Unchain the Heart - L'Angelo di Ferro

di ThePrankstersPage
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima Parte ***
Capitolo 2: *** Seconda Parte ***
Capitolo 3: *** Terza Parte ***
Capitolo 4: *** Quarta Parte ***
Capitolo 5: *** Quinta Parte ***
Capitolo 6: *** Sesta Parte ***
Capitolo 7: *** Settima Parte ***
Capitolo 8: *** Ottava Parte ***
Capitolo 9: *** Nona Parte ***
Capitolo 10: *** Decima Parte ***
Capitolo 11: *** Undicesima Parte ***
Capitolo 12: *** Dodicesima Parte ***



Capitolo 1
*** Prima Parte ***


Kris inserì il dischetto nella macchina e aspettò in silenzio, ma non diede alcun segno di risposta. I secondi stavano diventando minuti e quei minuti non desiderava affatto che diventassero ore. Quel luogo buio, dimenticato da tutti e abbandonato a se stesso si stava facendo sempre più sgradevole e il ragazzo cominciava a perdere la pazienza. Fece un cenno con la mano davanti a essa: nulla cambiò; la scosse: nessun movimento; le tirò una botta: tutto come prima. La prese allora a calci, a pugni, ma...non accadde niente: il congegno rimase lo stesso.

Maledizione, non funziona!

E se quell'affarista si fosse sbagliato? E se gli avesse detto una bugia? Quella cosa poteva essere una trappola: voleva forse chiuderlo in quella stanza orribile per sempre? No, non poteva essere: Spamton era certamente un tipo losco, ma non gli era sembrato così cattivo da spingersi a compiere un simile gesto. Doveva pur esserci una soluzione, ma apparentemente non si trovava lì.

Deluso, Kris si allontanò dal pezzo di ferraglia e ritornò sui suoi passi, la mente piena di dubbi su quello che aveva appena fatto. Il sotterraneo non lo confortava neanche: era così tetro, freddo e desolato! Forse avrebbe davvero voluto che i suoi amici fossero lì con lui: un abbraccio di Ralsei o la voce burbera di Susie lo avrebbero fatto sentire molto meglio, ma in quel momento non c'era nessuno che potesse aiutarlo...o almeno questo era ciò che credeva.

Detto fatto, improvvisamente percepì uno strano rumore, come un brusco movimento, e un'ombra passò fulminea sopra di lui. Il bambino alzò lo sguardo, ma non vide nessuno, se non l'oscillare di qualche viticcio polveroso. Sentì innumerevoli goccioline di sudore imperlargli la fronte e il sangue gelarsi nelle vene; qualunque cosa fosse stata, egli non era solo.

Sfoderò la spada e, senza abbassare la guardia, iniziò a indietreggiare lentamente e in silenzio nella direzione opposta, cercando di dominare la paura. In fin dei conti era un cavaliere, un guerriero, pensò, e quelli come lui non avrebbero dovuto spaventarsi per così poco.

Di colpo, dall'alto, qualcosa si schiantò al suolo, dietro di lui, e con un gran fracasso. L'urto fece cadere Kris a terra, in avanti. Rapidamente si rimise in piedi, senza perdere la propria compostezza, la lama pronta a colpire, e osservò la strana figura che si celava tra il polverone. L'incomprensibile creatura piano piano si accinse ad alzarsi, cigolando e stridendo come un robot malfunzionante e consumato. Era molto alto: almeno due metri e forse anche di più.

Il bestione si chinò su di lui, avvicinando goffamente quella che doveva essere la testa. Il giovane rimase immobile, come paralizzato, in attesa di un segnale. Due occhi, uno giallo e uno rosa, si accesero come fari nell'oscurità, sfarfallando; rivelarono un paio di occhiali rotondi, un naso lungo e a punta, e uno smagliante sorriso da ventriloquo a lui molto familiare. Le pupille, inizialmente strabiche, si ricongiunsero in unico sguardo dritto nel suo.

- PER TUTTI I [[Cungadero]]! - urlò gioioso il nuovo arrivato, spettinandogli i capelli. Quella voce metallica e cacofonica poteva riconoscerla tra mille – SONO PROPRIO AL SETTIMO CIELO! -

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Capitolo 2
*** Seconda Parte ***


- S-Spamton? - balbettò il piccoletto incredulo.

- EEESATTOOO! - esclamò, girando la testa a trecentosessanta gradi - ECCOMI QUA, KRIS! -

Poi scattò in piedi, torreggiando su di lui.

- GRANDE...GROSSO... - balzò in volo, spiegando le imponenti ali variopinte - [[PIÙ GRANDE E POTENTE CHE MAI]]! - gridò esaltato, alzando un pugno e il volto al cielo.

Kris restò a fissarlo, senza dire una parola. Spamton non era più la marionetta minuta e sbilenca che aveva conosciuto poche ore prima, ma pareva una macchina da guerra volante, dalle gambe lunghe e ricoperta da una coloratissima armatura d'acciaio. Sul petto, un triangolo rivolto verso il basso era illuminato all'interno da una luce fioca.

- AMMIRA IL NUOVO ME, KRIS! TUTTA QUESTA POTENZA È LIBERTÀ! - cominciò a danzare in aria intorno a lui, muovendosi con leggerezza - NON SARÒ PIÙ UN [Semplice Pupazzetto]! -

Ma quell'attimo di allegria incontrò presto la sua fine, quando a un tratto l'espressione sul volto dell'automa cambiò ed egli si arrestò. Si guardò un braccio, poi l'altro e infine dietro la schiena. Qualcosa lo aveva improvvisamente inorridito, spegnendo il suo entusiasmo. Anche il ragazzo lo aveva notato: per quanto fosse diventato possente, Spamton era ora incatenato e controllato come un burattino da un'incalcolabile quantità di fili verdi.

- Oh, beh...o almeno...questo era quello che credevo. – mugugnò deluso, poi esplose agitandosi e dibattendo le ali, forsennato, nel vano tentativo di romperli - COSA SONO QUESTE STUPIDE CORDE? PERCHÉ NON SONO ANCORA GRANDE ABBASTANZA? -

Affranto, si rannicchiò su se stesso, coprendosi con le ali - Sono ancora qui...intrappolato nell'oscurità. -

Kris lo guardò silenzioso, dispiaciuto. Non poteva che provare compassione per quel povero sfortunato. In fondo anche lui si sentiva perennemente imprigionato e comandato da una misteriosa volontà...che non riconosceva come propria. Una sensazione così scioccante che gli fece ricordare quella voce sconosciuta e lontana nella sua mente: «In questo mondo, nessuno può scegliere chi o cosa diventare.» Se solo fosse possibile il contrario!

- CI SONO! KRIS! - si illuminò il robot, drizzando la testa.

Il guerriero arretrò, quasi spaventato.

- KRIS! KRIS! - balzò su di lui, acchiappandolo per un braccio – KRIS! SÌ, PROPRIO TU! SII GRANDE E GROSSO...CON ME! BUTTIAMOCI QUESTO PASSATO OSCURO ALLE NOSTRE SPALLE! -

Spiccò il volo verso l'alto, trascinandolo con sé in una serie di giravolte. Il bambino cacciò un urlo a metà tra il divertimento e il terrore. Anche il suo stomaco faceva piroette.

- INSIEME ANDREMO SU, SU, SEMPRE PIÙ SU! VOLEREMO FINO AL CIELO, OLTRE LE NUVOLE E FINALMENTE AI NOSTRI OCCHI SI APRIRÀ... - protese una mano al soffitto e si accese un abbagliante riflettore, inondandoli di luce - ...IL [[PARADIIISOOO]]! -

Kris iniziò a strizzare le palpebre e a stropicciarsele, infastidito da quella lampada acciecante; fece quindi un cenno a Spamton che si accorse della sua reazione.

- OH..UHM, SÌ, GIUSTO, AVEVO DIMENTICATO QUESTO PICCOLO DETTAGLIO. -

Ritornarono elegantemente a terra. Il giovane fece per staccarsi, ora che lo spettacolo era finito, ma l'oscurante non volle lasciarlo andare. Kris insistette, tirandolo con uno strattone: la macchina non rispose; era immobile e guardava avanti, come se lo stesse ignorando. Ma che gli era preso? Era tutto così inspiegabilmente ambiguo e lui ancora sospeso nella sua stretta.

Il ragazzino provò a picchiarlo, ma quello non si mosse. Sembrava spento.

- SPAMTON! - gli urlò, dimenandosi – MOLLAMI! AVANTI! -

L'angelo meccanico si girò di scatto verso di lui, rivolgendogli un inquietante sorriso strabico, gli occhiali sfarfallanti e privi di espressione. Il guerriero trasalì: quella faccia non gli piaceva. Nell'aria c'era qualcosa...che non andava.

- Spamton? -

- HO SOLAMENTE BISOGNO DI UNA PICCOLA COSA, KRIS! -

Il giovane scosse la testa con fare interrogativo, cominciando a sudare freddo.

- QUELLA TUA MINUSCOLA [Anima] LUCCICANTE! - lo posò a terra e gli porse la mano – [Avanti], ME LA CONSEGNERAI? -

Kris deglutì, il suo sguardo su di essa e poi nei suoi occhi sinistri. Avvertì una strana sensazione, simile a un campanello d'allarme. L'aveva già conosciuta e non prometteva nulla di buono.

Esitò.

- CORAGGIO, [Non Essere Timido]! AVEVAMO UN [Affare], RICORDI? – insistette – È TUTTO CIÒ CHE MI SERVE PER FUGGIRE UNA VOLTA PER TUTTE DA QUESTO [Inf3rn0]! DAMMI LA [Libertà]!! -

Una proposta terrificante a un prezzo troppo alto, pensò, non avrebbe mai potuto accettarla. Una parte di sé avrebbe voluto aiutarlo, ma l'idea di realizzare quel suo sogno lo soffocava; perciò si tirò indietro.

Sul volto del burattino si dipinse una sfumatura amareggiata e, prima che Kris potesse reagire, lo acciuffò trascinandolo verso di sé, la fronte spiaccicata contro la sua.

- NON È COSÌ CHE VANNO GLI AFFARI [Spugnetta]! - lo sguardo di Spamton era in fiamme – NON VUOI DARMI QUEL TUO OGGETTO [A Forma Di Cuore]? ALLORA NON MI LASCI ALTRA SCELTA! -

Il braccio che il guerriero aveva puntato alla tempia iniziò a scomporsi e a cambiare forma, finché non assunse l'aspetto di un cannone. Il piccoletto si bloccò, non appena udì un orribile suono provenire da esso e aumentare progressivamente d'ntensità: si stava caricando e in pochi secondi lo avrebbe ridotto in cenere, se non avesse fatto qualcosa. Ma cosa? Scappare era impossibile, il robot lo aveva in pugno. Non poteva fare niente, neppure gridare a pieni polmoni: nessuno lo avrebbe sentito.

Il bagliore all'interno dell'arma si fece più acciecante e a momenti avrebbe fatto fuoco. Kris aveva ormai perso le speranze; era spacciato. Quel folle si sarebbe impossessato della sua anima per sempre e nulla glielo avrebbe impedito. Ancora un istante e...

KA-BLAAAM!

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Capitolo 3
*** Terza Parte ***


KA-BLAAAM!

Un potente getto violaceo sferzò improvvisamente l'aria e colpì con violenza la marionetta sul ventre, facendola schiantare all'indietro contro una parete. L'urto sollevò un polverone e alcune piccole macerie crollarono dal soffitto. Il bambino cadde a terra, ma non trovò la forza di rialzarsi. Aveva il fiatone ed era confuso; l'aveva scampata grossa e non riusciva ancora a crederci.

- Kris, stai bene? - rimbombò una vocetta familiare. Era forse un'allucinazione? No, era tutto reale e a parlare era stata una pallida figura dalle sembianze caprine. Il ragazzo si strofinò gli occhi: era Ralsei...e c'era anche Susie con lui!

- Ma...che ci fate voi qui? - chiese stupito, barcollando – Vi avevo detto...di aspettare fuori. -

- Infatti noi abbiamo aspettato fuori – rispose l'amico – Ma, non vedendoti più tornare, abbiamo pensato di raggiungerti. -

- Kris, ma che diamine stavi combinando? - brontolò Susie – Chi era quel...quel...quello stramboide? -

Il giovane indicò col dito nella direzione dell'impatto, aspettandosi di ritrovare Spamton, ma non vide niente. Trasalì.

Un'agghiacciante risata cacofonica echeggiò intorno a loro. I tre scattarono sull'attenti e, schiena contro schiena, si apprestarono a scrutare il buio circostante, cercando di capire dove si fosse nascosto, senza abbassare la guardia.

