Mawt Maei (Muori con me)

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'antico gioco da tavolo ***
Capitolo 2: *** Il sentiero nel cielo ***
Capitolo 3: *** Occhi blu ***
Capitolo 4: *** Uniti ***
Capitolo 5: *** Ricordo perduto ***
Capitolo 6: *** Il castello dei sogni ***
Capitolo 7: *** Il duello delle ombre (Prima parte) ***
Capitolo 8: *** Il duello delle ombre (Seconda parte) ***
Capitolo 9: *** Vivi con me ***



Capitolo 1
*** L'antico gioco da tavolo ***


- Kaiba...-
Una smorfia su quel viso e ogni cosa sembrava già tornare al suo posto.
Tutto quello che in quei mesi si era rotto, ogni ingranaggio, riprendeva a girare.
I duel disk al braccio di entrambi, come doveva essere, come per sempre doveva rimanere nella testa del miliardario giapponese.
E sotto sotto, forse, non dispiaceva neanche all'altro. Certo, magari quel per sempre era un po' da pazzoide per i suoi gusti, ma tutto sommato, ora che i pericoli erano finiti e i suoi più cari amici erano al sicuro e liberi da ogni male che lui stesso li aveva portato, ora, forse, poteva concedersi al folle volere dell'altro che in fondo lui stesso altrettanto amava.
Giocare, solo loro due, ogni qualvolta avessero voluto, o meglio ogni qualvolta che Seto Kaiba avesse voluto, perché come al solito non gli lasciava scelta.
- ...duelliamo!-
Ma il varco temporale che l'avanzata tecnologia della Kaiba Corp. era riuscita a creare per il folle e quasi romantico sogno del suo proprietario aveva lasciato un antico gioco da tavolo egizio cadere dal passato nella Domino del presente e fu proprio un ragazzino appassionato di questi giochi a calciarla per sbaglio lungo una strada affollata di quella città.
- Ahii- disse tenendosi il piede dolorante, non era mai stato di corporatura robusta.
- Hai sbattuto?- Chiese preoccupata la sua più cara amica, che forse solo amica non era.
Era rientrata da poco a Domino dopo un lungo studio in America riguardante la sua più grande passione, la danza. Gli studi non erano terminati ma l'estate si avvicinava e aveva un periodo di vacanza che ovviamente decise di trascorrere a casa dai suoi grandi amici e dal suo amato. Amato, la faceva sorridere pensare a lui in quel modo, ancora quasi non si era abituata all'idea di essere innamorata di quel ragazzino che ancora saltellava dolorante per aver dato un calcio a un giocattolo. Eppure lo amava, da impazzire, finalmente riusciva a capirlo a pieno. Avrebbe voluto capirlo prima, pensò perdendo per un attimo il suo sorriso.
Poi spintonò il ragazzo:- E basta, quanto mai ti avrà fatto male?- Prese il gioco.
- Cos'è?- Chiese allora lui incuriosito ripoggiando il piede a terra, gli faceva ancora male ma lei era stata chiara...
- Sembra un gioco da tavolo- glielo porse:- Ehi, sei tu l'esperto. Che dici?-
Il ragazzo dai jeans a sigaretta e camicia violacea prese il colpevole del suo dolore, era un po' polveroso, lo pulì passando una mano e leggendone il nome:- Mawt maei. Che significherà?-
Lo scatolo mostrava disegni dorati con alcuni geroglifici e poi mostrava foreste, montagne e qualche animale.
Anzu, vestita di un top giallo con fiori tropicali e un pantaloncino violetto molto corto notò l'ovvio paese di provenienza:- Direi un gioco egiziano. Immagino che Mawt maei significhi qualcosa in arabo- ridacchiò in maniera amara e quasi spaventata, forse di giochi egizi erano un po' stanchi.
Yugi sorrise:- Hai cambiato colore Anzu! Non è che Egitto uguale giochi delle ombre eh!-
Anzu:- Mm- guardò altrove stando allo scherzo:- Portiamolo da Jonouchi. Magari dentro ci sono pedine mummia!- Prese il polso dell'amato e lo trascinò con sé.
Yugi:- Sai che le odia!- Soffriva ancora in silenzio per il piede.
Anzu:- Appunto!- Rise di gusto all'idea di fare un dispetto all'amico.
Il gruppo di vecchi amici si diede appuntamento a casa di Yugi, sopra il negozio di giochi di Sugoroku Muto. Posarono quel vecchio gioco sul pavimento e si misero a cerchio intorno a lui.
Hiroto Honda, jeans scuro e canotta militare, Katsuya Jonouchi, jeans e maglietta arancio dalle corte maniche nere, sua sorella era con lui e aveva deciso di unirsi, indossava un vestitino rosa chiaro a pois bianchi, l'amico del fratello alla vista non aveva trattenuto complimenti. Yugi e Anzu di fronte a loro.
Honda:- Sembra un gioco egiziano- alzò lo sguardo inarcando un sopracciglio:- Yugi. Sei serio?-
Jonouchi rise sbruffone:- Cosa c'è? Hai paura soldato?- Vista la maglia.
Honda rispose a tono:- Ho chiaramente paura!-
Jonouchi:- Non è che tutto ciò che ha disegnate sopra delle piramidi è gioco delle ombre!-
Anzu guardò Yugi, aveva detto la stessa cosa, infatti il ragazzo sorrise dando corda al migliore amico.
Il signor Muto non si trattenne dall'entrare in camera e leggere:- Mawt maei.-
Jonouchi urlò:- Aah! Ecco!- Sospirò:- Il nonno che appare all'improvviso dal nulla sì che fa paura!-
Shizuka:- Che sciocco!- Sorrise appena:- Non essere scortese!-
Sugoroku:- Significa "muori con me" in arabo. Lo sapete vero?-
- Assolutamente no.-
Honda guardò male Jonouchi che titubò:- Va bene ok, questo forse fa un po' paura. Ma è solo un gioco horror, ovvio. Giochiamo o no?-
Il nonno così come era arrivato se n'era anche andato, aveva solo sentenziato la sua cultura per poi lasciare i giovani a divertirsi.
Yugi annuì:- Sì!- Aprì lo scatolo, notò le pedine, otto. Lesse velocemente le istruzioni mentre Jonouchi apriva il piano di gioco.
- Dice che in otto è più facile giungere alla vittoria, ma non sembra ci sia un obbligo di partecipanti, immagino un minimo di due. Giochiamo tutti?-
Anzu prese le pedine, due le scivolarono dalle mani posizionandosi ognuna in un preciso punto del tabellone.
Attimi di silenzio in cui si guardarono.
Honda:- Volete altro o vi basta per chiudere tutto?-
Jonouchi:- Ma la pianti? Sono cadute lì per caso! Sembra un comunissimo gioco dell'oca- tentò di riprendersi le pedine, non venivano via.
Honda:- Gioco dell'oca che ci vuole morti.-
Anzu:- Ci vuole morti insieme a lei, quasi romantico no?- Sarcastica.
Shizuka:- Le pedine non vengono via?!- Lei veramente spaventata.
Jonouchi:- Sì ma il gioco è vecchio e appiccicoso.-
Yugi:- Giochiamo tutti??- Ripeté come se nulla fosse successo, alzarono le spalle, il gioco aveva detto che più erano più la vittoria sarebbe stata semplice.
Yugi:- Si gioca a squadre, siamo dispari quindi...-
Jonouchi si arrese all'idea di staccare le pedine:- Queste le lascio qui, aumento le difficoltà di gioco!-
Honda gli mise il braccio attorno al collo strattonandolo verso di sé:- Io e la bella Shizuka giochiamo in squadra con questo qui, è chiaro che è quello più bisognoso d'aiuto!-
Jonouchi:- Ahah.-
Yugi annuì dando involontariamente corda alle parole di Honda:- Allora io starò con Anzu!-
Jonouchi, Honda ridacchiando:- Come al solito eh?-
Anzu tirò un calcio alle caviglie di entrambi.
Ognuno si scelse una pedina, la Viola e la Rossa erano quelle già posizionate.
Shizuka scelse subito la Rosa trovandola adorabile. Jonouchi allora guardò l'amica:- Scegli tu, a 'sto punto prima le donne!-
La ragazza assecondò scegliendo l'Azzurra.
Honda:- Vai Yugi, a te, dopo Shizuka e Anzu la donna sei tu!- Ridacchiò.
Yugi:- In confronto a voi due certo- non si offese affatto:- la Nera!-
Honda:- Beh Verde- rubò prima che potesse farlo Jonouchi.
Jonouchi:- Mm, allora per forza Gialla!-
Yugi:- C'è anche Bianca.-
Jonouchi:- Va bene il giallo, il bianco è chiaramente il colore di Seto Kaiba, che schifo.-
Honda:- Scherzi? Davvero abbini il bianco a Seto Kaiba?-
Jonouchi:- Drago BIANCO occhi blu, a chi dovrei abbinarlo?-
Honda:- Cioè... tu passeggi, vedi un muro bianco o passare una bella donna vestita di bianco e tu pensi a Kaiba?!-
Jonouchi:- Se la metti così mi fai sembrare strano.-
Honda:- Era l'intento.-
Jonouchi:- Se facciamo un gioco e c'è una pedina bianca penso a Kaiba. Se vedo passare una bella donna, qualunque sia il colore del suo vestito, credimi, non penso a Kaiba.-
Anzu:- Avete finito?... Ops- le cadde ancora una volta la pedina.
Jonouchi:- Ma che ti prende oggi?!- Cadde anche a lui, e un poco alla volta cadde a tutti, si posizionarono tutte.
La Verde, Honda, la Gialla, Jonouchi e la Rosa, Shizuka, si posizionarono nella stessa squadra della pedina Viola.
La Nera, Yugi, e l'Azzurra, Anzu, finirono in squadra con la Rossa.
Honda:- Ok, non continuate a dirmi che è sempre una coincidenza.-
Yugi, anche lui un po' preoccupato adesso:- Sarà magnetico...-
Al centro del cartellone piano si formulò una scritta "Mawt Maei", i ragazzi si guardarono ancora una volta, senza pensarci Anzu strinse la mano di Yugi, lui ricambiò la stretta forte facendola per un attimo sentire al sicuro.
Un attimo soltanto però, perché poi vennero istantaneamente risucchiati all'interno del gioco, urlarono e nelle stanza risuonò un ultima frase "io ve l'avevo detto!!" prima del silenzio totale. Nella cameretta dell'appassionato di giochi rimase solo quello scatolo, un tabellone aperto, e una pedina bianca fuori di esso che tremava appena.

Kaiba Corp., il proprietario riprese i sensi nella sua dimensione, si asciugò la fronte corrucciata con un fazzoletto umido ed uscì fuori da una delle sue stanze private. La porta automatica si chiuse alle sue spalle, di fronte, come succedeva spesso, si ritrovò il fratello lievemente preoccupato.
Mokuba:- Come ti senti? Come è andata?-
Seto:- Come vuoi che sia andata?!- Posò la sua valigetta sulla scrivania alla sua sinistra.
Qualcosa nello sguardo di Seto fece intuire al fratello la dinamica del duello, come era andata? Come sempre. Allora perché sotto quello sguardo tetro e quella mano che ancora si asciugava la fronte le sue labbra accennavano appena un sorriso.
Mokuba:- Comunque io intendevo il viaggio, non il duello. Stai bene? Effetti collaterali?- Gli porse un bicchiere d'acqua ghiacciata che il fratello bevve tutto d'un sorso.
Seto:- Tutto come previsto. Solo un insolita...-
Mokuba:- Insolita?-
Seto:- ...sensazione di positività- sfiatò con voce sottile quasi non volesse farsi sentire.
Mokuba ridacchiò raccogliendo valigetta e Duel Disk:- Nonostante sia andata come sempre!-
Seto:- Già.-
Un braccialetto al polso del Kaiba minore però suonò un allarme attirando l'attenzione di entrambi.
Mokuba:- Il computer avverte un'anomalia nel viaggio. Non sei tornato solo.-
Seto:- Come sarebbe a dire? Spiegati meglio Mokuba!-
Mokuba:- Cerco di capire meglio! Ti tengo informato!-
Il fratello annuì riempiendosi e scolandosi un altro bicchiere.

Centro di una giungla tropicale. Cinque ragazzi vestiti in modo inappropriato ma con in spalla zaini pieni di viveri e quant'altro.
- Che diavolo?! Avevamo detto che era tutto finito!- La ragazza dai corti capelli castani urlò guardandosi intorno spaventata, i suoi amici erano tutti lì almeno.
Honda strattonò Jonouchi e Yugi per la maglia, quest'ultimo venne praticamente sollevato:- Ora chi è il folle spaventato?!-
Yugi:- Come potevamo saperlo?!-
Honda:- Davvero?- Sarcastico li lasciò andare.
Yugi:- Davvero.-
Il biondo sbraitò togliendosi di spalle lo zaino e ispezionandolo:- E questo cos'è?!-
Shizuka:- Ci sono scorte di cibo, corde, uncini...-
Honda:- Sono le scorte che ci ha dato il gioco. Almeno un lato positivo- si era calmato, sembrava già pronto ad affrontare un'altra avventura con i suoi spettacolari amici.
Anzu sospirò guardando a sua volta lo zaino:- Mi raccomando Jonouchi. Non finire tutte le scorte di cibo da subito- lo bloccò in tempo, stava già addentando un tozzo di pane, la donna lo guardò malissimo.
- Davvero- ripeté il più minuto del gruppo con voce spezzata:- Era tutto finito. Era per forza solo un gioco!- Tremava appena.
I ragazzi lo guardarono:- Ehi Yugi...- il migliore amico si avvicinò con fare delicato, ma prima di lui il più alto del gruppo posò la mano sulla sua spalla:- Ehi. Scherzavo, non buttarti così giù.-
Anzu:- Siamo insieme, affronteremo ogni cosa ancora una volta!- Allungò la mano verso quella degli amici come in un vecchio gesto a loro così caro, sorrise e quel sorriso sapeva scaldare il cuore a tutti gli uomini di quel gruppo.
Ma proprio il suo Yugi non ricambiò né il sorriso né il gesto:- No- disse:- Cioè, sì- li guardò, allungò la mano meccanicamente:- Affronteremo tutto, insieme, come sempre. Ma non doveva, davvero- sguardo basso, le mani strinsero le bretelle dello zaino stretto in spalla:- Ora cerchiamo di capire questo gioco. Mi viene il dubbio che quelle pedine non fossero casuali.-
Honda:- Cosa intendi?-
Shizuka:- Sì, spiegati meglio- attaccata al braccio del fratello.
Yugi serio:- Forse qualcuno aveva già cominciato questo gioco!-
Jonouchi:- Piuttosto, come si gioca?-
La ballerina parlò:- Guardate cosa c'era nel mio zaino...- aprì la mano mostrando due dadi che brillavano d'azzurro, il colore della sua pedina.
Guardarono negli zaini, i dadi li aveva unicamente lei.
Yugi:- La tua pedina è stata la prima delle nostre a posizionarsi, vuol dire che tocca a te.-
Jonouchi:- Allora... dopo toccherà a me!- Yugi annuì.
Anzu:- Che devo fare? Yugi, sei in squadra con me, aiutami.-
Yugi:- Certo che ti aiuto! Ci aiuteremo tutti, ognuno giocherà per la sua squadra, ma credo che l'importante sia arrivare al centro del tabellone!-
Jonouchi portò il pugno al viso e le sue labbra si piegarono in una smorfia:- Sì!! Non importa quale squadra vince, l'importante è fregare Mawt!-
Yugi sfiorò delicatamente le mani un po' tremanti della sua donna:- Coraggio, tira i dadi- le sorrise dolcemente, tanto da rasserenarla.
E allora lei lanciò quei dadi color del cielo.

Kaiba Corp.
- Mawt Maei- il più giovane dei Kaiba spiegava al maggiore dinanzi a un grande schermo:- Significa "muori con me" in arabo.-
- Muori con me?-
- Sì. E' un gioco da tavolo, ma sembra possedere antichi poteri magici. Seto, ci siamo già passati e lo sai.-
Al solito il ragazzo longilineo stentava a crederci.
Mokuba:- Devi fare qualcosa. Può essere pericoloso. L'hai portato tu.-
Seto:- Tsz- sorrise.
Mokuba:- Perché sorridi? Sono preoccupato per te, ti aiuterò.-
Seto:- Lascia stare, tu rimani qui a controllare il varco temporale. Chiederò aiuto a Yugi.-
Mokuba si convinse annuendo ma chiese ancora:- Ma perché sorridi a quel modo?-
- Muori con me- ripeté Seto Kaiba:- E' strano. L'ho pensato più di una volta oggi...- si voltò di scatto, il suo lungo giaccone bianco volteggiò mentre sicuro si allontanava dalla postazione del fratello:- ...mentre combattevo con te- e non parlava nemmeno più a lui.

