Lo chiamano amore

di Alis_Weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La guerra era finita ***
Capitolo 2: *** Alla Tana ***
Capitolo 3: *** Il suo posto sicuro ***
Capitolo 4: *** Diagon Alley e ritorni inattesi ***
Capitolo 5: *** Sei bella ***
Capitolo 6: *** Ai Tiri Vispi ***
Capitolo 7: *** Una notizia inaspettata ***
Capitolo 8: *** Ad Hogwarts ***
Capitolo 9: *** Granelli di polvere ***
Capitolo 10: *** Melanie ***
Capitolo 11: *** Inviti ***
Capitolo 12: *** Il confetto ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti ***
Capitolo 14: *** Rivelazioni ***
Capitolo 15: *** Ai Tiri Vispi pt.2 ***
Capitolo 16: *** Lieto fine ***



Capitolo 1
*** La guerra era finita ***


La guerra era finita. Voldemort era morto.
Molte persone avevano perso la loro vita per rendere il mondo un posto migliore.
Anche se camminando per le strade, si sentiva ancora l’eco delle grida e l’odore del terrore.
Remus, Tonks, Sirius, Silente, Malocchio.. tutti morti. Trascinati via da quell’onda distruttiva che è la guerra.
I supersiti si erano messi d’impegno, rimboccandosi le maniche, uniti per uno scopo comune: Far tornare il mondo magico a splendere come prima.
La stessa Hogwarts era andata distrutta, e già gli studenti e alcuni volontari la stavano ricostruendo.
Tra questi ovviamente non potevano mancare Harry, riconosciuto ormai da tutti come il salvatore del mondo magico; Ron ed Hermione, che gli stavano sempre accanto.
Anche la famiglia Weasley stava dando una mano, la stessa Molly che aveva avuto una paura tremenda di perdere suo figlio Fred.
Quando il muro era crollato, tutti si erano subito precipitati a vedere come stesse. E per un attimo lo avevano davvero creduto morto, poi però il suo cuore aveva magicamente ripreso a battere, e il suo sorriso sghembo era tornato a splendere sul suo viso lentigginoso.
Aveva fatto prendere uno spavento colossale a tutti. George era in lacrime sul suo corpo quando Fred aveva aperto gli occhi. Gli aveva servito la battuta su un piatto d’argento. “Ehi Georgie, hai dimenticato la cuffietta e il fazzolettino. Che fai, sei diventato una femminuccia?”. Anche in quel momento, il rosso era riuscito a strappare una risata a tutti.
Hermione, Harry e Ron, si trovavano nei pressi della Sala Comune, per rimettere a posto le macerie crollate, quando il nuovo Ministro gli giunse alle spalle.
“Ragazzi miei, finalmente vi ho trovato” disse sorridente.
“Ci stava cercando ministro? Successo qualcosa?” gli si fece incontro Harry.
“Nulla di grave figliolo, anzi. Queste arrivano calde dal ministero.” Porse una lettera a ciascuno dei tre, che lo guardavano incuriositi.
Hermione fu la prima a scartare la sua, la aprì piano per non rovinare la carta che la racchiudeva. Tutto il contrario di Ron che invece la strappò in un solo colpo.
Lei alzò gli occhi al cielo. Già, Ron. Doveva ancora prendere una decisione al riguardo.
Rivolse nuovamente l’attenzione alla lettera e lesse:


Egregia signorina Granger,
probabilmente la stupirà ricevere questa lettera,
ma data la sua attiva partecipazione alla guerra e il suo impegno a combattere il male, saremmo onorati se lei volesse accettare di frequentare il corso per divenire un Auror.
Lei e i suoi due amici non avreste alcun tipo di problema a raggiungere l’obiettivo. Terremo un occhio di riguardo nei vostri confronti.
Aspettiamo una sua risposta.
Il ministero della magia.
 
Hermione era molto sorpresa. Teneva ancora lo sguardo fisso sul foglio quando Harry e Ron cominciarono ad esternare la loro felicità. Probabilmente anche le loro lettere dicevano la stessa cosa.
“Non ci posso credere!” esclamò Harry con un sorriso a trentadue denti in faccia.
“Miseriaccia..” disse Ron, con gli occhi fuori dalle orbite.
“E’ quello che abbiamo sempre sognato!”
“Sarà fantastico! Chissà quante tecniche di difesa impareremo!”
“E quelle d’attacco! Accetteremo no?”
“Senza alcun dubbio! Non sto più nella pelle!”
“Certo , si tratta di un corso lontano da casa.. e impiegheremo un po di tempo per terminare l’addestramento, ma un’occasione così non capita tutti i giorni!”
“Non è vero Hermione?”
“Hermione?”
Ecco il momento che più temeva. Li aveva lasciati sfogare, e sperava che si ricordassero di lei il più tardi possibile.
Non sapeva come dirglielo. Sentiva gli occhi lucidi. Loro erano i suoi migliori amici, avevano trascorso insieme gli anni migliori della sua vita, ed era molto legata a loro, ma avevano aspirazioni diverse per il futuro.
“Ragazzi..”
“Immagino quanto tu sia sorpresa! Lo sono anche io..ma non è meraviglioso!?” le si avvicinò Ron. In effetti le si avvicinò troppo..
“Ecco io..”
“Dobbiamo andare a dirlo agli altri! Chissà mamma quanto sarà sorpresa!” continuava quello.
“Sirius sarebbe fiero di me!” ora ci si metteva pure Harry?
“IO NON VERRO’ CON VOI!” sbottò alla fine.
I due le rivolsero due occhiate sorprese.
“C-come non verrai con noi?” chiese Ron.
“Oggi sono andata nell’ufficio della Mc Gonagall e abbiamo parlato a lungo. Sono giunta alla conclusione che l’anno prossimo tornerò ad Hogwarts per terminare gli studi. E’ successo tutto troppo in fretta per me..io voglio fare i test dei M.A.G.O… voglio studiare,e prendere tante più O possibile. Voglio godermi ancora un po la vita da studentessa. Ragazzi, la guerra ci ha portato via dalle mani la nostra infanzia, l’adolescenza, e io voglio recuperare il tempo perso. Ne ho abbastanza di uccidere, o di avere paura di essere uccisa, ne ho abbastanza di combattere! E il corso Auror.. significherebbe tutto questo. Mi dispiace..”
Silenzio.
Ancora silenzio.
Poi Harry si avvicinò ad Hermione e l’abbracciò.
“Se questa è la tua decisione.. io sono d’accordo. Voglio il meglio per te, Herm..”
“Oh Harry, grazie..” rispose lei, asciugandosi velocemente una lacrima che le stava scivolando giù per la guancia.
In tutto questo Ron, sembrava una statua di pietra. Si capiva che non avrebbe lasciato perdere tanto facilmente.
“I-io vado a dirlo agli altri..” disse Harry, lasciandoli soli.
“Io proprio non ti capisco” disse in tono duro il rosso.
“Cosa non capisci Ronald?” cominciava ad arrabbiarsi anche lei. Era una SUA scelta, e lui avrebbe dovuto accettarla.
“Io e te.. sarebbe un’opportunità per stare insieme Hermione!” gesticolò indicando prima lui e poi lei.
“Insieme?”
“Hermione io e te ci siamo baciati nella grotta! Ricordi? Credevo significasse che ora..io e te insomma..”
“Ron..io..quel bacio non me lo so spiegare. Credevo che saremmo morti, pensavo stesse per finire tutto. Ti ho baciato perché volevo avere almeno un ricordo felice. Ma..io mi sono resa conto di volerti bene come se ne vuole ad un fratello.” Disse tutto d’un fiato.
“Ah si?! E quando te ne saresti accorta?!” chiese ormai rosso in volto per la rabbia lui.
Quando ho visto tuo fratello Fred steso per terra. Ma che dico?
“Appena dopo la battaglia. Quando ho avuto un momento di tempo per pensare” mentì.
“Non vuoi farlo per me? OKAY! Ma questo è il tuo sogno, il nostro sogno. Auror! Un’opportunità così non capita spesso. Noi siamo il trio! Non possiamo separarci! Dopo tutto quello che abbiamo passato, proprio per tutto quello che abbiamo passato, dovremmo continuare ad allenarci, per poterci difendere in caso di eventuale pericolo!” adesso urlava.
“NO RON! QUESTO E’ IL TUO SOGNO! MI HAI MAI CHIESTO QUALI ASPIRAZIONI AVESSI PER IL FUTURO?! NO! Perché per te esisteva solo quello che avresti fatto tu dopo! Dando per scontato che ci sarei stata anche io! MA NON E’ COSI’ RONALD! Voglio stare lontana dal sangue, dalla distruzione, dalle urla di dolore, almeno per un po. E anche tu dovresti! Dopo quello che è successo a tuo fratello Fred!...”.. ecco lo aveva detto. Le parole le erano morte in gola e ora lacrime copiose avevano preso a rigarle il viso.
Fred. Nessuno si era accorto di lei, che quando lo aveva visto steso a terra, aveva versato tante lacrime quante quelle di George. Il suo cuore era come atrofizzato. Sentiva solo sfilettate di dolore attraversarle il petto. Aveva urlato anche lei, insieme a Molly Weasley, certo, ma a distanza. Nessuno sapeva, nessuno doveva sapere.
E poi la felicità improvvisa, la speranza che era tornata a popolare il suo cuore e dare luce ai suoi occhi. Le lacrime, stavolta di gioia che le offuscavano la vista, mentre Fred diceva la sua battuta squallida al fratello.
La consapevolezza che era salvo, e un  nuovo spirito l’avevano spinta a tornare subito a combattere, per difendere le persone che amava, si anche Fred.
Prima di alzarsi dal pavimento dove si era accasciata, fu quasi sicura che lui l’avesse guardata.
I loro occhi si erano incontrati. Poi quelli di lei, fuggenti erano andati a puntare un mangiamorte. E tutto aveva ripreso ad essere lugubre e triste.
“Fred!? COSA C’ENTRA FRED ORA!?” Rispose Ron, sul punto di una crisi di nervi.
Già, cosa c’entrava Fred? se lo chiedeva pure lei.
“Hai rischiato di perderlo. La guerra te lo stava portando via, e tu che fai? Torni a combattere?!”
-La guerra te lo stava portando via- Ma parli per lui o per te Hermione?
Scacciò quel fastidioso pensiero dalla testa, quando Ron le piombò addosso, facendo combaciare prepotentemente le loro labbra.
Era l’unico modo che gli era venuto in mente per convincerla a seguirlo.
Lei cercava di scrollarselo di dosso. Ma lui non voleva perderla. La teneva stretta contro di sé.
“Ron! Basta!!” un altro bacio. La schiacciò contro un pilastro,non del tutto crollato.
Le mani che vagavano sul corpo di lei, la quale a questo contatto cacciò via un urlo.
Poi due braccia forti che le levavano Ron di dosso.
Uno spintone. Niente di troppo violento, ma incisivo.
Ron per terra.
Fred davanti a lei, la prese fra le sue braccia, quasi a volerla proteggere e lei si accoccolò contro il petto di lui.
“Ron! Che cavolo ti è saltato in mente!? Stalle lontano!” urlò Fred, minaccioso verso il rosso per terra, che li guardava ferito.
Ron non si rivolse al fratello, bensì ad Hermione, quando parlò “Allora è proprio vero, è finita. Mi dispiace”
Si alzò di scatto e scomparve.
Hermione prese a singhiozzare forte, e Fred la cullò fra le sue forti e calde braccia.
Si sedettero con la schiena contro il pilastro, e lui la fece sdraiare con la testa sulle sue gambe, mentre giocherellava con i riccioli di lei.
Non avevano mai avuto un contatto simile, eppure non sembrava dispiacesse a nessuno dei due.
Per un po nessuno parlò, poi lei prese coraggio e chiese. Diede vita al pensiero che la tormentava da circa mezz’ora.
“Da quanto eri lì?” fu più un sussurro che altro. Ma lui lo sentì.
“Abbastanza Granger..” sghignazzò.
Ecco, l’aveva sentita.
Lei aspettò un po.
“Bhe, nessuna battuta Weasley?” chiese stranita.
Lui scoppiò a ridere.
“Ne avrò di tempo per quelle.” Sorrise, accarezzandole una guancia e la pelle di lei, a quel contatto, si riscaldò come se si trovasse sotto al sole rovente di metà Luglio.
“C-che significa?” Non ci capiva nulla.
“Poco fa, Harry è venuto da noi a dirci della proposta. Ci ha raccontato anche che tu non avresti accettato, e mia madre, la conosci ormai, ha stabilito, che finché non ritroverai i tuoi genitori starai a vivere da noi!” lo disse, raggiante. Sembrava felice anche lui, proprio come lo fu Hermione non appena lo venne a sapere.
Senza preavviso, senza tener conto delle mille volte in cui dopo si sarebbe data dell’idiota, lo abbracciò di slancio, affondando il viso nell’incavo del suo collo e stringendoglisi addosso.
In tutta risposta lui ricambiò l’abbraccio e sorrise sulla chioma arruffata che tanto gli piaceva.
Poco dopo, Hermione, rossa in viso come un peperone si staccò da lui e balbettando disse.
“De-devo andare da tua mamma a ..a ringraziarla…” non lo guardò in faccia, piuttosto rimase a fissarsi la punta delle scarpe.
“Ma certo, vai Granger, ci vediamo dopo, non sentire troppo la mia mancanza!” e le ammiccò.
Lei disse tra se e se qualcosa che somigliava a “stupido” e ancora rossa, girò sui tacchi e scomparve.
A Fred venne da ridere.
Ce ne sarebbero state delle belle.

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Capitolo 2
*** Alla Tana ***


“Davvero Molly, grazie mille” ripetè per l’ennesima volta la riccia.
“Herm, smettila di ringraziare! A noi fa piacere averti intorno!” disse ridendo Ginny, quando aprirono la porta di casa.
Subito Hermione venne investita da quell’odore che tanto le piaceva. Come definirlo?..mm.. ah si! Odore di famiglia.
Lì, con i Weasley, si sentiva bene. Le erano stati molto vicini da quando aveva obliviato i suoi genitori, e non avrebbe potuto chiedere di meglio se non stare da loro prima dell’inizio del nuovo anno scolastico.
“Bene bene, Hermione dormirai con Ginny” disse la donna con un gran sorrisone in faccia.
La ragazza era come una figlia per lei.
“Su andiamo, così puoi desfare le valigie!”  disse la rossa ad Hermione, trascinandola su per le scale.
Mentre salivano però, vennero investite dai gemelli , che correnvano probabilmente nel bel mezzo di una gara.
Fred era in testa, ma per sbaglio urtò Hermione, facendole rovesciare la valigia per terra.
Normalmente sarebbe scoppiato a ridere, e infatti lo fece. Quello che nessuno si aspettava da lui era che si fermasse ad aiutarla.
“Scusami prefetto!” sghignazzò, mentre raccoglieva una mutandina dal gradino e gliela porgeva con un ghigno malizioso. Ecco, questo si che era da lui. Ma restava il fatto che avesse fatto vincere George, che per l’appunto lo guardava sbalordito dalla porta della loro camera.
“Dammi qui!” strillò lei rossissima per l’imbarazzo.
“Mi toglierai dei punti per averti aiutato?” le chiese con una finta faccia da cucciolo.
“Oh, lo farei se potessi.” Grugnì.
Nonostante quel momento di dolcezza che c’era stato tra loro a scuola, lui rimaneva sempre lo stesso scapestrato di sempre. E lei ne era felice. Sapere che la guerra non era riuscita a cambiarlo, la faceva sorridere dentro.
Senza degnarlo di uno sguardo, salì le scale e spalancò la porta della stanza, lanciandosi sul letto.
Seguita da Ginny che per quanto aveva riso, si asciugava le lacrime agli occhi.
“Non è divertente” sbuffò Hermione.
“Ohoh..si che lo è” altre risate.
Per quanto cercasse di trattenersi anche la riccia infine scoppiò a ridere.
 
A cena Fred le si sedette accanto.
Hermione cercava di guardarlo il meno possibile, non voleva essere la protagonista di scene imbarazzanti. Per quel giorno ne aveva avuto abbastanza.
Ma si sbagliava.
“Hermione puoi passarmi il succo di zucca?” le chiese il ragazzo con nonchalance.
Lei non rispose, ma allungò il braccio per prendere la caraffa con il liquido al suo interno. Quando si voltò per dargliela però la caraffa urtò il gomito di Fred e il succo cadde addosso ad entrambi.
“Santo Salazar!” esclamò lei.
“Oh scusa Granger” e scoppiò a ridere. In quel momento avrebbe voluto staccargli la testa.
“Sarà il caso che vi cambiate” disse Molly, non prima di aver lanciato un’occhiataccia al figlio.
“Già..” disse Hermione incamminandosi su per le scale. Sentì i passi di Fred dietro di sé, e quindi si chiuse in bagno.
Non girò la chiave nella serratura, consapevole del fatto che lui l’aveva vista entrare nel bagno e non vi avrebbe fatto irruzione così.
Si sbagliava di nuovo.
Mentre si stava infilando la maglietta pulita, la porta si aprì e Fred Weasley sgusciò dentro al bagno con un ghigno.
“Fred! che cavolo ci fai qui?!”
“Mi cambio,no?” e detto questo si sfilò la maglietta, come se fosse la cosa più normale del mondo, rimanendo a torso nudo mentre cercava quella pulita da mettersi.
Hermione era rimasta a bocca aperta.
“Chiudi la bocca Grangy o ci entreranno le mosche” la schernì lui.
“Sei proprio un bambino” fece arrabbiata “Il tuo gomito non avrebbe urtato la caraffa se tu non lo avessi spostato” .
“Esatto” rispose lui sorridendo sornione.
Cosa?! Non si aspettava di certo una conferma a quello che aveva appena detto.
“E perché lo hai spostato allora?!” sbottò.
“Bhe…. mi volevo scusare per l’incidente della biancheria sulle scale e non potevo farlo davanti a tutti ” e si passò una mano fra i capelli.
“Oh..” a lei sembrò sincero. “Scuse accettate..”
Lui ghignò. Non si prospettava nulla di buono.
“Si..mi dispiace.. avrei dovuto raccogliere per primo il paio di mutandine col pizzo nero.” Disse, trattenendo le risate e scappando dal bagno, prima di ricevere uno spazzolino in testa.
Quel Fred Weasley! L’avrebbe fatta uscire pazza!
E con quest’ultimo pensiero in testa si addormentò, inconsapevole di avere un sorrisino sul volto.
 
 
**
Quella mattina faceva caldo. Molto.
Hermione aveva pensato di rimanere in casa a leggere, ma non era umanamente possibile.
Se lo avesse fatto, si sarebbe squagliata in poco tempo.
Così, quando i gemelli e Ginny le proposero di uscire fuori con loro e guardarli mentre giocavano a Quidditch, lei accettò.
Magari avrebbe trovato un comodo albero all’ombra.
Intanto si mise a pensare.
Le mancavano Harry e Ron, il quale dopo la discussione che avevano avuto non abitava più alla tana.
Il prescelto si era messo a ristrutturare e rendere vivibile la vecchia casa dei suoi genitori. E aveva accettato di ospitare Ron, fin quando non fossero partiti per il corso Auror. Era Harry a farle ricevere loro notizie ogni tanto, tramite lettere e la ragazza aveva come il presentimento che sarebbe stato così per tutta l’estate.
Le dispiaceva per come aveva trattato Ron, ma doveva essere sincera e chiarire il loro rapporto, che poteva essere solo d’amicizia.
Persa nei suoi pensieri si era accoccolata sulla soffice erba, e aveva preso ad accarezzarla, quando due possenti braccia la sollevarono da terra.
“Eh no caro il mio prefetto. Tu giochi con noi” disse Fred in tono solenne, non accennando a volerla rimettere a terra.
“No! Io..no. Fred rimettimi giù!” strepitava. Ma niente.
“No, gioca con noi!” si lagnò lui.
“Neanche morta!”
“Cos’è? Hai paura?” chiese lui, sapendo quale sarebbe stata la risposta.
“No” la Grifondoro era troppo orgogliosa.
“Allora gioca” la stuzzicò.
“Okay” acconsentì lei, ostentando una sicurezza che in realtà non aveva.
L’altezza l’aveva sempre spaventata, fin da piccola.
Salì sulla scopa, e si sentì girare la testa quando ancora non si era sollevata da terra.
Quando si librò in volo, fu mille volte peggio.
“Oh mamma..oh mamma..” sussurrava tra sé e sé, guardando il terreno sempre più lontano.
L’unica cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata scendere da quell’affare e leggere il suo libro, ma non poteva darla vinta a quel pallone gonfiato di Fred!
“Problemi Granger?” chiese lui, sorridendo beffardo.
“Nessuno” rispose, cercando di mantenere un tono di voce fermo.
Quando la palla venne lanciata, Hermione non provò neanche a prenderla. Non vedeva l’ora che quell’incubo terminasse.
I gemelli e Ginny invece se la contendevano come Ron avrebbe fatto per una coscia di pollo, quasi fosse un tesoro. Sarebbero potuti risultare divertenti agli occhi di Hermione, ma non in quel momento.
Erano passati alcuni minuti da quando avevano iniziato a giocare, e quasi Hermione ci stava prendendo gusto.
Ma ad un tratto George prese male la mira e la palla colpì la scopa di Hermione.
Lei non fece neanche in tempo a domandarsi cosa stesse succedendo, che sentì l’aria sferzarle il viso e il suo corpo prendere velocità.
Poi più nulla.
 