- EHI, KRIS, HAI INVITATO DEGLI [Amici]?! - rimbombò l'automa, ma non potevano vederlo – NON MI AVEVI MAI PARLATO DELLA TUA [Offerta Speciale 3x1]! -

- Psst, avete qualche idea? - farfugliò Susie, reggendo la sua ascia.

- Ssst! - la zittì Ralsei, poi tese un orecchio – Ascolta...! -

Un flebile suono, simile a un fischio, si fece sempre più acuto. Kris chiuse gli occhi, concentrandosi per individuare da dove arrivasse. Quel mostro era sceso in picchiata e da qualche parte si stava pericolosamente avvicinando...ma da quale? Rimase in silenzio, finché non lo intercettò: avanzava verso di lui! Spalancò le palpebre e, a un tratto, qualcosa scintillò nel profondo delle tenebre.

- CORRETE! - urlò.

Il gruppo iniziò a scappare a gambe levate, appena in tempo da schivare un'enorme palla di fuoco che scomparve nell'ombra in un gran boato.

Corsero più in fretta che poterono lungo i binari. Kris li guidò, studiando attentamente qualsiasi cosa si trovasse nel suo raggio visivo, ma...nulla da fare: la creatura meccanica stava loro alle costole, il battito delle sue ali forte e chiaro, e non vi era alcun anfratto sicuro dove potersi rifugiare.

- ANCH'IO VOGLIO [Giocare] CON I TUOI [Amici], PICCOLO [Verme]! - ruggì.

Li aveva quasi raggiunti e non sarebbe stato difficile acchiapparli tutti quanti. Il guerriero, però, non osò voltarsi. Avevano quasi esaurito le energie, ma egli non volle demordere; si sforzò di ispezionare i dintorni ancora più a fondo e, finalmente, intravide una salvezza: lì, nell'oscurità, una piccola spaccatura in una barriera di pietra sembrava abbastanza ampia da poter permettere loro di passarvi attraverso.

Agitò le braccia e fece un cenno agli altri due di seguirlo, così si intrufolarono senza esitazione.

Non appena ebbero oltrepassato la fessura, si fermarono per riprendere fiato. Erano sfiniti: Ralsei si lasciò scivolare con calma per terra, affannato; Susie depose l'arma, adagiandosi su un mucchio di calcinacci; Kris restò all'erta, tenendoli a bada e prestando attenzione a ogni rumore, ma non avvertì alcun movimento. Silenzio. Tutto taceva. Il robot pareva aver cessato di inseguirli.

- Lo abbiamo seminato? - chiese Ralsei, bisbigliando.

Non rispose. Quella tranquillità alquanto atipica non gli piaceva affatto.

- Dobbiamo andarcene subito da qui, Kris – protestò Susie – la Fonte ci sta aspettando, non c'è tempo da perdere! Perché hai voluto insistere con questa faccenda? -

La ignorò, esaminando l'orizzonte davanti a sé. Aveva notato qualcosa di insolito, in quel luogo, che lo spinse ad allontanarsi piano piano.

- Ehi, ma dove credi di andare? - ringhiò lei.

Con un gesto li invitò a venire da lui, e così fecero.

Il ragazzo li condusse davanti a un trio di bizzarre sagome che cominciarono a farsi più nitide, man mano che procedevano. Erano veicoli a quattro ruote e somigliavano molto a quelli ideati da Regina per le gite turistiche; l'unica differenza era che ciascuno di essi aveva l'aspetto di Spamton.

Kris provò a sfiorarne uno, poiché sembravano molto sporchi, ma starnutì subito dopo: la quantità di polvere era allucinante; dovevano essere rimasti lì, inutilizzati, per anni!

Un dubbio gli sopraggiunse all'improvviso: e se quell'immenso sotterraneo non fosse stato altro che la prova di ciò che il burattino gli aveva raccontato la prima volta che si erano incontrati? Sicuramente doveva essere così, e il manifesto sbiadito che aveva visto nell'area rifiuti parlava chiaro: Spamton, in passato, era davvero un pezzo grosso, il più grande tra i tanti...prima che qualcosa lo avesse fatto cadere nella spazzatura. Perché lo avevano dimenticato? Cos'era stato veramente a farlo finire così? In quel momento si sentì misteriosamente desideroso di tornare indietro e chiederglielo di persona, ma erano a un passo dalla fuga ed era certo che non avrebbe trovato risposte a quelle domande.

- Ehm, qualcuno ha idea di come si mettano in moto questi cosi? - chiese Ralsei, interrompendo quella riflessione e osservando la vettura vicino al volante.

- Accidenti, questo catorcio non vuole partire! - sbottò Susie, prendendo a calci il pedale. Era già salita a bordo.

Anche Kris premette qualche pulsante, ma non ottenne risposta. Fece quindi una breve pausa, meditando sulla situazione: non vi erano tasti di accensione e i soli comandi presenti non volevano saperne di funzionare. Forse quei pezzi di ferraglia erano talmente vecchi da essere divenuti inutilizzabili, ma erano tre e perfettamente allineati, mentre i binari li superavano in numero. Non poteva essere un caso, quelle macchine stavano sicuramente aspettando il loro arrivo. Poteva essere un rompicapo, come solo Kaard sapeva ideare, ma pareva molto strano che egli potesse essersi spinto fin là sotto: come avrebbe ottenuto la Chiave?. E se invece fosse una trappola, un inganno teso e calcolato da Spamton? Allora non restava altro che una soluzione.

Si rivolse a Ralsei e gli indicò di fare come Susie.

- Prendere a calci i pedali? Kris, ma...! -

Il ragazzino si affrettò a scuotere la testa e insistette sul farlo salire.

Il capretto esitò un attimo: - Ma...sei sicuro che funzionerà? -

Kris annuì.

Mentre si accingeva a occupare il sedile, però, ebbe un brutto presentimento: se quella era veramente una giostra, allora doveva certamente esserci qualcuno a controllarla da remoto. E lì con loro non c'era nessun altro, se non...

- HAEAHAEAHAEA-HIHIHIHIHI-HEHEHEHEHE-HOHOHOHOHO! -

Una disturbante risata rimbombò, non appena si furono messi ai posti, e di colpo i fari dei vagoncini si illuminarono, seguiti dai riflettori mezzi guasti e sfarfallanti sul soffitto. L'oscurità fu sostituita da una luce fioca che invase l'intero corridoio.

- AVETE ACCETTATO LA MIA [Offertissima Imperdibile 3x1, Divertimento Assicurato Per Tutta La Famiglia]! - gridò la marionetta dall'alto, dietro di loro.

Si voltarono, ma non lo videro. Era ancora nascosto e fuori dalla loro visuale.

- ORA, SIGNORE, SIGNORI...E ALTRI, [Mettetevi Comodi E Allacciate Le Cinture]! - proseguì in tono invitante – LO SPETTACOLO STA PER COMINCIARE!! -

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Capitolo 4
*** Quarta Parte ***


I veicoli ebbero un lieve sussulto, poi cominciarono ad avanzare lentamente, le ruote cigolanti. Nel mentre, Kris guardò i suoi amici: anche loro condividevano la sua tensione. Ormai erano in gioco e non potevano più tirarsi indietro. Tentare nuovamente di fuggire sarebbe stato inutile, se non ancora più rischioso. Rimaneva una sola cosa da fare: procedere!

- In che razza di guaio ci siamo cacciati, Kris! - brontolò Susie, a bassa voce, sporgendosi verso di lui.

Non le rispose, era troppo teso e teneva lo sguardo fisso in avanti.

- [Attenzione, Prego! Pulizie In Corso Al Binario 3!] - esclamò Spamton, volando sopra le loro teste – QUALCUNO [Ci Ha Lasciato L'Anima]! - rise di gusto.

- Di' ancora un'altra parola e sarai tu a lasciarci la testa – ringhiò lei, trattenendo a stento la collera che le ribolliva dentro, i pugni stretti sull'ascia – razza di burattino sbilenco del... -

Kris le rivolse un'occhiata di ghiaccio e, con un gesto, le intimò di non andare oltre.

- Susie, c'è un luogo e un momento per la violenza, ma non adesso. - le sussurrò Ralsei gentilmente – Ora fa' un bel respiro profondo e pensa a cose soffici e adorabili, d'accordo? -

- Cose soffici e adorabili... - sbuffò la ragazza tra sé e sé, deponendo la lama - ...UN CORNO! -

Intanto, i vagoni continuarono a viaggiare, adagi e indisturbati, sulle rotaie consumate...finché a un tratto si fermarono. C'era un ostacolo a bloccare il passaggio ed era piuttosto buffo: somigliava molto a una grossa e ridente faccia di Spamton, ma, a differenza dell'originale, sembrava essere fatta di un materiale diverso.

- COSA?! ADESSO MI PRENDI PURE IN GIRO?! - esplose Susie – NO, NON RIUSCIRAI A FARMELA IN BARBA CON QUESTO STUPIDO SCHERZO! - prese l'arma e si preparò a scattare.

- Oh, no, Susie, per favore! - Intervenne il capretto, bloccandole un braccio – Cose soffici e adorabili! Cose soffici e adorabili! Cose soffici e adorabili! -

Anche Kris tentò di tenerla ferma dal lato opposto, ma lei era nettamente più forte e, con un violento strattone, si liberò da loro.

- TE LO FACCIO VEDERE IO QUALCOSA DI SOFFICE... - urlò, roteando l'ascia e avventandosi alla carica sulla strana apparizione – QUESTA SCHIFEZZA, QUANDO NON NE RIMARRÀ ALTRO CHE POLVERE! -

Senza che nessuno potesse frenarla, scatenò tutta la sua furia sul buffo oggetto, ruggendo e colpendolo ripetutamente e con gran violenza; finché poi si arrestò, rantolando china sulle ginocchia, gli occhi schiumanti di ferocia e un sorriso soddisfatto sul muso squamoso.

La sua espressione, però, mutò immediatamente in orrore, quando vide il volto che credeva aver fatto a pezzi ricomporsi in un batter di ciglia. E non solo: si moltiplicò in tante altre teste più piccole che cominciarono a disporsi in fila, una dietro l'altra, sui loro binari.

Kris avvertì una sensazione insolita: veniva da dentro di lui ed era come se a un tratto lo avesse fatto sentire stranamente...carico, ma non riusciva a capirne il motivo.

- OOOH...DANNAZIONE! - gridò lei, continuando a straziare rabbiosamente quelle facce canzonatorie, ma poteva solo fendere l'aria – ROMPITI! ROMPITI! ROMP...! -

- ORA BASTA, SUSIE! - l'interruppe Ralsei, quasi seccato, poi si addolcì – Così peggiori solo le cose. -

Il bambino annuì, pienamente d'accordo. Anche se avesse usato la spada, avrebbe probabilmente ottenuto il medesimo risultato, pensò, e accanirsi così tanto sarebbe stato solo infruttuoso. Ma la strana sensazione lo tormentava ancora ed era aumentata. Ora la percepiva come un crescente, ma indolore, bruciore nel petto.

- Mi secca ammetterlo, ma temo che abbiate ragione... - borbottò lei, dopo un sospiro - ...anche se spaccare teste un pochino mi era mancato. - scherzò, ritornando a sedere.

- Benissimo! Ora che le nostre armi non funzionano... - continuò, scocciata, a braccia incrociate e rivolgendosi a Ralsei - ...come le togliamo di mezzo? Voglio dire, quello stramboide volante potrebbe piombarci addosso in qualsiasi momento, mentre noi siamo qui bloccati a...-

L'amico si mise a gesticolare in modo bizzarro, interrompendola.

- Ehm, Ralsei, va...tutto bene? - chiese, imbarazzata – Mi stai ascoltando? -

- Guarda! Kris...! - le rispose, meravigliato, indicando il ragazzo accanto a lei.

Aveva iniziato a muoversi in maniera anomala, come se stesse lottando contro la possessione, digrignando i denti e stringendo le palpebre. Quello che prima era solo un singolare sentore, si era trasformato in lui in una forza misteriosa che ne aveva preso il sopravvento. Kris colse il cuore ardere all'impazzata, sempre più intensamente, e il dolore si fece atroce; a momenti gli sembrava di morire.

Una scintilla brillò improvvisamente dal torace. Era la fine, pensò, stava per esplodere.

- KRIS...! - gridò Susie, allarmata, apprestandosi ad aiutarlo, ma Ralsei la bloccò.

- Ferma! - le ordinò, mantenendo la calma – Lascia che la sua anima risplenda...come un vero lucente! -

- MA...MA...NON VEDI CHE GLI STA SUCCEDENDO?! - ringhiò lei, impaziente.

