mago Oscuro, anche se neppure per un attimo ha sospettato che il persuasore potesse avere un qualche interesse amoroso nel suo Dottore. -Per prima cosa dobbiamo attingere alle scorte di Peter, ricordi quella cassa che ha evocato Barty con uno dei suoi incantesimi?-

-Certo, subito dopo che poi evocasse quella Slot Machine dall’Arcade Games… di certo è assai potente il mio bel mago, vero?- sorride Ten al ricordo.

Barty gongola a sentir il Dottore parlare così di lui.

-Andiamoci subito, poi mi spiegherai il resto!- decide Ten, avviandosi con Kevin, ma poi sul loro percorso vede apparire dal nulla una serie di banane che pendono dal soffitto.


-Eh no, furbacchiona, se speri di addolcirmi così ti sbagli di grosso!- borbotta il Dottore, rivolto alla sua astronave, prima di annullare le banane colpendole con il cacciavite sonico, come se fosse una sorta di sparatoria in un videogioco. - Non mi tirerai su di morale con una manciata di banane, non me la dimentico la spudorata preferenza che hai manifestato per Singy, guarda dove ci hai portati!- la sgrida lui, prima di proseguire nel percorso.

Barty ha visto a sufficienza e decide di tornare fuori con gli altri, solleticato da un’idea un po’ audace da mettere in pratica quella notte.

Mio Dottore, forse so come risollevarti un po’ il morale.

************************

 

Aziraphale guarda attentamente il disegno che lui e Crowley hanno appena finito di disegnare a terra con il gesso, mentre aiuta il demone a disporre le candele per essere sicuro di non aver sbagliato a disegnare. 

La parte più difficile non è quella, bensì quella di spostare il televisore e posizionarlo in mezzo all'immagine formato da un quadrato in mezzo a dei centri concentrici con tanto di croci. Sa che dovrebbe crearsi un '’ascensione' del televisore stesso, ma non ha idea se funzionerá. 

 

-Perfetto, dearie.- esclama, un attimo prima di posizionarci al di sopra la vecchia televisione col tubo a raggi catodici. 

 

Non succede nulla. 

Crowley accende nuovamente la televisione su uno degli episodi del Quinto Dottore. 

Per un attimo continua a restare tutto esattamente com'era prima, poi il televisore pare prendere vita. 

 

-Co-cosa? Chi siete voi e come avete fatto ad apparire nel mio schermo?- domanda il Dottore biondo, guardando dritto verso la telecamera. 

Crowley ed Aziraphele rimangono momentaneamente basiti. 

Finalmente il primo a riprendersi è il demone.

-Ssalve!- si volge a guardare il proprietario della libreria - Mi sa che abbiamo sbagliato rigenerazione, Angel.- mormora.

-Dottore, non è che tu sapresti indicarci come metterci in contatto con la tua decima rigenerazione?- domanda cortesemente l'angelo.

-La mia... cosa?!- sgrana gli occhi il biondo intrappolato nello schermo, il suo shock così grande che gli cade pure il gambo di sedano dalla giacca color sabbia, bordata di arancione, la sua espressione che ricalca perfettamente il punto interrogativo che ha sul colletto della sua camicia.

 

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Dopo un’intera giornata trascorsa su quel pianeta, scoprendo con la meraviglia negli occhi tutte le particolarità che nasconde, i Companions, assieme al Dottore, si preparano a fare ritorno alla TARDIS.

Non fanno molta strada che si ritrovano davanti a un negozio di vestiti con tanto di uno SweeTowniano al suo interno, probabilmente il commesso. È lì che Singy si ferma, fissando i vestiti.

 

-Che strano…. Sembrano proprio…- mormora, facendo fermare gli altri. 

 

Il Dottore gli si avvicina per guardare a sua volta i vestiti, quindi tira fuori il suo cacciavite sonico e lo accende con un suono fastidioso.

 

-Zucchero filato?- domanda vedendo i risultati. 

-Che fottuta…?- sbotta Drinky guardando Singy sorridere, entrare nel negozio e lanciarsi contro al primo vestito che incontra per iniziare a sgranocchiarlo. 

 

Singy si è ormai mangiato mezzo abito prima di essere fermato dal commesso SweeTowniano. 

-Signore, sta mangiando il vestito?!- domanda, avvicinandosi e facendo quasi venire un infarto al giovane detective. 

-Non è come sembra!- mette subito le mani avanti l'umano. 

-Oh, cielo!Se ha una fame tanto disperata, venga a casa mia, mia moglie saprá certamente darvi cibo migliore degli abiti!- gli sorride lo SweeTowniano invitandolo involontariamente a casa sua.



Una volta ottenuto il consenso dal Dottore, che ha deciso di lasciare la TARDIS parcheggiata lì tutta notte, Singy è ben felice di essere stato invitato a cena.

 

Il Dottore si è semplicemente raccomandato che lui non rimanesse da solo.

 

Peter Vincent era in procinto di offrirsi volontario, anche per svagarsi un po’ la mente e non pensare alla sua incazzatura, ma con gran sorpresa di tutti, Alec è stato il più veloce a proporsi per accompagnarlo.

 

Le cose non potevano andare meglio di così, perché nel piano che Kevin ha ideato con l’aiuto del Dottore, è previsto che Peter non si allontani affatto.

Così come è previsto che quando lui rientra nella sua stanza Kevin si faccia trovare nel suo letto, sotto le coperte.

-Ma che cazzo?- sbotta l'illusionista appena lo vede. -Io la porta l’avevo chiusa e tu non puoi comandare delle fottutissime serrature!-

-Hai ragione, ma dimentichi che abbiamo a bordo un abilissimo mago che ha un incantesimo per ogni esigenza e un ingegnoso Dottore con un cacciavite speciale che apre qualsiasi cosa… ma non è stato necessario interpellare il secondo, il primo si è offerto di aiutarmi più che volentieri,- spiega il persuasore, con tutta la calma che lo contraddistingue.

-Eh certo, tra psicopatici schizoidi vi intendete a meraviglia!- ringhia l’altro. -E comunque poco cambia, io qui non ti ci voglio, levati dai coglioni!- aggiunge, piccato, in procinto di strattonare via le lenzuola.

-No, fermo!- lo blocca tempestivamente l’altro e ovviamente Peter non può che obbedirgli.

-Non era mia intenzione comandarti, non stavolta, è solo che avresti rovinato la sorpresa che ho per te e non posso proprio permetterlo…riprenditi pure a muoverti.- 

 

-Una sorpresa?- domanda Peter, intrigato, senza riuscire a reprimere un sorrisetto. - E comunque non me ne frega un cazzo!- ribadisce subito dopo.

- Vorrei solo che tu mi ascoltassi: io ti devo delle scuse e non so nemmeno da che parte si comincia a farle, non sono molto pratico in queste cose, quindi questo già di per sé dovrebbe farti capire quanto tu sia importante per me.- esordisce Kevin e sembra premere i bottoni giusti.

Aspetta un attimo… ma io ho mai chiesto scusa a Jessica? No, dovrò tentare anche questa tattica, quando e se torno da lei… ma non è questo il momento di pensarci!” si rimprovera lui.

-Beh, eri partito così bene, che cazzo è successo? Ti sei incantato? Divertente, da te che sei l’incantatore!- lo prende in giro Peter.

Di per sé questo è già molto positivo.


-Certo che no, stavo solo impostando al meglio il mio discorso. Peter, queste settimane … perchè sono settimane che stiamo viaggiando, vero?- si interrompe lui, perplesso.

- Ah non chiederlo a me, qui dentro ho perso la fottuta cognizione del fottuto tempo!- sbuffa l’altro.

-Fatto sta, siano settimane, siano giorni, siano solo ore, le sto vivendo con te e ringrazio la mia buona stella di averti trovato. Senza di te questo viaggio non sarebbe stato lo stesso.- gli sorride Kevin. - Sono felice di non aver seguito il mio primo piano, che tu non ricordi e io di certo non ti ripeterò, il punto è che sono contento che tu sia entrato nella mia vita, Peter-Sexy Cacciatore-di-Vampiri-Vincent.-

L’illusionista abbozza un sorriso.

- E hai ragione, non meriti che ti prendi in giro e non lo farò, non ho nemmeno intenzione di essere un ipocrita: non puoi pretendere che io smetta di pensare Jessica, che io smetta di amarla, sarebbe come chiedermi di smettere di respirare.- fa una pausa per cogliere le espressioni del suo partner, che non sembrano poi così ostili. -Questo però non significa che io non ci tenga a te, Peter. Che io non ti desideri, non solo a letto, anche nella quotidianità, quel tuo dire cazzate a non finire, quel tuo farmi uscire dai gangheri, qualche volta. Adoro tutto di te, Peter Vincent. -


Peter ci prova a fare un po’ il restio ma la verità è che si è sciolto già a metà del suo discorso.

-Fottutissimo te e il tuo saperci fare con le cazzo di parole!- sbotta prima di saltargli addosso e baciarlo con foga.

- Mi perdoni quindi?- mormora Kevin, mordicchiandogli le labbra.

-Cazzo, sì, ti perdono tutto, mio bel fotti-cervello!- se lo abbraccia stretto l’illusionista.

-Se le parole non fossero bastate, sai… avevo anche un piano B. - gli rivela Kevin con un sorrisetto, prima di scoprirsi facendo bella mostra dei suoi boxer.


Non certo ordinari.
Tanto per cominciare sono di un color verde radioattivo, corti, attillati, un po’ trasparenti e con una consistenza gelatinosa.

Peter lo guarda come un bambino guarderebbe la più squisita delle merendine.

-Ma quello, quello è…-

-Midori? Ebbene sì, sono boxer commestibili. Diciamo che il Dottore mi ha aiutato a realizzarli, gli ho detto che erano per una buona, un’ottima causa!- ammicca Kevin.

- Le mie due cose preferite messe insieme, questo è giocare sporco!- ridacchia Peter, accarezzando i bordi di quello strano materiale.

-Parlando di cose sporche… cosa aspetti a darti da fare?- lo guarda malizioso l’altro.

*****************************

In due stanze comunicanti non molto distanti da lì qualcun’altro sta cercando di attirare l’attenzione.

 

-Mio Dottore, lo so che mi hai detto che stasera preferisci rimanere solo perché non ti è ancora andata giù la preferenza della TARDIS per Singy, ma se apri la porta, ti assicuro che ne varrà la pena.- bussa Barty dalla porta del bagno che condividono.

È già pronto ad usare quelle diavolerie Babbane che ha imparato che si chiamano smartphone, per chiamarlo nel caso non lo sentisse, ma il Dottore lo sente eccome.

-Barty, no davvero, non sono dell'umore adatto, ma è solo per stanotte, poi mi passa…- brontola Ten.

-Mio Signore, mi permetto di insistere. Ti chiedo solo di aprire la porta, poi se non ti piace quello che vedi, la richiudi e io me ne tornerò alla mia stanza, senza più disturbarti.-

-Ma…-

-Potrei aprire questa porta con un Alohomora, come ho fatto con la stanza di Peter, ma vorrei che fossi tu ad aprirmi.- non si dà per vinto il Mago Oscuro.


Anche se in quel particolare frangente, di oscuro ha ben poco.

Ten apre la porta, giusto per farlo contento, ma quello che gli si presenta davanti agli occhi lo lascia senza parole.



Barty è vestito come una gialla banana gigante, che parte dal collo arrivando fino alle caviglie denudate, lasciandogli libero solo il viso.

 

A completare l’opera c’è l'immancabile chilometrica sciarpa che gli ha regalato, che lo avvolge come fra le spire di un morbidissimo serpente.

-Oh, Barty, sei… - gli sorride estasiato Ten, incapace pure di finire la frase.

-Non chiedermi come, ma so che hai un debole per questo frutto. Mi è bastato giusto un piccolo ripasso di Trasfigurazione sui miei soliti abiti.- spiega il Mangiamorte, con non chalance. -Sono sempre stato il migliore della classe, la McGranitt stravedeva per me.- sorride tronfio.

 

-Beh, non so chi sia questa McGranitt ma ora solo io posso stravedere per te!- ringhia Ten, tirandolo a sé per la sciarpa, in modo possessivo.

-Sei geloso di lei? Ma è stata solo la mia Professoressa e avrà … non lo so , quel milione di anni più di me!- ride Barty.


-Beh io ne ho suppergiù ottocentosettantacinque più di te!- precisa Ten, prima di baciarlo, mentre percorre con le mani lo strano materiale di cui si è ricoperto.

Al tatto e alla vista sembra proprio una buccia di banana, odora anche di quel frutto che tanto fa impazzire il Dottore.
Ma il contenuto in questo caso è ancora più appetitoso.

-Lo sai qual è la parte migliore, mio Dottore? Sotto non indosso proprio niente- gli sussurra all’orecchio Barty, mordicchiandogli il lobo- Sbucciami, un poco alla volta- lo esorta, con la voce resa roca dal desiderio.

 

Ten abbassa il primo floema quello centrale, gradualmente, scoprendo così che lui gli sta dicendo la nuda verità.

 

-Mio Dottore, lo sai che ti amo, ma se ti azzardi a dire a qualcuno questa cosa giuro che ti crucio!- lo mette in guardia Barty, prima che ridendo il Dottore lo baci con ancora più trasporto, per poi tirarlo verso il suo letto, grazie alla lunga sciarpa.

Sciarpa che medita di lasciargli addosso, non appena lo avrà denudato completamente.


**********************

Entrando nella casa degli SweeTowniani Alec e Peter Carlisle si accorgono che è molto simile alle loro abitazioni terrestri.

Si intrattengono a parlare del più e del meno con il capofamiglia, mentre sua moglie armeggia in cucina.

-Meno male non hanno SweeTownianini, è già un trauma quando Millah mi fa tenere in braccio… comunque si chiami!- borbotta Alec all’altro detective, approfittando della momentanea assenza del capo famiglia.

-A me piacciono i bambini, insegnerei loro così tante canzoncine!- sorride Peter, con l’aria sognante- Non mi dispiacerebbe essere padre un giorno!-

-Oh, non fraintendermi, io sono già padre, ma mi basta così e ora che mia figlia è adolescente è sempre più difficile gestirla! E il mio lavoro di certo non aiuta… - confessa l’altro.

Peter deve tenersi per sé lo shock di quella notizia, perché la SweeTowniana chiama tutti a tavola.

-Raggiungetemi in cucina, scommetto che sarete affamati!- li esorta, alzando la voce per farsi sentire.

- Oh beh, sì, sgranocchiare le strade mette appetito!- commenta sottovoce Peter, strappando un sorriso ad Alec, cosa più unica che rara.

-Se non altro ora mangeremo qualcosa di meno bizzarro.- dice la sua Alec, mentre si mettono a tavola.

