Chi è il vero colpevole?

di lmpaoli94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ancora la pioggia battente che batte sopra le nostre teste ***
Capitolo 2: *** Tracce di sangue mediante un ricordo che non aveva preso in considerazione ***
Capitolo 3: *** Cosa nasconde davvero Ryo Saeba? ***
Capitolo 4: *** Fermare le proprie azioni ***
Capitolo 5: *** Salvato dalla nemica ***
Capitolo 6: *** Le coperture non servono più a niente ***
Capitolo 7: *** La pietà non esiste per i colpevoli ***



Capitolo 1
*** Ancora la pioggia battente che batte sopra le nostre teste ***


Kaori è disperata.
Non sa a chi chiedere aiuto per cercare di rintracciare Ryo.
Ormai se ne andato da molte ore e mentre Kaori cerca in tutti i modi di chiamarlo, quest'ultimo non risponde.
La giovane ragazza è molto preoccupata e il suo carattere da dura viene spazzato via dal suo timore, dalla paura che gli sia successo qualcosa di grave.
“Sono passare all'incirca due ore” Pensò la ragazza tirando un sospiro di sollievo “Devo stare calma, altrimenti rischio di impazzire.”
ma tutto ciò deve andarsi a ricollegare a quello che è successo nelle settimane precedenti in cui un Ryo irriconoscibile rincasava sempre tardi tenendo nascoste le sue azioni.
Kaori cercava in tutti i modi di sapere che cosa combinava fuori tutto il giorno mentre lei aiutava la polizia a risolvere alcuni casi complicati, ma il giovane uomo non rispondeva.
Kaori era sul punto di perdere la pazienza ma il suo carattere con il matrimonio era cambiato repentinamente.
Non era più la ragazza manesca che lo prendeva sempre a botte o con il suo martello che portava sempre con sé.
Kaori era una ragazza responsabile che il matrimonio l'aveva cambiata in meglio, ma ciò non si poteva dire lo stesso di suo marito Ryo.
Dopo che i due avevano chiuso i rapporti con Saeko e con la sua sterminata bellezza, Kaori pensava che non vedere più i suoi amici, l'aveva per sempre cambiato.
Ma qui non centravano niente loro e tutto ciò rendeva la situazione alquanto insostenibile.
Kaori non riusciva a capire e ciò la feriva molto.
Sopratutto una di quelle sere in cui Ryo era rincasato più tardo del previsto e la giovane ragazza non riusciva a prendere sonno.


“Ryo, sei tu?”
Il ragazzo sbatté violentemente la porta senza rispondere a sua moglie.
“Ryo, perchè sei tornato a casa così tardi?”
“Avevo da fare, Kaori. E adesso sono molto stanco.”
“Non ti va' di parlarmene?”
“Fa parte del mio lavoro. E poi ora non voglio... Ho avuto una giornata alquanto stancante.”
Kaori non riusciva a capire il motivo per cui suo marito si stava comportando in questo modo.
Lei avrebbe voluto sapere tutto di lui, come ogni moglie vuole sapere del suo stesso marito, ma Ryo non acennava ad aprire bocca.
Tutto quel mistero e tutta quell'ombra che erra ricaduta su di lui, l'avevano cambiato senza che Kaori potesse fare qualcosa al riguardo.
“Ryo, quando ti deciderai di parlarmi? È da un bel po' di tempo che ti comporti in maniera strana e non riesco a capire il perchè.”
“Non c'è niente che devi capire. È soltanto il mio lavoro da detective.”
Ma Kaori sapeva bene che non aveva più avuto nessun aggancio con la polizia e questo la insospettiva molto.
“Mi stai forse tradendo con qualcuno? Hai forse rivisto Saeko?”
“Che cosa? No!”
“Allora perchè non vuoi parlarmi? Io sono tua moglie e pretendo di sapere tutto di te.”
“Non in questo caso, Kaori. Ho bisogno di mantenere ancora segreto quello che sto facendo per il bene di tutti e due. Punto e basta.”
“Sì può sapere che cosa stai combinando? Mi stai facendo preoccupare! Come diavolo te lo devo dire?!”
“Ti prego Kaori, non stressarmi la vita. Ho bisogno di riposo ed è molto tardi...£”
“Voglio capire il motivo per cui torni a casa così tardi e prima che tu vada a letto, me lo spiegherai!”
“Altrimenti che mi fai? Mi torturi come se fossi sotto interrogatorio?”
“La tua spavalderia non ti servirà a nulla in questo frangente. Sono tua moglie e pretendo...”
“Ho capito che sei mia moglie! Quante volte hai intenzione di dirmelo?!”
Ryo alzò la voce in maniera impercettibile bloccando la povera Kaori di fronte alla cucine.
La conversazione sarebbe presto degenerata se uno dei due non si sarebbe calmato al più presto.
“Che diavolo nascondi? Parlami! Tu non sei legato più a nessun commissariato da mesi e non mi dire che aiuti la polizia perchè so che non è vero. Nemmeno Umibozu sa quello che fai. Il tuo migliore amico non sa quello che combini, dannazione! E nemmeno io!”
Ryo continuava a non rispondere alle accuse di sua moglie, facendo finta di nulla.
“Ryo, vuoi parlarmi?!
“Non c'è niente che devo dirti... Ah, è normale che Umibozu non sappia quello che sgto facendo visto che non lo sento da molto tempo.”
“E ti sembra normale? È il tuo migliore amico, cavolo.”
“on ho bisogno di amici in quello che sto facendo... Anzi, meno sapete, meglio è.”
“Il bello è che non sappiamo più niente di te.”
“Bene, continuate di questo passo. È meglio per tutti e due. Adesso me ne vado a letto.”
ma Kaori non voleva arrendersi a costo di mettergli le mani addosso.
Ma quando Ryo si sentiva attaccato alle spalle, il giovane detective non poté che rispondere.
Diede uno schiaffo a sua moglie involontariamente buttandola a terra, fissandola subito dopo con sguardo spaventato.
“Io non ti riconosco più” fece Kaori con le lacrime agli occhi”Tu mi spaventi. Che diavolo ti succede?”
“Mi dispiace Kaori, io...”
“Non toccarmi! Non provare a farlo! Che tu sia dannato Ryo Saeba.”
A quelle parole, Ryo riprese la sua giacca ed uscì dal suo appartamento, lasciando Kaori per terra in preda alla disperazione.


Dormì fuori casa e tornò la mattina molto tardi ben sapendo che Kaori era al lavoro.
Lei sarebbe volentieri rimasta a casa, ma a causa del suo lavoro non poteva.
Aveva un delicato caso da risolvere dove a poche distanze da lei, lavorava la sua ex amica Saeko.
I due non si guardavano nemmeno facendo finta che fossero due sconosciute.
Questo andava molto bene a Kaori perchè non voleva in nessun caso che quella donna potesse tornare nella sua vita.
Ma sapere se lei sapeva qualcosa di Ryo che non riusciva a comprendere essendo sua moglie, avrebbe reso quella curiosità non così terribile come poteva credere.
E fu una di quelle tante mattinate, dopo che Ryo non si trovava da nessuna parte e non rispondeva al telefono, se Saeko sapeva davvero qualcosa di lui.
Il passo avanti di Kaori lasciò di stucco quella donna, fissando l'orizzonte dal suo ufficio e ascoltando solo la sua voce.
< Non riesco a trovarlo da nessuna parte e mi sto seriamente preoccupando > continuò Kaori < Tu per caso sai qualcosa di lui? Sai dove si trova? >
Saeko si girò molto lentamente fissando negli occhi la sua ex amica per dirgli tutta la verità possibile.
Ma quello che Kaori udì, non la soddisfò minimamente.
< Perchè dovrei sapere dove si trova tuo marito se non ci parlo da quando voi due vi siete riappacificati? Da quel momento ho deicso di rimanere alla larga dalle vostre vite e devo dire che ha funzionato. Fino ad oggi. >
< Saeko, se mi stai dicendo che ci sei rimasta male per come ci siamo dette addio, devi sapere... >
< No, Kaori. Tu eri innamorata perdutamente di Ryo e avresti fatto qualsiasi cosa per lui, anche mettermi da parte. Perchè pensavi bene che io per te ero un pericolo e che Ryo sbavava per me. Ma in fondo anche lui ti ha sempre amato segretamente, ma con il suo carattere, non riusciva a dirtelo. >
< Quindi tu sapevi... >
< Dovevo spingerlo a fargli credere che metterti con te era la decisione adatta e che non doveva avere paura nel confessartelo. Poi tu te ne sei andata di casa e lui era profondamente disperato. Grazie al pensiero in cui lui si ricordava un posto in cui voi due siete legati, allora si è improvvisamente sentito rinascere. Il resto della storia lo sai già... Io sono rimasta nell'ombra a fissarti e tu lo sapevi bene visto che i nostri sguardi si sono incrociati. Ed è per questo che mi sono decisa di farmi da èparte e voi non mi avete più cercato.
Vi rendete conto di come io mi possa essere sentita? Ma questo non è il tuo problema in questo momento... Ti aiuterò a ritrovare Ryo, partendo dal vostro appartamento e setacciando tutta la città, se fosse possibile. Il ritorno di un'alleata che conosce quell'uomo potrebbe servirti. Ma ti prego di non fare più finta di niente con me. >
Kaori si sentiva ancora bloccata di fronte a quelle parole.
Saeko aveva sputato veleno contro di lei e Ryo a causa di come si erano comportati.
L'amiciza era importante ma per Kaori c'era solo lui.
E adesso che lui era scomparso chissà dove, la disperazione di chiedere aiuto si era fatta più forte.
Ma sotto sotto Kaori sapeva bene che riallacciare quei rapporti con Saeko non poteva che fargli del bene.
In fondo loro due erano amiche e complici della loro stessa vita.

