Una vita noiosamente infernale

di Coso96
(/viewuser.php?uid=822908)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un noioso inizio ***
Capitolo 2: *** Noiosi incontri e interessanti sviluppi ***
Capitolo 3: *** Una noiosa tripletta ***
Capitolo 4: *** Un noioso primo bersaglio ***
Capitolo 5: *** Una noiosa investigazione ***
Capitolo 6: *** Un interessante secondo bersaglio ***
Capitolo 7: *** Goddamn if i get outdeviled ***
Capitolo 8: *** Una noiosa femme fatale ***
Capitolo 9: *** Un noioso ciclo di morti. ***
Capitolo 10: *** Noiose conseguenze. ***
Capitolo 11: *** Una noiosa apocalisse ***
Capitolo 12: *** Un noioso cavaliere. ***
Capitolo 13: *** Un noioso accordo ***
Capitolo 14: *** Rabbia e lacrime. ***



Capitolo 1
*** Un noioso inizio ***


Un giovane ragazzo nerboruto dai capelli corvini e dalla folta barba si stava fumando un sigaro sulla veranda della sua abitazione. Il suo volto sembrava far trasparire molta malinconia e nostalgia, ma anche una profonda rabbia, eppure... non sapeva perché: aveva una famiglia che lo amava, degli amici, aveva amato e perduto, possedeva diversi talenti,  eppure la sua vita non lo soddisfaceva. Aveva pensato di ammazzarsi per la sola curiosità di sapere cosa ci fosse dall'altra parte o forse semplicemente per levarsi quel senso di insoddisfazione, ma era troppo codardo per farlo. Insomma, era estremamente annoiato. Aveva sempre visto la vita come una storia, ogni evento un capitolo in più da aggiungere. Pensava che qualcuno li avrebbe letti? Non lo sapeva, ma di una cosa era certo: sembrava che la sua storia fosse semplicemente a corto di capitoli interessanti
“Hm, vorrei tanto che succedesse qualcosa di interessante.” Sospirò consumando il sigaro.
All'improvviso, un portale rosso circondato da fiamme infernali apparve davanti alla veranda, dal quale uscirono 3 creature rossastre, una di esse, una specie di demonietto con le corna bianche e nere, era armato con un fucile da cecchino calibro 50.
“Meh, sembra che quelle sessioni a giocare a battlefield da giovane mi abbiano insegnato qualcosa.” Disse tra sé e sé il ragazzo ridacchiando, per poi tornare a guardare il paesaggio: qualsiasi cosa fossero, non erano di certo affari suoi e sinceramente non gli importava. 
“Ehi boss, guarda! Il nostro bersaglio!” Urlò una demonietta vestita in modo gotico indicando l'umano.
“Tesoro, zitta, non vedi che non ci ha notato? Fai fare al boss.”  Disse un demonietto maschio più piccolo di quello armato e stranamente preoccupato, non sapendo che in realtà li stava semplicemente ignorando.
Il demone armato puntò il cecchino sulla testa del ragazzo e sparò, ma lui stranamente riuscì a schivare il proiettile spostando leggermente la testa, o almeno così sembrava: in realtà era solo stato fortunato abbastanza da spostarla poco prima che premesse il grilletto.
“Hm?” Fece il ragazzo notando il foro di proiettile pericolosamente vicino al suo cranio. Reagì con un semplice sbuffo irritato, quindi si alzò dalla sua sedia ed iniziò ad avviarsi con calma verso il demone che gli aveva sparato, che nel frattempo stava litigando con l'arma, probabilmente perché si era inceppata. Con un calcio, disarmò il demone, ma lui rise e tirò fuori una pistola, di cui il ragazzo si sbarazzò dandogli semplicemente uno schiaffetto sulla mano artigliata.
“(Una creaturina piuttosto deboluccia...)” Pensò l'umano stranamente divertito.
“Oh al diavolo, Millie, pugnala questo bastardo!”
“Ci sono Boss!” Esclamò la demonietta gotica buttandosi sul ragazzo pugnale alla mano, ma lui non fece altro che spostarsi a destra di qualche centimetro, tendere leggermente la gamba e farle uno sgambetto.
“Wow, wow...” Strombazzò la demonietta mentre cercava di tenersi in equilibrio facendo dei goffi saltelli in avanti su una sola gamba, fortunatamente per lei l'umano le afferrò il polso armato di coltello per non farla cadere... e per non farsi pugnalare.
“Oh... grazie, però dovrò ammazzarti comunque.” Gli sorrise la demonietta innocentemente.
Il ragazzo sospirò mettendosi la mano in fronte: ora che li poteva osservare bene, aveva già visto queste creature in TV mentre buttavano il cadavere di un ragazzino tra le braccia della madre. 
“Meglio ricominciare da capo” Bofonchiò schiarendosi la gola. “Io mi chiamo Frank, ma credo che lo sappiate già dato che volete uccidermi. Con chi ho il piacere di parlare?” Chiese mollando la presa sul polso della gotica. 
“Oh, di certo non mi aspettavo una reazione diplomatica...” Sussurrò il demone più piccolo al suo boss.
“Neanche io, deve essere ritardato quasi quanto te, Moxxie...” Rispose il boss ridacchiando.
Frank lo fulminò con lo sguardo, al quale lui rispose tirando fuori un coltello dalla giacca.
“Bah, fanculo la copertura, tanto stai per essere ucciso dal capo dell'agenzia I.M.P!”
“I.M.P?”Fece Frank con un sopracciglio alzato.
“Immediato assassinio professionale, di cui io, Blitzo, sono il capo e... AMMAZZALO ORA, MILLIE!”
Millie aveva approfittato del diversivo del boss per recuperare il cecchino da terra, ora puntato a pochi centimetri dalla testa del loro bersaglio. Lui non si scompose e si limitò ad afferrare la canna e a piegarla più volte fino a farla sembrare un nodo a fiocco.
“Ma che cazzo?!?!” Imprecò Blitzo irritato: quel cecchino costava un occhio della testa. Gli altri 2 demoni, d'altro canto, iniziarono a preoccuparsi che le loro ossa avrebbero fatto la stessa fine della loro arma, soprattutto perché Frank aveva iniziato a scricchiolarsi le dita minacciosamente.
“Quindi siete degli assassini. Vi spiace rispondere a qualche domanda?” Fece con un sorrisetto che mostrava qualcosa che non provava da molto tempo: interesse.
I tre imp indietreggiarono spaventati, soprattutto Moxxie, ma fortunatamente Blitzo, percependo il pericolo, chiamò Loona e fece aprire il portale di ritorno alle loro spalle.
“Mi spiace, amico, ma purtroppo dobbiamo recuperare altro equipaggiamento per ammazzarti. Goditi la vita che ti resta! AHAHAHAHAH!” Rise Blitzo poco prima di prendere con la coda Millie e Moxxie e buttarsi nel portale, inconsapevole che il loro bersaglio aveva avuto la brillante idea di seguirli.
La sensazione che Frank provò nel portale non era molto differente da un veicolo: anzi,  gli sembrava di stare su un aereo, bastava ignorare tutti i pentagrammi lampeggianti che aveva attorno e avrebbe avuto pure la nausea. Ci vollero solo pochi istanti per arrivare nel quartier generale della I.M.P, dove a dargli il benvenuto si ritrovò una specie di demone dalle sembianze di un canide umanoide, dalla sclera scarlatta e dai capelli argentati.
“Porca puttana, non avreste dovuto ammazzarlo questo qui?!” Ringhiò lei mentre Blitzo rovistava tra le cose nel suo ufficio alla ricerca di un'arma da fuoco.
“Si, si, ci sono, tesoro, tu tienilo fermo, lo faremo fuori subito.”
La ragazza roteò gli occhi al cielo e iniziò a guardare i social media nel suo cellulare, ignorando completamente l'ordine del suo capo.
“Hm, sclera scarlatta, canide, pentagrammi infernali e portali. Sei per caso un hellhound e io sono negli inferi?” Chiese Frank stiracchiandosi il collo: quel portale gli aveva causato un po' di dolori.
“Oh, abbiamo Sherlock qui con noi, anche se non abbastanza intelligente da non buttarsi in un portale per gli inferi, che ne dici di stare lì buono mentre il capo trova qualcosa per ammazzarti?”
Fece sarcasticamente l'hellhound continuando a guardare il suo cellulare con fare annoiato.
“Bah, almeno potresti legarlo, Loona!” La sgridò Millie mentre prendeva delle catene chiodate da dietro la scrivania  della reception, ma la risposta della sua collega fu un dito medio disinteressato.
“Tesoro, forse dovresti aspettare che il boss prenda un'arma da fuo...”
L'esplosione di un muro interruppe Moxxie, innalzando una fitta coltre di polvere che limitò di parecchio la visuale di Frank, non abbastanza per non permettergli di vedere la causa di tutto: una figura umanoide con delle grossa corna da caprone, un paio di ali di angelo e un'aureola con sopra incastonata una gemma rossa. Il volto, che sembrava una sorta di ologramma, mostrava un sorriso sadico con un occhio a x e uno a cerchio.
“Oh, merda, uno sterminatore, che cazzo ci fa qui?!?” Gridò Moxxie mettendosi di fronte alla moglie nella speranza di difenderla col suo corpo.
“Oh, moriremo tutti, che disgrazia.” Sbuffò l'hellhound continuando a guardare lo schermo del cellulare con il suo solito modo strafottente.
Lo sterminatore si accinse ad impalare i due sposi con una specie di lancia bianca, ma il suo braccio venne fermato dalla mano di Frank, chiaramente irritato dall'atteggiamento del nuovo arrivato.
“Ehi, ti dispiace non ammazzarli? Devo fargli delle domande.”
Il viso olografico dello sterminatore divenne un punto interrogativo, come se si stesse chiedendo cosa ci facesse un vivente negli inferi, ma non ebbe il tempo di elaborare il tutto perché una violenta capocciata del ragazzo gli fece esplodere la testa, facendola diventare una semplice pozza di sangue e strani pezzi metallici.
“AH! Ho trovato una pistola!” Urlò all'improvviso Blitzo uscendo dal suo ufficio e trovandosi di fronte la reception mezza distrutta, uno sterminatore morto, i suoi due dipendenti che guardavano il loro bersaglio a bocca spalancata e sua figlia che aveva appena fatto una cosa che non  faceva da anni: aveva posato il telefono.
“Che è successo?” Chiese il boss confuso.
“Ehm... scusate, credo di averlo rotto...”  Fece Frank non sapendo se sentirsi in colpa o meno: non pensava fosse così fragile.
“Oh beh, sti cazzi, pagheremo le riparazioni con  questo lavoro.” Disse Blitzo puntando la pistola sulla testa di Frank, stavolta a debita distanza per evitare di essere disarmato di nuovo, ignorando completamente il cadavere dello sterminatore.
“NO!” Esclamarono Moxxie e Millie mettendosi davanti a Frank con fare protettivo
“Oh, andiamo, vi ho detto mille volte di non affezionarvi ai nostri bersagli, sopratutto a te, Moxxie.” 
“Ma... ci ha salvato la vita...” Sussurrarono all'unisono facendo gli occhioni dolci e indicando l'angelo morto.
Blitzo si sbatté la mano in fronte, visibilmente infastidito delle gesta dei suoi sottoposti.
“Ok, ve lo spiegherò in un modo che i vostri piccoli cervelli  possano capire...” Ringhiò con un tik nervoso all'occhio. “Noi. Siamo. Dei. FOTTUTI! Assassini. Quindi, quando accettiamo un lavoro, non importa cosa accade, dobbiamo finirlo, perché noi siamo dei PROFESSIONISTI”
I 2 impiegati continuarono a fare gli occhi dolci, ma stavolta aggiunsero pure un labbro tremante, mentre Loona continuava a guardare il cadavere dello sterminatore basita: non pensava neanche che potessero morire.
“Va bene! Vedo cosa posso fare. Loona, tu apri il portale per rimandare a casa l'ammazza angeli.” Fece sconfitto il boss della I.M.P.
“Ok...” Sussurrò l'hellhound, ancora scombussolata dalla morte dello sterminatore.
“Ehm... angelo?.”  Disse il ragazzo confuso. “Strano, mi aspettavo un aspetto... più angelico?” 
“Intendi quella roba che rappresentano nelle chiese sulla terra? Una volta ci siamo entrati per sbaglio, ma devo dire che voi umani avete una visione piuttosto distorta degli angeli e di cosa sono capaci. A proposito, io mi chiamo Millie. GRAZIE PER AVERCI SALVATO LA VITA!” Disse Millie tutto di un fiato attorcigliandosi alla coscia del ragazzo in una sorta di abbraccio con un sorriso stranamente contagioso stampato sulla faccia.
“E io sono suo marito Moxxie, mentre quella ragazza che sta fissando ancora il cadavere dello sterminatore è Loona.”
Sentendosi chiamata in causa, Loona distolse lo sguardo dal cadavere dell'angelo e si accinse ad aprire il portale con il libro, ma la mano di Frank glielo prese di mano prima che potesse finire l'incantesimo.
“Si, si, ho capito, sono felice che si sia risolto tutto, ma purtroppo non posso tornare ancora.” Disse Frank maneggiando il libro incuriosito. “Hm, quindi avete usato sto coso per aprire il portale. Avevo letto su internet qualcosa a riguardo, ma non pensavo che esistessero.”
L'attenzione dell'umano tornò sul demone canide. “Eh, diavolo, ora che ti guardo meglio sei praticamente antropomorfa. Il mio mondo descriveva gli hellhound molto più... mostruosi, ma forse dovrei smetterla di basarmi su quello che ho visto, dato che sembra tutto... mal interpretato.”Aggiunse con una punta di delusione.
“Ehi, vaffanculo, ridammelo.” Ringhiò Loona mostrando le zanne.
“Wow, lascia che ti dica che i furry sulla terra andrebbero pazzi per te.” Le sorrise il ragazzo con fare provocatorio,per niente intimorito dalle zanne del demone, cosa che risultò in un ringhio ancora più nervoso.
“Ma... perché dovresti rimanere?” Intervenne Millie incuriosita: nessuno sano di mente avrebbe deciso di rimanere all'inferno di sua spontanea volontà, soprattutto un umano. Anche se l'estrema calma con cui aveva reagito agli eventi appena successi le fecero dubitare della sua sanità mentale.
“Sei per caso psicopatico?” Chiese con il volto che sperava in una risposta positiva.
“Voglio solo scoprire chi ha assunto degli assassini per uccidermi, è così strano? In più,  avevo proprio bisogno di qualcosa da fare.” Rimarcò Frank come se stesse dicendo ovvietà.
“Buona fortuna allora. Il cliente ci ha dato il lavoro in modo anonimo, quindi non abbiamo modo di sapere chi fosse. Ma anche se lo avessimo saputo, non te lo avremmo detto. Sai, i professionisti hanno degli standard.” Disse Loona in modo accigliato.
“Li abbiamo?” Chiese Millie sinceramente confusa dall'affermazione della sua collega.
“Sta zitta, Millie!”
“Beh, sarebbe stato troppo facile se fosse finita con un solo capitolo, un vero peccato.” Disse tra sé e sé il ragazzo.
Millie e Moxxie lo fissarono straniti: di che cazzo parlava?
“Hm, ho origliato la chiamata col nostro cliente e ho sentito nominare in sottofondo quello strano hotel per la redenzione. Potresti iniziare da lì.” Aggiunse Moxxie ignorando le affermazioni del suo salvatore.
“MOXXIE!” Lo sgridò Loona mostrando i denti. 
“Molto bene, c'è altro che dovrei sapere?” Chiese l'umano sbadigliando e avviandosi verso l'uscita.
“Oh, oh, ce l'ho!” Disse Millie con un'euforia decisamente fuori luogo. “ Non fare, per nessun motivo al mondo, un patto con un demone. Sai, quella storia dei patti è una di quelle poche cose su cui voi umani ci avete preso. E riguardati l'anima, so che quelle dei vivi valgono un sacco di soldi.”
“Millie, credo che dovremmo andare con lui: che io sappia gli umani non sono antiproiettile e dubito che riuscirebbe ad arrivare a pentagram city da solo.” Aggiunse il piccolo imp scherzosamente.
“Hai ragione, tesoro. Vado a prendere le mie armi!” Esclamò la ragazza saltellando felicemente verso quella che Frank dedusse fosse la sua armeria.
“Cosa?!?! Volete davvero aiutare questo idiota a farsi ammazzare?!” Urlò Loona sul punto di una crisi di nervi.
“Oh, andiamo Loona, non essere la solita brontolona.” Disse Millie uscendo dalla sala riunioni con un mp40 tra le mani. “Ho trovato questa!”
L'hellhound digrignò i denti, sfilò il libro dalle mani del suo ex bersaglio, che non mancò di mostrare un'espressione di disappunto dato che lo stava ancora leggendo, e disse: “Va bene! Fate ciò che volete, ma io non perderò tempo ad aiutare un umano fuori di testa!”
“Fai ciò che vuoi. Andiamo, signor Frank. Ti porteremo a Pentagram City senza neanche un buco in testa.” Gli sorrise Moxxie
“Pentagram City... e io che mi aspettavo un inferno alla Dante.” Ridacchiò il ragazzo: la cosa si faceva più interessante di minuto in minuto.
“Spero solo che non ci siano altri angeli.” Bisbigliò Millie leggermente intimorita.
“Non ti preoccupare, tesoro, probabilmente era solo uno sterminatore sperduto, la prossima pulizia è ancora lontana.”
La mano di Frank si poggiò sulla testa di Moxxie.
“Dovrò farti molte domande su questo posto.”  Sussurrò con un sorriso incuriosito chiudendosi la porta della I.M.P alle spalle.
Loona, ormai sola in quel che rimaneva della reception della sua azienda, prese il cadavere dello sterminatore in spalla e lo buttò nel buco dal quale era venuto.
“Lo ha ammazzato come  un insetto... se solo fosse venuto prima.” Mormorò con una punta di malinconia prendendo il telefono ed iniziando ad ascoltare della musica.




“Nota del tizio che scrive.”


Il mio primo prologo breve. Sono felice. Comunque, prima storia su habzin hotel e helluva boss, quindi spero vi piaccia, e spero che non sembri troppo forzato, anche se forse lo è per ora AH!. Ho deciso di scriverla perché... mi piace lo show... DAH! A parte le cavolate, avevo voglia di scriverla, niente di più, però ammetto di essermi sforzato per non scrivere 10 pagine di prologo AH! Consigli sono sempre ben accetti. Buon natale! Si, mi sono parato il culo col titolo, tiè! AH! 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Noiosi incontri e interessanti sviluppi ***


Sulla strada per Pentagram City, a bordo dell'auto aziendale che avevano preso senza permesso, Moxxie e Millie non esitarono a rispondere alle curiosità del ragazzo e a come funzionavano le cose da quelle parti. Gli spiegarono del problema della sovrappopolazione,  della pulizia annuale, la differenza fra peccatori e demoni nati all'inferno, e di come i primi sviluppino poteri in base alla loro vita terrena e la loro morte,  della loro azienda, dei signori dell'inferno e per ultimo, ma non meno importante, della loro destinazione.
“Parlami un po' di più di questa sovrappopolazione. Se una volta questi demoni erano umani,la maggior parte almeno,  non dovrebbero ammazzarsi a vicenda come facciamo noi sulla terra?” Domandò Frank, particolarmente interessato all'argomento.
“Solo le armi degli angeli possono eliminare definitivamente un demone, quando veniamo uccisi da armi mortali, da altri demoni o in qualsiasi altro modo, la nostra anima soffre per diversi giorni in uno dei gironi più profondi dell'inferno, solo per tornare qui quando il nostro corpo si riforma. La tortura cambia da individuo a individuo, ma è meglio non farsi ammazzare troppe volte. Sai, conosco demoni che sono andati fuori di testa a causa delle torture, quasi come se avessero perso loro stessi. .” Spiegò Millie, gli occhi fissi sulla strada.
“Hm, e cosa succede se venite uccisi da un angelo?”
“Il nulla. La tua anima viene completamente distrutta, e senza di essa il tuo corpo non avrà più possibilità di riformarsi. Per farla breve, cessi di esistere.” Aggiunse Moxxie mentre un brivido freddo gli attraversava la schiena.
“Wow, davvero un sacco di roba da ricordare.” Mormorò Frank col suo immancabile ghigno interessato, affacciandosi al finestrino dell'auto per osservare la città.  L'architettura di Imp City era piuttosto strana, ma anche molto simile a quella della terra, tralasciando qualche edificio munito di corna da imp o l'edificio diroccato con il cartello -Avete bisogno di un Hellhound?-, quasi come se stesse suggerendo un giro di prostituzione di qualche genere. 
“Quindi... cosa farai al nostro ex cliente quando lo troverai?” Chiese Millie dal  posto del guidatore, interrompendo i pensieri del ragazzo.
“Ci penserò quando lo troverò.” Fu la risposta secca di Frank.
“Siamo arrivati.” Intervenne Moxxie indicando un cartello con su scritto-Benvenuti a Pentagram City-.
“Ah, finalmente, il mio culo si sta facendo quadrato su questa macchina.” 
Esattamente come Imp City, Pentagram City sembrava letteralmente annegare nel peccato e nel vizio: demoni che si scambiavano droga, sparatorie nei vicoli, cadaveri mutilati in mezzo alla strada di cui nessuno si curava, ma stranamente, era comunque meglio di come lo immaginavano sulla terra. E c'era pure l'immancabile pentagramma sul cielo rossastro che dava il nome alla città, da cui, basandosi su quello che aveva detto Millie, discendevano le anime dannate di quelli che erano appena deceduti sulla terra.
“Davvero un bel posticino.” Sussurrò sarcasticamente Frank poco prima che l'auto si fermasse davanti ad un edificio alquanto stravagante: un grosso, elaborato amalgamato di finestre arcuate e torri, una delle quali probabilmente rotta. Sembrava avere circa 7 piani, con almeno 5 dedicati agli ospiti.
C'era persino attaccata una nave, ma non si capiva se veniva usata come colonna portante o come stanza degli ospiti.
“Hazbin Hotel...” Disse Frank osservando l'enorme logo al neon sopra l'edificio, per poi girarsi verso i 2 imp con sguardo serio. “Un'ultima cosa, vedete di non dire quello che è successo nel vostro ufficio in giro: meglio non attirare attenzioni indesiderate per ora.”
Millie e Moxxie annuirono semplicemente.

“Nel frattempo, all'interno dell'hotel.”

Una giovane ragazza dalla chioma bionda sospirava tristemente sul banco della reception, osservata diligentemente da una ragazza con la pelle grigia e i capelli bianchi.
“Charlie, tesoro, non ti puoi aspettare 10 clienti al giorno.” Cercò di rassicurarla.
“Sono passati 2 mesi e l'unico cliente che abbiamo avuto è Angel Dust, Veggie!” Sbottò all'improvviso sbattendo le mani sul bancone, le corna leggermente visibili.
La porta di ingresso si spalancò di colpo e, alla vista dei due imp all'entrata, la trasformazione parziale della principessa degli inferi si annullò e un sorriso smagliante decorò il suo viso.
“Benvenuti all'hazbin hotel, l'unico hotel per la redenzione di tutti gli inferi. Siete qui per un Check- in?.” Chiese Charlie senza neanche prendere fiato, due enormi stelle al posto delle pupille a causa dell'eccitazione.
“In realtà... abbiamo portato  un amico.” Sussurrò Millie indicando Frank, intento a esaminare la resistenza della porta nel caso dovesse sfondarla.
La principessa degli inferi iniziò letteralmente a vibrare come un cellulare in modalità silenziosa, ignorando completamente le facce basite dei suoi colleghi.
“Ah, capisco, volete aiutare il vostro amico a deragliare dalla via del peccato perché gli volete un mondo di bene e desiderate che vada in paradiso, giusto?  Dove potrà accarezzare cuccioli tutto il giorno, mangiare zucchero filato e dormire su una nuvola con diversi arcobaleni come sfondo!” Gridò felicemente Charlie avvicinando pericolosamente la faccia a quella di Frank, che non fece altro che grugnire e sollevarla per il colletto, per poi poggiarla su uno sgabello vicino a Veggie, ancora con la bocca spalancata, gli occhi fissi sull'umano.
“Eheh, capisco, hai problemi di rabbia, ma tranquillo, sono un'ottima ascoltatrice! Col mio aiuto, persino uno come te potrà andare in paradiso... Eheheheh.” Rise nervosamente la bionda.
“Charlie...” La chiamò Veggie, cercando di svegliarla dal suo momento di euforia.
“Ho già pronto un programma di 3 mesi per i peccatori come te.” Continuò la principessa, ignorando la ragazza.
“Charlie...” Ci riprovò Veggie.
“Hm, se mi segui nel mio ufficio, possiamo iniziare una sedut...”
“NON SI PUO' REDIMERE, CHARLIE!” Urlò Veggie nell'orecchio della ragazza, stordendola momentaneamente.
“Perdona la mia collega.” Disse la principessa poco prima di dare un'occhiataccia alla partner. “Ma io, a differenza sua, penso che ogni demone meriti la possibilità di redimersi.”
“Ma lui non è un demone.” Aggiunse innocentemente una piccola demone ciclopica con i capelli scarlatti.
“Cosa hai detto, Niffty?” Fece Charlie, l'espressione felice sostituita da una confusa.
“Ha detto che non è un demone, imbecille.” Ribatté un demone dalle sembianze feline con la pelliccia nera e bianca mentre si beveva dell'alcol scadente.
“Ho capito cosa ha detto, quello che chiedo è una spiegazione!” Pretese la biondina, ora gli occhi puntati su quella persona che, a suo dire, l'aveva presa in giro per un bel po' di minuti.
“Sono un umano.” Disse finalmente Frank, mettendo la parola fine a quel siparietto che, a dirla tutta, si stava godendo. 
Charlie spalancò gli occhi e la sua mascella toccò letteralmente il terreno per l'improvvisa rivelazione. Cercò conferma girandosi verso la fidanzata, la quale non fece altro che annuire e domandarsi -Che cazzo ci faceva qui un umano?-
“Ehm...” Cercò di dire Charlie, un po' imbarazzata per il fraintendimento. “Per caso... hai bisogno di qualcosa?” Domandò insicura.
“CHARLIE!” La sgridò Veggie. “Non ti sembra il caso di impedire ad un umano di entrare qui dentro!? O magari chiederti come cazzo  ha fatto ad entrare negli inferi?! Praticamente è un bersaglio vivente!”
“Si, ma...”
La porta dell'entrata si spalancò nuovamente, interrompendo la futura regina.
“Tutti giù!” Urlò un demone con un occhio dalla sclera nera buttandosi dietro al bancone della zona bar in cerca di copertura.
Fu in quel momento che il tempo sembrò fermarsi per Frank: aveva sentito l'odore di polvere da sparo quando il demone dall'occhio strano era passato letteralmente sotto il suo naso, quindi aveva intuito cosa sarebbe successo da lì a qualche secondo. Non ci fu esitazione: Charlie, Moxxie, Millie, Niffty e Veggie, anche se quest'ultima fece fin troppa resistenza, vennero lanciate di peso dietro al bancone, seguite dal ragazzo, che si mise in copertura vicino a loro, appena in tempo per evitare un'ondata di proiettili che riempì di fori tutta la reception.
“Hm, sei veloce con quelle mani, amico. Dopo questa schermaglia dovrai mostrarmi qualcosa a letto: è quasi un secolo che non mi scopo un umano.” Lo stuzzicò il demone dalla sclera nera tirando fuori delle mitragliatrici dal vestito, ma Frank ignorò le sue avance e si concentrò sul vestito da cui aveva preso le sue armi: forse sarebbe stato utile.
“Angel, che cazzo hai fatto?!?” Gridò Veggie sul punto di rubargli una delle mitragliatrici e sparargli in testa.
“Beh, diciamo che questi qui volevano che gli succhiassi il cazzo, niente di insolito, ma puzzavano di formaggio e smegma, quindi gli ho detto che non avrei fatto niente se non si fossero lavati prima. L'hanno presa sul personale.” Spiegò con nonchalanche, ignorando la faccia nauseata di Charlie.
“E hai pensato che fosse una buona idea portarli qui, giusto? Distruggeranno l'hotel! E se spari con quelle cose farai solo più danni!” Urlò furibonda Veggie puntando le armi dell'amico.
“Ehi, hai un revolver in quel vestito?”Chiese all'improvviso Frank, rompendo la discussione tra i 2: se ci entravano delle mitragliatrici, non faceva male chiedere.
“Hm, chi è il tuo amico,Veggie? Ha buon gusto. Ho un revolver schofield che tengo come ricordo dei vecchi tempi.” Aggiunse tirando fuori l'arma e porgendola al ragazzo insieme alla fondina.
“Perfetto, quanti sono gli inseguitori?” Domandò controllando il tamburo della revolver.
“5... E sono grossi, e per una volta non parlo delle loro parti basse.”
“Ok, ci penso io, voi state qui dietro: mi servite vivi e non posso permettermi di aspettare qualche giorno.”
I proiettili smisero di piovere proprio nel momento in cui finì lo scambio di parole, sostituiti dalle urla rabbiose dei demoni all'esterno.
“ANGEL!! ESCI CON LE MANI IN ALTO E SUCCHIACI IL CAZZO, PUTTANA!”
Frank approfittò del momento per saltare fuori dalla sua copertura e uscire dall'entrata sfondando letteralmente la porta, o quello che ne era rimasto, dell'hotel con un calcio, non facendo caso ai ringhi psicotici di Veggie.
“E tu chi cazzo sei?” Chiese un demone con indosso una maschera da hockey, una doppietta puntata sul petto di Frank, che non fece altro che mostrare un sorriso a 32 denti.
“Diciamo che state disturbando una conversazione, ma dato che non voglio farvi soffrire per diversi giorni sarò gentile: vi dispiace farmi interrogare le persone qui dentro in pace?”
I cinque demoni si guardarono perplessi per qualche secondo, solo per scoppiare a ridere di gusto subito dopo: quanto poteva essere coglione un tipo per minacciare 5 demoni armati con una misera pistola?
“Immaginavo...” Sussurrò Frank avvicinando la mano al fodero.
I visi derisori dei demoni furono deturpati da cinque proiettili di schofield  praticamente in un istante. L'unica cosa che i demoni all'interno riuscirono a vedere fu solo l'umano che rinfoderava la pistola ancora prima che i corpi cadessero a terra, solo per girarsi e camminare verso di loro come se non avesse fatto nulla.
“Bene, dubito siate voi le persone che cerco, ma dovrete comunque rispondere a qualche domanda. Non vi dispiace, vero?” Chiese Frank con un sorriso che non avrebbe accettato un no come risposta.
“Quella. È stata. Una. FIGATA!!” Esclamò Angel senza nascondere l'erezione che aveva nei pantaloni. “Che ne dici di andare in camera mia e fare....”
“Sono etero. ” Fu la risposta immediata di Frank.
“Lo dicono tutti prima di venire con me.” Lo provocò Angel prima di essere colpito da un calcio sui testicoli da Veggie, neutralizzandolo temporaneamente.
“Non abbiamo tempo per queste stronzate. Tu, che cazzo ci fai qui?”
“Veggie...” Sussurrò Charlie da dietro al bancone. “Forse prima dovremmo ringraziarlo per aver salvato l'hotel...” 
“Non ce n'è alcun bisogno. Vi ho aiutato perché mi servite, ma probabilmente vi devo qualche motivazione.”
Detto ciò, Frank non esitò a spiegare la sua situazione: come dei demoni minori avevano attentato alla sua vita, come era riuscito ad entrare e perché stava cercando un demone. Però non disse tutto, per esempio evitò di dire chi erano i suoi assassini, dato che sarebbe stato piuttosto scomodo spiegare perché erano con lui, ed evitò di parlare pure dell'angelo morto, ma nonostante tutto, ad ogni parola sembravano sempre più coinvolti dalla sua storia, soprattutto la futura regina, disgustata dal fatto che dei suoi sudditi andassero ad ammazzare umani per conto di altri demoni, come se il problema della sovrappopolazione non fosse già abbastanza grave.
“Ok, questo spiega molte cose, ma non perché sei venuto specificamente qui!” Ringhiò Veggie.
“Beh, diciamo che speravo di trovare informazioni, ma sembra che abbia preso un granchio.” Disse il ragazzo punzecchiando l'occhio di Niffty con la gamba di una sedia, piuttosto divertito dai suoi tentativi di staccargli la mano a morsi.
“Hm, se è informazioni che cerchi, forse ho un'amica che potrebbe sapere qualcosa. Ma non ti prometto niente, appena mi passano i dolori la chiamo.” Aggiunse Angel massaggiandosi i testicoli doloranti.
Veggie e Charlie inarcarono un sopracciglio, sospettose dell'improvvisa disponibilità di quella che, almeno per Charlie, sarebbe dovuta essere la loro prima anima redenta prima della prossima pulizia.
“Vuoi solo avere un'occasione per scopartelo...” Lo accusò Veggie senza giri di parole.
“Forse, ma mi ha anche salvato le chiappe! AHAH!” Se la rise il demone aracnide.
“Io e Charlie non ti accompagneremo in un'altra delle tue cazzate con un bersaglio mobile, vero Charlie?”
Il demone falena vide il viso insicuro della compagna, come se fosse in conflitto su una decisione ardua, e fu in quel momento che ricordò che era di Charlie che si stava parlando, uno dei pochi demoni, se non l'unico demone, capace di agire per puro altruismo.
“Veggie... se lasciamo che quell'umano vada in giro da solo, potrebbe capitargli qualcosa. Cosa farà se incontra uno come Alastor? E poi... ha aiutato anche noi.”
“GUIDO IO!” Gridò Angel prendendo le chiavi della limousine e correndo fuori.
Frank si limitò semplicemente a seguire il demone, soddisfatto che lo sviluppo degli eventi fosse andato a suo favore in modo abbastanza semplice.

“10 minuti dopo.”


La tensione nella limousine era tangibile, soprattutto perché Veggie non smetteva di rifilare occhiatacce a Frank, tutte prontamente ignorate dal suddetto, più concentrato sulle condizioni della sua pistola che a dare attenzioni ad una tipina mestruata.
“Ehm...” Cercò di rompere il silenzio Charlie schiarendosi la gola. “Per caso... hai un nome?” Chiese con un sorriso forzato.
“Mi chiamo Frank. Non c'è bisogno che vi presentiate: ho già sentito i vostri nomi mentre parlavate tra di voi.”
Il silenzio tornò come un martello su un chiodo, rotto solamente dalla domanda seguente del ragazzo.
“Questa storia del bersaglio mobile... Di cosa parlavate?” Chiese mettendo a posto la pistola.
“Sei entrato negli inferi senza neanche sapere cosa potrebbe accadere alla tua anima stando qui?!?” Sbottò Veggie, estremamente irritata dalla stupidità dell'umano.
“Beh, basta che non faccio patti e dovrei stare tranquillo, no?”
“Questo può funzionare con demoni come me o Angel, ma ciò non può impedire ad un overlord di ucciderti per acquisire la tua anima e avere più influenza nel territorio, oppure costringerti a fare un patto con lui tramite la tortura!”
“Ah, gli overlord sono i pezzi grossi. Questi 2 mi hanno accennato qualcosa.” Disse Frank indicando i 2 imp.
“Allora non ti hanno detto abbastanza...” Sbuffò lei incrociando le braccia.
Massaggiandosi il viso, Charlie cercò di pensare a qualcosa per alleviare un po' l'ostilità della compagna, ma venne incalzata dallo squillo del telefono di Frank, che suscitò una certa sorpresa pure nell'umano, incuriosito dal fatto che ci fosse campo all'inferno.
“Pronto?”
“Frank!! Mi sono innamorato!”
“Ciao John... Cosa mi racconti stavolta?” Chiese lui con un'espressione decisamente annoiata.
“Voglio sposare Katie Chard!”
“John... perché?” Domandò con l'espressione che si faceva più annoiata di minuto in minuto.
“Perché mi ha offerto una gomma l'altro ieri.”
Frank si morse il labbro nel tentativo di non insultare il suo “amico”
“John, non puoi sposare Katie...”
“Mi ferisci, amico. Perché?”
“John, hai 30 anni, lei 14. Vedo una discrepanza, oppure non so contare!”
“L'età è solo un numero.”
Una grossa vena pulsante comparve sulla tempia del ragazzo, terrorizzando Charlie, soprattutto perché sembrava che il suo sguardo adirato fosse puntato su di lei.
“E lo sai cos'altro è un numero?”
“Cosa?”
“IL 911! E CHIAMAMI SOLO SE STRETTAMENTE NECESSARIO!” Sbraitò rimettendosi violentemente il telefono in tasca sotto lo sguardo allibito dei suoi compagni di viaggio, per poi cambiare immediatamente espressione e chinare la testa davanti a Charlie.
“Scusa se ti ho spaventata, quel tipo fa uscire la mia parte peggiore. Ah, e per la storia degli overlord, cercherò di tenere un profilo basso per la tua amica. Nessun problema, vero? ” Domandò Frank con un sorriso stranamente amichevole.
“Nessun... problema.” Mormorò la principessa, liberando con un sospiro tutta la tensione che aveva accumulato.
Il motore della limousine si spense, avvisando il gruppo che erano arrivati a destinazione. Uno alla volta scesero dall'auto, trovandosi di fronte un colossale grattacielo a forma di spada, da cui uscì una demone ciclopica dalla sclera scarlatta e dalla pupilla a forma di x munita di un sorriso piuttosto trasparente su quello che sarebbe stato il suo carattere.
“Cherri!”Esclamò Angel abbracciando l'amica, che , dopo aver risposto all'abbraccio con altrettanto affetto, scrutò l'umano alle spalle della pornostar, quasi come... se l'avesse riconosciuto.
“Ok, che ne dite di entrare dentro e aiutare il vostro amico?”
All'interno della spada (O dovrei dire edificio?) l'intero atrio sembrava fatto di cristalli rossastri, così lucidi che ci si poteva specchiare sopra, persino le poltrone e i divani erano fatti del medesimo materiale. Al centro di esso, un'enorme statua di Cherri armata di bombe sorrideva vittoriosa.
“Parecchio figo, eh? Da quando ho sconfitto quel serpentaccio con Angel sono riuscita a fare parecchi miglioramenti e ho reso questa spada il mio quartier generale.” Si vantò la ciclope prendendo sotto braccio Frank, che optò sul non fare resistenza, dato che era la sua unica pista per scoprire il nome del committente.
“Angel, fatevi pure un giro per l'edificio, io porterò il vostro amico nel mio ufficio.”
Il gruppo fece spallucce, ma ignorarono tutti il suggerimento di Cherri, finendo solo per sedersi su uno dei divani cristallini sotto consiglio di Angel, perché fare un giro in un edificio abitato dalla sua migliore amica sarebbe stata un'esperienza troppo pericolosa per gente come Charlie e Veggie a suo dire.
“Spero che Niffty e Husk abbiano sistemato quel casino alla reception...” Disse Charlie tra sé e sé.
“Perché non lo abbandoniamo qui? Lo abbiamo aiutato fin troppo facendogli usare la tua limousine!” Bofonchiò Veggie spazientita.
“Veggie, voglio solo essere sicura che torni sulla terra senza un graffio. Se siamo fortunate, si arrenderà sulla ricerca di questo demone e se ne tornerà a casa senza fare troppo scalpore. E poi, come ho già detto,  gli dobbiamo almeno questo.” Replicò Charlie poggiando la mano sulla coscia della partner in segno di affetto.
“Hm... va bene,” Sussurrò il demone falena con un sorriso sconfitto ma addolcito.
“Ehm, non credo che un tipo in grado di eliminare uno... Hphphphph.”
Moxxie tappò la bocca di Millie con un pezzo di stoffa prima che potesse dire cose scomode.
“Quello che mia moglie voleva dire è... che non sembra un tipo molto propenso all'arrendersi.”
Frank seguì (O venne trascinato, dipende dai punti di vista.) la ciclope fino ad arrivare ad una lunga rampa di scale in legno, da cui emergeva un corrimano che non meritava affatto quel nome: le diverse schegge, trappole per orsi e mine antiuomo presenti avrebbero impedito a chiunque di metterci le zampe sopra.
“I corrimano sono per le checche.” Fu la scusa di Cherry per spiegare quell'obbrobrio di architettura.
La scala terminò in quel che Frank immaginava fosse il quarto piano, a quel punto i due si avviarono verso l'interno, e dopo un breve tratto di corridoio poterono ammirare la porta dell'ufficio di Cherri: un grosso portone fatto di granate senza sicura, probabilmente tutte difettose, alla faccia della sicurezza pubblica.
Cherri non esitò ad aprire la porta potenzialmente esplosiva al suo ospite, che non mancò di mostrare un certo stupore controllando gli interni “dell'ufficio”: sulla sua sinistra, c'era un grosso nastro trasportare che sembrava essere utilizzato per diversi tipi di armi, dai lanciarazzi alle pistole, mentre alla sua destra c'era un enorme campo per il tiro a segno  munito di diverse sagome, la maggior parte troppo forate per il riutilizzo, infine, al centro della stanza si trovava una normale scrivania in marmo con una poltrona girevole, probabilmente l'unico motivo per il quale la ciclope chiamava quella stanza “ufficio”.
“Allora... Perché il nipote di Arthur Callahan si trova all'inferno?” Domandò la ciclope mostrando i denti aguzzi con un sorriso.
Frank sogghignò e si accese un sigaro, per niente sorpreso che qualcuno l'avesse riconosciuto.
“Gli somiglio così tanto?” Chiese inalando il sigaro in una sola botta.
“A parte il colore dei capelli e degli occhi, sei praticamente la sua goccia d'acqua. Quando ero ancora viva, ha aiutato molto mia madre con le sue preghiere.”
Frank pensò al nonno con nostalgia: come gli aveva insegnato a maneggiare una pistola, la sua strana regola delle flessioni ogni volta che ti sentivi insoddisfatto, quando lo costringeva a leggere la bibbia, di cui tutt'ora non aveva memorizzato neanche un passo, ogni notte.
“Era un brav'uomo...” Emise con un fiato.
“Già, lo era... Allora,che ti serve?”
“Mi serve sapere chi ha commissionato un assassinio sulla terra da queste parti. Ne sai qualcosa?” Fece lui in poche parole.
La ciclope si leccò le labbra pregustando l'occasione che incombeva.
“Per tua fortuna, da quando sono diventata l'overlord che si occupa del traffico di armi, ho diverse conoscenze, quindi... che ne dici di fare un patto?”
Una sorta di vento verdognolo circondò la mano tesa della ciclope, mentre una specie di luce dello stesso colore si manifestava sul suo palmo.
“Io scopro chi ha cercato di ucciderti e tu mi dai la tua anima. Mi sembra uno scambio equo.”
Frank le fissò la mano con un'espressione che diceva -Davvero?-, al che lei la ritirò alzando le mani in modo rassegnato.
“Non giudicarmi. Come overlord, anch'io devo cercare di espandere il mio territorio, quindi non biasimarmi per averci provato.”
“Puoi aiutarmi in un modo che non comprenda il vendere la mia anima?” Chiese stizzito.
La ragazza si grattò il mento, pensando che il gesto sarebbe riuscito ad accelerare la fuoriuscita di un'idea, e, stranamente, così fu. Senza fare troppi complimenti, gli porse tre foto che rappresentavano dei demoni dall'aspetto piuttosto inusuale: uno spilungone vestito da pappone, un tipo con una televisione al posto della testa vestito in nero e una specie di ragazzina-bambola dal sorriso... quasi adorabile.
“E questi stramboidi sarebbero?” Domandò lui esaminando le foto.
“Io ti darò le informazioni che vuoi, ma tu dovrai aiutarmi ad espandere il mio territorio in un altro modo dato che non vuoi fare un patto, cioè ammazzando 6 overlord per conto mio. Purtroppo quei tipi sono troppo pure per me per ora, quindi mi serve qualcuno che se ne sbarazzi.” Rispose lei scaccolandosi in modo annoiato.
“Io qui vedo 3 foto. ”
“Ti darò gli altri 3 obbiettivi quando ti sarai sbarazzato di questi qui.” Aggiunse Cherri poco prima di prendere una scatola nera, aprirla di fronte a Frank e mostrargli un revolver angelico molto simile al modello Cattleman della terra, se non per il colore bianco e le rifiniture dorate. “Ho rubato questo durante l'ultimo sterminio e sono riuscita a mettere le zampe su 6 proiettili angelici. Spero che tu abbia lo stesso talento di tuo nonno con le pistole.”
“Non c'è proprio altro modo?” Chiese lui, principalmente perché pensava che ammazzare dei pezzi grossi non fosse molto discreto, anche se fino a quel momento non lo era stato un granché.
“Anche se i nostri parenti erano in buoni rapporti, non vuol dire che ti debba fare uno sconto. Devo guadagnarci qualcosa, non importa chi conosci, è così che funziona da queste parti. Allora, accetti?”
“Dubito che questi bersagli staranno in mezzo alla strada per farsi sparare, vero?”
“Oh no, sono circondati da guardie nei loro appositi distretti, alcune pure piuttosto toste. Quindi, mi raccomando, assicurati di usare i proiettili su di loro quando hai un colpo sicuro, e vedi di non utilizzarli su qualche guardia di merda.” Spiegò la ciclope.
“E come dovrei avvicinarmi a questi pezzi grossi senza farmi ammazzare?”
“Sono certa che il nipote di Arthur Callahan non avrà problemi a inventarsi qualcosa.”  
Il ragazzo incurvò le labbra in un ghigno, prese la pistola e si avviò verso l'uscita.
“Un altro paio di cose...” Lo fermò Cherri, l'espressione sorridente cambiata in una smorfia rabbiosa. “Non parlare con nessuno di questa piccola conversazione e portami quello  vestito da pappone vivo. Si chiama Valentino, ho un affare personale con lui”   
“(Direi che con questa si può mandare a fanculo la discrezione.)"
Frank si diresse verso l'atrio cristallino piuttosto sicuro sul da farsi mentre tirava fuori il libro con cui era venuto dalla giacca di fronte al gruppo che l'aveva accompagnato.
“Aspetta, ma quello non l'aveva ripreso Loona?” Chiese sorpreso Moxxie.
“Eh già...l'ho sostituito con uno dei libri che avevate nell'ufficio poco prima che lo prendesse. Anche se credo che ormai l'avrà notato da un pezzo.”
“Tutto molto bello, ma hai scoperto qualcosa riguardo il tuo problema?” Intervenne Angel, stufo di aspettare.
“Ci stavo arrivando, in base a quello che mi ha detto, devo tornare a casa.” Mentì.
“Te l'avevo detto che sarebbe finita bene...” Sussurrò Charlie alla compagna senza farsi sentire, la quale fece un sospiro liberatorio.
“Oh, ma sei appena arrivato...” Mormorò un Angel deluso
Frank gli sorrise, gli occhi chiusi per sembrare il più dolce possibile. “Giusto per curiosità, chi è il demone più potente in questo atrio?”
Tutti i presenti indicarono Charlie, al che l'umano inarcò un sopracciglio.
“I vantaggi di essere la figlia di Lucifero direi.” Disse Veggie,
“Peccato che odi usare i suoi poteri.” Aggiunse Angel pulendosi le unghie.
La futura regina rise imbarazzata mentre si avvicinava all'umano.
“Una domanda piuttosto improvvisa, come mai?”
Il sorriso di Frank rimase fisso, limitandosi semplicemente ad aprire il portale per casa sua.
“Lo saprai presto.” Fu l'unica cosa che disse.
La faccia di Charlie venne afferrata da Frank, che la lanciò come un sacco di patate nel portale, successivamente si buttò pure lui in esso, chiudendolo subito dopo.
“Ah.... ah.... ah...” Annaspò un hellhound appena entrato nell'edificio. “Moxxie, Millie! Ho seguito il vostro odore... ah.... il libro e l'idiota... dove sono?” Domandò Loona con una rivista porno tra le mani.
I due imp girarono la testa verso la collega quasi in modo robotico, terrorizzati dalle conseguenze che avrebbe portato il gesto dell'umano che LORO avevano portato.
“Ha... appena rapito la figlia di Lucifero.”
“Beh.... bella merda.” Aggiunse un Blitzo selvatico alle spalle della figlia adottiva poco prima di notare una ragazza dalla pelle grigiastra svenuta a terra.

“Nel mentre, sulla veranda dell'abitazione dei Callahan.”

Charlie si riprese dalla botta in testa relativamente in fretta, ma il sorriso di Frank a pochi centimetri dal suo viso le fece subito pentire di aver aperto gli occhi.
“Dove... che è successo?” Domandò indietreggiando, abbastanza inquietata.
“Mi spiace, principessa... ho solo bisogno del tuo corpo per qualche minuto.” Sussurrò il Callahan allargando il sorriso ricco di curiosità, peccato che agli occhi di Charlie sembrava quello di uno stupratore seriale.



“Angolo del tizio che scrive.”

Bene, con questo ho ufficialmente un'altra long in corso, entrambe con troppi personaggi da gestire.... perché mi faccio del male in questo modo? Beh, spero vi sia piaciuto questo capitolo parla parla e spiega spiega, o come chiamano tutti “World building.” Nel prossimo si scoprirà un po' di più su Frank e cosa fa un Callhan, e a cosa gli serve Charlie. Ho cercato di dare degli indizi qui, quindi sentitevi liberi di cercare di indovinare... e niente... buon anno? Che sicuramente farà schifo come questo, ma vabbè AH! P.s: dico già che è un tempo di pubblicazione a caso AH!!” 
P.s.s: la cosa dei demoni che possono essere uccisi solo dagli angeli sembra canonica, ma ancora non si è capito cosa succede quando si ammazzano a vicenda quindi ho improvvisato... Ma sti cazzi il canonico, è una fanfiction, potrei pure scrivere che veggie fa un pompino ad Angel se volessi AH!








Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Una noiosa tripletta ***


Charlie era paralizzata: non solo era stata trasportata forzatamente nel mondo degli umani, ma ora aveva pure l'umano che voleva aiutare fino a pochi momenti fa che la guardava dall'alto in basso, in attesa di una risposta con quel sorriso inquietante, quasi paragonabile a quello di Alastor.
“Allora... mi presterai il tuo corpo per qualche minuto?” Chiese nuovamente Frank facendo un gesto per incitarla a rispondere.
Le guance della principessa si fecero paonazze dall'imbarazzo, ma, anche se probabilmente non avrebbe accettato un rifiuto, sarebbe rimasta comunque fedele ai suoi principi!
“S-sono f-fidanzata.” Balbettò ad occhi chiusi col terrore di essere violentata sul posto come nei racconti di Veggie, ma ciò che sentì fu solo la risata imponente di Frank rimbombare nei suoi timpani.
“AHAHAHAHAHA! Tu pensavi che io? Con te? QUI?  AHAHAHAHAHAHAH!”
La ragazza corrugò la fronte, confusa e anche un pochino offesa da quella manifestazione di giubilo, ma la frase seguente la irritò decisamente.
“Non sono molto nelle ragazzine, quindi puoi stare serena. Oh, diavolo, era da tanto che non ridevo così.”
“Si da il caso che abbia più di 200 anni...” Sbuffò la principessa incrociando le braccia.
Frank annuì, non particolarmente sorpreso dalla sua rivelazione, e aprì la porta di ingresso alla futura regina.
“Quindi... quella storia del corpo... ?!?!” Tutta l'esitazione della principessa sparì non appena intravide, attraverso l'uscio della porta, un libro dalla copertina nera che avrebbe sempre voluto leggere: una bibbia. Incurante del potenziale pericolo che avrebbe affrontato entrando nella casa del suo rapitore, ormai il suo senso della ragione era già andato a farsi friggere nel momento in cui aveva messo gli occhi sul titolo del libro. Con la velocità di un ghepardo, si buttò sulla preziosa reliquia e si avvinghiò ad essa come fa un bambino con la tetta della madre.
“Hm, è stato più facile del previsto: volevo proprio iniziare con quella.” Sussurrò tra sé e sé Frank.
Charlie si accinse a leggere il libro che, in base alle sue conoscenze, poteva redimere qualsiasi peccatore, ma prima di iniziare doveva chiedere una cosa importante.
“Posso leggerlo?” Chiese a Frank con degli occhi che trasudavano eccitazione.
“Un demone con le buone maniere. Accomodati.”
Ora che aveva chiesto educatamente, avrebbe finalmente ottenuto la conoscenza per redimere i suoi sudditi, ma non appena lo aprì....
“AAAAAAAAAHHHHHH! I MIEI OCCHI!!!” Urlò lanciando il libro in aria.
Neanche il tempo di leggere la prima riga che un bruciore immane agli occhi l'aveva colpita come un fulmine a ciel sereno, così intenso che sembrava che qualcuno le avesse grattato dei peperoncini sulle pupille.
“Hm, interessante.” Constatò Frank prendendo il libro da terra.
“Grrr, dannazione!” Ringhiò Charlie asciugandosi le lacrime  con il polso e tendendo l'altra mano a Frank. “Me la passi di nuovo?”
“Sei sicura, ragazzi...”
“Per favore.” Lo interruppe Charlie.

“Un'ora dopo.”

