Capitan America e Powergirl

di IloveDraconia
(/viewuser.php?uid=1144575)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro al bar ***
Capitolo 3: *** Penny ***
Capitolo 4: *** Brutta infanzia ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


La guerra era stata dura, avevo sempre sognato di potermi arruolare nell'esercito e combattere per laia nazione come aveva fatto mio padre, volevo rendere fiero dime la mia famiglia, i miei defunti genitori, mia madre e il mio migliore amico. Volevo combattere al suo fianco, spalla a spalla sotto la stessa bandiera, uniti come un solo uomo per sostenerci a vicenda nei momenti peggiori e ridere insieme nei migliori. Pensavo che non sarei mai riuscito nel mio intento ma non misi mai di sperare e provare ad ottenere ciò che volevo, io sarei diventato un soldato! E tutto questo alla fine successe, grazie all'incontro con un geniale scienziato tedesco che mi rese l'uomo che sono ora, che mi rese Capitan America! Solo adesso, dopo 70 anni passati congelato nel ghiaccio dormendo mi rendo conto di quanto mi manchi il passato e le persone che avevo conosciuto, sapere che non le rivedrò più mi provoca un dolore straziante nel petto. Mentre vi racconto ciò mi sto dirigendo a piedi da una delle tante basi dello Sheild, l'associazione che mi trovò nel ghiaccio e si occupò del mio scongelamento, a un piccolo bar in centro a Washington dove mi sono dato appuntamento con il mio futuro coinquilino...

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Incontro al bar ***


Steve era seduto dentro il bar di Washington da ormai un paio d'ore e del suo nuovo coinquilino non c'era traccia. Un paio di mesi fa... Steve aveva dovuto fare visita a una delle tante basi sheild, quindi aveva preso il treno per ch'è questa era più lontana dalle altre, tornato dalla sua visita si era seduto fuori dalla stazione su una panchina aspettando un taxi che lo avrebbe portato alla sua base sheild "di origine" Si stava stufando di tutto questo, era vivo e vegeto da un paio di mesi e non riusciva ad ambientarsi, dipendeva dallo sheild per tutto e loro avevano detto che finché sarebbe rimasto a vivere nella loro base avrebbe dovuto collaborare con alcuni test sulle sue particolari abilità, in pratica era diventato un esperimento umano! Voleva una vita sua libera da tutti i controlli che subiva e caso vuole che quella sera, mentre il taxi era in ritardo e lui cominciava ad annoiarsi sulla panchina, si alzò un leggero venticello che spazzava le strade deserte e un foglio finì incastrato sotto una delle gambe della sua panchina. Steve incuriosito lo prese e per passare tempo decise di leggerlo: cercasi coinquilino per villetta a Brooklyn, due camere da letto, due bagni, una cucina-soggiorno, uno studio-palestra, ripostiglio, balconi, garage e un grande giardino. Chi unque fosse interessato chiami al 380 352 5677. L'affitto per la villa verrà stabilito in seguito come le mansioni domestiche." Presente... ed è così che si era convinto a chiamare, gli aveva risposto una donna che sembrava molto entusiasta di aver finalmente trovato qualcuno e così avevano deciso di incontrarsi di persona quel pomeriggio al bar di Washington, a Steve non sembrava vero, forse aveva trovato una casa nella sua città di nascita e poteva anche riuscire ad arrivare a un prezzo per lui accettabile. Era arrivato con un quarto d'ora di anticipo e l'aspettava impaziente di conoscerla e discutere i dettagli ma lei dopo quattro ore non si era ancora fatta viva! Steve aveva un'infinita pazienza e ci teneva molto a quell'incontro così decise di aspettare ancora un po', forse era in ritardo, molto in ritardo, in ritardo di quattro ore... Ormai erano le sette di sera e Steve si sentiva molto a disagio e in imbarazzo per essere rimasto così tanto tempo seduto ad un tavolo del bar da solo fissando il vuoto mentre ogni dieci minuti declinava gentilmente tutte le cameriere che venivano a chiedergli l'ordine. Aveva ormai perso del tutto la speranza quando una cameriera si avvicinò con il telefono del bar in mano dicendo che c'era una chiamata per lui, ebbe si! lui non aveva un telefono e fino ad ora aveva sembre usato quelli pubblici perché li trovava più semplici dei tach moderni: "pronto?" chiese Steve incerto, dall'altro lato silenzio: "trovi la ragazza in un vicolo poco lontano, potrebbe non stare bene nei prossimi giorni" detto questo l'uomo dall'altro lato mise giù.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Penny ***