 

-Certo che se hanno tutte queste cose buonissime intorno a loro con così tanta facilità, chissà che piatti deliziosi preparerann…-

La frase muore in gola al detective più giovane mentre osserva le portate che compongono la tavola: un piatto di sassi neri fumanti, una ciotola con dei sassolini di vari colori e forme, un piatto centrale dove sono disposte delle pietre più grosse.

Peter e Alec osservano esterrefatti i due SweeTowniani inghiottire e quel che è peggio masticare quei sassi come se niente fosse.

-Devono avere dei denti duri come il diamante, ecco cosa intendeva il Dottore quando ci ha detto che sono uguali a noi, ma non in tutto.- deduce Alec.

Peter è ancora troppo sconvolto per esprimersi a riguardo.

- Mmm, ti sei davvero superata stavolta, mogliettina mia!- si congratula il marito, prendendo un’altra cucchiaiata abbondante di quello che loro devono considerare una zuppa.

 

-Grazie, caro, ma voi due non mangiate?- guarda preoccupata la moglie i loro ospiti.

-Huh! Beh, no, io non posso, sono in servizio!- si giustifica Alec.

-Non hai detto che venivi da un altro pianeta?- si acciglia lo SweeTowniano.

Ormai sono entrati in confidenza, non è più necessario un linguaggio formale.

-Io sono sempre, in servizio, ovunque mi trovi.- precisa il detective più anziano, mentre il giovane colto da un languorino improvviso si fionda su una delle piante di casa.

-Questa però è buonissima!- bofonchia, addentando una grossa foglia alla menta, mentre sgranocchia un ramoscello di cioccolato al caramello.

-Che persone bizzarre che siete… uno che si inventa di essere al lavoro pur di non onorare la mia cucina … e l’altro che preferisce addirittura mangiare una pianta!- li guarda confusa la SweeTowniana.

-Passi per l’abito nel mio negozio, ma nessuno offende in questo modo mia moglie e le sue incredibili arti culinarie, fuori da casa mia!- tuona l’adiratissimo marito.

Alec e Peter non se lo fanno ripetere e se la danno a gambe.

-Prima che rientriamo alla TARDIS, che dici se ci mangiamo uno o due mattoncini di un muretto? Ne avevo trovato uno che sa di liquirizia e anice, ma non ricordo dove.. - borbotta perplesso il più giovane.

-Costeggiava quel giardino con quei fiori che sanno di ribes, limes e frutto della passione.- lo informa il più grande.

-Ah-ah, allora li hai assaggiati anche tu!- lo coglie in flagrante Peter.

-Due giorni che sono con te e già mi stai rovinando!- brontola Alec, alzando gli occhi.

TBC

Eccoci qui,
siamo le prime a non crederci, ma siamo tornate!!!
Forse non ci metteremo tutti questi mesi per aggiornare di nuovo (perché ormai l’avrete capito che ci sono due pasticcioni ineffabili che vogliono raggiungere il gruppo) ma… non facciamo promesse ^^

Se intanto vi va di dirci che ne pensate di questo capitolo, siamo tutte orecchie...e  ci pariamo da eventuali lanci di frutta e verdura … o male che vada ci facciamo un’insalata fresca XD


alla prossima <3


L&L

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Capitolo 17
*** Capitolo XVI: London calling ***


Heylàà, ogni tanto torniamo ^^'

Non perdete le speranze, un giorno questa storia delirante avrà una fine XD



cover-Incontri-Ten-TENNANTi



 

Capitolo XVI: London calling
 

-Ancora torte?!- sbotta Kevin il giorno dopo, quando si trovano tutti insieme a colazione.

-Che cos’hai contro le torte?- si mette sulla difensiva Singy, che ne sta tenendo in mano tre fette diverse.

-In effetti, Kevin non ha tutti i torti, non si può dire che stiamo seguendo il più salutare dei piani nutrizionali,- borbotta Alec, guardando di sbieco la fetta di torta al cioccolato che ha nel piatto.

-Giusto! Basta con queste fottutissime torte, passiamo alle colazioni alcoliche!- dice la sua Drinky.

-Ma… ma… ma… è un ammutinamento!- piagnucola Singy, guardandosi attorno con aria smarrita  e il suo shock è tale che fa cadere una delle fette di torta sul pavimento.

-Nooo!- si dispera ulteriormente.

-Ne hai tipo mille, che cazzo te ne fotte di quella sul pavimento?- gli fa notare il suo omonimo.

-Tu non capisci, è una fetta di torta perduta per sempre. Devo portarne il lutto.-

Il suo sconforto viene subito ricompensato da una cascata di panna montata che piove dal soffitto, soltanto e rigorosamente nel suo piatto.

 

Ten che ha sopportato quel teatrino stoicamente, fino a quel momento, non può reggere anche all’ultimo increscioso avvenimento.

-Ancora con queste stra dannate preferenze, Sexy?!- esplode nella rabbia tipica di un Signore del Tempo.

-Ci penso io, mio Signore!- interviene prontamente Barty e un istante dopo è sufficiente un suo colpo di bacchetta perché la panna perda tutta la sua consistenza spumosa, liquefandosi nel piatto.

-La tua perfidia non ha confini!- gli urla il giovane Detective, ma è solo musica per le orecchie del fiero Mangiamorte, che gongola sorridente.

 

-Lui avrebbe anche ucciso un turista innocente; ma sì… disperiamoci di più per della panna montata!- brontola Ten, tenendosi il ponte del naso stretto fra il pollice e l’indice.

Alec nel mentre si è precipitato come una furia su Barty, con in mano una lampada che non si sa nemmeno dove l’abbia trovata, che ora gli sta puntando dritto in faccia.

-Dov’è successo? Quando, come? Qual era il movente?- lo assilla di domande.

-Cosa sei? La versione Babbana vivente del Veritaserum?- alza gli occhi Barty, ma solo Ten può capire e infatti ridacchia. -E comunque non ho problemi a rispondere, nell’esatto ordine in cui me lo hai chiesto: dove mi aveva portato il mio Secondo Signore Oscuro. Quando ero con il mio Secondo Signore Oscuro. Con un Anatema che Uccide, che non c’entra con gli insegnamenti del mio Secondo Signore Oscuro, semmai del Primo. Per proteggere il mio Secondo Signore Oscuro.-
 

-Il soggetto soffre di evidenti pulsioni ossessive, compulsive,- dice a se stesso Alec, come se stesse esponendo un verbale.
 

Se non altro ha rimesso via la lampada.

-E basta con questo cazzo di Secondo Signore Oscuro!- sbotta esasperato Drinky.

-Non potrei essere più d’accordo!- alza gli occhi Ten.


-E comunque, prima che succedesse tutto questo putiferio, io stavo manifestando il mio più che giustificato limite di sopportazione raggiunto per i dolci,” riprende il suo discorso Kevin. -Io mica sono Jessica, lei al ristorante ordina quello che piace ai bambini: hamburger e patatine fritte, fosse per lei si strafogherebbe di cibo spazzatura, quindi anche di dolci.-

-Oooh, mi piace già questa Jessica!- approva Singy, guadagnandosi un’occhiata al vetriolo dal persuasore.

-Ma tu di certo non piaceresti a lei, mocciosetto irritante!- gli ringhia contro.
 

-Fammi capire, dici che questa tua Jessica andrebbe d’accordo con me per i miei modi e per la passione che abbiamo in comune per l’alcool, con Singy condivide i gusti in fatto di cibo e così come con Hardy condivide la passione di investigare … lo vedi che non è proprio adatta a te?- gli fa notare Drinky e Kevin sembra accusare il colpo.


-Ma… ma due anime gemelle non devono essere uguali in tutto e per tutto!- bofonchia, cercando di difendere la sua tesi.

Io e Jessica siamo inevitabili e nessuno può farmi cambiare idea a riguardo!”
 

-Come me e te quindi?-  ammicca Peter, facendosi così vicino da rubargli un bacio, mentre l’altro è così assorto nei suoi pensieri.

-Tu non sei la mia anima gemella,- mette in chiaro Kevin. -Ma sei il più piacevole dei diversivi, te l’ho già detto,-  gli fa un buffetto sulla guancia, addolcendo il tono, prima di dargli un bacio.
 

 -Io ero sposato con una detective…- informa tutti Alec.

-Tu non mi stai autando!- gli ringhia contro un gelosissimo Kevin.

-Aspetta, lasciami finire. Non ci arrivi? Non ho detto che lo sono. Ho detto che lo ero. Ero. Appunto. Divorzio. Vedi che essere troppo simili non va bene? Hai ragione tu…- lo infonde di speranza.
 

Singy per tutta risposta si imbroncia ‘

-Quindi non pensi che ti sposerai mai più con un altro detective?-

-Ho detto non con uno troppo simile a me. E non lo intendo fisicamente- gli fa l’occhiolino Alec, stupendosi da solo per quel suo atteggiamento così alla mano.

-Stanno facendo tutti un po’ troppo gli sdolcinati, mio Dottore… e noi?-

Ten gli dà giusto il tempo di finire la frase e poi lo tira a sé per un bacio mozzafiato. 

 

-Dicevi, tesoro?- 

 

-Ni--niente…- replica ancora un po stordito il Mago Oscuro, con un sorriso inebetito.

 

-Molto bene. Ora andiamo sui tetti!- propone il Dottore.

- A fare l’amore? Ma mio Signore, stavamo comodi anche qui!- lo guarda confuso il Mago Oscuro.

- Non solo noi due, intendevo tutti.- precisa Ten.

- Tutti...a fare l’amore?!- si inquieta Barty.

-Cazzo, sì, io ci sto!- approva Drinky… e il problema è che non è nemmeno ubriaco.


-State tutti fermi e zitti!- si inalbera Ten - Intendevo dire, andiamo a raccogliere le tegole sui tetti di questo pianeta. Lo sapete che sono crépe? Vi sono due motivi per raccoglierle: il primo è che ce ne sono di dolci, ma anche di salate, avreste una variante a colazione; il secondo è che di quelle dolci un nostro eventuale prossimo ospite ne va ghiotto e apprezzerebbe di sicuro il gesto.-

-Hai ragione, almeno non sono maledette torte!- trova la sua motivazione Alec.

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-Scendete, mio Signore, scendete!- si agita Barty, tanto che si rimette a dargli del Voi, mentre Ten si è avventurato su un tetto senza un minimo di imbracature.

La bacchetta del mago è impegnata a lanciare tutti gli Incantesimi di Protezione che conosce.

 

-Barty, se è vero che sono il tuo Secondo Signore Oscuro, smettila subito con tutti questi incantesimi, non sono necessari, anzi, mi offendono non poco, è come se tu pensassi che io non possa cavarmela da solo.- brontola Ten.

- Oh no, mio Dottore, non lo penserei mai!- proclama il Mangiamorte e anche se a malincuore annulla tutte le sue protezioni.

- Molto meglio. Lo vedi da te che non corro nessun pericol...ooooooh!-

Il Dottore non fa in tempo a finire la frase che sbaglia ad appoggiare il piede e cade rovinosamente di sotto.

-Maledetto idiota!- impreca Barty, agitato, prima di trasfigurare i sassi di sotto in un morbido materasso. -Tra l’altro hai trovato l’unico punto dove non c’era un terreno morbido e … commestibile.-

-Ed ecco perché sono fortunato ad avere te,- gli sorride Ten, scendendo dal provvisorio materasso, prima di incupirsi. -Ho sentito male o prima mi hai chiamato ‘idiota’?- gli domanda, mentre si accerta che la sacca di crépe che ha raccolto non si sia danneggiata.

Barty solo allora si rende conto delle sue parole e si prostra ai suoi piedi.

-Mio Signore, perdonatemi, non volevo. Capirò se vorrete gettarmi nel cuore della TARDIS…-

Mentre è ancora impegnato a prodigarsi in riverenti scuse, il Mangiamorte sente due braccia che lo avvolgono e quando solleva lo sguardo si accorge che è il suo Dottore, che ha un sorrisone luminoso che gli attraversa il volto.

-Finalmente mi tratti da tuo pari!- esulta, prima di baciarlo.

Non molto distanti, su due tetti differenti, anche altre due coppie sono impegnate nella stessa attività: raccogliere crépe, non baciarsi.

-Non capisco perché cazzo debba essere io a fare questa cazzo di cosa; neanche mi piacciono le fottute crépe!- si lamenta Peter Vincent sopra il tetto, impegnato a togliere le tegole.

-Semplice: perché te l’ho ordinato.- risponde flemmatico Kevin. -E poi li hai visti i miei vestiti? Altro che i tuoi straccetti!-
 

Proprio in quel momento comincia a piovere, ma bastano poche gocce perché si accorgano che non è comune acqua.

-MA STA PIOVENDO NUTELLA!- si sente esultare Peter Carlisle dalla cima di un tetto nei paraggi.

Di lì a breve si sente anche l’inizio di una musica molto famosa.
 

-I'm singin' in the rain

Just singin' in the rain

What a glorious feeling

I'm happy again.-

Peter ha già cominciato a cantare, saltellando da un punto all’altro del tetto, la bocca aperta e la lingua protesta in avanti per cogliere qualcuna di quelle gustose gocce cioccolatose.
 

- I'm laughing at clouds.

So dark up above,

The sun's in my heart

And I'm ready for love.-

Continua a esprimere la sua gioia, facendo perno con il comignolo per piroettare dal lato opposto incurante di quanto la pioggia stia rendendo sdrucciolevole il tetto.

La reazione di Alec non si fa certo attendere.


-Maledizione, che cazzo stai combinando, razza di imbecille? Smettila di ballare, smettila di cantare e soprattutto smettila di far uscire quella stra dannata musica!- sbotta il detective più grande, ottenendo ciò che desidera.

-Ha ragione Alec: Singy, Drinky, scendete tutti che ce ne andiamo, abbiamo raccolto crépe a sufficienza!- ordina a tutti il Dottore che li ha raggiunti

-Ma proprio ora?- protesta Peter Carlisle, che se non altro è sceso dal tetto, così come il suo omonimo.


-Ma non ne hai avuto ancora abbastanza di dolci?- lo guarda malissimo Ten.

-Sì, ma… la Nutella è la Nutella!- protesta vivacemente Singy, continuando a raccogliere gocce sulla punta della lingua, prima che Alec e Barty lo sollevino di peso e lo trascinino a forza sulla TARDIS.

Fanno giusto in tempo a rientrare che si sente suonare un telefono.


*********************************
 

Aziraphale continua a rigirarsi fra le mani il bigliettino dove il Quinto Dottore gli ha dettato dallo schermo il suo numero di telefono, prima che le due creature eteree annullassero quell’evocazione.