Nonostante gli sforzi e i numerosi tentativi per leggere quella bibbia, la principessa finiva sempre per lanciarla via a causa del bruciore sotto lo sguardo incuriosito di Frank. Non era riuscita neanche a leggere una parola completa e i suoi occhi sembravano arrossarsi sempre di più man mano che andava avanti.
“Beh, direi che è abbastanza.” Disse Frank togliendo la bibbia dalle mani di Charlie.
“Non ho finito di leggere!” Si lamentò lei strofinandosi gli occhi.
“Arrenditi, ragazzina. Non puoi leggerla!”
“Tu non capisci! Io devo leggerla!”
Il ragazzo roteò gli occhi al cielo a causa della testardaggine della principessa, ma alla fine sfruttarla un altro po' non avrebbe fatto male... o almeno, non a lui.
“Facciamo così: io ti leggo un paio di salmi e tu mi aiuterai prestandomi il tuo braccio.” Propose l'umano, stando attento stavolta a specificare la parte del corpo per evitare fraintendimenti.
La principessa gli regalò un sorriso così largo che le si addormentarono le guance ed annuì.
“Sono tutta orecchi!” Esclamò massaggiandosi la faccia euforicamente.
Frank la fisso con scetticismo mentre apriva il libro, dubitando che qualche salmo le avrebbe cambiato la vita... se fosse riuscita a sentirli, ovviamente.
“A te grido, o Signore....?!?!”
La principessa si paralizzò di colpo, della strana schiuma iniziò ad uscirle dalla bocca e una copiosa quantità di sangue le tappò le orecchie in pochi secondi.
“Oh... l'ho rotta...”
Charlie rimase paralizzata per diversi minuti, tempo che il giovane usò per preparare un secchio di acqua fredda e buttarglielo in faccia, svegliandola dal suo stato catatonico.
“Ah... ah.... mi fa male la testa...” Bofonchiò lei con una forte sensazione post sbornia poco prima di vomitare pezzi di un panino al prosciutto sul pavimento in legno.
“Sembra che le preghiere non facciano per te, principessa.” La prese in giro Frank.
“Possiamo... riprovarci?”
“Non so perché ci tieni tanto,  ma non credo che il risultato sarà diverso.” Le disse il ragazzo accendendosi un sigaro.
“ Se riuscissi a comprendere il contenuto di quel libro, redimere la mia gente sarebbe...” Sussurrò Charlie.
“Ah già, quell'hotel per redimere le anime dannate, e dimmi... perché una bibbia di 15 dollari dovrebbe aiutarti? E poi ho visto come si comporta la tua gente lì sotto, non credo che leggergli un paio di preghiere potrà cambiarli.”
La ragazza si alzò con un po' di fatica, per poi mettersi una mano sul petto con un sorriso fiero.
“Perché io, Charlotte Morningstar, ho un sogno: salvare la mia gente dallo sterminio. E sono disposta a provare qualsiasi cosa per riuscirci!”
Frank alzò un sopracciglio: non era quella la sua domanda.  Ma non aveva tempo da perdere: gli serviva quel corpo.
“Mi fa piacere, ma sembra che sia impossibile per un demone leggere un testo sacro, però... se ti fa sentire meglio, questo libro...” Il ragazzo spezzò la bibbia in due parti a mani nude con un sorriso.
“ Non può salvare nessuno. Ora seguimi in cantina, devi rispettare la tua parte dell'accordo.”
“Certo... ma prima... ehehe.” Rise imbarazzata la principessa.
“Che c'è ora?!?” Ringhiò il ragazzo.
“Avrei bisogno del bagno...”
“Trattienila.”
La principessa sbuffò irritata , ma una volta aperta la porta del sotterraneo, sul suo viso si dipinse lo stupore: la stanza era decorata con diverse teche, al cui interno si trovavano vari rosari, ognuno fatto di materiale diverso. Sui muri c'erano vari quadri di natura a lei ignota, ma il titolo di uno di essi attirò particolarmente la sua attenzione: ritorno del figliol prodigo,Rembrandt, 1668. Il quadro in questione rappresentava un vecchio e un giovane che si abbracciavano sotto lo sguardo di 3 figure: un uomo che fissava il giovane sdegnato, una donna commossa nascosta nell'ombra e un altro uomo seduto su uno sgabello con le gambe incrociate.
“Cosa è questo?” Chiese la principessa, incantata da tale vena artistica.
“Solo un quadro che mio nonno ottenne in uno dei suoi viaggi.” Disse Frank mentre prendeva i rosari nelle teche.
“E cosa rappresenta?”
“Perdono.”
La parola del ragazzo portò un improvviso sconforto nel cuore del demone.
“Perdono...” Sussurrò con un filo di amarezza, sapendo fin troppo bene che all'inferno il perdono non esisteva. 
“Parlavi di tuo nonno, giusto? Non sono molto esperta del mondo umano, ma una cantina del genere non mi sembra molto comune. Cosa faceva?” Domandò il demone cercando di allontanare quei pensieri.
“Esorcista.” Fu la risposta schietta di Frank.
“Ehm...” Cercò di dire nervosamente lei. 
“Tranquilla, non sono un uomo di chiesa da come hai potuto constatare. Bene, ho finito, dammi il braccio.”
La principessa tese il braccio senza neanche guardare, per timore che sarebbe successo qualcosa di spiacevole, ma l'unica cosa che sentì fu un leggero calore tra le dita. Aperti gli occhi, vide un rosario di plastica sulla sua mano e lo sguardo incuriosito del ragazzo.
“Sentito niente?”
“Solo... un leggero calore.” Rispose insicura
Il volto di Frank non cambiò espressione, semplicemente prese un rosario in argento e procedette con lo stesso esperimento.
“E ora?”
“Fa un po' male... ma è sopportabile.”
“Ottimo... vorrei testarli tutti, ma ci metteremmo troppo. L'importante è che funzionino.”
Lo sguardo di Frank tornò sui rosari, indeciso su quali portare e quali no. Alla fine optò per la soluzione più semplice e  usare la regola del numero perfetto: si mise in tasca il rosario di plastica e sul polso uno fatto d'oro. Infine, attorno al collo indossò un rosario fatto di uno strano materiale color cremisi.
“Ehm... so che forse non sono affari miei, ma cosa ci vuoi fare con quella roba?”
“Ad essere onesti, in base alle storie di mio nonno, ho qualche teoria.” Aggiunse il ragazzo aprendo il portale per gli inferi alla futura regina. “Anche se dubitavo che sarebbe finita in questo modo.”
“Aspetta.... non avrai mica intenzione di...”
“Tornare all'inferno? Sbaglio o ti ho già spiegato che voglio scoprire chi mi vuole morto?”
“Si, lo capisco, ma Veggie ti ha già spiegato che è pericoloso per un umano stare...”
La faccia della principessa venne nuovamente afferrata dalla gargantuesca mano di Frank, che non ci pensò due volte a lanciarla, per la seconda volta in una giornata, nel portale.
“Ah, odio i portali...” Sussurrò con un leggero disappunto il ragazzo, sapendo di dover di nuovo affrontare quel raive di pentagrammi lampeggianti.
Dopo aver messo piede nel portale, Frank si ritrovò in pochi momenti al centro di un'arena a forma di pentagono, circondato da centinaia di demoni esultanti, Charlie era accanto a lui, leggermente stordita dall'atterraggio ma ancora intera.
“Potevi almeno avvertirmi prima di lanciarmi...”Bofonchiò la principessa.
“PECCATORI E PECCATRICI, SEMBRA CHE ABBIAMO UN UMANO COME SFIDANTE, CHE NE DITE DI PRENDERE LA SUA  ANIMA  CON UNO DEI NOSTRI COMBATTENTI PIU' FEROCI?”Annunciò un piccolo demone felino con una benda sull'occhio da una specie di cabina in vetro attaccata al soffitto, innalzando la folla a suo favore.
“Hmm...che strano...”
“Ho un brutto presentimento...” Aggiunse Charlie.
Un portone alla destra dei 2 si spalancò, presentando apparentemente solo una gigantesca sagoma di oscurità.
“E ORA PREPARATEVI AD ACCLAMARE L'EX 3 VOLTE CAMPIONE DI QUESTO TORNEO, VENUTO QUI PER SFIDARE LA CAMPIONESSA IN CARICA, MORTO A 50 ANNI MENTRE PRATICAVA IL SUO LAVORO DA MINATORE.... BARBADIPETRA!”
Qualcuno emerse infine dalle tenebre, avanzando lentamente in quel palcoscenico colossale con sicurezza, persino quando le acclamazioni della folla esplosero a tutto volume negli spalti.
Circondato da quelle urla, ora si stagliava sul campo di battaglia un enorme golem fatto di pietra e ferro armato di ascia. La differenza in stazza fra i 2 era tangibile, dato che il golem sembrava pesare quanto un toro adulto, ma l'espressione annoiata dell'umano non sembrava mostrare inquietudine, quella della principessa d'altro canto...
“Oppure... potremmo parlarne di fronte ad una tazza di...” Cercò di dire Charlie per sbollire la situazione poco prima di essere afferrata dalla mano di Frank, evitando per un pelo un possente fendente del golem.
Un massiccio spostamento di aria, ben più grande del golem stesso, attraversò come una folata di vento l'intero campo di battaglia, per poi abbattersi contro le mura sotto le tribune.
Polvere e terra si sollevarono all'unisono, generando un solco a forma di imbuto profondo qualche centimetro. Con un solo colpo sembrava esser stato spazzato via il suono stesso, rendendo così impensabile che a produrlo fosse stato un semplice fendente.
Quando il pulviscolo si diradò, le sagome dei combattenti si svelarono in posizioni decisamente differenti per com'erano appena un secondo prima: Il golem era a terra dolorante, quasi immobile, in posizione fetale e le mani poggiate sullo scroto. mentre Frank teneva tra le dita due ciottoli rotondi e una principessa tremolante.
“Credo di essermela fatta sotto...” Sussurrò la biondina.
Frank mollò la presa sulla principessa facendola cadere con un tonfo, il viso corrugato in una espressione pensierosa.
“Ehi, sai per caso come mai siamo finiti qui?” Domandò con una calma allarmante.
La principessa, ancora scombussolata, aveva solo una cosa in mente.
“Come diavolo hai fatto?!” Urlò a pieni polmoni.
L'umano le mise in mano uno dei ciottoli, per poi indicare il golem che si teneva lo scroto.
La principessa guardò il ciottolo, poi il golem che si teneva lo scroto, poi di nuovo il ciottolo.
“Oh... Ewww.” Fece disgustata buttando per terra il testicolo del golem .
“Allora, puoi rispondere alla mia domanda?” 
“Oh si, certo, so che i portali ti portano al posto che pensi nel momento in cui lo apri, quindi...”
“Ah... stavo pensando inferno...”
“Già, credo sia un pochino troppo generale...” Spiegò la principessa.
“Ok, io me ne vado, tu torna nel tuo hotel...”
“NON CREDO PROPRIO!!” Esclamò  l'annunciatore bendato dalla sua cabina,il volto carico di rabbia. “CREDI DI POTER CASTRARE UNO DEI MIEI MIGLIORI GUERRIERI E FARLA FRANCA! PECCATORI E PECCATRICI, DATO CHE L'UMANO HA SCONFITTO LO SFIDANTE PER LA CAMPIONESSA, ORA TOCCA A LUI DIVENTARE CARNE DA MACELLO!”
Il ragazzo sorrise, chiaramente interessato alle parole dell'annunciatore.
“Oh, mi chiedo che aspetto abbia.”
Un secondo portone si aprì alla sinistra dell'umano e  una figura snella e sensuale si mostrò sotto i riflettori dell'arena: indossava un vestito da suora stracciato, che copriva in parte la sua pelle violacea. Le corna appuntite e la coda biforcuta erano molto simili a quelle del più basilare dei demoni. Infatti, la sua peculiarità era il suo “volto”, completamente privo di tratti somatici, persino gli occhi erano completamenti assenti... letteralmente.
“Hm, ehi, principessa, vuoi provare a parlare pure con questa?”
“Ah, solo perché quello di prima non ha voluto risolvere le cose pacificamente, non vuol dire che lei...”
La suora sguainò una frusta metallica che, non appena entrò a contatto col pavimento, questo iniziò a sciogliersi, facendo arretrare la principessa.
“Ehm... suggerisco vivamente di andare via da qui.”
Frank si guardò intorno: i portoni in metallo da cui erano venuti i combattenti si erano già chiusi e alle spalle  degli spettatori dietro le tribune si trovavano diverse guardie armate di mitragliatrici, che probabilmente non avrebbero esitato a sparargli addosso se avesse provato a svignarsela.
“Già... non credo che sarà possibile per ora.” Sussurrò puntando la schofield sul demone senza volto.
“Nata con un'insensibilità congenita al dolore, la nostra campionessa diventò suora in un orfanotrofio alla tenera età di 16 anni nella speranza di poter aiutare i bisognosi, ma l'unica cosa che trovò fu cannibalismo e una sentenza di morte per aver ucciso 6 marmocchi. Una volta morta, ha rifiutato una posizione da overlord solo per poter lottare qui dentro, LA SOLA E UNICA BERENICE CRESTFALLEN!!!”
“Una storia adorabile, ma ho degli impegni.”
Un colpo di pistola colpì la gamba di Berenice, ma nello stesso istante un foro di proiettile comparì sulla coscia del ragazzo, che cadde in ginocchio in un rantolo di dolore.
“Che diavo...?!?!”
Frank si guardò intorno confuso, pensando che qualcuno gli avesse sparato, ma non sembravano esserci colpevoli tra gli spettatori, anzi... erano tutti estremamente divertiti da come stavano andando le cose, peccato che il tempo per analizzare la situazione sarebbe finito presto.
Berenice alzò il manico della sua arma al cielo e, in una poderosa oscillazione del braccio, la frusta coprì l'arena con l'intenzione di decapitare Frank, ma lui riuscì a deviare l'attacco sparando la punta della verga in  movimento.
“Wow, che mira...” Commentò l'annunciatore.
Frank si cauterizzò la ferita spegnendo il sigaro sul foro di proiettile, per poi rinfoderare la pistola,scricchiolarsi le dita e optare per un approccio... più fisico.
Il demone senza volto intuì le intenzioni del suo avversario e lo invitò a colpire con un gesto provocatorio della mano.
Il ragazzo ghignò e, issandosi con un vigoroso colpo di reni, schiantò la propria testa contro quella della donna, ma l'unico dei 2 che ricevette danno fu lui, facendo esplodere la folla in una fragorosa risata di scherno.
“Oh, porca troia...” Bofonchiò l'umano accarezzandosi lo squarcio sanguinante che aveva sulla testa. “Era da un pezzo che non mi stordivano...”
Lucido per un soffio dopo la botta, il giovane Callahan dovette fare appello a tutte le sue forze per non rimanere tramortito un secondo di più. Testimone l'adrenalina ed una viscerale paura della morte causata dalla visione di una frusta incandescente a pochi millimetri dal suo naso, arretrò con un balzo all'indietro. Fu in quel momento che ebbe il tempo di vedere la coscia della donna completamente priva di ferite. Aveva mancato il colpo? Impossibile, non sbagliava un colpo da 7 anni e il proiettile era sicuramente  partito quando aveva sparato. Fu quel semplice pensiero a fargli capire tutto.
“Hm, davvero scorretto se devo dirlo.” Sussurrò prendendo il rosario di plastica dalla tasca e avvolgendosi le nocche con esso.
“Non vorrà mica chiedere pietà in quel modo, vero?” Si chiese uno degli ignari spettatori.
Ci vollero pochi secondi per Frank per diminuire le distanze con Berenice, la quale non fece altro che mostrare il dito medio, sicura che avrebbe fallito di nuovo. Mai scelta fu così sbagliata. Il terribile gancio dell'umano frantumò la tempia della donna e allo stesso tempo lasciò un'ustione di terzo grado su tutto il lato destro della sua testa, facendole perdere i sensi in pochi attimi.
I volti degli spettatori impallidirono, il presentatore spalancò la bocca incredulo, mentre la principessa fece un sonoro sospiro di sollievo.
“Un solo pugno? Beh, è normale non saper incassare se non sei mai stata colpita.” Disse Frank al corpo esanime della donna.
“Beh, ora che siamo al sicuro, credo sia ora di tornare nel mio hotel e....” Cercò di dire Charlie
“Quante volte devo ripeterti che non ho intenzione di seguirti?” La interruppe Frank incrociando le braccia.
La principessa fece un sorriso piuttosto forzato, chiaramente stufa dell'atteggiamento del mortale che stava cercando di proteggere da praticamente l'inizio di questa storia.
“Lo sai che hanno già tentato di ammazzarti due volte, vero?
“E lo sai che se non fosse per me il golem di prima ti avrebbe sbudellato, vero?”
“ E lo sai che se non mi avessi rapita non sarei mai finita in quella situazione, vero? Quindi direi che siamo pari.” Ribattè la biondina facendo il broncio.
Lo strano rumore di una sega interruppe lo scambio di battute dei due, che in poco tempo si resero conto che era solo il presentatore che digrignava i denti sul microfono.
“Tu... lurido pezzo di sterco! Ti mangerò la faccia e cagherò sul tuo inutile cadavere!!” Ringhiò il felino  tirando una leva che aprì una botola sotto i piedi di Frank, facendolo cadere con un sonoro tonfo in una specie di gabbia fatta di lance angeliche.
“Frank!!! Stai bene!?” Chiese la principessa urlando nella botola.
“Sto bene!” Ringhiò Frank massaggiandosi le chiappe.
“Ti consiglio di metterti comoda, principessa.” Disse il presentatore felino  premendo un pulsante che mostrò diversi schermi collegati alle telecamere nella gabbia di Frank. “ Perché ora quel figlio di troia morirà!!”
La principessa impallidì: all'interno della gabbia, con il suo sguardo olografico assetato di sangue demoniaco, era presente uno sterminatore.
“Frank, qualsiasi cosa tu faccia, non attaccare l'angelo!” Urlò la principessa alla ricerca di una fune da buttare nella botola.
“Ehi, ehi, non è un po' pericoloso avere uno di quegli affari dentro la struttura?” Chiese un demone capra preoccupato per la sua incolumità, scatenando un mormorio di massa per decidere se evacuare o meno.
“Signori, vi prego, ho fatto costruire quella gabbia con lance di angelo, quindi è impossibile scappare. Godetevi il massacro.”
“Ma... non sta succedendo niente.” Aggiunse uno degli spettatori.
“Che?!”
All'interno della gabbia, Frank osservava il viso olografico dello sterminatore  diventare un punto interrogativo a causa della sua presenza, esattamente come il primo che aveva eliminato, ma non sembrava aggressivo, anzi, ci mise poco a ignorarlo completamente, quasi come se non lo considerasse un bersaglio. Effettivamente, neanche il precedente aveva mostrato aggressività, non nei suoi confronti almeno.
“(Meglio così.)” Pensò piuttosto sollevato: anche se non poteva più essere discreto, uccidere uno di quei cosi davanti a tutta quella gente avrebbe fatto fin troppo scalpore.
“Oh no, non succederà. Non ho idea del perché sia così calmo, ma so benissimo come fargli venir voglia di muoversi.” Sussurrò il felino premendo un altro pulsante, attivando una specie di braccio meccanico che portò una scatola tra le braccia dell'umano. Al suo interno, un piccolo demone, un neonato dalle corna bluastre e la pelle candida come la neve lo fissava con i suoi occhi verdognoli.
“Oh, ma che carino...”
“Quello è...” Sussurrò la principessa incredula.
“Uno dei tanti bambini non battezzati che finiscono in questa merda.” Aggiunse il presentatore con un sorrisetto sadico. 
“M-ma...” Balbettò Charlie. 
“Hm, bambini non battezzati...Beh, Dante aveva ragione, almeno in parte.”Commento Frank.
Lo sterminatore, alla vista del piccolo, emanò un rumore stridulo, quasi metallico, che, nonostante la distanza, fece gelare il sangue persino alla principessa, la quale, malgrado la paura, era ancora alla ricerca disperata di una corda.
L'angelo si lanciò sul ragazzo, gli occhi puntati sul piccolo demone che aveva tra le braccia, cosa che lui notò. La soluzione più semplice  e che non avrebbe causato un putiferio sarebbe stata far ammazzare il bebè e cercare di uscire da lì, ma purtroppo per l'angelo... Frank adorava i bambini.
In un impeto di adrenalina, lanciò il marmocchio in aria e, dopo aver teso il braccio, fece impattare il suo bicipite sulla giugulare dello sterminatore, decapitandolo all'istante, per poi prendere il bebè poco prima che toccasse terra, che rise divertito.
L'arena cadde nel silenzio più totale, ogni singolo spettatore aveva un smorfia preoccupata sul volto, o almeno, tutti tranne Charlie, felice che fossero sopravvissuti entrambi. Poi si rese conto di ciò che aveva appena visto.
“Ma che cazzo?!?!” Esclamò sorpresa.
“Ok,ok, vi prego di stare calmi, anche se ha ucciso LA MIA ATTRAZZIONE MIGLIORE è ancora nella gabbia.” Il presentatore guardò in cagnesco (o dovrei dire gattesco?) 2 dei suoi scagnozzi. “Voi due, occupatevi di lui!”
“Ma, capo...”Disse uno dei 2 scagnozzi, un hellhound un pochino troppo muscoloso. “Ha ucciso un angelo, non credo che la nostra assicurazione lo copra.”
Frank, in tutto ciò, era occupato ad analizzare la gabbia, ma ad ogni tocco si trovava sempre più confuso: era morbida, quasi molle, come la gomma. Provò a piegare le sbarre e queste si piegarono come fuscelli. 
“L'ammazza angeli è libero, scappate!!!” Urlò una donna correndo verso l'uscita.
L'urlo fu seguito da centinaia di passi, poi il silenzio assoluto. Persino il presentatore sembrava essersela filata.
“Ammazza angeli,eh? Non un nome molto cristiano eheh......” Bofonchiò prendendo la scala antincendio più vicina per dirigersi verso l'arena, dove ad aspettarlo trovò solo Charlie, che aveva un'espressione di gioia mista a confusione.
“Ehi, principessina, puoi occupartene tu?” Chiese il ragazzo lanciandole il bebè tra le braccia e dirigendosi nuovamente verso l'uscita.
“Aspetta...”
Una vena pulsante comparve sulla tempia del ragazzo.
“Ora che vuoi?!” Ringhiò.
“Grazie...”
“Eh?”
“I bambini non battezzati vengono affidati a mia madre e alle sue guardie reali, quindi... grazie per averlo protetto.”
“Hm.”
“Senti, non so come tu abbia fatto, ma ora ti serve più che mai un posto dove stare. Il mio hotel è sicuro, lì sarai al sicuro.”
Frank sbuffò: la biondina aveva ragione, ma il suo hotel non gli sembrava la migliore delle scelte.
“L'ultima volta che sono stato lì ho dovuto sparare a 5 tipi.”
“Era solo un caso isolato, di solito l'hotel è sotto la protezione di Alastor,  a cui potresti piacere... spero. Non fare patti con lui però...”
Frank incrociò le braccia, pensieroso.
“Ovviamente prima porteremo questa piccola palla di zucchero in un posto sicuro, vero piccoletto?”
L'infante rispose vomitando sulla faccia della futura regina.
“Ewww...”

“20 minuti dopo, nell'hotel.”

Veggie stava camminando avanti e indietro, le mani tra i capelli in segno di frustrazione.
“Non va bene, non va bene, non va bene! Dobbiamo trovare un modo per riprenderla!”
“E come vorresti farlo? Quei libri non crescono sugli alberi.”Aggiunse Angel fumandosi una pipa in modo disinteressato. 
“Hai idea di cosa potrebbero farle gli umani se la trovassero?Potrebbero chiuderla in una cantina, violentarla per anni, farla abortire a suon di pugni nello stomaco ogni volta che rimane incinta, per poi ucciderla dopo 10 anni per il puro gusto di farlo!”
“Stranamente specifico.” Esordì il demone aracnide.
Veggie lo fulminò con lo sguardo, ma la sua attenzione si spostò subito sui due coniugi imp, entrambi fin troppo rilassati per i suoi gusti.
“Voi 2, spero per voi che Charlie stia bene...”Sibilò facendo fluttuare 2 pugnali sulle loro giugulari.
“Ehi, va bene che l'abbiamo portato noi, più loro che io, ma non permetto a nessuna puttanella mestruata di minacciare i miei dipendenti.” Intervenne Blitzo puntando il dito sul naso di Veggie, cosa che risultò in uno strangolamento del povero capo della I.M.P. Fortunatamente, l'esecuzione pubblica di Blitzo fu interrotta dal suono del campanello della reception.
“Sempre arrabbiata, vedo.” Esordì Charlie con un sorriso sull'uscio della porta.
“Charlie!” Veggie si buttò sulla compagna, estremamente felice che stesse bene.
“Cosa ti ha fatto? Sei ferita?”
La principessa accarezzo il capo della fidanzata e iniziò a raccontare ciò che aveva passato.
“Ha ammazzato uno sterminatore e ora vuoi che resti qui dopo tutto quello che ha fatto?!”
Urlò Veggie, ora più preoccupata che mai della incolumità della sua compagna.
“Ehi, voglio solo scoprire chi mi vuole morto, poi sparirò.” Intervenne il ragazzo, venendo minacciato con una lancia alla gola subito dopo.
“Veggie, non ti preoccupare, non ci farà del male, poi se lasciassi uno come lui in giro si scatenerebbe il caos. ”
“Stiamo ignorando una cosa: come cazzo ha fatto ad ammazzare un angelo?” Sbottò Angel all'improvviso.
“A quello potrei rispondere io...” Disse una voce proveniente dalla radio dell'hotel.






“Nota del tizio che scrive.”

Ringrazio manu per avermi ispirato la scena della bibbia, alla prossima
P.S: questo non è il mio miglior capitolo, ma credo di avere una specie di maledizione. I miei terzi capitoli non mi piacciono mai AH! Mi scuso per l'attesa, ma non pubblico finchè il capitolo non mi soddisfa un minimo.


























Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Un noioso primo bersaglio ***


“A quello potrei rispondere io...”
La voce che uscì dalla radio dell'hotel venne immediatamente riconosciuta da Veggie e Charlie.
“Alastor...”
La radio iniziò ad emanare del fumo rossastro, fumo che prese la forma di un demone dai capelli rossi e con delle piccole corna da cervo sulla testa.
“In carne ed ossa, mie care.” Sibilò lui con una voce radiofonica.
“Alastor, tesoro, l'offerta del  pompino è ancora valida.” Disse Angel leccandosi il dente d'oro.
“No grazie, preferisco dare la mia attenzione al nostro interessante ospi...”
“Vuoi solo fare un patto con lui, per quanto ne so.” Lo interruppe Veggie.
“Ed è qui che ti sbagli, mia cara. L'unica cosa che mi interessa è l'intrattenimento, cosa che questo umano mi potrà fornire senza grossi sforzi, non ho ragione?” Disse Alastor tendendo la mano al giovane Callahan, che si limitò a rispondere con uno sbuffo infastidito: il tipo non sembrava affatto affidabile.
“Dicevi...” Intervenne Charlie timidamente. “...Di sapere come mai è in grado di uccidere gli angeli.”
“Oh, che sbadato, quasi me ne scordavo.” Il demone della radio tirò fuori dalla giacca una lancia angelica, “Come tutti sapete, queste armi vengono usate per eliminare i demoni.”
Alastor spostò lo sguardo sulla gamba di Angel e, con il suo solito ghigno, colpì il povero demone sullo stinco con l'elsa dell'arma, facendolo gemere dal dolore.
“Che cazzo fai, fottuto psicopatico?”
Alastor procedette col colpire anche lo stinco del giovane Callahan, ma la lancia si piegò solo in modo innaturale, e non ci fu alcun segno di sofferenza sul volto dell'umano.
“Come potete vedere, queste armi sono fatte per eliminare i peccatori, ma io vi chiedo... cosa accadrebbe se il bersaglio fosse senza peccato?”
Il demone della radio abbassò la testa in un inchino elegante .
“Ed ecco la vostra risposta, principessa.”
“Questo spiega come mai quelle armi non funzionano su di me, non come mai ammazzo angeli.” Intervenne il giovane Callahan.
“Prendila come il detto che dice di combattere il fuoco con il fuoco, ma in questo caso purezza batte purezza.” Spiegò Alastor.
“Quegli affari sarebbero puri?”
“Un umano senza peccato qui all'inferno, questa è bella.” Sussurrò Loona con scetticismo.
“Ma questa è... UNA NOTIZIA GRANDIOSA!” Urlò all'improvviso Charlie, facendo sobbalzare il demone della radio.
“Non capisco, perché sarebbe una buona notizia?” Chiese Veggie.
“Pensateci. Potrebbe insegnarci il suo stile di vita e aiutarci a redimere i peccatori!”
“Ohohoh, non credo sia una buona idea.” Rise Alastor in tono beffardo.
“Perché?” Fece confusa la principessa.
“Perché  io non ho niente da insegnare: ho vissuto una vita normale, niente di speciale.” Disse Frank con le braccia conserte.
La fragorosa risata del demone della radio riempì la stanza.
“Normale? Sei il primo umano che entra negli inferi da vivo, ti assicuro che non è normale. Comunque, per me è ora di andare. Sappia che la osserverò molto attentamente, Signor Frank” Detto questo, Alastor sparì come era venuto.
“Oooooook... ora che si fa?”Chiese Angel.
“Beh, dovremmo far fare un giro dell'hotel al nostro nuovo ospite.” Propose Charlie 
“Io passo: Valentino ha bisogno di me al bordello.”
Il nome detto da Angel Dust trasformò l'espressione annoiata di Frank in un ghigno: ora sapeva chi sarebbe stato il suo primo bersaglio.
“Valentino, eh? Non mi è mai piaciuto quel tipo.” Mormorò Charlie.
“Beh, neanche a me piace, ma il lavoro è lavoro.”
Non appena Angel uscì, l'attenzione della principessa tornò sul mortale, ora impegnato a controllare i proiettili delle sue pistole.
“A me non frega un cazzo di questo hotel, voglio solo il mio libro indietro!” Sbottò all'improvviso Blitzo puntando una pistola sulla testa del mortale. 
“Capo!!” Urlarono all'unisono Millie e Moxxie.
“Va bene, va bene, non lo ammazzo.” Fece rassegnato il capo della I.M.P. “Ma almeno potrebbe restituirci il libro.”
Il giovane Callahan sbuffò e passò il libro a Blitzo: almeno così avrebbe smesso di lamentarsi.
“Resta nei paraggi, ne avrò bisogno per tornare a casa una volta finito qui.”
“Fai quello che vuoi, ma non mettere in mezzo me e i miei...”
“Andiamo, Capo. Non ci costa nulla aprire un portale quando vorrà tornare a casa.” Lo interruppe Moxxie.
“Potreste rimanere qui.” Propose Charlie al capo della I.M.P. “Abbiamo un sacco di stanze vuote, quindi non sarebbe un problema ospitare qualche demone in più”
Blitzo si girò verso i suoi sottoposti, ognuno con un'espressione diversa in volto: Millie sembrava eccitata all'idea di una vacanza, Moxxie invece non era al settimo cielo, soprattutto perché se la principessa avesse scoperto cosa facevano per vivere avrebbero dovuto dare spiegazioni spiacevoli, mentre Loona sembrava disinteressata al tutto, troppo impegnata a scrollare app sul telefono.
“Questa è la cosa più intelligente che ti abbia sentito dire, principessa.” Disse Frank con tono freddo e beffardo, al che la principessa rispose con una linguaccia infastidita.
Blitzo non ebbe neanche il tempo di rifiutare la proposta della principessa, perché il suo telefono iniziò a squillare subito dopo.
“Parlo con il signor Blitzo, capo della I.M.P?” Disse la voce dall'altra parte della cornetta.
“Un cliente?”
“No, la chiamo per avvertirla che la sua agenzia è esplosa qualche istante fa.”
“Cosa?!?!”
“Mi dispiace per la sua perdita, anche se in realtà non me ne frega un cazzo.”
“Grazie per la sincerità, testa di merda.”
Blitzo attaccò il telefono in faccia al demone sgarbato.
“Va bene, rimarremo qui per un po'.”
“Evvai!”Urlò una Millie veramente euforica.
“Vi faccio fare un giro dell'hotel! Veggie, tu mostra la stanza a Frank!” Disse la principessa.
“Vuoi dire lo stesso Frank che è partito in quarta verso l'uscita 30 secondi fa?”
L'occhio della principessa iniziò a cercare il mortale nerboruto, ma sembrava essersi volatilizzato.
“Dove è finito?!?” Urlò Charlie sul punto di avere un attacco di panico.

“10 minuti dopo.”

Erano ormai dieci minuti che Frank pedinava Angel Dust, ovviamente stando ben attento a non farsi vedere da altri demoni, anche se l'enorme quantità di passanti rendeva la cosa estremamente difficile. Più pedinava il demone aracnide, più Frank si accorgeva di quanto fosse viva quella città, per quanto potesse essere viva una città dove bastava guardare storto uno per essere trivellato di proiettili, testimone il cadavere pieno di buchi di un povero demone felino ai piedi del mortale. 
Dopo qualche minuto, Angel si fermò d'avanti all'entrata di un edificio con le finestre violacee, sul quale, in una vistosa insegna al neon, stava scritto -Studi pornografici-.
“Angel, tesoro, sono felice di vederti, che ne dici di darmi un bacio?” Disse una guardia col muso di un cinghiale afferrando il polso della pornostar.
“Giù le mani, maiale! Sono qui per vedere Valentino.”
La guardia, contrariata dal rifiuto di Angel, lo placcò a terra, per poi iniziare a strappargli i vestiti proprio di fronte all'entrata, ignorato dai passanti, probabilmente perché per loro era solo l'ennesimo stupro pubblico al quale assistevano.
“Ehi, grassone!”
“Come mi hai chiama...?!?!” 
Il piede di Frank impattò sul muso della guardia, e la forza inattesa che venne sprigionata fece accapponare la pelle a tutti i passanti.
“L'ammazza angeli, scappate!!!” Urlò un demonietto con le corna ricurve poco prima di scappare a gambe levate.
“E io che mi ero pure preso la briga di essere furtivo...” Sospirò Frank, maledicendo la sua morale.
“Frank? Che diavolo ci fai qui?” Chiese Angel cercando di riordinare quel poco che rimaneva dei suoi vestiti.
“Sono qui per incontrare Valentino.”
“Vuoi diventare una delle sue puttane, o vuoi solo passare del tempo con me?”
Frank lo fulminò con lo sguardo.
“Parole grosse per uno che stava per essere violentato.”
“Sono stato violentato innumerevoli volte, una volta in più non avrebbe fatto alcuna differenza. Ma grazie per l'aiuto.” Disse la pornostar dando un calcio al corpo esanime del suo molestatore.
“Charlie lo sa che sei qui?”
Il giovane scosse la testa.
“Beh, per ora entriamo, cerca di non far arrabbiare Valentino però.”
Una volta dentro, nel club calò il silenzio. Ogni demone sedeva per conto suo sulle numerose poltrone, tenendo d'occhio nervosamente l'umano che era appena entrato nel loro territorio. 
Frank notò gli sguardi agitati dei presenti, quindi decise che ne avrebbe approfittato.
“Vedo che hai portato un ospite, Angel.” Disse un demone con degli occhiali a forma di cuore dalla zona Vip del club.
“Valentino, è bello veder...”
“Risparmiami i convenevoli, so benissimo che non ti piace stare qui, ma prego, presentami il tuo amico.”
“Mi chiamo Frank, Frank Callahan, e sono qui per questioni di affari.”
Il pappone ordinò a 2  delle sue prostitute di puntare le armi sul giovane Callahan con un gesto del dito.
“Sarò felice di ascoltare ogni tua proposta, ma prima consegnami quella pistola angelica.”
Il giovane sfoderò la schofield e disarmò le prostitute facendogli saltare le dita con 2 colpi precisi, per poi estrarre la cattleman angelica e puntarla sul muso del pappone di Angel, il quale iniziò a sudare freddo.
“Non vorrai spararmi davanti ad una decina delle mie guardie, vero?
Il pappone cercò con lo sguardo i suoi sottoposti, ma tutti sembravano far finta di non aver visto o sentito nulla, probabilmente terrorizzati dalla fama di ammazza angeli del mortale.
“Sembra che le tue guardie non vogliano rischiare la pelle per uno come te, dovresti sceglierle meglio.”
Il giovane rinfoderò la pistola.
“Ma per tua fortuna non sono qui per ucciderti.”  
“Ah no?” Aggiunse Angel con una punta di delusione.
“Cosa vuoi allora?”
“Voglio solo che mi segui, tutto qui.”
Il pappone iniziò a ridere in modo maniacale.
“Credi davvero di poter uscire da qui vivo? Vox non te la farà passare liscia.”
“Vox è quello con la tv al posto della testa, giusto? Interessante, che legame hai con lui?”
“Non ho niente da dire.”
“Sei sicuro?” Disse Frank estraendo la Cattleman angelica. “ Posso sempre dire che ho dovuto ucciderti perché hai fatto troppa resistenza.”
“Chi cazzo ti ha mandato?!”
“Oh, lo scoprirai presto, ma prima rispondi a questa domanda: come reagirebbe Vox se morissi in circostanze misteriose?”
Il pappone ghignò.
“La sua furia si abbatterebbe su di te come una tempesta di fulmini, quindi ti suggerisco di lasciarmi anda...”
“Mi basta.” Lo interruppe Frank colpendolo sulla tempia con il calcio della pistola, facendogli perdere i sensi.
“Che hai intenzione di farci con lui?” Chiese Angel,
Il ragazzo rispose al demone aracnide facendogli fare la stessa fine di Valentino con un rapido calcio nello stomaco.
“Scusa, Angel, ma non posso permettermi di farmi seguire.”
Il ragazzo indicò una delle guardie di Valentino, un demone toro armato di machete, e gli ordinò di badare al corpo esanime di Angel. Il demone, terrorizzato dall'ammazza angeli, ubbidì senza fare storie e prese con sé il corpo della pornostar.
“E non provare a stuprarlo in mia assenza.” Disse Frank prendendo in spalla il corpo svenuto di Valentino.
Una volta fuori dall'edificio, le strade erano deserte, a parte per una limousine violacea. Frank non ci pensò due volte e, dopo aver buttato nel bagagliaio il pappone di Angel, si mise alla guida del veicolo, direzione? La base di Cherri bomb. 
Ci vollero 5 minuti per raggiungere l'edificio a forma di spada, fortunatamente non aveva avuto problemi a orientarsi in quella città, anche perché la spada era uno degli edifici più alti e quindi più visibile dalla distanza. 
Non appena scese dal veicolo, Frank prese il corpo privo di sensi di Valentino e fece una corsa verso l'ufficio di Cherri Bomb, dove ad attenderlo trovò la suddetta impegnata a sparare con un lanciarazzi un vecchio cartello pubblicitario.
“Disturbo?” Chiese Frank.
“Oh, Frank, sei tornato. Scusa, quel cartello mi rovinava il panorama. Dimmi, come ti posso aiutare?”
“Ho catturato Valentino, ed è stato più facile di quanto immaginassi”Disse lui mostrando il demone pappone.
Il demone mono occhio iniziò a ridere.
“Bene, bene, vedo che stai iniziando ad ambientarti, Frank, o dovrei dire... ammazza angeli. Sai, le voci girano.”
Frank sbuffò.
“Non mi importa. Parlando d'altro, cosa vuoi farci con questo tipo?”
Il volto di Cherri si incupì.
“Per ora svegliamolo, poi passeremo alla parte divertente.”Disse lei con un ghigno crudele.
Il giovane non si scompose e si limitò a svegliare Valentino con un paio di ceffoni ben assestati.
“Dove mi... trovo?” Chiese il pappone, stordito.
“Valentino, mio caro, è bello vederti.”
L'espressione dell'overlord passò da stordita a irata.
“Cherri Bomb, lurida puttana, avrei dovuto aspettarmelo da te. Hai mandato tu quest'umano per catturarmi? Non sarà per quella troia di Ang...”
Un calcio di Cherri gli fece saltare due denti.
“Non nominarlo in mia presenza! Non voglio che il suo nome si sporchi per colpa della tua lingua.”
Il pappone sputò del sangue.
“Oh, non hai idea di cosa gli abbia fatto con la mia lingua...”
Cherri strinse i denti: doveva resistere alla tentazione di ammazzarlo ora. Doveva fargliela pagare. Per tutto.
“Ti starai chiedendo perché sei qui, quindi lascia che ti risponda. Sei qui per morire. Ti ho fatto portare qui solo perché volevo guardarti negli occhi prima di finirti.”
“Pensi davvero che Vox te la farà passare liscia? Lui ti troverà e ti ammazzerà nel modo più indicibile possibile.”
“Purtroppo il tuo fidanzatino è il prossimo nella lista dei bersagli del mio uomo, e dopo di lui toccherà a Velvet. Ma adesso basta parlare, è ora di iniziare. Frank... uccidilo.”
Il giovane Callahan estrasse la Cattleman angelica e trapassò il cranio dell'overlord col primo dei 6 proiettili che gli erano stati affidati.
“Questo è per Angel...”Sussurrò Cherri poco prima di ordinare a due dei suoi uomini di sbarazzarsi del cadavere.
“Hai fatto un ottimo lavoro, Frank. Ora puoi andare, Vox non ci metterà molto per scoprire che il suo fidanzatino è morto, e quando lo scoprirà voglio che tu sia pronto a farlo fuori.”
Il giovane rinfoderò la pistola e iniziò a grattarsi il capo.
“Prima di andare, c'è qualcosa che dovrei sapere su questo Vox? Per ora so ben poco.”
“So solo che non va molto d'accordo con il demone della radio. Tu l'hai incontrato, no? Potresti usarlo per farti dare una mano a farlo fuori.
“Tu come fai a...?!?”
“A sapere che hai incontrato Alastor? L'ho dedotto. In fondo, sei stato nell'hotel dove alloggia Angel.”
“Capisco, ma mi hai detto di non dire a nessuno della missione.”
Cherri bomb sogghignò.
“Si vede che sei nuovo. In questa città non accade nulla senza che Alastor lo venga a sapere, non ho ragione... Alastor?”
Il demone della radio si manifestò nell'ufficio di Cherri Bomb con lo stesso fumo rosso che aveva usato all'hotel.
“Mia cara Cherri, che bello vederti!”
“Vacci piano, Alastor, so benissimo  che stavi ascoltando. Allora, vuoi darci una mano ad eliminare Vox oppure no?”
L'overlord si inchinò.
“Sarà un onore per me aiutare il primo mortale che è entrato negli inferi da vivo nella sua missione.”
“Lo credo, tu odi quel tipo.”
“Aspettate un momento.” Intervenne Frank. “ Io non ho bisogno di aiuto, sono riuscito a prendere Valentino da solo.”
“Con un approccio, se posso permettermi, piuttosto stupido.” Aggiunse il demone della radio. “Hai scommesso sulla tua fama di ammazza angeli e nessuna delle guardie di Valentino ha osato intervenire, ma sappiamo entrambi che per ucciderti basta un proiettile ben assestato. Quindi, la domanda è: pensi davvero di poter fare sempre così?”
Frank rimase stizzito, sfoderò la pistola angelica e la puntò sul cranio del demone della radio.
“Ohoh, non c'è bisogno di reagire in questo modo, lascia che ti mostri un segno della mia buona volontà.”
Detto questo,  il demone della radio aprì un portale col suo strano bastone a forma di microfono.
“Questo portale è collegato all'hotel, ti consiglio di usarlo il prima possibile: la principessa sta andando in escandescenze a causa della tua sparizione improvvisa.
“Tsk.” Fece Frank rinfoderando la pistola.
“Buon riposo, Signor Callahan.”
Una volta attraversato il portale, il giovane Callahan venne investito da una chioma bionda, o almeno quella era l'unica cosa che era riuscito a vedere.
“Oh, Frank, grazie al cielo stai bene.” Disse Charlie avvinghiata al girovita del mortale.
“Giù le mani, biondina.”
“Oh, scusa.” La futura regina arretrò imbarazzata. “Non andartene più senza avvertire. Ero preoccupata da morire.”
“Perché preoccuparsi? So badare a me stesso.”
“Perché preoccuparsi?!” Disse la principessa con voce adirata. “ Te lo dico io perché: sei un bersaglio che cammina, sei mio ospite e sei mio amico. Ovvio che mi preoccupo se sparisci senza dire nulla!”
Il giovane Callahan sbatté le palpebre.
“Prego? Amici?”
“Si, amici. Ora seguimi, ti mostro la tua stanza”







"Nota del tizio che scrive"
Un capitolo forse troppo breve, ma sto affrontando un blocco dello scrittore, quindi gli darò una sufficienza per ora. Il prossimo sarà decisamente più lungo. Alla prossima!! P.S: Ovviamente consigli e correzioni sono sempre ben accetti.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Una noiosa investigazione ***


Frank seguì charlie lungo i corridoi dell'Hazbin hotel fino alla stanza dove avrebbe alloggiato per il resto della sua permanenza all'inferno. Osservandola alle spalle, rimase colpito dalla capacità della biondina di muoversi in maniera così leggiadra con dieci centimetri di tacco.
“Bene, siamo arrivati, ecco le chiavi. Se hai bisogno di me, la stanza mia e di Veggie è proprio accanto alla tua.” Disse Charlie passando le chiavi al suo nuovo ospite.
“Accanto?”
Charlie gli porse un foglio. “Questo è il registro dei clienti, firmalo e sarai ufficialmente un cliente del mio hotel.”
“Odio la burocrazia.” Sussurrò lui firmando il registro.
“Bene, buonanotte.”
“Buonanotte...”
Una volta entrato nella sua stanza, Frank si coricò sul letto e si addormentò quasi istantaneamente, probabilmente perché non chiudeva occhio da quando aveva iniziato a frequentare entità demoniache.

“Il giorno dopo, ore 10:40”

“Sveglia, sveglia, è ora di colazione!” Disse Charlie bussando alla porta del suo ospite.
Come ogni mattina, Frank aprì gli occhi tardi, con la mente annebbiata e il corpo dolorante.
Trattenendo una bestemmia, il ragazzo chiuse lestamente le palpebre, per poi tornare a rigirarsi sul suo giaciglio.
“Sto per entrare, spero che tu non sia nudo.”
La futura regina aprì timidamente la porta, ma l'umano stava ancora dormendo.
“Andiamo, gli altri ti stanno aspettando, non posso certo portarti la colazione a letto.”
“Dammi un altro paio di ore...” Mugugnò Frank  in modo assonnato.
“Andiamo, svegliati, ho fatto le frittelle.”
Lo stomaco di Frank iniziò a brontolare. Effettivamente, non metteva qualcosa sotto i denti da circa ventisette ore,
“Uff, d'accordo, Andiamo a mangiare.”
L'area per mangiare era una sola: una sala da pranzo di medie dimensioni dove chi voleva poteva andare a consumare qualche pasto caldo, tutti amorevolmente preparati dalla cuoca, nonché proprietaria, dell'hotel.
Come aveva anticipato Charlie, in sala da pranzo c'erano tutti: il gruppo della I.M.P, Veggie, Niffty, Husk ed Angel, quest'ultimo con lo sguardo fisso sull'umano.
“(Hm, probabilmente si ricorda del calcio di ieri)” Pensò il giovane umano.
“Coraggio, siediti vicino a me e Veggie.” Lo invitò Charlie col suo solito sorriso solare.
“Bah...” Sbuffò Veggie poco prima di cambiare posto e sedersi vicino ad Angel.
“Oppure puoi sederti solo vicino a me eheh.” Rise nervosamente la futura regina porgendo un piatto di frittelle al suo ospite.
Ignorando il comportamento della compagna di Charlie, Frank afferrò  la forchetta e iniziò a mangiare.
“Queste frittelle...” Sussurrò.
“Non ti piacciono?”
“Sono deliziose.”
La giovane principessa fu presa alla sprovvista da quel complimento improvviso.
“Oh... grazie. Non pensavo che ti sarebbero piaciute tanto. Insomma, cucino da relativamente poco.”
“Mi ricordano quelle che mi preparava mia moglie.”
“Oh... hai una moglie? Non l'ho vista nella tua casa.”
“Avevo, se n'è andata tempo fa.”
“Probabilmente ti ha lasciato perché sei un idiota capace di entrare negli inferi solo per il gusto di farlo.” Sibilò Veggie avendo origliato la conversazione dei due.
“In realtà è morta mentre partoriva nostra figlia.”
Non c'era tristezza, malinconia o rabbia nel modo in cui l'aveva detto, anzi, sembrava completamente indifferente, il che mise a disagio la povera Charlie, che cercò subito di cambiare argomento.
“Oh, quindi hai una figlia? Quanti anni ha?”
“Morta durante il parto.”
“AH! SFIGATO!”  Esclamò Blitzo mentre ingurgitava una quantità spropositata di frittelle. “Mh, ci vorrebbe della marmellata.”
“Possiamo risparmiarci questi argomenti deprimenti? Starei mangiando!” Bofonchiò Husk pulendo il suo piatto.
“Ha ragione, a nessuno interessa il tuo passato deprimente.” Aggiunse Loona con gli occhi puntati sul telefono.
“Ho solo risposte a delle domande, tutto qui.”
Una volta finito di mangiare, tutti i presenti si diressero verso le loro stanze, ad eccezione di Frank, Loona, Charlie, Veggie ed  Angel.
“Allora... come hai intenzione di scoprire chi ti vuole morto?”Chiese la futura regina nella speranza di non tornare all'argomento precedente.
“Farò domande alle persone giuste.” Mentì ricordando la promessa fatta a Cherri Bomb.
“Non mi sembra un gran piano.” Commentò Veggie.
“Sono aperto a suggerimenti.”
“Io avrei un'idea.” Intervenne Loona col suo solito modo strafottente. “ C'è una piccola palestra nel bar dove ho preso la sifilide, il proprietario è un ficcanaso di prima categoria. Potreste andare lì.”
“Pensavo che tu fossi buona solo a guardare quel telefono.” Commentò Frank.
La giovane Hellhound sbuffò.
“Sto solo ricambiando un favore.” Bofonchiò tra le zanne.
“(Hm, investigare per conto proprio non mi sembra una cattiva idea)”Pensò il giovane Callahan.
“Beh, è un inizio. Vogliamo andare?” Disse la principessa con un sorriso stampato in volto.
“Vogliamo?”
“Non ti lascerò andare in un bar da solo, ci tengo ai miei ospiti.”
“Stavolta non interverrò per salvarti le chiappe se succede qualcosa.”
“Se viene Charlie, vengo pure io.” Aggiunse Veggie con una lancia tra le mani.
“Ehi, principessa, ti ho messo l'ubicazione del bar sul telefono.” Disse Loona passando il telefono alla sua legittima proprietaria.
“Ma tu quando ti sei presa?!”
“Il tuo telefono? Te l'ho rubato mentre chiacchieravi. Prego.”
“Vengo pure io.” Si intromise all'improvviso Angel.
“Cosa?”
La pornostar afferrò Frank per un polso e si misero in disparte, lontani dalle orecchie indiscrete di Charlie e Veggie.
“Ascolta, mi sono svegliato circondato da demoni arrapati, ma stranamente nessuno mi ha violentato, e Valentino non risponde ai messaggi, quindi devo dedurre che tu gli abbia fatto qualcosa, qualcosa di brutto se non risponde ai MIEI messaggi.”
Il giovane Callahan, ormai messo alle strette, mostrò il tamburo della revolver angelica e fece notare la mancanza di un proiettile.
“Quindi... è morto?”
Il giovane Callahan annuì.
“Sei impazzito? Vox ti appenderà all'orologio della città non appena lo verrà a sapere. Poi perché cazzo hai ucciso un overlord?”
“O io o lui. Il destino ha scelto lui.” Spiegò Frank.
“Il destino o la tua pistola?” Commentò Angel poco prima dare una pacca sulla spalla del suo nuovo migliore amico. “Mi hai fatto un gran favore uccidendolo però, quindi ti perdono per il calcio. Non dirò niente a Charlie, per lei sono tutti salvabili. Non la prenderebbe bene.”
“Cosa state confabulando voi due?”
I due sobbalzarono alla voce stridula di Charlie, la quale si limitò a piegare la testa confusa.
“Niente!” Squittì Angel sudando freddo.
“Stavo cercando di convincere Angel a non seguirmi, cosa che dovresti fare anche tu.” Mentì lui.
La giovane principessa ghignò maliziosamente e mostrò il telefono.
“Peccato che ora sia io l'unica con l'ubicazione del bar disposta ad accompagnarti, quindi verrò con te, niente se, niente ma.”
Il mortale sospirò sconfitto e accettò di portarsi dietro quella palla al piede.
Raggiunto il bar, ovvero una bettola localizzata in uno dei quartieri piu' malfamati di Pentagram City, il gruppo scese dalla limousine di Charlie, non prima di essere mandati a quel paese da un demone anguilla che voleva parcheggiare nel loro posto.
“Quindi... è questo il posto?” Chiese Frank.
“Il cellulare dice di sì, quindi... sì.” Aggiunse Charlie.
“Va bene, entriamo.”
L'interno del bar era quasi peggio dell'esterno: il pavimento era stranamente appiccicoso, i muri erano lerci e pieni di muffa, mentre sul bancone c'era un demone squalo con quattro occhi intento a pulire, probabilmente col suo stesso sputo, un boccale di birra.
“Se volete qualcosa da bere siamo chiusi, tornate un'altra volta.” Ringhiò la massa di muscoli sputando nel boccale, per poi usare una pezza lurida per pulirlo.
“Ma salve, io sono Charlotte Morningstar, e siamo qui per fare qualche domanda al proprietario. Sa per caso dove si trova?”
Il demone tutto muscoli posò il boccale.
“Ci stai parlando, principessa, e non c'era bisogno di presentarsi: ho visto in diretta la tua figuraccia canterina.”
La futura regina arrossì imbarazzata.
“Allora, cosa porta l'ammazza angeli nel mio umile bar?”
“Mi hanno detto che potresti avere informazioni sul tizio che mi ha mandato degli assassini addosso.”
“Ah, si, certo che ce le ho, ma cosa ottengo io in cambio?”
Charlie tirò fuori dalla tasca un mucchio di banconote.
“Questi bastano?” Chiese con un ghigno fiero.
“Hm, sono sufficienti. So solo che il committente è una donna.”
“E come sei venuto a saperlo?”
“Due tizi stavano chiacchierando ieri sera e ho origliato la loro conversazione. Da quello che hanno detto, credo lavorassero per la persona che stai cercando.”
“Cosa hanno detto?”
“Si lamentavano del loro capo, delle sue mestruazioni e di come abbia assunto degli idioti per ammazzare un umano.”
“Che aspetto avevano e dove si sono diretti?”
“Non ho idea di dove siano andati, ma il primo era un imp piuttosto gracilino, mentre il secondo era un demone con le sembianze di uno scarafaggio bipede dalle zanne d'argento. Sembravano molto... intimi.”
“Zanne d'argento?”
“Aveva due protesi d'argento al posto delle zanne. Serve altro?”
“No, grazie, ci sei stato molto utile.”
“Beh, è stato facile...” Commentò Angel, deluso dalla mancanza di sparatorie.
“Ringrazia i soldi di Charlie per questo.” Aggiunse Veggie, irritata dal fatto che la sua compagna spendesse soldi per un tipo come Frank.
“Ok, abbiamo una descrizione, ma non abbiamo idea di dove cercare, quindi... che si fa?”
Charlie pensò intensamente alle parole del proprietario del bar e si soffermò su un particolare.
“Intimi...” Sussurrò.
“Ti è venuto in mente qualcosa, tesoro?” Chiese Angel.
La futura regina sogghignò.
“Qual è il posto migliore per una coppia di demoni dove passare la serata?” Chiese con la risposta sulla punta della lingua
“Non ne ho idea.” Dissero all'unisono Frank, Angel e Veggie.
“Ozzie's ovviamente, la casa di Asmodeous!”
“Sei impazzita? Solo i demoni nati all'inferno possono prendere l'ascensore per cambiare girone, e non sappiamo neanche se un essere umano può passare.”
“Andiamo, Veggie, se è capace di ammazzare angeli, sicuramente riuscirà a passare, ne sono certa.”
“Probabile, ma come hai intenzione di entrare in quel club? Per quanto ne so, solo le coppie possono entrarci.”
“Ho già il piano perfetto: io e Frank ci fingeremo una coppia, entreremo dentro, cercheremo un demone scarafaggio dalle zanne argentate e poi... e poi...”
“E poi?”
“Gli chiederemo gentilmente di dirci per chi lavora?”
“Gia, non credo che l'ultima parte sia una grande idea.”
“Frena, frena, frena, frena, di che diavolo state parlando? E perché dovrei fingermi in coppia con Charlie?”Intervenne Frank, palesemente confuso dalle parole di Charlie e Veggie.
“C'è un club nel girone della lussuria, per raggiungerlo bisogna prendere un ascensore speciale, Charlie pensa che siano lì i demoni che stiamo cercando.” Spiegò Angel.
“E dove si trova questo ascensore?”
“Dall'altra parte della città, a circa trenta minuti di macchina.”
“Bene, andiamo.”
Le regole dell'inferno erano chiare: nessun demone proveniente dalla terra poteva prendere l'ascensore per cambiare girone. Una regola severa, che portava ogni anno alla sovrappopolazione del girone della superbia e al successivo massacro annuale di peccatori.
Per pura fortuna o forse per la sua particolare natura senza peccato, il macchinario che controllava il lussuoso ascensore accettò la presenza del mortale e aprì le porte a lui e alla futura regina.
“Prossima fermata: girone della lussuria.” Fece una voce sensuale.
“Sei pronto?” Chiese Charlie al suo accompagnatore, al che lui abbassò lo sguardo e incrociò gli occhi con lei.
“Perché fai tutto questo?” Chiese all'improvviso lui. “Insomma, perché ci tieni tanto ad aiutarmi?”
“Credo di aver già risposto a questa domanda, ma lo rifarò: perché siamo amici e gli amici si aiutano a vicenda.”
“Amici, eh? Quando saremmo diventati amici?”Chiese con un tono quasi disgustato.
“Direi quando mi hai salvato le chiappe dalla lama di quel golem, ma anche salvare la vita a quel bambino ti ha fatto ottenere punti.”
“Punti?”
“Boop.” Fece la futura regina attaccando una stella adesiva sul naso di Frank. “Queste stelle rappresentano i punti amicizia, ti piacciono? Le ho fatte stanotte, mentre dormivi.”
Il giovane Callahan si staccò la stella dal naso e fissò con sguardo torvo la povera principessa.
“Ok, non ti piacciono, ho afferrato. Non c'è bisogno di reagire così male.”
Arrivati alla loro fermata, i due raggiunsero il club di Asmodeus in cinque minuti a piedi, dove ad attenderli c'era un imp senza maglietta che doveva essere una specie di buttafuori,
“Vostra altezza, cosa la porta qui?”
“Sono qui per un tavolo.”
“E il suo accompagnatore è?”
“Frank, Frank Callahan.”
Il giovane imp iniziò a sudare freddo sotto lo sguardo penetrante del mortale.
“S-signore, le armi sono v-vietate nel club.” Balbettò impaurito,
“Hm, ha senso.” Disse Frank consegnando le sue armi. “Non perderle.”
“Ma certo. Prego, entrate.”
“Grazie tante.”
Come ogni sera, i pali da strip e le gabbie della casa di Asmodeus erano animati da demoni di ogni tipo e identità di genere intenti a soddisfare con le loro movenze audaci e   i loro corpi oliati la libido di centinaia di avventori mezzi ubriachi, ma nonostante questo, l'attenzione di tutti i clienti era su una sola persona, ovvero il mortale che era appena entrato nel loro club.
“Ci fissano tutti.” Sussurrò Charlie.
“Non è la prima volta da quando sono qui. Vedi qualche scarafaggio?” Replicò Frank prendendo posto a sedere.
“Non ancora.”
Frank storse il labbro in segno di disappunto.
“Sei sicura che questo...?!”
“Signori e signore!” Urlò uno strano demone vestito da giullare puntando un riflettore su Frank e Charlie. “ Sono il vecchio Fizzarolli e oggi abbiamo due ospiti speciali nel nostro club, ovvero la principessa degli inferi Charlotte Morningstar e l'uomo che si è fatto un nome a Pentagram City per aver ucciso uno sterminatore, amici miei, un applauso per Frank Callahan!!!”
“Hm, è più carino di quanto immaginassi.”Sussurrò una succube leccandosi le labbra.
Nonostante il brusio di voci, l'unica cosa che Frank riuscì a udire fu il rumore di un fucile da cecchino che veniva caricato.
“Pronta, principessa?” Chiese con un ghigno divertito in volto.
“Pronta per cos...?!”
Frank silenziò la principessa battendo il piede sul tavolo con una tale violenza da capovolgerlo, appena in tempo per deviare il proiettile diretto verso la testa della biondina e crearsi una copertura di fortuna.
“Che succede?” Chiese la futura regina.
“Non ne ho idea, pensavo avrebbero tentato di ammazzare me, non te.”
“Hanno tentato di ammazzarmi?”
“Non hai sentito lo sparo?”
“Quale sparo?”
Il giovane Callahan pensò alle parole di Charlie. Effettivamente, neanche lui aveva sentito lo sparo e tra i clienti del club nessuno sembrava allarmato, anzi, sembravano tutti straniti dal loro comportamento.
“Un silenziatore...” Sussurrò mentre con la coda dell'occhio cercava il tiratore.
Da dietro il palco, parzialmente nascosto dal telone da palcoscenico, intravide la canna fumante di un fucile.
“Beccato.”
“Cosa?” Fece Charlie.
“Ok, la buona notizia è che so dove si trova il nostro amico.”
“E la cattiva?”
“La cattiva è che in uno spazio così aperto non posso avvicinarmi senza beccarmi un proiettile tra gli occhi.”
“Hai un piano?”
“Beh, potremmo restare nascosti dietro questo tavolo per il resto dei nostri giorni, oppure...”Il giovane Callahan spezzò con un calcio uno dei piedi del tavolo e si creò una specie di giavellotto di fortuna.
“Oppure?”
“Spera che non manchi il colpo.”
Detto questo, Frank saltò fuori dalla sua copertura e, con una forza quasi inumana, lanciò  il giavellotto nella canna del fucile, che esplose tra le zampe del cecchino, il quale si rivelò essere il demone scarafaggio che stavano cercando.
“Porca puttana, le zampe, mi sono saltate le zampe!!”Urlò il tiratore poco prima di essere placcato da Frank, che procedette col bloccarlo in una presa di sottomissione.
“Per chi lavori e perché non hai tentato di ammazzare me?”
Il demone scarafaggio iniziò a ridere.
“Chi ha detto che non avremmo tentato di ammazzarti?”
Frank impallidì non appena sentì la fredda canna di una pistola sulla tempia.
“Molla il mio compagno, bastardo.” Disse un  imp gracilino.
Il mortale alzò le mani al cielo.
“Non ho ancora ricevuto la risposta che cerco.”
“Non sei nella posizione di fare domande, ora muo...”
L'esecuzione di Frank fu interrotta da Charlie, che, grazie ad una forza che non si aspettava di avere, schiantò il tavolo che avevano usato come copertura sulla testa dell'imp, tramortendolo momentaneamente.
“Biondina, tu... mi hai salvato la vita.”
La futura regina gli sorrise.
“Beh, per questo esistono gli amici.” Disse con il fiato corto.
Il giovane mortale spostò la sua attenzione sul sicario che non aveva perso i sensi.
“Allora... chi ti manda?”Ringhiò lui caricando un gancio destro.
Il demone scarafaggio gli sputò in faccia, cosa che risultò nella rimozione forzata delle sue protesi d'argento.
“Gh, bastardo, ti sei scavato la fossa da solo!”
“Non costringermi a staccarti le zanne buone.”
“Non ce ne sarà bisogno.”
Lo scarafaggio tirò fuori una cintura di granate angeliche prive di sicura.
“Preparatevi a morire.”
“Tutti fuo....?!”
Nemmeno il tempo di urlare che il giovane Callahan e Charlie si trovarono proiettati dall'altra parte del locale, investendo un Fizzarolli  che aveva avuto la sfortuna di trovarsi nella traiettoria sbagliata.
Per fortuna il volo fu breve e caddero sul pavimento prima di schiantarsi contro qualche muro, finendo con il ritrovarsi faccia a terra e con qualche detrito sulla testa.
“Ah, ehi biondina, stai bene?” Bofonchiò Frank accarezzandosi la testa.
“Sono tutta intera!”
“Oh, mi fa piacere che stiate bene.” Disse Fizzarolli con una vena pulsante sul cranio. “Ora fuori di qui!”
Dopo essere stati cacciati da uno dei club più famosi dell'inferno e aver recuperato le armi di Frank dal buttafuori, i due fecero l'unica cosa possibile, cioè un sonoro sospiro di sollievo. Certo, non erano riusciti ad ottenere informazioni, ma almeno erano sopravvissuti e avevano scoperto che qualcuno voleva la morte di Charlie.
“Bene, Charlie, hanno attentato alla tua vita. Come ci si sente?” Chiese Frank in modo divertito.
“Sono solo felice che stiamo bene.”
“Hai qualche idea su chi ti possa volere morta?”
“Ci sarebbe Helsa Von Eldritch, ma quella perdente e la sua famiglia sono alleate, non oserebbe mai mandarmi degli assassini, soprattutto perché mio padre lo verrebbe a sapere.”
“Beh, dal nome deduco che sia una donna, quindi una sospettata, ma per oggi ho rischiato di morire abbastanza.”
“Concordo.”
“Un'ultima cosa.”
“Dimmi.”
“Boop.” Disse Frank attaccando una delle stelle adesive di Charlie sul naso della principessa. “Questo è per avermi salvato la vita.”
“Awwwww... abbraccio?” Fece Charlie.
“ Ora non esageriamo.”




