Reporter al Grande Tempio

di vanity_gemini
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Intervista a Milo di Scorpio. ***
Capitolo 2: *** Intervista a Ikki di Phoenix ***
Capitolo 3: *** Intervista a Saori Kido - Dea Athena. ***
Capitolo 4: *** Intervista a Shun di Andromeda. ***
Capitolo 5: *** Intervista a Shaka di Virgo. ***
Capitolo 6: *** Intervista a Hyoga di Cignus. ***
Capitolo 7: *** Intervista a Kanon di Gemini. ***
Capitolo 8: *** Intervista a Shaina di Ofiucus. ***
Capitolo 9: *** Intervista a Camus di Aquarius. ***
Capitolo 10: *** Intervista a Shiryu di Dragon ***
Capitolo 11: *** Intervista a Mu di Aries. ***
Capitolo 12: *** Intervista a Isaak di Kraken. ***
Capitolo 13: *** Intervista a Seiya di Pegasus. ***
Capitolo 14: *** Intervista ad Aphrodite di Pisces. ***
Capitolo 15: *** Intervista a Saga di Gemini. ***
Capitolo 16: *** Intervista a Death Mask di Cancer. ***
Capitolo 17: *** Intervista ad Aiolia di Leo. ***
Capitolo 18: *** Intervista a Lady Pandora Heinstein. ***
Capitolo 19: *** Intervista a Dohko di Libra. ***
Capitolo 20: *** Intervista ad Aldebaran di Taurus. ***
Capitolo 21: *** Intervista a Marin dell'Aquila. ***
Capitolo 22: *** Intervista a Julian Solo. Poseidone. ***
Capitolo 23: *** Intervista a Kiki. ***
Capitolo 24: *** Intervista a Shura di Capricorn. ***
Capitolo 25: *** Intervista a Aiolos di Sagitter. ***
Capitolo 26: *** Intervista a Shion ex Gold Saint di Aries. ***
Capitolo 27: *** Intervista al Sommo Ade. ***
Capitolo 28: *** Intervista a Hilda de Polaris. ***



Capitolo 1
*** Intervista a Milo di Scorpio. ***


REPORTER AL GRANDE TEMPIO.
 
Premessa: queste sono una serie di interviste che ho pubblicato su un gruppo a tema Saint Seiya.
Saranno presenti quasi tutti i personaggi saintseiyani creati da Masami Kurumada, ma anche qualche OC.
Mara appunto (che sarei io) ma anche altre due ragazze.
Le risposte alle domande sono state date dalle Ladies, che ruolano il personaggio in questione.
Queste storie sono state scritte senza scopo di lucro.
Tutti i personaggi presenti sono di proprietà del loro legittimo autore/creatore.
Buona e lieta lettura.
 
Intervista a Milo di Scorpio.
 
Ma salve!!!! Mi presento, mi chiamo Mara e di professione faccio la giornalista.
Sono appena atterrata all'aeroporto di Atene, e con un taxi mi sto avviando verso il Grande Tempio di Atene, luogo di culto presieduto dalla Dea Atena, e dai suoi Guerrieri. In men che non si dica arrivo dinanzi alla colossale entrata e con una certa emozione faccio la mia entrata. Ovviamente, vengo subito bloccata da diversi soldati, poi dopo che ho detto loro chi sono, ma soprattutto cosa sono venuta a fare, mi danno la libertà di poter salire e raggiungere così la prima casa, ovvero quella dell'Ariete.
Mi blocco dinanzi all'imponente Tempio, chiedendomi da chi devo iniziare. Ah che sbadata che sono!
Prontamente dalla mia borsa tiro fuori l'agenda con su segnati tutti ma proprio tutti i miei appuntamenti con intervista annessa.
Leggo il primo nominativo e per poco rischio di avere un mancamento.
Il primo Saint che devo intervistare è....
Milo di Scorpio! Tremo già al pensiero.
Arrivo dinanzi all'ottava casa dello Zodiaco, ma prima di entrarvici prendo a fare un lungo respiro. Mi accoglie una giovane ragazza, ed io presumo che sia una delle tante ancelle che prestano servizio presso questa casa, poi ecco che spunta lui, il mio secondo amore di una vita, il primo lo scoprirete più avanti, ma io mi ritrovo pressoché incapace di spiaccicare mezza parola.
Come un automa faccio quello che mi dice di fare il padrone di casa. Tant’è che mi ritrovo seduta sopra al un morbido sofà, con davanti a me la celestiale veduta del fascinoso Scorpione. Sono sempre più imbambolata.
 
 
Milo: Ehi, sei presente? Guarda che oggi non ho molto tempo, quindi datti una mossa!
Mara: Eh, cosa? Ma certo, cosa devo fare? – dico, ma sono sempre nel fantastico mondo dei sogni.
Milo: L'intervista, cosa se no! – incrocia le braccia, mi guarda con ammonizione.
Mara: Ah è vero scusami, che sbadata! Allora Milo sei pronto per l'intervista? – lui mi guarda scioccato.
Milo: Prontissimo! Ma sbrigati! – mi esorta, allorché decido di darmi una mossa.
Mara: Allora, dimmi è una grande responsabilità essere un Gold Saint?
Milo: Oh, sì, non immagini quanto… – fa pavoneggiandosi un poco.
Mara: Solitamente vieni descritto come essere una persona senza cuore e che si diverte a far soffrire i malcapitati che arrivano ai tuoi piedi, è vero?
Milo: Davvero mi descrivono così? – fa un'espressione di sgomento – Ma non è vero!
Mara: Insomma (penso tra me) Ma contro Hyoga sei stato un po' troppo sadico, potevi essere molto più sbrigativo, come invece hai fatto con Kanon, perché?
Milo: Uhm, ottima domanda. Però a ripensarci ora, mi divertiva vedere quel ragazzino così, uhm, testardo? E così volenteroso di sopravvivere e proseguire.
Mara: Quali sono le principali caratteristiche che un ragazzo deve avere per diventare Cavaliere?
Milo: Dunque, innanzitutto bisogna essere una sorta di prescelti. Vediamo, parlo per esperienza personale, io da piccino ho manifestato un fievole cosmo, da allora sono stato sottoposto all'addestramento per imparare a padroneggiare quel cosmo, farlo esplodere ed essere degno di indossare le vestigia dorate.
Mara: Ok, ottima spiegazione. Ma che gusto provi nel rendere le persone alle sembianze di un colapasta?
Milo: Dipende dalla, ehm vittima. A volte mi diverto, e pure tanto. (che sadico che sei, mio caro. Lo penso ma non glielo dico).
Mara: Cosa hai provato quando hai rivisto Camus in veste di Spectre e come nemico?
Milo: Rabbia, rancore, delusione e mi sono sentito tradito. Quella volta credo di averlo mandato a quel paese e insultato in tutte le lingue che conosco – sorride appena.
Mara: Beh è del tutto comprensibile – poi sorridendo – Colgo l'occasione per chiederti, ma tra te e Camus c'è solo una semplice e bella amicizia, oppure qualcosa di più?
Milo: scoppia a ridere – Com'è che molti pensano che io e Camus possiamo essere più che amici? Dai, vi tolgo questo, uhm, atroce dubbio: siamo solo grandi amici, e ammetto che se mi piacessero anche gli uomini, probabilmente me ne innamorerei.
Mara: Ok, a questo punto direi di passare ad altre domande, di tutt'altro genere.
E qui viene il bello!
Mara: Sei fidanzato? – gli chiedo a bruciapelo, lui strabuzza i suoi meravigliosi occhioni azzurri.
Milo: WOW! Qui andiamo sul personale! – sorride un po' compiaciuto – Comunque no.
Ottimo. Penso tra me e me, continuando a guardarlo inebetita.
Mara: Bene, bene – gli sorrido – Uhm, ora dimmi, qual è la tua tipologia di donna ideale?
Milo: Uhm dev'essere innanzitutto sincera, poi divertente, gentile, leale, e che sappia cucinare – maledizione, qui sono fregata!
Mara: Tutte caratteristiche molto importanti direi, ma dimmi, la preferisci, bionda, mora, rossa, verde o lilla? (spalanco gli occhi. Verde o lilla? Ma cosa si è fumato il mio capo, mentre stillava le domande? Boh!).
Milo: Ho un debole per le bionde e le rosse – oh ragazze, da domani tutte ma proprio tutte a colorare i capelli di queste due tonalità – Ma ti dirò, in realtà non mi importa di che colore abbia i capelli – mi sorride e io mi sciolgo seduta stante andando completamente in brodo di giuggiole.
Mara: Si in effetti a ben pensarci non è che abbia molta importanza – cerco di ricompormi poi riparto alla carica – Uhm, dimmi un po' al primissimo incontro dove porti la fortunella di turno?
Milo: Molto probabilmente a cena in un ristorante con vista mare, o a guardare il tramonto in spiaggia. Romantico, eh? – e mi strizza l'occhio ed io vado in apnea – Ehi tutto bene? – si preoccupa.
Mara: Si più o meno – mi ricompongo – Comunque si, tutto molto interessante.
Milo: Ma cosa? – fa palesemente confuso.
Mara: Oh, la spiaggia, il tramonto… – dico con occhi sognanti.
Milo: Scusami, ma a cosa stai pensando? – mi chiede mentre io continuo ad essere completamente imbambolata.
Mara: Andiamo! – dico alzandomi di scatto.
Milo: Ma dove!? – Milo è sempre più confuso. Porello!
Mara: Che domande, in spiaggia!
Milo: Ma è mezzogiorno!? – fa scioccato, buttando un’occhiata all’orologio posto sulla parete.
Mara: Ma chi se ne frega. Aspettiamo il tramonto!
Milo: Qualcosa mi dice che vuoi un appuntamento con me – mi sorride, divertito – E va bene, accetto. Per il tramonto ci vorrà ancora un bel po', per cui nel frattempo possiamo passare del tempo assieme. Che ne dici?
Scorpio però non ottiene nessuna risposta da parte mia.
Milo: Ma che cavolo! È svenuta!!!!!!
STOP!!!!!!
Alla prossima intervista!!!!
 
Grazie per la lettura.
Un abbraccio.
VanityG.

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Capitolo 2
*** Intervista a Ikki di Phoenix ***


Intervista a Ikki di Phoenix.
 
Ehilà!!!! Gente!!!!
Eccomi nuovamente in azione. Oggi intervisterò lui, il bad boy dei Bronze Saints. Ovvero, Ikki di Phoenix!
❤
Tutta trafelata entro in saletta, e per prima cosa i miei occhi vedono la splendida figura del cavaliere della Fenice, che seduta sopra al morbido sofà, sta sorseggiando una bevanda calda. Lo saluto e lui staccandosi dalle labbra la tazza, con un lieve sorriso ricambia il mio saluto. Con un po' d'imbarazzo, prendo posto sopra alla poltroncina sistemata di fronte a quella dov'è sistemato colui che devo intervistare.
 
Mara: Buona serata Ikki, dunque sei pronto per l'intervista?
Ikki: Ma certo, sono qui per quello – mi sorride appena.
Mara: Perfetto, allora iniziamo dall'inizio, ovvero; parlami della tua scelta di andare al posto di tuo fratello, a fare l'addestramento sull'isola della Regina Nera?
Ikki: Beh, ho fatto quello che avrebbe fatto qualsiasi fratello maggiore, ho voluto proteggere Shun, lui forse non sarebbe riuscito a sopravvivere li.
Mara: Devo dire che sei ammirevole – gli sorrido ma senza malizia alcuna – Ma dimmi com'è stato il tuo addestramento?
Ikki: Ti confesso che quelli sono stati gli anni più brutti della mia vita – si rabbuia di colpo.
Mara: Lo posso solo immaginare – ma guardandolo bene, porta ancora dei segni tangibili sulla sua pelle – Ascolta, ma serbi ancora del rancore nei confronti di Guilty? – con questa domanda mi rendo perfettamente conto di aver toccato un tasto dolente, difatti la sua espressione si indurisce.
Ikki: Non credo che potrei mai essere riconoscente nei confronti di Guilty.
Mara: In effetti non hai tutti i torti. Ma cosa ti aveva profondamente cambiato, cosa effettivamente era mutato in te? Da arrivare ad odiare tutti?
Ikki: Guarda, non saprei dire cosa è cambiato in me. Guilty ha fatto emergere la parte peggiore del mio carattere.
Mara: Sinceramente, ora come ora la rifaresti tale scelta? Se sì, perché?
Ikki: Si – mi risponde con convinzione – Sicuramente rifarei la stessa scelta, e la motivazione sarebbe sempre la stessa, cioè proteggere Shun.
Mara: Puro amore fraterno è il tuo – noto che i suoi bellissimi occhi blu luccicano, strano ma vero, il rude, maschio Ikki è visibilmente emozionato – Ma dimmi, quando sei passato dalla parte della giustizia, hai faticato ad avere un rapporto di fiducia con la dea Atena, e anche con gli altri tuoi compagni, perché?
Ikki: Sinceramente, il mio legame di fiducia con Atena è sempre conflittuale proprio come quello con i miei compagni, io credevo che ognuno dovesse cavarsela da solo contando sulle proprie forze.
Mara: Ma solitamente non è così. Tutti abbiamo bisogno di aiuto – affermo, mentre lui si acciglia, quindi per non farlo innervosire decido di passare oltre – Ikki tu sei l'erede della Cloth del Leone, essendo natio sotto quel segno, ma caratterialmente ti sarebbe più adatta quella dei Gemelli, tu cosa ne pensi? E ti senti più legato a Saga o ad Aiolia?
Ikki: Personalmente non mi sento legato a nessuno dei due, e il fatto che Aiolia un domani mi faccia dono della sua Cloth, forse come hai detto tu è solo per un fatto di nascita.
Mara: Bene – gli sorrido sistemandomi meglio, mentre lui controlla tutte le mie mosse – Uhm, passiamo ad altro. Durante gli scontri contro i God Warrior dell'Orsa Maggiore, tu hai affrontato Mime. Questi, ti ha ricordato tuo fratello? E quanto è stato duro sconfiggerlo?
Ikki: Mime era molto simile a Shun, aveva la sua stessa sensibilità d'animo. E dovermi battere con lui e sconfiggerlo è stato molto doloroso.
Mara: Sempre in Asgard hai poi affrontato i gemelli Mizar e Alcor. Parlami un po' del loro rapporto fraterno e se trovi delle similitudini tra il loro e quello tra te e Shun?
Ikki: Io ho affrontato solamente Alcor e in un certo senso l'odio che lui diceva di provare nei confronti di Mizar l'ho provato anch'io nei confronti di Shun, ma l'affetto fraterno ha vinto su tutto e tutti!
Mara: Dici bene, quello è superiore a qualsiasi cosa a qualsiasi barriera – affermo, lui mi rivolge un lieve sorriso, tanto basta per farmi sciogliere. Ora capisco perché è tanto bramato dal pubblico femminile, e non. Mi ricompongo e proseguo con le domande – Ikki, avrei altre cose da chiederti, va bene? – in risposta lui annuisce, allorché gli pongo la domanda – Dimmi un po', cosa hai provato nel vedere Shun nelle sembianze di Ade?
Ikki: – sospira pesantemente – Quando Kanon mi ha detto che Shun era Ade non volevo crederci. Come avevo potuto essere così cieco da non accorgermi di nulla! Ti confesso che lì ho provato un vero e proprio senso di impotenza.
Mara: Beh, è più che comprensibile, ma com'è stato il doverlo affrontare?
Ikki: Guarda, doverlo addirittura affrontare è stato terribile. Perché uccidere Ade, significava dover uccidere Shun. Ero molto combattuto – il suo volto fa una smorfia di pura sofferenza.
Mara: In effetti dev'essere stata davvero dura. Ti capisco. Ikki, ora però passiamo a tutt'altro genere di domande. Parlami di Esmeralda – fa un lieve sussulto, si rattrista di colpo.
Ikki: Esmeralda è stata la cosa più bella in quell'inferno che fu l'isola della Regina Nera. Dopo gli allenamenti massacranti e le ferite riportate negli scontri, lei era sempre lì pronta a medicare le mie ferite, ed è stata il mio conforto e il mio sostegno. Lei è ciò che mi ha permesso di sopportare tutto quello – fa visibilmente emozionato. Si capisce che l'aveva tanto amata.
Mara: Quindi è stata la persona giusta al momento giusto – lui annuisce, io continuo – Parlami invece di Pandora, e del fatto che si sia sacrificata per poterti aiutare, te lo saresti aspettato?
Ikki: Sinceramente no. Non mi sarei mai aspettato l'aiuto di Pandora. Il suo aiuto è stata una sorpresa anche per me.
Mara: Ma dopotutto ha fatto una sua scelta – affermò e lui mi fa capire che la pensa alla stessa mia maniera – Ikki, ho ancora un'ultima domanda, poi ti lascio libero – gli sorrido, mi sorride – Dimmi, se ti fosse stato possibile scegliere, chi tra Esmeralda e Pandora, ti avresti messo accanto come unica compagna di vita?
Ikki: Senza alcun dubbio Esmeralda. Lei sarebbe stata la donna adatta per me. La sua presenza mi ha sempre fatto da tranquillante. In quell’inferno è stata la mia ancora di salvezza – i suoi occhi iniziano a lacrimare.
Mara: Bene – lo ammetto, sono emozionata pure io – Ikki grazie infinite per questa intervista – mi alzo, porgendogli la mano destra in segno di saluto, che lui ricambia con una stretta virile e tanto maschia.
Ikki: Ma figurati, è stato un piacere anche per me. Buona serata! – mi sorride, poi mi avvio verso la porta d'ingresso, rivolgendogli un ultimo saluto.
❤
Una volta salutato il Saint della Fenice, mi avvio all'esterno della palazzina dove vi sono ubicati gli alloggi maschili.
Faccio tutto questo con una nuova consapevolezza nel mio cuore. Devo ammettere che è proprio vero che nulla è come sembra di essere, perché anche un vero rude, maschio e tanto ribelle, alla fine nasconde un gran bel cuore di panna!!!!!!
Alla prossima intervista.
La vostra inviata speciale, Mara!
 
Grazie per la lettura!!!!
Un abbraccio.
VanityG!

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Capitolo 3
*** Intervista a Saori Kido - Dea Athena. ***


Intervista a Saori Kido.
 
Ma salve, dopo tanto tempo eccomi nuovamente in azione!!!
Quest'oggi sono alla tredicesima Casa dello Zodiaco, dove a breve farò la mia intervista a colei che governa in questo luogo Sacro, ovvero la Dea Athena.
INTERVISTA A SAORI KIDO / DEA ATHENA.
 
Io e la Dea siamo ben sistemate all'interno dell'elegantissimo salottino da thè che è presente alla Tredicesima, e stiamo sorseggiando entrambe il nostro thè fumante, corredato da invitanti pasticcini.
 
Mara – Buonasera lady Is... Sao... Athena (?) La mia prima domanda è: come preferiresti venire chiamata durante l'intervista?
Athena – Già è vero, mi chiamano sempre in maniera differente però alla fine sono sempre io. Preferisco sempre essere chiamata Saori, in realtà, ma c'è chi preferisce utilizzare altri nomi per identificarmi. Ti ringrazio per questa accortezza – mi sorride.
Mara – In secondo luogo, cosa significa per lei la parola Giustizia?
Athena – La Giustizia e la Pace sulla Terra, sono i pilastri della mia esistenza, è per questo che mi sono reincarnata. Non è possibile vivere in un mondo governato dalle forze oscure. Inoltre, viene piuttosto facile essere buoni in questo mondo, ma più difficile è invece essere Giusti. Io non pecco di superbia, anche io sbaglio nonostante la mia divina Natura.
Mara – Da piccolina sei stata salvata dalle grinfie di Arles. Quanto conta per te il sacrificio per uno scopo nobile?
Athena – Ad Aiolos devo la mia vita. Lui ha fatto quello che un Cavaliere avrebbe fatto anche se non ci fosse stata una Dea in quella culla. Ha pagato un prezzo altissimo, ma allo stesso tempo so che lo rifarebbe sempre, per me e per chiunque altro. Sacrificare la propria vita per un nobile scopo è elevare sé stessi. Io stessa sacrificherei la mia vita se questo assicurasse pace duratura per l'umanità.
Mara – Quando hai scoperto di essere la reincarnazione di una Dea, qual è stato il tuo primo pensiero?
Athena – Sinceramente ho avuto paura. Paura di qualcosa che reputavo più grande di me. Dovevo occuparmi di tante cose, non avevo le nozioni per farlo, non ero stata preparata a ciò che mi aspettava e avevo dei Cavalieri che per me combattevano e rischiavano la loro vita in ogni momento.
Mara – Ed essere una Dea cosa vuol dire per te?
Athena – Significa avere una responsabilità immensa. Responsabilità di tutto ciò che ruota intorno al Grande Tempio, responsabilità verso i miei Cavalieri, le mie Sacerdotesse e verso l'umanità intera. E non è cosa da poco viste le continue minacce che ci ritroviamo a fronteggiare.
Mara – Qual è la miglior virtù della Dea della Giustizia?
Athena – Credere in quello che faccio, credere nell'umanità e nelle persone che mi sono accanto. Questo sempre, non c'è tentennamento in me, i miei obiettivi e la mia missione sono una certezza.
Mara – Una Dea ha anche dei difetti?
Athena – Molti, in verità – sorride – Vedi per esempio non sono ferrata sulle strategie di Guerra, ma in parte dovrei incolpare Saga. Se non avesse fatto fuori Shion... magari il Grande Sacerdote poteva insegnarmi qualcosa. Oppure bastava anche solo non provare ad uccidermi, male che va c'era sempre il Saggio Dohko a dispensare giusti consigli. E invece... ahimè, su questo devo certamente migliorare. Non addosso la colpa interamente al Cavaliere dei Gemelli, sia chiaro, infondo lui non ha molte colpe per quel che è successo. Poi, forse mi fido troppo di tutti, vedo sempre il buono nel prossimo, anche se spesso ripongo le speranze nelle persone sbagliate. O forse no. Le speranze sono risposte bene, il problema è che se gli altri prendono delle strade sbagliate nonostante tutto, in qualcosa avrò sicuramente fallito io.
Mara – Dicci la verità: preferisci Seiya o Saga di Gemini?
Athena – arrossisce vistosamente, tanto da dover distogliere lo sguardo dalla sottoscritta. Boccheggia qualche cosa di non chiaramente definito, prima di riprendersi, o tentare nell'impresa – Allora, i Cavalieri sono tutti uguali davanti ai miei occhi. Non c'è mai stato un preferito, nonostante ciò che si dica in giro, perché certi pettegolezzi arrivano ovviamente anche alle mie orecchie. Mi dispiace deludervi, ma il Cavaliere di Pegasus così come il Cavaliere dei Gemelli, sono sullo stesso piano.
Mara – Che caratteristica deve avere un futuro Cavaliere difensore di Athena, per te?
Athena – Credere nella Giustizia e nella Pace. Se non si crede in ciò che si fa, diviene tutto più complicato. Non devono credere a me, Saori, ma a ciò che io rappresento sulla Terra.
Mara – Capisco. Ma dimmi lo scontro che non dimenticherai mai?
Athena – Uhm è difficile dirlo. Tutti gli scontri sono stati devastanti, per le mie schiere ma anche per quelle nemiche. Però vedete, io in quasi tutti questi scontri avevo una sola certezza: i miei Cavalieri avrebbero fatto qualcosa. Così avvenne durante la Scalata delle Dodici Case, o nelle gelide terre di Asgard amministrate da Hilda o ancora nel Regno di Mari, governato da Poseidone.
Lo scontro con Ade... è un discorso a parte ed è forse quello che mi è rimasto dentro più di tutti gli altri. Non avevo idea che Shion utilizzasse il mio sangue per le armature dei Cavalieri di Bronzo, non credevo possibile la distruzione del muro del Lamento e non potevo immaginare che dei mortali riuscissero a raggiungere l'Elisio, fino ad indossare delle Kamui. Ma non avevo scelta e dovevo seguire Ade, da sola, come forse avrei dovuto sempre fare, senza mettere a rischio nessuno.
Mara – Pensi che il tuo spirito di giustizia un giorno si potrebbe affievolire?
Athena – No. Ciò non sarà mai possibile. Spero che questo venga in un certo senso compreso da chi ho perennemente contro.
Mara – Obiettivamente, la tua, non è stata una vita facile tra rapimenti, morti, dolore e sofferenza. Adesso sei qui a fare questa intervista; se sei qui è per merito di chi ha combattuto per te. Chi ti senti di ringraziare per questo?
Athena – Ogni singola anima va ringraziata e rispettata per ciò che ha fatto e che fa. Purtroppo è vero, forse per i miei troppi errori sono una Dea piuttosto impopolare ed ho contro non solo mezzo Olimpo, per il mio estremo attaccamento alla Terra e agli esseri umani che non viene compreso facilmente dagli altri, ma anche i miei stessi Cavalieri. E questo è estremamente frustrante. Ma nonostante ciò, io devo loro molto, devo loro la mia vita. Tutti hanno diritto a menzioni di lode, io gli sono molto riconoscente.
Mara – Bene, ultima domanda, e poi ti lascio libera ai tuoi impegni. Mi sapresti dire il perché, il motivo, la causa, che i tuoi CARI PARENTI, ti vogliono vedere morta?
La Dea boccheggia, è imbarazzata. Questa domanda evidentemente non se l'aspettava, ma io non ci posso fare nulla se il mio capo è un impertinente, ma dopotutto come biasimarlo? Ade, Poseidone, Apollo, Artemide e pure Discordia, hanno cercato a rotazione di farla fuori!!!!
Athena – Oh, saranno gelosi della mia grande bellezza!!!!!!!!! – fa pavoneggiandosi un poco.
Dea modesta, nulla da dire. Ma comunque non è che abbia tutti i torti. Saori / Athena è molto bella.... bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare!!!!
Mara – Sicuramente – affermo e nel frattempo mi alzo, poi chinandomi verso la Dea, le porgo la mia mano destra in segno di gratitudine e saluto – Mia Dea, grazie per avermi dedicato un po' del vostro prezioso tempo.
Athena – mi sorride amabilmente – Oh di nulla, anzi è stato un vero piacere. Quando vuoi raggiungermi per il thè non farti problemi, per me sei la benvenuta!
Sorrido per l'ultima volta alla Dea, e poi esco dal salottino pensando tra me e me che poi tutto sommato non è affatto male.
Proprio vero che più delle volte l'apparenza può trarre in inganno!!!!
Sono ancora bellamente assorta nei miei pensieri che senza rendermene nemmeno conto, mi ritrovo con la faccia spiaccicata contro un petto marmoreo, imbarazzata alzo lo sguardo ritrovandomi davanti due favolose iridi azzurre che mi osservano piuttosto divertite, poi sposto lo sguardo su quelle labbra aperte leggermente in un sorrisetto sghembo, che più accattivante di così non potrebbe essere.
Milo di Scorpio, sempre tra i piedi stai!!!!!!!!
 
STOP!!!!!
Alla prossima intervista.
Grazie per la lettura.
Un abbraccio.
VanityG.

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Capitolo 4
*** Intervista a Shun di Andromeda. ***


Intervista a Shun di Andromeda.
 
Bella roba!!! Sbotto innervosita!.
Io mi chiedo? Solitamente al sabato pomeriggio tutti i comuni mortali sono in festa, mentre la sottoscritta si ritrova a dover lavorare proprio in questa giornata. Solo perché i “SANTI” che poi tanto SANTI mica lo sono, durante la settimana sono troppo impegnati nelle loro mansioni: Ovvero, non fare un cavolo, oltre al gran lavoro di grattarsi energicamente le palle!!!!
Per oggi chiudo ancora un occhio, poi ne parlerò con la Dea Athena. Sono certa che in qualche modo mi verrà incontro!!!!
Da buona genovese continuo a mugugnare (lo farò finché non me lo tasseranno, poi mi saprò limitare), mentre intravvedo i SANTI d’ORO dell’Acquario e dello Scorpione, che parlano fitto, fitto tra loro (oh, cosa darei che per sapere quel che si stanno dicendo, o meglio quello che Camus sta dicendo a Milo). Facendo la gnorri mi avvicino, tendendo per bene l’orecchio….
E sento dire da Camus: Credimi questa mattina l’avrei surgelato….
Ohhhh, ho capito che si sta riferendo ad uno dei suoi allievi…. ma a chi dei due?
Mentre lo sto per scoprire, l’intervistato di oggi mi chiama ad alta voce.
Shunnnnn, mannaggia a te! Ma proprio ora dovevi arrivare!!!!
Arrivo, arrivo! Faccio salutando i due Gold, che attratti dal richiamo di Shun si sono voltati dalla mia parte.
Camus mi saluta (gelido), Milo mi saluta con tanto di strizzatina d’occhio!!! Io avvampo!!!
 
Io e il SANTO di Andromeda, prendiamo posto all’interno della saletta ristoro, quella che è presente nei dormitori maschili.
Davanti a due belle tazze fumanti di cioccolata calda con panna, do inizio alla mia intervista.
 
Mara – Buona serata Shun, dimmi, sei teso per l’intervista?
Shun – Un po', ma mi fa piacere – e continua a sorseggiare, la propria bevanda calda.
Mara – Bene, allora parliamo subito di tuo fratello Ikki – gli sorrido – Prima nemico, poi vostro alleato. Immagino le emozioni contrastanti che tu possa aver provato. Parlacene.
Shun – In effetti di lui ce ne sarebbero di cose da dire, intanto che sono onorato di avere un fratello come Ikki. Lui mi ha letteralmente cresciuto, e deve essere stata una grandissima responsabilità. Io ero troppo piccolo per capire tutto ciò – è visibilmente emozionato, si denota che abbia un amore sconfinato per il proprio fratellone maggiore.
Mara – Ok, lo immagino – faccio un sorriso – Sei nato in Giappone; hai qualche ricordo della tua terra natia?
Shun – Sono nato in Giappone, ma non ricordo purtroppo nulla della mia prima infanzia. I miei genitori sono deceduti poco dopo che sono nato – si rattrista di colpo, e io lo seguo a ruota, ma comunque decido di continuare l’intervista.
Mara – Come mai hai deciso di intraprendere l’addestramento da futuro Cavaliere?
Shun – Ho deciso di intraprendere questo ruolo perché ne ero quasi costretto – fa con tono amaro – Nella fondazione non c’era altro da fare che non allenarsi, per questo, diciamo che mi è stato imposto. E poi come facevo a trovare mio fratello.
Mara – Capisco – gli sorrido – Ma dimmi, servire la Dea Athena cosa significa per te?
Shun – Servire la Dea Athena è devozione e sacrificio che un Cavaliere deve adempiere – leggo parecchia fermezza nei suoi occhi.
Mara – Hai usato la tua catena esclusivamente per difesa, ma in un paio di occasioni, anche per offendere. Come ti sei sentito a riguardo in quel preciso momento?
Shun – Quando ho usato le catene per offesa, non ricordo, ma intendi quando ho lanciato la catena contro Rune, o all’inizio nell’arena contro Jabu? Bè sai, non sono uno che attacca brighe facilmente – sorride – Ma ogni tanto mi capita, anche contro il Grande Sacerdote, attraverso il suo elmo la mia catena non si è fermata – sembra essere piuttosto compiaciuto. In effetti lo sarei pure io. La sua catena ha capito che Saga/ Arles era un impostore.
Mara – Provi ancora del rancore per Aphrodite dei Pesci, che uccise il tuo maestro? – si rabbuia di colpo. Questo per lui dev’essere ancora un bel tasto dolente.
Shun – Per Aphrodite provo un senso di pietà ma non rancore, dopotutto secondo me era influenzato da Saga. Mi dispiace moltissimo per la morte del mio maestro Albione. Lui era come un padre per me – noto che i suoi bellissimi occhi si stanno leggermente velando. Mi fa una tenerezza incredibile.
Mara – Lo immagino, ma dimmi qual è il tuo più grande difetto?
Shun – Il mio più grande difetto? Bé essere troppo buono e lasciare correre troppe cose.
Mara – Parlami del tuo legame con Seiya, Hyoga e Shiryu?
Shun – Il mio rapporto con gli altri Cavalieri? Bé con Seiya ridiamo e scherziamo molto, sdramattizzando su tutto morose comprese – sorride – Con Hyoga è come se fosse mio fratello. Con lui sto bene, gli ho salvato la vita e ne sono felice. Con Shiryu eeeee lui è il saggio del gruppo e ogni tanto mi faccio consigliare.
Mara – Pensi che la vostra amicizia continuerà anche negli anni futuri?
Shun – Sì, spero tanto che la nostra amicizia duri per sempre. Non vorrei mai trovarmeli come avversari, perché ne soffrirei troppo.
Mara – Dove ti vedi tra qualche anno? Sarai ancora un Cavaliere di Athena?
Shun – Fra un paio d’anni? Bè, spero di divenire un dottore o qualcos’altro, magari aiutare i bambini dell’orfanotrofio e magari trovarmi una ragazza, mettere su una famiglia… chi lo sa! – sorride piuttosto imbarazzato.
Mara – Alcuni pensano che tu sia troppo debole per essere un Cavaliere. Troppo dipendente da tuo fratello maggiore. Come rispondi a riguardo?
Shun – A dicono che sono debole? Bè, in alcuni aspetti si lo sono, ma è la mia indole, ma so essere anche spietato se lo volessi. In alcuni episodi ho dato il peggio di me se si vuole dirla tutta, ma sono cresciuto e so che posso controllare il mio potere – anche qui mi ha risposto con una fermezza tale, che mi ha incredibilmente sorpreso.
Mara – Dimmi chi è Shun con una parola?
Shun – Solo una?
Mara – Vabbè facciamo qualcuna di più…
Shun – Un ragazzo che ama tutto ciò che lo circonda, che ama questa nostra Terra e se sarà necessario è sempre pronto per difendere e proteggere tutti coloro che porta nel cuore.
Mara – Lo ammetto sono piuttosto emozionata, Shun mi hai fatto commuovere.
Shun – Non era una mia intenzione…
Mara – Lo so – gli sorrido – Grazie per l’intervista.
Shun – Grazie a te, spero di non essermi dilungato troppo.
Mara – Assolutamente no.
 
