McKay Manor - Wiltshire

di Strige_LiW
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Selezione OC ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
Witch Weekly


 
 
Articolo di Witch Weekly [pag.3-4]

McKay!
La nota famiglia Purosangue fa ancora parlare di sé!
In bene o in male ancora non si sa ma il merito stavolta non è dovuto al successo ministeriale del capofamiglia ma a un insolito annuncio comparso nell'edizione di ieri della Gazzetta del Profeta a nome del primo genito.
Darren McKay (23 anni, Purosangue, ex Corvonero) è noto per essere il  figlio maggiore  dell'ex ambasciatore del M.A.C.U.S.A. nel nostro ministero, Julius Carson McKay  (51 anni, Purosangue, ex Caposcuola della prestigiosa Ilvermorny) quest'anno per la seconda volta vincitore del concorso per il "Sorriso-più-Affascinante" [dettagli a pag.9] e della nota pozionista francese Manon Lacroix (43 anni, Purosangue, Beauxbatons).
Il giovane mago che al trasferimento della sua famiglia nella magica Parigi ha deciso di rimanere nella loro villa nel Wiltshire, ha lanciato un più che inusuale appello!
Vi riportiamo ciò che abbiamo estratto dalla sezione degli annunci della Gazzetta del Profeta:


McKay Manor - Wiltshire
Cerco coinquilini.
Il Manor presenta un ampio numero di camere il che implica la necessità di più Elfi Domestici, se questo è un problema l'annuncio non fa per voi.
I candidati saranno sottoposti ad un intervista.
Il colloquio è aperto a  quasi chiunque.  Meglio ancora se ti reputi o se ti è stato fatto notare che non sei un tipo di persona facilmente desiderabile, quindi reietti e senzatetto sono ben accetti e oltremodo incoraggiati.
No ai francesi.
Meglio se non si conosce il francese e se invece lo parli è essenziale che non venga praticato in mia presenza.Non è possibile Materiallizzarsi o Smaterializzarsi all'interno dei territori della villa ma solo nelle aree circostanti. Una fermata del Nottetempo non è lontana.
Gli animali vanno bene se addomesticati.
Non è richiesto alcun tipo di pagamento.
Se interessati mandate un gufo.

Una richiesta alquanto insolita quello del rampollo della Casata McKay!
Che il giovane mago si senta forse solo in un maniero tanto ampio? L'annuncio così sfrontato ha fatto sorgere molte domande sul rapporto che lega i membri della famiglia!
C'è da chiedersi se tanto astio apparentemente ingiustificato verso la Francia sia dovuto alla sempre molto affascinante signora Lacroix!
Certo è da dirsi che l'annuncio del giovane non risulta molto affidabile o allettante a che dubitiamo che riceva alcuna risposta! Cedere una stanza in una delle abitazioni più belle della Gran Bretagna senza che non venga chiesto in cambio neanche uno zellino ci lascia un po' sospette! Che ci sia sotto qualcosa? Un gesto di ribellione nei confronti della famiglia? E cosa ne pensa essa al riguardo? Solo il futuro o un'abile sibilla potrebbero rispondere alle nostre domande. 

Fateci sapere che ne pensate nella nostra NewsLetter!





 
La soddisfazione gli riempì il petto mentre  le pagine  della rivista più chiacchierata d'Inghilterra gli si increspava sotto le dita .
Perfetto, tutto perfetto. Le cose stavano iniziando a mettersi in moto esattamente come sperava.
Per Merlino, avrebbe fatto ingoiare rospi amari ai suoi genitori.
Fosse l'ultima cosa che avrebbe fatto prima di essere ufficialmente diseredato.
Se doveva andare a fondo, li avrebbe portati tutti con se.








 
 
Darren McKay
23 anni, ex Corvonero, Eterosessuale
"Am I bitter? Yesss. But do I try to move on and let go of past anger? Well, actually no."
Darren è il più grande tra i due figli di una coppia di maghi molto influenti nel mondo magico.
Forse dietro una lingua velenosa  e sotto differenti stati di rabbia si cela qualcun altro, ma 
per ora una cosa è certa: non è certo il più gradevole dei padrone di casa.


Ambrose McKay
18 anni, Griffondoro, Bisessuale

Ambrose  è il fratello minore di Darren. È attualmente il Caposcuola ad Hogwarts,
nonchè Capitano della squadra di Quiddich e membro di ogni singolo Club. 
Ha un carattere forte che piace alla gente e si trova a suo agio al centro dell'attenzione.
I due sono quasi sempre andati d'accordo, fino a tempi più recenti dove alcune 
discussioni familiari li hanno portati ad allontanarsi.


Manon Lacroix
43 anni, ex Beauxbatons, sposata con Julius McKay

Manon è una delle streghe più ammirate nella moderna società magica.
Viene da una ricca famiglia francese e ha preso in mano la società di famiglia.
I Lacroix posseggono alcune delle più grandi piantagioni di alberi della Francia, utilizzate
per fabbricare scope e bacchette di prima qualità.
È una donna molto composta nei modi e dà molta importanza alle apparenze.
Si è sposata nella famiglia McKay tramite un matrimonio combinato.


Julius Carson McKay
51 anni, ex Serpecorno, sposato con Manon Lacroix

Julius lavora per il Ministero della Magia presso l'ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale.
Si occupa principalmente di politica estera e di relazioni magiche internazionali.
A punto per quest'ultimo punto la sua immagine pubblica è molto importante per lui e ciò
comprende anche il modo in cui i membri della sua famiglia si presentano al mondo.


 



 
ANGOLINO AUTORICE
Ehilà!
Spero che cio che ho scritto vi possa interessare e che decidiate di partecipare numerosi.
Sono diversi anni che ho l'idea di quest'interattiva chiusa in un cassetto, ho finalmente deciso di rispolverare questo capitolo e metterlo in mostra sperando vada bene.
Vuole essere una storia "leggera" ma anche riflessiva, che parli di legami, amicizie e del sentirsi inadeguati. Di come si possa maturare se si ci trova nel giusto ambiente.
Pensavo di prendere una decina di OC, potete presentare un massimo due OC a testa, di sesso e casate differenti.
Tutti gli OC devono aver finito gli studi ma non per questo devono essere per forza Ex Studenti di Hogwarts.
Lasciate una recensione dove specificate Sesso e Scuola.
Sono ammessi Ibridi vari, Veela, Metamorphomagus o Animagus (senza esagerare), non lo sono personaggi imparentati con i Canon ma è okay essere associati a cognomi secondari, come ad esempio Prewett o Fortebraccio!
Personaggi con vite particolari sono incoraggiati, personaggi con vite fin troppo assurde, no. Va bene farla un po' fuori dal vaso, ma ci vuole sempre un minimo di contegno per essere credibili.
Penso tra qualche giorno di pubblicare un capitolo, sebbene pur esso ugualmente breve, ma che possa dare una pulita all'idea che vi siete fatti leggendo questo articolo di WitchWeekly.
Le iscrizioni sono aperte sino alla fine del 03/04

NOME:
SECONDO NOME*:
COGNOME:
SOPRANNOME*:
STATO DI SANGUE:
EX CASA E/O SCUOLA:
ETÀ E COMPLEANNO:
DESCRIZIONE FISICA:
PRESTAVOLTO:
STORIA (dettagliata):
CARATTERE:
ABITUDINI:
VALORI/DISVALORI:
TIMORI, PAURE O FOBIE:
SEGRETI*:
BACCHETTA:
PATRONUS*:
MOLLICCIO:
ANIMALE*:
LAVORO:
COSA AMA:
COSA ODIA:
ANNUNCIO: perché rispondono? Dove l'hanno letto o come sono venuti a saperlo?
RISPOSTA ALL' ANNUNCIO: Cosa scrivono a Darren affinché venga preso in considerazione? Potete scrivere direttamente una risposta dal P.V. del vostro O.C. così questo può aitrami nel comprendere in che modo si esprime il vostro personaggio. Non sono troppo importanti le informazioni che inserite ma più il modo in cui le ponete.
COSA LO RENDEREBBE UN BUON COINQUILINO E COSA UNO PESSIMO(importante) :
CONOSCONO DARREN DA SCUOLA? GIORNALI? CHE IMPRESSIONE HANNO DI LUI? O NON L'HANNO MAI SENTITO PRIMA?:
AMICIZIE: descrivere il tipo di persone con cui potrebbe andare d'accordo
INAMICIZIE: stessa cosa, solo con rapporti diversi
ORIENTAMENTO SESSUALE:
RELAZIONE*: se desiderano una relazione, se n e han no già una o con che tipo persona si troverebbero
FRASE CHE LO RAPPRESENTANTI:
ALTRO:
*Campi facoltativi





 

 

Q&A
+ AVVISO

 

Ciao ragazzi!
Questo è un capitolo Q&A provvisorio!
Lo eliminerò prima di iniziare la storia e lo terrò aggiornato fino alla consegna di tutte le schede in caso mi venissero poste altre domande che credo possano tornare utili a tutti.
In più, vi avviso che il terime per inviare le vostre schede è stato posticipato.
Vi lascio qui sotto alcune delle domande più generiche che mi sono state poste!



 

-Puoi allungare la data di scadenza?
Si! La data è stata allungata fino al 3 Aprile! Quindi di una settimana. In modo da permette a chi di voi si ritrova con più impegni di avere il tempo che gli serve per inviare qualcosa che renda a loro soddisfazione!

- Per "Valori/Disvalori" cosa intendi esattamente?
Questa voce vi chiede di specifiche quali sono gli ideali nella quale crede il vostro OC, per cosa combatterebbe, quali principi lo animano. O al contrario cosa lo fa' irritare o cosa va contro la sua morale!

-In che anno è ambientata la storia?
È ambientato in un periodo di tempo non specificato, post Seconda Guerra Magica.
Volendo, i giorni nostri.

-In che periodo dell'anno è ambientata la storia?
La storia è ambientata nel periodo Autunno/Inverno. Ci sarà un capitolo dedicato al Natale!

-Nella Risposta all'Annuncio, cosa devo mettere esattamente?
Scrivete direttamente una risposta dal punto di vista del vostro O.C. così questo può aitrami nel comprendere in che modo si esprime il vostro personaggio. Non sono troppo importanti le informazioni che inserite ma più il modo in cui le ponete.

-Al McKay Manor  c'è per caso un camino collegato alla metropolvere?
Al Manor sono presenti molteplici caminetti, solo uno però è collegato alla metropolvere e si trova nel soggiorno.
È abbastanza ampio da permettere a a più persone di starci tranquillamente in piedi.

-Qual é il problema che Darren ha con i francesi?
Nessun motivo estremamente valido, se non che sua madre è francese.
Sia lui che suo fratello lo parlano e conoscono bene anche il Latino.

-Posso mandare due OC coorelati tra loro?
Allora, per quanto io apprezzi l'idea chiedo a chi sia nuovo e non abbia già ricevuto una risposta da parte mia al riguardo di non mandarmi più questo genere di richiesta.
Ho già dato l'okay a due recensori, ma nel caso foste nuovi e stesse ponderando quest'idea, vi chiedo di cambiare rotta ed ecco il perchè: in questo modo si aprono due possibilità, o vengono presi entrambi, o non viene preso nessuno! Nel caso della prima opzione sarebbe solo che un bene, altrimenti un doppio dispiacere. Di fatti ho consigliato loro dove e se possibile di far funzionare le schede anche singolarmente.
Questo lo dico perchè? Perchè mi conosco bene e so che se mi dovessi trovare nella situazione di fare il passo più lungo della gamba lo farei e poi finiremmo tutti col rischio di cadere col culo per terra.

-É possibile far si che i propri OCs si siano trovati nelle ondizioni di dover cambiare spesso scuola?
Certo! Non vedo perchè no!

-Gli OC possono avere un elfo domestico o "avranno" quelli di Darren?
Nel Manor ci sono diversi elfi domestici, i vostri OC avranno a disposizione quelli, ma se pensate che in qualche modo sia necessario al vostro OC averne uno proprio può esere fattibile e possiamo discuterne assieme.

- Gli OC possono avere interagito con i perosnaggi principali della saga oppure no?
Dipende a che livello! Se questi hanno un grande ruolo all'interno della struttura del personaggio preferirei di no, se invece parliamo di un incontro fugace ma che in qualche modo ha avuto un impatto su di loro e la loro vita va bene!
(Esempio, va bene incontrare Hermione Granger nei corridoi del Ministero e scambiare due chiacchiere perchè lavorate entrambi lì, non va bene essere la sua migliore amica e uscire a sbronzarvi assieme ogni venerdì sera)
 

-Com’è la situazione discriminazione nel mondo nei maghi? Nel senso, come sono trattati ora Nati Babbani, creature ibride eccetera dopo la Seconda Guerra Magica? La situazione è più aperta o non è cambiato nulla?
Dopo la Seconda Guerra Magica l'argomento Discriminazione è diventato estremamente delicato. Nonostante adesso la comunità magica sia decisamente più aperta e inclusiva verso tutti, specialmente la parte giovane della comunità, molti Maghi e Streghe non succedono in quest'intento tanto come vogliono dare a vedere.
La purezza del sangue non ha la stessa importanza di prima ma a porte chiuse molte persone tendono ancora a prendere atto di quest'informazione anche se viene loro difficile agire al riguardo perché atteggiamenti come discriminazioni o violenza verbale o fisica legati allo status di sangue sono multabili e/o punibili legalmente. Questo lì rende meno evidenti ma sono un sottotono comunque presente.  Insulti come "Sanguemarcio" non sono tollerati e molto meno utilizzati perché molti hanno il terrore di essere inquadrati nello stesso tipo di categorie di persone colpevoli di crimini di guerra come ad esempio Mangiamorte o Ghermidori. Non per questo molti Nati Babbani si sentono totalmente inclusi perché  è ancora evidente, anche se non palesato, lo stupore di alcuni maghi quando si rendono conto con chi stanno avendo a che fare.
Detto questo molti adesso si sentono in obbligo di sovracompensare come modo per scusarsi dei peccati della guerra.
Per le creature ibride come ad esempio Mezzo-Giganti come Hagrid o Mezzo-gnomo come Flitwik le cose sono quasi invariate. L' istruzione è ovviamente un diritto loro concesso visto i libri di HP ma non sempre il rispetto o la decenza umana lo sono, ma questo varia ovviamente da individuo a individuo e anche qui c'è molta meno tolleranza verso la discriminazione, anche se non sanzionabile come per i Nati Babbani.

La faccenda Lupi Mannari è molto più particolare. 