Steven uscì di corsa dal bar per cercare la ragazza e entrando nel terzo vicolo a sinistra del bar la trovò accasciata a terra appoggiata con la schiena al muro e il capo chino. La osservò meglio mentre le si inginocchiava davanti, aveva i capelli sul viso ed erano mossi, quasi ricci e lunghi qualche spanna, erano marroni di una tonalità molto scura, era splendida! Indossava un'abito rosso al ginocchio e a mezzemaniche con una cintura nera sottile in tinta con con gli stivaletti di pelle nera, Steve si avvicinò di più e le tirò su la testa tenendola con le mani per poterla guardare in faccia, aveva gli occhi chiusi e una spruzzata di lentiggini intorno al naso. Aveva il volto di una bimba, due mollette rosse tra i capelli una per lato per fissarli e la fronte leggermente corrucciata che la faceva sembrati imbronciata, a Steve ricordò molto Peggy, le assomigliava un sacco, sembrava solo leggermente più giovane. Decise di raccoglierla da terra e con lei in braccio di dirigersi all'ospedale per farla visitare. Passò la serata cenando al bar dell'ospedale aspettando che i dottori finissero di visitare la ragazza e a fine cena si fece prestare il telefono da una delle infermiere per fare una chiamata: "si può sapere che cosa stai combinando?! ti sembra una cosa normale rapire una giovane ragazza per un'intera giornata?!" "non so di cosa tu stia parlando!" "o per favore Fury non mentire! sei stato tu, l'hai sedata e portata a una base dello sheild, perché non si sveglia?!" "scusa ma tu sei proprietà dello sheild e lei è un semplice essere umano, ti non puoi sapere se è una sfida di qualche rivale e dato che andrai a viverci insieme dovevamo assicurarci che non fosse ostile o una minaccia per noi, e io non ti devo nessuna spiegazione perché sino il capo!" "non il mio!!!" detto questo Steve mise giù frustrato. In quel momento gli si avvicinò il dottore a cui aveva affidatoa ragazza: "si è svegliata se le vuole parlare, badi che è confusa e di conseguenza non so quanto lucidamente potrà parlare, comunque sta bene era solo stata sedata per il resto ha ricordi confusi sulla giornata e parla di un pirata di colore con una benda che la minacciata, una palazzo di vetro e un incontro al bar..." "va bene la ringrazio" Detto questo si diresse verso la stanza della ragazza e una volta entrato la trovò seduta appoggiata con la schiena a un paio di cuscini che si guardava intorno confusa: "ciao, come ti senti?" "non lo so, ho una sensazione ma non so se sia positiva... chi sei?" "Steven Rogers, ti ho trovata io svenuta in un vicolo, ma se vuoi puoi chiamarmi Steve, ti stavo aspettando al bar per discutere della nostra futura convivenza" "sei tu? che sollievo, scusami se non sono venuta, sinceramente non so neanche perche ho saltato il nostro incontro..." "tranquilla è tutto OK, qual'è il tuo nome?" "Penelope, ma per gli amici sono Penny" "allora piacere Penny, ora devo tornare a casa, temo dovrai passare la notte in ospedale sotto controllo e ti rilasceranno domani, se vuoi vendo la mattina così ti accompagni a casa e possiamo parlare oltre che potresti mostrarmi la tua dimora" "si è perfetto, notte Steve" "notte Penny" finita la loro conversazione Steven lasciò l'ospedale senza riuscire a smettere di pensare all'incontro di domani. Tornato alla base dello sheild era andato diretto da Fury e incazzato per cioè che aveva fatto, entrò di colpo senza bussare nel suo ufficio: "si può sapere cose le hai fatto!? è un essere umano non una delle tue cavie da laboratorio, poi ti domandi perche me ne voglio andare! Non ti azzardare mai piuttosto ad avvicinarti a lei! è la mia vita, non ti intromettere!" Detto questo non aspettò risposta e si diresse nella sua stanza li alla base. La notte non dormì perché era troppo agitato, se lei lo avesse respinto?, se non lo avesse accettato come coinquilino?, e se si aspettava qualcuno di diverso?