-Ti decidi a comporlo o cosa, Angel?” lo sprona Crowley, spingendolo verso il suo antiquato telefono.
 

Aziraphale segue quel consiglio e gira la rotella coi numeri nella successione indicata.

-Sta suonando, Dearie!- si emoziona l’angelo.

-Beh, è quello che succede quando componi un numero. L’importante è che qualcuno poi ci risponda!- borbotta il demone, mettendosi ad ascoltare con lui nella cornetta.

Una vicinanza alla quale nessuno dei due vorrebbe mai porre fine.


-Qui è il Dottore, chi parla?- risponde affabile Ten dall’altra parte.


-Ehmm immaginavo fossi il Dottore, ma quale Rigenerazione, se posso chiedere?- tentenna Aziraphale, anche se quella voce gli sembra di riconoscerla.
 

-Aziraphale?- è molto rapido con le associazioni Ten, che ringrazia la sua buona stella di non aver messo la chiamata in vivavoce, per il momento.

Nessuno qui deve sapere delle mie Rigenerazioni, soprattutto il mio Barty, non ancora, almeno.

- Bene, allora ho fatto il numero giusto!- si compiace l’angelo.


-Angel, tu sei rimasto fermo al dopoguerra, ormai hanno inventato quelle cose che si chiamano videochiamate, vediamo di farne una!- decide, schioccando le dita e sul televisore in bianco e nero si visualizza Ten, a bordo della TARDIS.

-Oh sì, mi piace!- approva il Dottore con un ghigno, prima di sfoderare il suo cacciavite sonico e puntarlo contro il telefono.
È solo questione di secondi, prima che sul monitor della TARDIS compaiano le immagini di Aziraphale e Crowley.


L’angelo e il demone vedono accalcarsi a turno vicino al Dottore una serie di personaggi molto simili a lui, quindi anche a Crowley.
 

-Oh, Dearie, ci sono così tanti te!- si entusiasma il biondo, con gli occhi sfavillanti.

 

-No, no, no ,no, io lì dentro non ci voglio assssolutamente ssssalire!- sibila scontroso Crowley.
 

-Tu resta pure qui se vuoi!- si gioca l’arma segreta.

-Con il Paradiso che ti faccio andare da solo!- ringhia gelosissimo l’altro.


-Dài, venite anche voi, più siamo e meglio è… pure tu, biondino, che non c’entri nulla con noi!- commenta Singy.


-Hey! Il mio Angel c’entra sempre!- lo difende Crowley, stringendo a sé Aziraphale con fare possessivo.

-Oh, bene, devo venirvi a prendere allora? Siete sempre nella Londra del 2019, giusto?- chiede retorico Ten.


-Sì, possiamo solo spostarci nello spazio, se vogliamo, ma non nel tempo,- gli ricorda l’angelo.

 

-Pivellini!- li sbeffeggia il Dottore, mettendosi alla console. -Quindi rimanete a Londra ad aspettarmi o preferite spostarvi in un altro posto?- chiede conferma.

-Nooo, io voglio rivedere la mia amata Londra!- manifesta la sua predilezione Barty.

-Anche a me non dispiacerebbe rivedere la mia città natale,- si fa nostalgico Kevin.
 

-A me basta che ci sia una pasticceria e anche ad Alec va bene andare lì,- approva Singy.


-Per l’inferno maledetto! Hey, sbarbatello, da quando in qua prendi le decisioni al posto mio?- sbotta Alec.-Cioè, avrei detto Londra anche io… ma mi piace che almeno me lo si chieda!- incrocia le braccia, contrariato.

- A me invece manca un sacco casa mia, cazzo… non è che possiamo incontrarli a Las Vegas?- propone Drinky, ma viene bellamente ignorato.


-Ooooh, avete l’aria di essere tutti così simpatici, non vedo l’ora di conoscervi!- sorride estasiato l’angelo.

-A me invece sembrano tutti un branco di svitati,- brontola Crowley, prima di rivolgersi al Dottore. - Di’ un po’, sono sempre così?-

 

-Oh no, anche molto peggio, direi che oggi sono piuttosto tranquilli!- ridacchia il Signore del Tempo, prima di rivolgersi ai Companions.  - Londra 2019, ormai Sexy l’ho impostata lì. Siete sempre alla libreria di Aziraphale, giusto?- chiede ai futuri Companions.


-Oh sì, si può dire che ormai Dearie viva qui!- ridacchia l’angelo.


-NGK! Non badate a quello che dice lui. Ho anche casa mia. Molto stilosa… volete che ci troviamo lì?-

 

-No, ormai ho scelto la biblioteca, non vi azzardate a spostarvi, arriviamo subito!- chiude il collegamento.


-Okay, forse non così ‘subito’, siamo inzaccherati di pioggia di Nutella, quindi sarà bene farci una doccia, prima che Singy ci lecchi tutti e lui ne sarebbe capace!-

-Ten, che brutta opinione che hai di me,- si imbroncia il detective canterino. -Io leccherei solo lui!- ammette senza filtri, indicando Alec che diventa paonazzo.


-A me una doccia, subito!!- corre via, spaventato.

-Io ho già fatto una fottuta indigestione di dolci, però ti leccherei se fossi cosparso di Midori.- ammicca Drinky verso Kevin, che ormai nemmeno ci prova ad arrossire.

-Mio Dottore, doccia insieme?- gli si avvicina Barty.

-Conosci un utilizzo migliore del bagno condiviso?- gli schiocca la lingua Ten, con fare audace, prima che i due innamorati si defilino.

-E poi vi domandate perché io mi rimpinzi di dolci…- borbotta sconsolato Singy.

*************************** 

-Dearie, cosa avrà voluto dire il Dottore con ‘Sexy l’ho impostata lì’?- si domanda perplesso Aziraphale

-Non lo so, basta che non si riferisse a te, angel!- ringhia possessivo il demone. -Piuttosto, non ha detto che sarebbe venuto qui subito? È già passata più di mezz’ora!-

Il tempo di dirlo e avvertono quel caratteristico suono che dopo tutta la maratona di puntate classiche che si sono fatti ormai è diventato familiare, tanto che Aziraphale potrebbe anche mettersi a fischiettare la sigla.
 

In un bagliore di luci azzurre, sollevando un leggero vento, la TARDIS fa la sua comparsa nella libreria.

L’ormai conosciuto Dottore apre le porte della cabina telefonica.

-Saltate su, presto!- li esorta e i due non se lo fanno ripetere.

Le porte si richiudono, mentre un sogghignante Ten si reca alla console dei comandi.


La TARDIS si libra in volo e i Companions del Dottore si guardano tra loro confusi.


Aziraphale e Crowley non possono ancora considerarsi tali, ma tutti gli altri si accerchiano attorno al Dottore, con aria davvero indispettita.


-Ma che cazzo significa? E la fottuta Londra?- ringhia scontroso Drinky.


-Io non capisco… lo abbiamo anche messo ai voti!- gli parla sopra Kevin, ma Ten sente entrambi.
 

-Abbiamo messo ai voti dove saremmo andati a prenderli, non ho mai detto che ci saremmo anche fermati nella ‘fottuta’ Londra!- se la ride lui, facendo il verso a Drinky, dispettoso come un gatto.
 

-Sei così perfido, così meschino, così ingannatore,- mugugna Barty, avvicinandosi a lui, prima che la sua espressione cupa lasci il posto ad un sorriso estasiato. -Ti amo ancora di più, mio Secondo Signore Oscuro.-  lo tira a sé per un bacio da capogiro.

-Uh! Barty, ti prego… abbiamo anche nuovi ospiti!- cerca di riprendersi il Signore del Tempo, imponendosi di smettere di baciarlo, lì davanti a tutti.
 

Evidentemente la doccia bollente (non solo per l'acqua)  che hanno fatto insieme poco prima non è abbastanza.

Barty si volta verso i nuovi arrivati così di scatto e con uno sguardo così inquietante che Aziraphale si fa scudo dietro a Crowley, che studia quel suo sosia più giovane e più squilibrato con la freddezza propria di un serpente.


-Oh sì, quella tensione che si taglia con un coltello, mi ricorda quando eravamo nella stanza di Kevin e tu e lui vi guardavate in cagnesco, Barty!- si intromette il Dottore. -O dovrei dire che ora vi guardate in serpentesco?- ridacchia per la sua battuta.

 

-Perché dovremmo essere tesi? C’è nuova gente a bordo, pure un intruso, per me è motivo per festeggiare!- si intromette Singy, che assieme ad Alec ha studiato in silenzio le due creature eteree dal momento in cui sono salite sulla TARDIS.

Che detective sarebbero altrimenti?

- A me bastano solo due cose: che ce ne siamo andati da quel dannatissimo posto fatto di soli dolciumi e che tu non ti rimetta a cantare!- borbotta Alec.

-Dolciumi?- chiede incuriosito Aziraphale.


-Cantare?- domanda in contemporanea Crowley.

-Prima di venire a prendere voi, ce ne siamo andati da un posto dove ogni cosa era commestibile, tranne il cibo stesso .. e gli abitanti, ovvio!- fa un breve resoconto Alec.

-Ma i loro vestiti sì, lo zucchero filato più buono che abbia mai mangiato!- commenta estasiato Singy al ricordo.

 

Gli occhi di Aziraphale sembrano illuminarsi, mentre la reazione di Crowley è diametralmente opposta.


-Bah, che pianeta insulso, per fare felice me dovrebbero portarmi in un posto dove ogni cosa è fatta di alcool!-

-Un pianeta non è mai insulso!- lo rimprovera il Dottore


-Ho appena trovato la mia anima gemella!- esulta Drinky, andando verso il demone con la sua camminata così disinibita, finchè lo tira a sé con un braccio che malandrino gli avvolge un fianco.


-NGK!- è tutto quello che riesce a dire il demone, troppo colto di sorpresa.


-Chiedo scusa: la tua… cosa?- chiedono all’unisono Aziraphale e Kevin, con lo stesso aplomb Inglese.

 

- Oh ti prego, caro il mio fotti-cervello, tu proclami il tuo stra-fottuto amore per Jessica ogni cazzo di due minuti, quindi io sarò pur libero di avere una simpatia qui dentro, no?- sbuffa Peter, ma se non altro sposta il braccio dal fianco di Crowley, che torna subito vicino al suo angelo.

-Oh beh, se è per questo Jessica vi seguirebbe a occhi chiusi nel posto che hai ipotizzato.- fa spallucce il persuasore.

 

-Ma nessuno di loro ci andrà,- borbotta un geloso Aziraphale- -Voglio dire, siamo qui sulla TARDIS, è già sufficientemente entusiasmante così.


- Mi piace il tuo modo di fare e abbiamo anche la ssssstessa camminata più o meno… ma vedi di sssstare ala larga da me lo ssssssssstesssssso!- sibila in tono di avvertimento 

 

Barty gli si para davanti, in evidente stato di adorazione.

- Tu puoi parlare Serpentese, come il mio Primo Signore Oscuro?-

Crowley lo guarda senza capire, prima che lo sguardo lo sposti verso il Dottore. 


-Un momento, c’è un’altra cosa troppo simile a me che prima non c’era, è la cosssa non mi sssssssta affatto bene!-

Il tempo di uno schiocco di dita e Ten si ritrova castano, le pareti a specchio della TARDIS che glielo confermano.

-Noooooooooooo!- urla disperato, inginocchiandosi sulla griglia, le mani fra quei capelli che ora trova di un colore insoddisfacentemente ordinario.

-Mio Signore!- si allarma il Mago Oscuro, deciso a non lasciare l’autore di un tale scempio impunito.

 

La sua bacchetta è già puntata contro il demone, il braccio quasi gli trema, tanta è la voglia di punirlo e ha qualcosa in mente ben più dannoso di una Maledizione Senza Perdono.

 

-Tingo!- esclama, spietato, prima di precipitarsi verso il suo adorato, per confortarlo.


Sempre attraverso il riflesso Crowley vede la sua chioma fiammante, plurimillenaria, che ha conosciuto innumerevoli acconciature, cedere il posto a una corvina.

 

Aziraphale è così sotto shock da non riuscire ad emettere una parola.
 

Gli occhiali scuri di Crowley cadono sul pavimento e nelle sue grandi iridi serpentine si può leggere tutta la sua ineffabile ira.
 

-Come hai oossssssssssssssato?- tuona inferocito, schioccando le dita.
 

La bacchetta di Barty si sgretola all’istante e il Mangiamorte si ritrova con un cumulo di segatura fra le mani.

 

L’effetto è così traumatico da lasciarlo paralizzato, in ginocchio sulla griglia, a fissare la segatura.

-Certo che in questa scatoletta non ci si annoia mai!- ridacchia Drinky, in disparte con gli altri Companions.

-Vorrei tanto aiutare Barty, ma... un demone… non lo posso certo controllare, è fuori dalla mia portata… e gradirei restare con dei capelli e dei vestiti decorosi!- borbotta Kevin.


-Concordo con il mio omonimo, è tutto così avvincente!- bofonchia Singy, a bocca piena.


-Dove accidenti l’hai trovata una ciotola di popcorn?- si acciglia Alec.

È molto probabile che la TARDIS sia la diretta responsabile, ma nessuno vuole approfondire la questione.
 

-Parla quello che va in giro con le lampade da interrogatorio!- replica Singy, prendendosi una manciata di popcorn, prima che anche gli altri tre seguano il suo esempio.

Nel frattempo, il dramma davanti ai loro occhi continua a consumarsi.

 

-Barty, io… non so cosa dire, mi dispiace così tanto…- lo tira a sé il Dottore, facendogli poggiare la testa sul suo petto.


Barty sembra riprendersi.

-La mia bacchetta… la mia magia… - mugugna, affondando il viso nel suo petto, con Ten che gli accarezza la schiena.


-Lo so..-
 

Barty solleva lo sguardo verso di lui, gli occhi lucidi, l’espressione sconsolata.

-Mio Dottore, non sono nemmeno riuscito a ripristinarti i capelli, prima che accadesse.-

-Quindi è questo che ti dispiace?- lo guarda sorpreso Ten.


-Prima di tutto, sì…- mormora il Mangiamorte, tornando a guardare fisso a terra.

 

-Forse aveva registrato la pigmentazione, forse riesco a riprodurla…- borbotta il Dottore, puntandosi il cacciavite sonico in testa, senza risultati concreti.

Prova anche a puntarlo sulla segatura a terra, ma è tutto inutile.


Finalmente Aziraphale, che ha visto anche troppo, prende la parola.

-Oh, ma insomma, Crowley, che maniere! Siamo stati gentilmente invitati qui, ti sembra il modo di comportarti?- lo rimbecca, prima di andare verso il Dottore e il Mago Oscuro.