Nota del tizio che scrive
Ed ecco un nuovo capitolo, dove si scopre che qualcuno vuole charlie morta, ed è la seconda avventura del nostro duo, credo che userò altri personaggi per i prossimi capitoli, ma non vi dico quali. Buon natale!!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Un interessante secondo bersaglio ***


Frank si accese un sigaro mentre esaminava la foto che gli aveva dato Charlie. Una foto raffigurante Helsa Von Eldritch, membro della famiglia reale che rappresentava il peccato dell'invidia, rivale di Charlie e sorella del suo ex ragazzo.
“Ti suggerisco di stare lontano da lei, quella porta solo guai.” Disse la futura regina.
“Il barista ha detto che quei due lavoravano per una donna, e lei è l'unica pista che abbiamo. Potrebbe anche essere quella che ti vuole morta , per quanto ne sappiamo.”
“Ti ho già detto che è impossibile, mio padre....”
“Si si, tuo padre lo sarebbe venuto a sapere, ma voglio esserne sicuro.”
La principessa iniziò a sorridere in un modo decisamente fastidioso.
“Hm, per caso è preoccupazione quella che sento?” 
Frank roteò gli occhi al cielo.
“Voglio solo scoprire la verità.”
“Buona fortuna allora, l'unico modo esistente per raggiungere la loro abitazione è tramite invito.”
“Beh, fortuna che uno dei miei pochi amici qui all'inferno è la principessa degli inferi.”
“Sei impazzito? Dovrei contattare il mio ex per rimediare un invito apposta per te? Te lo scordi, sarebbe troppo imbarazzante.”
All'improvviso, qualcuno bussò alla porta.
“Charlie, abbiamo un problema.” Disse Veggie entrando nella stanza.
“Che tipo di problema?”
“C'è una donna vestita da suora alla reception.”
Charlie impallidì, mentre Frank fece una smorfia divertita.
La futura regina corse alla reception con tutto il fiato che aveva in corpo, ma quando vide la donna senza volto su una sedia a rotelle, il suo timore divenne pietà.
“Ciao... Berenice” Salutò timidamente la futura regina.
La suora senza volto si armò di carta e penna e scrisse: “Lui dov'è?”
“Non sarai venuta a vendicarti, vero?” Chiese Charlie.
Berenice scosse la testa.
“Voglio solo parlare con lui.” Scrisse lei.
“Ti porto da lui.”
“Non ce ne sarà bisogno.” Disse Frank comparendo alle spalle della principessa. “Allora, di cosa vuoi parlare?”
La suora iniziò a scrivere freneticamente sul pezzo di carta.
“Da viva non provavo nessun tipo di dolore fisico, e questa maledizione mi ha seguito pure all'inferno sotto un'altra forma, per questo non posso dimenticare quel pugno. Quando mi hai colpita, mi sono sentita viva, e ho finalmente imparato cosa è il dolore.” 
“Quindi sei qui perché...?”
“Voglio ricambiare il favore. Alastor mi ha detto che stai cercando dei demoni...?!”
Berenice non ebbe il tempo di finire di scrivere, perché Frank prese il pezzo di carta e lo strappò prima che Charlie e Veggie potessero vedere il suo contenuto.
“Lasciateci soli.” Ordinò Frank alle due ragazze.
“Ehi, ehi, aspetta un attimo, cosa stava scrivendo un attimo fa?” Chiese Veggie con fare sospetto.
“Niente che vi riguardi.”
“Andiamo, Veggie, lasciamoli soli.”
“Non ti insospettisce neanche un po' il suo comportamento? Continui a fidarti di questo tipo, quando io continuo a dirti che c'è qualcosa che mi puzza.” 
“Veggie, lui è una brava persona, io mi fido di lui, e dovresti farlo anche tu.”
“Questo è il tuo problema, Charlie: tu ti fidi di tutti! Hai dato fiducia persino ad uno come Alastor per aiutarti a gestire l'hotel! Pensi che il mondo sia arcobaleni e zucchero filato, ed è per questo che questo Hotel fallirà.”
La futura regina sospirò.
“Possiamo parlarne fuori?”
Le due ragazze uscirono dall'hotel, lasciando Berenice e Frank da soli.
“Bene, ora che se ne sono andate, vediamo di risolvere il nostro problema. Tu sai dove posso trovare i demoni a cui sto dando la caccia?”
Berenice annuì e iniziò a scrivere.
“So dove puoi trovare Velvet.” Scrisse lei.
“Intendi la bambolina sorridente in questa foto?” Chiese Frank mostrando la foto di Velvet alla suora.
“Viene spesso come ospite speciale nell'arena dove abbiamo lottato, ma non ha mai partecipato ad uno scontro, quindi non ho idea di che poteri abbia.”
Le labbra dell'uomo si incurvarono in un ghigno.
“Beh, è ora di scoprirlo allora. Mi sei stata molto utile, ora puoi tornare a casa.”
La suora abbassò il capo.
“Io non ho una casa. L'arena era la mia casa, ma ora che non posso lottare mi hanno cacciata.”
“Capisco... CHARLIE!!!”
La futura regina interruppe la discussione che stava avendo con la compagna e corse nell'hotel.
“Cosa succede? Ti ha attaccato?!?!” Chiese preoccupata.
“No, mi chiedevo solo se avessi altre stanze libere.”
“Si, le ho , ma perché?”
“Fai fare il check in a Berenice, sarà la tua prossima anima da redimere.”
Berenice e Charlie sobbalzarono.
“Cosa?”
“E mi serve la tua limousine.”
“Che?”
Il mortale prese le chiavi dalla tasca della principessa e si avviò verso l'uscita, ma Veggie lo fermò mettendosi tra lui e il portone d'ingresso.
“Tu non vai da nessuna parte da solo.”
“Potrei andare con lui.” Si offrì Charlie.
“Ti sei scordata che ti vogliono morta? Tu resti qui.” Ordinò Veggie.
“Ma... vogliono morto pure Frank.”
“Ma io so badare a me stesso.”
“Ehi! Non sono una bambina!”
“No, ma pensi come una bambina!| Andrò io con lui.” Disse Veggie.
“Oppure potresti lasciarmi andare da solo.”
“Per farti fare i tuoi porci comodi? Scordatelo.”
Frank sospirò sconfitto.
“Va bene, ma guido io.”
Una volta raggiunta l'arena, stranamente priva di spettatori o di annunciatori molesti, la luce accecante dei riflettori illuminò Veggie e Frank.
“Frank Callahan, presumo.”Disse una voce femminile da uno degli altoparlanti.
“Conosco questa voce.” Sussurrò Veggie.
Una figura incappucciata saltò fuori dalle tribune e, non appena atterrò vicino a Frank, lo colpì con un calcio sul ventre, lanciandolo contro la parete.
“E questo sarebbe il mortale che ha ucciso Valentino? Che delusione.” Disse la figura incappucciata togliendosi il cappuccio, rivelando il sorriso sadico di Velvet.
“Cosa?”
Veggie non ebbe il tempo di farsi domande, perché venne investita da una ginocchiata dell'overlord, che la proiettò contro il muro dove era stato spedito Frank.
“Davvero, siete proprio degli idioti! Scommetto che avete creduto alla storia di Berenice senza farvi neanche una domanda!! AHAHAH! ERA OVVIO CHE FOSSE SOLO UN PRETESTO PER PORTARE QUI FRANK!”
La giovane overlord si rese conto che entrambi i suoi avversari avevano perso i sensi.
“Mah, che noia...” Sbuffò lei avvicinandosi al corpo esanime di Frank e prendendo in mano la sua schofield.
“Ho saputo da Vox che le armi angeliche non funzionano su di te, ma quelle dei mortali sono un altro discorso. Addio.”
Prima che potesse premere il grilletto, la mano di Frank si alzò di colpo.
“Mh? Qualche ultima parola?”
“Ho...”
Velvet si avvicinò per sentire meglio.
“Ho vinto...” Sussurrò il ragazzo poco prima di tirare una violenta capocciata sulla faccia della giovane overlord, frantumandole l'osso nasale in tanti piccoli frammenti.
“Tu,lurido figlio...” Ringhiò la ragazza mentre tentava di fermare l'epistassi con le mani.
“Non mi va di picchiare una ragazzina, ma non credo di avere altra scelta.” Osservò Frank accarezzandosi il ventre dolorante: quel calcio aveva fatto parecchi danni.
“Ti faccio vedere io chi è la ragazzina!!” Ringhiò l'overlord prendendo una bambola di pezza stranamente simile a Frank. 
“Questa è una bambola che ho fatto apposta per te...” Sussurrò la ragazza sollevando un chiodo grande quanto il suo avambraccio.
“Tecnica della bambola di pezza, prima maledizione.”
L'overlord infilzò la bambola di Frank, il quale iniziò a sentire uno strano dolore al petto.
“Cosa... succede?” Disse Frank cominciando improvvisamente a barcollare.
“Bel trucchetto, eh? Direi che ti restano... 10 minuti, poi la tua vita finirà.”
“Cosa mi hai fatto?”
“Sicuro di voler perdere tempo così? A me va bene, la vita è tua. Il mio potere consiste nel creare bambole, infilzare le suddette bambole e aspettare che il bersaglio designato crepi.”
“Quindi se recupero la bambola, questo dolore finirà?”
La giovane overlord lanciò la bambola a Frank.
“Sei libero di provarci, ma te lo sconsiglio.”
Il giovane Callahan provò a rimuovere il chiodo dalla bambola, ma questo sembrava andare più in fondo ad ogni tentativo di estrazione.
“Direi che ora ti restano 7 minuti.”
“Allora dovrò farti fuori in 6.” Ringhiò Frank estraendo la Cattleman angelica dalla fondina, ma Velvet iniziò a ridere di gusto non appena la vide.
“Pensi davvero che riuscirai a colpirmi? So che hai solo 5 colpi in quell'arma, ognuno destinato ad un demone diverso. Sei sicuro di voler rischiare di mancare il colpo? Sono piuttosto veloce.”
Velvet scattò in avanti con una velocità tale che la sua immagine residua rimase qualche secondo ferma sul posto.
“La pagherai per avermi rovinato il naso.” Disse poco prima di iniziare a colpire il mortale con una scarica di pugni violentissima.
L'incessante serie di colpi approfittava dell'indebolimento di Frank, ormai barcollante sul filo del rasoio tra un attacco ed un altro. Velvet non accennava a voler dare al suo avversario un attimo di respiro, dimostrando una stamina virtualmente infinita.
L'overlord smise di colpire solo quando il giovane Callahan si decise a parlare.
“Hai finito?” Disse con voce fioca e la testa grondante sangue.
“Parole grosse per uno nelle tue condizioni.” Sibilò Velvet pronta a colpirlo con un calcio sui testicoli, il quale venne prontamente parato dal mortale.
“Ora tocca a me.”
Il mortale lanciò in aria l'overlord delle bambole.
“Inutile!” Ruggì Velvet, cambiando repentinamente traiettoria di atterraggio e colpendo con un calcio volante il muso del mortale, che venne sbalzato all'indietro.
“Tu, piccola...”
Muovendo un passo in avanti e abbassandosi, la giovane overlord spiccò un balzo verso l'alto e sferzò l'aria in direzione obliqua grazie ad una rotazione devastante.
“Sei finito!”
Il mortale venne colpito duramente sul fianco scoperto: questa volta il colpo riverberò nelle sue ossa e, a giudicare dal rumore che emisero le sue costole, gli procurò ben sette fratture letali più un'emorragia nel sistema respiratorio.
“Dannazione...” Imprecò Frank sputando sangue.
“Mi sa che morirai prima dello scadere del tempo di questo passo.” Sibilò Velvet restando in posizione di guardia.
Il mortale si pulì il muso dal sangue e sorrise.
“Che hai da sorridere?”
“Sorrido perché non sono mai stato ridotto in questo stato in vita mia, tantomeno da una ragazzina.”
“Hm, ti restano 4 minuti per farmi fuori. Vuoi ancora tentare?”
Il mortale serrò le mascelle e si mise in posizione.
“Io non tenterò, io riuscirò.”
Velvet ghignò: erano secoli che non si divertiva così tanto.
“I miei social media esploderanno non appena sapranno che ho ucciso l'ammazza angeli.” Disse l'overlord in procinto di dargli il colpo di grazia, ma prima che potesse caricare l'attacco, un gancio destro la investì come un treno in corsa, spedendola contro la parete delle tribune.
“Questo è per la ginocchiata di prima, brutta troia!!” Ringhiò Veggie con un rivolo di sangue che le usciva dalla testa. 
“E tu!!!” Sibilò lei indicando Frank in modo minaccioso. “Dopo mi dovrai spiegare questa storia di Valentino, ma per adesso...”
Una serie di pugnali acuminati  iniziarono a fluttuare attorno alla ragazza.
“...Penserò io a questa puttanella.”
La giovane overlord si liberò dei detriti che le erano finiti sui capelli e tornò in piedi quasi istantaneamente.
“Pensavo di essermi già sbarazzata di te.” Ringhiò.
“Purtroppo per te, non è così facile farmi fuori.”
I pugnali di Veggie saettarono verso la giovane overlord, ma questa evitò di essere impalata sul posto saltando su di essi  con una leggiadria degna di una ballerina classica, per poi colpire con una violenta tallonata il cranio del demone falena, facendole nuovamente perdere i sensi.
“Davvero divertente! Cosa sperava di fare un demone comune come te contro un overlord come me!? Ma non ti preoccupare, farò in modo che non ti svegli mai più.”
Velvet impallidì non appena sentì la sicura di una pistola che veniva rimossa.
“Prova ad evitare il colpo da questa distanza!” Disse il mortale poggiando la canna della sua Cattleman sulla testa della giovane overlord.
“Non è possibile, a malapena ti reggevi in piedi, quando ti sei ripreso?”
“Non l'ho fatto...” Sussurrò lui sputando altro sangue. “Allora, quanti minuti mi rimangono?”
“Ok, ok, calmiamoci un attimo, ho troppi fan per morire così, possiamo patteggiare?”
Il mortale fece pressione sulla testa di Velvet, pronto a premere il grilletto a qualsiasi movimento brusco dell'overlord.
“Che tipo di patto?”
“Beh, sono un demone, attraverso un patto posso esaudire qualsiasi tuo desiderio.”
“Sto cercando un demone che mi ha mandato degli assassini a cercarmi. Tu ne sai qualcosa?”
“Ok, forse non qualsiasi, ma posso esserti uti...?!!? 
Il mortale zittì l'overlord premendo il grilletto, per poi accasciarsi a terra insieme al cadavere del suo bersaglio: il dolore al petto era sparito, ma le ferite erano rimaste , e ad ogni respiro sentiva i suoi polmoni riempirsi di sangue.
“Bravo, bravo. Magnific!” Disse Alastor comparendo in mezzo all'arena.
“Davvero, non mi aspettavo che riuscissi ad ammazzare una bestia come Velvet in...??”
Il demone della radio si fermò quando notò che Frank era troppo impegnato ad annegare nel suo stesso sangue piuttosto che ascoltarlo.
“Oh, sei ridotto male, amico mio. Lascia che ti ringrazi curando le tue ferite.”
Alastor lo punzecchiò col suo bastone e le sue ferite sparirono quasi istantaneamente.
“Ringraziare per cosa?” Chiese Frank riprendendo fiato.
“Per l'intrattenimento che stai creando. Erano anni che non mi divertivo così, poi il modo con cui ammazzi a sangue freddo questi demoni è la ciliegina sulla torta. Lo sapevi che una volta erano persone?”
“L'avevo intuito, ma non mi interessa. Se è per scoprire chi mi vuole morto, sono disposto ad ammazzare persino Baphomet in persona!”
“AH! Mi piace la tua determinazione, ma non credo ce ne sarà bisogno, mio caro. Ora vai da Cherri, ha delle notizie su Vox che credo ti interesseranno.” Disse Alastor creando un portale per l'ufficio di Cherri bomb.
“Che facciamo con Vaggie? Sono abbastanza sicuro che una volta sveglia mi farà un sacco di domande.”
“Beh, è un ostacolo per il mio intrattenimento, quindi me ne sbarazzerò io, tranquillo.”
“Non vorrai mica ucciderla? Se non avesse distratto Velvet, sarei morto.”
“Ucciderla? Chi ha parlato di uccidere? Manipolerò i suoi ricordi per far si che dimentichi questa giornata.”
“Bene.” Replicò Frank entrando nel portale e lasciando Vaggie nelle mani di Alastor.
Cherri era seduta sulla sua scrivania, il suo sguardo era pensieroso.
“Ho delle brutte notizie, signor Callahan.” Disse lei dando un pezzo di carta al mortale.
“E questo sarebbe?”
“Un annuncio che assolda tutti i demoni dell'inferno solo per eliminare te. Un regalino del nostro amico Vox.”
“Oh... la cosa si fa problematica.”
“Ammiro la tua calma, ma è molto più che problematica. La tua fama di ammazza angeli non basterà a tenere a freno i killer di questa città.”
“Quindi qual è il piano?”
Cherri sospirò.
“Avrei un'idea, ma è molto rischiosa.”
“Come se non avessi rischiato fino ad ora.” Disse sarcasticamente Frank.
“La torre di Vox è praticamente impenetrabile se attaccata dall'esterno, ma se la attaccassimo dall'interno, le cose cambierebbero.”
“Cosa hai in mente?”
“Io contatterò Vox e gli dirò che ti ho catturato, ovviamente lui non resisterà all'idea di poterti far soffrire, quindi ti chiuderà in qualche buco dove ti farà patire la fame, ti torturerà con l'elettroshock e via dicendo.”
“E come dovrei uscire? E le mie armi poi?  Di certo non me le faranno tenere in una cella.”
“E qui che entro in gioco io: ho una talpa tra gli scagnozzi di Vox, che ti procurerà tutto il necessario per uscire e ti consegnerà le armi a tempo debito.”
“Sembra che tu te la sia studiata bene...”
“Faccio del mio meglio.”
“Mi piace come piano, sono disposto a correre il rischio.”
“Ovviamente dovremo rendere la tua cattura credibile, quindi i miei Hellhound ti pesteranno un poco. Prendetelo!”
Il giovane mortale venne placcato da tre Hellhound e messo KO dal calcio di un fucile.
“Cerca di non morire.” Sussurrò Cherri con un ghigno.






“Nota del tizio che scrive.”
E un altro overlord è morto, forse li sto facendo fuori troppo velocemente e forse questo capitolo è troppo breve,  ma voglio arrivare il prima possibile agli altri tre bersagli. Lì si che c'è la ciccia. Prometto che il prossimo capitolo sarà più lungo (Se non mi torna il blocco.). Alla prossima.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Goddamn if i get outdeviled ***


Le parole gli arrivavano ovattate, ma gli arrivavano. Il mortale provò a muoversi, ma la cosa risultò impossibile: era stato legato con delle catene incredibilmente spesse ad una sedia.                     
“Dove... sono?” Bofonchiò il mortale mentre metteva a fuoco ciò che aveva intorno: era nell'ufficio di Cherri Bomb, dove quest'ultima stava pacificamente prendendo un caffè con Vox.
“Oh, guarda chi si è svegliato!” Disse Cherri Bomb sorseggiando il suo caffè.
“Mi hai causato molti problemi, mio caro ragazzo.” Ringhiò Vox puntando una pistola sulla testa del mortale, che si limitò a fare una smorfia divertita.
“Tanto so che non mi ucciderai...”
“Oh, e perché non dovrei?”
“Perché vuoi sapere come mai ho ucciso il tuo fidanzatino e la tua amichetta. Vuoi sapere per chi lavoro, o se ho ucciso per il puro gusto di farlo. E da morto non posso rispondere a queste domande.”
“Tu, lurido...” L'overlord iniziò a percuotere il mortale con il calcio della sua arma, ma il braccio di Cherri lo fermò prima che potesse fare danni letali.
“Stai calmo, amico. Avevi promesso che non l'avresti ammazzato qui. Non vorrai sporcarmi il tappeto, vero?”
“Perdonami, Cherri, ho perso la calma.” Vox afferrò la testa di Frank e iniziò a trascinarlo verso l'uscita. “Questa me la godrò.”
“Non dimentichi qualcosa?”
Vox sbuffò e passò una valigetta alla demone ciclopica.
“Questi sono i tuoi soldi.”
“Un piacere fare affari con te.” Sussurrò l'overlord contando il denaro.
“Allora, cosa hai intenzione di farmi?” Chiese Frank mentre veniva trascinato verso la limousine di Vox.
“Scoprirò perché hai ucciso Velvet e Valentino, e poi ti eliminerò.”
“Mi sembra un buon piano, ma sappi che non ho molto da dire.”
“Parlerai. So essere molto convincente.” Sibilò Vox mettendo il mortale nel bagagliaio della sua limousine.
Frank rimase zitto per tutta la durata del viaggio, non che avesse gente con cui conversare dentro un bagagliaio, ma quando sentì la limousine fermarsi, un piccolo sorriso decorò il suo volto: sarebbe stato divertente.
“Siamo arrivati.” Disse Vox aprendo il bagagliaio e prendendo nuovamente il cranio del mortale.
“Siamo arrivati dov...?!?!”
Il mortale venne zittito dall'enorme torre che aveva davanti agli occhi, sulla cui cima c'era una colossale cupola di vetro, sulla quale, in un lampeggiante cartello al neon, stava scritto – Vox's multimedia-
“Wow....”
“Benvenuto... nel posto in cui morirai, mortale!” Ringhiò Vox nella speranza di vedere paura negli occhi della sua vittima, ma l'unica cosa che vide fu stupore.
“Un posto davvero niente male.”
“La tua calma sarà la tua rovina, mortale. Portatelo nella fossa! Gli farò le mie domande dopo un po' di riposo, sempre se sopravviverà.”
Due scagnozzi di Vox, un orribile demone capra ed un imp, portarono Frank all'interno della torre, dove venne buttato in una specie di fossa comune.
“Divertiti in mezzo ai tuoi nuovi compagni di giochi.” Disse l'imp.
“Compagni di giochi?”
Il giovane mortale si ritrovò circondato da demoni affamati.
“Ehila, ragazzi, abbiamo uno spuntino.” Disse un demone lucertola piuttosto muscoloso.
“Hm, un essere umano, mi chiedo che sapore abbia.”Aggiunse un demone felino.
“Oh, merda...” Imprecò il mortale mentre cercava di liberarsi dalle catene che lo tenevano ancorato alla sedia.
“State indietro!” Ordinò una succube dalle corna bluastre armata di spada mettendosi tra Frank e i demoni affamati. “Lui è con me.”
“Shanta, mi stai dicendo che questo umano è tuo amico?” Chiese il demone lucertola.
“Fai un'altra domanda e ti farò fuori senza neanche guardarti negli occhi, Lars.” Ringhiò la succube puntando la spada sulla gola di Lars, che indietreggiò spaventato.
“Stai bene, Frank?” Chiese Shanta tagliando le catene che opprimevano le povere membra del mortale.
“Ci conosciamo?”
“La tua fama ti precede, ma no. Sono la talpa di Cherri bomb, le tue armi e i tuoi rosari stanno in una scatola nel mio ufficio.”
“Deduco che il tuo ufficio sia fuori da questa fossa.”
“Tranquillo, conosco un'uscita segreta.”
Frank seguì la succube lungo le caverne sotterranee della torre per circa dieci minuti.
“Siamo arrivati.”
La succube premette una pietra liscia, che si rivelò essere un pulsante che aprì una via segreta collegata al suo ufficio.
“Questa torre ha più di trenta piani, ognuno pieno zeppo di scagnozzi di Vox. Dal mio ufficio eviterai la maggior parte di loro, ma rimane il problema della sua guardia del corpo.” Spiegò Shanta mentre metteva a soqquadro il suo ufficio alla ricerca della scatola.
“Sarebbe?”
“Dopo la morte di Valentino, Vox ha assoldato una demone radioattiva come guardia del corpo, praticamente una centrale nucleare mobile. Se non fai fuori lei, uccidere Vox sarà impossibile.”
“Lei?”
“Il suo nome è Mihaela Funar.”
“Una demone radioattiva... Hm, questa mi è nuova.”
“TROVATA!!”
La succube consegnò la scatola contenente le armi al mortale, stando ben attenta a non entrare in contatto diretto con i rosari.
“Una volta fuori da questo ufficio, sarai da solo, sicuro di farcela?”
Il viso del mortale venne decorato da un ghigno.
“Tranquilla, eliminerò Vox.”
Una donna in divisa militare color beige, dalla pelle di un grigiore innaturale e dai capelli bianchi attendeva paziente nel penultimo piano della torre.
Il suo compito era semplice: impedire a chiunque di attraversare la porta. Aveva ottenuto il lavoro da poco ed era praticamente sicura di essere stata assunta solo per la presenza di un mortale ammazza angeli in città.
Un suono di passi attirò la sua attenzione.
La demone radioattiva sollevò le palpebre, scoprendo i suoi occhi verdastri e li puntò sul mortale che era appena entrato nella stanza, mentre il calore del suo corpo iniziava a danneggiare parzialmente i mobili presenti.
"Quindi... sei tu il pazzo che devo fermare."
"Un pazzo che vuole scoprire la verità."
Mihaela annuì, doveva essere il temuto ammazza angeli, ed anche se aveva l'aspetto di una persona qualsiasi, l'esperienza le aveva insegnato a non farsi ingannare dall'aspetto altrui.
“Quindi... tu devi essere Mihaela Funar.” Disse Frank puntando la sua Schofield sulla testa della demone radioattiva.
“E tu devi essere l'ammazza angeli. Ti dirò, non sembri il mostro che mi hanno descritto... ti facevo un po' più alto.”
“Spero tu sopravviva alla delusione, comunque, io voglio solo Vox, quindi se ti arrendi e mi fai passare, non ci sarà sangue versato.”
La pistola in mano al mortale cominciò a sciogliersi, mentre la temperatura della stanza si alzava vertiginosamente.
“Sono sotto ingaggio, devo rifiutare."
Nel giro di pochi secondi l'intruso ridusse la distanza che lo separava dalla demone con una velocità che non poteva appartenere ad un mortale.
Un pugno del ragazzo colpì il muso dell'avversaria radioattiva, ma, stranamente, la sua mano non divenne un tizzone annerito, in compenso la donna ottenne un'ustione di secondo grado sulla guancia destra.
Questa se ne accorse, indietreggiando con la mano sulla guancia.
“Che cazzo?!”
Un secondo gancio colpì la guancia sinistra della donna, lasciandole stavolta un'ustione di primo grado.
La demone radioattiva alzò lo sguardo: sulle nocche del mortale c'erano due rosari, uno di plastica e uno dorato, che venivano utilizzati come tirapugni, mentre attorno al collo aveva un rosario scarlatto.
Incazzata per i due colpi subiti a tradimento, si avvinghiò ad una delle gambe del mortale.
La demone radioattiva provò a concentrare tutto il calore del suo corpo sulle braccia, ma ci mise poco a rendersi conto che non stava emanando alcun calore, o almeno, nessun calore radioattivo.
Fece due più due, e non ci volle molto a collegare il fenomeno ai due rosari sulle mani dello sconosciuto.
Beh... questo era imbarazzante.
Il pugno arrivò prima ancora che potesse avvertirlo, facendole rimpiangere le litigate col suo vicino.
Sentì il sangue bagnarle la lingua mentre il suo corpo volava verso la finestra e la sua confusione aumentava.
Atterrata bruscamente sul vetro anti-proiettile, che probabilmente le aveva risparmiato un volo dal trentesimo piano, la ragazza si pulì il muso dal sangue e provò a caricare nuovamente il calore nel suo corpo, ma tutto ciò che uscì fu solo una misera fiammella verde.
Di norma sarebbe stata felice di non doversi preoccupare di sciogliere tutto, ma questo era decisamente il momento peggiore.
“Mio nonno mi disse che la natura dei poteri di un demone è sconosciuta, ma hanno tutti la stessa soluzione: un buon rosario, ma dal tuo sguardo deduco che tu ci sia arrivata.”
Mihaela si guardò i piedi e sorrise: per una volta era bello non doversi preoccupare di sciogliere il pavimento sul quale camminava.
Una piccola consolazione.
“Allora, mi farai passare?”
La demone radioattiva si mise davanti all'entrata del piano di Vox.
“Non mi hanno pagata in anticipo, spiacente.” Disse lei in posizione da combattimento.
Frank si avventò sulla demone radioattiva, pronto a colpirla con un montante, il quale venne prontamente deviato dal palmo della ragazza, che rispose con una violenta gomitata sulla mascella del mortale, dislocandogliela.
Mihaela non poté fare a meno di regalarsi un sorriso compiaciuto, nonostante i poteri limitati, sapeva ancora come difendersi.
Il giovane mortale rimise al suo posto l'osso dislocato semplicemente facendo pressione sul mento finché non si sentì un sonoro CRACK.
“Bel colpo...” Si complimentò il mortale massaggiandosi la parte lesa.
"Sei resistente per un mortale."
“Ci vorrà più di una mascella dislocata per fermarmi.”
Mihaela arretrò, intimorita dalla luce minacciosa che scorse negli occhi del mortale.
Quello non era lo sguardo di uno che si sarebbe arreso facilmente.
Fortunatamente, iniziò a sentire che suoi poteri stavano pian piano tornando, doveva solo prendere tempo e poi arrostire il bastardo.
“Ho qualche speranza di convincerti ad andartene?” Chiese all'improvviso.
“Mi spiace, devo eliminare Vox, e devo farlo per lo stesso motivo per il quale ho eliminato Velvet e Valentino: per scoprire la verità su chi mi vuole morto.”
La demone radioattiva spalancò la bocca: ecco perché Vox l'aveva assunta, c'era un pazzo che andava in giro ad ammazzare overlord.
E lei era da sola contro quel pazzo.
"Ti ha assunto qualcuno?"
"Sono il dipendente di me stesso."
"Beh, dovevo comunque provarci."
La temperatura della stanza iniziò a salire nuovamente, segno che i poteri di Mihaela erano tornati.
Il suo avversario se ne accorse.
“Non lo farai!” Ruggì Frank scattando in avanti per colpire la demone radioattiva con i suoi rosari, ma ormai era troppo tardi: Mìhaela fece un balzo all'indietro per evitare il contatto con i pugni del mortale, dopodiché, dopo aver alzato il piede sinistro, concentrò tutto il calore su di esso, trasformandolo in una sorta di martello rovente.
Prima ancora che potesse reagire, la ragazza ficcò il suo tallone rovente nell'occhio del mortale, che diede voce alla sua sofferenza con un sonoro urlo di dolore.
Pensò fosse sufficiente, ma quella creatura non era affatto un comune mortale.
Si rimise in piedi e le scagliò un pugno dritto sui denti, abbastanza forte da stordirla.
Questo lo avrebbe sentito per qualche giorno.
Il mortale afferrò il girovita di Mihaela ed eseguì un german suplex così violento che la testa della donna spuntò dal soffitto del piano sottostante.
Il giovane Callahan si tastò la ferita all'occhio, ormai già cicatrizzata a causa del calore.
“Questo lascerà il segno.” Disse poco prima di rigettare la colazione sul pavimento.
“E ora cosa succede?”
La vista del mortale cominciò ad offuscarsi, mentre la temperatura del suo corpo iniziava a salire, e a differenza della sua avversaria... non era un buon segno.
Mihaela estrasse la testa dal pavimento, un rivolo di sangue le usciva dalla testa, ma miracolosamente non aveva perso i sensi.
"Questa... l'ho sentita."
La demone radioattiva notò che il mortale stava barcollando e un ghigno crudele decorò il suo volto
“Oh, ottimo"
“Cosa?” Bofonchiò il mortale poco prima di vomitare nuovamente.
“Già, avvelenamento da radiazioni.”
Frank impallidì.
“Sono rimasta in questa stanza per ore, ore e ore a disseminare scorie altamente dannose in uno spazio ristretto, immagino tu abbia già capito.” Spiegò Mihaela avvicinandosi al mortale.
Frank si accasciò a terra, mentre le forze iniziavano a venire meno, cercò di lottare per non perdere conoscenza, ma il suo corpo sembrava non rispondere agli stimoli.
L'avversaria ne volle approfittare per finirlo, afferrandogli il viso per squagliarlo ora che avvertiva il suo corpo tornare lentamente a produrre calore.
Gli afferrò il viso, affondando le unghie nella carne, pronta a sciogliergli la faccia.
Ma il bastardo era coriaceo, facendo leva sulla sua adrenalina unita ad una viscerale paura della morte, il mortale afferrò il polso di Mihaela, la attirò a sé e avvolse il suo rosario dorato attorno al suo collo, per poi iniziare a stringere con tutta la forza che aveva in corpo.
La donna provò a divincolarsi colpendo con estrema violenza le costole del mortale, ma il bastardo sembrava non accusare più di tanto i suoi colpi.
Nonostante il rosario stesse inibendo i suoi poteri, il terrore di una seconda morte spinse il suo corpo a difendersi da solo, fiamme gialle e verdi avvolsero la sua figura e quella del mortale, distruggendo il rosario che la stava soffocando e ustionando parzialmente il viso di Frank.
“Ah....ah... sei un bastardo coriaceo.” Disse lei riprendendo fiato.
Il mortale, ora più lucido a causa delle ustioni sul viso, si alzò barcollante, a malapena aveva la forza di reggersi in piedi.
“Non avrei voluto arrivare a questo, ma non ho altra scelta.” Disse lui prendendo il rosario scarlatto e avvolgendolo sulle nocche.
La demone si tirò indietro, aveva appena avuto una brutta esperienza con quegli affari e non ci teneva a riviverla.
“Devi solo provarci.”
“Lascia che ti racconti una storia su questo gingillo. Mio nonno mi disse che questo rosario fu prodotto dal sangue cristallizzato di Cristo, lo stesso sangue che versò quando fu infilzato dalla lancia mentre era crocifisso.”
L'avversaria gli lanciò uno sguardo colmo di scetticismo.
“Ti rimane poco tempo, non buttarlo a raccontarmi storie.”
Il giovane Callahan staccò un pezzo del rosario e prese la mira.
"Hai ragione, allora fatti da parte!"
Nello stesso istante in cui lo disse, il mortale lanciò il pezzo di rosario contro il corpo di Mihaela, lo lanciò alla velocità con cui veniva sparato un proiettile, la demone non ebbe il tempo di schivare che si trovò il pezzo di reliquia conficcato sotto la costola.
Cadde a terra, in preda alle convulsioni.
Provò a gridare, ma dalla sua gola non uscì alcun suono.
La assalì un dolore insopportabile in tutte le ossa: il corpo si muoveva in modo scomposto, come se fosse mosso da un burattinaio che non sapeva come agire sulle bacchette che muovono i fili.
Sentì che stava per perdere i sensi e cercò in un ultimo sforzo di fare appello ai suoi poteri, ma la reliquia che le era finita sotto il costato  bloccava ogni suo tentativo.
Le si rovesciarono gli occhi lasciando vedere completamente il verde della sclera, dalla bocca cominciò a uscire della schiuma bianca e poi stramazzò a terra esanime.
Il mortale si inginocchiò per riprendere fiato, ma poi, resosi conto di avere poco tempo a disposizione a causa dell'avvelenamento, si diresse verso il piano di Vox.
Senza un occhio e barcollante, il mortale non sapeva se sarebbe riuscito ad eliminare Vox, ma se c'era uno che poteva farlo, quello era lui.
Una volta arrivato al piano di Vox, il mortale si ritrovò di fronte un enorme televisore, dal quale spuntò il viso del suo bersaglio.
“Vedo che la mia guardia del corpo ti ha ridotto male.” Disse Vox senza nascondere un ghigno compiaciuto.
Il mortale prese la sua Cattleman angelica e la puntò sul televisore.
“Vox... sono qui per ucciderti.”
Dei cavi dell'alta tensione si avventarono sul mortale e lo immobilizzarono in pochi istanti.
“Su, su, non c'è bisogno di essere aggressivi. Dimmi ciò che voglio sapere e la tua fine sarà veloce.”
“Vai a farti fottere...”
Una scossa da mille volt attraversò il corpo del mortale.
“Spero che dopo questa piccola dimostrazione del mio potere tu sia più predisposto a collaborare.”
Vox uscì dall'enorme televisore con passo svelto e afferrò il cranio del mortale.
“Allora, perché hai ucciso Velvet e Valentino? Per chi lavori?”
Il giovane Callahan rispose sputando sul viso del suo bersaglio.
“Lavoro per quella gran troia di tua madre.”
“Oh, che risposta poco elegante.” Disse l'overlord pulendosi lo schermo che aveva al posto della testa.
Un'altra scossa da mille volt attraversò il corpo del mortale.
“Posso continuare tutto il giorno.”
Frank, visibilmente provato dalle scosse subite, iniziò a pensare ad un metodo per uscire da quella precaria situazione, ma, complice la febbre alta e le vertigini, sembrava una situazione senza uscita, finché non udì una voce a lui familiare.                                                                                       


“Arrivo, Frank!!” Urlò Shanta buttandosi tra Vox e il mortale. “ Dobbiamo smetterla di incontraci con te legato come un salame.”
Il mortale sorrise, divertito dall'affermazione della sua salvatrice.
“Shanta, mi stai tradendo?” Chiese Vox con una punta di delusione.
“Svegliati, Vox, non ho mai lavorato per te.” Disse Shanta liberando il mortale dai cavi che lo imprigionavano con la sua spada.
“Alla faccia del “sono da solo”, non pensavo di avere un angelo custode.” Disse Frank prendendo la Cattleman angelica e puntandola su Vox.
“Non sparare, lui è capace di diventare pura elettricità in un istante, lo eviterebbe senza problemi.”
Il giovane Callahan rimise nel fodero la pistola e si armò di rosario scarlatto, pronto a usarlo per riempire di pugni quel televisore con le gambe, ma Vox sapeva di cosa era capace quella reliquia, l'aveva visto dalle telecamere, quindi provò a ritirarsi dentro alla TV, ma una strana barriera gli impedì di attraversarla.
Vox, Frank e Shanta iniziarono a sentire una strana frequenza radio, frequenza che presto divenne disturbo.
“Alastor...” Ringhiò l'overlord mentre cercava di entrare dentro il televisore.
“Indovinato!!” Esclamò Alastor manifestandosi attraverso una nube rossastra accanto al mortale moribondo e alla succube spadaccina.
“Che ci fai qui?” Chiese Vox.
“Ho promesso al mio socio che l'avrei aiutato ad eliminarti, quindi eccomi qui.” Disse il demone radio passando uno strano anello con l'emblema di un teschio al mortale.
“A cosa mi serve?” Chiese Frank.
“Solo un dono per darti... la giusta spinta.”
Il mortale si accinse ad indossare l'anello, ma il demone della radio lo fermò con una singola frase.
“Il potere richiede sempre un prezzo da pagare, mio caro ragazzo.”
“C'entra la mia anima?” 
“Certo che no, ma sarà molto divertente.”
Il giovane Callahan indossò l'anello senza esitazione e una strana energia iniziò a pervadere il suo corpo, annullando misteriosamente i sintomi dell'avvelenamento da radiazioni.
“Sono... guarito?”
“Non esattamente.” Spiegò Alastor. “Quell'anello inibirà i sintomi  dell'avvelenamento da radiazioni, ma purtroppo, dato che ne hai assorbite così tante, funzionerà per al massimo due settimane.”
“E allo scadere delle due settimane cosa mi succederà?”
“Pensaci bene. Cosa succede ad un mortale quando assorbe troppe radiazioni?”
La fragorosa risata del mortale riempì la stanza, Alastor si unì alla risata, mentre Shanta si limitò a fare una smorfia confusa.
“Allora, in questo momento sto impedendo al nostro amico di viaggiare attraverso i televisori, quindi...”
“Non dire altro.” Disse Frank poco prima di avventarsi sul demone TV, ma Vox si protesse dal colpo evocando altri cavi dell'alta tensione e creandosi una sorta di scudo agglomerandoli tra loro.
“Ci penso io!”
Shanta scattò in avanti e fece a fette i cavi che proteggevano Vox, lasciando al mortale abbastanza spazio di manovra per colpire il muso dell'overlord con un potente dropkick, che lo spedì contro lo schermo dell'enorme televisore, distruggendolo.
Vox, piuttosto seccato dal colpo del mortale, si trasformò in pura elettricità e sparì in una saetta gialla, per poi tornare in forma fisica alle spalle della succube. Non ci fu tempo di reazione. La succube venne catturata da Vox, il quale iniziò a scaricare molta della sua elettricità nel corpo della donna, friggendola dall'interno. Il mortale provò ad intervenire, ma non appena toccò la succube, l'elettricità iniziò ad attraversare pure il suo corpo.
“Vi friggerò entrambi!!!” Ringhiò l'overlord.
Un sorriso cordiale affiorò sulle labbra del mortale: ora era abbastanza vicino.
“Ho vinto.” Disse poco prima di avvolgere il rosario  scarlatto attorno al braccio di Vox, staccandoglielo di netto dal corpo, l'overlord della TV provò a ritirarsi trasformandosi in elettricità, ma ormai il rosario l'aveva toccato e ciò significava che suoi poteri sarebbero stati nulli per chissà quanto tempo
“Ora basta. Prendeteli!!”
Il trio venne circondato da una decina di scagnozzi di Vox.
“ E questi da dove spuntano?” Chiese Shanta: era sicura che quel piano fosse privo di scagnozzi.
“Abbiamo usato l'ascensore.” Disse uno degli scagnozzi.
“Oh.... siamo nella merda.” 
La succube notò che Alastor e Frank non sembravano per niente intimoriti dal numero di scagnozzi armati.
“Alastor, è ora di fare qualcosa.” Sussurrò il mortale restando in posizione di guardia.
“Sarà un onore.”
L'ombra di Alastor uscì dalle spalle dell'overlord e iniziò a mutilare ogni singolo scagnozzo, lasciandosi dietro solo membra mezze mangiucchiate. Ci vollero pochi secondi e tutti gli scagnozzi sparirono dalla faccia dell'inferno.
“Ah, l'odore del sangue, quanto mi mancava.”
Il giovane Callahan puntò la sua Cattleman angelica su Vox.
“Tempo di finirla qui.”
“No... non morirò così.”
In un ultimo disperato tentativo di scampare alla morte,  Vox si lanciò dalla finestra, perfettamente consapevole che sarebbe sopravvissuto anche da quell'altezza, ma mentre cadeva sentì lo sparo del proiettile e poi... il nulla.
“Ed è così che la nostra collaborazione finisce.” Disse Alastor tendendo la mano al mortale.  “Ma continuerò a osservarti, signor Callahan, non sia mai che mi perda del sano intrattenimento.”
Il giovane Callahan strinse la mano di Alastor e lo ringraziò con un cenno, per poi spostare la sua attenzione sulla succube che gli aveva salvato la vita per ben due volte.
“Tu cosa farai?”
“Tornerò da Cherri, ora che Vox è morto, la mia copertura non serve più a nulla.”
“Anch'io devo tornarci. Qualcuno dovrà pure avvertirla che Vox è morto”
“Lasciate che vi ci porti io.” Disse Alastor aprendo un portale per l'ufficio di Cherri bomb.
Il mortale e la succube si scambiarono uno sguardo di intesa e attraversarono il portale.
“Devo dedurre che tu sia riuscito ad uccidere Vox.” Disse Cherri, ancora intenta a contare i soldi che le aveva dato lo stesso Vox.
Il mortale mostrò il tamburo della sua pistola: erano rimasti solo tre proiettili.
“Dai un aumento a Shanta, senza di lei non sarei arrivato lontano.”
“Ottimo, ottimo, hai fatto un lavoro esemplare, e ho anche delle buone notizie: ho trovato chi ti vuole morto.”
“L'hai trovata?! Io ho scoperto solo che è una donna.”
“Infatti è una donna, ma a differenza tua... io ho un nome.”
“E scommetto che non me lo dirai finché non eliminerò gli altri tre bersagli, vero?”
“Beh, il nostro accordo è quello, no? Tu ammazzi sei demoni e io ti dico...”
“Basta ciance, dimmi gli ultimi tre bersagli.”
“Ok, ok, diamine, la perdita dell'occhio ti ha reso più scontroso o sbaglio? Ma forse è meglio che ti spieghi che questi sono demoni diversi dagli overlord che hai ucciso fino ad ora.”
“Arriva al punto.”
“Sono reali, demoni dell'alta gerarchia.”
“Avevi detto sei overlord, non tre overlord e tre reali.”
“Beh, c'è stato un cambio di programma. Ma se non te la senti, puoi sempre andartene.”
Il giovane Callahan sbuffò.
“Chi sarebbero i miei bersagli? E che differenza c'è tra un reale ed un overlord?” Chiese rassegnato.
“Ecco, così mi piaci, ecco le foto dei tuoi bersagli. Per quanto riguarda la differenza, sono solo demoni estremamente più potenti.” Disse l'overlord consegnando le foto al mortale.
Le tre foto raffiguravano una specie di gufo antropomorfo, un demone dalla pelle grigiastra vestito con un abito verde e una bellissima donna molto simile a... Charlie?
“Il tuo primo bersaglio si chiama Stolas, uno dei 72 demoni dell'Ars Goetia, principe dell'inferno, comanda ventisei legioni di demoni e insegna l'astronomia e la conoscenza di piante velenose, erbe e pietre preziose, ha una relazione con un imp di nome Blitzo, che tu già conosci, e ha una figlia adolescente. Potresti usarla come ostaggio.”
“Il motivo per il quale lo vuoi morto?”
“Devo un favore a qualcuno.”
“Ok, chi sono gli altri due?”
“Il tuo secondo bersaglio si chiama Seviathan Von Eldritch, fa parte...”
“ Della famiglia reale che rappresenta il peccato dell'invidia ed è l'ex ragazzo di Charlie, si, conosco quel nome.”
“Oh, vedo che qualcuno ha studiato. Vedi di trovare un modo per arrivare nel girone dell'invidia.”
“Perché lo vuoi morto?”
“Perché ho bisogno che muoia, semplice.”
Il mortale ignorò il fatto che Cherri stesse evitando di dargli una risposta concreta e si concentrò sulla donna simile a Charlie.
“Chi è la donna?”
“Lei è il bersaglio più pericoloso, ovvero Lilith Morningstar, regina degli inferi, moglie di Lucifero e madre di Charlotte Morningstar.”
Frank spalancò l'occhio, sorpreso da quella rivelazione,  ma rimase composto.
“Ti suggerisco di ucciderla per ultima, perché una volta morta, Lucifero vorrà la tua testa.” Spiegò l'overlord
“E come dovrei entrare in contatto con la regina degli inferi?”
“Sei amico di sua figlia, e sei diventato famoso qui in città. Sono sicura che verrà lei da te.” 
Il giovane mortale si avviò verso l'uscita, mentre diverse domande lo attanagliavano: sarebbe riuscito a premere il grilletto? Cosa sarebbe successo ai bambini non battezzati dopo la morte di colei che se ne prendeva cura? Come l'avrebbe presa Charlie? 
Scacciò quei pensieri scuotendo la testa: doveva concentrarsi, altrimenti non avrebbe mai scoperto chi lo voleva morto. 
“Ricorda, signor Callahan, nessun mortale può mettersi contro Lucifero, per questo lo dirò solo una volta:  una volta uccisa la regina, la sua furia si abbatterà su di te e non ci sarà nessun buco dove potrai nasconderti, lui ti troverà e ti ucciderà.”
Il mortale fissò l'anello che gli aveva donato Alastor e sorrise.
“Tanto sono già un morto che cammina.”





“Nel frattempo, nella torre di Vox.”



Mihaela si svegliò con una forte emicrania, il pezzo di reliquia era stato rimosso dal suo costato da qualcuno.
“Vedo che ti sei svegliata, mia cara.” Disse il demone della radio tendendo la mano alla demone radioattiva.
“Alastor?”
“Il solo e unico.”
La donna si alzò a fatica.
“Che è successo?”
Il demone della radio mostrò il pezzo di rosario che aveva rimosso dal corpo di Mihaela, usando delle pinze ovviamente.
“Niente di che, Vox è  morto e tu non verrai pagata.”
La demone radioattiva sospirò rassegnata: avrebbe dovuto trovare un altro modo per pagare l'affitto.
“Perché mi hai aiutata?”
“Credi che quel mortale sia la mia unica fonte di intrattenimento?”
“Capisco. Beh, grazie per l'aiuto.”
Detto questo, Mihaela uscì dall'edificio.
“Buona giornata, signorina Funar.” Sibilò il demone della radio.









“Nota del tizio che scrive.”
Ringrazio di cuore Manu_00 per avermi assistito nella creazione di questo capitolo e per avermi permesso di utilizzare Mihaela Funar della sua storia Radioactive, che vi invito a leggere perché è scritta da Dio e per sapere di più sulla demone radioattiva.  Buona giornata e al prossimo capitolo! P.s: Toh, sto capitolo è più breve del previsto, ma mi soddisfa

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Una noiosa femme fatale ***


“Dov'è Frank?” Chiese la futura regina alla sua compagna.
“Io... non lo so.” Disse Vaggie, stranamente non ricordava nulla delle ultime ventiquattro ore.
“Dobbiamo trovarlo, potrebbe essere in pericolo... potrebbe essere morto.”
“Calmati, zuccherino, dubito che qualcosa possa uccidere quel mortale.” La rassicurò Angel. 
Il rumore del campanello fece sobbalzare i presenti.
“Eccolo qui.”
Il mortale entrò nell'hotel con un sorriso stampato sulla faccia.
“Sono tornato. Allora, che si dice?”
“Che si dice? Che si dice?!!??! Hai idea di quanto fossi preoccupata e... oh mio diavolo, che ti è successo all'occhio?”
“Questo?” Disse il mortale indicando l'occhio mancante. “Un brutto incontro con una demone radioattiva.”
Frank iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcuno.
“Dov'è Berenice?”
“Ha ricevuto una chiamata e se n'è andata.”
Il mortale annuì: meglio così,un problema in meno di cui occuparsi.
“Lei non è l'unica che ha ricevuto una chiamata.” Disse Charlie grattandosi nervosamente la testa.
“Che vuoi dire?”
“Ricordi quella storia dell'invito per entrare nella dimora dei Von Eldritch?”
“Si...”
“Beh, mi ha chiamato Seviathan e mi ha invitato formalmente nel suo castello per discutere della nostra attuale situazione.”
“In che senso?”
“Gliel'ho chiesto, ma non mi ha risposto. Credo sia solo una scusa per incontrarmi.”
“Dimentichi che hanno attentato alla tua vita. Poi sicuramente è una scusa per incontrarti, per questo ti dico di non andarci.” Ringhiò Vaggie colma di astio: non le piaceva l'idea che la sua ragazza andasse a trovare il suo ex.
“Bah, dubito attenteranno alla mia vita in un castello pieno di guardie.” Replicò Charlie.
“Tra quanto dovresti essere lì?” Chiese Frank.
“Tra due giorni devo essere nel girone dell'invidia, ma se voglio arrivare al castello in tempo dovrei partire ora.”
“Ora? Perché?”
“Per arrivare al castello dei Von Eldritch bisogna fare una traversata sul mare di sangue, chiamato anche il mare dell'invidia. Impossibile da attraversare a nuoto, è sorvegliato da un enorme serpente marino chiamato idra, e l'unico modo esistente per attraversarlo è via aerea” Spiegò Vaggie.
Il giovane Callahan puntò il suo sguardo sull'anello che lo teneva in vita.
“Due giorni andata, un giorno per rimanere e due giorni per il ritorno.” Mormorò il ragazzo tra sé e sé.
“Qualche problema, Frank?” Chiese la principessa vedendo il mortale assorto nei suoi pensieri.
Frank scosse la testa.
“Nessun problema, ti serve un accompagnatore?”
La futura regina sorrise.
“Speravo lo dicessi. Vado a prepararti la valigia!” Squittì euforicamente.
“Ehi...” Aggiunse Vaggie avvicinandosi al mortale. “Senti, io non piaccio a te e tu non piaci a me...”
“Tu a me piaci.” Disse Frank: a differenza di lei, lui ricordava come gli aveva salvato la vita contro Velvet.
“Non mi importa, ma sappi che se succede qualcosa a Charlie ti riterrò responsabile.”
“Non ti preoccupare, ormai sono abituato a salvarla.”
Prima che la ragazza avesse anche solo modo di rispondergli, il mortale si diresse verso la limousine di Charlie e attese con pazienza l'arrivo della biondina.
Cinque minuti e dall'entrata dell'hotel uscì una principessa con un'enorme valigia sulle spalle, troppo pesante per quell'esile corpicino.
“Un... aiutino?” Bofonchiò Charlie stando a stento in piedi.
Il mortale sbuffò e sollevò la valigia con estrema facilità, per poi infilarla con forza nel bagagliaio della limousine.
“Abbiamo tutto?” Chiese Frank.
“Siamo pronti!”
“Guido io.” Disse Frank mettendosi al posto del guidatore.
“Allora...” Fece Frank fermandosi ad un semaforo. “Come attraverseremo questo -mare dell'invidia-?”
“Se Seviathan non ci manda un'aeronave, dovremo affittarne una.”
“Aeronave?” Domandò Frank. 
“Sono delle navi attaccate a dei dirigibili e sono il mezzo che solitamente viene utilizzato per attraversare il mare di sangue.” Spiegò Charlie.
Arrivati al lussuoso ascensore e dopo aver atteso un paio di minuti, Frank e Charlie si trovarono nel girone dell'invidia, che non era altro che un'enorme zona portuale, dove chi poteva permetterselo affittava le aeronavi, mentre chi non poteva o non ne possedeva una... beh, solitamente finiva nello stomaco dell'idra.
“Questo posto è enorme...” Mormorò il mortale.
Charlie individuò un demone bovino con in mano un cartello su cui stava scritto -Charlotte Morningstar.-
Indossava una giacca in pelle unita ad un paio di jeans attillati, ma la cosa che dava più all'occhio era la sua gamba di legno, che lo faceva sembrare uno spogliarellista zoppo.
“Ecco il nostro passaggio.” Disse la principessa indicando la colossale aeronave nerastra che stava dietro al demone bovino.
“Wow, questo Seviathan non bada  a spese.”
“Principessa, siamo onorati di poter accompagnare vostra altezza al castello dei Von Eldritch, io sono il capitano dell'aeronave, mi chiamo Jack Ross.” Disse il demone bovino.
“Grazie, andiamo, Frank, è ora di andare.” Disse la principessa salendo sull'aeronave.
Il mortale fulminò con lo sguardo il demone bovino, il quale arretrò spaventato.
“E non spaventare il capitano, ci serve questo passaggio.”
Frank sospirò e prese la valigia, ma nell'esatto momento in cui mise piede a bordo, si ritrovò una lama puntata alla gola.
“Il nostro informatore aveva ragione, i suoi genitori pagheranno una fortuna per riaverla.” Sibilò un demone dalle sembianze di una mantide religiosa mentre teneva ferma la principessa.
“Lasciatemi... andare!” Ringhiò Charlie mentre si dimenava.
“E abbiamo pure il famoso ammazza angeli! Faremo una fortuna vendendo i suoi pezzi al mercato ne... ?!?!”
Il capitano venne lanciato fuori bordo ancor prima che potesse finire la frase, mentre un ghigno compariva sul volto del mortale.
“Capitano!? La pagherai!” Urlò un demone gorilla avventandosi sul mortale, il quale rispose con un violento calcio nei gioielli di famiglia della scimmia, che cadde a terra esanime.
“Allora, chi siete voi?” Chiese il mortale scricchiolandosi il collo.
Il giovane Callahan venne circondato da sei imp armati di spada.
“Noi siamo i pirati Ross e tu non vedrai il domani!!” Dissero all'unisono i piccoli imp avventandosi sul mortale.
 
“3 minuti dopo.”
 
I pirati erano a terra, gonfi come palloni a causa dei pugni di Frank, l'unico rimasto in piedi era quello che teneva in ostaggio Charlie.
“Allora, hai intenzione di mollarla o devo pestare pure te?”
“Taci, mortale, non puoi fare niente finché...”
Il mortale accorciò le distanze col demone insetto in un singolo battito di ciglia e afferrò la sua faccia con una tale violenza da fargli mollare la presa sulla principessa.
“Dicevi?”
Il demone insetto provò a parlare, ma Frank lo lanciò fuori bordo prima che potesse dire qualcosa.
“E anche questa è fatta.” Disse Frank battendosi le mani sulle guance.
“Pensi che lavorassero per qualcuno?” Chiese Charlie punzecchiando uno degli imp per assicurarsi che fosse vivo.
“Non credo, sembravano più interessati ad un riscatto che alla tua morte.”
“Parlavano di un informatore, pensi che...”
“Non penso niente.” La interruppe Frank. “Sono abbastanza sicuro che non c'entrino con quelli che ci vogliono morti.”
“Va bene... ma ora che facciamo?”
“Ruberemo questa aeronave e andremo verso il castello dei Von Eldritch.”
“Rubare? Non possiamo rubarla!” Esclamò la principessa.
Il mortale alzò un sopracciglio, indispettito dall'affermazione della sua compagna di viaggio.
“E perché, di grazia?”
“Rubare è sbagliato.”
Il mortale sospirò.
“Hanno tentato di rapire te e ammazzare me, credo che questo ci dia il diritto di prenderci qualcosa in cambio.”
La principessa gonfiò le guance in una smorfia contrariata.
“Ma, ma...”
“Niente ma.” Ordinò il mortale tagliando la cima che teneva l'aeronave ancorata al suolo. “Si decolla!”
“Almeno sai come guidare questo affare?!”
“Non ne ho la minima idea! AHAHAHAHAHA!” Proruppe il mortale girando il timone con una fragorosa risata.
“Kyaaaaaaaaa!!!” Squittì la futura regina attaccandosi all'albero maestro per non cadere in mare.
 
 
“2 ore dopo.”
 
 
Uno scossone, l'ennesimo di molti, fece trasalire la futura regina, ancora con le unghie conficcate nell'albero maestro.
“Biondina, butta in mare gli imp e la scimmia. Potrebbero svegliarsi da un momento all'altro.”Disse il mortale girando il timone con la delicatezza di un elefante.
La principessa si staccò dall'albero maestro, non senza barcollare un po', e fissò Frank dritto nell'unico occhio che gli era rimasto.
“Te lo scordi, siamo troppo lontani dal porto, li daremmo in pasto all'idra.”
“E allora legali.”
Charlie ubbidì stizzita e legò i sei imp e il gorilla.
Uno strano brontolio risuonò nelle orecchie della principessa, che andò subito nel panico.
“L'idra?!”
“Calmati, biondina, è il mio stomaco.” Disse Frank mollando il timone. “Vediamo se questi pirati hanno qualcosa da mangiare.”
Il mortale e Charlie si diressero verso le stanze del capitano, dove ad attenderli trovarono un delizioso banchetto. Probabilmente quell'idiota di capitano era già pronto a festeggiare con i suoi compari la cattura della principessa degli inferi.
Frank non se lo fece ripetere due volte e si avventò sul  tacchino che stava al centro del tavolo, il tutto sotto lo sguardo attonito di Charlie, che si limitò a prendere una mela da un cestino. 
“Mangi solo quella? Ti consiglio di mangiare di più, sei pelle e ossa.” Disse Frank ingurgitando una quantità spropositata di carne.
“Sto bene.”
Mentre osservava il suo compagno rimpinzarsi come un animale, Charlie si rese conto di una cosa: stavano andando da una delle famiglie più importanti del regno e Frank non sapeva nulla di etichetta.
“Frank?”
Un altro brontolio echeggiò nella stanza.
“Controlla quel tuo stomaco!” Lo sgridò la principessa.
“Non era il mio stomaco...”
La frase detta dal compagno fece impallidire la futura monarca, la quale corse subito fuori, verso la prua, i pirati che aveva legato erano spariti, e l'aeronave era scesa di quota.
“Oh no.” 
All'improvviso, un ruggito gutturale assordò la futura regina e un enorme serpente marino uscì dal mare di sangue, iniziando ad avvolgere la nave con le sue spire.
“Frank!!!”
Il mortale uscì dalle stanze del capitano con un pezzo di tacchino tra le fauci e sgranò l'occhio non appena vide l'enorme serpente avvolto sulla nave, ma rimase calmo. Si limitò a finire la coscia di tacchino e a dirigersi verso Charlie.
“Quindi è questo l'idra di cui parlava Vaggie... è bello grosso.” 
Charlie all'inizio era estremamente eccitata di fare un viaggio con Frank, ma la calma con cui disse quella frase la fece seriamente dubitare della sua sanità mentale.
“Ok, Charlie, ci tocca eliminare questo affare se vogliamo andare avanti. Tu tienilo occupato, vado a prendere una cosa.” Disse Frank entrando nella botola del magazzino della nave.
Se prima pensava che fosse pazzo, ora ne era praticamente sicura: come avrebbe dovuto tenere occupato un bestione del genere?!
“Ehm... ehm.” Fece Charlie con le gambe tremolanti. “Ehi tu, molla l'osso!”
L'idra spostò il suo sguardo sulla principessa, che, terrorizzata, se la fece nei pantaloni.
“Frank, fai presto!”
L'idra spalancò le fauci, pronto a divorare la futura regina in un singolo morso, ma una palla di cannone lo colpì sul muso, facendolo urlare di dolore.
“Eh?”
Dalla botola del magazzino uscì Frank con una sacca piena di palle di cannone.
“Tempo di eliminare questo affare.”
Il mortale aprì la sacca e iniziò a lanciare a mani nude decine e decine di palle di cannone addosso al leviatano, il quale si ritirò in mare a leccarsi le ferite.
“Siamo... vivi?” Sussurrò la principessa poco prima di svenire.
“Così sembra.”
Il mortale prese in braccio Charlie, si diresse verso le stanze del capitano, riempì la vasca da bagno di acqua fredda e ci buttò dentro la futura regina.
“Freddaaaaaaaaaaaa!!” Squittì la principessa attaccandosi al soffitto del bagno come un gatto “Che cazzo fai?!?!”
“Buongiorno, raggio di sole. Cambiati, sento ancora l'odore di urina provenire dai tuoi pantaloni.” Ordinò Frank uscendo dal bagno.
“Non c'era bisogno di essere così bruschi!” Disse la principessa con una punta di imbarazzo.
“Pensa a cambiarti.” Replicò il mortale prendendo la valigia con i vestiti di ricambio di Charlie e buttandola dentro il bagno, per poi sedersi sulla sedia del capitano.
Un secondo ruggito rimbombò nelle orecchie del mortale, stavolta sembrava provenire da qualcosa di decisamente più grosso dell'idra. Il ragazzo si alzò e si diresse verso la prua, con Charlie che lo seguiva.
“Ti ho detto di cambiarti.”
“Dovrei cambiarmi mentre veniamo attaccati?”
“Tanto non sei molto utile in questi casi.”
La principessa lo guardò stizzita.
“Io non sono inutile...” Bofonchiò gonfiando le guance in modo contrariato.
“Non fare il broncio, dopo ti permetterò di abbracciarmi se ti farà sentire meglio.”
“Non sono una bambina... però un abbraccio lo gradirei.”
Arrivati alla prua dell'aeronave, Frank non vide creature intente a distruggere tutto, il che era positivo, ma rimaneva la domanda: cosa aveva ruggito?
La risposta non tardò ad arrivare: dal mare di sangue uscì una colossale creatura serpentiforme, molto più grande dell'idra di prima, solo la testa era quanto l'aeronave, aveva le scaglie di un nero pece e due corna ricurve, mentre gli occhi erano di un rosso scarlatto.
“E quello che diavolo è?!?!”
Il mortale si mise la mano sul mento, pensieroso.
“Deve essere la mammina di quello che abbiamo scacciato.”
“La mamma?!?!” Gridò la futura regina con gli occhi spalancati. “P-pensi di poter scacciare pure questo?”
“Dubito che le palle di cannone farebbero qualcosa.”
La futura regina iniziò a sudare freddo.
“Quindi qual è il piano?”
Il mortale incrociò le braccia e chiuse l'occhio nella speranza di farsi venire un'idea.
“Niente, mi sa che siamo fottuti.”
Charlie si  avvinghiò al collo di Frank e iniziò a scuoterlo con violenza.
“E ti sembra il caso di dirlo con una tale leggerezza?!?!”
“Siete stati voi a fare del male al mio piccolino?!?!”
La futura regina smise di scuotere il mortale e iniziò a girarsi lentamente verso il mostro marino.
“Ha p-parlato?”
“Allora? Rispondete, prima che perda la pazienza.”
Frank e Charlie strabuzzarono gli occhi.
“Quell'affare parla?!?!” Gridarono all'unisono. 
“Esatto, parlo, ora rispondete alla domanda.” Ordinò il mostro marino.
Il giovane Callahan e la principessa si guardarono perplessi, incerti sul cosa dire, ma quando un ghigno divertito comparve sul viso del mortale, la giovane demone non poté fare a meno di preoccuparsi.
“Con chi ho il piacere di parlare?” Chiese Frank con una punta di curiosità.
La principessa impallidì: non pensava che volesse fare una chiacchierata.
“Che diavolo fai? Potrebbe divorarci.” Sussurrò.
“Lasciami fare.” Replicò il mortale.
“Io sono Kaiserin, imperatrice del mare di sangue, ma ora basta convenevoli. Siete stati voi a ferire mio figlio?!”
Frank si massaggiò il mento.
“E se anche fosse?” Disse in tono di sfida.
Il colore della faccia di Charlie sarebbe diventato ancora più pallido se avesse potuto.
“Siamo morti...” Sussurrò la futura regina.
La fragorosa risata di Kaiserin trapanò i timpani del mortale e della principessa.
“Sei coraggioso... per essere un mortale. Ma se queste sono le tue ultime parole, così sia.” Disse l'idra spalancando le fauci.
“Aspetta!” Gridò Charlie mettendosi davanti a Frank con le braccia in avanti e con le gambe tremolanti. “Si, siamo stati noi a fare del male al tuo piccolino, ma ci aveva attaccati e avrebbe distrutto la nave se non avessimo fatto qualcosa.”
Kaiserin chiuse le fauci.
“E perché dovrebbe importarmene? Ciò che so è che avete fatto del male a mio figlio e per questo paghe...?!?!”
Kaiserin non finì la frase.
“Tu sei... la figlia di Lucifero?”
La principessa piegò la testa, confusa dalla domanda dell'idra
“Si...”Rispose incerta.
La conversazione non proseguì per qualche secondo.
“Credo ti abbia riconosciuto.” Aggiunse Frank facendo le veci di capitan ovvio, guadagnandosi un'occhiataccia della principessa.
“Molto bene. Farò in modo che nessuno dei miei figli vi attacchi durante il vostro cammino. Ora andate.”
“Eh?” Fece Frank senza distogliere lo sguardo.
Charlie ringraziò con un inchino, la paura era sparita e ora un sorriso presuntuoso era sulle sue labbra.
“Beh, sembra che questa principessa inutile ti abbia appena salvato la vita.” 
Frank diede una vigorosa pacca sulla spalla della principessa, fin troppo vigorosa, dato che cadde faccia a terra.
“Bel lavoro, principessa.” Si complimentò il mortale mettendosi al timone. “Ora vatti a cambiare.”
 