- Fidati di me – la rassicurò – andrà tutto bene. Tieniti forte: sta per accadere qualcosa di incredibile! -

Un lampo li acciecò. Il bambino vide tutto intorno a lui farsi completamente bianco: era andato? Di colpo, fulmineo, il bagliore svanì e Kris respirò affannosamente, non appena si accorse di essere ancora vivo. Un minuscolo cuore incandescente, splendeva fluttuando tra le sue mani: la sua anima! Non l'aveva mai vista così...gialla e ardente!

- Kris...ma...come...? - disse Susie, guardandolo sbigottita.

- Uh...Oh! - riacquistando coscienza della cosa, il ragazzino incespicò, per paura che potesse scottare, e senza volerlo la lanciò contro una delle facce di Spamton. Il volto si sbriciolò e si dissolse nel nulla.

Il frammento di luce si rigenerò immediatamente, ma lui lo scagliò di nuovo: un'altra testa andò in frantumi.

- È tutto ok, amico – lo tranquillizzò il capretto – è la tua anima, non sentirai alcun dolore nel tenerla tra le mani. -

- Continua a sparare, Kris! - lo incitò Susie, divertita – Sei sulla buona strada, SPACCALI TUTTI! -

Il guerriero abbozzò un sorriso e, deciso, cominciò a sparare a raffica. Gli strani oggetti si nebulizzarono uno a uno come vapore e scomparvero tutti, finché non rimase il più grosso.

Kris tirò l'ennesimo proiettile, ma, invece di polverizzare la marionetta, rimbalzò su di essa senza scalfirla minimamente. Riprovò allora a ripetizione: non accadde niente. Quel robot li aveva messi davvero alla prova con le sue proiezioni, pensò, ma allo stesso tempo anche lui, come Susie, si stava spazientendo.

No! Non puoi perdere le staffe proprio adesso. Concentrati, Kris!

Chiuse gli occhi, liberando la mente e ritrovando la quiete. Fu in quel momento che la luce del suo cuore divenne più radiosa.

Procedi!

Rilasciò un'enorme sfera di energia che si infranse con gran potenza sul buffo ologramma, investendolo. Nel giro di un attimo, non c'era più.

I suoi compagni lo fissarono sbalorditi, senza parole.

- EHI, KRIS, ERA UN [Colpo Grosso] QUELLO? - riecheggiò esultante la voce di Spamton - WOW, SONO COSÌ [Fiero] DI TE CHE POTREI [Ucciderti]! -

- E VOI LASSÙ DAL [Paradiso], CI STATE GUARDANDO? SIETE IN ASCOLTO? - gioì - È L'ORA DI UN AFFARE [Specile Specilissimo]! -

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Capitolo 5
*** Quinta Parte ***


I fanali delle vetture si riaccesero e i motori ronzarono. Kris si aggrappò a qualsiasi appiglio fosse in grado di tenerlo saldo: da quel burattino poteva aspettarsi di tutto.

- Ti conviene uscire allo scoperto, maledetto! - ringhiò la ragazza - O l'unico COLPO GROSSO che vedrai sarà quello che ti mozzerà il collo! -

- AH, SÌ?! - la schernì.

Senza alcun preavviso, apparve dietro di lei, la bocca a un millimetro dai suoi lunghi capelli purpurei.

- [Stupiscimi]! le sussurrò.

Ma prima che lei potesse reagire e attaccarlo, le vetture partirono a razzo. Kris avvertì l'adrenalina salire a mille; lo spettacolo era appena iniziato e stavolta non era uno scherzo.

- DITEMI CHE AVETE UN PIANO SU COME FERMARE QUEL COSOOOO! - urlò Susie, la chioma che sventolava.

Il ragazzo annuì, mostrandosi sicuro, ma dentro di sé sapeva perfettamente che sarebbe stato tutt'altro che facile metterlo in atto. In quel momento la sua principale preoccupazione era di arreggersi stretto al vagone e non mollarlo.

Spamton li raggiunse in un attimo, planando: - DI' UN PO', [Spugnetta], NON È [Angeli]CO QUESTO MIO NUOVO [Corpo]? - disse, saltando e danzando come una ballerina leggiadra intorno a loro – NEO È [Fuoco]! NEO È [Acqua]! NEO È... -

Spalancò le ali e le braccia e rapidamente prese a radunare una miriade di teste fluttuanti, simili a quelle che avevano appena distrutto: - ...[Me]! -

Con violenza le scagliò contro di loro. Non riusciranno mai ad abbatterle da soli, trasalì il bambino, vedendole sfrecciare in direzione dei suoi compagni. Ormai lo aveva capito: da ora in avanti, le sorti della battaglia sarebbero interamente dipese dalle sue mani, se volevano evitare di “uccidere” quell'automa; e perciò avrebbe dovuto metterci l'anima per proteggere Ralsei e Susie.

- DIFESA! - ordinò loro, drizzandosi in piedi. Con uno sguardo d'intesa, i due si misero prontamente in guardia.

Gli Spamton si fiondarono sul gruppo, come avvoltoi affamati su un banchetto. Il cuore di Kris pareva una mitraglia micidiale nello sparare a quella moltitudine di facce: una raffica a destra, una a sinistra e poi una in alto. Combatteva abilmente, mentre tentava di tenersi in equilibrio sulla macchina traballante, e i suoi riflessi erano sopraffini, ma i volti erano tantissimi e temeva di non riuscire a fermarli tutti.

- KRIS, AIUTO! - alle sue spalle, il capretto stava per essere investito da un treno di teste ridenti.

Il ragazzo si girò fulmineo e, come un lampo, caricò per fare fuoco: in un colpo solo, l'intera sfilza si dissolse prima che potesse sfiorare l'amico. Era l'ultima. Avrebbe desiderato tirare un sospiro di sollievo, sognando di averla definitivamente fatta franca, ma era solo al principio di un incubo senza fine. Cosa non avrebbe dato per svegliarsi!

- TI MUOVI DA [PAUUURA], PICCOLO [Verme]! - ululò il burattino - MA QUELLO ERA SOLO IL [Livello 0]! ASSAGGIA QUESTO! -

Davanti a sé, Kris notò i binari andare rapidamente in salita, mentre lui non era ancora ritornato a sedere. Fece un gesto a Susie e Ralsei di restare in guardia e non attaccare, ma i carretti incontrarono bruscamente la pendenza e non fece in tempo a rimettersi a posto; si sbilanciò e cadde all'indietro, ritrovando a stento un appiglio sul sedile. Per un pelo non sarebbe rotolato fuori dalla vettura.

Immediatamente arrivò la discesa e poi un'altra salita, seguita dall'ennesima discesa. Furono sballottati su e giù, su e giù, come barche in mezzo a un mare in tempesta, e la nausea non tardò a farsi sentire: accanto a lui, Ralsei aveva un aspetto orribile e più pallido del suo colore naturale; Susie non se la passava meglio: anche lei barcollava un po'; e lui? Lottava per non staccarsi dal veicolo, aggrappato tale e quale un gatto avvinghiato a una poltrona, malgrado il fastidio allo stomaco. Al contrario, Spamton sembrava divertirsi come un matto. Effettivamente, pensò il guerriero...LO ERA!

- EHI, KRIS, NON HAI SENTITO IL [Campanello]?! - lo derise con gusto - C'È [Posta] PER TE! -

Il bambino percepì una leggera ansia dentro di sé, non appena vide in lontananza una strana sagoma venirgli precipitosamente incontro. In fretta, le sue fattezze si fecero più chiare: era un vagone uguale ai loro, ma era completamente biancastro e aveva tutte le sembianze di un ologramma; non vi era nessuno alla guida, solo un'altissima pila di scartoffie e...

Kris sussultò, strabuzzando gli occhi: ...bombe!

Facendosi forza con le gambe spiccò un agile salto, pregando qualsiasi tipo di divinità di superare l'ostacolo, e lanciò un proiettile di luce contro la proiezione che gli sbarrava il passaggio: andò a segno e la cosa si nebulizzò, permettendogli di poggiare anche solo per un istante le mani sulla torretta di lettere e darsi una spinta. Atterrò in tempo sul suo carretto e senza neanche sfiorare l'ordigno. Si asciugo il sudore dalla fronte: salvo per un soffio!

Ma si pentì molto presto di averlo pensato, quando all'orizzonte ne sopraggiunsero altri, tutti in fila. Deglutì e fece un respiro profondo, poiché non aveva altra scelta: affrontarli o morire nelle grinfie di Spamton. Si posizionò in cima al veicolo e aspettò che il nemico si avvicinasse abbastanza da poter entrare in azione; quindi prese a balzare da una colonna all'altra, sparando ai volti ridenti che lo bloccavano e facendo capriole per schivare gli esplosivi.

I suoi amici lo fissarono a bocca aperta: stava andando benissimo e senza subire alcun danno. Con quelle acrobazie gli sembrava di essere un atleta provetto.

- Alla faccia tua, Spamtonto! – lo canzonò Susie con una pernacchia - Non avrai mai le nostre anime! -

- HO HO HO, TU CREDI?! - le rispose per le rime - AAAH, IN EFFETTI, COSÌ È [Troppo Facile]! -

Scese in picchiata alle calcagna del guerriero: - SEI DAVVERO UN [F3nomeno], KRIS! – gioì - PERCHÉ NON VIENI A FAR [Parte] DEL MIO BELLISSIMO [Cuore]? -

Il ragazzo udì dietro di sé un orribile cigolio di ingranaggi stridenti e si voltò di sfuggita, mentre era impegnato nella sua corsa frenetica. La cassa toracica sgangherata dell'angelo meccanico si era completamente aperta, rivelando un mostruoso congegno verdastro dalle sembianze di un cuore; aveva un paio di occhi e il suo stesso inquietante sorriso. Impallidì a quella vista: quel pazzo non voleva mica...

Il pezzo di ferraglia scattò pericolosamente in avanti, come una molla, puntando alla sua anima. Kris si abbassò fulmineo, evitandolo per un pelo.

- SENTI COME ESULTA! - gridò la marionetta, e in preda alla foga si gettò sulla preda, attaccandola a ripetizione col bizzarro oggetto.

Il bambino si buttò a destra, poi a sinistra; scansò una granata e si fiondò in basso. Era stupito dalla velocità con cui stava eludendo gli ostacoli, ma la quantità era esagerata e a momenti temeva un passo falso.

- STA CHIAMANDO, KRIS! - proseguì Spamton, volando da una parte all'altra - STA [Fremendo]! -

La piccola bocca dentata di quel coso iniziò a vomitare schegge affilate che sfrecciarono verso il bersaglio. Ora il lucente si trovava seriamente in difficoltà e piano piano si stava stancando, ma non poteva arrendersi: ce l'aveva quasi fatta e le colonne di fogli erano sul punto di terminare.

- ACCETTA L'OFFERTA, [Spugnetta]! ACCETTALA! - il robot era fuori di sé, gli era addosso.

- Grrr...LASCIALO STARE! - ruggì Susie, irata, roteando l'arma.

- SUSIE, NO! - urlò Ralsei, allarmato: Kris era nel raggio d'azione.

Troppo tardi: ella gli scagliò un potente getto scarlatto, ma Spamton fu più agile e con un'elegante piroetta ne uscì illeso. Il giovane, però, fu più sfortunato: il colpo fu così rapido che non fece in tempo a spostarsi. Lo prese in pieno e fu violentemente scaraventato contro una bomba; l'esplosione lo investì e cadde come una bambola di pezza sul suo veicolo, inerte.

Le vetture progressivamente si fermarono.

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Capitolo 6
*** Sesta Parte ***


Le vetture progressivamente si fermarono.

- KRIIIIS! - Susie si mise le mani nei capelli, scioccata - CHE...COSA...HO FATTO! -

Era il suo amico e nella furia lo aveva quasi ucciso. E adesso riversava immobile, privo di sensi e in gravi condizioni, sul sedile del vagone. La sua anima non era altro che un lume molto fioco.

- PERMETTIMI DI [Ringraziarti], SIGNORINA SQUAMOSA! - si congratulò Spamton, battendo le mani – GRAZIE AL TUO [Fuoco Amico], MI AVETE SEMPLIFICATO IL LAVORO! ORA CHE [Spugnetta] NON PUÒ PIÙ PROTEGGERVI, CONCLUDERE QUESTO AFFARE CON VOI SARÀ [Un Gioco Da Ragazzi]!!! -

Compiaciuto della sua affermazione, planò verso il corpo inerme del bambino e, agitando le ali, atterrò sulla macchina; poi si accovacciò su di lui.

Susie era un vulcano sul punto di eruttare e i suoi capelli lava incandescente, dalla rabbia che stava provando. Maledì Spamton, ma soprattutto...maledì se stessa per l'errore che aveva appena commesso. Fatale non tanto per lei quanto per Kris. E adesso cosa poteva fare per rimettere a posto ogni cosa?

