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Riku e Sora furono investiti da quella luce, che in meno di
un minuto, investi tutti i mondi. Ovviamente Sora e Riku non potevano
immaginarlo.
“Riku, è la fine!” disse Sora
“Non è detta l’ultima parola” disse Riku. Detto questo,
parti ad alta velocità, portandosi dietro Sora, che era ancora privo di
energie, verso Kairi, che intanto aveva raccolto il disco.
“Allora, se non sbaglio si usa così…” e mentre diceva
questo, colpi il disco con il Keyblade, aprendo così il varco.
“Addio, mie ex…” ma non fece in tempo a finire la frase che
girandosi, vide Riku che andava verso di lei ad alta velocità, mentre dietro di
lui cominciava a sparire tutto.
“Non credo proprio” disse Riku, che in quel momento colpì
Kairi con la testa, spingendola insieme a lui e a Sora dentro il portale. Fece
in tempo a girarsi per vedere che la terra stava scomparendo, come se non fosse
mai esistita.
Ma non appena andò un po’ più avanti nel varco, una forza li
fece perdere di vista Kairi, mentre lui finì da un'altra parte insieme a Sora,
dopodiché furono investiti da una luce.
Si svegliarono poco più tardi. Riku si alzò per vedere dove
erano finiti, convinto che erano alla fortezza oscura, come l’ultima volta. Ma
con suo grande stupore, non era così.
Ma il castello era in evidente stato di abbandono, tanto che
era stato quasi completamente distrutto.
“Cos’è successo?” chiese Sora
“Non lo so. L’ultima volta che lo visto era intero”
“E se provassimo a entrare? Tanto ormai Marluxia
non c’è più, perciò il suo potere dovrebbe essere sparito, no?”
“In teoria si, visto che è stato eliminato anche quando…”
“Quando lo fatto tornare” disse Sora, finendo in uno stato
di depressione. “Non posso credere di aver fatto tutto quello. Ho fatto
ritornare l’organizzazione, ho fatto diventare Kairi cattiva, ho eliminato i
nostri amici… è tutta colpa mia, solo mia”
Riku non sapeva cosa dire, non poteva dire che non era vero,
ma non poteva neanche ammetterlo.
“Sora, l’unico modo per far tornare dalla nostra parte Kairi
e colpirla con il Keyblade supremo, come ho fatto con te”
“Si”
“Comunque credo che tu abbia ragione, forse Ansem il saggio
ha lasciato qualcosa nel castello, vale la pena di entrare”
“Ok”
I due cominciarono ad avviarsi verso il castello, ma davanti
alla porta, essa si aprì, e ne usci un raggio che colpì Riku, richiudendolo in
una specie di bolla
“Riku!”
Riku provò a parlare, ma non si sentiva niente
“Se vuoi salvare il tuo amico, devi riuscire a superare il
primo piano” disse una voce proveniente dal castello. Era una voce femminile.
“Naminè?” chiese Sora
“No, non sono Naminè, ma se vuoi incontrarmi e salvare il
tuo amico, fa’ come ti ho detto”
“Grr… Va bene” disse Sora.
“Dopotutto è pur sempre un solo piano”
La voce cominciò a ridere. “Lo vedremo. Ti aspetto”
“Bene, a fra poco. Riku, aspettami qui, cercherò di tornare
in prima possibile”
Ma girandosi per salutare l’amico, lo vide agitato e che
continuava a indicare di non andare.
“Mi dispiace, ma devo farlo” detto questo entrò nel
castello.
Una volta dentro, cominciò a correre. Corse per diversi
minuti, ma non riusciva a vedere la porta per accedere al secondo piano.
All’improvviso, davanti a lui apparvero diverse figure incappucciate.
“L’organizzazione!” disse Sora, evocando il Keyblade. Ma poi
si accorse che erano più di tredici persone.
“Chi siete?”
“Sei sicuro di volerlo sapere? Ti potrebbe fare male
saperlo”disse una voce
“Q – quella voce… Non può essere?” disse Sora
“Sei sorpreso? Lo immaginavamo” disse un’altra voce
“No, mi rifiuto di crederci” disse Sora
“Perché, ti fa male, vero?”
“BASTA!”
“Suvvia ragazzi, state calmi, dopotutto per lui è troppo,
credo che sia ora di farla finita, no?
Tutti li incappucciati annuirono, e cominciarono a togliersi
il cappuccio.
Sora rimase scioccato. Davanti a lui c’era l’organizzazione
al completo, tranne che per il numero XIV e XV e oltre a loro c’erano:
“Kairi, Riku, Leon, Cloud, Aerith, Yuffie, Cid, Enio, Sirol,
Shido, Lighy, Darkroxas e
no, non può essere…”
Oltre a loro c’era anche Sora, ma il Sora che aveva
eliminato tutti i suoi amici
“Sorpreso?” chiesero tutti insieme.
“C – com’è possibile?”
“È semplice? Tu hai dimenticato la regola numero uno del
castello dell’Oblio. Chi entra, è obbligato a ricordare, e tu ci hai ricordato,
visto che siamo stati tutti tue vittime” disse l’altro Sora.
“Allora perché sei qui tu?”
“Semplice: è come se tu avessi eliminato anche me, quando
sei tornato buono. Comunque ora, è arrivato il momento che tu affronti i tuoi
incubi” detto questo lui e tutti gli altri evocarono le loro armi.
Sora evocò appena in tempo il Keyblade per pararsi
dall’attacco dell’altro Sora, ma capì che così avrebbe ottenuto ben poco,
doveva affrontarli tutti, ma non sapeva quante possibilità avesse.
“Comunque, non mi arrenderò! L’unico modo per riportare
dalla nostra parte Kairi e quello di superare il castello, quindi anche se
dovrò combattere contro di voi, non mi fermerò!”
Detto questo Sora riuscì a evocare un altro Keyblade, per la
precisione l’Ultima Weapon, e coni due Keyblade, cominciò ad attaccare. Il
primo a perire sotto il suo attacco fu Marluxia, che
fu eliminato in un colpo solo, poi toccò a Luxord e
in breve Sora riuscì a eliminare buona parte dell’organizzazione. Poi andò
verso Kairi. Sapeva che sarebbe stato doloroso, ma doveva farlo. La colpì con
entrambi i Keyblade e la vide sparire. Poi andò verso tutti gli altri e in
breve rimasero in tre.
“Allora, ora si comincia veramente” disse l’altro Sora,
seguito da Xemnas e Roxas, li unici rimasti.
Sora sapeva che loro tre sarebbero stati difficili da
battere. Il primo ad attaccare su Xemnas, che con le sue spade laser provò a
colpire Sora, che però riuscì a evitare l’attacco e rispose, colpendo in pieno
sia Xemnas e Roxas, grazie al raggio del suo Keyblade, che trapassò entrambi.
“Bene, Sora, siamo rimasti solo noi due”
“Ti eliminerò”
“Vedremo”
Cominciò una battaglia colossale. I due continuarono per
parecchi minuti a combattere senza dare il minimo segno di cedimento. Solo dopo
circa mezzo’ora, il Sora buono, riuscì a colpire l’altro Sora, facendolo
svanire.
“Bene, ora andiamo avanti”
Ma davanti a lui apparve una porta. Sora senza domandarsi
come aveva fatto ad apparire la porta l’attraverso. Si accorse di trovarsi al
secondo piano del castello.
“Complimenti, c’è l’hai fatta” disse la voce
“Chi sei? Ora fatti vedere!”
“Certo. Una promessa è una promessa” non appena ebbe detto
ciò, davanti a Sora appari un varco oscuro, dal quale usci una persona
incappucciata.
“Un membro dell’organizzazione?!” disse Sora. “Credevo
fossero stati eliminati tutti quanti!”
“Io non sono stata eliminata, e Riku lo sapeva”
“Cosa?”
“Riku lo sapeva che esistevo, visto che ci siamo visti poco
prima che lui sconfiggesse Roxas. Io sono il numero XIV, Xion”
“Xion?”
“Si, ma ora bando alle ciance. Sono dalla vostra parte.
Ormai l’organizzazione non esiste più, ma io sono costretta a restare in questo
castello. Ti ho fatto venire qui per due motivi. Primo perché volevo vedere
l’originale di Roxas, secondo per avvisarti: tu hai un grande potere, ma non
sei l’unico. Anche Kairi lo possiede, e tu devi essere pronto a qualsiasi
eventualità. Ormai Kairi si dovrebbe essere risvegliata anche lei, e se è
finita dove temo, anche questi mondi paralleli sono in pericolo. Se Kairi
dovesse trovare la fonte dei mondi, sarebbe la fine. Ma per il momento, la
fonte è ancora al sicuro, visto che per distruggerla, non basta distruggere il
mondo dove si trova, ma serve il potere di entrambi i Keyblade supremi. Uno è
in vostro possesso, l’altro è in possesso di Kairi. Il vostro compito è impedire
che succeda. Qui fuori troverete una Gummyship, e ora, andate”
Detto questo, Sora fu investito d una luce, e si ritrovo
fuori dal castello, che però, era sparito.
“A Radiant Garden. Ma Sora e Riku dove sono?” domando Leon
“Beh, a dir la verità…” cominciò a dire Kairi. “Li devo
trovare anch’io!” disse mentre evocava il Keyblade.
“Kairi? Che cosa fai?” chiese preoccupato Leon. Intanto
Arrivò anche Yuffie.
“Mi hai chiesto dov’erano Sora e Riku. Questo vuol dire che
non lo sapete neanche voi. Ma invece di andare in giro per mondi per niente,
voglio attirarli qui.” Detto questo, attaccò Leon, che però riuscì a parare il
colpo con il suo Gunblade.
“Leon!” urlò Yuffie attaccando
Kairi, che però evocò un altro Keyblade e rispedì il colpo al mittente,
colpendo in pieno Yuffie, che cade svenuta.
“Yuffie!” disse Cid, che era appena arrivato insieme ad Aerith
“Cid, vai subito ad attivare il
sistema di sicurezza. Aerith, cerca Cloud” urlo Leon, che intanto era sempre impegnato a parare
i colpi di Kairi, che non li lasciava un secondo di pace.
“Mi hai stufato!” disse Kairi. Fece sparire un Keyblade e
dalla sua mano usci un lampo di oscurita, dalla quale
si formo Naminè, che evoco subito anche lei il Keyblade.
“Cosa? Ma non può essere” disse Leon, che ormai si stava
rassegnando. Se avessero attaccato insieme, non sarebbe riuscito a parare
entrambi i colpi.
“Addio!” dissero le due ragazze insieme, e partirono
all’attacco.
Leon riuscì a parare il colpo di Kairi, ma sapeva che
sarebbe stato colpito da Naminè. Ma il colpo che avrebbe dovuto ricevere non
arrivò. Al suo posto si senti un rumore metallico, e Leon vide Cid, con in mano un tridente, che aveva parato l’attacco.
“Ora basta” disse Kairi, e intorno a lei cominciò a formarsi
un aurea oscura.
“Per voi è finita!”
Detto questo, ci fu un esplosione che investi tutta
l’abitazione, disintegrandola. Solo Kairi ne usci viva, e per di più senza
neanche un graffio.
“Sistemati.” Disse, come se avesse soltanto schiacciato una
formica.
“E ora pensiamo ad attirare Sora e Riku” detto questo
cominciò a colpire con il suo Keyblade tutto ciò che la circondava. Non
guardava chi o cosa colpiva, le bastava sapere che stava distruggendo tutto.
“Basta!” disse una voce
Kairi si girò e vide Aerith, che
impugnava un bastone, e Cloud, che impugnava la sua
spada.
“Chi sei? Tu non sei Kairi!” disse Aerith
“Ma prima che potesse dire qualcos’altro, si ritrovo Kairi
davanti a lei.
“Prego? Ha detto qualcosa?” le domando ironicamente Kairi, e
cercò di colpirla con il Keyblade, ma con sua grande sorpresa, Aerith si difese con il suo bastone.
“Mi credevi forse una sprovveduta?”
“A dir la verità…” e mentre diceva questo, evoco l’altro
Keyblade, la colpi in pieno, trapassandola
“SI!”
“Aerith!” urlò Cloud,
che parti immediatamente all’attacco verso Kairi, che però parrò senza
difficoltà il colpo.
“Tutto qui?” chiese lei
“Eh, eh, eh. Non dovresti sottovalutare il’avversario. È un
errore che ti può costare caro”
Detto questo, schiacciò una specie di tasto sopra la sua
spada, che si divise in sette spade che colpirono in pieno Kairi.
“C – come osi? Va beh, vorrà dire che attirerò Sora e Riku
in un altro mondo”
E colpì il terreno con il Keyblade. In quel momento, tutto
Radiant Garden cominciò a tremare, e dal terreno cominciò a eruttare lava.
Tutto il mondo venne sconvolto da questo attaccò, che colpi tutti, senza risparmiare
nessuno.
“Umh, ora devo trovare una
Gummyship” e neanche ad aspettare, per via del terremoto, un garage crollo, e
all’interno c’era proprio una Gummyship”
“Toh, guarda che fortuna” disse Kairi. Così entrò nella
Gummyship e parti, alla volta di un altro mondo.
Una volta atterrati, videro uno spettacolo deprimente. Tutte
le case erano state quasi completamente distrutte, non c’era niente integro.
“Riku! Dobbiamo andare a vedere se Leon e li altri stanno
bene!”
“Speriamo di si”
Ma non fecero molti passi che Sora notò che c’era qualcuno sotto
le macerie, che ancora si muoveva.
“Guarda li Riku”
“Chi sarà?”
“Non lo so, ma dobbiamo tirarlo fuori”
Così cominciarono a togliere le macerie da sopra quella
persona.
“Ma è Cloud!” disse Sora, mentre
continuavano a togliere le macerie.
“S – Sora, sei tu?” gli chiese Cloud.
“Si, sono io. Ma cosa ti è successo? Dove sono gli altri?”
“Sono stati eliminati. Temo di essere l’unico sopravissuto”
“Come eliminati? Hai visto chi è stato?”
“Sora, temo di saperlo, e credo che anche tu lo abbia
capito” disse Riku
“Non ci voglio credere” gli rispose Sora. “Cloud, dimmi che non è stata Kairi a fare tutto questo!”
Ma Cloud non rispose.
“Cloud!” urlarono Riku e Sora
insieme, ma ormai non c’era niente da fare, erano arrivati troppo tardi.
“È già la seconda volta che vediamo questa scena, e tutto
per colpa di quel folle di Xehanort”
“Chi è stato?” disse una voce
Sora e Riku si girarono immediatamente, perché avevano
riconosciuto la voce
“Sephiroth!”
“Chi ha osato eliminare Cloud al
mio posto”
“È stato Xehanort, o meglio, la sua essenza” disse un'altra
voce
Tutti e tre si girano per vedere chi era stato a parlare, ma
quelli che rimasero ancora più sconvolti da quella voce furono Riku e Sora.
Dietro di loro c’era Re Topolino.
“Sua Maestà!” urlò Riku
Ma Riku si accorse di un altro particolare. Topolino non era
materiale.
“Topolino, cosa ti è successo? Sei di nuovo finito nel regno
dell’oscurità?”
“No, non siamo finiti nel regno dell’oscurità” disse
un'altra voce
“A dir la verità non abbiamo la più pallida idea di dove
siamo” disse ancora un'altra voce.
“Paperino! Pippo!” disse Sora
E accanto a Topolino apparvero anche Paperino e Pippo
“Ciao Sora” disse Pippo.
“Come puoi ancora salutarmi, dopo quello che vi ho fatto?”
disse Sora, cominciando a piangere.
“Non eri te stesso” disse Topolino. “Purtroppo il piano di
Xehanort sta funzionando in pieno” tramite il potere del Keyblade supremo
oscuro e riuscito a trasferire il suo cuore all’interno del tuo corpo e a
prenderne possesso, anche se sapeva che era una cosa temporanea, perché ha
sempre ambito ad ottenere il corpo di Kairi”.
“Perché proprio Kairi?” chiese Riku.
“Perché sapeva che difficilmente sareste arrivati ad
eliminarla, così lui sarebbe potuto restare in quel corpo e conquistare tutti i
mondi. L’unica cosa che non aveva previsto era Darkroxas, che vi ha rivelato
come eliminarlo.”
“Ma anche se lo eliminiamo, ormai i nostri mondi sono andati
tutti distrutti.” Disse Sora.
“No, c’è una possibilità!” disse Topolino
“Purtroppo non posso dirvi come perché non lo so neanche io,
ma so che esiste un modo per riportare tutto alla normalità, ripristinando
tutti i mondi e i loro abitanti.”
“Dice sul serio? Allora non ci resta che trovare come fare”
“E io so chi può aiutarvi”
“Chi?”
“Ansem il saggio”
“Ma, Topolino, Ansem si è sacrificato per tentare di
distruggere Kingdom Hearts, non ricorda?”
“No si è salvato! Non so dove sia, ma so per certo che si è
salvato”
“Aspettate. Per caso era vestito di rosso con una maschera
di bende in faccia?” chiese Sephiroth
“Si, credo di si. È probabile che si sia nuovamente
travestito da Diz.
“Permettetemi di aiutarvi, per questa volta.” Disse
Sephiroth
“Perché ci vuoi aiutare?” chiese Sora
“Non posso accettare che qualcun altro abbia fatto fuori Cloud. Era il mio compito. L’unica cosa che posso fare e
affrontare chi l’ha eliminato.
“Bene. Noi ora dobbiamo lasciarvi” disse Topolino, sparendo.
“Non si preoccupi, sua Maestà. Le prometto che riusciremo a
riportare tutto alla normalità.” Disse Sora.
Ma il terreno cominciò a tremare. Si aprirono crepe lungo
tutto il mondo.
“Presto, dobbiamo andarcene!” disse Riku
Così il trio salì sulla Gummyship, che parti a tutta
velocità dal mondo.
“Dove dobbiamo andare ora?” chiese Riku.
“Non lo so” rispose Sora
“Pensateci bene. Alla fine è una vostra amica, no?” disse
Sephiroth.
Sia a Riku che a Sora venne in mente dove poteva essere
andata Kairi
“Presto, rotta per le Isole del Destino!” disse Sora
E così la Gummyship parti a tutta velocità verso le Isole.
Una volta arrivati, Sora e Riku tirarono un sospiro di
sollievo. Fortunatamente le Isole del Destino erano ancora intere.
Una volta scesi, andarono verso il posto dove molto
probabilmente c’era la serratura, anche se non avevano mai potuto verificarlo
con certezza: il rifugio segreto.
Ma Riku notò una cosa, e costrinse Sora e Sephiroth a
fermarsi e andare in un posto dove non potevano essere visti.
“Che cosa succede?” chiese Sephiroth, scocciato.
“Non dobbiamo farci vedere!” rispose Riku.
“Perché?” chiese Sora
“Silenzio. Ascoltate.”
“Sora! Riku!”
Videro arrivare Kairi, ma notarono che non era quella contro
avevano combattuto, ma era la vecchia Kairi.
“Ci ha visti?” chiese Sora
“No, o almeno, non noi di adesso”
“Che cosa intendi con…” ma Sora non fece in tempo a finire
di fare la domanda che vide la risposta. È la risposta fu… vedere loro stessi.
“Ma com’è possibile?” chiesero Sora e Sephiroth insieme
“È semplice. Il varco che abbiamo attraversato, non ci ha
riportato nei mondi che conosciamo, ma in un universo parallelo. Per questo la
Fortezza esisteva ancora, come sono sicuro che anche li altri stanno bene.”
“Quindi ci basterà parlare con noi stessi dell’altro
universo per riuscire a sconfiggere lo spirito di Xehanort!” disse Sora.
“No, purtroppo non è così semplice. Te lo già detto, non
dobbiamo farci vedere. Creeremo un caos universale che potrebbe distruggere
tutto”
“Sempre ottimista, eh?”
“Oh, basta, non me ne importa niente! A me basta trovare
questa persona che voi chiamate Xehanort” disse Sephiroth.
“Non credo si trovi qui” disse Riku
Non appena ebbe detto ciò, videro un raggio partire verso
l’isola, colpendola in pieno. Loro riuscirono ad evitare l’attacco, e videro
chi era stato. Era Kairi.
“Kairi!” disse Sora
“Deduco che sia lei quella impossessata, giusto?” disse
Sephiroth
“Già. Ma prima di fare qualsiasi cosa, facci almeno provare
a liberarla dal suo controllo.
Detto questo Sora e Riku si misero a correre verso Kairi.
“Xehanort!” urlò Sora
Kairi si girò verso di lui
“Come mi hai chiamata, Sora?”
“Smettila con questa sceneggiata, Xehanort. Sappiamo che sei
tu che controlli Kairi”
Kairi cominciò a ridere, ma non con la sua voce, ma con
quella di Xehanort.
“Scommetto che è stato – Sua maestà – a dirvelo, vero?
Immaginavo che non fosse facile eliminarlo definitivamente.”
“Lascia andare Kairi!”
“Sai, ragazzo, potrei anche accontentare la vostra
richiesta, tanto ormai ho ottenuto ciò che volevo”
Detto questo, intorno a Kairi si formo un alone tutto nero,
e dal suo corpo usci una specie di fumo, che andò a solidificarsi vicino a lei,
mentre lei cadeva giù, priva di sensi.
Da quel fumo appari una persona, che sembrava anziana:
Xehanort.
“Tu saresti Xehanort?” chiese Sephiroth, che aveva assistito
a tutta la scena senza far niente. “Ora posso, no?” chiese, anche se non
aspetto la risposta e comincio a caricare nella sua mano una strana palla
d’energia.
“Si, sono Xehanort, nel mio vero aspetto, lo stesso aspetto
con qui ho sconfitto i genitori di questi tre patetici ragazzini”
“Cosa!?” urlarono Riku e Sora, che nel frattempo erano
andati ad aiutare Kairi.
“Già. Hanno opposto resistenza, ma alla fine sono stati
sconfitti tutti e tre, e io mi sono appropriato dei loro poteri. E giusto per
farvelo sapere, voi siete solo un millesimo della loro forza!”
“Forse loro, ma io no, ne sono certo!” disse Sephiroth, che
lanciò la palla d’energia verso Xehanort, che però la taglio a metà con il suo
Keyblade.
“Tutto qui?” chiese sorpreso da tanta debolezza
“Grr… Sora, Riku! Andate via.
Fatelo senza fare domande.” Nei suoi occhi c’era una rabbia immensa. “Ora
tenterò di fare un attacco che aveva quasi distrutto il mio mondo, se non fosse
intervenuto Cloud e la sua banda. Andate da loro,
dirigetevi a Midgar e cercate Tifa.”
“Va bene!” dissero Sora e Riku, prendendo Kairi e salendo
sulla Gummyship, che decollo immediatamente
“Bene, Xehanort. Ora assaggerai tutta la mia potenza” detto
questo prese una fiala. “Qui dentro c’è tutto quello che resta di mia madre, Jenova. Bevendolo, acquisirò una potenza illimitata” e beve
la fiala.
“Bene, e ora addio. SUPER COMETA!” in quel istante, intorno
alle Isole del Destino apparvero diverse Meteore, tutte di incredibili
dimensioni, che si scagliarono sule Isola, provocando un esplosione di
dimensione incredibili. La Gummyship di Sora, Riku e Kairi andava a tutta
velocità, ormai stavano per superare la velocità del suono.
“Siamo alla massima velocità, non ce la faremo!” disse Sora
preoccupato
Un varco oscuro si aprì in un posto tutto oscuro, un posto
strano, dove non si vedeva la minima luce.
“Allora, Xehanort, vedo che sei riuscito a sopravvivere”
disse una voce
“Credevi forse che bastasse distruggere un mondo con delle
meteore per sconfiggermi?”
“Devi ammettere che se non avessi potuto usare il varco, a
quest’ora non saresti nemmeno polvere”
“Mi credi così debole?”
“Allora chi è che è stato sconfitto, esiliato senza memoria
e distrutto più volte?”
Xehanort si zittì
“Ricordati che se non fosse stato per me, a quest’ora tu non
esisteresti più”
“Lo so, ma con questo non vuol dire che tu sia per forza più
forte di me!” urlò Xehanort, che sembrava adirato.
A quel punto apparve un individuo, che nonostante
l’oscurità, si riusciva a vedere benissimo, tranne la faccia, che era oscurata
dal cappuccio. Nonostante questo, Xehanort riuscì a vedere lo sguardo di quella
persona e non fiatò più.
“Sai benissimo che volendo ti posso eliminare
immediatamente, senza che tu riesca solo ad evocare il Keyblade!”
L’individuo alzò le mani e dal nulla apparvero due sedie.
“Adesso dimmi, ti sei assicurato che Sora e i suoi amici si
siano salvati?”
“Si, ma non capisco”
“Che cosa?”
“A che pro far si che l’unica arma che avevamo contro di
loro, cioè usare il corpo di Kairi, venisse vanificata? E poi perché li avete
permesso di ottenere il Keyblade supremo?”
“A proposito… se non sbaglio tu hai ottenuto ciò che avevamo
bisogno, no? Allora dammelo!”
Xehanort, che sembrava aver perso tutto la forza per reagire
anche solo con le parole, fece apparire dalla sua mano una sfera, che si diresse
verso l’individuo, che l’assorbi. A quel punto, il tizio evoco il Keyblade
supremo.
“Bel lavoro, Xehanort”
“Grazie signore. Ma ancora non capisco il perché abbia
permesso a Riku di ottenere il Keyblade supremo”
“Sei uno stolto! È semplice. Se glielo avessi impedito,
avrei ottenuto un altro Keyblade supremo oscuro, mentre in questo modo è
diventato della luce. Era questo che volevo, fin dall’inizio”. Ora mi serve
solo che Riku decida di passare il Keyblade supremo a Sora, a quel punto
interverrò io stesso”.
Sora, Riku e Kairi erano riusciti a salvarsi per un pelo a
quell’esplosione devastante.
“Fortuna che non ha fatto sul serio, quando l’ho affrontato”
disse Sora.
“Si, ma le nostre Isole…”
“Non ti preoccupare, l’hai detto tu stesso, questi mondi
sono un illusione”
“Ne sei sicuro, Roxas?” disse una voce
Sora e Riku si girarono immediatamente, e videro che si
stava apprendo un varco oscuro ed evocarono i Keyblade.
“Calma, calma. Non sono qui per combattere” disse sempre la
voce, e in quel momento dal varco usci una persona vestita come
l’organizzazione.
“Chi sei tu? Perché mi hai chiamato Roxas?” chiese Sora,
anche se aveva già un idea di chi potesse essere. Quella voce… li era così
famigliare
“Ah già, dimenticavo che non ti piace essere chiamato con il
nome del tuo nessuno” disse la figura togliendosi il cappuccio.
“TU!?” esclamarono in contemporanea Sora e Riku
“Si, io. Axel”
“Non può essere, come puoi essere sopravissuto? Ti ho visto
io stesso scomparire dopo aver usato tutte le tue energie per eliminare i
nessuno nel mondo dell’oscurità!” disse Sora
“Sora, peccato che hai dimenticato quello che è successo nel
castello, altrimenti sapresti che non vendo facilmente la mia anima, e non dite
che non ce l’ho perché è solo un modo di dire” disse vedendo che Sora stava già
per parlare.
“Comunque, sei sicuro di essere in grado di sconfiggere il
nemico”
“Xehanort? Certo, non posso non fargliela pagare per quello
che ha fatto. Ma a proposito… tu come fai a essere qui? Anche se ti sei salvato
quella volta, dovresti essertele andato quando c’è stata quell’esplosione che
ha devastato tutti i mondi, no?”
“Vedo che non siete al corrente della situazione. La
dimensione da cui proveniamo non è andata distrutta, ma si è fusa con questa. E
non è tutto: se io vi dicessi che Xehanort non è altro che una pedina?”
“Impossibile. Chi potrebbe essere più forte di così?”
“Quando lo vedrai, capirai. Non è lontano il momento in cui
lo incontrerete, e ora che è diventato più forte, grazie al potere che…” ma in
quel momento, videro Kairi che stava dando segni di risveglio.
“C-cos’è successo?” chiese
confusa.
“KAIRI!!!” esclamarono Sora e Riku
“Sora? Sei tornato buono?”
Così Sora e Riku spiegarono a Kairi cos’era successo
“Non ci credo, non riesco a credere di aver fatto tutto
questo”
“Ma non eri in te, eri posseduta da Xehanort”
“A proposito” disse Axel. “Kairi, prova ad evocare il
Keyblade”
“Ma perché li fai questa domanda?”
“Kairi, fallo!”
“Ok” così Kairi fece per evocare, ma non ci riuscì
“Beh, Kairi? Allora?” chiese Sora
“N - non lo so. Non riesco ad evocarlo”
“Per il semplice motivo che non lo possiedi più” rispose
Axel
“Ma come può essere?” chiese Riku
“Xehanort l’ha prelevato quando è uscito dal suo corpo
“Beh, sappi che io non sto dalla parte di nessuno, quello
che m’importa è formare una nuova organizzazione”
“Capisco…”
“Tu invece Sora, potresti riformare l’organizzazione XIII”
Il silenzio calò nella Gummyship
“Come hai detto, scusa?”
“Forse te lo sei dimenticato, ma lo hai già fatto, quando
eri posseduto da Xehanort”
“Anche se lo facessi, cosa ci guadagnerei? Solo altri 13 nemici
da battere”
“Sbagliato. Starebbero dalla tua parte, avendoli riportati
tu in questo mondo”
“Davvero?”
“Si, ma sfortunatamente tu non possiedi più così tanta
forza. Però posso aiutarti a diventare più forte”
“E come?”
“Usando Roxas”
“Scusa, cosa intendi dire?”
“Roxas è dentro di te, quindi hai i suoi stessi poteri.
Sicuramente di ricorderai dello scontro che hai avuto contro di lui”
“Cosa, Sora, non ci avevi detto che avevi combattuto contro
Roxas!” esclamo Riku
“Scusatemi, e che con tutto quello che è successo dopo mi è
passato di mente”
“Comunque, ti ricordi che usava due Keyblade?” continuo Axel
“Certo”
“Bene, sappi che li puoi usare anche tu”
“Ne sei certo?”
“Sicuro, basta che ti concentri, e dovresti riuscire ad
evocarli due”
A quel punto Sora provò a fare come diceva Axel, e con sua
grande sorpresa ci riuscì, era riuscito a evocare insieme l’Ultima Weapon e la Fenrir.
“Incredibile!”esclamo Sora. “Grazie mille, Ax…”
Ma Axel era sparito
“Sora, siamo arrivati nel mondo che ci ha detto Sephiroth”
disse Riku
Così il trio scese dalla Gummyship e si ritrovò in un’enorme
città, al centro della quale c’era un palazzo gigantesco, ma che sembrava
abbandonato.
“Ok, allora adesso non ci resta che trovare Tifa” disse Sora
“Niente di più facile, dopotutto solo una via di questa
città è più grande della nostra isola” disse ironicamente Riku
“Scusate, ho sentito bene? Cercate Tifa?” disse una voce
Il trio si girò, e videro chi li aveva parlato. Notarono
subito che li ricordava qualcuno.
“Cloud?” chiese Sora
“Come fai a conoscere Cloud” gli
chiese quella persona. “No, comunque non sono io, anche se sono suo grande
amico. Per caso sapete dov’è finito? È sparito da tempo ormai, insieme a Cid, Yuffie e Aerith.
Per caso conoscete anche loro?”
“Si, li conosciamo, ma…”
“Ma…”
“Non credo tu voglia realmente sapere cosa sia successo a
loro”
Il sorriso che aveva avuto quella persona da quando la
avevano incontrata si gelo.
“Cos’è successo?” chiese
“Ecco, non so come dirtelo, ma purtroppo sono stati
eliminati, tutti quanti. Ci dispiace”
“No, voi mentite, non può essere vero, non ci credo, non
posso crederci”
Sora, Riku e Kairi non sapevano cosa dire.
“Scusaci, ma noi dovremo andare da Tifa; Sephiroth ci ha
detto di…”
“SEPHIROTH?!” urlò quella persona. “CHE COSA CENTRA
SEPHIROTH?”
“È stato lui a mandarci qui”
“QUINDI SIENTE IN CONBUTTA CON LUI, MA IO NON VI LASCERÒ ANDARE VIA, QUANT’È VERO CHE MI
CHIAMO ZACK”.
Zack parti subito all’attacco,
tirando fuori una enorme spada, praticamente identica a quella di Cloud, e cercò di colpire Sora, che prontamente si difese
con il Keyblade.
“Lasciaci spiegare…” cerco di dirli Sora, ma non ne ebbe il
tempo perché Zack riprese l’attacco
“Non vi ascolto, non potrò perdonarvi per ciò che avete
fatto!”
In un colpo, Zack colpì Riku, che
venne scaraventato a diversi metri di distanza e perse i sensi.
“Riku!” Esclamo Sora, ma non ebbe il tempo di muoversi che Zack lo buttò a terra, e li puntava la spada addosso.
“Ora la pagherai per ciò che hai fatto” disse Zack, preparandosi al colpo di grazia.
Sora chiuse li occhi, preparandosi alla fine. Invece senti
qualcosa di liquido finirli addosso, e prendendo coraggio, aprì li occhi.
Riku si era messo in mezzo e aveva ricevuto in pieno il
colpo, che l’aveva trapassato.
“RIKU!” urlarono in contemporanea Sora e Kairi
Zack, come se niente fosse, mosse
la spada con Riku in mezzo, e lo spinse via.
“Riku…” disse Sora. “Hai detto di chiamarti Zack, giusto?” disse. Kairi si preoccupò per quel tono che
aveva assunto.
“E con ciò?” rispose lui
“Sappi che non ti perdonerò per questo” detto questo, Sora
evocò i Keyblade, e si lanciò a tutta velocità verso Zack,
che con sua grande sorpresa, fece fatica a parare i colpi.
“Cos…”
Sora non li lasciò nemmeno il tempo di respirare, e parti
subito per l’attacco successivo
“ULTIMA!” urlò, e dal suo Keyblade uscirono tutti i tipi di
magia che conosceva, e che colpirono in pieno Zack,
che cade a terra, senza muoversi
“Ora sarò io a tardi il colpo di grazia!” disse Sora, ma
davanti a lui si mise Kairi.
“No Sora, non farlo!”
“Perché non dovrei? Hai visto cos’ha fatto a Riku?
“Si, ho visto… Però combattendo non otterremo niente. Sora,
torna in te!”
In quel momento, Sora cadde a terra, e dietro di lui c’era
una ragazza, vestita di nero e con dei guanti.
“Si, la ferità è grave, ma non mortale per fortuna”
“Meno male. E Sora invece?”
“Gli ho solo dato un colpo in testa, si dovrebbe rimettere
in poco tempo”
Sora apri gli occhi
“D-dove sono?” chiese
“Sora! Finalmente ti sei svegliato!” disse Kairi
“Cominciavo a credere di averti colpito troppo forte”
“Tifa?”
“Si scusate Zack, ma quanto ha
sentito che era stato Sephiroth a mandarvi qui non è riuscito a controllarsi.
Comunque ora Kairi mi ha spiegato tutto e glielo dirò io non appena si
riprenderà”
“Perché? Cos’è successo?” chiese Sora
“Sora, perché lo chiedi? Non ti ricordi più cos’hai fatto?”
chiese Kairi, chiedendosi se Sora stese parlando sul serio oppure no.
“No, cos’è successo?” chiese Sora, cominciandosi a
preoccupare.
Cosi Kairi e Tifa li raccontarono cos’era successo.
“E Riku dov’è?”
“È di là, ora sta riposando, fortunatamente me la cavo
abbastanza bene con la magia, così sono riuscito a curarlo” rispose Kairi
“A proposito di magia, che cos’era quella che hai lanciato
su Zack?” chiese Tifa.
“Io a dir la verità non mi ricordo di quella magia, non l’ho
mai usata prima.”
Ma il loro discorso venne interrotto da un esplosione che li
fece volare contro il muro.
Sora, che era riuscito a proteggere grazie a un Reflex, vide
chiaramente chi era stato.
“Xehanort!”
“Salve, come va?” disse lui, come se niente fosse
“Kairi, porta via Riku” disse Sora
“Non credo possa farlo, perché in questo momento Riku sta
incontrando il mio capo, e non vogliono essere disturbati, per questo sono
venuto a farvi visita”
“Cosa?!” disse Sora, correndo nella stanza dove sarebbe
dovuto esserci Riku e, come temeva, Riku non c’era più.
“Dove l’avete portato?” disse Sora, evocando i due Keyblade
“Lo vuoi rivedere?”
“DIMMI DOVE L’AVETE PORTATO?” urlò Sora, partendo alla
carica verso Xehanort, che però si scanso tranquillamente.
“Tutto qui quello che sai fare? Suvvia Sora, mi aspettavo di
meglio da te”
“STAI ZITTO!”
“Bravo, arrabbiati, così libererai la tua vera natura, il
tuo vero te stesso”
Sora a sentire queste parole si fermo
“Come sarebbe a dire il mio vero me stesso?” chiese
“L’hai già dimostrato prima, contro Zack.
Devo dire che il topo a fatto un bel lavoro insieme a tuo padre, ma non si è
rivelato eterno”
“Che cosa intendi, che cosa avrebbe fatto il re insieme a
mio padre?”
“Sei sicuro di volerlo sapere?
Sora sembrò pensarci a lungo a questa domanda
“Si”
“Bene, sappi che dopo non sarai più lo stesso. In questo
modo finalmente potrai portare a termine la tua missione. In realtà, io sono
solo una ricreazione di me stesso, ma la mia vera essenza è nascosta in un
posto dal quale non potrà mai uscire, nemmeno se il posto dovesse andare
distrutto. Quel posto, Sora, sei tu.”
A Sora caddero di mano i Keyblade, che però ricomparvero
immediatamente.
“Tu menti, io non sono te. Ti ho sconfitto sia come
Heartless che come nessuno, perché avrei dovuto distruggere me stesso, se fosse
vero?” disse Sora
“Poi Riku ha detto che siete rimasti sempre sull’isola, e
qualcuno avrebbe dovuto pur vedere il Re, no?” disse Kairi.
“ZITTA TU!” urlò Xehanort. “Lo sapevi benissimo anche tu,
come lo sapeva anche Riku, ma dopotutto, non glielo avete mai detto”
A sentire questo, Sora fece scomparire i Keyblade, e chiese
a Kairi
“Cos’è che non mi avete mai detto? Ti prego, rispondimi”
Kairi, che non aveva il coraggio di guardare in faccia Sora,
gli rispose:
“Io non sono stata l’unica ad arrivare da un mondo esterno
sulle Isole, Sora. Però sono stata la prima, poi, dopo poco tempo, sei arrivato
anche tu. Ma a differenza di me, non eri da solo.”
Sora cade a terra, sconvolto da tale notizia
“Chi c’era con me?”
“Questo non lo so. So solo che è stato lui a lasciarti sull’isola,
mentre dormivi, dicendo a quelli che sarebbero stati i tuoi genitori, di fare
in modo che tu non sapessi mai la verità, dicendo anche che tu non ricordavi
niente della tua vita, perciò avrebbero potuto dire qualunque cosa e tu ci
avresti creduto. Mi dispiace, Sora” disse Kairi, cominciando a piangere.
“Mi hai mentito…” sussurrò Sora. “MI
HAI MENTITO!!!” si mise a urlare, evocando i Keyblade, e provò ad attaccare
Kairi, ma Tifa si mise davanti e parò il colpo.
“Sora, cosa stai facendo?” chiese
“Non t’impicciare!” disse Sora, colpendola e spedendola via
di diversi metri.
“Sora, smettila!” urlò Kairi.
“Dovrei smetterla? DOVREI SMETTERLA? Dopo che mi hai mentito
per anni, che mi hai fatto credere di essere un altro?
A quel punto, intorno a Sora, cominciò a crearsi un aurea
oscura, che comincia a ricoprirlo tutto intorno.
“Bravo Sora, fatti circondare dall’oscurità, e vieni con me”
“NO!” urlò Sora, e l’aurea intorno a lui espose, circondando
tutti loro.
Kairi ebbe la sensazione di precipitare nel vuoto, senza più
riuscire a fermarsi.
Capitolo 13 *** Incontri, decisioni e inizio degli anellamenti ***
Capitolo 13: Incontri, decisioni e inizio degli anellamenti
Kairi si sveglio che era finita in mezzo a un prato, e non
riusciva a vedere nessuna casa lì vicino.
“Sora!” cominciò a urlare, ma non ottenne nessuna risposta.
Cominciò a camminare, pesando agli ultimi avvenimenti, di come tutto aveva
avuto inizio, quando ormai 3 anni prima, la loro isola era stata distrutta per
la prima volta dall’oscurità, di come lei fosse riuscita senza sapere come a
trasferire il suo cuore dentro Sora, già, Sora, il suo migliore amico insieme a
Riku, ma che quel giorno aveva visto comportarsi come non lo aveva mai visto
fare prima, neanche contro L’Heartless di Xehanort o contro Xemnas, e si
chiedeva come mai.
Continuando a camminare, Kairi notò che l’erba stava
sparendo, lasciando lo spazio alla terra priva di tutto.
Poi si chiedeva come avrebbe fatto a difendersi, ora che era
senza Keyblade, e senza di quello non poteva usare la magia.
Mentre pensava a tutto ciò, si fermò per riprendere fiato,
ma finì con fermarsi in quel posto per tutto il resto della giornata,
continuando a chiedersi dove potevano essere finiti Sora e Riku.
Il giorno dopo continuò a camminare, fino a quando non vide
da lontano qualcosa che luccicava, e incuriosita, si avvicinò. Una volta
arrivata lì, vide che era una struttura di cristallo, e che al suo interno
c’era un uomo. C’erano anche incise delle parole, ma Kairi non riuscì a
leggerle tutte perché si erano rovinate:
“Qui giace ….
Che .. un ………
E …. un padre
Per ..
Che il suo …. possa
……
Per …… nella gloria.”
“Che strano, possibile che quella persona li dentro sia
morta? Sembra che stia dormendo…”
Kairi stava per toccarla, quando un ruggito la fece saltare,
e girandosi, vide una fiammata che la colpi in pieno.
“Ma non avrà esagerato? Solo perché si è avvicinata alla
tomba, non era il caso d abbrustolirla”
“Lo so, ma non appena l’abbiamo vista, io e Saphira abbiamo pensato che stese per fare qualcosa”
“Menomale che l’avete portata subito qui, dove l’abbiamo
potuta curare e verificare che intenzioni avesse”
“Ma sei sicura di ciò che avete visto in lei?”
“Sicurissima, non ha opposto nessuna resistenza, e questo
avvalora ulteriormente ciò che abbiamo scoperto. Ormai tutti hanno un minimo di
difesa mentale”
“È vero anche questo… però non ho capito questa storia qui
di questa -chiave-, che cos’è esattamente?”
“Non lo so, comunque ci faremmo dire tutto da lei quando
riprenderà i sensi”
Kairi aprì li occhi, vide che si trovava in un posto diverso
rispetto a dov’era prima, sembrava fosse dentro un albero.
“D – dove sono?” chiese, provando ad alzarsi, ma vide che
era tutta fasciata.
