Cadranno petali e avranno il tuo nome di Fuuma (/viewuser.php?uid=1725)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dove sboccia il mal d'amore ***
Capitolo 2: *** Pugili di strada ***
Capitolo 3: *** Invito a ballare ***
Capitolo 4: *** La luna nel pozzo ***
Capitolo 5: *** Tempus fugit ***
Capitolo 6: *** Amare per morire ***
Capitolo 7: *** Morire per amore ***
Capitolo 8: *** Alba ***
Capitolo 9: *** Ironia del destino ***
Capitolo 10: *** Il prezzo della vita ***
Capitolo 11: *** Ineluttabile ***
Capitolo 12: *** La costellazione degli amanti ***
Capitolo 1 *** Dove sboccia il mal d'amore ***
Hanahaki
Disease: è una malattia immaginaria in cui la vittima di un amore
one-side inizia a vomitare o a tossire i petali e i fiori
di una pianta che cresce nei polmoni e che, se non trattata, finisce
per diventare abbastanza grande da rendere impossibile la respirazione. Nello sviluppo del trope mi sono
presa qualche libertà: prima tra tutte il fatto che i petali tossiti non
necessariamente appartengono sempre allo stesso fiore, ma cambiano a seconda
della situazione valorizzati dai pensieri o dalle emozioni del momento. Le
altre salteranno fuori al momento debito.
warning:
slash, '40s, pining, pre-serum, canon divergence
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01 |
Dove sboccia il mal d'amore
Steve non è tipo da fiori. Il suo
amore è una biscia scellerata, striscia tra roseti che Bucky pianta
per le dame, graffiato da spine arrabbiate e stregato da petali
sgargianti.
Rossi – come il sangue che gli
riempie il cuore.
Bianchi – come tele ancora
nude.
Blu – come occhi con cui far
l’amore.
Neri – un nero pieno e lucente,
come l’abito da sera di cui veste i suoi segreti.
Ma un colpo di tosse spalanca la gola
a un nuovo male. Steve si stacca dalla finestra, cade in ginocchio.
Sulla mano schizzi rossi e petali
tricolore.
In strada, lontano dallo sguardo,
Viole del pensiero piovono anche dalla bocca di un sergente.
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Questa
raccolta (di capitoli tutti collegati tra loro) è stata scritta
praticamente in due giorni, con l'eccezione delle ultime drabble
fuori challenge, perché ovviamente dovevo arrivare in
ritardo. Come spesso accade, la corsa delle 24h mi ha dato nuova
ispirazione per tornare a sperimentare sugli stucky; e poi avevo
davvero tanta voglia di tornare a scrivere sul mio periodo preferito
di Captain America - anche se in questo caso l'ambient degli anni
'40 rimane un po' in sordina.
Visto che
è quasi sempre Bucky la vittima prediletta per i tormenti d'amore,
questa volta mi sembrava giusto bilanciare un po' con Steve geloso e
innamorato perso (perché di fic in cui Steve muore
dietro a Bucky non ce n'è abbastanza nel mondo XD), oltre al fatto
che è raro per me scrivere di pre-serum Steve.
p.s. prometto di non
aver
dimenticato "Hello" (o le decine di fic che non ho mai pubblicato e
che mi guardano male dal mio pc), ma scrivo quando scrivo e arrivo
quando arrivo. Però grazie di cuore sempre e comunque a chi ancora
mi legge: avete la pazienza di un santo e per questo vi amo.
Scritta per la challenge
Corsa delle 24h - IX edizione@La
torre di carta
Prompt:
26. Viola del pensiero, “Ti penso” |
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Capitolo 2 *** Pugili di strada ***
02 |
Pugili di strada
Le strade di Brooklyn bisbigliano sonnacchiose,
le luci dei lampioni inghiottite dalla nebbia.
Steve naviga a vista, braccio contro braccio
con Bucky.
Pugni stretti e broncio in faccia; prende
fiato, si prepara, quasi dovesse affrontare l’incontro della vita:
categoria peso piuma nel campionato di rimbrotti.