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Capitolo 2
*** Il sentiero nel cielo ***


I dadi azzurri brillavano sotto i raggi del sole mentre toccando qualche foglia di quei lunghi alberi tornavano giù a terra velocemente, si schiantarono al suolo rotolando un po', il primo si fermò (1), e anche il secondo (1).
Anzu:- Ho fatto solo due, scusate- disse a voce sottile, i ragazzi si guardarono attorno un po' spaventati, la foresta in quel momento era estremamente calma e il clima era piacevole.
Guardarono oltre i fitti cespugli e poi in alto verso il cielo. - Guardate!- Gridò il biondo notando alcune caselle in trasparenza illuminarsi di azzurro, se ne illuminarono solo due, ma notarono che ce n'erano già altre dodici illuminate di rosso, e altre quattro viola, provenienti da un altro sentiero.
Yugi:- E' il tabellone di gioco, sono i due percorsi da seguire!-
Anzu:- A quanto pare il nostro compagno sconosciuto aveva già mosso dodici caselle! Fantastico!-
Jonouchi brontolò:- Il nostro compagno invece non è tutto 'sto granché! Solo quattro caselle!-
Honda li riportò al problema principale:- Sì, ma cosa comporta il lancio di Anzu?-
Continuando a guardare in alto questa volta fu la sorella ad urlare:- Guardate!!- Erano zanzare! Venivano dal cielo ed erano gigantesche!
Come li notarono scesero giù in picchiata puntando proprio loro, iniziarono a scappare urlando.
Anzu:- Sono stata io a chiamarle?!-
Jonouchi che con Honda correva più veloce tirando di forza la sorella:- Fai solo due e chiami questi esseri mostruosi! Questo gioco non fa per te Anzu!-
Anzu:- Vediamo cosa farai tu! Tocca a te se non sbaglio!-
Jonouchi:- Vero!- Controllò nel suo zaino, niente dadi:- Perché?-
Yugi:- Perché queste zanzare non le ha create Anzu! C'erano già da prima!- Si voltò guardando la terra e le radici degli alberi che venivano sradicate:- Questo... questo l'ha portato Anzu!-
I due ragazzi più robusti strapparono alcuni rami possenti per scacciare via quelle bestiacce che prendendo a pieno i colpi indietreggiarono.
Gli alberi da cui avevano strappato i rami aprirono poi i loro spaventosi e giganteschi occhi, con i rami restanti afferrarono i due ragazzi.
Shizuka riuscì a essere scaraventata lontano dal fratello prima di poter essere presa prigioniera, Yugi e Anzu urlarono i loro nomi.
Yugi cercò nel suo zaino in tutta fretta, trovò un bastone di ferro con il quale, aiutato dalle due ragazze riuscì a spezzare i rami che tenevano prigionieri i due.
Gli alberi tentarono ancora una volta di catturarli ma Honda non si faceva fregare due volte, con un pugno quasi spezzò l'albero alle spalle del compagno di squadra che sorridendo ricambiò lo stesso gesto. La foresta maligna sembrava accerchiarli ma ora quei grossi alberi sembravano temere i due robusti ragazzi.
- Ahah!- Ridacchiò il più alto abbracciando machamente l'amico:- Siamo sempre i migliori eh?-
- C'è da chiederselo?! Ahah!- Completamente soddisfatti, il biondo strinse a sé la sorella per proteggerla da un imminente attacco, Yugi non fu altrettanto veloce con la sua compagna che, proprio come i due precedentemente, venne catturata e stretta tra le liane e i rami scuri di uno di quei maledetti tronchi.
Urlarono il suo nome, il più minuto si lanciò con rabbia verso quei rami. Notarono gli altri che le zanzare erano tornate all'attacco.
- Proseguite!- Urlò il ragazzo che ancora tentava di salvare la sua bella:- Scappate, trovate un nascondiglio e lanciate i dadi! Jonouchi, sono sicuro che adesso siano comparsi nel tuo zaino!-
Jono:- Non possiamo lasciarvi qua!-
Honda:- Dobbiamo aiutarvi!-
Yugi sorrise, già stanco per lo sforzo ma pieno di fiducia:- Ci aiuterete continuando il gioco, fidatevi!- Era così sicuro di sé che i ragazzi cedettero.
Jonouchi strinse la mano alla sorella senza mai distogliere lo sguardo dai due amici:- Coraggio, Anzu, fatti forza!-
La ragazza sorrise sofferente, anche lei credeva in loro.
Honda annuì e scappò via coi due amici al riparo da quelle bestie terribili.
Il sole era alto, quasi tutti quei lunghi arbusti erano tornati privi d'anima, solo uno stringeva a sé la sua preda ferendola e indebolendola.
Non c'era più traccia di zanzare, avevano tutte seguito il gruppo capitanato al momento da Hiroto Honda.
Il clima equatoriale, e i suoni della natura avrebbero reso quel luogo un paradiso romantico da visitare, ma Yugi Muto poteva limitarsi unicamente ad osservare la donna che amava gemere tra i rovi di quelle piante.
Si avvicinò a lei, fronte contro fronte:- Scusa se non ho la forza di quei due!- Le mani stringevano quei rovi fino a sanguinare nel tentativo di liberarla.
- Ehi no- disse lei debole:- No no- aprì quegli occhi che brillavano esattamente come i suoi dadi, incredibile come riusciva ad apparire straordinariamente bella anche in quel luogo e in quelle condizioni, con tutti quei graffi addosso e i vestiti lievemente strappati. Sorrideva, il suo sguardo non era mai particolarmente dolce, forse le piaceva mostrarsi più delicata di quanto non fosse in realtà, lei era forte, senza dubbio molto più forte di lui, e gli sorrideva con quegli occhi limpidi:- No- disse ancora:- Io ti amo così come sei. E sono semplicemente felice che tu sia rimasto con me- lasciò anche lei scivolare di nuovo la fronte su quella di lui richiudendo gli occhi ma non perdendo mai quel sorriso di fiducia.
Lui rimase a guardarla, con occhi lucidi, incantato, mentre alcuni raggi quasi lo accecavano impedendogli di vedere bene la sua donna.
- Non l'avevi mai detto- disse appena, prese di nuovo il suo bastone di ferro e si scagliò con tutta la sua forza verso quei rami che la tenevano prigioniera.
- Sei la cosa più bella che mi sia mai capitata!- Urlò piangendo:- Non ti lascerò andare così!- Colpiva e colpiva:- Mi hai sentito?!- Adesso gridava verso il cielo continuando ad accanirsi:- Mi hai sentito gioco?! Lei non morirà con te!!-
Il resto del gruppo intanto correva e correva, fin quando non caddero in una buca sotterranea che sembrava scavata dall'uomo.
- Che diavolo?!- Si chiese il biondo cadendo di prepotenza su qualcuno.
La buca era buia, ma una fiaccola illuminava quel tanto che bastava. La terra era umida e li aveva sporcati da capo a piedi, infastiditi se la scrollarono di dosso riprendendo fiato, forse lì erano momentaneamente al sicuro.
- Voi qui?!- Rispose la persona che Jonouchi aveva involontariamente colpito e loro alzarono lo sguardo vedendolo illuminato dal piccolo fuoco che lui stesso teneva acceso.
- Ryuji Otogi?!- Urlarono tutti e tre, allora era lui uno dei due partecipanti? Colui che aveva cominciato la partita prima di loro?! La pedina rossa in squadra con Yugi e Anzu!
Honda quasi lo aggredì:- Che ci fa tu qui?!-
Otogi:- Avete trovato il gioco? Proprio voi! E avete pensato bene di giocare, bravi!-
Honda:- Senti chi parla! Yugi l'ha trovato per strada, come facevamo a sapere, eh?! E tu allora?-
Otogi infastidito:- Nemmeno io potevo sapere! Ho trovato il gioco vicino la Kaiba Corp. e ho pensato di provarlo per vedere se poteva essere qualcosa da cui prendere spunto, sai?-
Honda:- Sì sì, so.-
Otogi:- Ho trovato casualmente il mio avversario e abbiamo giocato su una terrazzina abbandonata, il gioco deve essere caduto poi in strada...-
Shizuka preoccupata:- Le zanzare erano opera tua?-
Otogi annuì e poi si avvicinò accarezzandole il viso:- Mi dispiace che anche tu sia finita in questo pasticcio- Jonouchi e Honda lo spintonarono.
Jonouchi si lasciò scivolare a terra cercando con foga i dadi nel suo zaino, non aveva certo dimenticato Yugi e Anzu:- Tsz, Kaiba Corp., vuoi vedere che c'entra quel bastardo?! Non siamo soli. Chiaramente Yugi e Anzu sono con noi, lei ha tirato i dadi e ora è prigioniera in un albero. Tocca a me, devo tirare i dadi per aiutarla!-
Otogi si allarmò:- Aiutarla?! Chi ti dice che tirando i dadi non peggiorerai la situazione?!-
Jonouchi lo guardò serissimo:- Bisogna terminare il gioco. Credo sia l'unica soluzione. Che c'è? Sei un codardo?!-
Otogi ingoiò un boccone amaro, guardò Shizuka preoccupata e poi guardò Honda che aveva lo stesso identico sguardo di Jonouchi. Non poteva essere l'unico a tirarsi indietro.
Honda:- Piuttosto? Chi era l'altro giocatore? Sarà in pericolo anche lui, non credi?! Non dirmi che non ti sei messo a cercarlo!-
Otogi:- Beh, nemmeno lei ha cercato me!- Si giustificò.
- Beh, ma lei ha avuto le palle di continuare a giocare! Sai, le caselle della nostra squadra sono avanti di quattro. Dove diamine sono i miei dadi?!- Rovistava nello zaino.
Honda:- Hai lasciato una signorina affrontare il pericolo da solo?! Vergogna- avvicinò Shizuka a sé.
Otogi:- Tsz, signorina. E' capacissima di difendersi da sola quella lì.-
Il ragazzo dalla maglietta arancione smise per un attimo di cercare e alzò lo sguardo verso Otogi, come se avesse avuto un sesto senso:- Otogi. Parla chiaro. Contro chi stavi giocando?...-
- Mai Kujaku- sentenziò sincero. Jonouchi finalmente trovò quello che stava cercando, splendevano gialli come il sole scintillando sotto le fiamme della fiaccola:- Ho trovato i miei dadi- disse soltanto nero in viso, e li lanciò.

- Lei non morirà con te!- Continuava a ripetere tra le lacrime urlando come un matto mentre spezzava rami su rami ma quelli continuavano a venir fuori.
- Yugi calmati! Non ho nessuna intenzione di morire!- Gli urlò allora lei che sembrava molto più calma di lui nonostante il sangue che colava dalla sua pelle.
Yugi la guardava con sguardo affranto e accigliato:- Bene!- Disse soltanto tanto che a lei venne da ridere.
- Che sta facendo quel cretino di Jonouchi? Perché ancora non ha lanciato i dadi?!-
- Lo ha appena fatto!- Disse Yugi guardando nel suo zaino, iniziava a veder brillare qualcosa di nero e il sentiero nel cielo percorreva altre caselle.

Primo dado (6), secondo dado (2).
- Ho fatto otto. Un gran bel numero no, esperto di dadi?- Ancora serissimo, Otogi annuì. Le otto caselle dorate si aggiunsero alle quattro precedenti, riuscivano a vederle anche da sottoterra, il ragazzo le guardò:- Sono anche in squadra con te, da non credere. E pensare che ho anche detto che non sei granché- parlando tra sé e sé.
La sua mano venne afferrata delicatamente da due piccole mani- Coraggio fratello. Dobbiamo aiutare Anzu e poi correre a cercare Mai!- Lui si limitò ad annuire.
Otogi allarmato quasi si nascose dietro Honda che gli disse:- Che uomo coraggioso!-
Otogi:- Devo usare qualcosa come scudo no?-
Honda:- Ah sì?!-
Jonouchu:- Non è il momento di litigare!- Li sgridò:- Fate silenzio, sento qualcosa!- E come tutti fecero silenzio si poteva sentire benissimamente il rumore di qualcosa che strisciava verso di loro, qualcosa di viscido e spaventoso.
Le sue fauci dai denti aguzzi apparvero all'improvviso alle spalle della ragazzina, la stordì col suo veleno e la avvolse nel suo lungo corpo maculato.
- Lascia in pace mia sorella!!- Si accanì su quel serpente gigante a mani nude mordendolo a sua volta nella speranza che lasciasse andare la sua preda.
Honda e Otogi non si tirarono indietro e trovando delle spranghe negli zaini colpirono il serpente fino a stordirlo.
Honda strattonò Jonouchi:- Non credo che morderlo sia stata una genialata!-
Jonouchi:- Come sta Shizuka?!- Si limitò a chiedere nervoso.
Ryuji Otogi la stava portando in salvo, era svenuta, tenendola in braccio l'avvicinò al fratello. Respirava affannata, preda di crampi.
Il ragazzo dai lunghi capelli neri la lasciò andare nonostante la sua possessività tra le braccia del fratello.
- Non doveva andare così- la stringeva togliendole piano i capelli dal viso:- Cos'è questo? Un altro gioco delle ombre?!-
- Non doveva andare così, davvero- ripeté Honda come a citare le parole di Yugi.
- Davvero- ribadì Jonouchi. I giochi delle ombre erano finiti con Atem, non doveva andare così.

Nello stesso istante la porta di un piccolo negozio di giochi a Domino si spalancò.
La sagoma che Sugoroku Muto e il cliente videro in controluce era riconoscibilissima.
- Seto Kaiba- disse quel cliente vestito in jeans e t-shirt a righe.
- Ryou Bakura, ci sei anche tu- disse sempre con poca gentilezza:- Non che mi importi. Devo parlare con Yugi.-
- E' in camera sua, al piano di sopra- disse il nonno del ragazzino:- Ma è successo qualcosa?- Aggiunse preoccupato.
Il milionario non lo degnò di risposta e raggiunse la camera del compagno di giochi seguito dai curiosi Muto e Bakura.
L'anziano fu sconvolto nel non trovare più il nipote e i suoi amici in camera, ma unicamente quel gioco da tavolo con le pedine che avanzavano sole.
Bakura gemette preso da un attacco di panico, perché questo ricordava tanto un gioco delle ombre?!
Mentre il signor Muto trafelato spiegava che i ragazzi giocavano felici fino a pochi momenti prima, Seto se ne stava impassibile a guardare quel tabellone, contò le caselle che portavano al centro, 80 per squadra, le pedine tremavano. Quella Gialla si era mossa da poco, e la Rosa traballava come se a momenti schizzasse via dal gioco eliminata.

- Ho i dadi!- Yugi Muto non titubò un attimo, lanciò i suoi dadi neri, tanto neri che quasi oscurarono il sole quando gli furono paralleli.
- Spero che i ragazzi stiano bene!- I dadi caddero, toccarono terra insieme, (5) e (5).
- Dieci! Ottimo!- Disse la ragazza ancora in trappola.
Improvvisamente soffiò un vento gelido, il clima cambiò di colpo, la terra ai loro piedi si congelò, guardarono in alto, stalattiti di ghiaccio erano pronte a trafiggerli.
Yugi le guardò sorridendo:- Ho sperato tanto che il mio tiro potesse salvarti!- Sembrava fiducioso, una delle stalattiti colpì l'albero che teneva prigioniera la ragazza liberandola, lei strinse la mano di Yugi e più agile di lui corse via seguendo il sentiero tracciato dai loro cari amici.
Si stringevano la mano, e anche se scappavano da enormi spade di ghiaccio pronte a trafiggerli si sentivano caldi, e quasi al sicuro.
- Non moriremo qui, Yugi- lei si voltò a guardarlo mentre con la mano ancora stretta alla sua correva e saltava agile come una ballerina quasi trascinandolo di peso.
L'aria adesso così fredda bagnava i capelli di entrambi, lui la guardava con quegli occhioni spalancati che solo lui al mondo possedeva. Come riusciva ad essere sempre così piena di speranza nei suoi confronti e sempre così tremendamente bella?
Sorrideva:- Noi moriremo vecchi, insieme- concluse e lui non seppe ribattere, semplicemente le sue labbra piano si curvarono in un sorriso beato. Sapeva di amarla da troppi anni, ma era bello trovarsi sorpreso di poterla amare sempre un po' di più, sempre un po' più a fondo.

La pedina Nera si muoveva su quel tabellone di ben dieci caselle. Seto sorrise appena, pensò subito che quella pedina Nera doveva essere Atem.
Eppure Atem non era certo lì. Guardò poi la pedina Bianca rimasta ingiocata.
Bakura invece riuscì a calmarsi, al contrario del povero nonno, sfiorò le spalle al vecchio e poi si avvicinò a quel gioco, forse i suoi amici avevano bisogno di aiuto,
soprattutto quella pedina rosa, la toccò!
E un bagliore li avvolse, così forte che addirittura Seto chiuse gli occhi d'istinto.
Quando li riaprì Bakura non era più con loro. Seto guardò subito la pedina bianca, era ancora lì, non posizionata, si sentì sollevato nel vedere questo.
Si accorse poi dalla voce alterata del signor Muto che con loro c'era qualcun'altro e non più Bakura.
- La... sorella di quell'incapace- borbottò impassibile vedendo la povera ragazza respirare a fatica tra le braccia del proprietario di casa.
Il giovane intuì allora che il gioco doveva aver accettato uno scambio, Ryou Bakura al posto di Shizuka Kawai.

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Capitolo 3
*** Occhi blu ***


- Signorina! Ehi signorina, come ti senti?-
La ragazza ancora svenuta respirava a fatica tra le braccia dell'anziano, che guardando poi Seto disse serio:- Corro a chiamare un'ambulanza. Posso fidarmi di te?-
Il giovane non rispose, si limitò a fissarli con quei suoi occhi blu e Sugoruko Muto lo prese per un sì, lasciò la ragazza poggiata ai bordi del letto, non aveva più la forza fisica per riuscire a sollevarla, e corse al telefono.
Seto rimase a fissarla per un po', poggiò la sua valigetta, la prese di peso e la posò sul letto di Yugi. Notò allora che aveva dei segni come un morso di serpente sul braccio destro.