**
Gli occhi ancora chiusi.
Le faceva male il braccio.
Sentiva un tocco leggero lungo la guancia, però era piacevole e decise di non interromperlo.
Una mano calda e delicata le percorreva il contorno del viso, cacciandole indietro i ricci ribelli che la ragazza non riusciva a domare.
Poi la mano si spostò sulle sue labbra, e le sfiorò come se fossero un oggetto di cristallo e si potessero rompere.
Spalancò gli occhi, e si trovò davanti la persona più impensabile. Fred.
Che le era successo? Cercò di fare mente locale.. ah si! Era caduta dalla scopa.
Lui si accorse quasi subito del risveglio di lei, infatti scostò la mano e guardò altrove imbarazzato.
Aspettate un attimo, Fred Weasley imbarazzato?
“Fred..” sussurrò lei. Aveva la voce impastata.
Lui tornò a guardarla. Uno sguardo dolce, non glielo aveva mai rivolto uno sguardo del genere.
“Hermione..” a pensarci bene era anche la prima volta che la chiamava per nome.
“Fred..che ore sono?” domandò lei.
A Fred, in quello stato, Hermione sembrava così piccola e indifesa. Nasceva da dentro di lui  lo strano impulso di abbracciarla e proteggerla. Che gli succedeva?
“E’ tardo pomeriggio..hai dormito un bel po” abbozzò un sorriso e poi proseguì “Mi dispiace di averti costretta a giocare, è tutta colpa mia Grang..” ma lei non lo fece finire, perché gli posò l’indice sulle labbra, un po come aveva fatto lui poco prima.
“Non dirlo neanche per scherzo Weasley.” E sorrise. Lui ricambiò e rimasero così, nessuno saprebbe dire per quanto. A contemplarsi sorridendo.
Vennero interrotti da George, che prima sbirciò se Hermione fosse sveglia e poi entrò.
“Granger mi dispiace tanto!” disse,afflitto. Si sentiva davvero in colpa.
“Weasley, tranquillo può succedere!” disse dolcemente lei.
Lui sorrise, sollevato e le scoccò un bacio sulla guancia.
“Ci hai fatto prendere un bello spavento, sai? Soprattutto a lui” disse le ultime parole a bassa voce indicando il gemello, che però lo sentì e gli diede uno scappellotto.
Dopo, i due si diressero verso la porta e Fred disse “Dobbiamo andare in negozio,a  vedere come se la cava Lee. Ci vediamo per cena Granger!” e le fece l’occhiolino.
“Weasley?” lo chiamò lei prima che uscisse dalla stanza. George era già in salotto.
Lui si girò, incuriosito.
“Non sentire troppo la mia mancanza!” sorrise lei, imitando le parole che il rosso le aveva rivolto qualche giorno prima.
Lui scosse la testa divertito, e quando si fu chiuso la porta alle spalle, sussurrò “Ci proverò”.

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Capitolo 3
*** Il suo posto sicuro ***


“Herm?” fu un sussurro di Ginny. La rossa non sapeva se l’altra dormisse o no, ma quando quella si mosse nel letto, continuò.
“Che succede con Fred?”
Hermione sollevò di scatto la testa dal letto.
“Nulla! Cosa dovrebbe succedere?”
“Non lo so..è che..sembra quasi…” proseguì quella.
“Sembra quasi?” la incoraggiò a continuare.
“Che vi piacciate” terminò Ginny.
“Ma no! Ti sbagli! Siamo solo amici! Lui è come un fratello per me” disse in fretta Hermione, anche se una vocetta dentro di lei, continuava ad urlarle a gran voce “Bugiarda!”
“Sicura?”
“SICURISSIMA!”
“Mm..sarà..” rispose l’altra, poco convinta, e si rigirò nel letto, già pensando che doveva indagare sulla questione.
 
Un mangiamorte la stava inseguendo senza darle tregua.
Era la quarta maledizione che riusciva a schivare per un pelo.
Poi un lampo di luce verde le colpì la gamba. Un dolore atroce.
Lacrime.
La bacchetta in mano, prova a lanciare un incantesimo, ma niente.
“Expelliarmus!” urla. Ma non succede nulla. E il mangiamorte scoppia a riderle in faccia. Una risata agghiacciante, di chi non ha niente da perdere e vuole solo uccidere, per il gusto di farlo.
Sta per ucciderla, Hermione se lo sente. Però, improvvisamente la scena cambia. Davanti non ha più il mangiamorte , bensì il corpo inerme di Fred Weasley.
“FRED!” urla e si lancia su di lui.
“No! Ti prego no! Svegliati!” Niente. Lui non si muove. Prova a scuoterlo. Non reagisce.
Hermione urla. Urla come ha fatto quel giorno. Con la semplice differenza che adesso non cerca di trattenersi.
 
Ed è così che si sveglia, urlando.
Con le lacrime a bagnarle le guancie e il lenzuolo stritolato fra le mani.
Sbarra gli occhi, si guarda intorno, Ginny non è in camera.
E’ alla Tana.  E’ salva.
Fred lo è.
Fred!
 Spalanca la porta e scende di corsa le scale.
Col fiatone e ancora qualche lacrima che sfugge al suo controllo arriva in cucina dove trova Fred in boxer che sorseggia una tazza di caffè.
Rettifico, dove trova Fred, solo in boxer, che sorseggia una tazza di caffè.
Lui la guarda preoccupato. Deve aver notato le lacrime.
Si avvicina a lei, che lo guarda come fosse un fantasma.
“Ehi..” dice lui, per tranquillizzarla. Ma lei scoppia a piangere più forte e gli si lancia addosso.
Lo stringe forte, come se avesse paura di vederlo scivolare via.
Si aggrappa alle sue spalle, cercando un sostegno che non tarda a trovare.
“Fred..” riesce a dire solo quello, fra i singhiozzi.
“Shh..sono qui, non me ne vado” le sussurra lui, carezzandole i capelli.
Si stende sul divano e la fa sdraiare affianco a lui, avvolgendola in un caldo abbraccio, protettivo, e trovandosi quasi sopra di lei, come a farle da scudo con il proprio corpo. Hermione si trovava tra il divano e il petto di Fred. Quel posto la fa sentire più sicura. Le braccia di Fred.
Il profumo di lui le invade le narici.
Lui continua a carezzarla, le sue mani disegnano cerchi invisibili sulla schiena di Hermione, in parte coperta dalla canottiera leggera che indossa, in parte nuda. E quel tocco le trasmette dei brividi.
Si schiaccia ancora di più contro di lui. La paura non è più tanta ma c’è ancora.
I singhiozzi vanno scemando, e lei comincia pian piano a rendersi conto della situazione in cui si trovano.
Lei indossa solo dei mini pantaloncini e una canottiera attillata.
Lui è a torso nudo, in boxer.
All’improvviso il pensiero che Molly o Arthur potessero entrare nella stanza e vederli così la fa sobbalzare e si tira su a fatica, poggiando i palmi delle mani sui pettorali di Fred.
“Se tua mamma..”
Ma lui non la lascia continuare, sghignazzando le dice “Siamo soli a casa Granger, gli altri sono a Diagon Alley”.
“Oh..” Hermione riesce a dire solo questo. Cos’è, sollievo quello che prova a  sapere di essere sola con Fred?
“Quindi, puoi approfittare ancor un po di questa situazione.” Dice malizioso.
“Quale situazione?” lei ,finta tonta.
“Non capita tutti i giorni di trovarsi sdraiate accanto a Fred Weasley! Non sai in quante pagherebbero per essere al tuo posto!” fece finta di essersi offeso.
“Oh! Chiedo scusa” si mise a ridere.
E lui per ripicca le tirò un boccolo.
Quel gesto diede inizio ad una battaglia di pizzicotti, tirate di capelli, anche morsi, e infine..solletico.
“NOO! FRED! NO! AHAHAH TI PREGO! BASTAAA!”S i muoveva compulsivamente cercando di fuggire.
Provò ad alzarsi dal divano, ma lui salì a cavalcioni su di lei.
“Dove credi di andare?” le soffiò sul collo. Lei un attimo stordita, non riuscì a bloccare in tempo la dose di solletico che seguì quell’affermazione.
Alla fine stremati dalle troppe risate, si guardano negli occhi.
“Stai meglio?” le domandò lui, con un velo di preoccupazione negli occhi.
“Si, decisamente. Grazie Fred..” e gli posò un dolce bacio sulla guancia.
Lui si sentì sciogliere, ma non perse il suo tipico modo di fare.
“Tutto qui? Un misero bacio sulla guancia?” fece il broncio e lei scoppiò a ridere.
“Oh povero piccolo, hai ragione. Chiudi gli occhi..” gli sussurrò all’orecchio, mordendogli il lobo con fare provocatorio.
Fred dovette trattenere un sospiro.
Chiuse gli occhi, curioso di vedere dove volesse andare a parare.
Sentì un piede contro la pancia, e si trovò steso per terra.
Hermione lo aveva fatto cadere dal divano.
“Tu!” le puntò un dito contro, con fare minaccioso.
“Io!?” lei si guardò intorno, fingendo preoccupazione.
“Si, proprio tu!” Detto questo la rincorse per tutto il giardino.
Hermione era piccoletta, ma correva veloce.
Quando alla fine la raggiunse, la tirò a sé e la prese in braccio, facendola urlare tra le risate e scalciare per liberarsi.
La portò sotto l’albero grande fuori dalla tana e ve la depositò, sedendosi accanto a lei subito dopo.
“Posso sapere perché stamattina piangevi?” chiese titubante dopo un po.
“Ho fatto un incubo..” sussurrò lei.
“Andiamo Granger! Che poteva succedere di così brutto? Ti bocciavano agli esami?” domandò per farla ridere e smorzare la tensione.
Lei stava per rispondere, ma in quel momento si sentì il crack di una smaterializzazione e la voce di Ginny :
“Hermioneeee! Guarda cos’ho comprato! Ti piaceràà! Ma dove ti sei cacciata?!”
“Meglio che andiamo, altrimenti impazzirà” sorrise lei.
“Già..” fece lui, anche se un po seccato. Il tempo era volato in compagnia della riccia e a Fred non bastava. 

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Capitolo 4
*** Diagon Alley e ritorni inattesi ***


 
“Sveglia dormigliona!! Alzati dai!” Ginny scuoteva la povera ragazza per un 
braccio.
“Ancora cinque minuti..” mugugnò quella in risposta.
“Siamo in ritardo!” le urlò la rossa nell’orecchio.
Hermione sbarrò gli occhi.
“Ritardo?! Come? No! Mi toglieranno dei punti! Mi toglieranno la spilla di 
Prefetto! La Mc Gonagall non me lo perdonerà!!” strepitava mentre si infilava 
freneticamente i jeans.
Ginny non la smetteva di ridere.
“Si può sapere perché ridi?” chiese Hermione stizzita.
“Herm..guardati intorno. Siamo alla Tana, non ad Hogwarts!” rispose tra le 
risate la Weasley.
“Ma..ma.tu hai detto che eravamo in ritardo!” sbottò confusa.
“Per la colazione!!” altre risate.
Hermione scosse la testa, rassegnatasi ormai al fatto che Ginny sapeva essere 
peggio dei gemelli.
Scesero le scale ancora ridendo.
“Che avete da ridere voi due?” domandò Fred.
“Oh Hermione..” iniziò Ginny, ma venne interrotta dalla riccia.
“Nulla!” e dopodiché trascinò l’amica a tavola.
Molly si era davvero superata, aveva cucinato frittelle con sciroppo d‘acero 
sopra.
Sapeva che nessuno dei presenti riusciva a resistergli.
Mentre tutti si ingozzav..ehm..volevo dire mangiavano, Ginny parlò.
“Mamma, io ed Hermione pensavamo di andare a Diagon Alley 
stamattina”.
Hermione annuì, le due ne avevano parlato il giorno prima, quando la rossa era tornata a casa e le aveva detto “Ho visto un vestito troppo carino e addosso a te starebbe una favola! Domani usciamo e te lo faccio vedere.” E non era una proposta, era un’affermazione.
“Oh..ragazze, non so se è una buon’idea..ho sentito dire che alcuni 
mangiamorte sono riusciti a sfuggire agli Auror, e potrebbero star cercando i 
Nati Babbani..non sarebbe molto sicuro per Hermione.” Disse Molly, ed un velo 
di preoccupazione scese sui suoi occhi.
Le due amiche si guardarono afflitte.
“Ma lo sarebbe se noi le accompagnassimo” disse Fred, in tutta tranquillità.
“Già, dobbiamo anche passare in negozio!” gli diede man forte George.
“Bhe..in tal caso..d’accordo. Ma dovete essere qui per l’ora di pranzo!” 
“Certo mamma!” dissero in coro i tre Weasley.
“Certo Molly” disse Hermione.
Quando le ragazze furono pronte, si trovarono in salotto con i gemelli per la 
smaterializzazione.
Si presero per mano, guarda caso Hermione e Fred capitarono vicini e puff.
“Eccoci qui!” esclamarono Fred e George.
“Già..” sussurrò Hermione, le girava la testa.
“Ehi tutto okay?” le chiese Fred, che guarda caso le teneva ancora stretta la 
mano.
“Si..la materializzazione congiunta è sempre un problema per me, ma ora passa” 
lo rassicurò lei.
Incredibile quanto Diagon Alley fosse cambiata.
Alcune strade erano ancora distrutte e nonostante tutti si fossero messi d’
impegno per far tornare il paesino, quello di una volta, il cuore di Hermione e 
degli altri venne comunque stretto in una morsa.
“Noi dobbiamo andare da Lee al negozio, voi che fate?” chiese George.
“Io ed Herm..vi raggiungiamo dopo”
“Si, devo andare al ghirigoro, ho finito l’inchiostro per scrivere.” Concluse 
quella.
“E non sia mai prefetto!” la schernì Fred prima di incamminarsi verso i Tiri 
Vispi con il gemello.
Le due si sbizzarrirono in acquisti.
Dopo essere uscite dal negozio di vestiti ed aver acquistato il capo di cui le aveva parlato Ginny,, andarono nel negozio di animali.
A entrambe piacevano molto.
Dopo aver comprato delle puffole pigmee, infine andarono a comprarsi un 
gelato.
“Ginny, credi sia vero che i mangiamorte stiano cercando i nati babbani?” 
Chiese Hermione, senza riuscire a nascondere un po’ di preoccupazione.
“Ma no..vedrai che saranno solo voci..e poi ci sono gli Auror, non hai niente 
da temere!” l’abbracciò l’altra.
“Guarda Gin, quella non è la tua amica Marietta?” le fece notare Hermione dopo 
un po’.
Una ragazza dai capelli neri e gli occhi grigi se ne stava davanti al negozio 
di bacchette, piangeva.
“Si è proprio lei, meglio che vada a  vedere cosa le è successo..” fece Ginny 
alzandosi.“Tu vieni?”
“No, ti aspetto qui, magari non si confiderebbe se ci fossi pure io”.
Hermione guardò Ginny avvicinarsi alla mora e iniziare a parlarle.
Venne distratta però da qualcuno che si sedeva accanto a lei, quasi come aspettasse che rimanesse da sola.
“Ciao” fece quello.
Era un ragazzo alto, massiccio.
Capelli neri e occhi verde smeraldo.
Agli occhi di tutti, un bel tipo. Ma..il suo sguardo, faceva paura ad 
Hermione.
“Salve” rispose lei, tenendosi distaccata.
“Alan Draimour” si presentò quello. Ma non le porse la mano.
“Io sono..” stava per dire lei, ma lui la interruppe.
“Hermione Granger. So tutto di te.”
“C-come?”
“Hai contribuito a salvare il mondo magico” fece ovvio lui, eppure lei notò 
nel suo tono una puta di amarezza, ben nascosta, ma c’era.
“Ah, certo..” non era molto convinta. Anzi, non lo era per niente.
“Tu e i tuoi amici vi siete dati un gran da fare” continuò lui.
“Già..” quella conversazione non le piaceva affatto.
“Il famoso Harry Potter..il salvatore del mondo magico e i suoi fedeli aiutanti!” gesticolò Alan.
“Deve essere stata dura, tutti quei morti.” Aggiunse, vedendo che lei non rispondeva.
“Sinceramente non ho voglia di parlarne. Cerco di pensare il più possibile al presente, anziché al passato” rispose secca. Voleva allontanarsi da quel tipo.
“Certo, certo. Comunque sia, che ci fai qui sola soletta?” le domandò.
“Io..io..non sono sola” rispose lei, cercando Ginny con lo sguardo. La trovò 
ad abbracciare Marietta. Bel supporto Gin, davvero!
“A me sembra di si” ghignò lui.
Ma non era un ghigno come quello di Fred e George , era un ghigno cattivo.
“A me invece sembra di no” intervenne una voce alle loro spalle.
“Fred!” si alzò di scatto lei, correndogli in contro.
Non sapeva il perché, ma quel tipo non le piaceva.
“Bene, vedo che ora hai compagnia, allora vi lascio, ma ci rivedremo, Hermione Granger” disse con una calma spaventosa, Alan.
“Ne dubito” disse Fred digrignando i denti.
“Stai bene?” le domandò il ragazzo, dopo che Alan se ne fu andato, scrutandola 
preoccupato.
“Adesso si..” rispose lei abbracciandolo. E fu così che Ginny li trovò. 
Abbracciati.
“Ehi, ma che è successo?”  domandò spaesata.
“Nulla di grave, ma non lasciarla più sola. Intesi?” rispose Fred, in tono 
autoritario.
Ginny annuì, sbalordita.
Suo fratello non si era mai comportato così. La cosa era più grave di quanto 
pensasse.
*
Hermione si trovava in giardino con il suo libro preferito in mano.
Si stava rilassando sotto un albero, al fresco, alcuni raggi di sole 
filtravano dalle foglie andando ad illuminarle il viso.
Ad un tratto però qualcuno le oscurò la vista, chiudendole gli occhi con le mani.
“Weasley, si può sapere perché non mi lasci mai leggere in pace?” chiese lei, 
divertita.
“Perché se leggi troppo, il cervello ti va in pappa” rispose ovvio lui, 
suscitando l’ilarità della ragazza.
“Ah, mi trovi divertente? Bene!” continuò, strappandole il libro di mano e 
portandoselo sulla testa, in modo che Hermione non riuscisse a prenderlo.
“Ridammelo Fred!” diceva quella.
Ma lui non voleva sentire ragioni.
“Fred!”
“Vieni a prenderlo!” e si mise a correre verso il laghetto.
“Lo bagnerai! Fermati!” Urlava la ragazza mentre gli correva dietro.
Ma l’obiettivo di Fred non era bagnare il suo prezioso libro, bensì bagnare 
lei.
Quando la ragazza gli fu abbastanza vicino, lasciò cadere il tomo e la prese 
sulle spalle a sacco di patate.
Lei urlò per la sorpresa, Fred non la smetteva di ridere.
“NON HO ALCUNA VOGLIA DI BAGNARMI! METTIMI GIU’ O TI SCHIANTO!”
“Se non vuoi che ti butti in acqua devi fare una cosa per me” ghignò lui.
“Cosa?” domandò lei, che ancora si divincolava.
“Voglio un bacio” rispose tranquillo.
Hermione era rossissima, ed era rimasta senza parole.
Dopo poco ritrovò la sua voce e il suo orgoglio da Grifondoro la spinse a rispondere:
“Scordatelo Weasley! Piuttosto mi trasferisco a vivere sott’acqua”.
Già, come avrete potuto immaginare, Fred la lasciò cadere dentro il laghetto..
Uno, due, tre secondi, ma Hermione non tornava a galla. Il ragazzo cominciava a 
preoccuparsi, così si sporse dal pontile per avere una migliore visibilità. 
“Oh santo Merlino..Hermione?” disse preoccupato.
Proprio in quell’istante una mano affusolata spuntò dall’acqua e lo acciuffò 
per il colletto facendolo cadere con un sonoro “splash”.
Poi la sua risata seguita da quella del ragazzo.
“Sei un mostro Granger! Certi comportamenti, non me li aspettavo da te!” 
sghignazzò lui sputando acqua.
“IO? io sarei il mostro?”
“Un mostro molto carino..” Fred le si avvicinò pericolosamente con due 
bracciate.
“Uhm..” Fred si avvicinava ed Hermione si allontanava.
“Che fai, scappi? Sono io che dovrei avere paura del mostro!” scherzò lui 
ridendo.
Sempre il solito.
Hermione lo schizzò.
“Mi sembra però che fossi preoccupato per questo mostro, Weasley..” 
contrattaccò lei, avvicinandosi.
“Non volevo averti sulla coscienza.” fece ovvio.
Ormai erano vicinissimi, se uno dei due si fosse sporto in avanti, le loro 
labbra si sarebbero incontrate.
“Mm-mm” annuì lei, ironica. “Mi avrai comunque sulla coscienza quando mi verrà una polmonite!”
“E’ stata una tua scelta cara mia! Non hai voluto baciarmi e questa è la giusta punizione!” la rimbeccò Fred.
“Sei insopportabile” mise su il broncio lei.
“Tu non sei da meno!” rispose a tono il rosso.
“ Andiamo Weasley, ammettilo che ti mancherò quando tornerò ad Hogwarts” si pentì subito di quello che aveva detto. Sentì una fitta al ventre. Era un po’ che ci pensava..e anche se non voleva ammetterlo era a lei che Fred sarebbe mancato.
Lui però sorrise.
“A proposito di questo..” aveva iniziato lui, quando si udì il crack della 
smaterializzazione.
Si voltarono di scatto e videro due persone inaspettate.
Harry e Ron.