 

-Chiedo scusa io per lui, non è cattivo.. oh beh, gli piace esserlo, ma non mi sembra così convinto,- bisbiglia per non farsi sentire, -Permettetemi di riparare a quanto avvenuto ecco!- aggiunge, schioccando le dita e Barty si ritrova con la sua bacchetta integra fra le sue mani, ancora incredulo, ma estremamente felice.

-Tingo!- lancia subito l’incantesimo al Dottore, che gioisce per il ritorno dei suoi rossissimi capelli.

Gli unici, al momento.


Crowley si imbroncia, andando verso il suo angelo.

-È come dicevi tu, angelo, potrei praticarmi da solo un miracolo di ripristino, ma non sarebbe lo stesso… io la giacca quel giorno te l’avevo sistemata…-


-Non dire altro, dearie,- gli sorride Aziraphale, schioccando le dita.
 

-Grazie, ang…- 


La frase gli muore in gola quando il riflesso gli restituisce l’immagine di lui biondo platino.


-Azirrrrrrraphale!- ringhia, mentre l’angelo se la ride di gusto.

 

-Perdonami, caro ma non ho resistito!- lo guarda con finta innocenza, prima di conferire ai capelli del suo adorato demone il loro originario colore.

 

Il Dottore gli si fa vicino con tracotanza.

 

-La mia TARDIS è grande a sufficienza per due rossi!- dichiara, con aria di sfida.


Crowley si limita a fare spallucce, ma Ten lo giudica un consenso più che sufficiente. 


TBC

se vi va di dirci qualcosa (soprattutto se questo delirio qualcuno se lo ricorda ancora) , ci fa solo un enorme piacere ^^

Momento spudorato di spam (da me, Lu) : se volete fare indigestione di TenTENNANTi qui trovate, fra le varie cose, un sacco di missing moment che ho scritto per loro, in particolare quintali di Barten, ma anche un po' di DIL (Detectives In Love, termine coniato da entrambi), ma soprattutto David onboard XDD

https://efpfanfic.net/viewseries.php?ssid=18840&i=1

Alla prossima (ma non troppo presto), perchè costringerò Loki anche con la forza per scrivere i prossimi capitoli, se serve XD

L&L

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Capitolo 18
*** Capitolo XVII: Nasty things in the library ***



cover-Incontri-Ten-TENNANTi


Capitolo XVII: Nasty things in the library


 

Aziraphale osserva meglio Barty, il tipo di bacchetta, i capelli, l’espressione da pazzo, l’attitudine così devota che ha verso Ten, che ha sentito chiamare ‘mio Signore Oscuro’.

L’associazione è pressoché fulminea.

-Tu sei Barty Crouch Junior!- esclama, con gli occhi che gli si illuminano dall’emozione.

-Come fai a conoscermi? Sei forse un Auror che mi sta cercando?- si mette sulla difensiva l’altro, guardandolo torvo.

“Nessuno deve separarmi dal mio Secondo Signore Oscuro!

-No, no niente di tutto questo… semmai, io ti ho letto!- precisa l’angelo. -Sei davvero tu, allora!-

Barty continua a non capire.

Aziraphale poi si volta verso Crowley.

-Caro, ti rendi conto? Hai dei sosia davvero famosi!-

-Io sono famoso!- si gasa Barty, perdendo il controllo della sua lingua.

Aziraphale approfitta del momentaneo momento di gloria del Mago Oscuro per avvicinarsi  a Ten.

-E tutti loro, invece? Da che libri escono?- chiede, incuriosito.

Non sia mai che lui non sia in grado di riconoscere un personaggio letterario.

-No, Aziraphale, loro escono per lo più da serie TV,- replica il Dottore,  indicandogli Kevin, Alec e Singy -E lui da un film. - indicando Drinky.

 

Ovviamente, l’illusionista lo ha sentito.

-Sentito, personaggi di categoria B? Io vengo da un fottuto film, il fottuto cinema, probabilmente campione di incassi!- si pavoneggia Peter.

-Chiamami ancora personaggio di categoria B e ti faccio pulire il mio bagno con la lingua!- lo minaccia Killgrave, ma Peter non si scompone nemmeno un po’.

-Oh ma lo sappiamo entrambi che la mia lingua la preferisci in ben altri posti!- lo fa arrossire l'illusionista, prima di baciarlo.

 

Aziraphale si volta verso Crowley.

-Un tuo sosia che bacia un altro tuo sosia!!!- si emoziona, prima di ricordarsi qualcosa di importante. - E prima lo hanno fatto anche loro!- indica Barty e Ten.

-Oh beh, sì, noi lo facciamo spessissimo!- sogghigna il Mangiamorte, tirando a sé il Dottore per un altro bacio.

 

-Comunque, Aziraphale, non ci saranno altri personaggi letterari, ma uno storico di sicuro, ma, come direbbe una donna speciale che ho conosciuto… Spoiler!- si fa misterioso il Dottore. -Allora cosa volete fare?- chiede, sempre molto ospitale.

È anche vero che dovrebbero impostare il viaggio verso una certa casa, ma la cortesia verso gli ospiti prima di tutto!

 

-Dottore, mi fai vedere la tua biblioteca?-
 

-Che cos’è? Un linguaggio in codice per andare a letto con lui?- chiede minaccioso Barty, pronto a sguainare la bacchetta appena ripristinata.

-Nooo, Barty, che vai a pensare? Io ho davvero una biblioteca.. e che biblioteca!- lo tranquillizza subito il Signore del Tempo.

 

-Sarà… ma a Hogwarts la usavamo spesso come scusa fra gli studenti…-

-Coooooosa??! Dove e con chi hai fatto queste cose?- gli chiede isterico Ten, mentre le due creature eteree non hanno ancora ben chiaro che stia succedendo.

-Ma… mio Signore… non Vi conoscevo ancora!!- si giustifica il Mago Oscuro, avvilito.

 

Drinky tira una gomitata ammiccante a Kevin.
 

-Andiamo a fare cose sconce in biblioteca?-

Il suo partner lo guarda allettato.

-Angelo, mi ssssspieghi perché vuoi andare a fare cossssse sssconce in biblioteca??!- lo guarda confuso il demone.

-Ma.. caro, io volevo solo leggere!-


-Fermi tutti! Nessuno farà cose sconce nella mia biblioteca!- si impone Ten.
 

-Ah no?- lo guarda deluso Drinky, prima di  fare spallucce. -Oh beh, io posso fare cose sconce ovunque!-

-Ti serve qualcuno che faccia buona guardia alla tua biblioteca?- si offre Alec, da bravo poliziotto.

-Io io, ti aiuto io!- si offre fin troppo entusiasta Singy.

-Non serve. accompagnerò io Aziraphale e poi starà lì a leggere quanto desidera, da solo!- precisa Ten.

-NGK! Ma..ma… perchè da ssssolo?- piagnucola Crowley.

-Amico, tu hai l’aria di uno che ha bisogno di un drink, a te ci penso io,- lo prende sotto la sua ala Drinky, anche se teoricamente è l’altro ad averle.


- In effetti a un drink non dico mai di no.- accetta Crowley.

- Tu ed io diventeremo fottutissimi grandi amici!- sogghigna l’illusionista, appartandosi con lui.

Ten è di parola e scorta Aziraphale fino alla sua biblioteca, pure la TARDIS si mostra collaborativa e non cambia l’ordine delle stanze.

Non appena Aziraphale entra nella biblioteca immensa della TARDIS si guarda intorno emettendo un sospiro di tale beatitudine che pare essere appena arrivato nel suo Paradiso personale, Ten lo guarda per un attimo preoccupato, ma si rassicura a vedere l’angelo con gli occhi a cuoricino.

 

- Va bene, direi che posso lasciarti qui in estasi.- lo tranquillizza il Dottore facendo per andarsene.


Appena Aziraphale resta solo nella biblioteca si miracola un paio di occhiali da vista e dei guanti di lattice per andare ad incamminarsi fra gli scaffali.

***

Barty è fin troppo preoccupato per l’assenza prolungata di ben due minuti del suo Secondo Signore Oscuro quindi decide di andargli incontro. Appena vede l’alieno in mezzo al corridoio sorride felice.

 

- Temevo vi foste perso, Mio Signore!-

- Qui, a casa mia??-

- I pericoli sono ovunque!- ribatte il mago.
- Dove sono gli altri… soprattutto sono ancora vivi?- si accerta il Signore del Tempo.

 

La prudenza non è mai troppa.
 

- Non saprei, ero troppo preoccupato per te.- lo segue Barty, mentre rientrano nella sala comandi dove non c’è più nessuno.

Il Dottore si mette alla console per impostare le coordinate di destinazione quando sente in lontananza qualcuno stonare sulle note dei Queen.

 

OOH, YOOOOU MAAAAKE ME LIIIIVE

WHEEEEEEENEVER THIIIIS WORLD IS CRUUUUEL TO MEEEEEE
 

Voltandosi, Ten e Barty si accorgono che sono Drinky e Crowley.

- Sì canticchiare è bello, ma dovresti sentire Singy…- commenta Peter, forse il meno sbronzo dei due.

- Chi è Ssssssingy? Cosssa fa?- si acciglia l’altro.

 

Sentendo più volte il suo nome, non si sa bene da dove, appare il detective canterino.
 

-Qualcuno mi ha chiamato?-
 

-Ecco vedi? Luiiii ogni tanto prendee e canta!- gli indica Drinky. -Ma non è che canta e basta, senti tutta la cazzo di musica, fa tutto un fottuto balletto, sembra di stare in un fottuto musical!-

- Ma davveeeeero?- sale l’interesse del demone.

-Ceerrto, la prima volta ha cantato di punto in bianco ‘Under pressure’, con tutta la musica e…-

Non l’avesse mai detto.

Lo shock è tanto che gli occhiali scuri gli cadono e le iridi serpentesche brillano tanto da sembrare fluorescenti.


-Chi ha cantato coosssaa???!-

È questione di un attimo.

Singy si ritrova con le spalle al muro e il demone che lo scuote forsennatamente.

 

-Ricantala ssssubito!-  sbraita.
 

- Che cosa vuoi da me?- chiede confuso il più giovane del gruppo.

- Gli ho detto che ogni tanto prendi e canti così, alla cazzo!- spiega l’altro Peter.

-Ma noooo, non è che lo decido io, è che capita e…- cerca di giustificarsi il detective.

-E allora fallo benedettamente capitare!- insiste Crowley, scrollandolo più forte.

 

In effetti si sente una musica, ma non è quella che desidera e Singy si mette a cantare all’istante, in contemporanea con la musica che parte.

-(Help)
I need somebody

(Help) not just anybody

(Help) you know I need someone, help -

- Mi prendi in giro, umano stramboide? Io ho chiesto i Queen!- si inalbera Crowley, un attimo prima di ricevere una scossa dalla TARDIS.


L’unica che ha risposto al grido di aiuto di Singy, che infatti ha già smesso di cantare.

- In effetti, sì, il tuo potere per levarmi la gente di torno mi farebbe comodo!- borbotta Alec, che sta rientrando da una passeggiata con Kevin.

 

Il persuasore si è convinto che più tempo passa con un detective più può diventare empatico con Jessica.
 

-Allora, pronti, partiamo?- domanda Ten, che non vede l’ora di mettersi in viaggio.

 

-Naaaah, fermi tutti, io sono così sbbroonzo che non riesco nemmeno a miracolarmi sobrio!- borbotta Crowley.

-Ebbene, sì, il colpevole sono io: gli ho fatto conoscere il mio adorato Midori!- sogghigna fiero Drinky.

- Solo io posso essere il tuo adorato!- sbotta Kevin, andando verso il suo partner.

 

-Ma non ti posso bere e non mi fai sballare!- ribatte l’illusionista.

-Oh beh, sul primo punto, avrei qualcosa da ridire…- sogghigna il persuasore.

-Se non si possono fare cose sconce nella biblioteca tantomeno le farete in sala comandi!- tuona Ten. -Secondo te quanto ci vorrà per fargli passare la sbronza… nel modo umano?- domanda a Drinky, un po’ esasperato.

- Vedi di dare una risposta soddisfacente al mio Secondo Signore Oscuro o fai di nuovo la fine della patatina fritta!- lo minaccia Barty, ringhiando.

 

- Oh beh, considerando che è un demone, non lo so… un paio di ore?- azzarda l’illusionista che non ci tiene a far la fine della patatina fritta.


- Due ore è un tempo ragionevole.- decide il Signore del Tempo.  - Anzi no, è un’eternità da aspettare!- si allarma subito dopo.
 

- Mio Signore, non puoi spostare la TARDIS di due ore in avanti da adesso?- crede di dargli la più brillante delle soluzioni Barty.

-L’ultima cosa di cui abbiamo bisogno è un dannatissimo paradosso!- mugugna il Dottore, stropicciandosi la faccia.


- Oh beh… sbaglio ma a bordo abbiamo anche un angelo? - interviene Kevin. - E un angelo non fa i miracoli un po’ come un demone? Quindi, quello che ora non può fare il demone…-

-Lo può fare l’angelo! - lo anticipa Ten, riacceso di speranza. - Oh Kevin, sei così brillante che potrei baciarti!-

- Tu devi baciare solo meeee!- si impone Barty. - Io devo essere il più brillante, a costo di diventare un Lumos io stesso!- 

-Premesso che baciarti sarebbe un ottimo modo di impiegare due ore,- mormora il Dottore, stringendolo a sé. - Non accadrà. Andiamo a cercare l’angelo!-

 

I sette partono alla ricerca, ma siccome la TARDIS per quello che è successo a Singy in precedenza ritiene tutti colpevoli, decide di complicare loro le cose, nascondendo di continuo la stanza che stanno cercando.

- Angeeloooo, finalmente ti ho trovaaatooo!- esulta Crowley, alzando le braccia, pronto per un abbraccio.

 

-Guarda che quello è un impermeabile e sei finito nel guardaroba della TARDIS!- lo avvisa il Dottore, che sta esaurendo la pazienza.

 

Nemmeno i Dalek sommati ai Cybermen sono in grado di farlo irritare così tanto.

Quando tutti sembrano aver perso le speranze, dopo circa un’ora Ten riconosce l’ingresso della sua biblioteca.

-Aziraphale, abbiamo bisogno del tuo aiuto,- si precipita all’interno, seguito dagli altri. - Dovresti…-

 

Le parole gli muoiono in gola, dato lo spettacolo che gli si presenta davanti agli occhi: Aziraphale giace supino a terra, con un sorriso ebete stampato in volto e gli occhi serrati, al centro della biblioteca, stringendo a sé un libro di cui non si intuisce la copertina.

-Per Gallifrey! Ci siamo giocati anche lui… non ha retto a tutto il suo entusiasmo… - si cruccia il Dottore.