“Oh, finalmente ti sei svegliata.” Disse un ragazzo, che era
davanti a lei. Notò subito com’era diverso: aveva le orecchie appuntite e gli
occhi a mandorla, la sua pelle sembrava emanare una lieve luce, ma la testa… a
Kairi scappò un sorrisino. Sembrava la testa di Sora.
“Mi scuso per quello che è successo, ma quanto ti abbiamo
visto vicino alla tomba di Brom, io e Saphira credevamo volessi farle qualcosa”
“Quindi sei stato tu a lanciarmi addosso quella fiammata?”
chiese Kairi. “Nemmeno Fire al massimo è così forte,
come hai fatto?”
“Beh, ecco a dir la verità non sono stato io, ma Saphira” rispose il ragazzo
Kairi spostò lo sguardo alla ragazza che era li vicino
“Sei tu Saphira?” chiese
“Io? No, no. Io sono Arya” rispose
lei. Kairi notò solo in quel momento che aveva li stessi lineamenti del
ragazzo.
“Scusate la domanda… ma cosa siete?” chiese Kairi, un po’
imbarazzata per la domanda.
“Ecco, Arya è un elfa, mentre io sono un semplice essere umano.” Rispose il
ragazzo
“Ma siete praticamente uguali.”
“Beh, questa è un'altra storia”
“Ah, già scusate, non mi sono presentata, io sono…”
“Kairi, giusto?” disse Arya
“E tu come lo sai?”
“Semplice, l’ho letto nella tua mente quando ti abbiamo
soccorsa, dovevamo essere sicuri delle tue intenzioni.”
“Cosa? Puoi leggere nella mente?” chiese Kairi, cominciando
a preoccuparsi
“Si, ma non è sempre facile. Comunque io mi chiamo Eragon” disse il ragazzo.
“In che senso non è sempre facile?” chiese Kairi,
incuriosita.
“Beh, vedi, spesso capita che qualcuno crei una barriera
nella mente per impedire agli altri di entrarci, e devo dire che con te è stato
più facile rispetto a chiunque mi sia mai capitato finora, e questo mi sembra
strano.”
Kairi già stava immaginando che cosa li stava per chiedere
“Perciò, ci potresti dire da dove vieni?”
Kairi si incupì, sapeva che tanto sarebbe stato inutile non
dirlo, se non lo sapevano già, visto che erano già riusciti a entrare nella sua
mente.
“Quella parte non siamo riusciti a esaminarla” disse Arya. “Stranamente, la tua memoria era sigillata, per
questo non siamo riusciti a saperla, e questo è strano, perché tutto il resto
era esposto”
Kairi a quel punto decise di raccontarli tutto, fino a
quanto non era successo pochi giorni prima.
“Capisco, quindi tu eri una custode del Keyblade”
“Sai di cosa si tratta?” chiese Eragon
ad Arya
“No, non ne ho mai sentito parlare. Comunque, com’è
possibile che sia sparito nel nulla? Neanche con la magia si può ottenere un
effetto simile”
“Non lo so, so solo che dopo che Xehanort mi ha lasciata
andare, non ero più in grado di evocarlo, e insieme al Keyblade, ho perso anche
la capacità di usare la magia”
Arya sembrava pensare a qualcosa
di importante
“Eragon, puoi venire un attimo
fuori? Vorrei parlare a te e Saphira di una cosa”
“Certo”
Così Kairi vide uscire i due ragazzi. Passarono diversi
minuti, e a Kairi ogni tanto sembrava di udire qualche ruggito.
Dopo circa un quarto d’ora, rientrò solo Eragon,
e chiese a Kairi di uscire. Lei, anche se con fatica , riuscì a mettersi in
piedi e uscire da quella strana casa, e una volta uscita, vide che
effettivamente era proprio un albero.
Eragon li fece cenno di seguirlo,
e dopo aver camminato per un po’, si ritrovarono in un enorme campo.
In quel momento arrivò anche Arya.
“Che succede?” chiese Kairi.
“Prima di tutto, c’è Saphira che
si vuole scusare personalmente con te” disse Eragon.
“Sta arrivando, è andata un attimo a bere”
Kairi era proprio curiosa di vedere questa Saphira, che era riuscita a fare una magia così potente.
“Eccola” disse Eragon
Kairi si girò intorno, ma non vide nessuno
“Kairi, sopra di te” disse Arya
Kairi, domandandosi perché doveva vedere sopra di lei, lo
fece comunque, e rimase a bocca aperta, incapace di reagire.
Sopra di lei c’era un drago. Sapeva che era un drago perché
l’aveva visto in un libro, ma non pensava che potessero esistere realmente. Poi
finalmente capì perché quella fiammata era così potente.
“Sta dicendo che le dispiace di averti bruciata” disse Eragon
“Ma perché, tu riesci a capirla?”
“Lei può parlare tramite la mente con chi desidera, anche se
normalmente parla con me e poi riferisco”
“Ah, capisco” disse Kairi, ancora scossa.
“Comunque, ora torniamo a noi. Abbiamo una proposta da
farti”
Kairi si riprese subito
“Vi ascolto”
“Abbiamo buoni motivi per credere, dai tuoi racconti, che
presto dovrai affrontare una battaglia, probabilmente più dura rispetto a
quelle che hai già affrontato.” Cominciò Eragon
“Per questo abbiamo deciso, sempre che tu lo desideri, ti
anelarti. Per i prossimi anni, ti insegneremo a usare nuovamente la magia senza
aver bisogno di nessun supplemento, e oltre a questo, ti insegneremo anche a
combattere.”
Kairi rimase sorpresa da tale proposta, ma sapendo bene che
cosa poteva succedere
“Accetto, vi ringrazio”
Riku riuscì a fatica ad aprire gli occhi. Era ferito in gran
parte del corpo, e alcune ferite erano piuttosto gravi. Non riusciva a
muoversi, e la ferità provocandoli da Zack li pulsava
ancora.
Riku era stato costretto a combattere contro una misteriosa
persona, che non era riuscito a vedere perché aveva tenuto il cappuccio per
tutto il tempo. E Riku, nonostante le gravi ferite, aveva dato il massimo,
usando anche la magia, ma non era riuscito nemmeno a toccarlo. Lui in compenso
si, l’aveva colpito ripetutamente, senza lasciarli neanche il tempo di
rispondere agli attacchi.
Da quando era apparso nella stanza dove Kairi e Tifa
l’avevano lasciato e l’aveva portato via di forza, si trovava in quel strano
mondo.
Quel tizio ripeteva il tutto ogni giorno, e ormai Riku si
era quasi abituato. Ma si continuava a chiedere dove fossero finiti Sora e
Kairi. Riku non aveva assistito a quello che era successo a Sora, ma aveva una
strana sensazione, che lo metteva in allarme.
“Ne sei sicuro?” disse una voce
“Assolutamente” disse Xehanort
“Bene, il mio piano comincia a muoversi”
Riku cercò di avvicinarsi per sentire meglio.
“Ora ti basterà solo riuscire a trovarlo e condurlo da me.
Sono sicuro che te lo chiederà lui stesso” disse la voce. “Chissà, magari
riuscirà a convincere anche il suo amico” disse ridendo.
A sentire questo, a Riku venne un orribile dubbio.
-Possibile che stiano parlando di lui- pensò
“Non si preoccupi, padrone, la notizia che ha ricevuto l’ha
scosso, è riuscito anche ad aprire un varco oscuro e a usarlo”
“Perfetto, allora ormai è pronto. Presto si unirà a noi, e
dopo l’adeguato addestramento, sarà invincibile”
“Ma la ragazza?”
“Umpf, che faccia pure quello che
vuole, tanto ormai è senza Keyblade e magia, ora è innocua”
A quel punto Riku, che aveva capito quello che era successo,
evocò il Keyblade, e partì all’attacco verso i due, che non appena si accorsero
di lui, schivarono facilmente il colpo e lo colpirono insieme, facendolo finire
a diversi metri di distanza
“Bene, bene, bene. Abbiamo uno spione” disse la voce
“N – non riuscirai nel tuo intendo” disse a fatica Riku
“Mi dispiace, ma ormai è troppo tardi. Ti ripeto la proposta
un’ultima volta. Unisciti a noi e avrai salva la vita. Unisciti a noi, e
riceverai immensi poteri. Unisciti a noi, e lo rivedrai”
“MAI! Mi sono già lasciato tentare una volta dall’oscurità,
non ci cadrò più dentro, come non lo farà nemmeno lui!”
“Povero stolto. Allora non vuoi proprio capirlo. Ormai è
tardi, non potrai farci più nulla”
“Comunque, se non ti vuoi unire a noi, non abbiamo scelta,
dovremmo eliminarti” disse l’altro.
“Provaci!” rispose Riku, richiamando a se le sue ultime
energie, parti all’attacco, sorprendendo il misterioso nemico, che riuscì a
evitare l’attacco, ma nel farlo, il cappuccio si levò.
Riku si girò, e quando vide la faccia di quella persona
rimase scioccato.
“TU?!”
La persona si mise a ridere
“Bravo, finalmente sei riuscito a levarmi il cappuccio,
peccato che questo tuo attacco ti abbia prosciugato di tutte le energie”
Riku cadde a terra sfinito. Aveva ragione, era sfinito, e
per lui ormai era arrivata la fine
“Ora, addio!” detto questo, la misteriosa persona si preparò
all’attacco. Riku chiuse gli occhi, ma invece di sentirsi trafiggere la carne,
senti un rumore metallico, e aprì li occhi. Davanti a lui c’era un'altra
persona, che aveva addosso un armatura.
“NON PUÒ ESSERE” esclamo Xehanort. “Non puoi essere vivo!”
“A quanto pare è stato un errore non verificare se ero
effettivamente morto” disse il cavaliere
“Come hai fatto a sopravvivere alla distruzione della tua
dimensione?” chiese il misterioso nemico.
“Semplice! Non ho mai smesso di seguire Sora e Riku, li sono
sempre stato dietro, facendo attenzione a non farmi mai scoprire. Così sono
riuscito a salvarmi”
“Non ti è servito a molto!” disse Xehanort.
Ma prima che potesse fare qualunque cosa, il cavaliere prese
Riku e sparì nel nulla.
“Dov’è andato?” chiese Xehanort
“Non ti preoccupare, non ha importanza. Dopotutto sarebbe
stato solo una pedina. Ora occupati di lui”
Riku, che aveva perso i sensi poco prima di essere preso dal
cavaliere, si risveglio qualche ora più tardi. Si guardò intorno, ma non riuscì
a riconoscere il posto.
“È ovvio che tu non riesco a capire dove ti trovi, visto che
non ci sei mai stato.” Disse una voce.
“O per meglio dire, non ci sei stato a lungo”
“Chi sei?” chiese Riku
“È un bel po’ che non ci incontriamo, vero Riku” disse il
cavaliere, che apparve dal nulla.
“Tu… tu sei lo stesso che portò Sora sulle isole diversi
anni fa, giusto?”
“Giusto… ma non sono solo colui che portò Sora alle Isole
del Destino” disse il cavaliere, togliendosi l’elmo.
“Non può essere! Roxas?!” esclamo Riku, vedendolo. Il
cavaliere era identico a Roxas.
“No, sono Ven, il padre di Sora” rispose lui
“COSA?!”
“Si, hai capito bene. Immagino che tu abbia un bel po’ di
domande, e avrai tutto il tempo che vuoi per farmele, ma prima ci dobbiamo
occupare di cose più serie, come ha già fatto Kairi.”
“Sai dov’è?” chiese Riku
“Si, ma non ti dirò dov’è. Anche perché è lei stessa che non
vorrebbe essere disturbata ora”
Riku si chiese che cosa intendesse dire.
“Kairi si sta allenando. E credo che dovrai farlo anche tu,
se vuoi sopravvivere.”
“Kairi si sta allenando? Com’è possibile?” chiese Riku
“Mentre tu sei stato, diciamo, ospite di quei due, è
successo un fatto, proprio quello che temevo per la precisione. Riguarda Sora”
“Che cos’è successo?” chiese Riku, avido di sapere notizie
sul suo amico.
“Purtroppo è molto probabile che sia tu che Kairi dovrete
smetterla di considerarlo vostro amico” disse Ven.
Riku comprese subito che ciò che temeva anche lui si era
avverato. Così Ven gli spiego i fatti che erano accaduti a casa di Tifa e di
come Kairi avesse deciso di allenarsi proprio per quello.
“Ma ora Sora dov’è?” chiese Riku
Ven abbassò lo sguardo. “Non lo so, ho provato a seguirlo,
ma non mi è stato possibile”
“Capisco…”
“Ora però passiamo a cose più serie. Riku, ti faccio la
stessa domanda che è stata fatta a Kairi: vuoi allenarti? Ti farò io da
maestro, ma ti avviso: non sarà una passeggiata.”
Riku sembrò pensarci su, ma rispose subito
“Certo, non posso certo perdere un occasione come questa”.
Sora si risveglio in uno strano posto. Provò a muoversi, ma
non ci riuscì. Si guardò intorno per vedere se era stato legato, ma vide
chiaramente che era libero. Si accorse solo allora di trovarsi sopra un letto,
in quello che sembrava un ospedale.
Dopo un po’, Sora riuscì finalmente a mettersi seduto,
quando vide la porta aprirsi ed entrò una ragazza con i capelli rosa, seguito
da un ragazzo, dai capelli gialli.
“Guarda, finalmente si è svegliato!” disse il ragazzo.
“Ci hai fatto prendere uno bello spavento sai?” disse la
ragazza. “Hai dormito per diversi giorni senza mai svegliarti. Cominciavamo a
pensare il peggio.”
“D – davvero?” chiese confuso Sora.
“Si. Ti ho trovato nel bosco privo di sensi, per un momento
ho pensato che fossi caduto dal cielo per lo stato in cui eri ridotto”.
A sentire queste parole, Sora ricordo che cos’era successo
prima che finisse in quel mondo.
“Ora, ci sai dire a che villaggio appartieni, così lo
potremo avvertire” chiese la ragazza.
“Villaggio?” chiese Sora
“Che c’è? Non mi dirai che non sei di nessun villaggio,
vero?” domandò sempre più curiosa la ragazza, mentre prendeva un vaso di fiori
per annaffiarli.
“Ecco… non esattamente… ecco a dir la verità…” Sora stava
pesando se dirli la verità oppure no. Poi si ricordo di come tutti avessero
mentito con lui… tutti sapevano la verità, tranne lui, perciò perché avrebbe
dovuto continuare il loro gioco?
“io vengo… da un altro mondo!” disse infine
Alla ragazza li cadde di mano il vaso, cadendo per terra e
spaccandosi in mille pezzi.
Il ragazzo fece uno strano verso e assunse una faccia con la
quale sembrava domandarsi che cosa avesse appena detto Sora.
“Che cos’hai detto?” chiese la ragazza
Il ragazzo sembrò sorpreso da questo fatto
“Sakura, è la prima volta che fai una domanda e che non
conosci qualcosa”. Ma come risposta, ottenne un pugno in testa.
“Sei sempre il solito, Naruto.
Scommetto che non hai nemmeno capito che cosa intendesse dire con –Mondo-,
vero?”.
Naruto si mise a ridere come se lo
facesse per scusarsi. Sakura sospirò.
“Sorvoliamo… comunque… sei sicuro di stare bene e di non
avere preso qualche botta in testa?” chiese rivolta a Sora
“Sicurissimo, non ho preso nessuna botta. Ho visitato una
marea di mondi, ma questa è la prima volta da un sacco di tempo che dico
direttamente che provengo da un altro mondo, di solito dico che vengo da una
città vicina o qualcosa del genere, ma ho deciso di farla finita con tutte
queste storie”.
“Capisco… e come avresti fatto a viaggiare per vari mondi?”
“Solitamente uso una specie di nave spaziale, questa volta
però non lo so come ho fatto ad arrivare qui”. Sora preferì non dire che era
arrivato tramite un passaggio dell’oscurità.
Naruto continuava a guadarlo come
se fosse un matto.
“Se lo dici tu…” disse infine.
Sora riuscì finalmente a mettersi in piedi.
“Ora scusatemi, ma devo andare”
“Perché?” chiese Naruto
“Non puoi! Non sei ancora in condizione di muoverti!”disse
Sakura
“Non posso rimanere qui. È meglio per tutti voi, credetemi”
Detto questo, uscì dalla stanza.
“Naruto, vai con lui. Non è in
grado di resistere a lungo”
“Ok” rispose lui, senza commentare e uscendo di corsa dalla
stanza.
Sora intanto era già uscito dall’edificio. Ad un tratto,
intorno a lui si fece tutto buio.
“Cosa succede?” urlò, ma senti la sua voce riecheggiare.
“Sta tranquillo, al
momento sei al sicuro.” Disse una voce
“Chi sei? Mi sei già apparso qualche anno fa, nello stesso
modo, ma ora voglio sapere chi sei!” rispose Sora.
“Lo sai già. Io sono
te. Accetta la verità, Sora!”
Sora si ritrovò fuori dall’edificio, come se niente fosse
successo.
“Non può essere…”
“Ehi, aspetta!” disse Naruto, che
stava arrivando a gran carica.
Sora si chiese perché lo aveva seguito.
“Dove credi di andare? Non sei in condizione di andare dove
vuoi!”
“Il problema è solo questo?” chiese Sora, evocando il
Keyblade.
“Cosa?!” disse Naruto. “Come hai
fatto senza fare nessuna tecnica?”
“Tecnica?”
“Non dirmi che non sai nemmeno cos’è una tecnica!”
“A dir la verità… No. Ora scusa, ma devo curarmi”
“Curarti?” ma a risposta, Sora fece un Cura su se stesso. Naruto se ne accorse da quella luce verde che uscì dal
Keyblade e che avvolse Sora.
“Rinuncio a capire. Comunque sembri essere forte.”
“Naruto! Non osare fare quello che
stai per fare!” disse Sakura, che aveva visto tutta la scena e stava correndo
verso di loro.
“Perché no? Potrebbe essere interessante”
“Si è appena ripreso, non puoi sfidarlo!”
“Tutto qui? Mi vuoi sfidare?” chiese Sora
“Certo!”
“Non ti conviene, credimi”
Naruto sembrò arrabbiarsi a
sentire queste parole.
“Che fai ora, ti metti a piangere?” disse Sora, cominciando
ad allontanarsi
Sakura avvertì ciò che stava succedendo. Naruto
lanciò subito un kunai verso Sora, che però riuscì a
deviarlo con il Keyblade.
“Grave errore” detto questo, Sora parti all’attacco,
evocando anche l’altro Keyblade.
Naruto riuscì a parare il colpo
grazie a un altro kunai.
“Urg, sei forte! Ma vediamo de
riesci a resistere a questo!” Naruto mosse velocemente
le mani, e all’improvviso comparvero migliaia di copie di Naruto.
Sora sorrise. “bene, finalmente qualcuno che sembra un po’
più forte degli altri. Partì subito all’attacco contro le copie. Passo i
successivi 5 minuti a colpire le copie, che sparivano non appena venivano
colpite.
“Mi sono stufato! Ultima!” e dal Keyblade partirono tutti i
tipi di magia, che colpirono in contemporanea tutte le copie di Naruto più il vero Naruto, che
cade a terra privo di sensi.
“Naruto!” urlò Sakura, correndo
verso di lui.
Sora intanto si avviò nella foresta.
“Hai visto? Tu
appartieni all’oscurità, ascoltami”disse di nuovo la voce di prima.
“Parla, ti ascolto” rispose Sora.
“Bene. Finalmente hai
deciso i compiere il tuo destino. Ora, vieni con me, ti addestrerò.”
“Perché dovrei?”
“Quelli che tu credevi
amici si stanno già anelando per eliminarti. Sicuro di non volerti far trovare
pronto per allora?”
“TU MENTI!” urlò Sora
“Ne sei sicuro? Se
vuoi te lo posso mostrare”
Sora, sapendo che era vero, rispose.
“No, non ce ne bisogno. Ci credo, quello che ho detto prima
era solo un riflesso incondizionato. Dopotutto mi hanno mentito per anni.”
“Bene, allora entra in
quel varco. Troverai il tuo nuovo maestro, lui ti insegnerà a sfruttare tutto
il potere dell’oscurità, fino all’ultima goccia” non appena finì questa
frase, davanti a Sora apparve un varco oscuro, che lui attraversò senza
indugio.
Kairi cade a terra sfinita. Faticava a restare in piedi, ma
non poteva arrendersi così. Vide arrivare verso di lei delle palle di fuoco,
che riuscì a evitare.
“Parale con la magia” disse Arya
“O – ok! Reflex!” fece Kairi, allungando il braccio, ma non
ottenne risultati, venendo colpita in pieno.
“Ferma Saphira” disse Arya, dirigendosi da Kairi per curarla.
“Credo che per oggi possa bastare” disse con calma, mentre
curava le ustioni di Kairi.
La dragonessa riprese a sputare quelle palle di fuoco, che
fortunatamente non erano di temperatura troppo elevata.
Kairi riprovò ancora, ma concentrandosi più che poteva.
“REFLEX!” urlò, e intorno a lei si creò una barriere che
riuscì a respingere le palle di fuoco.
Dopo quella magia, Kairi cade a terra priva di sensi.
Arya si avvicino a lei.
“Brava, finalmente ce l’hai fatta” dopodiché la prese e la
porto via dal campo di anellamento.
Il giorno dopo, Kairi andò ad allenarsi con Eragon, ma questa volta non con la magia, ma nell’usare la
spada.
Eragon era più forte di chiunque
Kairi avesse affrontato finora, riusciva a fatica a parare i suoi colpi, per
non parlare di attaccarlo, era impossibile.
Ormai era qualche settimana che Kairi andava avanti così.
Riku era concentrato al massimo. Non voleva fallire nuovamente,
doveva riuscirci questa volta. Si era giurato che non sarebbe andato più a
dormire finché non fosse riuscito a padroneggiare quella nuova tecnica. Ven gli
aveva mostrato come fare, ma nonostante fossero giorni che ci provava, non era
ancora riuscito a imparare il teletrasporto.
Era entusiasta quando Ven gli disse che glielo avrebbe
insegnato subito, aveva letteralmente fatto i salti di gioia. Ma non immaginava
fosse così difficile. L’unico risultato che aveva ottenuto era stato quello di
prosciugare tutte le sue energie. Poi Ven era molto severo, soprattutto quando
si trattava di combattere con il Keyblade. Riku non credeva ci potesse essere
qualcuno così forte. Ogni volta veniva stesso per terra, ma non demordeva mai,
continuava a combattere fino a quando non cadeva privo di sensi. Poi Ven lo
allenava anche nella magia, anche se non in modo approfondito, visto che Riku
se la cavava ottimamente.
Sora Lanciò un Firaga oscuro verso
il suo maestro, che lo respinse facilmente con il Keyblade. Sora si lanciò
all’attacco, evocando i due Keyblade cercò di colpire il suo maestro, ma senza
risultati.
“Tutto qui, Sora?”
“Devi ancora vedere tutta la mia potenza, Maestro. Ultima!”
e così lanciò la potentissima magia verso il suo maestro, che fu colpito il
pieno, ma ne uscì indenne.
“Niente male” disse, partendo a sua volta all’attacco, verso
Sora, pronto a colpirlo con il Keyblade.
“Devi arrabbiarti di più, se vuoi riuscire a colpirmi e a
ferirmi”
“Cercherò, Maestro”
“Comunque sei migliorato, e voglio premiarti, dandoti un
premio”. Detto questo lanciò un raggio oscuro verso Sora, che ne venne avvolto,
ma ne uscì poco dopo, uguale a com’era prima. O no?
Ormai erano passati diversi anni da quando Sora, Riku e
Kairi avevano cominciato gli allenamenti.
Kairi era cresciuta. Si era tagliata i capelli e aveva dei
nuovi vestiti, che li avevano regalato gli elfi.
Continuava comunque ad allenarsi tutti i giorni con Arya ed Eragon. Ormai era in
grado di fronteggiarli tranquillamente singolarmente.
Quel giorno Kairi aveva deciso di riposarsi ed era andata a
farsi una passeggiata nel bosco li vicino.
Ormai era qualche ora che camminava, ma nonostante questo,
non si sentiva minimamente stanca. Era ancora come se si fosse appena
svegliata.
All’improvviso senti una presenza vicino a lei, e si girò.
Davanti a lei c’era un ragazzo, dai capelli d’argento e gli occhi verde acqua,
ricoperto da un armatura.
Kairi rimase sorpresa nel vedere quella persona.
“Come va, Kairi?” chiese Riku
“RIKU!” urlò Kairi.
“Allora?”
“Riku, come hai fatto a trovarmi?”
“Sono riuscito a trovarti cercando la tua… diciamo energia”
“Dov’è la Gummyship?”
“Non lo so, non sono arrivato con quella”
“E come?”
“Con una nuova tecnica, te la mostrerò quando partiremo.
Immagino tu lo voglia fare subito, no?”
“No, prima devo fare una cosa. Vuoi venire a vedere?”
Riku annui e la segui. Si ritrovarono in una città strana,
dove al posto delle case c’erano degli alberi, e gli abitanti avevano tutti le
orecchie appuntite e gli occhi a mandorla. Kairi continuò a camminare, fino ad
arrivare in un campo enorme, dove c’erano evidenti segni di bruciature. Kairi
si diresse da due persone che si trovavano li, e Riku la segui.
“Arya, Eragon,
finalmente vi posso presentare il mio amico Riku” disse indicando Riku.
“È un piacere incontrarti” dissero insieme Arya ed Eragon.
“Vi ringrazio per avermi allenato in questi anni, ma ora è
arrivato il momento che io parta.” Disse Kairi.
“Certo, non te lo impediremo. Ma vogliamo chiederti
un’ultima cosa.”
“Cosa?”
“Dovrai affrontarci tutti e due insieme e sconfiggerci”
disse Eragon
“Ok” rispose tranquillamente Kairi.
“Ma… Kairi, sei sicura?” chiese Riku, ripesando al fatto che
non aveva più nessuna arma.
“Non ti preoccupare” rispose lei, predendo la spada dalla
cintura, che Riku non aveva notato perché nascosta dalla maglietta.
“Sono pronta”.
A queste parole, Arya ed Eragon partirono all’attacco, e dietro di loro arrivo Saphira.
“Un drago?!” disse Riku, cominciando a temere il peggio per
Kairi.
Saphira cominciò a sputare palle
di fuoco mischiate a fiammate, tutte dirette verso Kairi, che le evitò con una
facilità sorprendente. Riku era affascinato da quanto era migliorata.
Kairi prese la spada e disse “Blizzard!”
e dalla spada uscì un raggio che congelò le palle di fuoco.
Poi dietro di Kairi arrivò Eragon,
che la stava per attaccare con la spada, ma lei si girò velocemente e parò il
colpo. Disse qualcosa, che Riku non riuscì a capire ed Eragon
venne spazzato via da una palla di fuoco, finendo a diversi metri di distanza
privo di sensi.
Kairi si spostò giusto in tempo per evitare i tuoni che
stavano per piombarle addosso e si diresse verso Arya,
che era l’unica rimasta poiché Saphira era andata via
quando Eragon era stato colpito.
Le due cominciarono a lanciarci magie l’una contro l’altra,
senza risparmiare colpi. Eragon, che intanto si era
ripreso, stava da parte, capendo che se fosse intervenuto, avrebbe sicuramente
avuto la peggio. Ma qualcosa mise tutti sull’allarme, e si spostarono giusto in
tempo dal campo che esso venne colpito da qualcosa di molto potente.
Kairi atterrò vicino a Riku, che aveva già evocato il
Keyblade.
Davanti a loro apparve una persona, che indossa
l’impermeabile dell’organizzazione XIII, ma aveva qualcosa di strano. Kairi
riuscì a vedere i suoi occhi, e si mise a piangere.
Saphira lanciò immediatamente una
enorme fiammata verso l’individuo, che ne fu investito in pieno. A lei si
unirono anche Eragon e Arya,
usando entrambi una magia di fuoco, e alla fine intorno alla misteriosa persona
si creò un esplosione. Tutti attesero che il fumo si dissolvesse.
“Non è possibile!” urlò Eragon.
La persona era rimasta perfettamente integra, nemmeno
l’impermeabile si era bruciato. Erano sicuri che fosse stato colpito in pieno,
non riuscivano a spiegarsi come avesse fatto a uscirne indenne.
“Voi tre…” disse la persona, con una voce strana. Una voce
che sembrava doppia, una di un ragazzo, l’altra di un adulto.
“Sparite!” detto questo, da quel individuo usci un aurea di
enorme potenza, che colpi Saphira, Eragon e Arya, spedendoli
lontano, nonostante le loro resistenze.
“Questa questione riguarda solo noi.”
Kairi, che nel frattempo si era ripresa dallo shock, non
riusciva a convincersi di aver riconosciuto chi era quella persona. Non voleva
crederci.
“Ne è passato di tempo, vero Kairi?”
“Non può essere!” disse Riku. “Non puoi essere lui!”
“No, Riku…”disse piano Kairi. “È proprio lui, l’ho
riconosciuto dagli occhi. È Sora!”
“Mi fa piacere sapere che non vi siete dimenticati di me.
Bene. Questo vuol dire che sicuramente saprete perché vi ho cercato, no?” disse
Sora, evocando il Keyblade. Riku e Kairi si ricordarono immediatamente di quel
Keyblade, il Keyblade in grado di aprire i cuori, il Keyblade dell’oscurità.
“Sora… Non volevo crederci, ma sembra che dovrò farmi una
ragione…” disse Kairi, evocando la spada. “Sei pronto, Riku?”.
Riku rimasse sorpreso. Tutto si aspettava, tranne che fosse
Kairi a domandarli se era pronto.
“Si”
“Bene, allora, provate a difendervi!” disse Sora, partendo
ad una velocità incredibile verso di loro.
Kairi e Riku riuscirono a difendersi. Fecero appena in tempo
a riprendersi dal colpo che dovettero pararne un altro. La situazione continuò
così per diversi minuti, senza che i due riuscirono ad attaccare.
“Mi sono stufata!” disse Kairi, facendo un salto
incredibile. Sora la segui.
“Bene, allora hai deciso di combattere” disse Sora
“Scoprirai che non sono più la Kairi che conoscevi”
“Lo vedremo. Al momento mi sembri sempre la solita lagna
incapace di essere utile”
A quelle parole, Kairi prese a colpirlo a raffica con la
spada, costringendo Sora a parare i colpi con il Keyblade.
“Ora prova tu a parare i miei colpi!” disse Kairi,
cominciando a lanciare magie a raffica verso Sora, che venne colpito in pieno,
e in seguito ai colpi, precipito. Kairi vide l’impermeabile volare via.
Poi un colpo di vento spazzò via la polvere che si era
innalzata per via delle magie.
Kairi e Riku non credevano ai loro occhi. Non solo Sora era
rimasto indenne all’attacco, ma aveva mostrato anche un suo nuovo potere, che
scosse i due amici. Sora stava volando, e aveva un enorme paio di ali nere. I
suoi vestiti erano cambiati, erano tutti neri, e al centro c’era uno strano
simbolo, lo stesso che aveva sostituito la corona nella collana che Sora teneva
al collo.
Sembrava il simbolo dei Nessuno, ma con i colori di quello
degli Heartless.
“Ora, si fa sul serio!” disse Sora, calando in picchiata
verso Riku, che riuscì a evitare il colpo per un pelo. Kairi intanto parti di
nuovo all’attacco, ma Sora riuscì a toglierle la spada di mano e a lanciarla
lontano.
“Ora cosa farai senza spada e senza magia?” chiese Sora, che
sembrava divertito.
Con sua grande sorpresa, Kairi si mise a ridere.
“È vero, non ho più la spada, ma con questo non vuol dire
che io non possa usare la magia. BRISING!”. Dalla mano di Kairi uscì una
fiammata che colpi in pieno Sora, spedendolo lontano e facendolo cadere per
terra.
“Niente male, mi hai sorpreso” disse lui. “Bene, per
stavolta è sufficiente. Mi voglio divertire. Se vi facessi subito fuori che
divertimento ci sarebbe? Riku, so che puoi andare dove vuoi, perciò cerca un
castello popolato da centinaia di ragazzi. Sarà li che ci scontreremo la
prossima volta!”
Detto questo, Sora andò a recuperare l’impermeabile e aprì
un varco oscuro, che si richiuse subito dopo che lui l’ebbe attraversato.
Kairi si accasciò a terra, sfinita. Non credeva veramente di
riuscire a tenere testa a Sora, ma fortunatamente c’era riuscita.
Riku si avvicinò a lei. Era rimasto sbalordito. Era convinto
che ormai non aveva davanti la vecchia Kairi, ma una ragazza molto più
coraggiosa e forte di prima.
“Forza Riku, andiamo!” disse lei, mettendo a posto la spada.
“Sei sicura, Kairi?” chiese lui.
“Certo. Cosa stavi dicendo prima? Come hai fatto a
raggiungermi? Spero non usando varchi oscuri”
“No, no, ho usato un metodo più efficace. Il teletrasporto”
Kairi si sorprese a sentire ciò, ma non fece domande.
“Ok, allora andiamo”
Riku annui
“Basta che mi dai la mano, ci teletrasporteremo in questo
castello che ha detto Sora, mi basterà cercare un castello pieno di ragazzi”
Kairi diede la mano a Riku, e scomparirono immediatamente.
Sora stava camminando in un immensa foresta. Sembrava stesse
cercando qualcosa.
“Ha detto che lo avrei trovato qui, lo hanno messo qui
dentro nella speranza di dimenticarlo, e che non fosse visto da nessuno…
l’hanno nascosto bene, non c’è che dire”
Sora continuò a camminare per diversi minuti, fino a quando
non notò una grotta. Una volta entrato, un ghigno li apparve sulla faccia.
Kairi ebbe l’impressione di andare a sbattere contro
qualcosa. Notò che anche a Riku era successa la stessa cosa.
“Ma com’è possibile? È come se qualcosa ci avesse impedito
di arrivare a destinazione.” Esclamò Riku.
Kairi però stava osservando dov’erano finiti. Davanti a loro
c’era una stazione ferroviaria, che però sembrava non fosse stata usata di
recente, doveva essere passato almeno un mese, a vedere le sue condizioni. Si
guardò intorno, e vide un enorme lago. Si avvicino e rimase colpita dallo
spettacolo che vide.
“Riku, vieni!”
Riku andò da Kairi, e rimase anche lui sorpreso.
“Direi che abbiamo trovato il castello.”
Una ragazzo stava correndo. Aveva appena ricevuto la
comunicazione di dirigersi nello studio della preside. Attraversò diversi
gruppi di ragazzi, tutti vestiti di nero, alcuni con i mantelli.
Il ragazzo continuò a correre, fino a quando non arrivò
davanti alla statua di un Gargoyle, che sembrava fosse
stata spaccata e poi ricomposta.
“Parola d’ordine?” disse una voce
“Severus!” rispose il ragazzo
La statua si mosse e mostrò delle scale, che il ragazzo
percorse velocemente, fino ad arrivare in un enorme studio. Sulle pareti
c’erano centinaia di ritratti, e dietro la scrivania c’era una signora.
“Voleva vedermi, preside Mc Grannit?”
Sora ora stava cercando qualcos’altro. Continuava a guardare
per terra, come se stesse cercando un pezzo particolare di terra. Ad un tratto
vide qualcosa che luccicava da lontano e si affrettò a raggiungerlo. Era una
strana pietra, spaccata in due parti.
“Finalmente! Ora posso mettere in atto il mio piano”
Kairi e Riku cercarono un modo per raggiungere il castello.
Avevano notato che era piuttosto danneggiato, come se fosse stato lo scenario
di un orribile combattimento, dove non erano stati risparmiati nessun tipo di
colpi.
Mentre camminavano in un sentiero che sembrava condurre al
castello, Kairi venne attirata da uno strano cancello. Si avvicino e rimase
shoccata.
Riku la raggiunse, ma non seppe cosa dire.
Erano davanti ad un cimitero enorme. Tutte le lapidi
riportavano la stessa data.
“Cosa sarà mai successo qui?” chiese Kairi.
“Non lo so, comunque dovremmo scoprirlo tra poco.”
“Si. Ci hanno segnalato la presenza di due sconosciuti nelle
vicinanza del castello.” Disse la preside.
“E con questo? Hanno fatto qualcosa di strano?” chiese il
ragazzo, portandosi la mano alla fronte, per poi riportarla subito a posto.
“È questo il punto! Non risultano da nessuna parte, ma nonostante
questo hanno provato a materializzarsi all’interno della scuola.”
“Quindi non sono babbani”
“No, ma non sono nemmeno maghi. Ma nonostante questo, si
stanno avvicinando al castello. Vorrei che li andassi incontrò e nel caso non
avessero buone intenzioni, li fermassi. Ti è tutto chiaro, Potter?”
“Si signora” rispose Potter. Ma in quel momento ebbe una
stranissima sensazione. Li sembrò che la testa li si stesse spaccando in due ed
emesse un enorme urlò, dopodiché cade a terra, privo di sensi.
Kairi e Riku ormai erano arrivati davanti al castello.
“Guarda Riku! È pieno di ragazzi, non possiamo esserci
sbagliati!”
Riku stava osservando, ma percepiva qualcosa, ma non
riusciva a spiegarsi cosa.
Harry si svegliò in un letto. Si accorse di essere in
infermeria, e che attorno a lui c’erano un ragazzo e una ragazzo, che quando
videro che si era svegliato gli chiesero insieme se stava bene.
“S – si. Sto bene” rispose lui.
“Cos’ è successo?” chiese il ragazzo.
“La cicatrice… ha bruciato come non ha mai fatto prima.”
“Ma non può essere!” disse la ragazza. “Hai sconfitto Tu –
Sai – Chi mesi fa!”
“Non so cosa dire, Hermione. So
che era più forte di qualsiasi altra volta. Comunque devo andare, la Mc Grannit mi ha detto di andare verso i due stranieri.” Harry
fece per alzarsi, ma Hermione lo fermò.
“Ci penseremo io e Ron ad andare, non ti preoccupare” disse
lei, uscendo insieme a Ron dall’infermeria.
Kairi e Riku cominciarono ad entrare nel castello, e non
poterono fare a meno di notare i ragazzi che li guardavano come se fossero
alieni.
“Ma hai visto come sono vestiti?” disse un ragazzo
“Si, ma non possono essere babbani,
non sarebbero riusciti ad arrivare qui”
Riku stava ascoltando questi commenti, quando Kairi li
disse:
“Come se loro fossero vestiti normalmente”
Ma vide che un ragazzo e una ragazza stavano correndo verso
di loro.
“Voi due, fermi!” disse la ragazza, estraendo dalla tasca
una specie di bastone. Lo stesso fece il ragazzo.
Kairi e Riku li guardarono come se fossero due pazzi.
“Ehm… ci stareste minacciando con due pezzi di legno?”
chiese ironicamente Kairi.
A sentire questo, tutti i ragazzi li vicino, compresi i due
davanti a loro.
“Come sarebbe a dire – due pezzi di legno - ?” chiese il
ragazzo, che sembrava aver già perso la pazienza.
“Fermo Ron. Ci potreste spiegare chi accidenti siete?”
“Non possiamo, ci dispiace” rispose Riku
La ragazza sospirò
“In questo caso siamo costretti a catturarvi. PietrificusTotalis!” e dal quel
bastoncino uscì un raggio.
Riku fece appena in tempo ad evocare il Keyblade e a pararlo.
“Non può essere!” esclamò Ron. “Che razza di bacchetta hai?”
“Bacchetta?” chiese Riku
Hermione sembrava schioccata. Non
poteva crederci. Quel tipo aveva fatto apparire dal nulla quella strana chiave
che aveva fermato il suo incantesimo. E non sapeva nemmeno che cosa fosse un
bacchetta. Hermione stava anche cercando di ricordare
se aveva già visto quell’arma su qualche libro, ma non le veniva niente in
mente.
“Ron, vai a chiamare la Mc Grannit!”
disse lei.
“Corro!” rispose Ron, mettendosi a correre
“Senti ragazza, non cerchiamo guai” disse Riku
“Peccato, siete finiti proprio in un bel guaio” rispose Hermione
“Mi stai stufando, sai?” disse Kairi
“Oh, ma non mi dire… Kairi si è già stufata? Vedo che hai
perso la tua pazienza durante questi anni di allenamento, vero?” disse una
voce.
Kairi e Riku si misero in posizione per combattere.
“Dove sei, Sora?” urlò Kairi.
Davanti a lei, apparve un varco oscuro. Tutti i ragazzi li
presenti scapparono via, tranne Hermione.
Da quel varco uscì Sora. Il varco però rimase aperto anche
dopo che ne fu uscito.
“Sora!” urlarono sia Riku che Kairi.
“Mi dispiace, ma ce stato un piccolo cambio di programma.
Sono stato nel bosco qui vicino, e ho trovato due cose molto interessanti”
detto questo, li buttò davanti a loro due pezzi di una pietra.
“NO! NON PUÒ ESSERE!” urlò Hermione.
“Temo di si, ragazzina” disse una voce, che incuteva timore
solo a sentirla e che proveniva dal varco.
“Vi presento il mio nuovo socio, che mi obbedirà ciecamente.
Ovviamente lo presento solo a voi due, credo che tutti gli altri se lo
ricordino molto bene, anche se hanno provato a dimenticarlo”
“NO, MI RIFIUTO DI CREDERCI!”
“Ecco a voi Lord Voldermort!”
Dal varco uscì una persona. Kairi e Riku non si mossero, ma
rimasero sorpresi.
Tutte le persone che erano li cominciarono a scappare. Tutti
dicevano la stessa cosa:
“TU – SAI – CHI È TORNATO! SCAPPIAMO!”
A Harry la cicatrice brucio come non mai, e quando sentì le
urla capì quello che era successo e si precipitò verso il giardino.
Hermione cade a terra, incredula e
spaventata.
“È tornato…” disse piano, come se non avesse più energie.
In quel momento arrivò anche Ron, seguito dalla Mc Grannit, che non appena vide Voldermort,
rimase di sasso e corse a chiamare gli altri professori.
“Sora, cos’hai fatto?” chiese Kairi, preoccupata per quelle
reazioni
“Oh, niente di particolare. Ho solo fatto tornare in vita il
più pericoloso nemico di questo mondo, che ha creato catastrofi e morti a non
finire, e li ho donato nuovi poteri, in cambio della sua obbedienza.”
A sentire questo, a Hermione venne
spontaneo chiedere:
“Chi sei tu per sottomettere Tu-Sai-Chi?
Ma ti rendi conto di quello che hai fatto?”
“Stupida ragazzina, tu credi che io non sia in grado di
intendere e di volere? Ora ti dimostrerò che non è così. Voldermort,
attacca il castello!”
“Si padrone.” Detto questo, Voldermort
tirò fuori la sua bacchetta, e dicendo qualcosa che Kairi e Riku non capirono,
ne fece uscire un raggio rosso, che colpi una torre del castello, facendola
crollare.
“Credo che darò una mano anch’io!” disse Sora. “ULTIMAGA!”
dalla sua mano uscì un enorme raggio, che colpì il castello, disintegrandole un
terzo.
Hermione non credeva ai suoi
occhi.