Dopo aver salutato il Cavaliere di Andromeda, tutta contenta mi avvio giù per la grande scalinata, che mi porta dallo stabile dov’è situata la mia camera da letto. Senza neppure rendermene conto arrivo dinanzi al terzo Tempio. La casa dei Gemelli.
Col cuore in gola e la tremarella nelle gambe, prendo ad attraversare l’androne principale. Mi sento osservata, ho come la sensazione che qualcuno mi stia spiando e a breve ne ho la conferma.
Da dietro una colonna intravvedo spuntare due magnifici occhi smeraldini, ma per un fugace momento, perché non appena i miei occhi castani si incrociano con questi codesta figura si allontana, infilandosi spedita all’interno della casa.
Io dal canto mio rimango lì impalata come uno stoccafisso, continuando a domandarmi….
Chi eri? Saga o Kanon?
Bella domanda!!!!!
Alla prossima intervista!!!!
 
Grazie per la lettura.
VanityG!

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Capitolo 5
*** Intervista a Shaka di Virgo. ***


Intervista a Shaka di Virgo.
 
Sono alla tredicesima, e come sempre mi sto prendendo l’immancabile thè in compagnia della Dea Athena.
Chiacchieriamo del più e del meno, quando ad un certo punto un frastuono ci fa sobbalzare entrambe. Sembra che sia venuto giù il mondo interno. Io e la Dea, col cuore in gola ci catapultiamo all’esterno del salottino privato e arrivate nel gran salone ci blocchiamo seduta stante.
Sono a conoscenza che i Cavalieri di Bronzo, erano tutti impegnati nello spostare il mobilio secondo le diverse disposizioni della Dea.
I nostri occhi vedono Shiryu, Ikki e Hyoga, completamente avvolti in uno dei tanti e grossi tendoni che fanno da ornamento alle altrettante finestre che illuminano a giorno questa grande sala. I tre a fatica cercano dimenandosi di uscire fuori da quel groviglio, mentre l’immancabile Seiya e il “timido” Shun, sono rotolati a terra dal troppo ridere.
I due vengono prontamente fulminati dagli sguardi di fuoco dei loro “cari” amici.
Inutile dire che la Dea, con fare piuttosto accigliato chiede subito spiegazioni sull’accaduto. Queste le vengono fornite da Ikki, che è riuscito a liberarsi per primo dal tendone assassino.
“Mia Dea, ci scusi ma lui – indica il biondo russo, che in questo momento si è liberato pure lui – Ha cercato di prendere Paris (la micia della Dea), che si stava arrampicando su per il tendone e tirandolo troppo ha fatto cadere anche la mantovana. (ah ecco il perché di quel casino).
“Uhm, va bene! Ora però cercate di stimare tutto!!! – dice imperiosa, guardando Dragone, che a fatica si toglie il tendone da attorno alla vita – Anzi cominciate a sistemare il grosso tavolo lì!!!! – indica con la mano destra il punto preciso.
Tutti e cinque i Bronze si guardano sbigottiti. Secondo la Dea loro dovrebbero spostare un grosso tavolo in pesante castagno massiccio, lungo ben quattro metri da soli!? Roba da pazzi.
Seiya, forse per farsi bello, parte per primo, incitando gli altri quattro a seguirlo. Shun è il primo a muoversi, Shiryu è il secondo, Hyoga con qualche riserva segue i tre, mentre Ikki pare non avere nessunissima intenzione di muoversi. La fenice lo fa, solo dopo una tremenda occhiata assassina che Athena gli rivolge. Buffando un poco, anche lui si unisce ai compagni.
Faticando non poco (quel tavolo pesa esageratamente troppo) i cinque posizionano la lunga tavolata nel punto che la Dea gli aveva precedentemente indicato. Si bloccano, voltandosi verso Athena.
“Mia Dea, va bene? – domanda Hyoga con poco fiato.
“Uhm – si mette la mano al mento, espressione scettica – Io direi che dovete ancora spostarlo giusto di un centimetrino, ecco.
“Ma Atena, questo è il punto esatto – Seiya cerca invano di obbiettare…. ma nulla è valso perché beccandosi un’altra occhiataccia divina, il Cavaliere di Pegasus, nuovamente per primo si mette a rispostare la lunga tavolata, seguito ovviamente dagli altri quatto.
Io a questo punto esco di scena….
Saluto la divina, per poi prendere la strada verso l’altro divino, chiedendomi tra me e me.
Sopravviveranno i nostri eroi!?
 
Arrivo col fiato in gola dinanzi al Tempio dello Scorpione.
Entro di filata nell’androne principale… e mentre cammino veloce sento un certo chiacchiereccio. Riconosco perfettamente le voci in questione e sono quelle di: Milo di Scorpio, Kanon, e Catia la mia collega.
Catia che ci fai a parlare con sti due!? EH!? Gatta ci cova!!! Penso tra me e me.
Non appena mi avvicino, i tre si voltano dalla mia parte. Milo mi saluta con il suo solito sorriso, Kanon è sempre imbronciato, e Catia è imbarazzata, per cosa lo devo ancora capire.
Guardo l’ora e noto che non è poi così tardi, quindi mi fermo a scambiare quattro chiacchere coi tre. Milo dopo un po' e dopo averci salutato e fatto alla sottoscritta l’immancabile occhiolino si defila nella sua casa, Kanon mi saluta con un mugugno, mentre Catia mi rivolge come saluto un sorrisetto compiaciuto che a me non piace per nulla, per poi francobollare il gemello e avviarsi nella parte opposta da dove devo andare io. Che rabbia!!!
Sempre guardando i due allontanarsi inizio a scendere, barbottando peggio di una pentola a pressione.
Lei se ne sta col gemello, invece a me tocca andare ad intervistare la Barbie!!!!! NON E’ GIUSTOOOO!!!!
Continuando a barbottare mi ritrovo davanti alla Sesta Casa dello Zodiaco, la Casa della Vergine.
Timidamente faccio la mia entrata. Qui c’è una pace e un silenzio tale che sembra davvero irreale. Sulla mia destra noto un grosso portone, sicuramente da lì si accede al famoso giardino della Vergine, dove in esso si trovano gli alberi gemelli. Lo confesso sarei molto curiosa di poterlo vedere. Chissà se il padrone di casa mi concederà questo onore!?
Uhm forse sì o forse no! Mentre sono impegnata a fare tutte queste considerazioni, una figura vestita con tradizionali abiti indiani mi viene incontro. È lui, Shaka di Virgo.
 
Mara: Buon pomeriggio Shaka. La prima cosa che ti chiedo è di parlarmi del tuo credo religioso: il buddismo?
Shaka: Buon pomeriggio a te – mi sorride appena – Allora, il buddismo non è una fede religiosa ma è una filosofia di vita. Con esso si può giungere, ma solo se eletti, al Nirvana, ovvero la purificazione atarassica delle passioni ed i desideri umani a patto di digiunare e meditare a lungo dì modo da unire e controllare corpo e mente. Inoltre, abbiamo la possibilità di reincarnare la nostra anima in altri esseri viventi, per cui dobbiamo rispettare ogni creatura vivente, dall’albero al più forte degli uomini, in quanto non sappiamo in cosa ci reincarneremo.
Mara: Capisco – gli sorrido – Dicono che tu sia la reincarnazione di Buddha, è vero?
Shaka: Il mio nome è uno dei nomi del Buddha, ma io ne fui solo allievo, ergo sono umano.
Mara: Faresti ritorno in India?
Shaka: Tornerei in India anche subito – fa con decisione.
Mara: Beh, è comprensibile dopotutto è la tua terra natia – affermo, nel mentre invio un messaggio a Catia “dove sei?” poi ritorno al mio intervistato – Spiegami la differenza tra pregare e meditare?
Shaka: Meditare significa riflettere su un pensiero, un atto, un quid che ci turba. Pregare è supplicare un dio di farci avere qualcosa per noi o per gli altri – perché sta sempre con gli occhi chiusi?
Mara: La morte non è la fine di tutto. Cosa c’è dopo secondo te?
Shaka: Ogni credo ha la sua definizione per l’oltretomba. In molti esiste la reincarnazione ma più diffusamente trovo un luogo di pace o di sofferenza per le anime a seconda di come ci si è comportati in vita. Come custode di Ade, non mi sento di escludere nulla.
Mara: Presumo che tu non tema la morte, cosa temi allora? – ops! Sta aprendo gli occhi. Mi sa che sono del gatto!!!
Shaka: Vivere è più terribile di morire – fa seccamente, mentre io sono in palese confusione, cambio discorso, va che è meglio.
Mara: Parlami della battaglia con Ikki. Credevi che ormai fosse spacciato dopo avergli rimosso i cinque sensi, ma così non è stato.
Shaka: No, il ragazzo mi sorprese. Fu molto istruttivo come incontro e capii che anche un uomo può elevarsi da solo.
Mara: Già, ma dimmi come crei le tue illusioni? – nel frattempo leggo il messaggio di Catia: “sono al bar di Rodorio, perché?” uhm fa anche la spiritosa. “Sei sola?” azzardo a chiederle.
Shaka: Io non creo illusioni, voi vedete quello che volete a seconda di come frazioni lo spettro della luce – devo ammettere che i suoi occhi sono bellissimi.
Mara: Sei l’unico a possedere l’ottavo senso. Sei quindi il più forte tra i Cavalieri d’oro? O comunque ti senti tale?
Shaka: Non sono più forte degli altri Cavalieri, sono solo intuitivamente il più dotato – questa è la sua risposta, voi che ne pensate? Io nel frattempo leggo la risposta della mia “carissima” amica: No in compagnia! E correda il tutto con una emoticon sorridente e maliziosa. Che rabbia!!!!! Ma cerco di trattenermi e porgo l’ultima domanda al biondo custode.
Mara: Shaka questa è l’ultima domanda: per diventare cavaliere della Vergine, quale virtù dovrebbe avere una persona?
Shaka: Guarda, un buon Virgo deve essere metodico e costante.
Mara: Shaka, grazie di cuore per la disponibilità che mi hai dato, ma ora – guardo l’orologio – Devo proprio scappare!!! – gli porgo la mano in segno di saluto che lui puntualmente ricambia.
Shaka: Grazie a te, è stato un piacere – mi sorride, mentre io mi alzo e quasi correndo mi avvio verso la porta d’uscita delle stanze private. Ad un tratto la voce del Saints mi blocca seduta stante: Ora che diamine vorrà ancora!!!! Faccio alzando gli occhi al cielo.
Niente, dalla fretta mi ero dimenticata il cellulare sopra al divanetto, lui me lo porge e dopo averlo risalutato e ringraziato come un fulmine esco dalla sesta.
 
Corro giù lungo la scalinata, schivando come se fossero dei birilli diversi allievi.
Esco dalla grande entrata e mi avvio per le stradine di Rodorio, puntando dritta verso la mia meta.
Ora mia cara ci penso io a rovinarti la festa!!!!!!!!
Alla velocità della luce faccio la mia entrata nel nostro bar…. ansiosamente mi guardo attorno e intravvedo in lontananza la chioma rossa della mia amica. Mi avvio verso il tavolo per poi scoprire che ….. che è in compagnia di Shaina, Marin e June!!!!
 
Grazie per la lettura.
Alla prossima intervista!!!!!!!
Un abbraccio!!!!
VanityG.

 
 




 
 

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Capitolo 6
*** Intervista a Hyoga di Cignus. ***


Intervista a Hyoga di Cignus.
 
Mi sto preparando, alle 16:30 ho appuntamento con Hyoga, ma come al mio solito sono incredibilmente in ritardo.
Già me lo immagino, il Saint del Cigno che avrà qualcosa di ridire. Ma lo dovrebbe sapere che noi donne (almeno le più tante) siamo soggette a diversi ritardi, quindi che si metta l’anima in pace.
Con Hyoga dobbiamo vederci al solito bar di Rodorio. L’altra sera, purtroppo non sono riuscita a fargli le dovute domande, perché l’arrivo di Seiya, Shun e Ikki, ha scombussolato i miei piani. Così, ho dovuto per forza di cose fissare un altro appuntamento (non che me ne dispiaccia, comunque). Però per stavolta spero, anzi mi auguro che nessuno si metta in mezzo.
Tutta trafelata arrivo dinanzi al solito bar, e come immaginavo i miei occhi vedono Hyoga, appoggiato alla ringhiera del dehors.
Braccia intrecciate e sguardo tagliente. Come pensavo il mio ritardo lo deve aver infastidito.
Mi avvicino, e con naturalezza gli rivolgo un sorriso, non provo nemmeno a giustificare il ritardo, tanto so già perfettamente la sua risposta, o meglio la sua probabile replica o battuta sarcastica.
Con un lieve sorriso, il bel biondo russo mi saluta, facendomi poi segno di seguirlo ad un tavolino sistemato nel dehors. Ovviamente, senza battere ciglio lo seguo.
Siamo uno di fronte all’altro. Prima di iniziare l’intervista vera e propria veniamo raggiunti da solito cameriere. Facciamo quindi le nostre ordinazioni. Io mi butto sul mio solito Sex on the Beach, mentre Hyoga prende la sua immancabile Vodka Lemon.
Durante l’attesa io e il Cigno intavoliamo diversi discorsi che ovviamente non c’entrano nulla con l’intervista che a breve partirà.
 
Mara: Allora Hyoga – pizzico una patatina dal piattino – Per prima cosa vorrei chiederti: cosa significa per te essere cavaliere del cigno?
Hyoga: Dunque, Milady. Cosa significa per me? Beh, essere il cavaliere del Cigno è la realizzazione dei miei sogni di bambino, significa poter dire che ce l’ho fatta nonostante tutto – mi guarda in modo indecifrabile e io sono fortemente tentata di chiedergli il perché: nonostante tutto. Ma preferisco passare oltre porgendogli un’altra domanda.
Mara: Cosa si prova ad essere uno dei principali difensori di Atena?
Hyoga: Cosa provo ad essere cavaliere di Atena? – stacca la bocca dalla cannuccia – Mmmh, non saprei. Sono felice, mi sento realizzato. E in fondo è quello che sono sempre stato – riprende a sorseggiare il proprio drink.
Mara: E’ abbastanza chiaro che avete tante responsabilità; come fate ogni volta a non cedere allo stress mentale?
Hyoga: Addestramento Milady, tanto addestramento fisico e mentale… – si blocca, fissandomi con quei suoi occhi glaciali, poi riprende – E qualche distrazione ogni tanto – fa un sorrisetto alquanto malizioso. Mi devo appuntare di indagare. Oh sono qui anche per ficcanasare a fondo nelle loro vite private!
Mara: Per diventare cavaliere del Cigno, quali qualità servono?
Hyoga: Resistenza al freddo innanzitutto – sorridiamo entrambi – A parte gli scherzi, servono freddezza sia mentale che psicologica, capacità di lasciarsi guidare dall’istinto e non dai sentimenti, fedeltà e amore per la Dea, e tanta, tanta capacità di sopportazione.
Mara: Già io non potrei mai esserlo. Patisco troppo il freddo – continuando a sorseggiare il mio drink, faccio questa mia considerazione, poi gli porgo un’altra domanda – Sin da bambino hai sofferto parecchio. Ma qual è stato il tuo momento più felice?
Hyoga: Mmmh, credo il momento in cui sono riuscito a rompere il ghiaccio per liberare la Cloth – fa fieramente. I suoi splendidi occhi prendono a luccicare.
Mara: Passiamo ad altro – prendo una pizzetta – Cosa vorresti dire in questo momento al tuo maestro Camus?
Hyoga: Una sola cosa, GRAZIE! – anche ora è visibilmente emozionato.
Mara: Hyoga, dimmi un po', come hai vissuto le varie battaglie delle Dodici Case? – purtroppo sono consapevole che questa sia una domanda piuttosto delicata. Ma il mio capo evidentemente non riesce a comprendere determinate emozioni.
Hyoga: Per me è stata più corta che per gli altri perché ero congelato – sorride – Ma è stata una scalata maledetta. Ho dovuto uccidere con le mie mani una delle persone più importanti della mia vita, alla quale volevo bene come a un padre – la sua voce è tremolante, e il suo sguardo si incupisce visibilmente.
Mara: Lo posso solo immaginare – sentenzio, per poi porgergli l’ennesima domanda – Se potessi tornare bambino, faresti nuovamente di tutto per diventare Cavaliere del Cigno?
Hyoga: Assolutamente, sì! – fa con fermezza.
Mara: Come è stato addestrarsi in Siberia?
Hyoga: Gelido, troppo gelido!
Mara: Camus era un maestro severo?
Hyoga: Sì. Molto severo ma giusto. E fuori dall’addestramento era un “padre” – denoto che è molto legato al Cavaliere di Aquarius.
Mara: Cosa pensi che farete tu, Seiya, Shiryu, Shun e Ikki tra una decina di anni?
Hyoga: Uhmmmm, difficile dirlo, non so neppure cosa farò fra dieci minuti. Fra dieci anni, spero solo di essere vivo – fa   ironicamente, continuando a sorseggiare il poco drink che è sul fondo del bicchiere.
Mara: Hyoga sinceramente, chi è il tuo migliore amico?
Hyoga: Shun da sempre, e Ikki da un po' di tempo nonostante litighiamo spesso – lo posso immaginare. Sono il ghiaccio e il fuoco!
Mara: Cosa pensi che ti direbbe tua madre vedendo tutti i progressi che tu hai fino ad ora?
Hyoga: Credo e spero che sarebbe orgogliosa di quello che sono diventato – anche qui è visibilmente emozionato, io con lui.
Mara: Ne sono certa pure io – affermo, volendomi riferire al fatto che la sua mamma ne sarebbe davvero orgogliosa di lui, poi riparto alla carica con un’altra domanda – Hyoga, dimmi quale motivo ti spinge a continuare a combattere?
Hyoga: La voglia di giustizia, l’amore per Atena, e beh, non so fare altro – sorride, allargando le braccia. Io comunque non ci credo che non sappia fare altro. Ma ovviamente non glielo dico. Non vorrei che mi fraintendesse.
Mara: Secondo te, cosa rappresenta il Cosmo per un Cavaliere?
Hyoga: Tutto, la vita!
Mara: Già – affermo, poi osservo il nostro tavolino, notando che abbiamo spazzolato via tutto. Mi rivolgo al mio compagno di bevute – Hyoga che dici, ci facciamo un altro giro?
Hyoga: Mara – mi sorride – Mi hai anticipato. Te lo stavo chiedendo io – si volta per chiamare l’attenzione del solito cameriere, che prontamente vi avvia verso di noi, ma nel medesimo istante una squillante voce ci fa sobbalzare entrambi….
“Ehilà ragazzi!!!!!!!!!!!”
Ci voltiamo…
“Ecco che la nostra quiete è bella che terminata!!!!” Sbuffò, alzando gli occhi al cielo, subito imitata dal Cigno.
Passano tre ore, ed io sono sempre qui, al solito bar in compagnia di:
Hyoga, Seiya, Shun e Ikki……
Senza neppure rendercene conto siamo arrivati al quarto giro.
Se sarò ancora viva ci vedremo alla prossima intervista!
 
Un abbraccione.
Grazie per la lettura.
VanityG!
 
 

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Capitolo 7
*** Intervista a Kanon di Gemini. ***


Intervista a Kanon di Gemini.
 
Sono agitatissima.
Oggi devo intervistare lui, l’amore mio da una vita.
Ovviamente, avrò cambiato outfit una decina di volte.
Tutti non mi convincevano, davanti a lui devo essere perfetta!
Inutile dire che ho fatto tutto ciò, sotto lo sguardo parecchio vigile, e molto interessato della mia “carissima” collega.
Catia, si è piantonata ben attaccata allo stipite della porta, gambe e braccia intrecciate e sguardo su tutta la mia persona.
Ma oggi non avrà altro da fare, oltre quello che radiografarmi da testa ai piedi? Mi manda sui nervi!!!!
-Dove devi andare, così in tiro? – mi domanda, con fare parecchio indagatore.
“Che te ne frega!!!!” Vorrei, anzi, sarei molto tentata di risponderle, ma visto che sono una persona abbastanza educata, le rivolgo un lieve sorrisetto, che lei ben interpreta.
-Vado ad intervistare…. – la vedo farsi più attenta, anzi drizza proprio le orecchie, ma io che sono bastarda dentro, ovviamente non le rivelo subito la mia destinazione. Lei freme dalla voglia di sapere.
-Chi!? – mi esorta.
-Uhm, uno dei gemelli – sorrido dentro di me, perché è diventata paonazza.
-Chi dei due?
-Uhm, non lo so ancora – si infiamma. Ha capito che mi sto prendendo gioco di lei.
-Impossibile!!!! Fammi vedere l’agenda! – fa imperiosa, allorché io depongo l’ascia di guerra, e con un sorrisone a trentadue denti le rivelo il nome dell’intervistato odierno.
-Kanon!!!! – continuo a sorridere, mentre lei si fa incredibilmente seria. Fin troppo seria.
-Buon divertimento!!!! – fa tra i denti, e lasciandomi sola nella mia stanza. Afferrò la mia borsa e esco, ma non prima di averle detto.
-Vado dalla merceria di Rodorio. Ti servono per caso delle mutandine?
-No! – è la sua risposta secca, corredata da un sonoro tonfo di una porta che si chiude.
Non l’ha presa bene, pazienza!!!!
 
Esco dalla merceria e mi infilo il pacchettino contenente tre nuovissimi perizomi, all’interno della borsa. Non vorrei mai che Kanon me li vedesse. Magari potrebbe fraintendere, ma a pensarci bene, magariiiiiiiiiiiiiii!!!!!!!
Arrivo tutta trafelata davanti all’entrata principale del Grande Tempio. Oramai le guardie mi fanno passare senza neppure fermarmi, mi conoscono.
Non so se sia un bene o un male.
Come sempre dipende dai punti di vista!
Saluto Mu e Aldy, che come al solito sono sistemati davanti alla Prima, e stanno contemplando chissà cosa, leggasi, si stanno grattando energicamente i gioielli di famiglia, e Kiki combina guai, che sta giocando con una vecchia armatura, si ci è infilato dentro e non riesce più ad uscirne fuori, mossa a compassione lo aiuto.
Passata la prima e pure la seconda mi ritrovo davanti alla terza. E come immaginavo, il mio cuore sta galoppando all’impazzata all’interno del mio petto, e le mie gambe iniziano a tremare come delle foglie al vento.
Mi fermo un attimo, cercando di riprendere il controllo di me stessa, quando i miei occhi vedono una figura fin troppo conosciuta, stazionare davanti alla porta degli appartamenti privati di entrambi i gemelli. Avvampo.
Ma non di emozione, ma di rabbia!!!
Mi avvicino.
-Che ci fai qua!? – le chiedo piuttosto accigliata, lei in cambio mi rivolge un sorrisetto, che io interpreto sia di sfida.
-Mi godo la frescura, perché non si può!?
-Certo che si può, ma ci sono altre undici case. Perché proprio alla terza? – che domanda ovvia che le ho fatto. Mi stupisco di me stessa. Sto scherzando!
-Perché mi è salito caldo quando passavo di qua!
Sto per ribattere, ma la visione di Saga mi blocca seduta stante.
-Ciao ragazze, mio fratello è dentro – ci saluta, poi continuando per la sua strada – Auguri! Oggi ne avrete davvero di bisogno…..
E senza aspettare una nostra replica Saga ci lascia lì a fissarlo, impalate come due stoccafissi. Con la bocca talmente spalancata da poter ospitare al suo interno un vero e proprio esercito di mosche.
-Ma!? – faccio io.
-Ma!? – mi imita lei.
-Vabbè – scrollo le spalle – Io entro, a dopo…..
Sto per varcare l’ingresso della terza, e col pelo dell’occhio vedo che Catia mi sta seguendo.
-Dove ti credi di andare!? – mi blocco, incrociando con fare ammonitore le braccia al petto.
-Vengo pure io a fare l’intervista….
-Ma non ci pensare nemmeno…
-Invece si – e fa due passi all’interno – Fossi matta che ti lascio sola con lui. Tsk!!!
-Ti ripeto che non è il caso. Poi oggi a quanto sembra è giornata NO!
-Invece io ti dico che è il caso!
-NO!
-SI’!
-NO!
-SI’!
-NO!
Poi ad un tratto una voce particolarmente cupa e per nulla amichevole ci fa bloccare entrambe a metà corridoio.
-Voi due mi avete già rotto i coglioni!!!! La volete smettere!!!!
Mi riprendo e cerco di ribattere, sempre seguita dalla collega piattola.
-Scusaci Kanon, non era nostra intenzione creati fastidio – urlo quasi. Se va bene sta a cinque stanze più in giù.
-Va bene. Vieni a farmi sta cavolo d’intervista e levati dalle palle al prima possibile….
-Ma certo che veniamo – Catia come un fulmine raggiunge il gemello dove questi è sistemato. Io a quel punto la seguo.
Kanon, se ne sta seduto o meglio stravaccato, su un divano di grosse dimensioni. Bottiglietta di birra mano, sguardo piuttosto annoiato/seccato/per nulla amichevole, jeans strappati nei punti giusti, porta i boxer neri, li riesco ad intravvedere più che bene, e una t-shirt nera dei Guns N’Roses, attillata come se fosse una seconda pelle, mentre noi due alla vista di ciò abbiamo la bava alla bocca peggio di un San Bernardo.
Kanon: Quando avete finito di lavare il pavimento di casa, potete iniziare pure con le domande? – dice con un palese tono da presa per il culo, mentre noi avvampiamo.
Che figura barbina!
Mara: Ok. Comunque non sbaviamo, ammiriamo solamente in religioso silenzio quello che madre natura ci offre!!!! – faccio piccata, continuando a mangiarmelo coi occhi.
Kanon: Mmm. Va bene. Concitate, che prima iniziamo e prima ve ne andate.
Catia: (sarai bono, ma cribbio quando ti girano sei intrattabile. Tanto ti salto addosso lo stesso) Ebbene, parlaci del tuo rapporto con tuo fratello, fin da l’inizio?
Kanon: Io e mio fratello siamo cresciuti insieme. Ci siamo allenati nello stesso modo, ma sapevo da subito che l’armatura dei Gemelli era destinata a lui e non a me, nonostante fossi più forte e abile nel combattimento.
Mara: Raccontaci un po' di voi due, e della vostra infanzia?
Kanon: Da piccoli avevamo un bel rapporto fraterno, crescendo le cose sono cambiate perché io volevo il suo posto e lui ambiva ad altro. Da ragazzini giocavamo a pallone ma sia io che Saga amavamo tantissimo il mare e appena possibile andavamo in spiaggia a giocare in acqua.
Catia: Cosa hai provato quando Saga è stato investito a Cavaliere di Gemini?
Kanon: Ovviamente quando Saga è stato investito Cavaliere mi sono sentito inferiore. Pur sapendo di essere il più forte dei due, ho dovuto accettare questa scelta. Non sono mai stato felice per lui, ero piuttosto geloso.
Mara: Raccontaci cosa hai pensato di tutti coloro che abitano al Santuario?
Kanon: Con gli altri del Grande Tempio non ho mai avuto rapporti. Sono sempre stato nell’ombra fino alla guerra con Poseidone. Non mi piace combattere in gruppo, sono sempre stato un solitario che portava a termine i suoi progetti.
Catia: Questa è una domanda un po' delicata per te. Cosa hai provato nei confronti di Saga, quando ti ha rinchiuso a Sounion?
Kanon: Quando Saga mi ha rinchiuso nella prigione, avrei voluto avere uno scontro con lui. Ero il solo ad aver capito il suo doppio animo, e lui mi ha voluto mettere a tacere. Mi sono sentito di nuovo il secondo e ho provato un’immensa rabbia e frustrazione.
Mara: Più volte hai pensato di non farcela e di essere spacciato?
Kanon: Ho sempre pensato che me la sarei cavata in un modo o nell’altro. Sono sempre stato ottimista perché conosco le mie capacità e la mia forza, anche se rinchiuso in quella cella ho provato un senso di sconfitta, per fortuna passeggero.
Catia: Non appena quella luce divina ti ha salvato dalle acque e ti sei ritrovato negli abissi, non hai percepito il cosmo di Atena?
Kanon: Quando ho visto quella luce, non ho riconosciuto di chi fosse. Ho solo pensato che fossi salvo.
Mara: Parlaci del tuo rapporto con il dio Poseidone e gli altri generali degli abissi.
Kanon: Quando ho conosciuto gli altri generali, non ho instaurato un rapporto privilegiato con nessuno, se non per lavoro. Non mi piace avere amicizie anche perché non ci ho mai creduto. Poseidone, era il dio che servivo e il rapporto di fedeltà terminava lì. Comunque mi ha fornito di un’armatura e di questo lo devo ringraziare.
Catia: Come ti sei sentito quando hai capito che i tuoi piani hanno fatto acqua da tutte le parti?
Kanon: Quando ho capito che la mia missione era fallita, mi sono sentito un grandissimo vuoto dentro. È stata una brutta sensazione.
Mara: Ritornato al Santuario hai rivisto tuo fratello dopo molto tempo, che emozione hai provato?
Kanon: Quando sono tornato al Santuario e ho visto Saga, parrà strano, ma mi sono rallegrato. Eravamo di nuovo vicini. Mi piacerebbe sapere cosa avrà pensato lui!
Catia: Raccontaci, come si ci sente a fare da puntaspilli a Milo di Scorpio? Sinceramente, lo avresti fatto fuori? Lui ha sempre detto che se tu avessi voluto lo avresti accoppato…
Kanon: Milo ha un bel colpo. Ma sa bene che non vale nulla rispetto ai miei….
Mara: Perché si è capito che sei stato tu a volerle prendere senza reagire…
Kanon: Ho dovuto subire per dimostrare la mia integrità, ma se fossi stato il solito Kanon, Milo l’avrei atterrato alla prima puntura.
Catia: Come ti sei sentito a combattere al fianco dei tuoi nuovi compagni?
Kanon: Ero in una nuova fase e volevo che i Gold si fidassero di me. Quando abbiamo combattuto insieme, non ho socializzato molto, la guerra era difficile e ho solo eseguito il mio dovere di Cavaliere di Atena.
Mara: Quando Seiya ti ha detto: è bello avere un cavaliere forte come te dalla nostra parte! E tu gli hai risposto: Che tu hai giurato fedeltà solo ad Atena, e degli altri non te ne frega nulla. Ma li eri sincero, oppure lo stavi trollando?
Kanon: Sono sempre stato onesto, anche con Seiya. Sono apparso stronzo perché non volevo che contasse sulla mia presenza, ma doveva imparare a contare solo su sé stesso e sulla sua forza.
Catia: Passiamo adesso al tuo acerrimo nemico, Rhadamantis. Si vocifera che tra voi due corresse una certa simpatia. Insomma, era il vostro continuo inseguirsi per gli inferi che ha destato queste dicerie. Quindi, sono vere o no?
Kanon: Rhadamantis, era un grande guerriero. Molto forte e spregiudicato. Tra tutti l’unico che poteva dargli del filo da torcere ero io, per questo l’ho cercato e ho voluto lo scontro.
Mara: Prima di morire il tuo ultimo pensiero lo hai rivolto a tuo fratello. Cosa hai provato in quel momento?
Kanon: Prima di morire ho pensato che mi sarei riunito a Saga. Ho pensato che, per una volta, sarebbe stato fiero di me. Mi sentivo leggero e sereno.
Catia: Dopo aver parlato di cose un po' tristi, passiamo alle cose più leggere….
Mara: La prima cosa che hai pensato non appena sei ritornato a nuova vita?
Kanon: Eh quando sono tornato in vita ho pensato che l’avrei vissuta diversamente, in modo più retto e onesto, cercando di limare la mia superbia e la mia presunzione…
Catia: Toglici una curiosità. Molti fans tra cui noi, abbiamo sempre pensato che tu e Thetis, in fondo al mar vi davate piuttosto da fare, lo puoi confermare?
Kanon: Io e Thetis eravamo colleghi. Certo è capitato ogni tanto che ci siamo incontrati fuori dall’ambito lavorativo, ma senza un vero impegno. Ci siamo divertiti e siamo rimasti sempre in buoni rapporti. Come le chiamate voi? Trombamica, credo. Ma non vorrei essere scortese verso di lei.
Mara: Sei fidanzato? – gli chiedo a bruciapelo, mentre lui mi fulmina con lo sguardo. Che meravigliosi occhi che ha!!!!
Sbavo senza nemmeno rendermene conto.
Catia: Vero, che NON SEI fidanzato?
Kanon: Non sono fidanzato. I legami non mi piacciono e non me li potrei nemmeno permettere.
Mara: Cosa deve avere una donna per fare breccia nel cuore di Kanon? – a questo punto sono curiosa della sua risposta.
Kanon: Non ho una donna tipo. Mi piacciono tutte le donne, non ho preferenze. So che non deve essere vanitosa, o troppo esuberante con gli altri uomini perché mi darebbe fastidio. Deve essere intelligente, sofisticata, ironica, bella, deve essere sensibile e altruista. Ma temo che resterò single finché avrò fiato….
Catia mi sorride beffarda e mi guarda poi con la mano mi indica sé stessa come a dire "la descrizione perfetta della mia persona. " Poi non contenta con l'altra mano mi indica la porta come per dirmi di togliermi di mezzo. La cosa non mi piace ovviamente, difatti….
Mara – Comunque lui è mio! Inutile che ci provi.
Catia – Ma anche no, è mio!
Mara – Oh no, l’ho visto prima io!
Catia – Ma che dici!? Io l’ho visto per prima!!!!
Kanon sbuffando – Ragazze ora basta!!!! Ripeto. IO KANON NON SONO DI NESSUNA!!!!!
Catia – Va bene Kanon non starti ad incazzare – gli sorride – Lo sei mio. Ma ancora non lo sai, infatti è ora che parliamo di noi…
Kanon – Noi chi? – la guarda con sospetto.
Catia – Noi, noi – e maliziosa indica lei e lui.
A questo punto io giro il volto verso Kanon e dico – Noi, noi!
Catia lo rigira verso di me – Di noi, insomma, adesso veniamo a noi!
Kanon sudando freddo – Queste due sono più pericolose di Hades e Poseidone messi assieme!!!!! Another Dimension!!!!!!
Fortuna che Saga è entrato proprio in questo momento. Il gemello maggiore è arrivato giusto in tempo per riuscire ad accalappiare noi due.
Kanon piuttosto stizzito – Fratello, farti i cazzi tuoi no!!!!! Ti pareva brutto!!!!!
Saga gli sorride sardonico, mentre io penso: fiuuuuuuuu anche questa volta sono, anzi no, siamo sopravvissute!!!
Ci vediamo alla prossima intervista.
Bacioni a tutti.
La Premiata Ditta Mara&Catia!!!
 
