Il Sogno: Anime Gemelle

di LadyYuna94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** Per l'ultima volta ***
Capitolo 3: *** L'Incontro ***
Capitolo 4: *** Così inaspettato... ***
Capitolo 5: *** Un giorno qualunque ***
Capitolo 6: *** Pettegolezzi in piscina ***
Capitolo 7: *** Giochiamo ***
Capitolo 8: *** La Partita ***
Capitolo 9: *** Appuntamenti in comitiva ***
Capitolo 10: *** Sguardi ***
Capitolo 11: *** Crepe ***
Capitolo 12: *** Amarti è una partita a perdere ***
Capitolo 13: *** Confusione ***
Capitolo 14: *** Strane rivalità ***
Capitolo 15: *** Punti di vista ***
Capitolo 16: *** Le cattive notizie non viaggiano mai da sole... ***
Capitolo 17: *** Invito a cena fuori ***
Capitolo 18: *** Dolore ***
Capitolo 19: *** Continua a respirare... ***
Capitolo 20: *** Istinto e Ragione ***
Capitolo 21: *** Bella e Rovinata ***
Capitolo 22: *** Parto da Qui ***
Capitolo 23: *** All'Arrembaggio ***
Capitolo 24: *** Lotta a Quattro ***
Capitolo 25: *** Fascino Proibito ***
Capitolo 26: *** Semplicemente Chic ***
Capitolo 27: *** The Crown ***
Capitolo 28: *** Difendere l'Onore ***
Capitolo 29: *** Love Me Like You Do ***
Capitolo 30: *** Per quanto fugga, torno sempre a te... ***
Capitolo 31: *** Venere e Marte ***
Capitolo 32: *** Suteki Da Ne ***
Capitolo 33: *** Un milione di Sogni... ***
Capitolo 34: *** Una Notizia Inaspettata ***
Capitolo 35: *** Figlia ***
Capitolo 36: *** Prime Incomprensioni ***
Capitolo 37: *** Alle mie condizioni ***
Capitolo 38: *** Ad Maiora ***
Capitolo 39: *** Un Prezioso Cimelio ***
Capitolo 40: *** La Proposta ***
Capitolo 41: *** Benvenuto Trunks ***
Capitolo 42: *** Wild Flower ***
Capitolo 43: *** Il Grande Giorno ***
Capitolo 44: *** I Will Always Love You ***
Capitolo 45: *** Honeymoon ***
Capitolo 46: *** Preoccupazioni da Neosposa... ***
Capitolo 47: *** I Saiyan Non Implorano ***
Capitolo 48: *** Il Destino di un Super Saiyan ***
Capitolo 49: *** Un Arrivo Speciale ***
Capitolo 50: *** Ti ho aspettato per tutta la vita... ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***


INTRODUZIONE

- Aspetta non correre!-

Sento la mia voce che lo chiama. Forte.

“Quel bambino è incorreggibile...per quanto mi sforzi di corrergli dietro, riesce sempre a sfuggirmi…”

Ogni notte, da vent’anni oramai, faccio sempre il solito sogno, è così strano.

Capita a tutti di fare un sogno ricorrente, no? Ma per venti lunghi anni la cosa sembra essere un po’ assurda. La scena è sempre la stessa: un prato, alba appena inoltrata, io che rincorro un bambino con una casacca arancio acceso e i capelli neri. Ma non è un bambino normale, no, non lo è per niente. Corre ad una velocità assurda, non riesco mai a stargli dietro, i suoi capelli sono così strani, come se stessero sparati in aria per qualche forza misteriosa. Non so come si chiama, non so, in generale chi è. Di solito si sogna ciò che nella maggior parte delle cose si conosce, soprattutto quando si ha tre anni, ma evidentemente non è il mio caso.

Per quanti sforzi, ricerche o altro, non l’ho mai davvero incontrato nella realtà e, col passare degli anni, ho cominciato a vederlo come l’amico immaginario dell’infanzia, che anche a ventitre anni torna a farti visita nei sogni per non farti dimenticare mai la tua parte bambina.

Mi sono sempre sentita fuori posto per via di questi sogni strani, a volte quasi premonitori. Rimango attaccata al pianeta Terra grazie alla costanza nello studio e alla voglia di sfondare con la carriera, sono le uniche cose che al momento mi rendono felice e orgogliosa di me stessa.

Sento però di aver sempre un pezzo mancante. Forse la voglia di innamorarmi, voglia di un amore che dia la sensazione di ardere vivi, che ti faccia arrabbiare, ma anche gioire, quell’amore che sia per sempre…

Non immaginavo, sarebbe arrivato nel momento più inaspettato…

 

 

La professoressa picchietta nervosamente con la bic sul mio libretto universitario, valutando meticolosamente il mio ultimo test scritto. Il modo in cui arriccia le labbra mi fa quasi venir voglia di urlare, la sua espressione è praticamente impenetrabile. Se mi boccia ora, addio laurea tra sei mesi. E non posso assolutamente permettermelo con lo stage e tutto il resto. Tutti i miei piani per il futuro andrebbero totalmente a puttane.

- Bene, direi che possiamo tranquillamente concludere qui- dice la donna con voce squillante, facendo ondeggiare in modo elegante il suo cordino per occhiali color oro.

Tiro un impercettibile sospiro di sollievo quando la vedo segnare il voto sull’ultimo rigo del mio libretto d’esame.

- Le faccio i miei migliori auguri per la laurea e, soprattutto per il futuro!- il suo sorriso rassicurante viene prontamente ricambiato, quando mi porge quella sorta di blocchetto rilegato in cuoio.

- Grazie mille, professoressa, le auguro una buona giornata- e faccio per uscire.

Quando esco dall’aula d’esame, resto per qualche minuto con le spalle poggiate contro lo stipite e gli occhi chiusi, il respiro che man mano torna regolare. Non posso crederci, la mia carriera universitaria è finita, si è conclusa con un cento nell’esame più difficile possibile.

Il rumore di scarpe col tacco che riconoscerei tra mille, quelle costosissime di Bulma, mi destano da quella sorta di torpore in cui ero caduta.

- Allora? Com’è andata?- la voce argentina della mia coetanea fa alzare il livello della mia allegria ancor di più.

- Ho preso cento!- comunico per poi lasciarmi andare ad un urlo liberatorio insieme all’altra e un abbraccio che lascia praticamente sconvolta la metà degli studenti presenti in corridoio.

- Che ti dicevo? E tu che stavi lì in ansia, a preoccuparti di ricordare le cose!- mi dice mia sorella in tono canzonatorio e nel dirlo ravvia con fare elegante la sua liscia chioma turchina.

Quando l’aria di festeggiamenti si dissipa (dopo un quarto d’ora abbondante), Bulma mi prende sottobraccio e insieme ci avviamo fuori dal campus universitario.

- Santo cielo, Maya! Ti rendi conto che è finita? Caput? Niente più libri, niente più professori, niente di niente! Solo lavoro, soldi e felicità!- mi dice allargando il suo sorriso

- In questo preciso ordine- mi affretto ad aggiungere

- Ovviamente- ribatte energica, il suo brio mi fa letteralmente venir voglia di saltellare qui, alla fermata del bus con semaforo rosso.

Del resto, dopo vent’anni dovrei essere abituata al suo essere spumeggiante, siamo compagne di banco, amiche dalla scuola dell’infanzia, sorelle da quando i suoi hanno deciso di adottarmi legalmente quando ho compiuto dieci anni, siamo cresciute praticamente insieme, eppure ancora non mi abituo al suo essere così tremendamente solare.

- E finalmente la nostra estate può iniziare!- riprende, tirandomi leggermente quando scatta il verde al semaforo.

- Lunedì arrivano anche James e C, è immancabile il nostro rito di prendere il sole in piscina a casa e festeggiare l’inizio dell’estate!- mi comunica, come se già non lo sapessi. Facciamo questa cosa ogni anno praticamente da sempre.

Sospiro, un po’ malinconica. Mi sembra troppo bello per essere vero, potremo goderci l’estate senza la paura delle scadenze, degli esami, dei libri e delle dispense che si accumulano sulla scrivania.

- Sorellina, ti ricordo che a dicembre c’è la laurea e siamo ancora indietro con la tesi, non possiamo permetterci di arrivare all’ultimo minuto…- la voce della mia coscienza parla per me.

Bulma sembra non cambiare assolutamente espressione, anzi le mie parole sembrano esserle entrate da un orecchio e uscite dell’altro. Tanto lo so che con Bulma arriveremo sempre all’ultimo minuto, ma ogni tanto cerco di rammentarle che dovremmo cambiare il nostro modo di fare, soprattutto nello studio.

- Piantala! Non essere così pesante, almeno un po’ di meritato riposo!- mi ammonisce con finto tono duro

- L’estate è la stagione degli amori: ragazzi abbronzati, vacanze in bei posti, abbiamo così tanto da fare che vedrai, la tesi sarà l’ultimo dei tuoi problemi- riprende risoluta, indossando gli occhiali da sole, con fare da diva.

Resto lì a riflettere qualche secondo con sguardo corrucciato, ma alla fine, come sempre mi lascio convincere.

- In effetti non hai torto, credo ce lo meritiamo...- rispondo con tono di voce più alto di quello che avrei voluto.

- E voglio dare una festa!- annuncia, prendendo il suo i-phone e cominciando a scrivere velocemente.

Io sgrano leggermente gli occhi

- Scusa, non basta la megasuperfesta che ci ha promesso la mamma e che dovremo dare dopo la seduta di laurea?- le ricordo prontamente.

- Naturalmente, ma bisogna festeggiare anche la fine degli esami!- il modo in cui calca ogni singola sillaba della frase, è di quelli che non ammettono replica.

- Una bottiglia di champagne con C e James in piscina sarà sufficiente, una cosa intima, tra di noi…- cerco di farla ragionare.

- E i nostri amici? Non meritano di brindare alla nostra salute e alle nostre lunghe e sfavillanti carriere? Dai, Maya, prometto che sarà tutto all’insegna della sobrietà!- dice incrociando entrambe le dita sul petto e avvicinandosi tipo Satana pronto a riscuotere l’anima. Le conosco bene le cosine sobrie di mia sorella. Nella migliore delle ipotesi finiremo per ubriacarci, musica a palla tutta la notte e al mattino dopo saremo completamente uno straccio.

- Decidi tu, infondo la festa è la tua- rispondo rassegnata facendo spallucce.

- Per questo sei la sorella migliore del mondo!- dice tirandomi a sé per abbracciarmi

- Perché cedo sempre alle tue richieste?- chiedo alzando un sopracciglio

- Certo, ma non solo per questo-

- Vorrei ben vedere...- continuo, stringendo gli occhi a due fessure e mentre stiamo lì a ridercela di gusto, continuando a camminare, una voce che ben conosciamo interrompe il nostro siparietto.

- Ragazze, aspettatemi!-

Il buffo ragazzo di bassa statura e dalla testa pelato, amico mio e di Bulma dai tempi delle scuole medie, ci rincorre trafelato con una marea di libri in mano e la borsa mezza aperta.

- Hey, Crilin ciao!- saluta entusiasta Bulma, probabilmente già pronta a sganciare il primo invito per la festa sobria di cui si parlava.

Non appena ci raggiunge, poggia entrambe le mani sulle ginocchia e cerca di riprendere fiato, inspirando profondamente.

- Che succede? Ti vedo abbastanza preso- commento, osservandolo da capo a piedi.

- Ragazze, il polo didattico è l’inferno e ci sono tre copisterie chiuse, ho bisogno urgentissimo degli appunti per l’esame- chiede quasi disperato

- E che problema c’è? Te li diamo noi, credo di averli ancora, da qualche parte...- dico mettendomi a riflettere.

I minuscoli occhi neri del giovane da afflitti si accendono di una luce nuova, come di speranza.

- Davvero? Mi salvereste la vita!- risponde, mettendo le mani giunte.

- Ma quando devi darlo l’esame, scusa?- chiede sospettosa Bulma

- Spero di farcela per settembre, ma capirete che ci vuole il suo tempo per prepararlo, quindi mi do giusto quindici giorni di pausa e poi mi tocca mettermi a studiare di nuovo- risponde, intristendosi di nuovo.

La capacità che ha Crilin di avvilirsi per ogni piccolo ostacolo è impareggiabile.

- Suvvia, ci vuole un’eternità! Prima di tutto dobbiamo organizzare una festa da me in onore della fine degli esami miei e di Maya! Ne stavamo giusto parlando...-

Eccola che ricomincia, penso tra me e me.

- Avete finito? Di già? Cioè… volevo dire… congratulazioni!- risponde sorpreso e correggendosi in corner, per poi prendere a grattarsi la pelata sudata con imbarazzo.

- Sì fresche fresche di firma sul libretto. Però, festini a parte, ora ho solo bisogno di una dose potente di caffeina, ti unisci a noi?- chiedo amichevole, stringendo il braccio di Bulma, già pronta per aprir bocca e blaterare nuovamente sulla festa. Credo l’ammazzerò a breve.

Crilin scuote la testa in segno di diniego.

- Andate avanti voi, rischio di perdere il treno di ritorno- ci avvisa e, noi ragazze, senza farcelo ripetere due volte tentiamo di congedarci.

- Allora ci sentiamo- esordisce Bulma, ravviandosi i lunghi capelli che al sole hanno quasi sfumature acquamarina.

- Per gli appunti non preoccuparti, do un’occhiata a casa e ti faccio sapere- concludo, mentre mia sorella mi trascina praticamente via.

- Grazie Maya sei davvero un angelo! E mi raccomando, fatemi sapere per questa festa, o magari possiamo organizzare una bella birretta/cicchetto all’Ikeda bar con gli altri!-

- D’accordo, ciao ciao!- Bulma agita la mano frettolosamente e poi aumenta il passo.

La vedo calmarsi solo quando siamo fuori la nostra caffetteria di fiducia. Ci accomodiamo ad uno dei tavolini fuori e ordiniamo l’espresso italiano macchiato in tazza che prendiamo da sei lunghi anni e che ha visto risate, pianti, momenti di ripetizione pre-esame e salto delle lezioni, nel frattempo, sotto il sole cocente di giugno, io e Bulma ci accendiamo una sigaretta.

- Si può sapere perché improvvisamente mi hai trascinata via come se avessimo avuto un nido di vespe alle calcagna?- chiedo, cacciando un po’ di fumo dalla bocca

Vedo gli occhi color del cielo di Bulma cambiare completamente luce.

- Perché sono stufa, Maya- dice dura e la mia espressione interrogativa condito dal mio silenzio la invitano a continuare.

- E’ una scoglionata totale andare in centro a bere la birra, ormai è superata come cosa, ci sono solo un milione di matricole lì, che noia…- dice scocciata appoggiando la testa su una mano, ma in realtà io conosco il vero motivo: vuole evitare il più possibile Yamcha, il suo ex.

Cerco di mettere subito fine al viaggio mentale che sono strasicura è partito nella sua testa.

- Beh, magari Crilin ha solo proposto, però sì sono d’accordo, ci sono tanti altri posti in cui andare, quel bar è sempre stata la nostra ultima spiaggia quando proprio non avevamo nulla da fare con gli altri…- commento, girando distrattamente il caffè.

- Mi scoccia totalmente passare del tempo con quelli lì, a te no?- mi chiede speranzosa, io mi limito ad alzare le spalle. So bene che il prossimo sabato cambierà idea, dirà che le va bene un giro in centro tutti insieme in memoria dei bei vecchi tempi, si farà la sua bella scopata con Yamcha sempre in memoria dei suddetti vecchi tempi e passeremo la domenica sera ad autocommiserarci perché non riusciamo ad ampliare i nostri orizzonti in fatto di uomini.

Mia sorella è il ritratto della volubilità.

- Dillo che vuoi semplicemente stare il meno possibile intorno a Yamcha, neanche più il sesso occasionale ti va bene?- le chiedo alzando un sopracciglio con fare accusatore. Vedo le sue guance imporporarsi e poi spegnere con forza la sigaretta.

- Non è solo questo...- si affretta a dire

- Sì, è anche il fatto che l’ultima volta, non meno di tre settimane fa, ubriachi persi l’avete fatto. Di nuovo- le ricordo con un finto sorriso, lei si arrende.

- E allora? Non ci capivo niente in quel momento…- tenta di giustificarsi, per poi puntarmi minacciosamente l’indice a pochi centimetri dal naso

- Piuttosto tu, che chiedi la sigaretta a Tenshinhan con fare da civetta- riprende vaga e quell’affermazione mi fa sgranare paurosamente gli occhi

- Non dire assurdità, ti prego! Le avevo finite e gliel’ho chiesta con molta gentilezza, cosa c’è di male?- spiego, con calma. Poi ridacchiamo entrambe, d’improvviso.

- Abbiamo un disperato bisogno di conoscere gente nuova, Maya, la nostra vita sta diventando monotona e non è questo che avevo in progetto per noi, non quest’estate!- commenta secca.

- Ma cos’è questa fissa dell’estate adesso?- domando esasperata, alzando gli occhi al cielo

- Sveglia! È la nostra ultima estate da universitarie, poi sarà tutto mondo dei grandi e responsabilità- dice ovvia e quell’affermazione mi riporta per un attimo alla realtà.

- Non ti fa un po’ paura… crescere intendo- le dico mordendomi un labbro, pentendomi subito dopo di aver detto una cosa tanto stupida.

- Beh, avrei paura se terminati gli studi mi ritrovassi a fare un lavoro che non mi piace, per di più sottopagato, con la paura di comprare anche una spilla da balia- commenta inarcando le sopracciglia

- Ma noi siamo fortunate, abbiamo l’azienda di famiglia e Dio solo sa quanto la Capsule Corporation abbia bisogno di due cervelli come i nostri di questi tempi- continua, quasi sollevata

- E poi col primo stipendio ho intenzione di comprarmi quelle scarpe di Yves Saint Laurent che ho visto con James alla sfilata di Milano- conclude sognante.

Roteo gli occhi e riprendo a sorseggiare il mio caffè. Ogni volta che tento di fare un discorso più serio, l’attenzione si sposta sempre sull’alta moda. È un vizio che Bulma non riuscirà mai a togliere.

- Tornando a noi, che intenzioni hai per quella festa ora che, d’incanto, non hai più voglia di uscire con i nostri amici?- stavolta sono io a voler cambiare argomento ancora una volta.

- Direi che non se ne fa nulla. Ti odio, perché hai ragione tu, come sempre- mi dice con una smorfia

- Sarà che si è esaurito ogni tipo di argomento dopo così tanti anni d’amicizia, potrebbe essere questo?- chiedo aggrottando la fronte

- Non credo, prima che legalmente sorelle, io e te siamo amiche per la pelle da più vent’ anni e io non mi sognerei mai di trovarmi un’altra migliore amica...anche perché dovrei ucciderti, sai troppe cose di me- dice con un sorrisetto diabolico

- Idem per me- mi affretto a rispondere, sbattendo le palpebre più volte.

- Forse è davvero solo triste sesso tra ex per cercare di animare un fuoco ormai spento- esordisce Bulma dopo qualche secondo di silenzio.

- Ti riferisci a te e Yamcha?-

Lei annuisce senza la minima espressione in volto.

- Basta smettere, nessuno vi costringe a farlo- commento ovvia

- Potete restare buoni amici anche senza togliervi le mutande e scambiarvi i fluidi, come me e Tenshinhan- concludo in tono conciliante.

- Che terribile immagine mi si è appena insinuata nella mente...- mi dice sgranando gli occhi terrorizzata

- Ho appena immaginato Tenshinhan senza mutande, oddio sono una persona orribile!- dice in tono lamentoso e il che mi fa scoppiare a ridere senza freni.

Nel mentre ci perdiamo nella nostra risata divertita, il cellulare di Bulma comincia a vibrare insistentemente sul tavolino del bar, così lei si precipita ad aprire la notifica dell’applicazione di messaggistica istantanea e constatare a chi appartiene.

- E’ papà- mi informa

Poi legge in silenzio, cambiando improvvisamente espressione, passando dal rilassato al preoccupato, spalancando i suoi occhioni azzurri.

- Merda, merda! Me ne ero completamente dimenticata!- dice stridula, portandosi entrambe le mani sul volto.

La vedo in panico, vero che le succede spesso, ma non quando papà manda messaggi.

- Che succede?- chiedo altrettanto in panico

- Stasera ci sarà quella cena- mi dice in un soffio.

Faccio correre la mente tra le miriadi di informazioni contenute al suo interno. Lo studio matto e disperatissimo per quest’ultimo esame ha portato al patibolo gli ultimi neuroni funzionanti, ma quando sento “quella cena” qualcosa tra le mie sinapsi si attiva e la mia faccia assume la stessa espressione di quella preoccupata e ansiosa di Bulma.

- Oh porca… di già? Non dovevano arrivare in estate, tipo?- chiedo agitata e, di tutta risposta, Bulma mi guarda in cagnesco.

- Se non te ne fossi accorta SIAMO in estate!- ribatte ovvia, indicando un punto metaforico intorno a noi. Beh, giugno, trenta gradi all’ombra, se non è estate questa...

Sono mesi che papà fantastica su questa serata, da quando dei facoltosi investitori dal Nord del paese hanno fatto un’ offerta per finanziare il nuovo lavoro di robotica avanzata della Capsule Corporation. Pare che questi tizi abbiano acquistato la villa a pochi passi dalla nostra e resteranno qui per seguire le fasi della realizzazione di questo progetto, il quale potrebbe durare anche qualche anno.

Papà ce ne parla giorno e notte dal momento in cui ha ricevuto la splendida notizia, chiedendoci di non prendere alcun impegno per questa serata, ma noi prese dagli studi e dall’ansia dell’ultimo semestre che incombeva, ce ne eravamo completamente dimenticate.

- Dobbiamo sbrigarci a tornare a casa, la mamma ci ammazzerà!- mi avvisa, recuperando accendino e sigarette dal tavolino, ma una nuova consapevolezza mi tiene ancorata sulla sedia d’acciaio della caffetteria.

- Maya, che fai ancora lì? Coraggio, dobbiamo correre a casa, abbiamo milioni di cose da fare!- la voce di mia sorella invade il mio cervello, ma io non so davvero come prenderà ciò che sto per dirle.

- Bulma, io… io non potrò esserci stasera- le dico in tono neutro, ma lei sgrana talmente tanto gli occhi che ho il terrore che a breve le usciranno dalle orbite.

- Cosa? Che vuol dire non potrai esserci?! Non dire cazzate, mamma e papà ci aspettano!- mi ordina, ma io non accenno a muovermi, così lei sbuffa e si rimette seduta

- Maya, non ho intenzione di trascinarti a casa con la forza, cos’è che non va?- chiede esasperata

- Ho la cena annuale con quella vecchia prozia- mormoro

- Oh santo cielo!- Bulma alza gli occhi in alto, per poi prendere a massaggiarsi le tempie

- Cazzo, ho già un terribile mal di testa- mi dice seccata

- Non dirlo a me...- rispondo mordendomi un labbro

- Ascolta, non puoi dire che stai male e rimandare per una volta? Lo sai che per papà questa serata è praticamente sacra, ci sta preparando da mesi per questo evento- cerca di convincermi

- Lo so, lo so benissimo e mi dispiace da morire, credimi- comincio, sentendomi profondamente in colpa.

- So che partecipare alla cena di papà dovrebbe essere naturale, ma sai bene anche tu che questa sorta di incontro annuale con il mio unico parente ancora in vita è stata praticamente l’unica condizione per far sì che voi mi adottaste- le ricordo, con un pizzico di dolore nella voce.

Bulma sospira triste

- Mamma e papà capiranno, come ogni anno da quindici, vedrai...- la rassicuro prendendole le mani, ma Bulma non è una che molla facilmente e mi stringe più forte.

- Maya, ti supplico, non lasciarmi da sola stasera, dovrò sorbirmi mamma che va su e giù per casa come un vasetto di miele, tirando fuori dal frigo ogni tipo di dolce esistente sulla terra, dovrò sorbirmi papà che racconterà del progetto in ogni sua parte, il giretto per il laboratorio e soprattutto dovrò stare a tavola con quattro sconosciuti.- la guardo parlare a raffica, sintomo che è nervosa all’estremo

- Ti sto implorando, rinuncia alla serata con tua zia- mi dice con gli occhi da cane bastonato, sta per mettersi in ginocchio, me lo sento.

- Oh, Bulma, lo sai che non posso, te l’ho detto!-

- Ma se sono mesi che parliamo di questa cena! Ci parlo io con tua zia!- dice risoluta.

- Vorresti arrecare dolore a una povera vecchietta ultrasettantenne?- chiedo alzando un sopracciglio.

- Quando ti giochi la carta dei sensi di colpa sei perfida- mi dice scuotendo la testa

Una sensazione come di forza contraria che mi costringe a non partecipare a questa cena, sta prendendo il sopravvento e la forza contraria è anche la mia prozia. Il mio unico parente ancora in vita.

Fa strano parlare di questo e ricordare ogni volta che in realtà i Brief non sono la mia famiglia biologica, eppure la sento tale sotto tutti i punti di vista. La mia vera famiglia, quella è solo un vago ricordo di volti sfocati e nomi scritti su di un fascicolo, di case famiglia e di notti insonni. Di incidenti stradali sospetti e di casi chiusi senza che nessun esponente della giustizia battesse ciglio.

Non ho mai amato essere accostata a tutto questo e ogni anno a questa famosa cena di famiglia tento di evitare l’argomento a tutti i costi, anzi spero un giorno di poter dimenticare il mio passato, far finta che non sia mai esistito, ma persino quando Elizabeth, la mia prozia, si è vista costretta a cedere di fronte alle mie richieste imploranti e quelle della famiglia di Bulma di essere adottata al compimento dei dieci anni, una parte di quella schifosa biologia ha voluto tenermi ancorata al passato, costringendomi a questo incontro annuale.

- Dai Maya, ti prego, farò tutto ciò che vuoi, ma non lasciarmi da sola con degli sconosciuti- rincara la dose quasi piagnucolando, io scuoto la testa

- Mi dispiace, ma non posso proprio- mormoro triste

- Oltretutto, se stasera non ci vado, è la fine. Addio festa di laurea, addio tutto, sai che mia zia è stata categorica, anche sull’eredità- le ricordo ancora una volta.

- E capirai, una casa in una favela brasiliana, che sballo- mormora senza il minimo entusiasmo nella voce.

- Non è una casa in una favela, è una fabbrica a Rio e fattura anche molto bene- sottolineo.

- Già, quello che è- ribatte lei offesa.

- Ascolta, ti prometto che se concludo presto la faccenda, torno a casa in men che non si dica-

- Sarà meglio per te- mormora seccata scoccandomi un’occhiataccia.

- E non tornare a casa senza qualche gustoso manicaretto sudamericano- mi avverte minacciosa

- Vedrai, ti stupirò!- cerco di rassicurarla.

Dopo qualche altro minuto di tira e molla, continuato anche per la metà del tragitto in auto verso casa, ognuna di noi si rintana nella propria stanza per dar via ai preparativi per le rispettive cene.

Se già normalmente ho pochissima voglia e stimoli a vedere Elizabeth, a questo giro mi sarei inventata una dissenteria ad opera d’arte senza batter ciglio su consiglio di Bulma, pur di non stare in silenzio a fissarci a tavola e commentare le solite pietanze del solito ristorante dove decidiamo di vederci e cenare ogni benedetto anno. Avrei fatto di tutto pur di non vedere quell’accenno di delusione negli occhi di mio padre, ma che col suo solito sorriso rassicurante e una pacca sulla spalla, ha smorzato i toni dicendomi

- Ci rifaremo alla firma dei contratti-

Eppure, qualcosa nel mio cuore, mi dice che stasera dovrei tentarle tutte per cercare di restare a casa...

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Capitolo 2
*** Per l'ultima volta ***


CAPITOLO 2:

Appurato che l’appuntamento per cena è fissato alle 21:00 (come sempre), dopo una lunga e rigenerante doccia, finisco per appisolarmi sul letto di camera mia. E puntualmente torna a fare capolino nel mio inconscio il mio sogno, quello di sempre. Il sogno di tutta la vita. Ma stavolta c’è qualcosa di diverso…
Nel mentre corro, avanzo il passo e, che strano, mi sembra di esser diventata veloce quanto quel bambino, stavolta riesco persino a toccargli la spalla, lui sta per girarsi, nonostante i suoi strani e inumani capelli a palma gli coprano il volto…
E poi...
Squilla il cellulare, notifiche di whatsapp di continuo, senza tregua che mi fanno svegliare di soprassalto. Riprendo pian piano facoltà mentali e lucidità e sblocco il cellulare, la luce dello schermo quasi mi acceca. Come previsto, ci sono una marea di notifiche, un paio di Crilin, un paio di Tenshinhan e via di seguito…
Chissà che vogliono tutti, avrei preferito stare ancora lì con il mio misterioso amico, penso tra me e me, aprendo per prima la chat di Crilin.
Crilin: hey ciao Maya! Scusami se ti disturbo, ma ti volevo chiedere, sei riuscita a trovare quegli appunti che ti ho chiesto? Per favore, ne ho urgente bisogno, perché se non ce li hai, da domani mi organizzo diversamente, grazie :*
- Merda, gli appunti, mi sono completamente dimenticata di cercarli- mormoro sottovoce
Mollo per un attimo il telefono e inizio a scavare nel mio materiale universitario. Tra una scartoffia e l’altra, perché raramente butto via qualcosa che riguarda lo studio, riesco a trovare gli appunti che mi ha chiesto il mio amico. Gli rispondo di rimando, mandandogli qualche foto.
Maya: ciao Crilin scusami, mi ero addormentata, avevo un mal di testa terribile :( comunque gli appunti sono questi, è un plico di circa una decina di pagine, dovrebbero esserci anche delle mappe concettuali. Se vuoi, domani sono di nuovo al campus perché devo compilare la modulistica di richiesta tesi, ci possiamo vedere lì...
Lui, dopo qualche secondo visualizza e appare la scritta “sta scrivendo...”

Crilin.che forza, Maya grazie! Sono perfetti! Sisi, io vado lì domattina presto, occupo un posticino appartato e tranquillo in biblioteca, perché figurati se a casa mia riesco, tra mio nonno con la tv accesa a tutto volume e il resto...
Maya:
 va bene, allora ci vediamo domani, buona serata
Crilin: ok Maya e grazie ancora.

Poi apro la chat di Tenshinhan, mi viene sempre una leggera ansia e non so perché, nonostante la nostra storia sia finita quattro o cinque anni fa e da allora siamo solo amici, lui ogni tanto spera ancora in un appuntamento solitario a due. Chissà, magari il “cattivo esempio” di Bulma e Yamcha lo influenza. Ho cercato di sviare il discorso miliardi di volte, impostando chiaramente un limite tra noi e che uscire da soli come facevamo un tempo, non è più previsto. Si sa com’è, questo tipo di uscite tra ex senza amici al seguito, potrebbero avere un secondo fine. E anche se al momento sono a secco da parecchio, non uscendo con nessuno da un po’ non voglio ricaderci, so già che me ne pentirei per diversi motivi, tutto il contrario di mia sorella. Prima di tutto perché non provo più niente per lui e lo vedo soltanto come un amico ormai, poi perché, appunto, dal canto suo potrebbe avere una valenza diversa e non voglio illuderlo o ferirlo, in fin dei conti comunque gli voglio bene e si merita di più di una persona che vorrebbe solo usarlo perché al momento è l’unico che glielo da.
No. È di una tristezza assoluta e io non voglio neanche ridurmi così.
Tenshinhan :un uccellino mi ha detto che avete finito gli esami!!! Complimentoni! Ho fatto gli auguri anche a quella pazza di tua sorella, ma risulta online e non mi ha degnato di una risposta. La solita maleducata ahahah
Rimugino per qualche minuto su come rispondere e poi, inizio a scrivere.
Maya: come stai, Tenshinhan? Sì è finita finalmente! Eh, Bulma sarà sicuramente impegnata, poichè stasera ci sono certi soci di papà a cena, quindi è online, ma è come se non ci fosse xD.
Tenshinhan: ah, capisco, serata impegnativa dunque…
Maya: non per me… esco con Elizabeth

Tenshinhan: la tua prozia venuta dal Brasile? Caspita, ma ancora ti costringe ad incontrarla dopo tutti questi anni?
Maya: finché avrà gli occhi aperti e respiro misto a fumo di sigaro nei polmoni, quella donna mi chiederà di vederci la seconda settimana di giugno, come sempre.

Tenshinhan: ti do un motivo per superare questa serata, che ne dici di una bella bevuta come ai vecchi tempi tutti insieme?
Lo sapevo, ti prego non aggiungere…
Tenshinhan: magari all’Ikeda, lì è sempre il nostro posto del cuore.
Come volevasi dimostrare, ha attaccato con il suo locale preferito. Possibile che in tutta Kagoshima lui conosca solo quel bar?
Maya: beh, magari, vedremo...
La mia risposta alquanto vaga sortisce, infatti, l’effetto desiderato. Sparisce e smette di tediarmi con gli shottini in centro. Almeno per il momento.
Getto il telefono da un lato e mi massaggio le tempie.
Sono sveglia ormai da un po’, eppure ancora non mi tolgo la sensazione del sogno di dosso. Questa volta era diverso, ne sono sicura. Sono ventun anni che faccio questo sogno, eppure non avevo neanche mai sfiorato quello strano bimbo. Sarà lo stress post esame penso tra me e me. Così decido, nonostante il largo anticipo, di alzarmi e andarmi a fare un'altra doccia rinfrancante, costringendo la mia mente a non pensare a quel singolare profilo e a quei capelli a palma.

La mia “cena di famiglia” è ormai, da almeno quattro o cinque anni, un inutile disquisire di formalità.
Come vanno gli studi? Quanto manca alla laurea? Hai conosciuto un ragazzo? Sei finanziariamente indipendente? I signori Brief come stanno? Tutte domande a cui seguono miei monosillabi o tentativi di frasi di senso compiuto. Questa volta, però, sono particolarmente presa dai miei pensieri e mi rigiro il cellulare tra le mani, sperando di avere presto segni di vita da Bulma sulla cena con gli investitori.
La mano rugosa con le unghie smaltate di rosso di Elizabeth si poggia sulla mia, nel tentativo di fermare i miei nervosi movimenti.
- Maya, sei più loquace del solito- afferma la mia prozia con un sopracciglio alzato e un mezzo sorriso, il suo tono è pura ironia.
- Ammetto che preferirei essere da un’altra parte, questa sera- le parole mi escono di bocca prima di poterle fermare e subito i miei occhi incrociano quelli dell’anziana donna seduta di fronte a me e la paura di poterla aver offesa in qualche modo mi fa sentire per un attimo in colpa.
Lei mi sorride, annuendo leggermente
- Niña, sei una donna ormai, capisco che ti annoia passare del tempo con una vecchia signora- afferma comprensiva, con il suo forte accento portoghese.
- Non volevo offenderti...- comincio, tentando di scusarmi, ma lei chiude gli occhi agitando leggermente le mani davanti a sé come a voler liquidare la faccenda.
- Non dovrai più preoccupartene, almeno credo...- mi dice per poi fare un lungo sorso di sangria.
Io aggrotto le sopracciglia e il grosso punto interrogativo che mi appare metaforicamente in faccia costringe la donna a continuare il discorso.
- Nostro Signore, nella sua infinita saggezza e misericordia, ha deciso che il tempo che mi resta da trascorrere in questa dimensione non è poi così lungo-
Quell’affermazione mi fa avvertire per un attimo un gelo nel cuore e il mio silenzio la invita a proseguire.
- Sono malata, Maya, mi restano pochi mesi ormai- mi comunica con un sorriso rassicurante, sperando di far trasparire quanto meno tristezza possibile dalle sue parole.
- Cos’hai?- chiedo con un soffio di voce
- Suvvia, non è un argomento adatto per una cena di famiglia!- mi bacchetta con ironia, ma il mio sguardo triste la fa insospettire.
- Non te l’ho detto perché volevo le tue lacrime o la tua compassione, del resto una famiglia ce l’hai e io sono profondamente grata di averti affidata ai Brief- mi confessa, per la prima volta in vita sua.
- Certo, loro sono la mia famiglia, ma anche tu lo sei tia- le dico, usando quell’appellativo che raramente ho deciso di rivolgerle, chiamandola il più delle volte con il suo nome.
- Sì, una famiglia che non si è saputa prendere cura di te come doveva- mi dice e io sospiro.
- Non ti ho mai incolpata perché avevi deciso di darmi in affidamento, anzi, te l’ho praticamente chiesto io in ginocchio di essere adottata dalla famiglia di Bulma- le ricordo e vedo i suoi occhi farsi lucidi. Evito di farglielo notare, perché orgogliosa com’è direbbe che è colpa degli jalapeños troppo piccanti.
- Tu lavoravi in quella fabbrica tredici ore al giorno, in condizioni pessime, hai visto morire piano piano i tuoi genitori, tua nipote mia madre, tuo marito e i tuoi figli, non avrei mai potuto chiederti di prenderti cura di me quando già tu ne avevi bisogno- le dico comprensiva.
Lei socchiude gli occhi e alza una mano davanti al volto come a voler interrompere il discorso.
- Darti ai Brief è stata la scelta più dolorosa della mia vita...- ammette con voce rauca
- Ma la migliore che potessi fare- conclude con un sorriso forzato
- Sei una donna realizzata, prossima ad un traguardo importante e pronta a spiccare il volo- mi dice orgogliosa, strappandomi per la prima volta un vero sorriso e non uno tirato di circostanza.
- Voglio ricordarti così, fiera e determinata, perché non dimenticare che per il mondo sarai anche Maya Brief, ma per me sarai sempre Maya González- dice, prendendo una mia mano tra le sue e io non posso far altro che stringerle.
Mentre Elizabeth è intenta a pagare il conto in anticipo, prima di un espresso da prendere sulla terrazza del ristorante, decido di mandare un messaggio a Bulma che, ovviamente, non è online.
Maya: una serata davvero del cazzo sai? Elizabeth ha un tumore, non si sa quanto le resta da vivere, ma meno di un anno sicuramente, quindi questa è l’ultima cena e il riferimento biblico è voluto, visto quanto è religiosa…
Attendo qualche secondo sperando di vedere le fatidiche spunte blu, ma nulla, dunque decido di lasciarle un altro messaggio.
Maya: lì invece? Ti prego dimmi che la serata lì procede alla grande, che i contratti sono praticamente pronti da firmare e papà non ce l’ha su con me per essermene andata.
Mi appoggio sfinita al bancone del ristorante fissando lo schermo del telefono sulla chat di mia sorella, ma nessun segno di vita, quindi decido di riporlo nella borsetta e di raggiungere Elizabeth in terrazza per il dessert e trascorrere con lei questo fine serata. Potrebbe essere l’ultimo e stranamente questa prospettiva mi rende più triste di quanto avessi mai potuto pensare.
L’unico pensiero che mi rasserena è che tra poco tornerò a casa e lo sognerò...

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Capitolo 3
*** L'Incontro ***


CAPITOLO 3:

L’idea di rientrare a casa alle due del mattino non era neanche lontanamente contemplata. Una parte di me si sentiva ancora tremendamente in colpa per non aver dato a mio padre tutto l’appoggio e il supporto che meritava in una serata tanto importante per la sua carriera di scienziato. L’altra parte, invece, si sentiva schifosamente egoista per non aver prestato attenzione (non solo in quell’occasione, ma nei quindici anni precedenti) ad Elizabeth, quindi quando quest’ultima mi ha chiesto di restare a dormire da lei all’hotel in cui alloggiava, non me lo sono fatto ripetere due volte.
Quando è suonata la sveglia alle sette in punto, però, l’unica cosa che volevo erano un caffè molto forte, una sigaretta e mia sorella sparita nelle ultime dodici ore.
La serata con gli investitori doveva essere andata parecchio bene per non aver preso il cellulare per tutto il tempo, oggetto che le sta praticamente incollato alla mano sinistra ventiquattro ore su ventiquattro.
Salutata Elizabeth, raccomandandomi di ricevere aggiornamenti circa il suo stato di salute, mi dirigo come una forsennata alla fermata del bus, sperando di arrivare in orario alla segreteria del campus e non avere brutte sorprese come file chilometriche e miriadi di studenti in attesa, tra matricole inesperte e poveri disgraziati che come me richiedono i moduli per la tesi.
Decido di chiamare Bulma, mentre rincorro il bus in procinto di partire, ma gli squilli vanno tutti a vuoto. Spero non si sia dimenticata del nostro appuntamento per questa mattina e il suo non rispondere alle mie chiamate e messaggi non fa presagire nulla di buono. Sarà caduta in uno dei suoi sonni profondi, penso tra me e me.
Seduta nell’ultima fila del mezzo di trasporto, apro Whatsapp e magicamente mia sorella si degna di riapparire nel mondo civilizzato e tecnologicamente avanzato.
La sua risposta alla mia dozzina di messaggi è un “sta registrando un audio...” ah bene, si mette male se manda un vocale. Di solito i suoi sono lunghi in media dai cinquanta secondi a salire.
Dalla voce biascicata e ancora impastata dal sonno, capisco che non è affatto già in autostrada diretta al campus, ma bensì nel suo bagno.
Bulma: buongiorno sorellina, papà non ce l’ha con te, ma io sì… eccome se ce l’ho, ti sei persa una serata senza precedenti!
La sua voce si sforza di essere entusiasta, ma il sonno la fa ancora da padrone. E anche l’alcol, conoscendola.
Di tutta risposta, io comincio a digitare veloce sui tasti dello smartphone. Non sia mai qualcuno possa sentire il vocale e, come potete immaginare, di figure di merda con registrazioni che partono improvvisamente davanti agli altri, gente come noi ne ha collezionate parecchie, come quella volta in cui proprio Bulma mi diceva di voler lasciare Yamcha perché stufa della sua immaturità e lui era seduto accanto a me al bar. Ottimo, no?
Maya: Finalmente ti degni di rispondere? Quanto hai bevuto?!
Lei inizia a scrivere.
Bulma: Maya...non te la posso descrivere questa serata. Hai commesso un gravissimo errore che credo rimpiangerai per il resto della tua vita… quelli erano dei fighi da paura!!!
Aggrotto le sopracciglia con una smorfia. Non riesco ad immaginare degli uomini di mezza età come dei fighi da paura, cioè… ci sono uomini di mezza età che sono molto affascinanti, come George Clooney o Brad Pitt, ma anche molti dipendenti della Capsule Corp, però non riesco assolutamente ad immaginare mia sorella che fa il filo ad uno con più del doppio dei suoi anni.
Maya: in Hokkaido il freddo deve aver qualche effetto benefico, se degli ultracinquantenni sono dei fighi da paura…
Bulma: Stupida! Mi riferisco ai loro figli!!!

La parola “figli” mi coglie di sorpresa. Poi ci rifletto un attimo e, effettivamente, se il progetto durerà qualche anno, senza neanche riuscire a prevedere una tempistica precisa di realizzazione e i suoi effetti una volta terminato, immagino che i finanziatori abbiano voluto portarsi dietro le famiglie per stabilirsi qui.
Bulma: credo di essermi presa una cotta terribile…
Ecco, quella è la frase che mi destabilizza definitivamente. Quando Bulma ha un colpo di fulmine, è più pericolosa di una nazione che dichiara guerra.
Maya: ma sei folle? Lo conosci da neanche un giorno questo tizio. E poi chi è? Cosa fa?
Chiedo con fare investigativo
Bulma: non meriti alcuna spiegazione a riguardo! Ti ricordo che ieri hai deciso di passare la tua serata in tutt’altro modo… Avrei condiviso il bottino molto volentieri. E non sei neanche tornata a casa, brutta stronza!
Sbuffo esasperata
Maya: in caso ti fossi persa qualche passaggio, Elizabeth mi ha confessato di avere un cancro all’ultimo stadio e non me la sentivo proprio di lasciarla sola.
Passa qualche altro secondo prima di rispondere e poi decide di mandarmi un audio
Bulma: ti chiedo scusa, non volevo è stato un colpo piuttosto basso da parte mia
Il suo tono sommesso lascia trasparire delle scuse sincere, che decido di accettare senza troppi fronzoli.
Maya: lascia stare, anzi non voglio neanche parlarne, mi sono sentita uno schifo per tutta la serata, l’unico pensiero che riusciva a farmi stare serena era…
Bulma: il sogno su quel bambino, sì lo so…
Mi dice in tono canzonatorio, battendomi sul tempo. A quel punto decido di telefonarle, stufa della messaggistica istantanea.
- Quanto ci metti più o meno a prepararti? Ci sono novità sul bambino misterioso...- la stuzzico, guardando fuori dal finestrino e accorgendomi che siamo quasi alla mia fermata.
- Non credo proprio di farcela, Maya. Ho bevuto un bicchiere di vino di troppo e mi sento uno straccio, senza considerare il fatto che sono andata a dormire alle quattro- la sento abbandonarsi sul suo letto con un mugugno soddisfatto
- Credo me ne resterò un altro po’ a letto, ma ci vediamo a pranzo a casa, no?- mi chiede, dopo un sonoro sbadiglio
- Certo-
- Torna presto, ho bisogno di raccontarti una marea di cose-
Il che vuol dire che dovrò prepararmi psicologicamente.
Così chiudo la telefonata, lasciandomi andare ad un lungo sospiro. Neanche ha voluto sapere cos’altro è successo nel mio sogno...
Scendo dal mezzo di trasporto e mi avvio a grandi falcate all’ingresso del campus. In questo particolare periodo dell’anno, è una festa perenne.
Studenti che appiccano falò con i libri degli esami appena dati, intonando filastrocche e brindando con birre ghiacciate, altri li guardano in cagnesco, in procinto di preparare proprio gli ostici argomenti dei libri ormai bruciati. Gli sguardi pieni di stupore delle matricole, sognando il giorno in cui anche loro faranno parte di qualche gruppo esclusivo e bruceranno i libri dopo qualche esame.
Mi faccio strada tra quelli del gruppo di passeggiata in kimono, premurandomi di non spintonarli troppo e arrivo finalmente agli edifici amministrativi, salgo al terzo piano dove si trova il polo didattico e la segreteria studenti, quindi lì fuori mi metto ad aspettare visto che ci sono quattro o cinque persone davanti a me in fila. Me la sono cavata benissimo, per essere arrivata alle dieci passate in facoltà...
Mi siedo su una delle poltroncine di fronte la porta e approfitto per dare un’occhiata agli appunti che ho buttato giù per la tesi di laurea. Se Bulma mi vedesse direbbe “Maya mi metti troppa ansia così...” in effetti ha ragione, non ho nemmeno concluso il ciclo di esami che già sono proiettata alla stesura della tesi. Diciamo che in questo momento l’unica cosa che mi da soddisfazione nella vita è la laurea stessa, il tirocinio e il conseguente lavoro alla Capsule Corp.
Sono messa abbastanza male, ammettiamolo. È appena iniziata la mia stagione preferita, ho appena compiuto ventitré anni e un po’ di sana e movimentata vita sentimentale inizia a mancare.
E non dimentichiamoci mai di quei bizzarri sogni che faccio da quando ero bambina.
Ancora oggi mi chiedo, sempre di più, chi sarà mai questo bimbo che cerco di acciuffare con tutte le mie forze. Forse per questo non riesco mai ad andare avanti nella mia vita. Una parte di me è inspiegabilmente legata a questo sconosciuto che forse non incontrerò mai, chi può saperlo? La consapevolezza di una cosa del genere mi fa quasi sentire ad un tratto profondamente infantile e il tutto è accompagnato da una strana sensazione come di freddo fin dentro le ossa, sento i brividi, lancio un’occhiata sopra la mia testa e noto il condizionatore acceso. Svelato l’arcano, sarà lo sbalzo di temperatura da qui a fuori, che ci sono circa quaranta gradi.
Ritorno con lo sguardo sui libri, scuotendo leggermente la testa e in quel momento vedo un’ombra proiettata sul mio foglio e avverto un leggero spostamento d’aria prodotto da qualcuno che si è seduto accanto a me; come fosse la cosa più naturale del mondo, con la coda dell’occhio guardo chi si è appena seduto. La sensazione che si è prodotta in me poco fa di freddo e brividi si estende per tutto il corpo, per tutta la mente e sto per avere un infarto potentissimo.
Il ragazzo che si è seduto accanto a me è identico al bambino che sogno tutte le notti.
È praticamente la sua versione adulta. Ogni tessuto del mio corpo va in schoc.
Il giovane si è appoggiato con le braccia dietro la testa al muro, con le gambe distese, i piedi incrociati e si è messo con gli occhi chiusi. Ma i suoi capelli. I suoi capelli io li riconoscerei fra mille, tormentano le mie notti da ventuno lunghi anni. E per giunta, io qui non l’ho mai visto. Ho conosciuto tanta gente nella mia vita e qui al campus con tagli di capelli abbastanza singolari, ma non così. Non può essere una coincidenza.
Neri come la pece e con sette punte, che sembrano stare su da soli, quasi come fosse una magia.
Mi cadono penne, matite e tutti gli appunti da mano. Tutti i presenti in corridoio si girano a guardarmi, compreso il ragazzo che apre un occhio per capire chi è che sta facendo tutto quel chiasso.
Forse la faccia con cui lo sto osservando lo incuriosisce, o peggio, lo inquieta. Non devo avere proprio una bella cera, mi rendo conto di star lì a fissarlo con gli occhi e la bocca spalancati, come un’idiota. Lui mi fissa di rimando con sguardo interrogativo, come se stesse cercando di capire se ci conosciamo o meno o, se semplicemente e più probabile, trova buffa la mia espressione. Alcune ragazze lì presenti vengono attirate non solo da quel baccano, ma sicuramente dalla bellezza così singolare di questo tipo. Non solo per i capelli, ma per i suoi occhi che sembrano parlare e, soprattutto, per il fisico abbastanza possente. Insomma, gli sguardi di tutte le persone in corridoio vengono catalizzati dallanostra scena da sit-com oserei dire...
Lui si accorge che probabilmente a crollare è stato tutto il mio mondo, non solo la cancelleria e gli appunti, vista l’indecifrabile espressione che ho dipinta in faccia, quindi con fare gentile si avvina a me e fa per abbassarsi per aiutarmi, mentre io continuo a star lì incredula. “Coraggio Maya, sveglia, fa’ qualcosa!” Mormora la vocina della mia coscienza.
Come se mi ravvedessi dal torpore, mi abbasso anche io per prendere le cose da terra e il risultato è che finiamo per darci una sonora testata. Non male come primo contatto, esattamente quello che speravo, mormoro ironica tra me e me.
- Ahio- lamento, massaggiandomi la fronte indolenzita
Mi stacco subito e lui, dolcemente, continua a raccogliere le cose per poi porgermele, abbozzando un sorriso.
- Scusami tanto, ti sei fatta male? Sono così goffo, certe volte- tenta di giustificarsi imbarazzato.
Quando i suoi occhi incrociano i miei, tutte le facoltà mentali sono di colpo annullate, sono inchiodata alla sedia e incantata a guardarlo come fossi attirata da una strana forza misteriosa proveniente da lui e la sua voce è un suono talmente piacevole per le mie orecchie, che sento il cuore battere all’impazzata come eco alle sue parole.
Quelle due stille di petrolio freddo mi osservano, come se volessero leggere nella mia anima.
- Non preoccuparti e poi sono io a dovermi scusare per la goffaggine, guarda che pasticcio...- riesco a dire con voce fioca, senza smettere di guardarlo, poi cerco di raccattare tutte le mie cose con mani tremanti. Nel mentre, milioni di pensieri affollano arrembanti la mia mente e la spiegazione più logica, ma al contempo più assurda, è che forse questa mattina, dopo tanti anni, non devo essermi mai svegliata del tutto dal mio sogno. Il sogno di tutta la vita è qui davanti a me.
Col passare dei secondi riprendo lucidità e ci ripenso. Ma no, non è possibile, è la mia mente che vuole convincersene. Non è possibile che lui si sia materializzato davanti ai miei occhi, il potere della mia mente non è così forte da tramutare in realtà ciò che immagino da che ho memoria.
Eppure è qui, seduto a meno di un metro da me, riesco ad avvertire il suo calore, a sentire il suo profumo, i nostri corpi sono entrati in contatto. Lancio nuovamente una veloce occhiata di sottecchi all’avvenente figura accanto a me e poi abbasso nuovamente lo sguardo.
In quel momento, la porta della segreteria si spalanca, riportandomi alla realtà e facendomi ricordare che è il mio turno di entrare.
Frettolosamente, raccolgo tutte le mie cose e mi avvio verso l’ufficio. Il giovane se ne sta lì un pochino confuso, come se si aspettasse che gli dicessi qualcosa, ma io come l’emerita codarda stupida che sono, non lo degno di uno sguardo e attraverso la porta con il viso che avvampa, chiudendomela alle spalle.
Non so come riesca a dare matricola e generalità all’impiegato amministrativo del campus, non ricordo nemmeno se sono sveglia oppure no al momento, poi attendo la stampa dei fogli, andandomi ad accomodare in un angolo della stanza per compilare la modulistica. Le mani però mi tremano, non obbediscono nemmeno al mio stupido ordine di reggere la penna tra le dita e scrivere su questi dannati fogli, la mia mente non riesce assolutamente a staccarsi da ciò che c’è a pochi passi, fuori dalla porta. Manteniamo la calma, non è esattamente il momento adatto per scrivere stronzate, basta un dato sbagliato e mi tocca rifare tutta la procedura da capo.
Nel mentre sto continuando a scrivere, entra proprio quel tizio in ufficio. Bene, adesso sono definitivamente distratta.
Lo vedo accomodarsi alla scrivania e origlio spudoratamente e del tutto maleducatamente la conversazione tra lui e l’uomo occhialuto sulla sessantina seduto di fronte e coperto per la maggior parte dallo schermo del computer. Parla del suo piano di studi, degli esami equivalenti e procede anche con la richiesta di laurea in anticipo; infine lo vedo alzarsi e procedere proprio verso di me con in mano gli stessi fogli che io sto fissando senza risultati da svariati minuti. Si siede cauto, come spaventato da una mia possibile reazione e qualcosa nel suo sguardo accigliato mi fa mancare diversi battiti al cuore.
Lui mi lancia un’ ulteriore occhiata, e io sicura di sentirmi i suoi occhi neri addosso, alzo lo sguardo dal foglio per incontrare il suo, lentamente. Questo gioco di sguardi continua imperterrito, finché lui non decide di smettere per primo, concentrandosi con espressione corrucciata sui fogli davanti a sé.
Con una briciola di coraggio ancora rimastami, decido di attaccare bottone.
- Non mi sono fatta male, puoi stare tranquillo- lo rassicuro, sparando la prima cavolata che la mia mente confusa riesce a concepire in questo momento. Almeno sono riuscita a mettere insieme soggetto e predicati...
- Cosa?- la mia comunicazione lo coglie di sorpresa e io, di tutta risposta, inarco così tanto le sopracciglia da sentirle arrivare quasi all’attaccatura dei capelli.
- Oh no, lo so, ma… volevo chiederti se…- comincia lui, decisamente in imbarazzo
- Sì?- lo interrompo io con un tono di voce terribilmente speranzoso. Della serie “farei di tutto pur di continuare a parlarti, perché la tua voce è così bella, melodiosa quasi”.
- Se ti dispiacerebbe prestarmi la penna, quando hai finito- mi sorride e io sprofondo completamente nella seduta in resina della sedia. Ma da quale pianeta arriva questo? Io non ne ho mai visti di ragazzi così…
- Certo, sicuro, faccio in un baleno!- mi affretto a rispondere, riportando in un attimo gli occhi sul foglio e cercando di riordinare le idee. Così comincio a scrivere di fretta tutto e lui mi attende, osservandomi, non appena finisco, rimetto di nuovo i fogli in ordine e gli porgo la penna.
- Ecco fatto, tieni- dico passandogliela, sempre con le mani che tremano tremendamente.
- Grazie, sei gentile- risponde, e quell’attimo di quello scambio di un oggetto così comune come una penna, diventa causa del mio ennesimo batticuore.
Lui mi scruta ancora, come in cerca di una qualche risposta nascosta, celata dietro il mio sguardo, ma codardamente lo distolgo nuovamente per prima e mi avvio alla scrivania per restituire i fogli all’impiegato, non prestando la minima attenzione a quello che dice sull’email al relatore per confermare la tesi, perché troppo persa ad osservare quella strana bellezza che, concentrato, compila i moduli.
Ringraziando frettolosamente, faccio per uscire. Devo andarmene alla svelta, al prossimo sguardo che potrebbe rivolgermi quel tizio, potrei non rispondere di me. Non lo reggo, sembra essere più forte di me.
Migliaia di pensieri si fanno strada nella mia testa, ingarbugliati, confusi, pieni di interrogativi e, in balia di questi, mi avvio all’ascensore.
Dopo pochi secondi riconosco la voce dolce di poco fa.
- Hey, tu, aspetta!-
Mi giro, destata nuovamente dalla cascata inarrestabile delle sensazioni che mi provoca quel suono melodioso e vedo lui correre lungo il corridoio, agitando la penna. Faccio un respiro profondo.
- Volevo restituirti questa- mi dice dandomi la penna, non appena mi raggiunge.
- Potevi tenerla, ne ho una marea- lo informo, ridacchiando
- Sì, ma ho sentito dire che una penna in più fa sempre comodo, tieni-
Lo ringrazio allungando una mano verso di lui e il tocco fugace tra le nostre dita che si sfiorano, quello mancato e così voluto da me poco prima nell’eseguire lo stesso gesto, mi fa venire la pelle d’oca. Poi continuiamo a guardarci.
È pazzesco, sembriamo come il ferro e la calamita a cui risulta impossibile non attrarsi, eppure non mi sbaglio, è proprio il bambino che rincorro nel mio sogno
- Tutto bene? Hai una faccia…- mi chiede interrogativo, riportandomi in qualche modo alla realtà.
- Sì, bene. Allora, beh… ci vediamo in giro eh- cerco di congedarmi, pigiando velocemente il tasto piano terra dell’ascensore. Dimentico però che gli ascensori sono come governati da una strana magia, la quale sembra farli rallentare quando qualcuno va di fretta.
- E dai, coraggio...- impreco sottovoce, continuando a pigiare nevroticamente sul tasto. Avverto ancora la sua presenza imponente accanto a me, non sono di certo bassa, ma al momento il mio metro e settantasei mi fa sentire microscopica. Mi giro, lui mi sorride, quasi imbarazzato quanto me.
"Non farlo ti prego, potrei avere un mancamento" urla la voce della mia coscienza. E avere un mancamento al polo didattico ad un passo dalla laurea mi sembra terribile per una ansiosa come me.
- Scendi anche tu?- chiedo più per togliermi dall’imbarazzo che per fare conversazione.
- E già- mi dice lui con un sorrisetto.
- Bene...-
Mi rassegno subito al fatto che dovremo stare insieme anche in ascensore.
Finalmente le porte di quest’ultima si aprono, ne escono due ragazze, colpite anche loro dalla bellezza di chi c’è accanto a me e vanno via ridacchiando, mormorando apprezzamenti sottovoce e continuando a lanciargli occhiate. Io mi giro e lancio loro uno sguardo furioso. Le ragazze diventano serie e smettono di ridere di colpo.
Non ditemi che ho appena avuto un attacco di gelosia. È fuori da ogni logica una cosa del genere.
Entriamo in ascensore e io sto per schiacciare il tasto del piano terra, quando mi ricordo che, goffaggine e respiro corto a parte, ho ricevuto un’ottima educazione.
- A che piano vai?- chiedo cortese
- Direi… dove vai tu- confessa imbarazzato e io alzo leggermente un sopracciglio, confusa.
- Già, mi avrai preso per pazzo, ma sono appena arrivato e mi sono già perso in questo campus, è davvero enorme, ti spiace se ti faccio compagnia per un po’?-
Deglutisco a quella domanda posta quasi con innocenza.
- Se ti va...- è l’unica risposta sensata che riesco a produrre, poiché mettendomi per un attimo nei suoi panni, non vorrei passare neanche un altro minuto in compagnia di una psicopatica che mi fissa con la bava alla bocca. Eppure a lui, sembra far piacere.

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Capitolo 4
*** Così inaspettato... ***


CAPITOLO 4:

In quel momento, in mezzo a tutto quel trambusto di ormoni, sogni e figuracce con questo misterioso ragazzo, mi ricordo del povero Crilin che sarà in biblioteca da un bel pezzo, in attesa degli appunti che gli avevo promesso. Sono davvero una pessima amica e partner di studio.
- Comunque, non ci siamo presentati, mi chiamo Goku- esordisce porgendomi la mano, ha un braccio davvero muscoloso che mi mette soggezione.
- Piacere, Maya- gli rispondo, stringendogli la mano a mia volta.
- Maya, un nome esotico...- mormora
- Ho origini sudamericane…- gli chiarisco
- Beh, questo l’ho notato di sicuro- mi dice squadrandomi velocemente da capo a piedi e non so se prenderlo come un complimento o altro.
Fa quasi strano sentire il mio nome pronunciato da lui, ma la sensazione che mi procura è incommentabile.
- Ti spiace se facciamo una piccola deviazione? Devo dare degli appunti ad un amico- lo avviso
- Nessun problema- mi risponde, con un’alzata di spalle.
- Da dove vieni? Non ti ho mai visto qui al campus- azzardo, quando siamo ormai fuori dall’ascensore.
- In realtà sono appena arrivato dal nord, dall’Hokkaido, sono qui con la mia famiglia e degli amici- conclude
Che strano, proprio come i soci di papà, ma non può essere una coincidenza…
- Mio padre è appena diventato socio di un’azienda che si occupa di robotica. Capsule Corporation mi sembra si chiami, conosci?- mi chiede grattandosi una tempia e io mi strozzo quasi con la mia stessa saliva, non ci sono dubbi ormai e mi ritrovo a dare ragione, per l’ennesima volta, a mia sorella riguardo all’essermi persa la serata che avrebbe cambiato per sempre la mia vita.
Gli sorrido, una volta ripresa dal leggero schoc che quella notizia mi ha procurato.
- Immagino, allora, che tu abbia conosciuto la mia famiglia- gli dico in tono amichevole e lui prende ad osservarmi interrogativo, mentre mi segue per il corridoio che porta alla biblioteca.
- La Capsule Corp è l’azienda della mia famiglia e io mi chiamo Maya Brief- lo informo
Lui fa una faccia felice, come quando proponi ai bambini la combo giostre più gelato.
- Quindi tu conosci Bulma! Ma è fantastico!- l’entusiasmo con cui pronuncia il suo nome fa presagire che il tizio per cui mia sorella si è presa la terribile cotta di cui mi parlava stamattina è proprio Goku. Che gioia...
- Certo che la conosco, Bulma è mia sorella, cioè… mia sorella adottiva- gli spiego, vedendomi costretta a chiarire la parentela, vista l’evidente poca somiglianza tra me e lei.
– Mi aveva parlato di una sorella non presente alla cena di ieri sera, ma devo ammetterlo lei è una vera forza, ci ha fatti parecchio divertire- ammette Goku entusiasta.
E mi pare di capire che abbia già un debole per lei. Pazienza, mi limiterò a fare il “Dottor Stranamore” come sempre...
- Dunque tra qualche mese ci ritroveremo a lavorare insieme…- butto lì, vaga.
- In realtà no, io non ci capisco un'acca di robotica ed informatica- si affretta ad aggiungere
- Mio padre è uno dei finanziatori del progetto del signor Brief, sarà lui ad occuparsi della ricerca sul nuovo progetto, mentre io e mio fratello abbiamo acquistato una palestra poco lontana dal laboratorio e dalla nostra nuova casa. Il mio obbiettivo è diventare maestro di arti marziali- mi dice con una certa determinazione nella voce.
- Però, sei uno ambizioso vedo- rispondo con ammirazione
- E’ bello avere degli obbiettivi nella vita e, soprattutto, mettercela tutta per raggiungerli- continuo e lui annuisce
- E’ il mio sogno da sempre, vivo e mi alleno praticamente per questo da tutta la vita-
“Direi che sei già sulla buona strada, la prestanza fisica non ti manca” cerco di tenermi il commento per me, con non poca fatica.
- Ma prima devo laurearmi, altrimenti mio padre non mi cederà il monopolio della struttura, ecco perché sono qui- conclude guardandosi intorno
- Quanto ti manca per laurearti?- chiedo curiosa
- Un miracolo corrisponderebbe alla descrizione precisa- scherza e cominciamo a ridere entrambi.
- Intendo gli esami- riprendo, una volta smesso di ridacchiare
- Dovrei avere qui il piano di studi, aspetta...- mi dice frugando nelle grosse tasche della sua tuta, indumento che gli sta divinamente
Do un’occhiata agli esami che mancano e, fortunatamente, uno dei quattro che gli restano è quello in cui io ho chiesto la tesi, dunque sono abbastanza ferrata sugli argomenti.
- Se hai bisogno di una mano, non esitare a chiedere- gli dico cortese, quando ci ritroviamo fuori dalla porta della biblioteca.
- Davvero? Grazie mille, mi salveresti! Non sono esattamente un cervellone io...- mi dice mettendosi con le mani giunte e facendo una sorta di riverenza.
- So che ci sono i corsi e tutto il resto, ma sono appena arrivato, già è difficile ambientarsi, è tutto così nuovo, vorrei cercare di mettermi in pari il prima possibile- confessa
- Capisco perfettamente, non deve essere facile trasferirsi, ne so qualcosa...- gli dico con un sorrisetto malinconico.
- Esatto. Quanti anni avevi tu quando sei arrivata qui?- chiede curioso
- Quasi cinque, ricordo poco o niente di ciò che c'era prima di vivere in Giappone, ma in ogni caso la vita ti si sconvolge-
- Puoi ben dirlo!- mi dice annuendo
- Ascolta, vorrei sostenere almeno questo esame entro la prima metà di luglio, credi che ce la farò?- mi chiede speranzoso, indicandomi un rigo sul piano di studi.
- Vediamo, hai un mese se inizi a studiare adesso, quindi ce la puoi fare tranquillamente, ma tutto dipenderà dalla tua costanza nello studio- lo rassicuro
- Ma è ottimo! E se ho difficoltà, mi hai promesso una mano, no?- mi dice sfoderando un sorriso tenerissimo capace di sciogliere qualsiasi cuore come burro sul fuoco.
Come resistere a quegli occhi grandi e profondi che ti chiedono aiuto per studiare?
Persa nella conversazione con Goku, dimentico per un attimo il motivo principale per cui siamo in piedi come due allocchi fuori la porta chiusa della biblioteca, al cui interno non si sente volare una mosca. Invio un messaggio a Crilin per chiedergli di uscire, in modo da evitare di disturbare chi come lui sta studiando e lui ci raggiunge dopo qualche minuto, in compagnia di una ragazza. Lei la conosco a malapena, ma seguivamo molti corsi insieme e ci siamo viste alla maggior parte delle sessioni d’ esame.
La sua espressione cambia quando nota Goku, lo stesso fa Crilin. Goku, intanto, sbircia all’interno della biblioteca, sfruttando la fenditura che il mio amico ha lasciato aperta prima di uscire.
- Ciao Crilin, ti ho portato gli appunti, scusami se ti ho fatto aspettare- esordisco, tirando fuori i fogli dalla borsa.
- Non preoccuparti- mi rassicura il pelato, senza degnarmi di uno sguardo, perché troppo preso ad osservare Goku, il quale si presenta per primo, dopo aver perso completamente interesse per quella stanza piena di libri al di là di quella porta semiaperta.
- Molto piacere, io sono Goku-
- Che maleducata, non vi ho neanche presentati- il mio sguardo saetta da quello alto a quello bassino che si stringono amichevolmente la mano. È una scena esilarante.
- Crilin, piacere mio-
La ragazza che fino a quel momento se n’era rimasta in disparte, seguendo attenta tutti i convenevoli, decide di intromettersi per presentarsi, spostando quasi Crilin in malo modo.
- Ciao, io sono Chichi, piacere, sei nuovo?- chiede subito a Goku, inondandolo di domande.
Goku è imbarazzato, più di come lo fosse con me poco fa, poi le porge la mano e lei sembra illuminarsi.
- Caspita, che bella presa!- commenta Chichi meravigliata, quasi da far sentire me e Crilin di troppo e, lo sguardo complice che mi lancia il mio amico d’infanzia, mi fa capire tutto: lui voleva fare colpo su Chichi con la scusa dello studio. Poverino, mi sa che gli è andata male anche per oggi.
- La vostra biblioteca è grande il triplo, forse il quadruplo di quella della mia vecchia facoltà- commenta, facendo un cenno del capo alla stanza di fronte a noi.
- Ti piace? Vengo sempre qui a studiare, non so perché, ma il meraviglioso silenzio che c’è qui non lo trovi da nessun altra parte- risponde lei con fare civettuolo.
Grazie tante, è un luogo pensato apposta per lo studio, che scoperta. L’atteggiamento della ragazza inizia ad infastidirmi per non so quale oscuro motivo.
- Goku è appena arrivato dall’Hokkaido e deve mettersi in pari con gli esami per laurearsi entro l’anno, sicuramente questo non è il posto giusto in cui studiare, visto che ha bisogno di essere seguito e potremmo disturbare gli altri studenti- metto al corrente i presenti.
Chichi mi guarda come se si fosse accorta che io esisto, parlo e sono un essere senziente solo in quel preciso istante.
- Come va?- le chiedo con un sorriso smagliante, ma tremendamente tirato, facendole capire quanto si sia comportata da villana negli ultimi cinque minuti.
Lo sguardo truce che mi rivolge lei, mascherato malissimo da un sorrisetto di sfida, mi manda ancora più in bestia.
Crilin, sapendo bene quanto possiamo essere pungenti noi ragazze, si affretta a togliere le castagne dal fuoco.
- Complimenti, prendi anabolizzanti?- chiede a Goku, spostando nuovamente l’attenzione sul nuovo arrivato, mentre io vorrei scomparire dalla vergogna. Quella del mio amico è stata davvero una domanda inappropriata, che ha ammutolito i presenti. Per fortuna Goku sembra non essere un tipo permaloso e scoppia a ridere.
- No, sono contro certe cose, solo alimentazione corretta e tanto allenamento. Studio tre diverse discipline di lotta dall’età di quattro anni, forse è questo che ha permesso al mio corpo di svilupparsi così- dice fiero, mettendosi a braccia conserte.
- Ma non mi dire, anche io sono appassionata di arti marziali!- Chichi ha gli occhi a cuore, quasi mi fa venire la nausea.
- Tre diver… accidenti, voglio prendere lezioni da te! Ho provato con il karate, ma sono una schiappa, o forse non mi ci sono mai applicato abbastanza- commenta deluso il mio amico, grattandosi la nuca imbarazzato, mentre Goku dal canto suo, si illumina.
- Raccontavo a Maya qui, poco fa, che ho appena acquistato una palestra nei pressi della Capsule Corp, se vuoi puoi seguire qualche corso con me… aspetta…dovrei avere qui…- dice tastandosi le tasche della felpina leggera che indossa e poi dei pantaloni da tuta.
- Oh, eccoli-
Tira fuori dei biglietti da visita della palestra e ne porge uno a Crilin, Chichi glielo strappa praticamente dalle mani.
- E’ meraviglioso! Ho sempre desiderato perfezionare i miei stili di lotta per potermi difendere!- esordisce entusiasta
- Qui ormai, c’è da stare poco tranquilli anche se cammini da sola per strada e credo che una ragazza debba saper badare a sé stessa!- conclude in tono determinato, alzando il suo braccino esile a mo’ di braccio di ferro.
A Goku sembra interessare la sua vocina stridula e fastidiosa, tanto che non le stacca gli occhi di dosso, la cosa mi fa provare una sorta di delusione e non riesco neanche io a capire bene il perché.
- Ad ogni modo, sarò felice di allenare entrambi, se volete- commenta il moro
Crilin scruta un po’ il biglietto e poi sorride al suo nuovo amico.
- Grandioso, verrò senz’altro!- risponde contento
- Anch’io!- si accoda Chichi, col medesimo tono
- Ottimo! Chiaramente, i corsi partono da settembre, anche perché c’è parecchio da fare con l’apertura e tutto il resto- li informa Goku, contenendo anch’egli a stento il suo entusiasmo.
- Beh allora ragazzi miei, noi vi lasciamo studiare, avete così tanto da fare- dico vaga, poiché non sopporterei un altro sguardo languido di Chichi rivolto a Goku.
- In realtà, io stavo solo rivedendo degli articoli per la tesi- ribatte lei
- Sarai impegnatissima, ci vediamo presto, ciao ciao- mi trascino Goku in corridoio, senza neanche dare loro il tempo di replicare.
Mi avvio verso l’uscita della sede universitaria con passo svelto, mentre sento che Goku mi segue ancora, con un paio di falcate è nuovamente al mio fianco.
- Vedo che dai una mano a tutti con lo studio- esordisce interessato
- Mi è sempre piaciuto aiutare gli altri nello studio, probabilmente ho la sindrome della crocerossina- ammetto arrossendo leggermente
- Scommetto che ti laureerai col massimo dei voti- mi dice sicuro
- Ci spero, o almeno, ci proverò-
- I tuoi amici poi, sono molto simpatici- continua, drizzando le spalle e mettendo le mani in tasca
- Crilin è mio amico da tanto tempo, Chichi…- penso ad una frase carina da dire, per non mostrare la mia infinita e immotivata gelosia, ripensando al comportamento di lei poco fa.
- Non è che la conosco molto bene, ci vediamo ai corsi o agli esami, ma non siamo amiche- preciso, quasi marcando ogni parola.
Segue un breve silenzio, con il leggero terrore che Goku dicesse qualcosa tipo “E’ carina, per caso hai il suo numero?” oppure “Non mi importa che non siete amiche, io voglio conoscerla lo stesso!” ma niente del genere, fortunatamente, così riesco a tirare un sospiro di sollievo interiore.
Quando siamo fuori dall’edificio, Goku ancora una volta mi mette in difficoltà.
- Urca, quanto fa caldo qui!-
Cerco di trattenere una risatina, poiché quel suo intercalare lo trovo così buffo e poi mi giro verso di lui, ma le parole mi si strozzano tutte in gola quando lo vedo sfilarsi la felpa che aveva indosso, lasciando soltanto una maglietta a mezza manica blu elettrico, aderente da morire sul suo corpo che sembra essere scolpito nel marmo, la luce del sole mette ancora più in mostra la sua figura. Alto il doppio di me, muscoli ovunque e un culo che...
“Smettila, Maya!” la mia coscienza mi ammonisce, mentre i miei occhi indugiano troppo sul fisico statuario del ragazzo.
- Ah, così va meglio- mormora soddisfatto
- Ti va un caffè? O magari...qualcosa di fresco...- chiedo boccheggiando, mentre sento le guance diventare di fuoco.
- Sarebbe magnifico, sto morendo di sete, dove si va?- chiede curioso
In realtà anche io avrei bisogno di qualcosa di fresco, per calmare i bollenti spiriti che si sono risvegliati alla visione di quella montagna di muscoli e non solo, i suoi occhi grandi e profondi, i lineamenti marcati, ma al contempo molto delicati mi mandano completamente fuori controllo.
Lo porto al solito bar dove io e Bulma, da sei anni ormai, prendiamo il caffè tutti i santi giorni.
Lui ordina un tè al limone e io una Schwepps all’arancia.
- Temperatura a parte, finora non è male stare qui- mi informa, dopo aver vuotato metà del suo bicchiere
- Ci farai l’abitudine al sole cocente- ironizzo
​- Preferisco il freddo della mia zona, ma devo ammettere che questo sole è davvero gradevole- dice chiudendo gli occhi e godendoselo e la mia attenzione viene di nuovo rapita dai suoi capelli. Quel briciolo di coraggio, o forse di pazzia che alberga da sempre nella mia mente riguardo il mio sogno, mi spinge ad entrare più nel personale con lui.
- Posso farti una domanda, Goku?- comincio e nel pronunciare il suo nome, chissà perché, mi vengono i brividi.
- Certo- risponde lui prontamente
- Ti sembrerà un po’ strana in realtà...- lo avviso, lui sembra interessato, tanto che si appoggia con le braccia sul tavolo, avvicinandosi con il viso più a me.
- E’ davvero la primissima volta che vieni qui?- chiedo per poi mordermi il labbro inferiore con tanta forza da sentire quasi il sapore del sangue, pentita di quel quesito tremendamente stupido.
Per un brevissimo istante lui sembra confuso, poi ritorna alla sua espressione normale e prende a grattarsi la fronte con un’espressione pensosa.
- Beh, sì… almeno per quanto ne so io- risponde, per poi lasciare un silenzio di sospensione tra noi, che mi costringe ad approfondire il concetto.
- Dunque, è materialmente impossibile che io ti abbia visto da bambino, per esempio, giusto?- continuo, con calma, pesando ogni singola parola di quella frase.
Lui, di tutta risposta, sgrana un po’ gli occhi, probabilmente messo in difficoltà dalla mia domanda così specifica.
- Credo di sì Maya, insomma è vero che ho un po’ la memoria corta per certe cose, ma sicuramente mi ricorderei di esserci già stato qui e di averti conosciuta- mi risponde con un sorrisetto.
Lì per lì non so come interpretare quell’ultima frase, perché troppo concentrata sul mio cuore che martella pesantemente nel mio petto.
- Immaginavo- rispondo dopo un lungo sospiro rassegnato
- Perché me lo chiedi?- domanda, cambiando espressione, assumendone una più curiosa e dolce.
- Semplice curiosità, lascia perdere…- lo rassicuro con un sorriso, agitando velocemente le mani davanti al volto. Svio il discorso, arresa.
Non mi sembra proprio il caso di dirgli “Hey, sai che sogno da ventun’anni a notti alterne di rincorrere un bambino che è praticamente la tua copia sputata?” fuggirebbe a gambe levate, chiamerebbe la polizia e mi farebbe rinchiudere in manicomio.
Quando i nostri drink sono ormai solo un ricordo, con il ghiaccio nel bicchiere trasformato in semplice acqua, il silenzio imbarazzante venutosi a creare mi costringe a fare l’unica cosa in grado di calmarmi: accendere una sigaretta.
- Dovresti smettere- mi redarguisce con un buffa smorfia
- Ci provo, ma sono parecchio stressata ultimamente-
- Dovresti fare sport, aiuta tanto a scaricare la tensione, te l’hanno mai detto?- continua alzando un sopracciglio e quella mi suona tanto come una frecciatina, che colgo al balzo.
- Non sono esattamente una sportiva, e poi non mi pare di averti detto di voler essere allenata da te, al contrario di Chichi- sorrido tagliente sbuffando del fumo proprio davanti al suo viso e lui, di tutta risposta scoppia a ridere.
La sua risata suona come la campane a festa per me, mi viene spontaneo ridere di rimando.
- Come ti è venuta poi, questa passione per le arti marziali?- chiedo poggiandomi con entrambe le braccia sul tavolino del bar.
- Diciamo che ce l’ho un po’ nel sangue. Mio padre, mio nonno, mio fratello maggiore, siamo tutti lottatori-
Io annuisco interessata, invitandolo a continuare.
- Mi alleno tutti i giorni, più volte al giorno, da quando ero bambino- mi informa fiero
- Si vede- stavolta non riesco a trattenermi
- E dimmi di te. Cosa ti piace fare? A parte studiare, ovviamente- ironizza sorridendo, gli sorrido anche io, profondamente in imbarazzo. Non vorrei mi prendesse per una di quelle secchione che non si godono la vita.
- Beh, mi piace cantare- rispondo con un fil di voce.
- Urca! Io sono stonatissimo! Dovrai farmi sentire qualche volta- risponde allargando il suo sorriso.
- Non si direbbe, ma sono una timidona, non mi esibisco facilmente in pubblico- lo informo
- Nah, te la faccio passare io l’ansia da palcoscenico, vedrai- mi risponde sicuro
- E comunque ora, a quanto pare, saremo vicini di casa, quindi potresti sentirmi cantare mentre sono sotto la doccia, è il massimo che posso offrirti- rispondo con una risatina
- Già, vero! Quasi dimenticavo che vivremo a pochi metri di distanza da oggi!- si illumina a quella prospettiva e la cosa mi fa sentire di colpo euforica.
- E’ fantastico! Così se tu mi darai una mano, mi laureerò in tempi record e papà mi lascerà la palestra senza problemi!- dice felice come un bambino.
Restiamo lì a chiacchierare per un altro po’, poi io mi accorgo che è praticamente quasi ora di pranzo e manco da casa da più di dodici ore.
- Facciamo il viaggio di ritorno insieme?- chiedo a Goku quando siamo ormai fuori dal dehor del bar, dove lui gentilmente si è offerto di pagare il drink ad entrambi.
- Penso farò un altro giretto qui intorno, ma… come faccio a tornare a casa dopo?- la sua ingenuità mi fa a stento trattenere una risata
- Com’è che ci sei arrivato stamattina?- chiedo curiosa
- Beccato. Mi ci hanno accompagnato, altrimenti mi sarei preso di sicuro, questa città è una metropoli in confronto a dove vivevo io, non ci sono abituato- risponde in imbarazzo grattandosi la nuca.
Così mostrandogli il cartellone delle fermate dei bus, gli spiego passo passo quali linee prendere per non sbagliare.
- Se ti fa piacere resto con te, così non potrai mai perderti- ritento.
La prospettiva di passare un altro po’ di tempo con lui mi rende troppo felice e al contempo irrequieta.
- Non voglio rubarti altro tempo, anzi volevo ringraziarti sei stata davvero gentilissima oggi- mi dice amichevole
- Spero di rivederti presto, non solo per studiare, certo- si affretta ad aggiungere e quella frase quasi mi mette ancora più in imbarazzo.
- Non conosco nessuno qui, è bello avere già degli amici- riprende, con tono sollevato
- Perché non ci scambiamo Whatsapp? Potremmo parlare lì, anche se vuoi chiedermi qualcosa riguardo lo studio, sono a tua disposizione- gli propongo, tirando fuori il cellulare dalla borsa.
- Non è che lo usi così tanto, ma credo che farò un’eccezione- mi confessa e io lo guardo con un sopracciglio alzato
- Sapevo che nella regione dell’Hokkaido la vita fosse più tranquilla, quasi rurale, ma non pensavo che l’uso degli smarthphone fosse ancora un tabù- lo prendo in giro e lui coglie l’ironia
- Più che altro finora non ne ho mai avuto bisogno, per le cose importanti intendo- mi informa
- Ma credo che vivere in una grande città comporti stare anche al passo con i tempi, quindi ecco- dice porgendomi il suo cellulare che, nonostante tutto, è comunque ultra moderno.
Una volta salvati i contatti l’una sul telefono dell’altro è poi giunto il momento dei saluti.
- Allora, ci vediamo-
Si inchina congedandosi e io faccio lo stesso, poi lo stesso sangre caliente di cui Elizabeth parlava ieri sera, mi spinge a fare un azzardo.
- Hey, io sono anche sudamericana come ti dicevo, quindi preferisco salutarti alla mia maniera-
Mi alzo sulle punte dei piedi e mi avvicino al suo viso, lui sembra irrigidirsi impercettibilmente tanto più mi avvicino, seguendo i miei movimenti con la coda dell’occhio.
- Prima di qua- mormoro dopo avergli scoccato un leggero bacio sulla guancia, tanto da avvertire solo il calore della sua pelle.
- E poi di qua- concludo, spostandomi sull’altra guancia e poi mi allontano, tornando con i piedi per terra, sotto tutti i punti di vista. Goku è diventato un po’ rosso.
- Bel modo di salutarsi- commenta, tremendamente in imbarazzo
- E’ un tipico saluto nostro… però ovviamente, lo si fa solo con le persone con cui si ha una certa confidenza- mi affretto a rassicurarlo. Non vorrei fargli credere che vado in giro a baciare sulla guancia gente a caso, considerando anche che sono cresciuta in una famiglia giapponese dove da sempre è consuetudine inchinarsi davanti a chi si conosce poco o si è appena conosciuti come noi.
- Ricevuto. Starò attento a non andare in giro a salutare tutti quelli che incontro così- commenta ironico e poi mi fa l’ok con il pollice.
- Ci vediamo, Goku- dico incamminandomi e voltandomi a metà per guardarlo ancora una volta.
- A presto, Maya-
E le nostre strade si separano poco lontane dal nostro campus universitario.
Non appena sono a distanza di sicurezza, prendo il cellulare e accendo la connessione, trovando un miliardo di messaggi vocali di Bulma.
Bulma: sto per dare i numeri! Ma dove cazzo sei e quando cazzo torni?
Sta dicendo le parolacce. Brutto segno.
Bulma: ti devo raccontare una marea di cazzo di cose, ma dove cazzo sei finita?
- Non avevamo detto che avresti aspettato che sarei tornata a casa per tediarmi sul tuo colpo di fulmine?-
chiedo prendendo la telefonata mentre sono sul bus di ritorno. Mi sembra tanto un déja-vu di questa mattina.
- Maya, io sono innamorata, lo capisci?- dice grave e quell’affermazione mi porta a roteare gli occhi
- Bulma, non puoi innamorarti così lampo di un tizio, lo capisci? Hai ventitré anni e devi valutare parecchie cose prima di dire di essere realmente innamorata- la redarguisco.
Sì, come sono brava a dar consigli quando ho passato le ultime tre ore a sbavare dietro ad un perfetto sconosciuto.
- Tu non capisci, Vegeta è la perfezione!- urla stridula, costringendomi quasi ad allontanare il cellulare dall’orecchio.
- Sono sotto casa, apri il cancello, anche se vista la piega che sta per prendere il nostro pranzo, preferirei mangiare fuori- mormoro scocciata
- Sei proprio una stronza- dice mettendo giù.
E, proprio come avevo immaginato, mentre sono lì a girare e rigirare distrattamente le bacchette attorno agli spaghetti di soia con le verdure a vapore, Bulma ha attaccato con il romanticismo tipicamente adolescenziale di quando incontra uno figo.
- Maya, penso di aver trovato l’uomo dei sogni e non scherzo- comincia, versandosi la salsa di soia sulla sua montagna di spaghetti
- E’ così forte, anche un po’ rozzo, antipatico sotto certi aspetti, ma assolutamente elegante e figo. E’ lui, ho deciso, è quello giusto.-
- Beh, di certo non è esattamente il ritratto del “ragazzo perfetto” se è rozzo e antipatico- le faccio notare pungente
Bulma sta iniziando a vaneggiare, sembra di sentirla quando parlava del suo cantante preferito a quattordici anni, ma lei sembra non ascoltare minimamente i miei commenti.
- E poi così abbronzato, oh Maya, a raccontartelo così non gli renderei giustizia, devi vederlo con i tuoi stessi occhi e poi sarai d’accordo con me- continua euforica, dopo aver ingoiato un grosso boccone di spaghetti. Sta talmente su di giri che si sta ingozzando come mai prima d’ora.
- Però ti avverto, non si tocca, è mio e l’ho visto prima io- mi minaccia puntandomi l’indice proprio sotto il naso
- Tranquilla sorellina, il tuo bel Vegeta non corre alcun rischio con me- la rassicuro
Io ho già messo gli occhi già su qualcun altro di davvero speciale...
- Comunque le nostre serate da zitelle in cerca di cazzo sono ufficialmente finite! C’è pesce fresco in piazza, mia cara sorella!- urla esultante Bulma alzandosi da tavola. Io la guardo incredula sbattendo più volte le palpebre. È ufficialmente andata fuori di testa, o sta ancora smaltendo la sbornia di ieri sera, non c’è altra spiegazione.
- Se lo dici tu...- le dico con un’alzata di spalle
- A proposito di pesce fresco, devo presentarti Radish e Goku, ti piaceranno- mi dice trionfante e al sol sentir pronunciare quel nome, una fitta allo stomaco mi fa bloccare il cibo nell’esofago, così decido di vuotare il sacco.
- Già, parlando di Goku, credo di aver provveduto da sola- lei mi guarda con un sopracciglio alzato in cerca di risposte
- Oggi l’ho incontrato al campus, è incredibile quanto il mondo sia piccolo- commento abbandonandomi contro lo schienale della sedia
Bulma si da un leggero colpo con il palmo della mano sulla fronte
- Caspita, mi aveva accennato qualcosa sul fare un giro in facoltà questa mattina, ma capirai ero talmente presa a sorseggiare vino bianco con Vegeta, che deve essermi sfuggito completamente dalla mente- cerca di scusarsi a suo modo
- Fa niente, è stato un incontro molto singolare in verità- la stuzzico
- A cosa ti riferisci?- chiede curiosa
- Beh… hai presente il mio sogno?- le dico per poi restarmene volutamente in silenzio, mentre lei alza lentamente gli occhi dal piatto, restando con gli spaghetti a mezz’aria, completamente impreparata a quello che sto per dirle.
Non so se ne avrò il coraggio...

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Capitolo 5
*** Un giorno qualunque ***


CAPITOLO 5:

Nell’arco degli ultimi giorni sono stata sopraffatta da tutte le emozioni che ho provato quel mattino al campus quando ho incontrato Goku, le quali si sono riversate subito nel mio subconscio a livello del sonno.
Le ipotesi sono due: o io sto impazzendo, o Goku è davvero il bambino, ora adulto come me, del mio sogno.
In quelle notti, mi sono ritrovata anche io a correre con quel bambino, che posso affermare con assoluta certezza, se la mia mente non ha deciso di giocarmi brutti tiri, essere Goku e poi ho rivissuto le scene di quando ci siamo conosciuti, cercando di carpire qualche particolare in più che magari potesse essermi sfuggito lì per lì.
Questo vivere con l’anima divisa in due tra la realtà e ciò che vedo quando di notte sono addormentata mi sta facendo vivere l’approccio con queste nuove persone entrate nella mia vita, non con la serenità che vorrei, anche perché purtroppo quando mi sveglio, non va tutto esattamente come dovrebbe.
Goku non si è fatto più vivo da quando gli ho dato il mio numero, ma soprattutto, nonostante la distanza tra casa mia e la sua fosse di poche centinaia di metri, questo week-end non l’ho praticamente visto, se non fugacemente impegnato nel trasloco.
E’ così frustrante, a volte vorrei essere come Bulma che con il suo brio e la sua ilarità riuscirebbe a coinvolgere persino delle mummie.

Finalmente lunedì
Io e Bulma ci siamo alzate quasi all’alba, forse complice la voglia di passare un po’ di tempo da sole, lontane da casa, dalla tesi, dallo stage e dalle responsabilità per qualche ora.
L’ho accompagnata a mia volta a concludere l’iter di richiesta tesi proprio come me qualche giorno prima e poi ci siamo prese il nostro solito caffè. Quando mi accomodo al bar, mi scappa un sorrisetto mentre sono sovrappensiero, ricordando che l’ultima volta in cui mi sono seduta su questa stessa sedia, ero con Goku solo qualche giorno fa.
Sembra che il tempo si sia fermato da allora.
- Allora James mi ha appena scritto, dice che dovrebbero arrivare verso l’una, salvo ritardi negli scali- mi informa facendo correre le sue dita affusolate tra le chat di whatsapp del suo Iphone-X.
- Dunque direi che abbiamo circa un paio d’ore prima di andare in aeroporto. Che ne dici di un aperitivo in centro, sperando di non incontrare Yamcha e Tenshinhan perché non ho assolutamente voglia di sorbirmeli- continua, senza staccare gli occhi dal telefono.
Silenzio
- Maya, ma mi ascolti?- mi chiede corrugando la fronte.
- Eh? Ah sì, scusami, mi sono persa. A che ora arrivano i ragazzi?- chiedo risoluta, prima di accendermi una sigaretta. Bulma mi scruta, mentre tamburella con le unghie sul tavolino.
- Maya, sei così strana in questi giorni. Capisco che avere tanto tempo libero dallo studio su di te possa avere un brutto effetto, ma...- esordisce, tranquilla.
- Si nota tanto?- chiedo ironica, poi lei sembra ravvedersi
- Ah-ah fai tanto la spiritosa, mi prendi in giro, ma credo che il colpo di fulmine non abbia fatto tanto bene neanche a te- mi rimbecca in tono canzonatorio
- Piantala- ribatto, sperando di spegnere il suo entusiasmo, per poi lasciar uscire una sbuffata di fumo dalla bocca
- Dì un po’, vi siete visti o sentiti in questi giorni? Uffa, non mi racconti più nulla!- piagnucola
- Non c’è niente da dire e lo sai bene che non è successo niente, sono stata praticamente insieme a te per tutto il tempo- cerco di mettere un punto al discorso, prima di innervosirmi.
- Ci siamo conosciuti, abbiamo bevuto una cosa insieme, mi sono messa a disposizione per dargli una mano a recuperare gli esami e lui sembra cavarsela alla grande senza il mio aiuto, fine della storia- le dico, liquidando velocemente la faccenda.
- Se non ti conoscessi bene direi che fai la vaga per non mostrarti interessata- commenta con fare accusatore, io rimango in silenzio a fumare, evitando di guardarla negli occhi, perché sa che so che lei ha ragione.
- Ma proprio perché ti conosco meglio delle tasche dei miei pantaloni ti dico che ci sei rimasta male- conclude con un mezzo sorriso.
- Non ci sono rimasta male…- comincio, arresa, sapendo benissimo che quando mia sorella mi mette sotto torchio è impossibile sfuggirle.
- E’ che è tutto così strano. Ne ho conosciuti tantissimi di ragazzi a cui mi sono interessata in passato e mai ricambiata, ma non mi ha mai fatto lo stesso effetto, nemmeno quando ero ragazzina, lo sai bene…- le ricordo in tono neutro.
- Ecco, ti sei risposta da sola. Ma se vuoi divertirti un po’, puoi sempre ripiegare su Tenshinhan se non vuoi sentirti sola quest’ultima estate da studentessa universitaria- mi suggerisce con voce languida
Dal canto mio, le lancio un’occhiata capace di incenerirla.
- Ti prego, non nominarlo. È più assillante del solito, ultimamente- la informo
- Gli sarà giunta all’orecchio la voce dei super sexy nuovi vicini, sai bene quanto stiano a spiare i nostri social e soprattutto quanto Crilin sia peggio del mio parrucchiere- mi ricorda alludendo chiaramente all’innata passione del nostro amico per i pettegolezzi.
- A proposito di Crilin, ti risulta che stia dietro a quella Chichi, di recente?- chiedo curiosa, sapendo che anche Bulma non scherza quanto a pettegolezzi.
- Chi? Quella tizia con la voce a papera del nostro corso? Non ne so nulla, perché lo chiedi?- domanda alzando un sopracciglio
- Beh, c’era anche lei quando gli ho presentato Goku- dico facendo spallucce, Bulma batte con entrambe le mani sul tavolo, facendomi quasi saltare dalla sedia.
- Ma che ti prende ora?- chiedo spaventata
- Ah-ah! Lei deve essere passata all’azione!- esordisce facendo schioccare le dita.
- Sarebbe a dire?- chiedo ancora più confusa
- Ma con Goku, naturalmente! Hai detto che non gli staccava gli occhi di dosso, no?- domanda risoluta, facendomi tornare alla mente le sgradevoli immagini di quel giovedì precedente. Sbianco di colpo, sapendo che Bulma potrebbe avere ragione.
- Quattro chiacchiere insieme, lo studio, la bellina ha fatto presto ad accalappiarselo- riflette, facendo tamburellare le dita sul piano d’acciaio del tavolino.
In effetti, potrebbe essere andata esattamente come dice e questa prospettiva mi fa venire la nausea.
- In ogni caso, è tutto così ingarbugliato...- concludo, con un velo di tristezza nella voce.
-Che intendi con “ingarbugliato”? Si saranno incontrati e adesso escono insieme, capita- mi dice facendo spallucce
- Ma da che parte stai?- chiedo con un finto e tiratissimo sorriso di nervosismo
- Intendo...- mi metto comoda sulla sedia e lascio andare il mio lungo flusso di coscienza, se non mi capirà lei che è praticamente mia sorella, non potrà farlo mai nessuno.
- Ti ho parlato, no? Dei risvolti del mio sogno...- comincio con cautela
- Già, mi hai detto che eri anche tu a correre con quel bambino e che non sei riuscita a vederlo in faccia, ma cosa c’entra con Goku?- chiede stranita
- Bulma, quel bambino del mio sogno è Goku- confesso dopo un lungo sospiro.
Dirlo ad alta voce, fa strano persino a me.
Lei sgrana gli occhi incredula, poi inizia a ridere, per un attimo mi sento ferita, infatti la mia faccia non riesce a nasconderlo, però torna seria di colpo, accortasi della mia reazione non proprio gradevole.
- Oh no, Maya non volevo ridere di te- si affretta a dire, per riparare al danno
- Non era mia intenzione, figuriamoci se io rido di te, ma è che mi sembra così assurdo!- commenta inarcando talmente le sopracciglia da farsele arrivare a metà fronte.
- Già, pensa a me quanto sembra assurdo- mugugno
- Scusa se te lo chiedo, ma su che base puoi dedurlo?- domanda poggiando una guancia sul dorso della mano.
- Tanto per iniziare i capelli- le dico con sicurezza
- Hai mai visto qualcuno con i capelli come i suoi? Io no sinceramente e credo neanche tu-
- Beh in effetti sono un po’ strani, ma anche Vegeta li ha così e trovo che siano sublimi- commenta con sguardo sognante, per poi tornare seria di colpo.
- Ma sarà una moda che gira in Hokkaido, evidentemente- dice facendo spallucce, adoro quando vuole dare una spiegazione logica e plausibile a qualsiasi cosa, da vera scienziata, ma spesso questo atteggiamento è stato anche motivo di lite tra noi. Però è forse anche per questa ragione che siamo così unite: Bulma è la parte razionale, mentre io sono quella emozionale, così da completarci a vicenda.
- Non credo si tratti di moda o di acconciatura, quelli lì anche appena svegli sono conciati a quel modo- le faccio notare.
Bulma si morde il labbro, colpita dal mio tono e dal mio discorso, che sembra non fare una piega.
- Ergo, io non sto impazzendo o meglio, non sono mai stata pazza a sognare un bambino con dei capelli così fuori dal comune e, soprattutto, una persona che non avevo mai conosciuto prima d’ora-
Bulma resta in silenzio continuando ad osservarmi.
- Quel bambino è Goku, ne sono convinta- sottolineo nuovamente per avvalorare la mia tesi, o meglio per convincermi realmente di quello che sto dicendo.
- Dimmi una cosa Maya, non hai per caso parlato a lui di questi tuoi sogni strani, vero?- mi mette in guardia e io abbasso lo sguardo.
- Beh, non gli ho detto proprio tutto- ammetto colpevole, stringendomi nelle spalle
- Gli ho semplicemente chiesto, in un impeto di curiosità, se magari da piccolo ci fossimo già incontrati-
Bulma sgrana gli occhi pronta a farmi una lunga ramanzina, ma io mi affretto a difendermi.
- Dovevo saperlo Bulma, ma mi ha detto di no, quindi sono tornata alla Fase A in cui io sono pazza e Goku è il mio amico immaginario dell’infanzia, non si sa come, con le sue sembianze, senza averlo mai visto- la rassicuro
- Certo che messa così, la faccenda è alquanto assurda...- dice pensosa grattandosi il mento
- Sicuramente ora che hanno terminato il trasloco avranno più tempo libero e quindi avremo modo di conoscerli meglio, così magari tanti dubbi ti saranno fugati- cerca di tirarmi su il morale e io annuisco, anche se con poca convinzione.
- Mi rendo conto che la vita a volte è imprevedibile e sorprendente, chissà, forse era destino che dovevi incontrare Goku, per questo lo sogni da quando eri bambina- mi sorride dolce, poi mi prende la mano.
- Ad ogni modo, adesso dobbiamo solo pensare a divertirci con C e James e se gli altri vogliono unirsi alla festa saranno ben accetti!- commenta entusiasta.
In effetti i nostri cari cugini sono i tipici animali da festa. Ne vedremo come al solito delle belle con loro.
- Hai ragione- concludo, speranzosa.
- Anche perché fidati, ho bisogno di una spalla per far colpo con Vegeta- ammette con un velo di rabbia nella voce.
- Cosa c’è? Non ti ha ancora dato l’anello di fidanzamento?- chiedo ironica
- Cerca di resistermi il signorino- comincia con una smorfia
- Certi momenti è addirittura inavvicinabile e intrattabile, sapessi quanto mi fa incazzare! Crede di essere il sovrano dell’universo, vorrei dirgli “Calmati cocco, non ce l’hai solo tu!”- commenta acida, facendomi scoppiare a ridere.
- E comunque per quanti sforzi abbia fatto per farlo sciogliere, sembra non cagarmi neanche di striscio e questa cosa non va affatto bene- si sfoga dando un pugno sul tavolo.
Bulma odia essere rifiutata, ne fa una questione di Stato ogni qualvolta accade una cosa del genere.
- Siamo messe proprio male eh?- comincio, dopo un breve silenzio
- Quand’è che ci siamo ridotte così per dei ragazzi? Siamo donne forti, coraggiose e soprattutto adulte, possiamo continuare a comportarci come due bambine?- chiedo retorica
- Come vorrei non farlo- dice mordendosi il labbro
- E poi critichiamo Yamcha e gli altri che dovrebbero crescere, da che pulpito!- dice stizzita
- Dovremo imparare a star zitte- aggiungo, girando il cucchiaino nell’ormai vuota tazzina del caffè, mentre lei da un’occhiata al suo costosissimo orologio da polso.
- Sarà meglio sbrigarci, se facciamo tardi dovremo subirci l’ira dei gemelli-
Paghiamo i caffè e poi raggiungiamo l’auto di Bulma, a poche centinaia di metri dalla sede dell’università e, sotto il caldo sole di giugno, ci imbuchiamo nel traffico della prima ondata di partenze stagionali.

Con non pochi sforzi e sudate da morire, riusciamo a raggiungere James e C in aeroporto. Cronometraggio e sincronia perfetta.
Capelli corvini, occhi color ghiaccio, con un passato da indossatore, ora stilista e noto influencer, James Brief vive a Parigi da oltre dieci anni.
Disegna per case d’alta moda ed è una vera istituzione in questo mondo, ora anche e soprattutto, nel campo social. Con milioni di followers su Instagram, James col suo fascino ha stuoli di ragazze di tutte le età ai suoi piedi, ma purtroppo, resta per tutte un bellissimo e inarrivabile sogno. Apertamente omosessuale e festaiolo incallito, lo vorresti come tuo migliore amico ad ogni costo.
Charlotte, sua gemella, da tutti ormai soprannominata C vive invece a New York ed è uno degli amministratori delegati della Capsule Corporation. Charlotte e James hanno gli stessi occhi, ma si diversificano per il colore dei capelli, visto che la ragazza ha da sempre portato i suoi, color platino, in un netto carrè poco sotto le orecchie.
Non appena li acciuffiamo entrambi, in auto ci raccontano del viaggio e ci fanno i complimenti per la chiusura della carriera universitaria, per poi iniziare a mettere me e Bulma sotto processo.
- Quindi a dicembre ci tocca rifarci tredici ore di volo solo perché voi vi laureate? Non esiste- esordisce C, indossando i suoi occhiali da sole.
- Assolutamente, guai a voi se mancate!- li minaccia la cugina, mentre controlla dallo specchietto retrovisore se può spostarsi sulla corsia di sorpasso.
- Ma scherzi? Sono il vostro punto di riferimento per l’organizzazione delle feste di famiglia da tutta la vita!- ribatte James entusiasta, mentre alcune ciocche corvine sono mosse dal vento.
- Non posso perdermi l’allestimento e, soprattutto, i consigli di stile della festa di laurea delle mie puttanelle preferite! È l’evento del secolo!- urla felice
- Già starà pensando a come addobbarvi stile albero di Natale, oh cielo, mi presenterò direttamente alla festa, non voglio vederlo in azione, non lo reggo- ribatte sua sorella mettendosi le mani in faccia, con finti conati di vomito annessi.
- Ovviamente gli abiti voglio disegnarveli io- si affretta ad aggiungere il moro
- Vi prego ditegli già di sì, altrimenti non la smette più e io ho un gran mal di testa dopo essere stata col culo su un aereo per mezza giornata- dice supplichevole la bionda
- Mi sbaglio, o ogni anno sembra che le temperature siano sempre più calde qui da voi? Sembra di essere all’inferno- continua poi lasciandosi andare di peso sul sedile.
E dopo aver passato quasi un’ora nel traffico, arriviamo a casa praticamente sfiniti.
Tra un boccone veloce, doccia, disfare i bagagli, mamma che va su e giù per casa rimpinzandoci di merende e bevande come avessimo ancora cinque anni, neanche il tempo di una sigaretta in giardino che crolliamo, dopo cena, non appena arriviamo su in camera.
Qualcosa nei meandri della mia mente mi fa addormentare col sorriso, con la speranza che domani possa essere un giorno di svolta. È stranissimo a dirsi, ma è come se Goku mi mancasse, almeno se chiudo gli occhi e mi addormento, lì sono con lui. Nel mio sogno...

CIAO A TUTTI! CAPITOLO DI PASSAGGIO ARRIVATO UN PO' IN ANTICIPO QUESTA SETTIMANA.
LA STORIA COMINCIA A PRENDERE PIANO PIANO FORMA E CHISSA' QUESTI DUE GEMELLI CHI MAI POTRANNO ESSERE, EH?
COLGO L'OCCASIONE PER RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE STANNO LEGGENDO E CHI MI RECENSISCE, IN PARTICOLARE SERENACHICHI <3<3<3
UN ABBRACCIO A TUTTI <3
Mariangela

 

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Capitolo 6
*** Pettegolezzi in piscina ***


CAPITOLO 6:

Mercoledì mattina.
Riusciamo finalmente ad onorare il nostro rito annuale, ovvero prendere il sole in piscina e stappare una bottiglia di Prosecco.
Arriva James con quattro flutes e la bottiglia alla mano. L’idea di essere sua cugina a volte mi ha mandata in crisi e confesso che ci avrei spudoratamente provato se lui fosse stato etero, ma con il passare degli anni è diventato praticamente come un fratello, anche se devo ammetterlo che la sua bellezza non passa di certo inosservata. Già leggermente abbronzato, camicia di lino completamente aperta, gli occhi che brillano da dietro gli occhiali e un costume boxer bianco, entrambi griffati.
- Signore, arrivano le bollicine!- ci informa, sedendosi sul suo lettino a bordo piscina, io Bulma e C veniamo destate dalla sua voce, intente a prendere il sole, immobili come tre divinità di pietra.
- Che gioia! Si beve!- commenta trionfante Bulma, drizzandosi a sedere
- Finalmente, non sopportavo più questo caldo- si accoda C, tirandosi su anche lei.
È qui da nemmeno quarantott’ore e già si è lamentata del caldo duemila volte.
- Ci siamo- ci dice James intento ad aprire la bottiglia e poi fa saltare il tappo, sotto il breve applauso di tutti noi. Poi il ragazzo si appresta a versare la fresca e frizzante bevanda nei calici appositamente preparati.
- Allora, a cosa brindiamo quest’anno?- chiede curiosa la bionda
- Lo scorso anno abbiamo brindato a una montagna di manzi e cazzi in vacanza a Bangkok, ma ci è andata un po’ male, dunque propongo di brindare alle vostre gnocche e all’aria che si meritano di prendere dopo un buio inverno passato sui libri- dice in tono solenne, alzando il suo calice
- Amen, fratello- commenta Bulma, imitandolo nei movimenti
Già, l’estate scorsa a Bangkok non la dimenticheremo per diversi motivi. Una notte ci siamo persi e siamo finiti alla polizia, C ha rischiato il coma etilico insieme a Bulma e io ho avuto un attacco d’asma bruttissimo dopo due bonghetti di fila. Questo è più o meno il breve riassunto della scorsa vacanza, indimenticabile in ogni sua parte.
- Dai, sii serio per una volta!- lo rimprovera la gemella
- Perchè, ho la faccia di uno che scherza?- chiede convinto James, mentre mi passa l’ultimo calice riempito.
- Ok, allora riformuliamo meglio l’augurio- dice il giovane schiarendosi la voce
- Pretendo che Maya e Bulma, per festeggiare la fine di un’onorata carriera universitaria, scopino come due conigliette assatanate per il resto dell’estate, intesi? Alla vostra!-
- Brinderò sicuramente a questo- decido di assecondare i suoi soliti pensieri formulati in modalità sconcia e alzo anche io il calice verso di lui.
- Ovviamente, cara sorella, l’augurio è esteso anche a noi, si intende- aggiunge James
- Sei sempre il solito, c’è poco da fare- risponde C arresa
- Scusate, era inutile augurarvi lavoro e prosperità per il post-laurea, avete già praticamente la posizione garantita in un’azienda multimiliardaria, è il sesso che vi manca, gioie mie- sottolinea lui con un sorrisetto sghembo e, in effetti a pensarci, non ha tutti i torti.
- Fai tanto il profeta in patria, tu quanto scopi, scusa?- chiede Bulma sdraiandosi
- Si dice il peccato, non chi e quanti ne commette- risponde lui vago
- E poi sapete che prima di entrare nel mio letto si firma un accordo di riservatezza?- risponde risoluto James
- Non è vero- si volta incredula Bulma
- Oh sì che lo è, anzi se vi dicessi con chi ho fatto sesso negli ultimi mesi non avreste più il coraggio di accendere la tivù, leggere i giornali o girare per i social per il resto della vostra vita- conclude per poi sospirare con soddisfazione.
- Addirittura? Ora sono curiosa- mi volto completamente nella sua direzione, interessata
- Spiacente, sono una tomba- risponde con aria superiore, senza muoversi dalla sua posizione.
- Beh, io credo che fare sesso debba essere una cosa rilassante, se andiamo di firme e contratti come in quel film, mi si secca- osserva Charlotte
Scoppio in una fragorosa risata, concordando con lei.
- Sì, ma io sono un personaggio pubblico e tu no, è questa la differenza- interviene James.
- Ma stà zitto!- lo prende in giro sua cugina.
Tra un sorso di Prosecco e l’altro ed una bella sigaretta ad accompagnare il tutto, James già progetta serate di bagordi.
- Vediamo di non fare figure di merda se invitiamo i ragazzi, ne va della reputazione dell’azienda- lo avverte Bulma, mentre lui parlava di un party ad alto contenuto di alcol.
- Signore, per favore, lo sapete bene che con il sottoscritto la parola d’ordine è sobrietà ed eleganza- dice lui con la sua solita voce melliflua
- Sì, come la festa a tema Luigi XVI per la nostra maggiore età. Ti prego…- risponde Charlotte guardandolo di traverso
- Beh, sicuramente avrai un duro lavoro, caro il mio cuginetto, Bulma dice che Vegeta è un pezzo di marmo- lo informo prontamente
- Perfetto. Duro e marmo che parlano di un uomo nella stessa frase, proprio quello che volevo sentire!- esulta
- Direi che cominciamo bene. Vedrai cuginetta, alla fine dell’estate mi racconterai delle vostre meravigliose notti di fuoco!- la voce tremendamente sensuale di James fa sobbalzare Bulma dal lettino, forse troppo presa a pensare ad una notte con Vegeta.
- Cretino- risponde lei risvegliata da quel sogno ad occhi aperti.
- A proposito, mi pare strano non vederli già in giro a quest’ora…- commenta preoccupata mia sorella, guardandosi intorno
- Ce l’avranno anche un giorno libero o zio li fa già sgobbare come dei muli?- chiede C accavallando le gambe con eleganza.
- Non saprei, a dire il vero- risponde Bulma
- Maya e allora? Li facciamo lavorare i muscoli pelvici quest’estate?- chiede James, catalizzando questa volta l’attenzione su di me.
- Ti prego non dirmi che neanche quest’anno è cambiato niente e l’unico che è entrato nelle tue mutandine resta ancora Mister Pelatone, illo tempore!- dice inorridito, riferendosi a Tenshinhan. Non riesco a trattenere le risate.
- Purtroppo sì, non ho nulla da raccontarti…- mi vedo costretta a dirgli la verità.
- Oh, ma andiamo, non vi ho insegnato niente?- chiede esasperato
- Che tristezza, in una metropoli come questa, un posto così caldo e accogliente, fa male al cuore sentire che non fate la giusta attività fisica- ci redarguisce James
- In realtà io di attività fisica ne vorrei fare e anche tanta, ma mi rendo conto che anche i morti putrefatti subiscono il fascino della divina Bulma, tranne Vegeta. L’unica attività fisica a cui è interessato è quella in palestra...- commenta furente la turchina.
- Ma allora è una fissazione per tutti loro le arti marziali- osservo inarcando le sopracciglia.
Dopo un breve silenzio, dove si sente solo il leggero rumore dell’acqua della piscina, Bulma riprende con il suo monologo intitolato “VEGETA”.
- Ho sentito dire che discende da una stirpe reale, sapete? È un sangue blu, mi sento come Sissi- mormora sognante mentre si gode il sole.
- Così potrai realizzare il tuo sogno da bambina, quello di diventare una principessa- le dico con un pizzico di ironia
- Giuro, non scherzo! Lo ha detto Veldock quella sera a cena- si difende lei
- Io, però, muoio dalla curiosità. Che fine hanno fatto questi supersonici figoni?- chiede C impaziente
- E poi lo dite voi che sono dei figoni, se poi non è così, dovrete pagarmi cene e drink per il resto dell’estate- ci avvisa la bionda indicando minacciosa me e Bulma
- Vedrai con i tuoi stessi occhi- la rassicuro.
- A proposito di amori non ricambiati, ma Crilin perde ancora la testa per me?- chiede d’improvviso Charlotte con un sorrisetto divertito.
- Cielo, me l’ero dimenticata questa. Ha tentato di dimenticarti con una del nostro corso, ma lei ha preferito mettere gli occhi su Goku, ovviamente, dunque ha collezionato un altro sonoro due di picche- la informo
- Chi è Goku?- chiede James interessato
- Uno dei figoni supersonici- lo mette al corrente Bulma, usando ironicamente le parole di sua cugina.
- Comunque povero piccolo Crilin- riprende poi il moro
- Dai C, perché non ti sacrifichi quest’anno e fai un minuscolo sforzo e gliela dai? Tanto credo che il ragazzo si accontenti anche di averti nuda nel letto, non c’è bisogno di una grande prestazione da pornostar- dice ovvio James
- Grazie tante per il consiglio, fratellino, ma credo che passerò anche stavolta, ma non perché Crilin sia brutto, anzi ho sempre detto che ha il suo fascino, ma proprio perché lui è follemente innamorato e io no, tutto qua- dice facendo spallucce.
- Lo stesso discorso che faccio io riguardo Tenshinhan. Visto che mi annoio, potevo andare da lui e farmi una bella scopata, ma non mi va di illuderlo, ecco- rispondo risoluta
- Poi diciamo che da quando hai conosciuto Goku, la voglia di farti Tenshinhan ti è completamente passata, o sbaglio?- si intromette Bulma
- Non hai tutti i torti, ma Goku immagino starà dando il meglio di sé con Chichi tra le lenzuola, quindi buonanotte- concludo con tristezza
- Oh ma insomma, non si possono visionare dei profili social? Tutto questo pettegolezzo deve avere facce e nomi!- ci dice agguerrito James, ma proprio mentre stiamo dicendo ai gemelli che i tipi in questione sembrano non essere amanti del mondo virtuale, vediamo il moro cambiare faccia d’improvviso e scrutare attento il giardino. La sua espressione sembra stupefatta, ma al contempo compiaciuta.
- Finalmente, guardate un po’ cosa ha portato il sole stamattina- commenta il giovane abbassandosi gli occhiali sul naso.
Ci giriamo noi tre ragazze verso il giardino e la scena è dei migliori film, la vediamo quasi al rallenti.

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Capitolo 7
*** Giochiamo ***


CAPITOLO 7:

Ci sono Vegeta, Goku e suppongo suo fratello Radish in giardino, con indosso i costumi e delle striminzite canottiere che a stento riescono a coprire i loro muscoli possenti.
La mamma ci saluta e ci chiama facendo ampi gesti con le mani e prendendo ad indicare i ragazzi con eloquenza. È la nostra condanna a morte, me lo sento.
- Tesoro! Ci sono qui i ragazzi, stanno facendo una pausa, ho pensato potevano unirsi a voi!- ci avvisa la mamma ondeggiando sui tacchi e facendo strada ai giovani.
- Ma… ma certo, mamma!- mormora Bulma con un amichevole sorriso tirato, poi si gira verso di noi e sembra stia avendo un attacco di panico, la sua espressione cambia completamente.
- Oh mio Dio. Oh mio Dio. Non sono pronta a vederlo senza vestiti e soprattutto non sono pronta io a farmi vedere in costume da bagno- mormora guardandomi terrorizzata. E meno male che tra le due lei è quella con più sicurezza in sé stessa, andiamo bene.
- Non dirlo a me- riesco a dire in un soffio, lanciando un’occhiata di sottecchi a Goku, che sembra si stia divertendo un mondo. Un po’ come quando porti un ragazzino alla prima festa per grandi con alcolici e stupefacenti.
" Ma al nord non hanno mai visto ville con piscina?" Mi domando tra me e me.
- Direi che indosserò il copricostume- dice Bulma afferrando il mio e facendolo sparire praticamente in un lampo dalla mia visuale, peggio di un prestigiatore.
- Ridammelo subito!- la minaccio
Io ho sempre avuto il complesso di mostrarmi in costume davanti a degli sconosciuti, considerando che nel terzetto appena arrivato c’è anche il ragazzo che mi piace, avrei voluto rimandare la vista di me seminuda almeno per un altro po’.
- Signorine, vietato coprirsi, perciò, adesso alzate i vostri bei culetti da queste sdraio e andiamo a fare i bravi padroni di casa- interviene James con un aplomb incredibile.
Così, rassegnate io e mia sorella con le tette bene in vista, scendiamo i gradini della piscina e arriviamo in zona giardino. Deglutisco a vuoto non appena mi accorgo della già nota presenza femminile di Chichi avvinghiata a Goku, il quale cambia espressione quando si accorge che dietro di Bulma ci sono io praticamente spogliata, ma subito si ravvede e ritrova il suo sorriso ingenuo.
- Che pagliacciata. Odio le festicciole e gli aperitivi in piscina- mugugna Vegeta incrociando le braccia al petto.
- Rilassati e cerca di divertirti. Non vedi quante belle ragazze ci sono?- lo ammonisce Radish con una finta spallata, e la sua lunga chioma corvina lo accompagna nel movimento. Di tutta risposta, il più alto si becca un’occhiata truce dal piccoletto.
- Ragazzi, buongiorno! Ma che sorpresa, niente laboratorio o palestra questa mattina?- chiede Bulma amichevole
- In realtà ci siamo resi conto che siamo qui da una settimana e non ci siamo fermati un attimo, ce lo meritiamo un po’ di riposo e svago- quello che sembra essere il fratello di Goku, vista la forte somiglianza tra i due, parla per tutti, poiché appare il più spigliato e risoluto del gruppo, considerando Vegeta a destra che ha tutta l’aria di uno che avrebbe preferito essere in carcere piuttosto che qui e Goku a sinistra alle prese con quella sanguisuga di Chichi, intento a squadrarsi il giardino con aria meravigliata.
- Direi che siete capitati nel posto giusto!- esordisce James e poi si presenta per primo, passando poi a C e, infine, tocca a me.
Nel momento in cui mi presento a Radish, una strana e inspiegabile sensazione mi invade, eppure non riesco a darle una definizione precisa. So solo che a primo impatto mi piace poco...
- Ah, la famosa Maya! Kaaroth, non è la ragazza di cui mi hai parlato?- chiede girandosi in direzione di Goku, senza però staccarmi gli occhi di dosso.
Una parte di me è sollevata nel sapere che Goku si ricordi di me, vista la sua misteriosa sparizione nel week-end, un’altra parte si domanda chi sia questo Kaaroth. Domanda a cui non riesco a dare subito una risposta...
- Già- risponde il minore dei fratelli diventando rosso, Chichi al suo fianco lo guarda interrogativa, facendo aumentare esponenzialmente il rossore sulle guance del giovane.
- E per favore, fratellone, cerca di chiamarmi Goku davanti agli amici, ok?- chiarisce Goku, calcando volutamente l’appellativo con cui si rivolge a Radish.
- Come ti pare- risponde serafico quello più alto e muscoloso
Sembra tutta una commedia forzata tra i due. Si vede lontano un miglio che si odiano, altro che amore fraterno.
- Ciao Maya, come stai?- chiede poi Goku
Mi stringe la mano per tre interminabili minuti, fortissimo, quasi mi spezza le falangi, forse a farmi capire che non è quello il modo in cui voleva salutarmi, ma come gli ho insegnato io stessa la prima e ultima volta che ci siamo visti. Forse non vuole spingersi così oltre davanti a Chichi perché lei potrebbe ingelosirsi. Come temevo, stanno uscendo insieme.
- Io sto bene… ciao, Chichi- rispondo asciutta, spostando subito lo sguardo sulla ragazza accanto a lui.
Non avrei sopportato un altro secondo occhi negli occhi con Goku, sento già il sangue pulsarmi nelle tempie e sto cercando di fare respiri corti e regolari per riprendermi.
- Come stai, cara?- chiede lei retorica con un sorriso amichevole e, nel dirlo, si stringe leggermente al braccio scolpito e definito di Goku. Se vuole farmi saltare i nervi, sappia che non le conviene giocare sporco.
- Già mi hanno stufato questi stupidi convenevoli…- mormora Vegeta sottovoce a Radish, Bulma se ne accorge e si volta a guardarlo in cagnesco
- Se non ti va di stare in piscina a prendere il sole con degli amici e conversare, puoi anche tornartene a casa, per quanto mi riguarda!- sbotta lei arrabbiata.
Bulma gli sta praticamente urlando contro, tant’è vero ci giriamo a guardarli tutti ad occhi spalancati. La ragazza è fumante di rabbia, con le mani in fianco, nella sua classica posizione litigiosa. Vegeta, in un primo momento, pare non scomporsi minimamente, resta con le braccia incrociate al petto, ma a guardarlo meglio è visibilmente scosso e poi sbuffa sonoramente
- E va bene, d’accordo- si arrende con sguardo accigliato
"Accipicchia, e Bulma dice di non averlo conquistato..."
Vegeta è diventato docile di colpo. Però è veramente un osso duro, per la mia dolce sorella non sarà affatto una passeggiata catturare il cuore di questo ragazzo così freddo e arrogante.
Io, intanto, faccio a botte con la mia psiche, per non fare invece a botte con Chichi, un’idea davvero brillante quella di Goku portarsela dietro.
- Chichi, che piacere averti con noi, come mai da queste parti?- chiede ad un certo punto Bulma, fingendosi interessata, io le do un pizzicotto dietro la schiena, intimandola di smetterla subito. Ora ho voglia di fare a botte anche con lei.
- Beh, ero a casa con Goku a studiare, sembrava ovvio che l’invito fosse esteso anche a me, no?- chiede sbattendo ingenuamente le palpebre.
- Ma tu guarda, che carina che sei- commenta con un finto sorriso mia sorella e l’atmosfera inizia a farsi decisamente pesante, oltre i trentasei gradi già avvertiti.
- Ah, e complimenti per la casa, è davvero bellissima- continua poi l'ospite
"La mamma, le avrà fatto fare anche il breve tour per le stanze, è sempre la solita"
- Ti ringrazio- rispondiamo in coro io e Bulma, cercando di mantenere un tono neutro.
- In realtà, ci siamo tutti auto-invitati questa mattina, spero non sia un problema- interviene con cortesia Radish.
- Assolutamente no, abbiamo appena stappato una bella bottiglia di Prosecco, fateci compagnia- li invita mio cugino facendo strada agli altri.
Io volto praticamente le spalle a Goku e Chichi e mi avvio anche io su per le scale della piscina, se adesso entrassi in acqua, si spargerebbe vapore ovunque visto quanto ribollo di rabbia.
"Sta scopando con questa cretina, non ci posso credere, ci è riuscita!" E quel che è peggio, con la scusa dello studio, quando dovevo essere io a dare una mano a Goku per quello! Sento la pelle pizzicare tanto sono arrabbiata.
Mi riaccomodo sul mio lettino, mi piazzo gli occhiali da sole e mi sdraio. Mi si è guastato l’umore alla vista della coppietta felice, tanto da non riuscire più ad intrattenere una conversazione decente. E ci mancava solo Radish seduto praticamente di fronte a me che continua a squadrarmi tanto da mettermi in soggezione.
"Che mattinata del cazzo..."
- Hey, che ne dite di una partita a beach volley?- Chiede ad un certo punto C
- Noto che siete degli atleti, sicuramente non vi dispiacerà giocare insieme a noi!- continua la bionda
- Ma che magnifica idea!- commenta il fratello di Goku, sempre preso a guardarmi, come in attesa di una mia qualche reazione a quella trovata.
- Vegeta?- chiede Bulma impaziente
- D’accordo, ma solo se Goku si unisce a noi, ti faccio mangiare la polvere- gli dice con un sorrisetto di sfida
- Io ci sto, ovvio! Non mi tiro mai indietro di fronte ad una sfida!- risponde determinato Goku.
- Anche io, però siamo sbilanciati nelle squadre- commenta perplessa Chichi, dando un veloce sguardo intorno.
- Io non gioco, faccio l’arbitro, non ho voglia di rovinarmi la piega ai capelli- risponde James, tirandosi indietro i liscissimi ciuffi con delicatezza.
- Come vuoi, Maya?- chiede la gemella rivolgendosi a me.
Nella mia mente si materializza subito la scena di me che prendo Chichi a pallonate in faccia, in loop.
“Cerca di contenerti!”  ribatte il lato buono della mia coscienza.
Sorrido a Charlotte.
- A me il primo servizio- le rispondo facendole l’occhiolino
Diretti verso il retro della casa, dove sono allestiti due campetti di volley, uno da golf e due da calcio nell’immenso giardino di casa mia, Bulma mi prende malamente sottobraccio e mi tira a sé sgarbatamente.
Io la guardo interrogativa sibilando un ahi mentre lei si guarda alle spalle per vedere quanto gli altri sono lontani.
Appurata la distanza che c’è fra noi due e il resto del gruppo, si rivolge completamente a me.
- Ma allora è vero. Goku esce con quella… quella cosa…- mi dice cercando di mantenere la calma, cosa che io ho perso già da qualche minuto.
- Non parliamone, ti prego, mi sento un’ adolescente in pieno attacco di gelosia ed è una sensazione che odio- commento facendo spallucce.
- E chi l’ha invitata?!- domanda Bulma quasi isterica
- Non ci pensare, ormai va così. Cerchiamo di farci andare bene la situazione, a me basta...- interrompo la frase a metà per lanciare una veloce occhiata alle mie spalle, tanto da riuscire a vedere Goku e sentire un...
- Urca, questa casa è gigantesca!- uscire dalla sua bocca.
- A me basta già vederlo e parlarci- concludo sospirando.
Bulma mi fissa sospettosa, poi il suo sguardo si addolcisce
- Cavolo, Maya, la tua è proprio una bella cotta, non ti ho mai vista così- osserva e quella frase suona come una condanna alle mie orecchie.
- Lascia perdere, ok? Giochiamo e basta- le dico, sperando di chiudere lì la conversazione e il gesto che segue, di me che mi stacco dal braccio di mia sorella per entrare nel campetto di volley, mette fisicamente fine al nostro discorso.
- Allora, iniziamo io, Maya e Bulma contro Radish, Goku e Vegeta, vi sta bene?- chiede Charlotte ai partecipanti radunatisi intorno a lei.
- Benissimo- risponde Radish muovendo la testa di qua e di là per fare stretching.
- Vi avverto, non mi importa che siete delle donne, io gioco per vincere- ci mette in guarda Vegeta, indugiando un po’ troppo con lo sguardo sul corpo sinuoso di Bulma.
- Vedremo chi gioca per vincere- mormora nervosa a sua volta mia sorella, intenta ad infilarsi le sneakers sul posto e costringendo Vegeta ad alzare lo sguardo per non farsi sorprendere incantato alle sue curve in bella mostra.
- Per permettere a tutte di giocare, chi vuole chiede il cambio a chi è fuori dal campo, ok?- chiarisce C, prima di prendere posizione.
- Io giocherò il secondo tempo, mi siedo qui allora e aspetto- dice Chichi, accomodandosi all’ombra accanto a James, che si dispone parallelamente al centro del campo, all’altezza dell’inizio della rete.
- Giochiamo?- chiede James, facendo correre il suo sguardo da un lato all’altro del campo e leggendo la determinazione negli occhi di tutti i presenti e poi un fischio decreta l'inizio della partita.

