Digital Hero

di darkroxas92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Arrivo in un nuovo mondo ***
Capitolo 2: *** Ancora una volta, Deku ***
Capitolo 3: *** Confronto con le tenebre ***
Capitolo 4: *** Eroe e Prescelto ***
Capitolo 5: *** Esplosivo incontro ***
Capitolo 6: *** Una richiesta dal passato per il futuro ***
Capitolo 7: *** I Bambini Prescelti si riuniscono ***
Capitolo 8: *** In aiuto degli aspiranti eroi! ***
Capitolo 9: *** One For All ***
Capitolo 10: *** Midoriya Izuku: le origini ***
Capitolo 11: *** Divide et impera ***
Capitolo 12: *** La richiesta del mago ***
Capitolo 13: *** Rivelazione dal passato ***
Capitolo 14: *** Determinazione ***
Capitolo 15: *** Il dolore di un eroe ***
Capitolo 16: *** Ritorno in un nuovo mondo ***
Capitolo 17: *** Furia digitale ***
Capitolo 18: *** Soul ***
Capitolo 19: *** La fine di un’avventura ***



Capitolo 1
*** Arrivo in un nuovo mondo ***


Digital Hero - Capitolo 01: Arrivo in un nuovo mondo

E finalmente eccomi qui con il progetto a cui ho iniziato a lavorare quasi un anno fa!

Prima di iniziare la pubblicazione ho voluto assicurarmi di avere abbastanza scritto, e al momento la storia è già scritta per oltre il 50%.

Beh, non c’è molto da dire… questa fanfiction sarà un crossover tra “My Hero Academia” e “Digimon Adventure”.

Premetto che non ricopierò pari pari le parti di trama delle due serie che non subiranno cambiamenti, quindi non sorprendetevi se tra un capitolo e l’altro ci saranno diversi vuoti. Do per scontato che chi si avventura in questa lettura conosca entrambe le serie.




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Capitolo 01
Arrivo in un nuovo mondo


Izuku Midoriya restò a fissare il vuoto, accorgendosi appena che il suo eroe preferito aveva lasciato il tetto dove si trovavano, abbandonandolo da solo ai suoi pensieri.

Sapeva che senza un Quirk aveva ben poche speranze di diventare un eroe… ma si era convinto di potercela fare. Ci aveva davvero creduto. Questo fino a pochi minuti prima, quando All Might aveva distrutto anche l’ultimo barlume di speranza che gli restava.

“Sono davvero inutile, eh?” Mormorò, lasciando che delle silenziose lacrime colassero lungo il viso.

Era troppo per un solo giorno: prima la distruzione del suo ultimo quaderno di analisi da parte di Kacchan, il quale subito dopo lo incitò a gettarsi giù dal un tetto sperando così di rinascere con un Quirk; poi il mostro di fango e infine All Might che gli diceva chiaramente che non sarebbe mai potuto diventare un eroe senza alcun potere.

Izuku a quel punto cacciò un urlo di rabbia e disperazione, che risuonò nell’aria altrimenti silenziosa.

Non aveva idea di come sarebbe riuscito a tornare a casa in quello stato. Sapeva che anche sua madre non credeva realmente nel suo sogno, e ora che aveva la conferma…

Si avvicinò al bordo del tetto e guardò in basso mentre le parole di Kacchan risuonarono nella sua mente, ma scosse la testa e fece un passo indietro.

Non avrebbe distrutto anche lui il sogno di qualcun altro, nemmeno se era quello del suo amico divenuto bullo. Se avesse seguito il suo suggerimento, Kacchan non sarebbe mai diventato un eroe.

Un fiocco di neve si posò sul suo naso, facendolo rabbrividire inconsciamente.

“Sarà meglio rientrare e fare finta di niente… non voglio restare fuori durante una… nevicata?” Si chiese, alzando sorpreso lo sguardo. Come poteva nevicare? Non era inverno e faceva decisamente troppo caldo.

“Che sia il Quirk di qualcuno?” Rifletté il ragazzo dai capelli verdi, solo per ritrovarsi all’improvviso nel mezzo di una vera e propria tempesta di neve.

Riuscendo ad affrontare il forte vento, aprì la porta che dava sulle scale, riparandosi dietro di essa ma lasciandola appena socchiusa per osservare quell’insolito fenomeno.

La sua convinzione che fosse opera di qualcuno trovò conferma quando la nevicata s’interruppe quasi di colpo, lasciando che la temperatura tornasse alla normalità.

Izuku aprì del tutto la porta, tornando sul tetto e prendendo una manciata di neve tra le mani.

“È vera.” Mormorò, per poi alzare lo sguardo e spalancare gli occhi nel vedere un’aurora boreale squarciare il cielo.

“Okay, chiunque sia il responsabile, se non è un eroe, temo proprio che riceverà una bella multa.” Borbottò. “Un simile cambiamento non passerà di certo inosservato e-”

Le sue riflessioni s’interruppero quando dal centro dell’aurora comparì un punto luminoso, che divenne via via più grande.

Ci vollero diversi secondi prima che il ragazzo si rendesse conto che si trattava di qualcosa che stava cadendo, e altrettanto tempo impiegò per capire che era diretto proprio contro di lui.

“E-Ehi! Non ho avuto già abbastanza sfortuna per oggi?! Anche il meteorite?!” Urlò, per poi cominciare a fare un passo verso le scale, solo per vedere il suddetto meteorite accelerare di colpo e andarsi a schiantare proprio ai suoi piedi, creando un piccolo cratere che miracolosamente non superò il pavimento.

“S-Sono ancora vivo?!” Esclamò lui, osservando il fumo della caduta dissiparsi.

Deglutendo, portò in avanti la testa: all’interno del cratere c’era una sfera luminosa, che stava iniziando lentamente a sollevarsi. Una volta all’altezza dei suoi occhi, la sfera si fermò ed iniziò a cambiare forma, assumendo quella di un piccolo oggetto elettronico con un’antenna e uno schermo a cristalli liquidi.

“Che cos’è? E come ha fatto a resistere ad un impatto simile? Si tratta forse di un progetto top secret finito fuori controllo? Un’arma aliena? E se lo dovessi prendere potrei venire accusato di qualcosa?”

Il borbottio di Izuku divenne sempre più basso mentre la sua velocità aumentava di pari passo.

Si fermò non appena si rese conto che il misterioso oggetto era rimasto immobile, quasi ad ascoltarlo.

“Beh… Qualunque cosa sia, non posso lasciarlo qui…” Fece, portando la mano in avanti, esitando per un paio di secondi prima di afferrarlo.

Capì immediatamente di aver fatto la scelta sbagliata.

L’aurora boreale scomparve di colpo e il cielo si oscurò.

“O-Ora che succede?” Si chiese il ragazzo, per poi spalancare gli occhi quando dal nulla apparve di fronte a lui un’onda gigantesca, che superava di una decina di metri il tetto del palazzo sul quale si trovava.

“Stiamo scherzando?!” Riuscì appena a urlare prima di essere travolto e trascinato via dall’acqua.

Tuttavia, mentre perdeva conoscenza, sentì la sua mano afferrare con più forza l’oggetto, come se fosse la sua ancora di salvezza.

 

“…”

“… Ehi…”

“Si sta svegliando?”

“Con te che continui a urlargli nelle orecchie, credo si sveglierebbe chiunque.”

“Allora ho fatto bene?”

“… Diciamo che per stavolta credo possa passare. Ma ti prego, evita di farlo senza motivo, okay? Alla gente piace dormire.”

“Okay!”

Izuku aprì lentamente gli occhi, faticando a lasciarli aperti a causa della luce del Sole, ma quando riuscì a mettere a fuoco l’ambiente circostante, restò sorpreso: si trovava in una foresta, ma le piante che lo circondavano erano sicuramente diverse da qualsiasi altra avesse mai visto prima.

Si mise seduto, solo per sentire un piccolo urlo e qualcosa cadere giù dalla sua pancia.

Abbassando lo sguardo vide una palla rosa rotolare via, fermandosi ai piedi di un bambino dai capelli castani a punta, che lo osservava con attenzione.

“Stai bene?” Chiese lui.

“S-Sì… credo di sì…” Rispose Izuku, alzandosi e guardandosi bene intorno.

“Dalla tua espressione, deduco che nemmeno tu sia del posto, vero?” Domandò il bambino.

“Direi proprio di no. Non riconosco niente di qui, oltre al fatto che prima di svenire mi trovavo sul tetto di un palazzo… Quell’onda dev’essere stata davvero forte. Mi chiedo di chi fosse opera.”

“Anche tu sei stato trascinato qui da un’onda?” Chiese il bambino, mentre prendeva tra le mani il ‘pallone’. “Però hai detto che non eri al campo estivo.”

“Campo estivo? No, direi proprio di no, visto che stamane ero a scuola. Hai idea di dove siamo?”

“Nel Mondo Digitale!” Rispose una voce acuta, che costrinse Izuku a voltarsi di colpo senza tuttavia vedere nessuno.

“Chi ha parlato?!”

“Io!”

Il ragazzo dai capelli verdi continuò a guardarsi intorno senza ottenere risultati.

“Ehm… temo che chi stai cercando sia qui.” Fece il bambino, alzando il pallone. Solo che non era proprio un pallone, a meno che non avessero deciso di aggiungerci due lunghe orecchie cadenti, due occhi rossi e una bocca, in quel momento deformata in un sorriso.

“Ciao!” Disse la creatura.

“Ha parlato!” Urlò Izuku, saltando letteralmente per la sorpresa.

“Non dovevo?”

“Sta continuando a parlare!”

“Koromon non fa altro.” Ridacchiò il bambino. “Da quando mi sono svegliato e l’ho trovato al mio fianco non è stato zitto un minuto.”

Midoriya a quelle parole si calmò leggermente. Dopotutto, non era di certo la cosa più strana che aveva visto in vita sua.

“Oh… okay, allora è… normale?”

“Non saprei. Comunque, chi sei?”

“Oh, giusto… Izuku Midoriya, piacere di conoscerti.”

“Taichi Yagami.” Si presentò il bambino.

“Io invece sono Koromon!” Esclamò la creatura.

Izuku lo guardò attentamente. “Prima hai detto che siamo nel Mondo Digitale, giusto?”

“Esatto!”

“E dove si trova esattamente?”

“Nel Mondo Digitale!”

Izuku cercò di non colpirsi la faccia con il palmo della mano. Quella creatura, per quanto intelligente, sembrava essere un bambino.

Sospirando, portò una mano in tasca, tirò fuori il cellulare e compose il numero della madre, non notando lo sguardo sorpreso di Taichi.

Con suo dispiacere, la chiamata s’interruppe subito a causa dell’assenza di segnale.

“Fantastico… Non c’è linea.” Sospirò. “Immagino che dovremo aspettare che chiamino qualche eroe per trovarci.”

“Eroe?” Ripeté Taichi.

“Già… Anche se prima dovranno dichiararci scomparsi. Davvero un ottimo modo di finire questa pazza… giornata…” Disse, interrompendosi quando guardò nuovamente il cielo. “Aspetta, non è il tramonto!”

“No, è mattina.” Rispose Koromon.

“Ma allora significa che sono passate ore!” Gridò Izuku. “Devo essere rimasto svenuto per tutto questo tempo!”

“A dir la verità, era mattina quando quell’onda ha colpito me e miei amici.” Disse Taichi.

Il ragazzo dai capelli verdi si portò una mano sotto il mento.

“Com’è possibile? Non ho mai sentito di un simile Quirk. La nevicata improvvisa va bene, passi anche l’aurora. L’onda un po’ meno, considerando il numero di danni che avrà provocato. E All Might ha detto che aveva già raggiunto il suo limite di tempo…”

Il borbottio del ragazzo divenne sempre più intenso, facendo sì che Taichi e Koromon indietreggiassero.

“Taichi… ho paura…” Mormorò la creatura.

“Tranquillo… è solo preso dai suoi pensieri. Ho sentito che può capitare…”

“Taichi? Sei tu?” Chiese una voce, prima che un altro bambino sbucasse fuori da dietro un albero.

Teneva in mano una creatura rosa diversa da Koromon e appariva come a un budino con delle piccole braccia.

“Koushiro!” Lo chiamò lui, chiaramente sollevato nel vederlo, per poi guardare la creatura. “Anche tu?”

“Così pare.”

“Io sono Motimon!” Rispose il diretto interessato.

Ciò ridestò Izuku, che si avvicinò ai due bambini.

“Un’altra creatura misteriosa… ovunque siamo finiti, questo posto dev’esserne pieno.”

“E tu chi sei? Non mi sembra di averti visto con noi al campo estivo.”

“Infatti non ero lì. Sono Izuku Midoriya.”

“Koushiro Izumi. Ma come sei finito qui allora?”

Izuku sospirò. “Se Taichi non avesse già detto che vi è successa la stessa cosa, credo che non mi crederesti se dicessi che un’onda anomala mi ha investito mentre ero sul tetto di un palazzo, vero?”

“Effettivamente, fino a poco fa avrei detto che non era possibile.”

“Mentre voi parlate, io cerco di scoprire dove siamo.” Disse Taichi, cominciando ad arrampicarsi su un albero e sedendosi su un ramo, per poi tirare fuori un piccolo monocolo e cominciare a guardarsi intorno.

“In quanti eravate al campo estivo?” Chiese Izuku. “A quanto pare, siete finiti tutti qui.”

“Vediamo… il gruppo dove eravamo io e Taichi era piuttosto piccolo, ma questo perché ci eravamo allontanati dal gruppo principale. Se ho contato bene, eravamo in sette. E tu?”

“Ero da solo. Anche se poco prima di quella nevicata ero in presenza di Al- di un’altra persona.”

“Anche dov’eri te ha nevicato?”

“Sì, anche se ho pensato che fosse stato causato tutto da qualcuno e-”

“Ehi, sta arrivando qualcosa!” Urlò Taichi, attirando su di sé l’attenzione, mentre un ronzio si faceva sempre più forte.

Poi, come dal nulla, un enorme scarabeo rosso apparve tra gli alberi, tagliando con le sue chele tutto ciò che incontrava sulla propria strada.

Taichi riuscì a saltare giù giusto in tempo per evitare di essere colpito.

“Che cos’è quella cosa?!” Gridò Izuku.

“È Kuwagamon!” Rispose Motimon, per poi saltare in alto contro il mostro, che era tornato indietro deciso a colpirli.

Le due piccole creature rosa gli sputarono contro delle bolle di sapone giganti, che centrarono il mostro. Questi perse di vista l’obiettivo e volò sopra di loro.

“Presto, da questa parte!” Urlò Motimon, cominciando a correre, seguito dagli altri quattro.

Guidò il gruppo attraverso la foresta, fino a fermarsi di fronte a un albero più grande degli altri.

“Qui dentro!” Esclamò, prima di saltare attraverso la corteccia e scomparire.

I tre umani si guardarono, per poi imitarlo.

Con loro sorpresa si ritrovarono all’interno dell’albero, il quale però pareva essere più una colonna cava.

I cinque restarono in silenzio, finché i rumori provocati da Kuwagamon non scomparvero.

“Via libera, potete uscire.” Disse una voce femminile.

Izuku tirò fuori la testa, ritrovandosi così a fissare una bambina affiancata da quello che pareva un fiore con decine di piccole zampette, e fornito anch’egli di occhi e bocca.

“Uh? E tu chi sei?” Domandò la bambina.

“Sora! Sei tu?” Chiese Taichi, per poi uscire dall’albero assieme agli altri. “Meno male, stai bene.”

“Già. Abbiamo visto quel mostro e poi abbiamo sentito delle voci correre da questa parte. Pyocomon ha detto che quell’albero era uno dei loro rifugi.”

“Immagino che Pyocomon sia quella specie di fiore, vero?” Domandò Izuku, ricevendo un assenso timido dalla creatura stessa.

Ma prima che potessero dire altro, un’altra creatura rosa pallido, questa volta però a quattro zampe, sbucò fuori all’improvviso, fermandosi a guardarli per qualche secondo per poi girarsi.

“Li ho trovati! Sono qui!” Gridò.

“Tokomon, ti ho detto di non correre così!” Replicò un bambino, più piccolo degli altri, raggiungendo la creatura e prendendola in braccio.

Dietro di lui c’era un altro bambino, che doveva avere la stessa età di Taichi, Sora e Koushiro, che teneva tra le braccia una creatura rotonda con un corno.

“Lo stesso vale per te Takeru.” Disse lui, per poi guardare gli altri, tirando un sospiro di sollievo. “Vedo che state bene. E anche voi avete uno di questi.”

“Ce l’abbiamo tutti. Beh, tranne Izuku.” Rispose Taichi, facendo sospirare il ragazzo dai capelli verdi.

“Perché la cosa non mi sorprende come dovrebbe?” Borbottò demoralizzato.

“Spazio! Fate spazio!” Urlò una voce, anticipando un altro ragazzo, questa volta più grande degli altri ma comunque più piccolo di Izuku, che correva disperato nella loro direzione. “Quella cosa mi sta inseguendo!”

“Non sono una cosa, Joe, sono Pukamon.” Rispose una creatura marroncina, la quale era sospesa a mezz’aria e che si appoggiò a una spalla del ragazzo, facendolo urlare nuovamente, solo per fermarsi quando vide che anche gli altri suoi compagni erano tutti affiancati da una creatura simile.

“Bene, pare proprio che io sia l’unico senza una piccola creatura al suo fianco.” Ridacchiò Izuku.

“Noi abbiamo un nome.” Disse Motimon, mentre tutte e sei le creature si riunirono una a fianco dell’altro. “Noi siamo Digimon, Mostri Digitali!”

Il gruppo di bambini osservò incredulo le creature, mentre Izuku ricominciò il suo borbottio.

“Mostri Digitali… Digital Monsters… Digi Mon… Ma certo, è un gioco tra le due parole, è geniale. Ma chi è stato a chiamarli così? E dove si sono nascosti finora? Sembravano avere dei Quirk simili tra di loro, ma quel Kuwagamon era molto diverso…”

I bambini osservarono il ragazzo continuare a parlare da solo.

“Ehm… scusa, ma tu chi sei?” Domandò Joe, riuscendo a interromperlo.

“Oh, sì, giusto… Mi sono presentato solo a Taichi e Koushiro.” Il ragazzo dai capelli verdi fece un piccolo inchino. “Sono Izuku Midoriya. Piacere di conoscervi.”

“Beh, direi che conviene ripresentarci tutti quanti. Io sono Taichi Yagami.”

“Koushiro Izumi.”

“Sora Takenouchi.”

“Yamato Ishida.”

“Takeru Takaishi.”

“Joe Kido. E voi invece siete…?” Chiese il bambino più grande, guardando le creature.

“Koromon!”

“Motimon!”

“Pyocomon!”

“Tsunomon.”

“Tokomon!”

“Pukamon!”

Izuku restò in silenzio a osservare le sei creature ora identificate. Aveva passato nemmeno lui sapeva quante ore su internet a studiare ogni tipo di Quirk possibile, e non aveva mai sentito parlare di loro. Certo, non aveva la presunzione di credere di conoscere tutti i Quirk esistenti, però era abbastanza sicuro che qualcosa del genere non sarebbe rimasto inosservato. Oltre al fatto che, secondo Koromon, erano nel Mondo Digitale. Che cosa intendeva?

Tuttavia i suoi pensieri s’interruppero quando un urlo femminile squarciò l’aria, anticipando una ragazzina assieme a un altro Digimon, simile a una pianta, che arrivarono di corsa.

“Mimi!” La chiamò Sora.

“Correte!” Gridò l’ultima arrivata, mentre alle sue spalle gli alberi vennero tagliati in due dalle chele di Kuwagamon.

“Non di nuovo!” Esclamò Izuku, cominciando subito a correre, assicurandosi tuttavia di restare dietro al gruppo di bambini e di Digimon.

“Ma perché ce l’ha con noi?” Domandò Koushiro.

“Kuwagamon è un Digimon violento che attacca tutto ciò che non gli va a genio!” Rispose Motimon, mentre il gruppo usciva finalmente dalla foresta, solo per ritrovarsi su un promontorio, con sotto di esso un fiume impetuoso.

“Oh no… siamo in trappola!” Esclamò Yamato, girandosi solo per vedere il mostro bloccare loro la fuga, facendo battere minacciosamente le chele.

Izuku chiuse le mani a pugno. Se solo avesse avuto un Quirk come Kacchan, avrebbe potuto difendere quei bambini… Era chiaro che erano troppo spaventati per pensare di usare i loro Quirk per difendersi.

“Non voglio venire mangiata!” Urlò Mimi.

“L’unica via di fuga è questo fiume… ma siamo troppo in alto per tuffarci.” Disse Joe, deglutendo.

Kuwagamon fece un passo in avanti, solo per vedere una raffica di bolle volare contro di lui.

Prima che qualcuno potesse fermarli, i sette piccoli Digimon avevano superato Izuku, cominciando ad attaccare il mostro più grande, il quale stavolta tuttavia respinse l’attacco senza troppe cerimonie e con un solo colpo di zampa respinse violentemente indietro i suoi avversari. Questi ribalzarono a terra e finirono ai piedi dei bambini, che immediatamente li soccorsero.

Izuku non sentì le loro parole di preoccupazione, ma deglutendo fece un passo in avanti.

“B-Basta così!” Urlò a Kuwagamon. “Hai dimostrato il tuo punto! Sei più forte di noi! Non vogliamo nulla da te, lasciaci in pace!”

Izuku si aspettò di venire colpito. Tuttavia quello che ricevete fu una risata.

“Siete umani, no?” Fece una voce, chiaramente proveniente dal Digimon di fronte a lui. “Tanto mi basta per farvi fuori. Non vi permetterò di intralciarmi!”

Detto ciò, portò in avanti una delle sue zampe, pronto a colpire il ragazzo dai capelli verdi, che tuttavia non si spostò di un passo.

Ma l’attacco del mostro s’interruppe quando il cielo si oscurò all’improvviso ed una serie di rumori elettronici cominciarono a risuonare nell’aria.

Izuku si voltò verso i bambini ed i Digimon e vide questi ultimi venire colpiti uno a uno da un raggio di luce proveniente dal cielo.

“Koromon Shinka… Agumon!”

“Motimon Shinka… Tentomon!”

“Pyocomon Shinka… Piyomon!”

“Tsunomon Shinka… Gabumon!”

“Tokomon Shinka… Patamon!”

“Pukamon Shinka… Gomamon!”

“Tanemon Shinka… Palmon!”

Sotto lo sguardo incredulo di tutti, i sette Digimon s’illuminarono e cambiarono drasticamente aspetto. In ordine ora c’erano un piccolo dinosauro arancione, un insetto rosso vagamente simile a una coccinella, un uccello rosa antropomorfo, una specie di cane su due zampe con un corno, un porcellino d’india che si teneva in aria usando delle orecchie simili ad ali di pipistrello, una sorta di foca bianca e infine una pianta antropomorfa.

“C-Che cosa gli è successo?” Domandò Sora.

“Siamo evoluti!” Spiegò Tentomon, avvicinandosi a Koushiro.

Izuku restò in silenzio. Non aveva mai visto nulla del genere, e aveva visto centinaia se non migliaia di Quirk all’opera. Tutti i Digimon avevano drasticamente cambiato aspetto.

Agumon fece un passo in avanti, imitato presto da tutti gli altri Digimon.

“Digimon… all’attacco!” Urlò, per poi saltare contro Kuwagamon.

Tutti loro gli lanciarono attacchi che erano ben diversi dalle bolle di sapone di prima: Agumon lanciò una palla infuocata dalla bocca, Tentomon creò un piccolo raggio d’elettricità, Piyomon una scia di fuoco verde mentre Gabumon una blu, Patamon scagliò una piccola onda d’aria, Gomamon fece apparire dal nulla centinaia di pesci e infine Palmon allungò le sue braccia come se fossero delle liane.

Uno a uno gli attacchi colpirono Kuwagamon, che inizialmente resistette, solo per poi cadere indietro, mentre il suo muso prendeva letteralmente fuoco.

Non appena il Digimon scomparve nella foresta, il gruppo esultò.

“Siete stati fantastici!” Esclamò Taichi, abbracciando Agumon, per poi venire imitato dagli altri.

Izuku guardò sorridendo la scena, senza però riuscire ad evitare di sentirsi geloso. Era chiaro che quei Digimon avevano scelto quei bambini come loro compagni. Ma lui, ancora una volta, era in disparte.

“Maledetti!” Urlò una voce, anticipando Kuwagamon, ancora avvolto dalle fiamme, che emerse dalla foresta. “Non ve la farò passare liscia!”

Detto ciò, infilzò le chele a terra e creò una crepa che si allargò per tutto il promontorio. La roccia su cui si trovavano Izuku ed i bambini si distaccò e cominciò a scivolare verso il fiume.

Izuku cercò di restare in piedi, mentre osservava il mostro scivolare anche lui a causa del terreno franoso, solo per poi scomparire in migliaia di pixel, che si dissolsero nell’aria.

Il gruppo di umani e Digimon non poté fare altro che urlare, mentre scivolavano verso il fiume.

 

~~~~~~~~~~~~~

 

Bakugo Katsuki, chiamato anche Kacchan da Izuku, sbuffò infastidito.

Era in classe, solo che ora al posto dell’insegnante c’era un poliziotto con in mano una foto di Izuku, chiedendo ai ragazzi presenti se potevano avere un’idea di dove fosse finito.

Bakugo era già a conoscenza della sua scomparsa: era sparito quel giorno dove si era verificata quella misteriosa nevicata seguita dall’aurora, eventi che avevano sorpreso tutti quanti ma che sembravano non aver avuto alcuna conseguenza.

Tuttavia, quella sera Izuku non era tornato a casa, e da allora era passata una settimana.

I primi due giorni non c’era stata preoccupazione da parte di nessuno se non dalla madre di Izuku, ma poi per ogni giorno che passava, la sensazione che potesse essere successo qualcosa al ragazzo dai capelli verdi cominciò a diffondersi tra le sue conoscenze.

E ora le autorità avevano infine deciso di intervenire.

Katsuki non poté evitare di chiedersi se forse quel giorno era stato troppo duro con il suo vecchio amico, per poi scuotere la testa.

No, conoscendolo era più probabile che avesse deciso di seguire qualche eroe ed era rimasto in qualche modo coinvolto. E poi non era come se quel giorno Bakugo fosse rimasto illeso. Era quasi stato ucciso da quel cattivo fatto di fango ed era stato solo grazie all’intervento in extremis di All Might se era ancora vivo.

E a proposito dell’eroe numero uno, sorprese non poco Katsuki il fatto che ora si trovava di fronte a loro affianco al poliziotto, annunciando ai presenti che anche lui avrebbe fatto del suo meglio per trovare Izuku.

“Stupido Deku. Attirare così l’attenzione di tutti su di lui… Quando tornerà mi assicurerò che impari il suo posto.” Pensò Bakugo, digrignando i denti.

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Capitolo 2
*** Ancora una volta, Deku ***


Digital Hero - Capitolo 02: Ancora una volta, Deku

Capitolo 02
Ancora una volta, Deku


Izuku sospirò, mentre osservava sconsolato il paesaggio di fronte a lui.

Erano finalmente arrivati in cima al Monte Mugen e, ora, tutte le speranze che l’Isola di File non fosse realmente un’isola erano scomparse.

Intorno a loro non c’era altro che mare, senza alcuna terra all’orizzonte.

Beh, non che Izuku credesse davvero che potesse fare qualche differenza. Gli era ormai chiaro che non si trovavano più sulla Terra. Aveva osservato con attenzione tutto quanto, e in quel posto tutto funzionava diversamente: i frutti erano diversi da qualsiasi tipo ne avesse mai visto e anzi, a parte i pesci, non aveva trovato traccia di fauna o flora anche solo vagamente simile a quella terrestre.

Anzi, a parte proprio i pesci, sembrava che su quell’isola ci fossero solo Digimon.

Izuku rivolse l’attenzione a quelli che erano diventati i suoi compagni di viaggio, mentre questi stavano recuperando le forze dopo l’ultimo combattimento.

Quei giorni erano stati in una parola folli: erano riusciti a sopravvivere alla caduta nel fiume grazie ai centinaia di pesci richiamati da Gomamon che, fungendo da zattera di emergenza, li avevano trasportati a riva.

Da allora, avevano affrontato un sacco di pericoli e scoperto diverse cose come, ad esempio, l’evoluzione temporanea dei Digimon.

Il primo era stato Agumon, e uno a uno, ogni volta contro avversari diversi, anche gli altri si erano trasformati, con l’esclusione di Patamon.

Avevano anche scoperto che molti dei Digimon che li avevano attaccati erano stati in qualche modo corrotti da uno strano ingranaggio nero, il quale sembrava far diventare aggressivo qualsiasi Digimon da esso colpito.

Ma quello che sorprese di più Izuku erano gli stessi bambini con cui stava viaggiando: inizialmente aveva pensato che non usassero il loro Quirk perché spaventati, ma presto si rese conto che non nominavano nemmeno il termine. E questa era una cosa impossibile, perché qualsiasi bambino è entusiasta di possedere un Quirk, ma tutti loro sembravano privi di poteri, proprio come lui.

Certo, tutti loro avevano un Digimon al loro fianco, cosa che a Izuku mancava.

Sospirando, recuperò dal suo zaino il quaderno di analisi degli eroi, dove cominciò a scrivere.

“Unimon… Digimon simile ad un unicorno… Ikkakumon, Digimon simile ad un tricheco, evoluzione di Gomamon…” Mormorò prendendo nota degli eventi di quella notte.

Aveva iniziato a scrivere le caratteristiche dei vari Digimon proprio come faceva con i supereroi: questo era il suo modo per rendersi utile. Fino a quel momento era stato degno del soprannome che gli aveva affibbiato Kacchan: era un Deku, un essere inutile.

“Ehi Izuku, ancora a scrivere?” Domandò Sora, avvicinandosi.

“Sì. Voglio imparare più cose possibili sui Digimon. Non si sa mai.”

“Tu e Koushiro siete molto simili, con la differenza che lui preferisce usare il pc.”

Midoriya ridacchiò. Koushiro si era dimostrato il più intelligente del gruppo, con una capacità di analisi che rivaleggiava con quella del ragazzo dai capelli verdi, ed era sicuro che quando sarebbe cresciuto lo avrebbe superato.

“Ora che cosa facciamo?” Domandò Joe. “Non c’è modo di tornare a casa. Siamo su un’isola sconosciuta e totalmente priva di umani a parte noi.”

“Non ne siamo ancora sicuri: abbiamo trovato diverse cose che fanno pensare alla presenza di esseri umani.” Disse Koushiro.

“Per ora scendiamo dalla montagna.” Fece Yamato. “Poi cercheremo di capire cosa fare.”

Il gruppo annuì, per poi tornare sui propri passi lungo il sentiero.

All’improvviso, un Digimon simile ad un orco verde si frappose tra loro e il percorso, facendo battere minacciosamente una clava a terra, e con voce cavernosa, esclamò: “Bene, bene, bene… Ecco quindi i mocciosi!”

“Oh no!” Esclamò Tentomon. “Quello è Ogremon!”

“Immagino non sia uno dei Digimon buoni, vero?” Domandò Taichi.

“Risposta esatta moccioso.” Rispose il diretto interessato. “Ma non crucciatevi, morirete qui!”

Izuku si girò, solo per paralizzarsi quando vide dietro di loro un enorme leone antropomorfo, dagli occhi completamente bianchi, impedirgli di fuggire.

“I Bambini Prescelti… devono essere eliminati!” Dichiarò, portandosi una mano dietro la schiena ed estraendo la spada dal fodero.

“Quello è Leomon! Ma è sempre stato un Digimon buono!” Gridò Palmon.

“Dev’essere anche lui sotto l’influenza di uno di quei ingranaggi.” Commentò Izuku, deglutendo. I Digimon erano tutti esausti, non avendo avuto ancora modo di mangiare qualcosa, ed ora erano di fronte a ben due avversari dall’aspetto piuttosto minaccioso. Inoltre, era chiaro che Ogremon agiva di propria volontà. Quindi forse c’era lui dietro a tutto ciò?

Izuku scosse la testa. No, non sembrava proprio il tipo da simili piani. Questo significava che c’era un burattinaio a muovere i fili, e sembrava deciso a non avere intralci, se le parole di Leomon erano un programma.

“Bambini Prescelti?” Ripeté il ragazzo dai capelli verdi. “Aspettate, che cosa significa?”

Ma la sua domanda cadde nel vuoto poiché Leomon alzò una delle sue braccia, per poi scagliare contro di loro un colpo d’energia. Ogremon, nel frattempo, imito il suo compagno.

Il gruppo si lanciò a terra, riuscendo ad evitare di essere colpiti e lasciando che i due Digimon si prendessero a vicenda, precipitando entrambi giù lungo il dirupo.

“Ora, scappiamo!” Urlò Izuku, venendo immediatamente ascoltato e cominciando tutti a correre lungo il sentiero.

A loro insaputa, nascosto dietro un masso poco lontano da loro, un Digimon tutto nero dall’aspetto simile a un demone, osservò con attenzione il gruppo.

“Così sono loro i Bambini Prescelti. Però è strano… la leggenda diceva che erano sette. Perché ce ne sono otto?”

Tuttavia un sorriso deformò il suo volto. “Non importa. Uno di loro non ha un Digimon, e un altro non è ancora in grado di evolvere. Stanotte metteremo la parola fine alla loro leggenda. Siete d’accordo con me?”

Dietro di lui, come apparsi dal nulla, Leomon e Ogremon annuirono.

 

~~~~~~~~~~~~~

 

Izuku sospirò mentre si lasciò cadere esausto sul letto.

Mentre scendevano dalla montagna, avevano trovato una villa deserta ma piena di cibo e di comodità. Anche se con qualche dubbio, avevano deciso di approfittarne e di recuperare così energie.

E ora erano tutti presi a rilassarsi nella comodità di un letto che non provavano da giorni.

“Finalmente! Mi sembra quasi di essere a casa!” Esclamò Mimi, facendo involontariamente venire a tutti nostalgia di casa.

“Saranno tutti preoccupati per noi.” Disse Yamato, mentre Takeru cercava di trattenere le lacrime.

“Sono passati diversi giorni da quando siamo finiti su quest’isola.” Aggiunse Koushiro. “Ormai ci staranno cercando ovunque.”

Izuku sbuffò, attirando l’attenzione su di sé. “Credo che l’unica persona a cui manco sia la mamma.” Ammise.

“E i tuoi amici?” Domandò Sora.

“L’unica persona che considero un amico passa il tempo a cercare di farmi esplodere.” Replicò lui.

“In che senso?”

“Letterale.”

“Suvvia, mi pare un po’ esagerato.” Fece Joe. “Insomma, non è che ti mette degli esplosivi sotto la sedia o robe simili, no?”

“Oh, no, no. Kacchan è molto più diretto, mi fa esplodere direttamente in faccia, anche se evita di colpirmi in pieno.”

Dicendo ciò tirò fuori il suo quaderno, che mostrava ancora le bruciature, nonostante i tentativi di Izuku di farle sparire. “Altrimenti farei la sua fine.”

“Aspetta, vuoi dire che quei segni di bruciatura…”

“Sono opera di Kacchan. Non ero proprio la persona più popolare.”

“Ma perché? Scusa Izuku, ma non mi sembri proprio una persona capace di farsi odiare.” Disse Mimi.

Izuku decise di tentare di scoprire se una delle sue ipotesi era giusta.

“Diciamo che è tutto perché non possiedo qualcosa che hanno tutti gli altri, rendendomi così il bersaglio ideale.”

“E di cosa si tratta?” Chiese Patamon.

“Un giocattolo?” Si aggiunse Takeru.

“Effettivamente, ci rendi curiosi.” Ammise Koushiro. “Hai anche un cellulare all’avanguardia. Non ho mai visto nulla di simile nemmeno su internet, eppure dici che vieni preso di mira.”

“Non è che hai qualche superpotere nascosto e questo li rende invidiosi?” Scherzò Taichi.

“È proprio il contrario.” Pensò Izuku, sospirando mentalmente. “Ma questo conferma quanto pensavo: non sono a conoscenza dei Quirk. Quindi probabilmente… non siamo dello stesso mondo. Ma com’è possibile?”

“Magari fosse così.” Disse ad alta voce. “Non avete idea di quanto mi piacerebbe.”

“A chi lo dici! Avere dei superpoteri… Vorrei avere il teletrasporto per non dover fare fatica!” Disse Mimi.

“Io vorrei volare, proprio come Patamon!” Esclamò Takeru, sorridendo al Digimon.

“Non saprei… Non sono del tutto convinto che sarebbe una buona cosa.” Rifletté Joe.

“E perché no? Chissà, potresti far apparire pesci dal nulla proprio come faccio io.” Ridacchiò Gomamon.

Izuku restò in silenzio mentre ascoltava i bambini immaginare che poteri avrebbero potuto avere, lasciando che una silenziosa lacrima scendesse lungo il viso, per poi farla sparire subito.

Solo Sora sembrò notarlo.

 

Izuku guardò terrorizzato il demone chiamato Devimon, il quale osservava divertito i letti ora volanti con sopra bambini e Digimon.

Lui e Taichi con Agumon erano gli unici a terra, con Leomon sopra di loro, pronto a colpirli con la sua spada.

Proprio come temevano, la villa si era dimostrata un’elaborata trappola ordita da Devimon, l’autodefinito Messaggero delle Tenebre.

Izuku vide che il letto di Taichi era sospeso in aria poco lontano da loro. Non avevano speranza di vincere, ma per qualche motivo sembrava che Devimon avesse intenzione prima di separarli e poi di colpirli. Era comunque una possibilità di sopravvivenza.

“Taichi, ho un piano.” Disse, attirando su di sé l’attenzione del bambino.

“Ossia?”

Izuku fece un passo in avanti e facendo appello a tutte le sue forze riuscì a sollevare Taichi e a scaraventarlo sul letto.

“Agumon, vai con lui!” Urlò al Digimon che, anche se sorpreso, obbedì.

“Izuku! Che cosa vuoi fare?” Domandò Taichi, mentre il letto cominciava ad allontanarsi, assieme ai frammenti dell’Isola di File.

“Farvi guadagnare tempo. È quello che farebbe un eroe.” Rispose il ragazzo dai capelli verdi, sorridendo.

“Eroe? Mi sembri più un idiota!” Disse Devimon. “Ti stai sacrificando per niente. I tuoi amici cadranno, uno ad uno.”

“Gli eroi non si arrendono mai!” Replicò Izuku, alzando le mani chiuse a pugno, tenendo in una di esse il dispositivo elettronico che lo aveva portato in quel mondo.

Non aveva ancora capito cosa fosse, ma lui e gli altri avevano intuito che era quello a dare ai Digimon il potere di evolversi. Forse, in qualche modo, avrebbe potuto aiutarlo ad uscire da quella situazione.

“E gli eroi cadono sempre. Leomon, occupati di lui.”

“Sì padrone.” Rispose il Digimon leone, preparandosi a calare la spada sul ragazzo.

Izuku fece per colpirlo con un pugno, e con sua sorpresa, dalla sua mano chiusa il dispositivo cominciò ad emanare luce.

La luce avvolse il pugno, costringendo Leomon a chiudere gli occhi e a fermare l’affondo.

Il risultato fu che il pugno di Izuku prese in pieno la gamba del Digimon, il quale urlò subito di dolore.

Pochi secondi dopo, dalla sua schiena un ingranaggio nero uscì fuori, disintegrandosi all’istante.

“Che cosa?!” Esclamò incredulo Devimon, osservando il ragazzo mingherlino. “Come ha fatto?”

Leomon nel frattempo fece un passo indietro, tenendosi la testa con la mano libera.

“C-Cos’è successo?” Fece, sbattendo più volte le palpebre, riuscendo a mettere a fuoco Izuku, che stava osservando incredulo il dispositivo che gli aveva appena salvato la vita. “Un Bambino Prescelto?!”

“Sei di nuovo in te?” Chiese Midoriya, cercando di capire cosa stava succedendo, mentre i letti dei suoi amici si allontanavano sempre di più in direzione diverse.

“Sì. La mia mente ora è chiara. Devimon!” Urlò, girandosi verso il demone. “Come hai osato controllarmi?! E per fare del male ai Bambini Prescelti!”

Il Digimon nero non rispose, limitandosi a fissare Izuku con rabbia.

“Non so come tu abbia liberato Leomon dal mio potere, ma non importa. Vorrà dire che sarai il primo a cadere per mia mano.”

“Non te lo permetterò!” Urlò Leomon, lanciando il suo attacco contro Devimon, che lo evitò volando in alto.

“Devi andartene.” Disse Leomon rivolgendosi a Izuku, senza tuttavia distogliere l’attenzione dal suo avversario.

Izuku sostituì mentalmente la figura di Leomon con quella di All Might, sgranando gli occhi.

“Ma che cosa ne sarà di te?”

“Probabilmente cadrò di nuovo in suo potere. Confido in te e nei tuoi compagni per liberarmi.”

Detto ciò, il possente Digimon leone si girò, abbattendo a terra la spada e permettendo così al frammento di terreno su cui si trovava Izuku di staccarsi e iniziare ad allontanarsi per conto suo nel mare aperto.

“Leomon!” Urlò il ragazzo, mentre la velocità aumentava.

Riuscì giusto a vedere Devimon volare nuovamente verso il basso, tendendo i suoi artigli.

E poi l’urlo del Digimon che gli aveva salvato la vita squarciò l’aria.

“LEOMON!!!” Gridò tra le lacrime Izuku, per poi lasciarsi cadere a terra. “Perché? Perché sono così inutile?!”

 

~~~~~~~~~~~~~

 

Izuku aprì gli occhi quando il pezzo di terra andò a scontrarsi contro qualcosa.

Erano passate ore da quando Devimon aveva separato il gruppo, e alla fine il ragazzo aveva ceduto alla stanchezza.

Alzandosi confuso, si rese in breve conto di essere andato a sbattere contro un pezzo più grande dell’isola ora frammentata.

Si guardò intorno, vedendo solo un prato estendersi per tutto il pezzo di terra, salvo una pietra in mezzo ad esso.

Incuriosito, si avvicinò ad essa, rendendosi presto conto che si trattava di una lapide, anche se le scritte sopra erano ormai illeggibili.

“Chissà a chi apparteneva… Non pensavo che i Digimon pensassero anche a queste cose.”

“Infatti non è così.” Rispose una voce, che lo fece girare di colpo, ritrovandosi così a fissare Unimon.

“Non temere, sono in me.” Fece il Digimon, vedendo subito il ragazzo agitarsi. “Nessun Ingranaggio Nero mi ha nuovamente preso. Ma se ti senti più sicuro, puoi puntarmi contro il tuo Digivice.”

“Digivice?” Ripeté Izuku, per poi tirare fuori dalla tasca il dispositivo elettronico. “Intendi questo?”

“Proprio così. Il simbolo di un Bambino Prescelto.” Disse il Digimon, avvicinandosi alla lapide. “Io sono tra i pochi Digimon interessati alle leggende. Si narra che questa lapide sia dedicata a un coraggioso Digimon che si è sacrificato per sconfiggere un grande male che minacciò il nostro mondo. È un peccato che con il tempo il suo nome si sia smarito.”

“Che tristezza…”

“La leggenda si riferisce ai primi periodi di questo mondo. Per noi Digimon non ha importanza, poiché normalmente non moriamo mai davvero.”

“Che cosa?”

“Quando veniamo sconfitti, i nostri dati si riconfigurano e rinasciamo. Ma si dice che questo guerriero fece il sacrificio supremo, usando i suoi dati per sconfiggere il nemico, sparendo così per sempre. È stato un vero eroe.”

Izuku restò in silenzio.

“Già…” Mormorò, chiudendo le mani a pugno. “Qualcosa che tutto sembra volermi far capire che non potrò mai essere.”

Unimon voltò il muso verso di lui.

“Vuoi essere un eroe?”

“È sempre stato il mio sogno!” Replicò il ragazzo. “Da quando ho potuto muovermi, non ho desiderato altro che essere un eroe come All Might, l’eroe numero uno. Ma purtroppo, il destino mi odia.”

“Perché? Cosa ti impedisce di essere un eroe?”

Izuku si guardò le mani. “Da dove vengo io, gli umani hanno poteri in qualche modo simili a quelli di voi Digimon. Ma non io. Appartengo a quel 20% della popolazione priva di poteri. E senza un potere particolare, è praticamente impossibile fare l’eroe. Kacchan aveva ragione a chiamarmi inutile. Anche qui, sebbene sia il più grande, sono incapace di aiutare perché non ho un Digimon al mio fianco!”

Unimon restò in silenzio per qualche secondo.

“Eppure, tu sei già un eroe.” Disse infine, facendo scattare la testa del ragazzo verso di lui.

“Come?”

“Non avrai un Digimon al tuo fianco, eppure sei in possesso di un Digivice. Sei già stato scelto come uno degli eroi di questo mondo. Tu, insieme ai tuoi amici, ci salverete tutti.”

“Come fai a esserne certo?”

“Mi avete già salvato la vita una volta. E sono sicuro che riuscirete a sconfiggere Devimon.”

Izuku osservò l’ora denominato Digivice. Inavvertitamente premette un tasto, lasciando che cominciasse a suonare mentre sullo schermo apparvero sette punti, tutti in movimento verso la stessa direzione.

“La battaglia è già alle porte.” Disse Unimon. “Mentre ti seguivo, ho visto diversi Black Gear volare verso il Monte Mugen, dove Devimon ha posto la propria base. Sono certo che anche i tuoi amici sono diretti lì.”

“Allora devo raggiungerli!” Esclamò Midoriya. “Sarò inutile, ma non posso lasciarli da soli!”

“Visto?” Chiese il Digimon. “Avrai anche perso la speranza, ma il tuo cuore no. Puoi ancora essere un eroe.”

Dicendo ciò si abbassò. “Sali. Ti porterò io a destinazione. Cerca solo di non tirarmi la criniera, fa piuttosto male.”

Izuku annuì, per poi salire in groppo all’unicorno digitale, che con un nitrito aprì le ali e decollò.






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E finalmente eccomi qui con l'aggiornamento!

Non preoccupatevi, sto andando avanti anche con le altre mie storie, ma questa mi ha preso non poco... tanto che ormai la base è già completa, quindi salvo cambi di programma posso già dirvi che sarà di 19 capitoli totali!

L'inizio è lento, ma tranquilli, nei prossimi capitoli si faranno assai interessanti ù.ù

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Capitolo 3
*** Confronto con le tenebre ***


Digital Hero - Capitolo 03: Confronto con le tenebre

Capitolo 03
Confronto con le tenebre


Izuku e Unimon erano ancora lontani dalla montagna quando il cielo cominciò a diventare nero.

Poi, con loro sorpresa, la testa gigante di Devimon emerse da un punto della montagna, seguita presto dal resto del corpo.

“Che cosa… Come ha fatto a diventare così grande?!” Esclamò Izuku.

“Deve aver riunito dentro di sé il potere di tutti i Black Gear.” Rispose Unimon. “Io, Leomon e Centarumon avevamo teorizzato che potesse farlo, ma speravamo di sbagliarci.”

Il ragazzo strinse con maggiore forza il Digivice.

“Riesci ad andare più veloce?”

Per tutta risposta, il Digimon nitrì e iniziò subito a sbattere più velocemente le ali.

 

“Siete stati stupidi. Davvero pensavate di potermi sconfiggere?!” Fece Devimon, afferrando con una mano Ikkakumon e scagliandolo via come se niente fosse.

“È troppo forte…” Mormorò Mimi, guardando tutti i loro Digimon a terra, incapaci di rialzarsi.

Devimon a quel punto rivolse la sua attenzione verso il piccolo Takeru e Patamon, entrambi impietriti dalla paura.

“La leggenda narra che i Bambini Prescelti devono essere annientati a partire dal più piccolo. Perciò inizierò da te!”

“Takeru!” Lo chiamò preoccupato Yamato, cercando di avvicinarsi, solo per venire scagliato via da un movimento delle ali di Devimon, il quale iniziò ad avvicinare la sua mano verso il bambino.

Ma prima che potesse raggiungerlo, una sfera d’energia lo colpì in faccia, costringendolo a distogliere la sua attenzione.

“Chi ha osato?!” Gridò il malvagio, distogliendo lo sguardo e ritrovandosi così a guardare Unimon.

E in piedi sopra di lui, un tremante Izuku lo fissò con occhi determinati.

“Ancora tu?”

“Vai ragazzo!” Urlò Unimon, per poi volare contro il Digimon gigante.

Midoriya urlò, per poi saltare non appena furono sufficientemente vicini e alzando il Digivice mentre era a mezz’aria.

Il dispositivo s’illuminò immediatamente, avvolgendolo interamente e costringendo Devimon a chiudere gli occhi.

Dal Digivice partì un raggio di luce che raggiunse il demone, spingendolo a fare un passo indietro.

“Maledetto… moccioso!” Urlò Devimon, riuscendo a fatica a riaprire gli occhi e ad afferrare Izuku con la mano, stringendo subito con forza attorno a lui.

Midoriya urlò per il dolore, mentre la luce dei Digivice si spegneva.

“Izuku!” Esclamò Unimon, solo per venire colpito dall’altra mano gigante e andare a sbattere contro la montagna.

“Izuku!” Urlarono i bambini.

Devimon portò la mano con il ragazzo all’altezza dei suoi occhi.

“Davvero pensavi di potermi ferire con un trucchetto da quattro soldi come quello? È stato piuttosto patetico.”

Dicendo ciò strinse con maggiore forza, facendo urlare Izuku dal dolore.

“Un umano debole come te, senza un Digimon come partner, che pensa di poter ferire il grande Devimon? Una stupidità imperdonabile!”

“I-Io… sono inutile…” Mormorò Izuku a fatica. “Ma… non significa… che posso ignorare chi ha bisogno di una mano!” Urlò con tutto il fiato che aveva.

“E morirai per questo!”

“Non finché ci sarò io!” Gridò Leomon, riuscendo a colpire con la spada il braccio di Devimon, che per la sorpresa lasciò la presa sul ragazzo, che scivolò verso terra.

Il Digimon leone saltò verso di lui, riuscendo a prenderlo al volo e a toccare terra in sicurezza.

“Tutto bene?” Chiese al ragazzo, il quale stava facendo profondi respiri, cercando di ignorare il dolore al petto.

“S-Sì… spero solo che non mi abbia rotto nulla… Sono contento che tu stia bene, Leomon.”

Il Digimon scosse la testa, senza tuttavia riuscire a nascondere un sorriso. “Dovresti preoccuparti di te.”

“Scusa… è più forte di me.”

Leomon lo osservò, cercando di vedere qualche segnale sul volto del ragazzo che contradicesse quanto detto, ma non ne trovò.

“Sei un umano particolare. Gli altri bambini cercano di affrontare la situazione con i loro Digimon, ma tu, nonostante non hai un partner, non riesci a stare in disparte. E non sei nemmeno sorpreso come dovresti essere.”

Izuku ridacchiò. “Diciamo che un demone gigante non rientra ancora nella mia top 3 di cose più strane che ho visto.”

“È una storia che ascolterò volentieri. Ma prima dobbiamo cercare di porre fine al regno di Devimon.”

Detto ciò il Digimon saltò di nuovo contro il suo avversario, lasciando a terra il ragazzo, che ancora una volta si ritrovò a paragonare il possente Digimon con All Might.

L’unica differenza era che Leomon non aveva distrutto il suo sogno, anzi, sembrava quasi elogiarlo per non essersi ancora arreso.

Izuku strinse con forza il Digivice, solo per venire scagliato via da un’onda oscura, che colpì tutti quanti.

“Ora basta!” Urlò Devimon, voltandosi nuovamente verso Takeru e Patamon. “Avete perso!”

E detto ciò chiuse la mano artigliata attorno al più piccolo e al suo partner.

“Takeru!” Urlò Yamato, mentre guardava impotente il fratellino venire preso dal Digimon malvagio.

“No…” Sussurrò Izuku.

E poi avvenne il miracolo.

Dall’interno della mano di Devimon una fortissima luce cominciò a brillare, costringendo il demone ad aprirla, come se stesse bruciando, lasciando liberi Takeru e Patamon, il quale stava brillando intensamente.

Il piccolo Digimon si alzò alla stessa altezza del volto di Devimon, mentre dal Digivice di Takeru uscì un raggio di luce che lo colpì, avvolgendolo interamente e costringendo tutti a chiudere gli occhi.

Pochi secondi dopo, al posto di Patamon c’era un Digimon angelo, ancora avvolto dalla luce e con un’asta dorata in mano.

“Ce l’hai fatta, Patamon!” Esclamò sorridente Takeru, guardando il suo Digimon con pura ammirazione.

“Quello è davvero Patamon?” Si chiese Izuku. Finora tutti i Digimon, nelle loro evoluzioni, avevano tenuto un certo legame con la loro forma precedente. Ma questa volta non c’era nulla in comune.

“Quello è Angemon.” Disse Leomon, il quale era stato scagliato poco lontano dal ragazzo dai capelli verdi. “Uno dei Digimon di luce più potenti.”

“Angemon… Direi che è azzeccato come nome.”

“C’ero quasi… Ero vicino alla vittoria!” Esclamò Devimon, guardando con odio il nuovo Digimon, che alzò in alto la sua asta.

“Ora le forze del male potranno finalmente essere sconfitte!” Disse.

Non appena ebbe terminato la frase, i Digivice di tutti i ragazzi s’illuminarono, creando da ciascuno di essi un raggio d’energia che colpì il Digimon angelo. Allo stesso tempo, i Digimon evoluti s’illuminarono, tornando alla loro forma precedente.

Izuku osservò con un certo timore Angemon raccogliere dentro di sé quella luce, per poi far ruotare la sua asta.

A quel punto dal petto di Devimon apparve Ogremon, che si lanciò contro Angemon, solo per venire respinto dalla sua luce ed essere scagliato via.

Il Digimon angelico cominciò ad assorbire dentro di lui l’asta, che si trasformò in un’aura dorata attorno alla sua mano destra, che chiuse in un pugno.

“Non l’avrai vinta!” Esclamò Devimon, avvicinandosi.

E Angemon replicò portando in avanti la mano dorata, dalla quale partì un raggio di luce che trapassò Devimon, raggiungendo l’oceano alle sue spalle, per poi esplodere avvolgendo tutti.

Izuku e gli altri bambini alzarono lo sguardo, vedendo con loro sgomento che entrambi i Digimon avevano iniziato a dissolversi nel nulla.

“Sei stato uno sciocco, Angemon.” Disse Devimon. “Ti sei sacrificato per niente. Mentre sono il Digimon più potente sull’Isola di File, ne esistono molti altri più forti e ancora più malvagi di me. Avete le ore contate, tutti quanti!”

Finito di dire ciò scoppiò a ridere, per poi scomparire completamente in dati.

Angemon restò a guardarlo stoico, per poi spostare la sua attenzione verso Takeru, che aveva le lacrime agli occhi.

“Takeru… Ci rivedremo ancora… se tu, lo vorrai.” Disse, per poi dissolversi completamente, assieme alla luce che li circondava.

“Angemon!!!” Urlò il bambino, lasciandosi cadere a terra, mentre delle piume delle ali del Digimon planarono dolcemente di fronte a lui, per poi illuminarsi e trasformarsi in un uovo.

Il gruppo lo raggiunse velocemente.

“Incredibile…” Mormorò Izuku, guardando Takeru abbracciare dolcemente l’uovo.

“C’è riuscito. Ha sconfitto Devimon.” Disse Leomon, voltandosi verso l’oceano. “Guardate: i pezzi dell’Isola di File stanno tornando indietro. Il sacrificio di Angemon non è stato vano.”

“Angemon tornerà.” Disse semplicemente Takeru. “So che lo farà.”

Tutti annuirono, solo per spalancare gli occhi quando il terreno sotto di loro iniziò a tremare, lasciando uscire da esso quella che sembrava una piattaforma, che s’illuminò, facendo apparire l’ologramma di un vecchio, che guardò uno ad uno i bambini, soffermandosi per un paio di secondi su Izuku.

“E così voi siete i bambini prescelti.”

 

~~~~~~~~~~~~~

 

Izuku osservò le fiamme del falò che avevano accesso.

Il vecchio aveva detto di chiamarsi Gennai, e che stava cercando di contattarli da tempo, ma che finora non c’era riuscito a causa di Devimon.

Il ragazzo dai cappelli verdi lo sospettava: aveva visto troppi eroi all’opera per sapere che non sarebbe bastato sconfiggere Devimon per mettere la parola fine al male. E lui aveva il confronto con una sola città. Qui avevano a che fare con un intero mondo che contava su di loro.

Izuku chiuse le mani a pugno.

“Se solo avessi un Quirk… Avrei potuto aiutare e forse Angemon non si sarebbe dovuto sacrificare.” Pensò, guardando Takeru continuare ad abbracciare con attenzione l’uovo.

E ora dovevano decidere che cosa fare. Gennai aveva detto che avrebbero dovuto dirigersi verso il continente di Server, e lì cercare sette Simboli che avrebbero permesso ai Digimon di evolvere ulteriormente, l’unica speranza che avevano di affrontare i nemici che li attendevano. Anche se prima avrebbero dovuto trovare i Medaglioni per contenere i Simboli.

“Io volevo tornare a casa!” Si lamentò Mimi. “Pensavo che con la sconfitta di Devimon sarebbe finito tutto quanto!”

“Invece non è così. Ma dobbiamo decidere se restare qui sull’Isola di File o andare nel continente di Server.” Fece Sora.

“Sono dell’idea che sia inutile restare qui.” Disse Taichi. “Non avremmo nessuna possibilità di trovare un modo per tornare a casa se non ce ne andiamo.”

“Ma potrebbe essere pericoloso!” Esclamò Yamato.

“Senza contare che sia Devimon che Gennai ci hanno detto che lì ci sono Digimon molto più forti.” Aggiunse Joe.

“Però, una volta ottenuti i Simboli, dovremmo essere in grado di tenergli testa.” Commentò Koushiro.

“Concordo.” Disse Leomon, il quale fino a quel momento era rimasto in silenzio. “Avete tutti ragione. Server è molto più pericoloso dell’Isola di File, ma questo non significa che tutti i Digimon saranno vostri avversari. Tempo fa ho viaggiato per quel continente, e ho visto parecchie cose. Per questo, se non vi dispiace, vorrei unirmi a voi in questo vostro nuovo viaggio.”

A quella notizia tutti si entusiasmarono. Avere Leomon, un Digimon potente ed esperto al loro fianco, sarebbe stato certamente d’aiuto.

“Andiamo!” Esclamò Takeru, attirando l’attenzione su di sé. “Sono sicuro che anche Angemon sarebbe d’accordo. E non possiamo lasciare che sia morto per niente!”

A quel punto tutti si voltarono verso Izuku, il quale si agitò subito. “C-Che ho fatto?”

“Sei rimasto silenzioso tutto il tempo.” Disse Yamato. “Sei il più grande di noi, che ne pensi?”

Izuku sospirò. “Sarò anche il più grande, ma sono il più inutile.”

“Inutile?” Ripeté Taichi. “Stai scherzando, vero? Sei letteralmente saltato contro Devimon!”

“E non ho ottenuto nulla se non venire catturato. Mi dispiace, ma continuo a dimostrarmi una nullità… Kacchan aveva ragione a chiamarmi Deku.”

“Non so chi sia questo Kacchan, ma ci sono più modi per rendersi utili. Non so come funziona esattamente per voi umani, ma tu sei chiaramente la persona con più esperienza tra di voi.” Disse Leomon. “Inoltre, anche tu sei un Bambino Prescelto, altrimenti non avresti quel Digivice. E da come lo hai usato, è chiaro che è destinato a te.”

“Perché ti consideri inutile?” Chiese Sora.