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Capitolo 5
*** Sei bella ***


Lei uscì di corsa dall’acqua, dirigendosi 
verso i due amici.
“Harry!” E lo abbracciò “Ronald..” no, non poteva abbracciarlo, quindi si 
trattenne.
“Ciao” disse quello.
“Che ci fate qui?” sorrideva.
“Siamo venuti a trovarvi” rispose Harry.
“E io devo parlare con te.” terminò Ron.
Li raggiunse anche Fred, che si mise alle spalle di Hermione, guardando male 
Ron.
“Da soli” aggiunse il piccolo Weasley.
“No” ringhiò Fred.
“Si..Fred va tutto bene, tranquillo..” lei si voltò verso di lui, e gli 
carezzò una guancia. Il rosso sembrò calmarsi, e annuì.
“Ci vediamo dopo..ti aspetto dentro” le disse.
“Io vado a salutare Ginny” disse Hary, dileguandosi.
Hermione e Ron camminarono fino ad arrivare alla grande quercia nel giardino 
della Tana.
Si sedettero per terra, non troppo vicini.
“Allora Ronald, dimmi” lo esortò lei.
“Io..ti volevo chiedere scusa.” disse lui a sguardo basso. “Ho esagerato, non 
dovevo forzarti. Partirò con Harry per il corso Auror, è la cosa migliore.”
“Ron, dispiace anche a me per quello che è successo. Io ti voglio bene, come 
se ne vuole ad un fratello, fai parte della mia famiglia e mi mancherai..ma..l’altra volta..”
“Lo so, ho sbagliato. Ma era l’unico modo che mi è venuto in mente per tenerti con me. Io non volevo separarmi da te, sei la mia migliore amica da sette anni..”una lacrima solitaria sulla guancia del rosso.
Hermione intenerita lo abbracciò. Sigillando con quell’abbraccio tutti gli anni d’amicizia che li 
avevano uniti. “Ti perdono Ron” sussurrò sulla spalla di lui.
Dalla finestra però, qualcuno stava fraintendendo la situazione.
Fred Weasley, guardava la scena dalla finestra della sua camera. 
“Bene, vuole stare con Ron? Stia con Ron!” sbottò. “Sai che me ne importa”.
*
Molly stritolò Harry e Ron in un caldo abbraccio materno. 
“Sono così felice!” esclamò con le lacrime agli occhi. “Quanto vi fermate?”
“Due giorni, poi partiamo” rispose Harry.
“Ginny, hai visto Fred?” le domandò Hermione.
“Si..è in camera sua, ma ha un diavolo per capello.” borbottò quella. “Ho 
provato a parlarci, ma mi ha trattata malissimo”.
Hermione strabuzzò gli occhi. Fred che trattava male Ginny? Impossibile.
“Vado da lui..” sussurrò prima di salire la scale.
Arrivata davanti alla porta dei gemelli, bussò.
Nessuna risposta.
Entrò ugualmente, e trovò Fred con la testa sotto al cuscino.
“Fred?..” gli si avvicinò piano.
“Va via” rispose lui. La voce ovattata.
“No..finchè non mi dici che hai..” continuò lei.
“Vattene” riprovò lui con voce più fredda.
“Ho già detto che non me ne vado.” Si sedette affianco a lui, sul letto. “Che 
succede?”
Nessuna risposta.
“Fred?” lo scrollò per un braccio e lui alzò la testa di scatto.
“Ho detto di andartene! Cos’è? Non ti sono bastate le coccole di Ron e quindi 
ora vuoi le mie?!” aveva gli occhi rossi.
“Cos..? Ma che dici!! Sei impazzito?!” La riccia stava cominciando a perdere 
le staffe.
“Ti ho vista in giardino con lui! Tornatene da Ronnino! Fatti dare il doppio 
degli abbracci, perché dei miei non ne riceverai più!” aveva alzato il tono 
della voce senza rendersene conto. “Vattene.” Ripeté lui.
“Con molto piacere! Sei uno stronzo Fred Weasley!” E mentre si chiudeva 
violentemente la porta alle spalle, Fred poté notare le lacrime sul suo viso.
*
Sentiva Hermione singhiozzare, nella camera affianco.
Codardo. Alzati e vai da lei.
No. Che ci vada Ron! Si riprese subito.
E si girò dall’altra parte del letto, cercando di ignorarla.
Dopo poco la porta della camera di aprì e vi entrarono Ginny (furiosa come non 
mai) e George.
“Fred! Cosa diavolo le hai fatto! Come hai potuto dire quelle cose?! Lei è 
distrutta! Sei un idiota!” urlò Ginny.
“Ci penserà Ron a consolarla!” brontolò lui. Cercava di fare l’indifferente ,
ma i sensi di colpa lo stavano uccidendo.
“Fratello basta con questa storia!” sbottò George. “Ho chiesto io stesso a 
Ron, e quell’abbraccio valeva quanto uno che potrei dare io a Ginny! Sono solo 
amici! Ora vai da lei, così chiarite! E ne puoi approfittare per darle la bella 
notizia!” ammiccò il rosso.
“Ma..”
“Niente ma!” Ginny lo aveva preso per un braccio e sbattuto fuori dalla stanza 
“VAI!” ululò indicandogli la stanza della riccia.
Forse aveva esagerato. L’ultima cosa che voleva era far stare male Hermione.
Bussò. Ovviamente non rispose nessuno.
Entrò e la trovò come era posizionato lui qualche ora prima. Con la testa 
sotto al cuscino. Sorrise pensando a quanto fossero uguali.
Poi però il sorriso gli morì in gola, quando lei tirò su col naso.
“Her..” stava per chiamarla. Ma sapeva già come sarebbe andata. Lei che gli 
diceva di andarsene, lui che provava a spiegarsi, senza riuscirci dato che lei 
lo avrebbe attaccato,  poi perdeva le staffe e si chiudeva la porta alle spalle 
dicendo che quella ragazza era una stupida.
Non andava bene.
Quindi decise di agire e basta.
Sollevò il piumone e vi entrò dentro, raggiungendola e stringendosela contro.
Lei si irrigidì,e singhiozzò più forte.
Le levò di forza il cuscino dalla testa e con un po’ di pressione riuscì a 
farla girare e guardarla negli occhi.
Erano lucidi, rossi e traboccavano lacrime. Per colpa sua.
“Mione..” sussurrò “Sono un idiota”
Lei annuì, ancora piangendo e poi si strinse contro il suo petto, il posto che 
le trasmetteva sicurezza.
Le braccia di Fred le avvolsero la vita..
Smise di piangere. E sollevò lo sguardo.
“I-io e..e ..Ron siamo solo..a-amici” disse lei con la voce tremolante.
“Lo so piccola, scusami. Io..non so cosa mi sia preso, vi ho visti abbracciati 
e ..”
“Eri geloso” constatò Hermione, con un sorrisetto sulla faccia.
“Vedo che stai già meglio” Lui la guardò male. “E non ero affatto geloso!”
“Certo certo..come no” rise lei.
Lui le diede un pizzicotto.
“Ahi!”
“Ben ti sta!” sghignazzò.
“Eppure io dei tuoi abbracci non ne avrei più ricevuti” disse lei in tono 
malizioso.
“Bhe..ero arrabbiato” cercò di difendersi.
Lei scoppiò a ridere e Fred constatò quanto la sua risata fosse melodiosa.
“Sei bella” le disse schietto. E lei arrossì visibilmente.

“Fred! Hermione! A tavola!!” la voce di Molly dal piano di sotto, sembrava 
giungesse da un altro mondo.
“Divertente Weasley” si imbronciò lei.
“Guarda che io ero serio” le ammiccò lui, prima di alzarsi dal letto.
“Dovremmo andare..” sviò lei, sollevandosi a sua volta dal materasso e sistemandosi i capelli 
arruffati.
Scese le scale ancora con le parole di Fred in testa. “Sei bella” e sorrise.

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Capitolo 6
*** Ai Tiri Vispi ***


**
“Freddie?”  lo chiamò George.
“Si Georgie?” rispose quello, tirandosi a sedere sul letto.
“Sapevo che prima o poi ci saresti caduto pure tu nella trappola dell’amore. Adesso chi è la femminuccia, eh?” sghignazzò quello. E in risposta ricevette un cuscino in faccia.
“Non so di cosa parli” tentò Fred.
“Smettila, sei ridicolo. Sai benissimo a cosa mi riferisco. Tu e la Granger..” e ammiccò.
“Okay..forse mi interessa un po’..” ammise Fred, mettendo le mani avanti.
“Sei stracotto!” disse George come uno che la sapeva lunga.
“Non ti si può nascondere niente eh?” sorrise l’altro.
“Sono il tuo gemello, Freddie, certe cose le capisco. Le hai parlato di quella cosa?” chiese.
“Ci ho provato oggi, ma sono stato interrotto dall’arrivo di Harry e di quell’idiota di Bilius!” sbottò Fred.
“Bilius..già..sono ancora convinto che sia stato adottato” e i due gemelli scoppiarono a ridere.
**
 
Hermione si svegliò di buon ora, si infilò le pantofole e cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare Ginny, si avviò verso la porta.
La stava per aprire, quando notò sotto di essa un foglio di carta.
Lo prese in mano e dando solo un’occhiata alla calligrafia disordinata stabilì che doveva essere di Fred.
Diceva così.
Non prendere impegni,
vestiti, lavati, profumati, insomma quelle cose che fate voi ragazze e poi raggiungimi in salotto.
Ti aspetto lì per mezz’ora.
Se non ti muovi, però ti lascio a casa eh.
Fred
 
“Proprio mister galanteria” pensò lei scuotendo la testa.
Ci mise 15 minuti a prepararsi e scese in salotto.
Fred era voltato di schiena e guardava fuori dalla finestra.
La luce del sole, che filtrava debole attraverso la tendina, gli illuminava i capelli rosso fuoco.
Era così bello.
Cercò di camminare in punta di piedi, voleva prenderlo alla sprovvista e magari anche farlo spaventare.
Quando gli fu giunta ormai alle spalle, la voce del ragazzo la fece sobbalzare.
“Cosa pensavi di fare Granger?” chiese divertito.
“Uff” sbuffò lei.
Lui si voltò di scatto e la bloccò contro al muro, mozzandole il fiato.
“Ci vuole ben altro, per prendere alla sprovvista il re degli scherzi” le soffiò sul collo.
Dopo, senza neanche darle il tempo di domandare cosa aveva in mente, le afferrò la mano e si smaterializzarono.
 
“FRED WEASLEY!” Strepitò lei “Che cavolo ci facciamo qui?” si trovava sopra un paio di scatoloni dei Tiri Vispi.
Lui scoppiò a ridere e le porse la mano per aiutarla ad alzarsi.
“Oggi mi aiuti in negozio, ho dato a Lee un giorno di riposo.” rispose ovvio.
“E chi l’avrebbe deciso?” chiese lei, furiosa.
“Ma mi sembra ovvio! Io!” sghignazzò lui.
Hermione stava per controbattere, ma lui la fermò “Dai, ci divertiremo!” .
Lei sbuffò rassegnata.
Tra poco sarebbe partita, tanto valeva passare con lui più tempo possibile.
“Okay, presta attenzione Grangy. Io e il mio gemello, essendo dei geni, abbiamo avuto la brillante idea di separare i reparti in maschi e femmine. Il corridoio alla tua destra è per le ragazze e quello alla tua sinistra per i ragazzi. Di solito io mi occupo di servire le belle fanciulle” le strizzò l’occhio.
E lei si sentì tremendamente infastidita, senza sapere il perché.
“Ma se sei gelosa, per oggi posso anche fare un’eccezione” proseguì lui, probabilmente accortosi con compiacimento che lei aveva digrignato i denti.
“Assolutamente no, non vorrei mai fare un torto a quelle povere ragazzine senza cervello. Vorrà dire che io servirò i ragazzi” lo provocò lei.
“Oh, okay” rispose lui, preso alla sprovvista. Non se lo aspettava.
Le mostrò parecchie delle invenzioni più richieste, e la fece morire dalle risate quando per sbaglio di rovesciò addosso una scatola di “Buio pesto Weasley”.
Lei ancora presa dalle risate gli disse “Ehi..ehi..Weasley, faresti invidia persino a Lee!” e altre risate.
Anche lui scoppiò a ridere, ma subito dopo il solito ghigno andò a pararsi sul suo bel faccino.
“Oh no..no..no!” strillò lei. Ma era troppo tardi. Si ritrovò sporca di pece in pochi secondi.
“FRED! IO TI UCCIDO!” urlò inseguendolo tra  gli scatoloni.
“Avanti! Ti ho fatto un favore! Almeno così non si vedranno più le occhiaie che ti compaiono a forza di leggere!” rispose lui ancora correndo.
Questo fu troppo per lei, che prese da uno scaffale un tubetto di “Scivoloso scivolosissimo” e lo spruzzò ai piedi di Fred, che cadde a terra con un tonfo, trascinando però giù anche lei.
Non vi so dire per quanto tempo rimasero per terra a ridere come due bambini, vi posso però dire che una voce femminile li interruppe.
“Salve, c’è nessuno?” chiese questa.
“Buongiorno! Posso esserle utile?” si fece avanti un baldanzoso Fred, ancora sporco di pece.
“Fred o George! Che piacere rivederti..”rispose maliziosa quella.
“E’ ovvio che lui sia Fred!” sbottò Hermione, che stava assistendo alla scena con le braccia conserte.
“In effetti hai ragione.. Fred è quello più bello” ridacchiò l’altra.
Era una ragazza non troppo alta, bionda con gli occhi marroni. Le labbra colorate di un rosso acceso, e gli occhi stratruccati. Dei tacchi vertiginosi ai piedi, una minigonna attillata, e una maglietta con una scollatura indecente.
“Bhe..modestamente” strizzò l’occhio lui, causandole una risata acuta.
“Vomitoso” sussurrò Hermione prima di sparire in magazzino.
In un momento normale a Fred non sarebbe dispiaciuta per nulla quella conversazione, magari avrebbe anche chiesto il numero alla ragazza, ma quel giorno lo stava facendo solo per fare ingelosire Hermione.
La servì velocemente e dopo averla salutata con un cenno della mano, raggiunse la riccia in magazzino.
Si affacciò silenziosamente dentro la stanza e la sentì borbottare tra sé e sé.
“In effetti è Fred quello più bello.. che piacere vederti! Ihih!” stava palesemente scimmiottando la bionda di poco prima.
A Fred venne da ridere, ma si trattenne e giunse alla spalle di Hermione per poi sussurrarle all’orecchio “Gelosa?”. Lei fece cadere la scatola di pasticche vomitose che aveva in mano e si girò di scatto, rossa in viso come non mai.
“Da-da quanto sei qua?!”  chiese disperata.
“Abbastanza..” sghignazzò, come quella volta ad Hogwarts.
“Gelosa io? Affatto! Dovrai pur avere qualcuno con cui distrarti quando sarò via, no?” c’era una punta di amarezza nella sua voce, e Fred la notò.
“A proposito di questo..io l’altra volta..” riprovò lui.
Ma la sua frase venne interrotta da uno scampanellio. Qualcuno era entrato in negozio.
“Buongiorno” disse una voce maschile.
“Bhe, questo cliente lo servo io, Weasley” sorrise lei maliziosamente, e Fred si sentì contorcere le budella.
La seguì fuori dal magazzino e notò con somma sorpresa che il cliente era Oliver Baston, ex capitano della squadra di Quidditch.
“Baston!” lo salutò Fred.
“Ciao..ehm..” fece quello in imbarazzo.
“Fred” terminò Hermione .
Fred sorrise.
“Oh Granger, ci sei pure tu” le si rivolse Baston. “Come mai qui?”
“Io..ehm..aiuto Fred, solo per oggi” rispose lei.
“Mi fa piacere rivederti, ti sei fatta parecchio bella, sai?” le disse l’ex capitano senza alcun problema.
Lei arrossì. Ma non era il momento di fare la timida. Fred doveva pagargliela.
“Grazie OLIVER” Marcò bene sul nome “Anche tu stai benissimo” e ridacchiò.
 Fred era rimasto a bocca aperta.
“Mi aiuti tu a cercare quello di cui ho bisogno?” le chiese Baston, avvicinandosi pericolosamente ad Hermione, la quale stava per rispondere “certo”, ma qualcuno si mise in mezzo.
Fred si parò davanti a lei, e si rivolse a  Baston con sguardo truce.
“Ti aiuto io, amico. Cosa cercavi?” cercò di sorridere, ma non gli riuscì molto bene.
“Una pacco di torroni sanguinolenti, devo fare uno scherzo a mio fratello” rispose l’altro senza farsi scoraggiare.
Quando Fred gli porse ciò che aveva chiesto, sperò vivamente che Baston se ne andasse subito.
Ma non fu così.
Si riavvicinò ad Hermione e le chiese: “Sei impegnata? Come è andata la storia con Ron?”
Lei rimase un attimo in silenzio. “Siamo solo amici.”
“Allora non ci saranno problemi se ti invito a cena!” disse lui con un sorrisone stampato in volto “Facciamo..” stava per dire una data, ma qualcuno lo precedette.
“Mai?”
“Fred!” esclamò Hermione, senza però riuscire a nascondere un sorriso divertito.
“Scusa Baston, ma adesso abbiamo da fare, ciaoo!” e detto questo il rosso  lo spinse fuori dal negozio, con poca grazia.
“Sei stato sgarbato!” lo rimproverò lei.
“Grazie Oliver, anche tu stai benissimo! Ihihi!” la scimmiottò lui, sbattendo le ciglia.
“Non ho fatto così!” si difese lei. “E non ho sbattuto le ciglia in quel modo!”
“Invece si!” sbottò lui.
“Bhe..anche se fosse? Geloso per caso?” lo schernì lei.
“Può darsi.” Rispose lui, lasciandola di sasso.
Cosa?
“Cosa?” disse dando vita ai suoi pensieri.
“Cos’è, sei anche sorda?”  la derise Fred e prima che lei potesse ribattere ,cambiò argomento.
“Avanti, aiutami ne abbiamo di lavoro da fare! Sei proprio una scansafatiche!” disse ridendo.
“Scansafatiche?! Io?!” rispose dandogli uno scappellotto e poi scoppiando a ridere a sua volta.
 
Tranne quel piccolo momento di imbarazzo, la mattinata proseguì tranquilla. All’ora di pranzo, quando si dovettero smaterializzare, Hermione prese la mano di Fred, senza esitazioni. Ci aveva fatto l’abitudine, e a dirla tutta, non le dispiaceva poi così tanto. Meglio godersi quel contatto finchè ne aveva la possibilità.

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Capitolo 7
*** Una notizia inaspettata ***


“Ginny?” fu un sussurro.
La rossa mugugnò qualcosa, rigirandosi nel letto.
“Ginny?” ritentò, sfiorandole delicatamente un braccio.
“Mmmh?” rispose infine.
Hermione tirò un sospiro di sollievo, doveva parlare a qualcuno di ciò che le stava succedendo.
“Possiamo parlare?” chiese semplicemente la riccia. E questo bastò. Ginny si tirò a sedere con la schiena contro al muro, accese la abatjour che stava sul comodino e con sguardo serio ascoltò il racconto di Hermione.
Appena quella ebbe finito, la rossa sorrise.
“Che ne pensi Gin? Che cosa mi sta succedendo?” chiese preoccupata l’amica.
“Vedi Herm..” e si avvicinò a lei, come per confidarle un segreto. “Quello che hai tu..” sussurrò fermandosi. Hermione annuì come a dirle di continuare. “ le persone normali,….. lo chiamano amore!” esclamò Ginny come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Hermione scoppiò a ridere e Ginny sbuffò afflitta, spegnendo la luce e tornando a dormire.
Era passata mezz’ora da quella loro conversazione, eppure Hermione non riusciva prendere sonno. Pensava insistentemente a quello che le aveva detto Ginny.
Non poteva essere, no? Insomma lei era Hermione Granger. Si stava davvero innamorando di Fred Weasley?
 