 
 
 
Passarono due giorni, che Charlie aveva utilizzato per insegnare un po' di galateo al mortale, e finalmente intravidero il castello dei Von Eldritch.
Era un immenso castello di avorio nero, sulla cui sommità si ergeva una statua raffigurante Seviathan Von Eldritch e famiglia.
“Un po' egocentrico il tuo fidanzato.” Commentò Frank attraccando vicino ad una specie di rimessa.
“Ex fidanzato...” Lo corresse Charlie. “ E si, lo è sempre stato.”
I due scesero dall'aeronave e si diressero verso l'entrata del castello, un cancello in ferro battuto, dove un demone cornuto in armatura li fermò.
“Alt! Avete l'invito per entr...!?!?” 
La guardia riconobbe la principessa degli inferi, così si fece da parte per far passare i due.
Una volta dentro, Frank seguì Charlie per i lunghi corridoi del castello, dato che se fosse stato per lui si sarebbe perso dopo il primo incrocio.
“Allora, cosa farai quando vedrai Helsa e il tuo ex?”
Charlie sospirò.
“Probabilmente assisterai ad un'accesa discussione tra me ed Helsa, che potrebbe pure finire in una rissa, mentre con Seviathan... non ne ho idea.”
“Allora facciamo che io parlo con Helsa e tu con il tuo ex.”
“Vuoi ancora scoprire se è stata lei a mandare quei sicari, vero?”
“Sinceramente, inizio a dubitare pure io che sia stata lei, ma chiedere non costa nulla.”
“Beh, ti avverto, ha un caratteraccio.”
Dopo circa dieci minuti di cammino, finalmente raggiunsero la sala da ballo.
Sembrava una sala da ballo del novecento, munita di lampadari di cristallo, tende in seta scarlatta, buffet  e centinaia di demoni intenti a ballare col proprio partner.
“Oh diavolo, è un ballo.”
La principessa arretrò all'improvviso e, prima che qualcuno degli invitati potesse notare la presenza del mortale, prese per il polso Frank e corse verso la stanza da letto più vicina. Doveva davvero conoscere bene quel castello.
“Va bene, apri la valigia, c'è uno smoking per te  e un vestito da ballo per me.”
Il ragazzo sbuffò.
“Che problema c'è con i miei vestiti?” 
La principessa lo squadrò per bene: indossava gli stessi vestiti di quando l'aveva conosciuto, ovvero un jeans strappato, una felpa color piscio e una giacca color caramello, insieme a delle scarpe da ginnastica bucate
“Davvero?” Fece lei con un sopracciglio alzato.
“Scusa se non ho avuto tempo di cambiarmi, è da quando sono qui che lotto per sopravvivere!” Replicò irritato il mortale.
“Va bene, va bene, ora spogliati, non abbiamo molto tempo.”
Il mortale prese per il colletto la futura regina e la mise con la testa nell'angolo.
“Non ho intenzione di spogliarmi davanti a te, quindi guarda l'angolo finché non mi cambio.”
“D'accordo, signor timidone.” 
Il giovane Callahan la fulminò con lo sguardo, ma lei ovviamente non poté vederlo.
Passarono diversi minuti, Frank era ormai pronto per la festa con il suo perfetto smoking nero.
“Dentro la valigia ci sono anche dei mocassini. Spero che il 45 ti vada.” Disse Charlie ancora con la faccia diretta verso l'angolo.
Frank si aggiustò il papillion e sorrise.
“Allora, come sto?”
La futura regina si girò e unì le mani.
“Stai benissimo, ora esci che devo cambiarmi pure io.”
Non appena Frank fu fuori, attese per circa cinque minuti.
“Sono pronta!” Squittì la futura regina uscendo dalla stanza. 
Ciò che indossava era un bellissimo vestito dai colori scarlatti che le arrivava fino alle ginocchia.
“Ok, andiamo.”
La principessa si schiarì la gola, visibilmente irritata.
“Non dimentichi qualcosa?”
Il giovane Callahan si annusò le ascelle e alzò il pollice in su.
“Non quello, il braccio, tu sei il mio cavaliere!”
“Ma se fino ad un momento fa non sapevamo neanche che fosse un ballo.”
“Sta zitto e dammi il braccio.”
Il mortale roteò l'occhio al cielo e offrì il braccio alla sua presunta lady.
“Dobbiamo proprio?”
“Andiamo, sarà divertente.” Disse Charlie strofinando la guancia sul braccio del mortale.
I due tornarono alla sala da ballo, dove vennero approcciati da due figure che Charlie riconobbe quasi subito.
“Charlotte, sono felice che tu abbia accettato il mio invito, chi è il tuo cavaliere?” Chiese Seviathan abbracciando la sua ex fidanzata.
“Io sono sorpresa che abbia un cavaliere a dirla tutta. Cosa è successo,Charlie? Pensavo fossi passata all'altra sponda.” Ringhiò Helsa con un sorrisetto beffardo sulle labbra.
La principessa rimase in silenzio.
“Falla finita, Helsa.” La rimproverò il fratello.
“Tsk, vado al buffet, tu parla pure con questa perdente.”
Seviathan sospirò.
“So che non siete mai state in buoni rapporti, ma vorrei davvero che andaste d'accordo.”
“Già... comunque lui è Frank, Frank Callahan.”
Seviathan sobbalzò, sorpreso dalla rivelazione della principessa.
“L'ammazza angeli? Oh cielo, è un onore conoscerti.” Disse il principe dell'invidia stringendo la mano del mortale. 
“Il piacere è mio, ma adesso scusatemi, andrò verso il buffet.”
“Prendimi una fetta di pizza con l'ananas per piacere.” Disse la principessa.
Il mortale fissò Charlie con un'espressione disgustata.
“Mi rifiuto categoricamente,  ma ehi, grazie per avermi fatto venire la nausea.” 
Mentre Frank si dirigeva verso il buffet, iniziò a pensare ad un piano per eliminare Seviathan. Il demone non sembrava cattivo a differenza degli overlord che aveva affrontato in passato, ma questo non era importante, l'unica cosa che gli importava era scoprire il committente, e l'avrebbe scoperto. Ucciderlo davanti a tutti quei testimoni sarebbe stato difficile e la presenza di Charlie non aiutava, ma si sarebbe inventato qualcosa.
“Allora, sei il nuovo ragazzo di Charlie o cosa? Non sapevo avesse un fetish per i mortali.” Disse Helsa ingurgitando uno stuzzichino a forma di gamberetto.
“Sono solo un amico che ha deciso di accompagnarla, tutto qui.”
“Capisco. Beh, ingozzati pure.” 
“In realtà vorrei farti una domanda.”
“Non vorrai provarci con me? Scusa, amico, ma non mi interessano i mortali.”Disse Helsa prendendo un bicchiere di vino
“Vorrei chiederti se hai assoldato dei sicari per uccidere Charlie e me.”
La principessa dell'invidia sputò il vino che stava bevendo sul mortale.
“Cosa?!!?”
La sorpresa con cui aveva reagito tolse ogni dubbio dalla mente del mortale: non era stata lei.
“Non importa, ho ciò che mi serve.” Disse Frank tornando dalla sua lady.
“Oh, Frank, sei tornato, hai avuto ciò che ti serve?”
Il mortale scosse la testa.
“Niente da fare, non è stata lei.”
La principessa spostò la sua attenzione su Seviathan.
“Allora, di cosa volevi parlarmi, Sev?”.
Il volto di Seviathan si incupì.
“Delle morti accadute nel girone della superbia.”
“Di che stai parlando? Manca ancora molto al prossimo sterminio.”
“Vero, peccato che i miei informatori mi abbiano detto che sono morti tre overlord.”
Stavolta fu il turno del volto di Frank ad incupirsi.
“Chi è morto?” Chiese la bionda.
“Valentino, Velvet e Vox, in quest'ordine.”
“Quando è successo?”
Seviathan si voltò verso il mortale ed ebbe una specie di rivelazione.
“Ora che ci penso, è iniziato tutto quando questo mortale è entrato negli inferi.”
La principessa iniziò a ridere di gusto.
“Andiamo, non scherzare, un mortale che ammazza degli overlord? Impossibile.”
“Charlie, e come spieghi l'arma angelica che si porta dietro?”
“Ci sono un sacco di demoni che vanno in giro con armi angeliche di contrabbando, sono sicura che abbia quella solo per difesa personale, non ho ragione, Frank?”
Il giovane Callahan non parlò.
“Non ho ragione, Frank?” 
Ancora silenzio.
“Ehm... Frank?”
Il silenzio venne interrotto dalla sicura della pistola di Frank che veniva rimossa.
“Ha ragione.” Disse il giovane Callahan estraendo la pistola e puntandola sulla testa di Seviathan.
“Guardie!!.” Gridò Seviathan tenendo le mani in alto.
In pochi secondi, Frank venne circondato da una decina di guardie demoniache armate di falce, tutte in attesa di un ordine del loro signore per dilaniare le carni di quel mortale.
“Le tue guardie non ti salveranno.”
Il mortale si accinse a premere il grilletto, ma dovette fermarsi non appena Charlie si mise tra lui e il suo bersaglio, calde lacrime rigavano il suo viso color porcellana.
“Perché piangi, biondina?”
“Piango per i demoni che hai ucciso, ma per lo più... piango perché mi hai nascosto la verità.”
“Spostati.” Sussurrò il mortale senza abbassare la pistola.
“Non lo farò, abbassa l'arma.” Singhiozzò la principessa.
“Non posso... ho del lavoro da fare.”
“Allora dovrai passare sul mio cadavere se vuoi ucciderlo.”
Il mortale indugiò. Charlie non era tra i suoi bersagli e anche se lo fosse stata, probabilmente non sarebbe riuscito ad ucciderla. Quel singolo, breve momento di esitazione fu la sua rovina.
“Togli quell'affare dalla faccia di mia figlia.”
Una misteriosa figura disarmò il mortale con un calcio, lo afferrò per il collo e iniziò a stringere con forza. Accadde tutto così velocemente che il mortale non si rese neanche conto di star soffocando.
“Mamma?!?” Gridò Charlie, sorpresa.
Nonostante la sua bellezza fosse deturpata da una smorfia rabbiosa, Frank riconobbe quasi istantaneamente la madre di Charlie. I suoi capelli biondi scendevano lungo il braccio che teneva stretto il suo collo, mentre le sue corna brillavano di un rosso scarlatto.
“Ah.... La regina in carne e ossa.” Boccheggiò il mortale alla disperata ricerca di aria.
“Mamma, che ci fai qui?”
“Oh, tesoro, mi ha invitata il padre di Seviathan, sarebbe dovuto venire pure tuo padre, ma ha avuto un contrattempo.” La regina degli inferi strinse ancora di più il collo del mortale. “Ora lascia che uccida questo mortale.”
“Mamma, no!!” Gridò Charlie. Anche se le aveva mentito, non meritava la morte. 
Un improvviso blackout lasciò tutti i presenti nel buio assoluto, durò pochi secondi, ma quando tornò la luce, un urlo agghiacciante assordò la regina degli inferi, che riconobbe quell'urlo. Era la voce di sua figlia. Si girò per vedere se stesse bene, ma ciò che vide la fece impallidire: il cadavere di Seviathan era a terra con un buco in testa, mentre sua figlia aveva una ferita da arma da fuoco nel ventre.
“Mamma?” Sussurrò Charlie poco prima di cadere a terra in una pozza di sangue.
“Charlotte!!”
La regina lasciò il mortale, che finalmente riprese a respirare, e si buttò sulla figlia inerme.
“No, no... no, resta con me.”
Il mortale provò ad avvicinarsi a Charlie, ma la regina lo fulminò con lo sguardo.
“Stai indietro!” Ringhiò Lilith evocando un muro di fiamme davanti a sé.
“Credo di poterla aiutare.” Disse Frank, preoccupato per l'amica.
“E perché dovrei fidarmi di te? Un attimo fa le stavi puntando una pistola in faccia.”
Il mortale incrociò le braccia.
“Adesso non c'è tempo, se non mi permette di aiutarla, lei morirà.”
Le fiamme scomparirono, permettendo finalmente al mortale di avvicinarsi alle due.
“Se fai scherzi, ti spezzo il collo...”
Il mortale  ignorò la minaccia e si concentro sulle condizioni di Charlie.
“Ok, Charlie, adesso rimuoverò il proiettile dalla ferita, voglio che tu guardi tua madre dritta negli occhi e che non distolga lo sguardo per nessun motivo al mondo, intesi?”
La principessa annuì, troppo debole per dare una risposta vocale.
Frank ficcò il pollice e l'indice nella ferita di Charlie, la ragazza ringhiò per un minuto buono, finché non perse i sensi a causa del dolore.
“Un po' più in fondo... beccato!!”
Il mortale estrasse il proiettile con un movimento veloce e preciso. Bene. Ora doveva solo fermare l'emorragia. Recuperò la sua pistola da terra, aprì il tamburo e prese uno dei proiettili angelici.
“Che diavolo fai?”
“Qualcosa che spero funzioni.”
Frank aprì il proiettile in due parti e iniziò a spargere la polvere da sparo angelica sulla ferita, che, a contatto con il sangue demoniaco della principessa, esplose in un turbinio di scintille,  cicatrizzando il foro in pochi secondi.
Il respiro di Charlie si stabilizzò.
“Tu... l'hai salvata.” Sussurrò la regina abbracciando la figlia.
Il mortale sospirò sollevato.
“Ormai ci sono abituato.”
“Mi dispiace averti attaccato, pensavo volessi farle del male.”
Frank alzò la mano.
“Non ce n'è bisogno. In fondo, stavo puntando una pistola sulla testa di tua figlia. Avrei fatto la stessa cosa.”
La regina lo ringraziò con un cenno.
Il mortale iniziò a guardarsi intorno alla ricerca del colpevole, ma sembravano tutti terrorizzati dalla morte di Seviathan, eccetto una: Helsa Von Eldritch non era per niente turbata dalla morte del fratello, ciò insospettì  Frank, che decise di fare una seconda chiacchierata con la demone.
“Vedo che la morte di tuo fratello non ti turba più di tanto.”
“Bah, non eravamo particolarmente legati.”
“Capisco.”
Il mortale squadrò per bene la principessa dell'invidia. I suoi capelli bianchi erano messi in modo che una frangia coprisse l'occhio destro.
“Posso perquisirti?”
Il viso grigio scuro di Helsa perse colore.
“Perché?”
“Hai qualcosa da nascondere?” La provocò il mortale.
“Pffff, certo che no, solo che non mi voglio far toccare dalla plebaglia.”
“Svuota le tasche.” Ordinò il mortale.
Helsa arretrò intimorita.
“Io... non ho fatto nulla.” 
Il mortale afferrò il collo della ragazza e infilò una mano nella sua tasca, nel quale trovò una rivoltella angelica silenziata.
“E questa cos'è?” Chiese Frank con un sorriso vittorioso tra le labbra.
La ragazza si liberò dalla presa ferrea di Frank e colpì con un calcio il suo muso.
“Mi hai beccata, mortale.” Sibilò con un ghigno sadico tra le labbra.
Il mortale si pulì il mento dal sangue che aveva appena versato.
“Non è stato difficile, non sei molto brava a nascondere le tue emozioni, ma c'è una domanda che mi attanaglia: perché tuo fratello?”
“Quegli idioti dei miei genitori avevano deciso di lasciare l'eredità che spettava di diritto a me a lui, così ho pensato di sbarazzarmi di Sev durante la festa...”
“E allo stesso tempo sbarazzarti della tua rivale...”
“All'inizio non era nei piani, ma quando mi hai detto che avevano attentato alla sua vita, avevo paura che qualcuno mi avrebbe fregato l'uccision...?!?!”
 I corpi di Frank ed Helsa si paralizzarono di colpo, entrambi sentirono una strana aura omicida, il mortale si girò per controllare da dove provenisse, ma quando incrociò lo sguardo penetrante della regina degli inferi, dovette attingere a tutte le sue forze per non perdere i sensi.
“Quindi sei stata tu a ferire mia figlia.” Ringhiò la regina teletrasportandosi a pochi millimetri dal volto di Helsa, la quale indietreggiò spaventata.
Lilith afferrò la faccia dell'ultima erede della famiglia Eldritch, che provò a divincolarsi, ma la furia della regina era ineluttabile e questo Helsa lo sapeva bene, nemmeno i  suoi genitori avrebbero potuto salvarla da quella situazione, per questo avrebbe dovuto salvarsi da sola.
“Mi rifiuto di morire in questo modo!”
La principessa dell'invidia emise un sibilo impercettibile. Il suo corpo iniziò ad ingigantirsi,  raggiungendo una stazza tale da sradicare il tetto della sala da ballo. Tutti gli ospiti fuggirono spaventati, mentre la regina si limitò ad applaudire.
“Wow, sei diventata più grossa, complimenti. Peccato che morirai oggi.”
Helsa si accinse a schiacciare la regina degli inferi, ma lei fermò l'attacco alzando semplicemente il braccio destro e sorrise. Il sorriso di chi ha la vittoria in pugno.
“Lo sai che sono una dei pochi demoni in grado di eliminare definitivamente un demone senza armi angeliche, vero?”
Con un singolo schiocco di dita evocò un muro di fiamme ai piedi di Helsa e le sue carni divennero cenere ancor prima che potesse emettere un urlo.
Il mortale spalancò la bocca: sapeva che Lilith sarebbe stata pericolosa ma non pensava così tanto. Guardò la sua pistola, poi di nuovo la regina. Sarebbe riuscito ad eliminare una simile entità?
Scosse la testa per evitare di pensarci: avrebbe studiato un piano per eliminarla dopo la morte di Stolas.
“Mortale!!”Tuonò la regina spostando i suoi occhi dall'iride argentata su Frank.
Il giovane Callahan sobbalzò.
“Si...?”
Un sorriso cordiale comparve sul volto della regina.
“Non ho avuto modo di presentarmi, il mio nome è Lilith.” 
L'aura omicida di poco fa era sparita, lasciando spazio ad un atteggiamento regale ed elegante.
“Io mi chiamo...”
“Frank Callahan.” Lo interruppe la regina “La tua fama ti precede.”
“Mamma...” Mugugnò Charlie ancora stesa sul pavimento della sala da ballo.
“Tesoro, sei sveglia.” Sussurrò Lilith con fare materno avvicinandosi alla figlia.
“Mamma, che è successo?”
“Helsa ha ucciso suo fratello e ti ha sparato con un'arma angelica, ma tranquilla, l'ho ridotta in cenere.”
La principessa si alzò di colpo, ma una fitta al ventre la fece piegare dal dolore.
“Ehi, vacci piano, tigre”
Il mortale le offrì una spalla su cui poggiarsi.
“Grazie...” Sussurrò la principessa poggiandosi sulla spalla del mortale.
“A quanto siamo? Quarta o quinta volta che ti salvo?” Chiese scherzosamente Frank.
La principessa sorrise.
“Ti perdono.” Sussurrò.
“Eh?”
“All'inizio pensavo di odiarti per avermi mentito, ma quando ho visto la preoccupazione nel tuo sguardo poco prima che svenissi... Non hai fatto altro che proteggermi da quando ti conosco,  e se hai ucciso quei demoni, avrai avuto le tue buone ragioni. Sei una brava persona, Frank Callahan.”
Il mortale strinse i denti. Se solo avesse saputo le sue vere intenzioni, se solo avesse saputo che tra i suoi bersagli c'era sua madre, le sue parole sarebbero state decisamente differenti. 
“Oh, che bello vedere due amici che fanno pace.” Disse la regina asciugandosi una lacrima.
“Torniamo all'hotel. Charlie, riesci a camminare?” Domandò Frank.
“Penso di si. Mamma, vieni con noi?”
“Mi spiace, tesoro. Ho delle cose da sbrigare, ma vi raggiungerò il prima possibile.”
La regina accarezzò il viso del mortale.
“Non vedo l'ora di sentire la tua storia, Signor Callahan.”
Frank deglutì: quella donna avrebbe portato parecchi problemi.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Angolo del tizio che scrive.”
Un capitolo piuttosto impegnativo, però mi soddisfa. Consigli sempre ben accetti e anche critiche.   Ho pensato di eliminare Seviathan per primo perché i capitoli di Stolas e Lilith saranno più impegnativi e molto più ambiziosi, quindi spero di fare un buon lavoro. Alla prossima!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Un noioso ciclo di morti. ***


“Nota del tizio che scrive.”
Non è passato un anno, quindi la considero una vittoria. Vorrei dire una cosa prima che iniziate: il paradiso è visibile dall'inferno di hazbin hotel, si nota nel pilot... e basta, buona lettura.







“Girone della superbia, ufficio di Cherri Bomb.”


Un piccolo Hellhound si affrettò per entrare nell'ufficio della sua padrona.
“Mia signora, Seviathan è mo...”
“Lo so già, dimmi qualcosa che non so.” Ordinò Cherri.
“Non è stato il nostro uomo ad ucciderlo, ma la sorella. Ha tentato di ammazzare pure la principessa, ma il nostro uomo l'ha salvata.”
“E che ne è stato della principessa dell'invidia?”
“Uccisa dalla regina in persona.”
“Hm, che vantaggioso giro di coincidenze. Non mi aspettavo la morte di entrambi gli eredi dell'invidia, ma meglio così. Per quanto riguarda le anime pure che abbiamo accumulato,  a quanto stiamo?”
“665, mia signora.”
Cherri si leccò le labbra e puntò il suo occhio sul paradiso, il posto da dove venivano gli sterminatori.
“Manda tutti gli Hellhound che ho a disposizione nel settimo girone e siate pronti. Non appena la regina sarà morta, dovrete liberare uno degli ecatonchiri.”
“Mia signora, è sicura di voler proseguire con il piano?”
Un verso stizzito uscì dalla bocca della ciclope.
“Il piano è iniziato quando è morto Vox, ormai non si può più tornare indietro. Pagheranno per ciò che mi hanno tolto.” 


“Girone della superbia, Hazbin Hotel.”


Il mortale teneva lo sguardo fisso sull'anello che lo manteneva in vita. Mancavano nove giorni alla sua dipartita e doveva ancora eliminare due bersagli, uno dei quali sembrava virtualmente invincibile.
“Frank?”
Millie entrò nella stanza del giovane Callahan con un sorriso timido tra le labbra.
“Blitzo ti sta aspettando.”
Frank si alzò dal letto sul quale era seduto e si diresse verso la stanza del capo della I.M.P.
“Allora, come devo chiamarti ora? Ammazza overlord o ammazza angeli, quale preferisci?” Chiese Millie scherzosamente.
“Quindi le voci sono arrivate pure qui, eh?”
“Voci? La città non parla d'altro. Anche se nessuno ha capito perché hai ucciso gli overlord, ti dispiace dirmelo?”
“Per il puro gusto di farlo.” Mentì lui. Anche se l'avevano collegato alle morti degli overlord, non erano ancora riusciti a collegarlo a Cherri Bomb, il che era positivo.
“Oh, sadico. Mi piace.”
Arrivarono di fronte alla stanza di Blitzo dopo aver superato una rampa di scale.
“Entra pure, hai voluto tu questo incontro dopotutto.”
Il mortale sorrise. Millie aveva ragione: al suo ritorno dal girone dell'invidia, aveva chiesto espressamente di parlare con Blitzo e aveva rifiutato di dare spiegazioni..
Fissò il pomello della porta per qualche secondo prima di entrare.
“Ed ecco la star del girone della superbia!” Esclamò Blitzo saltando giù dal letto. “Cosa posso fare per te?”
“Ho saputo che hai una relazione con un certo Stolas.”
“E questo sarebbe importante perché...?”
Il mortale si sedette sul pavimento.
“Voglio incontrarlo.”
Lo sguardo di Blitzo si inscurì.
“Perché?”
“Ho saputo che vogliono attentare alla vita di sua figlia.”
“Hm, e dove hai avuto questa informazione?”
“Uno degli overlord che ho ucciso.”
Ovviamente il mortale stava mentendo, gli serviva solo una scusa  per avvicinarsi a Stolas. Non sapeva di cosa era capace il suo bersaglio, per questo avrebbe seguito il consiglio di Cherri Bomb  rapendo la figlia.
“Fammelo chiamare.” Disse Blitzo prendendo il cellulare.
Dall'altro capo del telefono sopraggiunse la voce di Stolas, palesemente felice che il suo compagno l'avesse chiamato.
“Oh, Blitzi, mi sei mancato tanto. Ho saputo del tuo ufficio, mi dispiace.”
“Grazie, Stolas, ma non ti ho chiamato per sollazzarmi. Un mio conoscente mi ha appena detto che vogliono attentare alla vita di tua figlia.”
“Cosa?!?!?!” Gridò Stolas.
“Già.” Disse Blitzo sturandosi l'orecchio. “Volevo solo avvertirti, così almeno potrai tenerla d'occhio.”
Il principe deglutì.
“Blitzi, mia figlia non è in casa, ha detto che andava in uno di quei locali per adolescenti, credo si chiami... Il Mattatoio.”
“Conosco il posto, è piuttosto vicino all'hotel, vuoi che vada io?”
“Sei l'unica persona al quale affiderei la vita di mia figlia, Blitzi.”
Il piccolo imp arrossì.
“Lascia fare a me.”
Una volta chiusa la chiamata, Blitzo prese le chiavi della sua auto dal comodino e si diresse verso l'uscita.
“Andiamo, mortale, vediamo se questa storia ha del vero.”
Frank abbozzò un sorriso, seguì l'imp fuori dall'edificio e salì sull'auto.


Il Mattatoio era un locale situato al centro di Pentagram City. Era un luogo dove la maggior parte dei demoni si riuniva per bere, scopare e strafarsi di sostanze, di solito tutte e tre le cose insieme.
Nonostante fosse tenuto abbastanza bene per essere un locale pieno di demoni strafatti, il mortale non poté fare a meno di notare l'enorme buttafuori all'ingresso. Era così grosso che sembrava che i suoi muscoli stessero per esplodere.
“Non puoi entrare.” Ringhiò il buttafuori senza cambiare espressione.
“Calmati, ragazzone, siamo qui solo per affari, usciremo subito.” Disse Blitzo.
Il buttafuori vide il mortale alle spalle del piccolo imp e ghignò.
“Oh, l'ammazza overlord, oppure dovrei dire ammazza angeli? Tu puoi entrare se vuoi, ma l'imp resta fuori.”
Il piccolo imp, irritato dal rifiuto del buttafuori, incrociò lo sguardo con il mortale e puntò il dito artigliato su di lui.
“Bah, mi tocca aspettare fuori, vai a prendere la figlia di quel pervertito ed esci subito da questo postaccio.”
“Ok.” Replicò Frank.
Una volta dentro, il mortale si rese conto che gli avventori del locale erano troppo strafatti o ubriachi per accorgersi della sua presenza, quindi si diresse verso il bancone, dove una specie di demone pianta con un teschio di paglia gli servì una bibita frizzante.
“Offre la casa, ammazza angeli.”
Il mortale prese un sorso e iniziò a guardarsi intorno. La figlia del suo bersaglio doveva essere vicina, ma in mezzo a  quel caos e con tutti quegli avventori ubriachi sembrava impossibile individuare qualcuno. Frank iniziò a pensare che forse la ragazza era semplicemente tornata a casa, quando una voce femminile attirò la sua attenzione. 
“Ehi, tu sei l'ammazza angeli, giusto?”
Davanti a lui si presentò una specie di demone gufo, molto simile a Stolas, se non fosse stato per il suo vestiario gotico. La ragazza aveva uno strano pezzo di carta tra le mani e un'espressione eccitata sul volto.
“Mi fai un autografo? E potresti dedicarlo ad Octavia?”
Il giovane Callahan squadrò per bene la ragazza. Doveva essere la figlia di Stolas, ma c'era qualcosa che non andava: perché gli stava chiedendo un autografo? 
Frank rimosse quel pensiero e si limitò a prendere il pezzo di carta dalle mani di Octavia.
“Hai una penna?”
La ragazza gli passò la penna che aveva in tasca, con la quale il mortale procedette con lo scrivere una dedica per la sua... fan?
“Grazie di cuore, lo appenderò nella mia stanza.” Squittì Octavia saltellando come una bambina alla quale avevano dato una caramella.
“Ho sentito che si parla molto di me.”
“Non immagini quanto. I territori degli overlord che hai ammazzato sono finiti nelle mani di Alastor e Cherri Bomb e il girone dell'invidia è nel caos da quando sono  morti i suoi eredi. Dicono che eri alla festa quando sono morti, è vero?”
“Ero lì.”
“Wow, ed è vero che hai incontrato la regina in carne ed ossa?”
“Mi ha quasi ucciso, quindi direi di si.”
“Super wow, allora, che ci fa un pezzo grosso come te in un postaccio del genere?”
Un ghigno sadico comparve sul volto del mortale.
“Potrei farti la stessa domanda, figlia di Stolas.”
La ragazza arrossì vistosamente.
“Oh... quindi sai chi è mio padre.”
“Ne ho una vaga idea, si.”
“Quindi saprai anche la mia situazione familiare.”
“So solo che si scopa l'imp che ci sta aspettando fuori, quindi ti suggerisco di prendere le tue cose e seguirmi.”
“Blitzo è qui?” Disse Octavia in modo disgustato.
“Il buttafuori non lo ha fatto entrare, ma io e lui siamo venuti a prenderti.”
“Perché?”
“Tuo padre lo ha ingaggiato per proteggerti e per riportarti a casa, io mi sono solo unito a lui.”
“Bah, tipico di papà, si preoccupa sempre troppo.”
Il mortale si accese un sigaro.
“Allora, verrai con noi?”
Octavia sospirò.
“Non penso di avere altra scelta, non voglio che papà si preoccupi troppo.”
“Bene, andiamo via da questo postaccio.”
Frank prese un ultimo sorso della sua bibita e si avviò verso l'uscita, seguito dalla giovane demone.
Una volta fuori, e dopo aver salutato il buttafuori, i due incontrarono Blitzo nel parcheggio del locale.
“Vedo che...?!?!”
Un pugno veloce e preciso mise KO il piccolo imp in un istante, lasciando Octavia piacevolmente sorpresa ma anche un tantino preoccupata.
“Perché l'hai fatto?”
Il mortale colpì il fianco della ragazza, facendole perdere i sensi, per poi chiamare Cherri Bomb con il suo cellulare.
“Frank, amico mio, come sta il mio sicario preferito?”
“Sono al mattatoio. Ho la figlia di Stolas, ora che faccio?”
“Wow, non sei il tipo che perde tempo, eh? Comunque, c'è un vecchio sito di costruzioni a nord del mattatoio, che grazie agli overlord che hai ucciso è diventato il mio territorio, quindi non dovrai preoccuparti di passanti molesti.”
“Perfetto, ti contatterò a lavoro finito.”
“Ah, Frank... Non c'è bisogno che ti dica di non mandare tutto a puttane, vero?
“Non ti preoccupare.”
Il mortale frugò nelle tasche di Blitzo e prese il suo cellulare, per poi chiamare Stolas.
“Blitzi, spero che vada tutto be...”
“Ho tua figlia...”Lo interruppe Frank.
La voce sensuale di Stolas divenne un ringhio rabbioso.
“Chi sei?! Cosa vuoi?!”
“Chi sono non è importante, voglio che ti presenti al sito di costruzioni a nord del mattatoio entro due ore, altrimenti tua figlia farà una brutta fine.”
“Va bene, solo... non farle del male, ok?”
La voce rotta con cui disse quelle parole colpì il mortale: non sembrava un demone assetato di fama e potere come gli overlord che aveva eliminato, sembrava solo... un padre preoccupato.
“Non fare tardi.” Ordinò il mortale poco prima di chiudere la chiamata, legare Blitzo e Octavia con delle corde trovate nel bagagliaio e buttarli sul sedile posteriore dell'auto.
Mentre si dirigeva verso il sito di costruzioni, il mortale diede un occhio (AH! Perché ha un occhio)
al cielo e puntò il suo sguardo sul paradiso. Un sorriso malinconico decorò il suo volto.
“Emma, spero che tu stia bene lassù.”
“Chi è Emma?” Chiese all'improvviso Octavia, facendo sbandare il mortale, che investì un povero imp che chiedeva l'elemosina sul marciapiede.
“E tu da quando sei sveglia?!?” Gridò Frank mentre si rimetteva in carreggiata
“Non mi hai colpito così forte. Comunque... chi è Emma?”
“Davvero vuoi sprecare fiato per una domanda del genere? Non vuoi chiedermi perché ti ho rapita?”
“Fammi indovinare: vuoi uccidere mio padre e mi hai preso come ostaggio perché non hai idea di che poteri abbia.”
Il mortale la guardò perplesso attraverso lo specchietto della macchina: ci aveva preso su tutti i fronti.
“Sei una ragazza perspica...??”
“Il tuo piano non funzionerà.” Lo interruppe Octavia.
Il giovane Callahan ghignò.
“Hm,  e perché lo pensi?”
“Un mortale non può sconfiggere un demone del calibro di mio padre.”
“Dicevano lo stesso degli overlord, ma sono ancora qui.”
“La fortuna finisce per tutti, anche per te.”
Il mortale sbuffò.
“Tu parli troppo.”
“Forse. Allora, chi è Emma?”
“Non molli l'osso, eh? Era mia moglie.”
“Era, eh... quindi è morta, giusto?”
“Sempre più perspicace.” Replicò il mortale in tono sarcastico.
“E cosa ti fa pensare che non sia qui in mezzo ai peccatori di questa città? O che non sia già morta a a causa di uno sterminatore?”
“Mia moglie era una persona semplice, non meritava l'inferno.”
“Come il 90% delle anime che si trovano qui. Tutti  pensano di non meritarlo, ma alla fine finiscono sempre nella stessa merda.”
“Non mia moglie... ne sono certo.”
Il mortale fermò l'auto davanti al sito di costruzioni, scese da essa, prese in spalla Blitzo e Octavia e li legò alla base di un'enorme gru, poi... cominciò semplicemente ad attendere.
L'attesa non fu lunga, perché un portale si aprì di fronte al ragazzo, rivelando la esile ma elegante figura di Stolas.
“Avevo detto due ore, sei in anticipo.” Disse Frank poggiando la canna della sua pistola sulla testa di Octavia.
“Octavia, stai bene?!” Gridò Stolas.
“Sto bene, ma sbrigati a liberarmi.”
Stolas serrò gli occhi e li puntò su Frank.
“Il mortale che ha messo sottosopra l'inferno. Cosa vuoi da me e mia figlia?”
“Da tua figlia? Niente. Ma voglio la tua testa.”
Una vena pulsante comparve sul cranio del demone gufo.
“Hai fatto un grave errore rapendo mia figlia.”
Il demone gufo sbarrò gli occhi e trasformò il mortale in una statua di pietra in un istante.
“Ce ne hai messo di tempo per usarlo, papà.”
Stolas si avvicinò alla figlia e al suo Blitzi e li slegò grazie alla sua telecinesi.
“Oh, povero Blitzi, questo barbaro ti ha ridotto proprio male.” Disse il demone gufo accarezzando l'occhio nero del suo compagno.
“Che ne farai di lui, papà?” Chiese Octavia indicando la statua di Frank.
“Hm, lo useremo per abbellire il mio giardino.”
Un'aura bluastra circondò la statua del mortale e la sollevò da terra.
“Su, andiamo a casa, Octavia.”
“Hai intenzione di portarti Blitzo?”
“Beh, credo di meritarmi un premio per averlo salvato e lui è l'unico che può scoparmi.”
“Disgustoso.”
Non appena attraversarono il portale, Stolas poggiò la statua vicino ad una pianta carnivora delle dimensioni di un uomo adulto e si diresse in camera da letto insieme al corpo privo di sensi di Blitzo.
“Che schifo.” Sbuffò octavia mettendosi le cuffie alle orecchie per evitare di sentire qualsiasi cosa avrebbero fatto lì dentro.




“2 ore dopo.”




Blitzo si svegliò con un peso opprimente sul torace, che si rivelò essere il corpo nudo di Stolas.
“Oh, Blitzi, finalmente sei sveglio.” Sussurrò il demone gufo strofinando il becco sul petto del suo compagno.
“Stolas? Dove sono? Che è successo?”Chiese con la vista ancora offuscata dalla botta che aveva preso.
“Sei in camera mia. Ti ho trovato legato ad una gru insieme a mia figlia, quindi ho pensato di portarti a casa con me.”
Il piccolo imp si ricordò improvvisamente di tutto.
“Quel mortale bastardo, mi ha colpito lui!”
“Non ti preoccupare, Blitzi, me ne sono occupato io.”
“Occupato? In che senso?”
“L'ho pietrificato e l'ho usato come arredo per il mio giardino, sembra che volesse la mia testa. Che mortale sciocco. Ma basta parlare di lui, non mi merito un premio per averti salvato?”
Blitzo si alzò di colpo dal letto, si avvicinò al guardaroba di Stolas e prese un fucile a pompa.
“E quello da quanto tempo sta lì?!” Chiese il demone gufo.
“Ce l'ho lasciato io dalla mia ultima visita. Sai, nel caso ci avessero attaccato durante una delle nostre notti.”
“E che hai intenzioni di farci?”
“Distruggere la statua di quel traditore!”
“Ohoh, non credo sia necessario, è bloccato nella pietra, non può scappare, ma se ti può far sentire meglio, verrò con te.”
Blitzo e Stolas si diressero verso il giardino, ma quando arrivarono, non videro nessuna statua simile a Frank.
“Oh, cielo.”
“Ehi, Stolas, sicuro di averlo messo in giardino?”
“Ne sono certo.”
Il boss della I.M.P  prese il telefono di Stolas e digitò il numero di Loona.
“Qui Loona, chi parla?”
“Loona, sono Blitzo.”
“Oh...ciao. Dove sei sparito?”
“Sono al castello di Stolas, porta qui Millie e Moxxie, dobbiamo ammazzare il mortale.”
“Certo, ma non penso che Millie e Moxxie saranno d'accordo.”
“Digli di venire o li licenzio!”
“Va bene, va bene, ma stai calmo.”
Blitzo attese per quindici minuti nella sala da pranzo del castello, ma quando i suoi colleghi arrivarono, l'unica con una parvenza di interesse era Loona, mentre Millie e Moxxie sembravano chiaramente contrari alla morte del mortale.
“Dobbiamo proprio farlo fuori?” Chiese Millie stringendo la sua fidata ascia.
“Millie, Moxxie, ha colpito me, ha rapito Octavia e, da quello che mi ha detto Stolas, il suo obbiettivo è la sua testa, e ora sta nascosto da qualche parte in questo castello. Dobbiamo trovarlo e farlo fuori.”
“Dividiamoci, così lo troveremo prima.” Propose Loona.
“Non ce ne sarà bisogno.”
Gli imp, Loona e Stolas si girarono di scatto verso la voce che aveva appena parlato: alle loro spalle, parzialmente pietrificato e con una benda sull'occhio buono, Frank aveva un'espressione... calma, anche se provata dalla pietrificazione.
“Se avessi saputo che quel tipo era in grado di pietrificare con lo sguardo, mi sarei bendato già prima.”
“Come ti sei liberato?” Chiese Stolas sbalordito.
“Non ne ho idea, so solo che questo anello ha iniziato a brillare in modo strano.” Disse Frank indicando l'anello che lo manteneva in vita. “Ma ora basta parlare di me, ammazziamo te!”
Nonostante fosse bendato e non ci vedesse un ragno dal buco, il mortale si lanciò su Stolas con una precisione quasi chirurgica, gli afferrò il cranio con la sua mano gargantuesca e lo sbatté con violenza sul pavimento, facendogli perdere i sensi.
Prima che potesse anche solo estrarre la pistola e fare fuori il demone gufo, un colpo di arma da fuoco disarmò il mortale, facendo volare la sua arma ai piedi di Moxxie.
“Basta così.” Disse in tono freddo il piccolo imp con un fucile fumante puntato sulla testa del mortale. 
“Bel lavoro, Moxxie! Ora ammazzalo!” Sibilò Blitzo.
Il piccolo imp deglutì e iniziò a parlare.
“Non so perché tu voglia uccidere Stolas, ma ho un debito nei tuoi confronti.” Moxxie guardò la moglie, la quale gli sorrise caldamente. “Vattene da qui e dimentica Stolas, altrimenti saremo costretti ad ucciderti.”
Il mortale iniziò a ridere in modo maniacale e si tolse la benda, per niente intimorito dai fucili puntati sulla sua persona.
“AHAHAHAHAHA! Uccidere me? Voi? Vi devo ricordare come è finita l'ultima volta?”
Moxxie sparò un colpo di avvertimento ai piedi del mortale.
“Stavolta non falliremo.”
L'espressione sul volto del mortale divenne seria.
“Quindi siamo in un impasse. Io voglio morto Stolas, mentre voi no.”
“Oh, guarda, il nostro amico conosce il francese.” Lo sfotté Blitzo poco prima di fargli saltare le cervella con un colpo di fucile a pompa.
“Blitzo, stavo cercando di convincerlo ad andarsene!!” Lo sgridò Moxxie.
“Che te ne fotte, tanto ormai è morto.”
“E così finisce la storia del mortale che mise sottosopra gli inferi.” Aggiunse Loona. “Sapete, un po' mi mancherà, era un tipo interessante.”
“Non iniziare pure tu, Loona, avremmo dovuto farlo fuori già da tempo.”
“Ehm, Blitzo, gli umani smettono di muoversi dopo un colpo in testa, giusto?” Chiese Millie.
“Che domande del cazzo fai, Millie?! Ovvio che smettono di muoversi!”
“Allora perché il corpo di Frank ha le convulsioni?”
Millie aveva ragione: il corpo di Frank era in preda alle convulsioni, mentre l'anello che aveva al dito brillava di rosso. Lentamente, la testa del mortale iniziò a riformarsi, il tutto sotto lo sguardo attonito dei membri della I.M.P.
“Che cazzo succede?”Chiese Blitzo.
“Sembra che si stia... rigenerando? Gli umani possono farlo? Non lo sapevo.”
“Certo che non possono farlo, Millie. Basta con le cazzate!”
“Non dovremmo... fare qualcosa?” Intervenne Loona.
“Tipo cosa?!”
“Tipo, non so, sparargli prima che la testa si rifor... oh, fa niente, troppo tardi.”
Il mortale aprì l'occhio all'improvviso a causa di un dolore lancinante al dito: l'anello con l'emblema a forma di teschio, oltre a brillare di rosso, ora era ricoperto di spine, che sembravano succhiare il sangue dal suo corpo.
“Alastor... che diavolo mi hai dato?” Ringhiò Frank mentre si teneva il dito dolorante.
I membri della I.M.P e il mortale iniziarono a sentire uno strano disturbo radio.
“Oh, cazzo.” Imprecò Blitzo.
Il demone della radio si manifestò al centro della stanza, palesemente divertito dallo spettacolo che i membri della I.M.P avevano messo su.
“Complimenti, complimenti, davvero bravi, avete quasi ucciso il mortale, ma avete fatto un grave errore.”
Dei tentacoli neri afferrarono i membri della I.M.P, immobilizzandoli.
“Non mi farò certo privare del mio intrattenimento da qualche demone minore.”
“Pensavo che la nostra collaborazione fosse finita dopo Vox, che ci fai qui, demone radio?” Bofonchiò Frank mentre cercava in tutti i modi di non perdere i sensi a causa del dolore al dito.
“Niente di che, ho sentito che l'anello si è attivato del tutto, quindi sono passato a vedere come te la cavavi.”
“Attivato? Che vuoi dire?”
“Hai ricevuto ferite letali di recente?”
Il mortale guardò Blitzo, il quale rispose con una linguaccia.
“Dovrei... essere morto?”
“Ora ti rimangono cinque giorni.”
“Cosa?!?”
“Non ti sorprendere, curare ferite letali richiede molta magia demoniaca, è normale che serva un sacrificio da parte tua. Ti avevo detto che ci sarebbe stato un prezzo da pagare, no?”
Il dolore al dito sparì improvvisamente, insieme alle spine attorno all'anello.
“Il dolore... è sparito.”
“Questo vuol dire che l'anello ha fatto il suo lavoro, ma ti sconsiglio di prenderti altre pallottole in testa. Sai, non vorrei che morissi prima del tempo.” Sibilò il demone della radio.
Il mortale sbuffò e raccolse da terra la sua revolver angelica.
“Oh, ora hai intenzione di uccidere Stolas, vero? Ti dispiace se guardo?
Frank puntò la pistola sul corpo privo di sensi del demone gufo.
“Fa ciò che vu...”
“FERMO!!!” Gridò Blitzo.
“Hm? E perché dovrei ascoltarti?”
“Ehm, ehm”
Il capo della I.M.P cercò di pensare ad un modo per uscire da quella precaria situazione, ma dopo aver visto i volti terrorizzati di sua figlia e dei suoi colleghi, l'unica cosa che gli rimaneva da fare... era supplicare.
“Ti prego... non ucciderlo.”
La risata del mortale fu talmente imponente da rimbalzare sulle pareti del castello.
“Una richiesta interessante, ma purtroppo.” 
Frank premette il grilletto, uccidendo a sangue freddo il demone gufo.
“Molto bene. Ora che ne facciamo di voi?” Sibilò Alastor.
Il demone radio avvicinò la bocca al volto impaurito di Loona e si leccò le labbra
“Sono mesi che non mangio un hellhound.”
“Liberali, demone radio.” Ordinò il mortale.
“Hm?”
Alastor fu preso alla sprovvista da quella strana richiesta.
“Sei sicuro, mortale? Sai che potrebbero vendicarsi se non te ne occupi ora, vero?”
“Non lo faranno.”
Frank si avvicinò ai membri della I.M.P, ancora immobilizzati dai tentacoli evocati da Alastor,  e prese il grimorio dalla giacca di Blitzo.
“Questo lo prendo io se non ti spiace. Moxxie, Millie, mi siete stati molto utili, pure tu Blitzo. Senza di te, non sarei mai riuscito ad ammazzare Stolas.”
Il piccolo imp non rispose: i suoi occhi erano fissi sul cadavere del suo compagno. Le lacrime iniziarono ad offuscargli la vista, la gola iniziò a bruciare, mentre i tentacoli evocati da Alastor mollavano la presa su di lui e i suoi colleghi. Blitzo si inginocchiò a terra: era colpa sua. Tutta colpa sua.  Se avesse fatto fuori quel mortale come gli avevano commissionato, Stolas sarebbe ancora vivo. Se non avesse ascoltato Moxxie e Millie, Frank sarebbe morto già da un pezzo. Se avesse...
“GHAAAAAAAAAAAAAAH.”
Accecato della furia, Blitzo si lanciò su Frank con un pugnale alla mano, ma il mortale lo neutralizzò colpendolo con il calcio della sua arma.
“Fatti un altro pisolino.”
“Blitzo!!” Gridò Loona mettendosi tra il padre e il mortale che l'aveva colpito.
“Portalo via, lupetta. La prossima volta non sarò così generoso.”
Loona ringhiò e prese in spalla il padre.
“Pensavo fossimo amici...” Sussurrò Millie con le lacrime agli occhi, consolata dal marito.
“Voi mi avete risparmiato in passato, ora io risparmio voi. Il debito è saldato, ora sparite!” Replicò il mortale.
“Giusto per evitare incidenti scomodi, non siete più i benvenuti nell'hotel.” Aggiunse Alastor aprendo un portale per l'ufficio della I.M.P. “Ho ricostruito il vostro ufficio con i miei poteri, così potrete tornare a fare il vostro lavoro, anche se senza il grimorio dubito possiate fare qualcosa.”
I membri della I.M.P, sconfitti e sconsolati, attraversarono il portale, non prima di dare un ultimo saluto al loro amico caduto.
“Che ne dici di aprire un portale pure per noi? Qui ho finito.” Disse il mortale.
“Mi dispiace dirtelo, signor Callahan, ma il tuo lavoro qui non è ancora finito.” Sibilò Alastor sparendo nel terreno attraverso un portale.
All'inizio il mortale non capì le parole di Alastor, ma quando vide Octavia sull'uscio della porta, gli occhi fissi sul cadavere del padre.
“Papà?!” Gridò lei buttandosi sul corpo del genitore.
La ragazza provò invano a muoverlo, a sentire il battito. Ma era tardi ormai.
Tese la mano per reggergli la testa, per rivedere il volto del suo ormai defunto padre. 
Frank osservò la scena  in silenzio per diversi secondi: una figlia che piange un genitore morto. Si sentiva in colpa? No, no, in realtà stava già pensando ad un modo per eliminare il suo ultimo bersaglio. Si diresse verso l'uscita del castello, ma una singola frase lo fermò sul posto.
“Dove hai intenzione di andare?” Ringhiò Octavia alzandosi in piedi, mentre le lacrime rigavano il suo viso. 
Il suo respiro si fece più pesante, scintille di fiamme viola cominciarono a uscire dal suo becco, come se il suo odio verso l'assassino del padre stesse alimentando quelle fiamme.
Ai piedi della ragazza si formò un cerchio di fuoco viola, si susseguirono altre fiamme del medesimo colore che intrecciandosi  formarono  un pentagramma. 
Il calore che emanava sembrava più ardente del sole stesso.
L'aria divenne sempre più insostenibile, come se quelle fiamme stessero bruciando tutto l'ossigeno di quella stanza, sembrava di essere dentro un forno.
Un ultimo impeto di calore investì il mortale, facendogli chiudere per un momento l'occhio buono. Quando lo riaprì, si ritrovò di fronte un enorme gufo demoniaco fatto di fiamme viola.
“Hm, un trucco niente male, peccato che tuo padre non abbia avuto il tempo di farlo.” Disse il mortale avvolgendo il suo rosario scarlatto attorno alle nocche della mano destra.
L'essere si avventò sul mortale per ghermirlo con i suoi artigli affilati, ma questi reagì schivando con un balzo all'indietro, per poi colpirlo con un violento calcio sul becco.
La demone cadde a terra a causa del colpo, ma il mortale non ne era uscito indenne.
“Maledizione!!” Imprecò Frank accarezzandosi l'ustione di secondo grado sulla gamba: probabilmente non era stata una buona idea colpire un gufo fiammeggiante.
Octavia si rialzò da terra, ed iniziò ad emanare uno stridio così assordante da far sanguinare le orecchie del  mortale, che, in preda al dolore, si buttò a terra tenendosi la testa.
La creatura sputò una palla di fuoco viola su Frank, ma questi si riprese e deviò il colpo con la mano armata di rosario.
Il mortale prese un profondo respiro e si lanciò sulla demone, le afferrò il becco fiammeggiante, stringendo i denti per resistere alle ustioni, e la sbatté sul pavimento. Caricò il gancio destro e colpì con tutta la forza che aveva in corpo il becco della creatura, fratturandoglielo in più parti. 
Normalmente i poteri di un demone si affievoliscono dopo essere entrati a contatto con un oggetto sacro, ma questa regola si basava sull'oggetto, sulla potenza del demone e su altri fattori. E in questo caso la potenza del demone sovrastava di molto il potere della reliquia.
“Che diavolo?”
La demone spinse via il mortale con una poderosa zampata e gli sputò una raffica di palle di fuoco addosso, ma lui non si fece trovare impreparato e iniziò a correre intorno alla creatura per evitare il bombardamento. Non appena smise di sparare, il mortale accorciò le distanze col gufo fiammeggiante e lo colpì con un portentoso montante. Octavia arretrò stordita, ma stavolta c'era qualcosa di diverso: le sue fiamme si stavano indebolendo e ciò voleva dire solo una cosa. 
“Sembra che dovrò colpirti più volte se voglio che il mio rosario faccia effetto.”  Ringhiò Frank caricando un terzo colpo.
La demone approfittò del momento per creare un buco sul tetto del castello sputando una palla di fuoco violaceo, afferrare il mortale e alzarsi in volo. Frank iniziò ad urlare di dolore a causa delle ustioni che gli artigli fiammeggianti del demone gli stavano causando, ma ora la sua preoccupazione era un'altra: scendere da mille metri di altezza senza spiattellarsi al suolo.
Il Mortale si divincolò  parzialmente dalla presa e riuscì a liberare il braccio armato di rosario, con il quale, in un impeto di adrenalina, colpì la zampa della creatura, rendendo finalmente nulle le sue fiamme.
La demone iniziò a perdere quota, i suoi occhi cominciarono ad appesantirsi, mentre una schiuma bianca cominciava a fuoriuscire dal suo becco.
Non appena arrivarono a terra, il mortale si controllò le ustioni sul corpo: sembravano gravi, ma ora doveva occuparsi dell'enorme demone gufo che vomitava schiuma bianca dal becco.
Si buttò sulla creatura e iniziò a percuoterla a suon di pugni, finché non tornò ad essere la esile figura di Octavia.
“Che cosa... è successo?” Si chiese l'adolescente poco prima di essere afferrata per il collo dal mortale. I ricordi tornarono come un fulmine a ciel sereno: il cadavere del padre e il mortale... no, il mostro che l'aveva ucciso.
“Perché?” Chiese mentre la presa sul suo collo si stringeva sempre di più e le lacrime rigavano il suo viso.
Il mortale allentò la presa.
“Informazioni, mia cara. Semplici informazioni.” 
“E pensare che all'inizio ti ammiravo, ma in realtà non ti interessa nessun altro a parte te stesso,  a parte il mostro che uccide senza alcun motivo!”
“Mostro? Io? Sei tu quella che si è trasformata in un gufo fiammeggiante e mi ha aggredito.”
“Io... cosa?”
“Non importa.”
Il mortale avvolse il suo rosario scarlatto attorno al collo della ragazza e iniziò a stringere.
“Non posso permettere ad un demone come te di tornare  a vendicarsi, sei troppo pericolosa. E non posso sprecare il mio ultimo proiettile, ma credo che questo rosario sarà sufficiente. Ma sappi una cosa... non desideravo la tua morte.”
La ragazza iniziò a piangere a causa delle ustioni di quarto grado che si stavano formando attorno al collo, ma prima di esalare l'ultimo respiro, sussurrò un'unica parola.
“Mostro...”
Il mortale si sedette vicino al cadavere per riprendere fiato. Si guardò le mani e notò che stavano tremando. Pensò alle ultime parole di Octavia. Era nel torto? Insomma, stava solo uccidendo dei demoni, suo nonno aveva passato la vita ad esorcizzarli, era nel torto anche lui? Certo, Charlie sembrava un demone di buon cuore, persino Vaggie gli aveva salvato la vita contro Velvet, ma c'era qualcosa di sbagliato stavolta. Non era come quando aveva ucciso gli overlord, no. Adesso si sentiva solo come se avesse ucciso un padre e una figlia.
Prese il cellulare e chiamò Cherri Bomb.
“Allora, Frank, vedo che sei sopravvissuto, deduco che il tuo lavoro sia andato bene.”
“Ho dovuto eliminare pure la figlia, ma sono vivo.”
“Hai ucciso pure Octavia??!!” Esclamò Cherri Bomb sbalordita.
“Si... non ho avuto scelta.”
“Cazzo, amico, sua madre e Paimon non la prenderanno bene, ma dubito ti interessi.”
“Infatti non mi interessa...” Replicò il mortale mentre guardava la sua mano tremante.
“Ora ti manca solo la regina e finalmente saprai chi ti vuole morto.”
“Qualche idea su come potrei ucciderla?”
“Beh, potresti prendere in ostaggio sua figlia, con Stolas ha funzionato.”
“Levatelo dalla testa, Charlie è mia amica.”
“Amica? Ti ricordo che vuoi uccidere sua madre, imbecille. Come pensi che reagirebbe se lo scoprisse?”
“E se la uccidessi senza farmi scoprire da Charlie?”
“Se hai un piano, vai dove ti porta il cuore, amico.”
Il mortale attaccò il telefono.
“E così  muore l'erede degli Ars Goetia, hai una predisposizione ad uccidere eredi o sbaglio?” Disse il demone della radio comparendo alle spalle del mortale.
“Non sono stato io ad uccidere Helsa e Seviathan, Alastor.”
“Al contrario, mio caro, sono morti a causa tua. Mai sentito parlare dell'effetto farfalla?”
“Sai troppe cose per un demone che non può uscire da questo girone.”
“Ho i miei agganci.” Replicò il demone della radio aprendo un portale per l'hotel.
Una volta attraversato il portale, il mortale si ritrovò la faccia spazientita di Charlie a pochi centimetri dal viso.
“Frank, dove sei stato? Sono ore che ti cerco!”
La principessa notò le ustioni sul corpo del mortale e cambiò subito espressione.
“Oh mio diavolo, ma sei ferito! Vado a prenderti della pomata, tu resta qui.”
“Sto bene, non ti preoccupare.”
“Baggianate, levati quegli stracci bruciacchiati, ci penso io a te.” Disse la principessa andando a prendere il medicinale. 
Frank sbuffò, si tolse la maglietta e si sedette su un divano, nello stesso istante Charlie tornò con la pomata tra le mani.
“Scommetto che sei andato di nuovo a litigare con qualche demone, almeno ne è valsa la pena?”
Il mortale ricordò il volto disperato di Octavia alla disperata ricerca di aria.
“No... “ Disse con un'espressione vacua, lo sguardo fisso sul vuoto.
“Hai scoperto chi ti vuole morto?”
“Non ancora, ma ci sono vicino.”
La principessa schiaffò la pomata sulla schiena del ragazzo, il quale ringhiò infastidito, ma sopportò il dolore.
“Comunque, mia madre vuole parlarti.”
Il mortale aguzzò l'udito.
“Cosa?!”
“Dice che ha una sorpresa per il mortale che ha salvato sua figlia.”
Frank si alzò di scatto, facendo sobbalzare la principessa.
“Dove si trova in questo momento?”
“L'ho chiamata due ore fa, dovrebbe essere qui a momenti.”
Frank iniziò a pensare: ucciderla davanti a Charlie era fuori questione, probabilmente non sarebbe nemmeno riuscito a premere il grilletto in sua presenza. Avrebbe dovuto dividerle, ma sapeva che ciò non sarebbe bastato. Aveva avuto un assaggio di cosa era capace la regina degli inferi, quindi uno scontro diretto non era tra le opzioni.
Il suono di una macchina interruppe i suoi pensieri.
“Oh, credo sia arrivata.”
Lilith entrò nell'hotel con un sorrisetto sornione tra le labbra.
“Mamma!” Gridò euforicamente Charlie buttandosi a braccia aperte sulla madre.
“Charlotte, che bello rivederti!”
La regina vide il mortale mezzo nudo e coperto parzialmente di pomata.
“Ho interrotto qualcosa?”
“Charlie si stava occupando delle mie ustioni. Vuoi unirti a lei?” Chiese Frank mostrando la schiena alla regina. 
“Oh, cielo, che ti è successo?”
“Ormai non me lo chiedo neanche più, pensa che quando l'ho conosciuto aveva tutti e due gli occhi.” Disse Charlie spalmando la pomata sulla schiena di Frank.
“Non sono qui per questo, ma per fare un dono all'uomo che ha salvato mia figlia.”
Il mortale sbuffò.
“Se in quelle curve non hai un biglietto con su scritto il nome di chi mi vuole morto o di chi vuole morta Charlie, dubito mi interesserà.”
“Frank!” Lo sgridò Charlie
La regina ignorò il commento sulle sue curve e proseguì.
“Charlie me ne ha parlato al telefono, le mie guardie si stanno occupando dei vostri casi, ma sono ad un vicolo cieco.” Spiegò la regina.
“Deludente.”
“Non fare quella faccia delusa, sono sicura che il mio dono ti piacerà.”
“Va bene... Dov'è?” Chiese il mortale spazientito.
“Dovremo prendere la limousine, ma ci arriveremo in dieci minuti.”