- Ryou Bakura?!-
Fu l'esclamazione di tutti nel vedere scomparire la giovane e apparire al posto suo, tra le braccia di Jonouchi, il timido compagno di classe.
Il biondo lo strattonò di colpo quasi scaraventandolo, come se avesse colpe:- Dov'è mia sorella?!- Chiese.
Il ragazzo tossì leggermente, colpa della terra:- Non lo so... lei... lei era la pedina rosa?-
Honda:- Sì- disse scontroso anche lui preoccupato per le sorti della giovane.
Bakura guardò nel suo zaino, notò dei dadi rosa:- Significa qualcosa?-
Otogi:- Dovevano essere i suoi dadi!-
Honda:- Toccava a lei!-
Bakura:- Allora forse... sono entrato al suo posto e lei e al sicuro a casa di Yugi, non credete?-
Jonouchi strinse i pugni trattenendo a stento le lacrime:- Io... forse sì. Lo spero, ma era stata... era stata avvelenata!-
Bakura si avvicinò piano nel tentativo di consolarlo:- Il nonno e Seto Kaiba sono sicuramente con lei. Devi stare tranquillo.-
- Seto Kaiba?- Ripeté:- Tranquillo? Lasciarla nelle mani di quello?!-
- C'è anche il nonno di Yugi- si intromise Honda:- Seto non peggiorerà certo la situazione, al massimo se ne starà fermo a non far nulla.-
Jonouchi sbuffò tranquillizzandosi appena:- C'è il nonno, hai ragione. Chiamerà dei dottori...-

Quando il nonno rientrò in camera trovò la ragazza ricoperta da un lenzuolo, aveva gli occhi aperti, sembrava leggermente più tranquilla, sorrideva a Seto che invece sputava in terra.
Sugoroku:- Che fai?! Sputi in casa mia??-
Shizuka:- E' veleno- rispose lei dolce:- E' stato così carino da succhiarlo via dal mio braccio. Mi sono svegliata mentre lo faceva. E' stato imbarazzante- ridacchiò grata.
Il signore annuì, guardò il giovane con aria di gratitudine e poi disse:- Sta arrivando un'ambulanza, vedrai che presto starai meglio!-
La ragazza tentò di alzarsi:- Ma Jonouchi, gli altri! Sono nel gioco, sono in pericolo!-
Il nonno la fece stendere di nuovo:- Stai tranquilla, sono forti! Tuo fratello soprattutto! Andrà tutto bene!-
Lei annuì, guardò poi il soffitto aspettando i dottori.
Seto Kaiba tornò a guardare il gioco, strinse nuovamente la sua valigetta, e lo sguardo si soffermò sulla pedina bianca.

I dadi rosa volteggiavano in quel rifugio, piombarono a terra, (3) e poi (2).
Bakura:- Cinque. In squadra con chi sono?-
Jonouchi:- Con me e Honda. Ah...- strinse ancora i pugni:- e Mai.-
Bakura:- Mai?-
Honda:- Mai Kujaku. Ce l'hai presente no?-
Bakura:- Certo, ma non la vedo.-
Jonouchi guardò Otogi non felice:- Perché l'eroe qui l'ha lasciata scappare da sola!-
Otogi:- Ehi, ognuno ha semplicemente pensato per sé!- Difendendosi.
Poi la terrà sopra le loro teste all'improvviso si aprì scoperchiata da un fortissimo vento, un uragano violento trascinò i ragazzi via da quel posto, con loro, già catturati in precedenza c'erano Anzu e Yugi!
- Ragazzi!!- Dissero felici di rincontrarsi nonostante le circostanze.
Honda:- State bene??-
Anzu:- Se non ci schiantiamo al suolo adesso, sì!- Urlavano per riuscire a sentirsi in quel vento forte che spazzava via ogni cosa.
Yugi:- Otogi e Bakura?! Che significa? E dov'è Shizuka?!-
Spiegarono tutto mentre pazientemente e terrorizzati si lasciavano trasportare, dissero anche di Mai, dovevano rintracciarla!
Il vento si calmò di colpo lasciandoli cadere in cima alla torre di un piccolo castello, i mattoni che lo tenevano su erano vecchi e ricoperti di muschio per questo tendevano al verde.
I ragazzi nonostante qualche acciacco erano tutti interi, si sgranchirono i muscoli carezzandosi le parti doloranti e si alzarono piano.
Honda:- Un castello in una foresta?-
Anzu:- E se fosse stato causato dai nostri dadi?-
Yugi:- Dai nostri no- si guardò intorno, erano in alto, si poteva vedere buona parte di quella splendida foresta, il sole era ancora accecante e illuminava di bianco le verdi foglie ma cominciava a calare, il vento soffiava ancora leggero, ma dell'uragano più nessuna traccia.
Jonouchi:- E se fosse... opera del lancio di Mai?...- Chiese, sperando fosse la realtà, magari non era distante.
Urlò il suo nome portando le mani alla bocca per amplificare il suono:- Mai!!-
Anzu e Honda lo bloccarono:- Silenzio! Potresti attirare qualcosa di non piacevole!-
Jonouchi:- Qualcosa di non piacevole come Mai intendete?- Forse sarcastico.
Lo ignorarono, il ragazzo alto si affacciò da quelle torre notando una finestra aperta:- Potremmo entrare da quella finestra, che dite?-
Jonouchi:- Dico che dovresti lanciare i dadi, tocca a te.-
Honda:- E' vero. Ma l'ultimo ad aver giocato è stato Bakura, sempre della nostra squadra, siamo in maggioranza, non credi sia barare?-
Yugi si avvicinò al muro vicino al ragazzo:- Le istruzioni non dicevano nulla sullo specifico numero dei giocatori. Controlla se hai i dadi.-
Jonouchi:- Barare, tsz. Che ti importa giocare leale contro questo gioco maledetto?!-
Honda:- Volevo essere leale contro la squadra di Yugi e Anzu.-
Otogi:- E Ryuji Otogi.-
Honda:- Di te mi importa poco- si minacciarono con lo sguardo:- Comunque tirerò i dadi quando saremo all'interno del castello!-
Anzu:- Sei davvero convinto che dentro saremo più al sicuro?- Cinica mentre con una corda trovata negli zaini si lasciavano scivolare dalla finestra nel castello.
La stanza circolare in cui finirono sembrava una vecchia camera da letto polverosa. Un letto sfatto era alla sinistra della finestra, veli un tempo brillanti cadevano dall'alto ai lati del letto e un vecchio comò e un grande specchio rotto erano alla destra.
- Questa stanza sembra proprio adatta a lei- disse il biondo che ancora la cercava, sfiorò quei veli polverosi per guardare quel letto un po' distratto.
Anzu:- Perché è la stanza di una regina?-
Jonouchi:- Perché è una stanza vecchia.-
Anzu diede lui un colpo in testa:- Sei ridicolo.-
Bakura si intromise indicando sul cuscino:- Guardate però, c'è un lungo capello biondo, potrebbe davvero essere stata qui!-
Jonouchi lo prese immediatamente, scintillava dorato alla luce del sole che filtrava, ed era l'unica cosa non polverosa lì dentro, sembrava davvero uno dei suoi bellissimi e voluminosi capelli.
- Mai!!- Urlò di nuovo col cuore in gola correndo verso la porta della stanza per cercarla nel resto del castello. Ma come aprirono la porta si ritrovarono dinanzi un omaccione dai rossi capelli sparati, spalle larghe, motosega in mano e sguardo assassino.
- Mai?- Disse anche lui con voce pesante:- Cosa volete dalla mia bella Mai?!- Caricò la sua motosega e li inseguì accecato dalla gelosia.
Per fortuna alle loro spalle il corridoio proseguiva con delle scale a chiocciola, correvano disperati lungo quelle scale, scendendo sempre di più, per fortuna l'omaccione era molto più lento di loro.
Anzu:- Che cosa significa?!- Affanno.
Yugi:- Conosce Mai?!- Affanno.
Honda:- "Mia bella Mai" ha detto, possibile che quella donna non abbia relazioni sane?!- Affanno, Jonouchi non si trattenne dal guardarlo accigliato, ma in fondo un tizio in motosega li inseguiva con la bava alla bocca, non aveva torto.
Bakura inciampò rallentandoli, corsero immediatamente ad aiutarlo ma nel frattempo il mostro li raggiunse. - No! E' colpa mia!- Faticava a rialzarsi, Honda se lo prese in spalle correndo giù di corsa per schivare quell'arma letale. Otogi parò il colpo con l'intero zaino, le spranghe in ferro all'interno attutirono un po' ma poi vennero tagliate in due insieme a tutto lo zaino. Il mostro afferrò il polso del professionista di dadi pronto a staccargli l'intero braccio.
Bakura strattonò il collo di Honda per frenare la sua corsa, aveva visto qualcosa tra i mattoni.
Yugi si lanciò senza pensarci verso l'amico mal capitato come a proteggerlo, sciocca idea, la sua ragazza fu più furba, la danza le aveva donato ottimi riflessi e grande forza e elasticità in quelle gambe, con un calcio frenò il braccio armato di quell'energumeno. Yugi allora gli morse l'altro braccio e quello mollò la presa lasciando libero il povero Ryuji Otogi, che trafelato prese Yugi per il colletto della camicia e lo trascinò giù per le scale quasi strozzandolo. - Grazie ragazzi!- Disse il belloccio. - Non c'è tempo per i ringraziamenti!- Disse la ballerina. - Ghhh! Gh!- Disse lo strozzato Yugi. Correvano tutti e tre inseguiti dal tizio rosso nuovamente pronto all'attacco quando all'improvviso vennero spinti da Jonouchi e Honda all'interno di un incavo nel muro, era un passaggio segreto, l'aveva visto Bakura. Il mostro filò dritto e loro poterono riprendere fiato, appena un secondo, perché una botola li fece scivolare lungo un condotto stretto. Piombarono nei sotterranei in mezzo a della spazzatura sporchi di fuliggine. I mattoni erano verdastri anche lì, la stanza era ampia, con qualche colonna portante sparsa e diversi bidoni di immondizia, tra cui quello in cui finirono. Tossendo si tirarono fuori.
- Otogi, sei tu?!- Una voce femminile parlava piano, un po' spaventata. La ragazza vestita come suo solito di stivali e gonna in pelle e toppino, tutto tendente al viola, come la sua pedina, guardò meglio:- Non sei solo!- Spalancò i suoi occhioni ametista su quel viso sporco di carbone proprio come quello degli amici.
- Mai!- "Urlò" a voce bassa il ragazzo che più di tutti stava in ansia, scavalcò i suoi amici ancora intontiti a terra tra le spazzature, e la raggiunse abbracciandola. Durò appena un secondo, poi le prese il viso tra le mani:- Temevo che quel pazzo del tuo ex ti avesse fatto del male!-
Dopo un attimo di imbarazzo e sconcerto rispose:- Che ci fate qui?!- Con un'altra domanda:- Come ci siete finiti anche voi?! No, no, perché?!- Estremamente preoccupata si scansò dalle mani dell'amico, poi rispose veramente alterata:- Quello non è un mio ex! E' solo uno con cui sono stata per un po'.-
Jonouchi, Anzu, Honda, insieme, privi di emozioni:- Cioè un ex.-
Jonouchi:- Davvero sei stata con un tizio in motosega??-
Mai:- Non è davvero lui! Non ammazzava la gente quando stava con me! E' solo una sua immagine fittizia che questo gioco ha creato, e che ha reso uno spietato serial killer non so per quale motivo!-
Jonouchi:- E perché il tuo lancio di dadi l'ha creato?? Pensavi ancora a lui?!- Infastidito. Mai lo guardò malissimo, Honda rispose al posto suo:- E' davvero di questo che vuoi parlare adesso?!- Prese entrambi quasi di peso nascondendoli di forza dietro uno dei cassonetti insieme agli altri. Il suono di una motosega era sempre più vicino.
Parlavano a voce bassa:- Honda, coraggio, cerca i dadi! Non importa se bari contro la nostra squadra- disse Yugi che sentiva di poter fare poco e niente contro un omaccione in motosega.
Honda annuì cercando i dadi nel suo zaino. Notarono che nel frattempo si era riformato anche lo zaino di Otogi, evidentemente era indispensabile al gioco.
- Non li trovo, dannazione!!- Continuava a cercare.
- Che significa che non li trovi, devono essere lì per forza!- Sgridò Anzu.
Jonouchi e Mai spiavano intanto oltre il cassonetto, lui le rimaneva estremamente vicino, con le braccia intorno come a proteggerla, anche se lo sguardo era severo ma severo come quello di un bambino. Il suono era sempre più vicino. - Che c'avrai visto in quello? Bah!- - Ti dico che non era così quando usciva con me!- Quasi urlò troppo innervosita e il mostro li scovò.
Apparve all'improvviso alzando la sua motosega verso il cielo, pronto a colpire proprio la sua amata. Jonouchi, che aveva già le braccia preparate all'occorrenza, la sollevo stringendola a sé e roteò il busto facendo scudo col suo corpo. Stessa mossa stupida di Yugi, come se la sega non potesse trafiggere entrambi!
Urlarono i loro nomi, pregarono che il gioco donasse più possibilità, più vite, proprio come un videogames!
Yugi, il migliore amico, allungò ancora una volta d'istinto la sua mano e si lanciò a proteggerli. Si era sentito debole e insicuro troppe volte nella sua vita, e un caro amico, il più caro di tutti, gli aveva insegnato cos'era il coraggio e l'aveva guidato verso un domani senza tenebre. Anche se a pensarci bene, le tenebre nella sua vita le aveva portate proprio lui, in maniera letterale. Gli venne da sorridere, proprio in quel momento, forse era fuori luogo, ma pensò che di sicuro Atem sarebbe riuscito a fare qualcosa e lui non doveva essere da meno, mai. Glielo aveva promesso.
E i dadi di Honda non comparivano.
Istanti troppo veloci, panico, terrore, la fine. E invece ci fu solo una luce.
Una luce accecante che tagliò in due quella creatura terribile lasciando che la sega scivolasse via spegnendosi senza ferire nessuno.
Il mostro divenne anch'esso fuliggine e la luce si trasformò in un'imponente spada bianca dall'elsa che ricordava un drago dalla lucida pupilla blu.
E a salvare Katsuya Jonouchi e Mai Kujaku non fu Yugi Muto, ma qualcun'altro che spesso nella sua vita aveva fatto promesse ad Atem. Promesse di rivincita.
Ed ecco perché i dadi di Honda non apparivano, non toccava a lui.
- Sono in squadra con te Yugi. Bene. Ho temuto di poter essere nella squadra di questo perdente- sfiatò infilzando di prepotenza la spada bianca dagli occhi blu dritta dritta davanti al naso del biondino.