- Ehi, Ralsei...perché non lo ammazziamo qui e adesso? - sbottò sottovoce, indignata, sporgendosi – Kris non se ne accorgerebbe mai, e poi...possiamo nascondere le prove! -

- Susie! - la rimbeccò lui, per cui sospirò – Anche se volessimo, non potremmo mai farcela senza di lui. Questo...Spamton, NEO, ha una corazza troppo resistente: sprecheremmo inutilmente tempo e magia, prima di penetrarla! Kris ha un piano su come fermarlo e, se vogliamo metterlo in atto, dobbiamo fare in fretta! -

Senza esitare un secondo di più, il capretto scavalcò il bordo dell'auto e si apprestò a correre silenziosamente incontro al robot. Lei lo osservò, l'espressione interrogativa: ma che intendeva architettare? Voleva forse farsi uccidere? Sbuffò e decise di seguirlo, infuriata. Quando lo raggiunsero, Ralsei le spiegò il da farsi, senza essere udito, e le fece cenno di aspettare ai piedi del mostro il suo segnale. Intanto egli si accinse ad avvicinarsi lentamente, a passo felpato.

- FELICE DI [Non] RIVEDERMI, PICCOLO [Verme]? È STATO UN [Vero Piac3re] FARE AFFARI CON TE! - esclamò la marionetta – ORA, SE PERMETTI, I [Cieli] MI ATTENDONO! [Ci] ATTENDONO! - allungò un braccio alla sua anima, bramoso della sua luce.

Non appena vide quel gesto, il Principino si girò in direzione della ragazza: - ORA! - bisbigliò.

- ADESSO POTRAI FINALMENTE DIVENTARE UN [PEZZO GROSS..] -

Te lo faccio vedere io il FESSO GROSSO! Susie non si fece attendere: afferrò il tacco a spillo del burattino e gli morse con forza la caviglia. Spamton cacciò un urlo acuto e straziante di dolore e, quando chinò la testa per capire chi fosse stato, si accorse di Ralsei che stava cercando di trascinare con sé Kris.

- PICCOLI [Teppisti]! - tuonò, infastidito, intenzionato ad acchiapparlo - COME OSATE ROVINARE LA MIA [Ascesa] ALLA GLORIA! -

- SUSIEEE, FA' QUALCOSA! PRESTO! - l'amico era disperato, il peso del compagno lo rallentava e le dita di Spamton erano a un millimetro di distanza dalle sue cornette; lo avrebbe acciuffato in una volata.

- Sognavo da tanto di poter giocare a Dragon Blazers nella vita reale. - sorrise lei, minacciosa, tamburellando gli artigli sull'ascia - È arrivato il grande momento! -

Si mise a picchiarla pesantemente sul ferro dei binari, producendo un gran fracasso. Il bestione si arrestò nell'udire quel suono.

- NON VOLEVI L'ANIMA DI UN LUCENTE? EH? EHI, NASO A BANANA! - ringhiò provocandolo, per tentare di distrarlo.

A quelle parole, l'oscurante si voltò e la fissò imbronciato. Si era offeso.

- ALLORA, VIENI QUI! - gridò, scuotendo l'arma in modo barbarico – QUIIIII! -

Il burattino si diresse su di lei. Ce l'aveva fatta, pensò, aveva la sua attenzione, ma doveva agire subito se voleva uscirne viva e permettere a Ralsei di portare il ragazzo in salvo. Scappare e farsi inseguire non sarebbe stata una buona idea: la marionetta l'avrebbe raggiunta con estrema facilità. Allora non le rimase altra scelta: sollevò verticalmente la lama per il manico, afferrandola con entrambe le mani e digrignò i denti appuntiti. Infine chiuse gli occhi e lasciò che la sua rabbia fluisse in essa. Un'aura purpurea si materializzò tutt'intorno.

Ralsei la squadrò, allibito: era una follia, non lo stava per fare; ella stava scherzando col fuoco!

- Guarda la mia luce! È appetitosa? È...GUSTOSA? - lo incitò.

Spamton ne era stregato, la bocca spalancata e l'espressione colma di desiderio.

- Allora...VIENI A PRENDERLA! -

A piena potenza, sbatté l'ascia sul terreno e sprigionò un lampo violetto. Il robot si coprì gli occhi per non venirne acciecato, ma, nel momento in cui il bagliore svanì, Susie non c'era più.

Preoccupato, si guardò sotto ai piedi e tra i sedili delle vetture, ma non vide nessuno; provò a scrutare la ferrovia nei paraggi, sperando di trovarne le tracce: niente, erano completamente spariti dalla visuale.

Percepì la collera crescere a dismisura: era a un pelo dal raggiungere il suo scopo e la sua grande occasione gli era sfuggita alla stessa rapidità con cui era apparsa. Prese quindi il fiato, aspirando quanta più aria possibile, e si gonfiò; alzò la testa al cielo e, con tutta la forza che aveva in corpo, liberò un fragoroso ruggito che fece vibrare le pareti nei dintorni.

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Capitolo 7
*** Settima Parte ***


- Ralsei, come ti sembra la situazione? Ti prego, dimmi che possiamo salvarlo!-

- Non lo so, Susie. È molto grave e non escludo la possibilità che potremmo perderlo. Mi servirà anche la tua collaborazione: dovrai dar prova di tutto ciò che ti ho insegnato. Adesso concentriamoci! Uno, due e...e... -

Kris aprì appena gli occhi, ma non poteva vedere niente: era come se lo spazio circostante a lui fosse tutto bianco. Tese un orecchio...senza udire nulla. Non vi erano rumori e non riusciva neanche a sentire i sapori nella sua bocca; neppure quello del sangue. Provò allora a muoversi, ma senza successo: non era in grado di percepire il suo corpo. Sembrava essere diventato un'entità di soli pensieri, scollegata a tutto il resto. Non riceveva alcun impulso. Vuoto totale. Ma che gli era successo?

Lentamente nella sua memoria cominciarono ad affiorare ricordi: si era schiantato sulla poltroncina della sua macchina, a causa dell'esplosione di una bomba, però...perché? Nella sua testa regnava la confusione, era difficile restituire un senso logico a quell'immane quantità di immagini sfuocate e disordinate: fuoco...fiamme...schegge appuntite...denti...mani...fili...un angelo...UN CUORE IN CATENE! Ma certo! I pezzi di quel folle rompicapo si ricomposero in un batter di ciglia, assemblando davanti a lui la figura di un'enorme creatura robotica: SPAMTON! E non era l'unico: Ralsei e...SUSIE! Le aveva ordinato di non attaccare, ma lei aveva disubbidito e adesso, a causa di quel trambusto, Kris era finito in una dimensione ignota, incapace di fuggirne. E dov'erano tutti quanti?

Chiamò a pieni polmoni i suoi amici, ma fu tutto inutile: non uscì alcuna voce dalla gola. La disperazione lo colse allora di sorpresa: perché non si era ancora svegliato dall'incubo in cui era precipitato? Perché non aveva la forza di farlo da sé? Non vi era nessuno che potesse aiutarlo. Era solo. Completamente solo.

E così...sei giunto alla fine.

Si stupì: qualcuno aveva parlato, ma non avvertì alcuna presenza oltre a lui. Un'allucinazione? No, non poteva essersi sbagliato. Era reale, e non gli era affatto nuova.

Non è questo il tuo destino.

Lo avvertì la voce, mostrandosi di nuovo. Risuonava flebilmente e aveva l'aria di essere molto lontana; ma, nonostante ciò, la riconobbe: era l'eco sconosciuta che da sempre lo aveva guidato in tutte le decisioni da prendere. Quella volontà estranea che nei momenti più bui lo faceva sentire esattamente uguale a Spamton. Corde invisibili. Intangibili. Indistruttibili.

Devi andartene da qui! Lui sta arrivando!

Voglio ritornare dai miei amici, pensò Kris, cosciente che, se anche avesse provato a urlare, nessuno lo avrebbe udito. Portami da loro, implorò dentro di sé, hanno bisogno di me! E poi...CHI sta arrivando?

Improvvisamente, davanti a lui si materializzò un oggetto rossiccio, luminoso e molto familiare; aveva l'aspetto di un cuore. La sua anima! In qualche modo era stato ascoltato!

Allora dimostrati degno!

Piano piano, il suo corpo iniziò a riacquistare concretezza. Poteva finalmente muoversi.

Raggiungila, presto!

Senza esitare, cominciò a correre verso di essa, evitando di voltarsi indietro. Non desiderava altro che andarsene da quel luogo orribile e desolato...e in fretta! Voleva rivedere Ralsei e Susie e aveva un affare in sospeso con quella marionetta. Doveva concluderlo a ogni costo.

La sua fonte di luce si fece via via più vicina: era sulla buona strada. Si diede una spinta e balzò in avanti per prenderla, ma non appena fu sul punto di sfiorarla, qualcosa lo acchiappò per un piede e tentò di trascinarlo in basso. Il ragazzo cercò di opporsi, tirando dalla parte opposta, ma arrivò una seconda forza che lo acciuffò per l'altra gamba. Fu allora che si girò a guardare: una misteriosa melma nera ed elastica gli si era avvinghiata addosso e non aveva alcuna intenzione di lasciarlo andare.

Incapace di resistere, fu vertiginosamente trasportato giù e vide la sua anima allontanarsi e rimpicciolirsi. Lottò per liberarsi da quella cosa, mordendola e allargandola per vedere se si sarebbe spezzata. Fu tutto vano, gli immobilizzò fulminea le braccia e Kris sentì del freddo umido salire lentamente lungo i pantaloni: lo stava immergendo in quel terrificante appiccicume.

- SUSIE! RALSEI! - gridò a squarciagola, invocando il loro aiuto, ma quell'entità gelatinosa gli frustò la faccia, tappandogli la bocca e arrotolandoglisi attorno.

Il bambino si dimenò con violenza, contorcendosi come un lombrico. Doveva assolutamente trovare un modo per scappare, non poteva abbandonare i suoi amici così. E poi cos'era quell'abominio che lo avvolgeva? Perché lo bramava così tanto? In cima ai suoi capelli, un oggetto solido gli bloccò di colpo la testa e ne colse altri afferrargli il resto del corpo. Ebbe un brivido, quando li esaminò: una moltitudine di spaventose mani pallide e ossute lo tenevano completamente fermo. Non poteva più niente.

L'ignobile poltiglia, adagio adagio, cominciò a farlo sprofondare e Kris non ebbe altro da fare che contemplare la sua essenza affogare nelle tenebre. Era finita: per puro caso era riuscito a sopravvivere al cannone di Spamton, ma il mostro che ora lo teneva stretto pareva invincibile e senza via di fuga.

Il cuore brillante non era diventato che una briciola irraggiungibile. Il lucente lo guardò scomparire da sotto l'inespugnabile strato di pece, gli occhi colmi d'angoscia. Nel giro di pochi secondi, non c'era più. Le speranze si erano dissolte; i sogni erano volati via. L'universo si era tinto di nero.

Intrappolato nel nulla, sarebbe rimasto ad aspettare che il suo respiro si affievolisse, lasciando che la morte lo abbracciasse definitivamente. Alcuni minuti sarebbero bastati, ma gli sembravano interminabili. Perché ci stava mettendo così tanto? Cosa non avrebbe dato per smettere di soffrire in un baleno!

Nell'agonia, Kris immaginò di rannicchiarsi nel suo angolino personale, il viso sulle ginocchia, e pianse, consapevole che le lacrime non sarebbero mai state abbastanza per rimediare a ciò che era appena successo. Ma, a un tratto...

Quando il lume se ne va

perso nell'oscurità...

Una malinconica melodia rimbombò, distante, nelle sue orecchie. Il giovane ne rimase stranito: chi poteva mai essere stato? C'era soltanto lui lì, impantanato. Forse era semplicemente un'altra allucinazione? Qualunque cosa fosse, ormai non aveva più importanza, poiché tra non molto avrebbe cessato di esistere, senza alcuna possibilità di essere salvato. Restò in attesa, tra la desolazione.

...E i ricordi dentro te

sembran fantasie...

La canzone riecheggiò di nuovo, più vicina. Una voce dolce e sottile che lui non tardò a riconoscere: il tono di Ralsei! Ma era impossibile, dov'era nascosto? Il buio era impenetrabile.

...La promessa nel tuo cuor

là nel gelo splenderà...

- RALSEI, ASPETTAMI! - avrebbe voluto gridare, ma non poteva parlare...però poteva almeno pensarlo! Preso da un'insolita motivazione, tentò di agitarsi, digrignando i denti e con tutte le sue forze. Fu meravigliato, quando si accorse di aver riacquistato mobilità, anche solo di pochi millimetri. Che fosse tutto merito della magia di quella musica?

...Ti dirà...la sola verità...