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Noiose conseguenze. ***


Frank, Charlie e Lilith erano nella limousine, il primo chiaramente annoiato dal viaggio.
“Come ti stanno i nuovi vestiti?” Chiese Charlie indicando il vestiario del mortale, ovvero una maglia di lana rossa insieme ad un pantalone della tuta.
“Mi stanno bene, grazie. Quanto ci vuole ancora?” Chiese spazientito il mortale.
“Poco, non avere fretta.” Replicò la regina.
Nonostante fosse in presenza del suo ultimo bersaglio, il mortale rimase di una compostezza invidiabile. Non aveva ancora un piano per eliminarla, anzi, in realtà non era neanche sicuro di farcela. Non nascondeva la sua curiosità sul dono della regina, anche se probabilmente sarebbe stato inutile ai suoi fini.
La limousine si fermò davanti ad una specie di magazzino diroccato circondato da demoni in armatura, i quali, non appena notarono la presenza della regina e sua figlia, si inchinarono di fronte a loro.
“Odio quando lo fanno.” Bofonchiò Charlie scendendo dalla limousine, seguita dalla regina e dal mortale.
“Mia regina, principessa, è con gioia che vi informo che la guardia che ha venduto quell'infante al proprietario dell'arena è stata punita.” Disse uno dei demoni in armatura.
Il mortale notò l'anonimità delle loro armature: erano grigie, munite di spallacci placcati in argento, guanti d'arme, elmo con visiera, pesanti calzari di cuoio e una spessa corazza di acciaio con una imbottitura sotto. Sembravano prodotte in serie, dato che ogni guardia era uguale all'altra, non c'erano guardie più piccole o più grosse. 
“Spero per voi che abbia sofferto.” Sibilò la regina con un ringhio rabbioso.
“Come da procedura, mia regina.”
“Molto bene. Charlie, Frank, andiamo dentro.” Ordinò la regina entrando nel magazzino.
Una volta dentro, ciò che vide il mortale lo lasciò a bocca aperta: migliaia, no, milioni di neonati demoniaci dormivano sereni in una sorta di giardino lungo centinaia di chilometri, sembrava non finire mai. Centinaia di donne vestite da suora si prendevano cura degli infanti, facendogli fare il ruttino, nutrendoli e di qualsiasi altra cosa avessero bisogno.
“Non pensavo che all'inferno ci fossero così tante suore...” Commentò il mortale ricordando il suo incontro con Berenice, anche se lei era una cannibale, quindi aveva senso fosse all'inferno.
“Queste suore che vedi erano brave persone in vita, ma ciò non è bastato a risparmiargli la dannazione eterna. Mi aiutano prendendosi cura dei bambini non battezzati che finiscono in questo posto e in cambio le lascio rimanere qui, al sicuro dagli sterminatori o da altri demoni.” Spiegò la regina con un sorriso malinconico sul volto.
“Qui... ma dove siamo esattamente?  Da fuori il magazzino sembrava decisamente più piccolo.”
“Ho creato questa dimensione con i miei poteri, è una riproduzione del giardino dell'eden, sarebbe più grande se mio marito mi avesse aiutato.” Continuò la regina.
“Non immagini quanti bambini muoiono ogni giorno, mia madre fa il possibile per tenerli al sicuro, ma non riusciamo a salvarli tutti. Certe volte gli sterminatori sono più veloci di noi.” Disse Charlie tristemente.
Il mortale continuò a guardarsi intorno, sempre più stupefatto. Gli uccellini cantavano, gli alberi sembravano quelli della terra, mentre i fiori erano in piena fioritura. Sembrava di essere in paradiso, il che era abbastanza ironico dato che erano all'inferno. Ma c'era qualcosa che non andava: perché l'avevano portato qui?
“Non capisco, volete che vi aiuti a occuparvi di questi infanti?” Chiese Frank confuso.
“Charlie mi ha detto che tua figlia è morta durante il parto insieme a tua moglie.” Disse la regina prendendo uno degli infanti dalle braccia di una delle suore e mostrandolo al mortale.
Era una piccola demone dalla pelle rossastra con ali da pipistrello e corna giallastre. I denti erano affilati come rasoi, ma ciò non disturbò il mortale, perché era troppo occupato a specchiarsi sui suoi occhi color smeraldo. Gli stessi occhi di sua moglie.
Frank iniziò a indietreggiare.
“Non può essere...” Sussurrò sudando freddo.
“L'anima si forma durante il sesto mese di gravidanza. Frank Callahan... ti presento tua figlia.” 
Il mortale si inginocchiò a terra.
“Come è possibile?” Chiese con l'occhio spalancato.
“Non capisco, non sei felice di poter conoscere tua figlia?” Chiese Charlie, confusa dalla reazione del suo amico mortale.
Frank era senza parole, paralizzato da un'emozione che non provava da molto tempo: felicità.
La regina si avvicinò al mortale, si sedette vicino a lui e gli passò l'infante.
“Puoi tenerla se vuoi, non morde mica.”
Le mani del mortale iniziarono a tremare una volta entrate in contatto con la morbidissima pelle della creaturina, ma quando gli leccò il pollice, tutta la tensione che aveva accumulato in quei giorni sparì come per magia.
“Così... piccola.” Sussurrò accarezzando il viso di sua figlia.
“Puoi darle un nome se vuoi. Dopotutto sei suo padre.”
Il mortale guardò la regina con un'espressione colma di gratitudine.
“Mia moglie voleva chiamarla Sarah, Sarah Callahan.”
“Sarah, eh? Suona proprio bene.” Disse la regina poggiando la mano sulla spalla del mortale.
Il dubbio assalì la mente dell'umano: perché uccidere una creatura così buona? 
Guardò il volto di sua figlia e la passò ad una delle suore. Sapeva che non poteva portarla a casa con sé, conosceva le regole dell'inferno, ma se avesse ucciso la regina, chi avrebbe protetto lei e gli altri infanti?
Si alzò di colpo, facendo sobbalzare la regina, prese la pistola, allarmando per un attimo le suore presenti, ma ciò che fece dopo colpì non poco Lilith: fece cadere la sua arma e la distrusse calpestandola.
“Charlie, Lilith, vi devo parlare.”
“Cosa succede, Frank?” Chiese Charlie notando la serietà dell'amico.
“Ricordi quando siamo andati da Cherri Bomb? Beh, mi ha proposto un patto.”
“Non avrai mica...” Fece allarmata Charlie.
“No, non ho ceduto la mia anima, anche se ci ha provato. Abbiamo fatto un patto verbale, io avrei dovuto uccidere 6 demoni e lei mi avrebbe detto chi mi vuole morto.”
La principessa cominciò a collegare i punti.
“Quindi gli overlord che hai ucciso...”
“Bersagli da eliminare. Tutto qui.”
“I conti non tornano, hai ucciso solo 3 demoni da quando sei qui.”
“Seviathan era uno dei bersagli, quindi con lui non ho dovuto sporcarmi le mani, mentre Stolas e Octavia.”
“Frank, cosa hai fatto?” Sussurrò Charlie con sgomento.
“Li ho uccisi. Il bersaglio era solo Stolas, ma ho dovuto uccidere pure la figlia.”
“E chi era l'ultimo bersaglio?” Chiese Charlie sull'orlo delle lacrime.
Il mortale non rispose, si limitò a guardare la regina, ma ciò bastò a Charlie.
“Frank...”
Il mortale si prostrò alla regina e alla principessa.
“Vi ringrazio per esservi presi cura di mia figlia, affronterò qualsiasi punizione meriti per la morte di Stolas e Octavia.”
La calorosa risata della regina fu così imponente da svegliare la metà degli infanti presenti in quel giardino.
“Punizione? Qui all'inferno vige la legge del più forte, se sono morti per mano di un mortale, vuol dire che non meritavano il loro titolo.”
“Ma... avevo intenzione di uccidere pure te.”
Una seconda risata svegliò l'altra metà degli infanti.
“Alla fine hai deciso di non farlo e ciò mi rallegra, sarebbe stato triste eliminare colui che ha salvato mia figlia.”
L'ultima frase fece sudare freddo il mortale. Non stava mentendo.
“Alzati.” Ordinò Charlie avvicinandosi a Frank con lo sguardo iracondo.
Frank si alzò e affrontò l'espressione della principessa, la quale sembrava un misto di tristezza e rabbia.
“Per tutto questo tempo non ho fatto altro che aiutarti, persino quando ho scoperto che avevi ucciso quegli overlord, sono rimasta dalla tua parte, ma ora scopro che la nostra amicizia non significava niente per te, volevi solo arrivare a mia madre.”
“Ti sbagli!!!” Gridò Frank afferrando le spalle della principessa. “Charlie, sei il demone più buono che abbia mai incontrato, mi hai dato i tuoi consigli, il tuo denaro, la tua casa e la tua amicizia. Diamine, senza di te sarei morto almeno due volte.”
“Questo non ti da il diritto di uccidere demoni innocenti! Pensi che solo perché siamo demoni meritiamo il nulla? Pensi di poter uccidere chiunque solo perché hai un'anima pura?!”
Il mortale distolse lo sguardo, incapace di affrontare quello di Charlie.
“Aveva 17 anni...” Sussurrò la principessa con gli occhi lucidi.
“Cosa?”
“Octavia aveva solo 17 anni e tu l'hai uccisa.”
“Non ho avuto scel...”
Uno schiaffo della ragazza interruppe la frase del mortale.
“C'è sempre una scelta!!” Gridò a pieni polmoni. “Ma tu hai deciso di farlo nonostante tutto.”
La principessa si asciugò le lacrime e uscì dal giardino di sua madre, il mortale provò  a seguirla, ma lei lo fulminò con lo sguardo. Non voleva essere seguita.
“Non fare caso a mia figlia, a lei non sono mai piaciute le regole dell'inferno. Le passerà.” 
“Lo capisco...” Sussurrò Frank stringendo i pugni. 
“Comunque, c'è qualcosa che non torna, perché un overlord  vuole uccidere dei reali?” Chiese la regina. “Posso capire uccidere gli altri overlord per aumentare la propria influenza, ma ammazzare dei reali non darebbe alcun vantaggio ad un'anima peccatrice.”
“Non ho chiesto i particolari, volevo solo sapere il nome del committente, non mi importava il resto.”
“Hai il numero di questa Cherri?”
“Si...”
“Allora chiamala e dille che mi hai ucciso.”
Il mortale fece un'espressione confusa.
“Cosa hai in mente?”
“Voglio solo sapere perché questo overlord ha puntato dei reali, tutto qui.”
“Non puoi andare da lei e chiederglielo?”
“Beh, sarebbe estremamente facile andare lì ed eliminarla con le mie mani, ma prima voglio sapere cosa ha in mente. Su, chiamala.”
Il mortale prese il cellulare e digitò il numero di Cherri Bomb.
“Frank! Allora, hai delle novità?”
“La regina è morta.”
“Ah... sei stato veloce. Vieni nel mio ufficio e ti dirò chi ti vuole morto.”
“Sarò lì tra poco.”
La regina gli sorrise. 
“Vedi? Facile, no?”
“ Mi servirà la tua limousine.”
“Prendila pure, ma cerca di non ridurre troppo male il mio autista.”
Il mortale uscì dal giardino e si diresse verso la limousine, ma un singhiozzio strozzato  lo fermò un attimo prima che aprisse la portiera. Charlie era sul marciapiede con la fronte sulle ginocchia, in lacrime. Una guardia provò ad avvicinarsi per consolarla, ma un malosguardo della ragazza la convinse che forse non era una buona idea.
Frank si accarezzò la guancia pulsante e sospirò. Per quanto fosse desideroso di conoscere l'identità di chi lo voleva morto, non poteva lasciare la sua amica in quelle condizioni. Si sedette vicino a lei e le mise una mano sulla spalla.
“Se non mi avessi conosciuto, avresti ucciso mia madre?” 
“Probabilmente avrebbe ammazzato lei me.” Replicò lui sghignazzando.
“Capisco...” Sussurrò Charlie.
“Senti... ho fatto molti errori nella mia vita, come uccidere mia moglie e mia figlia.”
“Tua figlia e tua moglie sono morte entrambe durante il parto.”
“Sono stato io a mettere incinta Emma, quindi le ho uccise io...”
“Non hai ucciso nessuno. La tua anima è pura per il Signore.”
“Sai che consolazione, lo stesso tizio che ha mandato milioni di infanti innocenti all'inferno solo perché un prete non gli ha bagnato la fronte.”
“Dove vuoi arrivare?”
“Quello che voglio dire è che conoscerti... non è stato un errore.”
Il mortale fece per andarsene, ma la piccola mano della principessa afferrò la sua.
“Come sta la guancia?” Chiese timidamente.
“Fa un male cane, ma me lo sono meritato.”
“Mi... dispiace.”
“No... sono io che devo scusarmi. Non posso far tornare Octavia e suo padre, ma posso prometterti che non ucciderò più demoni.”
“Davvero?”
Il mortale prese il suo rosario scarlatto, lo stesso rosario che aveva usato per soffocare Octavia,  aprì la bocca e iniziò a masticare.
“Che cazzo fai?” Fece Charlie sbalordita.
“Ti dimostro che non ucciderò più demoni, cazzo, sta roba ha un saporaccio.” Bofonchiò lui masticando voracemente la preziosa reliquia.
La principessa iniziò a ridere talmente tanto che le uscirono le lacrime.
“Eheh, avresti potuto distruggerlo come la pistola.”
“Beh, ,mi sarei risparmiato questo saporaccio.”Disse lui ingoiando con non poco sforzo la reliquia.
La principessa prese dalla tasca una delle sue stelle adesive e la attaccò sulla guancia del mortale.
“Direi che questo tuo gesto vale un punto amicizia. Ti abbraccerei, ma so che...?!!?”
Charlie non si rese neanche conto che le braccia del mortale l'avevano avvolta completamente in un abbraccio.
“Pensavo non ti piacessero gli abbracci...”
“Sei una delle poche eccezioni.” Replicò Frank staccandosi dal corpo della principessa.
“Come farai con il tuo patto verbale?  Se non ucciderai mia madre, non saprai mai chi ti vuole morto.”
“Tua madre si è già inventata un piano per quello. Si fingerà morta, così avrò l'informazione da Cherri. Poi useremo il tempo che mi rimane per scoprire chi vuole morta te.”
“Il tempo che ti rimane?”
Il mortale si rese conto di aver parlato troppo, quindi cambiò argomento.
“Volevo dire, vuoi venire con me?” 
“Va bene...”
La principessa e il mortale presero la limousine e si diressero verso l'ufficio di Cherri Bomb. Durante il viaggio, Charlie pensò intensamente alle ultime parole del mortale. Cosa voleva dire con – Il tempo che mi rimane-?
Una volta arrivati ed aver attraversato la porta fatta di granate dell'ufficio con la dovuta cautela, un proiettile attraversò l'aorta del mortale, che cadde a terra in una pozza di sangue.
Charlie rimase paralizzata per diversi secondi, quando la voce di Cherri Bomb la fece tornare in sé.
“Beccato.”
“Frank!!” Gridò la principessa mettendo la mano sul petto del mortale in un  vano tentativo di fermare l'emorragia.
“Che idiota!” Fece l'overlord tenendo la canna fumante della sua pistola puntata sul corpo di Frank.
“Non solo mi hai portato la principessa degli inferi su un piatto d'argento, ma hai anche ucciso l'unica entità che poteva fermare il mio piano.”
“Tu...” Ringhiò il mortale sputando sangue.
“Rispetterò la mia parte del patto dicendoti che sono io che ho assoldato la I.M.P. Sapevo che avrebbero fallito e sapevo che li avresti seguiti nel portale. Non ero certa che saresti riuscito ad uccidere gli overlord e gli altri demoni , ma ho dovuto ricredermi. Sei perfino riuscito a uccidere la regina, complimenti.”
Un branco di Hellhound armati di lance angeliche circondarono Charlie e Frank.
“Perché?” Chiese la principessa mentre cercava di mantenere sveglio il mortale.
“Perché voglio creare un inferno senza paura, un inferno senza sterminatori da temere, e l'unico modo per farlo è distruggere il paradiso.”
“Vuoi... distruggere il paradiso?”
“Ma che ne può sapere la principessa degli inferi della paura che proviamo ogni anno per colpa degli sterminatori, delle persone che perdiamo, sei sempre stata al sicuro tra le braccia di papino e mammina. Ma ora finisce qui. Non appena Frank morirà dissanguato dentro questa spada, la sua anima verrà assorbita da essa e si unirà alle altre 665 anime pure che sono morte qui dentro.”
“Sapevo che questa spada non era un edificio normale...” Ringhiò Frank mentre cercava in tutti i modi di alzarsi.
“Perspicace. Questa spada è la stessa lama che il pezzo grosso lassù usò per tagliare le ali di Lucifero e bandirlo qui sotto. ”
Il mortale provò a parlare, ma purtroppo stava sanguinando troppo, prima di morire, riuscì a dire solo una cosa.
“Charlie... scappa...”
“Buttatelo insieme agli altri e uccidete la principessa. Non voglio ostacoli.”
Fu in quel momento che qualcosa si ruppe dentro Charlie. Anche nei suoi ultimi istanti, era preoccupato per lei. La terra iniziò a tremare, fiamme infernali iniziarono a circondarla, mentre le lacrime bagnavano il suo viso, uno degli hellhound cercò di avvicinarsi, ma venne ridotto in cenere dopo neanche un passo.
“Cosa succede?” Fece Cherri indietreggiando.
Due ali fatte di fiamme infernali si manifestarono sulla schiena della principessa, i denti diventarono degli aghi acuminati, mentre le corna si facevano sempre più simili a quelle della madre, sembrava che la sua furia avesse preso forma.
“La pagherai!” Ringhiò la principessa creando uno spadone fatto di fiamme infernali nella mano destra.
Cherri fece una smorfia rabbiosa.
“Che state aspettando, idioti?! Ammazzatela!” 
Gli Hellhound indietreggiarono impauriti: non volevano fare la fine del loro collega.
“Branco di codardi!” Ringhiò l'overlord tirando fuori una katana angelica da dietro la scrivania in marmo.
“Ti mostrerò perché sono diventata un overlord, ragazzina!”
Lo spadone della principessa si fece più ardente che mai, pronto a bruciare le carni di quella... puttana.
“Prepararti!”
Cherri si avventò sulla principessa, ma lei deviò facilmente il primo attacco con il suo spadone, per poi colpirla con un pugno che le ruppe un terzo dei denti che aveva nella bocca.
“Ah, brutta stronza!” Sibilò Cherri mentre si teneva la bocca sanguinante.
Un secondo pugno la proiettò fuori dalla finestra e la fece atterrare sul tettuccio di un'auto. La principessa si gettò su di lei dal piano più alto della spada-edificio e caricò un fendente che la ciclope evitò per il rotto della cuffia. 
Il colpo fu devastante: oltre ad aver tagliato in due l'auto, aveva creato una voragine lunga almeno un kilometro. Se Cherri non l'avesse evitato, sarebbe sicuramente morta.
Si rialzò con la schiena dolorante a causa del brusco atterraggio, ma Charlie non aveva finito.
Prese un profondo respiro e sputò un muro di fiamme sulla ciclope, ma lei tagliò le fiamme con la sua fidata katana angelica e le attraversò senza farsi apparentemente nulla.
“Creerò un inferno che non conoscerai mai!” Sibilò con un sorriso soddisfatto la ciclope.
La principessa venne circondata da un'aura omicida: come osava sorridere in quel modo dopo aver ucciso il suo amico? Aveva sempre pensato che tutti meritassero una seconda opportunità, ma ora l'unica cosa che pensava era come far soffrire quella troia. Creò un secondo spadone nella mano sinistra e lo lanciò sulla ciclope, la quale evitò il colpo saltando di lato, ma quella sarebbe stata la sua ultima mossa: Charlie sparì dalla visuale della ciclope, che ci mise poco a rendersi conto che ai suoi piedi si era aperto un portale.
“Oh, cazzo.”
La mano della principessa uscì dal portale e afferrò la gola dell'overlord.
“La tua morte non sarà piacevole!” Ringhiò Charlie sbattendo a terra la ciclope, per poi cominciare a riempirla di pugni.
Mentre veniva fatta una plastica facciale alla sua faccia, l'overlord prese dalla tasca una granata angelica e tolse la sicura.
L'esplosione che seguì  scaraventò Charlie contro la limousine di famiglia, spaventando l'autista, mentre Cherri atterrò di schiena sul marciapiede, ma almeno era riuscita ad allontanarsi dalla furia della principessa.
“Ok, forse ti ho sottovalutata, principessa, ma è un errore che non intendo ripetere!” Ringhiò alzandosi a fatica.
L'overlord prese il telefono e mandò un messaggio ad uno dei suoi scagnozzi.
Fu in quel momento che le fondamenta stesse dell'inferno iniziarono a crollare.
La voragine creata da Charlie iniziò ad allargarsi, un centinaio di mani colossali iniziarono a farsi strada nel girone della superbia, mentre un ghigno soddisfatto decorava il viso della ciclope. Infine, il possessore di quelle mani, un colosso dalla pelle di un grigio innaturale con cento braccia e cinquanta teste, si mostrò. Le teste avevano ognuna un'espressione rabbiosa sul volto e sputavano sprizzi di fiamme dalla bocca.
“Cos'è quello?” Fece la principessa mentre la sua rabbia si trasformava lentamente in paura.
“AHAHAHAHAHA! Charlie.... ti presento Briareo, uno dei centimani.” Disse la ciclope.
L'essere titanico ruggì, un ruggito che sembrava più un pianto che altro, un pianto che fece rabbrividire persino Lucifero in persona.
“Hm, e come hai intenzione di controllare il centimane che rappresenta la forza?” Chiese la regina comparendo alle spalle di Cherri Bomb, facendola sobbalzare.
“Lilith?!?! Tu, viva?”
L'overlord iniziò a sudare freddo: che cazzo stava succedendo? Frank le aveva detto di averla uccisa.
“Non dovresti credere a tutto quello che ti dicono.” Disse la regina con un ghigno sadico sul volto.
Cherri indietreggiò impaurita, non aveva chance di sopravvivenza contro la regina e questo lo sapevano entrambe.
“Oh, non fare quella faccia, ti aspettavi davvero che un umano, per quanto inusualmente forte, potesse uccidermi? Ora guardami mentre faccio fuori Briareo, perché dopo toccherà a te.”
“Mamma!!” Gridò Charlie. “Frank è...”
“Vivo.” Concluse la regina.
“Cosa?!?” Fecero all'unisono la principessa e l'overlord.
“L'anello che tiene al dito si sta già occupando della sua ferita. Non ho idea di dove l'abbia preso, ma è un bastardo fortunato.”
Un sospirò di sollievo uscì dalla bocca della principessa.
“Ora pensiamo a questo colosso.” Ringhiò la regina scricchiolandosi le mani.
Il centimane percepì la presenza della regina e non ci pensò due volte ad attaccarla con tutta la sua possanza, ma Lilith alzò la mano sinistra e respinse l'essere titanico con uno schiocco di dita.
Briareo, nonostante la stazza, fece una capriola all'indietro e atterrò su entrambe le gambe proprio vicino alla spada. La osservò per diversi secondi prima di tentare di estrarla dal terreno con la sua immensa forza.
“Mamma, Frank è ancora lì dentro. Devi fermarlo!!” Gridò Charlie.
La regina scattò in avanti e fece un salto così alto da arrivare ad una delle facce del centimane.
Il colpo che seguì poi distrusse completamente  una delle teste del titano, che mollò la spada e inizio a urlare di dolore. Ma c'era un problema: ora la regina era in aria, ciò voleva dire che non poteva evitare una delle tante mani del centimane, che la afferrò al volo e lanciò nel terreno con una tale brutalità da creare una folata di vento che investì Charlie e l'overlord.
“Mamma!”
“Ahahah...AHAHAHAHAHAHA!” Rise Cherri vittoriosa. “E io che pensavo che il centimane non ce l'avrebbe fatta, ma devo.... ?!?!”
La ciclope spalancò l'occhio quando vide la regina rialzarsi dalla voragine che il centimane aveva creato, un rivolo di sangue le usciva dalla testa, ma sembrava stare bene. Si toccò la fronte e notò di star sanguinando. Sorrise e si leccò la mano sporca di sangue. Quando era stata l'ultima volta che aveva sanguinato? Non se lo ricordava, ma una cosa era certa: si stava divertendo un mondo.
Briareo si accinse a calpestare la formica che aveva osato distruggere una delle sue 50 teste, ma una catena fatta di fiamme infernali gli bloccò il piede un attimo prima che la calpestasse.
Lilith schioccò le dita ed evocò centinaia di catene, che si legarono ad ogni arto del titano, bloccandolo sul posto.
Il pentagramma nel cielo si aprì in due, dando spazio ad una meteora grande più o meno quanto il colosso, che, in un ultimo disperato tentativo di sopravvivere, liberò le sue mani spezzando le catene, afferrò la roccia infuocata e la usò per schiacciare la regina, creando un'onda d'urto talmente violenta che fece crollare un quarto degli edifici della città.




L'impatto tra le due potenze fu sufficiente da svegliare Frank, troppo preoccupato per Charlie per dare peso al dolore al dito. Probabilmente si era giocato altri quattro giorni e ciò voleva dire che gli rimanevano tra le 23 e le 24 ore. Si affacciò alla finestra distrutta e lo vide: un enorme essere che stava attaccando il terreno con tutte le sue forze con una roccia infuocata. Non riuscì a capire cosa stesse attaccando, c'era troppa polvere. Si affrettò ad uscire dall'edificio, sperando che Charlie non fosse stata schiacciata da quell'essere. Dopo essersi guardato intorno, vide la principessa e Cherri che stavano guardando il titano, la seconda con un'espressione vittoriosa sul volto.
“Charlie, che sta succedendo?!?! Cos'è quell'affare?!” Finalmente il mortale notò la trasformazione di   Charlie. “E cosa è successo a te?!”
“Frank!!” Gridò la principessa buttandosi tra le braccia del mortale. “Devi aiutarla!!”
“Aiutare chi?”
“Mamma sta affrontando quel colosso tutta da sola.”
“E cosa ti aspetti che faccia?”
“Non lo so, inventati un piano, ma fa qualcosa, ti prego.”
“Non potete fermare il centimane, niente può.” Disse Cherri.
Il mortale iniziò a pensare.
“Ok, ci basta distrarlo, ma Charlie, dovrai fare la tua parte.”
“Qualsiasi cosa per mia madre.”
Il titano smise di percuotere la regina per riprendere fiato, ormai il sorriso divertito di Lilith era sparito insieme ad una delle sue braccia, ridotta in frantumi dalle numerose percosse di Briareo. 
“Non è ancora... finita.” Ringhiò la regina poco prima che il suo corpo cedesse.
Il colosso si accinse a prendere il corpo esanime della regina, ma un fendente di  Charlie gli tagliò la mano. Mentre Briareo urlava di dolore, Frank si avvicinò alla regina e la prese in spalla.
“Ce la faccio.” Bofonchiò lei.
“Invece no.”
Il mortale iniziò a correre, mentre Charlie distraeva il colosso volandogli attorno come una zanzara, ma Cherri si mise tra lui e l'auto per la fuga.
“Dove credi di andare?” Sibilò lei sguainando la sua katana angelica. “La regina morirà oggi.”
Frank poggiò a terra Lilith e si mise proprio di fronte a lei.
“Dovrai passare sul mio cadavere.”
“Hm, va bene.”
Cherri impiantò la sua katana nel terreno e tirò fuori dalla scollatura del seno due normalissimi pugnali.
“Arrenditi, Cherri, la spada non ha assorbito la mia anima, il tuo piano è fallito.”
“Tu dici? Briareo odia il paradiso quasi quanto me da quando il pezzo grosso lassù l'ha condannato a soffrire in eterno nel settimo girone, probabilmente ha già percepito il potere che giace nella spada, quindi, anche se manca un'anima, dovrebbe essere in grado di distruggerlo.” Sibilò lei lanciandosi sul mortale.
Frank evitò i numerosi fendenti di Cherri e, non appena vide l'occasione, la colpì con un braccio teso sulla gola, che le fece mancare il fiato per diversi secondi. 
Il mortale approfittò del momento per scavalcare la ciclope e prendere la katana che aveva impiantato nel terreno.
“Oh, furbo, sicuro di saperla usare?”
Il mortale puntò la lama sull'overlord.
“Devo usare la parte affilata per colpire.”
Frank iniziò a camminare verso Cherri, l'overlord iniziò a fare lo stesso. I due avversari scattarono in avanti quasi contemporaneamente, entrambi con le armi sguainate. L'impatto fra i due fu così istantaneo che si vide solo una singola scintilla, dopodiché si trovarono entrambi a dare le spalle all'altro.
Il braccio sinistro di Frank cadde, mentre un ghigno sadico compariva tra le labbra di Cherri bomb.
“Anche se mi uccidi, non riuscirai a fermare il centimane.” 
Entrambe le braccia dell'overlord caddero a terra, mentre la sua risata maniacale echeggiava nei sette gironi.
“AHAHAHAHAH!!! Moriranno tutti, ogni singolo angelo lassù pagherà per ciò che ha fatto!!” Gridò cadendo sulle ginocchia.
Il mortale la ignorò e andò a prendere di nuovo la regina, ormai svenuta a causa dei colpi che aveva subito. La portò nella limousine e ordinò all'autista di andare a tavoletta.
Neanche il tempo di girarsi che Charlie le venne lanciata addosso dal centimane, proiettandoli entrambi contro la parete di un grattacielo.
“Charlie, stai bene?” Chiese il mortale sradicandosi dalla parete.
La principessa si rialzò dolorante e tossì del sangue.
“Sto bene. Ma se mamma non ce l'ha fatta, io non posso fare niente.”
Charlie notò il braccio mancante dell'amico.
“Frank... il tuo braccio.”
Il mortale si coprì la ferita sanguinante con la mano.
“Ora non importa, dobbiamo occuparci di quell'affare.”
“Hai un piano?”
Il mortale guardò la sua mano e si ricordò di un dettaglio che riguardava i demoni.
“Se la principessa facesse un patto con un'anima pura, cosa otterrebbe?” Chiese con un ghigno.
La principessa sgranò gli occhi.
“Sei impazzito?! Non puoi fare un patto con me!”
“Posso e voglio, è l'unico modo per salvare il paradiso e le persone a me care che stanno lassù.”
“Hai idea di cosa comporterà? Diventerai un peccatore, e quando morirai finirai all'inferno con me.”
Il mortale indicò il colosso che ora stava cercando di estrarre la spada dal terreno.
“Sei tu che non capisci! Quell'affare ha quasi ucciso tua madre, cosa credi che farà non appena avrà distrutto il paradiso? Si scatenerà qui all'inferno, nessuno sarà  al sicuro, nemmeno mia figlia.”
“Ma...”
“Ma non hai risposto alla mia domanda.” La interruppe Frank. “ Cosa otterresti?”
“Il legame che si forma con un patto tra un demone e un umano è indissolubile, saremo legati per sempre. Certo, otterrei un potere inimmaginabile, ma sei certo di volerlo fare?”
Il mortale tese la mano a Charlie.
“Se devo affidare la mia anima a qualcuno, sono felice che sia l'unico demone con l'anima pura che si trova qui sotto.”
Charlie gli sorrise.
“Va bene... facciamolo.” Disse afferrando la mano del mortale. “Frank Callahan, vuoi cedere la tua anima a me per sconfiggere il centimane?”
Un'aura verdognola circondò i due amici.
“Sarà un piacere.”
L'aura verdognola sparì di colpo con un risucchiò sordo, al che Frank si chiese se avesse funzionato.
Ma la luce che vide negli occhi della principessa gli tolse ogni dubbio.
“Non ti deluderò, Frank.” Sussurrò Charlie spiccando il volo circondata da fiamme infernali.
“So che non lo farai.” Disse il mortale cadendo sulle ginocchia: aveva perso troppo sangue e il suo corpo non ce la faceva più. 
Il centimane estrasse finalmente la spada dal terreno e si preparò a lanciarla contro il paradiso, quando un calcio a piedi uniti della principessa gli trapassò il torace da parte a parte, creando un buco  grande quanto un campo da calcio. 
Briareo sputò sangue dalle numerose bocche e ringhiò rabbioso, mentre Charlie lo guardava dall'alto in basso.
Lo spadone nella mano destra della principessa iniziò ad ingrandirsi, diventando di una tale stazza da essere paragonabile alla spada del centimane, che, nonostante il buco nel petto, attaccò la principessa con un fendente verticale, ma Charlie parò l'attacco e lo rispedì al mittente, mentre una colossale sfera di fuoco si creava nella sua mano sinistra.
“Ora. Brucia.”
La principessa assimilò la sfera di fuoco e si buttò nella ferita del colosso, il quale iniziò a bruciare dall'interno.
“PROMINENCE BUUUUUUUURN!!” Gridò Charlie mentre liberava le fiamme dentro il corpo di quel mostro, riducendolo ad un enorme cumulo di cenere e pelle morta.
La principessa atterrò vicino a quello che rimaneva del centimane, annullò la sua trasformazione  e riprese fiato. Era finita. 
Tornò da Frank per dargli la bella notizia, ma quando vide il suo corpo a terra si allarmò.
“Frank!”
Charlie corse verso il corpo esanime del mortale e si inginocchiò accanto a lui.
“Charlie... ce l'hai fatta.” Sussurrrò con voce flebile il mortale. 
La principessa non rispose, stava trattenendo le lacrime.
“Su, su, non fare quella faccia, tanto tornerò come anima dannata.”
“Ma Frank, vivrai nella paura degli sterminatori, non voglio che tu soffra ulteriormente.”
“Sono sicuro che mi troverò bene.”
Il mortale le sorrise e, lentamente, chiuse l'occhio, per poi smettere di respirare. Definitivamente.
“E così muore una delle mie principali fonti di intrattenimento.” Sibilò Alastor comparendo alle spalle della principessa. “Vogliamo seppellirlo insieme, cara Charlie?”  
La futura regina afferrò il collo di Alastor e iniziò a stringere con forza.
“Lui non era una fonte di intrattenimento, era mio amico, e non permetterò ad un demone che pensa solo a se stesso di mancargli di rispetto.” Ringhiò mentre sprizzi di fiamme infernali le uscivano dalla bocca.
Alastor cercò di dire qualcosa, ma la presa che la principessa aveva sulla sua trachea era troppo stretta, quindi si limitò ad annuire nella speranza che lo mollasse.
Charlie sbuffò e mollò la presa.
“Sparisci e lasciami sola.” Ordinò.
“Certamente, principessa.” Disse Alastor facendo un inchino.
“No, no, no, non può essere!” Ringhìo Cherri sbattendo la testa sul  terreno per la frustrazione. 
“Tutto il mio lavoro... distrutto da una principessa e un misero mortale.”
Charlie sentì le parole dell'overlord, quindi abbandonò il corpo del mortale, prese la katana angelica da terra e iniziò a camminare verso Cherri Bomb.
“Fa pure.” Sussurrò lei iniziando a piangere copiosamente. “ Tanto siamo comunque tutti morti.”
La principessa alzò un sopracciglio.
“Cosa vuoi dire, Cherri?”
Fu in quel momento che uno sterminatore atterrò proprio accanto all'overlord e la impalò seduta stante.
“Cosa ci fai tu qui?” Chiese Charlie indietreggiando.
Lo sterminatore ignorò la domanda e si avventò sulla principessa, ma un'auto lo investì un attimo prima che le loro lame collidessero.
“Charlie, dobbiamo andare. ORA!” Gridò Vaggie prendendo la compagna per il polso e facendola salire sull'auto.
“Vaggie, che cosa succede?”
Vaggie premette sull'acceleratore, mentre lo sterminatore si rialzava senza neanche un graffio.
“Non lo so, ma gli angeli stanno arrivando.”
“Ma lo sterminio annuale è ancora lontano.”
“Lo so, per questo è strano, dov'è Frank?”
La principessa abbassò lo sguardo.
“Non ce l'ha fatta...”
“Cosa?!?!” Gridò Angel dal sedile passeggero. “Che palle, non ho neanche avuto l'opportunità di scoparmelo.”
Un secondo sterminatore atterrò sul cofano dell'auto di Vaggie con l'intenzione di fare fuori la principessa e tutti i demoni presenti, ma a dargli benvenuto fu solo un caricatore di mitragliatrice di Angel, che lo fece cadere in strada.
“Quindi mi stai dicendo che l'unica creatura che conoscevamo capace di far fuori definitivamente questi cosi è morta? La mia solita fortuna!” Ringhiò Vaggie investendo altri tre sterminatori con una derapata. 



“Ora: sconosciuta. Luogo: sconosciuto.”


Frank si svegliò su un letto estremamente soffice, lo tastò con la mano sinistra e notò con sorpresa di avere di nuovo il braccio. Anche il suo abbigliamento era cambiato: ora indossava una veste bianca con dei calzini del medesimo colore.
Si guardò intorno: era in una lussuosa  camera da letto completamente bianca, dove, al centro della stanza, si trovava un'entità descritta solo nella bibbia. Aveva due enormi ali di angelo, i capelli biondi e un volto stupendo, quasi femminile. Il suo sguardo, benevolo come pochi, nascondeva una certa malizia. Almeno questa fu l'impressione del mortale.
“Ben svegliato, io sono Gabriele e sarò la tua guida. Spero che il nuovo occhio e il braccio siano di tuo gradimento.”
Il mortale si tastò la faccia e si rese finalmente conto di avere entrambi gli occhi.
“Dove sono?” Chiese spaesato.
“Sei in paradiso.”
“Ah... ok. Perché?”
“Prima del tuo patto con Charlie, la tua anima era tra le più pure del mondo terreno, quindi abbiamo reciso il contratto che hai fatto con lei nel momento della tua morte. Parzialmente almeno.”
“Parzialmente?”
L'angelo pensò un attimo per trovare le parole che avrebbero dovuto spiegare la situazione al mortale.
“Vedila in questo modo: ora l'anima tua e quella della principessa sono legate da un nodo, noi l'abbiamo semplicemente allentato un poco. Purtroppo i patti tra demoni e umani sono una bella gatta da pelare pure per noi.”
“Ci saranno effetti collaterali?”
“Si, ma niente di preoccupante.”
“Continuo a non capire, non dovrei essere all'inferno?”
“Si e no, se avessi fatto un patto per ottenere potere e fama saresti rimasto all'inferno, ma hai usato il tuo patto per proteggere il paradiso e noi questo non lo dimenticheremo.”
“Io ho dovuto solo stringere una mano, il grosso del lavoro l'ha fatto la principessa.”
“Vero. Ma tu sapevi a cosa andavi incontro, e nonostante questo hai comunque fatto quel patto, e poi... un angelo in particolare ti voleva qui.”
Gli occhi di Frank brillarono.
“Vuoi dire che lei?”
“Si, è qui.”
Frank scattò fuori dalla stanza in cerca della sua amata, ma sbatté contro una donna dalla chioma argentata, facendola cadere a terra con un sonoro tonfo insieme alla zuppa che stava trasportando.
“Oh, scusa, ti ho fatto...?!”
Il mortale si specchiò sugli occhi color smeraldo della donna e la riconobbe.
“Emma?”
“Cavolo, Frank, stavo venendo a portarti la cena , sei il solito combina guai.”
Frank sollevò la donna da terra e iniziò a strofinare la barba sulla sua guancia.
“Sono così felice di vederti!”
“Si, anch'io.”
“Ho incontrato nostra figlia durante la mia gita all'inferno.”
L'espressione di Emma si incupì.
“Io non ho una figlia.”
Frank indietreggiò confuso.
“Cosa?”
“Mia figlia ormai è solo un demone che deve essere distrutto.”
“Non puoi pensarlo sul serio.”
“Tanto morirà con gli altri durante l'epurazione. Vado a prenderti un'altra zuppa.”
Il mortale la guardò allontanarsi con un'espressione turbata.
“Epurazione?” Sussurrò preoccupato.
“Vedo che hai rincontrato tua moglie, è andata bene?” Chiese Gabriele uscendo dalla stanza.
“Non come mi aspettavo, ma mi ha parlato di un'epurazione. Di che si tratta?”
“Ah, la semplice distruzione di tutta la feccia che vive all'inferno, compreso Lucifero in persona insieme a quella troia di sua figlia.”
Il mortale strinse i pugni, trattenendo a stento la rabbia per come aveva chiamato Charlie, ma rimase composto: doveva sapere di più su questa epurazione.
“E come procederete?”
“Sai perché esiste lo sterminio annuale?”
“No, perché?”
“Esiste per impedire ai demoni di superare di numero noi angeli. Come ben sai, poche anime finiscono in paradiso e ancora meno diventano angeli, per questo ci tuteliamo in questo modo.”
“E cosa succederà agli umani peccatori? Dove finiranno una volta morti?”
“Verranno cancellati seduta stante.”
Il mortale digrignò i denti: ora ne aveva abbastanza. Afferrò il collo dell'angelo e lo sbatté al muro con tutta la sua forza. 
“Dimmi come fermo questa epurazione oppure ti spiumo le ali.”
“Vorresti sfidare il volere del Signore?”
“Se il suo volere è uccidere mia figlia e i miei amici allora si.”
“Molto bene.” 
Un'onda di luce sacra respinse indietro il mortale, liberando Gabriele.
“Sapevo che eri stato corrotto dalla feccia demoniaca, ma tua moglie aveva insistito. Pensavo fossi salvabile, ma purtroppo non capisci che i demoni sono tutti...?!?!?”
Un pugno di Frank frantumò completamente il naso di Gabriele, facendogli perdere i sensi in pochi attimi.
“Cavolo, l'ho colpito troppo forte.”
Il mortale si guardò intorno. Sembrava non esserci nessuno, quindi prese il corpo svenuto dell'angelo, lo trascinò nella sua stanza e lo legò con le lenzuola del  letto, dopodiché prese un secchio di acqua fredda dal bagno e glielo butto addosso, svegliandolo.
“Tu... pagherai per questa umiliazione.” Ringhiò l'angelo con la bocca sporca di sangue.
“Basta ciance, come fermo l'epurazione? E non costringermi a torturarti.”
“Ti rendi conto di ciò che stai facendo? Ti stai inimicando tutto il paradiso per della feccia infer...AAAAAAAAAAAAHHHHHHHH.”
Frank aveva spezzato una delle dita dell'angelo.
“Ho ancora nove dita.”
“Va bene, va bene, parlerò.”
“Ti ascolto.”
“Il macchinario che produce gli sterminatori si trova a sud da qui, a circa cento metri. Se lo distruggi, l'epurazione non sarà più possibile.”
“Grazie!”
Frank uscì dalla stanza e si diresse verso il luogo indicatogli, lasciando Gabriele legato come un salame.
“Aspetta, non mi sleghi?!”
Il mortale tornò indietro, si tolse un calzino e glielo infilò in bocca, dopodiché uscì e chiuse a chiave la porta della stanza.
“Dafffnato basardo!!” Bofonchiò Gabriele.
Mentre si dirigeva verso la stanza di produzione degli sterminatori, il mortale poté dare un'occhiata in giro. Il paradiso era... paradisiaco: piccoli cherubini giocavano in un parco giochi placcato d'oro, diverse anime pure si godevano un pranzo su un tavolo fatto di nuvole, un cucciolo di cane gli si avvicinò con una stecca di zucchero filato in bocca, mentre diversi arcobaleni facevano da sfondo a quello spettacolo. 
Frank si fermò davanti alla stanza col cartello con su scritto -Vietato entrare- ed... entrò.
Ciò che vide gli fece cadere la mascella: una colossale catena di montaggio fatta apposta per creare gli angeli sterminatori, ma, a differenza degli sterminatori che aveva incontrato, questi sembravano privi di qualsivoglia segno di vita, come se fossero... spenti. Venivano lanciati alla fine del nastro trasportatore in una sorta di buco da cui si vedeva l'inferno. 
Il mortale iniziò a cercare un pulsante, una leva, qualsiasi cosa, ma sembrava non esserci niente di tutto ciò.
“Non puoi fermare l'epurazione.” Disse Emma entrando nella stanza con una zuppa tra le mani. “Ti consiglio di mangiare qualcosa.”
“Non cercare di fermarmi, Emma.” Ringhiò il mortale mettendosi in guardia.
“Sai, ti ho osservato per molto tempo da quando sono morta. All'inizio ero felice che stessi uccidendo dei demoni, dopotutto quella feccia merita il nulla, ma ti ho visto anche provare sensi di colpa. Quando hai ucciso quella giovane demone, è lì che hai cominciato a deludermi.”
Emma poggiò la zuppa su un tavolino e iniziò a girare intorno al mortale in modo provocatorio.
“E quando hai visto quegli infanti? Tu non capisci che un demone rimane tale anche da infante, sono esseri malvagi e devono essere distrutti.”
“E che mi dici di Charlie? Di nostra  figlia? Della regina?! Le loro gesta non sono affatto malvagie.”
“La principessa crede che esista un modo per redimere i peccatori, ma ti dirò... la trovo un'idea stupida. Perché redimere quando puoi eliminare completamente?”
Il mortale iniziò a indietreggiare.
“Non deve finire così. Puoi ancora vivere in pace qui con me, in paradiso. Perché sacrificare la pace eterna per un branco di demoni?”
Il mortale ci pensò per qualche secondo.
“Sai, prima di arrivare qui ho messo sottosopra l'inferno per avere risposte.”
“Ne sono consapevole, ho visto tutto da qui.”
“Quindi...” Un ghigno divertito decorò il volto del mortale. “...Perché non mettere sottosopra pure il paradiso?”
“E se questa tua scelta portasse alla fine del genere umano e dei tuoi amici demoni?”
L'espressione del mortale divenne seria.
“Di che stai parlando?”
Emma sghignazzò.
“Parlo del piano B. Se l'epurazione non andrà a buon fine, Gabriele suonerà la tromba del giorno del giudizio e così condannerà tutto il genere umano.”
“Che c'entrano gli umani con questo?”
“Pensaci bene. Niente umani vuol dire niente peccatori. Comunque, il pulsante per disattivare permanentemente gli sterminatori si trova nell'ufficio dell'angelo Adam, il capo degli sterminatori. Si trova nella porta accanto. Buona fortuna.”
“Non hai intenzione di fermarmi?”
“Per quanto odi ogni genere demoniaco, conosco bene mio marito. So che non cambierai idea e i miei sentimenti nei tuoi confronti mi impediscono di farti del male, ti chiedo solo una cosa.”
Emma poggiò la mano sul petto del mortale.
“Non morire di nuovo.”
Frank prese la mano della moglie e la baciò.
“Non lo farò...” 
Il mortale uscì dalla catena di montaggio, mentre lo sguardo preoccupato della moglie lo seguiva lesto.
“Le tue scelte avranno catastrofiche conseguenze, caro marito.”
Frank provò a bussare alla porta di Adam, ma una voce stridula e irritante lo fermò.
“Entra pure.” Disse la voce.
La porta si aprì da sola, mettendo in allerta il mortale.
“Devo dire che è stato divertente vedere la mia ex venir ridotta in quello stato dal centimane, peccato che sia sopravvissuta... anche se devo ringraziare te per questo.”
L'angelo che era di fronte al mortale era molto simile agli sterminatori, ma era più peculiare: indossava una giacca bianca, sulla punta delle corna aveva degli ornamenti dorati, mentre le sue ali erano del medesimo colore degli ornamenti, la sua aureola, dorata anche questa, non aveva la gemma rossa che distingueva gli altri sterminatori.
“Ex?” Chiese confuso Frank.
L'angelo tirò fuori una chitarra dorata e la puntò sul mortale.
“Io sono Adam, capo degli sterminatori e ammazza demoni per eccellenza.” Adam iniziò a strimpellare la sua chitarra. “ Ho sentito che vuoi fermare l'epurazione, ma ti chiedo... cosa speri di fare tu, un umano, contro il volere del nostro capo?”
“Dimmi dov'è il pulsante e nessuno si farà male.”
“Intendi questo?” Disse Adam tirando fuori dalla giacca un telecomando con un pulsante giallastro. “Purtroppo il mio lavoro non lo permette.”
Il capo degli sterminatori scattò in avanti, afferrò il collo del mortale e lo colpì sui reni con la punta della sua chitarra, spingendolo contro una delle pareti dell'ufficio.
“Pensavi che sarebbe stato facile come quelli che hai ammazzato all'inferno?” Lo schernì Adam  strimpellando nuovamente la sua chitarra.
Il mortale sputò sangue e ringhiò rabbioso. Il bastardo era più forte di quanto sembrasse. Si rialzò dolorante e impiantò il suo piede destro nel terreno per darsi la spinta, ma Adam gli afferrò la testa e la sbatté sul pavimento fino a ridurre il suo viso ad una polpa sanguinolenta.
“Beh, è stato breve ma intenso, qualche ultima parola?” Sibilò l'angelo trasformando la sua chitarra in una sorta di mannaia dentata.
“Solo una...” Disse il mortale mostrando nella mano destra il telecomando che avrebbe fermato gli sterminatori.
“Fregato!”
Adam non ebbe neanche il tempo di chiedersi come avesse fatto a prenderlo, perché Frank premette il pulsante di disattivazione.





“Girone della superbia, Pentagram City, 5 minuti prima della disattivazione.”




Un demone con un vestito bianco,  un cappello a cilindro del medesimo colore e uno scettro con il pinnacolo a forma di mela era circondato dai cadaveri di vari sterminatori, un ghigno divertito decorava il suo volto.
“Quindi è questo che temono i miei sudditi. Le luride truppe di un leader che non vuole sporcarsi le mani.”
Il demone prese una lancia angelica da uno dei cadaveri e iniziò a stuzzicarsi i denti con essa.
“Devo considerare questo un vero e proprio  atto di guerra, non ho ragione... padre?”
Charlie, Vaggie, Angel e il resto dello staff dell'hotel si erano sigillati nella stanza della principessa, ma gli sterminatori continuavano a picchiare la porta, non avrebbe retto ancora per molto.
“Siamo fottuti!” Gridò Angel Dust mentre metteva una scrivania davanti alla porta per rallentare gli angeli.
“Sta zitto, sta zitto, sto cercando di pensare!” Lo sgridò Vaggie strappandosi i capelli per lo stress.
“Se ci fosse Frank ci avrebbe aiutati...” Disse tristemente Charlie trattenendo le lacrime.
Vaggie afferrò la faccia della compagna e la guardò dritta negli occhi.
“Charlie, mi dispiace che il tuo amico sia morto, ma adesso dobbiamo pensare a sopravvivere, ci serve un piano.”
La principessa iniziò a piangere.
“Frank aveva sempre un piano.”
Uno degli sterminatori fece il giro dell'edificio ed entrò nella stanza attraverso la finestra,  Vaggie si mise davanti alla sua compagna con fare protettivo e chiuse l'occhio, consapevole che sarebbe morta a breve, ma almeno l'avrebbe fatto proteggendo chi ama.
Fu in quel momento che lo sterminatore smise di muoversi, quasi come se fosse stato spento da qualcosa. 
“Questa non è la parte dove ci ammazza tutti?” Chiese Husk bevendo il suo alcol scadente.
Angel Dust punzecchiò lo sterminatore con la sua mazza da baseball, ma questo non si mosse di un millimetro.
“Ehm... è morto?” Si chiese il demone ragno.
La principessa si affacciò alla finestra e notò con stupore che tutti gli sterminatori  attorno all'hotel erano fermi come statue.
“Ragazzi... credo che siamo salvi.”
“Non capisco... che è successo?” Chiese Vaggie.
“Frank...” Sussurrò la principessa sentendo uno strano calore nel petto. “Non ho idea di come abbia fatto, ma credo sia finito in paradiso nonostante il nostro patto.”
“Calmati, zuccherino, di che patto stai parlando?” Chiese Angel.
“Ho fatto un patto con lui prima che morisse per sconfiggere il centimane.”
“Hai fatto cosa?!  Per sconfiggere che!?” Fece allarmata Vaggie.
La principessa sorrise alla fidanzata.
“Credetemi, è l'unica spiegazione possibile. Quello scemo ci ha salvato di nuovo.”
“Se è davvero così... cosa sta succedendo in paradiso in questo momento?” Chiese Niffty.
La principessa posò lo sguardo sul paradiso.
“Qualsiasi cosa stia succedendo, possiamo solo sperare che stia bene.”



“Nel frattempo, in paradiso, nell'ufficio di Adam.”


“Lurido figlio di puttana, mangia sterco di seconda categoria, merda secca calpestata da una mandria di porci, hai idea di ciò che hai fatto?” Fece adirato Adam agitando la sua chitarra-mannaia.
Il mortale, nonostante le ferite, sorrise.
“Ho salvato i miei amici e degli infanti innocenti, quindi fottiti.”
Adam alzò la sua mannaia al cielo, pronto a farla cadere sulla faccia di quell'idiota.
“Spero che il nulla sia di tuo gradimento, perché è lì che finirai.”
Prima che potesse dare il colpo di grazia a Frank, una mano bloccò la sua mannaia tra l'indice e il medio.
“Sembra che mio nipote ti stia causando problemi, Adam.”
La voce che aveva appena parlato era rauca e imponente e apparteneva ad un uomo di una sessantina di anni ricoperto di cicatrici. Le sue ali, nere come la pece, andavano in netto contrasto con i suoi capelli bianchi.
Una vena pulsante comparì sulla tempia di Adam.
“Arthur Callahan, sto solo facendo il mio lavoro.”
“Il tuo lavoro consiste nell'uccidere demoni, nient'altro.”
“Quindi mi stai dicendo che dovrei risparmiare colui che ha ostacolato il nostro piano?”
“Non te lo sto dicendo... te lo sto ordinando.”
L'espressione sul viso di Adam divenne un misto di frustrazione e rabbia, ma non poteva andare contro i suoi superiori, non era un arcangelo... non ancora.
“Va bene, tanto abbiamo ancora il piano B.”
Adam uscì dal suo ufficio, mentre Arthur si inginocchiò vicino al nipote per assicurarsi che fosse cosciente.
“Grazie per l'aiuto, nonno.”
Arthur sorrise al nipote.
“Vedo che non sei sorpreso di vedermi.”
“Beh, ho visto così tante cose che sinceramente me lo aspettavo fossi qui. Oh, merda, credo mi abbia rotto la faccia.”
“Hai appena affrontato il capo degli sterminatori, cosa ti aspettavi?”
“Sinceramente? Me lo aspettavo debole come quelli che ho eliminato all'inferno, ma sono felice di rivederti.”
“Riesci ad alzarti?”
Frank si alzò a fatica e si rese presto conto che alzarsi dopo aver ricevuto un pestaggio del genere non era stata la migliore delle idee, infatti cadde tra le braccia del nonno dopo pochi secondi.
“Ok,  direi di no...” Disse con un sorriso sporco di sangue.
Arthur sospirò rassegnato, prese in spalla il nipote e iniziò a correre: doveva portarlo via da lì il prima possibile.
“Dove mi stai portando?” Chiese Frank confuso.
“Credi di poter stare qui dopo che hai causato così tanti problemi? Ti sto portando via da qui!”
“No!” Gridò Frank iniziando ad agitarsi sulla spalla del nonno. “ Devo fermare il piano B!”
“Impossibile. Il giorno del giudizio deve succedere, hai solo anticipato il tutto di un centinaio di anni.”
“Merda...” Imprecò Frank.
“Vuoi fermarlo? Dovrai farlo  dalla terra.”
“Che vuoi dire, nonno?”
“Non appena atterrerai sulla terra, cerca i quattro cuori, solo così potrai fermare l'apocalisse.”
“Nonno, non capisco, non sono già morto?”
“Presto capirai.”
I due arrivarono in un enorme ascensore placcato d'oro, dove una voce robotica gli diede il benvenuto.
“Benvenuti alla vostra prima reincarnazione, spero che il vostro viaggio nel mondo terreno sia privo di demoni e di peccato come la vostra precedente vita, selezionare quali benedizioni aggiungere alla vostra nuova vita.”
Arthur buttò il nipote all'interno dell'ascensore, si avvicinò al pannello di controllo esterno, premette un paio di pulsanti e lo distrusse con un calcio, sovraccaricando il macchinario.
“Attenzione, attenzione, troppe benedizioni scelte, rischio di morte imminente.”
“Nonno, che diavolo fai?” Chiese il giovane Callahan dall'interno del macchinario, ancora impossibilitato dal rialzarsi.
“Ti salvo la vita.”
“Io ho appena sentito rischio di morte!”
“Sopravvivrai, il tuo corpo reggerà, ne sono cer...!?”
Una spada perforò il torace dell'arcangelo.
“Oh, Arthur, sei una delusione...” Ringhiò Gabriele estraendo la sua spada dal torace di Arthur, che cadde in ginocchio con un ringhio rabbioso.
“Nonno!!” Gridò Frank preoccupato.
“Capo, ha distrutto il pannello, non posso fermare la sua reincarnazione!”Disse un cherubino mentre tentava di riparare il pannello distrutto da Arthur.
“Lascia che si reincarni...”Fece Gabriele con un ghigno sadico. “Tanto non importa che benedizioni avrà , morirà insieme agli altri umani, e saranno proprio i suoi amici demoni a farlo fuori. Pagherà per avermi rotto il naso.”
L'angelo prese in mano la sua tromba, la stessa tromba che, secondo la leggenda, avrebbe fatto iniziare l'apocalisse, e la suonò.
“Che i figli degli inferi divorino i peccatori, siano dannati loro, i loro figli e i figli dei loro figli.”





“Nota del tizio che scrive”
Hola, Adam è canonico ed esiste davvero nell'universo di hazbin hotel. Per quanto riguarda il suo rapporto con Lilith. Partiamo dal racconto biblico di Adamo ed Eva. Dio creò Adamo dalla terra e gli infuse la vita con il suo soffio vitale, poi creò Eva estraendo una costola del primo umano, dopodiché essi mangiarono i frutti dell'albero proibito a causa del serpente, acquisendo la consapevolezza di essere nudi, cosa di cui prima non sentivano vergogna. Questa fu la prova agli occhi di Dio che avevano trasgredito il suo divieto, così li cacciò dal paradiso terrestre. Tornando al rapporto tra Lilith e Adam, nel folclore ebraico, alcuni cabalisti crearono un racconto satirico, che, attenzione, non c'entra nulla con la bibbia, chiamato l'alfabeto di Ben Sira.
Questo testo mitologico scritto nel medioevo immagina che prima di Eva, Adamo avesse avuto una prima moglie, ovvero Lilith, creata anch'essa dalla terra.
Secondo questo racconto Lilith sarebbe stata in perenne contrasto col marito perché si rifiutava di obbedirgli e di essergli sottomessa. 
Scappata dal paradiso terrestre, avrebbe preferito vivere con i demoni piuttosto che tornare con Adamo. E secondo questa teoria Adam è l'ex di Lilith. 
Ovviamente mi è piaciuta l'idea di un ex rancoroso, quindi l'ho aggiunta nella mia storia. Alla prossima! E si, ho citato un anime con la mossa di Charlie.
PS: Briareo fa parte della mitologia greca, ho un po' unito le mitologie qui, spero vi sia piaciuto.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Una noiosa apocalisse ***


“L'avete sentito anche voi?” Chiese Charlie.
“Sembrava una... tromba?” Disse Angel.
“Ragazzi, non so voi, ma io non mi sento molto bene...” Aggiunse Vaggie con una smorfia di dolore.
Non riusciva a parlare e iniziò a sentire un dolore lancinante allo stomaco. Si inginocchiò a terra e vomitò una quantità ingente di sangue.
“Vaggie!!” Fece Charlie preoccupata.
“Indietro!!” Gridò la demone mentre urlava in agonia.
Le sue mani iniziarono a trasformarsi in artigli affilati, le ossa e i muscoli cominciarono ad ingrandirsi in modo innaturale, mentre dei versi aberranti cominciavano ad uscirle dalla bocca.
“Vaggie?”
La demone iniziò a camminare su quattro zampe e si buttò dalla finestra del terzo piano, per poi correre verso il centro della città.
Charlie seguì la sua amata con lo sguardo, ma quando mise i suoi occhi sulla città, non poté fare a meno di sussultare: migliaia di portali si erano aperti in ogni angolo della città, mentre i suoi sudditi erano tutti diventati delle bestie assetate di sangue.
Ciò che non sapeva era che negli altri gironi la situazione non era differente: ogni singolo demone che aveva udito quella tromba, dal più piccolo degli imp al più imponente dei demoni, era diventato un mostro privo di senno.
“Charlie, la tua bocca...” Disse Angel poco prima di vomitare sangue e iniziare la sua metamorfosi.
La principessa si tastò le labbra e notò con orrore di star perdendo sangue. Presto sarebbe arrivato il suo turno.