«Dico solo che non c’è nulla di dignitoso a
crepare in una fossa, abbracciato a un fucile.» Bucky lo precede, un
gancio da manuale. Ma sa che a fare a pugni – e prenderle – Steve
potrebbe continuare tutto il giorno.
«Non cerco un modo degno di morire, ma uno
degno di vivere.»
«Dio...» S’interrompe, volta il capo.
Avvolto dalla nebbia, Bucky sputa petali rosati
e sorride infelice.
Il suo amore, questa sera, è bello e
capriccioso.
[ 110w ]
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Capitolo 3 *** Invito a ballare ***
03 |
Invito a ballare
«Cosa sono?»
«Un invito.»
«Non fare il cretino, Buck, parlo dei
fiori.»
Steve ha mani sporche di carboncino e
una mina incastrata all’orecchio. Non si aspettava visite, ma guarda
Bucky e affila il sospetto.
C’è un mazzo di fiori tra le dita
dell’amico, piccole ondeggianti campanelle purpuree e, non meno
importante, una cravatta annodata al suo collo.
Basta quella a dare l’allarme.
Bucky è un ragazzo a modo, colletti
inamidati e scarpe lustre, ma lontano dalle messe della domenica, la
noia di una cravatta s’accompagna solo a una donna.
E Steve nel mezzo.
No grazie, ha già dato.
Ma nei suoi fragili polmoni sbocciano
fiori ronzanti d’emozioni[1]:
Bucky ha sorriso, Bucky gli ha scoccato un occhiolino, Bucky
esiste.
«Anche io.»
[ 120w ]
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[1]
La Silene Viscaria viene anche chiamata mosca appiccicosa
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Capitolo 4 *** La luna nel pozzo ***
04 |
La luna nel pozzo
Il mio nome è Iris, come il fiore.
Steve la segue sulla pista da ballo,
tra banchi di coppie innamorate che nuotano in oceani di luci.
Iris è tutta volteggi e onde di
velluto.
Steve ha braccia di piombo e gambe di
melassa.
Da qualche parte Bucky ride e flirta,
abbracciato alla sua dama. Lei s’alza sulle punte, gli ruba un
bacio.
L’impronta rossa delle labbra svirgola
alla guancia. Bucky s’è scostato, sfuggente come l’illusione della
luna riflessa in un pozzo – se sei incauto rischi solo d’affogare.
È questo il problema di Steve. E
incauto, appesantito da un amore disperato, affoga.
Il tonfo riecheggia nella sala.
In terra un corpo di spigoli e
un’esplosione di petali blu e stami dorati.
[ 120w ]
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Capitolo 5 *** Tempus fugit ***
05 |
Tempus fugit
«Perché non me l’hai detto?»
Bucky ha affondato le mani in una
tomba di Iris blu; temeva di trovare solo polvere e invece ha
raccolto Steve e il suo amore non voluto.
Steve, che ha un cuore grande in un
petto di cristallo – un battito più forte basterebbe a frantumarlo.
Chi è la sciocca che non l’ama, che
potrebbe stringere il sole ma ha paura di scottarsi?
A rispondere il sibilo di un
respiratore artificiale.
«Dovevi dirmelo, Steve, ti avrei
aiutato.»
Ai piedi di un letto d’ospedale, Bucky
piange lacrime e petali.
Di tempo non ne ha più – anche il suo
amore è un ratto che lo mangia da dentro –, ma quello che rimane,
giura, lo darà a Steve.
[ 120w ]
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Capitolo 6 *** Amare per morire ***
06 |
Amare per morire
«Vorrei fare delle analisi anche a
lei, se lo permette.»
Bucky solleva occhi da una tazza di
caffè bruciato, li incastra dietro alle lenti dell’uomo e nel suo
tono legge una diagnosi già pronta.
«Non ce n’è bisogno, doc.
Preferirei pensasse a curare il mio amico.»
«Sta morendo, Sergente Barnes.»
Il dottore è un brav’uomo, ma è un
macellaio d’emozioni.
Se Bucky non fosse già seduto, sarebbe
caduto tra le macerie del pavimento aperto sotto ai piedi.
Troppo spaventato per chiedere chi;
la risposta è una manciata di fiori sputata nel palmo.
Entrambi.