La voce aveva cambiato sfumatura e ora sembrava un coro: si era unita anche Susie!.

- ARRIVO, RALSEI! SUSIE! - continuò a dibattersi e a dimenarsi, facendosi lentamente strada come un verme in una tana striminzita. Aveva cambiato idea: qualsiasi giorno sarebbe stato valido per morire, ma non quello! Si sforzava, si allungava e progressivamente avanzava. Non doveva mollare: mostrarsi degno era la sua missione!

Di colpo, un crescente calore gli pervase il torace e una scintilla si accese in mezzo al petto.

...Sono qui.

Non lo dimenticar!

La luce divenne sempre più abbagliante e il ragazzo ruggì, al bruciore che ardeva dentro di lui. La melma si ritirò immediatamente dalla sua presa, aprendosi come una bolla, ma Kris non cadde: il bagliore lo faceva fluttuare. Rimase immobile per un attimo, poi...sfrecciò a razzo verso l'alto, l'energia interiore caricata al massimo, perforando l'appiccicume.

In un lampo, raggiunse la sua anima splendente e, senza esitare, l'afferrò.

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Capitolo 8
*** Ottava Parte ***


Spalancò le palpebre e guizzò in avanti, respirando affannosamente.

- Kris, sei vivo! Eravamo così preoccupati! - qualcosa di soffice lo abbracciò stretto, affettuoso: era Ralsei, senz'ombra di dubbio, ed era concreto...tangibile. Ricambiò il gesto, tirando un sospiro di sollievo: ancora una volta ce l'aveva fatta, per un soffio!

- Non farlo mai più, Kris! - scherzò Susie, tirandogli una pacca sulla spalla in modo spiritoso – Ci hai fatto prendere uno spavento! Fortuna che il tuo amico aveva ancora in serbo qualche preghiera! -

Il bambino si guardò intorno, un po' spaesato. Si era aspettato di trovarsi sopra un veicolo, ancora un po' ammaccato, ma i suoi alleati lo avevano rimesso perfettamente in forma e in quel momento il luogo dov'erano pareva alquanto diverso da una ferrovia arrugginita e sconnessa: non c'erano rotaie, neppure riflettori e...che fine aveva fatto Spamton?

GRAAA-A-A-A-AOORRR-R-R-R!

Un ruggito cacofonico e fragoroso fece tremare le pareti che li proteggevano, facendo precipitare alcuni piccoli calcinacci. Kris s'impietrì, seguito dagli altri due suoi compagni che si tapparono le orecchie. Passi pesanti risuonarono e un bianco tacco a spillo comparve fugacemente oltre la fessura nella quale si erano riparati. Si udì un cigolio disturbante di meccanismi non oliati a dovere e i tre si guardarono, terrorizzati: il robot si stava abbassando nella loro direzione. Rapidamente si spiaccicarono ai muri, in silenzio, per non essere notati. La faccia del burattino si avvicinò alla fenditura, proiettando la luce dei suoi occhi sul lato opposto. Si mossero a destra e a sinistra, scrutando l'area, poi la sua testa iniziò ad addentrarsi; il gruppo vide il suo naso lungo e appuntito sondare l'aria.

Il ragazzo percepì la paura crescere all'impazzata e la fronte bagnarsi di una fontana di sudore: il mostro avrebbe facilmente potuto accorgersi della loro presenza e l'unica soluzione che aveva in mente sarebbe stata molto rischiosa; ma non c'era altra via, se non tentare. Spamton si era intanto girato a esaminare un anfratto accanto a loro e Kris attese che si voltasse verso di lui; quindi avanzò facendo un cenno a Ralsei e a Susie. Gli vennero dietro e insieme sgusciarono quatti quatti sotto il mento dell'automa. Dopo che ebbe controllato tutto, lentamente si ritirò. Erano salvi.

- Se ti stavi chiedendo...cosa fosse successo...mentre eri nel mondo delle idee, penso che ormai non ci sia bisogno...di spiegazioni. - borbottò Susie sottovoce, ansimando ancora per il momentaccio appena superato – È da ore che va avanti...con questo casino! Non lo...sopporto più! -

- Kris, ricordi quando i trabiccoli sono schizzati a tutta velocità? - chiese Ralsei gentilmente – Avevi accennato a un piano su come fermare Spamton-NEO. Ecco...se ce ne vuoi parlare, questo è il momento perfetto! -

Il guerriero annuì. Ormai non c'era più tempo da perdere e, se avesse aspettato a rivelare il suo segreto, quell'occasione non si sarebbe mai più ripetuta. Dovevano sconfiggere l'angelo di ferro a ogni costo ed estinguere la Fonte; perciò la sua risposta non tardò ad arrivare: con un gesto li radunò a sé e si approntò a illustrare loro il da farsi.

- Questo. - frugò sul mantello e armeggiò per qualche secondo; poi tirò fuori un sassolino legato a un oggetto piccolo, lungo e molto sottile che mostrò al duo.

- Un...filo? - domandò Susie, vagamente delusa – Perché un filo? -

- Taglia! - le ordinò, imitando con le dita un paio di forbici.

- Uhm...va bene. - gli rispose, imbarazzata, e premette la lama contro la cordicella: la roccia cadde e Kris la afferrò prima che potesse toccare terra e fare rumore. Per cui la porse al Principino.

- Libertà! - sussurrò, indicando la pietra.

- Filo...tagliare...ma certo, Kris! - esclamò Ralsei entusiasta, dopo una breve riflessione – Il ciottolo è Spamton, dico bene? In fin dei conti, ciò che vuole è la libertà, no? Non dobbiamo fare altro che mozzargli le corde! -

- Ehi, Kris, che ne dici se poi lo leghiamo mani e piedi coi suoi stessi fili? - rise la ragazza, trattendendosi – Potremmo lasciarlo appeso e giocare alla Pentolaccia... - denudò le zanne, come assetata di sangue - ...con la mia ascia! -

Il bambino si illuminò per un attimo: l'affermazione dell'amica squamosa gli aveva dato un utile spunto.

- Oh, no, non vorrai mica agire così! - disse Ralsei, inorridito – Avevamo giurato insieme di non ricorrere alla violenza! -

- Andiamo, Ralsei, era solo una battuta! - lo prese in giro, divertita – Però, a pensarci, le interiora di un robot svalvolato potrebbero essere più saporite dei gessetti... - si leccò le labbra.

Kris li invitò a tacere, per evitare di essere scoperti, poi si schiarì la gola e spiegò loro come avrebbero dovuto comportarsi. Inizialmente i suoi amici lo guardarono un po' contrariati, però poi entrambi furono d'accordo. Non sarebbe stata un'idea semplice da realizzare, ma non ve ne erano altre in campo e il burattino là fuori si stava infuriando sempre di più. Si congiunsero in cerchio, mano nella mano, poi si separarono.

Uscirono dal nascondiglio, in punta di piedi, e si diressero verso Spamton-NEO. Il robot dava loro le spalle e non si accorse minimamente della loro presenza, intento com'era a scrutare i dintorni davanti a sé. Il guerriero aveva un po' di paura, ma almeno non era solo: Ralsei e Susie erano accanto a lui, perciò avrebbe potuto contare su di loro in caso di pericolo.

Si avviarono alle vetture e salirono ognuno a bordo della propria; Kris sfoderò la spada e respirò profondamente: era giunto il momento di agire! Fece un gesto a Susie e iniziò a picchiettare l'arma sul bordo della macchina, infrangendo il silenzio. La marionetta s'immobilizzò sull'attenti: lo aveva sentito.

- EHI, SPAMPAGALLO! - gridò la ragazza - SÌ, PROPRIO TU! -

- STANCO DI VIVERE NELLA SPAZZATURA? - risuonò la vocetta di Ralsei - NIENTE PANICO: CI PENSIAMO NOI! -

Spamton si voltò immediatamente, puntando a nessun altro...fuorché il bambino, lo sguardo da predatore affamato e pronto a banchettare. Cominciò ad avanzare lentamente e minaccioso, gli occhiali sfarfallanti, accompagnato dallo stridio spettrale delle sue articolazioni consumate. Stavano andando bene, pensò Kris, avevano la sua attenzione.

- ABBIAMO UN'OFFERTA SPECIALE PER CUORI SOLITARI...PROPRIO COME TE! - continuò il capretto.

A quelle parole, il ragazzo si apprestò a estrarre il frammento di anima splendente dal petto e glielo mostrò, impavido. L'oscurante lo fissò come ipnotizzato, le pupille dilatate e l'acquolina in bocca.

- AFFARE FATTO? - urlò Kris.

- [OOOH...SÌÌÌ]!! - gli rispose, stregato.

- Allora, accendi i motori! - gli ordinò.

Il mostro non esitò un secondo di più: in un baleno, i carretti ronzarono e fari si illuminarono uno ad uno. Kris ebbe un brivido e si preparò alla partenza, mettendosi a sedere e tenendosi stretto.

- OH, NO, [Spugnetta]: IN PIEDI! - disse Spamton con un sorriso malefico, notando il suo comportamento – [Affare Fatto]? -

Il guerriero percepì tante piccole goccioline di sudore scendere lungo la fronte: si sarebbe rivelata una sfida tosta, ma avrebbe messo alla prova entrambi. Era perfetta...a suo modo. Deglutì e, facendosi coraggio, annuì.

- Affare fatto! - rispose, ergendosi dalla poltrona.

- ECCELLENTE! - esclamò malignamente il pupazzo, unendo le mani e portandole al petto, compiaciuto; poi spalancò le ali e allargò le braccia – ALLORA PREMA PURE QUEL PEDALE E APRA LE [Danze]! QUANDO VUOLE...[Il Mio Corpo È Pronto]! HAEAHAEAHAEA-HIHIHIHIHI-HEHEHEHEHE-HOHOHOHOHO! -

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Capitolo 9
*** Nona Parte ***


Kris avrebbe giurato che fosse stato Spamton a farli scattare, ma stavolta non fu così. In effetti, era stato lui il primo a riproporgli l'affare, per cui la decisione adesso spettava a lui. Tutto tornava, poteva agire quando e come voleva.

- SU...METTERAI QUEL [Piede] LÌ SOPRA? - insistette il robot, vedendolo incerto.

Il bambino non se lo fece ripetere: deciso, spostò la gamba e pestò il pedale. La ferraglia schizzò come un fulmine e lui si sbilanciò, reggendosi con una mano per frenare la caduta, mentre procedeva verso l'ignoto. L'adrenalina crebbe nuovamente, insieme al vento generato dalla velocità che gli spettinava i capelli. Avanzava vertiginosamente, accompagnato dal fracasso delle rotaie, e ben presto si accorse di essere da solo: l'automa non lo stava ancora inseguendo e i suoi amici erano rimasti al punto di partenza. Percepì una lieve tensione: a cosa doveva un simile comportamento? Che intenzioni aveva quella marionetta losca?

Poco a poco, avvertì un'enorme porta di metallo aprirsi e il corridoio intorno a lui trasformarsi, amplificandosi; i binari si moltiplicarono e si intricarono; all'orizzonte distinse altre vetture in movimento, uguali alla sua, ma vuote. Osservò a bocca asciutta lo spettacolo che stava prendendo forma davanti a sé: dal terreno cominciarono a stagliarsi in alto bizzarre strutture, simili a grattacieli, ridenti facce di Spamton sulle loro sommità, e strade illuminate si diramavarono tra un edificio e l'altro. Cos'era diventato quel luogo inospitale? Una città? Non si aspettava minimamente che il sotterraneo di Regina nascondesse una gigantesca e lugubre metropoli costruita a immagine e somiglianza di quell'affarista. Ne fu affascinato, ma contemporaneamente...rabbrividì.

- [Spl3ndida], NON TROVI? - risuonò la voce del burattino, dietro di lui.

Kris si voltò immediatamente: lo aveva raggiunto in breve tempo e volava beato nel cielo buio e artificiale, le corde che tintinnavano a ogni suo battito d'ali.

- PROPRIO A MISURA DI [PEZZO GROSSO]!! - esclamò.

In lontananza, anche Ralsei e Susie si erano uniti alla gita turistica, mantenendosi distanti da lui, come avevano pianificato.

- IMMAGINA, KRIS: IO E TE PADRONI DEL [Mondo]! SAREMO I SOLI A FARE LE [Chiamate], E TUTTO QUESTO...TUTTO NOSTRO!! - esultò, ammirando il panorama e librandosi come un'aquila possente - DEVI SOLO...[Rispondere Allo Squillo]!!! -

Nel pronunciare quella frase, il suo braccio iniziò a mutare aspetto e rapidamente assunse le sembianze di un telefono che trillò acuto.