Poche ore dopo, una demone dalla pelle di un grigiore innaturale si alzava dal suo giaciglio. Si tolse i tappi in silicone dalle orecchie, che indossava per lo più per evitare di sentire le lamentele dei vicini, o almeno quelli con abbastanza coraggio da avvicinarsi ad una centrale nucleare su gambe.
Sospirò.
Se ne sarebbero sicuramente pentiti dopo un po' di tempo.
Uscì dal suo appartamento, non prima di vestirsi con ciò che rimaneva della sua vecchia divisa e pulirsi i capelli dagli insetti morti, e vide un foglio appeso alla porta, che dall'aspetto sembrava un avviso di sfratto.
“Maledizione!” Imprecò a bassa voce.
Da quando aveva fallito quel lavoro per Vox, non aveva trovato uno straccio di impiego, l'unica consolazione era che il mortale sarebbe sicuramente morto a causa dell'avvelenamento.
Il pensiero le fece piegare le labbra in un mezzo sorriso.
Fece un sospiro rassegnato e bruciò l'avviso di sfratto con il calore del suo corpo, dopodiché si diresse verso la sala da pranzo del suo appartamento.
Non appena arrivò nel luogo dove avrebbe fatto colazione, si guardò in giro. La sala era vuota, il che era sorprendente, dato che solitamente a quell'ora il suo vicino pranzava. Decise di non dargli troppo peso, insomma, meglio per lei, no? Avrebbe fatto colazione (Alle due del pomeriggio) in santa pace, per una volta.
Prese il suo yogurt con i cereali e iniziò a mangiarlo voracemente, dopotutto non aveva scelta, dato che la condizione del suo corpo avrebbe reso il cibo immangiabile in poco tempo.
Una volta finito di mangiare, decise di uscire per cercare un lavoretto, l'affitto non si pagava da solo.
Fu nell'esatto momento in cui mise piede in strada che li notò: migliaia di portali aperti, come se un overlord si fosse divertito ad aprirli in stato di ubriachezza. Si avvicinò ad uno di essi e intravide la torre di Pisa, si mise accanto ad un altro e vide Parigi.
La donna per un singolo attimo fu tentata di attraversarlo uno, ma conosceva le regole: solo i demoni nati all'inferno potevano andare sulla terra, mentre i demoni peccatori come lei erano bloccati nel girone della superbia in attesa di farsi ammazzare da qualche sterminatore.
Non appena girò lo sguardo per andare al Lusten, vide il corpo di uno sterminatore a terra, privo di vita, e la cosa la allarmò non poco: che ci faceva uno sterminatore vicino al suo appartamento? La pulizia annuale era ancora lontana dopotutto.
C'era qualcosa che non andava, se lo sentiva.
Ora che ci pensava, non vedeva un demone da quando si era svegliata, il che era strano, di solito incontrava almeno due barboni, ma le strade erano più vuote delle sue tasche. O almeno, così credeva.
Una figura vestita di bianco si manifestò in fondo alla strada, il suo sorriso fece scendere un brivido freddo nella schiena di Mihaela.
“Oh, vedo che a qualcuno è rimasto il senno, che piacevole sorpresa.”
Le gambe della demone radioattiva iniziarono a tremare, il suo respiro si fece pesante, mentre cercava in tutti i modi di capire cosa ci faceva lui qui. Il suo corpo iniziò a produrre un calore così intenso che il marciapiede sotto i suoi piedi cominciò a sciogliersi, doveva calmarsi, altrimenti sarebbe affondata nel magma, ma il terrore non era un'emozione facilmente controllabile, soprattutto quando Lucifero in persona era davanti a te.
“Hai la faccia di una persona che si è appena svegliata, cara. Qual è il tuo nome?” Chiese Lucifero avvicinandosi alla demone radioattiva e poggiando la sua mano sul suo capo, ignorando completamente il calore che emanava, quasi come se non ne risentisse affatto.
“Mihaela... Mihaela Funar.” Replicò la demone radioattiva.
“Oh, ma che bellissimo nome, paperella?” Disse il re degli inferi passando una paperella di gomma alla donna, che purtroppo venne sciolta dal calore che emanava.
“Ehm, devo andare.”
Mihaela cercò di allontanarsi il più possibile dall'unica creatura che stava letteralmente in cima alla catena alimentare dell'inferno, ma Lucifero si teletrasportò davanti a lei tagliandole la strada.
“Perché tanta fretta? Avevo proprio bisogno dell'aiuto di una come te.”
La demone radioattiva gli diede uno sguardo confuso. Cosa poteva offrire una come lei al signore degli inferi?
“Oh, non fare quella faccia, so cosa stai pensando -Cosa vorrà mai il re degli inferi da una come me?-”
"Beh è una domanda legittima."
“Signorina Funar, sai cosa sta succedendo nel mio regno in questo momento?”
“Ehm, c'entra con i portali che stanno intorno a noi?”
Il re degli inferi avvicinò pericolosamente la faccia a quella di Mihaela.
“Bingo!”
Lucifero iniziò a camminare intorno alla demone radioattiva con uno sguardo pensieroso.
“Sembra che il paradiso volesse sbarazzarsi di me e di tutti i miei sudditi, ma qualcosa ha ostacolato i loro piani, quell'idiota di Gabriele ha suonato la tromba del giorno del giudizio e ha fatto impazzire tutti quelli che avevano sangue demoniaco, compresa mia figlia e mia moglie, e io non posso fare niente per aiutarle.”
La demone si rese conto che i suoi tappi per le orecchie le avevano risparmiato di impazzire.
“E perché tu non sei impazzito?”
“Oh, cara, io sono l'incarnazione del primo peccato, di certo non mi faccio influenzare da un angelo patetico come Gabriele, ma purtroppo sono ancora bloccato qui.”
“Bloccato?” Fece Mihaela confusa.
“Lascia che te lo mostri.”
Il re degli inferi si avvicinò ad uno dei portali per la terra e lo toccò con la mano destra, ma una magia tanto antica quanto potente lo respinse indietro, ustionandolo.
“Come puoi vedere, mi è impossibile andare sulla terra.”
“Non capisco, cosa vuoi da me?”
“Voglio che tu salvi mia moglie e mia figlia e le riporti da me, semplice come il sole.”
“E perché quel portale non dovrebbe fare lo stesso con me?” Chiese Mihaela con scetticismo.
“Perché la regola che bloccava i demoni peccatori in questo girone è stata appena recisa, ovvio.”
“E questo deve c'entrare con le strade vuote, giusto?”
“Ding, ding, ding, ci hai azzeccato!”
Mihaela ci pensò su: rifiutare era fuori questione, chissà come avrebbe reagito, ma di certo non poteva lavorare gratis.
“Posso farlo, ma ti costerà...”
“Certamente! Fai quello che ti ho detto e ti pagherò la cifra che vuoi, qualunque essa sia.”
Mihaela rimase spiazzata da quella disponibilità, ma almeno non avrebbe avuto problemi con l'affitto per un bel po'.
“Un'ultima cosa, come dovrei trovarle?”
Il re degli inferi ghignò, non che avesse cambiato espressione durante tutta la conversazione.
“Cerca il mortale con cui mia figlia ha fatto il patto e troverai Charlie, il suo nome dovrebbe essere Frank Callahan. Per quanto riguarda mia moglie, invece... Beh, dovrai andare a tentativi.”
Mihaela fece un'espressione decisamente contrariata: cosa c'entrava quello stronzo con quello che stava succedendo? E poi, come diavolo avrebbe dovuto trovare il mortale se probabilmente era già morto?
“Mi dispiace informarti che quel tizio sarà sicuramente morto.”
“Oh, lo so, è morto nel mio regno. Ma il patto che ha fatto con mia figlia è ancora, come posso dire, in corso e ciò significa che sono entrambi vivi, o almeno che le loro anime sono intatte.”
Mihaela alzò un sopracciglio, non aveva mai fatto un patto con un altro demone, quindi non sapeva come funzionasse, ma se il boss dell'inferno diceva che funzionava così, non poteva fare altro che credergli.
“E se le trovo morte che faccio?”
Il ghigno di Lucifero rimase, ma il solo pensiero di perdere la sua famiglia gli fece stringere il suo scettro talmente forte da spezzarlo in due.
“In quel caso, salirò in cielo, sulle stelle di Dio innalzerò il trono. Dimorerò sul monte dell'assemblea, nelle parti più remote del settentrione. Salirò sulle regioni superiori delle nubi. Mi farò uguale all'altissimo.”
Un brivido attraversò la colonna vertebrale di Mihaela: quel pazzo avrebbe fatto cadere la sua furia su tutto il paradiso se fosse successo qualcosa alla sua famiglia e non poteva dargli torto. Ma se era bloccato all'inferno, cosa avrebbe potuto fare esattamente? Forse conosceva un modo per andare in paradiso ma non sulla terra? O forse era solo la sua superbia a parlare? Qualsiasi cosa fosse la verità, sapeva bene cosa doveva fare: salvare la principessa e la regina.
La demone radioattiva si avvicinò ad uno dei portali e lo attraversò, trovandosi in pochi attimi in una New York invasa dai demoni, e non i demoni a cui era abituata: sembravano tutti privi di ragione, troppo occupati a nutrirsi della carne dei mortali che uccidevano per dare peso a lei.
Si nascose in un vicolo e si guardò intorno: la città era nel caos più totale, la polizia provava a sparare ai demoni, ma questi si riprendevano dalle ferite in pochi secondi, avventandosi poi su di loro per banchettare.
Mentre cercava un modo per attraversare quel caos senza farsi ammazzare, una specie di capsula di metallo con rifiniture dorate si schiantò al centro di quella che era ormai una guerra urbana. Sembrava provenire... dal cielo?
La capsula si aprì, facendo uscire un fumo dorato che iniziò a ustionare i demoni che avevano avuto la brillante idea di avvicinarsi troppo.
Quando il fumo si diradò, la demone sgranò gli occhi: all'interno della capsula, ancora dormiente, c'era il corpo del mortale che le aveva impedito di pagare l'affitto, ma con qualche differenza. I suoi capelli corvini ora avevano delle rifiniture dorate, il corpo, decisamente più snello di quanto ricordasse, era privo di ferite e completamente nudo.
Mihaela sorrise: non sapeva se aveva avuto un colpo di fortuna o semplicemente Lucifero aveva previsto pure questo, ma con il suo aiuto avrebbe trovato la principessa in poco tempo, se fosse riuscita a portarlo via da lì tutto di un pezzo, ovvio.
Infatti, i demoni che avevano aspettato che il fumo si diradasse guardarono il mortale come se fosse lo spuntino definitivo e si avventarono su di lui, ma Mihaela afferrò la faccia di un demone capra che si era avvicinato troppo al corpo inerme di Frank e gli sciolse il teschio in pochi momenti, un demone dalle sembianze di un'anguilla elettrica la avvolse con le sue spire per bloccarla.
Mai scelta fu più sbagliata.
L'anguilla venne consumata da fiamme verdi, ma non era finita. Un enorme demone toro armato di ascia le ruggì in faccia, facendo fare alla povera demone un'espressione disgustata, dovevano essere giorni che non si lavava i denti. Il possente demone fece ruotare la sua ascia contro Mihaela, ma ormai la temperatura del suo corpo aveva già raggiunto un livello critico, sciogliendo la lama dell'ascia un attimo prima dell'impatto, lasciando il demone toro disarmato, non che ciò l'avrebbe fermato.
Il demone chiuse la mano in un pugno e provò a colpire il viso di Mihaela, ma lei evitò il colpo facendo un salto all'indietro, per poi concentrare tutto il calore del suo corpo nella mano destra, metterla come se fosse un lama rovente e tagliare il braccio del nemico.
Fu in quel momento che Mihaela avrebbe giurato di averlo visto ghignare.
Il demone toro prese il suo braccio al volo, Mihaela ebbe appena il tempo di difendersi incrociando le braccia, perché il nemico aveva appena usato il suo stesso braccio mozzato per lanciarla contro la capsula di Frank.
Quello scossone fu sufficiente.
Il mortale aprì gli occhi, si alzò, si guardò intorno e si diresse con passo lento e inesorabile verso il demone toro, mentre una voce robotica proveniente dalla capsula parlava.
“Attivazione prima benedizione: forza.”
Il demone toro si lanciò sul mortale con le fauci spalancate, ma un pugno sulla tempia gli fece perdere i sensi in pochi secondi.
Mihaela si alzò dolorante: doveva aver perso i sensi per qualche secondo, perché non appena aprì gli occhi vide il demone che l'aveva lanciata contro la capsula a terra, mentre Frank torreggiava su di lui con uno sguardo perso nel vuoto.
Ottimo, si era svegliato, ora doveva solo convincerlo a trovare la principessa e, se avesse rifiutato, l'avrebbe costretto ad aiutarla con le cattive.
“Ehi, ragazzone, ti ricordi di me?”
Frank si girò verso la demone radioattiva e fece un verso decisamente infastidito, ma ciò confermò alla demone che si ricordava.
“Perché sei sulla terra?” Chiese il mortale con una punta di curiosità.
“Storia lunga, ma mi hanno detto che tu puoi trovare la principessa perché hai fatto un patto con lei.”
Frank si mise una mano sul petto: sentiva uno strano calore ogni volta che pensava a Charlie, che fosse uno degli effetti collaterali di cui parlava Gabriele?
Non lo sapeva, ma di una cosa era certo: era sulla terra, e se un demone peccatore come Mihaela era lì voleva dire solo una cosa, che le regole erano state infrante.
“Cosa è successo a Charlie?”
“Beh, da quello che mi ha detto il grande capo, è impazzita insieme a sua madre e ora vaga per la terra in cerca di carne umana.”
“Impazzita?”
“Ne hai avuto un assaggio col demone toro che hai messo a nanna: tutti i demoni che hanno udito una tromba sono impazziti.”
Il mortale strinse i pugni: ecco cosa intendeva Gabriele, avrebbe dovuto eliminarlo quando ne aveva avuto l'occasione.
“E tu perché non sei impazzita?”
Mihaela prese dalla tasca due tappi in silicone e li mostrò al mortale.
“Li uso per dormire, ma sembra che mi abbiano risparmiato il raptus omicida.”
Frank annuì, prese dei vestiti da uno dei cadaveri, ovvero una felpa grigiastra e un Jeans bluastro, e si girò verso la demone radioattiva.
“Ti consiglio di tornare indietro, questo posto non è sicuro.”
“Niente da fare, Lucifero mi ha detto che tu sei la chiave per trovare la principessa e io devo essere pagata, quindi fai la tua parte e ti prometto che non ti scioglierò la faccia.”
“Aiuto...” Sussurrò una voce che Frank riconobbe in un istante.
“Charlie?”
“Ehm, si, quello è il nome della principessa.” Disse Mihaela.
“No, no, non intendevo quello, non hai sentito?”
“Vi prego, aiuto.” Supplicò di nuovo la voce di Charlie.
“Io non sento niente.” Fece la demone, confusa.
Il mortale ci mise poco a capire che la voce era nella sua testa. Un altro effetto collaterale?
“Charlie, dove sei? Ti vengo a prendere!”
Mihaela si mise una mano in fronte. Fantastico, l'unico modo che aveva per trovare la principessa sentiva le voci. Che fosse impazzito anche lui?
“Senti, non ho tempo per le tue voci, mi aiuterai a cercare la principessa oppure no?”
Il mortale la ignorò, troppo concentrato sulla voce nella sua testa.
“Frank... sei vivo? Sento urla di bambini... dicono che c'è un mostro.”
Frank spalancò gli occhi: se riusciva a sentirla doveva essere vicina, o almeno sperava fosse così.
Se sentiva urla di bambini probabilmente era vicino ad una scuola elementare, l'unico problema era che non conosceva New York, quindi non aveva idea di dove andare.
“Presto, la scuola elementare più vicina?”
Mihaela alzò un sopracciglio.
“Ma che cazzo ne so.”
Per un singolo attimo, il mortale fu tentanto di strozzarla sul posto, ma si trattenne.
“Credo che Charlie sia in una scuola elementare, hai qualche idea di dove sia?”
“Ti sembro una guida turistica? Sei tu quello che sente le voci, trovala.” Ordinò la demone radioattiva.
“Si trova a due isolati da qui, a sud.”
A parlare era stata una bambina dai capelli castani sui dieci anni circa che aveva assistito alla loro discussione da un vicolo. Era coperta di sangue e sembrava agitata, come se avesse corso quei due isolati per avere salva la vita.
Il mortale si inginocchiò vicino alla piccola.
“Come ti chiami, piccola?”
“Abby....”
“E sei sicura di quello che dici?”
La bambina annuì tremante.
“Credi di poterci portare lì?” Chiese Mihaela stando a debita distanza: non aveva ancora stabilizzato la temperatura del suo corpo e non voleva rischiare di farle del male per sbaglio.
La ragazzina annuì nuovamente.
“Salverete le mie amiche? Vi ho visto contro quel bruto armato di ascia, voi potete sconfiggere il mostro che è entrato nella mia scuola.”
Il mortale le poggiò una mano sul capo e le sorrise.
“Ti prometto che fermerò qualsiasi cosa infesti la tua scuola.”
Il mortale e la demone seguirono la bambina per i vicoli di New York, vennero attaccati da un paio di succubi, ma Frank se ne occupò con un paio di pugni ben assestati, facendo notare una cosa alla demone radioattiva.
“Vedo che non ammazzi nessuno, come mai?” Chiese con una punta di curiosità: non si faceva questi scrupoli con gli overlord.
“Ho fatto una promessa e intendo mantenerla.”
“Capisco.”
Mihaela decise di non scavare più a fondo, anche perché erano appena arrivati alla loro destinazione. La scuola elementare di San Michele era un macello: il cancello automatico che avrebbe dovuto far passare le auto era stato completamente sradicato dal terreno, l'entrata, abbellita con delle decorazioni floreali, era coperta di sangue, ma la demone radioattiva notò un particolare.
“Hm, niente demoni alla ricerca di carne umana...”
“Non proprio...” Replicò il mortale indicando un imp che si stava avvicinando alla scuola, solo per annusare l'aria e correre il più lontano possibile dall'edificio.
“Hm, che strano, eppure quelli che abbiamo incontrato fino ad ora non scappavano.”
Il mortale iniziò a pensare.
“Istinto!!” Esclamò all'improvviso, facendo sobbalzare Mihaela e la bambina che li aveva accompagnati.
“Come, scusa?” Fece la demone radioattiva.
“Pensaci bene, anche se sono privi di ragione, avranno un istinto che li guida a consumare carne umana.”
“Quindi l'istinto, se la tua teoria è giusta, ha suggerito a quell'imp di stare il più lontano possibile da quella scuola.”
“Esattamente.”
“E noi entreremo, giusto?”
“Paura?” La provocò l'umano. “Se vuoi, puoi aspettare qui fuori con la nostra guida, mi occuperò io della creatura lì dentro e di salvare Charlie.”
Mihaela fece un verso stizzito.
“La mia missione consiste nel salvare la principessa e sua madre, perché non fai tu il babysitter?”
Il giovane Callahan sbuffò e ordinò alla bambina di trovarsi un nascondiglio, la quale si nascose in un bidone dell'immondizia nelle vicinanze.
“Va bene, allora entreremo insieme.”
Non appena misero piede nella scuola, l'odore ferroso del sangue inondò le narici dei due, mentre l'espressione sicura del mortale si trasformava lentamente in puro orrore: decine e decine di cadaveri di bambini decoravano il pavimento del corridoio, erano stati tutti eviscerati completamente, ma stranamente il resto della carne era stata ignorata.
“Hm, qualsiasi cosa li abbia uccisi, deve essere schizzinosa col cibo.” Commentò Mihaela esaminando le condizioni dei cadaveri: il ventre era stato aperto insieme alla cassa toracica per facilitare l'eviscerazione e dall'espressione di terrore che avevano sul volto doveva essere successo mentre erano ancora vivi.
“Possibilità su cosa sia stato?” Chiese Frank, sorpreso dalla calma con cui la demone radioattiva esaminava i corpi.
Dei rumori inumani iniziarono a provenire dalla fine del corridoio, una mano artigliata uscì dall'oscurità e si impiantò nel pavimento in marmo fino a farlo crepare.
“Credo che lo scopriremo presto.”
Era ancora riconoscibile il volto dolce della sua cara amica, però aveva un'espressione completamente differente, quasi contorta dalla rabbia o dalla fame, gli occhi iniettati di sangue le uscivano fuori dalle orbite, i denti, sporchi di sangue rappreso, luccicavano come rubini, le corna scarlatte erano ben visibili, ma la creatura aveva solo una cosa a mente in quel momento: divorare Frank.
“Charlie?” Fece il mortale indietreggiando.
“Stai scherzando, vero? Quella cosa sarebbe la principessa?” Chiese Mihaela mentre seguiva i movimenti della creatura con lo sguardo.
Charlie ruggì minacciosa e si avventò sul mortale con gli artigli sguainati, ma lui afferrò i polsi della ragazza e iniziò a parlarle.
“Charlie, non mi riconosci? Sono io!”
La principessa non lo ascoltò e morse la spalla del mortale, il quale sentì i denti della sua amica affondare nelle sue carni come fa il coltello col burro.
Fu in quel momento che un pugno incandescente investì Charlie, facendole mollare l'osso.
“Ohi, ohi, il tuo papino mi ha offerto una generosa ricompensa per portarti a casa, quindi che ne dici di smetterla di mangiare mortali e venire con me?”
Mihaela non ebbe alcuna risposta se non un ringhio carico di rancore.
“Ehi, geniaccio.” Disse la demone radioattiva riferendosi al mortale. “Senti ancora la sua voce?”
Frank si concentrò sulla voce di Charlie e la sentì.
“Ho fame... tanta fame.”
Il mortale sudò freddo e annuì.
“Bene, questo vuol dire che la principessa è ancora lì dentro, dobbiamo solo tirarla fuori.”
Fiamme verdi iniziarono a circondare la demone radioattiva, ma il mortale si mise davanti a lei.
“Ci penso io, forse posso farla ragionare.”
Mihaela fece un respiro profondo, diminuì la temperatura del suo corpo e si mise a braccia conserte davanti all'entrata della scuola, probabilmente per evitare un'eventuale fuga della principessa.
“Hai cinque minuti, poi intervengo.”
Il mortale la ringraziò con un cenno e approcciò Charlie, ma la principessa si avventò nuovamente su di lui a fauci spalancate, stavolta mirando alla gola, così da poterlo sgozzare sul posto.
Non appena i denti aguzzi della demone si trovarono a pochi millimetri dalla giugulare del mortale, un colpo di palmo la scaraventò in una delle classi della scuola, al cui interno si trovavano altri cadaveri.
“Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti?” Chiese Frank schivando un'artigliata di Charlie, che si era già ripresa. “Credevo che fossi solo una ragazzina ingenua, ma ti sei rivelata un'amica preziosa.”
Il mortale afferrò le corna della principessa e la bloccò sul pavimento.
“La Charlie che conosco io non avrebbe mai fatto questo massacro.”
La principessa si liberò dalla presa, girò la testa di centottanta gradi e sputò una fiammata dalla bocca, ustionando il viso del mortale, che si mise le mani in faccia in preda al dolore.
“Non voglio... farti del male, Charlie!” Ringhiò il giovane Callahan accarezzandosi il viso.
Un attimo prima che la principessa potesse addentare la coscia del mortale, lui la colpì con una ginocchiata sul mento, per poi afferrarle nuovamente le corna e colpirla con una testata che causò un lieve terremoto.
“Ma se sarò costretto, ti farò tornare in te a suon di pugni.”
Charlie indietreggiò dolorante, ma la sua fame era più intensa del dolore che provava e, nonostante fosse guidata solo dal suo istinto, il suo corpo reagì alla forza del suo avversario: gli artigli con cui aveva smembrato quei bambini vennero ricoperti da fiamme infernali, i denti, affilati come rasoi, si ingrandirono, mentre due ali di fuoco si manifestavano dietro la sua schiena.
“Ohi, ohi, stiamo scherzando, vero?” Commentò Mihaela mentre assisteva allo scontro.
La principessa sfondò il tetto della scuola con un'artigliata e spiccò il volo, in alto, fino ad arrivare alle nuvole, per poi buttarsi in picchiata sul mortale, che non fece altro che impiantare i propri piedi nel marmo del pavimento per prepararsi all'impatto.
La collisione tra i due causò un boato così devastante che Mihaela venne stordita per diversi secondi, ma quando aprì gli occhi, ciò che vide le mozzò il fiato: i muscoli del mortale avevano fermato la picchiata della principessa, la quale rimase paralizzata per pochi istanti, sorpresa che la sua mossa fosse stata fermata così facilmente, quando un pugno la gettò contro la parete della classe.
La principessa si alzò a fatica e tagliò l'aria con un'artigliata orizzontale.
Delle lame ad arco fatte di fiamme si generarono sul posto per poi dirigersi verso il mortale ad una velocità inaudita, che per puro istinto schivò l'attacco imminente. Sentì un boato alle sue spalle e si voltò, ciò che vide fu una parete squarciata, come se a ridurla in quello stato fosse stato un demone di grossa taglia.
Una goccia di sudore comparì sulla fronte del mortale: quell'attacco l'avrebbe fatto a pezzi se l'avesse colpito, ma ancora non sapeva come far tornare Charlie in sé. Doveva finirla in fretta e senza ucciderla.
Charlie iniziò a lanciare diverse artigliate, creando centinaia di lame ad arco, tutte dirette verso Frank, il quale iniziò a correre intorno alla demone per evitare la raffica di attacchi, che nel frattempo distruggevano le pareti della scuola.
Fu nel momento in cui Charlie si fermò per riprendere fiato che gli venne un'idea, un piano che molto probabilmente l'avrebbe ucciso se non avesse funzionato, ma era già morto una volta, quindi la cosa non lo spaventava.
“Cosa direbbe Vaggie se ti vedesse in questo stato?”
Il nome della sua fidanzata fece mostrare una parvenza di senno nello sguardo della principessa, ma venne immediatamente sostituito dalla rabbia.
“Non... nominarla!!” Replicò con una voce profonda come l'abisso, suscitando l'interesse del mortale.
“Oh, ora riesci a parlare? Mi chiedo se Vaggie ti amerà ancora dopo che avrà scoperto cosa hai fatto.”
“Silenzio!!”
Lacrime di sangue iniziarono a bagnare il viso della principessa.
“Cosa... ho fatto?”
Il mortale si avvicinò lentamente alla sua amica: il suo giochetto mentale stava funzionando.
“Io... ricordo tutto.”
La voce di Charlie cominciò a tornare normale.
“I loro volti, il loro sapore, la loro paura... ricordo tutto.”
La principessa si guardò le mani artigliate e se le puntò alla gola.
“Non voglio vivere con questo fardello.”
Prima che potesse tagliarsi la gola, il mortale afferrò i polsi della ragazza.
“Non provare a fermarmi, Frank.”
“Puoi ancora rimediare, puoi aiutarmi a fermare questa apocalisse.”
La principessa fece un sorriso sconfitto.
“Rimediare?”
La ragazza si guardò intorno e indicò i cadaveri dei bambini che aveva divorato, mentre il suo aspetto tornava normale.
“Come puoi rimediare a questo?!?” Chiese mentre le lacrime continuavano a sgorgare copiose.
Il mortale poggiò la mano sul suo capo.
“Non è colpa tua, è stato Gabriele, ed è lui l'unica persona da incolpare.”
“Chi è Gabriele?” Chiese lei con un'espressione spaesata.
“Diciamo che sono stato in paradiso.”
Mihaela spalancò gli occhi dopo la rivelazione del mortale, ma l'espressione di Charlie non sembrava sorpresa, già sospettava che fosse stato in paradiso, ma di certo non si aspettava di incontrarlo di nuovo.
“Lo sapevo che eri stato tu a salvarci contro gli sterminatori, ma non capisco, il nostro patto...”
“Avevano fatto un'eccezione, anche se dubito che finirei lì se morissi di nuovo.”
“Continuo a non capire cosa c'entra questo Gabriele.”
“Per caso hai sentito una tromba prima di impazzire?”
“Si, l'abbiamo sentita tutti.”
“Quella tromba è stata la causa di tutto, e colui che l'ha suonata è un angelo di nome Gabriele.”
La principessa degli inferi indietreggiò confusa, mille domande per la testa: perché un angelo permetterebbe un massacro? Perché far impazzire lei e i suoi sudditi? Perché trasformare lei e i suoi amici in quelle cose?
La fatica attaccò il corpo di Charlie come un'onda anomala, ma fortunatamente Frank la prese in spalla un attimo prima che cadesse.
“Ciò non cambia cosa ho fatto... per favore, uccidimi.” Supplicò la principessa poco prima di svenire.
Mihaela si avvicinò ai due, gli occhi fissi sulla ragazza che avrebbe dovuto portare a casa.
“Respira ancora?” Chiese con una punta di preoccupazione.
“Si, è solo stanca.”
“Pensi che starà bene?”
“Fisicamente si, ma psicologicamente è un'altra storia.”
La demone radioattiva e il mortale iniziarono a sentire diversi ruggiti diretti verso la loro direzione.
“Che succede?” Fece Frank,
Mihaela si affacciò all'entrata e impallidì: centinaia, no, migliaia di demoni stavano marciando verso di loro con i volti contorti dalla fame.
“Oh, merda.”
“Cosa hai visto?” Chiese Frank poco prima di affacciarsi e impallidire a sua volta.
“Cazzo, sono attratti dall'odore del sangue, dobbiamo andarcene.” Disse Mihaela.
“Non capisco, perché ora?”
“Forse perché l'unica entità che li teneva alla larga è ora svenuta tra le tue braccia, ma è solo una teoria, eh!” Fece sarcastica la demone radioattiva.
“Dobbiamo portare Charlie fuori di qui.”
“Dimmi qualcosa che non so.”
La donna radioattiva iniziò a pensare a un piano per superare quell'orda di demoni affamati, quando un portale per l'inferno si aprì proprio accanto a Frank.
“Presto, dentro!” Gridò Mihaela.
“Ma... ed Abby?” Fece il mortale, preoccupato per l'incolumità della loro guida.
“O lei o noi!”
Frank strinse i denti, prese in spalla Charlie e si lanciò nella via di fuga un attimo prima che i demoni entrassero nella scuola, ma non era ancora finita, perché il portale era ancora aperto.
“Chiudilo prima che entrino!” Gridò Mihaela mentre cercava di mantenere stabile la temperatura del suo corpo.
“Ti sembro un demone? Non so chiudere portali senza quel dannato libro!”
“Lasciate che ci pensi io.” Disse Lucifero comparendo alle spalle del mortale, facendolo sobbalzare.
Il re degli inferi alzò la mano destra davanti al portale e lo sigillò chiudendola all'improvviso.
Il mortale e Mihaela fecero un sonoro sospiro di sollievo, mentre Lucifero girava intorno ai due con fare sospettoso.
“Perché un uomo che puzza di paradiso sta trasportando mia figlia?” Chiese con una vena pulsante sul cranio.
Il mortale poggiò a terra Charlie e iniziò a sudare freddo sotto lo sguardo penetrante del re degli inferi, ma fortunatamente Mihaela si mise tra i due per calmare le acque.
“Calmati, è stato lui a far tornare in sé tua figlia.”
La vena sul cranio del Re sparì.
“Oh, quindi tu devi essere il famoso Frank Callahan, non mi aspettavo di incontrarti così presto.”
Lucifero fece un breve inchino per presentarsi.
“Chiedo scusa per la mia sgarbataggine, ma l'odore di paradiso mi irrita sempre. Io sono Lucifero, padre di Charlie e marito di Lilith, un piacere vederti di persona.”
“Il piacere è mio...” Replicò Frank ingoiando un grumo di saliva.
“Se sei qui in carne ed ossa, devo dedurre che tu abbia usato il macchinario per la reincarnazione, questo spiegherebbe la tua puzza di paradiso. Dimmi, quale benedizione hai scelto?”
“Mio nonno ha sovraccaricato il macchinario, quindi non ne ho idea.”
Lucifero rimase stupito: un'anima mortale normalmente non regge neanche una benedizione, ma l'umano che aveva di fronte sembrava stare fin troppo bene. Fu in quel momento che la sua natura maliziosa ebbe la meglio.
“Sai cosa comporta essere un'anima reincarnata?” Sibilò in modo sadico.
“Purtroppo il nonno non è riuscito a spiegarmelo.”
Lucifero ghignò.
“Per le anime reincarnate non esiste né paradiso né inferno, solo il nulla più assoluto.”
Il mortale incrociò le braccia, piegò la testa e sorrise al padre della sua amica.
“Allora mi basta non morire, no?”
Il re degli inferi e Mihaela rimasero spiazzati da quella risposta così ottimista e allo stesso tempo incredibilmente stupida.
“Lo sai che morirai di vecchiaia, vero?” Disse Mihaela.
“Lo spero, vivere per sempre sarebbe una noia.”
Lucifero iniziò a ridere di gusto.
“Vedo che l'ottimismo di mia figlia ha contagiato pure te. Sei un tipo interessante.”
Il mortale rizzò le orecchie quando sentì un mugugno provenire dalla bocca di Charlie.
“Si sta svegliando.”
“Quindi hai deciso di non uccidermi...” Sussurrò la principessa iniziando a piangere copiosamente.
“Sai che non l'avrei mai fatto.” Replicò il mortale.
La principessa digrignò i denti: se non fosse stata così debole, forse la tromba non l'avrebbe influenzata, se avesse ereditato anche solo una briciola della forza di suo padre, forse quei bambini sarebbero ancora vivi.
“La colpa è solo mia! Se solo fossi più forte, forse avrei potuto fermare tutto questo, se solo...”
Charlie si inginocchiò a terra e si mise le mani sul volto per nascondere le lacrime.
Il mortale sospirò, mise una mano sul capo della sua amica e le strofinò la capigliatura.
“Se quelle lacrime sono così dolorose per te, diventa più forte con me e aiutami a fermare questo casino.”
“L'hai detto anche prima. Che vuoi dire?” Chiese Charlie asciugandosi le lacrime.
“Mio nonno mi ha detto di cercare i quattro cuori se vogliamo che tutto torni alla normalità. Non ho idea di cosa voglia dire, ma è l'unico indizio che abbiamo.”
“Quindi c'è un modo per salvare Vaggie e gli altri?”
Il mortale annuì.
La luce della speranza illuminò gli occhi della principessa. Certo, non si sarebbe mai perdonata dopo quello che aveva fatto, ma non poteva lasciare la sua ragazza e suoi amici in quello stato. Li avrebbe salvati, come Frank aveva salvato lei.
“Va bene... ci sto.”
Lucifero si schiarì la gola per attirare l'attenzione del mortale e di sua figlia.
“Si da il caso che io sappia cosa sono questi quattro cuori.” Sibilò con un sorriso malizioso. “Ma di certo non permetterò a mia figlia di mettersi in pericolo affrontando entità che non sono alla sua portata.”
“Di che stai parlando, papà?”
“Parlo dei quattro cavalieri dell'apocalisse, coloro che porteranno l'umanità all'estinzione.”
“Guerra, Carestia, Pestilenza e Morte...” Sussurrò Mihaela.
“Vedo che qualcuno conosce già i nomi, molto bene.”
“Quindi, se voglio fermare l'apocalisse, devo impossessarmi dei cuori di questi quattro, giusto?”
La fragorosa risata del re degli inferi riempì le orecchie del mortale.
“Vedo che non ti manca il senso dell'umorismo, ma è impossibile per un umano sconfiggere uno dei quattro cavalieri. E poi, anche se ci riuscissi, solo una creatura con del sangue angelico potrebbe fare uso dei cuori e si dia il caso che io sia bloccato qui.”
“Una creatura con sangue angelico...”
Una sguardo determinato a salvare i suoi amici decorò il volto della principessa. Conosceva il passato di suo padre e di come era stato bandito dal paradiso, di conseguenza sapeva di possedere nelle sue vene il sangue angelico per utilizzare i cuori dei cavalieri.
“Voglio andare...”
Lucifero si mise una mano in fronte, visibilmente contrario all'idea della figlia.
“Ti rendi conto di cosa stai dicendo, Charlie? Potresti morire! E poi tua madre è ancora là fuori, non sei preoccupata per lei?”
“Lo sono, ma se ci impossessiamo di questi cuori, potremo far tornare tutto alla normalità, compresa la mamma.”
Lucifero si grattò il mento, pensieroso.
“Va bene, vi permetterò di andare, ma prima dovrete imparare a usare il vostro patto.”
“In che senso?” Chiese Frank.
“Le vostre anime sono legate ormai, ma il potere che ne deriva deve ancora essere sbloccato.”
“Pensavo che Charlie avesse usato quel potere contro il centimane.”
“Quella era solo la punta dell'iceberg, il patto tra un demone e un'anima pura è molto più complicato di quel che sembra.”
Charlie osservò il padre con uno sguardo turbato.
“Che vuoi dire, papà?”
“Signor Callahan, prendi la mano di mia figlia.”
L'umano afferrò la mano di Charlie senza esitazione, mentre quest'ultima era più confusa che mai.
“E ora?”
“Ora chiudi gli occhi e pensa ad uno strumento che potrebbe aiutarti contro i cavalieri.”
“Beh, mi farebbe comodo una pistola, se devo essere sincero.”
Fiamme infernali circondarono la principessa fino a coprirla come una coperta, mentre il mortale teneva stretta la sua mano, che prestò iniziò a cambiare figura, prendendo la forma di un calcio di pistola.
“Ora apri gli occhi.”
Quando il mortale aprì gli occhi, si ritrovò un revolver infernale tra le mani. La pistola era rossa come il cielo dell'inferno e aveva diversi pentagrammi incastonati nel calcio, ma dov'era finita Charlie?
“Ohi, Frank, perché sei più alto?” Chiese Charlie.
Il mortale e Mihaela impallidirono: la pistola aveva appena parlato e aveva la voce di Charlie.
“Ma che diavolo?!?!”
Frank fece cadere la pistola a terra, facendo imprecare la principessa, che non sembrava tanto sorpresa di essere diventata un'arma da fuoco, probabilmente perché non se ne era ancora accorta.
“Charlie, non capisco, perché ti sei trasformata in una pistola?”
“CHE COSA?!?!!” Gridò la principessa rimbalzando sul marciapiede in modo piuttosto buffo.
“E questa è solo una delle tante cose di cui sareste capaci insieme.” Aggiunse Lucifero col suo solito ghigno.
“Papà, non è divertente, come torno normale?!”
“Te lo dirò tra pochi minuti, ma prima... Frank, prendi mia figlia e puntala su quel grattacielo.”
Il mortale prese la pistola con una delicatezza che non sapeva di possedere e la puntò sul grattacielo indicato da Lucifero.
“Vacci piano, Frank, mi fai il solletico!” Si lamentò la futura regina.
“Ora spara.”
Il mortale premette il grilletto.
Quello che seguì poi lasciò tutti (eccetto Lucifero) di stucco.
Il proiettile, fatto di fiamme infernali, una volta entrato in contatto col grattacielo, lo vaporizzò in pochi istanti, lasciando solo residui di cenere.
“Bel trucchetto, non trovi? E finché mia figlia avrà energie, non dovrai preoccuparti delle munizioni.”
“Ok, ma come torno normale ora?!” Gridò Charlie.
“Ah già, scusa, tesoro. Basta che pensi a tornare normale e dovresti essere a posto.”
Charlie pensò intensamente al suo corpo originale e, dopo pochi secondi, sentì nuovamente di avere gambe, braccia e una testa sulle spalle.
“Wow, non credevo mi sarebbero mancate le gambe.”
Mihaela era senza parole: ne aveva viste di stranezze negli anni, ma mai una pistola parlante, tanto meno un tale potere distruttivo.
“Scusate, c'è un piccolo problema col vostro piano, come troverete questi quattro cavalieri?”
Lucifero rispose ai dubbi della demone radioattiva con una semplice risata.
“Purtroppo solo un angelo di alto grado può individuare i cavalieri, ma credo di avere un'opzione alternativa che potrebbe fare comodo a tutti voi.”
“Cosa hai in mente?” Fece Mihaela sospettosa.
Il re degli inferi prese dalla tasca uno strano liquido in una boccetta di vetro. Era di color oro e brillava di luce propria.
“Questa è la lacrima che versai quando venni bandito dal paradiso, la conservo ancora oggi per ricordarmi di non versare mai più lacrime per quei pezzi di merda.”
“Come può essere utile una lacrima?”
“Semplice, la lacrima di un angelo può permettere a un mortale di individuare chiunque, basta che il soggetto pensi intensamente al nome del bersaglio.”
“Ah... E non hai pensato di darla a me perché...?”
“Perché se un demone ingurgitasse questa lacrima, esploderebbe dopo pochi secondi.”
“Ah...”
Lucifero passò la boccetta al mortale.
“Potresti anche usarla per trovare mia moglie, ma se volete davvero salvare tutti, vi conviene trovare i cavalieri.”
“Proprio quello che ho intenzione di fare.”
Frank si accinse a bere la lacrima, ma Mihaela lo fermò bloccandogli il braccio.
“Frena un attimo, il nostro accordo dice solo che devo salvare Charlie e tua moglie, nessuno ha mai parlato di affrontare quattro cavalieri.”
“Beh, si da il caso che uccidendo questi cavalieri si possano salvare tutti, compresa mia moglie.”
“Non abbiamo parlato di questo, vorrei vivere!” Si lamentò la demone radioattiva.
“Oh, sono sicuro che te la caverai, dopotutto sarai profumatamente pagata dopo questo lavoro.”
Mihaela non seppe come ribattere se non con un ringhio seccato.
“Nemmeno l'apocalisse posso passarla in pace...”
“Davvero? Non hai degli amici a cui vorresti risparmiare di vagare per l'eternità sulla terra in cerca di carne umana?”
Mihaela pensò intensamente alle sue conoscenze, o per essere più precisi, alla sua scopamica, ovvero Melanie, che probabilmente in questo momento si stava nutrendo del cadavere di qualche ragazzino.
Improvvisamente iniziò a sentirsi dispiaciuta.
“Bah... facciamolo e basta.”
Charlie avvicinò pericolosamente il viso a quello della demone radioattiva e sorrise.
Tale padre, tale figlia, direi.
“Questo vuol dire che siamo amici, non è così?”
“No!”
Il tono con cui lo disse sembrava visibilmente disgustato, al che Charlie arretrò offesa.
“Oh, andiamo, solo perché mio padre ti paga non vuol dire che non possiamo essere amici.”
“Si chiama professionalità, non fraternizzo con i miei datori di lavoro o i loro familiari.”
Ripensando a Melanie, non poté fare a meno di considerare la sua affermazione un tantino ipocrita.
“Non sempre, almeno.” Sussurrò per correggersi.
La demone radioattiva fece un cenno a Frank, come a volergli dare il permesso di bere, al che il mortale la mandò a fanculo con un dito medio, per poi iniziare a bere la lacrima di Lucifero.
“Ah, che strano, è dolce...”
Charlie guardò il padre perplessa.
“Siamo sicuri che starà bene?
“Starà bene, ne sono certo.”
“Ora devo solo pensare ai nomi dei cavalieri e saprò dove sono, giusto?”
“Esatto.”
Il mortale decise di iniziare col cavaliere dal nome più interessante, vale a dire Guerra, ma quando capì dove si trovava, la cosa lo turbò profondamente e Charlie lo notò.
“Qualche problema, Frank?”
“Dobbiamo andare. ORA!”
Charlie e Mihaela si guardarono incerte sul da farsi.
“Cosa hai visto?” Chiesero all'unisono.
Frank strinse i denti.
“Si trova a casa mia.” 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Un noioso cavaliere. ***


Mihaela e Charlie seguirono il mortale per una decina di minuti in cerca di spiegazioni, mentre lui era alla ricerca di un portale che portasse a casa sua, quando la demone radioattiva decise di sbarrargli la strada col suo corpo.
“Frena un attimo, ragazzone, non possiamo andare ad ammazzare uno dei quattro cavalieri dell'apocalisse come se fosse il barbone sotto casa tua, ci serve un piano!”
“Ma io ho un piano...”
Mihaela incrociò le braccia.
“E sarebbe?”
“Riempire di cazzotti lo stronzo che ha osato mettere piede a casa mia.”
“Credo che la tua amica abbia ragione, Frank, non abbiamo idea di cosa siano capaci.” Disse Charlie.
“Non siamo amici...” Sibilò Mihaela.
“Ah... allora come mai vi conoscete?”
“Ha cercato di uccidermi.” Replicarono all'unisono indicando l'altro con delle facce di bronzo invidiabili.
“Aspetta, avete cercato di ammazzarvi a vicenda?”
Mihaela e Frank incrociarono le braccia e iniziarono ad annuire con gli occhi chiusi.
“Un momento, tu sei la demone che ha fatto perdere l'occhio a Frank?”
“Beh, l'ho fatto, ma credo che non valga più dato che gli è ricresciuto. Comunque è Mihaela Funar.”
“Che?”
“Il mio nome.”
La principessa unì le mani e sorrise.
“Ma che nome carino!”
La demone serrò le pupille con sospetto, chiaramente non abituata a ricevere complimenti da quando era finita all'inferno.
“Grazie...”
Frank si accorse di cosa stava succedendo: Charlie stava cercando in tutti i modi di non pensare a ciò che aveva fatto e per farlo usava una maschera di ottimismo, avrebbe dovuto fare una chiacchierata con lei una volta sistemato questa storia dei cavalieri.
“Charlie, concentrati, tu sei già stata a casa mia, vedi qualche portale che ci può essere utile?”
“Ma allora non mi ascolti? Ci serve un piano!”
Il mortale sospirò, si sedette a terra e invitò Charlie e Mihaela a fare lo stesso.
“Va bene, sono tutto orecchi, che piano avete in mente?”
Mihaela iniziò a grattarsi il mento.
“Per prima cosa, esaminiamo le nostre capacità belliche. Charlie, comincia tu.”
Uno sguardo risoluto decorò il volto della principessa.
“Potete contare su di me, non permetterò che nessuno di voi muoia, non sotto i miei occhi.”
L'espressione della principessa cambiò non appena incrociò lo sguardo del mortale.
“Non di nuovo, almeno.” Sussurrò con rammarico.
“Non è stata colpa tua, Charlie, smettila di pensarci.”
Charlie si asciugò una lacrima e sorrise al mortale.
“Hai ragione, ora sei qui, ed è questo quello che importa.”
“Non ho idea di cosa stiate parlando, ma Charlie non mi ha ancora detto di cosa è capace.”
La principessa sussultò.
“Ah già, scusa, sono in grado di volare e di creare diverse armi con le mie fiamme dall'enorme potere distruttivo.”
La donna radioattiva annuì, per niente sorpresa dalle capacità della principessa, era la figlia di Lucifero dopotutto. “Frank, tu cosa sai fare a parte tirare pugni? Le benedizioni di cui parlava Lucifero ti hanno fatto qualcosa?”
“Non ne sono certo, a parte il mio aspetto, non mi sento molto diverso.”
Mihaela sospirò rassegnata.
“E con il vostro patto abbiamo un'arma segreta, vi consiglio di utilizzarlo solo se strettamente necessario.”
“Tu cosa fai?” Chiese Charlie incuriosita.
“Me la cavo un po' con il corpo a corpo, dispenso tumori alla gente, al limite posso avvinghiarmi sul nemico e creare una piccola esplosione atomica, ma poi resto a terra per una giornata intera.”
“Ma così non ucciderai pure noi?”
“Per questo vorrei usarla come ultima risorsa. Se sarà necessario, vi avvertirò e dovrete correre il più lontano possibile da me.”
Frank iniziò a grattarsi il mento.
“Non credo sia una buona idea farlo se è vero, i cuori ci servono intatti, se li fai esplodere non potremo fermare l'apocalisse.”
“Quale parte di -ultima risorsa- non hai capito?”
“Ma...”
“Niente ma, se l'alternativa è morire, e intendo morire per davvero, mi farò esplodere. Intesi?”
Il mortale annuì sconfitto.
“Molto bene, ora cerchiamo di capire come raggiungere questo Guerra, andare a caso finché non troviamo il portale giusto non mi sembra efficiente.”
La principessa alzò la mano timidamente.
“Potrei provare ad aprire un portale per la casa di Frank con i miei poteri...”
“Puoi farlo?”
“Non ho mai tentato, ma credo valga la pena provarci, dopotutto sono già stata a casa sua.”
La donna radioattiva sorrise e invitò la futura regina a tentare il suo piano con un gesto della mano.
“Ci penso io.”
Charlie si alzò, mise le mani in avanti e concentrò tutta la sua energia demoniaca in un punto specifico della strada. Dopo pochi secondi, un portale per la casa di Frank si manifestò di fronte al trio.
“Hm, bella casa...” Commentò Mihaela dando uno sguardo all'interno del portale.
La villa dei Callahan era uno casa situata lontano dalla civilizzazione, ma non priva di lussi. Infatti, dal loro punto di vista almeno, si poteva intravedere una sorgente termale scavata nella pietra, insieme ad una corvette rossa parcheggiata vicino al garage.
“Wow, sei ricco per caso?”
“Ho una famiglia benestante.” Replicò il mortale entrando nel portale, seguito da Charlie e Mihaela.
Non appena si trovarono nella proprietà dei Callahan, Frank iniziò ad urlare un nome.
“Mary! Mary, sei qui?!”
Mihaela tappò la bocca del mortale e lo fece stendere a terra.
“Che cazzo fai? Non sappiamo se il nemico sa già che siamo qui, dobbiamo essere discreti.” Sussurrò Mihaela nell'orecchio di Frank “Ora toglierò la mano dalla tua bocca, vedi di essere silenzioso.”
Il giovane Callahan annuì, mentre Charlie si buttava a terra insieme a loro.
“E poi chi è Mary?”
Una giovane donna, sulla trentina di anni circa, si affacciò sulla veranda dell'abitazione dei Callahan. La sua bellezza mozzò il fiato persino della principessa degli inferi: i capelli corvini brillavano sotto la luce della luna, le labbra carnose nascondevano una dentatura praticamente perfetta, mentre il fisico era incredibilmente sexy, soprattutto perché i suoi muscoli erano molto definiti. Sembrava... un'amazzone.
“Chi è quella? E che ci fa a casa tua?” Chiese Charlie, incantata da tale bellezza.
“Mia sorella.” Sussurrò il mortale.
La principessa sgranò gli occhi, avrebbe anche urlato dalla sorpresa se non fosse stato per Mihaela che le aveva tappato la bocca un attimo prima che lo facesse.
“Frank, sei tu?” Disse la donna alla ricerca del fratello.
Mary Callahan iniziò ad annusare l'aria e un ghigno sadico affiorò tra le sue labbra carnose.
“Sento odore di demoni.” Sussurrò poco prima di sparire dalla visuale del trio.
“Perché è sparita?”
Il mortale sudò freddo.
“Non è sparita...”
Charlie, Frank e Mihaela sentirono una presenza terrificante alle loro spalle.
“Che ci fai con due demoni, fratellino? Lo sai che il nostro compito è eliminarli, vero?”
Frank si alzò, si girò, affrontò lo sguardo della sorella e sorrise affettuoso.
“Mia cara sorella, com'è andato il viaggio?”
Mary si avvicinò al fratello e ricambiò il sorriso.
“Rispondi alla domanda. Ho visto le ultime notizie alla televisione, i demoni stanno invadendo la terra, quando sono tornata tu non eri da nessuna parte e ora scopro che fraternizzi col nemico, per non parlare dei rosari che sono spariti dalla cantina di famiglia.”
“Loro non sono nemici, ma sono la chiave per fermare questa invasione.”
Mary lo guardò dubbiosa.
“E come vorreste salvare l'umanità voi tre?”
“Uccidendo i quattro cavalieri dell'apocalisse e recuperando i loro cuori, potremo fermare questo massacro.” Aggiunse Charlie affrontando lo sguardo della donna.
Mary si diresse verso la casa dei Callahan e invitò Frank e le altre due a seguirla.
“I quattro cavalieri? Quindi la fine del mondo è iniziata. Mi spiegherete tutto dentro davanti a una tazza di tè, ora entriamo.”
Charlie e Mihaela rimasero sorpresi dalla facilità con cui la donna aveva accettato la verità.
Una volta dentro, Mary iniziò a preparare il tè per i suoi ospiti, mentre Frank si sedeva vicino al tavolo da pranzo insieme a Mihaela e Charlie.
“Credevo ci volesse morte e ora ci prepara il tè... tua sorella è strana.” Sussurrò Mihaela.
“Credo che dovresti presentarci, Frank.” Fece la principessa.
“Ok! Ragazze, vi presento mia sorella, nonché esorcista di fama mondiale, Mary Callahan.”
“Io sono Mihaela Funar.” Si presentò la demone radioattiva
Charlie si avvicinò timidamente alla giovane Callahan e si presentò.
“Molto piacere, Charlotte Morningstar.”
Un verso stizzito uscì dalla bocca della donna.
“Morningstar...” Ringhiò con disgusto. “Sei per caso parente di Lucifero?”
La principessa arretrò impaurita
“Sarebbe mio... Padre.”
Un sorriso cordiale comparì tra le labbra di Mary.
“Oh, questo spiega tutto, e dimmi, perché non dovrei eliminare te e la tua amica in questo istante?”
“Ehm...”
La principessa si ritrovò un coltello da cucina puntato alla gola.
“Hai un solo tentativo.”
Charlie deglutì, ma quando notò lo sguardo della donna non vide rabbia, ma solo preoccupazione.
“Devi amare molto tuo fratello, non è così?”
La donna sospirò.
“Mi rimane solo lui e nostro fratello maggiore, anche se lui sarà in qualche paese sperduto a salvare orfani affamati in questo momento.”
“E i vostri genitori?” Chiese Mihaela.
“Uccisi dalla vostra razza...” Ringhiò Mary posando il coltello.
La confessione della giovane Callahan lasciò la principessa sbalordita.
“Dei demoni hanno ucciso i vostri genitori?” Urlò girandosi verso Frank per cercare conferma.
Il mortale annuì.
“Ero piccolo, ma mi ricordo come fosse successo ieri. Un giorno i miei sono partiti per esorcizzare un demone che si era impossessato della figlia del papa, l'esorcizzazione fu un successo, ma loro non sono più tornati. Pochi giorni dopo, il nonno è venuto a darci la notizia e ha cominciato a prendersi cura di noi.”
“Questo vuol di-”
Le parole di Charlie le morirono in gola.
“Vuol dire che non perdonerò mai i demoni per avermi privato di un'infanzia felice.” Disse Mary prendendo un rosario dalla tasca. “Ed è per questo che vi esorcizzerò qui e ora!”
Mihaela si allarmò alla vista di uno di quegli affari, ma Frank la fermò prima che potesse salvare la principessa.
“Vediamo come se la gioca.” Fece il mortale con un ghigno sicuro sul volto.
“Lo capisco...” Sussurrò la principessa. “La tua rabbia è più che giustificata. Ma tuo fratello non odia i demoni, anzi, sono fiera di poterlo chiamare amico e se sono qui è solo perché mi ha salvato la vita innumerevoli volte, quindi, se davvero vuoi eliminarmi, io non ti fermerò. Però ti dirò questo... Io sono l'unica creatura che può usare i cuori e fermare questa invasione. Sei disposta a sacrificare l'umanità solo perché odi i demoni?”
Mary esitò e guardò il fratello.
“Dice la verità?”
Frank alzò le mani e fece spallucce.
“Quella biondina non è una bugiarda.”
La sorella di Frank posò il rosario e digrignò i denti.
“Va bene... vi credo.”
Fu in quel momento che Charlie fece una cosa che sorprese persino il mortale: afferrò le mani di Mary e le unì vicino al suo petto.
“Non posso far tornare i vostri genitori, ma posso prometterti...” Ringhiò mentre le sue corna si facevano sempre più visibili e sprizzi di fiamme infernali le uscivano dalla bocca. “ ...Che una volta che sarà tutto finito, non mi darò pace finché non troverò il demone che li ha uccisi.”
Mary rimase esterrefatta dalla determinazione che vide nello sguardo della principessa.
“Ok... Va bene. Ora ditemi, cosa ci fate qui?”
La principessa si calmò e sorrise alla sua nuova amica.
“Stiamo cercando uno dei quattro cavalieri, Guerra per essere precisi, hai visto qualcosa di strano nei paraggi?”
“Scusa, ma non potremmo usare Frank per trovarlo più in fretta? Lui ha bevuto la lacrima.” Fece Mihaela.
“Beh, non è così semplice. Quando penso al nome di un cavaliere sento la sua presenza in un determinato luogo e nella mia mente si crea l'immagine del luogo dove si trova, ma non ho idea di che aspetto abbia o da che parte della mia terra si trovi.”
“Sapevo che c'era la fregatura.” Sibilò seccata.
“Purtroppo non ho idea di dove sia questo Guerra, ma...?!!?”
Una freccia dall'enorme potere distruttivo attraversò le pareti della villa e colpì il ventre della giovane Callahan, Charlie la prese tra le braccia un attimo prima che cadesse a terra.
“Charlie, occupati di mia sorella.” Disse Frank mentre lui e Mihaela correvano fuori per controllare da dove fosse arrivata la freccia.
“Va bene!”
“Devo dedurre che tu sia Frank Callahan.”
A parlare era stato un uomo alto tre metri circa, indossava un'armatura cornuta a scaglie completamente rossa che gli copriva il volto, eccetto per due fessure per gli occhi color sangue, era armato di un arco lungo fatto di un materiale sconosciuto e sulla schiena aveva un enorme martello da guerra con strani simboli runici.
Il mortale e Mihaela si misero in guardia.
“E tu devi essere Guerra, giusto?”
L'uomo in armatura avanzò minaccioso ed ogni suo passo faceva tremare la terra.
“Sono ore che ti cerco, Frank Callahan!”
“Noi abbiamo iniziato a cercarti una ventina di minuti fa.” Replicò il mortale avanzando a sua volta.
“Oh, come sarà divertente polverizzare ogni tuo singolo osso.”
“Perché sei venuto a casa mia, cavaliere?”
Guerra iniziò a ridere.
“Quando ho sentito che un mortale aveva intralciato i piani del paradiso, la mia curiosità ha prevalso sulla ragione. E dato che sapevo che eri stato reincarnato, ho pensato di cercarti a casa tua.”
“Questo non risponde alla domanda, perché sei qui?”
“Ovviamente per eliminarti! Sono secoli che non mi si presenta una sfida degna di questo nome e penso che tu possa regalarmi la battaglia che tanto desidero.”
“Pensavo che il vostro lavoro fosse portare l'umanità all'estinzione.”
“Oh, ma certo, ma niente mi vieta di cominciare dagli umani più potenti della terra, ora muori!!”
Guerra alzò il possente braccio in aria e colpì con un pugno il volto del mortale, scaraventandolo sulla corvette della famiglia Callahan.
“Uh, quello farà male sia fisicamente che finanziariamente.” Commentò la donna radioattiva.
“Tutto qui? E io che mi aspettavo di più dall'uomo che ha messo sottosopra i piani del paradi...?!?”
Una lingua infuocata dal colore verdastro interruppe il cavaliere, anche se non aveva fatto altro che farlo arrabbiare.
“Ehi, idiota, sarai anche uno dei quattro cavalieri, ma non sembri molto sveglio.”
“A che serve l'intelligenza quando si ha la forza?”
La demone radioattiva lanciò un'altra palla di fuoco verde sul muso del cavaliere, ma la sua armatura sembrava non risentirne affatto.
“Continua quanto vuoi, questa armatura è fatta di un metallo sconosciuto persino agli angeli, solo un'arma infernale dall'enorme potere distruttivo potrebbe scalfirla.”
Mihaela lo guardò spiazzata.
“Allora sei davvero stupido, mi hai appena detto come posso farti fuori.”
“Come se una misera demonuncola da quattro soldi potesse brandire tale arma.”
Un ghigno decorò il volto di Mihaela.
“Oh, si da il caso che conosca qualcuno che ce l'ha.”
“Silenzio!”
Guerra si avventò su di lei e la chiuse in una stretta letale.
“Scelta sbagliata, amico.”
La temperatura del corpo della demone radioattiva iniziò a raggiungere un livello critico, ma l'armatura del cavaliere non si sciolse. Ovviamente se lo aspettava, il suo obbiettivo era un altro: alzò le mani al cielo e ficcò i pollici incandescenti nelle fessure degli occhi dell'elmo, facendo mollare la presa al nemico, che indietreggiò in preda al dolore.
“Tu, brutta troia!!!”
La demone radioattiva andò a controllare le condizioni dell'idiota che si era fatto lanciare contro un'auto, ma quando lo vide rialzarsi senza neanche un graffio sussultò.
“Diavolo, mia sorella mi ucciderà appena lo scoprirà.”
“Non credo sia il momento di preoccuparsi di questo.”
Frank osservò il cavaliere che si contorceva dal dolore e sorrise.
“Vedo che hai già fatto danni.”
“L'ho solo accecato, ma finché ha quella armatura ucciderlo sarà un'impresa.”
I versi di dolore di Guerra iniziarono a trasformarsi presto in una risata.
“Accecato? Uccidermi?”
Gli occhi del cavaliere cominciarono a brillare di rosso.
“Finché il mio cuore sarà nel mio petto, ogni ferita che mi infliggerete verrà curata. Credete davvero di potermi sconfiggere con dei trucchetti da quattro soldi?”
Un ghigno sadico decorò il volto del giovane Callahan.
“Oh, quindi ti rigeneri, che bella notizia.”
Una smorfia di rabbia deturpò il suo viso, mentre le vene delle braccia iniziarono ad emanare una luce dorata che attraversava la felpa che indossava.
“Questo vuol dire che posso colpirti finché non sarò soddisfatto...”
Il mortale scattò in avanti e colpì il petto del cavaliere.
L'impatto fu devastante: una colossale coltre di polvere si era alzata e aveva investito completamente la villa dei Callahan, danneggiando parzialmente le mura.
Quando la polvere si diradò, il mortale era in ginocchio, la felpa completamente stracciata a causa dell'impatto e si teneva il braccio, mentre Guerra torreggiava su di lui.
“Un tentativo encomiabile, ma anche con una benedizione, il tuo braccio non poteva reggere un impatto del genere senza subire danni. Sei stata una delusione, ma ti regalerò una morte veloce.”
Guerra afferrò il collo del mortale, lo sollevò e iniziò a stringere.
“Oh, non credo proprio!”
Mihaela provò nuovamente ad infilare i suoi pollici incandescenti negli occhi del cavaliere, ma venne spazzata via da un potente pugno che le fece perdere i sensi.
“Fatti un pisolino, mi occuperò di te dopo di lui.”
“Lascialo andare!” Gridò Charlie sull'uscio della porta lanciando una spada di fiamme sul braccio che teneva il suo amico, purtroppo la spada si disintegrò contro l'armatura del cavaliere, che decise comunque di mollare il mortale, sorpreso.
“La principessa degli inferi in carne ed ossa, ma quale onore.”
“Charlie, come sta Mary?”Chiese Frank riprendendo fiato.
“Stabile, ho cauterizzato la ferita con le mie fiamme.”
Il sollievo inondò il corpo del mortale.
“Bene.”
Guerra ignorò il mortale e cominciò a camminare verso la principessa.
“La figlia di Lucifer Morningstar, il portatore di luce, la stella del mattino. Che ci fai qui?”
“Sono qui per salvare i miei sudditi, i miei amici e la mia famiglia.” Ringhiò lei creando una spada di fiamme nella mano destra.
“Sudditi? Parli di quelli che ci stanno aiutando divorando i mortali? E come... oooohhh.”
Nonostante la sua espressione fosse nascosta dall'elmo, la principessa capì.
“Mi dispiace doverti eliminare, ma ci sono dei demoni a cui tengo molto che devo salvare.”
“Salvare? E da quando i demoni meritano di essere salvati? Hai idea di quanta gente stia morendo a causa loro?”
“Mi consolo sperando che i mortali che moriranno finiscano in paradiso.”
Guerra sussultò, ma non ci volle un genio per capire che espressione aveva sotto l'elmo.
“Oh, piccola stella, il tuo papino non te l'ha detto?”
Charlie si lanciò sul cavaliere, ma lui afferrò la spada con la mano sinistra e la sua gola con la destra.
“Dirmi cosa?” Ringhiò lei mentre cercava di divincolarsi dalla presa del cavaliere.
“I mortali che muoiono durante l'apocalisse vanno nel nulla, non esiste né paradiso né inferno per loro.”
Quella singola frase la privò di tutto lo spirito combattivo che possedeva.
“Quindi... quei bambini...” Sussurrò smettendo di divincolarsi.
“Oh, percepisco del senso di colpa nella tua voce, povera stellina.”
“Charlie, non lo ascoltare!!” Gridò Frank alzandosi in piedi nonostante il braccio rotto.
Le facce dei bambini che aveva divorato iniziarono a palesarsi nella sua mente, mentre le lacrime tornarono a decorare il suo viso color porcellana.
“EHI, BIONDINA!”
Charlie si girò verso la voce che aveva appena parlato. Mary Callahan, piegata in due dal dolore che bruciava nel ventre, era incazzata come una iena.
“Mi hai appena promesso che ucciderai il demone che ha eliminato i nostri genitori, e già ti arrendi?”
La principessa strinse i pugni: Mary aveva ragione, non c'era tempo per piangere e iniziò nuovamente a divincolarsi per liberarsi, nello stesso istante Frank afferrò il polso del cavaliere.
“Lasciala andare.” Ringhiò il mortale.
“Oh, e come vorresti costringermi? Ti fracasserai pure l'altro braccio contro la mia armatura?”
Le vene del mortale iniziarono ad emanare un bagliore dorato così intenso da essere accecante.
“No, distruggerò quell'armatura di cui vai tanto fiero.”
Guerra mollò la principessa e per la prima volta nella sua vita si mise in guardia.
Il mortale colpì l'elmo del cavaliere con una testata così violenta da spaccare il cielo in due, la terra sotto i piedi dei due combattenti iniziò a frantumarsi, mentre Guerra cercava di resistere al colpo al meglio delle sue capacità.
“Non... sottovalutarmi, ragazzino!!”
Guerra respinse il mortale, ma una piccola crepa si formò sul suo elmo, sorprendendo il cavaliere.
“Una crepa? Non è possibile.”
Il cavaliere osservò il corpo privo di sensi del mortale per cinque minuti buoni, quasi paralizzato, mentre Charlie gli girava attorno alla ricerca di una finestra di attacco.
“Un mortale che danneggia la mia armatura...”
Guerra iniziò a ridere soddisfatto: per la prima volta nella sua vita aveva temuto di morire ed era stato bellissimo. Avrebbe ricompensato colui che gli aveva fatto provare ciò con una morte da cavaliere, quindi... sfoderò il martello.
“Non te lo permetterò!!” Ringhiò la principessa mettendosi davanti al corpo inerme di Frank.
Il cavaliere alzò in aria il martello, mentre i simboli runici su di esso iniziavano a brillare.
“Gioite, famiglia Callahan, la vostra casa, insieme alla vostra stirpe, verrà cancellata dal mio martello.”
“Biondina, non permettere a quel martello di toccare terra!!” Gridò Mary accorgendosi del pericolo.
La futura regina creò uno scudo di fiamme e si preparò all'impatto.
Il martello cozzò contro lo scudo di Charlie e lo disintegrò con una facilità quasi allarmante, colpendo direttamente il suo torace, fracassandoglielo completamente.
La principessa sputò sangue e venne scaraventata contro i resti della corvette della famiglia Callahan.
“Biondina!!” Gridò Mary preoccupata.
“Non credo che tu abbia il lusso di preoccuparti per gli altri, il prossimo colpo vi eliminerà tutti!”
Fu in quel momento che Mihaela, ripresasi dal colpo ricevuto, aveva approfittato dell'istante di distrazione del cavaliere per avvinghiarsi al suo braccio, impedendogli di calare il martello.
“Levati di dosso, piccola troietta!!”
Il possente cavaliere iniziò a rotolare per terra per liberarsi di quell'insetto, ma Mihaela sembrava determinata a non mollare la presa.
“Perché non crepi?”
“Sono una persona tenace...” Fece con un ghigno mentre sentiva il costato andare in frantumi insieme ad una manciata di organi interni schiacciati dal peso del cavaliere..
Nello stesso istante in cui la donna radioattiva mollò la presa a causa delle ferite, un braccio teso di colore dorato investì il cavaliere, scaraventandolo contro un silo nelle vicinanze.
“Oh, cazzo... avresti potuto farlo prima!” Bofonchiò Mihaela cadendo a terra e sputando sangue.
“Devo ancora prenderci l'abitudine. Grazie per averlo tenuto occupato mentre ero svenuto.” Fece Frank inginocchiandosi vicino al corpo martoriato della donna radioattiva.
“Idiota, non perdere tempo a ringraziarmi, vai da Charlie e usa il patto.”
Il mortale annuì e iniziò a correre verso Charlie.
Il cavaliere si riprese dalla botta quasi istantaneamente, l'armatura aveva incassato il colpo, o almeno così pensava, perché non appena la guardò, notò un'altra crepa sulla base del collo.
Nonostante fosse nascosto dall'elmo, un sorriso euforico decorò il suo volto, soprattutto quando vide Frank correre verso la principessa.
“Dove scappi, ragazzo? Il divertimento è appena iniziato!!”
Nel contempo il mortale raggiunse il corpo privo di sensi della principessa e iniziò a schiaffeggiarla delicatamente per svegliarla, ma quando si rese conto che dei miseri schiaffetti non avrebbero funzionato, non esitò a rifilarle un sonoro ceffone.
“Hmmmm... Frank...” Mugugnò la principessa.
“Presto, usiamo il patto, come ci ha spiegato tuo padre.”
La principessa afferrò la mano del mortale e si trasformò nella sua fidata pistola, ma stavolta c'era una differenza: la pistola perdeva sangue.
“Charlie, tutto bene?”
“Sto bene, ma credo di poter produrre massimo tre proiettili in queste condizioni.” Ringhiò Charlie
“Mi bastano.”
“Oh, vedo che hai un nuovo giocattolo.” Sibilò Guerra facendo roteare il suo martello. “Ma ciò non ti salverà.”
Il mortale puntò l'arma sul cavaliere e sparò, ma Guerra deviò il proiettile col suo martello e iniziò a caricare il ragazzo, che decise di sparare un secondo proiettile per tenere le distanze, però venne deviato anche quello. Provò a sparare un terzo proiettile, ma era troppo tardi ormai: Frank venne investito dal possente martello del cavaliere, fracassandogli completamente il cranio e causando un boato che rimbombo nelle orecchie dei presenti.
Fu quando vide quel colpo andare a segno che Mihaela si rese conto che era finita: nessuno sarebbe potuto sopravvivere a un colpo diretto di quel martello.
Una smorfia piegò il suo viso: sapeva che dopo Charlie sarebbe toccato a lei.
Rimpianse di non essere fuggita.
“Sapevo che questa missione mi avrebbe uccisa.”
Mentre pensava a quale insulto rifilare al cavaliere prima di ricevere il colpo di grazia, sentì due braccia sollevarla da terra.
“Mary?”
“Non parlare, sei ridotta male.”
“Ti conviene lasciarmi qui, altrimenti farai la fine di tuo fratello.”
“Quale fine? Guarda che il suo cuore batte ancora.”
La demone radioattiva sussultò.
“E tu come fai a saperlo?”
“La nostra famiglia ha un udito particolarmente sviluppato, ora andiamo, ho un furgone dietro la casa, li aspetteremo lì.”
Mentre Mary portava Mihaela al sicuro, Guerra osservava Frank e la sua pistola.
“Frank, svegliati!” Gridò Charlie senza cambiare forma.
“Inutile, principessa, non si sveglierà. Nessun mortale può resistere ad un impatto diretto del mio martello, ora... MORIRETE!!”
Il cavaliere calò il martello sulle due anime, ma una mano afferrò la punta della sua arma un attimo prima che si schiantasse sulla testa del mortale: Frank aveva aperto gli occhi e aveva, per l'ennesima volta, ingannato la morte.
“Nessuno può resistere alle tue martellate? Chi l'ha deciso? Hai un'armatura indistruttibile? Chi l'ha deciso?” La presa sull'arma del cavaliere si fece sempre più ferrea, mentre guerra provava a riprendere possesso del suo martello.
“Frank, che ti succede?” Chiese Charlie notando il bagliore dorato che emanava il braccio “rotto” del mortale.
“Succede che abbiamo vinto.”
Frank distrusse la punta del martello stringendolo con forza, afferrò il collo del cavaliere e lo lanciò in aria, per poi puntare la pistola sul suo petto e premere il grilletto.
Il proiettile attraversò l'armatura di Guerra come il coltello sul burro, recidendo l'aorta.
Il cavaliere sputò sangue, ma sapeva che non sarebbe bastato per farlo fuori.
“AHAHAHAHAHAH! Pensavi davvero che sarebbe bastato?! Finché il mio cuore è collegato anche ad una sola vena, continuerà a rigenerarsi e tu... Non hai più proiettili.
Il mortale ghignò.
“Ed è per questo che ti ho lanciato in aria, così da non avere ostacoli.”
“Ostacoli?”
“Charlie, fallo!!”
“Ci sono!!”
Le rune demoniache sul calcio della pistola iniziarono a brillare, di conseguenza il proiettile si girò di centottanta gradi e colpì con una precisione chirurgica una seconda arteria.
“Non è possibile.”
Il proiettile di Charlie e Frank iniziò a girare attorno al cavaliere ad una velocità inaudita, attraversando il suo corpo e recidendo ogni singolo vaso sanguigno e nervo collegato al suo cuore, senza danneggiare quello per cui erano venuti.
Non appena il corpo del cavaliere toccò terra, l'unica cosa che il mortale sentì fu il suo respiro.
“Abbiamo... vinto?” Chiese Charlie incredula mentre si ritrasformava nella sua forma originale.
Il mortale si accasciò a terra e iniziò a ridere come mai prima di allora.
“Wow, ce la siamo vista davvero brutta a sto giro.”
Charlie si avvicinò al corpo del cavaliere e constatò che aveva smesso di muoversi
“Ce l'abbiamo davvero fatta.”
Per puro istinto, la principessa fece un salto di gioia, cosa che non avrebbe dovuto fare dato che subito dopo si accasciò a terra vicino al mortale a causa delle ferite.
“Vacci piano, Charlie...” La rimproverò il mortale.
“Scusa, è che pensavo davvero che saremmo morti.”
Il mortale e la principessa si ritrovarono a pancia in su sotto il cielo stellato, impossibilitati dal muoversi a causa dello scontro.
“Come facevi a sapere le mie intenzioni?” Chiese il mortale.
“Credo c'entri il patto e il fatto che le nostre menti sono collegate.. Ora tocca a me, come sapevi che ero in grado di manipolare i proiettili sparati?”
“Stessa risposta.”
“Buffo... ehehe.” Rise la principessa.
“Cosa?”
“Nonostante stessimo per morire, l'unica persona a cui pensavo era Vaggie e a come avrebbe reagito se fossi morta. Anche se ora è una bestia assetata di sangue umano, quindi forse ci penso troppo.”
“Sei innamorata, non fartene una colpa.”
“Hai ragione... Sai una cosa? Quando sarà tutto finito, le chiederò di sposarmi.”
“Mi sembra un'ottima idea.”
“Tu....” Fece imbarazzata la principessa. “Ti andrebbe di farmi da testimone?”
“Testimone...”
“Non sentirti obbligato, è una grossa responsabilità. Sentiti libero di rifiutare.”
Il mortale usò le poche energie che aveva per afferrare la mano della sua amica.
“Ti prometto che farò da testimone al tuo matrimonio e che salveremo tutti.”
La principessa gli sorrise.
“Hai promesso. Ora non puoi tornare indietro.”
“Lo so.”
“Dovremmo alzarci?”
“Credo che resterò a terra un altro po', tu recupera il cuore e cerca mia sorella e Mihaela.”
“Va bene.”
La principessa si alzò a fatica, zoppicò verso il corpo del cavaliere, rimosse la pettorina e creò un piccolo pugnale di fuoco per aprirgli il petto.
Nonostante avesse tentato di ucciderli, non poté fare a meno di dispiacersi. Se la cosa che le aveva detto era vera, probabilmente anche lui sarebbe finito nel nulla.
Sospirò e recise goffamente la cassa toracica del corpo, fino a rivelare un cuore pulsante che sembrava ancora emanare energia, era... Bellissimo.
Un piccolo rivolo di bava le uscì dalla bocca, i denti iniziarono a tramutarsi in zanne affilate, mentre lo sguardo... Era fisso sul cuore, come se fosse ipnotizzata.
Prese in mano la preziosa reliquia, si leccò le labbra e gli diede un morso, poi un altro e un altro ancora, finché non si ritrovò il muso sporco di sangue e le mani vuote.
Il suo cuore iniziò a battere all'impazzata, le sue ferite iniziarono a guarire e una forte emicrania la fece urlare di dolore, cosa che allarmò Frank .
“Charlie, tutto bene?”
Un ghigno sadico comparì tra le labbra della principessa.
“Oh, sto benissimo...” Sussurrò creando una spada di fiamme nella mano destra. “Ma starò molto meglio quando ti avrò ucciso.”
Il mortale impallidì.
“Tu... non sei Charlie, sei...”
“Siete stati bravi, mi avete sconfitto, ma adesso inizia il secondo round e stavolta mi chiedo come farai a far fuori la tua amica. Ah già, non puoi, senza di lei non puoi fermare l'apocalisse.”
Frank ringhiò rabbioso, la stessa rabbia che lo aiutò a rialzarsi.
“Questo corpo è meraviglioso, sento l'energia infernale scorrere dentro di me come un fiume in piena.”
“Charlie, ora calmati.”
“Ancora che mi chiami Charlie? Sono Guerra.”
“Non sto parlando con te.”
“Oh, capisco... Pensi che sia ancora qui dentro e hai ragione, ma tra dieci minuti la sua coscienza verrà assimilata dalla mia, facendola sparire completamente.”
Le gambe del mortale iniziarono a tremare, facendolo accasciare nuovamente a terra.
“Guardati, ferito e debole, e io che speravo in un altro scontro, meglio finirla qui.”
Guerra camminò in modo inesorabile verso il corpo inerme di Frank e alzò al cielo la spada, ma prima che potesse dare il colpo di grazia, qualcosa lo fermò.
“Non te lo permetterò.” Sussurrò Charlie fermando il suo stesso braccio con l'altro.
“Ancora che cerchi di resistere, ragazzina? Arrenditi, è finita! Una coscienza debole come la tua non potrà mai sopraffare un guerriero come me.”
“Non lo permetterò, c'è troppa gente che conta su di me: Vaggie, mia madre, i miei amici e i miei sudditi.”
“Oh, adorabile, ma hai perso nel momento in cui hai ingerito il mio cuore.”
Charlie si strinse il polso fino a spezzarlo, facendo urlare di dolore Guerra.
“Tu, brutta troietta!”
“Ora.... esci dal mio fottuto corpo!”
“No, non sarò sconfitto di nuovo, se non posso avere questo corpo, allora non lo avrà nessuno!!”
Guerra creò diverse spade infernali in cielo, tutte puntate su di lui e Frank.
“Gioite, principessa, moriremo tutti insieme.”
Fu in quell'istante che il tempo sembrò fermarsi, insieme all'ultimo attacco di guerra, perché nella testa della principessa successe qualcosa di inaspettato.
Charlie si ritrovò in una specie di giardino, lontano da qualsiasi forma di civilizzazione. Era molto simile al giardino di sua madre, ma era... Decisamente più spoglio: ogni singola pianta era morta, c'erano cadaveri di animali dappertutto e una strana aura dorata circondava ogni essere.
“Dove sono?” Sussurrò.
L'udire di una voce la fece nascondere dietro il cadavere di un orso.
“Zio Gabriele, Morte ha di nuovo ucciso gli animali e le piante.” Pianse un bambino in armatura scarlatta,
“Oh, Guerra, non può farci niente, è la sua natura.”
“Quello è Gabriele? Non sembra così mal...?!”
Uno schiaffo di Gabriele colpì il bimbo così forte da lanciarlo vicino a Charlie, la quale cambiò subito pensiero sul carattere del suo nemico.
“Ora torna ad addestrarti, voglio che tu sia pronto per quando ci sarà l'apocalisse.” Ordinò l'angelo.
Il bambino si alzò come se non fosse successo nulla.
“Ma Zio, io non voglio estinguere i mortali, voglio solo trovare gente forte da affrontare. Il mio sogno è una morte perfetta!”
“Ancora con questa stupidaggine? Il tuo lavoro è estinguere il genere umano insieme ai tuoi fratelli quando sarà il momento, nient'altro.”
Gabriele chiamò due cherubini.
“Toglietegli l'armatura e buttatelo di nuovo nell'olio bollente finché non avrà messo la testa a posto.”
“Olio bollente? Un bambino? Ma sei impazzito?” Gridò all'improvviso Charlie uscendo dal suo nascondiglio, ma venne completamente ignorata, quasi come se fosse... Invisibile.
Il giardino sparì di colpo e stavolta si ritrovò in un posto nero come la pece, dove l'unica fonte di luce era una fiamma blu.
“Cosa diavolo è?”
“Quella è la tua coscienza.” Disse Guerra comparendo alle spalle della principessa, che si mise subito in guardia.
“Dove siamo, cavaliere?!”
“Siamo nella tua testa... E anche nella mia.”
“Che vuoi dire?”
“Che se quella fiamma si spegne, vorrà dire che la mia coscienza assorbirà la tua e tu sparirai.”
“E quel giardino cosa era?”
“Frammenti di memoria, ma basta parlare, hai intenzione di combattere per il tuo corpo oppure no?”
Charlie guardò la fiamma alle sue spalle e provò a creare una spada con i suoi poteri, ma non successe niente.
“Come io non ho il mio martello, tu non hai i tuoi poteri, non qui dentro almeno. Puoi sempre arrenderti.”
La principessa ghignò e alzò i pugni.
“Mi sembra di avertelo già detto: c'è troppa gente che conta su di me!”
Charlie scattò in avanti e schiantò il suo pugno sull'uomo in armatura, scaraventandolo in aria, dopodiché saltò e colpì con una tallonata dirompente il collo del cavaliere, seppellendolo in quel paesaggio oscuro.
“Wow.” Fece la principessa, sorpresa dalla potenza dei suoi attacchi. “Che diavolo succede?”
“Niente male.” Disse il cavaliere rialzandosi dalla voragine che aveva creato. “ In questo posto, i tuoi attacchi sono potenziati dalla tua determinazione, ma ora... Ti mostrerò la mia.”
Un cazzotto tirato dal cavaliere sbriciolò completamente la fiducia della principessa, insieme a un po' della sua cassa toracica. Anche se erano in un mondo immaginario, il dolore era reale. Molto reale. Un singolo pugno l'aveva praticamente messa KO, ma non poteva arrendersi. Per sua madre, per i suoi sudditi... per Vaggie.
Si rialzò dolorante e si pulì un rivolo di sangue che le usciva dalla bocca.
“Ho visto cosa hai subito in passato, volevi solo qualcuno in grado di darti lo scontro che desideravi.”
“Dove vuoi arrivare, ragazzina?”
Charlie si indicò con il pollice, la bocca sporca di sangue.
“Gioisci, cavaliere, sono colei che ti donerà uno scontro indimenticabile!”
Il ghigno di Guerra, anche se nascosto dall'elmo, si allargò a dismisura.
“Vedremo!”
Il cavaliere e Charlie scattarono contemporaneamente in avanti, talmente veloci da risultare invisibili a occhio nudo, entrambi guidati dalla propria determinazione. I colpi di Charlie erano così violenti da causare un boato ogni volta, mentre quelli del cavaliere non erano da meno e rompevano almeno un paio di ossa a ogni impatto.
Alla fine di quello scambio di colpi, le fratture nel corpo della principessa erano così evidenti da essere visibili a occhio nudo, mentre la fiamma alle sue spalle si faceva sempre più flebile.
“Arrenditi, principessa.” Fece il cavaliere con il fiatone e l'armatura completamente crepata a causa dei colpi di Charlie.
“Parole grosse per uno con il fiatone.” Lo provocò la principessa ignorando il dolore.
Il cavaliere ringhiò, anche se sotto quella corazza non si era mai divertito tanto.
“Per migliaia di anni ho cercato un mio pari, e ora finalmente ne ho trovato uno.”
Guerra attinse a tutte le sue forze per caricare un ultimo colpo. Charlie fece lo stesso.
“Se non sopravviverò a questo, porgi i miei saluti a Frank.”
Nonostante fosse priva di poteri, il corpo della principessa iniziò ad assumere un aspetto sempre più demoniaco.
“Oh, te lo assicurò, non sopravvivrai!” Sibilò tra i denti affilati.
“Mi piaci, ragazzina, vediamo allora chi ne uscirà vittorioso!”
L'impatto fu istantaneo , causando un'esplosione di dimensioni bibliche, un'esplosione talmente potente da poter uccidere lo stesso Leviatano, la creatura uccisa dalle mani di Dio.
Per un singolo attimo, la fiamma che rappresentava la coscienza di Charlie si spense, ma poi iniziò a brillare come un piccolo sole, sancendo il vincitore.
Charlie era in piedi davanti al cavaliere, il braccio con il quale aveva dato il colpo aveva penetrato il suo petto, facendogli sputare un paio di litri di sangue, ma ciò non lo fermò dal dire una singola parola.
“Grazie...”
Il corpo del cavaliere iniziò a dissolversi nell'aria insieme all'armatura, mentre lei poté finalmente riposare gli occhi.
Quando li riaprì si ritrovò davanti al corpo inerme di Frank, che, anche se paralizzato, continuava a urlare il suo nome.
“Charlie!!!”
“Diavolo, Frank, non c'è bisogno di urlare.”
Il mortale sospirò sollevato.
“Temevo di averti perso. Sei stata mezz'ora lì impalata a non fare niente. Come ti senti?”
Charlie si controllò il corpo: a parte il polso rotto, le ferite che aveva subito nella sua testa non erano rimaste, il che aveva senso.
“Mi sento... Bene.”
La principessa distrusse le spade infernali che minacciavano di cadere su di loro con uno schiocco di dita e sorrise a Frank.
“Una vittoria combattuta, non trovi?”
Il mortale ricambiò il sorriso.
“Quindi... Per consumare i cuori devi mangiarli... Parecchio macabro se permetti, almeno aveva un buon sapore?”
“Per niente, ma il mio corpo si è mosso da solo non appena l'ho visto pulsare.”
“Non succederà mica la stessa cosa se consumi gli altri cuori, vero?”
“Parli del fatto che mi ha ipnotizzata o del fatto che ho quasi perso il mio corpo?”
“Entrambe le cose.”
“Non ne ho idea, ma se succederà di nuovo, sarò pronta. Riesci ad alzarti?”
“Onestamente... No. Portami dietro la villa, lì c'è il furgone di mia sorella, conosco solo una persona che può aiutarci in questo momento.”
La principessa prese in spalla Frank e lo portò dietro alla villa, dove Mary e Mihaela li aspettavano, la seconda stesa sul retro del furgone, ancora troppo debole per muoversi o per produrre calore.
“Oh mio Dio, Frank, stai bene?” Gridò Mary avvicinandosi al fratello e aiutando Charlie a trasportarlo.
“Sto bene, ma dobbiamo andare da John, è l'unico che può rimetterci in sesto.”
“John? Perché questo nome mi pare di averlo già sentito?” Si chiese Charlie.
“Perché l'hai già sentito, è quello che mi ha chiamato nella tua limousine.”
Charlie spalancò la bocca.
“E come ci potrebbe aiutare una persona che a malapena sopporti?”
“Con le donne è un idiota, si innamora al primo sguardo, ma si è laureato in medicina all'età di dodici anni, quindi solo lui può rimettervi in sesto.” Spiegò Mary.
Charlie e Mary poggiarono delicatamente Frank sul retro del furgone, vicino a Mihaela.
“Avete recuperato il cuore?” Chiese la donna radioattiva.
“Charlie l'ha mangiato.”
“Disgustoso... Quindi ce ne mancano tre, giusto?”
“Esatto.”
“Beh, almeno abbiamo vinto.”
Charlie si mise vicino al posto del guidatore, mentre Mary si mise alla guida.
“Si parte!” Gridò spingendo sull'acceleratore.
Una volta abbandonata la proprietà dei Callahan, ci volle circa mezz'ora per raggiungere la casa di questo John, una piccola casetta in legno su una collina in mezzo al nulla.
“Sicuri che sia la casa di un medico affermato questa?” Chiese Charlie dubbiosa.
“Spero vivamente che non sia morto a causa di un demone affamato. Sono tutta un dolore” Disse Mihaela.
“Puoi dirlo forte.” Replicò Frank.
Mary prese in braccio suo fratello, Charlie prese in spalla Mihaela e si diressero verso la casa di John.
“John!! Sei vivo? Ci serve il tuo aiuto!” Iniziò a gridare Mary dando calci alla porta.
“Arrivo, arrivo, ma non mi sfondare la porta.”
Non appena la porta si aprì, Mihaela poté esaminare l'aspetto di colui che l'avrebbe rimessa in piedi: era un uomo sulla trentina senza barba, leggermente sovrappeso e con i primi sintomi della classica calvizie maschile. Aveva una maglietta con una donna a cartone animato stampata sopra e un jeans con diversi adesivi. Ai piedi aveva delle pantofole di My Little Pony.
“Oh, Mary! Hai finalmente deciso di sposarmi?”
“Sta zitto, John, ti ho portato dei pazienti.”
Non appena John notò Charlie, i suoi occhi divennero due cuori pulsanti.
“Oh mio Dio, ma sei splendida, diventa la mia ragazza!”
La principessa rise imbarazzata e rifiutò l'offerta dell'amico di Frank.
“Ah, un altro rifiuto, sono già a 2002 rifiuti, di questo passo non mi sposerò mai. Va bene, che vi serve?”
“Frank e Mihaela sono feriti, speravamo potessi aiutarci.” Disse Charlie
“Mihaela è la ragazza che stai portando, giusto? Hm, è carina, è single?”
Se avesse potuto, la donna radioattiva sarebbe arretrata disgustata.
“Non lo so, sei single?” Le chiese Charlie innocentemente.
“Non sono affari vostri, e ti conviene non essere troppo appiccicoso se non vuoi svegliarti domani con una neoplasia in più” Ringhiò lei.
“Capisco, entrate dentro, esaminerò tutti voi, ma prima Frank, sembra quello ridotto peggio.”
“Grazie, Doc...”
Il gruppo entrò dentro la casa del dottore, ma l'unica che si sorprese fu Charlie: l'interno della casa era estremamente povero, c'era solo lo stretto necessario, ovvero un bagno, una cucina e un divano lurido dove probabilmente il tizio si masturbava su chissà quali schifezze a giudicare dalle macchie e dall'odore.
“Dove li mettiamo?” Chiese Charlie.
“Piuttosto che poggiarmi su quel divano preferisco schiattare.” Sibilò Mihaela.
Il dottore sorrise, aprì la porta della cantina e fece segno al gruppo di seguirlo.
Una volta dentro, Charlie e Mihaela rimasero esterrefatti: quella cantina era munita di qualsiasi attrezzatura medica esistente, persino una macchina per le Tac e una per le radiografie, sembrava di essere in una specie di mini ospedale.
“Metteteli sui lettini, vado a prendere il mio stetoscopio.”
Mary e Charlie misero i pazienti sui lettini, nello stesso istante John tornò da loro con un camice bianco e uno stetoscopio rosa.
“Vediamo cosa abbiamo qui.”
Il dottore mise lo stetoscopio sul petto di Frank e gli chiese di fare un profondo respiro, cosa che fece con un grosso sforzo.
“Hm, capisco.”
Dopodiché prese una torcia e ordinò al suo paziente di seguirla con gli occhi, cosa che fallì miseramente.
“Hm, interessante.”
“Il verdetto, Doc?” Chiese Mary preoccupata.
“Sinceramente, sono sorpreso che sia ancora vivo: ha un trauma cranico molto grave, è un miracolo che sia ancora cosciente.”
“Puoi aiutarlo?” Chiese la principessa.
“Certo che posso, ma mi servirà una settimana. Ora fatemi esaminare Mihaela.”
Il dottore si avvicinò alla demone radioattiva e iniziò a premere sul suo ventre, causandole un dolore lancinante.
“Figlio di puttana, vuoi ammazzarmi?!” Ringhiò a denti stretti.
“Hm, gli organi interni sono stati danneggiati da qualcosa di pesante, mentre la cassa toracica ha un paio di fratture, i polmoni hanno un po' di fluido, ma si riprenderà.”
“E l'hai capito con un solo tocco?”
“Certo, è il mio lavoro. Ah, biondina, per quel polso rotto ci vorrà un tutore.”
La principessa si toccò il polso imbarazzata, sorpresa che se ne fosse accorto con tanta facilità.
“Come li curerai?”
“Oh, io non farò niente.”
“Cosa?!?!” Gridò Charlie.
“Gli organi della ragazza si stanno già riparando da soli, anche se non ho idea del perché, mentre Frank, come ho già detto, il suo trauma cranico è grave, ma il fatto che sia cosciente lascia ben sperare. Una settimana di riposo e si riprenderanno entrambi”
“Beh, ha senso.” Sussurrò Charlie.
“No, biondina, non ha senso, nessuna creatura vivente può rigenerarsi.”
“No, intendevo, ci vogliono delle armi speciali per ferire in modo permanente un demone peccatore e lei non è stata mai colpita dal martello di Guerra.”
“Demone?!?!! Come quelli che stanno invadendo la terra?!”
“Ehm... si?”
Il dottore si mise una mano in fronte.
“Oh, Frank, Mary, che diavolo mi avete portato?”
Come aveva previsto il dottore, Mihaela e Frank si ripresero dopo una settimana di riposo, mentre il polso di Charlie era quasi completamente guarito grazie al tutore fornitole.
“Ah, che bello quando curo dei pazienti...”
“Ma se non hai fatto un cazzo, a parte dare un tutore a Charlie.” Sibilò Mihaela.
“Come sei cattiva, sicura di non volermi sposare?”
La demone alzò la temperatura del suo corpo e si avvicinò pericolosamente al medico, minacciandogli di sciogliergli il cazzo se glielo avesse chiesto ancora.
“Ho sopportato le tue richieste di matrimonio per una settimana, non provocarmi.”
John impallidì e annuì spaventato.
“Bene.”
La donna radioattiva uscì dalla casa del medico, trovandosi davanti un Frank intento a meditare per terra e una Charlie che lo osservava impaziente.
“Cosa sta facendo?”
“Sta pensando al prossimo cavaliere.”
“Capisco.”
Mihaela si guardò intorno alla ricerca di Mary, ma non la vide.
“Tua sorella?”
“Ha detto che avrebbe aiutato più mortali possibili a sopravvivere a questo casino.”
“Mentre noi pensiamo ai pezzi grossi, mi sembra giusto.”
“Trovato!!!” Gridò Frank scattando in piedi.
“Chi è il prossimo bersaglio?” Chiese Mihaela.
“Carestia.”
“E come lo raggiungiamo?”
“Trovare il portale adatto sarebbe troppo impegnativo. Prenderemo l'aereo di John.”
Mihaela e Charlie spalancarono gli occhi.
“Quell'idiota ha un aereo?!?!” Gridarono all'unisono. 