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Capitolo 4
*** Uniti ***


- Seto Kaiba!- Esclamarono in coro mentre la polvere del carbone si dileguava dalla stanza e dai loro abiti.
- E' fantastico!- Disse Yugi raggiungendolo:- Ci hai salvato la vita! Grazie!-
- Tsz- si limitò a dire l'eroe dagli occhi blu.
La spada di Seto si dileguò dalle sue mani diventando polvere di brillanti.
Honda e Otogi parlavano tra di loro del fatto che i dadi bianchi di Seto avevano fatto apparire Drago Bianco Occhi Blu, Seto faceva quello che gli pareva anche in quel luogo.
Mai, più tranquilla e ormai in piedi insieme all'ex teppista biondo, posò la mano sulla nuca di quest'ultimo costringendolo a chinarsi:- Dovresti ringraziare Seto Kaiba. Ci ha salvato la vita.-
Jonouchi quasi sputò scostandosi dalle mani della ragazza:- Ringrazialo tu- poi prese per il collo il milionario:- Ehi! Dove sta mia sorella?! Che sei venuto a fare qui?!-
Bakura si avvicinò:- Vero? Come sta la ragazza?- Otogi e Honda si avvicinarono interessati.
Mai preoccupata:- Che significa? Che è successo a Shizuka?-
Bakura:- Era in squadra prima di me, ma io ho preso il suo posto e lei è tornata a casa.-
Seto:- La tua sorellina era stata avvelenata. Dovresti stare più attento. Che pessimo fratello, oltre che duellante- disse dando loro le spalle e cercando una via d'uscita da quel posto.
Jonouchi prese a pieno il colpo, lo odiava ma in quel momento pensò che avesse davvero ragione. Mai gli strinse la mano:- Lascialo perdere. Sai che non è vero. Ecco, magari come duellante...- lo prendeva in giro:- ...ma come fratello vali!-
Anche Anzu lo consolò:- Devi stare tranquillo per Shizuka, sono sicura che adesso stia bene.-
- Potrebbe degnarmi di una risposta almeno!- Tirò un pugno al muro mordendosi le labbra.
Anzu e Mai annuirono, si guardarono, e raggiunsero Seto accerchiandolo, lui le guardò senza dir nulla con sguardo interrogativo e visibilmente scocciato.
Anzu:- Come staresti se Mokuba fosse in pericolo e tu lontano chissà dove?-
Mai:- Potresti almeno rasserenarlo un po'- severe.
Jonouchi urlò:- Non voglio essere rasserenato, voglio la verità!-
Allora il ragazzo vestito di bianco si voltò a guardarlo:- Ti assicuro che sei più in pericolo tu qui, che tua sorella nel letto di Yugi- sembrava quasi una minaccia, ma tutto sommato lo tranquillizzò. Non lo ringraziò, non riusciva proprio, ma evitò altri discorsi e proprio come il suo rivale si mise a cercare un'uscita. Potevano rimanere nel castello, ma magari in una stanza più piacevole.
- Nel letto di Yugi eh?- Il ragazzo con l'orecchino e il trucco pesante si soffermò su questo particolare facendo arrossire il giovane Muto. Honda gli diede stranamente corda e minacciò il piccolo amico con lo sguardo.
- Ma... ma che v'ho fatto io?!- Titubò alzando le spalle. Anzu si avvicinò di corsa, fulminò con lo sguardo i due e trascinò via da quel momento imbarazzante il suo amato.
Proseguendo muro muro trovarono un portone, Seto lo spalancò:- Le caselle sono in tutto 80 per squadra. Col mio tiro ho fatto 11, addizionandolo ai vostri siamo a un totale di 35, siamo ancora lontani dalla fine.-
Mai:- Questo per quanto riguarda la vostra squadra. La nostra?- Seguivano il ragazzo bianco come se adesso fosse lui il capogruppo, come se sapesse dove andare, ma in realtà ne sapeva esattamente quanto loro.
Fecero un calcolo veloce:- Siamo solo a 17...- disse il biondo amareggiato, come se ancora una volta stesse perdendo contro Seto:- Ma manca il tiro di Honda per completare il primo giro!-
Mai:- Non arriveremmo comunque al loro punteggio.-
Jonouchi:- Se solo qualcuno non avesse fatto un semplice quattro!-
Mai imbarazzata:- Senti chi parla! Perché tu quanto hai fatto?!-
Jonouchu:- Otto. Non sono un genio in matematica ma credo sia esattamente il DOPPIO, che dici?!-
Mai dovette ingoiare un boccone amaro.
- Honda sbrigati a tirare!- Urlarono poi all'improvviso entrambe le ragazze. Honda cercò i dadi ubbidendo.
Intanto Otogi chiese:- Kaiba, ho trovato il gioco vicino la tua azienda e, visto che sei qui anche tu, mi chiedevo se non c'entrassi qualcosa.-
Yugi:- E' un gioco delle ombre- si intromise serio:- Come può c'entrare lui?- Seto gli dava le spalle senza rispondere.
- Seto- disse ancora Yugi con la sua solita voce delicata e mai aggressiva:- Non puoi c'entrare tu, vero?-
Pochi attimi e il ragazzo longilineo si voltò a guardarlo:- Io non ho nemmeno mai creduto a tutto questo- non aggiunse altro, era stato chiaro. Forse, però, non era stato sincero.
Otogi lasciò perdere l'asociale milionario e parlò col Re dei giochi:- E allora? Che significa questo gioco?-
- Io non lo so!- Rispose perdendo appena la sua calma:- Davvero- ripeté ancora una volta.
Erano in un bel salone quando Hiroto Honda lanciò i suoi dadi. Era una grande stanza ovale, grosse colonne lungo il perimetro del muro e grandi poltrone rosse e oro e grandi tappeti riempivano il salone, la polvere era sempre tanta e quei dadi verdi richiamavano il verde di quei vecchi muri. Caddero a terra spostando nuvole di polvere, (2) e (1).
- Ahk!- Deluso.
- Non sono più quella che ha fatto il punteggio minore- sorrise la donna dai lunghi capelli biondi.
- Nella tua squadra, io rimango comunque imbattuta- ridacchiò Anzu:- Ho fatto solo due.-
- Tre- disse Honda:- Sai che roba!- Ancora deluso da sé stesso mentre Otogi lo prendeva in giro:- Un giorno ti insegnerò a lanciare come si deve- sbruffone:- E poi ti insegnerò ad avere successo con le donne- si attaccarono ancora. 
Li sarebbe piaciuto scherzare a modo loro ancora un altro po' ma un'aria opprimente li tolse ogni energia. Faceva caldo, troppo, tanto da riuscire appena a respirare. Si accasciarono a terra uno dopo l'altro, strisciando cercarono di raggiungere le poltrone ma le forze mancavano sempre un po' di più.
- Siamo a 20- sfiatò in un sorriso l'ex teppista aiutando con le poche forze che aveva l'amica che più gli stava a cuore. Senza neanche farlo apposta le squadre si erano divise, Jonouchi, Mai, Honda e Bakura si trascinarono verso le poltrone di sinistra, mentre Yugi, Anzu, Seto e Otogi verso quelle di destra.
- Quanto sei stupido- replicò anche lei con voce rotta:- Non sforzare troppo il tuo cervello con semplici addizioni, devi conservare tutte le forze- sorrideva poggiata al suo braccio mentre con la mano cercava un appiglio in quel divano polveroso.
- Sono contento di averti rivista- le disse serio con gli occhi più dolci e stanchi che lei avesse mai visto, dolci davvero, avevano il colore di una crema alle nocciole pensò lei abbozzando una smorfia delicata. - Anche se puzziamo un po'- continuò lui rovinando il momento, ma la sua intonazione era talmente adorabile da rendere poco importante il contenuto delle sue parole.
- Non ho portato i miei profumi, mi spiace- ridacchiò.
- Controlla nello zaino- scherzò non riuscendo a staccarsi dagli occhi di lei che facevano altrettanto. Si chiese se i dadi di lei brillavano dello stesso sgargiante viola dei suoi occhi. Quanto potevano essere belli, si soffermò a pensare, pentendosi amaramente di non averlo fatto più spesso, purtroppo era un uomo così banale da non essersi mai soffermato particolarmente sugli occhi di quella donna dalle curve perfette. Eppure adesso che si sentiva morire pensava che avrebbe voluto morire annegando in quel lago viola che erano i suoi occhi.
Uomo banale, era quello che aveva pensato lei la prima volta che gli aveva parlato, ma non le ci volle molto per cambiare completamente idea e sentirsi perdutamente travolta da lui. Gli carezzò il viso:- Sono davvero sicura che tua sorella stia benone- pensò a lei, perché era di lei che gli parlò quel giorno facendola innamorare:- Ti aspetta a casa. Non demordere.-
Jonouchi:- Non demordo. Attendo che quello sbruffone di Otogi tiri i suoi dadi- ridacchiò mentre Honda e Bakura, deboli, si godevano in silenzio questo flirt fuori luogo, se non fossero così vicini alla morte li avrebbero trovati adorabili.
E Ryuji Otogi cercava i suoi dadi, rossi come quei vecchi divani. Yugi lo guardava fiducioso, era sicuramente il più bravo nel lancio dei dadi, confidava in un buon numero e magari in qualcosa che li avrebbe fatti sentire meglio.
Otogi parlava a fatica:- Sono veramente a pezzi.-
- Non ci vuole troppo a lanciare dei dadi- arrancò scontroso Seto, anche lui a pezzi.
Yugi:- Coraggio, credo in te!-
Otogi sorrise:- Sì. Voi e la vostra amicizia. Che ansia- disse stringendo i suoi dadi rubino.
Seto sorrise, questa frase sì che gli era piaciuta.
Anzu sfiorò la mano di Yugi:- Insieme, vecchi- ripeté facendo la forte e lui ricambiò assecondando.
Otogi:- Di che diavolo parlate?- Lasciò cadere i dadi, voleva fare di più, ma non riusciva. Rotolarono giù dalle sue mani uno alla volta, (6)...
- Sì!- Esclamò la compagna di squadra. - Sempre un fenomeno- Yugi fiducioso.
...(1).
Otogi:- Diamine, sette, sono così deluso da me stesso! Volevo fare 12.-
Seto:- Era quello che volevamo tutti.-
Anzu:- Lascia perdere, nessuno qui poteva fare meglio di così- scaldava i cuori di tutti, anche quello di Otogi.
- Non è detto- non quello di Seto.
Ora l'importante era liberarsi da quella sgradevole situazione. Sul soffitto della stanza 7 caselle si colorarono di rosso cremisi in quel percorso che segnava il loro destino.
Notarono che il castello iniziò a sgretolarsi proprio lungo la linea tracciata da quel percorso poco a poco sempre un po' di più fino a spaccarsi in due, lasciando una squadra da un lato e una dall'altro sprofondare nei meandri della foresta. Ancora deboli cercarono di avvicinarsi gli uni agli altri.
- Yugi!- Gridò il migliore amico allungando più possibile il braccio verso quello dell'altro che cercava di fare altrettanto, ma un abisso li allontanava impedendoli la vicinanza.
Pensarono di dover proseguire separatamente ma non fu così perché i mattoni e i divani si sgretolarono completamente da sotto i loro corpi lasciandoli cadere lungo un fresco fiume all'interno della tropicale foresta. L'acqua fresca fu un toccasana, tornarono al pieno delle loro forze, ma venivano trascinati giù verso una cascata!
- Beh, almeno siamo insieme- disse Yugi in un leggero e ironico sorriso, ma questo riusciva davvero a rasserenare il cuore di tutti.
Jonouchi e Honda si guardarono mentre l'acqua frenetica li bagnava completamente, qualcuno tossiva. Cacciarono entrambi le corde dagli zaini. Seto Kaiba non era solito collaborare ma probabilmente ebbe la stessa unica soluzione, si aggrappò a una roccia, Yugi e Bakura si attaccarono prontamente invece alle sue lunghe braccia, anche se lui non ne aveva avuto in alcun modo l'intenzione. Yugi riuscì ad afferrare Anzu che a sua volta afferrò l'altra donna. Otogi si aggrappò al povero Honda che già faticava a stare a galla da solo. Mai allungò la mano verso le corde che Honda e Jonouchi le tendevano, una la passò mano mano a Seto che con l'aiuto di Yugi la legò al sasso, l'altra estremità la legarono alla corda rimasta. Il sasso non era troppo distante dalla riva e uno a uno usando la corda per raggiungere il sasso si lanciarono verso la riva. Riuscirono a salvarsi tutti, ripresero per bene il fiato e tentarono di asciugare i vestiti un minimo strizzandoli con le mani.
- Ehi, è la prima volta che ti vedo coi capelli scompigliati e trucco sciolto!- Riuscivano di nuovo a scherzare, almeno Jonouchi.
- Sai? Di solito non esco con i capelli fradici e il trucco sbavato.-
- Sembri un panda- le disse considerando che il mascara di Mai era completamente intorno agli occhi, lei sbuffò, guardò Anzu:- Sembro un panda?- Chiese e la ragazza ridendo fu costretta ad annuire assecondando l'amico.
La bionda si accarezzò i capelli:- Che posso farci? Io al naturale non sono così bella come te, Anzu cara!- Fu un complimento così schietto e sincero che colpì profondamente la giovane, anche Yugi si voltò a guardare la ballerina, sorrise compiaciuto, era vero, Anzu curava molto il suo aspetto ma era quasi sempre acqua e sapone e nonostante questo non aveva nulla da invidiare alle altre!
Anzu:- Grazie. Ma guarda che anche tu, sei un panda, ma un panda bellissimo! Non credere di essere così diversa con il trucco!- Ricambiò la gentilezza.
Mai, che comunque era sicura di sé in ogni caso, si voltò verso l'ex teppista:- Tu che dici, Jonouchi?-
Il ragazzo alzò le spalle:- Tutti i panda sono belli- non si poteva negare.
- Avete finito o volete anche un tè e dei pasticcini?- Si intromise serio Seto.
- Anche tu hai perso il trucco- borbottò Jonouchi vedendo il ragazzo, come tutti loro, un po' sfatto.
Yugi ridacchiò:- Non ho Kuriboh con me, poteva essere utile!-
Seto:- Manca comunque la cipria, non basta il piumino- realmente esperto di trucchi leggeri rispose perdendo altrettanto tempo, nel mentre Otogi era veramente disperato per il suo aspetto e il suo trucco rovinati, Seto torno in sé:- Tocca alla pedina Viola. Che state aspettando?-
- Ah già- disse la donna, tutti la guardarono:- L'ultima volta ho tirato fuori un vecchio castello e un vecchio amante. Augurateci buona fortuna!- Strinse i dadi che brillavano come i suoi occhi.
- Mi raccomando, 'sta volta fai un po' più di quattro- sorrise Jonouchi.
- Almeno più di otto, lo esigo- ricambiò, e i dadi caddero giù. (5), esultarono già il quattro superato, e (4).
- Perfetto!- Esclamò la ragazza tirando un pugno verso il palmo dell'altro:- Ti ho superato sciocco di un Jonouchi!- Il ragazzo afferrò quel pugno con affetto:- Di pochissimo- le disse innamorato.
Poi un profumo nell'aria li inebriò. - Cos'è questo profumo? Sei tu Mai?- Le chiese. - I profumi sono per forza sempre opera mia- sorrise ma i suoi occhi grandi persero la loro luce un istante dopo:- Ma scusate, senza offesa eh?... Voi chi siete?-
Disse la donna lasciando scivolare le braccia lungo i fianchi allontanandole sempre un po' di più da quelle dell'altro che a sua volta la guardava come fossero sconosciuti.
E quel profumo volteggiava nell'aria mentre il cielo imbruniva.

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Capitolo 5
*** Ricordo perduto ***


- Ricordo perfettamente che abitavo in un vecchio castello verde, e ricordo benissimo che ero sola- sorrise cinica:- Chissà perché la cosa non mi stupisce.- Aggiunse poi:- Perché non sono più a casa mia? E voi chi siete?- Con aria di sfida, portò la mano alla tasca inconsciamente, ma era vuota, cosa cercava?
Il ragazzo dal lungo e ancora bagnato codino nero si intromise con raffinatezza:- Ehi splendore, hai addosso lo stesso nostro zaino e sei fradicia. Castello? Non sembri affatto una regina, ridimensionati.-
Il ragazzo vestito come un soldato si intromise:- Sembriamo escursionisti, forse cerchiamo tutti la stessa cosa... ma cosa?-
Mai:- Siamo avversari- scontrosa.
- Forse potremmo essere amici invece, non credete?- Disse il ragazzo più basso, tutti si voltarono verso di lui, lo guardarono quasi come se lo vedessero adesso per la prima volta, passava davvero inosservato. Eppure la parola amici con la sua voce risuonava più vera, come se avesse un significato più profondo.
Il ragazzo dalla maglietta arancione dopo un attimo di esitazione parlò guardandolo dritto in quegli occhioni da orsacchiotto:- Perché mai uno come me dovrebbe essere amico di uno come te- quasi minaccioso.
- Perché io personalmente non inizierei una spedizione in una foresta da solo. Credo che avere degli amici sia importante. Importante per ogni cosa- ricambiò quello sguardo sicuro e qualcosa nel biondo, dentro, bruciò.
Anzu sfiorò le spalle al ragazzo dai capelli a stella:- Mi sembra l'unico con un po' di buon senso qui- lo guardò sorridendo:- Di sicuro io e te siamo amici, che dici?- Era splendida e il ragazzino si ammutolì prendendo colore, forse la parole "amici" nella sua testa adesso suonava riduttiva.
Bakura mosse la testa in segno di approvazione, non si sentiva sicuro, e preferiva averli come amici che come nemici, si avvicinò ai due rovinando il momento romantico.
La bionda li trovò ridicoli:- Siete patetici, se stiamo cercando qualcosa, sarà qualcosa di valore. E non intendo dividerla- si incamminò da sola nella foresta.
L'ex teppista si trovò d'accordo:- Tutto sommato la ragazza qui sembra più sveglia di voi. Amicizia, tsz- e qualcosa dentro di lui bruciò ancora, si voltò per incamminarsi anche lui per conto proprio in quella foresta, ma sentì un peso nel cuore, come se stesse dimenticando la cosa più fondamentale della sua vita, quello che lo aveva reso l'uomo che tanto voleva essere: la sua amicizia con Yugi. Ma proseguì per la sua strada, anche se una parte di lui rimase sempre lì, nella mano sinistra di quel fragile ragazzino, quella più vicina al cuore.
- E voi che volete fare?- Chiese la bruna scontrosa a Honda e Otogi che non sapevano come comportarsi. Non si fidavano di quei tizi, ma l'unione fa la forza no?
Probabilmente il tipo affascinante pensò che sarebbe stato più saggio continuare il viaggio con loro e semmai tradirli al momento più opportuno, l'altro pensò che forse potevano semplicemente rimanere amici ma inspiegabilmente sentiva il bisogno di rincorrere quel tipetto biondo scomparso già chissà dove nella foresta e tirargli tante di quelle botte da farlo rinsavire. Che strano, rinsavire da cosa poi? Nemmeno ricordava il suo nome.
Alla fine, in ogni caso, decisero di rimanere col gruppo del ragazzo che credeva fermamente nell'amicizia, anche in quella di questi sconosciuti.
- E tu?- Chiese ancora il ragazzo voltandosi verso l'unico che ancora non aveva parlato:- Tu che vuoi fare?-
- Io mi ricordo di te- sfiatò impassibile e il ragazzino incuriosito aspettò altro.
- Tu sei Yugi- disse quel nome tremando appena, e proprio come la ragazza bionda in precedenza, cercò qualcosa tra le sue mani e al suo braccio non distogliendo mai lo sguardo dagli occhi violacei dell'altro.
- Yugi è il mio nome- rispose con gentilezza, anche se l'altro gentile non sembrava affatto, e con un groppo in gola continuò:- Ma non credo di essere lo Yugi che ricordi tu- i suoi occhi viola si riempirono di lacrime all'istante, che cosa significava quella frase? Non aveva alcun significato e allora perché piangeva e perché l'aveva detta?!
Il ragazzo dagli occhi blu non aveva più niente da dire, continuò a guardare quegli occhi ancora un po' e in effetti non erano esattamente gli occhi che ricordava, che si sbagliasse?
La ragazza strinse poi la mano all'amico in camicia, forte.
- In ogni caso non hai risposto- continuò Yugi Muto con voce tremante ma un bel sorriso:- Sei dei nostri?-
Pochi istanti di esitazione e poi:- ...no- come risposta, e il ragazzo diede loro le spalle e si allontanò.