Il pomeriggio seguente Harry e Ron erano in partenza e tutti li salutarono con la tristezza nel cuore.
Hermione li abbracciò con le lacrime agli occhi.
“Mi raccomando..scrivetemi..ogni giorno” singhiozzò.
“Ma certo Herm..” la rassicurò Harry.
“Ti penseremo sempre” continuò Ron. Ma per chi parlava per lui ed Harry o per sé stesso?
Hermione li guardò andare via, i contorni delle loro spalle rischiarati dal sole, gli occhiali di Harry e gli occhi azzurri di Ron furono l’ultima cosa che vide. Poi più nulla. Si erano smaterializzati.
Sentiva le lacrime premere l’una contro l’altra per uscire.
Nel cuore un peso tremendo. Erano i suoi migliori amici e chissà quando li avrebbe rivisti.
Con una scusa qualsiasi uscì in giardino e si sedette sotto la grande quercia.
Forse sarebbe dovuta andare a vedere come stesse Ginny, magari peggio di lei, data la storia con Harry.
Ma non aveva la forza di muoversi, e per essere sinceri neanche la voglia.
Si circondò le gambe con le braccia e le strinse a se, come a farsi forza da sola.
Poi diede libero sfogo ai sentimenti che teneva dentro e pianse a lungo. Si era fatta sera, e l’aria umida della notte le provocava brividi di freddo lungo la schiena.
Come ad aver avvertito quei pensieri, due forti braccia, anzi QUELLE due forti braccia la sollevarono da terra infondendole un piacevolissimo calore.
La ragazza aveva gli occhi chiusi. Ma sentì comunque il contatto con il petto di Fred, perché lei sapeva che era Fred, e per qualche arcano e assurdo motivo si sentì meglio.
Venne depositata in un accogliente letto dalle coperte candide,  e il ragazzo si sdraiò accanto a lei. Come era già successo, lei si strinse contro al suo petto, trovandovi sicurezza e pace.
Fred le carezzava i capelli, lasciandovi ogni tanto qualche tenero bacio. Magari in un momento normale  Hermione si sarebbe sentita in imbarazzo, ma quella volta, le sembrò che fosse tutto ciò di cui avesse bisogno. E così, chiusa in quella bolla protettiva che erano le braccia di Fred Weasley, si addormentò.
****
La mattina dopo, Hermione si svegliò con il profumo di lui ad inebriargli i sensi.
Un braccio forte e dalla stretta protettiva attorno al suo fianco. Socchiuse leggermente gli occhi, quel tanto che bastò per vedere altri due occhi che la scrutavano.
“Buongiorno dormigliona” le disse lui, scompigliandole i capelli.
“Buongiorno..quanto ho dormito? Che ore sono?” chiese avendo paura della risposta.
“Circa quattordici ore e sono le 11.30” rispose lui con tranquillità.
Lei spalancò gli occhi e si mise a boccheggiare.
“Co-cosa?! E’ tardissimo! Domani è il 1 Settembre e io non ho ancora comprato le cose per la scuola! Oggi sarei dovuta svegliarmi presto per andare a Digon Alley! Oh MERLINO!”
“Calma, calma Granger!” la prese per le spalle lui, costringendola a guardarlo.
“Ho detto a mia madre che ti ci avrei accompagnata io non appena ti fossi svegliata” sorrise.
“Oh..davvero? Grazie Fred..” E con quel grazie, non si riferiva solo al passaggio a Diagon Alley.
Dopo averlo detto gli scoccò un bacio sulla guancia, arrossendo subito dopo.
 “Bhe, vado a prepararmi allora” disse dirigendosi fin troppo svelta nel bagno, lasciando il giovane Weasley con un sorrisino stampato in volto.
Dopo circa mezz’ora si trovavano per le strade di Diagon Alley.
Hermione costrinse il ragazzo ad entrare in libreria per comprare alcuni libri che la McGonagall le aveva consigliato.
“Spiegami di nuovo come hai fatto a convincermi” disse Fred con voce disperata.
“Dai Weasley! Abbiamo quasi finito!” sbottò lei.
Prese una dozzina di libri, tutti quelli che aveva scelto, li mise in pila l’uno sull’altro e li sollevò, barcollando fino alla cassa.
“Vuoi una mano?” le chiese lui, avendo paura che le cadessero.
“Ce la faccio” rispose prontamente lei, orgogliosa com’era.
Lui sorrise. Incredibile quanta forza avesse dentro quella piccola so tutto io.
Dopo aver comprato pergamene, piume nuove e divisa scolastica, i due avevano finalmente finito e andarono a prendersi un gelato.
Hermione scelse i suoi due gusti preferiti: cioccolato fondente e fiordilatte, Fred invece peperoncino e cioccolato al latte.
“Non so come tu faccia a mangiare quella cosa..” disse lei, guardando il gelato del rosso quasi fosse un mostro.
“A me piace” si imbronciò lui, ma gli passò subito non appena vide i baffi di fiordilatte che la riccia aveva ai contorni della bocca. Cercò di trattenersi dal ridere, senza riuscirci.
Lei arrossì. “Che..che c’è?” chiese disorientata. In tutta risposta lui, le si avvicinò e le tolse con le labbra i baffetti.
 Hermione si era completamente irrigidita sotto al suo tocco.
 Era stato così veloce che non aveva avuto il tempo di capire cosa succedesse.
“Avevi dei baffi di gelato, proprio qui!” disse lui, sorridente, indicandole gli angoli della bocca dove aveva posato le sue labbra.
 In realtà quella che lei si fosse sporcata era solo una scusa, un pretesto per fare ciò che sognava 
da troppo tempo.
“Oh..o-okay..grazie” rispose lei in un sussurro.
“Sai, credo che ne sia rimasto un po’ qui” ghignò malizioso, riavvicinandosi pericolosamente. 
Per quanto le costasse, posò la mano sul petto di lui e lo allontanò.
“Fred” disse “Io domani partirò per Hogwarts. Noi non possiamo..”
“Invece possiamo Hermione..io..”
Ma in quel momento uno scoppio li fece sobbalzare entrambi e la panchina dove erano seduti si rovesciò.
“Bene bene..ci rincontriamo Hermione Granger” davanti a loro, con un’espressione da pazzo furioso in volto e la bacchetta sguainata c’era l’individuo che poco tempo prima si era presentato ad Hermione con il nome di Alan Draimour.
“Cosa vuoi?” chiese lei, posizionatasi già pronta ad uno scontro.
“Credo che tu lo abbia già capito” rispose quello.
“Stalle lontano!” si mise in mezzo Fred.
“Fred no!” Hermione non fece in tempo a pronunciare quelle parole che Fred venne schiantato dall’altro lato della strada.
“Voglio vendicare il mio signore” proseguì Alan, come se non fosse successo nulla.
“LUI E’ MORTO! VOLDEMORT E’ MORTO! NON TORNERA’!!” Urlava adesso Hermione,che 
non la smetteva di lanciare occhiate preoccupate al corpo di Fred.
“Non pronunciare il suo nome, schifosa mezzosangue!” Rispose Alan, più arrabbiato di prima.
“Crucio!” continuò, puntando la bacchetta verso la riccia.
Un dolore acuto, come se una lama l’avesse trafitta.
Riuscì comunque a rialzarsi, “Expelliarmus!” “Sectumsempra!” 
Andarono avanti così, lanciandosi incantesimi per un lasso di tempo che sembrò infinito.
Hermione perdeva sangue, era stata ferita, e l’unica cosa che avrebbe voluto fare era andare a vedere come stesse Fred.
Distratta da quel pensiero, fece appena in tempo a vedere il fascio di luce saettare verso di lei e la voce di Fred urlare “Protego!”
Poi svenne.
****
Non sapeva dove si trovasse. La testa le faceva male, e faceva fatica a respirare.
Delle voci attorno a lei, ben conosciute.
Molly e  Arthur parlavano preoccupati.
“E se non si svegliasse?” singhiozzava la donna.
“Smettila Molly, Hermione è forte, lo sappiamo entrambi!” la rassicurò il marito.
Un soffiare di naso, la porta che si chiudeva.
Aprì gli occhi, convinta di essere sola in camera, ma si sbagliava.
Una figura addormentata aveva la testa appoggiata al suo braccio.
Fred.
“Deve essere rimasto qui tutto il tempo” pensò lei.
E spinta da una forza invisibile passo una debole mano tra i capelli rossi di lui.
Fred si svegliò di soprassalto, forse era appena uscito da un incubo perché aveva una faccia sconvolta.
“Hermione!” urlò.
“Sono qui Fred! Ehi, va tutto bene” e lo accolse tra le sue braccia. Era 
proprio scosso.
“Stai bene?” le domandò lui, stringendola a sé.
“Si..cosa è successo? Ricordo di aver visto il raggio di luce puntare contro me, poi la tua voce urlare un protego e sono svenuta.”
Lui rafforzo la presa.
“Quando mi sono ripreso, tu stavi combattendo contro di lui. Ho visto il raggio verde puntare contro di te e ci ho messo due secondi a raggiungerti. Ho attivato il protego, ma l’impatto c’è stato ugualmente, per questo sei svenuta. Sarei dovuto arrivare prima Mione..” una lacrima scivolò lungo la sua guancia, 
ma venne subito asciugata da lei.
“Sei stato coraggiosissimo Fred..mi hai salvata..” sussurrò, togliendogli alcuni capelli ribelli dalla fronte.
Poi la porta della camera si spalancò. Ginny entrò come una pazza, seguita da 
George, Molly e  Arthur.
“Come stai? Oh Herm..” Ginny scoppiò in lacrime sul corpo dell’amica che cercava di rassicurarli.
Molly corse ad abbracciarla, George le carezzò il braccio per non mettersi anche lui a piagnucolare come una ragazzina e Arthur cercò di nascondersi, ma lei vide lo stesso delle lacrime di gioia sul suo viso.
Stava bene, perché era insieme a loro.
“Fortunatamente siamo arrivati subito dopo il protego di Fred. Non so quanto avrebbe resistito da solo.” Proruppe George.
“Che ne sarà di Alan?” chiese Hermione.
“Lo chiuderanno ad Azkaban” disse Molly.
“Spero che gli tocchi il bacio dei dissennatori!” sbottò Fred, e la rabbia era visibile nei suoi occhi.
Hermione lo abbracciò ancora più forte.
“Sarà meglio che riposi..domani si torna ad Hogwarts” disse Ginny. “Non vedo l’ora!” La rossa avrebbe dovuto frequentare il settimo e quindi sarebbe stata compagna di Hermione.
“Già..” sussurrò quest’ultima. Non aveva voglia di lasciare Fred. Nessuna.
Quasi intuendo i pensieri di lei, il rosso le posò un bacio sul collo, sussurrandole
“Di questo ne riparliamo nel fienile a mezzanotte. Spero di non venire interrotto stavolta”.
 Dopodiché uscì anche lui, con gli altri.
“Che avrà da dirmi di così importante?”  si domandò lei.
Il tempo sembrava non passare mai,nemmeno le sue amate letture riuscirono a distrarla.
Alla fine la mezzanotte arrivò e la ragazza uscì in punta di piedi per non svegliare gli altri.
Giunse nel fienile, ma non vi era nessuno.
“Non sarà mica un suo stupido scherzo?” pensò.
 Proprio in quell’istante la sua vita veniva cinta da due braccia che la spinsero contro al muro.
Il corpo di lui su quello di lei.
Il suo respiro sul collo.
“Fred..” sussurrò Hermione.
“No, sono la zia Muriel!” esclamò lui, facendola scoppiare a ridere.
Dopo quel piccolo momento di ilarità, però la guardò intensamente negli occhi. 
Per quanto intensamente si possa guardare una persona al buio.
E si spinse ancor di più a contatto con lei, facendola fremere.
“Che avevi da dirmi di così importante?” domandò la strega.
“Ecco..io..ho provato a dirtelo in tanti modi, ma ogni volta venivo interrotto.”
“ Se vuoi parlarmi di noi..risparmiatelo..la distanza ci farebbe male. Io tra poche ore parto. E tu hai al tua vita qui, il negozio..” disse con voce strozzata.
“Oh..che peccato. Pensa, stavo per dirti che anche io e George torneremo ad 
Hogwarts, ma vabbè, allora torno a letto, buonano..”
“COSA?!” urlò lei.
Lui le tappò la bocca, ridendo.
“Shhh! Vuoi svegliare tutti!? Mia madre mi ucciderebbe se sapesse che ti ho 
fatto uscire dopo quello che è successo oggi!”  
“Ma..davvero tornerai ad Hogwarts?! E il negozio?” Hermione aveva un sorriso che andava da 
un orecchio all’altro. 
“Sai com’è Molly..vuole che terminiamo per bene il settimo anno, dato quello 
che è successo l’anno scorso, il negozio lo lasceremo nelle mani di Lee e poi..c’è una certa ragazza che devo tenere d’ occhio..” Non riuscì a proseguire perché le labbra di lei si erano voracemente fiondate sulle sue.
Fred rimase sorpreso da tutta quell’audacia, ma ricambiò con passione il 
bacio.
Lei dischiuse la bocca, permettendo alla lingua di lui di entrarvi.
Si strinsero l’uno con l’altra, facendo scontrare i propri bacini e gemendo 
sommessamente.
“Dio Granger..risparmiati per Hogwarts, ne avremmo di tempo..” sussurrò 
baciandole il collo.
Hermione era fuori di sé, quella notizia l’aveva resa davvero felice.
“Sarà meglio che rientriamo,altrimenti non so quanto riuscirò a controllarmi” continuò il rosso.
Giunti alle scale del salotto si salutarono.
“Bhe..buonanotte Weasley” sorrise maliziosa.
“Notte Granger..” e la tirò a sé. Baciandola avido. Assaporando centimetro per centimetro quelle labbra che aveva tanto agognato.
Fu così, con un sorriso a trentadue denti che Hermione tornò a letto. 
Impaziente come mai di salire sul treno diretto ad Hogwarts.
 

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Capitolo 8
*** Ad Hogwarts ***




La mattina dopo si svegliò con la “dolce” voce di Molly che urlava a tutti “E’ TARDI FANNULLONI! ALZATEVI! GEORGE, FRED, GINNY! POSSIBILE CHE DOPO SETTE ANNI ANCORA NON RIUSCIATE A SVEGLIARVI IN ORARIO!? Hermione cara, svegliati, è tardino”
La riccia,ancora sotto le coperte scoppiò a ridere.
Si alzò di buona voglia, si lavò e si mise la divisa per Hogwarts. Le sue valigie erano già fatte, preparate una settimana prima e stracolme di libri.
Scese in cucina, particolarmente di buon umore e Ginny se ne accorse, infatti le fece un cenno con la mano che stava a significare “Dopo mi racconti. TUTTO.”
Dopo poco, anche i gemelli, assonnati e con i capelli tutti arruffati scesero in cucina, indossavano solo i pantaloni della divisa.
“Mi sembra che vi siate dimenticati qualcosa” sghignazzò Hermione, ma parlava più a Fred che a George.
“E a me sembra che non ti dispiaccia per nulla questa dimenticanza” la rimbeccò Fred, malizioso come sempre.
“Non sei tutto questo granchè Weasley” ribattè prontamente Hermione anche se arrossì,  non potendo fare a meno di perdersi ad osservare i suoi addominali ben scolpiti.
“Chiedilo a tutte le ragazze di Hogwarts se sono male o no!”
“Non mi sembra di aver mai sentito dire che sei eccezionale come credi..”
“Vedrai se lo sono” pensò lui tra sé e sé, ghignando.
La colazione procedette tranquilla, tranne qualche frecciatina che il rosso le rivolgeva come per esempio “Dormito bene?” “Scommetto che a mezzanotte già dormivi, vero Granger?” a cui lei rispondeva con un’occhiataccia.
Quando Ginny, Fred e George raccimularono tutte le cose dimenticate, come per esempio calzini, mutande, vestiti, salirono in macchina e partirono alla volta della stazione.
“Mi raccomando, fate i bravi” disse Molly con le lacrime agli occhi stringendo tutti in un caloroso abbraccio.
Quando toccò ad Hermione, la ragazza quasi non respirava più.
“Per piacere cara, controlla quegli scalmanati dei gemelli” e singhiozzò più forte.
“Ma..certo..” cercò di parlare la ragazza.
“Mamma, così la strozzi” intervenne Fred, separandole.
Salirono sul treno e cercarono uno scompartimento libero.
“Oh..io devo andare nello scompartimento dei prefetti per fare un giro di controllo, vi raggiungo tra poco” si ricordò Hermione.
“Va bene, ma fai presto, che dobbiamo parlare io e te” le puntò un dito contro Ginny.
Mentre camminava lungo il corridoio, ebbe l’impressione che Fred la guardasse in uno strano modo.
Sarà una mia impressione. Si disse.
****
Notò con dispiacere che anche Malfoy era tornato a scuola,e che sarebbe stato un prefetto. Se ne meravigliò, e non poco; dopo quello che era successo al padre che adesso era ad Azkaban, lui tornava ad Hogwarts?
“Granger! Di nuovo qui!” ghignò Malfoy non appena la vide.
“Già, e a quanto vedo pure tu..purtroppo” aggiunse tra i denti.
Lui sorrise beffardo e le diede le spalle. Si ignorarono per tutto il tempo.
Mentre tornava dal giro di controllo e si dirigeva verso lo scompartimento preso dagli amici, una mano uscì da una cabina vuota e ve la trascinò dentro.
Lei cercò di divincolarsi, poi però quando sentì l’odore inconfondibile che lo contraddistingueva si calmò.
“TU SEI TUTTO SCEMO FRED WEASLEY! Volevi farmi prendere un colpo?!” sbottò, girandosi a guardarlo.
Lui sorrideva divertito.
“Non hai ancora visto niente..” le sussurrò a fior di labbra.
Ed Hermione non ci capì più nulla.
Le labbra di lui su quelle di lei, le loro lingue che si muovevano in simbiosi.
All’inizio si trattava di un bacio dolce, che però ben presto divenne passionale, languido.
Le mani di lui le sollevarono un lembo della camicetta e vi si infilarono sotto, facendola sobbalzare.
Fremeva ogni volta che lui la toccava.
Le sue dita seguivano il contorno della  schiena di Hermione e la carezzavano.
“Fred….ci staranno aspettando..se non torniamo..si preoccuperanno..” ansimò lei, tra un bacio e l’altro.
“Shh” le rispose lui, e le sollevò le gambe, facendole aderire con il proprio bacino.
Si sedette su una poltrona del treno con Hermione a cavalcioni su lui, senza mai smettere di baciarla.
Dalla bocca poi, cominciò a scendere, baciandole il collo, la clavicola, fino a sopra il seno.
Lei gemeva ad ogni bacio, ma cercava di trattenersi.
“Fred…”
Le leccò il collo.
“Fred..”
Prese a sbottonarle la camicetta.
“Fred! Sono un prefetto!” sbottò alla fine.
“Rilassati, non ci vedrà nessuno..” le soffiò all’orecchio.
Era impossibile resistergli, sentirlo così vicino la faceva impazzire.
La camicetta di lei era ormai finita a terra, e lui armeggiava col suo reggiseno.
“Ma..come cavolo fate a portare questi affari?!” sbottò frustrato.
Lei scoppiò a ridere.
“Lascia faccio io..” lo slacciò e lo fece scivolare in maniera sensuale a terra di fianco alla camicia.
“Vuoi farmi impazzire eh Granger?” ghignò malizioso, prima di farla stendere su due poltrone e mettersi sopra di lei.
Hermione sentiva caldo, molto caldo, si irradiava dal ventre fino alla sua faccia.
Le mani di lei perse tra i capelli di lui.
Il bacino di Fred a contatto col  suo.
“Oddio..Fred..pensa se entrasse qualcuno” disse allarmata.
“Ho chiuso la porta con un incantesimo” rispose prontamente sghignazzando.
Pian piano insinuò le mani sotto la gonna di lei, accarezzandole le cosce.
“Sei ancora vestito” gli fece notare la ragazza dopo poco.
Lui se ne accorse in quel momento per la prima volta e sorrise intuendo le intenzioni di lei, che di fatti in men che non si dica invertì le posizioni, trovandosi sopra di lui e slacciandogli i bottoni della camicia.
Quando anche quella di Fred fu per terra, prese a baciargli e leccargli il petto, facendolo sospirare rumorosamente.
Hermione ci stava prendendo gusto, ma si trattava pur sempre di Fred Weasley, lui voleva sempre avere il comando del gioco, così quando lei fece per allungare la mano verso la sua cintura, con un colpo di reni, la stese all’indietro sdraiandosi su di lei, facendo aderire perfettamente il proprio petto con quello della ragazza.
Dopo le sollevò la gonna e insinuò una mano fino a  toccare il bordo dei suoi slip ma proprio quando sembrava giunto il momento si fermò. Hermione non ce la faceva più ad aspettare.
Lo guardò, e notò che ghignava.
Assunse un’espressione confusa e lui scoppiò a ridere.
“Così è troppo semplice Granger”
“Cosa?!” sbottò lei, indignata.
“Non dubitare più delle mie doti” e datogli un ultimo bacio, si alzò, si infilò la camicia in un batter d’occhio e uscì fischiettando dallo scompartimento, lasciandola senza parole.
Le aveva dimostrato quanto sapeva essere bravo. L’aveva lasciata insoddisfatta, con una voglia pazza di essere fatta sua. Gliel’avrebbe fatta pagare a quel Fred Weasley!
****
Il fischio del treno annunciava che erano giunti a destinazione.
Tutti si affacciarono ai finestrini da dove potevano vedere Hogwarts, come nuova che si mostrava davanti a loro in tutta la sua maestosità.
Per tutto il tempo fino all’arrivo al castello, Hermione non aveva degnato Fred di uno sguardo, e invece di tornare nello scompartimento dove Ginny, curiosa di pettegolezzi l’attendeva, era andata a rifugiarsi in quello dei prefetti.
Adesso si trovava lì, affianco ad un ragazzo biondo, alto e dagli occhi grigi, probabilmente il nuovo prefetto di Grifondoro, che con una voce sicura e confortante chiamava gli studenti del primo anno a sé.
“Primo anno! Primo anno qui!”
“Sei l’altro prefetto di Grifondoro?” chiese Hermione, curiosa.
Lui si voltò a guardare chi avesse parlato e non appena la vide si illuminò in un sorriso mozzafiato.
“Esatto, mi chiamo Luke, e tu sei Hermione,no?”
“Ehm..si..si”
“Ho letto tutti gli articoli sul tuo conto, ma credo che la maggior parte delle cose che si dicono non siano vere” la rassicurò subito vedendo l’espressione che aveva assunto.
“Già, infatti è così. Bhe..meglio che portiamo i nuovi studenti dentro” si ricordò Hermione.
“Ma certo, sarà un piacere lavorare con te” le disse lui e ammiccò.
Hermione si sentì tremendamente in imbarazzo. Va bene che aveva deciso di ignorare Fred, ma un flirt con il nuovo prefetto non le serviva proprio.
Quando tutti ebbero preso posto al tavolo dei Grifondoro notò Luke che era seduto alla fine della tavolata, che la salutò con la mano e le fece un cenno che stava a significare “A dopo”.
Arrossì ma trovò la forza di annuire, solo perché Fred le si era seduto di fronte e le aveva rivolto uno sguardo indecifrabile.
“Carino il nuovo prefetto!” le diede man forte Ginny.
“Si, niente male” rispose Hermione.
“A me sembra un idiota” sbottò Fred.
La riccia non potè evitare di sghignazzare tra sé e sé.
La professoressa McGonagall fece un bellissimo discorso, presentandosi come nuovo preside e ringraziando tutti gli studenti che avevano aiutato nella ricostruzione della scuola. Terminato lo smistamento dei primini e dopo il banchetto, gli studenti si alzarono dirigendosi verso i dormitori.
Dopo aver accompagnato i primini nei loro dormitori, anche i prefetti poterono andare a riposare.
Hermione entrò nella stanza in punta di piedi, convinta che Ginny dormisse.
Sobbalzò però quando la luce si accese, e la rossa, la guardò diabolica.
“Ginny! Mi hai fatto prendere un colpo! Che ci fai ancora in piedi?”
“Ti aspettavo, mi sembra ovvio…”
Hermione sbuffò afflitta.
“Okay..okay..” si sedette sul letto di fianco all’amica e le raccontò tutto per filo e per segno.
Man mano che proseguiva la faccia di Ginny cambiava espressione.
Stupita, divertita, sbalordita, emozionata, perplessa, eccitata, strafelice.
“NON CI POSSO CREDERE!! CHE BELLO! SIETE CARINISSIMI INSIEME! IO L’HO SEMPRE SAPUTO CHE DOVEVA FINIRE COSI’! E FINALMENTE HAI AMMESSO CHE TI PIACE!” Urlava la Weasley.
“Shhhh! Sveglierai tutti! Ginny!” la rimproverò Hermione, ma anche lei non riuscì a trattenere un sorriso.
“Quindi ora che pensi di fare?” le chiese curiosa l’amica.
“Logico, no? VENDICARMI!”
“Così mi piaci sorella!” e scoppiarono a ridere.
****************************************************************************************************************** La mattina dopo a colazione i ragazzi si erano seduti insieme al tavolo dei Grifondoro.
Le lezioni sarebbero iniziate a breve.
“Che abbiamo a prima ora?” Domandò Neville. Anche lui era tornato a scuola.
“Pozioni, sarà meglio che ci sbrighiamo!” si affrettò a rispondere Hermione, che aveva già afferrato la sua cartella.
 