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Capitolo 8
*** La Partita ***


CAPITOLO 8:

Ci disponiamo in campo, C da direttive a me e Bulma e dall’altra parte si dispongono i tre ragazzi, che per giocare meno costretti, si sono disfatti anche delle canottiere che indossavano poc’anzi.
Lo spettacolo è di una magnificenza allucinante oserei dire, un tripudio di muscoli definiti, che quasi brillano al sole e loro sembrano quasi compiacersi dei nostri sguardi.
- Cazzo, questa non ci voleva, è un’arma per deconcentrarci bella e buona- esordisce Bulma, lanciando un’occhiata ai bellocci oltre la rete, mentre Charlotte tenta di istruirci sulle tattiche di gioco.
"Mia sorella non le sta prestando alcuna attenzione, né tanto meno io..."
- Occhi sulla palla, mi raccomando- ci dice la bionda
- Cosa?- chiede Bulma voltandosi nuovamente verso di lei
- Lascia perdere, già so che avrai capito tutt’altro, sei più pervertita di tuo cugino certe volte- la ammonisce Charlotte scuotendo la testa, mentre si lega i corti capelli in un codino.
Non riesco a staccare lo sguardo da Goku, ad ogni piccolo e impercettibile movimento, i suoi muscoli guizzano sotto la sua pelle. A breve mi ci vorrà una bacinella a centrocampo per la bava, altrimenti finisce che scivoliamo.
- Batto io- urla Vegeta dirigendosi a bordo campo per il servizio, dopo essersi tolto gli occhiali da sole ed essersi impossessato della palla. Il ragazzo fa rimbalzare un paio di volte la sfera e poi la alza, la sua battuta è potente, ma non precisa, dunque non va a segno.
- Mia!- urla C lanciandosi all’ultimo e così rispedisce la palla dall’altra parte del campo, dove Radish si butta in bagher all’ultimo secondo per prenderla, nonostante tutto sono velocissimi, sembrano dei professionisti.
- Alzala!- intima Goku al fratello che gliela lascia, lui si eleva ad un’altezza sovrumana e cerca di schiacciare, io e Bulma capendo le sue intenzioni di battere sotto rete, ci alziamo a fare subito muro e io schiaccio di rimando tra Vegeta e Radish. Nessuno dei due riesce a prendere la palla.
James fischia e stende il braccio verso la nostra metà del campo a mo' di arbitro professionista, io esulto mentre le ragazze mi danno tutte il cinque.
- Ma che diavolo guardavi, Radish?- chiede seccato Vegeta
- E me lo chiedi?- risponde all’amico con fare allusivo.
- Stavolta non avranno scampo, farò sul serio- mormora Vegeta, pronto alla seconda battuta con il suo sorrisetto arrogante dipinto sul volto, infatti stavolta, nessuna di noi può niente contro il nostro avversario. La palla arriva ad una velocità disarmante e la povera Bulma si è lanciata in un tentativo disperato all'ultimo istante, ma con insuccesso.
- Schiappe- dice soddisfatto il piccoletto, forse in una diretta provocazione alla ragazza dai capelli turchini.
- Ma come si permette di chiamarci schiappe?! Ragazze, facciamogli vedere chi siamo a questi tre bambocci!- dice stizzita Bulma.
È tutto un susseguirsi di battute, schiacciate, muri sotto rete e salvataggi all’ultimo secondo. Ce la stiamo mettendo tutta, neanche fosse una finale di coppa.
- Mia!- urla Radish avventandosi sulla palla
- Spostati, Kaaroth!- gli urla Vegeta all’ultimo, arrivando accanto a Radish per farsi alzare la palla, ma Goku è più veloce e schiaccia lui per primo, siamo inermi. Mi lancio per prendere la palla, ma questa tocca terra prima che potessi anche sfiorarla.
A quel punto della partita, i ragazzi sono in testa e noi siamo già stanche.
"È davvero incredibile
- Ragazze, vi vedo un tantino in difficoltà, dov’è finito lo spirito combattivo?- commenta Radish schernendoci, Bulma col broncio gli rilancia la palla per farli battere nuovamente.
- In realtà ci stiamo andando piano, ma visto che sapete giocare così bene, da ora ci impegneremo- li mette al corrente mia sorella.
- Non provocarli, non credo abbiamo speranze- intervengo, rimettendomi in posizione, ma col fiatone.
- Già, hai visto quanto sono veloci? Non immaginavo, con tutti quei muscoli- riprende C, in accordo con me mentre appoggiata con le mani sulle ginocchia.
- Lasciamoli sognare ancora un po’- dice Bulma risoluta, con gli occhi fissi oltre la rete.
- Avanti, Goku! Faccio il tifo per te!-
"E come se non bastasse, il sottofondo da stadio di Chichi mi deconcentra più di ogni altra cosa" 
Goku le rivolge un sorrisetto e poi torna a concentrarsi sulla partita.
"Sento il sangue ribollire dalla stizza..."
Il modo in cui la guarda o le sorride, seppur per brevi e fugaci istanti, mi lascia in balia di strane sensazioni, un po’ come quella della scorsa settimana all’università, quando quelle ragazze facevano commenti su Goku e ridacchiavano, fuori dall’ascensore al campus.
"Non ci posso credere..."
Io, che non ho mai provato cosa volesse dire essere gelosi in tutto l’arco della mia breve esistenza, adesso mi sento ribollire di rabbia, perché? Perché un bel ragazzo che ho appena conosciuto si sta interessando ad una mia compagna di corso e sembrano essere fatti l’uno per l’altra?
“Balle!”
Non so se la mia si possa davvero definire gelosia, dovrò chiedere a Bulma, che è la regina delle scenate che cosa si prova davvero.
Anzi meglio di no, ricordo che una volta Yamcha per fare un apprezzamento a voce alta sul sedere di una ragazza al parco divertimenti, Bulma gli mollò un ceffone così forte che anche la ragazza stessa rimase attonita. Non gli parlò per tutto il giorno e il nostro picnic tutti insieme fu un flop. Non so se con Vegeta avrebbe tanta voglia di fare un gesto del genere, ma sono sicura che se questi due si mettessero insieme, Bulma avrebbe pane per i suoi denti e viceversa.
"Già ce li vedo che discutono per ogni singola cosa, sarà un inferno..."
Stufa del caldo e degli sguardi che Chichi manda in direzione di Goku e, soprattutto, di lanciarmi nella sabbia per niente, lascio il terreno da gioco.
- Ragazze, mi faccio dare il cambio- annuncio, raggiungendo James a bordo campo.
- Ma no dai, ci abbandoni? Proprio ora che inizia la rimonta- mi dice con un pizzico di delusione C
- Puoi darmi il cambio se vuoi- dico a Chichi senza neanche rivolgerle uno sguardo.
- Ok!- lei entusiasta balza giù dal muretto su cui era seduta ed entra in campo, Goku guarda lei, poi guarda me che mi metto gli occhiali da sole con aria di superiorità, mentre mi accendo la sigaretta.
- Credo che una persona qui abbia un bell’omino verde poggiato sulla spalla che sussurra cattiverie all’orecchio…- esordisce James, non appena restiamo da soli.
- Parli con me?- chiedo innocente
- Nah, con me stesso. Andiamo, si vede lontano un miglio che ti rode il sederino, bellezza- mi prende in giro, strizzandomi l'occhio.
- Odio sentirmi la scolaretta con la cotta- mormoro lamentosa, mettendomi le mani sul viso e nascondendomi dietro le ginocchia.
- Maya, rilassati, non è una brutta cosa provare dei sentimenti, sai?- mi dice dolce
- Lasciatelo dire da uno che per anni li ha repressi- conclude con un mezzo sorriso, che non posso far altro che ricambiare.
Posso solo immaginare quanto James abbia dovuto combattere per anni contro i pregiudizi. Ha dovuto imparare ad accettarsi e a farsi accettare, a conoscersi e capire chi era veramente o non chi la società voleva che fosse.
È un vero esempio da seguire e io lo ammiro tanto, quasi mi sento in colpa a parlare con lui delle mie cose stupide.
- Sono sola da talmente tanto tempo che ho cominciato a diventare un pezzo di ghiaccio- mormoro seria, come colpita da quella stessa consapevolezza che ho preso del mio nuovo atteggiamento.
- E con ciò? Il mare è pieno di pesci, te l’ho sempre detto, non vorrai mica fermarti adesso?- mi chiede retorico
- Io vorrei anche andarci a pesca, ma non mi interessa tutto l’oceano…- alludo, lanciando uno sguardo a Goku che si destreggia in campo, col suo corpo che quasi brilla al sole per via del sudore.
"È talmente bello da togliermi il fiato ogni volta"
- Beh, non posso darti torto!- concorda, ridacchiando
E proprio in quel momento è Goku a raggiungerci con una breve corsetta, afferra una bottiglietta d’acqua lì accanto e poi si rivolge a noi. La sua sensualità è palpabile e la voglia che ho di accarezzargli quel corpo perfetto mi costringe a tenere salde le gambe e l’eccitazione a bada.
- Hey, ma qualcuno sta tenendo il punteggio?- ci chiede
- Scusate, devo essermi perso- tenta di discolparsi James.
- Sei il solito!- urla C mettendosi le mani in fianco, con aria arrabbiata.
- Vabbè lasciamo perdere, tanto noi dobbiamo tornare a studiare, vero Goku?- chiede Chichi, avvinghiandosi nuovamente a lui.
"È ufficiale, la odio profondamente"
- Di già? Ma ci stiamo divertendo un mondo- risponde lui
- Beh, se fra venti giorni speri di superare l’esame devi studiare, caro mio!- gli ricorda lei guardandolo di sbieco e Goku sbuffa sonoramente.
A quel punto, arcistufa dei comportamenti della mora, decido di intromettermi, mentre tutti escono lentamente dal campo.
- Che bello, Goku, ti sei messo in pari con lo studio?- chiedo, camuffando la mia palese frecciatina in un inizio di conversazione amichevole. Come volevasi dimostrare, Chichi non gli da neanche il tempo di aprir bocca che risponde al suo posto.
- In realtà è grazie a me se si è messo sotto a studiare in così poco tempo, mi sono offerta volontaria per dargli una mano, vero tesoro?- dice guardandolo sognante, lui sorride in imbarazzo.
- Beh, sì, mi da una mano- risponde lui non sapendo come uscire da quella morsa in cui io e Chichi lo stiamo chiudendo.
- Ma non mi dire…- mormoro seria, lanciando un’occhiataccia a Goku, ignorando deliberatamente Chichi e la sua faccia da ebete che si squadra lui. Il ragazzo, dal canto suo, sembra quasi volersi scusare con lo sguardo.
- Che pensiero gentile dare una mano al nuovo arrivato per mettersi in pari con lo studio, non è da tutti- riprendo, calcando ogni singola parola.
La tensione comincia a diventare abbastanza palpabile.
- Già, aiutare gli altri è un po’ la mia vocazione- dice mielosa
Sto per ribattere che non siamo al concorso di Miss Mondo, quando Bulma mi blocca sul tempo.
- Davvero interessante tutto questo, grazie del riassunto, ma credo che Goku sia abbastanza intelligente da poter studiare da solo e sostenere gli esami nel modo che ritiene più opportuno- interviene Bulma, sfoderando lo stesso sorriso finto di qualche ora fa.
La conversazione sembra concludersi lì.
"Come al solito mia sorella deve avere sempre l'ultima parola..."
Una volta tornati alla zona lounge del giardino, Vegeta fa presente che dovrebbero rientrare, visto che si sono concessi fin troppi “momenti di stupido svago” testuali parole.
- Ci siamo divertiti un mondo, dovremmo farlo più spesso, che so anche uscire… conoscerci meglio- comincia Bulma vaga, catturando l’attenzione di tutti i presenti.
- Mi trovi più che d’accordo, organizziamo una comitiva! Muoio dalla voglia di vedere cosa c’è di bello qui- esordisce entusiasta Radish, anche se la sua voce è molto profonda e ha lo sguardo perennemente accigliato e non diresti mai che è felice per qualcosa in particolare.
- Mi unisco volentieri, meritano di fare un tour, no?- si accoda James, sempre in cima alla lista quando si tratta di fare baldoria.
- Patetico- Vegeta rotea gli occhi e da le spalle ai presenti.
- Allora, beviamo una cosa insieme una di queste sere?- incalza mia sorella, ignorando l'oggetto dei suoi desideri
- Io ci sarò di sicuro- ci informa Goku e il che mi porta a sospirare soddisfatta
- Vengo anch’io- rispondo subito dopo, a voce più alta di quanto avessi voluto.
- Beh, allora non mancherò per nulla al mondo- riprende quello dai capelli lunghi, lanciandomi uno sguardo profondo, in un primo momento non me ne accorgo, poi mi sento i suoi occhi scuri puntati addosso e la cosa inizia a mettermi seriamente in imbarazzo.
Goku si accorge della scena e sembra irrigidirsi, per un solo, minuscolo istante.
- Ottimo, allora dovremo scambiarci i numeri di telefono, per stare sempre aggiornati- comincia Bulma e poi, con il suo solito fare sfacciato e forse stufa di aspettare che sia l’uomo a fare la prima mossa, si avvicina a Vegeta e gli molla il telefono, mentre tutti la osserviamo a bocca spalancata.
- Ok, allora, chi devo uccidere per avere il tuo numero?- chiede un po' maliziosa, alzando un sopracciglio
Lui, soprendentemente le sorride quasi con la stessa sfacciataggine.
- Niente guai con la polizia, fai la brava bambina- le dice suadente Vegeta, consegnandole il suo smartphone, mentre lei sorride trionfante e le tenta tutte per fermare il fiume in piena che ha preso possesso dei suoi ormoni.
Sicuri ormai del fatto che ci saremmo sentiti o visti presto, i ragazzi fanno ritorno alla propria dimora. Goku e Chichi sono i primi a staccarsi, millantando ancora di pagine e pagine che Goku avrebbe dovuto studiare quel pomeriggio.
"Vorrei proprio sapere di che natura sia questo studio…"
Mentre Radish e Vegeta avevano appuntamento in laboratorio per dopo pranzo, dunque avevano bisogno di tempo materiale per fare una doccia e raggiungere i loro padri.
Rimasti nuovamente soli, io, Bulma e i gemelli ce ne torniamo in piscina, a fare un bagno rinfrescante.
- Vedete? Chi non si arrende, alla fine riesce nel proprio intento- dice trionfante Bulma, una volta a mollo al centro della grossa vasca.
- Ti prego, non vorrai cominciare a fare la stalker come al solito, spero- la redarguisce C
- E poi mi guarderei le spalle, fossi in te, quel Vegeta è davvero insopportabile- riprende la bionda.
- Io credo che sia proprio questo suo modo di fare che fa così interessare Bulma. Di solito tutti cadono ai suoi piedi, ma Vegeta non le da soddisfazione. Dì un po’ ma ti piace davvero quel ragazzo, o conquistarlo è solo una sfida?- chiede curioso James, mettendosi a morto a galla.
- Certo che mi piace! Ovviamente questa cosa che rende tutto così difficile per via del suo carattere, lo fa sembrare molto più intrigante...- risponde Bulma, sottolineando le ultime parole.
Io li ascolto standomene in silenzio. Ormai ho smesso da un po’ di dare buoni consigli a mia sorella, tanto ogni qualvolta le suggerisco di fare una cosa, lei sistematicamente fa sempre quella opposta.
- A proposito di conquistare, un fratello molla e se ne fa avanti un altro, sbaglio Maya?- chiede con fare investigatore il moro, spostando lo sguardo su di me.
- A cosa ti riferisci?- casco praticamente dalle nubi
- Andiamo, non dirmi che non lo hai notato- incalza il giovane dagli occhi di ghiaccio
Il mio sguardo interrogativo si sposta da James, a C, a Bulma e inverso.
- E’ la storia più vecchia del mondo: lei vuole lui, ma lui trova un’altra e il fratello di lui si fa avanti per lei- dice ovvia Charlotte, ma io continuo a non capire dove vogliano andare esattamente a parare i gemelli.
- Di chi parliamo?- chiedo confusa
- Sveglia, Radish ti stava mangiando con gli occhi!- urla James, schizzandomi un po’ d’acqua.
Allora non è una cosa che ho notato solo io, per essersene accorti anche gli altri vuol dire che Radish è stato abbastanza esplicito nel lanciarmi segnali.
"E io come una cogliona, presa a guardarmi il film d’amore tra suo fratello e Chichi, facevo finta di niente"
- Sei esagerato come al solito, ci siamo scambiati qualche occhiata, ma mangiare con gli occhi mi sembra alquanto eccessivo- ribatto in mia difesa
- Mi spiace che sia stata l’unica a non accorgertene, ma credimi, faceva così caldo...- continua James, alludendo alla carica sessuale degli sguardi di lui su di me.
- Non cominciate con la vostra ossessione di formare coppiette per le uscite di comitiva che vi ammazzo!- sibilo minacciosa ammonendo ognuno di loro, mentre ripenso all’ultima profonda occhiata che Radish mi ha lanciato.
"In effetti, l’ho notata eccome, ma non voglio dare soddisfazione ai ragazzi..."
- Forse non ci hai fatto caso perché eri troppo occupata ad essere gelosa di Goku- interviene Bulma
- Maya lascia perdere, i triangoli non fanno per te, sei troppo buona per prenderti l’uomo di un’altra- subito si intromette Charlotte.
La piega che sta prendendo questa conversazione mi manda definitivamente in bestia.ù
- Innanzitutto Goku non è l’uomo di nessuna. L’ho visto prima io- ci tengo a sottolineare, come se stessimo parlando di un 3x2 al discount.
"Che stupida che sono"
- Ma sentitela!- mi dice James quasi divertito dal mio tono piuttosto seccato
- Concordo con C. E poi voglio dire, se Goku esce con Chichi, non vedo perché tu non debba provarci con suo fratello a questo punto- aggiunge mia sorella
- Meno male che vi avevo avvisati sul cercare disperatamente di farmi accoppiare- osservo glaciale
- Maya, Radish è un bel manzo quanto suo fratello, ti diverti un po’…- continua Bulma, ignorando deliberatamente la mia riluttanza nel giocare al gioco delle coppie, summer edition.
- Perché tutta questa fissazione sul divertimento e lo scopare? Non posso divertirmi da single?- chiedo lamentosa
- Tu non vuoi essere single, lo sappiamo- mi dice C in tono canzonatorio, prendendosi anche una mia sonora sbuffata.
- Però un po’ ti capisco, Maya, sarebbe inutile andare a letto con una persona, se non ti attira neanche un po’, creerebbe solo più casini, per non parlare del fatto che potrebbe far nascere dissapori tra fratelli, non credo sia una buona idea- dice James, mettendosi pensoso
- E poi se le piace Goku, perché non fare di tutto per farglielo capire? Per me è troppo presto, deve giocarsi tutte le sue carte- prosegue
- Sono d’accordo, ma smettiamola, per favore- li prego, mettendomi addirittura a mani giunte.
- Però Chichi gliela da, Maya vuole farsi una storia. Gli uomini hanno il cervello nelle mutande, dunque 1 a 0 per lei- continua la bionda gemella e io espiro esasperata, alzando gli occhi al cielo.
Parlano di me e delle mie situazioni come se io non fossi qui con loro ad ascoltarli. Lo fanno di continuo e per quanto voglia loro bene, odio questo tipo di atteggiamento pettegolo.
- Non credo Goku sia tipo da cervello nelle mutande, sapete?- li informa Bulma
- Ragazzi, io sono qui, vi sento, è inutile parlare di queste cose-
Riesco a farli ammutolire per un attimo.
- Inutile parlare di Goku, o di Radish o di chiunque altro. Sarà quel che sarà e poi, cioè, è vero Goku mi piace tantissimo, ma con la presenza di Chichi qui oggi ha palesato completamente la sua posizione nei suoi riguardi, dunque anima in pace e via- li rassicuro
- E poi bello com’è se ne scoperà dieci a sera, capirai...- commento amareggiata
- Meglio per te, tanta esperienza a tua completa disposizione!- cerca di risollevarmi il morale James, ma riesce a beccarsi solo una mia occhiata truce. Poi ad un tratto mi ricordo di una cosa strana.
- Invece di parlare di sesso, per una volta, avete fatto caso a come Vegeta e Radish si sono rivolti a Goku, in qualche occasione?- chiedo sospettosa ai presenti, che, tanto per cambiare quando si sposta l'attenzione dal "chi va a letto con chi", se ne stanno in silenzio.
- Io no- si affretta a rispondere Bulma chiudendo gli occhi e godendosi il sole.
- Qualcosa come… Kaaroth?- mormoro, cercando di ricordare meglio
- Magari è un soprannome buffo che gli hanno messo- dice C facendo spallucce
- Sarà...- dico poco convinta
- Ora che mi ci fai pensare, l’ho sentito anche io e ho notato anche che lui era abbastanza infastidito dalla cosa, infatti ha chiesto a Radish di non chiamarlo così davanti agli amici- ricorda James
- Secondo me, quei due si odiano e stanno solo recitando la parte dei bravi fratellini uniti- dice C e io annuisco convinta, trovandomi completamente in accordo con lei stavolta.
- E’ presto per trarre conclusioni, non li conosciamo ancora bene, però dai, ci si diverte tanto in loro compagnia- osserva Bulma
- Io vorrei solo che Chichi sparisse…- commento acida
- Ok e ora basta parlare di lei- mi ammonisce prendendo la mira e poi parte la lotta degli spruzzi d’acqua.

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Capitolo 9
*** Appuntamenti in comitiva ***


CAPITOLO 9

Io, Bulma e i gemelli trascorriamo le nostre giornate all’insegna della spensieratezza, tra mattinate in piscina o in centro dove siamo soliti andare da quando eravamo ragazzini , insieme a serate da sushi lovers, con un finale decisamente super alcolico.
Goku e Chichi, stando alle storie di lei su Instagram che mi premuro di visualizzare servendomi dell’account di mia sorella, continuano con i loro intensi pomeriggi di studio. Inizio a rassegnarmi all’idea che loro due, ormai, fanno coppia fissa.
Senza nessun secondo fine apparente, nel frattempo, ho iniziato a intrattenere fitte conversazioni con Radish.
"Già, raccontalo a qualcun altro..."
In un primo momento la cosa mi è parsa come a voler far ingelosire Goku, in quanto lui è stato il nostro argomento iniziale, ciò che avevamo in comune insomma. Sarà che sono abituata a mettermi sempre sulla difensiva, ma col passare dei giorni, il più alto dei fratelli Son ha palesato più volte e molto apertamente il suo reale interesse.
È sempre molto premuroso e attento nei miei riguardi e, nonostante la sua serietà, è un tipo piacevole con cui passare del tempo e sembriamo avere la stessa visione delle cose, chissà magari l’idea di James di andarci a letto non è poi così strana e forzata, ma potrebbe essere l’inizio di qualcosa, anche se purtroppo impossibile negarlo, vorrei che fosse Goku a scrivere dall’altra parte della chat e non Radish.
"Pazienza, cara Maya, per ora va così..."
Bulma, invece, è partita all’attacco serrato con l’intenzione di non lasciare alcuna possibilità di scampo a Vegeta.
E meno male che lei è sempre stata la convinta paladina dell' “In amore vince chi fugge”, stavolta sta veramente dando i numeri e sono realmente preoccupata, preoccupazione che cresce esponenzialmente ogni volta che butto l’occhio sul display del telefono di mia sorella.
"Mai visto niente del genere"
La chat è un trionfo di monologhi di Bulma e Vegeta a stento le risponde.
Vani sono stati i tentativi da parte mia e dei gemelli di far capire alla mia turchina sorella che Vegeta non è in alcun modo propenso ad intraprendere una conoscenza, ma Bulma è di coccio e continua a sostenere la sua assurda tesi che si tratta di una tattica per farla innamorare.
"Contenta lei..."
Ormai questi misteriosi ragazzi sono, da qualche settimana, il nostro argomento di conversazione preferito e quella famosa serata tutti insieme di cui avevamo parlato, nessuno ha avuto più l’onere di organizzarla, almeno per ora.
- Dai, Bulma, non ti sembra di comportarti un po’ da zerbino? Non è da te…- dico restituendole il telefono per l’ennesima volta, mentre lei è intenta a preparare il pranzo. La mamma è andata fuori per il week-end con le amiche e tocca a noi fare le donne di casa, mentre James e C sono a pranzo da degli amici loro, dunque siamo sole.
- Non mi comporto da zerbino in alcun modo- mi corregge, agitando il mestolo davanti a sé.
- Sto cercando di conoscerlo, ma lui sembra aver alzato un muro di dieci metri. Quanto è vero che mi chiamo Bulma, lo butterò giù!- afferma sicura, scegliendo il formato di pasta per una delle sue creazioni culinarie.
- Non voglio sembrarti brusca, sorellina, ma non è che non gli interessi? Insomma, un ragazzo che è disposto a conoscerti non si comporta in questo modo- le faccio notare con cautela.
- Sono convinta di no Maya, me lo sento, c’è qualcosa. Io l’ho capito bene, sai? Nessuno ha notato che Vegeta ha sempre un velo di tristezza sul viso? E per come la vedo io, nasconde tutte le sue debolezze dietro questa facciata da duro e gelido ragazzo- mi dice dandomi le spalle, mentre io cerco di carpire la logica nel suo discorso, che al momento mi sembra senza senso.
- Secondo me dietro tutta questa corazza, lui ha un cuore e io voglio conoscerlo… capirlo… stargli vicino- continua, facendo spallucce
- Bah, non so come spiegartelo, ma è una sensazione difficile da descriverti a parole. Come se sentissi di doverlo rendere felice, ecco, qualcosa del genere- conclude, con un gesto eloquente della mano e io sospiro.
- Sei sempre stata un po’ amante delle cause perse, ma se riesci a conquistarlo, ti meriti una medaglia- ironizzo, arresa
- Giuro, non è affatto una gara. È solo, voglia di… amarlo, ecco, l’ho detto- sputa fuori in un fiato.
La vedo arrossire e poi mi da subito di nuovo le spalle, con la scusa di controllare il bollore dell’acqua in pentola, ma la sua affermazione mi spiazza completamente.
- Bloccati. Amarlo? Ma se lo conosci appena?- dico esterrefatta sbattendo più volte le palpebre.
- Suona tutto così strano persino a me, Maya, ma tu puoi capirmi, ci siamo raccontate delle stranezze e sconcezze nella nostra vita che chiunque altro ci avrebbe preso per matte- mi fa notare, alludendo evidentemente ai miei sogni e, in effetti, non ha tutti torti.
- Io non mi arrendo finché non avrò fatto tutto il possibile per sciogliere Vegeta- il suo tono non ammette repliche e mi costringe a chiudere lì l’argomento, visto che sembra così determinata.
Deve aver perso proprio la testa per lui se è disposta ad accettare il suo caratteraccio così ostile per certi versi, eppure faccio un pochino di fatica a vederceli davvero insieme. Bulma è così gioiosa, è la solarità in persona, Vegeta è cupo e antipatico, ma se lei è così presa, devo solo essere dalla sua parte e sostenerla, senza dare giudizi, come lei non ne ha mai espressi sulle mie faccende di cuore.
- Ma adesso basta parlare di me. Tu che mi dici? Continua il dissidio interiore tra Goku e Radish?- ridacchia, sollevata di essere lei quella a torchiare a questo giro.
- Non che ci sia molto da dire- mormoro, afferrando una fetta di pane. Una scusa per tenere lo sguardo basso.
- Al contrario di te, ho lasciato perdere Goku, vedo che fa talmente coppia fissa con Chichi che non esce neanche di casa a momenti. Si staranno divertendo parecchio tra un capitolo della dispensa e l’altro- affermo con malcelato sarcasmo.
- Mentre Radish…?!- incalza curiosa, per lasciarmi continuare il discorso.
- Radish si nota subito il suo essere più adulto. Sa come prendermi ed è molto difficile, è attento a ciò che mi succede, sembra interessato- butto lì vaga mentre mia sorella mi rivolge un suo classico sguardo da pervertita.
- Capisco cosa vuoi dirmi con quella faccia e sì, anche lui è molto bello e mi piace, a volte sembra un po’ pieno di sé, però non credo lo faccia con malizia, o peggio che la sua sia solo una tattica per portarmi a letto- sottolineo volutamente l’ultima frase.
Bulma resta in silenzio per lasciarmi continuare, solo perché sa bene che prima o poi cederò, glielo leggo negli occhi.
- Sembra interessato anche alla mia testa, non solo al mio corpo, sembra eh…- mi affretto ad aggiungere quasi a difendermi, come se avessi paura io stessa dell’ennesima presa in giro. Considerando che gli ultimi tizi con cui speravo di avere una relazione seria, chiedevano esplicitamente di andare in terza base già alla fine del primo appuntamento, mi suona tutto troppo bello per essere vero, in un certo senso.
- E se anche fosse una cosa soltanto fisica e di sesso che male ci sarebbe? Sai bene come la penso- mi interrompe mia sorella, intenta a scolare la pasta.
Io roteo gli occhi sospirando rumorosamente, mentre mi alzo per darle una mano ad impiattare.
- Sicuramente, ma sai anche come la penso io. Ricordi bene quanto tempo ho fatto penare Tenshinhan prima di farlo, non so se lui a trent’anni sarebbe disposto ad aspettare i miei tempi- ritratto sulla mia affermazione precedente.
- Ma quali tempi, Maya e poi non era mica lo stesso con Tenshinhan? O fra me e Yamcha?- ridacchia.
- All’epoca eravamo giovani e sognatrici, credevamo ancora nella magia dell’amore e ci immaginavamo la nostra prima volta come quella di un film romantico- mi fa notare con una punta di acidità nella voce.
- Perché ora siamo vecchie e disilluse?- le chiedo alzando un sopracciglio
- Guarda che chi sta decantando l’amore favolistico e surreale, al momento delle due sei proprio tu- le rinfaccio con una finta gomitata ironica.
- Ti odio, hai ragione- commenta rassegnata con una smorfia.
- Io ci credo ancora se è per questo, non voglio essere già a ventitré anni quel tipo di ragazza che lo fa tanto per, solo perché il tizio è figo da paura e bisogna farselo per forza- ammetto sicura, mentre lei alza le spalle contrariata.
- E’ tanto brutto voler provare ad innamorarsi? Provare qualcosa di intenso?- chiedo mentre le passo i piatti, provando ad avere il suo appoggio in qualche modo.
"Ne ho così bisogno..."
Ho bisogno che qualcuno mi dica “Segui il tuo cuore e vedrai che non sbaglierai” e quella strada da seguire, porta il nome di quel ragazzo irraggiungibile...
- Non ti sto dicendo che è brutto, ma ti sto dicendo che chi non prova, se ne pente. Dai una possibilità a Radish, vedrai che andrà bene- cerca di rassicurarmi e io resto in silenzio mordendomi un labbro.
"Non era esattamente questa la risposta che cercavo da lei..."
- E poi la parola d’ordine per quest’estate non era divertirsi?- mi chiede retorica
- Certo, ma lo faccio già con te e James e C, non ho bisogno di altri svaghi, anche perché ci svaghiamo fin troppo- le faccio notare, alludendo ai nostri rientri all’alba.
- Io so solo che in questo momento, se pongo i due fratelli sull’ago della bilancia, purtroppo per me, sento ancora di essere legata a Goku, in qualche modo- confesso, tornando volutamente sull’argomento.
- Maya, non hai avuto neanche modo di conoscerlo poi così bene Goku, non ti pare? Secondo me ti fai suggestionare da quella cosa del sogno…- butta lì Bulma, come fosse cosa da niente.
Già, il sogno, qualcosa che tendo a chiudere a forza di botte in un angolo della mia mente, ma che spunta fuori ogni notte per ricordarmi quanto fa male non aver avuto modo di darci una possibilità io e Goku.
- Non so se lucidamente me ne voglio convincere per via del sogno, o se è il sogno stesso ad agire come una forza a sé stante, che mi fa essere così presa da lui-
Un breve silenzio aleggia su di noi, Bulma mi da le spalle mentre mette il condimento nei piatti, ma dal modo in cui è concentrata capisco che è anche intenta ad ascoltarmi.
- Sai bene quanto sia inspiegabile, ma è come se Goku lo conoscessi da sempre, anche non avendoci mai avuto davvero a che fare chissà che- provo a spiegarmi con tutte le parole a disposizione.
- Eppure è proprio questo. Lui è così diverso dagli altri, è buono, gentile, anche un po’ ingenuo, ma al contempo così testardo e determinato e forte, tanto che questa sua forza è così di ispirazione per me- sospiro, quasi come se dire quelle cose fosse faticoso per me.
- Sento che siamo molto simili, solo che lui si è fermato alla superficialità di Chichi, senza darmi neanche il tempo di dimostrargli chi sono- concludo
- Caspita, meno male che non lo conosci bene eh? Mi rimangio tutto ciò che ho detto- commenta sbalordita mia sorella inarcando le sopracciglia, mentre ci accomodiamo a tavola.
- C’è una differenza abissale tra lui, Radish stesso e Tenshinhan per fare un paragone, lui è...- comincio, cercando di trovare termini conosciuti all’uomo per descrivere quella benedetta situazione e i miei strabenedetti stati d’animo attuali, ma quel momento, notifiche di whatsapp sui telefoni di entrambe, interrompono la nostra conversazione alquanto profonda.
- Parli del diavolo…- dice la ragazza dai capelli turchini, accedendo a whatsapp qualche secondo prima di me e, in effetti, a scrivere è proprio Tenshinhan sulla nostra vecchia chat di gruppo.
Tenshinhan: buonasera!
- ”Non ho voglia di uscire con voi” suona troppo scortese mettere da subito in chiaro le cose?- chiede mia sorella sbuffando, alzando per un attimo gli occhi dal cellulare.
Tenshinhan: so che siete online, uscite fuori dalle vostre luride tane, dobbiamo parlare!
Yamcha: c’è gente in questo gruppo che sparisce come quando si vince alla lotteria. Ormai i vecchi amici sono passati di moda…
Bulma trasale leggermente a leggere quelle parole e più torna con lo sguardo su quel rigo più il suo colorito si avvicina paurosamente ai toni del bordeaux.
- Brutto… ora gliene dico quattro...- dice nervosa cominciando a scrivere velocemente sulla tastiera del cellulare.
Il povero Crilin, che è sempre molto tranquillo, pensa che le frecciatine dei due amici siano per lui.
Crilin: ragazzi vi chiedo scusa se ultimamente non mi sono fatto proprio vivo, è che sto preparando un esame difficilissimo e se non lo passo stavolta vedo il fuoricorso che si avvicina minaccioso :(
Bulma: salve a tutti! Tranquillo, Crilin, tanto il sig.Yamcha ce l’aveva di sicuro con me e Maya. Comunque va bene, Yamcha, io di soldi ne ho già tantissimi, sparire per farne altri con la lotteria mi sembra eccessivo…

- Sei stata brutale- le faccio notare, non appena il messaggio appare visibile a tutti nella chat
- Lo so e non chiederò scusa per questo. Lui fa dell’ironia, io gliela rimando indietro come una pallina da ping pong dritta in faccia, è semplice!- commenta serafica.
- Gli do tempo due minuti di convenevoli e ricominciano con la birretta e la seratina, quanto vogliamo scommetterci?- esordisco, poggiando pesantemente la testa su una mano, mentre la pasta si fredda nei nostri piatti.
- Giuro che abbandono il gruppo- sbotta seria
Yamcha: acidità a parte, volevamo chiedervi quando siete liberi per una birretta in centro tutti insieme, come ai vecchi tempi?
Tenshinhan: ne abbiamo parlato giorni fa, ma nessuno ha mai dato segni d’assenso…

- Ti prego Maya, uccidimi- conferma mia sorella, mimando un coltello che va dritto nell’addome
Bulma: ragazzi, vi supplico, abbiamo una certa età per l’Ikeda.
Maya: mi accodo, andiamo da qualsiasi altra parte, ma non lì...
Tenshinhan: beh, allora proponete

Il silenzio cala nella chat, un silenzio carico di aspettative.
- Maya… credo di aver avuto una splendida idea!- Bulma cambia improvvisamente faccia, ha gli occhi che le brillano e la voce stridula.
- Cioè?!- chiedo con una smorfia, sapendo bene quanto possano essere “splendide” le sue idee.
- Perché non invitarli anche con Vegeta e gli altri?- chiede con un sorrisetto quasi diabolico.
- Non ci avevo pensato! Ma credi che accetteranno?- mormoro
- Andiamo, se non prendiamo noi l’iniziativa credo che non usciremo mai, tanto vale tentare- mi convince e io annuisco.
- Così prendiamo due piccioni con una fava, scegliamo noi un bel posto, invitiamo gli altri come dovevamo già fare e così non dobbiamo sorbirci solo loro due- conclude, analizzando perfettamente la situazione.
- Sei un genio- mi complimento.
- Lo so, sarà divertente far ingelosire Yamcha quella sera, aspetto questo momento da anni- dice perfida, per poi riprendere a conversare nel gruppo.
Bulma: sentite un po’… siccome stiamo già organizzando un’uscita con dei nostri amici, che dite di unire le comitive e andare da qualche parte tutti insieme?
Tenshinhan: mi va bene, dove ci vogliamo vedere? E quando soprattutto…
Bulma: che ne dite di domani sera? È venerdì, è l’ideale e proporrei di andare da Ajimori
Yamcha: perbacco, da casa mia ci vuole un po’
Bulma: se non ti va, rimani pure a casa, anzi ringrazia che ti sto invitando con i miei amici
Maya: ragazzi, dai ci siamo sempre mosse io e Bulma e poi, lo abbiamo detto, ci sono altre persone insieme a noi a cena.
Bulma: e poi quello è uno dei locali migliori di tutta la città, questi amici sono qui da poco e vogliamo fare bella figura.
Yamcha: scusa, ma allora organizziamo due serate diverse…
Crilin: domani sera contatemi nel gruppo, devo staccare un po’ dallo studio e ho sentito che da Ajimori si mangia divinamente.
Tenshinhan: ok ci stiamo, a che ora ci vediamo?
Maya: 21 e 30, non mancate :D

Io e Bulma ci alziamo il cinque in segno di vittoria.
- E’ fatta! Ora scrivo subito a Vegeta!- esulta
- Ok e io invito Radish e sai che ti dico? Mando un messaggio anche a Goku. Sperando non si presenti con Chichi...- mormoro disgustata
- Abbandona già da ora questa fantasia, cara sorella- mi dice con una pacca sulla spalla
- Non sarà strano, sembrerà che vogliamo formare delle coppie?- chiedo vaga a Bulma
- Ma piantala, ci divertiremo un mondo!- mi incoraggia sorridente.

________________________________________________________________

Quel venerdì sera...

I ragazzi hanno subito mostrato entusiasmo non appena abbiamo comunicato loro dell’organizzazione per la serata, o meglio Goku lo ha fatto, Radish ha inviato una semplice emoji e Vegeta si è limitato a un “Fate un po’ come vi pare”.
L’importante è, però, che abbiano accettato senza remore la nostra serata.
Noi ragazze, invece siamo su di giri.
" Si sa com’è quando si deve andare in giro con quelli che ti piacciono, ma io, al contrario di mia sorella, cerco di darmi un contegno..."
- Stasera vi voglio troieggianti! Culi e tette bene in vista e provocanti, mi raccomando- ci ammonisce James, alludendo a degli outfit che lasciano poco all’immaginazione. E, in effetti, ciò che abbiamo deciso di indossare io e Bulma lascia decisamente poco all’immaginazione tra scollature, gonne e shorts fin troppo corti.
- Maya non è che posso abusare un po’ del tuo make-up?- chiede Charlotte entrando in camera mia
- Accomodati pure- la invito facendole spazio davanti allo specchio
- Allora? Agitata?- mi chiede con un’espressione fin troppo eloquente, per poi prendere a rovistare nella mia borsa trucco.
- Perché? Non è mica la prima volta che andiamo a mangiare da Ajimori- rispondo mentre tento di sistemare i capelli, indecisa se farli cadere a destra o a sinistra, in ogni caso prenderanno una strada tutta loro. I miei indomabili ricci.
- No, ma è la prima volta che usciamo con i ragazzi- riprende con un sorrisetto, in effetti sono curiosa di vedere come si evolverà questa serata e non ho dormito stanotte e sono in crisi con trucco e abiti.
" Dettagli irrilevanti..."
- Sicuramente stasera ne vedremo delle belle, l’obbiettivo di Bulma è far ingelosire Yamcha e Tenshinhan, ma a me non interessa per niente- ammetto
- Già penso anche io, ma tua sorella vive per stare al centro dell’attenzione, lo sai- mi fa notare, stendendo un velo di blush color pesca sulle guance.
Mi do un ultimo sguardo allo specchio. Shorts neri in pelle e un’aderentissima canotta in raso che mette in evidenza il mio seno fin troppo prosperoso. Gli occhi truccati con eye-liner e labbra rosso sangue. James assicura essere il look perfetto per far girare la testa a tutti gli uomini stasera.
"Beh, speriamo, anche se mi bastasse far girare la testa ad uno solo di loro..."
La bionda gemella indossa invece un pinocchietto bianco e un top con scollo all’americana color corallo e delle elegantissime zeppe con tacco in corda che richiamano il colore del top.
- Allora, a che punto siete?!- chiede con voce stridula Bulma, arrivando in camera come un uragano.
Respira così affannosa che credo a breve le verrà un attacco di panico. Se Vegeta non cede stasera, inizio a credere che il tizio abbia tutt’altri gusti vista l’incredibile bellezza di mia sorella. Gli occhioni azzurri da bambola di porcellana, resi ancora più chiari dal sole e dal mare, contornati questa sera da un leggero smookye eyes sui toni del blu, indossa poi un abitino color polvere, con la schiena nuda e dei bellissimi sandali gioiello che donano alle sue gambe uno slancio pazzesco.
- Perché voi siete così belle ed eleganti e invece James insiste per farmi vestire come un puttana da battaglia?!- chiedo finta offesa, in realtà l’outfit mi piace tantissimo, solo che ho paura di risultare volgare con queste scollature e i pantaloncini cortissimi.
- Perché te lo puoi permettere- conclude Bulma
- Comunque io ci sono quasi, ma sono le 21 perché andate così di fretta?- chiede C guardando male la cugina.
- I ragazzi ci raggiungono lì o passano di qua?- chiedo vaga
- Ho girato la posizione a Vegeta, dunque ci vediamo lì- risponde prontamente Bulma
- Gli altri?- domanda poi ancora la bionda
- Spero buchino una ruota e rimangano a piedi- replica mia sorella con un falsissimo sorrisetto tirato
- Se non li volevi tra le palle, perché invitarli?- chiede ancora Charlotte sospettosa
- Perchè se non li invitavamo e appariva qualcosa sui social, tutto ciò poteva scatenare un infantilissimo attacco di gelosia e complessi di inferiorità da parte di Yamcha soprattutto- risponde serafica la turchina.
- Io credo che tu stia fantasticando un po’ troppo sugli attacchi di gelosia di Yamcha… non è che ci tieni ancora?- le faccio notare, giusto per stuzzicarla un po’
- Ho occhi solo per Vegeta e poi conosci bene quanto me la mentalità da eterni Peter Pan di quei due- ribatte seccata
- Come non detto- concludo
- Le mie bamboline preferite sono pronte?- chiede James dopo un quarto d’ora buono.
​- Non vorrete far attendere i vostri cavalieri, spero- ci dice con fare malizioso beccandosi l’occhiataccia di noi tre ragazze.
Prendiamo borse, cellulari, chiavi di casa e salutiamo papà, rilassato davanti alla tv con pizza e birra e il suo fedele gattino nero, accoccolato accanto a lui.
- Papà, noi andiamo- urla Bulma dall’ingresso
- Sì, divertitevi, non bevete e non correte con l’auto, intesi?- si raccomanda, afferrando un altro triangolo di pizza ai quattro formaggi.
- Certo- rispondo io di rimando, aprendo la porta di casa.
​Che la serata abbia inizio...


SPAZIO AUTORE
Ciao a tutti! Siamo ormai al nono capitolo di questa intricata fan fiction! Chissà come si prospetterà quest'assurda serata tra vecchi e nuovi amici xD. A parte tutto, ci tenevo a ringraziare chi sta leggendo e spero che i lettori silenziosi si trasformino in recensori! Un grazie speciale alla mia SerenaChichi come sempre <3
In ultimo, tutti i posti che verranno nominati all'interno della storia esistono davvero e si trovano tutti nella prefettura di Kagoshima (è stato divertente, ma anche estenuante trovare su Google tutte le location) e ho scelto di ambientare la storia proprio a Kagoshima per diversi motivi, prima di tutto perché io sono di Napoli, dunque avendo il gemellaggio già da anni con la città giapponese mi sembrava giusto omaggiarla, poi avendo più o meno lo stesso clima, le ambientazioni e i paesaggi, riesco a calarmi meglio e di conseguenza far muovere meglio i personaggi in questo mondo.
Un abbraccio a tutti e spero continuerete a seguirmi <3
LadyYuna94

 

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Capitolo 10
*** Sguardi ***


CAPITOLO 10:

- Lascia guidare me- chiede James a Bulma mentre ci avviamo fuori di casa
- Prendi al volo- Bulma gli lancia le chiavi dell’auto, nel mentre apre il garage
- Mi offro volontario ora perché di sicuro al ritorno starò di merda!- confessa ridacchiando sommessamente, conoscendo alla perfezione i suoi inesistenti limiti nel bere, soprattutto nel week-end.
- Oddio, sei pessimo!- risponde sua sorella portandosi una mano sulla fronte e scuotendo il capo
- Perché, secondo te noi resteremo sobrie? Ci vuole una cascata di birra stasera- si intromette Bulma festosa
- Mi sa che toccherà a me guidare al ritorno- concludo io arresa, suscitando una risata in tutti i presenti.
- Ma se è risaputo che sei quella che reggerà meno di tutti!- mi fa notare il moro entrando in auto e piazzandosi al posto di guida. Subito Bulma si accomoda accanto a lui e sui sedili posteriori finiamo io e Charlotte, come sempre.
- Certo, se Goku si presenta con Chichi, credo affogherò i miei dispiaceri nell’alcool- puntualizzo con un pizzico di acidità
- Che t’importa, tanto per come ti ho conciata stasera, Radish ti salterà addosso come un giaguaro!- ribatte James suadente, facendomi un verso felino, per poi mettere in moto l’auto.
- Speriamo di no…- mormoro talmente sottovoce, da essere sicura di non essere stata udita da nessuno, mentre Bulma apre il vano superiore al posto del passeggero, per specchiarsi.
- Io ho deciso di giocarmi il tutto per tutto: stasera o Vegeta me lo da o me lo da, non c’è altra opzione possibile- sentenzia determinata, facendomi sgranare gli occhi talmente tanto da sentirli uscire fuori dalle orbite.
- Oh ma sentitela, siamo proprio aggressive, eh cuginetta? Fate le brave, che sono l’uomo di casa e responsabile di voi donzelle- risponde James in tono canzonatorio.
- Ma taci!- lo zittisce ridendo la bionda gemella.

Intanto fuori dall’elegantissimo locale prenotato per l’occasione, qualcuno ci attende già.
- Ma quanto ci mettono?- chiede seccato Vegeta sbuffando e posando gli occhi sul suo orologio per la milionesima volta nell'arco di meno di un minuto.
- Rilassati, sono le 21:29 spaccate, possibile che tu debba sempre essere così pesante?- gli fa notare Radish guardandolo di sottecchi mentre se ne sta appoggiato al muro a braccia conserte, seguendo con lo sguardo il suo amico andare su e giù come un leone in gabbia, così Vegeta si ferma per un attimo e lo gela con un’occhiata truce.
- Odio che mi si faccia aspettare- precisa il piccoletto, lasciando cadere così il discorso, dietro un sonoro sbuffo del più alto.
Arriva intanto un auto con a bordo Tenshinhan, Yamcha e Crilin. Parcheggiano e scendono, ovviamente ignari che Vegeta e Radish siano i nostri famosi amici con cui dovevamo già vederci. Yamcha, nell’attesa, si accende una sigaretta, nel frattempo Tenshinhan manda un messaggio vocale sul nostro gruppo.
- Ragazze dove siete? Noi siamo appena arrivati- ci mette al corrente con la sua voce allegra
- Tenshinhan e gli altri sono già lì, provo a sentire Vegeta…- ci informa Bulma staccando il telefono dall'orecchio e pronta a scrivere l’ennesimo messaggio a Vegeta, sperando, almeno stavolta di avere una risposta.
Bulma: trovato il locale?
"Un miraggio... Vegeta risponde subito!"
Vegeta: certo, che domande… e vedete di sbrigarvi, siamo qui da un pezzo!
- Argh, il solito sbruffone!- commenta nervosa Bulma, nel leggere la risposta del ragazzo.
- Cominciamo bene!- mormora C avvicinandosi al mio orecchio e io annuisco, decisamente d’accordo con lei.
Finalmente anche noi vediamo l’insegna del ristorante e, dopo aver lasciato l’auto nel parcheggio, ci avviciniamo all’ingresso e insieme alle tante altre persone che aspettano di entrare, scorgiamo da un lato Vegeta e Radish e dall’altro i nostri vecchi amici.
Bulma sta per avere un mancamento, probabilmente il primo della serata, nel vedere l'oggetto dei suoi tormentati desideri. Mi stringe forte la mano e la sento deglutire il vuoto. Le brillano gli occhi solo a vedere quel ragazzo da lontano, in effetti, qualunque donna sana di mente non resterebbe composta davanti a cotanta bellezza. Vegeta, abbronzatissimo, indossa una camicia blu notte che quasi sembra esplodere all’altezza delle braccia e dei pantaloni bianchi molto aderenti, mocassini dello stesso colore della camicia. Il mio sguardo però saetta subito a squadrare la figura dell'amico accanto perché Radish non è da meno, ma rispetto a Vegeta ha scelto un look un po’ più sportivo. Ha lasciato i lunghi capelli neri sciolti e indossa una maglietta verde militare e dei jeans strappati, sneakers nere.
"A vederli così a primo impatto, si capisce subito che Vegeta è un sangue blu, già solo per lo sguardo alto e fiero che ha."
- Buonasera a tutti- saluta cordialmente James, attirando anche l’attenzione di Yamcha e Tenshinhan, i quali vengono sorpassati velocemente da me e mia sorella per raggiungere Radish e Vegeta.
- Era ora donna, lo sai che non è carino far attendere gli ospiti?- comincia Vegeta punzecchiando mia sorella con un sorrisetto sghembo, lei stavolta invece di arrabbiarsi, lo ricambia con la stessa moneta.
- E tu lo sai che non è carino chiamare una ragazza “donna”? Lo conosci bene il mio nome, usalo di tanto in tanto!- lo rimbecca lei con lo stesso tono.
- Però, già fanno scintille eh?- Radish si avvicina con un sorrisetto, con una classica tattica per iniziare una conversazione, anche se negli ultimi giorni tramite chat abbiamo parlato più o meno di tutto.
- Già, non fanno altro a quanto pare- rispondo più per cortesia che per altro
"Improvvisamente sono così imbarazzata..."
- Sei molto bella stasera- commenta lui con voce roca, facendomi subito avvampare.
" Eccolo...Non sono per niente abituata ai complimenti!"
- Ti ringrazio, anche tu stai molto bene- commento cercando di mantenere un tono di voce neutro, ma lo stridio sulle prime parole viene avvertito.
Fortunatamente Crilin arriva a salvare come sempre la situazione, avvicinandosi a Radish e presentandosi, dando così il via alla catena di presentazioni che, scioccamente, io e Bulma avevamo evitato.
"Mi guardo intorno, però e sento come se mancasse un pezzo di me..."
- Hey, ma manca qualcuno o sbaglio? Dov’è Goku?- chiedo innocentemente e Radish cambia per un impercettibile secondo espressione, sembra quasi arrabbiato, seccato, poi torna a sorridere, con una punta di malizia sui lineamenti marcati.
- Sì sarà perso mentre andava a prendere Chichi- replica vago mantenedo quel suo tipico sorrisetto, mentre Bulma mi lancia un’occhiata che io prontamente ricambio, contenendo a stento il bollore dal nervoso nel mio sistema circolatorio nel solo sentir pronunciare quel nome.
- Allora, che facciamo qui fuori impalati?- chiede Tenshinhan, avvicinandosi a me e Bulma strofinandosi le mani
- Mi stavo chiedendo la stessa cosa. Ho fame. Qualcuno chiami Kaaroth e gli dica di sbrigarsi!- liquida velocemente la faccenda Vegeta voltando le spalle e avviandosi all’interno del ristorante.
- Beh, nel frattempo mi accendo una sigaretta- esordisco, pescando il pacchetto dalla borsa.
- Ti spiace se mi unisco?- chiede James retorico e il mio sguardo supplichevole che chiede espressamente "NON LASCIARMI QUI DA SOLA" lo costringe ad avvicinarsi ancor di più, anche per condividere la grossa ceneriera posta sulle scale del ristorante.
- Come mai siete venuti separati?- chiedo dopo un po’ a Radish, cacciando il fumo dalla bocca, forte della presenza del mio pettegolissimo cugino, i cui occhi azzurri subito si posano sul mio interlocutore, in attesa di una sua risposta.
- Beh, diciamo che mio fratello voleva fare lo spaccone andando a prendere la sua ragazza in moto- mi informa lui, assumendo nuovamente l’espressione leggermente diabolica di poco prima, nel calcare volutamente le ultime parole.
"Come se volesse ferirmi di proposito..."
A sentire quelle parole mi viene un forte colpo di tosse e abbozzo cercando di dare la colpa al fumo.
"Ci manca solo che mi strozzi, adesso. Ma l’immagine di Goku a bordo di una motocicletta neanche nei miei pensieri più a luci rosse..."
- Hey, Maya tutto ok?- chiede preoccupato James, dandomi leggeri colpetti dietro la schiena, capendo perfettamente il motivo della mia saliva di traverso.
- Sì, grazie… tutto ok- lo rassicuro, dopo un lungo respiro.
- Quindi, si sono felicemente fidanzati- chiedo ancora a Radish, impedendomi con tutte le forze di mostrare più interesse del dovuto, ma il già solo porre quelle domande dimostra l’esatto contrario.
- Così pare- commenta Radish alzando le spalle, quando decide di girare il coltello nella piaga e quel suo atteggiamento così ambiguo mi confonde nel giro di qualche istante, non facendomi chiaramente capire se non gli interessa parlare di suo fratello, viste le risposte inizialmente vaghe, o scende nei dettagli appositamente per ferirmi.
"Spero sempre inconsapevolmente..."
- Come definiresti due persone che passano insieme la maggior parte del loro tempo, da soli?- mi domanda in tono canzonatorio e io scuoto leggermente la testa, facendo correre lo sguardo da James a Tenshinhan lì vicino che scruta la situazione attento e poi di nuovo a Radish, visibilmente in difficoltà.
- Scopamici?- esordisce sicuro il mio ex.
Io e James ci giriamo a guardarlo con gli occhi fuori dalle orbite, lui ridacchia sotto lo sbigottimento totale di tutti, mio soprattutto.
" Credo volesse fare una battuta, ma gli è uscita così male da mettere in imbarazzo tutti i presenti..."
- Ad ogni modo, beh… felice per loro- replico con il sorriso più tirato che riesco a fare, concedendomi poi un lungo tiro dalla mia sigaretta.
"Che pessima bugiarda che sono!"
E proprio in quel momento il rumore del rombo di una motocicletta poco lontana, interrompe di colpo il flusso dei miei ingarbugliati pensieri.
- Bene, finalmente è arrivato- sento dire a Bulma con un pizzico di sollievo nella voce, più per non sorbirsi ulteriormente il bofonchiare di Vegeta che per altro.
Infatti, dopo qualche secondo riconosciamo le due sagome a bordo di una meravigliosa Kawasaki nera. Chichi, con una camicetta rosa pallido, un paio di pantaloni color crema e dei tacchi vertiginosi, scende dalla moto soddisfatta togliendosi il casco, liberando i suoi lunghissimi e liscissimi capelli neri. 
A vederla così non sembrerebbe la stessa timida ragazza acqua e sapone che va in giro per i corridoi del campus reggendo pile e pile di libri.
"Posso vestirmi da troia quanto mi pare, stasera a bellezza ci batte tutte"
- Niente male la gallinella- commenta James sottovoce, spegnendo la sigaretta, ma la mia attenzione è completamente catalizzata dal conducente di quel mezzo a due ruote.
Goku si sfila il casco integrale e il mio cuore perde qualche battito. Abbronzato anche lui, con i suoi soliti particolari capelli, indossa una strettissima maglietta nera e un altrettanto aderente paio di jeans neri, a completare il tutto un paio di anfibi del medesimo colore e una vistosa catena d’argento al collo.
- Buonasera a tutti e scusate il ritardo, ma ci ho messo un po’ per trovare casa di Chichi- si scusa imbarazzato, mentre lei radiosa, saluta tutti con un sorriso, come fossero amici suoi da una vita.
- Heilà Goku, come stai?- si avvicina con fare amichevole Crilin
- Ci sei anche tu! Ciao amico, come va?- chiede Goku salutandolo con affetto
- Tutto davvero molto interessante, ma vi spiace entrare e sederci, per favore? Sto perdendo la pazienza- mormora a denti stretti Vegeta, decisamente stufo dei convenevoli.
- Scusami, hai ragione, ho una fame da lupi anch’io!- si trova d’accordo il nuovo arrivato
Così entriamo tutti nel locale e accanto al lungo tavolone disposto per noi, cominciamo a decidere in che modo sederci, Vegeta si accomoda a capo tavola e ci osserva tutti in cagnesco.
- Sembrate un branco di liceali in gita di fine anno- commenta quasi disgustato, ma Bulma si piazza accanto a lui senza dargli neanche diritto di replica, appogiando la pochette dietro le sue spalle con fare disinvolto.
- Posso?- chiede cordiale Radish, indicando con lo sguardo il posto libero accanto a me.
- Certo- sposto le mie cose e gli faccio spazio con un sorriso, mentre di fronte a me ho Chichi e lui suo fratello.
I due fin da subito, sarà mia impressione, si lanciano delle occhiatacce mai viste.
"C’è tensione, forse troppa"
- Ordiniamo?- chiede Yamcha, sovrastando definitivamente il brusio a tavola, fin troppo entusiasta delle portate presenti sul menù.
- Pancia mia fatti capanna!- commenta Goku, facendo correre velocemente lo sguardo sulla carta e Chichi subito gli si avvinghia e parlottano tra di loro dei piatti proposti.
- Guarda questo, deve essere squisito!- la sento mormorare indicando qualcosa sul menù con la sua affusolata unghia smaltata dello stesso tono della camicetta, lui annuisce, senza prestarle la minima attenzione.
"Quanto la sto invidiando giuro, stasera particolarmente"
Goku, come se leggesse nei miei pensieri, alza gli occhi dal menù e mi scruta serio, il resto del suo viso è coperto dalla carta, ma il suo sguardo è fulmineo e penetrante. È un attimo. Sento come le forze abbandonarmi e non riesco a capire che cosa voglia dirmi con quell’espressione.
- Cosa prendi, Maya?- chiede Radish, distraendomi forse volutamente dagli occhi scuri e profondi di suo fratello.
Qualcosa mi dice che Radish sappia esattamente cosa provi per Goku, eppure continua spudoratamente a corteggiarmi. Non mi è mai piaciuto essere al centro di una disputa tra fratelli, né tanto meno essere un semplice trofeo per un uomo. Quella consapevolezza mi fa rovesciare per un attimo lo stomaco.
- C...cosa? Da bere intendi?- chiedo cercando di togliermi dalla mente lo sguardo di Goku di pochi secondi prima, ma il menù sembra essere scritto in antico aramaico. Non mi ha mai guardata così. Mai. Eppure, sembra voglia evitarmi a tutti i costi, prima a stento un saluto, poi mi lancia queste occhiate loquaci e profonde.
"È così enigmatico questo ragazzo. Non ti capirò mai, caro Goku"
- Sì, anche...- il suo sguardo saetta da suo fratello a me e viceversa, come se fosse insospettito, ma Goku è tornato con gli occhi sul menù e io faccio finta di ricordare cosa volessi bere.
- Beh, vorrei una birra, magari scura- dico pensosa
- Ti facevo più una da vino bianco, sei una vichinga- mi dice con un sorrisetto
- Non immagini neanche- mormora Tenshinhan inarcando le sopracciglia, intromettendosi senza pensarci in conversazione, sotto un mio lieve sospiro di disappunto.
- Il tuo amico non sta mai zitto, vero?- chiede Radish alzando corrugando la fronte e, nell’avvicinarsi per confessare questo piccolo pettegolezzo, riesco a sentire il profumo dei suoi capelli, tanto inebriante da far girare la testa.
- Sta zitto solo quando mangia, quindi a breve, per fortuna- commento ridacchiando. Ride anche lui, poi si avvicina ancora di più per indicarmi un piatto sul menù, ora è talmente vicino che riesco a sentire distintamente il calore del suo corpo.
- Guarda questo, deve essere buono…- sussurra quasi, sembra stia parlando di tutt’altro e non di un tris di urumaki vari gusti.
Resto per un attimo un po’ stordita, poi lui mi guarda e mi sorride, io istintivamente ricambio. Goku, come un attento spettatore, sta osservando tutta la scena.
- Goku, allora? Hai deciso?- chiede Chichi al suo accompagnatore
- Ehm...sì...tu?- risponde poco convinto
- Anche io, ragazzi voialtri siete pronti?- chiede guardandosi intorno e sporgendosi con la testa in avanti mia sorella
- Speriamo non ci sia molto da attendere, fa un caldo insopportabile qui dentro- si lamenta Vegeta con il solito tono piatto.
- Anche io e Maya siamo pronti- informa i presenti il maggiore dei fratelli Son, poi si rilassa contro la panca di legno su cui siamo seduti e mi cinge le spalle con il suo braccio possente, io quasi salto sul posto quando me ne accorgo e mi giro a guardare confusa il suo braccio, poi guardo lui che mi rimanda indietro uno dei suoi sguardi penetranti alzando un sopracciglio come a farmi un'implicita domanda, ciliegina sulla torta noto che guarda Goku con aria di sfida.
Le mie impressioni non erano del tutto sbagliate, allora, ma qualcosa mi spinge a voler scendere in campo. Sono stufa di aspettare e di elemosinare attenzioni, ora mi godo la corsa e vada come vada, ho ventitré anni, devo commettere degli errori per crescere e maturare.
"Se non colleziono qualche esperienza, come potrò dire di averlo fatto?"
Poggio la mia mano sul braccio di Radish e mi rilasso anche io contro lo schienale della panca in legno, mentre sostengo lo sguardo di Goku, che sembra ribollire di rabbia, giurerei di vedere delle scintille nei suoi occhi neri come la notte, che seguono ogni minimo movimento impercettibile sia mio che di suo fratello.
- Ma mi stai ascoltando?- chiede ancora Chichi distraendolo nuovamente, ma lui sembra non calcolarla e devo ammettere che la cosa mi da un pizzico di soddisfazione.
- Ma insomma, cosa c’è?- risponde il ragazzo un po’ brusco, mentre lei indietreggia, stranita dalla sua reazione improvvisamente così accesa
- Calmati, ti ho chiesto solo se avevi scelto la birra come la mia, ma che ti prende all’improvviso?- chiede aggrottando la fronte
- Niente…- mormora arreso lui
Mi chiedo come faccia a non accorgersi della rivalità che si è appena infiammata tra i due fratelli per una donna, che non è lei.
"Non la capirò mai questa ragazza e ancora mi chiedo cosa ci faccia con Goku"
Non può essere semplice studio. Ormai è chiaro, Radish ha ragione, i due fanno coppia.
Bulma mi sorride dall’altro capo della tavola, sembra che lei e Vegeta stiano conversando, a tratti quest’ultimo sembra essere anche davvero rapito da lei, del resto mia sorella con la sua parlantina sarebbe capace di tener svegli anche i defunti. La serata promette molto bene, almeno per loro e questo mi rende, almeno in parte, felice.
- Che meraviglia, ecco che arrivano i piatti!- esulta trionfante Yamcha
Tutti facciamo spazio sulla tavola, mentre i camerieri portano di tutto. I nuovi arrivati si fiondando, ed è assurdo constatare quanto effettivamente mangino. 
"Sembrano dei pozzi senza fondo!"
- Ma è squisito!- dice felice Goku a bocca piena, non posso fare a meno di sorridere, certe volte è proprio il suo lato bambino a renderlo così speciale, intanto continuano a spazzolanre tutto quello che arriva a tavola. Ci credo che debbano allenarsi tutti i giorni, mangiano come dei cassonetti, è quasi sovrumano il loro metabolismo.
- Vi prego, diteci il vostro segreto- esordisce James quasi alla fine della cena, dando voce ai pensieri di tutti i presenti.
- Sarebbe a dire?- chiede Vegeta sollevando un sopracciglio, quasi infastidito da quella domanda.
- Ve lo chiedo perché abbiamo dovuto fare il bis di diversi piatti, ma a guardarvi non si direbbe che mangiate così tanto- chiarisce il giovane dagli occhi di ghiaccio.
- Ci teniamo in forma, che domande. Domani lunga sessione di allenamento, infatti- conclude Vegeta
- Ma è sabato- gli ricorda Bulma quasi oltraggiata
- E allora?- riprende lui, guardandola in cagnesco, mentre lei si rimira nello specchietto del suo portacipria tascabile.
- E allora…- lo interrompe la mia spumeggiante sorella chiudendo con forza l’oggettino
- Dobbiamo rilassarci, domani noi non studiamo e non lavoriamo...vero, Goku?- chiede lei spostando lo sguardo sul ragazzo seduto di fronte a me, per poi lanciarmi una fugace occhiata rassicurante.
- Scusa...- esordisce Goku, per poi tracannare un lunghissimo sorso d’acqua
- Non ti seguivo, come dici?- chiede dopo aver ripreso fiato, totamente concentrato sul cibo
- Dicevo che domani è sabato e ovviamente non credo che la povera Chichi voglia passare il pomeriggio a farti da tutor e che tu non voglia studiare, mi sbaglio?- chiede a mo’ di interrogatorio
- Oh, beh, in effetti a pensarci...- comincia lui grattandosi il mento
- Goku ha un importantissimo esame settimana prossima, non ci sono scuse, deve darsi da fare- lo interrompe Chichi, con l’aria di una che sa il fatto suo.
"Il suo odioso atteggiamento mi fa venire voglia di lanciarle addosso il piatto con i carapaci dei gamberi che ci siamo divorati"
- Dunque, mi dispiace, ma se volete organizzare qualcosa dovrete fare a meno di noi-­ conclude lei sommessamente, facendo calare silenzio in tavola
- Ah, bene, quindi se Goku vuole una pausa, deve chiederti il permesso?- chiedo leggermente seccata, attirando gli sguardi di tutti i commensali su di me e pentendomi quasi subito di quell'uscita poco felice.
- Certo che no, ma se vuole passare l’esame questa è la settimana cruciale, dovresti saperlo bene anche tu, visto che ti eri offerta per dargli una mano, all’inizio- replica lei ovvia, ravviandosi i lunghi capelli corvini.
Quella frase mi lascia esterrefatta. Dunque lui le aveva parlato di me e dei nostri progetti di studiare insieme e, nonostante lo sapesse, lei ha deciso comunque di ignorarmi e procedere.
"Ora davvero la strozzo" 
Il mio sguardo si sposta allibito da lei a lui e viceversa, incapace sulle prime di formulare una risposta sensata e quel che più innervosice è che Goku non ha detto A per difendersi o per ribattere. E' inimmaginabile che tipo di potere eserciti su di lui, il che conferma tutte le mie teorie sul fatto che vadano a letto, perché Goku sembra tanto il fedele cagnolino di questa ragazza, uno di quelli che si fa plagiare con un po’ di buon sesso.
"Che tristezza. Anzi no, che rabbia!"
- Io dico che mio fratello ha bisogno di rilassarsi un po’, cazzo- commenta Radish con un sorrisetto
La sua voce profonda, che bacchetta velatamente entrambe, interrompe la miccia che si era improvvisamente accesa tra me e la mia compagna di corso.
Lei sembra irrigidirsi, Goku di colpo sembra arrabbiarsi, un po’ come poco fa e lo vedo dalle sue sopracciglia di colpo aggrottate.
"E' come se ogni cosa che faccia o dica suo fratello lo infastidisca e non mi è molto chiaro il perché..."
- Goku è adulto, io non gli sto facendo da balia se è questo che pensate- si difende Chichi, mettendosi a braccia conserte, offesa.
- Voglio solo che dia il meglio nello studio, perché il potenziale c’è e quando si applica è davvero bravo- conclude
- Beh, quanto a potenziale, tu saresti perfetta come professore universitario- la battuta sarcastica di James manda la giovane definitivamente su tutte le furie e, proprio quando sta per ribattere, Yamcha per una volta nella vita, fa una mossa intelligente.
- Ordiniamo il dolce?- chiede ai presenti, zittendo tutti di colpo
- Sono d’accordo!- si affretta a rispondere Bulma annuendo energicamente
"Devo restare calma, non mi piace la piega che sta prendendo la serata, i toni stavano per accendersi un po’ troppo..."
E più ripenso a Goku che se ne sta zitto come un bambinone incapace di dire la sua, più mi sale il sangue al cervello, così mi alzo veloce dal tavolo, spostando anche un po' malamente il braccio di Radish che per l’intera serata è stato appoggiato sulle mie spalle, beccandomi un suo sguardo interrogativo.
- Esco a fumare- annuncio brusca
- Vuoi compagnia?- chiede Radish voltandosi nella mia direzione.
- Grazie, faccio presto. James, ordina anche per me- lo avviso e lui annuisce sicuro, iniziando a leggere la carta dei dessert
- Come fa tuo fratello a sapere cosa vuole mangiare?- chiede Crilin a Charlotte, forse con un pizzico di coraggio per attaccare bottone, cosa che gli è riuscita difficile per tutta la serata, visto che ogni volta arrossiva o prendeva a balbettare.
- Conosciamo talmente tanto bene Maya che mio fratello in persona sarebbe in grado di scegliere il vestito da sposa al suo posto ed azzeccare- afferma sorridente la bionda
- Già, a volte sembra proprio che sia sangue del vostro sangue- commenta dolce Crilin
- Non sembra...- lo corregge lei vedendomi uscire come una furia dal ristorante.
- Lei per noi lo è- conclude con un mezzo sorriso

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Capitolo 11
*** Crepe ***


CAPITOLO 11:

   E non ci credo che farai a meno di me
Un pugno tra le crepe, contro la parete
E non lo vedi che, in lui non vedi me.
Digli che tu eri mia.
Crepe-Irama

Goku, approfittando dello scompiglio generale per la scelta del dessert e di Chichi che si congeda per andare alla toilette, esce fuori dal locale dove ci sono io, che intanto vado su e giù come un leone in gabbia. Talmente che le mani tremano, sono riuscita a stento ad accendere la sigaretta senza farla cadere.
"Ed è anche l'ultima del pacchetto, quindi gli conviene non farmi incazzare..."
Sono persa nei miei pensieri, come sempre, il mio cervello fa tanti di quei kilometri a volte che è difficile fermarlo.
Se Goku è davvero il bambino del sogno, perché mi evita? Perché credere in qualcosa per tutta la vita e poi capire, quando diventa reale, che non puoi averlo? Che non ti appartiene?
- Maya- la sua voce dolce mi desta, la schiena va subito dritta come avessi preso una scossa elettrica.
È la prima volta che stasera pronuncia il mio nome, eppure mi ha osservata per tutto il tempo senza emettere un fiato, specie quando ha visto suo fratello provarci spudoratamente.
- Mi ha preso un colpo, non farlo più- lo ammonisco, voltandomi nella sua direzione di scatto.
- Scusami, non volevo spaventarti…-
Si chiude lentamente la porta del locale alle spalle e poi piano piano si avvicina, un po’ imbarazzato con le mani in tasca. Si mette a guardare il cielo, mentre io resto in silenzio a fumare, con le mani che riprendono decisamente a tremare in sua presenza.
- Bellissima serata eh?- comincia, sperando in un approccio classico di conversazione.
- Sì, perfetta. Specialmente quando ti fai comandare a bacchetta da Chichi- mormoro infastidita, ma lui sembra non badarci e cambia argomento.
- Intendevo il cielo, non il resto- si corregge alzando lo sguardo e dando un’occhiata al buio della notte, con un’espressione serena sul volto. I miei occhi corrono veloci sul suo profilo scrutandolo e ad ogni centimetro del suo viso sotto esame, i battiti del mio cuore accelerano un po’ di più.
- Già, il cielo- mi accodo, spostando lo sguardo da lui alla oscura distesa sopra le nostre teste.
- Luna piena- esordisco quasi in un sussurro, dopo un breve silenzio, quasi come se sentissi il bisogno di farglielo notare.
"Cosa superflua, visto che il cerchio argenteo brilla nel cielo..."
- Sì- risponde con un sorrisetto, poi sta per dirmi qualcosa, ci ripensa e si blocca. Lo vedo scuotere leggermente la testa e poi sospirare pesantemente.
- Hai mai sentito parlare di gente che si trasforma con la luna piena?- chiede curioso dopo qualche secondo, beccandosi come risposta una mia risatina sommessa.
- Come no, ho visto Twilight una marea di volte, ma Jacob non si trasforma in licantropo con la luna piena- gli faccio notare ironica e lui mi da una leggerissima spallata, come a prendermi in giro. Il contatto tra i nostri corpi, seppur veloce e scherzoso, mi fa mozzare il respiro.
- Non so a cosa tu ti stai riferendo, ma io ero serio…- e la sua espressione accigliata lo conferma, mentre mi si dipinge una smorfia sul volto.
- Vorresti dirmi che i licantropi esistono davvero?- chiedo esterrefatta, in dubbio se prendere lui per pazzo o me stessa.
"Direi che ce la giochiamo alla pari"
- Non lo escluderei- risponde serafico facendo spallucce.
Le mie palpebre si aprono e si chiudono più volte alla velocità della luce a sentire quella risposta data con tanta leggerezza.
- Ci sono tante leggende da dove provengo io che parlano anche di altri animali, come ad esempio, scimmioni giganti…-
Non posso fare a meno di ridere di nuovo, mentre lui continua a fare il vago.
- Beh, anche alcune antiche tribù in Brasile credono nella metamorfosi, ma sono solo delle storie che si raccontano ai bambini- gli faccio notare piccata
- Non sei un po’ cresciutello, tu?- continuo, con tutta l'intenzione di punzecchiarlo
- Non vedo cosa ci sia di male a credere nelle leggende- risponde ovvio
- D’accordo, allora in caso vedessi King Kong passeggiare allegramente per le strade, ti faccio un fischio, siamo intesi?- ironizzo, strappandogli una risata talmente contagiosa, che comincio a sbellicarmi anche io senza rendermene conto.
- In ogni caso, non ne avrai il tempo, gli scimmioni giganti sono pericolosi, ti prenderà e ti scaraventerà contro il muro- spiega in tono minaccioso, voltandosi verso di me.
- Che paura...- replico di rimando con voce piatta, girandomi anche io completamente verso di lui. Devo alzare un po’ la testa per guardarlo bene in faccia, vista la sua altezza.
Ci guardiamo intensamente negli occhi per interminabili secondi. Sento il cuore che sta per uscire dal petto, ma non devo darlo a vedere. Devo essere più forte delle mie emozioni.
- Maya…- comincia lui in un sussurro
- Sì...- chiedo quasi speranzosa
- Io...- riprede lui deglutendo a vuoto
- Tu…?- lo incoraggio, avvicinandomi di un altro pericoloso centimetro verso di lui.
- Non so davvero da dove cominciare- il tono della sua voce è arrendevole e poi si appoggia una mano alla nuca, come in confusione.
- C’è qualcosa che vuoi dirmi?- chiedo quasi in agitazione, il suo atteggiamento mi sta mandando praticamente fuori di testa.
Do un’occhiata veloce all’interno della sala. Chichi è uscita dal bagno e sta ritornando al tavolo, tra poco si accorgerà dell’assenza di Goku e Radish è completamente girato verso di noi e scruta accigliato attraverso la porta del locale, quasi con gelosia.
- Se è qualcosa di importante, ti supplico dimmelo adesso perché tra poco o Chichi o tuo fratello usciranno qui fuori pensando chissà a cosa…- lo avverto e lui alza nuovamente lo sguardo incontrando i miei occhi, ma la sua espressione è cambiata, è più decisa.
- Ecco appunto, cominciamo da mio fratello. Gli devi stare lontana- mi avverte, asciutto
Io mi irrigidisco guardandolo interrogativa, aspettandomi tutt’altra risposta.
- Come, scusa?- chiedo alzando un sopracciglio praticamente colta in contropiede
- Maya non lo conosci, Radish è un tipo pericoloso, credimi e io non voglio che ti accada nulla...- stavolta è lui a diminuire ancora di più i centimetri che ci separano. I suoi occhi cercano convulsamente una mia reazione, un cambiamento nella mia espressione, ma quando gli scoppio a ridere in faccia, Goku sospira alzando gli occhi al cielo, esasperato.
- Io… non ci posso credere!- quasi urlo, sperando di attirare nuovamente la sua attenzione e quando torna a guardarmi, è talmente serio che mi fa innervosire ancora di più.
- Con che coraggio mi parli così?- chiedo retorica, mentre lui se ne sta in silenzio, dandomi agio di sfogarmi.
- Mi eviti praticamente da giorni, stasera a stento mi saluti, ti fai aiutare da un’altra a studiare quando te lo avevo già promesso io e poi vuoi anche tenermi lontana da un altro- chiedo tagliente e lui abbassa lo sguardo, incapace di ribattere.
- Mi dispiace, ma se vuoi saperlo mi stai spingendo tu tra le braccia di tuo fratello, o di chiunque altro- confesso liberandomi almeno in parte di quel fardello, mentre i suoi occhi mi inchiodano nuovamente con il loro strano potere.
" Tanto ormai non ho nulla più da perdere..." 
- Cosa?- chiede esterrefatto, mentre le sue labbra si piegano all'insù, poi ridacchia
- E’ per via di Chichi, allora. Lo fai per ripicca, per gelosia, ti si legge in faccia, ti conosco- dice con l’aria di chi ha capito tutto, suscitando ancor di più la mia rabbia
- No che non mi conosci e non ti permettere- ribatto dura, puntandogli l’indice contro minacciosamente.
- Se c’è uno che sta facendo il geloso quello sei tu, smerdando il tuo stesso fratello, complimenti!- gli faccio un breve applauso tremendamente sarcastico.
- Io non ti devo dar conto di nulla, né tanto meno devi darne tu a me. Siamo liberi di vedere chi ci pare e beh, se Radish mi chiederà di uscire, non gli dirò di no se è questo che ti interessa- confermo tutti i suoi sospetti in un’unica frase.
- No, cazzo, stai sbagliando tutto!- la sua agitazione quasi mi angoscia.
Goku mi da le spalle, si allontana di qualche passo e poi torna spedito nella mia direzione, poggiandomi entrambe le mani sulle spalle, mi vengono i brividi a quel contatto, nonostante l’aria calda della sera.
- Ascoltami, molto attentamente- riprende, con una serietà disarmante, mentre io cerco di mantenere uno sguardo di sfida.
- Esci con chi ti pare, ma non con mio fratello. Ti prego- quegli occhi neri come il cielo di una notte di luna nuova, sono in trepidante attesa di un mio cedimento.
- Si può sapere che ha Radish di tanto cattivo? Io non lo vedo affatto così, potresti almeno dirmelo, che cav...-
- Tu...- mi interrompe alzando la voce, poi si calma
- Fidati di me, ok?- il suo tono è quasi supplichevole
- Perchè dovrei?- rispondo, storcendo il naso alla sua assurda richiesta
- Perché...perché...non c’è un perché- si limita a rispondere
- Non mi basta- ritratto, scuotendo la testa, mentre Chichi attirata dall’atteggiamento strano mio e di Goku, fa per alzarsi. In effetti se vedessi anche io il ragazzo con cui esco che ha le mani appoggiate sulle spalle di un’altra, con cui tra l’altro ho appena discusso animatamente, che parlano con queste facce così serie mi preoccuperei, e non poco.
- Lasciami, sta venendo Chichi- gli ordino divincolandomi dalle sue braccia, lui fa un respiro profondo.
- Sei una che non molla facilmente, vero?- mi dice scuotendo la testa
- Non ti conviene giocare con me, Goku- lo metto in guardia sfidandolo, poi faccio per rientrare, ma lui mi blocca per un braccio, attirandomi piano a sé.
- Hey, la conversazione non è finita- aggiunge, con un pizzico di audacia, mentre quasi gli finisco addosso.
"Non posso cedere. Non ora. Non così..."
- Lo è per me. Lasciami in pace- concludo secca
Gli do le spalle e in quel momento Chichi apre la porta del locale, io non la guardo neanche in faccia e passo alla sua destra velocemente, lei guarda me, poi guarda Goku con aria interrogativa.
Credo si sia accorta che io e il suo ragazzo non stavamo intrattenendo proprio una conversazione tra due conoscenti.
- Voglio andare a casa, mi accompagni?- chiede frettolosa, tentando di attirare la sua attenzione che è ancora catalizzata sulla mia schiena che sparisce tra i commensali all'interno del locale.
- Aspettiamo che arrivino i dessert e poi andiamo- cerca di negoziare lui, mentre i suoi occhi seguono ancora i miei movimenti.
- No, voglio andarmene adesso. E non t’azzardare mai più ad invitarmi con questa gente- dice nervosa, avviandosi a grandi falcate al parcheggio.
- Lasciami almeno salutare gli altri, è da maleducati andarsene così- cerca di farla ragionare lui
- Ho anche già lasciato la nostra quota per pagare il conto, perché sono una signora al contrario dei tuoi amici, quindi no, non hai più nulla da fare in quella sala, andiamo- conclude quasi a mo’ di ordine, porgendogli il casco per poi indossare il giacchino che aveva per andare in moto.
Goku da un’ ultima fugace occhiata all’interno del locale, io sono tornata al mio posto, di nuovo sorridente e di nuovo abbracciata a Radish. Mi giro anche io nuovamente, guardando alle mie spalle, perdendo per un attimo il sorriso. I nostri occhi si incrociano ancora e lui è ancora lì. Distoglie lo sguardo per primo e io lo vedo mettersi il casco con un’espressione acigliata e avviarsi al parcheggio a seguire Chichi.
- Tutto ok?- mi chiede premuroso Radish
- Sì, perché?- rispondo dopo un lungo sospiro
- Una sigaretta davvero lunga la tua…- sottolinea con malcelata ironia.
- Beh, facevo due chiacchiere con Goku- rispondo tranquilla
" Inutile mentirgli, ha visto praticamente tutta la scena come un attento spettatore..."
- A proposito, ma dove sono andati lui e Chichi?- chiede Bulma, notando che i posti di fronte al mio sono vuoti.
- Credo se ne siano andati via- rispondo, facendo spallucce
- Ma come…?- mia sorella mi guarda interrogativa, ma io decido che non è proprio il momento giusto per darle spiegazioni.
"Già il finale di serata è stato alquanto movimentato..."
- E’ davvero un babbeo, Kaaroth- mormora sottovoce Vegeta.
Beh, caro mio, non so se io e te andremo mai d’accordo, soprattutto se pensi di far soffrire Bulma, ma non hai idea di quanto ti stia dando ragione in questo momento.
Concludiamo la cena tutti insieme, poi ci avviamo fuori dal locale.
Siamo sparsi in gruppetti a chiacchierare e io mi fumo l’ennesima sigaretta, maledicendomi mentalmente per non essere rimasta a casa con papà a guardare la partita sul divano.

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Capitolo 12
*** Amarti è una partita a perdere ***


CAPITOLO 12:

Ad un certo punto Bulma mi prende un po’ in disparte, quasi mi trascina approfittando del fatto che tutti si sono messi a chiacchierare.
- Ti spiace spiegarmi perché Goku e Chichi sono fuggiti come due ladri e, soprattutto, perché tu e lui discutevate così animatamente qui fuori?- chiede mettendosi le mani in fianco e alzando un sopracciglio.
- Ci avete sentiti?- chiedo inarcando mordendomi un labbro.
"Sapevo di avere un tono di voce piuttosto alto, ma non immaginavo così..."
- Tutti vi hanno sentiti, se vuoi saperlo- aggiunge Bulma
- Comunque non chiederlo a me perché se ne sono andati, a lei non sarà andato a genio come le abbiamo parlato. A proposito, credo anche io che abbiamo un po’ esagerato, ora che ci penso- in effetti Chichi avrà reagito d’impulso dopo essersi vista attaccata da tutti.
"A volte sembra un po’ difficile da credere che andiamo per i ventiquattro anni..."
- Ma chi se ne frega di Chichi! Voglio sapere cosa avevate tanto da discutere tu e Goku!- sbotta agitata mia sorella.
- Niente di importante, purtroppo- concludo arricciando le labbra, sperando di placare la sua curiosità.
- Per favore, vi ho visti bene, che credi?- mi accusa socchiudendo gli occhi e, vedendo che me ne sto in silenzio, decide di continuare.
- La faccia con cui ti guardava non è proprio quella di uno che perde la testa per un’altra- mi fa notare e un minuscolo barlume di speranza si accende in me, subito messo a tacere dalla mia parte razionale
- Non so cosa tu abbia visto, ma so che mi ha detto di stare lontana da Radish e proprio non riesco a capire il perché- dico lanciando un’occhiata furtiva a lui, che conversa allegramente con Tenshinhan e Yamcha.
"Ancora non so davvero cosa Goku ci trovi di così pericoloso in suo fratello, sembra tanto un tizio a modo..."
- Davvero? Sarà geloso, ma non vuole ammetterlo, la storia più vecchia del mondo- dice ovvia, accendendosi anche lei una sigaretta.
- Sarà, ma intanto ha dato lui a me della gelosa- aggiungo, con una smorfia infastidita.
- Ma come osa! Dì che quelle come Chichi noi ce le mangiamo a colazione, perché non solo siamo belle, ma siamo anche donne di classe e di successo- dice facendo finta di sistemarsi i capelli con fare da diva, così riesce a strapparmi un sorriso.
- E tu cosa pensi di fare?- chiede tornando seria, mentre la vedo attraverso la nuvola di fumo appena uscita dalla sua bocca.
- Penso di dare una possibilità a Radish- la informo serafica.
- Facendo esattamente il contrario di quello che ti ha detto Goku, ottimo direi- commenta sorridente
"Non so se mi sta prendendo per il culo, oppure davvero appoggia la mia mossa"
- Bulma, dico sul serio, come ha detto James e come ci siamo promesse, questa è l’estate del divertimento, l’ultima estate spensierate, dobbiamo godercela e al momento voglio giocarmi le mie carte, che male c’è?- dico alzando le spalle.
- Non fraintendermi, sono pienamente d’accordo e avrai sempre il mio sostegno, solo...sta’ attenta, ok?- mi dice circospetta.
Il suo repentino cambio d’atteggiamento mi fa infuriare quasi. D’un tratto sembra essere d’accordo con Goku, quando fino a poco fa in auto faceva il tifo per Radish e mi sta tediando da giorni riguardo al fatto che io cerco ancora l’amore vero. Ora che ho deciso finalmente di darle ascolto e folleggiare, mi va contro. Non ci capisco più niente.
- E adesso cos’hai anche tu contro di lui?- chiedo roteando gli occhi esasperata
- Maya non lo so, è una sensazione, non è che mi piaccia molto come ti guarda- si giustifica, beccandosi i miei occhi sgranati che la fissano.
"Se dovessimo basare la scelta di un uomo solo sul modo in cui ci guarda, saremmo dovute finire zitelle e gattare da un pezzo!"
- Non mi piace come ne ha parlato Goku. Non mi fa stare tranquilla, ecco- riprende, muovendo le spalle come a volersi scrollare un che di sgradevole di dosso e io la lascio continuare arresa.
- Se il suo stesso fratello dice che è pericoloso, ora che ci penso chi meglio di lui lo conosce e può dirlo?- mi fa notare, beccandosi un mio sonoro sbuffo.
- Ma che potrà mai fare? Spaccia droga? Beve? Ha una pistola? Non credo papà, scrupoloso com’è, avrebbe assunto dei delinquenti per lavorare al progetto della sua vita- le ricordo con ovvietà.
- E come vuoi che io lo sappia? Ma… posso indagare se vuoi, infondo tra le due, io sono sempre stata quella più sveglia e tu quella che si lascia raccontare un mucchio di frottole- ribatte tagliente
- Lascia perdere, ok? Viviamo il momento- concludo sospirando
- Cambiando argomento, come procede con Vegeta?- chiedo interessata, spostando completamente l'attenzione su di lei che mi sorride.
- Beh, mi guarda negli occhi mentre mi parla, anzi mi parla. Ed è già una vittoria, tutto considerato- mi informa serrando le labbra, per poi scoppiare a ridere entrambe.
Bulma si volta nella direzione di Vegeta e si perde ad osservarlo per diversi secondi.
- Mi piace davvero questo ragazzo, Maya, non scherzo. Non mi ha mai presa nessuno così- confessa, suscitando in me un sorriso pieno di dolcezza, mentre il suo sguado ancora non si distoglie dall'oggetto dei suoi desideri.
Così le prendo la mano.
- Se deve farti felice, io ti auguro che vada tutto come deve andare, ma se prova a farti soffrire, me ne fotto che è un principe o che è un esperto di arti marziali, io lo ammazzo- la metto in guardia, come solo una sorella può fare e Bulma scoppia a ridere.
- Riferirò il messaggio anzi, meglio di no, è molto suscettibile- sottolinea
- Teniamocelo per noi- consiglio ridacchiando
- Avanti, adesso torniamo, altrimenti ci prendono per maleducate e per quello già c’è la Chichi…- bofonchio infastidita
- Se ne andasse all’inferno- conclude lei socchiudendo gli occhi, mentre getta via la sigaretta.
 

Tutto quello che so
tutto quello che so
è che amarti è un gioco a perdere...

Arcade-Duncan Laurence

Torniamo dagli altri, poi vista l’ora e considerato il fatto che Crilin pressa Yamcha e Tenshinhan per tornare a casa presto per studiare domattina e Radish e Vegeta sono un po’ stanchi dato l’allenamento e il lavoro al laboratorio, decidiamo di tornarcene a casa.
Come già previsto appena messo il piede fuori dal locale, mi mollano le chiavi dell’auto e mi tocca guidare. Fortunatamente ho bevuto pochissima birra e sono lucida come non mai.
"Forse anche un po' nervosetta..."
Ci salutiamo con gli altri sotto casa nostra, poi C e James si rintanano subito nella loro parte della casa, mentre io e Bulma restiamo a fumare l’ultima sigaretta in piscina come sempre e poi filiamo a dormire anche noi, quando l’orologio segna ormai le tre del mattino passate.
Mi metto a letto e guardo fuori dall’enorme vetrata a tutta parete della mia camera, le tende sono scosse da una lieve brezza e scorgo una porzione di luna dietro di esse. Quasi come rapita da quella luce assurdamente brillante che entra prepotentemente invadendo l'ambiente e non permettendomi di chiudere occhio, mi alzo e sposto le tende, aprendo completamente la portafinestra. Esco sul terrazzino e mi godo l’aria notturna, appoggiandomi al parapetto e guardando intensamente l'astro argenteo sulla mia testa.
Vorrei tanto che pensando ad una cosa così romantica mi apparisse il viso di Radish davanti agli occhi, che quel bambino che tormenta le mie notti da sempre fosse lui, ma purtroppo per quanti sforzi io faccia, Goku non lascia i miei pensieri, mai.
Sospiro arresa e frustrata.

- Perché fai così male...- sussurro sottovoce, quasi come se lui fosse lì con me e potesse sentirmi.
- Perché hai dovuto rovinare tutto ancor prima che iniziasse…- domando ancora e poi abbasso lo sguardo, perdendomi in un amaro sorriso.
- E poi mi fai gli aforismi romantici sulla luna…- ricomincio, ricordando la conversazione apparentemente senza logica avuta poco prima.
- Che senso ha se non possiamo starcene a guardarla insieme, qui e adesso…-
Rialzo lo sguardo, ripensando ancor più intensamente a quello che mi ha detto sulle persone che si trasformano guardando proprio lassù verso quei raggi lucenti.
- Certo, anche io, per chi dovevo perdere la testa, per uno svitato che crede nelle metamorfosi- ridacchio, poi torno seria e sospiro ancora una volta.
- Come puoi mancarmi se non sei mai stato mio e forse non lo sarai mai. Come posso sentirmi così indissolubilmente legata a te, se ti conosco appena. Perchè… perché ho dovuto incontrarti, solo per soffrire così. Non è giusto- stringo i pugni contro la balaustra
- E’ questa la punizione per essere sempre stata una brava ragazza che crede ancora nell’amore vero? E' uno schifo- mi lascio andare ad un tremendo e doloroso flusso di coscienza. Poi mi ravvedo.
- Cazzo, finisco a parlare anche da sola. Ecco l’effetto che mi fai Goku, sei contento? Beh, spero per te di sì- concludo quell'assurdo monologo, poi volto le spalle alla luna e me ne torno a letto e, non appena chiudo gli occhi, tanto per cambiare l’immagine di lui a bordo della motocicletta comincia a riempire la mia mente…
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Intanto, a pochi passi da lì…
“Beh, spero per te di sì...”
Goku è disteso sul terrazzino di casa sua e col piede sinistro sposta su e giù un manubrio da dieci kg, che rotola facendo un rumore metallico che riecheggia nel silenzio della notte.
Ha l’aria corrucciata e triste e soltanto la vista della luna riesce a rasserenarlo. Sbuffa sonoramente.
- Che casino…- mormora mettendosi le mani sul viso, come a cercare una soluzione impossibile, quando qualcuno appare in quel momento, distogliendolo per un attimo dai suoi pensieri.
- Kaaroth, che ci fai in piedi a quest’ora?- chiede la voce femminile che lui conosce a memoria.
Lui si gira a guardarla, sorpreso, riconoscendo la sagoma di una donna minuta, ma ben proporzionata, con corti capelli e profondi occhi neri.
- Mamma! Quando sei arrivata?- la voce del giovane è sollevata, così scatta in piedi e l’abbraccia forte. Gine riconosce sé stessa nel suo secondogenito, affettuoso, dolce e altruista.
- Poco fa. Tu e tuo fratello non c’eravate, così io e tuo padre abbiamo avuto il tempo di sistemare i bagagli- lo ragguaglia velocemente e poi prende a squadrare da capo a piedi il suo giovane figlio, con sguardo orgoglioso.
- Cosa c’è?- chiede Goku imbarazzato
- Incredibile quanto sei diventato forte e bello, sembra ieri che ti tenevo tra le braccia e ora sei tu a tenere me tra le braccia a momenti- spiega Gine, accarezzando le braccia muscolose di suo figlio.
- Ma smettila...- risponde il giovane imbarazzato, poi torna a guardare la luna, la mamma fa lo stesso, poi sorride complice al figlio.
- Un’ abitudine che non perderemo mai, vero? Guardare la luna, intendo- chiarisce lei, vedendo che Goku si avvicina nuovamente alla ringhiera per affacciarsi.
- Beh, fa parte del nostro DNA, no?- ricorda il ragazzo con un sorrisetto.
- Giusto- risponde sicura la donna, affacciandosi a sua volta accanto al figlio, ma restando in silenzio.
- Cosa ti rende così triste? È per via di quella ragazza? Ti ho sentito discutere al telefono poco fa, non volevo essere invadente- azzarda Gine, tentando di alleviare le pene di suo figlio. È raro che lo veda così pensieroso e malinconico, di solito è il ritratto della gioia e dell’ilarità.
Goku sospira pesantemente, ricordando la discussione avuta con Chichi solo un’ora prima, subito dopo averla riaccompagnata a casa.
- Sto combinando dei casini. Non sono molto bravo con le faccende di cuore, anzi mi sembra di essere abbastanza imbranato in materia…- confessa lui a sua madre
- Forse perché non hai ancora incontrato quella giusta. Credimi, quando accadrà lo capirai da solo. È così per tutti e non è una frase fatta- si affretta a sottolineare Gine, mentre il figlio la guarda sorpreso, lei sorride alzando nuovamente lo sguardo alla notte stellata.
- Non puoi sfuggire al vero amore, è come la matematica. Un sofisticato sistema di espressioni, a cui, in qualunque modo alla fine arriverai sempre allo stesso risultato- chiarisce lei
Confortato dalle parole materne, a quel punto Goku decide di aprirsi completamente.
- C’è questa ragazza Chichi, siamo sempre insieme, mi aiuta tanto con gli studi, è molto carina e simpatica… però non lo so, è come se non mi sentissi me stesso con lei- spiega con una smorfia di insoddisfazione dipinta sul volto.
- Allora non è lei, decisamente- afferma la donna con sicurezza
- Tu dici?- chiede stranito Goku
- Cosa ti ho appena detto sulla matematica?- chiede retorica sua madre
- Deve batterti il cuore, riconoscerai da solo la sensazione…- lo rassicura Gine, ma Goku sbuffa sonoramente.
- Urca, a me batte il cuore solo con Maya, ma pensavo fosse nervosismo o rabbia perché Radish ci sta provando con lei…- dice frustrato, attirando completamente l’attenzione di sua madre su di sé.
Gine è allerta. Conoscendo il suo primogenito, teme possa esserci accesa una pesante rivalità tra fratelli.
- Tuo fratello? Con chi ci sta provando? E poi chi è Maya?- chiede lei per poi sforzarsi di sorridere.
- Maya… è la ragazza che vive qui accanto…- la informa lui
- La figlia del dottor Brief?- domanda ancora la donna, sicura che suo figlio si stesse riferendo alla spumeggiante giovane dai capelli turchini.
- Sì, ma non c’era la sera della cena… i Brief l’hanno adottata quand’era piccola, lavorerà anche lei alla Capsule Corp a breve e frequenta la mia stessa università- continua Goku.
- Dunque, non stiamo parlando della stessa ragazza con cui discutevi al telefono, giusto? Sono un po’ confusa, ti chiedo scusa- Gine prende a grattarsi la nuca, allo stesso modo di suo figlio quando è imbarazzata e Goku sorride dolce.
- Lo sono anche io, sapessi quanto…-
Dopo una breve pausa, Goku decide di confidarsi in modo ancora più profondo e personale.
- E poi, mi succede una cosa strana, è come se riuscissi a leggere nei suoi pensieri. A te capita con papà?- chiede curioso
- Beh, non che Bardack pensi molto…- comincia lei con una punta di ironia.
- Ma sì, mi succede- conferma la donna minuta
- Accidenti, questo complica le cose e parecchio- mormora afflitto lui
- Radish si è già buttato su di lei come un avvoltoio e se lui provasse le stesse cose, quando sta con lei?- chiede in ansia il ragazzo e sua madre assume un’espressione seria.
- Sai bene che tuo fratello a volte agisce per ragioni oscure che neanche noi riusciamo a comprendere, però l’anima gemella è una sola- risponde risoluta
- E’ per questo che voglio tenerla lontana da lui, ma uscendo con l’altra l’ho ferita e ora non so come rimediare- Goku espira con frustrazione e e poi prende a massaggiarsi le tempie sentendo la testa scoppiargli.
- Non crucciarti per niente, tesoro mio. Se è destino che stiate insieme, le cose si aggiusteranno da sole, vedrai- lo rassicura sua madre e Goku si volta per sorriderle.
- Ora fila a letto, intesi?- gli ordina dolcemente lei, scompigliandogli un po’ i capelli come quando era bambino.
- D’accordo, mamma- si arrende lui, sentendo che la stanchezza ormai sta prendendo possesso del suo corpo. Lei si allunga per dargli un bacio sulla guancia e poi fa per rientrare in casa.
- Allora buonanotte, Kaaroth-
- Notte mamma e grazie…- dice un po’ in imbarazzo, lei gli sorride e poi sparisce dietro le tende.
Goku lancia un’ultima occhiata alla luna e poi se ne va a letto anche lui, inspirando profondamente prima di chiudere gli occhi.

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Capitolo 13
*** Confusione ***


CAPITOLO 13:

Negli ultimi giorni ho riflettuto spesso sul fatto che era tutto molto più facile fino a qualche anno fa, quando decidere dove andare in vacanza con i nostri cugini, Yamcha e Tenshinhan alla fine della sessione estiva era il nostro problema più grande. Tutto sommato, erano bei tempi. Non che adesso non lo siano, anzi, ma come si dice? Tanta fretta di crescere, per poi accorgersi che restare ragazzini e spensierati è la cosa più bella.
E, tanto per non farci mancare nulla, i nostri nuovi vicini hanno sconvolto tutti gli equilibri, aggiungendosi come ulteriore distrazione, quando la voglia di studiare già ha abbandonato me e mia sorella alla fine dell’ultimo esame e ora tirare avanti e destreggiarci tra scartoffie, preparazione della tesi e quant’altro sembra un’impresa titanica.
Con Radish le cose procedono abbastanza bene, anche se io ci vado con i piedi di piombo più del solito.
Abbiamo preso un innocente caffè insieme un paio di giorni fa, mentre ieri sera siamo stati a cena al ristorante indiano con Bulma e Vegeta, nessuna traccia di Goku e Chichi.
E a proposito di quest’ultimo, se anche ci incrociamo nei corridoi dell’azienda, o da qualche altra parte, a stento ci salutiamo.
"Non so per quale motivo mi stia evitando ancor più apertamente di prima..."
La discussione di qualche settimana fa avuta fuori dal locale, l’ultima volta in cui abbiamo veramente parlato è fuggita via dalla mia mente come non fosse mai esistita, eppure nei giorni seguenti mi sono sentita davvero uno schifo a riguardo, soprattutto per il modo brusco in cui mi sono staccata da lui.
"Avessi saputo che quella sarebbe stata probabilmente l’ultima volta in cui avrei sentito il suo tocco, avvertito il suo calore, così vicino a me, mi sarei comportata diversamente..."
L’unica spiegazione plausibile a questo gioco del silenzio cominciato da Goku e che mi ha permesso di restare sana di mente (si fa per dire) negli ultimi tempi è che lui ha scelto di mettere una distanza tra noi per farmi capire che non appoggia la mia frequentazione con suo fratello, ignorando altamente i suoi moniti a riguardo. In ogni caso, ogni volta che Goku mi è anche solo a qualche metro, sento il vuoto allo stomaco e una sensazione inspiegabilmente strana mi assale e più ci sto lontano, più sto peggio.
La parte irrazionale di me come sempre mi ha spinta a buttarmi in una situazione fatta di una serie di cose impasticciate, alle quali al momento cerco di non pensare con la scusa di gettarmi a capofitto nello studio, poiché ogni volta che sono con Radish, soprattutto dopo l’inaspettato quanto passionale bacio di quest’ultimo ieri sera, tutto ciò che vorrei è che ci fosse Goku con me e non suo fratello.
"E questa cosa è un bel casino..."
Cerco di convincermi del fatto che forse tra me e Radish non è ancora del tutto scattata la scintilla, o che quando mi ha affondato la lingua in gola non ho avvertito alcuna particolare emozione, ma è come se una parte di me avesse dato credito a ciò che Goku pensa di lui e di conseguenza, io non riesco a lasciarmi totalmente andare.
Certamente, come dice anche Bulma, ora siamo adulte e questo comporta anche darsi tempo in una conoscenza e che non è mica detto che bisogna sentire le farfalle nello stomaco ed essere totalmente fuori controllo solo alla presenza di colui che bramiamo.
La mia mente però, scartando tutte le possibili ipotesi, arriva sempre alla stessa ed unica conclusione.
Penso ancora, troppo, sempre a Goku e a tutte le scintille, le farfalle e i pianeti che collidono quando mi posa, anche solo per un attimo gli occhi addosso e forse per questo sto cercando di illudermi, sforzandomi di farmi piacere suo fratello a tutti i costi, come se dovessi dimostrare qualcosa a lui, o a qualcun altro, o peggio ancora, a me stessa.
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Giunti ormai ai primi e afosi giorni di luglio, inizia a prendere piede in me una leggera ansia riguardo la stesura della tesi.
"Sì, lo so, sono una secchiona di prima categoria..."  e mi sento tremendamente in colpa per aver tralasciato le ricerche per l’esame finale, con tutti i pensieri che hanno affollato la mia mente ultimamente.
Sono sempre stata una da “prima il dovere e poi il piacere” ed è pur vero che mancano cinque mesi abbondanti alla laurea, ma io e Bulma siamo ancora a zero spaccato e l’unico obbiettivo raggiunto nelle ultime settimane è stato fare a gara di shottini con C e James. Così per evitare di pensare troppo a tutte le dinamiche amorose che si stanno venendo a creare in questo periodo, stamattina ho detto stop alla procrastinazione e mi sono dedicata alle ricerche, in modo da tenere la mente impegnata su qualcosa di importante, cercando inoltre di ignorare i continui messaggi di Radish, facendo finta per un po’ che lui e Goku non esistano.
- Heilà, terra chiama Maya!- la voce argentina di Bulma mi desta.
Alzo gli occhi dal portatile e la guardo interrogativa. È rilassata sulla sua poltroncina gonfiabile in piscina, con gli occhiali da sole e un succo alla carota in una mano, che aiuta e attiva la vitamina C per l’abbronzatura, o almeno così sostiene di aver letto su una rivista scientifica, da allora non fa che abbuffarsi di cibi color arancio.
Bulma abbassa un po’ gli occhiali da sole e mi lancia uno sguardo accusatore.
- Sei incollata a quel computer da ore, si può sapere cosa stai facendo?- chiede stranita
- Ehm...sto cercando di capirci qualcosa di questi appunti, sai volevo iniziare a buttare giù qualcosa per la tesi- dico vaga, facendo roteare la matita tra le dita.
- Che cosa, scusa? Le mie orecchie hanno sentito bene?- chiede, togliendosi gli occhiali allibita.
- Cosa c’è di male?- ribatto in mia difesa, assolutamente poco preparata ad una sua ramanzina.
​- C’è di male che ci sono cinquanta gradi all’ombra, una piscina invitante, la tua famiglia qui riunita e tutto il tempo del mondo, tra un paio di mesi, per scrivere la tua preziosa tesi- sottolinea volutamente le ultime parole.
- Lo so, ma...- cerco di ribattere, ma lei mi interrompe ancora.
- Niente ma. Adesso ti togli i pantaloncini, la smetti di fare la sauna su quel lettino, entri qui dentro e ci spieghi cos’è o chi vuoi evitare, tentando la via di fuga nello studio. Sappi che con me non attacca- conclude Bulma sorridente, sapendo di averla avuta vinta. Del resto, chi meglio di lei mi conosce.
- Perché dovrei voler evitare qualcuno?- chiedo innocentemente, sapendo di star facendo esattamente quello, tenendo il cellulare a faccia in giù sulla sdraio.
- Eppure pensavo che dopo il bacio con Radish ti sentissi meglio, più appagata...- ricomincia mia sorella, per poi fare un sorso dalla sua bevanda. James molla per un attimo il suo Instagram, mentre C si gira a guardarmi sorpresa.
- Momento, momento, momento! Hai baciato Radish e non ci hai detto niente?! È oltraggioso tutto questo!- commenta James stridulo, facendo la parte dell’offeso.
- Ma come veniamo qui ogni estate con l’intenzione di caricarci di pettegolezzi e non ci racconti i migliori? Cattiva, Maya!- mi redarguisce la bionda con un sorrisetto sghembo.
James si alza e viene verso di me, strappandomi malamente il computer dalle mani e poggiandolo sul lato.
- Allora? Com’è stato? Romantico? Dolce? Violento? Passionale? Dicci, dicci!- mi incita, al massimo della curiosità.
- Non c’è… molto da dire, in realtà…- comincio imbarazzata
- Ma se stavate per mangiarvi!- interviene Bulma, beccandosi una mia occhiataccia torva.
- Ma vuoi stare zitta?! Che fai, adesso spii?- chiedo allarmata
- Ci siamo persi uno spettacolo piccante, a quanto pare- commenta James, voltandosi verso sua sorella che da un cenno d’assenso.
E mentre loro ridacchiano, io ripenso alla scena della sera precedente. Bulma deve aver bevuto un po’ troppo vino mi sa, o io che ero la diretta interessata non ho notato nulla del genere.
"Tutto fuorché passione è stato quel bacio..."
Entro in piscina lentamente, altrimenti tra il terzo grado e il caldo mi verrà un gran mal di testa a breve.
- Ragazzi, ad essere onesta...- comincio, guardando l’acqua cristallina della piscina e muovendo le mani, come a spostare qualcosa di invisibile.
- Non è che abbia provato poi chissà che- confesso, catturando l’attenzione di tutti i presenti
- Non fraintendetemi, lui è molto bello, simpatico, ma non lo so, è come se volesse possedermi per qualche motivo a me non chiaro- ammetto, sentendomi un pochino fuori posto a parlare di quelle sensazioni che avverto in presenza di Radish.
- Definisci “possedermi” ti prego- chiede James con fare sensuale e non posso fare a meno di sorridere alle sue solite battute a doppio senso.
- Ovviamente intendo fisicamente, mentalmente, ma anche spiritualmente. Insomma, non riesco a spiegarlo- dico in tono frustrato.
"Ultimamente mi sembra che le parole mi sfuggano per descrivere più di una cosa..."
- E per te è una cosa brutta? In genere succede quando qualcuno ti piace tanto- osserva C ovvia
- Certo, ma per quanti sforzi faccia ancora non riesco a fidarmi completamente di lui- decido di aprirmi completamente, mentre Bulma è stranamente in silenzio ad ascoltare e non è da lei.
- Secondo me le ragioni possono essere diverse- esordisce James uscendo dalla piscina. Afferra un telone e poi inizia a frizionarsi i i capelli, lasciando il pensiero sospeso per qualche secondo.
- Primo: è da tanto che non esci con qualcuno che ti piace e, quindi, potresti sentirti non imbarazzo, ma impacciata per certi aspetti- mi dice, con fare da uomo vissuto, ma intanto ha catturato l’attenzione di noialtre.
- O, secondo e cosa molto più probabile, pensi ancora che con Goku le cose possano cambiare, perché inutile negarlo, lui ti ha presa dal primo secondo, come una sorta di colpo di fulmine- conclude, facendomi sospirare pesantemente.
- Oppure...- interviene nuovamente mia sorella interrompendo il moro
- Stai iniziando a convincerti di ciò che Goku pensa di Radish, come se una parte di te volesse credere a ciò che lui ti dice sul suo conto-
Sospiro ancora una volta, incapace di difendermi.
"Hanno perfettamente ragione, ma devo pur dire qualcosa..."
- Davvero non lo so- mormoro affranta
- So solo che al momento mi sento parecchio confusa e ho bisogno di un po’ di tempo per schiarirmi le idee. Per adesso mi piace stare con Radish, non cerco di avere pretese e lui neanche, quindi vivo il momento, ve l’ho detto- faccio notare.
- Ovviamente e… cerca di fare la brava- si raccomanda C con una punta di ironia.
- Anzi, non fare la brava, in questo caso- riprende James.
- Siamo alle solite- commento, alzando gli occhi al cielo
Poi la conversazione si sposta sul fronte Bulma-Vegeta.
- E tu, cara la nostra Bulma? Non hai nulla da raccontarci?- dice James inchidandola con lo sguardo.
Lei se ne sta in silenzio come se quella domanda non la toccasse minimamente, il solo rumore udibile è quello della cannuccia che cerca di succhiare via le ultime gocce di succo di frutta.
- Dai, ti prego, mi piace ascoltare le storie pornografiche- la sprona su di giri James.
- Ci fosse qualcosa di pornografico, sarei ben lieta di condividerlo- comincia Bulma, ridacchiando brevemente
- Ma Vegeta si fa desiderare e, al momento, sembra che stia corteggiando io lui e non viceversa- ammette
- Sapevamo già che sarebbe andata così, si sta rivelando una sfida tosta- osserva C aggrottando le sopracciglia
- Già, ma niente che la divina Bulma non possa conquistare- risponde mostrando i muscoli, per poi tornare di colpo seria.
- Come ho detto anche a Maya, Vegeta mi prende tantissimo e voglio giocarmi tutte le carte possibili prima di gettare la spugna, c’è da lavorare, perché ha davvero un caratteraccio- conferma facendo una smorfia
- Tu non sei di certo una santa, questo è sicuro- aggiunge James, interrompendola e puntandole contro l’indice
- Di sicuro, ma con lui, se dovesse andare tutto liscio, voglio fare sul serio- dice e tutti noi vediamo un sorriso spuntare sulle sue labbra.
- Le mie bambine sono cresciute- mormora James facendo finta di piangere
- Piantala!- gli urliamo in coro io e Bulma.
- Sapete invece che io ho visto Crilin molto cambiato l’altra sera?- esordisce C e noi ci voltiamo a guardarla increduli. Cerca di fare la vaga, ma sapevamo che voleva prendere l’argomento da un po’ senza averne il coraggio.
- Vero! Hai notato? Aveva una leggera peluria sulla testa- commenta James mettendosi pensoso e facendo dell’umorismo neanche troppo velato.
- Dico davvero, è maturato, è più adulto- riprende lei, sottolineando il concetto, per poi mettersi a morto a galla
- Vuoi finalmente dargliela? Sarebbe un evento!- dice euforico suo fratello
​- Vedremo...- risponde lei con fare disinteressato
- Tu non me la racconti giusta…- conclude James guardando sua sorella e socchiudendo gli occhi.
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Quel pomeriggio

Abbiamo finito da poco di pranzare e ho messo su un caffè. Di solito usiamo la macchinetta automatica, ma James odia prendere il caffè così, soprattutto quando è qui da noi e io, da brava donna sudamericana cresciuta nella cultura del caffè, lo accontento. Così ce ne stiamo io e il bruno dei gemelli in cucina a sorseggiare la bevanda.
- Adoro quando casa è invasa da questo profumino di caffè fresco preparato dalle tue sapienti manine...- dice James, accomodandosi su uno degli sgabelli posizionati accanto all’isola super moderna della cucina.
- E’ una delle poche cose che mi riesce-
- Non dire sciocchezze, che sei un asso in cucina!- mi rimbecca lui
- Intendo, in generale nella vita- commento con finta amarezza
- Ti sottovaluti troppo, mia cara. Facciamo una bella Instagram story dai!- il suo brio, proprio come quello di Bulma riesce a strapparmi sempre un sorriso.
"A volte vorrei avere un pizzico della loro frivolezza, così tanto per godermi di più i momenti..."
- Ora arriveranno miliardi di notifiche!-  mormoro e, dopo un breve silenzio, chiedo curiosa a James...
- Ma come fai? Il tuo cellulare sembra impazzito quando posti qualcosa- ricordandomi che ho preferito tenere il mio in modalità silenziosa per evitare certi messaggi.
- No insta no party- risponde sorridente e a proposito di telefoni, il mio inizia purtroppo a vibrare insistentemente.
"Ecco, neanche il tempo di pensarci…"
James allunga una mano sul bancone e afferra l’aggeggio prima di me.
- Vediamo chi ti cerca alle tre del pomeriggio...- mormora alzando un sopracciglio
- Ti prego dimmi che non è...- comincio affondando la testa nelle spalle, sentendo ormai ogni via di fuga svanire.
- E’ Radish- mi informa, girando il display nella mia direzione.
"Mi arrendo."
- Dai qua- gli dico con un gesto della mano
James mi passa il cellulare che continua a squillare e io sto lì, in piedi, appoggiata al piano della cucina, aspettando forse un’illuminazione divina.
- Che aspetti a rispondere?- chiede lui stranito
- Pronto?- rispondo, fingendo entusiasmo
- Hey, bambola, che fai?- chiede senza la minima curiosità
La sua voce profonda è come una bomba che esplode dall’altro capo del telefono.
- Ricerche per la tesi, tu?- butto lì vaga mordendomi un labbro, sperando che se la beva e che, tirando in ballo lo studio, forse smetterà di pressarmi.
- La tesi, di già? Ma non devi discuterla a dicembre?- domanda sospettoso
- Certo, ma mica posso iniziare a scriverla a novembre?- gli faccio notare tagliente
- Dai, che pizza, rilassati! Se alleni solo la mente, il corpo cade a pezzi, lo sai?- commenta, sussurrando quasi.
- E tu se alleni solo il corpo e mai la mente, anche quella va in pezzi e potrebbe essere anche peggio…- dico di rimando, James fa una faccia estasiata e mi fa l’ok col dito, fiero delle mie frecciatine
- Vai forte!- sillaba mio cugino sottovoce, non posso fare a meno di sorridere.
- Touchè- risponde il giovane dall’altro capo del telefono e io sospiro brevemente.
- In ogni caso, mi annoio a morte e fa un caldo tremendo, ti va di venire qui da me?- propone, bypassando completamente gli impegni di cui gli ho appena parlato.
"Egoista."
Anche se questo invito mi appare, in un primo momento, del tutto innocente, qualcosa mi dice che non è così.
- Proprio stamattina hanno ultimato la piscina, così non dobbiamo rompere sempre a voialtri per farci un bagno. Ci tenevo a provarla con te…- aggiunge suadente, facendomi deglutire a vuoto.
James mi guarda e mi fa cenno di andare, facendo gesti eloquenti con le mani. Tutto quello che ho detto poche ore prima riguardo il non fidarmi di lui, sembra essere finito completamente nel cesso, a giudicare dalla troppa euforia che ci sta mettendo mio cugino nello spingermi ad andare a questo appuntamento.
- Ehm…ok… dammi una decina di minuti però, ok?- cerco di negoziare
- Vuoi che vengo a prenderti?- chiede cortese
- Credo di essere ancora in grado di camminare per cento metri da sola, ti ringrazio- rispondo con un sorrisetto tirato
- Come vuoi, ti aspetto qui allora, dai. Fai in fretta- e chiude la telefonata senza darmi nemmeno il tempo di ribattere.
- Secondo te sto per fare una puttanata?- chiedo seria a James
- Certo che no! Ti stai andando solo a divertire un po’ nella nuova piscina del ragazzo con cui ti frequenti, che c’è di male?- mi incoraggia, facendo apparire il pomeriggio che mi aspetta come un incontro senza alcun secondo fine apparente.
- Non c’è niente di male, però in virtù di ciò che abbiamo detto stamattina, non penso che il mio stato confusionale ne giovi di questa cosa…- cerco di convincerlo a farmi cambiare idea.
"Vorrei che a volte ci mettesse meno entusiasmo quando si parla di possibili scopate..."
- Maya, adesso ascolta- comincia lui terribilmente serio
- Se non hai più voglia di vederlo, o non ti senti sicura, o oggi in piscina, o domani sera al ristorante, non credo cambi molto, quindi tronca prima che la cosa si faccia più intima, altrimenti goditi la giostra, baby. Così va la vita- suggerisce accennando anche a qualche breve passo di danza.
- Dai, ti accompagno a scegliere un supersexy e sgambatissimo costume da bagno- propone, alzandosi dallo sgabello
- Questo che indosso andrà benissimo- spengo ogni sua mania da stilista prima ancora che cominci, soprattutto perché so benissimo che avrebbe tirato fuori quel trikini che non ho mai avuto il coraggio di mettere: tre pezzi di tessuto in croce che a stento coprono il tutto. È decisamente troppo imbarazzante.
Faccio per andare via, ma torno indietro.
- Mi spiace lasciarti qui da solo, però...- dico lamentosa, ma James mi spinge via
- Non inventare scuse, Maya, ti conosco troppo bene, ora fila, su-
Io sbuffo
- Me ne andrò in camera a fare qualche cartamodello, ho un po’ di ispirazione, sai?- mi informa
- Ottimo, quando torno voglio vedere il risultato, allora a più tardi, pare...- lo saluto con la mano e mi dirigo all’ingresso.
- Ciao zuccherino- risponde, con la voce che fa eco nella cucina vuota.
Apro la portafinestra che da sul giardino e mi dirigo da Bulma e C che stanno ridendo su non so cosa. Credo se ne staranno a mollo per un altro paio d’ore…
- Ti sei decisa! Maya, non è da te il fatto che sia luglio inoltrato e tu non sia ancora super abbronzata- osserva seria
- Sono d’accordo, unisciti a noi, dai!- si accoda C
- Vorrei tanto, ma… sono venuta a prendere l’asciugamani- le metto al corrente, recuperando le mie cose sparse per il solarium.
Loro restano in silenzio, per farmi continuare.
- Mi ha chiamata Radish e mi ha invitata da lui, hanno appena messo a punto la piscina e…-
Charlotte mi interrompe
- E voleva farsi un bagno con te, capisco…- risponde con uno sguardo un po’ da pervertita, ma la notizia sembra mandar su tutte le furie la mia celestiale sorella.
- Cosa? Hanno finito? Vegeta non mi ha detto nulla, perché non mi ha invitata anche lui?! Ora gliene dico quattro!- dice nervosa.
- Perché tu ce l’hai già una piscina, sciocca!- le fa notare la bionda, mantenendo lo stesso tono di poc’anzi.
- Cosa c’entra? Il bagno romantico è un po’ difficile farlo qui, visto che siamo in tanti- confessa la turchina, mettendo il muso
- A pensarci bene, non è che a casa loro siano due gatti- mi metto pensosa
- Evidentemente Vegeta e suo padre sono qui in giro in laboratorio e Radish sarà da solo, chi lo sa?- mi dice in tono eloquente.
- Già, Goku sarà andato a studiare da Chichi...- dico facendo spallucce
- Il tono della telefonata era abbastanza chiaro- aggiungo ripensandoci
- E allora che cosa aspetti? Vai, e più tardi vogliamo ogni singolo dettaglio, grazie!- mi urla Bulma, mentre mi allontano dal giardino.
- Ciao Maya, mi raccomando, usate precaupapàni!- si aggiunge C, mentre io scuoto la testa.
Ridono entrambe e io allontanandomi, faccio loro il dito medio con un sorriso forzato.
- A più tardi!- urlo uscendo dal cancelletto sul retro.
"Che stia davvero per fare una puttanata?!"

 

 

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Capitolo 14
*** Strane rivalità ***


CAPITOLO 14:

Mi avvio a passi lenti e incerti verso la villa accanto.
Fuori dal trambusto di casa nostra, soltanto il rumore degli animaletti nascosti tra le piante e il torrido caldo di questo inizio luglio. Comincio a sudare dopo neanche tre passi, maledicendomi mentalmente per non aver fatto un salto in bagno e darmi una rinfrescata prima di rivestirmi, sento il tremendo pizzicare del cloro addosso, unito al caldo mi fa venire voglia di grattarmi nevroticamente ovunque.
Arrivo fuori dal cancello e busso, qualcuno mi apre senza neanche chiedere chi è.
"Di sicuro è Radish, sarà da solo come avevo sospettato già durante la nostra telefonata."
Mi addentro nell’enorme giardino, molto molto simile a quello di casa mia, ma con alcuni diversi accorgimenti come il tipo di fiori e busso nuovamente, una volta arrivata dinanzi alla porta d’ingresso. Ad aprirmi la porta non è Radish, ma bensì un’altra persona di nostra conoscenza, la quale cambia completamente espressione non appena mi vede, facendo anch’io lo stesso. Non riesco proprio ad immaginare che facce abbiamo in questo momento io e Goku, sembra di essere finiti in una cavolo di sit-com e restiamo lì a fissarci senza sapere cosa dire per interminabili secondi.
Lui è senza maglietta e, senza rendermene conto, i miei occhi si posano famelici sul suo corpo, riuscendo a nascondere a stento il desiderio che arde in essi. Sembra imbarazzato, non appena si rende conto che cerco il suo sguardo, che alla stessa maniera scruta le mie forme malamente celate dietro una canotta striminzita e il costume da bagno umido.
- C...ciao Maya, come mai qui?- chiede, rompendo per primo il silenzio.
- Cercavo tuo...tuo fratello è qui?- chiedo diventando rossa e sforzandomi di mantenere calma e compostezza.
- Ah, certo. Entra pure, è di là- mi informa e riesco a vedere, solo per un istante, la delusione dipinta sul suo volto.
Goku si fa da parte per farmi entrare in casa e, curiosa come sono, do un’occhiata veloce in giro, più che altro per scoprire se la villa è effettivamente identica alla mia.
- Sai, pensavo volessi darmi una mano a ripetere per l’esame- commenta divertito, per nascondere l’imbarazzo.
- Per quello c’è già Chichi, no? Credo ti abbia dato una grande mano e poi, te l’ho detto, sono qui perché mi ha invitato tuo fratello...- dico vaga, continuando a guardarmi intorno per evitare di incrociare nuovamente il suo sguardo, quando una voce femminile ci interrompe.
- Kaaroth, chi è?-
Appare questa donna dalla cucina, poco più bassa di me, sulla quarantina, capelli neri e occhi neri, sorriso dolce e fisico statuario.
"Non c’è dubbio. Deve essere la madre di Radish e Goku"
Lui è imbarazzato quanto me e io gli lancio un’occhiata di sottecchi, pregando interiormente di uscire presto da quella bizzarra situazione.
- Mamma! Non sapevo fossi qui, pensavo fossi in giro con papà- osserva lui con un filo di voce, grattandosi la nuca.
- Certo che no, dove vuoi che andiamo a quest’ora?- domanda lei alzando un sopracciglio, scrutando suo figlio curiosa.
Cala un breve silenzio nell’ampio ingresso, quando Goku decide di fare le presentazioni.
"Grazie al cielo, direi..."
Un altro secondo in presenza di sua madre senza proliferare parola e avrei girato i tacchi, facendo ritorno a casa.
- Mamma, lei è Maya- comincia Goku, con fare eloquente.
Lei guarda me, poi guarda il figlio come a chiedere conferma di un qualche suo pensiero e poi si avvicina veloce, sfoderando un sorriso smagliante.
- E’ un piacere conoscerti, io sono Gine, la mamma di Radish e Kaaroth, ma credo tu lo abbia capito-
La sua energica stretta di mano, quasi mi fa stringere nelle spalle, un pochino di forza in più e mi avrebbe spezzato il polso.
"Eppure, sono più alta e grossa di lei..."
- Goku...- si affretta a sottolineare lui con un pizzico di fastidio.
-E’ uguale!- risponde lei, zittendo il figlio con un gesto della mano.
- Il piacere è mio… signora- rispondo confusa.
- Chiamami Gine, ma accomodati, sarai assetata, fa caldissimo fuori!- riprende lei con entusiasmo, trascinandomi in cucina, per poi mettersi a scrutarmi attenta, mi sento più in imbarazzo di prima alla vista di Goku seminudo, se fosse possibile.
- Sei proprio bella, per di più giunonica, guarda che cosce!- comincia la donna con ammirazione.
I suoi commenti sul mio corpo mi fanno sprofondare nella sedia dalla vergogna, sento di esser diventata un tutt’uno col drappo rosso che hanno sul tavolo da pranzo.
- Mamma!- Goku alle mie spalle, la richiama all’ordine.
Soffoco una risatina, notando la sua immagine riflessa nella vetrinetta proprio di fronte a me. Gli occhi sgranati e un’espressione eloquente come a dire a sua madre di smetterla.
- La ringrazio- rispondo, abbassando leggermente il capo.
Mentre sono intenta a sorseggiare la fresca limonata gentilmente offerta dalla signora Son, alcuni passi e l’ingresso di una nuova presenza in cucina, mi costringono a girarmi in direzione della porta.
- Non si può neanche riposare in pace, qui- la voce profonda è molto simile a quella di Radish, ma quando metto meglio a fuoco l’uomo che ha appena varcato la soglia della cucina, mi rendo conto essere identico a Goku.
"Che dico identico, è lui tra qualche anno."
Gli stessi capelli a palma, gli stessi occhi, la stessa espressione e lo stesso corpo, i due si differenziano solo per una cicatrice a forma di croce sulla guancia sinistra. La logica che in questi casi è automatica, mi porta a dedurre che questi altri non è che il padre dei ragazzi.
- Abbiamo visite...- mormora neutro e Goku alza gli occhi al cielo, sull’orlo dell’esasperazione.
"Sicuramente lui avrà preso la dolcezza da sua madre, suo padre sembra più tutto d’un pezzo e schivo come Radish".
Così mi alzo educatamente per presentarmi.
- Salve, mi chiamo Maya, sono un’amica di Radish e Goku- dico, inchinandomi profondamente con le mani giunte come si usa fare in questi casi, mostrando il massimo rispetto ad una persona più adulta.
- Bardack- risponde lui, accennando ad un breve inchino per mera cortesia e poi si acciglia, scrutandomi attento, molto più sfacciatamente di sua moglie poco prima, la quale cerca negli occhi del suo sposo qualche sorta di approvazione.
"Ecco, ora sono definitivamente pronta a morire di vergogna, accidenti!"
- Sei la figlia adottiva del dottor Brief, giusto?- chiede lui, poggiando i gomiti sul tavolo e mettendo entrambe le mani sotto il mento. Rispondo annuendo, restandomene in silenzio.
- Tuo padre parla bene di te… e anche Kaaroth e Radish, si vocifera che tu sia la migliore del tuo corso e che ti laureerai presto a pieni voti- mi dice con un sorrisetto.
Sembra sapere più cose lui di me che io di me stessa e la cosa mi mette ancor più a disagio.
- Uhm, beh, ci proviamo ad essere i migliori- fingo, con le guance infuocate.
- Magari i miei figli avessero una testa come la tua, o come quella di tua sorella, soprattutto il minore...- lancia un’occhiata oltre me, vedendo che Goku si allontana dalla conversazione furtivamente.
- Fortunatamente, abbiamo dei validi aiuti- lo vedo sorridere impercettibilmente, nonostante l’espressione rimanga dura e granitica, mentre sento dei passi svelti alle mie spalle.
- Maya, che bella sorpresa!-
"Ecco cosa intendeva Bardack con validi aiuti..."
Chichi mi viene incontro e mi abbraccia, mentre io resto immobile, sorpresa, assolutamente sconcertata dalla sua gioia nel vedermi. Velocemente faccio un tour mentale di tutte le volte che io e Chichi ci siamo incontrate e l’unica cosa che ricordo sono fuoco, fiamme, frecciatine e, sabato scorso, discussione con tanto di pubblico. Non ricordo una sola volta in cui ci siamo salutate così amichevolmente.
"Sarà bipolare la tizia..."
- Radish sta arrivando- annuncia Goku in tono neutro, mentre io e la sua ragazza ci stacchiamo dall’abbraccio e la mia espressione è sempre più indecifrabile.
- Ciao Chichi… che bello vederti...?- mormoro mentre un grosso punto interrogativo mi si dipinge sul volto.
- Peccato che non possiamo unirci a voi oggi, a fare un bel bagno rilassante in piscina intendo, sai com’è, domani c’è il famoso esame…- comincia, mostrandosi fin troppo stucchevole.
- Ah, ci siamo allora- dico a Goku, fregandomene altamente di lei che fa la finta amica con me.
- Già- risponde lui, sempre con lo stesso tono.
- Se non fosse stato per questa signorina, Kaaroth domani avrebbe detto addio alla sua palestra, ancor prima di firmarne l’atto di proprietà- ci interrompe ironico suo padre.
- Ma no, ha fatto tutto da solo, io sono stata solo di supporto, vero amore?- dice lei con fare civettuolo.
Cosa hanno appena udito le mie orecchie. Lo ha chiamato davvero amore, davanti ai suoi genitori senza un minimo di ritegno.
"Quando racconterò ai miei questa scenetta, sarà esilarante!"
Cala nuovamente il silenzio in cucina, quando finalmente il fratello maggiore decide di degnarci della sua presenza. Anche lui senza maglietta come Goku. Ovviamente.
- Ciao, tesoro- mi dice suadente non appena mi vede.
"Ok, questo non è decisamente da Radish... Sembra di essere in uno degli episodi da brividi di Benvenuti in manicomio
Senza avere neanche il tempo di guardarlo ad occhi sgranati, Radish si avvicina, mi prende e mi stampa un bacio mozzafiato davanti a tutti i presenti.
Purtroppo anche se volessi divincolarmi e urlare, lui mi tiene incatenata a sé e capirete, che è difficile staccarsi da un colosso del genere, per quanto possa lottare.
Quando ci stacchiamo, la faccia di Goku è simile a una pentola a pressione sull’orlo di esplodere.
- Torniamo a studiare, Chichi?- chiede seccato, interrompendo l’imbarazzante silenzio venutosi a creare.
Io, intanto, sono ancora sconvolta e sudata, per di più incapace di formulare un pensiero logico. Se ci fosse una botola in cui sprofondare in questo momento, la utilizzerei volentieri.
Questa dimostrazione eclatante di Radish davanti a tutti mi ha provocato una reazione di nervosismo, non solo per il suo stritolarmi in modo così rude, ma soprattutto averlo fatto davanti alla sua famiglia, che tra l’altro ho appena conosciuto, mi ha messa in una posizione assolutamente sconveniente.
"Che penseranno ora di me?"
- Va bene...- esordisce Gine mostrandosi allegra e togliendo tutti dall’impaccio.
- Credo che Maya sia qui per vedere la piscina, giusto Radish?- chiede al figlio, perdendo via via l’entusiasmo e non capisco il perché.
- Sì, questo pomeriggio lo dedichiamo a noi- risponde alla madre senza staccarmi gli occhi di dosso, mentre io cerco di non guardarlo.
- Fammi strada- mi limito a dire, riprendendo un po’ di lucidità.
Prima di uscire nuovamente in giardino, mi congedo cordialmente dai suoi genitori
- Grazie per la limonata, era squisita e…è stato un piacere conoscervi- dico guardando sia Gine sia Bardack, inchinandomi nuovamente.
- Il piacere è stato nostro, cara- risponde la donna sfoderando un meraviglioso sorriso e, nel farlo, noto che ha lo stesso di Goku.
Appena siamo lontani da occhi e orecchie indiscrete, Radish inizia a ridere, mentre io cerco qualsiasi cosa intorno a me da potergli lanciare dietro, ma senza successo.
- Ma ti sei ammattito?! Quando avevi intenzione di dirmi che c’erano anche i tuoi?!- chiedo stridula
Lui non smette di ridere, deve essersi parecchio divertito poco fa, per sbellicarsi in questo modo.
- Poi mi spiegherai cosa ci trovi di tanto divertente- gli dico stringendo gli occhi a due fessure
- Tanto per cominciare, mi sarei vestita in modo più appropriato!- gli faccio notare, indicandomi addosso
- E poi… amore mio…?- chiedo tra il nervoso e l’incredulo, in una domanda retorica.
Lui continua ad ignorarmi deliberatamente e mentre cammina sicuro davanti a me, con i suoi lunghi capelli neri che ondeggiano, cerco di raccogliere le forze mentali e fisiche per affrontare questo pomeriggio che si prospetta tanto lungo quanto rovente e non mi riferisco al meteo...
Più ripenso alla scena di pochi minuti prima, più mi va il sangue al cervello e il suo ridermi in faccia non mi aiuta per niente, così con poche falcate, lo raggiungo nuovamente, pronta a rincarare la dose.
- Come ti è saltato in mente di darmi quel bacio da film davanti a tutti? È stato assurdamente imbarazzante!- sottolineo
- Scusa, non pensavo ti scaldassi tanto- mi dice alzando le spalle, smettendo finalmente di ridere
- Usciamo da un po’, passiamo del tempo insieme, mi sembra chiaro che ti consideri la mia ragazza- conclude ovvio
- Cosa? La tua…? Nono bello, io non l’ho mai detto- rispondo subito in mia difesa, come se fosse una decisione di vitale importanza che non mi ha lasciato il tempo di prendere e, in effetti, è esattamente così.
Lui si gira a guardarmi interrogativo, in attesa di una qualche spiegazione.
- La cosa è un pochino più complicata di quello che sembra e poi mettersi insieme deve essere una decisione ponderata, da parte di entrambi- gli faccio notare, calcando volutamente l’ultima parte della frase, lui sembra non ascoltarmi e si tuffa in piscina. Io sospiro pesantemente, rassegnata, mentre lui riemerge.
- Parlo sul serio, Radish- gli dico in una sorta di preghiera, accovacciandomi di fronte a lui, sul bordo della grande vasca, sperando di avere per un attimo la sua attenzione nell’affrontare un discorso più serio.
- Mi hai messa in una situazione di profondo imbarazzo e non mi è piaciuto- ripeto ancora
Lui si appoggia con le braccia al bordo della piscina e mi guarda, poi fa quel suo sorrisetto da stronzo.
- Hai ragione, non dovevo, dovevamo prima discuterne insieme, ma ho agito d’istinto, devo essere condannato per questo?- chiede alzando un sopracciglio
- Se stai cercando di fare l’innocente, sappi che con me non funziona- lo metto in guardia arricciando le labbra.
- Non volevo farti arrabbiare, ti chiedo scusa- ribatte lui, più convinto, mentre io continuo a guardarlo male
- Puoi perdonarmi?- chiede dolce, sperando di sciogliere la mia barriera fatta di broncio e braccia conserte.
- Ecco, adesso somigli molto a Vegeta in questa posizione- mi dice, sfoderando un altro sorrisetto shembo
Quella battuta mi fa scoppiare a ridere, poi mi abbasso ancora di più verso di lui.
- Quindi mi perdoni?- sussurra contro le mie labbra
- Dammi un po’ di tempo per pensarci su- gli comunico ferma, senza muovermi di un millimetro.
- Guarda che non ne hai molto, le lancette corrono e io non sono esattamente un tipo famoso per la mia pazienza- mi mette al corrente, buttandosi indietro la lunga chioma corvina.
- Allora va bene, se le cose stanno così, giro i tacchi e me ne torno a casa- dico sicura e faccio per alzarmi
Lui mi afferra piano per un braccio, stringendo pochissimo la presa intorno al mio polso, per poi scendere verso la mano.
- Facciamo pace? Dai, fidati...- mi dice in un soffio
Io stringo gli occhi a due fessure e lo osservo, lui sta per ridere, ma cerca di mantenere un’espressione seria.
La parola “fidati” che esce dalla sua bocca sembra essere una grande presa in giro, non so il perché. Esattamente il contrario della sensazione che mi provoca quando viene pronunciata da Goku, in una delle sue preghiere a stare proprio lontana da suo fratello.
- Solo per questa volta!- rispondo puntandogli contro un dito e, senza che me ne renda conto, mi tira in piscina con sé, con i vestiti e soprattutto con le scarpe.
Quando riemergo, lui è di nuovo lì a ridersela di gusto.
- Sei proprio uno stronzo, lo sai?- gli urlo, cercando di valutare i danni che ha provocato. Mi sfilo i vestiti e gli do una veloce strizzata, lanciando sguardi inceneritori a Radish.
- Sei tu che ci caschi facilmente, non è un problema mio- mi dice divertito
- Io non me ne approfitterei se fossi in te, so essere anche molto pericolosa- gli faccio notare
- Ottimo, ora si che ragioniamo! Mi piacciono le tipe toste, sai?- butta lì, avvicinandosi con un solo scatto, nonostante i movimenti in acqua siano rallentati.
- Guarda cosa hai combinato!- lo ignoro, mostrandogli le scarpe zuppe d’acqua, ma lui rotea gli occhi, tirandomi il tutto dalle mani e lanciandolo su una delle sdraio di fronte.
- Quanto sei pesante! Ci sono mille gradi, tra due minuti sarà tutto asciutto-
Neanche il tempo di controllare quanto alla rinfusa sono finiti i miei indumenti, che mi ritrovo lui addosso che mi squadra con occhi colmi di desiderio.
- Molto meglio così- dice suadente per poi tirarmi a sé e baciarmi con passione, tentando di sfilarmi la parte inferiore del bikini. Io gli blocco le mani con forza, capendo dove volesse andare a parare.
- Non ti azzardare- mormoro staccandomi dal bacio
- Perché?- sussurra contro la mia bocca, restandosene ad occhi chiusi e cercando di forzare la mia presa sui suoi polsi.
- Perché no. Ci sono i tuoi, Goku, Chichi, non mi sembra il momento adatto- gli faccio notare, inventando la prima scusa plausibile, per fargli capire che non ho proprio voglia di fare sesso al momento.
- Ma non ci vede nessuno- prova a convincermi, guardandosi intorno
- Sì, ma non mi va, ok? Puoi almeno rispettare questa cosa, per favore?- gli chiedo, mostrando lo sguardo più determinato di cui dispongo e lui alza le mani in segno di resa, anche se la sua espressione non è arresa per niente.
- Ok- si limita a dire, ma neanche il tempo di finire la frase che si avvinghia di nuovo a me, baciandomi quasi con violenza, con desiderio, capendo che gli riesce decisamente difficile contenere gli istinti.
Intanto dal balconcino a poca distanza, Goku ci osserva con aria seria, a pugni stretti.
- E quindi è stato lui il fondatore di questa corrente di pensiero…- la voce di Chichi prosegue come un fastidioso brusio in sottofondo, ma l’attenzione del giovane di fronte a lei è completamente catalizzata dalla scena che si sta svolgendo in giardino.
Chichi alza gli occhi dal libro rendendosi conto che Goku è tutt’altro che concentrato sullo studio, così lei gli gira il viso nella sua direzione.
- Gli occhi a me, grazie- commenta secca, beccandosi di tutta risposta un sonoro sbuffo di Goku.
- Si da il caso che dovresti ripetere tu, non io- gli fa notare, in tono saccente.
- Grazie per ricordarmelo- risponde lui poco convinto, tornando a guardare verso la piscina me e Radish che siamo persi ad amoreggiare in modo un pochino troppo esplicito.
- Dunque, dov’eravamo...- riprende lei dopo un lungo sospiro
- Ma ti sembra normale?- chiede Goku allibito, indicando di sotto dopo neanche una manciata di secondi.
Chichi sbuffa esasperata, alzando gli occhi al cielo.
- Cosa, cos’altro c’è?!- chiede lamentosa
- Stanno per concepire un figlio in piscina, guardali!- riprende lui allibito, indicandoci stavolta con entrambe le mani. Chichi ci guarda, poi si rigira verso di lui, con espressione ovvia.
- E con ciò? Si piacciono tanto! E poi a te cosa importa di quello che fanno Maya e Radish?- chiede con poco interesse, prendendo a sfogliare nervosamente le pagine del grosso tomo sul tavolo.
Goku prende a massaggiarsi le tempie cercando di mantenere la calma, poi Chichi incrocia il suo sguardo terribilmente serio.
- Sai una cosa?- comincia Goku
- So già cosa vuoi dirmi- lo interrompe Chichi risoluta
- Non vedi l’ora di fare anche tu un bel bagno con me- dice lei, sentendo le guance imporporarsi leggermente
- Eh?- Goku è terribilmente confuso
- Andiamo, capisco appieno la tua gelosia. Loro lì...a fare quelle cose lì e noi a sgobbare sui libri, ma non appena domani sarà tutto finito, vedrai ci divertiremo da matti- assicura lei, mordendosi un labbro con fare sensuale.
- Io in realtà volevo…- comincia Goku, grattandosi una guancia, mentre Chichi lo guarda speranzosa, probabilmente in attesa di un qualche invito plateale. La scena di Goku che getta via i libri in un gesto e la prende lì su quel tavolo, si materializza sempre più nitida nella sua mente, facendole battere forte il cuore.
- Volevo dire che mi sono rotto di studiare, studio da un mese ininterrottamente- dice lui, mentre lei deglutisce il nulla, convinta che quella visione si stia per realizzare. Ma Goku scosta all’indietro la sedia con un solo rapido gesto e si alza in piedi di scatto, senza dare a Chichi neanche il tempo di replicare.
- Vado a tuffarmi anch’io, ci vediamo!- dice veloce, mentre si avvia di sotto come una furia.
Per svariati secondi Chichi rimane lì imbambolata, con i libri aperti davanti a fissare la sedia vuota di fronte a sé.
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Mentre Radish ha preso ormai possesso del mio collo inondandolo di baci, da lontano scorso la figura di Goku correre verso la piscina e sfilarsi i pantaloni nella corsa, restando solo con il costume da bagno.
- Disturbo?!- chiede retorico con un sorrisetto sfacciato. Io gli sorrido di rimando senza un motivo preciso. Suo fratello arresta subito il suo assalto sensuale, riconoscendo la voce squillante alle sue spalle.
- Perfetto. Non si può avere neanche un po’ di privacy adesso- sibila tra i denti.
Goku si tuffa volutamente verso suo fratello, schizzando acqua ovunque e poi prende a mettersi a morto a galla.
- Uuuurca, mi ci voleva proprio, temevo di finire arrosto su in terrazza- dice sollevato, godendosi il fresco dell’acqua.
- Fratellino, domani hai un esame o sbaglio?- chiede tagliente il maggiore, girandosi nella sua direzione.
- Certo, ma come dicevo a Chichi, studio da un mese se ho imparato qualcosa l’ho già fatto nelle settimane precedenti, scervellarmi così tanto adesso non credo abbia senso- dice ovvio e, in effetti, il suo discorso non fa una piega. Mentre se ne sta lì a pelo d’acqua, io non posso fare a meno di guardarlo.
È troppo perfetto, con quegli occhi chiusi e le ciglia talmente lunghe che gli sfiorano le guance, quei capelli così particolari, quel naso e quelle labbra che sembrano essere stati disegnati con un pennello, l’acqua che accarezza piano il suo corpo scolpito. Sento la pressione salire al massimo. Goku davvero non sembra essere di questa terra, anzi, di questa galassia oserei dire.
- Ha ragione, anche io il giorno prima di un esame ripetevo poco o nulla- commento, appoggiandolo, beccandomi uno sguardo glaciale da Radish.
Sa bene quanto me che la presenza di Goku guasta i suoi loschi piani per il pomeriggio e poi, scaltro com’è, ha capito perfettamente che quando c’è suo fratello in giro, la mia attenzione è totalmente catturata da lui.
- Ecco, se lo fa un genio come Maya, posso farlo anche io- dice Goku
- Appunto perché lei è un genio e tu no- gli fa notare Radish
E mentre i due battibeccano come due ragazzini, vediamo arrivare anche Chichi da lontano, se pesasse qualche kilo in più, credo la terra tremerebbe in questo momento sotto i suoi passi.
Si mette con le mani in fianco a bordo piscina, incazzata nera, aspettando che Goku si accorga di lei, ma vedendo che il ragazzo non sembra essere minimamente disturbato dalla sua figura che gli fa ombra, decido di salvare almeno in parte la situazione.
- Mi sa che si mette male per te, Goku- mormoro, indicando con lo sguardo Chichi alle sue spalle
- Tu!- indica Goku fumante di rabbia, quasi è bordeaux, fa paura persino a me. Goku si gira a guardarla in quel momento, l’espressione tranquilla.
- Ah, allora non sei andata via, unisciti a noi, dai!-
Chichi adesso è paonazza, se fosse possibile per un essere umano raggiungere questa gradazione di colore.
- Sei un maleducato!!!- sbotta, livida di rabbia.
- Primo, perché sai bene che non ho il costume da bagno con me. Secondo, perché mi hai lasciata lì con i tuoi libri! Sono modi di comportarsi, secondo te?- chiede in preda alla collera
- Oh già, beh in effetti...- mormora Goku, grattandosi la nuca in imbarazzo
- Basta, ho chiuso, me ne vado!- conclude, voltandosi e facendo per andarsene.
Goku, capendo di aver un tantino esagerato, parte all’inseguimento della ragazza, sperando di riuscire a rimediare.
- Dai, aspetta, non pensavo ti arrabbiassi così, ma davvero fa un caldo insopportabile, non ce la facevo più!- cerca di giustificarsi, correndole dietro
- Ti odio quando fai così!- la voce di Chichi riecheggia pesantemente in tutto il giardino, mentre Goku la rincorre mormorando pessime scuse.
- Corri, non fartela sfuggire!- lo esorta il fratello, non aspettando altro che rimanere nuovamente da solo con me.
- E allora? Dove eravamo io e te?- chiede Radish, avvicinandosi nuovamente alle mie labbra.
- Proprio da nessuna parte- ribatto vaga
“Cercavo di tenere i tuoi tremendi tentacoli al loro posto, ecco dove eravamo…”
Dopo un po’ Goku fa ritorno e Radish sembra non apprezzare per niente la presenza del terzo incomodo, soprattutto se si tratta di tuo fratello.
- Eccolo che torna- mormora infastidito quello più alto
- Scusate, permesso- cerca di farsi strada Goku, mentre nuota con ampie bracciate. Radish ha proprio la faccia di uno che vorrebbe riempirlo di botte.
- Chichi si era calmata?- domando, col tentativo di stemperare questa strana tensione che si sta venendo a creare.
"Possibile che ogni volta che ci troviamo noi tre bisogna metter su questo teatro?"
- E’ fatta così, sempre nervosa. Non sapevo più come dirglielo che stavo morendo di caldo, ma sembrava non capire- cerca di chiudere il discorso in fretta. Chichi deve essersela presa parecchio.
- Sai che abbiamo due vasche da bagno e tre docce in casa?- chiede Radish retorico
- Certo e allora?- risponde Goku
- Se volevi solo rinfrescarti perché non usare una di quelle?- incalza a denti stretti trattenendosi dal dargli un pugno, e sperando sempre che si levi di torno. Goku, di tutta risposta, gli fa un sorrisetto di sfida
- Oh andiamo, sai che mi piace avere compagnia- lo sfida il minore
- Questa me la paghi, Kaaroth- sibila sottovoce Radish

 

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Capitolo 15
*** Punti di vista ***


CAPITOLO 15:

Verso le 18 accampo una scusa per andare via, visto che ormai sono esausta di tenere a bada le mani lunghe di Radish che sembra essere diventato più insistente con la presenza di Goku. E inoltre, non sopporto questo continuo beccarsi fra i due.
- Ci vediamo domani?- chiede Radish, accompagnandomi fuori dal cancelletto, mentre è intento a legarsi in una coda i lunghi capelli.
- Credo di sì, ci sentiamo- butto lì vaga
- A più tardi- mi saluta lui
Faccio per andare via, ma mi tira di nuovo a sé per baciarmi.
- Te ne andavi senza il bacio della buonanotte?-
"Ancora, devo avertene dati un miliardo da quando sono arrivata..."
Lo accontento e poi vado via, regalandogli un tirato sorriso prima di voltare l’angolo.
Il tramonto sulla breve strada verso casa fa sembrare la mia ombra sull’asfalto così lunga ed esile e mi torna in mente il ricordo di me bambina che gioca a campana insieme a Bulma. Sospiro, pensando al movimentato pomeriggio appena trascorso.
I comportamenti di Goku non hanno fatto altro che mandarmi ancora più fuori di testa, se è possibile, insinuando in me dubbi e confusione senza precedenti.
Ripenso al suo aver tentato di tutto, pur scherzando, per tenermi lontana da Radish, persino lasciare Chichi come un’idiota da sola e correre in piscina. Nonostante il tutto si è svolto in modo molto leggero ed esilarante, Goku sembra essere sempre più convinto di quello che dice. Mettersi fra me e suo fratello, prima che le cose si facciano più serie, è diventata più o meno la sua missione. Missione che gli sta riuscendo egregiamente, visto che mi ha praticamente salvata dai continui assalti di Radish.
Capisco che gli uomini hanno certi bisogni e se usciamo da qualche settimana potrebbe essere anche normale passare allo step successivo, ma io non me la sento ancora. Non sento di conoscerlo come vorrei e non voglio farlo. Il solo pensare a me e lui che facciamo sesso mi mette un’ansia terribile.
Mi trascino dentro casa e, non vedendo nessuno in giro e grata di sfuggire per una volta ai pettegolezzi, decido di entrare dalla porta sul retro con tutta l’intenzione di farmi una doccia infinita.
Riesco a vedere gli altri solo una volta scesa giù in sala per la scena, dove mi tocca sorbirmi mia sorella in preda ad uno dei suoi momenti di pura gioia, nel raccontarmi il pomeriggio passato in compagnia di Vegeta. Notizia che mi sconvolge non poco.
"Che si sia definitivamente sciolto?"
Nonostante da sempre un po’ mi infastidiscano i suoi modi così esagerati da adolescente, nel vivere e raccontare le cose, la felicità che leggo negli occhi di mia sorella annulla ogni altra preoccupazione. Così, dopo cena, quando fumiamo la solita sigaretta in solitudine, sembra il momento giusto per parlare di quello che mi è successo durante la giornata appena passata con Radish.
"Sento di poter esplodere se non tiro fuori tutto ciò che ho vissuto oggi!"
Le racconto di quanto mi sia sentita in imbarazzo con i genitori, del fatto che Goku non mi abbia persa di vista per tutto il tempo e di come mi senta forzata a fare qualcosa che non voglio.
- Però, le intenzioni di Radish sono molto chiare- commenta Bulma, inarcando le sopracciglia
- Già, sembra avere un’insegna luminosa sulla testa che dice “FACCIAMO SESSO SELVAGGIO” è difficile non leggerla- rispondo ironica, storcendo il naso.
- E ti senti bloccata perché?- domanda ancora, forse non del tutto convinta di aver capito il perché del mio disagio e io sbuffo sonoramente.
- Non lo so, un po’ per Goku, un po’ perché lui sembra perdere tutta la dolcezza e la galanteria quando si attacca addosso. Come se volesse… costringermi…- sottolineo, ammettendo che forse ho usato un termine un po’ pesante.
- Beh, gli hai detto che non ti senti ancora pronta, no? Forse pensa che sei vergine- osserva ovvia mia sorella, mentre lascia cadere il mozzicone all’interno del portacenere.
- Sa bene che non lo sono, gli ho raccontato di Tenshinhan- la informo
- Allora per questo fa un po’ di pressione, potrebbe sembrargli strano per te non voler andare oltre, credo sia normale- continua lei
- Non lo so, è insostenibile- ammetto arresa
- Inizia a non piacermi questo suo atteggiamento, mi fa sentire, esposta. E poi oggi davanti ai suoi, tutto quello che ti ho raccontato, è stato così imbarazzante- ricordo ancora, portandomi le mani al volto.
- Su quello hai ragione- accorda
- Ci sono tanti modi per dimostrare a una persona che ti piace, non c’è solo quello fisico- le faccio notare, tornando al mio punto di vista
- Parlagli, vedrai che capirà, è abbastanza adulto- conviene, allargando le braccia con ovvietà.
- Speriamo- concludo, con un sospiro, poi cerco di cambiare argomento.
- E tu? Come sei messa? Cos’hai provato nel baciare Vegeta?-
Mi rivolge uno sguardo eloquente restando in silenzio, come se fosse restia a rivelarmi delle cose.
- Ebbene? Sono ore che si parla di me, ti prego raccontami altri pettegolezzi- la imploro
- Ti suonerà parecchio strano, ma Vegeta è un po’ all’antica- comincia, restando sul vago
- All’antica intendi che...- riprendo con cautela, ma lei mi interrompe
- Intendo che non mi ha neanche baciata- ammette, quasi stupita della sua stessa confessione
Io scuoto la testa, incerta di aver afferrato il concetto.
- Come neanche baciata?- domando quasi scioccata
- Quello che hai sentito, ti scongiuro non farmelo ripetere, è già demoralizzante così- lamenta lei
- Scusa e avete passato il pomeriggio semplicemente a parlare senza scambiarvi effusioni? Sembra quasi un miraggio- osservo affranta, ripensando alle mie ore pomeridiane.
- Esattamente. Sai mi raccontava delle origini reali e cose così e forse segue una sorta di codice d’onore, qualcosa del genere…- cerca di giustificarlo lei, con un’alzata di spalle.
- Beh, almeno da questo punto di vista può essere un vantaggio, un po’ ti invidio sai?- le confesso
- Dici così perché non ti sei trovata nella mia situazione- si affretta a farmi cambiare idea
- Guarda che è abbastanza imbarazzante essere così vicini e non baciarsi, anzi direi frustrante, perché ho dovuto far appello a tutte le mie forze per non saltargli addosso!- dice stridula, facendomi scoppiare a ridere
- Allora direi che abbiamo sbagliato tutto- dico catturando la sua attenzione.
- Sarei dovuta uscire io con Vegeta e tu con Radish che sembra un ragno, gli spuntano otto braccia quando siamo insieme, avresti apprezzato- mormoro con una leggera punta di disgusto nel tono della voce, Bulma resta in silenzio guardandomi, poi cerca di tirarmi su.
- Almeno sai che ti desidera, io potrei anche pensare che Vegeta non sia attratto dalla mia bellezza, ma solo dal mio cervello- dice facendo spallucce
- E la reputi una cosa da niente? Preferirei di gran lunga un amore platonico, invece del festival della mano morta- commento, stizzita.
- Perdonami, ma posso almeno sapere il vero perché del fatto che sei sempre così frenata con Radish? Davvero però, a me lo puoi dire e lo sappiamo tutte e due che non è solo perché ti danno fastidio i suoi atteggiamenti- mi fa notare, prendendo nuovamente il discorso e, come sempre, mia sorella ha colto nel segno.
- Te l’ho detto, è complicato, c’entra sempre tutta la faccenda del sogno, di me che mi sento legata a Goku e che non riesco ancora a fidarmi al 100% di Radish e, purtroppo, più cerca di fare il maniaco, più sortisce l’effetto contrario- commento delusa, spegnendo a mia volta la sigaretta.
- D’accordo, ma ti conosco, per quanto tu possa essere una ragazza di sani principi, non ti saresti mai fatta tutti questi problemi da questo punto di vista-
La lascio continuare, restando in silenzio.
- E’ vero che hai fatto aspettare Tenshinhan, eri una ragazzina e ci poteva anche stare, però se ti fosse capitata un’ occasione con un ragazzo che ti fosse piaciuto davvero, non credo avresti esitato così tanto- osserva ovvia.
- Già, può essere, però credimi sono confusa al massimo- ammetto sospirando
- E’ proprio questo che mi spaventa, Bulma, Radish non sembra il tipo da accettare un rifiuto- sputo fuori e lei mi fissa seria.
- Se non fosse stato per Goku e il suo continuo disturbarci oggi, avrei finito per farlo controvoglia- la metto al corrente e lei non cambia per nulla espressione.
- Ti ripeto, dovresti parlarci Maya, ma con convinzione- sottolinea, in tono conciliante.
- Prova a fargli capire cosa senti e che al momento non sei pronta ad andare a letto con lui. Ti considera la sua ragazza, no?- chiede retorica e io annuisco
- Ha detto così davanti alla famiglia al completo e in una coppia si discute di certe cose, ci si confronta…- suggerisce
- Io credo che non gli sia neanche tanto chiaro il concetto di coppia di per sé, mi sa che su al Nord non è mai stato con nessuna in una relazione seria- mormoro poco convinta
- E’ come se seguisse soltanto un qualche istinto primordiale/animalesco e volesse scopare a tutti i costi! A pensarla in questi termini, quasi mi sale la nausea- sbotto, portandomi le mani alle tempie.
- Ora non esagerare, non credo che alla sua età il ragazzo sia infoiato come un quindicenne in piena crisi ormonale. Avrà avuto le sue grandi notti, del resto, è comunque un bel pezzo di manzo- conviene alzando un sopracciglio
- Non ne abbiamo neanche mai parlato delle sue storie precedenti!- le dico allibita, allargando le braccia
- Di certo se si comporta così con tutte le ragazze, a meno che non trovi una ninfomane affamata di sesso, dovrà accontentarsi di avere sempre avventure. Io non sono così- dico scuotendo energicamente la testa, mentre Bulma sente che il discorso richiede un’altra sigaretta.
- E’ anche questo! Io non so praticamente niente di lui- ammetto facendo spallucce
- Come faccio a dire che è il mio ragazzo, se so poco o nulla sul suo conto?- chiedo, in preda ad una delle mie crisi.
- Anche questo è vero, però sai bene quanto me che una profonda conoscenza viene col tempo, immagina molte persone si conoscono sull’altare e si innamorano comunque dopo un po’-
"Ha sempre la risposta pronta..."
- Certo, ma purtroppo la vita reale non è come i film che vediamo in tv e io non voglio assolutamente fare quella fine!- chiudo il discorso con fermezza
- D’accordo, ti faccio un altro esempio- esordisce, mettendosi comoda
- Se fosse Goku a comportarsi così, a farti queste avances così esplicite, tu che penseresti?-
La sua domanda così mirata mi manda definitivamente in tilt.
- Gli daresti il beneficio del dubbio e cederesti, solo perché una parte di te pensa che lui sia il tuo sogno da venti lunghi anni, o aspetteresti?- domanda con fare indagatore.
Resto in silenzio abbassando lo sguardo, incapace di trovare una risposta sensata che possa reggere quella domanda.
- Neanche Goku conosci, Maya, dopotutto. E se fosse peggio di Radish?- domanda ancora mia sorella
- Lo vedo come si comporta con Chichi e… come si comporta con me, soprattutto ultimamente- rispondo in tono sommesso
- Tra noi qualcosa c'è e non lo sento solo io…- le dico convinta, incrociando il suo sguardo
- D’accordo, ma se così non fosse e fosse solo frutto della tua fantasia? Rischieresti tutto per una sensazione?-
Il silenzio aleggia minaccioso per qualche secondo su di noi.
- Per Goku sì, lo farei- rispondo sicura delle mie parole, mentre vedo la sorpresa dipingersi sul volto di Bulma.
- Direi che siamo oltre…- dice dopo un lungo sospiro con un sorrisetto enigmatico.
- Sarebbe a dire?-
- Maya...tu lo ami- risponde, asciutta
- Non dire sciocchezze- mi affretto a dirle, ma lei mi interrompe subito.
- Sono seria-
Il suo tono mi costringe a restare in silenzio.
- Queste sono parole di una persona innamorata, per questo non riesci a lasciarti andare con Radish, perché ami un altro. È molto semplice-
In effetti, il suo discorso non fa una grinza, anche se mi fa molta paura ammetterlo apertamente.
- Ascolta, io ti sosterrò sempre, ma cerca di fare chiarezza dentro di te prima possibile, prima che qualcuno si faccia male, tu più di tutti, d’accordo?-
- Forse hai ragione tu, come sempre- dico tenera, lei fa per alzarsi e stiracchiarsi
- Lo so, me ne vado a letto ora, è stata una giornata interessante!- dice sorridendomi, io la ricambio
- E fila anche tu che è tardi, ok?- suggerisce a mo’ di mammina.
- Sì, ti seguo-
Ci salutiamo fuori dalle rispettive camere e poi io mi sistemo a letto.
Prima di chiudere gli occhi, mando un messaggio a Goku, dopo svariati minuti di lotta interiore riguardo al fatto di scrivergli o meno.
Maya: in bocca al lupo per domani.
E poi crollo in un sonno profondo, senza neanche aspettare la sua risposta.