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Un noioso accordo ***


Il mortale sfondò con un calcio la porta dell'abitazione di John e lo afferrò per il camice.
“Le chiavi del tuo jet privato, dobbiamo raggiungere un posto parecchio lontano.” Ringhiò minaccioso.
“Andiamo, amico, non posso darti il mio jet privato, costa più di 20 milioni di dollari, per non parlare che il mio hangar sta a 3 kilometri da qui.”
“John, le chiavi!” Ordinò il mortale iniziando a scuoterlo come un sacco di monetine.
“Va bene, va bene, vacci piano.”
Il dottore prese le chiavi da un cassetto e le passò a Frank con molta riluttanza.
“Per favore, non me lo ammaccare.”
Il mortale sorrise.
“Non ti prometto niente.”
“Frank, hai finito?” Chiese Charlie affacciandosi all'uscio insieme a Mihaela.
“Ce l'ho, voi iniziate a dirigervi verso nord, è lì che si trova l'hangar di John.”
“Hangar??!!!”Ma quanti cazzo di soldi ha il tuo amico?!” Fece Mihaela sbalordita.
“Troppi per i miei gusti. Ora andiamo.”
“Aspetta, prima devo fare una cosa.” Disse la donna radioattiva poco prima di far prendere fuoco al divano appoggiandoci la mano sopra.
“Il mio divano!!”
In pochi attimi, del mobile non rimase che cenere
“Cambia divano, amico, i soldi non ti mancano.”
“Tu non capisci, ci ho messo anni a ridurlo in quel modo. Così pieno di macchie che quelle nuove passavano inosservate.”
Mihaela e Charlie fecero un verso disgustato, mentre Frank sospirò rassegnato.
“Sei incorreggibile. Su, andiamo via, il genere umano non si salverà da solo.”
Il trio si incamminò verso l'hangar di John, ci misero circa un'ora per raggiungerlo e, dato che avevano poco tempo, il mortale iniziò a sfondare il portone in metallo a suon di calci.
“Ehm, sicuro che John non si arrabbierà?” Fece Charlie con un leggerissimo senso di colpa.
“Si arrabbierà, ma non me ne frega un cazzo.” Ribatté il mortale continuando a prendere a calci la porta blindata.
“Mi pare giusto...”
“Non puoi usare la chiave che ti ha dato John?” Intervenne Mihaela.
Il mortale si fermò di colpo e premette il pulsante che stava attaccato al portachiavi, aprendo il portone e la saracinesca dell'hangar.
“Oh, ma guarda, apriva tutto.”
Mihaela e Charlie sospirarono.
“Frank, ti voglio bene, ma pensa prima di agire.” Disse la principessa.
“Pensavo fossero solo per l'aereo!!”
“Fa niente, vediamo questo aer...?!??!”
Le mascelle della principessa e della donna radioattiva toccarono letteralmente terra non appena videro il jet privato di John: era un jet di 40 metri circa con diversi ornamenti dorati che lo abbellivano.
“Ma come cazzo ha fatto...” Bofonchiò Mihaela entrando nel jet, al cui interno si trovavano sedili riscaldati, sedili massaggianti e una jacuzzi, insieme a diversi alcolici dal prezzo stratosferico a giudicare dall'annata.
La donna radioattiva prese un bottiglia di whisky e impallidì non appena lesse il nome.
“Macallan vintage 1989 di Samaroli, sta roba costa 9000 dollari a bottiglia all'inferno.”
“Sembra il whisky che beve mio padre.” Aggiunse Charlie esaminando la bottiglia.
“Non mi sento a mio agio con tutto questo lusso...” Bofonchiò Frank andando verso la sala comandi.
“Aspetta un attimo...” Ordinò la principessa. “Sai guidare questo affare?”
La donna radioattiva roteò gli occhi al cielo.
“Principessa, se non sapesse guidare un jet di queste dimensioni, ti pare che l'avrebbe chiesto?”
“Tu non lo conosci, ho ancora i traumi per quando si è messo alla guida dell'aeronave.”
Mihaela osservò il mortale con circospezione, al che Frank rispose incrociando le braccia e mostrando un sorriso sicuro.
“A me sembra a posto.” Fece rassegnata.
“Non vi preoccupate, ho visto un sacco di film con aerei, tra cui top gun, ho tutto sotto controllo.”
Le certezze di Mihaela si sgretolarono all'udire di quella frase: davvero voleva guidare un aereo con quelle credenziali? Se credenziali si potevano chiamare.
“Ho capito, ci penso io.” Aggiunse la principessa degli inferi rubando le chiavi dalla mano del mortale e dirigendosi verso la sala comandi.
“Sai guidarlo?” Chiese la donna radioattiva.
“No, ma non sarà tanto diverso da una macchina.”
“Fai guidare Frank, è lui che sa da che parte andare... A proposito, dove si trova il prossimo cavaliere?”
“A Miami.”
“E quanto ci metteremo a raggiungerla se riusciamo a decollare?”
“Sei o sette ore, nel frattempo voi godetevi il lusso di questo aereo.”
Il mortale riprese le chiavi dalle mani di Charlie e si mise alla guida del jet.
Contro ogni pronostico, il decollo andò senza intoppi, a parte qualche turbolenza mentre prendevano quota che fece prendere un mini infarto alle due uniche passeggere.
Una volta stabilizzato l'aereo, Frank mise il pilota automatico e tornò dalle sue compagne di viaggio.
Passarono tre interminabili ore, nei quali Mihaela batteva il piede impaziente a causa della missione: erano a malapena sopravvissuti allo scontro con Guerra e adesso si stavano dirigendo verso un altro cavaliere nuovamente senza un piano, non ci era abituata, ma dubitava di riuscire a inventarsi qualcosa senza sapere niente sul cavaliere.
“Bene, nessuna turbolenza, ho imparato a mettere il pilota automatico e sembra che il viaggio andrà senza problemi.” Bofonchiò Frank.
Charlie lo guardò storto.
“Ma sei impazzito?!?!” Gridò.
“Che ho fatto?”
“Non bisogna mai dire una frase del genere durante una missione, porta sfortuna!!”
Mihaela ridacchiò.
“Superstiziosa, principessa? Non me lo aspettavo da...?!?!”
Una lancia angelica trapassò l'aereo, aprendo un buco grande quanto un pallone da basket nella fusoliera.
La principessa la guardò male.
“Dicevi?”
“Non è colpa mia se porti sfiga, ora preparati, mi sa che non sarà un volo piacevole.”
Frank si affacciò ad uno degli oblò e vide colui che aveva fatto un buco nel suo aereo e sembrava avesse portato degli amici.
“Angeli sterminatori, che ci fanno qui?”
“Sicuramente non per rubarci gli alcolici!” Ribatté sarcastica la donna radioattiva cercando di mantenere stabile la temperatura del suo corpo per evitare di sciogliere il pavimento.
Un'altra lancia angelica trapassò la fusoliera, creando un altro buco che venne immediatamente tappato dal carrello degli alcolici.
“Cosa facciamo?!?” Gridò Charlie.
Mihaela iniziò a pensare ad un piano, piano che le venne in mente in pochi attimi.
“Ok, ci sono. Principessa, tu dovrai buttarti dall'aereo e distrarre gli angeli, ho modo di pensare che il loro obbiettivo sia tu.”
“Sei impazzita? Così la uccideranno e ti ricordo che senza di lei non possiamo utilizzare i cuori!” Ribatté Frank, chiaramente contrario all'idea della donna radioattiva.
“Se fanno schiantare l'aereo moriremo tutti e tre, almeno se li distrae avremo una chance di sopravvivenza.”
Mentre Frank e Mihaela discutevano, un'espressione determinata decorò il volto della principessa.
“Lo farò...” Disse all'improvviso, zittendo i due.
“Charlie, non puoi farlo, è troppo pericolo..?!”
“Come affrontare uno dei quattro cavalieri dell'apocalisse? Dubito.”
Il mortale non poté ribattere e annuì.
“Va bene, seguiremo il piano di Mihaela, poi che facciamo dopo il diversivo di Charlie?”
“Atterreremo all'aeroporto più vicino, poi Charlie ci raggiungerà e ci sbarazzeremo degli angeli, spero che la tua nomea di ammazza angeli sia vera, dopodiché decolleremo di nuovo.”
Charlie si avvicinò allo sportello, premette il pulsante per l'apertura di emergenza, mentre un paio d ali di fiamme si manifestavano sulla sua schiena, dopodiché... Si buttò dall'aereo.
Come previsto da Mihaela, tutti gli angeli sterminatori seguirono la principessa con l'intenzione di eliminarla, lasciando i due da soli sull'aereo.
Frank richiuse lo sportello e andò verso la sala comandi, seguito dalla demone radioattiva.
“Pensi che se la caverà?” Chiese lui sperando di trovare un po' di conforto nelle parole della donna.
“Beh, considerando che è sopravvissuta a Guerra... Possiamo concederci un po' di ottimismo.”
Il mortale sospirò, disattivò il pilota automatico e prese i comandi per atterrare.
Nonostante i danni ricevuti dall'aereo, i due riuscirono ad atterrare senza problemi in una specie pista di atterraggio abbandonata. Ora l'unica cosa che dovevano fare era attendere l'arrivo di Charlie.
Dopo cinque interminabili minuti, Mihaela intravide una sfera di fuoco nel cielo inseguita da diversi angeli sterminatori.
“Sta arrivando, preparati!”
Il mortale fece scricchiolare il collo.
“Pronto!”
La principessa si schiantò vicino ai due, decisamente provata a causa della lancia angelica conficcata nella spalla, ma almeno respirava. Uno sterminatore si accinse a conficcarle la lancia nella gola, ma venne intercettato da un calcio di Frank che gli fece letteralmente esplodere il petto.
In pochi attimi, il trio venne circondato da angeli.
“Ok, Frank, è il tuo turno!”
“Non c'è bisogno di ripeterlo.”
Il mortale scattò in avanti e investi due angeli con un braccio teso, facendogli saltare le teste. Un angelo provò a infilzarlo con la sua lancia, ma rimbalzò come gomma sul diamante.
L'angelo, notando l'immunità del mortale, si avventò su Mihaela, ma questa gli afferrò il viso dopo avere schivato il suo attacco, mandandoglielo a fuoco e accecando momentaneamente il proprietario, abbastanza tempo per permettere a Frank di finirlo girandogli il collo di 180 gradi.
Il resto degli angeli arretrò spaventato, quando una voce stridula e irritante gli ordinò di tornare indietro.
Una colonna di luce dorata aprì il cielo in due, da cui discese un angelo sterminatore che Frank conosceva molto bene.
“Adam...” Ringhiò disgustato.
“Che bello rivederti, Frank.”
“Deduco che tu non sia arrivato per dirmi che ti arrendi, vero?”
“No, il tuo scherzetto ha ridotto all'osso il numero dei miei angeli, semplicemente non voglio sprecare truppe quando posso risolverla... Pacificamente.”
“Tentare di ammazzarci non è la mia idea di agire pacifico” Sibilò Mihaela.
“Hai detto bene, abbiamo tentato, per questo sono qui per proporvi un accordo. Anche se è più un'idea di Gabriele che mia.”
Il mortale serrò gli occhi.
“Che tipo di accordo?”
“Semplice: voi smettete di cercare i cavalieri e io vi farò... Un regalo.”
Non appena disse quella parola, un portale si aprì alle sue spalle, dal quale uscirono una decina di angeli sterminatori che trasportavano una gabbia al cui interno si trovavano Lilith, Vaggie e la figlia di Frank.
Vedere sua madre e la sua compagna in quello stato turbò profondamente la principessa: diverse escrescenze ossee coprivano le loro braccia, come delle lame affilate, i loro sguardi, assetati di sangue umano, la scrutavano nell'anima mentre si nutrivano dei resti del cadavere di un uomo innocente.
“Vaggie, mamma...” Sussurrò con una lacrima che le attraversava il viso.
Frank, d'altro canto, rimase stoico come una pietra: vedere sua figlia in quello stato l'aveva colpito, ma sapeva che una volta recuperato i quattro cuori sarebbero tornate normali.
“L'accordo è questo: io vi restituisco i vostri cari e voi non cercate i cavalieri. Dovreste apprezzare il sacrificio che ho fatto, ho dovuto sacrificare 10 dei miei angeli migliori per catturare Lilith.”
Il mortale incrociò le braccia.
“Un accordo allettante, ma devo rifiutare. Preferiamo salvarle a modo nostro, se permetti."
Adam fece una finta espressione delusa.
“Che peccato, allora vi farò ammazzare da uno dei miei angeli migliori.”
Dal cielo discese una donna armata con un'alabarda angelica, le sue ali, bianche come la superficie della luna, brillavano in modo accecante, mentre i suoi capelli argentei si riflettevano sotto il cielo stellato.
“Emma!?”
“La conosci?” Chiese Mihaela.
“Mia moglie...”
La donna fece roteare l'alabarda e puntò la lama sulla gola del marito.
“Pensavo che non avessi il cuore per uccidermi.”
“Infatti non ti ucciderò, Frank.” La donna spostò la lama sulla principessa ferita a terra. “Mi basta uccidere l'unica creatura in grado di fermare l'apocalisse!”
Emma spiccò il volo e si avventò sulla principessa, ma un calcio incandescente la colpì sulla mascella, buttandola a terra.
“Non ci provare, bellezza, questa ragazzina è sotto la mia protezione.”
Frank provò a intervenire, ma venne bloccato da Adam.
“Oh, no, non ti permetterò di fare niente, è ora del secondo round.”
Il mortale si liberò dalla presa dell'angelo e lo colpì con un pugno nell'occhio.
“Non ostacolarmi, Adam, ti assicuro che non finirà come l'ultima volta.”
L'angelo sorrise.
“Oh, ma guardati, hai ottenuto una benedizione e pensi di potermi eliminare.”
Adam estrasse la sua chitarra-mannaia, mentre le vene nelle braccia del mortale iniziavano ad emanare un bagliore dorato.
L'ustione di terzo grado sulla guancia di Emma guarì in pochi istanti.
“Servono dei demoni estremamente potenti per ferire un angelo come me.”
Un ghigno sadico decorò il viso della donna.
“Cosa ti fa pensare di potermi affrontare, demone? L'unica cosa che fate durante il genocidio annuale è nascondervi da noi.”
La donna radioattiva prese una lancia angelica da uno dei cadaveri.
“Vero, ma se c'è una cosa che ho appreso è che anche voi avete punti deboli.”
“E pensi di riuscire a scoprirlo prima che ti uccida?”
“Imparo in fretta.”
“Emma, per favore, non lo fare. Permettici di fermare questo massacro.” Supplicò Charlie mentre cercava di estrarre la lancia che aveva nella spalla.
Emma non la ascoltò e iniziò a fare dei passi avanti.
Mihaela deglutì, rimproverandosi dell'apparente assenza di autopreservazione che aveva mostrato.
Frank era occupato con Adam, quindi era da sola, da sola contro un angelo, le creature fatte per eliminare quelli come lei.
Un sorriso nervoso abbellì il suo volto.
“Mihaela!!” Gridò Frank mentre era occupato a tenere a bada Adam. “Qualsiasi cosa tu faccia, non ucciderla!!”
La donna radioattiva ringhiò contrariata: un nemico è un nemico, e ammesso che ne fosse stata in grado, non avrebbe esitato ad ucciderla.
La sua avversaria non le diede tempo di pensare e scattò in avanti, ma Mihaela arretrò di un passo, evitando per un soffio di essere decapitata dalla lama della sua alabarda. Tentò di infilzarla con la punta della sua arma, ma Emma la afferrò con la mano libera e la colpì con un calcio nel ventre, facendole fare un volo di tre metri.
La donna radioattiva si contorse dal dolore, sorpresa che un solo calcio potesse fare tanti danni, eppure in passato era stata colpita da praticamente tutto, comprese armi angeliche.
“Non ti sorprendere, demone. Noi esistiamo per eliminare la vostra specie, è normale che i nostri colpi siano più efficaci dei vostri.”
Mihaela si alzò dolorante, guardò il suolo sui cui stavano camminando e sorrise.
Prese un profondo respiro e si preparò ad immergersi.
La temperatura del suo corpo iniziò letteralmente a sciogliere il pavimento, facendola affondare in una pozza di magma fuso, provocando l'ilarità dell'angelo.
“Hm, il suicidio, la scappatoia dei codard...?!?!”
La Frase di Emma venne interrotta quando sentì uno strano calore sotto i piedi, provò a spiccare il volo, ma una mano incandescente spuntò dal terreno fuso e le afferrò la caviglia, tirandola a sé.
In pochi attimi, Emma si ritrovò circondata da asfalto fuso con una demone radioattiva che cercava di spingerla a fondo con lei.
“Brucia!! Puttana!!” Gridò in preda al dolore.
Mihaela afferrò i capelli dell'avversaria e le spalmò la faccia sul bordo della pozza di magma, di cui rimase solo un teschio con ben pochi lembi di pelle, ma nonostante fosse praticamente senza carne sul viso, l'angelo continuava a contorcersi.
La donna radioattiva uscì dalla pozza di magma da lei creata e riprese fiato, mentre Emma cercava in tutti i modi di liberarsi, ma ogni volta che il suo corpo si rigenerava il magma ricreava le ferite, bloccandola in una specie di loop.
Nello stesso istante, il corpo di Frank si schiantò sull'aereo di John, tagliandolo letteralmente a metà e rendendolo inutilizzabile.
“Frank!!” Gridò Charlie rimuovendo finalmente la lancia che aveva nella spalla.
“Figlio di puttana...” Ringhiò Adam con un rivolo di sangue dorato che gli usciva dalla bocca e un braccio rotto. “Vi avevo proposto l'accordo perfetto e voi ci avete sputato sopra!”
Un portale per il paradiso si aprì alle spalle del capo degli sterminatori.
“Uomini, ritirata!!!” Tutti gli angeli presenti, eccetto Emma, mollarono la gabbia e seguirono il loro capo all'interno del portale. “Ve ne pentirete amaramente.” Sibilò Adam poco prima che si chiudesse il portale.
Charlie non lo ascoltò e corse verso Frank, ma si fermò quando lo vide rialzarsi senza troppe difficoltà.
“Stai bene?”
Il mortale tirò fuori una chiave dalla tasca.
“Ho preso questa durante lo scontro, credo sia la chiave della gabbia.”
Il mortale fece un passo, ma cadde faccia a terra a causa delle ferite.
Passarono le ore, che Mihaela aveva usato per tenere d'occhio Emma: ormai l'asfalto fuso si era raffreddato e l'aveva bloccata in una sorta di prigione di cemento, metà del suo viso si era rigenerato, ma l'altra metà era ancora un teschio annerito. Non aveva detto una parola da quando aveva smesso di bruciare viva, tuttavia la donna radioattiva sapeva come far parlare qualcuno.
Charlie, intanto, si prendeva cura di Frank: non poteva liberare i suoi cari dalla gabbia, sapeva che non appena liberi avrebbero tentato di cibarsi del mortale.
Fu quando quel pensiero attraversò la mente della principessa che Frank aprì gli occhi.
“Dove sono? Dov'è Adam?” Fece allarmato.
“Calmati, Frank, sei al sicuro. Adam si è ritirato.”
“Ah, è vero.”
La preoccupazione del mortale andò sulla moglie.
“Ed Emma?!”
“Mihaela la sta tenendo d'occhio.”
Frank si alzò a fatica e si diresse verso la donna radioattiva.
“Ti sei svegliato finalmente.”
“Come sta?”
“Si sta riprendendo, stavo pensando di estorcerle informazioni, ma dubito saresti stato d'accordo.”
Mihaela si diresse verso Charlie, non prima di sussurrare nell'orecchio del mortale una frase.
“Vedi di farla parlare.”
Frank sospirò e si sedette vicino alla moglie.
“Ti ha ridotto proprio male.”
“Non è un problema, qualsiasi ferita di origine demoniaca che subisce un angelo guarisce in poche ore.”
Il mortale sorrise.
“Mi fa piacere, mi sarebbe dispiaciuto non vedere più il tuo bellissimo viso.”
La metà intatta della faccia di Emma arrossì, ma poi si ricordò che non erano lì per flirtare.
“Perché fai tutto questo, Frank? Ti sei inimicato il paradiso e ora vai contro il volere del Signore, tutto per una combriccola di demoni a cui ti sei affezionato.”
Il mortale indicò la gabbia dove c'era sua figlia, la sua benefattrice e Vaggie.
“La madre di Charlie si è presa cura di nostra figlia, mentre Vaggie mi ha salvato la vita una volta. Non posso lasciarle in quello stato, come non potevo lasciare Charlie in quello stato.”
“Quindi è solo per un debito che lo fai? Hai rinunciato al riposo eterno solo per questo?”
“Non esattamente, trovo anche ingiusto che il genere umano debba pagare per qualcosa che non ha commesso.”
Un verso disgustato uscì dalla bocca della donna.
“Che non ha commesso? Hai idea di quanta gente stia approfittando di questo momento per rubare, stuprare e uccidere senza conseguenze? Gli umani sono insalvabili, non c'è motivo di salvarli.”
“Hai ragione, il genere umano è orrendo, ma esistono le eccezioni: mia sorella, mio fratello... tu.”
Emma sbuffò.
“Eri così volenterosa prima di morire, aiutavi sempre il prossimo, anche quando il prossimo non voleva essere salvato.”
“Quella donna è morta.”
“No, non credo lo sia, credo sia solo... Sperduta.”
La risata dell'angelo rimbombò nelle orecchie del trio.
“AHAHAHAHA! Non riuscirete mai ad uccidere gli altri tre cavalieri, Guerra era un idiota, ma gli altri tre sono a un altro livello, soprattutto morte, un solo tocco e vi eliminerà tutti.”
“Hm, grazie dell'informazione.” Disse il mortale alzandosi in piedi e avviandosi verso le sue compagne di viaggio.
L'angelo strinse i denti così forte che, se avesse avuto la lingua di mezzo, l'avrebbe sicuramente recisa.
“Pensi che il paradiso resterà a guardare? Non avete idea del potere che state sfidando, faranno di tutto per impedirvi di recuperare i cuori.”
“Bene, perché io farò di tutto per recuperarli.”
L'angelo sussultò.
“Non ce la farete, morirete tutti: tu, la principessa e la troietta che mi ha intrappolato.”
Una lacrima scese sulla guancia intatta di Emma.
“E io ti perderò per sempre...” Sussurrò per evitare di farsi sentire dal mortale.
“Non mi perderai...” Replicò il mortale in modo impercettibile.
Charlie e Mihaela si avvicinarono a Frank.
“Non sei costretto a farlo, Frank.” Disse Charlie notando l'espressione triste dell'amico.
“Invece si, lo sono.”
“E poi senza di lui non potremmo trovarli, ti ricordo.” Intervenne Mihaela.
“Ma...”
“Mihaela ha ragione, ora cerchiamo un modo per raggiungere Miami.”
“Ti ha detto qualcosa la tua consorte?” Chiese la donna radioattiva.
“Che il paradiso farà di tutto per fermarci.”
“Ottimo, ora non dobbiamo solo preoccuparci dei cavalieri, ma anche che un angelo ci infilzi mentre siamo distratti.” Fece sarcastica.
Il mortale si avvicinò alla gabbia dove erano imprigionati Lilith e le altre, ma non appena lo notarono iniziarono a masticare le sbarre nel vano tentativo di liberarsi.
“Se le liberiamo, mi attaccherebbero in pochi secondi, posso neutralizzare mia figlia e Vaggie senza ucciderle, ma Lilith sarebbe un problema.”
“Quindi che facciamo?”
Il mortale buttò la chiave all'interno della gabbia, ma venne bellamente ignorata.
“Le lasceremo qui e quando torneranno normali useranno la chiave per uscire.”
“Non possiamo lasciarle qui come se fossero animali!” Esclamò Charlie.
“Preferisci che vadano in giro a divorare mortali?”
La principessa abbassò lo sguardo.
“No, ma...”
Frank le mise una mano sulla spalla.
“So che è difficile vedere tua madre e la tua ragazza in questo stato, ma dobbiamo fare ciò che è meglio per loro e per noi.”
“Va bene...”
“Ora andiamo, nelle vicinanze dovrebbe esserci la città di Sarasota.”
“Aspetta...”
Charlie prese una bottiglia d'acqua dai resti dell'aereo e la poggiò vicino alla prigione di cemento di Emma.
“Non è molto, ma spero tu possa capire che non siamo noi i cattivi di questa storia.”
“Va al diavolo.” Ringhiò l'angelo.
La principessa sospirò sconfitta e raggiunse i suoi compagni.
“Mihaela...” Sussurrò.
“Qualche problema, principessa?”
“Grazie per avermi protetta.”
“Niente sentimentalismi, biondina, tuo padre mi paga per tenerti al sicuro.”
Una fitta alla spalla la fece improvvisamente inginocchiare a terra, allarmando la donna radioattiva e Frank.
“Ohi, non mi crepare, biondina.”
“Sto bene.” Ringhiò la principessa rialzandosi con l'aiuto di Frank.
“Sicur...”
“Ho detto che sto bene, non abbiamo tempo: ogni secondo che passa muoiono innocenti.”
La principessa barcollò leggermente, insospettendo il mortale.
“C'è qualcosa che non va.”
Frank prese una delle lance angeliche e ne esaminò la punta: era bagnata, intrisa di un liquido trasparente molto simile ad... acqua.
“Acqua... acqua benedetta!!”
Il mortale si avvicinò alla principessa e le poggiò una mano sulla fronte: era bollente.
“Frank, che fa...”
Charlie svenne di colpo, finendo tra le braccia dell'amico.
“Charlie! Charlie!!”
“Non potete fare niente per lei ormai.” Sibilò Emma, attirando l'attenzione dei due. “L'acqua benedetta è come veleno per i demoni. Una volta che entra in circolo, è solo questione di tempo.”
“Beh, se è un veleno, ci sarà sicuramente una cura., e credo di sapere come scoprire qual è.” Fece la donna radioattiva avvicinandosi minacciosa all'angelo.
“Fermati, Mihaela.” Ordinò il mortale.
La donna radioattiva lo guardò irritata.
“Senti, amico, sono stata già abbastanza paziente con te, ma non ho intenzione di comunicare al signore degli inferi che sua figlia è morta perché tu non hai avuto le palle di estorcere informazioni a tua moglie.”
Il mortale deglutì: Mihaela aveva ragione.
“Va bene, ma permettimi di allontanarmi con Charlie, non credo...Che riuscirei a guardare.”
“Fai pure.”
Frank e Charlie entrarono nei resti dell'aereo, mentre la donna radioattiva rimase con Emma.
“Sappi che non ti dirò niente.”
L'ex Securitate si fece avanti e si chinò all'altezza della sua interlocutrice.
“Lo so, ma per tua sfortuna so come far parlare le persone, quindi te lo chiederò gentilmente una sola volta: qual è la cura?”
“Non puoi farmi niente che sia peggiore di ciò che mi hai già fat...?!?!”
Mihaela la zittì poggiandole un dito sulle labbra.
“Shhhhh, sei sicura? Potrei, non so, scioglierti gli occhi, tagliarti il naso, la lingua, oppure strapparti quei capelli argentati uno ad uno, tanto ti rigeneri no? Non mi mancherà certo materiale.”
L'angelo ghignò.
“Devo solo resistere finché non muore la principessa. Posso farcela.”
“Oh no, no.” Fece la donna radioattiva con un tono materno. “Non puoi.”
Detto ciò, incanalò il calore del suo corpo nella punta delle dita e gliele ficcò negli occhi. L'urlo che ne uscì fuori fu agghiacciante, l'angelo sentiva le unghie della demone entrare in contatto col suo cervello e la cosa non era affatto piacevole.
“Allora, qual è la cura?” Ringhiò Mihaela estraendo le dita dal cranio dell'angelo.
“Eheheheh... AHAHAHAHAHAHAHAHAHA!”
“Che cazzo ti ridi?”
Emma la guardò con quei fossi scuri che aveva al posto degli occhi e sorrise.
“Rido perché a ogni minuto che passi con me la principessa si avvicina alla morte.”
L'ex poliziotta sussultò: le aveva praticamente cavato gli occhi, ma sembrava non voler cedere.
“Va bene, mi costringi a essere... Creativa.” mormorò piegando le labbra in una smorfia infastidita.

Per dieci lunghissimi minuti il mortale fu costretto a sentire le urla di agonia della moglie, finché non smisero improvvisamente e Mihaela si avvicinò con l'informazione che gli serviva.
“Allora? Come la aiutiamo?”
“Sangue di peccatore.”
“Cosa?”
“Dobbiamo farle ingerire il sangue di un mortale peccatore.”
“In che senso?”
“E non deve solo essere un peccatore, ma deve proprio essere marcio nell'anima, tipo un killer o uno stupratore.”
Il mortale prese in spalla Charlie e iniziò a camminare verso la città di Sarasota, unico luogo dove avrebbero potuto trovare un'auto e forse qualche sopravvissuto.
“Mihaela!!!!” Gridò all'improvviso Emma, facendo girare la diretta interessata. “Non appena sarò libera, ti cercherò. Non avrò pace finché non ti farò patire la mia stessa sofferenza, è una promessa!!”
Mihaela le rispose mostrando il medio.
Frank fu tentato di girarsi, ma non voleva vedere cosa aveva fatto Mihaela, non ne aveva la forza.
“E Frank.”
Il mortale smise di camminare non appena udì il suo nome.
“Mi hai lasciato alla mercé di quel mostro radioattivo... Non lo dimenticherò, hai capito?!?! Pagherete! Tutti quanti!!”
"Dovresti darle il colpo di grazia...” Sussurrò Mihaela.
“No...” Replicò il mortale.
“Senti, non mi interessa se è tua moglie, ma è chiaro che ci porterà solo problemi se la lasciamo in vita e quella prigione di cemento non la terrà a bada per sempre.”
La mano di Charlie le afferrò il polso.
“Non... Siamo... Costretti a farlo.” Disse debolmente a causa della febbre.
“Siete due pazzi. Tu, Frank, sei chiaramente troppo coinvolto per fare una scelta, mentre la principessa è semplicemente troppo buona.”
Il mortale sospirò e poggiò a terra Charlie.
“Va bene, se vuoi ammazzare qualcuno, ammazza me.”
La donna radioattiva sussultò.
“Hai battuto la testa troppo forte o cosa?”
“Sappiamo entrambi che un demone peccatore non può uccidere un angelo, quindi, se ti fa sentire meglio, puoi uccidere me. Non reagirò.”
“Non ti sto chiedendo di ucciderla per farmi sentire meglio, ti sto chiedendo di farlo prima che si liberi e mandi tutto a puttane! Cosa pensi, che riusciremo a bloccarla ogni volta?.”
Il mortale riprese Charlie in spalla.
“Se non vuoi uccidermi, questa conversazione può finire qui.”
“Dovrei aspettare che torni a finire il lavoro?"
“Mihaela...” Sussurrò Charlie. “Spargere sangue quando non necessario è sbagliato.”
Mihaela strinse i pugni.
"Ti sembra non necessario? Appena sarà libera ci restituirà tutto con gli interessi... Spero di non essere già morta per quando ci sarete arrivati." sibilò a denti stretti, consapevole che l'esito della conversazione era ormai deciso.
“La pagherete tutti!!” Gridò un'ultima volta Emma.
L'espressione di Frank non cambiò, ma quando sentì il respiro flebile di Charlie si trasformò in uno sguardo risoluto: l'avrebbe salvata, a qualsiasi costo.

