Sex or love?

di lulette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - A new life ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Inconvenient revelations ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Proposal ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Sex and love ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - A new life ***







A new life


















Merlin era nato in un paese in provincia di Londra che si trovava in una zona pedecollinare particolarmente rigogliosa di vegetazione, dove si coltivavano vitigni per produrre vini pregiati, famosi in tutta la Gran Bretagna e all'estero.

Merlin era stato felice durante l'infanzia e l'adolescenza, anche se non aveva mai conosciuto il padre, morto quando lui era in tenera età; viveva con la madre Hunith, una donna forte e dolce che viveva per lui. 

Aveva anche un ragazzo. Si chiamava Will ed era sempre stato il suo più caro amico; con lui all'età di quindici anni, aveva sperimentato l'amore in tutte le sue forme.

Erano molto innamorati e la gente del paese, che aveva storto un po' il naso all'inizio della loro storia, ora li trattava come una normale coppia di fidanzati ed erano ovunque ben accetti. 

Merlin aveva sempre coltivato un sogno per il suo futuro: andare a vivere in città, con Will, studiare e trovare un nuovo lavoro e una nuova casa. Non si sentiva portato per fare il contadino o il vinaio.
 
Quando partì per Londra, aveva 20 anni e come da accordi, si aspettava di essere seguito a breve da Will, ma questi non lo raggiunse mai. Al contrario di Merlin, Will voleva rimanere al paese e occuparsi dei vitigni. Non l'aveva detto a Merlin perché temeva che il compagno non sarebbe più partito e non voleva distruggere i suoi sogni, per cui era sempre rimasto sul vago. Quando Merlin comprese come stavano le cose, soffrì moltissimo, ma si fece forza, concentrandosi sulla sua nuova vita.

Inizialmente si occupò di vendere a bar e ristoranti, i vini prodotti nel suo paese nativo. Si iscrisse poi alla facoltà di Giurisprudenza, per la quale aveva sempre avuto un'attitudine particolare. Ma, tra le tasse universitarie e l'affitto di un monolocale, non ci stava dentro con le spese per cui cercò un posto dove vivere e lavorare contemporaneamente. Fece il baby sitter in una ricca famiglia con molti bambini. Gli piaceva, ma non riusciva mai ad aprire libro per studiare per cui cercò ed ottenne un nuovo lavoro come badante presso un vecchio signore un po' bisbetico. Almeno qui riusciva a studiare. Quando il vecchio morì, Merlin si sentì perso, ma il figlio dell'uomo, che si era affezionato a lui per l'enorme pazienza dimostrata verso il padre, nel congedarlo gli fece avere un biglietto da visita di un signore famoso per la sua posizione privilegiata all'interno dell'ambiente londinese che più contava. L'uomo abitava in pieno centro della città e cercava un maggiordomo con determinate caratteristiche.

'Arthur Pendragon' lesse Merlin sull'elegante biglietto da visita dove era scritto anche un indirizzo e un numero telefonico.

L' appuntamento era in un bar molto chic, poco distante dal centro storico di Londra.

'Spero che i soldi mi bastino' si disse Merlin sedendosi a un tavolo e sistemando la sua cravatta bordeaux. Era una cravatta nuova, che aveva appena acquistato: era il segno distintivo che il signor Pendragon aveva convenuto per poterlo riconoscere. Questo almeno fu ciò che gli aveva comunicato la segretaria.

Si sentiva un po' a disagio: non si era potuto permettere di comprare un abito nuovo. Già l'acquisto della cravatta l'aveva lasciato con pochi spiccioli in tasca e aveva addosso ancora i vecchi abiti che indossava al suo paese. In quella cornice così raffinata e circondata da persone sofisticate ed eleganti si sentiva un pesce fuor d'acqua.

'Per fare bella figura, l'importante non é quello che indossi, ma stare in posizione eretta, a testa alta guardando l'interlocutore dritto negli occhi!' Questo gli diceva sempre sua madre, anche se in quel momento gli sembrava un discorso un po' troppo semplicistico. 

Ad un certo momento, vide entrare un giovane uomo che dal modo in cui si muoveva, pareva sprizzare sicurezza da tutti i pori. Era alto, ben piazzato, sorridente ma un po' troppo consapevole del suo fascino. Lo guardavano tutti: per forza! Era di una bellezza conturbante, quasi fastidiosa. Vestito di Armani da capo a piedi, con l'abito di un luminoso 'blu di Prussia' che riprendeva quello della montatura degli occhiali da sole e dei dettagli delle scarpe, si guardava intorno.

'Dio, ti prego! Fa' che non sia lui!'

Si sedette al tavolino di Merlin e gli porse la mano con un luminoso sorriso.

"Tu devi essere...lui!"

'Come non detto. Grazie, Signore!'

"Signor Pendragon? Piacere di conoscerla!" gli disse Merlin, sforzandosi di sorridere. Poi gli strinse la mano con una certa energia.

"Bella presa, amico. Quanti anni hai?"

"Ventidue, signore!"

"Mh, ... ne avevo chiesto uno della mia età. Come ti chiami già?"

"Merlin, signore. Intendete dire che sono troppo grande?" lo prese velatamente in giro Merlin: a pelle non gli stava affatto simpatico. Era troppo bello. E ricco. E pomposo.

Il signore scoppiò a ridere: "Quanti anni pensi che abbia?"

"Non saprei, signore. Venti o ventuno, direi" rispose mentendo con aria candida.

"Ne ho venticinque!" disse Arthur un po' contrariato.

"Oh, le chiedo scusa, ma è... la sua pelle!"

Arthur strinse gli occhi come per capire.

"Lei ha una pelle così fresca e perfetta che non sapevo quale età darle. Sappia però che sono più maturo dei miei anni. Mi metta alla prova e glielo dimostrerò! So fare tante cose e imparo svelto, ma non so cucinare, purtroppo..."

"Questo non sarebbe un problema: ho già la cuoca, la colf e il giardiniere. Ho bisogno di qualcuno che riesca a svegliarmi al mattino, che mi ricordi gli impegni della giornata, che mi aiuti a lavarmi e a vestirmi: ci tengo molto..."

'Si vede!' pensò Merlin.