 

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Capitolo 2
*** Tracce di sangue mediante un ricordo che non aveva preso in considerazione ***


Kaori non riusciva a parlare come voleva con Saeko.
Per lei era troppo guardarla. Guardarla in tutta la sua bellezza e ricordarsi come Ryo sbavava per lei.
Tutto ciò era tremendamente insopportabile per la ragazza e questo Saeko lo sapeva bene.
< Kaori? Va tutto bene? >
< No. Continuo a chiamare Ryo e il suo cellulare mi dice che è irraggiungibile. >
< Da quanto tempo è che non lo vedi? >
< Credo che siano passate all'incirca quattro ore o poco più. >
< E sei preoccupato per lui anche se è passato così poco tempo? >
< Certo che sì! Perchè lui mi sta nascondendo qualcosa. Qualcosa di terribile. >
< Ad esempio? >
< Non lo so. Non ha voluto dirmi niente e per di più mi ha messo le mani addosso. >
Vederla soffrire in quel modo, Saeko sapeva bene che doveva cercare la verità in quel dolore.
< Ti ha fatto del male? >
< No... Ma poi lui mi ha chiesto scusa dicendomi che non voleva. Ma sotto sotto voleva essere lasciato in pace. Per questo è diventato così cattivo con me. Lo sai bene che quando sono molto insistente non mi fermo dinanzi a niente. >
< Sì, mi ricordo... Ma tu ricordi qualche particolare su di lui che ha attirato la sua attenzione? A parte il suo carattere. >
Kaori rifletteva.
Rifletteva sotto ogni aspetto, ricordandosi anche delle volte in cui Ryo tornava tardi anche le altre sere, fino a quando non gli venne in mente un ricordo di quelle sue mani insanguinate proprio quella stessa sera in cui poi se n'era andato a dormire fuori.
< Aveva le mani insanguinate e stava facendo di tutto per nasconderlo. >
< Davvero? Gli hai provato a dire il motivo? >
< No, non ci ho pensato. Ero tremendamente furiosa e spaventata allo stesso tempo. Non riuscivo più a controllare il mio cervello. >
< Capisco... Potrebbe essere qualsiasi cosa. Potrebbe aver soccorso una persona oppure... >
Kaori sapeva bene dove Saeko avrebbe voluto andare a parare, ma era estremamente certa che Ryo non si sarebbe mai trasformato in un criminale.
< Questo non puoi saperlo, Kaori. Dobbiamo lasciare aperte ogni minima possibilità per risalire a lui. >
< Che lui sia scappato perchè ha ucciso qualcuno? È inverosimile. Non può esserlo. >
< Kaori, vuoi aiutarmi o remarmi contro? >
< Ma che diavolo di domande mi fai? >
< Allora vedi bene di ascoltarmi perchè so fare bene il mio lavoro > rispose Saeko a muso duro < E anche se stiamo parlando di Ryo, per me rimane un sospettato: un sospettato di un possibile omicidio. >
< Non dirlo nemmeno per scherzo, Saeko. >
Alzandosi di scatto per lasciare il suo ufficio, Kaori si era resa conto che stava sbagliando tutto.
In fondo Saeko aveva ragionme ma la possibile verità faceva molto male alla giovane moglie.
< Scusami, Saeko > fece Kaori con le lacrime agli occhi < Non so cosa pensare di lui. Non so nemmeno cosa fare. >
< Devi stare tranquilla, Kaori. Andrà tutto bene. Ritroveremo Ryo e chiariremo tutta questa faccenda. Sei d'accordo con me? >
< Anch'io sono convinta che ritroveremo Ryo, ma che andrà tutto bene assolutamente no. >
< Devi sperare... >
< Ho sperato per troppo tempo, Saeko. E adesso non so più cosa pensare. Anche se sono passate solo poche ore, ho paura che gli sia successo qualcosa di grave. O che abbia fatto qualcosa di grave. Non so cosa realmente pensare. Sono confusa e spaventata. >
< Lo credo, Kaori... Ed è per questo che sarebbe meglio se tu ti facessi da parte. Sei troppo coinvolta. >
< No, Saeko. Non puoi chiedermi questo. >
< E' per il tuo bene. >
< Non me ne frega nulla! Dobbiamo trovarlo insieme e lo faremo. Qualsiasi cosa accada. >
Saeko non aveva nessuna intenzione di discutere con lei, anche se questa non era la prassi.
Doveva cercare di mantenere la calma e aiutare una sua vecchia amica.
Un0'amica che finalmente aveva ritrovato dopo tanto tempo.


Controllarono ogni angolo di locali in cui Ryo era abituato rifugiarsi.
La sua solitudine era la sua distruzione e ciò non stava aiutando Kaori che da molto tempo a questa parte, non riusciva più a riconoscerlo.
Nemmeno parlare con i baristi o con dei presunti amici che lo conoscevano bene era servito a qualcosa.
Sì, anche loro lo vedevano molto strano, ma tutto qui.
Nessuno provava ad entrare nella sua vita disturbandolo con poco, facendo finta di niente che andasse tutto bene.
< Ryo faceva paura a così tanta gente? Non ci posso credere. Eppure io lo ricordo sotto un diverso aspetto... > fece Saeko sorpresa.
Un aspetto che Kaori non riusciva più a riconoscere, e ogni volta che pensava a quel ricordo così lontano, gli veniva da piangere.
Un pianto che non si sarebbe dissipato o asciugato molto velocemente.
< Kaori? Hai bisogno di qualcosa? Un bicchier d'acqua? >
< Sì, grazie. >
< Forse è anche meglio se ci fermiamo per un po'. >
< Assolutamente no. Non possiamo mollare la presa proprio adesso. Abbiamo appena cominciato! >
Rilassarsi quei pochi secondi non avrebbe cambiato niente nella vita della giovane donna.
Ripensare ad un passato divenuto così lontano non faceva altro che farla soffrire e lei lo sapeva bene.
Ma non poteva farci nulla: era un pensiero fisso a cui non poteva sottrarsi.


Sorseggiando il suo bicchiere d'acqua, i timori e le paure di Kaori si placarono per pochi secondi mentre guardava Saeko interrogare molte persone.
< Allora? Hai scoperto qualcosa? > gli domandò la giovane moglie.
< Purtroppo no. Qui nessuno sembra aver visto niente. Oppure lo stanno solo nascondendo... >
< Tu credi? Perchè mai potrebbe farlo? >
< Non lo so. Ma qui c'è troppo un via vai di gente. Se solo riuscissi a beccare qualcuno di sospetto, si aprirebbe una nuova pista a cui non potremmo sottrarci. >
E tutto ciò accadde in pochi secondi.
Una figura oscura stava proprio fissando Saeko e Kaori da debita distanza, ma ciò non ingannò la giovane detective che con la sua furbizia, alla fine era diventato lui ad essere il desiderio di tale sguardo.
< Chi diavolo sei tu? Parla! >
Aveva il volto coperto e perciò non riusciva ad identificarlo come avrebbe voluto.
Ma subito dopo improvvisamente, la misteriosa figura provò a scappare, ma le maniere forti di Kaori lo fermarono all'istante.
< Pensavi di andartene? Ti è andata male. Adesso dicci perchè ci stavi fissando. >
Ma la misteriosa figura non aveva nessuna intenzione di parlare, nemmeno sotto le urla concitate di Kaori.
< Ti conviene dirci perchè ci stavi seguendo, altrimenti la mia collera non avrà fine! >
< Adesso smettila, Kaori. Tu non andrai dalla ragione al torto. >
< Questa misteriosa figura si sta prendendo gioco di noi e questo non posso sopportarlo! >
Basterà togliergli il passamontagna e così potremmo parlarci con tutta tranquillità. >
Ma appena le due donne abbassarono la guardia, l'uomo sfuggì sotto il loro sguardo con rapidità fulminante che toccò proprio a Kaori fermarlo in mezzo a tutta quella gente.
< Lasciatelo stare, poveraccio > fece il barista < Quell'uomo non ha fatto niente di male. >
< E tu che diavolo nei vuoi sapere, scusa?! >
< ha parlato spesso con quel ragazzo che state cercando > rispose il barista < Per questo io... >
< Tu taci barista e fatti gli affari tuoi! > gridò la figura misteriosa cercando di divincolarsi dopo che Kaori l'aveva atterrato una seconda volta.
< Che aspettavi a dircelo, eh? Che diavolo hai da nascondere? Parla! >
< Sì, ti conviene subito parlare, altrimenti questo locale si riempirà di poliziotti in pochissimo tempo > fece Saeko con tono minaccioso mettendo in allarme tutti i presenti.
< E va bene! Parlerò! >
Prima togliti quel dannato passa montagna. Non riesco ad essere tranquilla mentre mi parli con il volto coperto.
Ma appena Kaori e Saeko videro il volto della misteriosa figura, non potevano credere ai loro occhi.
< No... non è possibile. Tu! Unibozu! >

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Capitolo 3
*** Cosa nasconde davvero Ryo Saeba? ***