Il ragazzo alzò lo sguardo verso il cielo, perdendosi nelle stelle. “Fin da piccolo, mi sono dimostrato meno… capace dei miei compagni. Uno ad uno, tutti i miei amici mi hanno voltato le spalle, compreso il mio migliore amico… Da quando ho compiuto quattro anni ho vissuto deriso da tutti, o guardato con compassione. Ma nonostante questo… non mi sono mai arreso. Ho sempre avuto un obiettivo di fronte a me, e anche se avrei faticato più degli altri ero deciso a raggiungerlo. Ho guardato ad una persona come esempio, anche se non l’avevo mai incontrata dal vivo. All Might è tutto quello che ho sempre sognato di essere. Forte, coraggioso, completamente dedicato ad aiutare gli altri-”

“Come un supereroe!” Esclamò Takeru, ridacchiando.

“Esatto. Proprio come… un supereroe.” Rispose Izuku, facendo del suo meglio per mostrare meno emozioni possibili. “Ma… tutto è crollato proprio il giorno in cui questo Digivice mi ha portato qui nel Mondo Digitale.” Continuò, osservando il dispositivo in mano.

“Che è successo?” Domandò Mimi.

Izuku spostò lo sguardo verso di loro. “Ho incontrato per la prima volta All Might. Era proprio come pensavo, anzi, forse anche meglio. Anche se stava avendo dei problemi, continuava ad aiutare gli altri. E così, decisi di fargli una domanda.”

“Che cosa gli hai chiesto?” Chiese Tentomon.

“Se potevo essere come lui. Se avevo qualche speranza.”

Qui Izuku singhiozzò, non riuscendo a trattenere oltre le lacrime.

“Sapevo che non avrei dovuto sperare… Sapevo che non c’era possibilità… Ma quando il tuo mito ti dice senza mezzi termini di arrenderti, fa comunque male. E una volta arrivato qui, non ho potuto fare nulla per aiutarvi davvero. Avrò anche un Digivice, ma senza un Digimon come compagno, sono ancora inutile.”

Il gruppo restò in silenzio.

“Questo All Might… è un idiota.” Disse infine Leomon, attirando l’attenzione di tutti su di sé, soprattutto quella di Izuku, che lo fissò incredulo. “Non so chi è esattamente, ma distruggere così i sogni di qualcuno è imperdonabile. È chiaro che ci stai nascondendo qualcosa, e non insisterò nel chiederti di cosa si tratta, ma è qualcosa che ha a che fare con tutto quello che ti è successo. Qualcosa di cui ti vergogni ancora più di quanto dai a vedere.”

Izuku spostò lo sguardo. Aveva pensato di parlare loro dei Quirk, ma aveva paura di non venire creduto e di passare per pazzo. Dopotutto, non poteva dimostrare la loro esistenza in alcun modo. Aveva voluto ancora una volta testare la conoscenza dei bambini, e nessuno di loro aveva fatto una piega al nome di All Might.

“Tuttavia, sono convinto che troverai presto il tuo scopo.” Continuò il Digimon leone. “E credo di parlare a nome di tutti i presenti se dico che ti aiuteremo in ogni modo possibile.”

“Certo! Dopotutto, siamo una squadra!” Esclamò Taichi, mentre tutti gli altri annuivano.

Izuku li guardò commosso, per poi strofinarsi via le lacrime.

“Avete ragione. Plus Ultra!” Disse, solo per vedere gli sguardi confusi di tutti. “Oh, scusate… è un modo di dire che da me è usato da molti. Mai arrendersi, andare oltre… in poche parole, un urlo di incoraggiamento.” Spiegò.

“Beh, allora direi Plus Ultra!” Gridò Agumon, imitato subito dagli altri Digimon.

“Plus Ultra… Suona bene.” Ammise Leomon, sorridendo.

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Capitolo 4
*** Eroe e Prescelto ***


Digital Hero - Capitolo 04: Eroe e Prescelto

Capitolo 04
Eroe e Prescelto


Il gruppo guardò meravigliato il Kuwagamon che li aveva attaccati scomparire nelle sabbie del deserto, colpito a ripetizione da un attacco proveniente da un punto che non riuscivano a identificare.

Erano riusciti a sfuggire ai diversi attacchi di Etemon, un Digimon scimmia di livello Perfetto, che aveva deciso di dover eliminare i Bambini Prescelti e i loro Digimon.

Izuku non aveva potuto fare a meno di paragonare Etemon all’Eroe Present Mic, visto che entrambi usavano la loro voce come arma principale.

Tuttavia, Etemon si era dimostrato ben più malvagio di quanto potesse sembrare: aveva distrutto un intero villaggio di Koromon per cercare di sconfiggerli, poi li aveva intrappolati all’interno di uno stadio e infine li ha attirati con l’inganno su una nave da crociera che viaggiava per il deserto, dove avevano rischiato di finire abbrustoliti.

Senza contare quello che era successo ad Agumon: Taichi era stato il primo a trovare il suo Simbolo, e aveva pensato di costringere in qualche modo il suo Digimon ad effettuare l’evoluzione.

Beh, c’era riuscito… Ma il risultato è stato ben diverso da quello aspettato. Greymon era evoluto in SkullGreymon, un Digimon senza alcun autocontrollo che aveva attaccato amici e nemici.

E ora quel Kuwagamon, decisamente più forte di quello incontrato sull’Isola di File, aveva deciso che sarebbero stati i suoi spuntini, salvo venire eliminato da qualcuno.

“Questo potere…” Fece Leomon, guardandosi intorno, per poi sorridere. “Sapevo che eri da queste parti, ma non speravo in un tuo aiuto, Piccolomon.”

“E io non mi aspettavo di vederti assieme ai Bambini Prescelti, Leomon.” Rispose una voce, mentre un piccolo Digimon rosa, con due ali bianche che uscivano dalla schiena e una lancia in mano, usciva allo scoperto.

“Sei stato tu a salvarci?” Chiese Takeru.

“Ma no, è così piccolo.” Disse Mimi, prendendo tra le braccia il Digimon.

“Invece sono stato proprio io!” Rispose lui, per poi alzarsi in volo. “E devo dire che sono piuttosto deluso! Mi aspettavo di trovare dei Bambini Prescelti più forti, e invece mi ritrovo con sette bambini impauriti e uno che non ha ancora legato con il suo Digimon!”

Izuku sussultò, solo per sentire la zampa di Leomon sulla sua spalla per rassicurarlo.

“Non è colpa loro: sono passate solo poche settimane dal loro arrivo nel nostro mondo, e ne hanno già passate tante. E Izuku è stato sfortunato perché il suo Digimon non era sull’Isola di File. Ma si è dimostrato più che degno di fare parte del gruppo.”

“Non ho mai detto che non sono degni.” Replicò Piccolomon. “Ma… vi serve un addestramento! A tutti voi! Seguitemi!”

Il gruppo si rivolse a Leomon, che annuì. “Potete fidarvi: a dispetto delle apparenze, Piccolomon è un Digimon molto potente e sa il fatto suo. E credetemi, venire allenati da lui sarà un vero onore per voi.”

“Guarda che anche tu sei incluso nell’allenamento.” Disse il Digimon, senza girarsi. “Dopotutto, non mi pare che tu sia diventato più forte dall’ultima volta che ci siamo incontrati, e sono passati secoli.”

Leomon sussultò, ma annuì.

 

Il gruppo seguì Piccolomon attraverso il deserto, finché questi non li fece superare una barriera invisibile, facendoli così ritrovare in una foresta.

Da lì li fece salire a piedi, obbligando anche i Digimon in grado di volare a camminare, un’enorme scalinata, che alla fine li portò a casa sua, fatto confermata dalla statua gigante che lo raffigurava.

“Bene! Tutti voi dovrete pulire questa casa da cima a fondo!” Esclamò Piccolomon, ignorando le proteste dei bambini e Digimon. “Taichi, Agumon, Izuku, Leomon. Voi invece seguirete un addestramento diverso. Venite con me!”

Il quartetto si guardò, per poi seguire il Digimon, che li condusse fuori dalla casa, fermandosi di fronte a una grotta.

“Perché hai portato qui solo noi?” Domandò Izuku.

“A voi quattro serve un diverso tipo di addestramento. Ho sentito cos’è successo con SkullGreymon, Taichi. E vedo chiaramente che dopo quell’episodio hai perso totalmente fiducia in te stesso.” Esclamò, puntando la lancia contro il bambino, che sussultò. “E tu!” Continuò Piccolomon, rivolgendo la sua attenzione al ragazzo dai capelli verdi. “Tu sei un mistero: hai un Digivice, ma non un Digimon. E percepisco in te una grave mancanza di fiducia, a livelli ben peggiori di Taichi. Sei convinto di essere meno importante degli altri, e devi imparare che non è così. Il vostro compito è di entrare in questa grotta, e di uscirne. Se ci riuscirete, avrete completato il vostro addestramento.”

“E io” Chiese Leomon.

“Tu andrai con loro!” Replicò l’altro Digimon. “Sono sicuro che questo allenamento tornerà utile anche a te.”

Il quartetto annuì, cominciando a entrare nella grotta.

“Per quanto dovremo andare avanti?” Chiese Izuku.

“Oh, non vi preoccupate. Lo capirete presto.” Rispose Piccolomon.

Il ragazzo dai capelli verdi si voltò a guardarlo, solo per sentire il pavimento sotto di lui venire meno.

Con un urlo, i quattro scomparvero nelle profondità buie della grotta.

“Buona fortuna.” Disse Piccolomon, volando via.

 

 

“Urgh… Cos’è successo?” Mormorò Taichi, aprendo gli occhi e alzandosi, imitato da Agumon, Izuku e Leomon.

I due umani spalancarono immediatamente gli occhi.

Si trovavano in un parco giochi per bambini, e Taichi sentì subito Izuku sussultare.

“Siamo… nel nostro mondo?” Chiese il castano, girandosi verso l’amico, che tuttavia si stava guardando intorno nervosamente.

“Questo… Questo posto… lo conosco.” Disse infine, deglutendo.

“Siamo nella tua città?” Domandò Leomon, ricevendo un assenso silenzioso come risposta.

“Sì… quando ero piccolo venivo spesso in questo parco giochi con i miei amici. Ma poi-”

“Che cosa pensi di fare, Deku?” Sentirono dire da una voce.

Dal nulla, di fronte a loro apparvero due bambini: uno era chiaramente Izuku di quattro anni, riconoscibile dai capelli, il quale aveva le lacrime agli occhi e i pugni alzati contro l’altro bambino, che aveva un ghigno stampato sul viso e dei capelli biondi a punta.

“N-Non ti permetterò di fargli del male, Kacchan!” Esclamò il piccolo Izuku.

“E come pensi di impedirlo, Deku?” Chiese lui. “Sei privo di Quirk. Pure quel moccioso è più forte di te, anche se si nasconde dietro le tue spalle. Anzi, forse è più intelligente di quanto sembra e ti usa come scudo umano.”

Senza dire altro, Kacchan colpì Deku alla pancia, il quale sembrò quasi venire investito da una piccola esplosione, finendo scaraventato via di un paio di metri e rotolando a terra.

“Ehi, forse è questo il tuo Quirk: essere inutile!” Lo prese in giro il bambino, per poi avvicinarsi e prepararsi a prenderlo di nuovo a pugni.

Solo per venire fermato da Leomon.

“Cosa… E tu chi sei?” Chiese Kacchan, tirando indietro il braccio.

“Un amico di Izuku.” Rispose lui, mentre sia il bambino che l’adolescente lo guardarono sorpresi. Nessuno si era mai messo in mezzo tra lui e Kacchan.

“Un suo amico? Non mi prendere in giro!” Esclamò il bambino. “Nessuno vuole essere amico di uno inutile come Deku!”

“Beh, si dà il caso che ha diversi amici!” Intervenne Taichi, facendo un passo in avanti assieme ad Agumon. “Non so cosa gli hai fatto, ma non lo merita.”

“Davvero?” Fece un’altra voce, mentre alle spalle dell’Izuku più grande appariva la versione adolescente di Kacchan. “Pensa di essere al mio stesso livello, anche se è tutto nella sua testa. Questo è già un crimine per me.”

Tutti si voltarono a guardarlo.

“Kacchan…” Mormorò Izuku.

“Pensi di essere diventato speciale ora, vero?” Replicò l’altro ragazzo. “Ora hai un Digivice, non sei più inutile, giusto? Oh, ma aspetta, non hai un Digimon con te, non puoi combattere.”

“Che cosa sta succedendo qui?” Domandò Taichi.

“Stiamo vivendo l’incubo di Izuku.” Rispose Leomon. “Questa… Questa dev’essere la sua più grande paura.”

“Questo spiegherebbe perché quel bambino quando lo colpisce provoca quelle strane esplosioni. Voi umani non potete farlo, vero?” Chiese Agumon a Taichi, che scosse la testa.

Izuku nel frattempo non sentì nulla di quel discorso, continuando a fissare con timore Kacchan.

“Questo non è reale… non possono esserci più versioni di noi.”

“E Deku continua a usare la sua testa per cercare di non essere inferiore.” Replicò Katsuki. “Cosa importa se sono reale o no? Sono esattamente come il Bakugo che hai incontrato prima di sparire nel nulla come il vigliacco che sei. Beh, non che qualcuno senta la tua mancanza, eroe fallito.”

Quelle parole sembrarono colpire Izuku più forte di un pugno.

“Ti sei arreso ai fatti? Non sei mai stato, non sei e mai sarai un eroe.”

“Esatto.” Aggiunse il Kacchan più piccolo. “Non importa quanto ti sforzi, senza un Quirk non potrai mai essere un eroe come lo sarò io.”

“Anche All Might te lo ha detto no?”

“E contro Devimon sei stato inutile. Io avrei potuto salvare Angemon.”

“I-Io…” Mormorò Izuku, portandosi le mani sulle orecchie per non sentire più nulla.

“Basta così!” Urlò Agumon. “Non so chi sei, ma Izuku è mille volte più eroe di te!”

“Non so cosa sia questo Quirk che continui a nominare, ma Izuku non ne ha bisogno per esserti superiore!” Esclamò Leomon, avvicinandosi al ragazzo dai capelli verdi, mentre la sua controparte più giovane alzava lo sguardo verso i Digimon. “Un eroe è tale per ciò che ha nel suo cuore. Ho visto Digimon deboli essere molto più eroici di Digimon grandi e grossi. Un eroe è chi aiuta in modo disinteressato, senza pensare a nient’altro se non ad aiutare!”

Taichi annuì. “È vero… e anch’io sono cascato in questo errore. Quando ho voluto forzare Greymon ad evolvere, l’ho fatto pensando che saremo stati di aiuto… ma in realtà era solo il mio egoismo. Ho deluso Agumon e i miei amici… ma non lo farò più! Izuku è nostro amico, e ti impediremo di continuare a deriderlo in questo modo!”

“Ragazzi…” Mormorò Izuku.

“Io ho… degli amici?” Fece il bambino dai capelli verdi.

Katsuki scoppiò a ridere. “Davvero? Allora siete inutili quanto lui, se lo pensate davvero. Non che sia una sorpresa, da parte di due mostri e di un altro pezzo di spazzatura privo di Quirk.”

“Basta Kacchan!” Esclamò Midoriya. “Sei libero di prendermi in giro quanto vuoi, ma lascia da parte i miei amici!”

“Che cosa? Osi tenermi testa?” Replicò il ragazzo esplosivo, provocando delle piccole esplosioni attorno alle mani. “Bene, allora direi di ricordarti quanto sei inutile!”

Detto ciò provocò due esplosioni dalle mani, che lo lanciarono in avanti, dritto contro Taichi e Leomon, che sfoderò subito la sua spada per difendersi.

“Puoi dire addio a queste comparse!”

“No!” Urlò Izuku, girandosi di colpo.

E con sorpresa di tutti il suo Digivice si accese, per poi emanare un raggio di luce che raggiunse Leomon, avvolgendolo con una barriera che respinse un incredulo Bakugo, mentre la sua versione più giovane scompariva nel nulla.

“C-Che cosa…” Fece Leomon, guardandosi incredulo le mani.

“Quella luce… è la stessa dell’evoluzione!” Esclamò Agumon, fissandolo alternativamente Izuku e Leomon.

Izuku afferrò il Digivice, per poi volgere il suo sguardo verso il Digimon leone, che lo restituì.

Taichi spalancò gli occhi. “Leomon è il tuo Digimon?!” Gridò, mentre la luce si affievoliva.

I due diretti interessati restarono in silenzio, solo per voltarsi verso Kacchan, che si rialzò preda dell’ira.

“Credi di essere forte, eh? Hai solo usato un trucco per ingannarmi, non succederà di nuovo!” Urlò, saltando di nuovo contro Leomon.

Ma stavolta il suo percorso fu ostacolato dal pugno di Izuku, che lo colpì con la mano con cui teneva il Digivice.

Ignorando il dolore per il colpo appena dato, il ragazzo dai capelli verdi si mise davanti al suo appena trovato partner.

“Non importa se è più forte di me, non ti lascerò colpire Leomon!” Esclamò, mettendosi in una posizione di difesa. “Forse non diventerò un eroe, ma ci proverò! Se mi arrendo, non andrò da nessuna parte! E se questo significa doverti fermare… lo farò, Katsuki!”

“Lo faremo insieme, Izuku.” Disse Leomon, affiancandosi al ragazzo. “Dopotutto, mi pare di capire di essere legato a te, non è così?”

Midoriya lo guardò sorpreso, per poi sorridere e annuire.

Bakugo si rialzò, portandosi una mano sulla guancia dov’era stato colpito.

Poi, con sorpresa di tutti, scoppiò a ridere. Ma questa volta non era una risata denigratoria.

“Finalmente lo hai capito!” Esclamò lui, smettendo di ridere. “Vedi che non sei inutile come pensavi?”

“C-Cosa?” Fece un confuso Izuku.

“Questa grotta ti mette alla prova verso le tue più grandi paure.” Rispose l’altro Izuku. “Inizialmente avevamo intenzione di separarvi e di mettervi alla prova singolarmente… Ma abbiamo deciso che il tuo passato sarebbe andato bene per tutti, Midoriya Izuku.”

Non appena ebbe detto ciò, tutto quello che circondava il quartetto scomparve in milioni di pixel, lasciandoli all’uscita della grotta.

“Piccolomon aveva previsto tutto questo, ma c’era qualcosa che anche lui ignorava.” Continuò la voce del piccolo Izuku, mentre una sfera di luce appariva di fronte all’adolescente.

Quella sfera cominciò a cambiare forma, fino a diventare un medaglione con all’interno un Simbolo, il cui aspetto era quello di un pugno chiuso con il pollice verso l’alto.

“Questo… è mio?” Mormorò Izuku, prendendo in mano il medaglione.

“Fantastico!” Esclamò Taichi, per poi voltarsi quando sentirono un ruggito e delle urla.

“Qualcosa dev’essere riuscito a superare la barriera di Piccolomon.” Fece Leomon.

“Allora dobbiamo andare ad aiutarli!” Esclamò Izuku, mettendosi il medaglione intorno al collo.

Il Digimon leone sorrise, per poi sollevare il ragazzo e farlo sedere su una sua spalla.

“Tieniti forte.” Disse, per poi saltare via, mentre Agumon e Taichi si fissarono.

“Pronto?” Chiese il bambino, tirando fuori il Digivice.

“Quando vuoi!”

 

Piccolomon aveva le mani in avanti, continuando a tenere attiva una barriera attorno a lui e agli altri bambini e Digimon per impedire che l’attacco di un Tyrannomon li raggiungesse.

“Quanto vi ci vuole ancora?!” Urlò il Digimon, poco prima che un’onda d’energia a forma di testa di leone colpisse in pieno il muso del Digimon dinosauro, che fu così costretto ad interrompere l’attacco.

Subito dopo Leomon atterrò, lasciando scendere a terra Izuku, che teneva in mano il suo Digivice.

“Izuku!” “Leomon!” Li chiamarono gli altri, contenti di vederli.

“Taichi e Greymon stanno arrivando.” Rispose il ragazzo, sorridendo. “Ma per ora ci pensiamo noi qui. Pronto Leomon?”

Il Digimon leone sorrise, per poi estrarre la spada e saltare contro il suo avversario.

“E così, hai trovato il tuo Digimon partner.” Disse Piccolomon, ridacchiando, mentre tutti guardarono increduli Izuku, che per tutta risposta sorrise.

“Già. Lui e la determinazione che avevo perso. Mi ero dimenticato la cosa più importante… Un eroe sorride sempre, non importa cosa succede. Perché dev’essere un punto di riferimento per tutti quelli che chiedono il suo aiuto. Non posso lasciare che le opinioni degli altri plasmino la mia strada. Devo essere io a farlo!”

“Ottima risposta!” Esclamò Piccolomon, per poi spostare lo sguardo verso Greymon, che li raggiunse in quel momento, andando subito ad aiutare Leomon. “Avete superato tutti e quattro il mio addestramento. E vedo che hai anche ottenuto un ulteriore premio.”

Izuku continuò a sorridere, mostrando con orgoglio il suo Medaglione, mentre Tyrannomon veniva sollevato di peso da Greymon, e scagliato in aria, dove venne colpito in pieno dalla spada di Leomon, per poi dissolversi nel nulla.

“Io e Leomon diventeremo degli eroi!” Esclamò Izuku, non appena il suo Digimon tornò al suo fianco. “Farò del mio meglio perché ciò succeda!”

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Capitolo 5
*** Esplosivo incontro ***


Digital Hero - Capitolo 05: Esplosivo incontro

Capitolo 05
Esplosivo incontro


Izuku cercò di resistere a quel vento innaturale, tenendosi forte al braccio di Leomon, che aveva piantato nella sabbia la sua spada.

Greymon era appena evoluto in MetalGreymon, e con la sua nuova potenza era riuscito a sconfiggere Etemon.

Ma il Digimon malvagio non sembrava intenzionato ad andarsene senza provocare ulteriori danni: in seguito a un incidente con le apparecchiature della sua rete oscura, si era fuso con esse, e ora la sua sconfitta aveva letteralmente creato un buco nero che stava risucchiando ogni cosa.

I Bambini Prescelti si stavano aggrappando ai loro Digimon, mentre MetalGreymon tentò di evitare che Taichi venisse trascinato via, piantando i suoi nuovi artigli metallici davanti al bambino.

Sfortunatamente, l’attrazione del buco nero fu tale da trascinare entrambi dentro di esso.

“Taichi!” Urlarono tutti quanti.

“Izuku…” Disse Leomon, senza spostare il suo sguardo. “Sei sicuro?”

Il ragazzo spostò lo sguardo sul suo partner. “Come-”

“Ho riconosciuto quell’espressione. Non puoi abbandonarlo a sé stesso, vero?”

Izuku continuò a guardarlo perplesso, per poi sorridere. “Sono davvero una mappa aperta, vero?”

“Già.”

E detto ciò sollevò la spada, lasciando che quel vento risucchiasse entrambi.

 

 

“…chi. Taichi!”

Il ragazzo dai capelli castani aprì lentamente gli occhi, cominciando a mettere a fuoco cosa circondava lui e Koromon.

“Che bello, sei sveglio!” Saltellò la creatura.

“Koromon? Sei tornato di nuovo a quel livello?” Chiese Taichi, prendendolo tra le braccia.

“L’Evoluzione in MetalGreymon mi ha prosciugato tutte le energie. Ma dove siamo?”

Taichi si guardò intorno. Erano in quella che sembrava una città, anche se era stranamente silenziosa.

“Forse… Forse siamo nel mio mondo? Non ho visto nel Mondo Digitale nulla del genere, ma sembra proprio una città.”

“E sono tutte così vuote?”

“Ecco, quello è qualcosa di strano… Solitamente sono piene di persone, molto rumorose e-”

Prima che potesse concludere la frase, le vetrate dietro di loro esplosero, lasciando uscire un robot, che alzò immediatamente una delle sue braccia per colpirli.

“E non ci sono robot assassini!!!” Urlò Taichi, riuscendo a saltare di lato appena in tempo per evitare il colpo, che spaccò l’asfalto dove si trovavano.

Il robot rivolse la sua attenzione nuovamente sul duo.

Solo per venire colpito da una scarica elettrica che lo fece esplodere in pochi secondi.

“Evvai! E con questo sono a trenta punti!” Esclamò una voce, poco prima che un ragazzo saltasse fuori da dietro l’angolo, con delle scintille ancora attorno alle mani. “Spiacente, ma quello me lo sono preso io. Provate con il prossimo.”

E detto ciò corse via, lasciando un incredulo Taichi.

“Era un umano quello?” Chiese Koromon.

“Credo di sì…”

“E ha usato lo stesso attacco di Kabuterimon?”

“Così pare…”

“Come ha fatto?”

“E come diamine faccio a saperlo?!” Gridò Taichi, alzandosi e cominciando subito a correre via. “So solo che è meglio allontanarci subito da qui!”

Ma non riuscì a fare che pochi passi prima di andare a sbattere contro qualcosa, anche se era sicuro che non ci fosse niente.

“Ehi! Vedi di fare attenzione!” Disse infastidita una voce femminile. “Sarò anche invisibile, ma questo non ti dà il diritto di venirmi addosso!”

Taichi sbatté più volte le palpebre, guardandosi intorno.

“Sono proprio di fronte a te! Non mi vedi?”

“Sinceramente… no.”

“Oh, giusto, è vero… colpa mia.” Replicò con tono imbarazzato la voce. “Ma comunque dovresti fare attenzione a dove cammini!”

“Mi dispiace.” Rispose atono il bambino.

“Ehi, non sei troppo piccolo per l’esame?”

“Esame? Cos’è? Si mangia?” Domandò Koromon.

“Quella cosa parla?! Pensavo fosse solo un pupazzo!” Esclamò la voce.

“Credo di aver colpito la testa, e anche forte…” Borbottò Taichi.

“Beh, ad ogni modo, meglio che vada. C’è un ragazzo che sta distruggendo tutti i robot, e voglio accumulare sufficienti punti prima che si esaurisca il tempo.”

Taichi sentì dei passi allontanarsi, per poi lasciarlo di nuovo da solo con Koromon.

“Okay… o siamo finiti in un set cinematografico o decisamente non siamo nel Kansas, come diceva quel vecchio film. E sono reduce da un mondo totalmente diverso dal mio!”

Le sue preoccupazioni furono ancora una volta interrotte da una nuova esplosione, stavolta provocata da un robot che atterrò a pochi metri da loro, con un ragazzo in piedi sopra esso.

Un ragazzo che Taichi e Koromon riconobbero immediatamente.

“E un altro è giù!” Disse Bakugo Katsuki, sorridendo mentre lasciava andare un pezzo di ferro che gli era rimasto in mano, per poi provocare qualche piccola esplosione attorno a lui. “Forza pezzi di latta, fatevi sotto!”

“Ehi Taichi, quello non è-”

“Kacchan?” Concluse il bambino, ricordandosi del nome con cui l’aveva chiamato Izuku.

Sfortunatamente per lui, lo disse a voce abbastanza alta da venire sentito.

Katsuki si irrigidì immediatamente, per poi voltarsi verso di loro.

“Dove avete sentito quel nome?” Domandò serio.

“E-Eh?”

“Ho chiesto dove avete sentito quel nome e come fate a sapere che è riferito a me!” Urlò Bakugo, provocando due esplosioni che lo fecero volare verso i due, per poi afferrare per la maglietta Taichi e sollevarlo, facendo così cadere a terra Koromon.

“L-Lasciami…”

“Come fai a conoscere quel fastidioso nome? Rispondi!”

“I-Izuku ti ha chiamato così…” Rispose lui, solo per vedere gli occhi del biondo spalancarsi.

“Deku? Lo hai sentito dire da Deku?!”

“Il suo nome è Izuku!” Gridò Koromon. “E lascia subito andare Taichi!”

“E tu che cosa saresti? Il Quirk di questo moccioso?” Chiese lui, lasciando comunque cadere a terra il bambino.

“Quirk? Si può sapere che diamine è questo Quirk di cui continuate a parlare?” Fece Taichi, cercando di ignorare la botta della caduta.

“Eh? Ma se è la prima volta che lo nomino. E come diamine fai a non sapere che cos’è?”

“È un termine che ogni tanto Izuku tira fuori, ma non ha mai detto che cosa significa.”

“E questo mostriciattolo che cos’è allora?”

“Sono un Digimon! E mi chiamo Koromon!”

“Non importa. Ora voglio sapere dove si trova Deku!”

“Te l’ha detto anche Koromon: si chiama Izuku Midoriya, non Deku! E non ne ho idea. Non so nemmeno dove sono io!”

“Quindi è proprio lui. Voglio delle risposte! Sono dieci mesi che Deku è sparito nel nulla, e tu sei il primo a saperne qualcosa!”

“Dieci mesi?!” Ripeté incredulo Taichi. “Ma non è passato così tanto tempo! Saranno circa due mesi che siamo in viaggio, se ho tenuto bene il conto.”

Ma il colloquio tra i due fu interrotto da un botto alle loro spalle, che fece voltare tutti e tre i presenti.

Taichi spalancò gli occhi. Di fronte a loro c’era un uomo alto oltre due metri, con i muscoli più evidenti che avesse mai visto, oltre che un sorriso smagliante sul volto.

“Non dovete temere, e sapete perché? Perché ora qua ci sono io!” Dichiarò l’ultimo arrivato.

“All Might?!” Esclamò incredulo Katsuki. “Che cosa ci fai qui?!”

“Stavo osservando l’esame, quando ho notato che avevi preso di mira un altro candidato. Poi avete cominciato a parlare di qualcosa che ha attirato la mia attenzione.”

Detto ciò l’uomo rivolse la sua attenzione a Taichi, il quale tuttavia non poté nascondere una piccola rabbia nei suoi confronti. Aveva sentito da Izuku di All Might, ed era il responsabile della distruzione del suo sogno.

“Hai nominato Midoriya. Devo sapere, sai dove si trova?”

“E perché vorresti saperlo?” Replicò il bambino, mentre Koromon saltellava di fronte a lui. “Da quel che ci ha detto, non ti sei dimostrato proprio grande come idolo.”

L’uomo sussultò, ma non fece sparire il sorriso.

“Ecco-”

“Hai calpestato il sogno di Izuku, quando sperava nella tua approvazione! Hai idea di come fosse giù? Abbiamo impiegato settimane per convincerlo che non era inutile!”

“È vero!” Esclamò Koromon. “È sempre stato gentile con tutti noi, ma voi due invece non avete fatto altro che denigrarlo!”

“Che cosa vi ha raccontato Deku?” Domandò Kacchan.

“Ci ha solo detto di aver dovuto affrontare tutti che andavano contro il suo sogno perché non aveva qualcosa come voi. Non ci ha mai detto qual era il sogno o che cosa gli mancava.” Rispose Taichi. “Ma di certo non mi aspettavo che il suo bullo potesse davvero provocare esplosioni come in quella visione.”

Ma prima di poter continuare, sentì il braccio di All Might prenderlo attorno alla vita, mentre con l’altra mano prendeva Koromon.

“Ragazzo, continua il tuo esame. Mi occupo io di loro.” Disse l’eroe, ignorando le proteste dei due e saltando via, sparendo in pochi secondi dalla vista.

Bakugo si portò un braccio davanti agli occhi per ripararsi dal vento provocato dal salto, potendo solo osservare come l’unico indizio su Deku veniva portato via.

 

All Might atterrò su un tetto, lasciando andare subito Taichi e Koromon.

Il bambino barcollò in avanti, per poi girarsi incredulo verso l’eroe.

“C-Come hai fatto? Avremmo superato di altezza non so quanti palazzi!”

“Immagino tu sia tra le poche persone al mondo che non mi conosce, vero?”

Taichi annuì. “Ti ho solo sentito nominare da Izuku. Non avevo nemmeno idea di che aspetto avessi e perché ti considerasse il suo mito. Direi che ora posso capirlo un po’ di più.”

“Questo però ancora non ti perdona per aver distrutto il suo sogno!” Esclamò Koromon. “Potrai anche saltare in quel modo, ma non ti giustifica!”

“Credetemi, ho passato gli ultimi dieci mesi a non perdonarmi per quello che ho detto al giovane Midoriya. E da quando ho scoperto che era scomparso nel nulla ho dedicato ogni minuto libero a mia disposizione per cercarlo. Per questo vi ho portati qui.”

Dicendo ciò si avviò verso la porta che dava sulle scale del palazzo dove si trovavano. “Seguitemi. C’è qualcuno che dovreste incontrare.”

Bambino e Digimon si guardarono, per poi annuire.

Koromon saltò tra le braccia del castano, che seguì l’eroe lungo le scale e poi attraverso un corridoio, finché non si ritrovarono davanti a una porta, dove All Might suonò il campanello.

Si sentirono dei rumori all’interno, per poi lasciare che la porta si spalancasse di colpo.

“Izuku!” Urlò una donna paffutella dai capelli verde scuro, guardandosi subito intorno con un sorriso pieno di speranza.

Sorriso che si spense quando vide All Might e Taichi.

“Oh… Sei solo tu, All Might…” Mormorò, per poi spostare lo sguardo su Koromon.

“Salve signora Midoriya.” La salutò l’eroe senza scomporsi, come se fosse abituato a quel tipo di benvenuto. “Possiamo entrare?”

La donna annuì, per poi lasciarli passare, guardando con curiosità il bambino e il Digimon.

“Allora All Might, c’è qualche novità su Izuku?” Chiese dopo che i suoi ospiti si furono accomodati sul divano, mentre lei si sedette di fronte a loro.

“Stavolta spero proprio di sì.” Rispose l’uomo, lasciando che il viso di Inko Midoriya s’illuminasse di nuovo.

“Davvero?!”

All Might voltò lo sguardo verso il bambino e il Digimon. “Questi due dicono di aver incontrato Izuku, e lo hanno fatto sicuramente dopo di me. A proposito, non vi ho ancora chiesto come vi chiamate.”

Il castano, che era rimasto ad osservare la madre del suo amico, la quale stava fissando con sguardo assente la creaturina rosa, si alzò in piedi, per poi fare un piccolo inchino. “Sono Taichi Yagami. Piacere di conoscervi.” Disse.

“Io invece sono Koromon!” Esclamò il Digimon. “Allora tu sei la mamma di Izuku?”

La donna sembrò tornare in sé e annuì. “Sì. Chiamatemi pure Inko.”

“Scusate la domanda diretta, ma vorremo delle risposte. Abbiamo usato ogni mezzo a nostra disposizione per cercare il giovane Midoriya, ma senza risultati. È sparito nel nulla dal tetto dove lo avevo lasciato. Sta bene?”

Taichi annuì. “L’ultima volta che lo abbiamo visto stava bene. Anche se purtroppo non possiamo esserne certi. Ci trovavamo in una situazione… diciamo non proprio tranquilla.”

Quello attirò l’attenzione dei due.

“Che genere di situazione?” Domandò All Might.

“Etemon stava provando a ucciderci!” Rispose Koromon prima che Taichi potesse dire qualcosa.

A quella frase i due adulti spalancarono gli occhi.

“Che cosa? Qualcuno ha provato ad uccidervi, ne siete certi? Chi è questo Etemon?”

“Ecco… non so come spiegarvelo senza sembrare pazzo… non che non mi sembri di esserlo, considerando le ultime cose che ho visto da quando ho ripreso i sensi e quello che ho visto da quando ho conosciuto Koromon. Senza offesa, eh?”

“Tranquillo Taichi.” Rispose il Digimon, sorridendogli.

“È un Quirk piuttosto particolare.” Disse Inko, sorridendo. “Immagino che Izuku ti abbia tormentato un bel po’ con le domande, eh?”

“Quirk?” Ripeté Koromon, guardando Taichi. “Tu hai capito che cos’è? Continuano a nominarlo tutti.”

Quando il ragazzo scosse negativamente la testa, gli adulti sgranarono gli occhi.

“Aspetta, non sai cos’è un Quirk?” Chiese conferma All Might.

“La prima volta che io e i miei amici abbiamo sentito il termine è stato tra i borbottii di Izuku. Ma non ci ha mai detto che cosa significava.”

“Non sei solo tu, ma anche i tuoi amici non ne hanno idea? E allora cos’è quella creatura che tieni tra le braccia?” Domandò l'eroe.

“Io sono un Digimon! Un Mostro Digitale!”

“Che cos’è invece un Quirk?” Chiese Taichi. “Potete dircelo?”

“Ecco… forse una dimostrazione è più pratica.” Disse Inko, cominciando ad agitare la mano su e giù.

Sotto gli occhi sorpresi del Bambino Prescelto e del Digimon, un libro che era a terra cominciò a sollevarsi in aria, seguendo il ritmo della mano della mamma di Izuku, per poi fermarsi a mezz’aria.

“C-Come…?”

“Quirk è il termine con cui chiamiamo i nostri poteri.” Spiegò All Might. “Avrete sicuramente notato i ragazzi che stavano svolgendo l’esame, e tutti loro avevano un Quirk diverso.”

“Aspettate, volete dire che non era un effetto speciale di qualche tipo?!” Esclamò Taichi, incredulo.

“Direi proprio di no.” Rispose Inko, lasciando nuovamente cadere a terra il libro. “Ma non capisco come sia possibile che non ne abbiate mai sentito parlare prima. Q-Quasi tutti ne hanno uno, è difficile incontrare qualcuno che ne sia privo. Ed è ancora più raro trovare qualcuno che ne ignori l’esistenza.”

“Credetemi, l’ultima volta che sono uscito di casa non conoscevo nessuno, al di fuori dei personaggi in tv, che avesse dei superpoteri!” Replicò Taichi. “È per questo che Izuku è sempre stato preso in giro? Perché non aveva un superpotere?”

“Sfortunatamente, sì.” Disse All Might. “Solo il venti per cento della popolazione mondiale è come lui.”

“Beh, anche io e i miei amici siamo come Izuku. Come i nostri genitori e tutte le persone che conosciamo.”

L’uomo e la donna si guardarono a vicenda.

“Beh, questo è inaspettato.” Ammise l’eroe.

“La mamma!” Esclamò Taichi, spalancando gli occhi. “Devo chiamarla, sarà preoccupatissima!”

Inko tirò fuori dalla tasca il suo cellulare, porgendoglielo. “Ecco, chiamala pure. Da madre posso immaginare la situazione in cui si trova.”

“G-Grazie.” Rispose il bambino, prendendolo, solo per guardarlo curioso.

“Tranquillo, non ho un codice di sblocco.” Disse lei.

“E-Ecco… potrà sembrare una domanda stupida… ma dove sono i tasti?” Chiese Taichi, diventando un po’ rosso per l’imbarazzo. “Non ho mai chiesto a Izuku come funzionasse.”

“Non hai mai usato uno smartphone?” Domandò All Might.

“Non ho nemmeno idea di cosa sia. Pensavo fosse un cellulare ultimo modello, ma i miei possono permettersene giusto uno vecchio per le emergenze.”

Inko sorrise, per poi avvicinarsi al bambino e mostrargli come fare a chiamare, mentre l’eroe guardava la scena, chiedendosi come potessero esserci tante cose che quel bambino ignorasse.

Taichi concluse di comporre il numero e si portò il telefono all’orecchio. Non appena sentì lo scatto della risposta, parlò.

“Pronto? Mamma, sono io, Tai-”

“Spiacente, il numero da lei chiamato è inesistente. Si prega di riagganciare. Grazie.” Rispose la voce digitale della compagnia telefonica, che fece ancora una volta spalancare gli occhi al bambino, che abbassò il telefonino e lo fissò con occhi tremanti, controllando il numero.

“C-Cosa significa? Perché dice che il numero non esiste?”

All Might restò in silenzio, prendendo il suo cellulare e scrivendo un messaggio.

“Tranquillo, vedrai che ci sarà una spiegazione.” Tentò di consolarlo Inko, riprendendo delicatamente il suo smartphone.

“Forse è come con le cabine del telefono su quella spiaggia.” Disse Koromon.

“Ma qui siamo nel mondo reale. Non dovrebbe succedere.”

“Ragazzo, che ne diresti di raccontarci cosa vi è successo?” Domandò l’eroe.

Taichi annuì, ancora scosso. “Sì, forse è meglio. È iniziato tutto mentre eravamo al campo estivo…”

Per l’ora successiva, Taichi e Koromon raccontarono ai due adulti cos’era successo nel Mondo Digitale: i nemici affrontati, le difficoltà del viaggio… le differenze tra i due mondi.

“Incredibile… Quindi c’è un vero e proprio mondo diverso dal nostro. E per qualche motivo voi ragazzi siete stati richiamati in esso.”

“Già.” Disse Yagami, osservando il Digivice che ora teneva in mano.

“Il mio Izuku… Ne ha passate così tante.” Pianse la signora Midoriya. “Sono contenta che ha trovato degli amici come voi.”

“Siamo stati noi i fortunati: Izuku ci ha aiutati spesso, principalmente perché era il più grande del gruppo.”

In quel momento il cellulare di All Might squillò, e l’eroe si scusò prima di allontanarsi per rispondere.

“Pensi… Pensi ci sia un modo per contattare Izuku e i tuoi amici?” Domandò Inko al bambino, che scosse la testa.

“Nessuno di noi ha un cellulare, e quello di Izuku è sempre rimasto privo di segnale. Inoltre, sia il suo cellulare che il computer di Koushiro hanno sempre funzionato a singhiozzi.”

Ma l’attenzione di tutti si rivolse a Koromon, il cui stomaco decise di farsi sentire, subito seguito da quello di un imbarazzato Taichi.

“Scusa… non mangiamo qualcosa di decente da un po’ di tempo.” Ridacchiò lui, portandosi una mano dietro la testa.

Inko sorrise. “Allora direi che è il caso di rimediare. È il minimo che possa fare per degli amici di Izuku.”

 

Taichi e Koromon mandarono giù tutto quello che gli veniva offerto.

“Non scherzavate sul fatto di avere fame, eh?” Ridacchiò Inko.

“Era tutto squisito!” Esclamò Koromon, per poi illuminarsi.

All Might e Inko spalancarono gli occhi mentre la forma del Digimon mutava, per poi lasciare posto ad Agumon, che si guardò gli artigli.

“Ho riguadagnato abbastanza energia per evolvere.” Disse sorridendo, per poi riprendere a mangiare.

“Cerca solo di non abbuffarti troppo, Agumon. Abbiamo già fatto quell’errore una volta.” Ridacchiò Taichi.

“Incredibile… si è davvero trasformato!” Esclamò l’eroe.

“Già. Pure noi siamo rimasti sorpresi la prima volta. Anche se per qualche motivo mi è sembrato quasi un déjà-vu…” Mormorò il bambino.

All Might sospirò.

“Giovane Yagami, temo di doverti dare qualche notizia che potrebbe non piacerti.” Disse infine, attirando su di sé l’attenzione del bambino e del Digimon. “Prima di tutto, voglio precisare che credo a ciò che ci hai raccontato. Tuttavia, ci sono molte cose strane su di te. Per cominciare, hai detto che né tu né i tuoi amici avete mai sentito parlare dei Quirk prima che Midoriya pronunciasse il termine, esatto? E ignoravi totalmente della loro esistenza.”

“Proprio così.”

“Prima ho sentito un mio amico che lavora nella polizia e che mi sta aiutando con il caso del giovane Midoriya. Gli ho chiesto di cercare informazioni su di te, anche solo per poter avvisare la tua famiglia.”

“Siete riusciti a sentire i miei genitori allora?” Lo interruppe Taichi. “Stanno bene?”

All Might si grattò la guancia con un dito.

“Ecco, come dire… Per la polizia… tu non esisti.”

Il silenzio a quelle parole scese nella stanza.

“…Eh?” Disse infine il bambino. “Come sarebbe a dire che non esisto?”

“Hanno cercato nei database della polizia, e in tutto il Giappone non c’è un solo bambino che corrisponda alla tua descrizione con il tuo nome. Tantomeno ci sono casi di bambini scomparsi in gruppo.”

“Ma non è possibile! Avete detto che sono passati dieci mesi da quando Izuku è sparito! Ormai non siamo più nemmeno nel vecchio millennio!”

A quella frase i due adulti si guardarono.

“Scusa Taichi, la domanda a questo punto ti sembrerà strana, ma puoi dirci la data esatta in cui siete finiti nel Mondo Digitale?” Chiese la donna.

“Facile! Era il primo agosto del 1999!”

“1-1999?!” Ripeté Inko, guardando l’eroe. “Com’è possibile?”

“Che succede?” Chiese Agumon, guardando i due umani sconvolti.

“Beh, questo potrebbe spiegare perché non abbiamo trovato informazioni su di voi.” Sospirò All Might. “Ragazzo… Abbiamo superato il 2000 da un bel po’ di anni. Non c’è più nessuno nato nel vecchio millennio.”

Taichi spalancò gli occhi.

“V-Vuoi dire… che siamo nel futuro?” Mormorò. “Ma com’è possibile?! Avete detto che Izuku è sparito 10 mesi fa, e dovrebbe essere lo stesso anche per me e gli altri! Perché non è così?”

All Might si portò una mano sotto il mento.

“Posso presumere che il tempo nel Mondo Digitale scorra in modo decisamente diverso rispetto a qui. Ma oltre a ciò, e credo sia il motivo per cui il giovane Midoriya non vi abbia parlato dei Quirk, sono propenso a credere che tu e i tuoi amici proveniate proprio da un mondo diverso dal nostro.”

Taichi e Inko lo guardarono sorpresi.

“Sappiamo per certo, grazie a voi, che esistono mondi paralleli al nostro.” Continuò a spiegare l’eroe. “Ora, penso che il Mondo Digitale si trovi proprio in mezzo a quello dove ci troviamo ora e il tuo. Perciò tu e i tuoi amici siete partiti dal vostro, mentre il giovane Midoriya da questo, riuscendo così a incontrarvi nel mondo di mezzo. E per qualche motivo, quando tu e Agumon siete stati risucchiati in quel buco nero di cui ci avete parlato, siete finiti nel nostro mondo invece di tornare nel tuo. Spero di essere stato abbastanza chiaro.”

“Allora… Allora significa che la mia famiglia c’è ancora!” Esclamò Taichi, sollevato.

“Penso proprio di sì. Contatterò subito i miei amici per cercare di trovare una soluzione per rimandarti a casa. E ora che sappiamo approssimativamente dove si trova il giovane Midoriya, possiamo tentare di salvarlo.”

Taichi annuì.

Ma in quel momento il suo Digivice cominciò a suonare.

“Che succede?” Domandò Agumon.

“N-Non lo so! Non ha mai fatto così di punto in bianco!” Esclamò il bambino, osservando lo schermo del dispositivo lampeggiare.

Poi, all’improvviso, un raggio di luce partì da esso, colpendo il televisore lì presente, che si accese da solo.

E sullo schermo apparve Izuku.

“Speriamo che funzioni…” Borbottò il ragazzo dai capelli verdi, il quale sembrava star trafficando con qualcosa vicino alla telecamera.

“Izuku!” Urlò Inko, correndo verso lo schermo, seguita dagli altri.

“Che cosa stai facendo?” Chiese Leomon, entrando nel campo visivo.

“Sto registrando un messaggio da mandare agli altri.” Rispose Izuku, facendo sparire il sollievo dal volto della madre. “Non sono sicuro che funzionerà, ma provarci sarà meglio di niente.”

“Significa che si è separato dagli altri?” Domandò Taichi.

“Okay, ci siamo. Questo messaggio è per gli altri Bambini Prescelti, e spero soprattutto che Taichi possa riceverlo. Come sapete, io e Leomon ci siamo lasciati trascinare dentro quel buco nero nella speranza di poter aiutare Taichi e MetalGreymon, ma non siamo stati così fortunati. Siamo stati separati da loro, e non abbiamo idea di dove siano finiti. Ma ho una buona notizia per voi.”

Detto ciò mostrò un calendario da tavolo, che riportava il mese di agosto 1999.

“So per certo che sono passate solo poche ore da quando siete partiti per il campo estivo. Ho avuto modo di parlare con la sorella di Taichi, Hikari, che mi ha confermato che suo fratello era partito questa mattina.”

“Izuku è finito a casa mia?!” Esclamò sorpreso il bambino. Non aveva mai detto il nome di sua sorella, e se lo conosceva significa che stava dicendo la verità.

“Questa per te è un’ottima notizia.” Fece All Might. “Significa che nel tuo mondo il tempo scorre a una velocità ancora diversa rispetto a noi. Mentre qui sono passati dieci mesi, da te sembra non essere andata così.”

Izuku nel frattempo spostò la telecamera verso il cielo, mostrando un raggio di luce dal diametro di una decina di metri.

“Quello è un passaggio verso il Mondo Digitale. Ho intenzione di attraversarlo a breve assieme a Leomon per tornare ad aiutarvi. Ho scoperto da una fonte che ritengo abbastanza affidabile che c’è una minaccia ancora più grande di Devimon e Etemon. Oltre a ciò c'è anche qualcos’altro, ma non posso dirvelo per video.”

Izuku tornò a fissare dentro l’obiettivo della telecamera. “Non so quanto tempo sia passato per voi, ma faremo del nostro meglio per rintracciarvi.”

Tuttavia il volto di Izuku scomparve di colpo, lasciando il posto a quello privo di emozioni di Koushiro.

“Eh? Taichi, sei tu?” Chiese lui.

Il bambino in questione sbatté le palpebre, sorpreso per quel cambio improvviso, per poi correre in avanti.

“Koushiro? Riesci a sentirmi?!”

“Sì, non c’è bisogno che ti agiti. Allora sei vivo.” Rispose lui atono.

“Che è successo Koushiro? E dove sono gli altri?”

“Non lo so e non mi importa. Ora scusa, ma devo tornare ai miei esercizi.”

Detto questo la comunicazione s’interruppe, lasciando che il televisore si spegnesse.

“Koushiro… Che cosa gli è successo? Non era così l’ultima volta che lo abbiamo visto.” Fece Agumon, guardando il suo partner, che strinse con forza il Digivice.

“Dobbiamo tornare indietro!” Esclamò il bambino. “I nostri amici sono in pericolo, non possiamo abbandonarli!”

All Might annuì. “Discorso degno di un eroe. Non dovrei spingerti ad agire senza una licenza, ma considerando che non sei di questo mondo, penso di poter chiudere un occhio. Ma rimane sempre il problema di come-”

Ma l’eroe fu costretto a fermarsi quando tutto cominciò a tremare, seguito da un ruggito che risuonò nell’aria.

“C-Che cos’è stato?” Fece Inko, cercando di restare in piedi, mentre Taichi e Agumon corsero alla finestra.

Da lì poterono vedere, totalmente incurante dei palazzi attorno a lui, un Kuwagamon avanzare nella loro direzione, mentre diverse persone stavano scappando da lui.

“Non di nuovo…” Sospirò Yagami. “Ma perché i Kuwagamon ci odiano così tanto?!”

“Quello è un altro Digimon?” Esclamò All Might, sorpreso.

“Sì… ed è stato il primo tipo che abbiamo affrontato nel Mondo Digitale!” Rispose il bambino, per poi guardare il suo Digimon, che annuì alla sua domanda silenziosa.

“Non starete pensando di affrontarlo, vero?” Domandò Inko.

“Non abbiamo scelta. Anche se qui hanno tutti dei superpoteri, non avete mai affrontato prima un Digimon. Io e Agumon sappiamo cosa fare.”

“Lasciate che vi accompagni. Non posso di certo restare in disparte a guardare.” Disse All Might.

 

 

Katsuki sbuffò, facendo per dare un calcio a una bottiglia a terra, solo per fermarsi, ricordandosi cos’era successo l’ultima volta.

Aveva lasciato da poco la sede dell’esame, ed era sicuro di aver ottenuto uno dei punteggi migliori, se non il più alto in assoluto.

Tuttavia non poteva ignorare ciò che era successo durante l’esame. Quel bambino con quella strana creatura rosa lo aveva chiamato con quel ridicolo soprannome.

“Sembrava quasi non sapere che cos’era un Quirk. Impossibile.” Bofonchiò, provocando qualche piccola esplosione attorno alle mani.

“Un Digimon ha detto, eh?” Ripeté il ragazzo, tirando fuori il cellulare e cercando su internet quel termine, non ottenendo tuttavia nessun risultato. “Umpf, che nome ridicolo per un Quirk.”

“Ridicolo?” Fece una voce profonda, che fece fermare Bakugo, il quale si voltò subito, ritrovandosi a fissare un varco luminoso, che stava diventando sempre più grande.

“Divertente, detto da un misero umano.” Continuò la voce, mentre un paio di chele rosse uscivano dal varco, seguite dal resto di Kuwagamon. “Ma non credere che farò finta di nulla!”

La creatura infilzò con forza le chele nel terreno, provocando una scossa che fu sufficiente a far cadere il ragazzo.

Subito dopo il Digimon emise un ruggito e si lanciò contro Kacchan, che rispose con un’esplosione, che non ebbe il minimo effetto su Kuwagamon, il quale tuttavia si fermo lo stesso.

“Cosa? Pensavo che gli umani non avessero attacchi simili.” Disse.

Katsuki sorrise, provocando altre esplosioni.

“Cos’è, pensi forse di essermi superiore? Sei solo un insetto troppo cresciuto!”

Quello non sembrò piacere a Kuwagamon, il quale riprese l’attacco.

Bakugo saltò di lato, riuscendo ad evitare di venire colpito, ma spalancando gli occhi quando il mostro distrusse come se niente fosse le mura di un palazzo.

“Sono un Digimon! Vedi di non dimenticarlo!”

Il mostro fece per partire di nuovo all’attacco, solo per venire colpito da una sfera di fuoco.

“Chi osa?!” Urlò, voltando la testa verso la fonte dell’attacco.

“Sembra proprio che siamo destinati ad affrontarti, eh?” Fece Taichi, arrivando affiancato da Agumon.

“E voi chi siete? Perché hai un Agumon al tuo fianco?” Ruggì il Digimon.

Per tutta risposta il bambino alzò il Digivice, che s’illuminò.

“Sono uno dei Bambini Prescelti. E ti fermeremo!”

Agumon s’illuminò, diventando subito più grande, lasciando spazio a Greymon, che ruggì prima di lanciare contro il suo avversario una sfera di fuoco ben più grande di quella precedente.

Katsuki guardò incredulo la scena.

“Dove hai trovato un dannato dinosauro spara fuoco?!” Urlò al bambino, che sorrise.

“È il mio partner. E credimi, abbiamo visto creature ben più strane.”

Kuwagamon ruggì, per poi volare contro Greymon, riuscendo a sollevarlo e lanciarlo contro un palazzo, le cui vetrate s’infransero per il colpo ricevuto.

“Greymon!” Urlò Taichi, per poi alzare il suo medaglione. “Siamo in una zona abitata, non perdiamo tempo! Pensi di riuscire a evolvere ancora?”

Greymon alzò la testa, per poi annuire.

Dal Digivice uscì ancora una volta un raggio di luce, che stavolta passò attraverso il Medaglione, per poi dirigersi verso il dinosauro, che s’illuminò nuovamente per poi cominciare a ingrandirsi.

Stavolta gli spuntarono delle ali dalla schiena, mentre il suo braccio destro e la testa venivano coperti da una lastra di metallo, come il suo petto.

MetalGreymon ruggì, per poi volare contro Kuwagamon e prenderlo di peso, portandolo in alto, oltre i palazzi.

Lì lo scagliò ancora più in alto, per poi aprire le placche di metallo sul petto, da cui uscirono due siluri, che colpirono in pieno l’avversario, che ruggì prima di dissolversi nel nulla.

“Grande!” Urlò Taichi, per poi vedere il suo Digimon illuminarsi e regredire a Koromon.

Il bambino lo prese al volo, sorridendogli. “Ben fatto!”

“Mi state prendendo in giro?!” Urlò Kacchan. “Quello sgorbio può diventare quel dinosauro cyborg?!”

“Già!” Rispose orgoglioso Koromon, sorridendo.

Katsuki fece per dire altro, solo per interrompersi quando vide All Might affiancarlo.

“Incredibile! Anche se ci aveva raccontato di poterlo fare, vederlo dal vivo era totalmente diverso!” Disse l’eroe, guardando il bambino e il suo Digimon.

Tuttavia la loro attenzione fu attirata dal Digivice di Taichi, che cominciò nuovamente a suonare, per poi sparare un raggio di luce verso il cielo, creando una colonna di luce identica a quella vista nel video di Izuku, che avvolse i due.

Taichi sentì i piedi staccarsi da terra, attirandolo verso l’alto.

“Pare che sia il momento di tornare indietro.” Disse, guardando All Might, che alzò un pugno con il pollice in alto.

“Fate del vostro meglio! Voi due, il giovane Midoriya e gli altri vostri amici avete senza dubbio la stoffa dei veri eroi! Non temere, cercheremo di darvi una mano, ora che sappiamo che cosa sta succedendo!”

Il bambino e il Digimon annuirono, mentre salivano più in alto, e il loro corpo iniziò a diventare trasparente.

“Ehi, si può sapere che diamine sta succedendo qui? Dov’è che state andando? E dov’è Deku?!”

Taichi spostò lo sguardo verso il ragazzo, fissandolo serio.

“All Might potrà spiegarti tutto, se vuole. Ma Izuku ci sta aspettando nel Mondo Digitale, dove i Quirk sono la sua ultima preoccupazione. Da quel che ho visto, è decisamente più eroico di te, anche se privo di poteri.”

Ma prima che potesse dire altro, il duo scomparve assieme alla colonna di luce, non lasciando alcuna traccia di loro.

All Might a quel punto fece sparire il suo sorriso.

“Il destino di un mondo è sulle spalle di un gruppo di semplici bambini… E noi non possiamo fare nulla per aiutarli. Siate forti, giovani!”

A sua insaputa, poco lontano da loro, nascosto alla vista, un uomo dai capelli azzurri e con una mano mozzata a coprirgli il volto aveva osservato il combattimento tra i due Digimon, e ora un sorriso inquietante deformava il suo volto nascosto parzialmente.

“Digimon, eh? Interessante…” Mormorò, prima di scomparire in una nuvola d’oscurità.