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Brutta infanzia ***


Penny si svegliò nel letto d'ospedale alle 8 senza avere più sonno, accanto al suo letto trovò uno zainetto lilla a lei famigliare con attaccato sopra un postit che diceva: "è l'ultimo favore che ti faccio, la prossima volta arrangiati, Rachel". Sua sorella le aveva portato dei vestiti puliti, prese lo zaino e si diresse in bagno per cambiarsi, quando uscì indossava una maglietta a mezzemaniche a righine bianche e verde acqua e dei jeans bianchi strappati con delle scarpe di tela sembre verde acqua come la cintura e la felpa. Lasciò la sua stanza con tutte le sue cose nello zainetto e scese a piano terra dove seduto in sala d'attesa trovò Steve concentrato su un giornale: " ciao Steve!" lui alzò lo sguardo sorridendo: "ciao Penny, oggi mi sembri stare molto meglio!" "si è vero, mi sento bene! andiamo?" "certo!" Erano seduti sul treno per Brooklin in un silenzio imbarazzante e Penny stavo osservando meglio Steve per capire cosa avesse di tanto famigliare, indossava una maglietta a mezze maniche rossa sopra ed una a maniche lunghe grigia e attillata mentre sotto portava scarpe da ginnastica rosse e jeans grigi, aveva un viso definito e uno sguardo dolce che Penny adorava già, lo conosceva da poco ma lo trovava già simpatico e gentile. Scesero da treno e presero un taxi fino ad una delle vie più isolate e in periferia della città e lo si fermarono davanti a una villetta bianca circondata da un prato enorme: "è questa?" chiese Steve affascinato: "si, vieni che ti faccio entrare e te la mostro". Penny fece entrare Steve in casa e gli fece fare il giro turistico fuori e dentro mostrandogli anche la sua futura stanza e adesso erano seduti al tavolo della cucina per discutere i particolari della loro futura convivenza. Steve aveva deciso che si sarebbe messo in regola come agente dello Sheild per soldi in modo che avrebbero pagato a metà tutte le spese di casa, poi si divisero le faccende di casa e decisero che Steve avrebbe cucinato, dato che diceva di essere capace, e di conseguenza la spesa e su sarebbe preso cura del giardino mentre Penny avrebbe pulito casa, fatto il bucato e portato fuori la spazzatura! Il resto della giornata volò via in un attimo mentre andavano da casa di Steven alla villetta con tutte le sue cose e mentre le sistemavano chiacchieravano per conoscersi meglio scoprendo di andare molto d'accordo e di avere molte cose in comune! Mentre stavano svuotando gli scatoloni di Steve: " allora Penny tu che cosa fai per lavoro?" "lavoro come commessa in un negozio di soprammobili fatti a mano come acchiappasogni, vasi, statuette e cose del genere. È un negozio di artigianato piccolino in centro ma a me piace molto, il mio turno è alla mattina mentre il pomeriggio sto a casa qui nello studio a lavorare alle mie creazioni" "bello, quindi sei un'artista... anche io disegno!" "si mi piace l'arte, ho frequentato un liceo artistico, che mi dici di te Steve?" "Anche io ho frequentato una scuola d'arte" "che coincidenza! comunque chiedevo della tua famiglia..." "Scusa, mia madre si chiamava Sarah ed è morta di una rara malattia e mio padre cacciava è uscito nel bosco una delle mattine ma non è più tornato..." "mi dispiace, non avrei dovuto chiedere," "tranquilla, che mi dici di te invece?" "Mio padre ha abbandonato mia madre quando ha scoperto che era in cinta di me e di lui non so niente, non so neanche chi sia.... mia madre si chiamava Lavinia ed è morta partorendomi e così soni stata cresciuta dal mio nonno materno finché non è morto ucciso in un incidente durante uno dei suoi esperimenti da scienziato, e così finii in orfanotrofio a 2 anni e ci rimasi fino hai diciotto quando riscattai la mia eredità dovuta al lavori di scienziata di mia madre e di mio nonno!" " mi spiace, neanche te hai avuto un passato felice" "è tutto OK, ero troppo piccola quando sono morti quindi non mi ricordo di loto e non soffro" "Hai provato a cercare tuo padre? magari sapendo la tua storia potrebbe decidere di prendersi cura di te" "no, non lo voglio cercare e non mi interessa, scusa se sono brusca" "tranquilla è tutto OK"

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4014886