Trittico

di JeanGenie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La serra ***
Capitolo 2: *** A casa ***
Capitolo 3: *** La chiesa ***



Capitolo 1
*** La serra ***


Questa raccolta di flash-fic ha partecipato al Writober 2021.

La serra: Prompt: Cotone  (pumpINK)

A casa: Prompt: Angst (pumpFIC)

La chiesa: Prompt: Cera (pumpNIGHT)

 

LA SERRA

 

“È questo che vuoi? Vuoi diventare un fiore di serra?”

Lei lo guarda, supplicandolo di comprendere. Abel non può farlo. Sarebbe come aiutarla a recidere il proprio stelo. 

Strati e strati di seta e velluto la rendono pesante come una statua. Sottogonne, scarpe strette. È certo che porti anche stecche di balena.

Vorrebbe dirsi che stenta a riconoscerla, ma non è cosi. Nessun’altra ha i capelli di un biondo così chiaro. Eppure la luce dei suoi occhi si sta spegnendo. Il sole di casa, dall’altra parte del mondo, non la riscalda più.

Dove sei finita, Georgie?

Ha percorso oceani per ritrovarla. Ora è davanti a lui, nella serra in cui l’ha trascinata, cercando disperatamente una traccia di quella che era. La sua risata. I piedi nudi.

Vuole vederla ballare su tavole di legno, sotto coccarde bianche a una festa, in mezzo a gente come loro. Vuole il fruscio della gonna di cotone del suo abito per i giorni festivi. Semplice e bellissimo. Cotone azzurro cielo. E un mazzetto di primule appuntato sul petto. 

Ma lei è ricoperta di seta e velluto. Lei porta sottogonne e stecche di balena. Lei ama un altro. Qualcuno che non è come lui. Non è come loro. 

È questo che vuoi davvero?

Non può salvarla da se stessa. Non più. Può solo sperare che la serra in cui si sta rinchiudendo non continui a farla appassire.
 

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Capitolo 2
*** A casa ***


A CASA

 

Ricorda una serra. Ricorda il modo  in cui lui la guardava, come se non la riconoscesse. Il momento in cui tutto ha cominciato ad andare in frantumi.

Ricorda la gioia di quando era ancora tutto luminoso. La musica di tamburi e violini. Le scarpe comode per ballare. L’ebbrezza nel roteare felice dalle sue braccia a quelle di Arthur mentre i ragazzi delle fattorie vicine danzavano intorno a loro.

Ricorda l’aspetto che aveva quando il mare glielo aveva restituito. Alto, abbronzato, adulto.

Ricorda l’unica notte con lui, le pietre umide, il rumore delle zampe dei topi che si muovevano nell’ombra.

Ricorda i fori delle pallottole sul suo petto. E quel ricordo soffoca tutti gli altri.

Non adesso. Non in questo posto.

Solleva gli occhi verso la croce di legno che sormonta la piccola chiesa.

Non adesso. Non in questo posto. Siamo a casa. Io l’ho riportato a casa. 

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Capitolo 3
*** La chiesa ***


LA CHIESA

 

Anche se il sole dell’Australia è quello che ricordava, il legno della chiesa non lascia filtrare l’afa di novembre. Non c’è nessuno a quell’ora del pomeriggio. Il piccolo Abel sbadiglia assonnato. Lei lo solleva tra le braccia e lo culla.

“Sei stanco, vero? Troppe emozioni…”

“Un pochino. Però è tutto bello.”

“È vero.” Per lui è un mondo fantastico.  “Allora accendiamo un’altra candela per papà e poi andiamo a riposare, ti va?”

Lo posa di nuovo a terra e lui attende paziente, mentre lo stoppino si infiamma, l’odore pungente della cera d’api le riempie la mente e la presenza di qualcuno che lei ha perduto la avvolge riempiendole il cuore.

“Andrà tutto bene, Abel. Noi due siamo forti. Come te.”

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