"...e che coordini il resto della servitù! Dovresti rispondere al telefono di casa, occuparti degli ospiti quando arrivano in visita e all'occorrenza farmi da autista. Hai la patente?"

"Sì, signore!"

"Ho bisogno di una persona cordiale che parli fluentemente e che sia necessariamente di bella presenza..." poi avvicinandosi, aggiunse sottovoce "e che sia assolutamente fidata e discreta! Intendi?"

"Perfettamente, signore. A parlare me la cavo. 'Fidato' e 'discreto' sono i miei secondi nomi. Quanto alla bella presenza, deve decidere lei..."

Arthur si tolse gli occhiali da sole e lo osservò attentamente mordicchiando una stanghetta.

'Dio mio!' pensò Merlin, guardando quegli occhi dalle enormi iridi celesti 'Sperare fosse almeno un po' guercio, sarebbe stato pretendere troppo, vero?'

Il signor Pendragon commentò ad alta voce:

"Alto, magro, bel viso, belle mani,... occhi da infarto! Direi che ci siamo. Con l'uniforme da maggiordomo dovresti essere uno splendore. Sei disposto a indossare l'uniforme, spero."

"Certamente, signore!" 

'Non é poi così antipatico' si disse Merlin lusingato. 'Forse sono stato precipitoso nel giudicarlo.'

"Quando puoi cominciare?"

"Anche subito!"

"Magnifico! Per festeggiare, posso offrirti qualcosa da bere? Dopo ti porterò a vedere la casa" e fece un gesto al cameriere che giunse all'istante.

"Un 'Angelo azzurro' per me e... per te?" chiese rivolgendosi a Merlin.

"Un succo di pompelmo, grazie."

"Ci dai dentro di brutto, eh?" scherzò Arthur spalancando gli occhi e Merlin scoppiò a ridere.

"In orario di lavoro non bevo mai"

"Mi piaci, Merlin. Sono sicuro che andremo d'amore e d'accordo!"

"Scusi, signore, ma ... la paga?"

"Sono sicuro che non avrai da lamentarti" gli disse Arthur, strizzandogli l'occhio.






 






 











...tre anni dopo...






Arthur Pendragon era uno sportivo. Uno di quelli con la "S" maiuscola. Faceva parte della Squadra Nazionale Britannica di scherma: spada, sciabola, fioretto. Eccelleva in tutte le specialità, non aveva alcuna preferenza.

Era campione olimpionico 2020 di tutte e tre le discipline, anche se le Olimpiadi erano state giocate nel 2021, causa Covid. Oro qui, Oro lì, Oro a squadre. La squadra italiana maschile di scherma, che aveva dominato le Olimpiadi precedenti, aveva subito un terribile scossone e soprattutto in Italia il nome di Arthur Pendragon divenne particolarmente famoso. Chi ne parlava con rispetto, chi ne parlava con rabbia. La fama di formidabile schermidore e l'aspetto da bellissimo cavaliere d'altri tempi, fece sì che fosse soprannominato "King Arthur".

Merlin era diventato uno dei fan più accaniti del suo capo. Non capiva molto di scherma ma osservare Arthur in pedana era per lui uno spettacolo entusiasmante. Tra l'altro i sostenitori, prima delle Olimpiadi erano molto aumentati, soprattutto le giovani ragazze da cui Merlin spesso era circondato in tribuna.

'Ma perché deve tenere quella roba in faccia? Non si riesce a vederlo!'

Era uno dei commenti che più spesso sentiva dalle fan di Arthur che parlavano della maschera. Ma le ragazze non erano lì solo per lui. La squadra era composta da altri tre schermidori, tutti atleti eccellenti, tutti assolutamente affascinanti. Si chiamavano, Percival, Elyan e Gwaine, che erano anche ottimi amici di Arthur.

Arthur attualmente non aveva una ragazza fissa. Ultimamente non c'era stato alcun traffico nella sua camera da letto. Cosa quanto meno strana, pensava il maggiordomo. Perché Arthur aveva avuto in quei tre anni moltissime amanti. Merlin non era assolutamente in grado di ricordarne i nomi e le facce. E molto probabilmente neanche Arthur.

La mattina dopo questi incontri, Merlin aveva il compito di svegliare le ragazze, facendo un po' di rumore nella camera stessa; doveva poi sfamarle con un'abbondante colazione per coloro che l'avessero desiderato, aver cura che non dimenticassero nulla perché non avessero un motivo per tornare e accompagnarle alla porta con un sorriso di circostanza. Infine, se non aveva avuto altri ordini, lasciava che il 'principe' dormisse fino a tardi.

Si era ormai abituato a questo andirivieni di ragazze, ma i primi tempi era stata dura da digerire. Era per questo motivo che Arthur gli aveva detto che cercava una persona fidata e discreta.

Arthur gli passava un ottimo stipendio, che gli permetteva di frequentare l'Università, mandare ogni mese un po' di soldi a sua madre e togliersi più di uno sfizio. 

Non poteva permettersi di fare il moralista né di sentirsi demoralizzato perché il capo era etero e anche un po' puttaniere.

Indossava la maschera di maggiordomo imperturbabile e riusciva ad essere molto professionale, almeno esternamente. Arthur gliene era grato. In compenso il padrone non faceva alcun riferimento alle ragazze e a ciò che faceva con loro, cosa di cui anche Merlin gli era grato. 

Una volta glielo chiese: "Arthur, a volte mi chiedo quale sia il suo segreto con le ragazze."

"Ci sono dei trucchetti Merlin. Le ragazze che punti devono essere carine, ma non belle, dolci e intelligenti...ma non troppo."

Merlin corrucciò lo sguardo. "E perché?"

"Perché le ragazze belle pretendono quasi sempre un seguito; che siano dolci perché per me é un requisito imprescindibile. Intelligenti sì, non mi piacciono le oche, ma non troppo, perché altrimenti non verrebbero con me!" Merlin rise, anche se pensò che il punto di vista dell'altro fosse un po' troppo narcisistico e anche maschilista.

Con il tempo i due erano diventati sempre più amici. Arthur gli confidava molte cose di sé e chiedeva il suo parere. Anche Merlin imparò ad aprirsi con il padrone, sebbene in modo più lento e graduale.