«Non si preoccupi, ho intenzione di
resistere finché Steve non sarà guarito.»
Sarà quella cura a ucciderlo.
[ 110w ]
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Capitolo 7 *** Morire per amore ***
07 |
Morire per amore
Brooklyn si bagna di grigio,
l’orizzonte una coltre di nubi iraconde: il sole, dopotutto, sta
morendo in un letto d’ospedale.
Bucky entra dribblando con lo sguardo
il letto e il suo penoso abitante. A ogni respiro, nel tubo alla
bocca si raccolgono boccioli di dolore, gemiti fioriti risucchiati
dalle pompe.
Steve dorme, appassisce.
Bucky lo sfiora, una carezza di
rimpianti e preghiere – torna da me.
«L’infermiera dice che servono rose
per rallegrare la stanza. Come se non avessi abbastanza fiori tu per
tutto l’ospedale, eh, Stevie?»
Strozza una risata amara.
«C’ho provato, sai… ti saresti
arrabbiato: l’avrei portata qui e costretta ad amarti… L’ho cercata
ovunque, perfino nei tuoi schizzi, ma è un segreto che ti sei tenuto
troppo stretto.»
[ 120w ]
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Capitolo 8 *** Alba ***
08 |
Alba
Steve ha sognato campi di tulipani,
laghi ondeggianti di giallo, rosso, rosa, e, sulla testa, un cielo
che sapeva di quegli occhi che ha tanto amato. Si è tastato i
calzoni, alla ricerca d’una mina per intrappolarli su carta –
farli suoi. Il blocco da disegno è rimasto al di là del sogno,
in una realtà da cui sfuggono carezze fantasma, spettri di un bacio
a fior di fronte e l’eco di un desiderio struggente.
«Torna da me.»
Poi un colpo di tosse.
Sulla punta del naso una carezza di
seta profumata.
Hanahaki.
Steve riemerge dal sonno con un nome
sulla lingua.
Bucky.
Dopo giorni di buio, nella stanza
sorge l’alba.
[ 110w ]
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Capitolo 9 *** Ironia del destino ***
09 |
Ironia del destino
Se ne avesse la forza, Bucky
ruoterebbe occhi al cielo e prenderebbe a sberle un amico testardo
– un amore segreto – per il modo in cui da solo strappa tubo
e maschera dalla bocca.
Dovrebbe chiamare le infermiere, le ha
sentite a una porta di distanza, ma Bucky ha la bocca piena di fiori
– sputa, tossisce, vomita petali e saliva.
«B-Buck…» La voce di Steve è una
striscia fumosa e sfilacciata. Le sue mani, perfino più sottili, lo
cercano in colpetti angosciati – Perché, chiede lo sguardo,
si è risvegliato in una realtà capovolta?
Bucky tossisce.
Petali spenti, i colori rimasti a
grondare giù per l’esofago, ad annacquargli i polmoni. Crisantemi.
Ridendo a occhi lucidi pensa che non
potrebbero essere più azzeccati.
[ 120w ]
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Capitolo 10 *** Il prezzo della vita ***
10 |
Il prezzo della vita
Bucky annaspa senza voce, una sirena
strappata al suo mare.
Hanahaki.
Il morbo dei cuori infranti, il male degli egoisti.
Per sopravvivere, chi amano
deve morire, ha spiegato un giorno Miss
Rogers.
Ma non è giusto!,
ribatteva un bambino infagottato di coperte, ossa sporgenti e occhi
grandi come il mondo.
Bucky non smette di tossire rose di
sangue.
«In-Infermiera!» Steve grida, respira,
sopravvive.
Dalle labbra di Bucky cola il prezzo
pagato.
Tra le ossa si snodano steli
innamorati che cercavano il sole e hanno trovato l’inverno. Radici
incise di parole represse e gesti trattenuti s’intrecciano al cuore,
tomba di baci senza nome.
«Ti prego, Buck…» Steve lo abbraccia,
se lo incolla alla pelle.
Non è così che voleva esser salvato.