- Le pedine sono ferme da un po'- notò preoccupato Sugoroku Muto. I medici avevano assistito la giovane ma quando arrivarono stava già molto meglio e alla fine le consigliarono semplicemente un po' di riposo, allora stesa ancora in quel letto guardava il tabellone in compagnia del nonno.
- Non credo sia buon segno...-
- Toccherebbe alla pedina Azzurra ma...-
- E' quella di Anzu- specificò la ragazza stringendo i pugni:- Oh fratellone, cosa vi sta accadendo?-

- Impesti la foresta con quel tuo profumo.-
L'affascinante donna si voltò scontrosa, i suoi capelli come quelli degli altri si erano asciugati quasi del tutto, e con un fazzoletto umido si era tolta completamente il trucco per non sembrare ridicola.
- Mi hai seguita?- Disse con aria di sfida ritrovandosi il ragazzino dietro.
- Scherzi? Siamo avversari abbiamo detto. Istintivamente devo aver seguito questo tuo odore ripugnante.-
- Ripugnante sarai tu- rispose.
Rimasero un po' di tempo in silenzio, non troppo ma quel tanto che bastò al ragazzo per formularsi una domanda "e se l'avessi davvero seguita? Se ho lasciato andare quel ragazzo solo per seguire lei? Io non volevo lasciare andare quel ragazzo!" Un pezzo di cuore lo sentiva sempre di la, con alcuni di quei ragazzi, ma allora perché non era rimasto con loro?
- Tu... tu non senti di aver perso qualcosa andando via?- Le chiese improvvisamente timido.
- No- rispose schietta:- Se hai paura, torna dai tuoi amichetti.-
La guardò, le sua labbra si aprirono appena in un espressione di rammarico:- Tutto sommato...- le rispose:- ...credo che lo farò- strinse tra le mani le bretelle del suo zaino, pochi minuti distante da loro e già si stava sentendo morire. Quel ragazzino dai buffi capelli forse non era un pazzo, per qualche assurda, ridicola ragione, doveva davvero essere un suo grande amico. Lasciò perdere quella donna solitaria e scontrosa per tornare indietro da quei tre ragazzi, il ragazzino fragile ma così sicuro di sé, la bella ragazza dal sorriso che scaldava il cuore, e il tizio burbero vestito come un soldato; sentiva di aver sbagliato tutto nell'allontanarsi da loro! Correva come un pazzo per tornare da loro, ma poi frenò di colpo, la terra sotto i suoi piedi si alzò e le sue scarpe si sporcarono di fango ancora di più. Si voltò ancora a guardare quella donna solitaria, ancora non così lontana:- Vieni con me!- Le urlò.
Lei lo guardò con occhi grandi.
- Ti prego vieni con me!!- Le urlava trattenendo a stento le lacrime:- Io non posso seguirti!-
- Che... che stai blaterando?!- Gli urlò stranita.
- Non posso inseguirti per sempre! Il mio posto è con loro! Lo capisci o no?!-
Non si spiegava nemmeno lei perché anche i suoi occhi divennero lucidi, le spalle si allentarono e la postura divenne più insicura.
- No- gli rispose poi:- Non l'ho mai capito. Non ho mai capito perché il tuo posto non è con me.-
Tra di loro solo il fango e qualche foglia trasportata dal vento.
E intanto il momentaneo gruppo capitanato da Yugi proseguiva piano lungo la foresta, non capendo cosa o chi andasse cercato. Il ragazzo soldato spesso si voltava, nella speranza che quello stupido biondino apparisse dietro di loro, non capiva il perché di quell'affetto, a un certo punto pensò anche di avere una cotta per lui e si domandò quale fosse il suo orientamento sessuale, poi lo sguardo si posò sulle belle cosce di Anzu e tutto si chiarì; allora perché?! Perché voleva a tutti i costi che tornasse, quasi come se avesse lasciato andare un fratello?
Yugi Muto invece proseguiva dritto senza mai voltarsi, sul suo volto il sorriso non andava mai via, ma i suoi occhi raccontavano qualcos'altro. Non riusciva nemmeno a pensare a quel teppista, proseguiva dritto perché sentiva che i suoi amici contavano su di lui, ma pensava unicamente a quel dialogo avuto col ragazzo serio dagli occhi blu.
"Non credo di essere lo Yugi che ricordi tu" lo uccideva, lo uccideva non sapere di cosa parlava. Lo uccideva non ricordare più quel volto, lo uccideva non ricordare più il suo nome!
- Anzu- disse sempre col sorriso mentre dagli occhi sgorgavano lacrime e lacrime:- E' il tuo nome giusto?- Si fermò per poterla guardare negli occhi, e così anche lei poté vedere quelle lacrime.
- Mi chiedo... snif- sorrideva sempre:- ...mi chiedo se io sia lo Yugi giusto anche nella tua memoria!-
E Seto Kaiba invece non si era mosso affatto, era rimasto a pochi passi dal luogo dell'addio, seduto all'ombra di uno di quei lunghi alberi. Le stelle e la luna piena iniziavano a vedersi chiare.
"Nessuno è mai lo Yugi che ricordo io" pensava, e non riusciva a pensare ad altro "Ma io ti ricordo vicino. Chi sei? Chi sei in realtà?! E perché non riesci ad andartene?!" Si alzò in fretta per poi tirare un pugno contro quella dura corteccia, sanguinò:- Perché non te ne sei mai andato veramente?!- Urlò sentendosi improvvisamente, anche lui, così solo.
Le foglie bluastre volarono nel cielo notturno e insieme a loro tornò anche qualcosa, come un ricordo perduto, ma non loro.
- Ora ricordo- sfiatò infine.

- Io mi ricordo di lui...- nello stesso istante la bruna.
- ...Atem- dissero all'unisono Anzu e Seto in due luoghi differenti.
- ... Ma più di ogni cosa io mi ricordo di te, Yugi Muto!- Aggiunse però unicamente la giovane donna innamorata, avvicinandosi delicata al viso del compagno.
Lo baciò e quel profumo nauseabondo si dileguò nell'aria con tutti i loro vuoti di memoria.
- Ti amo anche io- ricambiò con lieve ritardo il Re dei giochi, finalmente con un sorriso sincero e commosso. 
Il tutto rovinato da un applauso partito da Honda e Otogi al quale si unì Bakura:- Grazie per lo spettacolo ragazzi.-
Quel profumo si dileguò in ogni luogo, anche da colei che lo aveva causato.
Ricordarono ogni cosa, che sciocchi. Ricordarono anche bene cosa fosse la solitudine e quanto facesse profondamente schifo.
- Mai- allungò una mano:- Vieni con me o no?- Delicato.
Lei annuì timida, gli sorrise e gli sfiorò la mano.
Lui strinse quella mano forte ma senza farle male:- Vorrei tu capissi a pieno che quei ragazzi possono essere anche il tuo di posto!-
- Vorrei tu capissi che non sono loro il posto che cerco- rispose con fermezza e occhi dolci, ma lui ancora una volta fu troppo ingenuo per riuscire a capirla.
E Anzu lanciò i suoi brillanti dadi azzurri, ma non prima di aver picchiato quei tre deficienti dei suoi amici.
Prima (3) e poi (3) e in quel cielo si colorarono d'azzurro sei caselle.
- Speriamo bene- Anzu Mazaki strinse la mano al suo ragazzo mentre guardava quel sentiero colorarsi dello stesso colore dei suoi dadi.
Piano si avvicinarono anche Seto Kaiba, Katsuya Jonouchi e Mai Kujaku tornati dalla loro piccola fuga.
- Eccoci di nuovo tutti insieme!- Disse Yugi in un sorriso sincero ma anche un po' amareggiato, avrebbe preferito stare con i suoi amici in una situazione differente.
Honda strattonò il suo più grande amico:- Alla fine ti eri solo imboscato con Mai eh?-
Il ragazzo distolse lo sguardo offeso:- Ma che dici?! Siamo stati strani tutti!-
Honda sbuffò prendendolo il giro:- Io direi che è l'unica volta nella tua vita che sei stato furbo!- Il biondo rispose con un amichevole cazzotto.
La terra poi tremò alzandosi tutto a un tratto, i ragazzi caddero. Dal suolo si alzò all'improvviso un enorme castello, non vecchio e malandato come quello che avevano già visitato ma lucido e imponente come quello delle principesse delle fiabe.
- Che significa?- Chiese la ragazza che aveva lanciato i dadi prima di ritrovarsi con un paio di grandi ali, tre per lato, e un lungo vestito giallo con al centro una cinta con una pietra blu. - E' la carta di Duel Monster Indossatrice di ali!- Riconobbe subito Yugi per poi vedersi comparire uno spadone, un grande casco e un giaccone blu e grigio metallizzato:- E io sono Spadaccino silente!-
- Ma perché c'è sempre di mezzo il Duel Monster eh?!- Urlò Honda completamente ricoperto di un'armatura in ferro con due grossi spuntoni sulle spalle.
- Roboyarou!- Disse sempre Yugi e l'amico scontroso rispose:- Sì sì, abbiamo capito Yugi, le sai tutte!- Poi si guardò lievemente compiaciuto.
L'ex teppista anche si ammirò in quell'armatura dalle grandi spalle verdi e il mantello blu, strinse la sua lancia:- Aspetta aspetta Yugi, non me lo dire! Sono Giltia il cavaliere!- Si riconobbe orgoglioso, il piccolo amico quasi lo ignorò distratto dalla bella donna alle sue spalle:- Uuh uaoh Mai! Paladina amazoness! Sei praticamente identica!- Jonouchi si voltò a guardarla, Anzu spintonò Yugi.
La donna impugnava una spada e vestita con pochi stracci, un toppino e un lungo copricapo chiari, piume viola e accessori dorati:- Non posso negarlo- rispose sensuale al giovane esperto.
- Poco fine- disse poi l'esperto di dadi nella sua grossa armatura blu e oro:- Ma sono un guerriero più imponente di te!- Si vantò con Honda.
- Orgot l'implacabile!- Continuava Yugi come fosse un gioco a quiz in cui stava stravincendo.
Bakura invece era molto più fine, smoking viola, mantello e cilindro bianchi:- Bianco cappello magico!- Si disse da solo.
Infine ancora prima di guardarlo dissero tutti in coro:- Sicuramente qualcuno sarà Drago bianco occhi blu- e in effetti sì, Seto Kaiba indossava un'armatura che ricordava in assoluto la sua carta di Duel Monster preferita, tornò tra le sue mani anche quella spada occhi blu usata in precedenza, rimase in silenzio con la solita espressione distaccata, ma probabilmente era profondamente soddisfatto.
Finito il lieve momento di ilarità guardarono quel grande castello:- Che significa?- Ripeté la donna con le ali, tutti impugnarono le proprie armi.
Intorno al castello si crearono dei nuvoloni, caddero lampi, in uno dei balconi in alto, quello più grande, apparve spalancando il finestrone un'adolescente vestita come Strega della foresta nera, lungo abito scuro e medaglioni. Rise di gusto, malvagia, con sguardo rivolto a quei lampi:- Se non volete morire con me- disse poi guardandoli con sopracciglia aggrottate:- Allora morite e basta!- Un sorriso maligno si impadronì di quel volto delicato con le lentiggini.
- Quella è... è Rebecca Hopkins?!- Disse la bruna alzandosi in volo come a potersi avvicinare a quella piccola strega.
E i tuoni riecheggiavano.

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Capitolo 6
*** Il castello dei sogni ***


- Rebecca?? Non può trovarsi qui! Siamo già tutti i giocatori possibili!- Disse Yugi.
- E' un'immagine fittizia, proprio come il mio ex, sicuramente!-
- Allora ammetti che il serial killer fuori di testa era un tuo ex- si intromise Jonouchi fuori luogo, Mai si limitò a guardarlo come uno scemo.
Yugi annuì:- Non è la vera Rebecca, Mai ha ragione, non facciamoci ingannare. Anche se... è comunque difficile attac- Seto Kaiba si era già lanciato con il suo spadone verso di lei spiccando il volo con le sue grandi ali. Anzu in volo con lui:- Ehi! Vacci piano! Nemmeno il beneficio del dubbio!-
- Sai che mi importa- rispose al solito.
La bambina fece ancora una volta una smorfia e con una potente aura nera fermò il colpo del ragazzo rispedendolo a terra contro il tronco di uno di quell'imponenti alberi. -Ahk- l'armatura attutì il colpo ma il dolore si faceva sentire lo stesso.
Yugi:- Seto, come stai?!- Chiese avvicinandosi. Jonouchi:- Guarda un po', Strega della foresta nera ha respinto un attacco di Drago bianco occhi blu!- Lo beffeggiò, Seto guardò il biondo scontroso ma non poté replicare.
Anzu dopo essersi assicurata osservando gli amici che il ricco ragazzo scorbutico stesse bene provò a contrastare la magia della strega nera con un potere puro e bianco.
Rebecca:- Ahahah. Sempre così dolce eh?- Allargò le braccia per fermare la potenza dell'amore della ballerina:- Ti ho trovata sempre così noiosa!-
- Piantala- sorrise la donna che le teneva testa in mezzo a quei lampi:- Tu nemmeno mi conosci. E anche se fossi la vera Rebecca, sai cosa? Non mi saresti simpatica lo stesso!-
Il potere bianco superò quello nero, la strega perse il controllo cadendo dal balcone.
- Grande Anzu- urlarono gli amici Jonouchi e Honda da sotto, lei si voltò a guardarli, si avvicinò sbattendo quelle ali al vento.
Honda Roboyarou e Otogi l'implacabile circondarono la strega bloccandola.
Rebecca guardò prima uno e poi l'altro con aria di sfida e sempre un sorrisetto sulle labbra:- Non ti sono simpatica- continuò a parlare con la donna che in quel gioco l'aveva creata:- Ami circondarti di uomini- le disse, Jonouchi Giltia strinse la sua lancia pronto a colpirla se necessario, ma sembrava non averne del tutto il coraggio vedendo la faccia di quella bambina.
- La verità è che non ti è simpatica nessuna che possa minacciare il tuo essere primadonna nel tuo gruppo di amici!-
- Questo era chiaro da tempo, ma noi la amiamo anche per questo!- Disse la amazzone trafiggendola da dietro con la sua spada, la piccola strega urlò.
- Mai!- Urlò Jonouchi:- Come hai potuto?!- Tra la stima e il disprezzo.
Mai:- Anche tu la minacciavi. Non è la vera Rebecca!-
Jonouchi:- Ma aveva comunque l'aspetto di una bambina!-
Honda e Otogi altrettanto sconvolti quasi cercarono di aiutare la strega che perdeva forza e potere tra le urla.
Anzu si avvicinò, piombando alle spalle di Mai:- "Questo era chiaro da tempo" eh?- Minacciosa, la bionda le sorrise con una linguaccia stropicciandole poi i capelli e l'amica non riuscì a fare l'offesa a lungo tanto quanto avrebbe voluto. Poi la bionda all'amico:- Cosa aspetti Jonouchi? Lancia i dadi!-
- Ah sì, i dadi!- Cercò nelle tasche, visto che al momento non avevano zaini:- Non li trovo!-
Un lampo ancora più accecante e una risata minacciosa li fece sussultare, le nuvole si aprirono per dare spazio alla luna bianca e tonda, un raggio di luce dritto verso quello che sembrava il cadavere della strega. La terra intorno a loro si alzò in un polverone, si coprirono gli occhi mentre quella risata risuonava ancora:- Pensavate davvero che fosse così facile?!- Quella che sembrava la voce della piccola Rebecca si era trasformata in una voce più possente e maligna.
Quando la luce scomparve e la polvere si posò e finalmente i ragazzi poterono vedere si accorsero che non vi era più Strega della foresta nera dinanzi a loro ma un imponente vero e proprio drago pronto a radere al suolo l'intera foresta se necessario!
- E' Drago avido!!- Disse ancora una volta Yugi e questa volta fu Seto Kaiba a prenderlo per una spalla e spintonarlo all'indietro:- Abbiamo capito, lo riconosciamo tutti!- Era pronto a combattere ancora dopo la batosta ricevuta, drago contro drago!
Drago avido sbatté violentemente le sue ali alzandosi in volo, l'urto dell'aria scaraventò i ragazzi.
Il mago Bakura creò delle catene dal nulla afferrandogli le caviglie in maniera tale che il drago non potesse volare via.
Bakura:- Forse non posso fare molto, ma cerco di dare una mano!-
Il drago rise di gusto per poi sputare un'onda di magia nera che spazzò via il povero Bakura, Mai e Honda lo raggiunsero.
- Ho detto "morite!"- Ripeté con quella voce insopportabile prendendo tra le sue fauci il primo che gli capitò a tiro, Orgot l'implacabile che con la sua spada tentò di bloccare quella grossa bocca e quei grossi denti, riuscì a spaccarne uno, il drago urlò sputandolo via.
- Mangia qualcun'altro la prossima volta!- Sbruffone, il drago allora catturò Yugi. Otogi:- Non dovevi prendermi in parola!-
La donna alata urlò un "no" preda della paura di perderlo, i suoi occhi divennero bianchi e dalla sua bocca venne fuori un lungo raggio che circondò il drago.
Si alzarono tutto intorno delle fiamme bianche che scottavano le squame dell'animale che emise piccole urla:- Stupida!- Disse poi sofferente:- Così ucciderai tu stessa il nostro amato Yugi!-
- Non dire sciocchezze- disse il ragazzo sicuro di sé puntando la grossa spada dritta al muso del Drago avido:- Spadaccino silente è immune alla magia!- Sogghignò soddisfatto colpendo il naso nero di quel mostro e gettandosi dalle sue fauci verso il basso. Il drago gridò di rabbia e dolore:- Fa' come vuoi!- Gli disse vedendolo gettarsi nel vuoto:- Allora muori così!-
Anzu era troppo lontana per riuscire a raggiungerlo, allungò la sua mano nel tentativo inutile di afferrarlo. Per fortuna non era la sola a possedere delle ali lì in mezzo.
Il ragazzino venne preso al volo non delicatamente per le braccia, guardò il suo salvatore:- Grazie Seto- disse. - Risparmia il fiato- gli rispose lanciandolo verso Giltia che lo prese al volo cadendo e maledicendo quell'antipatico di un Occhi blu. L'alato Kaiba impugnò di nuovo la sua spada e ancora una volta si lanciò convinto verso quel drago.
La strega lo evitò ancora una volta ma i movimenti erano limitati dalle catene di Bakura che ancora intontito tra le braccia di Mai che curava le sue ferite cercava di mantenere intatta la sua magia. Seto questa volta non si fece colpire però, schivò agile per poi apparire alle spalle del drago riuscendo a tagliare una delle sue ali. Il drago dolorante cadde giù tra le fiamme bianche che ancora lo circondavano, tra urla strazianti riuscì ad afferrare la gamba dell'Occhi blu trascinandolo tra le fiamme con lei:- Tu non sei immune alla magia eh?- Sogghignò rauca e il ragazzo non riuscì a trattenere un urlo di dolore.
Una lancia però tagliò il braccio al drago lasciando Seto libero di fuggire, Jonouchi ridacchiò soddisfatto:- Mi devi un favore Kaiba!-
Yugi si lanciò a sua volta a proteggere Seto spegnendo le fiamme che lo circondavano:- Come stai?-
Ancora una volta scontroso rispose:- Non ti devo nessun favore- in effetti aveva salvato la sorella, erano pari, ma Jonouchi non poteva saperlo visto che Seto non era un gran chiacchierone.
- Argh!- Sputò il biondo:- Tornassi indietro ti lascerei bruciare tra le fiamme!- Serio.
Anzu raggiunse i suoi amici spegnendo quelle fiamme, allargò le braccia creando intorno a quella strega un cerchio magico che le impediva di fuggire.
Honda con la sua possente forza data da Roboyarou bloccò l'altra zampa del drago adesso che non riusciva più a volare. Giltia con la sua lancia tagliò l'altra ala e Occhi blu ancora una volta si lanciò con il suo spadone dritto al petto di quel Drago avido che lanciando l'ultimo urlo scomparve diventando polvere.
I loro vestiti da Duel Monster scomparvero insieme a quel drago, ripresero fiato avvicinandosi gli uni agli altri, risero felici.
- Insieme siamo davvero una forza- chiuse la mano a pugno il ragazzo biondo. - Come sempre- rispose il migliore amico dagli occhioni viola battendo il pugno.
- Ora c'è da chiedersi se quella non fosse la vera Rebecca- disse Mai smorzando tutto.
Anzu:- Stai scherzando?!- Le urlò:- Sei stata tu a dire che era un'immagine fittizia!-
La donna le sfioro le spalle con fare amichevole:- Ma sì, ma sì. Sto scherzando. Quando torniamo a casa però... datele un colpo di telefono magari eh- disse non rasserenando affatto l'amica. 
Jonouchi trovò i suoi dadi nel fedele zaino tornato in spalla, li strinse e prendendo coraggio si preparò a lanciare:- Vado?- Chiese agli amici che sicuri annuirono.
( 6) e (6), il massimo. -Aha!- Dodici caselle si illuminarono di giallo mentre il ragazzo si vantava con i suoi amici.
Ripresero fiato pronti ad affrontare ancora una volta il peggio, sentirono infatti un rumore furtivo tra le foglie, si voltarono di scatto.
Una pantera nera come la pece apparve tra gli alberi colpendo in pieno il giovane Yugi, azzannò il braccio, la camicia si strappò e il sangue schizzò.
Jonouchi pieno di adrenalina colpì il viso dell'animale feroce con le mani unite stordendolo pochi secondi, Honda prese Yugi di peso trascinandolo via da lì. Corsero tutti verso il castello mentre la pantera, ripresasi li inseguì lungo le pregiate scalinate, gettando a terra armature, quadri e tutto ciò che vi era nel castello.
Riuscirono a chiudersi in una stanza nel tentativo di curare il braccio del malcapitato con ciò che trovarono nello zaino, c'era un letto e lo fecero stendere.
- Come stai?- Chiese Mai una volta finito di fasciare, il ragazzo fece un cenno con la testa come a dire "sto bene" ma la sua espressione non sembrava dire lo stesso, aveva le lacrime agli occhi e le labbra contratte.
- Fa così male eh?- Chiese ancora la donna dispiaciuta. - Non è quello- rispose serio:- Non è quello, davvero- ancora una volta. Anzu si avvicinò accarezzandoli i capelli:- Forse dovremmo prenderci un po' di tempo per riposare...-
- Più tempo passiamo qui più diventa rischioso- disse Otogi.
Honda:- Parla quello che non aveva il coraggio di lanciare più i suoi dadi.-
L'amico lo guardò nervoso e poi continuò:- Facciamo un calcolo. A che stiamo? Yugi la nostra squadra è a...- pensò:- ...48.-
Mai:- La nostra a 41.-
Anzu strinse la mano al suo amato:- E' solo poco più di metà!-
Bakura:- Sì ma con un po' di fortuna, se riusciamo a fare dei buoni tiri non ci vorrà poi tanto!-
- Un po' di fortuna?!- Disse allora Yugi nervoso, non voleva aggredire il ragazzo, non era assolutamente nella sua indole ma non riuscì a trattenere lo sconforto più a lungo di così.
- E' un gioco delle ombre- disse faticando a parlare per la rabbia:- Di nuovo! Perché?! Perché se non c'è lui!- Guardò il soffitto non riuscendo a trattenere le lacrime, strinse i pugni più che poteva quasi fino a fare male alla donna che gli stringeva la mano:- Perché sopportare tutto questo se non c'è lui?!- Urlò a denti stretti.
Non riusciva a capire come questo fosse possibile. Da dove era spuntato questo dannato gioco?!
Lui era diventato forte, e di una cosa era sempre più che mai sicuro, non aveva più bisogno di lui.
Ma questo non significava che non facesse male lo stesso. Non significava che non facesse un maledetto male cane lo stesso stare senza di lui!
Il ragazzo dagli occhi blu non poté fare a meno di guardare il Re dei giochi piangere in una momentanea perdita di coraggio, sorrise appena, strano succedesse anche a lui.
Tutti i presenti abbassarono lo sguardo non sapendo cosa aggiungere. Approfittarono di quel momento per prendere tristemente fiato ripensando a un caro amico.
- Yugi- disse a voce sottile il ragazzo più alto, come se avesse un segreto da rivelargli. Yugi Muto si voltò piano a guardare colui che l'aveva chiamato:- Che c'è... Seto Kaiba- disse senza avere in realtà voglia di ascoltarlo. Si accorse di come quegli occhi blu si posavano spenti su di lui, intuì allora, senza volersi fare troppe domande, che era colpa sua.
Era stato trovato vicino la Kaiba corp. quel gioco. E più di chiunque altro in quella stanza era lui, era lui l'unico che davvero non era riuscito a rinunciare ad Atem.
- Che vuoi dirmi Seto?- Ripeté come a dirgli so già tutto con un velo di rabbia e rassegnazione.
- Tu ce la puoi fare- gli disse inaspettatamente il milionario, con voce delicata:- Tu ce l'hai sempre fatta- forse non era questo quello che voleva dirgli e il ragazzo dai capelli alti lo sapeva benissimo, ma non poté fare a meno di sorridere a queste parole.