Ancora impietrite, Kaori e Saeko fissavano Umibozu con sguardo corrucciato e confuso.
< Che cosa avete da guardare? Non riconoscete più un vecchio amico? >
La sua sfacciataggine lasciò interdette ancora le due ragazze che con sguardo complice, si fissavano a vicenda.
< Perché ci stavi spiando? > domandò Saeko.
Ma l’uomo, dal canto suo, fece finta di non aver sentito.
< Ti credi furbo a non rispondere? >
< Lasciami in pace, Saeko. Non posso risponderti. >
< Perché non dovresti? >
< Per il bene di Ryo. >
< Ah ah! Quindi sai che cosa potrebbe essergli successo! >
Ma Umibozu non aveva nessuna intenzione di rispondere, irritando e spazientendo ancora di più la povera Kaori.
< Sentimi bene: se continuerai a non rispondere, farò in modo di scioglierti la lingua tutto in un colpo. >
< Non mi spaventi, Kaori > rispose l’uomo con tono flebile < Se continuerò a tacere, lo farò solo per il suo bene. >
< Perché per il suo bene? Perché dici di proteggerlo? Potrebbe essere in pericolo e tu non lo puoi sapere. >
< Saeko, smettila di farmi crollare: nemmeno tu riuscirai a farmi parlare. >
< Molto bene: vorrà dire che ti sbatterò in prigione per tutto il tempo necessario. Coisì vedrò se avrai voglia di parlare. >
< Non cambierà proprio niente, anzi… >
Umibozu fissava gli occhi corrucciati e tristi di Kaori, credendo di fare la cosa giusta.
Ma sotto sotto, l’uomo non poteva tradire la fiducia di Ryo, avendogli promesso che l’avrebbe protetto qualsiasi cosa fosse successo.
< Kaori, sappi che Ryo ti ama moltissimo e che se n’è andato per risolvere una questione spinosa e molto importante. >
< Io sono sua moglie, Umibozu! Perché tutti questi segreti con l’unica persona cui si può fidare veramente? >
< Questo non puoi saperlo se sei l’unica persona di cui si può fidare. Me non mi consideri? È una questione davvero importante che solo gli uomini possono capire. >
< Smettila di fare discorsi stupidi! >
< Umibozu, credi davvero che irritando ancora Kaori e cercandola di convincere con promesse che non stanno né in cielo né in terra, tu la possa calmare? >
< Deve capire, Saeko. E se non lo fa, io non posso farci nulla. >
< Ryo non risponde al cellulare ed è scomparso da alcune ore. Perché credi di proteggerlo? >
< Perché so di fare il suo bene, Kaori. Punto e basta. Non tradirò la sua fiducia. >
< Magari non tradirai la sua fiducia, ma in questo momento stai tradendo me, una tua amica. E stai lasciando il povero Ryo solo e abbandonato come non mai. >
< Ryo sa badare benissimo a sé stesso. >
< Non in questa situazione > replicò Kaori digrignando i denti.
< E tu come puoi crederlo? >
< Perché ho visto le sue mani sporche di sangue! > sbraitò ancora la donna battendo i pugni dinanzi all’uomo < E sono convinta che non sta facendo niente di buono. E tu la devi smettere di credere che fai solo il suo bene perché non è così, dannazione! >
Le urla e i continui sfoghi della giovane donna non fecero altro che farla di nuovo crollare mentre il suo pianto divenne irrefrenabile e incontenibile.
Saeko non sapeva come aiutarla, credendo solamente di perdere del tempo con Umibozu.
< Quell’uomo non crollerà mai > fece la detective < E’ troppo orgoglioso. E poi una promessa che ha fatto, non può essere infranta in nessun modo. >
< Deve capire che sta sbagliando > replicò Kaori asciugandosi gli occhi.
< Non sta capendo, Kaori. E Ryo potrebbe essere in pericolo. Questa è una missione che solo noi donne dobbiamo portare a termine. Anche non dormendo per giorni interni. Saeko, non posso sentirmi tranquilla se non so che diavolo è successo a Ryo. Ti rendi conto che sono in pensiero per lui e che ho paura che ogni minuto che passa, è sempre più in pericolo. E nessuno può davvero aiutarlo… Credi davvero che riuscirà a cavarsela da solo? Ma se non sa nemmeno stirarsi una camicia. Lui non può minimamente badare a sé stesso. >
Quelle parole di Kaori fecero ridere non poco Saeko che continuava a vedere Ryo come un irresponsabile ragazzino.
Quei momenti spensierati trascorsi insieme a lui diventavano sempre più presenti ogni volta che ripensava a quei ricordi indelebili che facevano parte della sua esistenza.


“E’ un’ottima giornata per prendere il gelato, non credi Saeko?” fece Ryo con tono felice.
“Sì. Almeno per pochi minuti non penserò al lavoro.”
“Problemi?”
“Ci sono sempre tanti casi da risolvere e tante volte noi agenti non arriviamo a nessuna conclusione. Queste cose mi fanno andare in bestia.”
“Ma ci sono io che ti aiuta a risolvere ogni situazione.”
“Mi piacerebbe credere questo, ma non è sempre così facile come si può credere.”
“Lo so bene Saeko, ma abbi fede: tu sei bravissima oltre che bellissima.”
Quelle parole fecero breccia nel cuore della giovane detective che capì subito che non poteva sottrarsi alle continue avances di Ryo.
ma la giovane ragazza aveva capito che la ragazza adatta a lei era proprio Kaori e dare un dispiacere al giovane ragazzo in quel triangolo amoroso non avrebbe fatto altro che urtare la sua sensibilità.
Ma prima o poi avrebbe dovuto capire, in un modo o nell’altro.
“Ryo, lo sai bene che il nostro rapporto deve limitarsi al lavoro. Il nostro legame si deve fermare all’amicizia. Niente di più.”
“Mi stai forse dicendo con parole gentili che io e te non potremmo mai stare insieme?”
“Ryo, non possiamo.”
“Anche i poliziotti e i detective si innamorano, sai?”
“Ma non noi. Noi non possiamo.”
Ma Ryo non aveva nessuna intenzione di credere a quelle parole, troppo orgoglioso e insistente.
E quel pomeriggio si sentì alquanto coraggioso che provò a baciare la giovane detective, ma che con rapidità fulminante riuscì a scansarsi all’ultimo minuto.
Il giovane uomo si andò ad infrangere contro la pancina, sotto lo sguardo curioso di alcuni passanti che si erano goduti la scena.
“Saeko! Non puoi farmi questo!”
“Ryo, come puoi capire che io sono la ragazza adatta a te?”
“Lo capisco perché è così! E anche se siamo legati ad un lavoro in cui mettiamo a repentaglio ogni giorno le nostre vite, ciò non vuol dire che dobbiamo essere infelici. Dobbiamo innamorarci e creare una famiglia.”
“Allora ti faccio un’altra domanda: come puoi pensare hce io sia innamorata di te? se io fossi segretamente innamorato di un altro?”
“Di un altro? Per caso lo conosco?” domandò Ryo con tono corrucciato.
“Ahah mi dispiace, ma non ti dirò niente di compromettente.”
Finendo il gelato prima che si potesse sciogliere sotto il sole rovente, Saeko sotto sotto si divertiva a prendersi gioco del suo unico vero detective che per lei non poteva credere altro se non alla sua amicizia e che l’amore avrebbe minato per sempre quella felicità irripetibile e sincera.


< Saeko, a cosa stai pensando? > fece Kaori riscuotendola dai suoi pensieri.
< Come? >
< Sei rimasta bloccata per alcuni minuti. Stavi pensando a qualcosa in particolare? >
< No. Stavo sognando ad occhi aperti. >
Senza volerlo, Saeko aveva fatto capire alla sua amica Kaori che pensava nientepopodimeno che al giovane Ryo, ancora troppo presente nella sua mente.
< Capisco, Saeko. >
< Mi dispiace Kaori, ma è molto più fprte di me. Anch’io non posso credere che il nostro uomo… >
Nostro uomo.
Le due parole che scossero ancora l’animo di Kaori, anche se Saeko si riferiva sempre a lui in maniera amichevole e non legato a parole che sfociavano in amore non corrisposto.
Perché Saeko non voleva sfociare in orizzonti in cui si sarebbe bruciata malamente e avrebbe potuto rovinare ancora quel rapporto che piano piano stava riscoprendo.
< Non ti preoccupare, Saeko. Non te ne faccio una colpa… Non più almeno. >
E quelle parole furono talmente piene di sincerità che Saeko non poteva credere di essere sola.
Aveva recuperato un’amica: un’amica sincera a cui lei stessa era legata ad un uomo importante per la detective.
E questo Saeko l’aveva dovuto accettare. Molto tempo prima che loro si innamorassero davvero.