-Lo sssssssalvo ioooooo!- si prodiga Crowley, lanciandosi a pesce sull’angelo svenuto.

 

La sua bocca sta per connettersi a quella del biondo, quando lui sembra muovere prima una gamba, poi il resto del corpo, fino a riaprire gli occhi.

Ovviamente il demone batte subito in ritirata, imprecando in una lingua talmente sconosciuta che nemmeno la TARDIS è in grado di tradurla.

 

C’ero cosssssììììì vicino!” riflette sconsolato.
 

Aziraphale intanto non capisce perché abbia tutta quella gente intorno.


-Uh? Volete forse che vi legga qualcosa?- chiede educatamente, pur ancora sdraiato.

- Niente di tutto questo, - replica il Dottore. -Non è che potresti rendere sobrio il tuo amico, per favore?-

Tra i due è una gara a chi sa essere più gentile.

-Ma certo!- schiocca le dita l’angelo e in pochi secondi il demone riacquista la sua consueta lucidità.

-Io però quella fottuta cosa non la voglio, sto bene con taaanto alcol nel mio organismo!- borbotta Peter Vincent.


Quella prospettiva lo terrorizza più della Maledizione Cruciatus.

-NGK! Non ho fatto nulla di sconsiderato prima… vero?-

 

- A parte ingropparti un cappotto e voler limonare duro con l’angelo svenuto… no!- lo tranquillizza Drinky, alias la voce della verità.

-Cosa?!- domanda esterrefatto Crowley.

 

-Cosa?!- gli fa eco Aziraphale, più sconvolto di lui, entrambi più rossi delle fiamme dell’inferno.

-Parlerete dopo di queste cose,- mette fretta a tutti Ten. -Ora torniamo alla sala comandi.- ordina.

 

-Un momento!- si impunta Aziraphale, recuperando il libro che stringeva a sé. -Barty, non è che me ne leggeresti un pezzo?- va verso il Mago Oscuro, con il libro, che si rivela essere ‘Harry Potter e il Calice di Fuoco ’ aperto su un determinato capitolo.
 

- Ma… questa è la mia confessione con il Veritaserum… com’è possibile? Come fate ad averla? Chi mi ha spiato?- non si capacita il povero Mangiamorte.

- Fa parte dell’essere un personaggio di libro, quello che hai vissuto, la gente lo può leggere,- gli spiega l’angelo con delicatezza.

- Tu, Barty, gli leggerai quelle parti. Tu, Aziraphale, gli spiegherai meglio quel concetto, ma lo farete solo quando saremo nella stra maledetta sala dei comandi!- si impunta Ten.

 

- E così affascinante quando emana tutta quell’autorità!- bisbiglia Barty in direzione di Kevin.
 

- L’autorità ha sempre il suo fascino!- sogghigna il bel persuasore.


TBC





Speriamo che questo capitolo vi abbia divertito anche solo un decimo di quanto ha divertito noi scriverlo XD
Tenetevi forte! nel prossimo capitolo... si va a casa Tennant, comiinciate a immaginare il più follemente possibile e vi assicuriamo che non sarà abbastanza😂
Buone feste a tutti
L&L

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Capitolo 19
*** Capitolo XVIII: You're not going to disappear... are you? ***




cover-Incontri-Ten-TENNANTi



Heylààà,
ogni tanto torniamo ^^’

Ebbene sì, finalmente è giunto QUEL momento.
Speriamo vi diverta

p.s siamo indietro con 100 e più risposte alle vostre stupende recensioni e vi hiediamo scusa, ma sappiate che le amiamo tutte, dalla prima all’ultima


Capitolo XVIII: You’re not going to disappear… are you?

 

Provati dai lunghi festeggiamenti, i due coniugi Tennant si sono addormentati poco prima di mezzanotte, ma a distanza di qualche ora in casa si avverte un rumore strano, come delle continue pulsazioni e una specie di sirena.

Il semplice fatto che hanno ancora gli occhi chiusi impedisce loro di vedere anche la luce che quel suono lo accompagna.

 

La prima ad aprire gli occhi è Georgia, notando che l'orologio sul comodino segna le tre meno dieci di mattina.
 

-David… che sarà stato quel rumore?- si chiede spaesata lei.

-Non lo so… Birdie?- mugugna il consorte, con il volto sprofondato nel cuscino e gli occhi ancora chiusi, probabilmente no, non deve essere ancora sveglio.

-Ma ti pare che nostra figlia faccia cosi?- rimbrotta lei.

Pur in stato di dormiveglia, David si concentra meglio sul rumore che ha sentito. Lui lo conosce bene, lo ha sentito mille volte, lo ha fatto emettere lui stesso, quando recitava, dalla…

 

No, andiamo, non può, essere, è solo suggestione, sarà stato un camion che passava in strada…-” trova una spiegazione razionale, tornando a dormire.

 

-Ho capito, andrò a vedere io!- borbotta la moglie,  alzandosi dal letto e infilando le pantofole.


Cercando di non far rumore, né di accendere le luci per non svegliare nessuno, la padrona di casa si aggira per i corridoi verso la stanza dove le sembra di aver sentito il rumore, più probabile che fosse il salotto che la camera della figlia più piccola.

Sta per arrivare lì, ma qualcuno le viene incontro dall’altro lato della casa.

-Non ti muovere!-

Troppo impaurita per riflettere sul fatto che quella voce le sia davvero assai familiare, Georgia non avanza di un passo, ma con un rapido movimento della mano preme l’interruttore sulla parete, per accendere la luce.
E quello che vede la sconcerta un po’.

 

-Che ci fai qui, non eri a letto? E che giro hai fatto per arrivare prima di me? Poi come ti sei conciato? Ti sei rasato a tempo record?  È una parrucca quella? Però sembri più giovane… vabbè, la cosa non mi stupisce. Solo che quel giaccone di scena ero convinta di averlo portato in lavanderia…- parla a raffica Georgia.

Il suo interlocutore la fissa con un’espressione sconcertata.

- Ma guarda quanto sei bravo, dopo tutti questi anni riesci a fare ancora quell’inquientante sguardo da pazzo!- si complimenta Georgia, osservandolo meglio.

 

Il  Mago Oscuro è a dir poco frastornato da quel suo atteggiamento

-Parrucca, sguardo da pazzo? Non è questo il modo di parlarmi, Babbana!- sbotta Barty Crouch Jr, mantenendo comunque un tono basso, come sta facendo lei..

-Oh sì, certo… il Mangiamorte cattivo e la Babbana indifesa!- ridacchia Georgia, ora molto più tranquilla. -Ci abbiamo giocato un sacco di volte, amore, ma non mi sembra il caso, vista l’ora… e di modi per festeggiare il compleanno mi sembra tu ne abbia avuti pure troppi!-

Per tutta risposta Barty ringhia, spostando nervosamente la lingua a scatti, avanzando verso di lei e puntandole contro la sua fidata bacchetta.

 

-Nessuno mi chiama ‘amore’, nessuno che non sia il mio Secondo Signore Oscuro! E poi di cosa vai blaterando? Cerchi di confondermi con le tue parole strambe?  Pagherai questa tua insolenza, Babbana! Vediamo se dopo la mia Maledizione Cruciatus avrai ancora voglia di fare la spiritosa!- urla lui.

-Idiota, cosa strilli? Giuro che se svegli i bambini ti crucio io!- sbotta sottovoce Georgia, minacciandolo con lo sguardo. -Quindi ora esci dal personaggio e fila subito a dormire!-

 

La già poca pazienza di Barty ha un limite e Georgia lo ha ampiamente superato.

-Ne ho abbastanza!- sogghigna malefico, stringendo più forte la bacchetta, senza smettere di puntargliela contro. -Avada….- si prepara a lanciare lentamente l’anatema che uccide, assaporandone ogni momento.

 

-Hey tu, che cazzo stai facendo a mia moglie?- sbotta David, che, non vedendo tornare Georgia, ha pensato bene di raggiungerla, notando la luce accesa in salotto.

Vedendolo, Barty sorride, interrompendo momentaneamente quella condanna.

Ha un motivo in più per sospenderla, perché girandosi e vedendo il suo vero marito, la donna è sopraffatta dalle troppe forti emozioni, accasciandosi a terra, priva di sensi.

-Georgia!- si allarma David, andando subito in suo soccorso.

-Proprio te stavamo cercando!- annuncia il Mangiamorte, avvicinandosi a lui.

In un primo momento David pensa a un fan mitomane che si è introdotto illegalmente a casa sua, ma poi lo guarda meglio e non c’è cosplayer che possa raggiungere un tale livello di somiglianza.

-Barty Crouch Junior.-

La sua non è nemmeno una domanda, è quasi più un riconoscimento.

-In persona, per servirti!- fa un piccolo inchino il Mangiamorte, che ha comunque conservato le buone maniere, per poi scrutare meglio quel suo aspetto un po’ trasandato. -Hanno rinchiuso ad Azkaban anche te?- gli chiede, un po’ confuso.

 

-Non sono cose carine da dire!- borbotta David, che è un po’ sensibile sull’argomento. -Così come non è carino causare uno svenimento alla mia adorata moglie.- prosegue il suo rimprovero.
 

-Oh, giusto, non la lascerò svenuta a lungo, non preoccuparti!- assicura lui, con un ghigno folle. -Avada…-

-Nooooo!- grida David, ponendosi eroicamente davanti alla moglie.

 

Nello stesso istante qualcuno schiocca le dita, al momento più opportuno.
 

-Banana?- cambia l’ultima parola dell’anatema che uccide Barty, tanta è la sua confusione, ritrovandosi in mano il frutto in questione, anziché la sua preziosa bacchetta.

-Oh, buon cielo, sono arrivato giusto in tempo!- si rallegra Aziraphale che ora ha in mano la bacchetta di Barty.

 

-Michael?- lo scruta David, per poi mettersi a ridere. -Ma certo… ho capito… è da te fare queste cose pazze.. gran bella candid camera mi hai organizzato, a notte fonda… Georgia, da ottima attrice che è, che si finge svenuta… questo cosplayer che non so dove tu sia riuscito a trovarlo, ma mi somiglia in modo impressionante… tu che vieni qui vestito da Aziraphale…-

 

-Qui non c’è nessun Michael, spiacente. Io sono Aziraphale, lo sono da seimila anni, piacere di conoscerti, perdona se manco un po’ di stupore nel vederti, ma sai… ho già avuto a che fare  con almeno altre sei facce molto simili a una che mi è assai familiare…- gli sorride l’angelo, affabile. -Lui è quello che però mi incute più timore!- gli bisbiglia, indicandogli Barty con un cenno del capo.

-Ma… allora…- torna pienamente consapevole dell'assurda situazione David, mentre Barty sta ancora tremando per la rabbia, intenzionato a lanciarsi su Aziraphale.

-Ridammi la bacchetta, insulso pennuto!- ringhia, ma prima che possa stabilire un violento contatto fisico con Aziraphale, che getta subito la bacchetta a terra, qualcosa lo colpisce e lo fa crollare privo di sensi sul pavimento, non molto distante da Georgia.

 

-Cazzo, quest’arma che mi ha costruito il Dottore è anche meglio di quei gioiellini altamente tecnologici su ebay che sparano solo fottuti paletti. Lui lo ha reso divertente anche solo con  i tranquillanti!- fa la sua comparsa un noto cacciatore di vampiri, che per l’occorrenza ha pensato di vestirsi più del solito.
 

-Peter Vincent!- lo riconosce David, sempre più esaltato.

-Il solo e unico… persone con la mia stessa faccia qui presenti permettendo!- fa spallucce l’illusionista, caricandosi il fucile in spalla, con aria fiera. -Di solito quella dose addormenta un fottuto elefante, ma visto il tipetto in questione è già tanto se lo fa stare buono venti minuti!- gli spiega indicandogli il Mago Oscuro, per poi osservare meglio l’attore. -Stai provando uno dei miei travestimenti di scena?- ammicca sornione.

 

David coglie la frecciatina.

 

-Cosa?! Nooo, piantatela tutti di dirmi che appaio trasandato, fateveli voi quattrocento anni di lockdown!- borbotta, offeso nel suo ego.

Nel mentre l’angelo si prodiga nel soccorrere la donna svenuta, con piena gratitudine da parte di David, che però poi ci ripensa.

 

-Aspetta, Azi,- lo stoppa e gli viene quasi naturale chiamarlo così. -Se riacquista i sensi adesso e apre gli occhi e vede tutto questo… sicuro che lei sviene un’altra volta… credo sia uno shock troppo grande.- borbotta lui. -E se invece le facessimo dimenticare ogni cosa, la riportassimo a letto e la facessimo dormire tranquilla fino a domattina, come anche i miei bambini, prima che svegliamo qualcuno?- propone il padrone di casa.
 

-Se la svegliate un attimo poi ci penso io, sono la persona più adatta in questi casi!- fa la sua appariscente entrata in scena, con un immancabile completo viola, quello che gli ha regalato Ten, per la cronaca,  uno dei personaggi che più hanno portato a David gli elogi della critica.
 

-Killgrave!- si entusiasma l’attore. -O posso chiamarti Kevin?-

-Come preferisci, per il tuo compleanno il mio regalo è che non userò alcun controllo mentale su di te.- lo informa l’incantatore. -Lui invece è così piacevole da soggiogare!- ridacchia, indicandogli Peter.
-Stammi lontano tu, dannato fotti-cervello!- ringhia Peter, puntandogli contro il fucile imbottito di tranquillanti.

 

-Non lo farai!- impone Killgrave.
-Ma certo che non lo farò.- rimette via il fucile Peter, molto più mansueto.

 

-Visto?- ammicca verso David Kevin.

-Notevole, già. Per quanto apprezzi la tua offerta, preferisco che ci pensi Aziraphale a far star tranquilli mia moglie e i miei figli.- puntualizza, mentre Aziraphale con uno schiocco di dita miracola Georgia nuovamente a letto, preda di un sonno sereno e con un altro schiocco si assicura che i bambini dormano fino all’indomani.

-Angioletto, sono alquanto deluso che non sia io quello che ti incute più timore!- si rivolge ad Aziraphale Killgrave, con un’espressione irritata.

 

-Ve la giocate quasi in parità, credimi!- cerca di appianare le divergenze il biondo, pur chiaramente a disagio.
 

-Angel, non starlo a sentire, e poi, te l’ho spiegato, lui ha potere solo sugli umani, sei umano tu? Non mi sembra proprio!- lo raggiunge Crowley.

-Lui forse no, ma lo stregone da strapazzo? Lui aveva intenzioni tutt'altro che amichevoli e non mi sembra proprio di averti visto giungere in mio soccorso, meno male c’era il cacciatore sexy!- sorride a Peter,che gli fa un sorrisetto.