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Capitolo 16
*** Le cattive notizie non viaggiano mai da sole... ***


CAPITOLO 16:

Venerdì.

Bulma e i gemelli si sono svegliati di buon ora, con una voglia matta di andare al mare. Loro almeno, io mi sono svegliata con una sgradevole sensazione allo stomaco, che con il passare delle ore è solo peggiorata, soprattutto quando l’invito per questa mattina è stato esteso anche a Radish e Vegeta, i quali hanno elegantemente glissato dicendo che avevano delle ricerche da fare in laboratorio.
"Meno male..."
Goku invece è al campus a sostenere il suo famoso esame e sicuramente Chichi sarà lì con lui, immagino abbiano fatto pace dopo la piazzata in piscina di qualche giorno fa. Ha visualizzato il messaggio che gli ho scritto ieri sera, ma non ha mai risposto. Non sembra il tipo che si fa prendere dall’ansia per un esame universitario, tanto da ignorare Whatsapp, eppure mi sarei aspettata anche solo un semplice “grazie”. Mi perdo per un attimo a pensare a come sarebbe questa giornata se ci fossi stata io lì con lui, però poi scaccio subito l’immagine dalla mia mente, per non sentirmi peggio.
"Ormai è diventato un’ossessione, più di ciò che era o sempre stato..."
Facciamo di tutto per evitarci, lui soprattutto, però quando gli sono intorno e, ancor di più in presenza di suo fratello, si comporta come se volesse proteggermi.
Non risponde ai miei messaggi, eppure quando ci troviamo insieme, ovunque siamo cerca sempre il mio sguardo. Non so proprio più come pormi nei suoi riguardi, è diventato così difficile averci a che fare. E tutto ciò, fa solo un male al cuore terribile e aumenta il mio stress.
Apro gli occhi per aiutarmi ad abbandonare quel pensiero e guardo C e Bulma in riva al mare che giocano a racchettoni, mentre James è disteso accanto a me, con i suoi immancabili occhiali da sole e il suo inseparabile I-Phone.
Do un’occhiata di tanto in tanto al mio cellulare, come fossi in ansia di sapere qualcosa, nel mentre ignoro (come sempre) volontariamente i messaggi che Radish mi scrive in privato, alludendo ad un appuntamento galante, noi due soli, che avrebbe avuto luogo quella sera.
Mi sto prendendo del tempo per rispondergli, perché non so proprio cosa fare.
- Hai saputo la novità?- chiede James interrompendo il solito flusso di coscienza che va in onda nel mio cervello più spesso di quanto voglia ammettere.
- Cosa?- rispondo automaticamente.
Gira il cellulare verso di me e io mi avvicino per guardare meglio, visto che il sole oscura lo schermo.
- E’ Tenshinhan?- domando in tono sorpreso e James si limita ad annuire.
L’immagine di Instagram ritrae lui con una ragazza, la quale gli da un fortissimo bacio sulla guancia.
- Fresca fresca, postata da lui questa mattina, ma quando l’ha conosciuta, stanotte?- mi dice retorico, alzando un sopracciglio.
- Magari sono solo amici, in ogni caso sono felice per lui- concludo, alzando le spalle.
- Ed è anche molto carina… forse troppo- continua il moro serio, andando a spiare il profilo della tizia in questione.
"James è così pettegolo, certe volte..."
- E dai, non sembrerebbe, ma Tenshinhan è pieno di qualità- gli faccio notare, scrollandomi la sabbia dalle gambe.
- E’ divertente, molto dolce, sapeva sempre cosa dire. Parlava tantissimo, a volte troppo- ricordo sorridendo, ripensando a uno dei bei momenti passati insieme, che forse a James non ho mai avuto occasione di raccontare. Del resto i gemelli, passando solo con noi il periodo estivo, hanno avuto poco tempo a disposizione per conoscere il mio ex, o quello di Bulma.
- Ricordo quando rinunciai a fare il test a medicina, mi ero persino presentata in aula, poi prima che chiamassero il mio nome, sono scappata via, credendo fosse il più grande errore della mia vita- comincio, ad occhi bassi.
James si mette in ascolto, girandosi completamente verso di me.
- Sapevo bene di voler studiare altro eppure avevo quest’altra passione, mi feci prendere dal panico- dico scuotendo la testa, completamente persa nel viale dei ricordi.
- Stavo così male quel giorno e lui, per farmi sentire meglio, mi portò nella mia pizzeria preferita, sapeva esattamente cosa mi ci voleva in quel momento- continuo, nostalgica.
- Parlammo tanto, passeggiammo per ore sul lungomare, cercò di distrarmi e farmi ridere in qualunque modo e ci riuscì. Poi, d’improvviso, la sera in macchina mi spensi. Ma non ero stanca, ero solo troppo triste per ammetterlo anche a me stessa. E me ne stetti zitta. Tenshinhan non parlò. Conoscendo il mio stato d’animo, rimase in silenzio anche lui, per tutto il viaggio di ritorno. Muti, senza dire una sola parola, soltanto la radio in sottofondo…-
James rimane zitto per lasciarmi continuare.
- Credevo non mi sarei mai liberata da quella tristezza, eppure, col senno di poi riflettendoci avevo un pizzico di felicità e non lo sapevo- concludo sospirando, mentre mio cugino mi osserva serio.
- Avevo un ragazzo che mi amava e che io ricambiavo, tanti amici e quelli fortunatamente ancora non mi mancano, un piano B universitario già pronto all’uso, non c’era niente che non andasse...-
Lascio che il silenzio cali tra noi per qualche istante, prima di riprendere il racconto.
- Però non mi è bastato- concludo secca, guardando James.
- Solo che adesso, ripensando a quei momenti, sto uno schifo per non averli apprezzati allora, considerando i casini che sto combinando oggi- riprendo, dopo un lungo sospiro.
- Perché dici così, Maya?- chiede lui, drizzandosi a sedere sul telone per ascoltarmi meglio, rabbuiandosi di colpo.
- Non so, sento che sto incasinando tutto, tutto quanto- 
- Parli sempre della situazione con Radish? Ascolta se non sei più sicura di niente, se non ti piace come credi ora che lo stai conoscendo meglio, tronca, lascia perdere, ma che ti frega!- sbotta, leggero, in effetti deve essersi davvero rotto le scatole di ascoltarmi.
- Vorrei tanto farlo…- comincio per poi sospirare, ancora.
- Ma è una cosa che mi spaventa un po’- ammetto, mentre James assume un’espressione corrucciata.
- Hai paura che possa prenderla male?- domanda in un soffio.
- Beh, sì, ma male male… mi spiego…?-  confesso a James un po’ preoccupata. Lui, di rimando alza un sopracciglio in cerca di delucidazioni.
- Qualche due di picche lo avrà preso il tipo nella sua vita, ti pare? Non sarai di certo la prima- mi fa notare con ovvietà.
- Sicuramente, ma mettiamo caso che così non fosse...- chiedo, stavolta ancora più preoccupata.
- Non so, non mi piace come mi guarda quando lo rifiuto- sottolineo, sentendo inspiegabilmente i brividi salirmi lungo la schiena.
- Hai paura che possa farti qualcosa?- chiede piano lui ad occhi sgranati, capendo realmente dove voglio andare a parare.
- Una serie di sensazioni che non mi piacciono mi dicono questo- confesso.
- Ascolta, secondo me, dovresti affrontare l’argomento con lui in maniera un po’ più articolata- propone lui.
- E’ la stessa cosa che dice Bulma- rispondo arresa.
- Forse ti fa paura perché sembra che stia correndo un po’ troppo, no? Tutta quella scena davanti ai suoi, questo forzarti a determinate cose...- comincia a fare una lunga lista di situazioni che sembrano tutte azzeccate.
- Sto accarezzando l’idea che tutto questo faccia parte di un suo perverso piano per far ingelosire Goku- gli dico.
- Sì, ma inizia a diventare una rottura questa rivalità tra fratelli, da quanto va avanti, settimane forse? E di certo non puoi pagarne tu le spese, se hanno un conto in sospeso devono risolverla tra loro, senza coinvolgere te o chiunque altro- risponde sicuro mio cugino.
- Sono d’accordo- convengo con lui.
In quel momento un messaggio su Whatsapp ci interrompe.
"Spero tanto sia Goku che mi dica dell’esame..."
Afferro il cellulare velocemente, ma è Radish e quando vedo la sua notifica, cambio completamente faccia, mentre James mi osserva con i suoi penetranti occhi ghiaccio.
- E’ lui, no? Come pensavo, hai totalmente cambiato espressione- esordisce, continuando a scrutarmi serio.
- Maya, questa persona pare sia tossica per te. Non ti fa stare bene, proprio no e un po' mi sento in colpa per averti spinta tra le sue braccia...- dice scuotendo la testa.
- E’ così evidente?- gli chiedo quasi supplichevole, mordendomi un labbro.
- Lo vuoi un consiglio? Serio, stavolta, niente battutine, niente puttanate-
Lo ascolto
- Parlagli-
- Questo lo abbiamo già detto...- commento ovvia, ma lui muove velocemente il dito davanti al viso, in segno di diniego.
- Solo così riuscirai a capire davvero cosa prova e, se è talmente troglodita da non voler affrontare l’argomento e vuole soltanto scopare, ma dando la dimostrazione di essere un ragazzo modello davanti alla sua famiglia, deve smetterla di giocare con te e devi essere tu a farglielo capire- conclude risoluto.
Io annuisco
- Se le cose stanno davvero così, non vale la pena Maya, nemmeno per divertirsi un po’ con una persona del genere- suggerisce preoccupato.
- Hai ragione...-
- Ora, però, se mademoiselle vuole farmi l’onore…- dice alzandosi dal lettino e porgendomi il braccio.
- Io andrei a farmi un bagno, perché sto per sciogliermi, dai andiamo- mi invita sorridente.
- Va’ avanti, arrivo subito- gli dico.
- Non farci attendere molto, vado a vedere quelle due stronze che combinano senza di noi- mi fa l’occhiolino, per poi cominciare a correre verso la riva.
Da lontano vedo Bulma che mi fa cenno di andare verso di loro, quando il telefono comincia a squillare insistentemente. Arresa al fatto di non poter evitare Radish per sempre, rispondo senza fare molto caso al numero sul display.
- Pronto?- rispondo alquanto scocciata.
- Maya?- la voce che chiama il mio nome non la riconosco a primo acchitto, così sposto un attimo il telefono dall’orecchio per guardare il numero da cui arriva la chiamata, non riconoscendo poi neanche quello.
- Maya Gonzaléz?- chiede ancora la voce, con un forte accento portoghese, già stranita dal fatto che il mio nome venga ancora accostato al mio cognome di nascita.
- Sono io, chi parla?- chiedo curiosa, ma allerta.
- Mi chiamo Luana, sono la collaboratrice di sua zia-
La lunga pausa che la donna prende dall’altro capo del telefono, mi costringe a chiedere spiegazioni riguardo quella strana, quanto inaspettata chiamata.
"E poi perché non è Elizabeth a chiamare?"
- Va tutto bene? Elizabeth?- chiedo leggermente in ansia e, la sconosciuta, di tutta risposta sospira.
- La signora è tornata alla casa del Padre un’ora fa- conclude rassegnata, mentre stavolta sono io a restare in silenzio.
Senza che neanche me ne renda conto e in modo totalmente inaspettato, vengo colta da un pianto incontrollabile. Le lacrime fuoriescono da sole e sfuggono al mio controllo, facendomi tirare su col naso più di una volta.
- Le mie più sentite condoglianze- si sente di dire la donna, percependo il mio stato d’animo piuttosto scosso.
- Grazie- mi limito a rispondere
- Elizabeth mi diceva che lei vive in Giappone adesso e che è l’unica erede della boutique- riprende lei, dopo avermi dato qualche secondo per sfogarmi.
- Sì, è così- rispondo asciugandomi il viso e schiarendomi la voce.
- Capisco che per lei sia complicato raggiungere Rio al momento, dunque le faremo capitare i documenti per la successione e quant’altro tramite e-mail, lei ha già un avvocato?- chiede assumendo d’un tratto un tono formale.
- Mio padre… cioè il mio padre adottivo, gestisce una grossa azienda, potrà mettersi in contatto con il suo avvocato- chiarisco, in modo da evitare equivoci.
- D’accordo, allora mi faccia sapere quando avrà firmato tutti i documenti-
- Sì, la ringrazio- e mettiamo giù.
Resto a fissare lo schermo del telefono per secondi indefiniti, notando ancora la miriade di messaggi di Radish.
"Dio santissimo, ma quand’è che mi lascerà in pace?"
Radish: Stasera ci vediamo? Non so più in che lingua chiedertelo, non è che mi stai evitando, per caso?!
Esito per qualche minuto a rispondere, poi comincio a scrivere.
Maya: Ci vediamo alle 21 sotto casa mia
Radish: Ci sarò

Sta continuando a scrivere, ma io chiudo la connessione mobile e mi avvio dagli altri.
"Ho bisogno di quanta più distrazione possibile, soprattutto dopo la notizia di Elizabeth…"
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Una volta a casa...
- Stasera esco con Vegeta!- esordisce felice Bulma, per poi mordersi un labbro vedendo me che fisso il vuoto.
- Scusami Maya- si stringe nelle spalle in segno di scuse, notando il mio sguardo vacuo, ma mi riprendo subito, visto che l'eccitazione per un appuntamento galante col suo uomo fa dimenticare di una brutta notizia persino me.
- Non preoccuparti per me, sto bene- la rassicuro con un breve sorriso, sperando forse di unirmi a loro per la serata, il che per me sarebbe una salvezza.
- Dov’è che andate?- domando curiosa.
- Non lo so, non ho fatto ulteriori domande, è il nostro primo appuntamento vero e proprio, non voglio metterlo sotto pressione- mi informa.
Dal modo in cui Bulma parla di questa serata, spegne subito ogni mio tentativo di andare oltre, sarebbe inopportuno chiederle un’ulteriore uscita a quattro, solo perché io inizio ad avere timore di restare sola con Radish.
"Devo assumermi le mie responsabilità e poi, noi dobbiamo parlare seriamente di questa situazione..."
- Voi che fate?- chiede poi mia sorella a sua volta ai gemelli, ma la domanda è rivolta sicuramente anche a me.
- Sushi con degli amici io e C, speravamo vi uniste a noi, ma pazienza. Sarà per la prossima, ormai vi state accasando…- mormora in tono canzonatorio James.
- Sapete? Viene anche Crilin stasera- aggiunge Charlotte fingendo un tono neutro.
- Ma va?! Io ti ho sempre detto che Crilin era simpatico, ma tu non volevi ascoltarmi- la rimbecca mia sorella.
- Ci sentiamo da qualche giorno, ho pensato fosse carino invitarlo, tutto qui- chiarisce Charlotte secca.
- E tanti cari saluti al divertimento, ti starà appiccicato come una cozza al suo scoglio, vedrai- dice ovvio James alla sorella.
- Maya, tu hai programmi, alla fine?- chiede la bionda, più per zittire suo fratello e sua cugina che per reale interesse.
Sospiro, tornando alla realtà.
- In realtà ho appuntamento con Radish, anche se non è che abbia tutta questa voglia di uscire...- confesso stringendomi nelle spalle.
- Prendere un po’ d’aria ti farà bene, vedrai- dice mia sorella, poggiando una mano sulla mia come a consolarmi.

Quella sera…

- Allora, come sto?- chiede ansiosa Bulma.
- Una favola- la rassicuro, mentre lei come al solito monopolizza lo specchio di camera mia, sostenendo che la snellisce, al contrario del suo.
Io, invece, sto ultimando il trucco, non che abbia molta voglia di farmi bella, per una serie di motivi.
- Pensi ancora a lei?- mi chiede fissando la mia immagine allo specchio.
- Di chi parli?- mormoro per poi tornare a concentrarmi sul lucidalabbra.
- A Elizabeth, se non ti andava di uscire credo Radish avrebbe capito, insomma… stiamo parlando della perdita di un familiare- dice alzando le spalle con enfasi.
- Non meno di due ore fa mi hai detto che prendere un po’ d’aria mi avrebbe fatto bene- ribatto, puntandole scherzosamente il pennello contro, facendo calare un breve silenzio tra noi.
- Mi sono sentita improvvisamente come quando ero bambina- confesso riponendo la palette, mentre Bulma alza un sopracciglio, poggiandosi con la schiena alla scrivania.
- Ho ricordi molto vaghi di quando i miei sono morti, ma oggi è come se avessi rivissuto quel momento- continuo.
- E’ stato strano perché non è che avessi tutto questo rapporto con Elizabeth...- Bulma annuisce, lasciando che mi sfoghi.
- Ma la consapevolezza di aver perso l’ultimo membro della mia famiglia biologica, mi ha fatta per un attimo sentire… sola...- concludo, alzando lo sguardo e incrociando gli occhi azzurri di mia sorella, così tremendamente diversi dai miei neri come la pece.
-Tesoro, ma tu non sei sola- mi dice lei dolce.
- Certo, lo so benissimo e non voglio che le mie parole vengano fraintese, è stata solo un attimo di smarrimento, tutto qui- mi affretto a rassicurarla con un sorriso.
- Come disse anche lei, una famiglia ce l’ho, una famiglia che mi ama incondizionatamente e sono grata per questo- concludo, allargando il sorriso e poi mia sorella mi abbraccia. Io, a mia volta, la stringo forte a me.
- Maya, io ci sarò sempre per te- mi dice sottovoce.
- Anche io per te- le dico, senza neanche lasciarle finire la frase.
- E per qualsiasi cosa, stasera chiamami ok?- la sua raccomandazione per un attimo mi fa salire i brividi lungo la schiena. Divento seria di colpo, poi guardo il nostro riflesso allo specchio e alzo un sopracciglio.
- Perché dovrei volerti chiamare e rovinare l’appuntamento tra te e Vegeta? È solo una cena con Radish, niente di cui preoccuparsi- cerco di convincerla liquidando la faccenda.
"Più che altro, cerco di convincere me stessa."
- D’ accordo, però, prometti che per qualsiasi cosa, anche piccola, mi chiamerai?- incalza lei, d’un tratto preoccupata.
- Cercherò di non farlo- la rassicuro con ironia, lei sospira trionfante e poi mi guarda per un’ultima volta.
- Augurami buona fortuna!- 
- Buona fortuna, anche se non ne hai bisogno!- le dico felice, mentre lei lascia la stanza, quasi a passo di danza.
- A più tardi, signori!- urla uscendo di casa e la sua voce rimbomba per tutta la villa.
Scuoto la testa sorridente, per poi tornare ad ultimare il trucco.
Concludo con una goccia di profumo, afferro la borsetta e il cellulare ed esco anche io di casa, avviandomi verso il cancelletto del giardino, dando un’occhiata all’orologio sul polso che segna le ventuno spaccate. Sul vialetto c’è già l’auto nera sportiva di Radish ad aspettarmi, motore acceso. Sospirando entro in macchina, come al solito l’abitacolo è invaso dall'odore pungente del suo dopobarba. Lui mi saluta con un bacio che ha tutta l’intenzione di approfondire, ma io mi scanso subito, concedendogliene solo uno a stampo.
- I capelli raccolti ti stanno bene- mi dice strizzandomi l'occhio.
- Grazie, ma non adularmi, dove si va?- chiedo secca, spostando subito la conversazione su un altro piano.
- Ovunque tu voglia- risponde suadente.
- Ti va indiano?- propongo fingendo entusiasmo.
- Come dirti di no? Fai tu strada?- chiede, inserendo la prima marcia e togliendo il freno a mano.
- Certo- 
E parte veloce, con il rumore del motore che romba. Io alzo la voce dello stereo, per evitare qualsiasi conversazione, almeno per ora.

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Capitolo 17
*** Invito a cena fuori ***


CAPITOLO 17:

Il tratto in auto è abbastanza breve, contornato da lunghi silenzi interrotti soltanto da un breve riassunto della giornata, da parte di entrambi.
Ci fermiamo nel mio ristorante etnico preferito e il piacevole odore di spezie invade l’aria non appena mettiamo piede già nel parcheggio adiacente; aspettiamo qualche minuto fuori che si liberi un tavolo per due, nel frattempo mi accendo una sigaretta.
- Ma quanto fumi? È già la terza da quando sono venuto a prenderti- mi fa notare, fortemente infastidito da quel mio vizio.
- Rispetto a tante persone, pochissimo- ribatto in mia difesa.
- Prima smetterai, meglio sarà- mi informa, incrociando le braccia al petto e quella frase, stranamente, mi fa sorridere facendomi tornare in mente un ricordo in particolare.
- E’ la stessa cosa che ha detto tuo fratello quando ci siamo conosciuti, ma sono troppo stressata, forse dopo la laurea smetterò- comunico vaga.
Lui si irrigidisce non appena sente nominare Goku e io decido di continuare su quell’argomento.
- A proposito, sai come gli è andato l'esame?- domando curiosa e lui scrolla le spalle, disinteressato.
- Non parliamo molto di queste cose, in generale non abbiamo un bel rapporto...- butta lì, per poi tornare a starsene in silenzio.
- Sai, l’ho notato, non volevo essere troppo invadente, ma visto che praticamente, a detta tua siamo una coppia, posso chiederti perché?- incalzo, per saperne di più, lui di tutta risposta, mi lancia un’occhiata glaciale.
- Non mi va di parlarne, è troppo noioso- conclude secco, io inarco le sopracciglia, spaesata.
- Ok...- mormoro alzando le spalle.
- Ti basti solo sapere che dobbiamo stare insieme per forza, perché la palestra è di entrambi- mi informa in tono neutro.
- Scusa e perché per forza? Non potete raggiungere un accordo per il quale la palestra diventa solo di uno di voi e l’altro si becca i soldi?- chiedo ovvia.
- E’ un po’… più complicato di così…- sibila con una smorfia, con tutta l’intenzione di non rivelare troppi dettagli.
- E non è una questione di soldi, la palestra è importante per entrambi, lo sport, l’allenamento fisico...- dice avvicinandosi.
- Le arti marziali, avrai notato quanto siamo in competizione per qualsiasi cosa- prosegue, mentre io comincio a boccheggiare, non appena avverto la sua imponente presenza che divora i centimetri che ci separano.
- E’ un po’ la nostra natura, fin da piccoli i nostri genitori ci hanno educati al sacrificio, per essere sempre i migliori- lo ascolto, un pochino stranita dal suo discorso e, soprattutto, evitando di concentrarmi sul battito del mio cuore paurosamente accelerato.
- Siamo fatti così e, soprattutto, non sopportiamo essere contraddetti- dice sfiorandomi il mento con il pollice, suadente.
- Proprio non ci va giù…- continua, mantenendo sempre lo stesso tono mellifluo, come se dietro questa voce dolce e profonda, ci fosse una velata minaccia.
La cosa mi mette ancor più a disagio, ma in quel momento arriva fuori il cameriere, dicendoci che il nostro tavolo è pronto, io cerco di scostarmi da lui con delicatezza.
- Si mangia! Andiamo!- lo esorto mostrandomi allegra, per quanto possibile, ma qualcosa in particolare stasera mi sta facendo restare fin troppo allerta. Come se una sorta di allarme stesse suonando in lontananza, nel mio cervello.
Lui resta per un attimo immobile, scrutando i miei movimenti, poi mi segue all’interno del locale.
La cena procede abbastanza silenziosa, vorrei anche tentare di parlare di noi, ma non saprei davvero da dove cominciare e come fargli capire che la situazione ci sta un pochino sfuggendo di mano e non so se sono convinta di voler proseguire in questo senso. È come se non mi lasciasse altra scelta, inoltre tutto ciò che mi ha detto poco fa, non ha fatto altro che aumentare la mia paura nei suoi confronti.
"Le cose si mettono male. Me lo sento. E il mio istinto non sbaglia quasi mai..."
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L’appuntamento galante tra Bulma e Vegeta è cominciato nel SUV del ragazzo, con un monologo della mia spumeggiante sorella.
Che Bulma sia una radio rotta certi momenti, lo sa il mondo intero, ma che lo faccia ancor di più quando è particolarmente a disagio e, soprattutto, quando dall’altra parte trova una persona molto meno loquace di lei, è praticamente un dato di fatto.
- Ma dove hai prenotato?- chiede ad un certo punto, sistemandosi meglio sui costosissimi sedili in pelle della Porsche Cayenne di Vegeta.
- E’ stato molto difficile trovare un posto adatto e non volevo che la serata tra noi fosse volgare e popolana come quella al pub l’altra sera- dice serio, continuando a guardare la strada, Bulma lo osserva di sottecchi.
- Ammazza, quanto sei snob- mormora lei sottovoce.
Vegeta stacca gli occhi dalla strada e la guarda tanto esterrefatto quanto esasperato.
- Ah, io sarei snob? Sei stata categorica al telefono “mi raccomando, nessun posto affollato, qualcosa di intimo” ergo, dovevo scegliere qualcosa di carino e meno accessibile alla plebe- conclude lui tagliente, cogliendola completamente di sorpresa.
- Intimo, non vuol dire necessariamente chic, lo sai?- lo informa lei con fare da maestrina.
- Allora, la prossima volta, cerca di essere più precisa nelle richieste- dice fermo lui.
Bulma lo osserva guidare, quei muscoli perfetti che si flettono sotto la camicia e quello sguardo da duro con le labbra serrate quasi a volersi nascondere dal mondo intero, sente il sangue surriscaldarsi alla sola presenza di Vegeta e stare nello spazio stretto e angusto dell’abitacolo di un’automobile mette solo più a dura prova il suo desiderio di volergli saltare addosso, noncurante di dove si trovino.
- Siamo arrivati- annunccia lui ad un certo punto, entrando in una traversa con parcheggio.
​Il magnifico bistrot che affaccia sul mare, è uno dei posti più in voga della città ed entrarci di sabato sera è praticamente impossibile, se non con una prenotazione in larghissimo anticipo, o un bel regalino sottobanco.
- Eccoti accontentata- dice lui, aprendole la porta del locale e mantenendo ugualmente il suo fare da gentleman.
- Raffinato, poco affollato e intimo- conclude, storcendo leggermente il naso.
Bulma è esterrefatta e resta sull’uscio della porta svariati secondi, maledicendosi per non essersi vestita meglio e, soprattutto, per la sua malafede nei confronti di Vegeta, sulla scelta del locale.
- Non immaginavo arrivassi a tanto…- commenta lei un pochino imbarazzata e per metterla in imbarazzo ce ne vuole.
- Allora? Hai cambiato idea?- domanda lui retorico, mentre il cameriere, vestito di tutto punto, li accompagna al tavolo.
- Odio dirlo, ma mi rimangio tutto quello che ho detto- ribatte lei con una piccola smorfia dipinta in volto, mentre si accomodano l'uno di fronte all'altra.
Lo stesso cameriere ritorna dopo qualche secondo, posando al centro del tavolo una bottiglia di vino rosé in fresco. Vegeta si appresta ad aprirla, mentre Bulma lo guarda emozionata, pensando che un primo appuntamento così, con tutta probabilità, non lo ha mai avuto. Lui sembra quasi compiacersi di averla messa in imbarazzo, mentre versa il vino ad entrambi nei calici, per poi proporre un brindisi.
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Intanto la cena tra me e Radish, al contrario, prosegue nel silenzio più totale.
Io ho gli occhi bassi, fissi sulla metà della pizza che giace inviolata nel piatto, d’un tratto lo stomaco mi si è completamente chiuso.
Sono pervasa da questa sensazione di malessere, che non mi fa venire neanche il coraggio di guardare Radish negli occhi. Non possono essere state solo le sue parole di prima, ma anche tutti gli avvertimenti di Goku dei giorni passati.
"Questa terribile giornata non accenna proprio a finire..."
- Come sei strana stasera- esordisce d’improvviso il giovane dai lunghi capelli neri.
- Che intendi?- chiedo alzando per un attimo gli occhi dal tavolo, fingendo di non capire la sua domanda.
- Di solito parli tanto, ma stasera sembri… distratta- osserva, alzando un sopracciglio.
- Qualcosa ti turba per caso?- chiede poi lanciandomi uno sguardo profondo, come se già conoscesse la risposta e potesse sentire che io non sono a mio agio. Quasi si diverte a vedermi schiva nei suoi riguardi, stasera.
- Non è stata esattamente una bella giornata- confesso scrollando le spalle, sperando che lui si faccia andar bene la mia risposta, ma sembra non essere così, in quanto continua a guardarmi fisso, aspettandosi un mio passo falso.
- Beh, tu hai scelto il posto e mi pareva di aver capito che la pizza fosse il tuo piatto preferito...- comincia, dopo aver lasciato che un breve silenzio aleggiasse tra noi due.
- Non mi riferivo a stasera, piuttosto ad una brutta notizia che ho ricevuto nel pomeriggio- proseguo, tentando di avere un minimo di conversazione. In fondo, l’idea era quella di conoscerci andandoci un po’ più piano e se non comincio anche io a raccontargli qualcosa di me, finiremo per restare zitti per i prossimi appuntamenti.
"Semmai ci saranno..."
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- E con questo, sai tutto, o meglio quasi tutto su di me- si corregge sorridente Bulma mentre l’avvenente giovane seduto di fronte a lei, annuiva soddisfatto.
- Il resto dovrai scoprirlo da solo, mi spiace- conclude lei con fare ammiccante, sorprendendo lo sguardo di Vegeta indugiare per un attimo sulla sua scollatura.
Cala per un attimo il silenzio a quel tavolo appartato del bistrot e Bulma fa per avvicinarsi, diminuendo paurosamente la distanza tra i loro corpi.
- Dai su…- comincia lei, abbassando volutamente il tono di voce da risultare più suadente.
- Cosa?- chiede lui evitando lo sguardo cristallino di lei per un istante.
- Dimmi di te! Sto parlando io da ore, ormai, è tempo che anche tu sputi un po’ il rospo, no? So così poco di te…- lo esorta lei, per poi afferrare il calice e tenerlo a mezz’aria.
Vegeta di tutta risposta, tracanna velocemente l’ultimo dito di vino rimasto nel suo calice e poi sospira pesantemente. Bulma giurerebbe di vederlo irrigidirsi sempre più ad ogni suo tentativo di sapere qualcos’altro sul suo conto.
- Sai quello che voglio che tu sappia- tenta lui, restando vago.
- Ohoh, ti piace fare il misterioso, capisco... ma sappi che con me non attacca, sono troppo brava a scoprire le cose- incalza lei quasi con aria di superiorità, ma non riesce neanche a finire la frase che lui la interrompe, non prima di aver alzato gli occhi al cielo con fare esasperato.
- Parli un po’ troppo, donna-
E poi si avvicina con uno scatto fulmineo e la bacia, rosso in volto, come un ragazzino alla prima cotta.
Bulma resta per un attimo pietrificata da quel gesto, infatti per i primi secondi del bacio resta ad occhi sbarrati, poi si rilassa e ricambia Vegeta e via via il bacio si fa più focoso, tanto da attirare l’attenzione degli altri commensali.
- O...Ok- mormora lei senza fiato, quando Vegeta si stacca, assumendo l’aria altezzosa di sempre, per poi fare un altro sorso di vino dal bicchiere di lei ancora mezzo pieno.
- Questo sì che è un bacio…- continua sottovoce, quanto basta per farsi sentire da lui. O forse, dalla sua psiche sconvolta da quell’assalto rovente.
- Non vedevo altro modo per farti star zitta- commenta arreso lui, attirando lo sguardo di lei su di sé.
- Vorrà dire che parlerò fino a quando non avrò più voce- propone Bulma con le guance infuocate e gli occhi lucidi, beccandosi il ghigno soddisfatto di Vegeta.
Bulma, da sempre rinomata per il suo autocontrollo in fatto di complimenti sulle prestazioni di un uomo, si ritrova incapace di contenere la potente crisi ormonale che un semplice intreccio di lingua le ha provocato a questo giro.
"Sembra proprio che la serata si concluderà in camera da letto..."
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Goku è a testa in giù sul suo letto Kingsize.
Spera che quella posizione gli faccia ritrovare un po’ d’ordine nei pensieri, ma il sangue che va alla testa lo fa confondere ancora di più. Si rigira il cellulare tra le mani rimuginando sul mandare o meno un messaggio, quando due possenti nocche bussano alla sua porta semiaperta.
- Kaaroth, pensavo fossi fuori a festeggiare il tuo esame- lo sguardo corrucciato di suo padre lo esamina.
Goku sorride brevemente, gettando il cellulare da un lato.
- Non mi andava tanto…- si limita a rispondere il giovane con una smorfia, rimettendosi dritto.
- Questi sono gli anni più belli, dovresti goderteli- comincia Bardack, sforzandosi con tutto sé stesso di dare un buon consiglio a suo figlio.
Nonostante il suo carattere duro e poco avvezzo ad ascoltare, Bardack in determinati momenti cerca di comportarsi come farebbe sua moglie nei confronti dei ragazzi, soprattutto di Kaaroth. Odia vederlo triste o giù di morale, probabilmente perché ricorda quanto da neonato abbia dovuto lottare per restare in vita e, soprattutto, ricorda quanto Gine fosse andata fuori di testa dalla disperazione, quando le avevano detto che non sarebbe sopravvissuto perché troppo debole rispetto a tutti gli altri bambini Saiyan.
Eppure è lì, davanti a lui, grande e grosso e ancora cerca di proteggerlo come quando era bambino.
- Comunque, pensavo fossi fuori con...- l’espressione interrogativa sul volto dell’uomo, spinge Goku a soffocare una risatina divertita.
Proprio non riesce a vedere suo padre nelle vesti di “Best dad of the year”
- Chichi?- risponde il ragazzo, battendo suo padre sul tempo.
- Non fa per me, papà. Ho deciso di troncare, sai, non volevo farla soffrire…- confessa Goku, stranamente a suo agio nel parlare di questioni di cuore a Bardack.
- Eppure, sembravate perfetti per stare insieme, sbaglio o era lei che ti faceva battere forte il cuore?- chiede l'uomo, colto in contropiede dalle confidenze del figlio.
- Sbagliato, non avevamo quasi nulla in comune, ora che ci penso- ammette Goku, fissando per un attimo il vuoto, per poi abbassare subito lo sguardo.
- La mia testa e il mio cuore, purtroppo, sono da un’altra parte- conclude lui in un mugugno, sapendo benissimo di aver mandato tutto all’aria fin dall’inizio.
Ed è proprio quella sensazione strana, come di rimorso, che lo sta tenendo sveglio da giorni ormai.
Bardack fa un breve sorriso al figlio
- Domani io e tua madre ripartiamo, abbiamo delle faccende da sbrigare, ma voglio accertarmi che tu e tuo fratello stiate bene, prima di andare- annuncia Bardack.
- Papà non siamo più dei bambini, Radish ha la sua vita, io la mia, finché nessuno rompe le palle all’altro, andremo d’amore e d’accordo, vedrai- lo informa Goku guardandolo di traverso.
Bardack sospira, ormai stufo di quella rivalità sempre accesa tra i suoi due figli. Lui, da figlio unico, non aveva mai sperimentato quelle sensazioni, eppure aveva avuto amici che erano stati per lui forse più di fratelli stessi.
Fece correre per un attimo i ricordi a Taanipu, a Seripa e a Toma. Toma… lui sì che era stato un vero fratello.
Osservò suo figlio accigliandosi nuovamente e incrociò le braccia al petto.
- Chiaro, ma come si metteranno le cose quando arriverà il momento di aprire la palestra e sarete costretti a lavorare insieme? Insomma, dovrete passare del tempo, come fratelli- suggerisce Bardack.
- Non lo so, ok? Ne parleremo- liquida la faccenda Goku, decisamente già troppo stanco per pensare al suo rapporto con Radish e quel tono dissuade Bardack dal pressare ulteriormente il minore dei suoi figli.
- So che per te e la mamma è difficile da accettare che ci odiamo- comincia Goku dopo un po’, in vena di confessioni.
- Ma per adesso voglio averlo intorno il meno possibile. Odio già il fatto che sia qui, a far finta di lavorare al progetto, a far finta di volere una vita normale, quando sappiamo entrambi che non gliene importa proprio niente- dice duro Goku, cercando l’approvazione negli occhi di suo padre. Quegli occhi così identici ai suoi.
Nonostante il tentativo di mascherarlo, Bardack si ritrova a dare ragione a suo figlio soltanto con lo sguardo.
- Ti lascio ai tuoi pensieri- conclude l’uomo, dando una leggera pacca sulla spalla al figlio che gli sorride per poi tornare a fissare il cellulare, con la chat che porta il nome Maya aperta.
- Cosa devo fare con te?!- chiede a sé stesso a voce fin troppo alta.
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Bulma e Vegeta sono nascosti al buio, nel vialetto adiacente casa nostra. La temperatura in quell’auto è di trenta gradi Fahrenheit, almeno.
I due si baciano con una passione inaudita, si mordono, si esplorano, sembrano essere sul punto di procedere allo step successivo, per la gioia della giovane dai capelli turchini.
Ma quando Bulma si sfila la maglietta e il reggiseno, liberando i suoi seni prorompenti e sodi e prende a strusciarsi sul torace di Vegeta, cercando di infilargli la mano nei pantaloni, lui sembra cambiare idea di colpo.
- Devo riaccompagnarti a casa- dice fermo, staccandosi di colpo dal bacio e tentando di riprendere un ritmo respiratorio regolare.
Bulma, sotto schock, si scosta da lui quasi al rallenti, affondando completamente nel sedile del passeggero. La sua mente geniale corre per un attimo agli ultimi minuti trascorsi, alla ricerca di un dettaglio o di un episodio che potrebbero aver fatto raffreddare Vegeta così di colpo.
- Che cosa?!- chiede alla fine lei in un sussurro, incapace di darsi una spiegazione logica.
- Ti prego, rivestiti- chiede, senza degnarla di uno sguardo.
Bulma resta lì mezza nuda, ad osservarlo, senza sapere cosa dire. Eppure l’eccitazione evidente dai pantaloni di lui urla ancora vendetta. Mia sorella è totalmente in confusione.
- Fai sul serio?- domanda ancora lei ad un certo punto, incazzata come una iena, alle prese col dritto e rovescio della t-shirt che indossa.
- Io sono qui, pratiacamente senza vestiti, pronta per fare l’amore e tu mi rifiuti?!- urla, quasi incredula mentre Vegeta se ne sta in silenzio con le mani serrate sul volante dell’auto, talmente tanto che a breve potrebbe staccarlo dall’albero motore.
- Pensavo fossi stronzo, ma non fino a questo punto e io che ti difendo pure con gli altri! Povera me!- continua Bulma, in un flusso senza fine di imprecazioni contro il ragazzo mentre si riveste, concludendo poi con il riaprire i finestrini già appannati, per accendersi una sigaretta, l’unica cosa in grado di calmarla.
C’è stranamente silenzio tra i due.
- Ti prego, perdonami- esordisce lui ad un certo punto, tenendo gli occhi serrati. Bulma si gira a guardarlo senza parole. Lui, che è sempre così fiero, non chiederebbe scusa neanche se causasse il Diluvio Universale, sta chiedendo addirittura perdono.
"Beh, è già un passo avanti."
- Per avermi rifiutata? No, non ti perdono, sappilo- dice lei buttandola sull’ironia con non poco sforzo.
- E’ che io… cioè… ah, maledizione!- mugugna Vegeta esasperato, mentre Bulma lo osserva con un sopracciglio alzato.
- I preservativi ce li ho io, se è questo che vuoi dirmi- ribatte tagliente lei, ma Vegeta, terribilmente stufo di quelle osservazioni, prende ad urlarle contro.
- Non sono mai stato con una donna, ok?!- confessa, mentre i suoi occhi neri scintillano nel buio pieni di frustrazione.
Bulma sgrana gli occhi, poi scoppia a ridere in modo abbastanza sguaiato, Vegeta la osserva, gli occhi stretti a due fessure.
- Ti fa ridere?- chiede nervoso, stringendo ancora una volta pericolosamente le mani intorno al volante, producendo un rumore d’attrito fortissimo tra le mani e la pelle dello sterzo.
- Sì, moltissimo, raccontala a qualcun altro!- lo prende in giro lei, per poi iniziare a ridere di nuovo, incapace di calmarsi. Vegeta scuote la testa.
- Devo giurartelo sul mio onore che non ho mai fatto sesso?- sibila a denti stretti, mentre Bulma con non poco sforzo, torna seria di colpo, prendendo ad osservarlo e cacciando un po’ di fumo dal naso, incredula.
- Allora… tu… non stavi scherzando- ritenta lei.
- Tzk, certo che no, che domande- risponde duro lui.
- Oddio che stupida- mormora lei dispiaciuta, portandosi le mani al volto rosso di vergogna.
- Ti prego, Vegeta, scusami non volevo ridere, è che… mi sembra così strano- ammette lei, perdendosi ad osservare il ragazzo che ha ancora la camicia completamente aperta, i pantaloni aderenti con l’erezione ancora evidente che non accenna a scemare...
Bulma si rilassa, indugiando ancora vittoriosa con lo sguardo sul rigonfiamento sul basso ventre del ragazzo.
"Almeno sa di avergli fatto effetto, questa è una certezza..."
- Beh, potevi dirlo subito- lo riprende lei, mentre Vegeta si volta a guardarlo interrogativa.
- Pensavo non ti piacessi, ma mi sembra ovvio il contrario- ammette la ragazza, accennando con la testa ai suoi muscoli tesi nel tentativo di calmarsi.
- E’ esattamente l’opposto, mi piaci fin troppo- confessa lui, incapace di guardarla negli occhi in quell’istante così imbarazzante, mentre Bulma sorride di sottecchi.
Capendo le intenzioni, a questo punto, più che pure del ragazzo di voler attendere un momento migliore e non consumare la prima volta chiusi in automobile nel vialetto dietro casa, Bulma accetta di farsi riaccompagnare e di concludere lì la serata.

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Capitolo 18
*** Dolore ***


AVVISO: TEMATICHE DELICATE IN QUESTO CAPITOLO.

CAPITOLO 18:

- Vuoi andare a casa? Di già?- chiede sorpreso Radish quando gli comunico la mia idea di dopo cena, mentre siamo ancora fuori dalla pizzeria.
- Se non ti dispiace, sì- incalzo, poi lui fa per guardare l’orologio, mentre io resto in silenzio, entrando in auto.
- Ma non è neanche mezzanotte, Cenerentola- commenta, facendomi quasi il verso e costringendomi a chiarire un concetto ancora una volta, che ahimé sto adoperando anche un po’ come scusa.
- Ti è mai capitato di perdere una persona cara?- chiedo retorica.
- Nessuno di cui mi importi al momento- mi informa secco.
- Beh, non tutti abbiamo il cuore di pietra come te, io starei elaborando la perdita di mia zia- gli comunico infastidita.
- Sai non credo di aver capito questa cosa di tua zia. Com’è che Bulma se la sta spassando con Vegeta e tu ci stai così male?- domanda accigliandosi.
Ed è quella domanda, quell’unica, stupidissima domanda che mi fa definitivamente crollare tutte le buone intenzioni che avevo nei suoi confronti. Questa frequentazione si sta basando praticamente sul nulla cosmico.
La mia espressione allibita viene ricambiata dalla sua interrogativa.
- Credevo fosse evidente, quanto scontato, che io e Bulma non siamo davvero sorelle e che i Brief mi abbiano adottata- lo informo pungente, ma la sua espressione non cambia.
- Adottata?- il suo sguardo non accenna a cambiare e più che sana sorpresa, vi leggo totale confusione in quegli occhi.
- Sì, adottata, ovviamente- sottolineo inarcando le sopracciglia.
- Ah… beh… ora capisco- conclude, mentre io sospiro pesantemente, decisa più che mai a volermene tornare a casa, nel mio letto, nella mia comfort zone fatta di sogno.
- A cosa pensi?- chiede poi curioso.
- A niente, te l’ho detto, voglio solo andare a casa, per favore- mi avvicino allo specchietto retrovisore, per vedere che faccia ho e, in effetti ho gli occhi molto arrossati e spenti, mentre Radish non accenna a togliermi i suoi di dosso. In quell’attimo, mi accorgo della borsa della palestra mezza aperta sui sedili posteriori. Un manubrio fuoriesce da lì, sintomo del disordine che lo contraddistingue. Tipico.
- Sei stato in palestra oggi?- chiedo, per cercare di spostare l’attenzione su qualcos’altro.
- Sì, stiamo sistemando le attrezzature e dato che Goku aveva l’esame, me ne sono occupato io. Queste però fanno parte del mio allenamento personale, le porto a casa- mi informa.
- Capisco, allora… vogliamo andare?- domando ancora.
- A casa, quindi?- chiede senza guardarmi.
- Sì-
Lui, quasi come se non gli importasse della mia risposta, mette in moto.
Per i primi minuti mi rendo conto che, silenziosamente, stiamo percorrendo la strada di casa, ma dopo un po’ l’idea viene abbandonata, poiché sorpassiamo di un po’ la nostra zona, finendo in un posto molto buio, appartato e poco trafficato, a un centinaio di metri dalle nostre ville.
Io mi guardo intorno un po’ spaventata, Radish spegne il motore, con una faccia seria, sospirando.
- Che ci facciamo qua? Guarda che se non hai ancora imparato la strada, abitiamo molto più indietro...-
​Lui rimane in silenzio e fa schioccare la lingua, io scuoto la testa ormai sfinita da quell’inutile serata.
- Come non detto, farò da me. Buonanotte- annuncio e poi faccio per aprire la portiera, ma lui fa scattare la sicura.
Chiudo gli occhi e cerco di restare calma, nonostante inizi a spaventarmi per la piega che sta prendendo la situazione.
- E io penso che sia un po’ troppo presto per andare a fare la nanna, non credi?- dice lui sottovoce.
Comincia a tirarsi indietro con il seggiolino dell’auto, io deglutisco, osservando ogni suo movimento. Agitazione, ansia e paura si alternano in me, nel giro di pochissimi secondi.
- Che vuoi fare?- chiedo con un finto sorriso, cercando di alleggerire l'atmosfera.
- Mi hai rifiutato un po’ troppe volte in questo periodo, Maya, e la cosa non mi è andata proprio a genio…-
Lo vedo avvicinarsi minacciosamente e lentamente e io cerco di indietreggiare con il tronco, ma in un’auto sportiva, lo spazio di movimento è ridotto al minimo.
- Nessuno, finora, si era permesso di comportarsi così con me, ti ho lasciato fare, ma ora sono stufo- mormora gelido, tirandomi a sé e baciandomi con una violenza assurda.
- Lasciami… mi fai male!- cerco di mormorare, mentre lui continua a premere le sue labbra contro le mie con una tale forza, cercando di infilarmi la lingua in bocca.
- Radish, lasciami!- tento ancora una volta, ma lui sembra non sentirmi neanche e mi tiene più ancorata a sé, quasi incatenata.
Le sue mani iniziano a toccarmi ovunque sotto l’abito che indosso, mi stringe il seno mentre continua a baciarmi e poi comincia ad accarezzarmi la schiena, poi sempre più in basso, fin quando le sue sudicie dita non finiscono nei miei slip.
Combatto, cerco di divincolarmi, ma lui mi strappa la parte superiore del vestito e una bretella del reggiseno, lasciandomi mezza nuda. Si avventa sul capezzolo esposto e inizia a morderlo con foga, mentre con l’altra mano, cerca di farsi strada infilando le dita dentro di me.
- Basta, per favore!- cerco di serrare le gambe per non farmi toccare, ma lui è troppo forte e mi stringe una coscia con forza, provocandomi un dolore assurdo, che mi costringe a rilassare i muscoli. Comincio a pensare di non avere più scampo, Radish è un colosso e presto o tardi avrà quello che vuole, non posso tenergli testa.
Per un solo istante l’idea di cedere e dargliela vinta per non dargli la soddisfazione di farmi del male attraversa la mia mente. Per un solo istante. Ma l’idea che probabilmente farà comunque di me quello che vuole, mi spinge a lottare con tutte le mie forze.
Inizio a dimenarmi, a graffiarlo, a cercare di urlare, capendo ormai chiaramente le sue viscide e terrificanti intenzioni, ma lui mi stringe il collo con una mano, tentando di mettermi a tacere.
Prendo a tossire e cerco di prenderlo a cazzotti sulle braccia, invano, tentando di allontanare quella mano che mi attanaglia con tutte e due le mie. Sento l’aria che abbandona i miei polmoni, a poco a poco.
- Se fai così bimba, peggio per te- sussurra con un sorrisetto cattivo, mentre si slaccia i pantaloni e se li tira giù, liberando il suo pene già in erezione.
- Sappi che più ti agiti così, più la cosa mi eccita. Ora, cerca di stare un pochino ferma per me, vuoi?- mi dice all’orecchio, tenendomi sempre ferma con una mano, mentre con l’altra cerca di spostarmi gli slip. Quando la punta del suo membro è ormai vicina all’ingresso della mia vagina, inizio a piangere, non ho neanche la forza di urlare ormai, sono sfinita.
In silenzio, le lacrime cominciano a scorrermi sulle guance e chiudo gli occhi, soccombendo al mio triste destino di essere stuprata da questo animale.
Facevo bene a non fidarmi, facevo bene a non voler restare da sola con lui, avrei dovuto dar retta al mio istinto.
"Chissà quante ragazze come me nel mondo, si sono fatte abbindolare dalla bellezza, dalla dolcezza, dall’essere galante, per poi scoprire che una bestia assetata di sangue si nascondeva dietro quelle facce da bravo ragazzo..."
Mentre lui cerca di entrare con violenza dentro di me, toccando il sedile posteriore con la mano penzoloni, tasto qualcosa di ferro, di dimensioni non molto estese, abbastanza pesante. Deve essere il manubrio. Lo afferro con la poca forza rimasta e, senza pensarci neanche due volte, glielo tiro con violenza in piena faccia. Radish impreca in modo volgare e si sposta da me.
Riprendo lucidità e approfitto del suo essere stordito per uscire veloce dalla macchina, ma lui mi tira per i capelli.
- Torna qui, brutta puttanella, dove pensi di andare, eh? Non ho finito con te- mi minaccia, con voce roca.
Io urlo e piango disperata, ma la scena è talmente surreale, che sembra di essere separata dal mio corpo e vivere tutto in terza persona. La mia fobia più grande si sta per materializzare qui davanti ai miei occhi e io non ho i mezzi per difendermi. Penso di nuovo a quelle povere donne che ogni giorno subiscono tutto questo e non hanno un arnese a portata di mano, o una qualsiasi altra cosa, per evitare di passare qualcosa di così terribile. Di così disumano.
Radish perde copiosamente sangue dal sopracciglio, ma sembra non badarci, continua a cercare di intrappolarmi sotto di sé. Io non mi arrendo e riprendo a lottare, sperando che prima o poi gli vengano i capogiri visto tutto il sangue che sta perdendo e, allora, potrò avere una chance.
Mi servo di ogni cosa, mani, piedi, do colpi alla cieca, lui mi molla un ceffone che mi spacca un labbro tanto è forte, e mi stringe il polso con l’altra mano, chiudendo le sue dita a tenaglia contro l’osso. Neanche più quel dolore sento. Il dolore morale sta oscurando completamente quello fisco.
Quando alla fine, con un urlo pieno di disperazione, lo strumento di ferro pesante glielo tiro proprio al centro del volto, colpendogli il punto più delicato del naso, lui mi molla di nuovo per via del dolore, iniziando a perdere sangue anche da lì e in quel momento guizzo fuori dal finestrino dell’auto, poiché la portiera è bloccata, approfittando di averlo stordito per un altro po’.
Comincio a correre indietro, trafelata, verso casa, verso la salvezza, mentre mille pensieri si fanno strada nella mia mente, tutti indefiniti e confusi, con gli occhi velati di lacrime faccio fatica a distinguere persino la luce dei lampioni.
Poi mi ricordo di cosa mi ha detto Bulma prima che uscissimo di casa “chiamami per qualsiasi cosa” quasi come se lo sentisse.
"Perdonami sorella mia, perdonami se sto per rovinarti la tua magnifica serata con Vegeta, perdonami, ti prego, se puoi..."
Afferro il telefono e con le dita tremanti compongo il numero di Bulma, mentre da lontano, nel silenzio della tarda sera, sento solo un motore di un auto ripartire a tutto gas.
"Radish, si è ripreso e sta venendo a cercarmi, devo fare in fretta..."
Scorgo la luce dei lampioni della sua villa non appena svolto l’angolo. Sono salva, tra poco sarò a casa e allora corro più forte, cercando di asciugarmi le lacrime e il sangue dalle labbra.
Ad ogni passo, sento il dolore irradiarsi ovunque, ma non è di certo questo il momento di pensare a cosa c’è di rotto e cosa no.
Goku balza in piedi dal letto quando nota quella figura femminile che lui conosce benissimo, scappare proprio fuori dalla sua villetta, ma quando arriva sul terrazzino è troppo tardi. La sola cosa che riesce a vedere è me che cerco di asciugarmi le lacrime e parlo concitatamente al telefono, quasi disperata, ma non riesce a distinguere le parole, è troppo lontano.
Ciò che ha visto, però, lo preoccupa e lo mette in allerta. Adesso capiva il perché di tutta quella strana agitazione che lo aveva tenuto sveglio quei giorni, quella terribile e oscura sensazione che lo aveva tormentato nell’arco di tutta la serata. Tutto era dovuto a quello, al sentire che ero in pericolo.
- Bulma!- dico in un soffio, tra le lacrime, grata di sentire finalmente la voce di mia sorella.
- Maya!- risponde lei.
- Ti prego...- le dico, iniziando a piangere disperata, mentre lei balza giù dal letto in preda al panico, sentendo la mia reazione non proprio tranquilla dell’altro capo del telefono.
- Maya, calmati, cos’hai, che succede, dove sei?!- chiede sull'orlo dell'isteria.
- Apri il cancello, svelta, ti supplico Bulma, aiutami!- continuo disperata e allo stremo delle forze.
- Resta con me, non riattaccare!- ordina, precipitandosi giù per le scale per venirmi ad aprire, io mi guardo intorno spaventata, mentre sento il rumore dell’auto di Radish sempre più vicino.
Proprio in quel momento, vedo apparire Bulma in giardino, velocemente scavalco il cancelletto e corro da lei abbracciandola forte, tra le lacrime. Un pianto disperato e liberatorio il mio, tra le braccia di mia sorella.
Mi sento talmente al sicuro adesso, che quasi sto per collassare e il cibo ingerito durante la serata, ormai divenuto pura bile, lo sento salire inesorabile in gola e, senza controllo, vomito lì. Sulle peonie di mia madre.
- Maya, Maya!!! Coraggio calmati, shhh, dai coraggio, è tutto apposto, ci sono io!- mi rassicura Bulma, stringendomi forte e accarezzandomi la schiena, mentre io sono nascosta nel suo collo a piangere.
- Sei a casa, con me, shh buona tesoro- continua in tono calmo, ma il mio orecchio sul suo petto la tradisce col cuore che tamburella freneticamente.
Lei si guarda intorno spaventata, assicurandosi che il cancello principale di casa sia chiuso e l’allarme inserito.
Sentiamo l’auto di Radish fare una veloce retromarcia, con le gomme che stridono sull’asfalto e poi tornare indietro, il rumore del motore sempre più lontano.
Mi stacco da mia sorella sentendomi finalmente al sicuro.
"L’animale sta facendo ritorno alla sua tana..."
Bulma mi guarda in faccia, mi scosta i capelli ridotti a uno chignon mal messo, cadente sul lato, intriso di sangue e sudore e si scruta attenta il mio viso, con un’espressione seria.
Solo allora mi accorgo che è già senza trucco e in tenuta per andare a letto, la serata con Vegeta sarà finita da un pezzo.
- Piccola, che cosa ti ha fatto quel bastardo…- mi dice accarezzandomi il viso, sconvolta come mai l’ho vista in vita mia, ha le lacrime agli occhi e io ricomincio a piangere, incapace di formulare qualsiasi pensiero.
- Entriamo in casa, hai bisogno di disinfettare queste ferite, vieni- propone, facendomi appoggiare a lei, io non smetto di piangere, anche se volessi, non riesco e insieme ci avviamo in casa.

 

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Capitolo 19
*** Continua a respirare... ***


CAPITOLO 19:

"Just keep breathin'..."

https://www.youtube.com/watch?v=igQm1S97szU

Breathin-Ariana Grande

Siamo sedute nel bagno di sotto, io non smetto di tremare e singhiozzare. Cerco di stringere i pugni sulle ginocchia per calmarmi, ma le gambe e le mani che non smettono di muoversi nevroticamente e il respiro affannoso tra le lacrime, mi fanno stare peggio.
- Ora calmati, è finita- dice Bulma, facendomi sedere sul bordo della vasca da bagno, mentre lei con mani altrettanto tremanti, prende la cassetta del pronto soccorso dall’armadietto. La apre, iniziando a rovistare tra le cose, afferrando poi il flacone di acqua ossigenata, dei cerotti e cominciando a far scorrere dell’acqua corrente. Io respiro a fatica, con lo sguardo vacuo verso le mattonelle accanto a lei, riuscendo a concentrarmi per un istante su uno dei disegni blu delle greche in ceramica.
- Ok- Bulma sospira, poi si accuccia davanti a me, mi scosta i capelli da davanti al viso e comincia a passarmi delicatamente la spugnetta per lavare via il sangue rappreso.
- Santo cielo, Maya. Devi dirmi cosa è successo…- comincia cauta lei dopo un po’, esaminandomi il volto preoccupata.
- Scusami- mormoro con voce rotta.
- Per cosa?- chiede stranita lei.
- Perdonami- continuo fra le lacrime, mentre Bulma è scioccata e mi fissa con aria stralunata.
- Perdonarti? Ma sei matta, perché dici questo adesso?!- chiede continuando a passarmi la spugnetta sul viso. Vedo la faccia di Bulma rilassarsi impercettibilmente via via che la spugna lava via il sudore e il sangue, apparentemente sembra esserci niente di rotto e nessuna ferita grave.
- Ti ho rovinato la serata con Vegeta…- riesco a dire mentre lei continua a guardarmi accigliata.
- Ma che dici? Non è il momento di parlarne. La serata è finita un’ora fa, stai tranquilla- mi rassicura con serietà.
- E’ andata bene? Ti prego, distraimi…- le chiedo supplichevole, lei posa la spugnetta e afferra l’ovatta con l’acqua ossigenata, accennando ad un breve sorriso.
- Meglio di quanto pensassi, ma ora dobbiamo pensare a te Maya, dobbiamo andare a denunciare Radish. Ora sveglio James e C, ci facciamo accompagnare alla centrale. Aspetta che venga a saperlo papà, succederà la fine del mondo- annuncia in tono rassicurante e io scuoto la testa spaventata.
- No, è proprio per questo che non voglio. Papà sta lavorando al sogno della sua vita!- le dico disperata.
- Sì, ma la nostra sicurezza viene prima del progetto, credi che voglia averlo intorno dopo quello che ti ha fatto?! E se ci riprovasse?!- domanda lei rasentando l'isteria. Rabbrividisco al solo pensiero di Radish che mi mette di nuovo le mani addosso.
- Guarda qui!- dice Bulma prendendomi il polso e mostrandomelo, il quale mi fa male da morire. Tutta la parte all’altezza dell’avambraccio si sta per trasformare in un grosso livido. Così come la coscia destra e il labbro che continua a sanguinare.
- Mi verrebbe voglia di fargli dare una bella lezione da Vegeta- comincia lei, quando lo sconvolgimento lascia spazio alla rabbia.
- Ti prego, Bulma, abbracciami- le chiedo ricominciando a piangere, lei molla tutto e mi abbraccia forte, piangendo anche lei.
- Andrà tutto bene, vedrai- cerca di rassicurarmi, mentre due lacrime silenziose fanno esattamente l’opposto delle sue parole, scendendo inesorabili sulle sue guance.
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Radish entra in casa sbattendo la porta, si tocca ancora il naso dolorante e, notando ancora del sangue rosso vivo sulle dita, comincia a imprecare sottovoce.
Goku, deciso a non farsi per niente gli affari suoi, considerando anche il fatto di avermi vista passare piuttosto sconvolta sotto casa, scende veloce le scale e vedendo il fratello nell’ingresso di casa conciato un po’ male, comincia ad alzare la voce.
- Dove sei stato?- gli chiede diretto, senza troppi convenevoli.
Radish sorride ironico, posando le chiavi dell’auto sul gancetto posto accanto alla porta.
- Chi sei? La mamma?- domanda sarcastico.
Goku scende gli ultimi due gradini e si mette faccia a faccia col fratello maggiore, gli afferra il viso e nota delle vistose ecchimosi, labbro superiore, sopracciglio e naso sanguinanti. Più il suo sguardo scende, più nota i segni di una disperata difesa che urlano sul corpo di Radish. Accorgendosi dell’attento esame che il minore gli sta riservando, Radish scosta la mano di Goku con forza.
- Ma che cazzo fai, stammi lontano- gli intima.
- Non ci provare- risponde di rimando Goku, mentre Gine e Bardack, sentendo che i figli stanno iniziando a litigare, accorrono. Non che i loro battibecchi siano una novità…
- Che succede qui?- chiede serio il padre.
- Chiedilo a Kaaroth qui, è diventato il paladino della giustizia- mormora infastidito Radish, cercando di scansare tutti per dirigersi di sopra.
- Che ti è successo al volto?- domanda sua madre accigliata, cercando di avvicinarsi per accertarsi meglio di ciò che ha visto, ma il ragazzo elude anche il tentativo di sua madre, scansandosi anche da lei in malo modo.
- Niente, smettetela di starmi col fiato sul collo, cazzo!- sbotta lui, salendo i primi gradini delle scale che portano al piano superiore.
- La conversazione non era finita, Radish- lo informa serio Bardack, girandosi nella sua direzione, ma restando con le braccia incrociate al petto.
- Hai il coraggio di dire che non è successo niente? Bastardo!- comincia Goku sentendo la rabbia montargli dentro.
- Kaaroth, sta’ calmo- gli ordina sua madre, ma Goku non stacca gli occhi dal fratello che continua a sfidarlo col suo solito sorrisetto arrogante, mandandolo su tutte le furie.
- E che mi dici di Maya che piangeva qui sotto disperata, eh? Non ne sai nulla?- incalza ancora il giovane, avvicinandosi lentamente per fronteggiare suo fratello.
Lui fa spallucce, mentre lo sguardo dei genitori si sposta veloce da un figlio all’altro.
- Radish, di cosa parla tuo fratello? Che significa?- chiede Gine iniziando ad agitarsi.
- Non ne ho la minima idea, il caldo deve avergli annebbiato un po’ la mente- commenta ironico Radish, facendo per andarsene, beccandosi di tutta risposta un altro sguardo accigliato di Goku. Mentre sta per salire gli altri gradini, Radish si volta nuovamente verso suo fratello, mantenendo sempre la sua espressione beffarda.
- Però devo ammettere Kaaroth, che la tua amichetta ha una forza niente male, se l’è cavata bene. Sarà perfetta per farci bambini- commenta divertito.
Goku a quell’affermazione non ci vede più dalla rabbia e con uno scatto fulmineo si ritrova a pochi millimetri dal fratello, che lo sovrasta in altezza di parecchi centimetri.
- Io ti spacco la faccia, stronzo!- sibila Goku pieno di livore, mentre l’aria si carica di elettricità.
- Coraggio, fammi vedere che sai fare- lo esorta il maggiore e Goku, non aspettando altro, comincia a sferrare una serie di colpi senza precedenti, a cui Radish decide di rispondere alla stessa maniera.
- Non te ne andrai da qui vivo, te lo posso giurare!- urla Goku al fratello che cerca di difendersi dalla sua furia, quando Bardack si frappone fra i due, tentando di mettere fine alla rissa.
- Ora basta!- tuona l’uomo, nel tentativo di separarli, mentre Gine si mette davanti a Goku e lui davanti a Radish. I due hanno il fiatone e si guardano in cagnesco. Goku adesso ha un occhio pesto e anche lui il labbro superiore spaccato. Radish è messo decisamente peggio.
- Questa me la pagherai molto cara, te lo giuro sulla mia vita e sul mio onore- annuncia Goku fermo, passandosi il dorso della mano sulle labbra e senza staccare gli occhi pieni d’odio da quelli del fratello.
- Vedremo, fratellino- risponde con aria di sfida Radish.
Goku, non sapendo in che altro modo sfogare quella rabbia incontrollabile che pare aver preso possesso del suo corpo tutto d'un tratto, si divincola dalla stretta di sua madre e si avvia fuori di casa.
- Kaaroth, dove pensi di andare?!- domanda Bardack esasperato, ma Goku non risponde e scavalca con un salto il cancelletto del giardino, per poi mettersi a correre veloce, svoltando a destra, incurante del richiamo dei suoi genitori.
Il silenzio nell’ingresso di quell’immensa abitazione aleggia pesante e l’atmosfera non accenna a rilassarsi.
- Radish, devi dircelo, hai fatto del male a quella ragazza? Cosa ti è saltato in mente?!- domanda Gine in preda all’ira, ma non riceve alcuna risposta dal suo primogenito.
- Cosa pensavi di dimostrare, eh? Sei un povero sciocco- comincia arrabbiato Bardack.
- Non appena Veldock lo verrà a sapere...- continua, con malcelata minaccia nel tono.
- Non gli direte niente- annuncia Radish, rimandando indietro la minaccia al mittente.
- Stai pur certo che lo faremo e sappi che non mi metterò fra te e il suo giudizio che, credimi, non ti piacerà affatto- conclude secco Bardack.
- Papà...- comincia Radish a denti stretti e con la mascella serrata, ma Bardack scuote la testa.
- L’hai stuprata. Questa è una cosa intollerabile per noi e lo sai bene- si intromette Gine allibita.
- Ti do la possibilità di scampare a Veldock, ma devi andartene. Adesso- annuncia senza ammettere repliche Bardack.
- Da questo momento... Non fai più parte di questa famiglia- conclude in tono quasi solenne e sforzandosi di nascondere il dolore misto alla vergogna nel prendere quella decisione terribile. Radish guarda entrambi i suoi genitori con aria di sfida.
- Andiamo, dite sul serio?- chiede nel tentativo di metterla su un piano puramente ironico. Gine sospira pesantemente, mentre sente le lacrime velarle gli occhi.
- Vattene, Radish e non farti vedere mai più- lo minaccia la donna, qualora la precedente frase del marito non fosse stata chiara.
Lui, incredulo, se ne sta immobile per un po’ poi va verso la porta di casa, la apre, lancia un ultimo sguardo ai suoi genitori che restano impassibili, poi sbatte la porta e va via, mentre Gine scoppia a piangere tra le braccia di suo marito.
***********************************************************************************************
- Coraggio, adesso ti aiuto a mettere il pigiama- dice Bulma sottovoce, apparendo nuovamente dalla porta del bagno di servizio. Anche muovermi da quella posizione di comfort sulla vasca da bagno mi fa paura, dunque non mi sono mossa da qui da quando sono tornata a casa.
- Sento dolore ovunque- la informo in tono lamentoso, ma mia sorella sbuffa esasperata.
- Volevo portarti in pronto soccorso, ma tu non hai voluto- ritenta.
- Non voglio che si sappia in giro- sottolineo nuovamente.
- Allora adesso metti questo, ti aiuterò io, vedrai che domattina dopo una bella dormita starai meglio- cerca di rassicurarmi, mentre mi aiuta a sfilare via il vestito dalla testa.
In quel momento sentiamo battere violentemente i pugni sulla porta di casa. Il gelo del terrore assale ogni fibra del mio corpo.
- Oddio- si lascia sfuggire Bulma in un soffio, mentre entrambe siamo paralizzate dalla paura, guardandoci negli occhi terrorizzate.
- Non aprire, ti supplico- la imploro, avvinghiandomi al suo braccio, mentre i colpi sulla porta non accennano a smettere.
- Bulma! Apri subito!-
Riconosco la voce in lontananza fuori dalla porta, seppur intrisa di nervosismo e disperazione.
- Ma questo è Goku- annuncia mia sorella, guardandomi con la fronte aggrottata.
- Che cosa vorrà?- chiedo nel panico.
- Non lo so, ma sarà meglio aprirgli, prima che butti giù la porta. Tu aspetta qui!- mi ordina, carezzandomi dolcemente la spalla.
Annuisco veloce e poi la vedo sparire veloce in corridoio e mentre Bulma corre ad aprire la porta di casa, io attendo trepidante e nervosa, mantenendo la stessa posizione, mentre sento le loro voci concitate all’ingresso, nonostante sia notte fonda.
- Goku, ma no dico, sei impazzito?! Lo hai visto che ore sono?- domanda innervosita la turchina.
Lui non la saluta nemmeno e la sorpassa, facendo un’unica domanda, senza neanche guardarla negli occhi.
- Dov’è Maya?- chiede apprensivo, mentre gli occhi scuri corrono nervosi sull'ambiente circostante.
- Stavi per svegliare tutto il vicinato!- incalza Bulma, cercando di stare dietro al suo passo.
- Lei dov’è?!- domanda ancora Goku, alzando il tono della voce e ignorando deliberatamente la ramanzina di Bulma.
- Di qua, ma calmati, è già abbastanza agitata!- lo mette al corrente sottovoce, ma non troppo da non permettermi di sentirla.
Vedo apparire Goku e Bulma sulla porta del bagno, alzo lo sguardo in direzione della figura di Goku, con gli occhi rossi e le lacrime che ancora mi solcano le guance. Tremante, agitata. Me lo ritrovo davanti con un passo solo, si inginocchia davanti a me e data la vicinanza, riesco ad avvertire il battito accelerato del suo cuore e il suo respiro affannoso. Abbasso nuovamente lo sguardo, come a non volermi far vedere in quello stato, come a non voler mostrare i segni della violenza di suo fratello su di me. Non a lui. Come se me ne vergognassi profondamente.
Goku mi prende il viso con entrambi le mani, con delicatezza, con dolcezza e, dopo svariati secondi riesco a guardarlo negli occhi. Quei meravigliosi occhi neri che mi hanno fatto perdere la testa dal primo momento. Guardandolo meglio, mi accorgo che ha anche lui il labbro spaccato e lo zigomo destro leggermente livido.
"Spero con tutte le mie forze che non abbia fatto a botte con Radish, non potrei sopportare anche questo, non adesso..."
- Io lo uccido quel bastardo, ha firmato la sua condanna a morte- annuncia Goku in un sussurro rabbioso, dopo che ha passato al setaccio ogni centimetro del mio viso, soppesandolo con attenzione.
- Ti prego Goku, non fare nulla- gli chiedo implorante, poggiando una mano sul suo muscoloso avambraccio.
- No, Maya, lo faccio fuori, te lo giuro- mi dice fermo, prendendo ad accarezzarmi nuovamente il viso, io sospiro pesantemente, portando di nuovo gli occhi sulle mie ginocchia.
- Guardami- mi chiede lui, prendendomi delicatamente il mento tra l’indice e il pollice per farmi alzare a testa.
- Non ti succederà mai più una cosa del genere. Mai più. Te lo prometto- mi rassicura convinto, mentre lo fisso stralunata, annuendo lentamente.
"Oh, Goku, se ci fossi stato tu dall’inizio, non avrei mai e poi mai provato questo dolore..."
Questo dolore così grande che mi sta divorando viva.

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Capitolo 20
*** Istinto e Ragione ***


CAPITOLO 20:

Con tutto quel baccano, abbiamo ovviamente svegliato tutta la famiglia, la quale è rimasta scioccata dall’accaduto. Papà credo abbia fumato mezzo pacchetto di sigarette in mezz’ora e la mamma non finiva di preparare camomilla per tutti per calmarci, anche se su di me no ha avuto alcun effetto. La buona Bulma mi ha tenuto compagnia a letto, stretta abbracciata a me fino alle quattro del mattino, poi considerando che io non riuscivo a dormire e lei, poverina, cercava di nascondere gli sbadigli, l’ho pregata di andare a riposare.
"Ha già fatto troppo per me, questa sera..."
Io, nel frattempo, ho visto l’alba farsi strada nel cielo, non avendo chiuso occhio per tutta la notte. Ogni volta che provavo ad addormentarmi, le terribili immagini e la cattiva faccia di Radish si materializzavano davanti ai miei occhi, dando ulteriore prova che quell’incubo feroce era diventato realtà e avrebbe tormentato la mia mente per chissà quanto tempo. Forse per sempre.
Il cellulare ha vibrato in continuazione, per paura che fosse quella bestia, non ho avuto il coraggio di controllare.
Goku, dal canto suo, neanche è riuscito a chiudere occhio, si sentiva terribilmente in colpa per quello che mi era successo, come se lui avesse innescato il meccanismo che aveva portato a quel tremendo risultato e la reazione altrettanto sconvolta dei suoi genitori l’aveva inquietato ancora di più.
"In questo momento non voglio vedere nessuno di loro, ho provato solo dolore e frustrazione da quando sono entrati nella mia vita..."
Così, quando sono passate le undici e il sole è alto nel cielo, mi accorgo di essere rimasta immobile nel mio letto per un tempo indefinito. Non mi sono mossa dalla mia posizione fetale, quasi come se ogni movimento potesse farmi male o che quella posa sicura, rannicchiata, chiusa a riccio contro il mondo potesse in qualche modo proteggermi.
**********************************************************************************************************
Intanto la mattinata in piscina, quel momento di ritrovo solo nostro fatto di pettegolezzi e risate, quel giorno è completamente diverso. C’è silenzio e nessuno ride.
- Ancora non posso crederci- mormora affranto James, ricordando il racconto mio e di Bulma della sera precedente, tutto ciò che era successo e lo stato in cui mia sorella mi aveva trovata.
- Già. Ho bussato alla sua porta, quando mi sono alzata per vedere come stesse, ma non ho avuto risposta- conclude afflitta Bulma.
- Povera Maya, non avrà chiuso occhio- osserva Charlotte, dopo un lungo sospiro.
- Per questo voglio starle vicina, non riesco ad immaginare neanche lontanamente cosa stia passando- dice mia sorella con le lacrime agli occhi.
- Un po’ mi sento in colpa, sapete? Fino a prova contraria siamo stati noi a prenderla in giro e spingerla a provarci con Radish…- confessa James, spegnendo la sua sigaretta a metà.
- Goku aveva ragione. Suo fratello è pericoloso, ma non immaginavo arrivasse a tanto- decreta Bulma inarcando le sopracciglia e senza la minima espressione nella voce.
- E Maya erano giorni che diceva che non stava bene in compagnia di Radish, avrei dovuto darle ascolto, lasciare che si confidasse e darle consigli migliori. Proprio io, che sono sua sorella- riprende, alzando la voce di qualche tono, profondamente in colpa.
- Invece mi sono limitata ad essere la solita frivola Bulma- conclude abbassando lo sguardo, per poi si ricordarsi di un’altra cosa.
- A proposito di Goku , immagino abbiate sentito che scenata ha fatto, era anche conciato piuttosto male ora che ci penso- aggiunge meditabonda.
- Avrà fatto a botte con quel vile, prima di venire qui- ipotizza ancora.
C resta in silenzioad ascoltare suo fratello e sua cugina, senza proferire parola.
- Già, non mi sorprenderebbe…- interviene James ovvio, poi fa una breve pausa.
- Sì, ma è stronzo anche lui, diciamocelo!- esordisce.
- Si accorge adesso di quanto ci tiene a Maya? Dopo aver fatto il coglione con Chichi per settimane?- riprende il giovane dagli occhi color cielo, con una certa acidità nella voce.
- Sono d’accordo, ah e poi a sentire Vegeta, Radish è stato cacciato di casa, fuori da lì, dal progetto di papà e dalla palestra di suo padre- li informa la turchina risoluta.
- Stamattina tutte le sue cose erano sparite. Andato, come se non ci fosse mai stato-
I gemelli continuano ad ascoltare.
- Inoltre, papà mi ha detto che Veldock e Bardack sono venuti a scusarsi personalmente per il comportamento sconsiderato di Radish e a sincerarsi delle condizioni di Maya- riprende, accendendosi a sua volta la sigaretta.
- Il padre di Goku non si direbbe, ma era davvero sotto un treno. È come se avesse… ripudiato suo figlio, mi spiego? - chiede retorica, aggrottando la fronte, come se volesse dare anche lei stessa una spiegazione sensata a quel termine.
- Cosa intendi per ripudiato?- interviene subito Charlotte a dar voce ai suoi pensieri, mentre Bulma assume un’espressione interrogativa.
- Sai che non credo di aver capito bene? Credo si riferisse proprio al fatto di non volerlo più come membro della famiglia- conclude neutra.
- E’ una cosa piuttosto seria- osserva James sbattendo le palpebre più volte.
- Il che mi manda ancora più in confusione...- riprende Bulma e gli altri rimangono in silenzio in attesa di un chiarimento.
- Vegeta ieri mi ha spiegato che per loro l’onore è più importante di ogni altra cosa e Radish, con un gesto del genere, non solo ha disonorato sé stesso, ma anche la sua famiglia- comincia mia sorella, beccandosi lo sguardo incredulo di C e James in risposta.
- Hanno chiesto categoricamente a mio padre di non far apparire il suo nome in nessuna pubblicazione riguardante il progetto, non che ci stesse lavorando poi chissà quanto- continua la turchina, facendo spallucce.
- Immagino sia sempre legato alla questione del sangue blu- ipotizza, rilassandosi contro lo schienale della sdraio.
- Sì, ma ci tengono decisamente parecchio per arrivare a buttare un figlio in mezzo ad una strada, per quanto possa aver commesso una cosa terribile, sia chiaro, non lo sto affatto giustificando- si affretta ad aggiungere James, alzando le mani in sua difesa.
- Hanno una sorta di code of honour che va rigorosamente rispettato, a quanto pare. E se non lo fai, sei tagliato fuori- riprende Bulma mimando il gesto delle forbici, mentre James si mette pensoso.
- Non trovate che sia tutto molto anormale?- chiede aggrottando la fronte e passandosi una mano tra i lisci crini corvini.
- Beh poi Vegeta una cosa te la dice, le altre mille sono un mistero, so così poco di lui e per saperlo gliel’ho dovuto tirare fuori con le pinze, figurarsi parlare di una cosa così delicata- ammette mia sorella in tono frustrato.
- D’accordo il mistero, ma ragazze mie vivrò anche a Parigi, però ho ancora degli amici in Hokkaido e credo di intendermene un po’ della cultura di quelle zone, una cosa è certa. Non ho mai visto nessuno comportarsi come loro- sentenzia James, scandendo ogni singola parola.
- In effetti hanno un modo di vivere e di pensare abbastanza bizzarro, anche questa cosa di allenarsi come se fosse questione di vita o di morte, anche Yamcha e Tenshinhan sono malati del fisico perfetto, ma c’è un limite a tutto…- aggiunge Bulma pensosa.
- Secondo me c’è qualcosa sotto di grosso che non ci è ancora molto chiaro- si accoda James, particolarmente intrigato dalla piega che sta prendendo quella converszione.
- Sono d’accordo, e lo scoprirò, fosse l’ultima cosa che faccio- conclude la cugina determinata.
- Hey ragazzi- comincia C dopo un lungo sospiro, attirando l’attenzione su di sé.
- Che ne dite se dopo provassi a parlare io a Maya?- domanda, dopo essere stata in silenzio per metà del tempo.
- Potresti provare- la incoraggia il gemello, alzando le spalle.
- So bene quanto in questo momento vorrebbe stare sola e chiudersi in sé stessa, ma è proprio quello che non deve fare… potremmo perderla…- decreta spaventata la bionda, guardando negli occhi sia suo fratello che sua cugina.
- Non lo permetterò, Maya è mia sorella, non permetterò che per colpa di un pezzo di merda, lei debba perdersi gli anni più belli della sua vita- afferma Bulma, scuotendo energicamente la testa e James annuisce in segno d'assenso.
- Ci aspettano ancora tante cose, la laurea, lo stage, il lavoro, l’amore. No, Radish non può rovinare tutto!- conclude ferma mia sorella.
- Farò un tentativo- dice C, lasciandosi andare ad un sorriso rassicurante.

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Goku è uscito prestissimo di casa, il cappuccio della felpa tirato su, quasi a nascondersi agli occhi degli altri e la musica sparata a palla nelle orecchie.
I piedi avrebbero deciso da soli dove portarlo, anche se il primo posto che gli era venuto in mente aprendo gli occhi quella mattina all’alba dopo una notte quasi insonne, era stato l’unico possibile dove avrebbe potuto sfogare tutta la sua rabbia, quindi quando era arrivato alla sua palestra erano circa le otto.
Nonostante all’inaugurazione mancassero meno di due mesi, ricordava quanto era stato impegnato con gli esami, tanto da trascurare la palestra e persino i suoi duri allenamenti. E poi era successo quello che era successo quella notte. Sentiva il sangue ribollire dalla voglia di spaccare qualcosa, qualsiasi cosa. I nervi erano tesi e li sentiva come mossi da scariche elettriche. Se non avesse dato subito sfogo a tutta quella potenza repressa, sarebbe imploso di sicuro.
Allo scatto della chiave nella serratura, l’ambiente buio aveva rivelato gli attrezzi ancora perfettamente chiusi e imballati, l’odore di vernice fresca e alcuni scatoloni ammucchiati in un angolo. Soltanto un sacco da box e dei pesi di vario calibro sistemati in un angolo dell’ampia stanza.
Goku, dopo un breve riscaldamento, inizia a mollare una serie di cazzotti al sacco con una velocità disarmante. Calci, pugni, ancora calci, dando finalmente voce a tutta la sua rabbia inespressa. Le sue urla di dolore si levano come un’eco all’interno dell’ambiente completamente immerso nella penombra.
Stremato, dopo una serie infinita di attacchi, si appoggia al sacco, con la fronte, il viso e il collo imperlati di sudore e fissa il vuoto, cercando di riprendere a respirare regolarmente, sentendosi leggermente sollevato dopo quello scarica di colpi così brutale.
In quel momento, Vegeta varca la porta della palestra, ma Goku si accorge della sua presenza ancor prima che il suo migliore amico palesi la sua presenza schiarendosi la gola, poi torna a guardare il sacco.
- Che ci fai qui?- chiede secco il più giovane, poi riprende a dare pugni, mentre Vegeta si avvicina con le braccia incrociate al petto.
- Non ti illudere Kaaroth, non sono qui per farti da psicologo, mi hanno chiesto i tuoi di vedere come te la passavi- lo informa acido sedendosi su una panca lì accanto e osservando Goku sferrare colpi micidiali contro il sacco. Dopo un altro attacco, quest’ultimo scoppia in mille pezzi, facendo cadere l’ammasso di sabbia ai piedi del ragazzo, che perde definitivamente la pazienza.
- Vaffanculo!- urla frustrato, dando un calcio alla montagna di sabbia ai suoi piedi.
- Smettila di fare lo scimmione senza cervello- lo ammonisce il suo amico.
- Avrai sentito, no, della bella riunione familiare di ieri sera?- comincia Goku con malcelato sarcasmo, senza guardare il suo amico negli occhi e accasciandosi al suolo.
- Sì e mi avete svegliato, grazie tante- mormora scocciato il piccoletto.
- Ti giuro, Vegeta, che se Radish fosse stato un secondo in più davanti ai miei occhi, lo avrei disintegrato- lo informa con un sibilo di pura rabbia.
- Per quanto non mi piaccia ammetterlo perché siamo cresciuti insieme, tuo fratello è un cazzone, Kaaroth- ammette asciutto il Principe, mentre Goku si ferma e lo fissa serio.
- Un cazzone fin troppo violento. Tutti noi siamo stati spietati in passato...- comincia Vegeta, lanciando uno sguardo tremendamente eloquente al suo amico.
- Ma da qui a far del male ad una donna, quello no, non ci appartiene e lo sai- aggiunge convinto Goku al compagno.
- Conosci bene il motivo per il quale Radish lo ha fatto- gli comunica Vegeta inchiodandolo con lo sguardo. Il senso sottile di quella frase non viene colto subito da Goku, che si limita ad osservarlo interrogativo.
- Che intendi?- chiede curioso, col fiatone.
- Andiamo, possibile che tu non lo abbia capito? Sei un cazzone quanto lui, allora- ribatte Vegeta, per poi ridacchiare brevemente.
- Mi scuserai, Vegeta, ma proprio non ti seguo- continua Goku avvicinandosi a lui, mentre afferra un asciugamani pulito.
- Ti sei mai chiesto perché tuo fratello volesse così disperatamente Maya?-
La domanda di Vegeta coglie Goku totalmente in contropiede, che sbuffa alzando le spalle in cerca di una risposta sensata.
- Perché è un pazzo maniaco?- risponde retorico quello alto, per poi asciugarsi il viso energicamente.
- Certo, ma ti è mai giunta voce dei sogni strani che fa la ragazza?- incalza Vegeta sollevando un sopracciglio, per testare il livello di conoscenza del suo amico.
Goku guarda Vegeta come se si fosse appena trasformato in una pesca bella matura sotto i suoi occhi, sbattendo più volte le palpebre. Di tutta risposta, Vegeta sbuffa sonoramente, alzando gli occhi al cielo.
- Idioti, possibile che debba sempre spiegarvi tutto io?- mormora scocciato quest'ultimo, mentre Goku si mette in ascolto.
- Radish mi ha raccontato che Maya, una sera che ha bevuto un po’ troppo, gli ha raccontato di uno strano sogno ricorrente su un bambino, guarda caso identico a te, sogno che fa spesso, dall’età di tre anni…- comincia il trentenne, mentre Goku si siede nuovamente per terra, di fronte al suo interlocutore, attentissimo a quell'argomento di cui non era affatto a conoscenza.
- Bulma mi ha confermato la cosa quando gliel’ho chiesto, volevo esserne sicuro- conclude secco Vegeta.
- Da quando sei così pettegolo?- domanda l'amico smorzando i toni, ma Vegeta gli riserva un'occhia in tralice. Si schiarisce nuovamente la gola e poi riprende la parola.
- Ebbene, Maya ti sogna da vent’anni, Kaaroth, come se ti conoscesse e ti avesse visto in un’altra vita- lo informa e Goku in quel momento ha un lampo di genio, ricordandosi del nostro primo incontro.
- Ti dice niente?- domanda Vegeta, aspettandosi una risposta sincera dal suo amico.
- Ma certo! Per questo quando ci siamo conosciuti era così sconvolta e mi ha chiesto se, per caso, da bambino ero già stato qui e ci fossimo incontrati, io allora non capì- dice Goku, rabbuiandosi di colpo, Vegeta lo lascia continuare.
- Chiaramente non le ho mai dato l’occasione di dirmelo, perché sono un emerito idiota- continua, abbassando lo sguardo.
- Ecco, almeno lo ammetti- commenta tagliente quello basso.
- Ma di certo non racconti un tuo sogno ricorrente ad un perfetto sconosciuto, no?- chiede speranzoso a Vegeta.
- Ovviamente. Comunque il punto è, e dovresti saperlo bene, che noi appariamo in sogno alla nostra anima gemella- lo mette al corrente, quasi in tono solenne.
Goku è in un primo momento sconvolto da quell’informazione, ma una parte di lui infondo, conosceva già perfettamente quel processo.
- Accade tre volte su tre, è matematico, è una delle nostre caratteristiche- continua Vegeta, infondendo stranamente saggezza a Goku, mentre a lui vengono in mente le parole di sua madre, quella notte di luna piena e riflette esattamente su quello che Gine gli ha detto.
Lei e Vegeta non possono aver pensato le stesse cose, deve essere davvero così, pensa Goku fra sé e sé.
- Noi siamo come i lupi, quando scegliamo una compagna è per la vita e daremmo anima e corpo per difenderla- continua l’amico, lasciando andare le braccia lungo il corpo.
- Saremmo stati anche dei guerrieri assetati di sangue, ma abbiamo sempre combattuto per la forza, per l’onore e per gli affetti- dice convinto.
- E anche se non la conosciamo ancora per davvero, è il nostro subconscio, la nostra anima a scegliere la nostra compagna di vita e ci manifestiamo a lei sotto forma di sogno- conclude il Principe e Goku annuisce piano, sentendo un po’ la testa girare nell’elaborare tutte quelle informazioni.
- Tu sei apparso presto alla ragazza, quando le sono morti i genitori a quanto pare. Quando il suo unico punto di riferimento sei diventato tu, inconsapevolmente, segno che il vostro legame è già solido e profondo- comunica Vegeta cercando di mantenere un tono neutro.
Goku si gratta il capo, meditabondo, come se stesse pian piano mettendo a fuoco tutto quello che è successo negli ultimi tempi, dandogli finalmente un unico e logico filo conduttore.
- Per questo quando ero con Chichi mi sentivo strano, come se non fossi me stesso e invece quando c’è Maya intorno io… io ucciderei per lei, farei di tutto, mi getterei nel fuoco, se me lo chiedesse- risponde di getto Goku e Vegeta sorride soddisfatto.
- E’ il tuo istinto a ragionare, funziona così, ma bada bene, lei dovrà essere pronta a sapere tutta la verità. Dovrai conoscere tu e soltanto tu il momento giusto per svelargliela- lo mette in guardia Vegeta
- Già, poverina, chissà quante domande si è sempre fatta su questo sogno, senza avere mai le giuste risposte. E ora… ora che le è accaduto quello che le è accaduto, non so neanche se riuscirò a dirle tutto. Non risponde ai messaggi, non vuole vedermi…- confida Goku a Vegeta, giù di morale.
La furia di prima sembra essere sparita, lasciando il posto alla tipica debolezza dei sentimenti.
- Ah, smettila di frignare come una principessina, Kaaroth!- lo ammonisce duro l’amico.
- Ricordati chi sei. Siamo forti, non abbiamo punti deboli. Il nostro punto debole è solo l’amore- ammette serio Vegeta e Goku annuisce piano.
- E ora arriviamo al perché Radish ha fatto quello che ha fatto...- comincia quello bassino, incalzato subito dall'altro.
- Per fare del male a me e ferirmi nell’orgoglio- lo interrompe Goku accigliandosi, saltando automaticamente alle conclusioni.
- Attaccare l’anima gemella di un altro vuol dire disonorarlo e quest’azione non poteva restare impunita- lo informa Vegeta con risolutezza.
- L’orgoglio è tutto per noi, lo sai. Ripara a questo torto, ricongiungiti con la ragazza- suggerisce ll'amico.
- Per questo devi andare da lei e raccontarle tutto, non farti sfuggire di nuovo l’occasione, perché sarò io a prenderti a pugni stavolta- conclude con un sorrisetto di sfida, Goku invece ricambia felice, quasi sollevato.
- Grazie, Vegeta, ora è tutto molto più chiaro- annuncia Goku, tirandosi su.
- Ti prego, non diventare troppo sentimentale- mormora disgustato Vegeta, roteando gli occhi.
- No, davvero, per tutto- si affretta ad aggiungere il più giovane, per poi prendere a grattarsi la nuca in imbarazzo.
- Volevo dirtelo da un po’. Ti sei sempre comportato tu da fratello maggiore nei miei riguardi, più che Radish stesso. Mi hai insegnato tutto- comincia Goku sincero, mentre Vegeta resta in silenzio, con il suo freddo sguardo basso, ma nel profondo è colpito da quelle parole.
- Tu più di chiunque altro, mi insegni i nostri più alti valori e quanto è importante mantenerli vivi, ora che siamo rimasti in pochi. Io, non so davvero come ringraziarti…- prosegue Goku, quando l’imbarazzo fa spazio alla pura ammirazione e gratitudine. Cosa che fra loro non si vede tutti i giorni. Così gli tende la mano sorridente, Vegeta lo osserva, poi si gira dall’altra parte tra l’imbarazzato e l’indignato.
- Tzk, non ringraziarmi. Se non ti insegno io ad essere davvero quello che sei e a sfruttare al massimo il tuo potenziale, nessuno lo farà. Ora, ti dispiace se mi alleno un po’ anche io?- conclude la faccenda in fretta, alzandosi in piedi.
- Certo- dice Goku allargando il suo sorriso e prendendo quell’invito come un’implicita accettazione dei “complimenti” di poc’anzi.
- Stavo giusto pensando di voler allenarmi un po’ nella lotta libera, avevo proprio bisogno di un partner- gli comunica Goku, gettando via l’asciugamani, mentre Vegeta sorride con aria di sfida.
- Bene, allora è la mattinata giusta per ridurti in brandelli- risponde il piccoletto.
- Non vedo l’ora!- ribatte di rimando Goku, assumendo anche lui un atteggiamento di sfida e poi i due iniziano a sferrarsi colpi.

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Capitolo 21
*** Bella e Rovinata ***


CAPITOLO 21:

- Non è proprio uscita dalla sua camera. Sono così arrabbiata!- sbotta la mamma, lanciando un’occhiata al piano di sopra.
- Non vuole mangiare, spero almeno stia bevendo, fa un caldo insopportabile- continua con una nota di tristezza nella voce.
- Non abbatterti, mamma, Maya starà bene, è naturale che al momento voglia stare da sola…- la rassicura Bulma con una carezza sulla spalla.
- Zia, ti spiace prepararmi due drink?- chiede C risoluta, varcando la porta della cucina.
- Ma certo tesoro, anche io ho decisamente bisogno di bere, dei Martini vi vanno?- chiede sforzandosi di mostrare il suo solito entusiasmo.
- Del resto è il tuo pezzo forte- la incoraggia James sorridendo.
- Beh, anche i genitori di Goku e il papà di Vegeta hanno gradito, questa mattina- li mette al corrente, cominciando a mettere il ghiaccio nei bicchieri, mentre fa un breve sorriso.
- Erano davvero molto dispiaciuti, non hanno fatto altro che chiedere di Maya per tutto il giorno- interviene papà, sfogliando svogliatamente la pagina delle quotazioni in borsa del giornale. Poi sospira.
- Bardack e Gine volevano chiedere personalmente scusa alla ragazza per loro figlio, ma come sapete, Maya non ha mai messo piede fuori dalla sua camera- conclude afflitto, sistemandosi meglio gli occhiali sul naso e poi il silenzio cala in cucina, soltanto il rumore della chiara bevanda alcolica che viene versata nei bicchieri.
- Sorellina, pensi che il Martini sia una buona idea? Voglio dire, Maya non mette niente sotto i denti da un po’, ammesso che Radish l’abbia davvero portata a cena ieri sera…- comincia dubbioso James con una smorfia.
- Già, non le faremo più male che bene?- domanda Bulma preoccupata.
- Per sentirsi meglio e tirare fuori tutto, questo Martini non basterà, fidatevi- dice seria la bionda.
- Ecco, ci ho messo anche un pezzo del suo dolce preferito, l’ho preparato apposta per lei, nella speranza che mangi qualcosa- si affretta ad aggiungere la mamma in tono amorevole, porgendo a sua nipote un grosso vassoio d’argento.
- Sei proprio un tesoro, mamma, lei apprezzerà di certo- dice Bulma, sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi.
- Maya è sempre stata davvero mia figlia e questa cosa mi ha spezzato il cuore, povera bambina- conclude la donna, tirando su col naso.
- Vado, ci vediamo tra un po’- annuncia Charlotte espirando forte, per poi salire le scale al piano di sopra con il vassoio tra le braccia, attenta a non far cadere nulla.
- Credete ce la farà?- si domanda mia sorella ad alta voce, vedendo sparire la ragazza in cima alle scale.
- Solo C sa come si sente Maya- dice triste James, lanciando uno sguardo eloquente a sua cugina.
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La bionda gemella si ferma davanti alla porta della mia camera, bussa e non sentendo risposta dall’altra parte, insiste.
- Maya, sono io, Charlotte. Ti ho portato una bella fetta di torta moretto- mi dice in tono accattivante.
Io richiudo gli occhi, stringendo ancora di più il cuscino al petto, il solo rumore delle nocche sulla porta che squarcia il silenzio nella mia mente e nel mio cuore, mi fa agitare da morire.
- Non ho fame- rispondo con voce rauca, sorprendendomi di quanto sia secca la mia gola, dopo essere rimasta senza parlare per tutte queste ore.
- Peccato, perché oltre al dolce, ho qui anche un bel Martini appena preparato dalla zia...- continua lei, facendo ondeggiare la testa e alzando gli occhi.
"Alcool. Ho proprio bisogno di farmi un sorso di qualcosa di alcolico, per annebbiare ulteriormente la mente...E fumarmi una sigaretta, ora che ci penso meglio".
C attende ancora fuori dalla porta, mentre io lentamente mi tiro su. I muscoli quasi atrofizzati e tremendamente indolenziti sono come un terribile promemoria di ciò che è successo la sera prima, dunque ci metto un po’ per trascinarmi fino alla porta.
Giro la chiave e apro lentamente, lo sguardo che leggo negli occhi color del cielo della mia bionda cugina, fa presagire la mia non proprio bellissima cera . I capelli scompigliati raccolti in quello che una volta era uno chignon, profonde occhiaie violacee, il labbro spaccato e diversi lividi ed ecchimosi sul corpo.
Charlotte sospira, regalandomi un sorriso veloce, forse grata per avermi almeno vista.
- Sei la benvenuta se porti con te dell’alcool, ma ti prego non fare commenti, perché so bene di avere un aspetto di merda- le dico svogliatamente, lasciando la porta aperta per farla entrare mentre me ne ritorno a letto, ignorando la sua presenza in un primo momento.
La ragazza, senza aggiungere altro, cammina lenta verso la scrivania e poggia lì il vassoio, attenta a non sporcare quella pila di documenti e ricerche, quell’abbozzo di tesi iniziato, mai portato a termine, per ora.
- Non sono qui per giudicare il tuo aspetto, né tanto meno per raccontarti puttanate di circostanza, perché ti prenderei solo per il culo- esordisce lei.
- Se questo è il tuo modo per tirarmi su, almeno apprezzo lo sforzo e la sincerità- commento secca, mentre continuo a darle le spalle, con il cuscino sempre attaccato al petto e lo sguardo fisso in un punto indefinito fuori dalla finestra.
Charlotte prende i due bicchieri di Martini e me ne passa uno, mettendomelo direttamente sotto al naso. Quel gesto mi costringe a voltarmi nella sua direzione ancora una volta.
- Allora...- comincia sistemandosi per bene, con le gambe incrociate sul letto.
- Facciamo un brindisi- asserisce, beccandosi il mio sguardo esasperato.
- Non sono proprio in vena di fare un brind...-
Lei mi interrompe
- Ah ah! Lasciami parlare! Brindiamo a quanto fa schifo la vita!- dice pensandoci un po’ su, io assumo un’espressione soddisfatta.
- Direi che posso fare uno sforzo per questo- ammetto senza la minima espressione nella voce, avvicinando il bicchiere al suo, per poi fare un breve sorso.
Ingerire qualcosa dopo quasi un giorno, soprattutto qualcosa di alcolico, mi fa un effetto strano. Il liquido incolore scende infuocato nel mio esofago, dandomi i brividi per tutto il corpo.
- E ora un bel pezzo di torta ti va?- dice invitante prendendolo dal vassoio.
- Se devo bere come una spugna, dovrò pur mangiare, per non finire in coma etilico- commento, con un breve sorriso.
- Così mi piaci, ragazza, tosta!- dice lei mostrando i muscoli.
- Ti prego, non usare quell’aggettivo, lui mi definisce così…- commento ad occhi bassi, quasi senza intonazione nella voce.
"Solo sentire quell’aggettivo mi fa montare il terrore dentro e C non ha bisogno di chiedere lui chi sia".
Dalla mia faccia disgustata si capisce perfettamente a chi mi riferisco.
Così lascia che il silenzio aleggi brevemente tra noi, mentre lei addenta un pezzo di torta come ad esortarmi, io la imito, ma anche il solo muovere la mandibola per masticare mi provoca un dolore terribile.
- Senti, Maya…- esordisce seria dopo un po’, mentre io continuo a non alzare lo sguardo, concentrandomi sul movimento dei denti che masticano la torta al cioccolato.
- Sono contenta che tu mi abbia fatta entrare qui, non fraintendermi, Bulma mi dice che non esci dalla stanza da ieri sera…- io annuisco, continuando a mangiare il dolce.
- Come ti ho già detto, non sono qui per fare dell’autocommiserazione o stronzate simili, ma per dirti che se vuoi io ci sono, ok?- dice allungando una mano per accarezzarmi la gamba in modo fraterno.
- Ti ringrzio Charlotte davvero, ma non mi va di parlare di come mi sento adesso- la informo, riponendo il piattino da dolce nel vassoio, con ancora un pezzo bello grosso di torta adagiato sopra, che non riesco più a mangiare.
"Già mi è costato tanto assaggiarne un po’..."
Lei osserva ogni minimo movimento.
- Non ti costringo a farlo e se e quando vorrai, io sarò pronta ad ascoltarti. Io, più di chiunque altro, posso capirti…- aggiunge triste, io mi affretto a scuotere la testa.
- Credimi, nessuno può cap…-
Lei mi interrompe ancora, stavolta più bruscamente.
- Credimi tu. Avevo sedici anni e nonostante di anni ne siano passati, se ripenso a quella sera ho ancora gli incubi- conclude secca. Io mi blocco alzando lo sguardo ed osservandola incredula.
La cosa mi lascia completamente di stucco, la conosco da tutta la vita e non l’ho mai saputo.
C tira su col naso, si asciuga veloce le lacrime per non farmelo notare e per essere più convincente mi sorride, anche se la voce rotta la tradisce all’istante.
- Magari ascoltare la mia storia ti potrà far sentire meglio e… farti capire che non sei sola, mai- sottolinea tirando ancora una volta su col naso.
In un attimo le parti si invertono e mi sento io quella che deve consolare e non viceversa, così le poso una mano sulla spalla con uno sguardo triste che lei ricambia. I suoi bellissimi occhi color ghiaccio sono rossi e colmi di lacrime di dolore.
- Non voglio che tu stia male così, devi raccontarmelo solo se te la senti- le dico, sapendo esattamente il tipo di dolore lacerante che sta provando anche solo nel ricordare la vicenda.
- Beh… è stata la prima estate in cui i miei ci hanno mandati in discoteca da soli, senza Jed a farci da babysitter- comincia, tirando fuori le parole tutte d’un fiato.
Jared, mio cugino, nonché fratello maggiore dei gemelli, la cui stazza da buttafuori e lo sguardo freddo come un soldato sovietico farebbe paura a chiunque cercasse di avvicinarsi. Solo in apparenza, perché in realtà è davvero un pezzo di pane.
Per questo per i primi tempi in cui i due giovani gemelli hanno iniziato ad uscire e frequentare locali e discoteche, i miei zii li hanno lasciati andare ad una sola condizione, che loro fratello maggiore andasse con loro.
- Eravamo con un gruppo di amici, sai com’è, ci si divertiva e ovviamente, abbiamo alzato un po’ il gomito, io soprattutto- ammette, con tono quasi colpevole.
Resto in silenzio per farla continuare, lei si mette comoda sul letto alzando lo sguardo verso il soffitto, come se avesse paura di tirare fuori quei ricordi. Se ne sta lì rigida, come se ricordare troppo le potesse far sentire nuovamente il dolore delle ferite mai per davvero sanate.
- E c’era un ragazzo, era un amico, andava in classe con James, si era unito a noi per la serata, non so dirti se aveva solo bevuto o aveva assunto anche qualche sostanza stupefacente- dice, pensandoci meglio sopra.
- Sta di fatto, che ricordo mi ha ronzato intorno per tutta la serata, diventando anche abbastanza fastidioso e insistente...-
Io annuisco lentamente in un muto invito a lasciarle continuare.
- Ad un certo punto, avevo bisogno di prendere una boccata d’aria, tanto alcool, tanto caldo, avevo nausea e vertigini. James mi chiese se volessi compagnia, che stupida sono stata, avrei dovuto dirgli di sì- ricorda con un sorrisetto triste, scuotendo la testa.
- Sul retro del locale c’era un parcheggio, era abbastanza isolato e non c’era nessuno, era molto tardi…-
Il racconto di C sembra materializzarsi in quel momento davanti ai miei occhi, mi stringo nelle spalle come a scacciare quella terribile sensazione che prende possesso del mio stomaco.
- Senza neanche accorgermene, mi ero allontanata fin lì per accendermi una sigaretta, ho dei flash un po’ sfocati di ciò che è successo pochi minuti dopo, come se il corpo non mi fosse appartenuto e stessi vedendo me stessa dall’esterno, pur subendone tutto il dolore…-
Riconosco perfettamente il tremendo stato d'animo attraverso le sue parole e un brivido di paura mi percorre la schiena. Anche se Radish è lontano da qui, forse e spero milioni di kilometri di distanza, sento ancora le sue orribili e viscide manacce su di me.
- Ed è stato un attimo, Maya, un attimo fatale- riprende il racconto la bionda, cominciando a singhiozzare.
- Mi bloccò contro un'auto, seppure fosse ubriaco e drogato, aveva una forza tremenda, che sovrastava di molto la mia, in quel momento intontita anche io dagli alcolici-
Lei inspira profondamente e la mia presa sulla sua mano si fa più forte, come un tentativo di infonderle coraggio. Poi continua il racconto senza guardarmi negli occhi.
- E’ stato tutto orribile. Ricordo di aver urlato, di essermi battuta per quanto possibile, ma nessuno venne in mio aiuto, nessuno mi sentì-
Le parole mi si bloccano tutte in gola, ogni tentativo di rassicurazione da parte mia muore tra la faringe e la laringe.
- Mi rassegnai a subire il dolore, le botte, e ricordo solo il sapore delle lacrime- continua, incapace di trattenere oltre i singhiozzi. Le mie dita sono serrate come una morsa intono alle sue, come a confortarla.
- Purtroppo per me, non ho avevo un attrezzo pesante a portata di mano per difendermi, o la freddezza che hai avuto tu nel fuggire, sarà che tu sei più adulta, forse sei anche più sveglia e razionale di me- prosegue Charlotte con una certa ammirazione nella voce.
- Non dire così…- mi affretto a dirle, anche se con profonda tristezza.
- No, dico sul serio- commenta, tirando su col naso.
- So solo che da quella notte, la mia vita è cambiata- ammette distrutta.
- Ci ho messo mesi, se non anni, a fidarmi di nuovo di qualcuno, a lasciare che un uomo, chiunque egli sia, amico, fratello, fidanzato, mi mettesse un solo dito addosso- confessa con dolore.
- Qualcosa dentro te si rompe, quando subisci uno stupro- sentenzia calma.
I suoi occhi incontrano i miei. Il dolore che leggiamo l’una nello sguardo dell’alta è comprensibile senza usare le parole, come un linguaggio terrificante e segreto che solo noi possiamo capire.
- Le ferite fisiche fanno male, ma con i giorni passeranno fino a sparire, non ti ricorderai nemmeno dove avevi avuto graffi e lividi. Ma la ferita più grande, quella sul tuo cuore, quella, probabilmente, non sparisce mai del tutto-
Il silenzio cala per qualche minuto pesante tra noi due.
- Certe volte torna a far male più di prima, fa male soprattutto quando vedi che accade anche alle persone a cui vuoi bene. Quando ieri sera ci hai raccontato tutto… ti chiedo scusa se non ho detto una parola, ma in quel momento avrei solo voluto piangere disperata insieme a te- mi dice, come a volersi giustificare.
- L’ho fatto nel silenzio di camera mia, non volevo che tu mi vedessi, perché solo io potevo capire cos’hai provato e stai provando in questo momento e quanto cazzo fa male- sibila fra i denti e io abbasso lo sguardo.
- E la cosa che fa davvero più male di tutte è che a farlo, sono sempre le persone di cui crediamo ci si possa fidare…-
Io annuisco lentamente, anche se una parte di me non si è mai davvero del tutto fidata di Radish.
- Però, Maya...- riprende, in tono più rassicurante.
- Sono qui non solo per raccontarti quanto sia orribile convivere con una cosa del genere, ma quanto anche se si ha la forza, la determinazione e le persone che ti vogliono bene accanto, andrai avanti e non lo dico per dire, guardami oggi…- si indica sorridendo fiera.
- Vivo nella Grande Mela, sono piena di amici, sono l’amministratore delegato di una delle aziende più potenti al mondo, potrò contare sempre sulla mia famiglia, sono felice, nonostante tutto-
Il suo sorriso, mi fa piegare le labbra all’insù di rimando.
- E ti ho raccontato tutto questo, proprio per darti prova che tu sarai felice di nuovo, forse anche più di prima-
Charlotte mi posa le mani sulle spalle e ci guardiamo negli occhi. Intensamente.
- Non so come e quando, ma ti faccio una promessa- comincia in tono solenne.
- Un giorno, lontano o vicino che sia, ci guarderemo dritte in faccia, come stiamo facendo adesso, con le lacrime di gioia e non di dolore agli occhi e lo avremo superato, insieme. E sarai felice, te lo giuro-
Io sorrido commossa, soltanto con la voglia matta di abbracciarla fortissimo.
- Ora però smettila di guardarmi con questi occhioni di Bambi piagnucolosi- mi dice ironica, mentre io le salto al collo e piango nascosta nelle punte dei suoi corti capelli biondi.
- Grazie- soffio sincera e grata ad occhi chiusi.
- Non farlo, siamo una famiglia- mi dice lei tenendomi stretta a sé e poi ci stacchiamo dopo interminabili secondi.
- Ora finiamo il dolce, altrimenti facciamo preoccupare tua madre- dice ridacchiando e poi afferra i piattini, ne passa uno a me e continuiamo a mangiare, scoppiando in una risata liberatoria.
- Senti che dicono?- mormora James a Bulma, mentre i due sono fuori dalla porta ad origliare la conversazione come due spie.
- Shh, sta’ zitto…- gli intima Bulma.
- Le sento ridere, ecco si saranno ubriacate coi Martini, come temevo- mormora ovvia.
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Qualche sera più tardi…

Mentre sono ancora rintanata in camera mia, non avendo ancora trovato il coraggio di farmi vedere visto che i lividi e i tagli non sono spariti del tutto, intorno alle ventitré ini - Ma che cavolo…-
Mi alzo dal letto e sposto la tenda dall’ampia vetrata della mia camera, resto attonita quando noto dei sassolini ammucchiati sul terrazzino e altri che colpiscono il vetro, a intervalli regolari.
"Se sono James e Bulma che vogliono farmi qualche scherzo, questa volta li ammazzo!"
E' pur vero che la chiacchierata con C mi ha fatta sentire meglio, ma non so se sono ancora pronta ad affrontare tutti e stare in compagnia.
Apro la portafinestra senza nemmeno rendermene conto ed esco sul terrazzino, l’aria umida della notte mi riempie i polmoni e...Giù in giardino c’è l’ultima persona che mi sarei aspettata di vedere.
- Che ci fai qui?- chiedo tra lo sconcertato e il sorpreso, mentre la figura illuminata solo dai lampioni del giardino mi sorride sollevato nel vedermi.
- Non mi rispondi al cellulare, ti avrò mandato milioni di messaggi e chiamato altrettante volte. Bulma mi ha detto che non esci da un po’, era l’unico modo- si giustifica facendo spallucce.
Nonostante tutto, Goku è la solita visione, indossa dei pantaloni di tuta neri e ha una canotta dello stesso colore. Lo vedo abbassare subito gli occhi, come a pentirsi di ciò che ha appena detto, vedendo che io resto in silenzio.
- Se non vuoi vedermi o parlarmi, me ne vado all' istante, ma voglio sentirtelo dire- mi dice convinto, alzando nuovamente lo sguardo.
Continuo a restare zitta, totalmente sconvolta nel vederlo lì, che tenta disperatamente di voler comunicare con me, che ho interrotto ogni relazione umana da qualche giorno.
- Ok… ho capito- dice con voce mesta, poi si mette le mani in tasca e fa per andarsene.
Io, non so da quale parte della mia anima, prendo coraggio.
- Goku, aspetta-
Lui si ferma subito al mio richiamo.
- Dammi un minuto…ok?- gli chiedo mordendomi il labbro inferiore, lui annuisce leggermente e poi io indietreggio verso la mia camera, senza voltargli le spalle.
Mi do una veloce occhiata allo specchio. I lividi sul viso e sul collo stanno via via sparendo, la loro tonalità verdastra è abbastanza rassicurante, mentre quelli sulle braccia e sui polsi sono ancora molto visibili e tendenti al violaceo, per non parlare di quelli sulle cosce.
Indosso quindi una felpina lunga e leggera, capace di nascondermi fino alle ginocchia.
"Non voglio fargli vedere come mi ha conciata suo fratello, farebbe male ad entrambi, anche se lui lo sa bene..."
(
https://www.youtube.com/watch?v=NN-Nl9tX8Ek)
Apro la porta della mia camera quasi come se stessi evadendo di prigione e mi tiro su il cappuccio della felpa, sperando di non trovare nessuno in giro. Voglio vedere solo Goku e la cosa sembra alquanto strana, visto che sono giorni che lo respingo con tutte le mie forze. Arrivo in giardino e il solo avvicinarmi a lui mi rende nervosa e viva allo stesso momento.
Una sensazione impossibile da spiegare.
Mi fa un breve sorriso, come se mostrarmi che è troppo felice di vedermi in questo momento potesse farmi scappare via a gambe levate.
- Hey- mi dice piano.
- Hey- rispondo allo stesso modo, avanzando lentamente verso di lui.
Restiamo per un attimo in silenzio, ora che sono più vicina riesco a mettere meglio a fuoco il suo splendido viso e noto con sollievo che anche lui sta guarendo da quella sera, visto che l’occhio è meno gonfio e la spaccatura sul labbro è ridotta ad una sottile linea in via di guarigione.
- Chiederti come stai sarebbe da stupidi…- comincia, mettendosi le mani in tasca in imbarazzo.
- Infatti…- mi limito a rispondere seria, eludendo il suo sguardo per quanto possibile.
- Volevo solo accertarmi che stessi… meglio… almeno- riesce a malapena a mettere insieme le parole, imitandomi nel far correre lo sguardo ovunque e non fisso nel mio.
- Sto guarendo, fisicamente. Poteva andarmi peggio- rispondo secca.
Goku a quel punto ssmette di fissare le peonie di mia madre alle mie spalle e punta i suoi occhi scuri nei miei. La cosa mi mette a disagio, portandomi quasi a tremare.
- Posso?- cerca di avvicinare la sua mano al mio viso, ma io subito mi ritraggo, come profondamente terrorizzata da quel tocco.
- No, ti prego!- rispondo indietreggiando di scatto e lui subito ritrae la mano, più spaventato di me.
- Non volevo…- comincia a scusarsi confuso.
- No, scusami, è che…-
Vorrei trovare le parole giuste per spiegargli che al momento ogni contatto fisico, seppur minimo, mi uccide dentro e mi fa paura. Eppure io sono una persona così coccolona, io adoro i contatti fisici con le persone a cui voglio bene.
“Che cosa mi hai fatto, Radish, non potrò mai perdonarti.”
- Perdonami- dice ad occhi bassi, quasi in preghiera.
- Goku, te l’ho detto…- lo interrompo, ma lui mi parla nuovamente sopra.
- No, perdonami per tutto, il mio compito era quello di proteggerti e ho fallito- ammette guardandomi dritto negli occhi, i suoi quasi sono lucidi.
Quelle parole così pesanti e importanti mi fanno sussultare.
- Proteggermi?- chiedo confusa strabuzzando gli occhi.
- Goku, tu non potevi saperlo, nessuno poteva- gli dico, cercando di farlo sentire meno in colpa.
"Dalla faccia che ha, sta a pezzi quasi quanto me." 
- Sì, ma io stavo cercando di metterti in guardia, ma tu… tu non hai voluto ascoltarmi!- mi dice disperato, io apro la bocca per dire qualcosa, ma le parole mi muoiono in gola ad una ad una.
- E ora non posso neanche accarezzarti la guancia- dice afflitto e io sospiro pesantemente.
- Che cosa ti ha fatto quella feccia… ti prego, potrai mai perdonarmi?- mi chiede con le lacrime che gli salgono prepotentemente agli occhi.
Goku sta per piangere, io mi sento quasi in colpa per essere stata stronza con lui, nonostante sono io quella che ha avuto la peggio tra i due e, soprattutto, mi sento una stupida per non averlo ascoltato fin dal principio, riguardo suo fratello.
"Ci saremmo risparmiati entrambi una bella dose di dolore, se solo non ci fossimo comportati da bambini capricciosi"
- Smettila, smettila ti prego, non farmi stare peggio!- gli chiedo con la voce rotta.
- No, non te lo meritavi, è colpa mia. Mia soltanto- dice duro, battendosi la mano sul petto.
- Vivrò per tutta la vita con questo rimorso, quello di non averti protetta da mio fratello- mi dice in un sibilo.
- Ti prego, non devi, sono io a chiedertelo, io… io starò bene- cerco di rassicurarlo, usando le prime parole che mi vengono in mente.
- Giuramelo- mi chiede fermo.
- Sì- rispondo senza pensarci troppo su, poi sospiro pesantemente.
- E sai una cosa, voglio cominciare subito a stare meglio- dico sorridendo e lui mi guarda interrogativo.
Con un coraggio che non credevo più di avere, faccio uno scatto in avanti annullando la distanza che ci separa con un solo passo e lo abbraccio. Fortissimo.
Goku resta per un attimo rigido come una statua di marmo, confuso dal mio comportamento, poi si rilassa via via che io lo stringo a me. Me ne sto lì a godermi per la prima volta e inaspettatamente il calore del suo corpo con la guancia appoggiata al suo torace scolpito. Ad ascoltare il battito del suo cuore.
- Ti prego, Goku, stringimi- lo supplico dopo qualche secondo e lui esegue subito l’ordine senza esitazioni, tenendomi ancorata a sé, chiusa come in una gabbia tra le sue braccia possenti. Ed è in quel momento che mi lascio andare ad un pianto liberatorio, quello che non ho avuto il coraggio di fare quella sera davanti a lui.
Lui resta in silenzio, stringendomi sempre di più e appoggiando il mento sulla mia testa.
- Andrà tutto bene, Maya- mi rassicura chiudendo gli occhi e dondolando leggermente, come a cullarmi.
- Grazie- gli dico tra le lacrime.
E ce ne stiamo lì per attimi interminabili. Attimi che vorrei poter rendere eterni. Goku sarà per sempre la mia ancora di salvezza e stasera ne ho avuto soltanto la riprova.
Respingerci ci ha portato solo ad una serie di eventi spiacevoli, voglio smettere io per prima di tenerlo lontano da me. Vorrei stare per tutta la vita come in questo momento, tra le sue braccia che mi cullano…
- Non ti lascerò- mi sussurra.
- Non farlo- gli chiedo, diventando minuscola tra le sue braccia.
E questo pezzo di eternità perfetto lo porterò sempre con me nella mia mente, nel mio sogno diventato in parte realtà...