Percorsero velocemente le scale che portavano ai sotterranei, dove si sarebbe svolta la lezione di Lumacorno.
Erano in orario, fortunatamente.
Entrarono e presero posto agli ultimi banchi, con disappunto di Hermione.
“Bene, cari ragazzi, eccoci qui per un nuovo anno. Per prima cosa vi dividerò in coppie per lavorare, e non si effettueranno scambi” .
Ci fu una protesta da parte degli studenti, durante il discorso del professore.
“Vediamo un po’..uno dei gemelli, lei!” e indicò George “con la signorina Weasley” . 
Ginny e George si scambiarono uno sguardo divertito.
“Finnigan con la signorina Patil..poi..Granger prenda l’altro gemello e cerchi di fargli imparare qualcosa per piacere”.
Fred sghignazzò.
“Levati quel sorrisino beffardo dalla faccia” . Sbottò lei, mentre si disponevano a coppie nei banchi.
“Lo sai anche tu che ci divertiremo insieme..” le sussurrò all’orecchio il rosso.
“ Non ho intenzione di perdere tempo. E adesso a lavoro”.
Fu un inferno, Hermione cercava di preparare correttamente la pozione, ma ogni 
qual volta si distraeva, Fred ne approfittava per stringersela contro, e far incontrare per puro caso le loro mani. Si divertiva come un matto, nel vedere le reazioni della ragazza.
“Aggiungete un pizzico della sostanza gialla alla vostra destra..” la voce di Lumacorno le giungeva a mala pena alle orecchie.
“Fred, hai sentito? Passami la sostanza gialla” gli disse la riccia, mentre mescolava la pozione dentro al calderone.
Il ragazzo però, che non aveva prestato attenzione alle parole di Lumacorno, le passò la sostanza gialla alla sua sinistra.
“Bene, lasciate cuocere per due minuti e poi..” una mano di Fred fra i capelli  di lei.
“Smettila Fred!” sbottò esasperata.
“E perché? Mi sto divertendo un mondo..” ghignò, mentre le lasciava un bacio languido sul collo.
“E’ questo il bello di stare all’ultimo banco” aggiunse malizioso.
Lei tentò di ignorare questi suoi commenti fuori luogo.
“Quanti minuti ha detto di lasciar cuocere il professore?” domandò la povera Hermione. 
“Due mi pare..” tentò lui, sperando fosse giusto.
Quando poi sempre per puro caso la sua mano finì sulla coscia di lei, quest’ultima fece cadere troppa erba peperita nell’intruglio .
La loro pozione ribolliva, e questo non era normale, in più il colore descritto dal libro non assomigliava per nulla a quello ottenuto da loro.
Lumacorno stava passando tra i banchi per osservare i risultati, quando si soffermò a guardare dentro al calderone di Hermione e Fred, ebbe la folle idea di annusare la sostanza.
Uno strano fumo prese ad uscire dal calderone ed Hermione si preoccupò.
“Professore io non mi..” non fece in tempo a terminare la frase che.. PUM!
Fumo pazzesco in tutta l’aula, la faccia di Lumacorno completamente ricoperta di quella strana sostanza gialla e Fred e George che si sbellicavano dalle risate, mentre il volto di Hermione stava attraversando tutte le tonalità di rosso possibili e immaginabili.
“GRANGER, WEASLEY! PER MERLINO, COSA AVETE COMBINATO?!” sbottò Lumacrono, 
tossendo.
“Professore io..” tentò Hermione, ma venne interrotta da lui “Meno dieci punti 
a Grifondoro, e fuori da quest’aula. E per la prossima settimana voglio che mi 
portiate quella pozione.” Disse indicando la porta.
Quando furono usciti..iniziò la terza guerra magica.
“TU! Sei un immaturo! L’anno è appena iniziato e già abbiamo perso dici punti!” 
“Non è colpa mia..se ti faccio questo effetto..” rispose innocentemente Fred.
“E’ colpa tua! Oh puoi giurarci che è colpa tua! In più io sono un prefetto! Certi comportamenti non me li posso permettere!”
“Dai Granger..pensa al alto positivo, possiamo approfittare di questa mezz’ora buca per fare tante attività..mm..gratificanti” le soffiò malizioso a fior di labbra.
“Credo che tu ti sia divertito abbastanza, brutto stupido che non sei altro!” si tirò indietro lei, schiaffandogli addosso il libro di Pozioni
 “E vedi di preparare quella pozione per il prossimo Martedì. Dobbiamo farci perdonare da 
Lumacorno!” 
Aveva preso a camminare verso il secondo piano, lasciando Fred allibito, in 
mezzo al corridoio.
“Cosa dovrei fare io? Oh santo Merlino”.
****
Hermione era in biblioteca, seduta comodamente nel suo banco preferito, quello in fondo alla stanza, che dava sul lago nero.
Si era immersa nella lettura di un libro sulle Creature Magiche, e ne era rimasta affascinata.
Non si era neanche accorta del fatto che fossero passate più di quattro ore da quando aveva salutato i suoi amici in Sala Grande dopo il pranzo.
Venne ridestata dalla specie di trance in cui era caduta, da una voce maschile, alle sue spalle.
“Hey Hermione”
Si girò di scatto, Luke era in piedi, dietro di lei e la guardava sorridente.
“Ciao Luke” lo salutò educatamente la ragazza.
“Oggi abbiamo la ronda quindi” nel dirlo, si era seduto di fronte a lei.
“Sembrerebbe di si..” rispose vaga, cercando di riprendere a leggere.
“Mi hanno detto che sei uno dei Prefetti più rigidi della scuola, è vero?” domandò divertito.
A lei quell’affermazione dette fastidio. Sollevò lo sguardo dalle pagine ingiallite che stava leggendo, e lo rivolse al ragazzo.
“Faccio solo il mio dovere, la McGonagall conta su di me” rispose col nasino all’insù.
“Ma certo..e ne ha tutte le ragioni…” il suo tono aveva un che di malizioso che mise in imbarazzo Hermione.
“Ehm-ehm” qualcuno aveva tossito, per richiamare l’attenzione su di sé.
E quel qualcuno era Fred Weasley, ricoperto di una sostanza appiccicosa di un dubbio color verde.
Alla ragazza venne da ridere nel vederlo, ma si trattenne non appena vide l’espressione del suo volto.
Non si preannunciava nulla di buono.
“Scusate se interrompo l’elogio delle tue fantastiche doti, Granger, ma ho bisogno di te.” L’aveva presa per un braccio e fatta alzare, sorridendole sghembo.
Poi si era rivolto a Luke. “Scusa amico, ma credo che dovrai trovarti un’altra ragazza a cui fare le avance. Questa è già occupata” e ammiccò.
“Fred!” esclamò lei, rossa in volto.
Quando furono nel bel mezzo del corridoio Hermione si fermò.
“Ma che ti è saltato in mente? Credevo volessimo aspettare per farlo sapere agli altri..” disse lei.
“Ho cambiato idea, quando ti ho vista parlare con quel deficiente.” Sbottò lui.
“Appunto, stavamo solo parlando! Neanche lo conosco.. e poi a me non interessa!” rispose di rimando la riccia.
“Si direbbe il contrario di lui, però..” nel dirlo aveva serrato i pugni e abbassato lo sguardo.
A  lei fece tenerezza, così gli si avvicinò per sussurrargli all’orecchio
 “Non hai di che essere geloso Weasley..a me piacciono solo le cause perse”.
Un sorrisino increspò il volto del ragazzo.
“Si può sapere cosa ti è successo?” domandò dopo un po’ lei fra le risate, non riuscendo più a trattenersi.
“La stupida pozione di Lumacorno, che mi hai lasciato preparare da solo!” si imbronciò lui.
Hermione si mise a ridere più forte.
“Oh povero piccolo..è una fortuna allora che l’abbia preparata io circa due ore fa, prima di venire in biblioteca.” 
“Cosa?! Ma allora perché mi hai detto di prepararla?” sbottò lui frustrato.
“Così impari a distrarmi durante una lezione” ghignò lei.
“La mia influenza ti sta cambiando” sussurrò lui, fingendo di essere sconvolto e scuotendo il capo.
Scoppiarono a ridere entrambi.
Fred le si avvicinò e fece per baciarla, ma Hermione lo fermò.
La guardò confuso.
“Non vuoi ancora che lo sappiano..” e il suo tono di voce era triste, ferito.
“Ma no, stupido! Non è per quello” chiarì subito lei.
Fred sembrò sollevato. “Allora perché non vuoi baciarmi?”
“Prima fatti una doccia, dopo ne riparliamo, e poi, sto mettendo in atto la mia vendetta.” riprese a ridere la riccia e dopo avergli dato un buffetto sulla guancia lo lasciò lì, in mezzo al corridoio, per la seconda volta.
“Hermione Granger è pazza. E io sono totalmente pazzo di lei” sussurrò lui, 
prima di sorridere tra sè e sè.

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Capitolo 9
*** Granelli di polvere ***


Hermione era stesa sul letto, fissava il soffitto come incantata.
Si era svegliata più presto del solito, senza un motivo in particolare.
Aveva aperto gli occhi e il suo primo pensiero era stato lui, Fred.
Le venne da sorridere automaticamente.
Come biasimarla, chiunque pronunciasse quel nome vi associava un sorriso.
Un po’ di luce filtrava dalla tenda di velluto bianco, e andava a riflettersi sul muro.
Un granello di polvere volteggiava nell’aria, la ragazza lo vedeva in contro luce.
Inevitabilmente paragonò quel piccolo granello a se stessa. Perché in fondo è questo che noi tutti siamo, piccoli granelli di polvere in mezzo a questo gigantesco universo.
Dopo pochi secondi quel piccolo granello venne affiancato da un altro un po’ più grande. Si misero a precipitare lentamente verso il basso, insieme. Formavano spirali, sospinti dalla poca corrente che c’era nella stanza.
Qualsiasi piccolo granello di polvere si sentirebbe solo in questo mondo, ma assieme a qualcun altro diventa tutto più bello.
“E’ ora che io vada a cercare il mio granello di polvere” sussurrò con un sorrisino.
Sollevò la coperta leggera con un veloce movimento della gamba.
Si infilò le pantofole e ancora in pigiama e con i capelli arruffati si diresse in punta di piedi nel dormitorio maschile.
Giunse di fronte alla porta di Fred ed entrò.
I gemelli dormivano in due letti vicini e chiunque li avrebbe confusi.
Ma non lei.
Sollevò leggermente il lenzuolo e vi scivolò dentro.
Fred non si era accorto di nulla e dormiva beatamente.
I capelli rossi gli ricadevano scombinati davanti al volto, le labbra, andavano a formare un sorrisino insolente anche mentre dormiva.
Era bellissimo. Non vi so dire per quanto lo osservò.
Dopo la ragazza gli si strinse leggermente contro e circondandogli la vita con le braccia gli lasciò un lieve bacio sul collo.
Lui schiuse gli occhi e li richiuse immediatamente. Probabilmente un riflesso incondizionato.
Altro bacio, stavolta sulla mascella.
Un mugolio, forse si stava finalmente svegliando!..ma no, si mise il braccio sugli occhi e tornò a dormire.
Hermione sbuffò.
Forse era il caso che lo lasciasse riposare.
Fece per mettere un piede fuori dal lenzuolo, quando qualcosa la fece sobbalzare.
Una mano le aveva afferrato il polso e l’aveva fatta ricadere sul materasso, bhe..non proprio sul materasso, diciamo pure sul petto di Fred, che la guardava malizioso.
“Per merlino! Vuoi farmi prendere un colpo?!” sussurrò stizzita lei.
Lui sorrise, come se si aspettasse quella reazione.
“Buongiorno anche a te!” scherzò.
“Si..” borbottò Hermione.
“Sei carina mentre mi osservi dormire, sai?” le sussurrò all’orecchio il rosso.
“Graz..cosa?! Eri sveglio?!”       
Fred scoppiò a ridere.
“Forse..”
“Tu sei..” iniziò lei, ma lui le tappò la bocca con un bacio.
“Immaturo, insopportabile, stupido..lo so già” le disse a fior di labbra, per poi tornare a baciarla. Hermione sorrise. Era proprio impossibile.
Alcuni minuti dopo, quando si staccarono per riprendere fiato, si sdraiarono vicini, lei accoccolata contro il petto di lui, che dal canto suo le carezzava la schiena, disegnando sulla sue pelle cerchi immaginari.
Fu Fred ad interrompere il silenzio. Come sempre.
“Bhe..la tua vendetta è già finita a quanto vedo..” alludeva a loro due e ai baci che si erano scambiati.
Hermione sembrò ricordarsene in quel momento. Rimase in silenzio per due secondi, due secondi che si rivelarono di troppo quando cercò di riprendere il controllo della situazione.
“Ho deciso di darti un po’ di tregua..solo per ora..sia chiaro..perchè io non ho..ancora…ehm..non ho..” Fred aveva preso ad avvicinarsi sempre di più e annuiva sarcasticamente, invitandola a proseguire il discorso.
Quando furono ad un palmo di distanza, Hermione sbuffò.
“Okay. Hai vinto..”
Fred sembrò convinto e ghignò soddisfatto. Le prese il viso tra le mani per assaporare il bacio della vittoria, chiuse gli occhi, ma invece di incontrare le dolci e tenere labbra della riccia incontrò il cuscino.
Spalancò gli occhi.
Hermione glielo aveva schiaffato in faccia e tra le risate riuscì a dire “Pensavi davvero che ti avrei fatto vincere?”
Scosse la testa divertito, pensando a quanto quella ragazzina fosse fantastica, e mettendosi a ridere anche lui.
Questo momento venne interrotto da un assonnato George Weasley in soli boxer alzatosi dal letto con uno sguardo omicida.
“VOI! Forse non lo sapete, ma c’è gente che dorme a quest’ora! O meglio cerca di dormire..” sibilò puntandogli un dito contro.
Fred si affrettò a coprire gli occhi della fidanzata alla vista del gemello in mutande.
“Scusa George..ma che?! Che fai Freed!” esclamò Hermione.
“Ti evito la vista più brutta della tua vita” rispose ovvio.
“O la più bella” ghignò George.
Dopo quell’affermazione i tre iniziarono una guerra con i cuscini che portò con sé tante risate.
 
La giornata proseguì bene.
Arrivarono puntuali a lezione, grazie ad un passaggio segreto scoperto al terzo anno dai gemelli, ed Hermione nel pomeriggio costrinse tutti a studiare almeno un po’.
Rettifico. La giornata sembrava proseguire bene. Almeno fino alla sera e alla ronda notturna che attendeva Hermione.
A cena i quattro amici erano seduti vicini quando Ginny chiese ad Hermione
“Stasera quindi la prima ronda eh?”
Fred per poco non si strozzò con il succo di zucca.
“Si..” rispose sbrigativa Hermione, non voleva discutere. Ma era troppo tardi.
“Sarai felice” disse cupo Fred.
“Perché dovrei?” rispose a tono lei.
“Passerai tutta la notte con quel tipo..come si chiama? Luke..spero che vi divertiate”.
“Ma di che parli?!”
“Delle occhiate che ti lancia. Ecco di che parlo!”
Detto questo e senza nemmeno darle il tempo di ribattere, si alzò dalla tavolata e si diresse, seguito da George, verso le scale.
“Herm..mi dispiace..” disse Ginny mortificata.
“No Gin, tranquilla, non è colpa tua. Se Fred non si fida di me,è un problema suo. Ora scusa, devo andare..Altrimenti farò tardi.” E si dileguò anche lei, asciugandosi velocemente una lacrima sfuggita al suo controllo.
****
“Ehi!” esclamò il biondo non appena la vide.
“Ciao..” rispose Hermione un po’ a disagio dopo il loro ultimo dialogo in biblioteca. “Luke..io..” iniziò lei, ma lui le fece un cenno con la mano che stava a significare .
“Da dove vogliamo iniziare?” chiese lui, evitando accuratamente l’argomento che tormentava la riccia.
Hermione a quelle parole sorrise. Forse Luke aveva capito che non era il caso.
“Direi dal primo piano”
“Bene, andiamo!” si sorrisero e iniziarono la ronda.
***
“Ma quanto ci mette? Perché non torna? Secondo te è il caso che vada a vedere se va tutto bene?..se..”
“Calmati fratello! E’ fuori da solo 30 minuti!” esclamò George.
Fred faceva avanti e indietro per la Sala Comune come un disperato.
“Se lui la stesse infastidendo?”
“Nah, non credo..e poi Hermione sa difendersi da sola” gli fece notare il gemello.
Fred sembrò tranquillizzarsi.
Si sedette con George sul tappeto rosso oro e mentre il vociare degli alunni più piccoli andava scemando man mano che andavano a dormire, loro si misero a parlare e progettare nuovi scherzi per i Tiri Vispi.
Vennero interrotti un po’ di tempo dopo da Simus, che si sedette accanto a loro.
“Ei ragazzi!” salutò quest’ultimo.
“Ciao Simus” risposero in coro.
“Come va?”
“Bene” rispose George, sicuro che anche il gemello avrebbe risposto così, ma Fred mugugno un “Potrebbe andare meglio”.
Alzò gli occhi al cielo.
“Che succede?” chiese invece Simus.
“Nulla, solo che da un po’ di tempo il nostro Freddie odia, senza alcun motivo particolare, le persone di nome Luke!” sbottò George.
“Il fatto che lui sia con Hermione a quest’ ora della notte diciamo che non mi fa stare molto tranquillo..ecco tutto..” borbottò l’altro.
Simus sbarrò gli occhi.
E i due gemelli lo guardarono incuriositi.
“Luke?  Luke il prefetto?! Anche io sarei preoccupato fossi in lui!” esclamò indicando Fred, che si rizzò a sedere come se lo avessero punto.
 
“Cosa ne sai Simus?” domandò infatti.
 
Hermione e Luke avevano quasi finito la ronda, mancava solo il quinto piano da controllare.
“Bhe..questo è l’ultima” sospirò soddisfatta lei, quando si chiusero alle spalle la porta di un’aula.
“Già..”
“Tutto bene?” Si girò a guardare Luke, erano una decina di minuti che si era fatto taciturno.
Lui la scrutava con quei suoi occhioni grigi.
Quasi potesse leggere dentro di lei.
La ragazza fu costretta ad abbassare lo sguardo.
“Ho..ho qualcosa che non va?” domandò mentre si spostava una ciocca di capelli ricci dietro le orecchie.
“No, anzi..sei bellissima” le sussurrò lui, avvicinandosi a lei.
Un passo avanti del ragazzo, due indietro di Hermione.
Le ricordava quella volta al laghetto della Tana con Fred, con la sola differenza che non si stava divertendo per nulla.
“Sarà meglio che andiamo..” tentò, ma quando cercò di superarlo lui le si piazzò davanti.
“Oppure potremmo rimanere ancora un po’ qui..da soli..non mi dispiace per niente la tua compagnia..”
“N-no..io..devo andare, ma se vuoi tu puoi rimanere..”
“Come mai tutta questa fretta?!” le domandò, afferrandole il polso.
Anche questo gesto le ricordò Fred. Come le aveva stretto il polso quella stessa mattina. E anche in questo caso non potè evitare di notare l’enorme differenza: Fred glielo aveva stretto gentilmente, la stretta di Luke era prepotente, le stava facendo male.
“Devo tornare dal mio ragazzo“ Marcò bene la parola, sperando che quello si intimidisse almeno un po’.
Ma la sua frase non sortì l’effetto sperato, anzi alimentò in Luke, la voglia di affrontare quella sfida.
“Il tuo ragazzo?” la schernì quello.
“SI.” Rispose secca lei, guardandolo negli occhi.
Lui la inchiodò a muro, le braccia sulle spalle di lei, non le permettevano di muoversi.
Hermione cercò di divincolarsi, ma senza ottenere grandi risultati.
“Eppure io questo fantomatico ragazzo, non lo vedo. Tu si?” sghignazzò maligno.
Gli occhi le pizzicavano. Non qui. Non davanti a lui si disse. Cominciava ad avere paura. Paura che Fred non arrivasse per salvarla, come invece sperava.
Fred. Già aveva ragione a non fidarsi di Luke.
“Lasciami!” strepitò lei, mentre lui le afferrava i fianchi.
“Rispondi Hermione. Tu lo vedi il tuo ragazzo? Non mi sembra sia venuto per toglierti dai guai. Evidentemente non gli importa poi così tanto.”
Una lacrima le rigò la guancia bianca.
Stava per rispondergli, o almeno provarci, quando sopragiunse una terza voce.
“A me invece sembra di vederlo.”
“FRED!” esclamò felice come non mai di vederlo.
Era arrivato.
Cercò di liberarsi dalla stretta dell’altro per correre tra le braccia del rosso per stringerlo forte, per chiedergli scusa e dirgli che aveva ragione, ma non ci riuscì. Luke aveva rafforzato la presa, facendo emettere alla ragazza un gemito di dolore.
“Lasciala stare.” La voce di Fred era diversa dal solito, non vi era sarcasmo, non stava scherzando. Non era mai stato così serio.
Impugnava la bacchetta, ma sperava che non gli sarebbe servita.
“Altrimenti?” Lo provocò Luke.
“Altrimenti” sorrise Fred “per puro caso la McGonagall verrà a sapere delle molestie rivolte ad alcune studentesse del terzo, che non hanno avuto il coraggio di denunciarti. Verrai punito, i tuoi genitori, entrambi al ministero ne risentiranno..e inutile dirti che verrai espulso da Hogwarts.” Continuò sicuro.
La sicurezza negli occhi del biondo vacillò, Fred se ne accorse.
Era il momento giusto.
“Expelliarmus!”
Luke finì contro la parete opposta. Hermione che non se lo aspettava sarebbe caduta, se non fosse stato per Fred che l’afferrò.
“Credevo di essere stato chiaro” proseguì Fred “Quando ti ho detto di cercartene un’altra. E te lo ripeto ora. QUESTA E’ GIA’ OCCUPATA, e se osi guardarla un’altra volta, te ne pentirai.”
Prese Hermione per mano e si allontanarono dal quel corridoio, dove un dolorante Luke si contorceva sul pavimento.
 