In tutto quel legame ritrovato in cui le giovane due detective stavano facendo tutto per recuperare un uomo smarrito che improvvisamente si era distaccato da tutte le loro vite, quest'uomo doveva imparare il significato del sopravvivere in quelle vie malsane di una città in cui la pioggia rendeva tutto macabro e misterioso.
Una magia oscura che lo aveva cambiato per sempre e che lo aveva condotto lontano da tutti gli affetti.
Sapeva che poteva fidarsi di Umibozu e che lui non l’avrebbe mai tradito.
Ma cosa poteva pensare di Kaori?
Il modo in cui la stava facendo soffrire.
Il modo in cui il loro rapporto si era incrinato per sempre ma che i due cercavano in ogni momento di capirsi.
Quel rapporto incrinato che era un dolore per tutti e due e che Ryo aveva dovuto accantonare per pensare ad un preciso presente dove il sangue macchiava la sua anima.
Perché lui fuggiva da tale presente e muoversi nell’ombra per sempre non l’avrebbe aiutato.
Doveva affrontare le sue paure e tutte le sue grandi difficoltà.
Perché era vero che Ryo aveva paura di tutta quella solitudine.
Ma aveva paura anche di sé stesso e di quelle azioni che l’avrebbero cambiato per sempre.
Perché anche se il male è dietro l’angolo, lui continuava a muoversi da solo.
A muoversi fino a quando il buio non lo circondò per fargli sputare quel crimine che il suo nemico gli aveva teso quella trappola che lo aveva reso inerme, sotto la forte luce di un interrogatorio che avrebbe minato la sua resistenza.
< Credevi davvero di fuggire per sempre, Ryo? Pensavi che i tuoi crimini con la criminalità organizzata non sarebbero mai giunti alla luce? Ebbene, dovrai presto ricrederti. Perché senza la tua confessione, io e i miei uomini non ti lasceremo mai andare. Ormai sei in trappola e la tua sopravvivenza è appesa ad un filo.
Ryo non sapeva chi realmente stava parlando, ma il suono di quella voce gli fece alzare le sue paure e la sua incredulità, a tal punto da fargli pensare che non fosse vero.
< Vieni sotto la luce della lampada. Ho bisogno di vedere la tua faccia. >
< Ne sei sicuro? Questo minerà tutto il tuo presente e tutto quello che puoi credere. >
< Non mi interessa. Ho finito di continuare a fuggire. E anche se ho i piedi e le mani legate, voglio capire chi realmente ho davanti. Quindi vieni sotto la luce. >
La figura misteriosa non se lo fece ripetere due volte.
I suoi occhiali riflettevano quella poca luce che illuminava quel capannone abbandonato sotto gli sguardi attenti dei suoi fedeli scagnozzi.
Perché anche se Ryo era circondato, sapeva che in fondo non poteva fuggire e che la sua confessione era realmente l’unico suo possibile lasciapassare verso un futuro incerto.
< Hideyuki… Sei tu il mio lasciapassare misterioso? Io… non capisco… >
< Sì, Ryo. Sono io ad essere legato al tuo destino… mentre fisso ancora il tuo sguardo e la tua anima macchiata di sangue. >
< No… tu non puoi far parte di tale organizzazione. >
< La vita è la vita e gli affari sono affari, Ryo. Ma tu hai ucciso una persona molto vicina a me. Un omicidio che non rimarrà per sempre impunito. Quindi che ne dici di confessare? >
< Hideyuki, tu non puoi… >
< Questo lo deciderai solamente tu. Vedremo se sarai abbastanza intelligente nell’affrontare tale situazione. Perché io per tutti sono morto e non vorrei deludere ancora quella sorella a cui ero legato affettuosamente. >
< Una sorella che se lei sapesse… >
< Ti conviene non dire niente su di me, Ryo > fece Hideyuki puntandogli la pistola verso la sua fronte < Per il tuo bene. Io e te non ci siamo mai visti. >
< Allora vuol dire che io e te rimarremo per sempre dei fantasmi perché non ho nessuna intenzione di confessare il mio crimine. >
< Ma è il tuo sguardo a parlare per te. e le tue mani macchiate di sangue. >
< Le mie mani e la mia anima non saranno macchiate per sempre. Perché io l’ho fatto per sopravvivere, Hideyuki. L’ho fatto per ritrovarmi un giorno di fronte al mio uomo. Ma non potevo davvero credere che fossi tu. >
< Ebbene, le sorprese sono sempre dietro l’angolo. Altrimenti che vita piena d’azione faremmo. >
< Quell’uomo mi fissava. Mi fissava con tutta la sua crudeltà > fece Ryo cercando di scusarsi come meglio poté < Ti avrebbe fatto piacere sapere che il tuo ex migliore amico sarebbe morto in uno scontro a fuoco? >
< Certo che no. Infatti tu non dovevi farti trovare in quel luogo e in quel momento, dannato guastafeste che non sei altro! >
< E’ il mio lavoro, Hideyuki: rovinare i piani dei cattivi. >
< Ma adesso non ci sarà nessuno che ti salverà. Parola mia. >
E nel dire ciò, Hideyuki si preparava ad andare incontro ad un destino a cui non credeva fosse possibile.
Uccidere o non uccidere il suo vecchio migliore amico: era questo il dilemma mentre Kaori e Saeko navigavano ancora nel buio.
Un buio che non conosceva luce.

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Capitolo 4
*** Fermare le proprie azioni ***


Ryo era solo. Definitivamente.
Come poteva uscirne? Come poteva affrontare una situazione disperata essendo sul punto di morte?
Eppure la sua fermezza non l’avrebbe tradito e la sua più grande paura di affrontare i suoi rischi, non l’avrebbe destabilizzato.
Sapeva che in fondo al suo cuore tenebroso era ancora quell’uomo gentile e speciale che lui aveva conosciuto molto tempo prima e che il suo male non poteva ricoprire tutta la sua anima.
Ryo si sentiva come inchiodato mentre la pistola di Hideyuki non accennava a cambiare direzione.
Il suo nuovo nemico lo fissava e Ryo non batteva ciglio.
< Cosa stai aspettando? Avanti, sparami! >
< Mi stai forse sfidando? >
< E anche se fosse, Hideyuki? Ho altre possibilità? Pensi davvero che io mi arrenda? Se tu mi lascerai in vita, sai cosa succederà. Che ti darò la caccia fino alla tua morte. E non mi fermerò mai dinanzi a nulla. Quindi, pensaci bene. >
Ryo voleva sfidarlo.
Sfidarlo senza pensare a quello che stava andando incontro.
Non voleva fermarsi proprio adesso pensando proprio che la sua dipartita sia solo un lontano ricordo in cui lui poteva attraversarlo senza problemi.
E più guardava il suo nemico, più si convinceva.
< Tu sei pazzo, Ryo. Non ti conviene sfidarmi. >
< Allora uccidimi e facciamola finita. Mi sono stancato di aspettare. Fallo! >
Ma prima che Hideyuki potesse infliggergli il colpo mortale, puntò all’ultimo minuto la sua pistola contro il suo braccio destro, ferendolo lievemente.
Il colpo rimbombò nella sua mente, non credendo ancora a quello che stava succedendo.
hideyuki aveva solo un colpo in canna e i suoi scagnozzi non si erano persi nemmeno un colpo.
< La tua caccia continua, Ryo. >
improvvisamente, il buio ricoprì il suo sguardo e gli uomini di Hideyuki lo presero per poi scaraventarlo fuori dal capannone abbandonato.

< Cosa ne facciamo di lui, capo? >
< Non è ancora venuto il momento di ucciderlo > fece Hideyuki con tono fermo < Ma gettarlo nelle acque fredde del Pacifico gli farà capire contro chi si è messo contro. >
< Vuoi forse farmi morire di freddo, Hideyuki? >
< No, Ryo. Tu questa notte non morirai. >
< Ne sei davvero sicuro? Allora lasciami andare. In un posto qualsiasi dove io non potrò raggiungerti. >
< Fai silenzio. Sono io che detto le regole. >
< Non vedo l’ora di rivedere tua sorella e confessargli tutto. Chissà quale faccia farà. >
< Non lo farai, Ryo. E sai perché? Perché non avrai il coraggio di imbatterti di nuovo con lei. Soprattutto ora che continui ad avere le mani sporchè di sangue. Nessuno ti crederà. Io sono un fantasma, ricordi? E tale pensiero non farà altro che destabilizzare la mente già combattuta di Kaori. Quindi pensaci bene a quello che vuoi fare, Ryo. Vuoi ritrovarmi? Allora ti conviene cercarmi da solo. Perché nemmeno Umibozu potrà aiutarti. >
Ryo si sentiva combattuto dopo quelle parole.
Non sapeva se affrontarlo ancora, ma in fondo non avrebbe fatto niente per minare la sua autostima.
Il giovane detective si sentiva debole e inerme.
E una volta scaraventato nelle acque fredde del pacifico, sentiva la sua vita scivolargli via.
Fino a quando liberandosi le mani e i piedi, riuscì dopo pochi minuti ad andare in superficie, mentre come un criminale senza forze vagava senza energie, fino a quando una persona molto vicino a lui, non gli salvò la vita, proteggendo il suo segreto nonostante non conoscesse il suo recente passato.