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Capitolo 22
*** Parto da Qui ***


CAPITOLO 22:

Dopo lunghi giorni rintanata in camera a riprendermi (approfittando di ciò anche per buttarmi a capofitto nelle ricerche della tesi e cominciare a buttare giù una sorta di introduzione) ho ripensato alle parole di C e ho capito che dovevo riprendere in mano il controllo della mia vita.
Inoltre, quello che è successo l’altra sera con Goku mi ha aperto un mondo e mi ha fatta sentire come mai in vita mia. Non ho mai ignorato le mie sensazioni e non voglio cominciare adesso.
"Adesso che iniziano ad essere positive..."
Non posso assolutamente permettere che Radish mi rovini così, non gliela posso dare vinta a quel bastardo, anzi, se mai fosse possibile, un giorno mi piacerebbe tanto vendicarmi, ma non riempendolo di botte...
"So bene di non avere alcuna chance…"
Ma dimostrandogli che nonostante il male che mi ha fatto, io sarò felice, come ha detto Charlotte.
Mi rimetto in sesto, mi faccio una doccia lunga un’eternità e noto con sollievo che anche i lividi sul corpo stanno scomparendo e il mio labbro gonfio è tornato alle sue normali dimensioni.
Indosso il costume da bagno ed esco dalla mia camera, lasciando le finestre completamente spalancate, come se l’aria fresca e pulita del mattino lavasse via tutti i cattivi pensieri e le negatività che negli ultimi giorni hanno aleggiato in questo ambiente in cui mi ero rinchiusa.
"Arrendermi non ha mai fatto parte del mio essere..."
Ho perso entrambi i genitori da piccola ho imparato a convivere con questo grande dolore e vuoto, abbracciando la mia nuova famiglia quando già ero più grande e nessun altro avrebbe adottato una bimba di dieci anni. Tutti i sacrifici, tutte le sconfitte e ora anche questa cosa, credo che col senno di poi tutto ciò mi abbia resa indistruttibile e un po’ mi fa paura la nuova me, devo imparare a gestire le nuove sensazioni che sento, restando comunque fedele a me stessa.
"Ce la farò!"
Scendo giù in cucina e lì trovo la mamma che prepara dei muffin e papà che legge il giornale. Tiro un sospiro di sollievo nel vederli, la mia quotidianità e tutto ciò che amo di essa sta finalmente tornando.
- Buongiorno- dico mostrandomi contenta e la loro attenzione subito si sposta su di me.
I loro occhi mi fissano con commozione e il loro sorriso che si allarga sempre più quasi mi scioglie il cuore. Non immaginavo avrebbero sofferto così tanto per me e insieme a me, eppure eccoli qui a tentare a fatica di nascondere le lacrime di gioia nel vedermi nuovamente in piedi e viva soprattutto.
- Oh, Maya, tesoro mio!- la mamma molla il vassoio di dolci appena sfornati sul ripiano della cucina e corre ad abbracciarmi forte.
Chiudo gli occhi godendomi quella sensazione di casa, inspirando il suo profumo di rose così intenso e questo mi fa tornare alla mente tantissimi ricordi, in particolare la prima volta in cui l’ho abbracciata, all’ottavo compleanno di Bulma e le ho detto che “sapeva di fiori buoni”.
Lei mi aveva sorriso, un sorriso così speciale che allora non colsi appieno e mi carezzò la testa. Quello stesso profumo l’ho sentito forte e deciso quando le carte per la mia adozione sono state rese ufficiali e io diventavo a tutti gli effetti Maya Brief. Sua figlia.
"E avrei potuto godere di quel profumo di fiori buoni per il resto della mia vita..."
- Ragazzina, ci hai fatti preoccupare parecchio, sai?- si accoda papà, dandomi una pacca sulla spalla in fare scherzoso.
- Non c’era di che preoccuparsi, sono una che non molla, io!- li rassicuro con un pizzico di ironia, mostrando i bicipiti che non sono poi così sviluppati.
- Gli altri sono in piscina, raggiungili pure- mi dice spostandomi i capelli dalle spalle alla schiena.
- Vado subito- annuncio sicura.
Metto gli occhiali da sole ed esco in giardino. È bello sentire di nuovo il calore del sole cocente sulla pelle e poter tornare a divertirmi con gli altri, così salgo silenziosamente i gradini che portano in piscina e vedo i tre parlottare tra di loro.
Si zittiscono di colpo, colti completamente di sorpresa nel notare la mia presenza, decisamente insolita negli ultimi giorni.
- Oh vi prego, non smettete per me- esordisco mentre vado a riprendere il monopolio del mio lettino a bordo piscina.
Bulma fa uno scatto veloce, gettando per aria i suoi costosissimi occhiali da sole e corre ad abbracciarmi, chiudendomi in una morsa d’acciaio.
"Nemmeno l’avvenimento più brutto del mondo sarebbe capace di farmi dimenticare i suoi abbraccioni da mamma orso"
- Che bello vederti Maya!- urla euforica.
- Ok, ma non spaccarmi i timpani!- le dico con una smorfia.
Poi mi guarda, sorride e mi abbraccia di nuovo.
- Avanti, è stata chiusa in camera a studiare, mica in guerra? - Dalle tregua… - cerca di minimizzare James.
- Anzi, un uccellino mi ha detto che sei uscita per una scappatella notturna l’altra sera. Qualcosa da dire a tua discolpa?- continua il moro mettendomi, come suo solito, sotto torchio.
"Questo non mi era mancato per niente. Lui, Bulma e C si saranno guardati tutta la scena come uno schifo di tv show romantico da quattro soldi"
- Sai già tutto vedo, sicuramente eri appollaiato come una civetta dal tuo terrazzino, quindi io non ho niente da dirti- replico con aria di superiorità.
Bulma si stacca finalmente da me e noto i suoi occhi colore del cielo pieni di gioia, mentre James mi sorride sghembo.
- E’ tornata!- sentenzia C in tono vittorioso.
- A parte tutto, straniera, come stai?- domanda mio cugino, cambiando per un attimo espressione.
- Adesso devo dire che sto bene- ammetto con leggerezza, dopo aver espirato sonoramente.
James e Bulma si guardano complici, io sorrido a Charlotte e lei mi strizza l'occhio sorridendo, capendo che le mie parole fanno esattamente riferimento alla chiacchierata a tu per tu che abbiamo avuto qualche giorno fa.
- Arrivi proprio al momento giusto, se vuoi saperlo- comincia mia sorella, in tono accattivante.
- Già, perché prima di tutto devi metterti in pari sugli episodi precedenti- interviene James, rimettendosi gli occhiali da sole e prendendo velocemente posto ai piedi del mio lettino.
- Perdonatemi se non mi unisco, fa caldo già così- commenta tagliente Charlotte, indicando il lettino completamente occupato.
- Allora, da dove vuoi che inizi?- chiede Bulma incapace di contenere l’entusiasmo.
- Iniziamo da Vegeta che ti manda in bianco, ti va?- suggerisce con ironia nostro cugino, beccandosi una tremenda occhiataccia dalla turchina.
- Le confidenze fatte in un momento disperato non valgono, mi pare- lo zittisce, infatti, brusca.
Il mio sguardo si sposta saettante da lei a James, in totale confusione.
- Vegeta ha fatto cosa?!- chiedo allibita, elaborando solo in quel momento l’informazione appena ricevuta.
- Le ho detto che potrebbe essere gay- dice ovvia C, non scomponendosi minimamente dalla sua solita posizione da dea di pietra mentre accentua la sua tintarella.
- A quel punto toccherebbe a me entrare nei giochi- si intromette nuovamente James, mentre Bulma alza gli occhi al cielo scocciata.
- Ah, non è gay, ma quante volte devo dirvelo? E’ solo… - comincia, nel tentativo di trovare le parole giuste.
- Solo?- domando curiosa fissando mia sorella.
- Inesperto- conclude abbassando lo sguardo, come se si vergognasse di quel termine che ha appena adoperato, mentre James e C scoppiano in una sonora risata.
Strabuzzo gli occhi più volte e poi inarco le sopracciglia, arrivando da sola ad una conclusione.
- Aspetta, non ti seguo. Non vorrai dirmi che… è vergine?!- chiedo cauta e Bulma si limita ad annuire, profondamente in imbarazzo.
- Non ci credo, ti ha detto una balla- rispondo subito, sicura di ciò che sto dicendo.
- Maya, te lo giuro. La cosa ha sconvolto non poco anche me- si affretta ribattere lei, subito sulla difensiva.
- Scusami, ma faccio davvero fatica a crederci- riprendo, decisamente scettica sul fatto che un tipo affascinante come Vegeta non sia mai andato a letto con nessuna. Poi Bulma mi fa un breve riassunto del post-serata nell’auto del suo ragazzo e inizio a dare credito alle sue dichiarazioni alquanto scioccanti.
- Porca miseria, sarà un’altra delle loro stranezze- confesso con una smorfia, grattandomi la tempia dubbiosa.
- Sì, ma non tutto è perduto, perché ci sono tante altre novità!- dice James, improvvisando un balletto.
- Davvero? La lista è così lunga?- chiedo finta spaventata.
- Oh, baby, non ne hai la benché minima idea- riprende suadente lui, guardandomi dritta negli occhi.
- Direi allora che ho bisogno di fumarmi una sigaretta!- annuncio, pronta ad assaporare i prossimi pettegolezzi, mentre James e Bulma continuano a ridacchiare tra loro con fare complice.
- Ragazzi, siete così strani, possibile che in meno di una settimana siano successi eventi talmente degni di nota da comportarvi così da idioti?- chiedo alzando un sopracciglio.
- Sì, vuoi prima le belle notizie o…- comincia piano mia sorella, venendo subito interrotta da nostro cugino.
- Le splendide notizie?!- si accoda lui su di giri.
Li fisso come se fossero improvvisamente diventati stupidi.
"Sono così euforici che mi stanno facendo morire dalla curiosità"
- Non mi interessa l’ordine, sputate il rospo!!!- ordino loro, terribilmente sulle spine, così Bulma si schiarisce la voce.
- Prima di tutto volevo dirti che Goku mi ha tormentata per i primi due giorni della tua sparizione, dal dì alla notte, per sapere come stavi- a solo sentir pronunciare il suo nome sussulto e il solito mix di emozioni contrastanti prende il sopravvento.
- Mi ha scritto più di un miliardo di messaggi, è stato molto carino a preoccuparsi- continua, guardandomi dritta negli occhi, mentre io sorrido come un’ebete.
- Così, vedendo che né io e né tu davamo segni di vita, il povero ragazzo è andato nel panico ed è venuto qui...-
- Era così dolce, un cucciolotto- aggiunge James con il suo solito tono mellifluo.
Quella notizia mi manda in uno stato confusionale terribile.
- Aspettate, Goku è stato qui prima dell’altra sera?- chiedo sconvolta.
- Certo- risponde subito Bulma, come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- E’ venuto qui tutte le sere si può dire, inizialmente volevo anche venirti a chiamare, ma non sapevo se mi avessi risposto o meno o… se avevi voglia di vederlo, non so…- conclude con un’alzata di spalle, mentre io sono ancora persa nei ricordi di qualche sera prima, nella sensazione avvolgente di quell’abbraccio di Goku, dove le parole non servivano.
E poi, improvvisamente, di nuovo silenzio stampa e quando comincio a realizzare cosa è realmente successo, mi assale una sensazione di imbarazzo tremenda. L’ho abbracciato e stretto come una cretina, se lo vedessi ora che sto meglio, non saprei neanche che cosa dirgli.
"Mi fustigherei da sola..."
Ora con che faccia, dopo che siamo stati incollati per un quarto d’ora buono a dondolarci sotto le stelle, potrò più guardarlo in faccia? E quel che è peggio, non abbiamo più affrontato l’argomento Radish, cosa che prima o poi dovremo fare, non possiamo ignorare ciò che è successo.
- Questo è un problema che direi risolveremo abbastanza presto, non trovate?- comincia James, quasi a dar voce a tutti i dubbi e gli interrogativi che mi frullano in testa.
- Ragazzi, sono stufa dei giochetti, parlate. Ora- intimo ai parenti presenti con un tono finto minaccioso.
- Se magari James mi lasciasse continuare…- dice Bulma fra i denti, dando un calcio al ragazzo per scherzo, mentre lui se la ride come un matto.
"È proprio un toccasana passare del tempo con loro, ci avessi pensato già giorni fa, mi sarei risparmiata tanta solitudine inutile..."
- Dunque, Vegeta mi ha detto che Goku ha passato notti in bianco, giorni solo ad allenarsi, cazzotti, calci, insomma il ragazzo si è sfogato parecchio- riprende il racconto mia sorella.
- E si vocifera che abbia fatto appello a tutte le sue forze per non uccidere, intendo proprio letteralmente suo fratello-
I miei occhi e le mie orecchie captano ogni parola. Sembra stiano raccontando la trama di un libro.
Nonostante continui a dispiacermi per il fatto che Goku si sia sentito in colpa per ciò che è accaduto, perché non era assolutamente mia intenzione fargli pesare tutto questo, una parte di me pensa che forse si è meritato di provare tutto questo senso di impotenza, di fronte alla perfidia di suo fratello.
- Vegeta gli è stato molto vicino, che caro- continua Bulma, distraendomi ulteriormente dai miei pensieri.
- Ed è stato anche molto vicino a te, no?- la interrompe ancora James, alludendo sicuramente ad altro.
- Ovvio, ma avrei preferito un vicino più vicino, mi spiego?- risponde a tono lei, poi si rivolge nuovamente a James.
- Scusa, ma perché completi tutti i miei discorsi? Cos’è, la prima a teatro?- chiede con un pizzico di acidità e scoppiamo nuovamente a ridere.
- Cazzo, hai rovinato l’atmosfera, Maya si stava divertendo- interviene Charlotte.
"Il loro tentarle tutte per rivedermi sorridere mi scalda dentro. Se non ci fossero loro, chissà dove sarei adesso..."
- Basta, stronzate, ora vogliamo passare alla notizia più importante del TG?- dice il moro, mettendo pressione alla cugina.
- Giusto! Quasi dimenticavo…- dice Bulma e poi vedo spostare il suo sguardo su di me, con fare da pervertita.
- Indovina paparino che cosa mi ha promesso per il prossimo week-end - comincia Bulma, ponendo un indovinello che mi spiazza completamente. Sgrano gli occhi, nell’incertezza più totale, e abbasso il collo nelle spalle.
"Papà potrebbe prometterle di tutto, anche un’intera costellazione, conoscendolo..."
- Uhm, mi cogli praticamente in contro piede- dico arresa.
- Oh, andiamo, Maya! Proprio non ti viene in mente nulla?- incalza lei, incoraggiandomi a trovare una risposta, quasi saltellando sul lettino.
- Ti do un indizio, è una cosa per la quale lo prego da, più o meno, un paio di estati- sugggerisce.
Io mi ci metto a pensare, poi ho un lampo di genio. Mi giro a guardarla lentamente, quasi avessi paura a dirle quello che sto pensando.
- No- dico semplicemente.
- Oh sì- risponde lei sicura.
- Comincia a sfoderare i tuoi costumi più sexy, perché si va in yacht, baby!- annuncia entusiasta.
- A largo delle isole Amami!- continua improvvisando un balletto.
- Non ci posso credere, come lo hai convinto?- chiedo felice.
- Beh, diciamo che lo abbiamo tormentato un pochino…- inizia James vago.
- Lo ammettiamo, abbiamo fatto un po’ leva sulla situazione, con la scusa di distrarci...- riprende Bulma mordendosi un labbro, sperando che io non mi offenda per quella strategia.
- Perfidi!- mi limito a dire scuotendo la testa, con una punta di ironia nella voce.
- E poi Vegeta ha detto che sa guidare uno yacht, quindi si è fidato ciecamente di lui- dice sventolando una mano davanti al viso, come a voler chiudere il discorso con superficialità.
Io la guardo ancora più sconvolta
- No riavvolgi. Cioè, papà ci lascia prendere il suo yacht?! Secondo me, ci sta prendendo in giro…- dico a James e C, mentre Bulma sta improvvisando la danza della gioia a bordo piscina.
- E’ tutto vero, dunque hai soltanto due giorni di tempo per fare dello shopping sfrenato con il sottoscritto, per permetterti di essere una diva in vacanza- dice facendo finta di lucidarsi le unghie.
- Che ne dici? Ti piace questo programma per il week-end?- domanda il moro facendo scintillare i suoi occhi color ghiaccio.
- Che ne dico?! È tanto da digerire per essere passati solo un paio di giorni- ammetto frastornata.
Poi cerco di pensare a tutto quello che potrebbe succedere durante il week-end, ma cosa più importante, conoscendo mia sorella e i miei cugini, non saremo i soli a fare baldoria, in quest’occasione più unica che rara.
- Scusami, Bulma, considerando le dimensioni dello yacht, a parte Vegeta, chi hai pensato di invitare?- domando cauta, conoscendo già in cuor mio la risposta che ne seguirà.
Lei mi fissa come se fossi un’ aliena appena atterrata sulla Terra.
- Maya, sorellina, io ti voglio bene, ma collega il cervello per un secondo- mi dice piano, posandomi entrambe le mani sulle spalle come per scuotermi.
- Non riesci a pensare a nessun altro per avere compagnia in una meravigliosa notte a largo delle isole Amami, al The Crown di Okinawa, la discoteca più bella di tutto l’arcipelago, una cosa che sogniamo praticamente da quando eravamo due adolescenti ribelli?- dice piano, quasi sillabando.
Io deglutisco, forse ho capito a chi si riferisce.
- Se ci pensate in effetti è strano, siamo andati in vacanza in posti meravigliosi, ma quella discoteca è il nostro sogno da sempre…- dice Charlotte con un sorriso nostalgico
- E abbiamo mantenuto la promessa, per tutti questi anni, nessuno di noi ci sarebbe andato, fin quando…- riprende James, interrompendo la frase a metà.
- … Papà non ci avrebbe dato il permesso di prendere lo yacht, già!- conclude Bulma, completando ancora una volta il pensiero di James.
- Me lo ricordo bene- mi accodo.
Fu una promessa stupida, fatta in occasione del diciottesimo compleanno mio e di Bulma, sperando che raggiunta la maggiore età avremmo potuto prendere lo yacht, anche in compagnia dei nostri genitori e andare al The Crown, ma le cose andarono diversamente e passammo l’estate da James e C, poiché loro padre non stava molto bene e non volevano allontanarsi da casa.
- Ad ogni modo, sei pronta per passare un intero week-end in compagnia di Goku, mh?!- mi chiede Bulma, facendomi leggermente il solletico.
- Verrà anche lui?!- chiedo in un soffio, trovando definitivamente risposta alla domanda di poco prima.
"Meglio che cominci prepararmi psicologicamente..."
- Che domande!- mi beffeggia James.
- E’ per questo che domani il mio caro cugino mi accompagnerà da Victoria’s Secrets a fare scorta di completini intimi sexy, giusto?!- chiede Bulma retorica, inchiodando James con lo sguardo, mentre me ne esco con la domanda più fuori luogo di questo mondo.
- Ma Goku ha mollato Chichi, che voi sappiate?-
Loro mi osservano con una faccia da museo, completamente immobili, colti alla sprovvista da quella domanda così assurda.
- Tesoro, hai la febbre per caso?- chiede mia sorella fingendosi preoccupata, pronta a mettermi una mano sulla fronte.
- Sto benissimo, grazie- le dico con un sorriso, scostandomi.
- Mi sembra ovvio che l’abbia mollata, ha capito che nessuno la voleva tra i piedi, dopo quella sera al pub- dice facendo la finta snob, io sorrido.
"Goku non me ne ha parlato, che strano. Avrà avuto le sue buone ragioni..."
- E per di più quando l’ho invitato per il week-end si è riservato di confermarmi la sua presenza, poiché voleva essere sicuro che tu venissi- incalza, guardandomi risoluta.
- Davvero?- chiedo emozionata.
Mi sembra quasi un sogno tutto ciò che le mie orecchie stanno udendo.
“Possibile che sogni solo Goku?” domanda secco il mio subconscio.
- Secondo sarebbe stato un po’ pesante per la povera Chichi, sopportare il proprio ragazzo che fa scenate di gelosia e prende a pugni suo fratello per un’altra- si affretta ad aggiungere James.
Io torno seria di colpo abbassando lo sguardo, James si morde un labbro, pentendosi di ciò che ha detto e soprattutto spaventato di come potrà essere interpretato dalla sottoscritta.
Vengo subito scossa da un brivido di terrore.
- Lui… lui non verrà, vero? Radish...- chiedo terrorizzata, riuscendo a malapena a mettere in ordine la frase e pronunciare il suo nome e nel farlo mi sento per un secondo morire dentro. Oramai è sinonimo di paura per me.
- Sei pazza, Maya? Certo che no!- sbotta Bulma, carezzandomi la schiena affettuosamente.
- Lui è lontano da qui, dove non potrà neanche più avvicinarsi a te se lo volesse, la definizione giusta è: si trova dall’altra parte del mondo- mi rassicura, mentre i miei speranzosi occhi scuri la scrutano sperando di cogliere la verità in quelle parole.
- Vedi, Vegeta mi ha detto che la sua famiglia lo ha ripudiato- mi informa.
Resto per un attimo scioccata da quel termine così pesante.
- Addirittura?- chiedo con un filo di voce.
- Già, sto cercando di capire anche io cosa voglia dire, ma credimi, da come Bardack e Veldock parlano di lui con papà è come se Radish non fosse mai esistito, né tanto meno fosse parte della loro famiglia- comunica, con tono deciso.
- Ma è orribile-
La frase esce da sola, senza che io potessi rifletterci su troppo.
- Cosa?!- chiede sorpresa mia sorella, guardandomi in modo piuttosto strano.
- Non so tu, ma credo sia il minimo che potesse capitargli- comincia ovvia.
- Insomma, fosse dipeso da me, gli avrei riservato una punizione peggiore di questa, fidati- conclude con sprezzo.
- E Goku la pensa esattamente come me- si riserva di sottolineare, mentre io la guardo interrogativa, piegando la testa di lato.
- Per lui e anche per Vegeta, Radish è praticamente morto- conclude e io, non riuscendo a dire nulla, mi limito a restare in silenzio.
Inspiro ed espiro forte, elaborando mentalmente tutte le informazioni appena ricevute.
"Sento che il cervello esploderà da un momento all’altro..."
- Hey, tesoro, lui se n’è andato, ok? Per sempre- comincia Bulma, avvertendo la mia agitazione.
- Non potrà mai più farti del male, nessuno di noi lo permetterà- mi promette con sicurezza e io alzo lo sguardo, sforzandomi di sorriderle e fidandomi delle sue parole, come ho sempre fatto.
- E ora, se non vi dispiace, io tornerei allo shopping di domani, vi voglio sfolgoranti!- esordisce James, spostando completamente l’attenzione su un argomento più leggero e facendo tornare il buonumore a tutte, a me soprattutto.
Bene, le cose sembrano essere tornate ad andare nella giusta direzione, ma non credo di essere pronta ad un intero week-end in compagnia di Goku. Soli, sperduti in mezzo all’oceano e alla natura incontaminata. Oppure sarà proprio l’occasione giusta per ripartire. Una nuova pagina bianca su cui scrivere un nuovo inizio...

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Capitolo 23
*** All'Arrembaggio ***


CAPITOLO 23:

Il giorno seguente è trascorso per la maggior parte nello shopping compulsivo con James che ci ha trascinate su e giù per negozi, prosciugando completamente le nostre carte di credito.
Ho insistito più volte sul fatto che per me andava bene un qualsiasi negozio per comprare un costume da bagno decente, ma mio cugino si è talmente ardirato che ho dovuto cedere per forza, per non subirmi le sue urla isteriche e destare, soprattutto, la curiosità dei passanti.
"Devo ammettere però che non mi è dispiaciuto essere trattata da Vip in ogni negozio d’alta moda in cui mettevamo piede..."
L'influenza del ragazzo deve essere davvero importante nel campo, quasi ci stendevano il tappeto rosso ad ogni tappa e quando siamo tornati a casa, ricolmi di buste facendo fatica a farle entrare nel bagagliaio dell’auto, mi sentivo come al traguardo di una lunga maratona.
- Allora, costumi presi, asciugamani, infradito, prendisole, oh le mie creme per il viso!- urla Bulma, correndo in camera a recuperare tutto ciò che manca nella sua lunga lista di cose da portare in viaggio Io sorrido godendomi la scena, seduta a gambe incrociate sul letto, così mentre mia sorella armeggia con le ultime cose, prendo coraggio e decido di scrivere un messaggio a Goku.
L’ultimo della nostra chat è il suo e risale al mattino seguente di quella, spero presto dimenticata, serata.
Goku: ti prego Maya, voglio solo sapere come stai, mi interessa solo saperti al sicuro… chiamami appena leggi, ok? <3
“Quanto è stato dolce e io non l'ho neanche degnato di una risposta” penso tra me e me scorrendo quei messaggi. Lui si è preoccupato per me, ha allontanato suo fratello, sangue del suo sangue, solo per me.
Spero solo che quel momento in giardino e quel gesto così intimo da parte mia, come abbracciarlo forte, lo abbiano riavvicinato a me e possano rappresentare il punto di partenza per noi due.
- Parli da sola adesso?- mi prende in giro Bulma, riponendo una serie di flaconi e creme in uno scompartimento del suo immenso trolley rosa.
- No, pensavo a quanto è stato carino Goku, dall’inizio- comincio, incerta.
- Indipendentemente dalla situazione con Chichi, lui si è sempre preoccupato per me e io, in tutta risposta, ho fatto la parte della lattante, agendo per ripicca- spiego con una smorfia e Bulma si mette le mani in fianco alzando un sopracciglio, decisamente contrariata alle mie parole.
- Primo, tu non hai colpe, di niente- mi ammonisce.
- Secondo, lui si è comportato da stronzo per primo, cioè no, ha dovuto aspettare che suo fratello ti facesse del male prima di ricordarsi quanto ci tenesse a te e dare, finalmente, un calcio in culo a Chichi?- dice tutto d’un fiato, diventando quasi bordeaux dal nervoso.
"In effetti, non ha poi tutti i torti..."
- Mi dispiace, ma no, non te lo concedo di autocommiserarti anche in questo- conclude, ripiegando ordinatamente una t-shirt.
- Ora, però, c’è un altro problema- riprendo, attirando nuovamente la sua attenzione, anche se solo per un istante.
- L’ altra sera, per me è stato talmente magico che ora faccio fatica a guardarlo in faccia- confesso mordendomi il labbro inferiore.
- Rilassati, non gli hai mica fatto una dichiarazione d’amore?- mi dice Bulma serafica.
- Domani tutto verrà da sé e finalmente, spero per lui, sotto quella massa di capelli gli entrerà in quel testone duro che tu sei l’unica per lui- risponde sicura, facendomi sorridere sincera.
- Che paroloni, non pensi di esagerare un tantino?- le ricordo, riportandola sulla Terra.
- Credimi se ti dico che è così. Siete fatti l’uno per l’altra, una volta superati i problemi di immaturità e comunicazione da parte sua, come me e Vegeta del resto- conclude ovvia, per poi farmi l’occhiolino.
- Non staremo lavorando un po’ troppo di fantasia?- chiedo dubbiosa, prendendo a fare la solita guastafeste.
- Voglio dire, per te è normale, tu e Vegeta state praticamente insieme, ma io e Goku non abbiamo mai davvero avuto l’occasione di stare soli, di parlare, se vogliamo dire le cose come stanno realmente…- le dico con un’alzata di spalle, analizzando lucidamente la situazione.
È buffo, di solito è lei quella razionale e analitica e io quella romantica e sognatrice, ma quando ci capita di prendere una forte infatuazione, diventiamo tutto l’opposto. Complementari.
- Vedrai che lunedì mi ringrazierai- prosegue lei convinta.
- Tu dici?- incalzo, inaspettatamente bisognosa di rassicurazioni.
- Sicuro, correrai da me e mi dirai testualmente “GRAZIE SORELLA MIA, E’ STATO IL WEEKEND PIU’ BELLO DI TUTTA LA MIA VITA ED E’ SOLO MERITO TUO”
- Come siamo modeste…- commento ironica.
- Già ti vedo lì “ODDIO, GOKU CE L’HA GROSSO CO…”- dice iniziando a prendere le misure con le mani, prendendosi oltretutto gioco di me, io le salto addosso per farla smettere ed interromperla sul nascere, con le guance che avvampano.
- Non ti azzardare a finire la frase!- la redarguisco in imbarazzo.
- Prova a dire di no- continua, tentando di liberarsi dalla mia presa.
- Sei proprio una maledetta porcella!- le dico stridula.
- Lo so, è una delle qualità che preferisco di me- conclude con aria saccente.
- Non partire troppo col cervello e, soprattutto, speriamo Vegeta non ti mandi di nuovo in bianco-
Scoppio in una sonora risata, ma Bulma mi fissa seria, con gli occhi stretti a due fessure.
- Non è affatto divertente, sai che non si ride dei problemi degli altri?- dice tra l’offeso e il divertito e poi attacca con la lotta dei cuscini, come quando eravamo bambine ed eravamo felici perché il giorno dopo saremmo andate al mare, con la differenza che prima c’erano palette e secchiello nelle valige, adesso sono stracolmi di abiti griffati, costumi super sexy e con un po’ di fortuna, colme d’amore.
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Sabato mattina.
Oggi si parte.
Mi sono svegliata con un sorriso stampato sulle labbra che a fatica riesco a tenere la bocca chiusa mentre faccio colazione. L’idea di passare l’intero week-end in compagnia di Goku mi fa sentire talmente viva e carica di elettricità, da dimenticarmi completamente ciò che è successo qualche tempo fa.
Come previsto, anche Bulma è in piedi dall’alba. È il ritratto dell’euforia, mentre va su e giù per casa, che fa girare la testa a tutti. Il suo orgoglio ferito di donna cercherà di prendersi la sua rivincita sessuale con Vegeta in questi giorni.
"Eppure, ancora mi suona così strano che Vegeta sia rimasto illibato fino alla sua età..."
- Ci sbrighiamo? Ho appena visto l’auto dei ragazzi passare di qui!- ci intima Bulma con un tono di voce insolitamente alto, quando si scosta dalla portafinestra, mentre papà da un’occhiata all’Apple Watch sul suo polso.
- Siamo in netto anticipo, ho comunicato al porto che sareste stati lì per le undici- ci dice rilassato, come suo solito.
- Dobbiamo muoverci!- sentenzia, ignorando completamente il genitore e noialtri.
- Bulma, non devi inondarci d’ansia, eh!- l’ammonisce Charlotte, intenta a legarsi i capelli in un minuscolo chignon basso, mentre James si appoggia allo stipite della porta e ci squadra sornione, mentre andiamo a destra e sinistra come saette a controllare le ultime cose e che ci sia tutto in valigia.
- Oh cielo, sembrate tre scolarette pronte per andare allo zoo- dice divertito James.
- Sarà un cazzo di indimenticabile week-end, ci arrivi?- ribatte la turchina indossando gli occhiali da sole.
"Già, con me che non ho neanche il coraggio di guardare Goku in faccia dopo quello che è successo..."
Oltretutto sarò costretta a dividere il letto con mio cugino come fossimo alle elementari, visto che Bulma e Charlotte sicuramente progettano di prendersi una cabina dello yacht ciascuno per consumare le loro notti d’amore con Crilin e Vegeta.
"A parte ciò, sì direi che sarà esattamente un cazzo di indimenticabile week-end"
Facciamo l’ultimo veloce check valigia prima di uscire di casa e poi partiamo, perché credo che a breve Bulma ci trascinerà fuori per le orecchie, facendoci presente che il suo principe a breve inizierà ad inondarla di messaggi e chiederle dove siamo.
"Odia attendere quell’uomo, tolleranza zero."
- Forza, tutti fuori- ci ordina mia sorella a mo’ di generale militare, mentre papà tira fuori il suo monovolume dal garage. Come minimo, visti i bagagli.
- Bulma, devi rilassarti, baby, ok?- suggerisce serafico James uscendo di casa, sempre nella sua tenuta impeccabile, i capelli raccolti in un codino e gli immancabili occhiali da sole.
Ci infiliamo, dunque, in macchina felici come la Pasqua e mentre papà sistema tutti i nostri averi nel portabagagli, James, piazzatosi al posto del passeggero, si volta verso di noi che siamo sedute sui sedili posteriori, si abbassa gli occhiali da sole e ci lancia uno sguardo complice.
- Ma ad alcolici come siamo messi a bordo, capitano?- domanda a Bulma con ironia.
- Zitto!- mormora Bulma, mettendogli una mano davanti alla bocca frettolosamente.
- Ho promesso a papà che non avremmo combinato casini, come ubriacarci o altro, altrimenti ce lo possiamo sognare lo yacht, la prossima volta- lo informa sottovoce, controllando la distanza tra noi e nostro paadre, ma via libera e allora si avvicina ulteriormente a James.
- Ho dato disposizioni riguardo un ottimo rifornimento, stai tranquillo- lo rassicura strizzandogli l’occhio.
- Di che vi preoccupate? Tanto il peggio di noi lo daremo stasera in discoteca- si intromette C, chiudendo il discorso.
- Andiamo ragazzi?- domanda papà mettendosi finalmente alla guida.
- Parti zio, altrimenti tra poco tuo genero inizierà a romperci l’anima con mille telefonate e messaggi- risponde con un sorrisetto, mentre cala un silenzio glaciale in auto alle parole ironiche di James. Intanto io e Charlotte lanciamo un’occhiata di sottecchi a Bulma che è diventata color prugna.
- James, ma cosa stai blaterando?- interviene mia sorella visibilmente in difficoltà abbozzando un sorriso, mentre l’uomo al volante, con molta nonchalans toglie sua figlia dall’imbarazzo.
- Beh, Vegeta è un tipo molto precisino, quindi non mi sorprenderebbe sapere che non sopporta chi è un ritardo- conclude nostro padre come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
Tutti restiamo sconvolti dalla sua affermazione e dal suo implicito accettare Vegeta come suo genero, visto che sembra non aver fatto una piega all’esclamazione, seppur densa di ironia, di James.
- E poi, dovete ringraziare solo lui se vi sto lasciando partire per il week-end con il mio gioiellino…- si affretta ad aggiungere l'uomo, intento ad accendendersi una sigaretta, nel mentre tutti i nostri sguardi si posano ancora una volta su una Bulma imbarazzata.
- Vi dispiace se tiro giù il finestrino? Fa così caldo qui dietro…- lo interrompe lei, cercando di cambiare discorso, ma papà chiude definitivamente la faccenda accendendo lo stereo in sottofondo e fischiettando soddisfatto mentre proseguiamo il nostro viaggio.
Per essere uno che sta lasciando uno yacht di svariati milioni in mano a sette ragazzi, papà è tranquillissimo.
"Forse davvero si fida così tanto di Vegeta?"

Il principe con braccia conserte osserva fuori dal finestrino, mentre Goku e Crilin sono eccitati come due bambini al villaggio di Natale.
- Accompagnati da papà come dei mocciosi alla gita scolastica- dice scocciato Vegeta.
- Avanti, Vegeta rilassati, come saremmo arrivati al molo con i bagagli, con questo caldo e tutto il resto, secondo te?- osserva Goku in tono conciliante.
- Kaaroth ha ragione- dice ovvio Veldock al figlio, sforzandosi di essere il ritratto della cordialità davanti a Crilin, il quale resta un attimo confuso (come tutti) sentendo come il padre di Vegeta ha chiamato Goku, ma non ha il coraggio di chiedere spiegazioni. Veldock e Vegeta lo mettono un po’ a disagio.
- Mi raccomando, non fate danni, ho promesso al dottor Brief che vi sareste comportati bene- riprende con serietà l’uomo barbuto al volante, lanciando un’occhiata ai ragazzi seduti nei sedili posteriori. Di tutta risposta, Vegeta rotea gli occhi.
- Papà, per piacere!- sbotta imbarazzato il giovane, decisamente poco abituato a suo padre così accorto.
- L’ultima volta che ho controllato, avevamo in media trent’anni- aggiunge seccato.
- E’ naturale che si preoccupi, quale genitore non lo fa?- domanda retorico Crilin, guardando ovvio Goku, forse in attesa di un qualche appoggio.
- Bardack, ad esempio. Non gli importa un fico secco né dello yacht, né del week-end - annuncia Vegeta con un sorriso ovvio.
- Mio padre è un caso a parte. Le dimentica queste cose, perché per lui non sono importanti- si affretta ad aggiungere Goku, grattandosi la nuca imbarazzato.
- No, la verità è che tuo padre è moderno e non ci tratta come dei bambocci, vero papà?- riprende Vegeta, scoccando un’occhiataccia a Veldock.
- Sto scherzando, per me avete carta bianca quanto a divertimento- si limita a dire l’uomo con la sua voce profonda, abbozzando un sorriso.
- Tzk e da quando sei così spiritoso?- incalza Vegeta, rimettendosi a braccia conserte.
- Da quando ci siamo trasferiti qui e c’è questo bel sole, guardate qui che meraviglia- indica fuori dal finestrino.
- E anche perché finalmente hai trovato una ragazza degna di te, figliolo- conclude l’uomo con soddisfazione, facendo calare silenzio nell’abitacolo dell’auto.
Goku e Crilin devono trattenersi parecchio per non ridere, mentre Vegeta è livido di rabbia e in completo imbarazzo.
- Io? Cosa ti fa credere che mi sia sistemato?- chiede allucinato, paonazzo in volto.
- Andiamo, vedo quanto tempo passi con Bulma, un’ottima scelta, non c’è che dire. Bella, fine, ma soprattutto intelligente. Una vera perla- si complimenta l’uomo, lanciando di tanto in tanto occhiate eloquenti a suo figlio.
- Ci conosciamo da anni, è davvero una bravissima ragazza- interviene Crilin, mettendoci il carico da novanta.
- Non c’è niente tra me e quella lì- cerca di liquidare veloce il discorso Vegeta, mettendosi poi a guardare il panorama fuori dal finestrino.
- Su, non fare il modesto, lo sappiamo tutti ormai, è inutile nascondersi- lo prende in giro Goku, dandogli sonore pacche sulle spalle, ma Vegeta gli lancia uno sguardo che sarebbe capace di incenerire chiunque.
- Non ci provare, Goku!- sibila tra i denti l’amico.
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Dopo circa una ventina di minuti arriviamo al porto. Papà trova un parcheggio di fortuna, giusto per darci il tempo di scaricare i bagagli e farci scendere dall’auto e, nel salutarci si è raccomandato per altre mille volte di trattare il suo yacht come fosse la cosa più preziosa al mondo, ci siamo quindi allontanati in cerca dei ragazzi.
Trasciniamo i nostri trolley tra la gente in attesa dei traghetti, quando inizia a squillare il cellulare di Bulma.
- Ci mancava solo questa!- impreca sottovoce, mentre con un movimento degno di qualunque prestigiatore, regge in una mano quattro bagagli e afferra il cellulare.
- Sarà di sicuro Vegeta che ci chiede che fine abbiamo fatto- osservo ovvia.
- Hey, sì… siamo qui, ma non riesco a vedervi- dice Bulma, facendosi largo tra la gente e poi si ferma di botto.
- Un braccio alzato? Scusa, come dovrei riuscire a vedere i capelli di Goku? Che cavolo di indizio è?!- comincia stridula.
- Ho capito che è il più alto, grazie tante...- continua parlando al telefono, mentre io ridacchio.
In effetti solo lui ha quei capelli, li riconoscerei tra mille e poi Crilin e Vegeta sono molto più bassi di lui, sarebbe difficile scorgerli in mezzo a questo caos.
- Voi li vedete?- domanda Bulma, allontanando per un attimo il cellulare dall’orecchio.
Tutti iniziamo a guardarci intorno per capire se riusciamo ad individuare i ragazzi, io per prima vedo questo braccio muscoloso e una mano che stringe degli occhiali da sole che penzolano.
- Ecco Goku!- dico, puntando un dito in direzione sua.
- Maya dice di avervi visto, ok allora seguiamo lei, ok ciao- conclude la telefonata mia sorella.
- Come hai fatto? Io non vedo un piffero- mormora la turchina ricominciando a camminare.
- Andiamo và, che già sento il sudore colare in parti che non sto qui a nominarvi, per delicatezza- borbotta James, perdendo per un attimo tutta la sua eleganza.
- Sei pessimo- commenta disgustata Charlotte, voltandosi per un attimo verso di lui.
Poi si mettono tutti dietro di me,in fila indiana, mentre io mi faccio strada tra la folla e dopo poco vediamo i tre ragazzi appoggiati a dei paletti di ferro, con i bagagli poggiati ai loro piedi.
Vegeta è sempre nella sua solita posizione, gli occhi oscurati dagli occhiali da sole, Crilin, poverino, sta per beccarsi un’insolazione sulla pelata sudata e il suo sguardo è il ritratto della sofferenza,e poi c’è lui, che sovrasta tutti con quel sorrisone spensierato di sempre.
"Ora che ci penso, solo quando è venuto a trovarmi quella sera a casa non sorrideva..."
Indossa una maglietta bianca a mezza manica, le sue solite magliette che gli stringono a fatica tutti i muscoli e dei pantaloni dello stesso colore.
- Eccovi- dice Vegeta senza la minima espressione nella voce.
- Abbiamo dovuto quasi fare a pugni tra la gente per raggiungervi- lo informa Bulma, come a voler giustificare quel lieve ritardo.
I due si avvicinano furtivamente e si salutano molto in imbarazzo con un bacio a stampo senza dare troppo nell’occhio, sotto gli sguardi da pervertiti di tutti noi.
- Beh, allora? Dov’è che andiamo?- domanda Vegeta, più per togliersi dall’impaccio che per sapere la reale meta del viaggetto.
Io mi sono completamente estraniata da tutti, vedo solo Goku lì, è sparita tutta la gente, le navi, tutto intorno a me ha preso ad essere una massa indistinta di oggetti e forme. "Lui è al centro del mio mondo, come il sole e tutto gli ruota semplicemente intorno..."
Mi fa sempre il medesimo effetto.
Goku mi fa un sorrisetto dolce che io ricambio, poi si avvicina e mi guarda sospirando, anche lui in imbarazzo.
- Ciao bellissima, come stai adesso?- chiede teneramente, attento a pesare ogni parola.
Io alzo lo sguardo di scatto, soprattutto colpita da quel particolare complimento che mi rivolge. Sento il cuore accelerare di qualche battito...
- Ciao, Goku- riesco a dire e poi gli sorrido ancora di più.
- Ora sto decisamente bene- lo rassicuro e lui pare rilassarsi impercettibilmente.
Sembra che tutti ci stiano guardando, non mi azzardo a controllare se lo stanno facendo davvero, anche perché la mia attenzione è completamente catalizzata dall’aitante giovane di fronte a me.
“Che faccio? Lo abbraccio?”
Ho una voglia matta di spalmarmi addosso a lui e sparire tra le sue possenti braccia, come qualche sera fa. Goku, come se mi leggesse nel pensiero, tanto da risultare quasi inquietante, mi tira il trolley di mano, lo lascia cadere per terra e poi mi tira a sé stringendomi.
Io trattengo il respiro e resto rigida, mi rilasso solo quando sento le sue braccia forti intorno al mio corpo che mi stringono e il suo mento appoggiarsi sulla mia testa, dolcemente.
Chiudo gli occhi e mi lascio andare.
Di nuovo quella sensazione meravigliosa, non era frutto della mia mente quella sera, sento il suo profumo, il suo cuore che batte forte quanto il mio. Faccio un respiro profondo, voglio assaporare più possibile di questo momento e ricambio l’abbraccio, stringendo anche lui a me.
- Mi sei mancato…- mi sfugge questa confessione, mentre sono ancora persa in quel magico abbraccio. Come se il fatto di averlo lì con me, poterlo abbracciare e non rincorrerlo come faccio da sempre di notte, nei miei sogni, sia indispensabile.
- Anche tu…- risponde di rimando e quando ci stacchiamo, ci guardiamo negli occhi entrambi sorridenti.
- Che bello vederti sorridere!- esclama contento, ricordando che l’ultima volta che mi ha vista avevo le occhiaie fin sotto al naso e decisamente nessuna voglia di sorridere.
- E’ merito tuo- riesco a dirgli.
- Anche se mi sento ancora un po’ una merda per tutta quella storia- ammette lui dispiaciuto.
Io cerco di sovrastare le sue parole, interrompendolo.
- Goku, basta davvero, non ne voglio parlare più- ribatto, con tutta l’intenzione di chiudere lì la conversazione, almeno per il momento.
- È stato orribile, ma sto cercando di chiuderlo a chiave e seppellirlo in un angolo remoto della mia mente, dal quale non potrà mai più uscire- lo rassicuro, sorridendogli brevemente.
- Ora pensiamo a divertirci e a passare questo bellissimo week-end insieme- lo incoraggio.
- Ci tengo solo a dirti che per me Radish è morto e non ho più nulla a che fare con lui, né tanto meno i miei genitori- decide di mettermi comunque al corrente.
- Lo apprezzo, davvero, però non tocchiamo più l’argomento, vuoi? Parlarne con te mi fa sentire peggio e ho paura di sprofondare nuovamente nel baratro di qualche giorno fa- confesso con un sorrisetto tirato e lui annuisce sicuro.
- Romeo…- Vegeta richiama Goku facendogli il verso, noi ci giriamo a guardare lui e tutti gli altri, rossi in volto.
- E Giulietta, ovviamente…- ci dice, quasi nauseato.
- Se non vi dispiace, abbiamo uno yacht da prendere e questi bagagli da sistemare, appena siete pronti, senza fretta naturalmente, ci fareste l’onore?- chiede ironico, noi diventiamo ancora più rossi.
- Scusateci- si affretta a dire Goku imbarazzato.
- Arriviamo subito, eccoci- mi accodo a lui, recuperando i miei bagagli.
Uno degli addetti, riconoscibile dal marchio della Capsule Corporation sulla giacca, ci indica dove è attraccato il nostro mezzo. Mezzo poi, se così vogliamo definirlo, me lo ricordavo molto più piccolo, invece mi sbagliavo di grosso. Crilin traduce in parole i miei pensieri…
- Porca puttana- mormora a voce bassa, ma quel tanto che basta da essere udito da me e Goku che gli siamo subito dietro, quando i trenta metri di yacht della famiglia Brief si stagliano davanti ai suoi occhi.
Io ridacchio guardando Crilin, lui diventa subito bordeaux.
- Ops, scusate, l’ho detto troppo ad alta voce?- chiede un po’ mortificato.
- Caspita Maya, sapevo che la vostra famiglia fosse ricca sfondata, ma non fino a questo punto- commenta meravigliato, mentre saliamo le scalette che portano alla poppa della lussuosa imbarcazione.
James mi da un pizzicotto sulla spalla, non mi ero neanche accorta fosse dietro di me.
- Bene, bene il week-end si prospetta col botto!- mi dice con fare da porco, alludendo al prolungato contatto fisico mio e di Goku di poco prima.
- Vuoi stare zitto?!- chiedo, facendo cenno con la testa ad indicare Goku davanti a me, che sembra un bambino felice quando lo portano in vacanza per la prima volta.
Una volta a bordo, come prima cosa, lasciamo andare i bagagli.
Vegeta e Goku vanno verso la prua e si godono il panorama, mentre C e Crilin, già sfiniti dal caldo mattutino, si lasciano andare sui divanetti lì vicino. Io e Bulma andiamo ad attivare, come prima cosa, la vasca idromassaggio e immagino mia sorella stia già pensando ai milleuno modi per sfruttarla insieme a Vegeta.
- Ok, signori- esordisce James battendo le mani per attirare l’attenzione di tutti i presenti.
- Le cabine sono quattro dotate di letti matrimoniali e noi siamo in sette, la nostra fantastica guest come ha pensato di dividerci?- chiede posando lo sguardo su sua cugina. L’espressione con cui lo dice, fa trasparire perfettamente la sua già nota conoscenza sulle sistemazioni.
- A come sistemarci per la notte pensiamo più tardi- risponde secca la turchina, ignorando completamente la faccia da pervertito di James.
- Adesso abbiamo solo bisogno di andare a largo e farci un bel bagno!- propone entusiasta, contagiando tutti, anche C e Crilin stravaccati sui divanetti.
- Sono assolutamente d’accordo- risponde Charlotte, cominciando a sfilarsi senza alcun imbarazzo i pantaloncini di jeans, sotto lo sguardo allucinato di Crilin, mentre Vegeta già si è messo al comando e sembra abbastanza sicuro di sé.
"Non finiremo come in Titanic, questo è certo..."
- Hey, amico sicuro di sapere come si fa?- chiede ironico Goku, passando alle spalle del suo migliore amico.
- Saprei guidare una navicella spaziale, se potessi…- commenta Vegeta, lanciando uno sguardo complice a Goku, che se la ride sotto i baffi, nel mentre il comandante attiva i motori e, nel giro di pochi minuti, Vegeta ci fa allontanare dal porto.
- Ecco fatto- dice Vegeta, quando il porto ormai è un panorama bluastro sullo sfondo.
- Tesoro, sapevo che saremmo stati in mani sicure!- mormora Bulma abbracciandolo da dietro e facendo sussultare il giovane.
- Capitano, mio capitano- gli soffia all’orecchio con fare romantico e Vegeta deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per non cedere.
- Non fare così, donna- gli dice sforzandosi di restare tutto d’un pezzo, mentre tiene d’occhio l’orizzonte davanti a sé.
- Chi vuole un drink?- domanda James, attirando l’attenzione di tutti i presenti su di sé e, in risposta, si leva un urlo unanime di assenso e mani alzate.
Se iniziamo ad ubriacarci adesso, stasera al locale arriveremo già di merda, ma si presentano come i tre giorni più belli della mia vita, che potrà mai essere un goccino per festeggiare?

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Capitolo 24
*** Lotta a Quattro ***


CAPITOLO 24:

Come non detto, siamo arrivati a largo e già abbiamo finito una bottiglia di Prosecco. Siamo veramente senza spernza.
Bulma ha acceso lo stereo di bordo e si è già messa in tenuta mare. Ha un sorriso da ebete stampato in faccia mentre osserva Vegeta, con gli occhiali da sole e il vento che gli scompiglia i capelli, ai comandi dello yacht, somiglia tanto ad una scena di un film romantico anni Novanta.
Con non poco imbarazzo, io mi sfilo furtivamente la parte superiore degli abiti, restando in bikini e, approfittando del sole ormai alto in cielo, mi sdraio sui divanetti a prua nel tentativo di aumentare di qualche gradazione la mia già accettabile tintarella. Mi godo la leggera brezza che mi scuote i capelli, mentre nella mano destra reggo il terzo calice di Prosecco. Riesco ad udire solo risate indistinte alle mie spalle...
- James, davvero basta!- il tono divertito di Crilin sovrasta tutti, mentre il bruno dei gemelli versa ancora fresche bevande alcoliche a tutti.
- Coraggio, venite a ballare!- invita tutti Bulma con entusiasmo, aumentando ulteriormente il volume dello stereo, che suona uno dei suoi pezzi dance preferiti.
Do uno sguardo alle mie spalle e noto C e James ballare al centro del ponte, Crilin seduto che muove la testa a tempo di musica e Goku e Vegeta che fissano gli altri un po’ imbarazzati. Sembrano essere decisamente poco abituati ai festini...
- Direi che qui è perfetto, siamo a molte miglia dal porto e in rotta per Okinawa- ci informa Vegeta, abbandonando la postazione e impostando i motori a bassa potenza per non perdere la rotta.
- Però, il nostro principino ha le sue risorse eh- osserva James ridacchiando, vuotando l’ennesimo bicchiere, mentre Vegeta gli lancia uno sguardo glaciale.
- Non ne hai la minima idea- lo sfida con lo sguardo quest'ultimo, sollevando un po’ il mento.
- Ha talmente tanti assi nella manica che a volte me ne sorprendo anche io…- si intromette Goku a dare manforte al suo amico e, nel mentre, viene proprio a sedersi accanto a me sui divanetti.
"Senza maglietta, tanto per cambiare…"
- A proposito…- comincio, attirando l’attenzione dei presenti, per poi fare un altro sorso dal calice di bollicine.
- Non ci avete mai raccontato di come vi siete conosciuti- dico indicando i due ragazzi.
Il silenzio aleggia, mentre Goku e Vegeta si scambiano uno sguardo alquanto imbarazzato. Le occhiate che si lanciano nel giro di una manciata di secondi sembrano volersi passare la patata bollente uno con l’altro.
- Ci conosciamo da sempre- taglia corto quello più basso, senza aggiungere alcun dettaglio, ma il silenzio di noialtri fa presagire che la nostra curiosità non è stata per niente soddisfatta.
- Mio padre lavorava per Veldock e quindi praticamente lo conosco da quando sono nato- aggiunge Goku, accordando il suo migliore amico.
- Quindi, amici per la pelle- mormora interessato James, spostando lo sguardo da uno all’altro.
- Più o meno- risponde Vegeta seccato.
- Certe volte vorrei averlo il meno possibile intorno- continua, scoccando un’occhiataccia a Goku.
- Lo ammetto, so essere abbastanza fastidioso, soprattutto quando lo prego per allenarci insieme- ammette il ragazzo, con una smorfia divertita.
- Ma sì, per il resto, lui per me è come un fratello- conclude Goku ovvio, marcando volutamente l’ultima parola. Tutti ci aspettiamo un altro commento piccato del principe, ma probabilmente in imbarazzo, volta le spalle a tutti con la scusa di controllare la mappa digitale sul display dei comandi.
- Beh, proprio come me e Maya, deve essere un segno del destino- commenta Bulma strizzandomi l’occhio, ma io mi limito a fissala socchiudendo gli occhi.
- Ora tocca a voi parlare- ci esorta Goku, incuriosito dal siparietto tra me e mia sorella.
- Non ne so proprio niente…- continua, guardandomi intensamente.
- Non ne sai niente perché quando ci siamo conosciuti ti sei praticamente isolato insieme a Chichi- butto lì tagliente, come se avessi appena lanciato una mina pronta ad esplodere in mezzo ad un campo militare.
Lui mi guarda facendo il finto offeso, poi se la ride e, sorprendentemente, Vegeta ridacchia anche lui.
- Mi sa proprio che non la spunterai stavolta, Kaaroth- lo mette in guardia l’amico.
- Colpa mia, dovevo recuperare in fretta e mettermi in pari con lo studio- dice Goku alzando le mani in sua difesa e beccandosi di tutta risposta, un mio sguardo truce.
- A proposito, sapete? Con molta probabilità a dicembre conseguirò la tesi insieme a voi- ci comunica Goku, sperando di cambiare nuovamente argomento, indicando me e Bulma.
- Sul serio?! Che meraviglia! Così possiamo fare un’unica megafesta! Che splendida notizia!- urla entusiasta mia sorella, già pregustando il party che avverrà poco prima delle feste natalizie.
- E quindi hai deciso di distrarmi anche il giorno più importante della mia vita?- chiedo seccata a Goku, imponendomi di fare la parte della sostenuta per non dargli troppa soddisfazione.
"Saranno i fumi del troppo alcool in circolo, ma il filtro bocca-cervello deve essersi appena disattivato..."
- Sbagli, il giorno più importante della tua vita non sarà quello…- comincia Goku con aria di superiorità, lanciandomi uno sguardo profondo. Quegli occhi neri che mi fissano sono capaci di sgretolare ogni mia certezza, come sempre. Seguono attimi di silenzio, in cui l’uno regge lo sguardo dell’altra, con molta fatica da parte mia.
- Aspetto di laurearmi da sempre, quindi sì decisamente sarà quello- controbatto, mantenendo lo stesso tono ovvio.
- Ti dico di no, perché sarà quando ti porterò all’altare- risponde sicuro.
“Devo aver battuto la testa.” si intromette nuovamente la vocina della mia coscienza.
Non riuscendo a trovare una frase di senso logico da usare come risposta, mi limito a fissare Goku allucinata, boccheggiando incapace di proferir parola, mentre lui scoppia in una sonora risata, come un bambino felice, rilassato, credo di non averlo mai visto così raggiante. Immagino che una volta libero dall’ombra scura di suo fratello, che lo rendeva nervoso e accigliato, Goku sia decisamente un’altra persona.
Sento dentro me che questo è il vero lui e ho intenzione di sapere quanto più possibile sul suo conto, di conoscerlo meglio in questi giorni, è la mia occasione. Occasione che mi è stata negata già tempo fa.
- Beh, allora, un bel tuffo da qui che ne dite?- chiede Charlotte affacciandosi dalla ringhiera di bordo.
- Sono d’accordo, sto per sciogliermi- asserisce Bulma, posando il suo calice sul tavolino di legno basso accanto e tirando delicatamente anche quello dalle mani di Vegeta.
- Ma sbaglio o… su c’è anche una piscina idromassaggio?- chiede Crilin imbarazzato.
- Ovvio che c’è, anzi mi hai fatto proprio ricordare che devo metterla in moto- dice Bulma.
- A questo penserai dopo, ora, se volete scusarmi io andrei a rinfrescarmi- annuncia James, togliendosi la camicia e cominciando a scendere elegantemente la scaletta fino in acqua.
- Che spettacolo, era proprio quello che ci voleva- commenta rilassata C, mettendosi a morto a galla. L’acqua è talmente trasparente che fa venir voglia di berla.
Mentre siamo a mollo, ognuno per i fatti suoi, tranne Bulma e Vegeta che sono un pochino più lontani a coccolarsi in modo non troppo esplicito, mi viene un’idea geniale. "Immagino sia sempre frutto del Prosecco che ha preso comando del mio cervello..."
- Hey, ragazzi, chi vuole fare la lotta a quattro?- domando mostrando entusiasmo e, ovviamente, mia sorella accorre felice, non appena sente la mia proposta.
- Splendida idea!-
- Lotta a quattro? Di che si tratta?- chiede interessato Goku, avvicinandosi alle mie spalle, qualche millimetro a separarci quando mi volto nella sua direzione.
"La parola “lotta” deve aver solleticato parecchio la sua curiosità..."
- Ma come, non l’avete mai fatta al mare da bambini?- domanda James.
Vegeta e Goku scuotono la testa, ma la loro attenzione è completamente catalizzata su di me e Bulma, in attesa di conoscere le regole di questo gioco. Gioco che è stato motivo di lunghe diatribe e discussioni nelle nostre estati adolescenziali trascorse nella casa vacanze di Yamcha con lui e Tenshinhan, sembra così strano che loro non ne sappiano nulla.
"A volte pare siano scesi da un’altra galassia questi ragazzi, non smetterò mai di dirlo"
- Allora, cosa si fa...- inizia Bulma, prendendo a spiegare le poche semplici regole.
- Voi ragazzi ci prendete sulle spalle, ci avvinghiamo con le gambe per tenerci in equilibrio e lottiamo, così anche voi in basso, cercando di sbilanciare gli avversari, colpendoli, ovviamente senza farci male…- calca l’ultima frase, facendo saettare veloce lo sguardo da Goku a Vegeta.
- Lo scopo è far cadere l’avversario in acqua, vince chi resta in piedi- conclude la turchina con aria risoluta.
- Urca, mi piace, quando si inizia?- chiede Goku, improvvisamente euforico.
- Sembra interessante- mormora Vegeta, sforzandosi però di mostrare poco interesse alla cosa.
- C’è solo un minuscolo problema...- aggiungo guardandomi intorno.
- Qui non si tocca- dico con un’alzata di spalle, accennando con la testa al fondale lontano dai nostri piedi.
- Giusto- osserva Bulma, mentre vedo la sua espressione passare dal felice al deluso.
- E se voi bambini andaste a giocare nella vasca idromassaggio?- propone James, passandoci accanto a nuoto.
- Ottima idea! Vi prego, giochiamo! Sembra così divertente!- l’entusiasmo di Goku è talmente contagioso, che non possiamo far altro che dirigerci ad ampie bracciate verso la scaletta dello yacht.
- Voi non venite?- chiedo agli altri, afferrando un asciugamani al volo.
- Seguiremo il match da qui- ci dice Charlotte agitando la mano, mentre lei, Crilin e James sono ancora immersi fino al collo.
Così, io, mia sorella, Goku e Vegeta ci accomodiamo nella vasca idromassaggio. Che chiamarla vasca è riduttivo, visto che è grande quanto una piscina e ugualmente profonda.
- Pronti?- domanda Bulma guardandoci uno per uno.
- Prontissimi- le fa eco Goku.
I due ragazzi si immergono anche con la testa e ci sollevano, facendoci poggiare sulle loro possenti spalle con una facilità estrema, quasi pesassimo pochi chilogrammi.
- Così non vale!- la voce di Crilin attira la nostra attenzione.
- Maya e Goku sono più alti, siete sbilanciati!- ci fa notare, indicando le due coppie.
- Tzk, non conta l’altezza, conta solo la forza, vedremo chi la spunterà- afferma sicuro Vegeta, avvicinandosi pericolosamente a noi, con mia sorella che ondeggia sulle sue spalle.
- Coraggio, Maya, stendiamoli!- mi incoraggia Goku con spavalderia.
- Via!- esclamo quando siamo tutti e quattro posizionati, vedo Goku e Vegeta lanciarsi sguardi di sfida, devono essere abbastanza abituati a lottare ed allenarsi in modo competitivo, visto che stanno per fare scintille.
Iniziamo a fronteggiarci io e Bulma, intanto anche i due ragazzi prendono a spintonarsi, con quella che sembra una forza e una violenza indicibile. Noi ragazze, traballiamo pericolosamente sulle loro spalle come funamboli e fatichiamo a tenere l’equilibrio, visti i colpi dei due in basso. Yamcha e Tenshinhan anche erano molto forti e allenati, ma la forza che stanno tirando fuori Goku e Vegeta sembra fuori dal comune.
"Devono aver preso il gioco un po’ troppo sul serio..."
- Allora Bulma, ti decidi a buttare Maya in acqua, o no?- chiede quasi arrabbiato Vegeta, dopo che la lotta va avanti da diversi minuti.
- Non mollare, Maya!- continua a spronarmi Goku a denti stretti, mentre io becco Bulma nel punto debole, i fianchi, approfittando di un suo momento di distrazione. Così lei perde l’equilibrio, nonostante Vegeta cerchi di tenerla dritta, ma si sbilancia troppo e finisce in acqua.
- Hai usato un colpo basso, non è leale- commenta duro il principino.
- Mio il gioco, mie le regole- gli faccio notare facendo spallucce.
Vegeta scuote la testa, poi fa un sorrisetto divertito, come se sapesse bene che anche lui avrebbe fatto di tutto pur di vincere.
- Siamo fortissimi!- esulta Goku saltellando, ancora con me sulle sue spalle, poi mi prende praticamente di peso per i fianchi, come i bambini quando sono sulle spalle dei genitori, facendomi passare sopra la sua testa e adagiandomi in acqua come fossi leggera come una piuma.
A lotta finita, decidiamo di tornarcene a mollo per un altro po’ e ci perdiamo in chiacchiere con gli altri.
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Siamo tutti rilassati, io e Goku più di tutti, come se ci fossimo liberati da un enorme macigno entrambi.
Quel prolungato contatto fisico, anche se per gioco, ha annullato definitivamente ogni tipo di muro che si era creato dal primo momento fra noi due. Anche il suo starmi intorno, vicino, il suo continuo cercare il mio sguardo come ad assicurarsi che io mi senta davvero felice in sua compagnia, mi fanno pian piano capire quanto abbiamo bisogno l’uno dell’altra.
Ci godiamo un altro po’ quell’acqua cristallina e poi decidiamo di tornare su per prenderci un bel po’ di sole e cominciare a pensare a cosa preparare per pranzo.
- Cucina Maya!- annuncia Bulma, senza dare il tempo a nessun altro di candidarsi ai fornelli.
- Perché proprio io?- domando alzando gli occhi al cielo.
- Perché… perché ami farlo per noi e perché sei bravissima in cucina!- risponde ovvio mio cugino.
- Ma quante qualità hai?- si intromette Goku con un sorriso dolcissimo, sedendosi accanto a me come poco prima, io prima gli sorrido, poi abbasso lo sguardo arrossendo violentemente.
- Beh, meno di quelle che dicono, te lo assicuro- mi affretto a ribattere.
- Io dico di più, ci scommetterei- incalza lui, mentre i suoi occhi scuri mi inchiodano ai divanetti ancora una volta, scuoto la testa con convinzione.
- Credimi…-
- Non fare la modesta, dai!- mi incoraggia lui, facendosi un altro po’ più vicino.
- Non lo faccio, davvero, ma… tu non mi conosci…- e quella frase suona quasi piena di delusione alle mie orecchie.
- Certe volte sono un vero disastro e faccio casini… lo hai visto tu stesso- mi affretto ad aggiungere, abbassando di nuovo lo sguardo.
- Tutti li facciamo, questo non esclude che tu sia una persona splendida- mi rassicura Goku, con una dolcezza disarmante.
- E tutta questa galanteria da dove l’hai tirata fuori? Fatto pratica con Chichi? A proposito, come mai non c’è?- chiedo vaga, spostando volutamente l’attenzione su un argomento “più leggero”.
"Sì, Chichi è il ritratto della leggerezza proprio…"
Lui mi sorride scuotendo la testa, capendo che la piega che stava prendendo la conversazione mi metteva in una posizione scomoda.
- Ancora con Chichi, eh? Ma sei fissata con lei!- il suo tono di voce fa trasparire una pura presa in giro, sembra quasi divertito dalla mia ormai esplicita gelosia nei suoi confronti.
- Un pochino…- ammetto arricciando il naso con una smorfia.
- Che strano, quando l’ultima volta ti ho fatto notare che eri gelosa, sei andata su tutte le furie- ricorda, rilassandosi contro lo schienale del divanetto.
" Ancora una volta sembra leggermi la mente..."
- Avevo i miei validi motivi- rispondo a tono, imitandolo nella posizione appena assunta.
- Ma dai!- mi dice ridendo e poi si avvicina come volesse farmi il solletico, io cerco di sottrarmi, ma lui è troppo veloce.
- Ti prego, Goku, no!- lo imploro, cercando di allontanarmi il più possibile dalle sue dita minacciose.
Cerco di beccarlo anche io, ma dubito che grande e grosso com’è soffra il solletico in qualche punto, invece, con mia grande sorpresa, noto che è molto sensibile a questa cosa.
- Oh, no! Sei cattiva!-
Ridiamo fino alle lacrime entrambi, come due bambini, fino a quando io non inizio a tossire senza fiato, supplicando un meritato time-out.
- Okok, mi arrendo, basta! Ma quanto sei stronzo?- chiedo alzando un sopracciglio, cercando di riprendere a respirare.
- Grazie, così si trattano gli amici?- chiede con un sorrisetto, calcando volutamente l’ultima parola.
- Perché io e te siamo amici?- domando tagliente, sorprendendomi io stessa della sfacciataggine che sto tirando fuori questa mattina.
Prima che lui potesse rispondere, Bulma ci chiama. È giunta l’ora di mettermi ai fornelli, mentre Crilin e C si stanno occupando delle vettovaglie.
- Che meraviglia- esclama James, notando i bellissimi tovagliati candidi sulla tavola apparecchiata per sette.
- Per fortuna siamo ben forniti di ogni tipo di comfort- dice Bulma, apparendo dalla zona cucina con un cestino di pane tra le mani, Vegeta la segue con una bottiglia di vino bianco ghiacciata.
"Ancora beveraggio, allora non scherzavano quando parlavano di “scorta” Bulma e James..."
Scendo in cucina e faccio un tour per rendermi conto degli ingredienti a disposizione, apro quindi il frigo sperando di farmi venire un’idea, ma non faccio altro che pensare agli occhi neri e ai capelli a palma dell’avvenente giovane a pochi metri da me.
Sospiro pesantemente e poi afferro le foglie di basilico e l’olio dalla dispensa, mandando decisamente la ricetta in direzione di un bel pesto alla genovese, proprio come lo abbiamo mangiato in Italia qualche anno fa...
- Bella, intelligente, brava in cucina, una donna da sposare praticamente! Corro a dire all’amico al piano di sopra di non perdere più tempo!- commenta James, mentre recupera i sottobicchieri colorati dal carrellino accanto al piano cottura.
- Smettila!- ribatto, facendo finta di puntargli il coltello contro, concentrata a preparare tutto alla perfezione.
- Non abbiamo chiesto ai ragazzi se va bene questo piatto…- dico mordicchiandomi il labbro inferiore.
- Fidati, non ho mai visto mangiare nessuno come Goku e Vegeta, sicuramente faranno anche il bis, tranquilla- mi rassicura Bulma, scendendo giù in cucina.
- Ok, allora a questo punto direi di calare un po’ di pasta in più…- penso tra me e me.
- Senti, Maya…- esordisce mia sorella dopo un po’ di esitazione, non appena James ci lascia sole, con un verso la invito a continuare.
- Che diresti se...dividessi la cabina con Vegeta?- domanda tutto d’un fiato, quasi imbarazzata e non è per niente una cosa da lei. Le rivolgo un sorriso veloce, poi torno a concentrarmi sul pesto.
- Perché devi chiedermi il permesso per farlo? Guarda che fino a prova contraria, siamo tutti tuoi ospiti. Sei tu che comandi, qui- commento, con una punta di ironia.
- Comandiamo, ma non è quello che intendevo… - la lascio continuare.
- Siccome i piani erano diversi e io e te avremmo condiviso la cabina come sempre, così come C e James, non volevo crearti disagio…- ammette, quasi in colpa.
- Quale disagio, ma scherzi?- le chiedo seria, poi faccio spallucce.
- Vuol dire che dormirò nella cabina singola, che problema c’è?- concludo tranquilla.
- Il problema è che lì ci abbiamo già sistemato Crilin- mi risponde seria.
- Non sapevo proprio come fare!- conclude esasperata.
- Era spaiato...- continua, mettendo il broncio.
- Bulma, ma non è un calzino!- la ammonisco scoppiando a ridere, con lei che mi segue a ruota.
- Lo so bene, sciocchina, che non è un calzino!- continuo a ridere, nonostante la sua risposta.
- Farlo dormire con C e James non mi sembrava il caso, Goku e Vegeta erano d’accordo a dividere la cabina, ma all’ultimo ho avuto quest’idea- dice alzando le spalle, continuando inutilmente a giustificarsi delle sue scelte.
- Sai bene che siamo sempre circondati a casa, nonostante gli infiniti metri quadrati delle nostre abitazioni, non siamo riusciti a restare soli per una notte, mai- confessa guardandomi di sottecchi. Io la guardo complice, interrompendo per un attimo l’assordante vorticare del frullatore.
Bulma è visibilmente in difficoltà, come se non sapesse che spiegazioni darmi. Davvero strano, perché di solito lei è molto diretta con me, dunque cerco di toglierla dall’impaccio per prima.
- Sorellina, ascolta- comincio in tono conciliante.
- Non devi darmi spiegazioni, ok? Vegeta è il tuo ragazzo ed è il primo week-end che passate da soli, è naturale che vogliate condividere il letto, che male c’è? Anzi credo sia abbastanza scontato- le dico, strizzandole l’occhio, mentre lei mi fissa esitante, rilassandosi a poco a poco.
- Tra noi non c’è mai stato bisogno di parole, perché lo stai facendo adesso?- chiedo teneramente.
- Sì, ma non mi sta bene così- cerca di ribattere lei.
- Mi conosci, in questi week-end di bagordi io dormo poco, me ne starò a guardare le stelle, sarà divertente!- propongo in tono rassicurante.
- Oppure…- dice avvicinandosi con fare da pervertita.
- Sotto sotto credo di averti fatto un gran bel favore, lasciando una cabina libera, tutta per te e Goku…- a me sparisce il sorriso, poi faccio due veloci calcoli a mente.
In effetti, se la matematica non è un opinione, C e James dividono comunque la cabina, Crilin è sistemato nella singola, mentre se Vegeta e Bulma saranno insieme, restiamo fuori io e Goku.
- Non ci avevo proprio pensato- dico portandomi le mani davanti alla bocca.
- Pf, ma non farmi ridere!- mi rimbecca lei, guardandomi di sbieco.
- L’hai fatto apposta, ammettilo!- la minaccio, ma lei si limita ad alzare le spalle.
- Se io dormo con Vegeta, tu dormi con Goku, no?- osserva ovvia.
- Chi lo ha deciso? Non voglio, no!- concludo la faccenda, senza apparentemente ammettere repliche.
“Bugiarda…” risponde la mia voce interiore.
"In effetti, quando Goku si è tuffato in acqua dallo yacht, i miei ormoni hanno fatto la ola ed esultato come fossero ad una finale di coppa del mondo, ma dettagli..."
In quel momento mi sono ritrovata a desiderare di stare sola con lui chiusa in cabina, sul letto, avvinghiata a quella montagna di muscoli, sotto le lenzuola. Il pensiero mi fa di nuovo avvampare. Violentemente.
- Ancor di più me ne starò a dormire sotto il cielo stellato come in campeggio, fine- metto un punto alla questione, profondamente imbarazzata.
- Ma dì un po’, Goku e Vegeta ne sono al corrente, o è soltanto una tua fantastica idea?- chiedo a mia sorella, con fare inquisitore.
- Uhm… a Vegeta ho accennato qualcosina…- risponde vaga, facendo correre lo sguardo in punti indefiniti dello stanzino.
- Credo non abbia nulla in contrario a dormire con la sua ragazza, o è talmente antiquato da voler aspettare la prima notte di nozze?! No, perché se così fosse, come minimo ne dobbiamo parlare dopo l’ultima volta- sbotta arrabbiata, mettendosi le mani in fianco, come sempre quando si innervosisce.
"Ancora non ha digerito lo pseudo rifiuto del suo baldo corteggiatore..."
- Faglielo capire un po’ più chiaramente che vorresti portartelo a letto- la incoraggio diretta.
- Più chiaramente di sbattergli le tette in faccia in macchina, credo non saprei dirlo meglio a parole- commenta seccata, allargando le braccia.
Io me la rido, scuotendo la testa, mentre l’acqua sul fuoco inizia a bollire.

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Capitolo 25
*** Fascino Proibito ***


CAPITOLO 25:

Il pranzo va tranquillo e spensierato, il silenzio a tavola viene interrotto di tanto in tanto da rumore di posate, richieste di farsi passare condimenti da una parte all’altra e commenti da parte dei commensali riguardo le mie doti culinarie.
- Ma non ho fatto niente, saprebbe cucinare anche un bambino così- ammetto imbarazzata, all’ennesimo complimento.
- Adesso sto proprio bene!- annuncia James, vuotando l’ennesima bottiglia di vino bianco fino all’ultima lacrima.
Quando tutti i piatti sono ormai vuoti, Crilin e C si allontanano sul ponte a fumare una sigaretta, io do una mano a James a sparecchiare, mentre Bulma si occupa di lavare i piatti. Ci siamo sempre divise i compiti così anche a casa, chi cucina non pulisce e viceversa e siamo sempre andate d’accordo con questo sistema, ovunque ci trovassimo.
Una volta aver risistemato e dato anche una pulita generale al ponte coperto, mi rilasso nuovamente sugli eleganti divanetti in ecopelle, afferrando accendino e sigaretta per il mio momento preferito post-pranzo.
Il fumo passa tra le mie labbra alzandosi verso l’alto, dove il sole emana il suo potente calore e quel dolce cullare dell’imbarcazione sulle onde lievemente increspare, mi fa rilassare ulteriormente.
- Stasera cosa indosserai, Maya?- chiede interessato James, prendendosi l’accendino
- Non ne ho assolutamente idea- rispondo neutra ad occhi chiusi, per poi fare un altro lungo tiro dalla sigaretta
- Dove si va di bello?- domanda con curiosità Goku avvicinandosi
- Bulma non vi ha illustrato l’itinerario del week-end?- risponde James sorpreso, come se fossimo in crociera e tutti i passeggeri dovrebbero essere ben consci delle tappe da fare.
- Comunque, stasera cenetta in un ristorante meraviglioso e poi The Crown, ragazzi miei!- lo informa gasato il giovane dagli occhi color lapis, mentre il suo interlocutore assume un’espressione interrogativa.
- Dovrei sapere di che parli…?!- domanda Goku grattandosi una tempia
- Oh, andiamo! È una discoteca fichissima!- sottolinea James su di giri
- Mai vista una?- chiedo ironica sollevando un sopracciglio, interrompendo James e i suoi sogni di gloria riguardo la serata che ci aspetta.
Considerato l’episodio raccontato da Bulma sull’inesperienza di Vegeta, non mi sorprenderebbe sapere che non hanno mai frequentato discoteche. Anzi, a volte sembra che molte cose questi misteriosi giovani non le abbiano mai per davvero sperimentate. Questo week-end sembra preannunciarsi pieno di prime volte…
- Non abbiamo mai amato buttarci in mezzo a gente ubriaca che si muove come un ammasso di stupidi morti viventi- risponde piccato Vegeta
- Anzi, non saprei proprio cosa ci trovate di bello voi ter...ragazzi in queste cose- conclude, dopo essersi beccato una gomitata da Goku sotto gli occhi strabuzzanti miei e di mio cugino.
- Ah, non sai di cosa stai parlando- comincia James, rilassandosi contro lo schienale delle sedute in pelle color crema, prendendo poi a raccontare aneddoti su qualche serata di divertimento in cui, so per certo essersi dato alla pazza gioia visto che in molte occasioni ero presente, ovviamente. Quanti cuori spezzati nei locali di tutta Kagoshima e del mondo intero a causa sua...
- Urca, da come la racconti tu sarà spassosissimo!- conclude Goku, dopo che James gli ha raccontato dell’ultimo festino a cui ha partecipato.
- Già, sicuro- borbotta Vegeta poco convinto
- Quindi, dovremo vestirci in modo formale, immagino- continua il piccoletto incrociando le braccia al petto
- Sarebbe meglio, sì- osserva James accigliandosi, non deve essergli mai capitata una domanda del genere riguardo una serata come quella che stiamo organizzando da giorni.
- Kaaroth, hai sentito? Ci vuole un dresscode come si deve, non farmi fare figuracce...- lo ammonisce Vegeta, suscitando il riso mio e di James.
- Avanti, non mettermi in imbarazzo- si affretta a rispondere Goku, girandosi nervosamente i pollici
- Non te ne preoccupi mai di come vai conciato in giro- continua Vegeta guardandolo dall’alto in basso, mettendo in imbarazzo il suo migliore amico
- Che ridete?- chiede Charlotte, prendendosi a sua volta l’accendino dalle mani del fratello.
"Sono convinta che entro stasera dovrò acquistarne un altro, lo perderò di sicuro..."
- Voglio tanto saperlo anche io cosa c’è di spassoso- si accoda Bulma, apparendo dalle scale della cucina
- Niente, solo Vegeta che prende in giro Goku per il suo guardaroba- le informa James in un riassunto breve
- Un po’ come sei solita fare tu con me- dico a mia sorella, scoccandole un’occhiata di finto disappunto
- Ma non è vero!- cerca di difendersi lei
- Non eri tu quella che mi ripete in continuazione di rinnovare il mio armadio?-
- Sono testimone della cosa- interviene C alzando una mano, poi Crilin assume di nuovo la sua espressione imbarazzata. Quella che ha praticamente stampata in faccia da quando siamo saliti sullo yacht.
- Io non ho portato quasi nulla di estremamente elegante, mi dispiace, non sapevo saremmo andati in posti chic- ci comunica con voce mesta
- Troverò qualcosa che fa al caso tuo- gli dice James, in tono rassicurante.
- Ti ringrazio, ma non credo mi stiano i tuoi vestiti, se è questa l’idea- risponde Crilin cortese, squadrando James da capo a piedi con la coda dell’occhio.
- Lascia fare a me…- lo rassicura ancora una volta, strizzandogli l’occhio
- Dunque cosa fai, lo stilista?- chiede Vegeta a James, per la prima volta realmente interessato a qualcosa che non esca dalla bocca di Bulma.
- La mia cara cugina non lo ha accennato? Che cattiva- dice guardando Bulma in cagnesco
- Avrei proprio bisogno di un completo nuovo su misura, per l’ufficio- butta lì Vegeta
- Sarò felice di prenderti le misure- risponde James, mentre si pregusta il momento, beccandosi un’occhiata torva da mia sorella, mentre l’accendino passa nuovamente di mano.
- Sei così sfacciato certe volte!- gli fa notare la turchina
- Tornando a noi, Ho sentito che il dj che suonerà è uno dei migliori, il re della movida da queste parti- ci dice C, sfoderando un mega sorriso.
- L’unico dj che è degno di essere chiamato tale, è quello della nostra festa per la maggiore età- dice Bulma, alzando le sopracciglia con fare complice con me
- Da quella sera non mi sono mai più divertita così in una discoteca- osservo, ricordando per un attimo cose vecchie di più di cinque anni
- Nonostante gli abiti e i tacchi scomodi, ci siamo date alla pazza gioia!- riprende lei, sognante
- E io, come al solito, finì ubriaco perso nel giardino di casa vostra- si intromette divertito nostro cugino. Il solito.
- Non reggi l’alcol?- chiede Goku incuriosito
- Al contrario, lo reggo molto bene, è quando esagero in compagnia, che non mi controllo più- ammette lo stilista
- Vorrei proprio sapere cosa si prova, non mi sono mai ubriacato- confessa, quasi dispiaciuto dalla cosa.
- Già io neanche, non saprei nemmeno che sensazione si provi- si accoda Vegeta, attirando gli sguardi perplessi di noi tutti.
"Ricapitolando: niente alcol, niente sesso, niente discoteche. Cosa avranno mai fatto questi due negli ultimi anni? Sono stati in ritiro spirituale come i monaci? Chiusi in una palestra giorno e notte ad allenarsi?"
Noi restiamo allibiti. Cioè, per quanto si possa essere dei ragazzi modello, almeno una volta nella vita devono essersi sentiti una merda per aver esagerato, no? Devono pur averla commessa una bravata!
"Loro no, sono perfetti. Al confronto io e i miei sembriamo dei criminali di bassifondi..."
- Pf, andiamo, chi volete prendere in giro?- sbotto, con neanche tanto celata ironia
- Giuro, non è mai successo- si affretta a ribattere Goku in sua difesa.
- Un attimo. Un conto è essere brilli, ridere, magari sparare cazzate. Un conto è stare male, dare di stomaco e il giorno dopo sentirsi come se ti fosse passato sopra un panzer- chiarisce James alla buona, sperando che i ragazzi dicano di essersi sentiti almeno una volta così.
- Se vi può consolare, noi abbiamo provato entrambi gli estremi e tutte le vie di mezzo- aggiunge Charlotte con un sorrisetto.
- Siete astemi allora?- incalzo, per avere una risposta sensata. Proprio non mi spiego come facciano ad essere così integri. Forse troppo...
- Ma stiamo bevendo da stamane…- mi fa notare mia sorella
- Ci riesce un po’ difficile...come dire? Perdere il controllo…- comincia Vegeta, ponderando bene le parole
- Eppure, lo state vedendo da voi che beviamo parecchio, quando ci capita l’occasione- aggiunge Goku sempre cauto e stavolta è Vegeta a dare un pestone a Goku sotto al tavolo, mentre le nostre facce sono praticamente da museo.
- Beh allora, stasera brinderò a voi e al vostro metabolismo che vi permette di non assimilare alcolici!- esordisce trionfante James. E poi ridiamo tutti.

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Quel pomeriggio.
C e James sono andati a riposare, Crilin ha seguito la loro scia, considerando quanto faremo tardi stasera hanno preferito recuperare il sonno che già sanno di dover perdere più tardi. Goku e Vegeta si sono messi a fare flessioni ed esercizi sul ponte, mentre io e Bulma ci siamo oliate per benino e ci siamo sdraiate a prendere il sole.
- Non so proprio che cazzo mettermi stasera Maya, sono in crisi mistica!- comincia la turchina.
"Sembrava strano non lo avesse ancora detto, quasi mi faceva preoccupare."
- Ci siamo portate mezzo guardaroba dietro e tu sei sempre in crisi mistica- sbotto esasperata, incapace di tenere per me il commento.
- Eppure sembra sempre che non bastino i vestiti, ma perché noi donne siamo così?- chiede ironica
- Di sicuro tu sei particolarmente esagerata- le faccio notare, mentre mi giro per mettermi in posizione supina
- Ti spiace…?- chiedo a Bulma facendo un gesto eloquente con le mani per farle capire di slacciarmi il costume da dietro, altrimenti il sole mi fa quell’orribile riga dietro la schiena, assolutamente antiestetica con gli abiti scoperti.
- Attenta quando ti alzi- commenta guardandomi con la coda dell’occhio
- Non vorrai fare scandali davanti a Goku- mi dice maliziosa
- Attenta anche tu- ribatto, ricordandole che anche lei è senza il pezzo superiore del bikini. Mia sorella, di tutta risposta, mi lancia uno sguardo di disappunto
- Niente che Vegeta non abbia già visto- commenta stringendo gli occhi a due fessure
- Sai, le ha viste molto bene e non ha fatto una piega- riprende infastidita, io sorrido
- Te l’ho detto, stasera sicuramente sarà diverso, magari voleva aspettare il momento giusto, che so- butto lì, sentendo l’impellente bisogno di fumare un’altra sigaretta e, nel frattempo, mi squadro ben bene i due ragazzi che si allenano, avvertendo improvvisamente un caldo insopportabile e non per via del sole del primo pomeriggio.
- Non ti senti un po’ irrequieta in loro presenza?-
Non le rispondo sulle prime, perché troppo presa a seguire i loro movimenti, così anche Bulma si gira a guardare nella mia stessa direzione.
- Guarda guarda…- dice accendendosi anche lei la sigaretta e lasciando volutamente la frase a metà.
Di solito siamo noi ragazze ad avere gli sguardi degli uomini addosso, per un abito più corto o più scollato, per un trucco particolare, per un profumo o per il modo di camminare. Siamo da sempre l’oggetto del desiderio di qualcuno.
Al momento, però, ci ritroviamo io e mia sorella, a capire cosa si prova ad osservare qualcuno e mangiarselo con gli occhi.
Goku e Vegeta sembrano due sculture greche che si fronteggiano, sotto questo sole cocente, senza maglietta, con degli striminziti pantaloncini e a piedi nudi.
Anche da lontano, riusciamo a vedere i loro corpi sudati che più che combattere, sembra stiano danzando.
- Vado a prendere delle salviette, che dici? Sembriamo due San Bernardo che sbavano- afferma Bulma, riportandomi brutalmente alla realtà.
Sospiro pesantemente, staccando per un attimo gli occhi da Goku. Come se i pensieri poco puliti che mi sono appena venuti in mente mi facessero sentire in colpa. Come se quella mirabolante bellezza io non me la meritassi, in qualche modo.
- Sì, lo so, sono perfetti, ma noi lo sapevamo già, no?- mi ricorda in tono retorica
- Non ti da l’impressione che siano appena scesi da qualche altra galassia dove ci sono solo esseri perfetti come loro?- le dico facendo viaggiare la fantasia
- Siamo delle donne molto fortunate- afferma con un sorrisetto sicuro
- Beh, parla per te- mi affretto a ribattere, ricordandole che fra me e Goku fondamentalmente non c’è nulla.
- Andiamo, il gioco è praticamente fatto- afferma incoraggiante
- Non credere che non vi abbia visti per tutto il giorno, come ve la spassavate, gli sguardi che vi siete lanciati per tutta la durata del pranzo, se questo non è provarci, non capisco proprio allora cosa passi nella testa di Goku- conclude, scrollando le spalle, per poi chiudere gli occhi e rivolgere il viso al sole.
- Sai, sto decisamente cambiando idea riguardo alla questione “dormire”- le dico, alludendo al discorso di questa mattina sulla divisione dei posti letto.
- Ma non è quello che volevi, Maya? Goku tutto per te?- commenta, cercando di mantenere un tono neutro
- Ci hai praticamente fatto due palle così, portandoci addirittura ad odiare Chichi e immaginare di volerla uccidere nel sonno!- mi ricorda con un pizzico di esasperazione nella voce.
Io ridacchio
- Lo so bene e non fraintendermi, sono talmente felice che non riesco a contenerlo, però al contempo, tutto quello che è successo mi procura una sorta di… ansia da prestazione…- ammetto, quasi imbarazzata
Bulma mi guarda, abbassando leggermente gli occhiali sul naso e aggrottando la fronte
- Sarebbe a dire?- chiede stranita
- Sarebbe a dire…- comincio dopo un lungo sospiro, mentre alzando lo sguardo e continuoa seguire quella sorta di match tra Goku e Vegeta.
- Riuscirò mai a stare di nuovo a mio agio con un uomo? O ogni volta mi appariranno il viso e le mani sudice di Radish nella mente e mi bloccherò completamente, temendo di farmi toccare?- domando, confessando per la prima volta a voce alta i miei pensieri più tormentati.
- Maya, ti capisco, è successo da poco tutto quell’ambaradan , ma credimi, più te ne preoccupi e ci pensi, più ti fai problemi che non esistono- mi rassicura la turchina
- Sono seria, Bulma, mai come in questo momento- la mia frase la costringe a distogliere nuovamente il viso dal sole per guardarmi, mentre le rivolgo uno sguardo preoccupato.
- Metti caso, le cose fra me e Goku andassero bene e riuscissimo a raggiungere quel tipo di intimità... se sul più bello mi bloccassi? Avessi paura? E non riuscissi a godermi una cosa che io ho sempre reputato bellissima?- continuo, aprendomi completamente. Lei, di tutta risposta, rotea gli occhi.
- Vedrai che sarà talmente naturale che non te ne accorgerai nemmeno. E poi Maya, Radish o no, le hai avute le tue esperienze…- mi ricorda ovvia
- Non parlo di questo, ma è proprio lui il problema, è successo- mi affretto a rispondere, scuotendo la testa.
- Non ho mai avuto di queste preoccupazioni e lo sai, ma credo che chiunque al posto mio adesso nutrirebbe un po’ di timore a farsi mettere le mani addosso da qualcuno- spiego, tentando di farle capire il mio punto di vista e, soprattutto, le mie sensazioni a riguardo.
- E non credi che proprio Goku, proprio la persona a cui tu senti da sempre di appartenere possa essere l’unico a non farti avere più paura di nulla, soprattutto di queste cose?-
Io sospiro, meditando sulle sue parole.
Mia sorella ha ragione da vendere. L’ho tediata per giorni, battendomi a spada tratta riguardo alla storia del sogno, di quanto mi sentissi legata a lui e ora faccio nuovamente la codarda, ora che le cose tra noi potrebbero decollare, finalmente.
- Ah e non dimentichiamo che, al di là di tutto, l’ho fatto con un solo ragazzo e non faccio sesso da quasi due anni- le ricordo, spostando l’argomento su un’altra problematica
- A parte Tenshinhan, io non ho metri di paragone- ammetto, per la prima volta a disagio sulla questione
- Goku invece, si sarà trombato l’intero Hokkaido e anche Chichi- commento sonsolata
- Mentre io mi sono beccata solo il fratello aguzzino e ora ho più turbe mentali che mai, grazie a quello stronzo- concludo, abbassando lo sguardo
- Ma vuoi tacere per un fottuto secondo?!- mi dice stridula Bulma, io la guardo sgranando gli occhi
- Primo, ti posso assicurare che Goku non è un puttaniere- afferma sicura
- E tu cosa ne sai?- mormoro, senza alzare lo sguardo
- Secondo te se non scopiamo io e Vegeta cosa facciamo? Parliamo...almeno questo- dice lei con un sorriso tirato
Io la guardo interrogativa, continuando a non capire dove voglia andare a parare
- Avrei mai permesso che qualcuno ti si avvicinasse senza prima avere la piena certezza che non ti facesse del male, soprattutto fisicamente, dopo quello che ti è successo? Nossignore- conclude Bulma piena di sé
- Goku è talmente un bravo ragazzo che se gli dici di guardare il cielo perché vedi un asino volare, è capace di girarsi e chiedere “Davvero? Dov’è?”.- la sua affermazione mi fa scoppiare a ridere, perché conoscendo Goku sono sicura che farebbe esattamente ciò che ha detto mia sorella.
- Mi sono fidata di Vegeta, lo conosce da quando è venuto al mondo, chi più di lui?- dice alzando le spalle
- Beh, se è per questo lo vedo, anzi la sua ingenuità è la caratteristica che più mi attira di lui, tra le altre milioni di cose, ovviamente- confesso, gettando un fugace sguardo di fronte a me
- Così come mi ha detto che Radish è un bastardo di prima categoria e non per tutta la situazione, ma perché da sempre lo pensa, nonostante siano davvero cresciuti assieme- conclude
Io stringo gli occhi a due fessure
- Insomma, se tutti avevate questa così bassa opinione di quel… quell’essere, perché nessuno si è degnato di dirmelo?- chiedo esasperata
- Mi risulta che Goku te lo abbia detto- mi zittisce all’istante
- Anzi, stando alle tue parole ti ha praticamente supplicata, se ben ricordo, ma tu non hai voluto ascoltarlo, figurarsi se avresti dato credito alle parole di Vegeta- commenta tagliente.
Bulma ha ragione, se anche allora Vegeta mi avesse esposto il suo pensiero su Radish, io avrei solo pensato che stesse dalla parte di Goku, per un profondo senso di amicizia.
- Hai ragione- mi limito a dire, ammettendo di aver avuto un modo di fare piuttosto sconsiderato.
- Senti, il mio consiglio è non pensare troppo, se ti fidi ciecamente di lui, molla un po’ la presa. Capisco tutte le tue paure e le tue ansie e sono assolutamente giustificate, non sto qui a dire il contrario…- comincia mia sorella, in tono conciliante
- Se senti che è quello giusto, che è il momento giusto soprattutto, non ci devi pensare molto sopra su quello che il tuo cuore ti dice, questa volta lo dico per davvero, vai tranquilla- mi rassicura, strizzandomi l’occhio
- Questa volta seguirò il mio istinto- la metto al corrente, con rinnovato coraggio
- E non fallirà, vedrai-
La chiacchierata liberatoria si conclude così, mentre restiamo ancora incantate a guardare i ragazzi allenarsi.
- Sai, credo sia stato proprio il suo caratteraccio a farmi perdere la testa così- comincia lei in tono confidenziale, mentre osserva Vegeta con un mezzo sorriso.
- Non c’è mai stato nessuno che mi sapesse tener testa così; gli altri, persino Yamcha, si sono fatti sempre accavallare dal mio carattere forte. Lui no e credo sia quello giusto-asserisce con sicurezza.
Nonostante la sua positività, la mia vena realista e talvolta pessimista, mi costringe a farla tornare di tanto in tanto con i piedi per terra.
- Non ti sembra un po’ presto per dire che è quello giusto?- mi sento di dirle, incapace di contenermi
- Sai, ti preferisco quando parli del tuo sogno...- commenta piccata. Beh, in effetti ha ragione, io affermo di provare qualcosa per Goku sulla base delle mie fantasie. Come posso permettermi di dare consigli d’amore a mia sorella?
- Touché, però cerca comunque di andarci piano- sottolineo
- Quando mai io seguo gli standard e comunque credo sia troppo tardi- conclude con sguardo trasognato, guardando dritto davanti a sé, io la imito, perdendomi ad osservare la perfezione fatta uomo.
Quei muscoli tesi, che guizzano ad ogni movimento, quelle gambe così solide e allenate.
Spero di riuscire a tenere a bada i miei di istinti animaleschi nei confronti di Goku, anche se sento di star cedendo piano piano sotto il suo fascino.
"Dove ci porterà tutto questo..."

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Capitolo 26
*** Semplicemente Chic ***


CAPITOLO 26:

Verso le 19 e 30, su ordine di Bulma, Vegeta sposta l’imbarcazione verso il porto di Okinawa per attraccare, dunque la serata, inizia ufficialmente adesso.
- Ho deciso, non verrò- esordisce la turchina, guardandomi sconfortata. Tutto il brio e l’entusiasmo sembra essersi assopito.
- Andiamo, sei una sventola!- la incoraggio guardandola.
- No, giuro, non ho niente da mettermi- continua, capricciosa
- Bulma, non dire cazzate- le dico, roteando gli occhi
- Posso dare un’occhiata nella tua valigia?- domanda speranzosa
- Certo, ma non posso credere che non hai nulla da metterti- preciso, guardandola in cagnesco. L’altro ieri abbiamo praticamente prosciugato le carte di credito.
- Già, come cazzo è possibile?- domanda a sé stessa rovistando tra le mie cose
Qualcuno bussa alla porta della cabina, io e Bulma ci guardiamo nel panico, visto che indossiamo solo la lingerie
- Sì?!- si affretta a chiedere
- Ragazze, siete presentabili?- la voce di James ci fa tirare un sospiro di sollievo
- No e siamo in puro panico! Ti occorre qualcosa?- domanda ancora mia sorella.
- Devo entrare, è importante- ritratta James in tono rassicurante
Bulma sbuffa, abbandonando la valigia e il suo contenuto, quindi afferra una vestaglia e se la mette addosso, io faccio lo stesso.
- Che c’è?- chiede esasperata, aprendo la porta
- Ho udito il grido d’aiuto delle mie Cenerentole, non temete, è arrivata la vostra fata madrina!- esclama felice James, mostrando due grosse shopper che provengono sicuramente da uno dei negozi super costosi che abbiamo visitato insieme.
Mia sorella, che nutre la stessa passione per la robotica e l’alta moda, senza neanche farlo proseguire oltre, si fa da parte per far entrare nostro cugino.
"Ha già gli occhi a cuore"
- Non sapevo se darveli stasera o domani, ma considerando la grande serata che ci aspetta, ho pensato vi sarebbe piaciuto indossarli- comincia lui, addentrandosi nella cabina, mentre Bulma è in trepidazione e io li osservo dallo specchio mentre continuo a stendermi l’ombretto oro sugli occhi.
Bulma sussulta portandosi una mano alla bocca dallo stupore, non appena James rivela il contenuto delle borse.
- James, ma quando li hai presi?- chiedo sconvolta, voltandomi a guardarlo
- Ieri, ovviamente, mentre voi eravate fuori a fumare, ho fatto un piccolo strappo alla regola e mi sono permesso di prendervi un pensierino- dice, come se quello potesse definirsi un pensierino. Uno che costa un occhio della testa di sicuro...
- Pensierino…?- dico ironica, ammirando rapita gli eleganti abiti da sera usciti dalle confezioni, di pregiata manifattura.
I tre abiti uguali nel modello, ma diversi nel colore sono elegantemente poggiati sul letto della mia cabina. Uno bordeaux, uno cipria e uno color canna da zucchero, taglio impero, scollatura mozzafiato, spacco vertiginoso.
- Avrai speso un patrimonio- gli faccio notare infastidita, capendo che quei vestiti sono oltremodo costosi.
- Non sai con chi hai a che fare, scusami?- dice ovvio James, quasi offeso dalla mia affermazione
- Cazzo, sono favolosi! Proprio quello che ci voleva per stasera! Chic, ma sensuale. Ti amo, James, lo sai vero?- la sua briosa cugina sembra aver ritrovato il sorriso. In effetti, se non ci fosse lui, per quanto mi riguarda sarei uscita di casa, il più delle volte, con jeans e maglietta.
- Lo so, ma non potevo non accontentare le mie puttanelle preferite questo week-end - conclude con aria di superiorità, mentre Bulma se lo sbaciucchia sulla guancia
- Vi lascio i vostri- ci informa, riponendo l’abito color cipria in una delle buste.
- Vado ad indossare subito il mio, che immagino sia quello che si intona perfettamente ai miei occhi!- commenta trionfante Bulma, afferrando il vestito sui toni dell’azzurro sotto lo sguardo divertito mio e del ragazzo.
- Grazie, James, ma non dovevi- sono l’unica che riesce a dirgli grazie, mentre Bulma monopolizza lo specchio per provare a vedere come le sta l’abito.
Lui fa un gesto eloquente con la mano, come a volermi zittire.
- Non vedo l’ora di vedere il risultato, ora vado a completare l’opera anche io, a più tardi!- dice uscendo dalla cabina
- E’ sempre il solito, se non spende milioni non ce la fa, è più forte di lui- commento, una volta rimasta sola con mia sorella. La crisi di poco fa sembra essere scongiurata.
- Sì, ma dobbiamo ammettere che ci ha salvato dalla merda, Maya, questi abiti sono assolutamente divini!- dice emozionata
- Anche se avevo già deciso cosa mettere- la informo, indicando con la testa un minishorts bianco e un top fondo nero con paillettes luccicanti, adagiati sul letto. Bulma mi guarda allibita.
- E tu avevi il coraggio di uscire vestita così?- domanda storcendo il naso
- Perché? Che ha di così male il mio completo?- chiedo piuttosto offesa
- Hanno di male che forse ti farai la più grande scopata della tua vita, vuoi davvero iniziare così la serata?-
Io sgrano gli occhi, trasalendo, immaginando per un solo istante di tramutare le sue parole in realtà. Mi sento avvampare.
- Ma sei impazzita?- mi limito a dire, mentre lei sembra ignorarmi, rimirandosi allo specchio con il vestito indossato.
Devo ammettere, però, che sono molto più adatti questi abiti all’occasione che quelli che avevo scelto io. Dopotutto, siamo comunque in un posto molto in vista.
- Vegeta avrà i capogiri quando mi vedrà, ne sono convinta- afferma, facendo uscire nuovamente l’adolescente che è in lei.
"Spero che anche a Goku vengano i capogiri quando mi vedrà..."
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Ventuno spaccate e ci sono già C, James e Crilin sul ponte che conversano, vestiti già di tutto punto, ad attendere noialtri.
Crilin quasi non guarda C negli occhi mentre le parla, folgorato dalla sua delicata ed eterea bellezza avvolta in quell’abito dai toni pastello. La bionda gemella è seduta al tavolo da pranzo, con le gambe accavallate, mentre il vertiginoso spacco dell’abito di haute couture regalato da suo fratello lascia scoperta tutta la coscia. Crilin è in iperventilazione quasi, ma neanche lui se la cava male questa sera, nel suo jeans skinny grigio, camicia nera e All Stars nella classica colorazione bianconera.
James, già intento a postare stories e foto sui suoi seguitissimi social network, indossa un completo di lino bianco, perfettamente in contrasto con la sua abbronzatura da togliere il fiato, i suoi occhi sono ancora più chiari data la carnagione imbrunita dal sole e ha i capelli lasciati sciolti.
Arrivano anche Goku e Vegeta dopo qualche minuto e, come al solito, io e Bulma ci facciamo attendere.
- Buonasera a tutti!- annuncia felice Goku.
I due sono abbronzatissimi, Vegeta in particolare che di base ha un tono di carnagione più scuro rispetto al suo migliore amico e questo fa sembrare la loro bellezza bruna ancor più marcata, mettendo in risalto ogni lineamento del viso e ancor di più i corpi tonici e ben allenati.
Vegeta è in total black, camicia e pantaloni neri, che aderiscono perfettamente al suo fisico da lottatore e a chiudere un paio di mocassini bordeaux per spezzare il look.
Goku, al contrario, indossa una camicia bianca non interamente abbottonata, a lasciare scoperta una porzione dei suoi pettorali scolpiti, jeans chiaro e un paio di scarpe nere che slanciano ancora di più la sua figura già statuaria.
- Che eleganza!- commenta colpito il nostro stilista, non appena si accorge della presenza dei ragazzi.
- Forse è po’ troppo? Mi sento a disagio vestito così- ammette imbarazzato Goku, grattandosi la nuca
- E’ perfetto! Aspettate che vi vedano le ragazze!- dice James con un sorrisetto malefico
- A proposito, ma quando imparerà tua cugina ad essere puntuale?- domanda spazientito il piccoletto

- Bulma vuoi una corona?- le chiedo ironica, mentre vedo che si rimira per la milionesima volta allo specchio, trucco, capelli e vestito. È tutto perfetto, ma lei sembra non volersi per nessuna ragione staccare dalla superficie riflettente.
- L’idea non è male, visto che a breve avrò anche un titolo nobiliare abbastanza importante, ma direi di volare basso ancora un po’, che dici?- mi dice agitata
- Tu non hai mai volato basso, però ora vorrei che ti sbrigassi- le ordino, afferrando cellulare e pochette.
- Aspetta Maya, guardaci!- mi dice, prendendomi sottobraccio e costringendomi a stare entrambe davanti allo specchio. Stesso abito con colori diversi, lei con i suoi capelli verde acqua raccolti in una treccia morbida a spina di pesce, io con il mio chignon alto, con i ricci castani contenuti a fatica.
Io accessori oro, più pomposi, quasi da sembrare una matrona dell’antica Roma, lei più fine con accessori in diamanti e argento.
Io abbronzatura da vacanza ai Caraibi, lei di qualche tono più chiara di me.
Due parti di una stessa cosa, uguali, ma diverse, complementari. Sorelle per scelta e per la vita.
- Cazzo, se sarà serata vestite così!- esclama euforica
- Io credo che James stavolta abbia leggermente esagerato…- le faccio notare, guardando l’immagine di entrambe allo specchio.
- E non dico solo economicamente, ma sembra che dobbiamo andare ad un matrimonio, ti pare?- chiedo, rimpiangendo per un istante il look che avevo scelto io per uscire.
- Capisci che stiamo per andare a cena in un posto scicchissimo e ci stiamo andando solo perché papà è amico del proprietario e poi andremo a ballare nel posto più fico di tutta l’isola? No, l’outfit è perfetto- sentenzia con un tono che non ammette repliche
- Ok, d’accordo, allora se non vuoi che cambi idea, andiamo, basta specchiarci- le dico trascinandola via

Facciamo la nostra apparizione sul ponte, dopo aver lottato con Bulma per portarla via da qualunque superficie riflettente nel tragitto cabina-ponte.
- Perbacco!- esclama James quando ci vede arrivare, spegnendo la sigaretta nel portacenere davanti a sé sul tavolino basso.
Goku e Vegeta si voltano a guardarci, cercando di non far trasparire nessuna emozione. Dentro di loro, però, un insolito e insopportabile calore si fa strada, tramutandosi in una fitta allo stomaco, quasi di piacere.
- Caspita...- mormora lentamente Goku a Vegeta, quando io e Bulma salutiamo sorridenti.
- Pensa ai fatti tuoi, Kaaroth, e non guardare troppo Bulma!- gli ordina l’amico e Goku sorride, piacevolmente sorpreso dalla reazione quasi di gelosia a cui il suo migliore amico è poco avvezzo.
- Tranquillo, amico, la tua Bulma è bellissima, certo, una vera principessa degna di te, ma i miei occhi sono puntati da un’altra parte- ammette sospirando, mentre io poco distante sorrido raggiante a James, ringraziandolo ancora una volta per quel regalo.
- Maya ha l’aria di una guerriera vestita così- dice Vegeta con un sorrisetto sghembo al suo amico.
- Già, è talmente bella da far male- mormora Goku incantato, mantenendo un’espressione beata anche quando mi avvicino.
- Hey, Goku, tutto bene?- domando agitandogli una mano davanti al volto, il disagio da parte di entrambi è palpabile.
- Eh? Certo, sìsì!- si affretta a rispondere, poi noto che indugia per qualche secondo sulla scollatura del mio abito e potrei giurare di aver visto un lampo di lussuria nei suoi occhi, ma solo per un attimo.
- Che c’è?- chiedo in tono volutamente inquisitorio, improvvisamente divertita nello stuzzicarlo.
- Solo...niente…- le parole gli muoiono in gola, poi sorride scuotendo la testa, aumentando ancora di più la mia curiosità.
- Solo che sembri una dea della guerra vestita così- dice emozionato, io sgrano gli occhi, mentre le parole non riescono a uscirmi in nessun modo. Nemmeno un semplice “grazie”. Non potendo fare altro, abbasso gli occhi imbarazzata.
"In sua presenza sfodero tutta la mia sfrontatezza e poi, certe volte, mi sento come la bambina del sogno che non riesce a stargli dietro, come in questo caso..."
- Ti ringrazio- riesco a mormorare in un soffio, dopo una manciata di secondi
Lui, un po’ impacciato, come se fosse poco a suo agio in queste cose, mi porge il braccio, gli sorrido e aggancio il mio braccio intorno al suo...
Bulma e Vegeta sono davanti a tutti, le mani timidamente intrecciate, a fare strada, James continua con il suo momento social, postando storie dettagliate della passeggiata al porto, mentre C e Crilin camminano a poca distanza l’uno dell’altra, conversando in modo molto coinvolto. Io e Goku chiudiamo la fila, perdendoci a guardare le caratteristiche tipiche della città che, per certi versi, sembrano essere in contraddizione. La natura selvaggia e incontaminata che si mescola senza remore alle strade di una piccola metropoli. Sono già completamente affascinata da questo posto, innamorandomi di ogni angolo di esso e ne assaporo la bellezza mentre i lampioni si accendono via via che cali la sera.
L’aria è calda e profuma d’estate, di agrumi e di buono.
Passeggiamo per un pochino, poi vediamo Bulma svoltare a destra, nonostante ci sia tanta gente per strada, considerando il periodo d’alta stagione, l’atmosfera è così calma.
- Urca guarda che bello!- la voce di Goku mi desta dal turbinio di luci e colori che impazzano davanti ai miei occhi.
Mi giro verso di lui, che sta indicando verso la fine del molo, dove c’è un’insenatura tutta illuminata, è uno spettacolo pazzesco.
- Vedi laggiù? Accanto a dove stai indicando...- gli faccio cenno col dito, intercettando la traiettoria.
- Dove?- domanda confuso
- Guarda, lì!-
Lui si abbassa verso di me e si avvicina, cercando di capire meglio, la sua vicinanza e il suo profumo mozzafiato, mi fanno accelerare un po’ i battiti e girare vorticosamente la testa.
- Cosa dovrei cercare esattamente?- chiede piano
- Le vedi quelle luci colorate?- rispondo sorridendo
- Sì, anche se è tutto colorato- dice dubbioso e, nel frattempo, il suo viso è praticamente attaccato al mio, le nostre guance si sfiorano, mentre il mio cuore va sempre più forte, ruggendo selvaggio.
- Quella è la discoteca dove andremo più tardi!- gli comunico
- Sarà fantastico!- dice su di giri e mi rendo conto che il pomeriggio passato con James deve averlo influenzato in qualche modo.
Poi la voce allegra di Crilin ci interrompe, mentre ci scambiamo uno sguardo piuttosto profondo.
- Hey ragazzi, non restate indietro, Bulma e Vegeta sono parecchio più avanti!- ci mette al corrente, indicando mia sorella e il suo accompagnatore che quasi sembrano sfilare al centro della città.
- Cavolo, sbrighiamoci, se ce li perdiamo, io non so proprio dove andare- dico nel panico e poi avanziamo il passo, tacchi permettendo, per raggiungere i nostri amici più avanti.
Dopo pochi minuti vedo Bulma fermarsi con gli altri davanti al ristorante dove abbiamo prenotato già qualche giorno fa.
- Eccoci!- esclama Bulma, mentre si avvicina alle persone che sono all’entrata, vediamo loro controllare una lista e poi con un sorriso aprire le porte, così mia sorella si gira dietro e ci fa l’occhiolino, facendo cenno di seguirla.
- Cavolo, Bulma è come il passepartout, apre tutte le porte!- mormora ammirato Crilin a me e Goku che lo precediamo.
- Già, ma devo ammettere però che tutto questo lusso inizia a mettermi leggermente a disagio- confessa Goku un po’ in imbarazzo e la cosa mi fa sorridere con sincerità.
- Strano a dirsi, ma a volte ho la medesima sensazione. Eppure sono praticamente una Brief anche io, ma ancora non mi ci abituo… deve essere il richiamo delle mie radici semplici- lo informo con un’alzata di spalle
Goku annuisce, sapendo esattamente a cosa mi riferisco
- Eh già. Comunque Vegeta ha proprio trovato la donna perfetta per lui, ricca, un po’ snob e con fare principesco, praticamente una sua versione al femminile- dice inarcando le sopracciglia e poi scoppiamo a ridere tutti e due
- Non potrei essere più d’accordo con la tua accurata analisi- rispondo
All’interno dell’ampia sala del ristorante le luci sono soffuse al punto giusto, le pareti sono di un color sabbia tenue, con dipinti quattrocenteschi incorniciati alla perfezione e distribuiti in vari punti della stanza. Le sedie, così come le tavole apparecchiate, trasudano raffinatezza.
Nonostante quasi tutti i tavoli siano già occupati, di sottofondo c’è solo un leggero brusio, chiaro segno che a cenare lì c’è solo gente di alta classe, che non bivacca in modo sguaiato.
- Ecco il nostro tavolo!- annuncia James, non appena il cameriere fa cenno di accomodarci ad un bellissimo tavolo apparecchiato per sette. Così prendiamo posto nel seguente modo: io e Goku al lato sinistro, accanto a noi Crilin, poi a capo tavola C, James a seguire, Bulma e, a chiudere Vegeta all’altro capo accanto a Goku.
Dopo neanche qualche secondo che ci siamo sistemati, ci portano i menù e la carta dei vini.
- Bene la carta dei vini...e allora…- dico con aria di sfida a Goku e Vegeta, alludendo al discorso sull’ubriacarsi di questo pomeriggio.
- Che cosa vogliamo ordinare per cominciare?- chiedo, facendo saettare lo sguardo tra i due ragazzi bruni.
- Quella faccia di Maya la conosco bene: vi sta lanciando una sfida a vedere quanto reggete, dopo il discorso che abbiamo affrontato a pranzo- mi fa eco Charlotte e Goku fa un sorrisetto
- Ok, allora, siccome non mi tiro mai indietro di fronte ad una sfida...- comincia Goku, sfilandomi delicatamente la carta dei vini dalle mani.
- E dato che qui dobbiamo comportarci bene e da persone serie, vista la location...- continua guardandosi intorno e poi si avvicina al mio orecchio.
- Dopo, in discoteca, sarò felice di dimostrarti quanto beviamo come delle spugne senza risultati- conclude con un sorrisetto sghembo.
Quel sussurrarmi, il suo alito caldo che mi solletica l’orecchio mi fa istintivamente stringere le gambe con forza, provocandomi una sensazione piacevole nel basso ventre.
- Io andrei di Pinot, non trovate?- domanda Charlotte con eleganza e la sua voce squillante interrompe il mio breve film mentale.
- Perché non uno Chardonnay? Vedo delle ottime annate, qui- si accoda Bulma, facendo correre gli occhi sulla carta davanti a sé.
Lo sguardo di Crilin si sposta da Bulma a C, saettante, poi sento la sua mano toccarmi il braccio, poggiato sul tavolo.
- Maya, comincio a pensare di aver fatto male a venire con voi questo week-end- mi dice sottovoce, in tono sommesso.
- Perché dici così?- gli chiedo triste
- Non lo so, mi sento leggermente fuori posto, qui- confessa, passandosi la mano sulla testa lucente.
- Dai, Crilin…- comincio, incoraggiante poi abbasso leggermente la voce, per non imbarazzarlo
- Se è un problema di soldi, non preoccuparti…-
Lui mi interrompe, diventando rosso
- No, assolutamente, non fraintendere…- agita velocemente le mani davanti a sé
- E’ che proprio non ci sono abituato, è tutto troppo raffinato per me-
Io sorrido complice, capendo esattamente cosa vuole dire e ricordando di essermi sentita così quando avevo più o meno undici o dodici anni, ed era il primo anno che vivevo con i Brief e frequentavo le cene di gala della Capsule Corporation o andavo con loro in vacanza in posti favolosi come questo.
Crilin è stato cresciuto dal nonno, suo padre ha abbandonato lui e sua madre quando aveva pochi mesi, è stata davvero dura, ancor di più quando all’età di otto anni, la madre lo ha praticamente affidato al nonno per risposarsi con un uomo appena conosciuto in Giamaica.
Non ha avuto una vita facile, un po’ come me da bambina.
I dispiaceri lo hanno segnato, ma lo hanno reso anche il ragazzo dolce e gentile che è. Dunque, vivendo con una persona anziana, da sempre ha cercato di pesare poco sull’economia di casa, facendo tutti i lavori possibili, anche per mantenersi all’università. Per questo spera di laurearsi presto, spera di trovare una sistemazione che gli permetta di fare una vita quantomeno agiata, considerando i sacrifici che da sempre ha dovuto fare.
- Coraggio, dopo in discoteca starai benone, vedrai!- gli dico, sicura.
- Hai dimenticato che io e Bulma ci trasformiamo sulla pista da ballo?- gli ricordo, visto quante serate di quel genere abbiamo trascorso insieme fino a qualche tempo fa.
- Me lo ricordo bene!- mi risponde poi ridacchiamo entrambi e finalmente vedo il mio amico di nuovo sorridente, anche più rilassato.
La voce di Goku, che se n’era stato lì a far finta di leggere il menù quando stava volutamente origliando la conversazione tra me e Crilin, mi desta nuovamente.
- Bulma se ne intende di vini, eh? È perché avete passato l’adolescenza a bere o…?- chiede ironico, ma al contempo curioso, io ridacchio
- No, la mamma ha una cantina tutta sua- rispondo, mantenendo il sorriso
- E’ un’estimatrice di vini, quindi così come la passione per i laboratori e la robotica l’ha ereditata da papà, la passione per i vini Bulma l’ha presa dal lato materno, decisamente- lo informo e per un solo istante ripenso a quando mi si illuminano gli occhi alla vista del cofano anteriore delle automobili aperto a mostrare tutti i pezzi che la compongono.
Sorrido a quella sensazione di casa.
- Beh, come tu hai ereditato la passione per le auto da tuo padre, che era un meccanico, sbaglio?-
- Già- rispondo senza pensarci troppo, iniziando a sfogliare distrattamente il menù. Poi mi rendo conto esattamente della domanda di Goku, arriccio un po’ la fronte e mi giro ad osservare il ragazzo seduto accanto a me.
- Scusa, quando ti avrei detto che il mio padre biologico era un meccanico?- domando alzando paurosamente un sopracciglio
“E soprattutto come fai a sapere che stavo pensando alle auto e a mio padre?” chiede invece la mia coscienza
Goku per un attimo resta spiazzato, poi cerca di cambiare argomento alla svelta, diventando paonazzo.
- Me l’avrai accennato qualche volta- risponde vago, afferrando un bicchiere d’acqua che manda giù alla svelta.
- Non mi pare e ho una memoria di ferro io- ribatto, mantenendo un’espressione corrucciata, mentre Goku torna a guardare il menù, riprendendo pian piano il suo colorito.
- Toh, guarda tartare di pesce spada su letto di lime, deve essere squisito! Anche se ammetto mi ci vorrà più di una porzione per saziarmi- osserva serio, indicandomi in particolare un rigo del menù, mentre io continuo guardarlo allucinata, tentando di ricordare quando magari mi sia sfuggita questa cosa di mio padre.
Poi ripenso che forse devo aver raccontato della mia infanzia e di quello che è successo ai miei a quell’essere ignobile di suo fratello. Glielo avrà spifferato lui di sicuro.
- Guarda quante cose buone, ho idea che mangeremo benissimo questa sera!- continua lui, col suo solito entusiasmo da bambino, mentre io faccio una smorfia
- Sarò costretta a chiedere un fuori menù- mormoro affranta, sfogliando altre pagine in cerca di qualcosa che sia di mio gradimento.
- Perché? È così ricco!- dice lui ovvio
- So che magari per te e tutte le persone qui presenti suonerà fuori dal mondo, in effetti suona fuori dal mondo anche per la mia gente, però… io non mangio pesce- lo informo un pochino imbarazzata
- Ma dai? Eppure so di serate sushi con Bulma- continua lui facendomi l’occhiolino
- Sì, qualcosina come tonno o salmone, per il resto vado sulla cucina cinese che adoro- chiarisco, poi torno a guardare il menù in fretta e furia, scorgendo, alle ultime pagine dei piatti di carne.
- Però è troppo strano, com’è che non mangi pesce?- mi chiede sconvolto, dopo un po’.
- Non lo gradisco- mi limito a dire
- Ma come fai?- mi guarda come fossi un alieno, io divento rossa
- Hey, non è detto che piacciano a tutti le stesse cose, non sono mica l’unica eh, anzi il 60% della popolazione mondiale preferisce la carne al pesce, lo sapevi?- lo metto al corrente con aria di superiorità, sperando di essermi difesa al meglio.
- Beh, in effetti io stesso non saprei scegliere tra le due cose, mangio tutto ciò che mi capita a tiro- ammette asciutto.
- Sì e non so come tu faccia, ad essere poi… beh…- comincio squadrandolo brevemente con la coda dell’occhio, ma più faccio correre lo sguardo sul suo fisico tenuto coperto a stento dai vestiti, la gola mi diventa secca e le parole si bloccano lì come nelle sabbie mobili.
- Ad essere come?- domanda lui accigliandosi
- Così in forma- ribatto, prendendo un colorito tipico da pressione alta.
- Te l’ho detto, tantissimo allenamento…- mi risponde, alzando un sopracciglio
Di nuovo silenzio
- A proposito, vi abbiamo viste io e Vegeta, sai?- comincia, vago, mentre lo vedo farsi più vicino
- Che intendi?- domando, pur conoscendo bene la sua risposta
- Se volete osservarci mentre ci alleniamo, basta chiedere, potremmo fare...delle lezioni private, per così dire…- mi dice, strizzandomi l’occhio.
La sensazione di poco prima, di calore annidato nel ventre, torna a far capolino. Questo su e giù di tempesta ormonale, quasi mi fa girare la testa.
Non capisco a che gioco di seduzione stia giocando Goku, ma è in quel preciso istante che mi rendo conto di quanto i suoi commenti allusivi mi provochino piacevoli scariche elettriche, al contrario di quando a parlare così era Radish, il quale mi provocava solo fastidio.
- Dobbiamo chiedere il permesso adesso?- chiedo a mo’ di sfida, cercando in qualche modo di sostenere il suo sguardo
- No, non è per quello, ma magari potete mettervi più vicine, così non vi perdete nulla dello spettacolo- conclude, facendosi pericolosamente vicino.
- Ah e quindi siete due esibizionisti?- gli dico sorridendo
- Un po’…- ammette, mordendosi il labbro inferiore e sento il mio respiro bloccarsi, non riuscendo a sostenere oltre quegli occhi neri che mi fissano, sposto lo sguardo su Bulma e Vegeta. Lei è appoggiata con la testa sulla sua spalla e insieme scelgono cosa ordinare, sono così belli insieme, sembrano quasi usciti da una rivista di moda.
Poi i miei occhi, richiamati da quella strana forza che da sempre lui riesce ad esercitare su di me, si posano di nuovo su Goku, che ha un sorrisetto sghembo stampato sulla faccia, mentre fa finta di scegliere ancora cosa ordinare.
Quella sua espressione mi strappa un sorriso divertito.
- Siamo pronti?- la voce di James ci interrompe, quando vede arrivare il cameriere verso di noi.

 

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Capitolo 27
*** The Crown ***


CAPITOLO 27:

Dopo aver assaggiato un delicato antipasto, arrivano con una puntualità da far paura tutti i meravigliosi piatti di pesce a tavola, mentre io mi gusto trionfante la mia argentina al pepe verde e verdure a julienne.
- Sembra invitante anche la tua…- mormora Goku, facendo un cenno col capo al mio piatto, mentre lui è tutto intento a tagliare il suo salmone al forno con granella di pistacchi.
- Vuoi assaggiare?- chiedo timidamente e Goku diventa rosso.
- Non vorrei approfittarne, ma è così invitante- dice strofinandosi le mani.
- Sei sempre il solito maleducato, Kaaroth- mormora sottovoce Vegeta, accorgendosi di quanto Goku sembri non essere ancora sazio.
- Attento però, con la mia forchetta!- lo ammonisco, tagliando un pezzetto da assaggio dal mio filetto e tirando subito indietro la forchetta.
- Non con la tua, altrimenti si sente il sapore di pesce e mi togli l’appetito- chiarisco e lui trattiene una risatina.
- Che perfettina- ribatte, mantenendo la stessa espressione beffarda.
- Allora, la mangi o no?- chiedo tenendo la forchetta a mezz’aria, lui capisce che voglio imboccarlo e si avvicina.
James, C e Bulma osservano la scena e poi si scambiano un’occhiata complice, mentre Crilin è troppo preso dalla sua orata per godersi l’ammiccante spettacolo che è appena andato in onda.
- Non sa proprio cosa voglia dire il contegno, neanche in un’occasione del genere- osserva Vegeta leggermente contrariato.
- Su, sono così carini, lasciali in pace- commenta teneramente mia sorella.
Goku addenta il pezzo di carne dalla mia forchetta senza distogliere lo sguardo dal mio e poi lo assapora piano piano. Nascondo la mia mano che trema, tirando subito indietro la forchetta e poggiandola nuovamente nel piatto.
- Buonissimo- mi dice.
- Ho fatto un’ottima scelta, no?- commento trionfante.
- Già! Io non ti chiedo se vuoi un pezzo dal mio piatto…-
- No, grazie- mi affretto a rispondergli, lanciando uno sguardo veloce al salmone.
*******************************************************************************************************
Quando la terza bottiglia di vino bianco è giunta all’ultima goccia, decidiamo che è tempo di ordinare il dessert.
- Goku, ci facciamo una foto mentre sono ancora lucida e truccata?- chiedo, abbattendo definitivamente il muro di imbarazzo tra noi due.
“Grazie anche all’alcol, come sempre…”
Lui si trattiene a stento dal ridere, sentendo la mia proposta.
“Oddio, ancora lucida è un parolone...”
- Non sono molto fotogenico- ammette imbarazzato, io lo guardo con un sopracciglio alzato.
- Lo specchio a casa ce l’hai?- chiedo ironica, mentre cerco nella borsetta il cellulare.
- Sì, perché?- chiede ingenuamente, non capendo al volo la mia battuta.
- Perché mi fai morire quando fai così il bambinone modesto e ingenuo- rispondo sorridendo e lui mi fissa sbattendo le palpebre
- Il bambinone modesto?- mi fa eco, quasi in confusione.
- Avanti, lo sai benissimo di essere bello, vieni qua- lo invito ad avvicinarsi, mentre ci mettiamo in posa per scattarci la foto, impostando il cellulare con la fotocamera interna.
Nel frattempo, dando uno sguardo allo schermo, lo vedo sistemarsi i ciuffetti che gli cadono sulla fronte e mi ritrovo inconsapevolmente ad osservarlo incantata.
- Sei pronto?- chiedo dopo qualche secondo.
“Subito prima di iniziare a sbavare come una lumaca”
- Credo di sì- si avvicina con la guancia alla mia, ci mettiamo in posa e poi scatto, pregando mentalmente che le mani non tremino troppo.
- Vediamo un po’ com’è, guarda che bella!- gli dico mostrandogliela.
- Direi che siamo venuti bene- accorda sorridendo.
- Maya dà qua, ve la scatto io- si propone James, seduto di fronte a me.
Passo il cellulare a James, poi mi appoggio col braccio sul tavolo, con il mento sulla mano e sorrido leggermente alla telecamera, Goku si avvicina e mi cinge le spalle con un braccio.
La stessa cosa che ha fatto Radish quella sera al pub, ma il tocco di Goku è diverso, più dolce, più bello… più mio. Cerco di mantenere la compostezza durante quel contatto paurosamente ravvicinato tra i nostri corpi, mentre James ci scatta qualche foto e poi mi restituisce il cellulare.
Gli scatti sono spettacolari, così spontanei e solo al sol pensare che sono le prime foto che ho con Goku, comincio a sorridere come un’ebete, immaginando di custodirle gelosamente, qualsiasi cosa accada.
Vederci in quell’istantanea, così vicini, mi fa credere che una parte del mio sogno è stata finalmente tramutata in realtà.
Io e lui insieme.
Il suo spazio nel mio tempo e viceversa.
- Ma questa moda di fotografarvi da soli?- domanda Charlotte. guardandosi intorno e vedendo che anche Bulma e Vegeta si stanno scattando delle foto, nonostante l’espressione scocciata del ragazzo.
- Facciamone qualcuna tutti insieme, come ricordo della serata!- propone la mia bionda cugina.
- Usciamo di qui, mentre attendiamo la navetta per andare al locale ne faremo qualcuna- asserisce Bulma.
- Direi che è ora, sono le undici e mezzo passate, mentre arriveremo lì...- comincio, dando un’occhiata all’orologio
- Ok, andiamo, aspettatemi qui, vado a pagare il conto- si candida mia sorella, ma Vegeta si alza in piedi battendola sul tempo.
- Non azzardarti a tirare fuori dei soldi, vado io, Kaaroth vieni?- invita Goku con sguardo eloquente, mentre Bulma cerca di tenerlo fermo, frugando nella pochette in cerca della sua carta di credito.
- Sì, certo, corro!- dice Goku, alzandosi veloce anche lui da tavola.
- Aspettatemi- James si accoda ai due ragazzi, seguito subito anche da Crilin, che vuota in fretta il suo bicchiere per non restare indietro. E così tutti gli uomini della compagnia si dirigono alla cassa per pagare.
- Ma ragazzi a questo punto dividiamo come sempre, no?- propongo, attendendo una risposta che metta d’accordo tutti.
- Non mi piacciono queste cose, è da cafoni- commenta offeso Vegeta guardandomi male.
- Come vuoi!- replico alzando le mani in segno di resa, considerando il tono con cui ha ribattuto.
- Allora facciamo così, voi pagate la cena, i giri di drink in discoteca toccano a noi ragazze, ci state?- propone la turchina, con un tono che non ammette alcuna replica.
- Ma no, che dici?- ribatte subito Goku.
- Bulma, tu hai già messo a disposizione lo yacht, credo sia più che sufficiente- si accoda Crilin in tono conciliante.
- Appunto, siete miei ospiti e come tali, non dovete mettere mano al portafogli- risponde prontamente mia sorella.
- Basta chiacchiere, andata per i giri di drink al locale- conclude secco Vegeta assecondando la sua ragazza.
“Più per non doverla sentire martellare nel cervello che per galanteria, secondo me”
Così mentre i ragazzi si accordano per la divisione corretta del conto, noialtre raccogliamo borse e borsette varie, per poi avviarci fuori dal ristorante e fumare una sigaretta, nel frattempo che tornino tutti.
- A me già iniziano a far male i piedi, meno male ho portato le scarpe di ricambio!- esclama sollevata Charlotte.
- Vero, per questo hai la borsa così grande, io ero talmente su di giri per il vestito che mi ha portato tuo fratello che non ci ho pensato minimamente…- dice Bulma pensandoci su.
- Consolati, nemmeno io, come sempre del resto- dico prendendola sottobraccio.
- Vorrà dire che faremo come al solito. Quando saremo assolutamente fuori di noi e con i piedi gonfi, ci metteremo scalze, semplice- concludo ovvia.
- Ma è un locale di lusso, non ho il coraggio di mettermi a ballare a piedi nudi, non se li ho come le sorellastre di Cenerentola- commenta stridula Bulma.
- Rilassatevi, il vestito è talmente lungo che coprirà perfettamente i vostri piedoni- ci rassicura Charlotte dando una boccata di fumo.
- A proposito, James ha avuto un pensiero troppo carino- riprendo, guardandomi l’abito che ho indosso.
- Già e ha anche azzeccato le taglie, quanto ci conosce bene- aggiunge sognante Bulma.
- Ecco, appunto per questo insistevo con le foto, quando ci ricapita più di vestirci perfettamente uguali?- osserva ovvia la bionda, la quale tira fuori dalla borsa il suo cellulare di ultimissima generazione, cominciando a scattare qualche selfie dall’alto, in modo da prendere i vestiti di tutte e tre. Nel mentre siamo impegnate in questa sorta di shooting fotografico improvvisato, i ragazzi ci raggiungono nuovamente all’ingresso del ristorante.
- La navetta passerà di qua?- chiedo a mia sorella, spezzando il silenzio.
- Sì, ho telefonato poco fa, l’autista dovrebbe arrivare a breve- risponde lei guardandosi intorno.
Nell’attesa parliamo della cena, di quanto tempo ci vuole per arrivare in discoteca e dopo poco arriva finalmente quella sorta di taxi.
Più che un risciò come mi aspettavo, è una vera e propria limousine.
“Ma figuriamoci se Bulma e James non volevano fare l’entrata di lusso al The Crown.”
Entriamo e ci sediamo tutti sui sedili posteriori, sistemandoci distanziati per quanto possibile.
- Che vita ragazzi!- commenta Crilin rilassandosi sui sedili.
- Non vi azzardate ad appisolarvi, che la notte è giovane!- la voce squillante della turchina rimbomba nella lussuosa auto.
- Ma che scherzi? Sono sveglissimo come non mai!- si accoda James.
Dopo svariati minuti, l’auto inizia a rallentare e a fermarsi.
- Mi sa che ci siamo!- dico abbassando il finestrino, prontamente rapita dal meraviglioso disco club che si erge davanti a noi.
- Non posso crederci!- dice Bulma estasiata, accucciandosi con la testa sulla mia spalla, mentre vedo riflesse nei suoi occhi le luci intermittenti colorate e sentiamo la musica a volume altissimo provenire dall’interno.
- E’ una serata latino-americana, Maya ci darai dentro!- mi avvisa C, leggendo il volantino della serata sulla pagina social ufficiale del locale.
- Perfetto!- bofonchia nervoso Vegeta.
- Io non so muovere un dito sulla musica latino americana, o come si chiama- aggiunge, mettendosi a braccia conserte.
- E in generale, odio i posti troppo affollati- conclude, girandosi dall’altra parte.
- Basta muovere un po’ il bacino, che ci vuole? Non fare il pezzo di legno- suggerisce Goku in tono conciliante.
- Se vuoi metterti in ridicolo, prego accomodati pure, io passo- continua il piccoletto, scoccando un’occhiataccia al suo migliore amico, ma Bulma se lo trascina fuori dall’auto, senza ascoltare altro.
- Vedrai che accanto a me non ti renderai ridicolo nemmeno per un attimo!- lo rassicura lei e, nel mentre, scendiamo tutti dalla limo, restando ad ammirare il locale per svariati secondi.
“La promessa mia, di Bulma, James e C finalmente questa sera verrà onorata e quasi non ci sembra vero”
- Hey, qualcuno ha detto all’autista a che ora deve tornare a prenderci per accompagnarci al molo?- chiede preoccupato Crilin, mentre vede l’auto che ci ha accompagnati a destinazione sparire tra le luci della costa.
Charlotte gli posa un braccio sulla spalla con fare amichevole, essendo alta il doppio di lui.
- Caro, tu hai bisogno di rilassarti e goderti la serata, l’autista sa perfettamente quando tornare a prenderci- annuncia con un sorriso smagliante, che fa arrossire violentemente il nostro amico.
Ci avviciniamo tutti all’entrata, dove ci sono due buttafuori, anche se Goku e Vegeta a muscoli li superano di gran lunga, quasi quasi sono loro ad essere intimoriti dai due, che il contrario. Bulma urla qualcosa ai due energumeni e ci lasciano entrare e, al solo spalancarsi delle porte d’ingresso, sentiamo la musica a volume smisurato, il fumo provenire dagli angoli della sala, orde di ragazzi che reggono bottiglie e calici, il tutto tra le luci intermittenti, ma soffuse, del meraviglioso locale.
- Che meraviglia!- sbotta estasiata mia sorella, aprifila della compagnia e, via via che ci facciamo strada all’interno la musica è sempre più assordante.
- Avremmo dovuto cambiarci secondo te?- domanda Charlotte, urlandomi all’orecchio e afferrandomi per un braccio, in modo da farsi sentire in mezzo a tutto quel frastuono.
In effetti, dando un’occhiata veloce, ci sono gruppi di persone vestiti in modo casual e altri che indossano capi più raffinati come noi. C’è persino una combriccola di ragazzi che erano al ristorante con noi, un gruppo di cinque o sei uomini.
- Nah, non vedi che sono tutti in tiro? Abbiamo azzeccato l’outfit!- la rassicuro.
- Quello è il nostro tavolo privé!- urla Bulma a tutti, indicando qualcosa di indistinto tra le luci e la musica, così ci accomodiamo sui divanetti e ci guardiamo intorno.
- Urca, che casino, non si capisce niente!- dice Goku, piacevolmente rapito, ma anche destabilizzato da tutto quel vociare e cantare.
- Ho ordinato una mega bottiglia di champagne per iniziare, quando siete assetati, andate al bar e fate il mio nome, ok?- si raccomanda Bulma ai presenti.
- Sì ma quando arriva il cameriere? La musica mi sta chiamando, però ho bisogno di bere!- dice James muovendosi a tempo con il ritmo, attirando già su di sé gli sguardi di molte giovani donzelle presenti.
Proprio in quel momento una ragazza molto carina porta al nostro tavolo una bottiglia gigantesca di un costosissimo champagne, con sette calici e anche le famose stelle di fuoco come decorazione.
- Brindiamo!- propone Charlotte passando i delicati bicchieri di cristallo a tutti, mentre James stappa la bottiglia e non appena siamo tutti pronti, versa il contenuto un po’ ciascuno,
“Finiremo mai di bere quest’oggi?”
- Alla nostra!- dice alla fine il moro, sollevando il calice e noi lo imitiamo.
- Siete la mia famiglia, tutti voi, grazie per essere qui- dice Bulma, già poco lucida anche lei.
- Salute!- si accoda Goku, poi lo vedo avvicinare il suo bicchiere al mio, guardandomi dritto negli occhi.
- Voglio fare un brindisi nostro...personale…- comincia, con una serietà che quasi mi destabilizza.
- Quanto personale?- chiedo interessata, fingendomi calma, ma col cuore che mi balza in gola e la pressione schizzata alle stelle.
- Ad un nuovo inizio- dice abbozzando un sorriso e io lo guardo contenta.
- Brinderò senz’altro a questo!- rispondo sicura avvicinando il mio calice al suo, lui sorride e poi beve, così come faccio io, senza interrompere l’intenso contatto visivo che si è venuto a creare.
- Ok, avete carburato abbastanza? Perché adesso si balla, signori miei!- dice mia sorella, abbandonando il bicchiere ormai vuoto sul tavolo e alzandosi veloce. Prende me e Charlotte per una mano e ci trascina in pista, senza neanche darci il tempo di bere tutto lo champagne.
- Arrivo ragazze!- urla James seguendoci.
Crilin, Vegeta e Goku restano seduti un po’ a disagio, fingendo di sorseggiare la chiara bevanda alcolica.
Crilin muove solo un piede sotto al tavolo, Vegeta somiglia ad uno dei gargoils di Notre Dame, mentre si squadra Bulma in pista e Goku si guarda intorno ballando leggermente sul posto, da seduto, così mia sorella fa cenno ai ragazzi di raggiungerci, mentre si sta scatenando tra me, C e James, ma non riceve subito risposte affermative.
Noi ragazze abbiamo sempre avuto un nostro modo molto ammiccante di ballare, tendiamo a strusciarci tra di noi e quindi è capitato, in più occasioni, che James ha dovuto far finta di essere il fidanzato di una di noi e che eravamo tutte a ballare con lui, in modo da non essere scocciate da qualche malintenzionato.
"Ho idea però che stasera ne vedremo delle belle..."