“Oh..Fred mi dispiace tanto!” singhiozzò lei abbracciandolo forte e nascondendo il volto nell’incavo tra il suo collo e la scapola.
“Ei..tranquilla..l’importante è che il tuo principe azzurro sia arrivato in tempo, no?” disse in tono pomposo, facendola scoppiare a ridere.
Si baciarono dolcemente.
Hermione sorrise tra un bacio e l’altro.
“Fred..”
“Mmmh?”
“Tu sei..”
“Immaturo, insolente, insensibile, stupido..”
“No! Scemo, fammi finire!”
Lui trattenne una risata tra le labbra e mise le mani davanti in segno di resa.
“Sei il mio granello di polvere..”
“Eh?”
La ragazza scosse la testa ridendo, e si fiondò di nuovo sulle sue labbra.
 

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Capitolo 10
*** Melanie ***


La lezione di Trasfigurazione era appena terminata.
Hermione aveva una pila di libri sotto braccio, doveva posarli immediatamente in sala comune oppure avrebbe perso l’uso dell’arto superiore. Pesavano davvero tanto.
Mentre saliva le scale, prese a guardarsi intorno, cercando con lo sguardo una testa rossa a lei ben familiare. Eppure, non ve ne era traccia.
“Saranno tutti in Sala Grande per il pranzo” pensò. In effetti l’ultima campanella era già suonata, ma lei si era trattenuta in aula per parlare con la McGonagall di un incantesimo molto interessante.
Varcò il ritratto della signora Grassa, convinta che non avrebbe trovato nessuno studente lì a quell’ora, e invece..la stanza era gremita di Grifondoro di tutte le età.
Bambine con delle lunghe trecce saltellavano ridacchiando, sembravano emozionate, bambini alti quanto uno gnomo da giardino avevano delle strane cose in mano.
“Scusa, potrei sapere che sta succedendo?” domandò educatamente, ma con un cipiglio severo, la riccia ad una bambinetta.
Questa si guardò in torno prima di risponderle “Quei due fusti di Fred e George Weasley stanno mostrando le loro invenzioni”.
Hermione digrignò i denti.
Osservò la folla di studenti e notò che erano racchiusi in cerchio, stavano effettivamente ammirando qualcosa.
Poi le giunse all’orecchio, la sua voce.
“Venite, venite! Ce ne è per tutti!”
“Ei tu, non spingere, calmo, ecco a te, una bella pasticca vomitosa!” a seguire la voce di George.
Cercò di farsi largo tra gli studenti, e quando finalmente giunse di fronte ai due, si mise le mani sui fianchi.
“VOI! Credevo fossero passati gli anni in cui giocavamo a guardia e ladri!” sbottò.
“Guardia e ladri?” domandò George, senza nemmeno sollevare lo sguardo dal pentolone fumante in cui stava rimestando.
“Mi sembra di ricordare, che fosse un altro il gioco che facevamo..” le sussurrò all’orecchio Fred. Lei sobbalzò, non si era accorta che le era giunto alle spalle.
“Ah ah. Molto divertente, ma ciò non cambia le regole. Non potete vendere i vostri prodotti, io sono..”
“Un prefetto..” terminarono i due per lei “Lo sappiamo Grangy”
“Ma tu sai anche che non rinunceremo mai a infrangere le regole” continuò Fred, stringendole i fianchi.
Lei cercò di divincolarsi dalla sua stretta, doveva riprendere il controllo della situazione.
“Non..non mi costringete a togliervi dei punti!”
“Rilassati Herm..” un bacio sul collo.
Non poteva, non poteva lasciarsi sopraffare dalle emozioni. Si allontanò di scatto, prima che fosse troppo tardi.
“L’avete voluto voi.    Meno diec..”
“La verità è che sei invidiosa” sopraggiunse una quarta voce.
Hermione si voltò lentamente.
Una ragazza alta, dai capelli biondi e gli occhi verde smeraldo era appoggiata alla parete e la guardava con aria di sfida. L’occhio critico di Hermione si andò a posare sulla gonna della sua divisa, eccessivamente corta.
“Scusami?” domandò incredula Hermione.
“Hai sentito bene.. la verità è che sei gelosa della genialità di Fred e George, per questo li punisci” continuò quella.
La riccia sbattè le palpebre. Aveva sentito bene? Era appena stata psicanalizzata da una perfetta sconosciuta?
I gemelli si guardarono di sottecchi e poi scoppiarono a ridere.
“Finalmente qualcuno sano di mente!” le si avvicinò George.
“Già! Come ti chiami bellezza?” proseguì Fred, anche lui avvicinatosi.
Bellezza? No, sicuramente aveva sentito male.
“Melanie.” Rispose quella sbattendo le ciglia.
“E in che anno sei?”
“Questo è proprio assurdo. Io invidiosa di loro? I cervelli di questi scemi messi insieme, non raggiungono la dimensione di una noce.”si intromise Hermione.
“Avanti, ammettilo che vorresti avere il loro fegato e il loro coraggio, per non parlare del carisma!” li adulò quella.
“Bhe..si in effetti il carisma ci caratterizza..” “Grazie..grazie..troppo gentile” si pavoneggiavano i due Weasley.
“Sai che c’è? Dato che ti piacciono tanto, sono tutti tuoi! Divertitevi” Sbottò Hermione, prima di abbandonare la stanza a grandi passi, sotto lo sguardo divertito di Fred.
La verità è che non riusciva a togliersi quelle parole dalla testa.
E la cosa peggiore era che erano vere. Avrebbe voluto avere il carisma, il fegato e il coraggio dei gemelli, alle volte si sentiva così inutile.
Entrò velocemente nel bagno dei prefetti. Le era passato l’appetito.
****
Aveva passato l’intero pomeriggio in biblioteca, al suo tavolo preferito.
Non voleva uscire da lì. Non voleva parlare con nessuno. Aveva visto solo Ginny, che le aveva riferito che a pranzo Melanie non si era scollata un momento da Fred e George, bhe, soprattutto da Fred.
Sfogliava distrattamente le pagine, non riusciva ad assimilare niente di più. Aveva già anticipato i compiti per le due settimane seguenti, il suo cervello era strapieno.
Venne distratta da un rumore dietro di sé.
Si voltò di scatto, sapendo già cosa si sarebbe trovata davanti.
Un sorriso sghembo.
“Cosa vuoi?” domandò aspra.
“Non posso più passare del tempo con il mio prefetto preferito?” le sorrise lui.
“Dove l’hai lasciato il cagnolino?”
“Chi? Melanie?”
“Vedo che hai capito subito..” ironizzò lei.
“E’ con George, le sta spiegando qualche trucchetto.”
“Tu le hai già spiegato tutti i tuoi?” disse lei tagliente come mai.
Non sapeva perché, ma la gelosia la stava divorando.
Lui scoppiò a ridere.
“Siamo nervosette oggi?”
“Per niente.” Rispose secca, dandogli le spalle.
Passarono due secondi, poi le forti braccia di Fred la sollevarono dalla sedia, portandola di peso nel reparto proibito.
“Che fai?! Freeed! Se Madama Pince ci vedesse..” strepitò lei.
“Non ci vedrà” la zittì lui, prima di spingerla delicatamente contro uno scaffale ammuffito e ben nascosto ad occhi indiscreti.
Cercò il suo sguardo, ma la ragazza lo teneva fissa sulle scarpe.
“Non posso credere che tu sia veramente gelosa di Melanie” sghignazzò.
“Gelosa? Io? Figuriamoci.” Ribattè lei.
“Meglio così..perchè non avresti alcun motivo di esserlo” le sussurrò all’orecchio prima di baciarla.
Lei sorrise sulle labbra di lui, mentre ricambiava il bacio con trasporto.
***
Uscirono dalla biblioteca mano nella mano, vogliosi di fare una passeggiata sulla riva del Lago Nero.
Stavano per varcare la soglia del portone in legno massiccio, quando una vocina stridula li fece sobbalzare.
“Freddiee, dove andate? Posso venire con voi??”
Senza neanche aspettare una risposta, Melanie si avvinghiò al braccio di Fred e gli sorrise adorante.
“Veramente noi..” iniziò Hermione.
“Oh ciao Hermione, spero non ti dispiaccia se mi unisco  voi”
La riccia rimase zitta un secondo di troppo.
“Perfetto, andiamo!”
Fred in tutto questo non aveva mollato la mano di Hermione nemmeno per un secondo, e questo la tranquillizzò.
Tirava un leggero venticello, i capelli delle due ragazze svolazzavano in aria.
Ogni tanto Melanie se ne usciva con una frase del tipo “Che braccia forti che hai Freddie” “Sei così bello” , facendo digrignare i denti ad Hermione.
Quando poi giunsero alla riva del lago, e dall’acqua spunto un tentacolo della piovra gigante, la bionda cacciò un urlo pazzesco e saltò addosso a Fred.
“Rilassati Mel, è solo la piovra gigante!” sbottò Fred, trovandosi la ragazza praticamente in braccio.
“Solo la piovra gigante?! Quella cosa è pericolosa!” strillò in risposta quella.
“Se tu avessi letto storia di Hogwarts sapresti che quella “cosa”, come la chiami tu, non attacca gli studenti. Vive qui da più di un secolo!” la attaccò Hermione, che non cercava nemmeno di nascondere il fastidio nella voce.
La vicinanza tra quella e il suo fidanzato, non le andava giù.
La piovra, quasi sentendosi chiamata in causa, emise un gorgoglio, facendo ribollire l’acqua del lago.
“Ahhhhh!” strillò Melanie, e prese a tirare calci all’aria.
Bhe, non proprio all’aria, uno prese Hermione in piena pancia facendola cadere all’indietro.
Splash.
L’acqua le entrò nel naso. Lei odiava l’acqua nel naso.
I capelli, se prima erano crespi, dopo il bagnetto nel Lago Nero, assomigliavano ad un cespuglio.
Riemerse dall’acqua arrabbiata come non mai.
Subito Fred corse ad aiutarla.
“Herm..stai bene?” le domandò cercando di sembrare il più serio possibile; ma si vedeva benissimo che cercava di trattenersi dal non ridere.
Lei lo fulminò con lo sguardo.
“Ti sembro una che sta bene?!” ululò.
Fred non ce la fece più a resistere e finì per terra per le troppe risate.
“Oddio Hermione, mi dispiace così tanto!!!” trillò Melanie che le si era avvicinata con finta faccia dispiaciuta.
Respira Hermione, non vuoi finire ad Azkaban per un omicidio. Respira.
“Aspetta, hai una cosa proprio qui..” continuò Melanie. Le infilò una mano fra i capelli e ne estrasse fuori un’ alga di un colore verde acido.
“Ho imparato un incantesimo perfetto per questo tipo di situazioni” proseguì sempre quella.
Hermione sbarrò gli occhi.
“Non ce ne è bisogno!” esclamò, ma era troppo tardi.
Con un rapido movimento della bacchetta, Melanie eseguì l’incantesimo.
In pochi secondi Hermione si ritrovò sommersa da alghe verdi, proprio come quella che aveva fra i capelli.
“Oh Merlino, non doveva succedere questo! Credo di aver sbagliato qualcosa..” sussurrò Melanie portandosi una mano alla bocca.
La testa della riccia sbucò dalle alghe. Era rossa in volto, probabilmente le tremavano le mani.
“Ma davvero?” Disse tra i denti.
Intanto Fred aveva preso a rotolare come una felice balla di fieno, asciugandosi le lacrime agli angoli degli occhi.
Respira Hermione. Forse ad Azkaban ci finirai per due omicidi.
 
 
Angolo Autrice:
Bene! Eccoci qui!
Mi dispiace di avervi fatto aspettare un po’ per questo capitolo, ma tra scuola e impegni vari è difficile trovare un po’ di tempo.
Ne ho approfittato oggi dato che ho la febbre e non sono andata a scuola per proseguire la long.
Spero che il nuovo capitolo sia di vostro gradimento.
Ringrazio Hana per la sua fantastica idea, e un ringraziamento anche a tutte le meravigliose lettrici che seguono e recensiscono la mia storia.
Alla prossima,
Alis <3
 
 
 
 
 

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Capitolo 11
*** Inviti ***


Da quando c’era Melanie-sono-una-cozza-e-amo-Fred-Weasley il tempo in cui Hermione e il ragazzo riuscivano a stare insieme era davvero poco.
Ogni volta che programmavano un’uscita, all’ultimo minuto ecco che arrivava quella.
Ogni volta che si baciavano in corridoio, CASUALMENTE Melanie passava e urtava Hermione, interrompendo il contatto.
Ogni volta che si sedevano a tavola, Melanie non perdeva tempo a raggiungerli.
La riccia non ne poteva davvero più.
Era un bel Sabato mattina. Gli studenti erano tutti di buon umore perché di li a poco sarebbero usciti.
Hermione invece, non aveva alcuna intenzione di uscire da sotto le coperte. Era convinta che quel Sabato sarebbe stato orrendo, con Melanie sempre in mezzo ai piedi.
Toc,toc.
“Chi è?” chiese con la voce ovattata da sotto il piumone.
La persona al di là della porta non si prese la briga di rispondere. Entrò e basta.
“Ma ch..” iniziò Hermione, quando venne circondata da due forti braccia.
Qualcuno si era infilato nel letto con lei.
Quel qualcuno era Fred Weasley.
Si girò di scatto, e non appena incontrò i suoi occhi, non potè fare a meno di sorridere.
“Buongiorno Granger..” le sussurrò a fior di labbra.
“Tanto buono non direi..lo sai, che non riusciremo a stare un attimo in santa pace ad Hogsmeade?” sbuffò .
Lui sghignazzò. “E cosa ti ha fatto pensare che saremmo usciti?”
“Oh, scusami tanto se pensavo che il Mio ragazzo volesse passare un sabato con me” rispose indignata.
Fred le scoppiò a ridere in faccia.
Hermione più arrabbiata che mai, lo spinse con tutte le sue forze di sotto dal letto. Un tonfo. Un “AHI! Granger! Sai quante ragazze ti cruccerebbero per quello che hai appena fatto?”
“Sicuramente Melanie.” Detto questo gli diede le spalle.
Passarono due secondi prima che Fred si lanciasse su di lei.
“Fred!! Sei impazzito?” lo sgridò, non potendo però nascondere una risata.
“A me sembra che tu…Granger…sia…gelosa..” le soffiò sul collo.
“E a me sembra che tu, Wesley, sia un idiota.” Ribatté lei, cercando di scrollarselo di dosso.
“Ah, non sei gelosa? Quindi se io oggi uscissi con Mel…a te..non creerebbe alcun problema?”
“Mel?!” Disse a voce un po’ troppo alta, riducendo gli occhi a due fessure.
Quando vide un’espressione trionfante sul volto di Fred, però, decise di riprendersi.
“No di certo. Non mi crea alcun problema se esci con MEL. In effetti, mi sono appena ricordata che anche io avevo un impegno oggi. Zabini, ehm..BLAISE  mi ha chiesto di passare da lui, per aiutarlo con alcuni compiti.” Sorrise sorniona.
Fred rimase un attimo in silenzio.
“E dimmi, di grazia, dove dovreste studiare tu e Zabini?” chiese digrignando i denti.
“Ma è ovvio, in camera di Blaise..” rispose con finta aria innocente.
In risposta Fred le afferrò i polsi, portandoglieli sopra la testa.
“Hermione”
“Fred”
“Ti conviene dirlo tu a quella serpe che non puoi andarci né oggi,né mai, perché se lo faccio io finisce che lo schianto.”
E la baciò.
Hermione rispose al bacio, perdendo le sue mani affusolate tra i capelli rossi del ragazzo.
Sorrise a fior di labbra, al pensiero che non era l’unica gelosa.
Fred le afferrò i fianchi, avvicinandola di più a se.
Improvvisamente in quella stanza cominciava a fare caldo.
“E digli anche..” sussurrò dopo poco “che sei mia, e che se solo osa guardarti, sarà l’ultima cosa che farà.”
 “Adesso vanti la proprietà? Eppure mi hai detto che non avevi intenzione di uscire con me oggi..” ribattè lei.
“Ho detto..che non volevo uscire, ma solo perché questo avrebbe comportato l’uscire in tre.. invece qua..possiamo stare soli soletti..” ghignò.
Hermione scosse la testa, sorrise e si rifiondò sulle sue labbra.
***
Era stata una mattinata fantastica.
Lei e Fred erano usciti dalla sua camera solo per l’ora di pranzo.
Forse sarebbe stato meglio se non lo avessero fatto.
Stranamente Melanie non era ancora arrivata. I due ne approfittarono per sedersi accanto a George e Ginny.
“Ei, voi due, si può sapere dove siete stati tutta la mattina?”
Hermione guardò altrove imbarazzata.
Fred invece si limitò a strizzare l’occhio al fratello, che gli battè il cinque.
“TU.IO.PARLARE.DOPO.ASSOLUTAMENTE.”  Ginny aveva gli occhi che a momenti le uscivano fuori dalle orbite. Hermione sbuffò frustrata e guardò male Fred.
“Oh scusa..non volevi che lo sapessero?” chiese fingendo innocenza.
“Io ti uccido Weasley!”
“Possibilmente domani, perché Freddino per stasera ha già un impegnino” sopraggiunse la squillante voce di Melanie.
“Come scusa?” Hermione ruotò lentamente la testa verso la bionda, stava per dare in escandescenza.
“Freddino?” fece George disgustato, guardando sconvolto il gemello.
“Un impegnino?” domandò Ginny, anche lei sconcertata.
“Ehm..” Fred non sapeva che dire.
“E che impegno avrebbe?” Hermione cercava di mantenere la calma.
“Oggi è il mio compleanno tesori! E stasera farò una mega festa! Ci tengo che voi gemelli ci siate..” urlettò eccitata Melanie.
Ginny tossì.
“Oh..si, se volete potete portare anche queste due” aggiunse con un gesto minimizzante della mano.
“Pff! Figurarsi se ci veniamo. Non è vero, Gin?” disse Hermione.
“Assolutamente” le diede ragione la rossa.
“Ma voi verrete vero??” Domandò implorante Melanie, rivolta a Fred e George. “Ci saranno tante persone a cui potreste vendere le vostre invenzioni”
“Certo che ci veniamo, vero Fred?” disse sicuro George.
“Io..non penso che ci verrò, se non viene Hermione..” rispose l’altro.
Hermione sorrise dentro di se.
“Perché la tua ragazza ha per caso paura che ti porti via da lei?” ghignò Melanie.
COSA?!
“Melanie..” Tentò Fred.
“Bhe si, in effetti fa bene..”
“Melanie senti..”
“Magari non sa nemmeno ballare..ecco perché non viene. Comunque non me ne andrò da qua finchè non mi dirai che vieni alla festa!” piagnucolò quella.
“ Fred ci sarà alla festa. Ora vattene”  Disse con una calma eccessiva Hermione.
“Oh..” rimase a bocca aperta quella. “Perfetto!! Allora a dopo, tesori, vi aspetto nell’aula di trasfigurazione alle 22:00”
Detto questo, girò i tacchi, nel vero senso della parola, e se ne andò, facendo svolazzare i suoi capelli.
“MA COSA VI E’ SALTATO IN MENTE?” Li rimproverò Ginny.
“Bhe, sorellina” iniziò George “Melanie può anche essere stupida e fastidiosa però è un gran bel pezzo di gnocca, hai visto che gamb..”
 “Stai zitto George. Hermione tu non gli dici nulla?! Gli permetti di andarci?” sbottò la sorella  esasperata.
“No, piuttosto dico a te una cosa. Trova un bel vestito per stasera che alla festa ci andiamo anche noi” Melanie giocava pesante? Bene, anche Hermione lo avrebbe fatto.
I gemelli la guardarono a bocca aperta.
Fred dentro di sé, penso che quella piccola Grifona era davvero troppo orgogliosa. Ma in fondo, era per questo che ne era innamorato.