Le politiche adottate dal Ministero della Magia riguardo ai Lupi Mannari sono sempre state confuse e inefficaci. Nel 1637 fu redatto un Codice Etico per Lupi Mannari, che tutti i Lupi Mannari avrebbero dovuto sottoscrivere, promettendo di non attaccare nessuno e di rinchiudersi in un luogo sicuro ogni mese, in occasione della trasformazione. Non meraviglia il fatto che nessuno abbia firmato il Codice, dal momento che nessuno si sentiva pronto a recarsi al Ministero e ad ammettere di essere un Lupo Mannaro, un problema che riguardò anche il successivo Registro dei Lupi Mannari. Per anni infatti il Registro dei Lupi Mannari, sul quale ogni Lupo Mannaro avrebbe dovuto annotare il proprio nome e i dettagli personali, è rimasto incompleto e inaffidabile, poiché molti dei nuovi-morsicati hanno cercato di tenere segreta la propria condizione e di sottrarsi all’inevitabile vergogna e all’esilio che ne conseguiva. Per anni i Lupi Mannari sono stati palleggiati tra le divisioni Bestie e Umani del Dipartimento per la Regolamentazione e il Controllo delle Creature Magiche, dal momento che nessuno era in grado di stabilire se un Lupo Mannaro dovesse essere classificato come essere umano o animale. A un certo punto, il Registro dei Lupi Mannari e l’Unità di Cattura dei Lupi Mannari passarono entrambi sotto la Divisione Bestie, mentre allo stesso tempo un ufficio dedicato ai Servizi di Sostegno dei Lupi Mannari fu organizzato nella Divisione Umani. Poiché nessuno si è mai rivolto ai Servizi di Sostegno, per lo stesso motivo per cui solo in pochi si sono iscritti al Registro, alla fine il progetto venne cancellato.(Informazioni prese da PotterPedia)
Adesso il progetto di sostegno è stato ripreso ma non viene gestito dal ministero vista la macanza di fiducia riposta dalle persone affettte da licantropia, ma bensì da un'associazione no-profit finanziata da Harry Potter e gestita da Edward "Teddy" Lupin. Il nome dell'Associazione è MOONY* e si occupa di provvedere sostegno per i beni basilari delle persone che afflitte da licantropia si sono trovati costretti a una vita di stenti.
Offre gruppi di supporto, figure guida per imparare a gestire le Lune, una clinica medica gratuita, rifugi per la notte e delle mense per i pasti. Al momento si sta studiando un modo per mettere a disposizione un piano di studi, visto che ai licantropi non è ancora permesso frequentare Hogwarts. La clinica si trova fuori mano, protetta da un incantesimo Respingi-Babbani, nella brughiera di Bodmin nella Cornovaglia settentrionale al fine di garantire maggiore privacy ai suoi giustamente guardinghi frequentatori ma è facilmente raggiungibile con svariate modalità di trasporto comprese numerose passaporte, in più sono appena sorte piccolissime succursali nei punti con maggiore densità di popolazione in Inghilterra. La paura verso i licantropi è ancora un grosso ostacolo ma il muro di ignoranza che divide i due mondi sta venendo lentamente abbattuto e il MOONY inizia ad essere vista sotto una luce decisamente più positiva visto le numerose figure di spicco che finanziano l'iniziativa; il Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt, il vice ministro Hermione Granger, gli Auror Potter e Weasley e la Preside di Hogwarts McGranitt. Anche i McKay fanno donazioni alla causa.
Peccato che come ogni grande movimento sia accolto da un altrettanto grande opposizione e visto la delicatezza della situazione i progressi sono lenti e estenuanti.
Il motto della clinica è "È la qualità delle proprie convinzioni che determina il successonon il numero di seguaci
*il nome è provvisorio e potrebbe essere cambiato in corso d'opera.



 


Fatemi sapere se posso rispondere ad altro per voi!
E per chi preferisse scrivermi su instagram, può trovarmi con lo stesso
nome che utilizzo qui su EFP
strige_liw

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitoli  2
Azzurro




 

Come ogni qualunque giorno nel Wiltshire, la luce grigia del sole che penetrava attraverso le grandi vetrate illuminava a malapena la detestabile carta da parati del salotto principale.
Col passare del tempo, Darren aveva iniziato a sviluppare una vera e propria avversione nei confronti dell'azzurro. Per quanto una persona sana di mente potesse mai odiare un colore.
Nel suo caso, sorprendentemente tanto.
Lo stesso colore della libertà.
Il cielo, il mare, persino alcuni uccelli e molti pesci. Tutte le cose che danno l'idea di infinito, vasto, indipendente sono di un brillante colore azzurro. Ma qui, su questo maniero in cima a una collina tutto attorno a lui è intriso in un'uggiosa sfumatura di grigio, l'unica traccia di quel colore sono le claustrofobiche pareti della sua stessa gabbia.
Con un sospiro affranto affondò ancor più nella poltrona.

Inutile dire che ad occuparsi delle scelte di arredo era stata sua madre.
Prima dell'ultimo periodo a lui non era mai importato molto, se non nulla, di che aspetto avesse il Manor. E perché mai avrebbe dovuto? Per i sette anni più importanti della sua vita Hogwarts è stata quella che aveva sempre considerato casa. Abbandonare la scuola anche solo per le vacanze di Natale era una gran scocciatura per lui e quando finalmente giungeva l'estate e con suo fratello potevano divertirsi come dei qualunque adolescenti lontano dagli occhi attenti dei loro genitori, bastavano un paio di settimane al massimo prima che iniziasse ad attendere con ansia i primi giorni di settembre.

E no, questa nostalgia non era causata dalla tipica passione per la conoscenza dei Corvonero ne tantomeno dalla gioia scaturita all'idea di potersi ricongiungere ai suoi quasi inesistenti amici - perché si, a differenza di Ambrose, nonostante i due condividessero gli  stessi soldi e lo stesso cognome Darren era sempre stato considerato uno sfigato. No, tutto questo era dovuto al fatto che quando tra lui e i suoi genitori c'erano svariati chilometri di distanza e spesse mura di pietra a tenerli separati, sentiva finalmente il cappio che gli adornava il collo allentarsi e l'aria fluire più facilmente nei polmoni e gonfiargli il petto con vita nuova.
Insomma, ai suoi occhi Hogwarts era sempre stupenda, non importa quale  sfumatura avesse il celo mentre sfiorava la cima della torre di astronomia.

Al Manor invece...

Darren scattò in piedi, cercando un modo diverso di piangersi addosso e a grandi falcate attraversò la stanza fino a giungere al gran grammofano. Iniziò a cercare tra i vinili che aveva spostato da camera suo in salotto fino a quado non trovò quello che desiderava.
La musica in questa stanza aveva sempre un suono migliore.
Le note di Ca Plane Pour Moi riempirono il salotto e  senza perdere colpi prese la bottiglia di Whisky più costosa dal suo ripiano  - quella che suo padre tirava fuori per offrirla agli ospiti che desiderava impressionare-  e incominciò a mandare giù grandi sorsi.

"Allez hop! T'occupe, t'inquiète, touche pas ma planète
It's not today que le ciel me tombera sur la tête
Et que l'alcool me manquera
(Hou-hou-oou-oou!)
Ça plane pour moi" *

Con la bottiglia in una mano e la bacchetta nell'altra prese a saltare frenetico per la stanza a ritmo di musica. Ogni parola che pronunciava era perfettamente accentata e a tempo, a dispetto del corpo che anche volendo metterci impegno non sarebbe mai andato a ritmo con la musica. A ogni salto veniva rovesciato un po' di whisky e dopo un qualunque ampio e energico gesto delle braccia, dalla bacchetta partivano scintille incontrollate che si infrangevano contro ogni pezzo antico di mobilio, rovinando stoffe, distruggendo quadri e bruciando quell'orribile carta de parati.

Fantastico.




 

Il senso di gratificazione durò tutto sommato molto poco.
Non ricordava di aver chiuso gli occhi, figuriamoci di essersi addormentato. Ma adesso che a fatica sollevava le palpebre poteva notare che la stanza aveva dei toni molto più caldi, dati dalle candele che venivano accese quando calava il sole.
Sera quindi, pensò.

"La cena è in tavola Signore."

Impreparato a sentirsi rivolgere la parola sobbalzò,  e nella fretta di mettersi a sedere, sbattè il capo contro il tavolino basso del tè.

"Cazzo che male, porco Merlino...ssssh."

"La cena è in tavola Signore" la voce bassa è untuosa insistè ancora e se la prima volta era parsa infastidita ora in aggiunta aveva un malcelato tono divertito.

Col capo che girava ci mise un po' a mettere a fuoco la figura del suo elfo domestico, che curvo su se stesso lo guardava arcigno dalla soglia della porta.

"Si, si un attimo vecchia ciabatta. Ti ho sentito."

Anche se impegnato ad alzarsi senza inciampare nei suoi stessi piedi non mancò di notare il cipiglio di Crabby incupirsi ancor più.
Mentre si trascinava verso la porta non corse il rischio di dover evitare nessuna sedia a pezzi o calpestare vetri infranti. Non doveva domandarsi di chi fosse il merito. La stanza era come nuova, le uniche cose a testimonianza che le ultime ore non erano state solo che un vivido sogno erano la bottiglia ormai del tutto vuota e il suo mal di testa lancinante.
I due si guardarono per un po' con aria di sfida fino a quando con un gesto veloce della mano l'elfo non fece comparire una piccola ampolla di tonico.

"Grazie" boffacchiò Darren.

Crabby non rispose, aspettando a palmo aperto  che il mago ne tragurgitasse il contenuto e gli restituisse la boccetta. 

"Okay..."

"La cena è.."

"Si, si lo so. Risparmia il fiato."

I due scesero le scale in silenzio e si diressero fino alla sala da pranzo. Aveva provato a spiegare agl'elfi rimasti che era inutile imbandire una tavola solo per lui e che poteva benissimo mangiare nelle cucine, ma le sue parole erano state più che ignorate.
Una tavola così grande sembrava vuota anche quando erano tutti e quattro a sedervici attorno, figuriamoci adesso.
Tra l'argenteria e l'eccessiva quantità di pietanze poste sulla tovaglia fu' qualcos'altro a catturare la sua attenzione.

"E questo cos'è?"

Chiese mentre un altro elfo gli scostava la sedia per aiutarlo ad accomodarsi.

"La cena."

Okay.
Okay, aveva capito, Crabby era infastidito e lo stava palesemente prendendo per il culo ma Darren si rifiutava di dargli corda.
Trattenne l'impulso di stringersi il ponte del naso e con rassegnazione si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

"Dai, lo sai che intendo." sbuffò allungandosi sul tavolo per afferrare un grosso plico di lettere legate tra loro.

"I gufi portano lettere per il Signorino. Tutto il giorno solo lettere."

Il tono di Grabby aveva ancora una nota acida, ma non potè fare a meno di notare che l'epiteto con la quale era appena stato appellato era passato dal precedente "Signore" a qualcosa di molto più familiare. Bene, l'elfo stava già iniziando a perdonarlo di aver provato a distruggere uno dei salotti.

Riportò la sua attenzione al mucchio di corrispondenza che teneva tra le mani.
Magari la giornata poteva ancora migliorare, ma in caso ci fosse rischio del contrario, avrebbe aspettato dopo il dessert per leggerle. Non voleva correre il rischio di rovinarsi il dolce.
 







 






 


ANGOLINO AUTORE
Ciao ragazzi!
Come va?Spero che questo capitolo possa interessarvi più del precfedente! Mi farebbe molto piacere ricevere delle recensioni se non delle iscrizioni.
In questo capitolo vediamo un po' più nello specifico sia Darren che le circostanze che lo circondano! Non vedo l'ora di entrare nel vivo della storia!!
NOTE:

* questo è il link della canzone che Darren ascolta mentre distrugge il salotto:https://www.youtube.com/watch?v=lHE503VVqIE
** Il maniero che viene usato per il McKay Manor è ilWaddesdon Manor nel Buckinghamshire

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Capitolo 3
*** Selezione OC ***


Selezione OC
I nuovi coinquilini












Benvenuti al Manor



23 anni - Purosangue - Ex Serpeverde - Bisessuale

"Se puoi sognarlo, puoi farlo"
Abile Spezzaincantesimi che crede che il fine giustifichi
i mezzi e con la pessima abitudine di ficcanasare in giro.
Come se non bastasse ha anche un ego delle dimensioni del Manor.
Penso vi siate fatti un idea.
Darren la detesta.
Si ok, è la sua migliore amica.
 


33 anni - Nato Babbano - Ex Grifondoro - Eterosessuale

 "Non esiste nessuno così affezionato al suo volto
 che non accarezzi l'idea di presentarne un altro al mondo."

Un barista che ama circondarsi di giovani donzelle! Parole sue eh.
Tranquilli, si assicurerà di lanciare un incantesimo per silenziare  almeno la sua stanza!
A dargli una mano c'è anche il suo adorabile assistente: Boccino.
Lui conquista e Igor porta a casa.
Tipo piuttosto abitudinario e non è insolito sentirlo confabulare a voce bassa.
Che tipo stano.


28 anni - Purosangue - Ex Corvonero - Demiromantico Pansessuale

"If it's aswers you seek, you're at the wrong place.
 If it's more questions, come with me. (And other deep shit)"

E' la pecora nera tra le Sacre Ventotto.
Considera il suo nome pomposo come l'inferno e quindi a meno che tu non abbia 
un palo nel culo fatti un favore e chiamalo Sol. Solomon al massimo.
Non è visto troppo di buon occhio trai i maghi per la sua scelta lavorativa 
decisamente insolita.
Il Grande S☆l
 


25 anni - Purosangue - Dumstrang - Eterosessuale

"La vita è come un'eco: se non ti piace quello che ti rimanda,
devi cambiare il messaggio che invii"

Genitore dell'adorabile Bram e barista a tempo pieno.
Il figlio non ha esattamente preso il suo carattere solare dalla madre,
che è invece piuttosto acida e riservata, ma in comune hanno
decisamente l'acume. 
Darren è allergico ai bambini ma come puoi chiudere
la porta in faccia a una madre single?
 


23 Anni - Mezzosangue - Jal*/Corvonero - Pansessuale

"Senza amore non potremmo sopravvivere.
Gli esseri umani sono creature sociali e prendersi cura
gli uni degli altri a vicenda è la base stessa della nostra vita"

Mayriu ha sempre un occhio di riguardo e una parola gentile per tutti.
Ha un animo allegro e una vena da artista ma più importante crede nel
"vivi e lascia vivere".
Ovviamente anche lei ha le sue periodiche giornate no!
Lavora momentaneamente nella fioreria di un amabile babbana,
ma vuole realizzarsi come Magiavvocato.
Darren era più che contento di poter rivedere la sua compagna di classe! 