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Capitolo 6
*** Una richiesta dal passato per il futuro ***


E finalmente, dopo un anno e passa, eccomi qui ad aggiornare!
Lo so, lo so... non ho scusanti di alcun tipo. L'unica cosa che posso dichiarare a mia discolpa è che non mi sono fermato a scrivere, anzi.
Come ho già detto, questa storia era già completata come base, e ora posso confermare che ho terminato la scrittura!
Quindi farò del mio meglio per pubblicare un capitolo a settimana, fino all'ultimo, ossia il 19!
Perciò, senza aspettare oltre, andiamo con il nuovo capitolo!
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Capitolo 06: Una richiesta dal passato per il futuro

 
Izuku sbatté le palpebre più volte.
L’ultima cosa che ricordava erano lui e Leomon che si lasciavano trascinare dentro quella specie di buco nero per aiutare Taichi e MetalGreymon.
Quindi era piuttosto confuso sul perché lui e il suo partner ora si trovassero in mezzo ad una piazza con centinaia di persone che camminavano attorno a loro, riservando loro sguardi perplessi.
“Che cosa… sono tutti umani?” Chiese sorpreso il Digimon, guardandosi intorno e resistendo all’istinto di afferrare l’elsa della sua spada.
Midoriya a quelle parole si riprese, e con un cenno silenzioso indico a Leomon il bordo della piazza, dove c’erano meno persone e si poteva vedere una stradina deserta.
Mentre i due raggiungevano il punto, Izuku non poté fare a meno di notare che nessuna delle persone presenti sembrava avere un Quirk attivo.
“Okay… hai idea di che cosa sta succedendo? Dove siamo?” Chiese Leomon non appena furono soli.
“Io… Credo che siamo nel mondo di noi umani.” Rispose il ragazzo, per poi tirare fuori il suo smartphone, solo per vedere che era ancora privo di linea. “Anche se temo di non essere ancora a casa…” Aggiunse sconsolato.
Leomon guardò il suo partner sospirare. Izuku lo aveva preso da parte una notte, approfittando che era il loro turno di guardia e gli aveva rivelato la verità sul suo mondo d’origine. Inizialmente il Digimon aveva nutrito qualche dubbio sulle sue parole, ma una volta che aveva visto gli occhi di Izuku tremare al ricordo del bullismo che aveva dovuto sopportare, non poteva negare che quello che aveva sentito doveva essere vero. E poi spiegava il mistero che avvolgeva Izuku. Senza contare che dopo che Izuku era riuscito a mostrargli alcuni video di All Might che aveva salvato sul suo smartphone riusciva a capire meglio il perché il sogno del suo partner era quello di diventare un vero e proprio eroe.
Prima che uno dei due potesse dire altro, la loro attenzione fu attirata da un bip continuo, proveniente dal Digivice di Izuku, che il ragazzo tirò fuori dalla tasca, vedendo che sullo schermo era apparso un pallino che si accendeva e spegneva in continuazione.
“E ora che cosa succede? Non si è mai comportato in questo modo.” Disse, non accorgendosi del rumore di passi alle sue spalle. Cosa che invece non sfuggì al suo partner, che estrasse subito la spada.
“Calma, calma.” Disse una voce, facendo saltare per la sorpresa il ragazzo, il quale perse la presa sul Digivice più volte prima di riuscire ad afferrarlo nuovamente. “Non voglio farvi del male.”
Izuku si voltò, ritrovandosi a guardare un ragazzo apparentemente universitario, che stava fissando con attenzione il Digivice in mano al ragazzo dai capelli verdi, che accorgendosi dello sguardo cominciò a cercare di nasconderlo.
“O-Oh, è solo un giocattolo e-”
“Un Digivice.” Disse l’altro ragazzo, serio, per poi guardare Leomon, che non aveva ancora abbassato la guardia. “Allora tu sei il suo Digimon partner, eh?”
Izuku sbatté le palpebre. “Tu… Tu conosci i Digimon?”
Il ragazzo fece un sorriso triste, per poi portarsi una mano in tasca. Pochi secondi dopo la tirò nuovamente fuori, mostrando un Digivice, che sembrava quasi essere fatto di pietra, il cui schermo tuttavia era incrinato e non dava alcun segnale di vita.
“È passato molto tempo da quando ne ho visto uno funzionante.”
Izuku e Leomon spalancarono gli occhi.
“Tu… Tu sei un Bambino Prescelto?” Domandò Leomon, mettendo via la spada. “Com’è possibile? Pensavo fossero tutti nel Mondo Digitale.”
“È stato molto, molto tempo fa.” Rispose lui. “Il mio partner… non potrò più incontrarlo. Io e i miei amici abbiamo dovuto fare un grande sacrificio per poter portare la pace nel Mondo Digitale.”
Il ragazzo scosse la testa. “Ma dove sono le mie maniere? Hime-chan mi avrebbe già dato una botta sulla testa per questo. Piacere di conoscervi, sono Daigo Nishijima.”
“Izuku Midoriya. E lui è Leomon.” Rispose il verde con un piccolo inchino. “Non pensavo avrei incontrato qualcun altro oltre al nostro gruppo con un Digivice.”
“Come ho detto, è stato molto tempo fa, soprattutto per il Mondo Digitale.” Rispose Daigo. “Eravamo un gruppo di cinque bambini, e assieme ai nostri Digimon abbiamo viaggiato per il Mondo Digitale, vivendo ogni genere di avventure. Ma sfortunatamente, non è finita bene.”
“Cos’è successo?”
Un velo di tristezza avvolse l’espressione dell’universitario. “I Padroni delle Tenebre.”
A quel nome il Digimon sussultò.
“Stai dicendo che tu eri uno dei coraggiosi guerrieri che riuscirono a sconfiggerli?!” Esclamò incredulo.
Daigo scosse la testa.
“Non è andata così. Non gli abbiamo sconfitti. Non definitivamente.”
Mentre parlava il suo sguardo si depositò sul suo Digivice. “I nostri Digimon fecero del loro meglio, ma non erano alla loro altezza. Fummo costretti a sacrificare il nostro legame con loro per forzarli ad un’evoluzione in grado di tenere testa ai Padroni delle Tenebre. Ma solo quattro di loro ci riuscirono. Il quinto decise di diventare un catalizzatore per i loro attacchi combinati, e grazie a ciò riuscirono ad allontanare i Padroni delle Tenebre dal Mondo Digitale.”
Izuku si ricordò di quella lapide trovata sull’Isola di File e del racconto di Unimon.
“Dopo ciò riuscimmo a tornare a casa, e da allora non abbiamo mai più rivisto i nostri Digimon.” Concluse Daigo. “E i nostri Digivice hanno smesso di funzionare.”
“Mi… Mi dispiace…” Mormorò Midoriya.
“Non preoccuparti. Mi spiace solo che il nostro fardello sia caduto su qualcun altro. Ma almeno stavolta siete più grandi di quanto eravamo noi.”
“O-Oh, no, no… Io sono il più grande del gruppo. Gli altri… sono ancora dei bambini, anche se in gamba.”
Daigo chiuse gli occhi, non riuscendo a nascondere la sua delusione nel sentire quelle parole. “Perché dev’essere sempre così?”
“Sai come possiamo tornare nel Mondo Digitale?” Chiese Leomon. “Dobbiamo tornare dai nostri amici.”
“So che il Digivice è il mezzo che permette il passaggio tra i due mondi. Ma sfortunatamente, non è possibile usarlo liberamente per ciò. Dovrete aspettare che si apra un varco e lanciarvi dentro esso. Ma prima, non vi conviene cercare l’altro Digivice?”
A quella domanda i due lo guardarono perplessi.
“C-Cos’hai detto, scusa?”
“Prima il tuo Digivice segnalava che ne aveva trovato uno poco lontano da qui. Una delle loro funzioni è quella di trovare gli altri. E dubito si trattasse del mio o di quello di Hime-chan, visto che sono entrambi rotti.”
Izuku guardò lo schermo del Digivice. “Allora forse si tratta di Taichi! Dobbiamo solo andare verso il punto segnalato, esatto?”
“Proprio così. Verrei con voi, ma… ecco, temo potrei fare tardi a lezione. E poi non so quanto potrebbe esservi utile un ex Bambino Prescelto come me.”
“Non preoccuparti.” Disse subito Izuku, scuotendo la testa e abbozzando un piccolo sorriso. “Grazie mille per averci detto cos’è successo in passato. Come possiamo trovarti di nuovo? La tua esperienza potrebbe aiutarci!”
Daigo sorrise, per poi tirare fuori dalla tasca uno scontrino e una penna, scrivendo dietro di esso un numero.
“Questo è il mio numero. Mi assicurerò di restare disponibile.”
Izuku prese il foglio e si inchinò nuovamente. “Grazie mille! Leomon, andiamo!”
I due corsero via, lasciando dietro Daigo, che sospirò prima di tirare fuori il cellulare e comporre un numero.
“Pronto? Hime-chan? È successo qualcosa che dovresti sapere… riguarda i Digimon.”
 
Con un po’ di fatica, principalmente a causa del fatto che nessuno di loro conosceva quella città, il duo riuscì a seguire le indicazioni del Digivice, fino a ritrovarsi a percorrere il corridoio di un palazzo.
Leomon aveva fatto un po’ di fatica a non farsi notare troppo, ma sorprendentemente la scusa che era in costume per una fiera sembrò funzionare per giustificarsi con chi li fermava.
“Sono abituato a vedere persone con Quirk di tutti i tipi… la gente da me ormai non si fa più domande.” Mormorò Izuku, sospirando e guardando il Digivice, che continuò a suonare sempre più velocemente.
Il duo si fermò di fronte a una porta.
Il ragazzo guardò il nome sul campanello, tirando un sospiro di sollievo nel leggere YAGAMI.
“Direi che siamo nel posto giusto.” Disse Leomon.
“Già. È il cognome di Taichi, ed è logico che se siamo nel suo mondo sia tornato a casa.” Rispose il suo partner, per poi suonare.
Attesero qualche secondo, per poi sentire la serratura scattare, lasciando che la porta si aprisse.
Ma invece di trovarsi di fronte a Taichi, si ritrovarono a fissare una bambina in pigiama della stessa età di Takeru, che li osservò incuriosita.
“Ciao… Siete amici di Taichi?” Domandò lei, soffermandosi su Leomon.
“S-Sì… è in casa?” Replicò Izuku, un po’ sorpreso, poiché non si aspettava di trovare una bambina.
“Il fratellone è partito per il campo estivo questa mattina.” Disse lei, per poi spostarsi di lato. “Ma entrate pure. La mamma dice sempre che bisogna essere gentili con gli ospiti.”
“C-Con permesso allora.” Disse il ragazzo, confuso. Taichi era partito quella mattina per il campo estivo? Ma erano passati mesi. E perché quella bambina non era sorpresa come dovrebbe essere di fronte a Leomon? Ma soprattutto, perché il Digivice continuava a suonare se Taichi non era lì?
I due entrarono dentro, per poi sedersi sul divano, mentre la bambina andava a prendere del thè freddo.
“Grazie… Ehm, scusa, Taichi non ci ha mai detto il tuo nome.” Disse Izuku, prendendo con gratitudine il bicchiere.
“Hikari.” Rispose lei, per poi guardare Leomon. “Tu sei un amico di Koromon?”
A quella domanda il duo si bloccò.
“Tu… Tu conosci Koromon?” Chiese sorpreso Midoriya.
“Certo. Io e Taichi lo abbiamo incontrato qualche anno fa. Come sta?”
“Koromon sta bene.” Rispose Leomon. “Anzi, ci ha aiutato più volte insieme a Taichi e gli altri nostri amici.”
“Meno male. Non abbiamo più saputo nulla di Koromon da quando è sparito.”
“Taichi non ci ha mai detto di aver già incontrato un Digimon in passato. Com’è successo?”
“Il suo uovo è uscito dal computer di papà. Si è schiuso la mattina dopo e ci siamo presi cura di lui per tutto il giorno. Ma la notte Koromon ha cambiato forma ed è diventato più grande. Mi ha portato in giro per la città, finché non è apparso un pappagallo gigante. Io e Taichi siamo rimasti coinvolti nella battaglia tra loro due. Dopo che Koromon è diventato un gigantesco dinosauro, lui e il pappagallo sono spariti nel nulla.”
Per Izuku non c’erano dubbi su quello che stava dicendo: stava chiaramente parlando di Greymon. Ma com’è possibile che Taichi non ne avesse fatto parola? Poi si diede una manata mentale in faccia. Proprio lui parlava, che aveva tenuto nascosto a tutti loro dei Quirk? Era decisamente ipocrita. Per un attimo si chiese se semplicemente non si fosse dimenticato il tutto, visto che a quanto pare era piccolo… Ma in quel caso, possibile che la sorella minore fosse davvero l’unica a ricordare?
Il suono del Digivice lo riportò al come e perché erano giunti lì.
“Hai mai visto un oggetto come questo?” Chiese Midoriya, mostrandole il Digivice.
Hikari scosse la testa. “No, perché?”
“Abbiamo seguito le sue indicazioni per trovarne un altro. Pensavamo si trattasse di Taichi, ma invece abbiamo trovato te. Forse… Forse ce n’è un altro in casa?”
“Possiamo cercarlo.” Rispose la bambina. “Se è importante, lo troveremo.”
I tre così, con le dovute limitazioni di Leomon a causa delle sue dimensioni, cominciarono a cercare per la casa.
E alla fine, come ipotizzato da Izuku, trovarono un Digivice sotto il tavolo della cucina, nascosto sotto il gatto di famiglia, il quale non sembrò apprezzare troppo l’interruzione del suo riposo, se i graffi sulla mano erano un’indicazione di ciò.
“Possibile…?” Si chiese il ragazzo, prendendolo in mano e sentendo il suo smettere finalmente di suonare.
Si voltò verso Hikari, che lo guardò confusa.
“Penso… Penso che questo sia tuo.” Disse, consegnandole il dispositivo, che lei prese con leggero timore.
Lo schermo del Digivice s’illuminò per qualche istante, per poi spegnersi.
“È una Bambina Prescelta.” Esclamò sorpreso Leomon, mentre Izuku sospirava.
“Taichi mi ucciderà quando lo scoprirà… Ma è meglio che lo abbiamo scoperto ora, invece di aspettare che qualche Digimon riesca a giungere qui e la colga di sorpresa.”
“Con questo potrò rivedere Koromon?” Chiese Hikari, guardando con attenzione il Digivice.
“Sì. Koromon e molti altri come lui. Io, Taichi e altri suoi amici siamo giunti nel loro mondo grazie ad esso.”
“Allora vado a cambiarmi!” Dichiarò la bambina, correndo in una stanza.
“Pensi che sia saggio portarla con noi?” Domandò Leomon.
“Non ha un Digimon partner. Rischierebbe di essere come me all’inizio: solo un obiettivo facile. Inoltre, almeno in questo modo potremmo difenderla.”
Il Digimon annuì, d’accordo con il ragionamento.
Pochi minuti dopo, Hikari uscì dalla stanza, con addosso dei pantaloncini rosa e una maglietta gialla, con un fischietto attorno al collo.
“Ci sono!” Esclamò entusiasta.
“Però ora dobbiamo chiederci che cosa possiamo fare.” Disse Leomon. “Siamo nel mondo di voi umani, e a questo punto è probabile che Taichi sia rimasto nel Mondo Digitale.”
Izuku guardò il Digivice.
“La prima volta sono finito nel Mondo Digitale grazie al Digivice, forse possiamo ripetere il tutto. Ma come facciamo a ricreare la situazione? Dopotutto non era nulla di normale. E comunque non credo che basterebbe un’altra nevicata estiva seguita da uno tsunami…”
Midoriya ricominciò il suo borbottio, facendo sospirare il partner e ridacchiare la bambina.
“Aspetta…” S’interruppe il ragazzo, guardando Hikari. “Hai detto che l’altra volta l’uovo di Koromon è uscito da un computer?”
La bambina annuì. “Sì. E tutti gli oggetti elettronici erano impazziti. Il microonde si accendeva e spegneva, il telefono suonava a vuoto e le luci continuavano a saltare.”
Izuku tirò fuori il suo cellulare. “Da quel che ho capito parlando con Koushiro, il mio smartphone è più tecnologico dei computer che esistono qui… Forse…”
Dicendo ciò puntò il Digivice contro esso. Ma non successe nulla.
“Beh, valeva la pena provarci.” Sospirò.
Leomon alzò la testa, per poi tirare fuori la sua spada.
“Sta arrivando qualcosa!” Esclamò, poco prima che la finestra esplodesse.
Izuku si portò subito davanti a Hikari per proteggerla, mentre Leomon saltava in avanti e parava con la spada una clava.
“Ero sicuro che fossi tu, Leomon!” Esclamò Ogremon, sorridendo. “Posso sentire la tua presenza ovunque tu sia!”
“Ogremon! Come hai fatto ad arrivare qui?!” Chiese il Digimon leone, riuscendo a spingerlo nuovamente fuori, facendolo cadere giù dal palazzo.
Ogremon tuttavia atterrò in piedi senza alcuna difficoltà, schiacciando sotto di sé un’automobile e facendo scappare urlando le persone lì vicino.
“Non lo so e non m’importa! Mi basta solo poter mettere fine al nostro combattimento!” Urlò il Digimon orco, lanciando il suo attacco, che si scontro a mezz’aria con quello di Leomon, che nel frattempo era saltato giù a sua volta.
Izuku e Hikari uscirono di corsa dalla casa e cominciarono a scendere le scale.
Quando giunsero al piano terra i due Digimon erano impegnati in uno scambio senza sosta di colpi con le rispettive armi.
“Leomon!” Urlò Midoriya, alzando il suo Digivice, che s’illuminò come a rispondere a una silenziosa richiesta.
“Non preoccuparti Izuku, ho tutto sotto controllo!” Rispose il suo partner, riuscendo a colpire con un pugno l’avversario, che arretrò, per poi fissare il ragazzo dai capelli verdi.
Il suo sguardo si soffermò sul Digivice, per poi tornare a guardare il rivale.
“Capisco… Allora sei diventato il Digimon da compagnia di uno di quei mocciosi, eh?”
“Quei mocciosi hanno sconfitto Devimon e Etemon.” Replicò Leomon. “E sono più che orgoglioso di avere Izuku come mio partner!”
Il medaglione attorno al collo di Izuku s’illuminò appena. “Io e Leomon abbiamo deciso di seguire i nostri sogni! Diventeremo entrambi degli eroi, non importa come!”
“Eroi? Che idiozia è mai questa? Sei solo un semplice umano, cosa pensi di poter mai fare?”
Izuku chiuse le mani a pugno, tremando leggermente, solo per fermarsi subito dopo, guardando serio Ogremon.
“Ho passato tutta la vita a sentirmi chiamare debole. Non ho mai avuto un Quirk come gli altri bambini con cui sono cresciuto. Tutti mi hanno sempre preso in giro per questo… Ma ora basta! Ora posso aiutare le persone che ne hanno bisogno! E non solo umani, ma anche Digimon! Insieme a Leomon diventerò l’eroe di entrambi! Ho la forza per poterlo fare!”
Dette quelle parole, il Digivice s’illuminò ulteriormente, scagliando un raggio di luce che passò attraverso il medaglione, per poi colpire Leomon, che venne totalmente avvolto da quella luce, costringendo tutti a chiudere gli occhi.
Pochi secondi dopo la luce scomparve, lasciando nuovamente in vista Leomon, solo che ora la sua pelliccia era bianca, come anche la sua criniera.
“Che cosa?! Cos’è successo?!” Esclamò Ogremon, sorpreso, mentre Izuku osservava il suo Digivice, ora verde con le linee rosse, tremare tra le dita.
“Non sono più Leomon.” Rispose il Digimon, estraendo nuovamente la spada. “Ora sono IceLeomon, Digimon di livello Perfetto.”
“È riuscito ad evolvere…Fantastico!” Esclamò Midoriya, per poi chiudere le mani a pugno e fingendo di colpire un bersaglio invisibile di fronte a lui. “Forza IceLeomon, rispediamo Ogremon da dov’è venuto!”
Il nuovo Digimon annuì, per poi scattare in avanti con una velocità maggiore rispetto a prima, riuscendo a colpire allo stomaco il suo avversario, che poté solo spalancare la bocca incredulo prima di venire lanciato in aria.
“C-Che potenza! Ti sei davvero… evoluto…” Biascicò, non riuscendo a crederci. Fino a quel momento erano stati rivali di pari potenza. Ma era chiaro che la situazione non era più così.
Ogremon ricadde a terra, rialzandosi a fatica.
Izuku fece un passo avanti, sempre con Hikari nascosta dietro di lui.
“Arrenditi Ogremon. Non vogliamo farti ulteriormente male.”
“Come se fossi disposto ad accettarlo!” Esclamò il Digimon orco. “Non me ne andrò così!”
Ma prima che potesse fare altro, dal Digivice di Hikari partì un raggio di luce, che colpì il Digimon verde, cominciando a spingerlo indietro.
Izuku puntò subito il suo Digivice contro di lui, creando un secondo raggio, questo più grande rispetto all’altro, che spinse ulteriormente indietro Ogremon.
“C-Cos’è questa forza?”
“Questo è il potere dei Bambini Prescelti.” Rispose IceLeomon, per poi portare indietro il braccio, che s’illuminò.
Subito dopo scagliò il suo attacco principale, lasciando che una testa di leone fatta d’energia bianca colpisse Ogremon, provocando un’esplosione.
Dal posto dove si trovava il Digimon si generò una colonna di luce che si diresse verso il cielo, scomparendo dentro esso.
Al suo interno era possibile vedere Ogremon venire trascinato verso l’alto, per poi scomparire nel nulla a sua volta.
“Cos’è quello?” Domandò Izuku, mentre IceLeomon s’illuminava, tornando alla sua forma precedente.
“Quello è un passaggio per il Mondo Digitale.” Rispose una voce alle loro spalle, che li fece voltare.
Lì, a guardare il tutto con espressione vuota, c’era una studentessa universitaria.
“Daigo mi aveva detto che c’era un Digimon, ma non pensavo che ne sarebbe arrivato un altro. Tantomeno mi aspettavo di trovare un varco per il Mondo Digitale.”
“T-Tu chi sei?” Chiese Izuku, solo per vedere la ragazza tirare fuori dalla tasca un Digivice nelle stesse condizioni di quello di Daigo.
“Himekawa Maki. Credo abbiate incontrato il mio ragazzo poco tempo fa.” Rispose lei. “Ero nelle vicinanze quando ho riconosciuto i rumori di una battaglia Digimon. Non potevo evitare di venire a verificare.”
Chiuse la mano libera a pugno. “A quanto pare, il sacrificio del mio partner non è stato sufficiente per salvare il Mondo Digitale.”
Izuku la guardò sorpreso, per poi realizzare che lei doveva essere la partner di quel Digimon che si era sacrificato in quella battaglia di cui aveva parlato Daigo.
“Concluderemo noi il vostro lavoro!” Esclamò all’improvviso. “Ci assicureremo che quello che avete fatto non sia stato vano!”
Himekawa lo guardò perplessa, per poi fare un piccolo sorriso.
“Cerca di non rimangiarti quella promessa.” Disse, per poi tornare a guardare la colonna di luce. “Vi conviene sbrigarvi. Non si sa per quanto tempo resterà aperto, e presto la paura dei passanti verrà vinta dalla curiosità.
“Aspetta, per caso conosci un modo di comunicare con gli altri possessori di un Digivice?” Domandò Midoriya. “Almeno per far sapere che stiamo tornando indietro.”
“Potresti tentare di collegare il Digivice a un computer o a un cellulare. Ma non posso assicurarti nulla.”
Izuku annuì, per poi tirare fuori il suo smartphone e poggiarlo a terra affianco al Digivice.
“Speriamo che funzioni…” Borbottò il ragazzo dai capelli verdi, cercando di mettere a fuoco la videocamera.
“Che cosa stai facendo?” Chiese Leomon.
“Sto registrando un messaggio da mandare agli altri.” Rispose il ragazzo, assicurandosi che il video fosse iniziato. “Non sono sicuro che funzionerà, ma provarci sarà meglio di niente.”
Himekawa osservò con attenzione il tutto, guardando con curiosità quel cellulare che non aveva mai visto prima, mentre Hikari restava in disparte ad osservare la scena.
“Okay, ci siamo. Questo messaggio è per gli altri Bambini Prescelti, e spero soprattutto che Taichi possa riceverlo. Come sapete, io e Leomon ci siamo lasciati trascinare dentro quel buco nero nella speranza di poter aiutare Taichi e MetalGreymon, ma non siamo stati così fortunati. Siamo stati separati da loro, e non abbiamo idea di dove siano finiti. Ma ho una buona notizia per voi.”
Detto ciò mostrò un calendario da tavolo, che riportava il mese di agosto 1999. Lo aveva visto prima a casa di Hikari, e lo aveva preso per essere sicuro di aver visto bene. Dopotutto, quella era la prova che il mondo in cui si trovavano al momento era cronologicamente indietro rispetto al suo, e di almeno un paio di secoli.
“So per certo che sono passate solo poche ore da quando siete partiti per il campo estivo. Ho avuto modo di parlare con la sorella di Taichi, Hikari, che mi ha confermato che suo fratello era partito la mattina.”
A quel punto Izuku prese lo smartphone e spostò la telecamera verso il cielo, mostrando il raggio di luce.
“Quello è un passaggio verso il Mondo Digitale. Ho intenzione di attraversarlo a breve assieme a Leomon per tornare ad aiutarvi. Ho scoperto da una fonte che ritengo abbastanza affidabile che c’è una minaccia ancora più grande di Devimon e Etemon. Oltre a ciò, ho scoperto anche qualcos’altro, ma non posso dirvelo per video.”
Midoriya guardò Hikari. Era meglio non parlare di lei in un video che poteva essere intercettato.
Tornò a fissare dentro l’obiettivo della camera. “Non so quanto tempo sia passato per voi, ma faremo del nostro meglio per ritracciarvi. Aspettateci!”
Detto ciò interruppe il video, per poi rimettere in tasca il cellulare dopo aver cliccato sul collegamento per condividerlo, senza tuttavia selezionare alcuna opzione. Sperava solo che l’influenza del Digivice fosse sufficiente per superare ciò.
“Sembra che tu sappia cosa fare per rassicurare le persone, eh?” Fece Himekawa, con un piccolo ghigno divertito.
Izuku annuì, sorridendo. “Ho passato tutta la vita a studiare per diventare un eroe. E ho intenzione di continuare per la mia strada!”
“Un eroe, eh?” Ripeté la ragazza, chiudendo gli occhi. “Allora mi spiace doverti chiedere una cosa del genere, ma non ho altra scelta.”
“Uh?”
“Se doveste incontrare i Padroni delle Tenebre… Ti supplico… Eliminateli.” Disse lei, riaprendo gli occhi e guardando il ragazzo con occhi pieni di rabbia e tristezza. “Finisci ciò che abbiamo cominciato. Elimina il male dal Mondo Digitale!”
Izuku restò perplesso da quella richiesta, per poi annuire.
“Farò del mio meglio per portare la pace nel Mondo Digitale. Io, Leomon e tutti gli altri ci assicureremo che sia così!”
Hikari a quel punto lo prese per una mano.
“Andiamo? Voglio rivedere il fratellone e Koromon.” Disse.
Midoriya annuì, per poi tornare a guardare Himekawa.
“Fidati: non lascerò che il sacrificio che avete fatto sia stato vano. Diventeremo gli eroi del Mondo Digitale!”
Detto ciò si voltò, subito affiancato da Leomon.
I tre attraversarono la luce della colonna, cominciando subito a venire trascinati verso l’alto.
“Una volta arrivati, prendi tu il Digivice della bambina!” Urlò Himekawa. “Almeno non sarà un obiettivo per i Digimon che vogliono danneggiare i Bambini Prescelti! Finché non troverà il suo partner sarà meglio così!”
Izuku annuì, d’accordo con quel pensiero.
E poi i tre scomparvero assieme alla colonna di luce.
Himekawa osservò i resti del passaggio sparire, stringendo con forza il suo Digivice.
“Bakumon… Presto verrai vendicato, ne sono certa. E dopo potrò continuare a cercare un modo per riportarti indietro senza dovermi preoccupare di nulla.”

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Capitolo 7
*** I Bambini Prescelti si riuniscono ***