[ 120w ]
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Ed eccoci ad un'altra regola che non
mi sembra fosse specificata nel trope, ma che ho deciso essere
così perché andando a logica ha senso: se la persona amata da
chi soffre di Hanahaki muore, si viene a perdere la connessione
che li legava, il malato può guarire ed è libero (?) di
innamorarsi di chiunque altro. Un po' come avverrebbe se i
petali fossero rimossi chirurgicamente – intervento chirurgico
che non esiste in questa fic, perché il tempo che avevo per
scrivere e pensare era quello che era e non avevo voglia di
complicarmi ulteriormente la vita. XD
Resta sottinteso che se l'amore
viene ricambiato, ovviamente si guarisce.
Ispirata alla challenge
Corsa delle 24h - IX edizione@La
torre di carta
Prompt:
32. Amore |
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Capitolo 11 *** Ineluttabile ***
11 |
Ineluttabile
Steve scava tra labbra sfiorite,
bianchi stecchi rinsecchiti di dita che strappano petali e una
confessione indigesta.
Ti amavo.
Al passato, perché il presente è
una guerra di vinti, un sepolcreto di occasioni mai colte. Il
presente, soprattutto, è un dono sacrificato all’altare di Steve –
oh Bucky, se solo avessi saputo, avrei
vestito i tuoi colori, combattuto a tuo nome e vinto per amor tuo;
ma ancor prima d’indossare un’uniforme, mi hai dichiarato perdente.
È la storia che si ripete, un timbro
di rifiuto che spacca il cuore.
Ma tu non farlo, Buck, non rendermi
un assassino.
«Ti amavo anche io, ti amavo e temevo
non sarei mai stato alla tua altezza.»
È la condanna a morte dell’amore
codardo. Ineluttabile.
[ 120w ]
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Capitolo 12 *** La costellazione degli amanti ***
12 |
La costellazione degli amanti
Steve non è tipo da fiori, ma ha
coltivato petali su cui era inciso un solo nome. Per ognuno di essi
ha scavato buchi nel terreno, seppellendoli ai piedi di un cespuglio
di stelle profumate: dafne del colore delle labbra di Bucky.
Ha concimato la terra, ha concimato il
suo amore, ha concimato ceppi di una tragedia mai voluta.
Sdraiato in un letto d’erba, Steve
scopre nuove costellazioni rosate nate nel giardino.
«Non mi perdonerò mai di non essermene
accorto prima.»
A rispondergli il bisbiglio del vento
tra gli steli.
Steve strizza gli occhi, cancella le
lacrime.
Oltre le dafne, si solleva un corpo
malandato di carne e bende bianche. Bucky gli pizzica la guancia con
un dito.
«Dovrei dire lo stesso, ma al
rimpianto preferisco la gioia di averti ancora al mio fianco.»
Sulle labbra, non più fiori ma sorrisi
sbocciati.
Si guarda intorno – è solo col suo
sole.
Come un’ape tra i pollini, Bucky si
adagia sulla bocca schiusa di Steve e con un bacio respira la vita.
[ 170w ]
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Sono un
clown, mi ero completamente dimenticata di postare l'ultima drabble
della raccolta! Inizialmente puntavo a farla stare in 150w, ma alla
fine niente, quelle 20w in più hanno deciso che dovevano rimanere e
ci ho rinunciato,
Avevo iniziato La
Corsa con un dubbio atroce su come far
finire la raccolta; per
un po' sono stata seriamente tentata di far finire il tutto in
tragedia, come accade praticamente in qualsiasi hanahaki!fic che
abbia mai
letto... non fosse che non ce la posso fare, io ho bisogno
dell'happy ending, specie per Bucky che si merita il mondo! E quindi
col cavolo che lo facevo morire! Poi in realtà l'assenza della nota
"death-fic" tra i warning poteva essere un buon indizio XD ma
comunque eccoci qua all'ultimo capitolo, con i due geni del male che
sono quasi riusciti ad uccidersi a vicenda. Ma li si ama anche per
questo, vero?
Come al solito, grazie a
chiunque sia arrivato fino a qui. You da best!
♥
Ispirata alla challenge
Corsa delle 24h - IX edizione@La
torre di carta Prompt:
29. Dafne, “Non ti vorrei in nessun altro modo”
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