“Ora basta!” disse Riku, evocando un Keyblade che Kairi non
aveva mai visto prima.
In quel momento, quel Keyblade si trasformo in una specie di
cannone, puntato verso Sora.
“Resisti a questo, Sora!” e dal Keyblade partì un colpo
gigantesco, diretto verso Sora, che però riuscì a scappare aprendo un varco
oscuro giusto in tempo.
Riku non riuscì a dire niente che Voldermort
schioccò le dita, facendo apparire creature nere e creature bianche.
“Heartless e Nessuno! 2 disse Kairi, evocando la spada e
partendo subito all’attacco.
Harry ormai era giunto in giardino, aveva incontrato un
centinaio di studenti che scappavano.
Dopotutto era un bene che fosse rimasto ancora un anno a
scuola.
Ma invece di dirigersi dove si stava combattendo, si diresse
verso il lago, dove c’era una struttura in marmo. Non avrebbe voluto farlo, ma
era l’unica soluzione che li veniva in mente.
Mentre Kairi combatteva contro i nessuno e gli Heartless,
Riku partì all’attacco verso Voldermort.
Hermione non riusciva a credere ai
suoi occhi, il ragazzo si muoveva velocemente e riusciva a tenere testa a Voldermort apparentemente senza problemi. In quel momento
arrivò Harry.
“HARRY! Finalmente!” dissero Ron e Hermione
insieme.
Harry però notò subito il ragazzo che stava combattendo
contro Voldermort e rimase anche lui sorpreso.
“Chi è quello?” chiese
“È uno dei due che dovevamo intercettare prima, e a quanto
pare non sono maghi, ma neanche Babbani”
“Come può essere? Se non sono maghi, non potrebbero vedere
il castello.”
“Non è tutto. Sono anche riusciti a spezzare un incantesimo
che li avevo lanciato addosso, e quello che adesso sta combattendo contro Tu-Sai-Chi prima ha usato un arma di incredibile potenza
contro colui che ha fatto ritornare Voldermort”
A sentire ciò, Harry si spavento. Chi poteva essere così
potente da far ritornare Voldermort dalla morte?
“Se vuoi ti posso rispondere io!” disse una voce.
Harry si girò e vide apparire da un varco oscuro Sora.
“E tu chi sei?” chiese Harry
“Io sono Sora, colui che ha fatto ritornare Voldermort. E ci sono riuscito grazie a te. Sei stato uno
stupido a non distruggere sia il corpo di Voldermort,
sia la pietra della resurrezione. Comunque, ora sarò io il tuo avversario!”
disse Sora, evocando il Keyblade.
“Come vuoi” rispose Harry, tirando fuori la bacchetta.
“HARRY! QUELLA NON è LA BACCHETTA DI…”
“Si, ma non avevo scelta. Avevo il presentimento di un
pericolo imminente, e anche se a malincuore, ho dovuto recuperare la bacchetta
di Silente”
“Bacchetta potente o no, non ti salverai. ULTIMA!” dal
Keyblade di Sora partì un enorme raffica di magie, e Harry riuscì a fatica a
proteggersi.
“ExplelisArmus!”
urlò facendo partire un raggio rosso dalla bacchetta che colpi in pieno Sora,
anche se ne uscì indenne.
“Tutto qui? E tu saresti il famoso Harry Potter? Che
delusione.”
“Sora, adesso basta!” disse Kairi, che aveva appena finito
di eliminare gli ultimi nessuno e raggiungendo Harry. “Combatti contro di me!”
“Se desideri così presto di raggiungere gli altri, fai pure.
ULTIMATE!”
Il cielo divenne nero all’improvviso. Tutti i combattimenti
si fermarono. Sopra a Sora il cielo sembrava impazzito. Continuava a cambiare
in maniera talmente veloce che era praticamente impossibile riuscire a
distinguere i cambiamenti. Ad un tratto, dal cielo si scatenarono migliaia di
lampi, che andarono tutti in direzione di Sora, che nel frattempo si era alzato
in volo. Stese la mano e tutti i lampi si concentrarono lì; nello stesso
instante, da tutto intorno a Sora, si formarono fiamme e blocchi di ghiaccio,
la terra cominciò a tremare e uscirono dei getti d’acqua di incredibile potenza,
e sembrava che tutta questa energia andasse verso la mano di Sora, nella quale
si stava formando una palla nera, non grande, ma di un nero così denso che lo
spazio stesso sembrava luce in confronto. Riku capì che cosa aveva intenzione
di fare, e cominciò a correre verso di loro.
“ORA KAIRI, SODDISFERÒ IL TUO DESIDERIO! RAGGIUNGERAI GLI
ALTRI, CONTENTA?”
Kairi non riusciva a credere a quello che vedeva, ed era
letteralmente paralizzata, come tutti li altri li intorno.
Sora si mise a ridere.
“ADDIO!” e lanciò la palla verso Kairi, che provò a scappare
senza risultati.
Ormai si dava già per spacciata, ma Riku si mise davanti a
lei.
“Mi dispiace Kairi… Cerca di fare tutto il possibile per far
ritornare tutto com’era prima” disse Riku, che venne colpito in pieno da quella
palla.
Un esplosione terribile ne segui. Il castello, la foresta
vennero investiti da questa esplosione.
Kairi e tutti gli altri vennero scaraventati a parecchi
centinai di metri di distanza. Tutti, tranne Sora, che sembrava divertito da
questa situazione.
Quando la polvere che era stata alzata dall’esplosione
cominciò a sparire, Kairi cominciò a urlare in cerca di Riku. Vide che il corpo
di Voldermort giaceva a terra, e non dava segni di
vita, mentre tutti gli altri erano finiti ancora più indietro, ma sembravano
ancora vivi.
Kairi si mise a cercare Riku per tutto il raggio
dell’esplosione. Il castello era stato seriamente danneggiato e la foresta era
diventata spoglia.
“È inutile che ti metti a cercarlo o a chiamarlo. Non è
sopravvissuta nemmeno la cenere del suo corpo. Quel colpo avrebbe disintegrato
anche un pianeta intero se lo avessi voluto. Per vostra fortuna, era al minimo
della sua potenza.
Kairi cominciò a piangere. “Sora, come puoi parlare così?
Come puoi non fare nemmeno una smorfia. HAI APPENA DISINTEGRATO RIKU, QUESTO LO
CAPSICI ALMENO OPPURE NO?” urlò Kairi, che sembrava che non sapeva decidere se
essere triste o arrabbiata.
“Certo che me ne rendo conto, e con questo? Non me ne
importa niente.”
A sentire queste parole, Kairi non resistette più. Sembrò
esplodere, perché intorno a lei si generò un enorme massa di energia,
distinguibile perché sembrava scavare la terra sotto di lei.
“COME PUOI PARLARE COSì?
NON TI PERMETTERò DI FARE ALTRO MALE, Sora, ANCHE SE
QUESTO DOVESSE SIGNIFICARE FARTI FUORI. HAI CAPITO ALMENO QUESTO?”
Sora vide bene la rabbia che invadeva Kairi, ma nonostante
questo rispose tranquillamente.
“Tsk, vuoi provare di nuovo?”
Ma in quel momento, la spada di Kairi cominciò a
trasformarsi. Prese la forma di un Keyblade. Non era simile a nessun Keyblade
che avessero visto finora, sembrava il Keyblade di Riku, ma era diversa la
forma… la forma era la stessa della catena regale, ma i colori erano quelli del
Keyblade originale di Kairi.
“ORA ASSAGERAI LA MIA VENDETTA, Sora!” urlò Kairi, che in meno di un secondo si ritrovo alle
spalle di Sora e lo colpi con un colpo talmente potente, che lo spedì a terra,
facendo formare una voragine di diversi centinai di metri di diametro. Sora era
al suo centro, e per la prima volta, sembrava preoccupato.
Sora riuscì a evitare il colpo che Kairi li stava per
infliggere, colpo che aumentò la voragine.
“ULTIMATE!” urlò Sora, facendo formare una nuova palla di
energia che lanciò verso Kairi.
Ma con grande sorpresa di Sora, Kairi taglio di netto la
palla di energia, facendola scomparire.
“Non è possibile!” disse un Sora sconcertato, pochi istanti
prima di ricevere un colpo di Keyblade in pancia, cosa che li fece sputare
sangue adesso a Kairi, che però rimasse impassibile.
Immediatamente Kairi li rifilò un altro colpo sulla schiena,
che lo fece volare di diversi metri.
La cosa andò avanti per diversi minuti, senza che Sora
riuscisse a rispondere a un misero colpo.
Fini che Sora venne atterrato da un altro colpo di Keyblade.
Kairi glielo punto in faccia.
“Ora Sora, per te è la fine. Vendicherò tutti quelli che hai
eliminato. Questo però è per Riku!” e trafisse Sora in pancia. Estrasse il
Keyblade, tutto sporco di sangue e si girò per andarsene, convinta che per Sora
fosse la fine. Ma un colpo la prese in pieno, facendola svenire.
“Non lo sai che non bisogna mai voltare le spalle ad un
nemico?” detto questo, Sora uso una Curaga per
rigenerarsi, e sparì in un varco oscuro.
Kairi si riprese solo qualche ora più tardi. Si guardò
intorno, e si domando com’era successo tutto quel caos. Poi cominciò a
ricordare. Si alzò per andarsene, quando vide aprirsi un varco oscuro.
Kairi evocò il Keyblade, ma dal varco non uscì Sora, ma
Axel.
“A-Axel?” disse Kairi sorpresa.
Axel la guardò, e le disse: “A-aiuto…”
dopodiché cadde a terra. Solo allora Kairi si accorse che stava sanguinando, e
andò subito a soccorrerlo.
Axel si riprese solo qualche ora più tardi, ma era
ugualmente debole. Vicino a lui c’era Kairi.
“Kairi…”cominciò lui.
“Non affaticarti, hai una ferita grave” rispose lei. Si
trovavano nell’infermeria del castello, una delle pochi parti che erano uscite
indenne dallo scontro.
“No, non mi rimane molto tempo, e prima di andarmene devo
dirti una cosa che riguarda Sora”
Kairi divenne attenta.
“Come di certo ricorderai, Sora contiene al suo interno
Xehanort. Sono stati suo padre e Re Topolino a rinchiuderlo li dentro, ma non
erano da soli. C’era anche una terza persona. Sora non ne ricorda nemmeno
l’esistenza, anche se la incontrata più volte, come ha fatto anche Roxas.
Quella persona… era suo fratello maggiore.”
A sentire queste parole, a Kairi venne un colpo. Non avrebbe
mai immaginato che Sora avesse un fratello.
“Ven e Re Topolino volevano che Sora finisse in un posto
dove Xehanort non si potesse risvegliare, per questo lo spedirono sulle isole
del destino. Ma prima di quell’evento, ne accade un altro. Il fratello di Sora
lo prese e scappò via con lui. Non voleva che suo fratello se ne andasse.
Purtroppo era stato un ingenuo, era partito senza pensare ai
pericoli che l’avrebbero potuto cogliere, e quando Sora e suo fratello si
trovarono in pericolo, il fratello si sacrificò per salvarlo, diventando un
Heartless, e quindi un nessuno, perdendo la memoria. Venne trovato da Xemnas,
che lo accolse nell’organizzazione, e divenne amico di Roxas, il nessuno di
Sora”.
A quel punto Kairi capì.
“SEI IL FRATELLO DISora?!” urlò Kairi.
Axel annui.
“Si, ho recuperato la memoria solo dopo essere quasi finito
all’altro mondo dopo averlo aiutato. Così ho deciso di seguirlo, ma quando è
andato ad allenarsi per diventare quello che è adesso, lo perso di vista. Sono
riuscito a ritracciarlo solo qualche ora fa, ma lui mi ha messo subito ko,
senza lasciarmi il tempo di agire o di dire qualcosa. Kairi, devi promettermi
che farai tutto quello che puoi per farlo ritornare come prima. Devi trovare
Ansem. Lui è l’unico che sa come fare a rimuovere Xehanort da Sora.”
Kairi rimase lì. Immobile. Non sapeva se avrebbe retto
un’altra perdita. Era stufa.
“Scusa…” disse una voce
Kairi si girò, e vide quel ragazzo che era arrivato verso la
fine del combattimento. E vide anche com’era shoccato. Molto probabilmente
aveva visto la fine di Axel.
“Si, che c’è?” rispose lei, fingendo di stare bene e di
essere tranquilla.
“Volevo solo farti qualche domanda. Ti dispiace?”.
“No, fai pure. Ma ascolta quello che ti sto dicendo. Non
potrò rispondere a tutto.”
“Ok. La prima domanda è perché tu e il tuo amico siete
venuti qui, e secondo, se sei una strega?”
Kairi si offese per quella domanda.
“Ma come ti permetti a darmi della strega?” disse
arrabbiata, evocando d’istinto il Keyblade.
“Calmati, non era un’offesa. Da questo però deduco che non
lo sei. Allora potresti rispondermi alla prima domanda, prima che io vada
avanti con altre?”. Il ragazzo si chiedeva come quella ragazza potesse vedere
il tutto, usare la magia, anche se elementare, ma non essere una strega.
“Beh, a questa domanda posso risponderti solo in parte. Non
chiedermi come ci siamo arrivati e da dove, perché non posso rispondere. Ti
posso giusto dire che siamo venuti qui perché sapevamo che doveva succedere
qualcosa di brutto. Diciamo che ce l’ha detto quel ragazzo che è arrivato qui e
contro il quale ho combattuto. Anticipando la tua prossima domanda, si lo
conosco, ed un tempo eravamo amici. Ma poi sono successe tante di quelle cose,
di cui non posso raccontarti nemmeno una, che l’hanno fatto diventare cattivo”.
Concluse Kairi.
“Capisco… ora un’altra domanda… se non sei una strega, e il
tuo amico non era un mago, come avete fatto a vedere il castello?”
Kairi rimase sorpresa da tale domanda, ma non per quello che
chiedeva, ma perché avevo detto la parola mago.
“Non credo di capire bene quello che hai chiesto, so solo
che noi siamo arrivati qui e abbiamo visto il castello, tutto qui.”
“Capisco. Credo sia inutile continuare a farti domande,
perché finirei poi con rodermi perché non la saprei completamente. Comunque sei
diversa sia da un normale essere umano, che da un mago. In un bicchiere d’acqua
che ti abbiamo offerto prima avevamo messo una pozione che avrebbe dovuto farti
dire tutto quello che volevamo, ma non ha avuto effetto. E questo è il primo
caso in cui una pozione non funziona. A questo punto, anche dopo aver visto la
battaglia, dubito che ti possiamo far stare qui contro la tua volontà”. Detto
questo, il ragazzo se ne andò.
Kairi rimase li ancora qualche minuto, poi decise di
andarsene.
Aprì li occhi. Si trovava in un posto strano. Ma lo
sorprendeva una cosa. Era vivo.
Riku provò a mettersi in piedi, ma non ci riuscì. Non
riusciva a muovere nessun muscolo del suo corpo.
“Sei riuscito a svegliarti, complimenti” disse una voce, che
Riku riconobbe subito.
“SORA! COSA MI HAI FATTO?” urlò
Riku, arrabbiato.
“Io? Niente. Sei tu che ti sei messo in mezzo e hai preso in
pieno il colpo. Però credo che tu ti illuda sul fatto che sei vivo.
Semplicemente sei finito in un mondo dove anche i morti continuano in un certo
senso a vivere. Comunque ora devo andare, ma non ti preoccupare, non rimarrai
da solo a lungo”. E si mise a ridere. Una risata agghiacciante. Poi una luce
inondò Riku, che si ritrovo sulla terra, e si accorse subito di essere
osservato.
Kairi stava camminando, era uscita dal castello con una
domanda alla quale non era ancora riuscita a dare risposta. Come avrebbe fatto
a lasciare quel mondo? Ormai erano ore che camminava, ma proprio non le veniva
niente in mente.
“Non c’è soluzione” disse alla fine, triste e arrabbiata
insieme.
“Ti arrendi di già?” disse una voce, femminile.
“Beh, devi capirla. Non credi che abbia già sopportato
troppo? E poi non ha i nostri poteri” disse un'altra voce, questa volta
maschile.
A Kairi venne un colpo. Aveva riconosciuto quelle voci, ma
non credeva possibile che potessero essere proprio loro. Si girò
immediatamente, e non credete neanche ai suoi occhi. Davanti a lei c’erano le
uniche due persone che non si aspettava di vedere. Davanti a lei c’erano Namine e Roxas.
Riku si guardò intorno. Tutti continuavano a guadarlo come
se fosse un alieno. Ma solo mentre formulava quel pensiero si rese conto di chi
lo stava guardando e penso:
“Se mi stanno guardando come un alieno, io cosa dovrei
pensare di loro?” disse continuando a guadarli ed a esaminarlo, visto che non
c’era nessun essere umano.
“Che cosa succede?” chiese una voce.
“Ecco, questo morto è sbucato dal nulla, non sappiamo come
sia arrivato” disse uno di quei esseri.
“Suvvia, non può essere sbucato dal nulla. Avrà percorso
anche lui il serpentone, no?”
“Ma Re Kaio, le giuriamo che è
apparso dal nulla”
Riku ora riusciva a vedere anche chi li stava facendo tutte
quelle domande. Era uno strano essere tutto blu e con due antenne sulla testa.
Per il resto assomigliava un pochino ad un essere umano.
Per un attimo i due sguardi si incrociarono, ma poi un urlò
alle spalle di Riku lo costrinse a voltarsi giusto il tempo ed evocare il
Keyblade per parare il colpo da parte di uno di quei esseri.
Riku vide come tutti rimasero sorpresi da quella mossa, in
particolare quello che chiamavano Re Kaio.
“Tornate tutti ad esercitarvi, forza” disse quest’ultimo.
Solo in quel momento Riku notò che avevano tutti dei cerchi
sopra la testa e in quel momento la paura lo invase. Andò a toccarsi
immediatamente sopra la testa, per scoprire che ciò che temeva era vero. Aveva
anche lui quel cerchio, e questo poteva significare solo una cosa.
Riku svenne per la scoperta che aveva appena fatto.
Re Kaio sbuffò e facendo muovere
appena le sue antenne, Riku si sollevò in aria e segui Re Kaio,
anche se involontariamente.
Kairi fece qualche passo indietro.
“Che succede Kairi? Sembri spaventata” disse tranquillamente
Namine.
“Voi come fate ad essere qui? Credevo non poteste più uscire
dai vostri se stessi”
Roxas abbassò lo sguardo.
“Te lo spiegherò io” disse Namine.
“È successo tutto come conseguenza degli ultimi avvenimenti. In teoria noi
possiamo uscire quando vogliamo da voi, ma non possiamo ne venire visti, ne
allontanarci da voi. Per questo quella volta avevo detto che ogni volta che tu
e Sora sareste stati insieme, ti ricordi no?”
Kairi annui.
“Ma dopo quello che è successo qualche hanno fa, sia io che
Roxas siamo stati letteralmente scaraventati fuori dai vostri corpi. Questo
successe quando Xehanort entrò in voi. All’epoca eravamo solo delle entità, e
non riuscivamo a prendere forza. Poi piano piano
abbiamo cominciato a prendere le nostre forme, e alla fine ci siamo ritrovati
come eravamo prima di unirci a voi. A quel punto la prima cosa che abbiamo
fatto è stata quella di trovarci, ma è stato abbastanza facile.
Il difficile è stato ritracciarvi. Purtroppo siamo andati
prima da Sora, e li abbiamo scoperto cos’era successo mentre noi eravamo usciti
dai vostri corpi. Abbiamo deciso di andarcene, purtroppo la nostra forza è
niente in confronto alla vostra. Ora però dobbiamo parlare di cose serie.
Kairi, io e Roxas dobbiamo chiederti un favore, ma non uno qualunque”
“Vi ascolto”
“Dovresti permetterci di entrare nel tuo corpo. Per me non
ci sono problemi, ma devi permetterlo anche a Roxas. Non ti saremo di grande
aiuto, perché purtroppo Sora è molto più forte di noi, però possiamo darti un
nostro potere in cambio. Se lo desideri, possiamo farti usare i varchi oscuri e
dirti dove si trova ora Sora.”
A sentire questa proposta, Kairi rimase sorpresa.
“Ma se vi faccio entrare nel mio corpo, voi non vi fonderete
con la mia personalità, vero?”
“No, semplicemente saremo dentro di te, ma come se non
esistessimo.”
Kairi ci penso su qualche minuto, ma alla fine acconsentì.
Proprio com’era successo qualche anno prima, Namine e
Roxas entrano nel suo corpo, solo che questa volta ovviamente, c’era anche
Roxas.
In quel momento Kairi scoprì dov’era Sora, e come poteva
usare il varco oscuro.
Così lo aprì subito e immediatamente ci entrò dentro.
Riku aprì li occhi. Davanti a lui c’era quell’essere che lo
osservava.
“Ti sei svegliato, eh?” disse lui. “Io sono Re Kaio. Tu invece sei?”
“Riku” rispose lui, ancora scosso per la notizia che aveva
scoperto.
“Del pianeta Terra?” chiese Re Kaio.
“Emh… no. Ci sono stato, però non
sono originario di quel mondo”
“Come immaginavo”
“Come?” chiese Riku
“Immaginavo che non fossi del pianeta Terra, quell’arma che
hai usato prima, il Keyblade, arma di cui siamo in pochi ad esserne a
conoscenza, non esiste sul pianeta Terra. Ora scusa la domanda, ma vorrei
sapere la tua storia. Non credo tu sia arrivato qui come tutti gli altri vero?”
“Emh… A dir la verità non so
neanche dove mi trovo. Anche se ho un idea, ma spero vivamente di sbagliarmi.”
“Se la tua idea è quella di essere all’altro mondo,
purtroppo per te è così”
Riku abbassò lo sguardi e disse:
“Ora capisco cosa intendeva dirmi Sora. Va bene, le
racconterò tutto.”
Kairi si trovò davanti ad uno spettacolo che non avrebbe
creduto possibile. Era in un enorme città, e fin qui le andava tutto ok, ma
quando vide delle strane cose che volavano, rimase stupita.
Comunque non perse tanto tempo e cominciò subito a guadarsi
intorno, per vedere se c’erano tracce di Sora. Non si accorse che qualcuno
l’aveva vista uscire dal varco e la stava seguendo.
Kairi camminò per diverse ore in quell’enorme città, ma finì
con il perdersi. Quella città era troppo grande per setacciarla tutta. Si sedette
su una banchina, esausta.
“Non lo troverò mai di questo passo.” Disse esasperata.
Fece per alzarsi e continuare, ma una ragazza le si pose
davanti.
Kairi la guardò incuriosita, mentre lei ricambiava con uno
sguardo freddo.
Kairi fece per continuare quello che stava facendo prima, ma
la bambina glielo impedì, spingendola con la forza sulla banchina.
“Ma cosa vuoi?” chiese Kairi alla ragazza.
“Credi che non ti ha visto nessuno prima? Una che esce dal
nulla tramite una specie di buco nero?
E che poi si mette a camminare come se niente fosse in una
città e che si capisce lontano un miglio che non c’è mai stata prima? Se è
così, sei una povera illusa.” Disse la ragazza, sempre fredda.
Kairi evocò il Keyblade, ma la ragazza li mise una mano
davanti, e sulla mano c’era un palla di energia.
“Io non lo farei in te, sai?
Re Kaio era rimasto zitto per
tutto il tempo in qui Riku li raccontava la sua storia.
Alla fine disse: “Bene, quindi tu proprio viene da
tutt’altro posto. Comunque, non ti voglio dare illusioni, ma forse so come
aiutarti” disse Re Kaio, facendo muovere le antenne.
“Ma prima di dirti come, se non ti dispiace vorrei vedere
quando sei forte. Adesso ho chiamato un guerriero che dovrai affrontare. Se
riuscirai a tenerli testa, perché batterlo è impossibile, ti dirò qual è questa
possibilità. Ma dipenderà anche da come sembrerai a questo guerriero. Ah,
giusto per la cronaca, ha salvato l’universo già diverse volte.”
A sentire questo, Riku rimase sorpreso. Doveva essere uno
parecchio forte.
Ma in quell’istante davanti a lui apparve una persona,
sbucata dal nulla, e che aveva una coda.
Capitolo 21 *** Un combattimento per una speranza ***
Capitolo 21: Un combattimento per una speranza
Riku si sarebbe dovuto sorprendere per quella
caratteristica, ma dopo tutto quello che aveva passato, non li sembrava neanche
granché strano. Almeno, dopo essere morto e nonostante questo essere quasi
vivo.
“Che succede, Re Kaio?” chiese la
persona.
“Ciao Goku” rispose lui. “Ti ho chiamato per chiederti un
favore. Dovresti combattere contro quel ragazzo” disse indicando Riku.
Goku guardò Riku con attenzione.
“Come mai mi chiede questo?” chiese Goku
“Credo che questo ragazzo sia molto forte. Certo, non al
livello di Baby o di qualsiasi altro nemico tu abbia affrontato, ma comunque forte.
Non vorrei dire una stupidata, ma credo ti potrebbe dare del filo da torcere.”
Rispose Re Kaio.
Riku si stava domandando di cosa parlassero.
“Ti puoi pure sfogare, tanto è già morto, quindi non si può
far male e ovviamente morire di nuovo, a condizione che non lo disintegri
ovviamente” continuo Re Kaio.
“Capisco” disse Goku. “Quindi posso anche trasformarmi?”.
A Riku venne un colpo. In che senso -trasformarsi-?
“Beh, se lo credi necessario, puoi farlo.” Rispose Re Kaio.
“Bene. Comincerò dal primo livello, non vorrei esagerare”
Riku notò che i capelli neri di Goku avevano cominciato a
rizzarsi (ancora di più di com’erano normalmente) per poi diventare biondi
mentre un enorme energia li investiva in pieno.
Kairi rimase sorpresa. Quella non era una ragazza normale. E
già solo il fatto che l’aveva vista sbucare dal varco oscuro era un problema.
“Senti ragazzina, non ho tempo da perdere con le tue
fantasie” disse Kairi, cercando nuovamente di andarsene.
Ma la ragazza lanciò la palla di energia vicino a Kairi,
distruggendo la banchina vicino alla sua.
“Prima regola: non prendermi in giro. Seconda regola: non mi
chiamo ragazzina, ma Pan” disse la ragazza, preparando una seconda sfera di
energia.
“Ok, ho capito Pan. Che cosa vuoi da me?” disse Kairi, ormai
rassegnata.
“Semplicemente sapere chi sei, da dove vieni e come hai
fatto a fare quel giochetto”
“Mi dispiace, ma posso solo dirti chi sono. Mi chiamo Kairi.
Il resto non posso dirtelo”.
Pan continuò a guadarla con quel suo sguardo freddo.
“In questo caso…” e Pan diete un pugno nello stomaco a
Kairi, che cadde per terra priva di sensi, ma chiedendosi chi era veramente
quella ragazza.
Riku faceva fatica a crederci. Goku aveva cambiato il colore
dei capelli e intorno a lui alleggiava un aurea gialla, ma talmente potente che
muoveva i capelli di Riku.
Prima di poter realizzare qualunque altro pensiero, Riku
dovette schivare un colpo di Goku, che lo stava per colpire in pieno e che andò
a colpire un masso enorme, che si disintegrò.
Riku evocò subito il Keyblade e lancio un Fire addosso a Goku, che venne colpito in pieno, ma ne uscì
illeso. Riku provò tutte le magie che li venivano in mente, ma nessuna sorbiva
il minimo risultato. Una volta finito di provare tutte le magie che conosceva,
Riku dovette fermarsi a prendere fiato. In quel momento vide Goku che si era
messo in una posizione strana. Aveva avvicinato le due mani, e sembrava che
stesse dicendo qualcosa. In quel momento, tra le sue mani, cominciò a formarsi
una sfera di energia. Riku usò la magia protect appena
in tempo, visto che Goku lanciò una raggio di enormi dimensioni diretto verso
di lui e che lo investi in pieno. Riku faceva fatica a tenere la magia alzata,
ma era sicuro che se avesse lascito andare non sarebbe stato più tanto sicuro
di poter sopravvivere, anche se era già morto.
Quando il raggio svanì, vide che a Goku erano cresciuti i
capelli, e che erano diventati molto più lunghi, tanto da coprirli la schiena.
Riku riuscì comunque a percepire la forza di Goku e si
spaventò. Non aveva visto nessuno così potente, ed era sicuro che il colpo che
gli aveva lanciato Sora non era nemmeno paragonabile alla potenza di Goku. E
questo lo preoccupava.
Goku stava per lanciare di nuovo quel raggio ma poi si
fermò, tornando alla sua forma originaria.
“Aveva ragione Re Kaio. Questo
ragazzo è molto forte. Ora sono curioso di vedere se riuscirà a resistermi
nella mia forma più potente”
Re Kaio sembrò spaventato da
quella frase, cosa che non contribuì a far calmare Riku.
“Come sarebbe a dire la sua forma più potente?” pensò
A risposta intorno a Goku si formò di nuovo quella aurea
gialla, solo che stavolta era molto, ma molto più potente di quella di prima.
Il terreno cominciò a tremare e Riku vide che stava diventando più grosso. Li
sembrò addirittura che i suoi muscoli stessero uscendo dalla pelle, visto che
una parte del corpo di Goku stava diventando rossa e aveva la forma dei
muscoli.
Riku non sapeva più che cosa fare. Era letteralmente
terrorizzato da tale potenza, ma nonostante questo, rimase lì fermo, pronto per
combattere. A quel punto però Goku tornò normale.
“Prova superata” disse.
Riku lo guardava come se avesse detto chissà cosa.
“In che senso prova superata?” chiese Riku, sempre più
confuso.
“Hai superato la prova. In pochi sarebbero rimasti fermi
davanti alla mia potenza di Super Sayan di quarto
livello. Tu invece, nonostante la paura che avevi, sei rimasto lì fermo, pronto
a combattere. Ora credo che tu abbia una buona speranza di ritornare vivo”
A quel punto Riku cadde in uno stato di confusione totale.
Era sicuro di aver sentito bene, ma non credeva a quello che Goku aveva detto.
“Lei è d’accordo Re Kaio?” chiese
Goku. “Non credo che succederà di nuovo quello che è successo l’ultima volta se
usiamo le sfere, no?
“No, non credo ci siano problemi, però devi essere tu ad
esserne certo. Ti devo ricordare che fine hanno fatto le sette sfere?”
“Non si preoccupi. Tanto credo che anche Sheron
sia d’accorso, visto che ha visto tutto”
In quel momento, sette punti del corpo di Goku si
illuminarono, e uscirono sette sfere che volarono in cielo e volarono via tutte
in direzioni diverse.
“Sono tornate sula Terra. Credo che dovrò tornare dai miei
parenti. Mi chiedo come sta la mia nipotina. Ci vediamo dopo” e detto questo
sparì com’era arrivato.
“Pan! Quante volte ti abbiamo detto che non puoi picchiare
chiunque tu voglia”
“Ma ve lo giuro, è sbucata da una specie di buco nero, e poi
ha fatto apparire dal nulla una specie di chiave gigante”
“Se certo. Guarda Pan, nonostante abbiamo visto di tutto e
di più, compresa la fine di questo pianeta per ben due volte, questa non
riusciamo proprio a crederci”
Kairi sentì questo discorso mentre si svegliava. Si trovava
in una stanza ed era in un letto.
Pan si accorse che si era svegliata e disse:
“Provate a chiederglielo voi. Anche se non vi risponderà
sicuramente” disse Pan, quasi stufa di quella discussione.
Kairi capì subito che dovevano essere quei due. Ovviamente i
genitori di Pan.
Ma in quel momento, dietro di loro apparve dal nulla
un'altra persona.
“Ciao a tutti” disse.
Tutti si voltarono e rimasero sorpresi nel vedere quella
persona.
Goku, preso alla sprovvista da tale reazione, decise di non
farla arrabbiare più di tanto, altrimenti poteva diventare come sua moglie
quando si arrabbia.
“Allora…” cominciò lui. “Avevi addosso un armatura e i suoi
capelli erano di colore argento…” ma non fece in tempo a finire che Kairi lo
interruppe nuovamente.
“RIKU!” urlò lei, incredibilmente felice. “Allora è vivo. Ti
prego, dimmi dove lo hai visto!”
“Oh, semplice. Nell’ Aldilà” rispose lui come se niente
fosse.
Kairi svenne di nuovo.
Kairi si riprese solo più tardi, e si ritrovò nuovamente a
letto.
“Ed è per questo che devo riunire nuovamente le sfere. Ho
avuto pure il permesso da Re Kaio”
“Ma credevo non si potessero più usare.”
“Sherron ha deciso di fare un
eccezione. Ora, avete già chiamato Bulma? Mi serve il
radar”
“Si, arriverà a momenti. Ma quindi questo ragazzo per un
momento ti ha dato filo da torcere?”
Kairi sentì queste frasi quando si mise in piedi e raggiunse
li altri.
Tutti la guardarono domandandosi cosa avrebbe fatto ora.
“Scusa, ma non credo di aver sentito bene. Hai per caso
detto Aldilà?” chiese a Goku.
“Beh, sono stato chiamato lì, aveva un aureola sulla testa…
quindi credo di si, di aver detto proprio Aldilà” rispose Goku.
“Ah, bene. Aldilà eh?” Kairi fece qualche passo. Tutti la
guardarono in attesa di qualcosa.
“COME SAREBBE A DIRE ALDILà?!”
chiese urlando e scagliandosi contro Goku.
“COME HAI FATTO A INCONTRARLO SE è NELL’ALDILà?”
“Beh, con il teletrasporto” rispose lui, sorpresa di quanto
fosse sorpresa Kairi.
A quel punto Kairi rinunciò. Non voleva che li venisse una
crisi depressiva.
“Comunque non preoccuparti, presto tornerà in vita”
Se Kairi avesse avuto delle antenne, queste le si sarebbe
rizzate in piedi. Ma in mancanza di queste, furono i capelli a rizzarsi in
piedi.
“Come sarebbe a dire che prestò tornerà in vita?” chiese
lei, ormai senza voce per l’urlare di prima.
“Beh, che qui c’è la possibilità di far ritornare in vita
per una volta le persone che muoiono, o almeno, una volta. Ma per questa volta
abbiamo il permesso di fare un eccezione”
Così Goku spiegò a Kairi tutta la storia sulle sette sfere
del drago. Nel frattempo arrivò anche Bulma, con un
radar in grado di localizzare le sfere. A quel punto Goku si alzò il volo, ma
Kairi lo interrupe.
“Scusa, ma come fai a volare?”
“Beh, non so spiegartelo…”
“Ma sapresti essere in grado di insegnarmelo in poco tempo.
Magari insieme al teletrasporto?” chiese Kairi, ricordandosi di com’era apparso
dal nulla.
“Beh, volendo si, ma ci vorrebbe circa un anno, e a quanto
ho capito tu non hai tutto questo tempo. Anche se…”
“Anche se…”
“C’è un posto dove il tempo dura di più rispetto al normale.
Per fartela breve, un giorno in quella camera corrisponde ad un anno. Se
davvero desideri imparare queste due tecniche, potremmo allenarci lì, ma sappi
che servirà parecchia energia”
Kairi, con la luce negli occhi, disse:
“Solo un giorno alla fine? Cosa aspettiamo? Se davvero puoi
insegnarmi queste tecniche ti sarei più che grata. Mi torneranno molto utili
per i combattimenti”
“Ok, allora come desideri, tanto per me un giorno in più non
fa differenza.” E detto questo, prese Kairi per il braccio e sparirono.
Riapparvero in uno strano posto. Sembrava sospeso nel cielo.
Kairi incuriosita, andò a vedere i confini di quel giardino. Dovette
rimangiarsi il suo pensiero. Non sembrava sospeso nel cielo. ERA sospeso nel
cielo.
“GOKU!” disse una voce. Kairi di voltò e vide uno che era
tutto verde e aveva delle orecchie a punta correre verso di loro.
“Ciao Dende! Tutto bene? Senti,
potremo usare la stanza dello spirito e del tempo?”
Dende lo guardò e li chiese:
“Non userai tecniche come l’ultima volta, vero? Abbiamo
passato mesi a sistemare il palazzo”
Goku si mise a ridere.
“No, non ti preoccupare. Niente raggi stavolta. Ora scusaci,
ma andiamo di fretta. Vieni Kairi”
Kairi seguì Goku nella stanza, dove entrarono insieme,
scomparendo all’interno.
“Non dovrai intervenire prima di allora. Se tutto va come
previsto, presto tutti i mondi cadranno ai nostri piedi”
“Me lo auguro”
“Una dimostrazione l’abbiamo già avuta. Ora vai,e cerca di
non deludermi”
“Non succederà, Maestro”
Kairi aveva appena schivato l’onda energetica di Goku. Si
stava pendendo di averli chiesto di fare in combattimento per vedere i suoi
progressi. Mentre pensava ciò, schivo un pugno di Goku, che venne colpito dal
Keyblade.
Ormai erano mesi e mesi che erano nella stanza, anche se
nella realtà era passata circa poco più di mezza giornata. Kairi ormai aveva
imparato tutte le tecniche che le interessavano, e ora stava verificando la sua
forza con Goku, anche se stava per avere la peggio. Ora capiva cosa intendesse
dire Dende con –Abbiamo passato mesi a sistemare il
palazzo- anzi, Kairi si sorprendeva che ci fosse ancora il palazzo.
Alla fine disse di fermarsi, visto che non ce la faceva più.
“Va bene, tanto non era per diventare più forte che eri
entrata qui, giusto?” disse Goku, prendendo dal frigo un pollo intero e
mangiandolo in pochi minuti. Una cosa che Kairi aveva imparato era che per
sfamare Goku ci voleva un intera dispensa a giorno.
Comunque ormai si sentiva pronta ad affrontare le difficoltà
per ritrovare le sette sfere.
Non appena Goku ebbe finito di mangiare, Kairi e Goku
uscirono dalla stanza.
“Ciao” dissero diverse voci.
Ad aspettarli c’erano Pan con i suoi genitori più altre tre
persone. Uno assomigliava al padre di Pan, un altro aveva dei capelli sul viola
mentre l’altro aveva dei capelli neri tutti all’insù e aveva l’aria di credere
di essere il più forte.
Ai loro piedi c’erano sette sfere, tutte arancioni e con
delle stesse al loro interno.
“Abbiamo pensato di cercarle subito, per perdere meno tempo”
disse il ragazzo dai capelli viola.
Kairi guardò con meraviglia le sfere, e si chiese se
veramente avrebbero potuto far esausire qualsiasi
desiderio.
“Allora Kairi, sei pronta?” chiese Goku
Kairi annui
“Allora puoi evocarlo, Dende?”
“Subito”
Dende si avvicinò alle sfere e
disse qualcosa in una lingua che Kairi non riuscì a comprendere. Subito dopo le
sfere cominciarono a lampeggiare. Il cielo divenne tutto nero e cominciarono a
cadere lampi. Ad un certo punto le sfere si illuminarono con una fortissima
luce e da loro uscì fuori un raggio, che stava prendendo una forma. Kairi capì
subito che si trattava di un enorme drago.
“Quali sono i tuoi tre desideri?” chiese il drago, rivolto a
Kairi, come se sapesse già tutto.
Dovette passare qualche secondo prima che Kairi si riprese
dalla sorpresa. Poi cominciò a pensare.
“Allora: il mio primo desiderio è che tutti i mondi che sono
stati distrutti o danneggiati per colpa d Xehanort e Sora tornino al loro
splendore originale”
“Ok, non c’è problema” rispose il drago. I suoi occhi si
illuminarono e da lui partirono diversi raggi in svariate direzioni.
“Fatto, il tuo desiderio è stato esaudito. Qual è il tuo
secondo desiderio?”
“Desidero che tutti coloro che sono morti a causa di
Xehanort e Sora ritornino in vita”
Gli occhi del drago si illuminarono nuovamente.
Riku si accorse che l’aureola che aveva in testa era
sparita. Si chiese cosa significasse.
“Fatto. Qual è il tuo ultimo desiderio?”
Kairi ci mise di nuovo a pensare. Forse il drago poteva
farlo, valeva la pena di provare
“Il mio ultimo desiderio è questo: fai tornare buono Sora”
Il drago non rispose subito
“Mi dispiace, questo non posso farlo. Va oltre le mie
capacità”
Kairi non rimase più di tanto delusa. In parte se lo
aspettava.
“Ciao Kairi. È da tanto che non ci vediamo” disse lui, come
se non fosse successo niente.
Tutti lo guardarono con un misto di timore, paura e rabbia.
Tutti tranne una persona, che lo guardava solo con odio: Kairi.
“Sora…” disse come cercando le parole giuste, ma non
trovandole. “LA PAGHERAI!” urlò, evocando il Keyblade e partendo subito
all’attacco, ma Goku si mise davanti a lei.
“Kairi… ci penso io a lui.” Disse, cominciando a cambiare
forma, diventando più grande.
“Bene benebene…
un Super Sayan di quarto livello. Sarà interessante”
disse Sora, partendo subito all’attacco, mentre Goku lanciava un onda
energetica verso di lui.
“Ultima” disse Sora, distruggendo l’onda come se niente
fosse. A vedere ciò, Goku e tutti i presenti cominciarono a spaventarsi.
“Non può essere… nessuno può disintegrare un’onda energetica
come se niente fosse. Nessuno c’è mai riuscito prima d’ora” disse Gohan.
“Bah… Mi sono già stufato. Questo doveva essere il tuo
attacco più potente, no? Sei proprio una delusione. Guarda com’è un vero
attacco senza speranza. ULTIMATE!” e da Sora partì un raggio diretto a colpire
il palazzo.
Goku lanciò un'altra onda per provare a parare il colpo,
cosa che riuscì a fare, ma non riuscì a distruggerlo.
“SCAPPATE!” urlò Goku rivolto agli altri, prima di venire
investito dalla sua stessa onda respinta dalla magia di Sora insieme ad essa,
che andò a colpire in pieno il palazzo del supremo.
Riku aprì li occhi. Si guardò intorno. Non riusciva a capire
dove si trovava. Si guardò sulla testa. Non aveva più niente.
Il palazzo fu investito da un enorme esplosione, che lo
disintegro completamente. Kairi riuscì a volare via in tempo, ma non vide nessun
altro.
“Così hai imparato a volare. Brava” disse Sora
“Risparmia i complimenti.” Disse Kairi, partendo nuovamente
all’attacco.
“Si, brava. Arrabbiati, sfogati, libera tutto il tuo potere”
A sentire queste parole Kairi si fermò.
“Cosa vuoi dire, Sora?”
“Semplice. Ti sto offrendo la possibilità di unirti a me.
Insieme potremo conquistare tutti i mondi. Tutti si piegheranno davanti a noi.
Nessuno oserà contrastarci, diventeremo i padroni dell’universo, controlleremo
tutto.” Disse Sora, fiero di ciò che stava dicendo.
Sora sentì la guancia deformarsi. Kairi li aveva dato uno
schiaffo netto. Sora non se lo aspettava. Non li aveva fatto tanto male, o
almeno non fisicamente, anche se quello schiaffo equivalse a un pugno nello
stomaco.
Guardò Kairi negli occhi, e vide che stava piangendo.