-Sssse chiami ancora una volta sssssexy qualcuno che non ssssia io, beh, allora qualcuno dovrà salvarti da me!- lo minaccia il demone, gelosissimo.

-Aww, ora capisco perché sul web spopolate così tanto e tutti tifano perché stiate insieme, siete così carini!- sorride loro David, facendoli arrossire, per poi togliersi il suo dubbio più grande.

-Ragazzi, quindi… il rumore che ho sentito prima è…-

 

Aziraphale, Crowley, Peter e Kevin annuiscono sornioni.

Lo farebbe anche Barty, probabilmente, ma è ancora KO.

 

David corre nell’altra stanza, dove vede la TARDIS, in tutto il suo splendore, parcheggiata poco distante dalla sua cucina.

Le porte sono già aperte e sulla soglia lo attende sorridente qualcuno di davvero speciale per lui.

 

L’emergenza covid imporrebbe la distanza sociale  di almeno un metro, ma l’attore non ci pensa nemmeno lontanamente a mantenere quella distanza.

-Dottore!- sorride su di giri David, correndogli incontro.

-David!- replica il Dottore, con lo stesso ampio sorrisone, allargando le sue braccia.

Nel giro di qualche secondo sono coinvolti in un abbraccio che sembra non voler finire più.

 

Fortunatamente, un certo qualcuno è svenuto per poter assistere a una tale scena che non lo renderebbe di certo felice.
 

-Aspetta, chi altro c’è?- chiede esaltato David, separandosi da Ten, per curiosare nella TARDIS.

Solo da fuori, deve ancora metabolizzare tutto quello che è successo prima di decidere di avventurarsi lì dentro.

-Waaahh, ma è davvero più grande all’interno!- si emoziona come e peggio di un bambino.

 

All’interno dell’astronave ci sono due detective che lui conosce molto bene, il più giovane dei quali sta mangiando una fetta di torta gelato, salutando beatamente l’attore.

Entrambi vanno verso di lui.

- Credevo che ci assomigliassi…- borbotta Alec, guardandolo male.

 

- Ma.. io vi assomiglio, io sono voi!- cerca di giustificarsi David.

- Se proprio assomigli a qualcuno è un talebano.- continua imperterrito Alec, mentre Singy si vorrebbe sotterrare, e per quanto va matta per lui la TARDIS forse lo aiuterebbe pure.

 

- Ricordavo di aver interpretato un sociopatico, non uno stronzo!- non gliele manda a dire David.

 

- Ecco da chi ho ereditato il mio fottuto linguaggio.- lo raggiunge Drinky, sorridente.


Ad un certo punto si sentono un pianoforte e una batteria, risuonare per la stanza, poi Singy si mette a cantare.

-You are beautiful no matter what they say

Words can't bring you down, oh no!- ammicca sorridente verso David, che lo guarda commosso.

-You are beautiful in every single way

Yes, words can't bring you down, oh no

So don't you bring me down tod...-

 

Singy continuerebbe anche a cantare, ma un certo demone lo interrompe sul più bello.

 

- Nemmeno questa è dei Queen!! Allora lo fai apposta!- sbraita furibondo.

 

- Potreste fare meno casino che la mia famiglia sta dormendo?- domanda David, preoccupato più che si sveglino i bambini che per altro.

 

Come ci si potrebbe immaginare appena dietro al demone c’è anche Aziraphale che mette solo il capo oltre la porta per rispondere a David:- Non ti preoccupare, li ho miracolati: dormiranno come angioletti fino a domattina.. oh, beh, non che io dorma spesso..- ridacchia. 

 

- Se andassimo a dormire anche noi? Non è che poi voi sparite, vero?- domanda David, temendo il peggio. 

 

Ten non potrebbe mostrargli un sorriso più rassicurante

 

- No, figurati. Siamo qua per rimanere.-

 

David gli sorride di rimando, ma poi si fa perplesso.

- Rimanere… quanto?- 

 

- Il tempo necessario.- 


- Necessario per cosa?- 

 

- SPOILER!- si diverte come un matto Ten a tenerlo sulle spine.

Drinky gli si avvicina, avvolgendogli un braccio attorno alle spalle. 

 

- Quindi vai a fare la dolce nanna che domani sarà una giornata intensa.- lo congeda, accompagnandolo alle scale.

 

David si gira verso di loro un’ultima volta.

 

- Sicuro che non sparite?-


-Sicuro!!- rispondono tutti in coro.

 

- E… Non è che potreste rimuovermi un Mangiamorte svenuto dal salotto?-

Solo a quel punto il Dottore si rende conto che il suo amato manca all’appello e si mette le mani sulle guance.

 

- Baartyy!- grida allarmato, correndo.

 

TBC
 

Mettetevi comodi come si sono messi loro perché i nostri cari TenTENNANTi soggiorneranno per un po’ a Casa Tennant.


Ovviamente, Singy ha cantato un pezzo di 'Beautiful' di Christina Aguilera ;) , ci sembrava indicato.

Se siete curiosi, non perdetevi i prossimi aggiornamenti ;)


Se vi va di dirci che ne pensate, ci fate solo felici.
 

L&L

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Capitolo 20
*** Capitolo XIX: It can't be worse than... ***


Buoanseraaaa,
siamo cosììì felici di sapere che a qualcuno interessa ancora questa storia ^^
quindi ecco l'aggiornamento!


 

cover-Incontri-Ten-TENNANTi




Capitolo XIX: It can’t be worse than...


La luce penetra fra le tende della stanza dei coniugi Tennant quella mattina presto. 

Uno dei due è già sveglio, attendendo che la moglie apra gli occhi. David, infatti, non è riuscito a dormire con tutte le emozioni che lo hanno attraversato dall’arrivo dei suoi pazzi personaggi. Non sa nemmeno come iniziare il discorso. Strano, considerando che ha avuto molte ore per pensarci su e che ha creato nella sua mente un bellissimo discorso di cui ora non ricorda una sillaba.

 

- Dio, non è scattata la sveglia? Di nuovo?- si allarma Georgia svegliandosi di colpo notando che il partner è già in piedi e sta camminando nervosamente per la stanza.

 

- No, tranquilla amore, è domenica e i bambini stanno dormendo tranquillamente. È un altro il problema.-

 

- Non hai perso Myrtle, vero?- domanda la donna guardandolo di sottecchi. 

 

- Ricordi il desiderio che ho espresso ieri prima di spegnere le candeline?- 

 

- No, non devi dirmelo, altrimenti non si avvera!- lo reguardisce la moglie.

 

- Il problema è che si è già avverato.- si gratta la nuca David.

 

- Uh?- lo guarda stranita Georgia - Cos’hai desiderato, una nomination ai Golden Globe?-

 

David decide che deve subito affrontare la questione, rapido, come se dovesse strapparsi un cerotto.

 

- Al piano di sotto c’è la TARDIS con dentro il Decimo Dottore e altri personaggini parecchio… ehm… discutibili.-

Georgia si alza dal letto e corre dal marito. 

 

- No, la fronte non mi sembra calda,- borbotta dopo avergli cercato di misurargli la febbre. 

- Cazzo, David, la demenza senile me l’aspettavo dopo i settant’anni, non così presto!- 

 

- Tu non ricordi niente perché Aziraphale ti ha fatto dimenticare ogni cosa!- Le spiega il marito come se fosse la cosa più naturale del mondo.

 

Georgia lo guarda sempre più scettica.

 

- Ma non c’erano solo i tuoi personaggi?-

 

- ...e secondo te Crowley veniva da solo?-

 

- Ha senso.- Approva lei, ma poi ci ripensa:- Cazzo, no, cosa mi fai dire? Niente di quello che stai blaterando ha un minimo di senso! A te il lockdown fa male!-

 

- Prima di trarre conclusioni verresti giù con me?- le chiede David.

 

- Almeno prima ci possiamo vestire?- ribatte lei.

 

- Mi sembra una richiesta plausibile.- sorride David. Lui è decisamente tranquillo in quel momento.

 

Una volta in abiti da casa mentre scendono le scale David è colto da un dubbio.

 

“Non è che soffro veramente di demenza senile precoce e mi sono sognato tutto?”

 

Proprio in quel momento si palesa davanti a loro la figura gemellare di David, se non fosse per la barba decisamente più corta e il ciuffo di capelli davanti agli occhi, che gironzola per il salotto, irritato per chissà quale motivo. 

 

Georgia guarda prima Alec, poi David, poi di nuovo Alec: 

 

- Ok, David, te ne do atto. Hai trovato un cosplayer davvero molto somigliante. Bravo anche te, anche se forse sistemerei un po’ il ciuffo.-

 

Questo non può che far sbiancare Alec, il quale pensa subito a un dispetto della TARDIS. Non può quindi fare altro che andare a specchiarsi nel primo specchio disponibile.

 

“Menomale, è tutto nella norma. Ci mancava solo un altro scherzo!”

 

David, nel frattempo ha portato Georgia un po’ più avanti, per indicarle una certa cabina blu parcheggiata in salotto e con le porte spalancate.

 

- Quello ti sembra uno scherzo?- le domanda.

 

- Certo che è molto realistica!- borbotta la donna, guardando perplessa la cabina, mentre lei e suo marito si avvicinano alle porte aperte.

 

Al suo interno fanno bella presenza gli altri sette personaggi che stanno facendo colazione. Aziraphale sorride loro salutandoli con la mano, mentre Drinky fa cenno di avvicinarsi.

 

- Venite, mangiate qualcosa! Bevete un bicchiere di Midori!- li invita l’illusionista.

 

- Io potrei aver bisogno di qualcosa di forte!- dice la sua Georgia.

 

- Ma, Georgia, sono le otto di mattina!- cerca di fermarla David.

 

- Tu. Stai. Zitto!- lo blocca subito sua moglie.

Barty si avvicina alla donna: - Ciao, Babbana. Il mio Dottore mi ha detto che non devo più provare a ucciderti!- la saluta

 

- Ti ha detto… cosa??!- sgrana gli occhi lei.

 

- Il “cosa” Dottore??- si sgomenta David guardando prima il Dottore e poi Barty. - Ma io non ho desiderato che i miei personaggi andassero insieme fra di loro!- commenta, ricevendo di tutta risposta uno scappellotto dalla moglie.

 

- Perché accidenti non esprimi desideri normali come tutti gli altri??- gli ringhia contro.

 

- Ho detto che non avrei controllato te, ma se vuoi posso tenere tranquilla lei.- si offre gentilmente Killgrave, avvicinandosi alla coppia.

 

- Allettante…- ci pensa su David, accarezzandosi il mento, ma poi si accorge di come lo stia fulminando Georgia, quindi cambia idea: - Ma è meglio che ci pensi da solo.-

 

Nel trambusto nessuno si è accorto di come Ten stia guardando la signora Tennant.

 

- Jenny?- domanda, correndo verso di lei per abbracciarla senza dare il tempo alla donna di rispondergli: - Allora sei viva! - Sorride felice lui.

 

Si può sentire in lontananza un ringhio prolungato e non serve un indovino per capire di chi sia.

 

- Pensavo che tu fossi un fottuto Mago, non un lupo da strapazzo!- Commenta Drinky, osservando il Mangiamorte.

-Mio Dottore che fai? Tu in quel modo devi solo abbracciare me!- si impunta il Mangiamorte.

 

- Tranquillo, Barty. Lei è mia figlia! - Lo reguardisce subito il Dottore.

- Gradirei se levassi subito le tua braccia super abbraccianti da mia moglie, grazie.- borbotta David, anche lui un po’ geloso.

 

- Hai sposato mia figlia??- si rivolge a lui il Dottore.

 

- in realtà il mio vero padre è il Quinto Dottore!- ribatte Georgia, cercando ancora di scostarsi dal Dottore.

 

Solo a quel punto la lascia andare, per guardare prima la donna e poi l’attore che lo ha interpretato: - Coosa??!-

 

- Lunga storia, meglio non chiedere.- lo rassicura lei.

 

- Ma che cazzo di famiglia che siete! È più fottuta della mia!- commenta Drinky, che per sua fortuna non è stato punito da Barty per quello che ha detto precedentemente.

-Comunque, Ten, no, non sono davvero Jenny, sono solo l’attrice che la interpreta..-

-Oh..- mugugna il Signore del Tempo, con un’espressione delusa.


-Ma chissà mai che nel tuo mondo tu un giorno non possa ancora trovarla,- lo rincuora lei con aria furbetta.
 

Ten si riaccende di entusiasmo.
 

-Dici che..-
 

- Ha due cuori, come te!- canterella lei, per poi rivolgersi a Barty, ponendo le mani sui fianchi. - Quanto a te, Mago oscuro, cos’è, vuoi tentare di uccidermi, un’*altra* volta, per un po’ di innocente amore paterno?-


-Io non.. non sapevo che… Ten, perché non mi hai detto che hai procreato figli? Con chi?- si acciglia verso il suo amato.

- Jenny è sì mia figlia, ma non c’entra una vera e propria procreazione nel senso ehmm più stretto del termine…- bofonchia Ten, un po’ in difficoltà. - Come diceva Georgia… lunga storia! Solo amami e non chiedere.-

Barty gli si butta subito fra le braccia.

-Se lo dici tu, mio Dottore, io mi fido.-

 

-Oh, quindi tu riesci a domarlo!- bisbiglia Georgia a Ten, che annuisce in silenzio.

Barty è troppo intento ad abbracciarlo per sentirla.

-Quindi, Georgia, tuo padre non è davvero il Quinto Dottore, ma…-

-L’attore che lo ha interpretato, sì.-

- Nonché il mio favoloso suocero!- esclama tutto tronfio David

 

-Dovete sapere che lui è stato il fanboy più grande del Quinto Dottore,- alza gli occhi Georgia, per poi guardare il marito. - A volte mi chiedo perché tu non abbia sposato direttamente mio padre!-

David la cinge da dietro.

- La sai, la risposta… - mormora, baciandola.

-Quando eravamo al casinò, proprio il Quinto Dottore è l’aspetto che ho scelto di assumere agli occhi degli altri, - informa tutti Ten.

-Voi tutti avete l’aria di esservi divertiti un mondo prima di arrivare qui.-

 

- Ohhhh, non sai quanto!- replica Ten, spingendo la lingua contro i denti.

 

- Però ora veniamo alle cose serie: David, lo  sai che ci sono i nostri figli, vero?- domanda Georgia, volgendosi verso il marito.

 

- Lo dici perchè hai paura che loro incontrino questi personaggi… o il contrario?- le chiede lui.

 

- Questa sì che è una bella domanda!- ci pensa su lei, dopo un po’ continua:- Ok, voglio parlare con gli psicopatici!- guarda Barty, Kevin e pure Drinky.