27 anni - Nato Babbano - Ex Corvonero - Eterosessuale

"Io penso, penso, penso, pensando sono uscito
dalla felicià un sacco di volte, e mai una volta che vi sia entrato"

Non è insolito vederlo con in mano una sigaretta e per qualche strano motivo
insiste col voler andare in giro con gli occhiali da sole persino quando piove.
Assurdo.
E' un tipo abbastanza irrequieto e preferisce stare nel suo.
A compensare i suoi silenzi ci pensa la parlantina della sua amica Mary Lou.


19 anni - Mezzosangue -  Ex Grifondoro - Eterosessuale

"Piovi pure, cielo nero, e tu, vento, soffiaci contro!
Noi abbiamo sempe mangiato pane e tempesa. E terremo duro"

Mi raccomando leggete il suo nome e ricordatelo bene,
che non vi conviene storpiarlo in alcun modo se non volete 
finire nella sua lita nera.
E' un tipetto vendicatio, assolutamente 
ossessionata con l'oroscopo e con l' odio per le tartine al salmone.
No, non chiedete.
In realtà se ti piace l' umorismo spietato dai per certo che non ti annoierà!


19 anni - Mezzosangue - TuonoAlato - Eterosessuale

"Coloro che portano il sole nella vita degli altri,
non possono tenerlo lontano da sé stessi".

Questa ragazza ha uno spirito avventuriero e
la tendenza a mettersi nei guai!
Questo è perché per quanto sia furba come una volpe è anche
piuttosto distratta. 
E no, la battuta sul "pel di carota" non è divertente nemmeno la prima volta che la senti.


24 anni - Mezzosangue - Ex Serpeverde - Eterosessuale

"Quando il denaro non serve a far godere la vita, è cosa senza valore."
Testardo e talovolta seccante non è facile stargli dietro
o inquadrarlo. 
L'unico modo per farti un idea chiara su di lui è prenderti la briga
di dargli a parlare.
Ufficialmente si occupa di un simpatico tipo di tulipani lusinghieri...
ma se frequenti alcuni giri probabilmente lo conosci per ben altro!
Se chiedi a Darren...beh, tutto sommanto è un tipo okay. Credo?


24 anni - Nata Babbana - Ex Corvonero - Eterosessuale (Impegnata)

"Quando perdi qualcosa di importante si crea un vuoto
dentro di te e sei triste, ma quando trovi qualcuno di importante che lo riempia diventi la persona più felice del mondo."

Un tipetto abbastanza insicuro e riservato che ha l'aspetto e
l'animo di una vera Ghot Girl.
Ha realizzato il sogno di ogni topo di biblioteca e lavora come
assistente al Ghirigoro.
Sta imparando a uscire dal guscio ma è un progresso lungo.
Darren la ricorda con piacere. Lei almeno, Jack è...Jake.


24 anni - Purosangue - Ex Tassorosso - Eterossessuale (Impegnato)

"Le persone non devono nascondere la propria personalità,
perché è proprio quella a renderle uniche"

Se a lezione di pozioni prendi un calderone e ci butti dentro;
iperattività, abbinamenti di vestiti discutibili, zucchero,
cannella e ogni cosa bella avrai la pozione 
per il fidanzato perfetto. 
Almeno perfetto per Sharon!
Attenzione, se sei un introverso corri il pericolo che ti costringa ad essere suo amico!


21 anni - Mezzosangue - Ex TuonoAlato/Tassoroso - Eterosessuale

 "Looking back, would've thought I knew it all
Instead, I'm left to fall, did I throw it all away?"

Probabilmente una delle giovani streghe più seguite del
momento, Lin è la conduttrice del suo TalkShow!
A primo impatto tende a lasciare una piacevole ipressione 
ma trova comunque difficile stringere rapporti d'amicizia.
Abbastanza abile con le sue argomentazioni da convincere 
Darren a farle varcare la soglia di casa.


20 anni - Nato Babbano - Ex Tassorosso - Omosessuale






 "Non abbiate paura della bontà e neanche della tenerezza"
Questo ragazzo dai grandi Occhi Blu è la definizione del Gigante Gentile.
Buono come il pane spalmato con una bella dose abbondante di ingenuità,
finisce per essere spesso vittima di approfittatori.
Dalla regia mi dicono che bisognerebbe dargli una svegliata,
specialmente se lavori a Nocturn Alley!












 
Angolino Autrice
CIAO A TUTTI SIGNORI E SIGORI, STREGONI E BABBANI SONO ARRIVATA.
Innanzitutto volevo scusarmi con coloro che hanno assistito alla mia falsa partenza!
Per chi non lo sapesse sul mio IG  avevo annunciato con spavalderia che avrei postato alle 20.00 e invece sono stata costretta a posticipare, quindi questo capitolo sarà visto per primo da eventuali animali notturni!
Scegliere le schede è stata davvero dura, mi dispiace per chi di voi non troverà qui il suo OC,  non è assolutamente perchè gli mancasse qualcosa, ma perchè a me mancava spazio! Ho già sforato di 3 il numero che avevo cercato di impormi!
Per chi di voi ha qui invece il suo bambino, non vedo l' ora di iniziare assieme questo viaggio!
E' incredibile come molte delle storie che avete fornito riescano a incastrarsi meravigliosamente tra loro! Ne vedremo di tutti i colori.
Ricordo che salvo giustificazioni anticipate chiedo una partecipazione costante. Almeno una recensione ogni due capitoli o il vostro OC verrà cacciato di casa. Letteralmente :).
C'è la possibilità che molti di voi si trovino in questi giorni una lista di domande sia generiche che specifice su alcuni argomenti o dettagli che mi piacerebbe approfondire.
Grazie mille di aver partecipato, spero in una gradevole collaborazione!
luv u all

LiW

* Jal è una casa del sistema scolastico indiano Kaarmana.
Non è canon ma fanon, quindi non ideato da JKR. Verrà approfondito in seguito ma se volete leggere qualcosa al riguardo potete farlo da questo link fornitomi da Ashla
https://aminoapps.com/c/harry-potter/page/blog/wizarding-school-in-india/zvTx_uxkLpZ2eRwL7Bv5xgGRbNgBE
 

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
L'arrivo al Manor





Nota: in fondo al capitolo potete trovare le polaroid dei visi dei personaggi coi nomi abbinati, sperando che questo possa in qualche modo facilitarvi nella lettura.





La casa era piena di un'agitazione che non si vedeva da mesi, causa gli elfi domestici che animati da vita nuova si materializzavano da una parte all'altra del maniero armati di stracci e incantesimi lustranti. La voce gracchiante di Crabby tuonava ordini e da ogni angolo riceveva un emozionato squittio.
 Con l'inizio della scuola e la dipartita dei suoi genitori a settembre, erano pressoché due mesi che la casa non accoglieva nessuno oltre lui e se dal canto suo si era trovato a pieno agio nella solitudine, non poteva certo dire lo stesso dei suoi piccoli abitanti che erano diventati giorno dopo giorno sempre più irrequieti. Sentimento che ora lui per diversi motivi si ritrovava a condividere a pieno.
 
Una mano pallida e perfettamente laccata gli si posò leggera sulla spalla strappandolo dalle sue riflessioni e con vergogna dovette ammettere di essersi a malapena trattenuto dal sobbalzare.
 Lui e Louise erano amici d'infanzia ma, nonostante ciò, la sua camminata felpata riusciva ancora a coglierlo di sorpresa. Ne aveva fatto un'arte quando erano ancora solo due bambini costretti nella stessa stanza, obbligati al silenzio per non disturbare i grandi che discutevano dei loro oneri alle noiosissime cene di lavoro a cui li trascinavano.
 Era sempre Louise ad avvicinarlo di soppiatto e a persuaderlo ad allontanarsi dagli sguardi attenti dei genitori. Il fatto che a distanza di circa quindici anni le cose fossero così uguali ma al contempo totalmente diverse dava al tutto un retrogusto dolceamaro.
 
"Non è questa l'espressione che mi aspettavo di vedere sul tuo bel faccino. Eccitazione, smania, gioia addirittura...invece sembra che tu abbia appena succhiato il limone più aspro di sempre. Ti sei già pentito?"
 
Ferito nell'orgoglio fece spallucce, aggiungendo un flebile "nah" pronto invano a negare l'evidenza. Si accorse troppo tardi di aver detto la cosa sbagliata quando la vide prende fiato, pronta ad attaccarlo.
 
"Oh siii. Davvero molto convincente. Cielo, sei un insulto a tutte le femminucce. Inutile che mi guardi male, sai che ho ragione! Solo tu puoi organizzare una cosa tanto sciocca come riempire la casa di estranei per far arrabbiare mammina e papino e all'ultimo desiderare di mandare tutto all'aria! Sei...-"
 
"Smettila okay? Sta zitta. È tutto apposto. Non mi sto tirando indietro. Ho tutto sotto controllo!"
 
"Okay. Bene."
 
"Si, bene."
 
Scocciato ma più tranquillo, scese con passo pesante le scale che portavano al salotto, quasi fuggendo dalla nube di soddisfazione che alleggiava attorno alla strega che lo marcava stretto.
 Non era uno sciocco, sapeva di essere appena stato raggirato ma almeno era consolante pensare che l'intento dietro alle parole solo in apparenza derisorie era quello di farlo sentire di nuovo in pieno possesso della situazione. Per Merlino, la detesto.
 
"Ti detesto" ammise, il suo tono più gentile di quanto volesse.
 
"Si? Beh possiamo parlarne questa sera a cena. I tuoi ospiti stano arrivando."
 

°
 

Uno squarcio tagliò l'aria e Emil si trovò nel bel mezzo di un acquazzone, gli anfibi sprofondarono nel suolo fangoso sotto il suo peso e la valigia che fino a quel momento aveva stretto con forza per paura che gli venisse stappata via durante la smaterializzazione, quasi lo trascinò a terra con sé.
 
"Dannato tempo del Wiltshire" bofonchiò sottovoce, sistemando meglio il cappuccio del suo impermeabile.
C'erano poche cose in grado di rovinargli una giornata e tra queste vi era sul podio la pioggia.
 
Davanti a lui si stagliava un enorme cancello, al suo centro lì di dove avrebbe dovuto esserci un maniglione, si scorgeva invece il rilievo di un volto. Quando si fu avvicinato abbastanza, questo spalancò gli occhi vitrei e legando lo sguardo al suo, con la voce di un uomo che da troppi anni poneva sempre la stessa domanda chiese:
 
"Chi è che si presenta a questa porta?"
 
"Igor Wolgman. Sono qui per...-"
 
Neanche il tempo di terminare la frase che il cancello si aprì davanti i suoi occhi e cinque piccoli elfi domestici gli apparirono accanto.
 Tre di loro erano impilati a formare un pericolante totem. Quello seduto in cima gli sorrideva brandendo un gigantesco ombrello nero, grande abbastanza da coprire oltre che lui anche gli altri due piccoli assistenti - che gli avevano letteralmente stappato il bagaglio dalle mani - e lasciare comunque spazio attorno a loro.
Si trattenne dal protestare visto l'entusiasmo appena celato sui loro volti, era evidente da come lo guardavano che fremevamo dalla voglia di rendersi utili.
 
"Ehm. Grazie ragazzi"
 
"È un piacere signor Wolgman signore! La carrozza sta arrivando per scortarla alla dimora! Questione di attimi signore"
 
"Oh, vi ringrazio. E chiamatemi Igor vi prego. ‘Signor Wolgman' mi fa sentire come se avessi l'età dei miei nonni" scherzò.
 
"Come desidera Signor Igor!"
 
"No. Igor e basta. Davvero, va più che bene."
 
Le sue parole vennero accolte con un sorriso bonario e finì per domandarsi se gli avrebbero dato ascolto o se, come temeva, aveva solo sprecato fiato.
 
Pose nuovamente lo sguardo verso il Manor e vide tre piccole bianche carrozze trainarsi da sole a velocità moderata lungo il viale. Non era poi così insolita come cosa ma se fossero state guidate da Thestral avrebbe almeno notato le loro impronte nel fango. Si domandava cosa, allora, le portava avanti?
Durante la sua carriera si era trovato a girare innumerevoli località sparse per il mondo e aveva avuto a che fare con ogni tipo di persona, nessuna, doveva ammettere, come i McKay.
Avevano un modo di ostentare le loro ricchezze così naturale che veniva spontaneo chiedersi se fossero coscienti o meno di quello che facevano. Ciò nonostante, il sorriso amichevole di Julius McKay aveva sottobraccio tutto il mondo magico a un livello così assurdo che Emil stesso si era ritrovato più volte ad essere felice per lui e la sua famiglia. Per il fatto che fossero ricchi, in salute e sereni. Perché se gli ostentatori dovevano esistere, tanto valeva che fossero almeno tutte belle persone impegnate a migliore il mondo come lo era Julius!
 
Quando la carrozza gli si parò di fronte non notò altre impronte nel terreno fangoso se non quelle lasciate dalle ruote. Sarebbe rimasto volentieri a porsi altre mille domande ma la pioggia insistente lo spronò a fiondarsi al coperto. Con il suo bagaglio preso in cura dagli elfi fece per chiudere la portiera dietro di se ma una preghiera lo interruppe.
 
"FERMO! Aspettate un attimo!"
Un piccolo uragano si fece largo nell'abitacolo, crollando sui sedili di fronte a lui.

"Grazie mille di non aver chiuso la porta! incredibile questo tempo! Almeno non dovrò dormire in un albero stanotte!"

"Un albero?!"

La ragazzina che fino a quel momento non aveva fatto altro che agitarsi parve diventare di pietra alle sue parole.
Aveva un viso giovane, vent'anni al massimo e dall'aria stranamente familiare, anche se non riusciva a capacitarsi di come fosse possibile. Era palese dal marcato accento americano che non fosse della zona. Effettivamente forse aveva una mezz'idea di dove poteva averla vista. Sorrise divertito notando le lentiggini sul viso annegare nel rossore dell'imbarazzo al realizzare della gaffe che aveva appena commesso.
"È una...- storia particolare. Non esattamente adatta a un primo incontro effettivamente. Ehm, il mio nome è Poppy comunque! Poppy Cauthon."
Allungò la sua mano priva di guanto e strinse quella che gli venne offerta dando in cambio il suo nome. La strega era fradicia, vestita da capo a piedi con indumenti non adatti al temporale che li circondava. La giacca di jeans e i pantaloni della tuta erano diverse taglie più grandi e sporchi di fango, così come i capelli che erano stati sistemati alla meglio.
"Igor, il piacere è mio, lascia che ti dia una mano..."disse e con un tocco di bacchetta il viso di Poppy si rincuorò mentre i vestiti tornavano asciutti.

"Oooh, grazie grazie grazie, sei un angelo"

"Nessun problema, davvero"

"Ehi ma…quello è uno snaso?"

"Si lui è Boccino, mio fidato compagno di avventure."