Grazie per la lettura.
VanityG!
 

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Capitolo 8
*** Intervista a Shaina di Ofiucus. ***


Intervista a Shaina di Ofiucus.
 
Bella gente eccomi nuovamente qua, in azione come al mio solito.
In questo momento sono comodamente sistemata ad un tavolino di uno dei tanti localini che sono presenti nel colorato e variopinto, centro della capitale ellenica, e dinanzi a me è sistemata nella sua splendida eleganza, l’intervistata di oggi.
Si intervistata, perché si tratta di una Lady o meglio di una Sacerdotessa, lei Shaina dell’Ofiuco.
Tra una sorseggiata e l’altra, mi deciso a porgere alla bella Ofiuco la prima domanda.
 
Mara – Shaina, innanzi tutto grazie per l’intervista – le sorrido.
Shaina – ricambia il sorriso – Mara, figurati, lo sai che per me è un piacere.
Mara – Allora, possiamo iniziare?
Shaina – Ma certamente, dopotutto siamo qui per quello.
Mara – Anche, bene – mi sistemo meglio – Partiamo con la primissima domanda. Secondo te è giusto che le Sacerdotesse indossino una maschera con le conseguenze a cui essa può portare?
Shaina – Io sono favorevole alla maschera ma al di fuori del Grande Tempio. Voglio dire che di fronte a dei nemici il volto lo nasconderei volentieri per evitare commenti inutili, ma all’interno delle mura del Santuario, non vedo questa necessità, però ci sono delle regole in vigore da secoli ed è giusto rispettarle.
Mara – Sono d’accordo col tuo pensiero – le sorrido, poi le porgo un’altra domanda – Lo scontro tra Cassios e Seiya per l’armatura di Pegasus, speravi che finisse diversamente?
Shaina – fa un lieve sorriso – Beh, come istruttrice di Cassios sì, mi aspettavo che fosse lui a vincere, ma purtroppo le cose sono andate diversamente, e Marin sicuramente ha fatto un lavoro migliore del mio – si acciglia un poco. Evidentemente le deve dare ancora noia questo tasto. A questo punto decido che forse è meglio proseguire.
Mara – Dimmi una virtù e un difetto di Seiya.
Shaina – Virtù – ci pensa un attimo su, poi – Uhm forse la testardaggine, la capacità di non mollare mai. Difetto? Tutto il resto…  – sorride.
Mara – In effetti – faccio le mie considerazioni, poi – Invece, il tuo difetto più grande? Se si può chiamare tale.
Shaina – Oh guarda, io sono un concentrato di difetti. Forse il peggiore è quello di nascondere a tutti ciò che sono e sento realmente – abbassa un poco lo sguardo.
Mara – Tu sei veramente la Sacerdotessa tosta e testarda che tutti pensano? Oppure no?
Shaina – Bah, questo però lo dovresti chiedere agli altri. Io posso solo dirti che ho un cuore anch’io anche se non sembra, e che soffro anch’io come tutti…
Mara – Quando ti scontrasti con Marin, se non fosse intervenuto Aiolia, l’avresti probabilmente uccisa, è così?
Shaina – No, mi sarei fermata anche senza Aiolia, le avrei fatto male, questo sì, ma sicuramente non uccisa…
Mara – Sei orgogliosa del Cavaliere che alla fine è diventato Seiya?
Shaina – Questo lo devi chiederlo a Marin. Seiya è un capitolo chiuso per quel che mi riguarda e non voglio tornarci su…
Ok, come non detto! Penso tra me e me.
Mara – La morte di Cassios, ha influenzato in qualche modo la tua vita ed il tuo modo di pensare?
Shaina – No, non ha influenzato niente nella mia vita per il semplice fatto che Cassios sapeva, e forse era l’unico, come sono veramente. Dopotutto, lui è l’unico che mi ha davvero amata e quindi andavo bene così com’ero.
Mara – Parlaci del tuo combattimento contro Thetis?
Shaina – Cosa vuoi che ti dica? Ho vinto perché sono più forte e ho le motivazioni migliori. La pesciolina… – fa un sorrisetto di scerno – Deve farne della strada per arrivare al mio livello…
Mara – Parlaci del tuo passato e del Cavaliere dell’Ofiuco?
Shaina – Uhm non c’è molto da dire. Ho avuto il passato di tante altre, sono orfana, cresciuta a suon di botte e addestramenti durissimi e ho sputato sangue come tutte. Ho nascosto la mia femminilità e i miei lineamenti dietro una maschera e il cuore dietro un muro che nessuno ha mai ed è mai riuscito a buttare giù davvero….
Ofiuco? Era un maestro e un fratello, lui mi conosceva davvero e mi ha lasciato in eredità quello che forse avrebbe voluto evitarmi, la maledizione….
Mara – Shaina posso farti ancora qualche domanda extra. Diciamo un po' più personali?
Shaina – Mi devo iniziare a preoccupare?
Mara – No, no tranquilla. Allora posso, o rischio grosso? – prevenire è sempre meglio che curare.
Shaina – No, ma dipende dal tipo di domande.
Mara – Queste, ehm diciamo sono solo un poco più intime – la guardo di sottecchi, aspettando la sua reazione.
Shaina – Mi voglio fidare, ok, vai pure spara.
Mara – Allora, oltre a Seiya hai mai provato attrazione per altri Cavalieri? – la guardo attentamente negli occhi. Insomma, qui ci sta talmente un gran concentrato di figaggine, da perdere la testa e altro! Vorrei aggiungere ma saggiamente decido di non farlo.
Shaina – Uhm, uhm dunque – sorride – Quella per Seiya più che attrazione era una semplice cottarella che vorrei però dimenticare – quasi ringhia, poi – Beh, sono una ragazza come tutte ed è normale che mi sia sentita attratta da qualche Cavaliere, dopotutto sono bellissimi uomini – sorride un poco imbarazzata. Io concordo con il suo bellissimi!
Mara – Capisco – e come darle torto? – Dimmi un po', caratterialmente parlando chi potrebbe essere il tuo compagno di vita ideale?
Shaina – Caratterialmente? Beh credo Milo o Shura. Mi piacciono gli uomini forti che sappiano il fatto loro. Vorrei poter essere “donna” ogni tanto senza dover essere sempre per forza forte e dura – i suoi occhi diventano un poco più tristi. Sono certa che il non poter essere una donna normale, le abbia dato dei problemi e che continui da dargliene.
Mara – Shaina, tu sei una Sacerdotessa ma sei soprattutto una donna, anzi, una bellissima donna. Cosa ti piace di più di tutto l’universo femminile?
Shaina – Innanzitutto grazie per il “bellissima donna”, poi ad essere sincera non so molto dell’universo delle donne, perché come Sacerdotessa mi è stato insegnato ed imposto di nascondere e dimenticare il mio lato femminile….
Abbassa leggermente lo sguardo, mentre io osservandola in tutta la sua incredibile bellezza, penso tra me e me…
Ora ci penserò io a farti scoprire il da me tanto amato universo femminile!!!!
Questa sera ti porto a fare due salti in disco!!!!
Mara – Beh, puoi sempre iniziare a scoprire qualcosa poco alla volta…. – lancio.
Shaina – Dove vuoi arrivare? – mette le mani avanti.
Mara – Oh, da nessuna parte – faccio aria con la mano – Non ho secondi fini, voglio solamente farti conoscere un po' di mondo, quello che sta fuori alle mura del Santuario, tutto qui – vedo i suoi splendidi occhi smeraldini accendersi di una nuova luce. Quella luce di una che vuole scoprire tutto ciò che di bello la circonda.
Io devo solo farglielo scoprire e conoscere!!!
Io e Shaina ci salutiamo con la promessa da parte mia, di organizzare una serata tutta al femminile.
Ovviamente, l’evento dovrà essere curato da me in tutti i suoi particolari dettagli!!!!
Alla prossima intervista.
La vostra reporter Mara.

Grazie per la lettura.
Un abbraccio.
VanityG.

 
 
 

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Capitolo 9
*** Intervista a Camus di Aquarius. ***


Intervista a Camus di Aquarius. 
 
Io e Catia ci stiamo preparando.
Quest’oggi nella mia agenda compare il nome del Cavaliere dell’undicesima casa, ovvero Camus di Aquarius.
Inutile dire che la mia “socia” non appena è venuta a sapere il nominativo dell’intervistato odierno, ha iniziato a tampinarmi sul fatto che volesse essere presente pure lei. Eh già! Non solo Kanon piace da matti a Catia, ma anche il ghiacciolo Made in France, popola molto spesso nei suoi sogni, proibiti e non, solo che ci starebbe un piccolo, ma piccolo, problema: Camus è fidanzato, e all’interno della sua casa ci sta pure la sua “dolce” compagna. Effy conoscendola un poco non gradirà affatto…. 
A questo punto mi auguro vivamente di non dover sedare una rissa, anche se le prospettive ci sono davvero tutte. 
-Sei pronta!? – le urlò per la milionesima volta. Lei sta ancora dentro alla sua camera. Avrà cambiato outfit non so nemmeno quante volte. Ad un certo punto a dire il vero mi sono stufata di contarle.
-Arrivo!!! È che non sono mica troppo convinta…. – fa in risposta, per poi aggiungere – Aspetta, che cambio la maglia. Questa non mi sembra per nulla adatta – io per l’ennesima volta mi ritrovo ad alzare gli occhi al cielo, pensando che la prossima volta me ne devo stare zitta.  
 
Dopo mezz’ora abbondante, Catia si palesa alla mia vista. Da quel che ci conosciamo non mi pare di averla mai vista così in tiro. 
Continuando a guardare la mia amica, penso tra me e me che i guai non mancheranno affatto. 
Aspetto che esca per tirarmi dietro le spalle la porta d’ingresso, prendendo poi la stradina secondaria che porta al complesso delle dodici case. Durante il tragitto chiacchieriamo del più e del meno, ma soprattutto ci soffermiamo sulla festa di compleanno dei nostri amati gemelli. O meglio, del nostro amato gemello. 
Giusto ieri sera ho sentito (ascoltato spudoratamente) Milo, parlarne con Aiolia. Tra le righe ho capito che i due stanno organizzando qualcosa, ma non ho la più pallida idea di dove si farà la festa. L’unico modo per scoprirlo è quello di far cantare lo Scorpione, ed io beh, so perfettamente come muovermi!!! 
 
A quest’ora le dodici case sono praticamente deserte. Tutti i suoi abitanti sono all’interno delle proprie case, per cui durante la nostra salita verso l’undicesima casa non incrociamo un’anima viva. Forse è meglio così, perché quando mi sono ritrovata a transitare all’interno dell’androne principale della terza, per poco non ho un mancamento… e pure Catia ha accelerato di botto il passo, quasi mettendosi a correre rischiando di planare a terra, considerato che a malapena riesce a mantenere un certo equilibrio, dall’alto dei suoi vertiginosi tacchi dodici centimetri.
Col fiato corto e la lingua che tocca quasi il pavimento arriviamo dinanzi all’undicesima casa, e come avevo preventivato sull’uscio di questi troviamo un simpaticissimo comitato di benvenuto: la carissima Effy! 
La donna di Camus coi suoi occhi curiosi ci squadra da testa ai piedi, più Catia devo dire, eh beh, in effetti la mise della mia amica è per così dire, che si nota. Io sono molto più anonima, quindi di rimando catturo meno l’interesse sulla mia persona. 
Effy, sempre continuando a tenere ben saldi i suoi occhi fissi su Catia, con un sorriso tirato ci saluta facendoci poi cenno di entrare con un semplice. 
-Mara, Camus ti sta aspettando. Catia, tu se vuoi puoi venire con me, fuori, in giardino – e continuando a guardarla con la mano destra indica la portafinestra che porta all’esterno dell’undicesima, dove appunto vi è un curatissimo giardino alla francese.
-Ti ringrazio sei molto gentile, ma ad alcune interviste partecipo anche io e questa – Catia fa in risposta, poi allarga le braccia alzando le spalle – E’ una di quelle. A dopo – sorride melliflua ed entra, richiudendo dietro di sé la porta d’entrata, mentre Effy resta per un attimo a guardare la porta, poi tira un forte sospiro ed esce in giardino a riflettere, e a smaltire l’incazzatura.
Ci scommetto. 
Nel frattempo, io e Catia ci inoltriamo all’interno della casa, raggiungendo lo studio privato di Camus.
Camus nella sua migliore veste di sé ci sta aspettando all’interno di questi, lo troviamo difatti ben sistemato sull’ampio divano in pelle bianca. Nella sua mano destra tiene un bicchiere contenente al suo interno del liquido ambrato.
L’Acquario volta leggermente il capo salutandoci con un lieve sorriso, poi con la mano libera ci invita ad accomodarci sull’altri divano, sistemato di fronte a quello in cui è sistemato lui. Noi, senza proferire parola prendiamo a sistemarci.
Mentre che mi metto alla ricerca di carta, penna, registratore, lancio una veloce occhiata a Catia, notando che i suoi occhi verdi non si staccano dall’elegante figura di nero vestita, che sta di fronte a noi.
Ma come biasimarla, Camus è tra i più belli. Dopo Kanon e Milo, ovviamente!!!!
 
 
Mara – Buonasera Camus, innanzi tutto grazie per la disponibilità – gli sorrido, sistemandomi meglio.
Camus – Buonasera a voi – fa guardando entrambe – Figurati, per me è un piacere – accavalla la gamba destra sopra alla sinistra.  
Mara – Bene, allora possiamo partire. Questa è la tua prima intervista. Dimmi, sei emozionato? 
Camus – Abbastanza, perché è appunto la prima volta, e non so cosa mi aspetti – rigira il drink tra le mani.
Mara – Nulla di particolarmente dannoso, stai tranquillo – lo tranquillizzo – Allora parto con la prima domanda? – lui annuisce – Sei nato in Francia, da dove è nato il desiderio di addestrarti in Siberia? 
Camus – Vedi, è che in realtà sono sempre stato un’amante dei luoghi freddi. Qui ad Atene fa troppo caldo, per i miei gusti.
Mara – Concordo – gli sorrido, poi parto con un’altra domanda – Visto che sei il padrone delle energie fredde, la gente pensa che tu stesso sia un tipo freddo, introverso, distante. Ma è davvero così? Oppure sono solo dicerie?
Camus – No – fa un lieve sorriso – Io sono una persona timida questo è vero, non posso negarlo, ma allo stesso tempo amo stare in compagnia e divertirmi. Certo sono molto selettivo, non tutte le compagnie mi vanno a genio. 
Mara – Il fatto di saper scegliere è molto importante – lui annuisce, allorché io gli porgo un’altra domanda – Dopo essere stato investito a Cavaliere d’Oro di Aquarius, dicesti a Milo che ti sarebbe piaciuto addestrare giovani allievi. Se tornassi indietro, visto che sono passati parecchi anni, rifaresti la stessa scelta dal diventare Cavaliere d’Oro al diventare maestro? 
Camus – Rifarei tutto questo – leggo molta convinzione nei suoi meravigliosi occhi oceanici.
Mara – Si dice che tu e Milo siate molto legati da una solida e bella amicizia. Quando non siete impegnati in battaglia, come passate il vostro tempo? Avete degli hobby?
Camus – Con Milo ci divertiamo a guardare le partite, lui tifa Olympiakos, mentre io Paris Saint-Germain, quindi non ci becchiamo quasi mai, il problema è con Aiolia, lui tifa Panathinaikos, non ti dico le azzuffate al derby – sorride – Los e Saga li devono sempre dividere. Vabbè poi giocare a biliardo e farci delle grandi abbuffate – scoppia a ridere, mentre sia io che Catia lo guardiamo con occhi sbarrati, poi la mia socia appena si riprende….
Catia – Sai Camus, dovresti ridere più spesso – e lo guarda ammaliata. 
Camus – Grazie – sorride imbarazzato e la guarda con sospetto. 
Mara – Ora però continuiamo – lancio uno sguardo truce a Catia, che lei si fa scivolare addosso come fosse olio – Se si è meritevoli, si rimane per sempre cavalieri di Atena. Sei orgoglioso di esserlo anche dopo tanti anni di battaglie logoranti? 
Camus – Certamente. Anche se a volte sono davvero stanco e avrei voglia di appendere l’elmo al chiodo e passare il testimone a mio figlio Hyoga. 
Mara – Capisco, ma dimmi hai rimpianti? 
Camus – No, rifarei esattamente tutto ciò che ho fatto finora – fa deciso.
Mara – Quale virtù deve avere secondo te un Cavaliere d’Oro? 
Camus – Essere leale.
Mara – Ti piacerebbe tornare in Siberia nei luoghi in cui ti sei allenato? 
Camus – Certamente. Un giorno ci farò ritorno, dopotutto conservo degli ottimi ricordi di quei luoghi.
Mara – Si dice che tutti abbiano sia luce che oscurità in sé stessi. Sei d’accordo? 
Camus – Certamente, perché tutti abbiamo un lato oscuro, il mio? Meglio non scoprirlo – io e Catia ci osserviamo un poco sconcertate, poi riprendendomi riparto….
Mara – In tutta sincerità, come ti fanno sentire queste domande? Cosa provi in questo momento? 
Camus – Sì, devo ammettere che mi sento piuttosto imbarazzato a rispondere a domande che riguardano il mio vissuto. 
Mara – Capisco, ma diversamente non avrebbero alcun senso – lui annuisce, io vado avanti – Camus continua tu la frase: il mio più grande risultato è stato… 
Camus – Essere arrivato dove sono ora. 
Mara – gli sorrido – Siamo arrivati alle ultime domande. Cosa consiglieresti oggi ai giovani che vorrebbero diventare cavalieri? 
Camus – Bella domanda! Credere sempre in sé stessi e puntare dritti all’obbiettivo. 
Mara – Se potessi tornare indietro, cosa diresti al giovane te stesso? 
Camus – Cerca di essere meno duro con te stesso e con gli altri. 
Mara – Preferisci una tazza di the bollente o una birra ghiacciata? 
Camus – Beh, entrambe. Poi dipende dalla situazione, ma soprattutto dal tipo di compagnia, non tutte sono gradite – sorride sotto ai baffi, mentre com’era ben immaginabile la mia carissima collega non perde quest’allettante occasione, difatti…
Catia – Oh perfetto! Allora io dovrei andare più che bene! – sorride e sospira e dice a voce non alta: Mamma mia se sei bello! Camus che è comunque riuscito a sentirla, sorride imbarazzato. Fortuna che Effy sia sempre fuori! Mi auguro che non abbia messo delle cimici, o si sia nascosta da qualche parte!!!!
Mara – Grazie Catia per la tua gentile disponibilità – affermo alzando gli occhi al cielo, poi rivolgendomi al bel francese – Ultima domanda: ti abbiamo visto combattere, soffrire, piangere, perire, ritornare in vita. vorrei quindi sapere in ultimo, chi è davvero Camus di Aquarius? 
Camus – Sono un uomo duro ma dal cuore tenero! – ci fissa entrambe, poi sposta lo sguardo su colei che è la sua compagna di vita, la quale ci sta raggiungendo, andandosi a sistemare al fianco del Cavaliere di Aquarius, puntando però i suoi occhi parecchi inquisitori su Catia, che di rimando le rivolge uno strano sorrisetto, che io ben interpreto sia di sfida.
Prevedo guai a non finire….
Facendo la gnorri, saluto tutti e a grandi falcate mi avvio verso l’uscita, oltrepassando l’uscio alla velocità della luce….
Povero Camus non ti invidio….
Ora voi due scannatevi pure!!!!
 
Grazie per la lettura.
Alla prossima intervista!!!
VanityG.

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Capitolo 10
*** Intervista a Shiryu di Dragon ***


Intervista a Shiryu di Dragon.
Immersa nei miei pensieri sorseggio avidamente la mia bevanda fresca, quando udendo dei passi alzo leggermente lo sguardo, e i miei occhi castani intravvedono le figure di Catia e Effy, avanzare verso di me.
Piuttosto incuriosita le guardo attentamente, notando nell’immediato un particolare nei loro volti, anzi no, due, ad essere precisi.
Per poco alla vista di ciò non mi strozzo col the.
Senza ritegno alcuno, scoppio a ridere!
Le due ragazze hanno entrambe un occhio nero, si avete capito bene, uno a testa, per parte. Catia il sinistro, mentre Effy il destro.
Continuando a guardare le due, che in cambio mi inceneriscono con lo sguardo, rischio seriamente di ribaltarmi giù dallo sgabello, in cui sono bellamente appollaiata.
 
-Ma dopo che sono uscita dall’undicesima, vi siete menate? – domando, continuando a ridermela sotto ai baffi.
Catia mi guarda torva e pure Effy non scherza, ma io che sono bastarda dentro, continuo.
-Se rifate il bis vi filmo, almeno ci tiro su un po' di palanche (soldi in genovese), che come sempre non bastano mai.
-Taci! – Catia sibila contrita, mentre Effy ignorandomi si sistema di fronte a me, per poi dire.
-La prossima volta col cavolo che vi faccio intervistare il MIO – la ragazza di Camus, calca bene la parola MIO – Camus! – conclude ringhiando, lanciando verso Catia uno sguardo di fuoco e fiamme. Io capisco che è meglio levare al più presto possibile le tende.
-Oh! – faccio con aria melodrammatica – Ma come si è fatto tardi! – mi alzo, osservandole entrambe di sottecchi, poi continuo – Uhm, è meglio che vada sennò l’intervistato di oggi mi darà per dispersa – una palese scusa, considerato che sono abbondantemente in largo anticipo. Ma qui tira davvero una pessima aria.
-Oggi a chi tocca sopportarti? – fa Catia, sorridendomi melliflua e sistemandosi meglio una ciocca di capelli dietro all’orecchio.
-Shiryu – faccio mentre apro la porta.
-Buon lavoro, allora….
-Grazie – oltrepasso l’uscio, poi non contenta tenendo sulle labbra un sorrisetto del tutto maligno e guardando entrambe affermo – Care, buon proseguimento di giornata – poi con fare allusivo – E mira comando…. – poi senza aspettare una loro probabile replica, quasi correndo mi avvio fuori, ma riesco comunque a sentire un: stronza, ringhiato nei miei confronti da parte di entrambe.
 
Shiryu di Dragon mi sta aspettando, comodamente sistemato sotto ad uno dei tanti gazebi, che la Dea Athena ha fatto posizionare un po' ovunque.
Mara: Shiryu, innanzitutto grazie per l’intervista – gli sorrido.
Shiryu: Per me è un piacere – ricambia il sorriso.
Mara: Iniziamo con la prima domanda. Cosa comporta essere un cavaliere protettore di Athena?
Shiryu: - accavalla la gamba destra sulla sinistra – Allora, essere un Cavaliere votato a difendere Athena e la giustizia vuol dire non avere orari, non sapere se e come si ritorna a casa ogni volta che si esce in missione, ma anche avere il supporto di preziosi amici, anzi fratelli. Io li considero la mia famiglia, non avendone una.
Mara: - Il vostro rapporto di amicizia è qualcosa di meraviglioso. Azzardo dire più unico che raro – lui a queste mie parole fa un cenno di approvazione, mentre io continuo – Dohko un maestro ed un amico. C’è qualcosa che non gli hai mai detto ma vorresti dirgli?
Shiryu: Lui è una delle persone più importanti della mia vita: negli anni dell’addestramento è stato per me un maestro, un consigliere, un padre; a lui devo non solo la mia investitura a Cavaliere, ma tutto quello che sono. Questo è ciò che vorrei dirgli se fosse qui davanti a me – i suoi splendidi occhi prendono a luccicare.
Mara: - Sei molto legato a lui, e si vede – lui annuisce, io vado avanti – Parlaci del tatuaggio che hai sulla schiena?
Shiryu: Il tatuaggio mi fu fato quando iniziai l’addestramento: è il simbolo della costellazione a cui appartiene la mia armatura, a cui appartengo anch’io! L’artiglio destro corrisponde al mio cuore: se un avversario dovesse colpirmi lì, il colpo raggiungerebbe proprio il mio cuore, e con ogni probabilità non sopravviverei. Mi è successo un’unica volta, durante la Guerra Galattica: sono vivo solo perché Seiya, che era il mio avversario, sebbene ferito gravemente riuscì a far ripartire il mio cuore; da allora siamo come fratelli!
Mara: Ricordo perfettamente quello che è successo, e ti confesso che ero parecchio in pena per te. Fortuna che Seiya sia riuscito a metterci per così dire: una pezza. Ma parlando d’altro, l’armatura del dragone l’hai ottenuta dopo anni di intenso addestramento. Se potessi tornare indietro, rifaresti tutto pur di ottenerla?
Shiryu: Sì, certo, senza nessuna esitazione! – mi risponde con fermezza.
Mara: Shiryu dimmi, cosa avresti fatto se non fossi diventato un cavaliere?
Shiryu: Guarda, sinceramente non saprei dirti, non ci ho mai riflettuto. Però mi piace lavorare la terra, magari sarei stato un buon contadino! – scoppiamo a ridere entrambi – Anche perché a parte combattere a dire il vero altro saprei fare. Probabilmente il fatto di essere Cavaliere di Athena era scritto nelle stelle.
Mara: Ne sono certa, dopotutto ognuno di noi nasce col proprio destino – gli sorrido, e gli porgo un’altra domanda – Il tuo scontro con Death Mask alla Quarta Casa è stato parecchio logorante ma alla fine ne sei uscito vittorioso. Quanto ha influito Shunrei in quel combattimento?
Shiryu: Death Mask è stato uno degli avversari più temibili contro cui ho combattuto: non era solo astuto, era anche spietato. Shunrei è tra le persone più importanti per me, nella battaglia alla Quarta Casa ho vinto soprattutto grazie alla sua affettuosa preghiera.
Mara: Hai trovato più ostico Death Mask o Shura? – prima di rispondermi ci pensa parecchio su, poi…..
Shiryu: Shura di Capricorn è un Cavaliere tra i più valorosi: il suo cuore è sempre appartenuto ad Athena, purtroppo anche lui è caduto nell’inganno di Arles. Lui mi ha salvato la vita quando si è reso conto del suo errore. Spero solo di rendergli sempre onore.
Mara: In tanti sono stati manipolati da Arles – faccio questa considerazione ad alta voce e alle mie parole lo vedo annuire. Senza perdere tempo, gli porgo un’altra domanda – Parlaci del tuo scontro contro Crysaore.
Shiryu: Devo ammettere che Crysaore è stato un avversario valoroso. Il suo unico errore se si può chiamare tale, è stato la troppo sicurezza in sé stesso, e il suo non voler ammettere che stava combattendo per un ideale sbagliato
Mara: Errore mi risulta che in parecchi fanno – aggiungo io, lui si limita ad annuire, poi riparto – Il tuo miglior pregio?
Shiryu: Uhm – ci pensa un po' su, poi – Credo di essere soprattutto un buon ascoltatore. Almeno, così dicono i miei amici.
Mara: Secondo me hanno ragione – confermo, poi – Ikki, da nemico ad amico, parlacene.
Shiryu: Ikki è l’uomo profondamente giusto che Shun ricordava. L’addestramento all’isola della Regina Nera lo ha fatto soffrire immensamente, nessuno di noi può anche solo immaginare cosa abbia dovuto affrontare in quell’inferno. All’inizio credevamo fosse ormai perduto, ma tra noi l’amicizia è indistruttibile! Siamo imbattibili soprattutto perché c’è anche lui a battersi al nostro fianco. Ikki è pronto ad ogni sacrificio se uno di noi fosse in pericolo, così com’è per ciascuno di noi nei suoi confronti!
Mara: Sì, lo posso confermare. Il cuore di Ikki è puro, nonostante tutta la grande sofferenza che ha vissuto e che si continua a portare dentro – lui annuisce, come a voler confermare le mie parole, mi alzo e avvicinandomi gli dico – Questa era l’ultima domanda ufficiale, ma se per te va bene e non sono troppo discreta, ne avrei ancora un’altra da porti.
Shiryu: Ok ma mi devo iniziare a preoccupare? So che sei come giusto che sia abbastanza ficcanaso! – mi sorride sornione.
Mara: Tks, so già chi è stato a farmi questa bella pubblicità. Il tuo amico biondo russo, lo devo mettere in riga, perché è stato Hyoga, vero? – dal sorrisetto che mi rivolge capisco che ho fatto centro! Ci avrei scommesso!!!! HYOGA ME LA PAGHERAI CARISSIMA!!!!!!
Con una scrollata di spalle, porgo a Dragone la mia personalissima domanda.
Mara: Da tua fan vorrei sapere, a quando le nozze? – gli chiedo a bruciapelo, lui avvampa.
Shiryu: A breve. Ma non ti dirò altro!
Mi arrendo, tanto ho compreso che null’altro verrò a sapere. Ringrazio e saluto Dragone e prendo ad avviarmi verso la mia umile dimora, anzi no, già che ci sono vado alla ricerca del paperotto. Al biondino gli devo spiegare un bel po' di cosucce!!!!!!
HYOGA! DOVE DIAMINE SEIIIIIII!!!!!!!!!!
 