Due volte la settimana Arthur si recava in ufficio da suo padre, Uther Pendragon, presidente della "Pendragon Oil Corporation" una multinazionale del petrolio che commerciava in idrocarburi e plastica e che aveva sedi in Europa, Africa e America. Il compito di Arthur era quello di contattare tramite videochiamate i più grandi magnati del petrolio stranieri, convincendoli ad avere un incontro con il padre e la sua equipe. 
Arthur aborriva quel lavoro: lo trovava noioso e frustrante. Si sentiva come se andasse contro se stesso: da anni era un convinto sostenitore della salvaguardia ambientale e la compagnia del padre era quanto di più inquinante ci fosse per il pianeta.

A suo padre questo non interessava e non gli importava nemmeno dei suoi successi sportivi. Anni prima l'aveva obbligato a frequentare l'università e Artù aveva scelto come facoltà Green Economy, laureandosi con voti più che discreti nei tempi standard. Un vero smacco per il padre scegliere una facoltà così "inutile", ma almeno su questo punto il giovane Arthur si era impuntato. Una volta laureato aveva provato a proporsi al padre come consulente dell'azienda per apportare tutte le modifiche che avrebbero, se non risanato l'ambiente, almeno l'avrebbero preservato il più possibile. Uther non ne aveva voluto sapere, nemmeno quando Arthur gli disse che operare in tal senso, sarebbe stata un'ottima mossa pubblicitaria che avrebbe portato alti profitti, nel lungo termine.

L' unico punto di incontro era stato contrattare quei due giorni di lavoro, che a dire il vero non accontentavano nessuno dei due.

Merlin temeva che Uther non si sarebbe arreso e provava un profondo dispiacere per l'amico.

Arrivò a pensare che forse era stato più fortunato lui a non avere un padre, che Arthur ad avere un padre come quello.

Ecco perché Arthur era andato a vivere da solo molto presto. Come dargli torto!


Merlin era piuttosto felice. Lavorare per Arthur non era male, anche se richiedeva molto tempo e molte energie. La domenica era il suo giorno libero: studiava o faceva shopping o si recava al suo paese a trovare la madre. Quando aveva chiesto qualche serata libera in più per studiare, per incontrare gli amici o un amore, generalmente Arthur gliel' aveva concessa.

Aveva acquistato una macchina, usata ma dignitosa, e soprattutto ...sua. E stava cercando un appartamentino per sé, da usare in futuro o per portarci i ragazzi e le ragazze.
Ogni volta che si era messo insieme a qualcuno, doveva recarsi sempre a casa dell'altro/a, perché non gli sembrava per niente rispettoso portare i suoi amanti nella casa del padrone. Oppure optavano per l'auto, ma a venticinque anni Merlin preferiva un bel letto.

Certo che non si considerava molto fortunato in amore. Dopo il trauma della rottura con Will, per almeno due anni non si era legato a nessuno. La delusione era stata troppa o forse sperava che il ragazzo si rifacesse vivo.

Poi c'era stata Freya. L'aveva conosciuta i primi tempi in cui lavorava per Arthur, proprio a casa del capo. Era stato amore a prima vista, per entrambi, ma la ragazza era già gravemente malata. Per lei non ci fu niente da fare e in pochi mesi se ne andò.

Arthur fu fantastico in quell'occasione. Lo accompagnava nelle commissioni e se lo portava dietro dappertutto, anche in palestra, pur di non lasciarlo solo.

Subito dopo le Olimpiadi, Merlin conobbe Sefa, che si era appena iscritta alla sua facoltà. Con lei visse un'importante storia d'amore, forse la storia che gli diede più serenità fino a quel momento. Sefa era una ragazza dolce, un po' timida e molto affettuosa. Inoltre avevano tantissime cose in comune. Era felice. Ma durò poco.

Quando Merlin scoprì che in realtà Sefa era la figlia del proprietario della squadra italiana di scherma, che tanto aveva perso a causa delle vittorie di Arthur, ci rimase malissimo.

Sefa si era iscritta all'università per poterlo avvicinare e per cercare di raccogliere informazioni piccanti sulla vita privata di Arthur, tali da poterlo denigrare e abbattere psicologicamente in vista dei Mondiali di scherma, non troppo lontani. Evidentemente nonostante le precauzioni prese da Arthur, qualcosa era venuto fuori. Magari qualche ragazza 'ferita' aveva parlato.

L'idea che qualcuno avrebbe potuto far male ad Arthur attraverso di lui, se non fosse stato più che accorto, gli aveva fatto salire le budella fino in gola: si era sentito soffocare dal panico.

Sefa lo scongiurò di credergli. Era vero che gli avevano chiesto di farlo, ma lei si era messa con lui solo perché si era veramente innamorata. Merlin rimase di ghiaccio e chiuse i ponti con lei, di netto e senza alcun ripensamento.

Quella sera stessa ne parlò con Arthur. Per tutta risposta questi lo caricò in macchina, portandolo in un posto di infimo ordine, dove bevvero fino a stare male, birra di pessima qualità, risero a crepapelle e parteciparono anche ad una rissa: Merlin non si era mai divertito tanto! Divertimento che pagò il giorno seguente.









"Non so cosa indossare, Merlin!"

"Dove deve andare?"

"In una scuola di ragazzini, a parlare a una folla di 500 studenti. Sulla scherma e sull'importanza dello sport nella vita degli adolescenti.

"Nike ai piedi. Jeans e polo chiara. Portate anche gli occhiali da sole e un cappellino."

"Grande Merlin. Semplice e geniale" e cominciò a vestirsi."

"Tu che mi hai visto in tutte le possibili varianti, con quale 'mise' mi vedi meglio? Casual, gessato, frac, shorts...?

"Sinceramente non ci ho mai pensato, però... se dovessi sceglierne una..." Merlin esitò, forse non era il caso.

"Se dovessi sceglierne una...?" insisté Arthur.

"La preferirei... nudo, signore!" disse Merlin con le guance un po' colorite.

"Davvero? E perché?" chiese Arthur sorridendo.

"Lei é uno sportivo di livello internazionale ed ha un fisico eccezionale. E poi lei sembra così a suo agio in costume adamitico e non é una cosa così frequente!"