“SEI UN IDIOTA!” gli disse lei, continuando a piangere. “MA
POSSIBILE CHE TU NON CAPISCA NIENTE? TI SEI RESO CONTO DI
COS’HAI FATTO? DI COSA SEI DIVENTATO? STAVI PARLANDO
COME UN MATTO! IO TI ODIO SORA!”
Quelle parole risultarono ancora peggiori dello schiaffo e
dei pugni che ora Kairi li stava tirando, e che lui non stava evitando. Quello
schiaffo e quelle parole lo avevano colpito interiormente e l’avevano
paralizzato. Si accorse che Kairi lo aveva preso alle spalle.
Kairi continuava a piangere. Ormai aveva deciso. Non sarebbe
più riuscita a vivere. C’era solo una cosa da fare.
“Sora… questa è la fine. La fine per entrambi. Nella stanza
dello spirito e del tempo ho imparato anche una tecnica, che speravo di non
dover mai usare. A questo punto però non ho più nulla da perdere”
Sora si preoccupò per quelle parole.
“Aspetta. Che cosa vuoi fare?” chiese, ma vide che il corpo
di Kairi stava lampeggiando.
“Non ti lascerò andare fino alla fine. Comunque c’è una che
voglio dirti prima di andarmene” Kairi avvicino la bocca all’orecchio di Sora e
li mormorò qualcosa. Sora aprì li occhi, come se avesse avuto un idea
incredibile.
“No Kairi, ti prego, non farlo. Eliminami pure, ma non
farlo”
“Troppo tardi. Addio Sora!” disse Kairi, continuando a
piangere.
Riku si sentì una fitta al cuore e si portò la mano sopra.
Una strana sensazione lo aveva colpito all’improvviso. Il dolore era forte, ma
cominciava a sparire.
“Che cosa è successo?” si chiese, ricominciando a respirare
normalmente.
Sora stava precipitando da dove si trovava il palazzo, cioè
a diversi kilometri di altezza. Era gravemente ferito e non riusciva a reagire.
Ma il punto che li faceva più male era il cuore. Quello che li aveva detto
Kairi lo aveva ferito di più rispetto all’esplosione. Credeva di non provare
più niente per lei, ma a quanto pare si sbagliava. Ora voleva solo cadere giù,
non voleva nemmeno provare a salvarsi. Ma un varco si aprì sotto di lui,
facendolo sparire.
Riku camminava ormai da ore in quel posto misterioso. Ormai
era senza energie e non sapeva per quanto tempo sarebbe riuscito a resistere.
Ad un certo punto inciampò su un sasso e cadde nella sabbia di quel deserto.
Non riusciva più ad alzarsi. I suoi occhi si stavano chiudendo, quando vide in
lontananza una persona che si stava avvicinando. Ma non riuscì a rimanere
sveglio abbastanza a lungo per scoprire di chi si trattava.
“Chissà quante ne ha passate…”
“Non vorrei essere stato al suo posto, anche con tutto
quello che ho passato anch’io”
“Ma chi li dirà di Kairi? Ha il diritto di saperlo, ma io
non me la sento di dirglielo”
A sentire quelle frasi, Riku si svegliò di soprassalto. Si
accorse che era in un’immensa stanza e davanti a lui c’erano tre figure a lui
ben note.
“RIKU!” urlarono insieme Re Topolino, Paperino e Pippo.
Riku impiegò qualche secondo prima di riuscire a formulare
qualche pensiero
“Siamo ancora nell’Aldilà?” chiese confuso.
“No, non più. Grazie a Kairi, tutti i mondi sono tornati al
loro splendore insieme a tutti i loro abitanti” rispose Re Topolino, felice ma
con un velo di tristezza.
“Cos’è successo?” chiese Riku, notando quel velo
“Te lo posso spiegare io ragazzo” disse una voce.
Riku si girò e vide Yen Sid.
“Anzi, te lo mostrerò” continuò lui.
Riku finì come in un sogno. Era sospeso nel vuoto, ma
intorno a lui cominciavano a formarsi delle immagini e alla fine si ritrovò
davanti la scena di quando Kairi ha combattuto contro Sora.
Riku vide e ascolto la proposta di Sora verso Kairi, lo
schiaffo, la rabbia di Kairi e la parte che lo sconvolse di più. Quando Kairi
prese Sora alle spalle e cominciò ad illuminarsi e poi quando avvicinò la bocca
all’orecchio di Sora. Riku curioso si avvicinò per sentire cosa li stava per
dire.
“Non è vero che ti odio Sora. Anzi, è il contrario. Ma
almeno così potremo stare insieme per sempre”.
Questo sentì Riku dire da Kairi, pochi secondi prima
dell’esplosione, che lo fece risvegliare da quella specie di sogno.
Una persona stava camminando in mezzo a quell’oscurità. In
quel momento apparvero dal nulla altre tre persone.
“Mi stavo appunto chiedendo quando sareste arrivati” disse
la persona che indossava l’impermeabile nero. “Dovete ringraziare quella
stupida di Kairi. Se non fosse stato per lei, voi non…” ma non fece in tempo a
finire la frase che si ritrovo un Keyblade puntato alla gola.
“NON AZZADARTI Più
A CHIAMARLA COSì!” disse la
persona che lo stava minacciando, e dalla voce, si capiva che era una femmina.
“Ah, già. Dimenticavo che normalmente non vi piace sentir
parlare male dei vostri figli. Dovete perdonarmi” rispose lui.
“Sta’ zitto, Oscurità” gli rispose lei.
“AquaAquaAqua… immagino che per te scoprire che tua figlia sia
morta senza averti mai potuto conosce nere sia stato uno shock, no?” e
allontanò Aqua con un calcio.
“Ma di voi il più fiero dovrebbe essere Ven. è il padre del più grande cattivo oltre
a me, e per di più per colpa sua.”
A quel punto Ven partì all’attacco vero Oscurità, ma fu
facilmente respinto.
“E infine c’è Terra. Il padre del ragazzo che mi ha dato
parecchi problemi.”
Terra non rispose.
“E ora immagino siate qui per sconfiggermi. Poveri stolti.
Comunque accetterò di battermi contro di voi ad una condizione: dovrete battere
il mio allievo!”
In quel momento si aprì un varco oscuro, dal quale uscì
Sora. Ma nei suoi occhi c’era qualcosa di strano.
“Buona fortuna” disse Oscurità, e mentre si metteva a
ridere, sparì anche lui in un varco oscuro.
Per qualche minuto nessuno parlo.
I quattro si stavano guardando senza dire o fare niente. Fu Aqua a rompere il silenzio:
“Ven, mi devi perdonare, ma non posso stare qui a fare niente
con davanti la causa della morte di Kairi. Questo non posso perdonarlo, mi
dispiace”
Ven la guardò. Non sembrava sorpreso da tale frase.
“Non ti preoccupare. Anzi, chiama se hai bisogno di aiuto”
rispose lui.
Terra annui.
Aqua partì subito all’attacco, ma
Sora evitò facilmente il colpo. Aqua allora cerco
nuovamente di colpirlo, ma non ottenne risultati. A quel punto fu Sora ad
attaccare.
“ULTIMATE” e lanciò la magia verso Aqua,
che però riuscì a parare il colpo con il Keyblade.
Sora sorrise: “Brava, non è da tutti spezzare la mia magia,
peccato che non era il mio colpo più potente” a quel punto Sora si alzò in volo
e fece sparire il Keyblade.
Aprì le braccia e sui palmi delle sue mani apparvero due
simboli: uno degli Heartless, l’altro dei nessuno.
“Vediamo se sopravvivi a questo! NOBOLESS!” i due simboli si
staccarono dalle mani e divennero più grandi, fino a raggiungere l’altezza di
Sora. Poi partirono in direzione di Aqua, che cercò
di evitarli, ma essi la seguivano dovunque andasse, finché non la intrappolarono
in mezzo. A quel punto ci fu un esplosione. Ven e Terra accorsero subito in
soccorso dell’amica, ma non la ritrovarono.
A quel punto fu Terra a parlare.
“CHE COSA GLI HAI FATTO?”
Sora si mise a ridere. “Semplice! L’ho mandata insieme a
Kairi. ULTIMATE!”.
Il colpo era stato sferrato all’improvviso, senza che né Ven
né Terra se ne potessero accorgere in tempo.
Il colpo fu tremendo. Solo Ven né usci in grado di stare in
piedi, anche se a fatica.
Questa volta fu Ven a mettersi a ridere. “Così sei riuscito
a batterci, bravo. Dopotutto non potevo aspettarmi di meno da te. Comunque
prima di andarmene, devo fare una cosa” e Ven fece partire un raggio dal
Keyblade, che investi in pieno Sora, solo che né uscì illeso.
“Ora posso andare” e mettendosi Terra sulle spalle, sparì
nel nulla.
Riku era partito con la Gummyship insieme a Paperino e
Pippo. Avevano insistito per accompagnarlo. E ora si stavano dirigendo in un
mondo dove Yen Sid aveva detto che ci sarebbero stato
alte probabilità di trovare Sora.
Intanto che il tempo passava, gli strumenti di bordo
indicavano che si stavano avvicinando.
“Ci siamo!” disse ad un tratto Paperino.
Riku guardò fuori dall’Oblo. Si trovavano davanti ad una
galassia.
“Quindi questo mondo…” cominciò lui
“è formato da diversi pianeti” concluse Paperino
“Emh… Paperino?” disse Pippo
“Si, che c’è?” rispose un po’ scocciato Paperino, visto che
per tutto il viaggio Pippo non aveva chiuso un attimo la bocca.
“Non so se è normale… ma una luna può muoversi liberamente e
che davanti a lei si sta formando un raggio che sembra di incredibile potenza e
che ha appena distrutto un pianeta con un colpo solo e che in questo momento si
sta muovendo verso di noi?”
Riku e Paperino si guardarono negli occhi. Impiegarono
qualche secondo per capire se Pippo parlava sul serio, altri secondi per
verificare e pochi millesimi di secondi per mettersi ai comandi e partire a
tutta velocità.
“Ehi, che succede?” chiese Pippo, che non aveva capito
niente di ciò che aveva detto.
Riku vide un altro pianeta venire disintegrato dal un raggio
di quella strana luna che aveva mancato la Gummyship.
“Paperino, se non vuoi finire arrosto, ti conviene andare al
massimo!” urlò Riku
“STO andando al massimo!” rispose Paperino.
“Guardate! C’è un'altra Gummyship! Solo che è molto più
grande della nostra!” disse Pippo
Paperino e Riku non fecero in tempo a capire cosa volesse
dire quando videro davanti a loro una specie di Gummyship, solo circa 10 volte
più grande della loro. E li stava risucchiando verso essa.
“Allora, dovete decidere: o venire disintegrati, o finire
prigionieri, sperando che non stiano dalla stessa parte” disse Paperino.
“Ardua scelta” rispose Riku. “Direi finire prigionieri,
almeno abbiamo una possibilità di salvezza”
Paperino annuì, e spense le difese anti - risucchio e così
entrarono all’interno di quella Gummyship, che poi sparì nel nulla.
Capitolo 28 *** Scontro con l’ultimo cavaliere ***
Capitolo 28: Scontro con l’ultimo cavaliere
Riku preferì aspettare qualche minuto prima di decidere il
da farsi. Solo che in sua risposta, una voce invase la Gummyship.
“Ehi, voi! Vi decidete a scendere oppure dobbiamo venirvi a
prendere con la forza?”
A quel punto non avevano tante alternative.
“Va bene, scendiamo!” disse a Paperino e Pippo. Solo in quel
momento si accorse dello stato in cui era ridotto Paperino.
“N – N – Non può essere! Non può esistere una simile
Gummyship! Non può, non può, non può…”
Per Paperino doveva essere stato uno shock, considerato che
la Gummyship che stavano usando era il gioiello della tecnologia delle
Gummyship.
Una volta scesi, si accorsero di essere in uno spazio
enorme, ma non c’era nessuno ad aspettarli.
Ad un tratto sentirono una spezie di ruggito, e da una porta
entrò un essere, tutto ricoperto di pelli e che portava una specie di fucile.
Il mostro li guardò per qualche secondo, poi tornò dentro.
Riku e li altri aspettarono qualche minuto prima di sentire
nuovamente qualcosa.
“Allora Chewie, sono armati o no?”
disse la stessa voce che aveva parlato prima.
In risposta ci fu solo un ruggito.
“Come sarebbe a dire che non sei riuscito a capirlo? Avranno
qualche pistola o spada, no? Tu che dici Luke?”
“Non so cosa dire… uno di loro possiede una grande forza,
questo lo sento senza problemi, ma non riesco a capire le loro intenzioni”
rispose un'altra voce.
“Capisco… comunque dobbiamo vedere. Tenetevi pronti nel
caso, ok?”
La porta si aprì nuovamente. Questa volta, oltre al mostro,
entrarono anche due esseri umani.
“Chi siete?” chiese subito Riku
“Ehi, calmo con le domande. Non
credo voi siate nella posizione migliore per farle. Comunque ti rispondo lo
stesso: io sono Ian Solo, lui è Luke Skywalker ed infine Chewbecca,
detto Chewie” disse, indicando il mostro. “E voi chi
siete?”
“Io sono Riku, mentre loro sono Paperino
e Pippo”
“Bene. Ora rispondete ad un'altra
domanda: da dove venite e cosa volete?”
“Ma sono due domande” protestò
Pippo.
Paperino e Riku li lanciarono un
occhiataccia che lo fece zittire.
“Non possiamo rispondere a
nessuna delle due domande, ci dispiace” rispose Riku
“Come sarebbe a dire?” disse Ian. “In questo caso non potremmo lasciarvi andare”
“Non potete impedirlo” rispose
Riku
“Oh, certo che possiamo”
In quel momento Riku evocò il
Keyblade e nello stesso istante Luke tirò fuori una specie di bastone di
metallo.
“Cosa vuoi fare con quel pezzo di
metallo?” chiese Riku
In tutta risposta, dalla punta di
quella specie di bastone, uscì un raggio di colore verde, che formò una specie
di spada.
“Sei parente di un certo Xemnas,
per caso?” chiese Pippo. Un fulmine lo colpì in pieno, facendolo svenire.
Ian rimase
sorpreso. Quella specie di papero gigante aveva colpito il suo stesso compagno,
che sembrava un cane.
“Ma come ha fatto?” chiese ad
alta voce. Ma in quel momento Luke e Riku partirono all’attacco, uno contro
l’altro.
Quando il Keyblade e la spada
laser si scontrarono, intorno alle due armi di generarono diversi raggi di
luce, fino a quando le due armi non si staccarono.
“Non può essere!” disse Luke,
sorpreso che la spada laser non avesse nemmeno scalfito quella strana arma.
In quel momento Riku fece partire
delle palle di fuoco dal Keyblade, puntate verso Luke, che riuscì con fatica a
parare i colpi, anche se la spada li cade di mano e finì lontana. Riku a quel
punto cercò di sferrarli un colpo, ma Luke stese la mano verso la sua spada che
li torno in volo nella mano giusto in tempo per parare l’attacco, generando
nuovi raggi di luce.
“Basta” disse Luke. Abbiamo
cominciato a combattere per una sciocchezza, non dovrebbe fare così l’ultimo
cavaliere Jedi!”.
In quel momento la strana Gummyship tremò, come se fosse
stata colpita da qualcosa.
“Padrone Luke! Padrone Luke!” disse una voce. In quel
momento arrivò un robot che assomigliava ad un uomo.
“Padrone Luke, siamo attaccati dalla morte nera!”
“Maledizione!” disse Ian
“La morte nera?” chiese Riku
“Si. È un enorme astronave, con una potenza distruttiva
incredibile. È la stessa che vi ha attaccato prima. Una volta era comandata da
mio padre, ma ora è morto, e con lui credevano tutte le morte nera. Ma
stranamente ora è tornata quest’ultima, che è anche più potente rispetto alle
precedenti. Purtroppo non siamo riusciti a scoprire chi ne è a capo, ma a
questo punto credo sia arrivato il momento di intervenire personalmente”.
Rispose Luke
“Forza, saliamo sul Millenium!”
disse Ian.
In quel momento l’astronave fu nuovamente colpita, ma questa
volta il colpo la trapasso in pieno.
“Sbrighiamoci! Non devono raggiungere il massimo della
potenza”
Mentre correvano, Riku notò che tutto intorno a loro
continuavano a verificarsi delle esplosioni.
Riku segui Ian e Luke mentre
salivano su un’altra astronave.
“Aspettate, e la nostra Gummyship?” chiese Paperino
“Non c’è tempo. Dobbiamo andare!” disse Pippo
“Ma non posso” e Paperino corse verso la Gummyship
In quel momento la nave fu nuovamente colpita, e il raggio
la trapasso completamente, colpendo anche la Gummyship, che implose in seguito
al colpo.
Paperino rimase fermo, incapace di pensare o di fare
qualsiasi cosa. Non si accorse nemmeno che Pippo lo prese di forza e lo porto
sul Millenium.
La nave parti subito, e lasciarono l’astronave più grande
pochi secondi prima che essa esplodesse, senza lasciarne nessuna traccia.
Davanti a loro adesso c’era quell’enorme astronave, chiamata
morte nera.
Paperino era ancora sotto shock. Pippo stava provando di
tutto per farlo riprendere, gli aveva pure dato lo scudo in testa, ma niente.
“So io come farlo rinvenire” disse Riku. “Chi vuole venire a
dire due parole a quello che ha distrutto la Gummyship?”
In quel momento, gli occhi di Paperino si riempirono di uno
strano fuoco e diventarono rossi.
“Chiunque sia stato, fosse stato il Re in persona, la
pagherà molto cara. Voglio vedere il suo sangue uscire dal suo corpo!”.
“Non ci resta che riuscire ad entrare!” disse Luke
“Già, una cosa da nulla. Tanto l’abbiamo già fatto un paio
di volte e abbiamo perso circa una cinquantina di astronavi che ci aiutavano!”
disse Ian
Ma come a risponderli, sullo schermo apparve una figura.
“Allora, piaciuto l’attacco?” disse una persona, di cui non
si riusciva a vedere nemmeno il volto, e la voce era quasi computerizzata.
“TU! LA PAGHERAI CARA! CIP E CIOP NON MI
PERDONERANNO MAI PER QUELLO CHE HAI FATTO, QUINDI IO NON PERDONERò TE!” urlò Paperino, ancora
decisamente arrabbiato.
“Tsk. Se credete sia così facile
sconfiggermi, venite pure, ho abbassato gli scudi, potete entrare. Ah, e non
provate a fare scherzi tipo distruggere il generatore, perché in quel caso non
esiterò a farvi esplodere. Vi aspetto” e sullo schermo si riuscì a intravedere
un sorrisetto.
Tutti aspettarono qualche minuto per dire qualcosa.
“Direi che siamo tutti d’accordo sul fatto che è una
trappola” disse Luke
“Già. Ma sappiamo anche che è l’unica possibilità che
abbiamo” rispose Riku
“Ma chi se ne importa. Entriamo e distruggiamo
quell’individuo!” disse Paperino
“Emh… Riku? Sei sicuro che non lo
dobbiamo legare o fare qualcos’altro per farlo stare fermo? A me comincia a
farmi paura” disse Pippo
“No, anzi. Credo che ora come ora potrebbe anche sconfiggere
lui” disse Riku, tornando serio.
“Lui chi?”
“Non c’è tempo per le spiegazioni. Luke, riesci ad entrare
nelle Morte Nera?”
“Io no, ma Ian si”
“Tenetevi forte allora” disse Ian,
facendo partire il Millenium verso la Morte Nera.
In breve si trovarono davanti all’ingresso. Come aveva detto
la misteriosa persona, non trovarono scudi e riuscirono ad atterrare al suo
interno.
Non trovarono nessuno ad aspettarli.
“Bravi. Vedo che non avete fatto scherzi. Ora entrate solo
attraverso le porte già aperte. Vi aspetto”
Riku ebbe una strana impressione.
“Noi restiamo qui, nel caso volesse tirarci qualche scherzo”
disse Luke.
“Ok. Forse è meglio così. Se non dovessimo rivederci, vi
ringraziamo per averci salvato. Addio”
E Riku, Paperino e Pippo cominciarono a correre per le
porte.
“Sei molto cambiato, Riku. Un tempo non avresti parlato
così, te ne saresti solo andato, senza dire niente” disse Pippo.
Riku non rispose.
Continuarono a correre, finché non si trovarono davanti ad
una porta chiusa.
“Entra pure, Riku” disse la voce, che ora aveva più
quell’effetto metallico.
“Lo sapevo, sei tu, vero…” disse Riku mentre apriva la porta
“… Sora?”
Si trovarono davanti ad una sedia girata, sulla quale si
vedeva qualcuno seduto sopra.
“Lo sapevo che avevi capito quasi subito. Dopotutto è anche
colpa mia. Dopotutto ultimamente ci incontriamo sempre nello stesso modo. Oh,
ma l’ultima volta tu non eri presente. Intendo dire quando ho eliminato Kairi!”
Riku evocò il Keyblade e glielo punto sulla gola da dietro.
“Non credere di prendermi in giro, Sora. Ho visto tutto.
Kairi è morta nel tentativo di eliminarti. E tu ne parli come se niente fosse.
Anzi, ti prendi pure il merito della sua morte. E pensare che una volta tu ti
saresti sacrificato per lei. Una volta ci saremo sacrificati l’uno per l’altro,
ora invece siamo uno contro l’altro, continuando a cambiare la parte da cui
stiamo, oscurità o luce. Da quando il Keyblade è entrato nelle nostre vite,
siamo cambiati tutti quanti. Io inizialmente ho preso la strada dell’oscurità,
poi ho provato a prendere quella della luce, e ho ottenuto la strada dell’alba.
Tu invece hai seguito inizialmente la luce. Ma da quando Xehanort è entrato
nella tua vita, hai continuamente cambiato parte, fino a diventare un essere
dell’oscurità! Ora, mi dispiace, ma è arrivata la fine per te. Non so come lo
dirò agli altri, ma devo farlo!”
Sora sorrise.
“Riku…” cominciò. “…non lo sai che non bisogna mai attaccare
da dietro? È sleale” ed evocò il Keyblade, respingendo quello di Riku.
“E tu, Paperino! Non avevi forse detto che me l’avresti
fatta pagare?”
Paperino fece qualcosa con il becco che sembro quasi che
stesse digrignando i denti.
“Comunque non è qui che ci affronteremo. Riku, ti sfido a
seguirmi nel posto che ho scelto per il nostro scontro finale. Puoi portarti
dietro chi vuoi, ma tanto non avrai la possibilità di radunare tante persone. Forza,
provate a seguirmi!” e detto questo, aprì un varco, e sparì al suo interno.
Paperino e Pippo guardarono Riku.
“Sora…” cominciò
“…io ti… fermerò… ad ogni costo!” ed entrò nel varco.
Una luce li ricoprì, impedendoli di vedere qualunque cosa.
Dopo qualche secondo la luce cominciò a sparire.
“Ma queste sono…” disse Riku
Si trovavano nelle Isole del Destino
“Com’è possibile?” chiese Paperino
A Riku scappò un sorrisetto.
“Chi l’avrebbe mai detto… hai scelto proprio questo posto”
“RIKU!”
Riku si girò. Vide Selphie, Tidus e Wakka che li correvano
incontro.
“Tidus! Wakka!
Selphie! Tutto bene?”
“Noi si, tu? Ma dove sono Sora e Kairi.
Riku abbassò lo sguardo.
“Cosa succede?” chiese Tidus,
vedendo il volto di Riku.
“Ecco… vorrei non darvi questa notizia, ma… Kairi non c’è
più”
Il gelo calò sui tre amici.
“Come sarebbe a dire che non c’è più! E dov’è Sora?” chiese Selphie.
“È stato Sora ad eliminarla” disse Riku, abbassando
ulteriormente lo sguardo.
“Stai scherzando, vero? NON può essere stato Sora. È
impossibile!” disse Tidus
“Purtroppo Sora è cambiato. Non è più lo stesso che
conoscevate. È cambiato in tutti i sensi. A proposito, non avete visto nessuno
vestito con un impermeabile nero muoversi per l’isola?”
“Qualcuno con l’impermeabile nero? Umh…
Ma si, l’abbiamo visto poco prima di vederti. Correva verso la cascata”
A Riku venne in mente subito dov’era diretto
“È diretto al rifugio segreto!” disse Riku. “Andate subito a
prendere delle armi, e preparatevi al peggio. Ora credo di sapere perché abbia
scelto questo posto!”
Riku cominciò a correre in direzione del rifugio, seguito da
Paperino e Pippo.
“Riku, cosa succede?” chiese Paperino.
Riku non rispose, ma continuò a correre. Entrarono nel
rifugio. Riku dovette abbassare la testa per non sbatterla sul soffitto.
Alla fine si ritrovarono in una vasta stanza, che aveva dei
disegni sui muri. Alla fine c’era una porta, senza serratura. Al centro, si
trovava Sora.
“Sapevo che mi avresti trovato subito. Dopotutto è sempre
stato il nostro luogo segreto. Qui i nostri destini si sono incrociati, è stato
qui che io e Kairi ci siamo scambiato, anche se solo tramite un disegno, i Paopou.”
“Ma tu sei riuscito a distruggere tutto! Il tuo destino si è
separato da quello di Kairi. Ma ti rendi conto che per colpa tua è morta?”
“Certo che me ne rendo conto, e con questo? Ora ti
dimostrerò quanto sia importante per me Kairi”
Sora mise la mano in tasca, ed estrasse un oggetto.
“Ma quello è…” disse Pippo
“Il portafortuna di Kairi!” concluse Paperino
“Risposta esatta!” poi lanciò il portafortuna verso il
disegno che lo rappresentava insieme a Kairi.
E lanciò una palla d’oscurità.
Il portafortuna finì in mille pezzi, e colpì anche il
disegno, frantumando buona parte della parete.
“NOOOOO!!!” urlò Riku
“E con questo vi ho dimostrato quanto importi per me Kairi”
disse tranquillamente Sora, come se non avesse fatto niente.
“Sora… a questo punto qui mi è chiaro che non ho altre
possibilità…” cominciò Riku.
“RIKU!” erano Selphie, Tidus e Wakka, che li avevano
raggiunti. Tidus impugnava una spada, Wakka un semplice pallone, mentre Selphie
un nunchaku.
“RAGAZZI!”
urlò Riku
Ma
i tre ragazzi si fermarono quando videro Sora.
“E
lui chi è?” chiese Tidus, mettendosi pronto
all’attacco.
“Ragazzi…
è passato così tanto tempo dall’ultima volta che ci siamo visti? Mi avete
dimenticato in pochi anni? Così mi offendete, potrei anche arrabbiarmi per
questo, sapete?”
“No,
non può essere!” disse Wakka.
“Tu
non puoi essere Sora, mi rifiuto di crederlo. Come mi rifiuto di credere che tu
abbia eliminato Kairi!” disse Selphie.
“Dovrete
crederci, perché è proprio così. Si, sono io, il vostro amico Sora. E ora
permettetemi di dimostrarvi il mio nuovo potere!” e intorno a Sora si formò un
aurea oscura, che poi esplose.
Tutti
i presenti, escluso Sora, vennero scaraventati sulle pareti.
Riku
colpì il soffitto con la schiena, e cade a terra, con la schiena che li faceva
un male terribile.
Vide
Sora avvicinarsi.
“E
ora cosa farai, Riku? Credo sia finita diversamente da come immaginavi. Addio,
e questa volta, per sempre!” Sora abbassò il Keyblade, pronto a decapitare
Riku.
Riku
non chiuse gli occhi. Era pronto.
Ma
non arrivò il momento. Davanti a lui si mise un’enorme spada fasciata, che parò
il colpo.
“Presuntuoso
come sempre, vero Sora?” disse il proprietario della spada.
In
quel momento un raggio verde colpì tutti. Riku si senti pieno di energie.
Si
girò e vide che c’era Aerith.
“Tutto
bene?” chiese lei.
“Potrebbe
andare meglio, ma grazie”
Cloud si girò di nuovo verso Sora.
“Non
avrei mai creduto che avrei dovuto combattere seriamente contro di te, Sora”
“Non
ti basterà nemmeno il doppio di tutta la tua potenza”
“Tsk, allora dovrai vedertela anche con me!” disse una voce.
Tutti
si girarono.
Era
Sephiroth.
“Umph, quindi cos’è questa, una riunione?” chiese Sora,
senza preoccuparsi.
“Esatto!
Ci siamo tutti!” disse un’altra voce.
Erano
arrivati anche Zack, Leon, Cid,
Yuffie e Tifa.
“Quindi
credete che quattordici persone siano sufficienti a battermi? Poveri illusi!”
“Aggiungi
anche altre due persone, Sora!”
Dal
nulla apparvero anche Ven e Terra.
Per
un momento gli sguardi tra Terra e Riku e tra Ven e Sora si incrociarono.
Riku
non sapeva chi fosse quella persona, ma qualcosa li diceva che la conosceva.
“Ah,
quindi siete sopravvissuti anche voi due? Credevo che dopo la figura fatta
l’ultima volta non avreste più avuto il coraggio di farvi vedere!”
“Credo
tu li abbia sottovalutati, Sora!” disse un'altra voce.
Era
arrivato anche Re Topolino.
“È
da tanto che non ci vediamo, vero Ven?” disse lui.
“Ormai
quasi vent’anni”
Sora
si mise davanti ai diciassette eroi.
“Bene
benebene! Quindi voi
credete che vi basti combattere insieme per battermi? Sarà divertente farvi
raggiungere Kairi e Aqua!”
“No,
sarai tu a raggiungerle, così li chiederai scusa personalmente!” gli rispose
Riku.
“Lo
vedremo”
Sora
partì subito all’attacco, evocando entrambi i Keyblade. Si diresse Subito verso
Riku, ma davanti a lui si mise Sephiroth, che respinse il colpo. Ma Sora,
pronto a quell’eventualità, li lanciò contro un blizzard,
che spinse lontano Sephiroth.
A
quel punto fu Cloud, insieme a Zack,
che provarono ad attaccarlo, ma Sora respinse facilmente i due attacchi,
rispedendoli al mittente.
A
quel punto usò Ultima, che colpì tutti i presenti.
“Urgh… è veramente forte” disse Cloud.
“Già…
più forte di chiunque abbiamo mai affrontato finora” disse Zack.
“Cloud… Credo tu sia giunto alla mia stessa conclusione,
vero? Comunque sappi che neanche a me va l’idea, chiaro? Ma a questo punto non
abbiamo altre possibilità!”
“Lo
temo anch’io. Ma sappi che non ti lascerò avere il sopravento su di me,
chiaro?”
“Aspetta
Cloud, non vorrai…” disse Aerith.
“Si,
è ora di usare il nostro ultimo asso nella manica!”.
“Aspetta
Cloud! Ti rendi conto di quello che stai dicendo,
vero?” chiese Tifa
“Che
cos’hanno intenzione di fare?” chiese Riku
“Io
e Cloud torneremmo ad essere un unico essere, come
eravamo in origine!” gli rispose Sephiroth.
“Cloud, tu hai sempre combatutto
contro Sephiroth proprio per evitare questo!” disse Paperino
“LO
SO! Ma non c’è altra soluzione, credetemi! Però devo chiedervi un favore a
tutti voi! Nel momento in cui cominceremo l’unione, verremo rinchiusi in un
campo energetico, dentro al quale dovremo combattere…”
“Come
combattere?” chiese Pippo
“Se
mi lasci finire… e chi vincerà manterrà il suo corpo e la sua coscienza, mentre
l’altra verrà annientata! Dovete fare in modo che nessuno ci disturbi durante
questa fase, altrimenti verremo cancellati entrambi!”
“E
voi stolti credete che io ve lo permetterò?” intervene Sora, che si era
lanciato all’attacco.
Ma
Riku parò il colpo.
“Ok,
ma cercate di sbrigarvi. Non so per quanto tempo riusciremo a tenerlo a bada!”
“Ok”
In
quel momento, intorno a Cloud e a Sephiroth, si
formarono due campi di energia, che li inghiotirono. Poi i due campi di energia
andarono a sbattere uno contro l’altro, diventando uno solo.
“Ok,
ora tocca a noi” disse Leon.
“Cloud ha deciso di giocare il tutto e per tutto. Cerchiamo
di non deluderlo!” disse Yuffie.
“Concordo!”
disse Cid. “All’attacco!”
Tutti
insieme saltarono addosso a Sora, impugnando rispettivamente la propria arma.
Sul
viso di Sora apparve un sorriso.
“Poveri
stolti! Come credete di potermi anche solo graffiare? Che facciano pure la loro
stupida unione, non ho paura. Ma purtroppo, nessuno di voi vedrà chi vincerà
tra loro due!”
In
quel momento un potentissimo colpo di vento, proveniente da Sora, respinse
tutti quanti, facendoli andare a sbattere contro il muro.
“Sora…”
disse Riku. “No, tu non sei Sora. Ormai è da molto tempo che ci ha lasciato!”
“Che
stai dicendo, Riku? Per quanto mi riquarda, sono
sempre lo stesso, solo che ho aperto gli occhi. Cosa che avevi fatto anche tu,
ma poi hai deciso di richiuderli. Non è forse cos…”
Sora
non finì la frase. Riku li diete un pugno sulla faccia, facendolo volare di
diversi metri e facendo finire pure lui sul muro. Una riga di sangue scese dal
naso di Sora.
“Come…
come hai osato!” disse Sora.
Riku
li diete un altro pugno. E poi un altro ancora.
“Sora,
ritorna in te!”
“RIKU!”
urlò Ven. “TIENI!” e li lanciò un oggetto, che Riku prese al volo.
In
quel momento Riku e Sora vennero illuminati da un enorme luce, e sparirono
entrambi.
Intanto,
nel campo energetico di Cloud e Sephiroth
Cloud e Sephiroth si stavano guardando. Ognuno di loro
lanciava una sguardo pieno d’odio verso l’altro.
“E
così alla fine ti sei deciso, Cloud? Ti abbandonerai
all’oscurità?”
“No,
costringerò l’oscurità a sparire da me definitivamente”
“Lo
vedremo. Questa volta non c’è nessuno a salvarti”
In
quel momento, entrambi partirono all’attacco. Continuavano ad attaccare e a
difendersi dagli attacchi dell’altro.
“Sai,
Cloud? Quando avrò vinto contro di Sora, eliminerò la
cosa che ti sta più a cuore… di nuovo!” e con un attacco più veloce degli altri
trafisse la spalla di Cloud.
“Sephiroth…
non impari mai?” Cloud prese la spada, e usando un
incredibile forza, sollevò Sephiroth, che lanciò lontano, estraendo la spada
dalla spalla.
“Ora
vedrai…” disse Cloud, cominciando a togliere le bende
dalla sua spada.
“…
che cosa vuol dire avere la luce dalla propria parte!” e finì di togliere le
bende.
In
quel momento, la spada di Cloud si divise in sette
diverse spade, che circondarono Sephiroth.
“Cosa…”
“Sephiroth,
questa è la tua fine!” e Cloud Saltò verso una spada,
che prese e con la quale colpì Sephiroth. Poi fece lo stesso anche con le altre
sei, fino ad averle tutte e sette in mano.
“Non
vincerai facilmente…” disse Sephiroth, ormai ridotto male.
Come
risposta, Cloud partì nuovamente all’attacco, e
lanciò tutte e sette le spade verso Sephiroth.
Ma
non era spaventato. Sapeva che avrebbe trovato quello spettacolo. Riportò alla
mente l’avvertimento che li aveva fatto Ven durante gli allenamenti.
Flash
Back
“Riku,
sappi che forse ho trovato un modo per salvare Sora”
“Dice
davvero, Maestro?”
“Si,
ma il successo dipenderà da te. Ora ascoltami bene…”
Riku
era pronto. Stava aspettando quel momento da diverso tempo. Cominciò a correre.
Non
riusciva a vedere niente, ma continuò lo stesso.
Ad
un tratto vide una luce, che lo avvolse.
Si
ritrovo in un enorme area, e sul suolo vide che erano raffigurate tre persone,
ma non riuscì a capire chi fossero per le loro dimensioni.
In
mezzo c’era una persona, incappucciata e incatenata.
Riku
li corse contro.
“Eccomi!
Ora posso finalmente aiutarti!” disse Riku
La
persona non rispose.
“Bravo,
Riku!” disse una voce.
Riku
si girò. Dietro di lui c’era Sora.
“Devo
proprio dirlo. Tu e Ven siete proprio dei grandi attori. Ven aveva pianificato
tutto. È stato astuto. Ha aperto un varco quando ci siamo scontrati, in modo
che tu potessi entrarci, grazie alla chiave del cuore!”
Riku
tirò fuori una catenella. Era la catenella di Sora, quella con la corona.
“Ven
è riuscito a prendertelo durante il combattimento. Sei stato piuttosto imprudente…
Xehanort!”
Sora
lo guardò.
“E
così mi hai scoperto. Bravo! Ma ora cosa speri di fare? Ti sei condannato da
solo. Non puoi attaccarmi, perché così danneggeresti il corpo di Sora, mentre
io posso fare tutto quello che voglio. Per esempio questo!”
E
Xehanort trafisse la spala di Riku con il Keyblade
“Urgh… Energica!” disse Riku, rigenerandosi la ferita.
“Forse hai ragione, ma forse tu sottovaluti un'altra persona!” e Riku, quasi
alla velocità della luce, raggiunse la misteriosa persona.
“Adesso
ti libero… Sora!” e tolse il cappuccio, rivelando il voltò di Sora, che però
non dava segni di vità.
“È
inutile! Non si sveglierà. Non fino a quando io sarò in vita!”
“Qui
ti sbagli!” e Riku ruppe le catena e mise la catenella al collo di Sora.
“No!
Non farlo!”
Sora
aprì li occhi.
“R-Riku? Sei proprio tu?” chiese
“Si,
sono io. Finalmente ti sei svegliato. Sempre il solito dormiglione, eh?”
“Ma
cos’è successo? Non ricordo più niente… mi ricordo solo che abbiamo sconfitto
Xemnas”
“Non
ti preoccupare, ti spiegherò tutto, ma ora dobbiamo uscire da qui!”
E
una luce avvolse tutti e tre.
Nella
caverna, intanto tutti stavano aspettando di sapere che fine avevano fatto Riku
e Sora. Ven non aveva voluto dire che cos’era successo.
“Senti,
ci vuoi dire si o no che fine hanno fatto?” e una lunga spanda si avvicinò
minacciosa a Ven.
“Non
vi preoccupate, presto saranno qui!”
E
una luce apparve nello stesso punto da cui erano spariti prima Riku e Sora.
Tutti
fecero apparire le loro armi, non appena videro Sora, ma poi le fecero sparire
quando videro che Riku lo stava sorreggendo, e che sembrava svenuto.
“Allora
ci sei riuscito, eh?” chiese Ven
“Si,
ma ora sta arrivando. Dobbiamo mettere Sora al sicuro”
“Ma
di cosa state parlando?” chiese Leon
“Ve
lo spiegheremo dopo. Ora preparatevi”
In
quel momento, apparve un'altra persona.
“Non
è possibile!” esclamò Cid
“Come
fanno ad esserci due Sora?” chiese Tidus.
“Quello
non è Sora. È Xehanort!” rispose Riku
“XEHANORT?”
esclamarono tutti, escluso Ven.
“Umph. Sei riuscito a rovinare il mio piano, i miei
complimenti. Ma purtroppo per voi, gioco in casa. Provate a seguirmi, se avete
coraggio!”
In
quel momento, la porta senza serratura del rifugio scoppiò. La caverna fu
invasa da un ondata di oscurità, che sparì in pochi secondi.
Al
posto della porta, c’era un enorme varco oscuro, che sembrava emanare
l’oscurità stessa.
Xehanort
era li davanti. Guardò tutti, poi entrò.
Leon
fece per inseguirlo, ma Riku lo fermo
“Perché?”
“Prima
di entrare, immagino vogliate delle risposte, no?”
“Se
non ti è di troppo disturbo magari” disse una voce, e una spada lunga si
avvicino a Riku.
“Così
ha vinto Sephiroth, Eh?” disse Riku
“Prima
di parlare, guarda!”
Riku
si girò, e vide Cloud
“Già,
forse dovrei imparare a farlo. Ma allora coma mai hai la spada di Sephiroth?”
“L’ho
ottenuta durante il combattimento contro di lui. Quando stavo per dargli il
colpo di grazia, lui mi ha lanciato contro la spada, io l’ho respinta e… gli ho
trafitto il petto. Lui è svanito, ma la sua spada no, così ho deciso di
tenerla, visto che ora Sephiroth in fondo fa parte anche di me”
“Capisco…
Comunque, tornando a noi, quali sono le vostre domande. Vi avviso che però non
potrò rispondere ad alcune”
“Prima
di tutto, perché Xehanort aveva l’aspetto di Sora? E poi perché si è
sdoppiato?” chiese Cid.
“Questo
è successo dopo la battaglia contro Xemnas. Sora, avendo sconfitto l’heartless e il nessuno di Xehanort, ha in qualche modo
danneggiato il sigillo che rinchiudeva il vero Xehanort dentro di lui,
rendendolo più forte, fino ad impossessarsi del corpo di Sora, richiudendo la
sua volontà all’interno di se stesso. Xehanort è stato un grande attore. È
riuscito a ingannarci per un bel po’ di tempo, fino a quando non ha incontrato
lui. Xehanort nel frattempo era riuscito a creare delle copie di se stesso, che
ha sparpagliato in vari mondi. Una di queste era quella insieme a Sephiroth, al
castello Disney.
Ma
quando il vero Xehanort ha incontrato lui, lui è riuscito a manipolarlo, fino a
far uscire Sora, che però era caduto vittima della sua stessa oscurità, e non
si è nemmeno reso conto di quello che faceva.
È
stato grazie a Ven, che in seguito ad uno scontro contro Sora, è riuscito ad
eliminare l’oscurità, ma così facendo ha permesso a Xehanort di rimpossessarsi
del corpo di Sora.
L’unico
modo era quello di chiudere il sigillo, in modo che Xehanort venisse buttato
fuori dal suo corpo, e per farlo, dovevo entrare nel suo corpo, portando la
chiave, cioè la sua catenella a forma di corona. È stata quella che ha permesso
per diversi anni che Xehanort non si liberasse.
Ora
Xehanort è riuscito in qualche modo a copiare il corpo di Sora, e ora è entrato
nell’unico posto dove non ha quasi niente da temere… Kingdom Hearts!”
“Ma
Kingdom Hearts non è la luce in mezzo all’oscurità?”
chiese il Re.
“Non
questo. Questo è il vero Kingdom Hearts, un Kingdom Hearts di pura oscurità” rispose Ven.
“Credevo
non esistesse…” disse il Re.
“Emh… scusa se ti interrompo, però mi sembra che Sora stia
parecchio male” disse Aerith.
Tutti
si voltarono verso Sora, che in quel momento stava tutto tremando e sembrava
preda di atroci dolori.