Miei cari alla prossima intervista.
La vostra inviata speciale, Mara!!!!!
Grazie per la lettura.
VanityG.
 

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Capitolo 11
*** Intervista a Mu di Aries. ***


Intervista a Mu di Aries.
 
Fortuna che oggi non mi dovrò fare quelle scale terribili, ultimamente non le sopporto proprio!
Ogni tanto un po' di lato B ci vuole, eccome se ci vuole!!!
Ma soprattutto meno male che quel maledetto caldo infernale è passato, perché se continuava ancora un po' io non ne sarei uscita viva! Poco ma sicuro!!!
Vabbè, deliri miei a parte, il mio intervistato di oggi non è altro che Mu, pardon il Grande Mu, dell’Ariete.
Come sempre piuttosto ben assorta nei miei pensieri mi ritrovo ad essere proprio davanti alla prima casa, il Tempio del montone dorato e come al solito il Grande Mu, mi accoglie con uno dei suoi soliti e rassicuranti sorrisi.
Devo ammettere che mi fa molto piacere, perché qui di musoni sempre incazzati e col diavolo per capello, per i miei gusti ce ne stanno fin troppi! (Kanon in primis. Tanto è bello quanto è insopportabile!!!).
Faccio quindi la mia entrata all’interno della prima casa, e seguo il padrone di quest’ultima che mi guida verso il suo salottino privato, almeno credo che la nostra meta sia proprio quella.
Detto ciò, non mi sono sbagliata.
Senza proferire parola alcuna, mi avvio verso il piccolo divanetto ove mi ci sistemo sopra, seguita dall’Ariete che si posiziona sull’unica poltrona presente, quella posta di fronte alla sottoscritta.
Bene! Siamo entrambi sistemanti, quindi direi di non perdere altro tempo e iniziare l’intervista odierna.
Gli sorrido, mi sorride.
Ci guardiamo per un bel po' di tempo. Occhi negli occhi. Poi lui, forse imbarazzato distoglie lo sguardo.
Io capisco il suo disagio (per cosa poi non mi è ben chiaro? Ma vabbè), e comincio con la prima domanda.
 
Mara: Buongiorno Mu, come prima cosa vorrei che mi parlassi un po' di Kiki. Come mai hai adottato proprio lui?
Mu: Ma buongiorno a te mia cara milady e grazie del tuo generoso invito. Beh guarda, forse sarà stato il mio istinto di cavaliere o anche l’istinto di padre mancato, ma ho sempre voluto qualcuno che portasse avanti i geni del primo cavaliere.
Mara: (Non è un mio invito, ma lo devo fare se voglio mangiare – penso tra me e me) Parlami del tuo rapporto con Shion?
Mu: Il mio rapporto con Shion è di amore / odio, lui mi ha aiutato a divenire ciò che sono ora, anche se non con poche difficoltà.
Mara: Eh beh lo immagino – faccio questa constatazione, poi – Dimmi, cosa hai provato quando hai scoperto che Death e Aphro avevano tradito Atena?
Mu: Beh, cosa ho provato? Puoi immaginare, ma non lo ripeterò qui altrimenti rischio di distruggere tutto!!!
Mara: Ok, non è il caso. Ma ritrovarsi davanti cinque cavalieri d’oro sottoforma di Specter non deve essere stato facile. Eri più deluso o arrabbiato? – lo vedo rabbuiarsi un poco. Questo per me è un tasto non dolente ma di più.
Mu: Sinceramente non so cosa rispondere mia dolce milady, erano un turbinio di emozioni a cui io, cavaliere della prima casa non sono abituato.
Mara: Va bene, capisco che sia abbastanza difficile da sopportare e da spiegare – gli sorrido, lui ricambia, poi riparto – Spiegami il settimo senso così come lo spiegasti a Seiya e agli altri cavalieri all’inizio della scalata delle dodici case.
Mu: Mia cara milady, devi sapere che il settimo senso non è altro che un’espansione del cosmo oltre le galassie, per far sì che ogni cavaliere combatta al meglio delle proprie capacità. Ma ci vuole molta concentrazione per raggiungere livelli così alti!
Mara: Gli alchimisti in passato riparavano armature; tu anche lo sai fare. Dove lo hai imparato?
Mu: Si, certamente, sono un cavaliere dalle mille risorse. Una delle tante è proprio quella di riparare le armature, tutti i cavalieri affidano a me le loro armature e puoi star sicura che tornano come nuove!!! Io ho imparato questa nobile arte da uno dei tanti alchimisti, come tu accennavi nella domanda.
Mara: Non ne dubito, ti ho già visto all’opera e sei bravissimo – gli dico in tutta sincerità. Lui pare essere un po' in imbarazzo (cavolo gli si sono imporporate le guanciotte! Che bellino che èèèè!!! – poi con fare serio, più o meno – Ok, ora saluta Aldebaran e Shaka.
Mu: Va bene Milady, li saluterò nel nostro modo… Hola chicos, todo bien? Hasta luego!!! Ahahahahah
Scoppiamo a ridere entrambi!!!! Poi ci ricomponiamo.
Mara: Qual è il più grande difetto di Mu dell’Ariete?
Mu: Uhm, per fortuna non ho tanti difetti, a parte quello di essere piuttosto permaloso!!!
Eh beh sei un Ariete, vorrei un po' vedere se non sei permaloso!!!
Mara: Kiki saprà reggere al peso di indossare la sacra armatura d’oro dell’Ariete secondo te?
Mu: Kiki, anche se non sembra è un bravissimo discepolo, pronto a mettersi in gioco quando serve! Sì, è ancora un bambino ma saprà sostituirmi molto bene, anzi, ti dirò di più, forse mi passerà a livelli di forza…. Ma non dirglielo eh! Sennò si monta la testa, sai che non sono tipo da complimenti.
Mara: Sarò muta come un pesce! Giuro – gli sorrido, poi riparto alla carica – Parlami della volta che con gli altri cavalieri usasti l’urlo di Atena. Immagino l’emozione ed i dubbi.
Mu: Beh vedi milady, quando sei in determinate situazioni, non hai il tempo per pensare a quale tattica usare e abbiamo optato appunto per l’urlo di Atena, anche se sapevamo fosse rischioso.
Mara: Lo posso solo immaginare, certi momenti sono difficili per chiunque – affermo, lui annuisce, io continuo – Sei buono e calmo di indole. Ma dimmi: cosa fa arrabbiare il Grande Mu?
Mu: Sopporto tutto e tutti (per sopportare Kiki!!!), ma la cosa che mi fa davvero arrabbiare sono i soprusi e le cose fatte alle spalle!!!
Mara: Ultima domanda: cosa vuol dire essere cavaliere d’Ariete e presiedere la prima casa per te?
Mu: Essere cavaliere della prima casa significa riconoscere i pericoli, le minacce, soprattutto sono il cavaliere che deve riuscire a riconoscere il valore e la purezza di ogni cavaliere che varca la soglia della mia casa!!!
Mara: In effetti presiedere nella prima casa è più impegnativo che in altre – osservo ad alta voce, mentre lui annuisce. Poi mi rendo conto che ho ancora delle domande da porgergli. Non perdo tempo – Mu scusami, ma ho ancora qualche domanda da porti, ho visto male.
Mu: Fai pure, non ci sono problemi – e mi regala uno dei suoi splendidi sorrisi.
Mara: Il tuo rapporto con Aiolia; a volte avete rischiato di arrivare alle mani, ma solo grazie a Milo non è successo. Come mai? Due segni di fuoco non riescono a coesistere?
Mu: Mia cara milady, tu sai che io sono un tipo pacifico – annuisco, perché è vero – Anche se davvero Aiolia quando vuole sa essere molto persuasivo nell’accedere una lotta!!!
Mara: Più che altro Aiolia è a mio avviso molto impetuoso, un vero e proprio Leone. Di segno e di fatto!
Mu: Eh già…
Mara: Altra domanda. Sei fidanzato? – gli chiedo a bruciapelo. Lui avvampa per un istante.
Mu: No, purtroppo no. Sai consumo molto del mio tempo a correre dietro alle marachelle di Kiki!!!!
Mara: Ok, ma lo potresti legare da qualche parte…. O darlo in custodia a Death Mask, mi dicono che lui coi bimbi ci sappia fare!!!! – e scoppio a ridere, seguita dal bell’Arietone.
Mu: No dai. A Mask no. Povero non gli voglio così male!
Mara: A chi? Kiki o Mask?
Mu: Ma che domande, a Kiki ovviamente!!!
Mara: Io invece pensavo che ti volessi riferire a Mask!!! – faccio maligna, poi seriamente – Hai mai amato una fanciulla?
Mu: Sì, nella mia vita ho provato amore ma non per una sola donzella, ma non mi sono mai legato ad una soltanto!!! – sorride di sottecchi. Avete capito il santarellino!!!! E chi lo avrebbe mai detto!!!
Mara: Eh beh se uno può … – faccio questa mia considerazione, guardandolo io stavolta di sottecchi, lui abbassa leggermente lo sguardo, mettendosi a smanettare con il bottone della camicia che indossa, che tra l’altro gli sta divinamente!!! – Mu, ti ringrazio per la grande disponibilità e cortesia che hai mostrato nei miei confronti – gli tendo la mano destra in segno di saluto, che lui subito ricambia. In contemporanea ci alziamo.
Mu: Di nulla, anzi è stato un onore per me essere al tuo cospetto mia cara e dolce, milady!!!!
 
Mi saluta con un baciamano, come un vero cavaliere, ma lui, il Grande Mu dell’Ariete è per davvero un grande cavaliere ma è soprattutto un grandissimo uomo!!!
Fortunata colei che riuscirà a legarselo a sé.
Con questi pensieri mi avvio verso l’uscita della casa. Una volta che sono completamente all’esterno, il fato mi lancia un bruttissimo tiro mancino. Davanti a me si è materializzato in tutta la sua grandissima figaggine colui che in queste giornate ho sempre cercato di evitare come la peste, colui che è entrato prepotentemente nella mia testa, nella mia fantasia, e nei miei sogni, proibiti e non….
Kanon di Gemini, maledizione a te!!!
Non potevi arrivare prima?
O dopo?
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
Alla prossima intervista.
Bacioni, VanityG.

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Capitolo 12
*** Intervista a Isaak di Kraken. ***


Intervista a Isaac di Kraken.
Ma salve!!!
Scusatemi ma oggi sarò davvero di pochissime parole, sono in super ritardo, quindi devo velocizzare le tempistiche.
Comunque per mia somma gioia vado ad intervistare quel bel ragazzo che corrisponde al nome di: Isaak di Kraken, o meglio Capitan Harlock dei generali degli abissi, come Catia lo ha “simpaticamente” nominato.
Vabbè bando alle ciance, scusatemi ma devo scappare!!!
 
Ecco lo sapevo – ho il fiato corto, mi sono fatta una bella corsetta – che quella (ndr Catia), mi avrebbe fatto perdere tempo prezioso. Ma poi per cosa? Dirmi che ha appena visto Kanon con una? Eh beh, io l’altro giorno l’ho beccato con due!!! Oh magari una era per il gemello!!!! Chi lo sa!!! Ahahahahahahah rido da sola come una scema e per poco non vado a sbattere contro una colonna!!!! Ok, la colonna me la sono scampata, ma il petto marmoreo di Isaak no, difatti l’ho preso in pieno!!!
Iniziamo con una bella (per modo di dire), figura barbina. Lui sorride, o meglio ride di me!!!!
Vorrei sprofondare!!! Lo giuro.
 
Mi ricompongo, e seguo il bel Kraken all’interno degli alloggi maschili.
Isaak cavallerescamente (prima rideva di me, ma questi sono dettagli!), mi fa accomodare in una specie di saletta o meglio in una saletta ristoro. Prendiamo posizione, ed io senza perdere tempo inizio l’intervista.
 
Mara: Sei nato e cresciuto in terre gelide, con temperature prossime allo 0. Come si sopravvive a tali temperature?
Isaak: – si stringe nelle spalle – Abituandosi? Non è che in Finlandia faccia poi così tanto freddo, cioè, d’estate non c’è mica la neve. E basta vestirsi pesante. In siberia il discorso è un po' diverso. Prima di iniziare il mio addestramento ho rischiato più volte di morire assiderato, ma immagino fosse necessario per imparare a manipolare il mio cosmo e le energie fredde. E faceva talmente tanto freddo che neanche i cappotti servivano a qualcosa. Quindi, boh, credo sia questione di abitudine e di addestramento, ma senza saper usare il cosmo mi sa che si muore.
Mara: Per diventare un cavaliere bisogna davvero essere disposti a tutto?
Isaac: Si e no, dipende cosa si intende con “essere disposto a tutto”. Rinunciare a tutto per allenarsi e proteggere la dea? Sì. Uccidere degli innocenti? Ovviamente no. Però è una strada che richiede di compiere molti sacrifici e di avere una solida volontà, quello sì – abbassa lo sguardo – Anche per evitare di perdersi.
Mara: Se ti dico Kraken, cosa ti viene in mente?
Isaak: – si acciglia e fa un verso di stizza, incrociando le braccia al petto – Non possiamo passare alla domanda successiva? – sospira – Nettuno, un certo stronzo e il periodo più brutto della mia vita, ecco cosa mi viene in mente. Non che all’epoca lo pensassi davvero, ero proprio convinto di star facendo la cosa giusta, però… bè, a ripensarci adesso me ne vergogno molto. Forse non dovrei, non lo so, in fondo perseguivo la mia idea di giustizia, in un certo senso era ciò che mi aveva insegnato Camus, se non fosse che non c’era niente di giusto nello sterminare l’umanità. Per quanto a volte faccia schifo, ci sono persone per cui vale la pena lottare, no? – si massaggia la nuca – Senza contare che con quella Scale addosso ho cercato di uccidere mio fratello e un bambino. Diciamo che non conservo bei ricordi e preferisco non pensarci troppo.
Mara: Capisco – faccio questa breve considerazione, poi – La forza fisica in uno scontro quanto conta?
Isaak: – scoppia a ridere – Ma mi hai visto? Non sono certo un peso massimo! E le tecniche che uso non sfruttano la forza bruta – torna serio – Penso che in uno scontro conti molto di più la strategia e la forza di volontà. E ovviamente anche l’abilità a bruciare il proprio cosmo. Camus ha sempre insistito su quest’ultima cosa e penso che abbia ragione: saper manipolare il cosmo più dell’avversario fa la differenza in uno scontro. A tirare pugni sono bravi tutti.
Mara: Non fa una piega – gli sorrido, poi continuo – Conosci Hyoga praticamente da sempre. Dicci un tuo difetto e un suo difetto.
Isaak: – solleva le sopracciglia – Un mio e un suo difetto? – assume un’aria pensierosa – Credo che il difetto più insopportabile di Hyoga sia il suo volersi sempre addossare la colpa di quello che succede. Prendi il mio occhio: sta sempre a dirmi che è solo colpa sua, che se non si fosse tuffato io non avrei perso un occhio e non sarei diventato un bastardo. Non ha alcun senso! Non sono un moccioso, tutto quello che ho fatto è stata una mia scelta. E se proprio devo accusare qualcuno di quanto mi è successo, di certo non accuso lui – distoglie lo sguardo – Per quanto mi riguarda, non lo so, forse non sono molto bravo a gestire la rabbia. Ma questa è una domanda che dovresti fare a Hyoga o a Camus, non a me. Non sono mai stato molto oggettivo quando si tratta di me stesso.
Mara: Parlami di Camus – gli chiedo a bruciapelo.
Isaak: – fa spallucce – Lui è il mio maestro, ma soprattutto è mio padre. Non padre vero, ma mi ha cresciuto ed è come se lo fosse. Almeno per me. Non so se lui pensa la stessa cosa, forse no dopo quello che ho fatto. Però io gli sono davvero grato per avermi cresciuto, avermi dato uno scopo, una casa e una famiglia. Senza di lui non so cosa avrei fatto della mia vita. E’ sempre stato una guida, un punto di riferimento, un modello. Volevo essere come lui e volevo che fosse fiero di me, ma mi sono perso. Poi è morto e io ho avuto l’impressione che il mio cuore si fosse spezzato. E, non so, credo di aver rovinato tutto quanto – abbassa gli occhi – E mi dispiace tantissimo di averlo deluso e di aver calpestato tutto ciò che mi ha insegnato.
Mara: Hyoga voleva diventare cavaliere per motivi opposti ai tuoi. I suoi sentimenti erano la sua debolezza più grande secondo te?
Isaak: No. All’epoca ero preoccupato per lui, credevo che i nemici avrebbero potuto usare quei sentimenti contro di lui. Non erano una debolezza in sé, ma poteva esserlo e non volevo perdere mio fratello per una stupidaggine simile. E poi, dentro di me, sapevo che se solo avesse trovato un motivo meno egoista per combattere sarebbe diventato un cavaliere migliore di me. Ha sempre avuto talento, ma si sabotava da solo. E ho provato a farglielo capire, ma non ci sono riuscito. Però non credo che la sua sensibilità sia una debolezza, e ne ha dato ampiamente prova, no? Se fosse davvero debole non avrebbe sconfitto me e Camus – si massaggia la nuca, ridacchiando – E io che mi preoccupavo per lui, e invece si è dimostrato il più forte di tutti.
Mara: Successivamente hai salvato Hyoga rimettendoci però il tuo occhio sinistro e quasi la vita. Perché ti sei tuffato per salvarlo se pensavi davvero che non era degno di diventare un santo di Atena?
Isaak: – si acciglia, leggermente infastidito – Credo che su questa cosa ci sia un po' di confusione. Io non ho mai pensato che non fosse degno di diventare Cavaliere. Mai! Pensavo che fosse uno spreco del suo talento e della sua forza addestrarsi solo per raggiungere sua madre, tutto qui. E mi sono arrabbiato, ma solo perché ero preoccupato per lui. Ed è ovvio che mi sia tuffato a salvarlo: è mio fratello, il mio compagno di allenamento e il mio migliore amico, che razza di mostro sarei stato a lasciarlo annegare? E sono sicurissimo al 100% che Hyoga avrebbe fatto lo stesso a parti invertite – incrocia le braccia al petto, abbassa lo sguardo. La sua voce si fa più bassa – Ho salvato la vita di una delle persone più importanti della mia vita, aver perso un occhio è ben poca cosa. E lo rifarei altre mille volte, senza esitare – torna a guardarmi, serio in volto – Quella è una delle poche scelte fatte di cui non mi pentirò mai, e voglio che sia chiaro una volta per tutte. Perciò scrivilo esattamente come te l’ho detto, così magari quello scemo di Hyoga smette una volta per tutte di blaterare stupide cose sul mio occhio. Non ce l’ho con lui per quello che è successo e non ce l’avrò mai. Anche se quando ero sotto Nettuno ho detto il contrario. Ma ero stupido, perciò non conta.
Mara: Sarà fatto – intenso riportare tutto, poi riparto alla carica – Alla fine anche Hyoga ha perso il suo occhio sinistro. Occhio per occhio, dente per dente. Giusto?
Isaak: – si irrita ancora di più – Un’altra cosa completamente falsa! Ma voi giornalisti dove le pescate queste informazioni? Almeno le verificate le fonti o vi bevete tutto quanto? – fa un verso di stizza – Hyoga non ha mai perso l’occhio. Ero incazzato e sì, una parte di me glielo avrebbe strappato volentieri, ma non l’ho fatto. Gli ho ferito la palpebra, era poco più di un taglietto, l’occhio era illeso. So che ha portato la benda per qualche tempo, ma non ha perso proprio nulla – incrocia le braccia al petto e prosegue a bassa voce – Non potevo farlo. Una parte di me non avrebbe mai potuto strappargli l’occhio o fargli perdere la vista. Ero arrabbiato, eravamo nemici, però non sarebbe stato giusto, tutto qui. Una parte di me, una molto piccola a dir la verità, aveva conservato un po' di onore e senso di giustizia – fa un altro verso di stizza – Comunque prima o poi capirò chi cazzo ha messo in giro questa falsità. E se lo prendo giuro che lo iberno. Se devono accusarmi di qualcosa, che almeno sia qualcosa che ho fatto.
Mara: Purtroppo le domande non le ho stilate io – con un sorriso cerco di abbonirlo – Sei arrivato a definire deboli anche i santi d’oro come Camus. Erano solo parole dovute alla rabbia e al rancore o lo pensavi per davvero?
Isaak: – piega la testa di lato, confuso – Io non ricordo di averlo detto, se l’ho fatto probabilmente non lo pensavo davvero. Anche perché, siamo realisti, non vedo come potrei pensare di essere più forte di loro – si gratta il mento – A meno che non mi riferissi al loro senso di giustizia. In quel caso lo pensavo davvero, ma non è che avessi tutti i torti. C’era appena stata una guerra civile tra le file di Atena, un certo qualcuno infame di cui non farò il nome ci ha raccontato un mucchio di stronzate così da manipolarci meglio, dal mio punto di vista la giustizia di Atena non era una vera giustizia e i santi d’oro non erano più in grado di proteggerla. Li consideravo deboli, se non erano neanche stati in grado di evitare una guerra civile. E consideravo debole la dea per non averla impedita. Ringrazio Hyoga per avermi fatto aprire gli occhi e avermi fermato. Ha fatto la cosa giusta e mi ha dimostrato che stavo sbagliando.
Mara: In effetti il tuo discorso non fa una piega – gli sorrido e stranamente pure lui lo ricambia, poi alzandomi – Isaak, questa era l’ultima domanda, grazie per la partecipazione e per la disponibilità.
Isaak: L’ultima? – spalanca gli occhi, ehmmm pardon l’occhio – Allora non è vero che sei così impicciona e ficcanaso!? – mi osserva attentamente. Anzi, mi scruta.
Mara: Insomma – gli sorrido, ma dentro di me ribollo di rabbia – Posso sapere chi dice queste cose carine di me!? – gli chiedo ma tanto lo so di chi si tratta!!!
Isaak: Sorry Mara, si dice il peccato ma non il peccatore!!! – sorride malizioso.
Mara: Tranquillo Isaak, che tanto ho già capito di chi si tratta – mi avvio verso l’uscita, poi voltandomi – Anche perché è un suo marchio di fabbrica, sputtanarmi. Comunque grazie ancora! Buona giornata!!!
Isaak: Buona giornata anche a te…
 
Una volta fuori.
Mi guardo attentamente attorno…
Poi mi metto ad urlare come una pazza invasata.
HYOGAAAAAAAAA!!!! Dove diamine seiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!!
Una secchiata d’acqua completamente ghiacciata mi si riversa addosso…
Sento in sottofondo una risata malefica!!!
 
Eh ciù-eh ciù-eh ciù… domani come minimo avrò la febbre a 40!!!!
 
Hola amigos!!!!
Anche questa intervista è andata.
Chi sarà il prossimo o la prossima?
Eheheheheh io l’ho so ma non ve lo dico!!!
La vostra inviata speciale Mara!!!!
 
Grazie per la lettura.
Un grandissimo abbraccio, VanityG.
 

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Capitolo 13
*** Intervista a Seiya di Pegasus. ***


Intervista a Seiya di Pesagus.
 
Hola bella gente, anche quest’oggi ho il mio gran bel daffare. Consultando la mia agenda ho visto che dovrò intervistare lui: il protagonista assoluto, ovvero Seiya di Pegasus!
Arrivo con largo anticipo sul luogo dell’appuntamento, ma con mia somma sorpresa noto che il cavaliere di Pegasus mi sta già aspettando. Sorridendogli mi avvio verso di lui, che ricambiando il mio sorriso si congeda da coloro in cui si stava intrattenendo.
Ciao Mara! Seiya esordisce, radiografandomi tutta. Che imbarazzo.
Ricambio il saluto, cercando di svincolarmi dalle sue “pesanti” occhiate. Indosso una mini gonna, messa di proposito per fare colpo su un certo “gemello” che appena mi ha incrociato se né uscito con: attenta a non prendere troppo freddo, le temperature si sono notevolmente abbassate, per poi scomparire all’interno dell’ottava casa e lasciarmi lì impalata a guardarlo come una fessa. Ecco, mi sono sentita essere proprio una fessa, fatta e finita!
Vabbè tutto questo papiro per dire che; chi mi doveva considerare non l’ha minimamente fatto, anzi mi ha deriso, mentre ricevo le attenzioni da colui che non mi importa un fico secco!
Seiya, sta sbavando peggio di un San Bernardo!!!
Che rabbia!!!
Miei scleri a parte, mi affretto ad iniziare questa beata intervista.
 
 
Mara: Seiya, dimmi un po' come ci si sente ad essere uno dei maggiori protagonisti, nonché “capo” dei cavalieri di Bronzo?
 
Seiya: Allora Mara – unisce indice e medio e li punta su una tempia in segno di saluto, ma ci siamo già salutati –
Ovviamente, è una grande responsabilità, anche se, ad essere sincero, viste tutte le botte che prendo e i burroni in cui
finisco puntualmente, farei volentieri a meno di essere uno dei protagonisti. Tuttavia, non mi sono mai definito il "capo" dei Bronze, anche se il rosso è il colore dei leader, no? – ammicca.
 
Mara: Uhm non saprei, se lo dici tu sarà – gli sorrido, poi – Hai combattuto contro Cassius per l’armatura di Pegasus. Ti saresti aspettato un avversario così fisicamente diverso da te?
 
Seiya: No, anche perché paragonato a lui, io ero e resto tuttora un moscerino. All'inizio lo avevo sottovalutato (non che lui si sia presentato come Mister Simpatia, eh) e gli stavo per soccombere, però... la mia furbizia ha avuto la meglio! Ciò non toglie che nutro rispetto per lui e gli devo la vita.
 
Mara: In effetti le persone simpatiche sono altre – faccio questa mia considerazione – Continua la frase: essere il cavaliere di Pegasus, vuol dire...
Seiya: – ci pensa su qualche istante – Uhm, vuol dire essere definito "ronzino alato" dai cosiddetti amici e non solo! – scoppia a ridere ed io lo seguo a ruota. Mi ricompongo porgendogli un’altra domanda.
 
Mara: Seiya parliamo di Ikki. Prima nemico, poi alleato. Che ne pensi?
 
Seiya: Guarda fu uno shock scoprire il cambiamento di Ikki al Torneo Galattico. Oltre ad essere il fratello di Shun, è stato un po' il fratello maggiore di tutti noi e, vista la sua grande forza e lealtà ad Atena, in cuor mio speravo che si ravvedesse – annuisce con il capo, assumendo un'aria da uomo vissuto – Inoltre, ritengo che sia meglio averlo come amico che come nemico e sono felice di poter sempre contare su di lui in combattimento.
 
Mara: Lo immagino – mi riferisco al fatto che uno come Ikki è meglio averlo nel proprio schieramento – Seiya dimmi, vestire l’armatura d’oro era uno dei tuoi sogni?
 
Seiya: Sarei ipocrita se dicessi di no – sorride – Per cui ammetto che quando l'armatura di Aiolos è venuta in mio soccorso, ero sorpreso e felice al tempo stesso. Sembrava quasi fatta su misura per me! Peccato che, ai tempi, non esistessero gli smartphone, mi sarei fatto volentieri un selfie per immortalare il momento! – fa pavoneggiandosi un po'.
 
Mara: Ci mancano giusto i selfie, e poi si salvi chi può! – scoppio a ridere, subito seguita dal mio intervistato. Mi ricompongo – Ci sono stati momenti in cui avresti voluto mollare la tua armatura e tornare a fare una vita normale? Lontano dalle battaglie.
 
Seiya: La vita di un Cavaliere è costellata dal dolore e dal sacrificio, per cui, sin da piccoli, siamo allenati a temprare fisico e mente. Perciò, non potrei mai tradire la mia armatura in primis e le persone che hanno in fiducia in me.
 
Mara: Ottima risposta – mi sistemo meglio, poi – Cosa pensasti quando entrando nella settima casa, trovasti Hyoga in quel feretro di ghiaccio?
 
Seiya: Uhm, pensai: "ma guarda sto babbo come si è fatto fregare! Puoi cancellare, per favore? – mi sorride, cercando di corrompermi.
 
Mara: Assolutamente no, perché lo abbiamo pensato un po' tutti (caro paperotto, Sorry!) – sorrido maligna, rivolgendo l’ennesima domanda al Saint – Seiya parlaci della tua amicizia con Aiolia.
 
Seiya: Guarda – accavalla le gambe – Con l'esperienza ho capito che ad Aiolia basta non toccare Marin. Comunque, lo stimo molto, sia come Cavaliere che come uomo; è stato il primo tra i Gold a capire che noi Cavalieri di Bronzo eravamo nel giusto ed è stato quasi come un maestro per il sottoscritto, incoraggiandomi nei momenti di sconforto. Ecco, magari, gli consiglierei, in futuro, di lasciare in pace le persone ricoverate in ospedale! – se la ride di gusto. Devo ammettere che il ronzino alato è decisamente molto simpatico!
 
Mara: Cosa ti ha sorpreso maggiormente dei Cavalieri d’Oro?
 
Seiya: Mi ha sorpreso il fatto che molti di loro fossero ostili ad Atena, ma, credo che fosse a causa della "manipolazione" del Grande Sacerdote. Da spaccone quale sono, posso affermare che alcuni lo siano stati anche più di me e che ci abbiano sottovalutato, per poi cambiare idea.
 
Mara: Il tuo più grande difetto? – gli chiedo a bruciapelo. Lui ci pensa un po' su.
 
Seiya: Uhm forse l'essere, in alcune situazioni (qualcuno direbbe "sempre"), troppo sbruffone. Oppure essere il raccomandato di turno? A voi la scelta!
 
Mara: Direi raccomandato – lo stuzzico ma lui in cambio fa spallucce – Altra domanda, come si vince lo stress dovuto a continue battaglie?
 
Seiya: Oh, le cose che fanno i ragazzi della mia età: uscire con gli amici, sbevacchiare di tanto in tanto, sesso *coff, coff*.
 
Mara: Tutti ottimi ingredienti – sorrido di sottecchi, poi – Proprio in questo momento, cosa vorresti dire a Shiryu, Hyoga, Ikki e Shun?
 
Seiya: – ci pensa su, facendosi particolarmente serio, forse un po' troppo per i miei gusti. Chissà cosa mi spara! – Vorrei dire che voglio bene a tutti loro, ma, che io resto sempre un passo avanti a loro! – non ho parole!!!!
 
Mara: Seiya guarda che ho scritto tutto, occhio – lui scoppia a ridere, io continuo – Ti saresti mai aspettato di essere uno degli intervistati da me?
 
Seiya: No, anche perché so di non starti molto simpatico, così come a molte Ladies. Grazie comunque per l'intervista, mi sono divertito – sorride facendo nuovamente spallucce.
 
Mara: Invece ti sbagli di grosso. Ci credi se ti dico che ti sto rivalutando – lui spalanca gli occhi – Si, in positivo.
Seiya: Ok, roba da matti!!!! Mi devo iniziare a preoccupare – fa con aria melodrammatica.
 
Mara: Assolutamente no, come vedi tutto è possibile – gli sorrido, poi – Seiya c’è un Cavaliere in particolare che vorresti ringraziare?
 
Seiya: Ma certo, ringrazio Aiolos per avermi concesso l'onore di indossare l'armatura del Sagittario! E di essere il Robin Hood dei Cavalieri! – scoppia a ridere per l’ennesima volta.
Mara: Ok, ma la freccia cerca di mirarla bene. Mi hanno detto che lanci un po' alla caxxo di cane!!! – gli sorrido, mentre lui mi guarda un po' accigliato…. Uhm permalosetto è il nostro Seiya!!!
 