La piccola creatura sgusciò fuori dal cappuccio dell'impermeabile per perquisire la nuova arrivata, notando con sdegno la mancanza di nulla che potesse destare il suo interesse ma restandole comunque in grembo per crogiolarsi in tutte le attenzioni che stava ricevendo. Emil rimase colpito dalle capacità dimostrate.

"Ci sai fare con lui, gli piaci"

"Dici? Penso di si. A casa abbiamo un allevamento con diversi animali. Bisonti principalmente ma anche creature più piccole, mai visto uno snaso da così vicino però. Mi è sempre piaciuto occuparmi si loro." La voce era sempre allegra ma gli occhi non nascondevano la nostalgia.

Poppy strinse Boccino in un abbraccio ed inutile quanto questo continuasse a divincolarsi, lei non pareva accorgersene mentre rivolgeva lo sguardo fuori dal finestrino.
La sua famiglia le mancava più che mai. Sarà stata colpa di tutta la pioggia e della tensione, ma la malinconia le era entrata nelle ossa assieme al freddo di fine ottobre. Desiderava solo trovarsi sul divano di casa sua, tra le braccia dei suoi genitori e le urla dei suoi fratelli a decorare il salotto. Invece il leggero colpo di tosse di Igor la riportò nella piccola carrozza.
 
"Stai bene?"
 
"Certo! Certo, io...- sono solo un po' stanca immagino"
 
"Un pasto caldo e una buona notte di sonno ti rimetteranno in sesto"
 
Alla prospettiva di mettere qualcosa sotto i denti si sentì rianimare, un sorriso le spaccò il volto in due all'idea di un gigantesco hamburger.

 
°
 

Fabian e Mary Lou avevano comprato in anticipo i biglietti per la prima corsa serale del Nottetempo.
 Avevano scelto una strada buia e isolata non lontana dal Leadenhall Market e poi Mary Lou aveva sollevato la sua bacchetta. In un attimo una mostruosità viola a tre piani era comparsa loro davanti e una piccola testa urlante li aveva accolti mentre un uomo smilzo dal nome Stan, seduto su una poltrona dietro al volante li aveva invitati a darsi una mossa.
 
"Datevi una mossa" ripeté nuovamente a bassa voce Mary Lou con voce di scherno, guadagnandosi una piccola spinta da parte di Fabian che dietro di lei era un fascio di nervi.
Non c'era nessun motivo di essere così tesi, era buio già da un paio d'ore nonostante non fossero nemmeno le otto di sera e l'autobus era completamente vuoto. Chi avrebbero mai potuto incontrare lì dentro? Serafino? Quel dannato damerino purosangue non vi avrebbe messo piede nemmeno se li avesse visti salire. Non che li avrebbe riconosciuti ovviamente.
 
Avevano scelto uno dei letti non troppo vicini all'ingresso, ma neanche abbastanza lontani da non permettere loro di buttare un’occhiata di tanto in tanto verso la porta.
 Fabian era steso su uno dei letti, occhiali da sole tra i capelli e occhi chiusi continuava a girare nervosamente con una moneta argentata tra le dita, troppo inquieto per dormire. Dopo un paio di minuti un occhio azzurro le lanciò uno sguardo fulminante da sotto la palpebra appena schiusa.

"Smettila subito" sibilò.

"Smettila tu! Sei così agitato, che stai rendendo nervosa anche me...-" Mary Lou afferrò una ciocca di capelli tre le dita e ne osservò le punte cambiare colore in maniera repentina. Biondo. Viola. Arancione."...- e poi ci siamo solo noi qui. Chi vuoi che ci veda? Quella dannata testolina?!" Con un tempismo perfetto la si sentì gracchiare il nome della prossima fermata - Nocturn Alley - accompagnata da una risata irritante. Come poteva la gente dormire in un posto del genere?
Si fissarono in cagnesco per qualche secondo ma poi la strega notò compiaciuta un po' di tensione abbandonare le spalle dell'amico.
Fabian già normalmente guardingo era nell'ultimo periodo più teso di una corda di violino. Convinto che qualcosa avrebbe messo loro i bastoni tra le ruote e mandato al diavolo tutto il duro lavoro che avevano fatto fino a quel momento. Mary Lou aveva provato a rassicurarlo più volte che era del tutto impossibile che accadesse, questo non solo perché era andato tutto liscio come l’olio ma anche perché aveva tenuto sotto controllo entrambi i loro oroscopi su WitchWeekly e la settimana che avevano davanti si prospettava piena di fantastiche promesse.

"Mystic Magellanus non mi ha mai delusa e sicuramente non inizierà oggi, puoi starne certo" ripeté ad alta voce per quella che dalla faccia di Fabian si poteva giustamente pensare fosse lontana dalla prima volta.

"Speriamo che il tuo astrologo di fiducia abbia ragione anche stavolta allora"
 
D’improvviso l'autobus si fermò, quasi scaraventandoli giù dal letto.
"Giuro che ora vado lì e gli lego quel dannato volante attorno al collo"

Fabian si alzò di colpo per trattenerla e spingerla nuovamente al suo posto. Facendole segno di stare in silenzio scostò lievemente la tendina che li circondava e diede un’occhiata fuori.
Erano arrivati a Nocturn Alley e l'autista stava litigando con chiunque fosse che non voleva lasciar salire a bordo.
Sotto la pioggia c'era un ragazzo dall'aspetto pallido e l'aria stanca che continuava a supplicarlo di lasciarlo salire.

"Mi mancano s-solo sette zellini! Ve li ridarò appena riesco, lo giuro!"

"Senti, niente falici niente biglietto" rispose secco Stan, a rimarcare la dose si aggiunse anche il suo fluttuante aiutante: "Il biglietto è di 11 falci a testa ragazzo. Io lo so bene! Ehehaha. Smamma ora." "Cosa fai?! Dio non starai mica per metterti a piangere?"

Fabian si affacciò un po' di più per osservare meglio la scena e nonostante le proteste del ragazzo era palese dai suoi grandi occhioni blu che si sarebbe messo a piangere da lì a poco.
Non fu quello però il dettaglio che catturò la sua attenzione però, ma il vivido livido violaceo che spiccava sulla guancia.
La falce d'argento che aveva in mano parve farsi molto più pesante e sebbene la sua decisione fosse presa le parole che gli sentì dire lo convissero ulteriormente.

"D-devo andare nel Wiltshi-re, non deve per forza accompagnarmi a destinazione, può - può ... lasciarmi dove preferisce, solo la prego, mi faccia salire. No ehi!"
Il suo sguardo incrociò quello di Mary Lou, la ragazza gli sfilò la moneta dalle mani prima che potesse offrirla e si catapultò fuori dalla tendina.
 

°
 

Tyler aveva appreso da tempo che ingoiare un boccone amaro e mettere da parte l'orgoglio era difficile e spiacevole ma che una volta imparato a gestirlo le cose diventavano più…- beh, non facili, ma scivolavano addosso in maniera diversa. Per questo si fece un'altra volta coraggio e continuò a supplicare, stavolta davvero sull'orlo delle lacrime.

"D-devo andare nel Wiltshi-re, non deve per forza accompagnarmi a destinazione, può - può..." erano solo sette stupidi zellini. Circa un quarto di Falce e lui li aveva i soldi. Li aveva. Almeno fino a ieri. Jude gli aveva chiesto una mano e non se l'era sentito di negargliela e ora non era nemmeno nelle condizioni di poter lavorare. Era stato uno stupido.
"Può ... lasciarmi dove preferisce, solo la prego, mi faccia salire. No ehi!"

Il cuore gli saltò in gola quando la porta viola dell'autobus iniziò a chiudersi di fronte a lui ma un momento prima che fosse troppo tardi una piccola manina bloccò l'uscio e spinse con forza rivelando il volto infuriato di una ragazza. A consolarlo il fatto che lo sguardo infuocato non fosse per lui ma per l'autista.

"Ecco la tua stupida falce mancante! Ora fallo salire. Viene dove dobbiamo andare noi. Tieniti il resto"

Lanciò la moneta centrando perfettamente la faccia della testolina e poi marciò indietro da dov'era venuta.
Sollevato e in imbarazzo per il disagio che aveva creato le corse dietro, le scarpe fradicie squittivano sul linoleum e inutilmente si strinse nelle spalle desiderando diventare abbastanza piccolo da scomparire.
Si arrestò di colpo ad imitare la sua salvatrice. Questa si girò di scatto e gli indicò una brandina poco distante da quella dove stava entrando lei.
Sarà stata alta si e no la metà di quanto era lui ma il tono usato era quello di una persona che non voleva perdere tempo nel ripetersi.

"Bambolotto tu mettiti lì. Stai andando dai McKay?" Annuì "Bene, allora datti un asciugata e stenditi a dormire, ti svegliamo noi quando siamo arrivati. O fai come ti pare."  e senza aggiungere altro scomparì oltre le tende pesanti.
Ancora attonito fece come ordinatogli e solo quando chiuse gli occhi e il ruvido cuscino gli toccò la guancia dolorante il peso degli ultimi giorni gli cadde addosso.

 
° 


Mayuri e Ash durante il periodo scolastico si erano trovati spesso a parlare ma non erano mai veramente stati amici. Casate differenti, anni diversi, si erano per lo più incrociati a lezioni o alle feste degli ultimi anni; quindi, non sorprendeva nessuno che non avessero mantenuto i rapporti dopo la scuola.
Il fatto è che non era nemmeno così sorprendente l'abbraccio stritolatore degno del più efficace tranello del diavolo in cui si ritrovò accolta. Un gesto così genuino da farla arrossire e che, a giudicare dalla nervosa risata a grugnito del ragazzo, non era l'unica a essersi sentita presa in contropiede da quello slancio.

"Scusa! Non volevo rovinare i tuoi fiori! Mi sono fatto un po' prendere la mano. È…figo che anche tu sia qui. Non te la passi bene, eh?"
 
La scelta delle parole non era forse la più cordiale ma Mayuri immaginò che non dovesse essere difficile leggerle la stanchezza in volto.
La risposta più onesta era che ora come ora si sentiva un po' come i suoi fiori: sgualcita e con la mente a pezzi dalla recente notte insonne. Apparare lei e i suoi bagagli fin fuori il Manor dei McKay poi era stato prosciugante, ma nel suo appartamento non c'era un camino e non aveva intenzione di spingersi fino al Ministero per poter usare la Metropolvere.
Il leggero tocco sulla spalla la fece riprendere e notò Simon rianimare i tulipani con un semplice tocco di bacchetta. Abilità maturata nel tempo sospettava.

"Sono molto graziosi. E non parlano, il che è già un grande pregio di per se"

Mayuri sorrise leggermente, sembra una battuta ma il tono così serioso era fuorviante.

"Non dire così! Io trovo i tulipani della vostra famiglia del tutto adorabili" disse sincera.
 
Il negozio della signora Miller dove lavorava era molto fornito, ma nulla che fosse neanche lontanamente magico. Ed era un peccato perché sapeva che la donna avrebbe amato così tanto di quello che aveva da offrire.  Anzi, lei per prima avrebbe visitato volentieri l’Olanda per poter osservare l’azienda di tulipani dei Rosier.

"No fidati, amo il mio lavoro ma non voglio sentire un altro fiore complimentarsi per i miei capelli"

Sul viale c'erano due piccole carrozze e una terza veniva lenta verso di loro, gli elfi avevano già preso e portato via i loro bagagli. Ash aprì la portiera di una delle carrozze affinché la sua amica potesse entrarci, ma già accomodato su uno dei sedili trovarono un ragazzo con una grossa sciarpa avvolta attorno alla testa che si ricompose subito nella postura quando li vide entrare.

"Oh, salve! È un piacere fare già la conoscenza di qualcuno. È uno spazio un po' angusto per tre forse, ma ci possiamo accomodare perfettamente, ecco qui. Il mio nome è Sol, Solomon, ma ve ne prego, chiamatemi Sol"
 
 
°
 
 
Sol si presentò, non trattenendo il sorriso che premeva per nascere alla lieta vista dei nuovi giunti e con le mani si affrettò a togliere in un gesto nervoso l'inesistente polvere dai sedili attorno al suo. Si sentiva agitato all'idea di entrare in casa. Un’agitazione piacevole come poco prima di uno spettacolo e questo in un certo senso lo prendeva alla sprovvista.
Non è come se lui avesse voluto essere lì in fondo - lì inteso non solo come il Manor, ma l'intera Inghilterra - ma dato che non aveva vie di scampo al momento avrebbe felicemente sfruttato quello che la vita aveva da offrire.
I due si presentarono con sorrisi timidi e subito si chiese come poteva scaldare la situazione. Non era mai stato bravo a sopportare i silenzi imbarazzanti. Sfregando le mani gli occhi gli caddero sul mazzo di tulipani e sulla ragazza che li stringeva.
"Un regalo per il nostro ospite?"

"Ehm. Si” rispose, un velo di rosa a colorarle le guance.

"Oh beh, dovresti stare più attenta con i regali. Credo che tu ne abbia smarrito uno. Proprio...qui!"

Nel vederlo avvicinarsi all'amica, il ragazzo che si era presentato come Ash divenne un fascio di nervi e notandolo Sol non poté trattenersi dal donargli un occhiolino, ricambiato subito da uno sguardo cagnesco. Oh beh.
Dal canto suo Mayuri sembrava semplicemente confusa ma per nulla intimorita dalla mano che gli si stava infiltrando tra i capelli e quando vide la rosa bianca apparire come per magia dietro il suo orecchio si illuminò a pieno. Al suo "ta-dah" ricambio con un suono di campanellini.
Anche Ash aveva un brillio curioso negli occhi.
Impressionare il mondo magico con l'arte dell'illusionismo era spesso ancor più facile che farlo con i babbani e in egual misura -se non più- soddisfacente.
Quando le porse la rosa la accolse contenta infilandola nel taschino del cappotto.

"Non voglio sembrarti indiscreta ma sei tu non è vero? Il Grande Sol. Ho visto spesso le tue locandine in giro!"

"Ebbene sì, non ci tengo a negarlo" rispose con un mezzo inchino.
Era sempre piacevole essere riconosciuti. Specialmente se si metteva a pensare a tutte le feste per bambini che aveva dovuto passare per arrivare dov’era adesso.
La carrozza si arrestò dolcemente e i tre si recarono subito verso l'entrata. Un attimo prima che potessero aprire la porta però afferrò la manica del ragazzo che gli camminava di fronte facendolo voltare.

"Ti è caduta questa" scherzò porgendogli un fiore quasi identico se non nel colore.

Ash ricambiò il gesto con un sorriso ampio e una pacca sulla spalla. Prima che potesse aggiungere altro però un elfo dall'aria arcigna li invitò a entrare.
 