"Beh, ... a mio agio con te, perché mi hai sempre visto..."

"A me dà l'idea che si senta a suo agio con qualsiasi tipo di persona abbia a che fare, ma potrei anche sbagliarmi."

"Non lo so! Non fanno tutti così?"

Merlin ridacchiò: "Non credo assolutamente!"

"Tu, no?"

"Oh, no! Anche se non mi dispiacerebbe... ma ognuno ha il suo carattere, e il suo fisico..."

Arthur pensò che Merlin non fosse soddisfatto del suo corpo. Ok, era un po' troppo magro, ma se Arthur fosse stata una ragazza, era convinto che gli sarebbe piaciuto, a partire certamente dal viso e poi per le sue espressioni buffe o tragiche, la simpatia, l'intelligenza, la saggezza e anche l'autocontrollo. Il ragazzo era pieno di buone qualità, anche se con lui, talvolta mostrava una certa impudenza, cosa che tra l'altro non gli dispiaceva nemmeno. Lo faceva sentire più simile agli altri ragazzi e a Merlin stesso. 

In effetti come amico, si era ritrovato forse un po' troppo dipendente da lui, ma gli piaceva davvero; se l'avesse perso non avrebbe più saputo dove sbattere la testa. Se anziché l'anima gemella, fosse esistita anche l'anima complementare, Merlin e lui lo sarebbero stati. Era l'unica persona, se escludeva Morgana, con cui si sentisse libero di essere se stesso. E nonostante il suo carattere difficile, Merlin lo accettava come persona e come amico. 

Una sensazione impagabile.

"Posso chiederti una cosa personale, Merlin? Ma rimettimi al mio posto se ti sembra che esageri!"

"Come sempre, signore" sorrise il maggiordomo.

"Tu sei gay, vero?"




Era sempre stato sottinteso tra loro, quasi fin dall'inizio. E una volta Arthur ne aveva avuto conferma. Poco dopo aver lasciato Sefa, Merlin gli aveva chiesto una serata libera. Quella sera, più tardi, si incontrarono in un ristorante stellato di Londra. Arthur era in compagnia di Mithian, una ragazza molto bella che fu l'unica, oltre a Gwen con la quale il biondo ebbe un rapporto lungo e importante. Merlin era in compagnia di un giovane uomo, dai tratti e dai colori tipicamenti ispanici, estremamente piacente, dai modi garbati e dal sorriso luminoso. Arthur non l'aveva mai visto prima. Solo molto tempo dopo gli sarebbe stato stato presentato da Merlin come Lance. Quando Arthur li vide, si stavano tenendo per mano, sul tavolo. Merlin lasciò subito la mano dell'uomo che era con lui e salutò il suo capo con un cenno della testa e un sorriso, al quale Arthur rispose nel medesimo modo. Se anche non fosse stato per la mano, Arthur pensò che il modo in cui i due uomini si guardavano l'un l'altro, non fosse equivocabile.




"Credevo fosse chiaro, Arthur! Sono bisessuale, con una preferenza per gli uomini"

"Ecco. Appunto. Le donne ti piacevano, però? Voglio dire, ti piaceva stare con una donna?"

"Nel senso di fare l'amore?"

"Esatto!"

"Sì, molto!" Era una domanda un po' strana. Merlin stava quasi per chiedergli: 'Perché a voi no?'

"Quindi non hai avuto nessun problema, né con le donne, né con gli uomini?"

Ecco, ora Merlin capiva che c'era qualcosa sotto.

"No... nessun problema, se escludete forse le prime volte con un uomo, ma son passati dieci anni..."

Arthur saltò su con enfasi: "Ma allora, perché non sei rimasto etero del tutto? Quanti problemi in meno avresti avuto?"

"Vero... ma anche quanta gioia in meno!"

Arthur sospirò tristemente:

"E con la tua nuova fiamma, come va? Non mi hai nemmeno detto se é un lui o una lei!"

"Cenred? Lui preferisce stare dove sta, invece che con me. É appena iniziata ma sento che durerà poco." disse Merlin con un po' di rancore.

"Mh... mi sembravi contento, però!"

"I primi giorni sì. É un uomo molto affascinante ed è anche un amante generoso. Ma poco altro, purtroppo!"

"Non mi sembra così poco. Affascinante, generoso a letto. Cos'altro ti serve?"

"Mi serve soprattutto che mi ami e voglia stare con me. Non chiedo poi molto."

"Me lo fai vedere?"

Merlin sorrise e pochi istanti dopo gli mostrò il suo cellulare.

"Bell'uomo! Tu, brutti, mai, eh?"

Merlin scoppiò a ridere di gusto. "Le vostre ragazze sono 'solo' carine ma i miei amanti sono tutti belli. Lei preferisce la quantità e io la qualità!"

Arthur rimase male a quella battuta dell'amico ma fece del suo meglio per non farlo capire all'altro e gli sorrise.

"Merlin, per come ti conosco io, non sei uno che si fa mettere i piedi in testa da chicchessia. Secondo me, faresti bene a lasciarlo, ma ovviamente non sono fatti miei. E poi, lascia che te lo dica. Io ti vedrei meglio con un tipo più fine, più raffinato, più simile a te. Bell'uomo, certo, ma come posso dire... bell'uomo delle caverne!?"

Merlin ridacchiò: "Detta così, suona molto sexy!"

"Allora non mi sono spiegato bene!"

"Sì, invece: capelli lunghi, barba, scuro. A me piace!"

"Sui gusti non si discute!"

"Ha ragione, Arthur. Non sono una persona condizionabile in genere. Ma in amore non sono affatto il leone che vorrei!"

"Il leone? In che senso?"

"Prenda ad esempio lei. Non l'ho mai vista stare male per alcuna ragazza. A volte vorrei essere come lei. Avere tutti gli amanti che voglio e non starci male. Non avere sensi di colpa, rimpianti o rimorsi, quando le storie finiscono. Invece ogni volta é un calvario, prima di riuscire a tornare me stesso."

"Forse é perché sei dolce e sensibile e direi anche romantico!"

"La ringrazio per queste definizioni così delicate, ma la verità é che sono stufo di fare...mi perdoni... il coglione!"