Mi alzo e come sempre saluto e ringrazio il mio intervistato, che ironicamente mi dice:
Ti conviene andare, sai avrei giusto voglia di fare un po' di allenamento – mi piazza sotto al naso una freccia, rivolgendomi un sorrisetto che a dirla tutta non mi piace nemmeno un poco. Difatti alla velocità della luce mi dileguo, giusto in tempo per riuscire a schivare la freccia che quel m@ledett@ di un ronzino alato mi ha appena lanciato dietro!!!!
La prossima volta invece che intervistarlo gli farò ingoiare quelle malefiche frecce una ad una!!!!
GARANTITO!!!!!
Freccia schivata, pelle salvata!!!
Con questo motto vi saluto.
Alla prossima intervista!
La vostra inviata speciale Mara!
Kisssssssssssssssssss
 
Grazie per la lettura.
Un abbraccione.
VanityG.
 
 

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Capitolo 14
*** Intervista ad Aphrodite di Pisces. ***


Intervista ad Aphrodite di Pisces.
 
Salve!!!!
Come sempre vado di corsa. Aphrodite dei Pesci mi ha già chiamato per ben due volte, rammendandomi di essere puntuale e di fare presto perché lui deve raggiungere Mask. I due hanno in programma un doppio a tennis, contro Shura e Aiolia!
Mi sembra di aver capito, tra le righe. Indagherò!!!
 
Faccio la mia entrata all’interno della dodicesima notando con che cura maniacale questa casa viene tenuta. Qui, è tutto perfettamente in ordine. Lo ammetto, un po' mi sto sentendo a disagio.
Seguo in perfetto e religioso silenzio una delle tante inservienti che prestano servizio in questo luogo. Aphro è tra i pochi Gold Saints che all’interno della propria casa tengono delle domestiche. Tipi per esempio come Camus non possono di certo averle. Fonti certe mi hanno riportato che l’ultima si è data alla fuga dopo aver subito le ire di Effy. Non stento a crederlo, la ragazza dell’Acquario sa essere di una gelosia tremenda. Da Milo, insomma, ci siamo capiti…. Aiolia, idem per Camus, solo che Marin mena di brutto, Shaka e Mu, sono troppo particolari, Shura fa tutto lui (come non è dato a sapere) Aiolos, idem a Shura, i gemelli. Ecco i gemelli, a dire il vero mi sembra di aver visto un po' troppo via e vai, quindi sì, le hanno. Aldy e Dohko, no, loro sono tuttofare, e Death… beh se qualcuna vuole abbellire la quarta si faccia avanti. Io personalmente tremo già al solo pensiero di doverci entrare, nella quarta intendo, per fare l’intervista a suo proprietario. PAURA!!!! TANTA PAURA!!!!
 
Vabbè mie paure a parte, diamo inizio all’intervista, che il bel vichingo mi sembra essere già su di giri!!!!
 
Mara: Aphro, quanto conta la bellezza per te?
Aphro: Guarda – si sistema una ciocca di capelli, con una tale eleganze che io me la posso scordare – La bellezza per me è un dono, o un difetto, dipende da uno come la vede.
Mara: O forse dipende da uno o una come è? – lancio, lui annuisce, io allora vado avanti – Sei diventato Cavaliere d’Oro a nove anni. Non trovi che sia una responsabilità troppo grande per un bambino di quell’età?
Aphro: Certamente, a nove anni si è ancora piccoli e con una responsabilità non da poco. Pensa che ero uno dei più piccoli tra i Cavalieri. Per fortuna che ho avuto degli amici come Death e Shura – su secondo nulla da dire, ma sul primo è meglio che non dica nulla – Che mi hanno fatto quasi da fratelli essendo più grandi. Ma ne abbiamo combinate anche più di una! – scoppia a ridere. Mentre io penso tra me e me. Oh, non lo metto in dubbio!!! Per poi chiedergli.
Mara: Cosa ti è rimasto più impresso dello scontro con Shun?
Aphro: Uhmmm – ci sta pensando su, poi – Shun, bè è un bravo ragazzo, molto responsabile, soprattutto nel portare avanti il suo ideale di bontà. Ogni tanto non è facile tenersi tutto dentro, e poi ha un potere enorme che lui sottovaluta.
Mara: Lo penso pure io – dico all’enorme potere di Shun, poi – Aphro, tu sei il responsabile della morte di Albione, maestro di Shun.
Ci ripensi ogni tanto a questo fatto? – gli chiedo mentre lui si rabbuia un poco.
Aphro: Ovvio che si, e ripenso che sono stato soggiogato dalla mente di Saga e fare quello che ho fatto non è stato molto nobile. Un Cavaliere dovrebbe difendere non ammazzare le persone. Di mia spontanea volontà non ci sarei riuscito. E poi mi ha dato manforte pure Milo di Scorpio, per cui è ancora più despregevole – nel dire ciò lo fa quasi ringhiando.
Mara: Purtroppo una cosa del genere non fa onore a nessuno – faccio questa mia constatazione mentre lui si limita ad un semplice ma significativo: eh già. Poi io gli porgo un’altra domanda – Spiega dettagliatamente le differenze tra i tre tipi di rose che usi in battaglia.
Aphro: Le rose, ok, allora. La rosa rossa ti inebria facendoti perdere il controllo del tuo corpo, ti immobilizza. La rosa nera è simile ma più potente, una puntura di quella e ciao, ciao. Solitamente la uso come barriera contro chi mi ostacola il cammino. Ma la più temuta è quella bianca, piccola ma letale. Penetra nel punto più debole del corpo umano, cioè il cuore e ne assorbe la linfa vitale. Con Albione, non ho usato questa, mi è bastato immobilizzarlo, mentre con Shun, lui è riuscito a resistere quasi fino all’ultimo respiro.
Mara: Quanto è stato difficile per te e per gli altri Gold, fingere di essere passati dalla parte di Ade, tradendo così Atena?
Aphro: Ridestarsi dalla morte non è stato per nulla bello. Avrei voluto ritornare a combattere per Atena, ma non era possibile. Far finta poi meno che meno. Essere attaccato da un tuo pari e amico non è per nulla bello, anzi direi vile, ma per aiutarli a sconfiggere Ade abbiamo fatto pure questo.
Mara: mi sistemo meglio – Cosa rimpiangi del tuo passato?
Aphro: Del mio passato? Bè poter avuto più considerazione forse, e essermi potuto divertire di più da bambino. Gli allenamenti erano massacranti e star male per la tanta stanchezza meno che meno – accavalla le gambe.
Mara: A chi volesse provare a diventare il futuro possessore dell’armatura dei Pesci, cosa consiglieresti?
Aphro: Al mio successore consiglio di usare le rose per uno scopo nobile, e per aiutare le persone in difficoltà, di essere sempre devoto alla dea Atena, e di non farsi soggiogare dall’avidità di chi ti promette il mondo – fa con fermezza. I suoi splendidi occhi azzurri brillano di una luce a dir poco meravigliosa.
Mara: Sebbene tu ci abbia passato pochissimo tempo, ti manca la tua Svezia?
Aphro: Devo dire che la Svezia bè è stupenda. Sedersi ad ammirare il verde infinito dei prati è rilassante. Mi manca molto.
Mara: Indossare un’armatura d’Oro vuol dire?
Aphro: Indossare un’armatura d’Oro significa avere tanta responsabilità, tanta devozione e tanto sacrificio.
Mara: Aphro – gli sorrido, lui ricambia – Siamo arrivati all’ultima domanda. Dai alle tue fans un consiglio di bellezza.
Aphro: Uhm consigli di bellezza? Allora, una bella maschera a base di rosa canina la sera e una goccia di estratto di rosa gialla per rimpolpare la pelle prima di coricarsi. La mattina avrete una bella pelle liscia e riposata. E per il gonfiore addominale un ottimo infuso alla rosa.
Mara: Direi che sono tutti ottimi consigli – faccio alzandomi, poi porgendogli la mano destra – Aphro, grazie per l’intervista e per la tanta disponibilità.
Aphro: ricambiando la stretta a alzandosi pure lui – Figurati, anzi grazie a te – poi sorridendomi – Scusami per averti messo fretta, ma Death è decisamente pesante. Si scoccia quando deve aspettare – si scusa, mentre io mi avvio verso la porta.
Mara: Oh lo posso immaginare – affermo, mentre apro la porta, poi rivolgendomi al biondo Cavaliere – Buona partita allora – poi sorridendogli – Fatti valere!!! – esco andando a sbattere contro colui che avrei voluto proprio evitare.
Death: Sempre tra i coglioni stai! Picciriddà!!!! – mi guarda con quel suo sguardo inquietante, poi con un sorriso perverso sulle labbra – Il gemello ti sta aspettando. Forse è la volta buona che ti levi di dosso qualche ragnatela!!! – e scoppia a ridere mentre io prendo fuoco, anzi, vado letteralmente a fuoco!
Meno male che Aphrodite decide di portarselo via con sé e levarmelo da sotto le mani!!!!
 
Anche questa intervista è andata. Penso tra me e me, poi incrocio Kanon, ma lui come sempre e come al solito non mi degna nemmeno di un misero, piccolo, sguardo!
 
Alla prossima!!!
Un abbraccio, la vostra inviata speciale, Mara!
 
Grazie per la lettura.
VanityG.

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Capitolo 15
*** Intervista a Saga di Gemini. ***


Intervista a Saga di Gemini.
 
Hola bella gente!!!!
Quest’oggi mi tocca intervistare il gemello di colui che ultimamente ha reso la mia esistenza un vero e proprio strazio.
Si, proprio quello. Essere considerata alla stregua di un fantasma, è deprimente. Oh Athena, com’è deprimente!
Vabbè, con questi miei pensieri mi avvio verso il complesso delle dodici case.
Senza incontrare/incrociare anima viva, (giusto il gatto di Kiki, antipatica bestiola), che mi saluta calorosamente mostrandomi come al suo solito la sua splendida dentatura, mi avvio verso la seconda dove da una finestra semi aperta intravvedo il buon Aldy che è intento a destreggiarsi tra i fornelli. Uhmmm, che profumino, che languorino…
Con una voglia tremenda di cibo oltrepasso la seconda, per poi ritrovarmi davanti la terza, ovvero la casa dei Gemelli.
Lo ammetto le mie gambe iniziano a tremare così senza un apparente motivo, e ovviamente mi viene anche la solita morsa allo stomaco.
Eh che cavolo!!! Sbotto indispettita, mentre mi avvio verso l’entrata principale del maestoso tempio.
 
Decido di palesare la mia presenza bussando, e dopo poco la porta si apre. Per poco non ho un vero e proprio mancamento.
Perché sei venuto proprio tu ad aprirmi!? Gli vorrei ringhiare in faccia, ma lui ovviamente non me ne ha dato il tempo.
Senza nemmeno salutarmi (gran cafone), si va a rinchiudere a tripla mandata in una delle tante stanze che sono presenti all’interno di questi immensi appartamenti. (un po' freddi per i miei gusti, ma comunque dotati di qualsiasi comodità).
 
Fortunatamente, Saga è ben diverso dal “caro” gemellino, difatti si sta avviando verso di me, sorridendomi.
Saga: Oh ciao Mara! – si abbassa e mi dona un casto bacio sulla guancia – Scusami se non ti sono venuto ad aprire io, ma ero impossibilitato. Fortuna che Kanon era in casa…
Mara: Ciao, Saga. Ma figurati, no problem. Avrei comunque aspettato – contraccambio il sorriso, e nel frattempo penso dentro di me: Già proprio una bella fortuna!!!
Saga: Ok, mi vuoi seguire?
Mara: Certamente!
 
Sistemati nel salotto e intenti a sorseggiare un caldo ed invitante thè che una delle tante ancelle ci hanno appena portato, do il via all’intervista. Dopotutto, sono qui per quello.
 
Mara: Saga, come prima cosa mi viene da chiederti. Come ti senti ora che sei libero dal tuo lato oscuro? Perché ne sei libero, vero? 
Saga: Si – fa fermamente guardandomi negli occhi – Fortunatamente dopo anni di sofferenza mi sono liberato, grazie allo scettro di Atena. Potete dormire sonni tranquilli! – mi sorride ironico.
 
Mara: Ben a sapersi – gli sorrido, poi – Combattere contro tuo fratello alla terza casa, che sensazioni ti ha dato? Per poi dopo riaverlo di fronte dopo ben tredici anni?
Saga: Non ci crederete ma il mio cuore era esaltato all’idea che proprio mio fratello, il gemello che mi aveva consigliato di uccidere una neonata e il grande sacerdote, fosse proprio a difesa di Atena. Semplicemente, non ci credevo. Quindi l’ho messo alla prova e lui ha dimostrato di saperci fare in modo egregio. Le lacrime che ho versato uscendo dalla mia casa non erano di rabbia o dolore ma di emozione. Sapere che il mio gemello era passato dalla parte giusta e combattevamo dalla stessa parte mi ha dato una gioia immensa.
 
Mara: Eh beh lo posso immaginare – affermo, poi – Saga, mi sorge una domanda un po' particolare da farti. Dopo che hai rinchiuso Kanon a Sounion, non hai mai avuto alcun rimorso? Abbiamo visto sempre pensieri su Aiolos, ma il pensiero verso tuo fratello mai.
Saga: Nessun rimorso in effetti – si sistema meglio sopra al divano, accavallando le gambe con fare sicuro. Intreccia le lunghe dita sul ginocchio e prosegue – Ho fatto ciò che dovevo. Certo, ho pensato molto a lui, ma in cuor mio sapevo che se la sarebbe cavata. Kanon ha sempre avuto mille risorse, del resto… – poi sorride sardonico – Siamo gemelli….
Fighi, vorrei aggiungere ma preferisco guardare e non parlare! Anzi, gli porgo immediatamente un’altra domanda.
Mara: Saga dimmi, ma che rapporti avete ora tu e Kanon?
Saga: annuisce – Siamo finalmente sereni – i suoi splendidi occhi iniziano a luccicare – Oh, certo ogni tanto parte qualche diverbio, di carattere siamo diversi, lui è più – ci pensa facendo una pausa, ed io vorrei dire “stronzo” ma per l’ennesima volta taccio, mentre lui continua – Impulsivo. In ogni caso facciamo le nostre vite e cerchiamo di non pestarci i piedi. Ceniamo insieme ogni tanto e questo è tutto.
 
Mara: Ok, solita e classica vita da fratelli – faccio questa mia considerazione e lui annuisce, poi – Athena e i tuoi compagni ormai ti hanno perdonato, sembra che tutto sia buttato alle spalle con la fine della guerra contro Ade. Ma tu sei riuscito a perdonare te stesso completamente?
Saga: il suo sguardo si fa di colpo triste, pare imbarazzato dalla domanda così intima – Mhm – serra le labbra – Io mi sono perdonato, poiché in realtà ero vittima e non carnefice. Purtroppo sono stato mezzo di una volontà ultraterrena, ma ho sempre combattuto affinché il male che cercavo di fare fosse il meno possibile. Certo, non è facile per me convivere con i ricordi, questo no – i suoi occhi si abbassano per un momento, l’emozione è percepibile, ma si riprende subito e alza il volto fissandomi pronto a rispondere a nuove domande, che io ovviamente non gliele faccio attendere.
 
Mara: A chi chiederesti scusa e perché?
Saga: fa un sorrisetto strano, quasi amaro – Guarda, posso chiedere scusa solo a me stesso per non aver avuto ancora più forza, la forza necessaria a sconfiggere il male dentro di me. Tuttavia, come mi ha spiegato Atena, già il fatto di avergli tenuto testa per più di un decennio è stata una grande impresa. E questo a me basta. Sono un guerriero e non ho fatto altro che combattere – annuisce sollevando il mento, fiero.
 
Mara: Sicuramente, ma dimmi la prima cosa che hai detto ad Aiolos una volta finito tutto?
Saga: il suo sorriso si intenerisce – Aiolos è un grande uomo, in realtà è stato lui a venire da me e ad abbracciarmi, dicendomi: Non serve tu dica niente. Io so. Fu poco prima del muro dal lamento. Ci siamo abbracciati come due fratelli che ne avevano passate troppe, non potrò mai dimenticarlo – nuovamente intravedo un bagliore commosso nei suoi begli occhi.
 
Mara: Ora ti devo porgere la domanda di cui tutti si aspettano la risposta: cosa c’è tra te e Aiolos?
Saga: la sua espressione si indurisce lievemente, sebbene cerchi sempre di non far trapelare troppe emozioni – Davvero lo vuoi sapere? – io annuisco – Bene, allora scrivi nero su bianco che tra me ed Aiolos c’è un rapporto di profondo rispetto e stima. Lui è un uomo eccezionale – inarca un sopracciglio e mi guarda quasi in tono di sfida, come volesse consigliarmi di non andare oltre con simili domande. Cosa che io ovviamente faccio. Ci tengo alla pellaccia, e comunque al mio capo gli devo fare un bel discorsetto!!!
Mara: Ok, ehm Saga, allora passiamo ad un altro tipo di domande. Come tu stesso ben saprai sei molto preso in considerazione dall’universo femminile, quindi la domanda è abbastanza semplice. Hai una ragazza? Sei fidanzato?
Saga: fortunatamente l’ha presa bene, difatti ridacchia divertito – Fidanzato? No. Adesso forse ne avrei anche il tempo ma ho troppa libertà da recuperare per infilarmi in una nuova prigione – ora ride di gusto, sembra ancora più divertito e mi guarda malizioso, mentre io avvampo. Insomma, è la fotocopia di Kanon! Cavolo! Di colpo smette di ridere, poi – Oh Mara, guarda che sto scherzando. Se mai riuscirò a innamorarmi, chissà: potrei pure pensarci. Ma non credo, sono molto esigente! E lo sono in tutto!!!
Ora avvampo del tutto, sono quasi dell’idea di alzarmi e andare a spalcare la finestra.
A fatica mi ricompongo, chiedendogli….
 
Mara: Beh, allora devi descriverci questa possibile candidata! – lancio con una punta di malizia. Visto che si stava divertendo così tanto lo voglio fare pure io!
Saga: Uhm, cara Mara non è facile descriverla, perché non ho fisse tipo bionde, more. Ma ammetto che una donna con un bel corpo armonioso e sexy non mi dispiacerebbe – sorride alzando le spalle, poi – Ma in realtà le qualità che cerco sono mentali, caratteriali. Una donna intelligente, vivace, che mi tenga testa senza però pestarmi i piedi, che viaggi alla mia velocità, che mi accompagni nella vita e sappia farmi ridere e stare bene. Insomma, da quel che ho visto fino ad oggi, una sorta di chimera inesistente – detto ciò si rilassa pigramente sopra al divano. Pare essere quasi disinteressato o disilluso.
 
Mara: la testa è più importante delle caratteristiche fisiche – ripeto ad alta voce, mentre lui socchiude leggermente gli occhi, io ne approfitto e gli sparo un’altra domanda – Saga ti devo chiedere una cosa diciamo un po' particolare – apre gli occhi e mi guarda con sospetto, troppo. Che diffidente, penso osservandolo – Allora, quando ricoprivi la carica (abusiva) di Grande Sacerdote, hai mai approfittato di quella situazione. Dopotutto, eri sempre circondato da avvenenti fanciulle?
Saga: scuote la testa guardandomi di traverso – Grazie per l’abusiva. Molto divertente – è piuttosto sarcastico, dopodiché fa una pausa fissandomi fin troppo intensamente – Diciamo che il mio amichetto oscuro aveva abbastanza appetito. Quindi non nego che qualcosa sia accaduto, anche se le regole non lo permetterebbero. Tuttavia, mai contro il loro consenso, e detto tra noi avvenenti è una parola grossa. Sono ancelle, non modelle, erano ragazze come tante. Tu per esempio, potevi essere una di loro, Mara! – mi sorride felino, fissandomi. Forse ha voluto vendicarsi per prima. Io deglutisco. Andando a fuoco! Ma per mia fortuna mi riprendo in fretta.
 
Mara: decido che forse è meglio virare su altre “argomentazioni “– Saga, che sensazioni si provano nello stare all’interno di quella favolosa vasca termale che sta nella tredicesima casa?
Saga: scoppia a ridere senza ritegno, poggiandosi le dita sulle gambe tornite – Oh, molto bella quella vasca! – poi seriamente – Che
sensazioni? Niente di diverso che starsene nella propria vasca di casa immagino, era solo decisamente molto ma molto più grande.
 
Mara: diciamo una sorta di piscina olimpionica – aggiungo, lui annuisce. Poi azzardo a chiedergli – Saga tu e Kanon, vi siete mai scambiati i ruoli, o meglio la stessa ragazza di turno? Insomma, siete praticamente uguali.
Saga: Ma Signorina – la sua espressione è indignata – Ok siamo gemelli, ma soprattutto Cavalieri. E certe cose non si fanno – detto ciò mi fa un occhiolino abbastanza ambiguo. Oh mamma, cosa diamine avrà voluto significare!?
Forse per la mia incolumità sia fisica che mentale è meglio non indagare!!!
Mara: faccio finta di nulla, mi alzo e tendendogli la mano destra – Saga, io avrei terminato. Sei stato gentilissimo ….
Saga: si alza pure lui, e ricambiando la stretta – Mara, è stato un piacere! Quando vuoi anche per una cena assieme la mia casa per te è aperta – mi strizza l’occhio, mentre io per l’ennesima volta avvampo!
Mara: Grazie, più avanti magari si magari in compagnia – in risposta farfuglio cose senza senso.
Saga: Guarda che ci conto – mi sorride, mentre io mi avvio verso la porta. Voglio uscire immediatamente da qui!!!!
Mara: Va bene…
Saga: Me lo prometti?
Mara: Cosa?
Saga: Che vieni qui a cena…
Mara: Ah sì certamente – cerco di uscire, anzi esco… ma lui sembra non volermi mollare.
Saga: Mara! – mi chiama ad alta voce – Aspetta, chiamo Kanon così almeno vi salutate!!!
EH!!!!!!! E chi lo vuole salutare!?
Mi blocco seduta stante, mi volto…
Mara: No Saga non è proprio il caso!!!!
E senza aspettare una sua probabile e prevedibile replica, mi avvio correndo giù per la grande scalinata, schivando nel frattempo alcune reclute che sono lì a mo’ di birilli!
Ma figuriamoci se stavo ad aspettare l’arrivo di Kanon, che già sostenere per tutto il tempo lo sguardo e la prestanza fisica di Saga per me è stata una grandissima impresa.
Maledetti gemelli!!!!
Urlo!!!! Così per sfogarmi un po'.
 
Fiuuuuuu, anche questa intervista è andata!!!
Meno male, mi sono tolta un gran bel peso.
Ci vediamo (se sopravviverò) alla prossima intervista.
La vostra inviata speciale, Mara!!!!
 
Grazie per la lettura.
Un abbraccio.
VanityG.
 

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Capitolo 16
*** Intervista a Death Mask di Cancer. ***


Intervista a Death Mask di Cancer.
Hola bella gente.
Anche per oggi ho in programma una nuova intervista, e già si tratta proprio di lui, il simpaticissimo Death Mask di Cancer.
Lo ammetto, in tutta sincerità pagherei chiunque pur di evitare di fare la mia entrata nella quarta, ma fortunatamente ho in mia compagnia una stagista. Francy, a differenza di mia non sta nella pelle.
Il becchino del Santuario, è da sempre il suo preferito.
Oh, i gusti son gusti, diceva il gatto mentre si leccava el cul! Per cui, va benissimo così.
Ora che siamo pronte, io e Francy ci avviamo verso la quarta casa.
 
Durante il tragitto la mia nuova socia-Catia è momentaneamente sparita-mi sta ubriacando di chiacchiere, su quando sia bello, figo, simpatico-vabbè parliamone- macho- e qui potrebbe avere ragione (potrebbe) -il suo siculo preferito. Io mi limito solo ad annuire, allungando di brutto il passo. Perché, prima arrivo e prima finisco l’intervista, prima mi levo il pensiero.
Con un gran mal di testa, il mio ovvio, eccoci arrivate davanti al tempio del Cancro.
Lei si volta a guardarmi, e noto che i suoi occhietti sono a forma di cuore. Ora ci manca solo che si metta a sbavare peggio di un San Bernardo, e siamo a posto!
Francy?
Sì?
Cerca di darti un contegno, mi raccomando….
Ma certamente – mi risponde, ma io ho uno strano presentimento. Spero vivamente di sbagliarmi.
Parecchio titubante decido di palesare la nostra presenza. Dopo un bel po' la porta si apre.
TREMO, LO GIURO!!!!
Minchia! – esordisce il solito mister raffinatezza Death, poi squadrando me e Francy – Ti sei portata pure l’amichetta? Bene sarà più interessante! – e ci fa segno di entrare, io lo guardo in tralice, mentre Francy sembra essere in apnea!!! POVERA ME!
Entriamo all’interno della quarta, e il Saint ci segue chiudendosi la porta alle sue spalle.
Che belle chiappe tieni! – fa Death, ma io non capisco a chi si è voluto riferire. Faccio la gnorri, Francy invece fa un sorrisetto.
Ehi, non mi rispondi? – continua il Cancro, allorché io mi volto.
Con chi c’è l’hai?
Con te, bella mia – mi rivolge un sorrisetto malizioso. Deglutisco e decido nuovamente di ignorarlo. Magari mi molla!
90-60-90, uhm non affatto male…. – lo sento dire, mentre Francy mi guarda sconvolta, invece io mi blocco nel bel mezzo del corridoio e per la seconda volta mi rivolgo al padrone di casa.
Death, stai dando i numeri!? – lo sfido puntandogli i miei occhi nei suoi, poi piccata – E smettila di guardarmi il culo! – faccio spazientita – Questo tuo atteggiamento è tipico di voi maschi. Tutti uguali siete!
Oh, non mi dire che te ne dispiace, vero? Mh, uhm, bèddi nàtichi! (bel culo), vai avanti – e mi fa segno di proseguire, cosa che faccio senza farmelo dire due volte.
Francy non spiccica parola, e mi sta sempre ben attaccata come una cozza.
 
Finalmente siamo pronti a dare inizio a questa benedetta intervista!
 
Mara: Allora Death, la prima cosa che mi verrebbe da chiederti è: cosa ti affascina così tanto della morte?
Death: inspira il fumo – Uhm, cosa mi affascina? Beh mi potrebbe affascinare il fatto che stai per lasciare questo mondo? Nei miei avversari ho visto solo terrore e sconforto. La morte è un trapasso, dipende come lo fai – e si accende l’ennesima sigaretta.
Mara: Concordo – affermo, poi – Collezionare le anime delle persone, anche innocenti, per poi accompagnarle nell’Ade, è macabro, non trovi?
Death: Mi prendi in giro!? – mi guarda seriamente, forse troppo – Nulla di macabro. Esiste il traghettatore di anime che assolve a un simile compito per le anime destinate all’inferno. Io ve le getto direttamente nell’Ade. Sta a loro, poi, trovare la strada. Le anime innocenti varcano da sole la soglia degli inferi, nell’attesa, sono state meglio alla quarta casa, te lo assicuro. E comunque per me è una pratica superata – fa un tiro.
Mara: Per diventare il perfetto Cavaliere del Cancro, quali ostacoli hai dovuto superare?
Death: Ostacoli non saprei, ma sono sempre stato più che consapevole durante il mio cammino verso l’investitura a Gold Saint del Cancro. La perfezione, beh, quella credevo di averla raggiunta – spegne la sigaretta sul posacenere, per poi accendersene subito un’altra. Mamma mia, penso guardandolo, poi mi volto verso Francy constatando che è ancora viva. E credetemi è già tanto!
Mara: Dimmi la verità, sembri duro e incorruttibile in apparenza ma hai stretto un’amicizia importante con un altro Cavaliere d’Oro?
Death: tossisce, eh beh è normale con tutto questo fumo tra poco qui dentro non respiriamo più! – Minchia! Lo sanno anche i sassi che ho stretto qualcosa che può definirsi amicizia con Aphro! Lui nonostante tutto non mi ha mai fatto sentire, come posso dire… – riflette un po' – Sbagliato – uhm sono praticamente certa che forse voleva dire anche “solo”.
Mara: Death dimmi, cosa ti dà più soddisfazione?
Death: Uhm, sicuramente portare a termine una missione, a pieni voti! – fa seriamente, poi ridacchiando – E altro, libero dagli impegni – ammicca alludendo a qualcosa. Si quel qualcosa che fa diventare Francy in faccia del colore di un idrante! La stagista inizia a boccheggiare, cosa che ovviamente allo stronzo non sfugge. Difatti la sta guardando malizioso.
Mara: Death, sinceramente hai mai avuto paura?
Death: fa un attimo di silenzio, ci sta pensando su, poi – Si, lo ammetto ho avuto paura durante la battaglia con Shiryu e quella con Rhadamante.
Mara: mi sistemo meglio – Beh è capibile – poi gli chiedo – Dimmi, il tuo colore preferito?
Death: Boh, non saprei – fa aria con la mano, come per dire che non gliene frega nulla dei colori. Io proseguo con le domande.
Mara: Quando Shiryu e Seiya entrarono nella quarta casa, pensavi di aver già la vittoria in mano?
Death: è piuttosto serio – Al dire il vero sì. Pensavo che quei due ragazzini avessero superato le prime due case per il semplice fatto che sia Mur che Aldebaran fossero traditori del Grande Tempio, e quindi dalla loro parte, e il Draghetto – sorride – Beh lo avevo proprio sottovalutato. Andiamo avanti? – taglia corto, mi scappa da ridere.
Mara: Esiste il pentimento per un uomo come Death Mask?
Death: sicuramente sta pensando a qualcosa che lo rattrista un po' – Guarda, non mi pento mai di aver combattuto e di essere giunto fin dove sono arrivato. Mi pento solo per come l’ho fatto…. Allora, altre domande? – fa impaziente.
Mara: In effetti – faccio ad alta voce riferendomi al suo modo, lui lo capisce e mi guarda di sguincio, io gli porgo l’ennesima domanda – Death, quanto conta per te la forza fisica?
Death: Tanto, perché se sei un Saint non puoi essere un pappamolle! – e si accende l’ennesima sigaretta. La quarta per la precisione.
Mara: Ora, col senno di poi, dopo anni e anni di battaglie, pensi di esserti veramente meritato l’armatura del Cancro?
Death: Tesoro, questo ora lo dovresti domandare alla Dea a cui sono fedele non a me! – fa piccato. Mentre io penso tra me e me.
E grazie, l’armatura lo aveva schifato! Poi riparto.
Mara: Parlaci un po' della tua tecnica: Strati di spirito?
Death: Che ti devo dire? – fa svogliato, poi – Guarda, mi basta alzare un dito, separo l’anima dal tuo corpo e te la spedisco all’altro mondo. Per caso vorresti provare? – mi guarda maligno, ridendosela vedendo la mia espressione terrorizzata. Fortunatamente non va troppo oltre nei dettagli delle spiegazioni, lo stronzo!
Ci prendiamo un piccolo break. Noto che Francy oramai l’ho persa, nonché prima fosse tanto partecipe, ma ora sembra essere davvero in catalessi. Sono sempre più disperata!
Inoltre come se non bastasse, qui dentro non si respira dal fumo e anche dal fatto che Death sia a torso nudo. Si alza e i jeans gli cadono giù e vedo spuntare l’elastico dei boxer. A questo punto gli dico.
Mara: Death per favore ti potresti coprire oppure apri quel cavolo di finestra! – gliela indico con la mano.
Death: Se la apro guarda che ti faccio fare un volo di quelli che raggiungi la terza senza nemmeno rendertene conto! – mi sorride, maligno.
Mara: Oh ma guarda che raggiungere la terza mica mi dispiace! – e gli faccio una bella linguaccia.
Death: Ehhhh, minchia! Ora vuoi pure limonare!? Ma vatìnnii!!!
Mara: Assolutamente no!!! Voglio solamente che ti metti una maglia e che apri la finestra. Che qui non si respira!
Death: scoppia a ridere, mentre Francy comincia a destarsi – Apritela da sola!
Mara: Non ci penso nemmeno! Devi farlo tu da buon padrone di casa! – poi piccata – E vatti a coprire!!!
Death: Ah! – scoppia a ridere – Vi spogliate con gli occhi Kanon tu e quell’altra folle della tua collega, e mi chiedi di mettere la maglia!? Ma per favore!!!! – e continua a ridere senza alcun ritegno. È insopportabile.
Francy: Ma perché si deve coprire, è così bello – mi volto e la fulmino seduta stante, mentre il porco se ne esce con…
Death: Brava picciridda, tu sì che tieni belli gusti e capisci qualcosa – e la guarda felino. Scuoto la testa, e decido di porgerli le ultime domande. Il nostro break con siparietto annesso, per i miei gusti è durato fin troppo.
Mara: Death, dimmi quale battaglia rifaresti, se ne potessi scegliere una?
Death: Guarda molte le abbiamo vinte tutti noi Gold insieme, ma se ne dovessi scegliere una personale, nella lista rientrerebbe quella dannata Viverna degli Inferi – allora lo odia proprio, eh! – E quel maledetto Andreas di Asgard. Lo rifarei fuori volentieri più volte!
Mara: ora me la rischio bella grossa – Cosa hai pensato nel momento in cui la tua armatura ti ha fatto: Ciao, ciao? – lui spalanca gli occhioni blu, poi di colpo li assottiglia guardandomi torvo. Ecco lo sapevo, la mia pellaccia è seriamente a rischio.
Death: Passa oltre – ringhia, spegnendo la sigaretta- l’ennesima -nel posacenere.
Mara: Ok – gli sorrido cercando di abbonirlo – Death, parlami di Helena, la fiorista di Asgard? – questa volta il suo sguardo diventa di colpo molto più triste, e qui riesco ad intravvedere la sua parte umana.
Death: L’ho amata, tanto, troppo – ammette, poi puntandomi gli occhi nei miei – Ma non ne voglio assolutamente parlare, ok?
Mara: Ok, come preferisci – capisco che sia molto doloroso, quindi non insisto di certo. Sorridendogli gli dico – Saluta Aphrodite!
Death: Oi Aphro! Cerca di essere sempre in splendida e smagliate forma!! – e scoppia a ridere, io e Francy lo seguiamo a ruota.
Mi ricompongo e alzandomi – Death, avrei terminato. Grazie per la disponibilità – lo ammetto pensavo molto peggio, nonostante tutto.
Death: Si vai, che qui ci sei di troppo! – asserisce alzandosi pure lui, e indicandomi con un cenno della mano la porta, in un tacito invito ad oltrepassarla al più presto. Mi rimangio quello che ho appena detto! È sempre il solito cafone insopportabile!
Con questo pensiero in testa mi volto a guardare la mia collega. Perché sarei di troppo? Ahhhhhhhh….
Francy mi sta guardando come se fosse il Gatto Garfield, difatti ha su un sorrisetto felice, che io ovviamente ben interpreto.
 