Kaori non dormiva.
Tornare nella sua abitazione non faceva altro che riempirgli il cuore di dolore e ciò non riusciva a sopportarlo.
Ma sapeva bene che riposarsi anche solo poche ore l’avrebbero aiutata ad agire e pensare più lucidamente.
Quando il suo pensiero si rivolgeva a Ryo, lei non faceva altro che chiamarlo con insistenza.
Ma era tutto inutile: Kaori non avrebbe sentito la sua voce e la sua lontananza riempiva il suo cuore di dolore.
Ormai la giovane detective non aveva più lacrime da versare e la sua debolezza sarebbe stata la sua forza.
L’alba stava quasi spuntando e la stanchezza si faceva sempre più sentire, al contrario di Saeko che rimase in compagnia di Umibozu cercando di farlo parlare.
Ma anche lei si rese conto di sentirsi inerme.
< Umibozu, credi davvero che così continuerai a proteggere Ryo? Non ti rendi conto che potrebbe avere bisogno di te o di tutti noi? Dei suoi affetti più cari? >
< Ryo sa benissimo badare a sé stesso. Lo so. >
< Non puoi esserne così sicuro, dannazione! >
< Quando sarà il momento, io saprò. Io mi fido del mio uomo. >
< Tu sei solo un povero pazzo. Se non riusciremo più a ritrovarlo, sarai colpito da sensi di colpa che rovineranno la tua esistenza. >
< Ormai ci sono abituato con i sensi di colpa, Saeko. A cominciare da Miki a cui non sono mai riuscito a confessare i miei reali sentimenti. >
< E questo ti fa andare avanti nella tua esistenza? >
< Io sono un soldato, Saeko. Anche se non ho gli occhi di un falco come un tempo. So molto bene quello che faccio. Fidati. >
< Adesso però non siamo qui per parlare di Miki ma di Ryo. >
< Ryo non ha nessun problema! > tuonò l’uomo < Perché non vuoi capirlo? >
< Perché tu invece non fai in modo che Ryo possa tornare ad essere felice con la sua Kaori? >
< Quando porterà a termine la sua missione, tornerà ad essere felice. Promesso. >
< Non farmi promesse idiote, Umibozu. >
< La sua vita privata non mi riguarda, Saeko. Io devo solo limitarmi a mantenere la sua promessa. Punto. >
< Una promessa senza alcun fine di fondamento. >
< La parola che io do’ è la cosa più importante. >
< Ma non ti vuoi rendere conto che anche tu stai mettendo in pericolo una persona? Una persona che al tuo posto, farebbe di tutto per aiutarti. >
< Lui al mio posto non mi tradirebbe mai. Quindi nemmeno io lo farò con lui. >
Saeko stava cercando di mantenere tutta la sua fermezza per non perdere la pazienza, ma Umibozu era un muro che non sarebbe crollato per nessuna cosa al mondo.
< La tua insistenza è pari solo al tuo egoismo, Umibozu. >
< E la tua insistenza Saeko, è pari solo alla tua arroganza nel voler arrivare in fondo ai tuoi scopi. Se vuoi davvero aiutare Kaori, ti consiglio di cercare altrove. E non continuare ad interrogarmi. >
< Non puoi continuare a fare così l’indifferente! Lo capisci questo o no?! >
< Io non faccio l’indifferente. Sto aiutando il mio amico. E con ciò, non sono nemmeno egoista. >
< Sei davvero snervante, Umibozu. >
< Sai Saeko, se fossi molto più giovane, riuscirei a fare breccia nel tuo cuore e a togliere la corazza che usi contro di me. >
< La mia corazza mi serve in questo lavoro, stupido che non sei altro. E fare il sensuale con me non ti servirà a niente- >
Ma Umibozu sapeva bene cosa fare.
Faceva di tutto per fargli perdere tempo mentre sapeva anche che non poteva essere trattenuto per sempre senza una valida accusa.
< Saeko, siamo qui da molte ore, non credi che sia giunto il momento di lasciarmi libero? Oppure vuoi che chiami il mio avvocato? >
< Tu non facevi altro che spiare me e Kaori. Quando la smetterai di fare il furbo? >
< Io non faccio il furbo ma solo gli interessi dal mio amico. >
< A Ryo succederà qualcosa e sarà tutta colpa tua. >
< Su questo ho da ridire, Saeko. >
Sbattendo i pugni violentemente, Saeko sapeva bene che era impossibile fare breccia nel cuore di Umibozu.
Ancora si ricordava il modo in cui Ryo la fissava con dolcezza e spavalderia, credendo che lei non se ne potesse accorgere in nessun modo.
In un periodo in cui Ryo faceva la sua stessa ombra, Saeko era estasiata nel sentirsi protetta. Nel sentirsi amata.
Ma tutto ciò non sarebbe servito a nulla con Umibozu: il muro invalicabile che non voleva crollare.
< Quando Kaori perderà il suo uomo… >
< Non succederà, Saeko. E smettila di fare con me questa psicologia inversa. Non ti servirà a niente. >
< Allora vai pure da lui. Ti sta aspettando? >
< Veramente devo lavorare da Miki. Fianco a fianco con quell’amore che non ho il coraggio di confessare. E continuare a rendere la mia vita così piatta… Ma tutto ciò non ti interessa, giusto? >
Saeko non aveva il coraggio di confessare.
Era troppo furibonda con Umibozu per come si stava comportando.
Il ritrovamento del suo amico era talmente invalicabile che soltanto la sua intelligenza l’avrebbe portata verso strade che fino ad adesso non poteva credere.
< Vai Umibozu. Non c’è più ragione che tu rimanga qui. >
E mentre Umibozu uscì dall’interrogatorio, lo sguardp ferito e corrucciato di Kaori incrociò il suo mentre la ragazza cercava tutte le risposte.
< Saeko, perché Umibozu se ne va’? >
< Non ha intenzione di parlare > gli spiegò Saeko < Ed io non posso continuare a trattenerlo contro la sua volontà. >
< Umibozu, faresti davvero questo per… >
< Solo tu sai dove trovarlo. Ricorda le sue abitudini di quando voleva stare da solo. Solo tu sai dove cercarlo. >
< Umibozu, io… >
Fu in quel momento che Kaori si bloccò e capì tutto.
L’aveva sempre creduto e non c’aveva mai pensato prima.
Ormai era molto vicino a lui e lei per prima era una stupida a non averlo creduto.
< Umibozu, non puoi dirmi che si trova nel locale di Miki. È impossibile! Ho provato a controllare anche adesso e a chiedere a Miki ma lui non c’era. Non sono così sciocca. >
< Questo vuol dire che non hai controllato a dovere, ragazza mia. Lui non vuole essere trovato. Non ora, almeno. >
< Che cosa diavolo vuol nascondere? Parla! Tu sai bene di quel momento in cui aveva le mani insanguinate, giusto? Allora dimmi: ha forse ucciso qualcuno? >
Umibozu si trovava di fronte ad un punto di non ritorno.
Confessare e tradire Ryo o fare finta di nulla?
Ormai sapeva che non poteva continuare a mentire.
< Se ha fatto quello che ha fatto, è stato solo per proteggere il suo buon nome. E fermare quei continui crimini che l’avevano cambiato per sempre destabilizzando la sua bontà e trasformandolo in un personaggio incompreso. Quello che tu non riuscivi più a riconoscere. >
< No… non posso crederci… Ryo non può essere un assassino! >
< Pensa quello che vuoi su di lui, ma sappiate che non l’ha fatto per cattiveria e perché è diventato un criminale… L’ha fatto perché il suo carattere è cambiato e quello che potrebbe scoprire, lo porterà a decisioni incredibili e inverosimili. >
E nel dire ciò, lasciò Kaori e Saeko a pensare, pensando egli stesso di essersi lavato la coscienza e indirizzare la moglie di Ryo verso una verità che non poteva continuare ad essere celata.

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Capitolo 5
*** Salvato dalla nemica ***


Ryo si sentiva stanco e spossato.
Riusciva a malapena ad aprire gli occhi, ma il suo sguardo era annebbiato.
Non riusciva a capire dove si potesse trovare, ma sicuramente capì alla svelta di trovarsi in un luogo sicuro e alquanto caldo.
C’erano alcune persone non molto vicino a lui e quello che attirò la sua attenzione non fu altro che una bellissima ragazza che stava preparando caffè, cappuccini e fare i conti alla cassa.
“Questo luogo mi è molto familiare” pensò il giovane detective toccandosi la fronte a causa del forte mal di testa.
Appena riuscì a vedere meglio, con grande sorpresa capì che si trovava nel locale di Miki, una sua amica di vecchia data.
Non voleva disturbarla al òlavoro, limitandosi a fissarla con sorriso.
Nemmeno la ragazza si era resa conto di venire fissata, senza limitarsi a guardare il ferito e cosa stava facendo realmente.
Prima che Ryo potesse alzarsi dalla sua postazione, qualcuno si avvicinò a lui. Era proprio Umibozu.
< Ehi, amico! Qual buon vento… >
< Vieni con me ed evita di gridare. >
Ryo non si ricordava che era sempre in pericolo, perciò si scusò subito con il suo amico prima di rinchiudersi in una specie di sgabuzzino.
< Qui sarà abbastanza spazioso per tutti e due. >
< Tu credi? > domandò Ryo guardando il mucchio di roba che lo stava circondando.
< Non ti lamentare, Ryo. Non sei nelle condizioni. >
< Mi sembra di non aver detto niente di male. >
< Certo, come no… Se ti ho preso in disparte, è per dirti che le tue due donne mi hanno reso la vita un inferno. Non facevano altro che domandarti di te e di come ti stavo proteggendo. >
< Ma tu da gran soldato, non hai spifferato niente di compromettente. Vero? >
< No. Tranne quando ho detto a Kaori che lei sa bene dove trovarti. >
< Cosaaa?! >
Ryo si mise subito in allarme.
Non poteva credere che Umibozu l’avesse tradito così, con una piccola verità che lo avrebbe potuto scoprire in nessun modo.
< Miki non sa che ti trovi qua dentro. Ho fatto di tutto per nascondetti, sai? >
< Sicuro? Non è che Kaori o Saeko ti hanno seguito? >
< Ryo, con chi credi di parlare? >
< Devo essere sicuro. Per mantenerle lontano dal pericolo. Lo sai, no? >
< Anche se hai ucciso una persona, l’hai fatta per proteggerti. Altrimenti io e te non saremo qui a parlare. >
< Non m’interessa. Sai bene che mi pento di quello che ho fatto. >
< Sei almeno riuscito a scoprire chi c’è dietro a tutta questa organizzazione malavitosa? >
< Certo. E la risposta non ti piacerà. >