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Capitolo 12
*** Il confetto ***


“Mi aiuti a chiudere il vestito?” domandò Hermione dal bagno.
“Certo, vieni!” esclamò Ginny entusiasta.
Un cigolare di porta.
Un fruscio tessuto.
Un “oh” di ammirazione e meraviglia da parte della rossa.
“Herm, sei bellissima..” disse sottovoce.
La riccia ridacchiò, imbarazzata.
Indossava un abito rosso fuoco, a fascia sul seno, decorato con delle piccole pietre trasparenti che riflettevano la luce; e che scendeva sinuoso aprendosi in una gonna lunga e morbida che le arrivava alla caviglia. Indossava dei sandali marroni, che giravano intorno all’alluce in una spirale. Degli orecchini di corallo rosso le pendevano dalle orecchie, e un leggero filo di trucco completava il quadro. I capelli erano stati lasciati liberi, indomabili come sempre, ma c’era un qualcosa di ordinato, questa volta, nel loro disordine.
“Aspetta che ti veda mio fratello.. non credo che riuscirà a camminare fino all’aula di trasfigurazione”
Le due scoppiarono a ridere.
“Anche tu stai molto bene Gin..” le disse Hermione.
La rossa indossava un vestito verde acqua, con delle sottili spalline a reggerlo. Era fatto di una seta morbida e fresca. Una scollatura a V nella parte superiore, la schiena era quasi nuda, coperta solamente da alcune strisce di tessuto che partivano da una parte all’altra e si incrociavano.  La seta del vestito le copriva le gambe fino a metà coscia, e ai piedi aveva delle ballerine argentate. Alle orecchie portava dei cerchi anch’essi argentati, e aveva un filo di matita negli occhi.
“Bene, andiamo!” esclamò la Weasley.
Prese a braccetto Hermione e uscirono dalla stanza.
I ragazzi le aspettavano ai piedi delle scale, e quando le videro scendere i loro respiri si fermarono e il chiacchiericcio cessò.
Fred era molto elegante, indossava uno smoking nero e bianco; ma si era rifiutato di mettersi la cravatta, al contrario di George. Gli sembrava un collare per cani.
Pur essendo vestito così, però manteneva un qualcosa di ribelle, che lo caratterizzava. I capelli, per esempio, non erano leccati e sistemati, ma scompigliati e arruffati. Proprio come piacevano ad Hermione.. e i primi bottoni della camicia non erano stati infilati nelle setole.
I due si guardarono e si sorrisero.
Lui le prese la mano, e gliela baciò ghignando.
“Sei bellissima stasera”
“Stasera? Solo stasera? Bene!” Rispose pronta lei, fingendosi offesa, ma senza riuscire a non sorridere.
“Sei bellissima sempre..ma stasera.. sei..wow”
Hermione arrossì.
“Ancora arrossisci ad un mio complimento? Mi fa piacere vedere che non ho perso il mio fascino!”
“Oh, per piacere, stai zitto” si imbronciò lei.
Lui le avvolse i fianchi e la avvicinò a sé.
Lei sollevò lo sguardo e i loro occhi si incatenarono.
Ma proprio quando si stavano per baciare…
“Finalmente siete arrivati..tesori!! Avevo paura che aveste cambiato idea! Fred, George, siete bellissimi!”
Melanie uscì trotterellando dall’aula di trasfigurazione; dalla quale già provenivano schiamazzi e risate, e una musica assordante, che già solo a sentirla da lontano fece venire voglia di scappare ad Hermione. Lei non amava la discoteca, né quel tipo di musica..neanche nel mondo dei Babbani, durante le vacanze, quando qualche vecchia amica le proponeva di andarci, aveva mai accettato.
Ma quella sera non poteva tirarsi indietro.
Il vestito di Melanie, per quanto mi senta cattiva nel dirlo, la faceva sembrare un confetto.
Era rosa, ma non di un rosa antico, o di un rosa perla..o di un rosa pastello. Era di un rosa acceso, che faceva venire male agli occhi dopo un po’ che lo si guardava.
Era un abito gonfio, che avvolgeva le spalle e le ingigantiva, scendeva sul seno in una scollatura che era tutt’altro che accentuata. Il busto era ricoperto di lustrini, e la gonna era fin troppo corta.
Ai piedi portava dei tacchi, che Merlino solo sa come riuscisse a sopportarli.
Ed era proprio questo che Hermione si stava domandando, quando Melanie si lanciò su Fred.
“Freddino..sono così contenta che tu sia qui..”
Gli si era appoggiata alla spalla, e lo guardava trasognante.
Lui sbuffò. Cominciava ad essere stanco di sentire la sua vocina stridula nelle orecchie, e soprattutto cominciava ad essere stanco di quel soprannome.
Stava per dirle di staccarsi, quando il confetto disse “Hermione cara! Ci sei anche tu. Ma come sei bella!”
Più che di Fred, George e Ginny, quella che rimase di sasso fu Hermione.
“Cos..oh..grazie” balbettò.
“Ma di nulla tesoro! Venite dentro, vi presento agli altri.”
E mentre chiunque si sarebbe aspettato che Melanie afferrasse il braccio di Fred, non fu il suo braccio ad essere stritolato.
Sotto gli occhi increduli di tutti, Melanie, la festeggiata, Melanie il confetto, Melanie la cozza, fece il suo ingresso trionfale alla sua festa di compleanno, in compagnia di Hermione Jane Granger.
Qualcosa non andava.
Hermione non sapeva cosa Melanie avesse in mente, ma non si prospettava nulla di buono.
Era stata davvero una buona idea, andare a quella festa?
 
 
ANGOLO AUTRICE:
Okay, questo è solo un piccolo assaggio di quello che succederà nel prossimo capitolo.
Non temete, non passerà molto tempo, spero di pubblicarlo tra domani e dopodomani; perché ce l’ho già in mente.
Intanto volevo chiedervi scusa se sono scomparsa e con me sono scomparse le mie storie.
E’ passato tanto tempo, e probabilmente non avete neanche più voglia di leggere quello che scrivo.
Ma volevo ringraziarvi. Un grazie immenso a tutte le splendide ragazze che hanno recensito e che mi hanno incoraggiata a continuare. VOI mi avete fatto tornare la voglia di scrivere, e di ridare vita alla coppia Fred-Hermione.
Quindi, GRAZIE.
Un abbraccio caloroso a tutte;
Alis.

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Capitolo 13
*** Cambiamenti ***


“Sono tornata tesori! Date il benvenuto ai miei amici!” esclamò raggiante Melanie, varcando la soglia.
Hermione non capiva. L’unica cosa di cui fosse certa era che se Melanie non le avesse mollato il braccio, le si sarebbe fermata la circolazione del sangue. L’aula era troppo..rosa. Una grande scritta “buon compleanno Melanie” aleggiava sopra le loro teste. Palloncini fuxya riempivano interamente la sala, era quasi difficile muoversi. Attaccato alla parete destra vi era un grande tavolo imbandito con sopra ogni tipo di pietanza. I gemelli furono da subito accerchiati da amici, o ragazzi che volevano acquistare i loro prodotti, o da ragazzine del primo anno che si consideravano amministratrici di un fan club..
Ginny si era messa a parlare allegramente con una ragazza dai capelli blu.
Hermione, che era stata spinta dalla calca;  cercò di voltarsi a cercare con gli occhi Fred, ma già non lo vedeva più..in effetti non vedeva più neanche Ginny e George. E Melanie che le stava tenendo il braccio..anche lei scomparsa. Si voltava e attorno c’erano solo visi sconosciuti.
Maledetta Melanie. La riccia era convinta che lo avesse fatto apposta; per renderla una serata disastrosa.
Cercò di farsi spazio tra i vari studenti; chiedendo “permesso” “potresti farmi passare?” e dicendo “scusa..” “oddio non volevo..” “mi dispiace averti pestato il piede..sto solo cercando di raggiungere..”
“Non mi interessa cosa stai cercando di fare. Mi hai sgualcito il vestito, camminandoci sopra con le tue scarpe da quattro soldi. Hai idea di quanto sia costato?!” la aggredì una.
Aveva i capelli neri, con delle striature bianche. Lunghi, veramente molto lunghi, più di quelli di Ginny; le arrivavano al fondo schiena. Liscissimi. Come se una ruspa le fosse passata sopra. Era magra, non molto alta; non più di Hermione almeno. Gli occhi erano di un verde smeraldo. Indossava un vestito con la parte superiore nera e una scollatura a cuore che lasciava poco all’immaginazione. La gonna del vestito era viola scuro, scendeva con dei fronzoli fin sotto i piedi.
“Non è colpa mia se il tuo vestito è troppo lungo.” Ribatté Hermione, a cui non era piaciuta per niente l’espressione “scarpe da quattro soldi”.
Quella che si era già rigirata per ballare con la sua amica; si voltò di scatto. “Il mio vestito non è troppo lungo. E’ l’ultima moda parigina. Ma tu che ne puoi sapere..Basta vedere come sei vestita..” e scoppiò a ridere insieme all’altra ragazza. Quella indossava un semplice vestito giallo. I capelli di un normale marrone, erano raccolti, e gli occhi non sembravano cattivi quanto quelli della ragazza dal vestito troppo lungo.
“Già, hai proprio ragione. Non me ne importa niente dell’ultima moda parigina, se ne fanno uso le persone come te. E adesso scusa, ho altro da fare!” Hermione era stanca di quella conversazione.
Ma non fece in tempo ad allontanarsi che venne afferrata per la gonna da quella lì.
“Ferma, secchioncella. Dove pensi di andare? Mi parli in questo modo e credi che la passerai liscia?” Le stava tirando la stoffa, ed Hermione temeva che da un momento all’altro sarebbe rimasta in mutande.
Si mise a tirare anche lei, per liberarsi dalle grinfie di quella ragazza attacca briga. Ma ad un tratto, dall’altro lato venne mollata la presa e la riccia si ritrovò per terra.
Inutile dirvi che quelle due avevano le lacrime agli occhi.
Piano piano le persone che le stavano vicino si accorsero di quello che era successo.
E si misero a fissarla. Hermione voleva scomparire.
Quando ad un tratto, dal nulla, prima che proprio tutti gli invitati si rendessero conto della sua figuraccia, una mano sbucò dal nulla e la aiutò ad alzarsi.
“Stai bene?”
“Si… graz…” Hermione aveva iniziato la frase ancora dando le spalle a chi le aveva prestato aiuto, ma quando si voltò le si bloccò in gola.
“Melanie?” esclamarono lei e le altre due.
La bionda non prestò attenzione ad Hermione, ma si volse verso le altre.
“Come ti sei permessa? E tu, lo trovi tanto divertente? Lei è una mia amica. Guai a voi se vi vedo ancora una volta darle fastidio.” Disse solenne.
“Ma..Mel..”
“Niente Mel. Andatevene.”
Le due sbarrarono gli occhi.
“Ma..”
“FUORI!” ringhiò.
Dopo un istante di esitazione, mortificate e confuse, lasciarono la festa.
Hermione era paralizzata. Mai in vita sua avrebbe pensato che questo sarebbe potuto accadere. Melanie che la difendeva. E chi ci avrebbe creduto?
“Stai bene?” ripeté la bionda.
“S-si..grazie..” sussurrò di rimando la riccia.
“Vieni con me, andiamo in bagno. Sei stordita.. e poi ti sei macchiata un po’ il vestito cadendo per terra, ma con un po’ d’acqua andrà via.”
Senza obiettare, Hermione la seguì. Dopo averla aiutata a ripulire il vestito..
“Hermione”  Disse incespicando nelle parole; e il suo nome pronunciato da quelle labbra suonò tremendamente male “Mi scuso. Per tutto, per come mi sono comportata, e per come ti ho trattata. Ho capito che Fred è fuori dalla mia portata finchè state insieme. Quindi, ecco, ti volevo chiedere scusa..magari chissà, potremmo essere amiche” La riccia rimase un attimo in silenzio. Davvero le stava chiedendo scusa? Amiche? Loro due..?
“Tranquilla Melanie, è tutto apposto. Si..credo di si” Sorrise.
Non le piaceva essere in competizione con qualcuno. Ed era un bene che Melanie si facesse da parte. Finalmente lei e Fred potevano starsene in santa pace.
“Oh, grazie! Sei la migliore!” esclamò l’altra e l’abbracciò.
Hermione non sapeva se ricambiare, ma dopo pensò -è il suo compleanno, che male può farmi un abbraccio?- così la strinse a sua volta. “Tieni, assaggia! E’ davvero buono” le propose Melanie quando si furono staccate. Le stava porgendo un bicchiere con un liquido giallognolo dentro. “No, grazie, io non bevo.” Rifiutò educatamente Hermione. L’altra fece spallucce e bevve il liquido tutto d’un colpo; mandando indietro la testa.
A quel punto il volume della musica , se possibile, si alzò ancora di più.
“Adesso, vieni! Ti presento i miei amici!” urlò per sovrastare il suono assordante.
“Oh..no..io veramente volevo cercare gli altri..”
“Meglio aspettare che siano loro a trovarci!”
In effetti ormai, trovarsi era davvero difficile. Incredibile il numero di persone che riuscivano ad entrare nell’aula di trasfigurazione.
“Ci voglio provare lo stesso” urlò anche lei.
“Come vuoi! Se non dovessi trovarli, ci rivediamo qui!”
**
Era già da una buona mezz’ora che cercava Fred, ma niente.
Nemmeno l’ombra di tre teste rosse.
Ad un tratto si sentì soffocare, quella situazione era terribile per lei che amava il silenzio interrotto solamente dal rumore delle pagine che vengono sfogliate.
Si appiattì contro il muro e chiuse gli occhi; pregando Merlino che le desse la forza di non svenire. Un’altra volta a terra no.
Le girava la testa, i suoni erano ovattati. Quella musica martellante le era entrata nel cervello.
Respirò freneticamente cercando aria, ma trovandone sempre troppo poca per i suoi gusti.
“Hermione!” esclamò Fred.
Lei aprì gli occhi di scatto; il che non migliorò la sua situazione emicrania.
“Fred!” disse di rimando, lanciandoglisi addosso e trovando il sostegno che cercava nelle sue forti braccia.
“Che hai? Stai poco bene?!” chiese preoccupato, guardandola come se potesse morire.
“Tranquillo” ridacchiò la ragazza davanti ad una simile reazione “Ho solo mal di testa..”
Lui si tranquillizzò un po’, la prese per mano e la condusse fuori.
**
“Davvero Melanie ha fatto questo?” Fred era davvero sorpreso, dopo il racconto della sua ragazza.
I due erano seduti sulle scale del pianerottolo. Lei aveva la testa appoggiata sulla spalla di lui.
“Si.. è stata..carina nei miei confronti” abbozzò un sorriso lei.
“Bhe, menomale, forse finalmente si darà pace e potremo diventare tutti amici”
A quelle parole, qualcosa si mosse dentro di lei.
Diventare tutti amici.. Tutti amici di Melanie.
-Smettila Hermione.-
“Si, forse sarà così” rispose ignorando quegli stupidi pensieri.
“A proposito di cose carine.. ti ho già detto che sei bellissima?” ghignò Fred, avvicinandosi a lei e inspirandone il profumo. Questo scacciò via ogni pensiero che potesse avere in quel momento.
“Mh..si.. ma non mi dispiacerebbe se lo ripetessi…”
“Sei bellissima.” Sussurrò lui a un centimetro dalle sue labbra.
Tutti penserete – Bacio! Bacio! Bacio!- e anche loro due credevano che sarebbe stato quello il finale perfetto per la serata. Ma qualcun altro non la pensava così.
“Tesori, eccovi qui!”
Una Melanie alquanto affranta si era seduta vicino a loro. Vicino ad Hermione per la precisione.
La quale aveva sbarrato gli occhi, e leggermente si era allontanata dal suo ragazzo.
“Melanie..tutto okay?” si sforzò di chiedere.
“No..per niente.. non va per niente tutto okay..” si lamentò quasi in lacrime.
La riccia si girò completamente verso di lei.
“Che succede?” le chiese quasi preoccupata.
“Sta per arrivare il momento in cui la festeggiata dovrà ballare con il suo accompagnatore. Che nel mio caso sarebbe tuo fratello..” tirò su col naso indicando Fred; lui trattenne una risata. “Ma si è scolato fin troppi bicchierini ed è quasi svenuto dopo il terzo ballo… non avrò il mio momento, capito? Ho programmato questa serata per un anno intero..meticolosamente, sotto tutti i punti di vista.” Disse a denti stretti “e non doveva finire così!” scoppiò a singhiozzare.
Ad Hermione si strinse il cuore. Per quanto Melanie potesse essere stata odiosa, petulante, appiccicosa col suo ragazzo.. non poteva vederla in quelle condizioni. Hermione non sopportava la vista delle persone in lacrime.
“Oh..andiamo Mel..” disse, accorgendosi che strideva alle sue stesse orecchie “si troverà una soluzione..”
Fred la guardò curioso.
“Quale soluzione?” singhiozzò la bionda “E’ andato tutto a monte! Farò una figuraccia con tutti! Non posso entrare in sala e chiedere a qualcuno se vuole ballare con me! Sembrerei disperata..!”
“Ma..”  -attenta a quello che dici Hermione- “Ma..Fred vuole ballare con te.” -sei un a stupida- “non è vero Fred?”
Fred e Melanie la guardarono a bocca aperta.
“Cosa!?” esclamò il ragazzo in questione.
“Davvero?! Fred! Lo faresti?!” sovrastò le sue parole Melanie.
“Ehm io..ma Hermione tu non vuoi ballare?” domandò lui, cercando aiuto.
-Ormai hai fatto il danno. Non puoi tirarti indietro- “N-no..col mal di testa che ho..! Balla con Melanie, io ti guarderò da qui.”
“OH GRAZIE HERM!!” esclamò la festeggiata.
“Si..grazie Herm..” la rimbeccò Fred. Il suo sguardo era truce. Hermione gli fece un sorriso imbarazzato come per scusarsi.
Lui sbuffò, si alzò e tese la mano a Melanie.
**
Il lento era partito, avevano aperto le danze proprio Fred e Melanie.
Lui con una mano sulla vita di lei, e la ragazza con entrambe le braccia attorno al suo collo.
Hermione, la quale era andata alla festa proprio per evitare un qualsiasi contatto tra la bionda e il rosso, era stata proprio lei a incoraggiare quella strana accoppiata, ma nonostante questo, aveva il cuore dolorante. Melanie le sembrava fin troppo felice. Ma si ripeteva che era, di certo, perché la sua serata e il suo momento erano stati salvati.
-Smettila Hermione. Non si sospetta delle amiche.-
 
ANGOLO AUTRICE:
5 pagine di capitolo! Uau sappiate che mi sono spremuta come non mai per tirarle fuori. Spero che vi piaccia, e sono curiosa di sapere cosa ne pensate..secondo voi cosa succederà? Come lo vedete l’improvviso cambiamento di Melanie?
Baci, bacioni e bacini.
Alis.

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Capitolo 14
*** Rivelazioni ***


Alla fine quella serata si era finalmente conclusa. Era stata davvero estenuante. Nonostante Hermione si fosse lasciata intenerire da Melanie e le avesse concesso di ballare col SUO ragazzo, vederla con le braccia strette intorno al collo di Fred, che dal canto suo poverino non sembrava per nulla felice, non l’aveva lasciata indifferente. Ma il suo cavaliere si era comportato da vero gentiluomo: le sue mani erano state poggiate sui fianchi della festeggiata il minimo indispensabile, quasi a sfiorarli e non appena il lento terminò si affrettò a raggiungere Hermione, i cui occhi non aveva mai smesso di cercare. Questo bastò a tranquillizzarla.

Nei giorni seguenti tutti notarono un cambiamento nell’atteggiamento di Melanie, quello che già era cominciato ad emergere la sera della festa. La ragazza era molto meno invadente con Fred e più gentile con Hermione e una mattina, poco dopo la lezione di Lumacorno, la riccia la intravide addirittura asciugarsi velocemente le guance rigate di lacrime con la manica della divisa. Non poteva fare finta di niente. Non era da lei.

Si avvicinò delicatamente: “Ehi, Melanie…”
L’altra sobbalzò, presa alla sprovvista e cercò di mettere su il sorriso più falso del suo repertorio.
“Hermione cara! Come stai? Io stavo giusto per andare a lezione ma sicuramente anche tu vai di fretta, Freddino ti starà aspettando…”
Già… Freddino…per quanto potesse aver fatto dei passi avanti, su alcune cose Melanie non c’era ancora, tipo quel fastidiosissimo soprannome. Ma Hermione decise di passare oltre.
“Aspetta…” e le poggiò delicatamente una mano sulla spalla per trattenerla. “Sicura di stare bene…? Sappi che se qualcosa non va, puoi parlarmene. Anche se non siamo proprio amiche o confidenti, se posso esserti d’aiuto in qualche modo, conta su di me Melanie”.
La bionda rimase di stucco. Gli occhi spalancati e la bocca leggermente aperta. Poi il suo viso si trasformò in una smorfia di tristezza e gli occhi le si riempirono di lacrime. “Oh…Hermione…io non merito la tua gentilezza, sono stata orribile con te”. Si mise a singhiozzare e alla Grifondoro non sembrò il caso di rimanere lì in mezzo al corridoio con Melanie in quelle condizioni, quindi evitò di proseguire la conversazione finchè non fossero state in un luogo più tranquillo.

Trovarono un’aula vuota e si sistemarono in un banco in fondo alla parete, ciascuna da una parte di esso.
“Adesso che sei un po’ più tranquilla, perché non mi spieghi cosa ti turba?” le domandò Hermione, mentre le allungava un fazzoletto profumato.
“Il ragazzo di cui sono innamorata non si accorge dei miei sentimenti” disse l’altra tutto d’un fiato e senza guardarla negli occhi e soffiandosi rumorosamente il naso.

