Il filo rosso della fortuna

di JeanGenie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***



Capitolo 1
*** I ***


(Questa storia partecipa al Writober 2021

Prompt:

I: Slice of life (pumpFIC)

II: Quadrifoglio  (pumpINK)

III: Filo (pumpNIGHT)

I

Il rituale mattutino era sempre quello. Si alzava poco prima dell’alba.  Poi se ne andava nella serra a occuparsi delle proprie rose. Tornava poco prima che lei si svegliasse e Utena non aveva mai sospettato che lei fosse in piedi da ore.

Utena non sospettava parecchie cose.

Anthy le preparava la colazione, chiacchieravano divorando biscotti e tè e si scambiavano confidenze, confidenze fasulle, prima di andare a lezione.

Ogni mattino aveva i suoi rituali, sempre identici, sempre sereni. E ipocriti. Perché Anthy attendeva le sfide che sapeva sarebbero arrivate con pacata indifferenza.

Anthy sapeva che Utena, un giorno sarebbe stata battuta. Che non le avrebbe più preparato la colazione. Che lei non le avrebbe più mentito. E non provava nulla.

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Capitolo 2
*** II ***


II

 

 

Anthy si era svegliata di nuovo prima di lei. Aveva nebulizzato le proprie rose e aveva deciso  cosa avrebbe preparato per colazione. Era il suo ruolo e lo interpretava benissimo. Aveva avuto secoli per perfezionare il proprio asservimento al Vincitore del Duello.

E Utena lo sarebbe stata almeno fino a quel pomeriggio quando sarebbe salita fino all’Arena per affrontare a colpi di spada l’ennesimo sfidante. Era così che andavano le cose. Solo che…

Anthy aveva allungato una mano per cogliere il minuscolo germoglio che si era insinuato fra le sue rose e aveva contato.

Uno, due, tre, quattro…

Solo che Utena era gentile. Era buona. E le voleva bene. E non era mai accaduto prima.

Si diceva che i quadrifogli portassero fortuna. Era solo una diceria, ovviamente. Ma lei era la Strega. E poteva fare in modo che le dicerie divenissero reali.

 

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Capitolo 3
*** III ***


III

“È una vera fortuna trovare uno di questi. Sei sicura di non volerlo tenere per te?”

Utena sorrideva. Cominciava a prendere i duelli troppo alla leggera e ad affidarsi troppo alla forza mistica che sembrava proteggerla.

“Tu ne hai più bisogno di me” le aveva risposto finendo di cucire il piccolo talismano vegetale sulla fodera della giacca nera di Utena. 

Che tu sia protetta. Che tu sia benedetta.

Il filo rosso che aveva usato spiccava sulla stoffa come una ferita ma, dall’esterno, nessuno avrebbe notato nulla.

Che questo rosso sia la tua unica ferita. Che questo filo sia saldo come la tua vita. 

“Finito” le aveva detto porgendole la giacca. 

“Quindi ora sono invincibile?” le aveva chiesto Utena con un sorriso scherzoso.

E condannata all’eternità?

Si era chiesta se fosse giusto desiderare che le cose continuassero in quel modo. Se, invece, non avrebbe dovuto preferire che lei tornasse alla sua vita di ragazza eccentrica ma normale. E si era risposta che lei era la Strega. Era egoista e possessiva. Ed era brava nel sottomettersi. Ma anche nel tenere i Principi in gabbia. Quindi non avrebbe smesso di desiderare che lei vincesse.

Perché ora, dopo secoli, provava di nuovo qualcosa. Che fosse affetto o desiderio di rivalsa per suo tramite, non aveva importanza. L'avrebbe tenuta legata a sé con un filo del colore del sangue. 

“No, sarai solo un po’ più fortunata del solito.”
L’avrebbe protetta. L’avrebbe guidata. Perché, dopo secoli, si sentiva di nuovo viva.

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