 
°

 
6 - 2 - 4 - 4 - 2
 
M- A- G - I - A 
 
Tre pulsanti e la cabina fuori servizio divenne presto un ascensore.
Quando con uno scossone iniziarono a scendere sempre più nelle profondità di Londra, Jack avvolse un braccio attorno alle spalle della sua ragazza cercando di esserle in qualche modo di conforto e appena percepì il suo corpo sciogliersi tentennante contro il suo, lasciò andare un respiro che non si era neanche accorto di star trattenendo.
 
Sapeva che Sharon non voleva essere lì e che probabilmente stava già rimpiangendo la quiete del suo appartamento, ma lui era così dannatamente felice. 
E di conseguenza non poteva evitare di sentirsi uno schifo a riguardo.
 
Si, perché fremeva al prospetto di una nuova avventura e di poter rivedere un vecchio amico, -ma più di ogni altra cosa - all'idea che da lì a poco avrebbe vissuto sotto lo stesso tetto della donna della sua vita!
 Era vero, quella di rispondere all' annuncio di Darren era stata un'idea di Sharon, un coraggioso tentativo di aprirsi al mondo, ma se anche solo per un secondo a Jack fosse sorto il sospetto che per lei era troppo essere in mezzo a un ambiente così diverso, l'avrebbe caricata in spalla e sarebbero tornati indietro correndo. Anche se, si ritrovò egoisticamente a pensare, sperava non fosse una soluzione necessaria. Le era parsa molto convinta e questo era decisamente rassicurante.
 
Le porte dell’abitacolo di separarono, esattamente come loro e con un ding il confusionario atrio del ministero li inghiottì.
 
Si asciugò le mani dal sudore sulle gambe dei pantaloni prima di offrirne una che venne prontamente accettata e insieme sgusciarono nel mare di gente indaffarata fino a giungere alla postazione per la Metropolvere e si misero in coda al camino numero 4 dove Darren aveva riaperto un canale di comunicazione connesso al Manor. Immaginava dovesse essere lo stesso che utilizzava il signor McKay quando tornava dal lavoro.
 
Si girò a controllare la sua ragazza scoprendosi osservato.
Si scambiarono un sorriso.
 
"Non essere sciocco Jack, so cosa stai pensando ma sto benissim-...bene. Non essere così nervoso per me"
 
"Non essere nervoso per te? Come potrei non essere nervoso quando una ragazza così carina mi sorride? E' impossibile, te lo dico" la frase gli guadagnò una spallata scherzosa, e guardò deliziato il rossore fiorirle le guance. Inconcepibile che dopo tutti gli anni passati assieme Sharon ancora arrossisse ai suoi complimenti.
Mentre avanzavano di un passo verso il focolare sentì il bisogno di aggiungere altro.
 
Spesso nel corso della sua vita Jack si era sentito come se al mondo non ci fosse persona sulla quale potesse contare al difuori di se. E come se le persone che lo circondavano scegliessero di vedere solo una sfaccettatura del suo carattere. L'amico buffone. Il figlio deludente. Lo studente iperattivo. In Sharon aveva riconosciuto lo stesso timbro di solitudine che lui però teneva nascosto e ne era stato attratto come una calamita. La sua metà perfetta.
 
 "Perché mi guardi così?" si sentì chiedere.
 
"Lo so che puoi cavartela da sola, ma sono contento che tu mi permetta di supportarti" le disse.
 
"Ti amo anch'io. Ma tocca a noi adesso, non lasciare la mia mano"
 
E insieme saltarono nelle fiamme colorate.
 

°
 


Salutare suo fratello era stato difficile sia per lei che per il piccolo Bram. Il figlio non aveva pianto o fatto grandi capricci ma il suo tipico entusiasmo era sottotono e la sera prima aveva insistito per dormire nello stesso letto col suo zio preferito. Gli era rimasto attaccato al mantello fino a quando quella mattina si erano salutati perché era giunto il momento per il maggiore dei due Bram di recarsi a lavoro. Erano subito seguiti abbracci e raccomandazioni come; "Mandami un gufo per qualunque cosa", "Non trascurarti", "Sai a chi rivolgerti se ti serve una mano".
 
Un nuovo inizio era d'obbligo e non era il caso di far passare un’occasione perfetta come questa per rimettersi in piedi. Era pronta ad andare avanti da sola, ma non per questo il pensiero di lasciare il suo porto sicuro era meno terrificante.
Ora lei e suo figlio erano uno accanto all'altro di fronte al camino, i loro bauli ai piedi, e lo guardava dondolarsi su e giù sui talloni. Un piccolo solco tra le sopracciglia come quando faceva un pensiero particolarmente intenso.
 
Appararsi era fuori questione con Bram, a meno che non volesse che il suo piccoletto passasse l'intera serata a vomitare. Anche usare il camino non era la migliore delle opzioni ma non era mai troppo presto per imparare.
Si erano esercitati con la pronuncia e su cosa fare nel caso le cose non andassero come previsto.
 
"Okay tesoro, ripetiamo i passaggi un ultima volta e poi possiamo andare, va bene?"
 
"No, andiamo. Puoi fidarti mamma! Lo so fare"
 
Il tono convinto con cui aveva parlato l'avrebbe fatta sorridere se non fosse stata così tesa. Ma ora non era proprio il momento di prendere sottogamba la situazione. A volte vedere il lato di Bram che le somigliava così tanto era stupendo, altre un po' meno.
 
"Ripeti i passaggi così puoi farmi vedere come sei bravo"
 
"Devo prendere la polvere. Parlare molto forte e dire bene le parole... la lancio- poi ti devo aspettare e non mi devo muovere"
 
"Bravissimo pulce. E cos'è che devi dire?"
 
"MC-KAY MANOR! WILT-SHIRE! E se non arrivi io faccio quella cosa che non devo fare e lo zio dal Ministero mi trova subito"
 
Al suo sorriso orgoglioso i grandi occhi che la guardavano si animarono di autostima e il dondolio dei talloni si trasformò in un bramoso saltellio.
Era capitato nell'ultimo periodo che Bram si lasciasse andare ad atti di magia involontaria quando in preda a forti emozioni. Alina era cosciente che nel caso si fossero separati non era scontato che sarebbe potuto accadere qualcosa in grado di mettere in allarme la Traccia, ma contava sul fatto che una volta saltata nel camino avrebbe trovato il piccoletto ad attenderla dall'altro lato.
Potevano farcela.
"Bravissimo. Puoi andare adesso"
 

°
 

Quando un elfo sorprendentemente scorbutico le aprì la porta del Manor le giunsero alle orecchie innumerevoli voci e con orrore le parve addirittura di sentir piangere.
 Anzi, era sicurissima di sentir piangere.
Con passo allarmato seguì il vociare giusto in tempo per vedere seduto ai piedi del camino un bambino sui cinque anni col volto paonazzo e coperto di fuliggine rovesciare nell'aria urla e lacrime. 
 
Quando aveva deciso si presentarsi al Manor, Lin non sapeva cos'aspettarsi, anche se la sua fervida mente da giornalista si era lasciata andare a diversi e colorati scenari. Tutti onestamente lontani dalla scena teatrale che aveva davanti. Non era per nulla delusa, anche se un po' sbigottita e decisamente preoccupata. 
 
Nessuno badò al suo ingresso nel salone visto quello che stava accadendo ma lei non mancò di notare la netta divisione che si venne a creare quando metà degli occupanti della stanza si precipitò a formare un campanello attorno al bambino pronti a rincuorarlo, mentre la restante parte pareva inchiodata al suolo dal proprio disagio.
 Frasi di tutti i modi le giunsero alle orecchie in contemporanea facendole domandare in che gabbia di matti si stava andando a cacciare.
 
"Ma cos'è quella cosa?" "Cosa? È un bambino!"
 
"Come si spegne? Ti ordino di smetterla di piangere. Aiutooo"
 
"Bimbo stai bene?"
 
"Ho una caramella!" "Una caramella? Non puoi offrire una caramella a un bambino!"
 
"No?" "No! È da maniaci"
"Già. E se poi ha tipo, il diabete? Che ne sai tu?"
 
Una ragazza dal tono gentile, i tratti indiani e magnifici capelli corvini era china di fronte al piccolo e con una voce in grado di far sembrare aspro persino il miele disse l'unica cosa intelligente che Leyla aveva sentito fino a quel momento, ovvero: "Dov'è la tua mamma?"
 
La domanda non restò a lungo senza risposta. Un uomo decisamente alto ebbe la prontezza di sollevare da terra il bambino e toglierlo da davanti al camino afferrandolo con una mano guantata quando una donna dalla medesima caratteristica chioma infuocata uscì dalle fiamme. Le braccia cariche di borse ma il vestito panna immacolato.
 Alla sua vista tutti, lei compresa, osservarono le lacrime fermarsi di colpo in maniera inaspettata e un sorriso grande quanto una mezza luna prenderne il posto.
 
Assurdo.
 
L'attimo di silenzio fu presto interrotto da un nuovo giro di presentazioni. 
 
Prima di unirsi al gruppo cercò con lo sguardo Darren McKay solo per scoprire che il ragazzo la stava già osservando da un angolo in disparte lontano dai suoi invitati. Alzò la mano in cenno di saluto che venne però accolto dalle spalle del ragazzo che si allontanava dalla stanza.
Un po’ interdetta dal freddo benvenuto ritirò la mano timidamente. Forse avrebbe ottenuto più informazioni per il suo show dalla signora Lacroix.














Angolino di Liw
Ciao ragazzi, tra lauree e festività ci ho messo un po' più di  quanto volessi ma spero ne sia valsa la pena.
Ho cercato di dividere i personaggi in piccoli gruppetti in modo da farvi acquisire più familiarità con loro. Ho cercato di rendere giustizia a tutti ma chiedo per favore a chi di voi non avesse ancora risposto alle mie domande di farlo!
In questo capitolo ho risposto ad alcune domande ma spero di avervene causate molte altre :) 
Qui sotto le polaroid che dicevo a inizio capitolo:




POI SE VI VA ho pensato a un modo simpatico per conoscere di più i vostri OC, potete rispondere a questi meme stesso nelle recensioni! (Basta mandare numero e aggettivi)




 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
L'arrivo al Manor -pt2





Nota: in fondo al capitolo potete trovare le polaroid dei visi dei personaggi coi nomi abbinati, sperando che questo possa in qualche modo facilitarvi nella lettura.




 

La tavola imbandita presentava una tale abbondanza di cibo da far invidia al migliore dei banchetti: le luci delle candele conferivano a tutto ciò su cui la loro calda luce si posava un'aria soffice e glassata che faceva venir voglia di affondare i denti nulla prima cosa che capitasse sottomano. Il vociare dei commensali era morbido e gentile, quasi inesistente e nessuno aveva ancora toccato nulla, aspettando educatamente che fosse il padrone di casa a rompere quell'aria di imbarazzo.
Lo sguardo di Darren  si distolse dal vuoto e i propri pensieri tornarono al presente e alla cena solo quando un forte gorgoglio attirò l'attenzione di tutti i presenti su Poppy, portando la giovane strega a ricambiare l'attenzione collettiva con un sorriso timido.

"Scusate." Mormorò imbarazzata.

Bastò quella piccola e semplice parola per risollevare Darren dal vuoto nel quale era caduto poco prima, pertanto non esitò a sollevare il suo bicchiere di vino per far cenno ai suoi commensali di poter iniziare a servirsi i piatti con tutte le prelibatezze che erano state per loro preparate.

"Prego mangiate pure, non fatevi alcun tipo di problema." Grazie al tanto atteso invito di Darren il rumore delle posate che grattavano sulla porcellana si unii ben presto alle chiacchiere, e mentre i suoi ospiti iniziavano a cenare il padrone di casa si prese qualche istante per osservare i volti che lo circondavano e che sedevano attorno al suo tavolo da pranzo. Non era difficile notare come ci fosse una netta divisione tra i commensali: I più vicini al posto a capotavola erano le stesse persone che avevano frequentato Hogwarts nello stesso periodo, mentre all'estremità apposta del lungo tavolo di legno rettangolare sedevano tutti gli altri.
All'improvviso, cadendo preda di quell'improvvisa realizzazione, il sapore acido che Darren sentiva sulla lingua accrescé, ma il giovane padrone di casa cercò di sciacquare via quel pensiero scomodo bagnandosi le labbra con un sorso di vino rosso: Non aveva fame, né sete, tanto che il suo piatto appariva ancora vuoto.

Quando aveva preso la decisione di aprire la sua casa non si era aspettato così tante vecchie conoscenze, eppure eccoli lì, a danzarsi tutti gli uni attorno agl'altri cercando di non pestarsi i piedi a vicenda con domande scomode. Persino Louise, seduta alla sua destra, sembrava molto presa da quello che accadeva attorno a loro, una volta tanto più intenta ad ascoltare che ad informare il mondo della sua opinione non richiesta. Non era in dubbio che la ragazza fosse in cerca di qualcosa di interessate.

In fondo lei non aveva un vero motivo per essere lì, se non probabilmente la noia.

La strega sporgeva sul tavolo ascoltando con espressione deliziata tutto quello che riusciva a cogliere dal vociare che la circondava, tagliando il cibo in bocconi sufficientemente piccoli per evitarsi spiacevole sbavature di rossetto sulle labbra, labbra scarlatte che si distesero quando qualcosa in Ash parve catturare la sua attenzione.
I tre erano lontani dall'essere estranei, nonostante Ash fosse un anno più grande lui e Louise erano stati compagni di Casa e avevano condiviso numerosi trascorsi, molti dei quali non propriamente positivi.

In particolare Simon – questo era il nome di battesimo di Ash, nome con il quale il ragazzo detestava essere chiamato – durante il periodo scolastico aveva incarnato perfettamente le qualità richieste per essere preso di mira da Luoise: a scuola il ragazzo aveva incarnato alla perfezione tutto ciò che ci si aspettava da un Serpeverde, ambizioso, portiere della squadra di Quidditch, perfetto Prefetto ligio al dovere. Abbastanza in alto nella catena alimentare da catturare la sua attenzione, ma con un senso della morale troppo elevato per essere interessante a sufficienza da desiderare di stringerci un'amicizia.
Louise aveva invece sempre preferito circondarsi da siluette dai bordi sfocati piuttosto che da quelle ben delineate, e proprio per questo motivo la sua attenzione era caduta sulle nocche frastagliate del compagno di Casa, una sbavatura apparentemente così fuori posto rispetto all'immagine che aveva sempre avuto di lui. Senza alcuno scrupolo alzò la voce, andando ad interrompere la conversazione che lui e Jack stavano avendo.

"Simon, mio caro, sei per caso riuscito a diventare qualcuno di interessante dall'ultima volta che ci siamo visti?"