"No, Merlin. Io non ti vedrò mai come coglione! Semplicemente io non soffro perché non amo. Ma non é una cosa voluta. Non credere che poi sia una cosa così bella non riuscire ad innamorarsi mai e accettare il fatto di essere una persona fredda dentro. Sono anche preoccupato per il mio futuro. Tra le donne che ho avuto, le più serie erano quelle attratte solo dal mio aspetto; le altre puntavano ai miei soldi o ad uno status più alto"

"Non Gwen!"

"Già! Peccato che lei abbia preferito il tuo ex" disse a Merlin riferendosi a Lance.

"Non parlatemene. Credevo fosse gay. Fu un colpo quando mi disse che stava con una donna e ...quale donna! É stata Gwen la donna più importante, per lei?"

"Forse sì!"

"Quindi l'amore c'era?"

"No! Non da parte mia e non lo dico per orgoglio. Le volevo bene. Lei aveva un gran bel modo di fare: era dolce e gentile e mi piaceva molto, ma quando si mise con Lance, io la stavo trascurando già da parecchio tempo. É colpa mia se si é messa con il tuo ex fidanzato. Tu hai sofferto per il loro amore?"

"Sì, ne ho sofferto parecchio, anche se ci eravamo lasciati ormai da tempo. Soffrii soprattutto perché non immaginavo minimamente che gli interessassero le ragazze. Per molto tempo non sono più riuscito a fidarmi più di nessuno. E non é colpa vostra se si é messa con Lance. Erano in due, Arthur!"

"Farei volentieri a cambio con te: nonostante tutto il dolore provato, tu hai amato molto!"

"Anche Mithian vi amava!"

"Credo di sì. Ma una persona innamorata, alla lunga, non rimane con chi non la ricambia. E dire che ce l'avevo messa tutta perché le cose funzionassero con lei!"

"Arthur, ha solo ventotto anni e sono sicuro che esista la ragazza giusta per lei da qualche parte e un giorno la incontrerà!"

Rimasero in silenzio per un bel po', circondati da un piacevole alone, dovuto alle parole piene di affetto e speranza di Merlin.

"Posso farti un'altra domanda strana? É una domanda che avrei voluto farti tanto tempo fa!"

"Spari! Ormai siamo in ballo... balliamo!"

"Che differenza c'è?"

"Sia più chiaro, Arthur!"

"Che differenza c'è tra stare con una ragazza e con un ragazzo?"

"Che razza di domanda é? ...le ragazze hanno qualcosa in più e qualcosa in meno... esattamente come i ragazzi ..."

"Questo lo so anch'io!" rispose Arthur, ruotando gli occhi al cielo "intendo se le sensazioni che si provano sono le medesime o sono diverse."

"Dunque... alcune sono molto simili con entrambi i sessi. Altre invece sono piuttosto diverse. Dovrei entrare nel dettaglio, ma non credo vi interessi arrivare a tanto..."

"No, infatti!"

"Credo però che la cosa più importante sia questa, almeno per me: più i sentimenti che provo per una persona sono sinceri e profondi e più piacevoli sono le sensazioni che provo...anche a letto!"

"Davvero? Più ami e migliore è il sesso?"

"Sì, ma ripeto, vale per me!"

"Adesso sono io che sono invidioso! Sai bene che non mi sono mai innamorato, quindi..."

"Un momento Arthur. Ci sono molte persone che adorano il sesso, indipendentemente dai sentimenti che provano per il partner. Forse lei appartiene a questo gruppo di persone. Io non riuscirei a concepire una cosa così, ma il mondo é bello perché vario."

"Mi stai dicendo che tutte le volte che sei stato con qualcuno, tu ne eri innamorato?"

"Penso di sì!"

"In base a ciò che mi hai detto, tu ti sei innamorato cinque volte, di cui quattro solo negli ultimi tre anni?"

"Detta in questo modo, sembra che io sia un gran farfallone..."

"Non é che tu confondi l'amore con l'attrazione sessuale?"

"No. Sono sicuro. C'è chi si innamora spesso come me e chi non si innamora quasi mai, come lei"

"Ma se ti innamori così facilmente, non dai l'idea che i tuoi sentimenti siano così importanti e duraturi. Scusami ma sembra che per innamorarsi, una persona valga l'altra, per te. Non voglio certo offenderti, ma io sono sicuro che se mi capitasse di innamorarmi, lo rimarrei probabilmente per tutta la vita."

"Mi dispiace dare quest'impressione, ma io mi sento molto diverso da come mi sta vedendo lei. Forse potrei escludere Cenred, ma da parte mia c'era un impegno serio e se fosse più presente, credo che rimarrei con lui."

"Ok. Ma con le ragazze? Freya stava morendo e tu hai questo cuore da buon samaritano...ho i miei dubbi. Con Sefa é durata così poco... e le avresti dato una possibilità, l'avresti lasciata parlare."

"Sembra quasi che lei voglia sminuire le mie relazioni. Ma con entrambe loro, io ho fatto seriamente."

"Anch'io ho fatto seriamente con Gwen e Mithian, eppure non le amavo. Non le ho mai tradite, neppure con il pensiero. Ho dato loro il massimo e il meglio di me, ma non ha funzionato."

"Ammetto che faccio fatica a capirla, Arthur." Merlin era confuso dai pensieri di Arthur su di lui e sul 'non amore'. Certi argomenti mettevano in luce la loro profonda differenza di vedute sulle cose più importanti della vita e Merlin ne soffriva sinceramente. Aggiunse mesto "Per ora posso dire solo che chi più ama, più soffre quando le cose non vanno. Il prezzo da pagare in amore é sempre alto."




Merlin e Arthur rimasero parecchio tempo a riflettere, ognuno per conto suo.






"Merlin? Questa domenica é il compleanno di Morgana. Mi ha chiesto formalmente di invitarti. Ci tiene molto, anzi dà per scontato che tu ci sia. Inoltre domenica avrei bisogno di te ad aiutarmi. Morgana non si smentisce mai e mi ha dato un sacco di incombenze. Non posso farcela senza di te!"

"Vengo volentieri. Però la domenica sarebbe il mio giorno di riposo..."

"Posso darti in cambio lunedì...oppure sabato"

"Sabato sarebbe un'alternativa assai gradita"

"Vada per sabato allora e credi a me: tu sei uno sveglio, altro che...coglione!"