Capisco quindi di essere davvero di troppo, e senza dire più nulla mi avvio verso l’uscita della quarta.
Che donna coraggiosa!!!!
Mi devo appuntare di chiamarla domani mattina, giusto che constatare se è ancora viva o meno!!! Ahahahahah.
 
Bene, anche questa intervista me la sono levata dai piedi.
Ora mi godo un po' di meritato riposo.
Poi di vedrà.
Un grandissimo abbraccio.
La vostra “amata” reporter, Mara!
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
VanityG.
 

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Capitolo 17
*** Intervista ad Aiolia di Leo. ***


Intervista ad Aiolia di Leo.
Salve, dopo una meritata settimana di ferie, eccomi nuovamente qui, prontissima per fare una nuova intervista.
L’intervistato odierno sarà lui, il bel gattone del Santuario, ovvero quel meraviglioso Adone che presiede la quinta casa dello zodiaco.
Aiolia del Leone.
 
Come sempre mi avvio su per la grande e soprattutto lunghissima scalinata, oltrepassando senza faticare le prime tre case, e sperando di non fare “incontri” poco graditi alla terza, oggi proprio non sono dell’umore giusto.
Fortunatamente non ho incrociato nessuno e per “nessuno” intendo Kanon, Saga lo ammetto dopo la cenetta di due sere fa mi ha iniziato a fare tutt’altro effetto, vabbè proseguiamo, mentre che arrivo nei pressi della quarta davanti ai miei occhi si presenta una scena di quelle, ma di quelle, da super scoop.
I due piccioncini (Death e Francy), si stanno accuratamente controllando le tonsille a vicenda, e sono talmente presi da tale controllo, che non si accorgono nemmeno della mia presenza in primis e del mio successivo transito, sotto l’androne principale della quarta. Ovviamente, essendo un poco bastarda, dalla tracolla tiro fuori il mio cellulare e inizio a scattare foto. Questo materiale un giorno potrebbe tornarmi MOLTO utile!!!!
Con stampato in volto un sorrisetto che è un misto tra l’essere soddisfatta e l’essere maliziosa, eccomi davanti alla Casa del Leone.
 
Come sempre paleso la mia presenza, e questa volta la porta di casa mi viene aperta dal sorriso benevolo di una raggiante e sempre bellissima Marin.
La compagna di Aiolia, mi fa cenno di entrare, per poi dirmi.
Aiolia è nel suo studio privato, è la seconda porta sulla tua sinistra – mi sorride, poi – Io vado, con Shaina abbiamo in programma un allenamento speciale per le nuove reclute. Buona intervista.
Con un sorriso ringrazio e saluto la rossa, che contraccambiando oltrepassa la porta ma in uscita.
 
Raggiungo Aiolia nel suo studio privato, e dopo averlo salutato e lo ammetto ammirato (sto ragazzo è uno splendore, è un vero e proprio Bronzo di Riace, da quant’è perfetto), mi vado a sistemare sopra ad una piccola ma comoda poltroncina, mentre il padrone di casa si sistema su un divanetto a due posti.
Inizio con la prima domanda.
 
Mara: Che effetto ti fa riavere tuo fratello al tuo fianco?
Aiolia: i suoi occhi iniziano a luccicare, è visibilmente emozionato – Beh ovviamente è una gioia immensa poterlo riabbracciare dopo tanto tempo, ma soprattutto poter recuperare il tempo che ci è stato tolto è una gioia inimmaginabile.
Mara: Lo immagino, dimmi riesci a guardare Saga e Shura senza provare alcun sentimento ostile?
Aiolia: è decisamente tanto serio, troppo – Uhm, Shura non ha colpe per quello che ha fatto, purtroppo stava solamente eseguendo un ordine. Il risentimento un po' c’è, anche se poco alla volta diminuisce. Stessa cosa per Saga, anche lui deve aver sofferto tanto, le sue personalità erano perennemente in contrasto. Non capisci più nulla. Ovviamente, piano, piano, perdonerò pure lui, in quanto Aiolos lo ha già fatto.
Mara: mi sistemo meglio – Lia, come ti sentivi quando i tuoi compagni ti additavano come il fratello del traditore?
Aiolia: sospira – Devo dire che ne ho sofferto tantissimo, il fratello del traditore, e invece così non era, il fratello dell’eroe, semmai. Quello che mi fa stare ancora più male è che io stesso lo consideravo tale, non posso perdonarmelo per avere creduto anche per un solo istante che Aiolos fosse colpevole! – è particolarmente nervoso, ed io percepisco il suo stato d’animo.
Mara: Aiolos, aveva capito tutto meglio di qualunque altro. Un grande cavaliere ma soprattutto un grande uomo – faccio questa mia considerazione, mentre Aiolia si limita ad annuire. Gli porgo subito un’altra domanda: Da quale tra i tuoi compagni/amici ti sei sentito più “tradito” in quel periodo? Perché immagino che con qualcuno avevi già instaurato un’amicizia.
Aiolia: Sicuramente Milo – fa in un sussurro, abbassando un poco lo sguardo, poi – Quando non eravamo ancora Cavalieri la nostra era una bellissima amicizia, anche con Camus, ma lui non ha mai esternato il suo risentimento, forse per via del suo carattere.
Mara: Diciamo che Milo era una sorta di fratello per te? – lui annuisce, accavallando la gamba destra sopra alla sinistra – Aiolia, entriamo un po' nel privato della tua vita. Come ti senti di fronte al rapporto tra Aiolos e Saga?
Aiolia: Uhm – ci pensa un po' su, poi – Beh, Aiolos e Saga sono stati da sempre veramente tanto amici, poi è successo quello che tutti noi sappiamo – fa una pausa – Devo dire che sono molto contento che Saga non sia più posseduto, e che di riamando Aiolos lo abbia perdonato, che si siano ritrovati, e che la loro amicizia e il loro affetto che tanto li aveva legati un tempo, non siano mai cambiati.
Ammette in tutta sincerità. Una delle migliori caratteristiche di Aiolia è proprio quella di essere incredibilmente schietto e sincero.
Mara: Altra domanda un po' più particolare – gli sorrido, lui ricambia – Parlami del rapporto tuo e di Marin? Ora noi tutti siamo a conoscenza della vostra bellissima storia d’amore, ma un tempo noi fans pensavamo che la vostra unione, o meglio il vostro rapporto confidenziale, fosse solamente frutto della nostra fantasia, invece è tutto vero.
Aiolia: fa un sorrisetto, arrossendo lievemente – Allora non ti nego che ho avuto tante altre storielle in passato, ma per me lei è l’unica e ci amiamo a vicenda. Marin, mi è stata molto vicino soprattutto dopo la Notte degli Inganni, quindi si ti confermo che non c’è nessuna fantasia, ma è tutto vero, meravigliosamente vero – il suo bel sguardo prende a luccicare.
Mara: Bene, con le domande abbiamo terminato – faccio, poi alzandomi – Aiolia, grazie per disponibilità, sei stato gentilissimo!
Aiolia: Sono già finite?
Mara: Eh sì, perché?
Aiolia: Mah mi stavo divertendo. Pensa, giusto l’altro giorno se ne parlava con Seiya, Ikki e Hyoga e proprio quest’ultimo, ha detto testuali parole: ti fa un sacco di domande, ma poi alla fine solo ed esclusivamente per ficcanasare nella tua vita privata, quindi Lia stai all’occhio a quell’imbrattacarte da quattro soldi!!! – a sentire ciò inizio a prendere fuoco, ma lui non se ne accorge e continua…
Aiolia: Ma devo dire che invece Ikki ha speso parole buone nei tuoi confronti, anzi ti ha difeso: Ora dai Hyoga sei esagerato, fa le classiche domande, non mi sembra che sia mai andata fuori dal seminato!!!!
GRAZIE IKKI SEI UN TESORO!!!!
Penso tra me e me, poi rivolgendomi al Leone che mi sta guardando un po' preoccupato. Credo di essere in faccia del colore di un idrante!
Mara: Oh non c’è nulla di male sai! Poi è risaputo che tra me e il paperotto artico non corre buon sangue (potessi mi piacerebbe farlo diventare una granita, ovviamente al gusto cigno).
Aiolia: Mara, ma allora il vostro è amore! – mi blocco seduta stante, stavo giusto per salutarlo e uscire.
Mara: Eh!? Ma anche no!!!! – metto prontamente in chiaro, poi sorridendogli – Ciao Aiolia, e ancora grazie! – apro la porta.
Aiolia: Oh di nulla, grazie a te. E alla prossima! – mi urla dietro visto che io sono già nel corridoio.
Mara: Contaci!!!!
 
Pufffff
Sbuffo sonoramente mentre prendo a scendere giù per la solita, lunga, noiosa, scalinata.
Fortuna che i due piccioncini si sono eclissati dentro la quarta, almeno mi risparmio il loro bel spettacolo.
Durante la discesa penso al da farsi…
Dove vado?
Che faccio?
Per la cena è ancora presto….
Ideona!
Vado a Rodorio, nel solito nostro bar….
Entro nella nostra taverna preferita e mi ritrovo ad essere in compagnia delle miss del Santuario.
Seiya, Shiryu, Ikki, Shun e la bella bionda, sono tutti e cinque radunati al nostro solito tavolo!!!!
HYOGA ORA SEI TUTTO MIOOOOOOO!!!!!!
 
THE END!!!!!
Bene anche il micio è stato intervistato.
Chi sarà il prossimo, o la prossima?
Eh questo miei cari NON vi è dato a sapere!!!!
Baciotti.
La vostra inviata speciale, Mara!
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
Alla prossima!
VanityG.
 

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Capitolo 18
*** Intervista a Lady Pandora Heinstein. ***


Intervista a Lady Pandora Heinstein.
 
Quest’oggi sono particolarmente felice, perché ho in programma una bella intervista.
E già, si tratta proprio del mio personaggio femminile preferito, lei, la Regina degli Inferi, la Somma Lady Pandora.
 
Con una certa puntualità arrivo davanti al locale dove io e la mia intervistata ci siamo date appuntamento, e la prima cosa che compare davanti al mio campo visivo è proprio la figura di Lady Pandora nella migliore veste di sé.
Il suo splendido corpo è magnificamente fasciato all’interno di una sensualissima tuta in latex, ovviamente di colore nero.
 
La raggiungo, continuandone ad ammirarne la bellezza che emana, mentre che lei mi rivolge un sorriso che a mia volta ricambio.
Dopo i soliti convenevoli prendiamo posto ad un tavolino un bel po' più appartato, e veniamo subito raggiunte da una delle tante cameriere che prontamente si prende in carico le nostre ordinazioni.
 
Tra un sorso e l’altro diamo inizio anche a questa intervista.
 
Mara: Pandora, parlando del tuo rapporto con il Sommo Ade, ed essendo tu comandante dei suoi Spectre, ti ritieni più sua sorella o una sua serva?
Pandora: Sinceramente non mi sono mai considerata essere una serva del Sommo Ade, ma a dirla tutta nemmeno una sorella. Sono semplicemente una sua seguace che ha ottenuto con la devozione e il sacrificio la sua completa fiducia e mi ritengo onorata di questo – fa con fermezza, ben convinta delle parole che ha appena pronunciato. Almeno questa è la mia sensazione.
Mara: Dimmi un po' ma come funziona la collana che Ade stesso ti ha donato?
Pandora: Purtroppo questa è una cosa di cui non posso parlare – mi sorride, poi guardandomi negli occhi – Ho giurato assoluta fedeltà e inoltre sono tenuta alla riservatezza.
Mara: Capisco e comprendo – mi sistemo meglio – Pandora il tuo mondo ad un tratto si fece talmente grigio e tetro tanto che non riuscisti più a distinguere appieno i colori. Una cosa del genere deve essere stata frustante – termina di sorseggiare e stacca le labbra dalla cannuccia.
Pandora: Guarda, frustante è poco perché ti confesso che è stato il momento più terribile della mia vita – la sua voce è in un sussurro, poi cercando di riprendersi – Ma nonostante tutto sono riuscita a superarlo, faticando molto lo ammetto – i suoi meravigliosi occhi esprimono sincerità – Sono praticamente certa che sia stata una prova per permettermi di diventare il capo in carica delle truppe dell’oltretomba. Il Sommo Ade facendo così ha avuto le proprie conferme.
Mara: Sicuramente, ha voluto essere certo delle tue capacità – lei annuisce, mentre io le porgo un’altra domanda – Pandora, dimmi ma quella stessa collana l’hai poi data ad ikki per raggiungere l’Elysion. In pratica facendo così lo hai aiutato. Se tornassi indietro, lo aiuteresti e salveresti nuovamente?
Pandora: Sì – fa con fermezza, poi – Certamente lo farei ancora, perché nonostante tutto credo nella giustizia e inoltre faccio parte del genere umano che il mio signore voleva distruggere, così senza un buon motivo – si sistema meglio, attaccandosi poi alla cannuccia del suo drink.
Mara: Questa cosa ti fa molto onore, il tuo gesto ha permesso a tutti noi di continuare a vivere – le sorrido grata, lei staccando le labbra dalla cannuccia ricambia, poi – Sinceramente, ma cosa ti ha spinto ad aiutare ikki, oltre alla sua determinazione?
Pandora: Guarda, oddio, in tutta onestà non lo so, però so che era qualcosa più forte del mio volere, quello certamente – appoggia elegantemente entrambi i gomiti sopra al ripiano del tavolino, intrecciando le mani, e poggiando il mento su di esse – Ma guardandolo attentamente ho letto nei suoi occhi che lui e i suoi compagni potevano salvare il mondo. E fortunatamente ci sono riusciti.
Mara: Quando ti sei liberata della collana donandola di fatto ad ikki, sei tornata a vedere i colori, immagino che sarà stata una bella sensazione. Parlamene un po'?
Pandora: Devo ammettere che è stata una sensazione stranissima, perché dopo anni di soli bianco e nero, ad un tratto poter finalmente rivedere il rosso, il blu, il giallo, il verde, e tutti gli altri meravigliosi colori è stato come riprendere a respirare, a vivere, ma tale sensazione non si può spiegare a parole. Almeno, io non ci riesco.
Mara: Quando Rhadamanthys disobbedì agli ordini, tu lo torturasti. Sinceramente cosa hai provato in quel momento? Avresti voluto non farlo? Oppure no?
Pandora: abbassa lo sguardo, facendo un piccolo cerchio sopra al tavolino col dito – Dolore – fa in un sussurro, poi con gli occhi lucidi – Lo ammetto in quel periodo amavo molto Rhada. Io e lui avevamo un rapporto strettissimo, troppo, ed era come se stessi torturando me stessa insieme a lui, ma non avevo avuto altra scelta, perché in qualità di comandante di fatto ero obbligata a farlo.
Mara: Una brutta situazione. L’amore e il dovere quando si trovano nella stessa cosa è un casino – faccio questa mia considerazione ad alta voce, mentre Pandora rabbuiandosi annuisce. In parte sto percependo la sua sofferenza ripensando a quel momento, ma purtroppo devo porgerle un’altra domanda – Pandora dimmi, provi odio nei confronti di Thanatos per quanto ti ha fatto?
Pandora: Sì e pure tanto, anzi tantissimo – ringhia quasi. Il suo bel volto si indurisce. Capisco e comprendo tutto il suo rancore.
Mara: Hypnos e Thanatos ti hanno mai intimorita? La loro ingombrate presenza che influenza aveva su di te?
Pandora: Ma certamente, soprattutto all’inizio moltissimo, poi ho capito la mia forza e il mio ruolo che dovevo avere nelle schiere del Sommo Ade, e quindi la paura un poco è calata anche se il timore è comunque rimasto, sono pur sempre dèi – poi guardandomi negli occhi, anzi puntando i suoi occhi viola nei miei castani – Influenza non ne hanno mai avuta, ma ho sempre preferito tenermeli entrambi piuttosto alla larga, meno li vedevo e meno ci avevo a che fare, per me meglio era – asserisce quasi piccata. Io comprendo che devo cambiare argomento. Percepisco che si sta innervosendo.
Mara: Uhm, parlami un po' del tuo rapporto con le donne – sorrido, poi vedendo che il suo sguardo si fa piuttosto interrogativo specifico – Nel senso, hai delle amiche con cui condividere le cose e i discorsi tipicamente femminili?
Pandora: Ti dirò – si fa piuttosto pensierosa, poi – Uhm, in passato no, non avevo nessuna amica. Figurati, gli Inferi sono popolati per la maggior parte solo da uomini, ma da quando siamo in pace, si ho avuto la fortuna di conoscere e quindi frequentare alcune ragazze, ma tra tutte ho stretto amicizia solo con Hilda di Asgard, non so la trovo essere molto affine a me.
Mara: Bene Pandora, con quest’ultima domanda che ti ho appena fatto abbiamo terminato.
Pandora: Ok, ma possiamo stare qui a chiacchierare ancora un po' se per te non è un problema?
Mara: Assolutamente no.
Pandora: Sai ti confesso che mi sto trovando bene in tua compagnia, e sinceramente non l’avrei mai e poi mai pensato – mi osserva di sottecchi. Sta aspettando la mia reazione. Ne sono praticamente certa.
Mara: Guarda, se devo essere sincera pure io mi sono trovata bene a conversare con te – affermo con sincerità, poi giusto per stuzzicarla – E comunque pure io non l’avrei mai detto! Sai?
Pandora: Davvero? – spalanca gli occhioni – E perché mai?
Mara: Uhm, mi hai sempre dato l’idea di essere una che se la tira più del dovuto!
Pandora: scoppia a ridere – Anche io ho avuto lo stesso pensiero su di te!
A questo punto scoppiamo a ridere entrambe.
Mara: Proprio vero che l’apparenza inganna.
Pandora: Altroché! – mi sorride, mentre con la mano destra fa segno alla cameriera di venire al nostro tavolo, per portarci un’altra bevuta. La terza per la precisione.
 
Io e la Dark Lady degli Inferi passiamo tutto il pomeriggio assieme, praticamente immerse tra le vie di Rodorio a fare shopping, e non contente decidiamo anche di cenare assieme, scoprendo così molte altre cose e passioni che abbiamo in comune.
Inoltre tra una chiacchiera e l’altra ci siamo anche confidate alcuni piccoli segreti, che essendo entrambe della Vergine sapremo ben costudirli.
 
Bene, anche questa intervista con extra annesso è andata.
Ci vediamo prossimamente!
Un grandissimo abbraccio.
La vostra “adorata” “tanto amata” reporter Mara!
 
Grazie per la lettura.
Un abbraccio, VanityG!
 

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Capitolo 19
*** Intervista a Dohko di Libra. ***


Intervista a Dohko di Libra.
Ma salve bella gente.
Come va?
Spero bene.
Dunque, dunque, anche per questa giornata ho in agenda una nuova intervista, e tocca proprio a lui, al venerabile maestro Dohko di Libra, meglio conosciuto come il maestro dei Cinque Picchi. Ed è proprio lì che sto andando.
 
Seguendo le indicazioni che la Dea Athena mi ha gentilmente fatto avere, senza un minimo di fatica ecco che mi ritrovo al famosissimo Cinque Picchi. Con una buona dose di curiosità (che ho sempre), prendo ad osservare questo luogo a dir poco magnifico.
Visto che sono qua ne approfitto per scattare qualche foto perché ne vale davvero la pena, ma soprattutto non so se in futuro riuscirò nuovamente a venire da queste parti.
Sempre continuando a scattare foto su foto, eccomi arrivare davanti alla piccola pagoda interamente costruita in bambù, dimora infatti dell’anziano, ops, ex anziano, ora è un giovincello bello ruspante, Maestro Libra.
Come sempre decido di palesare la mia presenza, e poco dopo dall’uscio di casa vedo apparire l’esile figura che appartiene alla dolce Shunrei.
 
Seguo la fidanzata di Dragone all’interno della piccola ma molto accogliente dimora, fino a quando la ragazza si blocca dinanzi ad una porta, e con un bel sorriso mi comunica che il Maestro mi sta aspettando all’interno di questa.
Per la seconda volta saluto e ringrazio Shunrei, poi voltandomi busso delicatamente, aspettando che mi venga dato il permesso di entrare.
 
Una volta che prendo posto dinnanzi al Maestro e dopo averlo salutato inizio a porgergli la prima domanda.
 
Mara: Dohko, sono quasi 300 anni vissuti come Cavaliere d’Oro protettore di Athena. Parlaci di questa lunga ed intensa esperienza?
Dohko: Allora, la mia esperienza in questi anni è qualcosa su cui andare fiero penso che rifarei tutto. Mi ha fatto crescere come persona, quando ho iniziato l’addestramento a Cavaliere ero un ragazzo scapestrato che ce l’aveva col mondo intero, ero un orfano. È solo grazie al mio maestro che mi ha preso sotto la sua ala protettrice che sono quello che sono ora.
Mara: Sei un buon amico sia di Shion che di Mur. Come mai si è creato questo feeling proprio con i Cavalieri dell’Ariete, secondo te?
Dohko: Uhm – ci pensa su, poi – Penso di essere diventato un buon amico di Shion perché sin da subito ci hanno addestrato insieme. A dire la verità ci conoscevamo già da prima di diventare Cavalieri. E penso che il fatto di affrontare insieme le difficoltà e le fatiche per diventare Cavalieri ha fatto in modo che la nostra amicizia si rafforzasse. Per quanto riguarda Mur la nostra amicizia è nata grazie al fatto che dopo la dipartita di Shion mi sia occupato di continuare il suo addestramento.
Mara: Parlaci dei Taonia, il gruppo di guerrieri di cui facevi parte – mi sistemo meglio.
Dohko: Che devo dire? Uhm, allora Taonia, sono un gruppo di monaci taoisti. Mi allenavo con loro prima di diventare un Cavaliere. Sinceramente altro non saprei dirti – fa in tutta onestà.
Mara: Non ti preoccupare va benissimo così – gli sorrido, poi – Dimmi, sei orgoglioso di Shiryu?
Dohko: i suoi occhi prendono a luccicare – Si, sono molto orgoglioso di Shiryu, lo reputo un buon guerriero e una persona su cui poter sempre contare. Un buon amico che darebbe la sua vita per la giustizia. Penso che il suo sacrificio contro Shura sia stato necessario proprio per il suo senso di giustizia verso l’umanità e la Dea Athena. Un’altra cosa riguardo al sacrificio di Shiryu contro Shura, è vero era inevitabile ma ho molto sofferto per la decisione presa perché in fondo oltre ad essere il suo maestro lui per me è come se fosse un figlio – la sua voce si è increspata, denoto tutta la sua emozione.
Mara: Lo penso pure io – dico riferendomi all’atto estremo compiuto da Dragone, lui si limita ad annuire – Dohko, se ti nominassi Death Mask, quali sensazioni provi nel sentire quel nome?
Dohko: Oh, Death Mask, per lui mi verrebbe in mente solo una parola: Stolto! – scoppia a ridere, subito seguito da me, ovviamente. Poi si ricompone, anzi ci ricomponiamo – Mara guarda a parte gli scherzi, lui è un guerriero potente, e penso che sia meglio averlo come alleato che come avversario.
Mara: Decisamente – gli sorrido, poi – Cosa hai provato nel rivedere Shion ma come servo si Ade? In pratica come tuo nemico, ma soprattutto nemico della Dea Athena?
Dohko: Cosa ho provato nel rivedere Shion a servizio di Ade? Sgomento e delusione all’inizio ma poi ho compreso che la sua era tutta una montatura per permettere ad Athena di avere la sua armatura Divina e poter andare di persona a sconfiggere Ade.
Mara: Parlaci delle armi che fanno parte dell’armatura di Libra?
Dohko: Per quanto riguarda le armi ne vado molto fiero – fa pavoneggiandosi un poco, poi – E per questo devo ringraziare la dea Athena. Mi fa piacere metterle a servizio degli altri Cavalieri quando ve ne è di bisogno.
Mara: Parlaci del tuo migliore attacco: l’onda dei cento draghi del monte Lu.
Dohko: Uhm, allora il mio attacco migliore direi che è l’arma finale per sconfiggere un nemico, l’arma più potente che ho a mia disposizione.
Mara: Cosa rappresenta la Tigre per te?
Dohko: Cosa rappresenta la Tigre per me? Direi che è il mio animale guida ma c’è anche una spiegazione che fa riferimento alla mia nascita in pratica. Al momento della mia nascita avevo sul corpo delle voglie che messe insieme formavano il volto di una Tigre.
Mara: Figo! – dico riferendomi alle voglie poi sorridendogli – Dohko, il tuo aiuto più grande?
Dohko: Uhm – aggrotta le sopracciglia, ci pensa su, poi – Devo dire che tutti gli anni di tanta meditazione fatta in questo luogo, mi ha aiutato parecchio a gestire al meglio la sofferenza patita durante l’infanzia e l’adolescenza.
Mara: Il tuo difetto più grande? – lancio, lui sorride.
Dohko: Davvero lo vuoi sapere? – annuisco – Dunque, dunque, il mio difetto più grande? Essere uno scapestrato e ogni tanto alzare un po' il gomito! – e scoppia in una risata fin troppo sentita. Io ovviamente lo seguo a ruota – A proposito, ti va di bere in mia compagnia un sorsetto di Baijiu? – mi domanda, mentre nel frattempo si alza.
Mara: Sinceramente non ho la pallida idea di cosa si possa trattare, ma si. Va bene, assaggiamolo!
Dohko: Sono certo che ti piacerà e che mi chiederai il bis se no il tris – afferma avviandosi verso di me con in entrambe le mani occupate da due bicchieri – Tieni – e me ne porge uno. Con un sorriso gli dico – Grazie – e inizio a sorseggiare.
Anche il Cavaliere di Libra inizia a sorseggiare solo che manda giù il contenuto in un solo sorso.
Dohko: Com’è? Mi sembra essere di tuo gusto, o sbaglio?
Mara: Ottimo – dico staccando le labbra dal piccolo bicchierino – Sa parecchio di Orzo – faccio questa mia constatazione, riprendendo a sorseggiare.
Dohko: L’orzo è tra gli ingredienti principali, poi viene usato il riso glutinoso, frumento, miglio e la Lacrima di Giobbe – e qui spalanco gli occhi, lui capisce la mia richiesta e la mia più totale ignoranza, e inizia a spiegarmi cos’è questa Lacrima di Giobbe.
Ve lo giuro, durante il lungo sermone ho rischiato seriamente di addormentarmi, anche perché nel frattempo mi sono scolata altri due bicchierini di questo favoloso distillato.
Dohko: Ehi Mara, tutto bene? – sento in sottofondo la voce del Roshi.
Mara: sobbalzo – Si, si, Maestro. Forse mi sono rilassata un po' troppo – dico tirandomi su. Si nota, ero completamente sdraiata sopra al morbido sofà, col micio del maestro a mo’ di cuscino.
Dohko: Hai ancora sete?
Mara: Assolutamente no.
Dohko: Ma con l’intervista abbiamo terminato o no? – accarezza il micio. Gli è appena saltato in grembo.
Mara: Oddio! – mi alzo e vado a recuperare il mio blocchetto, controllo – Si, direi che altre domande non ce ne sono.
Dohko: Ok, allora ti posso invitare a cenare qui? – fa un sorrisetto – Rey ha preparato della zuppa a dir poco deliziosa.
Uhm quasi, quasi, accetto l’invito.
Mara: Va bene Maestro si può fare.
 
E così dicendo io e il venerabile Dohko di Libra ci avviamo verso la cucina, iniziando ad imbastire tra chiacchere e risate, quello che servirà per preparare la nostra cena.
 
Mi sono fermata ai Cinque Picchi in compagnia del Roshi e Rey per due giorni pieni. Dopodiché a malincuore ho dovuto salutarli e raggiungere nuovamente il Grande Tempio. Altre interviste mi stanno aspettando.
Un abbraccio.
La vostra reporter Mara!
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
Alla prossima, VanityG.

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Capitolo 20
*** Intervista ad Aldebaran di Taurus. ***


Intervista ad Aldebaran di Taurus.
Hola miei cari.
Anche quest’oggi sono in azione, una nuova intervista mi sta aspettando o meglio Aldebaran del Toro mi sta aspettando.
 
Arrivo col fiatone dinanzi al tempio del Toro. Mi fermo un attimo, ma giusto per prendere fiato, dopodiché inizio a salire su per i gradoni che portano proprio davanti all’ingresso principale della seconda.
Come sempre paleso la mia presenza, e subito dopo il portone d’ingresso si apre. Il padrone di casa mi accoglie con un abbraccio stritola ossa. Mi fa mancare l’aria e il respiro. Fortuna che decida di allentare un poco la presa, o ci sarei rimasta secca seduta stante.
Respirando a fatica entro all’interno della casa del Toro, notando come tutto l’ambiente circostante sia di una semplicità incredibile. Proprio vero che tale padrone tale casa! Ovviamente, al mio senso olfattivo non sfugge il persistente odore di carne che proviene dalla cucina. E ciò mi sta creando un po' di problemi, dato che io e la carne in generale non andiamo d’amore e d’accordo. Vabbè.
In religioso silenzio seguo il Cavaliere del Toro, continuando a volgere il mio sguardo castano un po' ovunque. La curiosità dopotutto non mi manca affatto.
La nostra destinazione finale è la piccola ma confortevole veranda che è situata nel retro della casa.
 
Senza perdere tempo inizio a porgere ad Aldebaran la prima domanda.
 