- [Pr4nto]? - rispose, poggiandoselo al sensore auricolare - COSA!? CHE? DICI SUL SERIO!? - sbalordito si rivolse al ragazzo - È PER TE! -

L'arto si modificò ancora e divenne un cannone che si apprestò a caricare. Il guerriero trasalì: era puntato su di lui! Si mise subito sulla difensiva, lo scudo saldo e l'anima pronta a far fuoco. I colpi non tardarono ad arrivare: l'arma di Spamton prese a vomitare ordigni rotanti, azzurri e bizzarri. Kris li esaminò meglio: non erano bombe; erano uova! Avrebbe voluto ridere a quella vista, ma sapeva bene che alla minima distrazione di lui non sarebbe rimasto altro che frittata. Sparò più raffiche che poté e i gusci si distrussero al tocco dei suoi proiettili, ma non riuscì a contrastarli tutti. Molti di essi si schiantarono sul carretto e si schiusero, rivelando nientemeno che...tanti piccoli Spamton!

Oh...NO! Conosceva quella mossa e aveva già avuto la prova di quanto fosse...irritante. I pupazzetti lo assaltarono, aggrappandosi a lui come affamati e mirando alla sua luce. Alcuni saltellavano allegramente nel tentativo di acchiappare il bottino, mentre altri si limitavano a mordicchiarlo in maniera alquanto fastidiosa. Kris si dibatté, cercando di cacciarli via, ma erano in troppi, ne era quasi completamente ricoperto e lo stavano immobilizzando.

- rrrRRRAAAAAHGH – ruggì dimenandosì e affettandoli con la spada.

Dopo una dura lotta, se li scrollò di dosso e precipitarono nel vuoto. La macchina, però, incontrò improvvisamente una curva, facendolo incespicare; andò a sbattere contro un bordo, rimettendosi in piedi a fatica.

Intanto, alle spalle del robot, i suoi amici si stavano già impegnando a tagliare i fili che lo tenevano sospeso: Susie poteva contare sulla sua ascia, mentre Ralsei sui suoi attacchi magici. Non era abbastanza, ma ciò che avevano architettato stava comunque funzionando e Spamton non se n'era neanche accorto.

- E DAI, KRIS! - insistette il burattino, ritirando le armi - NON SENTI COME TRILLA...IL MIO [Cuore]?? LE MIE [Mani]?? ACCETTERAI LA MIA OFFERTA? OPPURE HAI BISOGNO DI UN... - il suo sguardo s'inasprì, fissando l'orizzonte - GIRO [Gratis] IN METROPOLITANA?? -

Scoppiò in una sonora risata e, a quelle parole, Kris si voltò nella direzione opposta: una galleria era in avvicinamento a rotta di collo. Cosa aveva in serbo stavolta? Rapidamente si ritrovò completamente avvolto nelle tenebre. Non si distingueva un pelo, solo lo stridio dei binari e il buio totale. Il bambino si mise sulla difensiva e aspettò la prossima mossa del nemico. Passarono lunghi minuti, immersi nel nero, ma...non accadde nulla. Egli percepì la tensione abbracciarlo stretto stretto: doveva per forza nascondersi qualcosa, perché non stava succedendo niente? Quella quiete era così snervante e mancavano pure i suoi amici a dargli supporto. Era una lotta tra lui e l'oscurità asfissiante che non osava terminare.

Improvvisamente udì qualcosa staccarsi dal soffitto e un oggetto sconosciuto lo colpì in testa. Al contatto, sembrava oblungo, ma non ebbe neanche il tempo di massaggiarsi il capo, poiché un altro lo prese in faccia e poi un terzo gli sfiorò i capelli. Era frustrante non poterli né vedere né eludere, però il suo desiderio venne presto esaudito: intorno a lui si accesero tante luci, in fila una ad una, rivelando una marea di...telefoni. Pendevano come liane ed erano sparsi per tutto il corridoio; avevano un aspetto per nulla innocuo. Infatti, cominciarono a squillare all'unisono, producendo un suono assordante che gli trafisse i timpani come una lancia. Il guerriero si tappò le orecchie e con i gomiti si dimenò per scostare da sé quei fastidiosi fili oscillanti. Successivamente, una serie di oblò apparve sulle pareti della caverna.

- SORPRESA! - esclamò Spamton, affacciandosi da uno di essi.

Spalancò le fauci e gli sputò una sfera di fuoco. Kris la neutralizzò, parandosi con lo scudo, e rispose caricandogli un colpo grosso; ma il mostro lo schivò e sparì.

- MANCATO! - disse, ricomparendo al lato opposto - [Ritenta E Sarai Più Fortunato]! -

Gli scagliò un secondo proiettile e Kris lo scansò prontamente, sparandogli a raffica; i frammenti andarono a vuoto, infrangendosi contro un muro e l'automa scomparve, illeso. Non era affatto facile mettere a segno un attacco con tutto quel rumore.

- COME SIAMO [Lee3nti], KRIS! - gridò il bestione, facendo capolino sopra di lui e lanciandogli un'altra palla.

Senza fiatare, il ragazzo si rifugiò sotto le proprie armi e non subì alcun danno. Attese pazientemente così rintanato e al sicuro, finché finalmente uscì da quell'inferno strillante. Non c'era spazio, però, per riprendere energia: la marionetta era ancora pimpante e al pieno delle forze.

- NON VORREI FORZARTI, MA, SE ACCETTI IL MIO AFFARE, AVRAI...[Un Omaggio Di 50] PROIETTILI BONUS! TUTTI [G R A T U I T I]! - gli fece l'occhiolino tornando alla carica.

Kris rimase in silenzio, rifiutando la proposta.

- OH, ANDIAMO! - lo implorò - NON VUOI AIUTARE IL TUO VECCHIO AMICO SPAMT...AAAGH!! -

Un'esplosione violetta brillò dietro la sua schiena e, a quell'urlo di dolore, si girò di scatto a controllare chi lo avesse ferito: nell'intento di tagliargli una corda, Susie aveva impiegato troppa potenza.

- Ops! – mormorò lei, gettando un'occhiata fugace a Ralsei.

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Capitolo 10
*** Decima Parte ***


- ANCORA VOI?! - ruggì il robot, infuriato - VI INSEGNERÒ IO A METTERMI I [BASTONI TRA LE RUOTE]!!! -

Si avventò pericolosamente su di loro, il cannone pronto a cantare.

- Susie, preparati! - la avvertì il capretto, concentrandosi e unendo i palmi. Una magica barriera cotonata cominciò a roteare attorno a essi.

Se avesse torto loro un capello, il suo piano sarebbe andato in fumo, pensò Kris. Doveva agire in fretta, se non voleva che finisse così. Perciò, senza esitare un istante di più, iniziò a mitragliare le ali del pupazzo, nella speranza di distogliere la sua attenzione dai due.

- PRENDI ME! - urlò rabbiosamente - MEEE! -

- E COSÌ...MI COLPISCI ALLE SPALLE?! - ringhiò il burattino girandosi, l'espressione al culmine dell'irritazione.

Spiccò un balzo e in un baleno fu sulla sua macchina, torreggiando minaccioso su di lui. Il bambino si sentì in trappola e si affacciò istintivamente a guardare in basso: decine di vetture circolavano in un intrico di rotaie. Saltare nel vuoto poteva essere una buona idea, ma avrebbe avuto la certezza di atterrare su una di esse? Deglutì, esitante.

- ALMENO GUARDAMI IN [Faccia]!! - tuonò Spamton, accovacciandosi a quattro zampe, aggrappato ai bordi – GUARDAMI NEGLI [Occhi]! -

Le sue lenti sfarfallarono e la loro luminosità aumentò, liberando letali raggi laser che puntarono dritti all'anima scintillante. Kris ebbe un sussulto: ogni parte del corpo di quella creatura nascondeva un arsenale! Alzò fulmineo lo scudo, lasciando che il getto s'infrangesse sul metallo. Non appena l'automa si ritrasse, lo distolse. Ma Spamton infierì.

- GUARDAMI NEL [Naso]! - gridò, spingendosi in avanti, il naso appuntito come una picca.

Il ragazzo si scansò immediatamente, evitandolo per un soffio. La faccia del burattino gli sfiorò il mantello e andò a sbattere al volante. I suoi occhiali si scheggiarono, ma non si arrese: inferocito, tentò ancora una volta di trafiggerlo, pungolandolo insistentemente.

BAM! TONK! CLANG!

Kris s'impegnò a schivare ogni mossa e in pochi secondi il veicolo si riempì di graffi e ammaccature, la poltrona completamente bucherellata e straziata; poi, rannicchiato com'era accanto al pedale, si rese conto che il suo spazio vitale si era drasticamente ridotto. Spamton lo aveva messo alle strette.

- GUARDAMI IN [Bocca]! - si stizzì, tirando su la testa e preparandosi ad attaccare un'altra volta.

Sfoderò i denti e scattò, intenzionato a divorargli quel cuore. Il guerriero si abbassò e la marionetta mangiò l'aria con uno schiocco di mascella; ma non si diede per vinta: ancora un morso e il bottino sarebbe stato suo. Si fiondò sulla preda, ormai a terra. Il bambino poté solamente affidarsi alla difensiva, serrando le palpebre e sperando nella propria incolumità; la luce, l'unica risorsa che gli era rimasta, iniziò ad accumulare enrgia, facendosi abbagliante. Quando le fauci di Spamton furono a un millimetro da lui, scostò prontamente lo scudo e liberò un colpo grosso. Investito in pieno dalla fiammata, il robot ululò e arretrò scuotendo il capo, forsennato, il volto ricoperto da una maschera di fumo. Il naso gli si spezzò e cadde sul sedile.

- NOOOO! - si disperò, toccandosi il viso privo di narici e le gengive sdentate - IL MIO...! I MIEI...! -

Acciecato dalla collera, cacciò un fragoroso ruggito verso il cielo.

Kris si sentiva in trappola, con quel mostro che non accennava ad andarsene dal trabiccolo. Non aveva calcolato che la situazione avrebbe preso una strada simile e percepiva benissimo che di lì a poco sarebbe accaduto qualcosa di molto brutto; ma...come avrebbe potuto agire altrimenti? Non c'erano vie di fuga, era sospeso nel vuoto su una rotaia tutt'altro che larga. L'unica decisione da prendere era...no, è troppo rischiosa, pensò angosciato, guardando i grattacieli sinistri che li circondavano, però DEVO farlo: o me...O LUI!

Fece un respiro profondo e, quasi impulsivamente, si apprestò a scavalcare la macchina. Si sarebbe lanciato di sotto, contando sulla sola fortuna di riuscire ad atterrare in piedi su un carretto; ma i riflessi di NEO furono più veloci: prima che il bambino potesse cadere, allungò le braccia e lo acchiappò per le gambe.

- Dove credi di andare, [Spugnetta]? - gli sussurrò malevolo, alzandolo di peso.

Aprì le ali e si diede una spinta; volò in quota, trasportandolo con sé.

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POSTFAZIONE

Finalmente! Sono riuscita a postarlo! E non solo: ho quasi pronto anche il capitolo 11 che forse potrebbe arrivare la prossima settimana, non so in che giorno.

Purtroppo, però, un'altra cosa che devo ripetervi è che Lucca Comics si avvicina, quindi col cosplay di Spamton-NEO devo correre e gli darò la priorità, per cui non rattristatevi se vedete che le mie fanfic tardano ad essere postate. Se siete curiosi di vedere come sta procedendo, vi spammo il mio Instagram: intrinsic_angular_momentum  . Lì, nelle storie, potrete trovare anche qualche sneak peek delle mie fanfic, ogni tanto.

Detto questo, per qualsiasi parere di ogni tipo, non esitate a mandarmi un messaggio :D. 

Alla prossima!

STAY TUNED FOR MORE [HYPERLINK BLOCKED]!!

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Capitolo 11
*** Undicesima Parte ***


- LASCIAMI! - protestò il ragazzo, capovolto, divincolandosi - METTIMI GIÙ! QUESTO NON ERA L'ACCORDO! -

- ED IO HO DETTO CHE NON TI AVREI FORZATO AD ACCETTARE LA MIA OFFERTA! - gracchiò Spamton - MA TU CONTINUI A RIFIUTARE! SE NON POSSO FORZARTI, ALLORA POSSO SOLO...[Ammazzarti]! -

Kris impallidì, a quelle parole.

- EH, CHE NE DICI? [Soddisfatto o Rimborsato]? -

Il guerriero si dondolò, come una liana, cercando di scivolargli dalle mani, ma la presa era troppo stretta; non ce l'avrebbe fatta. Tentò allora di sferrare qualche pugno, ben cosciente che non avrebbe mai scalfito la spessa corazza metallica di NEO. Ogni sforzo era inutile e liberare il suo cuore era impensabile: il nemico se ne sarebbe accorto e avrebbe provveduto immediatamente a impossessarsene; non aspettava altro.