“Ha
vissuto un esperienza terribile. Li ci vorrà parecchio per riprendersi. Al
momento si ricorda solo di aver sconfitto Xemnas, ma piano piano
i ricordi di quello che ha fatto, anche se non volontariamente, torneranno a
galla, a quel punto, non so come reagirà, soprattutto per quanto riguarda
Kairi…”
“R-Riku!” disse Sora, che stava cercando di parlare, anche
se ciò li costava parecchie energie
“SORA!
Ti sei già ripreso?” chiese Riku
“Ti
devo dire una cosa, riguarda Kairi!” disse Sora a fatica.
“Non
tutto, ma quello che riguarda Kairi sta tornando per primo. Riku, Kairi e Aqua… non sono morte!”
La
notizia sorprese tutti, compresi Ven e Riku.
“Come
può essere? Ho visto tramite Yen Sid il momento in
cui Kairi si faceva saltare in aria, nel tentativo di…” Riku si fermo. Non
sapeva se Sora avesse ricordato anche quella parte.
“NO!”
urlò Sora. “Kairi non è mai esplosa. È vero, c’è stata un esplosione, che ha
danneggiato anche me, ma Kairi, possiamo dire, è al sicuro. Come Aqua”
“Allora
dove sono?”
“Proprio
davanti a noi. Li dentro” e indico Kingdom Hearts
“COSA?”
dissero tutti insieme
“Xehanort
lo sapeva… per questo ha scelto di entrare subito li dentro… spera di poterle
usare come scudo…”
“Ma
noi glielo impediremo. Sora, adesso riposati, non ti preoccupare. Voi invece” disse
Riku, rivolto a tutti gli altri. “Non posso obbligarvi a seguirmi, anche perché
potremmo non uscirne più, quindi non vi biasimo se deciderete di non venire.
Comunque sia, che io sia solo oppure no, andrò a combattere per mettere fine a
questa storia una volta per tutte! Xehanort ci ha già rovinato per troppe volta
la vita!” e corse dentro Kingdom Hearts.
“Non
potrei dormire sapendo di non averlo aiutato!” disse Cloud,
seguendo Riku.
Tutti,
tranne Sora, fecero lo stesso.
Oscurità!
C’era solo oscurità. Non si riusciva a vedere altro.
“XAHANORT!
DOVE SEI?” urlò Riku
“Dietro
di te!” disse una voce, e Riku ricevette un pugno sulla schiena, che lo fece
cadere.
“Maled…” ma non finì la frase che ricevette un pugno nello
stomaco, che li fece sputare sangue.
“Eh,
eh, eh… Non fai più il presuntuoso ora, vero?”
“TI
distruggerò! THUND…”
“Sei
sicuro che non colpirai la tua amica?”
Riku
si fermò
“DOV’è?”
“Riku!” disse una voce
“KAIRI!
KAIRI, DOVE SEI?”
“è finita!” disse Xehanort, che in quel
momento apparve chiaramente davanti a Riku, con il Keyblade pronto a colpirlo,
ma Leon intervenne in tempo per salvarlo.
“Grazie
Leon!”
“Light!”
disse il Re, illuminando tutta l’area.
Dietro
Xehanort c’erano Kairi e Aqua, che però non
sembravano in grado di muoversi.
“KAIRI!”
urlò Riku, ma Xehanort, con un’incredibile onda di energia, spinse tutti
lontano da loro.
“Ora,
Riku, vedrai la tua migliore amica perire!” e Xehanort si diresse verso Kairi,
impugnando il Keyblade, pronto a trafiggerla.
“NOOO!”
e usando tutta la sua energia, Riku si mise davanti a Kairi, sapendo che stava
per essere trafitto.
Ma
non successe niente, l’unica cosa che senti furono degli schizzi sulla faccia.
In
quel momento Xehanort sparì, implose.
Davanti
a Riku e a Kairi c’era Sora, con il Keyblade di Xehanort infilzato nel petto,
proprio dove c’era il cuore.
“A-a-alla fine ci s-sono r-riuscito! M-mi
dispiace per t-tutto! A-addio, a-amici!” e facendo un
lieve sorriso, Sora cade per terra, inerte.
In
quel momento, per Riku e per Kairi il tempo si fermò.
“Sora
lo sapeva… se lui moriva, Xehanort se ne sarebbe andato insieme a lui…” disse
Ven.
Nessuno
osò aggiungere qualche altra parola.
Riku
prese il corpo di Sora e lo portò fuori da Kingdom Hearts,
seguito da tutti.
Lui,
Kairi e il re sigillarono definitivamente la porta che conduceva a Kingdom Hearts.
Tutti
guardarono il corpo di Sora.
“Riku…
io credo che cosa piacerebbe a Sora. Vieni, mi serve il tuo aiuto.”
Kairi
condusse Riku fuori dalla grotta, e lo porto vicino alla casa sull’albero,
tolse un cespuglio e rivelò una cavità.
“Ma
questa è…” disse Riku
“Si,
è la zattera che avevamo costruito diversi anni fa. L’avevo messa da parte, per
non rovinarla. Direi che ora hai capito che cos’ho in mente, vero?”
“Si,
e anch’io credo che sia la cosa migliore!”
Riku
prese la zattera e lo porto fuori, sulla spiaggia. Poi tornò nella grotta, dove
recuperò il corpo di Sora, e seguito da tutti, lo portò fuori.
Depose
Sora sulla zattera, che poi spinse in acqua.
“Ha
sempre desiderato fare questo viaggio…” disse Kairi
“Già…”
Disse Riku girandosi. “Buon viaggio, Sora!”
Avevano
deciso di mettersi di nuovo in viaggio. Il Re li aveva offerto una nuova
Gummyship, con la quale si erano messi in viaggio, visto che non avevano una
meta precisa.
Però
avevano rifiutato l’aiuto di chiunque. E non avevano nemmeno più parlato di
lui.
Ora
stavano cercando qualche mondo che presentasse una forte oscurità, per poter
trovare il loro nemico. Terra, Aqua e Ven erano
partiti anche loro per la stessa ricerca.
Ad
un certo punto, Kairi notò uno strano mondo. Era avvolto da una specie di
strato nero.
“Riku,
guarda quel mondo!”
“L’ho
visto. Potrebbe essere un buon punto d’inizio. Preparati!”
La
Gummyship cominciò a scendere su quel mondo.
Una
volta arrivati, Riku e Kairi si guardarono intorno. Erano finiti vicino ad un
enorme città.
“Che
posto gigantesco” commentò Kairi
“Già,
andiamo a dare un occhiata”
I
due entrarono nella città, e notarono subito che definire quel posto gigantesco
era dir poco.
Camminarono
per ore, fino a quando non si trovarono davanti ad un enorme televisore.
“…e
ieri sono stati registrati altri 35 casi di morte per arresto cardiaco tra i
criminali…”
A
sentire queste parole, Riku e Kairi si chiesero se era normale una cosa del
genere.
Ma
prima che potessero commentare, davanti a loro apparvero centinaia di
Heartless.
“Allora
non era una semplice caratteristica quel velo oscuro, eh?” disse Kairi quasi
ridendo, evocando il Keyblade, seguita da Riku, mentre tutti quelli che si
trovavano lì scappavano. Tutti, tranne uno. Un ragazzo, che però non sembrava
spaventato.
Riku
e Kairi cominciarono subito ad eliminare gli shadow,
che erano gli Heartless più deboli che c’erano, seguiti però anche da Heartless
come i Darkside.
Riku
e Kairi combatterono per diversi minuti, continuando ad eliminare Heartless su
Heartless, ma questi sembravano non finire mai.
“Voglio
provare a fare una cosa, allontanati Riku!” e Kairi si mise davanti a tutti gli
Heartless.
“Dark
Firaga!” e dal Keyblade di Kairi uscì un getto di
fuoco che investi tutti gli Heartless, eliminandoli istantaneamente.
Dopo
questo attacco, Kairi cade a terra svenuta.
Riku
fece per soccorrerla, ma fu preceduto dallo stesso ragazzo che era rimasto sul
posto.
Riku
notò che il ragazzo nascose un foglio di carta in tasca, come se si trattasse
di qualcosa da nascondere.
“Avete
un posto dove andare?” chiese il ragazzo
“No,
non siamo del posto. Siamo in… emh… in gita”
Il
ragazzo lo guardò con uno sguardo che sembrava analizzarlo.
“Umh… Capisco. In questo caso permettetemi di aiutarvi.
Dopotutto mi avete appena salvato la vita”
In
quel momento Riku senti come una risata, gelida, ma remota. Ebbe un orribile
sensazione verso quel ragazzo.
“Non
credo di avere il tempo di cercare un altro posto, quindi accetto volentieri la
tua offerta. Piacere, io sono Riku!”
Sul
volto del ragazzo apparve un mezzo sorriso.
“Piacere.
Io invece sono Yagami Light!” disse il ragazzo.
Riku
prese Kairi, pronto a seguire Light. Ma non riusciva a levarsi dalla mente
quella sensazione che aveva avuto.
“Scusa
Riku, ma non ho ben capito il tuo cognome” disse Light
“Il
mio cognome?” chiese Riku
“Si.
Non ti puoi chiamare solo Riku, no?”
“Ecco…
a dir la verità… non ne ho la più pallida idea…” rispose Riku, chiedendosi il
perché di una tale domanda.
“Ti
capisco se non vuoi dirmelo. Dopotutto, di questi tempi, il nome è una cosa
preziosa”
Riku
si fermo.
“Scusami,
ma non riesco a seguirti”
“Non
vorrai dirmi che non sai niente di Kira, vero?”
“Kira? È un cane?”
Light
sembrò cadere.
“Vuoi
dirmi che veramente non sai chi è Kira? Ma dove
accidenti sei stato negli ultimi anni?”
“Ecco…
noi siamo stati in viaggio per molto tempo e… non siamo riusciti a rimanere
aggiornati”
“Mi
sembra strano… è nessun messaggio vi è arrivato sui cellulari?”
“Cellulari?”
“Meglio
che sto zitto, non vorrei fare cose che non dovrei fare”
E
Light si mise a fissare un punto dietro Riku, che si girò ma non vide nessuno.
Dopo
qualche minuto arrivarono davanti ad un enorme palazzo, ricoperto di vetrate. A
Riku ricordo il palazzo dove aveva combattuto contro Roxas qualche anno prima.
“Eccoci,
siamo arrivati. Ah, ti consiglio di tenere la tua amica piuttosto bene, prima
che qualcuno la confonda per…”
“LIGHT!”
Riku
vide arrivare una ragazza che salto letteralmente addosso a Light, e lo spinse
più lontano possibile da Riku e Kairi.
“Allora
è questo che fai quando esci eh? Vai in cerca di altre ragazze per
sostituirmi?” chiese la ragazza.
“Appunto!”
disse Light a Riku. “No Misa, questa ragazza mi ha
solo salvato la vita insieme al suo amico, ma è svenuta e allora li ho offerto
un posto qui, visto che non avevano dove andare”
Misa sembrò sollevata da tale risposta.
“Non
dovresti portare qui gente qualunque. Non sappiamo chi potrebbe essere Kira, anche se io rimango della mia idea” disse un'altra
voce, che proveniva da degli altoparlanti, e che sembrava modificata con il
computer.
“Suvvia
L, mi hanno appena salvato la vita, cosa potevo fare?” disse Light
“Ti
hanno salvato la vita? E da chi?”
“Ti
spiegheremo tutto una volta che saremo davanti a te, visto che anch’io sono
curioso di sapere da cosa sono stato attaccato…”
A
quel punto un ascensore si aprì davanti a loro.
“Ok,
allora vi aspettiamo” disse L.
Una
volta saliti con l’ascensore, Riku si ritrovò in un enorme sala, alla fine
della quale si trovano diversi schermi, e davanti a loro c’era una persona che
era seduta in modo strano. Nonostante fosse su una sedia, era sopra con i piedi
e piegato, con un dito sulla bocca e delle occhiaie tremende.
“Così
siete voi ad aver combinato quel trambusto poco fa, eh?” disse L, facendo
apparire su uno schermo una trasmissione dove facevano vedere la piazza dove
Riku e Kairi avevano combattuto contro gli Heartless, ormai tutta bruciata.
“Risponderemo
volentieri alle vostre domande, ma prima se non vi dispiace, vorrei far
riposare Kairi” disse Riku.
“Umh…” disse L, guardando sia Riku che Kairi, che era ancora
addosso a Riku svenuta. “Va bene. Watari? Puoi
accompagnarli in una camera libera?”
Un’altra
persona, che era seduta davanti ad un tavolo, si alzò e fece segno a Riku e a
Kairi di seguirlo. Era una persona anziana, ma nonostante questo sembrava in
ottima forma.
Watari li porto qualche piano più sopra, fino ad una
stanza che aveva due letti separati.
“Potete
riposarvi qui stanotte. Chiamate se avete bisogno di qualcosa” e Watari torno giù.
Riku
depose Kairi su un letto, mentre lui si sdraiò sull’altro, aspettando che si
risvegliasse.
Notò
un giornale li vicino, e incuriosito, decise di darli un occhiata.
Quello
che lesse lo lascio stupefatto. Non parlavo altro di questo fantomatico Kira, che sembrava la causa di una marea di morti, ma tutte
di criminali e tutti per arresto cardiaco.
“C-Che
succede?” chiese Kairi, che si era appena ripresa.
“Succede
che la prossima volta devi evitare un attacco come quello, se non ci vuoi
rimanere secca” disse Riku, arrabbiato ma contento allo stesso tempo.
“Lo
so, ma era l’unico modo per salvare quel ragazzo in fretta”
“Ah
proposito di quel ragazzo… ci ha offerto questo posto per riposarci. Ma
qualcosa non mi convince in lui. Ho avuto una strana sensazione quando l’ho
visto. Una sensazione che non ho mai avuto con nessuno, nonostante tutti i
mondi che abbiamo visitato, nemmeno con lui…”
“Vedrai
che è stata solo una sensazione” rispose Kairi
“Speriamo…”
disse Riku, mettendosi a riposare, gettando il giornale a Kairi. “Leggi qui”
Kairi
si mise a leggere.
“Allora
forse abbiamo trovato subito il mondo giusto, no Riku?”
“Non
credo. Non è nel suo stile far morire le persone per attacco cardiaco. Lui le
preferisce vedere soffrire, e non farle morire subito. Comunque adesso
dormiamo, ci penseremo domani con calma”
Intanto,
qualche piano più in basso, L stava guardando su un monitor i due ragazzi
appena arrivati, e aveva ascoltato tutta la loro conversazione.
“Interessante…
forse loro potrebbero essermi d’aiuto per confermare i miei dubbi… devo
riuscire a sentirli da solo…”
Il
giorno seguente, quando Riku si svegliò, si accorse di non essere più nella
stessa stanza dove si era addormentato, ma in un'altra, tutta bianca e che
sembrava senza porte e finestre.
“Ma
dove sono finito?” si chiese da solo.
“Sei
in una cella!” disse la voce di L
“Cosa?
Che storia è questa?”
“Scusami,
ma era l’unico modo per poterti ascoltare. Lo stesso farò anche con la tua
amica dopo di te”
“Che
cosa vuoi?”
“Risposte!
Solo risposte. Ieri mi è capitato di ascoltare la vostra conversazione, e mi
sono incuriosito. Così hai avuto una strana sensazione verso Yagami Light, giusto? Potresti descrivermela?”
“Perché
dovrei farlo? Chi mi dice che io mi possa fidare di te?”
“Ottima
risposta, ma purtroppo per te, me l’aspettavo. Guarda il televisore davanti a
te”
Riku
notò solo in quel momento quel televisore, che si accese solo in quel momento,
mostrando il video di Kairi legata ad una specie di letto alzato, tutta legata.
“KAIRI!”
“RIKU!
Riku, dove sei?”
“Va
bene L, hai vinto. Risponderò alle tue domande, ma prima voglio che tu lasci
libera Kairi.”
“D’accordo.
Watari, libera la ragazza”.
Sul
televisore, Riku vide Watari che andava a libera
Kairi.
“Va
bene, allora adesso possiamo cominciare” disse L.
Kairi
era fuori dalla porta dove Watari li aveva detto che
si trovavano Riku e L.
Ormai
erano ore che stava aspettando, ma non erano ancora usciti, e Kairi cominciava
ad innervosirsi. Prima l’avevano legata come un salame e portata in un’altra
stanza, e adesso stava aspettando.
Poco
dopo, la porta finalmente si aprì. Riku e L uscirono fuori.
“Allora
Riku, tutto bene?”
“Si, Ryuzaki mi ha giusto fatto qualche
domanda”
“Ryuzaki?” chiese Kairi.
“Si.
Dovete chiamarmi così d’ora in poi. Qui i nomi sono molto importanti. Comunque
voi due siete a posto, non corrette rischi, o almeno, non come noi. Comunque
Riku ti spiegherà tutto” disse L.
Kairi
notò che Riku teneva un sacchettino.
“Ok.
Allora ti faremo sapere, ok?” disse Riku, rivolto a Ryuzaki.
“Forza
Kairi, andiamo!”
Kairi
non poté fare a meno di notare che Riku sembrava incredibilmente serio.
Una
volta arrivati in camera, Riku rivelò il contenuto del sacchetto. C’erano due
strani affari, con dei tasti ed un piccolo schermo.
“Cosa
sono?” chiese Kairi
“Ryuzaki a detto che sono dei telefonini, cioè degli
apparecchi in grado di farci parlare tra di noi anche se non siamo vicini”
rispose Riku.
“Ah,
allora potrebbero tornarci piuttosto utili. Comunque, cos’è successo?”
“È
successo che i miei dubbi non erano infondati. Intorno a quel ragazzo, Light,
c’è qualcosa di strano. In più ho scoperto chi è quel Kira
di qui leggevamo prima, o meglio, che cosa fa”
“E
cioè?”
“A
quanto pare è in grado di far morire di attacco cardiaco chiunque semplicemente
conoscendo il nome e il volto di una persona, e poi Ryuzaki
ha aggiunto che c’è anche un secondo Kira in grado di
uccidere solo con il volto”
Kairi
rimase sorpresa. “Ma com’è possibile? Nemmeno noi, con la nostra magia, siamo
in grado di fare una cosa del genere”
“Già.
Infatti e per questo che Ryuzaki ci ha chiesto di
aiutarlo. Vuole che seguiamo Light e Misa.”
“Perché?”
“Perché
pensa che siano proprio loro due i due Kira”
“COSA?
E se fosse così noi dovremmo correre questo rischio per uno che conosciamo a
malapena?”
“Ryuzaki dice che noi siamo li unici che possiamo farlo,
visto che non possediamo un cognome. E senza quello, i due Kira
non possono farci niente. Comunque cosa li rispondo?”
“Umh… se siamo sicuri che non possono farci niente, va bene”
“Ok.
Sapevo di poter contare su di te” a quel punto Riku prese uno dei due cellulari
e compose un numero.
“La
maggior parte del tempo che ho passato dentro quella stanza e stato per
imparare ad usare questi affari” disse Riku sorridendo. “Pronto Ryuzaki? Accettiamo! …ok… faremo così allora”
“Cosa
dobbiamo fare?”
“Dobbiamo
solo seguirli senza farsi notare. Ryuzaki ha però
espresso il desiderio che tu segua Misa e io Light”
“Come
mai?”
“Non
lo so. Comunque facciamo come dice per il momento”
Riku
spiegò velocemente a Kairi come usare il telefonino, dopodiché si divisero.
Kairi
cominciò a seguire Misa, solo che si rivelò più
difficile del previsto. Continuava a perderla, perché veniva sempre sommersa da
una folla di persone che non li chiedevano altro di firmare dei fogli di carta.
Comunque alla fine la vide tornare nel palazzo senza far niente di sospetto.
Riku
invece segui Light, facendo molta attenzione a non farsi notare. Ad un tratto
però Light si fermò e fece per girarsi. Riku notò che stava muovendo la bocca,
come se stesse parlando, e provo a leggerli le labbra: “Lo so, Ry…. Non preocc….. te ne liber…. pri… possib…”
Riku
maledisse il fatto di non riuscire a sentire da quella distanza. Ad un tratto
ebbe di nuovo quella sensazione. Li sembrò di sentire un energia oscura come
non poche. Poi Riku tremò. Dietro Light vide una strana figura, una figura
mostruosa, che stava volando, e che stava seguendo Light dovunque lui andasse. Dopodiché
sparì.
Ci
vollero diversi secondi prima che Riku riprendesse il controllo di se stesso.
Ora
cominciava a capire il perché di quella sensazione.
Decise
di tornare da Ryuzaki, per riferirli quanto aveva
visto, anche se sicuramente non li avrebbe creduto.
Tornato
nel palazzo, trovo Kairi, e insieme andarono da Ryuzaki.
“Allora,
avete scoperto qualcosa?” chiese lui.
“Io
niente, tranne che Misa viene sommersa giornalmente
da valanghe di persone” disse Kairi.
“Tu
invece, Riku?”
Riku
aveva passato tutto il tempo a cercare un modo per raccontare quello che aveva
visto, e provò a raccontarlo a Ryuzaki e a Kairi.
“Capisco…
quindi hai visto uno Shinigami, giusto?”
“Un
che cosa?” chiesero insieme Riku e Kairi.
“Noi
chiamiamo così gli Dei della morte”
“Dei
della morte?”
“esatto”
“Comunque
immagino tu non mi creda. Effettivamente, stendo io stesso a crederlo”
“È
vero, dovrei far fatica a crederci, ma da qualche giorno ormai non mi sorprendo
quasi più di niente. Comunque è strano che tu sia riuscito a vederlo…”
Ryuzaki
andò verso un armadietto che aveva un lucchetto e lo aprì. Riku e Kairi lo
sentirono strappare dei pezzi di carta, prima di ritornare da loro.
“Perché
è strano che io sia riuscito avederlo?”
“Fra
poco vi sarà tutto più chiaro. Per favore, ora toccate questi pezzi di carta.
Voglio verificare una cosa…” e li porse due pezzettini di carta bianca, senza
alcuna scritta.
“Cosa
vuoi fare?” chiese Kairi
“Voi
toccateli e basta”
Riku
e Kairi presero insieme i due pezzi.
Kairi
cacciò un urlò, mentre Riku rimase solo fermo.
Dietro
Ryuzaki era apparso un essere mostruoso.
“Aveva
quest’aspetto?” chiese Ryuzaki.
“No,
era diverso. Era nero e aveva due enormi paio di ali e una bocca grande con
tutti i denti appuntiti, almeno credo, non sono riuscito a vederlo a lungo”
rispose Riku. “Ma ora siamo noi a doverti fare delle domande: chi accidenti è
lui?”
“È
uno Shinigami”
“COSA?”
“Si,
avete capito bene. Ogni Shinigami è legato a un
quaderno” questa volta Ryuzaki torno di nuovo
all’armadietto ma questa volta porto un quaderno.
“In
questo caso, a questo quaderno”
Riku
prese il quaderno e vide il titolo: “Death Note”
“Quaderno
della morte…” disse piano Riku. “Questo significa che…”
“Esattamente.
Questa è l’arma usata da Kira. Infatti sopra ci sono
tutti i nomi delle sue vittime, e lo Shinigami è una
prova ulteriore. Questo quaderno ha il potere di uccidere qualunque persona il
qui nome viene scritto qui sopra”
“Ma
allora questo vuol dire che tu sapevi già tutto! Allora perché non hai fermato
Light?”
“Perché
purtroppo non l’abbiamo trovato da lui il quaderno, e le regole scritte qui
sopra dicono che uno che non usa il death note per
tredici giorni alla fine muore, e Light è stato più tempo senza usarlo sotto
sorveglianza. Anche se quello che mi hai detto prima mi lascia pensare che a
questo punto ci siano più death note in giro, e uno
sia proprio in mano a Light. C’è solo un modo per verificarlo…”
Ryuzaki
si alzo e prese un foglio di carta e scrisse sopra qualcosa.
“Se
dovesse capitarmi qualcosa, mandate un messaggio a questo numero con il testo
che vi ho scritto”
Riku
lesse il foglio. “Credi ci sia questa possibilità?”
“Probabilmente
questo è il nostro ultimo incontro” disse Ryuzaki,
andandosene.
Riku
e Kairi rimasero li, fermi.
“Siete
veramente degli esseri umani?” chiese lo shinigami.
“Certo
che lo siamo!” disse Kairi, quasi offesa.
“Mi
sembra strano che un essere umano comune possa vedere uno shinigami
senza aver toccato un death note. Ma la cosa ancora
più strana sono i vostri nomi”
“I
nostri nomi?” chiese Riku
“Già.
Non riesco a vederli” e lo shinigami se ne andò.
“In
che senso non riesce a vedere i nostri nomi?” chiese Kairi
“Non
lo so”
All’improvviso
sentirono un tuono.
“Meglio
raggiungere li altri. Non mi è piaciuto come ha parlato Ryuzaki”
disse Riku, avviandosi nella sala dove si trovavano tutti li altri.
“Watari, è andata bene?” chiese Ryuzaki
“No”
“Come
previsto, ma per favore cerca di convincerli a darci il permesso di usare il
diario”
“Va
bene”
“Ryuzaki, che sta succedendo?” chiese Light
“Intendo
verificare io stesso il potere del diario. Lo farò usare a un criminale
condannato a morte, in cambio, se non morirà entro tredici giorni, guadagnerà
la libertà”
Riku
e Kairi guardarono la scena. Riku notò che lo shinigami
sembrava piuttosto nervoso.
Ad un
tratto ci fu un tuono fortissimo, e la luce andò via. Riku perse di vista anche
lo shinigami.
Poi
tutti si voltarono sugli schermi, sui quali era apparsa una scritta che diceva
che i dati erano stati cancellati.
“Cosa
succede?” chiese Kairi
“Ho
chiesto a Watari di cancellare tutti i file nel caso
li fosse successo qualcosa. Come temevo, lo shini…”
Ryuzaki
non riuscì a finire la frase. Il cucchiaino che teneva in mano li cade, e lui
stesso cominciò a cadere.
Riku
e Kairi videro Light che si lanciava verso di lui per prenderlo al volo, e in
quel momento Riku ebbe nuovamente quella strana sensazione, e decidete di
andare a cercare lo shinigami.
Corse
per i corridoi, seguito da Kairi, fino a trovare lo shinigami,
che era in una stanza.
“Perché
lo hai…” fece per cominciare Kairi, ma si fermò quando vide lo shinigami.
“Cosa
ti sta succedendo?” chiese Riku. Lo shinigami stava
diventando polvere.
“Questa
è la punizione per uno shinigami che salva la vita ad
un essere umano” disse una voce dietro di lui.
Riku
e Kairi si girarono, e videro Light.
“Come
hai potuto? Tutte quelle persone, Ryuzaki, Watari…” disse Kairi, evocando il Keyblade.
“Va
via Kairi. Ci penso io qui. Non è lui il nostro avversario in questo mondo. Ora
Light, gentilmente, potresti chiamare il tuo shinigami?”
“Non
c’è bisogno di chiamarmi, sono già qua!”
Dietro
Light apparve nuovamente quell’essere che aveva visto prima.
“Però
devi spiegarmi come fai a vedermi. Nessuno, senza aver toccato il mio death note, può farlo”
“Forse
è il fatto che sono stato a contatto con l’oscurità, forse questo mi permette
di vederti. Comunque Light, sappi che hai perso. L prima di morire, mi ha fatto
una richiesta, che io ho eseguito” e tirò fuori un cellulare. “Mi ha detto di
mandare un messaggio ad un numero che mi ha scritto dicendo che era morto.
Purtroppo per te, ho già spedito il messaggio.”
“Non
importa. Eliminerò chiunque si metta davanti alla mia strada. A cominciare da
voi due. Ryuk, se vuoi continuare a divertirti, mi
devi dire i veri nomi di questi due”
Ryuk
fece una sonora risata.
“Come
ti ho detto in passato, non ti avrei aiutato. Ma in questo caso avrei potuto
fare un eccezione, ma c’è un problema”
“Un
problema?” chiese Light, cominciando ad abbandonare la sua sicurezza.
“Già.
Non riesco a vedere i loro nomi. E la cosa non mi piace affatto.”
“Come
immaginavo” disse Riku. “A quanto pare nemmeno li Dei di altri mondi possono
violare il fatto di interferire con altri mondi”
“Ora
capisco” disse Ryuk. “Voi non siete di questo mondo
quindi, eh? Interessante, ma se le cose stanno così, non posso lasciarvi
andare!”
“Ryuk, cosa vuoi fare?” chiese Light, sorpreso da tale
comportamento.
“Questi
due sono molto più pericolosi di quanto immagini. Me ne dovrò occupare manualmente.”
E Ryuk fece apparire un ascia, con la quale parti
subito all’attacco, verso Riku, che non fece in tempo ad evocare il Keyblade.
Nonostante questo, l’ascia andò a colpire qualcosa di duro, emettendo un rumore
metallico.
Davanti
a Riku e a Kairi c’era un’altra persona, che indossava un impermeabile marrone
col cappuccio, e che impugnava un Keyblade. Un Keyblade che Riku e Kairi
conoscevano bene.
“La
prossima volta che fate un funerale, assicuratevi bene che il morto non abbia
lasciato niente indietro” disse il misterioso individuo, abbassandosi il
cappuccio
“SORA!”
dissero i due
“Spiacente.
Non sono Sora. Ma ci siete andati abbastanza vicini. Ora scusatemi, ma devo
risolvere una faccenda” e con un colpo di Keyblade, sbalzò lontano Ryuk, poi prese Riku e Kairi e sparì insieme a loro.
Light,
che aveva assistito a tutta la scena, decise di continuare con il suo piano.
Andò dove fino a pochi minuti prima si trovava l’altro Shinigami
e prese da terra un quaderno, che nascose sotto la maglietta.
Riku
e Kairi si ritrovarono sulla Gummyship. E con loro c’era anche quella
misteriosa persona che assomigliava a Sora.
“Grazie”
li disse Riku.
“Di
niente”
“Però
potresti spiegarci una cosa?” chiese Kairi
“Fammi
indovinare… perché assomiglio a Sora, vero?”
“Beh,
si. Sei il suo nessuno?”
“No,
no. Non sono il suo nessuno” rispose lui, tranquillamente
“Allora
chi sei?” chiese Riku
“Come
vi ho detto prima, avreste dovuto controllare prima di lasciare andare alla
deriva il corpo di Sora. Ma forse non avete notato l’errore di Sora”
“Quale
errore, scusa?”
“Sora
ha provato a reprimere dei sentimenti che aveva, mentre era sotto il controllo
di Xehanort. Questo, quando lui si è parato davanti a voi, si è scatenato in
una strana forma. Io sono il risultato”
“Scusa,
ma non riesco a capire” disse Kairi.
“Semplice.
Il cuore di Sora se ne è andato, purtroppo non vi so dire dove sia finito,
anche se so per certo non a Kingdom Hearts, ma
durante il tragitto a disseminato alcune parti di Sora”
Riku
e Kairi lo guardarono, con la faccia tipica di chi non riesce a capire
“In
poche parole è come se si fosse spezzato in più parti” concluse brevemente.
“Dalle energie che ho sentito, oltre a me ci dovrebbero essere altre quattro
parti, più il cuore di Sora. E qui entrate in campo voi!”
“NOI?”
chiesero insieme Kari e Riku.
“Esatto!
Noi purtroppo siamo divisi e non possiamo riunirci. In quel caso riformeremo
Sora, ma il problema è che per farlo ci serve il suo cuore. E qui cade il
problema: noi non possiamo toccare i cuori.”
“Quindi,
se ho capito bene, vuoi il nostro aiuto per trovare le altre quattro parti di
Sora e il suo cuore in modo da potervi riunire a far tornare Sora, giusto?”
disse Riku.
“Proprio
così. Ora, so che Sora vi ha causato molti problemi e guai, perciò non mi
sorprenderei di un vostro rifiuto ad aiutarmi. In fondo, sono pur sempre Sora,
anche se non intero, quindi è normale che voi non vi fidiate più di me”
Riku
e Kairi non sapevano che cosa dire. Era vero il fatto che era difficile credere
a questa storia, ma il fatto che ci fosse una speranza di salvare il loro
amico…
“Ci
assicuri che in questo modo Sora potrà tornare?”
“Certo.
Vorrei poter dire <> ma come sapete, non
posso dire tale frase”
“Bene,
in questo caso non ci resta che trovare li altri Sora” disse Riku. “Perciò ora
direi di proseguire il nostro viaggio per i mondi, no?”
La
Gummyship continuava a viaggiare a tutta velocità.
“Dove
dobbiamo andare?” chiese Kairi, rivolta a Riku e alla copia di Sora
“Nel
primo mondo che vediamo avvolto dall’oscurità” rispose Riku.
“Capisco…
e finora non ne abbiamo visto nessuno, e quello che abbiamo lasciato prima non
è cambiato…” disse Kairi.
“Non
ti preoccupare. Quello che avete fatto avrà le sue conseguenze. Speriamo che
siano positive” disse la copia di Sora.
“Guardate!”
disse Riku.
Kari
guardò fuori dall’oblo. Vide un mondo, che assomigliava alla Terra, ma che era
avvolto da un alone di oscurità. Ma c’era anche qualcos’altro…
“Ma
che cosa succede?” chiese
In
quel momento, i tre ragazzi videro che nel malto d’oscurità apparvero due
stelle cadenti, che calcolarono il malto. Una di queste partì verso lo spazio,
proprio in direzione della Gummyship, mancandola di poco. Kairi credete di
vedere qualcuno li dentro.
L’altra
invece precipitò su quel mondo, e a un certo punto si divise in due.
“Cos’è
successo?” chiese Riku
“Non
lo so… ma direi che è il caso di andare a dare un occhiata, no?” disse la copia
di Sora.
“Va
bene. Reggetevi forte!” disse Riku. E la Gummyship si diresse verso quel mondo.
Intanto,
su quel mondo, delle persone di trovavano davanti ad una croce: una ragazzina,
un ragazzo più grande e un grosso gatto giallo che stava in piedi e che teneva
tre gattini in braccio.
“Forza,
andiamo a cercare Mushra!” disse il ragazzo.
A
quel punto i tre gattini saltarono giù dal gatto più grosso e cominciarono a
correre, seguiti dagli altri. Solo la ragazzina rimase un attimo indietro, a
guardare la tomba.
“Torneremo
presto… Yakumo” disse
“Forza
Pinka, sbrigati!” disse uno dei tre gattini.
“Arrivo”
disse lei, e si girò.
Guardò
il cielo senza pensarci, e quello che vide li feci dire solo una cosa
“Spostatevi da lì!” urlò rivolta agli
altri.
Sopra
di loro c’era un oggetto che stava precipitando, e sembrava puntare proprio a
loro.
“Riku,
che sta succedendo?” chiese Kairi, che stava cercando di rimanere in piedi, con
scarsi risultati, continuando a cadere.
“Non
lo so, ho perso il controllo! Non riesco a fermarla”
“Ci
andremmo a schiantare!” disse preoccupata Kairi.
Solo
allora si accorse che la copia di Sora mancava
“Ma
dov’è finito…” si chiese
A
risposta, la Gummyship cominciò a rallentare.
Kairi
guardò fuori. La copia di Sora, usando glide, era
riuscita a uscire e usando protega, stava rallentando
la Gummyship.
In
pochi minuti, Riku riuscì a riprendere il controllo della Gummyship, e la portò
lontano dal luogo dove si stava per schiantare.
“Meno
male che era un cimitero… se fosse stata una città sarebbe stato difficile non
farsi notare” disse la copia di Sora, rientrando nella Gummyship.
“Già.
Ma temo che non siamo passati completamente inosservati. Il radar indica delle
forme di vita che stanno seguendo la Gummyship” disse Riku
“Strano.
Beh, non possiamo di certo pretendere di arrivare come se niente fosse, no?”
disse Kairi.
La
Gummyship atterrò all’interno di un bosco.
I tre
ragazzi scesero, tranquilli.
Videro
un gruppo di persone arrivare. Dedussero che erano quelli che li aveva visti
arrivare.
I
primi due erano due esseri umani, una ragazzina e un ragazzo che però era più
grande. Dietro di loro invece c’era un grosso gatto giallo che camminava
tranquillamente e che portava in braccio tre gattini.
“Eccoci
finiti in un altro mondo strano” disse Kairi a Riku
“Ormai
non ti dovresti nemmeno più sorprendere…”
“Non
è possibile…” disse il ragazzo. “Degli esseri umani?!”
A
tale frase, i tre ragazzi si sentirono un po’ confusi
“Emh… che c’è di strano?” chiese Kairi. “Dopotutto non siete
esseri umani anche voi due?”
“Ma
da dove venite?” chiese il gatto. “Qui l’unico essere umano rimasto di cui
sapevano l’esistenza è Pinka!” disse indicando la
ragazzina.
“E
lui cosa sarebbe allora, scusa?” chiese Riku, indicando il ragazzo.
“Come
sarebbe a dire cosa sono? Sono un Enterriano, come
tutti gli abitanti di Enterra! E comunque ho un nome,
ed è Sago!”
Kari
non sapeva che cosa pensare. A lei sembrava un normalissimo essere umano
“Se
lo dite voi…” disse la copia di Sora. “Comunque dobbiamo chiedervi un favore.
Non dovete dire a nessuno che ci avete visto, chiaro?”
“E
perche dovremmo?” chiese Pinka.
“Perché
non potete, fine. È una regola che nessuno può violare, se non per un motivo
più che valido. Altrimenti, saremmo costretti a eliminarvi” disse, evocando il
Keyblade.
“Ma
allora siete anche voi Enterriani!” disse Sago.
“No,
siamo esseri umani. Non sappiamo nemmeno chi siano questi enterriani”
disse Riku, come se niente fosse.
Il
gruppo sguardo il trio. Poi si ritirò un attimo
“E
ovvio che mentono. Negano di essere degli enterriani
ma hanno dei poteri. In più dicono anche che non conoscono gli enterriani” disse Sago
“Beh,
dobbiamo considerare anche da dove vengono… non credo che siano di questo
pianeta. Abbiamo visto tutti come sono arrivati…” disse Kutal,
il gatto.
“Ma
allora potrebbero essere degli alleati di Lanancuras!”
disse Pinka, preoccupandosi.
“Non credo. Se fosse così, a quest’ora ci avrebbero già
eliminato. Invece non hanno ancora fatto niente”
“Per il momento direi che possiamo fidarci, poi vedremo”
Il gruppo ritorno dal trio, che era rimasto a guardare.
“Scusateci, dovevamo parlare un attimo” disse Sago
“Non preoccupatevi. Piuttosto possiamo chiedervi una
cosa?” chiese Riku
“Dipende”
“È successo qualcosa di strano di recente? Non so, un
mostro, o un armata di piccoli mostri neri o qualcosa del genere?”
Sago guardò male Riku.
“Scherzi a parte, da dove venite? Non sapete che questo
pianeta ha mancato la sua distruzione per questione di secondi?”
“A dir la verità, non lo sapevamo. Poi non possiamo dirvi
da dove arriviamo”
Sago tirò un sospiro. “In questo caso… vi costringeremo a
dirlo. Forza, fatevi sotto” disse, mettendosi in posa per combattere.
“Ma Sago, lo sai che non possiamo più…”
“Zitto Kutal. Posso affrontarli
benissimo anche così. Dopotutto sono solo tre ragazzini, e se sono veramente
esseri umani non avrò nessuna difficoltà. Forza, fatevi sotto!”
“Dobbiamo proprio?” chiese la copia di Sora
“Pare di si” disse Riku, preparandosi a evocare il
Keyblade
“Ci penso io” disse Kairi.
Sora e Riku non si chiesero il perché.
“Va bene, pensaci tu” disse Riku. Poi aggiunse: “ehi, voi
laggiù. Se non volete farvi male, vi consiglio di allontanarvi”
“Che cosa vuol dire?” chiese Kutal.
“Non lo so… ma è preoccupante” disse Pinka.
“Facciamo come dice”
“Se credi che andrò leggero perché sei una ragazza di
sbagli” disse Sago.
“Non chiedevo di meglio” disse Kairi evocando il Keyblade.
Sago invece tirò fuori un piccolo pugnale.
Kairi, senza aspettare un secondo, fece un salto in alto,
e puntando il Keyblade verso Sago disse:
“FIRAGA!” e una sfera di fuoco colpì in pieno Sago, che
venne scaraventato diversi metri lontano, anche se non riportava ferite gravi.
“Che potenza” commento Kutal,
sorpreso come i gattini e Pinka.
“Spero stessero mentendo quando hanno detto che non erano enterriani. Se così non fosse… la cosa è decisamente
preoccupante” disse quest’ultima.
Intanto Kairi, continuava ad attaccare Sago, che però
riusciva a parare quasi tutti i colpi.
“Sei brava…” disse lui, quasi senza fiato.
“Grazie” rispose lei, che invece sembrava ancora riposata.
“Comunque ho capito come sconfiggerti” disse, con un sorrisetto.
“Come?”
Ma prima che Sago potesse realizzare la frase, Kairi saltò
nuovamente in alto e, puntando il Keyblade in alto, disse: “Thundraga!” e un fulmine calò dal
cielo, colpendo in pieno Sago, che cade a terra svenuto.
“Sago!” urlò
Pinka, andando a soccorrere l’amico.
“Forse sono andata un po’ pesante con lui, no ragazzi?”
chiese rivolta a Riku e Sora
“Nooo. Cosa te lo fa pensare?”
chiese ironicamente Riku.
“Chi siete? Dite di non essere Enterriani,
ma avete comunque dei poteri. Siete per caso dei guardiani?” chiese Pinka.
I tre ragazzi si guardarono.
“Chi sono i guardiani?” chiesero insieme
“I guardiani sono essere superiori, con poteri incredibili”
disse una voce.
Tutti si girarono verso il luogo da cui proveniva.
Davanti a loro era apparso un varco, dal quale uscì una
persona, ricoperta dall’ormai famoso impermeabile nero dell’organizzazione.
“TU!” urlarono in contemporanea, con rabbia, Sora e Riku,
evocando i loro Keyblade.
“Vedo che vi ricordate di me. Mi fa piacere. Comunque,
Sora, sei sicuro di quello che stai facendo? Non vuoi più il potere che ti
avevo donato?”
“Te lo puoi tenere! Non ho più intenzione di stare ai tuoi
ordini! Non appena mi sarò riunito con le altre mie parti, ti eliminerò
personalmente!”
“Che paroloni grosse per uno che si è lasciato
impossessare dall’oscurità” rispose la misteriosa persona.
“Scusate, scusate” disse Pinka.
“Se ho capito bene, voi vi conoscete, quindi verrete dalla stessa città. ma
allora perché lui sa chi sono i guardiani e voi no?”
“Ragazzina isolente. Comunque ti risponderò. Non mi piace
che le mie prossime vittime non sappiano la verità” rispose il misterioso
individuo.
“C-come?” chieserò
preoccupati Pinka e Kutal
“Noi non proveniamo dallo stesso posto, e nessuno di noi è
di questo mondo. Questi tre ragazzi stanno provando in tutti i modi a
ostacolare i miei progetti di distruzione, ma non ci sono ancora riusciti.
Immagino vi ricordiate i mondi che ho fatto distruggere tramite Sora e Kairi
quando erano sotto il mio controllo, vero?” chiese rivolto ai tre, che
strinsero i pugni per la rabbia. “Il vostro sforzo è destinato a fallire. Non
riuscirete a fermarmi. E questo mondo sarà il prossimo a cadere. Lalancuras è impaziente di potersi vendicare” disse infine.