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Capitolo 28
*** Difendere l'Onore ***


CAPITOLO 28:

Vegeta dopo un po’, tracanna di botto tutto lo champagne, senza staccare gli occhi da dosso a Bulma, che già ha sfoderato le sue migliori armi di seduzione sulla pista da ballo. Il ragazzo deve fare appello a tutto il suo autocontrollo per non cedere sotto il potente fascino delle forme morbide di Bulma, che si muovono sensuali tra le luci e il fumo. Mi avvicino a lei e cominciamo a ballare una di spalle all’altra, come siamo solite fare, lanciando di tanto in tanto un’occhiata al nostro tavolo.
Nonostante la luce fioca all’interno della sala, riesco a vedere che Goku si morde un labbro e Vegeta sudare freddo.
L’idea di provocarli, a me e mia sorella comincia a stuzzicarci parecchio.
- Amico, ti vedo nervosetto, tutto ok?- chiede Goku, cercando di distrarsi per un attimo dalla visione di me che mi muovo con quell’abito che lascia molto poco all’immaginazione.
- No, Goku, come posso andare lì e ballare se non so neanche fare una giravolta su me stesso?- commenta, senza staccare gli occhi di dosso a Bulma.
- Sarò ridicolo e non posso permettermelo- conclude, serrando la mascella
- Che ti frega!- lo incoraggia Goku
- E comunque ci sono già due tipi che voglio prendere decisamente a pugni perché sono troppo vicini a lei- dice duro, stringendo gli occhi a due fessure
- Allora va’ a riprendertela, che aspetti?- gli dice Goku, indicando la pista da ballo
- Ok- dice determinato Vegeta, dopo un lungo sospiro e senza neanche degnare il suo amico di uno sguardo
- Sto diventando così...così ...volgarmente ...- le parole gli si bloccano in gola, ma Goku sorride comprensivo, capendo perfettamente cosa volesse dire Vegeta.
- Ormai lo siamo a tutti gli effetti, con tutto ciò che questo comporta- gli dice, dandogli una pacca sulla spalla e puntando nuovamente me che mi sono messa a ballare con James l’uno di fronte all’altra.
- E tu invece non dici niente?- risponde di rimando Vegeta, prendendo a sorseggiare nuovamente lo champagne
Goku ridacchia, godendosi la scena.
- Rilassati, James non mi preoccupa affatto. A parte che sono come fratelli...- comincia Goku
- Già, “come” ricordalo, in tutta questa complicata faccenda di cui Bulma mi parlava, lui e Maya non sono realmente consanguinei- gli fa notare Vegeta, ma Goku se ne sta lì sorridente senza dar molto peso alla cosa
- Inoltre, so che a James piacciono i maschi- conclude Goku serafico, alzando le spalle.
- E’ possibile una cosa del genere?- chiede confuso Vegeta
- Certo che sì, anzi a quanto pare è un fenomeno che si verifica molto spesso, però non metterti a fare l’omofobo, ok?- dice
- Non so neanche cosa significhi comunque, e non sono affari miei chi si porta a letto il belloccio- replica secco Vegeta, afferrando il bottiglione di champagne e versandosi altra bevanda nel calice, continuando a tenere gli occhi fissi sulla pista.
- Vado, però vieni anche tu, Kaaroth- comincia, dopo un lungo sospiro
Vegeta non è abituato a chiedere favori o a supplicare qualcuno di fare qualcosa, infatti si sente abbastanza a disagio.
- Oh no, io sto messo peggio di te nel ballo!- comincia Goku in sua discolpa
- Non avevi detto che bastava muovere il bacino? Ora alzi il culo e scendi in pista, Kaaroth, è il tuo principe ad ordinartelo!- dice duro, mentre Goku scoppia a ridere, facendo andare Vegeta su tutte le furie.
- Sei praticamente zuppo, vuoi darti una calmata?- gli fa notare Goku ridacchiando, ma il suo amico sembra non apprezzare per niente la sua ironia.
- Non ti permetto di insultarmi, muoviti!- Vegeta lo afferra, trascinandolo con sé in mezzo alla gente
- Aspetta!- i vani tentativi di Goku di fermarlo non vanno a buon fine e così si ritrovano ammassati e schiacciati come le sardine, tra la gente che balla. O i famosi morti viventi di cui Vegeta stesso parlava...
Nel frattempo, uno dei ragazzi che era presente al ristorante, dopo diversi minuti di occhiate ammiccanti, si avvicina a C, Bulma e Crilin, che balla a debita distanza dalla sua bionda preferita.
Il tizio è alto quanto Goku, circa un metro e novanta, fisico asciutto, occhi verdi, bel sorriso.
- Ciao bellezze!- urla alle due cugine dagli occhi di ghiaccio per farsi sentire, mentre entrambe si muovono sulla musica. C sembra far finta di non vederlo e si gira a dargli le spalle, rivolgendosi completamente a Crilin che inizia a sudare freddo a quella iniziativa.
- Eravate al ristorante poco fa, giusto?- continua parandosi davanti a Bulma per attirare la loro attenzione, mentre lei non smette di ballare e limita ad annuire.
- Mi chiamo Daniel!- urla continuando a muoversi anche lui a ritmo, per poi fare un sorso dal suo Mojito. Il tipo sembra essere già molto brillo...
- Bulma- risponde lei senza la minima espressione nella voce.
- Sei molto bella sai, Bulma- continua ad urlarle in modo rozzo, lei fa un mezzo sorriso, ma cerca di guardare altrove, cercando disperatamente Vegeta tra la folla.
- Non fare la timida, divertiamoci un po’- esclama lui con fare lascivo, poi come una piovra, si avventa sulla ragazza, stringendole con forza il sedere. Bulma trasale, sconvolta, ma quando sta per mollargli un ceffone, il ragazzo viene distratto da una mano che gli tocca la spalla.
- Hey, testa di cazzo- la voce dura di Vegeta attira l’attenzione del tizio, che quando si gira scoppia a ridere, sovrastando Vegeta di una ventina di centimetri.
- Ti serve qualcosa, bello?- chiede ironico, avvicinandosi per fronteggiare Vegeta, mentre Bulma si allontana, avvicinandosi a C e Crilin che si stanno guardando la scena più in disparte.
- Mi serve che la tua faccia da culo sparisca da questo posto e se tocchi ancora quella ragazza...- comincia, minaccioso, mentre Daniel non si lascia intimorire e guarda Vegeta dritto negli occhi con un mezzo sorriso, facendo affidamento sul fatto che è molto più alto di lui.
- E dimmi, cosa vorresti farmi, microbo?- lo interrompe prontamente il giovane, supportato dalle risate sguaiate degli amici poco lontani.
Le vene sul collo di Vegeta iniziano a gonfiarsi paurosamente, quando preso da un’indicibile ira, tira un pugno in pieno viso al ragazzo, che finisce per terra qualche metro più là, col naso che sanguina. Comincia a crearsi un trambusto incredibile, mentre Daniel si rialza a fatica, pronto a prendere la rincorsa per dare addosso a Vegeta.
Io sono di spalle, quando vedo la faccia preoccupata di James, che d’improvviso sgrana gli occhi, terrorizzato.
- Cazzo!- lo sento esclamare, costringendomi a voltarmi in quella direzione
Quando mi giro vedo solo Goku che tenta di portare via Vegeta che si dibatte come un bambino capriccioso, mentre altri due tizi tengono fermo il loro amico che ha la faccia una maschera di sangue.
Io e James accorriamo, mentre i due buttafuori si fanno spazio tra la folla che si è creata intorno a Vegeta e Daniel.
- Forza, fuori di qui!- comincia uno dei due mettendosi a braccia conserte
Vedendo che Vegeta si è in qualche modo calmato, mentre Goku lo strattona e gli parla, anche se da qui non riesco a capire cosa gli stia dicendo, i due uomini alla porta si trascinano via la comitiva del malcapitato.
Sento delle ragazze alle mie spalle mormorare qualcosa del tipo “è il terzo sabato che quei ragazzi vengono cacciati da qui, ma perché non impedirgli l’accesso?” e ancora “Daniel non impara mai la lezione, è sempre qui a fare il porco!”
Ora capisco perché i due colossi non hanno minimamente chiesto spiegazioni a Vegeta, anche se è stato lui a cominciare la rissa, stando ai commenti qui intorno, quel tizio mette spesso le mani addosso alle ragazze.

- Stavo per mollargli un ceffone, non c’era bisogno che gli rompessi il naso! So cavarmela da sola!- dice nervosa Bulma a Vegeta, mentre tutti usciamo di corsa all’aria aperta, per riprenderci dall’accaduto.
Mia sorella si accende una sigaretta con fare nevrotico, mentre io e Goku ci scambiamo delle occhiate imbarazzate dalla discussione di Bulma e Vegeta. C, James e Crilin fumano indisturbati, poco più in là.
- Non c’è di che, comunque- ribatte seccato Vegeta, mentre si mette a braccia conserte appoggiato al muro, senza degnarla di uno sguardo.
Cala il silenzio.
- Non possiamo semplicemente tornare dentro e divertirci?- chiede cauto James, cercando di smorzare gli animi.
- Se prima avevo poca voglia di venire qui, ora mi è passata definitivamente, poi visto che tua cugina è capace da sola a difendersi dai maniaci, me ne torno sullo yacht- ci informa lui staccandosi dal muro e prendendo a camminare con le mani in tasca
- Dove pensi di andare?- chiede Bulma esasperata
- Ci vediamo dopo- si limita a rispondere Vegeta, mentre continua a camminare, seppur con passo incerto vuoi perché non vuole andarsene davvero, vuoi perché, come noialtri, non saprebbe come tornare al molo.
- Smettila di fare il bambino e torna qui!- gli urla Bulma, mettendosi le mani in fianco
- Amico, forza, non fare così. Ha ragione James, siamo qui per divertirci- cerca di convincerlo Goku, raggiungendolo con poche ampie falcate.
- Infatti, non roviniamoci la serata, stava andando così bene- incalzo per dare manforte a Goku e poi Vegeta si ferma, ci guarda male e poi alza gli occhi al cielo, Bulma fa un sorrisetto.
"Sotto sotto so bene quanto le sia piaciuta quella reazione esagerata da parte del ragazzo, anche se non vuole dargli la soddisfazione di dirglielo apertamente..."
Vegeta volta i tacchi e fa ritorno, stavolta con una camminata sostenuta, verso di noi
- Il prossimo che ti sfiora anche solo un braccio, è morto, sei avvisata- dice secco a Bulma senza guardarla negli occhi, sorpassando tutti noi, mentre torna all’interno del locale.
Lei annuisce leggermente, forse un po’ in soggezione dal suo ordine perentorio, così decidiamo anche noi di seguirli nuovamente all’interno.
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Una volta dentro, ci rilassiamo via via che iniziamo di nuovo a ballare.
Vegeta non perde di vista Bulma e cerca di muoversi a tempo di musica, mentre la ragazza, con fare sensuale, gli si struscia addosso. C, James e Crilin sono lanciatissimi sul pezzo, mentre io a Goku, a poca distanza, ci mettiamo a ballare un po’ imbarazzati, lui soprattutto.
Decido che è il momento di giocarmi il tutto per tutto, mentre sono persa ad osservare lui tra quelle luci colorate e ipnotizzanti. Si guarda intorno con un sorrisetto ammirando, muovendo la testa di qua e di là col corpo che resta sempre un pochino rigido.
- Non va bene…- gli faccio notare avvicinandomi a lui che quasi è spaventato dal mio gesto così improvviso.
- Sì, lo so, sono ridicolo, te l’ho detto- cerca di giustificarsi
- Non è quello, devi solo scioglierti, facciamo così…- comincio, risoluta
- Io ti insegno a ballare, tu mi insegni a combattere, ti va?- butto lì e riesco a cogliere nel suo sguardo nero come la notte reale sorpresa.
- Davvero? Vuoi imparare a combattere?- chiede corrugando la fronte, mentre nessuno dei due smette di muoversi
- Certo, credi non ne sia capace?- domando, mettendomi sulla difensiva.
- Non è quello che intendevo, ma non avevi detto di non essere una sportiva? E poi, sarà una sfida abbastanza ardua, perché lo vedi, sono troppo rigido per ballare- commenta, indicandosi.
- Troveremo un accordo- gli dico, ritrattando nuovamente.
- Ma ti avverto, sono un maestro abbastanza severo- mi dice serio
- Ti darò anima e corpo- mi lascio sfuggire quella frase, che ha decisamente troppi e svariati doppi sensi.
Lui mi sorride risoluto e poi annuisce. Ha ragione, non mi sono mai reputata una da allenamenti e arti marziali, ma imparare a difendermi è una delle cose a cui ho pensato durante quei giorni di agonia chiusa in me stessa. Cavalcando l’onda della sfacciataggine, mi faccio più vicina a lui per ballare, che subito mi sorride, guardandomi negli occhi un po’ in imbarazzo.
Quel corpo di marmo che sfiora il mio mi provoca un effetto indescrivibile e, considerata la mente annebbiata già dall’alcool, decido di spingermi un pochino più in là, così mentre ci dondoliamo, alzo le braccia e le poso dietro il collo di Goku, per tenerlo ancorato a me. Lui osserva le mie braccia che gli si avvicinano e poi mi lancia uno sguardo profondo. Quegli occhi scuri che mi scrutano in quel modo, mi fanno venir voglia di saltargli addosso qui sulla pista da ballo.
- Facciamo il primo giro?- domando dopo un po’ alludendo ai drink. Non posso reggere il fatto di ballare attaccata a lui lucidamente, devo bere e mandare le sinapsi a nanna.
- Andiamo- mi dice e io, seppur controvoglia, sciolgo la delicata presa dietro la sua nuca.
Arrivati al bar, ci accomodiamo sugli sgabelli liberi e ordiniamo, dopo aver chiamato più volte il barman che sembra destreggiarsi con particolare maestria tra i clienti ammassati al bancone. Infatti in tempi record arrivano i nostri drink, perfettamente serviti e decorati. Io prendo un Japan Ice, mentre Goku un Poker di Vodka, incuriosito dal sapore di quel particolare cocktail che sembra non aver mai provato.
- Allora, stavolta propongo io un brindisi. Alle sfide!- dico alzando il bicchiere verso Goku e lui mi imita
- Alle sfide- risponde facendomi eco per poi fare entrambi un sorso dai rispettivi bicchieri.
Notando che lui se ne sta senza dire una parola e accigliato, decido di rompere io il silenzio per prima
- Che c’è?- chiedo staccandomi dalla cannuccia del drink
- Come mai vuoi imparare a combattere?- domanda mantenendo la stessa espressione, dopo avermi osservata per qualche secondo.
La sua domanda mi spiazza completamente e, con la paura che probabilmente si voglia tirare indietro e non voglia più accontentarmi, mi costringe a restare in silenzio
- Non fraintendermi, sarà un vero piacere allenarti- comincia, pronto a giustificare il perché della mia espressione perplessa che, probabilmente, per lui è completamente trasparente.
- Ma proprio perché mi hai detto di non essere una grande fan degli allenamenti, vorrei sapere cosa ti spinge a farlo- conclude, cercando il mio sguardo che per un istante si è abbassato. Poi gli sorrido, poso il bicchiere e torno nuovamente a guardarlo negli occhi, è la prima persona a cui racconto di questo mio colpo di testa.
- Lo faccio per imparare a difendermi- lo metto al corrente e lui resta spiazzato, iniziando a capire i miei reali motivi
- L’ esperienza con tuo fratello…- comincio, dopo una breve pausa e troppi sospiri. Fa male anche solo ripensarci...
- Mi ha cambiata profondamente e io, al contrario di altre ragazze, sono stata fortunata a trovarmi un manubrio di otto chili tra le mani, fortuna che come ben sai, non capita a tutte le donne che vengono stuprate…- lo informo, mentre lui se ne sta in silenzio, facendo un lungo sorso dal suo cocktail e stringendo gli occhi quando l’alcol puro scende giù per la gola.
- Se non ci fosse stato quello o qualsiasi altra cosa che mi avrebbe permesso di difendermi e stordire Radish, credo sarei morta quella sera- affermo con una lucidità che temevo di non tirar fuori mai riguardo l’argomento.
- Non ti avrebbe uccisa- mi interrompe, con uno sguardo glaciale
- Non puoi saperlo- ribatto seria, sentendo per un attimo le mani di Radish stringermi nuovamente il collo
- Fidati, per come stavano andando le cose, sarebbe successo- sottolineo, ripensando a quei momenti
- Ti dico di no, ti avrebbe fatto solo tanto, tantissimo male, se avesse...- Goku digrigna i denti e abbassa lo sguardo, interrompendosi di colpo e lasciando me a bocca aperta.
Quindi mi schiarisco la gola e riprendo la parola.
- In ogni caso, sappiamo entrambi quanto sia forte e violento tuo fratello, forse tu lo sai più di e me e, da come me ne parli, direi che ci stava andando anche abbastanza piano in quel momento- dico, inarcando le sopracciglia sorpresa di me stessa.
Goku cerca di parlare, io alzo una mano per zittirlo e continuare il discorso
- Non voglio più sentirmi così inerme, così in pericolo e spaventata, voglio avere la consapevolezza che se qualcuno semmai provasse ad avvicinarsi a me, non avrà vita facile e solo dopo che lo avrò visto sputare sangue e implorare pietà, mi fermerò, forse. Solo dopo che avrà provato il mio dolore- sentenzio dura tutta d’un fiato.
- Tutto qui- concludo
Goku mi lancia uno sguardo profondo e uno strano bagliore si fa spazio nei suoi espressivi occhi scuri. Un bagliore a me sconosciuto.
- Parli da vera guerriera- dice con aria fiera
- Il tuo movente è davvero nobile, Maya, te lo assicuro. Combattere per autodifesa, ma…- continua, sorridendo
- Ma...?- chiedo sulle spine, mentre lo vedo avvicinarsi e prendermi le mani.
Il contatto con la sua pelle calda mi fa sussultare per un attimo.
- Se ti promettessi che mai più, intendo letteralmente, per il resto della tua vita, ti ritroverai in una situazione del genere perché sarò io lì a proteggerti, vorresti farlo lo stesso?-
A separarci ci sono una manciata di centimetri scarsi e l’intensità del suo sguardo nel pormi quella domanda così spinosa mi fa perdere quasi l’equilibrio. Sento il cuore ricominciare a battere talmente forte nel petto, da aver paura che esca dalla gabbia toracica.
- Goku, ci saranno momenti, forse tanti e troppi in cui tu non sarai con me, ricordati che il progetto di mio padre potrebbe finire domani, come tra dieci anni. Tu non ci sarai sempre…- gli ricordo, con molta più tristezza del dovuto
- D’accordo, ma se ti promettessi che ci sarò? Anzi, te lo giurassi?- incalza stringendomi leggermente le mani
- Lo fai perché ti senti in colpa e perché è stato Radish a farmi questo?- chiedo tagliente
- Sai bene che per me mio fratello è morto, ma potrebbe essere stato chiunque altro, la mia promessa non cambierebbe. Allora, che mi dici?- ritratta, con tutta l’intenzione di averla vinta sull’argomento.
Sospiro rumorosamente, cacciando fuori tutta l’aria incamerata
- Voglio farlo ugualmente- gli comunico, alzando leggermente il mento e poi lo vedo sorridere
- Come ti dicevo, hai proprio la stoffa della combattente, non sei messa male come pensavo- ridacchia, spostando la conversazione su un piano molto più leggero, così io gli do uno spintone per scherzare, ma è talmente di marmo che non si sposta.
- Prima cosa, voglio essere trattata come qualunque allieva, niente trattamenti speciali o favoritistimi, ok?- gli chiedo, alzando entrambe le mani
- Non puoi chiedermelo, i trattamenti speciali ci saranno eccome- si affretta a chiarire
- Perché?-
- Perché mi piaci- mi dice diventando serio di colpo e a quell’affermazione mi si mozza all’istante il fiato.
Perdendo via via che si riavvicina la facoltà di parola, sono pronta a restare immobile con il sangue che mi pulsa rovente nelle tempie, Goku ha gli occhi languidi e io d’istinto socchiudo i miei, quando ormai lo spazio tra noi due è quasi nullo, ma in quel momento arriva Crilin come una furia, sudato da morire.
- Avete già ordinato?!- ci interrompe, mettendo un braccio tra noi due, così ci allontaniamo di colpo, imbarazzati e io torno seduta composta sul mio sgabello.
- Sì, raggiungo gli altri- comunico, per poi alzarmi di fretta, con le gambe che ancora mi tremano
- Ti raggiungo subito- si affretta a farmi sapere
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- Vado a prendere qualcosa da bere- annuncia Vegeta a Bulma, sempre parlandole all’orecchio per farsi sentire.
- Ti aspetto qui!- risponde lei annuendo e poi, non appena mi vede ritornare in pista, mi afferra per un braccio per parlare più vicine, ma non appena nota la mia espressione stralunata, nonostante la poca luce e il chiasso.
- Tutto bene?- mi domanda urlando e io mi limito a fare un cenno con la testa.
Poi i suoi occhi si spostano sulla figura di Vegeta che si fa spazio tra la gente per raggiungere il bancone del bar.
- Credo di amarlo!- sentenzia lei, spaccandomi quasi un timpano.
- Ti capisco- rispondo di rimando, ancora scioccata dalla situazione di pochi minuti prima. Se quel testone di Crilin non fosse arrivato a rovinare la magia, Goku mi avrebbe sicuramente baciata...
- Andiamo un attimo in bagno?- chiedo supplichevole a mia sorella
- D’accordo, anche perché devo fare pipì per davvero!- mi dice, mettendosi subito dietro di me.

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Capitolo 29
*** Love Me Like You Do ***


CAPITOLO 29:

- Cosa? Stava per baciarti?!- chiede incredula Bulma, non appena smetto di raccontarle di ciò che è successo poco prima tra me e Goku.
- Già, e poi è arrivato Crilin- dico con una smorfia
- Cazzo, lo avessi saputo lo avrei fermato quell’idiota!- commenta seccata, mettendosi a braccia conserte.
"In pieno stile Vegeta..."
- Beh, il week-end è appena cominciato - le ricordo, contraddicendomi completamente riguardo al discorso cabine affrontato quella mattina e la mia riluttanza a restare sola con Goku.
"Ora è come se ne sentissi un reale e primordiale bisogno..."
Vedo Bulma osservare il mio riflesso dallo specchio, pensosa, la sua espressione di quando sta escogitando qualcosa. Eppure è strano vederla ancora vigile a metà di una serata in discoteca, di solito a quest’ora si è scolata già mezzo bar.
- Ma non ti ho vista bere così tanto, vuoi restare lucida per goderti Vegeta che balla? Visto lo spettacolo, mi ubriacherei se fossi in te- ironizzo asciugandomi le mani, mentre lei mi guarda in cagnesco, poi ridacchia
- In effetti è tanto bravo nella lotta, quanto una frana a ballare, però non si può avere tutto nella vita…- dice scrollando le spalle, mentre assume un’espressione da ebete
- Ma hai visto quanto è stato dolce e carino a difendermi in quel modo con quel porco?- domanda, con gli occhi che le si illuminano d'un tratto
- Dolce non direi proprio- le faccio notare, ricordando che quel tizio è uscito dal locale con il naso rotto.
- Sai bene cosa intendo!- dice, sventolando una mano come a chiudere la discussione.
- Comunque, non voglio darci dentro come sempre e finire addormentata all’improvviso, come succede dopo la maggior parte delle nostre serate, stanotte starò con lui in cabina e se deve succedere qualcosa, domattina vorrei ricordarmelo- ammette seria, sorprendendo persino me.
- Giusta osservazione- le dico, trovandomi d’accord
- E poi lui non è assolutamente il tipo che se ne approfitterebbe, visti i precedenti- dice, storcendo un po’ il naso
- Sarebbe capace di tornarsene a dormire in cabina con Goku, pur di non stare con me ubriaca e io non voglio rovinare la serata a nessuno di noi- conclude, scuotendo la testa
- Tornando a Goku, l’ho convinto ad allenarmi- la informo, sistemandomi il trucco
- Cosa?! Ad allenarti? E da quando ti piacciono le arti marziali? Non me ne avevi mai parlato- risponde dubbiosa
- Mi piacciono da quando potrebbero essere l’unica arma per difendermi correttamente da qualcuno, qualcuno come Radish- dico schifata
- Quindi lo fai per autodifesa, complimenti, ma non mi diventare quelle body builder con il fisico da uomo, ti supplico!- mi supplica mettendo le mani giunte
- Sei scema? Potrebbe essere anche l’occasione giusta per fare del movimento, mi sto impigrendo così tanto- rimugino, per la prima volta infastidita dal mio stesso atteggiamento.
- O per fare movimento fisico con Goku...- sottolinea mia sorella, con la sua solita faccia da pervertita
- Smettila- ribatto seria, sperando di mettere fine al film a luci rosse andato in onda nel suo cervello.
"E a breve nel mio..."
- Avanti, non è questo il vero motivo?- incalza, avvicinandosi a me
- Assolutamente no- concludo imbarazzata
- Torniamo, Vegeta stava portando da bere, mi pare- dico trascinandola fuori dal bagno insieme a me
In effetti mia sorella non ha tutti i torti, non avevo pensato al fatto che passare tutto questo tempo con Goku, in palestra, con lui che mi fa da insegnante, allenarci insieme, potrebbe nuocere gravemente alla mia salute ormonale.
Mentre ritorno in pista, pensieri di Goku senza maglietta come questo pomeriggio mentre si batteva con Vegeta, si fanno spazio nella mia già labile mente quando si tratta di lui.
"Le mie mani accarezzano virtualmente quel corpo tonico, mentre io mi lascio toccare da lui, ovunque..."
Ci ritroviamo tutti in pista, ognuno con il proprio drink ben saldo nella mano, col ghiaccio che man mano si scioglie, facendo cambiare sapore al cocktail ad ogni sorso.
James, come al solito, sta dando i numeri, sarà al quinto giro almeno, mentre C e Crilin continuano a ballare e divertirsi. Bulma è, appunto, abbastanza lucida mentre io considerando che stiamo bevendo da che è iniziata la giornata, inizio a sentirmi un pochino stordita, e conoscendo molto bene i miei limiti, decido che questo che sta finendo è l’ultimo drink alcolico che berrò fino a fine serata.
Infine Vegeta e Goku, invece come avevano annunciato, sono al quarto giro e sono rimasti rilassati e impacciati esattamente come all’inizio della serata, sembra abbiano bevuto acqua per tutta la notte e invece ci hanno dato dentro anche loro, e non poco.
- Avete perso la scommessa- annuncia Goku avvicinandosi a me, ad un certo punto.
- Cosa?- gli urlo, mimandogli di avvicinarsi all’orecchio
- Dicevo che avete perso la scommessa! Tu, Bulma e gli altri siete ubriachi, mentre io e Vegeta no- conclude soddisfatto, mettendosi a braccia conserte e ora somiglia tanto al suo amico principe.
- Mi spiace dirti che io sono solo un po’ brilla, Bulma è lucida, mentre l’unico ad essere ubriaco è James!- lo informo, indicando il ragazzo che poco più in là, balla accerchiato da ragazzi e ragazze come fosse in un harem.
- La vittoria è nostra in ogni caso, adesso dobbiamo riscuotere il premio- mi dice con un sorrisetto sghembo
- Davvero? Non mi risulta che qualcuno di noi abbia mai parlato di un premio- gli dico sorridendo, sostenendo il suo sguardo.
- Coraggio, le scommesse si fanno mettendo qualcosa in palio, altrimenti non c’è gusto- continua, guardandomi intensamente negli occhi
“Se mi guardi così ti do tutto quello che vuoi, devi solo chiedere”
- Pensandoci, avrei una mezza idea di un premio da riscuotere- comincia lui attirando nuovamente la mia attenzione, passandosi una mano sul mento
- Sono tutta orecchi- rispondo interessata
- Dimmi, vedrò cosa posso fare per accontentarti- continuo, pentita da quella scelta di parole che potrebbero far interpretare la mia curiosità in tutt’altro modo.
Goku si avvicina di nuovo come prima al bar, lentamente, e questa volta tutti i miei nervi scattano in allerta, pronta ad abbracciare quella sensazione paradisiaca che so per certo essere il contatto tra le nostre labbra, ma arriva C e posa un braccio sulla spalla di Goku e un altro sulla mia.
- Ragazzi, altro giro?- chiede biascicando un po’ la voce, sintomo della sua sbronza piuttosto evidente.
Io alzo gli occhi al cielo, sospirando pesantemente, Goku ritorna nella posizione iniziale, abbozzando un sorriso.
- Io passo, sono al limite- dico a mia cugina, facendo dondolare il bicchiere che ho in mano, al cui interno è rimasto solo acqua ormai.
- Idem per me, ti ringrazio- risponde Goku e così C si allontana
- Non è serata…- mormora imbarazzato, non appena siamo rimasti soli
- Già- commento, assumendo la sua stessa espressione.
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Quando sono ormai le due del mattino passate e i piedi cominciano a fare molto male, i drink sono andati in circolo e sono stati smaltiti più volte, il pacchetto di sigarette è quasi finito, decidiamo di comune accordo di chiamare l’autista e di tornarcene a bordo dello yacht, stracotti dalla giornata appena arrivata al suo epilogo.
Usciamo fuori dal locale e l’aria un po’ fresca della notte, ci fa sentire di colpo meglio.
- Porca troia, non mi reggo in piedi- comincia C, camminando paurosamente in bilico sui tacchi vertiginosi, che stranamente non ha sostituito con un paio più bassi a sua disposizione.
- Abbiamo alzato un po’ il gomito, bisogna ammetterlo, ma è stata una notte da paura!- si accorda Crilin, con le gote infuocate.
- Che strano, io sto benissimo!- annuncia James, attirando l’attenzione di tutti su di sé. Gli occhi rossi, lo sguardo allucinato e i capelli in un groviglio indefinito tra sudore e drink versati addosso non sono esattamente la definizione di “benissimo”, ma tutto sommato sta meglio rispetto ad altre serate passate di cui ho purtroppo memoria.
- Ti ho visto in momenti peggiori, mi sembri in forma!- lo prendo in giro, non ricevendo alcuna risposta da parte sua, ma proprio in quel momento Charlotte sembra avere i conati di vomito, impedendosi con tutte le forze di dare di stomaco.
- Ti pareva strano- la canzona Bulma prendendola sottobraccio e trascinandola più in là, in modo da farla vomitare lontano da noi.
- Ma è disgustoso!- commenta nauseato Vegeta, mentre Crilin preoccupato, lancia di tanto in tanto occhiate a Charlotte per sincerarsi delle sue condizioni.
- La solita Charlotte- lo rassicura James facendo spallucce, come se vomitare dopo aver fatto serata come un’adolescente, fosse la cosa più normale del mondo.
Poco dopo le due tornano, C si ricompone e sembra subito stare meglio
- Vi chiedo scusa, che pessima figura- comincia seria, mettendo le mani giunte e rivolgendosi a tutti noi, rendendosi conto di ciò che è appena successo.
- Colpa mia, ti chiedo io scusa, ti ho offerto parecchi drink- ammette Crilin, visibilmente dispiaciuto
- No, colpa mia che li ho accettati, però tranquillo, mi sento molto meglio- lo rassicura con un sorrisetto.
- Te la senti di entrare già in macchina?- chiede premuroso James alla sorella, riprendendo per un attimo un minimo di lucidità
- Sì, decisamente, ho bisogno di togliermi questa roba di dosso- risponde lei
Così una volta arrivata l’auto, entriamo e il viaggio parte e prosegue in silenzio. Un silenzio carico di stanchezza. Bulma è appoggiata con la testa sulla spalla di Vegeta, James scorre la bacheca di Facebook con fare poco interessato, C se ne sta con la testa all’indietro sul poggiatesta con gli occhi chiusi, mentre io, Goku e Crilin guardiamo fuori dal finestrino e le luci della città scorrono velocemente sotto i nostri occhi.
Ho una strana adrenalina che ha preso a circolarmi per tutto il corpo e non è l’alcol.
Saranno stati i tentativi di bacio da parte di Goku a rendermi così irrequieta, in senso positivo, e il suo essere così felice di allenarmi, ma al contempo un po’ timoroso nel farlo.
E quella promessa che mi ha fatto, quella di volermi proteggere a qualunque costo...
"Oh Goku, se solo potessi confessarti quello che provo per te..."
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Arriviamo al molo e ci trasciniamo verso la scaletta della nostra lussuosa imbarcazione.
Bulma e Vegeta, come sempre aprono la fila, subito dietro Crilin sorregge Charlotte che ha ancora la testa che le gira vorticosamente, io mi trascino a fatica con le scarpe che penzolano da una mano e Goku cammina silenzioso accanto a me. Infine James fischietta ancora Despacito...
- Sei impazzito, sono le tre del mattino?- lo rimprovera Bulma con severità, infastidita da quell’acuto fischiettare
- Chi vuoi che ci senta?- si affretta a ribattere lui ovvio, indicando il porto deserto.
- Di colpo non ho più sonno, sapete?- ci informa Charlotte
- Beata te- risponde subito suo fratello
- Io non ne ho mai avuto…- mi sento di aggiungere con un’alzata di spalle, mentre Goku mi lancia uno sguardo di sottecchi.
"Non vorrei pensasse male, nel senso che magari voglio restare sveglia per andare a letto con lui..." Già, dimenticavo, non so neanche se sa che dobbiamo dividere il letto stanotte.
Fantastico, davvero.
- Se vuoi…- comincia dubbioso Crilin rivolgendosi alla mia bionda cugina.
- Ho chiesto a Bulma il permesso di poter usare la sua PlayStation, possiamo fare qualche partita, se ne hai voglia…- la invita con imbarazzo, manco fosse un appuntamento galante a due.
- Forte, ci sto!- accetta felice lei
- Vorrà dire che il letto sarà tutto per me!- si affretta a commentare James, quando tutti siamo ormai sul ponte.
- A proposito di questo, si è deciso poi come dividerci? A me dispiace avere una cabina tutta per me, siamo in tanti…- comincia Crilin, guardando tutti noi e beccandosi gli sguardi interrogativi di Goku e Vegeta.
A quel punto mia sorella, pronta a quella conversazione più volte rimandata durante il giorno e leggendo nel mio sguardo supplichevole una certa preghiera, si appoggia a Vegeta e comincia a liberarsi dei tacchi scomodi.
- Tanto per iniziare...- esordisce, liberandosi della prima scarpa
- I letti non sono un problema, non fare lo sciocco, secondo…- continua, liberando il piede sinistro e tornando alla sua altezza normale
- Abbiamo deciso eccome sulla divisione dei posti letto- annuncia, mentre tutti la guardiamo in attesa
- Io non ne so nulla- risponde Goku con la sua solita aria ingenua
- Semplice- interviene James, battendo sua cugina sul tempo
- Io e mia sorella, Crilin nella sua cabina, Bulma e Vegeta e tu e Maya- mette al corrente il ragazzo, indicandoci
- Meglio di così, non si poteva fare- conclude James allargando le braccia, mentre i due tutto muscoli diventano rossi come dei pomodori.
- Non che non sia felice di non dover più dividere il letto con Kaaroth, ma sicuri che sia una buona idea?- chiede il più basso, facendo il vago.
- Certo che lo è, anzi è un’ottima idea e infatti ora noi andiamo, buonanotte a tutti!- annuncia Bulma in tutta fretta, trascinandosi Vegeta giù per le cabine senza dargli nemmeno il tempo di ribattere.
- Mamma mia, quanto è assatanata!- commenta James scuotendo la testa, mentre vede sua cugina e Vegeta sparire per le scale.
- Detto questo, anche io andrei, vi auguro un buon proseguimento, signori- si congeda James, lanciando un bacio a tutti.
Mentre Crilin e Charlotte discutono entusiasti su quale versione di non so quale gioco fare per primo, io e Goku ci guardiamo intorno profondamente imbarazzati.
- Buonanotte, ragazzi!- ci dice ad un certo punto Charlotte, soffermandosi a guardare un po’ di più me, io annuisco e ricambio il saluto.
Dunque, restiamo solo io e Goku. Io sembro aver perso di colpo tutta l’adrenalina che ha caratterizzato gran parte della mia serata, imbarazzata da quel fatidico momento che sapevo benissimo sarebbe giunto.
- Uhm… beh… ti avverto, io russo molto- mi informa Goku, grattandosi la nuca con imbarazzo
- Beh, io no, ma tranquillo mi sa che dormirò fuori...- mormoro, evitando di guardarlo negli occhi e anche abbastanza sicura che non abbia afferrato le mie ultime parole.
- Beh Maya, siamo rimasti noi due...- comincia, mettendosi le mani in tasca e io sospiro pesantemente, realizzando di non essere affatto pronta a stare da sola con lui in un letto.
- Sai ho bisogno di cambiarmi, togliermi questo trucco dalla faccia, sciogliermi i capelli e una serie di altre inenarrabili cose- lo interrompo, spostando completamente l’argomento su un altro piano e, soprattutto, pentendomi dell’ultima frase.
Goku, di tutta risposta, inizia a ridere… fortunatamente!
- D’accordo, allora ti aspetto… suppongo- mormora stringendomi nelle spalle.
- Mi sbrigo presto- lo rassicuro per qualche motivo a me sconosciuto e quando mi volto per avviarmi giù alle cabine, lo sguardo di Goku segue tutti i miei movimenti come un predatore, così comincia a mordersi il labbro con aria pensierosa e poi preso da chissà quale strana euforia, richiama la mia attenzione.
- Maya-
Io mi giro e lo guardo, sentendomi ogni volta sciogliere quando quella voce pronuncia il mio nome.
- Sì?-
- Dopo...possiamo parlare?- domanda incerto, dondolandosi leggermente sul posto
- Certo- rispondo subito accigliandomi, nascondendo a fatica quella vena di preoccupazione che sento essersi manifestata chiaramente nella mia voce.
Così senza aggiungere altro e con un fugace gesto d’assenso, scendo giù in cabina come una furia, prendo il pigiama più sexy che mi sono portata dietro, ringraziando mentalmente James per avermi accompagnato a fare spese ieri mattina e mi tappo in bagno, lasciando a Goku la possibilità di cambiarsi in cabina.
Mi osservo allo specchio per lunghi secondi e poi inizio a struccarmi, mi sciacquo il viso, e poi lascio cadere i capelli sciolti. Mi sfilo il vestito e mi do una rinfrescata generale.
Mi osservo nuovamente allo specchio, sospirando pesantemente e sentendo il cuore martellare selvaggio nel petto.
“Ora o mai più”
**********************************************************************


Mi faccio strada verso la nostra cabina, ripensando al fatto che lui ha detto che vuole parlarmi, ricordando che dovevamo fare una cosa del genere la prima sera che siamo usciti tutti insieme, poi è andato tutto a puttane, ovviamente, dunque non abbiamo mai avuto la possibilità di confrontarci a cuore aperto.
A ripensare al suo sguardo e alla sua voce, quando prima mi ha chiesto di avere questo confronto, era talmente serio che ora che rifletto bene sulla sua espressione, una strana ansia mista a timore si va ad annidare nel mio ventre.
"Chissà di quali argomenti vorrà parlare..."
Via via che cammino per il breve corridoio, sento le risate di C e Crilin che giocano alla Play, il silenzio dalla cabina di James, il quale sarà crollato in un sonno profondissimo e un lieve mormorio dall’altra parte della porta della cabina di Bulma e Vegeta.
Dopo un lungo sospiro e con mani tremanti, busso alla porta della mia, ma nessuna risposta, busso più forte, ma ancora niente, così provo a girare la maniglia e noto che è ancora aperta.
La scena che mi si presenta davanti lì per lì mi secca, però poi la sensazione negativa lascia subito spazio a tenerezza e un pizzico di desiderio. Goku si è addormentato beatamente abbracciando un cuscino, con addosso solo un paio di boxer. Mi appoggio allo stipite della porta e mi concedo il lusso proibito di osservarlo per svariati secondi, poi mi addentro nella piccola camera e mi sdraio lentamente accanto a lui, osservandolo mentre dorme.
La luce fioca della luna piena entra dall’oblò e mette in risalto il profilo del suo viso. Quegli strani ciuffi che gli cadono sulla fronte, le ciglia lunghe, il naso un po’ all’insù, le labbra perfette leggermente dischiuse in un’espressione rilassata e la linea definita della mascella a contornare il suo viso che sembra essere stato scolpito da un artigiano rinascimentale.
Non c’è che dire, è davvero una bellezza fuori dal comune.
Mentre sono ancora persa a guardarlo, una strana sensazione come di confusione mi assale completamente, prendendo possesso della mia mente e del mio corpo. Mi sento per un istante fuori dal mondo, stordita (e non per via dell’alcol) come se stessi dormendo, sognando, ma il mio subconscio sa che quella è la realtà, quella davanti a me è la verità. Ed è reale. Tangibile. Aver sognato Goku per tantissimi anni e adesso ritrovarmi qui in un letto accanto a lui, sveglia, vigile e lucida, mi fa confondere con ciò che accade nella mia testa quando invece mi addormento.
Come fai ad avere tutto questo potere su di me, non lo capirò mai...
“Non mi hai mai voluto svelare i tuoi segreti, eppure stasera sembrava fossi pronto a farlo, ma il sonno è stato più forte di te, stavolta.”
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Bulma attende Vegeta in cabina in un sensualissimo babydoll in pizzo nero.
La ragazza, furbamente, fa finta di dormire quando sente Vegeta entrare in cabina, con indosso soltanto un paio di pantaloni da tuta blu. Il giovane si accomoda sul letto, cercando di non svegliare la ragazza accanto a lui e poi, sospirando, indugia con lo sguardo su di lei per diversi secondi.
Alla vista delle linee sinuose del corpo di Bulma dolcemente avvolte in quella stoffa striminzita così sexy, Vegeta sente il cavallo dei pantaloni tirare leggermente, chiaro segno che quella visione lo fa eccitare oltre ogni immaginazione.
Non credeva possibile poter provare una sensazione così forte, non solo fisica ma anche e soprattutto emotiva nei confronti di questa ragazza, in così poco tempo.
Bulma apre leggermente gli occhi e sorride brevemente, Vegeta, stranamente la ricambia, come se l’intimità di quell’alcova in cui sono rintanati, lo facesse sentire più rilassato.
- Hey- mormora lei sottovoce
- Hey- risponde lui di rimando, abbozzando un sorriso. Non uno dei suoi arroganti, ma un vero e proprio sorriso sincero.
- Potrei giurare che è la prima volta che ti vedo sorridere così- commenta lei, facendosi più vicina al ragazzo
- Diciamo che hai uno strano potere su di me e ti assicuro che mi costa molto ammetterlo- soffia lui sottovoce, diminuendo ancora un po’ la distanza tra i loro visi. Bulma allarga il suo sorriso ancora di più e, dolcemente, gli sfiora uno zigomo con le labbra, posandogli un casto bacio sulla guancia.
- E questo per cos’è?- domanda lui
- Non ti ho ringraziato a dovere per avermi difesa da quell’idiota, prima- confessa lei, arrossendo
- Non avevi detto che ho esagerato e che potevi benissimo cavartela da sola?- le fa notare lui, alzando un sopracciglio a mo’ di sfida.
- Credimi, costa anche a me tantissimo ammettere questa cosa, non sei il solo, te l’assicuro- risponde lei, abbassando lo sguardo. Come se gli occhi scuri di lui potessero in qualche modo leggerle nella mente e lei non è convinta di volergli svelare ancora tutti i suoi segreti.
Si sorridono, poi seguono attimi di silenzio, Vegeta sembra essere agitato, mentre Bulma, un po’ spaventata da quella che potrebbe essere una sua reazione brusca, prende ad accarezzargli il viso e poi i capelli. Vegeta chiude gli occhi, godendosi quel tocco, dando implicitamente l’ok alla ragazza di continuare.
- Credo… - comincia lei in un sussurro, facendo correre le dita tre le ciocche scure.
- Credo di provare dei sentimenti fortissimi per te- ammette, mostrando per la prima volta nella sua vita le sue debolezze, soprattutto davanti ad un uomo.
- Anche io, donna- confessa, sorridendo alla fine e riaprendo gli occhi per guardarla.
Bulma scuote la testa, non potendo in alcun modo fargli la ramanzina per il solito modo poco fine in cui l’ha chiamata.
- Allora, io so come dimostrartelo che ci tengo a te… vorrei che… mi lasciassi fare- dice avvicinandosi sempre di più e schiacciando il corpo contro quello allenato del ragazzo.
- Non ho nulla in contrario- replica lui, seguendo i movimenti della ragazza come un falco.
Bulma gli sorride, poi non perde altro tempo e inizia a baciarlo, prima lentamente, poi con foga, con desiderio, quasi come se Vegeta fosse l’ossigeno che le occorre per respirare.
Lui la fa scivolare sotto di sé, col fiatone e poi inizia a spogliarla lentamente, assaporando ogni istante e quel corpo sodo e perfetto bruciante di desiderio per lui. Nonostante le numerose esperienze che Bulma ha avuto, si sente emozionata e col cuore che va come il vento nel suo petto, come se quella fosse la prima volta insieme non solo insieme a Vegeta, ma in generale nella sua vita.
Lui in quei momenti sembra lasciar andare la sua armatura fatta di quell’aria altezzosa e quei modi di fare arroganti, lasciando solo spazio al desiderio e alla voglia, ma soprattutto, ai sentimenti.
Dopo essersi liberati completamente dei vestiti, Bulma allarga le gambe per dar modo a Vegeta di sistemarsi tra di esse e lui, di tutta risposta senza attendere oltre, affonda dentro di lei in un sol colpo, lasciandosi andare per la prima volta a quel piacere inaspettato che il sesso comporta e rilassandosi via via che l’atto si fa più coinvolgente.
- Che sensazione incredibile- riesce a dire lui tra i gemiti all’orecchio della ragazza, la quale getta la testa all’indietro scossa già dagli spasmi del piacere.
Quella magica ragazza con gli occhi del colore del cielo aveva finalmente sciolto il cuore del principe…

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Capitolo 30
*** Per quanto fugga, torno sempre a te... ***


CAPITOLO 30:

Mi giro e rigiro nel letto, non riuscendo a prendere sonno in nessun modo. Do un’occhiata all’orologio sul comodino, sono appena le quattro meno venti e la notte è ancora lunga, purtroppo.
Mi rigiro sul fianco e mi perdo nuovamente a guardare Goku.
Il suo petto che si alza e si abbassa a intervalli regolari e l’espressione beata mi fanno sorridere come un’ebete ancora una volta. Devo fare appello a tutte le mie forze fisiche e mentali per non allungare una mano verso di lui e accarezzarlo. E coccolarlo.
Dopo minuti che sembrano interminabili e capendo che il sonno purtroppo non arriverà tanto presto, forse per via della sensazione di irrequietezza legata ai pensieri che Goku ha fatto affiorare nella mia mente riguardo a quella famosa chiacchierata che dovevamo fare, afferro quindi una felpina leggera dalla valigia, un telo mare, il pacchetto di sigarette e mi avvio sul ponte.
"L’idea di starmene sotto le stelle, alla fine, non si è rivelata una baggianata come credevo..."
Vedo ancora la luce provenire dalla cabina di C e Crilin, ma silenzio attraverso di essa e immagino che i due si siano addormentati con la consolle accesa, mentre sento rumori sospetti dalla cabina di Bulma e Vegeta.
Ridacchio fra me e me e poi salgo le scale del ponte, felice per mia sorella che finalmente è riuscita ad avere la sua notte di passione tanto agognata con Vegeta.
Fortunatamente abbiamo attraccato in una zona del porto molto riparata, all’interno di un’insenatura e le luci della città alle spalle sono lontane e quasi spente, nonostante sia ancora notte fonda.
Sistemo il telo mare esattamente sul punto più avanzato della poppa e mi ci adagio su, poi prendo ad ammirare le stelle e la luna piena, accendendomi la sigaretta con difficoltà vista la brezza.
Il mare è sempre stato il mio luogo del cuore, il posto dove mi rifugiavo quando il mondo mi voltava le spalle, o meglio, quando io gliele voltavo dopo le cose brutte che capitavano, infatti, il primo ricordo che ho di Kagoshima è il panorama del mare che si staglia in lontananza. Ricordo di essermene innamorata al primo istante e di aver sorriso alla mamma e al papà quando avevo capito che avremmo abitato poco lontani dalle spiagge.
(https://www.youtube.com/watch?v=SaiXV5yVdgA         SOUNDTRACK)
Resto in silenzio con i miei pensieri, perdendomi come al solito in qualche lontano ricordo, mentre osservo distrattamente il fumo della mia sigaretta innalzarsi verso l’alto, come a voler raggiungere la luna stessa.
- Brutta nottata?- la voce alle mie spalle mi fa sussultare, come al solito.
"Non lo perderà mai questo vizio di farmi sobbalzare..."
- Cristo, Goku. Quante volte ti ho detto che non devi arrivare così di soppiatto?- lo rimprovero, tenendomi il petto
- Perdonami- mi dice sorridendo e poi  si siede per terra accanto a me e noto che si è infilato una maglietta a mezza manica e un paio di pantaloncini da spiaggia.
- Luna piena…- gli dico lanciandogli uno sguardo eloquente e lasciando appositamente la frase a metà.
- Già- risponde lui, ammirandola
- Ma non vedo King Kong in giro, tu lo hai visto?- domando ironica, prendendolo in giro e facendo riferimento alla nostra personalissima conversazione, forse l’unica avuta finora, di quella sera al pub. Goku prima ride, poi torna serio di colpo.
- Ti ho detto che avremmo parlato, poi mi sono addormentato, scusami tanto- cerca di giustificarsi, in tono colpevole.
- Niente, eravamo tutti molto stanchi- lo rassicuro
- Tranne te- mi fa notare guardandomi di sottecchi.
- Esatto, tranne me- ammetto, mordicchiandomi un labbro, mentre lui torna a guardare il cielo, congiungendo le mani davanti alle gambe piegate.
- Hai la resistenza alla stanchezza, un bel punto per l’allenamento, allora- commenta risoluto.
- Buon per me- gli dico sorridendo e poi cala nuovamente il silenzio tra noi due.
Quasi mi sento imbarazzata a stare seduta con lui a guardare questo panorama così calmo e romantico, ma credo sia giunto il momento di avere delle risposte, altrimenti potrei impazzire.
 - Che volevi dirmi?- domando senza troppi giri di parole e lui inarca le sopracciglia, colto in contropiede.
- Beh… non è solo una cosa, sono una serie di cose…- comincia lui accigliandosi, mentre osserva il vuoto.
- Bene, ho tutta la notte, tanto non ho sonno- lo incoraggio, assumendo una posizione più comoda. Lui sospira rumorosamente, prendendosi a grattare come al solito la nuca in imbarazzo.
- Uhm, beh, da dove comincio- mormora visibilmente in difficoltà.
-  E’ tanto che dobbiamo farlo, quindi è meglio che mi dici tutto quello che da sempre vuoi dirmi, sono pronta a qualsiasi cosa- lo avverto spronandolo a parlare, anche se mi pento subito sull’ultima frase, immaginando che possa dirmi qualcosa che potrebbe non piacermi.
"Non credo la supererei molto facilmente, nel caso..."
- Il fatto è che...Non è così semplice, ma sicuramente anche tu avrai molte domande, no?- mi dice ovvio, sperando che io lo metta a proprio agio per aprirsi e, ora che ci penso, ne ho davvero migliaia da fargli e lui sembra così nervoso, quindi magari potrei iniziare io a chiedergli delle cose e rompere così il ghiaccio.
- In effetti a dir la verità, sono tante le cose che non so di te e che da sempre mi incuriosiscono- comincio e riesco a vedere lui rilassarsi impercettibilmente.
- Chiedi pure, ti dirò tutto quello che vuoi sapere- replica determinato.
- Ok, allora ho notato in più occasioni, che sia Vegeta, sia tuo padre, ti chiamano con un nome strano...tipo… Carota…?- chiedo dubbiosa, lui scoppia a ridere e il suono della sua risata mi fa praticamente venire le farfalle nello stomaco all'istante.
- Kaaroth, dici?- mi corregge lui, tra una risata e l’altra.
- Esatto, ci ho messo un po’ a capire che si riferissero a te, ma perché? Cos’è un soprannome?- continuo, tremendamente curiosa e Goku scuote la testa.
- In effetti è il mio nome di battesimo, diciamo così…- risponde lui con una smorfia.
- Quindi il tuo vero nome è Kaaroth, non Goku- riprendo, più per convincermene che per chiedergli conferma e a lui non sfugge la punta di ironia nel mio tono.
- So che è buffo, ma ti chiederei di non ridere, soprattutto davanti ai miei e alla fine ormai tutti mi chiamano Goku, quindi io considero questo il mio nome a tutti gli effetti- sottolinea per ribadire il concetto.
- Me ne ricorderò-  concludo, anche se non so se abbia aiutato molto avere quest’informazione.
- Che altro?- incalza impaziente, come se stesse cercando di condurmi su un argomento in particolare, ma lui stesso non ha il coraggio di toccarlo per primo.
- Sto pensando…- mormoro spegnendo la sigaretta.
- Te ne faccio una io, ok? Magari facilitiamo le cose e smetto di girarci intorno- confessa sospirando.
- Te ne sarei grata- commento in tono liberatorio.
- Ok, ricordi quando appena ci siamo conosciuti, mi hai chiesto se da bambini ci fossimo mai incontrati?-
Tra tante domande, quell’unica, sola e apparentemente insignificante, mi destabilizza all’istante, facendomi cominciare a battere il cuore fortissimo. Tachicardico. Selvaggio.
- Sì, certo...- rispondo lentamente, cercando di calmarmi.
- Io ti ho detto di no, vero?- continua lui e quella lenta tortura psicologica mi manda letteralmente a scoprire nuovi e inesplorati orizzonti di follia.
- Sì- asserisco con la gola secca.
Riprendere quell’argomento mi fa sentire un po’ strana, come se avessi un attacco di nausea, dovuto ad un forte vuoto allo stomaco.
- Beh, non ti ho detto esattamente la verità- conferma lui facendo una smorfia, mentre io sgrano leggermente gli occhi, per poi buttare fuori tutta l’aria che ho trattenuto fino a quel momento, in un gesto liberatorio.
- Dunque, è vero? Ci siamo già incrociati in passato, ma perché non me lo hai detto subito? Mi hai fatto credere di essere pazza per tutti questi anni!- comincio ad inondarlo di domande e quasi di insulti, mentre l’espressione sul suo bel viso è indecifrabile.
- Perché in realtà questa cosa non è mai realmente e fisicamente accaduta- continua lui, massaggiandosi le tempie, sperando di dare un senso a quelle parole.
- Lo so, perché è successo nei miei sogni- affermo precedendolo, mentre sono intenta a fissare la luna. Lui distoglie lo sguardo da quest’ultima e mi osserva, sorpreso dalla mia risposta e al contempo, sollevato.
- Giusto- conferma in un soffio.
- Dunque, non sono pazza, o una attaccata in modo morboso al proprio lato infantile...- comincio, passando in rassegna tutte le etichette che in questi anni io stessa mi sono affibbiata, cercando di dare una spiegazione logica alla presenza di Goku nei miei sogni.
"Anni passati a credere di essere anormale, innamorata di un’idea e di una persona che credevo non esistesse e poi scoprire finalmente la verità..."

Ora mi sento come finalmente libera da un peso, un peso di un sogno così importante.
- Non lo sei, ma forse crederai che lo sono io, quando ti dirò quello che sto per dirti- continua lui, abbassando il tono di voce ad ogni parola.
Io mi giro ad osservarlo, incapace di ricacciare indietro le lacrime che prepotentemente salgono agli occhi per non so quale ragione precisa.
- Maya, ascolta- inizia lui serio, distogliendomi per un attimo dal mio viaggio mentale.
- Meglio dirlo subito, anche se adesso scapperai via urlando a nuoto, io ti capirò- anticipa, alzando cauto le mani in sua difesa.
- Cosa dici? Dopo che mi hai confermato di non essere fuori di testa e che quel bambino nei miei sogni da tutta la vita sei davvero tu, credimi, potrei addirittura venire a sapere che c’è vita sugli altri pianeti e che gli alieni esistono davvero!- dico euforica dandogli una pacca sulla spalla, per poi iniziare a ridere di gusto.
Goku resta serio, lo vedo solo sbattere più volte le palpebre nel pieno sconcerto. La sua reazione alla mia battuta non è esattamente quella che speravo, infatti mi lancia uno sguardo di sottecchi quasi terrorizzato, così smetto di ridere di colpo, credendo di aver fatto qualcosa di sbagliato.
- Gli alieni esistono?- chiedo in preda al panico, immaginando per un attimo di aver esagerato poco fa, dicendogli che ero pronta a credere a qualunque cosa mi dicesse.
- Non so che tipo di alieni tu abbia immaginato, ma…- comincia lui, pesando le parole visibilmente a disagio, io lo interrompo.
- Uno di quelli come E.T., oppure quelli che Area 51 afferma di aver catturato per studiarli- comincio, cercando di chiarirgli la mia visione, ma Goku mi guarda alzando un sopracciglio.
- Oh, andiamo, gli alieni con gli occhioni neri, un po’ verdastri, magrissimi- continuo, fornendo ulteriori dettagli e vedo lui finalmente annuire.
- Tutto chiaro, ho capito nel tuo immaginario cosa sia un alieno, ma no, non mi riferivo a quello- risponde, cercando di mantenere un tono neutro, quando riprende a squadrarsi la luna, facendo aleggiare un pesante silenzio tra noi due. Io aggrotto la fronte, prendendo a guardare nuovamente il cielo e poi parlo a voce fin troppo alta.
- Com’è che siamo finiti a parlare di alieni?- chiedo più a me stessa che a lui, ma a quel punto Goku sospira esasperato e, stringendo gli occhi chiusi, da finalmente voce a tutte le sue paure.
- Perché io lo sono!- urla in modo liberatorio, mentre io sulle prime resto sconvolta più dal suo tono irruento che da quello che è uscito dalla sua bocca. Poi mi fermo a rimuginare su ogni parola e sgrano gli occhi, una volta aver finito di analizzare quello che ha detto Goku.
- Ma cosa...- mormoro senza fiato, sentendo lo stomaco rovesciarsi in un attimo.
Mi volto lentamente in sua direzione, muta, in cerca di un implicito chiarimento, mentre lui inspira profondamente e poi espira, restando sempre ad occhi chiusi.
La leggera brezza notturna gli scuote i capelli e lo yacht sussulta leggermente, cullandoci.
- So che è pazzesco e che in questo momento probabilmente sentirai la testa scoppiare, ma l’universo è immenso, ci sono tantissime galassie anni luce da qui e io provengo da un pianeta di una di queste- spiega lui restando calmo, mentre io al contrario ho il cuore a tremila all’ora e le mani sudate dal nervoso, sperando solo per un attimo, di essere in uno dei miei sogni insieme a lui.
- Goku, cosa stai dicendo?- domando ancora una volta con incredulità, ma lui sembra ignorarmi completamente.
Decido a quel punto di starmene zitta e lasciarlo continuare, intuendo che non è facile per lui parlarne quanto per me ascoltarlo e, forse se lo interrompo, potrebbe non avere più il coraggio di raccontarmi tutto.
- Sai, il nostro DNA è per il novantotto percento identico a quello di voi esseri umani, siamo geneticamente identici, tranne per quel 2%- riprende, partendo evidentemente dal principio.
- Beh direi che sicuramente quel due percento si riferisce il gene della bellezza mozzafiato- cerco di sdrammatizzare volgendo nuovamente gli occhi al cielo, mentre il mio interlocutore non può fare a meno di guardarmi e sorridere per un istante.
- Ti ho appena confessato di non essere di questo mondo e tu pensi al fatto che sono bello?- ridacchia nervoso, più per nascondere la tensione che per ridere alla mia battuta.
- Devo pur pensare a qualcos’altro, mi sembra di essere in un episodio di una serie tv di fantascienza- mi lascio sfuggire, con un’alzata di spalle.
- Come vuoi, ma mi dispiace deluderti, ci differenziamo per la nostra forza sovrumana, superiore a quella di un qualsiasi essere umano, anche il campione del mondo di lotta non potrebbe battere o me, o Vegeta- spiega, lanciandomi di tanto in tanto qualche occhiata per testare la mia reazione.
Io deglutisco, ripensando per un secondo a quella sera con Radish e a quanto sarebbe potuta andarmi davvero peggio, stando al suo racconto.
Per questo Goku prima in discoteca ci ha tenuto a sottolineare che Radish non voleva uccidermi, perché se avesse davvero voluto, non sarei qui a parlare con lui.
- Per questo ci siamo stabiliti qui, perché fra tutti i pianeti di tutte le galassie, la Terra era il posto più simile al pianeta da cui proveniamo noi- conclude, standosene per qualche secondo in silenzio, spezzato da me per prima stavolta.
- E come...- la mia smorfia confusa lo invita a continuare, intuendo la mia incapacità di formulare frasi di senso compiuto al momento.
- Come mai siamo qui?- dice, dando voce alla mia stessa confusione e io mi limito ad annuire.
- Ventisei anni fa, quando io ero appena nato, mio padre e Veldock combatterono contro un essere terribile, apparentemente impossibile da sconfiggere. Lui voleva impossessarsi del nostro pianeta e ridurci in schiavitù- comincia, dopo un lungo sospiro.
- La madre di Vegeta, la Regina Rosicheena, perse la vita in questa lotta- aggiunge, dandomi la possibilità di capire qualcosa in più sul suo passato.
- Anche le donne combattono sul tuo pianeta?- chiedo interessata, abbozzando un sorriso.
- Certo, siamo un popolo di guerrieri, fin da quando nasciamo veniamo allenati per essere i più forti- replica fiero.
- Uomini, donne, bambini, non importa, non facciamo alcuna distinzione, veniamo tutti addestrati alla stessa maniera, anche se, ovviamente, non tutti sono portati- chiarisce
- Quindi anche tua madre- dico ovvia.
- Appunto, lei non era per niente dedita alla lotta, anche se si è fatta valere in qualche missione, eppure ha resistito fino alla fine...- dice pensieroso.
- Comunque, temendo per la nostra incolumità, soprattutto quella di noi bambini suo figlio compreso, ed essendo già stata decimata più della metà della nostra popolazione, Veldock radunò i suoi guerrieri più fidati, mio padre tra tutti- Goku prosegue il racconto, appoggiandosi alle ginocchia piegate.
- Erano già tutti stremati dalla lotta, ma il Re ordinò loro di preparare un piano di evacuazione che potesse permettere ai sopravvissuti di iniziare una nuova vita da un’altra parte, lontano da quell’essere terribile, che non si sarebbe fermato davanti a niente- io annuisco, nel frattempo afferro un’altra sigaretta.
"Ho un bisogno impellente di fumare per ascoltare questo racconto di fantascienza, che purtroppo, sembra essere realtà..."
- Mio padre mise a punto le navicelle spaziali per i sopravvissuti,  con non poca difficoltà, visto che aveva gli scagnozzi del mostro alle calcagna e…- riprende, venendo subito interrotto dalla sottoscritta.
- Aspetta, le navicelle spaziali?- chiedo allibita, assumendo l’espressione attonita di poco prima.
- Beh, certo- mormora tranquillo.
- Come avremmo fatto ad arrivare fin qui, se no?- conclude ovvio e poi scuote la testa con un mezzo sorriso.
- A proposito, ricordi la cicatrice che ha mio padre sul viso? Se l’è procurata in quello scontro- aggiunge, mentre mi figuro davanti agli occhi il viso di Bardack, identico a quello di suo figlio minore, tranne che per quell’evidente segno a forma di croce.
- Le navicelle erano ben nascoste, ma poche furono quelle che riuscì a trovare, quelle che non erano state distrutte dal nemico e, dopo delle veloci ricerche al database, trovò la Terra, i quali abitanti somigliavano moltissimo a noi e l’atmosfera ci permetteva di sopravvivere tranquillamente- continua, dandomi quanto più dettagli possibile, mentre  lo ascolto rapita, sempre più affascinata e al contempo terrorizzata da quella storia.
Leggo il dolore sul suo viso a parlarne, nonostante fosse stata raccontata a lui stesso, poiché troppo piccolo per ricordarsene. Sicuramente Vegeta, lo ricorda meglio e con più sofferenza.
- Papà riuscì a trovare solo sei navicelle, considera che erano delle monoposto, un po’ come le auto di Formula 1, per intenderci...- chiarisce.
- Quindi, ognuno di noi doveva viaggiare su una di queste e ci salvammo, beh, quelli che hai conosciuto, la mia famiglia e Vegeta e suo padre- conclude, per poi abbassare lo sguardo.
- E’ terribile- mormoro addolorata.
- E gli altri? Quelli che rimasero sul pianeta, allora?- domando ansiosa di conoscere i risvolti, come se la vicenda si stesse svolgendo in quel preciso istante e non fosse accaduta quasi trent’anni prima.
- Combatterono da veri eroi fino all’ultimo respiro- confessa fiero, mascherando malissimo gli occhi lucidi.
- Fin quando, mentre noi eravamo già in rotta per la Terra, Veldock compì un sacrificio enorme- continua, attirando nuovamente la mia attenzione.
- Cioè?- soffio, poco sicura di conoscere quella risposta che potrebbe, per qualche oscuro motivo, farmi star male.
- Fece esplodere il pianeta, cosicché quel mostro sarebbe stato spazzato via con esso e non avrebbe potuto seguirci nello spazio- conclude, facendomi sgranare gli occhi e trattenere a stento i conati di vomito, terribilmente sopraffatta da quelle informazioni strazianti. Poi poggio una mano sul braccio di Goku.
- Avete sofferto tremendamente- osservo triste e Goku posa la sua mano sulla mia, guardandomi.
- Ancora oggi quando Veldock ne parla smette subito, lui ha perso più di tutti in quella guerra, il suo pianeta, il suo trono e la sua adorata moglie- racconta, serrando le labbra
- Ora comprendo perché Vegeta è così freddo a volte, posso capirlo, poverino- dico, abbassando lo sguardo.
- Infatti, l’allenamento è diventato una questione quasi religiosa per lui. Ha promesso a sé stesso che niente e nessuno avrebbe torto un solo capello alle persone a cui tiene- spiega, alludendo probabilmente a Bulma e a quello che è successo stasera in discoteca.
- Da qui la sua reazione spropositata con quel tizio al locale- conclude, mentre io annuisco meditabonda.
- Sono cose che ti cambiano, non so io come sarei diventato senza i miei genitori- continua, stiracchiandosi.
- Beh, chi meglio di me può capire Vegeta…- dico alzando le spalle tristemente e Goku quasi si pente di quello che ha appena detto.
- Almeno ha avuto suo padre- concludo, alzando nuovamente gli occhi per lasciarmi rapire dalla luce candida della luna.
- Sai una cosa...- comincio, ricordandomene come all’improvviso.
- Ora che ci penso mi sei apparso in sogno, per la primissima volta, la notte in cui i miei genitori sono morti, secondo te significa qualcosa?- chiedo curiosa, facendo correre per un attimo la menta a quella sera, dove i ricordi si mescolano confusi, quando Elizabeth mi teneva per mano in una stazione di polizia e io mi nascondevo dietro di lei mentre gli agenti in divisa le mostravano le foto dei miei genitori, o meglio, quello che era rimasto dei loro corpi carbonizzati estratti dall’auto.
"Ricordo di quella notte, dello strano bambino coi capelli a punta che ho cominciato a rincorrere per gioco..."
Goku si limita ad alzare le spalle, in cerca anch’egli di una qualche spiegazione.
- Avevi bisogno di un punto di riferimento importante, credo, e dopo i tuoi genitori, ero io con tutta probabilità- mi dice dolce, accennando un breve sorriso.
- Forse hai ragione- mi trovo subito d’accordo rilassandomi, come se quella semplice risposta avesse diradato tutta la nebbia da sempre presente nei miei ricordi e nel mio cervello.
- In ogni caso, ciò che mi hai raccontato mi lascia davvero senza parole- sottolineo fissando il vuoto e scuotendo la testa.
- Come ti dicevo Vegeta, in particolare, ha conosciuto solo questo, la lotta e la sopravvivenza ed è diventato un pezzo di ghiaccio, io mi reputo più terrestre di loro essendo cresciuto realmente qui, mentre mio fratello, beh, lo sai, il trauma lo ha reso violento e pericoloso…- conclude, mentre la mia mano intensifica la presa sul suo braccio e lui stringe la mia mano ancora di più.
- E ora conosci la storia di noi Saiyan-  conclude, sospirando, io sorrido.
- Un nome bellissimo e molto originale per un popolo- osservo sorridendo.

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Capitolo 31
*** Venere e Marte ***


CAPITOLO 31:

Il silenzio tra me e Goku è scandito dalle onde del mare sull’imbarcazione e, nel frangente cerco di elaborare e analizzare attentamente tutto quello che ci siamo detti nell’ultima mezz’ora.
- La vedi quella?- esordisce lui, facendo cenno alla luna. Io seguo la sua traiettoria con la testa e poi annuisco.
-­ Dal mio pianeta si vedeva molto più grande, molto più vicina e molto più luminosa e nelle notti come questa…- si interrompe volutamente e mi lancia uno sguardo piuttosto eloquente.
- No, non ci credo- mormoro scioccata, incapace di credere che facesse sul serio quando parlava di scimmioni in giro nelle notti di luna piena.
" Mi rifiuto..."
- Beh, almeno è quello che si racconta- si corregge, facendo spallucce.
- Sapessi quante volte ho fatto finta di dormire da bambino, in notti di luna piena, per vedere se i miei, io o mio fratello ci trasformassimo, ma non è mai successo- mi confida, ridacchiando.
- E per fortuna aggiungerei, sarebbe stato un gran bel guaio!- commento, immaginando la catastrofica scena.
- Già, infatti quando sono cresciuto e ho avuto il coraggio di chiederlo a mio padre il perché, mi ha detto che è perché non abbiamo più la coda- racconta lui con leggerezza.
- La cosa?- chiedo ancora una volta esterrefatta.
- La coda- ripete ovvio.
- Hai presente gli scimmioni, con la coda, enorme e pelosa…- continua, facendomi il verso.
- Lo so com’è uno scimmione- ribatto seccata, strabuzzando comunque gli occhi più volte.
- Dunque, voi avevate realmente la coda?- chiedo alzando un sopracciglio.
- Io non l’ho mai avuta per quanto mi riguarda, sicuramente neanche Radish o Vegeta- mi assicura.
- Mio padre e Veldock dicono gli sia stata tagliata quando erano bambini, perché in tempi di pace poteva costituire un pericolo per i Saiyan stessi e viene da sé che quando ti trasformi in un enorme scimmione e non ragioni, distruggi tutto ciò che ti capita sotto tiro- chiarisce.
- Giusto- mi trovo subito d’accordo.
- Quindi suppongo, secondo una teoria darwiniana, che tagliandola alle generazioni successive non sia mai apparsa- conclude passandosi un dito sul mento.
- Dunque…- comincio vaga dopo un po', osservando fugacemente il luminoso satellite che ci sta di fronte nel cielo.
- Stanotte non ti trasformerai in un enorme scimmione e mi schiaccerai con la tua enorme zampona, vero?- domando facendogli stavolta io il verso, ma con malcelata ansia nel tono di voce.
- No, almeno credo- dice lanciandomi uno sguardo di sfida, io gli sorrido.
- E questa è l’altra cosa per cui ci differenziamo da voi terrestri- conclude, per sgranchirsi il collo.
- Posso farti una domanda...intima?- chiedo arrossendo, incapace a quel punto di guardarlo negli occhi.
- Ti sto raccontando praticamente il segreto più grande della mia vita e di cui non ho mai parlato a nessuno, perciò...- mi invita a continuare, allargando leggermente le braccia.
- Potete, cioè...- mi schiarisco la gola, sentendo le guance avvampare paurosamente.
- Avere figli con gli umani?- domando abbassando leggermente il tono di voce.
A questo quesito posto in modo così innocente, Goku non può fare a meno di arrossire quanto me.
- Io credo di sì, in fondo siamo praticamente identici, tranne per queste caratteristiche che ti ho spiegato… - mi ricorda, grattandosi come al solito la nuca.
Io faccio fatica a guardarlo negli occhi, dopo la domanda che ho avuto il coraggio di fargli.
- E poi il modo in cui veniamo concepiti e nasciamo noi Saiyan è lo stesso- mi fa notare.
- Ok, ma metti caso Bulma e Vegeta avessero un figlio…- comincio aleatoria e lui abbozza un sorriso, capendo che l’esempio è voluto e ho accuratamente evitato di menzionare noi due.
- Potrebbe, beh, ereditare la forza, la coda, eccetera?- domando, leggermente in ansia.
- Sai, no? Con la genetica è come giocare a dadi, anche per una coppia normale...- comincia con un sorrisetto.
- Potrebbe essere come Bulma, dunque tutto umano, o come Vegeta, tutto Saiyan- conclude.
- Oppure un mezzosangue, no?- domando, voltandomi nella sua direzione.
- Non avrei usato quel termine, ma sì, più o meno. Voglio dire potrebbe ereditare la forza sicuramente da Vegeta, la coda no credo, come ti ho detto non l’abbiamo mai avuta neanche noi, ma non è da escludere completamente ad essere onesti, potrebbe ereditarla dal nonno- risponde accigliato.
- Quindi mia sorella si ritroverebbe a crescere un bimbo-scimmia? - chiedo trasalendo, pensando per un attimo a Bulma che mi sviene tra le braccia nello scoprire che suo figlio potrebbe avere una lunga e pelosa coda scimmiesca.
- Potrebbero togliergliela senza problemi, anche se conoscendo Vegeta farebbe un po’ di storie. Parleremmo di suo figlio, la progenie della famiglia reale dei Saiyan...- dice in tono solenne.
- E questa “procedura” è dolorosa?- chiedo mimando le virgolette con le dita.
- Mio padre dice che gli è stata tolta nel sonno e non ha sentito nulla, solo che al mattino dopo aveva un po’ di problemi d’equilibrio…- ricorda, grattandosi una guancia.
- Grande...- mormoro poco convinta, agitandomi ulteriormente.
- Tranquilla, nessuno di noi dovrà crescere una scimmia- mi rassicura ridacchiando, ripensando poi che ha usato la parola “noi
- Lo spero- ribatto, inarcando le sopracciglia.
- Scusami, ti ho bombardata di informazioni, forse è un po’ troppo da sopport…-
- No!- lo interrompo diretta.
- Te l’ho chiesto io e, credimi, sono felice che tu abbia deciso di aprirti con me- lo rassicuro con gratitudine.
- Dovevi saperlo e… Arriviamo a ciò che ti riguarda da vicino- diminuisce la distanza tra noi e ci ritroviamo a stare quasi quasi incollati spalla a spalla, continuando a guardare il cielo.
- Alcuni di noi hanno la capacità, ovviamente non quando siamo svegli, di apparire nei sogni di qualcuno- comincia, dopo essersi schiarito la voce.
- Mi spiace ti sia capitata proprio io- ribatto ironica.
- Non sono stato io a sceglierti, è stato il destino, evidentemente sei una persona speciale che avrebbe capito me e il mio mondo e, dunque non ti avrebbe fatto paura sapere chi sono veramente- mi dice con dolcezza.
- Sembro calma, ma in realtà dentro sto urlando, sai?- lo informo con una certa irrequietezza, accompagnato da un sorrisetto tirato.
- Ti ci abituerai- mi rassicura dandomi una leggerissima spallata.
- E dimmi, a Chichi non hai raccontato nulla?- chiedo, cambiando per un attimo argomento.
- Sei pazza? Non avrebbe mai capito!- si affretta a difendersi e io annuisco.
- Chichi voleva solo sbaciucchiarmi e mettermi le mani addosso, non ho mai pensato facesse per me…- mi mette al corrente, grattandosi la nuca imbarazzato nel rivelare proprio a me quell’aspetto della loro pseudo relazione.
"La notizia mi fa innervosire parecchio, come temevo..."
- Bene e sentiamo, perché allora ci sei uscito e ci sei stato insieme?- domando con fare accusatore.
- Non lo so neanche io, sai?- mi dice imbarazzato, cercando di giustificarsi.
- Non ci credo molto- ribatto sicura.
- Anzi no, scusami, mi correggo. La risposta giusta è “perché sono un cretino e mi faccio trasportare” era questo che volevi sentire?- mi dice con un sorrisetto divertito.
- Ora sì che ci siamo- commento, prendendo la sua stessa espressione.
- Beh, io ti ho detto la verità, ora tu mi spieghi perché sei andata avanti con Radish, nonostante ti abbia più volte supplicata di stargli lontano?- mi dice tagliente.
"Sapevo che prima o poi, me lo avresti chiesto..."
- Volevo farti ingelosire- ammetto con fermezza.
- Non hai idea di quanto questa cosa mi procuri soddisfazione, certo non avrei mai voluto che le cose fossero andate nel modo in cui sono andate...- si affretta a correggersi.
- Non era tanto difficile da capire, comunque- arrossisco di nuovo, alzando le spalle.
- Sì, ma volevo sentirmelo comunque dire- continua lui in tono scherzoso.
- Che stronzo che sei!- mi lascio scappare, ricambiandogli la spallata, mentre lui ride a crepapelle.
- Ah, quasi dimenticavo, immagino non ti farà molto piacere sapere anche che, ogni tanto, se mi concentro riesco a leggerti nel pensiero- confessa, mentre avverto il mio viso andare a fuoco e lui mi guarda alzando un sopracciglio.
"Ora capisco perché, qualche volta, è riuscito a dare voce a quello che pensavo..."
- Cosa? Che intendi con “se mi concentro”?- chiedo, improvvisamente in iperventilazione.
- Beh, diciamo che se ti sto così vicino e riesco a concentrarmi, riesco a sentire cosa pensi…- sottolinea, chiarendo il concetto e le mie orecchie pare abbiano sentito proprio bene già la prima volta.
“Sono proprio nella merda, adesso.”
Goku ridacchia
- Sì, lo sei- e poi si lascia andare ad una genuina risata.
Io, ancora completamente scioccata dall’ennesima notizia di questa sera, cerco di riprendere la mia compostezza per quanto possibile, tentando soprattutto di svuotare la mente, perché se Goku decidesse di fare questo giochetto proprio adesso, vedrebbe me e lui che facciamo sesso selvaggio qui sul ponte, sotto la luce della sua amata luna.
Ora la cosa è davvero chiara in un certo senso, ma in altri non riesco proprio a capacitarmi di tutto ciò che ho appreso nell'ultima ora.
- E dimmi, ti succede solo con me?- domando curiosa.
- Sì, come mi succede di apparirti in sogno, solo tu- mi dice.
- Secondo te, cosa vuol dire?- chiedo dubbiosa.
- Tante cose- risponde vago, avvicinandosi.
- Ad esempio, se tu volessi spogliarmi e baciarmi, come stai pensando, io non opporrei alcuna resistenza- mi dice sottovoce malizioso.
Deglutisco a vuoto, sentendo i battiti talmente accelerati da non avvertire più il cuore nel petto, si è spostato dalla sua posizione originaria.
"Come temevo, mi ha letto nel pensiero e il suo sguardo famelico conferma soltanto tutto..."
- E tu e Chichi... avete fatto sesso?- chiedo seria allontanandomi, rovinando completamente l’atmosfera del momento.
- Cazzo, no!- quasi urla, scusandosi subito per la parolaccia.
- No- conferma, ritrovando la calma.
- E’ carina certo, ma mi sentivo molto a disagio quando si attaccava addosso in quel modo, non faceva per me, te l’ho detto- ribatte.
- Ok, però mi hai appena detto che se lo facessi io, a te andrebbe bene- chiedo, improvvisamente spaventata all’idea di noi due che ci uniamo carnalmente.
- Tu sei tu, vuoi mettertelo in testa una buona volta?- dice in tono leggermente esasperato.
- Dovrò farci l’abitudine- concludo arresa.
"E mi sa che dovrò cominciare subito..."
(
https://www.youtube.com/watch?v=QA9TakGe9Lo COLONNA SONORA)
- Sai cosa ci vuole?- dice alzandosi in piedi in uno scatto.
- Un bel bagno!- annuncia, iniziando a sfilarsi la canotta e i pantaloni.
- Adesso?- chiedo sconvolta guardandomi intorno, nel buio della notte.
- Sì, adesso, al chiaro di luna, sarà bellissimo!- mi dice su di giri, mentre continua a spogliarsi.
- Ma...- cerco di riordinare i pensieri e creare una frase di senso compiuto, ma tutti i concetti arrivano disarticolati alla mia bocca.
- Coraggio, non mi trasformerò e non ti schiaccerò con la mia zampona da scimmione, promesso!- dice ironico strizzandomi l'occhio, io sorrido scuotendo la testa.
Mi godrei lo spettacolo del suo spogliarello improvvisato ancora per un po’, ma quando mi accorgo che Goku si sta praticamente sfilando anche i boxer, riesco in tempo a voltarmi, mentre sento di essere diventata bordeaux e l’ossigeno arriva a fatica nel sangue.
- Goku, ma che fai?!- lo redarguisco stridula, mentre sono girata dall’altra parte a coprirmi gli occhi e il viso che avvampa. Lui si limita a ridacchiare e, quando sento che si è tuffato in acqua, tolgo le mani dagli occhi lentamente e mi alzo, affacciandomi dalla balaustra in ferro per assicurarmi che sia tutto ok.
- Tu sei proprio matto! Te lo hanno mai detto?- gli dico quando riemerge.
- Uuurca, l’acqua è meravigliosa, coraggio Maya! Non costringermi a venire su e a tirarti con la forza, perché credo tu abbia afferrato che non hai molte speranze- mi dice con un sorrisetto malizioso e io roteo gli occhi.
- Sai, avrei il coraggio di tirar su la scaletta lasciarti lì dove sei- propongo, a mo’ di sfida.
- Non lo faresti mai- dice con un sorrisone, mentre si tiene a galla con le braccia e la luce della luna proietta la sua ombra nell’acqua scura.
- Avanti, togliti i vestiti e vieni-
“L’invito è niente male, pensandoci...”
- D’accordo, però tu voltati!- gli ordino imbarazzata, facendogli un gesto eloquente col dito.
- Agli ordini- esegue, girandosi un po’ di malavoglia dall’altra parte, mentre mi spoglio con mani tremanti, controllando di tanto in tanto se lui stia sbirciando o meno, ma non si è girato neanche una volta, come ha promesso.
All’ultimo secondo comincio a pensare se tenere su l’intimo o meno, poi opto per la decisione più ovvia, ma anche per la più rischiosa.
- Chi se ne frega- mormoro sottovoce, mentre mi sfilo gli slip e slaccio il reggiseno, gettando tutto alla rinfusa sul telone.
- Allora? Sei pronta?- domanda, impaziente.
- Arrivo, ho fatto- tiro giù la scaletta e poi mi tuffo senza pensarci due volte.
Non ho mai fatto il bagno nuda, inizialmente è una sensazione abbastanza strana, poi mi rendo conto di quanto sia liberatoria.
- Avevi ragione, l’acqua è perfetta!- mi ritrovo a dargli ragione, mentre con qualche bracciata lo raggiungo.
Lui si volta e mi sorride.
"La sua perfezione mi fa restare sempre senza fiato, in questo momento in particolare..."
Dopo tutto quello che mi ha raccontato sarei dovuta fuggire a gambe levate, invece no, così si giustificano ventuno anni di incertezze e pazzia, è tutto molto più chiaro e ora è come se mi sentissi più consapevole di ciò che ho vissuto e che vivo. Accanto a lui.
Goku si avvicina, siamo l’una di fronte all’altro, lui è serio però rilassato, la luna filtra attraverso le strane punte dei suoi capelli.
- I tuoi capelli…- dico seria, avvicinando una mano a quelle ciocche corvine così singolari.
- Un’altra caratteristica dei Saiyan, non crescono e non si accorciano a meno che non li tagliamo più volte, mai, per tutta la vita- mi informa.
- Per questo quando ti sogno bambino ce li hai sempre così- dico, continuando a sfiorarglieli.
- E quando mi hai visto all’università stavi per avere un colpo- ironizza.
- Beh, non capita tutti i giorni di vedersi materializzare davanti agli occhi il bambino che sogni da quando sei tu stessa bambina- ribatto alzando le spalle, mentre Goku si avvicina ancora di più e con uno scatto mi afferra, stringendomi a sé, il contatto dei miei seni nudi sul suo torace scolpito, mi fa venire i brividi e mi fa eccitare in modo inaspettato.
- Pensavi mai di conoscermi?- mi chiede in un soffio, a pochi centimetri dalle mie labbra.
- Ad essere sincera, no, non lo credevo possibile- confesso e lui mi sorride dolcemente.
- Sei il sogno di una vita, pensavo rimanessi tale e che...non esistessi…- gli dico dolce e malinconica al contempo, prendendo ad accarezzargli una guancia con la mano bagnata.
- Però io sono qui, sono reale e sono… tuo…- mi dice mettendo la sua mano sulla mia e rivolgendomi uno sguardo profondo.
- Dimmi una cosa, non vorrei rovinare il momento, ma ho bisogno di saperlo- comincio, con sguardo implorante.
- Tutto ciò che vuoi…- sussurra, stringendomi ancora di più e chiudendo gli occhi come a godersi quella sensazione paurosamente nuova, tant’è che mi riesce difficile continuare il discorso, quando sento l’eccitazione di Goku schiacciata contro il mio basso ventre, provocando anche in me la stessa reazione di desiderio.
- Con Chichi non sei andato a letto perché pensavi a me, o…?-
Lui sorride un po’ imbarazzato ad occhi bassi, poi torna a guardarmi.
"Ogni volta che mi rivolge questi sguardi, è un colpo all’anima..."
- Un po’ per tutto, un po’ per te, un po’ perché non volevo e non mi sentivo pronto…-
La sua risposta mi spiazza completamente.
- E il che riporta sempre e comunque a te...-

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Capitolo 32
*** Suteki Da Ne ***


ATTENZIONE: CAPITOLO RATING ROSSO!


CAPITOLO 32:

- Aspetta, non ti seguo, tu…- inizio, ancora frastornata da quella risposta, ma Goku mi interrompe chiudendo il concetto al posto mio.
- Sì Maya, io non sono mai stato fisicamente con nessuna, perché non mi sono mai innamorato, o meglio non ti avevo ancora conosciuta- mi informa asciutto.
Io inarco le sopracciglia a quella notizia inaspettata.
- Per molti di noi il sesso non è contemplato, lo facciamo solo per amore- continua, facendomi sbattere più volte le palpebre, ma quando apro bocca per chiedergli ulteriori dettagli, lui mi anticipa.
- Tra quei molti rientriamo io e Vegeta, come immagino avrai saputo da Bulma- ridacchia, intuendo chiaramente quanto io e mia sorella amiamo condividere i nostri segreti.
La mia mente però era andata da tutt’altra parte, lontana da Vegeta e Bulma, così Goku, complice il giochetto di lettura mentale di cui mi ha appena parlato, continua a parlare in mia vece.
- Radish è un caso a parte, è un animale, se è questo che volevi chiedermi-
" Cerchiamo di non agitarci ulteriormente..."
- Anzi, credo proprio che sia rimasto tutto scimmione, non è mai stato un essere umano- conclude con amara ironia.
- E... come fate?- chiedo aleatoria, ritornando sull’argomento “sesso” e sperando che Goku capisca cosa voglio esattamente sapere.
- Beh, l’allenamento serve anche a questo, è tutta una questione di concentrazione e di controllo. Ci preserviamo per la nostra anima gemella, per scelta- ammette un po’ imbarazzato e la sua risposta mi fa brillare gli occhi.
- Vedila come una questione di purezza, ora più che mai. Siamo rimasti talmente in pochi che non ci mischiamo con chiunque sulla Terra, aspettiamo la persona giusta per… concederci completamente a lei… - mi dice dolce.
- E allora perché…- chiedo triste, interrompendomi volutamente sul finale della frase e, dall’espressione che assume, capisco che lui sappia benissimo a cosa mi sto riferendo.
- Radish voleva ferirmi, facendo del male a te ne ha fatto a me e tanto, prendendoti con la forza e…-
Si ferma un attimo sentendo la rabbia montargli dentro come quella sera, ma stavolta sono io ad anticiparlo, concludendo la frase.
- Voleva mettermi incinta quel bastardo- commento fissando un punto indefinito nell’acqua scura, sconvolta da quella nuova consapevolezza.
- Sì e questo mi avrebbe distrutto, ci avrebbe distrutto- confessa con amarezza, mentre io torno a guardarlo, invitandolo a continuare.
- Fare del male all’anima gemella di un altro Saiyan, togliendole il diritto di stare con colui a cui è destinata, ci fa diventare più deboli col tempo. L’amore è il nostro unico punto debole- mi dice carezzandomi il viso, stavolta sono io a rivolgergli uno sguardo profondo, con tutta l’intenzione di non distoglierlo.
- Goku, io...- comincio, incapace di trovare le parole giuste per dirgli cosa sto provando in questo preciso istante, ma lui mi zittisce posandomi un dito bagnato d’acqua salata sulle labbra.
- Non dire nulla- mi sussurra suadente e, senza difesa alcuna ormai, decido di fare l’unica cosa sensata, nonché la prima che mi passa per la testa. Lo afferro e lo bacio e lui resta per un attimo impietrito, con gli occhi aperti, poi si rilassa via via e mi stringe a sé, come se entrambi non aspettassimo altro e fosse diventato un bisogno impellente.
È un bacio liberatorio, urgente, passionale, dolce, è un bacio che aspetto da un ventennio… Che entrambi aspettiamo da tutta la vita.
Mi avvinghio al suo corpo, intrecciandogli le braccia dietro al collo, lui mi prende in braccio mentre il bacio si fa via via più focoso. Capiamo entrambi che la voglia di unirci carnalmente ci sta facendo quasi esplodere.
Quando ci stacchiamo per riprendere fiato, Goku mi guarda come se fossi la cosa più bella su questo pianeta.
- Urca- mormora con voce roca e io sorrido.
"Lo adoro quando lo dice."
- Che ne dici se...- comincia cauto, facendo un cenno con la testa verso lo yacht.
- Andassimo in cabina? Decisamente- replico veloce, ancora col fiatone dopo quel bacio strabiliante.
- Te la senti?- domando piano, sentendomi quasi stupida a pronunciare quella frase.
- E tu? Non voglio che lo faccia contro la tua volontà, soprattutto dopo quello che è successo- risponde serio, ma io lo blocco con un altro bacio, questa volta più delicato.
- Non pensare nemmeno per un secondo che io non ti voglia per ciò che mi è capitato- gli soffio sulle labbra.
- Tu sei… l’essere più perfetto che abbia mai incontrato, tu sei tutto adesso per me- confesso a cuore aperto, ormai incapace di frenare i pensieri che si tramutano in parole quasi automaticamente.
- Ti voglio- sussurra ancora lui contro le mie labbra.
- Voglio fare l’amore con te, stanotte- mi dice convinto con lo sguardo languido e io tiro un sospiro emozionato, mentre i nostri nasi si sfiorano.
- Andiamo- lo invito e poi saliamo entrambi la scaletta dello yacht, ci asciughiamo velocemente e infine, senza pensarci due volte, filiamo in cabina.
(https://www.youtube.com/watch?v=mdm-j5gSKnE COLONNA SONORA)
Chiudo la porta lentamente alle mie spalle, dando anche un giro di chiave, mentre sento il cuore martellare selvaggiamente nel petto.
" Perfetto! L’ansia da prestazione, al momento, tra i due credo di avercela decisamente io..."
Mi giro e guardo Goku, e non posso fare a meno di incurvare le labbra all’insù in un altro dolce sorriso, la luce della luna piena filtra attraverso l’oblò proiettando la sua possente ombra sulle lenzuola candide, poi si sdraia lentamente a letto e mi fa cenno di andare da lui con la mano.
Il suo sguardo è pieno di desiderio.
Io, mantenendo sempre la stessa espressione, mi avvicino al letto, ci salgo su e mi accoccolo accanto a lui. Ci guardiamo per istanti infiniti, poi iniziamo a baciarci, prima lentamente, sentendo l’una il sapore dell’altro sulla lingua, respiri che si mischiano e poi prendo l’iniziativa, salgo a cavalcioni su di lui e continuo a baciarlo, via via sempre con più foga, prima le labbra, poi il collo, poi la spalla, il petto, sempre più giù, assaporando ogni centimetro di quel corpo scolpito e perfetto, ancora incredula di poter sentirne il calore sulla mia bocca.
Lui osserva ogni mio movimento e sento il suo respiro diventare sempre più irregolare.
Quando sono ad un passo dal sfilargli l’asciugamani, che è l’unica cosa che indossa, per poter procedere al sesso orale, ci scambiamo uno sguardo profondo.
- Sei nervoso?- gli chiedo sottovoce.
- Mi hai detto che per te è importante e lo è anche per me, voglio dare tutto affinché tu passi la notte più bella della tua vita- gli dico, spostandogli uno dei ciuffi ribelli che gli cade sulla fronte.
- Non sono mai stato meglio- mi rassicura sottovoce.
- Ci tengo a dirti anche un’altra cosa- dico staccandomi dal suo basso ventre sostenendomi sulle braccia, per poi poggiare la fronte contro la sua.
- Io sono stata con un solo ragazzo in vita mia e dopo poco ci siamo lasciati, quindi è un po’ come se fosse la prima volta anche per me…- confesso arrossendo e stavolta è lui a sorridermi.
- Io ho solo paura di farti male, tutto qua- ammette mordendosi il labbro inferiore, beccandosi di tutta risposta il mio sopracciglio alzato.
"Non vorrei proprio scendere nei dettagli e dirgli che non essendo più vergine non posso sentire alcun male..."
- Potrei non controllare la mia forza...- chiarisce e io ritorno per un attimo con la mente agli argomenti toccati poco prima.
"Già, lui non è di questo mondo potrebbe essere diverso o particolare farlo con lui..."
- Non me ne farai- lo rassicuro diretta, continuando ad accarezzargli i capelli.
- Tranquillo e non pensare a nulla- gli sussurro e lui annuisce lentamente, poi mi bacia ancora una volta e per prima mi stacco dal bacio, per riprendere da dove avevo lasciato, mentre lui si rilassa.
Gli tolgo il telone, guardandolo negli occhi.
Afferro il suo membro lentamente e poi mi avvicino con la bocca, prima inizio a baciare la punta, poi via via vado su e giù.
Vedo lui stringere gli occhi e cominciare ad ansimare dal piacere, stringe forte le lenzuola del letto, sperando non le strappi, e si contorce dal piacere sotto il muoversi ritmico della mia bocca sul suo sesso.
Dopo averlo fatto eccitare più del dovuto, mi stacco e torno a baciarlo, lui ha le guance rosse e la fronte imperlata di sudore e sta cercando di riprendere il respiro regolare.
- Non immaginavo ci si potesse sentire così- confessa in un sussurro tra un bacio e l’altro.
- Perchè, tra Saiyan non si fa così?- chiedo maliziosa.
- Certo, ma non potevo saperlo-
Poi torniamo a baciarci con passione. Con desiderio. Con un’indicibile voglia.
Stavolta è Goku ad essere più veloce e mi fa scivolare sotto di lui, mi metto comoda e spalanco le gambe per farlo sistemare tra di esse. Non smettiamo di baciarci, baci di un sapore mai provato, sentirsi così vicini è sublime, i battiti del cuore come tamburi che suonano all’unisono.
Lui mi accarezza l’interno coscia, poi, forse per paura di farmi male, si avvicina lentamente con le dita alla mia vagina. Io inarco la schiena dal piacere ed è in quel momento che lui infila due dita dentro di me e inizia ad andare su e giù, mentre mi bacia le labbra, il collo, per poi iniziare e leccare, mordere e succhiare i miei capezzoli inturgiditi.
Sto provando un piacere immenso, sento di poter arrivare all’orgasmo già così.
Infatti quando sono al limite, lui estrae le dita e prende a baciarmi di nuovo, appoggiandosi su di me, e facendo forza sulle braccia per non schiacciarmi.
Ci guardiamo ancora, occhi neri negli occhi neri, entrambi con il fiato corto, io lo accarezzo ancora una volta sul viso, lui si gode il mio tocco leggero chiudendo gli occhi.
È il momento che entrambi aspettiamo, dunque afferro dal cassetto un paio di preservativi, ne apro uno e glielo sistemo.
- Sentirò qualcosa di strano con questo?- mi chiede ingenuo.
- E’ solo una precauzione, sicuramente non è la stessa cosa che farlo senza, ma capirai che siamo molto presi entrambi e potrebbe risultarci difficile...fermarci- spiego e lui mi sorride, capendo perfettamente a cosa mi riferisco.
- Hai ragione, non è esattamente il momento giusto per sperimentare il concepimento di un bambino tra un’umana e un Saiyan- mi dice dolce e io ricambio il sorriso.
- Per quello avremo tempo, tutto il tempo che vorrai- gli dico convinta.
- Mi hai scelta, no?- lo provoco, pronta ad accoglierlo completamente.
- Sì- conferma lui con voce roca.
E poi lentamente entra dentro di me.
La cosa mi fa sussultare a primo impatto, il fatto che sia fuori allenamento da parecchio tempo e che Goku sia così dotato mi procura sensazioni contrastanti, ma dopo qualche secondo che mi abituo i brividi di piacere mi percorrono tutta la spina dorsale.
- Ti faccio male?- mi chiede ansioso.
- No- mi affretto a rassicurarlo, non appena avverto che è completamente dentro di me, sospiriamo entrambi e poi lui inizia a muoversi ritmicamente, prima piano, poi aumentando le spinte man mano.
Mi sento d’improvviso completa, come quando da tempo cerchi il pezzo del puzzle e non lo trovi da nessuna parte e poi ti ritrovi lì, quell’ultimo tassello mancante che ti permette di sentirti completamente e finalmente te stessa in tutto e per tutto.
"Stanotte mi sento così, ho raggiunto la completezza..."
Tutto ciò che ho sempre sognato che ho sempre sperato esistesse, è qui davanti a me e adesso siamo una sola persona.
Ansimiamo, gemiamo entrambi, il piacere ci pervade ed è incontrollabile.
Sembra passi un tempo infinito, quando improvvisamente, abbracciando Goku, sento che inizia a tremare, i brividi e i sussulti di piacere che precedono l’orgasmo.
- Non ti fermare-
Quasi la mia è una supplica mormorata al suo orecchio, lui ha il respiro sempre più accelerato e geme con voce profonda, quando improvvisamente, con un breve urlo di piacere, capisco che è arrivato al culmine.
Ci fermiamo dopo qualche secondo, lui si stacca da me, lo aiuto a sfilarsi il preservativo, appesantito dal contenuto, ci faccio un nodo sopra e lo getto nel cestino accanto al letto.
Goku si sistema accanto a me, ad occhi chiusi, tenendo un braccio sulla mia pancia per stringermi e posa la bocca sulla mia spalla, dandomi baci leggeri.
"Forse è vero, forse è così che si fa l’amore e, stanotte, posso affermare di provarlo anche io per la prima volta, come Goku."
- Io ti amo, Goku- confesso dopo un lungo sospiro, senza rifletterci troppo sopra, mentre me ne sto ad occhi chiusi realizzando che tradurre in quelle parole così importanti tutto ciò che penso, sia troppo riduttivo.
Lui mi guarda, con un sorriso dolce, io mi giro per guardarlo negli occhi.
- Credo di amarti da quando avevo tre anni e ho iniziato a sognarti- continuo, ridacchiando.
- Mi sono innamorata di quel bambino che non riuscivo mai a prendere nei miei sogni, mi sono innamorata del ragazzo che ha raccolto le mie penne da terra quella mattina al campus. Mi sono innamorata degli sguardi freddi, quando mi vedevi in compagnia di tuo fratello e mi sono innamorata dell’eroismo che mi hai dimostrato quando sei venuto a sincerarti delle mie condizioni, quella sera- lui ascolta il mio inarrestabile flusso di coscienza, accarezzandomi il viso.
- Ma soprattutto, adesso sono ancora più innamorata di te, per quello che mi hai raccontato, per il segreto che hai deciso di svelare proprio a me, la tua anima gemella…- dico sorridendogli, quasi incredula di star pronunciando io stessa quelle parole che suonavano quasi strane alle mie orecchie fino a qualche ora fa. Era proprio una cosa in cui non avevo mai davvero creduto, eppure esiste, è reale e io l’ho trovata.
- E di quanto tu, un essere così perfetto, di un altro mondo, mi dimostri che per quanto diversi ci possono far apparentemente sembrare, siamo più simili di quanto immaginiamo- concludo, stringendomi a lui e facendo aderire perfettamente i nostri corpi.
- Ti amo anche io, da morire- dice interrompendomi.
Ci abbracciamo e dopo qualche secondo ci addormentiamo, soddisfatti, rilassati e innamorati.
"Posso dire con certezza che questa è stata sicuramente la notte più bella della mia vita..."

 

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Capitolo 33
*** Un milione di Sogni... ***


CAPITOLO 33:

Apro lentamente gli occhi.
La luce del sole mi infastidisce, mi copro con una mano e sento indistinti rumori all’esterno. Sicuramente il porto è in attività.
“Ma che ora sarà?”
Afferro il cellulare dal comodino sottraendomi al braccio di Goku, che ancora dorme beatamente. Nudo. Accanto a me.
"Le nove e mezza passate, cazzo..."
Cerco di mettere a fuoco tutto e soprattutto tutto quello che è successo. Dopo aver bevuto come una spugna e la favolosa notte di sesso che ne è seguita mi sento decisamente k.o.
Sento qualcuno andare su e giù per il corridoio, sarà C o James, sono mattinieri già solitamente, quindi per loro quest’ora è già tarda.
Tentando di rimettermi in sesto, mi siedo al centro del letto e sbadiglio rumorosamente stiracchiandomi, notando un certo indolenzimento piacevole nella zona pelvica. Sorrido tra me e me a quel chiaro segnale che il mio corpo mi sta lanciando.
"Farlo dopo tanto tempo e farlo con un essere dalla forza spropositata ha questi effetti, credo..."
Mi giro e guardo nuovamente Goku che dorme, vorrei tanto poterlo far riposare un altro po’ e soprattutto, starmene qui a godermi questa visione oserei definire divina, ma ci aspetta la giornata in spiaggia al Tomori e siamo già in un ritardo pazzesco.
- Dormiglione…- dico sussurrandogli all’orecchio, sperando non sia uno di quelli che dal sonno fa movimenti strani e mi molla qualche schiaffo.
“Una cinquina da lui mi cambierebbe sicuramente i connotati” 
Goku emette qualche mugugno indistinto, ma è così buffo che non posso fare a meno di ridacchiare, poi lo vedo sorridere ad occhi chiusi e lentamente aprirli.
- Buongiorno!- gli dico raggiante.
- Buongiorno- risponde con la guancia affondata nel cuscino e la voce impastata dal sonno.
- Sei così tenero e indifeso appena sveglio- osservo carezzandogli i capelli, cosa che ho constatato amo molto fare.
Lui annuisce, chiudendo nuovamente gli occhi.
"A breve tornerà a ronfare di sicuro..."
- Coraggio, la spiaggia ci aspetta!- esordisco euforica, cercando di tirarlo giù dal letto con scarsi risultati, ma lui mi tira nuovamente a sé e gli finisco addosso con poca delicatezza.
- Dove credi di andare?- mi dice, dandomi un bacio a stampo.
- Siamo in ritardo!- gli ricordo lamentosa.
- No, che ci importa, vieni qui- cerca di negoziare e non posso far altro che cedere sotto i suoi assalti sensuali e, quando capisco che il bacio sta prendendo quella piega che solitamente precede i preliminari di un rapporto...
"...E non ce lo possiamo permettere visto che ore sono..." 
Mi stacco, a malincuore, dalle sue labbra.
- Per il secondo round provvediamo stasera, se vuoi- propongo con una punta di ironia e lui sbuffa come un bambino capriccioso a cui hanno appena negato un giocattolo.
- Ma non sei stanco?- chiedo inarcando le sopracciglia.
- Per niente! Dimentichi già ciò che ti ho raccontato?- chiede strizzandomi l’occhio.
- Sì, ma non te ne approfittare, mio bel Saiyan- lo avviso per poi lanciargli un cuscino.
- Andiamo, prima che Bulma inizi a bussare e a buttar giù la porta- dico per poi rintanarmi in bagno e, una volta pronti entrambi, saliamo sul ponte dove sembrano esserci già tutti gli altri.
Lì c’è James che sorseggia un caffè macchiato, immancabile cellulare alla mano, già pronto per le sue Instagram stories mattutine, mentre Bulma con gli occhiali da sole, è seduta in braccio a Vegeta e sembrano felici e rilassati, con lei che cerca di imboccarlo con un pezzo di ciambella.
"Una scena che non avrei mai creduto di vedere..." 
Infine C e Crilin stanno guardando qualcosa sul cellulare e ridacchiano tra loro.
"A giudicare dal quadretto direi che la notte è stata una bomba per tutti"
- Buongiorno!- annuncio raggiungendo gli altri e tenendo la mano a Goku, un pochino imbarazzato.
"Ecco, ora sembriamo esattamente due scolaretti..."
Tutti si girano a guardarci, James si cala un po’ gli occhiali sul naso e poi mi fa l’occhiolino con un sorrisetto accusatore, Bulma e Vegeta ci salutano. Quest’ultimo sta sorridendo complice al suo amico Goku, un evento più unico che raro.
- Ma buongiorno a voi!- risponde mia sorella continuando a scrutarci attenta, mentre noi prendiamo posto a tavola per fare colazione, nel mentre io e Bulma ci scambiamo i nostri soliti sguardi loquaci che, nel nostro segretissimo codice significa “dobbiamo urgentemente parlare”.
- Urca, che fame!- esclama Goku afferrando la bottiglia di latte.
- Cari passeggeri, vi avverto che abbiamo un quarto d’ora per lasciare l’imbarcazione e dirigerci in spiaggia- annuncia James, mollando per un attimo il suo smartphone.
- Siamo tutti pronti, vedo- risponde Charlotte con un sorriso.
- Già...- risponde il moro che poi passa in rassegna con lo sguardo tutti i presenti, che sembriamo essere totalmente presi dai nostri interessi amorosi.
- Suppongo che la restante parte del week-end veda me nei panni di Lumière, no?- commenta James, alludendo al fatto che è l’unico senza una dolce compagnia.
- Come sei noioso- gli fa notare la gemella guardandolo in cagnesco.
La colazione si conclude in silenzio e, quando abbiamo finito, io e Bulma afferriamo i piatti sporchi e tutte le cose che vanno riposte in frigo, per avere la possibilità di chiacchierare da sola in cucina. Una volta lì, in un qualche strano impeto d’affetto represso, ci abbracciamo e cominciamo a saltellare come due ragazzine.
- Santo cielo, Maya, non puoi capire!- mormora su di giri.
- Fidati, posso capire eccome!!! Anzi, mi raccomando, se stasera attaccate con il round due, fate meno rumore, grazie- la metto in guardia, riponendo i biscotti in dispensa e lei smette di colpo di ridere.
- Perché, ci hai sentiti?- chiede imbarazzata, sgranando paurosamente gli occhi.
- Un po’, mentre salivo sul ponte, visto che non riuscivo a dormire, poi Goku mi ha raggiunta e...-
- Lo avete fatto lì? Sotto le stelle?- mi interrompe impaziente con gli occhi a cuoricino.
- No, ma abbiamo fatto il bagno nudi e devo ammettere che è stata un’esperienza molto eccitante- confesso con sguardo sognante, ricordando ieri sera.
- Quindi, lo avete fatto in acqua al chiaro di luna, che romantico!- si intromette nuovamente e mi vedo costretta a bloccarla ancora una volta.
- No, ma abbiamo parlato per un po’, di tantissime cose- ed è quella frase vaga che distoglie per un attimo l’attenzione di mia sorella dalla notte d’amore romantica, così Bulma prende ad essere seria di colpo anche lei.
- Immagino di che natura fosse l’argomento…- comincia con fare eloquente e io la osservo, intuendo che Vegeta avrà raccontato tutto di sicuro anche a lei.
- Il nostro principino ha finalmente sputato il rospo, dopo aver fatto l’amore, forse perché si sentiva un po’ in colpa per non avermelo detto prima- osserva accigliandosi.
- E tu come l’hai presa?- incalzo, nel tentativo di conoscere la sua reazione.
In fin dei conti sono io quella “strana” che fa sogni senza senso e, nonostante anche a me risultati difficile accettare ancora la cosa come vera, riesco anche a starci sul fatto di essere innamorata di un extraterrestre, ma mia sorella, da vera scienziata, potrebbe aver fatto un po’ più di fatica.
- Beh, volevo scrivere S.O.S sul ponte in un primo momento, ma poi ci ho pensato bene- comincia, con una punta di ironia.
- La situazione rende il tutto molto più eccitante, non avevamo tutti i torti quando dicevamo che non erano di questo pianeta, Maya-
“L’ha presa meglio di quanto pensassi...” sospiro di sollievo tra me e me.
- E della questione bambini/scimmia antropomorfi cosa ne pensi?- chiedo cauta mordendomi il labbro inferiore, sperando che Vegeta le abbia davvero detto tutto tutto.
- Certo, sì, da questo punto di vista è meno eccitante, se pensiamo che potremmo avere dei figli che non saranno dei bambini letteralmente normali- osserva dubbiosa, grattandosi il mento.
- Ma nel complesso, saranno come tutti gli altri, gli diremo di imparare a controllare la loro forza quando andranno a scuola e giocheranno con gli altri bambini e se dovesse presentarsi la coda alla nascita, Vegeta è d’accordo a rimuoverla- risponde con disinvoltura e io la guardo sorpresa.
- Dici sul serio? Sai, Goku non ne era tanto sicuro- le confesso.
- Che ti aspettavi? Semmai avessimo un figlio crescerà come un terrestre e non come un Saiyan, mi sembra ovvio che dobbiamo garantirgli la normalità il più possibile, visto che io sono umana, ti pare?- mi informa, mettendosi a braccia conserte.
- Sono d’accordo-
- E dimmi…- comincia assumendo la sua classica espressione da pervertita, sedendosi sulla penisola della cucina.
- Come siamo messe ai piani bassi, mh?!- domanda con fare malizioso.
Divento rossa di colpo, ripensando per un attimo al corpo nudo di Goku sopra di me e, soprattutto, a lui dentro di me ancora, ancora e ancora…
Sospiro alzando gli occhi al cielo cercando di calmare i bollenti spiriti, anche se questa domanda così personale dalla mia cara sorella me la sarei dovuta aspettare.
- Che ti dicevo che mi avresti ringraziata per questo week-end?- mi ricorda dandomi una finta gomitata, per poi scoppiare in una fragorosa risata.
- L’unica cosa che inizialmente mi metteva a disagio era il fatto che…- riprende lei, ma io la interrompo subito.
- Non avessero alcun tipo di esperienza sessuale, già. Dunque apparire noi come quelle più esperte mi ha messa per un attimo in crisi, per quanto mi riguarda- confermo in risposta ai suoi pensieri.
- Ma è stato meraviglioso, Vegeta era un’altra persona stanotte, più dolce, più rilassato, si preoccupava di come stessi- dice con aria trasognata.
- Anche Goku, beh, ma lui è dolce sempre- aggiungo, sorridendo.
- Poi mi ha raccontato di sua madre, che strazio Maya- mi dice, rabbuiandosi di colpo e assumendo un tono di voce più triste.
- Non parlarmene, ci sono stata di merda anche io, perché so cosa si prova, ma al contempo sembrava così surreale a sentirlo-
- Già, hanno subito davvero una cosa orrenda-
Poi la lascio continuare, standomene in silenzio.
- Ho capito più cose sul carattere di Vegeta da questo racconto che se me le avesse fatte scoprire lui stesso- conferma.
- Già, ma ora non pensiamoci più a mostri attaccabrighe in giro per lo spazio, ci aspetta una meravigliosa giornata in spiaggia- le ricordo con un sorriso.
- E siamo anche in ritardo!- mi fa notare frettolosamente.
In poco tempo siamo tutti pronti e poi arriva la solita macchina a portarci in spiaggia.

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Arrivati lì, il paradiso che si estende davanti a noi è a dir poco esaltante.
In una conca nascosta dell’isolotto, la natura si esibisce in uno scenario quasi selvaggio. La sabbia bianca morbida in cui affondare i piedi, sembra quasi talco al tatto, le acque calme e cristalline sono tremendamente invitanti e la leggera brezza che scuote le foglie degli alberi e della vegetazione che cresce incontaminata tutto intorno ci fa sgranare gli occhi con stupore.
Ognuno prende posto, sistemando il proprio telo mare sul lembo di sabbia prescelto, mentre commentiamo completamente esterrefatti il panorama. Io e Bulma ci guardiamo, notando quanto Goku e Vegeta non si siano allontanati da noi per più di due metri nell'arco di questa mattinata, come se il senso di protezione che avessero nei nostri confronti li costringesse a non lasciarci mai da sole.
"Se ce l’avessero detto solo ventiquattro ore fa, nessuna delle due avrebbe creduto possibile tutto questo..."
Chi l’avrebbe mai detto che noi, festaiole incallite e regine incontrastate del divertimento notturno, nel giro di così poco avremmo trovato l’amore, entrambe in un sol colpo, un amore vero che ci fa sentire vive, così come lo abbiamo sempre sognato, soprattutto io.
- A chi arriva prima!- urla mia sorella, dando inizio ad una gara di corsa improvvisata.
Cominciamo a correre tutti verso la riva, io e Bulma siamo alla stessa velocità, ma Goku e Vegeta ci superano in un attimo.
“Però adesso non cominciassero a fare gli esibizionisti...”
- Siete delle schiappe!- urla di rimando quello più basso.
- Forza forza, altrimenti non ti alleno, Maya!- mi minaccia Goku, mentre corre come un fulmine.
- Ti faccio vedere io!- rispondo avanzando il passo, ma il bruciore nel petto e il dolore leggero alla milza mi costringe a fermarmi.
Arriviamo sulla battigia noi ragazze, col fiatone, mentre i ragazzi sono già a godersi l’acqua cristallina.
Io mi attacco alla schiena di Goku, dandogli un bacio nel collo, lui si gira e mi stampa un bacio sulle labbra, Vegeta e Bulma, poco lontani da noi, si sono proprio lasciati andare ad un bacio alla francese degno di un film.
Quando si staccano, si riavvicinano a noi.
- Dunque...- comincia Vegeta, quando siamo tutti e quattro di fronte.
- Adesso conoscete il nostro inconfessabile segreto- conclude, soffermandosi ad osservare me per testare la mia reazione a riguardo.
- Inutile dire che meno persone lo sanno, meglio sarà per tutti noi, almeno per ora- aggiunge, facendo cenno col capo agli altri della compagnia rimasti a riva.
- Potete stare tranquilli, non c’è motivo di spifferarlo in giro- lo rassicuro.
- Dirlo a voi è stato difficile, ma dovevate saperlo- dice Goku serio.
- Già, però non so tu Kaaroth, ma mi sento meglio dopo averlo detto a qualcuno- gli fa notare Vegeta con un sorrisetto.
- Sì, è come mi fossi liberato da un peso- replica Goku, trovandosi d’accordo col suo migliore amico.
- O vi sentite più leggeri perché finalmente avete provato un altro tipo di allenamento, eh?- chiede Bulma facendo un sorrisetto sghembo e io l’assecondo ridacchiando, mentre Goku e Vegeta diventano rossi di colpo.
- Avete resistito quasi trent’anni senza sesso, direi che è un record mondiale, senza ombra di dubbio- osservo io prendendoli in giro, per poi stampare un bacio sulle labbra di Goku.
- Siete proprio delle pervertite lo sapete?- commenta Vegeta socchiudendo gli occhi.
- Soprattutto tu, donna- dice a mia sorella, voltandosi di profilo.
- La conosci già molto bene, vedo- lo appoggio, per poi scoppiare a ridere insieme a Goku.
- Hey, tu dovresti difendermi!- mi redarguisce mia sorella, fingendosi offesa e facendomi la linguaccia.
Così, per scherzo iniziamo a schizzarci l’acqua tutte e due, ma io e Bulma capiamo subito di essere nei e guai quando Goku e Vegeta decidono di partecipare al gioco e ci arrendiamo dopo qualche secondo.
- Vieni qui- dice Goku attirandomi a sé e prendendomi per i fianchi, mi solleva in aria quasi senza sforzo, come fossi una bambina.
- La mia piccola- mi dice con un sorriso dolce.
- Non ti facevo tipo da nomignoli smielati, Kaaroth- lo prendo in giro, alzando un sopracciglio.
- Non è un nomignolo, è la realtà, perché ti conosco da quando eri piccola- mi fa notare e a quella sua spiegazione così sincera, mi salgono le lacrime agli occhi, ricordando il sogno.
- Ti amo- gli sussurro non appena mi rimette giù, come se avessi bisogno di ripeterglielo e ieri sera non fosse bastato.
- Anche io- ammette, sorridente.
Poi ci perdiamo in un bacio mozzafiato.
E la giornata passa così tra risate, divertimento e finalmente, tanta serenità, senza dubbi che attanagliano e senza problemi di alcun tipo.
Felici e spensierati, come dovrebbe sempre essere.

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La cosa difficile è stata tornare alla realtà, una volta a casa dal week-end.
La neonata storia d’amore tra me e Goku, con tutto quello che c’eravamo detti e che era successo tra noi sullo yacht, ha messo ben presto a dura prova la nostra timidezza, una volta tornati alla vita di sempre.
Conoscersi per davvero e cercare di capire se ciò che la leggenda dei Saiyan racconta riguardo l’anima gemella sia vera, oppure soltanto fantasia, era questa la sfida più importante per noi due.
E quindi, questa sera abbiamo il nostro primo appuntamento ufficiale.
Lui era abbastanza imbarazzato quando mi ha chiesto di uscire, in effetti lo ero anche io, dopo essere stati per tre interi giorni da soli a comportarci come una coppietta affiatata, abbiamo fatto l’amore quella magica notte (e quelle successive) e ora sembra che stiamo tornando indietro a passo di gambero.
"È così dannatamente frustrante..."
- Come sto?- chiedo a Bulma agitata, alzando nuovamente gli occhi per osservare la mia immagine riflessa nello specchio. Lei, di tutta risposta, sposta per un attimo lo sguardo dal suo smartphone e mi scruta, seria.
Da quando lei e Vegeta sono tornati dalla vacanza ufficialmente fidanzati, è diventata un tutt’uno col suo cellulare, peggio del solito.
- Benissimo, ma dov’è che andate?- chiede frettolosamente, sforzandosi di sembrare interessata.
- Non ne ho idea, credo sia una sorpresa, anche se dubito che Goku ne sappia organizzare una- osservo accigliata, ricordando quanto il mio cavaliere sia famoso per essere un pochino sbadato certe volte, quindi sono sicura che si sia dimenticato di prenotare da qualche parte.
Sbuffo, lisciandomi nuovamente pieghe inesistenti sui jeans attillati a vita alta che ho deciso di indossare.
- Ma perché tanti problemi per il look, poi? Lui ti conosce senza vestiti, dopotutto- mi rimprovera Bulma lanciandomi uno sguardo malizioso, io alzo gli occhi al cielo diventando di colpo irrequieta.
- D’accordo, ma fingiamo per un secondo che questo sia un primo vero appuntamento, andrei bene vestita così?- chiedo impaziente, mentre la turchina mi squadra ancora una volta, alzando poi le spalle con ovvietà.
- Beh, se non sai dove dovete andare, potrebbe essere un ristorante elegante come un pub, direi che hai scelto il giusto mix- mi fa notare, mentre con lo sguardo ripercorre in un attimo la mise scelta per la serata, che consiste oltre al jeans, in una camicetta bianca giro manica con una chiusura a nodo davanti la pancia e comodi sandali con plateau dello stesso colore.
Mi tranquillizzo alla sentenza di mia sorella e, dopo qualche minuto avverto un rombo di una motocicletta fuori dal cancelletto del giardino. La mia espressione cambia repentinamente.
“Non ci credo, mi porterà in moto, questa sarà sicuramente parte della sorpresa”
- Caspita, la signorina va in moto questa sera- mi dice Bulma in tono canzonatorio, alzandosi veloce dal letto e seguendo me fuori dal terrazzo.
Scorgiamo da lontano il faro della Kawasaki nera di Goku e lui appoggiato ai manubri.
Non appena nota la nostra presenza sul terrazzo ci saluta con la mano, Bulma ricambia sorridente, mentre io sembro un’ebete che a stento riesce ad alzare la mano per fargli un cenno.
- Ciao Goku! Maya arriva subito!- si affretta ad avvisarlo con risolutezza mia sorella, mentre a fatica mi trascina nuovamente dentro casa.
- Che ficata! Ora vai, divertiti e non fare la brava!- si raccomanda come suo solito, passandomi la borsetta.
- Io avrei… una leggera fifa della moto- ammetto, stringendo i manici della borsetta con le dita.
- Per favore! Ma se quando Crilin ha comprato il motorino facevamo a gara a chi volesse farsi accompagnare a casa, solo per l’adrenalina delle due ruote, hai dimenticato?- chiede aprendomi la porta di casa con un sorrisone, io la guardo preoccupata.
- Ciao, buona serata!- dice frettolosamente, quasi chiudendomi la porta in faccia.
"Capisco la fretta di Bulma di volermi fuori dai piedi perché lei e Vegeta questa sera hanno casa tutta per loro, però..."
- Sei una stronza!- la informo velocemente ma non so se mi abbia sentita, visto che mi lascia praticamente di stucco a fissare la porta chiusa. Poi la vedo scostare la tenda dalla vetrata dell’ingresso, facendomi il dito medio, che io ricambio sorridendo.
Giro i tacchi e mi avvio fuori dal giardino, sospirando.
“Andiamo Maya, siete andati a letto insieme, che sarà mai una cena da soli?”
(https://www.youtube.com/watch?v=L7TN0hyONjw COLONNA SONORA)
Quando mi avvicino a lui, il suo sorriso calma definitivamente tutte le mie paure. Anche le più oscure.
- Ciao!- mi dice dolce.
- Ciao- rispondo a mia volta guardandolo estasiata e facendo ancora parecchia fatica ad abituarmi alla sua bellezza disarmante.
Poi mi passa il casco senza dire una parola, io lo prendo con mani tremanti, mentre Goku mi squadra con un sopracciglio alzato, notando la mia espressione non proprio rilassata.
- Cosa c’è, hai paura?- indaga.
- No, ma che!- mi affretto a rassicurarlo, sfoderando un sorriso piuttosto tirato.
In realtà vorrei tanto dirgli che la prima sera che siamo usciti in comitiva ho talmente invidiato Chichi mentre scendeva da questa moto che adesso salirci io mi sembra quasi surreale.
Goku ridacchia, mentre io indosso il caso e faccio per salire dietro di lui.
- Perché ridi? Sì, ok, lo so sembravo imbranata e scoordinata nel salire, ma ti prego di non giudicarmi- gli dico fingendomi offesa.
- Non mi riferivo a questo- si affretta a replicare.
- Mi riferivo al fatto che invidiavi Chichi quando veniva in moto con me- risponde tranquillo, mantenendo il suo sorriso gioioso.
“Ecco, la serata non è nemmeno cominciata e io già voglio tornarmene a casa… Aiuto!”
Poi Goku accende il motore e quel rombo assurdo sotto di me, mi spinge istintivamente ad aggrapparmi alla sua schiena muscolosa, mentre sospiro pesantemente.
- Giusto, mi leggi nel pensiero, che stupida- mormoro sottovoce.
- Attenta a quello che pensi, te l’ho già detto- mi canzona, dando gas alla moto.
- Sì, d’accordo, ma potresti non farlo? Almeno per tutta la durata di questo viaggio? Sai, non è che ci sia molto abituata alle due ruote- gli confesso, morendomi il labbro inferiore.
- Tranquilla, andremo piano- mi rassicura, ma nel giro di qualche minuto quella frase pronunciata in modo così convincente, si trasforma in una bugia colossale.
Goku sfreccia per le strade di Kagoshima quasi senza limiti e ciò spinge a far aderire il mio torace alla sua schiena ulteriormente, ancorandoci a questo contatto, mentre il vento della sera mi fa salire i brividi sulle gambe e sulle braccia.
Dopo una decina di minuti, arriviamo in zona lungomare, lasciamo la moto in uno dei parcheggi nei pressi e poi ci incamminiamo sul marciapiede che costeggia le balaustre a strapiombo sul mare.
Inizialmente siamo in silenzio, uno di quelli tremendamente imbarazzanti, Goku con le mani in tasca e io rivolta a guardare il mare buio, sforzandomi di trovare un argomento di conversazione che potesse andar bene per entrambi.
Qualche altra coppietta passa di lì, abbracciata, felice e sorridente.
"Forse dobbiamo solo rompere il ghiaccio, o forse è stato per entrambi solo del sesso meraviglioso, ma non siamo fatti per stare insieme..."
Milioni di interrogativi terribilmente ansiogeni cominciano a prendere possesso della mia mente in quel lasso di tempo e nel mentre continuo a perdermi nei miei pensieri, sento improvvisamente il braccio di Goku cingermi le spalle. Quasi mi volto di soprassalto, lui sta guardando davanti a sé la strada, un po’ imbarazzato, io invece inizio a rilassarmi via via che quella presa si fa forte abbastanza da permettermi di stare stretta a lui. Lui si accorge che sto riacquistando la mia tranquillità e soprattutto il respiro regolare e si lascia andare di conseguenza, godendoci entrambi quel contatto che infonde un calore e una dolcezza indicibili e sciogliendo quell’alone di strano impaccio creatosi dall’inizio della serata.
- Scusami- esordisce lui, catturando la mia attenzione.
- E’ il nostro primo appuntamento e dovrebbe essere speciale, invece guarda qui, ti sto mettendo in imbarazzo- ammette, passandosi una mano tra i capelli.
- Colpa mia, sono io che non ho tanta esperienza in queste cose- confesso diventando rossa.
- So che non dovrei chiedertelo, ma questa serata è fatta anche per conoscerci meglio, no?- comincia, dopo un breve sospiro.
- Certo, anzi stasera guai a noi se non ci diciamo tutte le cose più imbarazzanti che l’altro dovrebbe sapere- commento ironica, in effetti per un primo appuntamento non dovrebbe essere proprio questo l’andamento, ma considerate tutte le “stranezze” che caratterizzano il rapporto tra me e Goku sin dal principio, questo non è decisamente un’uscita normale tra due normali ragazzi.
- Ci sto! Anche se di cose “imbarazzanti” su di me, ne sai fin troppe- dice mimando le virgolette con le dita.
- Che volevi chiedermi?- chiedo, dirottando l’attenzione sul discorso precedente.
"Ancora sto facendo i conti col fatto che lui non sia propriamente umano e che venga da un altro pianeta, non sono pronta a riprendere subito l’argomento..."
- Tenshinhan è stato, come dire? Il tuo unico ragazzo?- domanda un po’ imbarazzato.
- Beh, sì te l’ho detto, ricordi?- rispondo e lui annuisce, ma credo voglia saperne di più, visto che abbiamo parlato quasi sempre solo di lui.
- L’unica storia durata più tempo, anche se siamo stati realmente insieme neanche un paio d’anni, poi giusto qualche avventura, ma sai un caffè, al massimo un’uscita tra amici, niente di più- lo metto al corrente, come se volessi difendermi davanti ad un giudice.
- Capisco- replica lui serafico, probabilmente soddisfatto dalla mia spiegazione.
- E tu?- e la domanda mi appare stupida non appena gliela pongo, visto che mi ha confidato di essere addirittura vergine prima di stare con me, quella notte di ormai quasi una settimana fa.
- Lo sai com’è, però ovviamente sono uscito con qualche ragazza anche in Hokkaido, ma finivo sempre per spezzare il cuore a qualcuna di loro e quindi per un po’ ho smesso…-
- Immagino di capire il perché- lo precedo, evitandogli di scendere in dettagli troppo imbarazzanti.
- Esatto, si beveva qualcosa insieme, poi con il passare dei giorni mi rendevo conto di dover portare la cosa alla fase successiva, era praticamente richiesto, ma una parte di me restava bloccato… è complicato da spiegare…- ammette, grattandosi la nuca.
- Credo di capirti- lo rassicuro con convinzione.
- Mi succedeva praticamente la stessa cosa, forse con Tenshinhan mi è andata meglio perché immagino che prima di metterci insieme, essendo stati amici per un po' , ci fosse più confidenza- lo informo pacata.
- Dunque quando la storia è andata avanti e sembrava si fosse evoluta, forse non mi sono resa conto neanche io di aver scambiato una forte amicizia per infatuazione, evidentemente- realizzo, accigliandomi di colpo. Come se stessi comprendendo per la prima volta in vita mia ciò che è realmente è accaduto.
- Ed è finita per questo, se posso chiederti?- incalza interessato.
- Per l’esatto motivo che mi hai detto tu. Certo, siamo andati a letto non più di un paio di volte, mi sentivo... bloccata- concludo con una smorfia dopo qualche secondo, cercando un termine che potesse definire la mia sensazione di quel periodo (e di tutta la mia vita in generale) al meglio, ma mi rendo subito conto che è la stessa parola che ha usato lui per definire sé stesso, parola che descrive appieno la situazione.
- Sentivo che qualcosa non andava e lui non era quello giusto, quindi ho troncato io per prima, credendo che restare amici fosse la cosa più giusta per entrambi, non volevo illuderlo, capisci?- proseguo, per poi cercare il suo sguardo in un’implicita rassicurazione e Goku annuisce, poi lo vedo cambiare espressione, assumendone una più rilassata e allegra.
- Oh, siamo arrivati- annuncia.
Mi sembra di aver camminato per pochissimi minuti, invece ci siamo fatti già metà della passeggiata, arrivando di fronte ad un ristorante molto rinomato della zona.
Dalla gente che siede già ai tavoli all’esterno, il locale lascia trasparire un’atmosfera costosa e, non so perché, la cosa mi mette un pochino a disagio.
- Hai prenotato?- chiedo piano a Goku e lui fa una faccia imbarazzata, passandosi una mano tra i capelli.
- In realtà no, e ora che mi ci fai pensare credo avremmo dovuto...- confessa ridacchiando.
- Urca, quanta bella gente!- dice, dando uno sguardo a tutte le persone dall’aria terribilmente snob sedute intorno ai tavoli finemente apparecchiati. Io gli sorrido, capendo.
Forse dopo il week-end passato insieme, considerando anche quanto io sia abituata alla bella vita con Bulma e la mia famiglia, pensava che per fare colpo su di me ci volessero cene romantiche e costose o cose del genere.
Cerco quindi di toglierlo dall’imbarazzo.
- In realtà, se non ti dispiace, io avrei un’altra idea...- esordisco e lui mi fissa sorpreso.
- Giuro che è un ristorante dove servono anche carne, ho controllato!- cerca di discolparsi, capendo la mia intenzione di cambiare itinerario.
- Ma no, non è per questo, solo che vedi laggiù?- dico facendogli cenno con il dito.
- Sì, quindi?- risponde, analizzando l’insegna luminosa.
- Quella è la mia pizzeria preferita e si da il caso che la pizza sia appunto il mio piatto preferito, dunque immagina quante ne ho assaggiate in vita mia- lo metto al corrente ridacchiando, mentre Goku mi sorride felice e anche un po’ sollevato, dunque formalizzo il mio invito.
- Ti va di mangiare la pizza più buona al mondo e bere una bella Tennent’s ghiacciata?- poi faccio una smorfia.
- Lasciamo i ristoranti stellati a Bulma e Vegeta- concludo ironica, mentre lui mi sorride come se non aspettasse altro, poi quasi come fosse un gesto automatico, le nostre mani si intrecciano e insieme ci avviamo in pizzeria.

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La serata è talmente leggera e piacevole che vorrei non finisse mai. Goku è così simpatico, già solo a guardarlo, la felicità ti invade.
Sarà che a me fa questo effetto perché, lui beh… è mio, da sempre, ma sono certa che chiunque gli stia intorno, avverta quest’aura di magia così coinvolgente.
Dopo aver pagato il conto, sul quale c’è stata una breve discussione in quanto io proponevo di dividerlo, ma Goku non ha voluto sentire ragioni e ha insistito per offrire lui, ci siamo spostati di nuovo dal lato lungomare e ci siamo seduti su uno dei muretti a strapiombo, con la nostra seconda birra.
- Uuuurca, che abbuffata, era davvero ottima, mai mangiata pizza così buona!- mi comunica soddisfatto, passandosi una mano sulla pancia.
- Te l’ho detto- rispondo ovvia, per poi fare un altro sorso dalla mia birra.
Goku mi osserva tra il sorridente e il pensieroso, come se volesse leggermi ancora nel pensiero, mentre il vento sfiora i capelli ad entrambi.
- Non pensavo fossi così…- esordisce, continuando a scrutarmi per poi mettersi seduto con le gambe incrociate, avvicinandosi a me.
- Così come?- chiedo mantenendo il sorriso, ma aggrottando la fronte, mentre poggio delicatamente la bottiglia sul muretto.
- Sai, semplice- conclude scrollando le spalle mentre io scoppio a ridere.
- Non te l’aspettavi, eh? Eppure sono la tua anima gemella, andiamo, dovresti conoscermi meglio di tutti!- commento ironica.
- In effetti sì, ma è una cosa talmente nuova per me quanto lo è per te, quindi non so neanche io come ci si comporta- poi fa una breve pausa.
- Forse l’idea di esserci conosciuti durante un week-end in cui la bella vita l’ha fatta da padrone, potrebbe aver fuorviato la nostra vera identità- confessa con un sorrisetto.
- Mettiamo in chiaro una cosa, io sono una persona molto umile, forse è l’unica cosa che ho dei miei genitori biologici, a parte i tratti somatici e ne vado molto fiera...-
Goku mi ascolta, rapito.
- Tutto quello che ho me lo sono sudato, forse è vero essere stata adottata dai Brief poco prima dell’adolescenza ha contribuito a darmi una vita migliore e rispetto a qualche mia coetanea mi sono divertita un po’ di più, però se vuoi fare colpo su di me, ti basta davvero poco- lo informo piccata e lui allarga ulteriormente il suo sorriso.
- Il ristorante costoso non mi interessa, sono contenta così- proseguo con soddisfazione e Goku scuote leggermente la testa.
- Sono una di poche pretese, mi rendi felice con divano, del buon cibo e un film, magari accanto alla persona che amo- concludo senza troppi giri di parole, soltanto dicendogli la verità.
- Sei fantastica- dice lui alla fine, scuotendo leggermente la testa e quel complimento detto con così tanta sincerità, mi fa arrossire violentemente
- Grazie per averlo detto, mi hai tolto un peso- confessa, sospirando e io lo fisso sbattendo le palpebre.
- Stai tranquillo, non dovrai fare molti sforzi per conquistarmi, Kaaroth- dico, pronunciando lentamente il suo nome. Goku mi lancia uno sguardo loquace, io mi avvicino e lo bacio, incapace di contenere oltre la voglia che ho di farlo.
Inizialmente è un bacio quasi casto, poi lui inizia a stringermi tra le sue braccia possenti, facendomi sedere tra le sue gambe, mentre le nostre lingue iniziano ad assaporarsi con foga e la sensazione fa nascere in me quel desiderio incontrollabile di sentirlo di nuovo mio.
- Sei praticamente perfetta per me- mormora contro le mie labbra e quelle parole sussurrate mi fanno venire i brividi, poi mi bacia di nuovo e io non riesco a resistere e con la mano inizio ad accarezzargli i pettorali, lasciati un po’ scoperti dalla t-shirt con un profondo scollo a V che indossa.
- Andiamo a casa- sussurra nuovamente e io annuisco, così il nostro primo vero appuntamento si conclude con un’altra magica notte d’amore a casa sua.
"Credo non sarò mai sazia..."

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Capitolo 34
*** Una Notizia Inaspettata ***


CAPITOLO 34:

Settembre

L'estate è passata talmente in fretta che nessuno di noi se n’è reso neanche conto.
Io e Goku, così come Bulma e Vegeta, ormai facciamo coppia fissa da più di un mese e ieri, finalmente, Goku ha aperto al pubblico la sua palestra. Non ci aspettavamo tutte queste persone all’inaugurazione e il sorriso felice che lui ha avuto stampato sulla faccia per tutto il tempo è stata una delle immagini più belle, forse di tutta la mia vita.
"Tutto sembra andare per il verso giusto..."
C e James sono ripartiti, invece, a fine agosto. Questa volta è stata più dura separarci, visto che l’estate, seppur non condita da grandi viaggi intercontinentali come siamo soliti fare, è stata molto più movimentata e io ho avuto bisogno di loro, di sentirli vicini, più che mai. Il povero Crilin, confessato il suo amore alla nostra bionda (notizia che ha lasciato tutti noi completamente attoniti al suo spargimento), è stato male per giorni nel separarsi da lei per il suo imminente ritorno a New York, dunque la palestra di Goku è stato il suo rifugio sicuro per liberare la mente.
Contestualmente, anche per me e Bulma è finito il tempo delle scuse e abbiamo cominciato a scrivere seriamente la tesi, iniziando anche lo stage alla Capsule Corporation e, bisogna ammettere che papà è davvero severo come capo, anche se un po’ ce lo aspettavamo. Ci ha sempre preparate all’idea che a lavoro non saremmo state le sue figlie, ma bensì le sue dipendenti e che saremmo state trattate alla pari di tutti gli altri in azienda, come giusto che fosse... Anche se ha tradito le sue stesse parole, concedendo a me e Bulma gli uffici più belli di tutto lo stabile e, quando io ho preso possesso del mio, un mix di emozioni contrastanti mi ha pervasa.
L’ampia vetrata è completamente orientata verso il mare e l’ambiente è talmente illuminato che mettere una lampada sulla scrivania sembrerebbe una presa in giro. Tutto è ordinatamente riposto sugli scaffali e sulla mia scrivania personale troneggia una foto di noi quattro insieme, con accanto la targhetta
"DOTT.SSA MAYA BRIEF-RESPONSABILE IMPORT&EXPORT" e leggere questa scritta mi ha mandata completamente fuori di me.
"Non vedo l'ora di diventare il dipendente modello del prossimo anno..."
Mentre terminavano i lavori alla palestra, nel frattempo, il mio allenamento è già iniziato dopo il famoso week-end in cui la storia d’amore tra me e Goku è iniziata, alternando attrezzi alle arti marziali e nel giro di poco tempo, ho cominciato già a perdere qualche chilo, mettendo su invece massa muscolare.
"Il mio corpo sta diventando più forte e la mia mente insieme ad esso..."