Ci furono alcuni secondi di silenzio, appena Ryo sentì avvicinarsi qualcuno.
< Nascondimi! > gridò sottovoce il giovane detective contro uno sprovvisto Umibozu.
Ma appena il soldato si rinvenne, si ritrovò dinanzi Miki che aveva spaventato non poco.
< Dannazione, Umibozu! Che diavolo ci fai qui? >
< Scusami, Miki. Non avevo nessuna intenzione di spaventarti. >
< Ma l’hai fatto, cavolo! >
< Scusami. Davvero. >
Appena Miki fece un respiro profondo, si limitò a dirgli che cosa ci potesse fare rinchiuso là dentro.
< Stavo cercando di sistemare queste scartoffie > replicò l’uomo con la prima scusa che gli venne in mente.
< LO posso fare benissimo da sola. >
< Andiamo Miki, non ho di meglio da fare. Lascia che ti aiuti. >
Capendo che alla fine era tutto inutile cercare di convincere quell’uomo, Miki si limitò a sbuffare e uscì dallo sgabuzzino per tornare al lavoro.
< Continua ad entrare gente. Devo tornare al lavoro. >
< Tu vai. La situazione qui è totalmente sotto controllo. >
< Non fare danni. Intesi? >
> Prometto che sarò bravo. >
Appena Miki chiuse la porta per tornare al suo lavoro, Umibozu fece segno a Ryo che per poco non si soffocò con gli scatoloni che aveva usato per nascondersi.
< Cavolo, Umibozu! Tu sei uno scellerato! >
< Certo… Voglio tenerti nascosto. Tutto qui. >
Capendo che stava nascondendo qualcosa, Ryo avrebbe voluto affliggere il suo amico senza pietà.
< Umibozu, tu mi vuoi nascondere… ma ancora non capisco che mi possa aver salvato dalle acque. >
< Quali acque, scusa? >
< Non fare lo sciocco, Umibozu. Anche se sono stato ferito, non vuol dire che ho perso la memoria. Il mio ultimo ricordo è quando quel dannato Hydeyuki… >
< Che cosa? Hideyuki? >
Ryo si era scordato che non aveva confessato a nessuno quello che aveva scoperto e Umibozu rimase interdetto e muto.
< Sì. È lui dietro a tutto questo. >
< Ma tu l’hai visto morire! Molto tempo fa’! >
< Puoi evitare di gridare, per favore? >
< Scusami, Ryo. Ma sono tremendamente scioccato. >
< Immagina me, Umibozu. Appena capii che ero sul punto di morire per causa sua dopo che l’avevo scoperto e che avevo ucciso uno dei suoi uomini, non sapevo più che cosa pensare.
Ero sul punto di morire e Hideyuki era tremendamente imprevedibile. Per fortuna che mi ha gettato nelle acque ma soprattutto, qualcuno è riuscito a salvarmi. >
< Sono arrivato in tempo, Ryo. >
< Come? Mi vuoi forse dire che sei stato tu? >
< In carne ed ossa. >
Ma Ryo capì subito che qualcosa non andava.
> Umibozu, come hai fatto tu a salvarmi se non sai nemmeno nuotare nella piccola piascina che hai a casa? >
< Cosa? Non è vero. Ho fatto molti progressi! >
< Certo. E ti aspetti che io ti credo? Lo so bene che non ti saresti mai buttato nelle acque del pacifico. >
< Ma io veramente… >
< Ti conviene dirmi la verità, altrimenti non avrò pietà di te. >
< Che cosa farai? Mi metterai sotto torchio come hanno fatto le tue amiche? >
< Una di loro l’ho anche sposata. Guarda un po’? > replicò Ryo insistente con tono canzonatorio < Allora? Che mi dici al riguardo? >
Non avendo più voglia di mentire, Umibozu gli confessò che era stata proprio Miki a salvarla.
< Quindi lei sa che io sono qui. >
< Esatto. >
< Ma allora perché mi nascondi? >
< Volevo solo fare la mia parte. Anche perché non sapevo dove nasconderti. E il Cat’s Eye era il luogo adatrto. >
< Sei incorreggibile, Umibozu. >
Per prima il soldato pensò che il suo amico ce l’avesse con lui, ma alla fine capì che non era così.
< Di lei proverò a fidarmi > fece Ryo sospirando < Però sono sempre in pericolo e devo ritrovare alla svelta HIdeyuki prima di perdere definitivamente tutte le sue tracce. >
< Ryo, sei ancora molto debole. Non puoi andartene in giro chissà dove. >
< Ce la faccio. Tu limitati a coprirmi. >
< Ma c’è ancora mola gente nel locale! Mangia almeno qualcosa. Beviti un caffè. >
< Non ho tempo, Umibozu. Devo tornare in azione. Tu coprimi. >
Uscendo dal loro nascondiglio appena la calca di gente si era dissipata, Umibozu ricoprì per intero il corpo di Ryo senza che qualcuno lo potesse vedere.
< Ah, Umibozu? >
Appena Miki lo chiamò, i due uomini si bloccarono all’istante.
> Si, Miki? >
< Potresti sostituirmi un attimo? Devo fare una chiamata importante. >
< Certo. Nessun problema. >
< Se vuoi mi troverai al piano di sopra, ok? >
< Senz’altro. >
Con il suo sorriso sornione, Umibozu aveva avuto tremendamente paura di venire colto sul fatto, ma tutto andò come previsto.
Ryo riuscì ad uscire dal locale senza essere visto da occhi indiscreti.
< Ryo, aspetta! >
< Che cosa vuoi, Umibozu? Devo andare! >
< Quando potremmo rivederci noi due? >
< Quando mi sentirò al sicuro > replicò il detective cercando di tagliare corto.
< Stai molto attento, ok? >
< Senz’altro. Sei stato molto bravo ed abile a coprirmi le spalle. Ora però devo farcela da solo. >
< C’è l’ha fatta Miki. E grazie al suo tempestivo aiuto, si trovava proprio nei pressi del porto. >
< Sì. Una grande fortuna. >
Ryo non si domandò mai il motivo per cui Miki si trovasse così vicina ad un luogo pericoloso e ciò si convinse che non era importante scoprirlo.
< Adesso vai e buona fortuna. >
< Grazie, Umibozu. Ti devo la vita. >


Miki fissava i due amici dalla stanza sopra il Cat’s Eye e la giovane donna non perse tempo per rivelare tra quelle mura chi realmente fosse.
< Sono io. Ryo è appena uscito dal mio locale. >
< Ti ha visto qualcuno? >
< No. Nessuno sospetta niente. Vuole trovarti a tutti i costi, Hideyuki. >
< Lo aspetterò con grande piacere. Tu rimani al locale e fammi sapere cos’altro scopri. >
< D’accordo. >
Miki si sentiva diversa.
Nessuno sapeva che posa potesse legare quell’uomo con il suo tradimento.
Ma ciò l’avrebbe ancora spinta verso di lui per il risultato finale che i due stavano complottando per un losco giro d’affari che li avrebbe resi ricchi sotto gli sguardi assenti di tutti. Soprattutto degli amici della giovane donna.

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Capitolo 6
*** Le coperture non servono più a niente ***