- Kaiba...-
Una fonte di calore e un aura celeste accecarono appena il giovane, si voltò e lo vide in un cerchio magico di luce, come venire da un'altra dimensione.
- Yugi- disse.
- Non è il mio nome- sorrise il faraone.
Seto Kaiba si guardò attorno, tutti in quella stanza accerchiavano il giovane Yugi e nessuno sembrava accorgersi di Atem.
- Ti vedo solo io- allora gli disse:- Anche questo è causato dal gioco?-
- E' probabile.-
- E allora? Si può sapere perché sei venuto a scocciare?-
L'egiziano non poté fare a meno di sorridere:- Di solito sei tu a scocciare me- non si trattenne dal dirgli:- Volevo solo dirti grazie.-
- Scherzi?- Quasi offeso non capiva.
- Grazie per quello che hai fatto per Yugi.-
- Non ho fatto niente- ed era sincero.
- Forse non l'hai fatto apposta ma non importa. Lui ce la può fare. Lui ce l'ha sempre fatta!- Ripeté le stesse parole del ragazzo per poi scomparire anche dalla testa di Seto che inconsciamente allungò la mano verso quel cerchio, prima di perderlo ancora una volta.

Yugi Muto si alzò da quel letto, sorrise alla sua donna e poi ai suoi amici:- Coraggio, continuiamo!-
I ragazzi ricambiarono il sorriso e si prepararono ad affrontare l'ennesimo pericolo. - Abbiamo fermato un drago! Possiamo fermare una pantera!- Disse fiducioso Jonouchi.
Come uscirono dalla stanza l'animale tentò ancora una volta di aggredirli ma insieme riuscirono ad affrontarlo e schivarlo fino a quando non riuscirono a chiuderlo in una delle stanze blindate del castello. La pantera non sarebbe riuscita a liberarsi da quella stanza e loro sollevati raggiunsero l'atrio principale, ormai distrutto, di quello splendido castello.
Jonouchi:- Coraggio Yugi, tocca a te!- Mano sulla spalla, il ragazzo annuì.
Strinse tra le mani quei dadi neri, gli venne ancora una volta da sorridere con occhi innamorati.
"Dimostrerò ancora una volta che io posso farcela anche senza di te, eh amico mio?" Guardò il soffitto di quel castello, sospirò pieno di coraggio e voglia di tornare a casa, sano e salvo, con tutti i suoi amici.
Non pensò ad altro, pensò solo che voleva essere felice, e voleva che chiunque in quella stanza fosse felice, per sempre!
Lanciò i suoi dadi, così neri come le ombre. Cadde il primo (6), e poi il secondo (6).
Sorrise fiero mentre le dodici caselle si coloravano di nero.
- Contiamo sui buoni tiri, eh Bakura?- Ridacchiò.

- Mio fratello e Yugi hanno fatto il massimo! Direi che stanno andando benissimo!- Disse Shizuka ancora in quel letto.
- Mi fido di quei ragazzi!- Disse Sugoroku orgoglioso.

- Andrà tutto bene amici, finché siamo insieme!- Disse il ragazzo dalla pedina Nera rincuorando i suoi amici.
E un vento fresco che portava con sé dei diamanti li oltrepassò curando loro ogni ferita, il castello scomparve, anche la pantera, le zanzare, scomparve ogni cosa. Rimase solo la foresta e un caldo tepore.
Il tiro di Yugi era stato un time-out nel quale poterono riposare, felici.

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Capitolo 7
*** Il duello delle ombre (Prima parte) ***


La serata e il luogo erano meravigliosi senza pericoli nascosti dietro l'angolo e il gruppo di amici approfittò per mangiare qualcosa sotto quella luna.
Pensarono per un attimo che sarebbe stato meglio non lanciare altri dadi, poi ricordarono ridendo che quella non era la realtà e a casa avevano persone che li aspettavano in ansia.
Mangiarono quei pezzi di pane come se fossero il cibo più saporito che avessero mai gustato mentre si prendevano in giro scherzando un po'.
- E tu? Tu non lo chiamerai il tuo ex una volta tornata a casa per assicurarti sia vivo?- Chiese stuzzicando l'amica Jonouchi.
- Per quel che mi riguarda lui può anche morire sul serio- rispose cinica in un sorriso inquietante.
- Ci sono donne con cui è meglio non avere a che fare!- Ridacchiò Honda guardando il suo amico.
- Come mia sorella?!- Rispose minacciandolo sgranchendosi le mani.
Mai non se la prese, rise di gusto insieme a loro.
Anzu si soffermò a sfiorare il braccio completamente guarito di Yugi:- Non fa più male?- Ingurgitando un boccone.
- Neanche un po'!- Rispose soddisfatto, anche la camicia era di nuovo al suo posto come fosse nuova.
La ragazza guardò la luna appoggiando il viso sulla spalla di lui:- Quando usciremo da questo gioco dovremmo farci un viaggio.-
- Perché no? Ragazzi!- Disse cercando di unirli al discorso, lei gli diede uno spintone:- Sciocco. Solo io e te intendevo.-
- Oh...- sorriso, con una faccia da scemo:- Ok!-
Nel frattempo Otogi e Honda litigavano ancora per il cuore di Shizuka davanti a un irato Jonouchi che si lanciò a prenderli a pugni, Mai guardò altrove scocciata dalla stupidità degli uomini. Bakura rise di gusto, non stava spesso in loro compagnia, ma doveva ammettere che quando accadeva si divertiva molto!
Purtroppo aveva avuto diversi intoppi nella vita che gli avevano impedito di sviluppare a pieno quest'amicizia, e nessuno meglio di Yugi poteva capirlo.
Pensò che per troppo tempo aveva cercato di rimanere solo per proteggere gli altri da un male che per prima cosa era soprattutto suo.
Per Yugi purtroppo era tutto finito.
Per lui per fortuna era tutto finito.
Seto Kaiba al solito se ne stava in silenzio, mangiava e sorseggiava elegantemente la sua acqua dalla borraccia bianca. Pensò a suo fratello, chissà se era riuscito a capire come rispedire questo gioco dritto nel luogo da dove era venuto e chissà se non fosse preoccupato per lui. Probabile, Mokuba viveva per lui, e anche Seto viveva unicamente per suo fratello e per i duelli con il faraone. Si voltò nella speranza di vedere ancora quel varco dove vi era Atem, ma nulla.
Alla fine, un poco alla volta, presero sonno. Jonouchi, Honda e Otogi dal prendersi a pugni si addormentarono quasi abbracciati. Bakura dormiva non molto distante.
E Anzu si addormentò stretta al braccio di Yugi con un sorriso stampato in viso.
- Muori con me- disse a voce bassa Mai guardando la coppia, e l'unico come lei ancora sveglio la guardò di sfuggita.
- Oh tranquillo Kaiba non ce l'avevo con te. Nessuno vorrebbe morire con te- specificò con sarcasmo senza una vera cattiveria, lui la ignorò e chiuse gli occhi poggiato su uno degli alberi, nella speranza di prendere sonno.
La donna si soffermò ancora sull'adorabile coppia:- Semmai vi succedesse qualcosa, è consolatorio sapere che siete rimasti insieme anche nella morte. Quasi romantico- i suoi occhi si fecero lucidi, non riuscì a non guardare uno di quei tre imbecilli che dormivano insieme, il suo imbecille:- Guardate me invece, proprio come te Kaiba, penso che morirei sola- sorrise con rammarico.
- Io ho Mokuba- rispose il ragazzo sempre con occhi chiusi.
- Pensavo dormissi- sentenziò la donna imbarazzata, sbuffò, e si stese accanto a quel ragazzo biondo che tanto amava, non l'abbracciava, ma almeno potevano dormire vicini.
Il sole era alto quando riaprirono gli occhi. Era tempo di ricominciare quel gioco, con tutte le loro paura, con tutte le loro speranze.
- Coraggio Bakura, tocca a te!-
- Sì, Yugi!-
Il ragazzo lanciò i suoi dadi rosa. (5) e (2). - Speravo di più!-
- E' un ottimo lancio, tranquillo!- Rispose l'amico.

Come la pedina iniziò a muoversi il cuore del povero nonnino Muto riprese a battere.
- Sono stati fermi delle ore!! Temevo fossero morti tutti!!- Piangeva.
Shizuka lo consolò, ma aveva avuto lo stesso timore.
Qualcuno suonò, l'anziano asciugandosi le lacrime andò ad aprire.
- Il piccolo Kaiba!- Disse.
- Dov'è mio fratello?-
- Nel gioco, con Yugi e gli altri.-
Il ragazzino sospirò serio, quello che temeva. Decise di seguire il gioco con loro, quando Seto sarebbe tornato lo avrebbe avvertito della buona notizia, sapeva come rispedire quel gioco dal luogo da dove era venuto.

Ripensò alla notte precedente Ryou Bakura.
Ripensò che per Yugi purtroppo era tutto finito.
E ripensò che per lui per fortuna era tutto finito.
O forse no?
Il cuore batté forte. Portò la mano al petto. Gli amici gridarono preoccupati il suo nome.
Iniziò a sudare, gli occhi lacrimavano, prese la sua maglia tra le dita e la tirò via quasi strappandola quel tanto che gli bastò per vedere sul suo petto quel maledetto anello conficcato nelle carni.
- No!!- Urlò disperato:- No!!- Prima di perdere completamente il controllo e non essere più lui.
Il sole era alto, ma sentirono freddo.
- Non può essere- disse Yugi.
- Può eccome- sogghignò sinistro Bakura, che Bakura più non era.
- Lo spirito dell'anello!- Tremarono.
Non poteva essere! Lui era stato sconfitto per sempre!
Ma esattamente come Rebecca, quello non doveva essere davvero Yami Bakura, perché questo gioco metteva a dura prova i loro nervi, e anche se quello non era il vero Yami Bakura faceva paura proprio come lui.
Il Re dei giochi prese coraggio e parlò a nome di tutti:- Cosa vuoi ancora da noi, eh?!-
Bakura:- Guardate il vostro braccio sinistro!- Ridacchiava sempre maligno.
Sul braccio di Yugi, Seto, Mai e Jonouchi comparve un Duel Disk, proprio come al braccio di Bakura, e in ognuno di essi un deck.
Yugi:- Ma non avevamo con noi i nostri deck, che significa?-
Seto:- Che vuoi che significhi? Che è tempo di duellare- disse senza paura.
Jonouchi:- Noi ti sconfiggeremo spirito maligno!-
Una sonora risata:- Ahahahah! Sciocco di un ragazzino, pensaci- disse guardando sia lui che la donna:- In squadra con chi siete voi?-
Anzu, Honda e Otogi si guardarono! E' vero, Bakura faceva parte della squadra di Jonouchi e Mai.
Honda:- Mi stai dicendo che Jonouchi e Mai devono combattere al tuo fianco contro Yugi e Seto?!-
Bakura:- Direi di sì!- Soddisfatto.
Mai:- Ma siamo tre contro due, non è corretto!-
Bakura:- Non ti facevo così leale!- La prese in giro.
Jonouchi guardò il migliore amico:- Che dobbiamo fare?!- Battersi con Yugi in un gioco delle ombre non era esattamente ciò che sperava.
Bakura spiegò le regole, ognuno di loro aveva 4000 lp, perderli significava morire, se tutti i giocatori di una squadra perdevano i loro life points allora perdeva l'intera squadra.
Yugi:- Ma questa è la magia del tuo tiro di dadi- disse serio:- Se dovessimo vincere io e Seto la tua magia si annullerebbe e anche chi avesse azzerato i suoi life points potrà tornare in vita!-
Bakura:- Non lo nego. Ma se dovesse vincere la mia squadra, il vostro gioco finisce qui, in tutti i sensi!- Rise ancora di gusto.
Yugi guardò Jonouchi con aria fiduciosa:- Metticela tutta amico mio! Dobbiamo lottare al massimo delle nostre capacità! Andrà tutto bene!-
Jonouchi non rispose, accenno un sì con la testa e poi guardò la sua compagna:- Sei con me, Mai?-
- Per forza- rispose lei senza nascondere una punta di paura.
Giochi delle ombre collegati a duelli di carte, non erano certo un bel ricordo per lei. Non aveva nessuna intenzione di perdere life points, non avrebbe mai più provato quella terribile sensazione!
Seto sorrise sbruffone preparando il suo Duel Disk:- Basta con questi inutili convenevoli. Credo sia ovvio chi sarà il vincitore di questo duello. Cominciamo!-
E cominciarono il duello, mentre Anzu, Honda e Otogi si dannavano di non poter essere d'aiuto, ma come al solito invece erano essenziali per Yugi e Jonouchi, il loro appoggio era tutto ciò che li serviva!