- Forza, para, così… bravissima!- mi incita Goku, quando riesco a parare il suo pugno e poi a schivare la sua prossima mossa.
- Migliori a vista d’occhio, sembra tu sia naturalmente portata- mi fa notare afferrando un asciugamani, alla fine della nostra lunga sessione.
- Dovevo accorgermene prima- gli ripeto per l’ennesima volta questa settimana, per poi fare un lungo sorso d’acqua.
Inizialmente allenarmi con lui è stato difficile, sia perché Goku è molto severo per tutto ciò che riguarda gli allenamenti, sia perché stare con lui sudato, senza maglietta, nella stessa stanza, ha messo a dura prova i miei poveri ormoni e ho dovuto fare molta fatica per non saltargli addosso ad ogni incontro. Beh, l’autocontrollo è alla base delle arti marziali, almeno a detta sua...
"... anche se una parte di me immagina sia una scusa bella e buona per non poter fare sesso tutto il giorno."
In mancanza di Radish, Vegeta si è offerto di dare una mano a Goku con i turni in palestra, così che anche lui possa approfittarne per allenarsi di tanto in tanto insieme a mia sorella, che ultimamente sembra apprezzare il cibo più di ogni altra cosa...
Quest’oggi però, rimandiamo senza troppi rimpianti il nostro solito allenamento, in quanto stasera c’è la festa degli azionisti dalla Capsule Corp. che papà organizza ogni anno per ringraziare i suoi soci, dunque a me e Bulma tocca stare da sole per tutto il giorno e ne approfittiamo per fare delle ricerche per la tesi, mentre lei arraffa ogni tipo di schifezza dalla dispensa, come se non ci fosse un domani.
- Dunque, questo brano andava in questo capitolo...- mormoro ad alta voce, facendo saettare lo sguardo dal libro al portatile, mentre il suo fastidioso crunch crunch di sottofondo per l’ennesima volta questa mattina, mi da sui nervi.
- Se ogni due secondi ti alzi e mangi qualcosa, io non riesco a concentrarmi, né tanto meno ci riesci tu- le faccio notare alzando gli occhi al cielo, di tutta risposta mi becco uno sguardo assassino.
- Da quando frequenti la palestra e ti stai allenando nelle arti marziali non mi fai più compagnia nei miei furti in dispensa, dunque, la colpa è tua- mi rimbecca Bulma, puntandomi un dito contro.
- Ti sbagli, il furto in dispensa è sempre stato uno, lo snack durante lo studio e lo abbiamo già condiviso qualche ora fa mi pare, ma tu stai mangiando da allora, senza interruzioni!- sottolineo, indicando la busta di patatine vuota, il barattolo di Nutella mezzo aperto sul piano della cucina e il pacco di biscotti con gocce di cioccolato in bella vista.
- Non credi di star un po’ esagerando? Guarda che James ti sta cucendo il vestito per la laurea taglia 42, non vogliamo fargli cambiare taglia all’ultimo momento in una 46, giusto?!- chiedo ironica assottigliando gli occhi, tirandole la confezione di arachidi dalle mani e sperando di averla colpita nel suo punto debole: la linea.
- Ma Maya, io ho troppa fame!- ammette colpevole.
- Deve essere lo stress pre-laurea. Non voglio scuse e torna a concentrarti, dicevamo, la traduzione è…- comincio dopo un lungo sospiro, ma nel mentre faccio qualche veloce calcolo mentale come se avessi avuto una specie di illuminazione...
Bulma guarda sul suo portatile, poi guarda me di sottecchi con aria un pochino colpevole, come i bambini che sanno che i genitori stanno per fargli una bella ramanzina per aver rotto qualcosa in casa. Poi, notando che mia sorella non riesce proprio a concentrarsi, ma continua a fissarmi come un cane bastonato, poso la penna sul tavolo e la osservo seria.
- Bulma, scusa, giusto per curiosità…- esordisco, alzando un sopracciglio.
- Sì?- domanda lei quasi balzando dalla sedia.- Ma il ciclo ti è saltato o…? Non ti vedo usare assorbenti o Tampax da un po’, o lamentarti del mal di schiena, come succede da quattordici anni a questa parte-
Lei annuisce piano.
- E poi doveva arrivare ad entrambre praticamente a distanza di un giorno, e a me è appena andato via, quindi...- proseguo meditabonda, mentre Bulma continua a guardarmi colpevole aspettando da un momento all’altro una mia reazione, infatti sgrano gli occhi, arrivando alla soluzione praticamente da sola.
- Non mi dirai che...- comincio, per poi mettermi le mani davanti alla bocca, come a soffocare volutamente quelle pesanti parole.
- Shh, zitta non dire nulla! C’è la mamma in giro, non voglio rovinarle la festa di stasera- mi ammonisce svelta e sottovoce, guardandosi intorno circospetta.
- Bulma, tu…- mi avvicino parlando anche io sottovoce.
- Tu credi di essere... incinta?- peso accuratamente ogni singola parola di quella frase, come se volessi realizzare io stessa cosa sta uscendo dalla mia bocca.
- Maya non lo so- soffia confusa.
- So solo che abbiamo avuto qualche rapporto non protetto e me ne assumo tutta la responsabilità, però non pensavo di restare incinta al primo colpo, ecco- cerca di giustificarsi.
- Calmati, dimmi esattamente quando aspettavi il ciclo- la invito, cercando di seguire io stessa il mio consiglio.
"Più facile a dirsi che a farsi..."
- Il 30 di agosto- risponde convinta.
- Ne sei assolutamente certa?- le domando ancora, inarcando le sopracciglia.
- Più che certa- conferma.
“Mi domando perché abbia atteso più di dieci giorni per dirmelo...”
- Guarda che può trattarsi anche di stress per la tesi e lo stage, il cambiamento di stagione, tanti fattori, anche io ho avuto un ritardo il mese scorso- cerco di rassicurarla.
- Sì, ma immagino tu non sia andata nel panico più totale perché tu e Goku state sempre attenti, giusto?- ficcanasa lei alzando un sopracciglio.
- Beh, sì- ammetto ovvia con una scrollata di spalle.
Sospiro pesantemente, Bulma ha gli occhi bassi.
- Vegeta ne è al corrente?- chiedo piano.
- Non volevo allarmarlo per nulla- si affretta a replicare.
- Ciò vuol dire che non hai neanche ancora fatto un test- concludo, portandomi le dita alle tempie e chiudendo gli occhi.
"Decisamente troppe informazioni da elaborare..."
Lei scuote la testa confermando i miei sospetti, così cerco di prendere in mano le redini della situazione già alquanto complicata, ma non posso lasciare mia sorella nel panico senza muovere un dito, non in una faccenda delicata come questa.
- Ok, d’accordo- esordisco risoluta chiudendo lo schermo del portatile e rimettendo il tappo a varie penne ed evidenziatori.
- Adesso cosa faremo, prendo l’auto e faccio un salto in farmacia a comprarti un test di gravidanza e ci togliamo il pensiero, che ne dici?- propongo, in tono conciliante.
- No- i suoi occhi azzurri mi fissano con terrore.
- Già non ho il coraggio di guardare mamma e papà negli occhi da giorni, figurarsi fare il test a poche ore dalla festa, dove ci sarà tra l’altro anche mio suocero- il suo tono è sempre più agitato, quasi le trema la voce.
- No, non se ne parla, se rimandassimo a domani?- chiede, ritrattando.
- No, bella, te lo scordi!- dico facendole il gesto col dito.
- Adesso facciamo il test, domani andiamo a fare le analisi e prenotiamo un appuntamento dal ginecologo- la informo, elencandole tutti i possibili risvolti, mentre Bulma si morde un labbro.
- Non montiamoci già subito la testa, Maya!- mormora nel panico, facendo finta di tornare a guardare lo schermo del computer.
- Appunto per questo esistono i test da fare in casa, nella tranquillità del proprio bagno- dico con un sorrisetto ovvio, chiudendole il suddetto schermo davanti.
- Avanti, vado e torno, ci metterò pochissimo- rispondo, rassicurandola.
- Ma sono le undici passate non ha senso farlo!- ribatte ancora nel tentativo di dissuadermi, come se scoprire quella verità che in cuor suo già conosce perfettamente, la facesse sentire instabile. Mi volto a guardarla interrogativa.
- So che va a fatto con le prime urine del mattino- mi informa, col suo solito fare da maestrina. Io, di tutta risposta, roteo gli occhi.
- Che stupidate, se è positivo, è positivo anche alle tre del pomeriggio!- replico in tono seccato.
- E’ inutile che cerchi di scampartela, sono ineluttabile- concludo in attesa di un suo possibile riscontro.
- Almeno fammi venire con te- sbuffa, alzandosi dalla sedia.
- No! Tu rimani qui, desteremmo sospetti se ci allontaniamo tutte e due da casa, tu… continua a studiare e a fare le tue cose…- dico facendo un veloce gesto eloquente con la mano.
- Prendo la tua auto- urlo dal corridoio.
- Non fare danni!- risponde.
- Non te lo posso promettere!- ribatto come sempre, quando l’una prende l’auto dell’altra. Esco e mi avvio in garage, indossando gli occhiali da sole.
- Maya, tesoro!- la voce della mamma mi fa bloccare di colpo sulla porta del garage.
Non sono mai stata tanto brava a dire le bugie e a nascondere segreti di così vitale importanza e ora condividerne uno così pesante con Bulma, mi fa venire i crampi allo stomaco. Mi sento la coscienza così lurida al cospetto della mamma...
“Grazie tante, sorella”
- Ciao, mamma!- cerco di mantenere un tono quanto più neutro possibile, sperando che il mio sorriso tirato non mi tradisca. Fortunatamente la mamma non mi si avvicina, limitandosi a salutarmi da lontano, perché troppo impegnata con i fioristi e il responsabile del catering per stasera, i quali stanno iniziando a sistemare i tavoli per il buffet.
"Vedo quei ragazzi già esauriti, sicuramente lei gli avrà fatto spostare i tavoli e cambiare disposizione una decina di volte almeno..."
- Dove te ne vai a quest’ora?- mi chiede con il suo solito sorriso dolce, costringendomi ad inventare una scusa plausibile alla svelta, mentre viene verso di me.
"Eccola che arriva..."
- Ehm...ieri ho dimenticato una cosa in palestra da Goku, vado a prenderla e torno!- la informo.
- D’ accordo, ci vediamo dopo...no, no quello va un po’ più a destra!- si volta nuovamente verso i fioristi mentre indica con fare elegante il punto in cui spostare il centrotavola da uno dei tavoli già allestiti.
"E' il momento di darsela a gambe..."

Entro nell’auto di Bulma e metto in moto mentre le porte del garage si fermano per farmi uscire, per fortuna la farmacia non è molto lontana e dista da qui qualche kilometro. Dopo qualche minuto, mentre sono nei pressi e intenta a parcheggiare, il cellulare inizia a squillare. Rispondo leggendo il nome di Goku sul display.
- Ciao amore- rispondo spegnendo l’auto e aprendo la portiera.
- Ciao piccola, ma dove sei?- domanda, sentendo il tipico caos stradale del sabato mattina in sottofondo.
- Sono un attimo in farmacia, Bulma si sentiva poco bene, ho fatto un salto a prenderle delle aspirine-
“Oh, dimenticavo... Più di ogni altra cosa, odio avere segreti con lui!”
- Ah capisco, speriamo non si guasti la festa di stasera- mi dice un po’ dispiaciuto.
- Già, speriamo, tu che fai?- sposto volutamente l’attenzione su un altro argomento.
- In realtà volevo chiederti se per oggi l’allenamento possiamo annullarlo, sono arrivati i miei per partecipare al galà e non voglio già andarmene di casa- cerca di giustificarsi.
Mi ero dimenticata per un istante che anche i genitori di Goku sono ormai azionisti della società e, dunque, invitati di diritto alla festa.
- Hai ragione, non preoccuparti, in effetti anche io ho tante cose da fare tra shampoo, trucco e tutto il resto, quindi ci vediamo stasera, tranquillo- taglio corto, cercando di mantenere un tono neutro per non fargli sospettare nulla.
“Chissà che non ci sia Vegeta nei paraggi, potrebbe spifferargli tutto”
- Ottimo, a più tardi- risponde lui rilassato.
- A più tardi, ti amo- gli dico sorridendo.
- Anche io- risponde dolce lui prima di mettere giù.
Entro in farmacia e acquisto tre dei test di gravidanza più affidabili che ci siano in commercio e velocemente mi rimetto in macchina e torno a casa. Rientro, riponendo le chiavi dell’auto di mia sorella al loro posto e la trovo in cucina proprio dove l’avevo lasciata.
- Allora? Lo hai preso? Ti ha vista qualcuno?- mi chiede agitata, non appena si accorge della mia presenza.
- Rilassati, è un test di gravidanza non qualche grammo di droga. Devi stare calma!- la ammonisco, tirando i pacchetti fuori dalla borsa.
- Perché così tanti?- chiede sgranando gli occhi.
- Per essere più sicure, no? Ma la smetti di essere così in ansia? Sono io quella la sorella over the top quanto ad agitazione- 
- Scusami, ma mettiti anche un attimo nei miei panni- inizia in tono disperato.
- In caso di positività dovrò dire ai nostri genitori della gravidanza, dovrò dirlo a Vegeta, a suo padre, dovrò laurearmi con il pancione. Tutti i piani saranno sputtanati, Maya ti rendi conto?- mi dice stridula, per poi prendere a massaggiarsi le tempi per calmarsi.
- Non so proprio cosa fare- mormora affranta, mentre vedo i suoi occhi velarsi di lacrime e questi devono essere proprio gli ormoni tipici da gravidanza che fanno su e giù, me lo sento.
- Ascolta…- esordisco, invitandola a sedersi accanto a me.
- Tanto per iniziare, tu e Vegeta non siete due bambini, e sapevate perfettamente quello che stavate facendo- comincio, in tono incoraggiante.
- Inoltre, ci sono ragazzine che tirano su i bambini da sole, a volte senza un lavoro e fanno i salti mortali pur di non darli via-
Lei mi guarda, ancora con gli occhi pieni di lacrime.
- Tu hai la fortuna di avere un lavoro tuo, una famiglia solida alle spalle che sicuramente non farà mancare nulla né a te né al bambino e poi hai un ragazzo che ti ama e che ha scoperto a sua volta cosa vuol dire amare, glielo hai insegnato tu!-
Bulma sorride brevemente a quella mia affermazione.
- E sono sicura che farà i salti di gioia quando saprà dell’arrivo del suo rampollo reale, per quanto Vegeta possa mostrare gioia e allegria- aggiungo in tono altezzoso sull’ultima frase, al che mia sorella ridacchia e la seguo.
- Perciò, stai tranquilla che andrà tutto bene, i bambini sono la cosa più bella che possa capitare a noi donne, quando scegliamo di metterli al mondo- le dico sorridendo dolce e lei allarga finalmente il suo sorriso.
- E’ solo che sono sempre stata convinta che sarei diventata io la zia ricca e snob e tu la mammina a tempo pieno- commenta, per poi darmi una finta gomitata, venendo subito imitata da me.
- Spiacente, ma a questo giro la tua previsione non è andata come speravi- concludo e poi lei mi salta al collo, stringendomi in un abbraccio.
- Grazie, sorellina- mi dice stringendomi forte a sé.
- Non dirlo nemmeno e ora andiamo a scoprire se sarò o meno zia- la incoraggio, facendola tornare seria di colpo.
- Mamma è in giardino presa dai preparativi, papà è in laboratorio, quindi siamo completamente sole, via libera- la rassicuro, strizzandole l'occhio.
- Approfittiamo del momento, prima che rientrino tutti per pranzo- le ricordo.
- Giusto! Filiamo!-
Ci tappiamo nel bagno di servizio a pian terreno, mentre Bulma con mani tremanti si rigira la confezione del primo test tra le mani. Dopo qualche minuto di esitazione e lettura delle istruzioni, mia sorella si decide finalmente a fare pipì su tutti e tre gli stick, mentre io me ne sto seduta, impaziente, sul bordo della grossa vasca da bagno proprio accanto a lei.
Nell’attesa dei tre minuti, io cerco di restare calma, mentre lei se ne sta accucciata sul water, mordendosi le unghie. La scena e le postazioni sono identiche a quelle di quell’orribile notte di due mesi e mezzo fa.
Sembra essere passata un’eternità da allora e l’attesa di un verdetto decisamente più felice.
- Non rovinarti le unghie, stasera c’è un party, lo hai dimenticato?- le ricordo, tirandole via le mani dalle labbra.
- Scusami, è che sono nervosa all’estremo!- ammette mettendosi entrambe le mani sulle ginocchia.
- Maya...come dovrei dirlo a mamma e papà?- domanda dopo un lungo sospiro.
- Dovresti dirglielo in modo totalmente naturale- dico allargando le braccia.
- Grazie tante- replica socchiudendo gli occhi e guardandomi in cagnesco.
- Affronteremo la cosa un passo per volta, ma ti prego, sii chiara su una cosa: nessuno strano nome da Saiyan che riguardi le verdure- le consiglio in tono conciliante e poi ridiamo entrambe.
- Giuro solennemente che non sarà così, però credo debba una cosa a Vegeta…- dice fissando in alto, rilassandosi visibilmente a quel pensiero.
- Se avessimo una figlia femmina, potrebbe fargli piacere darle il nome di sua madre, Rosicheena- mi confida con un sorriso tenero, costringendomi a rimangiare la mia frase precedente sugli strani nomi da Saiyan.
- E’ un bellissimo nome e sicuramente lui ne sarebbe più che felice- le dico sorridendo.
- Infatti, se fosse maschio, mh… non saprei… ma di sicuro Veldock non mi piace per niente- asserisce sicura inarcando le sopracciglia, io concordo in pieno.
La sveglia sul cellulare impostata per i tre minuti, nell’immensa precisione maniacale di mia sorella, inizia a suonare facendoci scambiare uno sguardo ansioso.
- Maya controlla tu, io non ne ho il coraggio- mi dice tremante, io mi avvicino alla finestra e prendo passo velocemente tutti gli stick in rassegna e trattengo a stento le emozioni nel vedere due lineette ben definite su ognuno di loro.
Sussulto, poi sorrido.
- Allora?!- mi chiede in ansia, alzandosi finalmente dal water, io mi volto e la guardo seria, poi le sorrido.
- Guarda da te- le dico mostrandole il test, incapace di contenere la gioia, ma Bulma si sbianca mentre io le salto al collo, riservandole uno dei miei abbracci da orso. Sembra essere ancora sotto schock, quando torna seduta sul bordo del water e io le consegno uno dei test, per di più, non ricambia la mia stretta come sempre, restando di pietra per lunghi secondi.
- Avrò un bambino. Cioè, io avrò un figlio- commenta atona fissando il test.
- Già e so che sarai meravigliosa!- la incoraggio abbracciandola di nuovo, poi lei scoppia a piangere.
Inizialmente non capisco se è perché non volesse o perché si sta liberando dall’ansia che la opprimeva fino a qualche minuto fa.
- Coraggio, fai piangere anche me!- dico tirando su col naso.
- Santi numi, Maya, ti rendi conto?! io madre, non posso crederci- dice ancora, sgranando paurosamente i suoi occhi colore del cielo.
- Sì, lo sarai! E sarà bellissimo!- dico ridendo tra le lacrime.
- Forza, ora dobbiamo dirlo a Vegeta- le ordino risoluta.
- Già, è un po’ questo che mi preoccupa in realtà. Dammi un attimo per ricompormi e gli telefoniamo in laboratorio- mi dice, sollevandosi piano dal water.
Solo dopo essersi sciacquata il viso e aver ripreso il colorito di sempre, io e Bulma decidiamo che bisogna informare Vegeta, quindi ci rintaniamo in camera sua, dimenticandoci dei libri e appunti sparsi alla rinfusa sul tavolo.
“Se la mamma vedesse quel disordine, darebbe di matto. È particolarmente suscettibile il giorno della festa degli azionisti…”
- Ok, coraggio- dice dopo un lungo e pesante sospiro, cominciando a comporre il numero del laboratorio sul tastierino del telefono, mentre io mi accomodo a gambe incrociate sul letto di fronte a lei.
Nel giro di qualche secondo, sperando che gli squilli non vadano a vuoto, finalmente qualcuno risponde.
- Papà, sì sono io, no nulla...ah ascolta, c’è per caso Vegeta lì con te? Ok, grazie…- la sento dire.
Seguono secondi di silenzio, Bulma mette il viva voce per farmi ascoltare la telefonata.
- Ciao- comincia ansiosa.
- Cosa c’è?- domanda Vegeta in tono apparentemente preoccupato.
“Beh, chi ormai conosce Vegeta direbbe che è un tono preoccupato, altrimenti sarebbe semplicemente seccato”
- Ehm...devo dirti una cosa importante- comincia lei, torturandosi l’orlo della camicetta che indossa.
- E lo devi fare proprio adesso? Sto lavorando-
"Ecco, ora è un tono decisamente seccato..."
Bulma sospira pesantemente.
- Possiamo parlarne più tardi se vuoi, ma volevo condividere la notizia con sua altezza- risponde lei sarcastica e poi silenzio. Bulma quasi teme che il suo ragazzo abbia staccato.
- Vegeta, sei lì?- chiede poi sospirando.
- Sì, ci sono, ebbene?- la incoraggia lui col medesimo tono.
- Ecco, vedi...io…- mia sorella è visibilmente in difficoltà, in cerca delle parole adatte da usare per comunicargli la notizia.
- Ma insomma, donna, quanto ci vuole?!- chiede impaziente lui dall'altro capo, così la turchina alza gli occhi al cielo, esasperata.
- Sono incinta, brutto coglione!- sbotta sbattendoglielo praticamente in faccia come un secchio d'acqua gelida.
- E non mi dai neanche il tempo di creare un po’ di suspence, che cazzo!- lo rimprovera lei stridula e in quel momento cade la linea. Bulma si morde un labbro, rendendosi conto di essere stata forse un po’ troppo diretta e cambia subito tono.
- Ve...Vegeta, amore? Pronto?!- domanda mansueta, per poi mettere giù non ricevendo risposta.
- Sarà svenuto?- mi chiede preoccupata.
- Può essere- replico ironica, ma nel giro di qualche minuto ci ritroviamo praticamente Vegeta in casa. Sentiamo la sua voce che urla “BULMA” dal salone, che quasi lei ha il terrore di scendere di sotto. Al suo seguito ci sono suo Veldock e papà...
"Un gran bel quadretto..."
Sapendo di non avere più scampo, io e Bulma con riluttanza scendiamo in cucina per affrontare la famiglia al completo. Vegeta non si sarà contenuto e lo avrà sbandierato all’interno del laboratorio e in tutto il tragitto mentre veniva qui, lo avranno saputo persino quelli del catering di stasera.
- Se è uno scherzo per rovinare la festa, sappi che hai scelto il giorno sbagliato, tesoro- esordisce subito papà, ma il mezzo sorrisetto rilassato che ha come sempre stampato in volto, non lascia trasparire alcun altra emozione se non tranquillità.
- No, non è uno scherzo, papà- si affretta a replicare seria mia sorella.
- Ma che succede? Vi ho visti entrare qui come un esercito di bisonti...-
Nonostante lo scompiglio iniziale, appresa la realtà della notizia, i nostri genitori sembrano abbastanza tranquilli e il padre di Vegeta l’ha presa meglio di lui, che è sotto schock, immobile come una statua, proprio come la sua dolce metà.
- Ma ci pensate, un erede! Ma che meravigliosa notizia!- dice esagitato Veldock, dando una pacca sulla spalla al suo consuocero.
- Motivo in più per festeggiare questa sera! Oh, dobbiamo dirlo a tutti, dobbiamo chiamare C e James!- prosegue allegra la mamma, pronta a stappare dello champagne.
- Ci penso io ad avvisarli- la rassicuro sorridente e così invio un messaggio sul gruppo chat che abbiamo con i gemelli, in allegato la foto del test di gravidanza.
Maya: Tenetevi forte, state per diventare zii...
James risponde dopo qualche secondo
James: ma che caz...

Poi manda un vocal, da cui si sente che è in auto, con lo stereo a palla
James: ragazze non scherzate, chi di voi troiette ha la pagnotta in forno?!
Maya: Bulma, naturalmente!
James: OH MIO DIO!

Comincia a urlare isterico
James: Vegeta subito a colpo sicuro, eh! E vai così col mambo! Brava cugina, sono fuori di me dalla gioia!
Charlotte: scusate ma siete seri?! Bulma, ma che mi combini?!
James: giuro che se potessi partirei da Parigi oggi stesso, vedrò di organizzarmi prima possibile, non posso aspettare la vostra festa di laurea! A proposito, Bulma, aggiornami sulla tua taglia a questo punto ahahah
Charlotte: e lui come l’ha presa? Vegeta intendo...
Bulma: grazie ragazzi, sì sono ancora un po’ sotto schock, Vegeta dopo lo stato di trance iniziale, sono ore che non smette di chiedermi come sto, credo sia diventato deficiente...

Dice con un breve vocal e il pomeriggio prosegue chiacchierando sul gruppo Whatsapp, quando noi veniamo risucchiate dal tipico entusiasmo della mamma per dare inizio ai veri preparativi della serata.

 

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Capitolo 35
*** Figlia ***


Capitolo 35:

Siamo tutti in tiro per la festa aziendale, evento per cui ci prepariamo tutti con largo anticipo ogni anno.
Gli ospiti si stanno già accumulando in giardino, sorseggiando cocktail e stuzzicando dal buffet e dalla mia camera riesco a sentire soltanto musica soffusa e risate indistinte, mentre sono allo specchio ad ultimare il make-up.
“Come al solito tu e Bulma siete le ultime ad apparire” mi ammonisce la mia coscienza, con la voce molto più simile a quella della mamma che alla mia.
Qualcuno bussa leggermente alla porta della mia camera socchiusa.
- Avanti- dico senza pensarci troppo sopra, mentre sono intenta ad agganciare la collana.
Mia sorella appare sull’uscio della porta sospirando, il viso una maschera di cera e ogni espressione celata alla perfezione. Io le sorrido rassicurante, squadrandola da capo a piedi.
- Sei bellissima- le dico, lei di tutta risposta rotea gli occhi, riponendo in malo modo il cellulare nella pochette rossa in tinta con le sue griffatissime Louboutin, tocco finale di un look adatto alla serata di gala fatto di un elegante tubino nero, con dei veli sulla parte posteriore che scendono a toccare terra come uno strascico e un colier di diamanti che quasi le fa scintillare il viso. I capelli sono raccolti in un elegante chignon e il trucco anni Cinquanta, con definite e accese labbra rosse, fa risaltare ancora di più il colore dei suoi occhi.
Mi suona quasi come un’assurdità, ma vedo già lo sguardo di mia sorella in qualche modo cambiato, nonostante lei cerchi di celarmi a tutti costi le sue emozioni al momento.
"Chissà se il fatto che il bimbo sia mezzo Saiyan possa influire in qualche modo sulla gravidanza, annullare dei comuni sintomi, o magari amplificarli, come ad esempio la fame..."
Le donne in gravidanza mangiano tantissimo, persino di notte, ma Bulma mi sta particolarmente spaventando in questi giorni, lei che è sempre così attenta alla sua linea.
“È un pozzo senza fondo...”
Ora che ci penso, anche Goku e Vegeta mangiano come se non avessero mai visto cibo in vita loro quando si siedono a tavola.
“Sarà che hanno un metabolismo eccezionale...”
Sorrido tra me e me pensandoci e, immagino che sia decisamente un piccolo Saiyan quello a crescere nel ventre di mia sorella.
Involontariamente, mi ritrovo a pensare a quando accadrà a me e Goku e alle sue parole di quella sera sullo yacht.
“Potrebbe essere tutto umano, o tutto Saiyan, o entrambe le cose...”
Penso a come ci sentiremmo alla notizia, alla reazione che potremmo avere, se lui ne sarà felice, se i suoi la prenderanno bene e cammineranno tre metri da terra come sembrava fare Veldock questo pomeriggio.
Beh, se mi fermo a pensare per un attimo calandomi nei loro panni, con la consapevolezza di essere una dei sei sopravvissuti della mia razza e scoprissi che in arrivo c’è un bambino che darà il via alla nuova generazione e l’estinzione non è poi così in pericolo, sarei felice anche io.
Se consideriamo anche che questo bambino è un membro della famiglia reale, camminerei anche io tre metri da terra, decisamente.
- Maya, comincio a scendere di sotto, sono arrivati già tutti…- mi avvisa Bulma distogliendomi dal mio flusso di coscienza e cambiando completamente argomento.
- Mi aspettavo come minimo un grazie al mio complimento- osservo, socchiudendo gli occhi e lei abbozza un sorriso.
- Beh, che posso dire? Tra poco questo meraviglioso abito non mi entrerà più, quindi meglio sfruttarlo finché si può- annuncia, facendo una breve piroette.
- Sai che ti vedo già cambiata?- decido di dar voce comunque ai miei pensieri.
- Non dire assurdità, Maya, ti prego- mi interrompe, portando nuovamente gli occhi al cielo.
- Giuro, non è per dire, per abbindolarti o altro, è che lo penso davvero- spiego sorridendole, lei ricambia addolcendo di colpo lo sguardo.
- Grazie, per tutto- mi dice facendo un passo verso di me.
- Forse non te lo dico tanto spesso quanto dovrei, ma se avessi avuto una sorella di sangue, non avrebbe retto il confronto con te, nemmeno per un secondo- mi confessa, sussurrandomi all’orecchio mentre siamo strette in un abbraccio
- Smettila, mi fai sbavare il trucco e ci sto lavorando da mezz’ora!- la ammonisco, ricordandole quanto sono emotiva sull’argomento.
- Davvero, mio figlio sarà fortunato ad avere te e Goku come sua madrina e suo padrino- annuncia strizzandomi l’occhio e a quella prospettiva, il mio sorriso si allarga ulteriormente.
- E io non vedo l’ora di essere un esempio da seguire per lui- commento fiera.
- A proposito devo dirlo a Goku, se non l’avrà già fatto Vegeta- osservo, corrucciando lo sguardo.
- Vado in giardino ad accertarmene… Ah, e stasera bevi champagne anche per me, ti prego!- mi dice supplichevole prima di uscire dalla stanza, poi si volta a guardarmi di nuovo, scuotendo leggermente la testa.
- La prima festa aziendale da dipendente in cui non potrò toccare alcool, questa è davvero ironia della sorte- osserva.
- Tu, invece, consolati con il buffet, io non posso mangiare troppo, Goku mi tiene sotto stretta sorveglianza per gli allenamenti- le ricordo sbuffando.
- E direi che funziona, quest’abito ti sta d’incanto!- si affretta ad aggiungere felice, rimirando la mia mise per l’occasione, un lungo e leggero vestito color bronzo, con le spalline sottili e lo scollo a cuore, che scende morbido mettendo in evidenza i punti di forza del mio corpo.
Sto provvedendo ad un trucco sui toni sabbiati e bronzati e per l’occasione ho lisciato i miei indomabili capelli ricci.
- Grazie, ora vai, che sei sicuramente l’ospite d’onore questa sera- annuncio, capendo le sue reali intenzioni, cioè quelle di restare con me fino a quando non sarò pronta anche io.
- Bella faccenda- bofonchia sarcastica.
- Spero papà non voglia farmi fare un discorso- mi dice con una smorfia.
- Beh, non lo saprai mai finché non scenderai giù in giardino, cosa che mi sembra di capire, tu non abbia molta voglia di fare questa sera- la indico facendo roteare il dito fino a toccarle la punta del naso, per prenderla in giro.
- Ti odio. Hai ragione- mormora socchiudendo gli occhi e poi, finalmente, gira i tacchi e lascia la mia stanza.
- Ci vediamo in giro e sbrigati a finire- mi dice dal corridoio.
E così, rimasta sola, concludo il trucco con un altro velo di gloss, indosso gli orecchini, e vari anelli e bracciali, afferro la pochette e spengo la luce di camera mia, chiudendomi la porta alle spalle.
Mi avvio per le scale, guardando l’orologio sul display del telefono e maledicendomi per aver fatto decisamente più tardi del previsto, ma mi blocco in cima alla rampa quando subito all’ultimo gradino scorgo Goku elegantissimo in un completo total blue che mi sorride raggiante.
Il cuore manca un battito e il respiro si fa subito affannoso, un po’ come quando ci siamo incontrati la prima volta al campus.
Assomiglia ad una scena di un film, lui che mi aspetta bellissimo, elegante, con le braccia incrociate dietro la schiena da vero cavaliere e io che scendo le scale, tenendomi l’abito in una mano per non inciampare e incedendo lentamente verso di lui.
Quando sono ormai accanto a lui, Goku mi porge il braccio e io sorrido scuotendo la testa, poco abituata a questi suoi modi di fare che si addicono più a Vegeta e, soprattutto, mi fa strano vedere i suoi particolari capelli pettinati e tenuti a bada con la gelatina e la cera, stasera.
- Signorina, è incantevole questa sera, ma lei è per caso la mia ragazza? Devo aver avuto un vuoto di memoria, sa?- mi dice con fare da gentiluomo, ma la recitazione gli esce pessima.
- Beh, sì, sono decisamente la sua ragazza, signore. Evidentemente non mi ha riconosciuta, visto il cambio di look dal riccio al liscio- gli dico, dandogli un indizio e stando al gioco.
Lui mi sorride ancora una volta e poi lo vedo avvicinarsi al mio orecchio, scostandomi una ciocca di capelli setosa che sembra sfuggire alle sue dita.
- Sei perfetta- mi sussurra e io sento un brivido correre lungo tutta la colonna vertebrale.
Riprendo a respirare regolarmente dopo quel complimento che nascondeva tutt’altro che pure intenzioni e ci avviamo in giardino entrambi. Lì ci sono già tutti i partecipanti alla festa, salutiamo qualcuno accanto al buffet e poi entrambi ci prendiamo un flute di champagne.
- Hai saputo la novità?- chiedo con fare indagatore, dopo aver fatto un breve sorso della bevanda frizzante.
- No, cosa è successo?- domanda stranendosi.
- Buffo che Vegeta non abbia messo ancora i manifesti…- osservo ridacchiando, per poi fare un altro sorso di champagne, Goku mi imita, continuando a fissarmi interrogativo.
- E’ grave?- chiede preoccupato.
- Al contrario...- ritento, capendo che il suo miglior amico ha deciso di mantenere il segreto e visto che io in queste circostanze non riesco a fare altrettanto, decido di vuotare il sacco.
- Bulma aspetta un bambino- annuncio con un sorriso e vedo Goku passare dal suo colorito naturale al bordeaux nel giro di qualche secondo, quasi si strozza con lo champagne.
- Amore, hey, tutto ok?!- chiedo spaventata, dandogli sonore pacche sulla schiena.
- Sì, urca! È solo che è così inaspettato! Voglio andare a congratularmi con loro, dove sono, tu li vedi?- mi chiede guardandosi intorno, io faccio lo stesso, quando una voce femminile ci interrompe
- Kaaroth!-
Ci giriamo nella direzione da cui quest’ultima proviene e riconosco le figure di Gine e Bardack anche loro elegantissimi, che si avvicinano a noi. Sorrido loro timidamente, realizzando di essere molto più a disagio adesso, rispetto a quando sono andata a casa loro e li ho conosciuti.
- Buonasera, come state?- chiedo gentile, inchinandomi con rispetto.
- Maya! Ma che bella che sei! Quasi non ti riconoscevo, sei in forma!- commenta raggiante la donna, mandando al diavolo tutti i convenevoli, mentre un sospiro di sollievo interiore mi fa rilassare tutto d’un tratto.
Gine non risparmia i complimenti, mentre il figlio si appresta a passare due flutes di champagne sia a lei che a Bardack.
- La ringrazio, ma è solo merito di suo figlio, mi sta allenando lui- annuncio per poi fare un altro sorso di champagne, lanciando un’occhiata di sottecchi a Goku, visibilmente in imbarazzo.
- Questo vuol dire che Kaaroth è diventato un bravo maestro!- si intromette Bardack con la sua voce profonda.
- Il migliore, posso garantire- confermo sorridendo soddisfatta, mentre Goku prende a grattarsi la nuca come fa sempre quando è a disagio.
Seguono attimi di silenzio imbarazzante, mentre io e il mio ragazzo ci scambiamo qualche fugace sguardo e i suoi genitori fanno lo stesso. Prima che mi venga voglia di congedarmi con una banale scusa, è di nuovo Bardack con la sua voce autorevole, a spezzare il silenzio.
- Ascolta Maya, sappiamo che è trascorso un po’ di tempo e non abbiamo mai avuto l’occasione di parlarne, ma io e mia moglie, a nome di tutta la famiglia, ci tenevamo a farti le nostre più profonde scuse per quello che Radish ti ha fatto…- comincia, cogliendomi completamente alla sprovvista.
Sento Goku irrigidirsi impercettibilmente accanto a me al sentir pronunciare il nome di suo fratello, io quasi non avrei voluto mai toccare l’argomento con loro.
In fin dei conti, per quanto possano aver potuto odiarlo, ripudiarlo, cacciarlo, Gine e Bardack sono sempre sua madre e suo padre e io potrei non contenermi con le parole o i gesti riguardo a quella faccenda.
Cerco di mantenere la compostezza, interrompendo con gentilezza il padre di Goku.
- Mi creda, per me è tutto passato...- comincio, per poi dosare meglio le parole.
- Nel senso che accetto le vostre scuse e mi fanno immensamente piacere, anche se non ce n’è bisogno, davvero…-
- No, è stato orribile, ha disonorato l’intera famiglia e te, una ragazza buona e innocente- stavolta è Gine a interrompermi e la sua voce non è più mielosa come poco fa, ma ferma e impassibile.
Quasi mi destabilizza il cambio repentino nelle loro espressioni, rilassate e gioviali fino a qualche secondo fa.
- Kaaroth non fa altro che parlare bene di te, dal primo momento. Non glielo perdoneremo mai, anche se è nostro figlio- conclude la donna, tenendo il calice di champagne con entrambe le mani.
- Certe azioni non possono essere scordate- le fa eco il marito con durezza, mettendosi a braccia conserte.
“Caspita, pensavo di essere io quella che non aveva neanche una parola carina da spendere per quell’essere, invece mi ritrovo con Gine e Bardack costernati a supplicarmi di perdonarli, anche se loro non mi hanno fatto nulla”
Eppure si parla di loro figlio, sangue del loro sangue, uno degli ultimi sopravvissuti della loro razza, per giunta. I Saiyan devono tenerci davvero tanto all’onore per parlare così.
- Davvero, vi ringrazio ancora una volta per le vostre scuse e le apprezzo tantisimo, però mi sono gettata quell’episodio alle spalle e, come una fenice, mi sono rialzata, grazie anche a Goku-
Lui sorride.
- Per questo gli ho chiesto di allenarmi, per non dovermi mai più trovare in una situazione in cui risulto indifesa, volevo imparare a combattere per difendermi- annuncio, spiegando il motivo dei miei continui allenamenti con il loro secondogenito. Gli occhi neri come la notte dei due Saiyan adulti, incontrano quelli del medesimo colore di Goku, mentre hanno dipinto sul volto un’espressione fiera e soddisfatta.
- Stai allenando su una vera guerriera, Kaaroth- commenta Gine, guardando suo marito complice.
- Questo ti fa onore, davvero- si accoda Bardack.
Io abbasso la testa in segno di ringraziamento e Goku fa lo stesso.
- Visto che siamo qui, mamma, papà volevo dirvi io una cosa…- comincia Goku, catturando su di sé l’attenzione di tutti, soprattutto la mia.
“Oddio, cosa vorrà dirgli adesso?!”
Goku mi cinge le spalle col suo braccio possente e mi attira leggermente a sé.
- Io e Maya ci siamo scelti, lei è la mia compagna di vita- annuncia lui, con la voce e l’espressione più seria che gli abbia mai visto in faccia da quando lo conosco.
Quella frase, detta in tono quasi solenne, mi lascia scioccata e interdetta e, soprattutto, al momento sono incapace di formulare un qualsiasi pensiero di senso compiuto.
“Credevo che tutte le moine degli ultimi cinque minuti palesassero già da sole il fatto che io e Goku stiamo insieme. Non pensavo si usasse parlarne chiaramente con i familiari. Sarà un’altra strana usanza aliena”.
- Maya è al corrente di tutto, di noi, della nostra storia- incalza Goku, facendomi inarcare le sopracciglia, ormai consapevole della piega che sta per prendere quel discorso. Gine e Bardack, di tutta risposta, sorridono felici.
- Io l’ho capito dal primo momento, sai? Che eri tu l’anima gemella di mio figlio!- annuncia la donna, facendo un passo verso di me. Io sorrido emozionata, colta praticamente in contropiede e poi, non ho neanche il tempo di realizzare il tutto che Gine mi afferra e mi stampa un bacio sulla fronte.
Quel gesto così dolce e tremendamente inaspettato mi fa salire le lacrime agli occhi, cosa che vedo chiaramente anche nello sguardo della donna che mi sta di fronte a così poca distanza, mentre Goku se ne sta lì, sorridente come un bambino che ha appena scoperto che Babbo Natale gli ha lasciato i doni sotto l’albero.
Poi anche Bardack imita sua moglie.
- Benvenuta nella nostra famiglia, figlia-
Il mio sorriso si allarga ulteriormente a sentire quella parola. Essere parte di qualcosa, contare per qualcuno, è davvero un sogno che si realizza, ancora una volta.
- Sono onorata, non mi aspettavo questa “accoglienza”- dico mimando le virgolette con le dita, mentre faccio qualche passo indietro, per tornare di nuovo accanto a Goku.
- Pensavamo che con la distruzione del nostro pianeta d’origine, gli unici bambini Saiyan sopravvissuti non avrebbero trovato mai la loro anima gemella e, invece, a quanto vedo…- comincia Gine guardandosi intorno, scorgendo anche Bulma e Vegeta che parlano con il Re, che è sorridente come non mai.
- Eravate solo a qualche galassia anni luce di distanza- ironizza strizzandomi l’occhio.
- A proposito, Goku voleva fare gli auguri a Bulma e Vegeta- annuncio, riconoscendo mia sorella nella folla.
- Già, abbiamo appreso del lieto evento, volevo congratularmi anche io con loro- si accoda Bardack.
- Andiamo, allora, prima che vengano assaltati da qualcun altro- propongo, spostandomi per far passare prima loro, ma Gine mi prende sottobraccio in modo materno e iniziamo a chiacchierare tra noi, mentre davanti a noi Bardack da una pacca sulla spalla al figlio minore.
- Tuo fratello stava per rovinare tutto e indebolirti e invece, guardati ora, l’amore ti ha reso un guerriero completo, Kaaroth- dice fiero Bardack, abbozzando un sorrisetto soddisfatto, mentre Goku sospira contento.
- Sento di poter fare tutto, da quando c’è lei- si sbilancia a confessare a suo padre, cosa che non avrebbe mai pensato di raccontare, non a lui che, dopo un po’ di anni, a volte fa ancora fatica ad abituarsi ai sentimentalismi terrestri.
- A quando le nozze?- incalza l’uomo, ma Goku arrossisce.
- Beh, papà, sai com’è i tempi degli umani sono un po’ diversi rispetto ai nostri- risponde Goku in imbarazzo, mettendo un freno ai sogni di gloria di Bardack.
- Poi stiamo insieme da qualche mese, la spaventerei di sicuro con una proposta di questo genere- ammette il giovane, grattandosi la nuca.
- Capisco, beh, in effetti potresti aver ragione- si trova d’accordo l’uomo.
- E visto che è così, non dimenticare di farle la proposta come si deve, come un terrestre, vedrai impazzirà- suggerisce Bardack, in tono leggero.
- Me ne ricorderò, quando sarà il momento- conclude e suo padre annuisce.
Mentre cammina tra la folla, Goku si ritrova a riflettere sulle parole di quell’uomo saggio che è suo padre.
“In effetti, siamo felici, siamo adulti, non ci sarebbe nulla di male a voler condividere il resto della vita insieme, a partire da questo momento”
Goku sorride a quel pensiero e, considerando che la nostra non è esattamente una relazione “normale” come quella di tutti i nostri coetanei, considerato il fatto che lui è un alieno, la mia anima gemella Saiyan e suo fratello ha tentato di stuprarmi solo per poter procreare e portare avanti la razza, perché dovremmo fare le cose che fanno tutti? Quelle cosiddette normali.
“Aspettare o non aspettare è soltanto una pura convenzione decisa da queste assurde società umane. Se io amo una persona, perché dovrei attendere di vivere felice con lei?”

 

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Capitolo 36
*** Prime Incomprensioni ***


CAPITOLO 36:

- Bulma!- esclama Gine avvicinandosi a lei, che accorgendosi di sentirsi chiamare, interrompe la conversazione con suo suocero.
Mia sorella è visibilmente imbarazzata, cosa che non è affatto da lei. La conosco da tutta la vita si può dire e la sua sfacciataggine, così come la sua disinvoltura in tutte le situazioni in cui è capitato di trovarci, sono sempre state oggetto di ammirazione da parte mia.
- Benvenuta in famiglia!- continua la donna.
"Credo di non aver mai visto la mamma di Goku lasciarsi andare a questi convenevoli tipicamente terrestri..."
Mia sorella piega leggermente il capo in segno di ringraziamento.
- Grazie- mormora alla fine.
- Come ti senti? Per qualsiasi cosa, consigli o altro, sappi che puoi contare su di me- si propone entusiasta la corvina, poi si guarda intorno circospetta, mentre si avvicina piano a Bulma.
- Non metto in dubbio che la tua mamma abbia esperienza, ha cresciuto te e Maya splendidamente, ma vedi portare in grembo un Saiyan non è cosa da tutti- le dice con fare confidenziale, per poi strizzarle l’occhio.
Bulma si esibisce nel sorriso più tirato che le abbia mai visto fare e poi mi lancia un veloce sguardo, nel quale è nascosta una supplica d’aiuto, io di tutta risposta, faccio un lungo sorso di champagne.
“La conversazione sta mettendo ansia persino a me che non sono incinta...”
Non credo di essere psicologicamente pronta al momento, a sentire discorsi sulle gioie di partorire un piccolo scimmione alieno. Al solo pensiero, mi gira vorticosamente la testa.
- Dovremmo dare una grande festa, un banchetto!- esordisce risoluto Veldock, beccandosi un gesto d’approvazione da parte di Gine.
- Ma siamo già ad una grande festa- si premura di sottolineare Bulma, mascherando a fatica la sua esasperazione.
- Intendo una festa in onore del nascituro, è ovvio- continua il Re, mentre mia sorella sospira rumorosamente.
"Sta per perdere la pazienza, lo sento..."
- Non vorrei mancarle di rispetto, Veldock, ma suo nipote è grande quanto le bollicine in questo calice al momento, c’è tempo per i banchetti e le incoronazioni- risponde lei, cercando di mantenere l’autocontrollo e, soprattutto, il sorriso.
- Bulma ha ragione, papà. Adesso l’importante è che cresca sano e forte- sottolinea Vegeta, assumendo la sua solita posizione a braccia incrociate.
- Brinderò decisamente a questo!- replica con ironia la turchina, mentre solleva in alto il suo flute di succo di frutta.
Mentre loro continuano a chiacchierare, io mi giro di spalle e vedo Goku che parla con suo padre poco distante.
Senza nemmeno accorgermene e, data tutta la situazione, i miei pensieri mi riportano nuovamente a come potrebbe essere se ora ci fossimo io e Goku al posto di Bulma e Vegeta. Per un istante soltanto mi perdo ad immaginare nostro figlio nella mia mente.
“Somiglierà a me? A lui? Sarà forte come suo padre, o dovrà imparare ad esserlo come è successo a me?”
Inizio a fantasticare un po’ troppo, quando la mamma mi si para davanti, agitata.
- Maya, tesoro, ho mandato il cameriere giù in cantina a prendere dell’altro champagne, ma non è ancora tornato, ti spiace andare a dare un’occhiata? Non vorrei si fosse perso, poverino- mi mette al corrente, con una nota di ansietà nella voce.
- Certo, mamma, vado subito-
- Non metterci troppo, tra poco siamo pronti per il brindisi annuale!- si affretta a dirmi, afferrandomi leggermente per un braccio.
- Farò in un attimo, vogliate scusarmi- così mi congedo dagli altri per raggiungere la cantina, quando Goku si accorge che mi sto allontanando dal gruppetto e prima mi segue  con lo sguardo, poi si allontana da suo padre.
- Papà, torno subito- dice a Bardack, allontanandosi di fretta.
- Sì, io raggiungo gli altri- lo informa suo padre, per poi vuotare il suo bicchiere e Goku annuisce, poi fa uno scatto per seguirmi, mentre Bardack raggiunge il gruppo, che sta mettendo ancora sotto torchio la povera Bulma.
- Eccolo qui, l’uomo che ha permesso che diventassi nonno!- esclama Veldock vedendo arrivare il suo vecchio amico, nonché suo ex comandante dell’armata reale.
Dalla prima volta che li abbiamo conosciuti, sicuramente stasera sono tutti più rilassati e contenti, sarà che finalmente non devono più portare il peso del loro segreto, almeno non più con me e Bulma, considerate parte della famiglia.
- Non esagerare. Bulma, Vegeta, le mie più vive congratulazioni- dice Bardack serio.
- Allora, pensato già a qualche nome?- tenta il padre di Goku, nella speranza di fare conversazione, ma Bulma sospira sfinita, poi presa dall’ansia, o forse da uno sbalzo ormonale improvviso, si sente di colpo nervosa.
- Non ancora, è un po’ presto…- lo interrompe, più bruscamente di quanto avesse voluto.
Bardack annuisce lentamente e il silenzio aleggia pesante tra i presenti, quando Bulma espira rumorosamente.
- Vegeta, amore, posso parlarti un attimo...in privato?- chiede d’un fiato, voltandosi completamente nella sua direzione.
- Torniamo subito- annuncia il piccoletto, per poi prendere a camminare davanti alla sua compagna in direzione del gazebo illuminato sul retro del giardino, alle spalle della piscina.

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Bulma si siede sulla panchina, sospirando ancora una volta sull'orlo dell'esasperazione, mentreVegeta passeggia nervoso, dandole le spalle e tenendo le braccia incrociate, come suo solito.
- Allora? Di cosa volevi parlarmi? Guarda che tra poco tuo padre farà il discorso, meglio non mancare- esordisce lui spezzando il silenzio, ma senza degnarla neanche di uno sguardo.
- Ah, ma per favore! Non fingere di fare il genero perfetto adesso- sbotta Bulma al limite della pazienza e Vegeta si volta verso di lei alzando un sopracciglio.
- Come, prego?- risponde in un sibilo lui.
- Sai bene cosa intendo- lo interrompe bruscamente la ragazza e quasi lui vede del fumo uscire dal corpo della fidanzata.
- Siete sempre stati freddi come il ghiaccio tu, tuo padre e ora all’improvviso, vi comportate come dei normalissimi esseri umani che stanno festeggiando l’arrivo di un bebé!- Bulma da sfogo a tutta la sua frustrazione, mentre Vegeta aggrotta le sopracciglia in un’espressione spaesata, poi lei si alza e va verso di lui, incazzata nera, un po’ come un toro pronto a caricare.
- Sappiamo entrambi che è capitato e ora non possiamo farci niente!- riprende lei, incapace di darsi una calmata e, fortunatamente la musica copre le sue urla.
- Ma non cercate di rifilarmi tutte queste cazzate della gioia di un nuovo arrivo e della nuova generazione dei Saiyan, perché con me non funzionano, non sono una romantica io- lo mette al corrente lei, portandosi sulla difensiva.
- E’ un tuo problema- si limita a rispondere lui, quasi come se la cosa non lo riguardasse minimamente.
- Ma ricordatelo bene, questo bambino è il figlio di una onorata stirpe reale…- comincia Vegeta, puntandole l’indice contro a mo’ di avvertimento, ma Bulma non gli lascia neanche finire e porta gli occhi al cielo, alzando ancora di più il volume della voce.
- L’ho capito, cazzo!- sbotta livida di rabbia.
- Non è neanche nato e già mi sento addosso una marea di responsabilità per lui, non possiamo fermarci un secondo e vederlo semplicemente per quello che è? Nostro figlio, Vegeta, nostro figlio!- dice calcando le parole ad una ad una, per poi far calare un pesante silenzio tra loro, soltanto la musica in sottofondo e risate indistinte alla festa.
Bulma si sforza di far tornare il suo respiro quanto più regolare possibile, ricordandosi per un attimo che tutto quello sbraitare non fa bene né a lei né al piccolo e, quasi come fosse un gesto automatico, si porta una mano al basso ventre.
- Non lo ripeterò un’altra volta, ma quasi mi fa paura dirti di calmarti, che non ti fa bene agitarti così, ma finirei per farti arrabbiare di più, suppongo- spiega Vegeta, dandole nuovamente le spalle, ma Bulma riesce a scorgere un sorrisetto dipinto sul volto del ragazzo, prima di voltarsi completamente.
La collera lascia spazio ad un senso terribile di sconforto, così Bulma quando sente le lacrime pizzicarle gli occhi tanto forte da costringerla a chiuderli, si lascia andare ad un pianto liberatorio, facendo uno scatto e abbracciando Vegeta da dietro. Lui resta per un attimo immobile e sospira, portandosi una mano alla fronte, colto completamente di sorpresa dalla reazione della sua fidanzata, furente fino a poco fa e ora piagnucolante come una bambina.
Nonostante non sia esattamente un tipo abile a consolare le persone, i singhiozzi disperati di Bulma sono come delle lame nel petto per il giovane principe, così senza pensarci su troppo, si volta e accoglie la sua compagna tra le sue possenti braccia, dandole la possibilità di sfogarsi per bene.
- Ho paura Vegeta, ho paura di non essere all’altezza di crescere questo bambino e mantenere l’aspettativa che tu e tuo padre e tutti gli altri vi siete fatti- confessa Bulma nascosta nel suo petto, dando voce ai pensieri più nascosti persino a sé stessa.
- Non solo non ho idea di come si cresca un figlio, figuriamoci crescere un bimbo che non sarà del tutto umano!- sottolinea lei, mentre il mascara cola inesorabile sul suo viso di porcellana.
- Bulma, ora zitta e ascolta- la interrompe lui, cercando di spostarla e facendo una fatica enorme a mostrarsi dolce e comprensivo. Di certo, queste non sono tra le sue peculiarità.
- Nostro figlio discenderà pure da una fiera razza di guerrieri dello spazio, ma ti posso assicurare che sarà un bambino come tutti gli altri, perché tu gli insegnerai cosa è giusto, cosa è sbagliato. Gli insegnerai ad amare, come lo hai insegnato a me- confessa lui, anche se il suo tono di voce neutro sembra stonare per un attimo col contenuto delle sue parole. Ma a Bulma sembra andar bene quel modo di consolare, tanto da smettere di piangere e imporsi di non singhiozzare. Ancora con gli occhi rossi, la giovane solleva lo sguardo portando i suoi occhi color del cielo ad incrociare quelli neri come la pece di Vegeta.
- In tutto l’universo non c’è una sola donna, una sola come te, capace di crescere un principe con tutte le responsabilità che questo comporta- comincia Vegeta, in tono conciliante.
- Perché tu stessa sei una donna straordinaria. Tu sei una vera principessa e non perché sei cresciuta nel lusso o perché sei dannatamente bella, ma perché hai l’animo di una donna nobile e io… ho vagato tanto prima di trovarti e ora che sei con me, ora che saremo presto una famiglia, non potrei mai fare nulla che ti allontanasse da me- lui sorride brevemente alla fine di quella sorta di dichiarazione, che prende a far battere il cuore di Bulma più forte del normale. E così lei si getta di nuovo tra le sue braccia, lo stringe forte e sé e ne inspira il meraviglioso profumo.
- Hai ragione forse è un po’ presto, ma chi decide quando è il momento giusto? Non siamo noi a farlo, il destino ha voluto così e io… io ti amo, amo te e nostro figlio più di ogni altra cosa- confessa Vegeta ad occhi chiusi tenendo stretta a sé la sua amata e tanto impaurito quanto un adolescente alle prime armi nel dichiararsi così apertamente.
- Anche io ti amo, Vegeta- risponde lei con un sorriso, senza muoversi dalla sua posizione di neanche un millimetro.
- E comunque, donna, anche io devo imparare a fare il genitore e la cosa è nuova e strana per te quanto lo è per me- riprende lui, senza però rovinare l’atmosfera. Il suo singolare modo di rassicurare Bulma.
- D’accordo, ma ti prego cerchiamo di restare con i piedi per terra per quanto riguarda feste ed incoronazioni varie, mi mette tutto una tale agitazione- confessa lei, sciogliendo per un attimo l'abbraccio e guardandolo negli occhi.
- E va bene, faremo a modo tuo- dice lui sbuffando.
- Sei un uomo meraviglioso- esulta la turchina allargando il suo sorriso e, stranamente, anche Vegeta sorride di nuovo.
- Tu mi hai reso tale, lo devo solo a te se oggi sono così. Non smetterò mai di ringraziarti per aver dato a questa causa persa quale sono, una seconda occasione- ammette lui, voltandosi dall’altra parte, incapace di sostenere la troppa dolcezza nello sguardo della sua compagna.
- Sarà meglio tornare alla festa- propone Bulma con un cenno del capo e lui annuisce seguendola.

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Accendo le luci per scendere giù in cantina, incrociando in corridoio il povero ragazzo che si guarda intorno con aria persa.
"Non avrà capito un’acca della spiegazione frettolosa che la mamma gli ha fornito riguardo l’ubicazione della sua cantina di pregiati vini..."
- Salve...- gli dico attirando la sua attenzione.
- Finalmente, mi perdoni signorina, ma non riesco a trovare la cantina… questa villa è un po’ un labirinto…- ammette lui, facendo un breve inchino.
- E’ da quella parte, in fondo alle scale, le faccio strada- propongo e lui mi ringrazia ancora, inchinandosi altre svariate volte.
Arrivati all’ingresso della cantina, accendo le luci e lascio che si avvii giù per le scale, indicandogli l’esatta posizione delle casse richieste dalla mamma, nel frattempo avverto la presenza di Goku alle mie spalle.
- Dove fuggi tutta sola?- mi sussurra all’orecchio.
- Lo fai sempre!- sussulto ammonendolo e posandomi una mano sul petto.
- Perché non ti sento mai arrivare?- domando aggrottando le sopracciglia.
- Perché adoro la faccia che fai quando ti colgo di sorpresa- confessa lui divertito.
- Stronzo- mormoro con una smorfia.
- Che fai qui?- chiede, cambiando argomento.
- Stavo mostrando la strada per la cantina, il cameriere si è perso qui dentro-
Dopo qualche minuto il ragazzo riappare con una cassa di champagne tra le mani, salendo lentamente le scale.
- Ecco fatto, la ringrazio- e si congeda, lasciando me e Goku soli nel silenzio di quell’angolo nascosto della nostra immensa abitazione. Goku spegne le luci e l’ultima cosa che riesco a vedere è il suo sorrisetto sghembo dipinto sul viso.
- Amore non è divertente dai, accendi le luci- gli dico, fermandomi tra una pila di vini e amari.
- Cosa c’è? Non mi avevi detto avessi paura del buio-
La sua voce provocante rimbomba leggermente contro i muri di pietra dell’umido sotterraneo e mi ritrovo in uno scatto contro il muro, mentre Goku inizia a baciarmi con passione, sfiorandomi la coscia nuda sotto al vestito, salendo sempre più su, arrivando fino al bordo degli slip.
- Su, non è il momento- gli dico, cercando di mantenere l’autocontrollo, cosa che mi riesce molto difficile, ma in realtà il mio corpo voglioso che preme contro il suo è in netto contrasto con le mie parole.
- Mi rovini il trucco così, la festa è ancora lunga- tento ancora per sottrarmi alla sua presa, ma lui sembra non ascoltarmi, anzi, infila due dita negli slip di pizzo e inizia a massaggiarmi il clitoride lentamente.
Deglutisco a fatica, mentre lui continua quella lenta tortura, mordendomi il collo.
- Appunto per questo, sei troppo bella questa sera… tutti ti guardano, anche il tizio di poco fa e io credo di essere molto geloso- mi dice in un soffio all’orecchio, per poi tornare a baciarmi e affondando velocemente le dita nella mia cavità bagnata.
- Non vale così- mormoro lamentosa, quasi sull’orlo del cedimento.
- Ho troppa voglia, perché stanotte non vieni da me?- propone per poi mordermi il lobo.
- Con i tuoi in giro?- chiedo sorpresa, ma non so se abbia colto la suddetta ironia, visto quanto mi sta facendo perdere il controllo, continuando a mettermi in crisi con le dita, su e giù, dentro e fuori, ad un ritmo terribilmente sensuale.
- E allora? Guarda che casa mia è grande quanto questa, nel caso te ne fossi dimenticata- mi sussurra malizioso mentre io mi ritrovo ad accarezzargli i genitali nascosti dalla stoffa dei suoi pantaloni classici, rigonfi di desiderio.
- La proposta è allettante…- mormoro soffiandogli sulle labbra.
- Oppure potremo farlo qui, adesso- propone lui, intrappolandomi ancor di più contro il muro.
Non ho neanche il tempo di replicare, che lui si slaccia veloce la cinta e i pantaloni, liberando il suo membro eretto. Mi mordo un labbro capendo di non avere scampo e, in uno scatto, mi solleva la morbida gonna dell’abito e sposta gli slip, quanto basta per permettergli di penetrarmi.
In un unico affondo deciso, Goku è completamente dentro di me, mentre io sussulto, quasi perdendo l’equilibrio e tenendomi alle sue braccia forti. I suoi fianchi continuano ad assestare colpi, mentre lui geme e ansima nel mio orecchio, io mi trattengo a fatica dal non urlare.
- Sto per venire- riesce a sussurrarmi, quando io mi scosto e mi inginocchio davanti a lui che respira ancora a fatica.
Il suo sguardo è di fuoco, mentre io inizio ad accarezzargli i testicoli mentre glielo prendo in bocca e comincio a succhiare forte.
Con una mano mi tiene per i capelli, invitandomi ad aumentare il ritmo, finché non lo vedo gettare la testa all’indietro e inarcare la schiena per gli spasmi dovuti all’orgasmo, mentre il suo nettare dolce e caldo invade la mia bocca.
Goku sospira pesantemente mentre io mi alzo in piedi e mi lecco le labbra. Abbiamo ancora entrambi gli occhi lucidi e le guance arrossate per l’eccitazione.
- Non so come ci riesci, ma mi fai davvero impazzire- mi dice lui sorridendo.
- Sapessi tu che effetto fai a me...- replico con una smorfia, cercando di riprendermi e sperando che il trucco non mi tradisca, una volta che saremo tornati su in giardino.
- Coraggio torniamo alla festa, si chiederanno dove siamo e poi, a dire il vero, ho visto Bulma un po’ sotto pressione- inizio nel tentativo di sistemarmi i capelli.
- Sì, eppure ho detto ai miei di non fare mille domande, mia madre è la solita- risponde, scrollando le spalle.
- Capisco che l’arrivo di un altro piccolo Saiyan sia un evento molto raro e da accogliere con entusiasmo per voi, ma capiamo anche lei- proseguo convinta.
- Già scoprire di dover diventare madre non è facile, c’è un mix di emozioni contrastanti che si impossessa di te, felicità, ansia, gioia, angoscia. Per non parlare degli ormoni che vanno su e giù…- lo metto al corrente con serietà, mentre ci avviamo su per le scale.
- Parli come se l’avessi provato- mi dice con un sorrisetto, io ricambio, assumendo un’espressione vaga.
- Non l’ho provato, ma sono una donna e posso capire. Immaginiamo anche la paura di crescere un bambino che, beh, parliamoci chiaro, non sarà come tutti gli altri esseri umani- confesso in attesa di una sua reazione.
- Vegeta sarà lì con lei ad aiutarla, come io sarò con te quando toccherà a noi- aggiunge prendendomi la mano e facendomi voltare verso di lui quando ormai siamo in cima alle scale.
- Non vi abbiamo confidato il nostro segreto perché era diventato un peso, ma per rendervi consapevoli di quello che dovevate affrontare, scegliendo di stare al nostro fianco, comunque- mi informa serio.
- Non c’è niente da temere, lo sai bene- conclude, carezzandomi una guancia.
- Lo so, ma penso sia normale essere in ansia- dico con un’alzata di spalle.
- Già, però sembra che ad un tratto siate spaventate da questa cosa- osserva Goku corrugando la fronte.
- Te l’ho detto, già scoprire di essere incinta quando i tuoi piani al momento erano diversi, ti manda al manicomio, poi ritrovarsi a crescere un bambino mezzo alieno, ti fa uscire fuori di testa, suppongo- concludo ovvia.
Goku mi osserva, piegando un po’ la testa di lato.
- Non è paura, che ti viene in mente?- gli dico esibendomi in un gran sorriso rassicurante, sperando che mascheri quanto basta quel pochino di paure che fossi io al momento al posto di Bulma, ce le avrei eccome.
In quel momento Goku si ritrova a ripensare a quello che ha detto suo padre poco prima, riguardo le nozze e mettere su famiglia.
Nonostante abbia inizialmente declinato la proposta, non ha potuto fare a meno di riflettere sul perché bisogna aspettare se si ama una persona.
- Quindi…- inizia, un po’ dubbioso.
- Se ti dicessi che anche io voglio un figlio da te, tu non avresti nulla in contrario, giusto?- mi mette alla prova, sollevando un sopracciglio con fare indagatore. Io sospiro, sconvolta da quella proposta.
- Goku, frena- gli dico, mettendo entrambe le mani davanti a me e imponendomi di restare calma.
- Ho neanche ventiquattro anni, ancora devo laurearmi, iniziare a lavorare, guadagnarmi da vivere- comincio, cercando di elencare i milioni di validi motivi per i quali una cosa del genere al momento è fuori discussione.
- Non posso restare per sempre in questa casa, devo diventare indipendente. Un figlio è una scelta che va ponderata per bene, non si può decidere di farlo dall’oggi al domani- gli dico con un tono di voce che non cela per niente agitazione.
- Vediamo, i soldi non sono un problema, non lo sono mai stati, il lavoro ce l’hai già, al contrario di molte tue coetanee e la laurea è ad un passo. Qual è il problema?- domanda lui mettendosi a braccia conserte e nel farlo mi ricorda tantissimo il suo amico Vegeta.
“In effetti, non fa una piega”
Decido, dunque, di vuotare il sacco e dirgli semplicemente la verità, pura e semplice.
- Non mi sento pronta, ok? E poi perché me lo dici adesso? All’improvviso anche tu hai le manie di portare avanti la stirpe?- chiedo leggermente stridula, Goku sorride nervoso.
- Non si tratta di questo e lo sai bene- si affretta difendersi lui.
- Allora perché tanta fretta? A Bulma e Vegeta sarà pure capitato e sono felicissima per loro, ma non per questo dobbiamo fare anche noi la stessa cosa, non credi?- spiego, sperando di mettere fine a quell’assurda discussione.
Goku sospira.
- Il fatto che ti ami non basta? Non vuoi una famiglia con me? Eppure credevo di sì!- mi dice lui quasi deluso, mentre io lo fisso allucinata.
"Sembra che il discorso e il mio pensiero in generale sulla faccenda quasi lo offendano..."
- La voglio, eccome se la voglio, ma non adesso- chiarisco con calma.
- Non è il momento, pensavo fossimo d’accordo, lo eri anche tu quando abbiamo cominciato ad avere rapporti sessuali- rincaro la dose con un’alzata di spalle, quasi come se non volessi assumermi tutta la responsabilità.
- Lo so, ma… non lo so spiegare, è come se avessi il bisogno di creare qualcosa di nostro, che sia solo mio e tuo- confessa lui, alzando gli occhi al cielo. Io mi avvicino gli sorrido poi gli accarezzo il viso.
- Goku, io ti amo, più di ogni altra cosa su questa terra-
Lui porta gli occhi nei miei e sembra rilassarsi visibilmente.
- Ed è proprio per questo che dobbiamo aspettare, stiamo insieme da qualche mese, abbiamo ancora tante cose da fare come coppia, io e te da soli, c’è tanto tempo per prendersi cura di un esserino che sarà uguale ad entrambi- concludo mantenendo un’espressione dolce. Lui mi guarda, ma non sembra pienamente convinto dalle mie parole.
- Non è esattamente qualcosa che si programma a lungo termine, potrei cambiare idea anche domani, tra un anno, o potrei restare incinta tra un mese anche io perché magari non siamo attenti, o perché lo vogliamo entrambi disperatamente, che ne sappiamo?- dico vaga e lui annuisce.
- Facciamo un passo alla volta, magari osservare Bulma e Vegeta come se la cavano, potrebbe esserci d’aiuto per quando toccherà a noi- propongo ridacchiando, mentre lui continua a sorridere ad occhi bassi.
- Hey, non ti basta sapere che ho scelto di starti accanto e amarti, perché ero quella destinata a te e le stelle, i pianeti e le galassie si sono allineati quando ci siamo incontrati? A me per ora, questo va alla grande- continuo, costringendolo nuovamente a guardarmi.
- Il futuro è sconosciuto a tutti, ma ti posso promettere che sei tu l’amore della mia vita e quello con cui voglio stare e che un giorno voglio che sia il padre dei miei bambini- lo rassicuro, lui si avvicina e mi bacia, forse riflettendo su quello che ho detto o forse per chiudere definitivamente l’argomento, non essendo propriamente d’accordo con me.
- Una parte di me sa benissimo quanto hai ragione, ma non posso farci niente, è come se a questa notizia si fosse accesa una luce dentro di me- si avvicina, poggiando la fronte contro la mia.
- Non mettiamo fretta al destino, abbiamo aspettato ventuno lunghi anni prima di conoscerci, che cos’è un altro po’ di tempo a confronto? Perché è questo che ti sto chiedendo, un po’ di tempo. Vedrai, sarà ancora più bello quando saremo pronti entrambi- gli dico, chiudendo gli occhi e dandogli un bacio a stampo.
- D’accordo- dice lui, per poi ricambiare il bacio.
“Me l’ha data vinta, chissà come mai”
- Ora possiamo tornare alla festa?- propongo entusiasta.
- Andiamo- mi dice rilassandosi.

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Durante il consueto discorso annuale, papà ha presentato il nuovo progetto insieme a Veldock e, al termine del ringraziamento rivolto ai soci, i due hanno colto anche l’occasione per comunicare a tutti la notizia della gravidanza di Bulma.
Goku è rimasto in silenzio per tutto il resto della serata, limitandosi ad applaudire di tanto in tanto e a scambiare qualche chiacchiera di circostanza con i dipendenti dell’azienda.
Devo ammettere che la cosa mi ha messo un po’ a disagio, vista anche la conversazione avuta in cantina e da cui è scaturito il suo cambiamento d'umore questa sera. Di tanto in tanto mi volto ad osservarlo quando è da solo, in piedi, accanto al buffet e dalla sua espressione corrucciata, capisco che sta rimuginando sulle mie parole.
Io, dal canto mio, non posso far finta di niente e per la paura di perderlo fare tutto quello che lo rende felice, questo non è amore, diventerebbe sottomissione e annullarsi per l’altra persona, una cosa che mi sono ripromessa di non fare mai.
Lo amo, Dio se lo amo, farei follie per lui, ma non al punto tale da rinunciare a me stessa, non adesso almeno.
Alla fine della festa, quando tutti gli invitati si riversano sul vialetto per andare a riprendere le auto, io mi avvio svelta in camera per recuperare pigiama, spazzolino e qualcosa da portarmi dietro per dormire fuori casa, pensando che l’invito a passare la notte insieme per Goku sia ancora valido, finché mi arriva un suo messaggio che spegne definitivamente l’entusiasmo.
Goku: ti ho persa di vista, volevo dirti che sto andando via con i miei, scusami, ma preferisco restare da solo stanotte… ho bisogno di riflettere su tante cose.
Quelle parole suonano come una forchetta che stride in un piatto.
Sospiro, nervosa e triste e comincio a scrivere
Maya: come vuoi tu, quando avrai riflettuto abbastanza saprai dove trovarmi, magari se vuoi, possiamo affrontare l’argomento con più calma… perché credo tu abbia frainteso, eppure mi sono spiegata abbastanza bene.
Lui visualizza e mi risponde dopo qualche secondo.
Goku: infatti, credo di aver capito benissimo, è per questo che voglio starmene un po’ da solo a pensare…
"Il suo atteggiamento immaturo inizia a darmi sui nervi..."
Maya: se devi pensare alla nostra storia e magari ti sei reso conto che io non sono quella che credevi, abbi almeno il coraggio di lasciarmi faccia a faccia e non al telefono, perché è squallido anche per uno di un altro pianeta come te.
Lui, in tutta risposta, chiude il discorso con due deludenti spunte blu. Mi mordo un labbro, pentendomi subito delle parole un pochino forti che ho usato.
“Maledetta me e la mia impulsività!”
Tornata in camera, mi abbandono sul letto senza neanche togliermi i vestiti o i gioielli. L’unico rumore udibile sono i miei continui sbuffi. Inizio a ripercorrere mentalmente il discorso che gli ho fatto giù in cantina e la sua espressione contrariata per tutto il tempo.
“È un semplice litigio, il primo tra l’altro che avviene tra noi da quando stiamo insieme”
Bulma e Vegeta discutono di continuo e a guardarli non si direbbe che siano in attesa del loro primo figlio.
Nonostante stia di merda a non sentirlo e vederlo e a pensare che la serata poteva finire in tutt’altro modo, una parte di me comincia a credere che riflettere potrebbe rivelarsi la scelta giusta, in quanto il destino può cambiare, in base alle scelte di ognuno di noi.

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Capitolo 37
*** Alle mie condizioni ***


CAPITOLO 37:

Io e Goku non ci sentiamo da quattro giorni.
“Non cominciare, non sono tantissimi per una sorta di pausa di riflessione...”
Durante i primi due io sono stata incazzata nera, convinta di aver ragione su tutti i fronti, ma tra ieri e oggi ho cominciato a stare di merda, credendo di averlo ferito in modo irreparabile e iniziando a pentirmi amaramente dei toni che ho usato, anche via messaggio.
Lui sembra aver preso la sua decisione e non ho idea di come stia, non lascia trasparire alcuna emozione, per di più aspettare di sapere da Vegeta come sta è come aspettare il ritorno dei dinosauri sul nostro pianeta, dunque ci ho rinunciato.
Nel frattempo ho iniziato a sentire sempre di più la sua mancanza, ho iniziato a sentire la mancanza degli allenamenti, delle risate insieme, delle uscite. Ho iniziato a sentire la mancanza dei suoi baci, delle sue carezze, delle sue parole dolci e del suo meravigliarsi per qualsiasi cosa nuova, come un bambino. Sento la sua mancanza, completamente e inspiegabilmente.
"Mi rifiuto di credere che tra noi debba andare così..."
Tanti ostacoli superati per stare insieme e poi? Per un litigio che ha dell’assurdo lui si allontana.
Subito dopo la festa, anche mia sorella mi ha parlato del confronto che ha avuto con Vegeta, passando quella notte ad autocommiserarci entrambe.
Fortunatamente, però, Bulma mi distrae e mi tiene occupata con le sue continue voglie e nausee. La mattina a colazione indossa gli occhiali da sole stile vip dopo una notte di sbronza ed è più stanca del solito, ma forse lo fa anche per essere servita e riverita come una regina.
“Tipico suo...”
Se non ci fosse lei, starei peggio di come sto.
Sono tornata ad essere la persona cupa e triste di qualche mese fa e, la cosa che mi fa stare davvero da schifo, è che non mi perdono il fatto di stare così per una cavolata. Un’insulsa cavolata e suona abbastanza incredibile quanto quello che sembra il più cocciuto e fiero dei Saiyan, alla fine abbia ceduto e Goku che sembra così buono e dolce, sia più testardo di un mulo e porterebbe avanti la sua idea, anche mettendo a rischio la nostra storia. Sto investendo troppi sentimenti importanti e troppo in fretta in questa relazione e c’è tutto lo scenario dietro dell’essere destinati che ci ha messo lo zampino.
“Vorrei mollare la presa per prima, andare a parlargli, mandare un messaggio…”
- Ma non so proprio che cazzo dirgli, Bulma!- ammetto, appoggiandomi pesantemente con la schiena contro la testiera del suo letto, con le mani in volto.
- Semplice, vai in palestra con la scusa degli allenamenti, si sa che poi parlerete, no?- mi fa notare ovvia lei.
- D’accordo e dopo? Che gli dico?- domando ancora.
- Quanto sei noiosa, Maya- mi canzona mia sorella sdraiandosi accanto a me e facendo calare il silenzio tra noi due.
- No, cazzo, devo vomitare- mi informa alzandosi di scatto e correndo via, mentre si tiene la bocca con una mano. Io sorrido scuotendo la testa, quando sento lo sciacquone del bagno in camera di Bulma, che riappare dopo qualche minuto, asciugandosi il viso.
- Tutto bene?- chiedo cauta, mentre lei si trascina stancamente verso il letto.
- Sì, credo, ma ormai non so neanche più cosa voglia dire non avere mal di stomaco…- mi dice, chiudendo gli occhi per poi inspirare profondamente.
- Ecco, lo vedi?- esordisco, indicandola.
- Io non sono del tutto pronta a fare una cosa del genere, ad avere mal di stomaco, a vomitare, a partorire un piccolo guerriero alieno, ma ti rendi conto?- le dico allibita, mentre lei mi fissa torva.
- Grazie sorellina, stai semplicemente amplificando la mia già nera fifa che ho per questa gravidanza. Sei davvero d’aiuto!- il suo sarcasmo pungente mi costringe a zittirmi all’istante.
Dopo un breve sospiro, riprendo a parlare.
- Scusami, hai ragione. Dovrei essere il tuo conforto e invece, come al solito, ti butto tutta la mia merda addosso- realizzo, scivolando con la schiena contro il tessuto morbido della testiera, per poi mettermi anche io distesa.
- No, scusami tu, non sono stata proprio d’aiuto in questi giorni, sono uno straccio- ammette Bulma neutra.
- Ho un’idea, facciamo come quando eravamo bambine!- propone lei mentre tira su le coperte con un sorriso e ci abbracciamo strette.
Facevamo così quando dovevamo raccontarci qualche segreto che nessuno doveva sentire, o quando una delle due era triste o aveva paura. Ce ne stavamo sotto le coperte in silenzio, a volte per ore, ma adesso è mia sorella a spezzare il silenzio per prima.
- Ci avresti mai scommesso, Maya?- esordisce, mentre io rimango zitta, invitandola a continuare.
- L’anno scorso eravamo appena tornate dalla vacanza e stavamo per iniziare gli ultimi corsi all’università, se ci avessero detto “tra un anno sarete felicemente fidanzate con degli alieni e tu sarai incinta e tu, beh, starai pensando se seguire l’esempio di tua sorella o meno, per non farti lasciare da uno degli alieni in questione”-
Scoppiamo a ridere per via della sua incredibile, quanto puntuale analisi.
- Io sarei scappata a gambe levate, credo- ammetto corrugando la fronte.
- Già e io gli avrei riso in faccia non prima di aver chiamato il reparto malattie mentali- si accoda lei, facendomi ridere di gusto per la prima volta dopo qualche giorno.
- Giuro, avrei fatto riaprire i manicomi- mi dice inarcando le sopracciglia.
- Invece guarda un po’, è tutto vero- le ricordo abbassando la voce e lei annuisce, smettendo di ridere di colpo.
- Tutto sommato non è male, però…- riprende la turchina dopo una breve pausa.
- A breve io sarà una bellissima milf e tu la zia riccona super sexy che vizia il suo nipotino, quella che semmai lo prendessero in giro a scuola, correrebbe a prendere gli amichetti a pugni, credo chiunque sarebbe felice per una cosa del genere, non pensi?-
“Quando parla a mitraglietta Bulma è davvero nervosa...”
Io sospiro, immaginandomi per un attimo la scena.
- Beh, per prendere gli amichetti a pugni c’è già il suo papà, non vorrei togliergli questo privilegio- commento ironica.
- Mi sa che hai ragione- mi dice lei.
- Anzi, ti dico di più, da quel che ne sappiamo, il principino se la saprà cavare da solo quanto a risse tra i suoi amichetti, sarà temuto e rispettato, come un vero reale- le dico con un sorrisetto, ma lei sembra non apprezzare il mio commento.
- Ok, questo mi procura decisamente più ansia- mi interrompe Bulma con serietà.
- Se, per assurdo, davvero facesse del male a qualche bambino? Credi dovrebbe studiare qui con un maestro privato?- mi domanda angosciata e io alzo gli occhi al cielo esasperata, visto che sta per dare inizio ad uno dei suoi viaggi mentali, che decido di interrompere sul nascere.
- Bulma, per favore- esordisco.
- Non c’è motivo di preoccuparsi, Goku stesso ha iniziato ad andare a scuola sulla Terra, non ha mai avuto problemi, Vegeta ha finito le elementari qui e il resto dei suoi studi li ha portati avanti come un qualunque altro terrestre- le ricordo ovvia.
- Basterà solo educarlo al fatto che se gioca con qualche bambino deve fare molta, molta, moltissima attenzione se non vuole mandarlo in ospedale, ma niente di cui preoccuparsi- cerco di rassicurarla, ma senza successo.
- Sarà difficilissimo fare da madre a questo lord, me lo sento- riprende, carezzandosi il ventre.
- Avanti, andrà benissimo, per una volta spiani tu la strada e io seguirò i tuoi consigli- le dico divertita, strizzandole l’occhio.
- Mi hai lasciato la parte più difficile- bofonchia guardandomi in cagnesco.
- Già anche se non sono tanto sicura di dover seguire i tuoi consigli, a questo punto...- mormoro triste.
- Ora non cominciare con il vittimismo Maya, perché ti mando a cagare!- mi dice dura mia sorella, voltandosi completamente verso di me. In un attimo sembra aver ripreso tutto il suo vigore.
- Beh, se Goku mi molla non dovrò crescere nessun cucciolo di Saiyan, ti pare?- le faccio notare con ovvietà.
- Eh no, dovrai aiutarmi a crescere comunque il mio, bellezza, e poi è escluso che Goku ti lasci, non dire puttanate, per cortesia- ribatte, quasi annoiata.
- Miss, mi scusi, ma da quando lei è così volgare?- le chiedo ironica.
- Da quando spari cazzate e i miei ormoni in continua guerra fra loro non le tollerano!- mi fa notare per poi abbassare la testa e guardarsi la pancia.
- Trunks, piccolino, non ascoltare la zia Maya per favore, a volte dice così tante stronzate, avrai dei meravigliosi cuginetti con cui fare la lotta liberamente, sta’ tranquillo- conclude sorridendo, mentre io la fisso interdetta.
- Scusa, hai detto… Trunks?- chiedo piano, mentre un sorriso mi si dipinge sul volto.
- Sì- ammette lei mordicchiandosi il labbro inferiore.
- E’ il nome di mio figlio, se ci penso, lo immagino un maschietto- ammette, tornando a guardare in basso.
- Un nome molto originale, suppongo- ammetto inarcando le sopracciglia.
- Avevamo detto niente nomi da minestrone Saiyan, dunque ho deciso per me. Qualcosa di carino, l’ho letto su una rivista qualche tempo fa- mi dice vaga.
- Sai cosa significa vero?- le dico avvicinandomi, ma lei con un gesto eloquente della mano liquida la faccenda.
- Sì, d’accordo era una rivista di intimo americana e allora? Mi piace- si difende e io decido di sottostare al suo volere.
- Va bene e che Trunks sia- dico convinta, pronunciando il nome del mio futuro nipotino.
- Per fortuna che anche Vegeta è d’accordo, piace anche lui, ci abbiamo messo meno del previsto a decidere, anche se lui spera sempre nasca Rosicheena, è chiaro- commenta con un sorrisetto dolce.
- Credo che a questo punto soltanto il prossimo controllo darà ragione ad uno dei due- concludo, facendo calare il silenzio sotto le lenzuola.
- Sì, ma tu cosa fai ancora qui?- domanda lanciandomi un’occhiataccia.
- Che intendi?- chiedo spaesata.
- Vuoi andare o no ad indossare la tuta per sbattere il tuo bel culo sodo in faccia a Goku mentre ti alleni? Forza, fuori da questo letto, fila!- mi ordina, tirando via le coperte, mentre io mi trattengo dal ridere, emettendo qualche mugugno.
- Non ho voglia di allenarmi… e se lui non vuole vedermi più?- comincio con tono da vittima.
- Basta scuse, Maya. Non voglio più sentirle- replica convinta.
- Ti dirò una cosa, che ho imparato a mie spese- comincia, attirando nuovamente la mia attenzione.
- I Saiyan sono talmente orgogliosi che non faranno mai il primo passo dopo un litigio, mettitelo bene in testa, dunque se ami Goku, credo non ti faccia male cedere, soprattutto se stai così di merda a non parlarci- mi fa notare ovvia, dando finalmente il suo parere oggettivo sulla questione.
- Non ho problemi a cedere perché lo amo e mi manca da impazzire, ma se tornassimo sull’argomento, la mia idea non è affatto cambiata e saremmo al punto di partenza- mormoro sconfitta.
- Finché non vai a parlarci non lo scoprirai mai, quindi ti voglio fuori di qui e pronta per l’allenamento entro dieci minuti. Marche!- ordina in un tono che non ammette alcuna replica, mentre mi spintona fuori dal letto.
- Okok, vado, che modi!- commento alzandomi di malavoglia dal letto, ma solo Bulma poteva convincermi e farmi riflettere, così vado a prepararmi per raggiungere Goku in palestra.
- Ti aspetto più tardi, magari possiamo cenare tutti insieme stasera, visto che Vegeta resta qui, dobbiamo discutere di un po’ di… cambiamenti drastici…- dice piano, guardandosi intorno.
- Non mancherò- le assicuro.
- Chiaramente l’invito è esteso anche a Goku!- urla dalla sua stanza.
- Sempre se riuscirò a farci pace!- le rispondo di rimando, mentre scendo le scale.
Una volta indossata la tuta da allenamento, esco di casa dirigendomi in garage, prendo la mia auto e ci infilo il borsone all’interno del cofano. Sospirando, metto in moto e mi avvio in palestra e nel giro di qualche minuto sono già parcheggiata poco fuori dall’ingresso. Dandomi un’ultima occhiata dallo specchietto retrovisore, afferro tutte le mie cose e faccio per entrare dalla porta principale.
(https://www.youtube.com/watch?v=mc_EAtzAB58 COLONNA SONORA)
Appare Vegeta dalle scale, con un asciugamani intorno al collo e la bottiglietta di integratore tra le mani.
- Ciao, Vegeta-
- Hey, come va?- si limita a rispondere.
“Potrebbe andare meglio, tutta colpa di quel coglione del tuo migliore amico…”
- Tutto bene, già finito di allenarti?- domando, fingendomi interessata.
- Sì, vado a farmi una doccia, Bulma ti ha detto della cena di stasera? Immagino dobbiate presenziare anche tu e Kaaroth, dobbiamo parlare di un paio di cosette- mi dice con una smorfia.
- Ne sono già al corrente, ci sarò- lo rassicuro.
- Bene, ci vediamo allora- si congeda sollevando semplicemente il braccio, mentre si dirige su per le scale.
- Ah, se cerchi Kaaroth è nella sala al piano di sotto, dove vi allenate di solito, ti sta aspettando- la voce profonda del piccoletto attira nuovamente la mia attenzione, rivelando l’informazione che cercavo.
“Magari mi ha letto nel pensiero e sa che sto arrivando.”
Con un po’ di confusione in testa, mi avvio giù per le scale e dalle ampie vetrate della sala personal, vedo Goku che fa velocemente le flessioni, con vari pesi appoggiati sulla schiena e si alza e si abbassa con una velocità quasi impressionante. Mi avvicino lentamente alla porta quasi intimorita e, al solo vederlo, il cuore mi balza fuori dal petto e sono tremante ed emozionata peggio del solito.
“Quanto mi è mancato e sono passati solo pochi giorni”
Busso alla porta dopo qualche secondo di esitazione e, lui nota subito la mia presenza alzando lo sguardo dal pavimento, così si toglie i pesi di dosso, afferra l’asciugamani e viene ad aprirmi.
- Ciao, è ancora valido il mio allenamento personale?- chiedo con un sorrisetto innocente, lui si fa da parte per farmi entrare senza parlare, l’espressione seria seguita da un lungo sospiro.
Io entro lentamente stringendo in una mano i manici della borsa, mentre lui afferra la bottiglia dell’integratore e fa un lungo sorso, per poi sedersi per terra a gambe incrociate e asciugandosi il sudore dalla fronte.
È sempre uno spettacolo magnifico vederlo durante e dopo l’allenamento, senza maglietta, il viso un po’ arrossato dallo sforzo, il sudore, quei muscoli tesi. Semplicemente perfetto, il mio Goku.
- Se sei qui per allenarti, non ho niente in contrario- mi mette al corrente e io annuisco, inarcando le sopracciglia, sorpresa dal tono con cui mi parla.
“Cominciamo bene”
- Se invece ti dicessi che sono qui non solo per allenarmi, ma perché sono giorni che sto di merda senza vederti e senza parlarti? Che mi diresti?- replico diretta.
Lui flette un po’ la testa di lato e mi fissa.
- Beh, penso tu sappia già che ti leggo nel pensiero, no? Quindi so benissimo come ti senti- mi comunica, sforzandosi di mantenere un certo distacco. Io annuisco di nuovo abbassando lo sguardo, immaginando che il mio stato d’animo non lo abbia toccato minimamente, dal tono che sta usando.
- Perché, la verità è che… anche io mi sento così- confessa abbassando lo sguardo, mentre io invece riporto gli occhi sulla sua figura. La confessione sembra farlo stare peggio.
“Deve essere davvero dura per un Saiyan, ammettere le proprie debolezze”
- Si può dire che l’altra sera è stata la prima volta in cui abbiamo affrontato una conversazione seria sul nostro futuro. Avevo bisogno di starmene da solo per riflettere- mi ricorda, tanto che ho preso ad odiare quella parola. Riflettere.
- Lo capisco, davvero, anzi voglio chiederti scusa per...-
- No, ferma, lasciami finire- mi interrompe, con calma.
- Nessuno deve chiedere scusa per nulla, Maya- commenta asciutto.
- Perché dovremmo farlo, se abbiamo detto semplicemente quello che pensiamo?- mi fa notare con una scrollata di spalle.
- Sicuramente, ma magari io avrò sbagliato le modalità nell’esprimere un parere, non ti pare?- aggiungo, ricordando di averlo praticamente aggredito sulle prime.
In effetti, anche Bulma a sentire la mia versione ha detto e cito testualmente “Maya, gli hai fatto praticamente capire che hai paura di avere figli con lui, per una serie di motivi” e su questo sicuramente ho torto.
Lui stende le gambe e si appoggia sulle braccia, lanciandomi uno sguardo come a dire “visto?”
- Ma se sono qui stasera è per dimostrarti che ci tengo, che ti amo- gli dico convinta e lui resta in silenzio per lasciarmi continuare.
- Non è facile cedere, soprattutto per una persona orgogliosa come me, ma mi dicono dalla regia che voi Saiyan siete molto più orgogliosi e cocciuti, quindi è una guerra persa in partenza- gli dico sorridendo con una punta di ironia, lui fa lo stesso, rilassandosi visibilmente.
- Quindi mi sono detta “perché rinunciare e fare quella forte?” Quando in realtà sto male, mi manca stare con te, mi manca tutto di te, ogni cosa- gli dico mentre mi avvicino a lui, i passi attutiti dalle sneakers sul parquet.
- Mi manca la tua risata, il tuo modo di guardarmi, i tuoi baci, le tue carezze, persino il tuo modo spropositato di mangiare- ridiamo entrambi a quella mia affermazione. Poi mi accuccio di fronte a lui e i nostri visi sono finalmente vicinissimi.
- Io ti amo, Kaaroth- dico dolce, lui fa un sorriso ancora più dolce.
È raro che lo chiami col suo nome da Saiyan, anzi, non lo faccio mai, ma voglio proprio dimostrargli che il mio unico desiderio al momento è stare con lui e sono disposta a prendermi il pacchetto completo, scimmione compreso.
- E se per dimostrarmi che anche per te è lo stesso e vuoi creare una famiglia con me, io farò del mio meglio per essere la compagna ideale per te e ti darò un figlio- ammetto con una smorfia e le parole mi escono a raffica dalla bocca, senza che potessi in alcun modo fermarle
“In fondo, se penso a come sta affrontando la cosa Bulma, a parte le nausee e la spossatezza che tutte le donne normali sperimentano in gravidanza, non vedo perché io non dovrei farcela”... forse..."
- Maya, amore mio, fermati un attimo- Goku mi interrompe con dolcezza e io sospiro, lasciandolo parlare.
- Io non ti chiederei mai di rinunciare a te stessa per me, ho sbagliato a tirare fuori l’argomento in quel momento, anche io ho usato una modalità scorretta nel porti questa cosa, ma volevo semplicemente manifestarti il mio desiderio di voler stare con te per sempre- mi mette al corrente, cercando il mio sguardo.
- So che suona troppo mieloso, però io e te staremo insieme per sempre, questo per me è fuori discussione- gli dico convinta, carezzandogli il viso.
- Sarò pronto, quando lo sarai tu- conclude con un sorrisetto.
- Ok, ma devi esserne convinto- dico scuotendo la testa, per paura che lo stia dicendo solo per farmi contenta.
- Lo sono, tu vieni prima di ogni altra cosa, non correrei mai il rischio di perderti ora, quando so che in un futuro, lontano o vicino che sia, mi renderai padre e formeremo una famiglia meravigliosa-
Io gli sorrido felice.
- Già ho commesso quest’errore una volta e ci ha portato a delle cose brutte, ti prometto che non ti allontanerò più e che non mi chiuderò in me stesso quando ci sarà un problema…-
Io annuisco sollevata.
- Ecco, dobbiamo affrontare tutto insieme, io e te siamo una sola cosa, ricordi?- gli dico avvicinandomi di più a lui.
- Vero, ora però vieni qui e baciami, che muoio dalla voglia di farlo da giorni- mi dice, attirandomi ancora di più a sé. Sorridendo, mi getto tra le sue braccia e ci perdiamo in un dolce e lungo bacio.
- Per sempre allora…- mormoro contro le sue labbra morbide.
- Sì, ma visto che parliamo in questi termini… almeno questo puoi concedermelo…- comincia con un sorrisetto ingenuo tipico suo.
- Cosa?- chiedo curiosa, tenendo le braccia incrociate dietro il suo collo.
- Sposami- propone determinato, guardandomi dritto negli occhi.
Sento per un attimo la terra mancarmi sotto i piedi, meno male sono appoggiata a lui altrimenti sarei cascata per terra.
- Che cosa?!- chiedo in un soffio, scioccata da quella proposta fatta così su due piedi.
- Ovviamente non ora, dopo la laurea, quando vorrai…- cerca di negoziare rassicurandomi, notando che sono diventata una statua di sale.
- Voglio solo una promessa e una risposta- mi dice.
- Non so proprio cosa dire...- comincio a boccheggiare, in pieno panico.
- Tu mi spiazzi, Goku- gli dico quasi atona.
- Devi solo dire di sì e io ti prometto che ti renderò la donna più felice di tutto l’universo-
Gli sorrido con le lacrime agli occhi, mentre il mio cuore martella all’impazzata nel petto.
- D’accordo, ok, però aspetta… alle mie condizioni- ribatto in mia difesa frettolosamente.
- Lo sapevo, sarà sempre così con te...- commenta lui arreso, scuotendo la testa.
- Ascoltami, è importante!- gli dico battendo leggermente le mani sulle sue spalle.
- Sputa il rospo- mi esorta mantenendo il sorrisetto di poco prima.
- Allora, se ti dico di sì…- comincio cauta con un sorriso che fa presagire già la positività della mia risposta.
- Deve essere dopo la laurea-
- Questa è la mia condizione, grazie tante, poi?- continua divertito e curioso al contempo.
- Va bene, allora mi piacerebbe in estate…- continuo pensandoci su e dondolandomi tra le sue braccia.
- Si può fare- conferma lui e poi inizia ad accarezzarmi la schiena, mentre io sono ancora a cavalcioni su di lui con le braccia dietro al suo collo, giocando con i suoi capelli.
- Voglio un matrimonio semplice, al contrario delle cose sfarzose che immaginavo da piccola-
- Perfetto, mi va bene tutto, farò decidere tutto a te, anche perché io non me la cavo per niente con queste cose- confessa, cercando di limitare al minimo le mie richieste insistenti.
- E ovviamente… attendo la proposta, esigo l’anello- dico mostrandogli la mano, con l’anulare vuoto, ma usando il tono più ironico di cui dispongo.
- L’avrai, promesso, quando te l’avrò organizzata come si deve, hai finito?- mi chiede impaziente, per poi iniziare a baciarmi il collo.
- No, aspetta, aspetta, non distrarmi… ho un ultimo desiderio da chiederti…- gli dico, conscia del fatto che se inizia a baciarmi in quel modo potrei non ricordarmi più cosa volevo dirgli.
- Non sono il drago Shenron, sai?- mi dice ironico.
- Cos’è il drago Shenron?- chiedo confusa.
- E’ un po’ come… beh, è l’equivalente Saiyan del vostro Genio della Lampada, per intenderci- mi mette al corrente.
- Interessante, questa dovrai raccontarmela…-
- Con piacere, allora dicevi? Su, per favore, mi distraggo io se mi stai addosso così, in tenuta da allenamento lo sai che mi fai eccitare da morire- mi dice in tono lamentoso, mentre io me la rido cercando di non pensare al fatto che anche io ho una voglia matta di fare l’amore con lui.
- Giuro che è l’ultima richiesta- gli dico mettendo le mani giunte.
- Ti sto ascoltando…- replica poco convinto, tornando ad assaltare nuovamente il mio collo.
- Voglio sposarti con il rito Saiyan- gli comunico e Goku si arresta, per poi tornare a guardarmi.
- Cosa?- chiede sottovoce.
"Ora è lui ad essere scioccato..."
- Hai capito bene. Voglio sposarti come si sposano due Saiyan- confermo la mia proposta, per evitare equivoci. Lui mi guarda sbattendo le palpebre, esterrefatto.
- Avrete un vostro rito di matrimonio, no?- chiedo cauta, ripensando al fatto che magari essendo degli alieni guerrieri non badano di certo a queste cose. Eppure giurerei di aver sentito Gine e Bardack dire di essere sposati, in più di un’occasione, durante la festa aziendale soprattutto. Nel frattempo Goku è lì che si gratta una tempia, meditabondo.
- Sì, certo che ce l’abbiamo, anche se tesoro sai bene che realizzerei il tuo desiderio, ma non so come funziona esattamente il tutto, se è possibile farlo visto che tu sei terrestre, e poi mi hanno raccontato che bisogna ferirsi durante la cerimonia...-
- Ferirsi, in che senso?- chiedo, mascherando abilmente il panico.
“Non vorranno farci combattere, spero.”
- Ferirsi, tagliarsi, comunque serve il sangue per unirsi in matrimonio, è una delle poche cose che so- mi mette al corrente e io alzo le spalle, sospirando interiormente di sollievo.
- Che sarà mai un taglietto, niente di incredibile, no?- chiedo per essere sicura.
- No, nulla- si affretta a rispondere lui
- Però non voglio che tu senta il minimo dolore, sposiamoci con il rito terrestre, no? Sicuramente sarai più contenta- cerca di ritrattare, ma io sono irremovibile sulla mia decisione.
- Beh, ci sposiamo in municipio e abbiamo risolto, per gli umani saremo marito e moglie, ma io voglio sposarti secondo le usanze del tuo popolo, ci tengo…- cerco di restare ferma sulla mia proposta, nonostante i suoi tentativi di dissuadermi.
- Non capita a tutti di unirsi in matrimonio con un ragazzo di un’altra galassia- dico suadente, passandogli il pollice sulle labbra e Goku sembra cedere.
- D’accordo, faremo come vuoi tu, però prima chiediamo se possiamo farlo, se non è proibito, o altro… chi lo sente il Re- mi dice ridacchiando.
- Beh, se ti va stasera a cena possiamo chiedere a Vegeta cosa occorre per sposarsi secondo le usanze Saiyan e se è possibile il matrimonio misto- propongo risoluta.
- Ci sto- mi dice convinto.
- Poi non appena vedrò un meraviglioso solitario sfavillante sul mio dito, penseremo al resto- sorrido maliziosa.
- D’accordo- dice alzando gli occhi al cielo, con finta aria esasperata.
E poi torniamo a baciarci con passione, finendo sul pavimento della palestra, abbracciati.

 

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Capitolo 38
*** Ad Maiora ***


CAPITOLO 38:

Dicembre

Il giorno tanto atteso è arrivato. Finalmente oggi io, Bulma e Goku conseguiremo la tanto agognata laurea.
“Mi sento come se stessi viaggiando a tre metri da terra dalla felicità!”
L’aula magna del piano terra dell’edificio sette del campus è gremita già di parenti e amici dei sei candidati che oggi dovranno discutere la tesi, tra cui noi tre; il nostro nervosismo sembra aumentare ogni minuto che passa, complici le occhiate piene d’ansia ed emozione che ci lanciamo tra noi di tanto in tanto, in attesa che i professori ci chiamino per iniziare.
Bulma nel suo tailleur color glicine col suo pancino già in vista, tamburella nervosamente con le dita sulla tesi dello stesso colore. Le nausee e i mal di stomaco sono diminuiti via via che i mesi sono passati e l’arrivo del piccolo Trunks è previsto per gli inizi di maggio.
"Non stiamo più nella pelle nel volerlo conoscere!"
Io, nel mio immancabile total black spezzato con giacca e gonna, mi reggo a stento sui vertiginosi tacchi a spillo mentre passeggio su e giù per il corridoio, ripetendo a mente la presentazione e gli argomenti della tesi. Goku, invece, ha optato per un completo color ghiaccio e camicia nera, tesi grigia abbinata al suo completo.
- Ragazzi, una bella foto?- ci chiede d’un tratto Crilin, tirando fuori la sua fedele Nikon
- No, ti prego- mormora Goku alzando gli occhi al cielo
- Sembro un emerito idiota vestito così- dice indicandosi addosso
- Mi sento molto più a mio agio in una comoda tuta che in questi vestiti- confessa, cercando di allentarsi la cravatta in linea con tutto il resto dell’outfit.
- Avanti, è solo per oggi- gli dico avvicinandomi a lui con un sorrisetto complice
- Sì e in un altro miliardo di occasioni che ci saranno- mugugna
- Coraggio, quando vi sarà passato il nervosismo, saranno le fotografie a tenere vivo il ricordo di questa giornata- riprende sorridente il nostro caro amico.
- D’accordo- si arrende Goku, così io invito Bulma ad avvicinarsi, che a sua volta invita Vegeta dopo non poche storie.
“Siamo alle solite con mio cognato...”
Stranamente, nonostante ormai passiamo la maggior parte del nostro tempo tutti insieme, questa è la prima vera foto di noi quattro.
Sarà un ottimo ricordo quando saremo vecchie e decrepite e sfoglieremo l’album dei ricordi, tornando indietro con la mente a questo giorno così speciale, che io e mia sorella soprattutto attendiamo da quando eravamo bambine. Certo, al di là di ogni aspettativa e pronostico, ci siamo ritrovate a questo giorno lei col pancione e io prossima ad organizzare un matrimonio e ci sembra molto più di quello che avevamo sperato.
“Beh, prossima è un parolone, qui siamo ancora in attesa della proposta da parte di Goku e dell’anello, grazie!” urla una parte della mia coscienza, ma quella buona subito risponde "Avanti, Maya non essere così materiale."
In fondo il termine per iniziare a pensare al matrimonio è praticamente fissato ad oggi, quindi è la sua ultima occasione di fare la proposta come si deve, o meglio, come gli ho chiesto qualche tempo fa.
Nel mentre Crilin scatta altre fotografie, anche ai presenti come Tenshin, Yamcha, James e C, qualcuno spalanca la porta dell’aula. Ne esce il coordinatore del nostro corso che data la sua stazza ridotta ci mette qualche minuto per attirare l’attenzione di noi tutti e calmare il vociare che si è creato in corridoio. Ci scruta uno per uno coi suoi buffi baffi e gli occhi piccoli e ci sorride rassicurante.
- I candidati sono pregati di accomodarsi in sala, disponetevi nelle prime file, i genitori e i parenti possono accomodarsi nei posti disponibili. Stiamo per iniziare- annuncia dopo essersi schiarito la gola.
- Era ora, ci invecchiavo qui- commenta Bulma adirata, prendendo la sua lunga pelliccia color crema dalla sedia.
- E come se non bastasse, quest’ansia ha fatto svegliare Trunks che ha preso a scalciare da morire, non vorrei fare smorfie strane davanti alla commissione, dovrò essere divina e impeccabile come sempre!- mi dice sottovoce con un tono tutt’altro che rassicurante, mentre insieme ci avviamo all’interno della sala, seguite da tutti gli altri.
- Coraggio, andrete una bomba!- ci rassicura James sedendosi subito dietro di noi e facendoci il gesto della vittoria, anche Veldock e i genitori di Goku prendono posto lì accanto nella stessa fila, mentre Tenshin e Yamcha si siedono subito dietro. Crilin e papà restano in piedi per scattarci una marea di fotografie dalla prospettiva migliore, soprattutto quando ci sederemo davanti alla commissione.
- Sono così emozionata!- sentiamo mormorare Gine alle nostre spalle e Goku si volta a guardarla con un’espressione indecifrabile sul viso.
- Mamma, tecnicamente non sapresti neanche cosa stiamo facendo- ridacchia Goku sottovoce.
- Ma smettila, se non lo sapessi perché ci avrei tenuto che studiassi all’università?- lo rimbecca sua madre con fare di superiorità.
- Era un compromesso per lasciarmi la palestra- le ricorda Goku con un sorrisetto sghembo
- E sia, ma è comunque una cosa utile nella vita- conclude lei
- Ha ragione, è una bella cosa, non capita tutti i giorni di vedere un figlio laurearsi- mi intrometto con dolcezza, poi assumo un’espressione triste, Goku mi stringe la mano, sapendo esattamente a cosa sto pensando.
- I tuoi sarebbero fieri di te, lo so perché anche se non sono fisicamente qui, lo sono sicuramente- mi dice sottovoce, stringendomi ancora di più la mano a mo’ di supporto e il mio viso si esibisce in un grande sorriso di gratitudine.
Proprio mentre siamo persi nello sguardo l’uno dell’altra, fanno capolino i professori ed il rettore dell’università e noi, come ovviamente richiesto, ci alziamo tutti in piedi e ci inchiniamo. Procedono con un breve discorso subito dopo essersi sistemati dietro la grossa cattedra e poi cominciano a chiamare i candidati in ordine alfabetico.
Io e Bulma saremo dunque le prime a sostenere l’esame finale.
Ripeto quasi le parole dietro di lei, sottovoce, considerando che da mesi ogni giorno scriviamo insieme la tesi di laurea, anche la sua come la mia è diventata come una preghiera imparata a memoria.
Bulma conclude dopo un quarto d’ora scarso e torna al suo posto, io le strizzo l’occhio e poi le faccio i complimenti sottovoce.
- Bravissima, li hai stesi!-
Neanche il tempo di sentire il suo ringraziamento che sento uno dei professori chiamare il mio nome, così mi alzo, prendo la tesi tremante e mi avvio verso la commissione, sedendomi di fronte a loro.
La docente relatrice a cui ho fatto riferimento per la tesi introduce l’argomento ai colleghi e poi mi lascia iniziare, procedo con il mio power point e spiego tutti i punti prefissati. A un tratto il presidente di commissione mi interrompe facendomi sentire per un secondo il cuore fermo nel petto e l’ansia pervade ogni cellula del mio corpo. Sono immobile mentre ascolto la domanda e mi rilasso via via che riesco a riordinare nella mente la risposta giusta.
- Non ho altre domande- poi sento dire all’anziano seduto quasi al centro del gruppetto e così torno a posto, con un’espressione di pure gioia dipinta sul volto.
“È finita, è fatta, l’ostacolo che sembrava più grande nella mia vita è filato liscio così, in pochi minuti. Tanta ansia per nulla...”
Subito dopo di me, espongono la tesi gli altri due candidati e poi tocca a Goku.
“Ecco che mi torna l’ansia, non ho proprio idea di come se la caverà...”
Sorprendentemente, Goku è perfettamente a suo agio nell’esposizione dell’argomento scelto per la prova finale, e io mi ritrovo a guardarlo incantata. È ancora più bello così e, nonostante sono conscia del fatto che stia compiendo uno sforzo immane seduto in maniera composta ed elegante, fasciato in quegli abiti stretti che mal sopporta, la sicurezza che sta mostrando è la stessa di quando combatte e, persino la commissione ne sembra essere rapita.
“Di certo, il suo fascino di un altro pianeta colpisce tutti!”
Dopo di Goku, anche l’ultimo ragazzo sostiene l’esame e poi i docenti ci invitano a lasciare l’aula per discutere i voti a porte chiuse.
Una volta fuori da quella stanza, tiriamo tutti un fortissimo sospiro di sollievo e il primo istinto che ci travolge è quello di abbracciarci, appagati e soddisfatti e pervasi da un senso di liberazione che credo raramente abbiamo provato, soprattutto negli ultimi anni.
- Cazzo, ora sì che siamo liberi!- si sfoga Bulma, lasciandosi andare in modo poco composto su una delle sedie accanto alla porta.
- Quanto ti capisco. Appena andremo a casa ho bisogno di una lunga dormita, mi sta venendo un sonno tremendo, non chiudo occhio da due giorni- confesso, in piena crisi adrenalinica.
- Oh no, signorina, a casa ci alleniamo, io devo scaricare tutta questa tensione!- mi mette al corrente il mio ragazzo, già libero dalla giacca elegante, intento a tirare qualche pugno nel vuoto.
- Non se ne parla, io ho bisogno di riposare, se no stasera alla festa sarò uno zombie- replico, assolutamente ferma sulla mia decisione di volermene stare a letto almeno per qualche ora.
- Sarò felice di farti compagnia io, Kaaroth- lo avvisa Vegeta con un mezzo sorriso.
“Ero sicura avrebbe colto l’occasione al volo...”
Nel frattempo i nostri amici si avvicinano con dei sorrisi smaglianti.
- Eravate dei cannoni, giuro, a stento riuscivo a seguirvi!- si complimenta Tenshinhan
- Mi associo, come minimo dovranno mettervi il massimo dei voti!- si accoda Yamcha
- Speriamo, ci siamo fatti un culo così!- commenta Bulma, osservata a distanza da Vegeta che sembra a stento tenere a freno la sua gelosia.
- A me qualunque voto sta bene, considerando il trasferimento, il recuperare gli esami per mettermi in pari e scrivere la tesi, ce l’ho fatta in tempi record- dice Goku grattandosi la nuca
- Sì, ma tu non sei umano- gli dico sottovoce, con una punta di ironia nel tono
- Sì, ma questo i professori non lo sanno- risponde al mio stesso modo.
In quel momento, mentre io e lui ce la ridiamo e ci scambiamo un fugace bacio lontani da occhi indiscreti, vediamo passare una persona che tutti conosciamo molto bene. Quasi ho il vuoto nello stomaco, sembra di rivivere un deja-vu di qualche mese fa.
- Ciao Chichi!- la saluta con molta gentilezza Crilin, attirando l’attenzione anche di tutti gli altri, mia sorella per prima.
- Ciao Crilin- risponde lei in tono neutro, fermandosi lì quasi costretta.
“Si vedeva lontano un miglio che avrebbe preferito proseguire oltre facendo finta di niente...e anche noi”
La ragazza dai lunghi capelli neri regge tra le mani dei tomi di traduttologia e sembra andare abbastanza di fretta, dopo qualche secondo e qualche chiacchiera di circostanza, si congeda da Crilin e passa proprio davanti a noi, mentre Bulma è seduta accanto a Vegeta e io me ne sto lì quasi spiaccicata addosso a Goku, che si è leggermente irrigidito con la presenza della ragazza a cui ha ingenuamente spezzato il cuore.
Inaspettatamente, lei si arma di un grosso e tiratissimo sorriso e ci saluta, prendendoci completamente alla sprovvista.
- Ciao, ragazzi, congratulazioni a tutti, avete già discusso?- domanda in modo quasi retorico, visto che ci squadra da capo a piedi da qualche secondo, notando il nostro outfit da cerimonia.
- Sì, abbiamo finito ora- sono la prima a rispondere, sforzandomi di mantenere un tono amichevole, lei annuisce quasi ignorandomi, poi il suo sguardo si posa su Bulma, ignorando deliberatamente la presenza di Goku.
- Bulma, ho saputo la notizia, a che mese sei?- chiede felice, come se stesse parlando ad una sua vecchia amica.
- Il 12 finisco il quarto mese- risponde quasi senza minimo entusiasmo nel tono di voce mia sorella
- E’ fantastico, ti auguro il meglio, beh… ci vediamo- mormora veloce allontanandosi a grandi passi, io e Goku la vediamo sparire in una delle aule adiacenti. Io sospiro, poi sorrido comprensiva al mio fidanzato.
- Caspita, è proprio vero quando si dice “il mio ex per me non esiste più”- commento io tagliente, in attesa di una qualche reazione di Goku, che ridacchia imbarazzato
- Già, credo non l’abbia proprio presa bene la nostra separazione, nonostante sia passato qualche mese- ammette lui e mentre stiamo lì a chiacchierare, si apre nuovamente la porta dell’aula magna, così lo stesso professore che è venuto a chiamarci all’inizio ci invita a rientrare per la proclamazione.
- I candidati in piedi, per favore- ci invita il presidente di commissione, seguito da un gesto della mano e noi eseguiamo l’ordine, cominciando poi a pronunciare la classica formula per la proclamazione ufficiale.
Io vorrei mettermi a piangere e urlare quando sento prima il nome di Bulma e poi il mio, entrambe con il massimo dei voti, così ci stringiamo la mano sotto il banco per non farci vedere, rimandando a dopo i festeggiamenti. Non riesco a contenere però un sussulto emozionato, quando sento che anche Goku ha ricevuto tutti i punti possibili, evidentemente nonostante le difficoltà, la brillante esposizione deve aver influito sul voto finale.
“Ora è davvero finita e nel miglior modo possibile”

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Una volta tutti fuori dall’aula possiamo finalmente dare inizio alla festa, che prosegue spostandoci al piano superiore, dove c’è il mega terrazzo dell’università e dove tutti i neo-laureati si sono diretti per stappare una bottiglia di buon augurio, ma prima di essere presi dal turbinio generale, ci piazzano in testa le corone d’alloro.
- La prima donna della famiglia a laurearsi a pieni voti con il pancione!- esulta Bulma, improvvisando un balletto
- Ma posso bere giusto un pochino di champagne? Vi prego!- chiede supplichevole
- Non se ne parla nemmeno!- la ammonisce la mamma, senza però smettere di sorridere
- Hey, bevi un goccino da me, senza farti vedere, veloce- le sussurro, accertandomi che nessuno ci stia guardando e lei, con uno scatto felino, si porta il bicchiere alle labbra e fa un rapido sorso.
- Quanto mi mancano le bollicine- dice triste, poi spalanca gli occhi meravigliata.
- Però, Trunks fa festa, sentilo!- mi dice mettendomi una mano sulla sua pancia, io sorrido, sentendo il bambino scalciare a più non posso.
- Vero, mamma mia!- mi accodo a lei con lo stesso stupore
- Ti piace lo champagne, amore di mamma? Bravo bambino, hai preso tutto da me- mormora soddisfatta rivolgendosi alla sua pancia, mentre Gine e nostra madre continuano a fare il giro con i vari vassoi stracolmi di leccornie e bevande.
- Questi però, posso gustarmeli, scusami- si congeda veloce, rincorrendo la mamma in cerca di uno stuzzichino da assaggiare, mentre io mi volto sorridente verso C e James per intrattenere una conversazione con loro, ma non ho neanche il tempo di sorridere loro che sento qualcuno tirarmi dolcemente a sé per un braccio.
- Hey, mi cade lo champagne addosso- gli dico con finto fare ammonitore e Goku sorride
- Sai che sei la mia dottoressa preferita?- mi dice suadente
- Anche tu lo sei, però adesso sei semplicemente il mio Maestro di Arti Marziali preferito, visto che da oggi la palestra è tua a tutti gli effetti- gli ricordo sfiorandogli il naso con la punta del mio.
- Urca, puoi dirlo forte!- esclama felice, come se se ne fosse ricordato in quel momento.
“Sbadato com’è, ci giurerei”
- Non muovetevi, vi scatto una foto!- ci dice Crilin, arrivando come una furia e imbracciando la sua fotocamera come un’arma, ma è troppo tardi per mettersi in posa, quindi la foto viene con me che rido come una matta mentre mi reggo la corona d’alloro e Goku che mi lancia e mi riprende come fossi una bambina. Dalla parte opposta del terrazzo, mia sorella e il suo uomo sembrano essere molto più composti di noi, in pose quasi romantiche appoggiati alla balaustra del terrazzo.
“Romantiche si fa per dire, Vegeta sembra sempre arrabbiato col mondo intero”
Poi ci ricomponiamo anche noi e iniziamo a fare le varie foto di gruppo, con la famiglia, poi tutti insieme anche con gli amici, ma quella dal sapore più speciale, ritrae me e Bulma da sole di spalle, con la corona d’alloro in testa e le tesi alzate in aria in segno di vittoria in una mano e le mani libere, stretta l’una a quella dell’altra. Questa foto rappresenta il coronamento della nostra carriera da studentesse che si conclude così, visto che di foto uguali a questa ce l’abbiamo alla fine delle elementari, alla fine delle medie e delle superiori.
Ci siamo promesse di farne un collage, perché dopo vent’anni manteniamo sempre la stessa tradizione.
- Immagino che una prossima foto del genere, ritragga una delle due in abito da sposa- commenta Gine osservandoci e soffermandosi un po’ troppo su di me.
Bulma si strozza con la sua stessa saliva mentre io me ne sto lì con aria vaga a far finta di niente, assolutamente colpita in pieno da quella sorta di frecciatina.
- Di certo non sarò io, signora- si affretta a rispondere Bulma, ma io decido di rispondere a tono
- Io sto aspettando una certa cosa...- commento ironica e Goku se la ride guardandoci per poi scuotere la testa.
I festeggiamenti vanno avanti per un altro po’ e dopo un’oretta abbondante di champagne, foto e risate, ci congediamo per imboccare la via di casa, ricordando a tutti che la festa avrà inizio alle 20 e 30 circa, per dare il tempo a tutti gli ospiti di radunarsi nel nostro gazebo.

 

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Capitolo 39
*** Un Prezioso Cimelio ***


CAPITOLO 39:

Intorno alle ventuno siamo già nel gazebo illuminato ed elegantemente allestito per la festa nel nostro giardino, mentre la mamma come al solito si occupa di dare le ultime disposizioni riguardo la preparazione dei tavoli al buffet in un angolo della struttura, per avere poi spazio a sufficienza per ballare e divertirsi.
Saremo circa una cinquantina di persone, tra parenti e amici più intimi, qualche collega dell’azienda con cui abbiamo un rapporto al di fuori degli uffici e man mano che ultimiamo la preparazione anche per le bomboniere, cominciano ad arrivare i primi ospiti.
- Chi manca?- chiedo facendo correre lo sguardo all’interno della struttura e accorgendomi già del cicaleccio dei presenti.
- Solo Crilin e gli altri, il resto ci siamo tutti- mi informa mia sorella.
- Ragazze, sono arrivati anche gli altri, appena parcheggiano do disposizioni per l’apertura del buffet- ci mette al corrente la mamma, scivolando nel suo tubino nero che la fa sembrare una diva anni Trenta.
- Bene, perché io sto per svenire dalla fame- mormora la turchina.
- Buonasera a tutti! Auguroni di nuovo ai dottori!- esclama Tenshinhan sfoderando il suo migliore sorriso.
- Grazie, di nuovo- rispondiamo in coro io e Bulma e mentre siamo lì a muoverci in mezzo alla pista con disinvoltura, accennando anche a ballare nonostante la musica sia ancora bassa, noto che Goku da quando è arrivato, è rigido come una statua di sale.
"Il che mi inquieta, perché non è affatto da lui essere così accigliato e pensieroso..."
- Amore, ma che c’è?!- chiedo abbracciandolo da dietro, ad un certo punto. Lui mi sorride brevemente, mentre io piego leggermente la testa all’indietro, per incontrare il suo sguardo che ancora non accenna ad assumere un’espressione più rilassata.
- Dovremmo essere felici e spensierati, il tempo dei libri è finito- gli dico con un pizzico di ironia.
- Ma io sono felice e spensierato- si affretta a rassicurarmi, sfoderando un tiratissimo sorriso.
- Non si direbbe proprio, mi sembri tanto Vegeta stasera- gli dico strizzandogli l’occhio, sapendo perfettamente della presenza del nostro amico proprio alle spalle. Infatti quest’ultimo si volta nella nostra direzione con il suo sorrisetto arrogante.
- Ridi quanto ti pare Maya, tra qualche ora vedrai- ribatte alzando un po’ il mento, beccandosi una mia occhiata confusa. Goku sgrana leggermente gli occhi, mentre io non accenno a cambiare espressione.
- Ma cosa dici Vegeta!- si affretta a ribadire quello alto, ridacchiando nervoso.
- In che senso scusa?- mi appresto a domandare al mio amico, che comincia a guardarsi intorno vago, probabilmente per dare una spiegazione plausibile sotto il mio sguardo indagatore.
- Beh nel senso che, comunque, da domani...iniziano le responsabilità, il lavoro, ecc…- conclude.
- Ma il lavoro è già iniziato, stasera è tutta per noi, voglio godermela!- lo metto al corrente sollevando in alto il calice di champagne e in quel momento arriva mia sorella come una furia.
- Maya, ci sono gli zii dal Canada- mi informa.
- Arrivo subito-
- Svelta, perché non solo hanno portato un bel pensierino a noi, ma mamma non ha resistito a dirgli che ero incinta prima che partissero, così sganciano anche i regalini per il pupo e poi possiamo finalmente mangiare!- mi dice trascinandomi dietro di lei.
Infatti, dopo esserci sorbite circa mezz’ora di smielati convenevoli inutili, possiamo dare finalmente inizio alla festa e proprio quando tutti si accalcano ordinatamente al buffet, vediamo Yamcha sorridere a Bulma e avvicinarsi cauto.
- E allora, è un maschietto quindi? Congratulazioni- sorride il ragazzo dalla carnagione bronzea.
- Sì e sapessi quanto scalcia- dice Bulma, regalandogli lo stesso medesimo sorriso.
- E pensare che un anno fa ancora ci rincorrevamo e facevamo scelte sbagliate- prosegue lui imbarazzato e Bulma sospira.
- Già, quant’è strana la vita, vero?- replica lei, carezzandosi leggermente il ventre.
- Beh, comunque, sono felice per te- conclude lui, incontrando nuovamente gli occhi azzurri della prima donna che ha amato in vita sua.
- Anche io per te, la tua ragazza è molto simpatica e a modo, ho avuto modo di parlarci stamattina- risponde cordiale lei, accennando alla deliziosa biondina che ormai fa coppia fissa col suo ex, la quale chiacchiera amabilmente con Gine e nostra madre poco più lontano.
Il momento di puro imbarazzo tra mia sorella e Yamcha viene interrotto da James.
- Signori tutto molto interessante immagino, ma ora vogliamo mangiare? Forza, prendete un piatto- dice, passandogli i piatti rossi acquistati per l’occasione.
I due si sorridono e poi si dedicano ognuno a riempire di varie pietanze il piatto.
- Vado anche io, prima che finisca tutto- dice ridacchiando Bardack a sua moglie.
- Certo, e magari qualche attempata zia delle ragazze ti nota e ti salta addosso- commenta ironica Gine, mentre il suo possente marito si avvia al buffet.
- Mi aggiungo, credo che a tuo padre serva una mano- annuncio rivolgendomi a Goku, mentre mi alzo da tavola.
- Ma no, ci penso io- risponde lui poco convinto.
- Andiamo, non è la prima festa di famiglia a cui partecipo, so bene come muovermi in queste circostanze- lo informo strizzandogli l’occhio e lui non se lo fa ripetere due volte.
Mi segue con lo sguardo, per poi voltarsi verso sua madre espirando profondamente, come per allentare la tensione. Come se la mia presenza continua intorno, stasera lo stesse mettendo a disagio.
- Kaaroth, tesoro, vuoi darti una calmata?- comincia Gine in modo materno.
- Se ne accorgerà, o peggio inizierà a diventare sospettosa e avrà paura che magari dovrai dirle qualcosa di brutto, già sembra che tu voglia evitarla…- gli fa notare la donna, lanciandomi una breve occhiata.
- Lo so, ma non posso farci nulla, sono teso da morire, come prima di un torneo- risponde lui saltellando sul posto.
- Parli proprio da vero terrestre adesso- risponde sua madre sorridendo dolce e Goku alza gli occhi al cielo.
- Già, ma non pensavo fosse così difficile, voglio dire è stato molto più liscio e facile chiederglielo in prima battuta- mormora seccato.
- Tutta questa cosa della festa, della gente, della sorpresa, mi mette un po’ a disagio, ecco- confessa con timidezza, grattandosi la nuca come suo solito.
- Sai che non amo stare al centro dell’attenzione- conclude imbronciato.
- Te la caverai benissimo e lei ne sarà felicissima, a proposito, ti avevo detto che avrei scelto io, giusto?- prosegue la donna dai corti capelli neri, avvicinandosi con fare complice a suo figlio.
- Certo... Te ne sei occupata, no?- chiede il giovane nel panico.
- Non esattamente- risponde sua madre con una smorfia e lui sgrana leggermente gli occhi, allibito.
- Mamma, che vuoi dire? Sento che sto per avere un attacco di cuore- dice serio.
- Non le hai comprato nulla? E io che cosa do a Maya, dopo? Un cofanetto vuoto? Ti prego, dimmi che hai una soluzione- Goku quasi supplica sua madre, la sua voce è tesa e nervosa.
- Kaaroth, vuoi rilassarti un attimo e lasciarmi parlare?- lo interrompe esasperata lei.
- Dunque, ho pensato fosse più appropriato un cimelio di famiglia, da tramandare alle generazioni successive, quindi…- dice, prendendo dalla borsetta uno scatolino nero e oro con delle strane iscrizioni sopra, mentre Goku la fissa interrogativo. A quel punto Gine si guarda intorno circospetta e, quando si assicura che non ci sia nessuno nei paraggi, fa segno al figlio di aprire e dare un’occhiata al contenuto.
Goku è scioccato dalla bellezza accecante di quel gioiello, che emana una luce tremendamente particolare, ma lo riconosce dopo un attimo di iniziale sorpresa.
- Mamma, ma questo è…- si arresta volutamente, portando i suoi occhi in quelli della madre.
- Sì, è quello che mi ha regalato tuo padre, quando eravamo un pelino più giovani di te e Maya- ammette sorridendo, ricordando fugacemente il momento e l’occasione decisamente meno romantica in cui Bardack, all’epoca giovane soldato al servizio del Re, le aveva regalato quel piccolo capolavoro.
Goku mi ha raccontato una volta che tra i Saiyan l’eta minima per il matrimonio è quindici anni, dunque per questo Gine e Bardack sono così giovani, perché si sono sposati e hanno avuto figli quando praticamente erano due ragazzini.
Goku sorride anche lui di rimando.
- Maya lo adorerà, ancor di più quando saprà che era il tuo- dice il giovane, mantenendo il suo solare sorriso.
- Sapevo che un giorno lo avrei dato a te o… a tuo fratello…- dice lentamente, intristendosi per un attimo.
- Per darlo alla vostra promessa sposa, ma in cuor mio, qualcosa mi diceva che saresti stato tu il primo a fare questo importante passo- prosegue carezzando il figlio sulla guancia, che sorride imbarazzato.
- Sei diventato un uomo Kaaroth, sembra ieri che ti stringevo tra le mie braccia, quella paura tremenda di doverti lasciare a morire sul nostro pianeta, perché non eri abbastanza forte da sopravvivere- mormora lei sentendo le lacrime pizzicarle gli occhi.
"Per quanto sia una Saiyan pura, rispetto a tutte le altre donne sul pianeta Vegeta, Gine ha sempre avuto un indole molto più dolce e sensibile, nonostante anche nella lotta se la cavi piuttosto bene..."
- E invece guardati ora, grande e grosso, forte più di chiunque altro, ma comunque dolce e capace di amare. E ora hai concluso i tuoi studi e stai per sposarti…-
- Mamma, non fare così- la interrompe Goku abbassando lo sguardo e diventando ancora più rosso.
- Sei l’orgoglio mio e di tuo padre, Kaaroth. Tutti i Saiyan, se potessero vedervi, sarebbero fieri di te e anche di Vegeta- aggiunge convinta.
- Avete fatto delle vostre vite degli esempi da seguire, per tutti, per i terrestri stessi- conclude lei fiera.
- Speriamo di non deludervi mai- dice Goku, piegando leggermente la testa di lato.
- Non potreste mai e poi mai farlo- dice seria, poi Goku l’abbraccia forte, in quella consuetudine solo loro tra madre e figlio.
- Grazie mamma, per tutto. Ti voglio bene, anche se non te lo dico spesso, probabilmente perché non siamo abituati ad essere sdolcinati- commenta lui ridacchiando.
- Anche io te ne voglio, figlio mio-
E in quel momento facciamo ritorno io e Bardack, reggendo un paio di piatti belli colmi per uno.
- Che succede? Coccole tra madre e figlio? Avanti, Kaaroth sei cresciutello, ormai- commenta ironico l’omone tutto muscoli.
- E’ pur sempre il mio bambino e anche se si è laureato, io lo vedo ancora come il neonato che abbiamo lanciato per primo nello spazio, per venire qui- dice lei alzando le spalle.
Io sorrido, guardandolo.
Rimugino sulle parole di Gine e mi metto per un attimo nei suoi panni. Se penso di dover mettere mio figlio appena nato in una navicella e mandarlo in giro nello spazio in cerca di un altro pianeta sui cui vivere, per poi seguirlo io dopo poco, mi verrebbero una serie di infarti.
"Ma cosa non si farebbe per la sopravvivenza del proprio figlio? Gine è stata una donna davvero coraggiosa..."
- Veldock non sta più nella pelle all’idea dell’erede, più i mesi passano più è in preda alla gioia, credo di non averlo mai visto così il nostro sovrano- esordisce Bardack, per poi addentare uno degli stuzzichini dal suo piatto.
- Concordo, penso che in tutti questi anni non sia mai stato così sorridente- si accoda al marito.
- Si dice che quando si diventa nonni si perda quasi il senno dalla felicità- ammetto sicura.
- Beh, finché non lo avrò provato, non ti saprò rispondere- commenta Gine lanciandomi uno sguardo fin troppo loquace.
“Noto con piacere che oltre a Goku che vuole diventare papà, anche i suoi non scherzano a voler diventare nonni quanto prima, ma giovani e belli come sono con quale coraggio nostro figlio li chiamerà  <> ?"
- Provvederemo… quando sarà il momento, vero amore?- chiedo aiuto a Goku con lo sguardo, considerando la piega che sta prendendo l’argomento.
- Infatti - si affretta ad aggiungere, mentre vedo James avvicinarsi al nostro tavolo.
- Maya, ancora alle prese con il cibo?!- chiede esasperato, mentre mi tira il piatto dalle mani.
- Avanti, cazzo, che ti ho cucito un vestito come un guanto, non devi mangiare e vieni a ballare muoviti! Scusateci!- dice ai miei suoceri mentre mi trascina in pista e loro ridacchiano.
- Vado anche io, altrimenti James darà la caccia a me al prossimo giro- annuncia Goku alzandosi lentamente da tavola, sempre riluttante riguardo al mood discoteca.
Cominciamo a ballare, come al solito, divisi in gruppetti e perdendoci nel ritmo, invitando a turno tutti i presenti in pista.
“Incredibile da quanto tempo io e mia sorella stiamo organizzando questa serata e per ora sta riuscendo tutto come c’eravamo prefissate”
E proprio sulla scia di questo pensiero, afferro mia sorella e l’abbraccio forte per quanto possibile.
- Non posso crederci, è la nostra serata- mi dice lei all’orecchio.
- E’ meglio di come ce l’eravamo immaginata-
- È perfetta!- risponde su di giri.
- E ci aspettano ancora tante cose belle, più belle di questa, sorella mia!- prosegue convinta.
- Come ad esempio la nascita del mio nipotino- le ricordo toccandole la pancia.
- Giusto e poi… - lascia volutamente la frase a metà mentre ci muoviamo ancora a ritmo.
- Tante cose Maya, abbiamo già passato la nostra fase scura, tu fra tutti, ora meriti solo di essere felice!- mi dice con molta più dolcezza del solito.
Io non sapendo cos’altro dire mi limito a sorriderle emozionata, la musica viene poi bruscamente interrotta dal rumore assordante del microfono. Ci giriamo costretti in quella direzione, coprendoci le orecchie per evitare quel rumore fastidoso.
- Prova...- comincia il mio moro cugino avvicinandosi nuovamente al microfono.
- Signori, scusate l’interruzione, ma per godere al meglio dei fuochi d’artificio, vi consiglio di indossare i soprabiti e recarci tutti fuori dal gazebo, grazie- ci informa col suo solito tono di voce suadente, mentre tutti i presenti cominciano ad avviarsi verso l’uscita.
- Caspita, i fuochi d’artificio, mamma e papà hanno pensato davvero a tutto!- esulto felice come una bambina rivolgendomi a Goku.
- Io ho già prenotato un posticino per una vista migliore, vieni con me- mi dice complice, prendendomi dolcemente la mano.
- Dove andiamo?- chiedo mentre ci facciamo largo tra gli ospiti.
- Su in terrazza, però, devo chiederti di metterti questa- si volta, mostrandomi una sciarpa nera, io lo guardo interrogativa.
- Amore, cosa devo farci con questa, ho la mia- gli dico con un filo d’ansia nella voce.
- Non è per coprirti, ma devi metterla sul viso, poche storie- si avvicina e me la fa indossare, legandomela abbastanza stretta dietro la testa.
Ancora completamente sconvolta, sento due mani che riconosco subito non essere quelle di Goku, che prendono le mie.
- Ma di chi sono queste mani?- domando in preda al panico.
- Tu fidati, quante sono queste?-
Sento anche il silenzio, si è arrestata la musica di colpo. Soltanto parlottare indistinto delle persone.
- Tre- azzardo.
- Sbagliato, queste?- ritenta.
- Ma che ne so, cinque?- butto lì nuovamente.
- Ottimo, sei cieca come una talpa, andiamo- esulta.
Le due mani che continuo a non riconoscere mi guidano attraverso il corridoio, poi ad un certo punto mi lasciano per lasciar spazio a quelle grandi e forti di Goku.
"Che cosa diavolo avrà in mente?"