“LALANCURAS!!!” urlarono Pinka e
i suoi amici, come se quella parola fosse presagio di morte.
“Precisamente. Ora che Mushra
non c’è più, nessuno può più fermarlo, visto che senza di lui non potete
nemmeno riunirvi per formare Mushrambo!”
“Aspetta a parlare!” disse una voce.
Lo sconosciuto si abbassò giusto in tempo per evitare un
asta che l’avrebbe colpito in testa. Un asta di colore giallo.
“Questa non me l’aspettavo… ma non importa” disse lui. Voltandosi
contro il suo aggressore.
Un ragazzino, che indossava una strana armatura e che
impugnava l’asta e che stava sopra una cosa strana che li permetteva di volare.
“Chi sei tu? Come hai potuto far ritornare in vita Lalancuras?” chiese il ragazzino, provando nuovamente a
colpirlo.
“Oh, vedo che sai già tutto. Dopotutto da un guardiano non
si può aspettare di meno” disse lui, evitando il colpo con estrema facilità.
Intanto Pinka, Kutal, Sago e i gattini erano rimasti sorpresi nel veder
riapparire l’unica persona che in quel momento poteva risolvere la situazione.
“MUSHRA!” urlarono insieme, felici nel rivederlo.
Mushra però continuava a provare
ad attaccare.
“Ehi voi tre!” disse, rivolto a Riku, Sora e Kairi. “Siete
custodi, no? Allora cosa aspettate a darmi una mano?”
“Come? Custodi?” chiese Sago. Poi si ricordo una favola
che aveva sentito da piccolo. E non era l’unico. Anche Kutal
era nella stessa situazione.
“Che cosa succede? Sapete che cosa sono questi custodi?”
chiese Pinka
“Ecco…” comincio Sago.
“I custodi sono i protagonisti di una favola che viene
raccontata a tutti gli enterriani quando sono
piccoli. Si narra che nei momenti di crisi di un pianeta, su questo appaiono
degli esseri. Non dice chi o cosa sono, si sa solo che questi esseri possiedono
enormi poteri, paragonabili a quelli di un guardiano, se non addirittura
maggiori. Se loro tre sono veramente dei custodi…” continuò Kutal
“Vuol dire che mi è andata bene. E se sono arrivati in
tre, vuol dire che il nostro pianeta è di fronte a una crisi di proporzioni
enormi!” finì Sago
Nel frattempo, Riku, Sora e Kairi avevano evocato i loro
Keyblade ed erano partiti all’attacco anche loro.
“Quattro contro uno? Non è leale” disse tranquillo il
misterioso individuo. Poi come se niente fosse, dal suo corpo uscì un aurea
oscura, che colpì i quattro ragazzi, scaraventandoli lontano.
“Quant’è potente” disse Kairi, che si alzò a fatica.
“Maledizione…” disse Mushra, che
era nello stesso stato di Kairi, e come loro, anche Sora e Riku.
“Mi avete stancato. Vorrei rimanere qui a vedere la fine
di questo mondo, ma temo che dovrò andare a cercare il prossimo. Ah, prima di
andare: guardiano, ti avviso che Lalancuras è molto
più potente rispetto al vostro ultimo incontro” disse la misteriosa persona,
sparendo in un varco oscuro.
“Ma chi era quel tipo?” chiesa Pinka.
“Già. È riuscito a battere Mushra
senza il minimo sforzo”
Nel frattempo, Mushra si rialzò.
“Voi custodi non riuscite a trovare nemici facili da battere, vero?”
“È una nostra caratteristica” disse Riku.
“Quindi voi siete dei custodi?” chiese Sago
“A questo punto è inutile nasconderlo. Si, siamo custodi,
tre su quattro, per quanto ne sappiamo” rispose Kairi.
A quel punto Sago si abbassò. “Scusatemi per prima.
Ignoravo chi foste”
Riku, Sora e Kairi non sapevano che cosa dire. In tutti i
mondi dov’erano stati, nessuno gli si era mai inginocchiato davanti.
Mushra diede un pugno in testa a
Sago.
“Non cambi mai, eh? Pur di fare una bella figura davanti a
una ragazza sei disposto a tutto” disse lui.
“Ahio. Fai male, sai?” disse
Sago. “Poi dove sei stato in tutto questo tempo?”
Mushra cominciò a camminare.
“Sono stato a Shinzo” disse piano.
“Vuoi dire che finalmente l’avete raggiunto?” chiese Pinka.
“Si. Ora però, parlando di cose serie” disse rivolto ai
tre ragazzi. “Come mai ben tre custodi del Keyblade sono giunti su Enterra, portando catastrofe con loro?”
“Eravamo alla ricerca di alcune persone. Scusateci, ma non
possiamo scendere ulteriormente nei dettagli” rispose Sora.
“Capisco… Spero però che voi vi rendiate conto di ciò che
avete causato. Avete portato qui quell’essere, che ha riportato in vita Lalancuras, un ex-guardiano che era quasi riuscito a
distruggere questo pianeta, e che siamo riusciti a sconfiggere grazie al
sacrificio di Yakumo. Ora spero che come minimo ci
aiuterete a fermarlo di nuovo” disse Mushra, con un fredezza che lasciò stupidi tutti.
“Credo che non abbiamo scelta, vero?” disse Riku. “Quindi
vi aiuteremmo.”
“Quanta fatica sprecata…” disse una voce. Una voce che
fece rapprividirePinka,
Sago e Kutal.
Davanti a loro apparì un essere
enorme, che a ogni suo passo faceva tremare la terra.
“Lalancuras…” disse piano Mushra. Intorno a lui apparve un aurea dorata. Poi si
rivolse a Sago e a Kutal.
“I guardiani hanno deciso di restituirvi le vostre iper forme” poi tirò fuori una carta, dalla quale uscirono
due luci, che colpirono sulla fronte Sago e Kutal, e
su entrambi si formarono delle gemme.
“Finalmente!” disse Sago
“Evvai!” disse Kutal
In quel momento il corpo cambiò forma. Sago in modo
leggero, diventando simile a un guerriero, mentre Kutal
divenne una specie di leone con armatura e che stava su due piedi.
“I guardiani non possono più niente contro di me. Sono
diventato molto più forte di tutti loro messi insieme!” disse Lalancuras, pronto ad attaccare.
“Ma stavolta te la dovrai vedere anche contro tre custodi
del Keyblade!” urlò Riku, evocando insieme a Sora e a Kairi il Keyblade.
“Cosa? Tre custodi?” disse Lalancuras.
Nella sua voce si senti una lieve preoccupazione.
“Oltre ovviamente a me” disse Mushra.
A quel punto, la carta che teneva in mano entrò nella sua armatura. Subito dopo
Mushra venne ricoperto da un enorme luce dorata.
Quando la luce scomparve, Mushra riapparve. Ora la
sua armatura era d’oro, e la sua asta, anch’essa d’oro, aveva la punta.
“Quindi dovrò vedermela contro tre custodi e un guardiano?
Niente di più facile. Forse dimenticate che io posso controllare questo
pianeta, come tutto il sistema solare”
“Non più. I guardiani, in seguito al tuo tentativo, hanno
fatto in modo che se disgraziatamente tu fossi dovuto tornare, tu non avessi
più quel potere. Stavolta non potrai minacciare il pianeta!”
“Stolti. Così vi siete condannati a morte. Osservate i
miei nuovi poteri!”
Intorno a Lalancuras, tutti
poterono notare lo spazio distorcesi.
“Mi basta colpirvi per mandarvi all’altro mondo” disse
lui.
“Ci sono già stato, grazie. Non ci tengo a rintonarci”
disse Riku. Poi salto in alto, pronto a colpire Lalangurar
con una magia. Ma fu fermato da Sora.
“Riku, prova a usare Ultima. È l’unica magia così potente
da poterlo fermare. Anche tu Kairi! Uniamoci a lui per l’attacco” disse,
saltando anche lui, seguito da Kairi.
I tre ragazzi erano davanti all’ex guardiano.
“Aspettate custodi!” disse Mushra.
“Che succede?” chiese Riku.
“Gli altri guardiani mi hanno appena comunicato di darvi
il nostro potere” disse Mushra.
“Siamo tutti d’accordo sul fatto che noi non riusciremo a
batterlo, ma siamo sicuri che se vi diamo le nostre energie, voi tre possiate
riuscire a eliminarlo definitivamente” e dalla sua armatura uscirono tre luci,
che colpirono i Keyblade, che divennero per qualche secondo d’oro.
“Grazie. Cercheremo di non deludervi!” disse Riku.
Poi tutti e tre insieme, puntarono i Keyblade contro Lalancuras.
“Fermi! Cosa credete di fare? Ve l’ho detto, non riuscirete
a eliminarmi. Sono molto più potente di quanto voi crediate!” disse attaccando
Kairi, che però parò il colpo con il Keyblade, uscendole indenne.
“ORA!” urlò Sora.
“ULTIMAGA!” urlarono insieme i tre ragazzi. Dai loro
Keyblade uscì un intensa luce. Al suo interno si potevano notare tutti gli
elementi: Fuoco, Aria, Terra, Acqua e Ghiaccio. Tutti uniti per l’attacco, e
che colpirono in pieno Lalancuras, che urlò per il
dolore.
La magia era di una potenza incredibile. Tutto intorno gli
alberi venivano spazzati via, e Mushra, Pinka, Kutal, Sago e i gattini
resistettero a fatica.
“N-non può essere… mi aveva
assicurato che sarei riuscito a vendicarmi! Non doveva finire così!” urlò Lalancuras, e pochi secondi dopo un enorme esplosione
ricoprì tutta l’area.
Sotto gli occhi increduli di tutti, Lalancuras
si disintegrò, e al suo posto apparve una carta, che cade a terra.
I tre ragazzi caddero a terra, sfiniti per l’enorme
sforzo, ma vennero presi al volo da Mushra, Kutal e Sago.
“Incredibile…” disse Pinka.
“Sono riusciti a sconfiggere definitivamente Lalancuras!”
“Già” disse Mushra, andando a
recuperare la carta di Lalancuras. “Ora posso
andarmene”
Kutal e Sago lo guardarono.
“Come sarebbe a dire che te ne puoi andare?”
“Il mio compito era quello di aiutare i custodi a
sconfiggere Lalancuras. Per questo i guardiani mi
hanno mandato qui. Ora devo tornare a Shinzo. Porterò
i vostri saluti a Yakumo” disse. Poi il suo corpo
divenne un'unica luce dorata, che parti verso il cielo.
“Quindi è finita stavolta, eh?” disse Sago, tornando nella
sua forma normale.
“Già” rispose Kutal, tornando
anche lui normale.
Nel frattempo Kairi, Riku e Sora si erano ripresi.
“C-ce l’abbiamo fatta?” chiese
Kairi.
“Si. Siete riusciti a sconfiggere definitivamente Lalancuras. Ora la sua carta verrà custodita dai guardiani.
Nessuno potrà farlo ritornare in vita” disse Sago.
“Allora avevo visto giusto, è diventato una carta” disse
Riku. “Come mai?”
“Qui quando uno viene eliminato, il suo corpo e il suo
spirito si trasformano in una carta”
A Sora e a Riku tornò in mente il castello dell’Oblio.
Anche lì chi veniva sconfitto lasciava una carta, che conteneva tutto il suo
potere.
In quel momento, sopra di loro, una carta cominciò a
cadere giù.
“Che cos’è?” chiese Pinka,
vedendo che aveva una forma diversa dalle solite carte.
Non lo seppero mai. La carta non appena giunse sopra Sora,
si dissolse, e i suoi pezzi andarono dentro Sora.
“Che cos’è successo?” chiese Riku.
“Credo che qui si trovasse una mia parte, che però è stata
sconfitta. Molto probabilmente si trovava dentro Lalancuras,
e ora è ritornata al suo proprietario” rispose Sora. “In poche parole, mi sono
riunito a un'altra mia parte, anche se per unirci definitivamente ci serve
sempre il cuore di Sora”
“Beh, allora stavolta possiamo dire che siamo riusciti nel
nostro intendo” disse Kairi, felice.
“Noi invece vi dobbiamo ringraziare. Grazie a voi
finalmente siamo definitivamente liberi. Non dobbiamo più avere paura del
ritorno di Lalancuras” disse Pinka
“Di niente. Ora temo che sia il momento per noi di
ripartire” disse Riku.
“È stato un onore conoscere ben tre custodi” disse Sago.
“Anche per noi è stato un onore conoscere voi” disse
Kairi.
“A presto!” dissero gli enterriani,
mentre i tre ragazzi salivano nuovamente sulla Gummyship, diretti al prossimo mondo.
“Uffa! Certo che questi viaggi sono piuttosto noiosi…” si
lamento Kairi.
“Già. Ma è la maniera più sicura per arrivare a
destinazione” disse Sora.
“Purtroppo…”
All’improvviso delle spie si accesero, e un
fastidiosissimo suono cominciò a riempire la Gummyship.
“Che succede?” chiese Kairi, alzando la voce per farsi
sentire
“Non lo so” rispose Riku. “Qui sembra impazzito tutto.
Stiamo perdendo potenza. Di questo passo andremmo a schiantarci su quel mondo!”
disse, indicando un mondo davanti a loro.
“Ma come mai?”
“Scusate la domanda…” disse Sora. “Ma l’avete rifornita di
carburante la Gummyship?”
Kairi e Riku si guardarono, poi guardarono insieme Sora.
“Come temevo…” disse Sora.
“Quindi fammi capire bene…” disse Kairi. “Vuoi dire che
siamo rimasti senza carburante? Ma se le cose stanno così…”
“Non ci restano molti minuti prima che la Gummyship…”
La Gummyship emesse strane rumori, dopodiché cessò di fare
qualsiasi rumore
“… si spenga” disse Sora, mostrando una minima
preoccupazione.
“Quindi tra poco…” disse Riku
Per rispondere alla sua domanda, la Gummyship cominciò a
prendere velocità, dirigendosi verso il mondo davanti a loro
“Aiuto!” urlò Kairi, aggrappandosi ai sedili per non
venire scaraventata via dalla velocità, e come lei, anche Riku e Sora si
aggrapparono a qualcosa.
Intanto, su quel mondo
“Guarda, una stella cadente” disse una ragazza, rivolta ad
un bambino.
“Già. Esprimi un desiderio, chissà se si avvera” disse il
bambino, con un tono da indifferenza
“Beh, tentare non nuoce?” rispose la ragazza, rivolgendo
gli occhi nuovamente verso la stella cadente, che però era già sparita.
“Come? È già sparita!” disse la ragazza, mettendo il
broncio. Il bambino invece si porto la mano sul mento. “Strano… non può essere
caduta così velocemente…”
Sulla Gummyship, nel frattempo, Riku stava smanettando con
gli strumenti.
“Per piacere, accenditi. Almeno per l’atterraggio!”
“Temo che lo dovremo effettuare da soli. Ci conviene
uscire e fermarla manualmente”
“Vengo anch’io” disse Kairi.
“No, tu rimani qui. Non si può mai sapere…” disse Riku,
uscendo insieme a Sora, sfruttando Glide.
I due amici si portarono davanti alla Gummyship.
“Prima di tutto, credo ci convenga raffreddarla” disse
Riku, lanciando un Blizzaga verso la Gummyship.
“Io penso a rallentare la sua caduta! Aero!” disse Sora,
facendo partire dal Keyblade un enorme colpo di vento che rallentò notevolmente
la caduta della Gummyship.
“E ora facciamola diventare invisibile. Non credo ci
convenga farla vedere a tutti, almeno finché non sappiamo qualcosa in più su
questo mondo” disse Riku, lanciando insieme a Sora l’incantesimo, per poi
rientrare nella Gummyship, che rimase visibile solo a loro, e che intanto si
andava ad appoggiare su una pianura, fortunatamente deserta.
“Ci è andata bene stavolta” disse Riku
“Già. Ma ora rimane il problema più grande… come
riforniamo la Gummyship?” chiese Kairi.
La domanda colse impreparati tutti
“Bella domanda” disse Sora. “Anche se credo che vada bene
qualsiasi tipo di carburante”
“Beh, per il momento andiamo a vedere com’è questo mondo.
Magari siamo fortunati e troviamo subito del carburante”
“Si, e magari anche un negozio con scritto ‘Tutto quello
che cercate per le vostre Gummyship gratis’, vero?”
I tre si misero a ridere, dopodiché scesero dalla
Gummyship, accorgendosi che poco lontano c’era una città.
“AHHHH!!!”
I tre si girarono verso la fonte dell’urlò. Poco lontano
da loro, videro diversi Heartless che stavano attaccando un bambino e una
ragazza. La ragazza era evidentemente spaventata, mentre il bambino sembrava
quasi che stesse tentando di proteggerla.
“Anche qui?” disse Kairi, evocando il Keyblade
“Ricordati che seguono i Keyblade, e noi ne abbiamo ben
tre, quindi è naturale che li troviamo ovunque” rispose Riku, evocando anche
lui il Keyblade, seguito anche da Sora.
“Ma che cosa sono questi esseri?” chiese la ragazza
“Non lo so…” rispose il bambino. Poi si abbassò e toccò un
punto preciso della scarpa, che si illuminò. Poi tirò un calcio ad un sasso,
spedendolo addosso ad un Heartless, che però rimase incolume.
“Maledizione…” disse il bambino.
Kairi intanto era pronta ad attaccare gli Heartless, ma
venne fermata da Riku.
“Non attaccarli direttamente. Usiamo la magia. In questo
modo non sapranno che siamo stati noi” disse lui.
Kairi capì il perché. Non potevano permettersi di finire
nei guai, nel caso fossero finiti in un mondo ostile. E negli altri mondi
avevano già commesso diversi errori.
“E va bene. Allora ci penso io” disse lei. “BRISINGR!” urlò,
facendo partire dalla sua mano delle fiamme, che avvolsero gli Heartless,
facendoli sparire. Subito dopo i tre amici fecero sparire i Keyblade.
“Sai Kairi” disse Sora. “Forse dovevamo veramente farci
aiutare da te contro Xemnas. Lo avremmo fatto fuori molto più facilmente”
Kairi sorrise. “Io ve l’ho sempre detto di farvi aiutare
da me, ma non me lo avete mai permesso”
E i tre si misero a ridere. Non si accorsero però che il
bambino li stava osservando, e sembrava avesse sentito tutto.
“State bene?” chiese Kairi, rivolta ai due.
La ragazza si rialzò. “Si grazie. Chissà che cos’è
successo, e soprattutto chi erano. Comunque piacere, il mio nome è Ran, mentre lui è Conan!” disse, prendendo il bambino per
le spalle.
“Piacere. Noi siamo Sora, Riku e Kairi”
Il bambino li guardò con interesse.
“Scusa, ti possiamo fare una domanda?” disse Riku, rivolto
alla ragazza
“Certo, dite pure” disse Ran
“Sapresti dirci dove potremo trovare un po’ di carburante?
Il nostro mezzo è rimasto a secco” continuò Sora
“Certo. In un distributore di benzina. Purtroppo il più
vicino si trova in città”
“E per caso sapresti dirci quanti munny
costa?” chiese Riku
“Munny? Che moneta è?”
“Ecco, vedi… noi siamo di… un altro paese, quindi abbiamo
un'altra moneta. Siamo venuti qui in vacanza, ma non abbiamo pensato al cambio”
si affrettò a intervenire Kairi, lanciando un occhiataccia a Riku. Occhiataccia
che non fuggì a Conan.
“Piuttosto strano che dei turisti non pensino ad un
particolare così importante” disse lui, squadrando i tre ragazzi.
“Conan, che cosa dici?” si affrettò a dire Ran, tappandoli la bocca. “Scusatelo, ma ormai è abituato a
sospettare di tutti. Questo è un inconveniente del fatto di vivere con un
detective” disse Ran, quasi rassegnata
“Siete fratelli?” chiese Riku.
“No, no” disse Ran.
“Semplicemente teniamo Conan mentre i suoi non ci sono, cioè praticamente
sempre”
Il bambino però sembrò quasi imbarazzato. E questo sembrò
molto sospetto a Riku.
“Capisco…” disse lui. “Comunque grazie per le
informazioni. Domani andremo a cercare di farci cambiare i soldi, visto che
ormai adesso è tardi” disse, guardando il sole tramontare.
“Ma voi avete un posto dove dormire?” chiese Ran
“Beh, ecco, noi a dir la verità… no” disse Kairi. “Ma non
vi preoccupate, troveremo una soluzione”
“Non se ne parla nemmeno!” disse Ran.
“Non avete nemmeno dei soldi. Perché non venite da noi? Tanto lo spazio c’è”
“Ran, lo sai che non dovresti
invitare degli sconosciuti!” disse Conan
“Suvvia Conan, non possiamo di certo lasciarli in mezzo
alla strada”
“Non preoccupatevi. Abbiamo un amico qui. Forse ci
ospiterà lui” disse Riku. Preferiva dormire nella Gummyship. Poi quel bambino
gli dava una strana sensazione… come se stesse nascondendo qualcosa…
“Siete sicuri?” chiese Ran
“Si, è un tipo molto ospitale. Non ci farà problemi” disse
Sora.
“Ok. Non posso di certo obbligarvi. Allora ciao. Chissà,
magari ci incontreremo di nuovo domani” disse Ran.
Nel frattempo Conan si era messo a cercare qualcosa in
tasca, ma sembrò non avesse trovato quello che cercava.
“Forza Conan, andiamo” disse Ran,
prendendolo per mano, e passando davanti ai tre ragazzi. A quel punto, Conan
inciampò, e cade addosso a Riku.
“Ops! Scusami, non volevo” disse
Conan, spostandosi. A Riku parve di vedere un lieve sorriso sulla faccia del
bambino.
“Allora ciao” ripete Ran,
portandosi via Conan.
I tre aspettarono alcuni minuti prima di parlare di nuovo.
“Fiu! Ci è andata bene” disse
Kairi. “E guai a voi se fate qualche altra gaff come
quella di prima. Se decidiamo di non farci scoprire, facciamo il possibile
perché ciò non avvenga”
“Scusa, ma non ho saputo trattenermi” disse Riku.
“Piuttosto, voi non avete avuto una strana impressione su quel bambino?”
“No, mi sembrava un normale bambino. Magari un po’ più
sveglio della norma, è vero, ma non credo che possa anche solo aver immaginato
chi siamo realmente”
“Speriamo”
Intanto, in una casa in città, Conan aveva indossato un
paio di cuffie, e sembrava molto interessato a quello che ascoltava. Una strana
luce brillò sui suoi occhiali per il riflesso della luce.
“Esco a prendere il latte” disse, correndo fuori dalla
porta.
“Riku, tutto bene?” chiese Kairi
Riku però non rispose. Era riuscito a far ripartire il
computer della Gummyship, e ora guardava allarmato un puntino rosso che
continuava a lampeggiare sullo schermo.
“No” disse lui. “Lo sapevo che quel bambino non la
raccontava giusta…”
“In che senso scusa?”
“Ci ha fregati. Sta sicuramente venendo qui”
“Beh, non ci vedo niente di strano”
“Non qui come posto dove ci troviamo. Qui come Gummyship!”
“Ne sei sicuro?” chiese Sora
“Si. Il computer sta segnalando che qui c’è una cimice che
trasmette il nostro segnale.”
“E come mai sei così sicuro che l’abbia messa quel
bambino?”
“Perché è l’unico con cui siamo entrati in contatto in
questo mondo in modo diretto. Infatti scommetto che…” disse Riku, cominciando a
toccarsi la maglietta. Poi ad un certo punto fece come per prendere qualcosa.
“Eccola qui… l’ha messa quando è caduto prima” disse,
mostrando un piccolo microchip, quasi invisibile.
“Maledizione!” disse Sora. “Non possiamo nemmeno partire o
spostare la Gummyship”
“Che possiamo fare?”
“Speriamo solo che venga da solo o in pochi. Non vorrei
mettermi a combattere contro altre persone”
Intanto Conan era arrivato nel parco dove aveva incontrato
quei tre ragazzi. Continuava a fissare il suo orologio.
“Ma che succede?” si domandò. “Il segnalatore indica che
sono qui, ma io non vedo nessuno. Possibile che si siano accorti subito del
segnalatore?” disse, continuando a camminare.
“Mi sa che si è rot… Ouch!” disse, andando a finire per terra.
“Ahia. Ma che cos… ma qui non c’è niente” disse, vedendo
che dove doveva aver sbattuto non c’era niente.
“Avevo ragione. Tu non sei un bambino qualunque, vero?”
disse Riku, apparendo davanti a lui, come se fosse uscito da una porta, accompagnato
da Sora e Kairi.
“E voi tre a questo punto, per quanto detesti ammetterlo,
non siete di un altro paese, vero? Ma di un altro pianeta immagino”
“Credo sia il caso di fare quattro chiacchiere, non
credete” disse Sora, prendendo Conan di forza e portandolo dentro la Gummyship.
“Ehi, fermo! Che
cosa volete farmi?” urlò Conan
“Non ti preoccupare. Non ti mangiamo mica, sai?” disse
Riku
“E allora perché prima parlavate di aver fatto fuori una
persona!” disse Conan, ricordandosi di quello che aveva sentito prima.
“La persona in questione era uno che mirava alla
distruzione di tutti i mondi per ottenere quello che voleva. E comunque non
credo si possa reputare una persona, sai?”
“Non importa, voi avete comunque commesso un omicidio!”
disse Conan, premendo un tasto sull’orologio. In quel momento lo schermo si
alzò, e videro che era una specie di mirino. Poi Conan premette un altro tasto
e fece partire qualcosa verso Riku.
Ad una velocità incredibile, Kairi evocò il Keyblade e
distrusse il misterioso oggetto.
“Cos… Come hai fatto? Sia a far apparire quell’arma che a
vedere la freccia?” chiese Conan.
Solo in quel momento si accorse dell’interno della
Gummyship, che assomigliava ad una semplice casa in miniatura, con in più gli
strumenti per la navigazione.
“E questa sarebbe un astronave? Mi aspettavo qualcosa di
più tecnologico…” disse.
“Bada a come parli. Questo tipo di Gummyship ci ha portato
in giro per variati mondi!” disse Sora.
“Se ti sentisse Paperino… meglio per te che non è venuto…”
disse Kairi, soffocando una risata.
“Già. L’ultima volta, quando ho distrutto la precedente
navicella, per un secondo ho temuto per la mia vita” disse Sora, facendo finta
di sorridere anche lui.
“Ma voi chi o cosa siete?” chiese Conan.
“Siamo semplici esseri umani” rispose Riku.
“Si, certo. E io sono un ragazzo delle superiori” rispose
Conan. “(Tanto non potranno mai scoprire che è vero)” pensò tra se.
“Da come ti comporti sarei propensa a dire che è vero”
disse Kairi
“C-come?” chiese Conan,
cominciando a preoccuparsi.
“Suvvia Kairi” disse Riku. “Nemmeno con tutti i poteri
dell’organizzazione potrebbe succedere una cosa del genere”
“E chi è che si è trasformato in Ansem?” chiese Sora
Riku fece una strana espressione, per poi girarsi verso
Conan, che era improvvisamente diventato bianco.
“L’org-organizzazione?” disse
con un filo di voce.
I tre ragazzi si girarono verso di lui
“Conosci l’organizzazione XIII?” chiese Riku
“Organizzazione XIII?” chiese Conan, riprendendo un po’ di
colore. “No, non l’ho mai sentita… credevo stesse parlando di un'altra
organizzazione…”
“Un'altra organizzazione?” ripeté Riku. “Qualcosa mi dice
che non è un organizzazione semplice, vero? Scommetto che centra qualcosa con
la tua intelligenza, eh?”
“N-no. Non centra niente!” disse
Conan, sempre più preoccupato per il suo segreto.
“Riku…” disse Sora, evocando il Keyblade. “Per quanto mi
riguarda, ci sta nascondendo qualcosa. Se mi permettete, visto che i metodi
buoni non funzionano, vorrei tentare con i cattivi”
“Ma è solo un bambino!” disse Kairi
“Non ti preoccupare. Non lo ferirò mortalmente, e poi
comunque dopo che avrà parlato lo guarirò dalle ferite. Sarò anche senza cuore,
ma posso immaginare il limite della sofferenza. Dopotutto ho avuto anch’io il
cuore, e per molti anni”
“C-come sarebbe a dire che non
hai un cuore?” chiese Conan, preoccupato.
“Non credo che ti possiamo rivelare tutto. Almeno fino a
quando tu non ci dirai la verità” disse Sora, colpendo con il lato del Keyblade
la pancia di Conan, che emesse qualche colpo di tosse e perse gli occhiali.
“Allora, insisti?” chiese Sora
“M-maledizione” disse Conan.
“Non vedo possibilità… anche se hai detto che non mi uccideresti, non mi va
l’idea della tortura… ma prima voglio una sola cosa” disse, rivolgendogli lo
sguardo. Uno sguardo che tutto sembrava tranne quello di un bambino
“Quale?” chiese Riku
“Non dovrete dire a nessuno ciò che vi dirò. Soprattutto a
Ran. Vi chiedo solo questo”
“Non ti preoccupare. Dopo che avremmo rifornito la
Gummyship, ripartiremmo, e difficilmente ci rivedrai, quindi non temere. Una
regola che non possiamo violare e quella di confondere l’ordine dei mondi”
Conan abbassò la testa. “Va bene. Avete ragione, non sono
un normale bambino. In realtà ho diciassette anni”
“COSA?” urlò Kairi, sorpresa da tale affermazione.
“Dici di avere diciassette anni, eh? Allora prima ci
credevi che eravamo semplici esseri umani” disse Sora.
“Quello non ne sono ancora convinto nemmeno adesso… io vi
ho rivelato la mia storia, che è tutta qui al momento, ora tocca a voi”
Sora fece un sorrisetto. “Mi dispiace, ma non possiamo
rivelartela”
“Perché?” chiese Conan. “Avevate detto che se io avessi
raccontato la mia storia, voi avreste fatto altrettanto!”
“È vero, ma non possiamo. L’abbiamo detto per spingerti a
dirci la verità. Ma tu la nostra non la puoi sapere. Ti possiamo giusto dire
che…”
Riku venne interrotto dal suono di una spia sul computer.
Sullo schermo in pochi secondi apparvero centinaia di pallini colorati.
“Oh, no. Se vengono qui potrebbero distruggere la città”
disse Kairi
“Chi potrebbe distruggere la città?” chiese Conan,
sperando di aver capito male
“Gli stessi esseri che vi hanno attaccato prima” rispose
Sora. “Prima siamo riusciti a farli fuori in men che
si dica, ma questa volta sono centinaia”
“COSA? Ma allora per la città è la fine!” disse Conan,
correndo verso la porta.
“Dove vai?” chiese Kairi
“Devo correre ad avvisare Ran e
gli altri. Non posso di certo permettere che corrano rischi”
“Non se ne parla nemmeno. Tu rimani qui. Avrai anche la
mente di un diciassettenne, ma il tuo corpo è pur sempre quello di un bambino.
Perciò ora scusami” disse Riku. Poi colpì Conan con il Keyblade in testa,
facendolo svenire.
“Non l’ho colpito forte. Dovrebbe riprendersi tra qualche
ora” disse, guardando la faccia di Kairi.
“Ora però andiamo!” disse Sora, uscendo fuori.
In città intanto si era scatenato il caos. Gli Heartless
stavano attaccando tutti e tutto.
“Firaga!”
“Thundaga!”
“Blizzaga!”
Le tre magie colpirono alcune decine di Heartless,
distruggendoli all’istante.
“Fortuna sono tutti Shadow”
disse Riku. Poi fece per colpirne uno, ma questo saltò all’indietro. Ad una
velocità insolita per uno Shadow.
“Che succede?” chiese Sora, vedendo che tutti gli
Heartless stavano indietreggiando.
Poi un dubbio lo raggiunse. “PRESTO! DOBBIAMO DISTRUGGERLI
IL PRIMA POSSIBILE, O ALMENO LA MAGGIOR PARTE!” disse, lanciando un altro Thundaga contro altri Heartless, che stavano
indietreggiando.
“Perché?” chiese Kairi
A sua risposta, all’improvviso un enorme colpo di vento li
investì, facendo volare tutti gli Shadow in un unico
punto, dove sparirono nel nulla.
“Sora, dimmi che non stai pensando la stessa cosa che sto
pensando io” disse Riku
“Purtroppo temo che sia proprio così. Gli Heartless si
stanno unendo tutti insieme per formarne uno più potente”
Sotto i loro occhi, infatti, due enormi occhi gialli si
aprirono nell’oscurità.
Tutti quelli che erano rimasti a vedere scapparono via il
più velocemente possibile.
“Quello è…” disse Kairi, riconoscendo l’Heartless. E non
fu l’unica. Anche Riku lo riconobbe, come anche Sora.
Era il Darkside, lo stesso
Heartless che in passato aveva distrutto il loro mondo.
“Se non lo fermiamo, distruggerà anche questo mondo!”
disse Sora
I tre amici partirono all’attacco, mirando alla testa, ma
il Darkside, con un moviemento
velocissimo, li compì con il pugno, facendoli finire addosso ad un grattacielo.
I tre non cadero giù usando Glide,
in modo da rimanere sollevati, sotto gli occhi stupiti di chi, da lontano,
stava osservando la scena, compreso Conan, che si era ripreso.
“Meno male che con me ci sono andati leggeri…” disse tra
se, massaggiandosi la testa. “Se sono in grado di volare, di sicuro sono anche
più forti di quanto credessi”
Nel frattempo, i tre amici erano atterrati.
“È più forte dell’ultima volta… nemmeno quando era Ansem a
controllarlo era così potente” disse Sora.
Sotto gli occhi di tutti, il Darkside
alzò le mani. Sopra di lui cominciò a generarsi un enorme sfera d’oscurità.
“Oh, no. Se riesce a mettere a segno quel colpo, per noi e
per questo mondo è finita” disse Riku.
“Proviamo a lanciare tutti insieme Ultimaga”
disse Sora
“Buona idea” disse Kairi.
Poi i tre ragazzi puntarono i Keyblade verso il Darkside, e urlarono insieme:
“ULTIMAGA!”
Dai loro Keyblade partirono tre raggi di una luce
fortissima, che si unirono per formarne uno solo, che sembrava ancora più
potente, e che colpì in pieno l’Heartless, provocando un esplosione che
distrusse tutti i vetri dei palazzi la intorno.
“C-c’è l’abbiamo fatta?” chiese
Kairi, stremata per lo sforzo.
Con loro sgradita sorpresa però, l’Heartless emerse dal
fumo provocato dall’esplosione illeso.
“Non è possibile!”
urlò Sora. Quell’attacco finora non aveva lasciato scampo a nessuno.
“Se è fallito questo, è finita. Non abbiamo altri attacchi
a disposizione” disse Kairi.
“No, ti sbagli. Uno l’abbiamo ancora. Vi ricordata il
potere che ci ha dato Mushra? Aveva potenziato i
nostri Keyblade in quell’occasione. Se riuscissimo a ritrovare quel potere,
potremo tentare di nuovo!” disse Riku.
“Si, hai ragione” disse Sora. “Dobbiamo provarci!”
In quel momento, il Darkside si
alzò in volo, e si mise dietro la sfera che aveva creato
“E in fretta anche!” disse Kairi, capendo che l’Heartless
stava per attaccare
I tre amici si misero uno vicino all’altro, e chiusero gli
occhi. Cercarono di rilassarsi, per potersi concentrare.
“Ma che cosa fanno? Dormono?” si chiese Conan, vedendo
grazie ad un binocolo che si era portato dietro che i tre che avevano chiuso
gli occhi, mentre quel mostro stava per attaccare loro e la città.
Il Darkside lanciò la sfera
d’oscurità verso i tre custodi, che in quel momento cominciarono a venire
ricoperti da una strana aurea dorata. In quel momento i loro Keyblade divennero
d’oro. Immediatamente i tre ragazzi aprirono gli occhi e urlarono insieme:
“FINAL ULTIMAGA!” facendo partire nuovamente dai loro
Keyblade un unico raggio, stavolta d’orato, che colpì la sfera. In quel momento
la forza d’urto dello scontro tra i due attacchi spazzò via tutte le macchine
che erano li vicino, distrusse i pochi vetri che erano rimasti interi, e le
persone, anche se erano a parecchi metri di distanza, vennero scaraventate
ancora più lontano. Anche Conan, nonostante si trovasse fuori città, sentì la
spaventosa forza d’urto, che lo fece spostare di alcuni centimetri.
“Urg… e io che avevo anche
pensato di opporre resistenza prima… menomale che ci ho ripensato” disse lui.
Intanto, sul campo di battaglia, i tre custodi stavano
sostenendo un enorme sforzò per mantenere l’attacco, che stava ancora provando
ad avere la meglio su quello del Darkside, che era
nella medesima situazione.
“FORZA! UN ULTIMO SFORZO!” urlò Sora. In quell’istante, il
loro attacco aumentò d’intensità, e coprì interamente la sfera, andando a
colpire il Darkside.
I tre custodi videro come l’enorme Heartless cominciava a
sparire, sotto l’enorme forza dell’attacco subito, che includeva anche il suo
stesso attacco.
Sotto gli occhi stupiti dei tre ragazzi però, quando
l’Heartless sparì insieme ai due attacchi, al suo posto apparve una figura
umana, che si disintegrò, diventando una specie di aurea.
“Quella è un'altra mia parte!” disse Sora. Subito la
strana aurea si diresse verso di lui, e arrivata di fronte, svanì.
L’aurea che ricopriva i tre custodi sparì pochi secondi
dopo, facendo tornare anche i loro Keyblade normali.
“Allora si può proprio dire che non tutte le sfortune
vengono per nuocere, vero?” disse Riku. “Se non fossimo rimasti senza
carburante, non saremmo mai arrivati qui e non avresti mai trovato un'altra tua
parte”
“Già…” disse Sora. “Ma mi piacerebbe sapere che cosa ci
faceva dentro quell’Heartless…”
“Forse so dove potremo trovare la risposta. Forse negli
appunti di Ansem c’è scritto qualcosa in proposito” disse Riku
“Quindi stai dicendo di tornare alla fortezza oscura?”
chiese Kairi.
“Si, credo anch’io sia la soluzione migliore. Prima però,
Riku, meglio che ci teletrasporti direttamente sulla Gummyship. Se torniamo
indietro normalmente, rischiamo che qualcun altro la scopra” disse Sora.
“Si, hai ragione. Datemi una mano” disse Riku, porgendo le
due mani, che vennero prese una da Sora e l’altra da Kairi. Subito dopo i tre
sparirono.
Intanto Conan era rimasto letteralmente con gli occhi
fuori dalle orbite.
“Ti sei già ripreso?” chiese Riku, apparendo dietro di lui
insieme a Sora e a Kairi.
Conan si girò verso di loro. “Per la prima volta in vita
mia, rinuncio a capire cosa sia successo. Qualcosa mi dice che è meglio così.
Soprattutto perché non mi conviene farvi arrabbiare, vero?” disse lui. Poi
continuò: “Comunque vi devo la vita, io come tutte le persone che abitano la
città. vi fornirò io il carburante. Aspettatemi qui.” e corse a prendere uno
skateboard, che aveva nascosto in un cespuglio, e prima che i tre custodi
potessero dire qualsiasi cosa, partì ad una velocità che i tre credevano
impossibile da raggiungere su uno skateboard.
I tre aspettarono diversi minuti prima di vedere ritornare
Conan, che però stava ritornando in macchina con una persona che sembrava un
po’ in là con l’età.
“Perché hai portato anche lui?” chiese Riku quasi
arrabbiato verso Conan.
“Non vi preoccupate. Lui conosce il mio segreto, e non
parlerà con nessuno. In più ha anche assistito al vostro ‘piccolo’
combattimento di prima, perciò sa già tutto. E poi, non sarei riuscito a
portarvi il carburante” disse Conan, aprendo il bagagliaio della macchina,
rivelando diverse taniche di carburante.
I tre custodi non sapevano che cosa dire. Ringraziarono
Conan e la persona che l’aveva accompagnato, e dopo aver rifornito la
Gummyship, decisero si salutarli.
“Grazie mille, Conan. Senza di te non avremmo saputo come
muoverci” disse Riku
“Di niente. Noi senza di voi a quest’ora non ci saremo
più” rispose il bambino. “Ma ora dove andrete?” chiese, senza riuscire a
trattenere la curiosità.
“Torneremo da un nostro amico. Dobbiamo chiedergli alcune
cose. Per fortuna il carburante che ci avete fornito è sufficiente per arrivare
da lui. Però dobbiamo sbrigarci” disse Sora.
“Ciao” disse Kairi. Poi si rivolse a Conan, dicendoli
nell’orecchio: “Comunque io glielo direi a Ran la
verità, anche perché non vorrei essere nei tuoi panni quando lo scoprirà. Sai,
noi ragazze sappiamo essere molto vendicative” concluse con una lieve risata.
“C-come?” disse Conan.
“A differenza di quello che credi, puoi diventare un libro
aperto” disse lei, prima di salire sulla Gummyship insieme a Sora e a Riku.
Pochi minuti dopo, la Gummyship decollò, sotto gli occhi meravigliati di Conan
e del suo amico.
Capitolo 45 *** “Finalmente il puzzle è completo!” ***
Capitolo 45: “Finalmente il puzzle è completo
E dopo molto tempo, finalmente il nuovo capitolo.
Purtroppo questo è uno degli ultimi capitoli, già il prossimo farà parte del
finale. Per quando riguarda questo, spero sia venuto abbastanza bene.
@ Soruccio: eh, lo so. A molti
piace quanto un personaggio buono diventa spietato. Cmq a essere sincero, neanch’io vedo quella somiglianza…
@ Ikumi91: mi fa
piacere che abbia avuto questo effetto e grazie.
Capitolo 45: “Finalmente il puzzle è completo!”
“Uff… certo che ormai ne abbiamo passate di tutti i
colori” si lamentò Kairi.
“Beh, altrimenti che gusto ci sarebbe ad essere dei
custodi?” chiese Riku, soffocando una risata.
“Ma non si può nemmeno negare il fatto che dopo questa
avventura, nessuno di noi si muoverà per almeno qualche secolo” rispose lei.
“Sono sicura che anche a te è passata la voglia di lasciare l’isola e
vagabondare per i vari mondi”
Riku scoppiò a ridere. “Stavolta ti devo dare ragione. Non
posso dire che il desiderio sia passato completamente, ma di sicuro resterò a
casa per un bel po’”.
A sentire ciò Sora abbassò lo sguardo. Si stava chiedendo
quando sarebbe stato meglio dirglielo. Ma forse era meglio non dirgli niente.
Era praticamente sicuro che non avrebbero rischiato tanto.
“Che succede Sora?” chiese Kairi, vedendo lo sguardo
dell’amico.
“Uh? No, niente” rispose lui. Per il momento era ancora
facile mentire, ma quando avrebbe riacquistato il cuore non se la sarebbe
cavata con così poco.