Attese dunque con pazienza, appeso, senza mai rivolgere gli occhi in basso, pregando che prima o poi il burattino lo avrebbe posato a terra; così avrebbe avuto la possibilità di scappare. Ma continuavano a volare senza sosta e Spamton sembrava non avere alcuna intenzione di atterrare, anzi, saliva sempre più in alto. Era davvero convinto di poter raggiungere il Paradiso!

- PRESTO PASSERAI IL RESTO DELLA TUA VITA COME UN [Cuore] IN [Catene]! - esultò, sprizzando gioia da tutti i pori - NON SEI CONTENTO? TU ED IO, INSIEME...[P E R S E M P R E]! IMMAGINA...”KRIS E SPAMTON, I DUE [PEZZI GROSSI]!” NESSUNO CI TRATTERÀ PIÙ COME SPAZZATURA! TUTTI CI PORTERANNO RISPETTO! -

Al lucente venne la pelle d'oca, nel sentirlo parlare, soprattutto con una voce disturbante e stonata come la sua. E quello era un futuro brillante? Di certo non per lui, pensò, scrutando i dintorni per togliersi dalla mente quella spiacevole immagine. Purtroppo, però, gli oscuri palazzi non erano d'aiuto e il loro tetro profilo non faceva che amplificare l'angoscia. Chissà dov'erano i suoi amici...

Si erano allontanati parecchio, tanto da essere ormai fuori portata; eppure Kris scorse qualcosa di insolito, tra il traffico e gli edifici, che si avvicinava all'impazzata. Era un vagoncino e faceva un sacco di fracasso, stridendo sui binari in migliaia di scintille, mentre sfrecciava alla carica; a bordo, una figura squamosa e violacea impugnava minacciosamente un'ascia e mostrava le zanne affilate, gli occhi incendiati di rosso: Susie! E pareva alquanto infuriata.

- MOLLA L'OSSO, SOTTOSPECIE DI PINOCCHIO GIGANTE! - ruggì, puntandogli contro la lama - LASCIA ANDARE IL MIO AMICO! -

- KRIS, MA DI COSA STA PARLANDO QUELLA!? [Amico]!? - ironizzò Spamton, sollevandolo per un piede come a volergli farfugliare nell'orecchio - TU NON HAI BISOGNO DI [Amici]! NON C'È ALTRO [Amico GRANDE] COME ME!! -

Il suo cannone brillò, quando si accinse a prepararle l'attacco.

- UN BEL SORRISO, [Bambola]! - ghignò, prendendo la mira.

Il bambino si agitò, tentando di sfuggirgli dalle mani: doveva aiutarla a ogni costo!

- OH, NO, NO, NO! NE-O! - lo bloccò il burattino - ADESSO TU LA GUARDERAI [Morire] IN [Diretta TV]! NON È MER4VIGLIOSO? -

Scoppiò in un'agghiacciante risata, e poi le sparò una bomba di fuoco a piena potenza. Il guerriero si tappò gli occhi: non desiderava assistere a una fine tragica.

- Forte! Mi stai dando un prestito? - scherzò Susie, roteando grintosamente l'arma che si tinse di scarlatto - TE LO RENDO, E CON GLI INTERESSI! -

- YAAAARRGH – con un grido di battaglia, rispose all'offensiva, lanciandogli un getto energetico cremisi. I due attacchi si schiantarono l'uno sull'altro, neutralizzandosi a vicenda in un'esplosione variopinta.

Quando Kris si scoprì la visuale, Susie era illesa e integra, ma non era ancora arrivato il momento di tirare un sospiro di sollievo: il robot aveva già in serbo la mossa successiva. Iniziò a radunare un esercito di facce identiche alla sua.

- FUOCHI D'4RTIFICIO! - urlò, scagliandogliele tutte addosso.

Il giovane sbiancò: ella non sarebbe stata in grado di distruggerle. Non esitò un secondo di più: scatenò la sua anima e cominciò a mitragliare raffiche di proiettili, incurante di come avrebbe reagito l'automa. Ne distrusse quante ne poteva, mentre la ragazza s'impegnava a schivarle e a proteggersi: salvarla era un'assoluta priorità! Ma NEO non tardò ad accorgersene: irritato, spalancò immediatamente la corazza che aveva sul torace e liberò il cuore a catena; gli addentò il braccio destro con una tale forza che gli affondò il denti nella carne, facendo sgorgare del sangue. Un dolore lancinante lo attraversò da cima a fondo, portandolo a gridare come un folle.

- KRIIIIS! - si allarmò l'amica, scansando un volto.

- OOH, [Poveretto]! - lo schernì la marionetta – VISTO COSA SUCCEDE A IMMISCHIARTI IN [Affari] CHE NON TI RIGUARDANO? ADESSO METTITI COMODO E [Spegni Il Cellulare] O MI ROVINERAI LO SPETTACOLO!! -

- GRRR, LA PAGHERAI PER QUESTO! - ringhiò Susie, scaldandosi fino a bollire. La sua ascia si fece scarlatta e gli scaraventò addosso tutta la sua rabbia, puntando alle corde.

- CON LA TUA [Vita Effimera]? - la derise caricando il cannone - CON PIAC3RE! -

Le rispose per le rime, bombardandola a ripetizione: i colpi si scontrarono di nuovo, senza provocare danni. Entrambi, allora, s'imbestialirono e continuarono a infierire, trasformando la battaglia in un duello all'ultima...stringa.

Intanto, il giovane combatteva contro quella sofferenza atroce. Era come se il suo intero corpo bruciasse, l'arto dolente e bloccato. A momenti temeva che il burattino glielo avrebbe staccato di netto e non sarebbe stato difficile per lui; c'era, però, una seconda possibilità: il sinistro! Ma doveva procedere con cautela, poiché Spamton aveva già in serbo un altro cuore, pronto a immobilizzarlo.

Si approfittò della distrazione del mostro, intento a dare del filo da torcere a Susie, per estrarre prudentemente la spada dal fodero, attento a non farsi beccare. Non era facile brandirla con una singola mano e, come se non bastasse, la corazza di NEO era troppo spessa per essere penetrata; ma, nonostante ciò, tra i segmenti mobili intravide una copertura più fragile e vulnerabile. Lì avrebbe dovuto mirare, pensò, e con rapidità la lama scattò, ferendo il nemico.

Spamton uggiolò e, senza volerlo, lasciò andare Kris; la sua offensiva mancò l'avversaria e s'infranse contro un grattacielo, frantumandone le finestre.

- NOOOO, LA MIA [Spugnetta]!! - si disperò, affrettandosi a riacciuffarlo.

Alle sue spalle, però, lo sbuffo di Susie gli fece cambiare idea; per cui si voltò, ma fu troppo tardi per controbattere: un'esplosione purpurea lo investì, avvolgendolo in una coltre di fumo.

Il bambino precipitò come un sasso, pregando che qualcosa o qualcuno lo fermasse.

- RALSEI, ORA! AL VOLO! - urlò la ragazza, indicando il compagno in caduta.

Il Principino, che fino a quell'istante non era ancora entrato in scena, uscì allo scoperto sfrecciando sui binari e, tempestivamente, protese le braccia; il guerriero atterrò su di lui, salvandosi la pelle. Ralsei, però, non era abbastanza forzuto da reggerlo saldamente e il peso di Kris gli sembrò un macigno, facendolo incespicare all'indietro sul sedile.

- Atterraggio morbido! - esclamò, la vocetta strozzata, alzando il pollice verso di lei.

Una volta che l'amica ebbe visto il segnale, il capretto si risistemò, adagiando con cautela il ragazzo accanto a sé ed esaminandogli il taglio: non era un bello spettacolo, però...nulla di irrimediabile. Pose la sua mano soffice su di esso, intenzionato a guarirlo, cosciente che avrebbe comunque impiegato alcuni minuti, prima di terminare il lavoro, e iniziò a concentrarsi.

- Ralsei, NO! - lo interruppe bruscamente Susie, sgridandolo - NON C'È TEMPO PER QUESTE COSE! DOBBIAMO CORRERE, A TUTTO GAS! ORA! -

- Mi dispiace, Kris. - gli sussurrò lui, guardandolo rattristato.

Dopo avergli agganciato la cintura, schiacciò il pedale e, come gli era stato ordinato, partì a gran velocità, tenendosi stretto alla vettura per non sbilanciarsi. Susie lo seguì a ruota, girandosi ogni tanto a controllare che Spamton non li stesse inseguendo: nessun movimento, la sagoma del pupazzo era ancora coperta dallo smog e sembrava aver cessato di funzionare, gli arti ciondolanti e la testa china; ma, nonostante ciò, non era il caso di abbassare la guardia. Quindi accelerarono al massimo e il fantoccio si allontanò rapidamente, diventando sempre più piccolo, fino a sparire dalla visuale.

Durante il tragitto, Kris fu meravigliato nell'accorgersi che il percorso della rotaia si era fatto completamente...piano. Non riusciva a scorgere alcun dislivello, neanche un'imperfezione. Tutto era piatto e silenzioso. Solo il chiasso dei vari trabiccoli disturbava la calma inquietante che circondava gli enormi palazzi. Il panorama sulla tetra metropoli gli suscitava una sensazione così strana, senza la marionetta coi suoi toni dissonanti, e anche vagamente triste. La distanza che lo separava da lui era nettamente cresciuta, da quando lo avevano lasciato laggiù. Lo avevano abbandonato a se stesso, pensò, e senza neppure avergli potuto staccare altri fili.

Già...I FILI!

Kris si drizzò come una molla e cominciò a osservare i dintorni, dubbioso e con una certa agitazione.

- Va...tutto bene? - gli chiese Susie, notando il suo atteggiamento.

- Dobbiamo tornare indietro. - mormorò lui - Il piano...!

- Kris, ma ti sei visto? - lo rimproverò lei - Il tuo braccio! Quell'abominio avrebbe potuto mangiartelo, riesci a sollevare a malapena la tua spada! Il piano è andato a monte e ora sbrighiamoci a trovare un'uscita da questo posto! -

- Va bene, Susie, ma...non trovi che adesso lo abbiamo già distanziato parecchio? - le rispose dolcemente Ralsei - Adesso, sembra che nessuno ci stia inseguendo. Forse se fermiamo un pochino le macchine, potrei provare a curar...-

- Sei matto? - ringhiò la ragazza, strabuzzando gli occhi - Non abbiamo idea di cosa potrebbe succedere! No, è escluso! Andiamo, Kris, la Fonte Oscura non può aspettarci! -

- Susie, per favore...- insistette - ...solo due minutini. -

- No! -

- Ti preeego! - la implorò con uno sguardo languido, le pupille dilatate.

- Ooooh e va bene! - si arrese la squamosa - Ma piantala di guardarmi così! -

E con quelle parole, Susie premette il freno, ma...non accadde nulla: il veicolo continuò a sferragliare indisturbato. Ella ritentò di nuovo a ripetizione: forse aveva solo posizionato male il piede? Nessuna reazione.

- Ralsei, dimmi che sono io quella che ha beccato il catorcio sbagliato. - c'era una lieve preoccupazione nella sua voce - I freni non funzionano! -

- Desolato, temo di essere anch'io nella stessa barca. – rise il Principino, saltellando sulle leve e cercando di nascondere il panico.

Pure Kris era in ansia e scrutava nervoso i paraggi, sperando che non vi fosse alcuna anomalia. Effettivamente, niente stava loro alle calcagna in quel momento e non c'era motivo di essere così in apprensione; eppure, nell'aria, qualcosa non quadrava e lo sentiva dal cattivo odore che saturava l'intero perimetro attorno a loro. Annusò attentamente: una puzza di muffa e sporco gli invase le narici, costringendolo a tapparsi il naso, ma c'era dell'altro. Fece una smorfia: bruciato. Però lo trovava un po' innaturale, poiché non riusciva a scorgere il minimo elemento che somigliasse a una fiamma o al fumo. Quale nuova sorpresa poteva ancora celarsi in quel sotterraneo senza fondo?

Iniziò a pensare che non avrebbe mai voluto saperlo, quando, a un tratto, il rumore di un'esplosione irruppe nella quiete. I pali tintinnarono e i vagoncini presero progressivamente a rallentare; violenti scossoni fecero tremare l'enorme giostra, ma senza arrecare alcun danno. Il bambino e i suoi amici sussultarono e si aggrapparono saldi alle macchine, osservando lo spettacolo che prendeva vita davanti a loro. La struttura si stava trasformando e, poco a poco, i binari si agganciarono uno dopo l'altro in una ripidissima pendenza.

I veicoli si apprestarono a salire e, mentre guadagnavano quota, i tre tentarono di stringersi per mano, col cuore che batteva impazzito. Quando raggiunsero la cima, i trabiccoli di colpo si spensero.