Merlin sorrise e si preparò a congedarsi.

"Dimenticavo. Ecco l'invito per la festa" e diede a Merlin un delicato bigliettino di pergamena color avorio che riportava:


 
Domenica 3 luglio

Morgana Pendragon 

é lieta di invitarvi 

per festeggiare con lei 

il suo compleanno

presso la piscina dell'Hotel Ritz

dalle ore 18.00



"Rigorosamente in costume da bagno!" sottolineò Arthur.

"Oh..." fece Merlin, adombrandosi ad un tratto.

"Ce l'avrai un costume da bagno, vero Merlin?"

"Ne ho almeno una decina, signore!" sorrise il maggiordomo, riacquistando tutto il suo aplomb e uscì dalla stanza.













Ciao a tutti! 
Nata come oneshot, é poi diventata una minilong a causa della lunghezza.
Il rating arancione é dovuto a qualche parola un po' forte e forse anche all'argomento.
Piccolo spoiler. Siccome amo le liti tra innamorati, ne ho messe parecchie.
Spero anche di strapparvi un sorriso.
Un abbraccio! 












 

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Inconvenient revelations ***





Inconvenient revelations












'Che seccatura!' pensava Merlin. Odiava le feste in piscina, almeno quelle dei ricchi. Finché doveva servire non c'erano problemi, ma come ospite!

Era imbarazzato a causa del suo fisico magro. La gente tendeva a guardarlo, non certo con disgusto, ma quasi fosse un fenomeno da baraccone. Ormai di palestra ne aveva fatta tanta...e comunque su di lui non funzionava. O meglio non funzionava come per gli altri.

Non era mai riuscito a mettere su della massa muscolare, neanche con diete ipercaloriche, nemmeno mangiando tutte le schifezze possibili. Era stato sempre un' ottima forchetta ma evidentemente il suo metabolismo non ne era al corrente. 

Grazie ad una buona attività in palestra e sportiva in generale, i muscoli erano arrivati, un po' dappertutto, ma non c'era modo che si sviluppassero oltre, soprattutto dove Merlin riteneva che ce ne fosse più bisogno, ossia nelle braccia e nel petto.

Quando poi portava a termine la fase di definizione muscolare, faceva quasi impressione: la pelle diventava sottilissima da sembrare quasi trasparente, come la membrana di un tamburo. I muscoli anche se non troppo grandi si riuscivano a contare e molte vene e qualche osso diventavano ben più evidenti.

I suoi allenatori avrebbero voluto che lui gareggiasse nelle sezioni dei 'pesi leggeri' e 'superleggeri': erano convinti che Merlin avrebbe stravinto ogni gara di quel tipo, ma a lui non poteva importare di meno, delle competizioni. Al contrario di Arthur che viveva massimamente per quelle di scherma.

L'unica cosa che avrebbe fatto in vista della festa vicina erano delle lampade: due lampade leggere al giorno, perché tendeva a bruciarsi subito.

Avrebbe dovuto chiedere delle ore di permesso ad Arthur oppure il capo gli avrebbe permesso di utilizzare il suo solarium.

Certo che alle 18.00 non ci sarebbe stato questo gran sole, ma Merlin sapeva per esperienza che il rischio di bruciarsi per lui era concreto. La sua pelle era molto delicata e troppo chiara, altra cosa che Merlin non apprezzava particolarmente di sé. E comunque un po' di abbronzatura stava sempre bene.


In realtà, Merlin era sempre stato un fine esteta e per questo notava su di sé più difetti che pregi. La gente, in realtà lo guardava perché il ragazzo era davvero piacente. Era soltanto lui a sentirsi un fenomeno circense!

Merlin amava il bello in ogni sua forma: gli animali, i bambini, la natura. Si interessava di pittura e scultura, ma anche di letteratura, musica, danza e ovviamente sport. Quando viaggiava sceglieva sempre luoghi in grado di regalargli paesaggi mozzafiato.

Arthur, pur non avendo una muscolatura da perfetto body-builder, poiché alcune parti erano un po' più sviluppate rispetto ad altre, era comunque una della persone più armoniche ed esteticamente apprezzabili che conoscesse.

Il volto di Arthur poi, riproduceva la bellezza classica nel modo più puro che avesse mai visto, sia di fronte che di profilo. Il corpo dava un'idea di forza, elasticità e naturalezza che lo lasciava sbalordito ogni volta che vedeva il suo padrone farsi il bagno o la doccia.

E in più era diventato suo amico. Arthur era simpatico, e quando erano da soli era molto gradevole parlare con lui, diversamente da quando si trovava in compagnia degli altri suoi amici. Allora diventava borioso, superficiale e sfacciato con tutte quelle battute spinte per le quali i suoi amici si sganasciavano dal ridere. Sembrava un'altra persona!

Per fortuna quando Arthur era con i suoi amici, la maggior parte delle volte Merlin non c'era. Spesso uscivano in un locale o andavano a casa di qualche altro amico.

Era solo quando Arthur li invitava per un pomeriggio o un dopocena a casa sua che il maggiordomo era costretto ad assistere agli show del padrone e dei compagni d'arme. 

Qualcuno in realtà si salvava: Leon, amico da sempre di Arthur, Percival ed Elyan erano tre perfetti gentiluomini, educati, intelligenti, simpatici e si limitavano a sorridere alle battute degli altri. Erano tutti facenti parte di ricche famiglie della zona e si conoscevano fin da bambini, avendo frequentato insieme la più esclusiva e costosa scuola privata della città.

Gwaine, lo schermidore forse più bravo della squadra, dopo Arthur, era una vera spina nel fianco per Merlin. Ricco, bello, capelli perfetti e gay dichiarato, ogni volta che vedeva Merlin, diceva o faceva qualcosa per metterlo in imbarazzo. 

Una volta se lo era trovato in cucina all'improvviso. Merlin era saltato in aria, strillando, rischiando di far cadere un intero vassoio di apertivi. Quando Merlin riuscì ad appoggiare il vassoio su un ripiano della cucina, Gwaine lo aveva raggiunto da dietro, schiacciandolo con il suo corpo contro la lavastoviglie e strusciandosi addosso al sedere di Merlin, per fargli sentire quella che il ragazzo stesso, orrendamente chiamava 'la voglia del somaro'.