Saeko e Kaori continuavano a lavorare assieme, ma non riuscivano ad avere quella complicità necessaria per essere spietate, ma soprattutto per andare d’accordo.
Perché anche se Saeko cercava di fare l’amica prima che la detective, Kaori preferiva lavorare di gran lunga da sola, evitando il più possibile di parlare con la sua stessa collega, cosa che Saeko aveva notato.
E prima che le due ragazze potessero varcare il locale che Kaori aveva pensato, Saeko la prese per un braccio imbattendosi contro tutta la sua rabbia e la sua voglia di ritrovare Ryo.
< Perché mi stai fermando? Così perdiamo tempo! >
< Kaori, devi cercare di stare tranquilla. Agitarti non servirà a niente. >
< Questo lo dici tu. Anche se non sono più me stessa, sono convinta di essere molto vicina a lui. Me lo sento. >
< Credi davvero che Umibozu… >
< Dobbiamo fidarci di lui, Saeko. >
< E se invece avesse fatto di tutto per portarci fuori strada. >
< No. Perché anche lui è preoccupato di Ryo. Anche se non vuole tradirlo, per prima cosa non vorrebbe mai che gli succedesse qualcosa di grave. Anche se ci ha fatto capire che ha tutto sotto controllo, noi non possiamo credergli e dobbiamo continuare ad essere inesistenti. >
< Perché tu pensi che lo troveremo là dentro, Kaori? >
< Umibozu è cotto di Miki. Anche se lui non vuole darlo a vedere. >
< Ma Kaori… >
< Se sono così irresponsabile e faccio di testa mia, tu vedi di non disturbarmi Saeko. Almeno finché non ci ritroveremo davvero dinanzi al pericolo. >
Ma Saeko sapeva bene che ogni posto era un possibile pericolo a cui le due ragazze dovevano stare molto attente, anche se il locale in questione era il locale di Miki.
Le due ragazze entrarono come se niente fosse, assaporando il profumo di caffè che eleggiava nello stabile.
< Ciao, ragazze! > fece Miki andandogli incontro < Sono davvero molto contenta di rivedervi. >
< Anche noi, Miki > fece Saeko con sorriso sincero.
< Miki, abbiamo bisogno di parlarti > disse invece Kaori cercando di tagliere corto.
< Che cosa succede, Kaori? Non ti ho mai visto così afflitta. >
< E’ una situazione molto complicata questi giorni > si spiegò Kaori facendo ancora la misteriosa < Se siamo qui adesso, è perché dobbiamo ritrovare Ryo. E credo proprio che sia qui nelle vicinanze. >
< Ryo? Ma veramente è da un bel po’ che non lo vedo. >
< Miki, anche tu hai intenzione di mentire come Umibozu? >
< Come Umibozu? Non so davvero di cosa state parlando. >
Miki faceva finta perfettamente di guardare le due ragazze con sguardo confuso, senza tralasciare il minimo sospetto su di lei.
Al contrario di Kaori che era un fiume in piena che non voleva assolutamente fermarsi.
< Hai capito bene, Miki. Tu e Umibozu state nascondendo Ryo. E anche se non so bene il perché, sappiate che avete finito di fare i finti tonti ed è giunto il momento di parlare chiaro. Una volta per tutte. >
< Lascia perdere, Miki > fece Umibozu andandogli incontro < La ragazzina pensa che noi stiamo nascondendo Ryo contro la sua volontà. Ma Kaori non capisce che è arrivata tardi e ha continuato a fare un buco nell’acqua. >
< Arribvata tardi? Mi stai forse dicendo… >
< Io non ho detto niente di male, Kaori. Sei te che capisci quello che vuoi. >
Pur mantenendo il nervosismo e la rabbia di Kaori prima che potesse davvero esplodere, questa volta fu Saeko a prendere l’iniziativa.
< Ascoltami bene, Umibozu > replicò la detective piantandolo contro il muro < Hai finito di prenderti gioco di noi. O ci dici dove si trova Ryo, o ti farò pentire di essere nato. >
< Minacciarmi in questo modo non servirà né a te né a Kaori. >
< Umibozu, di cosa stanno parlando le ragazze? > domandò Miki facendo finta di essere continuamente confusa.
< Fatti gli affari tuoi, Miki. È troppo pericoloso fin troppo anche per te. È questo che le altre due ragazze non riescono a capire. >
< Mi stai forse trattando come una poppante, Umibozu? >
< Non ho detto questo! > gridò spazientito il soldato < Uffa! Perché voi donne non volete capire? >
< Ryo è continuamente in pericolo, Umibozu. Me lo sento. E anche Kaori lo sa… Quindi ti consiglio di parlare subito, altrimenti farò in modo di gettarti in prigione con qualsiasi accusa che potrà pendere su di te. >
< E quale? >
< Smettila di prenderti gioco di noi! >
Mettendo al tappeto con un colpo di karate il povero Umibozu, il soldato non sapeva realmente che cosa fare.
Continuare ad aiutare Ryo, ma fino a quando? Come poteva andare avanti in questo modo?
< Kaori, devi sapere una cosa che Ryo è riuscito a confessarmi prima che se ne potesse andare > mormorò l’uomo piegato dal dolore.
< Che cosa ti ha detto? Dimmelo! >
< Calmati. Almeno tu. >
< Non posso stare calma e tu lo sai bene, Umibozu. Quindi parla chiaro una volta per tutte. >
Rialzandosi dopo il colpo ricevuto, il soldato fissò negli occhi la giovane moglie di Kaori.
E prima che le sue parole potessero avere il loro effetto, Umibozu fu attaccato ancora alle spalle.
Ma questa volta non fu un colpo pieno di rabbia, piuttosto un colpo a tradimento.
Lo sguardo di Miki si fece ancor più corrucciato mentre la paura si stava impadronendo delle altre due ragazze.
Umibozu era svenuto proprio dinanzi ai loro occhi e Né Kaori né Saeko comprendevano il perché.
< Miki, ma cosa stai facendo? Ci avevo già pensato io a metterlo al tappeto. >
< Qui la situazione è un’altra > replicò Miki chiudendo a chiave il suo locale < Voi adesso siete in trappola e non potrete aiutare in nessun modo il vostro amico. >
Kaori vide con occhi increduli che Miki aveva tirato fuori una pistola che maestralmente aveva tenuto nascosta sotto i suoi vestiti, e una volta puntata addosso a Kaori, la giovane moglie di Ryo si sentiva più impotente che mai.
< Tu vedi di non muoverti, Saeko. A meno che non vuoi rendere la situazione ancora più tragica.
< Miki, che cavolo stai facendo? >
< La situazione è davvero surreale. Infatti tuo fratello mi ha sempre ripetuto della tua determinazione, ma io non gli ho mai creduto… Ho sempre pensato che eri una ragazzina senza spina dorsale, cara Kaori. Ma mi sono sbagliata. >
< Che diavolo centra adesso mio fratello?! >
< Cara la mia ingenua, Kaori… Se solo tu sapessi. >
E mentre Saeko cercò di cogliere l’occasione per disarmare Miki, quest'ultima riuscì a sparare un colpo e colpire proprio Saeko sulla spalla destra, anche se solo di striscio.
Il colpo risuonò con paura per tutto il locale, salvando solamente la giovane Kaori.
< Miki! Tu sei pazza! >
< Sì, credo che tu abbia ragione… Ma quando sei in società con un criminale che hai sempre pensato che fosse tuo amico o uno di famiglia, diventa tutto più difficile.
Specie se sotto c’è anche un ricatto a cui non puoi sottrarti. >
< Miki, si può sapere di cosa stai parlando? > fece Saeko toccandosi la ferita dolorante.
> Cara Saeko, la mente dietro tutto questo non è nient’altro che Hideyuki, il fratello di Kaori. >
Kaori e Saeko non potevano credere a quelle parole.
< No. Non è possibile > rispose Saeko.
< No… Tu menti, maledetta! >
< Se solo potessi vederlo con i tuoi occhi, Kaori. A qiuel punto capiresti… Ma adesso non c’è tempo. Io devo tenervi rinchiuse qui il tempo necessario per cui Hideyuki finisca il suo lavoro. >
< Di cosa stai parlando? >
< Non fare l’ingenua, Kaori. Sai molto bene che dietro a questo fatto non c’è altro che Ryo, sempre più in pericolo che mai. >
A quel punto Kaori aveva capito.
Capito che suo marito era in pericolo e che il suo stesso fratello avrebbe fatto di tutto per toglierlo di mezzo.
La situazione si era ribaltata in quell’universo parallelo che Kaori e tutti gli altri credevano impossibile.
Il fratello di Kaori era vivo e stava facendo di tutto per distruggere quei legami affettivi che l’avevano contraddistinto per sempre.
E tutto ciò era un tumulto di paure che non potevano fermarsi.
E mentre Ryo continuava a correre senza mai fermarsi, alla fine giunse in quel punto in cui Hideyuki era morto e dove la sua figura era più vivida che mai.
Perché egli stesso era ancora sul punto del pericolo, e anche i suoi affetti più cari erano ad un punto cieco dove la sopravvivenza e la voglia di farcela andava velocemente scomparendo.
< Ci rivediamo, Hideyuki. Per lo scontro finale. >
< Sì, Ryo… Ma non saremo solo io e te. >
< Che cosa vuoi dire? >
> Che le nostre vecchie conoscenze ci aspettano e i loro sguardi saranno ancora pieni di dolore. Come il tuo, ad esempio. >
< Pensi davvero di riuscire a farla franca? >
< Lo vedremo, Ryo. Il nostro primo e ultimo duello sta per iniziare. >

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Capitolo 7
*** La pietà non esiste per i colpevoli ***