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Capitolo 40
*** La Proposta ***


CAPITOLO 40:

Dal rumore dei miei passi sul pavimento, mi rendo conto che siamo sul marmo dentro casa e, precisamente, in salone.
- La strada per il terrazzo la conosco, volevi rendermela difficile così?- dico a Goku in tono canzonatorio, facendo attenzione a dove metto i piedi, ma sollevando comunque il viso per rivolgermi a lui, nonostante la vista oscurata.
- Caspita, amore, ma quanto parli?- la sua voce un pochino nasale, rimbomba all’interno della rampa di scale che portano al terrazzo.
Intanto, la mia mente non poteva assolutamente immaginare che in giardino tutti si stessero preparando ad assistere e a partecipare attivamente a questa sorpresa così inaspettata che stava per avere luogo.
- Siamo arrivati?- chiedo impaziente dopo un po’.
- Ci siamo quasi… attenta c’è un ultimo gradino- mi avvisa, sorreggendomi ancora, visto che per quanto possa conoscere a memoria casa mia, quando si perde la vista, ci si sente completamente disorientati.
- Eccoci- annuncia Goku.
Non appena la porta di ferro che da sul terrazzo si apre, percepisco il cambio di temperatura repentino che mi costringe a chiudermi ancor di più bella pelliccia.
- Poggiati qui sulla balaustra- mi ordina con voce dolce Goku e, dopo essere andata a tentoni per qualche secondo riesco a sentire la gelida ringhiera di ferro sotto le mani.
Proprio in quell’istante, il fischio e il conseguente boato dei fuochi d’artificio comincia ad impossessarsi dell’udito, uno dei pochi sensi a cui al momento posso far riferimento.
- Posso toglierla adesso?- gli chiedo, cercando di forzare il nodo della benda dietro la mia testa.
- Due secondi soltanto- mi dice lui frettolosamente e io abbandono le braccia lungo i fianchi emettendo un lieve grugnito di disapprovazione.
- Uffa- sbuffo esasperata, mentre alle mie spalle sento qualcuno mormorare qualcosa sottovoce e dal timbro mi sembra di capire sia Vegeta.
- Kaaroth, inginocchiati, per gli dèi!- dice portandosi una mano alla fronte, in un gesto sconsolato.
- Giusto, hai ragione!- mormora l’amico a sua volta.
- E’ un caso perso- sibila Vegeta a Bulma, mantenendo la stessa espressione esasperata.
- Inginocchiarsi per cosa?- chiedo con fare indagatore, mentre tento di togliere via la benda, ormai stufa di quel giochino durato fin troppo.
- Nulla! Ora vedrai!- si affretta a rassicurarmi mia sorella, la cui presenza capto solo dopo che mi ha parlato, dandomi una mano a liberarmi da quell’insulso straccio.
Quando i miei occhi tornano a vedere, ci mettono un po’ ad abituarsi all’atmosfera, soprattutto quando i fuochi d’artificio creano uno spettacolo di luci pazzesco nel cielo in questa fredda notte di dicembre, così mi guardo intorno spaesata, sporgendomi per prima cosa dal terrazzo dove scorgo tutti gli invitati alla festa con il flash del cellulare acceso e puntato verso l’alto, precisamente in mia direzione.
Quando mi volto a chiedere spiegazioni a chi so per certo essere lì con me, sento il cuore decelerare e poi accelerare nel giro di qualche infinito istante. Goku è in ginocchio davanti a me, con uno scatolino tra le mani e un sorriso tra il nervoso all’emozionato, non assolutamente da lui.
“Lo ha fatto davvero, non posso crederci”
- Oh cielo, Goku- soffio, incapace di contenere le lacrime che cominciano a rigarmi il volto senza nemmeno rendermene conto.
Lo vedo inspirare profondamente e poi quel paio di occhi scuri per cui farei le peggio follie mi inchiodano sul posto.
- So che con le faccende sentimentali dei terresti devo ancora farci molta abitudine, però volevo farlo nel modo giusto, nel modo in cui meriti- comincia, mentre sento Bulma alle mie spalle tirare su col naso, io la imito dopo un secondo.
- Quindi…- riprende lui, affrettandosi ad aprire lo scatolino e rivelando un meraviglioso solitario con tanti piccoli diamanti ad incorniciare un rubino, talmente luccicante da sembrare una goccia di sangue fresco.
- E’ troppo, non posso crederci!- mormoro incredula nascondendo il viso tra le mani.
- Maya, non ti prometto che sarà facile, ma ti posso promettere che sarà per sempre. Non ti prometto che ci saranno solo giorni di sole, ma ti posso promettere che farò in modo che quelli di pioggia siano il meno possibile. Tu sei la mia anima gemella, l’unica e sola. Vuoi condividere il resto della tua vita da umana con questo strano scimmione alieno?- chiede divertito e io sorrido sospirando, mentre mia sorella e il suo uomo si godono la scena dalle retrovie, ma comunque testimoni di questo momento stupendo.
Mi sento le parole strozzarsi in gola una sillaba alla volta e, come mi succede sempre quando sono sotto schock, non riesco a parlare.
- Guarda che finché non mi dici di sì io non mi muoverò da qui- mi avvisa lui ridacchiando, col suo solito fare ingenuo che io tanto amo.
- Sì, lo voglio!- riesco poi a dire quasi disperata così Goku si alza e sfila l’anello dalla custodia, infilandomelo al dito, con le forti mani tremanti.
Parte così l’applauso da tutti i partecipanti appostati di sotto in attesa della mia risposta, mentre io e Goku ci perdiamo in un lungo e tenero bacio, talmente mi avvinghio a lui con forza, che non può fare a meno di prendermi in braccio, mentre lacrime di gioia mi solcano ancora le guance.
- Maya, non hai idea. Stiamo sudando da una settimana per organizzare questa sorpresa- mi fa notare seria mia sorella quando mi abbraccia, per l’ennesima volta nell’arco di quella giornata piena di emozioni che, a quanto pare, non accenna ancora a finire.
- E per tenertelo nascosto non è che sia stata proprio una passeggiata di salute- si accoda Vegeta storcendo il naso.
- Davvero? Strano, non ho captato nulla, giuro, di solito scopro tutti i vostri piani- commento emozionata, ancora tra le braccia di Goku.
- Grazie comunque, per averlo aiutato, credo non ce l’avrebbe fatta da solo- continuo, guardando il mio uomo negli occhi.
- No, decisamente- conclude mia sorella inarcando le sopracciglia.
- D’accordo, ma ora venite giù, dobbiamo brindare!- ci urla quasi dal microfono James.
- Dèi, non pensa ad altro, andiamo dai che quassù si gela- si lamenta mia sorella, stringendosi nel grosso cappotto.
Mentre Bulma e Vegeta si avviano di nuovo alla festa, io mi volto verso Goku, restando qualche altro secondo a tenerci stretti e baciarci.
- E’ stata un’emozione talmente inaspettata che…- interrompo la frase senza riuscire a trovare altre parole da dirgli, poi espiro emozionata.
- Ti amo da impazzire!- mormoro con la bocca contro la sua.
- Te lo meritavi e poi avevo promesso- mi ricorda lui con fare ovvio.
- Hai già scelto di sposarti secondo le mie usanze, almeno questo te lo dovevo- conclude sorridendomi in quel modo speciale solo suo.
- Non vedo l’ora di passare il resto della mia vita con te- rispondo avvicinando nuovamente le nostre labbra.
- Non potrei essere più d’accordo-
Ci perdiamo in un altro bacio passionale, per poi deciderci di tornare finalmente giù in giardino, per l’ennesimo brindisi ordinato da mio cugino e lì veniamo assaltati di auguri e congratulazioni da tutti, in particolare dai genitori di Goku che non riescono a contenere la loro gioia.
- Spero ti piaccia l’anello!- mi dice esultante Gine, dopo aver sciolto l’abbraccio e il mio sguardo si va a posare nuovamente sul mio anulare, catturato da quella pietra preziosa, la cui luce quasi mi ipnotizza.
“In effetti è perfetto, anche come calza”
- Era il mio anello di fidanzamento- annuncia poi Gine, costringendomi ad alzare i miei occhi pieni di stupore per incontrare i suoi.
- Il tuo primo cimelio di famiglia, da tramandare alle generazioni future- dice commossa.
- Come prova che la razza dei Saiyan non è davvero estinta, dopo tutto- si intromette Bardack, stringendo a sé il corpo esile e minuto della moglie.
La mia incontenibile emozione per tutto quello che sta succedendo, mi porta ad allargare le braccia per stringere i miei futuri suoceri.
“Adesso per davvero adesso lo sono...”
- Grazie- riesco solo a dire con la voce rotta dal pianto, Gine mi accarezza teneramente la schiena, con fare materno.
- Capiamo che sicuramente in momenti come questi ti mancano tantissimo i tuoi genitori biologici, però…- comincia cauta, con il timore di ferirmi in qualche modo con le sue parole.
- Faremo in modo che in questa famiglia tu ti senta amata e a casa, per tutti i giorni che verranno- mi assicura, carezzandomi una guancia.
- Che lo champagne scorra a fiumi!- annuncia la mamma passando di lì e scoccandomi un affettuosissimo bacio sulla guancia, il quale mi lascia un tremendo segno rosso come il suo rosetto.
Sorrido mentre cerco di toglierne a fatica i residui.
- Quanto sono cresciute le mie bambine, sembra ieri ve ne stavate a giocare con le bambole e ad indossare le mie scarpe col tacco, caspita quanto tempo è passato!- dice emozionata, abbracciando anche Bulma che regge in una mano un flute di succo all’ananas, con l’illusione di sorseggiare un po’ di fresco champagne per festeggiare me e Goku.
Quando tutti l’entusiasmo si dissipa gradualmente da parte degli ospiti, mi rendo conto di aver l’assoluto bisogno di un momento sigaretta, per acquietare questo susseguirsi di emozioni che ancora fanno a cazzotti nel mio stomaco.
“Adesso dovrò fare l’abitudine a questo meraviglioso e prezioso gioiello che porto al dito…”
Non solo per la sua bellezza, ma perché nell’intero universo una cosa del genere la indosso solo io e nessun altro e, poi come ha detto Gine, è il primo cimelio di famiglia, il che lo rende di un valore ancor più inestimabile.
- Hey, sorellina- la voce spumeggiante della mia turchina sorella, si fa via via più vicina.
- A breve sarai una signora- mi dice con una certa malizia nella voce, passandomi un altro flute, contenente probabilmente la sua stessa bevanda.
“Forse per sentirsi meno sola...”
- Beh, diciamo che era anche per questo che ho avuto un lieve schock poco fa, non mi sento pronta ad essere chiamata “signora”- confesso con un risolino, poi Bulma sorride alzando il bicchiere a mezz’aria.
- Dunque a noi, che saremo delle meravigliose donne in carriera e a noi che saremo anche una madre e una moglie meravigliose, alla nostra!- dice indicando prima lei e poi me.
Do un’occhiata al contenuto chiaro del bicchiere e poi sollevo un sopracciglio.
- E’ analcolico- risponde dando voce ai miei pensieri, storcendo un po’ il naso e poi facciamo un sorso entrambe.
- E a breve dovrò anche andare a togliere questi fastidiosi tacchi, i piedi mi si cominciano a gonfiare, Maya- annuncia.
- Non tornerò più alla mia taglia, me lo sento- sospira affranta, dopo aver vuotato il bicchiere.
- Avanti, non dire così- cerco di rassicurarla con tono affabile.
- Hai una gran bella palestra a tua disposizione e il tuo compagno come personal trainer, che vuoi di più dalla vita?- le dico dandole una leggera gomitata complice.
- Certo, ma avrò anche un bambino a cui badare e il lavoro, non ce lo dimentichiamo- replica ovvia.
- Inutile preoccuparsi adesso di questo- le dico, liquidando la faccenda con un gesto eloquente.
- Ciò che conta ora è che tu ti rilassi e attenda i prossimi mesi da brava mammina, restando anche a riposo di tanto in tanto- le faccio notare, calcando volutamente l’ultima frase.
- Sai che odio riposare- risponde acida.
- Sì, ma adesso è tuo figlio a chiedertelo, non io. E non credo che potrai contraddire il piccolo principe- le dico sorridendo, facendo un cenno al suo ventre.
- Ma io sto benone!- mi ricorda.
In effetti, ha affrontato questo primo trimestre e poco più egregiamente, senza particolari sintomi.
Non so se tutte le donne in gravidanza si sentano così e Bulma è una forza della natura come sempre, oppure il fatto di portare in grembo un bimbo fuori dal comune, magari le ha donato un po’ di quella strana forza sovrumana, tratto caratterizzante dei Saiyan.
Mentre ce ne stiamo a chiacchierare un altro po’ distanti dal trambusto della festa, qualcuno alle mie spalle ci interrompe schiarendosi la gola.
Vedo già Bulma sorridere in modo comprensivo, mi volto e vedo Goku e anche il mio sorriso si allarga ulteriormente.
- Bene, direi che bisogna che una di noi torni alla festa, abbiamo annoiato tutti con questo party da tempo immemorabile, gli ospiti d’onore devono fare il loro dovere. Ci vediamo dopo- annuncia mia sorella, lasciandoci soli, non prima di avermi strizzato l’occhio.
(https://www.youtube.com/watch?v=HCawCflfqMc COLONNA SONORA)
- Interrompo qualcosa di interessante?- chiede avvicinandosi col suo solito sorriso contagioso, io scuoto la testa.
- Tu non interrompi mai- lo rassicuro.
Si mette di fronte a me e la sua espressione tra il nervoso e l’emozionato, mi fa sentire per un attimo irrequieta, in senso positivo.
​“Raramente l’ho visto così...”
- Cosa c’è?- domando in un soffio, scostandogli un ciuffo corvino che gli cade davanti agli occhi.
- Niente, avevo tanta ansia per questa proposta- confessa e io non posso fare a meno di ridacchiare.
- Avanti, praticamente la domanda me l’avevi già fatta e la risposta la conoscevi già bene- gli rammento sorridendo.
- Sì, ma non pensavo che farlo nel modo “tradizionale” mi avrebbe reso così nervoso ed eccitato allo stesso tempo, è stato fantastico!- dice iniziando a rilassarsi, poi mi prende la mano e si rimira l’anello che troneggia sul mio anulare, come se da sempre quello fosse stato il suo posto.
- E’ meraviglioso- dico, catturata ancora una volta da quella luce cremisi così intensa.
- Sai...- la sua voce di desta, continuando a squadrarsi il gioiello.
- Quando mia madre lo indossava, ho un vago ricordo di me bambino e mi perdevo a guardare tutte le sfumature di rosso che alla luce la pietra di rubino emanava- mi dice e io me ne resto in silenzio per lasciarlo continuare.
- Ho sempre pensato che mi sarebbe piaciuto che lo avesse avuto la mia fidanzata, anche se… beh… l’onore sarebbe spettato a Radish, visto che è il maggiore- aggiunge, con una nota di risentimento nella voce.
- E ora vederlo al tuo dito, sapere che a breve sarai mia moglie…- sospira con un sorriso emozionato.
- Non sai quanto tu mi abbia reso felice, Maya- conclude, portando gli occhi nei miei.
- Tu hai reso felice me- gli dico diretta mentre gli accarezzo le braccia possenti, lentamente su e giù, poi intreccio le mani dietro il suo collo e lui mi lancia uno dei suoi sguardi profondi, uno di quegli sguardi che ancora oggi, dopo qualche tempo, ancora mi fanno tremare le gambe.
- Non vedo l’ora di essere tua per tutta la vita, anche se lo sono già senza matrimonio- sorrido, mordicchiandomi il labbro e lui mi imita, poi alza gli occhi al cielo.
- Ne abbiamo già parlato- mi ricorda in tono canzonatorio.
- Lo so...- gli dico, mettendo fine sul nascere a quella bonaria polemica.
Poi Goku sospira, quando veniamo interrotti dalla canzone che è partita alla festa. Lenta e romantica, tant’è vero che vedo dirigersi al centro del gazebo Crilin e Charlotte, i miei genitori e quelli di Goku e Bulma che si trascina Vegeta che, come al solito, è abbastanza riluttante a fare queste cose.
- Mi concedi questo ballo, futura moglie?- mi chiede tenero Goku.
“Come dirgli di no?”
Annuisco e mi lascio trasportare al centro del gazebo, lui mi posa una mano all’altezza del fondo schiena e poi mi stringe a sé dolcemente, il solo lieve contatto mette a dura prova gli ormoni di entrambi e sento un piacevole calore farsi strada nel mio ventre.
Poggio una mano sul suo braccio e quelle libere, le intrecciamo a mezz’aria, dondolandoci lentamente.
- Non sapevo sapessi ballare il lento così bene- esordisco, dopo un po’.
- Diciamo che ho qualche arma segreta- mi dice quasi in un sussurro con fare misterioso, mentre io assumo un’espressione di assenso.
- Ci pensi che la prossima volta che balleremo così sarà al nostro matrimonio?-
Mi emoziono e agito al sol pensiero, anche se sto ancora elaborando tutto ciò che è accaduto nell’ultimo paio d’ore.
- Davanti alle stesse persone che sono qui stasera, potevamo farlo adesso, togliendoci il pensiero- dico, accarezzando per un attimo quella bizzarra idea balenatami in testa.
- E rovinargli la sorpresa? Dovranno vederci con gli abiti giusti- annuncia.
- A proposito, suppongo che il Re abbia dato la sua benedizione per un matrimonio misto- comincio, leggermente in ansia e Goku assume un’espressione preoccupata, anche se cerca disperatamente di nasconderlo.
- In realtà non ne ho ancora parlato né con lui né con Vegeta- risponde imbarazzato, grattandosi la nuca.
- Amore, ma come!- lo bacchetto ancor più preoccupata.
- E se non si può?- continuo, sentendo l’agitazione farsi spazio in me.
- Tranquilla, gliene parlerò domani stesso e ci saranno anche i miei- mi rassicura.
- Inoltre, da domani, sei ufficialmente sfrattata, te lo ricordi?- mi dice con una punta di ironia nella voce.
- Che intendi?- chiedo aggrottando le sopracciglia
- I cambiamenti drastici di cui Vegeta e Bulma ci parlarono quella sera? Beh, è giunto il momento, guarda caso-
Sembro ricordarmene solo in quel momento, del resto tra lo studio, lo stage e tutto il resto devo essermi dimenticata di quello di cui parlammo durante quella famosa cena di qualche mese fa.
Bulma e Vegeta mi chiesero, con tutta la gentilezza di questo mondo, se la mia camera sarebbe potuta diventare la cameretta di Trunks. Considerando le dimensioni della Capsule Corp. e di casa nostra in generale, non sarebbe stato di certo un problema trovarmi un’altra stanza o spostarmi temporaneamente nella dependance che solitamente occupano C e James quando sono qui d’estate, ma visto che Vegeta ha annunciato di volersi trasferire in pianta stabile qui, ho capito che era il momento di lasciare andare la mia compagna di giochi e farle vivere la sua vita con il suo lui e il loro bambino in arrivo.
Nonostante Bulma mi abbia supplicata di restare, le ho detto che mi sarei trovata un appartamentino lì nei pressi per non essere sempre il terzo incomodo tra i piedi, in modo da essere vicina al lavoro, a lei e anche a Goku, ma quest’ultimo si è opposto con forza, chiedendomi di andare a vivere da lui, visto che Vegeta andava via e i suoi non c’erano quasi mai. Praticamente viveva da solo.
Ho accettato la proposta, ma io e mia sorella abbiamo deciso, di comune accordo, di attivarci per questo cambiamento solo dopo la seduta di laurea, in modo da non distrarci troppo dallo studio e, soprattutto, per non crearci ulteriore stress.
- Vero, anche perché il tempo inizia a stringere, il bimbo arriverà tra meno di cinque mesi e devono iniziare ad organizzarsi, immagino- commento, mordendomi un labbro.
- Quindi ora non hai scelta. La laurea è andata, l’anello ce l’hai, da domani devi iniziare ad impacchettare le tue cose e portarle a casa mia e prepararti ad organizzare il matrimonio- annuncia Goku e io sorrido arresa mentre mi fa fare una piroetta per poi tirarmi di nuovo a sé.
- Speriamo di non avere brutte sorprese- esordisco di punto in bianco e Goku deve essere nella modalità “lettura nel pensiero” visto che capisce al volo a cosa mi riferisco.
- Sai una cosa? Ci andiamo adesso a chiedere la benedizione al Re- dice risoluto prendendomi per mano.
- Cosa?- chiedo sgranando gli occhi, ma Goku non mi lascia neanche il tempo di protestare che già siamo al cospetto di Vegeta e suo padre.

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Il Re è con un calice di champagne tra le mani e chiacchiera sereno, lasciandosi andare anche a qualche risata rilassata.
- Signore, devo parlarle, è una questione abbastanza urgente…- si annuncia Goku, mentre io arresto la mia corsetta quasi rovinandogli addosso.
Il suo tono preoccupato e nervoso al contempo, allerta sia Vegeta, sia Veldock e sia i suoi genitori.
- Figliolo, tutto bene?- domanda Bardack, con lo sguardo che si sposta da lui a me e viceversa, nel giro di pochi secondi, poi il Re prende in mano la situazione.
- Kaaroth, cosa ti preoccupa? Chiedi, pure- dice poggiandogli una mano sulla spalla, con fare paterno.
Vegeta ci osserva preoccupato con le sue solite braccia incrociate, Bulma arriva in quel momento portando con lei altri bicchieri colmi di qualche altro strambo succo di frutta.
- Beh, io e Maya, vorremmo… la sua benedizione e il suo permesso per poterci sposare… con il rito Saiyan- dice fermo e tutti i Saiyan presenti dapprima restano sbigottiti, poi sorridono.
Veldock però è l’ultimo a cambiare espressione e il suo sguardo accigliato per un attimo mi fa battere il cuore tachicardico.
- La mia benedizione? Ma certo! Non c’è alcun problema, neanche per quanto riguarda il matrimonio!- annuncia trionfante e la Maya interiore tira un sospiro di sollievo.
- Potevate dirlo subito! Perché tanta apprensione?- quasi ci prende in giro il Re.
- Nell’arco dei secoli, avendo combattuto su e giù per lo spazio, non è mica il primo matrimonio misto nella storia della nostra razza?- ci informa ovvio.
- Chiaramente sono rari, ma non impossibili- conclude con un mezzo sorriso.
- E’ una notizia sensazionale! Non pensavo che volessi, cioè credevo prediligessi un classico matrimonio terrestre- cerca di informarsi Gine, avvicinandosi a me.
- Beh, in realtà io e Goku ci sposeremo comunque in municipio, ovviamente, ma avevo espresso il desiderio di legarmi a lui anche con il vostro rito, l’unica cosa che volevo era avere alcuni chiarimenti sullo svolgimento, per esserne totalmente sicura- dico cauta, rivolgendomi a Veldock in primis, ma il figlio lo interrompe con il suo tono serio.
- Il nostro rito di matrimonio e quello dei terrestri sono molto simili per la maggior parte delle cose: le promesse, gli anelli, c’è tutto- ci informa Vegeta abbozzando un sorriso.
- Avete solo bisogno della più alta carica del popolo che offici la cerimonia, in questo caso, io- prosegue Veldock con sicurezza.
- E Kaaroth tu dovrai indossare degli abiti tradizionali, per Maya non ce n’è bisogno, l’importante è che indossi il Mantello- continua il Re soddisfatto.
“Il Mantello? Come se sapessi di cosa parla…”
- Ma di questo discuteremo poi, abbiamo tempo- conclude l’omone, lasciandosi andare ad una risata divertita che coinvolge anche Goku.
“Abbiamo il permesso del Re per sposarci, il che mi fa sentire molto sollevata, ma non è che mi sia ancora molto chiara la faccenda del funzionamento del rito...”
- L’unica cosa…- inizio interrompendo nuovamente il momento di ilarità, attirando nuovamente tutta l’attenzione su di me.
- Ho sentito dire che bisogna ferirsi durante il matrimonio, non che la vista del sangue mi spaventi, per carità, ma vorrei saperne di più- chiedo imbarazzata, il Re stringe un po’ gli occhi.
“Ottimo, speriamo di non averlo fatto incazzare, o saranno guai per me”
- Ma è un leggero graffio, niente di che, è una cosa simbolica. Gine e Bardack ti spiegheranno meglio tutto, ma non c’è da preoccuparsi, niente a cui un terrestre non possa sopravvivere!- mi informa, scoppiando nuovamente in una risata fragorosa e profonda, che coinvolge tutti noi.


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- Non mi avevi detto del rito Saiyan…- mi dice sottovoce Bulma, quando tutti si sono allontanati, poco dopo il taglio della torta.
- Devo essermene dimenticata, o meglio, non ero sicura che Veldock ci avrebbe dato il permesso- ammetto, ad occhi bassi.
- Deve essere emozionante e poi questa cosa del sangue fa molto vampiro!- commenta dandomi una leggera gomitata complice.
- Scusami, in realtà volevo chiederti scusa proprio perché pensavo di farti un torto- le dico guardandola colpevole.
- Maya, ma stai scherzando? Vegeta mi ha chiesto se volevamo sposarci, sono stata io a rimandare la proposta a data da destinarsi, perché adesso il bambino ha la priorità- replica ovvia e io le sorrido brevemente, quando James ci interrompe arrivando come la solita furia, e poggiando un braccio sulla spalla ciascuno. Io e Bulma lo osserviamo spaventate.
“Quando arriva e ci guarda così, sta tramando qualcosa, è un classico”
- Su per giù quanto tempo ho per confezionarti il vestito da sposa più mirabolante di tutti i tempi?- chiede fantasticando il moro cugino, io sorrido.
- Credo tu abbia a disposizione circa cinque o sei mesi, programmiamo di sposarci il prossimo giugno, se Goku è d’accordo- li metto al corrente e lui si carezza il mento pensoso.
- Dunque dovrò dedicarmici non appena tornerò a Parigi, qualche idea? Ah, a proposito, lascia che ti prenda le misure dopo in camera!- mi dice e il suo brio e la sua voglia di fare non vanno mai frenati.
- James, ti sembra questo il momento?- lo interrompe Bulma con una smorfia.
- E’ sempre il momento quando tua cugina sta per sposarsi!- la rimbecca.
- James, niente di troppo pomposo, per favore- li interrompo, mettendo le mani giunte e loro, di tutta risposta, mi guardano come se avessero appena visto un fantasma, bloccandosi come improvvisamente fatti di pietra.
- Che c’è?- chiedo con un sorriso innocente.
- Tu, la mia Maya, che non chiede un abito pomposo? Tu sei quella che a Carnevale se la tua gonna da principessa non aveva almeno otto strati di tulle, tanto da sembrare una meringa, non uscivi di casa!- mi fa notare James, scrutandomi con i suoi scintillanti occhi azzurri e puntandomi l’indice contro con fare accusatore.
- In realtà mi piacciono ancora gli abiti da principessa, ma considerando il mio assolutamente non conventional wedding, preferirei indossare qualcosa di più sobrio, sai uno stile imperiale, ma che non sia neanche troppo semplice, voglio comunque pizzo e lustrini, sia chiaro- metto le mani avanti e Bulma sospira sollevata.
- Ecco, adesso la riconosco- commenta ironica, mettendosi una mano sul petto.
- Avrai l’abito dei tuoi sogni, promesso. Mi impegnerò come mai prima d’ora!- mi rassicura James e poi fa per andarsene, ma mia sorella lo ferma.
- Dove pensi di andare? Guarda che anche la damigella d’onore ha bisogno di un abito, come la mettiamo?- gli fa notare Bulma, mettendosi le mani in fianco.
- Immagino avrai partorito da poco al matrimonio, sarai ancora bella gonfia- dice James passandosi il dito sul labbro, mentre squadra la figura di Bulma.
- Ops- mormora poi quando si accorge dell’espressione assassina che ha la turchina dipinta in volto.
“Bulma sta per andare su tutte le furie, me lo sento, ho paura anche a guardarla”
- Come, scusa?! Bello gonfio ci sarai tu, dopo che ti avrò riempito di botte! Come ti permetti?!- sibila iraconda mia sorella.
- Calma, sto solo cercando di capire cosa potrebbe starti meglio, ma devi anche guardare in faccia la realtà, mia cara cugina, avrai partorito e starai allattando, sei davvero convinta di rientrare subito nei tuoi splendidi e succintissimi abiti?- chiede ovvio James sollevando un sopracciglio e incrociando le braccia al petto.
- Ho sempre pensato che al matrimonio di Maya mi sarei vestita come una battona di classe, invece guarda che casino!- quasi urla isterica Bulma, indicandosi la pancia e io e James non possiamo fare a meno di ridacchiare.
- Non rattristarti, ci penso io a quello, sarai bellissima- la rassicura lui, lasciandoci finalmente sole, mentre si allontana smanettando col suo cellulare.
Bulma si appoggia con la testa sulla mia spalla, io mi appoggio a mia volta sulla sua testa e insieme osserviamo la nostra festa di laurea arrivata al suo epilogo, con gli ospiti che iniziano ad andar via.
- Sento già odore di cambiamenti…- annuncia con un filo di voce.
- Sì, ma saranno tutti positivi, però- dico fiduciosa.
- Prometti che resteremo sempre unite come adesso? Che cresceremo i nostri figli insieme e saremo vicine di casa, come abbiamo sempre sognato di fare?- comincia, con una leggera ansia nel tono di voce.
“Devono essere di nuovo gli ormoni a parlare...”
Io le sorrido dolcemente.
- Tesoro, ma certo! Il problema di essere vicine di casa lo abbiamo già risolto, per il resto, direi che il domani ci riserverà solo cose belle, vedrai!- dico entusiasta, lei mi guarda felice e poi mi da un bacio sulla guancia.
Uno dei suoi, dolci e fraterni, mentre la serata volge al termine.

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Capitolo 41
*** Benvenuto Trunks ***


CAPITOLO 41:

Le settimane seguenti sono state un susseguirsi di stress e grandi cambiamenti.
Ho dovuto trasportare tutte le cose da casa mia a casa di Goku e, inizialmente sembrava essere una cosa molto semplice e abbastanza veloce da gestire. Al contrario, si è rivelata una bella gatta da pelare e mi sono meravigliata del quantitativo di vestiti, scarpe e altri oggetti che sono riuscita ad accumulare in questi anni.
“Non guarirò mai dallo shopping compulsivo con mia sorella…”
Bulma e Vegeta si sono dati anche loro da fare e, in tempi record, hanno tinteggiato di un meraviglioso azzurro polvere quella che era la mia vecchia camera e, una volta concluso, ci hanno anche messo la culla, il fasciatoio e le prime cose che il piccolo principe ha ricevuto in dono, come peluche e giocattoli.
“Ormai l’arrivo di Trunks è imminente...”
I primi tempi io e Goku non ci siamo goduti per niente la convivenza, tra il lavoro, la palestra, i mobili nuovi e le prime bozze di preparativi per il matrimonio, la cui data è stata decisa per l’8 giugno. Tutte cose che ci hanno assorbito non poco.
Tra tutto quello stress e la vita frenetica, il ricordo del momento più bello resta ancora impresso nella mia mente, cioè quello dell’apertura dei regali in salone la notte di Natale tutti insieme davanti al fuoco del camino e poi restare a giocare a Monopoly fino a notte fonda, fin quando Vegeta in banca rotta, non ha quasi distrutto il tabellone dalla collera.
“È stata una scena esilarante... sicuramente finirà negli annali”

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Maggio.

E intanto i mesi sono passati, susseguendosi veloci e siamo arrivati al giorno del mio compleanno.
Come ogni anno organizzo qualcosa insieme a Bulma per pranzo, è un po’ la nostra tradizione, ma quest’anno vista la neonata convivenza con Goku e il pancione fin troppo ingombrante di mia sorella, avevo deciso di saltare. Bulma però si è opposta con tutte le sue forze, facendomi notare che è incinta e non malata, quindi il nostro pranzo di compleanno sembrava essere confermato, ma qualcuno ha deciso di farci una bella sorpresa...

Quella mattina…

- Maya, se mi dai cinque minuti arrivo dal laboratorio, devo farti controllare una cosa e poi ti lascio andare, giuro, immagino Goku ti stia preparando una sorpresa, considerando che è il primo compleanno che passate insieme- mi dice frettolosa al telefono mia sorella.
- Tranquilla, sono qui ad ultimare degli ordini- la rassicuro, continuando a non staccare gli occhi dal computer.
- Mi spiace solo che non siamo riuscite a pranzare insieme come al solito, ma credimi oggi mi sento veramente di merda- si scusa per l’ennesima volta.
- Tranquilla e poi te l’avevo già detto io, non preoccuparti- la rassicuro.
Bulma non ha chiesto neanche un giorno di permesso per la maternità e fa su e giù per la Capsule Corp. con il suo ormai abbondantissimo pancione, senza curarsi di nulla. E' praticamente arrivata alla 35esima settimana senza mai riposarsi.
“Per lei lavorare è una missione di vita e non sarà certo la gravidanza a fermarla”
- Allora? Sai già cosa ti aspetta a casa? Rose… cenetta a lume di candela… sesso selvaggio?- comincia ad elencare maliziosa e io ridacchio dall’altra parte della cornetta.
- Mi spiace deluderti, ma in realtà sarà una cena molto semplice, abbiamo rimandato tutti i festeggiamenti direttamente al prossimo mese- le dico, allontanandomi con la sedia dalla scrivania per riposare un attimo gli occhi.
- Accidenti, ascensore bloccato, spero abbiano chiamato almeno un tecnico- sento dire da mia sorella.
- Tranquilla, arrivo io in atrio, tanto qui ho finito- spengo il computer e sto per rimettere giù il telefono, quando sento Bulma mormorare un ansioso “oh-oh”, quindi riprendo la cornetta al volo, preoccupata.
- Hey, tutto ok?- chiedo con una certa agitazione nella voce.
- Sì, alla grande- risponde lei incerta, costringendomi ad alzare un sopracciglio.
- Credo che stiano iniziando le contrazioni- mi informa in un soffio, tanto che l’ansia inizia a prendere anche me.
- O...ok, aspetta, non muoverti da lì!- le ordino perentoria, cercando di restare calma.
- Che faccio, resto al centro del corridoio come un’imbranata?- replica stridula.
“Me la immagino lì, immobile, che cerca di non dare a vedere che il terrore la sta assalendo...”
- Sto arrivando, aspettami fuori dal laboratorio! Prendiamo l’auto e ti accompagno in ospedale- propongo risoluta, raggiungendo l’ascensore più vicino, sperando che non sia fuori servizio.
- D’accordo, io avviso Vegeta e gli altri. Fa’ presto Maya, credo che a breve urlerò- mi dice riattaccando.
Mi precipito in corridoio alla velocità della luce, avventandomi come una furia sul bottone dell’ascensore.
- Andiamo, muoviti!- impreco, premendo tutti i tasti, nel frattempo mando un whatsapp a Goku.
Maya: amore, mi sa che la nostra cena di compleanno salta...Bulma ha le contrazioni ora la portiamo in ospedale, raggiungimi lì se puoi, ti amo <3
Gli scrivo veloce, mentre le porte dell’ascensore finalmente si aprono davanti a me.
Arrivo fuori dal laboratorio e trovo Bulma seduta su una delle panchine del giardino, il nostro posto preferito per le sigaretta di metà giornata, quando lei poteva ancora fumare. La vedo lì che si tiene la pancia con una smorfia di dolore dipinta sul viso, la quale a stento riesce a mascherare.
- Tesoro, eccomi!- attiro la sua attenzione, sedendomi accanto a lei.
- Maya, grazie al cielo! Vegeta è andato a prendere l’auto sua a casa, ma...- si interrompe e comincia a stringermi forte il braccio, soffocando un gridolino di dolore, ripiegandosi su sé stessa. Io, non sapendo cosa fare, prendo a massaggiarle la schiena per cercare di attutirle quegli spasmi che suppongo siano dolorosi oltre ogni immaginazione.
“Per la prima volta nella mia vita, inizio ad aver paura di concepire un figlio e partorirlo...”
Bulma sospira pesantemente, visibilmente provata e arrossata.
- Dubito che Vegeta sia in grado di guidare al momento, comunque, non ricordava nemmeno come si chiamasse. L’ho mandato a prendere la valigia per il ricovero, è tornato con la borsa della palestra, è andato- mi mette al corrente con voce affannosa, io mi trattengo dal ridere, perché non è proprio il caso di farlo pensando a Vegeta che si è completamente rincoglionito non appena Bulma gli avrà detto che ci siamo e il loro bambino sta per arrivare.
Nel giro di qualche minuto lui arriva, parcheggiandosi malamente fuori dal laboratorio e facendo stridere le ruote sull’asfalto. Esce dall’auto alla velocità della luce.
Indossa una maglietta a mezza manica e un pantalone di tuta grigio, immagino fosse in palestra ad allenarsi al momento della telefonata, dunque anche Goku sarà al corrente di tutto.
- Andiamo! I tuoi ci raggiungeranno a breve, oh ciao Maya- mi dice velocemente senza guardarmi, concentrandosi completamente sulla sua compagna, che è il ritratto della sofferenza.
Vegeta aiuta Bulma ad alzarsi dalla panchina e io do una mano come posso e poi insieme la facciamo sedere con delicatezza sul sedile posteriore dell’auto. Prendo subito posto accanto a lei, anche se non ho la minima idea di che cosa dirle o cosa fare, posso solo affidarmi alla mia conoscenza dei film e serie tv in materia, invitandola a respirare per sentire di meno il dolore, mentre Vegeta corre come un pazzo sull’autostrada..
- Brutto scimmione, perché vai a 150 orari?!- strilla mia sorella, lanciando un’occhiata feroce al suo compagno.
- Non voglio morire! E poi non credo sia imminente il parto, sento solo tanto tanto male alla schiena e alla pa...- si interrompe, esibendosi in un altro urlo di dolore e Vegeta a quel suono si innervosisce di più e affonda ancor di più il piede sull’acceleratore, la velocità quasi ci fa attaccare con la schiena al sedile del suo Dodge.
“Non so se arriveremo vivi a destinazione...”
In meno di dieci minuti siamo alla rinomata clinica dove Bulma è in cura dall’inizio della gravidanza, parcheggiamo e ci dirigiamo all’ingresso. La turchina è in preda al dolore, tanto che non riesce a parlare e tocca a me dare le sue generalità alla reception.
- D’accordo, vi chiamo subito il dottore- ci avvisa la cordiale infermiera, dopo aver riempito qualche modulo.
- Non ce n’è bisogno, l’ho già avvisato io, spero sia di turno- la mette al corrente mia sorella, mentre è seduta a dondolarsi su una delle sedie dell’atrio. Mentre attendiamo, controllo il cellulare, sul quale display figurano diverse notifiche, ma mi concentro solo su quella di Goku, un messaggio vocale.
- Ciao amore, sì lo so, ho visto Vegeta scappare via come se avesse uno sciame d’api alle calcagna, poteva essere solo per un motivo...-
Lo immagino sorridere mentre mi manda questo messaggio.
- Cercherò di fare il prima possibile, promesso e...comunque...possiamo anche ordinare qualcosa da mangiare stasera e starcene a casa, divano e Netflix, cosa ne pensi?- propone quando il messaggio si interrompe.
“La proposta è allettante”
- Come serata di compleanno mi va bene più di qualsiasi altra cosa, aggiudicato allora! Sempre se Trunks non decida di nascere adesso, a quel punto dovrò restare qui stanotte, ti dispiace?- lo informo con la stessa modalità e lui mi risponde quasi subito.
- Assolutamente no, lo avevo sospettato. Va bene, allora organizzerò così e se non riesco a venire in ospedale, ti aspetto a casa. In caso tornassi, cosa preferisci pizza o cucina etnica?- propone ancora con entusiasmo.
- Mi va bene tutto, mi fido di te…- sorrido a mandargli quel vocale.
- D’accordo, allora ci penso io. Ti amo piccola- il mio sorriso si allarga ulteriormente.
- Anche io- riesco a rispondere in tempo e in quel momento appare il nostro ginecologo.
- Ciao Bulma! Come ti senti?- chiede dolce l’uomo sulla cinquantina e più si avvicina a Bulma, più vedo Vegeta irrigidirsi.
“Prenderebbe a pugni chiunque già normalmente, in questo momento non vorrei essere lui, sinceramente”
- Ho male ovunque dottore, sento che a breve il mio addome andrà in pezzi- riesce a dire in un soffio mia sorella.
- Vediamo un po’ come stai, poi decidiamo se ricoverarti o meno…- risponde il medico con fare rassicurante, facendo cenno di seguirlo. A Bulma hanno dato una sedia a rotelle, così mentre Vegeta la spinge sulla carrozzella, io li seguo a ruota, apprensiva.
- Ogni quanto hai le contrazioni?- domanda ancora il dottore, sfogliando i moduli che gli hanno consegnato all’accettazione, non appena siamo tutti e tre nella stanza delle visite. Bulma, già conoscendo la prassi, si accomoda sul lettino per farsi fare l’ecografia, aiutata da me e Vegeta.
- Beh, non saprei dire con precisione, credo ogni dieci-dodici minuti. Arriva un dolore fortissimo, poi si ferma e resta sempre un lieve indolenzimento…- chiarisce lei.
- Diamo un’occhiata- risponde l’uomo accendendo il monitor e afferrando la sonda, così Bulma si scopre l’ampio ventre e il dottore applica il gel per cominciare l’ecografia. Lei guarda me e Vegeta, quasi come a chiederci se secondo noi è il caso di preoccuparsi e sclerare, o meno.
Il moro mette in campo tutte le sue forze per restare calmo, infatti incrocia le braccia al petto come sempre e si appoggia al muro, lontano da tutti, io strizzo l’occhio a Bulma per tranquillizzarla, assolutamente non intenzionata ad abbandonarla.
Un suono di un cuoricino che batte come un martello attira quasi subito la nostra attenzione, persino Vegeta cambia espressione e si volta nella nostra direzione, mentre Bulma sorride.
- Il bambino sta benissimo, non c'è alcun segno di sofferenza, dunque direi che il travaglio è ancora lungo, anzi non ti nascondo che è appena iniziato- ci informa lui con fare ovvio e la ragazza sgrana gli occhi allibita.
- Come...come è appena iniziato?- chiede terrorizzata, mentre Vegeta lascia andare le braccia lungo il corpo e si avvicina al gruppetto, per ascoltare meglio.
- Beh, con contrazioni così lontane, dubito che tu sia già pronta- prosegue calmo il ginecologo, continuando a guardare sul monitor.
- Tzk, ma cosa dice? Non la vede che sta male?- sbotta duro Vegeta, indicando la sua compagna sul lettino, mentre il dottore, capendo il tipetto con cui ha a che fare, sospira con un sorriso.
- Signori, è il vostro primo figlio e capisco l’agitazione, ma proprio perché è il primo dobbiamo lasciare che la natura faccia il suo corso- propone il medico, in tono conciliante.
- Che cosa intende?- domanda Vegeta quasi a denti stretti, mentre le vene sul suo collo si gonfiano paurosamente.
- Intendo dire che il travaglio potrebbe durare anche diverse ore, nella sua attuale condizione- spiega il luminare, mettendo via la sonda e dando a Bulma un telo per pulirsi.
- Diverse ore?! Sta scherzando, spero!- lo interrompe stridula mia sorella quasi balzando dal lettino ostetrico e assumendo sempre più l’atteggiamento del suo fidanzato.
- O anche di meno, dipende tutto dal bambino, se decide di uscire romperà le acque e sarà tutto in discesa. Se la cosa dovesse prolungarsi per molto, cosa che non speriamo, chiaramente cercheremo di indurti il parto, perché certamente non vogliamo che soffri- spiega lui con un sorriso rassicurante e la turchina annuisce veloce, tranquillizzandosi di colpo.
- Se ritieni di voler restare qui, compila anche la modulistica per il ricovero, io torno più tardi a vedere come stai e a che punto siamo, d’accordo?- conclude.
- Grazie- risponde arresa mia sorella e il dottore si avvia verso la porta, mentre Vegeta ha proprio l’aria di uno che vorrebbe spaccare tutto l’ospedale.
- Incompetente!- urla il piccoletto, non appena siamo soli nella stanza.
- Io credo che tra poco desidererò di morire, altro che diverse ore, è impazzito- si accoda mia sorella mettendosi seduta, con i piedi penzoloni.
- Vuoi che vada a compilarti io i moduli? Vuoi ricoverarti?- le chiedo dolce.
- Sì Maya, ti prego, a casa mi agiterei solo di più- mi dice, rivolgendomi uno sguardo supplichevole.
- D’accordo, torno subito. Volete qualcosa da bere?- chiedo prima di lasciare la stanza, entrambi scuotono la testa, così esco chiudendo la porta alle mie spalle, lasciandoli soli e avviandomi all’accettazione per compilare i moduli per il ricovero, nel frattempo telefono a Goku.
- Amore- dico, non appena sento la sua voce squillante dall’altra parte.
- Hey, allora? Come va lì? L’erede dei Saiyan è già arrivato?- chiede su di giri.
- Mi sa che il principe si farà attendere ancora un po’…- lo informo, mentre la penna scorre sul foglio.
- Che intendi dire? Era un falso allarme?-
- Diciamo di no, Bulma ha iniziato comunque il travaglio, ma non è pronta per il parto- gli spiego.
- Capisco, e hanno già detto quanto ci vorrà?- domanda ancora.
- Non sanno ancora dirlo con certezza, Trunks è tranquillo, sembra non abbia ancora tutta questa fretta di nascere- commento sorridendo.
- Ma Bulma sta male, diciamo che la sua soglia del dolore già lascia a desiderare, ma non voglio immaginare cosa stia provando, poverina, mi fa tenerezza- e nel dirlo mi si dipinge un sorrisetto sul viso.
- Beh, consolati non è l’unica, il 70% delle madri di tutta la galassia partorisce così, fidati- commenta ironico.
- Già, percentuale in cui fortunatamente rientrate anche voi…- rispondo abbassando il tono della voce e guardandomi intorno circospetta.
- E l’altro 30%?- aggiungo curiosa e Goku si lascia andare ad una risatina divertita.
- Meglio che tu non lo sappia, ma sdoppiamento, uova, cose così...- replica vago.
- Come vuoi- lo interrompo inarcando le sopracciglia, mentre l’idea dello sdoppiamento aumenta il mio mal di testa già avviato.
- E Vegeta come se la passa?- domanda Goku con un misto di ironia e ansietà nella voce.
- Beh, lo conosci, sta facendo appello a tutta la sua forza spirituale per non distruggere la clinica- dico guardandomi intorno, continuando a mantenere un tono di voce piuttosto basso.
- Non posso lontanamente immaginare cosa mi sto perdendo- risponde divertito lui.
- Sì, ma a questo punto mi sembra abbastanza inutile che tu venga qui, a quanto pare non sarà oggi il lieto evento, non appena mi accerterò che Bulma sta bene e sarà sistemata nella sua stanza, me ne tornerò a casa- lo metto al corrente risoluta.
- Allora ti aspetto qui, come deciso. Ho prenotato thailandese, ti va?-
- Ti adoro alla follia!- rispondo soddisfatta.
- Questo già lo so, beh allora, torno a lavoro, mi tieni aggiornato, per favore?- si raccomanda lui.
- Certo, a più tardi amore mio-
- A dopo-
E chiudiamo la telefonata.

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Ho atteso il responso della visita dopo un’oretta e Bulma era appena dilatata a due centimetri.
Affranta, l’ho salutata, promettendole di tornare dopo una doccia e una bella dormita, facendo presente a Vegeta che, per qualunque cosa, visto che sarebbe rimasto con lei tutta la notte insieme alla mamma, mi avrebbero dovuta chiamare subito.
Quando sono tornata a casa ho trovato splendidamente apparecchiato per due, Goku mi attendeva con addosso solo dei pantaloncini e come al solito, senza maglietta e senza ciabatte.
“È proprio un selvaggio certi momenti, ma è anche per questo che lo amo!”
Ci siamo goduti la nostra cena thai e poi ci siamo abbandonati sul divano a guardarci una nuova serie tv, fin quando non ci siamo addormentati distrutti.
Il mattino seguente, per prima cosa appena sveglia afferro il cellulare con la paura di non averlo sentito suonare, ma nessuna telefonata né da parte di Vegeta, né di nessun altro.
“Tutto tace all’orizzonte...”
Mi sono preparata per andare al lavoro normalmente e la giornata è stata abbastanza stressante, non bastava avere l’ansia di controllare il cellulare ogni due per tre per avere notizie di mia sorella, ci si mettevano anche i colleghi in ogni angolo dell’azienda a chiedermi se Bulma avesse partorito o meno.
Si può dire che ho passato la mattinata più a raccontare a tutti come stava lei, che a lavorare.
Durante la pausa pranzo, ho fatto un colpo di telefono a Vegeta, preoccupata di non aver avuto ricevuto nessuna notizia in merito allo stato di salute di mia sorella.
- E’ a sei centimetri, sta soffrendo come una matta. Il travaglio è iniziato da ventiquattro ore ormai e quello smidollato del suo medico non si decide ad indurle il parto, tra poco lo prendo a calci, giuro- mi dice nervoso mio cognato al telefono.
- Coraggio, Vegeta, dille di tenere duro ancora un po’, i medici sanno cos’è meglio per lei e per il bambino, se non procedono vuol dire che non è il momento- cerco di rassicurarlo.
- Lo so, ma io non ce la faccio a vederla così, in quel letto che si contorce e piange. Mi fa stare di merda...- confessa, cercando però di mantenere un tono neutro. Per la prima volta sento Vegeta in ansia e letteralmente terrorizzato e preoccupato per la sua Bulma e il suo bambino.
“Gli è sicuramente costata parecchia fatica ammettere la sua preoccupazione...”
- Perché non fanno niente? Quanto ancora dovrà soffrire per dare alla luce nostro figlio?- chiede, quasi in una domanda retorica.
- Stai tranquillo, andrà tutto per il meglio, cercherò di venire appena possibile, d’accordo?- lo rassicuro ancora.
- Non preoccuparti, vostra madre sta tornando a casa perché Charlotte è venuta a darle il cambio. Io sono andato a farmi una doccia al volo e sono tornato qui. Se non riesci, c’è sempre qualcuno con lei- mi informa.
- Va bene, d’accordo, ci sentiamo dopo allora-
E mettiamo giù, mentre sospiro sonoramente, cominciando a pensare di nuovo a quando toccherà a me.
“Mi sentirò pronta ad affrontare tutto questo o darò di matto peggio di mia sorella?”
Faccio l’ultimo tiro dalla sigaretta e poi torno al mio lavoro, ma per quanto mi sforzi, non riesco a non pensare a Bulma.

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La giornata in ufficio è stata più lunga ed estenuante del previsto, il che non mi ha lasciato un briciolo di forze per mettermi in auto e raggiungere la clinica in cui mia sorella è ricoverata, dunque me ne sono tornata a casa, continuando a controllare il cellulare con insistenza.
Ho aspettato Goku per cenare e lui, accorgendosi della mia ansia, ha ben pensato di coccolarmi per tutta la serata, stringendomi a lui e facendomi sentire al sicuro.
- Chissà come sarà quando toccherà a noi…- esordisco d’un tratto accarezzandogli i capelli, lui fa un mezzo sorriso.
- Beh, credo che da questo punto di vista sarò meno calmo di Vegeta- risponde pensandoci sopra, io scoppio a ridere.
- Avanti, non esagerare, non ho mai conosciuto nessuno con un livello di pazienza così basso come Vegeta- gli dico con un sorrisetto.
- Potrei sorprenderti- mi dice divertito, il suo sorriso brilla nell’oscurità della nostra camera da letto e, quando ci siamo finalmente addormentati, inizio a sentire una vibrazione insistente sul comodino, dopo neanche mezz’oretta. Lo afferro con gli occhi mezzi chiusi e controllo il numero. È la mamma.
- Pronto?- rispondo veloce, cercando di sembrare il meno assonnata possibile, Goku sonnecchia beatamente al mio fianco.
- Maya! Sei sveglia! Ascolta, so che ci tenevi ad esserci, Bulma potrebbe partorire da un momento all’altro!- mi informa con voce agitata.
- Arrivo subito, mamma- le dico fiondandomi giù dal letto e afferrando la prima cosa che trovo nell’armadio. Getto il telefono sul letto alle mie spalle e inizio a svegliare Goku, mentre passo in bagno a darmi una rinfrescata.
- Goku, avanti alzati! Trunks sta per nascere!- esclamo felice e lui si limita ad aprire un occhio.
- Ehm, cosa?- domanda con la voce impastata dal sonno.
- Coraggio, giù dal letto, la mamma dice che Bulma sta per andare in sala parto, non c’è tempo da perdere-
- Ma…- cerca di protestare lui, afferrando il suo telefono.
- Maya, ma sono le 2 del mattino- mi fa notare, nascondendosi con il viso nel cuscino.
- E allora? Alzati, non istigarmi a tirarti giù dal letto, non ne ho la forza, pesi un quintale- lo informo acida, a quella consapevolezza decide di alzarsi, seppur di malavoglia e bofonchiando qualcosa di indistinto mentre si trascina in bagno a lavarsi i denti. Mi metto al volante, che sono la più sveglia, mentre Goku ha il cappuccio della felpa tirato su e sembra un bimbo imbronciato, quando è così assonnato.
“È carinissimo”
Arrivati in ospedale, saliamo veloci su in reparto e sentiamo delle urla isteriche che riconoscerei tra mille, chiunque è di passaggio fuori dalla sua porta si gira a dare un’occhiata terrorizzato.
- Può essere solo Bulma- commento avviandomi verso la stanza.
Entro in camera e trovo mia sorella seduta ai piedi del letto che respira a fatica, il viso rosso e sudato, che stringe la mano a nostra madre e Vegeta incazzato nero che discute con il dottore.
- Salve…- mormora piano Goku addentrandosi nella stanza e accorgendosi dell’aria pesante che c’è.
- Mi ascolti, se non vuole che la prenda immediatamente a pugni, porti Bulma in sala parto e faccia nascere nostro figlio, ci siamo intesi?! Adesso!- gli intima minaccioso Vegeta al medico e giurerei di sentire le pareti dell’ospedale creparsi.
- Basta! Voglio la droga! Fatemi l’epidurale!- supplica disperata mia sorella, riuscendo ad alzare lo sguardo su Vegeta e il dottore.
- Sentito? È la paziente a chiederlo non io, quindi le consiglierei di fare come le dico, o ci saranno conseguenze- conclude il ragazzo.
- Preparo la sala, vi chiamo io- dice arreso il ginecologo, avviandosi fuori dalla porta.
​Solo allora, mia sorella si accorge dei nuovi arrivati e io le vado accanto, dopo che lei allarga le braccia a mi invita ad avvicinarsi.
- Tesoro- le dico con un sorriso rassicurante e accarezzandole i capelli.
- Maya, non farlo mai, ti prego, mi ascolti? Non farti mettere incinta da Goku…- mormora sottovoce, poi mi tira malamente verso di sé, con gli occhi spiritati.
- La progenie dei Saiyan è un’invenzione del demonio, questo bambino mi sta massacrando. E Vegeta, oh lui merita una punizione di gran lunga peggiore della mia, per avermi fatto questo!- mi dice tra le lacrime, così le stringo la mano sorridendole per confortarla, ma chiedendole anche di non urlare.
“Non vorremmo far sapere a tutto l’ospedale che sta per nascere un bambino mezzo alieno, anche se è normale che si straparli dopo quasi trentotto ore di travaglio”
- Coraggio, credo che ogni madre parli a sproposito nei dolori del parto- le dico per alleggerire la tensione.
- No, ascoltami, prendi la pillola anticoncezionale a vita, ci siamo intesi?!- ha gli occhi quasi fuori dalle orbite, non l’ho mai vista così, quasi mi terrorizza.
- Partorire, l’esperienza più brutta in assoluto, ma che ti da la cosa più preziosa del mondo- commenta la mamma con l’aria di chi sa il fatto suo.
- Già- dico sospirando, facendo correre nuovamente la mente al pensiero di me e Goku in questa situazione, in un futuro prossimo.
- Uuuurca, Bulma sembra che stia per esplodere!- commenta imbarazzato il mio fidanzato, beccandosi un’occhiata in tralice di Vegeta.
- Kaaroth, se non vuoi che spacchi la faccia anche a te, ti conviene tacere- gli ordina il piccoletto guardandolo male.
- Ok, sto zitto- risponde imbarazzato Goku.
Dopo poco arrivano due infermieri a portare via Bulma, Vegeta decide di non assistere al parto, confessandoci che se avesse sentito solo un altro grido di Bulma, avrebbe dato definitivamente i numeri e per calmarsi avrebbe dovuto sicuramente picchiare qualcuno.
Così attendiamo tutti trepidanti fuori dalla sala parto.
Io e Goku sorseggiamo il nostro caffè lungo preso al distributore automatico, mentre Vegeta passeggia nervosamente per il corridoio, aumentando l’agitazione di tutti i presenti.
Dopo diversi minuti, sentiamo un pianto bello forte e ci scambiamo tutti un’occhiata speranzosa, l’unico che sembra non calcolarci minimamente è Goku che sta per addormentarsi sulle sedie della sala d’attesa.
“Poverino me lo sono trascinato dietro, quando ha fatto sei ore filate di allenamenti ed era stanco morto”
- Deve essere lui!- esordisce felice la mamma.
Infatti dopo qualche minuto appare un’infermiera con un fagottino tra le braccia, Vegeta è immobile ad occhi sgranati mentre vede avanzare quella donna con un sorriso dolcissimo sul volto.
“Non pensavo restasse così scioccato”
Ed ecco che finalmente, l’8 maggio alle tre del mattino,  un paio di giorno dopo il compleanno della sua madrina, mio nipote è venuto al mondo.
- Eccolo il piccolo Trunks! Dov’è il papà?- chiede l’infermiera, parandosi davanti a noi quattro.
Io e la mamma quasi diamo uno spintone a Vegeta e lui sembra risvegliarsi solo in quel momento da quella sorta di torpore e così, schiarendosi la gola si avvicina alla donna. In quel momento anche Goku si riprende, avvicinandosi anche lui.
- Ec...eccomi- risponde Vegeta imbarazzato.
L’infermiera gli posa il bambino tra le braccia e lui è talmente impacciato che non sa neanche come tenerlo, standosene lì dritto come un fuso.
- Ciao piccolo Trunks!- dico avvicinandomi e scostando la copertina per vederlo meglio in viso.
Vegeta non sta proliferando parola, si limita ad osservare suo figlio incredulo.
- Ma che bel bambino che sei! Sarai grande e forte, già!- dice sorridente Goku.
- Amore della nonna!- si accoda mia madre con le lacrime agli occhi.
Quando Trunks apre leggermente gli occhi riusciamo a carpire la somiglianza. La fisionomia dai tratti somatici fieri, tipica dei Saiyan, del suo papà e lo splendido indaco degli occhi della sua mamma.
“Un mix meraviglioso”
- Il piccolo principe dei Saiyan- riesce a dire alla fine Vegeta, osservando suo figlio che si stiracchia tra le sue braccia possenti.
- Non siete gli ultimi sopravvissuti, dopo tutto…- gli dico felice e Goku sorride.
- Puoi dirlo forte- commenta Vegeta riservandomi un sorriso sincero per la prima volta a quasi un anno di distanza dal nostro primo incontro.
Quando Bulma è tornata in camera era visibilmente stanca e provata, ma anche felice e rilassata, così io, Goku e la mamma abbiamo aspettato che le portassero Trunks e la sua emozione è scoppiata in un pianto liberatorio, mentre stringeva il suo bambino tra le braccia. Dopo esserci goduti quella scena meravigliosa per qualche minuto, abbiamo deciso di lasciare lei e Vegeta ai loro primi intimi momenti come una famiglia e io e Goku ce ne siamo tornati a casa.
Ci siamo trascinati su in camera in silenzio, e prima di rimetterci a letto per qualche altra oretta, Goku mi ha dato un bacio sulla fronte e mi ha sussurrato.
- Sai, non vedo l’ora di provare anche io questa emozione-
Io gli ho sorriso e mi sono accoccolata sul suo petto.
- Già, anche io- ammetto, prima di addormentarmi.

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Capitolo 42
*** Wild Flower ***


CAPITOLO 42:

7 Giugno

Domani è il grande giorno, il giorno tanto atteso. Quello in cui io e Goku diremo < Sì, lo voglio > e saremo legati per l’eternità.
“A dirlo, quasi non mi sembra vero”
Anche se qualche giorno fa ci siamo sposati in municipio, diciamo che ciò che aspettiamo è il rito Saiyan per essere definitivamente marito e moglie. Per l’occasione, il giardino di casa mia è stato allestito con una sorta di altare all’aperto, finemente addobbato con fiori e drappeggi rossi che portano fieramente lo stemma del popolo alieno.
Al centro di questo altare, c’è un enorme tavolo di legno con una tovaglia rossa di seta con lo stesso simbolo e dei grossi vasi di rose rosse e bianche sistemati ai due lati e, io intanto dalla finestra controllo come procedono i preparativi, tirando un lungo sospiro misto ad ansia ed emozione.
Vegeta e suo padre non hanno voluto svelarmi nulla, promettendo che si sarebbero occupati loro di tutto, insieme a Gine e Bardack, tenendo allo scuro persino Goku.
Sono talmente eccitati che sembrano dei bambini”
Ed è pur vero che per loro è importante mantenere una tradizione del genere, sentendosi profondamente onorati dal fatto che io abbia deciso di sposarmi con la funzione tipica del loro popolo, ma stanno davvero dando i numeri andando su e giù da giorni come delle trottole.
Infatti la mia attenzione viene catturata subito da Gine che saetta come una gazzella da una parte all’altra della location insieme a mia madre, che per l’occasione ha trovato una validissima alleata. Dalla mia postazione non riesco a capisce cosa si dicono, ma le vedo gesticolare animatamente e dare direttive per le sedie, i fiori e la disposizione dei tavoli per la cena.
“Se non verrà un infarto a me, di certo verrà a loro...”
E a proposito di tradizioni da rispettare, a quanto pare anche per i Saiyan vale la regola del non vedersi prima della cerimonia, infatti questa sera Vegeta dormirà da Goku e Bulma ha voluto che restassi con lei, per l’ultima notte da ragazzina spensierata e stappare il solito prosecco in piscina con James e Charlotte…
“...che dovrebbero arrivare a minuti, insieme al mio abito da sposa”
Se mi fermo per un attimo a pensarci sembra incredibile che io e Goku ci conosciamo ormai da un anno, eppure sembra di essere insieme da un’eternità, al contempo da pochissime ore. È così strana la sensazione che ancora oggi mi procura stare con lui. Ancora devo profondamente abituarmici a questa cosa...
- Maya la smetti di sbirciare? Dovrebbe essere una sorpresa!- la voce di mia sorella con finto ammonimento, mi distrae per un attimo dal viavai di gente che si muove sotto i miei occhi attenti.
Sorrido voltandomi, sforzandomi di sembrare tranquilla, mentre lei è intenta a chiudere il pannolino a Trunks per poi prenderlo in braccio, quando quest’ultimo emette qualche suono indefinito.
Trunks compirà un mese domani e già sembra un bimbo sveglissimo. Bulma se la cava benissimo come mamma, tutte le sue turbe mentali e le sue preoccupazioni sono svanite nel momento in cui ha portato il piccolo a casa ed è diventata bravissima a destreggiarsi tra poppate e pannolini. Vegeta stesso è irriconoscibile, cosa che nessuno di noi si sarebbe immaginato nel giro di così poco tempo; è praticamente un altro, si preoccupa di tutto e tutti, il ragazzo scontroso e freddo di un anno fa, è stato sepolto dai sorrisetti e i versetti dolci del suo bambino, del suo piccolo principe.
- Hai ragione- sospiro, ma di nuovo il panico mi assale, dando un’occhiata all’orologio sulla parete della camera.
- Ma C e James non dovevano essere già qui? Non dimentichiamoci che il nostro caro cugino ha il mio abito da sposa in ostaggio, senza il quale io domani non metterò piede in giardino, sia chiaro!- ribadisco con un gesto della mano, beccandomi il sopracciglio paurosamente alzato della mia turchina sorella.
- Vuoi darti una calmata? Non pensavo ti saresti trasformata in una sposina isterica, sai?- mi fa notare ironica.
- La zia Maya ha tanta tanta ansia!- dice poi al suo bimbo con voce buffa, mentre lo culla e io sorrido.
- La zia Maya è solo tanto tanto esaurita- rispondo buttandomi sul lettone di Bulma e lei si siede accanto a me.
- Beh, pensa che il peggio è passato. I preparativi, gli invitati, il non avere idea di come si presenti la cerimonia, domani sarà tutto in discesa- comincia in tono rassicurante.
- E devo ammettere che ti becchi anche un allestimento niente male, brutta stronza- prosegue, allungando il collo per dare un’occhiata in giardino, mentre cerca di far addormentare Trunks, saltellando per cullarlo.
- Sposati anche tu col rito Saiyan- propongo ovvia.
- Non ci penso neanche, sai che il sangue mi fa ribrezzo- commenta disgustata, continuando ad osservare oltre le mie spalle la porzione di giardino visibile dalla sua camera.
- Allora mi dispiace, niente allestimento fico- concludo scrollando le spalle.
- Dunque, sai come sarà questo famoso mantello che dovrai indossare?- chiede, tornando a guardarmi negli occhi con serietà.
- Non ne ho la più pallida idea e questa è una delle cose che mi destabilizza di più- rispondo inarcando le sopracciglia e ricordando di questo particolare indumento che mi hanno chiesto di indossare.
I nostri discorsi vengono però interrotti da qualcuno che bussa alla porta già aperta, per annunciare la sua presenza.
- Chi dovrà indossare un mantello?- la voce calda e il sorrisetto sghembo sempre dipinto sul volto riempiono da subito la stanza, nonostante se ne stia ancora sull’uscio. Io e Bulma siamo così felici di vederlo che balziamo dal letto, io soprattutto.
- Oh, James! Non sono mai stata tanto felice di vederti!- gli dico sollevata, quando sciogliamo l’abbraccio.
- Eravate così perse a chiacchierare che non mi avete visto parcheggiare sul retro- dice addentrandosi nell’ampia camera da letto di Bulma e trascinando con sé una gruccia completamente coperta da una fodera per abiti, che porta la sua firma sopra.
“Deve essere il mio vestito, è lui di sicuro!”
Il mio sguardo impaziente segue tutti i movimenti del ragazzo, come i bambini che sanno già che quello è il regalo di compleanno, ma attendono l’ok della mamma per aprirlo.
- E come sta questo birbantello?- dice prendendosi Trunks dalle braccia di sua cugina e poi facendolo volteggiare per la stanza.
- Vola vola!- dice James con voce idiota, mentre io e Bulma osserviamo rassegnate il suo rincoglionimento totale.
- Hey, qualcuno si spupazza il mio nipotino senza il mio permesso!- la candida voce di Charlotte ci interrompe ancora una volta, facendo irruzione in camera senza salutare neanche me e Bulma, diretta e decisa a strappare il piccolo Trunks dalle braccia di suo fratello.
- Tesoro! Cosa ti sta facendo questo cattivone dello zio James- commenta lei carezzandogli la testolina su cui troneggiano degli strani ciuffi lilla.
- Bru bru bru- continua James facendo versetti e boccacce, ma il bambino lo osserva serio, quasi con disappunto.
- Mamma mia come sei accigliato, sei identico a tuo padre con quest’espressione, sai?- commenta con una finta ironia James e Bulma ridacchia.
- Già, è la copia sputata di Vegeta caratterialmente, il che mi fa pensare che me la vedrò abbastanza nera quando smetterà di essere così piccolo e coccoloso- dice Bulma con voce arresa.
- Ragazzi!- li interrompo, non riuscendo più a contenermi.
- Scusate, ma vi ho fatto venire con un giorno d’anticipo per un motivo- preciso quando ho la loro totale attenzione.
- Tesoro, non ci siamo mica dimenticati di te?- dice retorico il moro buttandosi sul letto e dandomi un forte bacio sulla guancia.
- Grazie per avermi dato la possibilità di vedere il mio Crilin questo weekend, Maya- dice divertita Charlotte, venendosi a sedere anche lei accanto a me.
- Ah, certo, perché sei contenta di stare col tuo uomo, non di vedere tua cugina sposata, vero?- le dico, facendo finta di lanciarle un cuscino e lei ridacchia.
In effetti, da che nessuno avrebbe mai scommesso sulla loro storia, Charlotte e Crilin stanno insieme da quasi un anno, facendo su e giù tra aerei e scali ogni volta che possono. Crilin ha confessato che non appena concluderà gli studi, si cercherà un lavoro a New York e si trasferirà lì per stare con la sua dolce metà.
- Io non ho nessuno da vedere, ma devo ammettere che ai matrimoni si fanno sempre ottime conoscenze- si accoda James con uno sguardo malizioso.
- Conosci praticamente tutti gli ospiti, ma noi ti abbiamo invitato perché sei lo stilista, quindi tira fuori la tua creazione e stupiscici!- gli ordina Bulma, venendosi a sedere anche lei sul letto, subito dopo aver adagiato Trunks nella culla accanto al comò.
- Avete ragione, chiedo venia. Allora, sposa, sei pronta a vedere il tuo abito?- domanda James e io annuisco emozionata.
- Ti avverto che ci ho lavorato notte e giorno negli ultimi cinque mesi, dunque anche se ti fa cagare, ma dubito fortemente, dovrai dire che è spettacolare, anche perché, beh ce l’hai solo tu al mondo questo vestito, quindi…- dice sicuro James, avvicinandosi alla fodera che nasconde il mio abito.
- Sì, ma ora aprilo!- gli ordina sua sorella mentre io mi sistemo seduta al centro del letto e assaporo ogni secondo pieno di emozione e adrenalina, mentre James tira giù la lampo della fodera porta abiti.
- Tadà!- dice non appena l’abito è libero e la prima cosa che cattura completamente la mia attenzione è la luce del tramonto che lo fa brillare.
- Oh, cielo!- esclamo completamente esterrefatta, portandomi le mani al volto, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.
- Cugino, hai fatto un capolavoro!- si complimenta Bulma dandogli una pacca sulla spalla, mentre anche lei meravigliata continua ad osservare l’abito bianco davanti ai suoi occhi.
Dopo qualche secondo di schock che mi impediva di alzarmi dal letto e, soprattutto, distogliere lo sguardo da quella meraviglia, mi alzo veloce e salto in braccio a James dalla gioia.
- Grazie, grazie! È stupendo! Favoloso!- gli dico nascosta nel suo collo, impedendomi di piangere.
“Non vorrai cominciare più di dodici ore prima...”
Poi cautamente mi avvicino all’abito e lo prendo delicatamente all’altezza dei fianchi, liberandolo ancora un po’ dalla fodera. Faccio scorrere la mano sul corpetto e le pietre preziose alla luce del tramonto, creano un riflesso quasi stellato sul dorso della mia mano.
- D’accordo, è spettacolare, lo so, ma ora vogliamo provarlo o vogliamo stare qui solo a dire quanto è bello?- chiede ironico mio cugino, incrociando le braccia al petto.
- Sì, dai Maya, provalo!- mi incita Bulma e lo stesso fa Charlotte, mettendosi a guardia della porta, per evitare che qualcuno entri e si perda la sorpresa.
Così James e Bulma mi aiutano ad indossare l’abito e quando mi guardo allo specchio ho quasi un mancamento.
Il vestito calza perfettamente come un guanto, il suo scollo a cuore profondo, ma elegante mette in risalto le mie curve, il taglio a impero mi dona ancora più slancio e mette in evidenza la figura con i meravigliosi inserti in brillanti. La gonna cade non molto aderente, ma scivola ad ogni passo ed è lavorata nei minimi dettagli.
“È davvero un capolavoro di alta sartoria, a tutti gli effetti”
- E’ perfetto James, non so come ringraziarti davvero- mormoro rapita vedendomi la sua creazione indosso.
- Vedertelo addosso è anche meglio Maya, lo valorizzi tremendamente- mi dice lui con un sorriso fraterno.
- Io direi di tenere i capelli con un mosso e fare un semi raccolto morbido, che te ne pare?- propone Charlotte avvicinandosi e tirandomi un po’ indietro qualche ciocca di capelli, mentre sia io, sia lei, che Bulma e James osserviamo la mia immagine allo specchio.
- Decisamente- le fa eco Bulma, entrati nel loro mood di consulenti di immagine.
- Sentivo parlare di un mantello poco fa, o sbaglio? Chi osa coprire la mia fulgida creazione?- domanda atterrito il moro, cambiando completamente espressione.
- E’ usanza Saiyan che la sposa indossi un mantello con lo stemma, durante la cerimonia- spiega Bulma, continuando a giochicchiare con alcune ciocche mosse dei miei capelli.
- Ma è oltraggioso!- James trasale tenendosi il petto e io faccio un sorrisetto per rassicurarlo.
- Coraggio, è solo per la cerimonia, al banchetto e sotto gli attenti obiettivi delle fotocamera, la tua creatura sarà ammirata in tutto il suo splendore, tranquillo- mi affretto a rassicurarlo, non potendomi in alcun modo sottrarre al mantello. Gine, Veldock e Bardack, sono stati categorici e abbastanza intransigenti su questo.
- Consolati, Goku dovrà vestirsi in modo interamente tradizionale, non so che faccia farai quando lo vedrai- dice Bulma lanciando uno sguardo loquace a James. Solo lei ha visto Goku con l’abito da cerimonia e non ha voluto svelarmi nessun particolare a riguardo, è rimasta muta come un pesce fino alla fine.
- Ok, ora inizio seriamente a preoccuparmi, cercate di non farmi venire un attacco di cuore con le idee strampalate quanto ai look della vostra nuova famiglia- replica James con una smorfia, poi torna alla sua espressione rilassata.
- Ebbene cuginetta, vuoi vedere il tuo abito?- chiede a Bulma con un sorrisetto.
- Pensavo te ne fossi dimenticato, stavo per ammazzarti!- lo minaccia seccata la turchina.
- Perché, infatti secondo ogni previsione, al momeno mi entra poco o nulla dei vestiti che ho nell’armadio- ammette sconfitta la ragazza.
- Io so sempre tutto baby, ma il tuo James è qui per renderti una damigella d’onore con i fiocchi- la rassicura lui, sparendo per un attimo in corridoio e ritornando poco dopo, sempre con la gruccia tra le mani e l’abito nascosto nella fodera.
“Ce l’ha messa davvero tutta per non rovinare l’effetto sorpresa...”
- Allora, Vegeta mi ha svelato solo il colore portante della cerimonia, non mi ha voluto dire altro, infatti non sapevo nulla di questo mantello. Dunque, cara Bulma, come damigella d’onore della nostra Maya, hai il compito di essere il simbolo del tema della cerimonia- la mette al corrente lui, con l’aria di chi sa il fatto suo.
- Beh, mi sembra il minimo- replica con fare di superiorità mia sorella e la sua espressione cambia completamente quando James rivela l’abito.
Un meraviglioso vestito lungo, rosso rubino, in pura seta. Scollo a barca per mettere in evidenza i prorompenti seni di Bulma e spacco, con un luminoso applique sul drappeggio all’altezza del fianco destro.
- Non potevi fare di meglio!- commenta felice mia sorella.
- L’unica cosa, questo drappeggio non metterà ancora più in evidenza la mia pancia post parto?- domanda preoccupata, focalizzando la sua attenzione sullo scintillante dettaglio dell’abito.
- Al contrario, il drappeggio è fatto appositamente per slanciare e nascondere e l’applique da luminosità, richiamando anche gli innesti dell’abito di Maya, sarete scintillanti- dice convinto James, facendo brillare di gioia i suoi occhi color del cielo.
- Sì, ma ora che ne dite di andare a stappare questa bottiglia di champagne in piscina, in memoria dei vecchi tempi ormai andati?- commenta Charlotte con aria vaga.
- Chi te lo dice che sono andati?- le domando seccata.
- Mi sposo, mica sto andando a farmi suora?- proseguo retorica.
- Sono andati, fidatevi- commenta Bulma prendendo Trunks in braccio e facendo cenno con la testa a lui.
- Beh, allora dovrai accontentarti di un addio al nubilato molto semplice- dice Charlotte.
- Che cazzo, io volevo regalarti degli spogliarellisti- mormora James imbronciato, facendo scoppiare a ridere tutte noi.

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Intanto in palestra…

Goku sta passando la su ultima serata da scapolo a prendersi a pugni con Vegeta e ad intensificare il suo allenamento.
- Come ti senti?- domanda ad un certo punto il più basso col fiatone, prima di sferrargli un gancio destro, che Goku para all’ultimo secondo.
- Normale, credo, insomma non credo cambierà qualcosa- risponde ovvio Goku, dando un calcio a Vegeta, quest’ultimo fa un sorrisetto.
- Sai mi sono ricreduto- esordisce il principe, mettendosi a guardia alta e lo sguardo interrogativo che si dipinge sul volto del suo amico, lo invita a continuare.
- Inizialmente non credevo che Bulma fosse la mia compagna di vita, sai non a tutti capita come a te e a Maya…- lo mette al corrente il piccoletto, mentre la lotta prosegue senza esclusione di colpi, vedendo un Goku concentratissimo più sulle mosse che sul discorso.
- Però da quando è rimasta incinta, mi sono legato a lei in modo inspiegabile- conclude Vegeta, sferrando un pugno all'avversario in pieno stomaco, che si ferma per incassare il colpo. Poi sospira e sorride.
- Credo di capire- mormora il Saiyan più giovane rimettendosi in piedi, di nuovo in posizione da combattimento, ma Vegeta si rilassa lasciando andare le braccia lungo il corpo.
- Smettiamo, non vorrei rovinarti il tuo bel faccino il giorno prima del lieto evento- lo informa col suo sguardo di sfida e Goku sorride, rilassandosi a sua volta. Poi i due si siedono per terra, sorseggiando avidamente una fresca bevanda energetica.
- Senti la mancanza di tuo fratello di tanto in tanto?- chiede Vegeta dopo un breve silenzio e Goku alza un sopracciglio, irrigidendosi leggermente a quella domanda così strana e, soprattutto, non da Vegeta che è sempre reticente a fare o ricevere domande personali.
- Perché me lo chiedi?- riesce a dire Goku.
- Sai, non vi parlate da quasi un anno, non ti domandi mai come se la sta cavando?- continua il piccoletto, evitando di guardare il suo migliore amico negli occhi.
Il silenzio aleggia per qualche secondo nell’ampia sala della palestra e poi Goku prende la parola, dopo un lungo sospiro.
- Non mi interessa, onestamente. Da quando ha fatto quello che ha fatto, Radish non merita neanche un briciolo del mio perdono o dei miei pensieri- lo informa convinto, per poi fare un altro sorso dalla bottiglia.
- Certo, come biasimarti- commenta Vegeta con un’alzata di spalle.
- Più lontano possibile resta da me e Maya, meglio sarà per lui e per noi- conclude Goku portandosi le ginocchia al petto e posando lo sguardo su un punto indefinito della sala.
- Beh, a questo punto, ti mancherebbe un cerimoniere, no?- riprende Vegeta, continuando a non rivolgere lo sguardo a Goku e senza lasciare trasparire nulla dal suo tono oltremodo seccato.
- Uuuuurca! Non ci avevo pensato! Maya mi ammazzerà se domani non fila tutto liscio!- dice nel panico Goku e Vegeta scoppia nella sua risata profonda.
- Sei proprio uno sciocco, Kaaroth. Sarò io il tuo cerimoniere, se ti fa piacere ovviamente- risponde Vegeta guardandolo negli occhi e Goku si illumina, salvato in corner, come sempre, dal suo amico più fidato.
- Sul serio?! Oh grazie Vegeta, sei un vero amico!- esulta lui abbracciandolo, ma l’altro resta quasi impassibile.
- Ok, ma non abbracciarmi più in questo modo, d’accordo?- lo ammonisce il principino quasi scostandosi, serio.
- Scusa, non lo farò più promesso- risponde Goku, grattandosi la nuca in imbarazzo.

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Quella sera…

Io e Bulma ci stiamo preparando per andare a dormire.
“Già, come se poi io fossi pronta a prendere sonno...”
- Non mi sento pronta- informo mia sorella con serietà, gettando le lenzuola sul letto, per dare la possibilità a Bulma di prendere l’orlo dall’altra parte e stenderle.
- Cosa cazzo dici? È normale avere paura… credo- mormora aggrottando la fronte.
- Ma su, Maya, non è quello che hai sempre sognato? L’uomo da favola, il matrimonio da favola e tutto ciò che la Disney ci ha sempre fatto credere?- mi dice per tirarmi su il morale.
- Beh, suppongo di sì- dico alzando le spalle con poca convinzione.
“Eccolo, è un attacco di panico che arriva, me lo sento!”
- E’ che forse ho esagerato con questa cosa del matrimonio Saiyan, insomma, non tutti la capiranno, che dici?- chiedo, mordendomi un labbro.
I ripensamenti e il tarlo del dubbio si insinuano nella mia mente, permettendo all’ansia di giocarmi brutti tiri.
- E che ti frega? Cioè tu sei felice?- mi dice leggera Bulma e io annuisco.
- E che gli altri non capiranno cosa succede esattamente di fronte a quel tavolo, cosa importa!- prosegue spensierata, facendomi sorridere per un attimo.
- Ma io voglio che siate partecipi della cerimonia- ammetto, quasi piagnucolando.
- E poi, sarà terribile a dirsi e non fraintendermi, ma mi fa strano non avere nessuno della mia famiglia d’origine, avevo sempre immaginato Elizabeth fumare praticamente dall’inizio alla fine della cerimonia, tediando tutti i presenti sull’antica storia della nostra famiglia- le dico con una smorfia e Bulma sorride comprensiva.
- Ascolta, la tua famiglia, ovvero le persone che ti vogliono bene domani saranno tutte lì a gioire per te, non devo ricordartelo io- mi dice dolce.
- Lo so, è che sono così nervosa che la mente fa i kilometri- ammetto, sedendomi sul bordo del letto.
- Maya, senti, adesso andiamo a berci una tisana, ti va?- comincia mia sorella, in tono conciliante.
- James e C e tutta la loro fissazione sullo stappare prosecchi ti ha resa nervosa e l’estetista ha raccomandato sonnellino di bellezza, quindi, non voglio rigirarmi nel letto stanotte e trovarti con gli occhi sbarrati, intesi?- mi ammonisce con dolcezza e io allargo ulteriormente il sorriso, ringraziando mentalmente il cielo di avermi donato una sorella tanto meravigliosa.
- Domani sarà il giorno più bello della tua vita, non vorrai mostrare ai tuoi figli le foto del matrimonio in cui hai delle occhiaie da paura, spero!- mi dice tra l’ironico e l’arrabbiato.
- Beh, non è questa l’idea- mormoro grattandomi il mento.
- Allora, signora Son, giù in cucina e accendi il bollitore, coraggio!- mi ordina, dandomi una pacca sul sedere mentre mi avvio fuori dalla porta.
“Mi fa morire quando ha questo tono così autoritario”
Bulma mi aiuta a ritrovare la fiducia in me stessa da sempre, anche se ce l’ho sotto al naso e mi sembra di averla persa, lei mi indica esattamente dove l’ho lasciata, ma mentre ci stiamo dirigendo in cucina, sentiamo degli strani rumori accanto alla finestra.
- Cosa è stato?- chiede bloccandosi sul posto.
- Shh!- le faccio segno di fare silenzio per ascoltare meglio quei rumori apparentemente impercettibili.
Sembrerebbe qualcosa che urta contro il vetro della portafinestra.
- Se svegliano Trunks li faccio fuori!- sibila nervosa, voltandoci entrambe verso la direzione del rumore e vediamo sul pavimento del terrazzo tanti piccoli sassi. Io sorrido capendo subito, o meglio, ricordando.
- Ma non posso crederci…- dice Bulma andando verso la vetrata e io la seguo a ruota.
Scostiamo la tenda ed effettivamente quelli in terra sono sassi, ma l’ultima cosa che ci aspettavamo di vedere era Goku in giardino che tirasse pietruzze contro la finestra, con quell’aria tra l’imbarazzato e il divertito, tipica sua.
Mi si illuminano gli occhi a vederlo lì, bello come il sole, con i suoi soliti completi sportivi addosso. Da domani quel viso dolce, quegli occhi neri così profondi, quelle labbra morbide e quel corpo perfetto saranno miei, per tutta l’eternità.
L’ansia e la preoccupazione di poco prima svaniscono in un attimo, non appena mi affaccio dal terrazzo e lui è lì che mi sorride.
- Ma che combini? Hai ancora questo vizio di tirare sassi alle finestre per parlarmi?- riesco a dire, con le lacrime agli occhi.
“Non ci vediamo da stamattina e a me sembra essere passata un’eternità. Ogni istante lontano da lui, è un istante in più in cui io non respiro”
- Ho pensato di farti una sorpresa, che fai scendi?- chiede sorridente.
Io guardo Bulma speranzosa, come fosse una madre a cui chiedere il permesso.
In effetti con questa vestaglia di seta blu e i bigodini per tutta la testa, la sigaretta in una mano, somiglia un po’ a quelle mamme incazzate anni Cinquanta.
- Hey non guardarmi così, non devi mica chiedermi il permesso- dice divertita dietro il mio sguardo speranzoso, ma non le faccio neanche finire la frase, che già mi sto fiondando fuori di casa come una furia.
- Ma sia chiara una cosa!- mi richiama mia sorella, costringendo a bloccarmi all’ingresso tenendo la maniglia della porta di casa in una mano.
- Sono le 23 e 22. Tra circa ventotto minuti ti voglio già pronta per andare a letto- ordina puntandomi l’indice contro, mentre io la guardo alzando un sopracciglio.
- Non sarò tua madre e puoi sposarti con tutti i riti matrimoniali alieni che ti pare, ma le tradizioni sono le tradizioni- si giustifica serafica, incrociando le braccia al petto e quando lo fa sembra di vedere praticamente Vegeta.
- Quindi sposo e sposa non possono vedersi dopo la mezzanotte del giorno del matrimonio, è la regola bella mia- conclude in tono saccente, mantenendo la sua posizione.
- Ricevuto, mammina. Sarò qui tra mezz’ora- la informo, uscendo di casa e lei mi sorride scuotendo la testa, quando ormai io non posso più vederla.
(https://www.youtube.com/watch?v=2YpuCXEBdSg COLONNA SONORA)
Goku non appena mi vede allarga le braccia felice come un bambino e io gli salto in braccio, prendendo quasi la rincorsa. Ci stringiamo per interminabili minuti e io chiudo gli occhi, respiro il suo profumo riempiendomene senza riserve le narici, poi lui mi prende il viso tra le mani e mi bacia con dolcezza e passione al contempo.
- Mi mancavi così tanto- dice a un millimetro dalle mie labbra.
- Anche tu, al telefono non sapevo come dirtelo- ammetto abbassando lo sguardo.
- Dovevo vederti, anche per pochi minuti, ma dovevo- mi dice rimettendomi a terra come una bambina piccola, per poi poggiare la fronte contro la mia.
“Mi sento sempre così tra le sue braccia, una bambina che ha bisogno di essere protetta”
- Vieni- gli dico prendendogli la mano e portandolo dove si trova la piscina, facendo entrambi attenzione a non rovinare le composizioni e le statue di marmo già posizionate lì per la cerimonia.
Ci sediamo a bordo piscina, ci togliamo le scarpe e mettiamo i piedi a mollo. I faretti interni illuminano la vasca, emanando un luccichio azzurro ed entrambi veniamo avvolti da questa luce così eterea e particolare.
- So che è la tradiz…- lo interrompo e non lo lascio neanche finire la frase che mi fiondo tra le sue braccia nuovamente e lo bacio, con una passione inaudita, come se quello fosse l’unico mezzo per sopravvivere. Goku mi sorride un po’ preoccupato, non appena ci stacchiamo.
- Sicura di star bene?- domanda alzando un sopracciglio.
- Splendidamente, sto solo realizzando che da domani sarò tutta tua per sempre!- dico felice, rilassandomi e poggiando tutto il peso sulle braccia che sposto leggermente dietro il corpo.
- Non vedo l’ora, il letto mi sembra così vuoto senza te, mi mancherai questa notte- mi dice suadente, per poi darmi un bacio nel collo, al cui tocco mi lascio quasi completamente andare.
- Tu mi manchi ogni volta che non ci sei…- gli dico in un sussurro, sperando che lui comprenda appieno il tono nella mia voce e il senso nelle mie parole.
- Avevo pensato di prepararti qualcosa di più “classico” per questa sera- confessa, grattandosi la nuca in imbarazzo.
- Cosa intendi per “classico”? Ci sono altre tradizioni del tuo popolo che devo conoscere, oltre a dovermi tagliare domani?- chiedo con finta ironia.
- Avanti, la stai vivendo troppo male, guarda che è un attimo, così…- dice prendendomi la mano e simulando un taglio all’altezza del palmo, poco sotto la base delle dita, lentamente. Io lo osservo e quel semplice tocco mi fa venire i brividi.
- E poi io dovrò farlo a te e tu a me, quindi sarò delicato, non devi pensarci troppo- mi rassicura con dolcezza.
- Mi fido allora-
Poi mi avvicino al suo viso e lui mi regala un altro bacio dolcemente intenso.
- E dimmi, come hai passato l’ultima tua serata da signorina Brief- domanda interessato.
- Uhm, vediamo, ho brindato con James, C e Bulma. Ho fatto la ceretta, sistemato i capelli, mangiato un panino e… non ho assolutamente sonno- lo informo, stilandogli la lista delle attività.
- Serata molto piena- commenta sorridendo.
- E tu?- chiedo ridacchiando.
- Io sono stato semplicemente ad allenarmi con Vegeta fino a poco fa, una strana adrenalina ha preso possesso del mio corpo. È una sensazione difficile da descrivere- confessa accigliandosi leggermente.
- Già, ti capisco, siamo sulla stessa barca- rispondo, abbassando di poco lo sguardo.
- Cosa c’è?- mi chiede apprensivo, io gli sorrido per rassicurarlo.
- Niente, un ricordo- mi limito a dirgli, alzando gli occhi verso la volta celeste.
- Vuoi condividerlo?- incalza curioso.
- Beh, non è uno in particolare...- comincio guardandomi intorno.
- Ti ricordi quando abbiamo giocato a beach volley, la prima volta che siete stati qui? È incredibile che sia passato già un anno…- comincio e Goku annuisce sorridendo.
- E poi quella sera… quando sei venuto a cercarmi...- dico piano e Goku sospira pesantemente, quando blocco volutamente la frase a metà.
- Già- si limita a dire, lasciando che il silenzio aleggi tra noi per qualche secondo.
Poi mi stringe a sé, come quella sera di quasi un anno fa, proprio come quando venne a parlarmi per la prima volta dopo quello che era successo con Radish.
- Te lo aspettavi? Tutto questo, intendo. Io e te, Bulma e Vegeta- comincia con un sorrisetto.
- Considerando la partenza, direi proprio di no, anche se Bulma e Vegeta dopo un po’ mi hanno convinta. Ma noi, mi dispiace, ma non ci davo molte speranze- lo informo scuotendo divertita la testa.
- E perché mai? E soprattutto, perché me lo dici solo adesso?- domanda Goku sgranando leggermente gli occhi, beccandosi un’altra risatina.
- Perché ti vedevo già felicemente sistemato con Chichi, tutto qua- ammetto scrollando le spalle.
- Parli tu che già eri praticamente tra le braccia di Ra…- Goku si blocca subito, notando il mio sguardo incupirsi come sempre a quel nome. Io abbasso nuovamente gli occhi osservando il mio piede in ammollo che lascio volteggiare sotto la sottile superficie d’acqua dolce.
- Ti fa star male, il fatto che lui domani non ci sia?- chiedo piano, senza aggiungere ulteriori dettagli, ma dal lungo e pesante sospiro che Goku mi da in risposta, capisco che ha capito che stiamo parlando della stessa persona.
- Anche Vegeta mi ha chiesto la stessa cosa poco fa, che strano- comincia, prendendo a muovere anche lui i piedi in acqua.
- Ma no- si affretta ad aggiungere, scuotendo la testa sicuro.
- Sai bene che il tuo dolore è il mio dolore- mi dice lanciandomi un’occhiata esplicita, spostandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio dolcemente e guardandomi negli occhi.
- Per colpa sua io ho provato un dolore indescrivibile, quindi no, sarò anche fatto di pietra, ma non sento la minima mancanza di quell’essere spregevole che è mio fratello- conclude con una certa durezza nel tono di voce.
Io annuisco lentamente.
- E soprattutto, non vorrei mai fosse qui, magari a rovinarmi il momento più bello della mia vita, per portare via da me la cosa più bella che ho- riprende, piegando leggermente la testa di lato e regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli, io sorrido di rimando, lanciandomi nuovamente tra le sue braccia.
- Ti amo troppo- gli dico con tutta la convinzione di questo mondo e Goku assume un’espressione dolce.
- Anche io, più della mia stessa vita-
Poi ci scambiamo un lungo e dolce bacio e quando ci stacchiamo, mi ricordo di dare un’occhiata all’orologio.
- Le 23 e 50. Caspita, il tempo è volato- lo informo frettolosamente, tirando fuori i piedi dall’acqua e Goku fa lo stesso.
- Sarà meglio che torni dentro, altrimenti Bulma com’è conciata, è capace di apparire sul terrazzo imbracciando un fucile!- mi dice ridacchiando e io lo imito, immaginando la scena.
- Già e fidati, non vogliamo vederla questa cosa- gli dico con un certo terrore.
- Quella donna è Vegeta al femminile, se io e te siamo anime gemelle, loro di sicuro in un’altra vita erano la stessa persona, una qualche divinità che aveva in sé le loro due personalità- mi dice Goku rimettendosi in piedi.
- Cazzo, un mostro sacro da venerare praticamente- mi lascio sfuggire, immaginando un essere che abbia in sé mia sorella e il suo migliore amico e Goku ride di gusto.
La sua risata melodiosa è musica per le mie orecchie.
- Avanti, andiamo!- dice rimettendosi le scarpe e poi passeggiamo in giardino, fermandoci davanti a casa, mettendoci l’uno di fronte all’altra, mani nelle mani.
- Beh, ci vediamo domani, signora Son- mi dice lui, calcando volutamente le ultime due parole. Io sorrido a sentire il suo cognome accompagnato da quell’appellativo che fa così donna adulta.
- Caspita, dovrò abituarmi a tutto questo- replico su di giri.
- Meglio che tu lo faccia presto, hai poche ore a disposizione- mi ricorda strizzandomi l’occhio.
- A domani allora- conclude.
- Sì, io sarò quella vestita di bianco- commento ironica.
- E io sarò quello vestito in modo ridicolo, accanto all’immensa composizione floreale voluta dalle nostre madri- ridacchiamo entrambi e poi io cambio espressione, riservandogli uno sguardo preoccupato.
- E’ la tradizione- mi informa per l’ennesima volta, scrollando le spalle.
- Poi può anche darsi che ti piaccia, ma prometto che per il ricevimento mi cambierò e indosserò qualcosa di più consono, se non ti va bene- si affretta a rassicurami.
- Sarà meglio per te- lo ammonisco seria.
- Buona ultima notte da ingenuo ragazzo, Kaaroth- gli dico con un sorrisetto sghembo.
- Buona ultima notte da sognante ragazzina, Maya- risponde a tono lui.
Poi mi alzo sulle punte per baciarlo e quando ci stacchiamo, lentamente, quasi non vorrei che il sapore delle sue labbra andasse via dalle mie. Ci guardiamo fin quando non lo vedo sparire dietro al cancelletto del giardino e sorridendo come una scolaretta alla prima cotta entro in casa quasi a passo di danza.
“Come riuscirò a dormire dopo questa botta di adrenalina così forte”

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Capitolo 43
*** Il Grande Giorno ***


CAPITOLO 43:

8 Giugno 

(https://www.youtube.com/watch?v=YE-_zLg4Dfc COLONNA SONORA)

Il suono squillante della sveglia ha improvvisamente invaso tutta la stanza, forse è stata impostata fin troppo tardi per i miei occhi già spalancati da ore a fissare il soffitto bianco della camera da letto di mia sorella, nonostante la cerimonia si terrà alle 15 e 30.
“Credo di non aver chiuso occhio tutta la notte, l’ansia e la paura che le cose non vadano come dovrebbero mi hanno accompagnata fino al sorgere del sole ed oltre...”
Mi accorgo di non aver per niente dormito, quando ricordando alcuni momenti di questa nottata infinita, mi tornano in mente le poppate e il cambio di pannolino di Trunks, lasciando trascorrere una notte di pace e di sonno tranquilla per una volta a Bulma.
A parte l’assenza di sonno, cosa che è capitata si e no per tutti gli avvenimenti più o meno importanti, avverto un’insolita ansia e una scarica di adrenalina in circolo per tutto il corpo. Ricordo di aver letto in un libro di un esame che questo tipo di preoccupazione viene definita ansia performante, cioè quella che aiuta a concentrarsi e restare lucidi, concedendo il minimo margine d’errore.
“Stamattina mi sento esattamente così”
Ormai certa che sia giunto il momento giusto per alzarsi senza sorbirmi la solita ramanzina riguardo il mio essere sempre dannatamente in anticipo, metto i piedi fuori dal letto e mi avvio verso la portafinestra, spalancando le lunghe tende color sabbia della camera di Bulma e facendo entrare il caldo sole di giugno attraverso le vetrate. Una volta uscita fuori in terrazza, respirando l’aria fresca del primo mattino, poggio entrambe le mani sulla liscia balaustra, tirando ancora una volta un lunghissimo sospiro e incanalando quanto più ossigeno possibile, mentre il mio sguardo corre lento sul paesaggio poco sotto i miei occhi.
Tutto ancora tace nel mio giardino, il luogo che vedrà me e Goku unirsi per l’eternità. Tremo impercettibilmente a quel pensiero, mentre soltanto il canto degli uccellini e il rumore dell’acqua in piscina invadono l’immobile atmosfera.
I fiori sistemati ai lati del grosso altare di legno si piegano lievemente sotto il soffio della lieve brezza mattutina, gli ampi e sontuosi drappeggi tutt’intorno frusciano accarezzati dal vento e quel fiero stemma su di essi sembra prender vita ad ogni movimento.
Oggi non solo abbraccio una nuova famiglia, ma vivrò l’esperienza di diventare figlia di un popolo sconosciuto all’essere umano e non molte donne possono dire di aver ricevuto questo dono. Sento le parole di Veldock riecheggiare per un attimo nella mia mente “E' un grandissimo privilegio diventare una Saiyan per matrimonio, sii fiera della tua scelta, ragazza”.
Sospiro ancora ricordando di aver chiesto a Vegeta se in seguito al rito mi sarei sentita diversa, ma lui col suo tipico sorrisetto mi ha rassicurata sul fatto che la mia personalità non cambierà.
“Insomma, Maya sarà sempre Maya, solo un po’ più speciale…”
E ripenso, inoltre, alla grossa responsabilità che io e anche Bulma abbiamo e avremo in tutto questo, cioè portare avanti la razza.
Il vortice di pensieri che ha preso possesso della mia mente mi costringe a tornare per un attimo in camera ad afferrare il fedele pacchetto di sigarette e, una volta tornata sul balcone, ne sfilo una e l’accendo, andando contro le mie stesse promesse di fumare meno, soprattutto quest’oggi, ma dati gli impegni importanti che che si susseguiranno, dubito che avrò tempo per fumare chissà quante sigarette.
“Non si può costringere una persona dipendente da nicotina a rinunciarvi in uno dei giorni più dannatamente importanti della sua vita!”
Mentre il fumo della sigaretta sale verso l’alto, mi accomodo su una delle sdraio lì accanto, continuando ad osservare l’immobilità perfetta di quel giardino, come la scena di un quadro di Monet, pensando a quanto tra poche ore, si riempirà di voci, di musica e di parole pronunciate solennemente.
Il mio giuramento, di sangue e d’amore per Son Goku.
“Già, il mio Goku, l’amore della mia vita, da tutta la vita e per tutta la vita”
Sorrido immaginando la scena che tra qualche ora vedrò, di cui Goku è il protagonista indiscusso, impaziente all’altare ad attendermi.
“Chissà che faccia farà quando mi vedrà avvolta in quell’abito stupefacente che James ha cucito apposta per me... Non che lui badi molto a queste cose"
- Buongiorno!- la voce sempre squillante di mia sorella interrompe il flusso dei miei pensieri, mentre anche lei esce in terrazza chiudendosi la finestra alle spalle per accendersi la sigaretta. Si abbandona su una delle poltrone di vimini accanto alla mia rilassante seduta e ancora ad occhi chiusi da una sbuffata di fumo.
- Sbaglio o Trunks non si è svegliato neanche una volta stanotte?- chiede restando ad occhi chiusi, quasi stupefatta.
- In realtà, si è svegliato un paio di volte, ma me ne sono occupata io- mi affretto a tranquillizzarla.
- Che cosa?- chiede sbadigliando, anche se il suo tono sembra essere tutt’altro che ammonitore.
- Non ho sentito nulla Maya, scusami, tu avevi bisogno di riposare, invece ti ho lasciata a prenderti cura di mio figlio. Sono proprio una pessima madre!- conclude con una smorfia.
- Avanti, non essere stupida. Per una sera che hai riposato, qual è il problema? Tra l’altro, è così dolce il mio nipotino, mi ha fatto piacere prendermi cura di lui stanotte… e poi comunque non avevo sonno- la metto al corrente scrollando le spalle.
- Che avevamo detto sul sonnellino di bellezza?- si volta verso di me assottigliando lo sguardo e ora sì che il suo è un tono ammonitore.
- Saremo in grado di coprire tutti i difetti ricorrendo al make-up, occhiaie comprese. E poi non sono mica l’unica sposa che non dorme la notte prima del matrimonio?- ribatto in mia difesa.
- E anche su questo devo darti ragione- mi dice annuendo lentamente, per poi perderci ad osservare il giardino in silenzio.
- Che te ne pare?- spezza il silenzio, accompagnando la domanda con un sorrisetto di pura soddisfazione.
- Dico che è perfetto- replico a mia volta con lo stesso sorriso, dopo un lungo sospiro.
- E allora andiamolo a rendere ancora più perfetto, scendendo giù a fare colazione e sistemando gli ultimi accorgimenti. A breve ci saranno altri fiorai e poi i cuochi devono sistemare le loro postazioni...- comincia a stilare la sua lista, mentre spegne la sigaretta nel portacenere lì accanto.
- Coraggio, che la giornata è lunga!- conclude su di giri, come solo la damigella d’onore sa essere in queste determinate occasioni. Come da Bulma stessa ordinato, scendiamo a fare colazione e lì ci sono già Charlotte e James, intenti a fare l’intingolo con i biscotti al cioccolato nel caffèlatte.
- Ma buongiorno! Come ci sentiamo questa mattina?- domanda con fare retorico il moro.
- Nervose…- rispondo sincera sedendomi a tavola.
- E’ perfettamente normale, ma quando indosserai l’abito sarà tutto perfetto, vedrai!- cerca di rassicurarmi la mamma, quando suonano al campanello.
- Prime visite…- osserva la mia bionda cugina lanciandomi un’occhiata di sottecchi.
- Maya, è un pacco per te- mi informa la mamma, tornando in cucina mentre io aggrotto le sopracciglia, cercando di capire che cosa si tratti.
“E’ vero che faccio shopping compulsivo online, soprattutto ultimamente per tenere a bada l’ansia pre-matrimonio, ma sono più che sicura che non sia questo il caso...”
- Chi lo manda?- domanda Bulma dando voce ai miei pensieri, mentre la mamma mi consegna quella strana scatola.
- Vediamo...- provo a leggere sul biglietto perfettamente incollato sulla facciata, ma ci sono solo i dati del destinatario, cioè i miei. Tento di scuotere un po’ il pacco, abbastanza grande e di forma rettangolare, per cercare di capirne almeno in parte il contenuto.
- Aprilo, su!- mi esorta James impaziente e io eseguo, curiosa anch’io all’estremo.
Quando libero il misterioso oggetto dall’involucro esterno, l’attenzione di tutti viene catturata da quella scatola in velluto.
- E’ caduto un biglietto- mi informa Charlotte consegnandomelo e, quando lo apro non riesco a riconoscerne la calligrafia, ma decido comunque di leggerlo ad alta voce.
“Una persona per noi molto speciale avrebbe voluto esserci per consegnarti personalmente questo regalo, ma purtroppo il destino ha voluto che andasse diversamente…”
Comincio, scatenando ancor di più la curiosità dei miei parenti, quasi in apprensione per quel biglietto. Ma già quelle poche semplici parole, mi lasciano chiaramente intendere chi potesse essere il mittente e una forte stretta al petto quasi mi impedisce di portare avanti la lettura.
“Le sue ultime volontà, a parte lasciarti l’eredità che da sempre ti è spettata, prevedevano espressamente che il giorno del tuo matrimonio ti venisse consegnato quest’oggetto, che aveva un grande valore affettivo sia per lei che per te…”
Le lacrime iniziano a solcarmi inesorabilmente le guance, mentre Bulma posa la sua mano sulla mia delicatamente, per infondermi il coraggio di concludere quel biglietto
“Per portarti fortuna in questo giorno speciale ci vuole qualcosa di vecchio, la tiara che indossava tua madre il giorno del suo matrimonio. Che l’inizio di questo cammino accanto all’uomo che ami, ti faccia sentire la donna meravigliosa e felice che Elizabeth ha sempre pensato che fossi. Anche se lei non potrà esserci, hai sempre avuto un posto speciale nel suo cuore. Congratulazioni per il tuo matrimonio, Maya, firmato Luana”
- Che meraviglioso pensiero- riesce a dire mia madre, trattenendo a stento il pianto.
"Si può dire che lei abbia conosciuto mia zia meglio di me, in tutto il periodo antecedente all'adozione..."
- Che aspetti ad aprirlo?- incalza ancora Bulma, facendo un cenno col capo alla splendida confezione in velluto blu ed io tirando su col naso, apro il cofanetto scoprendo una meravigliosa tiara a goccia, con al centro un preziosissimo brillante.
- Ma è stupendo! Sposa a meraviglia con l’abito, come se fosse un suo accessorio- risponde ammirato James, impaziente di strapparmelo dalle mani per studiarsene tutti i dettagli.
- Loro sono qui, Maya, tutti… oggi più che mai- soffia mia sorella, captando i miei occhi alzati al cielo che continuano a versare lacrime.
- Lo so- rispondo risoluta, affrettandomi ad asciugare il viso.
- Al diavolo, oggi ci vorranno quintali di trucco waterproof, me lo sento!- esordisce Charlotte, abbracciandomi forte da dietro, seguita subito da James e Bulma e, ancora una volta in quel momento, mi ritrovo a ringraziare mentalmente il cielo, i miei genitori ed Elizabeth stessa per avermi dato la possibilità di crescere in una famiglia tanto meravigliosa quanto lo è quella dei Brief. La mia famiglia.


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- Kaaroth, sveglia!- la voce cristallina di Gine si avvicina inesorabile per la terza volta alla porta della camera del figlio.
- Sì, sono sveglio- risponde Goku con la voce impastata dal sonno, mentre Gine sorride.
Dopo un po’, l’imponente figura del più piccolo della famiglia Son fa la sua apparizione in cucina, con l’aria ancora piuttosto assonnata.
- Ben svegliato, figliolo e… tanti auguri, credo che tra terrestri si usi fare così- esordisce Bardack ridacchiando e Goku sorride mettendosi seduto a tavola, per poi fare incetta di ogni tipo di pietanza preparata per colazione.
- Perché tra Saiyan cosa si fa?- domanda lui con ironia.
- Beh, al massimo ci si prende a botte per congratularsi di aver trovato una moglie- ammette Bardack soddisfatto, beccandosi di tutta risposta il sorrisetto sardonico di suo figlio.
- Lo immaginavo, però a me quasi non sembra vero- confessa Goku eccitato.
- Fidati, realizzerai più o meno domattina a quest’ora, quando vedrai Maya svegliarsi accanto a te e capirai che sarà così per il resto della tua vita- lo ragguaglia dolcemente sua madre, passando di lì.
- Urca, se è così, non vedo l’ora!- risponde lui balzando in piedi come un bambino, per poi avviarsi in bagno per farsi una doccia, quando nota in salone gli abiti formali perfettamente adagiati su una delle poltrone, pronti per essere indossati, con accanto il mio mantello.
- Ma devo per forza mettere quei vestiti?- domanda grattandosi una tempia e storcendo il naso.
- Poche storie! Ne abbiamo già parlato, è la tradizione!- conclude Gine con un tono che non ammette repliche e Goku sbuffa, arreso.
- Non sei contento di indossare i vestiti che ha indossato il tuo vecchio, trent’anni fa?- lo prende quasi in giro Bardack, ma il giovane sposta il suo sguardo imbronciato su quello del padre.
- Beh, spero per te mamma, che tu li abbia lavati a fondo- commenta Goku ridacchiando, quando suo padre fa finta di volergli tirare un pugno e poi i due si mettono a lottare, facendo attenzioni ai mobili, ai quadri e persino ai muri di quell’abitazione.
- Vado a farmi una doccia- propone Goku ad un certo punto, per poi tapparsi in bagno. Ne esce una decina di minuti dopo, raggiungendo poi Vegeta e Veldock in cucina, che stanno sparecchiando dopo aver fatto colazione.
- Alla buon ora!- lo ammonisce con un pizzico di divertimento Vegeta.
- Cosa vuoi? La cerimonia è questo pomeriggio- si difende Goku.
- Non sei su di giri neanche un po’? Hai dormito come un ghiro per tutta la notte, tzk roba da matti- continua il piccoletto storcendo un po’ il naso.
- Stranamente sono riuscito a riposare, eppure sono estremamente allerta questa mattina- ammette Goku con leggerezza, grattandosi come al solito la nuca.
- Talmente allerta che farei giusto una mezz’oretta in palestra- dice cauto dando un’occhiata all’orologio sulla parete, sperando di avere in qualche modo un qualsiasi appoggio.
- Non pensarci neanche!- urla Gine quasi in preda all’isteria, ma è tutto inutile perché Goku si scambia uno sguardo complice con il suo migliore amico.
- In effetti che fretta c’é? Sono appena le undici- risponde risoluto il principe, senza spostare gli occhi da Goku dando man forte alla sua idea.
- Ragazzi, ma è un giorno di festa!- cerca di ricordar loro Bardack con una certa serietà.
- Avanti, qualche esercizio al sacco, faremo presto- li rassicura Vegeta alzandosi dalla sedia.
- Il problema è che Kaaroth ha bisogno di prepararsi, mentalmente e fisicamente- si intromette Veldock.
- Oh, vi supplico, ho bisogno di dare senso a quest’adrenalina!- risponde Goku mettendo le mani giunte in preghiera davanti al viso.
- Risparmiati per questa notte in camera da letto, piuttosto, Kaaroth- li interrompe ancora Bardack, guardando suo figlio con un sorrisetto decisamente malizioso, beccandosi una gomitata da sua moglie.
- Io non me ne preoccuperei affatto, fossi in te- replica Goku con lo stesso sorrisetto, per poi spostare nuovamente lo sguardo sul suo amico.
- Andiamo, Vegeta, sei pronto?- chiede determinato.
- Prontissimo- risponde l’altro.
- D’accordo, a più tardi!- urlano quasi in coro, fiondandosi fuori di casa alla velocità della luce, mentre i genitori non hanno neanche il tempo di protestare in alcun modo.
- Non cambieranno mai- risponde Bardack rassegnato.
- Siamo pur sempre Saiyan- si accoda fiero Veldock.


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(https://www.youtube.com/watch?v=HatxxtiVCzs COLONNA SONORA)

Sono le 14 e 30, la cerimonia inizierà fra meno di un’ora e io sento le viscere ormai accartocciarsi dall’agitazione.
Mi sono dovuta trattenere dinanzi al parrucchiere e all’estetista, che poverina, le chiedevo ogni due per tre di fermarsi sentendo le lacrime scendere inesorabili dagli occhi.
“Che tormento che sei...”
- Sei bellissima, Maya- mi dice commossa mia sorella, quando entrambe fissiamo il rispettivo riflesso dalla specchiera della sua camera.
- Bulma, togliti subito quell’espressione dalla faccia!- la redarguisco, notando il suo labbro inferiore tremare leggermente.
- Non posso permettermi di far colare già il trucco!- la imploro, distogliendo lo sguardo.
- Hai ragione scusami, allora avanti, vestiamoci che a breve avremo la casa invasa di ospiti- dice cambiando argomento e accompagnando il tutto con un gesto plateale della mano.
Infatti, i primi ospiti, tra cui i nostri amici di sempre non tardano ad arrivare, si sistemano in giardino e nell’attesa insieme a tutti gli altri indugiano sull’aperitivo e chiacchierano tra di loro.
- Certo è che anche io se avessi una casa come questa, qualunque festa non avrei problemi ad organizzarla qui come fanno loro- osserva Tenshinhan, afferrando un’altra tartina dal vassoio appena posto da uno dei camerieri proprio sotto il suo naso.
- Concordo, perché spendere fior di soldi in altre location, quando hai tutto questo spazio a disposizione? Sarebbe un vero spreco, l’ho sempre pensato- si accoda Yamcha, per poi mandar giù un altro sorso di champagne.
- Hey ragazzi, voi avete idea di che tipo di cerimonia sarà? Charlotte mi ha detto che sarà un rito un po’ particolare, ne sapete qualcosa?- domanda curioso Crilin, avvicinandosi agli altri con fare confidenziale.
- In effetti, dando un’occhiata all’altare, vedo degli oggetti un po’ strani…-commenta Yamcha, socchiudendo gli occhi mentre il suo sguardo passa in rassegna ciò che c’è su quel tavolo di legno.
- Se non sbaglio Goku e Vegeta, appartengono ad una sorta di “tribù” ed hanno delle usanze tutte loro, Maya fu molto vaga quando mi raccontò questa cosa, al momento dell’invito- prosegue Tenshinhan, grattandosi una tempia confuso.
- Esatto, anche con me parlò di un “non conventional wedding” credevo si riferisse alle portate del rinfresco- osserva il moro.
- In ogni caso, non ho mai sentito parlarne- dice Tenshinhan scrollando le spalle, mentre getta un’altra occhiata sui vassoi che girano per il giardino.
- Dunque sarà un pomeriggio davvero interessante- conclude Yamcha, per poi riprendere a sorseggiare il suo aperitivo.
Le due accompagnatrici dei ragazzi, però, stranamente non si sono lasciate prendere dai pettegolezzi, ma si continuano a guardare intorno meravigliate, sperando in cuor loro di vivere un giorno altrettanto speciale.
- La smettete di parlare sottovoce tutti e due? Non è educato!- li redarguisce Lunch, la fidanzata di Tenshinhan, con voce stridula.
- Infatti, io trovo invece che sia tutto perfetto e anche i particolari abiti tipici da parte dello sposo non mi dispiacciono affatto…- si accoda saccente Marion, la ragazza di Yamcha, marcando volutamente le parole per farsi sentire da quest’ultimo, il quale insieme al suo amico si scambiano un’occhiata imbarazzata.


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- E ora il tocco finale…- mormora James, sistemandomi con maestria la tiara sulla testa, mentre C e Bulma provvedono a chiudere gli ultimi due preziosi bottoni dell’abito.
Di fronte allo specchio a fissarmi, c’è una donna non più una ragazzina, la cui immagine si sta delineando pian piano davanti ai miei stessi occhi. Il trucco un po’ più marcato e particolare per l’occasione, sui toni del bronzo e dell’oro che mettono in risalto gli occhi scuri e questa cascata di diamanti sul corpetto e fra i capelli che mi fanno somigliare ad una stella.
“Speriamo solo di non aver esagerato...”
- Ecco fatto- conclude Bulma, sistemandomi la coda dell'abito.
Sospiro pesantemente, mentre tutti e tre guardiamo l’immagine allo specchio, come la sera precedente.
- Adesso sei perfetta, cara cugina- dice James col suo solito sorrisetto.

- Ok, vi prego, mi sono trattenuta finora, ma ora non ce la faccio- dice Bulma velocemente, voltandosi di scatto dall’altra parte. So per certo che i suoi occhi azzurri sono pieni di lacrime, così mi appresto ad abbracciarla.
- Hey, sorellina, abbiamo promesso niente lacrime, per il bene del make-up, ricordi?- ironizzo, avvertendo nuovamente anche io il classico pizzicore agli occhi.
- Sì, hai ragione- si affretta a dire, mascherando la voce rotta in un sorrisone mentre si volta nuovamente verso di me e il mio sguardo passa in rassegna, lentamente, tutti i presenti.
Anche mia sorella è l’immagine dello splendore e della sensualità quest’oggi con questo lungo abito rosso, i capelli mossi raccolti da un lato e il make-up dalle irriverenti labbra rosso fuoco. James, invece, indossa un completo con doppiopetto color ghiaccio che si intona perfettamente con i suoi occhi, mentre Charlotte sembra una dea nel suo lungo abito lilla, truccata con uno smookye eye sui toni del viola, che mette perfettamente in risalto i toni freddi dei suoi lineamenti.
- Siamo pronti- mormora la bionda gemella, quando il mio sguardo si sposta da lei per tornare al mio riflesso nello specchio.
“Credo tu stia per diventare come Narciso, bella mia!”
- Oh no, non lo siamo!- ci interrompe James scuotendo la testa, mentre tutte ci giriamo a guardarlo con dei grossi punti interrogativi sulla faccia.
- Facciamo un riepilogo, per la tradizione- chiarisce lui e nessuna di noi capisce a cosa si riferisca, finché non inizia a fare domande a mo’ di lista.
- Qualcosa di vecchio- e poi indica la tiara di mia madre.
- Qualcosa di blu- continua annuendo.
- La giarrettiera in pizzo, di cui ci siamo fortunatamente ricordati ieri, c’è- risponde Charlotte risoluta.
Sorridiamo tutti a ricordare la corsa pazza al negozio di intimo più vicino da parte di Charlotte e James, mentre quest’ultimo ci imprecava contro al telefono, pensando a come fosse possibile dimenticarsi di una cosa del genere, sia io che Bulma.
- Qualcosa di regalato, beh a breve avrò il mio mantello Saiyan- dico sicura.
- Caspita, manca qualcosa di prestato- mormoro pensosa, cercando di non cedere nuovamente al panico.
- Ma non è il solito rito matrimoniale, dunque che senso ha smazzarsi per queste tradizioni?- domanda giustamente Charlotte mettendosi a braccia conserte, mentre suo fratello la fulmina con uno sguardo.
- Maya è pur sempre una sposa e come tale deve rispettare tutte le tradizioni- risponde James saccente, mentre presa dal loro battibeccare, non ho notato che Bulma si è dileguata da qualche secondo, per poi fare ritorno con una scatola tra le mani e un sorriso soddisfatto sul volto, che io riconosco subito, sbarrando gli occhi.
- Oh, no non vorrai mica…?- chiedo agitando velocemente le mani davanti a me tra lo stupito e il terrorizzato.
- Avanti, falla finita, anche se sai bene che tengo a questo bracciale più della mia stessa vita- comincia lei aprendo il cofanetto e prendendo tra le mani il meraviglioso gioiello.
- Infatti- le faccio notare con un pizzico di stizza.
- Ma ti serve qualcosa di prestato e quale miglior oggetto se non questo, da parte della tua unica sorella?- replica retorica, mentre mi fa cenno di tirare su il polso e io controvoglia eseguo.
- Non voglio questa responsabilità, Bulma- le dico e la preoccupazione nella mia voce è palpabile.
- Piantala!- risponde lei con un tono che non ammette alcuna replica, mentre chiude il delicato gancio del lucente bracciale Harry Winston da centotrentacinquemila dollari, con doppia fila di diamanti, regalato da sua nonna materna il giorno della sua nascita. Quando lascio andare il braccio alla sua presa, noto che gli occhi di Bulma scintillano quasi quanto il gioiello che mi ha appena dato in custodia perché lo indossassi in questo giorno così speciale.
- Ora si è che è tutto perfetto- spezza il silenzio James, annuendo soddisfatto.
- Grazie a tutti, siete la famiglia migliore che mi potesse capitare!- dico dopo un rumoroso sospiro, quando il nostro dolce momento viene interrotto da un lieve bussare sulla porta socchiusa.
- Si può?- la voce cristallina è della donna che tra meno di un’ora sarà mia suocera.
- Entra pure, Gine- la invita mia sorella, mentre lei e gli altri si spostano per lasciarmi la scena.
La madre di Goku è bellissima quest’oggi, il suo fisico minuto è fasciato in un un abito nero lungo, semplice, ma molto elegante; gli occhi sono leggermente truccati (cosa molto rara per lei) e le labbra rosse, infine ha i capelli raccolti in una lunga e morbida treccia.
​“Pensavo anche lei si vestisse in questo fantomatico modo tradizionale, a quanto pare mi sbagliavo.”
- Caspita, sei un sogno Maya!- mormora in un soffio, mentre le salgono le lacrime agli occhi e si porta le mani al viso con stupore, facendo piegare ancora di più il drappo rosso che ha tra le braccia.
“Deve essere il famoso mantello...”
- Aspetta che ti veda Goku, gli verrà un colpo!- aggiunge squadrandomi dalla testa ai piedi, per poi avvicinarsi e carezzarmi il volto ed è qui che a stento riesco a trattenere le lacrime.
“Io ce la faccio ancora, ma qualcuno...”
Trattenutasi fin troppo, Bulma da finalmente sfogo a tutte le sue emozioni, incapace di intrappolare ancora le lacrime.
“Oramai è già andata, è una fontana rotta!”
- Oh, quasi dimenticavo- dice Gine cambiando completamente espressione e aprendo il mantello che ha tra le mani, il quale finisce a toccare terra.
- Indossalo prima di venire giù, d’accordo? Vediamo come ti sta- dice emozionata, mentre io ne squadro ancora la pregiata fattura, subito affiancata da James e dai suoi occhi esperti.
Il mantello è fatto di seta, rosso, come la maggior parte delle decorazioni e dei drappeggi presenti sull’altare. È lungo qualche metro e al suo centro troneggia, ovviamente, lo stemma dei Saiyan in bianco. All’altezza delle spalle è fatto con delle strane spalline a punta bianche che lo fanno sembrare più imponente. James mi aiuta a sistemarlo sulle spalle e me lo chiude sul davanti del collo, con l’apposita clip, impreziosita da un rubino.
- Ora sì che sei una vera sposa Saiyan- conclude fiera Gine, facendo correre i suoi occhi scuri su di me ancora una volta.
- Ma non solo per come sei agghindata quest’oggi, ma perché vedo in te lo sguardo fiero di una guerriera, pronta a sacrificarsi per la famiglia e gli affetti- osserva alzando un po’ il mento e io annuisco con sicurezza.
- Grazie… di tutto- mi lascio andare ancora una volta, abbracciando la madre del mio futuro marito improvvisamente, cogliendola alla sprovvista, poiché poco abituata a queste plateali dimostrazioni d’affetto.
- Grazie a te, non smetterò mai di dirlo- risponde lei stringendomi forte a sé.
- Beh, ora vado di sotto, sono quasi arrivati tutti gli ospiti, ci vediamo tra poco- annuncia, per poi allontanarsi dalla stanza.
- Pensavo peggio, invece questo mantello è davvero molto bello- dice James tirando un grosso sospiro di sollievo.


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Goku con il fidato aiuto di Vegeta, è intento ad indossare i tipici abiti Saiyan, i quali sono già fieramente indossati dal figlio del Re. Tuta aderente blu notte, guanti di seta bianchi uguali agli stivali e una sorta di armatura bianca e oro, un po’ come un cavaliere. Anche Vegeta è avvolto dal suo mantello tradizionale, ma nero.
- Ecco fatto, Kaaroth- avvisa l’amico chiudendo con uno strattone l’ultima stringa dell’armatura a Goku, mentre quest’ultimo si volta ad osservarsi allo specchio, con fare un po’ ingessato, abituandosi pian piano a quelle inedite vesti.
- Sono ridicolo- sentenzia Goku con voce piatta.
- Non vedo l’ora di fare cambio abito- continua, lanciando un’occhiata in tralice a Vegeta.
- Fa’ silenzio e abbi un minimo di rispetto!- lo redarguisce un po’ aspro Vegeta, assumendo la sua solita posizione a braccia incrociate.
- E’ un onore indossare i nostri abiti da battaglia, vedi di ricordartelo bene- continua ad ammonirlo, per poi puntargli l’indice contro, ma Goku abbassa lo sguardo con un sospiro arreso.
- Fai presto a parlare tu, sembri nato per portare quegli abiti, io mi sento solo un completo idiota e Maya mi riderà in faccia non appena mi vedrà, me lo sento- mormora insicuro, sistemandosi meglio le spalline.
- Ah, taci Kaaroth- lo interrompe Vegeta roteando gli occhi e prendendo il mantello dalla poltrona lì accanto e aiutando Goku ad indossare quest’ultimo importante indumento.
Una volta completata la vestizione, Goku è la copia sputata di suo padre Bardack sulle foto dell’esercito reale, quando non aveva ancora quella cicatrice a deturpargli il volto.
- Che ne pensi?- chiede nuovamente titubante lo sposo.
- Io direi che somigli ad un vero guerriero Saiyan, somigli però non montarti la testa- si affretta ad aggiungere Vegeta, col suo sorriso sardonico.
- Quindi tu pensi che mi stiano bene- incalza Goku, mettendo a dura prova la già scarsa pazienza del suo migliore amico, il quale è poco abituato a vederlo con così poca sicurezza in sé stesso.
- Se proprio vuoi il mio parere e non lo ripeterò un’altra volta, se fossi Maya… ti salterei addosso durante la cerimonia- commenta un po’ riluttante, ma convinto, facendo aprire Goku in un rilassato sorriso. La schiettezza di Vegeta è ciò che lo rende così odioso, ma così benvoluto da Goku al contempo.
​- Andiamo, ho una sposa da accompagnare all’altare- esordisce il piccoletto dopo qualche attimo di silenzio.
Secondo l’usanza Saiyan, in caso la sposa non abbia genitori o parenti prossimi in vita che la accompagnino all’altare, il dovere spetta ad un membro della famiglia reale, in questo caso, Vegeta. Avevo dato per scontato che dovesse essere mio padre ad accompagnarmi, infatti non avevo mai sollevato la questione negli ultimi tempi, ma quando Veldock mi ha reso noto che l’adozione non è cosa contemplata nella cultura Saiyan, ho dovuto a malincuore accettare la cosa.
Per me avrebbe rappresentato la piena gratitudine che ho nei confronti di mio padre, ma lui con il suo solito sorriso allegro mi ha detto che non è fatto per stare al centro dell’attenzione e avrebbe preferito godersi la mia camminata lungo la navata da un posto d’onore in prima fila.
Essere accompagnata da Vegeta, però, in fondo non mi dispiace poi tanto. In questi ultimi mesi abbiamo cominciato a conoscerci meglio e a capirci, forse più di quanto avessimo immaginato entramb e, oramai, è quasi un fratello per me, quindi l’onore quest’oggi tocca a lui.
- D’accordo, andiamo a sposarci- sentenzia Goku impettendosi, mentre esce di casa.

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Capitolo 44
*** I Will Always Love You ***


CAPITOLO 44:

Il giardino si è ormai riempito e io sto iniziando a fare fatica a respirare.
“Eccolo, un attacco di panico, lo sapevo.”
Arriva Bardack però a sventarlo, stringendomi in una sua morsa d’acciaio, che lui definirebbe un abbraccio.
- Kaaroth arriverà a breve, quindi tenetevi pronti- ci avvisa e io annuisco lentamente, prendendo un altro profondissimo respiro e sentendo lo stomaco accartocciarsi ad ogni istante che passa.
“Spero di non vomitare lungo la navata. Sarebbe una cosa che né io né gli ospiti dimenticheremmo facilmente...”
- Oh, ecco Vegeta, bene, si comincia- la voce agitata di mia sorella mi costringe a tornare alla realtà, mentre osservo il suo compagno procedere verso di noi ad ampie falcate dal corridoio.
- Maya, io vado in giardino, sei sicura di farcela?- mi chiede preoccupata Bulma mettendomi entrambe le mani sulle spalle e notando il mio colorito poco rassicurante.
- S...sì, certo vai pure, ho solo una piccola botta d’ansia, ma non è niente- mi affretto a rassicurarla con cautela, mentre sono seduta sul bordo del letto, fissando il vuoto.
Incredibile quanto fino a poco fa fossi piena di adrenalina e ora mi sentissi come su una giostra, di quelle che si lanciano nel vuoto, a pochi attimi dalla caduta in picchiata.
- Ci vediamo tra poco- conclude la turchina lanciandomi un’occhiata poco convinta, per poi prendere Trunks dalla culla e procedere verso la porta, dove incrocia Vegeta, restando per un attimo sbigottita dinanzi a quella visione.
- Santo cielo, non ti avevo mai visto vestito così, tesoro. Sei davvero sexy!- conclude strizzandogli l’occhio con fare sensuale, mentre Vegeta arrossisce come sempre di colpo in queste situazioni.
- Beh, mi vesto così solo...in determinate occasioni- commenta facendo fatica a trovare le parole, mentre Bulma si avvicina per scoccargli un bacio a fior di labbra.
- Vorrei ci fossero più spesso occasioni così- mormora lasciva sulle sue labbra, per poi allontanarsi da lui, ancheggiando sfacciatamente. Vegeta si prende qualche secondo per ammirare il corpo tutte curve della sua donna fasciato in quell’abito vermiglio, che mette a dura prova tutto il suo autocontrollo.
Si riprende scuotendo la testa e drizzando la schiena, per poi entrare in camera, io sospiro terrorizzata alzando lo sguardo su di lui, mentre il mantello Saiyan adagiato sulle mie spalle ha preso pieno possesso del letto matrimoniale dietro di me.
Senza dire parola alcuna, il Principe si avvicina lentamente, mentre i suoi stivali producono un rumore sordo sul parquet e mi porge il braccio cercando di rassicurarmi.
- Andiamo a sposarci, ragazza Saiyan?- mi chiede sfoderando un sorriso tronfio dei suoi e io non posso far altro che ricambiarlo convinta, avvinghiandomi poi al suo braccio come fosse la mia unica ancora di salvezza.
Passeggiamo insieme per il corridoio, lentamente, sapendo di dover iniziare ad uscire di casa e procedere verso il giardino quando la musica smette ed inizia la marcia nuziale.
Ora che ci faccio caso, Vegeta, seppur in modo abbastanza estroso, è vestito in maniera elegantissima. Somiglia ad un cavaliere, beh, nel suo caso, ad un vero Principe.
" Se Goku è vestito come lui, sono salva, sarà stupendo in questi tanto decantati abiti tradizionali... Non vedo l’ora di vederlo, mi manca da morire.”


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Goku, intanto, passeggia nervosamente davanti all’altare, sua madre Gine gli intima di stare tranquillo e di ricomporsi. Tutti quelli che lo conoscono, Bulma, Charlotte e James compresi gli hanno fatto i complimenti per il look, così lui si è tranquillizzato un pochino.
Arriva anche Veldock vestito anche lui con gli abiti tipici e il mantello bianco con lo stemma nero, diverso da tutti gli altri. Si sistema dietro l’altare, da un’ultima occhiata agli oggetti presenti sul tavolo, un grosso libro, all’apparenza antico quanto l’universo con degli strani geroglifici, due calici d’oro riempiti con un paio di dita di vino, un pugnale tempestato di rubini, un cuscino di velluto rosso con le fedi adagiate sopra, due ceri, dei fiammiferi e una corda rossa.
- Signori, siamo pronti, sistematevi ai vostri posti- ordina in tono solenne a tutti i presenti, che improvvisamente smettono di parlottare tra di loro e prendono posto in silenzio, destati dalla voce profonda del sovrano.
Goku si sistema alla sinistra dell’altare e i suoi genitori poco distanti da lui, in prima fila per godersi la funzione appeino, così come i miei genitori alla fila parallela. Mio padre all’esterno, mia madre con in braccio Trunks, in quanto Bulma, essendo la mia damigella d’onore, sarà con me nei pressi dell’altare per tutto il tempo, mentre C e James si sono sistemati nella fila immediatamente successiva.
- Nervosa?- chiede Vegeta più per toglierci dall’imbarazzo del momento che per conoscere il mio reale stato d’animo, immagino.
Mi prendo qualche secondo per rispondergli, mentre ci dirigiamo ormai fuori di casa.
- Abbastanza- confesso in un sospiro.
- E’ tutto questo momento, già ti rassicurerai non appena saremo nei pressi dell’altare- mi rassicura col suo tono di voce piatto, fermandosi davanti alla porta d'ingresso di villa Brief e guardando fisso davanti a sé, con lo sguardo fiero.
- E’ la prima volta che accompagni qualcuno all’altare?- domando guardandolo di sottecchi.
" Nonostante ora abbiamo un legame più o meno stretto, è come se un po’ mi sentissi ancora un po' in soggezione in sua presenza..."
- Sì, naturalmente. Matrimoni come questo non si celebrano da più di trent’anni, dunque… ci tenevo a dirti che…-
Resto in silenzio per farlo continuare, Vegeta si gira e mi guarda, per pochi istanti, per poi tornare a guardare davanti a sé, rimettendosi dritto e il mento alzato.
- E’ un vero onore per me accompagnarti quest’oggi all’altare da Kaaroth. E sono felice che le tradizioni del nostro popolo, che credevamo perse per sempre, siano state in qualche modo irradiate di nuova linfa, ed è merito vostro, tuo e di Bulma- conclude, evitando per tutto il tempo di guardarmi negli occhi. Gli sorrido di rimando anche se lui mi vede di sfuggita con la coda dell’occhio.
- Grazie- riesce a dire infine, abbassando lo sguardo per un attimo.
“Conoscendo il suo carattere, immagino quanto gli sia costato dirmi una cosa del genere”
- Siamo noi a dovervi ringraziare- mi affretto a dirgli.
- Tu e Goku avete reso me e Bulma le donne più felici di questo mondo. Siete degli esseri speciali, sotto tutti i punti di vista- gli dico convinta, sperando di riuscire a carpire qualcosa nel suo sguardo e per un istante vedo un sorriso dipingersi sul suo volto dai lineamenti duri.
La musica si arresta proprio in quel momento mentre la marcia nuziale suonata da un quartetto d’archi e arpe catapulta l’intero giardino in un'atmosfera eterea, quasi fiabesca.
Sospiro profondamente, guardando quella scena davanti ai miei occhi, mentre io e il mio accompagnatore ci accingiamo ad attraversare la due file parallele di sedute, mentre alcuni si sono già voltati ad osservarci con curiosità e ammirazione.
- Ti prego, Vegeta, non farmi cadere- gli ordino in un soffio, mentre avanziamo a passo cadenzato verso l’area dove ci sono tutti gli occhi degli ospiti puntati su di noi.
- Non succederà- si affretta a dirmi e riesco a cogliere nella sua voce una sorta di rassicurazione.
I miei piedi si muovono per inerzia, un passo davanti all’altro, nonostante le gambe tremino da morire sotto gli strati di tulle del vestito e i tacchi alti non contribuiscano, al momento, al mio equilibrio.
“Meno male Vegeta è un tipo forzuto quanto Goku, altrimenti mi sarei lasciata cadere, per quanto mi sento debole in questo momento”
Giriamo l’angolo della casa e ci ritroviamo a pochi metri dal giardino e, finalmente lo vedo, il mio Goku è lì. Bello come Marte, il dio della guerra, in quegli abiti così particolari, il mantello ornamentale, il tutto mette perfettamente in risalto il suo corpo tonico e perfetto. Con un’aria un po’ altezzosa se ne sta lì, con le braccia incrociate dietro la schiena, che quasi saltella sul posto, emozionato, euforico, e con gli occhi sempre più lucidi mentre mi vede avanzare lentamente verso di lui.
Quegli occhi color del petrolio di cui mi sono innamorata dal primo secondo, mi scrutano come se fossi la cosa più bella di questo mondo.
“Ancora oggi quello sguardo, non smette di procurarmi emozioni uniche…”
Durante la camminata scorgo tutti i nostri amici, vedo Crilin, Tenshinhan, Yamcha, che con i loro sorrisi sinceri accompagnano questa avanzata che sembra eterna verso l’altare, con il sole ormai alto nel cielo e illumina ogni cosa, rendendo l’atmosfera ancora più calda e accogliente.
Vegeta mi accompagna fiero dal mio futuro marito, mentre Bulma non può fare a meno di piangere a vedere quella scena in cui sua sorella è accompagnata all’altare dal suo uomo, il padre di suo figlio, le emozioni la sopraffanno tremendamente.
(https://www.youtube.com/watch?v=5vqalLUXMm0 COLONNA SONORA)
Arrivati nei pressi dell’altare, alle cui spalle vedo Veldock con un’espressione soddisfatta sul viso, lascio il braccio di Vegeta, che mi prende la mano e fa lo stesso con quella di Goku per poi unirle, così quando il contatto si interrompe, il Principe si inchina col pugno sul petto di fronte a suo padre e, quando Vegeta va a prendere posto accanto a Bulma, il Re fa cenno a tutti di sedersi.
- Sei bellissima- mormora Goku al mio orecchio, mentre mi stringe leggermente di più la mano.
Io sorrido voltandomi verso di lui e prendendomi qualche secondo per imprimere nella mente questa spettacolare immagine, di lui vestito in questo modo col vento che gli scompiglia leggermente i capelli e il sole del pomeriggio alle sue spalle.
- Tu sei perfetto, invece- soffio rapita e lui ricambia il mio sorriso, quando la voce di Veldock attira nuovamente la nostra attenzione.
- Benvenuti a tutti, siamo qui riuniti per celebrare l’eterno legame che unisce due anime, quella di Kaaroth, prode guerriero Saiyan e Maya, giovane dal carattere nobile e gentile-
Io sorrido, sperando che tutti non inizino a farsi domande sulle strane parole usate dall’uomo.
- Chiunque sia contrario a questa unione, parli qui adesso al mio cospetto, o taccia per sempre-
Io sospiro, sentendo soltanto silenzio in sottofondo.
“Beh fin qui, tutto uguale, mi pare”.
Goku mi guarda con la coda dell’occhio, abbozzando un altro sorriso felice, che io ricambio ancora una volta, mentre le nostre mani si stringono ancora di più. Il suo tocco e il calore della sua mano iniziano a tranquillizzarmi, calmando anche i più che accelerati battiti del mio cuore. Il Re ci fa alzare in piedi con un gesto solenne, anche se il mantello impiccia i miei movimenti, essendo abbastanza pesante con queste spalline così ingombranti, riesco a mettermi dritta. Ci fa dunque avvicinare all’altare di fronte a noi.
- Bevete da questo calice, sorsi di nuova vita che inizierete insieme oggi, nel rispetto, nell’amore e nell’eternità- dice in tono solenne porgendoci i due calici, io e Goku li prendiamo e facciamo un breve sorso entrambi, per poi riporli al proprio posto. Poi il Re ci passa i fiammiferi e pone davanti a noi i due ceri.
- Accendete questa candela, che la luce d’oro che contraddistingue da sempre i Saiyan più valorosi vi accompagni in questo nuovo viaggio- continua senza cambiare espressione o tono nella voce, mentre sento qualcuno alle nostre spalle tirare su col naso.
“Mi gioco la testa che sono Bulma o Gine...”
Gli altri restano attoniti, ma al contempo affascinati dinanzi allo svolgimento di quella cerimonia, che sicuramente non hanno mai visto e non vedranno per un po’, almeno finché Bulma e Vegeta non decidano di sposarsi, così io e Goku accendiamo anche i ceri, i quali vengono sistemati ai lati del tavolo. Poi arriva il momento tanto temuto, quando vedo Veldock afferrare il pugnale, il quale manico brilla alla luce. Deglutisco a vuoto quando l’uomo porge l'affilato oggetto a Goku e lui mi lancia un fugace sguardo rassicurante, ricordandomi solo con gli occhi le sue parole su questo momento.
- Dal sangue siamo nati, dal sangue siamo risorti da innumerevoli battaglie, dal sangue prospererà la vostra nuova vita, come un unico essere. Porgete la mano destra l’uno all’altra e ripetete con me, Kaaroth inizia tu…- continua il Re, mentre Goku prende la mia mano destra con il palmo verso l’alto e mi fa un taglio lungo mezzo centimetro, proprio dove mi aveva indicato ieri sera.
“A parte un lieve bruciore, nulla di che...”
- Io sono la tua anima, il tuo guerriero, la tua luce- comincia il Re.
- Io sono la tua anima, il tuo guerriero, la tua luce- ripete Goku convinto e io sorrido commossa a quelle parole.
- E tu sei il mio coraggio, il mio conforto e la mia stella- riprende il Re lentamente.
- E tu sei il mio coraggio, il mio conforto e la mia stella- ripete di nuovo Goku.
- Da oggi e per tutti i giorni che verranno, in eterno-
- Per sempre- ripete Goku dopo un lungo sospiro emozionato.
- In eterno- conclude.
Bardack e Gine ci guardano commossi, cosa che non mi sarei per niente aspettata, soprattutto da lui, ricordando forse il giorno in cui anche loro si sono uniti in matrimonio, in un punto indefinito dello spazio che la mia mente non riesce nemmeno a concepire.
- Ora tu, Maya- dice Veldock, passandomi il pugnale, che prendo con mano tremante.
Così Goku mi porge sicuro il palmo della mano destra, prendo un attimo le misure e poi inizio a tagliargli alla stessa altezza dove lui ha tagliato me.
- Io sono il tuo coraggio, il tuo conforto e la tua stella. Tu sei la mia anima, il mio guerriero, la mia luce. Da oggi e per tutti i giorni che verranno. Per sempre- concludo, mentre una lacrima sfugge inesorabile al mio controllo.
- Adesso stringetevi la mano- ci ordina il sovrano e noi eseguiamo, con i palmi ancora un po’ sanguinanti stretti l’uno contro l’altro e nel frattempo il Re prende la corda e la attorciglia intorno alle nostre mani, pronunciando qualcosa sottovoce, in una lingua a me sconosciuta, la lingua dei Saiyan.
Poi mette entrambe le sue mani intorno alle nostre e chiude gli occhi.
- Ora siete una cosa sola, un unico essere- dice solenne e io mi apro in un ampio e felice sorriso sollevato, lo stesso fa Goku.
Veniamo poi liberati dalla corda ed è il momento degli anelli, quando vediamo arrivare Bulma e Vegeta al nostro fianco. Vegeta porge l’anello a Goku che si gira a guardarmi emozionato, io lentamente avvicino la mano sinistra, Goku si inchina davanti al sovrano ad occhi chiusi e poi mi infila l’anello al dito. Poi Bulma mi porge l’anello da dare a Goku, eseguo i suoi stessi movimenti e poi lo imito, infilandogli l’anello al dito a mia volta.
A quel punto il Re alza le braccia e tutti scattano quasi in piedi, Bardack e Gine si sistemano accanto a Vegeta e Bulma, questi ultimi a loro volta poggiano una mano sulla spalla mia e di Goku, Gine e Bardack fanno lo stesso e tutti i presenti poggiano una spalla sulla persona che gli sta davanti, come a completare una catena.
- Sotto gli occhi di tutti, questi due giovani hanno deciso di dedicare la vita l’uno all’altra. Che i nostri avi guidino i loro passi e li rendano sempre forti e pronti ad affrontare ogni situazione. Oggi, la prode razza dei Saiyan, consolida Kaaroth come suo valoroso figlio e da il benvenuto a Maya come sua figlia. L'uomo non osi separare, né con la forza né con le parole, ciò che gli dèi hanno unito- conclude abbassando le mani, per poi avvicinarsi a Goku.
- Puoi baciare la sposa- gli da l’ok strizzandogli l’occhio e io non ho neanche il tempo di realizzare che Goku mi attira dolcemente a sé, annullando completamente la distanza tra noi e scambiandoci un lungo e dolce bacio che ha il sapore dell’eternità, mentre scatta l’applauso di tutti i presenti.
“È fatta!”