Merlin era riuscito ad afferrare un cucchiaino, impugnandolo come un'arma. A fatica si era girato verso lo spudorato, colpendolo forte sul naso con la posata. 

Per quella sera, Gwaine con il naso arrossato, non gli diede più fastidio. Ma le volte successive, anche se in presenza di altri, tornò il solito: 

- Arthur!... Quand'é che mi presti il tuo maggiordomo per una notte? -

- Devi avere un corpo sublime, sotto questa tua tenuta da pinguino! -

- Se vuoi una mano, o un'altra parte di me, te la do volentieri...-

Gli altri ridevano, Arthur sorrideva.

E i pizzicotti sul sedere? Ogni sera contava almeno dieci segni per natica. Quel maledetto!

'Un uomo così é una vergogna per i gay!' pensava Merlin furente.

Una sera, disse ad Arthur che non ne poteva più del ragazzo. Il padrone rimase più che sorpreso, poiché pensava che a Merlin non dispiacesse del tutto quella corte un po' grossolana. Merlin quasi sicuramente era bisex. Gwaine era gay.

Quindi...se due più due fa ancora quattro...!

Che delusione, per Merlin! 'Non é perché due uomini gay o bisex si trovano nella stessa stanza, devono per forza finire a letto insieme. Almeno, per me, non é così! Ma ...prova di spiegarlo ad un etero!'



La bella stagione era il periodo peggiore a casa Pendragon, perché quasi ogni sera si riempiva di gente e non era raro trovare al mattino, qualcuno in mutande che gironzolava per la cucina, in cerca di qualcosa da bere o da mangiare.

Spesso, a quelle serate partecipava anche Morgana, con il fidanzato Alvarr, cupo e affascinante biondo dallo sguardo e dal sorriso indecifrabili. Era perfetto per Morgana, la bellissima e dolce sorella di Arthur. Quando si arrabbiava però diventava una vera 'strega' e riusciva anche solo con un'occhiata di gelo a intimidire chiunque.

C'era anche la superba bionda Morgouse, amica d'infanzia di Morgana: Merlin aveva il sentore che alla ragazza piacessero le donne. Era molto bella ma aveva un modo di fare un po' duro e pretenzioso, che gli ricordava uno dei più classici comportamenti maschili.

Gwen non era più presente a quelle serate. Arthur l'avrebbe ospitata come sempre, anche insieme a Lance, ma Merlin era sollevato dal fatto che non ci fossero.

C'era poi Vivian, con cui Arthur ebbe una delle tante storie volanti. Ogni volta si portava dietro un ragazzo diverso, annunciando solennemente a tutti che quello era l'amore della sua vita. Un'oca naturale!

In più c'erano tante altre persone che andavano e venivano: amici di amici o vecchi amici che tornavano e ripartivano: praticamente, un porto di mare!




 
_ _ _ _ _ _







Domenica 3 luglio. Ore 18.16. Piscina dell'hotel Ritz.


Arthur stava disteso su uno sdraio.

Occhiali da sole griffati, corti boxer cinzati di marca, infradito all'ultimo grido.


Stava bevendo un cocktail quando Merlin entrò e lo vide. Il biondo parlava con due ragazze molto sofisticate, le tipiche ragazze che potevi incontrare in una piscina di lusso come quella. Merlin si girò in cerca di Morgana e la immaginò dietro un folto gruppo di persone che si accalcava sotto un gazebo.

Merlin si mise in fila ad aspettare di salutare Morgana e si girò verso Arthur che continuava a guardare verso l'entrata. Non l'aveva ancora visto.

Quando fu il suo turno, Morgana lo abbracciò con calore.

"Tanti auguri Morgana!" poi le prese le mani allontanandola da sè per poterla ammirare. La donna era fasciata da un impalpabile caftano color cremisi, lungo fino ai piedi.

"Sei davvero un incanto!"

"Senti chi parla!" quasi urlò la donna. "Sei una meraviglia della natura!" e continuando a voce più bassa "Ti ha già visto Arthur?"

"No, é molto impegnato al momento!" disse Merlin, indicando con il mento un gazebo poco distante.

"Quelle galline,... che sperano di avere una chance con Arthur! Aspetta che ti veda e cambierà sponda all'istante... Dio lo volesse!"

Merlin scoppiò a ridere ma non riuscì a fare a meno di pensare 'Eh, magari!'

"Ecco il mio regalo per te, Morgana"

Erano un paio di occhiali da sole a occhi di gatto e montatura nera di Roberto Cavalli, che gli erano costati buona parte dell'ultimo stipendio, ma ne era valsa la pena, data l'espressione di Morgana che li indossò subito. 

"Grazie tesoro! Li adoro!" e gli schioccò un grosso bacio sulla guancia.

Merlin era felice. Si era sempre sentito in debito con Morgana che gli aveva sempre fatto regali pazzeschi per il suo compleanno: l'ultimo iphone, l'ultimo pc della Apple e lei ripeteva sempre "solo gli strumenti migliori per il tuo studio!" Non sapeva perché ma sin dai primi tempi lo aveva accolto come un fratello minore e quando poteva lo viziava un po'. Diceva spesso: "Io voglio molto bene ad Arthur, ma ha un carattere così volubile, che l'idea che abbia te accanto, mi sembra un miracolo. I precedenti maggiordomi, al massimo dopo sei mesi, scappavano. Invece percepisco una grande intesa tra voi, sebbene siate diversi come l'acqua e il fuoco. Io... credo nella reincarnazione delle anime e non mi stupirei troppo se in passato le vostre si fossero già incontrate e unite."

Erano discorsi strani, ma a Merlin qualche volta davano da pensare. Sarebbe stato meraviglioso e terribile se fosse stato vero.




Poco dopo finalmente Arthur intravide Merlin in mezzo alla folla. Si alzò e gli fece un cenno di saluto con la mano, ma Merlin non lo stava guardando. Si scusò con le ragazze e provò ad andare verso l'amico, che già non si vedeva più.

In realtà il maggiordomo aveva appoggiato il telo su una sedia ed era entrato nell'acqua di una invitante piscina con idromassaggio.