“Questa volta non dovremmo avere problemi ad arrivare al
prossimo mondo. Gli strumenti non segnalano nessun problema e abbiamo il
serbatoio pieno. Direi che stavolta possiamo metterci tranqui…” ma prima che Riku
potesse finire la frase, la Gummyship venne scossa da una forte vibrazione.
Sora e Kairi guardarono preoccupati Riku, che stava
tornando ai comandi bofonchiando qualcosa che nonostante loro non riuscissero a
sentire, potevano ben intuirne il significato.
“Su il morale, Riku!” disse Sora. “Sono anni che non
abbiamo un secondo di pace e secondo te gli Heartless ce lo avrebbero fatto
godere?”
Riku si girò verso l’amico con uno sguardo che fece
zittire seduta stante l’amico, che sebbene non potesse provare paura, capiva
che era meglio non mettersi contro Riku, almeno non quando era di quell’umore.
“Beh, hanno scelto il momento più sbagliato in assoluto”
disse lui, prendendo il commando dei laser. “Questa volta mi assicurerò di
eliminarli tut…”
Ma anche stavolta, Riku venne interrotto da una nuova vibrazione,
stavolta più potente, provocata da una nave di Heartless che aveva colpito la
Gummyship.
Questa volta il colpo aveva però ottenuto risultati ben
peggiore da quelli che i tre amici potevano prevedere.
Infatti i motori della Gummyship si spensero per il colpo,
proprio in prossimità di un mondo.
“Sigh. Ma perché mi ostino ancora a credere nella
fortuna?” si chiese Kairi, mentre la Gummyship si fermava e cominciava a
inclinarsi.
“Beh, che possiamo farci?” chiese Riku ironicamente.
“Dobbiamo solo sperare di finire almeno in un fiume o qualche posto pieno
d’acqua”
“Se volevi tranquillizzarmi” disse Kairi, mentre la
Gummyship cominciava a precipitare. “Sappi che non ci sei riuscito!” concluse,
per poi aggrapparsi al sedile, imitata poi anche da Riku e Sora non appena la
nave cominciò a prendere velocità, per poi cominciare la discesa verso il
mondo.
“Uh” disse un ragazzo, con sopra la spalla uno strano
animale giallo, guardando in cielo una scia di luce che cominciava a scendere
per l’atmosfera. “È la prima volta che mi capita di vedere una stessa cadente
in pieno giorno. Chissà se si possono esprimere lo stesso dei desideri?”
“Per me non p una cosa normale…” disse una ragazza dietro
di lui.
“Un po’ di positività no, eh?” rispose il ragazzo.
“Prima che voi due cominciate a litigare, credo chi prima
dovremmo fare una cosa.” disse un terzo ragazzo, guardando la scia.
“E sarebbe?” chiese il primo ragazzo.
“Beh, considerando che quella cometa sembra diretta
proprio nel lago accanto a noi…” cominciò lui.
“Dire che l’unica possibilità che abbiamo sia…”
“SCAPPARE” dissero i tre, per poi mettersi a correre,
mentre la scia si avvicinava sempre di più, per poi finire, come profetizzato
dal ragazzo, nel lago lì vicino, facendo alzare una grande quantità d’acqua e
di vapore.
“Urgh…” disse Riku, cercando di vedere, ma non ottenne
risultati per colpa della nebbia provocata dall’urto della Gummyship con il
lago. Erano riusciti ad uscire dalla Gummyship pochi secondi prima che questa
di scontrasse con la superficie del lago, e ora si ritrovavano tutti e tre
sulla riva di quel lago, anche se in quel momento Riku non riusciva a vedere
nessuno dei suoi amici.
“Che strano…” pensò Riku, mentre rabbrividiva. “Sembra che
l’acqua mi dia fastidio... Anzi, sembra quasi farmi male…” e provò ad alzarsi
in piedi, ma non ottenne risultati.
“Ma cosa succede?” si chiese. “Perché non riesco ad alzarmi
in piedi?” poi in quel momento realizzò che era su quattro zampe. “Uh? Perché
sono su quattro zampe? Aspetta: perché ho le zampe?”
Finalmente la nebbia intorno a lui cominciò a dissiparsi,
e si avvicinò all’acqua del lago per vedere se era successo ciò che temeva. Una
volta arrivato sulla riva, confermò i suoi sospetti.
Era diventato più piccolo, ma ora era tutto rosso e delle
fiamme, che sembravano formare una specie di pelliccia, lo ricoprivano quasi
interamente.
“Bene” disse ad alta voce. “Ci mancava solo questa!”
“Beh, almeno a te è andata abbastanza bene” disse una voce
dietro di lui, facendolo girare. Dietro di lui c’era un altro essere strano,
piccolo, di colore rosa e che sembrava un pallone, sia come forma che
dimensioni. Ma Riku riconobbe la voce. “Kairi, sei tu?”
“No, ma dovrebbe essere qui vicino, e immagino che anche
lui abbia cambiato aspetto, come noi due” rispose Riku.
“Infatti eccomi qua” disse Sora, apparendo dietro di loro.
Ora aveva l’aspetto simile a un topo, solo che era giallo, aveva due orecchie
appuntite, sulle guance aveva due sfere rosse e la coda aveva la forma di un
fulmine.
“Era da tanto che non mi capitava di cambiare forma per
entrare in un mondo” disse lui, riunendosi agli amici.
“Beh, ora la cosa più importante è rimettere in sesto la
Gummyship” disse, guardando la navicella che galleggiava in mezzo al lago. “Il
problema principale è come raggiungerla e portarla a riva. Non possiamo di certo
aggiustarla in mezzo al lago”
“Hai ragione” disse Kairi. “Ma come hai detto, come
possiamo fare? Adesso siamo tutti e tre di piccole dimensioni, e tu sembri
proprio l’unico di noi che non può nemmeno avvicinarsi all’acqua.”
“Si, lo so.” Disse scocciato Riku. “Sono stato male solo
nel sentire le gocce provocate dall’impatto della Gummyship con l’acqua.
Figuriamoci fare un bagno”
“Ehi, qui ci deve essere qualcuno” disse una voce,
proveniente da dei cespugli li vicino.
“Forse era qualche allenatore che si era avvicinato al
lago per osservare dei Pokemon.” disse una seconda voce, appartenente ad una
ragazza, che sbucò fuori da un cespuglio seguita da altri due ragazzi, uno dei
quali aveva sulla spalla un essere simile al nuovo aspetto di Sora, per non
dire indentico.
“Uh, che strano, qui ci sono solo un Pikachu, un Flareon e
un Jigglypuff.
“Ma non è possibile! Sono sicuro di aver sentito qualcuno
parlare” rispose il ragazzo più piccolo, quello con l’essere che a quanto pare
si chiamava Pikachu sulla spalla.
“Non so cosa dirti, ma io qui vedo solo questi tre Pokemon
e… E quello che cosa accidenti è?” chiese l’altro ragazzo, notando la Gummyship
in mezzo al lago.
“Qualcosa mi dice che non era una cometa quella di prima…”
disse la ragazza.
“Già… secondo me è uno dei marchingegni di quei tre…
meglio distruggerlo subito, prima che possano usarlo. Pikachu, usa il…”
“FERMI!” disse Riku, mettendosi davanti a loro in posizione
di difesa per proteggere la Gummyship.
“Non osate nemmeno avvicinarvi” disse Sora, avvicinandosi
all’amico.
“O ve ne faremmo pentire!” finì Kairi, raggiungendo gli
amici.
Con loro sorpresa, i tre ragazzi fecero un salto
all’indietro di circa un metro.
“N-n-non è p-p-possibile!” disse la ragazza, che sembrava
essere su una crisi di nervi.
“M-ma v-voi parlate!” disse il ragazzo più piccolo, che
manifestava una notevole sorpresa.
“Ero sicuro che l’unico Pokemon normale che potesse farlo
fosse Meowth…” che dei tre era quello che sembrava meno impressionato.
I tre amici non sapevano cosa dire. Quei tre si erano
spaventati solo nel sentirli parlare, ancora prima che potessero evocare i
Keyblade.
“Credo sia il caso di dare qualche spiegazione” disse Sora
ai due amici, che annuirono, per poi avvicinarsi ai tre ragazzi e cominciare a
spiegare”
“Uh, uh, interessante!” disse una donna, vestita di bianco
e con una grande R sopra, che stava osservando, da una mongolfiera, ciò che stava
accadendo con un cannocchiale.
“Sembra che sia vero che voi Pokemon veniate dallo spazio,
e Meowth?” disse la donna, rivolta a uno strano gatto che stava su due zampe.
“Stupidaggini! Se noi Pokemon veniamo dallo spazio, allora
io sono un umano” rispose lui.
“Allora dovremmo preoccuparci. L’unica cosa che ti rende
diverso da noi è l’aspetto” disse un terzo individuo, vestito uguale alla
compagna.
“Comunque sia, quella cosa in mezzo al lago… sono sicuro
che se ce impossessiamo, il capo sarebbe soddisfattissimo si noi. Quella è
sicuramente tecnologia molto più avanzata della nostra” continuò Meowth. “E
sono sicuro che se riusciamo ad usarla a nostro favore, finalmente riusciremmo
a catturare Pikachu.”
“Allora che cosa aspettiamo? Andiamo a prenderla, tanto i
mocciosi saranno impegnati a capire che cosa sia successo e a salvare quei tre…
EH?” disse la donna, guardando di nuovo con il cannocchiale, che poi gettò a
terra, come spaventata da quello che aveva visto.
“Che succede?” chiese il compagno.
“O sono impazzita io…” disse lei, cercando di riprendersi
“O loro hanno perso veramente qualche rotella. Li ho visti che parlavano con
quei tre Pokemon, e loro sembravano rispondere!”
“Cosa, ne sei sicura?” dissero all’usignolo i due
compagni, per poi prendere anche loro due cannocchiali e osservare increduli
alla scena.
“Quindi voi non siete dei veri Pokemon…” disse la ragazza.
“E siete capitati qui per sbaglio, ho capito bene?”
“Proprio così” disse Riku, osservando lo sguardo incredulo
dei tre ragazzi.
“Sappiamo che può sembrare assurdo, ma è così. Noi stessi
all’inizio stendevamo a crederlo” disse Kairi.
“Beh, tu lo hai scoperto solo dopo qualche anno rispetto a
me” disse Sora. “Hai già dimenticato che ho girato un bel po’ di mondi prima di
riuscire a trovarti”
“Eh eh eh…” disse lei.
“Dunque ora immagino voi vogliate ripartire” disse il
ragazzo più alto.
“Già, ma prima direi di presentarci. Io sono Riku.”
“Sora”
“Kairi”
I tre ragazzi risposero subito.
“Piacere. Io sono Ash” disse il ragazzo più piccolo. “È
lui è Pikachu” disse indicando il Pokemon che li stava sulle spalle, che li
salutò con la zampa.
“Io invece sono Lucinda” disse la ragazza.
“E infine io sono Brock” disse il ragazzo più grande.
“Questa storia però non la potremmo raccontare a nessuno.
Ci prenderebbero per pazzi” disse Ash.
“Meglio. Questa storia NON DEVE essere rivelata. Abbiamo
fatto un eccezione con voi perché ci avete colto in fragrante, e perché non
sapevamo come comportarci. Ma solitamente non riveliamo ciò a chiunque”
“Capisco… Comunque stavamo dicendo… come farete a
ripartire?”
“Prima di tutto dobbiamo portare sulla terra la nostra
nave” disse Kairi, indicando la Gummyship, solo che non sappiamo come fare…”
“Oh, non vi preoccupate…” disse una voce proveniente da
sopra di loro
“… ce ne prenderemo cura noi” disse una seconda.
In quel momento, sopra di loro arrivò una mongolfiera a
forma di faccia di gatto, dalla quale scese un’enorme calamità, che prese la
Gummyship, sollevandola.
“Oh, no” disse Ash, più scocciato che preoccupato
“Preparatevi ad una delle scene che vorrete dimenticare il prima possibile.”
Disse ai tre custodi.
“Proteggeremo il mondo della devastazione!”disse la voce
femminile
“Uniremo tutti i popoli nella nostra nazione!”disse quella
maschile
“Denunceremo i mali della verità e dell'amore!”
“Estenderemo il nostro potere fino alle stelle!”
“Jessie!”
“James!”
“Team Rocket, pronto a partire alla velocità della luce!”
“Arrendetevi subito, oppure preparatevi a combattere!”
“Meowth! Proprio così!” disse un piccolo gatto che stava
su due zampe.
I tre custodi rimasero pietrificati da una tale entrata in
scena.
“E questi da quale circo sono scappati?” chiese Sora.
“Ce lo stiamo chiedendo da troppo tempo per sperare in una
risposta” disse Brock, sospirando.
“Comunque sia…” disse Riku, rivolto ai tre ladri.
“Restituiteci subito la Gummyship. Non abbiamo tempo da perdere con dei
fenomeni da baraccone!”
“Ripetilo se hai coraggio, sottospecie di Pokemon!”
sbraitò Jessie.
In quel momento, il Pikachu di Ash scese dalla sua spalla
e si posizionò accanto a Sora.
I due sembravano due gocce d’acqua.
“E ora il tocco finale!” disse Meowth, prendendo uno
strano aggeggio che sembrava una specie di mano in gomma.
Pochi secondi dopo quella mano si allungo e si aprì, fino
a catturare uno dei due Pikachu e a portarlo sulla mongolfiera, dove venne
subito chiuso in una gabbia ricoperta di gomma.
“Se ci attaccate, questo gioiellino cadrà e finirà in
mille pezzi” disse James, per poi scoppiare in una risata insieme a Jessie e
poi sparire insieme alla mongolfiera e alla Gummyship.
Sotto, i tre ragazzi e i tre Pokemon guardavano il Team Rocket scappare con delle facce non poco sorprese.
“Non credo gli piacerà sapere che hanno sbagliato” disse
Ash, andando a recuperare il suo Pikachu, che salì nuovamente sulle sue spalle.
“Ma voi non siete preoccupati? Hanno rapito il vostro amico e rubato la vostra
navicella” chiese rivolto a Riku e Kairi.
“Beh, noi ci fidiamo di Sora. E come hai detto tu, non gli
piacerà affatto avere Sora a bordo. Non credo gliela farà passare liscia.
Detesta rimanere in gabbia.” disse Riku.
“Non per sminuire la vostra fiducia, ma lo hanno rinchiuso
in una gabbia ricoperta di gomma” disse Brock.
“E con questo?” chiese Kairi.
“Beh… l’elettricità non ha effetto sulla gomma…” disse
Lucinda
“E che centra l’elettricità?” chiese Riku, lasciando di
stucco i tre ragazzi.
Sulla mongolfiera, intanto, i tre del Team Rocket stavano
festeggiando.
“Finalmente c’è l’abbiamo fatta! Siamo riusciti a
catturare Pikachu” disse un Meowth che sembrava al settimo cielo.
“In più abbiamo anche una navicella spaziale” disse James
“Già… a proposito, non vi sembra strano?” chiese Jessie
“Che cosa?”
“Che Pikachu non abbia ancora provato a liberarsi. Se ne
sta lì fermo a dormire…”
“E di che cosa di lamenti? Meglio così, non ci darà nessun
tipo di noie. Intanto fermiamoci lì” disse Meowth, indicando una pianura.
“Quell’affare è piuttosto pesante, e la mongolfiera non riuscirà a sopportarlo
a lungo”
Così i tre fecero atterrare la mongolfiera, senza
accorgersi che Pikachu, alias Sora, stava sorridendo.
Pochi minuti dopo, la mongolfiera era atterrata, e la
Gummyship era stato posizionata accanto e il Team Rocket ora si stava
preparando per entrarci.
“Meglio controllare, prima che ci siano brutte sorprese
all’interno” disse Meowth, facendo per aprire la porta, ma venendo interrotto
da una voce proveniente da dietro di loro, più precisamente dalla gabbia dove
credevano ci fosse Pikachu.
“Io ve lo sconsiglio vivamente!” disse Sora.
“C-cosa? Pikachu sa parlare?” disse James, guardando con
orrore Sora che si metteva in una posizione strana.
“Idiota!” disse Jessie, dando un pugno in testa a James.”Abbiamo
preso il Pikachu sbagliato”.
“Forse non è un male… pensate al capo. Quando gli porteremmo
un alieno oltre che a una navicella, farà i salti di gioia!” disse Meowth.
“Non so chi sia il vostro capo…” disse Sora, e in quel
momento nella sua bocca si materializzò il Keyblade, come accadeva quando era
nelle terre del branco. “Ma non vi permetterò di portarci via la Gummyship!” e
con un colpo solo, tagliò a metà la gabbia e saltò fuori.
Il Team Rocket rimase paralizzato davanti a quella scena.
“C-cos’è quel, quel… coso?”
chiese Meowth, osservando la chiave gigante che Sora stringeva in bocca.
“Questo…” rispose Sora. “Sarà uno degli oggetti che non
dimenticherete tanto facilmente. FIRAGA!” disse, facendo partire delle sfere di
fuoco che investirono in pieno i tre.
“Coff Coff! Ma come ha fatto? Un Pikachu non dovrebbe
possedere attacchi di tipo fuoco” disse James.
“Blizzaga!”
sentirono da dietro, prima di venire colpiti da diversi blocchi di ghiaccio.
“Eccoci Sora, scusa il ritardo” disse Riku, posizionandosi
accanto all’amico, anche lui con in Keyblade tenuto in bocca.
“Meglio tardi che mai” disse facendo un lieve sorriso.
“E non dimenticarti di me. THUNDAGA!” disse Kairi, facendo
partire anche lei dal Keyblade dei tuoni che investirono il Team Rocket.
“Qualcosa mi dice che dovevamo considerare più fattori”
disse Jessie, mentre cercava di riprendersi dai tre attacchi consecutivi.
“E dovevate scegliere meglio chi derubare” disse Sora.
“Aspettate, ci siamo anche noi!” disse Ash, arrivando con
Pikachu.
“Pikachu, superfulmine!” disse l’allenatore al suo
Pokemon, che fece un salto in aria dalla sua spalla.
Il piccolo topo elettrico si circondo di un aurea fatta
solo si elettricità, che poi lanciò contro il Team Rocket, che rimase sotto
quella carica elettrica.
“Che dite, gli diamo una mano?” disse Sora, per poi
lanciare insieme a Riku e Kairi un altro thundaga verso il malcapitato trio.
A quel punto l’aria si riempì di elettricità, e pochi
secondi dopo, proprio nel punto esatto in cui si trovava il Team Rocket, una
terribile esplosione investì tutti quanti, e dalla nube dell’esplosione video i
tre componenti del Team Rocket volare via per la forza d’urto.
“Dannazione! Eravamo così vicini” disse Jessie.
“A quanto pare, con chiunque ci scontriamo, facciamo
sempre questa fine” ribatté James.
“Vorrei tanto sapere che cos’era quella chiave…” disse
Meowth.
Poi insieme tutti e tre urlarono:
“E anche stavolta il Team Rocket parte alla velocità della
luce…” dissero, prima di sparire nel cielo.
“Uff, speriamo di non incontrare più tipi tanto svitati
come quelli” disse Sora, facendo sparire il Keyblade.
“Concordo perfettamente” disse Riku, facendo lo stesso per
poi essere seguito da Kairi.
“Ma come avete fatto? Che cos’erano quelle cose?” chiese
Ash, avvicinandosi a loro.
“Ci dispiace, ma questo non possiamo rivelarvelo. Comunque
ora, pensiamo ad aggiustare la Gummyship” disse Sora.
“Non ce n’è bisogno” disse Riku, guardando felice la
Gummyship. “Sembra che tutta quella elettricità l’abbia rimessa in funzione”
“Finalmente una buona notizia, ogni tanto” disse Kairi,
non vedendo l’ora di ritornare al suo aspetto normale.
“Quindi dovete ripartire” disse Brock.
“Si, è questo il nostro destino. Dobbiamo viaggiare fino a
quanto non riusciremmo a mettere la parola fine a…”
Sora stava per finire la frase, quando sopra di lui
cominciò a materializzarsi qualcosa.
Immediatamente, i tre amici ripresero il loro aspetto
normale.
“Che cosa è successo?” chiese Riku, ignorando gli sguardi
di Ash, Brock e Lucinda, che in quel momento erano come pietrificati, con gli
occhi fuori dalle orbite.
“Chi lo avrebbe detto.” disse Sora. “È stata una fortuna
essere venuti qui. Era qui che era nascosta l’ultima parte!”
“Aspetta, vuoi dire che…” cominciò Kairi
“Si.” Rispose Sora. “Il mio cuore sta per tornare al suo
posto! Finalmente il puzzle è completo!”.
“Stop! Aspetta un minuto! In che senso il tuo cuore sta
per tornare al suo posto?” chiese Ash
“Quello che ho detto. Finalmente ora rientrerò in possesso
del mio cuore”
Infatti, sopra di lui, l’ammasso informe che si stava
formando sopra Sora stava pian piano prendendo forma, per poi diventare un
cuore che, lentamente, scivolo verso Sora, per poi venire assorbito dal suo
corpo.
Sora, dopo tanto tempo, finalmente riprese a sorridere
veramente. Ma era un sorriso che nascondeva qualcosa. Qualcosa di triste.
“Bene” disse lui. “Allora adesso possiamo compiere il
nostro ultimo dovere da custodi.”
“Già. Dobbiamo andare da lui” disse Riku.
“E fare in modo che non possa più nuocere a nessuno!” concluse
Kairi, contenta che quella storia stava finalmente per finire e che presto
sarebbero potuti tornare a casa.
Poi, senza voltarsi, i tre amici salirono sulla Gummyship,
che decollò pochi secondi dopo, lasciando giù i tre allenatori che li
guardavano con aria sia meravigliata che preoccupata.
ed eccomi di ritorno, con una bella e una brutta notizia:
la bella è che è pronto il nuovo capitolo;
la cattiva è che dopo questo alla fine mancano solo due
capitoli (già scritti). quindi la ff si sta avviando
verso la fine.
spero che sia stata di vostro gradimento, e con questo,
faccio partire l'atto finale.
Capitolo 46: Preludio d’apocalisse
“Ascoltatemi bene” disse Sora, rivolto ai due amici.
“Finalmente è arrivato il momento della resa dei conti. Ma prima di andare,
devo avvertirvi di una cosa. Non dovete mai perdere fiducia nella luce, nemmeno
per un secondo, altrimenti lui l’avrà vinta”
“Che cosa vuoi dire?” chiese Kairi.
“Presto verremo messi alla prova. Dobbiamo dimostrare di
essere disposti a tutto” rispose Sora.
“Tu sei stato con lui per diversi anni, dovresti sapere a
che cosa stiamo andando incontro” disse Riku.
“Lo so, e non lo so. Non mi ha mai rivelato il suo vero
potere. I Keyblade stavolta potrebbero non bastare”
“Ma chi è? Chi può essere così potente? Voi due lo avete
visto, ma non avete voluto rivelarmi chi è. Si può sapere il perché?” chiese
Kairi.
“Non è possibile dirti chi è” rispose Riku.
“L’unico modo che hai per capire chi è, è vederlo” continuò
Sora.
In quel momento, lo schermo della Gummyship si illuminò.
“Riku, Kairi!” disse una voce proveniente dall’altra parte”
“Maestà!” risposero i tre amici.
“Sora? Sora, sei veramente tu?” chiese il Re, apparendo
finalmente sullo schermo con faccia meravigliata.
“In carne e ossa” rispose lui.
“Ma com’è possibile? Ti abbiamo visto tutti morire”
“Non è così facile eliminarmi. Ricordatevi che sono stato
l’unico ad essere ritornato dopo essere diventato un Heartless” disse Sora
ridendo.
“Meglio così, in questo modo sarà più facile superare la
crisi!”
“La crisi?” chiese Riku
“Non so come mai, ma le stesse hanno ripreso a spegnersi una
dietro l’altra, ma con una velocità impressionante. Voi tutti sapete che cosa
vuol dire questo, no?”
“Che i mondi stanno scomparendo” rispose piano Sora.
“Abbiamo perso troppo tempo, ha già fatto partire il suo piano”
“Di chi stai parlando?” chiese il Re.
“Di colui che ci ha manovrato tutti quanti negli ultimi
anni. Il nemico più potente di tutti. Stiamo andando appunto ad affrontarlo.
Dobbiamo sconfiggerlo ad ogni costo, altrimenti tutto finirà sono il controllo
dell’oscurità”
“Se le cose stanno così, vi raggiungeremo subito”
“No!” disse Sora. “Voi dovete rimanere lì e cercare di
proteggere più mondi possibili. Presto tutto avrà fine, non vi preoccupate”
“Che cosa vuoi dire?” chiese il Re, assumendo un espressione
che dimostrava che non era riuscito a capire quelle parole. Poi all’improvviso
saltò su.
“Aspettate, non starete andando ad affrontare lui, vero?”
“Si maestà. È l’unica cosa da fare” rispose Riku.
“Ma vi rendete conto? Non avete nessuna possibilità contro
di lui. Esiste fin dall’inizio dei tempi, e se lo sconfiggete...”
“Non si preoccupi. So come evitare che accada ciò” disse
Sora, con una determinazione incredibile.
Il re lo osservò per qualche secondo in silenzio, poi annui.
“Capisco… vedo che siete determinati. Allora non mi resta
che augurarvi buona fortuna. Cercate di riuscire lì dove i vostri predecessori
hanno fallito” disse il Re.
“Non falliremo” disse Kairi. “Una volta messa la parola fine
a questa storia, riusciremmo finalmente a vivere in pace”
“Di sicuro non ci saranno più Heartless e Nessuno ad
ostacolarci in futuro…” disse Sora triste, per poi avviarsi in una delle cabine
della Gummyship. Prima di entrare, disse solo una parola:
“Perdonatemi”.
Quella parola spiazzò i due amici, che non riuscirono a
capire il significato di tale parola in quel contesto.
“Vi conviene andare a riposare anche a voi due” disse il Re.
“È la vostra ultima possibilità di recuperare le forze. Noi faremo come ci ha
detto Sora, proteggeremo i mondi nel limite delle nostre possibilità. E grazie
di tutto, amici.” Concluse, chiudendo la comunicazione.
“Qualcosa mi dice che il Re e Sora sanno qualcosa in più di
me…” disse Riku, preoccupato per come si era svolta quella conversazione.
Re Topolino si alzò dalla postazione dove aveva appena parlato
con i tre custodi.
“Maestà, che succede?” chiese Paperino, entrando di corsa
dalla porta e notando l’espressione preoccupata del Re.
“Paperino, prepariamoci per partire per Radiant Garden.
Presto dovremo usare tutte le nostre forza per l’ultima battaglia” rispose il
Re, senza alzare lo sguardo verso l’amico.
“’D’accordo. Ma cos’è successo?” chiese nuovamente il mago
di corte.
Il re non rispose. Come avrebbe fatto a dirglielo? Lui
stesso era rimasto scosso. Sapeva benissimo che cosa voleva dire Sora, e quali
sarebbero state le conseguenze.
Perciò, senza dire niente, uscì dalla sala, per avviarsi
nella sala della Gummyship.
“Maestà…” disse preoccupato Paperino. Non lo aveva mai visto
così preoccupato. Che cosa aveva appreso in quella comunicazione con Riku e
Kairi?
Alla torre di Yen Sid la
situazione era critica. Tutto intorno c’erano centinaia di Heartless e Nessuno,
che continuavano ad aumentare. Yen Sid continuava a
lanciare incantesimi che eliminava diversi Heartless ciascuno, ma che
continuavano a venire sostituiti.
“La situazione è veramente critica” dissero insieme le tre
fatine.
“E purtroppo è così in ogni mondo. I custodi devono
sbrigarsi, o presto tutti i mondi cadranno sotto l’oscurità totale. Questo
stesso mondo è destinato a cadere di questo passo” disse Yen Sid, senza smettere di lanciare incantesimi.
Una spada azzurra trapassò in pieno un Hertless,
per poi avventarsi contro un nessuno.
“Forza, dobbiamo difendere l’Isola” disse Tidus, senza smettere di colpire un Heartless dietro
l’altro, mentre Wakka faceva lo stesso con il suo
fido pallone e Selphie che colpiva continuamente con
la sua Nunchaku.
“Ma dove sono Riku e Kairi quando c’è bisogno di loro?” si
chiese Tidus.
A Crepuscopoli la situazione era
piuttosto critica. Seifer, Vivi, Rai, Fuu, Hayner, Pence
e Olette erano stati messi alle strette. Le loro armi
si erano rivelate completamente inefficaci contro gli Hertless
e i Nessuno.
“Dannazione! Non possiamo fare più niente!” disse un
infuriato Seifer, lanciando il pezzo che rimaneva
della sua spada per terra.
“Questa volta è finita” disse Hayner,
coprendosi gli occhi mentre gli Hertless e nessuno li
saltavano addosso.
Ma prima che ciò potesse avvenire, si sentirono dei colpi, e
l’urto che sarebbe dovuto avvenire tra le creature e i ragazzi non avvenne.
Hayner aprì li occhi, e vide che
davanti a loro c’erano due ragazzi, uno maschio e uno femmina, con entrambi in
mano il Keyblade. Uno assomigliava a Sora, tranne che per la capigliatura di
capelli, mentre la ragazza… aveva qualcosa che ricordava Kairi, ma aveva i
capelli neri.
“Sembra che siamo arrivati in tempo” disse il ragazzo,
facendo apparire un secondo Keyblade e facendogli cambiare forma.
“Già” rispose la ragazza. “Neanche il tempo di tornare e
subito dobbiamo combattere”
“Beh, dopotutto questa è anche la nostra città. non possiamo
abbandonarla”
La ragazza annui. “Allora forza Roxas, diamoci dentro”
“D’accordo Xion!” disse Roxas, per
poi lanciarsi insieme all’amica in mezzo ai nemici.
Anche il paese delle meraviglie era in subbuglio. Le carte
tentavano di proteggere la regina e Alice, che si erano rifugiate all’interno
del castello. Avevano messo da parte i loro dissapori quando gli Heartless e i
Nessuno avevano attaccato il loro mondo, ma la resistenza della carte soldato
non sembrava destinata a durare.
“Che guaio…” disse la voce dello Stragatto, che apparve solo
con la testa. “Se i custodi non si sbrigheranno, questo mondo cadrà nelle
ombre” disse con la sua solita voce, senza sembrare preoccupato.
“Sora…” disse Alice.
Ad Agrabah era lo stesso. Aladin continuava ad eliminare un Heartless e un Nessuno
dietro l’altro, ma questi non diminuivano di numero, anzi sembravano aumentare.
“Argh, ma non finiscono più?”
chiese ad alta voce Aladin, mentre Jasmine assisteva imponente dal palazzo la scena.
“Sora… abbiamo fiducia in te, è tutto nelle tue mani” disse
la principessa.
Un pugno colpì un Heartless, mentre un colpo di spada colpì
un Nessuno, eliminandolo.
“La situazione è veramente critica” disse Hercules.
“Ne ho viste di peggio” rispose Auron,
impugnando meglio la sua enorme spada.
“Lo immagino, però tu vieni dall’oltretomba. Non devi temere
per la tua vita” disse Hercules, eliminando un altro Heartless.
“Uno dei vantaggi di essere morto. Ora, cerchiamo di mettere
la parola fine a questa storia” disse Auron,
lanciandosi alla carica contro l’esercito di Heartless che minacciavano
l’arena.
Il mare era pieno di Hertless, e
dal castello sulla scogliera continuavano a venire lanciati colpi di cannone
che colpivano un Heartless dietro l’altro, mentre sotto il livello dell’acqua,
l’esercito di Re Tritone, armato solo di lance, continuava a eliminare un
Heartless dietro l’altro. Fortunatamente lì i Nessuno non erano arrivati.
“Cos’è successo? Questi esseri non sarebbero più dovuto
tornare” disse il re, ordinando l’attacco.
Un Heartless venne trafitto da un piccolo pugnale e sparì
pochi secondi dopo.
“Mamma mia, ma quanti sono?” disse Peter Pan, colpendo un
altro Heartless.
Accanto a lui c’era sempre la sua fidata fatina Trilli, che
però non poteva fare niente.
All’improvviso dietro Peter spuntò un Heartless, che partì a
tutta velocità verso Peter, che se ne accorse solo a pochi secondi di distanza.
Ma per sua fortuna, una palla di cannone colpì l’Heartless,
che svanì.
“Lasciate stare Peter Pan. Solo io posso avere il privilegio
di farlo fuori” disse Uncino.
“Grazie stoccafisso” ringrazio Peter.
“Sappi che lo faccio solo perché voglio essere io a
tagliarti il collo” disse il capitano, ordinando a Spugna di caricare
nuovamente il cannone.
Simba sbranò un Heartless in pochi secondi, aiutato anche
dagli altri leoni che stavano facendo la stessa cosa.
“Forza, dobbiamo scacciarli dalla rupe” urlò agli altri
leoni, che continuavano la loro opera.
Anche i fifoni Timon e Pumba si stavano dando da fare per quanto potevano per
scacciare quelle creature.
“Ma è possibile che non si può avere un po’ di pace ogni
tanto?” si chiese Timon. “Prima Scar,
ora questa invasione… cos’abbiamo fatto di male?”
Un fulmine colpì in pieno un Nessuno. Poco lontano, una
specie di scheletro umano abbassò la mano.
“Avevo in mente qualcosa di speciale per Halloween…” disse
Jack, lanciando un altro incantesimo stavolta contro degli Heartless. “Ma non
avevo in mente una cosa del genere”.
L’esercito cinese era impegnato nella battaglia forse più
dura da quanto era stato fondato.
In prima fila c’erano Mulan e il
capitano Li, che continuavano a colpire un Heartless e un Nessuno dietro
l’altro.
“Forza, dobbiamo difendere il palazzo imperiale” dissero
insieme Mulan e Li, per poi partire nuovamente
all’attacco.
Jack annientò un Heartless con un colpo della sua spada. Era
l’ultimo Heartless che vedeva, ma pochi secondi dopo una nuova armata di
Heartless e Nessuno arrivò.
“Capisco” disse. “Non mi darete vittoria facile, eh?” per
poi partire alla carica contro l’esercito.
Il principe quasi rimpiangeva di non avere più la forza che
aveva quando era la Bestia. Ora si stava difendendo usando una spada, ma non
sembrava efficace contro gli Heartless e i Nessuno.
“Dannazione, non riesco a farli niente in queste condizione”
disse arrabbiato, per poi dare l’ennesimo affondo a un Heartless.
“Maledizione, ma quanti sono?” chiese Cloud,
mentre tagliava a metà due Heartless con le due spade.
“Sono decisamente più numerosi dell’ultimo attacco in massa
che hanno fatto” rispose Leon, eliminando anche lui un nessuno con il Gunblade.
Intorno a loro c’erano migliaia, se non milioni, di
Heartless e Nessuno, e loro li stavano eliminando uno dietro l’altro, ma senza
ottenere successo, perché non appena ne eliminavano uno, ne ricompariva un
altro.
“Di questo passo non resisteremo a lungo” disse Yuffie, che era poco più lontana ed era nella stessa
situazione dei due amici.
Poco lontano c’erano anche Cid e
Merlino, che procedevano anche loro con l’eliminazione continua di Heartless.
Anche nel sistema di sicurezza le cose stavano andando nello
stesso modo. Tron era impegnato nell’eliminazione
degli Heartless e Nessuno che si erano infiltrati nel sistema.
“È terribile” disse Pippo, osservando gli schermi della
Gummyship.
“Ogni singolo mondo è stato attaccato dagli Heartless e dai
Nessuno” continuò Paperino.
“Non ci resta che avere fiducia in Sora, Riku e Kairi. Sono
gli unici che possono mettere fine a tutto ciò” disse il Re. “Se falliscono,
sarà la fine per tutti” concluse, mentre la Gummyship atterrava a Radian Garden e i tre andavano ad aiutare i loro amici.
“Ci siamo!” disse Sora, osservando lo spazio davanti a loro.
“Chissà perché, ma lo immaginavo” disse Kairi
“E così, finalmente è giunto il momento” disse Riku
Davanti alla Gummyship, c’era un enorme buco nero, che stava
aumentando di dimensioni ogni secondo che passava.
“Più aumenta, più mondi sono caduti” disse Sora.
“E vista la velocità con cui aumenta di dimensioni, entro
qualche ora sarà tutto finito. Sarà l’apocalisse!” disse Riku.
“Già. Sarà l’apocalisse veramente se non lo fermiamo adesso!
Sono sicuro che tutti i nostri amici in questo momento stanno rischiando la
vita per proteggere i loro mondi. Non possiamo abbandonarli!” disse Sora.
“Dobbiamo farlo. È il nostro dovere. È questa sarà la nostra
ultima missione. La battaglia finale!” continuò. “Non ho idea di come sia
diventato lì dentro, ma di sicuro non ci sarà la benché minima luce.”
“Non importa. vorrà dire che saremo noi a portarla” disse
Kairi.
Riku e Sora annuirono
“Si, hai perfettamente ragione” confermò Riku.
“Ma ora basta parlare! Il destino dei mondi e nelle nostre
mani!” disse Sora, per poi prendere i comandi della Gummyship e dirigendosi
verso il buco nero.
e come promesso, ecco qui il penultimo capitolo.
Mi rendo conto che con questo capitolo mi metterò contro tutti i fan di kingdomhearts e nomura stesso, quindi al momento mi trovo in un rifugio
anti atomico XD.
Scherzi a parte, credo proprio che mi odierete dopo questo capitolo.
ma ora basta parlare:
@ soruccio: mi dispiace
dovertelo dire, ma purtroppo quella ff è
momentaneamente sospesa. + avanti rivelerò il perché. Per il momento nn posso che dirti buona lettura di questo penultimo
capitolo e mi scuso.
Capitolo 47:Il destino dei mondi
Quando la Gummyship entrò nel buco nero, l’oscurità gli
avvolse completamente.
“Questo posto mette i brividi” disse Kairi
“È naturale. Questo è il posto da cui nascono gli
Heartless e i Nessuno. Questa è la vera oscurità” rispose Sora.
“Non pensiamoci. Pensiamo solo alla nostra missione” disse
Riku
“Non preoccuparti” gli rispose Sora “Sarà lui a trovarci.
Come vi ho già detto questa sarà la più difficile delle battaglie. E in un modo
o nell’altro, sarà anche l’ultima”
“Speriamo che si concluda a nostro favore, così potremo
tornare tutti e tre sull’isola” disse Kairi.
Sora abbassò lo sguardo, facendo in modo che i due amici
non lo potessero vedere.
“Giusto” disse infine. “Tutti i mondi stanno aspettando il
nostro intervento. Non possiamo deluderli!” disse Riku.
All’improvviso, una risata agghiacciante ricoprì tutto il
vuoto che li circondava.
“È lui” dissero insieme Riku e Sora, evocando
immediatamente i Keyblade, seguiti da Kairi.
Ma prima che potessero agire, un raggio nero partì dal
nulla, per colpire in pieno i motori della Gummyship.
“Presto, tutti fuori!” urlò Sora, per poi uscire di corsa
dalla Gummyship seguito dagli altri due e pochi secondi prima che essa
esplodesse in mille pezzi.
“Oh, no…” disse Kairi, realizzando che il loro unico mezzo
per uscire da quel posto era stato distrutto.
Ora i tre custodi riuscivano a galleggiare nell’oscurità,
come se lì la forza di gravità non esistesse, e nonostante questo riuscivano
comunque a respirare e a muoversi liberamente.
“Non preoccuparti Kairi. Riusciremmo lo stesso ad
andarcene” cercò di tranquillizzarla Riku.
“Andarvene?” disse una voce agghiacciante, la stessa della
risata.
I tre custodi cercarono la fonte della voce, ma non
riuscirono a vedere niente.
“Bene, bene, bene. Finalmente incontro insieme i tre
custodi del Keyblade. Ho già incontrato due di voi, e ne ho addirittura
addestrato uno. Vero, Sora?” disse la voce, mentre davanti a loro si
materializzava un individuo coperto dall’impermeabile nero.
“Credi forse di potermi incantare di nuovo?” disse Sora,
prima di tagliarlo in due. “So benissimo che puoi creare delle marionette
d’oscurità. Come quella che hai usato per allenarmi o per sconfiggere i nostri
predecessori. Come so che ognuna di questa non ha nemmeno un millesimo della
tua vera forza”
“Vedo che nonostante tutto il mio addestramento ti è
tornato utile. Ma anche sapere queste cose non vi salverà. Tu sai a cosa mi
riferisco, vero Sora?” continuò la voce.
“Sta zitto!” disse Sora, posizionando il Keyblade, pronto
a colpire.
“Speri davvero di colpirmi? Ti sei già dimenticato chi
sono? O meglio, cosa sono?” chiese la voce.
“No, non l’ho dimenticato. Ma per questo non rinuncerò a
batterti”
“Stupido stolto! Speri davvero di potermi battere? Me,
l’OSCURITà IN PERSONA?” le ultime
parole tuonarono per tutto lo spazio e anche oltre. Furono sentite in tutto
l’universo, in tutti i mondi.
“Guardate!” disse la voce, facendo apparire davanti a loro
una specie di specchio. “Guardate come l’apocalisse sta arrivando
definitivamente ovunque!”
Sora, Riku e Kairi videro all’interno dello specchio
immagini agghiaccianti. In quel momento si vedeva il castello Disney, che stava
crollando in seguito ai forti colpi a cui stava venendo sottoposto. Poi cambiò
scenario, e videro la torre di Yen Sid, impegnato a
eliminare un Heartless e un Nessuno dietro l’altro usando la magia, ma che non
sembrava in grado di resistere a lungo.
Nello specchio videro ogni singolo mondo che avevano
visitato, e videro come uno ad uno stavano venendo annientati dagli Heartless e
Nessuno.
Radiant Garden era quello messo peggio di tutti. Tutti i
loro amici erano lì, e stavano combattendo senza sosta. Anche il Re, con
Paperino e Pippo erano lì, ma contro di loro c’erano milioni, se non miliardi
di Heartless e Nessuno.
“È terribile!” disse Kairi, senza riuscire a credere ai
loro occhi.
“Come vedete, ormai per voi è finita!”
“No…” disse Sora. “Non è ancora finita. Noi siamo ancora
qui, e ti fermeremo una volta per tutte. I nostri predecessori hanno fallito, è
vero, ma noi faremo di tutto per riuscire dove loro hanno fallito!”
“Davvero?” chiese la voce, quasi ridendo. “Allora
dimostratelo!”
In quel momento, davanti a loro si materializzò un'altra
figura, diversa dalla precedente. L’altezza era uguale a quella di Sora, e
anche l’aspetto era pressoché identico.
“Ma quello è…” disse Kairi
“Roxas…” disse Sora, preparandosi al combattimento.
“Quindi è questo che hai deciso? Vuoi farci affrontare nuovamente i nostri
avversari più forti?” chiese Sora alla voce, che però non rispose.
“Capisco…” disse infine Sora, mettendosi in posa, pronto
al combattimento.
“Non pensare di combattere da solo!” disse Riku,
mettendosi al suo fianco. “L’ho già affrontato, so quanto è forte”
“Lo stesso non sarà per me” disse Kairi, affiancandosi
anche lei all’amico. “Ma di certo non resterò a guardare”
“Grazie amici” disse Sora, per poi rivolgere lo sguardo al
falso Roxas, che evocò i suoi due Keyblade.