Al sentirsi chiamare per nome uno sbuffo di aria calda gli uscì dalle narici, e con il coltello che impugnava indicò prima lei e poi Jack, con il quale stava avendo una conversazione prima d'essere interrotto dalla voce della ragazza:

"Non te ne frega niente che stessi già parlando con lui vero? Cosa lo chiedo a fare. Vedo che non sei maturata per nulla."

"Oh, ma fammi il favore, come se aveste da dirvi qualcosa di realmente interessante. Ma rimediamo subito. Dicci, cos'hai combinato alle mani?"

A quell'affermazione l'attenzione dei commensali più vicini si spostò tutta nello stesso punto, ovvero sulle mani di Ash: tutti poterono notare le leggere abrasioni che sfregiavano le nocche, così come i calli e punti più annodati, come se la pozione Ossofast fosse per lui di uso comune.

Decisamente delle mani non comuni che quasi timidamente vennero ritirate sotto il tavolo, lontano dagli sguardi invadenti di tutti.

"Non sono affari tuoi."
 

 

 

***

 


 

Ty si era sentito osservato da quando aveva messo piede in casa, ma da alcuni più che da altri. Era grato che il ragazzo biondo dall'altro lato del tavolo stesse litigando con la mora perché finalmente aveva smesso di osservarlo di nascosto: Ty lo aveva riconosciuto come uno dei tanti volti che frequentavano le strade di Nocturn Alley e immaginava che la realizzazione fosse reciproca. Venire a sapere che era in realtà un imprenditore lo aveva lasciato leggermente confuso, ma non troppo sorpreso: una cosa che aveva imparato fin da subito in quel quartiere è che la gente con i soldi ama la privacy che regalano i suoi vicoli bui e lui lo sapeva bene.
Certo non frequentavano le stesse zone, ma Ty era sicuro di averlo visto alcune sere nella zona bazzicata dagli scommettitori. Magari era per questo che era qui. Una puntata finita male, problemi a tenere i propri soldi in tasca. Un brivido gli percorse la schiena all'idea che l'altro a differenza sua avesse ben chiari i suoi motivi per frequentare posti come Nocturn Alley, e stabilì che per il momento evitarlo sarebbe stata la scelta migliore.
Adesso che ci pensava, avrebbe dovuto connettere uno dei camini del Manor alla Casa in cui lavorava. Lavorando principalmente le sere aveva inizialmente pensato di utilizzare il Nottetempo, ma visto com'era appena andata la sua corsa era meglio così, almeno in questo modo avrebbe risparmiato i soldi del biglietto. Già gli pesava aver rinunciato a delle ore di lavoro...ma segretamente era grato di poter passare una notte tranquilla e di poter finalmente avere un letto in cui dormire da solo, senza un estraneo accanto.

Con la forchetta infilzò il pollo che aveva nel piatto e quando lo portò alla bocca quasi parve sciogliersi sulla sua lingua: era dai tempi di Hogwarts che non mangiava così bene. Ora che ci pensava, la ragazza che lo aveva soccorso era un anno più piccola di lui, e di Grifondoro. Non aveva dato segno di averlo riconosciuto ma non se ne tupì più di tanto, nonostante la sua mole spesso si sentiva più parte del mobilio che di chi animava la stanza.

"Ehi. Tutto okay?"

Tayler quasi saltò sulla sedia, così perso nei propri pensieri da non essere preparato a sostenere una conversazione. Volse lo sguardo alla propria destra e così facendo incrociò il volto e lo sguardo del ragazzo biondo che aveva scorto sull'autobus in compagnia di MaryLou che ricordava chiamarsi Fabian:

"Oh, sì. Grazie. E grazie anche per la moneta. Dì alla tua amica che gliela renderò appena ne avrò la possibilità.

Alle sue parole una luce parve accendersi negli occhi cangianti del ragazzo, quasi come se avesse detto qualcosa di così divertente da animargli il viso stanco. Si sentì leggermente sciocco anche se sapeva di non averne motivo.

"Non preoccuparti per la Falce. I soldi non sono un problema."

Con questo Fabian tornò al suo piatto, riempiendo la sua bocca con una gigantesca forchettata di foglie verdi, non per fame ma per lo più desiderando un modo per tapparsi la bocca.

Di fronte a lui sedevano la madre del bambino e un tizio dall'aria belloccia che intratteneva giovialmente la ragazza bionda, che aveva scoperto essere una giornalista. La conversazione sembrava interessante, non aveva mai seguito il talkshow della quale stavano parlando, ma doveva essere abbastanza conosciuto perché all'improvviso MaryLou - a differenza sua che aveva valutato saggio non attirare determinate attenzioni – se ne usci con un'esclamazione abbastanza alta da far girare molte teste.

"Tu sei Lin Pritchard, la giornalista! Non ho avuto modo di vedere spesso il tuo programma ma è sempre citato su WitchWeekly come MustWatch!"

 


 

***

 

 

Una volta terminata la cena Lin si alzò da tavola decisa a parlare con Darren a seguito del fallito tentativo a inizio serata di accomodarsi accanto a lui a capotavola, e la cosa le risultò decisamente più semplice del previsto quando voltandosi di tutta fretta se lo ritrovò a un palmo di naso.

"Posso rubarti un minuto?"

La domanda cordiale le venne posta con un tono flebile, quasi come se non desiderasse che le sue parole giungessero alle orecchie degli altri inquilini mentre questi seguivano gli Elfi Domestici su per le scale per raggiungere le loro nuove sistemazioni.

Lin non ci pensò due volte prima di assentire e accettò il suo invito a seguirlo cercando di stare dietro alle lunghe falcate che il padrone di casa poteva permettersi grazie all'estensione dei suoi arti inferiori.
Giunsero in un'ala non lontana dal salone, per nulla illuminata se non per una grande porta spalancata che dal vociare allegro degli Elfi e dall'eccellente mix di aromi che ne fuoriusciva Lin riconobbe immediatamente come la cucina. Era convinta, sebbene un po' confusa, che fosse quella la loro destinazione, ma il ragazzo proseguì  ignorando del tutto la stanza giungendo infine al termine del corridoio e a quello che, almeno in apparenza, aveva tutta l'aria d'essere un vicolo ceco.

Parecchie domande iniziarono a sorgere nella testa della strega, assieme al senso di disagio causato dalla situazione insolita in cui si era improvvisamente ritrovata.

Vi era sulla parete di fondo un grande quadro con dipintovi una porta dall'aria mesta e ai suoi piedi un vecchio cane semi addormentato che alla loro vista o meglio, a quella di Darren, iniziò ad agitare pigramente la coda brizzolata. Quando il ragazzo allungò il braccio nella tela abbassando la maniglia della porta e rivelando un passaggio, Lin non riuscì a nascondere la sua sorpresa, che dall'espressione quasi compiaciuta che riusciva appena a scorgere sul suo accompagnatore doveva essere cosa buona. Sollevò la bacchetta pronunciando l'incantesimo "Lumus" che illuminò una lunga scalinata che pareva portare a dei sotterranei.

Lin non era una fifona ma non confondeva nemmeno il coraggio con l'incoscienza e non era sicura che seguire un uomo appena conosciuto in un sotterraneo non illuminato e lontano dalle orecchie di tutti fosse una grande idea. Almeno non senza fare domande, pertanto decise di ritrovare il fiato necessario per premurarsi di interrogare Darren sull'entità della loro destinazione: 

"Dove stiamo andando?"

Darren la guardò, la luce pallida a illuminargli le labbra strette. Tentennò un istante prima di rispondere, come a cercare le giuste parole per esprimere quello che voleva dire.

"Nel mio... Studio."

L'incertezza del tono non era poi così rassicurante, pertanto Lin non si mosse, guardandolo inarcando un sopracciglio prima di parlare con lo stesso tono incerto sfoggiato da Darren un istante prima: 

"Lì sotto?"

"Già. Vieni o no?" Darren parlò allungando una mano per aiutarla ad attraversare la cornice, con tanta certezza che l'avrebbe afferrata da risultare persino irritante, ma in fondo entrambi sapevano che lei in quanto giornalista non poteva che essere curiosa per natura, portata ad inseguire ogni mistero con la stessa dedizione di un segugio in una battuta di caccia.

"Ok."

Ci volle del tempo per scendere la ripida scalinata e quando si lasciò dietro anche l'ultimo gradino l'oscurità avvolgeva loro e l'ambiente circostante a tal punto che anche con la bacchetta Lin non riusciva a vedere ad un palmo dal proprio naso.

"Ok, ferma qui, torno subito"

"Mi lasci qui??"    

Lin diede voce al proprio sgomento spalancando i suoi grandi occhi azzurri, guardando Darren come certa che il ragazzo avesse improvvisamente perso il senno e iniziando a provare del pentimento per aver deciso di assecondarlo e di seguirlo nei meandri più bui dell'antico edificio di pietra. Fortunatamente Darren non si mosse e dopo averla guardata allibito, quasi ritenesse inconcepibile che la ragazza avesse potuto farsi cogliere da quel pensiero, ben presto la rassicurò con un lieve movimento di diniego del capo: 

"Per Merlino, no! Aspetta solamente un attimo."

Tutto ciò che Lin udì a seguito delle parole di Darren fu un forte rumore, dopodiché la luce iniziò a sfrigolare, accecandola e costringendola a serrare le palpebre. Quando riaprì gli occhi Lin, non senza una massiccia dose di stupore, si trovò nel posto più curioso che avesse visto da molto tempo a quella parte:

Darren si trovava vicino ad un generatore di energia, e nella stanza regnava un caos governato dagli di oggetti più disparati, per lo più di natura Babbana come un televisore, uno stereo, parti di computer smontati sparsi su un tavolo da lavoro e un enorme jukebox.

Le pareti facevano foggio di schemi di vari oggetti, in aggiunta ad un paio di quadri e a dei progetti infissi qua e là che pur sforzandosi Lin non riuscì a decifrare.

Più di uno studio quello che le si figurava davanti agli occhi aveva tutta l'aria di essere una tana, e a Lin quasi l venne da ridere dal sollievo a fronte di quella considerazione: quando aveva accettato di seguirlo non aveva saputo che cosa aspettarsi, ma di fronte a cotanta segretezza la giovane strega era stata naturalmente portata a figurarsi ogni peggiore scenario possibile, tanto che Lin non si accorse nemmeno di aver impugnato la bacchetta in una stretta ferrea finché non fu la pacata voce di Darren a farglielo notare: 

"Quella puoi metterla giù. E accomodati pure, abbiamo parecchie cose di cui parlare"

 

 

 

***

 

 

 

Immersa nell'acqua della vasca fin a nascondere quasi del tutto il corpo in mezzo alle soffici nubi di candida e profumata schiuma Poppy si sentiva come se a tenerla assieme fosse solo l'involucro di ceramica che la stava abbracciando.

Il suo viso era bagnato, non sapeva più se dalle lacrime che aveva versato o dalla schiuma profumata nella quale era immersa, tant'è che si domandava se la vasca fosse stata già così piena quando vi era entrata o se avesse in qualche modo contribuito a riempirla lei stessa.

Fino a quel momento non si era accorta di quanto trovarsi in una casa la facesse sentire sollevata. Che fossero le bolle, il vapore caldo e profumato che avvolgeva la stanza nel tepore di un abbraccio, la pancia piena o tutto l'insieme le bruciavano gli occhi, ed era passato tanto tempo da quando si era immersa in quel mare di schiuma che l'acqua stava iniziando a diventare fredda. Un'occhiata all'orologio affisso sulla porta le confermò, non a caso, che era passata poco più di un'ora, pertanto Poppy decise di alzarsi e strinse saldamente i bordi candidi della vasca per impedirsi di scivolare prima di sollevarsi.

Una volta in piedi e davanti allo specchio ebbe modo di vedere quanto la stanchezza l'avesse afflitta dalla sfumatura violacea che le circondava gli occhi, accentuata dall'atipica  ed innaturale trasparenza che aveva assunto il suo incarnato. Dopo aver tamponato a dovere i capelli in un asciugamano per avvolgerli in un turbante scivolò nei suoi vestiti e aprì la porta pronta per infilarsi a letto quando, proprio dalla parete di fronte al bagno, la superficie di un quadro si infranse come uno specchio d'acqua e due persone furono catapultate nel corridoio. 

A quella vista Poppy si lasciò andare a un grido che squarciò brutalmente il silenzio che aveva avvolto il manor dal momento in cui la cena era terminata e che fece spalancare con urgenza più di una porta.

 



***

 

 

Mayuri non si sentiva al meglio, tutt'altro, col passare delle notti il solito malessere con cui era costretta a convivere iniziava ad avvinghiarsi alle sue ossa e ad opprimerla, schiacciandola con il proprio peso fino a quasi soffocarla.

L'Elfa che l'aveva accompagnata alla sua stanza era stata così gentile da portarle una tisana, che ora stava sorseggiando dando le spalle al muro, seduta sulla ringhiera del piccolo balcone. Aveva smesso di piovere e non c'erano più nuvole in cielo, lasciando così che i raggi della luna ormai quasi piena le accarezzassero il viso. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, catturando gli odori della notte che si mischiavano al tiepido aroma di fiori della tisana calda. Quello che più spiccava tra tutti era il forte odore di terra bagnata dell'incredibilmente vasto giardino che circondava l'edificio, odore a cui si aggiungevano un' appena percettibile sentore di pulito, di magia e un delicato profumo di fiori.

Il tepore della tazza che le scaldava i palmi, le stelle sopra di lei e quella rilassante miscela di odori che le carezzava le narici ebbero il potere di farle scivolare di dosso parte della tensione che l'attanagliava, tanto che all'improvviso Mayuri si sentì infinitamente più a proprio agio: guardare le stelle - a differenza della Luna - la metteva sempre di ottimo umore perché vedeva in loro lo stesso luccicante brillio che animava gli occhi di sua sorella.

All'improvviso il disco che stava ascoltando parve incepparsi per un momento e per la durata di quel singolo istante la bolla all'interno della quale si era rifugiata parve infrangersi, ma poi la voce di Marc Bolan ripartì in un sussurro e una piccola stretta le cinse il cuore quando udì le note di Cosmic Dancer avvolgere lei e l'ambiente circostante. Il disco lo aveva trovato su una pila in cima al comodino e onestamente quel ritrovamento non l'aveva sorpresa, al massimo un po' divertita: era bello notare come nonostante gli anni passassero l'abitudine di Darren di lasciare in giro i suoi dischi non era affatto cambiata. Ancora si ricordava la sfuriata alla quale aveva assistito al quinto anno quando Kevin, un ragazzino del terzo, si era lanciato sul divano della Sala Comune distruggendo così ignaramente il disco dei WEIRD SISTERS che Darren aveva comprato e lasciato incoscientemente in giro. A fronte della terribile sfuriata subita il ragazzino aveva successivamente versato fiumi di lacrime salate di fronte a tutti i suoi amici e quando Mayuri, con tono un po' alterato dal comportamento del compagno di classe,  aveva ripreso Darren facendogli notare come in fondo fosse stato lui il primo ad aver sbagliato per aver lasciato una cosa a lui cara tra i cuscini del divano, questi l'aveva guardata con aria alienata, come se la stesse scorgendo per prima volta. E in tutta onestà se anche quello fosse stato realmente il caso non l'avrebbe nemmeno sorpresa più di tanto, visto che il compagno sembrava trascinarsi avanti in ogni situazione come se stesse indossando un paraocchi, talvolta quasi per inerzia. Nonostante non avesse ricevuto risposta  quel momento era stato il principio della loro conoscenza. Amicizia? Non era sicura che la si potesse propriamente definire tale, ma di certo qualcosa che ci andava molto vicino.