Mara: Dimmi, ma chi è davvero Aldebaran del Toro?
Aldy: Aldebaran è un uomo molto diverso dai suoi colleghi. Fisicamente è più robusto e di certo anche più forte – ride sguaiatamente – Scherzi a parte mi ritengo un uomo come tutti gli altri. Sono allegro, una buona forchetta, forte se me lo concedi ma anche serio e leale verso i compagni.
Mara: Dopo che lasciasti passare i bronzini, Mur ti raggiunse e ti disse che avresti potuto tranquillamente batterli con un solo dito. È vero?
Aldy: sorride – Vedi, in uno scontro non conta solo la forza fisica che uno ci mette ma anche la passione, la grinta e la prontezza di spirito. Avrei potuto sconfiggerli tutti? Uhm, forse sì, ma il loro animo era buono e nel giusto quindi non potevo fare altro che lasciarli passare.
Mara: Hai fatto la cosa più giusta – gli sorrido, lui ricambia, poi continuo – Si dice che il Sacro Toro sia uno dei colpi fisicamente più potenti. Per te è così o pensi che ce ne siano dei migliori?
Aldy: mi sembra essere un po' imbarazzato, ma sinceramente non ne capisco il motivo – Allora, per far sì che il Sacro Toro sia veramente efficace, bisogna usare tutta la forza che si ha in corpo. Vedi Mara, la caratteristica più interessante dei colpi del Toro credo sia la posizione. Attacco e difesa prevedono il tenere le braccia incrociate o al massimo protese in avanti.
Mara: Indubbiamente – faccio questa mia considerazione ad alta voce, lui annuisce, io procedo – Cosa rappresenta ad oggi il fiore viole che quella ragazzina ti donò? Ci ripensi a quel momento?
Aldy: noto che i suoi occhi sono lucidi, sicuramente starà ripensando a quella ragazzina – Quel piccolo gesto che a molti può sembrare banale, per me è significato tutto. Avrei voluto che quel fiore durasse in eterno ma purtroppo così non è stato. Nemmeno Aphrodite avrebbe potuto fare qualcosa – sorride, poi tornando subito serio – Quello è stato un dono di apprezzamento per quanto fatto per la popolazione; un piccolo gesto con un immenso significato.
Mara: Sicuramente, Aldy dimmi ma sotto quella scorza dura che tipo di uomo si nasconde?
Aldy: Cosa si cela davvero sotto l’armatura del Toro? Un uomo molto sensibile e romantico oltre che un buon amico o almeno, così spero di essere – mi punta i propri occhi nei miei.
Mara: Lo sei sicuramente – aggiungo, poi – Cosa pensi quando osservando il tuo elmo ti torna alla mente il momento in cui Seiya ti staccò uno dei corni?
Aldy: Un poco di rabbia per non essere riuscito a prevedere quel colpo di Seiya tutt’ora la provo seppur minima ma sono anche orgoglioso di lui. Ha dimostrato di essere fedele alla Divina Athena e di essere anche pronto a sacrificarsi per lei proprio come un vero Gold Saint. L’elmo senza un corno rappresenta la mia sconfitta in un certo senso, ma mi sta bene. Seiya si è meritato il passaggio dalla seconda casa più di tutti, forse.
Mara: Cosa hai pensato quando ti ritrovasti d’innanzi a Saga e gli altri Cavalieri con indosso la Surplice?
Aldy: si rabbuia e abbassa gli occhi, poi appena li rialza – Rabbia, sgomento, stupore e delusione. Non potevo credere ai miei occhi; Saga, Camus e Shura che stavano provando a passare le dodici case per un motivo opposto all’idea di giustizia e amore, ma fortunatamente, fu tutto un inganno atto a sconfiggere Hades.
Mara: E ha funzionato a meraviglia – aggiungo, sistemandomi meglio – Dimmi, un perfetto Cavaliere del Toro quali qualità deve possedere?
Aldy: Due tipi di forza in primis: sia quella fisica che quella di volontà. Deve essere pronto a sacrificarsi per un bene superiore rimanendo sempre fedele alla Giustizia e ai propri amici fino alla fine. Deve anche sembrare duro in apparenza ma anche lasciarsi andare al momento giusto.
Mara: Ami più mangiare o bere? – gli chiedo a bruciapelo. Lui mi guarda scioccato, poi….
Aldy: scoppia a ridere a più non posso – Direi entrambi a parimerito. Non dico mai di no ad una porzione abbondante di qualsiasi cibo o ad un buon bicchiere di vino, o boccale di birra che sia.
Mara: Sono assolutamente della tua stessa idea – gli sorrido ma giusto per poi lanciargli una domanda un po' particolare – Sei innamorato?
Aldy: arrossisce visibilmente imbarazzato – Bè Mara, io non sono uno che parla degli affetti privati tantomeno se riguardando questo argomento. Alcune persone mi ritengono “brutto” a differenza degli altri miei colleghi, ma ti assicuro che per fortuna molte non si soffermano solo sull’aspetto fisico. Sono innamorato? Può darsi di sì come può darsi di no – sorride.
Mara: Ok va bene, come non detto – gli sorrido, ma dentro di me penso. Lo sei, e prima o poi scoprirò chi è la fortunella. GARANTITO!!!!!!
Aldy: Grazie – mi sorride, poi – Vado a controllare la mia pietanza, aspettami qua – mi dice alzandosi, e scomparendo dal mio campo visivo. Io in risposta annuisco con la testa in senso affermativo.
 
Dopo poco ecco nuovamente che vengo raggiunta dal Cavaliere del Toro che con su stampato un sorrisone a trentadue denti mi dice.
Aldy: Mara, il roast beef è pronto! Sei mia ospite! – annuncia mentre io lo guardo stralunata.
Ora, come glielo dico che ODIO profondamente la carne e solo il sentirne l’odore mi aveva provocato un voltastomaco della madonna!? CRIBBIO!!!!
Aldy: Allora? Devo pensare che la mia compagnia non sia di tuo gradimento? – lancia, incrociando le braccia al petto.
Mara: No, no, ma figurati – inizio a sudare freddo – Anzi, è sempre un piacere stare in tua compagnia….
Aldy: Bene, allora lo prendo per un sì – mi sorride, poi – Visto che il pezzo di carne è bello grosso, potresti chiamare la tua socia, quella che pare essere sempre sognate….
Mara: Va bene – faccio mestamente, accettando l’invito, poi – No, no Francy vedi è troppo impegnata a slinguazzarsi col porco della quarta Casa! – asserisco, mentre lui mi guarda scioccato.
Aldy: Mask?
Mara: Yeppp!!!!
Aldy: Coraggiosa lei…
Mara: Molto…
Nel frattempo arriviamo in cucina, e niente a sentire il forte odore di carne per poco non sbatto per terra.
Mi ricompongo e dopo esserci sistemati a tavola iniziamo a mangiare.
Lo ammetto sto facendo una fatica tremenda, ogni boccone da mandare giù è un peso. Fortuna che Aldy abbia messo in tavola del buon vino almeno con quello posso inebriare del tutto i miei sensi!!!!
 
Fiuuuuuu, sono sopravvissuta. Ma tra il cibo super piccante di Dohko e la carne di Aldy ho rischiato di vomitare pure l’anima.
Ma perché vogliono farmi mangiare le loro prelibatezze!?
Io ne farei volentieri a meno.
 
Anche questa intervista (con cena annessa) è andata.
Ci vediamo alla prossima…
Con…
SORPRESA!!!!!
Un abbraccio, la vostra “amata” e tanto “adorata” reporter, Mara!
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
Un abbraccio, VanityG.

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Capitolo 21
*** Intervista a Marin dell'Aquila. ***


Intervista a Marin dell’Aquila.
 
Ma salve bellissima gente.
Come va?
Spero bene!!!
Dunque, dunque, anche per questa giornata ho in agenda una nuova intervista, e sarà rivolta a lei, la bellissima Marin dell’Aquila.
 
Io e Marin ci siamo date appuntamento nella piazzetta centrale di Rodorio, quella dove solitamente vi viene sistemato il mercato. Arriviamo alla medesima ora, e in questo momento siamo sistemate attorno ad un tavolino, in una delle tante taverne che sono presenti in questo luogo a dir poco particolare.
Tra una sorseggiata e l’altra, inizio a porgere alla rossa la prima domanda.
 
Mara: La prima cosa che mi verrebbe da chiederti è quanta pazienza deve avere un qualsiasi maestro col suo allievo. Specie se quell’allievo si chiama Seiya – trattengo un sorrisetto, ma noto che anche lei lo sta facendo.
Marin: Uhm ti dirò, con Seiya ci vuole davvero tanta, tantissima pazienza, però è un allievo forte tenace e apprende subito le tecniche di combattimento.
Mara: Su quello ne sono certa – mi riferisco alla tenacia, per il resto ho qualche dubbio, le sorrido, poi – Marin, cosa rappresenta l’Aquila per te?
Marin: Beh, l’Aquila per me è simbolo di libertà, è un essere forte e potente ma anche protettivo verso i suoi simili.
Mara: Pensi che Shaina in quel famoso scontro con te sarebbe andata fino in fondo se non fosse intervenuto Aiolia?
Marin: Sinceramente, conosco molto bene Shaina e dubito che sarebbe andata fino in fondo, ha un carattere che a volte sovrasta anche il mio, quando combatte sembra tirar fuori tutta la sua energia, ma è una ragazza che nasconde molte fragilità, anche se lei non lo ammetterà MAI! – lo penso pure io.
Mara: Lo penso pure io, ma dopotutto è un Ariete – le sorrido – Visto che l’abbiamo appena tirata in ballo, parlami del tuo rapporto con proprio con Shaina – finisco il mio drink.
Marin: Il mio rapporto con Shaina è un rapporto di amore/odio diciamo così, io cerco di avere un atteggiamento più tranquillo e pacato, lei invece tende al comando e diventa molto aggressiva a volte, così devo intervenire per calmarla.
Mara: Ma forse è questo il segreto della vostra amicizia. Siete diverse ma avete gli stessi ideali di giustizia – lei annuisce, terminando il suo drink, mentre io continuo con le domande – Svuotare la mente dai pensieri per neutralizzare Asterion, non deve essere stato facile. Parlacene.
Marin: In quelle situazioni devi avere una grandissima concentrazione mentale, quasi estraniarti dal mondo che ti circonda e appena possibile tirare il colpo che ti permette di sovrastare il nemico.
Mara: Calma e sangue freddo, dico bene?
Marin: Esatto, sono due armi molto importanti.
Mara: In una battaglia hai ceduto la tua maschera a Seiya per impedire che le rose di Aphrodite lo stendessero. E se il tuo allievo ti avesse guardato il viso?
Marin: Mara non so risponderti con sincerità a questa domanda, sarei un’ipocrita a dirti che non mi sarebbe importato se mi avesse visto in volto, però in certe situazioni devi fare ciò che è giusto per proteggere le persone a cui tieni – risponde con determinazione, e posso dire che non le manca affatto.
Mara: Faresti ritorno in Giappone? E magari, ci torneresti con Aiolia?
Marin: Ora come ora mi piace il posto nel quale mi trovo, ma certamente non disdegno un giorno di tornarci, Aiolia, uhm, beh sì, non posso negarlo – è un po' in imbarazzo. Ma io che sono un poco stronzetta continuo…
Mara: Dicci la verità: cosa c’è tra te e Aiolia per davvero? – sorrido melliflua.
Marin: Tra me e Aiolia c’è un bellissimo rapporto, ma non credo sia quello che volete davvero voi tutti qui al Grande Tempio – arrossisce mentre parla – Ma mi piacerebbe essere qualcosa di più per lui – mi guarda di sottecchi. Lo so che non vuole sbilanciarsi troppo, ma tra loro c’è molto di più di quello che danno a vedere. Decido di non indagare oltre, almeno per ora, e le porgo l’ennesima domanda.
Mara: Sei diventata sacerdotessa e addestratrice. Cosa può diventare ancora Marin?
Marin: Io prego e spero, in un futuro non molto lontano, di poter essere una semplice ragazza, amata e rispettata dall’uomo che ha al suo fianco, per adesso però mi limito ad essere quello che sono. Una sacerdotessa – i suoi occhi luccicano. Questa ragazza è di una dolcezza disarmante.
Mara: Alle ragazze che vorrebbero diventare sacerdotesse, cosa consiglieresti?
Marin: A tutte le ragazze che vogliono diventare sacerdotesse posso solo dire. IMPEGNATEVI, e seguite sempre i vostri sogni, a prescindere se siano grandi o piccoli, diventare sacerdotesse è un onore ma anche un onere.
Si hanno molte responsabilità e spesso si è giudicate – nel frattempo terminiamo la nostra seconda bevuta.
Mara: Le responsabilità non mancano affatto, ma avete anche delle belle soddisfazioni – faccio questa considerazione, lei annuisce alle mie parole.
Marin: Si, quelle le abbiamo – conferma, poi sorridendomi – Grazie mille Mara per avermi dedicato un po' del tuo prezioso tempo, ora vado a vedere cosa sta combinando il mio allievo, non vorrei facesse qualcosa di avventato!
Entrambe scoppiamo in una risata fin troppo sentita. Seiya e i guai, combinazione perfetta!
Mara: Marin, sono io che devo ringraziare te. In primis per la tua grande disponibilità e per la tua proverbiale gentilezza! – le tendo la mano destra in segno di saluto, che lei prontamente ricambia.
 
Usciamo dal locale, percorriamo un breve tratto di strada continuando a parlottare tra noi, arrivate al primo bivio ci dividiamo. Io prendo la stradina sulla mia sinistra, lei prende quella che volta a destra.
Lo so che non dovrei fare ciò, ma la curiosità fa parte della mia persona.
Faccio finta di osservare la vetrina di un negozio di calzature ma con la coda dell’occhio, tengo sotto controllo la rossa. Furbescamente, aspetto che si allontani un poco e poi decido di seguirla, insomma, la pedino.
Mi accosto bene alla facciata delle varie casupole che compongono il centro di Rodorio, e voltato l’angolo i miei occhi vedono quello che alla fine immaginavo di vedere!!!
Marin e Aiolia, si stanno accuratamente, molto accuratamente, controllando le tonsille a vicenda!
Ovviamente, mi metto a scattare foto su foto!
Questo MATERIALE un giorno mi potrebbe tornare MOLTO utile!!!!
Con un sorrisone stampato in volto mi avvio verso il Santuario, ma la mia ilarità dura poco.
La visione di Kanon con una nuova fiamma, ha un bruttissimo effetto su di me!!!
 
Anche questa intervista è andata, ci vediamo prossimamente con….. SORPRESA!!!!
La vostra “amata” “adorata” reporter Mara!!!
Colei che scrive.
Come sempre vi ringrazio per la lettura.
Un grandissimo abbraccio.
VanityG.
 
 
 

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Capitolo 22
*** Intervista a Julian Solo. Poseidone. ***


Intervista a Julian Solo – Poseidone.
 
Ehilà, eccomi nuovamente in azione! Questa volta però mi sto avviando in fondo al mar, eh già proprio nel regno sottomarino del Dio dei mari, Poseidone.
Come al mio solito arrivo tutta trafelata davanti all’imponente tempio sottomarino dove al suo interno dimora il dio dei mari.
Con sguardo circospetto mi guardo attorno, mi è parso di udire un canto o meglio una lagna, e difatti non mi sono sbagliata.
Davanti a me si materializza lei, Thetis di Mermaid.
Lo ammetto, a me sta biondina slavata mi sta sugli zebei.
Thetis senza nemmeno salutarmi mi sorride facendomi segno di seguirla all’interno del palazzo.
Senza spiaccicare parola alcuna percorriamo un lunghissimo e buio corridoio, e alla fine di questi si intravvede la luce che illumina la grande stanza attraverso un lucernaio.
-Il mio Signore è oltre questa porta, ti sta aspettando – mi comunica indicandomi con un cenno della mano la porta o meglio l’enorme portone laccato oro che mi ritrovo davanti. Poi senza aspettare un mio riscontro gira sui tacchi e sculettando prende a rifare a ritroso il lunghissimo corridoio. Per un’istante la fisso mentre si allontana e tra me penso: Belin se sei odiosa!!!
Busso, e dopo aver ricevuto il permesso faccio la mia timida entrata. Oh, si tratta di un dio mica pizza e fichi.
Julian mi accoglie con un sorriso da svenimento immediato, e dentro di me una domanda prende il largo.
Ma Athena come ha fatto a dirgli di no? Come ha fatto a rifiutare la corte di questo bel pezzo di merluzzo qui?
Mah, proprio vero che chi ha il pane non ha i denti e chi ha i denti non ha il pane, in questo caso il manzo sottomarino.
Facendo la gnorri mi avvio verso la poltroncina che il buon Juli mi sta indicando.
Mi sistemo e dopo averlo ringraziato inizio a porgergli la prima domanda.
 
Mara: Come mai hai scelto la famiglia Solo come ospitante? E perché proprio Julian?
Poseidone: Perché mi hanno detto che potevo possederne uno Solo alla volta e mi sono confuso – sgrano gli occhi. Ma che razza di risposta è? Faccio finta di nulla e proseguo.
Mara: Pian, piano, il tuo odio verso gli esseri umani è andato aumentando. Parlacene – mi sistemo meglio.
Poseidone: fa uno sguardo serio. Un po' troppo per i miei gusti, poi – Devi sapere mia cara che l’odio verso l’umanità è iniziato dalla seconda edizione del Grande Fratello. La prima era anche divertente, come guardare una gabbia di criceti, i successivi erano troppo consapevoli di quello che stava succedendo – boccheggio. Ma ci fa o lo è? Sempre più scioccata continuo.
Mara: Hai deciso di aiutare Seiya e gli altri Cavalieri di Bronzo nell’Elisyum mandandogli le armature d’oro. Come mai?
Poseidone: Uhm – si gratta il mento, poi le palle. Mi sto sentendo male, lo giuro – Vedi è semplice. Gli ho mandato le armature perché avevo un buono sconto FedEx in scadenza e mi spiaceva sprecarlo – altra grattata di palle. Io sono sempre più sconvolta.
Ora mi sta guardando di sottecchi.
Poseidone: Questi pantaloni mi fanno venire il prurito. Mi devo ricordare di mettere i boxer – altra grattata, ma più energica.
Lo ammetto mi sento mancare. Vorrei tanto avere la possibilità di scappare a gambe elevate, ma invece se voglio mangiare mi tocca sorbirmi il Dio dei mari e le sue grattate! Decido di porgergli la prossima domanda, almeno prima finisco prima porto via il belino!
Mara: Se ti dico Ade, quali emozioni ti suscita questo nome?
Poseidone: Uhmmmm – fa uno sguardo languido – Ade è molto sexy, ma vorrei che la cosa rimanesse tra di noi – mi sorride malizioso.
Mara: Se invece ti dicessi, Athena? – non oso immaginare cosa tira fuori. Povere le mie orecchie.
Poseidone: sospira e alza gli occhi al cielo – Già ai tempi del mito se la tirava talmente tanto da poterla usare come fionda – e fa il segno del lancio con la mano sinistra, la destra come al solito è impegnata a fare altro.
Mara: Cosa rappresenta il tuo tridente divino?
Poseidone: Guarda, devo dire che il mio tridente è perfetto per infilzare le orche e non farmi disarcionare mentre le cavalco. Purtroppo per le donne non lo posso usare – inizio a sudare freddo – Non che non ci abbia provato. Sembrava la scena del ballo scolastico di Carrie – scoppia a ridere senza ritegno alcuno. Ma si droga?
Mara: Come dovrebbe essere il tuo mondo ideale?
Poseidone: Allagato – non fa una piega.
Mara: Parlami dei tuoi generali; perché sono stati scelti proprio loro?
Poseidone: Non tutti lo sanno, ma in realtà i miei generali sono una ex squadra di beach volley che per sbaglio ho travolto durante uno tsunami involontario (amo la cucina messicana ma lei non ama me), così mi sono fatto perdonare con un contratto a tempo indeterminato alle mie dipendenze. Credo che uno di loro sia rimasto danneggiato sulla faccia, altrimenti non si spiega – accavalla la gamba destra sopra alla sinistra, mentre io lo guardo sconvolta. Sembro proprio un pesce lesso.
Sinceramente non ho capito un tubo! Passo oltre, va che è meglio…
Mara: Cosa rappresenta per te l’acqua, il tuo elemento?
Poseidone: L’acqua è vita, senza essa non esisterebbe il pianeta che conosciamo – finalmente ho la prima risposta sensata. Non tutto è perduto! Almeno, lo spero.
Mara: Cosa teme di più il dio Poseidone?
Poseidone: Mah direi la Tributaria, quello che temono tutti, chi più chi meno. Il fatto di avere palazzi in diversi oceani mi permette di giocare sul conflitto tra i vari Governi: mentre si litigano le mie tasse, io mi trasferisco due oceani più in là e il gioco è fatto – sorride soddisfatto de che lo sa solo lui. Purtroppo il momento sano di prima è durato davvero un battito di ciglia.
 
Fortunatamente ho finito!!!!
Molto velocemente lo ringrazio per la sua disponibilità, porgendogli la mano destra in segno di saluto, che lui ricambia con una bella stretta virile, da maschio vero!!!
Quando sono in procinto di oltrepassare l’enorme portone la sua voce mi blocca seduta stante.
-Mara, quando vuoi sai dove trovarmi! Alla prossima!
Ma anche no!!!!
Vorrei tanto rispondergli ma essendo una personcina a modo mi limito solo a sorridergli e passare e attraversare il lunghissimo corridoio alla velocità della luce.
Con lo stesso passo svelto mi incammino verso il portale che porta direttamente nelle vicinanze del Grande Tempio, attraversato quest’ultimo mi ritrovo quasi vicino alla grande entrata, e mentre che trascino-sono visibilmente stanca-i miei piedi sul ciottolato inizio a pensare.
“Ma come diamine faccio a presentare questa intervista? Ci dovrò mettere mano sicuramente!!!! O il mio capo mi licenzia seduta stante!!!!
Mentre che sono ancora bellamente immersa nei miei pensieri o meglio penso a pararmi il deretano, ecco che davanti a me compaiono le figure di Milo e Camus. Ma dietro di loro ve ne è una terza.
Finalmente ho l’onore di conoscere la fidanzata-amicadiletto-trombaamica di Camus. EFFY!!!!
 
Anche questa intervista è andata!
Ci vediamo prossimamente con….. SORPRESAAAAA!!!!!
La vostra “amata” e “adorata” reporter Mara!!!!!!
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
Alla prossima.
Un abbraccio, VanityG.
 

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Capitolo 23
*** Intervista a Kiki. ***


Intervista a Kiki.
Salve miei carissimi! Dopo un lunghissimo periodo di ferie, eccomi nuovamente in azione prontissima e ben carica per una nuova intervista.
Come al mio solito arrivo dinanzi all’imponente entrata del Grande Tempio, ansimando. E dire che nemmeno fumo.
Prendo fiato, mi guardo attorno, poi per sicurezza buttò un’ultima occhiata (giusto per precauzione) alla mia agenda.
Sorrido, perché oggi tocca a Kiki passare sotto le mie sgrinfie!!!
Bien, mi avvio verso la Casa dell’Ariete, il piccoletto mi sta aspettando lì.
Io e Kiki siamo seduti attorno ad un tavolino sistemato nel salotto della prima, e tra un sorso e l’altro, inizio a porgergli la prima domanda.
 
Mara: Innanzitutto Kiki, cosa rappresenta Mur per te? È un fratello? Un amico? Un maestro?
Kiki: Il Grande Mur mi prese con sé quando ero ancora molto piccolo, mi ha cresciuto lui. Per me è tutto, perché quando ero piccolo mi ha fatto da papà – fa visibilmente emozionato.
Mara: Quanto allenamento ci vuole per diventare un buon Cavaliere d’Oro?
Kiki: sorride, grattandosi la testa – Ci vuole tanto tempo e tanto impegno per diventare Cavaliere; per diventare Cavaliere d’Oro bisogna esercitarsi per tanti anni, sempre, con qualsiasi tempo.
Mara: E tanta fatica e rinunce – aggiungo, lui annuisce, poi – Quando Mur ti prese con sé, pensasti da subito che saresti potuto diventare un Cavaliere d’Oro?
Kiki: All’inizio pensavo soltanto a imparare e a non deludere Mur, è stato lui a dirmi che stavo facendo così tanti progressi che sarei potuto diventare anch’io un cavaliere, è stato allora che ho deciso – fa con palese orgoglio.
Mara: Dicci i tuoi due più grandi difetti e le tue migliori virtù – finisco il mio succo di frutta.
Kiki: I miei difetti? – gli faccio segno di si, lui sorride – Qui al Santuario dicono tutti che sono troppo vivace, e anche testardo; ma dicono anche che sono simpatico, e che ho il loro stesso coraggio.
Mara: lo penso pure io – faccio questa considerazione, poi – Kiki, durante la scalata delle dodici case, sei rimasto al fianco di Athena tutto il tempo, anche sotto la pioggia. Quanto eri preoccupato per lei e per i Cavalieri di Bronzo?
Kiki: Devo dire che appena vidi Athena ferita ebbi tanta paura, pensavo che sarebbe morta. Ero preoccupato per lei, ma anche per i miei amici, credevo di perderli – il suo sguardo diventa un po' più triste. Capisco tutta la sua sincera preoccupazione.
Mara: C’è qualcosa che non hai mai detto a Mur ma che vorresti dirgli?
Kiki: ci pensa un po' su. Diventa particolarmente serio, poi – Qualcosa che vorrei dire a Mur, il mio maestro? – ripete a voce alta, guardandomi – Che gli voglio bene, che voglio diventare forte e coraggioso come lui, e proteggere anch’io Athena e la giustizia, come fanno i veri Cavalieri! – il suo tono di voce è molto deciso. Troppo per un ragazzino della sua età.
Mara: Parlaci del tuo potere di telecinesi.
Kiki: Uhm, ho capito di non essere come gli altri bambini quando ero più piccolo; loro non riuscivano a fare certe cose. Devo ammettere che all’inizio me ne approfittavo per fare gli scherzi, ma Mur mi ha ripreso più volte, e mi ha insegnato ad usare la telecinesi nel modo giusto, cioè per aiutare gli altri. Però, ancora adesso, ogni tanto combino pasticci – scoppia a ridere, poi ricomponendosi – Mylock è da sempre la mia vittima preferita!!!!! – a questo punto scoppiamo a ridere entrambi.
Mara: Lo so – mi ricompongo – Comunque potevi lasciarlo ancora un po' in aria a testa in giù, sono certa che Ikki avrebbe gradito!!!
Kiki: Era la mia idea, ma Shiryu, Hyoga e Seiya hanno interrotto il mio divertimento, ma potrebbe sempre ricapitare!!!!
Mara: Fallo capitare – gli faccio l’occhiolino, lui scoppia nuovamente a ridere come un pazzo. Aspetto che ritorni serio, per porgergli un’altra domanda – Kiki dimmi, Il migliore scherzo che si potrebbe fare ad un Cavaliere dell’Ariete secondo te quale potrebbe essere?
Kiki: Un bello scherzo a un Cavaliere dell’Ariete? Non saprei, l’unica volta che ci ho provato sono finito in castigo – questa volta mi fa lui un occhiolino.
Mara: Quando ti sei recato con l’armatura di Libra nel regno di Poseidone, ti sei preso del nemico sbeffeggiandolo. Sei veramente così coraggioso come dai a vedere? Oppure è solo di facciata?
Kiki: Quando ho portato l’armatura della Bilancia ai Cavalieri che combattevano contro i seguaci di Poseidone ho preso in giro i suoi uomini, ma in realtà mi facevano paura. Soltanto che non volevo farglielo sapere.
Mara: Ottima mossa!!! Mai fare trapelare le proprie emozioni – gli sorrido, poi – Kiki, faresti ritorno per rimanerci in pianta stabile nella tua terra natia?
Kiki: Uhm tornare in Jamir? Lo ammetto mi piacerebbe, ma non per sempre, mi mancherebbero troppo i miei amici e la vita del Santuario. Qui ok ci sono delle regole ferree da rispettare, non si può fare tutto quello che si vuole, ma il divertimento non manca. Certo è moderato, ma è sempre svago – finisce pure lui il suo succo.
Mara: Ti capisco, qui nonostante tutte le regole che ci sono non si sta affatto male – affermo, ma vorrei aggiungere (soprattutto vista la tanta fauna che ci sta!), ma preferisco certe considerazioni tenermele per me! – Kiki, io avrei finito. Ti lascio libero ai tuoi impegni. Grazie per la disponibilità – mi alzo tendendogli la mano destra in segno di saluto, lui imita il mio gesto e mi porge la sua.
Kiki: Figurati, per me è stato un piacere! – fa sorridendomi, poi osservando la porta che si sta aprendo – Mur è arrivato!
Istintivamente volgo il mio sguardo dove lo sta posando il mio interlocutore, e per poco non ci rimango secca seduta stante!!!!
Mur si palesa davanti a noi con solo addosso un misero asciugamano legato alla bene e meglio attorno ai fianchi, e che lascia tutto alla libera immaginazione.
Ora capisco perché lo hanno appellato IL GRANDE!!!!!!
AIUTO!!!!! Ho seriamente bisogno di uscire e prendere una boccata di ossigeno!!!!
Mur: Ah ciao Mara, non sapevo che eri qui. Mi sarei vestito! – fa innocentemente guardandomi, mentre io inizio a boccheggiare.
HELP ME!!!!!
In risposta farfuglio qualcosa di incomprensibile, poi afferrò con veemenza la mia borsa e oltrepasso la porta da cui è entrato Mur alla velocità della luce, lasciando i due Arieti, li impalati, con gli occhioni sgranati, e le bocche talmente spalancate da poter ospitare al loro interno un vero e proprio battaglione di mosche. Ma chi se ne frega!!!! Io devo ritornare a respirare!!
Come un fulmine esco dalla casa dell’Ariete, e appena intravedo la prima fontanella ci ficco dentro la testa, tutta!!!!
 
A fatica sono sopravvissuta anche a questa intervista!!!
Ci vediamo prossimamente!!!
Stay Tuned!!!
Un abbraccio, la vostra “amata” reporter Mara!
 
Colei che scrive.
Grazie per la lettura.
Alla prossima intervista.
Un grandissimo abbraccio, VanityG.
 

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Capitolo 24
*** Intervista a Shura di Capricorn. ***


Intervista a Shura del Capricorno.
 
Salve, eccomi nuovamente in azione. Una nuova intervista mi sta aspettando e si tratta di Shura di Capricorn.
Come al mio solito arrivo tutta trafelata davanti alla decima. Mi blocco, ma giusto per prendere fiato, guardandomi un po' attorno notando l’ordine che vi regna. Shura è un giardiniere perfetto. Come sa tagliare/ potare lui le piante nessuno mai.
Così mi hanno riferito.
Sospiro e mi avvio a passo lento verso l’ingresso principale che porta direttamente agli appartamenti privati del decimo.
Come sempre paleso la mia presenza, e dopo un bel po' sento oltre la porta i passi di colui che mi aprirà quest’ultima.
Shura di Capricorn si presenta al mio cospetto nella migliore veste di sé.
Capelli sparati in tutte le direzioni possibili ed immaginabili, t-shirt bianco/grigio, stropicciata e infilata al rovescio, pantaloncini corti che in origine dovevano essere rossi ma sono talmente sbiaditi da essere arancioni.
Complimenti! Qui urge un outfit nuovo di zecca, ho l’impressione.
Vabbè, tralasciando la mise di Shura gli sorrido e lui ricambia il sorriso con un lungo e rumoroso sbadiglio.
Shura: Scusami – si strofina gli occhi – Mi sono appisolato. La stanchezza ha preso il sopravvento – e mi fa cenno di entrare, spostandosi di lato. Entro e lui richiudendo la porta mi indica la giusta direzione. Lo seguo.
Mara: Mi dispiace aver interrotto il tuo riposo, averlo saputo avrei potuto rimandare – faccio mestamente.
Shura: No, ma figurati. Mi sarei comunque svegliato, tanto se non lo avresti fatto tu ci avrebbe pensato quel rompiballe!!!
Rompiballe? E chi sarà mai? Ora muoio dalla curiosità. Ma non ho abbastanza confidenza per poterglielo chiedere.
Mannaggia!!!
Arriviamo a destinazione. Shura si mette a sistemare i cuscini che sono adagiati sopra al lungo divano dove posso ancora intravvedere la sua sagoma.
Shura: Ecco fatto. Sistemati pure qua – mi indica il sofà rimesso in seste. Prendo posto e lui si sistema proprio difronte a me.
 