Capitolo 07
I Bambini Prescelti si riuniscono


Vamdemon prese un libro dalla sua libreria, iniziando a sfogliare velocemente le pagine, fermando quando raggiunse il punto desiderato.
Non era felice di com’erano andate le cose: a causa dei ripetuti fallimenti di PicoDevimon, ora ben quattro Digimon dei Bambini Prescelti erano in grado di raggiungere il livello Perfetto. E lui, il grande Vamdemon, era stato costretto a ritirarsi dalla battaglia contro il Digimon della Bambina Prescelta dell’Amore.
Fortunatamente, il suo obiettivo principale era rimasto intaccato.
Chiuse il libro quando sentì la porta aprirsi, lasciando entrare PicoDevimon.
“Grande Vamdemon, ho radunato diversi Digimon come da Lei richiesto.” Disse il piccolo Digimon demone, facendo un inchino.
“Spero che siano degni di fare parte del mio esercito.” Commentò, rimettendo al suo posto il libro.
“Senza dubbio! Sono tra i migliori disponibili!”
“Solo perché sono gli unici che ti hanno ascoltato.” Fece una voce alle sue spalle, anticipando un gatto bianco che camminava su due zampe, che entrò nella stanza e fece una riverenza a Vamdemon. “Maestro, sono tornata dalla mia missione.”
“Tailmon. È bello vedere qualcuno di capace.” Disse il Digimon vampiro, sorridendo e ignorando totalmente PicoDevimon. “Deduco che è andato tutto come previsto?”
“Assolutamente. Ho radunato un sostanzioso gruppo di Digimon forti e leali. Me ne sono assicurata personalmente.”
“Eccellente. E l’altra tua missione?”
“Parzialmente completata.” Rispose lei.
“Ah! Allora nemmeno la grande Tailmon è infallibile come vuole far credere!” Esclamò derisorio PicoDevimon, solo per prendersi un pugno in faccia dalla diretta interessata.
“Spiegati.” Ordinò invece Vamdemon.
“Io e Wizardmon abbiamo individuato e seguito l’ottavo Bambino Prescelto, nonostante le voci che lo davano per disperso.” Iniziò il Digimon gatto. “Abbiamo così scoperto che oltre al suo partner, stava viaggiando con una bambina umana. Per quanto abbiamo potuto verificare, non è una Bambina Prescelta. Pare sia la sorella del Bambino del Coraggio.”
“E l’Ottavo Bambino?”
“Come riportavano le informazioni in nostro possesso, è più grande rispetto agli altri e sembra avere una conoscenza basilare di come comportarsi in situazioni di svantaggio. Ha spesso parlato di come si stesse addestrando a diventare un eroe.”
Qui Tailmon sorrise. “Ha confermato che proviene da un mondo diverso rispetto agli altri Bambini Prescelti, come da Lei sospettato. E pare che nel suo mondo gli umani siano in possesso di abilità simili a noi Digimon. Abbiamo sentito tutto questo mentre ne parlava con l’altra umana.”
“E il suo Simbolo?”
“Non si è mai illuminato mentre lo osservavamo. Ciò confermerebbe che sia un falso.”
Vamdemon sorrise, per poi muovere una mano e far apparire un Medaglione. “Era ovvio, visto che il Medaglione dell’Ottavo Bambino Prescelto è in mano mia. Ma ora dimmi perché non hai provveduto ad eliminarlo come richiesto, dopo che hai raccolto tutte le informazioni che ci servivano.”
“Abbiamo aspettato il momento adatto. Il suo Digimon, un Leomon, era sempre all’erta. Credo sospettasse che fossero seguiti. Sono spariti di punto in bianco approfittando di un campo di nebbia che nemmeno i miei sensi erano in grado di superare. Sono desolata.”
“Capisco. Beh, non importa. Andremo avanti con il nostro piano come previsto. Preparate l’esercito, domani partiremo.”
“Sissignore!” Esclamarono assieme Tailmon e PicoDevimon, per poi uscire dalla stanza.
Il Digimon vampiro restò in silenzio ad osservare il Medaglione.
“Il tuo Simbolo… Mi assicurerò che non s’illumini mai più! Anche se dovessi uccidere ogni singolo umano del tuo mondo per assicurarmene!” Disse Vamdemon, sorridendo. “Ma credo che iniziare dalla mamma e dai tuoi conoscenti sarà sufficiente. Se sono fortunato potrebbe essere sufficiente per oscurare del tutto il tuo sogno.”
 

~~~~~~~~~~~~~

 
Taichi sorrise. Finalmente, dopo giorni passati a vagare per il Mondo Digitale, erano riusciti a riunirsi.
Beh, quasi tutti, almeno.
“Allora nemmeno tu sai che fine abbia fatto Izuku?” Chiese Takeru a Sora, che scosse la testa.
“Mi dispiace.” Rispose lei. “Sono riuscita a seguire tutti voi, ma di Izuku non ho trovato tracce. So solo che nemmeno PicoDevimon era a conoscenza della sua posizione.”
“Ma dove può essere?” Si domandò Yamato. “Potrebbe essere ancora nel mondo reale? Hai detto di essere finito lì, giusto Taichi?”
“B-Beh, sì… io e Agumon siamo finiti proprio a casa di Izuku. E da quel messaggio che ha inviato, lui parrebbe essere finito a casa mia.”
Taichi e Agumon avevano concordato di non dire nulla sul fatto che Izuku provenisse da un mondo diverso dal loro. Dopotutto, non avevano nemmeno un modo per dire che non stavano mentendo.
“Ma hai detto che, in quel video che hai ricevuto, diceva di aver trovato un modo per tornare qui.” Disse Koushiro.
“Forse è stato rapito da Vamdemon!” Esclamò terrorizzata Mimi.
“Sono sicuro che sta bene. Izuku è sempre stato capace di badare a sé, soprattutto dopo che Leomon è diventato il suo Digimon.” Cercò di tranquillizzarla Joe.
“È vero, Leomon è uno dei Digimon più forti dell’Isola di File, sono sicura che non lascerà che gli succeda nulla.” Disse Pyocomon, sorridendo.
Ma prima che potessero dire altro, il terreno cominciò a tremare, per poi lasciare uscire da esso la piattaforma di proiezione di Gennai, che infatti apparve pochi secondi dopo.
“Bambini Prescelti, è un piacere vedervi di nuovo tutti insieme.” Disse il vecchio, mentre tutti si avvicinarono per ascoltarlo. Non lo avevano più sentito da quando Etemon era stato sconfitto.
“Gennai!” Esclamarono tutti quanti.
“Vedo che alcuni di voi sono riusciti a far raggiungere il livello superiore al loro Digimon. Ottimo, questo vi aiuterà contro Vamdemon.”
“Sai che cosa vuole da noi?” Domandò Yamato.
“Temo la risposta sia semplicemente eliminarvi. E sfortunatamente, è disposto a tutto per riuscirci. Per questo penso sia giunto il momento di incontrarci di persona.”
Mentre diceva ciò, un suono uscì dal portatile di Koushiro, che sorpreso lo prese subito.
“Vi ho inviato la mappa per raggiungermi.”
“Aspetta! Non abbiamo ancora trovato Izuku!” Disse Taichi. “È sparito dopo aver tentato di seguire me e Agumon!”
“Non vi preoccupate, Izuku sta bene.” Disse Gennai. “È già a casa mia che vi sta aspettando.”
Detto ciò la comunicazione si interruppe, lasciando in silenzio il gruppo.
“Mi state dicendo che mentre noi non facevamo altro che camminare Izuku passava il tempo a riposarsi?!” Esclamò irritata Mimi, solo per guadagnarsi un’occhiataccia da Taichi, Agumon, Joe, Gomamon e Palmon.
“Oh, davvero, Principessa Mimi?” Ridacchiò Sora, mentre la diretta interessata divenne giustamente rossa per l’imbarazzo.
“Okay, punto preso…” Mormorò lei, mentre gli altri scoppiavano a ridere.
 
Il gruppo seguì le indicazioni di Gennai, fino a ritrovarsi a camminare letteralmente sotto un lago, diretti verso una piccola villa che sembrava immune al liquido che la circondava.
Lì, ad attenderli con le braccia dietro la schiena, c’era Gennai.
“Benvenuti, Bambini Prescelti.” Li salutò lui, sorridendo.
“Gennai!” Lo salutò entusiasta Koushiro. “Questo posto è fantastico!”
“Già. È un ottimo nascondiglio dalle forze dell’oscurità. Ma entrate, immagino siate affamati.”
“Dov’è Izuku?” Chiese subito Taichi.
“È in palestra. Si sta allenando con Leomon.”
Gennai li guidò all’interno, fino a raggiungere una tavola imbandita, con diciotto posti a sedere.
“Uh?” Fece Joe, contando i posti. “Non c’è un posto in più? Noi siamo in quattordici, con Izuku, Leomon e te dovremmo essere in diciassette.”
“No, no, direi che sono giusti. Ho un altro ospite, che ora sta guardando Izuku e Leomon allenarsi.”
“Non sarà Piccolomon, vero?” Domandò Mimi, deglutendo. L’ultima cosa che voleva era essere nuovamente ‘allenata’ da lui.
“Non temete, è qualcuno che uno di voi conosce bene.” Rispose il vecchio, sorridendo. “Ormai dovrebbero arrivare a momenti. Li avevo avvisati che sareste arrivati presto.”
A conferma delle sue parole, si udirono una serie di passi veloci.
E prima che qualcuno potesse dire altro, una Hikari col sorriso sul volto entrò di corsa nella stanza, raggiungendo un incredulo Taichi, abbracciandolo.
“Fratellone! Finalmente sei arrivato!” Esclamò al settimo cielo.
“H-Hikari?!” Replicò lui, non credendo ai propri occhi mentre ricambiava l’abbraccio, per poi guardarla preoccupato. “Che cosa ci fai qui? Eri a casa perché non stavi bene!”
“Stavo già meglio quando sei partito. E una volta arrivata qui Gennai mi ha dato altre medicine per far sparire i sintomi che stavano tornando.”
“Lei è tua sorella?” Chiese Takeru.
Sentendo ciò la bambina si rese conto che il fratello non era da solo, e si girò verso di loro con un piccolo inchino.
“Piacere di conoscervi. Sono Hikari Yagami.”
“Aspetta, come hai fatto ad arrivare qui? Non eri con noi al campo estivo.” Disse Sora, condividendo con Taichi la preoccupazione per la bambina. Sapeva bene quanto fosse cagionevole di salute.
Hikari sorrise, per poi tirare fuori dalla tasca un Digivice.
“L’abbiamo trovato a casa. Così sono potuta venire anch’io qui. È bello rivederti, Koromon.” Aggiunse poi, guardando Agumon, che sbatté le palpebre confuso.
Taichi restò in silenzio, continuando a tenere la sorella stretta nel suo abbraccio, solo per rendersi conto in quel momento di qualcosa.
“Aspetta… Sbaglio o sei più alta?” Domandò, lasciandola libera.
“Beh, è passato quasi un anno da quando sono qui. È normale, no?”
“Un anno?!” Esclamarono tutti quanti.
“Significa che sei qui da prima di noi!” Disse Koushiro. “Ma Taichi ha detto che Izuku ti ha incontrato poco tempo fa.”
“Il tempo scorre diversamente tra il vostro mondo e questo.” Rispose Gennai. “Per qualche motivo sconosciuto, quando Izuku e Hikari sono arrivati, si sono ritrovati nel passato. Effettivamente è grazie a lui se sapevo quando contattarvi senza temere le interferenze di Devimon.”
“Abbiamo vagato per mesi alla vostra ricerca.” Aggiunse Hikari. “Ma non c’erano tracce di voi. Poi abbiamo incontrato Gennai, che ci ha fatto venire qui dove siamo rimasti ad aspettare.”
“Sei sicura di stare bene?”
La bambina annuì. “Izuku e Leomon si sono assicurati che non mi succedesse nulla. Hanno anche tenuto il mio Digivice per tutto il viaggio.”
Ma prima che qualcuno potesse chiederle altro, un’altra serie di passi, questa volta più lenti ma pesanti, cominciò a risuonare nell’aria.
Poco dopo nella stanza entrarono Leomon e un Izuku sudato privo di maglietta, mostrando così dei muscoli che il gruppo era sicuro che non ci fossero l’ultima volta.
“Ragazzi!” Esclamò lui, continuando ad asciugarsi con un panno. “Siete arrivati!”
Sora e Mimi diventarono leggermente rosse nel guadarlo, voltando subito lo sguardo.
“C-Che cosa… Cosa ti è successo?” Domandò Joe.
Il ragazzo dai capelli verdi ridacchiò. “Ho semplicemente deciso di allenarmi. Da quando sono tornato nel Mondo Digitale mi sono allenato con Leomon tutti i giorni. Certo, non che possa diventare forte come lui, ma almeno contro i Digimon più deboli potrei riuscire a difendermi.”
“Beh, non credo che qualcuno possa diventare come All Might! È più forte anche di Leomon!” Disse Agumon, solo per sentirsi il muso venire chiuso a forza da Taichi, anche se troppo tardi.
Izuku sbatté le palpebre confuso, per poi sbiancare vistosamente. “E tu come-”
“Ecco…” Cominciò Taichi. “Diciamo che lo abbiamo incontrato. E anche tua mamma.”
“Allora… Allora siete stati a casa mia?” Chiese conferma Midoriya, lasciandosi cadere seduto a terra.
“Già. Ma lì il tempo passato è stato ben maggiore rispetto a quanto hai detto nel video.” Continuò il Bambino del Coraggio. “Erano passati dieci mesi dalla tua scomparsa. Kacchan è stato piuttosto chiaro in proposito.”
“Dieci mesi?! E avete incontrato anche Kacchan?!”
“Già. Avevamo visto com’era da bambino, e ora è anche peggio. Mi ha fatto paura.” Rispose Agumon.
Gli altri bambini e Digimon lo fissarono sorpresi. Avevano sentito da Izuku i racconti di come Kacchan lo trattava, e se anche un Digimon come Agumon ne parlava così...
“Allora voi due sapete tutto, eh?” Continuò Izuku, sospirando.
“Sanno che cosa?” Domandò Sora.
“Direi che prima sarebbe meglio lasciare che Izuku si dia una pulita e si cambi.” Intervenne Gennai. “Ne parleremo a tavola. Ci sono diverse cose di cui discutere.”
 
Pochi minuti dopo Izuku ritornò e il gruppo iniziò subito a mangiare, restando principalmente in silenzio.
Non appena terminarono, fu Koushiro a prendere la parola.
“Com’è possibile che quando Izuku è tornato indietro nel nostro mondo erano passate poche ore mentre Taichi dice che sono passati dieci mesi?”
“E cos’è che ha scoperto a casa tua?” Aggiunse Mimi.
Midoriya sospirò, per poi guardare Leomon, che annuì in incoraggiamento.
“Diciamo che vi ho nascosto qualcosa. All’inizio perché non avevo idea che non ne foste a conoscenza, e poi perché non mi avreste creduto.”
“Sei un alieno?” Domandò Takeru.
“Non essere ridicolo, non vedi che è umano?” Rispose Yamato, divertito dal fratello.
“Beh, sì, sono umano… Ma non sono del vostro stesso mondo.” Disse Izuku.
I bambini e Digimon si zittirono, per poi spalancare gli occhi sorpresi, con l’esclusione dei due Yagami, Agumon, Leomon e Gennai.
“Che cosa?!” Urlarono infine tutti assieme.
“Allora esistono davvero altri mondi oltre al nostro e a questo?!” Domandò Joe, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
“Confermo. Quando sono giunto nel suo mondo, inizialmente ho pensato di essere a casa. Sono bastati pochi istanti per capire che non era così.” Disse Taichi.
“Cos’è successo?” Domandò Gomamon.
“Beh, siamo stati subito attacchi da un robot, che poi è stato distrutto da un ragazzo che poteva usare l’elettricità. E poi Taichi è andato a sbattere contro una ragazza invisibile.” Rispose Agumon.
“Eh?” Fece Koushiro. “Aspetta, hai detto quello che ho sentito?”
“Proprio così. Il nostro caro Izuku non ci ha mai detto che da dove viene la maggior parte delle persone possiede dei superpoteri, tanto da avere una scuola per diventare eroi. E tra parentesi, a quanto pare siamo finiti proprio nell’esame di quest’ultima.”
A quelle parole, tutti si voltarono verso Midoriya, che sorrise imbarazzato, portandosi una mano dietro la testa.
“I supereroi sono reali?!” Esclamò Takeru con gli occhi che brillavano. “Qual è il tuo superpotere?! Perché non ce lo hai mai fatto vedere prima?!”
A quella domanda, innocente per il bambino che l’aveva pronunciata, un velo di tristezza calò sul ragazzo dai capelli verdi.
“È anche per questo che non vi avevo detto nulla.” Disse. “Io purtroppo faccio parte del 20% della popolazione priva di poteri, anche se ho sempre avuto il sogno di diventare un eroe.”
“Aspetta, ma allora quando dicevi che Kacchan ti faceva esplodere…” Fece Joe, spalancando gli occhi e sbiancando.
“Intendeva dire che può letteralmente provocare esplosioni dalle mani!” Rispose Agumon. “E All Might è un umano gigantesco e incredibilmente muscoloso. Con un solo salto ha superato diversi palazzi, e nel frattempo ci teneva sollevati con un solo braccio!”
“E qui è il momento che intervenga io ad aiutare con le spiegazioni.” Disse Gennai, per poi battere le mani, lasciando che le luci si spegnessero, lasciandoli al buio.
Poi improvvisamente sopra il tavolo apparve una versione olografica del Mondo Digitale.
“Questo è il mondo dove ci troviamo al momento.” Spiegò Gennai, per poi lasciare che al fianco del primo pianeta ne apparissero altri due, totalmente identici. “E questi sono i vostri: quello di Izuku…” E uno dei due s’illuminò di verde. “E quello di voi altri.” Il terzo divenne blu.
“A differenza del Mondo Digitale, il mondo di Izuku e la nostra Terra sono identici.” Osservò Koushiro.
“Perché fondamentalmente sono lo stesso mondo. Ma credo che Izuku possa spiegarvi meglio in cosa differenziano.”
Midoriya annuì, per poi alzarsi e prendere la parola.
“Verso la fine del nostro ventesimo secolo, avvenne un fatto che cambiò profondamente il mio mondo. Nacque un bambino che era la luce dei suoi genitori. Letteralmente, dato che emanava luce da tutto il suo corpo. Da quel momento, sempre più bambini sono nati con poteri straordinari. Come ho detto prima, ormai solo il 20% della popolazione è priva di un potere… di un Quirk”
“Una mutazione genetica?” Domandò Joe, ricevendo subito una silenziosa conferma.
“Non è ancora ben chiaro cosa l’abbia provocata. L’unica cosa certa è che con l’avvento di questi poteri, è diventato possibile intraprendere la carriera da supereroe, tanto che ora è uno dei mestieri più ambiti. Penso di poter affermare senza difficoltà che la maggior parte dei ragazzi si iscriva a una scuola per poterlo diventare.”
“Ma aspetta, a cosa servono tutti questi eroi?” Domandò Tentomon.
“Beh, diciamo che l’eroe è la professione più desiderata… ma sfortunatamente non è l’unica. Ci sono gli eroi… e ci sono i cattivi. E anche loro hanno i propri Quirk. Per questo servono gli eroi per fermarli.”
“Oh… quindi siete in una battaglia continua, eh?” Chiese Palmon.
“Già. Anche se, da quando All Might è diventato un eroe, il tasso di criminalità è calato notevolmente. Non per niente è definitivo il simbolo della pace. È l’eroe più forte del mio mondo.”
Dicendo ciò tirò fuori il suo smartphone, per poi guardare Gennai, che annuì.
Izuku aprì subito l’app della galleria, selezionando un file, per poi lasciare che un video di All Might apparisse come ologramma, mostrando così a tutti l’eroe in azione.
“Beh, ora capisco perché lo consideri il tuo idolo.” Disse Yamato. “Sembra davvero molto forte.”
“Ma quel sorriso è quasi spaventoso…” Mormorò Gabumon.
“All Might sorride sempre. È dell’idea che così tranquillizzi chi aiuta.”
“Ma perché ci state parlando ora del mondo di Izuku?” Domandò Sora. “C’è un motivo preciso, vero? Non è solo perché Taichi e Agumon sono stati lì.”
Izuku annuì, sospirando.
“Si tratta di Vamdemon.” Rispose. “Abbiamo scoperto che per qualche motivo ha messo gli occhi su di me. E grazie a Gennai, sappiamo che ha intenzione di raggiungere il mio mondo.”
Tutti quanti sgranarono gli occhi.
“Che cosa?!” Esclamò Taichi. “Perché?!”
“Perché è convinto che Izuku sia il Bambino Prescelto che sta cercando.” Disse Gennai, lasciando che le luci si accendessero di nuovo. “Vamdemon è in possesso di un Medaglione con un Simbolo al suo interno, quello della Luce. E non ha scoperto che quello di Izuku si è illuminato, quindi è convinto che sia falso.”
“Aspetta, ma tutti noi abbiamo trovato il nostro Simbolo!” Esclamò Mimi. “Allora di chi è quello?”
“È il mio.” Mormorò Hikari. “Vamdemon in realtà sta cercando me.”
“Ma prima che Taichi si agiti.” Intervenne subito Izuku. “Non ha idea che Hikari sia una Bambina Prescelta. Per tutto il viaggio prima di arrivare qui ho tenuto io il Digivice di tua sorella, così che nessuno lo scoprisse. Come ha detto Gennai, Vamdemon è convinto che quel Simbolo appartenga a me, e ha intenzione di attaccare il mio mondo per costringermi ad arrendermi a lui.”
“Beh, non dovresti preoccuparti, no?” Fece Patamon. “Hai detto che il tuo mondo è pieno di eroi, ci penseranno loro a sistemare Vamdemon.”
“Forse… ma non posso stare qui a fare finta di nulla. Vamdemon cercherà sicuramente di raggiungere la mia famiglia, e non posso mettere il pericolo mia mamma.”
“Ma come possiamo fermarlo? E soprattutto, come ha intenzione di raggiungere il tuo mondo?” Domandò Koushiro.
“Vamdemon ha all’interno del suo castello un passaggio dimensionale.” Spiegò Gennai, per poi tirare fuori un mazzo di carte con disegnati sopra diversi Digimon. “E temo proprio che abbia scoperto come farlo funzionare. Fortunatamente, con l’aiuto di Izuku, anche noi abbiamo scoperto il codice.”
Le carte si alzarono in volo, per poi posizionarsi in un ordine preciso, in una tabella tre per tre, lasciando in disparte solo due carte con disegnati sopra Gomamon e Agumon.
“Questa è la combinazione di carte che permettono al passaggio di funzionare. Bisogna fare attenzione, perché ogni combinazione porta a una dimensione diversa. Fortunatamente per noi, le differenze tra i vostri mondi sono minime. Sono le ultime due carte a fare la differenza.”
“E come facciamo a scegliere quella giusta?” Domandò Piyomon.
Izuku si alzò, prendendo la carta di Agumon. “Penso che ci toccherà affidarci al caso. Ma, visto che Taichi e Agumon sono finiti nel mio mondo… tenteremo così.” E posizionò la carta di Agumon nell’ultimo posto mancante.

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Capitolo 8
*** In aiuto degli aspiranti eroi! ***


Capitolo 08
In aiuto degli aspiranti eroi!


Shota Aizawa alzò lo sguardo, riuscendo ad attivare il suo Quirk giusto in tempo per evitare che una sua studentessa, Tsuyu Asui, venisse toccata dal potere di un Villan, il quale si voltò a guardarlo, lasciando trasparire oltre quella mano mozzata che gli nascondeva il volto il suo fastidio.
“Eraser Head… avresti dovuto restare privo di sensi. Nomu, uccidilo.”
Una bestia gigante, completamente nera, con un becco al posto della bocca e il cervello in bella vista ruggì, per poi lanciarsi contro l’insegnante ferito e schiacciarlo ancora a terra, facendolo urlare per il dolore.
Il Villan, chiamato dal suo complice Tomura Shigaraki, sorrise sotto la mano. “Bene, dove eravamo rimasti? Ah sì, a lasciare qualche dispiacere a All Might per non essersi presentato.” Disse, rivolgendo lo sguardo verso la ragazza rana e il suo compagno dai capelli ad uva, entrambi i quali erano paralizzati dalla paura.
Ma prima che l’uomo potesse avvicinarsi nuovamente ai due, un muro di ghiaccio proveniente da Shoto Todoroki gli sbarrò la strada.
“Oh, vedo che continuate a voler giocare a fare gli eroi.” Lo prese in giro Tomura, iniziando a grattarsi violentemente il collo, tanto da graffiarselo. “Come vi odio.”
“I rinforzi arriveranno a breve. Vi conviene arrendervi prima di peggiorare la vostra situazione.” Disse calmo il ragazzo del ghiaccio.
“Divertente… Pensi davvero che daremo ascolto a un moccioso? Kurogiri, fallo spa-”
Il suo ordine tuttavia fu interrotto da un forte rumore di vetri infranti, che risuonò per tutta la USJ.
“E ora che succede?” Domandò Kirishima, guardando Bakugo.
“E io che ne so?” Rispose questi irato, per poi alzare lo sguardo quando il rumore si ripeté. Ma questa volta fu seguito da quella che sembrava essere a tutti gli effetti una crepa nel muro, se non fosse che questa si era aperta letteralmente nell’aria sopra di loro, poco sotto la cupola.
“Kurogiri… è opera tua?” Chiese Tomura al suo compagno.
“No. E nessuno degli uomini che abbiamo portato con noi possiede un simile Quirk. Potrebbe essere uno degli studenti.”
A una terza rottura, la crepa si spalancò, lasciando cadere attraverso essa un Devidramon, il quale tuttavia scomparve nel nulla prima di raggiungere il suolo.
“E quello che cos’era?!” Urlò terrorizzato Mineta, guardando la crepa, dalla quale uscì un’aquila antropomorfa alta una decina di metri, Garudamon, la quale atterrò provocando un’onda d’urto che fece tremare l’intera struttura.
Dalla crepa uscirono subito dopo WereGarurumon, MetalGreymon, AtlaKabuterimon, Ikkakumon, Togemon e Leomon, tutti loro con il loro partner su di loro, con l’eccezione di Takeru, Patamon, Mimi e Hikari, i quali erano affianco a Sora sulla spalla di Garudamon.
“Ci siamo riusciti?” Domandò Joe, guardandosi attorno, senza tuttavia trovare il coraggio di scendere dalla schiena di Ikkakumon.
“Sì… Riconoscono il posto da alcuni video che ho visto! Siamo alla USJ della UA!” Esclamò Izuku, saltando giù dalla spalla di Leomon, guardandosi intorno e spalancando gli occhi.
C’erano diversi studenti che li stavano osservando increduli per la loro entrata, ma la cosa che lo spaventava era il mostro chiaramente non umano che teneva tra le mani la testa priva di sensi dell’eroe Eraser Head. E non fu il solo a notarlo.
“C-Che cos’è quella cosa?!” Urlò Mimi. “Gli si vede il cervello!”
“Vamdemon è già partito all’attacco?” Domandò Koushiro.
“No.” Rispose Leomon, alzando i pugni, pronto all’attacco. “Non so cosa sia, ma non è un Digimon.”
“E voi chi siete?” Domandò Tomura, per poi soffermarsi a guardare Taichi. “Ah sì… mi ricordo di te. Tu e il tuo mostriciattolo avete distrutto quello scarabeo gigante qualche mese fa.” Continuò, facendo sussultare il bambino, mentre MetalGreymon si preparava a difendere il suo partner.
“Ehi…” Fece Tsuyu. “Voi chi siete, cra?”
Yamato, che era il più vicino alla ragazza, cercò di ignorare il suo strano abbigliamento, ricordandosi quello che gli aveva raccontato Izuku sul suo mondo.
“Noi… beh, è complicato da spiegare…” Disse. “Però, siamo qui per aiutare, credo.”
“Beh, di certo non possiamo fare finta di nulla.” Aggiunse Ikkakumon.
“Può parlare?!” Esclamò Mineta, indicandolo.
Izuku chiuse le mani a pugno, per poi guardare Nomu, il quale si era fermato dal picchiare Aizawa per osservare i nuovi arrivati, senza tuttavia dire nulla.
“Che cosa sta succedendo qui?” Chiese ad alta voce.
“Tu devi essere il capo di questo gruppo di bambini, eh?” Fece Tomura, camminando verso di lui, con un sorriso malato che traspariva oltre la mano. “Abbiamo cercato a fondo per trovare informazioni su questi cosiddetti Digimon, ma non abbiamo trovato nulla. Siamo molto interessati a cosa possono fare.”
Leomon si portò di fronte a Midoriya.
“E tu chi saresti?” Chiese il Digimon leone. “Non sono un esperto di umani, ma so riconoscere un cattivo.”
Tomura sembrò allargare il sorriso. “Noi siamo rappresentanti dell’Unione dei Villain. E il nostro scopo è uccidere All Might.”
“Allora siete dei cattivi!” Esclamò Takeru, mentre Garudamon faceva scendere lui e gli altri per essere così libera di attaccare.
“Certo.” Rispose Kurogiri, per poi guardare Izuku. “Oh, ho sentito parlare di te. Sei quel ragazzo scomparso un anno fa. Quello per cui All Might è sceso in prima persona per aiutare nelle ricerche. Midoriya Izuku.”
“Davvero? Mi spiace, sono rimasto un po’ fuori dalle notizie. Ma so che il vostro piano di uccidere All Might è assurdo.”
“Davvero? Tuttavia ci è giunta voce che si è indebolito negli ultimi tempi… E mi chiedo: perché l’eroe numero uno al mondo era così ossessionato nella ricerca di un ragazzino scomparso?”
“Non ne ho idea.” Rispose sinceramente il ragazzo dai capelli verdi. “Come ho detto, non sapevo nemmeno che mi stesse cercando.”
“Forse, se uccidiamo te, All Might si farà subito vivo.” Continuò il turchese, con un sorriso sadico.
Leomon ringhiò. “Osa fare un passo verso Izuku, e ti mostrerò che cosa può fare il mio pugno!”
Tomura alzò una mano. “Mi basterà toccarlo con questa mano per ucciderlo.”
Ma prima che potesse dire altro fu costretto a saltare indietro per evitare l’artiglio metallico di MetalGreymon.
“Sembri pensare che ti lasceremo fare del male a Izuku.” Disse Taichi.
“Nomu, attacca questi mocciosi, ma assicurati di non ucciderli. L’Unione è piuttosto interessata a loro.”
Il mostro ruggì, per poi saltare contro MetalGreymon, solo per venire intercettato da AtlaKabuterimon, che lo colpì con uno dei suoi fulmini, riuscendo a farlo volare via contro un edificio, che crollò su di lui.
“Quindi quella cosa sta usando un Quirk?” Chiese Koushiro. “È davvero incredibile…”
Tomura si grattò nuovamente il collo.
“Quei bambini non stanno usando nessun Quirk… Si affidano completamente ai loro amici mostri…” Mormorò, per poi saltare di lato quando Togemon cercò di colpirlo con uno dei suoi pugni.
Tuttavia il sollievo del cattivo durò solo pochi secondi, poiché il Digimon cactus gli scagliò subito contro i suoi aghi, riuscendo a colpirlo diverse volte prima che un varco nero si mettesse in mezzo ai due, facendo sparire al suo interno l’attacco.
“Questi Digimon stanno mostrando di essere piuttosto ostici.” Osservò Kurogiri, mentre Nomu saltava fuori dalle macerie, intenzionato a riprendere il suo attacco, solo per venire colpito in pieno dal fuoco di Garudamon, che iniziò a bruciarlo vivo, per poi spegnersi poco dopo.
Tuttavia, sotto gli occhi sorpresi di tutti, la pelle bruciata del mostro iniziò subito a rigenerarsi, tornando come nuova in pochi secondi.
“Che cosa?!” Esclamò Joe.
“Che ne dite nel mio Nomu?” Chiese divertito Tomura. “Ha più di un Quirk al suo interno, tra cui la rigenerazione veloce. È stato creato appositamente per uccidere All Might!”
Nomu ruggì, per poi partire ancora una volta contro i Digimon, questa volta scontrandosi con WereGarurumon, che indietreggiò di qualche metro sotto la sua forza.
“È decisamente forte!” Fece il Digimon lupo, per poi colpire Nomu con un pugno, senza tuttavia riuscire ad allontanarlo.
In suo aiuto giunse Leomon, e insieme riuscirono a rimandarlo indietro da Tomura, il quale tuttavia non si scompose.
“Pare che il mio Nomu possa tenere testa anche a voi. Ottimo.”
Izuku deglutì, per poi tirare fuori il Digivice.
Solo per vedere una figura famigliare saltargli di fronte.
“E così finalmente hai deciso di mostrare nuovamente la tua faccia, eh, Deku?” Domandò Katsuki senza nemmeno voltarsi a guardarlo, provocando delle esplosioni dalle mani. “E come tuo solito, ti butti in mezzo ai guai per oscurarmi.”
“Kacchan… Sei riuscito ad entrare nella UA.” Constatò il verde, non riuscendo ad evitare un piccolo sorriso.
Bakugo ghignò. “Certo. Non sono mica scappato come te.”
Izuku scosse la testa. “Pensa quello che vuoi, ma non sono scappato.”
“Come no. Ti sei messo a fare la balia a bambini con mostri potenti al loro fianco.”
“E uno di questi mostri potenti è il Digimon partner di Izuku.” Disse Leomon, raggiungendoli. “E gradirei che tu la smettessi di offenderlo. Posso garantirti che le tue esplosioni non mi preoccupano, ne ho subite di peggiori.”
Bakugo digrignò i denti. Quella creatura era grande quanto All Might, e il suo sesto senso gli diceva che poteva essere quasi altrettanto forte.
“Bene, bene, bene, vedo che è una commuovente riunione.” Disse Tomura, per poi sparire in un varco oscuro sotto i suoi piedi, riapparendo alle spalle di Izuku subito dopo. “Ma finisce qui.”
Detto ciò portò in avanti la mano, la quale tuttavia incontrò la spada di Leomon.
“Ti avevo detto di non osare alzare un dito su Izuku!” Esclamò il Digimon leone, per poi caricare il suo attacco e colpire il cattivo, facendolo volare via.
Tomura rotolò a terra, lasciando che le mani che aveva attaccate al corpo, compresa quella sul volto, si staccassero.
Bakugo sgranò gli occhi nel vedere quel potere. Era proprio come immaginava… e quella creatura era dalla parte di Deku!
Leomon osservò la spada, dalla quale si stavano staccando dei piccoli pixel, ma che per il resto non aveva riportato altri danni.
Tomura nel frattempo si rialzò, tenendo tuttavia la testa bassa, finché non recuperò la mano caduta e la rimise al suo posto.
“Come hai fatto…” Mormorò. “Come hai fatto a resistere?!” Urlò, ricominciando a grattarsi furiosamente il collo.
“Quel tipo fa paura…” Sussurrò Hikari, nascondendosi dietro a Sora assieme a Takeru.
“Nomu! Uccidi questo leone!” Urlò il cattivo dai capelli turchesi.
Il mostro urlò nuovamente, per poi scagliarsi in avanti.
Ikkakumon cercò di bloccarlo, ma con sua sorpresa venne spinto via con un pugno, lasciando così il passaggio libero in direzione di Izuku, Leomon e Bakugo.
Il Digimon alzò nuovamente la spada, pronto a ricevere l’attacco, solo per vedere una figura gialla e blu apparire di fronte a lui, colpendo con un pugno il mostro e scagliandolo in alto, trapassando la cupola e facendo continuare il suo volo fino a scomparire nel cielo.
I Bambini Prescelti, assieme ai loro Digimon, spalancarono gli occhi di fronte a quello spettacolo di puro potere.
“Non dovete temere, e sapete perché? Perché ora ci sono io!” Esclamò All Might, privo del suo caratteristico sorriso, abbassando il pugno. “Scusate il ritardo. Ho incontrato il giovane Iida a metà strada. Gli altri professionisti arriveranno a breve.”
“Q-Quello è All Might?” Esclamò Mimi.
“Incredibile…” Fece WereGarurumon. “Non pensavo avrei mai visto un umano scatenare un simile potere…”
All Might si voltò, fissando Izuku.
“Giovane Midoriya… Vedo che sei tornato sano e salvo dal tuo viaggio.” Disse l’eroe numero uno, sorridendo. “Sono contento.”
“All Might…” Sussurrò il ragazzo, solo per vedere l’eroe superarlo.
“Parleremo dopo. Ora devo finire di occuparmi di questi Villain. E poi dobbiamo portare in ospedale Aizawa e Tredici.”
Tomura nel frattempo fissò con odio l’eroe.
“Non è possibile! Come hai fatto a sconfiggerlo con un solo colpo?! Avrebbe dovuto ucciderti!”
“Mi spiace, ma non era lontanamente alla mia altezza. Ora, arrendetevi e non sarò costretto a farvi del male.”
Tomura fece per parlare, ma Kurogiri apparve alle sue spalle, per poi cominciare ad avvolgerlo con la sua energia oscura.
“Temo dovremo declinare questa generosa offerta.” Disse il Villain dimensionale. “Ma non temete, non sarà l’ultima volta che sentirete parlare dell’Unione dei Villain.”
“E la prossima volta quei Digimon verranno con noi.” Concluse Tomura prima di sparire.
Il gruppo restò in silenzio, mentre i Digimon di livello Perfetto s’illuminavano, tornando al loro livello più basso tra le braccia dei loro partner, mentre gli altri tornarono alla loro forma base.
“Wow… Quando ci avevi detto che era l’eroe numero uno, non pensavo fosse così forte!” Esclamò Takeru, avvicinandosi a Izuku.
“Che cos’è successo a quelle creature, cra?” Domandò Tsuyu.
“Abbiamo esaurito le forze e siamo tornati a una forma più comoda da tenere.” Rispose Gomamon.
Izuku si lasciò scappare un sospiro che non sapeva di star trattenendo. Non avrebbe mai immaginato che al loro arrivo si sarebbero ritrovati nel bel mezzo di un attacco di cattivi proprio all’UA.
“Incredibile… il vostro Quirk è davvero fantastico!” Esclamò un ragazzo dai capelli rossi, Eijiro Kirishima, che li raggiunse assieme al resto degli studenti, due dei quali stavano aiutando a restare in piedi quello che sembrava in tutto e per tutto un’astronauta.
“Oh, no, non si tratta di un Quirk.” Rispose Motimon. “Noi siamo Digimon, e quelle erano le nostre evoluzioni.”
“Davvero? Ma prima sembravate dei mostri, mentre ora siete così carini!” Esclamò una ragazza completamente di colore rosa, con un paio di piccole corna che le spuntavano tra i capelli.
“Incredibile… Alcuni hanno un aspetto decisamente diverso da quello che ci aspettavamo…” Mormorò Mimi, osservando un ragazzo che aveva letteralmente la testa di un corvo.
“Da come parlate, sembra quasi che sia la prima volta che incontrate qualcuno con dei Quirk.” Disse Kyoka Jiro, alzando uno dei cavi jack che aveva al posto dei lobi delle orecchie.
“Perché è così.” Rispose All Might. “Ascoltatemi bene: non dovete fare parola dei Digimon e dei loro partner umani a nessuno. Non sarà possibile nascondere questo attacco di cattivi, ma nessuno deve sapere di loro. È considerato un segreto nazionale.”
“Come mai?” Domandò Todoroki.
“Perché non tutti prenderebbero bene l’esistenza di altri mondi paralleli al nostro.” Rispose una nuova voce, mentre le porte si spalancavano, lasciando entrare diversi eroi, preceduti da una figura che sembrava un cane bianco antropomorfo, vestito con un set elegante, che avanzò lentamente. “Quello di All Might è un ordine. La polizia e il governo sono già a conoscenza della loro esistenza fin dall’episodio di un paio di mesi fa.”
Taichi si grattò la testa imbarazzato. “Immagino che MetalGreymon non potesse proprio passare inosservato, eh?”
“Giovane Uraraka, aiuta con i soccorsi. Il tuo Quirk sarà molto utile.” Disse All Might, rivolgendosi a una delle ragazze, che annuì per poi avvicinarsi ad Aizawa, unendo le dita delle mani prima di toccarlo.
Immediatamente il professore iniziò ad alzarsi in aria.
“Bene, e intanto, direi di portare al sicuro da sguardi indiscreti i nostri ospiti. E avvisare una madre del ritorno di suo figlio.” Continuò il preside della UA.
Izuku annuì. Avrebbero dovuto dire di Vamdemon e del suo esercito, ma era meglio non dire nulla di fronte agli studenti.

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Capitolo 9
*** One For All ***


Capitolo 09
One For All


Pochi minuti dopo arrivarono decine di auto della polizia assieme a diverse ambulanze. A quanto pareva, prima dell’arrivo dei Bambini Prescelti, gli studenti si erano ritrovati ad affrontare un piccolo esercito di Villain, fortunatamente quasi tutti sufficientemente deboli da essere sconfitti anche da loro.
Gli unici che avevano creato realmente problemi erano i tre rimasti alla fine.
All Might si scusò con i presenti, per poi correre via per parlare con la polizia, lasciando i Bambini Prescelti alle cure degli altri eroi.
“Quindi tu puoi usare il cemento liberamente?!” Esclamò Takeru rivolgendosi a uno degli eroi, Cementos, il quale annuì.
“Proprio così. Anche se spesso mi ritrovo a fare il muratore piuttosto che l’eroe…” Commentò lui.
“Incredibile! Quando Izuku ha parlato dei Quirk, avevo dato per scontato che si trattasse semplicemente di poteri, non che questi potessero modificare radicalmente l’aspetto di una persona.” Rifletté Koushiro.
“Non mi stupisce che avessero creduto che i Digimon stessero usando dei Quirk. Per loro è piuttosto logico.” Aggiunse Joe, per poi guardare Midoriya parlare con il preside.
“Capisco…” Disse Nezu, annuendo. “Sì, direi che è l’idea migliore. Accogliere tutti loro alla UA sarà sicuramente una forma di protezione, visto l’interesse che i Villain hanno mostrato avere nei confronti dei Digimon.”
“La ringrazio molto.” Rispose Izuku, chinando la testa.
“Su, su, non c’è bisogno di essere così formali. Dopotutto, non possiamo di certo ignorare così dei possibili eroi. Anche se le vostre azioni odierne potrebbero passare come vigilantismo.”
A quella parola Izuku sussultò. Si era così abituato a combattere nel Mondo Digitale che non aveva pensato a quel dettaglio non proprio così insignificante.
“E, mentre per i tuoi amici il discorso potrebbe non valere, visto che a tutti gli effetti qui non esistono, per te il discorso è diverso, Midoriya.”
Il ragazzo dai capelli verdi deglutì, solo per tranquillizzarsi quando Leomon posò una mano sulla spalla.
“Abbiamo agito con le migliori intenzioni. Inoltre se non fosse stato per noi, gli altri ragazzi sarebbero stati feriti o peggio.”
“Ed è per questo che tutti noi faremo finta di niente.” Disse una nuova voce, anticipando un agente della polizia. “In più, All Might ci aveva già avvisato dell’esistenza dei Digimon, quindi eravamo pronti a tale eventualità.”
“Agente Naomasa.” Lo salutò il preside. “Allora sei tu il responsabile?”
“Già. Scorterò io questi bambini alla UA. Midoriya, so che vorresti andare con loro, ma il capo della polizia vorrebbe parlarti. Dopotutto, finalmente sei riapparso dopo quasi un anno dalla tua scomparsa. Senza contare che sei il più grande tra i ragazzi con un Digimon al suo fianco.”
“Sì, capisco… Avrei solo una richiesta, se possibile.”
“Immagino si tratti di tua madre. Un nostro agente sta andando ad avvisarla mentre parliamo. Immagino ci raggiungerà in centrale.”
“Sarebbe meglio mandare un eroe a scortarli.” Aggiunse Izuku, guadagnandosi la curiosità dell’agente e del preside. “Vi spiegherò tutti i dettagli in centrale, ma temo che mia madre possa essere in pericolo. È per questo che siamo giunti qui tutti quanti.”
“Per pericolo, cosa intendi esattamente?”
“Uno dei nostri nemici è deciso a impedire a Izuku e agli altri di combattere, ed è convinto che Izuku sarà la chiave della sua sconfitta.” Spiegò Leomon. “Sua madre potrebbe essere rapita e usata come ricatto.”
“Immagino non si tratti di un umano, vero?”
Izuku scosse la testa. “No, è un Digimon. E uno potente. Dall’aspetto potrebbe passare per umano, ma non fatevi ingannare dalle apparenze.”
Dicendo ciò tirò fuori il suo smartphone, per poi cercare qualcosa.
Gennai aveva modificato il portatile di Koushiro per permettergli di analizzare i Digimon incontrati, ma prima aveva fatto qualcosa di simile anche al suo telefonino, implementandoli un database completo dei Digimon.
Fu così che poté mostrare un’immagine di Vamdemon all’agente e al preside.
“Un vampiro?” Fece sorpreso Naomasa.
“Sì, ma questo è un vampiro che potrebbe distruggere facilmente un palazzo. Come ho detto, vi spiegherò tutto quanto in centrale. È una storia lunga.”
“Uhm… allora credo sia il caso di spostare l’intervista con la polizia nella nostra scuola.” Fece il preside. “Con tutti gli eroi presenti, saremo in grado di intervenire subito in caso di attacco.”
 
 
“Scusa Izuku… sicuro che sia tutto normale?” Chiese Yamato al ragazzo dai capelli verdi, mentre il gruppo veniva trasportato grazie ad un pulmino verso la scuola.
“A che cosa ti riferisci?”
“Beh, uno degli agenti aveva letteralmente la faccia di un gatto… è davvero normale?”
“Guarda, ho visto cose anche più strane. Il giorno in cui sono finito nel Mondo Digitale ero stato attaccato da una persona il cui corpo era letteralmente fatto di fango e a quanto pareva poteva impossessarsi dei corpi delle sue vittime.”
“Bleah, che schifo!” Esclamò Mimi, tirando fuori la lingua e facendo ridere tutti.
“Una specie di Raremon in pratica.” Osservò Motimon, mentre gli altri Digimon, con l’eccezione di Koromon e Leomon, erano tutti presi a fissare un All Might piuttosto a disagio per l’attenzione.
“Sei davvero fortissimo!” Esclamò Patamon. “Ho visto pochi Digimon muscolosi come te!”
“In effetti, sono sicuro che uno di quei pugni sarebbe sufficiente per mettere fuori gioco anche Ikkakumon.” Disse Gomamon.
“S-Sì… sono considerato molto forte… Non per niente sono il Simbolo della Pace.”
Izuku restò in silenzio, guardando il suo ex mito con attenzione. Era a conoscenza del suo segreto, e ormai era più di un’ora che era con loro. Considerando che era assai improbabile che quello fosse stato il suo primo intervento odierno, il suo tempo limite doveva essere quasi esaurito.
A conferma dei suoi pensieri una piccola scia di vapore iniziò a uscire dal braccio di All Might.
“Sicuro che puoi restare qui?” Chiese Midoriya, ricevendo un assenso dall’eroe.
“So cosa stai pensando, giovane Midoriya, ma in questo caso credo sia meglio così. Inoltre, sono sicuro che i tuoi amici potranno mantenere il mio segreto. Ti sono comunque grato per l’attenzione.”
In quel momento il vapore aumentò, diventando visibile a tutti.
“E-Ehi, che sta succedendo?” Esclamò Joe, guardando incredulo l’uomo.
All Might sembrò quasi esplodere in una nube di vapore, che quando scomparve lasciò un uomo mingherlino, praticamente pelle e ossa, il quale tossì immediatamente una considerevole quantità di sangue.
“EH?!” Gridarono tutti quanti, con l’eccezione di Izuku.
“È-È evoluto?!” Esclamò incredula Palmon.
“No, temo proprio di no.” Rispose l’uomo, pulendosi la bocca con il braccio. “Questo è semplicemente il risultato di un vecchio combattimento. Non vi annoierò con i dettagli.”
Leomon lo osservò con attenzione. Quell’uomo aveva perso di colpo tutta la sua forza, ed era chiaro che non era qualcosa che voleva far sapere a tutti. E Izuku ne era già a conoscenza, vista la sua mancanza di sorpresa.
“Quindi, nonostante la tua condizione, hai comunque detto quelle parole a Izuku?” Disse il leone antropomorfo, facendo sussultare All Might.
“Non è passato giorno in cui non mi sono pentito di quelle parole. Sono stato ipocrita, lo riconosco. E tu mi hai dimostrato quanto fossi in errore, giovane Midoriya. Dopo vorrei parlarti in privato, se sei d’accordo. L’invito è esteso anche al tuo Digimon ovviamente.”
Midoriya annuì, mentre il pulmino attraversava i cancelli che delimitavano la scuola.

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“Non posso credere che cosa mi sono perso!” Esclamò Iida, portandosi le mani sulla testa. “Come ho potuto abbandonarvi in quel modo? Per colpa mia avete rischiato di venire uccisi da quei Villain! Non sono degno di essere il rappresentate di classe!”
“Su, su, non dire così.” Tento di calmarlo Uraraka. “Dopotutto, se tu non fossi andato a chiedere aiuto, ce la saremo comunque vista brutta.”
“È vero, cra. E se non fossero arrivati quei tizi, saremo stati tutti in grossi guai.” Disse Tsuyu.
“A proposito… uno di loro non era quel ragazzo scomparso un anno fa? Mi ricordo di aver visto la notizia più volte in televisione, e parecchi eroi lo hanno cercato ovunque. Anche mio fratello ha dedicato diversi giorni alla sua ricerca.” Disse Iida.
“Sì, era proprio lui.” Fece Momo, raggiungendoli. “È incredibile che sia riapparso proprio quando avevamo bisogno di una mano, e con alleati così potenti.”
“Ma avete visto quel tizio simile a un leone che era al suo fianco?” Esclamò Toru. “Senza contare tutti gli altri.”
“Ma perché erano accompagnati da dei bambini? E nessuno di loro ha manifestato una volta sola il proprio Quirk, cra.” Rifletté Tsuyu.
“Sono sicuro che la situazione ci verrà spiegata.” Fece Mina.
A loro insaputa, mentre la classe 1A veniva accompagnata dagli agenti verso il lor pullman, un paio di occhi azzurri li osservavano con attenzione dall’interno di un cespuglio.
Tailmon alzò una zampa, guardando il Medaglione, che tuttavia non brillò.
“Midoriya si dev’essere già allontanato.” Commentò. “E nessuno di quei umani sembra conoscerlo.”
La sua attenzione si rivolse a Bakugo, che creò qualche piccola esplosione mentre entrava nel mezzo, borbottando il nome ‘Deku’.
“Beh, quasi nessuno. So riconoscere l’odio quando lo vedo, e il mio istinto mi dice che non è verso uno degli umani presenti.”
Senza aggiungere altro, saltò via, cominciando a seguire l’autobus da lontano.
 

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“Izukuuuu!!!” Urlò Inko Midoriya, abbracciando il figlio con le lacrime che scendevano a fiumi.
“C-Ciao mamma…” Mormorò lui, imbarazzato dalla situazione e cercando di ignorare il ghigno dei presenti. “Sono contento che stai bene…”
“Questo dovrei essere io a dirlo!” Replicò lei, per poi spostare lo sguardo verso Leomon, che sussultò per l’improvvisa attenzione. “Tu invece devi essere il compagno di viaggio di Izuku, esatto?”
“S-Sì, sono il suo Digimon partner e-”
Ma il mostro digitale s’interruppe quando la donna chinò la testa.
“Grazie per essere stato al suo fianco.” Disse semplicemente, per poi guardare gli altri Bambini Prescelti. “Grazie a tutti voi.”
“A-A dir la verità è stato Izuku ad aiutarci spesso e volentieri… Certo, ora che sappiamo che era perché ha studiato per essere un eroe, tutto ha molto più senso.” Disse Sora, ridacchiando.
“E ora vorremo sapere esattamente che cosa sta succedendo.” Disse una nuova voce, anticipando un nuovo arrivato: questi aveva il corpo umano, ad eccezione fatta della testa, che era quella di un cane.
Nel vedere il sussulto dei bambini, all’uomo-cane sfuggì un sospiro. “Capisco… allora è vero che venite da un mondo privo di Quirk. Io sono il capo della polizia, e ho saputo che c’è una sorta di situazione di pericolo che vi riguarda. In particolar modo Izuku Midoriya, il ragazzo senza Quirk scomparso nel nulla un anno fa.” Continuò, rivolgendo la sua attenzione al ragazzo dai capelli verdi, che deglutì.
“B-Beh… F-Forse sarebbe meglio aspettare che All Might tornì dalla chiamata che ha ricevuto e-”
“Gli passeremo una copia di questo incontro.” Intervenne Naomasa. “Dopotutto, non ha tutto il tempo di stare qui.”
Izuku colse il significato nascosto di quella frase e annuì.
“Beh, tutto è cominciato direi un anno fa. Ero sul tetto di un palazzo e…”
 
“Capisco… quindi questo Vamdemon è giunto qui con il preciso scopo di fermarti, convinto che tu sarai la chiave della sua distruzione.” Riassunse il capo della polizia, cercando di mettere a posto mentalmente tutto quello che aveva appreso.
Scoprire che non solo esistevano altri mondi, di cui uno popolato da creature con poteri simili e probabilmente superiori ai Quirk, ma che c’era letteralmente un esercito di mostri pronto ad attaccare non era qualcosa che poteva ignorare.
“Già… Mi spiace, ma anche se ho avuto la possibilità di dimostrare che non ero io il suo vero obiettivo, non potevo dirgli la verità. Non avrei mai potuto mettere in pericolo Hikari. Inoltre lei non ha ancora trovato il suo Digimon partner.”
“È stato molto nobile e coraggioso da parte tua, Midoriya.” Fece Nezu, prendendo una tazza di thè e bevendola. “Hai lo spirito dell’eroe. Sarei piuttosto orgoglioso di averti come studente nella mia scuola.”
Izuku sospirò triste. “Ma purtroppo non ho un Quirk che mi permetta di entrare. Senza contare che non posso abbandonare i miei amici. Come ho detto, farò del mio meglio per salvare il Mondo Digitale!”
“Chissà, potresti anche avere un Quirk.” Disse il preside. “Dopotutto, ci sono stati dei casi in cui si è risvegliato dopo rispetto agli altri. E ora che il tuo spirito è degno, il tuo corpo potrebbe decidersi.”
“Sarebbe bello, ma ho perso quella speranza molto tempo fa.”
“Beh, in ogni caso, diramerò immediatamente un’allerta per questi Digimon.” Continuò il capo della polizia, mentre osservava la foto di Vamdemon che Izuku gli aveva inviato.
“Purtroppo non siamo riusciti ad osservare bene tutto il suo esercito.” Si scusò Koushiro.
“Non preoccupatevi. Avete già fatto un grande favore alle forze dell’ordine. Avviseremo immediatamente tutti gli eroi del Giappone. Odio dovervelo chiedere, ma è probabile che ci servirà il vostro aiuto.”
“E lo avrete!” Esclamò Agumon. “Faremo del nostro meglio per aiutare il mondo di Izuku!”
“Ma dove resteremo nel frattempo? Non siamo a casa e non c’è nessuno a cui possiamo chiedere. Di certo non possiamo stare tutti a casa di Izuku, siamo in troppi.”
“Non c’è problema.” Replicò Nezu. “Sarò più che felice di ospitarvi nella UA.”
“D-Davvero potete ospitarci qui senza problemi?” Chiese Joe.
“Ma certo! È una scuola per eroi, sarebbe ipocrita non aiutarvi. Inoltre siamo già in stato di allerta a causa dell’attacco dei Villain. Temo dovremo rimandare il festival di qualche settimana, ma nulla di irreparabile.”
“Molto bene allora. Midoriya, potresti seguirmi? Non si preoccupi signora, torneremo tra poco.” Disse il preside, calmando la madre di Izuku prima ancora che potesse aprire bocca. “C’è qualcuno che sta aspettando suo figlio di là. Intanto farò venire qui Recovery Girl per controllare eventuali ferite dei bambini, oltre che avvisare Lunch-Rush di preparare un lauto pasto fuori orario. I Digimon hanno gusti particolari?”
“Mangiamo di tutto!” Esclamarono entusiaste tutte assieme le creature, mentre Leomon seguiva assieme a Izuku il preside.
Il trio proseguì in silenzio, finché non raggiunsero l’aula insegnanti.
Non appena il preside aprì la porta, Izuku e Leomon videro che su un divano era seduto All Might nella sua forma debole, che alzò immediatamente lo sguardo.
“Eccoci qui.” Fece Nezu, sorridendo. “Condivido la tua scelta All Might. È davvero un eroe nel suo cuore.”
“Già. Conferma solo ciò che sospettavo.” Rispose l’uomo, annuendo.
“Bene, allora vi lascio da soli. Devo preparare la scuola a ciò che ci aspetta.”
Izuku si voltò giusto in tempo per vedere il preside uscire, chiudendo la porta alle sue spalle.
“Di che cosa parlava?” Domandò Leomon, rivolgendosi all’eroe, che sospirò.
“Sedetevi. Sarà una lunga discussione.” Fece, indicando il divano di fronte a lui.
Izuku e il suo Digimon obbedirono.
“Perché volevi incontrarmi da solo?” Chiese il ragazzo dai capelli verdi. Una volta si sarebbe letteralmente sciolto all’idea di parlare con il suo idolo, ma ne aveva passate troppe. E poi doveva ancora perdonare l’uomo per le parole che gli aveva rivolto un anno prima.
“Ho proprio rovinato tutto, eh?” Fece l’eroe, ricordandosi di come quel ragazzo era nervoso quando lo aveva incontrato la prima volta. “Non ho parole per chiederti scusa. Suonerebbe tutto comunque ipocrita. Tuttavia, devi sapere che cos’è successo dopo che ti ho lasciato su quel tetto.”
“Stai parlando della tempesta di neve?”
“Quello era niente. Non è stata la prima volta che il tempo viene alterato da un Quirk, anche se grazie a te ora sappiamo che non era quella la causa. No, parlo del Villain che ti ha attaccato quel giorno, ricordi?”
“Sono quasi morto a causa sua. Direi che è difficile dimenticarlo.”
“Bene… Purtroppo non mi ero assicurato di tenere al sicuro in tasca le bottiglie in cui lo avevo rinchiuso. Il risultato è che durante la mia uscita di scena, una di esse è caduta fuori, e il Villain è riuscito così a liberarsi e ad attaccare un altro ragazzo. Penso tu lo conosca.”
Izuku spalancò gli occhi, pensando che c’era una sola persona che potevano conoscere entrambi. “Kacchan?”
“Immagino tu ti riferisca al giovane Bakugo. E hai ragione. Ha opposto una resistenza notevole, ma gli eroi giunti sul posto non erano in grado di aiutarlo, e io avevo già raggiunto il mio limite di tempo. È stato allora che mi sono ricordato quanto ti avevo detto poco prima. Era ipocrita da parte mia rifiutarmi di intervenire, anche se non ero in grado di fare nulla. Così, a costo di sacrificare ulteriore tempo della mia trasformazione, sono intervenuto e sono riuscito a salvarlo.”
Midoriya spalancò gli occhi. Tre ore erano già poche, e ora stava dicendo che il tempo era diminuito ulteriormente?
“Subito dopo sono andato alla tua ricerca. Volevo chiederti scusa per le mie dure parole, ma non sono riuscito a trovarti. Il giorno dopo, mentre ero a trovare un mio amico della polizia, vidi la tua foto su un modulo per le persone scomparse.”
“Sono stato chiamato nel Mondo Digitale pochi minuti dopo la fine della tempesta.” Confermò Izuku. “E lì i dispositivi elettronici funzionano in modo strano. C’erano momenti in cui il cellulare era totalmente scarico e pochi minuti dopo al massimo della batteria. Ma il segnale è sempre rimasto assente.”
All Might annuì, immaginando quella risposta. “Mi sono subito preoccupato di essere stato io a spingerti a scappare. Così ho deciso di prendermi carico del tuo caso, cosa che ovviamente ha sorpreso molti. Non meravigliarti troppo se troverai qualche post su internet dove speculano che tu sia il mio figlio segreto.”
“C-Cosa?!” Esclamò sorpreso Izuku, spalancando gli occhi. “Perché?”
“L’eroe numero uno che perde tempo a cercare un ragazzo scomparso? Non è proprio una cosa che succede spesso, anzi.” Ridacchiò l’uomo. “Ma c’era un motivo specifico per cui volevo trovarti, oltre che chiederti scusa.”
“Di cosa si tratta?” Domandò Leomon.
All Might portò in avanti la mano destra, spalancandola. “Ho una proposta da farti da un anno. E inconsapevolmente hai soddisfatto tutti i requisiti per accettarla. Midoriya Izuku, voglio che tu prenda il mio posto come eroe numero uno! E per questo ti voglio offrire il mio Quirk, One For All!”
Il ragazzo dai capelli verdi era sicuro che i suoi occhi non erano usciti dalle orbite solo perché fisicamente impossibile.
“C-Che cosa?!” Urlò senza riuscire a credere alle proprie orecchie, mentre anche Leomon osservava incredulo l’uomo. “Ma è impossibile! I Quirk non si possono passare tra una persona e l’altra!”
“Il Quirk che possiedo è diverso. È come una fiamma olimpica che viene tramandata. Io stesso l’ho ricevuto da un’altra persona. Sono stato l’ottavo a utilizzarlo.”
“E ora lo vuoi dare a me? Perché?” Chiese Izuku.
“Perché il tuo è il cuore di un vero eroe!” Esclamò All Might, spalancando le braccia. “E il tuo viaggio nel Mondo Digitale lo ha dimostrato! Hai affrontato difficoltà enormi, e nonostante tutto hai fatto del tuo meglio per aiutare gli altri! Se questo non ti rende degno di essere chiamato eroe, allora non so cosa potrebbe farlo!”
Leomon restò in silenzio ad osservare l’eroe numero uno, per poi spostare lo sguardo verso il suo partner, che era ancora agitato e si muoveva freneticamente.
“D-Davvero? H-Ho solo fatto ciò che reputavo giusto, nient’altro!”
“Esatto. Non agisci mosso da secondi fini. Tu vuoi solo aiutare gli altri. Sono venuto a insegnare all’UA per trovare un successore, ma nessuno si è dimostrato degno quanto te! Izuku, non ti dirò che puoi diventare un eroe. Tu sei già un eroe per molti!”
“Su questo hai ragione.” Intervenne Leomon. “Izuku è un eroe nel Mondo Digitale. Ma sei sicuro di ciò che stai offrendo?”
“Assolutamente. E mi rendo conto che il giovane Midoriya avrà come obiettivo principale aiutare il tuo mondo e gli altri bambini con voi. Ma va bene così. Questo non cambia la mia scelta.”
Izuku chiuse le mani a pugno, lasciando che delle silenziose lacrime scendessero dagli occhi.
“S-Se non fossi sparito… Se non fossi finito nel Mondo Digitale… Mi avresti fatto comunque quest’offerta?”
“Sì. Te lo avrei chiesto non appena trovato.” Rispose senza esitazione l’eroe. “Allora. Izuku Midoriya, accetti il mio Quirk, One For All?”
Il ragazzo dai capelli verdi alzò la testa, continuando a piangere.
“Come potrei rifiutare? Farò del mio meglio per dimostrarmi degno del tuo Quirk!”
All Might sorrise, per poi trasformarsi nella sua forma muscolosa.
“Esattamente la risposta che mi aspettavo!” Esclamò, per poi strapparsi un capello. “Ti avrei chiesto di allenarti prima di passarti il mio Quirk, ma vedo che in quest’anno ci hai già pensato da solo.”
L’eroe portò in avanti il capello.
“Mangialo.” Disse.
Izuku e Leomon sbatterono le palpebre, non sicuri di aver sentito bene.
“Eh?” Fece semplicemente il ragazzo, guardando l’eroe come se avesse due teste.
“Devi assimilare il mio DNA per poter prendere il mio Quirk. Questo è il modo più semplice. Ora mangialo, forza.”
 
Nezu sorrise nel sentire un urlo provenire dalla sala insegnanti.
“Così One For All è stato passato.” Disse una voce al suo fianco, proveniente da un vecchio in tuta gialla con tanto di maschera attorno agli occhi e mantello dello stesso colore.
“Già. E il nuovo possessore potrebbe essere superiore a tutti gli altri!” Replicò il preside.
“Tsk. Toshinori non è adatto a fare l’insegnante. Una volta finita questa crisi prenderò il moccioso per un allenamento intensivo. Ritrovarsi ad usare un Quirk all’improvviso dopo una vita passata senza non sarà facile per lui.”
“Qualcosa mi dice che andrà tutto bene. Ma ora dobbiamo pensare alla vera minaccia.”
“Vamdemon. Non pensavo ci potesse essere un mostro con l’obiettivo preciso di uccidere dei bambini. Dev’essere fermato a ogni costo.”
“Già. Per questo ho intenzione di chiedere l’aiuto di tutti gli eroi. Non deve sfuggirci. Voglio evitare che quei bambini debbano combattere, ma temo non ci sarà altra scelta. Ho il presentimento che nemmeno All Might possa fare qualcosa contro di loro.”

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Capitolo 10
*** Midoriya Izuku: le origini ***


Capitolo 10
Midoriya Izuku: le origini


“Come procedono le ricerche?” Chiese Vamdemon senza girarsi.
“Tutti i nostri soldati stanno facendo del loro meglio. Siamo fortunati che questi umani sono piuttosto diversi da quanto avevamo immaginato, il che ci permette di agire allo scoperto senza destare troppi sospetti.” Rispose PicoDevimon, tenendo la testa chinata.
“E non hanno ancora trovato la famiglia di Midoriya?”
“È un’informazione tenuta segreta. Siamo andati all’indirizzo che ci ha fornito, ma non abbiamo trovato nessuno. Pare che dopo la sua scomparsa, molti ci siano messi sulle sue tracce e le informazioni sono state nascoste, motivo per cui è difficile scoprire qualcosa.”
“Nonostante ciò, abbiamo delle novità.” Disse una nuova voce, anticipando l’arrivo di Wizardmon. “Ho appena ricevuto un messaggio da Tailmon. Ha trovato uno dei vecchi amici di Midoriya, tale Katsuki Bakugo, il quale sembra aver qualche conto in sospeso con lui. Lo sta seguendo, nella speranza che possa fornirci qualche indizio per ritracciarlo.”
Il vampiro digitale fece un sorriso predatorio, come se quella notizia lo stesse entusiasmando parecchio.
“Eccellente. Proprio quello che mi aspettavo da Tailmon. È bello avere qualcuno di capace ogni tanto.”
A quelle parole PicoDevimon deglutì.
“Midoriya ha il complesso dell’eroe.” Disse il piccolo diavolo. “Mi lasci provare a farlo uscire allo scoperto. Se seminiamo caos in questa città, sono sicuro che lui e gli altri mocciosi usciranno allo scoperto. Dopotutto, ci hanno seguiti proprio come aveva previsto.”
Vamdemon si portò una mano sotto il mento.
“Non hai tutti i torti, per una volta. Molto bene. Allora mentre Tailmon proseguirà come ha fatto finora, tu sarai libero di usare alcuni dei miei Digimon per attaccare la città. E augurati di avere successo stavolta. La mia pazienza non è infinita.”
“Ma certo, Grande Vamdemon! Le porterò Midoriya e il suo falso Medaglione prima di quanto pensi.”
Detto ciò volò via, lasciando da soli il vampiro e lo stregone.
“Pensa davvero che otterrà qualche risultato?” Chiese Wizardmon.
“Certo che no. Ma sarà comunque utile per valutare la forza di questi umani. Dovrò aspettare la notte per uscire allo scoperto finché il mio incantesimo non avrà effetto. Ora va e avvisa Tailmon di continuare così.”
 

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“Uff… non ci hanno lasciato a casa nemmeno per un giorno.” Si lamentò Mina, sospirando.
“Certo che no!” Esclamò Iida. “Si tratta della UA, la migliore scuola per eroi del Giappone!”
“Ma Aizawa-sensei era in gravi condizioni ieri, cra. Non credo possa fare lezione oggi.”
Non appena Tsuyu concluse quella frase la porta dell’aula si spalancò, lasciando entrare il loro professore con la faccia interamente avvolta dalle bende, con giusto due fessure per gli occhi.
“È una mummia?!” Esclamarono quasi tutti gli studenti, mentre il professore si sedeva dietro la cattedra come se niente fosse.
“Avete finito di parlare?” Chiese infine.
“Professore, sicuro di farcela?” Domandò Iida. “Non è nemmeno riuscito a chiudere la porta.”
“Non preoccupatevi per me. Ci sono novità che riguardano tutti voi, e si tratta solo parzialmente di quello successo ieri.”
A quelle parole l’attenzione di tutti si concentrò su di lui.
“Come sapete, siamo stati attaccati da un gruppo di Villain il cui obiettivo era uccidere All Might. Non vi indorerò la pillola, la verità è questa. Tuttavia, si è presentata una minaccia forse peggiore.”
“Che cosa? Peggiore di un esercito di Villain?” Domandò Tokoyami.
“Esatto. Tanto che il preside ha deciso di rinviare il festival della UA e il governo ha messo in allerta tutti gli eroi presenti in Giappone.”
“Si tratta di quei mostri che sono apparsi ieri?” Domandò Momo.
“Non direttamente. Ma quelli che ieri ci hanno aiutati sono giunti qui per fermare un esercito di mostri loro simili, ma con intenzioni ben peggiori.”
“Bah, sono solo dei mostri da quattro soldi!” Esclamò Bakugo. “Non sono niente di che!”
“Eppure, dalle informazioni in nostro possesso, quei mostri da quattro soldi possiedono tutti poteri simili e forse superiori ai Quirk.”
“Scusi professore, ma tutto questo ha qualcosa a che fare con il ragazzo sparito un anno fa?” Domandò Todoroki. “Quello per cui All Might ha chiesto a tutti gli eroi aiuto per trovarlo?”
“Effettivamente, il caso sulla scomparsa di Midoriya Izuku ieri è stato chiuso. Hai ragione, il ragazzo apparso assieme ai bambini e ai mostri era proprio lui.”
“Tsk, figuriamoci se Deku non cercava di mettersi in mostra.” Si lamentò Katsuki, sono per sbattere le palpebre quando un pesce volante atterrò dritto dritto sul suo volto, facendolo cadere indietro per la sorpresa.
“Ops, mi è sfuggito un pesce, chiedo scusa.” Disse Gomamon, il quale era davanti alla porta e non sembrava minimamente dispiaciuto.
“Gomamon!” Lo rimproverò subito Joe, raggiungendolo, seguito da tutti gli altri Bambini Prescelti e Digimon.
“Di’ un po’… vuoi morire, sottospecie di foca bianca?!” Urlò Bakugo, rialzandosi e facendo esplodere il pesce, che scomparve nel nulla.
“Se vuoi posso chiedere a Greymon di farti vedere com’è una vera esplosione.” Replicò Taichi.
“Basta così.” Disse l’insegnante, per poi fare cenno con la testa al gruppo di bambini e Digimon di entrare.
Tutti loro obbedirono, lasciando Izuku e Leomon a chiudere la porta dietro di loro.
“Beh, questo è imbarazzante… Mi sembra davvero di essere di nuovo a scuola.” Fece Sora.
“Tecnicamente è così, anche se noi non dovremmo assolutamente essere qui.” Replicò Koushiro.
“Ehi Deku!” Esplose Bakugo. “Ti vuoi decidere a dirci che diamine sta succedendo qui? Sparisci per un anno, poi un paio di mesi fa arriva quel moccioso con il suo dinosauro spara fuoco che dice di conoscerti solo per sparire poco dopo. Infine torni indietro portandoti dietro dei marmocchi coi loro peluche trasformabili e quell’uomo leone.”
Izuku sospirò.
“Beh, Kacchan… che tu ci creda o no, non sono proprio rimasto con le mani in tasca in questi mesi. Ma credo sia meglio spiegarvi tutto quanto dall’inizio. E direi che questo significa partire dal fatto che non sono stato in questo mondo.”
A quelle parole tutti quanti si zittirono.
“Come sarebbe a dire?” Chiese Momo.
“Un altro mondo? Davvero?!” Esclamò Ochacho.
“Beh, questo potrebbe spiegare perché ci sono quei mostri e-”
“Digimon.” Precisò Leomon, interrompendo Iida. “Il nome della nostra specie è Digimon. E sì, tutti noi veniamo dal Mondo Digitale.”
“Come hai fatto a finire in quel mondo?” Domandò Shoto. “Non abbiamo mai sentito parlare prima di Digimon, tantomeno di altri mondi. È stato il tuo Quirk a crearli?”
Midoriya scosse la testa. “No, il mio Quirk non centra nulla.”
Dicendo ciò lui e gli altri bambini mostrarono il loro Digivice.
“È stato grazie a quest’oggetto se siamo riusciti a viaggiare nel Mondo Digitale. Non sappiamo ancora come funziona esattamente, ma questi Digivice, oltre ad averci trasportato nel loro mondo, hanno permesso ai nostri Digimon di evolvere, come avete visto ieri.” Spiegò Koushiro. “Beh… e non solo lì. Dopotutto, tutti noi veniamo da una Terra parallela.”
A quelle parole il caos scoppiò immediatamente nella classe.
“Un’altra Terra?!”
“Una dimensione parallela allora?”
“Esistono davvero?”
Il chiacchierio continuò per un buon minuto prima che Katsuki decise di romperlo con una delle sue esplosioni.
“Che stai blaterando, Deku? Che assurdità vai sparando? Mondo Digitale? Dimensione parallela? Di’ la verità, sei scappato come la comparsa che sei per andare a cercare qualcuno che, impietosito dalla tua mancanza di Quirk, ti concedesse un qualche tipo di finto potere!”
Non appena terminò quella frase il biondo si ritrovò immediatamente avvolto dalle liane di Palmon.
“Queste ti sembrano finte?” Chiese lei, per poi sollevarlo, assicurandosi di non lasciargli le mani libere. “Non hai idea dei pericoli che abbiamo corso in questi mesi! E Izuku non si è mai tirato indietro, nemmeno quando non aveva un partner!”
“Ti assicuro che non è stato un Quirk a crearci. E se così fosse, dovrebbe essere un potere straordinariamente potente per creare ben due mondi paralleli.” Proseguì Leomon. “Ma da quel che ho visto, sei troppo testardo per ammettere che qualcosa non sia come pensi tu.”
Palmon sciolse le liane, lasciandolo cadere a terra.
“Bene, ora che hanno dimostrato la loro esistenza, lasciate che vi spieghi il perché della loro presenza.” Disse Aizawa. “Poi dopo avrete il tempo di presentarvi come volete. Midoriya, procedi.”
Izuku annuì, per poi tirare fuori il suo smartphone.
Pochi secondi dopo, sulla lavagna digitale alle sue spalle apparve la foto di Vamdemon.
“Questo è Vamdemon.” Iniziò il ragazzo dai capelli verdi. “Anche se sembra umano, è un Digimon. Uno di quelli malvagi. Lui e i suoi sgherri ci hanno dato la caccia negli ultimi mesi per impedirci di combatterlo. E sfortunatamente, è riuscito a giungere in questo mondo.”
“Come mai? Cosa sta cercando?” Domandò Sero.
“Me.” Rispose semplicemente Izuku. “O meglio, sta cercando la mia famiglia per costringermi ad arrendermi. È convinto che io sarò la chiave della sua distruzione, e dobbiamo continuare a farglielo credere.”
“Perché? Chi è il suo vero obiettivo?” Chiese Iida, intuendo dove stesse andando a parare il ragazzo.
“Io.” Disse Hikari, prima che qualcun altro parlasse. “In realtà sono io quella che dovrebbe fermarlo, anche se non ho un Digimon partner con me.”
Izuku annuì. “Non potevo fargli sapere che avevano puntato gli occhi sulla persona sbagliata, così sono stato al loro gioco. Ho fatto da esca per non fargli capire la verità.”
“È fondamentale che Vamdemon e il suo esercito non scoprano la verità finché non sarà troppo tardi per loro.” Aggiunse Leomon. “Ma nel frattempo, non se ne staranno di certo con le mani in tasca. Faranno del loro meglio per farci uscire allo scoperto.”
“Ed è per questo che in via del tutto straordinaria, oggi verrà emesso un avviso a livello nazionale.” Intervenne Aizawa. “Il divieto di uso dei Quirk verrà rimosso in caso di autodifesa. Ignoriamo le reali capacità di questi Digimon, ma non possiamo sottovalutarli. Non è detto che gli eroi facciano in tempo a intervenire. Questo ovviamente vale anche per voi studenti. Nel caso doveste incontrare qualche Digimon, siete autorizzati ad usare i vostri Quirk per allontanarvi. Ma prima-”
Aizawa non riuscì a terminare la frase che l’intera struttura fu percossa da un forte tremore.
“C-Che cosa succede?!” Gridò spaventato Mineta, guardandosi intorno, ottenendo come risposta un ruggito che sovrastò ogni altro rumore.
“Siamo già sotto attacco?” Fece il professore, voltandosi verso la finestra.
“Ci pensiamo noi!” Intervenne Yamato. “Se è un Digimon, è compito nostro occuparcene!”
Senza aspettare una risposta, i Bambini Prescelti corsero fuori coi loro Digimon.
Izuku fece per andare con loro, solo per fermarsi un attimo.
“Potete venire anche voi, se volete… ma se si tratta di Digimon di Vamdemon, sappiate che non avranno alcuna pietà. Per loro gli umani sono esseri deboli, insignificanti. E l'unico modo per fermarli… è annientarli. I Digimon non sono come gli altri esseri viventi. Forse avete visto quel Digimon che è uscito dal varco prima di noi, che si è dissolto nel nulla. Quello per i Digimon corrisponde alla morte. Non date per scontato di averli fermati finché non spariranno in quel modo. Leomon, andiamo!”
Senza aggiungere altro i due corsero fuori, non curandosi di nient’altro.
“Hai intenzione di provarlo?” Domandò il Digimon leone.
Izuku restò in silenzio, guardandosi la mano, per poi chiuderla a pugno.
 
 
“Non capisco proprio perché dobbiamo stare in giro attorno alla UA!” Esclamò l’eroina professionista Mount Lady, sbadigliando. “Dopotutto, quasi tutti i cattivi che hanno attaccato ieri sono stati catturati, no?”
“Immagino tu non abbia letto bene tutto il rapporto, non è vero?” La riprese Shinrin Kamui. “A quanto pare dobbiamo aspettarci un attacco da parte di certi mostri che si fanno chiamare Digimon.”
“Mostri? Stai scherzando, vero? La gente con Quirk strani non viene più definitiva così da un sacco di anni.”
“No, a quanto pare si tratta di mostri veri e propri, non di umani con un aspetto diverso e-”
L’eroe s’interruppe di colpo, alzando il braccio e facendo uscire dal terreno una trave di legno, che intercettò un dardo bianco.
“Chi va là?!” Urlò, guardandosi intorno.
Una risata risuonò nell’aria, poco prima che da sopra di loro scendesse in vista PicoDevimon.
“Allora gli umani di questo mondo sono davvero in possesso di poteri simili ai nostri… il grande Vamdemon sarà lieto di averne un’ulteriore conferma!” Esclamò sorridendo.
“E tu chi sei?” Domandò l’eroina.
“PicoDevimon, sottoposto del grande Vamdemon. E voi siete le nostre prime vittime!”
“Sembra che tu ci stia sottovalutando.”
“Oh, no, direi proprio di no… Semplicemente non abbiamo di certo timore di miseri umani. Mammon, attaccali!”
Non appena ebbe pronunciato il nome, il terreno iniziò a tremare, mentre il rumore di passi giganti cominciò a risuonare nell’aria.
Pochi secondi dopo, come apparso dal nulla, un Digimon simile a un mammut con la testa ricoperta da un elmo di ferro che prendeva anche la proboscide, cominciò a caricare verso i due eroi.
Mount Lady reagì immediatamente, ingigantendosi e riuscendo ad afferrare con le braccia la proboscide del Digimon, che ruggì prima di colpire con la testa l’eroina, facendola cadere a terra e provocando involontariamente una piccola scossa tellurica.
“Tu non dovresti essere estinto da qualche millennio?!” Esclamò Kamui, creando subito decine di travi giganti che avvolsero Mammon, solo per vederlo liberarsi come se nulla fosse.
“Quel tipo è forte…” Disse Mount Lady, rialzandosi.
“Dev’essere uno di quei Digimon di cui parlava il rapporto. Dobbiamo chiedere subito aiuto!”
Ma prima che uno dei due eroi potesse effettivamente fare qualcosa, una sfera di fuoco colpì in pieno il loro avversario, facendolo ruggire per il dolore.
I due professionisti si voltarono verso la fonte, vedendo che il cancello della UA era stato abbassato, e dall’altra parte c’era Taichi con Greymon al suo fianco.
“Un dinosauro?” Fece sorprese Kamui, solo per poi vedere sopra di lui Birdramon affiancata da Kabuterimon lanciare i loro attacchi, centrando il bersaglio, che arretrò, solo per venire colpito dagli aghi di Togemon.
“Che cosa… Cosa sta succedendo?” Domandò ad alta voce Mount Lady, solo per venire superata da Garurumon che ruggì una fiammata azzurra, mentre Ikkakumon lanciava il suo arpione esplosivo.
Mammon ruggì, per poi abbassare la testa e lasciare che le sue zanne partissero come dei missili, rigenerandosi quasi all’istante.
Birdramon si abbassò di quota, per poi illuminarsi e lasciare il posto a Garudamon, che respinse facilmente l’attacco, che esplose in aria.
“Maledetti mocciosi…” Fece PicoDevimon, facendo per allontanarsi, solo per vedersi apparire di fronte una trave di legno.
“Beh, non so chi siano quei mostri, ma visto che stanno attaccando il tuo alleato, non credo siano dalla vostra parte.” Fece Kamui. “E tu verrai con noi!”
“Spiacente, ho altri programmi!” Rispose il Digimon, scagliando altri dardi, i quali stavolta vennero deviati dalla spada di Leomon.
“Sai, dovresti imparare a non considerarti superiore agli altri.” Disse lui, abbassando la spada.
“Leomon? Ma se tu sei qui allora anche-”
“Ho saputo che mi stavate cercando.” Fece Izuku, uscendo allo scoperto e fermandosi al fianco del suo partner.
“Midoriya Izuku! Finalmente decidi di mostrarti!” Esclamò sorridendo PicoDevimon. “Il mio Maestro è ansioso di parlare con te.”
“Spiacente, ma temo di dover declinare l’invito. Temo di non avere molto da discutere con lui.”
“Peccato. Ma vedi, non era una richiesta. Mammon! Attacca subito Midoriya!” Urlò.
Il Digimon mammut si voltò verso di loro, per poi ruggire e caricare subito nella loro direzione.
Leomon alzò la spada, pronto a ricevere l’attacco, solo per vedere Izuku camminare davanti a lui.
“Lascia che ci pensi io.” Disse, chiudendo le mani a pugno, mentre lungo tutta la sua pelle cominciavano ad apparire delle linee rosse, seguite da dei piccoli fulmini.
Leomon lo guardò, per poi annuire.
“Ma sarò pronto a intervenire.” Fece il Digimon, rinfoderando la spada.
“Izuku, che stai facendo?!” Urlò Taichi, mentre correva verso di loro. “Scappa!”
Il ragazzo dai capelli verdi non rispose, ma portò indietro il braccio.
“Sono stufo di scappare e di starmene in disparte. D’ora in poi…”
Mammon ruggì nuovamente, pronto a colpire il suo bersaglio.
Fu con sua immensa incredulità che sentì un fortissimo dolore a una zampa, per poi ritrovarsi a volare in alto, spinto da una forza a lui sconosciuta.
Tutti gli altri invece guardarono increduli Izuku, il cui braccio destro ora penzolava inerme al suo fianco, mentre il suo volto mostrava pura determinazione.
“D’ora in poi parteciperò anch’io alle battaglie!” Urlò. “Garudamon, ora!”
La gigantesca aquila antropomorfa si riprese dalla sua sorpresa, per poi annuire e scagliare il suo attacco contro il Mammon ancora a mezz’aria.
Il Digimon mammut non riuscì nemmeno a ruggire un’ultima volta prima di venire investito dall’onda di fuoco, disintegrandosi in dati al suo interno e scomparendo così nell’aria.

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Capitolo 11
*** Divide et impera ***


Capitolo 11
Divide et impera


Bakugo Katsuki non riusciva a credere ai suoi occhi.
Lui e i suoi compagni di classe erano arrivati sul luogo del combattimento giusto in tempo per vedere quella specie di mammut caricare contro Izuku.
Il ragazzo delle esplosioni si aspettava di vedere uno di quei mostri correre in difesa di Midoriya, e invece questi aveva colpito con un pugno il mammut, scagliandolo in aria, dove fu letteralmente disintegrato dal mostro simile ad un’aquila gigante antropomorfa.
“I-Incredibile… Non avrei mai detto che Midoriya possedesse un Quirk così potente!” Sentì dire da Kirisihima.
Katsuki chiuse le mani a pugno.
“Che storia è questa?” Mormorò a bassa voce, mentre Izuku veniva raggiunto dagli altri Bambini Prescelti e i loro Digimon, che tornarono alla loro forma base.
“Eh?” Fece Iida, guardando il compagno, che cominciò subito ad avanzare velocemente verso il ragazzo dai capelli verdi.
“Deku!” Urlò. “Che diamine cos’era quello?!”
Ma prima che potesse raggiungerlo, un ragazzo dai capelli bianchi, con addosso un paio di jeans beige e rossi e una felpa verde con cappuccio si mise in mezzo, come apparso dal nulla.
“A quanto pare le cose si stanno facendo interessanti…” Disse questi, alzando lo sguardo verso Katsuki. “Ma è il momento che io intervenga.”
Detto ciò alzò la mano destra, facendo aprire alle spalle del ragazzo esplosivo un varco verde, che lo risucchio immediatamente al suo interno.
Subito dopo decine di altri varchi si aprirono in prossimità di tutti gli studenti, Bambini Prescelti e Digimon, lasciando fuori gli adulti, il ragazzo dai capelli bianchi, Izuku, Leomon, PicoDevimon, Koji Koda, Toru Hagakure e Minoru Mineta.
“Che cosa?” Fece Leomon, solo per vedere il misterioso ragazzo alzare l’altra mano.
“Spiacente, ma non è il luogo giusto per le spiegazioni.” Disse, lasciando che altri tre varchi si aprissero, questa volta sotto di lui, Izuku e Leomon, facendoli sparire così al loro interno.
I due eroi professionisti guardarono con gli occhi spalancati la scena, che si era svolta nel giro di pochi secondi, rendendo per loro impossibile intervenire.
PicoDevimon guardò la scena, per poi volare via. “Devo avvertire subito il grande Vamdemon!”
 

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Taichi e Agumon, si ritrovarono a precipitare nel vuoto, atterrando pochi secondi dopo a terra.
“Ohio… Cos’è successo?” Si chiese il prescelto del coraggio, aprendo gli occhi verso il cielo, salvo spalancarli subito e spostarsi immediatamente per non venire schiacciato da Mina e Denki, che precipitarono proprio nello stesso punto dove si trovava pochi instanti prima.
“Ahia… non di nuovo!” Esclamò la ragazza rosa, urlando verso il cielo. “È la seconda volta in due giorni!”
“Ma dove siamo?” Domandò Denki, guardandosi attorno dopo essersi rialzato.
“Più che quello, perché non c’è nessuno in giro?” Aggiunse Mina, mentre anche Taichi e Agumon osservavano l’ambiente intorno a loro, salvo voltare di colpo la testa quando una serie di passi pesanti iniziarono a risuonare nell’aria.
I cinque si ritrovarono a fissare una figura massiccia avvolta da un impermeabile e un cappello beige, con due sfere rosse visibili al posto degli occhi.
La figura si fermò a pochi metri da loro.
“Così Wizardmon aveva ragione… siete davvero arrivati.” Disse, per poi levarsi i vestiti, rivelando la figura di DeathMeramon.
“Anche quello è un Digimon?” Chiese Denki, assumendo subito una posa da combattimento.
“Sì! È DeathMeramon!” Rispose Agumon, per poi guardare Taichi, che annuì prendendo in mano il Digivice.
Ma prima che potesse fare qualcosa, il loro avversario venne avvolto da una torre di fuoco, la cui temperatura era tale da far sciogliere l’asfalto sotto di essa.
“C-Cosa…? Non mi sono ancora evoluto…” Fece perplesso Agumon.
“Tsk. Quindi quello è uno dei famosi Digimon?” Fece una nuova voce, mentre un uomo con addosso una tuta nera e i baffi fatti letteralmente di fiamme si avvicinava a loro, tenendo le braccia incrociate. “Speravo in qualcosa di più impegnativo.”
“E-Endeavour…” Balbettò Denki, deglutendo.
“Ditemi che è uno dei buoni per piacere.” Supplicò Taichi.
“Sì… è l’eroe numero 2, subito dopo All Might.” Spiegò Mina. “Ma è famoso anche per essere brutale verso i suoi avversari.”
La torre di fuoco scoppiò, rivelando DeathMeramon incolume.
“Sciocco umano! Pensi davvero di potermi affrontare con delle fiamme così tiepide?”
L’eroe sorrise, sciogliendo la posizione delle braccia.
“Ottimo! Finalmente qualcosa che potrebbe valere la pena di bruciare.” Si limitò a commentare lui, per poi creare due sfere di fuoco. “Vediamo chi dei due usa meglio il fuoco!”
 

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“Umpf. Non pensavo mi sarei ritrovato a dover affrontare un mostro del genere mentre andavo a fare la spesa.” Si lamentò Gran Torino, mentre un Tuskmon cadeva a terra, sotto lo sguardo incredulo di Sora e Birdramon, come di Mashirao e Rikido.
“I-Incredibile… e non ha battuto ciglio.” Fece la Bambina Prescelta dell’Amore, mentre il vecchio eroe si voltava a guardarli.
“E voi chi siete?” Chiese con un sorriso imbarazzato.
“Questo dovremmo esserlo noi a chiederlo…” Mormorò il ragazzo con la coda, ricevendo una silenziosa conferma dal suo compagno.
Tuttavia la loro tranquillità durò poco, poiché il Tuskmon si rialzò, ruggendo e caricando contro il vecchio, che sospirò.
Ma stavolta Sora fu più veloce e alzò verso Birdramon il suo Medaglione, che s’illuminò, facendola evolvere in Garudamon, la quale afferrò per le corna il Digimon, fermando la sua corsa.
“Ora ci pensiamo noi!” Esclamò il Digimon, mentre il Digivice ora rosso di Sora continuava a tremare nella presa della ragazza.
“Oh? Ne siete in grado?” Domandò divertito l’eroe, solo per vedere il loro avversario venire scaraventato in aria, per poi venire vaporizzato dall’attacco di Garudamon.
“Penso di sì.” Rispose sorridendo Sora.
 

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“Ikkakumon!!!” Urlò Joe, mentre lui, Tsuyu, Yuga e Mezo venivano allontanati dalle onde, con la ragazza rana che teneva gli altri tre con la propria lingua per impedirli di affogare.
Di fronte a loro, un MegaSeadramon ruggì, colpendo nuovamente Ikkakumon con un fulmine, facendolo urlare di dolore.
“Cra, così non va bene! Pensavo fossimo stati fortunati a finire in acqua, ma con un mostro come quello devo ricredermi.” Fece Tsuyu.
“Sicuramente è qui perché teme la mia magnificenza.” Affermò Aoyama, portandosi una mano sulla fronte e sorridendo, solo per venire colpito da Shoji alla testa.
“Nemmeno il tuo ombelico laser ci può aiutare. Staresti male prima che il tuo colpo possa effettivamente fargli qualcosa.”
Ma prima che potessero dire altro, l’attenzione di MegaSeadramon si rivolse a loro, lasciando un fumante Ikkakumon privo di sensi in mezzo all’acqua.
Tuttavia la sua corsa si interruppe quando un uomo dall’aspetto di una foca lo colpì al volto, costringendolo a cadere nuovamente in acqua, dove si nascose preparandosi a un nuovo attacco.
“Accidenti, questi Digimon sono più resistenti di quanto ci avevano detto.” Disse l’eroe, Selkie, per poi rivolgere la sua attenzione ai ragazzi. “Il Preside ha avvisato tutti gli eroi che un cattivo vi ha fatti sparire in diversi varchi, quindi siamo tutti allertati e pronti all’intervento!” Spiegò alla loro silenziosa domanda.
“Ragazzi… sono contento di essere in un mondo pieno di supereroi…” Mormorò Joe, per poi riuscire a liberarsi dalla presa di Tsuyu e nuotare in direzione del suo partner.
“Joe, aspetta, cra!” Lo avvertì la ragazza rana.
“Non posso! Ikkakumon ha bisogno del mio aiuto!” Rispose il Prescelto della Sincerità, non fermando la sua nuotata.
I baffi di Selkie tremolarono e l’eroe si mise nuovamente sull’attenti.
Solo, per sua sfortuna, MegaSeadramon saltò fuori da sotto di lui, scagliandolo in aria e facendolo cadere sul porto vicino.
Ruggendo di rabbia, il sottoposto di Vamdemon schizzò verso Joe e Ikkakumon, riuscendo ad intrappolare con la coda il ragazzo.
“Joe!” Urlarono i tre studenti, mentre Tsuyu li lasciava liberi per andare a soccorrerlo.
“J-Joe…” Mormorò Ikkakumon, riuscendo ad aprire gli occhi, giusto in tempo per vedere il suo amico venire trascinato sott’acqua. “Joe!”
Diversi metri a distanza dall’aria, il ragazzo occhialuto stava facendo del suo meglio per non perdere la poca aria rimasta dentro di lui.
“Ikkakumon… Ragazzi…” Pensò, cominciando a chiudere gli occhi.
Per poi spalancarli quando realizzò che Ikkakumon stava nuotando verso di lui affiancato da Tsuyu.
“No… Non mettetevi in pericolo per me…”
MegaSeadramon si voltò verso di loro, preparandosi a colpirli.
“No!!!” Urlò Joe, ignorando l’acqua che entrò immediatamente nei suoi polmoni.
Il suo Digivice s’illuminò, cambiando colore e diventando grigio, per poi sparare un raggio di luce che passò attraverso il Medaglione e colpì Ikkakumon, che s’illuminò e inizio subito ad aumentare di dimensioni.
Pochi secondi dopo al suo posto c’era uno Zudomon, il quale fece girare il martello tra le mani come se non pesasse nulla, per poi colpire in pieno il suo avversario, che lasciò andare Joe, subito recuperato da Tsuyu che nuotò più velocemente possibile verso la superficie, lasciando i due Digimon ad affrontarsi.
Aoyama e Shoji sospirarono di sollievo nel vederli riemergere, per poi spalancare gli occhi quando MegaSeadramon volò fuori dall’acqua, spinto dal martello di Zudomon, il quale emerse pochi secondi dopo, recuperando al volo la sua arma.
“E quello chi è?” Esclamò sorpreso il ragazzo dai più arti, guardando meravigliato il nuovo Digimon.
“Quella è l’evoluzione di Ikkakumon.” Disse Joe, smettendo di tossire. “Finalmente c’è riuscito!”
Zudomon lanciò nuovamente il martello contro il suo avversario, il quale si trovava ancora a mezz’aria, ritrovandosi così impossibilitato a evitare il colpo, che lo fece dissolvere nel nulla in migliaia di pixel.
“Incredibile…” Mormorò Selkie, guardando sorpreso il punto dove si trovava Zudomon.
Poi la sua attenzione si rivolse a un banco di nebbia che stava iniziando a ricoprire tutto. “Ma ho paura che i nostri guai siano solo agli inizi…”
 

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Hanta alzò lo scudo che Momo aveva appena finito di creare, riuscendo a proteggere giusto in tempo loro due, Jiro e Mimi da una palla di fuoco sparata da un DarkTyrranomon, mentre Togemon si stava rialzando dopo essere stata scagliata via da un colpo di coda del dinosauro.
“Io volevo solo passare una giornata tranquilla dopo tutto quel tempo nel Mondo Digitale!” Si lamentò Mimi.
“Benvenuta nel mondo di noi eroi.” La prese in giro Jiro, per poi far inserire nella gamba uno dei jack che gli fungevano da lobo. “Tappatevi le orecchie!”
Dalla sua gamba partì subito un’onda sonora che colpì in pieno il Digimon avversario, il quale chiuse gli occhi e arretrò di qualche metro.
“Saranno anche grandi e grossi, ma a quanto pare i Digimon hanno le nostre stesse debolezze!” Esclamò la ragazza, sorridendo, per poi fermarsi quando vide Togemon caricare contro DarkTyrranomon, riuscendo a colpirlo nel suo momento di debolezza.
Mimi osservava la scena senza riuscire a nascondere la propria ammirazione verso quei ragazzi che l’affiancavano.
Lei aveva sempre mostrato la sua paura per i combattimenti, mentre loro, nonostante si fossero ritrovati assieme a lei in un combattimento contro un Digimon feroce, avevano impiegato solo pochi secondi per entrare in azione.
“Siete tutti fantastici…” Mormorò, mentre DarkTyrranomon reagiva all’attacco di Togemon.
I tre studenti si voltarono a guardarla.
“Beh, non siamo noi ad avere un gigantesco cactus pugile come partner.” Disse Hanta.
“Però tu puoi sparare nastro adesivo dalle braccia, Momo può creare quello che vuole e Jiro non avrà mai problemi di audio.” Replicò Mimi. “Io invece cosa sono? Una ragazzina viziata che pensa solo a sé stessa.”
“Davvero? Non lo avrei detto.” Disse Momo. “Da figlia di una nota famiglia ricca, non mi sono mai posta alcun problema. Volevo fare l’eroina e ho avuto subito una raccomandazione per entrare a scuola. Non ho mai avuto alcun problema a ottenere quello che volevo, e non solo per il mio Quirk.”
Mimi la guardò sorpresa.
“Non pensare a te in questo modo. Sono sicura che i tuoi genitori non sarebbero d’accordo, no?” Chiese Jiro.
La Prescelta della Purezza pensò ai suoi genitori, chiedendosi se fossero già venuti a conoscenza della sua assenza, e quanto potevano essere preoccupati.
“Solo perché vuoi una vita tranquilla non significa che sei totalmente viziata. Sei giunta qui per aiutare Midoriya e impedire a quel Digimon di danneggiare il nostro mondo, no? Questo basta a renderti degna di venire definita possibile eroina!” Aggiunse Hanta, sorridendole.
Mimi li guardò uno ad uno, per poi annuire, lasciando che una silenziosa lacrima scendesse lungo la guancia.
“Sì… è vero… devo decidermi a svegliarmi.” Disse, per poi spalancare gli occhi quando il suo Digivice s’illuminò, diventando verde e scagliando un raggio di luce che passò attraverso il Medaglione, per poi raggiungere Togemon.
Tuttavia, a differenza degli altri Digimon non s’illuminò, ma il ciuffo di capelli che aveva in testa cambiò forma, trasformandosi in un fiore.
Questi sbocciò immediatamente, rilasciando dal suo interno una pioggia di petali rosa.
E pochi secondi dopo, dal suo centro uscì quella che poteva essere definita solo come una fata dalle dimensioni umane, la quale dispiegò le ali e si allontanò dal fiore, il quale di dissolse nel nulla assieme al corpo di Togemon.
Lillymon restò in volo, sorridendo a Mimi, la quale poté solo guardarla con gli occhi che brillavano di meraviglia.
“Non so voi, ma vince solo per la scenografia!” Esclamò infine Jiro.
Il Digimon fata continuò a sorridere, per poi volare verso il suo avversario, creando dal nulla una collana di fiori che lasciò cadere attorno alla testa del Digimon.
DarkTyrranomon ruggì, per poi placarsi pochi istanti dopo.
“Cos’è successo?” Domandò Momo, mentre Lillymon li raggiungeva.
“Ho fatto sparire tutta l’aggressività presente in lui. Non farà più del male a nessuno.”
 

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Katsuki saltò indietro usando un’esplosione come propulsore, trascinando di peso un incredulo Koushiro, mentre poco lontano da loro Eijiro, ora con la pelle dura come la roccia, prendeva in pieno AtlaKabuterimon colpito da un Raremon.
“Tsk. Tra tutti i migliaia di Digimon che devono esistere, proprio uno che doveva ricordarmi quello lì.” Si lamentò Bakugo, atterrando e lasciando cadere a terra il Prescelto della Conoscenza, che si lamentò per l’improvviso incontro con l’asfalto.
“Qual è il tuo problema?!” Esclamò Koushiro.
“Nulla che una comparsa come te debba sapere. Ora scusami, ma ho un mostro da far esplodere.”
“Per te è tutto così, vero?” Chiese il bambino, rialzandosi e facendo fermare lo studente.
“Come, scusa?”
“Izuku ci ha raccontato di come una volta eri suo amico. E di come sei diventato il suo bullo. Tutto perché non aveva mai manifestato il suo Quirk.”
“Cosa su cui ovviamente ha mentito! O non hai visto quando ha fatto volare quel fottuto mammut con un solo pugno?!”
Koushiro sussultò a quelle parole. Certo che non gli era sfuggito. Ma era sicuro che Izuku non avesse mentito su quello. La sofferenza che mostrava mentre confessava di provenire da un mondo con superpoteri e di come lui fosse nella minoranza di persone prive di capacità straordinarie era reale. Eppure da un giorno all’altro aveva manifestato anche lui un potere.
Il bambino spalancò gli occhi.
“Non è passato giorno in cui non mi sono pentito di quelle parole. Sono stato ipocrita, lo riconosco. E tu mi hai dimostrato quanto fossi in errore, giovane Midoriya. Dopo vorrei parlarti in privato, se sei d’accordo. L’invito è esteso anche al tuo Digimon ovviamente.”
Le parole che All Might aveva rivolto a Izuku e Leomon il giorno prima gli tornarono in mente.
Forse All Might era in qualche modo responsabile? Dopotutto, il potere che aveva mostrato Izuku era incredibilmente simile al suo. Senza contare che All Might aveva mostrato evidenti segni di debolezza, e Izuku era già a conoscenza di ciò.
Aggiungendo il fatto che i cattivi avevano detto che l’eroe aveva passato un intero anno a cercare Izuku, le domande nella mente di Koushiro non facevano che aumentare. Possibile che il senso di colpa bastasse per giustificarlo? O c’era un altro motivo?
Inoltre, Izuku aveva sempre e solo menzionato la madre, e non aveva mai nominato il padre.
“Possibile che…” Mormorò a bassa voce, mentre Katsuki sbuffava.
“Se c’è una cosa che odio è venire preso in giro!” Continuò il ragazzo esplosivo. “E mi assicurerò che Deku stavolta lo capisca a pieno!”
“Izuku non ha mai usato il suo Quirk prima.” Disse Koushiro, costringendosi a interrompere la linea di pensiero. “E siamo finiti in situazioni di vita o di morte più volte.”
“Per piacere, non prendermi in giro. Se mostri come quello è il massimo che avete affrontato, allora non è nulla.”
“Il nostro primo vero e proprio nemico si chiamava Devimon.” Lo interruppe il bambino, tirando fuori il suo computer e mostrandogli l’immagine dall’analizzatore. “Il suo potere era enorme ed era in grado di sottomettere chi veniva colpito dai suoi ingranaggi al suo volere! Leomon stesso è rimasto ai suoi ordini contro la sua volontà per diverso tempo.”
“E allora?”
“Izuku non sapeva ancora che Leomon era il suo Digimon partner. Si sentiva inutile perché non poteva aiutarci, ce lo ha detto chiaramente. Eppure sai cos’ha fatto?”
“Fammi indovinare: è rimasto in disparte ad osservare i vostri mostriciattoli combattere?”
“No. Si è fatto aiutare da un altro Digimon ed è letteralmente saltato addosso a Devimon, diventato grande come una montagna, nella speranza di usare il suo Digivice per indebolirlo. E ha funzionato, anche se solo per pochi secondi! E non ha usato alcun potere!”
“Allora quel Devimon non era poi così forte.”
Koushiro chiuse di colpo il computer. “Non farti sentire dire questo da nessun altro. Soprattutto da Takeru.”
“Il più piccolo di voi? E perché?”
“Il suo Digimon si è sacrificato per sconfiggere Devimon. È vero, è tornato in vita, ma è letteralmente ripartito da zero. I resti di Angemon si sono trasformati in un uovo.”
“Devimon contro Angemon? Cos’è, una presa in giro? Ora so che non è vero.” Disse Katsuki, per poi sbuffare quando AtlaKabuterimon riuscì a colpire Raremon, facendolo dissolvere in pixel. “Ecco, e ora grazie a te ho perso la mia occasione per dimostrare le mie capacità.”
“È davvero tutto quello che ti interessa?!” Gli urlò contro Koushiro. “Pensi solo a combattere?”
“Io diventerò il prossimo eroe numero uno! E non permetterò a nessuno di intralciarmi! Né a un cattivo fatto di fango, né a un gruppo di mocciosi affiancati da mostri e soprattutto non da Deku!”
“Ma che bel spirito combattivo. Certo, come carattere mi ricordi un certo esserino incapace, ma almeno tu hai del potenziale.” Disse una voce.
Prima che qualcuno potesse reagire, in mezzo allo spazio che divideva Koushiro e Katsuki apparve come dal nulla una ragazza dai lunghi capelli bianchi, i quali erano raccolti in una sottile coda, la quale si concludeva con un anello dorato e tre punte viola.
La ragazza indossava uno smanicato giallo e i suoi pantaloni coprivano solo una gamba, mentre l’altra era libera.
“E quella chi è?” Domandò Kirishima, raggiungendoli affiancato da AtlaKabuterimon.
La ragazza sospirò, per poi saltare in alto e scomparire, riapparendo proprio di fronte al Digimon, al quale rifilò un calcio sufficientemente forte da farlo schiantare a terra.
Poi, senza attendere oltre, rivolse la sua attenzione al ragazzo dai capelli rossi, che riuscì a indurire la sua pelle giusto prima di ricevere un pugno, che nonostante la sua resistenza riuscì a farlo volare via di diversi metri.
“E tu chi diamine sei?!” Urlò Katsuki, decollando verso di lei, solo per vederla sparire e riapparire alle sue spalle.
“Non ti interessa il mio nome. Devi solo rispondere a questa domanda: tu conosci Midoriya Izuku?”
“Deku? Vorrei non conoscerlo, ma purtroppo è così. Non dirmi che anche tu sei interessata a lui come quel vampiro da quattro soldi e-”
Il ragazzo non riuscì a finire la frase che un pugno si scontrò con la sua mascella, facendolo volare via e atterrare poco lontano.
“Non insultare il Maestro Vamdemon. Un misero umano come te non ne è in grado.”
A quelle parole Koushiro la guardò incredulo.
“Sei dalla parte di Vamdemon?” Chiese. “Ma perché? Sei un’umana come noi!”
A quelle parole la ragazza rivolse la sua attenzione al Prescelto della Conoscenza. “Davvero?” Domandò dopo qualche secondo, prendendo tra le mani la coda di capelli, portandosela davanti agli occhi. “E con ciò?”
Mentre diceva ciò, un banco di nebbia cominciò a ricoprire tutto quanto.
“Oh, bene. L’incantesimo è terminato.” Disse la ragazza, sorridendo.
“Incantesimo? Cos’è, ora tirate in ballo anche la magia?” Esclamò Katsuki, rialzandosi.
“L’incantesimo di Maestro Vamdemon non è paragonabile alla semplice magia. Ha poteri che non puoi immaginare. Non ancora.”
“Che cosa vuoi da noi?”
“Da te nulla, Prescelto della Conoscenza. Ma sono effettivamente qui per uno di voi.”
Detto ciò indicò il suo obiettivo: “Katsuki Bakugo, gioisci! Il Maestro Vamdemon ha mostrato interesse nei tuoi confronti e desidera incontrarti personalmente.”
“Come se mi interessasse!” Urlò lui, partendo di nuovo all’attacco.
Solo per fermarsi quando il pugno della ragazza si scontro violentemente con il suo stomaco.
“Non era una richiesta.” Si limitò a dire lei, mentre lo studente sveniva tra le sue braccia.
“B-Bakugo…” mormorò Kirishima, cercando di rialzarsi ma senza risultati, mentre AtlaKabuterimon s’illuminava e tornava Motimon.
“Bene, e con questo ho finito. Alla prossima, perdenti.”
E senza aggiungere altro, la ragazza e Katsuki scomparvero nel nulla.
 

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“Siamo finiti piuttosto lontani da dov’eravamo prima.” Disse Tenya, mettendo via il cellulare. “Anche con i mezzi, ci vorrà un bel po’ per tornare alla scuola.”
“Cavoli… E io che speravo di non essere coinvolta di nuovo in un altro attacco da parte di Villain…” Mormorò Ochaco, sospirando.
“Beh, ci conviene sbrigarci.” Fece Yamato. “Non sappiamo che cosa sta succedendo, e hai detto che nessuno dei vostri compagni risponde, esatto?”
Il ragazzo occhialuto annuì. “Potrei correre a vedere… ma anche usando la mia velocità non cambierebbe molto.”
“Ehi Takeru, tu sapevi che Izuku era diventato così forte?” Domandò Patamon al suo partner, che scosse la testa.
“No, ma è stato fantastico!”
“Era davvero la prima volta che usava il suo Quirk?” Chiese sorpreso Iida.
“Ci ha sempre detto che non ne aveva uno.” Rispose Gabumon.
“Ho sentito che in rari casi può capitare che un Quirk si risvegli più tardi della norma. Ma considerando che la media è intorno ai quattro anni…”
“E tu cosa puoi fare?” Domandò Il Prescelto dell’Amicizia, guardando la ragazza, che sorrise.
“Posso annullare la gravità di tutto ciò che tocco. Ma più è pesante l’oggetto, più fatico.”
“Oh, allora è quello che hai fatto ieri con il vostro insegnante, esatto?” Fece Takeru, ricevendo una conferma silenziosa.
“Ehi!” “Fermi!” “Ladri!”
Diverse urla attirarono l’attenzione dei ragazzi e dei Digimon, i quali videro diverse persone correre verso di loro.
Ma l’attenzione della folla era rivolta a due Digimon, un Gotsumon e un Pumpkimon, i quali tenevano tra le braccia diversi dolciumi e avevano sul volto un sorriso.
“Non ci prenderete!” Urlarono, superando di corsa studenti e Bambini Prescelti.
“… Quelli erano dei Digimon?” Mormorò Gabumon, non riuscendo nemmeno lui a credere alla scena appena vista, mentre la folla continuava l’inseguimento.
“Ma aspettate, non avevate detto che gli unici Digimon oltre ai vostri che sono giunti nel nostro mondo fanno parte dell’esercito di Vamdemon?”
“Infatti è così. Ma ci stavamo annoiando!” Rispose Gotsumon, il quale era appoggiato al muro dietro di loro, con le braccia dietro la testa, affiancato dal suo compagno.
Iida saltò subito indietro, imitato pochi istanti dopo dagli altri.
“Tranquilli, non ci interessa attaccarvi.” Fece Pumpkimon, mandando giù in un sol boccone un cono gelato. “Non avevamo idea che il mondo degli umani fosse così grandioso! Perché mai il grande Vamdemon vuole distruggerlo è un mistero.”
A quelle parole i ragazzi spalancarono gli occhi.
“D-Distruggerlo?” Ripeté Uraraka, deglutendo.
“Così ha detto. Dopo essersi occupato di Midoriya, procederà a cancellare tutti gli umani e si impossesserà di questo mondo.”
“È anche peggio di quanto credessimo!”
“Ma penso che ci tireremo indietro.” Fece Gotsumon. “Come abbiamo detto, troviamo che questo mondo sia fantastico! Ci sono un sacco di cose deliziose e divertenti!”
“D-Davvero?” Chiese sorpreso Gabumon.
“Certo! Ci siamo uniti al suo esercito solo perché quel PicoDevimon ci ha implorato, e non avevamo niente di meglio da fare.”
“Allora venite con noi!” Esclamò Ochaco, facendo voltare tutti verso di lei.
“Uraraka, che stai dicendo?” Domandò Iida.
“Beh, non vogliono aiutare Vamdemon, no? E noi non abbiamo idea di come sia realmente il suo esercito. Ma con il loro aiuto, gli eroi professionisti avrebbero un vantaggio!”
“Ma ci eliminereste subito dopo, non è vero?” Domandò Gotsumon.
“Cosa? E perché dovremmo farlo? Se ci aiutate, verrà tenuto in considerazione!” Esclamò Iida, concordando con il piano della compagna. “Se tutto quello che avete fatto di male da quando siete arrivati qui è stato davvero solo qualche furto, allora sono sicuro che verrete perdonati in cambio di quelle informazioni!”
I due Digimon si guardarono tra di loro, per poi annuire. “Allora va bene!”
“Perfetto! Ora, speriamo solo che questa nebbia che sta salendo non interrompa i servizi pubblici e-”
Ma Ochaco s’interruppe quando vide il compagno di classe guardarsi attorno con aria preoccupata.
“La nebbia non è normale in questa stagione… E soprattutto, non con il sole che c’era fino a poco fa.” Disse lui. “Ora non si vede quasi più.”
A quelle parole i due Digimon cominciarono a tremare.
“Oh no… L’ha finito!” Esclamò Pumpkimon, terrorizzato.
“Ha finito che cosa?”
Ma la domanda del Prescelto della Speranza ottenne la risposta sotto forma di un’ombra che li investì.
Sotto lo sguardo terrorizzato dei Digimon e dei Bambini Prescelti, e quello confuso delle persone presenti in strada, Vamdemon atterrò sulla cima di un lampione.
“Parla dell’incantesimo che mi permette di muovermi in pieno giorno ignorando il Sole.” Rispose lui, per poi rivolgere uno sguardo gelido ai due suoi sottoposti. “E pare giusto in tempo per occuparmi di due traditori.”
“Q-Quello è…” Balbettò Ochaco, indietreggiando.
“Il grande Vamdemon!” Conclusero per lei i due Digimon, imitandola.
“Ho sentito tutto quanto. E non mi interessa avere al mio servizio Digimon come voi.”
Detto ciò spalancò il mantello e portò in avanti le mani, creando dal nulla decine di pipistrelli, che cominciarono ad avvolgere i due, nascondendoli alla vista.
Prima che qualcuno potesse intervenire, un pezzo di roccia di Gotsumon e l’ascia in testa a Pumpkimon caddero a terra, per poi dissolversi nel nulla, mentre i pipistrelli tornavano indietro dal loro padrone, senza lasciare nulla alle loro spalle.
L’urlo di una donna riempì l’aria, dando il via a un fuggi fuggi generale in preda al panico più totale.
Yamato chiuse le mani in pugni.
“Erano tuoi sottoposti!” Urlò. “Come hai potuto fare una cosa del genere?!”
“Erano solo dei buoni a nulla, e li ho trattati come tali. Anche se almeno mi hanno portato a due Bambini Prescelti.”
Ochaco e Iida si misero subito davanti ai due prescelti, alzando le braccia in una posizione difensiva.
“Ci avevano detto che eri cattivo… ma sei spregevole!” Esclamò Iida.
“Oh, sono desolato. Significa che non mi sono dato sufficientemente da fare.” Rispose sarcastico il vampiro digitale, sorridendo. “Ma non preoccupatevi. Mi occuperò anche di voi umani.”
Detto ciò evocò la sua frusta di fuoco, che scagliò subito contro i due studenti, i quali si prepararono a riceverla, solo per vederla intercettata da WereGarurumon.
I due si girarono, vedendo Yamato con il Digivice Blu che tremava in mano e uno sguardo pieno di rabbia sul volto.
“Ti fermeremo qui e ora! Vai WereGarurumon!” Urlò il Bambino dell’Amicizia, mentre il suo Digimon ululò e caricò contro Vamdemon, che tuttavia lo buttò in aria con un solo pugno.
“Sciocchi! Non siete alla mia altezza. E nemmeno questo mondo pieno di eroi ridicoli può fermarmi!”
“Su questo siamo d’accordo.” Disse una voce, che anticipò un pugnale che colpì il Digimon su un braccio, tuttavia senza fargli versare una sola goccia di sangue.
Subito dopo un tizio vestito da mercenario con una lunga sciarpa rossa che penzolava dal collo atterrò in mezzo a loro, mentre con la lingua si puliva le labbra.
“Mi stavo chiedendo chi fosse il responsabile di questa nebbia. Non mi aspettavo certo di trovare un vampiro.” Disse lui, sorridendo. “Ma mentre concordo con te sul fatto che la maggior parte degli eroi siano falsi, ce n’è uno che è la vera incarnazione dell’eroismo.”
“E tu chi saresti?” Domandò Vamdemon. “Un altro di quei eroi da quattro soldi?”
“Non mi hai ascoltato? Li considero spazzatura, ad eccezione di All Might. Per questo mi sto occupando personalmente della loro rimozione… definitiva.”
A quelle parole Iida e Ochaco spalancarono gli occhi.
“T-Tu sei… lo Stermina-Eroi! Stain!” Esclamò la ragazza della gravità.
“E dalla vostra divisa voi siete dei mocciosi della UA. Altri falsi eroi in allenamento. Ringraziate che non avete ancora una licenza, o sareste stati dei miei obiettivi. Ma ora temo di dover interpretare io il ruolo dell’eroe. Il lupo è con voi?”
Per tutta risposta WereGarurumon si rialzò, per poi correre di nuovo contro Vamdemon, cercando di colpirlo ma mancandolo quando questi si alzò in volo, distruggendo al suo posto uno stand di ramen che si trovava alle sue spalle.
“Lo prendo per un sì. Qual è il Quirk del vampiro?”
“Non è umano.” Rispose Takeru. “È un Digimon, viene da un altro mondo!”
Stain spalancò gli occhi per un istante, per poi socchiuderli.
“Capisco. Allora è per questo che il mio pugnale non l’ha ferito.”
Dicendo ciò tirò fuori dal fodero sulla schiena la sua katana, per poi saltare contro Vamdemon, che si limitò a fermarla con una mano.
“E non hai nemmeno sangue, eh? Questo complica un po’ le cose.”
“Credi davvero di potermi fare del male, umano?” Domandò infastidito il vampiro, per poi dargli un calcio e farlo volare a terra, in direzione di Takeru, che urlò dalla paura.
“Takeru!” Urlò Patamon, per poi illuminarsi, riempiendo con la sua luce l’intera strada.
Pochi istanti dopo, Takeru si sentì sollevare da Angemon, appena in tempo per evitare di venire colpito dalla schiena di Stain, che rovesciò a terra.
“C-Che cosa…?” Fece incredulo Iida, guardando il nuovo Digimon.
“Patamon è riuscito a evolvere di nuovo!” Esclamò Yamato, ringraziandolo silenziosamente per aver salvato il fratello.
“Un Angemon?!” Disse invece Vamdemon, indietreggiando sotto la luce del Digimon angelico, che atterrò a terra per lasciar scendere Takeru.
“Angemon! Sei tornato!”
Il Digimon annuì, per poi voltarsi verso il loro avversario.
“Aspettate, quello è Patamon?” Domandò Ochaco, non riuscendo a credere ai suoi occhi. “Incredibile!”
“Vamdemon.” Disse Angemon, per poi alzarsi in aria con un battito d’ali, fermandosi di fronte al vampiro. “Arrenditi. Non puoi vincere contro di noi.”
“Puoi sperarlo, ma non succederà!” Replicò lui, per poi lanciare di nuovo i suoi pipistrelli, mentre Angemon e WereGarurumon rispondevano con i rispettivi attacchi.
La strada s’illuminò a giorno non appena gli attacchi si scontrarono, provocando una sfera d’energia che scagliò a terra tutti i presenti.
Quando riuscirono a riaprire gli occhi, videro Vamdemon allontanarsi in volo, mentre Angemon e WereGarurumon restarono sospesi in aria per qualche secondo, per poi illuminarsi e tornare ad essere Gabumon e Patamon, cadendo così a terra privi di sensi.
Stain si rialzò, per poi sputare a terra e saltare via sui tetti.
 