Dopo aver vuotato la tazza Mayuri si chiuse le ante del balcone alle spalle dondolandosi leggermente sulle note soffici, la mente che lasciava fuori al freddo i mille pensieri che le ronzavano in testa. Darren, la nuova casa, la luna, sua sorella, le stelle, tutto le vorticava nella mente fondendosi e districandosi in un unico, caotico groviglio, fino a quando un urlo fuori la sua porta la fece sobbalzare. Per un singolo istante Mayuri si scordò di Darren, della casa e persino di sua sorella, e mentre attraversava la stanza con lunghe falcate per accertarsi che nulla di grave fosse realmente accaduto persino le note della musica si fecero improvvisamente più distanti.

Aperta la porta, anche nel buio distinse perfettamente le tre figure che le si stagliavano davanti agli occhi, tutte in piedi nel bel mezzo del corridoio e  le diverse espressioni impresse sui loro visi.

 

 

 

***

 

 

 

Dopo aver sentito il grido squarciare il silenzio Louise spalancò allarmata la porta della propria camera per verificare con i propri occhi che cosa fosse accaduto.

Erano le 23 passate, la serata si era già prolungata più di quanto non si sarebbe aspettata e lei aveva già indossato la sua camicia da notte e tolto tutte le impurità dalla sua pelle. Era troppo chiedere di potersi abbandonare tra le lenzuola candide che profumavano di pulito e sembravano solo aspettare di abbracciarla?

Affacciatasi nel corridoio buio strinse gli occhi cercando di mettere a fuoco le sagome che aveva davanti, trovando estrema difficoltà nell'impresa fino a quando un Lumos sussurrato dal fondo del corridoio riempì di luce bianca la scena.

Come lei erano intenti ad osservare la scena dalla soglia delle loro camere anche Mayuri, la ragazza madre e il barista allampato sulla trentina, che brandiva la sua bacchetta luminosa con la mano guantata. Poppy invece fronteggiava Darren e la giornalista bionda come se avesse davanti dei fantasmi, e i suoi occhi solcavano le loro figure avvolte dall'oscurità quasi totale quasi come se avesse avuto davanti dei fantasmi.

Ben presto Louise, osservando la curiosa scena che le si prospettava davanti, comprese come la ragazzina dai capelli ramati dovesse aver scorto Darren e Lin sbucare nel corridoio attraverso un passaggio della parete. A giudicare dal modo in cui lo sguardo di Poppy persisteva ad indugiare sul quadro che stava alle spalle di Darren Louise intuì che il passaggio fosse celato alla vista dalla cornice, e ad immaginare la scena le scappò una lieve risatina non particolarmente appropriata che le fece rapidamente guadagnare diverse occhiate storte dai presenti, ma invece di ammonirla il ragazzo che brandiva la bacchetta accesa – il cui nome rifuggiva alla memoria di Louise – la ignorò e posò lo sguardo su Poppy: 

"Poppy, tutto bene lì?"

"Igor. Sì. sì, scusate, io...ehm... Li ho visti spuntare dal nulla nel buio e mi sono spaventata. Siete usciti dal quadro?"

Alla domanda di Poppy gli sguardi di tutti i presenti si spostarono da lei per indugiare sul volto leggermente in ombra del padrone di casa, attendendo una sua risposta mentre Darren, impegnato a fissare di rimando la ragazza, cercava di riflettere il più rapidamente possibile. Infine, quando finalmente aprì bocca facendo sfoggio della miglior faccia di bronzo del suo repertorio, servì a Poppy una risposta che servì solo a lasciarla ancora più interdetta: 

"No." La risposta di Darren giunse inaspettata, Poppy di certo non si aspettava un suo diniego, ma inflessibile: " Non ti consiglio di toccare i quadri di questa casa." Dopodichè il ragazzo si guardò attorno affinché il suo sguardo potesse rapidamente indugiare sui volti di tutti i presenti, mani in tasca e sopracciglia aggrottate,per poi aggiungere:

"Scusa per lo spavento. Domani quando hai tempo vieni a cercarmi, parliamo del tuo problema. Buonanotte a tutti."

Darren si defilò senza dare a nessuno tra i presenti il tempo di aggiungere o di chiedergli altro, consapevole di quanti dubbi si stesse lasciando alle spalle mentre si allontanava a passi svelti e con la coda tra le gambe: marciò a sguardo basso lungo il corridoio buio, finché la luce emessa dalla punta della bacchetta di Igor non riuscì più a raggiungerlo.

Quando Darren se ne fu andato il silenzio tornò ad avvolgere il corridoio, e restarono tutti a fissarsi per un secondo prima che Louise potesse raggiungere Lin e avvolgerle una mano attorno al braccio:

"Beh, buonanotte a tutti allora, ci penso io qui. Ti accompagno in camera. Lia, giusto?"

La ragazza bionda volse lo sguardo su di lei per osservarla perplessa, forse chiedendosi il motivo dietro al suo avvicinamento mentre la presa di Louise sul suo braccio, seppur non serrata, la costringeva ad allontanarsi insieme a lei lungo il corridoio distanziando rapidamente gli altri inquilini:

"Lin, in realtà."

"Oh scusami." Anche se sia il tono, sia la voce di Louise restarono inflessibili e senza esprimere alcun desiderio di scusarsi davvero:  "Sono pessima con i nomi. Tu e Darren siete spariti subito dopo cena, immagino che nessun Elfo ti abbia mostrato la tua stanza. È da questa parte. Siete stati via un bel po', di che avete parlato?"

 

 

 

***

 

 

 

Vedendo le ragazze allontanarsi dalla scena Emil gettò un'ultima occhiata a Poppy, che sebbene visibilmente più tranquilla sembrava ancora piuttosto confusa mentre fissava pensosa il quadro che aveva di fronte.

"Sicura che sia tutto okay?"

La voce di Emil sembrò avere il potere di ridestarla, perché subito Poppy distolse la propria attenzione dal dipinto per posare lo sguardo su di lui, sforzandosi di abbozzare un sorriso per essere cortese : 

"Sì certo. Sono solo stanca, ero sicurissima che fossero spuntati fuori da quel quadro."

Emil, a sua volta poco convinto delle parole di Darren, rivolse un'occhiata al dipinto in questione: un'ampia cornice dorata e dallo sviluppo verticale, racchiudeva al suo interno un semplice sentiero alberato. Nulla di particolare all'apparenza, forse qualcosa di persino fin troppo semplice se messo a confronto con il resto della casa, tanto che si ripromise di indagare il prima possibile.

"Posti come questi sono soliti avere numerosi passaggi segreti. Forse hai ragione, ma ti consiglio di ascoltare le parole di Darren e di tenerti lontana da quel quadro."

"Io... certo." Poppy decise di non obbiettare e di seguire il consiglio di Emil, reputando poco saggio contravvenire ad un suggerimento del suo ospite, specialmente quando questo si era reso disponibile a tirarla fuori dai guai, dunque si limitò ad augurargli educatamente la buonanotte prima di congedarsi: 

"Beh, allora buonanotte Igor."

" 'Notte ragazze."

Prima di chiudersi la porta alle spalle, Emil lanciò per buona misura un occhiolino in direzione di Alina, che ricambiò con un cordiale e flebile sorriso.

Una volta chiusa la porta fece ruotare la chiave all'interno della serratura, riuscendo ancora ad udire un lieve vociare levarsi dal corridoio, ma prima di allontanarsi dall'uscio della stanza si premurò di lanciare gli incantesimi Muffliato e Colloportus sulla porta per essere sicuro di non ricevere incursioni indesiderate, dirigendosi infine verso il caminetto che scaldava l'intera camera.
Emil immaginava che la presenza di un camino dovesse essere una prerogativa di tutte le camere in una casa come quella, ma quando aveva varcato la soglia e aveva scorto il camino aveva sentito un brivido scendergli lungo la schiena, e istintivamente aveva sollevato la mano celata dall'onnipresente guanto nero per portarsela all'altezza del petto.

Se proprio doveva trovare un lato positivo nella presenza del camino, tuttavia, averne uno a propria completa disposizione avrebbe reso le comunicazioni con l'esterno del maniero infinitamente più semplici e discrete. Probabilmente il camino non era abbastanza grande da consentire facilmente a qualcuno di utilizzarlo per accedere alla stanza, ma il focolare bastava ed avanzava per permettergli di scorgere un viso tra le fiamme e di poter intrattenere delle conversazioni con chiunque volesse mettersi in contatto con lui. Avvicinandosi ulteriormente al camino, Emil riuscì a scorgere il volto familiare della sua collaboratrice lambito dalle fiamme e tornò alla conversazione che erano stati costretti a interrompere:

"Emil è tutto okay? Cos'è successo?" La voce di Enkaterina si levò e lo raggiunse con tono circospetto, studiandolo dubbiosa mentre Emil si inginocchiava davanti al focolare, pur tenendosi a debita distanza: 

"Si, stanno tutti bene. Il ragazzo dei McKay è uscito da un passaggio segreto con la giornalista di cui ti parlavo e ha spaventato una degli inquilini."

"Capisco, pensi che avrai modo di indagare?"

"Il passaggio segreto è  molto in vista, penso che McKay non si aspettasse di trovare qualcuno ancora fuori dalla propria camera a quest'ora... Non mi sorprende che abbia mal calcolato, è una dimora molto grande per solo quattro persone, il ragazzo non dev'essere abituato ad avere gente per casa."

Il volto tra le fiamme annuì, e i piccoli scoppiettii del ceppo lo fecero arretrare leggermente prima che la voce di Enkaterina si levasse nuovamente dal focolare:

"Hai notato altri elementi degni di attenzione?"

"C'è uno specchio molto piccolo accanto a quello più grande del set da toeletta, la Sonda Sensitiva riceve energia magica, suppongo sia la metà di un set di Specchi Gemelli, ma non ho modo di scoprire a chi sia connesso senza rischiare di rivelarmi a chi c'è dall'altro lato. Per il resto non posso dirti molto altro. Darren è un soggetto strano, socialmente inetto ma per ora innocuo. Lui e la Signorina Pritchard sono stati via circa un'ora."

"Perfetto, scopri che tipo è la Pritchard magari, se ti sembra propensa al dialogo o a fare amicizia e se riesci a farti dire qualcosa"

"Certo. Ci vediamo domattina con gli altri per un eventuale aggiornamento, okay?"

"Certo Capo, ora goditi la tua vacanza nella villa a cinque stelle dei McKay."

La curva delle labbra di Enkaterina si ammorbidì fino a far prendere vita ad un sorriso che Emil finì col ricambiare, lasciandosi andare ad una lieve risata quando vide la strega strizzargli l'occhio. La salutò con sincero affetto e con la promessa di risentirsi presto, dopodiché, quando il viso della strega fu scomparso dal focolare, Emil sfoderò la bacchetta per spegnere il fuoco con un Aguamenti non verbale, premurandosi di far sparire tutta la cenere dal camino nel nulla come ogni traccia di quella conversazione.

l mago si alzò e ruotò su se stesso per gettare un'occhiata in direzione del gigantesco letto che si trovava alle sue spalle: non si sentiva poi così stanco ed era incline a considerare la possibilità di sgusciare fuori dalla sua camera per dare un'occhiata più da vicino al quadro misterioso nel cuore della notte, quando nessuno avrebbe potuto disturbarlo, ma per il momento era intenzionato a prendere esempio da Boccino - che stava ronfando al centro del soffice materasso del tutto indisturbato dal trambusto - e godersi un po' di riposo in quel giaciglio dall'aria così comoda. L'indomani avrebbe dovuto far prendere vita ad Igor, ma ancora per qualche ora poteva permettersi di essere semplicemente Emil.

 


 

***

 

 

 

Quando le porta delle camere di Igor e Mayuri si chiusero Poppy e Alina rimasero pressoché al buio, se non per la luce tremolante delle candele che faceva capolino dalla stanza della giovane madre. La donna aveva l'aria stanca, i piedi nudi giacevano sul pavimento freddo e si stringeva il pigiama a braccia conserte cercando di trattenere il calore. I sensi di colpa per aver evidentemente buttato la poverina giù dal letto la assalirono nuovamente, ma prima che potesse scusarsi l'altra la precedette, levando una mano per interromperla sul nascere: 

"Non provare a scusarti." La bloccò prima che potesse dire qualcosa: "Non c'è ce n'è motivo."

"Okay, scus-.Io...Ho svegliato anche tuo figlio per caso? Non volevo."

"È impossibile svegliarlo, non ci saresti riuscita neanche volendo. E io dovevo ancora prendere sonno, solitamente lavoro le notti, quindi non preoccuparti. Va' a letto piuttosto, sembri averne bisogno."

E come per effetto di un sortilegio, all'udire quelle parole tutta la stanchezza riaffiorò a galla.

 

 

 

***

 

 

 

MaryLou quella mattina non era stata molto produttiva.

Sì, si era svegliata con le prime luci, aveva bussato impazientemente alla porta del bagno affinché chiunque ci stesse mettendo radici uscisse, dopodiché aveva fatto il suo saluto al sole, una colazione veloce e si era rinchiusa in camera. Fabian non sembrava essere da nessuna parte, ma non era un fatto poi così insolito e la giovane non aveva perso tempo per cruciarsene più del dovuto.

Ora tuttavia sedeva da circa due ore nella stessa posizione, fissando un foglio quasi interamente bianco senza avere idea di come proseguire la lettera che stava tentando di scrivere. L'inchiostro blu della penna BIC che stava tormentando coi denti, lo stesso con cui aveva impresso le uniche, misere due parole presenti sul foglio, la fissava in maniera quasi giudicante. Forse persino derisoria per la sua incapacità.