Yami Bakura 4000
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 4000
Seto Kaiba 4000
Mai Kujaku 4000

Bakura:- Mi pare logico che sia io il prima a cominciare!- Pescò le sue carte e giocò il suo primo turno.
Bakura:- Evoco Cavaliere della scoperta del teschio in posizione di attacco per cominciare, e poi...- sogghignò:- ...posiziono due carte coperte!-
La prima mano di Bakura era stata fortunata, una delle carte trappola era Spirito oscuro del silenzio ma l'altra era Tavola del destino, una volta scoperta gli bastavano pochi turni per vincere il duello, era già tutto nelle sue mani, al solito rise di gusto.
Bakura:- Passo il turno.-
Yugi:- Tocca a me!- Pescò con foga.
Yugi:- Attivo Rito della gloria nera e mando al cimitero Cavaliere vento scuro di Gaia e Kuriboh per evocare Glorioso soldato nero!!-
Jonouchi sorrise, che grande mossa!
Yugi:- E posiziono una carta coperta!- Cerchio incantatore era la carta trappola.
Yugi:- Passo. Tocca a te, Jonouchi!-
L'amico annuì:- Evoco Spadaccino di Landstar in attacco e due carte coperte e passo il turno.-
Dadi del teschio e dadi graziosi, come al solito la sua strategia si basava molto sulla fortuna.
Mai:- Tutto qua? Non sai più giocare o cosa?- Lo sgridò.
Jonouchi:- Tu pensa per te stessa.-
Mai:- Siamo in squadra sai?-
Jonouchi:- Lo so!- Le disse per poi guardare Bakura:- Purtroppo non solo io e te.-
Seto:- E' il mio turno patetico di un duellante- pescò.
Jonouchi:- Ce l'hai con me?!- Si infuriò come al solito.
Seto sorrise sbruffone:- Evoco Signore dei draghi e attivo la carta magia Flauto evoca draghi per evocare, non uno, ma ben due Draghi bianchi occhi blu!- Rise anche lui di gusto, il bluff non era il suo forte.
Mai:- Ecco Jonouchi, è così che si gioca...-
Jonouchi:- Ti ci metti anche tu?- Imbarazzato e nervoso.
Seto:- Dì un po' Bakura, stai già tremando di paura, vero?-
Lo spirito dai capelli bianchi si limitò a ridergli in faccia infastidendolo.
Mai:- Tocca a me!- Pescò anche lei, guardò le sue carte e ragionò:- Spadaccina amazoness in attacco e posiziono una carta coperta!- Carta trappola Arciere amazoness.
Mai:- Passo!-
Jonouchi:- Ehi, ti lamentavi di me?-
Mai:- Stai zitto Jonouchi, non paragone la mia amazzone al tuo inutile spadaccino!-
Toccava di nuovo a Bakura, così facendo la sua squadra giocava due turni di seguito avvantaggiandoli non poco, il mostro sogghignò ancora sicuro di vincere.
Secondo turno.
Bakura attaccò il Signore dei draghi di Seto Kaiba distruggendolo, infliggendoli così danni fino a 700.

Yami Bakura 4000
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 4000
Seto Kaiba 3300
Mai Kujaku 4000

Yugi giocò Guardiano celtico riaddestrato in posizione di difesa e poi:- Con Glorioso soldato nero attacco Spadaccino di Landstar!- Scambiò uno sguardo di intesa col suo più caro amico.
Jonouchi:- Scopro le mie carte coperte! Dadi del teschio e Dadi graziosi!-
Da Dadi del teschio venne fuori il numero 2 così da dimezzare i punti di attacco di Glorioso soldato nero, da Dadi graziosi venne fuori 3 così da triplicare Spadaccino di Landstar. Entrambi arrivarono a 1500 eliminandosi a vicenda!
Jonouchi al suo turno giocò Guerriero pantera in attacco e Capro espiatorio e Kunai con catena coperti.
Seto:- Attacco Cavaliere della scoperta del teschio con il mio Drago bianco occhi blu!-
Yugi:- Aspetta Seto, c'è una carta trappola!-
Seto:- Non intrometterti nel mio duello Yugi!-
Yugi:- Siamo una squadra, non è solo il tuo duello!-
Seto lo guardò indispettito e infastidito dai soliti discorsi, continuò con la sua strategia.
Bakura, come previsto da Yugi, attivò la carta trappola Spirito oscuro del silenzio, prese il controllo del Drago bianco e gli ordinò di attaccare a sua volta l'altro Drago bianco occhi blu sul campo.
Yugi non ci pensò due volte, usò Cerchio incantatore sull'Occhi blu attaccante bloccandolo così dal far danni.
Seto:- Tsz- mugugnò Seto:- Cosa hai fatto al mio Drago bianco occhi blu?-
Yugi:- Collaboro con te per aiutarti! Come dovresti fare pure tu!-
Seto:- Mm- lo ignorò ancora posizionando Teletrasportatore come carta coperta.
Infine Mai evocò Cyber lady arpia e attivando Egotista elegante evocò anche Lady arpia 2 e Lady arpia 3 e con Cyber lady arpia attaccò Guardiano celtico distruggendolo.
Infine guardò nella sua mano Muro a specchio, una carta che la faceva sentire sicura, la posizionò coperta certa ancora di non voler finire mai più in quel maledetto regno delle ombre!
Il terzo turno era alle porte, e lo spirito dell'anello rideva ancora infastidendo gli animi di tutti.
Non c'era tempo da perdere, dovevano vincere il duello e tornare a casa!

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Capitolo 8
*** Il duello delle ombre (Seconda parte) ***


- E' di nuovo il mio turno- pescò sempre nelle sue risate Bakura:- Sacrifico Cavaliere della scoperta del teschio per evocare Diabound nucleo!-
Tramite effetto il suo mostro guadagnò 600 arrivando così a 2400 e Occhi blu, fuori dal cerchio incantatore, perse 1800 arrivando a 1200, lo attaccò.
Seto:- Non così presto!- Con Teletrasportatore Kaiba rimosse quell'Occhi blu per un turno mandando così a vuoto l'attacco.
Bakura allora in una solita sonora risata attivò Tavola del destino pescando già la seconda lettera:- Siamo già a "DE", non ci vorrà molto per arrivare a "DEATH" e allora sì che sarà la vostra fine!-
Yugi non demordeva, Bakura era forte e faceva paura ma lui e i suoi amici non erano da meno, attivò Mostro resuscitato e rievocò Glorioso soldato nero sul campo e con Spade rivelatrici bloccò gli avversari per tre turni.
Era il turno di Jonouchi, pescò Azzardo. Il suo sguardo mutò. Azzardo, lo diceva la parola stessa, era una carta pericolosa. Non voleva che Yugi perdesse il duello, anche a discapito della sua stessa vita, ma in squadra con lui c'era Mai. La guardò e lei ricambiò lo sguardo non capendo.
Non poteva azzardare tanto con lei in squadra, lui poteva anche sacrificarsi per Yugi ma non avrebbe mai permesso che lei facesse altrettanto. Ingoiò e indeciso la posizionò coperta.
Jono:- Passo il mio turno.-
Mai:- Continui a deludermi Jonouchi- amichevolmente, o forse no.
Jono:- Sta' zitta ho detto!-
Seto giocò Anfora dell'avidità che gli permise di pescare altre due carte, che fortuna! Pescò il terzo Drago bianco occhi blu!
Rise di gusto anche lui per l'ennesima volta e:- Polimerizzazione ed evoco Drago finale occhi blu!!- Passò il turno poi, continuando ad essere compiaciuto a lungo della sua mano.
Al suo turno Mai sacrificò Spadaccina amazoness e Lady arpia 2 per evocare Draghetto delle arpie che si potenziava per ogni arpia sul terreno e, attivando un'altra egotista elegante e giocando Profumeria arpia il Drago arrivò a 2900 punti di attacco. Ma non terminò così, aggiungendo Spolverino delle arpie dal deck e attivandolo spazzò via tutte le carte magia e trappola, di conseguenza anche spade rivelatrici; il suo Muro a specchio la faceva sentire sicura anche da un attacco di quel Drago finale occhi blu e decise allora di passare.
Mai:- E' così che si gioca, Jonouchi.-
Jonouchi:- Aha.-
Quarto turno, Bakura attivò Santuario oscuro e tutto intorno a loro si colorò di nero mentre sguardi inquietanti fissavano i giocatori.
Anzu:- Non riusciamo più a vederli!-
Honda:- Maledizione!-
Katsuya Jonouchi non si sentiva granché tranquillo in questa situazione e la sua amica lo punzecchiò ancora, ma la verità è che anche lei aveva così paura di questi maledetti giochi oscuri!
Grazie a Santuario oscuro Bakura poté evocare specialmente un demone normale Spirito terralegato in difesa, passò mentre la scritta alle sue spalle divenne "DEA".
Era il turno di Yugi.
Il ragazzo guardò il suo scontroso compagno pronto a fare quella che poteva essere una delle mosse più decisive del duello. Sapeva che in fondo, nonostante i suoi difetti, poteva contare anche su Kaiba in questi momenti. Seto lo guardò, probabilmente aveva intuito.
Yugi si decise:- Uso Polimerizzazione per fondere Glorioso soldato nero e Drago finale occhi blu!-
Un bagliore:- Per evocare Cavaliere signore dei draghi!!-
E quella era in assoluto la carta più potente sul campo, 5000/5000.
Yugi sorrise a Seto che ricambiò con orgoglio.
Bakura:- Non mi fate paura!-
Seto:- Beh, dovresti averne invece.-
Yugi:- Passo il mio turno. Coraggio Jonouchi!-
Jono:- Sposto Guerriero pantera in difesa e attivo Capro espiatorio- pensò ancora alla sua carta coperta Azzardo, si morse un labbro e passò il turno. Mai aveva ragione, non stava dando il meglio di sé, ma come poteva se in gioco c'era la vita del suo migliore amico?
Seto, al suo turno, attivò Distruzione schiacciante e ridendo di gusto spazzò via Tavola del destino con tutte le sue lettere.
Bakura in quell'istante smise di ridere, strinse i pugni minacciando con lo sguardo il suo avversario.
Seto:- Non ti senti più così sicuro eh? Ti dirò di più, Distruzione schiacciante ti infligge anche 500 danni!-

Yami Bakura 3500
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 4000
Seto Kaiba 3300
Mai Kujaku 4000

Seto:- La prossima volta pensaci due volte prima di sfidarmi!-
Yugi:- Di sfidarci, Seto!-
Seto lo ignorò e continuò a compiacersi di sé stesso.
Seto:- Non è finita qua!- Attivò Megamorph su Cavaliere signore dei draghi raddoppiando la sua potenza così da farlo arrivare a 10000 e attaccò il mostro di Bakura Diabound.
Il suo avversario era senza dubbio Bakura ma sul campo era ancora attiva Spirito oscuro del silenzio che dirottò l'attacco.
Bakura:- Pensate davvero che mi faccia eliminare così? Dirotto l'attacco su Draghetto delle arpie!-
Mai, Jonouchi:- Che cosa?!- Erano compagni di squadra, ma non ci pensò un attimo a difendere sé stesso a discapito di Mai.
Jonouchi lo guardò in cagnesco come non aveva mai fatto, avesse potuto lo avrebbe ricoperto di calci e pugni fino a farlo sanguinare a terra, ma quello era il corpo di Ryou Bakura e non aveva colpe.
D'altro canto nella testa di Mai si susseguirono ricordi terribili, non voleva morire in quel barbaro modo di nuovo, non voleva in alcun modo! Per fortuna aveva Muro a specchio, poteva salvarsi! Ma guardò il suo compagno Jonouchi, capì quello che stava provando, il suo sguardo divenne dolce, come se dovesse salutarlo per sempre.
Se Yugi e Seto avessero vinto il duello tutto si sarebbe risolto, questo duello non doveva vincerlo lei.
Fece un gesto con la mano come a salutarlo e si lasciò colpire perdendo completamente i suoi life points.

Yami Bakura 3500
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 4000
Seto Kaiba 3300
Mai Kujaku 0000

- No!!- Urlò il ragazzo innamorato disperato mentre la donna cadeva a terra per poi scomparire nelle ombre. - No!...- Il cuore si strinse in una morsa, non aveva più alcun senso proseguire.
Perché doveva essere successo a loro? Perché avevano dovuto lottare accanto a quello schifoso bastardo? Perché doveva sperare di vedere quello che aveva visto, la sua amata scomparire per sempre davanti ai suoi occhi, non era giusto. Strinse i pugni non riuscendo a trattenere le lacrime, il duello non era ancora terminato. E la risata di quel mostro risuonava ancora nell'aria. Jonouchi guardò Yugi che a sua volta strinse i pugni.
Seto:- Non era lei che dovevo attaccare, codardo- non che gli importasse particolarmente della ragazza, ma non era indirizzato a lei quel colpo micidiale.
Quinto turno. 
Bakura:- Non avete ancora visto niente!- Pescò soddisfatto.
- Invece sei tu che non hai visto niente. Questo sarà il tuo ultimo turno- disse cupo il compagno di squadra, come se insieme all'anima di Mai se ne fosse andata anche la sua.
Bakura:- Stiamo a vedere- sogghignò:- Come prima cosa attivo Tifone spaziale mistico e neutralizzo Megamorph e poi attivo Contratto col maestro oscuro, sacrifico i miei due mostri sul terreno per evocare...- allargò le sue braccia al cielo:- ...Maestro oscuro Zorc!!-
Strinsero i pugni e i denti tutti, in effetti, poteva davvero essere la fine.
Bakura:- Attivo il suo eff...!!- Ma qualcosa lo bloccò.
Bakura:- Che... che mi succede?!- Tremava cercando di riprendere il controllo di sé:- Perché non riesco a muovermi?! Non dirmi che... tu... maledetto!-
Quel ragazzo timido e puro di cuore che era Ryou Bakura teneva bloccato lo spirito maligno dell'anello.
Bakura buono:- Non mi userai per sempre!- Disse con tutte le sue forze:- Non farai altro male a questi ragazzi!-
Yami Bakura:- Aaargh!- Non riusciva ad averla vinta e fu costretto a passare il turno.
Mentre lo Bakura malvagio e quello buono lottavano interiormente Yugi approfittò del suo turno. Evocò Cavaliere della regina in difesa (1600) e passò il turno.
Arrivò presto il turno di Jonouchi che con occhi ancora affranti guardò nuovamente il suo caro amico:- Yugi- disse con voce ferma in un lieve sorriso:- Mi raccomando, devi vincere.-
Yugi spalancò i suoi occhioni lucidi:- Sì, certo. Ma Jono...-
Jonouchi:- Sai quanto la nostra amicizia conti per me.-
Yugi:- E lo stesso vale per me! Per questo non lascerò che ti succeda nulla!-
Jonouchi:- Lo so- sul suo viso si dipinse un'espressione di vero affetto:- Sacrifico un capro espiatorio per ordinare a Guerriero pantera di attaccare Cavaliere della regina!-
Yugi:- Che intenzioni hai?-
Jono:- Passo il turno. Fidati di me!-
Yugi:- L'ho sempre fatto!- Annuì estremamente preoccupato.
Seto:- Se avete finito con questi patetici discorsi toccherebbe a me- attaccò ancora una volta il mostro di Bakura Zorc, ma lo spirito maligno aveva avuto la meglio sul giovane e dirottò di nuovo il suo attacco verso Guerriero pantera.
Yugi:- Jonouchi no!-
Seto:- Non mi importa di quel misero duellante!- Ma ancora una volta non era l'avversario che voleva colpire.
Guerriero pantera venne distrutto e Jonouchi perse 3000 life points.

Yami Bakura 3500
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 1000
Seto Kaiba 3300
Mai Kujaku 0000

Yugi sospirò sapendolo ancora in vita ma il suo amico lo guardò ancora con quello sguardo.
Bakura:- Il prossimo sarà il mio turno e per voi sarà la fine!-
Jonouchi:- Ma il turno di Kaiba non è ancora finito- disse:- Attivo Azzardo!-
Seto osservò quella mossa fuori di testa in quello che era ancora il suo turno.
Yugi:- Jonouchi no! Perché?! E' troppo rischioso!-
Jonouchi:- Ed è proprio quello che spero. Lancio una moneta. Se esce testa pesco fino ad arrivare ad avere 5 carte, se esce croce la mia squadra salterà un turno!-
Bakura nervoso:- Cosa?!-
Yugi:- Jonouc...- - Yugi!- Lo interruppe:- Ti prego, vendica Mai.-
L'amico si ammutolì, e come Jonouchi, il solito fortunato, aveva sperato, uscì croce.
Bakura urlò di rabbia e Jonouchi sorrise confidando nell'amico.
Sesto turno.
Yugi:- Pesco- credeva nel suo deck tanto quanto nei suoi compagni, sarebbe andato tutto bene:- Tempesta potente!- Distrusse ogni carta magia e trappola sul campo, tra cui Spirito oscuro e Santuario oscuro.
Anzu, Honda e Otogi poterono tornare a vedere il duello, portarono le mani al petto.
Ordinò a Cavaliere signore dei draghi di attaccare e eliminare Zorc.