~~~~~~~~~~~


 
“Urgh… Che cosa…” Mormorò Izuku, aprendo gli occhi.
“Tranquillo.” Disse Leomon, il quale si trovava seduto al suo fianco. Anche se seduto forse era dire troppo.
Infatti i due si trovavano letteralmente sospesi nel vuoto, e attorno a loro c’era solo uno spazio bianco.
“Dove siamo?!” Esclamò Izuku, facendo per alzarsi, per poi spalancare gli occhi quando scivolò in avanti.
Ma la sua sorpresa era dovuta al fatto che il suo braccio, che era sicuro essersi rotto nell’usare One For All, ora era miracolosamente tornato sano come prima.
“Come-”
“Mi sono permesso di curarti mentre eri privo di sensi. Dato che sei svenuto subito, era chiaro che quel colpo era decisamente oltre la tua portata.” Disse una voce. “Non che non sia sorpreso, visto che fino a poco fa ero convinto che, nonostante tu provenissi da questo mondo, fossi privo di poteri.”
Izuku si voltò verso la fonte della voce, ritrovandosi a guardare il ragazzo di prima, il quale era anche lui seduto a gambe incrociate.
“Tu chi sei?”
“Come, nemmeno un grazie?”
“Prima vorrei sapere se ho di fronte un nemico o un alleato!”
Il ragazzo sorrise. “Nessuno dei due. Agisco solo per me e per coloro che mi sono cari.”
Detto ciò schioccò le dita, lasciando che alle sue spalle sette schermi apparissero dal nulla, mostrando al loro interno gli altri Bambini Prescelti.
“Cosa… Cosa vuoi da noi?” Esclamò Midoriya, lasciando che il suo nuovo Quirk cominciasse a diffondersi attraverso il suo corpo.
“Izuku, tranquillo.” Disse Leomon. “Se avesse voluto farci del male, non ti avrebbe curato e se ne sarebbe già occupato.”
“Ma chiaramente ha qualcosa in mente!”
“Certamente.” Rispose il ragazzo. “Ma al momento né tu né il tuo Digimon partner potete farci nulla. Ma non temere, nei miei piani non rientra l’eliminazione dei Bambini Prescelti.”
“E allora perché ci hai separati?”
“Come si dice, inganna gli amici per ingannare i nemici.” Rispose lui. “È proprio per la mia più cara amica che sto facendo tutto questo, anche se lei lo ignora. Ed è per questo che mi serve il tuo aiuto, Midoriya Izuku.”
Il ragazzo dai capelli verdi deglutì, facendo sparire l’energia. “E di preciso che cosa vuoi che faccia?”
Il ragazzo si alzò, per poi tirare fuori da una tasca un Medaglione.
“Voglio che tu consegni questo al vero ottavo Bambino Prescelto. Ossia la bambina che ti sei trascinato dietro per il Mondo Digitale.”

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Capitolo 12
*** La richiesta del mago ***


Capitolo 12
La richiesta del mago


Izuku fissò in silenzio il ragazzo di fronte a lui, soffermandosi sul Medaglione.
“Cos’hai detto?” Chiese Leomon.
“So che state proteggendo la bambina. E sono d’accordo con la vostra scelta.”
A quella frase, Izuku e Leomon si guardarono, per poi rivolgere di nuovo la loro attenzione sull’albino.
“Come sei a conoscenza di tutto questo? Chi sei?” Domandò Midoriya.
Il ragazzo sorrise. “Immagino sia giusto che dubitiate di me. Ho scelto quest’aspetto per passare più inosservato… ma immagino sia meglio mostrarvi chi sono davvero.”
Detto ciò portò in avanti una mano e pochi istanti dopo uno scettro magico apparve tra le dita.
Senza aspettare oltre, cominciò a pronunciare delle parole in una lingua sconosciuta, lasciando che dallo scettro uscissero letteralmente delle righe di codice binario, che lo avvolsero fino a creare un enorme uovo composta da 0 e 1.
Quando questi scoppiò, rivelò al posto del ragazzo Wizardmon, il quale abbassò lo scettro.
“Che cosa?!” Esclamò Izuku, guardandolo con gli occhi spalancati. “Un Digimon?! E sei uno di quelli che erano presenti nel castello di Vamdemon!”
Wizardmon alzò una mano in segno di resa, mentre con l’altra gli lanciò il Medaglione, che il ragazzo afferrò al volo per istinto.
“Vamdemon ne ha consegnato uno a ciascuno dei suoi sottoposti.” Spiegò alla silenziosa domanda. “Ma non si è mai accorto che ho sostituito l’originale in suo possesso. Quello è il vero Medaglione della Luce. Consideralo una prova della mia buona fede. Odio Vamdemon quanto voi.”
Izuku alzò il Medaglione, per poi guardare il suo partner, che annuì.
“Ho incontrato Wizardmon molto tempo fa.” Rispose Leomon. “Non mi era parso malvagio, nonostante per chi lavorasse.”
“Ho seguito gli ordini di Vamdemon per un solo motivo. Ed era ripagare un debito verso una mia cara amica, che mi salvò la vita.”
“E chi sarebbe?”
“Tailmon. Mi ha salvato la vita, e io gli ho promesso che l’avrei aiutata in qualsiasi cosa. Oltre al fatto che mi ricorda una mia ancora più vecchia conoscenza.”
Detto ciò agitò lo scettro, creando altri sei cerchi magici, al cui interno era possibile vedere altri ragazzi e Digimon, ma nessuno di loro famigliare al duo.
In uno c’era un bambino affiancato da un dinosauro rosso, i quali si stavano abbracciando mentre ridevano.
In un altro c’era un gruppo di sei bambini, nessuno con un Digimon al suo fianco ma tutti pronti ad affrontare quello che sembrava a tutti gli effetti un angelo bambino
Nel terzo invece c’era un ragazzo davanti ad un Agumon più grande di quello di Taichi, i quali partirono uno contro l’altro, colpendosi a vicenda con un pugno.
Nel successivo invece c’era un ragazzino, il quale alzò una specie di cellulare, facendo uscire da esso centinaia di Digimon che si posizionarono alle sue spalle, pronti a combattere.
In quello dopo un ragazzo dai capelli verdi e un grosso paio di occhiali gialli sopra essi stava fissando un ragazzo dai capelli rossi, entrambi con a fianco una creatura digitale.
E nell’ultimo un ragazzino dai capelli castani stava fissando sorpreso un piccolo Digimon vagamente simile a un triceratopo completamente bianco.
“C-Che cosa… Chi sono?” Domandò Izuku, guardando i vari gruppi di ragazzi e ragazze.
“Gli eroi di altri Mondi Digitali che ho avuto modo di osservare.” Rispose Wizardmon. “Ne esistono più di quanti possiate immaginare, e in ognuno di essi un gruppo di Bambini Prescelti interviene sempre, anche se non sono chiamati così.”
Midoriya e Leomon continuarono a guardare sorpresi l’interno dei cerchi, dove si poteva effettivamente notare che ogni umano aveva in suo possesso una diversa versione di Digivice.
“Ho vagato per molto tempo in questo posto, ma infine sono riuscito a capire come muovermi al suo interno.” Continuò Wizardmon. “Questo posto è lo spazio che divide i vari Mondi Digitali. In seguito a una battaglia, sono stato scaraventato al suo interno, e per molto tempo mi sono ritrovato a vagare in esso, senza una meta.”
Izuku e il suo Digimon restarono in silenzio ad ascoltarlo.
“Allora tu vieni da un altro Mondo Digitale, esatto?” Domandò infine l’umano.
“Proprio così. Non vi dirò i dettagli perché non è giusto rivelare troppe informazioni sugli altri mondi, ma vi basti sapere che ho affrontato le forze del male insieme a molti altri Digimon. Ma non posso più tornare a casa. Il passaggio verso il mio mondo si è chiuso definitivamente.”
“Perché ci stai aiutando?” Domandò Leomon. “Hai detto che stai seguendo Tailmon per ripagare il debito nei suoi confronti, ma questo non sarebbe un tradimento?”
Sotto la bandana di Wizardmon fu quasi possibile vedere un sorriso.
“E per lei che sto facendo tutto questo. Non si direbbe, ma Vamdemon ha torturato per molti, molti anni Tailmon, fin da quando il suo Digitama si è schiuso. Questo perché non è sempre stata la docile servitrice che ora mostra di essere.”
“Davvero? Da quel che ho visto di Tailmon, è una dei Digimon più fedeli a Vamdemon.” Replicò Izuku.
“Non lasciarti ingannare dalle apparenze. Lo serve perché è più forte di lei, e sa che la potrebbe cancellare in qualsiasi momento. Tuttavia, io sono a conoscenza di qualcosa che sia Vamdemon che Tailmon ignorano.”
“E sarebbe?”
“Tailmon è il Digimon del Bambino Prescelto a cui appartiene quel Medaglione.” Rispose Wizardmon, facendo spalancare gli occhi agli altri due.
“C-Cosa?!” Esclamò Midoriya, non riuscendo a credere alle proprie orecchie.
“Esatto. E so per certo che Tailmon sta ancora cercando quel qualcuno che mi ha detto di sentire di dover incontrare. E quel qualcuno è la bambina che ha viaggiato al tuo fianco. Vi abbiamo seguito per un po’ di tempo durante il vostro viaggio, e l’ho visto: l’interesse inconsapevole e incondizionato di Tailmon nei confronti di una bambina umana apparentemente insignificante. E lì ho capito la verità. Nel momento in cui Tailmon le parlerà, il legame tra di loro si completerà. E la sua felicità sarà il saldo del mio debito nei suoi confronti.”
Izuku guardò negli occhi il Digimon, cercando di capire se stava mentendo. Tutto ciò che vide furono due occhi verdi stanchi.
“Ci tieni proprio a lei, vero?” Domandò infine, sospirando, per poi mettersi attorno al collo il Medaglione. “Ti credo, e ti ringrazio. Mi assicurerò di aiutarti con tutto me stesso nella tua missione! Sei con me, vero Leomon?”
Il Digimon sorrise, per poi annuire.
“Grazie.” Rispose il Digimon mago, chinando leggermente la testa.
“Come pensi di fare però? Dubito che Tailmon ti seguirà senza fare domande. Senza contare che al momento ci sono praticamente tutti gli eroi allertati e pronti a combattere qualsiasi Digimon senza un umano come partner.”
“Beh, allora è una fortuna che abbia usato su di lei lo stesso incantesimo che ho usato prima. In questo momento sembra un’umana in tutto e per tutto. E a questo proposito… devo chiederti scusa, Midoriya.”
Il verde sbatté le palpebre. “Per che cosa?”
“Ho dovuto far credere a Vamdemon di essere dalla sua parte. Per quello ho mandato i vostri amici a combattere altri Digimon. Sfortunatamente, anche Tailmon ha partecipato a questi scontri, con un obiettivo preciso… catturare l’umano chiamato Katsuki Baguko. Missione che ha portato a termine.”
Izuku spalancò gli occhi.
“Perché? Perché avrebbe dovuto rapire Kacchan? Non è un Bambino Prescelto!”
“So solo che è perché ti conosce. Forse spera di poter scoprire di più sul tuo conto.”
Il ragazzo restò in silenzio per qualche secondo, per poi sospirare. “Immagino non mi resti altro che sperare nella determinazione di Kacchan.” Disse infine. “Ha sempre voluto essere un eroe tanto quanto me. Per quando dica di odiarmi, non mi venderebbe mai a dei cattivi, soprattutto se questo significherebbe coinvolgere la mia famiglia.”
Wizardmon restò in silenzio, come anche Leomon.
“Non riesco a capire come puoi continuare a difenderlo nonostante tutto quello che ti ha fatto passare.” Fece Leomon. “Ma immagino che anche questo significhi essere un eroe, vero?”
Izuku sorrise e annuì.
“Midoriya Izuku… sei davvero un essere unico.” Mormorò Il Digimon mago. “In ogni caso, tutti gli altri sono riusciti a sconfiggere i propri avversari o a uscirne indenni. Rimangono solo tre di loro che non sono ancora stati attaccati, e fortunatamente tra di loro c’è anche Hikari. Vi manderò da loro mentre cercherò di rintracciare Katsuki e Tailmon.”
Detto ciò alzò lo scettro, aprendo un varco davanti ai due.
“E aspetta ancora un attimo.” Aggiunse, per poi mormorare altre parole in una lingua sconosciuta, lasciando che un’aurea verde avvolgesse Izuku.
“Ho creato una barriera intorno alle tue ossa. Mi pare di aver capito che quel tuo potere abbia un effetto negativo su di te. Ma funzionerà solo per pochi colpi, quindi cerca di controllarti.”
Izuku si guardò le mani, per poi chiuderle a pugno.
“Grazie. Devo fare mio questo potere, ma ora non ne ho il tempo. Il mio mondo, la mia famiglia, i miei amici… devo difenderli! Se questo significa rompermi ogni singolo osso, allora così sia!”
Detto ciò corse dentro il varco, seguito da Leomon.
“Midoriya… il tuo potere va ben oltre quello che hai appena guadagnato.” Disse Wizardmon, chiudendo il varco. “E temo sia quel tuo potere a preoccupare davvero Vamdemon.”
 

~~~~~~~~~~~

 
Il duo uscì dal varco, solo per ritrovarsi subito una lancia di ghiaccio volare contro di loro. Lancia che fu facilmente distrutta dalla spada di Leomon.
“Izuku! Leomon!” Urlò Hikari, attirando l’attenzione dei due su di lei, Todoroki e Tokoyami, entrambi in posa di battaglia.
“Midoriya.” Fece Shoto, abbassando le mani. “Come hai fatto ad arrivare qui?”
Izuku deglutì nel guardare i frammenti di ghiaccio che poco prima avevano rischiato di trafiggerlo, per poi tornare serio.
“Beh, diciamo che sono qui per una consegna speciale.” Disse, prendendo il Medaglione della Luce e mostrandolo, mentre il varco alle sue spalle si chiudeva.
“Quello è-” Fece Hikari, spalancando gli occhi.
“Non tutti i Digimon di Vamdemon sono dalla sua parte.” Si limitò a dire il ragazzo, raggiungendola e consegnandole il Medaglione, che brillo non appena toccò le sue mani. “E presto libereremo la tua partner.”
Hikari lo guardò, lasciando che alcune silenziose lacrime cominciassero a scendere dagli occhi. “Hai scoperto chi è?”
Izuku si limitò ad annuire.
“Midoriya… I rapporti su di te dicevano chiaramente che eri privo di Quirk.” Fece Todoroki. “Ti andrebbe di spiegarci che cos’è successo prima? Hai colpito quel mammut con un pugno facendolo volare via. Non è certo qualcosa che uno privo di Quirk può fare.”
Izuku si girò, ridendo nervosamente.
“Izuku ha scoperto di avere quel potere mentre si allenava con me.” Rispose Leomon, incrociando le braccia, mentre guardava Hikari sperando comprendesse il silenzioso messaggio. “A quanto pare, il suo viaggio nel Mondo Digitale gli ha permesso di risvegliare il suo Quirk, che fino a quel momento era rimasto dormiente. Non aveva detto nulla perché non è ancora riuscito a controllarlo.”
“Per quello il tuo braccio sembrava essersi rotto prima?” Chiese Tokoyami.
“Già…”
“Ma davvero, Deku?” Fece una voce alle loro spalle.
Tutti si girarono, ritrovandosi a guardare Bakugo, che teneva lo sguardo verso terra.
“Kacc-”
“Per tutti questi anni… non hai fatto altro che prendermi in giro, vero?” Lo interruppe il ragazzo esplosivo. “Beh, non che sia una sorpresa… sei un bugiardo seriale.”
“Kacchan?” Fece Izuku, sorpreso. “Che cosa stai dicendo?”
“Ti sei divertito a farmi credere di essere incapace? A interpretare la parte del debole bambino privo di Quirk?”
Leomon estrasse nuovamente la sua spada. C’era qualcosa di strano, e il suo istinto stava suonando l’allarme in proposito.
“Bakugo, che stai dicendo?” Domandò Fumikage.
“Sta zitto, testa d’uccello!” Gli urlò contro il compagno. “Questo riguarda solo me e Deku!”
Katsuki alzò lo sguardo, mostrando due occhi privi di emozioni.
“Mi è stato spiegato tutto quanto… nuovo One For All.” Disse infine, facendo spalancare gli occhi a Izuku e Leomon. “Dimmi… come ci si sente a essere il nuovo All Might? Anche se il fatto che tu non riesca a controllare il suo potere deve farti sentire piuttosto giù di morale. Ma quella tua testa da nerd starà sicuramente cercando di trovare un modo per risolvere quel problema, non è forse così?”
“D-Di che stai parlando Kacchan?”
Il ragazzo provocò due esplosioni dalle mani.
“Devo essere più chiaro? Sto parlando del fatto che All Might ieri ti ha passato il suo Quirk, ritenendo per qualche motivo noto solo a lui che tu fossi la persona più adatta per riceverlo!”
Todoroki e Tokoyami spalancarono gli occhi, guardando Izuku, come stava facendo anche Hikari.
Il ragazzo dai capelli verdi deglutì.
“N-Non ho idea di cosa stai parlando, Kacchan… Non si può ereditare un Quirk in quel modo. E poi perché All Might avrebbe dovuto scegliere proprio me, se fosse così?”
“E perché un ragazzino privo di poteri sarebbe stato scelto per viaggiare nel Mondo Digitale?” Continuò Bakugo. “Eri totalmente estraneo a quel mondo… eppure ti sei messo in mezzo, aggiungendoti ad un gruppo a cui non appartenevi. L’ottavo Bambino Prescelto… è quella mocciosa, no? E allora perché ci sei anche tu?”
“Chi sei?” Esclamò Leomon, avanzando. “Non dovresti conoscere le leggende del Mondo Digitale!”
A quel punto Bakugo restò in silenzio, per poi provocare altre due esplosioni, mentre l’aria intorno a lui comincio a offuscarsi.
“Tailmon, ora!” Urlò all’improvviso.
Prima che qualcuno potesse anche solo muoversi, la ragazza che aveva rapito Bakugo apparve come dal nulla di fronte a Shoto e Fumikage, colpendoli in pieno con una serie rapida di pugni, che li fece volare contro un muro vicino.
Allo stesso tempo Katsuki sembrò quasi sparire solo per riapparire alle spalle di Leomon, con le mani in avanti pronto a colpire Izuku, che fece giusto in tempo ad assicurarsi che Hikari non venisse coinvolta prima di prendersi in volto un’esplosione che lo fece sbalzare via.
“Izuku!” Urlarono insieme la bambina e il Digimon leone, mentre la corda del medaglione del ragazzo si ruppe, lasciando cadere a terra l’oggetto, proprio ai piedi del biondo.
“K-Kacchan…” Mormorò Izuku, rialzandosi. Fortunatamente l’esplosione non era stata così forte da lasciarli danni permanenti, ma sicuramente le ustioni si stavano facendo sentire.
Il suo vecchio amico non rispose, ma si abbassò a raccogliere il medaglione, tenendolo in vista di fronte a lui.
“Quindi è questa… è questa la brutta imitazione del tuo Simbolo. Non ci hai nemmeno provato, eh?”
“Chi sei?” Esclamò il verde, guardandolo. “Non sei Kacchan, vero?”
Bakugo lo guardò, mentre un sorriso deformò i suoi lineamenti.
“Sei sempre stato attento, Izuku.” Disse. “Ma non hai del tutto ragione stavolta. Questo corpo è effettivamente quello di Bakugo Katsuki… ma al momento sono io a controllarlo.”
“E lui ne è consapevole?” Mormorò Todoroki, cercando di alzarsi e di usare il suo Quirk, solo per ricevere un altro calcio allo stomaco da Tailmon.
“Non parlare, umano.” Disse, solo per saltare via per evitare di venire colpita da un’ombra simile a un uccello, proveniente dall’altro studente.
“Oh, questa non me l’aspettavo. Un potere così oscuro per uno che vuole diventare un eroe?” Fece il Digimon in incognito, sorridendo.
“Non dare per scontato le cose.” Rispose l’ombra. “Il fatto che io sia così non significa che sia del tutto cattivo.”
Bakugo sorrise. “Occupati di loro, Tailmon. Non importa cosa ne fai.”
La ragazza annuì, per poi lasciarsi avvolgere dai dati, tornando al suo aspetto originario, sfoderando così i suoi artigli.
“Come desidera.”
“Kacchan!” Urlò Izuku. “Se quello che dici è vero, allora devi opporti!”
Il biondo sorrise. “È inutile. La sua volontà è totalmente oscurata. Ma ora torniamo a noi, Izuku. È da tanto tempo che desidero parlarti nuovamente.”
Leomon digrignò i denti.
“E di cosa vuoi parlare?!” Domandò il Digimon.
Bakugo lo fissò. “Del suo tradimento. Di come Izuku Midoriya, apprendista eroe, ha tradito la persona a lui più cara.”
Non appena ebbe detto ciò dalla mano che teneva il Medaglione scaturì una forte esplosione.
E pochi secondi dopo i frammenti dell’oggetto caddero a terra, per poi dissolversi in pixel.
“Cosa?!” Esclamarono assieme Prescelto e Digimon, non riuscendo a credere ai propri occhi.
“Come ho detto, era solo una brutta imitazione.” Disse Katsuki.
“Non è possibile… ha brillato! Leomon è riuscito a evolvere!”
“Oh, Izuku… il fatto che tu sia riuscito a far evolvere un Digimon non è impossibile. Dopotutto…”
E mentre diceva ciò alle spalle del biondo apparve Vamdemon, il quale teneva in mano un oggetto famigliare al duo.
“Il tuo Medaglione ha brillato anche a distanza.” Concluse il Digimon vampiro, sorridendo.

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Capitolo 13
*** Rivelazione dal passato ***


Capitolo 13
Rivelazione dal passato


Izuku, Leomon e Hikari fissarono con gli occhi spalancati Vamdemon.
“C-Cosa…” Mormorò l’erede di All Might. “Ma… Ma il Medaglione…”
“Oh, ti riferisci a quello che Wizardmon pensa di avermi preso senza che me ne accorgessi?” Domandò il Digimon, parlando in sincrono con Katsuki, mentre Tailmon spalancava gli occhi. “Ho imparato da te la sottile arte dell’inganno e del sacrificio. Vedi, Izuku… io ero in possesso di due Simboli: quello della Luce, appartenente alla bambina che hai tentato così disperatamente di nascondere… e quello della Determinazione. Il tuo vero Simbolo.”
“Il mio vero Simbolo?” Ripeté Midoriya.
Vamdemon sorrise, per poi schioccare le dita.
Bakugo sbatté le palpebre, per poi spalancare gli occhi, che tornarono pieni di emozioni.
“Che cosa…” Mormorò, solo per venire preso a calci dal Digimon, che lo fece volare ai piedi di Izuku.
“Non mi serve più. Volevo solo soddisfare un mio desiderio usando quel moccioso per averti esattamente dove desideravo.”
“Kacchan!” Esclamò il verde, abbassandosi subito per assicurarsi che il suo amico stesse bene.
“M-Maledetto… Perché mi hai usato in quel modo?!” Urlò Bakugo, voltandosi verso il Digimon.
“Una vecchia vendetta.” Rispose lui.
“Perché? Kacchan non è mai stato nel Mondo Digitale! Non ha mai avuto a che fare con te!”
“Vero. Fino a oggi non avevo mai visto di persona Katsuki Bakugo. Ma ho sentito parlare di lui per molto, molto tempo. Effettivamente, era uno dei tuoi argomenti preferiti.”
Izuku spalancò gli occhi.
“Che stai dicendo?” Domandò Leomon. “Non hai mai parlato con Izuku prima d’ora!”
Vamdemon fece sparire il sorriso.
“Non parlarmi, miserabile sostituto.” Disse gelido.
“Sostituto?” Ripeté Tailmon, mentre sia lei che il suo avversario interrompevano gli attacchi per osservare la scena.
“Che vai blaterando?” Fece Bakugo. “Per quanto odio ammetterlo, Deku non avrebbe mai parlato con un tipo come te di me!”
“Inoltre non ti ho mai incontrato di persona prima d’ora!” Aggiunse il diretto interessato.
Vamdemon lo fisso, per poi aprire la bocca.
‘Non importa cosa succederà, noi due saremo amici per sempre!’. Questa frase ti è famigliare, Izuku?”
Midoriya sbatté le palpebre, non riuscendo a capire di cosa stesse parlando il cattivo.
Vamdemon sospirò. “Come immaginavo. Alla fine non era così importante per te, vero? Hai dimenticato tutto.”
“Che cosa ho dimenticato? Non ho mai sofferto di amnesia!”
Il Digimon vampiro a quelle parole si infuriò.
“Allora sei ancora più spregevole! Ho impiegato anni per trovarti! E quando finalmente ci sono riuscito… tu non ti ricordavi nemmeno di me!”
A quelle parole tutti spalancarono gli occhi.
“Di… Di cosa stai parlando?”
Vamdemon chiuse le mani a pugno.
“Izuku Midoriya… Questo non è affatto il nostro primo incontro. Ben lungi da questo.”
“Maestro Vamdemon… Che sta dicendo?” Domandò Tailmon, solo per prendersi una frustata di fuoco evocata all’istante dal Digimon, che la fece volare ai piedi di una terrorizzata Hikari.
“Silenzio tu! Non ti ho permesso di parlare! Se penso a chi sei…”
Izuku spalancò gli occhi. “Lo sai?”
Vamdemon tornò a rivolgere la sua attenzione al ragazzo. “Certo che lo so! Dove pensi che abbia trovato il Medaglione con il Simbolo della Luce? Era attorno al Digitama di Tailmon. Ho capito subito che era la partner di uno dei Bambini Prescelti!”
Il Digimon gatto spalancò gli occhi, dimenticandosi del dolore che stava provando.
“C-Che cosa?” Mormorò, mentre nella sua mente riviveva le ore di tortura a cui era stata sottoposta dal suo Maestro, al punto che le erano rimaste delle cicatrici tanto profonde da superare i cambiamenti dell’evoluzione.
“Volevo far provare anche agli altri Digimon la stessa disperazione a cui tu mi hai sottoposto, Izuku!” Continuò Vamdemon. “Disperazione e dolore infiniti!”
“Sicuro di star parlando di Deku?” Domandò Katsuki, rialzandosi. “Non penso che sia in grado di ferire nessuno in quel modo. Non è nella sua natura.”
“Tu non hai idea di cosa può fare il tuo vecchio amico. Certo, non che un verme come te possa capirlo.”
Vamdemon portò le mani in avanti, cominciando a caricare il suo attacco. “Ma non importa! Nessuno di voi uscirà vivo da qui! Nigh-”
Ma il Digimon fermò il suo attacco quando un pallone di spugna, chiaramente usurato dal tempo, ribalzò in mezzo a lui e Izuku.
“Un… pallone?” Fece Todoroki, per poi voltare la testa verso la direzione da cui aveva visto volare l’oggetto.
Lì, respirando a fatica per la corsa fatta e l’uso del suo Quirk, Inko Midoriya stava fissando seria il Digimon.
“M-Mamma?” Esclamò incredulo Izuku. “Che cosa ci fai qui? È pericoloso per te!”
Ma la donna non disse nulla, limitandosi a camminare verso di loro, fermandosi di fronte al figlio e girandosi poi verso il Digimon.
Vamdemon non proseguì il suo attacco, limitandosi a guardarla in silenzio.
“Allora avevo ragione. Quando Izuku ha detto che un Digimon gli stava dando la caccia, avevo il presentimento che potessi essere tu.”
Il ragazzo dai capelli verdi spalancò gli occhi, come fece anche Leomon.
“Mamma? Che stai dicendo? Tu… Tu conosci Vamdemon?”
Il Digimon vampiro ghignò.
“Sei ingrassata… 'Ma.” Disse infine. “Vedo che usi ancora il senso di colpa per tentare di metterci al nostro posto.”
Mentre parlava si abbassò, prendendo con una mano il pallone.
“Quando ho visto Taichi con Koromon sono rimasta sorpresa. Dopotutto, erano più di dieci anni che i Digimon avevano lasciato la nostra famiglia. Ma mai avrei immaginato che tu, tra tutti, avresti minacciato Izuku.”
Vamdemon restò in silenzio.
“Che cosa ti è successo? Sei sempre stato dispettoso, ma non cattivo. Eppure hai fatto cose a cui non riesco a credere.”
“Mamma, di cosa stai parlando? Come fai a conoscere Vamdemon?” Chiese ancora Izuku.
Inko non osò guardare il figlio.
“Mi dispiace, Izuku, mi spiace tanto…”
“Su, perché non gli rinfreschi la memoria? Sembra dopotutto che tu ricordi perfettamente tutto quanto.” Disse Vamdemon, schiacciando il pallone tra le dita, facendolo implodere e lasciando così che i pezzi cadessero inermi a terra. “Almeno so che a qualcuno importava di me.”
“Izuku non ha nessuna colpa!” Gridò la donna. “Lui non ricorda nulla di te. Soffre di amnesia selettiva.”
“Amnesia selettiva?” Ripeté Leomon, per poi spalancare gli occhi. “No… Non state dicendo quello che penso, vero?”
“Io… Io ho perso la memoria?” Balbettò Izuku. “Come sarebbe a dire? Mi ricordo tutto, mamma! Tutti gli anni passati a cercare di diventare un eroe, nonostante nessuno credesse in me! Con tutti che mi prendevano in giro! La scuola, gli eroi… ricordo tutto!”
“Sbagliato Izuku.” Lo interruppe Vamdemon, portandosi una mano sul petto. “Ti sei semplicemente dimenticato della cosa più importante. Dell’unica cosa che avevi promesso di non dimenticarti mai. Anzi, non cosa, ma chi… e lo trovo imperdonabile!”
“Basta Ipchan!” Esclamò Inko. “Non puoi attaccare Izuku per questo!”
“Non posso? Dici che non posso? Tu invece hai il coraggio di difenderlo?!” Urlò Vamdemon. “Allora dimmi, 'Ma. Dov’è il vecchio Digivice di Izuku?”
Katsuki si voltò di colpo verso il suo ex amico, che stava osservando lo scambio senza riuscire a credere alle proprie orecchie.
Inko restò in silenzio, limitandosi a portare una mano nella sua borsa.
E subito dopo tirò fuori quello che sembrava un vecchio e grande orologio digitale da polso, con un’antenna che usciva da esso e tre tasti blu, mentre intorno allo schermo c’erano le stesse scritte dei Digivice.
“Quando ho capito che Izuku non ricordava nulla di te, l’ho preso e nascosto. Ho pensato che fosse meglio così. Ma non ho mai osato disfarmene.”
“C-Cosa? Ma… Ma il mio Digivice è questo!” Fece Izuku, guardando l’oggetto digitale che lo aveva aiutato tante volte. “Come può essere? Perché dici che quello è il mio vecchio Digivice?!” Urlò a sua madre, che distolse nuovamente lo sguardo.
“Lascia che risponda io al suo posto.” Fece Vamdemon. “Perché Leomon non è il tuo primo Digimon partner. No Izuku. Io ero il tuo migliore amico! Io sono cresciuto al tuo fianco! Io ti ho consolato quando quella misera scusa di essere umano che chiami Kacchan ha cominciato a colpirti usando il suo Quirk! Io ho viaggiato con te durante il tuo primo viaggio nel Mondo Digitale! Io ero il tuo Digimon partner!”
Il giovane Midoriya spalancò gli occhi, per poi fissare il Digimon malvagio, come stavano facendo tutti gli altri.
Leomon non sapeva cosa dire. Sapeva che a differenza degli altri Digimon, che avevano ammesso di sentire un legame con i loro partner umani fin dalla loro nascita, lui non aveva dovuto subire tale destino. Eppure faticava a credere a quanto stava sentendo.
“Anche se quello che stai dicendo è vero, che cos’è successo? Se Izuku è il tuo partner, perché vuoi attaccarlo?!” Urlò il Digimon leone. “Perché hai seminato il terrore nel Mondo Digitale?! Izuku non ti avrebbe mai insegnato nulla del genere!”
Il Digimon vampiro lo fissò truce.
“Hai ragione. Infatti io e lui, durante il nostro viaggio nel Mondo Digitale, abbiamo affrontato diversi Digimon malvagi. Eravamo entrambi convinti di poter diventare eroi. E poi… lui mi ha abbandonato! È scomparso nel nulla, senza lasciare nessuna traccia! Ho passato anni a cercarlo, convinto che fosse ancora in giro e che stesse facendo lo stesso. Quando infine riuscii a trovare un modo per tornare in questo mondo, tornai subito a casa nostra. Ma lì vidi Izuku vivere normalmente, continuando a blaterare di diventare un eroe anche senza un Quirk. Lo osservai per giorni, e non una sola volta fece il mio nome! Ero stato totalmente dimenticato!”
“Io… Dev’esserci una spiegazione!” Mormorò Izuku. “Io-”
“Tu mi hai semplicemente mentito!” Urlò Vamdemon. “E ho intenzione di fartela pagare. Mi assicurerò che il tuo sogno non diventi mai realtà. E per farlo… distruggerò il tuo mondo! Tutti gli eroi, tutti i cattivi, tutti gli innocenti… Io e il mio esercito li faremo sparire per sempre!”
“Non pensarci nemmeno!” Urlò Todoroki, correndo contro di lui affiancato da Fumikage, mentre anche Katsuki si rialzava e si lanciava contro di lui.
Ma tutti e tre vennero scagliati via da un’onda scura, che li fece rovinare brutalmente a terra.
“Non mettetevi in mezzo! Non avete il potere sufficiente per affrontarmi! Nessun misero umano può riuscirci.”
Izuku chiuse le mani a pugno, per poi lasciare che l’energia di One For All cominciasse ad attraversa il suo corpo.
“Non ho idea di cosa sia successo. Ma so che non posso lasciarti fare del male a nessuno! Se è vero che mi conosci così bene come dici, allora dovresti saperlo bene!”
Vamdemon sorrise. “È quello su cui conto. Voglio che tu soffra, che tu capisca di essere impotente! E ora che hai un Quirk, la vendetta sarà ancora più deliziosa!”
Izuku scomparve all’improvviso, riapparendo di fronte al Digimon, con il pugno pronto a colpire.
“Non se ti fermo qui e ora! Smash-”
Ma un urlo lo fece fermare e voltare subito in direzione di sua madre.
Lì, con una falce puntata contro la gola della donna, un Phantomon osservava la scena.
“Stavi per dire, Izuku?” Chiese il Digimon vampiro, che poi colpire con un pugno allo stomaco il ragazzo, che sentì immediatamente l’aria venire meno, prima di venire balzato contro un muro.
“Izuku!” Urlarono assieme Leomon, Inko e Hikari.
“Visto che tanto volevi salvare il Digimon dell’ottavo Bambino Prescelto, vi lascerò Tailmon e il Medaglione della Luce.” Fece Vamdemon, avanzando verso il suo sottoposto con la falce. “Tuttavia, ho intenzione di prendermi il premio di consolazione. Dopotutto, io e Inko abbiamo diverse cose di cui parlare, prima che decida di mettere la parola fine.”
“N-No… L-Lasciala andare…” Mormorò Izuku, cercando di rialzarsi, solo per scivolare a terra privo di sensi.
“Non ti lascerò farle del male!” Urlò Leomon, decidendosi infine ad attaccare il Digimon malvagio, solo per venire colpito da un’onda di pipistrelli, che lo fecero volare via.
“Patetico. Ma non potevo aspettarmi altro da un sostituto.”
“Izuku…” Pianse Inko, lasciando cadere a terra il Digivice, mentre Vamdemon si avvicinava.
“Tailmon, ho un ultimo colpito per te.” Disse lui, fermandosi di fronte alla donna.
“Credi ancora che ti ascolterò dopo tutto questo?” Replicò il felino digitale.
“Non preoccuparti, è qualcosa di semplice. Riferisci a Izuku che lo aspetto nel posto dove il suo sogno si è infranto per la prima volta. Lì metteremo la parola fine una volta per tutte alla nostra partnership.”
Detto ciò una bolla d’energia avvolse Inko, facendola volare via, seguita dai due Digimon.