Le parole solitarie erano le stesse che aveva scelto per iniziare tutti i precedenti fogli, che tuttavia erano finiti uno dietro l'altro accartocciati ai suoi piedi:

 

 

 

"Cara mamma,"

 

 

 

Aveva appena tracciato la virgola con un lieve ed elegante movimento del polso quando ancora una volta si rese conto di non avere idea di come continuare, e aveva scritto a malapena due parole, per di più quelle di rito. Amareggiata, MaryLou si grattò debolmente la testa senza distogliere gli occhi dal foglio non più immacolato e macchiato dall'inchiostro, e dopo svariati minuti di esitazione appoggiò nuovamente la penna sul foglio per aggiungere qualcosa:

 

 

 

"Cara mamma,

 

Come stai? Spero bene.

Io mi sono appena trasferita. È un posto molto più grande, con dei coinquilini."

 

 

Come inizio, pensò, non era male. Certo, terribilmente banale, ma meglio di nulla.
Onestamente non sapeva proprio cosa raccontare a sua madre, ma avevano sempre avuto un bel rapporto e 'tutto' era ciò che voleva condividere.
Ma era davvero la scelta giusta? Sua madre avrebbe capito?
Forse sì, ma non ne poteva essere del tutto certa. Con un sospiro appoggiò nuovamente la punta della penna sul foglio e prima di poterci rimuginare su per troppo a lungo aggiunse le poche manciate di parole con cui avrebbe concluso la sua lettera:

 

"Ti chiamo appena posso, non penso ci sia un telefono qui, sai come sanno essere certe famiglie di maghi.

Salutami papà e Tenzin!

Con affetto,

 

La tua Lù"

 

***

 

 

 

Jack seguì l'elfo domestico fino alla cucina per la colazione che era già tarda mattinata, fresco di doccia e ristorato dall'eccellente dormita.

Lui e Sharon avevano passato la notte abbracciati a chiacchierare prima di abbandonarsi al sonno ma quella mattina si era svegliato solo nel nuovo grande letto e quasi gli era sorta la nostalgia del loro piccolo nido appena sopra il Ghirigoro, dove poteva scendere le scale che portavano al negozio e dare nuovamente il buongiorno alla sua commerciante preferita.
Una volta entrato nelle cucine fu accolto dalla caotica vista di quello che sapeva essere Il Grande Sl - non si vergognava ad ammetterlo, Jack era un fan e non vedeva l'ora di poter passare un po' di tempo con il prestigiatore ora mezzo addormentato sul suo caffè americano, mentre accanto a lui il bambino della signorina Alina sembrava piuttosto concentrato sulla sua missione di prepararsi un toast, anche se la confettura giaceva più sulle sue piccole manine che sulle fette di pane. Una sfilza di elfi alle sue spalle che seguiva ogni movimento con i loro occhi a palla senza sbattere le palpebre, come se farlo avrebbe potuto in qualche modo causare alla lama di scivolargli dalle mani e di ferirlo.

"Ehi, bimbo, cos'hai lì?"

"Un coltello!"

Il bambino parlò levando lo sguardo su di lui, dimenticandosi momentaneamente del suo toast per osservarlo perplesso, come chiedendosi il perché di quella domanda così sciocca. Forse quell' adulto non aveva mai visto un coltello?

"O-kaaay. E la tua mamma?"

"La mamma non dorme mai la notte. Ora però dorme, non bisogna svegliarla!"

Sol, che ieri a cena si era preso la briga di conversare con la donna si sentì di contribuire alla conversazione con delle nozioni decisamente utili mentre il bimbo tornava a dedicarsi alla sua confettura con estremo impegno:

"La nostra Alina è una barista con turni serali eccessivamente lunghi in un bar situato in una vietta secondaria della ridente Diagon Ally. Ieri ha chiesto la serata libera, posso solo immaginare che abbia deciso di poltrire con dovizia, pertanto ho convenuto fosse meglio lasciarla dormire e mi sono permesso di addossarmi le cure del piccolo Bram."

"Capisco il desiderio di una bella dormita amico, se la merita. Genitore single con lavoro notturno? Tipa tosta la nostra mamma."

"Ben detto."

Per qualche minuto restarono in silenzio mentre ognuno si dedicava alla propria colazione, nel caso di Bram spandendo confettura ovunque, ma a lavoro ultimato il bimbo addentò comunque il suo toast con immensa soddisfazione fino a quando Jack non prese coraggio e si fece avanti con una proposta.

"Potremmo fare un giro, se vi va. Volevo passare a salutare Sharon e potremmo, non so, mangiare un gelato?"

I due volti addormentati che aveva di fronte divennero improvvisamente più vispi e un mormorio di assenso generale presto si levò, portando Jack a suggerire a Sol di vestirsi mentre lui si sarebbe assunto l'onere di dare una sistemata al visino e alle manine imbrattate di confettura di Bram.

E così venti minuti dopo i tre si ritrovarono nelle strade affollate di Diagon Alley. Sol aveva ancora la maglia del pigiama addosso, ma si era quantomeno preso la briga di infilarsi un cardigan e dei jeans, e se il suo accompagnatore lo aveva notato aveva fatto la sensibile e gradita scelta di non commentare.

Era da diversi anni che non ci metteva piede, sicuramente da prima di iscriversi all'Università Babbana, venire diseredato e partire per l'America. Diagon Alley era sempre magica e conservava ancora quel candore d'altri tempi che l'America aveva perso: laggiù la rivoluzione tecnologica, anche se solo in piccola parte, aveva toccato maghi e streghe, ma qui tutto aveva ancora l'aspetto di una cartolina e vedere così tante persone aggirarsi con i loro assurdi cappelli e vestiti sgargianti lo mise di eccellente umore.

I tre si fecero largo tra la folla, Bram nel mezzo con entrambe le mani strette in quelle dei due adulti. La prima fermata fu il Ghirigoro, dove si fermarono a salutare Sharon. Inizialmente la ragazza sembrò leggermente in imbarazzo nel vederli nel suo posto di lavoro, ma dopo pochi attimi si sciolse afferrando la mano di Jack e stringendola giusto per un attimo, come una sorta di discreto abbraccio. I due iniziarono a guardarsi con gli occhi a cuore e Sol, innamorato dell'amore ma poco entusiasta all'idea di fare da terzo incomodo, si affrettò a portare il piccolo Bram nella sezione per bambini.

"Io questo ce l'ho!" Disse lui sventolando allegro le Fiabe di Beda il Bardo: "Mamma e lo zio mi leggono le storie prima di dormire!"

Con un sorriso leggermente amaro Sol gli scompigliò i cappelli e prima di andare via gli comprò anche "Storie di un Mooncalf Malconcio" senza riuscire a non pensare a come anche lui, da bambino, avrebbe voluto vedere i suoi genitori prendersi il disturbo di metterlo a letto con una storia.

Una volta usciti si diressero alla gelateria Fortebraccio. Seduti ai tavolini mangiarono i coni più grandi, con gusti assurdi come "Haggis", "Api Frizzole!" e  "Sorpresa di Troll", quest'ultimo consigliato stesso dal gelataio che a detta sua il sapore acre e stranamente salato era considerato una prelibatezza dai bambini e di fatti dopo l'iniziale preoccupazione nel piccolo Bram  anche quella pallina venne rapidamente spazzolata via dalle cucchiaiate del bambino.

A metà della loro torre di gelato Jack si sporse verso Sol, gettò un'occhiata dubbiosa in direzione di Bram, che si stava rapidamente riempiendo il viso di gelato e panna e infine sussurrò qualcosa in modo che il bambino non potesse udire le sue parole:

"Dici che gli fanno bene tutti questi zuccheri?"

"Beh, è ancora mattina. E poi vogliamo diventare gli zii fichi noi, no?"

"Indubbiamente. Alla nostra allora."

E al suono di quelle parole fecero scontrare le loro vaschette con vigore prima di tornarle a gustare sotto lo sguardo attento di una vecchietta che, seduta poco lontano, continuava a lanciare loro occhiate che i due decisero di ignorare fino a quando questa non si avvicinò blanda al loro tavolo.

"Che bellissima famiglia che siete. Anche mio nipote è gay. Da quanto tempo siete sposati?"

I due si guardarono un po' increduli prima di iniziare a sogghignare, decidendo di stare al gioco mentre Bram continuava indisturbato a riempirsi di gelato, panna e granella:

"Oh signora..." Rispose Sol con entusiasmo, stampandosi sulle labbra lo stesso sorriso che sfoggiava solitamente ai suoi spettacoli: "Sono ormai, quanto caro? Cinque stupendi anni?"

"Sei amore, ricordi? Sa, me l'ha chiesto appena ho finito di frequentare Hogwarts."

"L'ho portato a Parigi..."

"Mi ha regalato dodici mazzi di rose."

"Al matrimonio sono arrivato in groppa a un unicorno"

"Le fedi sono state forgiate dai Lepricauni..."

"Stupendo."

"Anni indimenticabili."

La vecchietta li guardò leggermente confusa, se non addirittura preoccupata e indecisa se credergli o no, lasciandoli frettolosamente con un sorriso cordiale, e non appena si fu allontanata abbastanza Jack e Sol scoppiarono a ridere mentre Bram, vuotata la sua coppa, rifletteva su quanto fantastico dovesse essere stato quel matrimonio. Avrebbe di certo informato la mamma di volere un unicorno anche lui.

"Anche io voglio un unicorno!" Esordì infatti Bram serissimo, anche se perse di solennità a causa delle mani e del viso coperti da gelato e granella colorata.

Tra le risate si avviarono verso l'ultima tappa della giornata, fermandosi davanti alla gigantesca insegna di "Tiri Vispi Weasley".

Davanti al connubio di suoni, colori, addirittura odori che uscivano dal gigantesco portone ogni volta che maghi e streghe si facevano l'argo dentro e fuori dal negozio i tre, Bram quanto i suoi ben più adulti accompagnatori, si lasciarono andare ad un sognante e sentito: "Wooah".

 

 

 

***

 

 

 

Un elemento banale ma molto importante all'interno delle società magica alla quale solo pochi fanno realmente caso è l'importanza del legno al di fuori del consueto utilizzo finalizzato alla realizzazione delle bacchette magiche: solitamente la cassa e la tavola armonica di molti strumenti musicali, come i pianoforti, è di pioppo o abete per via delle loro eccellente capacità di amplificare il suono. La scelta di un buon legno è essenziale per la realizzazione di uno strumento adibito all'arte ma del tutto inutile però se questo è evidentemente scordato. Il cuore da artigiano di Fabian si accartocciò proprio come la sue orecchie quando fece scivolare le dita sui tasti lucenti del Bösendorfer: un peccato per lui da considerare capitale, possedere uno strumento di tale valore come nulla più di un oggetto di arredo, sminuirlo a poco più di un soprammobile dispendioso.

Così, dopo aver sistemato il La centrale per il semplice desiderio di farlo, si era perso a spingere il pedale e ad accordare tulle le restanti note di conseguenza, senza neanche accorgersi di aver passato le ultime due ore della sua mattinata a rovinarsi i polpastrelli nel silenzio più assoluto.

O almeno fino a quando Alina non si precipitò rumorosamente giù dalle scale, occhi sgranati, capelli annodati e segno del cuscino ancora sulla guancia.

 

 

 

***

 

 

 

Abituato a vivere da solo senza nulla più da fare se non piangersi addosso Darren era solito crogiolarsi e passare il suo tempo accovacciato tra le lenzuola, rimandando la vita quotidiana ogni volta un minto in più, ritrovandosi costretto ad abbandonare il suo morbido cuscino e il suo caldo letto solo quando la fame - o Crabby - lo costringevano a recarsi sino alla cucina.

Dopo essersi rigirato svogliatamente sul materasso, lanciando un occhiata all'orologio da parete appurò come entrambe le lancette si trovassero ormai quasi sul numero XII e si sorprese dalla mancanza di quella vecchia ciabatta del suo Elfo ai piedi del letto, ma a quanto pareva quella mattina ciò che lo avrebbe costretto a mettersi in piedi rappresentava una novità, anche se non per questo meno sgradita.

Aveva provato ad ignorare il parlottio dei suoi ospiti il più a lungo che poteva, ma persino trasformare il suo capo nel ripieno di un sandwich di cuscini era bastato quando il vociare aveva iniziato a diventare decisamente acceso.

Darren si costrinse fuori dal letto animato dal fastidio tanto quanto dalla curiosità e ciabattò giù fino al primo piano. Si fermò un secondo ad osservare dalla cima delle scale il piccolo capannello che si era formato attorno alla signorina Kostner, nel centro del suo salotto, e mentre osservava il gruppo con occhio critico per un attimo si chiese se avesse fatto bene ad ospitare quel manipolo di gente, ora che lo avevano buttato giù dal letto:

"...è sicuramente qui da qualche parte."

"Stamattina non era nel letto!"

"Hai già chiesto agli Elfi?"

"È una casa grande, potrebbe essersi perso."

"È un ragazzino sveglio"

"È un bambino!"

"Ma sveglio."

"Vedrai che lo troviamo subito...oh! Darren, eccoti, vieni qui!"

Ecco, il danno era fatto. Lo avevano visto. La fuga, per Darren McKay, non poteva più essere contemplata.












Angolino di Liw
Ciao ragazzi, è un piacere essere di nuovo qui! 
Gli ultimi mesi sono stati molto pesanti/complicati per me è così ho dovuto accantonare un po' questa parte della mia vita.
Durante l'estate se riuscivo a ricavarmi due minuti di fantasia scrivevo quello che mi veniva in mente decisamente di getto senza curarmi per nulla della forma e i pezzi di questo capitolo erano sparpagliati un po' ovunque; le note del telefono, Wattpad, il vecchio computer, era tutto un disastro e per questo avevo un immenso bisogno di un aiuto. Quando ho chiesto di un beta sul mio IG vi siete offerti davvero in tantissimi, cosa che non mi aspettavo perché avevo timore di aver perso molto del vostro interesse ma ci tengo a dirvi che mi sono molto affezionata ai vostri personaggi. Non posso dire di aver dedicato a tutti i personaggi lo stesso spazio ma rimedierò con il prossimo capitolo, spero che però almeno li abbiate trovati fedeli al vostro immaginario, per quanto riguarda le recensioni che avete lasciato nello scorso capitolo avevo intenzione di rispondere prima di pubblicare MA NON POTEVO PIÙ ASPETTARE, spero vada bene lo stesso. Infatti forse dovrei dare un'altra letta ancora al capitolo ma VABBÈ.
Detto ciò, ci tenevo a ringraziare tantissimo Signorina Granger ( efp:https://efpfanfic.net/viewuser.php?uid=864554) (IG:https://instagram.com/signorinagranger_efp?igshid=YmMyMTA2M2Y=) perché è grazie a lei che il capitolo è passato da qualcosa che trovavo soddisfacente a qualcosa che mi piace davvero, le ho dato carta bianca qualora decidesse di aggiungere di suo pungo allo scritto e così ha fatto dando al capitolo quel qualcosa in più di cui aveva bisogno!

Qui sotto le polaroid che dicevo a inizio capitolo:




 

 

 

 

 

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