Yami Bakura 0300
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 1000
Seto Kaiba 3300
Mai Kujaku 0000

Bakura non rideva più, furioso guardò il suo avversario.
Yugi:- Non è finita qua Bakura!- Era sicuro di sé:- Carta magia rapida Defusione!- E in campo tornarono Drago finale occhi blu e Glorioso soldato nero!
Yugi:- Ordino a Glorioso soldato nero di attaccare diretto i Life Point di Bakura!!-

Yami Bakura 0000
Yugi Muto 4000
Katsuya Jonouchi 1000
Seto Kaiba 3300
Mai Kujaku 0000

E Bakura non poté fare altro se non scomparire in un'altra risata per non tornare, si sperava, mai più.
La battaglia però non era conclusa, la squadra di Bakura era ancora in gioco.
Yugi:- Jonouchi...-
Il ragazzo biondo sorrise, disse solo una frase:- A presto, Mai- per poi arrendersi lasciando Yugi e Seto vincere il duello.


Ps. Ringrazio il mio ragazzo per avermi aiutata con il duello :)

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Capitolo 9
*** Vivi con me ***


- Ha giocato bene.-
- Lo so benissimo.-
Riusciva di nuovo a parlare con lui attraverso quel varco Seto Kaiba. Come al solito riusciva a vedere il faraone solo lui.
E ne era felice. Si sentiva in pace quando erano solo loro due.
- Sono sicuro che mio fratello abbia già trovato il modo di riportare Mawt Maei nella dimensione da cui proviene. Non manca molto, con me e Yugi non c'è da temere.-
- Anche gli altri sono bravi Kaiba.-
- Mpf- non disse altro.
- Sai?- Aggiunse il faraone con un sorriso sulle labbra:- Queste cose non accadrebbero se non venissi a scocciare.-
- Muori con me- disse il giapponese e il faraone lo guardò.
- E' il nome di questo gioco- continuò Seto.
- Lo so, e allora?-
- E' anche ciò che penso. Preparati, perché quando uscirò da qui tornerò a scocciarti ancora, e ancora, fino a che non ti sconfiggerò!-
Il faraone seduto sempre sul suo trono lo guardò con una lievissima smorfia sulla faccia, non era stupito, era difficile per Seto Kaiba stupire qualcuno, era così tremendamente ripetitivo nei suoi gesti. E Atem aveva capito benissimo di essere entrato nella sua routine e di non poterne più uscire.
"Muori con me", ma forse chiamare routine quello che Seto Kaiba provava per i duelli affrontati con il faraone era riduttivo.
- Ho paura che continuerai a scocciare anche il giorno che mi avrai battuto.-
Il ragazzo alto sorrise orgoglioso:- Pensi che un giorno vincerò, allora mi temi, eh?-
Il faraone quasi rise di gusto:- Non ti ho mai sottovalutato Seto. Ma in ogni caso... ero ironico- sorrise fiducioso delle sue capacità.
Seto infastidito:- Non sapevo fossi un comico. Quei tuoi stupidi amichetti ti hanno contagiato.-
- E sono loro eternamente grato. Seto Kaiba...-
- Aspettami, appena tutto sarà finito.-
- ...ti aspetto.-
E la visione sparì.

- Allora Seto. Lanci i tuoi dadi?- Chiese quel ragazzino così simile a quel faraone e Seto lanciò quei dadi bianchi dritti verso quel sole, chiuse un occhio per riuscire a seguire la loro traiettoria nonostante la luce. Caddero perfettamente insieme ai suoi piedi, (6) e (6), una smorfia compiaciuta sul suo viso.
Le pedine si mossero.

- Mio fratello è la pedina bianca, vero?- Esultò soddisfatto Mokuba mentre Shizuka e il nonno confermarono.
- E' sempre il migliore!-
- Hanno fatto 12 anche mio fratello e Yugi, sai?- Disse dolce con una punta di rimprovero, Mokuba la guardò dapprima scontroso, ma poi sorrise, sapeva che anche Katsuya Jonouchi e Yugi Muto erano dei campioni, e presto sarebbero tornati vittoriosi e lui sarebbe stato libero di riportare quel gioco nel passato.

Tutto a un tratto iniziò a scomparire ogni cosa come inghiottita in un buco nero, gli alberi, gli animali, la terra, il sole. Scomparve ogni cosa finché anche loro, tra le urla, vennero risucchiati in quel buco nero ritrovandosi a vagare in un luogo infinito che ricordava lo spazio. Il colore vagava tra il nero, il celeste e il viola, proprio come le nebulose.
Volavano nel nulla venendo spazzati via, non c'era nulla a cui aggrapparsi, ma Seto, anche lui non poco spaventato, invocò ancora una volta il suo aiuto, anche se in realtà il suo aiuto non lo chiedeva mai.
Atem apparve in quel buco nero, stabile nella sua dimensione non correva il rischio di essere trasportato e risucchiato via, allora tese la mano a Seto Kaiba, al solito l'unico che riusciva a vederlo. Seto strinse la sua mano e riuscì a bloccarsi e salvarsi.
- A cosa si sta aggrappando Kaiba?!- Chiesero.
Seto allora si voltò e mentre la mano sinistra stringeva quella di Atem, la destra si allungò verso Yugi. Yugi l'afferrò, a sua volta tenne la mano di Anzu, che tenne quella di Mai, che tenne quella di Jonouchi, che tenne quella di Bakura, che tenne quella di Otogi, che tenne quella di Honda.
Erano momentaneamente immobili volteggiando in quel luogo meraviglioso e spaventoso, erano immobili, ma mai al sicuro:- Coraggio Honda! Tira i tuoi dadi nella mia mano!- Disse Otogi, colui che gli era più vicino e l'amico ubbedì un po' nel panico.
Riuscì a lanciare i suoi dadi, (3) e (5), otto, non male!
Ma il tiro di Honda peggiorò la situazione, Seto Kaiba non riusciva più a percepire la mano del faraone perdendo così ogni appiglio, e caddero tutti, lasciandosi le mani e sparpagliandosi in quello spazio che adesso perse anche ogni meraviglia, ogni stella, ogni alone colorato per diventare semplicemente un unico spaventoso e infinito luogo nero.
Mentre cadevano piano nel nulla, con la paura di aver perso ogni speranza, Yugi incrociò gli occhi di Seto Kaiba. Lesse in quegli occhi ogni cosa. "Era Atem la mano che stringevi vero? Era il mio Atem!" E allora, prima che anche il faraone potesse scomparire del tutto, anche Yugi Muto riuscì a vederlo per un istante.
Lo guardava con quegli occhi, gli occhi seri e sicuri di vincere che sempre aveva avuto. E guardava lui, lo vedeva.
Non gli disse nulla, gli sorrise per poi scomparire in uno scoppio di fuoco d'artificio che per un istante gli illuminò.
Yugi Muto chiuse gli occhi, mentre ancora cadevano come a rallentatore, fece un calcolo nella sua testa.
"48... con 12, 60. Altri 12, 72. E' di nuovo il turno di Otogi."
Aprì gli occhi "E' il turno di Otogi! Lui può!".
Lo cercò in quel nero, lo vide cadere terrorizzato come tutti gli altri, lo chiamò urlando il suo nome:- Otogi!-
Trattenendo a stento le lacrime il ragazzo dall'orecchino di dado lo guardò.
- Otto!- Gli gridò:- Fai otto e abbiamo vinto!-
Il ragazzo dai lunghi capelli neri stentava a capirlo, come poteva tirare i dadi in un momento simile?
Non disse nulla ma il suo sguardo parlava chiaro, aveva paura ma soprattutto non c'era alcun appoggio per far atterrare i dadi!
Yugi, che in quel momento aveva più coraggio di tutti, sfiorò le sue tasche. "Io credo in me e nei miei desideri!" Pensò con tutto sé stesso, proprio come un bambino, il bambino che era sempre stato.
E piano piano all'interno di quella tasca comparve, un'altra volta il suo deck. Lo sfilò dalla tasca. No, quello non era il suo deck.
Guardò quella prima carta, il Mago nero.
Era quello di Atem.
Sorrise ringraziando ancora una volta quell'unico, indelebile, ricordo e poi lanciò quelle carte in quello spazio nero lasciandole libere di volteggiare nel nulla.
Guardò Ryuji Otogi che intuì, quelle sarebbero state il suo appoggio.
Il giovane esperto di dadi sudò freddo, era comunque troppo complicato riuscire a far cadere i dadi su quelle carte che volavano sparse, e riuscire anche a ottenere il risultato sperato.
- Otogi!- Era ancora una volta quel ragazzo che più di tutti infondeva coraggio:- Io credo in te!-
Si accorse allora che anche tutti gli altri lo guardavano, e, anche se spaventati, ognuno di loro sembrava dirgli "io credo in te!"
Strinse i suoi dadi rossi, era lui che aveva cominciato questo gioco, era stato suo il primo lancio. Era un dodici, sorrise orgoglioso, era sempre il migliore nel lancio dei dadi, anche più bravo del Re dei giochi!
Lanciò e quei dadi, al contrario di loro, subivano sempre la gravità. - Qualsiasi dado che viene lanciato prima o poi dovrà sempre cadere- disse mordendosi un labbro.
Osservarono quel lancio di dadi col cuore in gola, era forse davvero la loro ultima possibilità di tornare a casa, insieme.
Alcuni di loro riuscirono di nuovo a raggiungersi e sfiorarsi le mani. Yugi Muto guardò la sua amata, le dita si toccarono. Katsuya Jonouchi riuscì a stringere il polso di quell'amico di sempre, quasi un fratello per lui, Honda ricambiò l'affetto con un sorriso. Poi il ragazzo della pedina gialla guardò alla sua destra, vide Mai, era lontana, non poteva afferrarla ma la guardò, la guardò convinto che se ci fosse stata un'ultima cosa da vedere in vita doveva essere lei.
(4), e il primo dado atterrò su una di quelle carte, proprio il mago nero per l'esattezza.
Bakura e Seto erano più distanti, a guardare quell'ultimo dado roteare piano, quell'ultimo dado che decideva le sorti della loro vita.
- Coraggio. Io credo in noi- ripeté a voce bassa Yugi.
- Io credo in noi!- Urlarono all'unisono tutti, o quasi tutti.
E quell'ultimo dado si posizionò cadendo piano su una carta che non conoscevano, non era una carta del deck del faraone, non era nessuna carta che conoscevano ma disegnato sopra c'era qualcosa che alcuni di loro riconobbero subito, era il loro Simbolo dell'amicizia. Hiroto Honda, Katsuya Jonouchi, Anzu Mazaki e Yugi muto sorrisero, ora davvero, non avevano più paura.
(4).

- La pedina rossa si muove!- Gridò il nonno.
- E' quella di Otogi!- Disse la ragazza col cuore in gola.
- Manca poco, lui è bravo, possiamo sperare!- Disse il ragazzino.
Tornarono a respirare quando quella pedina rossa si posizionò piano all'interno del cerchio che segnava la fine del gioco, la fine di Mawt Maei.
La terra intorno a loro tremò, come un terremoto, si allontanarono da quel tabellone, una forte luce illuminò la stanza, pochi secondi.
Quando il terremoto cessò e con esso la luce, poterono vedere le speranze diventare realtà.
- Fratellone!- Urlò Mokuba correndo tra le sue braccia, Seto lo abbracciò.
E lo stesso poté fare Shizuka Kawai con Katsuya Jonouchi.
Erano tornati tutti, e sembravano stare benissimo, il nonno riabbracciò il nipote:- Ero certo che ce l'avreste fatta!-
Ripresero tutti fiato lasciandosi cadere, risero felici e sollevati. Poi riguardarono quel gioco ancora al centro di quella stanza.
Seto Kaiba lo chiuse prendendolo sotto braccio:- Andiamo Mokuba.-
Mokuba annuì:- So come riportarlo da dove viene!-
Seto:- Ne ero sicuro!-
L'ex teppista ancora una volta cercò di minacciare Seto Kaiba:- Allora è stata davvero tutta colpa tua!- Allungò un pugno pronto a colpirlo:- Non avevo dubbi!-
Seto a malapena lo guardò. Mai, ancora seduta a terra, strattonò Jonouchi per i jeans facendolo cadere accanto a lei:- Rilassati un po'. E' passata.-
Seto guardò Yugi prima di uscire, non disse nulla, accennò solo un lieve movimento del capo che ricordava un ringraziamento e andò via seguito dal fratello.
- Salutamelo- disse alzando la voce il ragazzo nella speranza che Seto ormai avviato lo sentisse:- Quando lo rivedi!-
Gli amici guardarono il piccoletto senza capire, ma mentre percorreva quel corridoio Seto Kaiba sorrise, capendo benissimo.
Si calmarono tutti a poco a poco. Rimasero insieme però, avevano tanto di cui parlare, avevano passato insieme, ancora una volta, una gran bella e spaventosa avventura!
Anzu chiamò di corsa Rebecca su consiglio di Mai.
- Sto bene perché?- Disse scontrosa.
- Così! E' sempre bene sapere come stanno gli amici no?- Ridacchiò Anzu un po' nel panico.
- Tu sei strana- disse:- E poi non siamo nemmeno amiche.-
Anzu le chiuse il telefono in faccia maledicendo poi anche Mai, che stupida idea!
Si avvicinò di soppiatto il biondo alle spalle della donna in pelle, mentre Anzu nervosa se ne tornava dal fidanzato.
- E tu?- La bionda sussultò voltandosi:- Davvero non chiami quel bell'imbusto?-
Mai sospirò:- Ti ho già detto come la penso. E poi se sta bene Rebecca, figurati quello.-
Jonouchi sorrise, poi la guardò dolce:- Mia sorella muore dalla voglia di parlarti- indicò con un cenno della testa la sorella che seduta sul letto di Yugi la salutava incessantemente con la manina. Mai quasi urlò:- Certo! Scusa Shizuka! Anche io ti volevo salutare!!- Andò per raggiungerla ma il ragazzo la bloccò per il polso.
- Che c'è?- Chiese Mai indispettita.
- Quando eravamo in quel nero... eravamo troppo lontani per riuscire a toccarci.-
La donna spalancò quei meravigliosi occhi viola, e le sue gote si colorarono appena.
- Semplicemente, non voglio succeda più...- sfiatò serio.
Rimasero per pochi secondi in silenzio a guardarsi e poi, al solito la donna smorzò:- Va bene Jonouchi, dopo ci tocchiamo quanto vuoi, adesso però fammi salutare tua sorella!-
Il ragazzo lasciò d'istinto il polso di lei diventando completamente del colore della pedina di Ryuji Otogi, rimase immobile e le due ragazze furono libere di chiacchierare insieme come vecchie amiche. Anche Mai si sedette sul letto di Yugi, quest'ultimo si voltò a guardare entrambe le ragazze ridere e scherzare sul suo letto, con faccia ebete. Si riprese solo quando ricevette due colpi, il primo, più debole da Honda, il secondo, preciso e cattivo da Anzu.
Honda poi andò a prendere in giro quell'altro stoccafisso che era Jonouchi.
Otogi:- Comunque non vedo ancora nessuno che mi ringrazia per lo splendido tiro di dadi!- Attirò giustamente l'attenzione di tutti, Ryou Bakura fece partire l'applauso a cui a ruota ridendo si aggiunsero tutti. Ryuji Otogi, l'eroe, si lasciò ammirare orgoglioso.
Lungo il tragitto per tornare alla Kaiba Corp. i due fratelli vennero placcati da due loschi individui.
- Cos'è quel gioco? E' qualcosa di nuovo che la tua azienda sta creando?- Chiese cinico quello che ricordava un insetto.
- Perché non ce lo fai provare eh?- Continuò scontroso quello che amava i dinosauri.
Seto Kaiba alzò gli occhi al cielo, tentato veramente di farglielo provare, ma poi proseguì dritto ignorandoli completamente.
I due confabularono ancora:- Haga, dici che è qualcosa che gli farà fruttare altri soldoni?- 
- Quello ha già tutto dalla vita, mi chiedo come possa tornare utile a noi.-
- Lo seguiamo?-
- Seguiamolo!- Dissero, ma Mokuba li beccò subito e il loro piano, per loro fortuna, terminò lì.

Aprirono quel varco temporale i due Kaiba, e Mawt Maei finalmente, tornò nel suo luogo e tempo d'origine nella speranza che non avrebbe più recato danni a giocatori curiosi e innocenti.
Mokuba sospirò vedendo quel gioco scomparire dalla loro dimensione:- Hai imparato la lezione, fratellone?- Disse poi.
- Quale lezione?- Disse sulla sua postazione, già pronto a tornare da lui.
- Ma sei appena tornato Seto!- Esasperato.
- Gli ho detto di aspettarmi e lui mi sta aspettando Mokuba, attiva il portale.-
Il fratello ancora una volta sospirò sconfitto da quel fratello e la sua adorabile e folle ossessione nei confronti di quel leggendario e passato duellante.
Azionò la macchina e lo salutò:- Ti aspetto per cena- gli disse, Seto ricambiò e partì.

In una panchina del centro Anzu Mazaki stringeva la mano a Yugi Muto:- Allora... ce lo facciamo quel viaggio solo io e te?-
- Presto dovrai tornare in America. Perché non ce ne stiamo semplicemente io e te, niente viaggio, niente amici- disse ridendo, che frase assurda detta da lui:- Solo io e te. Anzu...- prese fiato:- Vivi con me!-
La ragazza si ritrovò con un'espressione radiosa sul viso, fece un sì abbozzato con la testa per poi baciarlo ancora e ancora su quella panchina, senza giochi e senza amici, solo loro due.

- Sei tornato, Kaiba.-
- Ho mantenuto la parola- aprì la sua valigetta, Duel Disk al braccio e ricominciarono il loro eterno e forse mai appagante duello.
O forse sì. Sorrisero insieme:- Duelliamo!-

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