~~~~~~~~~~~


“Non capisco Maestro.” Fece Tomura Shigaraki, guardando un televisore dove si potevano vedere solo delle scariche elettriche. “Perché non ci permette di andare a dare la caccia a quei Digimon? Ci torneranno sicuramente utili per la nostra causa!”
“Sono contento della tua linea di pensiero, Tomura.” Rispose una voce proveniente dall’apparecchio. “Ma non devi preoccuparti. Ho già preso le mie assicurazioni per ottenere l’aiuto di quei cosiddetti Mostri Digitali. Lascia che questo Vamdemon agisca come vuole. Ci sta solo facendo un favore minando l’autorità degli eroi. Ma dubito vincerà. Non ha le giuste motivazioni.”
“Motivazioni? Non capisco che cosa può avere a che fare con il nostro obiettivo!”
“Le motivazioni sono tutto. Ma penso che per te sia ancora presto per capirlo.” Rispose nuovamente la voce. “Per il momento, resta solo ad aspettare. La perdita del nostro Nomu è solo un piccolo ostacolo. Presto avremo decisamente di meglio.”
 
Una figura seduta su una poltrona con una maschera di metallo che gli copriva interamente il volto osservò lo schermo con Tomura spegnersi.
Non visibile a nessuno sorrise, portandosi un pugno sotto il mento.
“Il Mondo Digitale, eh? Proprio come mi è stato detto. E proprio come vogliono i miei piani.”
Su un altro schermo apparve la foto di Izuku presa dal file della sua vecchia scuola.
“Izuku Midoriya, il primo essere umano conosciuto per essere tornato vivo da quel mondo… Cosa farai stavolta?”

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Capitolo 14
*** Determinazione ***


Capitolo 14
Determinazione


“Mamma!” Urlò un piccolo Izuku Midoriya, piangendo.
Inko corse subito dal figlio di tre anni, trovandolo seduto a terra con le lacrime che gli macchiavano il volto.
“Che succede?” Chiese, chinandosi e prendendolo in braccio.
“Stavamo giocando quando è scivolato a terra.” Rispose una terza voce.
La donna si voltò a guardare una piccola creatura rotonda viola, con il volto marrone e un ghigno evidente.
“Ipchan, non sarà un altro dei tuoi scherzi, vero?”
“Io sono Yaamon!” Replicò il Digimon, sbuffando. “E tutto perché quando sono diventato Impmon la prima volta Izuku ha sbagliato a dire il mio nome…” Mormorò girandosi di lato e mettendo su il broncio, facendo ridacchiare la donna, mentre anche il bambino si calmava.
“Ma Ipchan è un bel nome.” Fece Izuku. “Perché non ti piace?”
Il Digimon sembrò arrossire, ma non disse nulla.
“Bene. Visto che siete così pieni di energia, perché non date una sistemata alla vostra stanza? E stavolta niente deviazioni al pc per vedere All Might.”
“Mamma!” “’Ma!”
Inko sorrise. “Se sarà tutto in ordine, oggi dopo pranzo avrò un bel dolce per voi.” Disse la donna, sorridendo.
Izuku ridacchiò, per poi voltarsi verso il suo amico.
Solo per non vederlo da nessuna parte.
“Ipchan?” Lo chiamò, rendendosi conto di non essere più a casa, ma bensì in una stanza fredda, con le pareti di mattoni grigi.
“Ipchan? Mamma?” Chiamò ancora il bambino, impaurito.
“Izuku… Come hai potuto dimenticarmi?” Chiese una voce, mentre di fronte al bambino apparve Vamdemon, con la sua frusta di fuoco in mano.
Izuku, ora adolescente, indietreggiò, fino a ritrovarsi contro la parete.
“E ora, per colpa tua, tutte le persone che conosci… moriranno.”
 

~~~~~~~~~~~


 
“Capisco…” Fece Todoroki. “Quindi è così che stanno le cose.”
“Esatto. Vi chiedo di non far sapere a nessuno la verità. Sarebbe disastroso se si venisse a sapere.” Disse All Might, nella sua forma indebolita.
Lui, Todoroki, Fumikage, Katsuki e i Bambini Prescelti con i rispettivi Digimon erano nell’infermeria della scuola, dove addormentato in un letto giaceva Izuku.
“Quindi Izuku era già stato nel Mondo Digitale… ma non ne ha il ricordo.” Mormorò Koushiro, continuando a digitare sul suo pc, mentre il vecchio Digivice di Midoriya era collegato ad esso grazie a un cavo.
“Così ha detto Vamdemon. E il fatto che la mamma di Izuku lo abbia riconosciuto lo conferma.” Ammise a malincuore Leomon.
Bakugo provocò un’altra esplosione di fronte a sé. “Non riesco ad accettare di essere stato controllato in quel modo! E tu!” Urlò, rivolgendosi a Tailmon, che sussultò. “Perché diamine sei ancora qui? Sei stata tu a portarmi da quel vampiro!”
“Io-”
“Non aveva scelta!” Intervenne Hikari, mettendosi davanti al Digimon.
“Non riesco a credere a quello che avete scoperto.” Fece All Might. “Non avevamo idea che i Digimon fossero già apparsi nel nostro mondo in passato.”
“Questo spiega perché la mamma di Izuku non era troppo sorpresa da Koromon.” Osservò Taichi. “Era già a conoscenza dei Digimon.”
“Ma questo complica le cose. Contavamo in parte sull’ignoranza di Vamdemon e del suo esercito su questo mondo, ma se Vamdemon è davvero cresciuto con Izuku, saprà tutto. Inoltre sapeva che All Might gli ha passato il suo Quirk, cosa che anche noi ignoravamo!” Esclamò Joe.
L’eroe numero uno non osò alzare lo sguardo. Contava di avere un po’ di tempo per addestrare Izuku, ma le cose erano precipitate in meno di un giorno. Il suo segreto tanto gelosamente nascosto era stato scoperto da un malvagio che non aveva esitato a rivelarlo a degli studenti. Era fortunato che fossero solo tre e che questi avessero accettato di non dirlo a nessuno. Rivelarlo ai Bambini Prescelti e ai loro Digimon era inevitabile, considerando che anche Hikari e Tailmon avevano sentito la rivelazione.
“Tailmon, tu eri una dei sottoposti più fedeli di Vamdemon. Saprai cos’ha in mente, no?” Domandò Tentomon.
Il Digimon gatto sospirò. “Credetemi, ora che so la verità su di me non esiterei ad aiutarvi. Ma nemmeno io ho idea di cosa passi per la testa di Vamdemon. Ha nascosto l’esistenza di un secondo Medaglione a tutti. E tutti noi pensavamo che volesse conquistare questo mondo, non vendicarsi.”
“E ora ha in ostaggio la mamma di Izuku.” Fece Sora. “Non riesco a credere che sia davvero il vecchio partner di Izuku…”
A quel punto tutti si voltarono a guardare Katsuki.
“Se pensate che io ne sappia qualcosa, vi sbagliate di grosso. Sono stato amico di Deku fino a quando non abbiamo compiuto quattro anni e non ho mai sospettato che nascondesse un mostro in casa.”
“Però Vamdemon a quanto pare ti conosce bene.” Replicò Gomamon. “Quindi sicuramente era qui mentre tu e Izuku eravate ancora amici. O meglio, prima che tu decidessi di abbandonarlo solo perché non aveva un potere come te.”
Joe avrebbe voluto rimproverare il partner, ma non ne trovò il coraggio. Per quanto si sforzasse, non riusciva a perdonare il ragazzo esplosivo per una simile discriminazione.
“Beh, non ha più importanza. Grazie a All Might, ora Deku ha un Quirk, e non farà altro che vantarsene. Scommetto che se avesse partecipato all’esame avrebbe tentato di distruggere il Puntatore Zero solo per mettersi in mostra.”
“Non credo.” Fece l’eroe. “Non hai mai saputo una cosa sull’incidente con il cattivo fatto di fango. Era la terza volta quel giorno che lo affrontavo. La prima è stato subito dopo un suo furto, ma mi è sfuggito attraverso le fogne. Quando lo trovai nuovamente, stava attaccando un ragazzo, proprio come ha fatto con te. Quel ragazzo era il giovane Midoriya. Sono riuscito a intervenire prima che potesse ucciderlo, ma c’è mancato poco. È stato in quell’occasione che ho dato un’occhiata al suo quaderno. Dalle bruciature che aveva, posso pensare che tu sai di cosa sto parlando.”
Bakugo distolse lo sguardo, ricordandosi bene di quel giorno.
“Izuku ha sempre osservato gli eroi con passione. Il suo desiderio di diventarlo l’ha sempre spinto ad andare avanti, cercando di capire come. Che tu lo voglia ammettere o meno, il giovane Midoriya è un genio. E devi ringraziare lui se oggi sei qui.”
A quelle parole il biondo alzò la testa di colpo, fissando l’eroe.
“Dopo averlo salvato, Izuku si è aggrappato ai miei pantaloni mentre saltavo, e come risultato mi ha seguito. Ero al limite del mio tempo, e mi sono trasformato di fronte a lui. Nella fretta di andarmene, imbarazzato per aver rivelato il mio segreto a un civile, ho distrutto il suo sogno. Le mie parole ipocrite hanno fatto danni che non avrei mai potuto immaginare. Quando ti ho visto avvolto da quel fango, ho ripensato a quanto avevo detto a quel ragazzino che mi guardava con adorazione. E mi sono ricordato una cosa importantissima.”
“E sarebbe?” Domandò Patamon.
All Might sospirò. “Che io stesso, prima di ottenere One For All, ero privo di Quirk. Con che coraggio potevo dire di essere l’eroe numero uno quando avevo demolito in quel modo il sogno di un ragazzo che non desiderava altro che aiutare le persone? Mi sono odiato profondamente. Per quello sono intervenuto in tuo aiuto, giovane Bakugo. Ero già al mio limite, e quel mio intervento mi è costato parecchio. Ho perso ulteriore tempo della mia trasformazione, ma mi sono reso conto che non aveva importanza. Sono l’eroe numero uno, non importa a quale prezzo ma devo restare tale. Almeno fino a quando il prossimo numero uno non prenderà il mio posto.”
Todoroki sbuffò divertito. “Se mio padre dovesse venire a saperlo, penso perderebbe il controllo delle sue adorate fiamme. Sogna da sempre di superarti, e dopo aver realizzato che non potrà riuscirci ha deciso che dovrò essere io ad avere tale onere.”
All Might deglutì. “Ecco, è meglio se Endeavour non viene a sapere di questo.” Mormorò, solo per girarsi verso il letto di Izuku, il quale gemette prima di aprire gli occhi.
“Izuku!” Esclamarono tutti, meno i tre studenti, con Bakugo che distolse lo sguardo verso il muro.
“Stai bene?” Domandò Leomon.
“Io… ho ricordato qualcosa…” Sussurrò, mentre delle lacrime cominciavano ad uscire dagli occhi, facendo estinguere immediatamente l’entusiasmo dei presenti. “Io… sono una delle persone peggiori di sempre!”
“Giovane Midoriya…” Fece All Might.
“Ho dimenticato il mio migliore amico! No, qualcuno che consideravo un fratello… e per colpa mia ora lui è uno dei cattivi peggiori!” Urlò, chiudendo le mani a pugno e attivando inconsapevolmente One For All.
“Piantala!” Gridò Katsuki, alzandosi in piedi, raggiungendolo e colpendolo in pieno con un pugno sul volto, provocando un’esplosione che fece volare il ragazzo dai capelli verdi fuori dal letto.
“K-Kacchan?” Fece Izuku, portandosi una mano sul naso per fermare il sangue, solo per venire afferrato per la maglietta dal suo vecchio amico.
“Pensi che sia colpa tua? A meno che tu non abbia deciso di dimenticarlo volontariamente, non hai avuto alcun ruolo!” Sputò Bakugo. “Sei stato tu a dirgli di diventare cattivo? Sei stato tu a dirgli di vendicarsi? Avrebbe potuto semplicemente raggiungerti e chiederti perché lo avevi lasciato indietro, e invece ha deciso da solo tutto quanto!”
“Giovane Bakugo…” Disse All Might, per poi trasformarsi nella sua forma muscolosa. “Hai perfettamente ragione!”
L’eroe si avvicinò ai due.
“Vamdemon sarà anche stato il tuo vecchio partner, ma ha fatto le sue scelte. Non lo hai costretto tu a scegliere la strada del male! È difficile da sentire, me ne rendo conto, ma le cose stanno così. Essere eroi purtroppo significa anche dover prendere decisioni difficili.”
Dicendo ciò tornò alla sua forma normale, sputando un po’ di sangue.
“All Might!” Esclamarono tutti, solo per fermarsi quando l’uomo alzò una mano, per poi poggiarla sul braccio con il quale Katsuki stava ancora tenendo Izuku, spingendolo verso il basso senza incontrare alcuna resistenza.
“Non è facile, ma devi scegliere, giovane Midoriya.”
Izuku distolse lo sguardo.
Era vero che fino a poco prima non ricordava nulla di Impmon, e ancora non aveva idea di cosa fosse successo durante il loro viaggio nel Mondo Digitale.
Ma sicuramente qualcosa dev’essere andato storto per costringerli a separarsi. E considerando che il tempo tra i mondi non era sincronizzato, non aveva la più pallida idea di quanto tempo fosse passato. Quelli che per lui erano stati dieci anni, per Impmon potevano essere stati secoli. O molto di più.
Izuku chiuse ancora le mani a pugno.
“Io… Impmon era tutto per me. Non penso di poter descrivere come mi sento in questo momento. L’ho tradito, su questo ha ragione. Non importa il perché, l’ho abbandonato.”
Prima che qualcuno potesse commentare, Midoriya tornò a guardarli.
“Ma anche voi avete ragione. Niente lo giustifica per quello che ha fatto. Le torture che ha inflitto a Tailmon. L’attacco che ha sferrato a questo mondo. Il controllo di Kacchan. Il rapimento di mia mamma. E chissà quante altre azioni malvagie… Vamdemon va fermato. A qualsiasi costo!”
Leomon annuì, contento di vedere la determinazione tornare nuovamente nel suo partner.
“Sto analizzando il tuo vecchio Digivice.” Fece Koushiro.
Izuku lo guardò sorpreso. “Ma pensavo lo avesse mia mamma.”
“Lo ha lasciato cadere a terra poco prima di venire catturata.” Rispose Todoroki. “Abbiamo pensato fosse meglio non lasciarlo in giro.”
“È profondamente diverso dal nostro modello.” Proseguì Izumi. “Da quel che ho scoperto finora, ha una funzione di analisi dei Digimon, oltre che la possibilità di scansione e invio di dati. Ma c’è un’altra funzione che non riesco proprio a capire. Mi sono permesso di inviare una copia dei dati a Gennai.”
Izuku annuì. “Hai fatto bene. Se quello è il Digivice che mi lega a Vamdemon… forse possiamo usarlo per fermarlo.”
“Ma Vamdemon ha il tuo Simbolo.” Osservò Tailmon. “Non c’è il rischio che possa usarlo a suo favore?”
Midoriya si portò una mano sotto il mento. “Vamdemon è già al livello massimo. Non penso possa farci nulla. Ma al momento mi impedisce di far evolvere Leomon. Anche se non capisco come sia possibile che finora abbiamo usato un Medaglione e un Simbolo falso.”
“Vamdemon aveva consegnato a tutti noi una copia del Medaglione di Hikari.” Disse Tailmon. “Ha detto che avrebbe brillato in corrispondenza del Digivice dell’ottavo Bambino Prescelto. Forse è un caso simile.”
“È più giusto dire che il Medaglione falso abbia agito da tramite con quello reale.” Disse una voce, mentre un varco si apriva, lasciando uscire Wizardmon. “Ho osservato tutto quanto dallo Spazio Digitale. Non pensavo che la verità su Midoriya fosse questa.”
“Hai osservato anche Vamdemon?” Domandò Leomon, ricevendo un cenno di conferma.
“Sì, e non ho buone notizie. Sta preparando un incantesimo che farà sprofondare tutti gli umani di questa città in un sonno profondo. E a quel punto… ha intenzione di assorbire le loro energie. PicoDevimon e gli altri Digimon ancora al suo servizio stanno radunando quanti più civili, e sfortunatamente i vostri eroi non riescono a intervenire in tempo.”
All Might chiuse le mani a pugno. Se solo non fosse vicino al suo limite di tempo… E contro un avversario del genere non poteva puntare sul fatto di sforzarsi. Rischierebbe solo di perdere del tutto i suoi poteri senza riuscire a fare nulla.
“Vamdemon… dove si trova?” Domandò Izuku.
“Ha detto che ti aspettava dove il tuo sogno si è infranto per la prima volta.” Rispose Tailmon.
“Quindi il palazzo dove ti trovavi quando sei andato nel Mondo Digitale?” Chiese Mimi.
Ma Izuku scosse la testa.
“No. Quella è stata la seconda volta. La prima volta è successo in un altro luogo.” Rispose Midoriya, per poi voltarsi verso l’eroe. “Purtroppo, è un pessimo posto per combattere.”
“Che posto è?” Chiese All Might.
Il ragazzo sospirò, guardandosi le mani. “L’ospedale dove mi hanno diagnosticato l’assenza di Quirk. Ipchan era con noi. Sa perfettamente cos’è successo lì.”
L’eroe numero uno si portò una mano sotto il mento, riflettendo sulla situazione.
“Allora dovremo agire con la massima attenzione.” Disse infine.
 

~~~~~~~~~~~


 
Vamdemon entrò in una stanza bianca, lasciando cadere a terra l’infermiera a cui aveva appena bevuto del sangue. Non che gli servisse davvero, ma sentire le urla di panico dei pazienti che assistettero alla scena fu soddisfacente.
Dietro di lui, ancora sospesa nella bolla, Inko sgranò gli occhi.
“Riconosci il posto, non è vero? Certo, io ero nascosto nello zaino di Izuku, così non fui visto da nessuno… ma ho sentito tutto.”
Dicendo ciò si sedette su una sedia.
“Ipchan, ti supplico, lascia perdere questa vendetta insensata!”
“Non credo lo farò. E piantala di chiamarmi così. Ora sono Vamdemon.”
“Pensi di essere stato l’unico a soffrire? Come credi mi sia sentita nel vedere Izuku in quello stato? Non ti ricordava, ma si vedeva che ti cercava inconsciamente! E io… era come se avessi perso un figlio!”
Vamdemon non rispose, limitandosi a tirare fuori il Medaglione.
“Determinazione… è questo il nono Simbolo. Io e Izuku lo abbiamo trovato durante il nostro viaggio. All’epoca il Mondo Digitale era diverso da com’è oggi. Era reduce da una battaglia contro i Padroni delle Tenebre, Digimon che, a malincuore, devo ammettere erano molto più potenti di quanto io sia ora. Ma sarà così ancora per poco.”
“Che cosa vuoi dire?”
“Anche se lo odio, sono ancora legato a Izuku. Ma le cose cambieranno presto.”
Mentre diceva ciò, un sorriso malvagio deformò il suo volto.
“E All Might mi ha dato tutto ciò che mi serviva! Mi impadronirò di One For All dal corpo di Izuku, e lo farò mio! Sarò il primo Digimon con un Quirk, e con quel potere potrò superare i limiti del mio livello! E dopo aver distrutto questo mondo, tornerò nel Mondo Digitale, dove diventerò il padrone incontrastato di tutti i Digimon!”
“E pensi davvero di riuscirci?” Domandò Izuku, mentre un varco aperto da Wizardmon appariva nella stanza, lasciando uscire il giovane Midoriya e Leomon.
“Sei venuto da solo? Sei diventato arrogante, ora che hai un Quirk, Izuku.”
Izuku si lasciò avvolgere dall’energia di One For All, per poi chiudere le mani a pugno.
“Come hai detto tu, questa è la nostra resa dei conti, Ipchan! Come tuo migliore amico e partner… No, come tuo fratello, ti fermerò con le mie stesse mani!”

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Capitolo 15
*** Il dolore di un eroe ***


Capitolo 15:
Il dolore di un eroe

Vamdemon scoppiò a ridere.
“Davvero? E pensate di potermi fermare? Tu, un ragazzino che non sa ancora usare uno dei Quirk più potenti di questo mondo e un misero Digimon di livello Adulto?”
Izuku non si lasciò influenzare dalle parole del suo vecchio partner.
“Dovresti saperlo bene, sono piuttosto restio ad arrendermi al mondo. Quando nessuno credeva nel mio sogno, sono andato avanti! Quando pensavo di essere inutile, ho trovato dei veri amici che mi hanno sostenuto! E ora… non ho alcuna intenzione di arrendermi di fronte a te!”
Il Digimon vampiro non fece sparire il suo sorriso.
“Ti credi tanto furbo, non è vero? Immagino che mentre tu sei qui a distrarmi, un piccolo esercito di eroi sta guidando l’evacuazione di quest’ospedale, così da non coinvolgere innocenti nella battaglia contro di me.”
Izuku restò in silenzio.
“Da come parli, immagino tu abbia finalmente recuperato la memoria, non è vero?” Continuò Vamdemon.
“In parte. Ancora non riesco a ricordare cos’è successo nel Mondo Digitale. Ma mi ricordo di Ipchan, che quando evolveva usava le sue sfere di fuoco per simulare le esplosioni di Kacchan e farmi passare la paura verso di lui. Che mi ha consolato quando mi dissero che non sarei mai potuto diventare un eroe. La piccola palla di pelo che dovevo trattenere dall’andare nella mia classe a dire quattro parole ai miei compagni. Mi ricordo del mio primo vero e proprio amico… no, di mio fratello.” Ribadì. “Ed è per questo che sarò io a fermarti!”
Vamdemon fece scomparire il sorriso, per poi mostrare il Medaglione.
“Davvero? Dimentichi che ho sia il suo Simbolo sia tua madre in ostaggio.” E dicendo ciò indicò con la mano libera la sfera dove si trovava Inko, che stava osservando la scena incapace di dire qualcosa.
Izuku disattivò One For All, per poi sorridere.
“Oh, non l’ho dimenticato.”
Non appena ebbe detto quelle parole, una mano gigante infranse il muro alle spalle del vampiro digitale, chiudendosi attorno a lui e tirandolo fuori.
Mount Lady sorrise, per poi scagliare via il Digimon verso il cielo. “A te, All Might!” Urlò.
Vamdemon fece appena in tempo a girarsi per vedere All Might, con il suo sorriso, ad attenderlo sul tetto di un palazzo con le braccia incrociate.
“Carolina… Smash!” Urlò, colpendo in pieno il Digimon e facendolo precipitare sul tetto di un edificio, abbastanza largo da permettere a tutti i Bambini Prescelti, con i loro Digimon al loro livello più alto, di restare in attesa.
Vamdemon si rialzò, senza mostrare alcun danno grave a parte qualche graffio.
“Capisco… Così Izuku ha deciso di ingannarmi, eh? Avrei dovuto immaginarlo.”
“È finita Vamdemon!” Urlò Taichi. “Gli eroi di questo mondo stanno tenendo a bada i tuoi sottoposti! Arrenditi!”
Il Digimon vampiro sorrise, mentre alle sue spalle un nuovo varco si apriva, lasciando uscire Izuku e Leomon, questa volta seguiti da Wizardmon.
“Non sottovalutate il mio potere!” Urlò Vamdemon, creando un’onda oscura che investì tutti quanti, costringendoli a indietreggiare.
“E tu non fare altrettanto!” Replicò Izuku, riuscendo a superare l’energia e colpendo in pieno il Digimon.
Tuttavia dovette saltare subito indietro quando sentì il braccio venire invaso dal dolore.
Vamdemon notò la smorfia sul viso del ragazzo e sorrise.
“Quindi sei giunto al tuo limite, eh?” Dichiarò divertito.
Izuku deglutì. L’incantesimo di Wizardmon doveva aver esaurito la sua efficacia.
“Immagino che Tailmon vi abbia parlato del mio esercito.” Continuò il vampiro, per poi alzare una mano. “Per sua sfortuna, avevo messo in preventivo che avrebbe scoperto la verità sul suo conto e ho tenuto nascosto qualcosa anche a lei.”
E detto ciò schioccò le dita.
Immediatamente dietro di lui apparve un Digimon dall’aspetto di uno scheletro umano, con in mano uno scettro.
“SkullSatamon, tieni occupati Izuku e Leomon. Puoi eliminare il Digimon, ma lascia vivo l’umano. Me ne occuperò io personalmente.”
“Agli ordini Maestro.” Rispose lui, per poi saltare contro Izuku, che spalancò gli occhi, solo per vedere Leomon mettersi in mezzo e riuscire a fatica a frenare l’attacco con la sua spada.
“Urgh… Un SkullSatamon…” Fece il Digimon leone, riuscendo a deviare lo scettro e a saltare indietro, prendendo con un braccio Izuku, mentre gli altri Digimon, assieme a Wizardmon, attaccavano Vamdemon.
“È un Digimon potente?”
“Purtroppo sì. Non sono sicuro di potergli tenere testa al mio attuale livello.”
Izuku digrignò i denti, stringendo con forza il Digivice.
“Maledizione… se fossimo contro solo Vamdemon non esiterei ad usare One For All… ma se mi si dovessero rompere le ossa adesso, diventerei solo un peso…”
SkullSatamon sorrise, per poi alzare lo scettro e cominciando a far uscire da esso una serie di fulmini.
Solo per fermarsi quando un ginocchio lo colpì alla schiena, facendolo schiantare a terra.
“Ragazzo… sembra che tu ti stia dimenticando che questo mondo è pieno di eroi!” Esclamò un uomo all’interno di un’armatura: Ingenium.
“Esatto! Anche se questa nebbia ha avvolto l’intera città, siamo ancora qui per aiutare!” Fece una seconda voce, poco prima che una zampa appartenente a un drago si stringesse attorno al Digimon scheletro, per poi lanciarlo in aria, dove venne colpito da Gang Orca, che con un pugno lo rispedì nuovamente a terra, dove provocò una piccola voragine.
“Ben lancio, Ryukyu!” Disse l’eroe orca, atterrando e incrociando le braccia, mentre tutti e tre osservarono il Digimon a terra, che si stava rialzando.
“M-Maledetti umani…” Imprecò, per poi sparire e riapparire alle spalle del drago, riuscendo a colpirla con i suoi fulmini.
Midoriya chiuse le mani a pugno.
“Stanno tutti combattendo per colpa mia…” Mormorò Izuku.

“Beh, allora perché non intervieni?”

Deku spalancò gli occhi, solo per ritrovarsi in uno spazio vuoto.
“Cosa… Leomon? Dove sono finiti tutti?” Urlò, guardandosi intorno agitato.
“Non preoccuparti, qui sei al sicuro.” Continuò la voce, mentre di fronte a Izuku cominciò ad apparire la figura di una donna, il cui volto tuttavia non era visibile.
“C-Chi sei?”
Izuku fu quasi sicuro di averla vista sorridere, anche se il volto era ancora nascosto.
“Beh, diciamo che è ancora presto perché tu sappia la risposta… dopotutto, sono passati solo un paio di giorni da quando sei diventato il nono.”
Non appena ebbe detto ciò alle sue spalle apparvero altre sette figure, tutte indistinguibili se non per la forma vagamente umana.
“Nono?” Ripeté Izuku, sbattendo le palpebre confuso.
“Capirai. Ma per il momento, devi solo ritrovare la forza che avevi e che hai perso. Solo così potrai aiutare il tuo partner.”
“Il mio Simbolo? Ma è in mano a Vamdemon… Non riuscirò mai ad avvicinarmi a sufficienza per prenderlo!”
“Chi ha mai detto che devi prenderlo? Non ho ancora ben chiaro di cosa si tratta esattamente, ma qualunque cosa sia, quel Simbolo è qualcosa di potente, no? Di sicuro non sarà la distanza a fermare il suo potere.”
Izuku sgranò gli occhi.
“In questo caso…” Continuò la donna. “Puoi ancora usarlo, no? Attingi al suo potere e assicurati di aiutare tutti quanti!”
Izuku si guardò le mani.
“Il mio Simbolo… La mia Determinazione…”
Chiuse sia le mani che gli occhi.
“Hai ragione. Sono sempre stato determinato ad essere un eroe… anche se tutti e tutto erano contro di me. Non mi sono arreso alle prese in giro, al bullismo, alle persone che mi dicevano di lasciar perdere… E quando ho perso la fiducia, sono stato chiamato ad aiutare il Mondo Digitale. Ho trovato degli amici, un partner disposto a combattere al mio fianco… Ho anche ottenuto un Quirk. Non posso arrendermi proprio ora!”
Non appena ebbe detto ciò il suo intero corpo fu attraversato da una scarica di energia.
Subito dopo, sul suo petto apparve il disegno di tre spirali collegate tra di loro.
 
Izuku riaprì gli occhi, rendendosi conto di essere di nuovo nel mondo reale, ma con il Simbolo della Determinazione ancora visibile attraverso la sua maglietta.
“Izuku?” Fece Leomon, guardandolo sorpreso.
Il ragazzo dai capelli verdi sorrise, per poi alzare il Digivice, che cambiò colore anticipando l’Evoluzione.
“Leomon… scusami. Mi stavo dimostrando un pessimo partner anche per te. Ma ora è finita! Sei pronto?”
Il Digimon lo guardò ancora per qualche secondo, per poi sorridere.
“Certo! Salveremo il tuo mondo, insieme!”
Non appena ebbe detto ciò il Digivice scagliò un raggio di luce che colpì il Digimon, che s’illuminò e costrinse tutti i presenti a chiudere gli occhi.
“Che cosa?!” Urlò Vamdemon, girandosi verso di loro, ignorando il Medaglione in suo possesso, il quale ora stava brillando.
“Leomon Chou Shinka…”
La forma di Leomon venne ricoperta da un’armatura, mentre la sua criniera si allungava, come fecero anche le sue zanne.
Attorno alle braccia e alle gambe apparvero delle spirali, le quali iniziarono a girare e a produrre vento.
“GrapLeomon!” Urlò il nuovo Digimon, non appena la luce fu scomparsa.
“Grap… Leomon?” Ripeté Izuku, fissando il suo partner, il quale si guardò le braccia, osservando il loro nuovo aspetto. “Pensavo che la tua forma di Livello Perfetto fosse IceLeomon!”
“Non so nemmeno io il perché… ma mi sento più forte che mai!”
Detto ciò spostò la sua attenzione su SkullSatamon, che si limitò ad alzare il suo scettro.
“Non pensare che la tua nuova forma mi spaventi! Io sono uno dei sottoposti più forti di Vamdemon e-”
Il Digimon non riuscì a finire la frase a causa del pugno che passò attraverso le ossa dello sterno.
GrapLeomon sorrise, ritirandolo.
“Dovresti perdere meno tempo a parlare.” Disse, osservando l’avversario dissolversi in pixel.
“Incredibile…” Mormorò Ingenium. “Aveva resistito ai nostri attacchi e invece con un solo colpo…”
GrapLeomon non disse altro, voltandosi verso Vamdemon, il quale aveva ripreso la sua battaglia contro gli altri Bambini Prescelti.
Il vampiro sussultò quando vide SkullSatamon venire distrutto dalla nuova evoluzione di Leomon.
“Che succede?” Lo derise Taichi. “Hai capito di non poter vincere?”
Il Digimon vampiro tornò a sorridere.
“No. Ho solo deciso chi di voi eliminare per primo.” Disse, per poi voltarsi di colpo e lanciare il suo attacco, creando un’orda di pipistrelli diretta contro Hikari e Tailmon, che era rimasta a proteggerla.
Hikari spalancò gli occhi, terrorizzata, mentre la gatta digitale restò ferma di fronte alla sua ritrovata partner.
Ma entrambe spalancarono gli occhi incredule quando l’attacco andò a scontrarsi contro Wizardmon, che si era lanciato in mezzo.
I suoi vestiti finirono a brandelli, come anche il cappello, che volò via, fermandosi ai piedi di Izuku, che non poté fare altro che interrompere la sua corsa e fissare la scena con occhi sgranati.
Il Digimon mago restò in piedi per qualche secondo, per poi cadere all’indietro.
“Wizardmon!” Urlarono assieme Hikari e Tailmon, raggiungendolo subito.
Vamdemon abbassò le braccia, scocciato. “Bene, almeno uno dei traditori è andato.”
Izuku riprese a correre verso Wizardmon, seguito da GrapLeomon.
“Wizardmon…” Pianse Tailmon, tenendolo per una mano.
“Ho… ripagato… il mio debito…” Mormorò il mago, mentre la bandana che gli copriva la bocca scivolava via, mostrando il suo sorriso.
Detto ciò il suo corpo scoppiò in migliaia di pixel, che si dispersero nell’aria.
“No…” Fece Izuku, per poi chiudere le mani a pugno e voltarsi verso il responsabile.
“Oh, sei arrabbiato, Izuku?” Domandò lui, divertito. “Non preoccuparti, lo raggiungerete presto tutti quanti.”
“Vamdemon… Tu-”
Ma Midoriya si fermò quando da dietro le sue spalle si generò un’altra volta la luce dell’evoluzione, stavolta appartenente a Tailmon, che iniziò a ingrandirsi, assumendo fattezze umane, mentre il Digivice di Hikari, ora di colore rosa, tremava tra le dita della sua mano.
“Tailmon Chou Shinka…”
Lì, al posto del Digimon gatto, un angelo femminile con gli occhi coperti da un elmo fissava con serietà Vamdemon, che indietreggiò sorpreso.
“Angewomon!” Si annunciò la nuova forma di Tailmon, continuando ad emanare luce propria.
“Che cosa?! Quella è la tua forma evoluta?!” Esclamò il vampiro, cercando di ripararsi gli occhi.
Angewomon non disse nulla, limitandosi a creare con la mano destra una freccia di luce, mentre il guanto sull’altro braccio si apriva, diventando un arco, dove il Digimon pose l’arma.
“Izuku, so che era il tuo partner, ma non può continuare a diffondere la sua malvagità!” Disse infine.
E senza lasciare il tempo al verde di rispondere, scoccò la freccia, che trafisse al petto Vamdemon.
Il Digimon cacciò un urlo di dolore, indietreggiando, mentre Izuku fissò incredulo la scena.
Incredulità che si diffuse anche agli altri presenti quando Vamdemon iniziò a ridere.
“F-Fantastico… è andato… tutto come previsto…” Disse, continuando ad indietreggiare.
“Volevi farti colpire?” Domandò sorpresa Sora.
Vamdemon sorrise, per poi alzare il Medaglione di Izuku, che stava ancora brillando.
“Esatto… perché ora… posso sfruttare ancora una volta… il mio vecchio partner…”
Midoriya sussultò quando una piccola scarica elettrica uscì dalla tasca dove teneva il suo vecchio Digivice, che tirò subito fuori. Ma con sua sorpresa questi non era più grigio ma completamente nero.
Vamdemon alzò una mano verso Izuku.
“Ora, Izuku… dammi la forza per evolvere ancora una volta!” Urlò, per poi esplodere in una massa oscura, che divenne sempre più grande, cominciando a far collassare il palazzo sotto di loro.
I Bambini Prescelti vennero presi dai loro partner, che saltarono o volarono via dal tetto, seguiti dai tre eroi, mentre la massa continuava a ingrandirsi, distruggendo del tutto il palazzo.
Pochi istanti dopo la massa oscura prese la forma di un gigantesco Digimon dall’aspetto demoniaco, con sulla pancia quello che pareva un secondo demone più piccolo che ridacchiava.
Izuku guardò incredulo la scena di fronte a lui, come tutti gli altri.
“Che cos’è successo?” Domandò Yamato.
Koushiro aprì il suo portatile, cominciando subito a digitare, per poi spalancare gli occhi.
“V-VenonVamdemon… Digimon di livello Definitivo… evoluzione di Vamdemon.” Lesse dall’analizzatore.
A quella frase tutti si voltarono a guardarlo.
“Che cosa? Un’evoluzione oltre il livello Perfetto?” Esclamò Joe, deglutendo.
Izuku guardò il suo vecchio Digivice, il cui schermo si era oscurato come il resto del dispositivo, con delle scritte bianche in una lingua sconosciuta che continuavano a lampeggiare al suo interno.
 
 
Katsuki alzò lo sguardo, vedendo il palazzo crollare sotto il peso del nuovo Digimon.
Lui, assieme agli altri studenti della classe 1A, stava osservando da lontano il luogo dove sapevano che si sarebbe sostenuta la battaglia contro Vamdemon.
“D-Da dov’è arrivato quel mostro?” Domandò Mineta, tremando visibilmente.
“È gigantesco…” Mormorò Ochaco, deglutendo.
Fumikage e Todoroki restarono a guardare in silenzio, come il resto degli studenti.
Il silenzio venne rotto da Bakugo, che provocò una serie di esplosioni.
“Non posso starmene qui da parte!” Urlò. “Deku sta facendo l’eroe, e io invece sono qui ad aspettare! Non posso permetterlo!”
“E cosa pensi di fare?” Domandò Shoto. “Credi di poterli aiutare? Ti ricordo che non abbiamo un Digimon con noi.”
“E anche se lo aveste, non servirebbe a niente!” Esclamò la voce acuta di PicoDevimon, che apparve come dal nulla di fronte a loro. “Il grande VenonVamdemon distruggerà i Bambini Prescelti e poi passerà al resto di questa città! Non appena Midoriya verrà assorbito, non ci sarà nulla in grado di fermarlo!”
“Assorbito?” Ripeté Tenya. “Che cosa intendi dire?”
PicoDevimon ridacchiò. “Beh, sarebbe più giusto dire che verrà mangiato. In questo momento, tutti gli altri Digimon del nostro esercito stanno trasmettendo i loro dati a VenonVamdemon, oltre ad assicurarsi che i traditori facciano lo stesso. Solo io sono destinato a restare in giro.”
“E perché avresti un tale onore?”
Il ghigno sul Digimon non scomparve nemmeno quando diversi 1 e 0 iniziarono a circondarlo.
Pochi secondi dopo, al posto di PicoDevimon si trovava un Evilmon.
“Non è affare vostro! Il mio compito ora è di eliminare i possibili amici di Izuku Midoriya! E-”
Evilmon non finì la frase che si ritrovò la faccia coperta dalla mano di Bakugo.
“Forza, finisci la frase, mostriciattolo!” Lo prese in giro. “Voglio vedere quanto riuscirai a dire prima che ti faccia esplodere!”
“Eh eh eh… sarebbe inutile… Dopotutto, il grande Vamdemon mi ha raccontato tutto su di te, Katsuki Bakugo. Lo sai che sei stato tu a spingerli a viaggiare nel Mondo Digitale?”
“Che cosa?”
“Già… volevano allontanarsi da te. Quindi, Katsuki Bakugo, tu sei il responsabile indiretto di tutta questa situazione!”
“Non prendermi in giro!” Urlò lui. “Stai solo cercando un modo per scappare!”
“Se mi elimini, i miei dati andranno da VenonVamdemon, rendendolo solo più forte! Ha raggiunto il livello massimo per un Digimon, non c’è più nessuno in grado di fermarlo!”
Katsuki si limitò a stringere con più forza, ma non provocò alcuna esplosione.
“E poi… anche se per qualche motivo dovessero riuscire a sconfiggere il maestro… questo mondo è in ogni caso condannato.”
“Come sarebbe a dire?” Domandò Kirishima.
Evilmon ghignò. “Lo scoprirete non appena questa nebbia scomparirà.”
Bakugo urlò, per poi provocare una fortissima esplosione dalla mano che teneva il Digimon, facendolo così avvolgere dalle fiamme.
Evilmon urlò, per poi scomparire in pixel, che volarono via in direzione di VenonVamdemon.
“Dubito che un esserino del genere farà la differenza.” Disse il ragazzo delle esplosioni, abbassando il braccio e voltandosi in direzione del Digimon gigante, attorno al quale Angemon e Angewomon continuavano a volare evitando i suoi colpi, solo per venire raggiunti da due raggi di luce, uno verde e uno rosa.
“Sentite…” Fece Denki. “Sono con Bakugo! Non possiamo restare qui! Che razza di eroi diventeremo se restiamo qui mentre dei bambini stanno combattendo per noi?!”
“Ma gli eroi hanno detto di non intervenire e-” Cominciò Iida, per poi vedere i due Digimon angelici scagliare quelle che sembravano due frecce verso terra.
Qualunque altra discussione si fermò quando due nuove luci si elevarono verso il cielo, con al loro interno Agumon e Gabumon, che passarono velocemente nelle loro forme evolute, per poi crearne due nuove.
 
Izuku, Taichi, Yamato e gli altri Bambini Prescelti osservarono con gioia i due nuovi Digimon di livello Definitivo apparire sopra di loro.
Avevano seguito gli indizi che Gennai aveva inviato a Koushiro e, con una mossa decisamente azzardata, i prescelti del Coraggio e dell’Amicizia erano riusciti a far raggiungere ai loro Digimon un nuovo livello.
“WarGreymon e MetalGarurumon.” Lesse Koushiro dal suo analizzatore, mentre i due Digimon partirono all’attacco.
GrapLeomon raggiunse Izuku. “Tutto bene?”
Il ragazzo dai capelli verdi annuì, solo per voltarsi ad un sussulto da parte del bambino con il computer.
“Gennai ha mandato un’altra e-mail!” Esclamò, con gli occhi tremanti. “Ha finito di analizzare quella funziona del tuo vecchio Digivice…”
“Di cosa si tratta?” Domandò Sora. “Può aiutarci a vincere?”
Koushiro annuì. “Sì… Effettivamente può aiutarci…”
“Perché sento un ma in arrivo?” Fece Joe, non ottenendo una risposta.
“Koushiro… di che funzione si tratta?” Chiese Izuku.
“… Si tratta di qualcosa che solo tu puoi attivare. Quel Digivice… può cancellare il Digimon partner a cui è legato.”
Midoriya spalancò gli occhi, come fecero tutti gli altri che sentirono quelle parole.
“Si basa sul legame con il proprio partner… puoi reciderlo di netto, ma questo provocherà la cancellazione dei dati. Ed è irreversibile. Non ci sarà una rinascita come Digitama.” Continuò a leggere Koushiro.
Tutti si voltarono a guardare Izuku, che stava fissando il suo vecchio Digivice.
“Io… dovrei cancellare Ipchan… per sempre?” Mormorò a bassa voce. Ma quelle parole sussurrate risuonarono nel campo di battaglia come se fossero state urlate.
“Non possiamo chiedergli di fare una cosa del genere!” Esclamò Mimi, con Palmon che annuiva al suo fianco.
“V-Vedrete che WarGreymon e MetalGarurumon lo batteranno! Così tornerà alla Città della Rinascita e-”
Joe non riuscì a finire la frase che WarGreymon venne scagliato contro un palazzo, passandoci attraverso e andando a sbattere contro l’asfalto della strada a diverse centinaia di metri da loro.
Pochi secondi dopo MetalGarurumon fece la stessa fine nella direzione opposta.
Izuku restò in silenzio.
Poi, continuando a non dire nulla, allacciò il suo vecchio Digivice attorno al polso destro.

Boku ni Totte (KNIFE OF DAY)

“Cosa devo fare?” Chiese a Koushiro, senza mostrare alcun cenno di emozione nella sua voce.
“Izuku!” Esclamarono tutti quanti.
“Bisogna fermarlo. Ad ogni costo. Taichi e Yamato hanno rischiato la vita per far evolvere Agumon e Gabumon. Ed è il mio vecchio partner che sta provocando tutto questo.” Continuò Midoriya, chiudendo le mani a pugno. “Ed è giusto che sia io a mettere la parola fine. Questa funzione… è crudele. Cancellare il proprio partner… è imperdonabile.”
“Izuku…” Fece GrapLeomon, vedendo che delle silenziose lacrime cominciavano a scendere lungo le guance del ragazzo.
“Ma… non c’è altra soluzione.” Concluse Midoriya, ignorando il tremore che attraversava il suo corpo.
Il gruppo restò in silenzio.
“La funzione è nascosta.” Disse Koushiro, poggiando il computer a terra e raggiungendo l’amico, per poi premere una sequenza di tasti sul Digivice.
Le scritte scomparvero, lasciando un semplice ‘Delete’ in rosso.
“Devi… Devi puntare il Digivice contro VenonVamdemon e confermare. Ma dev’essere fatto da una distanza ravvicinata.”
Izuku annuì, per poi voltarsi a guardare quello che era stato il suo vecchio partner.
GrapLeomon lo affiancò. “Non te lo lascerò fare da solo. Sarò con te!”
Midoriya annuì, solo per portarsi una mano davanti agli occhi quando WarGreymon li superò in volo.
“Ho sentito tutto! Farò del mio meglio per permettervi di avvicinarvi!” Urlò, mentre anche MetalGarurumon ripartiva all’attacco.
GrapLeomon a quel punto prese Izuku con un braccio, lasciando che si sedesse sulla sua spalla.
“Tieniti forte!” Urlò, per poi saltare in avanti.
Il Digimon di livello Perfetto sorvolò sopra diverse macerie, per poi tentare di saltare verso la testa del Digimon avversario, solo per cominciare a cadere giù prima.
Ma non fece in tempo a toccare terra che la coppia venne presa dagli artigli di Ryukyu, che con un colpo d’ali si sollevò in aria.
“Non arrendetevi! Noi eroi siamo ancora qui per aiutarvi!” Urlò la dragonessa, per poi lanciarli in alto.
VenonVamdemon si voltò verso di loro, giusto in tempo per vedere Izuku alzare il braccio con il Digivice, puntandoglielo contro.
Con le lacrime che scendevano liberamente, il ragazzo premette il tasto di conferma, lasciando che un raggio di luce rossa partisse dal Digivice.
VenonVamdemon poté solo spalancare gli occhi mentre il raggio passava da parte a parte del suo petto, per poi esplodere in una sfera di luce che avvolse completamente il Digimon e tutti i presenti.
 
 
Izuku riaprì gli occhi, ritrovandosi in uno spazio bianco infinito.
E lì, di fronte a lui, un Impmon lo stava osservando seduto.
“Ipchan…” Mormorò Midoriya, avvicinandosi.
Solo per fermarsi quando il Digimon alzò una mano in segno di stop.
“Penso… sia meglio così.” Fece il Digimon, sorridendo. “Alla fine hai scelto di fare l’eroe, nonostante tutto.”
Izuku chiuse le mani a pugno.
“Io… Io diventerò un eroe!” Esclamò, ricominciando a piangere.
“Ma gli eroi non sorridono sempre?” Domandò Impmon, alzandosi.
“Gli eroi sono pur sempre umani.”
Il Digimon mantenne il sorriso.
“Già… Immagino sia così.” Fece, dandogli le spalle.
“Non so cosa ti è successo dopo che mi abbandonasti.” Continuò. “Ma da quello che ho scoperto, non dovresti essere tornato subito a casa. Sei rimasto ancora per un po’ nel Mondo Digitale. In quel periodo i Padroni delle Tenebre hanno attaccato nuovamente, prima di sparire ancora una volta. Ma queste sono tutte informazioni di seconda mano. Le cose potrebbero essere andate diversamente.”
“I Padroni delle Tenebre… ho già sentito parlare di loro da una ragazza umana, che ha affermato di averli affrontati assieme a degli amici.”
“I Padroni delle Tenebre sono tra i Digimon più potenti esistenti. Ma chissà… forse potresti essere in grado di farli sparire per sempre. Proprio come hai fatto con me.”
“Ipchan…” Iniziò, cadendo in ginocchio. “Perdonami!”
Impmon sbuffò, girando appena la testa, mentre iniziava a svanire nel nulla. “Un po’ tardi per farti venire i rimorsi, non credi? Ma hai i miei complimenti, Izuku… Hai fatto il tuo primo passo per diventare un vero eroe. Ora il sacrificio non ti è sconosciuto.”
 
 
Izuku non riuscì a mantenere lo sguardo mentre VenonVamdemon iniziava a dissolversi in pixel, continuando a riservargli uno sguardo tradito.
GrapLeomon atterrò a terra, affiancato da WarGreymon e MetalGarurumon, osservando il loro avversario scomparire nel nulla.
I Bambini Prescelti li raggiunsero, mentre i tre Digimon s’illuminarono, tornando ad essere Koromon, Tsunomon e Leomon.
“Ci sei riuscito.” Fece Ingenium, raggiungendoli assieme agli altri due eroi.
Izuku spostò lo sguardo sul Digivice al polso, che aveva smesso di dare segni di vita.
“La nebbia sta iniziando a diramarsi.” Osservò Joe, per poi sussultare quando All Might atterrò poco lontano da loro, tenendo Inko tra le braccia.
“Izuku!” Urlò la donna, raggiungendo di corsa il figlio.
Midoriya a quel punto si spezzò e lanciò un urlo pieno di disperazione, per poi scoppiare a piangere tra le braccia della madre, con nessuno che osava dire nulla.
“Giovane Midoriya…” Mormorò All Might, chiudendo le mani a pugno. Non aveva potuto partecipare attivamente alla battaglia a causa dei suoi limiti, e la cosa lo stava divorando dentro.
Non potendo mantenere lo sguardo su madre e figlio, l’eroe numero uno alzò la testa, sperando di rivedere il cielo ora che la nebbia stava scomparendo.
Solo per spalancare gli occhi.
“Che cosa…?” Si domandò ad alta voce, attirando su di sé l’attenzione di tutti, che alzarono lo sguardo.
Lì, al posto del cielo, ad accoglierli c’erano oceani, montagne, foreste e deserti.