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(https://www.youtube.com/watch?v=BY4sHNaV4WU COLONNA SONORA)
La prima cosa che faccio a fine cerimonia, è liberarmi del mantello perché inizia a far troppo caldo.
- Tesoro, prima che inizi il banchetto vorrei andarmi a cambiare- propone Goku avvicinandosi furtivo.
- Assolutamente no!- rispondo stridula, mostrandomi contraria a quella decisione, mentre lui mi fissa incredulo.
- Cosa? Vuoi davvero che nelle foto del matrimonio esca vestito così?- domanda alzando un sopracciglio allibito.
- Mh, hai un’aria così...così da fiero guerriero… mi eccita- gli dico in un sibilo a un millimetro dalle sue labbra, mentre un brivido percorre la schiena del mio uomo.
- Beh, se la metti così, potrei anche ripensarci. Del resto, in quale altra occasione potrei sfoggiare la tipica battlesuite dei Saiyan?- mi informa assumendo un’espressione maliziosa.
“Se questo è l’inizio, questa notte faremo scintille...”
Tutti gli ospiti prendono posto ai rispettivi tavoli e i camerieri cominciano poi a servire gli antipasti, mentre un leggero suono di violini e arpa accompagna l’inizio di questa cena.
Io e Goku facciamo il nostro nuovo ingresso in giardino come marito e moglie sotto l’applauso scrosciante dei partecipanti alla festa.
- Siete bellissimi!- urla Yamcha tra i fischi.
- Anche se non ho capito un’acca della cerimonia...- continua sottovoce imbarazzato a Tenshinhan e Crilin.
Charlotte invece continua ad applaudire, non dando peso alla cosa e, sorridendo come chi conosce bene cosa è successo, continua a guardarci soddisfatta mentre raggiungiamo il nostro tavolo, che divideremo con Bulma e Vegeta.
- Accidenti, ragazzi, non è stato emozionante, di più! Non pensavo che il matrimonio Saiyan fosse così commovente, è così particolare e intenso, uno spettacolo a tutti gli effetti!- esulta quasi senza parole, mentre continua a scuotere il biberon pieno di latte, da cui Trunks sta bevendo avidamente.
- Vuoi provarla anche tu quest’emozione?- le chiede con un ghigno di sfida l’uomo seduto accanto a lei e il nostro sguardo si sposta dall’uno all’altro in un baleno.
- Beh, se pensavi che fosse una frecciatina…- comincia Bulma assottigliando lo sguardo e interrompendo volutamente la frase, lasciando aleggiare per qualche secondo il silenzio tra noi.
- L’hai colta in pieno!- conclude facendoci scoppiare a ridere.
- Ti prego, Vegeta, mi è venuta una gran voglia di sposarmi vedendo ciò che è successo oggi!- continua la turchina con gli occhi che le brillano dall’emozione nell' immaginarsi  in un candido abito da sposa con Vegeta al suo fianco.
- Era prevedibile- commenta soddisfatto il compagno, incrociando le braccia al petto e accavallando le gambe, mentre James, come accade solitamente a tutte le feste di famiglia, prende possesso del microfono.
- Eccolo che parte- mormora Bulma portandosi una mano al volto.
- Vi supplico, ho una fame da lupi, lasciatemi mangiare in pace- protesta lo sposo sottovoce.
- Già, idem è da ieri che non mangio, quindi James rimandiamo a dopo- cerco ci mimargli con la bocca e i gesti, ma lui sembra infischiarsene altamente, tanto che continua a parlare al microfono col suo solito sorrisetto sghembo.
- Vorrei i nostri neosposini al centro del gazebo per il primo ballo, seguiti poi dai testimoni di nozze, è la tradizione- conclude.
“Basta con le tradizioni, voglio mangiare! Il mio organismo reclama carboidrati a gran voce!”
- Tzk, ma per favore- è la risposta sdegnata di Vegeta.
- Oh, avanti, è bello!- lo incoraggia al solito Bulma.
“Sembra di esser tornati in discoteca un anno fa di questi tempi… Certe cose non cambiano mai!”
- Ci tocca- dico arresa a Goku, riponendo tristemente la tartina nel piatto.
- Uffa, ma io ho fame, non mi reggerò in piedi se non metto qualcosa sotto i denti- prova protestare col broncio.
- Ah, quante storie, alzatevi da questo tavolo!- ordina Bulma con voce stridula e siamo costretti ad eseguire l’ordine, se non vogliamo sorbirci la sua ira.
È tramonto inoltrato, quando io e Goku mano nella mano saliamo i gradini del gazebo, mentre tutti sono radunati intorno a noi e una meravigliosa canzone al piano è suonata in sottofondo. Io gli sorrido, mentre mi fa fare una leggera giravolta su me stessa per poi attirarmi dolcemente a sé, intanto una scia di fumo si diffonde tutto intorno, accompagnandoci al centro della pista.
“Deve essere un’altra di quelle pacchiane trovate di James...”
- Sono negato in questo genere di cose- confessa lo sposo, mentre la sua mano si va ad appoggiare dietro la mia schiena.
- Direi che la sera della laurea te la sei cavata bene, basterà ripetere quei passi- suggerisco sicura, mentre le mani libere vanno ad intrecciarsi a mezz’aria e cominciamo a dondolarci lentamente.
- Eppure si dice che chi sa combattere sa anche ballare- osserva accigliandosi leggermente.
- Direi che non ti ha mai conosciuto chi afferma questa cosa- gli dico ridacchiando in modo posato, quando lui mi fa fare un’altra piroetta e con la coda dell’occhio mi accorgo che Gine è di nuovo commossa.
“Credo non abbia mai smesso dall'inizio di questa giornata...”
- Tua madre non smette di piangere- lo informo, scuotendo leggermente la testa.
- Credo non capiti tutti i giorni di vedere il proprio figlio sposarsi, immagino sia normale- commenta grattandosi come al solito la nuca.
- Sì, credo anche mia madre avrebbe allagato il giardino quest’oggi- aggiungo, con una vena di tristezza nella voce, così Goku si avvicina di più al mio viso e mi stringe un pochino di più a sé, come a confortarmi.
- Sono sicuro starà allagando l’aldilà, se era sensibile almeno la metà di quanto lo sei tu- mi dice in un sussurro poggiando la sua fronte contro la mia. Mi limito a sorridergli dolcemente chiudendo gli occhi e godendomi quel momento appieno.
- Pensi mai a quanto abbiamo lottato per essere qui, oggi?- la sua voce mi desta e riapro gli occhi lentamente.
- Ci penso ogni giorno e ogni giorno ringrazio il cielo per questo… per te…- replico alzando nuovamente lo sguardo e portandolo nel suo.
- Potessi tornare indietro, non cambierei neanche una virgola…- gli dico convinta mentre lui mi guarda con un sorrisetto sghembo.
- Sei sicura? Proprio nulla? Io un paio di cose le cambierei, per passare ancora più tempo con te…- confessa rilassando il volto e io mi arrendo al suo sguardo pieno di dolcezza.
- D’accordo, giusto qualche “piccolo” dettaglio, ma a pensarci tutto ha portato a questo istante, tutto ha portato e porterà sempre a te- gli dico, intrecciando le mani dietro il suo collo e lasciandomi andare, sapendo per certo che le sue braccia forti mi sostengono.
- Per questo sono certa del fatto che non cambierei nulla- concludo, mentre noto che quasi tutte le coppie presenti al ricevimento si sono unite a noi per questo romantico momento, il cui epilogo è sancito da un meraviglioso bacio che Goku mi scocca sulle labbra prendendomi alla sprovvista.
“Romanticismo che viene subito interrotto da quel casinista di mio cugino...”
- Coraggio, Maya, lancia il bouquet adesso!- mi incita, per poi avviarsi a grosse falcate verso il gruppetto, aggiungendosi alle altre dame già disposte alle mie spalle, pronte per lanciarsi senza pietà sul mio mazzo di fiori.
Gine, che guarda confusamente tutte le giovani donne accalcarsi alle mie spalle, si avvicina a mia madre per chiederle esattamente che cosa sta per succedere.
“Sono certa stia pensando quante strane tradizioni questi terrestri... Beh, come se loro non ne avessero di stranezze..." ridacchio tra me e me.
- Cosa succede?- domanda divertita la donna dai capelli neri e mia madre si avvicina a lei con fare confidenziale.
- Beh, la sposa deve lanciare il suo bouquet senza guardare, le ragazze single o fidanzate si radunano in gruppo dietro di lei per raccoglierlo. Si dice che chi lo prenda per prima, entro l’anno successivo si sposa. È successo anche a me- la informa felice mia madre, seguendo la scena con occhi sognanti, mentre mia suocera annuisce lentamente, riportando gli occhi con la stessa lentezza sulle ragazze agguerrite a pochi metri da me.
- Che cosa carina...- sorride imbarazzata al marito, che la guarda interrogativo.
- Nulla, tesoro, è semplicemente la tenera versione terrestre del nostro round femminile: chi vince, sposa per prima il guerriero più forte- commenta risoluta la donna, facendo dipingere sul volto del marito un sorrisetto sardonico.
- Capisco. Solo che qui ci sarà spargimento di fiori e non di sangue- osserva divertito Bardack.
- Aspetterei a dirlo, fossi in te- riprende lei, mentre il suo sguardo si sposta su tutte le invitate che quasi sudano nervose, in attesa di attaccare la delicata composizione di fiori che sto per lanciare in aria. Non mancano scambi di occhiatacce acide tra le partecipanti, nell'attesa.
Vegeta, qualche metro più in là, sbuffa allargandosi con le dita la tuta sul collo per permettere all’aria di filtrare.
- Ancora giochini e balletti? Ma quanto sono lunghi questi matrimoni terrestri, io ho una fame che sto per svenire, indosso quest’armatura dalle dodici di questa mattina- dice a Bulma a denti stretti.
- Sei una lagna- lo rimbecca lei alzando gli occhi al cielo esasperata, per poi raggiungere a passo svelto le altre ragazze single/fidanzate alle mie spalle.
- Hey, non vale così, sei altissimo!- si lamenta Charlotte, lanciando un’occhiata in tralice a suo fratello e spostandosi nel mentre dalla sua traiettoria.
- In guerra e in amore tutto è lecito, mia cara. Maya, attenta a dove miri!- urla dalla folla, io mi giro dando nuovamente le spalle a tutti loro, scuotendo la testa e poi comincio a contare ad alta voce fino a tre.
- Uno… due...- e al tre lancio il mazzolino, dando vita ad una vera e propria lotta tra quel gruppetto di giovani in età da marito inferocite, ma da quel round improvvisato che mi lascia completamente esterrefatta, vedo infine Bulma sollevarsi trionfante nella folla che sventola il bouquet.
- Signori, sono io la prossima sposa! Vegeta, amore, guarda!- urla attirando la sua attenzione come è solita fare, continuando ad agitare i fiori color polvere che ha tra le mani. Il diretto interessato, intanto, le lancia un’occhiataccia mentre regge Trunks in braccio e, rosso in viso dalla vergogna si volta dall’altra parte con aria di superiorità.
- Ora ti tocca sposartela per davvero- ironizza Goku, dando una sonora pacca sulla spalla al suo migliore amico, che in risposta lo gela con lo sguardo.
- Pensa agli affari tuoi, Kaaroth!- risponde stizzito.
- Brava, sorellina, ottima mira!- si complimenta Bulma, alzandomi il cinque.
- Beh, anche se non l’avessi preso tu, saresti stata comunque e di sicuro la prossima sposa- rispondo serafica e poi insieme ci avviamo nuovamente al nostro tavolo e gli altri invitati ci imitano.

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La cena procede tranquillamente e di tanto in tanto io e Goku ci lanciamo profonde occhiate, pregustando già la notte in hotel che C e James ci hanno regalato, per poi partire domani pomeriggio per il Brasile. Meta scelta accuratamente, in quanto voglio far conoscere a colui che è ormai mio marito il posto in cui sono nata, le mie origini e la mia storia.
Le ore volano senza che noi ce ne accorgiamo, l’ansia e l’adrenalina che avevano preso possesso del mio corpo per tutta la settimana, si affievoliscono via via che la serata volge al termine, facendomi sentire di colpo stanca morta. Dopo il taglio della torta e qualche chiacchiera di rito, gli ospiti cominciano a lasciare con calma il giardino, mentre Vegeta e Bardack ci danno una mano a caricare i bagagli nel taxi che ci porterà in hotel.
- Avete controllato? Preso tutto? Passaporto, documenti, altro?- chiede ansiosa Gine, quando Bardack chiude piano il portabagagli del taxi.
“Credevo che l’ansia fosse prerogativa delle madri terrestri e invece...”
- Abbiamo tutto- la rassicuro.
- Divertitevi allora- dice emozionata.
- Avviseremo non appena l’aereo sarà atterrato- dico, informando tutti i presenti.
- Bravi, non sparite!- si accoda mia madre, puntandomi l’indice contro.
- Tranquilla, mamma- rassicuro anche lei, andandola ad abbracciare forte.
- Ci vediamo al ritorno, magari già in tre- sussurra Gine salutandomi e carezzandomi la pancia, io sorrido alzando gli occhi al cielo.
“La prospettiva di iniziare a tentare per restare incinta è allettante, ma se accadesse al primo colpo come Bulma e Vegeta, si perderebbe tutta quella bella parte del “sesso da sposati”...”
- Non facciamo calcoli- metto un freno al suo entusiasmo con un sorrisetto, quando appare Goku con l’ultimo borsone a salvarmi.
- Andiamo? Faremo tardi, abbiamo il check-in- mi informa, caricando il restante in auto.
- Giusto, dobbiamo scappare- dico frettolosa, ma mia sorella è l’ultima a lasciarmi andare.
- Non siamo mai state separate per così tanto tempo- mormora triste, io le sorrido abbracciandola.
- Però andrai in un posto strafico, casa tua, un vero paradiso terrestre e guai a te se non mi porti un souvenir!- dice ammonendomi.
- Vedrai non saprai neanche dove metterli- la canzono, strizzandole l’occhio.
- Maya non fate sciocchezze, siate responsabili- si accoda nuovamente mia madre, mettendo le mani giunte davanti a sé e io annuisco quasi al limite della sopportazione.
- Oh e niente bungee-jumping o cose pericolose del genere, mi raccomando!- riprende Bulma, stringendomi forte le mani.
- Certo, ma perché dovrei voler fare il bungee-jumping a Rio, scusa?- chiedo interrogativa.
- Beh, non lo so, ma tu sta’ attenta, capito? Anzi, state attenti!- conclude con un gesto eloquente della mano.
“Da quando è diventata mamma anche lei ha sviluppato un senso di protezione e un’apprensività tipica nei confronti di tutte le persone che le sono vicine…”
- Bulma, vado in viaggio di nozze, non parto per il fronte- le ricordo in tono rassicurante.
- Certo, ma so anche che è durante le vacanze che ci si da dentro col divertimento e io sono protettiva nei tuoi confronti, quindi assecondami, ok?- mi dice supplichevole.
- D’accordo- dico espirando per poi sorriderle nuovamente e perderci in un altro caloroso abbraccio.
Mentre io e Goku ci accomodiamo sui sedili posteriori del taxi, vediamo via via sparire le luci della villetta e sentiamo sempre più lontane le voci dei nostri amici e familiari che ci salutano.
- Finalmente soli- sospira Goku dopo un lungo sospiro, accarezzandomi una coscia lasciata nuda dall’abito che indosso per la partenza, un tubino bianco di raso senza spalline. Nel frattempo la mano di mio marito sale lentamente e maliziosamente sotto la gonna dell’abitino, mi prendo un attimo per osservare il suo fisico perfetto, messo ulteriormente in evidenza dal suo cambio d’abito total black.
- Ora sì che iniziano i festeggiamenti- gli sussurro all’orecchio facendogli venire i brividi e la presa sulla mia coscia si intensifica costringendomi a mordere un labbro, mentre il taxi corre veloce per le strade di Kagoshima.

 

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Capitolo 45
*** Honeymoon ***


ATTENZIONE: CAPITOLO RANKING ROSSO

CAPITOLO 45:

Dopo una ventina di minuti circa arriviamo fuori dal lussuosissimo albergo accuratamente scelto dai miei cari cugini. Uno dei fattorini scarica velocemente i bagagli dal posteriore dell’auto, dopodiché Goku paga il taxi, che si avvia veloce per le strade illuminate del lungomare.
- Caspita, C e James non hanno minimamente badato a spese- commento rapita dalla maestosità della facciata dell’hotel in cui passeremo la notte.
- Beh, io in realtà non mi aspettavo niente di meno di un 5 stelle, conoscendoli- ridacchia, mentre entriamo nella hall, scortati dal fattorino.
L’atmosfera è elegante e raffinata, l’arredamento richiama il gusto tipicamente contemporaneo delle metropoli e alcuni degli ospiti, posizionati sui divanetti della sala d’attesa, hanno tutta l’aria di essere degli imprenditori.
Ci avviciniamo alla reception, mentre vengono sistemati tutti i nostri bagagli sul classico portantino dorato e lì un uomo sulla sessantina, vestito di tutto punto, capelli perfettamente in ordine e aria da lord, china il capo in un saluto, sorridendo cordiale.
- Benvenuti allo Shiroyama, i signori hanno una prenotazione?- chiede gentilmente il consierge.
- Sì, dovrebbe essere a nome Son- risponde prontamente Goku.
- Controlliamo subito- risponde l’altro, digitando velocemente sui tasti del computer.
- Sì, infatti, la suite presidenziale- risponde allargando il suo sorriso, mentre le informazioni riguardo la prenotazione gli appaiono sullo schermo.
- Quindi i signori sono i novelli sposi, i cugini del signor James- indaga l’uomo, rivolgendoci uno sguardo eloquente da dietro le spesse lenti e noi annuiamo sorridenti.
- Le mie più sincere congratulazioni- risponde, mantenendo il suo tono estremamente cordiale, per poi tornare a prestare attenzione al computer.
- Bene...- dice ad un certo punto, voltandosi a prendere una scheda argentata da un piccolo armadietto in vetro.
- Questa è la chiave della vostra camera, la 430, all’ultimo piano- ci informa consegnandoci il sottile oggetto.
- La colazione verrà servita al ristorante dalle sette e trenta alle nove e trenta, potete chiaramente ricevere il servizio direttamente in camera se lo desiderate e il check-out è previsto entro le ore undici- si affretta ad aggiungere.
- In camera è severamente vietato fumare, la suite consta di un terrazzo privato a cui si ha accesso direttamente dalla camera da letto. Buona permanenza, signori- conclude quella lista di informazioni, chinando di nuovo il capo.
Prendiamo la scheda e, ringraziando nuovamente, Goku e io ci avviamo verso l’ascensore, seguiti prontamente dal ragazzo che ci accompagnerà in stanza con i bagagli, due dei quali già trasportati da me e Goku.
“Quindici giorni in Brasile come minimo dovevo portarmi dietro mezzo guardaroba, tra vestiti, scarpe, accessori e costumi da bagno...”
Arriviamo al piano e apriamo la super tecnologica porta, scortati gentilmente all’interno dell’immensa camera privata dal giovane fattorino, che si prodiga prontamente a sistemare i nostri bagagli in modo perfettamente ordinato accanto alla porta. Lo congediamo non prima di avergli lasciato una lauta mancia visto quanto pesano i miei bagagli e poi io e il mio maritino possiamo finalmente rilassarci.
- Uuuuurca, è grandissimo questo posto, hai visto Maya?- mi chiede felice come un bambino.
- Quei due hanno davvero esagerato questa volta- osservo sbattendo le palpebre, dopo essermi liberata di quegli strumenti di tortura, altrimenti definiti tacchi a spillo.
Goku nota un bigliettino accanto ad uno champagne in fresco con due calici, perfettamente adagiato su un tavolino in vetro nella zona living.
- E questo cos’è?- domanda curioso.
- Cosa?- mi accodo, raggiungendolo nell’ampio salone della suite e andandogli accanto e dandogli un bacio nel collo.
- "Con i complimenti dello staff". La apriamo?- chiede voltandosi leggermente verso di me, che allargo le braccia quasi ovvia.
- Ma sì, brindisi più, brindisi meno, il mio corpo al momento è fatto del 75% di alcol- lo informo, andandomi ad accomodare sul divano imperiale e attendo che Goku versi a entrambi la bevanda.
Dopodiché si siede accanto a me, mi passa un flute mentre io distendo le gambe, lui le prende e se le poggia in grembo, accarezzandomi i polpacci.
- Ho i piedi distrutti, da domani e per tutto il viaggio di nozze voglio le mie adorate Nike- dico più a me stessa che a lui, subito dopo aver fatto un sorso di champagne.
- Come ti capisco, quegli orribili stivali da combattimento oggi mi hanno fatto venire le vesciche- commenta disgustato.
- Ma devo ammettere che eri bellissimo vestito da vero guerriero Saiyan- gli dico suadente e lui mi lancia un’occhiataccia.
- Comunque, anche se questo massaggio mi sta davvero rilassando, ho bisogno di fumarmi una sigaretta, amore, vieni con me così vediamo anche questo fantomatico terrazzo privato- lo invito.
- O preferisci aspettarmi qui e metterti comodo...- gli sussurro e lui mi inchioda con lo sguardo.
- Siamo sposati da poche ore e ti aspetti già che mi separi da te? Guarda che il Re ha detto che ora siamo una cosa sola…- dice avvicinandosi suadente.
- Me ne ero quasi dimenticata- replico, imitando il suo tono di voce e tirandolo leggermente per il collo della camicia verso di me, perdendoci quindi in un bacio da mozzare il fiato.
- Andiamo, altrimenti rischio di non fumare- lo informo e lui sorride.
- Male non ti farebbe- mi bacchetta assottigliando lo sguardo.
Così, dopo aver indossato le morbide ciabatte in dotazione con la suite, apriamo la portafinestra del salone e dobbiamo ammettere che non è davvero niente male. Ci avviciniamo all’elegante balaustra e io mi accendo la sigaretta, godendoci la spettacolare vista del golfo completamente illuminato sotto i nostri occhi, commentando la giornata frenetica appena trascorsa e di cui spero di conservare quanti più ricordi possibile.
- Torniamo dentro?- domanda Goku non appena mi vede spegnere il mozzicone in uno degli appositi contenitori.
- Ho visto una vasca da bagno di là niente male- mormora in modo sensuale abbracciandomi da dietro e quella situazione riesce a farmi venire i brividi di piacere anche solo ad immaginarmela.
Tornati in camera, quindi, comincio a tirare la sexy biancheria intima dal bagaglio, sapientemente consigliata da Bulma, e attendo che Goku riempia la grossa vasca nel bagno padronale.
Lego i capelli in un messy bun e mi tolgo tutti i vestiti, indossando solo una vestaglia di morbida seta. Faccio quindi per andare in bagno e trovo Goku di spalle, un calore ormai conosciuto si fa strada nel mio ventre, squadrandomi fino all’ultimo centimetro del suo corpo nudo. Le spalle larghe, i muscoli tesi e perfetti, i glutei scolpiti e quelle gambe così possenti.
Mi avvicino lentamente perché le mie dita, le mani, tutto il mio corpo freme per poter toccare quella divinità, così quando la nostra pelle entra finalmente in contatto, lui si gira e mi osserva per poi entrare lentamente nella vasca senza interrompere il contatto visivo. Quando si è messo comodo, mi invita a seguirlo con lo sguardo, così lascio andare l’unico indumento che indosso, mentre Goku indugia con occhi famelici sul mio corpo ormai nudo e poi entro anche io nella vasca, dandogli le spalle e accomodandosi tra le sue gambe. Sento già il suo membro pulsare contro la mia schiena e sorrido soddisfatta. Goku mi stringe a sé e io mi abbandono completamente contro il suo petto ad occhi chiusi, mentre lui lascia una scia di baci lungo il mio collo, procurandomi dei brividi per tutto il corpo. Mi lascio sfuggire un lieve gemito di piacere, mentre lui intreccia la sua mano con la mia e perdendosi a rimirare le fedi che troneggiano sui nostri anulari sinistri.
- Ti amo- mi sussurra con una nota di eccitazione nell’orecchio, la sua voce sussurrata e il suo fiato caldo a contatto con la mia pelle, abbattono anche l’ultima fragile difesa, lasciando spazio alla libido più sfrenata.
Mi volto, facendo attenzione a non far cadere acqua ovunque e lo bacio. Goku affonda subito nella mia bocca, lasciando che le nostre lingue si rincorrano e si assaporino fino all’ultimo centimetro, accarezzandomi le natiche e poi stringendole così forte che credo mi rimarrà il segno per un po’. Mi morde il labbro inferiore con desiderio, mentre io mi struscio sui suoi pettorali perfettamente scolpiti con i miei seni bagnati e i capezzoli inturgiditi dal piacere.
Quando ci stacchiamo da questo lungo bacio, siamo entrambi col respiro corto e lo sguardo pieno di desiderio.
- Vuoi farlo qui?- riesco a chiedergli col fiatone, ma lui scuote la testa sorprendendomi.
- Non voglio perdermi nemmeno un angolo del tuo corpo, stanotte- mi informa con serietà, accarezzandomi la schiena per poi indugiare su un seno, stringendolo e tormentandomi il capezzolo con la punta del dito indice, getto la testa indietro e mi mordo un labbro dal piacere.
- Non perdiamo altro tempo allora- chiedo supplichevole.
Così usciamo dalla vasca e ci asciughiamo velocemente, un po’ come la prima volta che abbiamo fatto l’amore, sullo yacht di famiglia.
“Sembra passata un’eternità da allora...”
Lo prendo per mano e arrivati di fronte al letto, lui mi spinge dolcemente sopra, mi puntello sui gomiti per mettermi contro la testiera, sguardo fisso su mio marito e gambe aperte, il desiderio la fa da padrona nel mio organismo, al momento.
Goku si passa la lingua sul labbro superiore e mentre sale sul letto, si masturba, per rendere il membro ancora più duro e pronto alla penetrazione.
Si sistema tre le mie gambe, facendosi forza sui gomiti e torna a baciarmi, con più foga, con un desiderio indescrivibile. Poi inizia a scendere, prima sul collo, poi sui seni, mentre, succhia e lecca un capezzolo, l’altro lo stringe in una mano, procurandomi un indicibile piacere, che mi toglie il respiro e mi fa gemere forte. Arriva all’altezza del monte di venere, e lì inizia ancora a baciare, succhiare e mordere, mentre con un dito affonda dentro di me, poi con un altro e poi con un altro ancora, facendomi quasi balzare a sedere sul grosso letto dell’hotel.
Lo sento mormorare di piacere mentre mi succhia il clitoride, continuando ad affondare con tre dita nella mia cavità completamente umida, il che mi fa arrivare all’orgasmo in meno di pochi secondi.
Il mio corpo è ancora scosso dagli spasmi mentre lui smette di giocare con la lingua e le dita e si inginocchia davanti a me, tenendomi le gambe spalancate. Il suo sguardo è di fuoco e ha la bocca semi aperta, respirando a fatica. Io gli lancio un’occhiata profonda, mentre cerco di riprendere il controllo almeno in parte del mio corpo.
Goku affonda completamente dentro di me, senza pietà, in un colpo solo, quasi urlo per via del piacere immenso che questo suo gesto mi provoca. Mi fa piegare la testa da un lato e inizia a baciarmi il collo e leccarlo, mentre inizia a spingersi con regolarità dentro di me.
Il ritmo aumenta via via e io credo di essere di nuovo vicina al punto di non ritorno.
- Oh, sì- gemo ad occhi chiusi e schiena inarcata.
- Sono al limite- mi sussurra all’orecchio con voce roca e profonda, poi mi guarda, continuando a dare colpi con i suoi fianchi scolpiti, io gli sorrido e annuisco. Era quello che voleva, che volevamo entrambi.
Goku inizia ad aumentare l’intensità delle spinte, fin quando, lasciandosi andare con un gemito forte, il suo corpo viene pervaso dai brividi e dagli spasmi che precedono l’orgasmo, quando sento il suo seme caldo schizzare dentro di me. È una sensazione indescrivibile che non avevo mai provato.
Dopo qualche secondo lui si abbandona accanto a me, facendo lunghi respiri profondi, si gira e mi sorride accarezzandomi una guancia.
- E’ bello lasciarsi andare così- dice con la soddisfazione dipinta sul volto.
- Già, non pensavo- confesso, poggiando la mia mano sulla sua e godendomi il calore del suo tocco.
E tra baci e coccole, dopo poco ci addormentiamo, i nostri corpi nudi e avvinghiati, come fossimo davvero una sola persona, come ha detto Veldock.

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Capitolo 46
*** Preoccupazioni da Neosposa... ***


CAPITOLO 46:

Il viaggio di nozze è stato a dir poco meraviglioso.
Far conoscere a Goku le mie origini, il posto in cui sono nata, le mie radici mi ha fatto in qualche modo sentire più leggera. Era come se una parte di me fosse ancora celata ai suoi occhi, eppure inconsciamente so di essere legata a lui da un magico filo invisibile che ha dato modo di connettere le nostre anime ancor prima che ci incontrassimo.
Ho approfittato del viaggio anche per far visita alla tomba di Elizabeth e dei miei genitori. E quello è stato strano.
Ricordare mia zia come l’ultima volta che l’ho vista, viva, sorridente, piena di spirito e con il suo immancabile sigaro cubano e poi ritrovarmi ai piedi della sua lapide, a leggere il meraviglioso epitaffio sono sicura Luana si sia premurata di farle scrivere, mi ha fatto salire delle amare lacrime agli occhi che non credevo di versare mai, non per questa situazione.
Rivedere invece i miei genitori, insieme a Goku, mi ha straziata letteralmente. Soltanto quando ho sentito la mano calda e rassicurante di mio marito poggiata sulla mia spalla, ho tirato un lungo sospiro e mi sono sentita meglio.
- Suppongo non sia così che ti eri immaginato un giorno della tua luna di miele- dico a Goku abbassando lo sguardo, mentre usciamo dal cimitero e lui si volta a guardarmi con aria comprensiva.
- Non devi scusarti amore mio, era mia dovere conoscere la tua famiglia, se ti rende felice, rende felice me- mi rassicura, cingendomi le spalle con un braccio e io sorrido brevemente.
- Non te l’ho mai chiesto...- comincio attirando nuovamente la sua attenzione, mentre continuo a fissarmi i piedi che si muovono uno davanti all’altro.
- Com’è quando un Saiyan muore?- domando curiosa alzando gli occhi su Goku, che sembra essere strato colto alla sprovvista da quella domanda.
- Intendi come veniamo sepolti?- rilancia lui e io annuisco.
- I nostri corpi vengono bruciati su una pira funeraria, soprattutto quando si muore in battaglia- risponde risoluto.
- Non ho mai assistito a un funerale Saiyan, perché lo sai sono praticamente cresciuto sulla Terra- continua, come a volersi giustificare.
- Ma una volta Vegeta mi ha raccontato di quello di sua madre, la Regina- io resto in silenzio, continuando a tenere gli occhi fissi sulle scarpe che fanno scricchiolare l'erba e i delicati legnetti sotto il loro peso, invitando Goku a continuare.
- So che bisogna avere con sé, in base al rango di appartenenza, l’oggetto a cui abbiamo tenuto di più in vita come segno di riconoscimento e veniamo sepolti con la nostra battle-suit, poiché prima di entrare nell’aldilà dobbiamo superare delle prove e se ci riusciamo, combatteremo per l’eternità- conclude abbozzando un sorriso.
- Quindi, il vostro Paradiso consiste in una grossa arena da combattimento- dico alzando un sopracciglio.
- Più o meno sì, è la nostra vocazione, vivere e morire da guerrieri- dice Goku allargando il suo sorriso e io sospiro annuendo.
- Maya, hai voluto sposarti da Saiyan, non è detto che un giorno tu debba essere sepolta come tale- mi dice Goku dopo qualche secondo, intuendo le mie preoccupazioni.
- Puoi scegliere, sei libera di decidere in che modo tu voglia vivere la tua vita ultraterrena- mi sorride rassicurante e io lo ricambio.
- Vorrei poter riabbracciare le persone che ho amato in vita, ma se farlo significa non rincontrarti più, ci rinuncio-
Goku si acciglia a quella mia risposta e si ferma, costringendo a fermare anche i miei passi. Mi alza il viso verso di lui e intuisce tutta la mia frustrazione e tristezza, caratteristiche che non si addicono neanche lontanamente ad una sposa in luna di miele.
- Non posso sopportare l’idea di perderti, che sia in questa vita o in un’altra, perché sei tu che amo più di qualsiasi altra cosa- confesso, incapace di dribblare il suo sguardo fisso su di me.
- Ci lega un amore così forte, che credo questo sopravviverà a qualunque pira funeraria e a qualunque lapide di marmo- dice lui dolce, carezzandomi il viso.
- Non pensarci adesso- mi dice leggero.
- Quello a cui devi pensare adesso è un ottimo ristorante in zona perché ho davvero una fame da lupi!- mi informa, riprendendo il suo solito tono allegro e io scoppio a ridere. "Ha il potere di cambiarmi l’umore in un modo quasi sovannaturale..."
- Sei il solito!- lo ammonisco con una risatina, mentre ci avviamo finalmente fuori dal cimitero.


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I quindici giorni sono volati più del previsto e il ritorno a casa e alla vita di sempre sono stati alquanto traumatici, ma riabbracciare Bulma e Vegeta con il piccolo Trunks è stato bellissimo.
Il resto dell’estate è trascorso lento, tra il caldo insopportabile in ufficio e alcune preoccupazioni che iniziano ad insinuarsi nella mia mente, prima su tutte il ciclo mestruale che sta arrivando con una regolarità senza precedenti, facendo così aumentare un lieve senso di frustrazione che ormai non mi fa neanche dormire la notte. Questo mese un paio di giorni di ritardo mi avevano regalato una lieve speranza, distrutta poi dalle macchie rossastre che questa mattina mi sono ritrovata sugli slip.
Sbuffo chiudendo il portatile.
“Stamattina neanche in smartworking riesco a combinare nulla...”
Afferro il bicchiere di succo all’arancia che mi ha preparato Bulma, mentre lei mi osserva con un sopracciglio alzato, in attesa di una qualche risposta.
- Che ti prende? Adori lavorare da casa, con me, in quella che una volta era la nostra cucina- mi fa notare, venendosi a sedere accanto a me al grosso tavolo. 
Sorrido per un attimo, distogliendo lo sguardo dal bicchiere vuoto.
- Ricordi? Un anno fa eravamo sedute proprio qui e tu mi hai detto di avere un ritardo e poi abbiamo scoperto che eri incinta di Trunks- Bulma inarca paurosamente le sopracciglia e poi sorride, perdendosi con me nel viale dei ricordi.
- E chi se lo scorda, un’ansia terribile, la festa, il test, dirlo a Vegeta...- continua, vuotando a sua volta il bicchiere per poi allontanarsi lentamente con le labbra dal bordo e prendendo a scrutarmi seria.
- E’ un remake per caso? Devi dirmi qualcosa?!- chiede cominciando ad agitarsi, io abbasso lo sguardo, quasi in colpa nello spegnere il suo entusiasmo.
- Purtroppo, no. Ho il ciclo- la informo con una smorfia e mia sorella si morde un labbro.
- Avanti, Maya, tentate da soli due mesi, datevi tempo- mi dice in tono conciliante.
- Non tutti siamo uguali, magari il tuo corpo ha bisogno di più tempo, ma non intristirti per questo- continua, posando una mano sulla mia.
- Sarà, ma a me sembra tanto una punizione divina che mi sono meritata per aver detto che inizialmente non volevo subito figli- borbotto acida e Bulma scoppia in una fragorosa risata.
- E secondo te io li volevo dopo neanche un mese che stavo con Vegeta? Certo, Trunks adesso è tutto il mio mondo, ma di sicuro non lo avevo programmato e lo sai, nonostante il mio essere così maniaca del controllo- vedere le cose dal suo punto di vista mi aiuta e i muscoli facciali riesco finalmente a rilassarli.
- Non mettete fretta al destino, sono sicura che i nostri bambini giocheranno insieme felici, altrimenti sarò io stessa ad andare a fare due chiacchiere con chi si trova ai piani alti- mi rassicura con un sorrisetto ironico.
- Vedrai che appena smetterai di pensarci, resterai incinta. Devi rilassarti, tesoro mio- mi dice leggera e io annuisco con un po’ più di convinzione.
- James e C sono arrivati dopo quasi due anni di matrimonio e poi in un colpo solo, due gemelli! Non mettere limiti a niente, Maya, viviti solo tutti i momenti con spensieratezza- continua in tono consigliero.
- Sei una neo sposa e già hai questa faccia appesa, su con la vita!- conclude briosa.
- Hai ragione, più ci penso e me ne preoccupo, più le probabilità scenderanno. Seguirò il tuo consiglio, grazie- le dico sollevata.
- Sai che non devi mai ringraziarmi- e poi sentiamo piangere dal salone.
- Eccolo, si è svegliato di nuovo, sarà il caldo ma non riesce proprio a dormire- dice esasperata e io la osservo trascinarsi nell’altra stanza.
- Da' retta a me, goditi la vita matrimoniale più che puoi- mi consiglia, tornando con il piccolo tra le braccia.
- Io e Vegeta non lo facciamo da giorni, è una cosa inaudita!- dice mantenendo il tono di poco fa, io scoppio definitivamente a ridere.
- Sì ridi tu, ma segui il mio consiglio- mi ammonisce.
- Non ci pensate a farne un altro?- chiedo, prendendola in giro e lei mi lancia un’occhiata in tralice.
- E’ l’ultima cosa a cui penso in questo momento- sibila minacciosa, mentre io prendo delicatamente il bambino dalle sue braccia.
- Tra qualche anno forse, quando lui sarà più grande- aggiunge vaga.
- Adesso devo concentrarmi sulla carriera e poi un solo figlio già mi toglie le energie, figurarsi due- conclude, leggermente terrorizzata all’idea.
“Eppure più guardo Trunks più il mio istinto materno bussa insistentemente alla porta…”


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Qualche giorno più tardi...

Sento sbattere la porta d’ingresso in quel modo tipico suo, do un’occhiata all’orologio che segna le ventuno e trenta.
- Sono a casa!- annuncia Goku con la sua voce allegra che rimbomba dal salone e sorrido senza motivo.
“La sua sola presenza intorno a me, infonde una sensazione di gioia...”
Quanto vorrei correre da lui, un giorno di questi e dirgli che aspettiamo un bambino, ma purtroppo la realizzazione di questa bellissima immagine che prende forma nella mia mente, mi viene ancora una volta negata.
E poi, di colpo, quando vedo apparire Goku in cucina, mi intristisco e distolgo lo sguardo, come se mi sentissi in colpa nei suoi confronti e dopo tre mesi di matrimonio non è affatto normale. Nonostante la chiacchierata con Bulma e le sue continue rassicurazioni, è come se non riuscissi a guardare mio marito negli occhi, desideriamo così tanto un bambino, che il non restare incinta sta diventando un incubo.
A tratti dimentico la sua strana peculiarità di potermi leggere nel pensiero e mi si avvicina, percependo il mio malumore, mi abbraccia da dietro, mentre io continuo a pulire il lavello.
- Hai fatto tardi stasera- gli dico in tono neutro e lui mi stampa un bacio nel collo, perdendosi a respirare l’odore dei miei capelli.
- Ho fatto la doccia in palestra, non volevo darti noie a risistemare il bagno, sai quanto sono disordinato- ammette imbarazzato, io sorrido, sempre dandogli le spalle.
Seguono attimi in cui uno strano silenzio aleggia tra noi, mentre annuso inspirando profondamente l’intenso odore di bagnoschiuma ancora fresco misto all’odore della pelle di Goku, quasi mi vengono i brividi.
Lui mi tira delicatamente da mano lo straccio e mi fa girare verso di lui, per guardarlo negli occhi.
“Quelle stelle nere sono da sempre la mia rovina...”
- Che cos’hai?- dice alzandomi il mento per inchiodarmi con lo sguardo, perché sa che quando lo fa ogni mia difesa si annulla.
- Problemi a lavoro?- domanda accigliandosi.
- No… a lavoro tutto ok, sai che è tutto perfetto- gli dico, con un tono non proprio rassicurante.
- Allora?- incalza, con la speranza di cavarmi qualche parola, mentre si accomoda su una delle sedie intorno al grosso tavolo da pranzo di marmo.
- Problemi tra di noi non ce ne sono, mi pare… cosa ti rende così triste? Lo sai bene che il tuo umore è il mio e non parlarne farà stare peggio entrambi- mi ricorda con fare ovvio e io annuisco.
- E’ che...-
Le parole mi si strozzano ad una ad una all’altezza della trachea, è impossibile quasi esprimere il mio stato d’animo.
Mentre sono in uno stato di confusione totale, cercando di mettere in ordine i pensieri e non preoccupare ulteriormente mio marito, lui mi fa uno dei suoi sorrisetti e, alzandosi, torna verso di me.
- Hey- quasi sussurra, percependo a quel punto appieno il mio stato d’animo.
- Io non ti sto dando la colpa di nulla del fatto che ancora non siamo genitori, davvero non ci stai dormendo di notte?- mi sussurra mentre io alzo un sopracciglio, guardandolo tra l’ironico e il seccato.
- Cosa mi chiedi a fare cosa penso quando lo puoi sapere da te?- gli dico lanciandogli un’occhiata in tralice e lui ridacchia imbarazzato.
- Mi sforzo di non entrare nei tuoi pensieri, ma la tua aura mi urla contro, meno male succede solo con le anime gemelle- confessa ridacchiando e io non posso fare a meno di farmi trasportare da quel suono meraviglioso.
Goku mi accarezza una guancia, io chiudo gli occhi, godendomi quel tocco.
- Sai bene che siamo fatti per stare insieme, non credo che il destino abbia fatto un abbinamento che renda infelici entrambi, io lo so...io e te saremo presto genitori…- mi dice convinto.
- E cosa te lo fa credere?- chiedo, con una nota di negatività nella mia voce e Goku sospira.
- Mio padre ha fatto un sogno…- mi informa sicuro di sé.
- E…?- domando un po’ spaesata, non riuscendo a trovare un nesso tra questa cosa e il nostro precedente discorso.
- Ti ho mai detto che mio padre fa sogni premonitori di tanto in tanto?- mi dice imbarazzato e io scuoto la testa in segno negativo, inarcando entrambe le sopracciglia.
“Dopo la lettura nel pensiero, i sogni premonitori. Questi Saiyan non smetteranno mai di sorprendermi...”
- Non ne sapevo nulla- confermo.
- Beh sì, ha questa piccola capacità, non gli succede sempre, solo quando ci sono eventi particolari in arrivo e solo con i Saiyan, ovviamente- mi dice tranquillo e io sospiro in attesa.
- Racconta- lo esorto, senza riuscire a contenere le lacrime che inspiegabilmente iniziano a salirmi agli occhi.
- Ha visto due bambini con qualche anno di differenza che giocavano qui in giardino, la sintesi perfetta di noi due, soprattutto il primogenito…- comincia, intrecciando le sue mani con le mie, il cuore manca un battito a sentire quelle parole
- Il più piccolo dice di averlo quasi scambiato per me da bambino… ti immagini che peste?- chiede sorridendo felice.
- Beh, direi proprio di sì- riesco a ridere tra le lacrime, trascinando anche lui.
- E poi c’era una bambina piccolissima identica a Bulma- continua strizzandomi l’occhio e io mi illumino.
- Questo… vuol dire che avranno una femmina Bulma e Vegeta!- esulto su di giri, per poi tapparmi la bocca con le mani, come se qualcuno potesse sentirci.
- A quanto pare, ma non dirglielo, in realtà non avrei dovuto raccontarlo neanche a te- mi mette in guardia Goku.
- Terrò la bocca chiusa, promesso- dico per poi sospirare più rilassata mentre Goku mi da un bacio a stampo e mi abbraccia, notando i miei occhi ancora pieni di lacrime.
- Vivremo presto tutto questo- mi sussurra all’orecchio, cullandomi tra le sue braccia.
- Lo spero, spero che questo futuro non sia così lontano- dico, lasciandomi andare completamente contro il suo corpo.
- Perché non iniziarlo a pianificare da stasera?- propone in tono sensuale.
Poi, senza neanche accorgermene, prende a baciarmi ovunque e a spogliarmi.
Il desiderio di entrambi è talmente incontrollabile, che non riusciamo nemmeno ad arrivare in camera da letto e finiamo per fare l’amore lì in cucina, sul tavolo da pranzo, senza pensare ad alcuna conseguenza, ma solo a rendere reale quella meravigliosa visione avuta da Bardack.
Goku mi mette seduta sul tavolo da pranzo, mentre io gli tiro via la maglietta in uno scatto fulmineo, lui mi posa una mano sull’addome, invitandomi a sdraiarmi sul tavolo.
Si inginocchia davanti le mie gambe aperte e comincia a baciare e leccare avidamente il centro della mia femminilità. Io inarco la schiena e mi tengo forte ai bordi del tavolo, lui continua prende a stringermi un seno nella mano, senza mai smettere quella dolce tortura.
Dopo un po’ si rimette in piedi e con uno scatto entra dentro di me, iniziando a spingere con i fianchi sempre più in profondità. Quasi non reggo tutto quel piacere e mi rimetto seduta, ancorandomi con le braccia dietro il suo collo al limite dell’orgasmo, che ci travolge pochissimi secondi dopo, lasciandoci andare entrambi a quell’infinito e appagante piacere, che rende entrambi così soddisfatti.


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Ottobre.

Questi ultimi frenetici mesi mi hanno regalato i ricordi, per ora, più belli di tutta la mia vita.
Il matrimonio, il viaggio di nozze, condividere con gli amici di sempre le nostre serate e vivermi la vita con Goku. Condividere il letto ogni notte, raccontarci a vicenda la giornata, organizzarsi insieme per qualsiasi cosa e tentare, a più non posso, di avere un figlio.
Stamattina lui si è alzato presto per andare a correre e poi andare ad aprire la palestra, io avendo il turno delle undici in ufficio, per via di una riunione, mi sono svegliata con più calma.
“Questa mattina, però, mi sento diversa…”
Mi alzo con un sorriso stampato sulle labbra, l’ansia mi pervade nel momento in cui vado in bagno. La paura di trovarmi gli slip nuovamente macchiati di sangue per il ciclo in arrivo, mi attanaglia ogni mese ormai da tre. Ho perso da un po’ il conto dell’ovulazione e del ciclo stesso, non ci faccio neanche più caso se viene o va via, so solo che sto iniziando ad odiare gli assorbenti.
Con mio immenso stupore, però, i miei slip color carne sono immacolati, per ora. Sospiro di sollievo interiormente.
“Con oggi siamo a sei giorni di ritardo, quasi una settimana. Che sia la volta buona?”
Afferro uno dei test di gravidanza che ho comprato ieri pomeriggio, pensando che magari avrei potuto tentarlo questa mattina e faccio pipì sullo stick.
Attendo i fatidici tre minuti, con la paura di trovare una sola striscia come sempre, ma mi ricordo delle sagge parole di Bulma e cerco di pensare il meno possibile al risultato, mentre scelgo cosa indossare.
Dopo aver lavato i denti, do un’occhiata al test appoggiato sul davanzale della finestra del bagno, la luce del sole fa uno strano gioco di colore su di esso. Poso l’asciugamani e afferro lo stick, lentamente, quasi con timore. Abbasso lo sguardo e i miei occhi si riempiono di lacrime.
Mi vesto e trucco di fretta ed esco di casa per dirigermi in ufficio.


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Durante la pausa pranzo, che sembrava non arrivare mai, dalla macchina tento di telefonare a Goku.
- Ciao amore mio, dove sei? Non ti ho visto proprio questa mattina- gli dico un po’ triste.
- Scusami, non ti ho lasciato neanche un biglietto è che sono andato a correre, ho aperto la palestra, aspettato Vegeta che mi desse il cambio e poi mi sono precipitato all’aeroporto a prendere i miei- mi ricorda e io mi massaggio le tempie chiudendo gli occhi.
- Vero, oggi arrivano i tuoi- dico abbandonandomi completamente contro il sedile dell’auto ancora parcheggiata fuori dall’azienda.
Tra tutti gli impegni e il susseguirsi degli avvenimenti degli ultimi tempi, mi ero completamente dimenticata dell’arrivo di Gine e Bardack previsto per oggi per l’annuale cena organizzata dai miei genitori.
"Non vedo i miei suoceri dal ritorno del viaggio di nozze, dunque devo precipitarmi a casa a sistemare nel più breve tempo possibile, non vorrei che trovassero disordine..."
- Comunque tra un po’ sarò a casa, che succede? Ti sento strana…- mi dice con fare indagatore.
- Chi io? Macché!- mi limito a rispondere, sperando che Goku se la beva.
- Sei sicura?- ritenta prudente.
“Spero vivamente non riesca a leggermi nel pensiero tramite telefono, altrimenti sono nella merda”
- Ne parliamo a casa, vuoi?- propongo per liquidarlo, altrimenti mi inizia a riempire di domande e non voglio parlarne per telefono.
- D’accordo- sospira arreso, mollando la presa al suo interrogatorio.
- A tra poco e… Ti amo, Goku- gli dico sorridendo, anche se lui non può vedermi.
- Anche io, tanto- risponde lui e riesco a immaginare la sua espressione nel dirlo.
E poi chiudiamo la telefonata, decidendo nel frattempo di mandare un messaggio a Bulma.
Maya: aspetto te e Vegeta per cena, non si accettano no! Ci vediamo alle 20 e 30 da me <3
Bulma ha le due spunte grige in chat, il che vuol dire che ha la navigazione attiva, ma per una manciata di secondi non visualizza. Metto via il telefono, do un giro di chiave per accendere l’auto, arrivando dopo qualche minuto fuori il cancello di casa e avviandomi diretta in garage per parcheggiare.
Quando arrivo dinanzi alla porta di casa e inserisco le chiavi nella serratura, un’unica mandata e la porta aperta mi fanno gelare il sangue nelle vene.
“Merda, tanto che ero su di giri mi sono dimenticata di chiudere la porta di casa e inserire l'allarme.”
E’ impossibile, controllo sempre dando un colpo in più di chiavi per verificare se sia chiusa o meno.
“Qualcuno ha sicuramente forzato la serratura…”
Quella terribile consapevolezza mi costringe a deglutire a vuoto, aprendo lentamente la porta di casa, con il terrore di non sapere cosa troverò dall’altra parte.
Gli ambienti non sembrano in disordine a primo impatto, è tutto perfettamente al suo posto, così come l’ho lasciata questa mattina. Ci sono persino ancora le tazze della colazione, che per fretta non ho risciacquato, nel lavabo.
"Di certo i ladri non si premurano di rimettere in ordine, dopo aver svaliggiato un appartamento..."
Tutto è esattamente come dovrebbe essere, ma quella brutta sensazione che ha preso ad attanagliarmi lo stomaco, si fa via via sempre più forte che avanzo in casa mia. Mi addentro in salone e poso la borsa sulla madia lì vicino, ma una voce interrompe il flusso dei miei pensieri, aumentando esponenzialmente il mio terrore.
Una voce che ancora oggi tormenta i miei peggiori incubi.
Viscida.
Cupa.
Una voce che non è cambiata per niente, nonostante sia passato un po’ di tempo.
Una voce diabolica.
Mi giro con la coda dell’occhio e trasalisco leggermente, per poi deglutire nuovamente un boccone amaro di saliva.
La sagoma comodamente seduta sul divano del salone mi scruta con un sorrisetto sardonico dipinto in faccia. Quei lunghi capelli neri li riconoscerei tra mille, quello sguardo freddo e cattivo che ho cercato di allontanare per tanto tempo dalla mia mente e la figura possente continuano a squadrarmi con divertimento.
Sembra che il mio peggiore incubo si sia nuovamente materializzato qui davanti ai miei occhi e, purtroppo, non c’è verso che mi svegli.
- Ciao, tesoro- esordisce cercando di mantenere un tono neutro, ma io inizio a tremare come una foglia.
Nonostante mi imponga di non dargliela vinta e mostrare paura, la mia voce mi tradisce al primo colpo.
- Radish- mormoro.

 

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Capitolo 47
*** I Saiyan Non Implorano ***


CAPITOLO 47:

Con un fischio di approvazione Radish si alza dal divano, lentamente, mentre io prendo ad indietreggiare in maniera quasi involontaria.
“Andiamo, Maya, un anno di durissimo allenamento con Goku sarai sicuramente in grado di difenderti da questo mostro” mi dice una vocina dentro di me, ma il mio corpo è paralizzato dalla paura, quel sentimento così terribilmente viscerale che solo lui riesce a risvegliare. Il solo rivedere la sua faccia e sentire la sua voce, riporta alla mente ricordi caratterizzati dal panico e dallo sconforto.
Anche se ho più volte ripromesso a me stessa che non avrei mai più permesso a nessuno di farmi sentire così, noto con dispiacere che Radish riesce ancora a farmi provare le stesse sensazioni da voltastomaco di poco più di un anno fa.
Sospiro rumorosamente per cercare di incanalare quanto più ossigeno possibile, mentre deglutisco il vuoto e avverto il cuore battere tachicardico attraverso il sangue che pulsa nervosamente nelle tempie. I miei occhi seguono attenti ogni suo movimento, mentre lui si guarda intono con una finta ammirazione nello sguardo.
- Tu e Kaaroth vi siete sistemati proprio bene, complimenti, giocate a fare la famiglia felice, adesso?- domanda tagliente guardandomi di sbieco.
- Che ci fai qui? Come sei entrato?- chiedo dura, evitando deliberatamente di rispondere alle sue stupide domande e riuscendo a riprendere in mano una parte del controllo del mio corpo.
- Dimentichi che un tempo questa era anche casa mia?- mi chiede ovvio con un sorrisetto odiosamente sardonico stampato in faccia.
- E poi la vostra cara amichetta... Chichi, con la quale mi sono premurato di rimanere in contatto, mi ha aggiornato sugli ultimi lieti eventi- aggiunge, voltando nuovamente lo sguardo da me e passando distrattamente un dito su uno dei gingilli da ornamento poggiati sul tavolino basso accanto al divano.
Al solo sentir pronunciare quel nome femminile, mi monta dentro una rabbia terribile.
​“ Ero sicura che Chichi ce l’avesse ancora con me per aver sposato Goku, ma da qui a volermi morta fa una bella differenza…”
La mia mente cerca di capire, nel giro di pochi istanti, le ragioni per le quali quella ragazza all’apparenza dolce e gentile si stia scagliando contro di noi in modo così subdolamente violento.
Inizio a chiedermi se sapesse di Radish, se Goku le avesse mai raccontato ciò che suo fratello mi ha fatto, se le ha mai fatto presente la paura che vigliaccamente ho cercato di seppellire in sua presenza durante i momenti passati insieme.
Il mio cuore decide di darle il beneficio del dubbio. Lei non può sapere che razza di mostro è il maggiore dei fratelli Son.
Radish fa un lento tour del salone, avvicinandosi poi alla parete attrezzata e indugiando su una delle fotografie che teniamo incorniciate, una in particolare attira la sua attenzione, quella che ritrae me e Goku il giorno del matrimonio che sorridiamo felici. Il ragazzo fa schioccare la lingua in segno di disapprovazione, poi torna a guardarmi, reggendo in una mano la delicata cornice in vetro nel mostrarmi quello scatto.
I miei occhi non si spostano dalla sua figura, in attesa di qualunque movimento brusco.
- Sembra proprio sia stato un giorno memorabile- mi dice e io mi costringo nuovamente a mandar giù un boccone di bile.
- E non ho ricevuto neanche un confetto, avrei mandato dei fiori magari. È stato scortese da parte vostra non invitarmi, non credi?- mi dice con finto tono dispiaciuto, mentre si volta nuovamente verso il ripiano da cui ha preso la cornice.
- Comunque, spero non vi siate divertiti troppo senza di me- conclude alzando le spalle, poi fa per riporre la fotografia, quando la fa cadere per terra.
Un gesto che anche la persona più stupida capirebbe che ha fatto di proposito.
- Ops- scandisce piano, notando i piccoli pezzi di vetro ai suoi piedi e la fotografia di me e Goku divisa quasi a metà da una crepa.
- Ti ho fatto una domanda- continuo con fermezza, riprendendo coraggio e cercando di non cedere alle sue chiare provocazioni e, soprattutto, di non far trasparire l’esasperazione data dalla sua presenza in casa mia, aumentata esponenzialmente dopo l’ultimo gesto.
- Te l’ho detto, volevo sapere come ve la passavate e salutare la mia famiglia- mi informa con naturalezza.
- Devi avere la memoria corta, perché tu non hai più una famiglia- ribatto velenosa.
- Sì, infatti, e la colpa di chi è?- chiede in un sibilo e suoi movimenti sono talmente veloci che ai miei occhi terrestri, seppur allenati, sono difficili da prevedere.
Si avvicina con uno scatto talmente fulmineo da farmi finire con le spalle al muro, mentre la sua mano destra si alza rapida a stringermi lentamente il collo. Mi volto istintivamente dall’altra parte chiudendo gli occhi e stringendoli, avvertendo il suo viso a pochi millimetri del mio.
“Devo essere padrona di me, Goku mi ha insegnato tante cose, sono in grado di difendermi e poi, lui tra poco arriverà e non sarà piacevole per suo fratello trovarselo di nuovo faccia a faccia...”
- Hai puntato sul cavallo sbagliato, mia cara- sussurra in tono quasi mellifluo.
- Tu volevi l’amore, volevi il romanticismo e tutte quelle puttanate, io ti avrei dato il potere- sussurra, stringendo di un altro po’ la presa ferrea sul mio collo.
Comincio a dimenarmi, scalciare e tossire, cercando di mantenere il respiro regolare e, soprattutto, di non cedere alla trappola come l’ultima volta in cui i nostri corpi sono stati così vicini. Radish si avvicina ancor più pericolosamente al mio viso e riesco a sentire il suo alito caldo sull’orecchio.
- Insieme avremmo formato una coppia perfetta, avremmo generato un figlio forte e saremmo stati temuti da tutti- mi dice con un ghigno.
- Tu sei un animale- soffio piena di livore, continuando a restare voltata nell’altra direzione.
- Già, però solo nelle notti di luna piena- mormora con ironia, scoprendo il suo sorriso.
- Immagino il piccolo Kaaroth ti abbia raccontato la favoletta della buonanotte dei Saiyan, vero?- riprende aumentando ancora un po’ la presa, così a breve non riuscirò più a respirare.
- Un mucchio di cazzate che tu e quella stupida oca dai capelli blu vi siete bevute senza il minimo sforzo- dice ridacchiando sommessamente.
- Noi Saiyan eravamo un popolo di sanguinosi sicari, il nostro unico scopo nella vita era combattere per uccidere e ci servivamo delle donne solo per scopare e procreare- mi rivela con fierezza, ma io non cedo ancora.
- Stai mentendo!- riesco a dire flebile.
- Tu credi? Avanti, una parte di te lo ha sempre saputo, ammettilo- mi dice con un'espressione di puro divertimento dipinta in faccia.
- No, non è vero, non ci credo!- rimango ferma sulla mia posizione, stringendo ancora di più gli occhi, ma Radish non molla la presa.
- Tu...tu volevi farmi del male per portarmi via da Goku…- gli dico, riuscendo a malapena a respirare.
- Facendo del male… a me… lo avresti indebolito, così… lo avresti battuto… solo così avresti potuto- gli dico, voltandomi lentamente verso di lui a sfidarlo per la prima volta con lo sguardo.
“Essere e sentirti inferiore a tuo fratello è sempre stato il tuo punto debole...”
Giurerei di vedere un lampo di sorpresa trapassare per un istante il suo sguardo, infatti la sue dita d’acciaio si allentano leggermente e io approfitto di quell’attimo di debolezza per continuare a colpirlo con le parole.
“Al momento è l’unica arma che ho per non essere in svantaggio”
- Perché sai benissimo quanto tuo fratello sia forte e nessuno può batterlo- concludo, cercando di sorridere al suo stesso modo provocatorio.
- E adesso io sono una Saiyan, proprio come te. E non credo a una sola parola di quello che dici- dico dura, sferrandogli un calcio nelle parti basse con tutta la forza che ho a disposizione.
Radish si allontana da me colto alla sprovvista, con una smorfia di dolore sul volto, tenendosi il basso ventre con entrambe le mani e piegandosi per il colpo ricevuto su quel punto molto delicato.
Io tossisco e faccio un lungo sospiro per riprendere fiato, toccandomi il collo indolenzito.
“Se mi ha lasciato gli stessi segni dell’ultima volta, giuro che queste saranno le sue ultime ore su questa terra.”
Lui cerca di ricomporsi, ma non gli do neanche il tempo di rimettersi in piedi, che comincio a sferrare colpi come una forsennata, calci, pugni e ancora calci senza neanche dargli modo di respirare, ma lui sembra non cedere. Anzi, quasi si diverte a vedermi così combattiva.
Con un cazzotto ben assestato lo allontano da me quanto basta per rimettermi dritta.
- Sei diventata ancora più forte, mi piace- commenta con un sorrisetto ammirato, mentre si asciuga un rivolo di sangue con il dorso della mano fuoriuscito dal labbro inferiore, prendendo poi a guardare quasi con soddisfazione quella macchia vermiglia sul dorso della sua camicetta azzurra.
- Mi hai fatto addirittura sanguinare, sono sconcertato, complimenti- si congratula.
Io sono in posizione difensiva e tengo d’occhio ogni suo minimo movimento, pronta ad una nuova serie di colpi.
- Questo ti rende ancora più desiderabile, dovresti saperlo bene che più ti arrabbi, più mi fai eccitare, abbiamo ancora un conto in sospeso io e te, ricordi? Che magnifica serata…- mi dice sottovoce e colgo una punta di cattiveria nel suo tono. Cerco di restare ferma, facendo appello a tutta la mia forza spirituale per non staccargli la testa, nonostante il ricordo di quella sera per me sia tutt’altro che magnifico.
Radish parte all’attacco, ma io riesco ancora a difendermi per quanto possibile.
- Non è troppo tardi- comincia, mentre con una mano schiva un pugno che arriva da destra.
- Se lasci Kaaroth, potrò perdonarti e ti darò una seconda possibilità- mi informa, mentre abilmente para tutte le mie mosse.
- Va’ all’inferno!- gli urlo con tutta la rabbia che ho, con la voce rotta dal fiatone, ma lui sorride divertito.
- Ci sono già- mi informa serafico.
- Ma non tutto è ancora perduto- conclude con risolutezza.
- Mi dispiace, ma io e Goku ci siamo uniti in matrimonio come dei veri Saiyan, il nostro legame è indistruttibile- replico convinta, parando questa volta un suo colpo.
- Devo ammettere che avete fatto le cose per bene, peccato non me ne freghi un cazzo dei convenevoli e delle tradizioni- mi dice e il suo sguardo cambia subito, assumendone uno più cupo e rabbioso.
Riesce a parare nuovamente il mio colpo e poi mi immobilizza le braccia, facendomi perdere l’equilibrio e facendomi finire per terra, con la schiena contro il freddo pavimento.
(https://www.youtube.com/watch?v=yrJ7CVeiFvo COLONNA SONORA)
Chiudo subito gli occhi rassegnata.
“Nonostante mi sia allenata parecchio, battere un Saiyan esperto è decisamente ancora fuori dalla mia portata...”
- Sai che odio te e mio fratello con tutte le mie forze? Per causa vostra non ho più la mia famiglia e il mio onore- comincia ronzandomi intorno, per poi sferrarmi un calcio alla schiena con una forza inaudita che quasi sento le ossa scricchiolare pericolosamente.
Soffoco un urlo di dolore, mentre un fuoco come mille spilli ardenti pervade il mio corpo.
“La soddisfazione di urlare non te la darò mai, almeno quella...”
Mi rannicchio in posizione fetale, portando entrambe le mani sul ventre come a fare da scudo, ma a poco serviranno vista la furia di Radish.
- Mi avete rovinato la vita tu e Kaaroth e per questo, me la pagherete!- urla sferrando altri colpi sul viso, sulle gambe, ovunque la mia mente possa ancora arrivare nei più remoti angoli del mio corpo, troverà dolore.
Decido a quel punto di giocarmi il tutto per tutto, anche se dubito che con lui funzionerà.
- Non farmi male- lo supplico ad occhi chiusi, dimenticando per un attimo la prima cosa che Veldock mi ha detto dopo aver messo la fede al dito e comincio a ripeterlo come un mantra nella mia mente.
I Saiyan non implorano.
I Saiyan non implorano.
I Saiyan…
“Ma io sono un'umana, dannazione! Non sarò mai forte quanto lo sono loro, anche se mi allenassi fino alla fine dei miei giorni...”

- Che cosa?! I Saiyan non implorano mai, non te l’hanno insegnato?- dice disgustato, ma io faccio poco caso alle sue parole e continuo.
“Implorare o no, Saiyan o no, mi ucciderai lo stesso e non farà alcuna differenza...”
- Radish, te lo chiedo per favore, non farmi del male!- riesco a dire, sfogandomi finalmente in un pianto disperato e liberatorio fatto di terrore, ansia e consapevolezza di essere giunta all’epilogo della mia breve esistenza.
Non riesco a muovermi dalla mia posizione, un po’ per paura, un po’ per il dolore terribile che so che proverei anche solo muovendo un muscolo. Lui, intanto, se la ride sguaiatamente.
- E perché non dovrei fartene? Hai idea di quanto ne hai fatto tu a me quando mio padre, sangue del mio sangue, mi ha ripudiato?- domanda retorico accucciandosi davanti a me, anche se io non riesco a vederlo. Poi si rimette in piedi e lo spostamento d’aria prodotto dalla sua gamba massiccia, mi fa realizzare in un attimo che sta per sferrarmi un altro calcio.
Infatti il colpo non tarda ad arrivare. Tremendo. Inesorabile. E io mi piego sotto ogni botta, ormai quasi inerme.
- Sono incinta, Radish- confesso con voce flebile con l’ultimo briciolo di forza rimastami.
Lui si ferma per un attimo e io spero che una parte del suo cuore, seppur minuscola, abbia pietà di me e di questo bambino, che in fin dei conti è suo nipote, la nuova generazione della stirpe dimenticata dei Saiyan.
Tossisco, sputando sangue sul tappeto e apro piano gli occhi per guardarlo, anche se il volto non lo avverto neanche più.
- Se sei… un vero Saiyan come dici… la famiglia per te, resta la cosa più importante- mormoro tra le lacrime, ma lui sembra non volermi ascoltare e riprende a dare calci, urlando di rabbia.
- Hai detto tu che non avevo più una famiglia!- ringhia, liberando tutta la sua frustrazione e io sento di essere vicina alla fine.
Soccombo.
Mi abbandono...
“Perdonami Goku, perdonami se non potrai mai conoscere tuo figlio... E tu, amore di mamma, sei dentro di me da così poco tempo, ho appena scoperto che il tuo cuoricino batte nel mio ventre e già ho permesso che qualcuno ti facesse del male... Forse non meriti una madre come me, perdonami piccolo mio.”
Quando sento che le forze mi stanno definitivamente abbandonando e la vita è ormai pronta a scivolare lentamente via da me, avverto in lontananza la pesante porta di casa sfondarsi e l’urlo disperato di Goku, recepito ovattato al mio udito, come in un sogno.
- Maya!- la sua inconfondibile voce è disperata, come non l’ho mai sentita in vita mia.
Goku arriva in salotto come una furia e la scena che si trova davanti lo paralizza per un istante. Io, inerme sul pavimento in una pozza di sangue, con le lacrime che solcano le guance e Radish che sferra calci completamente in balia della rabbia.
Goku è immobile, non muove un muscolo, ma giurerei di vedere del fumo intorno a lui e i suoi muscoli gonfiarsi paurosamente.
- Ben arrivato, fratellino- lo accoglie Radish, avvertendo il ki di suo fratello oscillare pericolosamente.
- Ti avevo detto… che se ti fossi fatto di nuovo vivo...io ti avrei ucciso- lo informa Goku a denti stretti e mascella serrata. I pugni stretti lungo i fianchi, tanto da conficcarsi le unghie nella carne. Radish ridacchia, allontanandosi da me e concentrando la sua attenzione sul nuovo arrivato, che non è solo.
- Finalmente la famiglia è riunita! Mamma, papà...come state?- domanda leggero ai presenti, quando anche le aure di Gine e Bardack sono perfettamente riconoscibili all’ingresso della stanza.
La donna si porta le mani sul volto, non appena scorge la mia sagoma ai piedi del suo figlio maggiore.
- Maya...- dice in un soffio sconcertato, poi fa per correre da me, ma suo marito la ferma tenendola per le spalle.
- Non muoverti- le ordina, senza staccare lo sguardo serio e accigliato da Radish. Così come Goku.
I due al momento sembrano la fotocopia l’uno dell’altro, ma Goku, davanti a tutti è una statua di cemento armato pronta ad esplodere in mille pezzi.
- Portate via Maya- ordina con voce atona ai suoi genitori, continuando a sostenere lo sguardo freddo di suo fratello.
- Ma come, di già? Io e Maya ci stavamo divertendo così tanto…- commenta in tono mellifluo, gettando un’occhiata ai suoi piedi dove io giaccio apparentemente senza vita.
- Questa volta me la paghi molto cara, Radish, hai superato il limite, è giunta la tua ora!- dice rabbioso Goku, stringendo ancora di più i pugni, mentre i suoi genitori accorrono in mio aiuto, quando ormai l'attenzione del loro figlio più grande è catalizzata dal fratello.
Davanti ai miei occhi, sepolti sotto ematomi ed ecchimosi, sudore e sangue, tutto si sussegue in modo lontano e confuso. La figura dai capelli a palma che si accuccia davanti a me non riesco a distinguerla. Non so se è Bardack o Goku a prendere il mio corpo delicatamente tra le braccia, analizzando velocemente l’entità dei danni che Radish mi ha procurato.
- Respira ancora- si lascia sfuggire Gine con una nota di sollievo nel tono.
- Andatevene, ho detto!- l’urlo perentorio con una voce che quasi non sembra essere la sua, Goku costringe sua madre e suo padre ad affrettarsi ad uscire di scena.
- E quindi, siamo alla resa dei conti, Kaaroth?- domanda Radish mettendosi in posizione da combattimento.
Goku mi da una rapida occhiata mentre suo padre mi solleva da terra e quando nota come sono conciata, senza energie, coperta di sangue, che lotto fra la vita e la morte tra le braccia di Bardack come una vera Saiyan ferita in battaglia, la sua rabbia raggiunge un punto di non ritorno.
L’aura intorno a lui comincia a diventare sempre più nitida e brillante, quasi dorata e Goku libera tutta la sua rabbia e la sua disperazione con un urlo che fa crepare i muri.
- Sei finito!-
La sua voce rimbomba nell’ambiente circostante, facendo tremare il pavimento e vibrare paurosamente le finestre. L’espressione di Radish da sicura e saccente, muta in una di stupore mista a terrore e poi i miei occhi si richiudono per un istante per il troppo sforzo e per quello che sta succedendo.
Una luce accecante si irradia per l’intera stanza, quasi come se le porte del Paradiso si fossero spalancate qui nel mio salone e ancora si riesce ad udire in lontananza l’eco dell’urlo disumano di Goku.
Avverto un forte spostamento d’aria e sento che ci stiamo allontanando da quella voce, da quel calore fortissimo che sembra avvolgermi in modo singolare e da quella luce, mentre le braccia forti di Bardack con i bicipiti tesi sotto la mia schiena, mi trasportano velocemente fuori di casa.
Riapro nuovamente gli occhi e l’ultima scena che vedo prima di sparire definitivamente da quel luogo, mi fa pensare che i colpi ricevuti da Radish al viso mi hanno procurato un trauma cranico con i fiocchi: Goku ha tutto intorno a sé un’aura dorata sfavillante e giurerei di vedere i suoi capelli diventare improvvisamente del colore del sole e i suoi occhi colorarsi di un azzurro simile a quello delle acque più cristalline presenti su questo pianeta. La sua figura irradia un calore fortissimo.
Goku sembra aver preso le sembianze di un angelo guerriero sceso dal cielo.
Mi abbandono completamente, afflosciandomi contro il torace muscoloso di Bardack, mentre mi arriva confusamente alle orecchie la voce di Gine che richiama suo marito.
- Bardack, guarda!- dice in tono concitato, quando ormai sono fuori da casa e sento che non ci stiamo più muovendo.
Avverto il battito tachicardico del padre di Goku contro la mia guancia che già pulsa per i colpi ricevuti, il suo respiro affannoso e la sua voce profonda.
- Questo è… impossibile- lo sento mormorare sgomento, mentre osserva da lontano i vetri delle finestre che si disperdono in tanti minuscoli pezzi e la stessa luce dorata irradiarsi fino nel giardino.
- Andiamo, presto!- la voce di Gine è molto più vicina al mio orecchio e dal modo in cui invita Bardack a muoversi, capisco che non c’è tempo.
I Saiyan non implorano
I Saiyan non implorano
I Saiyan non implorano

Ripeto ancora nella mia testa, mentre sento che ci stiamo muovendo di nuovo, questa volta velocemente e con non so quali forze, faccio per allungare una mano in direzione della casa. Della luce. Di Goku.
- Go...ku- biascico confusa quando Gine apre velocemente le portiere dell’auto.
- Piano- le sento dire a Bardack, mentre mi adagia delicatamente sul sedile posteriore dell’auto.
- Ce la farà, vero?- chiede la donna apprensiva, con la mia testa poggiata in grembo.
- Se la caverà, è una Saiyan, dopo tutto- dice con un breve sorriso rassicurante, mettendosi subito in strada, determinato a non perdere altro tempo.
- Go...ku- riesco solo a dire nuovamente, mentre il dolore si fa via via più frequente, per tutto il corpo, tramutandosi in bruciore e poi di nuovo in dolore, talmente forte da farmi sentire freddo.
- Andrà tutto bene, Maya, concentrati sulla mia voce e resta sveglia- sento Gine richiamarmi più volte.
“Avanti, Maya, tieni gli occhi aperti…”
Per quanti sforzi stia facendo, il dolore e l’idea di abbandonarsi definitivamente è così piacevole, allettante.
Non ho paura. I Saiyan non hanno paura.
I Saiyan non implorano
I Saiyan non implorano
I Saiyan non implorano

- Go...ku- mormoro confusamente ancora una volta.
- Sì, tesoro, Goku ti ha salvato la vita, ora non dargli un dolore inimmaginabile e rimani con me, capito?- è l’ultimo avvertimento che riesco a sentir uscire dalla bocca di Gine e poi il buio cala definitivamente sui miei occhi.

***********************************************************************************

- Per favore, aiutatela!- la voce agitata di Gine allerta tutto il personale ospedaliero, quando fa irruzione nel pronto soccorso, subito seguita da Bardack che mi tiene nuovamente tra le braccia.
Tutto lo staff si mobilita all'istante. Inizialmente sconvolti dalla mia condizione, riprendono subito il sangue freddo richiesto nella loro professione e due medici e tre infermieri mi accerchiano.
- Portate subito una barella!- ordina uno dei medici e prontamente gli viene dato ciò che ha chiesto.
- Go…ku…Go…ku- farfuglio mentre mi tagliano i vestiti e mi adagiano sulla barella.
Cercano di sincerarsi delle mie condizioni, cominciando a montare elettrodi sul petto, valutando la reattività delle pupille e sentendo il polso.
Avverto solamente un ago da flebo insinuarsi nel mio avambraccio, ma il dolore è talmente espanso in tutte le aree del corpo che non saprei dire con esattezza cosa mi fa più male.
- Che cosa le è successo? Come si chiama?- chiede uno dei medici alle due persone che mi hanno accompagna in pronto soccorso, mentre spingono velocemente la barella attraverso il lungo corridoio diretto alle sale diagnosi.
- Si chiama Maya, ha avuto la peggio in uno scontro fisico- si limita ad informarlo mia suocera.
- Go…ku- dico affannosa, quando il tin tin delle macchine comincia a diventare sempre più insistente e fastidioso.
“Spegnete quest’affare!”
- La saturazione scende, dobbiamo fare alla svelta!- dice uno degli infermieri.
- Chiama qualcuno, chi è Goku?- chiede l’altro medico.
- Mio figlio, cioè suo marito- dice frettolosa Gine, mentre la barella corre sempre più veloce.
- Salvatela, è un ordine- dice duro Bardack, rispolverando il suo vecchio tono da generale dell’armata reale Saiyan.
- Faremo tutto il possibile- lo rassicura il medico annuendo e poi spinge le porte della sala con la schiena.
- La portiamo a fare una tac. Aspettate qui, vi aggiornerò io- li mette al corrente il dottore, ma Gine li ferma all’ultimo.
- Aspetti dottore!- lo richiama mordendosi un labbro.
- La tac no, e neanche la radiografia, lei è… è incinta- rivela lei sentendo per la prima volta le lacrime salirle agli occhi per una situazione del genere.
Ricordandosi di quando anche lei aveva pronunciato quelle stesse parole, così importanti per una donna, anche se proveniente da un pianeta lontano...
Gine era sempre stata una Saiyan di ultimo rango, relegata al ruolo di domestica e massaia perché più sensibile e poco portata alle missioni da mercenario, come da protocollo per il suo popolo. Nonostante il suo animo dolce, però, aveva comunque la stoffa della guerriera e durante il round femminile al matrimonio di una sua lontana cugina aveva vinto, vantando la sua pretesa di sposare Bardack, l’allora ufficiale dell’esercito di Re Veldock, di cui era sempre stata innamorata e mai ricambiata poiché lui aveva occhi solo per la sua compagna di squadra, Seripa.
Almeno fino al momento di quell’avvincente scontro, quando Gine aveva alzato il pugno insanguinato verso l’alto e portato i suoi occhi in quelli di Bardack, inchiodandolo sugli spalti dove stava seguendo il match. Il soldato ne era rimasto folgorato, come se la vedesse per la prima volta...
- D’accordo, allora faremo un’eco, coraggio andiamo, trauma uno!- dice il medico frettolosamente, chiudendosi definitivamente la porta delle sale alle spalle.
Gine resta a fissare per interminabili minuti il punto in cui sono sparita, mentre lo sguardo accigliato del marito la ispeziona.
- E’ vero?- la voce profonda dell’uomo la desta dai suoi pensieri, ma quando lei si volta fa fatica a ricacciare indietro le lacrime, annuendo impercettibilmente.
- So che non dovrei fare la sentimentale, essere fedele a me stessa e al mio sangue, eccetera- comincia, tirando su col naso, nascosta nel petto del marito.
- Ma spero con tutta me stessa che si salvino, lei e il bambino- mormora singhiozzando e Bardack si limita a stringerla forte, poco avvezzo ad usare parole di conforto.
- Vedrai che andrà bene, siamo ciò che siamo e noi siamo forti dopotutto...- risponde, fissando anche lui la porta delle sale che ancora leggermente dondola davanti ai suoi occhi.

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Alba inoltrata.
Respiro a pieni polmoni l’aria fresca del mattino, sento l’erba sotto i polpastrelli e…
“Un momento, dove sono?!”
Sono seduta su questo prato e mi guardo intorno confusamente, agitandomi un po', ma ritrovo subito la calma inspirando forte e rendendomi conto di una certezza unica e imprescindibile. Sono nel posto dove ho sempre amato essere.
Sono nel mio sogno.
Mi volto attirata da un movimento e vedo Goku in penombra che cammina tranquillo. Sorrido a quella scena riconoscendo la sua ombra, come sempre. Questa volta però è adulto, esattamente come lo conosco io con la sua tuta arancione da allenamento. Cammina e tiene per mano questa figura più piccola, un bambino di sicuro, con dei capelli abbastanza simili ai suoi. Mi acciglio e allungo il collo, riparandomi dai raggi solari sempre più luminosi, per mettere meglio a fuoco le sagome, ma sono abbastanza lontane, dunque decido di alzarmi e cerco di andargli dietro come faccio sempre.
“Sperando che come al solito non sia velocissimo...”
- Goku, amore mio!- lo richiamo una volta, due, tre, ma lui non si volta mai, lasciandomi anche lì come una stupida e facendomi nuovamente agitare.
“Perché non mi guarda? Perché non mi risponde?”
Poi lo vedo voltarsi di profilo, quel profilo perfetto e scolpito che riconoscerei tra mille e lo vedo accovacciarsi accanto a questo bambino. Dopo pochi secondi lui sparisce verso l’orizzonte, mentre la figura più piccola avanza correndo felice verso di me e man mano che si avvicina, riesco a mettere meglio a fuoco i suoi lineamenti infantili.
- Mammina!- la sua vocina allegra non mi da neanche il tempo di realizzare il reale significato della parola appena uscita dalla sua graziosa boccuccia, che si aggrappa ai miei fianchi e mi abbraccia forte.
Io resto immobile, pietrificata, incapace di muovere un sol muscolo, guardando ad occhi sgranati in basso quella buffa testolina nera all'altezza della mia gamba. Non me la sento di ricambiare la stretta, dunque attendo che sia lui a staccarsi per chiedere spiegazioni. Difatti, quando abbandona i miei fianchi mi osserva con un sorriso felice e io mi accuccio davanti a lui, mantenendo la mia espressione allibita.
- Piccolo, deve esserci un errore- comincio titubante.
- Io non posso essere la tua mamma, mi spiace- lo informo triste, piegando la testa di lato e allungando involontariamente una mano per accarezzargli i lunghi capelli neri così singolari… così simili a Goku.
Lui mi regala un sorriso talmente bello da farmi venir voglia di ricambiarlo senza pensarci troppo sopra.
- Ma certo che sei la mia mamma, che sciocchezze vai dicendo!- replica allegro e io non me la sento di contraddirlo, approfitto quindi del silenzio per studiare meglio i lineamenti del suo viso. La mano dai capelli si sposta alla guancia paffutella e lui allarga nuovamente il suo sorriso, lamentandosi del solletico.
Ha gli occhi nerissimi da cerbiatto e super espressivi come quelli di Goku, ha il suo naso e poi le labbra e il sorriso... come me.
Mi vengono in mente le parole di Goku riguardo al sogno di suo padre... com'era? Il mix perfetto di entrambi.
“Sarà davvero…?”

Scoppio d'improvviso a piangere senza nemmeno sapere il perché, cercando però di mantenere il sorriso sotto le lacrime, in modo da non spaventare questa splendida creatura.
- Mammina, perché stai piangendo?- domanda lui triste e piegando le labbra in giù.
- Beh, perché… forse non ti conoscerò mai- dico arresa, tirando su col naso e asciugandomi gli occhi col dorso della mano per non spaventarlo o intristirlo ulteriormente e lui, di tutta risposta, avvicina la sua soffice manina e mi accarezza a sua volta la guancia con fare rassicurante. Mi godo quel tocco che mi infonde un calore così conosciuto e familiare, come… casa.
- No mammina, io sono proprio qui, non mi vedi?- dice indicandosi con fare ovvio.
- Sì, ma questo è un sogno- lo informo scuotendo la testa.
- Per quanto vorrei con tutta me stessa che fosse reale- continuo, incapace di controllare le lacrime che inesorabili continuano a scendere sul viso.
- E io non sono forse il tuo sogno più grande? Credevi che anche il mio papà fosse frutto della tua immaginazione, invece è reale- mi ricorda, sapendo perfettamente cosa dire e il che mi strappa un breve sorriso, mentre ripenso alle sue parole.
Il mio papà sussulto a ripercorrere nella mia mente quel passaggio.
“Si riferisce di sicuro a Goku…Oh, piccolino, sapessi quanto ti desideriamo...”
- Come ti chiami?- domando curiosa, continuando a studiare il suo volto per non perdermene nemmeno la più lieve espressione.
- Mi chiamo Gohan- dice felice, arricciando gli occhi proprio come Goku quando sorride.
- Gohan- mimo quasi ogni sillaba di quel nome così dolce e armonioso.
- Nonno Bardack come l’ha presa che non hai il suo nome?- chiedo alzando un sopracciglio e lui ridacchia.
- Il nonno è felice, mi chiamo come il suo papà- replica alzando le spalle spensierato.
- Giusto- dico accigliandomi, ricordando qualcosa a proposito di una vecchia storia raccontata da Goku e poi l’idillio viene interrotto da familiari voci, come echi in lontananza.
Comincio a guardarmi intorno confusa e spaesata, tentando di riconoscere la fonte da cui provengono quelle voci così conosciute.
- Coraggio Maya, ce la puoi fare, non ti azzardare a lasciarmi, sai!-
- Bulma- mormoro sottovoce riconoscendo mia sorella che mi richiama a sé. La cerco con lo sguardo ma non riesco a vederla.
Né lei, né nessun altro.
- Devi tornare da loro, devi fare presto- la voce infantile cattura nuovamente la mia attenzione.
- No, voglio restare qui con te- dico frettolosamente, abbracciandolo forte e affondando il naso nei suoi capelli corvini.
- Lo so, ma potrai abbracciarmi presto, lo sai- mi ricorda.
- Ora devi tornare dalla zia Bulma e soprattutto da papà, se no io non potrò nascere e non potrai conoscermi- si raccomanda, convincendomi a tornare indietro, ma io mi prendo qualche altro secondo per osservarlo e per imprimere definitivamente la sua splendida immagine nella mia mente.
Così da poterlo ricordare per sempre.
- Come sei saggio, per essere così piccolo- sorrido brevemente e lui mi ricambia.
- Somiglio a te in questo- ridacchia divertito e poi mi abbraccia ancora, questa volta lo stringo come a non volerlo lasciare andare…
“Ma ha ragione. Se voglio che nasca, devo mettercela tutta per tornare indietro...”
Quando Gohan si stacca da me, mi avvio poco convinta in direzione delle voci, ma il mio cuore mi comanda di voltarmi indietro ancora una volta. Lui è ancora lì che mi sorride rassicurante e annuisce.
- E’ la volta buona che lo faccio fuori, quello stronzo!-
- Vegeta?- dico fra me e me, correndo spedita verso la fonte della voce, chiamando lui, Bulma e Goku con tutto il fiato che ho in corpo.
Mi guardo alle spalle per l’ultima volta e Gohan mi saluta con un sorriso e la sua manina tenera si agita a mezz’aria.
- Arrivederci bambino mio, mio Gohan, mio piccolo miracolo-
Guardo davanti a me, inspiro forte e inizio a correre fino a sentire le gambe bruciare, fino all’orizzonte, fino al nulla, fino ad una luce splendente, come quella che avvolgeva Goku nel salone di casa nostra...

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Capitolo 48
*** Il Destino di un Super Saiyan ***


CAPITOLO 48:

(https://www.youtube.com/watch?v=ll7iWEYR5jA COLONNA SONORA)
- Gohan, Go…han…-
Mi sveglio, sentendo la mia stessa voce sempre più vicina, dentro di me e fuori di me.
La sento.
Mi sento.
Apro prima un occhio e poi un altro, tento di muovermi, ma mi sento come se mi avessero riempita di botte.
“Ora che ci penso, il paragone non è tanto metaforico…”
Ripercorro con la mente provata dagli ultimi avvenimenti ciò che mi è successo provando a ricostruire almeno in parte gli eventi e l’unica cosa che ricordo è che Radish è riuscito di nuovo a sopraffarmi e a farmi del male.
Mormoro qualcosa di indistinto ancora e riconosco Gine e Goku seduti sui divanetti di fronte al mio letto, che parlano fitto tra di loro.
“Siamo in un ospedale. Ottimo, li odio”
Gine si volta a guardarmi sorpresa e subito richiama Goku.
- E’ sveglia!- annuncia emozionata, Goku non le fa neanche finire la frase che si ritrova subito al mio capezzale.
- Maya, amore mio, sono qui- dice prendendomi una mano tra le sue, con le lacrime agli occhi.
“Non l’ho mai visto piangere, non è da lui”
Si appoggia con la fronte alle mani che tiene strette intorno alle mie e cela il suo sguardo al mio.
“Non vuole che lo veda piangere. Il solito orgoglio Saiyan...”
- Vi lascio soli- dice Gine sorridendomi felice e io cerco di ricambiare muovendo gli occhi in sua direzione e abbozzando un sorriso che immagino somigli più ad una smorfia al momento.
- Amore... stai… stai piangendo?- chiedo con un filo di voce, sentendo la gola ardere e tossisco.
Goku subito alza lo sguardo preoccupato e si rilassa solo quando smetto di tossire e torno a guardarlo sorridendo. Solo allora noto i suoi bellissimi occhi scuri gonfi di pianto, come non li ho mai visti e come credo mai più li vedrò.
- Non sforzarti- mi dice in tono dolce.
- Sto bene- lo rassicuro mentendo spudoratamente e inspiro forte chiudendo gli occhi, almeno per capire in parte di cosa ho il controllo nel mio corpo.
“Niente, fa solo un male cane ovunque...”
- Questa volta temevo seriamente di averti persa per sempre e invece…- comincia, attirando la mia attenzione.
- Invece, dovrai sopportarmi ancora per molto- ironizzo strappandogli un sorriso, cerco di ricambiarlo ma persino i muscoli facciali mi fanno male.
- Quanto è grave? Sono davvero ridotta male?- ho il coraggio di chiedere dopo aver lasciato che il silenzio aleggiasse su di noi per qualche secondo in quella camera asettica.
Oltre ogni previsione, Goku mi sorride felice e sollevato.
- Niente che un po’ di riposo non possa fare- mi informa e la cosa mi appare strana, talmente strana che gli riservo un’occhiataccia.
- Tesoro... sono stata praticamente... picchiata a morte senza pietà... da un Saiyan, non devi indorarmi... la pillola- biascico, per quanto la mia voce lo permetta, ma lui mi sorride ancora, carezzandomi il viso e soffermandosi sul labbro inferiore gonfio e livido.
- Niente danni agli organi vitali, soltanto qualche costola incrinata, contusioni e qualche graffio, starai benissimo- mi dice tranquillo e decido, almeno in parte, di fidarmi.
- Sarà, ma io mi sento uno schifo- replico chiudendo gli occhi e sospirando, esibendomi in un’altra smorfia di dolore.
- Shh, non ti agitare- sussurra carezzandomi la testa e giurerei di non averlo mai visto così premuroso.
- Andrà tutto bene, ci sono io con te, ok? Ci sono io- continua perdendosi ad osservarmi, incredulo anche lui di avermi ancora lì viva e vegeta.
- Mi dispiace tanto amore mio- esordisco dopo qualche secondo, cominciando a piangere a mia volta. Persino le lacrime sul viso mi provocano dolorene bruciore.
- Per cosa?- chiede Goku accigliandosi, ma senza spostare la mano dal mio viso.
- Per tutto, hai fatto tanto per allenarmi e questi sono i risultati- gli dico indicandomi, riuscendo a stento ad alzare la mano dal letto per farlo, ma lui mi sorride in quel modo rassicurante solo suo.
- Sei stata eccezionale, qualsiasi altra persona non reggerebbe il confronto contro di te, ma come hai detto tu Radish è pur sempre un allenato guerriero Saiyan- l’ultima frase è piena di risentimento, lo sento nel tono della sua voce.
- Dov’è ora?- chiedo impaurita, come se mi fossi ricordata di lui solo in quel momento.
“La mia mente si venderebbe al miglior offerente pur di dimenticarsi di lui…”
Goku assume un’espressione dura e poi sospira profondamente.
- Dove non potrà mai più farci del male- si limita a mettermi al corrente con serietà.
Lo guardo sbattendo le palpebre lentamente e più volte, ma non ho il coraggio di fare ulteriori domande, anche se ho paura.
- C’è un cadavere... in casa nostra? Avremo guai?- chiedo istintivamente, senza avere il tempo di fermare le parole, ma Goku subito scuote la testa per tranquillizzarmi, senza però abbandonare la sua espressione seria, a tratti confusa.
- No, no, niente del genere- io resto in silenzio in un muto invito a fornire ulteriori dettagli e Goku mi fissa, probabilmente in cerca delle parole adatte.
- Radish… non è rimasto praticamente nulla di lui. Intendo… polverizzato… letteralmente- mi dice piano, pesando ogni parola di quella frase apparentemente senza senso.
“Ma quando sei sposata con un alieno umanoide tutto è possibile, no?”
Sospiro sollevata, ricevendo forse la più bizzarra, ma bellissima notizia della mia vita.
Quella stessa notizia mi risveglia però alcuni passaggi di quella mattina sepolti sotto strati di morfina e antidolorifici vari.
Quella luce dorata, così innaturale, così accecante, così calda, così bella, così rassicurante.
- Amore, dimmi una cosa...- comincio, tentando di voltare la testa completamente nella sua direzione, con non poca fatica e Goku annuisce in attesa della mia domanda.
- Saranno stati i colpi in testa, ma…- riprendo, tentando di dare un senso a quello che ho visto a casa, poco prima di perdere i sensi.
- Avrei giurato di veder cambiare colore dei tuoi capelli e dei tuoi occhi- confesso un po’ a disagio.
“Saranno state le botte in testa di sicuro…”
Goku sgrana un po’ gli occhi, preso in contropiede dalla mia affermazione, così cerca di cambiare argomento, prendendo quel suo solito atteggiamento ingenuo e imbarazzato e grattandosi la nuca.
- Ma no, che dici? Lo avrai sognato- ridacchia poco convinto e io stringo gli occhi a due fessure, sperando che il mio sguardo inquisitore lo costringa a vuotare il sacco.
- Non prendermi in giro, Kaaroth- lo ammonisco e lui mi fissa inarcando le sopracciglia, conoscendomi abbastanza bene da sapere che uso il suo nome Saiyan solo in situazioni decisamente serie.
- Sarò anche immobilizzata a letto e imbottita di antidolorifici, ma sei ancora un pessimo bugiardo- gli dico arricciando le labbra, fissandolo con la coda dell’occhio. Così Goku abbassa lo sguardo, capendo che tra tutti i segreti che mi ha svelato, questo forse è quello che neanche lui si aspettava di dovermi rivelare.
Così dopo aver inspirato profondamente, si mette comodo sulla poltroncina e mi guarda dritto negli occhi.
- D’accordo, ma… è accaduto solo questa volta, credo non mi succederà mai più- si affretta a mettere in chiaro e il che suscita ancor di più la mia curiosità.
- Vecchi miti del nostro popolo narrano di un guerriero fortissimo, dai capelli d’oro- comincia cauto e io annuisco lentamente.
- Nessuno è mai riuscito a raggiungere questo stato come di perfezione, tanto da pensare che fosse solo una fantasia, il leggendario Super Saiyan- dice serio.
- Il… Super Saiyan?- chiedo, ripetendo esattamente le sue parole, come se non ci avessi capito nulla, ma in realtà ho compreso appieno il significato di quel termine.
- Già, la mia rabbia è diventata ingestibile quando… ti ho vista in quello stato e non sono riuscito a controllarmi- continua lui.
- Credo si sia innescata in questo modo la trasformazione- ammette confuso.
“Forse non sa bene neanche lui come e perché gli sia successo, è scosso quanto me alla notizia.”
- Capisco- mi limito a rispondere in tono comprensivo, per quanto la mia voce impastata me lo permetta, prendendo a fissare un punto indefinito della stanza.
- Non sarai perennemente biondo platino e occhi azzurri, vero?- chiedo un po’ riluttante, cercando di alleggerire l’atmosfera.
- No, direi di no- mi rassicura regalandomi uno dei suoi sorrisi più belli.
- A meno che non mi arrabbi di nuovo così tanto, ma con Radish fuori dai piedi, vedo difficile il ripetersi di questa esperienza, tranquilla- conferma, per poi avvicinarsi nuovamente al letto per prendere nuovamente le mani tra le sue. Se le porta entrambe alle labbra e le bacia, delicatamente.
Altri ricordi diventano più nitidi nella mia mente in quegli attimi di silenzio, ricordandomi anche della cosa più importante. Ciò che dovevo dirgli questa mattina, prima che questo terribile incubo cominciasse, ma ormai non credo abbia molto senso farlo.
“Se solo non avessi aspettato la cena...”
Istintivamente mi porto una mano al ventre preoccupata, serro gli occhi e sospiro arresa.
“Deve saperlo comunque, è giusto che sia così…”
Goku mi sorride, di nuovo con aria emozionata e mi sento così terribilmente in colpa per quello che sto per dirgli.
- Amore, io…- comincio titubante, ma lui mi interrompe, posandomi un dito sulle labbra con tenerezza.
- Shh, lo so già, me lo hanno detto i medici...e mia madre- ridacchia con fare eloquente e io mi acciglio, prendendo a guardarlo allibita.
“Sta scherzando?”
Poi mette nuovamente la mano sulla mia, quella poggiata sulla pancia e comincia ad accarezzarmi. Io deglutisco a vuoto, spaventata a morte dal fargli questa domanda, ma lui mi legge nel pensiero e a volte lo dimentico.
- Nostro figlio sta benissimo, i dottori lo hanno definito un miracolo- mi informa e finalmente posso smettere di trattenere il fiato, lasciandomi andare ad un pianto liberatorio, pieno di sollievo.
- Davvero?- chiedo incredula, Goku annuisce e poi si avvicina per darmi un bacio a stampo.
- Il nostro piccolo guerriero ha salvato anche te- dice sicuro e io lo fisso stralunata.
- Cosa? Come ha fatto?- chiedo sconcertata.
“Nessun embrione sarebbe sopravvissuto a ciò che Radish mi ha fatto...”
- Ricordi quel due percento del nostro DNA che ci differenzia dagli umani?- mi dice lui piegando la curva delle labbra all’insù.
- Sì, la resistenza al combattimento- dico convinta.
- Esatto, più un Saiyan viene ridotto in fin di vita in un combattimento, anche il più cruento, più diventa forte- mi informa e io sorrido felice ed emozionata, guardando in basso verso il mio ventre.
- E’ più o meno quello che è successo. Le sue staminali hanno permesso ai tuoi tessuti di rigenerarsi e non subire danni irreversibili e a lui stesso di proteggersi- conclude tranquillo e io sgrano leggermente gli occhi, restando di stucco.
- Quindi è grazie a lui se sono tutta intera, giusto?- chiedo conferma e Goku annuisce soddisfatto.
- E’ proprio un vero Saiyan come me… e come te- ammette sorridente, io ricambio il sorriso e poi ci scambiamo un lungo e dolce bacio, tenendo sempre le mani intrecciate sulla mia pancia.
“Quando pensavo che fosse tutto perduto, il mio miracolo, il mio bambino, ha salvato la vita ad entrambi...”
- Sai che l’ho visto?- confesso dopo un po’.
- Chi?- domanda Goku curioso.
- Nostro figlio- dico sorridendo, abbassando lo sguardo e ripercorrendo nei miei pensieri i ricordi brevi e intensi che ho collezionato con lui in quella specie di dormiveglia.
- Cosa?- chiede incredulo.
- Era il sogno solito, quello dove tu sei di spalle e io non riesco a vederti in faccia, ma eri come sei adesso, non bambino e poi… lui mi è corso incontro, avrà avuto circa quattro o cinque anni…- comincio, avvertendo nuovamente le lacrime salirmi agli occhi.
- E com’era?- domanda lui, avvicinandosi ancor di più al letto, completamente rapito dal mio racconto.
- Come aveva detto tuo padre, il mix perfetto di entrambi-
Lui mi sorride felice e io non posso far altro che ricambiarlo.
- La sua voce così allegra, le sue manine morbide, era davvero bellissimo…- dico emozionata alzando gli occhi al cielo, ricordando tutti i dettagli di quella creatura.
- E’ perfetto... abbiamo creato qualcosa di perfetto- concludo, usando volutamente lo stesso termine e poi chiudo gli occhi, carezzandomi il ventre, Goku appoggia una guancia accanto alla mia mano e poi, entrambi nello stesso momento spezziamo il silenzio.
- Gohan- diciamo insieme e una volta pronunciato quel nome all’unisono ci guardiamo sconvolti.
- Come sai che… che si chiama così? Non mi avrai letto di nuovo nel pensiero?- lo redarguisco cauta, ma Goku alza subito le mani in sua difesa.
- Giuro, no, in realtà ho sempre desiderato chiamare mio figlio come mio nonno…- ammette, un pochino imbarazzato.
- Piuttosto, tu come lo sai?- domanda con fare inquisitore.
- Me lo ha detto lui che si chiama così- dico ovvia sorridendo.
- Beh, allora, se tu non hai nulla in contrario…- mi dice rilassandosi sulla poltroncina e io scuoto la testa convinta.
- Assolutamente no- confermo.
- Allora Gohan sia- esulta felice.
Il nostro momento intimo viene interrotto da Bulma che arriva in camera come una furia, quasi mi si getta al collo, facendomi scricchiolare pericolosamente le mie già fragili ossa.
- Ahio, se non mi ha spezzato il collo Radish, lo farai tu!- dico lamentosa lanciandole un’occhiataccia mista a sollievo.
- Mi hai fatta preoccupare da morire, io...io ti odio!- urla rasentando l’isteria e io le sorrido rassicurante.
- Sto bene, guarda, un po’ ammaccata, ma bene tutto sommato- dico sorridente.
- Sei viva, è questa la cosa importante, ti eri cacciata in un brutto pasticcio- si accoda Vegeta con la solita voce atona, poi cambia completamente espressione, rivolgendosi a Goku.
- Sbaglio o Kaaroth qui ha qualcosa da dirmi?- domanda con malcelato sarcasmo il principe e il suo migliore amico sorride imbarazzato.
- Parliamone fuori, ti va?- lo invita Goku con un sorriso tirato e i due si avviano fuori.
Goku si accascia su un delle sedie dell’ospedale, chiudendo gli occhi e sospirando pesantemente.
- Urca, sono distrutto- confessa.
- E lo credo bene…- gli fa notare tagliente l’amico, mettendosi di fronte a lui poggiato al muro con le braccia conserte.
- E sto morendo di fame, qui non c’è niente da mangiare, uffa- protesta imbronciato.
- Di’ un po’, ma come diavolo è successo?- domanda Vegeta con una smorfia e Goku non può fare a meno di illuminarsi.
- E’ una sensazione incredibile! Fuori dal normale! Una cosa che non ti riesco a spiegare a parole- dice su di giri e Vegeta lo fissa torvo.
- Una forza, un’energia inspiegabile- continua quello alto, incapace di trovare parole che rendano giustizia alle sensazioni provate trasformato in Super Saiyan.
- La leggenda narrava di un guerriero dai capelli d’oro, risvegliato dal dolore e dall’odio, ma che combatte con cuore sereno- ricorda Vegeta, per poi restare in silenzio.
- Ogni volta che ripenso alla scena in cui quel verme di Freezer uccide mia madre, sotto i miei occhi, io…io…- comincia Vegeta digrignando i denti e serrando i pugni, talmente forte da conficcarsi quasi le unghie nella carne.
Goku si alza dalla sua postazione e gli posa una mano sulla spalla con fare fraterno.
- Lo so, sarebbe toccato a te trasformarti per primo, con quello che hai passato- gli dice comprensivo e Goku si aspetta che lui si sottragga al suo tocco, ma stranamente Vegeta si rilassa.
- Ma quando ripenso a quello che è successo, il mio cuore non è per niente sereno e poi ero troppo piccolo per diventare un Super Saiyan- conclude convinto, tornando a incrociare le braccia al petto.
- Già, ma come ho detto a Maya, credo non mi succederà più. La rabbia che ho provato è stata indicibile- afferma Goku con serietà.
- Immagino- replica l'altro, dandogli per un attimo le spalle.
- Entrare lì e trovare lei tramortita sotto i suoi colpi, ancora ribollo di rabbia- continua il più giovane stringendo gli occhi a due fessure.
- Per fortuna, ti sei sbarazzato di lui, non dovremmo più preoccuparcene- risponde tranquillo Vegeta.
- Sì, per fortuna- commenta Goku sospirando.

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- Temevamo che non ce l’avresti fatta, il padre di Goku era seriamente preoccupato quando ci ha telefonati, abbiamo fatto il prima possibile. Oh Maya, che spavento terribile!- dice Bulma, gettandosi nuovamente a piangere sulla sponda del mio letto.
- Ho temuto io stessa il peggio, però…- sorrido alzando le spalle.
- Però?- domanda lei curiosa, alzando nuovamente lo sguardo.
- Il mio bambino mi ha salvata- butto lì con un mezzo sorriso, in attesa della sua reazione, ma Bulma è stranamente tranquilla e prende a sistemare i bordi del lenzuolo.
- Già...- risponde sottovoce, poi si blocca sotto il mio sorrisetto sardonico e si volta a guardarmi ad occhi sgranati
- Il tuo cosa?!- domanda incredula.
- Beh, era per questo l’invito a cena stasera, stavo pensando a un modo carino per dirlo a tutti- la informo stringendomi nelle spalle, ma mia sorella non mi fa neanche finire la frase e si getta di nuovo tra le mie braccia, stavolta quasi piangendo istericamente.
- E’ una notizia favolosa!- esulta stringendomi tra le lacrime.
- Ok, d’accordo, ma ti prego, non stritolarmi così- l’avviso nuovamente.
- E’ fantastico! Te l’avevo detto che i nostri figli giocheranno insieme, avranno pochissima differenza d’età, come abbiamo sempre sognato! Finalmente!- dice alzando gli occhi al cielo colma di gioia, ma il baccano che sta facendo richiama all’attenzione Vegeta e Goku fuori dalla porta.
- Ti spiacerebbe abbassare il volume della voce? O vuoi essere ricoverata alla neuro?- domanda acido il suo compagno, facendoci però scoppiare a ridere.
La giornata sicuramente non è andata come speravo, anzi, si è rivelata l’opposto di come me l’ero immaginata. Ma finalmente l’incubo è finito, Radish è sparito per sempre dalle nostre vite e adesso, io e Goku dobbiamo solo aspettare l’arrivo del nostro bambino.

 

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Capitolo 49
*** Un Arrivo Speciale ***


CAPITOLO 49:

Dopo essermi rimessa completamente in sesto da terribile scontro con Radish, ho ripreso gli allenamenti con Goku.
“Dovevo diventare più forte, era questione di vita o di morte...”
Ho proseguito fin quando il pancione non era diventato troppo ingombrante e il piccolo iniziava a scalciare troppo, facendomi sentire quanto apprezzasse il fatto che io mi dedicassi alla lotta con così tanta costanza. Così come mia sorella, ho continuato a lavorare fino alla trentacinquesima settimana di gravidanza, quando a momenti non riuscivo neanche più ad allacciarmi le scarpe al mattino per andare in ufficio, a quel punto anche sotto consiglio di mia madre e mio padre che era stufo di vedermi in giro per l’azienda, cercando sedie e divani per trovare ristoro, ho chiesto di andare in maternità.
La gravidanza è stata tranquilla tutto sommato, a parte qualche nausea mattutina, molto comune, tutto è filato liscio e normale.
Soprattutto normale.
“E questa era tra le mie preoccupazioni più grandi…”

Portare in grembo un bimbo per metà alieno non è proprio una passeggiata, ma a parte il senso di onnipotenza e sentirsi piena di energie, cosa che ha constatato anche Bulma con Trunks, la gravidanza di un Saiyan non è poi così diversa da quella di un comune terrestre e visto che da quando sono stata ricoverata tutto quel tempo per riprendermi dopo la lotta con quel mostro, ho preso un po’ in odio gli ospedali, ho iniziato ad accarezzare l’idea di un parto in casa.
La mia turchina sorella, però, ha storto il naso a quella notizia, cercando di dissuadermi in ogni modo.
- Maya, tu non sei normale- sentenzia, mantenendo stranamente un tono pacato.
- Se non fossi stata in ospedale, non so come avrei reagito a quel dolore insopportabile, perché rischiare?- mi dice in tono consigliero.
- Perché è una bella esperienza secondo me e poi non ho voglia di tornare in ospedale, con quel cibo orrido- replico disgustata.
- Scherzi, vero? E se dovessero esserci delle complicazioni?- domanda con tono inquisitorio.
- Non ce ne saranno- la rassicuro con un sorriso smagliante.
- Ascolta, nessuno di noi ha esperienza come levatrice, non siamo nel Settecento, sai?- mi ricorda piccata.
- Ti farà piacere sapere che Gine ha fatto nascere parecchi bambini Saiyan prima che il loro pianeta d’origine fosse distrutto- la informo.
- Davvero?- domanda curiosa, io annuisco.
- Sono in ottime mani e poi ci sarai anche tu con me, devi starmi vicina, me lo hai promesso- le ricordo, puntandole contro l’indice.
- Certo, non ti lascerei per nulla al mondo. Ma al primo urlo atroce, ti porto dritta in ospedale, intesi?- cerca di negoziare, indicandomi minacciosamente a sua volta.
- Intesi- rispondo arresa.

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Giugno

Quest’oggi Goku è in palestra con Vegeta tutto il giorno, così ho invitato le donne della mia famiglia per darmi una mano con i preparativi, come sistemare la culla, i giocattoli e rendere la cameretta accogliente e completa, proprio come l’avevo sempre immaginata.
Il termine è previsto per il 20 di questo mese, tenendo anche conto della settimana aggiuntiva che tutti i ginecologi si riservano di inserire, ma a conti fatti potrei partorire in qualsiasi momento, infatti Goku, al contrario del suo migliore amico quando è nato Trunks, vuole essere in giro il meno possibile per evitare di vedermi contorcermi dal dolore.
E soprattutto, vorrebbe evitare la vista di aghi e siringhe se possibile.
“Cominciamo bene...”

È tardo pomeriggio ormai e Bulma, Gine e la mamma mi stanno aiutando a sistemare le ultime cose per l’arrivo del piccolo. Nonostante abbia soltanto un lieve mal di schiena, non ho fatto altro che sorbirmi lamenti e ammonizioni riguardo al fatto che dovessi andarci piano e riposarmi.
“Tutte stronzate, sto benissimo!”
Neanche il tempo di pensarci, che mi siedo stanca e ansante su una delle poltroncine in terrazza, sperando di non destare sospetti.
- La cameretta è bellissima, è venuta proprio bene- si complimenta Gine con Bulma.
- Grazie, oltre ad essere una scienziata sono anche un’artista- dice lei risoluta e poi si siede accanto a me.
- Maya passami il cellulare per favore, così facciamo una foto da mandare a James e C-
Io mi mordo nervosamente il labbro inferiore, stringendo le gambe e avvertendo una sensazione umida e appiccicaticcia sulle gambe.
- Lo farei anche, ma...- lascio la frase a mezz’aria, abbassando lo sguardo e notando la pozza ai miei piedi.
- Cosa?- chiede, voltandosi nella mia direzione, ma cambia subito espressione notando la mia preoccupata.
- Credo mi si siano rotte le acque- annuncio passando in rassegna gli sguardi delle presenti, che sembrano di colpo essere diventate delle statue di cera.
- Chiamate Goku- è l’unica cosa che riesco a dire e da quel momento è tutto un susseguirsi di emozioni a ritmi velocissimi.
Gine prende il comando della situazione, mentre la mamma e Bulma, fronteggiato l’iniziale panico, si apprestano a preparare tutto l’occorrente per il parto, per poi farmi adagiare lentamente sul divano, Gine mi toglie veloce i pantaloni e mi allarga le gambe, mentre io comincio a respirare come ho imparato. Inspiro lungo, due espiri corti e procedo così, cercando di restare concentrata.
- Non mi rovinate il divano, per favore- ordino loro stringendo i denti, senza perdere il ritmo del respiro.
- Cielo, sta per partorire e pensa al divano!- urla isterica mia sorella.
- Io desideravo solo morire mentre arrivavano le contrazioni- mi dice allucinata, sconvolta dal mio autocontrollo.
- Bravissima, tesoro, stai andando benissimo!- mi dice Gine sorridendo, affacciandosi in cima alle mie ginocchia.
- Chiamate Goku per favore?!- chiedo alzando un po’ il tono della voce che tradisce il dolore che cerco di padroneggiare.
- Ci siamo, sento che sta arrivando…- annuncio chiudendo gli occhi e scuotendo velocemente la testa.
- Continua a respirare, vai alla grande, vedo già la testa!- ci mette al corrente emozionata la Saiyan, mentre il dolore alla parte inferiore del corpo inizia a farsi via via più forte, a tratti insopportabile.
- Va bene Maya, ora devi spingere, ok? Quando te lo dico io, spingi con tutta la forza che hai- mi ordina Gine penetrandomi con lo sguardo e io annuisco veloce in segno d’assenso.
- Bulma, prendi un asciugamani, l’acqua calda aiuterà i muscoli a distendersi- dice per poi voltarsi verso mia sorella, che esegue veloce, tamponandomi il sudore con la tiepida pezza.
- Ti vedo bene, non stai soffrendo come un cane?- domanda poi alzando un sopracciglio.
“Classica tattica per distrarmi...”
- Abbastanza- mento spudoratamente con una smorfia.
- Sorella mia, o sei un supereroe o hai una soglia del dolore paurosamente alta- conclude, tenendomi forte la mano, che io prontamente stringo quando sento che sta arrivando un’altra contrazione.
Dopo un tempo che mi sembra troppo lungo, scandito soltanto dai respiri e dal dolore delle contrazioni, sento la porta di casa sbattere e Goku e Vegeta che si precipitano in salone.
- Eccomi- annuncia Goku, pallido come un cencio, non appena mette a fuoco la scena davanti a sé.
- Ah, Kaaroth, finalmente! Coraggio, vieni qui- lo invita sua madre e lui si avvicina fissandomi stralunato.
- Maya se la cava piuttosto bene- dice Vegeta di spalle alla porta del salone e Bulma gli lancia un’occhiata glaciale mentre si lava le mani nel lavabo della cucina.
- Non tutti i parti sono uguali, per tua informazione- lo rimbecca tagliente, mentre in salone il travaglio continua e Gine fa cenno al figlio di sistemarsi alle mie spalle.
- Siediti lì e tienila dritta, massaggiale la schiena se riesci- ordina a Goku risoluta.
Lui esegue quanto gli è stato chiesto, fissandomi di lato con sguardo trasognato.
- Così?- domanda impacciato.
- Sì, ti prego continua- gli dico chiudendo gli occhi quasi in beatitudine.
“Incredibile, sento il dolore diminuire sempre più…”
E poi lui intreccia le sue mani con le mie abbracciandomi da dietro.
- Non preoccuparti, stringi forte- mi dice e io annuisco senza pensarci troppo sopra, affondando le unghie nel dorso della sua mano.
- Coraggio, Maya, così- dice Gine mentre io mi lascio andare e inizio ad urlare.
- Se la cava bene, eh?- mormora ironica Bulma a Vegeta, fissandolo torva.
- Preferisco mille battaglie e non questo baccano insopportabile- chiude la faccenda Vegeta, trasferendosi nella nursery lontano dagli schiamazzi, dove al momento Trunks dorme stranamente tranquillo.
Con una smorfia di dolore dipinta in faccia e urla da spaccare i timpani che ormai non riesco più a contenere, stringo le mani a Goku con tutta la forza che ho e poi abbandono la testa all’indietro contro il suo petto.
- Ecco anche le spalle, ci sei Maya, un ultimo sforzo- la voce di Gine è sempre più emozionata.
- Non ce la faccio- mormoro arresa ad occhi chiusi, ormai allo stremo delle forze.
- Sì, che ce la fai, non ti arrendere- mi sussurra Goku.
- Sono sfinita, vi prego, basta- dico piagnucolando.
- Coraggio, Maya, ricordi? I Saiyan non implorano mai...- mormora Goku per darmi la carica necessaria a compiere quest’ultimo immane sforzo.
- Ancora una spinta- mi incita Gine con un sorriso stampato in faccia.
- Dai Maya, così!- esulta Bulma che dalla sua visuale riesce quasi a vedere il bambino.
E con il sostegno di tutta la mia famiglia,ecco che ce la metto tutta e spingo con le ultime forze rimaste, urlando e stringendo forte i polsi di Goku, quando un pianto energico invade la stanza.
Mia madre con le lacrime agli occhi si affretta a passare degli asciugamani puliti a Gine, che emozionata anche lei pulisce il bambino.
- Oh...Ciao piccolino, benvenuto- dice Gine con gli occhi che le brillano.
- Amore della nonna- si accoda mia madre, incapace di contenere il pianto.
- Ce l’hai fatta- mi sussurra Goku e io espiro forte abbandonandomi completamente contro il suo corpo massiccio, poi mi volto ad osservarlo e lui sembra un ebete, ma la sua espressione non migliora quando Gine ci mostra il bambino.
- Guardatelo!- annuncia trionfante, attirando la nostra attenzione e l’espressione di tutti i presenti cambia di colpo, quando notiamo una cosa molto particolare.
- Oh santo cielo- soffia Bulma esterrefatta.
- Cos’è quella?- chiedo terrorizzata, indicando il bambino.
- Beh, se ti riferisci a quello che penzola dal suo fondoschiena, direi che si tratta proprio…- la frase resta a mezz’aria, completata da un coro delle voci di Goku e Vegeta.
- Ha la coda!- esclamano increduli, mentre io mi volto nuovamente verso Goku quasi terrorizzata.
- Cosa succede adesso?- chiedo ansiosa.
- Nulla, stai tranquilla- mi rassicura, chiudendomi in un abbraccio pieno di dolcezza e gratitudine per avergli appena regalato la cosa più preziosa al mondo.
- A quanto pare è un vero Saiyan, il mio nipotino, aspettate che lo sappiano Bardack e il Re- annuncia Gine fiera, mentre io continuo ad osservare riluttante quella lunga coda marrone e pelosa poco più su del sederino del mio bambino.
- Gliela toglieremo, se vuoi, non agitarti- mi rassicura nuovamente Goku, leggendomi perfettamente nel pensiero.
- Va’ dalla mamma, su- dice Gine, posandomi in braccio quel fagottino e un dolce visino paffutello, spunta da quegli asciugamani con vispi occhi e tanti capelli neri.
“È il mix perfetto tra me e suo padre. Proprio come Bardack aveva previsto...”
- Ciao, piccolino- dico mentre lacrime di gioia solcano le mie guance, Goku mi guarda, poi torna a guardare suo figlio completamente fuori di sé dalla gioia.
- Ciao, Gohan- dice felice e io sorrido a mia volta.
Quando quel giorno in ospedale, dopo quello strano sogno, io e Goku siamo stati subito d’accordo sul nome di nostro figlio, lui ha voluto raccontarmi la storia di suo nonno, il padre di Bardack, che ha combattuto con onore quando il pianeta d’origine dei Saiyan è stato invaso da quell’orribile mostro di nome Freezer.
Non avremmo potuto scegliere altro nome se non questo per lui.
- Sei così bello- mormoro persa, mentre quello scricciolo sbadiglia e io lo cullo delicatamente.
Bulma e Vegeta si avvicinano curiosi di conoscere il loro figlioccio.
- Non posso crederci, ha la coda… perché Trunks non ce l’aveva?- domanda il principe storcendo il naso.
- Perché… perché credo che mi sarebbe venuto un infarto se l’avesse avuta- replica velenosa Bulma.
- E poi i miei meravigliosi e geniali caratteri genetici hanno prevalso, che vuoi farci- conclude lei, beccandosi un’occhiata in tralice dal suo compagno.
Io li osservo e sorrido, poi la mia attenzione viene nuovamente e completamente catalizzata dal bambino tra le mie braccia.
“Adesso sì, che la mia vita ha un senso. Quel senso che doveva avere sin dall’inizio.”


********************************************************************************************************

9 mesi dopo…

- Ma gli farà male?- chiedo preoccupata a Bardack.
- Non sentirà nulla, soprattutto se dorme e poi ancora non cammina, non avrà alcun problema, fidati- mi rassicura il padre di Goku, abbozzando un mezzo sorriso.
- Io non voglio vederlo- annuncio, scuotendo energicamente la testa e dando le spalle ai presenti.
- Maya ti dispiace se la conservo? La coda, intendo…- domanda Veldock avvicinandosi per un attimo a me, mentre io continuo a dargli le spalle. Mi volto lentamente, con la fronte aggrottata, elaborando la sua domanda.
Dall’espressione interrogativa che immagino si sia dipinta sul mio volto, Veldock cerca di chiarire la sua posizione, ma Vegeta lo batte sul tempo parlando per primo.
- Mio padre intende dire che è usanza Saiyan conservare la coda, se rimossa- spiega il principe risoluto.
- Che orrore!- commenta quasi disgustata mia sorella e il suo compagno, di tutta risposta incrocia le braccia al petto come al solito guardandola male.
- Cos’è che ti procura ribrezzo, esattamente?- domanda pungente, a quel punto, Vegeta.
- Beh, non è proprio come conservare il braccialetto nascita che ho io di Trunks, questa è lunga, pelosa, è una parte del corpo a tutti gli effetti…- replica Bulma, contenendo a stento i conati di vomito.
- Se non vado errato, anche voi terrestri avete l’abitudine di conservare il cordone ombelicale, o i capelli dei neonati, sbaglio?- gli fa notare il compagno con un sorrisetto sardonico.
“Quello di chi sa di avere la ragione dalla sua...”
- Beh, in effetti...- commenta pensosa la turchina.
- E’ la stessa cosa, non lamentarti- chiude il discorso secco Vegeta.
- Io devo avere ancora la mia da qualche parte- si intromette Bardack divertito.
- Anche io, ovviamente- si aggiunge subito il Re.
- Capisco, deve contare molto per voi- replico arresa.
- Dunque, a meno che non voglia conservarla tu, sei sua madre, ne hai tutto il diritto...- comincia Bardack per convincermi.
- Non ho nulla in contrario, ma...- lo interrompo, voltandomi per un attimo verso Veldock.
- Se per sua Maestà non costituisce un problema, vorrei che fosse il Generale a conservare la coda di suo nipote- dico al Re, attendendo trepidante una sua reazione.
L’uomo tutto d’un pezzo davanti a me, sorride leggermente e annuisce.
- Naturalmente- si limita a rispondere e io mi rivolgo nuovamente a Bardack.
- Vorrei che fossi tu a raccontargli un giorno delle sue origini, della sua gente e da quale famiglia forte discende- dico abbozzando un sorriso, mentre Bardack mi fissa nascondendo la sua emozione dietro la solita facciata da duro.
- Sarà un vero onore per me, Maya- risponde mio suocero annuendo sicuro, ma suo figlio ci interrompe uscendo di soppiatto dalla cameretta.
- Ok, Gohan dorme profondamente, direi che è il momento- annuncia Goku avvicinandosi al gruppetto.
- Io resto qui- ribadisco la mia posizione e poi vedo tutti gli uomini allontanarsi lentamente.
- Ci vorrà un attimo- mi rassicura Goku e poi apre nuovamente la porta della nursery facendo entrare suo padre, Vegeta e, infine Veldock e poi se la richiude alle spalle, strizzandomi l’occhio.
- Vegeta l’ha presa proprio male questa storia, è diventato paranoico!- confessa esasperata mia sorella, una volta rimaste sole.
- Non ci ha dormito per notti intere, controllava Trunks ogni volta che gli cambiava il pannolino, ha preso la fissa con la coda- conclude con una smorfia e io le sorrido comprensiva.
- Capisco che è un grande onore per loro, ma credimi per me è stato uno shock e ancora ora se penso che potrebbero fargli male togliendogliela, mi sento una morsa allo stomaco- le dico triste.
- Vedrai che avranno già fatto- e nel mentre lo dice, avvertiamo un leggero pianto provenire dalla nursery e poi silenzio.
- Lo vedi?!- dico apprensiva a Bulma e faccio per entrare in cameretta con lei che mi segue a ruota.
(https://www.youtube.com/watch?v=SFUrZTvyr_I COLONNA SONORA)
Spalancata la porta, trovo tutti loro intorno alla culla e Bardack con la lunga coda di mio figlio tra le mani, mentre Goku si appresta ad accendere il carillon sulla culla.
- Dormi piccolino, non è successo nulla- lo sento sussurrare, mentre tutti mi lasciano spazio per controllare mio figlio.
Dorme beato nella culla a pancia in giù, mi avvicino con la mano al pannolino per controllare “i danni” e prima che lo sposti, Goku mi avvisa di una cosa.
- Gli ho messo un cerotto, giusto per precauzione, non dovrebbe perdere sangue- mormora sottovoce cauto.
Io mi volto a guardarlo allucinata, ricordandomi all’ultimo di non urlare e strepitare per non svegliare Gohan.
- Perdere sangue?! Mi avevi garantito che non gli sarebbe successo nulla e l’ho sentito piangere, ora mi parli di sangue?!- chiedo nel panico, gesticolando con enfasi.
- Shh, non ti agitare. Guardalo, dorme tranquillo- dice Goku, facendo un cenno con la testa alla culla.
Rivolgo nuovamente lo sguardo nella sua stessa direzione e in effetti Gohan è lì che dorme della grossa accanto al suo peluche preferito.
- Veloce e indolore, come ti avevo promesso- conclude Goku con un sorriso, mentre gli altri, sentendosi di troppo, decidono di lasciare la stanza in silenzio.
Sospiro di sollievo e poi mi perdo a guardare per un attimo Goku che fissa con aria fiera nostro figlio.
- Scusami, mi sono preoccupata- dico andandogli accanto, lui mi cinge le spalle con un braccio, mentre io mi appoggio con la testa sulla sua spalla ed entrambi guardiamo nostro figlio dormire.
- Non mi stancherei mai di guardarlo- confesso con tenerezza.
- Già, abbiamo fatto proprio un bel lavoro- risponde dandomi un bacio sulla testa.
- Lo hai detto, eppure quella sera ero triste, non mi sono impegnata molto- mormoro ironica, mentre Goku mi guarda con una faccia da pervertito.
- Oh no, ricordi male, ti sei impegnata eccome- mi dice in tono malizioso.
- Smettila!- gli intimo imbarazzata, con le guance che vanno a fuoco e lui mi sorride.
- Ti amo- gli dico, perdendomi nei suoi profondi occhi neri.
- Anche io, tantissimo… quando ne facciamo un altro?- domanda grattandosi la nuca.
- Cosa?!- chiedo esterrefatta.
- Scherzo!- si affretta a ribattere in sua difesa
- Meglio per te!- lo ammonisco, puntandogli l’indice contro e assottigliando lo sguardo.

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Capitolo 50
*** Ti ho aspettato per tutta la vita... ***


CAPITOLO 50: FINALE.

(https://www.youtube.com/watch?v=0Ej8_YNdlfQ COLONNA SONORA)
Fare i genitori è stata la sfida più grande di tutte, soprattutto per Goku che è lui stesso così bambinone. Vederlo destreggiarsi tra pappette e pannolini mi ha fatta divertire un sacco, ma paradossalmente è il padre migliore che possa esistere, è quello da fiabe della buonanotte, dai giochi anche pericolosi e del divertimento.
Gohan è un bambino sorprendente, proprio come l’ho visto quella volta in sogno, ha iniziato a parlare e camminare talmente presto che non mi ha mai davvero dato l’idea di un neonato, fin dall’inizio. È proprio un piccolo vero Saiyan, ma al contempo così diligente e con tanta voglia di vivere e giocare.
Ogni volta che io e suo padre lo guardiamo, capiamo quanto la vita ci abbia fatto il dono più grande regalandoci questo meraviglioso bambino.
Crescere Gohan e fargli da madrina e padrino ha fatto venire a Bulma e Vegeta la voglia di avere un altro figlio e così, non appena Trunks ha cominciato a chiedere insistentemente di avere un fratellino o una sorellina con cui giocare, i suoi genitori si sono messi all’opera e così è nata la piccola principessa che papà Vegeta tanto desiderava, mentre noi, quando Gohan ha iniziato l’asilo, io e Goku abbiamo deciso di provare anche noi ad avere un altro bambino e, con nostra grande sorpresa, al primo colpo, senza la minima preoccupazione, sono rimasta incinta del secondo figlio, la piccola peste di casa Son, visto quanto scalcia e quanto, al contrario di suo fratello, mi toglie le energie e mi fa rimettere anche l’anima a tutte le ore del giorno, ma sono felice...
"...Dopo tutto, questo è quello che ho sempre sognato"

****************************************************************************************************

- Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Bra, tanti auguri a te!- canticchia Bulma, arrivando in giardino trionfante con un’enorme torta di compleanno rosa e una candelina accesa che troneggia al suo centro.
La bimba, dai meravigliosi capelli turchini e gli occhioni azzurri, stretta tra le braccia del suo papà, batte felice le manine alla vista della sua prima torta di compleanno.
- Coraggio, amore, spegni la candelina!- la invita sua madre.
- Forza, Bra, così- si accoda Vegeta, mimando il soffio della candelina, ma la piccola ignora totalmente i suoi genitori e spegne la candelina con le dita. Noi, spaventati che possa essersi bruciata, la vediamo invece battere le manine felice del suo operato.
- Beh, cominciamo bene, una soglia del dolore da vera Saiyan- osserva sua madre, mentre Vegeta si coccola la piccola con aria fiera.
Poco più in là Goku è impegnato a parare i colpi di Trunks e Gohan che sembrano metterlo in seria difficoltà.
- Ohoh attenzione, qui mi mettete al tappeto quando collaborate- cerca di difendersi Goku.
- Di nuovo!- urla supplichevole Trunks.
- Dai papà, combattiamo ancora!- si accoda Gohan, mentre io mi godo la scena seduta sull’erba fresca del giardino di quella che una volta era casa mia, accarezzandomi il pancione.
- Ragazzi, la vostra cuginetta vorrebbe giocare con voi- ricordo loro con finto tono ammonitore, indicando Marron con la testa che sembra non essersi schiodata dai jeans di sua madre Charlotte per tutta la durata della festa. Così i due maschietti smettono di lottare e propongono una partita a nascondino, per non escludere la piccolina di tre anni, nata dal matrimonio tra C e Crilin.
Trunks, da bravo caposquadra, essendo il più grande, è colui che propone sempre i giochi e Gohan, suo fedele braccio destro, lo imita in tutto.
“Più crescono, più somigliano ai loro padri…”
- Heilà, qualcuno darebbe una mano ad una donna gravida?- chiedo attirando l’attenzione dei presenti.
- Tesoro, ero così presa dalla torta- si scusa mia sorella, mentre cerca di tenere a bada Bra che vuole fiondarsi con le paffute manine nella torta, Goku però batte tutti sul tempo.
- Avanti, ti aiuto io, piccola- mi dice dolce porgendomi le mani e io mi alzo con poca fatica visto che lui riesce a reggere quasi tutto il peso tirandomi su.
- Mamma quanto scalci- mormoro guardandomi la pancia, una volta in piedi.
- Sei anche tu un piccolo guerriero, vero Goten?- dice toccandomi la pancia e sentendo il bambino scalciare a sua volta.
- Sono condannata ormai, ci ho fatto il callo- commento ironica e Goku mi sorride, quando la voce squillante di Gohan ci interrompe.
- Mamma!- mi corre incontro abbracciandomi.
- Amore, hai mangiato la torta?- chiedo dolce e lui annuisce.
- Era buona?-
- Sì, la nonna è bravissima con i dolci, lo sai!- risponde felice.
- Gohan, vuoi sentire il tuo fratellino?- domanda Goku, accucciandosi accanto a lui.
- Oh sì!- risponde felice il bambino e, senza farselo ripetere due volte, si appoggia subito con l’orecchio sulla mia pancia, mentre io sorrido fiera.
- Quando potrò giocare con lui?- domanda curioso, alzando lo sguardo verso di me.
- Tra poco tesoro, presto lo conoscerai- lo rassicuro, carezzandogli i capelli corvini.
- Anche lui non vede l’ora di vederti, lo sai?- continua Goku e il piccolo gli sorride.
- Davvero?- domanda emozionato.
- Urca se è vero!-
- Hey, stiamo aprendo i regali!- la voce di Bulma ci richiama all’ordine, sollevando Trunks che a momenti è diventato più alto di lei.
- Dobbiamo ancora aspettarvi per molto?- domanda sornione James, tenendo la sua nipotina Marron tra le braccia.
E io guardo Goku felice, lui si carica Gohan sulle possenti spalle e poi mi prende la mano sorridendo.
- Andiamo?- mi chiede.
- Andiamo- rispondo sospirando felice.
E ci avviamo per mano verso i nostri amici, già intenti a festeggiare.
In quell’attimo realizzo che la visione di Bardack, è davvero e finalmente diventata realtà.

-------------------------- THE END ------------------------------

Note dell'autore: con non poca fatica finalmente sono riuscita a postare anche l'ultimo capitolo di questa storia, i cui albori risalgono al lontano 2009 e che ha subito diverse modifiche, anche e soprattutto durante il periodo più difficile della mia vita, quando tre anni fa esattamente di queste giornate, rischiavo seriamente la vita a causa del Covid. Dunque, per mia scelta, decido di proporvi esattamente ciò che ho annotato alla fine di questa storia, esattamente dopo la sua ultima modifica, a gennaio del 2021.
Grazie a tutti per aver speso anche una piccola parte del vostro tempo per leggere questa storia.

Dragon Ball ha rappresentato una parte importante nella mia infanzia. Ancora oggi, guardando gli episodi, mi rendo conto, anche a 26 anni di quanto c’è da imparare da Goku, Vegeta e gli altri. Se sono una ragazza forte, è anche grazie a voi, perché solo chi riesce a riconoscere i propri limiti e a superarli, è un vero Super Saiyan.
Nei momenti dei miei 3 interventi ho pensato tutto il tempo di essere un Saiyan, Goku, non sai quanto mi sei stato vicino in questi mesi così difficili. Mesi fatti di forza, di lotta e di momenti di difficoltà. Fin da piccola sei sempre stato il mio grande amore, ancora oggi dopo 21 anni lo sei ancora, sei stato così reale e così vicino a me che quasi mi riesce difficile spiegarlo a parole ed è per questo che non vedo l’ora di portarti sulla mia pelle, come segno di gratitudine, per sempre. Grazie di tutto Goku, mio eroe di sempre.

Mariangela.

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