 

- Ehy, io non sono un fottuto psicopatico!- si difende l'illusionista

 

- Taci! tu sei il peggiore di tutti e se non moderi il linguaggio in presenza dei miei figli i morsi di vampiri ti sembreranno una passeggiata di salute in confronto.- lo mette in riga, facendolo sbiancare, per poi rivolgersi agli altri due. - Diciamo che i miei figli sono particolarmente… vivaci, siete sicuri di saperli gestire senza controlli mentali e Maledizioni senza Perdono?-

 

I due interpellati annuiscono.

“Non può essere peggio di Azkaban!”

“Non può essere peggio di essere investiti da un autobus!”

 

Una volta chiarito il concetto i due coniugi si ritirano per andare a parlare ai bambini e nel giro di dieci minuti sono tutti radunati nella camera da letto dei genitori.
 

-Bambini, dovete sapere che vostro padre ieri ha espresso un desiderio alquanto bizzarro… che ora si è avverato.- esordisce la moglie, senza perdere occasione di lanciare al marito un’altra occhiata di fuoco, senza lasciarsi impietosire per il fatto che lui stia tenendo in braccio la piccola Birdie.


- Già… se vi dicessimo che giù in salotto c’è la TARDIS con un  Signore del Tempo, un Mangiamorte, un cacciatore di vampiri, un manipolatore di menti, un angelo, un demone e due detective … voi che fareste?-

Il tempo che il padre finisca il discorso e i bambini si precipitano giù dalle scale, urlando festosi.

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Un’ora dopo è tutto un trionfo di fiocchetti e perline fra i capelli, unghie smaltate di rosa confetto, treccine, facce colorate con pennarelli, fortunatamente non indelebili, e nessuno dei malcapitati può permettersi di lamentarsi mentre Olive e Doris,  le due bambine più grandi di casa Tennant offrono loro un tè immaginario al tavolo dei ricevimenti, cosparso di peluche.

“Mi sbagliavo: questo è decisamente peggio di Azkaban!” si commisera Barty, che però deve tener fede al suo giuramento, per amore di Ten se non altro.

Nel mentre, sono il bersaglio preferito delle frecce con la ventosa di gomma che il piccolo Wilfred sta lanciando con il suo arco.

 

Birdie si accontenta di gattonare fra i presenti.
 

Alec si consola del fatto che nessuno stia riprendendo quanto sta succedendo in quella casa, cosicché la sua reputazione possa rimanere intatta.

Singy invece è così preso bene da lasciarsi andare a un paio di canzoni che suscitano l’ilarità dei bambini.

Crowley quei pargoletti li sta adorando, specie i più tremendi, mentre Aziraphale si rallegra che nessuno abbia preso di mira i suoi libri.

-Niente da ridire sul vostro buon gusto in fatto di acconciature, solo che almeno potrei avere perline e fiocchetti viola?- fa la sua ragionevole richiesta Kevin e le due bimbe lo accontentano.

"Non puoi rinchiuderle nell'armadio. Stavolta non puoi rinchiudere nessun bambino nell’armadio.” si ripete a mo’ di mantra.

-Bello l’arco, ma vuoi provare il mio fucile, mocciosetto?- si rivolge al bambino Drinky, sorridendo.

 

-Davvero hai un fucile? Me lo fai provare?- lo guarda con gli occhi che brillano il piccolo Wilfred.

-Peter, no!- lo ammonisce David che non ha smesso un secondo di vigilare sulla sua prole.

 

Il piccolo Wilfred fa gli occhioni tristi al padre.

- Non sei divertente!- lo sgrida.

 

Dopo un po’ anche quel gioco ha perso attrattiva nei più piccoli, che cercano altro da fare.

 

- Lo sapete che sono un prestigiatore?- chiede ai bambini l’angelo, prima di bisbigliare loro:- Non posso dire né mago, né illusionista per ovvi motivi.- indica Barty e Drinky in lontananza ancora con la faccia pitturata.

 

- Davvero? Anche papà lo è!- si intromette Doris.

 

- Ci fai un gioco di prestigio?- domanda Wilfred che è molto interessato all’argomento più perchè non ha altro da fare che perchè gli piacciano davvero le magie.

 

- Certo!- si esalta Aziraphale tirando fuori dalla tasca un mazzo di carte, mentre David si mette una mano sulla fronte in contemporanea con Crowley che già sanno come andrà a finire.

 

L’angelo ancora contento del suo pubblico mostra loro una carta:- Guardatela bene e ricordatevela adesso mescolerò il mazzo e tirerò fuori proprio questa carta!- 

 

La rimette dentro e fa per mescolare, ma una dopo l’altra le carte cadono tutte a terra.

 

L’angelo non si dà per vinto, raccogliendole, per poi alzare una carta totalmente a caso.
 

- È quella giusta?- domanda, speranzoso.

 

- Nooo!!- rispondono i bambini irritati.

 

- Papà lo sa fare meglio!- commenta Doris.


- Ve lo farei io un numero degno di essere chiamato con questo nome, ma senza donne mezze nude non sono abituato!- dice la sua Drinky, fulminato da Georgia.

-Che vuoi? Si era detto: ‘niente parolacce’ non ‘non parlare proprio!’- si difende l’illusionista.

Levandosi fiocchi e cose varie con un colpo di bacchetta, Barty si offre volontario per intrattenere quel pubblico difficile.

-Volete vederla una magia vera?- chiede loro, quasi retoricamente.


-Sììììììì!- si leva un coro festoso.

-Facci vedere il Marchio Nero!- lo incita Doris.

-Ma… io pensavo più a una trasfigurazione!- la guarda basito il Mangiamorte.

-Il Marchio Nero, il Marchio Nero!- la appoggiano il resto dei suoi fratelli.

Quelli che possono parlare, almeno.

Barty guarda spaesato in direzione di David e Georgia.

 

- Fa’ pure, non posso dire che i miei figli siano un concentrato di virtù!- si arrende Georgia.

Barty non se lo fa ripetere e dopo pochi secondi i bambini guardano tutti esaltati il soffitto che ora si è tinto di nero, con un teschio verde florescente e un serpente che si muove dentro di esso.

-Io adoro i tuoi figli!- le si rivolge il Mago Oscuro. - Sarebbero dei Mangiamorte provetti!-

-Cercherò di prendere questa cosa come un complimento- borbotta Georgia, che avrebbe bisogno di un altro bicchiere di Midori per sopportare meglio l’intera situazione.

- Bambini vi va di giocare alle indagini?- propone loro Alec, mentre con buona pace dei coniugi Tennant l’inquietante Marchio Nero svanisce.

-Nooo, tu sei noiooso!- lo bocciano all’unanimità i piccoli.

-Ci gioco io con te!- alza subito la mano Singy, avvicinandosi ad Alec:- Io non ti trovo noioso affatto!- gli bisbiglia, suadente facendolo arrossire.

 

In un’altra parte della stanza David sta ancora controllando i suoi pargoli.

- Che dici, chiamiamo a pranzo anche Tyler?- domanda a Georgia.

 

- Sì, quando mai gli ricapita un’occasione così?- approva la moglie.

 

- Ok, però chi glielo dice con chi avrà a che fare?- indaga il marito.

 

- Lo stramaledetto desiderio lo hai espresso tu!- ringhia la donna.

 

- Ma chi mi ha consigliato di esprimere un desiderio?- controbatte David.

 

- Ce la giochiamo?- gli propone Georgia cominciando ad agitare il pugno chiuso. 

 

David capisce a cosa si riferisce e muove a sua volta il pugno facendo apparire Carta mentre Georgia ha scelto Sasso, quindi ha vinto David.

 

- Dannazione, dobbiamo cambiare metodo di decidere le cose!- borbotta sconfitta Georgia allontanandosi mentre il marito fa una mezza danza del vincitore sul posto.

TBC

Speriamo continui a piacervi e soprattutto a divertirvi, fateci sapere, non siate timidi ^^

 

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Capitolo 21
*** XX: A Fantastic idea ***


Ciaoooo a tutti, ogni tanto facciamo ritorno. Beh questo è il penultimo capitolo che abbiamo pronto, poi chissà.. è cosa nota ormai che siamo entrate in crisi da oltre un anno con questa storia... Ogni nuovo lettore è il benvenuto e per chi la seguiva già, spero faccia piacere trovare un aggiornamento ^^

 

cover-Incontri-Ten-TENNANTi




Capitolo XX: A Fantastic idea



 

-Certo che papà ha una bella fantasia nell’esprimere i desideri!- commenta Tyler nel salotto con tutti i vari ospiti di certo non ordinari.
 

Il resoconto della madre è stato così dettagliato ed esaustivo che non gli ha nemmeno lasciato spazio per lo stupore.
E di certo non ha nascosto nemmeno la sua ira mentre gli raccontava una cosa del genere.


Non tanto per la situazione davvero assurda, quanto per il fatto che David non l’abbia informata prima!

-A chi posso chiedere consigli per diventare un bravo attore?- domanda con nonchalance il più grande dei figli di quella famiglia, guardandosi attorno.


-Beh… tipo a me?- alza la mano David, un po’ offeso.

-Ma tu sei qui tutti i giorni, papà, io voglio chiederlo a loro!- insiste il ragazzo.

-Fa male essere considerati noiosi, eh?- si rivolge a David Alec, con una certa empatia.

 

- Fa’ che gli altri abbiano sempre una gran paura di te, anche ricorrendo alla violenza fisica, se serve!- è il ‘saggio’ consiglio di Barty.

- Il mio consiglio è di dare ordini a chiunque, perché eseguano ogni tuo volere!- suggerisce Kevin.

-Sbronzati sempre prima di un provino: migliorerà i tuoi sensi!- non può esimersi dal dire la sua Drinky.

-Semmai li inibisce!- lo corregge David, per poi rivolgersi al figlio. -Vero che non li stai ascoltando seriamente?- chiede con evidente preoccupazione.

-No, no, però mi sto divertendo un sacco- gli bisbiglia Tyler. -Anzi, non vedo l’ora di ascoltare gli altri.-

-Fai uno spuntino, di sicuro ti migliora l’umore!- è la proposta di Singy, che dalla giacca tira fuori un pacchetto di arachidi.

Poco importa che di lì a breve il pranzo sarà pronto.

-Sii sempre gentile con chi ti è accanto…- esordisce Aziraphale.

 

- E questo almeno è un buon consiglio,- approva David.

-E fa’ tanti numeri di magia. Piacciono a tutti!- aggiunge, con un gran sorrisone.

-Io ci rinuncio!- alza gli occhi David.

-Pensa a me che sono settimane che viaggio con loro.. almeno credo!- gli sussurra il Dottore, ridacchiando.

-Qualsiasi cosa, ma … sta’ lontano dalle anatre!- lo mette in guardia Crowley.

-Scusa ma… l’attinenza? Non è che devo interpretare un ruolo in un parco…- lo guarda confuso Tyler.

-Sta’ sssssssempre lontano dalle anatre, a presssscindere!- 

Tyler capisce che è meglio assecondarlo, con un breve cenno del capo.

 

-Non seguire nessuno di questi consigli… specie quello della gentilezza!-  brontola Alec.

-Ma soprattutto, se il provino va male, ci penso io, con la TARDIS torniamo indietro a rifarlo e stavolta saprai gli errori da non commettere!- si offre Ten, schioccando la lingua.

 

-È pronto in tavolaa!- chiama tutti a raccolta Georgia. -Cioè, cazzo.. no… ci saranno lasagne bruciate!- impreca, aprendo il forno.

-Spostati, Babbana,- la raggiunge Barty, sfoderando la bacchetta e ricorrendo all’incantesimo giusto per risolvere quel problema.

-Grazie mille, Barty!- gli sorride riconoscente la donna, prendendo orgogliosa le teglie che ora sono perfette.

-Beh, te lo dovevo, ho tentato di ammazzarti stanotte!- fa spallucce lui.

-Cooosaa?!- si allarma lei. - Voglio dire, sapevo che avevi tentato di ammazzarmi , ma non i dettagli, che nessuno mi ha ancora raccontato. Che significa’ stanotte’? Ti sei intrufolato in camera nostra?- chiede, così scioccata da perdere la presa sulle teglie.

La conseguenza può essere una soltanto: quattordici persone che fissano desolati le lasagne rovesciate sul pavimento.

-Nooooooooooooooooooooooooo!- urla Singy, il più disperato di tutti.

Meno male che lì con loro c’è un angelo, uno piuttosto affamato.

 

Uno schiocco di dita e ogni porzione di lasagna, intatta, è perfettamente servita in ogni piatto.

David prende a braccetto Barty da una parte e Aziraphale dall’altra.

-Non è che potete rimanere qui con noi per sempre?- chiede, ma poi si accorge dello sguardo letale che gli sta rivolgendo la moglie.

-Cos’hai detto, amore?- maschera il risentimento lei con una voce di zucchero, ma la minaccia sottintesa è fin troppo chiara.

-Niente, niente tesoro, non rinuncerei alla tua cucina bruciacchiata per nulla al mondo!- le sfodera il più innocente dei sorrisi il marito.

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Durante il pranzo, fra un boccone e l’altro, i bambini come in ogni situazione possibile iniziano a tirare fuori tutti i giocattoli soprattutto quelli di Harry Potter e di Doctor Who cercando di non finire il proprio piatto di lasagne.

 

- Io sono il Dottore!- dice Doris, agitando l’action figure di Ten.

 

- Io il Dalek!- ribatte Olive, tirando fuori quello del Dalek.

 

- Sei cattiva!- ridacchia Doris, prendendo in giro la sorella.

 

- No, sono fooortee!-

 

- Io sono Harry Potter!- si propone Wilfred tirando fuori l’action figure, anche se non c’entra nulla. - Vi uccido tutti e due: Avada Kedavra!- 

 

A tavola non si può fare a meno di sentire i loro dialoghi, è proprio sentendo quell’incantesimo che a Barty cade il boccone dalla bocca: - Potter è diventato un Mangiamorte??- domanda, sgomento.

 

Ten si volta a guardarlo, decisamente tranquillo. - No, è solo l’immaginazione dei bambini ad essere sconfinata!- 

 

Barty sospira sollevato, non lo avrebbe gradito molto un Potter nelle schiere del suo Primo Signore Oscuro.

 

- Bambini, non è che tirereste fuori anche la mia statuetta?- domanda il mago, poco dopo.

 

I bambini lo guardano, Olive e Doris sono confuse, mentre Wilfred sale di corsa le scale verso la sua cameretta per tornare con l’action figure di Malocchio Moody, sorridendo tutto felice sicuro di aver rassicurato il mago.