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Capitolo 16
*** Ritorno in un nuovo mondo ***


Capitolo 16:
Ritorno in un nuovo mondo

Yuuko Yagami uscì dal market.
Aveva approfittato del fatto che Taichi fosse al campo estivo e che Hikari stesse ancora dormendo per andare a fare un po’ di compere, ma aveva impiegato decisamente più tempo di quanto avesse messo in preventivo.
Guardò l’orologio e sospirò.
“Hikari si sarà sicuramente svegliata…” Mormorò, solo per voltarsi quando iniziò a sentire diverse urla.
Incuriosita, cerco di capirne il motivo, solo per vedere diverse persone indicare e guardare il cielo, cosa che fece anche lei.
Solo per lasciare cadere a terra i sacchetti della spesa.
Lì, dove doveva trovarsi il cielo, si poteva vedere quello che sembrava quasi uno specchio della Terra, ma con diverse creature sconosciute che volavano sopra le foreste e le montagne.
 

~~~~~~~~~~~~

 
“Che cosa significa questo?!” Esclamò Gang Orca, osservando il paesaggio sopra di loro.
“Un’altra mossa di Vamdemon?” Mormorò Koushiro.
“Ma non dovrebbe più poter fare nulla!” Gridò Mimi.
“No… Non è opera sua.” Fece Izuku, con gli occhi che tremavano. “Quello… Quello è il Mondo Digitale!”
Tutti si voltarono a guardarlo.
“Ne sei sicuro?” Domandò Yamato.
Il verde annuì, per poi indicare con un dito una montagna. “Quello… Quello è il Monte Mugen.”
“Ma perché il Mondo Digitale è apparso al posto del cielo del tuo mondo?” Chiese Hikari.
“Se è apparso… significa solo che c’è qualcosa che non va. E non è per nulla un buon segno.” Disse Leomon.
Izuku restò in silenzio per qualche secondo, per poi guardare entrambi i suoi Digivice.
“Dobbiamo tornare lì.” Sentenziò infine.
All Might non disse nulla. Sapeva che quello che stava dicendo Midoriya era semplicemente quello che stavano pensando tutti.
“Lasciate che venga anch’io!” Esclamò l’eroe numero uno. “Non potete tornare lì da soli! Chissà che cosa vi aspetta!”
Izuku si girò verso l’eroe, per poi sorridere.
“Ma in quel caso, non ci sarebbe più nessun eroe numero uno a controllare come vanno le cose qui.” Disse semplicemente.
“Izuku…” Mormorò Inko, guardando il figlio.
“Mi dispiace mamma… ma devo andare. Nel Mondo Digitale c’è la risposta a tutte le mie domande. Cosa mi è successo durante il mio primo viaggio? Perché Ipchan è diventato cattivo? E poi… ho fatto diverse promesse. Devo mantenerle.”
“Siamo con te!” Esclamò Taichi, mentre anche gli altri bambini e Digimon annuivano. “Non possiamo ignorare una possibile minaccia! Cavoli, siamo in un mondo dove fare i supereroi è comune quanto fare gli idraulici, non possiamo di certo sfigurare, no?”
“Ma non avete idea di cosa vi aspetta!” Protestò Ingenium.
“Qualunque cosa sia, la affronteremo insieme!” Replicò Yamato, con Tsunomon che annuiva tra le sue braccia.
“Immagino non ci sia altra soluzione.” Disse una voce, anticipando il preside Nezu. “Sono corso qui il più velocemente possibile, ma pare non abbia fatto in tempo. Ma almeno posso salutarvi.”
Dicendo ciò tirò fuori diciotto tessere, che consegnò a Sora.
“Questi sono dei pass per accedere liberamente alla UA. Sarete sempre i benvenuti, giovani eroi.” Disse con un sorriso, per poi voltarsi a guardare Izuku. “E il tuo posto sarà sempre disponibile, Midoriya. Penso che tu abbia dimostrato di essere all’altezza di essere un eroe.”
Izuku scosse la testa.
“No… Non ancora. Non sono riuscito a salvare il mio vecchio amico. Ho messo a rischio migliaia di persone. Finché non sarò in grado di fare ammenda per ciò, non potrò definirmi un eroe.”
“Riconoscerlo è già il primo passo.” Fece All Might, sorridendo mentre Sora consegnava a ciascuno due delle tessere, una per umano e una per Digimon.
“Izuku… Tornerai, vero?” Domandò Inko, guardando il figlio.
Il ragazzo annuì. “Risolveremo il problema del Mondo Digitale e tornerò a casa. È una promessa!”
Detto ciò si voltò verso gli altri Bambini Prescelti, per poi portare in avanti il Digivice, lasciando che lo schermo fissasse il cielo.
“L’altra volta sono tornato nel Mondo Digitale grazie al Digivice. Penso… Penso che sia l’unico modo per poterci tornare ancora una volta!”
Gli altri annuirono, per poi imitarlo, creando un cerchio tra di loro.
Pochi istanti dopo, i dispositivi elettronici iniziarono a suonare in sincrono tra di loro, per poi illuminarsi.
Attorno al gruppo si creò un campo di energia multicolore, che iniziò a sollevarli assieme ai Digimon.
“Deku!!!” Urlò una voce famigliare al gruppo, che fece voltare tutti quanti verso la fonte.
Poco lontano da loro, Katsuki, Ochaco e Todoroki, spinti dalle esplosioni del vecchio amico di Midoriya, stavano letteralmente volando verso di loro.
“Kacchan?!” Esclamò sorpreso Izuku, solo per sentire il piede venire afferrato dalla mano dell’amico, anche se stranamente non sentì alcun peso aggiuntivo.
“Pensi davvero che ti lascerò fare l’eroe e trattarmi come una comparsa?!”
“Kacchan, che cosa pensi di fare?! Non puoi venire con noi! E nemmeno loro!”
“Abbiamo visto che cosa possono fare quei Digimon… una mano in più non vi farà male.” Disse semplicemente Shoto.
“E poi vi potrebbe servire una mano per tornare qui… Posso controllare la gravità!” Aggiunse Uraraka a fatica, per poi portarsi una mano davanti alla bocca.
Sotto di loro, gli eroi poterono solo osservare increduli la scena, per poi vedere il gruppo sparire assieme alla luce.
“Aizawa li ucciderà quando torneranno…” Mormorò All Might.
 
I bambini si ritrovarono all’improvviso a precipitare nel vuoto.
“Ehi, che succede?!” Esclamò Ochaco, battendo più volte le mani. “Perché anche noi stiamo precipitando? Il mio Quirk dovrebbe impedirlo!”
“Non lo so! L’ultima volta non era successo!” Urlò Taichi, per poi spalancare gli occhi quando sotto di loro apparve una foresta.
Senza poter far molto per impedirlo, il gruppo andò a schiantarsi contro gli alberi, i quali tuttavia attutirono la caduta, permettendoli di atterrare solo con qualche botta.
“Ohio… Che male…” Borbottò Joe, mentre uno ad uno si rialzavano.
“Quindi questo è il Mondo Digitale? Me l’aspettavo… diverso.” Osservò Shoto.
“Perché ci avete seguito?!” Esclamò Izuku, avvicinandosi ai tre studenti. “Non avete idea di cosa potrebbe succedere qui! E non siete dei Bambini Prescelti!”
“Quante storie!” Replicò Kacchan. “Come se ci servissero quei mostricciatoli! I nostri Quirk saranno più che sufficienti!”
“Ragazzi… temo ci sia un altro problema.” Fece Sora, guardando in alto, subito imitata dagli altri.
Lì, ad attenderli, c’era la visione della Terra. Infatti riuscirono a riconoscere il campo di battaglia che avevano appena lasciato.
Tuttavia pochi secondi dopo questi fu sostituito da un’altra città.
“Quella… Quella è Hikarigaoka!” Urlò Koushiro, riconoscendola.
“Questo significa che anche il nostro mondo è a rischio?” Chiese Joe.
Un fruscio proveniente da un cespuglio fece saltare tutti quanti, permettendo a tutti i Digimon regrediti a livello Baby di evolvere e prepararsi a combattere.
Tuttavia dal cespuglio uscì strisciando un piccolo topo viola, il quale stava evidentemente soffrendo ad ogni passo che faceva.
“Tyumon!” Urlò Mimi, correndo subito verso di lui.
“Lo conosci?” Domandò Izuku, sorpreso.
“Sì. L’ho incontrato quando Devimon ci ha separato. Ma non era da solo.” Rispose la bambina, prendendo il Digimon tra le braccia.
“M-Mimi… Sei davvero tu?” Chiese lui, ricevendo una silenziosa conferma.
“Che cos’è successo? Dov’è Scumon?”
“Lui… non c’è più.” Fece il piccolo Digimon. “Quando sono arrivati… è precipitato nel vuoto…”
“Arrivati?” Chiese Takeru. “Di chi stai parlando?”
“Dei Padroni delle Tenebre.” Rispose Tyumon.
A quel nome Izuku balzò immediatamente in avanti.
“I Padroni delle Tenebre?! Ho sentito bene?!” Domandò al Digimon, che annuì.
“Non è possibile…” Mormorò Leomon.
“I Padroni delle Tenebre?” Ripeté Hikari.
“Deku…” Fece Bakugo. “Di chi state parlando? Tu e il tuo Digimon siete gli unici ad aver riconosciuto quel nome.”
Midoriya restò in silenzio per qualche secondo.
“Quando siamo finito nel mondo di Taichi… Abbiamo incontrato dei vecchi Bambini Prescelti.” Disse infine, facendo spalancare gli occhi a tutti.
“Aspetta, stai dicendo che nel nostro mondo c’è qualcuno che sa dei Digimon?!” Esclamò sorpreso Joe.
“Esatto. Mi hanno raccontato di come hanno combattuto contro i Padroni delle Tenebre… e sono stati sconfitti. Per riuscire solo a respingerli hanno dovuto sacrificare il legame con i loro Digimon… e usare uno di loro come catalizzatore per il loro attacco finale.” Rivelò Izuku. “Quei bambini ormai sono cresciuti, ma non hanno mai dimenticato quello a cui dovettero rinunciare.”
“Interessante!” Risuonò una voce nell’aria, poco prima che il terreno iniziasse a tremare. “Così quei mocciosi sono ancora vivi, eh?”
“C-Chi ha parlato?!” Urlò Ochaco, cercando di restare in piedi.
La risposta arrivo sotto forma del terreno che esplose, lasciando uscire allo scoperto quello che poteva essere definito solo come un gigantesco serpente di mare metallico.
“Bambini Prescelti… Finalmente ci incontriamo!” Esclamò il Digimon. “E non siete soli, vedo!”
Koushiro aprì subito il suo portatile, avviando l’analizzatore.
“MetalSeadramon, Digimon di Livello Definitivo!” Lesse, per poi guardare il nuovo avversario.
“Così è finalmente giunto il momento che abbiamo aspettato per tanto tempo… Soul.” Disse MetalSeadramon, voltandosi verso di loro.
Prima che potesse dire altro, tutti i Digimon evolsero al Livello Adulto, per poi attaccare tutti insieme.
Ma con loro sorpresa, vennero facilmente respinti con il solo movimento del loro avversario.
“Cercherò di fermarlo con il ghiaccio!” Urlò Todoroki, alzando la mano.
Tuttavia dopo pochi secondi l’abbassò, fissandola con occhi tremanti.
“Beh, che ti prende ghiacciolo?” Domandò Kacchan.
“Il mio Quirk… non funziona.” Disse incredulo Shoto, con tutti gli umani che si voltarono a guardarlo.
“Come sarebbe a dire che non funziona?” Chiese Mimi.
“Idiozie! Se non vuoi intervenire, ci penserò io a farlo esplodere!” Gridò Katsuki, correndo in avanti e iniziando a preparare le esplosioni.
Solo che queste non avvennero.
Bakugo si fermò, guardandosi le mani incredulo. “Che cosa significa? Perché il mio Quirk non funziona?!”
“Quirk?” Ripeté MetalSeadramon, per poi sghignazzare. “Oh, capisco… Quindi anche voi venite da lì, eh?”
Mentre diceva ciò, il cannone che sostituiva il muso cominciò ad illuminarsi.
“Avete fatto male a venire nel Mondo Digitale!” Esclamò, scagliando un raggio d’energia che colpì il terreno ai piedi del gruppo, che si disintegrò, facendoli precipitare nel vuoto.
 
“Ugh… Cos’è successo?” Fece Takeru, riaprendo gli occhi, solo per rendersi conto di essere tenuto in braccio da Angemon, che gli sorrise rassicurante.
Uno ad uno anche gli altri ripresero i sensi, rendendosi conto di trovarsi in uno spazio nascosto dalla nebbia.
“Maledizione!” Urlò Katsuki, portando in avanti la mano. “Perché i nostri Quirk non funzionano?!”
Perché i vostri corpi non sono più di carne e ossa!” Rispose una voce profonda, poco prima che il terreno tremasse di nuovo.
Sotto gli occhi increduli dei presenti, un Digimon meccanico grande quanto MetalSeadramon, con due giganteschi cannoni che uscivano dalla sua schiena, fece la sua comparsa.
“E-E quello chi è?!” Domandò Joe, voltandosi verso Koushiro, che aveva già aperto l’analizzatore.
“È Mugendramon! Anche lui è un Digimon di Livello Definitivo!” Urlò spaventato il Prescelto con il computer.
“Come sarebbe a dire che i nostri corpi non sono più di carne e ossa?” Domandò Ochaco.
Nel momento in cui siete entrati nel Mondo Digitale, i vostri corpi sono stati convertiti in dati! Dati che distruggerò più che volentieri!” Rispose il Digimon, cominciando a caricare due raggi d’energia dai suoi cannoni.
I Digimon, con l’esclusione di Angemon, evolsero subito, preparandosi a colpirlo, solo per venire investiti in pieno dal raggio d’energia, al quale seguirono una serie di sfere altrettanto potenti.
E ancora una volta, il terreno ai loro piedi fu distrutto, facendo precipitare ulteriormente tutti quanti.
Solo che stavolta la loro frenata s’interruppe di colpo.
“Uraraka! Il tuo Quirk funziona allora?” Domandò Izuku, solo per vedere la ragazza scuotere la testa.
“No… non ho fatto nulla.”
Non appena ebbe detto ciò, il suo braccio si alzò mentre lei volò verso Bakugo, solo per dargli uno schiaffo in faccia.
“Vuoi morire?!” Gli urlò contro lui, solo per sentire il proprio braccio alzarsi e la mano chiudersi a pugno, poco prima che questi colpisse il suo stomaco.
Koushiro alzò lo sguardo, vedendo in controluce dei sottili fili tenere tutti loro sollevati.
“Ehi, questi cosa sono?” Chiese ad alta voce, solo per sentire una risata sopra di loro.
Le loro teste furono costrette ad alzarsi, ritrovandosi a guardare un burattino di legno dalle dimensioni umane, con poggiato sulla schiena un martello gigante con dei fori per proiettili.
“Eh eh eh… Perché non guardi il tuo computer?” Fece lui, muovendo le dita della mano destra.
Koushiro, contro la sua volontà, tirò fuori il portatile, iniziando a digitarci sopra e aprendo la nuova scheda dell’analizzatore.
“Pinocchimon. Un altro Digimon di Livello Definitivo! Può controllare chi desidera con i suoi fili!” Lesse il bambino, deglutendo.
“Ehi, non hai mai letto bene Pinocchio immagino!” Sbraitò Bakugo. “I burattini non controllano gli umani!”
“Ma dove sarebbe il divertimento?” Chiese il Digimon, sorridendo. “Ma vedo che voi Bambini Prescelti avete deciso di portare qualcuno in più, eh?”
“Che cosa vuoi da noi?” Gli urlò Yamato.
“Da voi? Nulla. Ma da Soul…”
Il sorriso sul suo volto divenne più marcato, per poi prendere il suo martello.
Immediatamente da esso partirono una raffica di proiettili d’energia, che colpirono tutti i Digimon, facendoli tornare a Livello Baby, con l’eccezione di Leomon, Agumon, Gabumon e Patamon.
Gli umani sentirono i fili staccarsi, lasciandoli liberi, giusto in tempo per riprendere la loro caduta.
Pochi secondi dopo si scontrarono con un suolo sabbioso, ritrovandosi al centro di un’arena famigliare ai Bambini Prescelti.
“Q-Questa…” Borbottò Taichi, rivivendo nei suoi occhi il ricordo di SkullGreymon impazzire.
“Salve Bambini Prescelti.” Fece una voce dolce, mentre dal nulla appariva un clown. “Bentornati! E un benvenuto nel Mondo Digitale anche agli altri ospiti.”
“Tu chi sei” Domandò Izuku, alzandosi e fissando il clown, che non fece sparire il suo sorriso. Che fosse finto o reale era impossibile da capire a causa del trucco.
“Sono un cantastorie.” Rispose lui, per poi tirare fuori un blocco di disegni. “Vedete, una volta c’erano otto Bambini Prescelti, che decisero di tornare nel Mondo Digitale.” Disse, mostrando il disegno di Taichi e degli altri bambini. Poi girò foglio, mostrando un disegno di Izuku. “Con loro c’era anche Midoriya Izuku, il quale contro ogni buon senso ha deciso di seguirli e tornare ancora una volta.”
Girò ancora una volta il foglio, mostrando il disegno dei tre studenti della UA. “Con loro portarono tre eroi in allenamento, i quali non avevano idea che nel Mondo Digitale i Quirk non possono funzionare.”
Strappando via i vecchi disegni, l’ultimo mostrava l’intero gruppo, con l’eccezione di Midoriya, con delle X al posto degli occhi. “Sfortunatamente, per tutti loro, il destino sarà lo stesso: morte.”
Detto ciò il clown saltò in alto, fermandosi a mezz’aria e cambiando aspetto, mantenendo le fattezze umane e i vestiti da clown, ma perdendo ogni segno di bontà.
“Lasciate che mi presenti, senza farvi perdere tempo con quel computer. Io sono Piemon, Digimon di Livello Definitivo. E ora, permettetemi di accogliere gli altri membri del mio gruppo.”
Dicendo ciò al suo fianco apparvero dal nulla MetalSeadramon, Mugendramon e Pinocchimon.
“Noi siamo i Padroni delle Tenebre. È un piacere incontrarvi, Bambini Prescelti. Ed è un piacere ancora maggiore ritrovarti… Midoriya Izuku.”
Il ragazzo dai capelli verdi spalancò gli occhi, mentre Leomon estraeva la spada, pronto a difenderlo.
“C-Che cosa?” Balbettò lui, solo per vedere Bakugo saltargli davanti.
“Che stai blaterando? Come fai a conoscere Deku?!”
“Non ve l’ha detto, eh?” Ridacchiò Pinocchimon.
“Non vi ho mai incontrato prima!” Replicò Izuku. “Ho solo sentito parlare di voi!”
“Oh, sì. I vecchi Bambini Prescelti. Devo ammetterlo, ci hanno colto di sorpresa. Ma il loro sacrificio è stato inutile. Soprattutto grazie a te, Izuku.”
Basta perdere tempo! Prendiamo Soul ed eliminiamo i mocciosi!” Urlò Mugendramon, cominciando a caricare il proprio attacco.
“Non stavolta!” Gridò Taichi, prendendo in mano il Digivice, che cambiò colore, come quello di Yamato. “Anche noi abbiamo dei Digimon di Livello Definitivo!”
Agumon e Gabumon lasciarono il posto a WarGreymon e MetalGarurumon, che si lanciarono immediatamente contro Piemon, il quale li evitò facilmente, per poi evocare dal nulla dei pugnali che li lanciò contro, colpendoli in pieno.
I due Digimon ruggirono di dolore, per poi illuminarsi e tornare alla loro forma base, subito soccorsi dai rispettivi partner.
“Impossibile… Come ha fatto a sconfiggerli così facilmente?!” Urlò Sora, non credendo ai propri occhi.
“Semplice: voi avete raggiunto quel Livello da poco tempo. Noi abbiamo molta più esperienza di voi. Ma ora, direi di procedere con la vostra eliminazione!”
Detto ciò Piemon scagliò un altro pugnale, stavolta in direzione di Mimi, che gridò spaventata.
Tuttavia, Tyumon saltò via dal suo abbraccio, prendendo in pieno petto il pugnale, che scomparve subito dopo, lasciando il Digimon cadere esamine a terra.
“Tyumon!” Urlò Mimi, prendendolo di nuovo in braccio.
“Mimi… Quando tornerò in vita… uscirai con me per un appuntamento?” Chiese, per poi dissolversi in pixel, che si dispersero nell’aria.
“Tsk. Un sacrificio inutile.” Fece Piemon, mentre Mimi scoppiava a piangere. “Ora-”
Il capo dei Padroni delle Tenebre non riuscì a finire la frase che si ritrovò a volare attraverso l’arena, andando a sbattere contro gli spalti, che cedettero sotto la forza d’urto.
Gli occhi di tutti erano rivolti verso Izuku, avvolto dall’energia di One For All, che si trovava ancora a mezz’aria, con il braccio in avanti.
“Voi… Voi siete imperdonabili!” Urlò, atterrando a terra.
“Che cosa?!” Esclamò sorpreso Pinocchimon. “Cos’è quel Quirk?!”
“Questa è una novità. L’altra volta non aveva un simile potere.” Aggiunse MetalSeadramon.
Non solo. È riuscito ad utilizzarlo nel Mondo Digitale!” Concluse Mugendramon.
Dal punto dov’era finito Piemon le macerie esplosero, lasciando il Digimon libero e incolume, il quale volò nuovamente dagli altri, fermandosi di fronte a Izuku.
“E così, hai ottenuto un nuovo Quirk, eh?” Fece lui, senza la minima traccia di sorriso.
Izuku non rispose, limitandosi a fissarlo con rabbia.
Piemon tornò a sorridere. “Sei interessante come sempre, Midoriya!”
Detto ciò alzò una mano di fronte a sé. “Ma ora il momento del divertimento è finito.”
Prima che potesse fare qualcosa, una sfera luminosa lo raggiunse, esplodendo di fronte ai quattro Digimon malvagi, accecandoli.
Allo stesso tempo, attorno ai Bambini Prescelti, Digimon e studenti si creò una sfera d’energia che cominciò a trascinarli via, mentre diventavano invisibili all’esterno.
“Sembra che io sia riuscito ad arrivare in tempo, pi!”
“Piccolomon!” Esclamarono tutti quanti, con l’eccezione dei tre studenti, che fissarono sorpresi la piccola creaturina.
“Non abbiamo molto tempo, pi! Dubito che questo trucchetto li distrarrà troppo a lungo, pi!” Fece il Digimon folletto, guardando indietro, dove i Padroni delle Tenebre stavano iniziando a inseguirli.
“Come facciamo a fermarli? Sono troppo forti!” Esclamò Taichi.
“Purtroppo non ho una risposta per voi, pi. Per il momento, sappiate solo che dovete raggiungere la cima del Monte Spirale, pi!”
“Il Monte Spirale?” Ripeté Shoto, per poi vedere il Digimon indicare con il suo bastone un’enorme montagna, dove acqua, bosco, terra e oscurità erano intrecciati in una perfetta spirale.
“E tu cosa farai?” Domandò Izuku.
“Io resterò indietro per rallentarli, pi!” Rispose Piccolomon.
“Ma sono troppo forti!” Esclamò Hikari. “Se li affronti-”
“È stato un onore conoscervi, Bambini Prescelti!” Rispose il Digimon, uscendo dalla sfera, che continuò il proprio viaggio da sola.
“Piccolomon!” Urlò Izuku, mentre continuavano ad allontanarsi sempre di più.
“È tutto nelle tue mani, Izuku.” Mormorò Piccolomon, per poi voltarsi e ritrovarsi a fissare i quattro Padroni delle Tenebre.
“Così hai deciso di interferire, Piccolomon.” Disse Piemon, mentre il folletto stringeva con maggior forza il suo bastone.
“Dove l’hai mandato?” Chiese Pinocchimon.
“Chissà, pi!”
“Pensi davvero di poterci tenere testa?” Fece Piemon, sorridendo. “Potremmo anche decidere di lasciarti andare se rispondi.”
“Non sottovalutatemi! Ho diversi assi nelle maniche!” Rispose il piccolo Digimon, stringendo con forza la sua arma.
 
I Bambini Prescelti videro una forte esplosione provenire dall’interno dell’arena, mentre la sfera continuava ad allontanarli.
“No…” Mormorò Sora, portandosi una mano sopra la bocca, cominciando a piangere.
Izuku chiuse le mani a pugno.
“Piccolomon… Perché?!” Urlò.

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Capitolo 17
*** Furia digitale ***


E in leggero ritardo, eccomi con il nuovo capitolo!
Chiedo ancora scusa, ma volevo assicurarmi che gli ultimi tre capitoli fossero a posto, motivo per cui ho preferito rileggere più e più volte, ritrovandomi alla fine a riscrivere intere parti.
Ma ora, finalmente sono pronto a iniziare la pubblicazione della parte finale di questa storia!
E come ogni storia di Digimon che si rispetti, c'è un evento che non può mancare...

 

Capitolo 17
Furia digitale

Izuku osservò Mimi pregare di fronte alle tombe improvvisate che aveva eretto.
Erano riusciti a sconfiggere MetalSeadramon grazie a WarGreymon, ma il costo da pagare era stato alto.
Whamon, il Digimon che li aveva portati a Server la prima volta, si era sacrificato per salvarli. Proprio come Tyumon e Piccolomon.
Leomon osservò il suo partner chiudere le mani a pugno, mentre Taichi e Yamato iniziavano a litigare per qualcosa a cui nessuno dei due aveva prestato sufficiente attenzione.
Poco lontano, Katsuki osservava il suo vecchio amico.
“Forse… Forse abbiamo sbagliato a venire qui.” Mormorò Ochaco ai due compagni.
“Ormai è tardi per pentirsene.” Disse Todoroki. “In ogni caso, ora possiamo solo aiutare il più possibile.”
“… Perché?”
I due si girarono a guardare Bakugo.
“Perché Deku è l’unico di noi ad aver mantenuto il suo Quirk? Che sia per come l’ha ottenuto?”
“Eh? Che cosa vuoi dire?” Domandò Uraraka, confusa.
“Non credo. Ma temo ci sia ben altro che ignoriamo su di lui. Vamdemon ha detto che era già stato qui molto tempo fa, ma non ne ha ricordo. E i Padroni delle Tenebre lo hanno riconosciuto subito.” Rispose il ragazzo dal doppio Quirk. “Tu lo conosci da più tempo di noi. Secondo te davvero non ricorda nulla?”
“Tsk. Deku non è capace di mantenere un segreto nemmeno se ne dipendesse la sua vita. Ha davvero dimenticato qualsiasi cosa sia successa qui.”
Mentre diceva ciò vide Izuku allontanarsi, seguito da Leomon.
“Ma una cosa è certa: quell’idiota pensa troppo.” Sputò, per poi seguire il verde, imitato dagli altri due studenti.
Non impiegarono molto a raggiungerlo.
“Dimmi, Deku.” Lo chiamo Katsuki. “Pensi davvero che andartene servirà a qualcosa?”
Izuku si fermò.
“Voi lo avete capito, no?” Rispose senza voltarsi. “Se resto qui, non farò altro che mettere in pericolo tutti quanti.”
“E andartene servirà a qualcosa?” Gli domandò Shoto. “Siamo realistici: sono solo dei bambini. E tu sei l’unico di noi con un Digimon al suo fianco. Sei la loro guida.”
“Guida? Che razza di guida sono?!” Urlò. “Non sono in grado di salvare nessuno… Tutti i Digimon che mi aiutano finiscono col venire eliminati… Devo mettere la parola fine a questa storia. Voi cercate solo un modo per tornare a casa.”
“Non possiamo!” Esclamò Uraraka. “Tutti noi vogliamo diventare eroi! Non possiamo voltarti le spalle! Né a te né a nessun altro di questo mondo!”
Mentre diceva ciò abbassò lo sguardo. “Non saranno umani… Ma ogni Digimon che ho visto morire mi ha lacerato dentro. Non posso sopportarlo!”
Izuku restò in silenzio per qualche secondo.
“Kacchan… tu vuoi ancora diventare l’eroe numero uno?”
Sorpreso da quell’improvvisa domanda, il ragazzo esplosivo ghignò. “Certo! Non c’è nulla in grado di fermarmi!”
“Lo stesso vale per me.” Si aggiunse Todoroki.
“Perché?”
I due fissarono la schiena di Midoriya.
“Perché volete diventare i numeri uno?”
“Cos’è, un quiz?” Fece Bakugo. “Per dimostrare che sono il migliore, ovvio!”
“E tu Todoroki?”
“Io… solo per dimostrare a una persona che non ho bisogno del suo aiuto.”
“E tu Uraraka? Perché vuoi diventare un eroe?”
La ragazza sussultò, per poi distogliere lo sguardo. “Io… Me ne vergogno, ma ho iniziato a desiderarlo… per i soldi.”
A quella risposta i due compagni la guardarono leggermente sorpresi.
“I miei genitori gestiscono un’impresa edile… ma con tutti i Quirk che ci sono, le cose non vanno bene come si potrebbe pensare… Voglio solo aiutarli in qualche modo, e visto che non mi permettono di usare il mio Quirk per farlo direttamente… ho deciso che avrei aiutato anche gli altri per aiutare loro! Posso fare entrambe le cose assieme!”
Izuku continuò a non voltarsi.
“Beh… ognuno ha il suo motivo, direi.”
“E tu?” Domandò Shoto. “Perché vuoi diventare un eroe?”
“Per aiutare gli altri. Per aiutare chi è in difficoltà.” Rispose subito lui. “Non m’importa di essere l’eroe numero uno, di essere visibile, di essere il più forte… voglio solo aiutare!”
Midoriya infine si voltò, mostrando il viso coperto dalle lacrime. “E allora perché non faccio altro che far soffrire tutti?!”
“Izuku…” Mormorò Leomon, non sapendo cosa dire.
“Non ho idea di cosa sia successo durante il mio viaggio con Ipchan… Ma qualunque cosa sia successa, è bastata per recidere un legame che doveva essere indistruttibile! Un legame che ho personalmente spezzato!”
Il ragazzo si portò una mano sul petto. “Avete idea di cosa significhi uccidere con le proprie mani una delle persone più care della tua vita?!” Urlò. “Una persona così cara, e di cui non ti ricordavi nemmeno l’esistenza?!”
Nessuno di loro rispose.
“Ho passato anni a sentirmi dire di essere inutile… di essere un deku!” Continuò a sbraitare, guardando principalmente Katsuki. “E quando finalmente posso essere un eroe… la prima cosa che devo fare è un sacrificio! Avevi ragione, Kacchan… sono inutile! Sono solo Deku!”
“Non è vero!” Esclamò Ochaco. “Non sei inutile!”
Izuku la fissò, non sicuro di aver sentito bene.
“Hai aiutato quei bambini ad affrontare un viaggio difficile… Hai rinunciato a qualcosa che ti era caro per aiutare tutti! Quando hai usato il tuo Quirk non hai esitato, anche se ti sei rotto il braccio!”
Ochaco si guardò le mani. “Se tu sei inutile, allora io cosa sono? Non ho potuto fare nulla per aiutare quei due Digimon… Vamdemon li ha uccisi di fronte a noi e non ho fatto nemmeno un passo in avanti… Tu hai fatto molto più per noi di chiunque abbia mai fatto per te! Questo da solo dimostra che tu sei già un eroe migliore di noi!”
La ragazza sorrise. “E poi, Deku ricorda anche la parola ‘Dekiru’. ‘Puoi farcela’.”
Izuku la guardò incredulo, per poi fare un piccolo sorriso.
“Deku… non è solo inutile, eh?”
Dicendo ciò si voltò nuovamente, riprendendo a camminare.
“Devo accertarmene. Seguite i bambini… ve li affido finché non tornerò.”
“Dove vuoi andare?” Chiese Katsuki.
Izuku chiuse le mani a pugno.
“Devo scoprire cosa mi è successo durante il mio primo viaggio. I Padroni delle Tenebre sanno qualcosa, ma non possono essere gli unici. Troverò la verità. Solo così potrò decidere che strada seguire.”
Detto ciò, scomparve oltre gli alberi assieme a Leomon.
 

~~~~~~~~~~~~~


Erano passati diversi giorni da quando Izuku aveva lasciato il gruppo.
Da allora, lui e Leomon avevano viaggiato attraverso il Mondo Digitale, ritrovandosi a testimoniare di persona il passaggio dei Padroni delle Tenebre.
Tutti i luoghi che avevano visto in passato erano stati distrutti, come anche quelli dove gli altri Bambini Prescelti si erano fermati durante la loro divisione.
Fu proprio in uno di questi che il duo si fermò a riposare. Si trattava di un vecchio ristorante, che mostrava ancora i segni di quella che doveva essere stata una feroce battaglia.
Izuku non aveva avuto fortuna di alcun tipo: i pochi Digimon che avevano incontrato che non fossero dei sottoposti dei loro nemici non avevano mai sentito parlare di altri umani a parte gli attuali Bambini Prescelti.
“Leomon… Secondo te è vero?” Chiese al suo partner.
“Non so cosa dirti, Izuku.” Rispose lui. “Vamdemon sembrava esserne convinto. E l’odio che mostrava… non penso fosse finto.”
“Già… E poi, anche la mamma ha confermato la sua storia… Ma perché non riesco a ricordare nulla di quel viaggio? Cosa mi è successo di così drastico?”
“Oh, ma è semplice!” Rispose una voce famigliare, che fece voltare immediatamente i due, che si ritrovarono a fissare Pinocchimon.
“Tu!”
“Calma, calma, non sono qui per combattere… non ancora.” Rispose lui, per poi indicarsi il naso di metallo. “Vedete? Non mento!”
“Che cosa vuoi?”
“Beh, stavo giocando con Takeru, ma ha deciso di rovinare tutto e rompere i miei giocattoli… così ho deciso di divertirmi di persona.” Rispose lui. “Non capisco perché non si è divertito con me.”
“Forse perché sei pericoloso?” Replicò sarcasticamente Izuku.
“Oh, ma è proprio quello il punto del divertimento!” Esclamò Pinocchimon. “Come il fatto di riuscire a mettere uno contro l’altro i tuoi amici.” Aggiunse sogghignando.
“Che cosa?”
“Oh, è bastato poco. Il bambino con il Gabumon… cela più oscurità di quanto mostra. È stato facile manipolarlo. Dovevi vederli, MetalGarurumon e WarGreymon combattere all’ultimo sangue, mentre i loro partner umani si pestavano! Peccato che il tuo amico biondo si sia messo in mezzo a dividerli, dando a entrambi un pugno in faccia. Poi dopo il bambino con il MetalGarurumon se n’è andato, e in breve tempo anche il resto dei tuoi amici si è separato.”
Izuku chiuse le mani a pugno. “Tu…”
“Ma tu volevi sapere cosa ti è successo durante il tuo primo viaggio in questo mondo, no?” Continuò Pinocchimon, facendo un salto. “Ho le risposte alle tue domande!”
“E come facciamo a fidarci di te?” Domandò Leomon.
“Il mio naso si allunga quando mento. Per questo dico sempre la verità.” Rispose il Padrone delle Tenebre.
“Proprio come Pinocchio. È il protagonista di una vecchia storia del mio mondo, antecedente ai Quirk.”
“Esatto! I miei dati sono basati proprio su di lui! Divertente, vero? Un innocuo burattino di legno in grado di parlare e camminare… e io sono uno dei Digimon più malvagi e potenti di sempre!”
“Come fate a sapere così tanto sul mio mondo? Siete a conoscenza anche dei Quirk, cosa che gli altri Digimon ignorano.”
“Siamo in giro da molto, molto più tempo di chiunque altro.” Rispose il Digimon. “Ma vedi, abbiamo studiato a fondo il tuo mondo.”
“Perché? Per i Quirk?”
“Certo che no! Non ci interessano minimamente! Sono solo una brutta copia dei nostri poteri. No, no. Il motivo per cui l’abbiamo studiato sei tu, Midoriya Izuku. O dovrei chiamarti Soul?”
Izuku e Leomon lo fissarono, non sapendo bene cosa dire. Si aspettavano che i Padroni delle Tenebre avessero il giovane aspirante eroe sulla loro lista di obiettivi, ma così…
“Soul? Non so di cosa stai parlando.”
“Ovvio. Ti è stata cancellata la memoria, a quanto pare. Beh, non che sia una sorpresa. Dopotutto, tu sei-”
Pinocchimon non finì la frase che un pugno di metallo lo colpì, facendolo volare via.
“Che noioso!” Tuonò il nuovo arrivato, mentre il duo sbatté le palpebre sorpreso, incapaci di realizzare subito quanto appena visto.
“Oh, mi ricordo di voi due!” Continuò lui, sorridendo.
Izuku e Leomon sgranarono gli occhi e indietreggiarono non appena riconobbero la figura.
“Etemon?! Non è possibile!” Esclamò Midoriya.
“Etemon? Non più! Ora sono MetalEtemon!” Rispose il nuovo Digimon, battendo un palmo sul petto, facendo risuonare il suono metallico in tutta l’area.
“Come fai ad essere ancora vivo? Ti abbiamo visto scomparire dopo l’attacco di MetalGreymon!”
MetalEtemon ridacchiò.
“Non hai torto. Effettivamente, l’attacco di MetalGreymon avrebbe dovuto uccidermi. Ma il fatto che ero parzialmente fuso con la mia Rete Oscura mi ha permesso di sopravvivere! Anche se non è stato facile, per nulla. Il mio corpo è stato distrutto e ricomposto innumerevoli volte… finché non ho acquisito tutto quel potere che mi circondava! E così sono rinato, evolvendo in MetalEtemon!”
“Era troppo bello sperare che non ci avresti più infastidito, vero?” Fece Leomon.
“Non potete liberarvi di una star come me!” Replicò lui, per poi alzare una mano. “Ma ora, direi di riprendere dov’ero rimasto… eliminare voi mocciosi e-”
Izuku agì prima che potesse fare qualcosa. Attivando One For All, colpì in pieno stomaco il Digimon scimmia, che sgranò gli occhi, per poi piegarsi in due dal dolore.
“C-Come… Sei solo un umano!” Sbraitò, tenendosi le mani sulla pancia, mentre Midoriya saltava indietro, senza accorgersi di qualcosa che circondò il suo pugno per qualche istante.
“Sono cambiate molte cose da quando sei sparito. Non sono più il debole di prima!”
“Piccolo-”
MetalEtemon non terminò la frase che Pinocchimon restituì il favore di prima, colpendo con il suo martello-mitra, facendolo volare all’interno della foresta e abbattendo diversi alberi nel processo.
“Non sopporto chi interrompe il mio divertimento!” Urlò, senza degnare di uno sguardo i due e seguendo MetalEtemon, scomparendo poco dopo.
Leomon abbassò la guardia, sospirando.
“Fortunatamente quei due si distraggono facilmente. Forza Izuku, meglio che ce ne andiamo e-”
Un rumore alle loro spalle li costrinse a voltarsi.
Lì, con un Ogremon privo di sensi sorretto a fatica, Joe, Gomamon, Mimi, Palmon, Ochaco, Katsuki e Todoroki li fissarono sorpresi.
 
“Capisco… allora le cose sono andate davvero come ha detto Pinocchimon…” Mormorò Izuku non appena finì di sentire la storia.
“Non è tutto lì.” Fece Bakugo, sbuffando. “A quanto pare, questi mocciosi hanno un legame profondo con i Digimon. Anni fa Agumon e un altro Digimon sono giunti nel loro mondo, e hanno combattuto tra di loro. E tutti i marmocchi che hanno assistito alla battaglia sono diventati gli attuali Bambini Prescelti.”
“E non lo ricordavate?” Chiese Leomon, guardando Mimi e Joe, che scossero la testa.
“Eravamo piccoli, e abbiamo pensato che fosse un sogno, e con gli anni ce ne siamo dimenticati.”
“Come lo avete scoperto?”
“Qualcuno si è impossessato di Hikari.” Rispose Todoroki. “Tramite lei, ci ha mostrato i ricordi di quello che è successo e ci ha spiegato perché sono stati scelti.”
“E… avete chiesto di me?” Domandò Izuku.
A quello, tutti i presenti distolsero lo sguardo.
“Certo che lo abbiamo fatto! E quel fantasma ha detto che non eravamo pronti per scoprire la risposta! Qualunque cosa hai combinato, dev’essere stata bella grossa!”
“Kacchan…”
“Ad ogni modo, dobbiamo vedere di trovare gli altri mocciosi e dirigerci verso il Monte Spirale. A quanto pare, secondo quel fantasma, non possiamo tornare nel nostro mondo fino ad allora!” Continuò il ragazzo delle esplosioni.
“Non vi preoccupate, non andrete da nessuna parte!” Urlò MetalEtemon, sfondando la parete del locale, facendo urlare i due Bambini Prescelti più piccoli, mentre i Digimon si prepararono a combattere.
“Leomon! Direi che è il momento di evolvere!” Gridò Izuku, mentre il suo Digivice s’illuminava.
Pochi secondi dopo il ristorante si ritrovò con una parete in meno, mentre GrapLeomon portava fuori MetalEtemon, seguito da Zudomon e Togemon, che lo affiancarono, mentre gli umani, con l’eccezione di Izuku, si allontanarono.
“Oh, così anche voi siete riusciti a evolvere, eh? Non che abbia importanza!”
“Lo vedremo!” Replicò Zudomon, per poi lanciargli contro il suo martello, che fu facilmente respinto da un calcio, mentre gli aghi di Togemon ribalzarono sul suo corpo.
“È inutile! Il mio corpo è indistruttibile!” Esclamò, solo per saltare indietro quando GrapLeomon e Izuku cercarono di colpirlo assieme.
Dal bordo del campo di battaglia, Katsuki digrignò i denti. L’idea di non poter fare nulla lo stava facendo impazzire. Era sempre stato il primo a gettarsi nella mischia, e ora stava guardando Deku combattere al suo posto.
“Non posso accettarlo…” Mormorò, prendendo un bastone che si trovava vicino a lui.
Gli altri lo guardarono, non sapendo cosa dire.
“Non posso sopportare di essere più inutile di Deku!” Urlò, correndo in avanti.
“Bakugo, no!” “Katsuki!”
Le urla attirarono l’attenzione dei combattenti.
“Uh? E tu chi saresti?” Domandò MetalEtemon.
“Il futuro eroe che ti sconfiggerà!”
Il Digimon scimmia sorrise, per poi alzare un braccio, creando un fulmine nero, che scagliò contro Bakugo.
“Kacchan!” Urlò Izuku, facendo per muoversi verso di lui.
Tuttavia GrapLeomon fu più veloce.
Il Digimon leone riuscì a raggiungere Katsuki e a spingerlo via… solo per prendere in pieno il colpo di MetalEtemon.
L’urlo di GrapLeomon risuonò nell’aria, mentre l’energia del fulmine lo attraversava, per poi lasciarlo fumante pochi secondi dopo.
Il Digimon s’illuminò, tornando al suo livello precedente e cadendo a terra.
“Leomon!” Urlò Izuku, raggiungendolo subito, mentre Bakugo guardava incredulo la scena.
Poco lontano da loro, Ogremon aveva ripreso i sensi giusto in tempo per vedere il suo rivale venire colpito.
“Leomon! Leomon, rispondimi!” Gridò Izuku, con gli occhi tremanti.
“I-Izuku… Scusa… Il mio corpo… si è mosso da solo…”
“No Leomon… Resisti, vedrai che-”
Il Digimon sorrise, per poi alzare a fatica un braccio.
“Devi… essere forte… eroe…” Disse a fatica.
Midoriya fece per prendergli la mano, solo per sentirla dissolversi al tocco, seguita a breve dal resto del corpo di Leomon.
“No…” Sussultò Ochaco, portandosi le mani sulla bocca, mentre cominciava a piangere.
MetalEtemon scoppiò a ridere.
“E uno è andato! Ora-”
Tutti quanti spalancarono gli occhi.
MetalEtemon abbassò lo sguardo, vedendo il suo petto sostituito da un buco che passava da parte a parte.
E di fronte a lui, ancora davanti al luogo dove si trovava Leomon, Izuku aveva il braccio alzato e la mano chiusa a pugno.
“C-Come…? Sei… Sei solo… un umano…” Sussurrò il Digimon scimmia, facendo un paio di passi indietro.
“Sparisci.” Ordinò atono Izuku, guardandolo con occhi freddi e spietati.
Non appena ebbe detto quelle parole, MetalEtemon scoppiò in pixel, che si dispersero nel nulla.
“Deku?” Mormorò Katsuki, guardando l’amico, non riuscendo a credere a quanto aveva appena visto.
“Dovevi proprio farlo, vero Bakugo?” Fece Izuku, chiamandolo per la prima volta con il suo cognome, cosa che fece spalancare gli occhi al diretto interessato.
“C-Che cosa succede?” Chiese Joe, alzando lo sguardo, dove l’immagine delle due Terre cominciò a venire oscurata da delle nuvole rosse.
 
“Uh?”
Taichi alzò la testa, mentre le nuvole cominciavano a oscurare il cielo.
“Che cosa sta succedendo?” Domandò Koushiro.
Hikari guardò in alto.
“Izuku…” Mormorò con gli occhi che si facevano vitrei.
“Hikari?” La chiamò Sora, preoccupata.
“Il Mondo Digitale… è in pericolo.” Continuò la bambina più piccola, per poi cadere a terra priva di sensi, con Takeru e Taichi che corsero subito ad aiutarla.
 
Izuku cacciò un urlo pieno di rabbia, mentre il terreno sotto di loro cominciò a tremare.
“C-Che cosa sta succedendo?!” Esclamò Ogremon alzandosi, cercando di digerire quello che stava vedendo.
“Ha perso il controllo del suo Quirk?” Si chiese ad alta voce Todoroki.
“Oh no…” Fece una nuova voce, anticipando Pinocchimon, che atterrò al loro fianco.
Ma stavolta, invece del suo sorriso, il suo viso era deformato in un’espressione di puro terrore.
“Tu sai che cosa sta succedendo?” Domandò Ochaco, guardando il cattivo, che tuttavia fece un passo indietro.
“Non va bene! Non va affatto bene! Perché la reazione è così forte?”
“Di cosa stai parlando?” Fece Mimi.
“Il Mondo Digitale è spacciato!” Continuò Pinocchimon, per poi correre via. “Se volete avere una speranza, scappate!”
Joe e Mimi deglutirono, per poi tornare a guardare Izuku, che non aveva ancora smesso di urlare.
Tuttavia intorno a lui cominciò ad apparire un’aura verde, diversa dall’energia di One For All, poiché questa sembrava essere divisa in quadretti con all’interno dei chip elettronici.
Katsuki, essendo il più vicino, fu costretto a portarsi un braccio davanti al viso per proteggersi dalle raffiche d’aria che diventavano sempre più forti.
All’improvviso migliaia di pixel cominciarono a confluire all’interno del corpo di Izuku, che iniziò a ingrandirsi.
“Deku…” Fece Bakugo, solo per sentire un ruggito provenire dalla gola di Midoriya, mentre il suo viso iniziò ad allungarsi, lasciando che delle zanne uscissero dalla bocca.
Prima che potesse dire qualcosa, Bakugo venne afferrato da Zudomon, che iniziò a correre il più lontano possibile, seguito da Togemon, raggiungendo il resto del gruppo.
“Dobbiamo andarcene da qui!” Urlò il Digimon cactus. “Non so cosa sta succedendo a Izuku, ma ho i brividi in tutto il corpo!”
“Non possiamo abbandonarlo!” Replicò Ochaco. “Lui-”
Qualunque cosa stesse per dire, s’interruppe.
Al posto di Izuku ora si trovava quella che sembrava una tigre dai denti a sciabola, solo che quest’ultima era grande come un elefante e il suo pelo era totalmente nero.
I suoi occhi erano completamente rossi, mentre sulla fronte c’era un triangolo con un triangolo più piccolo in corrispondenza di ogni lato, tutti e quattro scarlatti come il sangue.
Attorno alla creatura l’energia misteriosa continuava a sgorgare senza freni, mentre attorno alle sue zampe il terreno sembrava faticare a mantenere la propria forma, infrangendosi e rigenerandosi in continuazione.
“C-Che cosa… Quello è Izuku?” Deglutì Joe.
“Non è possibile!” Replicò Todoroki. “Il Quirk di All Might non dovrebbe essere nulla del genere! Dev’essere successo qualcos’altro!”
“All Might? Che cosa centra con Izuku?” Domandò Uraraka, solo per venire coperta da un ruggito della creatura.
Immediatamente gli alberi dietro di loro si dissolsero nel nulla, come se non fossero mai esistiti.
“Izuku! Se ci senti, fermati! Ti prego!” Urlò Mimi, senza tuttavia ottenere alcuna risposta.
La creatura non reagì al nome e saltò contro di lei.
Per fortuna della bambina, una luce apparve a fermare Izuku, respingendolo indietro.
La luce divenne più grande, fino ad assumere fattezze umane, lasciando pochi secondi dopo il posto a una versione olografica di Himekawa Maki.
“Che cosa? Un adulto?” Fece sorpreso Joe.
“No. Sto solo usando l’immagine di uno dei vecchi Bambini Prescelti, così come appare oggi.” Rispose la donna, con una voce doppia, che fece spalancare gli occhi ai presenti.
“Aspetta… Tu sei la stessa entità che ci ha parlato tramite Hikari, non è vero?” Chiese Ochaco.
“Esatto. Sfortunatamente, nessuno di voi era in grado di agire come mio tramite, così ho dovuto usare parte delle risorse del Mondo Digitale per apparirvi. Avrei preferito non farlo, ma al momento è inevitabile.”
“Sai che cos’è successo a Deku?” Domandò subito Katsuki.
L’entità restò in silenzio a fissare la creatura.
“Purtroppo sì. Qualcosa che io e Izuku volevamo evitare, motivo per cui si è fatto cancellare la memoria.”
La creatura la fissò, ringhiando.
“Midoriya ti conosce?” Domandò Shoto.
L’entità non rispose, limitandosi ad alzare le mani.
“Non abbiamo molto tempo. Se non lo fermiamo, l’intero Mondo Digitale cesserà di esistere. E non si fermerà lì. Anche i vostri mondi saranno a rischio.”
Detto ciò il suo corpo s’illuminò, avvolgendo tutti i presenti, costringendoli a chiudere gli occhi per non restare accecati.

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Capitolo 18
*** Soul ***


Capitolo 18
Soul

Quando il gruppo riuscì a riaprire gli occhi, si ritrovò in uno spazio circondato da sola oscurità.
Con loro sorpresa, poco lontano da loro, gli altri Bambini Prescelti si stavano guardando intorno confusi.
“Dove siamo?” Domandò Koushiro, solo per vedere la creatura che era stata Izuku sospesa a mezz’aria, apparentemente immobile.
“E quello chi è?” Domandò Taichi, mentre Yamato restava in disparte con Gabumon.
“Quello… Quello è Izuku…” Rispose a fatica Joe, non sicuro nemmeno lui di riuscire a pronunciare quelle parole.
“Che cosa?” Esclamò Sora, guardandolo. “Ma sembra un Digimon! Com’è possibile?”
“Midoriya Izuku ha assorbito forzatamente i dati di Leomon prima che questi andassero dispersi.” Rispose l’ologramma di Himekawa, facendo sussultare gli altri che non l’avevano ancora incontrata. “Questo ha provocato un’alterazione dei dati, corrompendoli. Il risultato è il BlackSaberLeomon che avete di fronte.”
“BlackSaberLeomon?” Ripeté Takeru.
“La forma oscura di una delle possibili evoluzioni a Livello Definitivo di Leomon.” Continuò l’entità digitale.
“Basta con le stronzate!” Urlò Bakugo. “Che cos’è successo a Deku?! Perché è impazzito in quel modo? È un umano come noi, come ha fatto a diventare un Digimon?!”
“Il suo Quirk è andato fuori controllo.” Rispose lei.
“Il suo Quirk è One For All.” Replicò Shoto. “Gli è stato passato da All Might, e non è mai successo nulla del genere con lui.”
L’ologramma chiuse gli occhi. “Capisco. Ecco perché la reazione è stata più forte del previsto.”
Himekawa si avvicinò al Digimon oscuro, sfiorando con una mano il simbolo sulla fronte.
“Lui ovviamente non poteva ricordare. Non avevamo messo in preventivo che qualcuno potesse donargli un altro Quirk.”
“Ehi, Fantasma della Forza o quel che sei, Deku non aveva un Quirk prima di riceverlo da All Might!”
La figura si voltò a fissarlo.
“Puoi chiamarmi Omeostasi, se proprio devi darmi un nome, Katsuki Bakugo. E ti sbagli. Midoriya Izuku ha sempre avuto un Quirk, proprio come voi tre.”
“Stronzate! Sono cresciuto assieme a lui, non ha mai mostrato alcun potere!”
“Perché non poteva manifestarsi nel vostro mondo.”
Shoto spalancò gli occhi. “È per questo che lui è l’unico a poter usare il suo Quirk nel Mondo Digitale?”
Omeostasi annuì, mentre lo scenario attorno a loro mutava, mostrando il parco giochi dove Izuku e Bakugo giocavano da bambini.
“Il Quirk di Midoriya Izuku è particolare: normalmente non si noterebbe, perché reagisce solo con il Mondo Digitale. Per questo nessuno del vostro mondo l’ha mai notato.”
Detto ciò il parco scomparve, mostrando la sala della casa di Izuku, con lui da piccolo giocare con Ipchan.
“Tuttavia, il Mondo Digitale era consapevole della sua esistenza. Per questo, fin dalla sua nascita, lo ha affiancato con un Digimon partner. Insieme, i due avrebbero potuto aiutare il Mondo Digitale in caso di necessità.”
“Cos’è successo allora?” Domandò Ochaco.
La sala scomparve, sostituita dall’Isola di File, riconoscibile grazie al Monte Mugen.
Da lì si potevano vedere quattro Digimon allontanarsi, lasciando cinque bambini umani a terra, tutti con in mano un Digivice.
“Lo scontro tra i Padroni delle Tenebre e i precedenti Bambini Prescelti.” Spiegò Omeostasi. “Purtroppo, nonostante il mio intervento diretto, fu possibile semplicemente respingerli. Himekawa Maki, la bambina che usai per manifestarmi all’epoca, fu costretta ad assistere al sacrificio del suo Digimon partner per poter ottenere tale risultato. Da allora non sono più stata in grado di collegarmi a lei. I Bambini Prescelti tornarono nel loro mondo, ma sfortunatamente questo alterò il varco, portando agli eventi che vi hanno scelti per sostituirli.” Continuò, mentre attorno a loro si ripeteva velocemente lo scontro tra Greymon e Parrotmon.
“Quello che non vi ho spiegato sono state le reali conseguenze. Infatti, mentre si studiava un modo per rendere il legame tra umani e Digimon più potente, da qui la nascita dei Simboli, il Mondo Digitale affrontò un’altra crisi.
“Lo scontro con Parrotmon aveva connesso non solo il mondo di voi Bambini Prescelti con il Mondo Digitale, ma aveva creato un passaggio con un altro mondo. Quello di Midoriya Izuku. Questo provocò delle distorsioni in tutto il Mondo Digitale, che ebbero effetti su entrambi i mondi umani. Iniziarono ad esserci delle interferenze nei segnali radio e nei dispositivi elettronici, ma sarebbe stato solo l’inizio.”
Omeostasi alzò una mano, mostrando il piccolo Izuku venire assorbito da un computer assieme a Ipchan, mentre teneva in mano il Digivice.
“Per questo chiamai nel Mondo Digitale Midoriya Izuku e il suo partner Impmon.” Spiegò lei, mentre si poteva vedere l’immagine di un giovane Gennai parlare con il bambino dai capelli verdi. “Gli venne spiegato il perché il suo Quirk non si era mai manifestato prima, e con l’aiuto degli Agenti imparò a controllarlo, anche se ci vollero diversi anni.”
Qui le immagini mostrarono Izuku avvolto dalla stessa energia che lo aveva circondato prima di trasformarsi.
“Aspetta, hai detto anni?” La interruppe Katsuki. “Ma Deku è sparito solo per pochi giorni all’epoca!”
“Il collegamento tra i nostri mondi è sempre stato instabile. Mentre con il mondo dei Bambini Prescelti è possibile calcolare una differenza temporale, ciò non è possibile con il vostro. Midoriya Izuku ha trascorso quasi cinquant’anni in questo mondo. Tuttavia, essendo lui un umano con il corpo trasformato in dati, e grazie anche al suo Quirk, non ha fisicamente risentito dello scorrere del tempo.”
“C-Cinquant’anni?!” Ripeté Mimi, incredula.
“Il potere di Midoriya Izuku era potente. Fu molto difficile per lui riuscire a controllarlo.”
“E si può sapere che cos’era questo potere?!” Urlò Katsuki.
“Digisoul.” Rispose Omeostasi. “Letteralmente un’energia in grado di manipolare il Mondo Digitale a proprio piacimento. Motivo per cui, in quel periodo, Midoriya Izuku decise di farsi chiamare Soul.”
“Aspetta.” La interruppe Yamato. “I Padroni delle Tenebre l’hanno chiamato più volte in quel modo. Quindi li ha davvero incontrati?”
Omeostasi annuì, mentre attorno a loro fu possibile vedere Izuku e un Digimon sconosciuto di fronte ai quattro Digimon malvagi.
“Soul e Baalmon, l’evoluzione di Impmon, li affrontarono. E quello purtroppo fu un errore.”
“Vennero sconfitti?” Chiese preoccupata Sora.
“No, anzi. Riuscirono a costringerli a ritirarsi. Ma questo, invece di spaventare, incuriosì i Padroni delle Tenebre, che decisero di catturare Soul… e sottometterlo al loro volere. In questo modo avrebbero avuto a loro disposizione il potere assoluto.”
“E Midoriya cosa doveva fare esattamente?” Fece Shoto. “Non avrete speso cinquant’anni solo per aiutarlo a controllare un potere che a casa sua sarebbe stato inutile, no?”
“Hai ragione. La sua Digisoul era fondamentale per chiudere le distorsioni, cosa che riuscì a fare. Sfortunatamente, questo continuò a metterlo in pericolo con i Padroni delle Tenebre.”
“Ma cos’è successo al suo Digimon partner?” Domandò Joe. “È diventato Vamdemon, pensando che Izuku lo avesse abbandonato.”
“Quello fu la conseguenza di una sfortunata serie di eventi. Dopo l’eliminazione delle distorsioni, decidemmo che Midoriya Izuku e Impmon sarebbero tornati nel loro mondo.”
Attorno a loro, la scena cambio, mostrando Izuku e Impmon di fronte a Gennai, mentre altri Agenti stavano digitando freneticamente su diverse tastiere.

“Ne sei sicuro Soul?”
Il bambino annuì. “Sì Gennai. Ne abbiamo parlato con Omeostasi e riteniamo che sia la soluzione migliore. Se tornassimo a casa con i ricordi di quanto successo qui, non sarebbe facile agire come se niente fosse. E poi, entrambi vogliamo solo vivere la nostra infanzia. Abbiamo passato tutti questi anni ad aiutare il Mondo Digitale, e anche se non mi pento di un solo momento, desidero anche vivere come un bambino normale.”
“Se perdiamo i ricordi del nostro tempo qui, per noi sarà come se non fosse passato un solo momento.” Continuò Impmon. “Ce lo meritiamo, non potete negarci questa nostra unica richiesta.”
Gennai sospirò, ma non riuscì a dire nulla contro questa logica.
“E la Digisoul?” Chiese.
Izuku sorrise, per poi manifestare il suo Quirk. “Non preoccuparti. Prima di farmi cancellare la memoria, mi assicurerò di sigillarla in modo tale che anche se mai dovessi tornare qui non sia in grado di manifestarsi. È un potere troppo pericoloso per lasciare che qualcuno, anche me stesso, possa usarlo in modo incontrollato.”
Soul si voltò a guardare gli otto Digivice, con i relativi Digitama e Medaglioni, in quel momento al sicuro all’interno dei loro cilindri.
“Inoltre, il vostro progetto si assicurerà che le prossime minacce per il Mondo Digitale vengano affrontate anche senza di me. Il Simbolo ha funzionato alla perfezione, anche se il mio Digivice è solo un prototipo.”
“E terrò io il Simbolo di Izuku. In questo modo non sarà facile per nessuno recuperarlo.” Fece Impmon, mostrando il medaglione attorno al suo collo. “Anche se non sapremo di cosa si tratta, conoscendoci non lo perderemo di vista un solo momento. E questo nerd sicuramente impiegherà pochi anni per capire come sfruttarlo.”
“Su Ipchan, non dire così, mi metti in imbarazzo.” Ridacchiò Soul. “Ma probabilmente le cose andranno così. Non sarà facile per me tornare a casa. La Digisoul, anche se attiva, lì non avrebbe alcun effetto. Sarò nuovamente trattato come un inutile bambino privo di Quirk.”
“Se solo sapessero la verità!” Spurò Impmon. “Senza il nostro intervento per loro sarebbe finita già da tempo! E non parliamo di Bakugo! Sarà il peggiore di tutti, e lo sai!”
Soul scosse la testa divertito. “Non importa. Io e te saremo in grado di superare qualunque ostacolo! Insieme diventeremo il “Soul, siamo pronti.” Li interruppe un Agente, avvicinandosi.


La scena cambiò, mostrando il duo farsi richiudere in due capsule di metallo, dove li videro chiudere gli occhi attraverso un pannello di vetro.
“Sfortunatamente, nel mezzo della procedura di cancellazione della memoria, il laboratorio venne attaccato dai Padroni delle Tenebre.” Riprese a raccontare Omeostasi.
“Fammi indovinare: è stato lo stesso attacco dove tentarono di impadronirsi dei Digitama e dei Simboli, vero?” Chiese Todoroki.
“Esatto. Gli Agenti, prima di venire cancellati, riuscirono a forzare l’invio di Soul nel Mondo Reale. Tuttavia questo compromise la sua memoria, rimuovendo del tutto ogni ricordo legato ai Digimon. Impmon invece venne solo nascosto nel laboratorio, ma anche per lui l’interruzione della procedura ebbe effetti collaterali. Non perse del tutto la memoria, ma i suoi ricordi ne uscirono gravemente danneggiati. Si ricordava di Midoriya Izuku, di essere il suo partner, e che aveva viaggiato al suo fianco nel Mondo Digitale per aiutare i Digimon, ma nient’altro. Il resto… lo sapete.”
“E ora che cosa succederà?” Domandò Mimi, mentre riapparivano di fronte a Izuku. “Resterà così… per sempre?”
Omeostasi si avvicinò al Digimon ibrido.
“No. Possiamo riportare indietro sia lui che Leomon. Izuku lo ha assorbito, salvando così i suoi dati. Se riusciamo a estrarli, riporteremo entrambi come prima.”
“Perché sento un ‘ma’ in arrivo?” Fece Shoto.
“Per farlo, uno di voi dovrà trasformarsi in dati e venire assorbito da lui.” Rispose Omeostati. “È pericoloso e non posso garantire che sopravvivrà. E ho energie sufficienti per trasformare uno solo di voi.”
Il gruppo si guardò a vicenda.
“Andrò i-”
“Vado io.” Disse Katsuki, interrompendo di netto Taichi, facendo un passo in avanti.
A quell’uscita tutti lo guardarono increduli.
“Perché vorresti andare tu? Non odi Izuku?” Domandò Takeru.
“Come se uno di voi mocciosi potesse davvero aiutarlo. Il Fantasma della Forza qui presente ha dimenticato di dire una cosa, e posso immaginare il perché. Chi verrà assorbito da Izuku dovrà affrontarlo, non è vero?”
“Non ho idea di cosa lo aspetti una volta assorbito. Ma sì, è probabile che Midoriya Izuku non sarà facile da riportare indietro.”
“Bakugo, sei sicuro di volerlo fare?” Chiese Todoroki.
Il ragazzo delle esplosioni non rispose, continuando a fissare Omeostasi.
“Da piccolo, Deku continuava a comportarsi come un eroe. Anche prima di scoprire di non avere un Quirk. E dopo è solo peggiorato.” Disse infine. “Non lo sopportavo. Era più debole di me, e continuava a provare ad essere migliore!”
Katsuki chiuse le mani a pugno.
“Pensava sempre di dover aiutare tutti, indipendentemente di chi si trattasse. Pure io, che lo prendevo in giro. Io, che gli ho dato il nome ‘Deku’. Avrebbe dovuto odiarmi. Avrebbe dovuto allontanarmi. Invece ha sempre sostenuto la nostra vecchia amicizia.”
“Bakugo…” Fece Ochaco, guardando il compagno di studi.
“Ma prima… Prima ho capito perché è sempre stato migliore di me.” Ammise infine il ragazzo. “Quello sguardo che aveva mentre eliminava MetalEtemon… Mi ha fatto paura. Quello non era Deku.”
Strinse con maggiore forza i pugni, che iniziarono a tremare.
“Sono io il responsabile di tutto questo casino. È da me che è iniziato tutto quanto. Tocca a me sistemare questo problema!”
Portò un braccio in avanti. “Perciò forza, Omeostasi! Trasforma il mio corpo in dati o quello che è! Salverò io Deku!”
Tutti restarono in silenzio, guardando i due.
Alla fine sul volto di Himekawa apparve un sorriso.
“Chissà perché ma immaginavo sarebbe finita così. Ma devi sapere una cosa. Non avrai a che fare con Midoriya Izuku. Ormai avrà risvegliato le sue esperienze come Soul. Inoltre lui avrà a disposizione ben due Quirk, mentre tu non avrai nulla.”
Bakugo sorrise in segno di sfida. “Se Deku è riuscito a tenermi testa per anni senza un Quirk funzionante, allora non posso di certo essere da meno!”
Detto ciò si voltò a guardare gli altri. “Che nessuno di voi pensi anche solo lontanamente di ripetere a qualcuno quello che ho detto!” Sbraitò, per poi guardare Ochaco. “Ma mi assicurerò di riportare indietro Deku e di cambiare il significato di quel nome.”
Tornò a guardare Omeostasi, che annuì, alzando le braccia verso di lui.
“Non appena avrò trasferito i tuoi dati, sarai da solo. Non potrò aiutarti in alcun modo, nemmeno a tornare indietro. Le mie energie si esauriranno. Anche gli altri torneranno esattamente dov’erano prima, dato che ho portato qui solo la vostra coscienza.”
“Basta parlare e muoviti!”
Omeostasi non aggiunse altro, mentre attorno a loro tutto scomparve, riportandoli di nuovo alle rovine del ristorante, con Ogremon che si stava spostando verso di loro, con la clava pronta a difendersi da un nuovo attacco del Digimon ibrido.
“Vai, Bakugo Katsuki!” Esclamò Omeostati, per poi schioccare le dita e scomparire.
Bakugo guardò le mani cominciare a dissolversi in pixel, per poi ghignare e guardare gli altri.
“Aspettatemi! Tornerò presto con Deku e Leomon!” Disse, finendo di dissolversi, mentre i suoi dati volavano verso BlackSaberLeomon, sparendo al contatto.
 

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All Might guardò il cielo, il quale si era tinto di rosso e riempito di misteriosi triangoli neri, i quali sembravano pulsare.
Erano passate solo poche ore da quando Izuku e gli altri erano partiti, e nel frattempo il caos aveva iniziato a diffondersi in tutto il pianeta.
Ma solo negli ultimi minuti, mentre il cielo si tingeva di rosso, tutta la tecnologia sembrava essere impazzita.
I telefoni avevano smesso di funzionare, mentre i dati presenti nei computer avevano iniziato a restituire errori di tutti i tipi.
“Izuku…” Mormorò Inko, che era rimasta a guardare il cielo con occhi tremanti.
“Sono sicuro che sta bene! E con lui tutti gli altri!” Tentò di tranquillizzarla l’eroe, non riuscendo tuttavia a sentire la convinzione nelle sue stesse parole.
 