Ci vollero circa due ore di cammino per raggiungere Sarasota e lo spettacolo che videro non fu dei più confortanti: migliaia di cadaveri mangiucchiati abbellivano le strade e diversi organi giacevano per terra in uno sorta di fiera dello splatter.
“Cavolo, si sono dati da fare.”
“Potremmo farle ingerire il sangue di uno di questi cadaveri, magari uno di loro è un killer.”
“Non funzionerebbe, Emma mi ha detto che il sangue deve essere fresco, questi qua sembrano morti da qualche giorno.”
“Frank...”Mugugnò Charlie aprendo gli occhi.
“Tieni duro, Charlie, ti rimetteremo in sesto.”
Mihaela iniziò a bussare alle porte delle case nella speranza di trovare sopravvissuti, ma non rispose nessuno, finché non arrivò alla terza casa.
“Chi va là?!” Chiese una voce rauca e minacciosa da dietro la porta.
L'ex agente si sorprese che ci fosse effettivamente un sopravvissuto.
“Salve, possiamo entrare? Ci servono informazioni.”
Lo sconosciuto li spiò attraverso la telecamera del citofono.
“Non sembrate parte del suo gruppo. Chi siete?”
“Siamo solo dei sopravvissuti.” Mentì. Dubitava che le avrebbe creduto se avesse detto la verità.
La donna radioattiva sentì il rumore di una decina di lucchetti che venivano sbloccati.
“Entrate, la vostra amica non sembra stare bene.”
L'uomo che aveva parlato sembrava avere una quarantina d'anni e un fisico prestante coperto da una giacca di pelle. L'espressione preoccupata che aveva sul volto era genuina, il che era strano, manco sapevano il suo nome.
“Poggiatela sul divano, io vado a preparare del caffè.”
Frank mise Charlie sul divano del salotto, mentre Mihaela si guardava intorno con circospezione.
Nella casa non c'era neanche una foto, un'altra stranezza che la insospettì.
“Grazie per la sua ospitalità.” Lo ringraziò Frank sedendosi vicino a Charlie.
“Non è un problema, in questi tempi duri bisogna aiutarsi a vicenda. Zucchero o senza?”
“Senza.” Dissero all'unisono i due.
Lo sconosciuto tornò dalla cucina con due tazze di caffè e le diede ai suoi ospiti.
“Io mi chiamo Marcus. Voi come vi chiamate, invece?”
“La ragazza malata si chiama Charlie, io sono Mihaela, mentre il ragazzone che la trasportava si chiama Frank.”
“Scusate la sgarbataggine, ma che le è successo?”
“Avvelenamento.” Rispose la donna radioattiva.
Marcus sussultò.
“Avvelenare una ragazza così carina, non c'è da stupirsi che... Quelle cose abbiano invaso la terra.”
Mihaela bevve un sorso di caffè e serrò gli occhi con sospetto.
“Parlando di quelle cose, lei come è sopravvissuto al massacro? Fuori non c'è un bello spettacolo.”
Marcus sospirò.
“Quando tutto è iniziato ero con la mia famiglia, loro non ce l'hanno fatta, ma io sono riuscito a scappare e a tornare casa. Ho sigillato finestre e porte, lasciando i rumori al minimo indispensabile. Quei mostri sono andati a cercare altra carne quando si sono resi conto che non c'era più niente per loro.”
“Ha nominato un gruppo prima di farci entrare. Di cosa parlava?”
“Quando è iniziato tutto i prigionieri della prigione sono evasi, unendosi al caos generale. Molti sono stati divorati, ma i sopravvissuti stanno usando il museo d'arte come rifugio.”
Frank e Mihaela si guardarono con uno sguardo complice: se c'erano criminali, allora probabilmente c'era anche il sangue che cercavano.
“Dove si trova?” Chiese Frank alzandosi in piedi.
“Frena un attimo, ragazzone.”
La donna radioattiva spostò lo sguardo su Marcus.
“Avrei bisogno del bagno, posso usufruirne?”
“Certo, al piano di sopra, seconda porta a destra.”
Mihaela salì le scale, ma non andò verso il bagno: c'era qualcosa di strano in Marcus, qualcosa che le puzzava. Cominciò ad aprire ogni singola porta del piano alla ricerca di prove, ma non trovò nulla di incriminante, almeno finché non aprì la porta della camera da letto: la camera era molto disordinata, però non fu quello ad attirare la sua attenzione, ma una striscia di sangue che portava al guardaroba. Quando aprì la porta, capì di chi era quel sangue: tre cadaveri, una giovane coppia e un neonato, tutti e tre brutalmente pugnalati, nessun segno di morso, ciò voleva dire che era stato un umano e che Marcus non era stato onesto con loro... se il suo nome era davvero Marcus.
La donna chiuse la porta del guardaroba e tornò dal suo compagno di viaggio, ma le uniche persone che vide furono Marcus e Charlie
“Dov'è Frank?” Chiese stando in allerta.
“Oh, il tuo amico è schizzato fuori borbottando, credo fosse diretto verso il museo.”
“Maledizione.” Bofonchiò la demone barcollando leggermente.
“Mi ha detto di dirti che devi prenderti cura di Charlie.”
Un ghigno decorò il volto di Marcus, mentre la vista della demone radioattiva si offuscava.
“Io, nel frattempo, mi prenderò cura di te.”
“Cosa mi hai messo nel caffè...?” Mugugnò Mihaela prima di perdere i sensi.
Marcus trascinò Mihaela vicino al termosifone e la ammanettò ad esso, poi prese in braccio Charlie e la portò nella camera dal letto del piano di sopra.
Iniziò a spogliarla e a toccarle delicatamente il seno, fino a passare alle sue zone più intime.
“Vaggie, non è il momento ora.” Mugugnò Charlie.
“Non ti preoccupare, bambolina, ci divertiremo un mondo insieme.” Disse Marcus sfilandosi i pantaloni e aprendo la bocca della principessa.
La donna radioattiva si sveglio non appena sentì un urlo di dolore venire dal piano di sopra, provò a muoversi, ma si rese presto conto di essere ammanettata ad un termosifone, quindi sciolse le manette e corse da Charlie.
Lo spettacolo che si trovò di fronte le fece fare un sospiro di sollievo: Marcus era a terra e stava perdendo ingenti quantità di sangue dalla zona pubica, Charlie si era ripresa e aveva appena sputato un pezzo di glande per terra.
“Mihaela, che è successo? E perché questo tizio mi ha messo il cazzo in bocca?” Chiese col muso sporco di sangue.
“Credo abbiano appena tentato di violentarti, principessa.”
“Tu, brutta troia!!!” Ringhiò Marcus.
Il pervertito iniziò a strisciare fuori dalla stanza per cercare un'arma, ma il piede incandescente di Mihaela lo convinse che forse non era una buona idea.
“Voi... non siete umane.”
“Complimenti, sei sveglio. Ora dimmi, hai ucciso tu la famiglia che ho visto prima?”
Marcus iniziò letteralmente ad andare in iperventilazione.
“Non è colpa mia, ho trovato questa casa durante l'invasione, il bambino non smetteva di piangere, ho dovuto ucciderlo, altrimenti i mostri ci avrebbero divorato.”
Mihaela lo colpì con un pugno in faccia così forte da fargli saltare un paio di denti, stando ben attenta a non usare i suoi poteri: voleva fargli sentire ogni cosa.
“Che ne facciamo, principessa? A te la scelta.” Sibilò la donna radioattiva.
“Cosa? Perché io?”
“Sei tu quella che è stata quasi violentata, quindi sta a te.”
Charlie guardò il volto terrorizzato del pervertito, ricordando i volti dei bambini che aveva divorato.
“Lasciamolo andare.”
“Cosa?!?!”
“Ricordi cosa succede ai mortali che muoiono durante l'apocalisse? Il niente. Nessuno si merita quel destino, neanche uno stupratore.”
“Capisco, ma prima di scegliere, ti consiglio di vedere questo.”
Mihaela aprì la porta del guardaroba, mostrando i cadaveri della famiglia alla principessa.
“Quello è...” Disse Charlie inorridita.
“Un bambino di due o tre mesi circa e una giovane coppia, probabilmente i genitori.”
La principessa si avventò sul pervertito e gli mise le mani attorno al collo.
“Non è colpa mia, quel bambino continuava ad urlare, dovevo fare qualcosa, altrimenti...” Boccheggiò Marcus alla disperata ricerca di aria, ma Charlie non lo ascoltò e continuò a stringere il suo collo finché non si sentì un crack.
Era morto.
Era la prima volta che uccideva un mortale di sua spontanea volontà.
Le mani le tremavano, ma chi poteva biasimarla? Anche se era un mostro, era inoffensivo per quelli come lei e Mihaela, non era necessario ucciderlo, forse... Avrebbe potuto redimerlo?
Guardò di nuovo la famiglia morta nel guardaroba.
“No... Era necessario.” Sussurrò.
“Non mancherà a nessuno.”
La principessa ignorò la donna radioattiva, prese un lenzuolo e ci coprì i cadaveri della famiglia, per poi prenderli in spalla.
“Aiutami a seppellirli.” Ordinò con rammarico.
“Come desideri, non dovrebbe essere difficile trovare una pala da queste parti.”
Mentre le due donne scavavano tre fosse, una preoccupazione attraversò la mente di Mihaela.
“Dovremmo trovare Frank, è andato a cercare il sangue per curarti, sarà felice di sapere che il sangue non era lontano.”
La principessa chiuse gli occhi e provò a contattare Frank telepaticamente.
“Frank!”
Il mortale si fermò in mezzo alla strada non appena sentì la voce di Charlie.
“Charlie? Stai bene?”
“Sto bene, Frank, sono guarita. Torna indietro.”
“Hm, è successo qualcosa?”
“Preferisco non parlarne.”
“Ok, arrivo, tu non sforzarti.”
Charlie riaprì gli occhi e continuò a scavare insieme a Mihaela.
“Uff, in tutto questo ci serve ancora un'auto funzionante.” Si lamentò la donna radioattiva.
“Controlla nel garage, ci sarà sicuro qualcosa.”
“Si, certo, secondo te lascerebbero auto in giro durante l'apocalisse? Sono troppo preziose, le avranno usate tutti per scappare... Almeno quelli che ci sono riusciti.”
La principessa smise di scavare e aprì la saracinesca del garage, trovandoci una Camaro del 2017 in perfette condizioni.
“Oh, guarda, un'auto in un garage, che sorpresa!” Ribatté in modo sarcastico la principessa.
“Molto divertente, biondina.”
Mihaela finì di seppellire la famiglia e si mise alla guida della macchina.
“Su, andiamo, lo incontreremo per strada.”
Mentre Frank si dirigeva dalle sue compagne di viaggio, una strana sensazione lo paralizzò sul posto.
“Frank Callahan...” Sibilò una voce nella testa del mortale. “ Colui che sta intralciando i piani di mio marito e una persona che rispetto.”
La figura di una donna fatta di pura luce si manifestò davanti a Frank, che, a causa della sua paralisi, era inoffensivo come un cucciolo.
“Ok, questa mi è nuova...” Ringhiò sudando freddo.
“Non temere, mortale, se avessi voluto farti del male, l'avrei già fatto.”
Frank aveva in mente solo una domanda per la... cosa che gli si era presentata.
“Chi sei?”
“Una domanda legittima.” Sussurrò la donna di luce. “Sono stata creata per far compagnia ad un uomo a cui non importa niente di me, da diversi millenni mi usa solo come giocattolo per soddisfare le sue perversioni.”
“Come... Una sex doll?”
“Un paragone un po' denigrante, ma ormai il nostro rapporto si può definire anche così.”
“Capisco. E cosa porta un'entità celeste nel mondo dei mortali?”
“Nel mio tempo libero mi diverto a intralciare i suoi piani divini per farlo incazzare, capisci dove voglio arrivare?”
“Quindi... Ci aiuterai con i cavalieri?”
“Purtroppo se mi esponessi direttamente mio marito lo verrebbe a sapere e mi distruggerebbe, ma vi aiuterò con un dono.”
L'entità celeste fece apparire un pugnale d'osso tra le mani e lo passò al mortale.
“Questo è il pugnale che Caino usò per uccidere suo fratello Abele, l'arma che creò la parola omicidio.”
“Ho già un'arma.”
Una piccola risatina fuoriuscì dalle labbra dell'essere.
“So del legame che hai con la principessa degli inferi, ma per quanto forte sia, non basterà a uccidere morte, ed è qui che il pugnale entra nell'equazione.”
La figura iniziò a dissolversi.
“La principessa deve consumare altri tre cuori, proteggila ad ogni costo, altrimenti l'apocalisse non risparmierà nessuno.”
Il rumore di un motore svegliò il mortale, che si ritrovò le facce delle sue compagne di viaggio a pochi centimetri dal viso.
“Frank!!” Gridò Charlie furente. “Ti sembra il caso di fare un pisolino in mezzo alla strada? Se ci fosse stato qualche demone, saresti sicuramente morto.”
Il mortale iniziò a ridere, irritando ancora di più la principessa.
“Che hai da ridere?”
“No, è che essere sgridati da te è come essere sgridati da una mascotte dei cereali.”
La principessa gonfiò le guance e sbuffò infastidita.
“Che è successo, ragazzone?” Dubito che esistano cose nei paraggi in grado di metterti KO.” Fece Mihaela.
“Non lo so, so solo che ho fatto un sogno stranissi...?!?!”
Frank sentì il manico di un'arma nel palmo e impallidì alla vista dello stesso pugnale che gli avevano consegnato nel sogno.
“Oh, merda.”

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Rabbia e lacrime. ***


“Ok, ricapitoliamo: una donna di luce ti è apparsa in sogno e ti ha dato questo pugnale, che sarebbe lo stesso pugnale che Caino usò per ammazzare suo fratello Abele, ho capito bene?” Sibilò scettica la donna radioattiva esaminando il pugnale.
“Già.” Confermò Frank con una faccia di bronzo mentre guidava la Camaro verso Miami.
“Roba da pazzi.”
“Ha detto che è l'unico modo per eliminare Morte.”
“Dubito che sia l'unico modo, ma è confortante sapere che abbiamo anche degli alleati lassù.”
“Accendi la radio, voglio sapere cosa succede nel resto del mondo.”
“Non credo sia una buona idea, bion...”
La principessa interruppe il mortale premendo il pulsante per accendere la radio, ma l'unica cosa che sentì fu un suono statico.
“Cambia canale.” Ordinò.
Il mortale sospirò e iniziò a cercare un canale che non fosse letteralmente morto, quando una voce femminile e stanca attirò la sua attenzione.
“Ormai è più di una settimana che il mondo è andato a puttane. So che molti di voi hanno perso qualcuno a causa di quei mostri, ma vi invito a non perdere la speranza. Noi sopravvivremo. Noi non cederemo. Chiunque senta questo podcast, vi prego, non fate gesti estremi. Ho visto delle persone, dei miei amici, suicidarsi pur di non farsi divorare da quelle cose, ma io non l'ho fatto.
Chiudetevi in casa, non fate rumore e non cercate di combatterle: le nostre armi non possono ucciderle, ma solo rallentarle.”
Dei ringhi inumani si sentirono dalla radio e sembravano farsi più vicini a ogni frase della donna.
“Sono Anna Stone e questo sarà il mio ultimo messaggio, mi hanno trovato. Dite a mia madre che le voglio bene.”
Si sentì un'esplosione e poi tornò di nuovo quel suono statico.
“Cambia canale...” Sussurrò la principessa.
“Così ti deprimerai solamente, Charlie.” Disse Frank spegnendo la radio.
“Non ti interessa neanche un po'? I miei sudditi stanno divorando la tua gente e i cavalieri chissà quali atrocità staranno facendo.”
“Sai cosa mi raccontò mio nonno?” Replicò il mortale.
“Cosa c'entra?”
“Zitta e ascoltami: mi disse che l'essere umano è come uno scarafaggio. Non importa quanti ne uccidi, non importa quanti ne intrappoli, ce ne saranno sempre altri.”
“Una visione un po' denigrante della nostra specie.” Commentò Mihaela
“Lo pensavo anche io, ma poi, pensandoci, è l'insetto perfetto per descrivere la volontà del genere umano, la sua capacità di adattarsi.”
“Non... Capisco.” Fece Charlie.
“Tranquilla, non sei umana, non puoi capire, ma sei la creatura più empatica che abbia mai conosciuto, quindi sono certo che ci arriverai.”
La principessa arrossì.
“Lascia che ti dica che poni troppa fiducia in me.” Borbottò imbarazzata.
“Ti ho già affidato la mia anima, non hai solo la mia fiducia, ma anche il mio rispetto.”
“Frena!!” Gridò all'improvviso Charlie dal sedile posteriore, facendo fermare l'auto.
“Charlie, che diavolo fai? Non puoi urlare all'autista di fermarsi così all'impro...?!?!”
Il mortale si rese presto conto del perché Charlie aveva agito in quel modo: un'enorme pila di cadaveri bloccava l'autostrada per Miami, ma c'era un particolare che non sfuggì al suo occhio. Ogni cadavere aveva un buco di proiettile in testa o nel petto e la pelle verdognola insieme a diverse pustole infette.
“Non sono stati i demoni a fare questo massacro.” Sussurrò Charlie.
“Non capisco, perché ammassare un mucchio di cadaveri per bloccare la strada?”
Il mortale si accinse a scendere dall'auto, ma Mihaela gli afferrò il polso per fermarlo.
“E se fosse una trappola?”
I “cadaveri” si alzarono tutti di colpo e iniziarono a ridere, al che Frank tornò dentro e chiuse le portiere dell'auto.
“Frank Callahan e la sua combriccola, coloro che hanno ucciso Guerra.” Pronunciò uno dei “corpi”.
“Siete venuti ad uccidere me e mio fratello, non ho ragione? Ma vi dirò... Ciò che vi aspetta è solo una morte lenta e dolorosa.”
“Frank, vai a tavoletta, ho una brutta sensazione.” Ringhiò Mihaela mentre un brivido le attraversava la schiena.
“Fateli passare.” Ordinò il cadavere.
I corpi si scostarono dalla strada.
“Beh... non sembra vogliano darci problemi.” Sussurrò la principessa.
Il mortale iniziò ad andare avanti con l'auto molto lentamente, anche se tatticamente parlando sarebbe stato meglio andare a tutta velocità per evitare di essere circondati, ma fortunatamente i corpi non sembravano intenzionati ad attaccarli... Non ancora, almeno.
“Sono... Morti?” Chiese Charlie incerta.
“Non ne ho idea, so solo che nessun umano può sopravvivere a un colpo di arma da fuoco in testa o nel petto. La cosa non mi piace.”
Una volta raggiunta Miami, quello che trovarono fu una città fantasma insieme a migliaia di cadaveri, anche loro con ferite di arma da fuoco.
“Bene, ci siamo. Ricordate: non abbiamo idea di che aspetto abbia il cavaliere, quindi sospettate di tutti.”
Un puntatore laser comparì sul cranio del mortale.
“Cecchino!!!” Gridò Mihaela spingendo il mortale fuori dall'auto.
Un proiettile fece praticamente esplodere il sedile dove si trovava Frank.
“Oh, ti ha mancato, questa mi è nuova.”
Una bambina dai capelli verdi e dagli occhi giallastri comparsa dal nulla si poggiò sull'auto del trio, chiaramente divertita dalla loro confusione. Aveva una strana bilancia con gli stessi simboli runici del martello di Guerra e un sorriso di scherno le dipingeva il volto. Indossava un un pigiama verde a righe e delle pantofole del medesimo colore.
Frank si alzò da terra e incrociò gli occhi con quelli della bambina.
Un solo sguardo alla sua bilancia e capì con chi aveva a che fare.
“Carestia?” Ringhiò incredulo.
“Cosa? Carestia sarebbe una ragazzina?” Fece Charlie confusa scendendo dall'auto.
“Bada a come parli, principessa! Ho decisamente più anni di tutti voi messi insieme!”
I simboli runici sulla bilancia di Carestia iniziarono a brillare, paralizzando sul posto tutti e tre.
“Cosa succede? Non riesco a muovermi!” Disse Mihaela.
“La bilancia del comando.” Sibilò il cavaliere. “Un'arma che permette al possessore di controllare chiunque, a patto che la mia anima sia più potente della vostra. Mi aspettavo un po' di resistenza da coloro che hanno ucciso nostro fratello, ma forse ho sbagliato ad aspettarmi qualcosa da un mortale, una peccatrice e una principessa ingenua.”
La ragazzina si avvicinò al mortale e cominciò a esaminarlo.
“Hm, sinceramente mi aspettavo un bestione come nostro fratello, ma non fa niente. Che ne dite di fare un gioco con me?”
I tre provarono a muoversi, fallendo nel tentativo.
“Dubito che abbiamo scelta.” Sibilò il mortale.
“Le regole sono semplici: ora libererò la principessa e la donna radioattiva, mentre tu, caro Frank, cercherai di ucciderle.”
“Cosa?!?!” Fecero all'unisono Charlie e Mihaela.
Il bagliore emanato dalle rune della bilancia si affievolì leggermente e la principessa e la donna radioattiva poterono di nuovo muoversi liberamente.
“Biondina, prendi quella bilancia!!” Ordinò improvvisamente Mihaela.
“Ci sono!”
Charlie si buttò sulla ragazzina, ma un pugno di Frank la colpì così forte da proiettarla in un negozio abbandonato.
“Che diavolo?” Ringhiò Charlie poco prima che il piede del mortale le schiacciasse la cassa toracica.
“Frank... mi fai male!”
“Scusa Charlie, non riesco... a controllarmi.”
Frank afferrò la principessa per i capelli e la lanciò addosso alla donna radioattiva, facendole schiantare entrambe sulla Camaro.
“Ottimo lavoro, Frank. Ora uccidile.” Sibilò la ragazzina.
Il mortale guardò il cavaliere con enorme disprezzo e si accinse a eliminare le sue compagne, le quali si rialzarono dai resti dell'auto ferite più nello spirito che nel fisico.
“Dobbiamo trovare un modo per prendere quella bilancia...” Sibilò Mihaela, pulendosi un rivolo di sangue che le usciva dalla bocca e recuperando il pugnale di Caino dal cruscotto dell'auto.
“Sangue...”
“Hai detto qualcosa?” Chiese Mihaela.
“Non è il momento di allucinare. Spero che tu abbia un piano, perché Frank si sta avvicinando.”
Un ghigno sicuro comparì tra le labbra della donna.
“Per tua fortuna... Ce l'ho.”
“Cosa state confabulando, ragazzine?” Chiese il cavaliere con fare strafottente poco prima di sorridere. “Qualsiasi cosa stiate pensando di fare, vi consiglio di farla in fretta: pochi minuti e il controllo della mia bilancia sarà permanente.”
Charlie sussultò.
“Oh, col cazzo che lo permetterò!”
La principessa creò le sue ali di fiamme senza dare neanche il tempo a Mihaela di spiegarle il piano, spiccò il volo e provò nuovamente ad attaccare il cavaliere, ma il corpo di Frank le si parò davanti e bloccò la sua picchiata mettendola in una stretta letale.
“Mi spiace, Frank, ma lo faccio per il tuo bene.” Ringhiò Charlie poco prima di rivestire il suo cranio di fiamme e colpire con una capocciata la testa del mortale, liberandosi dalla sua stretta.
Un rivolo di sangue le scese lungo la guancia, mentre Frank si riprese quasi istantaneamente.
“Bel colpo, Charlie, ma sai che non basterà per fermarmi, dovrai...”
“Non provare neanche a finire la frase, io non ti ucciderò, Frank.” Lo interruppe Charlie.
La principessa osservò il cavaliere, che in tutto ciò continuava ad avere un sorriso di scherno, come se vedere due amici che tentano di uccidersi la divertisse.
Si pentì di non aver ascoltato il piano di Mihaela, ma era tardi per pentirsi.
“Hm, mi sto annoiando, rendiamo le cose più interessanti. Addormentati, Frank.”
Come avesse appena premuto un interruttore invisibile, il mortale si addormentò di colpo dopo l'ordine del cavaliere.
“Frank!!”
“Non disperare, principessa, è ancora sotto il mio controllo, ma voglio sperimentare di persona il potere di colei che ha sconfitto nostro fratello.”
Charlie notò un dettaglio strano.
“Hm, perché parli al plurale? Qui ci siamo solo noi.”
“Mio fratello Pestilenza si trova in uno di questi edifici e vi tiene sotto tiro. Non vi ha ancora uccise solo perché voglio divertirmi un po' con voi.”
La principessa sudò freddo: a malapena erano riusciti ad eliminare Guerra e ora si trovavano contro due cavalieri insieme.
Carestia poggiò la sua bilancia a terra e invitò la principessa a prenderla con un gesto provocatorio.
“L'unico modo per liberare il tuo amico è distruggere la bilancia o uccidere me, quindi ti darò una scelta: puoi provare ad attaccare me oppure scegliere la bilancia e rendermi inoffensiva.”
Charlie creò una spada di fiamme nella mano sinistra e provò a decapitare Carestia, ma la sua lama venne bloccata dall'indice e il medio del cavaliere.
“Hm, una scelta azzardata, ma giusta.”
Charlie non si diede per vinta, rivestì il suo pugno di fiamme e colpì il muso del cavaliere, producendo un'esplosione delle dimensioni di una piccola isola, ma quando le fiamme si dispersero notò con orrore che la sua avversaria non aveva neanche un graffio e che la sua mano si era frantumata completamente.
“Come è possibi...?”
Un calcio di Carestia la scaraventò nuovamente nel negozio abbandonato, ma stavolta il rumore di un pianto inondò le sue orecchie.
La principessa si accorse che il pianto veniva da una specie di magazzino situato nella cantina del negozio.
Aprì la porta e sussultò: una donna stringeva il suo bambino di cinque anni a sé, troppo impaurita per aprire gli occhi, però non fu quello a preoccuparla... La donna era incinta, probabilmente al nono mese a giudicare dalle dimensioni del pancione.
Provò a rassicurarli, ma la frase che disse Carestia la fece ribollire di rabbia.
“Oh, guarda, dei sopravvissuti. Mettiamo in pausa il nostro scontro, mi occupo di loro e poi tornerò da te.”
Charlie si posizionò davanti alla donna e i suoi figli con fare protettivo.
“Non toccarli.” Ringhiò con le fiamme che le uscivano dalla bocca.
“Oh, mi piace quello sguardo. Va bene. Ti prometto che non li toccherò.” Replicò il cavaliere in modo noncurante.
Lo sguardo della donna era incerto sul da farsi: non sapeva se fidarsi o meno, si domandava chi fosse la figura davanti a lei che la stava proteggendo.
“Vattene via e subito.” Ordinò la principessa in modo calmo ma risoluto.
La donna sembrò titubante, ma la ringraziò con un lieve cenno della testa, anche se la principessa era di spalle.
Attraversò il buco che c'era al posto dell'entrata e cominciò a correre.
Ci furono tre secondi di assoluto silenzio e poi... si sentì uno sparo, un urlo straziante, poi un altro sparo e tutto tacque
Un silenzio di tomba.
Charlie dilatò gli occhi, spostò leggermente lo sguardo verso l'uscita e vide chiaramente sotto il sole cocente il corpo esanime della giovane madre con gli occhi serrati su di lei, come se la stesse fissando.
“Io ho soltanto detto che non li avrei toccati, non che sarebbero stati al sicuro.” Disse il cavaliere senza far trasparire alcuna emozione.
La principessa strinse i denti fino a farsi sanguinare le gengive, rivoli di sangue fuoriuscivano dalla sua bocca e iniziarono a prendere fuoco, mentre il suo battito cardiaco iniziava ad accelerare.
Mosse lo sguardo lentamente verso il cavaliere e la sua espressione impassibile la fece ancora più infuriare.
“Come puoi essere così cinica? Non provi niente di fronte a una madre appena uccisa a sangue freddo?”
Il cavaliere inclinò la testa, come se non avesse compreso ciò che aveva appena udito.
“E' il nostro lavoro. Siamo nati per sterminare la razza uma...”
Carestia non riuscì a terminare la sua frase che Charlie scattò in avanti ad una velocità inumana e in un battito di ciglia si ritrovò il suo pugno infuocato dritto in faccia, talmente forte che la scaraventò contro un muro, creando una breccia nell'altra stanza.
“Non giocare con le vite umane, bastarda!!” Ringhiò iraconda.
Dal buco formatosi nel muro uscì una risata sprezzante e poi ne uscì fuori il cavaliere con un rivolo di sangue che le usciva dalla bocca. Aveva l'aria quasi soddisfatta, uno sguardo innaturale dopo un attacco del genere. Se fosse stato Guerra, un attacco così violento l'avrebbe solamente fatto arrabbiare, ma con questa... cosa era totalmente anomalo... e poco rassicurante.
“Devo ammetterlo.” Disse con tono sarcastico. “Mi hai fatto male. Ma puoi fare molto di più. Su, mettimi alla prova.”
Carestia fece un inchino per provocarla.
“Mi concedi l'onore di questo ballo?”
Charlie digrignò i denti e partì all'attacco, ma stavolta il cavaliere deviò il suo pugno e la colpì con un calcio nello stomaco, per poi afferrarla per i capelli e ficcarle letteralmente due dita negli occhi, accecandola permanentemente.
La principessa cadde sulle ginocchia e urlò in preda all'agonia.
“Oh no, tesoro, non morirai così facilmente.” Sibilò il cavaliere.
“Svegliati, Frank.”
Il mortale si svegliò di colpo e si avvicinò a Carestia con lo sguardo vuoto.
“Ai suoi ordini, mia signora.”
Un sorriso soddisfatto decorò il suo volto.
“Sembra che la bilancia ti abbia soggiogato completamente. Ottimo. Uccidila e assicurati che soffra, e quando hai finito... Ammazzati.”
“Come desideri.”
Il mortale si poggiò sulla principessa e cominciò a percuoterla, a ogni pugno i suoi sensi rispondevano meno, sembrava che un carro armato le stesse lentamente schiacciando la testa.
“Frank...” Sussurrò con il poco fiato che aveva. “Piuttosto che ucciderti... Preferisco morire.”
Un'aura dorata coprì il pugno del mortale e si preparò a darle il colpo di grazia.
“Ti perdono...”
Un piede colpì la tempia del mortale abbastanza forte da spostarlo di diversi metri e metterlo a nanna.
“Tutto bene, biondina?” Chiese una donna che Charlie riconobbe solo grazie alla voce.
“Mary...” Sussurrò poco prima di svenire.
“E tu chi saresti?” Chiese Carestia.
La donna ghignò e si indicò con il pollice fiera.
“Io? Sono Mary Callahan, tu devi essere uno dei quattro cavalieri dato che mio fratello e i suoi amici ti stavano affrontando... Ti dirò, sembri meno minacciosa di Guerra, ma sono la prova che l'aspetto inganna, quindi ti tratterò di conseguenza.”
“Trattare? Callahan?” Il cavaliere sogghignò. “Hm, capisco, devi essere la sorella di Frank, quindi una mortale, mi chiedo come tu abbia fatto ad arrivare qui senza beccarti un proiettile in testa, ma meglio così: farò guardare tuo fratello mentre ti ucci...?!?!”
La donna sparì dalla visuale del cavaliere e in pochi attimi si ritrovò a torreggiare su di lei col suo metro e novanta di altezza.
“Sei veloce, ma rimani una mortale. So che hai passato la vita ad esorcizzare demoni, ma io non sono come loro, io faccio parte di una specie superiore, non puoi...?!?!”
Mary la zittì con un calcio nella mascella abbastanza forte da dislocargliela completamente.
Il cavaliere trattenne un urlo di dolore.
Come aveva fatto una mortale a farle tutti quei danni?
“Confusa, ragazzina?” Chiese Mary con una smorfia presuntuosa. “Scommetto che ti stai chiedendo come mai sono riuscita a dislocarti la mascella.”
Carestia spalancò gli occhi. Cos'è, leggeva pure il pensiero adesso?
Mary sospirò.
“Ho passato la vita a esorcizzare demoni, sono quasi morta innumerevoli volte, ma ho compreso una cosa: ogni essere vivente, mortale, demone o qualunque cosa tu sia, possiede energia, e l'energia, come ogni cosa, si può manipolare. Quindi, con gli anni, ho sviluppato una tecnica che mi permette di controllare l'energia del mio avversario e usarla per danneggiarlo. Purtroppo questa tecnica funziona solo se c'è un contatto diretto, quindi con Guerra e la sua armatura sarebbe stata inutile, ma con te...” Un ghigno sadico affiorò tra le sue labbra. “Posso sbizzarrirmi.”
Il cavaliere si aggiustò la mascella e si avventò sulla donna, ma questa fece una spaccata per evitarla e la colpì sul fianco. Il colpo in sé non fu particolarmente forte, ma il dolore che provava era decisamente fuori scala. Era come se un verme con i denti aguzzi si stesse lentamente scavando la tana nelle sue viscere. Si inginocchiò nella speranza di lenire il dolore, ma un secondo pugno, stavolta in pieno viso, non le diede il tempo.
Il dolore stavolta lo sentiva nella sua testa, come se una sega le stesse comodamente aprendo il cranio.
Iniziò a strisciare fuori dal negozio: aveva ancora una speranza, ovvero suo fratello. Non aveva idea di come mai non l'avesse vista prima, ma se avesse visto lei in quelle condizioni, non avrebbe esitato a ficcarle un proiettile in testa. Quando raggiunse l'uscita, usò le poche forze che aveva per fare un segno con la mano, ma non sentì alcuno sparo e la cosa la allarmò. Fu in quel momento che vide la sua bilancia a portata di mano.
Ciò che non sapeva è che suo fratello, un uomo dai capelli rossi marcescenti e armato di fucile da cecchino fatto di ossa umane, in quel momento aveva le mani legate, troppo impegnato a cercare Mihaela. Aveva riconosciuto il pugnale che aveva preso dalla Camaro, avrebbe dovuto ucciderla quando ce l'aveva sotto tiro, ma come al solito aveva deciso di far divertire sua sorella. Ora si trovava lì, sulla Panorama Tower, alla disperata ricerca del suo bersaglio, ma sembrava sparita, come se fosse entrata... nell'edificio.
Sentì il rumore dell'ascensore che si attivava e puntò il suo cecchino in attesa del suo arrivo. Era sul tetto, quindi ci avrebbe messo un po'.
Attese per diversi minuti e quando vide le porte dell'ascensore aprirsi, non esitò a sparare tutto il caricatore al suo interno, creando una cortina di fumo, che, una volta diradato, rivelò al cavaliere che nell'ascensore non c'era nessuno.
Pestilenza mise mano nel suo giubbotto militare per prendere un caricatore, ma l'udire della porta antincendio che si apriva gli fece estrarre la pistola.
“Esci fuori con le mani in alto e consegnami quel pugnale.” Ordinò il cavaliere.
Mihaela uscì dalla porta lentamente, era chiaro che avesse il fiatone, ma dopo 85 piani di scale era comprensibile.
“Che aspetti, non spari?” Chiese la donna conoscendo già la risposta. Sapeva che le avrebbe chiesto dove aveva preso il pugnale, doveva solo prendere tempo e attendere l'occasione giusta per attaccare.
“Sangue...”
Mihaela scosse la testa: non era il momento di allucinare voci, era sotto tiro.
“Come mi hai trovato?” Chiese il cavaliere.
“Di solito i cecchini si posizionano in punti alti, e questo era l'edificio più alto in vista.”
“Dove hai preso quel pugnale?”
“Prima rispondi alla mia domanda, giusto per essere certa. Sei un cavaliere?”
“Sai benissimo chi sono...”
“Vero, ero tipo sicura al novanta per cento che fossi un cavaliere, per questo dovevo chiedere.”
Il cavaliere fece un passo avanti.
“Mollalo e passamelo col piede.”
Mihaela roteò gli occhi al cielo. Il fatto che fosse ancora viva voleva dire che l'unica cosa che impediva al cavaliere di ficcarle un proiettile in testa era il pugnale.
“No.. non credo che lo farò.”
Pestilenza esitò.
“Stai scherzando col fuoco, donna, dammi quel pugnale.”
“Lo vuoi?”
Mihaela si incupì e con un movimento rapidissimo lanciò il pugnale nella spalla del cavaliere, che provò a lanciare un grido di dolore, ma la donna aveva già provveduto a tappargli la bocca tirandogli una ginocchiata incandescente.
Fu in quel momento che si rese conto di essere circondata da centinaia di fucili fluttuanti, tutti puntati su di lei.
La sua reazione fu immediata: prese il cavaliere per il collo, estrasse il coltello dalla sua spalla e lo puntò alla sua gola.
“Sei una tipa sveglia, un attimo di esitazione e i miei fucili ti avrebbero ridotto a brandelli.”
La donna radioattiva sbuffò e tagliò la gola del cavaliere, uccidendolo sul posto.
“Sei davvero crudele, non mi hai neanche fatto dire le ultime parole.”
Mihaela sussultò quando vide che il cadavere di pestilenza si era dissolto in una nube tossica in pochi attimi, mentre i fucili erano ancora puntati su di lei.
Indietreggiò allarmata.
Il corpo di pestilenza si formò sopra un fucile, la sua espressione era decisamente irritata, ma gioiva nel vedere la confusione nello sguardo della donna.
“Non mi ripeterò: dammi quel pugnale.”
Mihaela sorrise.
“Vieni a prenderlo, troia.”
Detto ciò, scattò verso l'uscita antincendio e iniziò a correre, ma il cavaliere fece esplodere un colpo non appena mise piede sul primo scalino, facendola ruzzolare per le scale.
La donna radioattiva finì di rotolare all'ottantaquattresimo piano, provò a rialzarsi, ma una fitta alla gamba la fece desistere. Notò il buco di proiettile nella coscia e sperò di trovare un foro di uscita, ma la fortuna non era dalla sua parte, soprattutto perché diverse pustole infette stavano iniziando a comparire su tutta la gamba.
Prese il pugnale e cominciò a scavare nella ferita.
“Cartilagine, cartilagine...” La donna trattenne un urlo non appena toccò il nervo. “Nervo...”
Scavò un altro po' e finalmente beccò il proiettile, spinse il pugnale nella ferita e lo estrasse, e insieme ad esso sparirono pure le pustole.
“Ohi, sei viva?” Chiese Pestilenza dal tetto.
Mihaela si alzò dolorante e zoppicò verso il piano terra, mentre Pestilenza scendeva le scale seguito da una decina di fucili di ossa fluttuanti.
La donna arrivò al trentesimo piano, ma si dovette fermare per riprendere fiato. Camminare con un buco nella coscia non era il massimo, ma udire i passi di Pestilenza che rimbombavano nel silenzio dell'edificio era un'ottima spinta. Gli aveva tagliato la gola e sembrava più vivo di prima, c'era sicuramente un modo, doveva solo... all'improvviso si ricordò di come il suo corpo si era formato da uno di quegli strani fucili e capì. O almeno, sperava di aver capito.
“Ti prometto che se mi dai il pugnale la tua morte sarà veloce e indolore!” Urlò il cavaliere mentre cercava qualche indizio sulla presenza della donna.
Non gli ci volle molto per trovare delle piccole fiamme verdi che portavano in una delle stanze dell'edificio.
“Beccata...”
Pestilenza si fermò davanti alla porta della stanza, puntò i suoi fucili e iniziò a sparare una pioggia di proiettile fino a scaricarli completamente.
Fu quando sentì le armi scariche che Mihaela uscì dalla stanza accanto e rifilò una cinquina incandescente sul viso del cavaliere, lasciandogli un ustione di quarto grado bella croccante sulla guancia.
Il cavaliere non ebbe neanche il tempo di urlare di dolore, perché Mihaela gli infilzò il cranio col pugnale un attimo dopo.
Il cadavere del cavaliere sparì nuovamente in una nube tossica, mentre il suo nuovo corpo si formava al posto di uno di quei fucili fluttuanti.
La donna radioattiva sbuffò e zoppicò verso il piano terra.
“Penso che tu ormai ci sia arrivata.” Sibilò Pestilenza raggiungendo il piano terra e incontrando la sua vittima nella sala della reception.
Tutti i fucili che erano sul tetto si posizionarono sui lati dell'edificio, tutti puntati solo su un bersaglio.
Mihaela sorrise.
“Che i tuoi fucili ti permettono di non morire... Si, ci sono arrivata.”
“Bene, ora di morire.”
“Pensa te, stavo per dire la stessa cosa.”
La donna radioattiva iniziò ad emanare un calore così insopportabile che costrinse il cavaliere ad indietreggiare, provò a spararle addosso, ma il calore era così intenso da sciogliere i proiettili ancor prima che arrivassero sul suo corpo.
“Che cosa succede?”
“Sei stato sfortunato ad affrontare me, cavaliere, farò in modo che tu non possa più resuscitare!!”
Un enorme fungo radioattivo sostituì la Panorama Tower, distruggendo tutti i fucili di Pestilenza.
Il corpo di Mihaela si ritrovò nella desolazione più assoluta, o almeno... Così sembrava. Dalle macerie emerse una mano completamente nera a causa delle ustioni. Pestilenza era sopravvissuto.
“Brutta troia!!!” Ringhiò zoppicando verso il corpo privo di sensi della donna.
Notò con sgomento che il pugnale era sopravvissuto all'esplosione nella mano della donna, ma quando provò a raccoglierlo il braccio di Mihaela si mosse da solo e lo decapitò, riuscì a udire una sola parola prima che i suoi occhi si spegnessero.
“Sangue...”
Charlie si sveglio a causa del boato che aveva sentito, ma l'unica cosa che vide fu oscurità. I suoi occhi erano andati, ma l'unico pensiero che aveva in quel momento erano le condizioni di Frank.
Cominciò a tastare il terreno per trovarlo, ci mise pochi secondi a trovare il suo corpo svenuto.
Gli afferrò la testa e lo supplicò di svegliarsi, sperando che sarebbe tornato in sé, ma quando il mortale aprì gli occhi non esitò ad afferrarle la gola e iniziare a strozzarla.
“Frank... ti prego, sei più forte di una stupida bilancia!”
La principessa gli poggiò una mano sulla guancia, non per cercare di liberarsi, solo per accarezzarlo.
“Mi hai promesso che saresti venuto al mio matrimonio.”
Il mortale iniziò ad allentare la presa, mentre la luce nei suoi occhi tornava lentamente.
“Charlie?”
“Bentornato, amico.”
Frank poggiò delicatamente la principessa a terra.
“Charlie, che ti è successo agli occhi?”
“Niente, vai ad aiutare tua sorella, sta affrontando Carestia tutta da sola!”
“Va bene, va bene, tu non muoverti.”
“Sono cieca, dubito di poter andare da qualche parte.” Rispose sarcastica la principessa.
Il mortale iniziò a guardarsi intorno alla ricerca della sorella, finché non intravide una figura in piedi, riconoscendola.
Si avvicinò lentamente.
“Mary?”
Le toccò la spalla, ma non ebbe alcuna risposta.
“Come ti sei liberato?!” Chiese all'improvviso Carestia con la sua fidata bilancia tra le mani.
Il mortale la guardò confuso: era ridotta parecchio male, sua sorella doveva averle dato filo da torcere.
“Al diavolo, l'esplosione di prima deve aver ucciso mio fratello, vi ho sottovalutato mollando la mia bilancia, ma è un errore che non intendo ripetere.”
Detto ciò, aprì la bocca e divorò la bilancia in pochi morsi.
I simboli runici che erano sulla bilancia si formarono sulla pelle del cavaliere e le ferite provocate da Mary guarirono in pochi istanti.
“Ora... uccidilo, Mary.”
Mary si girò di scatto e colpì con una tallonata il cranio del fratello, frastornandolo momentaneamente, per poi approfittare del suo momento di vulnerabilità, mettere le dita a uncino e provare a cavargli gli occhi, ma Frank la intercettò con la mano destra e la colpì nello stomaco con un pugno abbastanza forte da scaraventarla in aria.
Il mortale la seguì con un balzo felino, rivestì la sua mano di energia dorata e la colpì con un ceffone che la impiantò nel muro di un edificio.
Atterrò vicino al cavaliere, ma il suo sguardo era fisso sulla sorella.
Conosceva la tecnica della sorella, già sentiva il sapore ferroso del sangue nella bocca. Quel calcio aveva fatto parecchi danni e se era sotto il controllo del cavaliere non poteva permettersi di andarci piano, anche se, in fondo, si era trattenuto parecchio.
“Non importa quante ossa le rompi, lei continuerà ad attaccarti finché non sarai morto, o finché non morirò io.”
Il mortale rivestì il suo pugno di tutta l'energia dorata che aveva in corpo e lo sferrò sul viso del cavaliere, ma Mary fu più veloce e si mise davanti alla sua padrona per incassare il colpo al posto suo.
Il braccio del mortale attraversò il torace della sorella.
La donna sputò sangue, mentre il volto di Frank traspariva puro orrore.
“Mary, no!!!”
Frank ritrasse il braccio terrorizzato, ma ormai al posto del cuore di sua sorella c'era un buco sanguinolento.
Gli occhi di Mary si spensero in pochi attimi.
“Oh, già morta? Che delusione...”
Il mortale non ebbe neanche il tempo di piangere la perdita che si ritrovò paralizzato.
I simboli runici sulla pelle del cavaliere stavano brillando intensamente.
“Ora ti farò guardare mentre uccido quella puttanella di una principessa e poi... Ti ordinerò di ammazzarti.” Disse soddisfatta.
Intanto Charlie era seduta per terra, quando il pianto di un infante attirò la sua attenzione.
Cominciò a tastare il terreno alla ricerca della fonte di quel rumore, non le ci volle molto per arrivare vicino alla donna che aveva tentato di proteggere.
Le toccò il volto.
Era ancora calda.
Una piccola mano le afferrò le dita e lei capì: c'era ancora speranza.
“Guarda guarda, hai trovato un bebè.”
La voce di Carestia preoccupò la principessa, che, nonostante la cecità, si mise sopra al neonato nella speranza di proteggerlo col suo corpo.
Il cavaliere si avvicinò alla principessa e iniziò a prenderla a calci.
“Cosa speri di fare, principessa? La madre del bambino è morta, suo fratello è morto, sei disposta a prenderlo con te? Fammelo ammazzare, è solo un umano dopotutto.”
“Non ti permetterò di fargli del male.” Ringhiò lei mentre i calci le rompevano le costole una ad una.
Carestia si fermò per riprendere fiato.
“Proteggere un bambino ancora sporco di placenta, sei disgustosa.”
Frank osservava impotente, troppo debole per resistere al potere del cavaliere, ma la rabbia che covava dentro il suo cuore non era affatto debole.


“New York, nella zona dove era atterrata la capsula di Frank.”


I pochi sopravvissuti al massacro dei demoni si accatastarono vicino alla capsula. I demoni se ne erano andati alla ricerca di altre vittime giorni addietro, mentre il resto degli umani aveva iniziato a saccheggiare, alcuni per avarizia, altri per sopravvivere.
“Quindi.. è vero quello che si dice? Questa capsula veniva dal cielo?” Chiese un uomo sulla cinquantina di anni, perplesso.
“Non credere a tutto quello che senti, vecchio, io credo sia una specie di sonda mandata nello spazio, sarebbe più credibile.” Replicò una donna dalla chioma castana con scetticismo.
“Non dovremmo cercare qualcosa di utile? Non sappiamo se ci sono ancora mostri in giro.” Disse una ragazzina tremante armata di fucile.
“Tranquilla, piccoletta, ti proteggerò io.” Ribatté un ragazzo poco più che adolescente mostrando i muscoli in diverse pose.
La capsula iniziò improvvisamente a parlare.
“Attivazione seconda benedizione: preveggenza. Attivazione terza benedizione: immunità.”
Il gruppo di sopravvissuti si guardò confuso.
“Ehm... meglio se ci allontaniamo, non vorrei che esplodesse da un momento all'altro.”
Non sapevano... Che quelle poche frasi avrebbero salvato il genere umano.


“Miami, pochi secondi dopo.”


“Frank, aiutami a sollevare questa principessa, così che possa eliminare l'infante.”
Frank sentì di potersi muovere nuovamente liberamente, i suoi occhi emanavano una luce dorata, ma non gli importava, perché non esitò a colpire il cavaliere con un pugno talmente potente da staccarle la testa dal corpo.
“Charlie, prendi la mia mano!!”
“Ma... il bambino.”
“Starà bene, ma mi serve il tuo aiuto, ho visto qualcosa che non mi piace!”
Charlie afferrò la mano del mortale e si trasformò in una mazza chiodata scarlatta.
Frank ghignò: era proprio quello che voleva.
Puntò la mazza sul corpo privo di testa del cavaliere, ma questi lo ignorò e cominciò a correre nella direzione dove era volata la sua testa, prenderla da terra e attaccarsela come se non fosse successo nulla.
“Hm, quindi ti sei liberato di nuovo...” Sibilò Carestia. “E dubito che se provassi a impossessarmi di nuovo di te funzionerebbe.”
Il cavaliere osservò l'arma del mortale.
“E vedo che hai trasformato la principessa per impedirmi di prendere possesso di lei. Furbo.”
Frank ringhiò: non era stato furbo, l'aveva semplicemente visto succedere. Non sapeva perché, ma sapeva che avrebbe tentato di impossessarsi di Charlie una volta scoperto che non poteva controllarlo e sapeva che a breve il cavaliere avrebbe rigurgitato la sua arma.
Carestia spalancò la bocca e si ficcò l'avambraccio in gola, da cui uscì una lama fatta dello stesso materiale della bilancia.
“Se non posso farvi ammazzare fra di voi...”
Il mortale vide la sua testa cadere per terra, al che reagì abbassando il capo un attimo prima che la lama del cavaliere lo decapitasse.
“Hm, hai visto arrivare il mio attacco, quindi è questo che riesce a fare un mortale con delle benedizioni. Non mi sorprende che mio fratello sia caduto.”
“Pronta, Charlie?”
La mazza chiodata venne coperta da fiamme infernali.
“Pronta!”
Il mortale affilò lo sguardo, piegando appena le ginocchia in avanti, pronto a scattare, mentre il cavaliere mosse un paio di passi verso sinistra., scrutandolo con uno sguardo pieno di disprezzo e disgusto.
Si lanciò sul mortale, stavolta con l'intenzione di tagliargli un braccio, vide i suoi occhi dorati a pochi centimetri dai suoi quando si rese conto che aveva di nuovo fallito.
L'impatto seguente generò un'assordante rumore di metallo contro metallo, creando un'esplosione di scintille così intensa da poter dare fuoco a una foresta. Lo stallo, però, durò pochissimi millisecondi: il mortale usò quei pochi attimi per colpire la tempia del cavaliere con un gancio che la scaraventò nei resti della Panorama Tower, atterrando esattamente dove erano Mihaela e il cadavere di suo fratello.
Carestia si rialzò piuttosto scombussolata, ci mise qualche secondo a mettere a fuoco quello che aveva di fronte, ma quando vide Mihaela vicino al corpo decapitato del fratello, un sorriso decorò il suo volto.
Frank raggiunse il posto deve era atterrato il cavaliere con un balzo, man mano che si avvicinava a quel che rimaneva della Panorama Tower vide sempre più fiamme verdi, il che voleva dire solo una cosa.
Accelerò il passo.
“Non muoverti.”
Frank si fermò quando notò il cavaliere con la sua lama pericolosamente vicina alla gola del corpo privo di sensi della donna radioattiva.
“Un solo passo e la ammazzo.”
Il mortale fece un'espressione contrariata.
“Sai che non te lo permetterò.”
“Non ho idea di come abbia fatto, ma questa stronzetta ha ammazzato mio fratello, però, se ti fai ammazzare insieme alla principessa, lei vivrà.”
Gli occhi dorati del mortale cominciarono a brillare ancora più intensamente. Stava mentendo. L'avrebbe uccisa subito dopo aver ucciso loro, gli serviva un piano. Fu in quel momento che la voce di Charlie lo ridestò dai suoi pensieri.
“Lanciami ai suoi piedi.” Ordinò la principessa.
Il mortale sorrise: grazie al collegamento telepatico che avevano, sapeva cosa aveva in mente la sua amica, quindi stette al gioco.
“Va bene, mi arrendo. Ecco, tieni.”
Frank lanciò la sua mazza ai piedi del cavaliere, la quale reagì con un balzo in avanti, tirando un fendente verticale che il mortale schivò solo grazie alla sua preveggenza.
“Sei davvero un idiota, ora che sei disarmato, sei un bersaglio facile.”
“Oh, fidati, piccoletta... non sono un bersaglio facile.”
Nello stesso istante Charlie si ritrasformò nella sua forma originale e iniziò a tastare il terreno alla ricerca del corpo di Pestilenza. Ci vollero pochi secondi per trovarlo, ma la cecità non le impedì di infilare la mano nel cadavere del cavaliere ed estrarre il suo cuore pulsante.
Sentire la reliquia nelle mani le fece perdere un po' di bava dalla bocca, quindi non esitò a divorare il secondo cuore.
Esattamente come la prima volta, le ferite guarirono, gli occhi si rigenerarono, le costole tornarono al loro posto, ma la sua coscienza... Si perse di nuovo.
Stavolta la principessa si ritrovò in una sorta di poligono di tiro, dove un ragazzino dai capelli scarlatti stava scaricando il caricatore del suo fucile su dei bersagli.
Charlie non capiva il significato di tutto ciò, con Guerra aveva empatizzato un pochino, ma lui non aveva eliminato innocenti davanti ai suoi occhi, mentre Pestilenza... Il pensiero della donna brutalmente fucilata le fece stringere i pugni.
“Come va l'addestramento, Pestilenza?” Chiese Gabriele comparendo alle spalle del ragazzino.
Il cavaliere sospirò rassegnato.
“Tutto perfetto, a parte che certe volte il proiettile devia a destra e non capisco perché.”
“Capisco, hai calcolato la forza del vento nei tuoi spari?”
“No... Dovrei?”
“Quando sarà il momento i tuoi bersagli fuggiranno e si ripareranno, quindi la tua mira deve essere impeccabile. Ricorda: non deve sopravvivere nessuno.”
“D'accordo, zio.”
Charlie strinse i denti: traviare dei ragazzini per fargli fare il lavoro sporco, ecco cosa faceva Gabriele. Se l'avesse incontrato, gliela avrebbe fatta pagare... Per tutto.
In pochi attimi si ritrovò nello stesso luogo dove aveva affrontato Guerra, la fiamma blu che rappresentava la sua coscienza era più brillante che mai.
“Quindi hai consumato il mio cuore. Complimenti, ragazzina.” Disse Pestilenza seduto vicino alla fiamma di Charlie, come se la stesse ammirando, incantato dalla sua bellezza.
La principessa si avvicinò minacciosa al cavaliere e lo afferrò per il colletto.
“Era necessario?!?!” Chiese furente.
“Parli di quella donna incinta? Sì, lo era, tutti gli umani devono perire, ma a te che importa? Sei solo un mostro travestito da brava ragazza.”
“Io non sono un mo...”
“Sai cosa fa la tromba di nostro zio?” La interruppe Pestilenza. “ Rivela la vera natura dei demoni, la loro malvagità, noi la stiamo solo utilizzando per pulire il pianeta il prima possi...?!?!”
Charlie lo zittì girandogli il collo di centottanta gradi, spezzandoglielo.
Il corpo del cavaliere iniziò a dissolversi.
“I mostri siete voi...” Sussurrò la principessa poco prima di tornare in sé.
La prima cosa che fece non appena finì la sua lotta interiore fu andare da Mihaela e controllare il suo battito, facendo un sonoro sospiro di sollievo quando si accorse che stava solo dormendo.
“Charlie!!” Gridò Frank schivando un fendente che tagliò a metà il grattacielo alle sue spalle.
“Non distrarti, mortale!” Sibilò Carestia poco prima di dargli un pugno nello stomaco che lo proiettò in un muro di cemento.
“Frank!!”
“Non ti preoccupare, principessa, adesso tocca a...?!!?”
Il cavaliere sentì una piccola mano afferrarle la caviglia e ghigno quando, abbassando lo sguardo, vide l'infante appena nato ai suoi piedi.
“Già imparato a gattonare, piccoletto?”
Non ci fu esitazione né rimorso in quello che fece dopo: decapitò l'infante davanti agli occhi di Charlie.
La principessa strinse i pugni fino a farsi sanguinare i palmi, lo sguardo si svuotò completamente. L'ottimismo che la caratterizzava sparì completamente, lasciando spazio solo alla rabbia.
L'aria intorno a lei iniziò a distorcersi, diversi sprizzi di fiamme nere cominciarono a spuntare dal terreno, gli occhi, prima rossi come il sangue, si spensero lasciando una colorazione nera pece.
“Ormai non mi interessa più.” Sussurrò con una voce che riverberava più volte nelle orecchie della sua avversaria.
Diverse crepe si formarono sul viso della principessa, sembrava che da un momento all'altro sarebbe andata in frantumi.
“Questa volta... Darò tutta me stessa.”
Il cavaliere assisteva a tutto ciò con uno sguardo preoccupato: che cazzo stava succedendo? Un effetto collaterale dovuto all'ingerimento del cuore di suo fratello? Oppure era semplicemente la rabbia ad averla trasformata?
“Ti ucciderò!”
Carestia si ritrovò il viso crepato della principessa a pochi centimetri dal suo in un attimo e provò a colpirla con un pugno, ma la sua avversaria sputò una fiammata nera dalla bocca che le ustionò completamente il viso.
Iniziò a rotolare per terra per spegnere le fiamme, ma sembrava non aver alcun effetto: le fiamme continuavano a bruciarla, quindi intuì che l'unico modo per spegnerle era eliminare la fonte.
Tirò un fendente su Charlie, ma la sua lama si frantumo come il vetro sul cemento, quindi provò a prendere possesso del suo corpo.
Non funzionò.
Un'espressione di terrore sostituì la sicurezza.
Provò a indietreggiare, ma Charlie le afferrò le spalle per impedirle di allontanarsi.
I denti della principessa divennero simili a quelli di uno squalo.
“Cosa vuoi fare?” Bisbigliò il cavaliere con il terrore negli occhi, paralizzata dalla stessa emozione che aveva fatto provare a migliaia di persone.
“Uccido mostri...” Sussurrò la principessa poco prima di aprire la mascella e staccare la parte superiore del corpo di Carestia con un singolo morso, ingerendola in pochi secondi insieme al terzo cuore.
Sentì la coscienza del cavaliere che cercava di uscire, ma la fermò sul nascere: non le avrebbe permesso di fare del male, mai più, a nessuno.
Frank si alzò dolorante e si massaggiò la testa, si guardò intorno e vide Charlie in ginocchio vicino alle gambe del cavaliere, Tra le mani aveva la testa dell'infante che avevano tentato di proteggere.
Stava piangendo.
“Charlie...” Sussurrò inginocchiandosi accanto a lei.
Le accarezzò il capo, sperando di poterla consolare.
“Mary come sta?” Chiese con la voce rotta dalle lacrime.
Una lacrima impercettibile scese lungo la guancia del mortale.
“Non ce l'ha fatta...”
La principessa si morse il labbro, incerta sul cosa dire.
“Mi... Dispiace tanto.”
Il mortale abbracciò Charlie come se fosse l'unica cosa che lo attaccava alla vita.
“Già... Dispiace anche a me...” Mormorò poco prima di iniziare a piangere insieme a lei.
Passarono le ore, Charlie e Frank avevano gli occhi arrossati dal pianto, ma sapevano che c'era ancora qualcosa da fare.
“Possiamo seppellire tua sorella vicino alla madre e i suoi bambini?” Chiese Charlie trattenendo le lacrime.
“Va bene...” La assecondò Frank.
Charlie prese le pale dal cofano della Camaro, mentre Frank prendeva in spalla i corpi.
“Dovrebbe esserci un cimitero a nord da qui, il Miami City Cemetery, portiamoli lì.”
Ci misero un'ora ad arrivare al cimitero e un'altra mezz'ora per trovare un posto dove seppellire i corpi.
Frank iniziò a scavare, mentre Charlie accarezzava il volto di Mary. Sembrava così... Serena.
“Non dimenticherò la promessa che ti ho fatto...” Disse come ultimo saluto.
“Sei pronta?” Chiese Frank finendo di scavare le fosse.
Charlie lo guardò e gli sorrise.
“Vuoi raccontarmi qualcosa su tua sorella?”
“Beh, ci sarebbe una cosa, ma... No, è stupido.”
La principessa gli poggiò una mano sulla spalla.
“I ricordi dei tuoi cari... Non sono mai stupidi.”
Il mortale tirò su col naso.
“Beh, una volta rubammo tutte le munizioni del nonno e le usammo tutte in giardino, il nonno ci inseguì con la cintura per due kilometri prima di arrendersi e prepararci la cena. Non avevo mai riso tanto e lei rideva con me. Fu solo una delle bravate che facemmo insieme, ma... Mi rende felice.”
“Io non ho fratelli o sorelle, l'unica famiglia che ho sono mio padre, mia madre e Vaggie, ma da quando ho incontrato te, sento che la mia famiglia si è allargata un po'.”
“Quindi saresti mia sorella minore?”
Charlie sbuffò.
“In realtà pensavo più a una sorella maggiore, ho tipo 175 anni più di te.”
Frank iniziò a ridere.
“Vero, me lo ero scordato, ma hai la maturità di una diciottenne.”
“Questo non è carino!”
Il mortale si asciugò una lacrima.
“Eheh, forse no, ma sono felice che mi consideri parte della tua famiglia, sappi che io ti considero parte della mia.”
Frank prese i corpi in spalla, li mise nelle fosse e cominciò a coprirli di terra.
“Vuoi che ti lasci da solo con tua sorella?”
Il mortale prese la mano di Charlie.
“Puoi restare un altro po'? Poi andremo a prendere Mihaela insieme.”
“Va bene, mi siederò qui allora.” Mormorò la principessa sedendosi sull'erba umida e poggiando il mento sulle ginocchia.
Frank fece lo stesso.
Stettero seduti per quasi dieci ore a parlare di Mary, anche se per lo più era Frank a parlare, Charlie lo ascoltava solamente e lui non poteva esserne più grato.
Non si accorsero neanche che era arrivata la notte.
“Dovremmo andare...” Disse Charlie prendendo la mano del mortale e invitandolo ad alzarsi.
“Si... dovremmo.”
I due raggiunsero Mihaela, che stava ancora a terra tra il dormiente e lo svenuto.
Charlie si accovacciò accanto a lei e le punzecchiò la guancia col dito.
“Mihaela, dobbiamo andare.” Disse con un tono dolce, come se non stesse svegliando una fonte di radiazioni ambulante.
La donna radioattiva spalancò gli occhi, ma una fitta alla gamba la fece irrigidire tutta.
“Carestia?” Chiese, anche se loro erano vivi voleva dire già molto.
“Morta.” Replicò Frank.
“Pestilenza?”
“Bruciato e senza testa, hai fatto proprio un bel lavoro.” Si complimentò la principessa. “Riesci ad alzarti?”
La donna si alzò a fatica, zoppicò verso Frank e gli passò il pugnale.
“Ne manca solo uno e la tua mogliettina ha detto che è il più pericoloso, quindi, ti prego, dimmi che hai un piano.”
Il mortale sospirò e iniziò a pensare intensamente al nome di Morte
“Avremo tempo per pensarci durante il viaggio.”
“Oh, porca troia, un altro viaggio? Dove si trova il quarto cavaliere?”
“Antartide...”
“Io non salgo su un altro aereo con voi, vi ricordate cosa è successo l'ultima volta?”
“Ci servirebbe un modo per raggiungere il posto in modo istantaneo.”
“Potremmo tornare all'inferno e cercare un portale per l'Antartide.” Propose la donna radioattiva.
Il mortale scosse la testa.
“No, più aspettiamo, più innocenti muoiono, dobbiamo essere veloci.”
“Allora chiedi alla principessa qui presente di aprire un portale per l'Antartide.”
“Purtroppo non posso aprire portali per posti che non conosco.” Disse Charlie con un po' di rammarico.
“Posti che non conosci, hmmmmm.”
Un pezzo di carta guidato dal vento impattò sulla faccia del mortale: era una cartolina con diverse immagini dell'Antartide.
“E se vedessi delle immagini del posto?” Chiese Frank con una punta di eccitazione.
L'espressione della principessa si illuminò.
“Credo... Che potrebbe funzionare.”
“Ottimo, io e Mihaela cercheremo altre cartoline, tu resta qui.”
“Io avrei un'idea migliore, piuttosto che cercare cartoline.”
La donna radioattiva zoppicò vicino a uno dei tanti cadaveri e iniziò a perquisirlo, finché non estrasse un cellulare dalle sue tasche.
“Ecco, principessa.” Disse passandoglielo con nonchalance. “Melanie mi ha spiegato che questi affari possono trovare qualsiasi cosa, comprese immagini su una cosa che voi chiamate... internet.”
“Ha ragione, non ci ho pensato, cerca Antartide su immagini.” Disse Frank.
Charlie fece come le era stato istruito e esaminò tutte le immagini di Antartide presenti su internet, per poi dire con sicurezza una sola frase:
“Ok, posso farcela, prossima fermata: Antartide!”


“Nel frattempo, in paradiso, nell'ufficio di Adam.”

Adam batté il pugno sulla scrivania talmente forte da spaccarla in due.
“Che cazzo vuol dire che Carestia e Pestilenza sono morti?!?! Avete idea dei problemi che avremo se fermano l'apocalisse?!?!”
“Si calmi, Adam, signore, non c'è speranza che sconfiggano Morte.” Disse una sterminatrice dall'aureola nera.
“Lute, pensavamo lo stesso degli altri tre e ora sono morti. E poi, dove cazzo sei stata fino ad ora? Dov'eri quando quello stronzo mi ha rotto il braccio? Hai idea di quanto sia difficile suonare la chitarra con un braccio solo?!!?” Si lamentò il capo degli sterminatori indicandosi il gesso col braccio buono.
“Ero a fare commissioni per Michael, signore!”
“Michael, quello stronzetto che si sente chissà chi solo perché è il braccio destro di Dio, lo odio.”
La porta dell'ufficio di Adam si aprì improvvisamente, mostrando la figura di Emma. Le ferite causate da Mihaela erano guarite, ma il suo rancore era ancora vivido.
“Oh, Emma, finalmente ti sei liberata, che piacere!”
“Mi avete abbandonata.” Sibilò con la voce carica d'odio.
“Su, su, non dire così, mai sentito parlare di ritirata strategica?”
Emma afferrò Adam per il collo e lo strattonò per cinque minuti buoni.
“Ok, ok, mi arrendo, mi dispiace, ok?”
Emma sospirò.
“Va bene, ti perdono, qual è il piano per impedire a Frank e i suoi amici demoni di fermare l'apocalisse?”
“Abbiamo già provato ad attaccarli, abbiamo provato a convincerli, non ho più idee.”
“Siete davvero degli idioti.”
“Oh, no, è arrivato.” Bofonchiò Adam scocciato poco prima che Gabriele apparisse nel suo ufficio in un lampo di luce dorata. “E dimmi, qual è il tuo piano, riccioli d'oro?”
“Il vostro errore è stato attaccarli mentre viaggiavano verso i cavalieri, per questo stavolta li attaccheremo mentre affrontano Morte. A malapena sono sopravvissuti contro Guerra, quindi, se uniamo le forze con Morte, non potranno fare altro che perire!”
Il capo degli sterminatori annuì con un'espressione poco convinta.
“Un piano niente male, peccato che catturare Lilith abbia ridotto le mie truppe all'osso.”
“A quello ci ho pensato io.” Sibilò Gabriel mostrando un pezzo di carta dorato ad Adam.
“Quello è...” Fece con gli occhi sbarrati.
“Un permesso per utilizzare i serafini e io sarò a capo dell'operazione, mentre il restante dei tuoi angeli mi faranno da supporto.” Gabriele si accarezzò la fasciatura che aveva sul naso. “Pagherà per quello che mi ha fatto!”
Emma uscì dall'ufficio e si diresse verso la stanza di Arthur. Era attaccato a diverse macchine di natura angelica che lo aiutavano a respirare, ma era cosciente.
“Emma, come stai, cara?”
Il volto dell'angelo si indurì.
“Questo dovrei chiederlo io a te, la spada di Gabriele ti ha ridotto proprio male.”
“Ne è valsa la pena...” Sussurrò Arthur.
“Gabriele ha trovato un modo per utilizzare i serafini, è finita per tuo nipote.”
“Tu dici?”
Emma serrò gli occhi.
“Non sembra che la cosa ti preoccupi.”
“No, perché sono sicuro che se la caverà. Tu sei stata sposata con lui, dovresti saperlo.”
Per un singolo attimo, l'angelo si abbandonò ai ricordi del suo matrimonio felice con Frank, ma poi i ricordi di Mihaela che la torturava e lui che non faceva niente per fermarla presero il sopravvento.
“Ha fatto la sua scelta, ha scelto i demoni. Non potrò mai perdonarlo per questo.”
“Le sue scelte possono essere poco felici, ma non sono mai sbagliate. Forse dovresti rivalutare le tue.”
“E tradire il paradiso come hai fatto tu? Scordatelo. Ora riposa, il tuo processo è tra pochi giorni.”
Sibilò Emma poco prima di uscire dalla stanza.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3952462