Avvicinandosi a Ryo, Hideyuki non provava nessuna compassione per il suo ex amico.
Lo vedeva solamente come un nemico da eliminare e questo lasciò senza speranza il giovane detective.
< Ti devo bendare e legare, altrimenti tu mi sgusci via come un’anguilla. >
< Hai paura di me, vero Hideyuki? >
< Più che altro non kmi fido. >
< Nemmeno io dovevo fidarmi di te. Sei solo un traditore. Uno della peggior specie. Tua sorella ha sofferto e continua a soffrire per te. Ti rendi conto che quando ti vedrà in vita che cosa penserà? >
< Gli passerà. È una ragazza forte. >
< Tu ci vuoi distruggere, Hideyuki. Solo per i tuoi dannati loschi scopi. Dovresti vergognarti. >
< Ho sofferto anch’io, Ryo. Che cosa pensi? >
< Questo non è un valido motivo > replicò il detective con tono rabbioso < Tutti noi abbiamo sofferto e continuiamo a soffrire perché questa è la vita. Ma non dobbiamo dimenticarci delle persone a cui vogliamo bene. E purtroppo tu ti sei dimenticato di tutto questo, Hideyuki. >
< E’ la vita, Ryo. Io ho fatto una scelta e non posso più tornare indietro. >
< Lo credo bene. Ma se solo tu potessi, torneresti indietro? >
A quella domanda, Hideyuki lo fissò per alcuni secondi prima di mettergli un cappuccio che avrebbe coperto il volto di Ryo.
< Mi sono sentito abbandonato su quel letto d’ospedale. Ero pronto per andarmene, ma qualcuno ha deciso che dovevo continuare a vivere. >
< E chi sarebbe stato a salvarti? >
< Miki. Con le sue doti da medico nascoste, è davvero in gamba. Molto più che rimanere dietro ad un bancone di un bar. >
< Sto pensando che il suo lavoro, non è stato altro che una copertura. >
< Su questo hai ragione, Ryo. >
< Voi avete tradito la nostra fiducia. Fiducia a persone che avrebbero fatto tutto per voi. >
< Se sono diventato quello che sono, forse tu e tutti gli altri non avete fatto abbastanza. Non credi? >
< Sinceramente, adesso non so più cosa pensare. >
Indignato, Ryo avrebbe voluto prenderlo a pugni in faccia e farlo morire una seconda volta. Ma questa volta, definitivamente. >
Il giovane detective si sentiva distrutto da quella vita che ultimamente non gli aveva regalato soddisfazione come voleva, allontanandosi da un matrimonio felice e da un rispetto verso una donna che l’aveva sempre amato incondizionatamente.
> Io mi pento invece di essere stato troppo lontano da tua sorella. Perché lei è la tipica persona che ti ama per quello che sei… Ma tu non riesci a capire queste cose. >
< Non insegnarmi a vivere, Ryo. Non ho bisogno di saperlo da te. >
< Invece dovresti! Perché così ti saresti ricreduto alla svelta. >
< Certo, come no… Adesso hai finito di parlare? >
< Preferivo prenderti a pugni in faccia, sai? Ma purtroppo non posso fare altrimenti visto che ho le mani legate. >
< Se fosse per me, ti farei morire qui immediatamente. Ma dobbiamo fare un duello io e te e voglio che le persone che tu ami incondizionatamente, guardino la tua dipartita. >
< Perché tu pensi realmente di uccidermi? Nemmeno la moerte mi vuole. >
< Su questo non ci giurerei. >


Raggiungendo il locale dove Miki teneva sotto scacco Umibozu, Saeko e Kaori, la giovane ragazza si sentiva spazientita.
< Che diavolo stai aspettando, si può sapere? >
< Tu taci, Umibozu. Sono solo problemi miei. >
< E che ne dici di farcelo sapere a tutti? >
< Fate silenzio o vi elimino immediatamente. Va bene se la metto su questo piano? >
< Tu non vuoi ucciderci > fece Kapori sicura di sé < Tu stai aspettando una perona. E non vedi l’ora di vedere le nostre facce sconvolte. >
< Puoi ben dirlo, cara Kaori… Ed eccolo che sta arrivando. >
Mentre il locale era chiuso da un bel po' di ore, nei dintorni dell’edificio nessuno si accennava ad avvicinarsi, sentendo forse quella paura nell’aria che li avrebbe bloccati all’istante.
E una volta che Ryo entrò legato e inerme, la faccia sconvolta di Kaori si spostò tutta verso il suo amato e compianto fratello Hideyuki.
< Non può essere vero. >
Kaori non sapeva cosa pensare.
Vedere suo fratello che la fissava con aria di superiorità, aveva reso la ragazza inerme e arrabbiata con la vita.
< Salve a tutti i presenti > si limitò a dire Hideyuki < Vedo che abbiamo anche Saeko e Umibozu. Ottimo lavoro, Miki. >
< Grazie. Ma tu ci hai messo troppo a venire. >
< Ho avuto un po’ di problemi con Ryo. Ma ho anche risolto alla svelta. >
< Hai voluto quello che hai sempre desiderato da alcune settimane a questa parte: tutti gli amici più stretti di Ryo sono qui. E adesso? >
< E adesso lo ucciderò davanti a tutti. >
Togliendosi il sacco che gli copriva il volto, la felicità di Kaori di vedere che suo marito stava bene, scomparve alla svelta.
La sua attenzione non poteva che spostarsi verso suo fratello, con quell’incredulità che la costernava.
< Ryo ti stava dietro da molte settimane > cominciò a dire Kaori < Giusto per capire che c’eri tu dietro a tutto questo… Hideyuki. >
< Come puoi ben vedere cara sorella, ho cambiato la mia vita. Sono scampato alla morte e non ci tengo ad essere abbandonato come un tempo. >
< Nessuno ti ha mai abbandonato > lo redarguì Ryo.
< Tu dici? >
< Il tuo male è l’unica tua rovina, Hideyuki. Tu per primo non capisci quello che stai facendo. E nemmeno Miki capisce. >
< Io credo proprio dio sì. >
Tirando fuori la sua pistola, Hideyuki era pronto per farla finita.
Voleva uccidere Ryo, mentre la povera Kaori cominciò a piangere dalla rabbia.
< Vai e uccidilo, Ryo. So che puoi farcela. >
< Kaori, credi davvero che… >
< Non ci sono altri modi. Lo devi uccidere. Altrimenti noi tutti moriremo e non ci sarà nessuno che riuscirà a vendicarci. >§
Ryo fu molto rapito da quelle parole.
L’appoggio incondizionato di sua moglie gli era molto mancato, oppure il giovane detective non se n’era mai reso conto come in quel momento.
Non aveva mai visto la ragazza con quegli occhi pieni di rabbia e di rancore, cosa che spezzarono ancora quel cuore di un uomo che aveva bisogno di essere ricomposto.
< Kaori, vincerò per il nostro legame. E per gli amici che soffrono insieme a noi. >
< Caro Ryo, come ti ho detto, io non ne sarei così sicuro. >
Tirando fuori le pistole per il duello, Ryo non ebbe perplessità al riguardo.
Non aveva paura che la pistola che teneva in mano fosse contraffatta o manomessa.
Voleva solo ucciderlo. Con l’arma o a mani nude.
Toccando quell’arma, Ryo si sentiva infallibile mentre Miki cominciò a contare i passi dei due sfidanti.
< DSiete pronti, allora? >
< Non sto più nella pelle > replicò Ryo < Inizia a contare, traditrice. >
< Non puoi dirmi questo, Ryo. Io ti ho salvato > replicò la donna come presa in giro.
< Avrei preferito morire in quelle acque gelide piuttosto che venire salvato da te. >
< Sei un ingrato, Ryo. Perché perdermi il tuo sguardo perso nel vuoto se posso vederti adesso morire proprio davanti ai miei occhi e dinanzi agli occhi dei tuoi amici? >
< Sì sì, hai fatto in fretta a diventare uguale a Hideyuki. Ma presto vi pentirete di avermi fatto così velocemente il funerale. E adesso inizia a contare. >
Momenti che trascorrevano lentamente.
Momenti che Ryo si sarebbe ricordato tutta una vita, aspettando quel momento che l’avrebbe per sempre liberato.
E mentre Miki cominciò a contare, i passi si facevano più accennati mentre la parola “dieci” e il momento di voltarsi erano più vicini di quello che poteva credere.
Ma Ryo aveva capito che non poteva fidarsi di quel traditore di Hideyuki.
Infatti l’uomo si azzardò a girarsi prima che Miki potesse arrivare fino a dieci e questo Ryo lo rese ancora più irascibile.
Abbassandosi poco prima che Hideyuki fece partire il colpo, il giovane detective prese accuratamente la mira contro un irrefrenabile e incredulo Hideyuki.
< Stavolta non ti è andata bene come la prima volta < Fece Ryo con tono fermo < Stavolta la morte ti accoglierà a braccia aperte. >
E dopo aver fatto partire il colpo che rimbombò in tutto il locale, il silenziò calò dinanzi a tutti quegli occhi increduli che si erano goduti la scena-.
Hideyuki fu colpito a morte proprio dinanzi a Miki.
Un colpo mortale allo stomaco che lo uccise in pochi secondi.
Un colpo che per Miki sarebbe stato indimenticabile.
< Hai visto, Miki? Hai scelto di stare dalla parte sbagliata. >
Quel colpo finale, fu il richiamo della polizia che non ci mise molto a sfondare la porta del locale e arrestare quella traditrice mentre con sguardo perso fissava il corpo martoriato di Hideyuki morire a stenti e con lo sguardo nel vuoto.


Tornando a casa, Ryo non aveva voglia di festeggiamenti e quant’altro.
Dopo essersi assicurato che Umibozu e Saeko stavano bene, voleva rimanere da solo con Kaori, l’unica donna che l’aveva amato per quello che era.
Ma non poteva evitare la sua collera, ancora molto presente nei suoi occhi per come lui se n’era andato.
< Ho dovuto farlo, Kaori. Per proteggere te e tutti i miei amici > fece Ryo massaggiandosi la guancia destra dopo che Kaori gli aveva dato uno schiaffo.
< Non è una scusa che regge in piedi, scellerato che non sei stato altro-. Io ero molto preoccupato per te! Lo capisci?! >
E anche in quel momento, Kaori non poté trattenere le sue lacrime.
Ritrovare Ryo sano e salvo fu l’inizio di un nuovo percorso per la giovane coppia.
Un percorso che nessuno dei due avrebbe abbandonato, rimanendo sempre avvinghiati l’uno e l’altro.
< Promettimi che non te ne andrai mai più. E che se succederà qualcosa di brutto, ti farai aiutare. >
< Lo rpùùprometto, Kaori. Per noi due. >
< Spero che tu sia sincero, altrimenti toccherà a me ucciderti > rispose la ragazza asciugandosi le lacrime < E sarai lì che dovrai avere più paura. >
< Ahahah. Su questo non ho alcun dubbio > rispose Ryo spensierato ritrovando quel sorriso e quella felicità che per molto tempo aveva perduto.

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