A Hermione si contorse lo stomaco. Forse era stato un errore offrire il suo aiuto a Melanie perché non era per nulla certa che sarebbe riuscita a sostenere con lei una conversazione di quel genere su Fred senza dare in escandescenza, anzi, era stata fin troppo tollerante fino a quel momento.
Prese un profondo respiro.
“Melanie. Fred …”
“No, Hermione. Non parlo di Fred”. Sputò l’altra con un’espressione amara.
“…aspetta…cosa?! Ma se ci hai reso quest’ultimo mese un inferno…!” esclamò la riccia sbalordita, facendo un salto sulla propria sedia. Poi vedendo l’espressione affranta dell’altra sentì di aver esagerato e, temendo potesse rimettersi a piangere, aggiunse “Ehm… scusami. Voglio dire che dal tuo comportamento trapelava molto chiaramente il tuo interesse per lui”.
Melanie riprese ugualmente a piangere ed Hermione alzò gli occhi al cielo non sapendo proprio come prenderla. Forse aveva solo peggiorato la situazione.
“Hermione…scusa per come mi sono comportata. Ma mi sembrava l’unico modo. Speravo così di attirare la sua attenzione, magari di farli entrare in competizione. Avevo sentito che in passato i gemelli si erano ritrovati a entrare in dinamiche di questo tipo. Poi lui aveva accettato di ballare con me alla festa ma sai già…” venne interrotta da altri singhiozzi.

Hermione si massaggiò le tempie mentre cercava di mettere insieme i pezzi di quel puzzle complicato che si era rivelata essere Melanie.
I gemelli … ma allora?!
George…?!!!!” esclamò con gli occhi di fuori. E l’espressione di Melanie le diede la conferma: era arrossita per la prima volta e si torturava nervosamente le mani.
“Il mio obiettivo è sempre stato lui, George. Ma non avevo il coraggio di farmi avanti così spudoratamente per paura di venire rifiutata. Sai…” disse arrossendo ulteriormente “lui è così bello e io…” e non concluse la frase.
“Mel…” sussurrò Hermione prendendole una mano.
Melanie la guardò e sembrò così piccola in quel momento, così insicura. Hermione pensò che non aveva capito niente di lei e che era proprio vero quanto le avevano insegnato i suoi genitori fin da piccola: che l’apparenza inganna e che non bisogna mai giudicare un libro dalla copertina.

“Ti aiuterò io”. Sentenziò poi, con un sorriso che scaldò il cuore di Melanie, “d’altronde ho già conquistato un Weasley. Possiamo farlo di nuovo”.
Qualche istante dopo il suono della campanella sovrastò quello delle loro risate, timide ma complici.
 
 
*** Angolo autrice ***
E’ tipo stranissimo essere di nuovo qui a distanza di … 7 anni?
Sono mortificata e allo stesso tempo eccitata!
E’ da taaanto tempo che guardo questa storia con malinconia ogni qualvolta scorro il mio profilo. Mi sono sempre sentita tremendamente in colpa per averla abbandonata così, deludendo le aspettative di chi tanto amorevolmente mi seguiva e spronava a continuare.
Per questo ho deciso di regalarle una conclusione, a breve tra uno o due capitoli. Per correttezza nei confronti di chi l’ha letta e anche nei miei. Non importa se non vi accorgerete mai dell’aggiornamento, probabilmente nemmeno vi ricorderete l’evoluzione della storia. Ma sentivo di doverlo fare.
Chiedo umilmente scusa,
sempre vostra nonostante tutto,
Alis

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Capitolo 15
*** Ai Tiri Vispi pt.2 ***


Nei giorni seguenti chiunque avrebbe detto che Hermione era impazzita: aveva cominciato a passare molto tempo insieme a Melanie e, per giunta, di sua spontanea volontà!
Fred non se ne capacitava e un giorno arrivò persino a ipotizzare che la sua fidanzata fosse sotto incantesimo. Hermione lo aveva tranquillizzato, tuttavia aveva deciso di non raccontargli quanto aveva scoperto, né tantomeno quanto stesse architettando perché era certa che Fred avrebbe vuotato subito il sacco col gemello alla prima occasione. Decise invece di coinvolgere Ginny, la rossa poteva essere sicuramente d’aiuto e poi si era incupita da quando Hermione aveva iniziato a trascorrere del tempo con Melanie, in fatto di gelosia i Weasley non scherzavano…! Non appena le ebbero raccontato tutto la ragazza scoppiò in una risata cristallina. “Certo che vi aiuto!” aveva esclamato. Se non altro, perché era certa che ce ne sarebbero state delle belle.
Per prima cosa cercarono di far tornare Melanie “se stessa”, via le lenti a contatto, e niente più tinta per capelli. Tornare al suo colore naturale richiese un po’ più tempo, ma un incantesimo di Hermione velocizzò le cose. Anche i vestiti vennero un tantino modificati: allungata di un paio di dita la gonna e “cerca di abbottonare almeno la metà dei bottoni della camicia” sospirò Ginny. Non appena ebbero terminato, sembrava di avere davanti un’altra persona ma la parte più difficile arrivava ora: cercare di normalizzare i modi di Mel. Abbandonare diminutivi, nomignoli e qualsiasi altra cosa che avrebbe potuto far sanguinare le orecchie, o meglio, l’orecchia a George. “Cerca di essere te stessa” la incoraggiò Hermione strizzandole l’occhio “senza preoccuparti del risultato. La spontaneità: è così che conquisterai George”.
Il piano era semplice: nel weekend gli studenti non avevano lezioni e i gemelli ne approfittavano sempre per passare del tempo in negozio a dar man forte a Lee. Avevano deciso, costretti in parte da Molly, di concludere l’anno ad Hogwarts e affrontare gli esami, ma il loro sogno era pur sempre riposto in quel grande negozio che metteva allegria al sol guardarlo e tornarci era, per loro, un vero toccasana.
Hermione e Melanie avevano deciso di presentarsi lì, e mentre Ginny pensava a tener occupato Lee (che aveva sempre avuto una cotta per lei) chiedendogli di accompagnarla da qualche parte, loro sarebbero state un aiuto provvidenziale. Non che i gemelli potessero rifiutare, in ogni caso.
Quando la porta del negozio si aprì, la campanella attaccata sopra di essa si mise a ridere sguaiatamente, dopo un iniziale sobbalzo, Hermione levò gli occhi al cielo. C’era qualche cliente ma la situazione era ancora tranquilla a quell’ora del primo pomeriggio.
“Permesso…Fred?” disse educatamente lei, facendosi avanti nel negozio e, visto che non rispondeva nessuno, proseguì fino a superare il bancone. Subito due forti braccia le cinsero la vita e la sollevarono in aria strappandole un gridolino. Fred era rimasto nascosto dietro il bancone per farle uno scherzo, ovviamente.
“Ciao…cerchi qualcuno?” le soffiò a fior di labbra lui, dopo aver ruotato il suo esile corpo verso di sè.
Lei arrossì visibilmente ma non interruppe il contatto, piuttosto gli diede un dolce bacio e si beò del suo profumo.
Poi Fred la rimise delicatamente giù. “Oh, non mi presenti la tua amica?” domandò sorpreso, rendendosi conto solo adesso della ragazza dai lunghi capelli color cenere che era entrata insieme ad Hermione e ora era voltata di spalle, intenta a guardare lo scaffale dei filtri d’amore.
“Ehm…Fred…” iniziò Hermione, ma Melanie si girò subito dopo lasciando Fred di stucco. Lui sgranò gli occhi e poi cercò di darsi un contegno grattandosi la nuca “Ah, Melanie, sei tu…! Che cambiamento…” ridacchiò imbarazzato, poi lanciò di sbieco un’occhiata alla fidanzata come a dire “Che diavolo stai combinando?!”
“Ciao Fred” lo salutò Melanie con un sorriso imbarazzato e un appena accennato gesto con la mano. Fred? Lo aveva chiamato solo “Fred”? C’era qualcosa di strano sotto. Ma prima che potesse iniziare a torchiare per bene la fidanzata, Hermione fu più veloce di lui e tirandosi dietro Melanie per un braccio chiamò a gran voce l’altro gemello Weasley.
“George? Ehi George!” continuò mentre faceva lo slalom tra scatole e scatoloni buttati per terra.
Ed eccolo comparire su una scala scorrevole, i capelli arruffati e una penna incastrata dietro l’unico orecchio rimastogli. Melanie sentì mancarle il fiato in petto alla sola vista.
“EEEEHI cognatina” la salutò lui col solito sorriso sghembo. Si, il sorriso sghembo era ciò che contraddistingueva i gemelli Weasley, quelle due pesti, ma per Hermione anche in quello c’erano non poche differenze tra l’uno e l’altro. George scese con un balzo dalla scala e le arruffò i capelli in segno d’affetto. Lei arricciò le labbra ma non protestò, trattenendo appena il fiato quando lui si rivolse all’altra.
“Miseriaccia! Ma non sarai mica…?” Esclamò, con un tono e dei modi che ad Hermione ricordarono fin troppo Ron. Doveva intervenire.
“…Melanie, George. Te la ricordi di certo”. Hermione aveva usato un tono che di amichevole aveva poco, sembrava quasi minaccioso. Ma George non colse l’antifona.
“Ma che hai fatto? Cioè sei così…diversa” chiese lui, sinceramente perplesso. Si grattò distrattamente la nuca con la penna. “Ti ricordavo più barbie di così” concluse con un sorrisetto da prendere a schiaffi.
A Hermione quasi cadeva la faccia a terra. Guardò Fred in cagnesco come a dire “intervieni!” ma lui era più confuso di George e la guardava pieno di interrogativi, seppur con un’aria divertita.
Oddio, era un disastro. La povera Melanie era rimasta in silenzio, forse i suoi occhi si erano già riempiti di lacrime-
Proprio quando Hermione stava per intervenire però la voce della ex-bionda interruppe il flusso dei suoi pensieri.
“Si…beh, un Ken dai capelli rossi non si era mai visto quindi dovevo pur inventarmi qualcosa” soffiò fuori. Lo aveva detto con naturalezza, forse con una scioltezza che Hermione non le aveva mai visto indossare.
Che stesse davvero cercando di seguire il consiglio che la riccia le aveva dato? Che stesse puntando sulla spontaneità senza nascondersi dietro gli artefizi degli ultimi anni?
George rimase un attimo sorpreso di fronte a quella risposta ma poi si aprì in un bel sorriso sinceramente divertito.
“Beh…sembra tu sia anche più simpatica ora!” e detto questo le mise una mano sulla spalla, conducendola delicatamente verso lo scaffale che stava guardando prima, quello dei filtri d’amore. “Te ne serve uno per caso? Sappi però che non ce ne sono ancora che sfascino le coppie” la punzecchiò lui, curioso di quale reazione avrebbe avuto lei.
“In realtà…” sussurrò Melanie “in realtà me ne servirebbe più uno delle seconde occasioni”, detto questo lo guardò con occhi sinceri e diretti –per la prima volta senza battere esageratamente le ciglia- pensò George.
Forse non era tutto perduto. Forse potevano farcela, pensò Hermione, mentre acciuffava il suo ragazzo, ancora piuttosto confuso, per la collottola della camicia e gli sussurrava con voce cospiratrice “adesso, Fred, devi fare esattamente quello che ti dico”.




***Angolo autrice***
Beh, eccoci. Sto cercando di dare un lieto fine anche a questa povera disgraziata di Melanie e, sinceramente, non mi dispiace di aver tirato in ballo anche George, il mio altro gemello preferito. Ma niente paura: ci saranno presto scene 100 % Fremione. Anzi, vi dirò di più: preparatevi alla coppia come, fino ad ora, non l'avete mai vista.
A presto,
Alis

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Capitolo 16
*** Lieto fine ***


Era stato semplice: Fred aveva detto a George di correre in magazzino perché una scatola di puzzo-bombe era scoppiata, Hermione aveva detto a Melanie di andare a dare una mano e… li avevano chiusi dentro.
Letteralmente, con tanto di chiave come se potesse essere un rafforzativo dell’incantesimo lanciato dalla riccia.
I due avevano provato inutilmente a scardinare la porta ma non era facile, Hermione era pur sempre la strega più brillante della sua età. Alla fine borbottando un “Fred, questa me la paghi” George aveva smesso di sprecare tempo e fiato e di lui non si era più saputo niente. Melanie, invece, si era chiusa in un mutismo preoccupante fin da subito, forse troppo imbarazzata per la situazione. Ma Hermione non aveva intenzione di tirarli fuori di lì molto presto. “A mali estremi, estremi rimedi”, così diceva sua nonna.
Dopo un breve riassunto di Hermione sulla situazione, Fred si era fatto una grassa risata, prendendola in giro con “e questo sarebbe un piano?”, facendole alzare il naso all’insù piccata. Dubitava che al fratello sarebbe mai potuta piacere Melanie (nonostante Hermione giurasse che fosse cambiata ed effettivamente, almeno dall’esterno, sembrava un’altra persona), però era comunque divertente vedere il suo gemello in difficoltà, per una volta: fino ad ora era stato Fred a doversi sorbire quella cozza di Melanie e George gli aveva praticamente dato il tormento ogni volta che poteva, mettendo il dito nella piaga. Ma questi pensieri abbandonarono velocemente la sua testa rossa, quando si rese conto che finalmente era da solo con la sua ragazza, nel week-end, senza prefetti che cercassero di molestare lei o pazze furiose che si buttassero addosso a lui. Quindi decise che sarebbe stato lui a “molestare” un po’ Hermione.
Lei era ancora tutta presa dal discorso, seduta sul bancone della cassa dato che al momento non c’era alcun cliente…e Fred Weasley decise che non ce ne sarebbero stati altri per quel giorno. Hermione non se ne accorse ma con un incantesimo lui chiuse la porta del negozio dall’interno, poi mentre fingeva di ascoltarla cominciò a carezzarle la gamba. Dal ginocchio fino alla coscia, dove terminava la gonna della divisa di Hogwarts della strega. Su e giù. Finchè Hermione non interruppe il proprio discorso e, realizzando all’istante la cosa, divenne rossa come un peperone, dandogli un piccolo schiaffo sulla mano. Lui la guardò interrogativo ma il suo sguardo era divertito.
“Fred..! Che fai? E se entrasse qualcuno??” chiese scandalizzata lei, e fece per scendere dal bancone della cassa, rendendosi conto che quella posizione non era molto decorosa. Era là con le gambe penzoloni e il ragazzo in piedi di fronte a lei, la situazione sarebbe sembrata senz’altro equivoca dall’esterno.
Ma Fred glielo impedì. Le sue grandi mani scattarono ad afferrare i fianchi di Hermione perché non si muovesse. Lei deglutì. “Fred…” provò a dire, ma la sua voce era già meno perentoria rispetto a prima, c’era una nota di incertezza…appena palpabile, ma c’era e lui la colse al volo.
“Non entrerà nessuno…Mione…” le sussurrò di rimando all’orecchio, curvandosi verso di lei con il lungo e snello busto.
Hermione perse qualche battito e quasi in automatico inarcò la schiena all’indietro.
Dannazione, bastava un solo tocco di quel Weasley per mandarle il cervello in pappa.
Mentre la strega si insultava mentalmente, Fred aveva deciso di portarsi avanti, imprigionandola sempre più col proprio corpo. Si era fatto spazio tra le gambe di lei che, seppur ancora terrorizzata all’idea di essere scoperti, riluttante, non lo aveva allontanato. Sentiva il proprio corpo fremere e le sue gambe erano scosse da piccoli tremiti. E non si stavano neppure baciando!
“Fred…” protestò lei quando le calde e morbide labbra di lui cominciarono a torturarle gli zigomi, il lobo, il collo e, dopo averle spostato un po’ la camicetta, la spalla. Quei baci le mandavano a fuoco ogni centimetro di pelle. Hermione sapeva che non si sarebbe fermato. Ma…qual era il problema? Lei non voleva che si fermasse. Perché si faceva sempre tutte quelle paranoie? Perché non riusciva semplicemente a lasciarsi andare?
Quasi intuendo cosa le passasse per la testa, Fred la rassicurò a fior di labbra “ci siamo solo io e te Mione…non può entrare nessuno perché beh… siamo chiusi” e tanto bastò per sentir riecheggiare la risata cristallina di Hermione per tutto il negozio. Gettò la testa all’indietro e allacciò le braccia intorno al collo di lui “chiusi?! Ma se sono solo le cinque Fred!”
In risposta il rosso catturò le sue labbra in un bacio passionale e travolgente che tolse il respiro a entrambi. Mentre la sua lingua esplorava prepotente ogni angolo della bocca di Hermione, Fred la attirava sempre più, dai fianchi, verso sé, non l’avrebbe mai voluta lasciare andare. Anzi, avrebbe voluto averla ancora più vicina, avrebbe voluto unirsi a lei ancora più profondamente e visceralmente, avrebbe voluto… oh, al diavolo! Lui era Fred Weasley ed era sempre stato convinto che “volere è potere”.
Hermione cercò di reprimere dentro la bocca di Fred un gemito di piacere quando il ragazzo si spinse contro di lei. Lo poteva sentire. Sentiva la sua eccitazione contro di sé. Voleva dire qualcosa, anche protestare senza un effettivo motivo, solo perché lei era Hermione Granger e voleva avere l’ultima parola ma…
Non erano questi i piani di Fred.
La spinse con la schiena sul bancone, le divaricò ancor di più le gambe, facendo pericolosamente salire la gonna e posizionandosi tra le sinuose cosce di Hermione.
La sovrastò col proprio corpo e iniziò una lenta ma decisa danza.
Senza mai smettere di baciarla e di avere il controllo di quei baci, cominciò a muovere ritmicamente il bacino contro l’intimità della ragazza.
Hermione sentì come se tutta la tensione del suo corpo si fosse canalizzata in quel punto, e pian piano perdeva il poco controllo di sé che aveva avuto fino a quel momento.
La mano di Fred si era avvinghiata ai capelli ricci di lei e li strattonava leggermente.
Hermione gemette e chiuse gli occhi. Voleva di più.
Fred gemette anche lui e pensò di stare per impazzire. La sua erezione pulsava e spingeva contro il tessuto dei pantaloni tanto da far male.
Non lo avevano mai fatto. Avevano avuto momenti di intimità, certo, ma non si erano mai spinti fino a quel punto. Però adesso… sembrava ai due la cosa più naturale del mondo.
“Mione…” disse lui con una voce gutturale “…Mione… non ce la faccio più…io…tu…vuoi..?”
In risposta lei lo baciò con più passione.
Fred quasi ruggì dalla felicità. Tanta era la fretta che non si spogliarono neanche completamente ma la camicetta di Hermione finì dentro qualche scatolone quasi subito perché il ragazzo non aveva intenzione di risparmiarsi. Prese a succhiarle e leccarle i capezzoli turgidi facendola ansimare e gemere senza ritegno.
Poi si abbassò la lampo, scostò la gonna e le mutandine già zuppe di lei e le fu dentro.
Hermione non si era mai sentita così. Si sentiva riempita, si sentiva completa. Si sentiva più vicina che mai al suo amato Fred che ora, dolcemente, aveva iniziato a muoversi dentro di lei. Prima piano, poi aumentando le spinte con sempre più esigenza e a ognuna di esse i loro gemiti si fecero più forti.
Vennero insieme, sussurrandosi a vicenda che si amavano.
Quella storia tra loro era iniziata con la paura di perdersi in mezzo ai mille incantesimi che vennero scagliati durante la conclusiva battaglia di Hogwarts e adesso veniva coronata dalla consapevolezza che non si sarebbero mai persi, perché si appartenevano.
Fred si accasciò su di lei, svuotato e appagato come non mai e Hermione lo accolse sul suo petto, stringendolo a sé.
Era un momento perfetto.
Ma un rumore improvviso fece sobbalzare entrambi. Sembrava un bussare.
Che qualcuno stesse cercando di entrare?
A Hermione scappò quasi un gridolino e mentre cercava disperatamente la propria camicia per terra, Fred si era fatto avanti per capire di cosa si trattasse. Ma ben presto fu chiaro che il rumore non veniva dall’esterno, bensì dal magazzino e che più che un bussare era un battere. George e Melanie…! Come avevano fatto a dimenticarsene? Una tremenda e vergognosa consapevolezza si fece spazio dentro di loro. Nel caso di Fred durò qualche millisecondo dopodichè scoppio a ridere ma Hermione…oh, lei avrebbe voluto scomparire.
“E’ solo colpa tua!” lo rimbeccò, ancora paonazza, mentre finiva di mettersi a posto. Avevano deciso che George e Melanie avevano sofferto abbastanza, avendo dovuto anche sopportare il sottofondo dei loro gemiti e del loro amplesso. Che vergogna…!
“Menomale che George ha un solo orecchio” sghignazzò Fred prima di ricevere una gomitata.
“Spero solo non si ci sia andato troppo pesante con lei…” sospirò Hermione, sperando di non ritrovare la sua nuova amica in lacrime non appena avessero aperto la gabbia.
Ma, giunti dietro la porta, per l’ennesima volta rimasero gelati sul posto.
Quei rumori… quei suoni… erano fin troppo simili a quelli che avevano emesso loro fino a pochi minuti prima.
Hermione si portò una mano alla bocca sconvolta e ancora più rossa in volto. Guardò Fred come se sperasse di sentirsi dire che non era come credeva ma…la verità è che aveva organizzato lei tutto questo, e non poteva certo dire che le fosse dispiaciuto o che non fosse felice per Melanie.
Sentirono un gridolino provenire dal magazzino e decisero di allontanarsi ma non prima di essersi guardati complici:
Fred disse: “direi che invece ci stanno andando giù pesante..”
Hermione disse: “allora è proprio vero che voi gemelli entrate facilmente in competizione…”
Scoppiarono a ridere come due scemi ma erano felici. Tutto è bene quel che finisce bene.


***Angolo autrice***
Ebbene si, siamo giunti alla fine dopo tutti questi anni. Sono davvero felice di aver dato una conclusione alla mia storia, nonostante l'abbia abbandonata per molto tempo e non ci siano scusanti. Ma ho cercato di rimediare al meglio e Fred ed Hermione sono felici ed è questo l'importante. 
Grazie a chiunque in questi anni abbia supportato la mia storia "Lo chiamano amore", mi avete riempito il cuore di gioia.



Alis

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