 

- No, il mio. Non quello di quell’Auror paranoico!- si altera subito l’adulto, facendo per tirare fuori la bacchetta, ma viene subito fermato dalla presa sicura del suo Secondo Signore Oscuro.

 

- Incenerire un giocattolo a un bambino non sarebbe una cosa molto carina da fare!- agisce da sua coscienza.

 

- In realtà avevo altri propositi, mio Dottore!- dichiara il Mangiamorte.

 

- Volevi incenerire chi stava tenendo in mano la statuina?- si acciglia Ten.

 

- Ma non stavamo parlando di questo…- svia con nonchalance Barty:- ..e poi ho promesso!-

 

- Anch’io voglio vedere la mia!- si intromette Drinky, speranzoso.

 

- Non per abbattere le vostre aspettative, ma non tutti i personaggi che ho interpretato sono stati oggetto di interesse del merchandising!- taglia corto David.

 

- Comunque una statuina mezza nuda che continua a bere non sarebbe stata molto educativa per i bambini.- cerca di ragionare con Drinky Georgia, facendolo sbuffare.

 

- Ma la mia sì, avrei insegnato tante canzoni ai bambini!- si lamenta Singy.

 

- Sono certo che voi avrete un successo planetario e avrete qualsiasi cosa con la vostra immagine sopra.- dichiara David, volgendosi verso l’angelo e il demone.

 

- Almeno non ci saranno bambini che giocheranno con la mia di immagine!- borbotta sollevato Alec.

 

- Possiamo tornare alla questione principale? Perchè IO non ho una MIA statuina??- si mostra insofferente Barty. - Possibile che i bambini non vogliano giocare con me??-

 

- Visto che i Babbani non ti hanno riconosciuto la giusta importanza perchè non ne crei una tu da lasciare a loro?- cerca di appianare le divergenze Ten e Barty accetta con fin troppo entusiasmo, coi piccoli che lo seguono nella cameretta di Wilfred.

In tutta questa discussione un solo pensiero si fa strada nella mente di Killgrave.

Chissà se esiste una statuina di Jessica!

A fine pranzo, Barty, che ha fatto ritorno dopo la sua gloriosa Missione, attende che tutti gli altri lascino la stanza e poi prende in disparte Georgia mentre ripone i piatti nella lavastoviglie.

-Babbana, esigo un tuo parere disinteressato!- esordisce lui, con un tono poco affabile.

-Sai che puoi anche dire: ‘Hey, Georgia, avresti il tempo di ascoltarmi e darmi un consiglio?’- si rivolge a lui la donna, che ormai sta imparando a conoscerlo e non ne ha più tanto timore.

-Ti piacerebbe di più?- la guarda diffidente il Mago Oscuro.

 

-Sì, decisamente.-

-Allora sia.- si arrende lui. - Il punto è che vorrei chiedere al Dottore…-

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-Ma è un’idea fantastica!- si entusiasma Georgia a fine resoconto, tornando in salotto con lui.

-Tu dici?- la guarda speranzoso Barty.

-Certo, penso che dovresti andare a parlare con lui subito, se serve gli altri li distraggo io!- si offre lei. - Ma dimmi solo una cosa, se ti è così caro il Dottore, non è che tu e lui avete già…- comincia a intuire lei, che per alcune cose ha un sesto senso.

 

-Vorrà dire che Ten aspetterà una mezz'oretta, ormai devo raccontarti tutti i particolari!- decide il Mago, prendendola per un braccio e rientrando nella cucina.

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-Ci racconti una storia?- domanda Olive, sgranando gli occhioni e appendendosi al trench di Aziraphale.

 

- Certo, volete sentire le Profezie…- inizia a dire lui, cercando di pensare a qualche libro adatto ai bambini.

 

- Nooo!!- si lamentano in coro i piccoli.

 

- Ce l’ho io una bella storia da raccontarvi!- si propone a quel punto Kevin. - Tratta di una bella detective e…-

 

- Ma la conosciamo già!- si lamentano quelli.

 

- Volete ascoltare una mia indagine?- domanda Alec, attirando l’attenzione anche e soprattutto di Singy.

 

- Ma ne hai una che non contenga morti?- si raccomanda con voce bassa David.

 

- Mmmh… Come non detto.- borbotta il detective di Broadchurch.

 

- Ma io ne avrei ascoltata una con molto piacere!- si intromette Singy.

 

- Te la posso raccontare in privato!- gli ammicca Alec.

 

- Non so raccontare storie, ma posso cantarvi una canzone!- propone il detective di Blackpool.

 

- Nooo! Tu hai già cantato troppo!- lo sgridano i bambini.

 

- Ho una ninna-nanna stupenda per voi!- sorride loro il demone.

 

- ...Ma nessuno sta andando a letto!- Lo interrompe David in tempo record, sapendo già dove sta andando a parare il rosso.

 

- Volete sentire di come ho preso a calci in cu…- inizia Drinky, prima di essere fulminato dallo sguardo di Georgia appena entrata. - ...in cuore degli schifosi vampiri?- corre ai ripari l’illusonista, ottenendo un gran consenso unanime.

 

- Possiamo parlare, mio Signore?- si avvicina a Ten Barty.

 

- ...Ma proprio adesso? Volevo ascoltare la storia e raccontarne dopo una mia!- 

 

- Ti prego, è importante, non ci vorrà molto!- lo implora il mago con gli occhioni da cucciolo bastonato a cui Ten non sa resistere.

 

- Va bene, ti seguo.- gli sorride combattuto.

 

Sono tutti così coinvolti nella narrazione di Drinky che non si accorgono dell’assenza del mago e del Signore del Tempo, tranne una che già sa tutto e li segue con lo sguardo.

 

In un attimo i due sono all’interno del TARDIS.

 

- Forse non te l’ho mai detto, ma nella mia Missione ho rubato un baule che era più grande all’interno… un po’ come la tua Sexy,-  esordisce il mago, che quel discorso nella sua mente se l’è già preparato da tempo.

 

-Ma davvero? È fantastico!- esulta Ten. - Fa di noi due anime così…-

-Predestinate.- conclude la frase per lui Barty. - Il punto è che sei così importante per me che voglio un segno tangibile della tua presenza, qualcosa che mi faccia compagnia finché avrò vita.-

-Non credo di capire…- lo guarda confuso il Dottore.

Barty capisce che deve passare ai fatti e si alza la manica della camicia, rivelando il Marchio Nero.

-Lo vedi questo? Rappresenta chi sono e trovo giusto che abbia anche qualcosa che mi parli di te,- mormora.

-Ma io non ce l’ho una bacchetta per lasciarti un Marchio Nero!- è sempre più stranito il Dottore.

-Ma tu hai un cacciavite sonico per lasciarmi… un Marchio Blu!- gli suggerisce Barty, guardandolo con molta aspettativa.

-Barty, no…-

 

-Barty, sì!- insiste il Mangiamorte. - Sono io che te lo chiedo, cosa ti costa? Non mi farai male, non se sei tu…- lo supplica con il più innamorato degli sguardi, alzandosi anche l’altra manica, per fare spazio, nell’esatto punto dove ha il Marchio Nero.

- Ma…- si arrende il Dottore che davvero non vorrebbe fargli male, tirando fuori il cacciavite sonico e puntandolo sul braccio dell’amato. - Non conosco nemmeno il modo…-

 

- Fatti guidare dal tuo cuore, anzi da tutti e due i cuori!- lo sprona Barty.

 

Il Dottore ci pensa un po’ su, poi improvvisa una esclamazione:- Allons-y!- disegnando nel frattempo una cabina della polizia blu anni ‘60 con un cacciavite sonico che si muove al suo interno e ne esce in parte dalle porte.

 

Barty non può fare a meno di sorridere contento, prima di attirare il suo Signore in un bacio mozzafiato.

***

 

-Ne avevo uno alla mia sinistra, uno alla mia destra… un altro fo…-

Drinky è costretto di nuovo a interrompere il suo racconto a causa delle minacce di morte che legge negli occhi di una vigile Georgia.

-fortuito succhiasangue , il capo di tutti, che stava venendo verso di me, ma poi ho avuto un’idea geniale, ho dato fuoco alla mia tuta ignifuga ….-

 

-Che vuol dire infugniga?- alza la mano Doris, confusa.

-Ehmm che prende fuoco, ecco…- le facilita la comprensione l’illusionista. - E voilà, un minuto dopo c’era una grigliata di vampiri pronta e servita, da gustare con un buon Midori!- si pavoneggia nel finale.

Non c’era un cazzo di nessuno che sa come sono andate veramente le cose, posso anche prendermi tutti i fottuti meriti!” medita, machiavellico.

David e Georgia sorridono divertiti alle licenze che si è preso Drinky ben conoscendo come siano davvero andate le cose, per fortuna nessuno dei suoi figli ha mai visto ‘Fright Night’. Proprio in quel momento un certo Mago Oscuro  e un Signore del Tempo fanno il loro ritorno nel gruppo nuovamente osservati dalla padrona di casa. Barty si scambia con lei uno sguardo d’intesa.


- A chi va del gelato?- propone Singy, subito sommerso da eccitati gridolini da parte dei bambini.

 

- Ma no, è finito il gelato!- si fa pensierosa Georgia, cercando di fermare quella baraonda di persone.

 

- Nessun problema, offre la TARDIS!- sorride Singy che ha di nuovo fame.

 

- Almeno chiederlo..- cerca di imporsi Ten.

 

- Sono sicuro che lei sia d’accordo.- dice, entrando e trovando coppette di gelati con ogni gusto già all’ingresso.

 

Bene… il problema della cena è già risolto… mica ceneranno anche!” pensa ottimisticamente Georgia. “No, probabilmente Peter Carlisle sì!

 

Mentre mangiano il gelato Barty si rivolge a David: - Allora, sai fare anche tu quella cosa che faccio io con la lingua?- gli domanda, interessato, alchè David lo accontenta subito anche se è un po’ fuori allenamento.

 

- Sai anche fare la mia camminata?- si incuriosisce Crowley.

 

- Sai ubriacarti, ruttare e dire parolacce a non finire come me?- si intromette Drinky, non curante di aver interrotto un momento fra il demone e l’attore.

 

- Sono abbastanza sicuro che quel mio personaggio non sia famoso solo per quello!- si gratta in testa pensieroso David facendosi guardare male da tutti quanti.

 

- Come no… ci ho convissuto solo pochi giorni e non ha fatto altro che quello!- lo prende in giro Alec.

 

- Sei geniale nella tecnologia come me?- si incuriosisce Ten

- In realtà è fermo a MySpace. Dottore, non trovi curioso che abbiano scelto di far interpretare un alieno esperto di qualsiasi tecnologia terrestre e spaziale e intergalattica… a uno così imbranato in quell’ambito?- si intromette Georgia prendendo chiaramente in giro amorevolmente il marito.

- Davvero? - se la ride Ten

- Georgia!!- la sgrida David, portandosi le mani davanti alla faccia per l’imbarazzo.

- Amore, fa’ divertire un po’ anche me in questa situazione! - scherza, per poi guardare Drinky - E tu, potrai anche essere un bevitore incallito, ma sappi che sul set per girare tutte quelle scene col Midori David beveva… glielo dico? - rivolgendo verso la fine uno sguardo a David.

- Georgia, no! -

- Gatorade! - gli spiattella la verità lei, dispettosa come un gatto.

- Cosaaa?! Mi deludi David, cazzo se mi deludi! - Lo guarda malissimo Drinky, sgranando gli occhi sgomento. Si è persino dimenticato della sua regola di “niente parolacce a casa Tennant” per la sorpresa, per fortuna i bambini non lo stanno ascoltando concentrati come sono sui propri gelati.

 

- Hai idea di quante sono le scene in cui bevi e quante volte le ho dovute rifare? - cerca di farlo ragionare David, ma lasciando in realtà Drinky nella propria disperazione.

- Cazzate!- piagnucola, infatti, l’illusionista.

- Voi che siete intelligenti, ci arrivate da soli che non vado in giro a sterminare persone con la magia o il controllo mentale, vero che ci arrivate? - domanda David a Kevin e a Barty.

- È un vero peccato…- commentano i due.

- David non indaga, è vero, però canta per casa, spesso volentieri e certi giorni è davvero intrattabile! - Georgia fa sorridere Singy e Alec con quelle parole.

- Davvero? Balleresti e canteresti qualcosa?- chiede Singy in direzione di David.

- Adesso non è proprio il caso… magari in un altro momento.- ci pensa su David.

 

***

 

Quando ormai la sera si è inoltrata tutto il gruppo si è ormai spostato davanti alla televisione, non si sa bene a chi sia esattamente venuta l’idea di sedersi sul divano, ma sicuramente hanno deciso di guardarsi un film con i bambini prima che vadano a letto. Il problema esposto, però, non è tanto se guardare o meno qualcosa, ma cosa esattamente vedere.

 

- Potremmo guardarci qualcosa che ci riguardi, Angel.- suggerisce Crowley per sé stesso e per il proprio amato angelo.

 

- Non credo, dearie, mi sa proprio che sarebbe troppo lungo.- lo reguardisce subito Aziraphale.

 

- Ha ragione Aziraphale, mi dispiace. In effetti la metà di voi proviene da opere decisamente troppo lunghe.- Osserva David, guardando gli ospiti.

 

- Beh, da quello che so io provengo da un film… potremmo guardarlo!- offre speranzoso Drinky che vorrebbe vedere com’è uscito bene.

 

- Ci sono troppe parolacce per guardarlo con i bambini. No, l’unico adatto è ‘Harry Potter e il Calice di Fuoco’!- si intromette Georgia, lanciando uno sguardo a Barty.

 

- Harry… Coosa? Come hanno osato dare il nome di Potter ad un film e non al mio Primo Signore Oscuro?- sbotta Barty, che non è per niente felice alla notizia.

 

- Otto film e sette libri ad essere del tutto sinceri.- dichiara Aziraphale, anche se un po’ preoccupato della reazione del Mago.

 

- Ot… Cooosa??- resta a bocca aperta il Mangiamorte rincuorato solo dalla mano del Dottore nella sua.

 

- A me piacerebbe davvero vederti nel film.- dichiara subito dopo Ten, cercando di calmarlo.

 

- Se proprio devo… è sempre meglio di vedere il fotti-cervello sbavare dietro a quella…- fa la faccia schifata Drinky.

 

I bambini seguono la discussione parlottando fra loro e ridacchiando prima di alzarsi e scappare via, solo per tornare qualche attimo dopo con le loro action figure e le bacchette riguardanti i personaggi del film scelto.

 

- Dai, mamma! Fallo partire!- Ridacchia Wilfred tenendo ben stretto fra le dita l’action figure di Barty.



Speriamo vi sia piaciuta, a presto ... si fa per dire ^^'

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