- MALEDIZIONE! - ruggì Susie, dimenandosi e pestando i pedali - MA PERCHÉ PROPRIO ADESSO? -

- Susie, per favore, calmati! - cercò di placarla Ralsei - Siamo tutti agitati e tesi, ma se continui a protestare così, sarà solo controproducente! -

- SILENZIO, MORBIDOSO! - gli urlò, spazientita - IO NON HO ALCUNA INTENZIONE DI CALMARMI! SIAMO DI NUOVO BLOCCATI QUA E NON SAPPIAMO NEPPURE SE QUELLA BESTIACCIA È MORTA! -

- Capisco perfettamente la tua frustrazione – la consolò - Ma dobbiamo mantenere la tranquillità. Magari è solo una questione di tempo, oppure questo parco divertimenti decadente vuole solo creare un po' di suspence. -

Susie poteva anche avere un buon motivo di arrabbiarsi, rifletté Kris, ma il Principino aveva ragione: andare fuori di senno in una situazione del genere era escluso. Però, mentre i due discutevano, preferì distaccarsi un po' e prestare attenzione all'ambiente circostante. Aguzzò l'udito e la vista, a caccia di stranezze e meditò per alcuni minuti. Quel silenzio era quasi opprimente, ma, a un certo punto, riuscì a ad avvertirlo: un lieve suono metallico e sinistro, vagamente impercettibile.

- GASP! - trasalì il bambino.

- Kris? - sobbalzarono all'unisono Ralsei e Susie, accortisi della reazione.

- L'ho sentito! - esclamò lui.

- Hai sentito...cosa? - gli chiese la ragazza, perplessa.

Il rumore riecheggiò ancora, più forte e dietro di loro. I tre si paralizzarono per un istante e poi, piano piano, si voltarono.

- Che...cos'è...quello? - disse Susie, con un filo di voce, puntando il dito verso il basso.

Gli altri la seguirono con lo sguardo e rimasero inorriditi da ciò che stava accadendo. Sotto i binari, una nube nera e impenetrabile cominciò a espandersi e ad innalzarsi inesorabilmente. Il gruppetto la fissò impalato farsi sempre più grande e minacciosa. Divenne immensa e arrivò a sovrastare qualsiasi cosa; finché, improvvisamente...si bloccò.

Rimase immobile per qualche secondo e, infine, il nuvolone si apprestò a calare e a dissiparsi, rivelando una gigantesca faccia sorridente, pallida e dal naso lungo.

- CIAO, [Spugnetta]!!! - tuonò.

 

 

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Capitolo 12
*** Dodicesima Parte ***


- CIAO, [Spugnetta]!!! -

I tre sbiancarono, alla vista del colossale robot torreggiare sopra le loro teste.

- COME [Procedono] GLI AFFARI??? - tuonò, spettinando loro i capelli. Si tennero saldamente aggrappati ai veicoli, per evitare di essere spazzati via all'indietro dalla potenza di quella voce - VI SONO MANCATO?? -

Kris non si mosse e non osò staccare gli occhi dalla mastodontica figura appena arrivata. Come aveva fatto a ingigantirsi così tanto? Anche lui, come Regina, possedeva un giga-corpo alternativo? In effetti, riuscire a nasconderlo in una megalopoli sconfinata non sarebbe stato poi così sorprendente; eppure, da parte sua, lo trovava...strano. La Sovrana avrebbe dovuto pilotarlo, ma quello Spamton-NEO aveva una propria volontà.

- SIETE [Incantati] DALLE MIE NUOVE SEMBIANZE, NON È COSÌ? - disse, passandosi una mano sui capelli con fare vanitoso – EBBENE, OGGI SPAMTON G. SPAMTON [È Orgoglioso Di Presentare]...IL NUOVO [NEO]!! QUESTO SÌ CHE È UN VERO [PEZZO GROSSO]!! HAEAHAEAHAEA-HIHIHIHIHI-HEHEHEHEHE-HOHOHOHOHO! - esultò, mettendosi in posa.

Rimase in quel modo per qualche istante, in attesa di applausi, ma...tutto quel che ottenne fu il silenzio. Il piccolo pubblico restò a guardarlo, immobile e senza proferire una parola.

- MA, TORNANDO A NOI... - continuò, ricomponendosi - ...CHE NE È STATO DELLA MIA [Offerta Specile Specilissima]?? LA [VOSTRA] OFFERTA! ABBIAMO UN ACCORDO? -

- Posso avvalermi della facoltà di non rispondere? - sussurrò Susie, scocciata, la chioma purpurea arruffata, rivolgendosi a Kris.

Ella, però, rimpianse presto di aver pronunciato tali parole, quando si accorse della reazione negativa del burattino: l'aveva sentita.

- DEVO PRENDERLO COME UN [NO]? - chiese, offeso.

Il bambino incrociò le braccia e fulminò immediatamente la ragazza con un'occhiata: aveva un tantino esagerato.

- BE', ALLORA, SE LA METTIAMO COSÌ...- bofonchiò sdegnato Spamton.

A quel punto Kris si voltò di scatto verso il gigante, sperando di poter prevenire la mossa che stava per fare, ma non fu abbastanza: un pugno si abbatté violento, a martello sotto la giostra. L'impatto piegò i binari e i carretti vennero scagliati in aria.

Atterrarono tutti e tre su corsie separate e distanti. Kris finì in discesa, sfrecciando a una rapidità spropositata, i suoi capelli blu scompigliati dal vento.

- IO [Mi Ero Fidato] DI TE! - ruggì il titano di ferro, sfogando la propria ira sui palazzi circostanti - CREDEVO FOSSIMO [Soci]!! - ancora una volta radunò un'armata di teste fluttuanti attorno a sé e le diresse verso il ragazzo.

Il Lucente era intento a tenersi saldo alla macchina. Non poteva contare sull'aiuto di Ralsei e Susie, entrambi lontani da lui, però ormai conosceva già quella mossa. Gli bastò mostrare l'anima luminosa, pronto a difendersi.

Lasciò che il mostro l'attaccasse e, prima che gli ologrammi lo raggiungessero, liberò un colpo grosso, neutralizzandoli.

- TI HO PERSINO VENDUTO IL [Keygen] A UN [Pr€zzo Stellare]... - continuò il robot inferocito, caricando il cannone.

Stavolta sarebbe stata un'offensiva inevitabile, pensò Kris, avrebbe nuovamente dovuto a tutti i costi lanciarsi dal veicolo per schivarla. E quando l'arma di Spamton fece fuoco, non esitò a buttarsi nel vuoto, sperando di non ferirsi gravemente.

Il vagoncino venne ingoiato dall'esplosione, così come parte del binario, ma Kris riuscì a salvarsi, cadendo su un altro catorcio. L'atterraggio gli procurò qualche ammaccatura, però era ancora reattivo.

- ...E TU? MI FAI QUESTO!? - urlò l'automa.

Furente, cominciò ad avvicinarsi a grandi passi, facendo tremare la terra. Il guerriero iniziò a percepire in sé una certa paura: con una creatura di tali dimensioni alle costole, non sarebbe andato molto lontano. Ma non era il momento di lasciarsi dominare dal panico, doveva concentrarsi su quello che Spamton stava per fare.

Non appena gli fu alle costole, il burattino gli si avventò addosso, le fauci spalancate. Il bambino lo scansò per un soffio, saltando su un altro trabiccolo. Non volle neanche voltarsi a vedere il bestione distruggere l'intera impalcatura coi denti.

- COME OSI TRATTARMI DA SPAZZATURA??-

Alle spalle di Kris risuonò un inquietante cigolio che lo portò a rabbrividire. Gli era familiare: Spamton stava aprendo la cassa toracica e a breve gli avrebbe sguinzagliato contro l'orribile ferraglia che celava al suo interno. Gli restava solo un'alternativa, ma forse si sarebbe rivelata una follia.

Attese che il veicolo rasentasse gli edifici e vi balzò all'interno, frantumando la vetrata con lo scudo. Il cuore di Spamton lo seguì, sfondando la parete e puntando dritto al giovane, smanioso di banchettare con la sua anima.

- E DAI, DAMMENE UN PO'! SOLO UN MORSO! -

Kris lo ignorò, continuando a correre per l'appartamento vuoto, alla disperata ricerca di un'uscita tra le stanze vagamente abbozzate.

Intanto la molla impazzita gli stava dietro, affamata, inesorabile e incurante dei muri che avrebbero potuto bloccarla.

- NON PUOI ESSERE SEMPRE COSÌ [Tirchio]! -

Durante la fuga, un crollo di macerie irruppe di fronte al Lucente, facendolo deviare. Un secondo buco nella parete: un altro cuore. Ora Kris doveva scappare da una duplice minaccia ancora più pericolosa di prima. Ma dove? Non c'erano porte che conducessero alla salvezza e gli pareva assurdo.

A quel punto, non gli rimase altro che un'ultima cosa. Spinto dall'istinto di sopravvivenza e colto dallo sfinimento, caricò più veloce che poté verso le finestre e si gettò a pesce, proteggendosi e mandandole in pezzi.

Precipitò e si augurò di trovare un veicolo ad accogliere la caduta; ma non fu così. Una terza ferraglia trapassò il grattacielo e lo acchiappò per il bavero, con le zanne. Kris scivolò dall'indumento, però non volle mollare la presa: non poteva rinunciare al suo prezioso mantello.

Avendolo ormai in pugno, Spamton si apprestò a tirarlo su e a portarlo a sé. Il bambino si pentì di quella scelta: così facendo, sarebbe diventato lo spuntino di un mostro che non vedeva l'ora di poterselo gustare su un piatto d'argento. E chi gliel'avrebbe impedito?

- SOLO UN MORSO! UN [Singolo, Piccolo, M1nim0] MOR... -

Un'esplosione purpurea colpì l'oggetto sgangherato. Il guerriero fu abbandonato a un inarrestabile volo verso il suolo.

- KRIS, TI PRENDO! - gridò una voce femminile.

Susie saltò da un carro all'altro e, tendendo le braccia, lo salvò in tempo, ammortizzando l'impatto.

- Ehi, ma che hai? - lo rimproverò – Ti sembra il momento di fare il fico? -

Lui non le rispose, era troppo stanco per muovere la bocca anche solo di un millimetro.

- Uff, non importa – borbottò lei – Andiamo a raggiungere Ralsei. Dobbiamo trovare un modo per tagliare tutte quelle corde...e alla svelta! -

E aspettare un secondo di più, partirono a tutta velocità.

- OH, VOI NON ANDATE DA NESSUNA PARTE! - ruggì la marionetta.

Si lanciò furente al loro inseguimento. Susie accelerò, pregando di riuscire a tenerlo a distanza. Non servì a nulla: Spamton in breve tempo li raggiunse e col naso tentò di infilzare la preda. La ragazza balzò prontamente dal carretto, salvandosi la pelle, Kris ancora tra le sue braccia.

La faccia del robot s'impattò contro il binario e ridusse il trabiccolo in pezzi. Ma non si arrese: li braccò come una belva assetata di sangue e senza darsi pace.

Kris era perfettamente cosciente che a quel colosso non sarebbe importato molto di uccidere Susie e Ralsei. Spamton desiderava solo e solamente lui: un'anima umana capace di sopravvivere una volta strappata dal corpo. E per questa ragione il bambino non poteva assolutamente permettersi di esporre la vita dei suoi amici a un simile rischio.

- Susie... - sussurrò, ritrovando poco a poco le forze.

- No, Kris! Non un'altra delle tue follie! - lo interruppe lei, tesa e impegnata a non finire tra le grinfie dell'automa – E chissà dove sarà Ralsei adesso! -

Il lucente le pose allora una mano sul braccio. Ella riconobbe quel gesto: voleva che l'ascoltasse.

- Ah, non posso rifiutare! - sospirò la squamosa, in difficoltà – E va bene, dimmi qual è il piano. -

- Trova Ralsei e tagliate i fili – le spiegò – A lui penserò io! -

- Kris, ma...se tu... -

- Procedi! - le ordinò, freddo come il ghiaccio, ma deciso – Ora! -

La ragazza esitò un attimo, però sapeva bene che doveva ubbidire e fidarsi di lui.

- Va bene, Kris – gli rispose, tornando grintosa e lasciandolo andare – Spacca! -

Il guerriero si alzò in piedi e la guardò. C'era intesa nei suoi occhi. Poi si voltò verso Spamton-Neo, scatenato e sempre più prossimo ad averli in pugno.

Nel suo petto si accese una scintilla e un lieve bruciore si fece presto sentire. Sembrava quasi che l'anima volesse parlargli.

- Saremo di nuovo soli – pensò, rivolgendosi a essa – Io e te. -

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