Inizio l’intervista.
Mara: Shura, la prima domanda è piuttosto ovvia. Sapendo che il vero Grande Sacerdote era morto ed il suo posto era stato preso da Saga, come mai non hai provato a fermarlo, ma hai continuato a servirlo?
Shura: sospira – Ho continuato a servilo fedelmente in quanto, anche se nutrivo dei sospetti a lui tutti i Saint devono obbedienza.
Mara: Il potere è tutto per te?
Shura: Non è l’unica cosa che conta, bisogna anche esercitarlo per una giusta causa o un bene che si considera superiore al fine di soddisfare grazie ad esso il proprio ideale di giustizia.
Mara: Essere il Cavaliere d’Oro del Capricorno cosa vuol dire?
Shura: si passa una mano tra i capelli – Esserlo è un onore, un onere ed una responsabilità non indifferente.
Mara: Parlaci un po' di Excalibur.
Shura: si sistema meglio, accavalla la gamba destra sopra alla sinistra – Che dire in merito? È il colpo più forte che ho appreso ai tempi del mio addestramento come Gold Saint del Capricorno nell’assolata Spagna e che mi rappresenta appieno.
Mara: Ti ha stupito il sacrificio di Shiryu atto a porre fine al vostro scontro?
Shura: Mi ha lasciato del tutto esterrefatto che sia giunto a tanto pur di farmi capire la portata dell’errore commesso tredici anni addietro – la sua voce si è leggermente increspata. Abbassa lievemente lo sguardo, poi appena lo rialza gli porgo un’altra domanda.
Mara: Ti è costato molto donare Excalibur a Shiryu?
Shura: Se il fatto di aver perso la vita pur di salvarlo da una fine prematura passandogli la mia tecnica lo chiami poca roba; mi è costato fino ad un certo punto, è grazie a lui che ho potuto redimermi degli errori passati e andarmene senza rimpianti – fa con fermezza.
Mara: Tre Gold Saint contro tre Spectre di Ade. Urlo di Atena contro Urlo di Atena. Cosa successe di preciso in quel momento? Quali sensazioni si sono provate?
Shura: La deflagrazione fu così massiccia che pensai ci avrebbe spazzati via tutti quanti, se non successe si deve solo al miracoloso quanto provvidenziale e inaspettato intervento di Seiya e dei suoi valorosi compagni. Quali sensazioni si sono provate? Sensazioni molto contrastanti; io così come Camus e Saga sapevamo bene che avremmo acquisito fama di codardi e traditori ma eravamo tutti e tre pronti a immolare la nostra nuova vita provvisoria avuta dal Re degli Inferi, pur di aiutare la nostra unica e sola dea Athena a completare la missione di annientamento del sommo Ade, negli inferi – i suoi occhi neri come la pece iniziano a luccicare.
Mara: Torneresti in Spagna?
Shura: Perché no; se ce ne fosse l’occasione o per qualche missione affidatami da Athena anche, chissà.
Mara: Shura questa domanda è tosta – lo avviso, lui capendo a cosa mi sto riferendo mi fa cenno di continuare – Parlaci di quel fatidico giorno quando affrontasti Aiolos?
Shura: Aiolos – fa un lungo sospiro, i suoi occhi diventano di colpo tristi – Lo affrontai quella notte di tredici anni fa per ordine di Saga divenuto Grande Sacerdote con l’inganno perché mi era stato ordinato di terminarlo per sempre in quanto colpevole di aver rapito Athena ancora in fasce e aver smascherato Saga. Ora me ne pento amaramente perché so la verità e quella notte privai un’innocente ragazzino del suo adorato fratello maggiore. Finché Shiryu non venne al Grande Tempio e mi affrontò, in quell’istante capii che mi ero sbagliato su tutto. Potrei fare ammenda e chiudere i conti con un passato che mi aveva a lungo tormentato. E questo è quanto – si affloscia sulla poltroncina. Il suo sguardo è perso.
Cala il silenzio, sinceramente a questo punto non so che dire. Le parole sono inutili. E inoltre non conoscendolo abbastanza e non avendo con lui confidenza non vorrei peggiorare ancora di più la sua psiche, che a dirla tutta mi sembra già essere piuttosto minata nel ricordare tale evento.
Sempre restando in religioso silenzio mi alzo. Shura alza a sua volta il proprio sguardo su di me.
Shura: Grazie per avermi intervistato – si alza e mi tende la mano destra in segno di saluto, che io ricambio.
Mara: Grazie a te per avermelo permesso – gli sorrido, poi afferrando la mia borsa mi avvio verso la porta. Apro quest’ultima e prima di oltrepassarla, mi volto leggermente verso Shura, che nel frattempo si è nuovamente sistemato sopra al lungo divano.
Esco definitivamente dalla decima. Lo ammetto, il mio cuore è in tumulto.
Mi rendo perfettamente conto di quello che ha passato e che sta passando ancora il Cavaliere del Capricorno.
Quella maledetta notte ha rovinato la vita a ben quattro persone!
 
 
NOTA: Ho provato a rendere questa intervista divertente e leggera, ma purtroppo l’ultimo pezzo con relativa domanda mi ha portato su un’altra strada. Spero che abbiate gradito comunque.
 
 
Domanda: chi sarà il rompiballe? Si accettano scommesse.
 
Grazie, alla prossima.
Mara.
 
 
 

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Capitolo 25
*** Intervista a Aiolos di Sagitter. ***


Intervista ad Aiolos di Sagitter.
 
Salve, eccomi nuovamente in azione!!! Una nuova intervista mi sta aspettando eeeeee quest’oggi tocca proprio a lui, al grandissimo Aiolos del Sagittario.
 
Arrivo dinanzi al nono tempio, ovvero la casa del Sagittario.
Come sempre paleso la mia presenza e senza che io abbia da aspettare dei tempi biblici, il padrone di casa mi viene ad aprire.
Il sorriso del nono è luminoso. Ora capisco perché la mia amica Giada de Roma gli sia così persa dietro.
Ovviamente, non credo che sia solo per il sorriso.
Queste mie considerazioni a parte, saluto Los, ricambiando il saluto e lo seguo nelle sue stanze, o meglio nella veranda con vista panoramica.
 
Tra un sorso di the e l’altro, che il Cavaliere mi ha gentilmente offerto, do inizio all’intervista.
Mara: Dunque Aiolos, come prima cosa vorrei sapere come è stato allenare Aiolia, sia da fratello maggiore, e sia da maestro?
Aiolos: Ho iniziato ad allenare Aiolia quando era ancora piccolo – fa un sorriso tenero – Ovviamente all’inizio aveva difficoltà, com’è naturale per un bambino, ma aveva buona volontà e molta costanza, e i suoi progressi sono stati rapidi; spesso dovevo essere duro con lui, anche se in quel momento avrei soltanto voluto abbracciarlo forte e dirgli che sarebbe andato tutto bene, ma era necessario e lui lo sapeva, l’unico rimpianto che ho è di non essergli potuto restare accanto per gran parte della sua vita, ma sono immensamente fiero dell’uomo e del Cavaliere che è diventato – le ultime parole le pronuncia con fermezza e tanta fierezza. Devo ammettere che mi ha fatto emozionare.
Mara: Aiolos, tu sei stato il primo a capire le vere intenzioni del falso Grande Sacerdote. Hai temuto per la tua vita quando hai deciso di provare a salvare la piccola Saori?
Aiolos: Paura per la mia vita? Quella c’è sempre, ora come allora, ogni volta che devo combattere è inevitabile, ma in quel momento sentivo che era la cosa giusta da fare ed era il mio dovere di Cavaliere, quindi non ho esitato – i suoi occhi luccicano.
Mara: Questa è una domanda tosta, te la senti di rispondere? – lancio, lui in risposta mi fa segno di sì, allorché io procedo – Aiolos, diventerebbe Grande Sacerdote, o preferirebbe rimanere il Cavaliere del Sagittario?
Aiolos: fa un lungo respiro, si sistema meglio, poi puntando i suoi occhi verdi nei miei castani – Non mi vergogno a confessare che se mi proponessero la carica di Grande Sacerdote ne sarei davvero onorato, ma sono un Santo d’Oro, e ne sono fiero!
Mara: lo immagino, essere Gold Saints è una bella carica – poi guardandolo con una certa intensità – Aiolos, anche questa domanda è bella tosta, posso procedere? – lui mi fa nuovamente cenno di sì – Dimmi, il tradimento di Shura quali emozioni ti ha fatto provare?
Aiolos: Shura è sempre stato, o meglio è tuttora uno dei miei migliori amici: quando ci affrontammo fui rattristito dal fatto che si fosse schierato con quello che tutti credevano essere il Grande Sacerdote, ma sapevo che agiva così perché era stato indotto in errore; non ce l’ho mai avuta con lui per questo. Siamo e saremo sempre amici, fratelli in battaglia – noto che è visibilmente emozionato e confesso che pure io lo sono.
Mara: Saga alla fine si è pentito delle sue gesta. Tu perdoni facilmente o certi affronti non li dimentichi?
Aiolos: Io non dimentico, ma se chi mi ha fatto un torto è sinceramente pentito lo perdono senz’altro; Saga si è pentito davvero, e per me è stato sufficiente. È lui che ancora non si perdona per quello che ha fatto non solo a me, ma sa che non gli porto del rancore: come Shura, siamo amici, e questo non cambierà mai!
Mara: Sei un grandissimo uomo, oltre ad un grandissimo Cavaliere! – a queste mie parole gli si imporporano le guance – Seiya è veramente degno di indossare la tua Gold Cloth? – lancio senza alcun preavviso. Aiolos non si scompone affatto.
Aiolos: Seiya è un grande Cavaliere: è forte, assolutamente fedele ad Athena, coraggioso e generoso, anche con gli avversari; ad essere sincero credo che sia l’unico davvero degno di indossare la mia Cloth: sono molto orgoglioso di lui.
Mara: Parlaci del tuo arco e della freccia d’oro. Sono stati molto utili nel corso di varie battaglie.
Aiolos: L’arco e la freccia che ho l’onore di poter usare sono un dono della dea Athena: miei fedeli alleati in battaglia, ma cerco di ricorrervi soltanto come ultima spiaggia.
Mara: Parlami del tuo colpo di potente?
Aiolos: Per quanto riguarda il mio colpo più potente, è in sostanza un’esplosione di pura energia: ho impiegato anni per imparare a padroneggiarlo, ma come con la freccia d’oro, vi ricorro solo se null’altro ha avuto successo: anche se non mi tiro indietro quando la situazione lo richiede, la verità è che non mi piace usare la violenza.
Mara: Cosa vorresti dire in questo momento a tuo fratello?
Aiolos: Voglio dire ad Aiolia che sono fiero di lui e che gli voglio bene, e che il mio solo rimpianto è sapere quanto la mia scelta di allora lo ha fatto soffrire. È mio fratello minore, ma non sono stato in grado di proteggerlo dal dolore, e dalla crudeltà degli altri ragazzi – una lacrima gli scende lungo il suo bellissimo volto, la sua voce è leggermente increspata. Purtroppo però io devo continuare.
Mara: Sei sempre stato molto devoto e fedele alla Dea Athena. Questa devozione, la si ritrova anche nei giovani odierni nonché futuri cavalieri?
Aiolos: si ricompone – Sì, questi ragazzi sono fedelissimi alla nostra dea, come e forse anche più di noi! Loro sono la nostra speranza, il nostro futuro!
Mara: Cosa vuol dire indossare un’armatura d’oro?
Aiolos: Indossare un’armatura d’oro significa avere l’enorme responsabilità di difendere la nostra dea, la giustizia e la libertà degli uomini: ne accettiamo l’onore, insieme ai rischi.
Mara: Ultima domanda e poi ti lascio libero ai tuoi impegni. Il bene vince sempre sul male. Sarà sempre così?
Aiolos: Certamente, finché ci sarà chi lotterà per difendere la vita degli altri, il bene non potrà fare altro che trionfare, sempre!
Mara: Grazie Aiolos – mi alzo e gli tendo la mano destra in segno di saluto – Grazie per avermi permesso di intervistarti.
Aiolos: Oh figurati di nulla – ricambia il saluto porgendomi la sua di mano destra – Per me è stato un vero piacere, e se vorrai altre interviste io sono sempre a tua disposizione.
 
Aiolos mi accompagna fino all’androne principale della casa del Sagittario, per poi elargirmi un casto bacio sulla guancia e salutarmi con tanto di mano alzata.
Che uomo, che animo, che cavaliere, proprio d’altri tempi.
Penso tra me mentre lo osservo in lontananza.
Poi una volta che scompare dal mio campo visivo mi blocco e dalla mia borsetta prelevo il mio smartphone.
Vado nella chat di WhatsApp, cerco la Romana.
Giada eccoti il TUO amore nella sua migliore versione di sé! Le scrivo allegando a ciò una bella foto.
Non lo ho mai fatto ma ho chiesto a Los se potevo fargli una foto.
 
Bene, anche questa intervista è andata.
Ora mi prendo un po' di ferie (meritate).
Alla prossima.
Kisssssss, Mara!

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Capitolo 26
*** Intervista a Shion ex Gold Saint di Aries. ***


Intervista a Shion ex Gold Saint di Aries.
Salve bella gente!!! Oggi andrò ad intervistare Shion ex Gold Saint di Aries e ex Grande Sacerdote.
 
Strano ma vero arrivo in largo anticipo alla tredicesima, dove una delle tantissime ancelle mi accompagna nello studio privato di colui che debbo intervistare.
Arrivate a destinazione, la mia accompagnatrice palesa la nostra presenza e dopo aver ricevuto il permesso di entrare, aprendo leggermente la porta comunica al ex Saint la mia presenza.
Saluto e ringrazio colei che mi ha accompagnato fino alla mia meta, dopodiché mi appresto a fare la mia silenziosa entrata e raggiungere il Nobile Shion nel suo studio.
Dopo aver salutato il mio intervistato mi vado a sistemare di fronte a questi.
Parto subito con la prima domanda che ho appuntato in agenda.
 
Mara: Quanto è gravoso essere il Grande Sacerdote del Santuario?
Shion: Essere il Grande Sacerdote non è per niente un’impresa semplice, soprattutto all’inizio è stato molto duro. Dover dare una nuova speranza al Santuario ormai devastato da una guerra sacra e ricostruirlo dalle fondamenta è stata un’impresa titanica. Anche a livello personale non è stata una passeggiata per le tante responsabilità e doveri che avevo acquisito a cui non ero abituato.
Mara: Lo posso immaginare ed è capibile – faccio questa mia considerazione, poi – Vivere a lungo come te e Dohko, è una benedizione o una maledizione?
Shion: Uhm… vivere così a lungo per me è stata una benedizione perché ho visto, imparato, conosciuto persone e condiviso tante esperienze ed emozioni che mi danno la consapevolezza del dono che mi è stato dato.
Mara: Parlando del Cavaliere della Bilancia, come definiresti la vostra lunga amicizia in una parola?
Shion: ci pensa un po' poi – Allora, in una parola l’amicizia con Dohko è FRATELLANZA. Siamo gli unici superstiti di una dura battaglia e subito dopo ci siamo trovati soli a fare i conti con le responsabilità che ci spettavano. Siamo stati il sostegno uno dell’altro e lo siamo ancora – sembra essere piuttosto emozionato.
Mara: Shion dimmi, è stato difficile fingere proprio d’innanzi a Dohko di essere un servitore di Ade?
Shion: Assolutamente sì, fingere di essere un servitore di ade è stata una delle cose più difficili che ho dovuto fare, soprattutto combattere contro il mio amico mi ha fatto molto male, ma purtroppo… - di colpo diventa triste, abbassa leggermente lo sguardo, fissando il ripiano del piccolo tavolino che ci separa.
Mara: Essere l’allievo di Hakurei deve essere un grande onore. A lui cosa devi?
Shion: Tutto – sorride – Devi sapere che da ragazzino ero molto irruento ed irrequieto ma Hakurei ha percepito il mio potenziale e mi ha accolto sotto la sua ala protettrice facendomi diventare quello che sono. Sono contento di avere avuto un “padre” come lui.
Mara: Parlaci dell’arte di riparare le armature.
Shion: Riparare le armature è un’arte millenaria ed è concessa solo al mio popolo d’origine nello Jamir, perché siamo i discendenti degli alchimisti che forgiarono le armature originarie ed anche perché nella nostra terra possiamo trovare tutti i materiali necessari per riparare – sembra esserne piuttosto orgoglioso di questa loro caratteristica e particolarità.
Mara: Quando diventasti Grande Sacerdote, lasciasti la carica di Cavaliere d’Oro dell’Ariete. Come mai scegliesti Mur come tuo successore?
Shion: Ho scelto il piccolo Mur perché nei suoi occhi ho visto le stelle. Sentivo che in lui c’era qualcosa di speciale e così è stato. Sono fiero di lui e di com’è diventato, non potevo fare una scelta migliore – fa con affetto quasi paterno.
Mara: Quale virtù deve avere un Cavaliere d’Oro?
Shion: Mara vedi, ognuno di noi è diverso ma a grandi linee un Cavaliere d’Oro che si rispetti deve essere coraggioso e rispettoso della vita difendendo sempre i più deboli e la giustizia.
Mara: Concordo – gli sorrido, poi – Dimmi, fin dove ci si può spingere per ottenere un’armatura secondo te?
Shion: Per diventare un buon Cavaliere bisogna volerlo con tutto sé stesso e non arrendersi davanti alle difficoltà, perché l’addestramento è molto duro e pericoloso.
Mara: Dimmi con parole tue, cosa rappresenta il cosmo per un Cavaliere.
Shion: Allora, il cosmo è la fonte del potere di un Cavaliere. È necessario imparare a gestirlo e controllarlo e meglio lo si fa e più si diventa “forti”.
Mara: Shion questa era l’ultima domanda, io avrei terminato – gli dico mentre mi alzo, poi tendendogli la mano destra che lui subito ricambia – Grazie per la disponibilità e per avermi donato un po' del tuo tempo.
Shion: Figurati, per me è stato un piacere. Se in futuro ce ne saranno altre per me non ci sono problemi.
 
Dopo aver nuovamente salutato e ringraziato il Nobile Shion mi dirigo verso l’uscita del tredicesimo tempio.
Lo ammetto, ero alquanto titubante, non so, a differenza degli altri Saint, lui Shion mi ha sempre messo un po' in imbarazzo, invece al suo cospetto mi sono trovata non bene, ma di più.
Proprio vero che a volte l’apparenza inganna!!!
 
Bene, anche questa intervista me la sono lasciata alle spalle…
Alla prossima.
Kissssssss, Mara!
 
GRAZIE per la lettura.
VanityG.
 

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Capitolo 27
*** Intervista al Sommo Ade. ***


Intervista al Sommo Ade.
 
Salve! Eccomi qui in azione con una nuova intervista.
Quest’oggi toccherà a lui, la mia divinità preferita: il Sommo Ade.
 
Sono arrivata alla tredicesima e mi appresto ad intervistare la mia divinità preferita.
 
Dopo circa mezz’ora sono in compagnia del Sommo Ade, che come sempre mi folgora con tutta la sua magnificenza.
Senza indugiare oltre parto con la prima domanda.
 
Mara: Sommo Ade, cosa significa essere il dio ed il signore dell’oltretomba? E quali doveri comporta?
Ade: Sono il potente Signore degli Inferi. Governo un esercito di soldati e spectre, ma anche delle divinità minori mi sono sottomesse. Governo i sogni tramite Hypnos e la morte attraverso Thanatos. Lo faccio in un modo più esteso di quanto possiate comprendere: sono colui che presiede ai riti funebri, le anime dei mortali che hanno terminato la loro vita mi appartengono. Al tempo stesso, sono colui che presiede alla ricchezza naturale terrena: i minerali appartengono al sottosuolo e di conseguenza a me. senza il mio volere la vostra ricchezza, il vostro sviluppo di cui andate fieri non esisterebbero. Io sono il burattinaio che gioca con il vostro terrore – mi osserva attentamente come per vedere la mia reazione a queste sue parole. Cerco di essere più impassibile che posso.
Mara: In che rapporti sei coi tuoi fratelli Zeus e Poseidone?
Ade: Zeus è il signore di noi divinità. Poseidone è un avversario che potrebbe essere al mio livello, non per nulla entrambi abbiamo cercato di annientare Athena. Senza riuscire, per vostra fortuna – fa un mezzo sorrisetto.
Mara: Vorrei farti la stessa domanda che ho fatto a Pandora. La ritieni più una sorella o una donna al tuo cospetto?
Ade: Pandora nonostante sia una semplice umana, in un certo modo la rispetto, questo te lo concedo. Non la posso considerare come una sorella umana, ma neppure solo una salvatrice: le farei un torto. Ciononostante le ho mentito, perché avendo assaporato la libertà della vita non avrebbe mai capito e appoggiato la mia volontà di annientare ogni forma di vita.
Mara: Cosa fece scaturire il tuo profondo odio nei confronti della dea Athena?
Ade: Beh, dovrebbe essere ovvio: lei è la mia nemesi in ogni aspetto. La sua stupidità la porta a voler proteggere ed appoggiare gli uomini che io disprezzo ampliamente – sospira, poi riprende con un ringhio – L’umanità è corrotta e stupida, meritevole di estinguersi e soffrire per l’eternità all’inferno, nel terrore che io stesso ho creato. Quell’amore di cui parlate tanto è un inganno che avete sviluppato per non pensare alla vostra solitudine, in cui non credete realmente! – impallidisco di colpo nel sentire queste sue parole. Sempre continuando ad osservare il Sommo Ade, cerco di riprendermi porgendogli un’altra domanda.
Mara: Cosa ti ha colpito di più della musica suonata da Orpheo della Lira?
Ade: Orpheo, è stato capace di smuovermi, mi ha scosso dal torpore e non è una cosa facile. La sua bravura merita di essere messa al servizio di un dio potente, non di andare sprecata per voi miseri uomini. La fanciulla che amava era già persa tra i dannati, quale senso avrebbe avuto lasciarli riunire? – mi fissa, come per avere una mia risposta. Preferisco non dargliela e passare oltre.
Mara: Quali conseguenze avrebbe avuto l’eterna eclisse se fosse andata a buon fine?
Ade: Si sarebbe rivelata la mia ambizione. Ogni cosa sarebbe stata avvolta dal silenzio, la tenebra avrebbe portato un senso alle vostre vite e voi tutti vi sareste assopiti nell’oblio, scordando i vostri problemi e le vostre miserabili esistenze.
Mara: Athena commise l’errore di venire nell’oltretomba con Shun di Andromeda e tu ti impadronisti del corpo di quest’ultimo. Il tuo piano inizialmente fallito, dopo anni venne portato a termine. Ti sentisti soddisfatto?
Ade: È naturale. Quella sciocca si era rovinata con le sue stesse mani, ma ho la sensazione che sia ciò che le riesce meglio. Consentimi una digressione. Mh, come se tu potessi davvero darmi il permesso di dire o meno qualcosa, sono pur sempre una divinità, io! – risata intrisa di malvagità – Quasi trecento anni fa ho scelto il fratello di Athena come più puro tra gli uomini e persona di cui impossessarmi. Ora Shun, un Cavaliere di Athena. La prossima volta potrei presentarmi direttamente come il Gran Sacerdote che ammirate, così da annientare Athena quando è ancora troppo debole e realizzare la vera “notte degli inganni” di cui tu e le tue lettrici a volte so parlate – conclude con una risata malefica livello Arles nella vasca termale, per stare in tema.
Mara: Shun tuttavia non venne del tutto sottomesso e questo fu il tuo errore. Parlamene.
Ade: si impettisce un po'. I suoi occhi si induriscono, e i suoi pugni si serrano – Non c’è molto da dire. Essendo un cavaliere di Athena e soprattutto l’uomo più puro tra gli uomini, ha saputo usare quella purezza per difendersi da me, scacciando l’oscurità che avevo instillato nel suo animo come era già accaduto quando era ancora un infante – fa denigrando i denti, mentre io maledico il mio capo per aver deciso di farmi intervistare questa divinità.
Mara: Pensi di aver sottovalutato troppo i Cavalieri di Bronzo al servizio della dea Athena?
Ade: fa un sorriso sghembo – Non ho sottovalutato nessuno! – è abbastanza piccato – So dai tempi più antichi quando Athena e i suoi Cavalieri possono essere una scocciatura per il mio potere. E poi, sai meglio di me che questi non sono semplici Cavalieri di Bronzo – (che tanto hanno fatto il culo a tutti i tuoi Spectre – vorrei dire, ma mi mordo più volte la lingua – Il mio esercito è forte e non teme alcun avversario. La prossima guerra sacra vedrà il mio successo, stanne certa! – fa in tono di sfida. I suoi occhi si incendiano. Lo ammetto, ho abbastanza timore.
Mara: Per te l’amore continua ad essere una cosa frivola e senza senso?
Ade: Tsk! Frivola è dire poco. Come ho già detto, l’amore è un’illusione che voi stessi umani avete creato e che esplicita la vostra stessa debolezza. Credo di non aver altro da dire e di avere già dato nei tuoi confronti anche troppe concessioni – fa fissandomi.
A questo punto capisco che mi devo levare dalle scatole, e lo devo fare anche velocemente.
Mi alzo e tendendogli la mano lo ringrazio, ma lui non contraccambia né il saluto né la stretta di mano, cosa che mi lascia del tutto spiazzata.
Respiro profondamente e girandomi sui tacchi mi avvio a passo veloce verso l’uscita.
 
Sommo Ade a mai più!!!
Urlo dentro me stessa, mentre imbocco la grande scalinata che porta verso la dodicesima casa.
Anche questa “rilassante” e “simpatica” intervista me la sono tolta dal belino!
Miei cari, alla prossima!!!
Kissssss, Mara!
 
Grazie, per la lettura.
VanityG.
 
 
 

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Capitolo 28
*** Intervista a Hilda de Polaris. ***


Intervista ad Hilda de Polaris.
 
Salve gente! Anche oggi ho in programma una nuova intervista e sarà proprio a lei, la regina di Asgard, Hilda de Polaris.
Finalmente sono arrivata all’interno della mia destinazione, perché se continuavo a stare ancora dieci minuti fuori al freddo e al gelo, sicuramente mi sarei ritrovata ad essere simil un ghiacciolo.
Queste terre sono indubbiamente molto belle, trasmettono pace e tranquillità, ma per una persona come la sottoscritta che ama il caldo sono decisamente fredde, troppo fredde, per i miei abituali standard.
 
Freddo mio a parte, do il via all’intervista.
 
Hilda: Buonasera Mara, prima di cominciare vorrei che ti mettessi a tuo agio, ho fatto preparare un tavolo vicino al grande camino, più tardi ti farò assaggiare una nostra specialità – il caldo sorriso unito alla gentilezza della celebrante di Odino mi lasciano decisamente spiazzata. Contraccambiando il sorriso mi sistemo proprio di fronte a Hilda.
Mara: Grazie Hilda per me sarà un piacere – riferito all’assaggiare una loro specialità, poi – La prima domanda sorge spontanea.
Hilda: Dimmi pure.
Mara: Come si fa a vivere in una terra dalle temperature rigide come queste di Asgard? – butto un’occhiata verso il cammino scoppiettante.
Hilda: Vedi, per noi che siamo nati qui, queste temperature non sono proibitive come per chi invece non è abituato a questo freddo, è vero, a volte penso a come potrebbe essere vivere riscaldati dal tepore del sole, ma poi mi rendo conto che non c'è luogo al mondo che potrei amare come queste terre all'apparenza inospitali ma che celano delle meravigliose sorprese a chi sa dove cercarle – fa con tono orgoglioso. Si vede che ama la propria terra.
Mara: Sei ancora pentita per quanto fatto mentre eri sotto il controllo di Poseidone mediante l’anello del Nibelungo?
Hilda: si rattrista un po'. I suoi occhi meravigliosi si abbassano leggermente – Credimi, non c'è giorno in cui non penso a quello che è accaduto, il male che ho fatto e le vite dei Cavalieri che ho sacrificato per la mia sete di potere, il pentimento è misera cosa a fronte delle mie indicibili colpe. Questa cicatrice – mi mostra la propria mano destra – Lasciata dalla spada Balmung mi rammenta continuamente il dolore che ho provocato a molti.
Mara: Odi Poseidone per quello che ha fatto?
Hilda: Odio soprattutto me stessa, se solo la mia forza di volontà fosse stata maggiore, forse avrei potuto resistere alle insidie dell'anello maledetto. La mia anima era imprigionata da invisibili spire, tutto mi scorreva dinanzi senza che potessi impedirlo.
Noto che i suoi occhi iniziano a luccicare. Quanto dolore deve ancora avere dentro di sé.
Mara: Parlami di Siegfried.
Con questa domanda Hilda sente il suo cuore perdere un battito e l'ombra di una lacrima si fa largo tra i suoi occhi.  Abbassa lo sguardo e poi risponde
Hilda: Il sentimento d'amore verso un uomo non si addice al ruolo di celebrante di Odino…io ho il compito di concentrare tutto l'amore per il mio popolo e per la mia patria nelle preghiere verso il nostro Signore Odino, però sono anche una semplice donna e non vi è un istante di questa mia esistenza macchiata di sangue che non rimpianga di non essermi mai comportata come tale con lui. Se solo potessi tornare indietro – le ultime parole le dice quasi singhiozzando. Purtroppo ho dovuto chiederle queste cose a dir poco dolorose.
Mara: Parlami di tua sorella. Flare è stata la prima a notare il tuo cambiamento dopo che hai indossato l’anello.
Hilda: Flare è la mia roccia – fa dolcemente – Se non ci fosse stata lei a chiedere aiuto ad Athena, oggi Asgard sarebbe soltanto uno sbiadito ricordo. Ha fatto ciò che nessun altro avrebbe osato in quel momento, ribellarsi a me e alle mie folli mire di conquista.
Mara: ha avuto un grandissimo coraggio, sola contro tutto e tutti. Dico ad alta voce, Hilda approva con un cenno del capo, poi le porgo un’altra domanda – Il dio Odino cosa rappresenta per te?
Hilda: Odino è il signore di queste terre e per me rappresenta la speranza, colui che impedendo ai ghiacciai di sciogliersi dona ogni giorno la speranza di vivere agli uomini della terra, anche se la maggior parte di loro è all'oscuro di tutto questo.
Mara: Hai mai pensato di lasciare Asgard?
Hilda: Mai, ancor meno dopo il sacrificio dei miei Cavalieri – la sua voce è po' increspata.
Mara: Pregare ogni giorno per evitare che i ghiacciai si sciolgano deve essere stancante. Cosa o chi ti dà la forza per andare avanti?
Hilda: Mi danno la forza per andare avanti l’amore per l'umanità, come dicevo prima, l'azione benevola di Odino è necessaria affinché gli esseri umani abbiano una terra in cui abitare, ed io sono soltanto la personificazione della loro voce. E poi la volontà di onorare il sacrificio di persone che amavano Asgard più della loro vita…Thor, Mime, Siegfried…
Mara: Seiya ti ha liberata rompendo l’influsso malefico dell’anello del Nibelungo. Cosa gli diresti in questo momento?
Hilda: Ho ringraziato Seiya e tutti i cavalieri di Athena per aver combattuto per liberarmi dall'influsso dell'anello e continuerò a farlo finché avrò vita.
Mara: Continuerai a proteggere l’integrità di Asgard fino alla fine?
Hilda: Finché Odino mi riterrà degna di tale compito.
Mara: Bene, Hilda io con le domande avrei terminato – le sorrido – Grazie per essere stata gentile e disponibile nel concedermi questa intervista.
Hilda: Perfetto! Per me è stato un vero piacere – ricambia il sorriso, poi indicando il tavolo – Se vuoi adesso posso offrirti il nostro Glogg!
Mara: Grazie, lo assaggio molto volentieri.
 
Devo ammettere che questo Glogg è fenomenale. È molto speziato ma è andato giù a meraviglia.
Sotto richiesta di Hilda mi sono fermata in quel di Asgard per due giorni pieni. La celebrante mi ha riservato una tra le camere migliori che sono presenti nel suo favoloso palazzo, ovviamente riscaldata al meglio.
 
Ci vediamo alla prossima intervista.
Saluti da Asgard, Mara!
GRAZIE per la lettura.
VanityG.
 
 
 
 
 

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