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Daigo Nishijima fissò il cielo che pochi minuti prima si era trasformato nello specchio del Mondo Digitale.
Ora si stava velocemente tingendo di rosso, con fulmini che iniziarono a scatenarsi da esso.
Strinse con forza il suo vecchio Digivice. Aveva visto, anche se solo per pochi secondi, i quattro Padroni delle Tenebre imperversare in quel panorama così nostalgico.
“Non di nuovo…” Mormorò. “Bearmon…”
Per un attimo, gli sembrò di non essere più a Tokyo, ma sull’Isola di File, in volo affianco a LoaderLiomon, mentre questi evolveva forzatamente in Baihumon, per poi andare incontro ai Padroni delle Tenebre, assieme agli altri tre Digimon che avevano subito lo stesso destino.
Vide anche il partner di Maki posizionarsi di fronte a tutti loro, l’unico a non essere evoluto.
Daigo scosse la testa per allontanare quei ricordi dolorosi.
“Midoriya Izuku… Se sei lì, fai attenzione.”
 

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Bakugo Katsuki aprì gli occhi, ritrovandosi a vagare nello vuoto.
Tento di muoversi, solo per rendersi conto di non riuscirci.
“Tsk. Figuriamoci se sarebbe stato facile.” Borbottò.
“Che ci fai tu qui?” Chiese una voce, mentre di fronte a lui dei pixel cominciavano a prendere forma, lasciando pochi secondi dopo che Impmon apparisse di fronte a lui.
“Che cosa? Tu?!”
“Questo dovrei essere io a dirlo.” Replicò il Digimon. “Non sei ospite gradito, Bakugo.”
“Sono qui per salvare Deku!” Urlò lui. “Avrei dovuto immaginare che ci fossi ancora tu dietro a ciò!”
“Oh, ma davvero? Scusa, mi devo essere perso la parte in cui sono stupidamente saltato in mezzo a una battaglia non mia, costringendo Leomon a sacrificarsi per me.”
A quelle parole il ragazzo sussultò.
“Tu sei la più grande fonte di sofferenza di Izuku.” Continuò il Digimon, indicandolo. “Non sai le volte che avrei voluto farti esplodere in faccia le mie fiamme, giusto per restituirti il favore.”
“Non sono qui per parlare del passato!” Lo interruppe Katsuki. “Se non sei tu il responsabile della situazione di Deku, allora dimmi come posso salvarlo!”
“Non puoi.” Rispose subito Impmon. “Nessuno può più salvarlo. Izuku non esiste più. È stato divorato dalla sua stessa Digisoul, corrotta dal suo dolore e dalla rabbia.”
“Idiozie!” urlò Bakugo. “Conosco Deku, e non si arrenderebbe così facilmente!”
Ma prima che potesse dire altro, il Digimon lo colpì con un pugno allo stomaco.
“Davvero? Quindi pensi che Izuku sia invincibile?”
Bakugo cercò di riprendere fiato, mentre faticava a rimettere a fuoco la vista.
“Izuku ha dovuto recidere il suo legame con me. E credimi… non è qualcosa di così facile da comprendere.”
“P-Perché?”
“Digimon e umani formano un legame quasi simbiotico. Uno è legato all’altro. Si forniscono forza a vicenda. È così che anche dopo essere diventato Vamdemon ho potuto sfruttare quel legame per evolvere ancora. Ora, sai cosa succede quando si recide un simile legame?”
“Non mi interessa!”
Impmon sospirò. “Si rischia la follia. Izuku si è salvato da questo destino solo perché il nostro legame non era più forte come una volta. Se avesse ricordato il suo periodo nel Mondo Digitale… Quello che è successo ora sarebbe accaduto subito dopo avermi cancellato.”
Bakugo spalancò gli occhi. “Ma lì eravamo nel nostro mondo, non nel Mondo Digitale! Omeostasi ha detto-”
“Oh, sì. La Digisoul nel mondo reale non dovrebbe manifestarsi. Ma ops, un certo idiota tutto muscoli e niente cervello ha deciso di donare a Izuku un Quirk dal potenziale illimitato. One For All ha sbloccato la Digisoul di Izuku, per poi fondersi con essa. Ora Izuku possiede un potere che ha dell’incredibile. Il Mondo Digitale soccomberà presto, e poi toccherà ai mondi ad esso collegato. Complimenti, Katsuki Bakugo, hai fatto partire l’armageddon definitivo!”
“Lo fermerò! Fermerò Deku prima che possa fare qualcosa di cui si pentirebbe per il resto della sua vita!”
Impmon lo fissò.
“Perché?” Domandò infine. “Perché ti ostini così tanto per Izuku? Hai sempre mostrato di non tollerarlo. Hai sempre cercato di farlo sentire insignificante. Perché ora vuoi salvarlo? Dopotutto… non gli hai suggerito tu stesso di buttarsi giù da un tetto nella speranza di ottenere un Quirk nella sua prossima vita?”
Kacchan spalancò gli occhi. Quelle parole… erano state le ultime che aveva rivolto a Izuku prima che lui scomparisse per quasi un anno.
Il ragazzo chiuse le mani a pugno.
“Sono uno stronzo, ne sono consapevole!” Esclamò infine. “Ma tutto quello che volevo fare era far capire a Deku di non avere sogni impossibili! Guardalo! Hai visto che fine ha fatto a seguire quei sogni?!”
“Quindi è meglio non provarci? È questo quello che stai dicendo?”
Katsuki restò in silenzio.
“Izuku non ha mai voluto essere un eroe per essere riconosciuto. Fosse per lui, gli eroi non dovrebbero avere la visibilità che hanno.” Spiegò Impmon. “È un eroe nel cuore.”
Il nero attorno a loro scomparve, lasciando il posto a un vicolo pieno di persone, che stavano guardando spaventate la scena di fronte a loro.
Lì, avvolto da una massa fangosa, una copia di Bakugo stava continuando a provocare esplosioni nel tentativo di liberarsi.
“Quello è…” Fece il ragazzo, osservando sé stesso con occhi spalancati.
“Il giorno in cui tutto è cambiato.” Spiegò Impmon. “Il crocevia del destino. Tu hai visto All Might intervenire all’ultimo secondo per salvarti.”
“Sì. Me lo ricordo bene. Ha borbottato qualcosa sull’essere un ipocrita mentre colpiva quel cattivo. Solo di recente ho scoperto il perché.”
Tuttavia nella visione attorno a loro, a correre in soccorso di Katsuki fu Izuku, che lanciò contro l’occhio del mostro la sua cartella di scuola, per poi cercare di tirare fuori il compagno, ignorando il richiamo degli eroi presenti. Fu solo a quel punto che All Might intervenne, salvando entrambi.
“Che cosa? Questo-”
“Questo è quello che sarebbe successo se Izuku non fosse stato richiamato nel Mondo Digitale.” Rispose Impmon. “Sarebbe stato quel gesto a convincere All Might a passargli All For One. Izuku avrebbe passato i dieci mesi successivi ad allenarsi sotto di lui per ricevere il suo Quirk, con tutti che continuavano a prenderlo in giro.”
Katsuki restò in silenzio, mentre la visione cambiava, mostrando Izuku tentare di trascinare di peso un frigorifero con seduto sopra All Might nella sua forma muscolosa.
I due si trovavano in quella che sembrava una discarica su una spiaggia, che si svuotò mentre la visione accelerava, fino a fermarsi quando All Might consegnò uno dei suoi capelli a un esausto ma soddisfatto Midoriya.
“Wizardmon ha mostrato a Izuku l’esistenza di altri mondi, paralleli ai nostri. Ma anch’io ho fatto delle ricerche simili. La risposta di All Might su quel famoso tetto aveva il potere di cambiare Izuku in mille modi. Ma tu, Katsuki… Tu sei sempre stato il centro della sua storia, in tutti gli universi, nel bene o nel male. Principalmente nel male.”
“Hai finito?” Chiese Bakugo, guardandolo. “Non m’importa dei se. Mi importa solo salvare questo Deku!”
Impmon lo fissò nuovamente, mentre attorno a loro tornava l’oscurità.
“Vuoi davvero salvarlo, eh?” Disse infine. “Speri così di poter essere perdonato?”
Mentre diceva ciò, Bakugo si ritrovò in grado di muoversi, mentre sotto di lui cominciò ad apparire dal nulla della terra, che in breve si trasformò ancora una volta nel parco dove giocavano da bambini.
Impmon invece scomparve senza lasciare tracce di sé.
Katsuki si guardò intorno, per poi cominciare ad avanzare.
Si fermò quando vide una figura seduta sopra un’altalena.
“Deku.” Mormorò, riconoscendo l’amico.
“Kacchan.” Rispose lui, senza tuttavia alzarsi da dove si trovava, tantomeno si girò. “No. Bakugo. Non meriti più il nome di Kacchan.”
Il ragazzo delle esplosioni restò in silenzio.
“Ma non t’importa, vero? Per te la nostra amicizia è sempre stata un peso.” Continuò Midoriya.
“Deku, piantala.” Rispose l’altro, calmo. “Non è da te fare così.”
“Non è da me… È vero. Io sono Deku. Io sono inutile. Io sono spazzatura. Non è quello che mi hai sempre detto?”
“Non-”
“Non è quello che hai detto ora?” Lo anticipò Izuku. “Ma è sicuramente quello che pensi. Le tue azioni lo dimostrano.”
Midoriya si alzò, si girò e iniziò a camminare, superando Bakugo, per poi fermarsi di fronte a uno scivolo.
“Ho sempre pensato che tu saresti stato un grande eroe.” Continuò Midoriya. “Nonostante tu non facessi altro che del tuo meglio per comportarti da cattivo, anch’io come tutti gli altri vedevo solo il tuo potenziale.”
Bakugo si voltò a guardando, solo per vederlo dargli le spalle.
“Ma ora ho capito che non era così. Tu, Bakugo Katsuki, non sarai mai un eroe.”
“Ho commesso molti errori, non lo nascondo.” Replicò l’altro. “Ma sono qui per rimediare al più grave di essi.”
“È troppo tardi.” Disse Izuku, per poi alzare lo sguardo verso il cielo. “Ho ricordato tutto. Tutto il mio tempo passato nel Mondo Digitale… e i sacrifici che ho dovuto sostenere. Ho rinunciato alla mia prima infanzia per salvare questo mondo… e la mia seconda infanzia, grazie a te, è stata un inferno.”
“Deku-”
Katsuki non riuscì a dire altro perché un pugno lo colpì in faccia, seguito da un’esplosione che lo scagliò indietro di diversi metri.
“C-Che cosa?” Fece lui sorpreso, rialzandosi e cercando di bloccare il sangue dal naso. “Quello-”
Izuku sorrise, mostrando un ghigno malvagio, mentre dalla sua mano uscì un’altra esplosione, seguita da decine più piccole.
“Che succede, Kacchan?” Chiese lui, divertito. “Non sei abituato? Quanto mi dispiace.”
“Come? Come fai ad avere il mio Quirk?!” Esclamò Bakugo, rialzandosi.
“Ti trovi dentro la mia mente. Qui posso fare tutto quello che voglio! Con la differenza che mentre io sono solo una manifestazione dei miei pensieri, tu sei qui con tutto te stesso! Se ti uccido qui, sparirai definitivamente.”
Bakugo deglutì.
“Inoltre, mettiamo in chiaro una cosa: non mi chiamo Deku.”
Detto ciò scomparve, riapparendo di fronte al suo ex amico, con un’esplosione pronta a scoppiare dalla mano.
“Io sono Soul.” Disse, per poi colpire di nuovo Katsuki, scagliandolo contro l’altalena, che cedette sotto la forza dell’urto.
Bakugo sputò del sangue, mentre la sua pelle veniva coperta dalle ustioni.
“Che ne dici? Com’è essere il ragazzo privo di Quirk?” Domandò Soul, avvicinandosi. “Forse ora dovrei essere io a chiamarti Deku.”
Bakugo si rialzò a fatica, ansimando mentre fissava l’altro ragazzo.
“Io…” Mormorò, cercando di non gemere per il dolore. “Io… posso resistere…”
Soul sogghignò, per poi portare in avanti la mano.
“Se ci sei riuscito tu… Io posso fare di meglio!” Urlò Bakugo. “Perciò fatti sotto, Deku! Prenderò tutti i tuoi colpi! Tutte le tue esplosioni! E non cederò!”
“Questo lo vedremo!” Replicò Soul, saltando in avanti, pronto a spazzare via Katsuki, che chiuse gli occhi.
Solo per riaprirli qualche secondo dopo, quando l’urto non arrivò.
“Basta così!” Disse una voce famigliare ad entrambi.
Lì, con la bocca distorta in un sorriso a trentadue denti, All Might teneva fermo il braccio di Izuku, che lo stava fissando con rabbia.
“A-All Might?!” Esclamò Bakugo, non credendo ai propri occhi. “Come-”
“Spiacente giovane Bakugo, ma non sono il vero All Might.” Rispose l’eroe, per poi lanciare indietro Soul. “Tuttavia, questo non significa che non mi comporterò come lui!”
Soul atterrò in piedi, digrignando i denti.
“Com’è possibile?!” Urlò arrabbiato. “Questa è la mia mente! Sono io a decidere chi appare! Vuoi forse dirmi che rappresenti qualche mia altra versione?”
“Certo che no!” Replicò All Might. “Sono qui a rappresentare il numero Otto. So che hai già parlato con la numero Sette, e teoricamente non sarei dovuto apparire ancora per un po’. Ma le cose sono decisamente sfuggite al tuo controllo.”
Gli occhi di Soul si spalancarono, per poi socchiudersi. “One For All… Tu sei One For All, non è vero?”
“Mi dichiaro colpevole, Nove.”
“Non credere che mi lascerò sconfiggere da te! Sono comunque il più forte qui!”
“Forse è così, ma tu hai già perso.”
“Il classico discorso dell’eroe? Li ho studiati a sufficienza per capire un bluff.”
“Hai già perso contro te stesso, giovane Midoriya.”
A quelle parole Soul sbatté le palpebre, confuso.
“Che cosa?”
“Hai perso il tuo spirito da eroe. Non riesci più a vedere il tuo obiettivo. Una sconfitta totale!”
“E allora?!” Urlò il ragazzo dai capelli verdi. “A che cosa serve essere eroi?! Ho perso tutto! Tutto!”
“Non è vero.” Fece Bakugo. “Hai ancora tua madre. Hai ancora i tuoi amici. Hai ancora il tuo mito che crede in te.”
Katsuki lo indicò.
“Tu, Midoriya Izuku, sei stato considerato il più degno di tutti da All Might stesso per ereditare il suo potere! Vuoi davvero dirmi che per te non conta nulla?!”
All Might continuò a sorridere, per poi farsi da parte.
“Tu, una nullità priva di Quirk, sei stato scelto personalmente dall’eroe numero uno come suo successore!” Continuò Bakugo. “Hai superato tutti noi! E prima ancora hai salvato un intero mondo!”
Soul arretrò come se fosse stato colpito fisicamente.
“Quindi non pensare nemmeno di arrenderti ora! E poi non tutto è perduto! Leomon può ancora essere salvato!”
Soul spalancò gli occhi.
“Che cosa? Cos’hai detto?!”
“Omeostasi ha detto che hai assorbito i suoi dati. Leomon si trova qui, da qualche parte! E con il tuo vero Quirk puoi ripristinarlo, no?”
Soul si guardò le mani.
“Ma… Anche se lo facessi… sarei comunque inutile per lui. L’ho solo fatto eliminare e-”
“Leomon si è comportato da eroe!” Replicò Katsuki. “Ha fatto quello che avresti fatto anche tu al suo posto! L’unico responsabile sono io. E non mi tirerò indietro. Ma ora basta piangerti addosso e interrompi questa pagliacciata!”
Soul sospirò, per poi alzare un braccio e scagliare un raggio d’energia, che colpì in pieno Bakugo.
Il ragazzo indietreggiò, ma stranamente non sentì alcun dolore.
“Non preoccuparti. Ho solo modificato i tuoi dati.” Disse Soul, per poi scagliare altri due raggi, che tuttavia superarono Bakugo, sparendo all’orizzonte.
Fatto ciò portò le mani di fronte a sé, mentre dei dati cominciarono a convogliare in una sfera di luce.
“Ora, Kacchan, è meglio per te tornare indietro.” Fece Izuku. “Hai compiuto la tua missione.”
“Aspetta Deku-” Cominciò l’altro ragazzo, solo per venire trascinato via da una forza invisibile.

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Capitolo 19
*** La fine di un’avventura ***


E finalmente, siamo giunti alla fine di questa storia!
Come ho già detto, questo tuttavia non significa la fine di “Digital Hero”, ma anzi!
Se volete, potete vedere questa storia come una sorta di prologo per i veri eventi che avranno ora inizio.
Per questo, per concludere in bellezza, alla fine del capitolo troverete un link con un piccolo teaser della prossima storia, che con grande originalità si chiamerà “Digital Hero 02”!
E con questo… è giunto il momento di concludere questa avventura!

 

Capitolo 19
La fine di un’avventura

Bakugo gemette, mentre finalmente riuscì a riaprire gli occhi, ritrovandosi così a fissare il volto di Ogremon.
“Oi!” Urlò il Digimon, spostando lo sguardo. “Il marmocchio si è svegliato!”
Katsuki si mise seduto, mentre Mimi, Joe, Gomamon, Palmon, Ochaco e Shoto lo raggiunsero immediatamente.
“Bakugo! Meno male!” Esclamò Uraraka, sospirando sollevata.
Il ragazzo non rispose, guardandosi attorno. Gli alberi, prima verdi, ora erano tutti grigi.
“Pinocchimon è stato eliminato.” Spiegò Ogremon. “Qualcuno deve averci pensato mentre tu ti occupavi del partner di Leomon.”
A quelle parole Bakugo scattò in piedi. “Dov’è Deku?”
“Non lo sappiamo.” Rispose Shoto dopo qualche secondo. “Pochi minuti dopo che sei stato assorbito, i tuoi dati sono stati espulsi assieme a due raggi d’energia che hanno colpito sia me che Uraraka. E poi Midoriya… è semplicemente sparito nel nulla.”
“Che cosa?”
“Qualunque cosa sia successa, ha fermato quello che stava succedendo al Mondo Digitale.” Fece Gomamon. “Quindi devi essere riuscito a calmarlo. Cos’è successo dopo che sei stato assorbito?”
Katsuki si lasciò cadere di nuovo seduto.
“Ho incontrato il vecchio partner di Deku.” Spiegò, per poi fare un ghigno triste. “Mi ha rimproverato per bene. E poi mi ha lasciato ad affrontare Deku.”
“Sei riuscito a vincere allora?” Domandò Palmon, ricevendo un’aspra risata come risposta.
“Certo che no. Deku poteva usare il mio Quirk, e lo ha usato contro di me. Se non fosse stato per una copia di All Might, probabilmente mi avrebbe ucciso.”
Detto ciò sbatté un pugno a terra con rabbia.
Ma con sua sorpresa, in seguito all’urto uscì anche una piccola esplosione.
“Eh?” Fece lui, guardandosi il braccio, per poi provocare una serie di piccole esplosioni attorno ad esso.
“Il tuo Quirk è tornato?!” Domandò sorpresa Ochaco.
Katsuki continuò a fissare il braccio, non riuscendo a capire come fosse possibile.

“Non preoccuparti. Ho solo modificato i tuoi dati.”

Il biondo spalancò gli occhi.
“Avete detto di essere stati colpiti da un raggio d’energia?” Domandò ai due compagni, che annuirono. “Allora provate a vedere se potete usare i vostri Quirk!”
I due lo guardarono, per poi annuire.
Immediatamente metà corpo di Shoto fu ricoperto dal ghiaccio, mentre Ochaco toccò Ogremon, per poi unire le mani, facendo immediatamente sollevare in aria il Digimon, che iniziò ad agitare nervoso la clava.
“Ehi, che cos’hai fatto?! Mettimi giù!” Urlò il Digimon, solo per precipitare al suolo poco dopo.
“Com’è possibile?” Chiese Todoroki, sciogliendo il ghiaccio.
“Deku ha detto di aver modificato i miei dati. Deve aver ripristinato i nostri Quirk.”
“Beh, è una buona notizia, no?” Intervenne Joe. “Almeno ora anche voi potete aiutarci a combattere i Padroni delle Tenebre!”
Katsuki si mise in piedi, annuendo.
“Sì. E nel frattempo cercheremo Deku.”
“E anche Leomon. Avete detto che è ancora vivo, no? È l’unica speranza che abbiamo.” Fece il Digimon orco, rialzandosi.
“Perché?” Domandò Mimi. “Anche se fosse stato cancellato, non dovrebbe tornare alla Città della Rinascita?”
Ogremon scosse la testa.
“I Padroni delle Tenebre l’hanno distrutta. Nessun Digimon può più rinascere.”
“Allora assicuriamoci che loro stessi subiscano le conseguenze delle loro azioni.” Fece Bakugo. “MetalSeadramon e Pinocchimon sono già stati eliminati, quindi ne restano due. Occupiamoci di loro e avremo salvato questo mondo.”
Todoroki lo guardò. “Sai Bakugo, mi sorprendi. Non pensavo fossi così interessato ad aiutare gli altri.”
Il biondo sbuffò. “Diventerò il prossimo eroe numero uno. Non importa chi saranno i miei rivali. E penso che salvare un mondo aiuti nella carriera, no?”
Katsuki guardò verso le rovine del ristorante.
“Inoltre, non è nostro compito aiutare chi è in difficoltà?”
Detto ciò il gruppo si mise in marcia.
Nessuno di loro si accorse di Izuku, rimasto in disparte, con in mano un globo luminoso con un cerchio composto da 0 e 1 che girava attorno ad esso.
Un sorriso apparve sul suo volto.
“C’è ancora speranza per te, Kacchan.” Mormorò, per poi zittirsi quando sentì dei passi alle sue spalle. “Così hai deciso di uscire dal tuo rifugio.”
Gennai si fermò, continuando a tenere le mani dietro la schiena. “La situazione era sufficientemente grave da costringermi a farlo. Ora capisco il perché avevi insistito così tanto sul cancellarti la memoria.”
“Sì… alla fine non è stata una grande idea. Ma ormai è tardi per piangersi addosso. Ti ringrazio per aver mantenuto segreta la verità fino ad ora.”
Gennai scosse la testa. “Ho solo avuto il piacere di incontrare sia Soul sia Midoriya Izuku. Ma dimmi, ora con chi ho il piacere di parlare?”
Il ragazzo fissò il globo tra le sue mani.
“… Soul è sparito da tempo. E Izuku Midoriya potrebbe non bastare a gestire la situazione.”
Le parole di Ochaco gli risuonarono ancora una volta in testa.
“Pertanto direi che è il momento di un nuovo nome. Ma prima di quello… Gennai, mi serve il tuo aiuto.”
 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~~~

 
Piemon cadde in ginocchio, ansimando per la fatica.
Di fronte a lui gli otto Bambini Prescelti coi rispettivi partner, assieme a diversi altri Digimon e ai tre studenti della UA lo stavano fissando.
“No… Non può essere!” Urlò l’ultimo dei Padroni delle Tenebre. “Non posso essere sconfitto!”
Sopra di lui il varco aperto da HolyAngemon, l’evoluzione di Angemon, continuava ad assorbire al suo interno l’esercito di Evilmon.
“È finita.” Disse semplicemente Todoroki, mentre WarGreymon e MetalGarurumon si preparavano ad attaccare.
Piemon si lasciò sfuggire un sorriso.
“Pensate davvero di potermi sconfiggere? Ho già dimostrato di esservi superiore, non importa quanti siete!”
Detto ciò evocò altri pugnali, che scagliò contro i Digimon.
Solo per vederli venire deviati dal nulla, cadendo poi inermi a terra.
“Che cosa?!” Fece sorpreso, come anche gli altri.
“Scusate il ritardo.” Risuonò una voce, mentre una figura avvolta da un mantello verde apparve come dal nulla. “Ho avuto qualche commissione da sbrigare.”
Piemon spalancò gli occhi. “No… Non può essere!”
La figura si fermò, per poi togliersi il cappuccio, mostrando i ribelli capelli verdi di Midoriya Izuku, che fissò l’ultimo dei Padroni delle Tenebre con un sorriso sul volto.
“Che succede? L’ultima volta mi sembravi entusiasta di vedermi.” Domandò lui, lasciando volare via il mantello, rivelando una tuta verde, con disegnato davanti uno zero, mentre sulla schiena c’era un uno.
“Ehi Deku, spero che tu non sia sparito tutto questo tempo solo per cambiarti i vestiti!” Esclamò Bakugo, senza tuttavia nascondere il suo ghigno.
“Certo che no, Kacchan. Come ho detto, ho dovuto sbrigare diverse questioni in sospeso da molto tempo.”
“Dunque hai davvero recuperato la memoria!” Fece Piemon, indietreggiando ma continuando a fare attenzione a non cedere alla forza dell’attacco di HolyAngemon, che continuava a gravare sopra di lui. “Eppure non vedo alcun Digimon al tuo fianco!”
Izuku restò in silenzio, per poi tirare fuori quello che sembrava un cellulare bianco.
Tuttavia, nonostante lo schermo piccolo, questi aveva solo pochi tasti sotto di esso, mentre i bordi erano di colore verde.
“E quello che cos’è?” Domandò Koushiro, incuriosito.
“Ho rielaborato i miei Digivice. Con l’aiuto di Gennai, ho unito i miei vecchi modelli in uno nuovo, con una funzione interessante.”
Mentre diceva ciò, sullo schermo apparve l’immagine di un Digitama pulsante.
“Ho recuperato i dati di Leomon, e ora il suo Digitama sta crescendo al sicuro dentro questo ‘Digivice U.A.’.”
“Digivice U.A.?” Ripeté Ochaco. “L’hai chiamato come la scuola?”
“Sta per Digital Device Unit Artificial.” Spiegò Izuku. “È totalmente diverso da qualsiasi altro Digivice visto finora. Ho integrato le funzioni del mio vecchio Digivice e di quello ottenuto all’inizio di questo viaggio dentro il mio smartphone. Questo ha aumentato la loro potenza di elaborazione e ora… posso ospitare al suo interno il mio Digimon Partner, dove può recuperare le forze o, in questo caso, crescere nuovamente in sicurezza.”
Midoriya tornò a fissare l’ultimo dei Padroni delle Tenebre.
“Piemon. Ho fatto una promessa tempo fa. Himekawa Maki e Daigo Nishijima lo hanno chiesto espressamente. Per loro e i loro Digimon… Per l’intero Mondo Digitale… oggi metterò la parola fine ai Padroni delle Tenebre!”
Il Digimon malvagio sussultò, per poi sorridere.
“Pensi davvero di potermi sconfiggere? Avete al vostro fianco solo due Digimon di livello Definitivo! E io sono più forte! Anche se quattro di voi umani possiedono poteri simili a quelli di noi Digimon, non potete vincere!”
Deku sorrise.
“Eppure c’è qualcosa a cui nemmeno tu puoi resistere, e a guardarti direi che ne sei consapevole.”
Detto ciò indicò in alto, puntando il dito verso il varco creato da HolyAngemon.
“Quello è un passaggio a una sola via. Tutto ciò che lo attraversa sparisce per sempre, senza pietà. Se ti spingiamo lì dentro, i tuoi dati spariranno per sempre, senza alcuna possibilità di ritorno.”
“Quindi è tutto quello che dobbiamo fare, no?” Ringhiò MetalGarurumon, mentre lui e WarGreymon si preparavano di nuovo ad attaccare.
“Ci penso io.” Li fermò Izuku. “La mia battaglia contro di loro dura da molto, molto tempo. È giusto che sia io a porre la parola fine.”
“Provaci pure, Soul! Ti distruggerò e mi assicurerò che i tuoi dati spariscano per sempre!” Urlò Piemon, saltando contro di lui.
Midoriya alzò lo sguardo, per poi sparire come nel nulla, riapparendo di fronte a un incredulo Piemon, che poté solo spalancare gli occhi quando venne colpito allo stomaco da un pugno con One For All attorno ad esso.
“Sai, avresti dovuto imparare che cosa significa un bluff. È triste che un pagliaccio non lo sappia riconoscere.” Mormorò Izuku, per poi spingerlo con un calcio verso Ochaco. “Uraraka, usa il tuo Quirk!” Urlò.
La ragazza aprì la bocca spaventata, per poi riprendersi subito dopo e annuire, unendo le mani e schiaffeggiando in faccia Piemon, il quale si ritrovò così sospeso a mezz’aria.
“Ora, tutti insieme! Attaccatelo!” Gridò Izuku.
I Digimon non se lo fecero dire due volte, creando in sincrono tutti i loro attacchi, che lanciarono contro Piemon, mentre anche Bakugo e Shoto usarono il loro Quirk.
Gli attacchi colpirono tutti insieme il Digimon, il quale si ritrovò a volare come un proiettile dritto dentro il varco di HolyAngemon, che si chiuse non appena fu attraversato da Piemon, per poi dissolversi nel nulla.
 

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Himekawa cadde in ginocchio, mentre vedeva Piemon svanire assieme al varco.
Silenziose lacrime le rigarono le guance.
“Ci sono riusciti… Li hanno uccisi tutti e quattro…” Sussurrò.
Le sembrò quasi di vedere un Bakumon sorridere di fronte a lei.
“Forse… Forse ora potrò rivederlo…” Mormorò, guardando il suo Digivice, per poi tornare a guardare il cielo, solo per spalancare gli occhi, mentre l’oscurità lo ricopriva interamente.
 

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“Che cosa?!” Esclamò All Might, dopo aver osservato i ragazzi e i loro partner sconfiggere quel Digimon simile a un clown.
Ma ora il cielo si stava tingendo interamente di nero, inghiottendo i Bambini Prescelti e gli studenti con loro.
“E ora che cosa succede?” Domandò Gran Torino, affiancandolo.
Nello stesso momento, in tutto il mondo, ogni singola persona si ritrovò incapace di distogliere la propria attenzione sugli eventi sopra di loro.
Tomura Shigaraki stava anche lui osservando il tutto.
“Kurogiri… che cosa significa?”
“Non ne ho idea. Forse è opera del Maestro.”
“No, ne dubito. Quello è qualcosa provocato da quei mocciosi. E la cosa sembra interessante. Forse è il momento per loro di affrontare il boss finale. Quello nascosto dopo i nemici che si credono essere i più forti. Proprio come in un videogioco.”
Mentre diceva ciò un sorriso deformò il suo volto nascosto dalla mano mozzata.
“Chissà se riusciranno a vincere.”
 

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I Bambini Prescelti e i loro Digimon sussultarono quando vennero letteralmente avvolti da una nube d’oscurità, ritrovandosi così a galleggiare in essa.
“E ora che cosa succede?!” Sbraitò Katsuki, guardandosi intorno.
“Non doveva finire?” Chiese Mimi. “Abbiamo sconfitto i Padroni delle Tenebre! Che cos’altro deve succedere?”
La risposta arrivò loro sotto la forma di un gigantesco dodecaedro viola, con dei pentagoni dorati che sporgevano da diversi lati.
E sopra quello più in alto di tutti, una figura avvolta da un mantello nero sbucava da esso.
Questa liberò il mantello, mostrando il suo corpo per metà integrato con il dodecaedro, con diversi tubi che lo collegavano ad esso, mentre le sue mani artigliate si muovevano lentamente.
La testa era avvolta per la parte superiore da un elmo nero, che lasciava trasparire giusto i suoi occhi dorati, i quali mostravano puro odio.
“E quello chi è?!” Domandò Taichi, mentre diversi artigli di metallo, con delle catene simili a stringhe di DNA, uscivano fuori dagli altri pentagoni.
Izuku spalancò gli occhi.
“Bambini Prescelti!” Tuonò la figura, osservandoli uno ad uno. “Finalmente ci incontriamo! Abbiamo atteso per tanto tempo questo momento!”
“Cos’è, ti credi forse un reale per parlare al plurale?” Esclamò Bakugo.
“Noi siamo un agglomerato di esseri a cui è stata negata l’evoluzione. Non siamo una sola entità.” Spiegò il misterioso Digimon. “Siamo tutti coloro che hanno vissuto nella solitudine e nella tristezza. Siamo coloro che sono stati abbandonati a sé stessi! Odiati! Esiliati!”
“Tu… Tu sei Apokalymon!” Disse Izuku, deglutendo.
“Oh, e così hai sentito parlare di noi.” Fece il Digimon, voltandosi verso di lui.
“Ho trovato il tuo nome mentre leggevo un’antica legenda! Sei il male assoluto! Un agglomerato, sì, ma di tutti gli esseri malvagi che sono mai esistiti nel Mondo Digitale!”
“E con ciò? Chi è che ci ha definito malvagi? Voi, esseri che avete sempre crogiolato nella gioia!” Replicò il Digimon, irato, mentre si affondava gli artigli nelle proprie spalle, lasciando uscire sangue verde e costringendo molti a distogliere lo sguardo. “Anche noi volevamo ridere! Volevamo parlare di giustizia! Di amore! Ma ci avete negato qualsiasi possibilità!”
Izuku restò in silenzio.
“Non tutti noi abbiamo vissuto solo nella gioia. Anche noi abbiamo sofferto, chi più e chi meno. E continueremo a farlo.” Disse infine, per poi portarsi una mano sul petto. “Ma è quello che facciamo che ci distingue! Voi avete deciso di commettere atrocità inimmaginabili, per questo siete stati allontanati! Nessuno ha deciso a priori che non meritavate di vivere come noi! Siete stati voi, con le vostre azioni, a deciderlo!”
Apokalymon lo fissò con odio.
“Allora ci assicureremo che anche voi pattiate le nostre stesse sofferenze!”
Uno degli artigli che sporgevano dal Digimon mutò, trasformandosi in una copia di Mugendramon, che lanciò il suo attaccò verso Hikari, che si salvò solo grazie a Angewomon che le fece da scudo con il suo corpo.
Uno ad uno, gli artigli si trasformarono nei vari avversari che avevano incontrato durante il loro viaggio, colpendo il gruppo con le copie dei loro attacchi.
Infine Apokalymon scagliò contro di loro un’ondata di fulmini oscuri, che li allontanò tutti quanti.
“Non possiamo arrenderci ora!” Urlò Yamato. “Se lo sconfiggiamo, sarà finita per davvero! Ne sono sicuro!”
Apokalymon sorrise.
“Pensate davvero di poterlo fare? Lasciate che vi mostriamo com’è essere incapaci di evolvere!”
Mentre diceva ciò, altri artigli sbucarono dal suo corpo, i quali divennero subito più grandi, per poi aprirsi e chiudersi attorno ai Digimon.
Pochi secondi dopo si riaprirono, lasciandoli liberi ma ridotti alle loro forme base.
“Che cosa?!” Esclamò Ochaco, osservando Agumon e gli altri venire raggiunti dai loro partner.
“Abbiamo negato loro l’evoluzione.” Rispose il Digimon malvagio.
“Ci basterà farli evolvere di nuovo!” Replicò Taichi.
Ma prima che potessero fare qualcosa, uno degli artigli si trasformò in nove braccia di Devimon, che si allungarono e strapparono da ciascun Bambino Prescelto il loro Medaglione, per poi portarli di fronte a Apokalymon.
Il Digimon dovette solo spalancare gli occhi per far dissolvere tutti e nove i Medaglioni, e con essi i Simboli al loro interno.
“No!” Urlò Sora.
“E ora non potete più evolvere nemmeno voi!”
“Ma noi possiamo ancora combattere!” Urlò Katsuki, volando in avanti seguito da Shoto, entrambi pronti a colpirlo.
Solo per venire respinti da un’onda di energia oscura.
“Siete semplici umani! Avrete anche qualche potere strano, ma non siete alla nostra altezza!”
Dicendo ciò Apokalymon portò in avanti le mani, cominciando a muoverle.
Joe urlò immediatamente, accorgendosi che il suo corpo, come quello di tutti gli altri, ad esclusione di Izuku, aveva iniziato a dissolversi in dati.
“Che cosa sta succedendo?!” Urlò Taichi.
“Sta scomponendo i nostri corpi in dati!” Rispose Koushiro.
“No…” Mormorò Izuku, guardando tutti dissolversi di fronte a lui.
“Deku…” Fece Katsuki, voltandosi verso di lui, mentre il suo corpo continuava a svanire. “Non osare arrenderti!”
Midoriya non riuscì a muoversi mentre tutti i suoi amici scomparivano, lasciandolo da solo.
 

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Yuuko Yagami cadde in ginocchio, mentre lei, come tutti gli altri, aveva appena assistito alla scena.
Aveva riconosciuto i suoi figli, che erano apparsi in quello strano spettacolo nei cieli, solo per vederli sparire nel nulla assieme a quelli che dovevano essere altri loro amici, anche se aveva riconosciuto solo Sora.
“Che cosa significa?” Mormorò, solo per sentire una mano sulla spalla.
“Non si preoccupi. Sono sicuro che stanno bene.” Le disse un ragazzo universitario, per poi mostrare un Digivice di pietra. “Parlo per esperienza, non sarà così facile farli sparire. E poi… uno di loro è ancora lì.” Continuò, tornando a guardare in alto, dove Izuku era ancora di fronte ad Apokalymon.
 

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“Che cosa gli hai fatto?!” Urlò Midoriya al Digimon, che sogghignò.
“Li abbiamo spediti in un posto vuoto, dove i loro dati si disperderanno nel nulla, sparendo per sempre!”
Izuku si lasciò avvolgere dalla Digisoul, per poi cercare di riportare indietro i dati dei suoi amici, senza tuttavia ottenere alcun risultato.
“È inutile. Non puoi fare nulla per salvarli!”
Izuku chiuse le mani a pugno, per poi lasciare che l’energia di One For All scorresse sotto la Digisoul, la quale aumentò d’intensità.
“Allora mi assicurerò che tu non faccia più del male a nessun altro!” Sentenziò, con gli occhi che sembravano quasi brillare dalla rabbia.
“Non puoi sconfiggerci! Ti abbiamo lasciato qui solo perché in questo momento ben due mondi ci stanno osservando. Vedranno l’ultima speranza svanire, poco prima di seguirti!”
“No!” Protestò il ragazzo. “Vedranno solo la tua sconfitta! E poi, stai sottovalutando i miei amici. Nessuno di loro lascerà che i loro dati vadano persi! Hai passato così tanto tempo a odiare che non riesci più a comprendere nessun altro sentimento! La loro forza è più grande di quanto tu pensi!”
Apokalymon non disse nulla, limitandosi a preparare nuovamente i suoi attacchi multipli, stavolta diretti tutti contro Izuku.
Ma il ragazzo dai capelli verdi agì per primo, saltando contro l’artiglio a forma di Vamdemon, distruggendolo con un solo colpo.
“Non ti lascerò usare l’aspetto del mio vecchio amico per fare altro male!” Urlò, per poi rivolgere la sua attenzione agli altri artigli. “E non mi farò intimorire nemmeno dalle altre tue misere repliche!”
 

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Bakugo riaprì gli occhi, ritrovandosi a vagare in uno spazio vuoto, riempito solo da 0 e 1 tridimensionali giganti.
Poco lontano da lui, Ochaco e Shoto galleggiavano nello stesso vuoto, riprendendo lentamente i sensi.
“D-Dove siamo?” Domandò Uraraka.
“Ricordo che stavamo affrontando quel Digimon e poi…” Iniziò Shoto, interrompendosi.
“Quel bastardo ci ha letteralmente disciolto in dati!” Sbraitò Katsuki, provocando un’esplosione contro uno dei numeri, senza tuttavia colpirlo ma passandogli attraverso.
“Dove sono tutti gli altri?” Domandò la ragazza, guardandosi intorno.
“Non c’è nessuno di loro. E chissà dove siamo finiti noi.” Mormorò Todoroki.
“Dobbiamo riuscire ad andarcene! Dobbiamo tornare indietro e dimostrare a quel tipo che cosa significa essere eroi!” Urlò il ragazzo delle esplosioni.
“Midoriya… Lui non stava scomparendo come noi.” Disse Shoto, guardando Katsuki.
“Sarà grazie al suo Quirk. Il che significa che lo sta affrontando da solo.” Rispose l’altro ragazzo.
“Può batterlo? Dopotutto può manipolare i dati, no?” Domandò Uraraka.
“Ma Anche Apokalymon può farlo. Ha distrutto i Medaglioni e i nostri corpi come se niente fosse.”
“Maledizione!!!” Urlò Bakugo, colpendo l’aria di fronte a sé. “Fateci uscire da qui!!!”
Un ringhio e un rumore secco risposero alle sue grida, costringendo i tre a voltarsi, ritrovandosi così a fissare una crepa apparsa nel vuoto.
Presto si sentì un altro tonfo, che allargò la crepa.
A un terzo colpo, una zampa nera artigliata uscì dalla spaccatura, seguita da una gemella, le quali iniziarono ad allargare la crepa.
I tre studenti indietreggiarono, mentre un Digimon drago vagamente umanoide con delle ali rovinate entrava nel vuoto.
Il Digimon ringhiò, per poi fermarsi quando una mano umana gli toccò la testa.
“Allora, che succede?” Domandò la voce, poco prima che un ragazzo umano dai capelli castani all’insù sbucasse nella visuale da dietro la schiena della creatura.
Il ragazzo abbassò lo sguardo, ritrovandosi a guardare il trio. “Oh! Siete voi!” Esclamò sorridendo, per poi saltare giù.
“Un altro Bambino Prescelto?!” Esclamò sorpresa Ochaco.
Il ragazzo si grattò nervosamente la guancia con un dito. “A dir la verità è un po’ che non mi chiamano più così Uraraka, lo sai.” Rispose lui, solo per vedere il suo Digimon saltare davanti a lui per proteggerlo da un’esplosione di Bakugo.
“Chi diamine sei?!” Sbraitò il biondo.
“Uh? Aspettate, volete dire che non mi riconoscete?” Domandò il ragazzo. “Allora significa… Oh, cavoli!”
“Tu sai chi siamo?” Chiese Todoroki.
“Sì, direi di sì. Ma voi non mi conoscete ancora, a quanto pare.” Rispose lui. “Beh, questo spiega perché mi avete riconosciuto subito, nonostante fossi di un altro mondo. Come odio i paradossi temporali.”
“Tu… Tu puoi viaggiare nel tempo?” Fece Uraraka, guardandolo con occhi spalancati.
“Diciamo che al momento sono costretto a farlo per diversi motivi.”
“Chi ci dice che stai dicendo il vero?” Disse Katsuki.
“Beh, se volessi rischiare un’altra delle tue esplosioni ti chiamerei Kacchan, ma non ci tengo.” Rispose con un sorriso il ragazzo, ridacchiando quando vide il diretto interessato chiudere le mani a pugno e fare del suo meglio per non reagire come previsto. “Ad ogni modo, immagino di dovermi presentare, dato che già so chi siete. Mi chiamo Ryo Akiyama. E lui è il mio Digimon partner, Cyberdramon.”
Mentre diceva ciò staccò dalla cintura un dispositivo elettronico, alzandolo per mostrarlo agli altri. “E sono un Digimon Tamer.”
“Digimon Tamer?” Ripeté Shoto.
“Lunga storia. Per farla breve, sono un Bambino Prescelto di un altro universo. E per diversi motivi al momento sto viaggiando nel tempo e nello spazio. Ho già incontrato una versione alternativa di Taichi, il quale aveva un AeroVeedramon invece di Agumon come partner.”
Detto ciò si guardò intorno per la prima volta. “Questo non è il Mondo Digitale, eh?”
“Non sappiamo che posto è!” Sbraitò Katsuki. “Sappiamo solo che siamo finiti qui dopo che Apokalymon ha distrutto i nostri corpi!”
Ryo batté un pugno nel palmo dell’altra mano. “Ma certo! La battaglia contro Apokalymon!” Esclamò, per poi guardare i tre. “È stato quando siete entrati clandestinamente nel Mondo Digitale! Ci sarei dovuto arrivare!”
Cyberdramon ringhiò di nuovo.
“Calma amico.” Lo fermò subito Ryo. “Beh, allora direi che è il caso di farvi tornare allo scontro. A quest’ora gli altri dovrebbe essere sul punto di farvi ritorno. Cosa che voi al momento non potete fare, non essendo dei Bambini Prescelti.”
“Tu… Quindi sai come finirà la battaglia?”
Il Tamer sorrise alla ragazza, per poi portarsi un dito sulle labbra. “Beh, non posso farvi un simile spoiler, no?”
Senza dire altro, si fece da parte.
“Cyberdramon… sai cosa fare.”
Il Digimon ruggì, per poi fendere l’aria di fronte a sé, provocando una nuova crepa dimensionale di fronte a loro.
“Se attraverserete questo passaggio, tornerete alla battaglia.” Disse Ryo.
“Tu non vieni?” Chiese Shoto.
“Non posso. Non ho partecipato alla battaglia, e una mia intrusione potrebbe avere conseguenze imprevedibili. Ma vi posso dire che ci incontreremo ancora, a un certo punto del vostro futuro.”
Il sorriso sul suo volto a quel punto scomparve.
“Quello che vi aspetta non sarà facile. La crisi per voi è appena agli inizi.” Disse, per poi soffermarsi su Bakugo. “Ma ricordatevi sempre che state studiando per diventare degli eroi.”
“Non devi ricordarcelo!” Replicò il biondo, ghignando. “Se vieni dal futuro, saprai sicuramente che stai parlando con il futuro eroe numero uno!”
Ryo sorrise, scuotendo la testa. “Già… è vero. Ora andate! I Bambini Prescelti hanno bisogno del vostro aiuto!”
I tre studenti non se lo fecero dire due volte, perdendo giusto il tempo per Shoto e Uraraka di fare un leggero inchino al ragazzo, per poi lanciarsi dentro la crepa dimensionale, che si richiuse dietro di loro.
“Mi dispiace, ma dovevo mantenere la mia promessa.” Mormorò Ryo. “Perdonatemi per avervi ingannato.”
 

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All Might e gli altri eroi che stavano osservando la battaglia sopra di loro spalancarono gli occhi quando videro una crepa aprirsi di fronte a loro, per poi letteralmente sputare fuori Bakugo, Todoroki e Uraraka, i quali rovinarono a terra.
Immediatamente vennero raggiunti dall’eroe numero uno e da altri eroi lì presenti, come anche da Inko.
“A-All Might?” Balbettò Ochaco, fissando l’eroe numero uno, per poi voltare lo sguardo verso il cielo, ritrovandosi a vedere Apokalymon e Deku. “Come-”
“Ci ha ingannato!” Urlò Katsuki, furioso.
“Chi vi ha ingannato?” Domandò Nezu, raggiungendoli.
“Quel tipo… Quel Ryo! Aveva detto che ci avrebbe riportato alla battaglia!”
“Beh, penso sia meglio così.” Disse il preside, portandosi le braccia dietro la schiena. “Avete corso un bel rischio con il vostro gesto.”
“Non potevamo fare finta di niente.” Rispose Shoto.
“Ciò non toglie che siete intervenuti con i vostri Quirk. E da qui abbiamo visto gran parte delle vostre battaglie. Ora, potete dirci chi è che sta affrontando Midoriya?”
Katsuki guardò Inko, la quale stava aspettando con ansia la risposta alla domanda di Nezu.
“Apokalymon… Un Digimon con il controllo assoluto sul Mondo Digitale.” Rispose infine Todoroki. “Ha distrutto come se niente fosse i Simboli, impedendo così ai Digimon di raggiungere il loro livello massimo, e poi ha distrutto tutti i nostri corpi. Noi tre ci siamo ritrovati in uno strano posto, dove siamo stati salvati da quel ragazzo di nome Ryo, che diceva di venire da un altro mondo e dal futuro.”
“Come stanno i bambini? E il giovane Midoriya?” Domandò All Might.
“G-Giunti nel Mondo Digitale, siamo stati subito attaccati dai Padroni delle Tenebre.” Spiegò Ochaco. “E abbiamo scoperto cos’è successo a Deku durante il suo precedente viaggio.”
Inko alzò lo sguardo verso la ragazza. “Cos’è successo? Perché ha perso i ricordi?”
“Deku ha scelto volontariamente di farsi cancellare la memoria dopo aver passato cinquant’anni in quel mondo!” Sputò Katsuki, facendo sussultare tutti quanti. “Inoltre, abbiamo scoperto che ha sempre avuto un Quirk, ma che poteva manifestarsi solo nel Mondo Digitale.”
Il ragazzo chiuse le mani a pugno. “E ora… ora è da solo contro quel tizio…”
Tutti quanti alzarono lo sguardo, osservando Izuku saltare contro una copia di Piemon.
 

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Midoriya ansimò, indietreggiando dopo aver evitato un altro attacco.
Stava andando avanti da diverso tempo, ma ormai iniziava a risentire dei suoi attacchi.
“Ti arrendi allora?” Domandò Apokalymon. “Ti sei reso conto che siamo troppo forti per te?”
“Io… Io non mi arrenderò mai!” Replicò il ragazzo. “Ci sono troppe persone che contano su di me!”
“E cosa speri di ottenere? Avrai anche la Digisoul, ma resti sempre un umano! Non hai più un Digimon! Non hai più un Simbolo! Sei una nullità! Sei inutile!”
Izuku sussultò a quella parola.
“Hai ragione. Sono sempre stato chiamato inutile. È il mio stigma.” Disse, per poi sorridere. “Ma sai, a dire la verità provo una certa gioia nel dimostrare il contrario. Perché io sono Midoriya Izuku! Soul! Deku! Chiamami come ti pare! Ma non cambierà il fatto che diventerò un eroe, non importa come! E lo diventerò mantenendo il mio sorriso e la mia determinazione!”
“Ben detto!” Esclamò una voce, che costrinse il ragazzo a voltarsi.
Lì, sotto gli occhi increduli sia dell’umano che del Digimon, dei dati cominciarono a riunirsi, per poi prendere la forma di Taichi e degli altri Bambini Prescelti, ciascuno con il proprio Simbolo che risplendeva sul petto e affiancati dai loro Digimon, tutti al loro livello più alto.
“Che cosa?!” Esclamò Apokalymon, mentre i Bambini Prescelti e i Digimon si prepararono a combattere.
“Non sarà così facile sconfiggerci!” Gridò Yamato.
“Ragazzi… Siete vivi!” Urlò Izuku, sentendo già le lacrime offuscare il suo sguardo, per poi guardare oltre i Bambini Prescelti. “Dove sono Kacchan e gli altri?”
“Mi dispiace, ma non lo sappiamo. Non erano con noi.” Rispose Sora.
Izuku restò in silenzio, per poi tornare a guardare Apokalymon. “Allora vediamo di chiudere questa storia. Se sconfiggiamo Apokalymon riusciremo a salvarli!”
Il Digimon in questione mostrò la sua rabbia sui lineamenti del viso.
“Non sappiamo come avete fatto a tornare, ma non cambia nulla! Soffrirete solo di più!”
Ma stavolta i Digimon dei Bambini Prescelti non persero tempo: in perfetta sincronia partirono all’attacco, distruggendo senza troppa difficoltà gli artigli diretti contro di loro, continuando la loro corsa verso l’avversario.
Tutti insieme scagliarono i loro attacchi più potenti contro Apokalymon, che urlò di dolore mentre veniva investito dalla forza combinata.
In pochi secondi la sua forma umanoide scomparve in dati, lasciando solo il dodecaedro, che tuttavia iniziò a pulsare.
Izuku chiuse la mano destra a pugno, avvolgendola con l’energia dei suoi due Quirk.
“Ho una sola possibilità… Non posso sbagliare!” Pensò, solo per spalancare gli occhi quando sette raggi di luce sbucarono fuori dall’oscurità, avvolgendosi attorno al pugno, presto affiancati da altri otto provenienti dai Digivice dei Bambini Prescelti.
 

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Daigo teneva in alto il suo Digivice, sorridendo quando vide altri sei raggi simili raggiungere il cielo, attraversando l’oscurità.
“Midoriya… Bambini Prescelti… Annientate l’oscurità una volta per tutte!” Urlò, per poi sentire il Digivice infrangersi tra le dita, dissolvendosi in dati che si fusero al raggio di luce, che scomparve in direzione di Izuku.
 

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“Questa energia…” Pensò Midoriya, per poi spalancare gli occhi.
“Capisco.” Disse infine. “Grazie ragazzi… il vostro sacrificio… non sarà vano!” Esclamò, per poi sentire il braccio gonfiarsi, mentre i muscoli diventavano più evidenti.
Sul suo petto brillò nuovamente il Simbolo della Determinazione.
“Apokalymon! Questa è la forza di tutti i Bambini Prescelti!” Gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. “DIGITAL WORLD SMASH!!!
Saltando in avanti, superò i Digimon e raggiunse in pochi istanti il dodecaedro, colpendolo in pieno con il pugno e spingendolo lontano dagli altri.
La figura del Digimon iniziò a riempirsi di crepe, da cui iniziò ad uscire dell’energia oscura.
“Sarete riusciti a sconfiggerci… ma vi porteremo con noi!”
“Ragazzi! I Digivice!” Gridò Izuku
Senza che i bambini potessero fare qualcosa, i loro Digivice s’illuminarono ancora una volta, scagliando dei raggi di luce che avvolsero Apokalymon e Izuku, creando un cubo di luce attorno a loro.
“Izuku, allontanati!” Urlò Taichi, vedendo l’energia di Apokalymon aumentare.
Il ragazzo dai capelli verdi tuttavia non reagì, continuando ad allontanare il loro avversario, con il cubo di luce che li seguiva.
“Izuku, che cosa stai facendo?!” Gridò Yamato, mentre Koushiro spalancò gli occhi.
Midoriya si voltò verso di loro, sorridendo, mentre la sua Digisoul sembrò quasi esplodere attorno a lui, riempiendo completamente il cubo e sovrastando l’energia oscura.
“Izuku…” Mormorò Hikari, cominciando a piangere.
“Se me ne vado, c’è la possibilità che possa seguirmi.” Disse infine il ragazzo, con tono tranquillo. “Grazie per tutto, amici.”
Izuku fece per voltarsi nuovamente, ma si fermò prima. “Oh, giusto. Penso che manterrò il nome Deku. Dopotutto, ora significa anche che posso farcela. E sapete? Penso di aver tenuto fede a questo nuovo significato.”
“IZUKU!!!” Urlarono tutti, mentre Apokalymon esplodeva, investendo in pieno il ragazzo ancora sorridente, mentre il cubo di luce manteneva al suo interno l’esplosione, per poi scomparire nel nulla assieme ad essa, senza lasciare alcuna traccia.
L’oscurità attorno a loro scomparve quasi di colpo, lasciando che il gruppo si guardasse intorno, riconoscendo i giganteschi cubi giocattoli della Città della Rinascita, mentre attorno a loro migliaia di Digitama iniziarono a piovere dal cielo.
“No…” Mormorò Sora, cadendo in ginocchio. “Non può essere…”
“Izuku…” Fece Hikari, mentre i Digimon s’illuminarono, tornando alla loro forma base. “Izuku, dove sei?!”
L’urlò disperato della bambina si unì presto a quello di tutti gli altri bambini.
 

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All Might restò a fissare con gli occhi spalancati il cielo, mentre l’oscurità si dissolveva nel nulla, lasciando finalmente in vista l’azzurro del cielo, senza più alcuna traccia del Mondo Digitale.
Sentì al suo fianco Inko cadere a terra priva di sensi, ma lui stesso non aveva l’energia per muovere un solo muscolo.
“Giovane Midoriya…” Mormorò, mentre anche gli altri eroi distoglievano lo sguardo, salvo qualcuno che correva ad assistere la signora Midoriya.
“Deku… Che cos’hai fatto?” Fece Bakugo, osservando il cielo incredulo.
“Bakugo… Izuku… Deku non è… Non può essere…” Balbettò Uraraka, incapace di completare la frase.
“Midoriya…” Disse Nezu, chiudendo le zampe a pugno e chiudendo gli occhi.
Il loro mondo era salvo. Come anche il Mondo Digitale.
Ma il prezzo da pagare era stata la vita di Midoriya Izuku.
 

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“Mi dispiace… Purtroppo non c’è altra scelta.” Disse Gennai, fissando con tristezza i Bambini Prescelti. “Se restate qui, rischiate di venire cancellati dal Mondo Digitale. Ora che il ripristino è iniziato non vi rimane altra scelta.”
“Ma… Ma non possiamo andarcene così!” Esclamò Taichi. “Non possiamo lasciare i nostri amici!”
“A cos’è servito tutto questo allora?!” Urlò Joe. “Davvero finisce così?!”
“Apokalymon ha danneggiato gravemente il Mondo Digitale. Il suo ripristino purtroppo comporterà questo e altri effetti collaterali. Se non volete che il sacrificio di Izuku sia stato inutile… Dovete tornare nel vostro mondo.”
I Bambini Prescelti e i Digimon si guardarono tra di loro, incapaci di dire altro.
Presto, Koushiro si mise al lavoro assieme a Gennai per preparare il tram presente sull’Isola di File per permetterli di attraversare il varco che si era aperto nel cielo.
Hikari era la più inconsolabile tra tutti.
Taichi distolse lo sguardo, arrabbiandosi con sé stesso per non essere in grado di consolare la sorellina.
Hikari gli aveva raccontato com’era stato viaggiare per il Mondo Digitale assieme a Izuku, e anche se non lo aveva detto al maggiore dei Kamiya era chiaro che ormai lei lo vedeva come un altro fratello.
E averlo visto sacrificarsi in quel modo…
L’addio di Izuku sarebbe stato qualcosa che nessuno di loro sarebbe mai stato in grado di dimenticare.
Tuttavia… non potevano renderlo vano facendosi cancellare dal Mondo Digitale. Gennai aveva ragione.
Ma questo non rendeva per nulla le cose più facili.
Presto i bambini si ritrovarono a dover dire addio ai loro Digimon partner.
Hikari consegnò a Tailmon il suo fischietto, mentre Mimi strinse attorno a Palmon il suo cappello.
Quando il gruppo di umani salì sul tram, tutti quanti stavano piangendo.
Restarono affacciati ai finestrini mentre il mezzo iniziava a muoversi, per poi sollevarsi lungo delle rotaie invisibile, diretto al varco ormai quasi chiuso.
“Ci rivedremo!” Urlò Taichi, salutando con la mano i Digimon sotto di loro. “Aspettateci! Torneremo sicuramente!”
I Digimon continuarono a correrli dietro, finché il tram non scomparve nel cielo.
 

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“Così Midoriya Izuku si è sacrificato.” Fece il maestro di Shigaraki, portandosi un pugno sotto il mento, per poi togliersi la maschera con il respiratore.
E pochi secondi dopo un sorriso deformò il suo volto sfigurato.
“Non poteva andarci meglio!” Esclamò divertito, mentre dietro di lui una figura si fermava, in attesa di ordini. “Non lo pensi anche tu?”
“Effettivamente, questo ci rende tutto più facile. Senza il famigerato Soul a metterci i bastoni tra le ruote, la conquista del Mondo Digitale procederà senza troppi intoppi.”
“Già. Dobbiamo solo aspettare che termini il ripristino. Quanto tempo ci vorrà?”
“Secondo i miei calcoli, tre dei loro anni. Ma se i dati che ho ricevuto sono corretti, ora il tempo del Mondo Digitale è in sincrono con quello dell’altra Terra, ma non con la nostra.”
“Capisco. Beh, devi solo aspettare il momento giusto. Il programma è pronto, no?”
“Sì. Non appena lo avvierò, anche la differenza temporale tra il nostro mondo e il Mondo Digitale verrà azzerata. Dovrò solo sfruttare l’attuale debolezza dei dati del Mondo Digitale.”
“Non c’è fretta. Abbiamo aspettato anni, qualche settimana o mese non farà la differenza.”
La figura dietro All For One sorrise.
“Non vedo l’ora, Maestro. Intanto proseguirò con l’altro piano.”
 
 

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Digital Hero 02

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