“VIA!” urlò Sora, per poi partire all’attacco verso
l’avversario seguito dai due amici.
Attaccarono tutti e tre insieme, ma Roxas, usando i due
Keyblade, riuscì a parare l’attacco e scagliò via Riku e Kairi.
Sora approfittò del momento e gli lanciò addosso una sfera
di fuoco, per poi colpirlo subito dopo con una di ghiaccio e infine
fulminandolo. Purtroppo per lui, Roxas ne uscì indenne.
A quel punto fu Roxas ad attaccare. Ad una velocità
incredibile, arrivò a fianco di Sora, e in meno di un secondo il Keyblade di
Sora si scontrò con i due di Roxas.
A Sora venne in mente il suo precedente scontro con Roxas.
Ma quello era avvenuto solo nella sua mente alla fine, visto che Roxas si era
già riunito a lui.
Usando tutta la sua forza, Sora riuscì a respingere
l’attacco, staccando i Keyblade da Roxas, che rimase sorpreso per quella mossa.
“Proprio come l’altra volta” pensò Sora, approfittando di
quel momento per affondare il Suo Keyblade nel corpo dell’avversario. In pochi
secondi il falso Roxas sparì nell’oscurità.
“C’è l’hai fatta. E da solo” disse Riku, raggiungendolo.
Ma prima che i tre potessero esultare, altre due figure si
materializzarono davanti a loro.
“Stavolta sono Cloud e
Sephiroth” disse Sora, senza essere troppo sorpreso nel vedergli.
L’unica differenza che vedeva in Cloud
era la spada, che questa volta non era coperta dai soliti veli.
“Sbaglio, o te lo aspettavi?” chiese Riku.
“Molto probabilmente dovremmo scontrarci con tutti quegli
che reputiamo forti” rispose Sora, preparandosi al nuovo combattimento.
I due avversari partirono in contemporanea, puntando
entrambi verso Sora, che riuscì a parare i due attacchi e a respingergli.
Immediatamente però Cloud partì
nuovamente alla carica. Mentre si avvicinava a Sora venne circondato da
un’aurea blu e in prossimità di colpire Sora, la sua spada si divise in sette,
che circondarono Sora.
“Ma cosa…?” si chiese Sora, prima di vedere Cloud che volava a prendere la prima per poi abbattersi su
Sora, che riuscì a fatica a parare il colpo; poi volò a prendere la seconda
sostituendola con quella che aveva in mano e ripeté l’attacco, per poi fare lo
stesso con le altre cinque, che Sora riuscì a parare.
Solo dopo quei sette attacchi Sora si accorse che cosa
stava facendo Cloud. Non sapeva spiegarsi come, ma Cloud aveva lasciato in prossimità di ogni spada una specie
di sua copia, e ora tutti e sette i Cloud sembravano
in procinto di attaccarlo in contemporanea.
“Accidenti…” pensò Sora, preparandosi a parare la raffica
di colpi. “Se riesce quest’attacco, difficilmente ne uscirò vivo”
Poi, senza preavviso, l’attaccò parti. Sora fece l’unica
cosa che gli veniva in mente, e lanciò un reflex pochi millesimi di secondo
prima dell’impatto.
Il riflesso del colpo fu micidiale. I sette Cloud vennero cancellati dal loro stesso colpo, e Sora poté
tirare un sospiro di sollievo e rivolgere lo sguardo ai due amici, che in quel
momento erano impegnati con Sephiroth.
Riku riuscì a parare il fendente di Sephiroth, mentre
Kairi tentò di attaccarlo alle spalle, ma lui riuscì a scansarlo facilmente.
“È fortissimo” disse Riku, riuscendo a riprendere fiato.
“Già. Uno dei più forti avversari che abbiamo incontrato
finora” gli rispose Kairi, mentre Sephiroth si dirigeva verso di loro.
“Proviamo ad attaccarlo insieme” propose Riku.
“Va bene. THUNDAGA!” disse Kairi, lanciando un tuono
addosso all’avversario, che venne colpito in pieno.
“FIRAGA!” aggiunse Riku, lanciando una sfera di fuoco
verso Sephiroth, che non scansò nemmeno quell’attacco, e che venne avvolto dal
fumo.
“Forse c’è l’abbiamo fatta” disse Riku.
Ma prima che potessero confermarlo, un raggio azzurro
parti dal fumo, diretto verso di loro. Per loro fortuna, prima che potesse
colpirli, Sora riuscì a parare l’attacco.
“Ma devo fare tutto io?” chiese ai due, che si limitarono
ad una risatina nervosa.
Sora scosse la testa, e poi partì all’attacco verso
Sephiroth, e i due cominciarono a lanciarsi una raffica continua di colpi.
Lo scontrò durò diversi minuti, e nessuno dei due sembrava
voler cedere. Poi Sephiroth, usando uno strano gioco di spada, riuscì a
togliere il Keyblade a Sora, che rimase disarmato.
Ma proprio nel momento in cui Sephiroth si preparava a
colpirlo, Sora vide un Keyblade che trapassò in pieno petto l’avversario, che
svanì pochi secondi dopo. Davanti a lui c’era Kairi.
“Questa volta sono stata io a salvarti” disse ridendo.
“Grazie Kairi. Ma non abbassare la guardia, non è finita!”
Appena pronunciate queste parole, davanti a loro si
materializzarono altre due figure, entrambe vestite come l’organizzazione XIII
ma entrambi con il cappuccio alzato.
“Ancora l’organizzazione?” chiese Riku, quasi scocciato.
Immediatamente, i due partirono all’attacco. Il più alto
evocò due chakram, che presero immediatamente fuoco e
si avventò su Kairi, che riuscì a parare l’attacco.
“Ma tu sei Axel!” disse Kairi, riconoscendo il nessuno e
respingendo l’attacco.
Nel frattempo l’altro individuo di diresse verso Sora, e
solo all’ultimo evocò un Keyblade e attaccò, anche se Sora riuscì a difendersi.
“Cosa? Ancora Roxas?” chiese Sora, riuscendo e respingere
il Nessuno e involontariamente a toglierli il cappuccio.
“C-Cosa?” disse sorpreso Sora, seguito anche da Riku e
Kairi, che forse era la più sorpresa.
“E quella chi è?” chiese Kairi, mentre respingeva
nuovamente i due chakram.
Ma il Nessuno non rispose.
“Non so perché, ma mi sembra di averla già vista…” disse
Riku.
“Ma dai? Non è per il fatto che escluso il colore dei
capelli è identica a Kairi di qualche anno fa?” chiese ironicamente Sora,
parando un altro attacco.
“No, non è per quello…” rispose Riku, per poi partire
all’attacco verso il nessuno. “Non importa. ora è comunque un nostro nemico!” e
cominciò uno scambio di colpi tra lui e il Nessuno, mentre Sora andava ad
aiutare Kairi, e che riuscì a parare un colpo che altrimenti l’avrebbe colpita
in pieno.
“Grazie Sora” disse lei, prima di lanciare una sfera di
ghiaccio verso Axel, seguita anche da Sora.
L’attacco colpì in pieno il Nessuno, che sparì subito
dopo.
“Per nostra fortuna queste copie non sono forti come gli
originali, altrimenti non so fino a che punto riusciremmo a resistere” disse
Sora, per poi andare insieme a Kairi ad aiutare Riku, che era ancora impegnato
contro il misterioso nessuno.
Ma prima che i due amici riuscissero a raggiungerlo, Riku
riuscì ad affondare il Keyblade nell’avversario, che svanì.
“Uff… non finiscono più” disse
Riku.
“Puoi ben dirlo” gli rispose Kairi, mentre si
materializzavano altre due figure.
“Anche loro due?” chiese Riku, riconoscendo l’Heartless di
Xehanort, Ansem, e il suo nessuno, Xemnas.
“Beh, sarebbe stato strano se non ce li avesse mandati
contro, no?” gli rispose Sora, per poi partire subito all’attacco contro Ansem,
che però parò facilmente l’attacco grazie alla creatura che lo difendeva da
dietro.
Riku e Kairi invece partirono alla carica contro Xemnas,
che parò anche lui i due Keyblade usando le sue spade laser.
Tra Sora e Ansem cominciò un rapido scambio di colpi, ma
nessuno dei due sembrava intenzionato a cedere. Sora cominciò a lanciarli
contro diverse sfere di fuoco e ghiaccio, e a provarlo a fulminarlo con i
tuoni, ma l’Heartless sembrava immune a tutto ciò. Alla fine decise di usare
tutte e tre le magie insieme e riuscì a colpirlo in pieno, facendolo
traballare, per poi decapitarlo con il Keyblade, facendolo sparire.
Nello stesso momento, Kairi e Riku erano impegnati in un
continuo scambio di colpi con Xemnas, che però non cedeva. Kairi riuscì a
tenerlo impegnato, mentre Riku lo aggirava, per poi colpirlo in pieno,
trapassandolo con il Keyblade e facendo sparire anche lui.
“Uff… e anche questi sono
sistemati” disse riprendendo fiato Kairi.
“I miei complimenti, custodi del Keyblade. Mi aspettavo
che sareste caduti prima, ma mi sbagliavo” disse la voce. “Così mi avete dato
modo di capire chi siano i vostri prossimi e ultimi avversari, perché contro di
loro non potrete avere nessuna speranza”
“Abbiamo sconfitto tutti quelli che ci hai mandato contro,
pensi davvero che ci sia ancora qualcuno che possa batterci?” chiese Riku, in
modo di sfida.
“Oh, ne sono assolutamente sicuro” disse la voce, mentre
davanti a loro si stavano materializzando ben tre figure.
“Oh no!” disse Sora, pronto a difendersi.
“Non credevo lo potesse fare” aggiunse Kairi.
“Aveva ragione. Sono i nostri avversari perfetti. Sono le
nostre copie!” disse Riku, osservando i loro tre cloni.
“Ognuno si occupi del suo” disse Sora. “Noi siamo
consapevoli dei nostri stessi limiti, quindi abbiamo una possibilità. Poi così
non c’è il benché minimo rischio di confondersi” disse, per poi partire
all’attacco verso il suo clone.
Paperino eliminò un Heartless in un colpo solo
fulminandolo, mentre Pippo proteggeva il re da altri Heartless e Nessuno.
“Qui la situazione si mette male” disse Paperino.
“Non possiamo cedere” gli rispose il re, tagliando a metà
un Heartless. “Dobbiamo eliminarli tutti, fino all’ultimo. Anche se questo
dovesse costarci la vita”
“Lo so” rispose il mago.
“Questo potrebbe essere il nostro ultimo momento” disse il
Re. “Mi dispiace di avervi coinvolto in tutto questo. Non immaginavo certo che
potesse finire così”
“Non si preoccupi Maestà. Noi l’abbiamo sempre servita con
piacere. Ma ho sempre fiducia nei nostri amici. Sono sicuro che riusciranno
nella loro missione e verranno ad aiutarci, e dopo potremo festeggiare la fine
del pericolo” disse Pippo.
Il re non rispose subito.
“No” disse infine. “Mi dispiace dirvelo così, ma non
rivedremo più i tre custodi”
Sora cominciò un cambio di colpi con il suo clone. Questa
copia era diverse dalle altre. Era forte quanto lui, e forse di più. Adesso
capiva il piano del loro avversario. Gli aveva prima fatti stancare con copie
dei loro precedenti nemici e amici, e ora gli voleva fare fuori usando loro
stessi.
“Beh, io non mi arrenderò facilmente” disse Sora,
cominciando a colpire l’avversario con più forza. “Non è questo il momento per
me di andarmene!” disse, riuscendo a togliere il Keyblade dalle mani
dell’avversario, che però lo rievocò subito, parando così il colpo che stava
per tagliarlo in due.
“Dannazione!” si lasciò sfuggire Sora, per poi partire di
nuovo all’attacco.
“Non posso usare quell’attacco adesso!” pensò, mentre
lanciava un Ultima addosso alla sua copia, che lo devio usando il Keyblade.
“La magia è inutile contro di lui” pensò Sora. “Non mi
rimane che continuare a cercare di colpirlo con il Keyblade, fino a quando non
riuscirò a centrarlo”.
Lo scambio di colpi continuò per diversi minuti, senza che
uno o l’altro riuscisse ad avere la meglio sull’altro, e lo stesso valeva anche
per Riku e Kairi.
Fu Kairi la prima a cambiare le carte in tavola. Con una
mossa astuta, fece finta di perdere l’equilibrio e di perdere il Keyblade,
facendo così credere alla sua copia di star vincendo e fargli abbassare la
guardia. Ed era proprio quello che Kairi voleva. Ignorando la sensazione di
colpire se stessa, rievocò il Keyblade proprio davanti al petto della copia,
con il risultato che il Keyblade, apparendo, la trafisse, senza nemmeno che lei
se ne accorgesse, e facendola scomparire.
“E brava Kairi” pensò Riku, mentre era ancora impegnato
nello scambio di colpi con il suo clone.
“Tanto vale provare” pensarono insieme sia Riku che Sora,
e usando la stessa tattica di Kairi, riuscirono ad eliminare le loro copie.
“Grazie Kairi” dissero i due amici.
“Senza la tua idea, chissà quando sarebbe andato avanti il
combattimento” gli disse Sora.
I miei complimenti. Davvero, sono sorpreso” disse la voce.
“Ma ora basta copie! Interverrò personalmente!” e non appena ebbe detto questa
frase, l’oscurità gli avvolse completamente, impendendoli addirittura di vedere
se stessi.
“L’oscurità esiste in ogni cuore” disse la voce. “Combatte
continuamente con la luce, senza che nessuna delle due riesca ad avere la
meglio sull’altro. È una guerra che esiste fin dall’origine di tutto, e oggi
finalmente l’oscurità avrà la meglio sulla luce. Soffocate, guerrieri della
luce. Soffocate nell’oscurità eterna, dalla quale non si può più fare ritorno.
Non troverete la minima traccia di luce, e quella che avete dentro di voi verrà
offuscata definitivamente!”
“NO!” urlò Sora, dissipando le tenebre intorno a lui.
“Cosa? Come hai fatto a resistere all’oscurità”
“Nello stesso modo in cui ci sono riuscito anch’io” disse
Riku, riemergendo anche lui dall’oscurità
“E pure io” disse Kairi.
“Siete più forti del previsto, lo ammetto” disse la voce.
“Ma siamo sempre lì. Anche se nell’impossibile caso riusciate a sconfiggermi,
l’oscurità non cesserà di esistere nei cuori. Ci saranno sempre persone pronte
a cedere!”
“È vero, l’oscurità non può sparire. Come non può la luce”
disse Sora.
“Ma ci deve essere l’equilibrio. Nessuna delle due deve
avere il soppravvento sull’altra” disse Riku
“È questo che distingue un cuore forte da uno debole”
aggiunse Kairi. “Io era una delle sette principesse da cuore puro, fino a
quando non sono stata contaminata anch’io dalle tenebre. Ma non per questo ho
intenzione di cedere”
“L’oscurità verrà rimessa al suo posto. Né oggi, né mai
avrà il soppravvento sulla luce” disse Sora, posizionando il Keyblade davanti a
se.
“Quando entrai in possesso del Keyblade…” cominciò a dire.
“Dentro di me una voce mi spiegò quale sarebbe stato il mio dovere, ma poi mi
fecce dimenticare tutto, dicendomi che lo avrei ricordato il giorno in cui ci
sarebbe stato bisogno di quella conoscenza. È oggi è quel giorno!”
“Di cosa stai parlando?” chiese Riku.
“Il mio Keyblade ha un attacco segreto” gli rispose Sora.
“Un attacco in grado di eliminare definitivamente l’oscurità. Ma per
effettuarlo servono tutti e quattro i Keyblade”
“Ma allora cosa possiamo fare? Il Re non è con noi!” disse
Kairi.
“Non serve che ci sia. Posso richiamare il suo Keyblade
qui, anche se lui ne rimarrà senza”
A Radiant Garden Re Topolino continuava a eliminare
Heartless e Nessuno uno dietro l’altro. Ma mentre stava per colpirne uno, il
suo Keyblade si illuminò e sparì.
Il Re non ne sembrò troppo sorpreso. Anzi, lo aveva
previsto. Per questo si era portato dietro una spada normale, con la quale
poteva comunque continuare a combattere.
“Maestà, cosa succede? Perché il suo Keyblade è sparito?”
chiese Paperino.
“Sta per cominciare la battaglia finale” gli rispose il
Re. “E il mio Keyblade è richiesto altrove” disse, continuando a combattere.
Davanti a Sora apparve il Keyblade dorato del Re.
“Quindi hai intenzione di usare quell’attacco?” chiese la
voce, che sembrava stesse cominciando a preoccuparsi.
“Riku. Kairi. Mi dispiace” disse Sora
“Di cosa?” chiese Kairi.
“Vi ho nascosto una cosa che riguarda questo attacco.
Servono anche tre custodi”
“Beh, ci siamo” disse Riku.
“Non è solo questo” gli rispose Sora. “I tre custodi
dovranno usare tutta la loro forza per scagliare l’attacco. Spariranno
nell’effettuarlo!” disse Sora, cominciando a piangere.
“Cosa?”
chiesero insieme i due amici.
“Mi dispiace, non avrei dovuto tenervelo nascosto fino ad
adesso, ma non sapevo come dirvelo” rispose Sora. “E non è tutto. Anche i
Keyblade spariranno insieme a noi. Sarà la fine dei custodi, oltre che
dell’oscurità”
Sora credete che i due amici l’avrebbero rimproverato per
quello, ma invece si affiancarono a lui.
“Non siete arrabbiati?” chiese lui, incredulo
“E perché dovremo?” chiese Riku. “Non lo hai detto perché
non volevi che ci lanciassimo all’attacco sapendo benissimo che comunque non
saremo più usciti vivi da qui”
“Ora capisco perché non ti sei preoccupato per la
Gummyship” disse Kairi. “Ma se credi che ti abbandoneremo adesso, ti sbagli.
Siamo arrivati fin qui. Non ci arrenderemo ora, anche se questo significa
sparire per sempre”
“Amici…” disse Sora
“Grazie”
“Ora basta chiacchiere!” disse Riku. “Abbiamo un attacco
da portare a termine!”
“Stolti! Siete davvero disposti a sacrificarvi pur di
sconfiggermi?” chiese la voce, questa volta senza nascondere la paura.
“Tutti contano su di noi” disse Sora, mentre lasciava
volare il suo Keyblade affianco a quello del Re. “Ci hanno affidato il destino
dei mondi, non possiamo fallire!”
“Abbiamo combattuto a lungo. Sapevamo che prima o poi
sarebbe giunto questo giorno” aggiunse Riku, lasciando anche il suo Keyblade.
“Ora è il momento di adempiere al nostro ultimo compito da
custodi!” finì Kairi, facendo lo stesso con il suo Keyblade.
Ora i quattro Keyblade erano tutti vicini. Per qualche
secondo rimasero immobili, per poi all’improvviso illuminarsi, una luce così
intensa che illuminò a giorno anche quell’oscurità.
“NO! FERMATEVI!” disse la voce.
“Per te è finita, oscurità! Invochiamo il potere dei
quattro Keyblade. Rilasciate la vostra forza, attingete dalla nostra. Noi, gli
ultimi tre custodi, vi chiediamo di eliminare l’oscurità, facendo in modo che
non possa più tornare!” disse Sora, mettendo le mani sui Keyblade, seguito da
Riku e Kairi.
Al contatto con i custodi, i Keyblade si illuminarono
ancor di più, fino ad esplodere.
L’esplosione era fatta di luce pura e il pochi istanti
eliminò completamente l’oscurità che l’avvolgeva.
Il buco nero che la conteneva sembrò implodere, e rilasciò
la luce, che investì tutti i mondi, e rigenerando quegli che l’oscurità aveva
distrutto.
Il Castello Disney, che ormai era in procinto di cadere,
difeso solo dalla pietra di luce, fu investito da una fortissima luce, che
sembrò pietrificare tutti gli Heartless e Nessuno, che caddero a terra per poi
sparire pochi secondi dopo.
“Che cos’è successo?” chiese Paperina alla regina Minni, che però non seppe rispondere.
Alla torre di Yen Sid avvenne lo
stesso. Mentre il mago era impegnato a combattere contro gli avversari, tutto
venne investito da una fortissima luce, che cancellò sia gli Heartless e i
Nessuno.
“I custodi c’è l’hanno fatta” disse, senza però dimostrare
di essere felice.
A Crepuscopoli accadde lo
stesso. Mentre Roxas e Xion continuavano a diffendere gli abitanti, Una fortissima luce gli investi.
Anche lì gli Heartless e Nessuno nemici scomparvero, mentre a Roxas e Xion accadde qualcosa di strano. La luce avrebbe dovuto
eliminarli, essendo nessuno, invece sembrò donargli nuova forza. I Keyblade
nelle loro mani si sgretolarono al contatto con la luce e qualcosa cominciò a
battere nei loro petti.
Tidus non riusciva a credere ai
suoi occhi. L’esercito di Heartless e Nessuno che fino a pochi secondi fa
minacciavano la loro casa era svanito, in seguito ad una fortissima luce che
gli aveva investiti completamente.
“Sapevo che non ci avrebbero delusi!” disse contento Wakka.
Paperino, Pippo, Re Topolino, Leon, Cloud,
Yuffie, Cid, Merlino, Aerith e tutti gli altri che stavano combattendo per
difendere Radiant Garden, rimasero abbagliati da una luce fortissima, che
ricoprì completamente il loro mondo. Quando riaprirono gli occhi, videro che
tutti gli Heartless e Nessuno si erano fermati, come se fossero stati
pietrificati, per poi cadere a terra e sparire nel nulla.
“Cos’è successo?” chiese Leon
“I custodi c’è l’hanno fatta. Sono riusciti a sconfiggere
il nemico, e con lui tutti gli Heartless e Nessuno.” Disse il Re, senza
nascondere la sua tristezza.
“E perché non esultate allora?” chiese Cid,
vedendo che il Re non esultava come gli altri.
“Questa vittoria ci è costata più di quando voi possiate
immaginare” gli rispose il Re.
“Ma hai detto che Sora, Riku e Kairi sono riusciti a
sconfiggere il nemico! Questo vuol dire che fra poco saranno qui, dove verranno
accolti da eroi!” disse entusiasta Yuffie.
“No.” Disse il Re, facendo gelare il sangue a tutti.
“C’era un solo modo per sconfiggere il nemico. E se gli Heartless e Nessuno
sono spariti, vuol dire che lo hanno fatto”
“Insomma, che cosa è successo?” chiese Cid,
spazientito.
“I custodi… non esistono più!” rispose il Re. “L’unico
modo era questo. Sora lo sapeva, come sapeva che era l’unico modo. I custodi, i
Keyblade… non esistono più. Anche gli altri Keyblade sparsi per i mondi saranno
spariti per sempre”
“Quindi è questo che è successo?” chiese una voce, e
davanti a loro si aprì un varco oscuro, dal quale uscirono due ragazzi, uno
maschio e una femmina.
“E voi chi siete?” chiese Leon
“Siamo Roxas e Xion, i due
nessuno di Sora. O meglio, lo eravamo”
“Che cosa volete dire?” chiese il Re.
“Quella luce ha eliminato tutti gli Heartless e Nessuno.
In più i nostri Keyblade si sono disintegrati e non sappiamo come, ora
possediamo un cuore” gli spiegò Roxas.
“Quindi è vero… i Keyblade e i custodi non esistono più…”
disse Paperino accasciandosi a terra, per poi rialzarsi di colpo. “Però questo
vuol dire che Sora e gli altri sono ancora vivi, semplicemente non sono più
custodi, giusto?”
Il re scosse la testa. “Purtroppo non è così. Per
sconfiggerlo non bastava rinunciare ad essere custodi. Loro hanno dovuto
sacrificare se stessi per usare quell’attacco…” e il Re non riuscì più ad
andare avanti.
Tutti i presenti non sapevano cosa dire. Paperino e Pippo
non sapevano cosa dire. Non riuscivano a crederci, non volevano.
“Dobbiamo… dobbiamo andare ad avvisare i loro amici. E
tutti gli altri che li conoscevano…” disse il Re, piano. “Dobbiamo far sapere
il prezzo che è stato pagato per la pace dei mondi…”
e ora, è arrivato il momento del finale.
ringrazio Fly89 per avermi
suggerito l'idea sui finali. perchè infatti questa fan fiction avrà ben due
finali, uno diverso dall'altro. Ovviamente qui risulteranno come due capitoli
diversi, non potendoli mettere sotto spoiler.
Quindi ecco qui:
Capitolo 48: Epilogo 1
Sora aprì gli occhi.
Si trovava in mezzo alla luce. Ma stranamente non lo
accecava.
Accanto a lui c’erano anche Riku e Kairi, che non avevano
ancora aperto gli occhi.
Ma allora questo voleva dire che erano ancora vivi.
Eppure si sentiva così strano… sembrava galleggiare nel
nulla.
“D-Dove siamo?” chiese Riku, svegliandosi.
“Non ne ho idea… credevo saremo morti nell’effettuare
quell’attacco…” rispose Sora.
“Ma allora perché siamo ancora qui?” chiese Kairi,
svegliandosi anche lei.
I tre si guardarono intorno. C’era solo luce oltre a loro,
e tutti e tre erano sospesi nel vuoto.
“Che cos’è successo? Mi ricordo solo che abbiamo lanciato
l’attacco, poi più niente…” disse Riku.
“Ma siamo ancora vivi…?” chiese Kairi
“Non lo so…” gli rispose Sora.
“No, non lo siete” rispose una voce calma, che trasmetteva
tranquillità. “Ma non siete nemmeno morti”
“Chi sei?” chiese Sora.
“Sono colei per qui vi siete battuti, e per la quale siete
stati pronti a sacrificare la vostra stessa vita.”
“Quindi tu sei… la luce?” chiese Riku
“Si. E vi ringrazio per ciò che avete fatto. Grazie a vo,
l’oscurità non tormenterà più i mondi. Tutti gli Heartless e Nessuno sono
spariti insieme ad essa. Tutti i mondi sono in debito con voi.”
“Era il nostro dovere, come custodi dei Keyblade” disse
Sora.
“Già, i Keyblade. L’arma che ho creato che contrastare
l’oscurità. Veniva affidato a persone in grado di usarlo per il bene, com’è
stato per voi. È vero, l’oscurità vi ha contaminato, ma alla fine siete
riusciti a sconfiggerla. I Keyblade hanno usato tutto il loro potere,
attingendo energia anche dagli altri Keyblade, che sono spariti dopo l’attacco,
come quelli dei tuoi nessuno, Sora. Sia Roxas che Xion
hanno perduto il Keyblade, ma avendo deciso di combattere per la luce, sono stati
ricompensati con un cuore, e tutti i mondi che erano stati distrutti
dall’oscurità sono stati rigenerati” disse la voce. “Sono contenta che siate
riusciti nella vostra missione, ed è per questo che ho intenzione di
ringraziarvi adeguatamente”.
Detto questo, davanti ai tre ragazzi cominciò a brillare
qualcosa, e pochi secondi dopo cominciò a prendere forma.
“Ma questi sono…” disse Sora, riconoscendo gli oggetti che
stavano davanti a loro.
“Si. Vi dono nuovamente i vostri Keyblade. Vi siete
dimostrati degni di possederli definitivamente, e sono sicura che ne farete
buon uso”
I tre ragazzi presero i tre Keyblade, che si illuminarono
ulteriormente al loro contatto, per poi diventare normali.
“Ora, custodi dei Keyblade e della luce, e ora che voi
facciate ritorno nel vostro mondo. Ci sono persone che vi stanno aspettando”
detto questo, la voce smise di parlare, e davanti a loro si materializzò una
porta, che i tre aprirono, senza esitazioni.
“No, non vi credo!” disse Tidus,
incredulo a quello che gli avevano appena comunicato.
“Mi dispiace…” disse il Re. “Ma purtroppo è così. È stato
questo il prezzo da pagare per la pace”
“Non è possibile! Mi rifiuto di crederlo! Sora, Riku e
Kairi non possono essere morti!” disse Selphie.
Alle Isole del Destino erano arrivati tutti gli amici di
Sora, Riku e Kairi di Radiant Garden, più Roxas e Xion.
“E difficile da accettare, lo sappiamo” disse Leon.
“Purtroppo è così…” disse una voce, mentre davanti a loro
si apriva un altro varco oscuro, dal quale uscirono Axel, accompagnato da una
ragazza, che doveva avere l’età i Roxas e Xion.
“Axel! Naminé! Ci siete anche
voi?” chiese Roxas, incredulo.
“Già. Non sappiamo come, ma ci siamo risvegliati davanti
al castello dell’Oblio, e la cosa più strana…”
“E che avete un cuore, vero?” disse Xion
“Si, proprio così” rispose Axel.
Mentre tutti erano lì fermi, senza sapere che cosa dire o
fare, una strana luce li sorprese. Proveniva dal rifugio segreto, ed era
fortissima.
“Cosa succede?” chiese Tidus.
“Viene dal rifugio… com’è possibile?” chiese Wakka.
“Non lo so… ma dobbiamo andare a vedere!” disse Roxas,
correndo verso il rifugio.
All’interno c’era una luce fortissima. Videro chiaramente
che proveniva dalla porta che c’era all’interno, che si stava aprendo
lentamente.
“La porta… si sta aprendo!” disse Pippo
Sotto gli occhi increduli di tutti, la porta continuò ad
aprirsi , fino ad essere completamente spalancata.
Lentamente, al suo interno videro apparire tre figure,
all’inizio impossibili da distinguere, fino a quando non furono completamente
usciti dalla porta.
Sora, Riku e Kairi stavano uscendo dalla porta, con i
Keyblade in mano e più vivi che mai.
Fu un immediata esplosione di gioia. Tutti gli saltarono
addosso, ancora increduli nel rivedergli, compreso il Re.
“Ma come avete fatto?” chiese il Re. “Quell’attacco non
avrebbe dovuto risparmiarvi”
“È stata la luce… è stata lei a ricompensarci,
restituendoci i Keyblade e facendoci tornare qui.” rispose Sora, girandosi
verso la porta.
In quel momento la porta di stava chiudendo, e Sora pensò
per sempre. Ma fu proprio pochi secondi prima che si chiudesse, che Sora
intravide qualcuno al suo interno. Sembrava una donna, che irradiava luce pure,
e che in quel momento si stava inchinando davanti a loro. Poi la porta si
chiuse, per poi dissolversi, lasciando la parete spoglia.
Sora era contento. Finalmente l’incubo era finito. Nessuno
avrebbe più sofferto per colpa dell’oscurità.
Sora riuscì a riaprire gli occhi pochi secondi dopo
l’esplosione di luce.
Con sua grande sorpresa, lui, Riku e Kairi erano ancora
vivi, nello stesso posto dove fino a pochi secondi prima c’era l’oscurità
stessa.
“C-Cosa è successo?” chiese con un po’ di timore Kairi.
“Non lo so…” rispose Sora.
“I nostri Keyblade! Sono spariti!” disse Riku, notando che
i quattro Keyblade erano scomparsi nel nulla, e lui non riusciva più ad
evocarlo.
“Lo sapevamo che non sarebbero rimasti. Hanno usato tutto
il loro potere, fino all’ultima goccia. Quello che mi chiedo è… perché noi
siamo ancora qui?” disse Sora.
I due amici non seppero cosa rispondere. Erano sicuri
anche loro che sarebbero scomparsi dopo quell’attacco, e invece erano ancora
vivi.
“Ma ora come facciamo a tornare a casa?” chiese Kairi. “La
Gummyship è andata distrutta, e non abbiamo modo di contattare gli altri!”
“Non ne ho idea… ma per il momento, non ci resta che
‘nuotare’ fuori da questo posto” disse, cominciando a muoversi nello spazio
aperto.
C’era qualcosa che non quadrava, e Sora lo sapeva. Ma non
riusciva a capire cosa…
Poi, all’improvviso, una fitta lo colpì al cuore,
facendolo accasciare a terra dal dolore.
“Sora!” urlarono i due amici, prima di sentire lo stesso
dolore ed avere la stessa reazione.
“C-cosas-succedde?”
chiese a fatica Kairi.
“A-abbiamo c-cantato vittoria
t-troppo presto” disse ansimando Sora.
“Mi dispiace…” disse una voce calma, che trasmetteva
tranquillità.
“C-chi parla?” chiese Riku.
Pronunciata questa frase, davanti a loro si materializzò
una figura che emanava luce pura, e che aveva le sembianze di una donna,
vestita completamente di bianco.
“C-chi sei?” chiese Sora, anche
se poteva intuire la risposta.
“Sono colei per la quale avete combattuto disposti a
tutto…” rispose la donna. “…colei per la quale vi siete sacrificati…” disse
abbassando la voce e facendo cadere una goccia di lacrime nel vuoto.
“N-non si p-preoccupi…” rispose
Sora. “Lo… lo abbiamo f-fatto volentieri… almeno a-adesso i mondi potranno
godersi un m-meritato e lungo p-periodo di pace…”. Mentre diceva ciò, una nuova
fitta di dolore lo colpì, e con suo orrore, vide che stava cominciando a
svanire, e come lui anche Riku e Kairi”
“Lo so…” disse la donna. “Ho scelto bene i custodi dei
Keyblade. Speravo solo che non foste costretti a prendere questa decisione… a
volte penso che avrei fatto meglio a non coinvolgere dei ragazzi…”
“Q-Questo non lo d-deve nemmeno pensare!” disse Riku,
cercando di usare tutte le sue forze per quel suo ultimo dialogo. “Noi siamo
stati fieri di quello che abbiamo fatto. Io finalmente ho avuto l’opportunità
di riscattarmi per i miei errori del passato, e personalmente, credo che non ci
possa essere niente di meglio per me… preferisco aver avuto una vita piena ma
corta, invece che una vita lunga ma vuota… senza questa avventura non avrei mai
nemmeno pensato che sarei arrivato a questo… ma il destino ha deciso questo,
quindi così sia. Sora, Kairi… grazie di tutto…” disse, prima di sparire
definitivamente.
“Riku…” disse Kairi, diventando sempre più trasparente.
“Grazie a te. Senza di te, noi non saremmo riusciti ad uscire dall’oscurità che
ci aveva circondato. Sora, mi dispiace, avrei voluto fare di più. Ho sempre
avuto il timore di essere di peso… sono sempre stata quella meno pratica con il
Keyblade… spero solo di rivederti… dove stiamo andando… perché voglio dirti una
cosa…” ma Kairi non finì la frase, perché scomparve anche lei nel nulla,
proprio come Riku.
“Riku… Kairi…” disse Sora.
“Non temere. Questa per voi non è la fine completa” disse
la donna. “Ma questa volta nessuno di voi avrà un Heartless o un Nessuno.
L’attacco di prima gli ha eliminati tutti, e non se ne creeranno più. Solo
alcuni Nessuno, che hanno dimostrato di poter rimanere, perché hanno sempre
aiutato la luce, sono rimasti, e a loro e stato donato un cuore.”
“Capisco…” disse Sora.
“Come ti stavo dicendo, voi tre custodi verrete ricordati
per sempre. Siete gli unici che sono riusciti a sconfiggere l’oscurità in modo
definitivo. Farò in modo che voi tre possiate riunirvi di nuovo. E che non
dobbiate più affrontare nessun tipo di battaglia. Meritate la pace adesso, la
stessa pace che avete donato a tutti i mondi”
Sora non sapeva cosa dire. Era contento, perché almeno era
riuscito nel suo intendo, e che comunque presto avrebbe ritrovato i suoi amici.
“G-Grazie” disse infine, cominciando a sparire
definitivamente. “Ma avrei un ultimo favore da chiederti” disse, per poi consegnare
alla donna un oggetto.
“Questo me lo sono ritrovato dopo aver perso il cuore,
sebbene credevo di averlo distrutto” disse usando le sue ultime forze. “Per
piacere, lo dia ai nostri amici. Con noi non ha funzionato, ma auguro a loro
che porti più fortuna… e digli di non preoccuparci per noi. Non abbiamo mai
pensato di rinunciare, e questa è una fine più che degna per noi…” disse, per
poi sparire anche lui.
La donna osservò l’oggetto.
“Capisco… disse infine. “D’accordo, custodi della luce.
Esaudirò il vostro ultimo desiderio. E grazie ancora” disse, per poi sparire
all’interno della sua stessa luce.
Le isole del destino erano sempre state un posto pieno di
vita, nonostante tutto quello che era successo sopra. Ma niente era riuscito a
congelare gli abitanti come quella notizia.
“No, non ci credo” disse Selphie,
cadendo con le ginocchia per terra.
“Piantatela con questo scherzo! Non è divertente! Sora,
Riku, Kairi, dove siete?” urlò Tidus, sperando che
tutto quello fosse solo uno scherzo di cattivo gusto, e aspettando che i tre
amici scendessero dalla Gummyship, come avevano fatto il Re, Paperino, Pippo,
Leon, Yuffie, Aerith, Cloud, Cid, Merlino, Roxas e Xion, portando loro la triste notizia.
Wakka era come pietrificato.
Continuava a far girare il suo pallone, ma lo faceva automaticamente. In quel
momento era come se non ci fosse. Quella notizia lo aveva spiazzato. Non poteva
crederlo.
“I Keyblade rappresentavano la luce, qualunque forma
potessero avere” spiegò il Re. “Ma il loro vero potere era immenso. Troppo
immenso per usarlo. Per questo era necessaria una situazione di assoluta
emergenza per decidere di usare quel potere. Come avrete visto, tutti gli
Heartless e Nessuno sono spariti, segno che è stato usato quell’attacco. Un
attacco che non risparmia nemmeno chi lo usa…”
“Noi abbiamo viaggiato a lungo con Sora…” disse Paperino,
trattenendo le lacrime. “Ci credi davvero capaci di inventarci uno scherzo del
genere?” chiese arrabbiato a Tidus, che scagliò
lontano la spada.
“MALEDIZIONE!” urlò, dando un calcio ad un albero,
imprimendo la scarpa sopra. “Perché lo hanno fatto… perché?” chiese,
accasciandosi anche lui per terra.
“Lo hanno fatto consapevolmente” disse una voce, che fece
girare tutti quanti.
Davanti a loro era apparsa un’enorme luce, dentro la quale
si stava materializzando una figura umana, dalle sembianze di una donna.
“Tu chi sei?” chiese il Re.
“Sono colei che ha forgiato i Keyblade, colei per la quale
i tre custodi hanno combattuto fino alla fine e per la quale si sono sacrificati…”
rispose la donna, senza nascondere la tristezza nella sua voce. “Li ho visti
personalmente svanire davanti a me. Non si pentiti fino alla fine della loro
decisione, e se ne sono andati sereni” disse la donna.
“Sora mi ha detto di riferirvi di non preoccuparvi per
loro. E mi ha lasciato questo” disse, facendo volare piano verso terra un
oggetto.
“Ma quello è…” disse Pippo, riconoscendo l’oggetto.
“Il portafortuna di Kairi” disse la donna. “Sora vi augura
che vi porti fortuna.”
“Ma che ne è stato di loro?” chiese Roxas.
La donna non rispose subito.
“se ne sono andati insieme, in un posto dal quale non
potranno più uscire, ma dove non sentiranno nemmeno il bisogno di farlo. Non
posso rivelarvi di più. Per voi il momento di andare in quel luogo è lontano. È
questo grazie ai tre custodi. Tutti i mondi sono in debito con loro. Fate in
modo che questo non venga mai dimenticato. Sarebbe un insulto alla loro
memoria”
“Non si preoccupi” rispose il Re. “Finché avrò fiato in
corpo, non dimenticherò mai Sora, Riku e Kairi. Nessuno di noi dimenticherà mai
quello che hanno pagato per offrirci la pace. Mi dispiace che non sono andato
con loro. Ho mandato loro solo il mio Keyblade, ma non gli sono stato utile…”
“Re Topolino… lei ha un altro compito da svolgere qui. Per
questo Sora non le ha chiesto di aiutarli, anche se tu saresti stato d’accordo
a combattere con loro, sapendo il prezzo che avresti dovuto pagare. Sono sicura
che loro tre preferiscono così, che ci sia almeno un ex-custode in grado di
raccontare tutto quello che è accaduto. E come te tutti i loro amici, tutti
coloro che gli hanno aiutati nella loro missione. E anche da parte mia, grazie
per aver sostenuto i custodi da me scelti”.
Detto questo la donna venne di nuovo avvolta dalla luce.
“Per me è arrivato il momento di andare. Ricordatevi:
finché non li dimenticherete, Sora, Riku e Kairi non cesseranno di esistere. Ma
nel momento in cui nemmeno una persona si ricorderà di loro, saranno come
fantasmi, come semplici eroi di una favola. So che voi state pensando che ciò
non accadrà mai, ma purtroppo può accadere. Sta a voi impedirlo” disse la
donna, per poi sparire nella luce.
Il gruppo rimase in silenzio per diversi minuti. Fu il Re
a romperlo.
“I custodi ci hanno donato la pace…” disse, prendendo la
sua spada. “Sora, Riku, Kairi… grazie di tutto. Faremo il possibile perché voi
non veniate dimenticati” disse, raccogliendo da terra il portafortuna, e
conficcando al suo posto la spada.
“Non avrò più bisogno di questa” disse Tidus,
andando a raccogliere la sua spada, per poi metterla accanto a quella del re.
“E non ci sarà più bisogno della magia” disse Paperino,
appoggiando il suo scettro.
Uno ad uno, tutti quanti misero la loro arma sopra il
luogo dove era caduto il portafortuna.
Alla fine, il re osservò il portafortuna. Nonostante
tutto, era ancora in ottimo stato.
Con delicatezza, lo appoggiò in mezzo a tutte le loro
armi.
“Speriamo che il vostro portafortuna non ci costringa più
ad usare queste armi, e che la pace che avete ottenuto duri in eterno” disse il
Re, abbassando lo sguardo.
Nello stesso momento, in ogni mondo visitato dai tre
custodi, tutti avevano assistito alla conversazione della donna con i migliori
amici dei tre custodi, ma ovunque tutti stavano reagendo allo stesso modo.
Tutti, in segno di rispetto e gratitudine, stavano abbandonando le loro armi,
lasciandole sul terreno davanti a loro.
Al castello Disney tutti quelli rimasti, compresi Cip e Ciop, il grillo parlante e tutto il resto della corte erano
lì, come pietrificati.
“Speravo di non dover mai scrivere ciò su questo diario…”
disse, annotando ciò che avevano appena appresso nell’ultima pagina del grillario.
Come se il tempo volesse partecipare, su tutti i mondi
cominciò a piovere.
Sulle isole del destino nessuno osò andare a ripararsi dalla
pioggia. Rimasero fermi ad osservare il punto dove avevano lasciato le loro
armi.
“Custodi dei Keyblade… custodi della luce… vi giuriamo che
d’ora in poi nessuno di noi combatterà più, e faremo in modo che anche tutti
gli altri, in ogni mondo conosciuto, facciano lo stesso” disse il Re, per poi
decidere di girarsi, seguito da tutti gli altri e dirigersi verso la Gummyship.