C'era un sacco di gente e Arthur impiegò non poco a raggiungere il punto dove lo aveva visto poco prima.

'Non c'è più...non c'è...dove diavolo?...' Poi lo vide, immerso fino al collo in una nuvola di bolle bianche.

Non era solo...stava parlando con qualcuno...stava sorridendo a un ragazzo. Una fitta, piccola ma fastidiosa, forse di delusione gli attraversò lo stomaco. Oh, Dio! Stava sorridendo... a Gwaine? 'E per fortuna che mi ha chiesto di tenerglielo lontano, dato che non lo sopporta'

In quel momento Arthur vide Gwaine uscire dall'acqua. Maledizione a lui: era uno schianto! Abbronzato e in forma smagliante, non faceva altro che tirarsi indietro quegli stupidi capelli. Lo stava facendo apposta, per mostrare a Merlin il suo ventre piatto, l'ampiezza del petto e quelle ascelle cave contornate da bicipiti e tricipiti spaventosi. 'Cretino!' pensò Arthur.

Gwaine si diresse al trampolino di media altezza, nella piscina accanto a quella di Merlin ed effettuò un tuffo semplice ma così perfetto, che l'acqua quasi non si mosse, quando vi entrò.

Arthur rimase nascosto dietro un gruppo di persone.

"Notevole, davvero notevole!" sentì Merlin dire all'altro.

Rimase lì, indispettito. Se Merlin preferiva stare in compagnia di Gwaine, invece della sua, era liberissimo di farlo. E una nuova fitta, di rabbia stavolta, gli colpì l'addome.

Tutto a un tratto il suo volto fu afferrato da mani anonime e si sentì baciare la guancia.

"Ma chi... Gwen! Ciao! Mi hai spaventato!"

"Per forza, Arthur! Sei teso come una corda di violino! Cos'hai fatto?" e la ragazza seguì lo sguardo di Arthur.

"Ehi! Non sarai mica geloso di Merlin, vero? O di Gwaine?"

Il ragazzo ridacchiò: "Detto dalla mia ex fidanzata, non mi fa certo onore!"

"Dimentichi che io ho un sesto senso! Ricordati che io sono colei che ha portato Lance... lontano dalla retta via!"

Arthur rise di nuovo, mentre Gwen chiedeva: "E Merlin come sta? Gli é passata?"

"Scherzi? Non ha ancora lasciato l'ultimo ragazzo, che si sta già guardando intorno...per uno nuovo"

Gwen fece una smorfia con la bocca: "Gwaine non é certo il suo tipo. Così...facile! Così ...zotico! Per lui ci vorrebbe un tipo più raffinato. Uno più simile a te, per esempio."

"Giusto! Io non sono così facile...né così zotico...vallo a dire a Merlin!"

"É solo perché tu non hai ancora trovato la tua giusta dimensione!"

"É vero! Forse quella giusta per me é ... la quarta dimensione: lontana e invisibile"

Gwen si mise a ridere. "Vieni con me, voglio fare gli auguri a Morgana. Ho messo Lance in fila ma se non ci dai una mano, a mezzanotte saremo ancora qui."



Dopo aver accompagnato la coppia da Morgana, Arthur tornò vicino alla piscina dove stava Merlin, giusto in tempo per intravederlo entrare insieme a Gwaine all'interno dello stabile dove c'erano gli spogliatoi e le piscine al coperto.

'Non li seguirò! Certo che no! Sono fatti loro... mannaggia a te, Merlin!' e si mise a correre. Conosceva bene quel posto e decise di prendere una specie di scorciatoia che passava dall'esterno.

Arthur entrò negli spogliatoi e si infilò in un bagno. Quando gli sembrò di sentire la voce di Merlin vicina, uscì come se niente fosse e se lo ritrovò di fronte! Arthur rimase a bocca aperta nel vederselo davanti, in costume da bagno. Era la prima volta che lo vedeva così e lo squadrò da capo a piedi!

"Buona sera, Arthur!" disse Merlin allegramente. "L'ho vista prima, quando sono arrivato ma lei era occupato, come al solito...!"

Arthur continuava a guardargli il corpo, come se non capisse qualcosa. 

Merlin era abbronzato, bagnato, con la pelle perfetta, i capelli sparati in aria e un corpo che sembrava scolpito con un cesello. I muscoli della braccia erano tonici, il petto e l'addome mostravano tutti i singoli muscoli del corpo umano e le gambe erano sottili ma con i fasci muscolari in evidenza. Ovunque vene in rilievo, soprattutto quelle degli avambracci e quelle, molto sexy, ammise, dell'addome che sparivano dentro il costume.

"Diavolo, Merlin. Ma quanto 'tren' ti sei sparato?"

"Niente tren Arthur, né altri steroidi!"

"Ma...da quanto tempo sei così?"

"Circa un anno e mezzo...e la smetta di guardarmi! Mi fa sentire a disagio!"

"Ah, davvero? Però non ti sentivi a disagio quando ti guardava Gwaine!"

"Che cosa?" boccheggiò Merlin per un istante.

"Gwaine! É qui con te! Vi ho visti insieme!"

"Ma, se eravate in bagno, come avete fatto a vederci?"

"Non é con te? Scommetto che é scappato non appena si é accorto che ero qui!" sorrise acidamente Arthur.

"No, io sono venuto in bagno e lui... eccolo là!" e indicò un punto fuori dalla porta. "Aveva voglia di nuotare ma fuori c'è troppa gente, così é venuto nella piscine al coperto"

"Ok" disse l'altro poco convinto "Perché non sei venuto a salutarmi?"

"Lei era in pieno intorto, signore, e non amo intromettermi in questi casi, lo sa!"

"Nessun intorto, Merlin. Erano solo amiche di Morgana e sono venute loro da me!"

"Comunque stavo proprio per venire a salutarla!"

Arthur si fidava sempre meno delle parole di Merlin che continuò: "Ho perso tempo per salutare Morgana e poi dovevo fare pipì"

"Perché non mi dici la verità, Merlin? Io non voglio che ti formalizzi con me. Dimostrami che ti fidi! Puoi ammetterlo e io non ti giudicherò!" aggiunse sottovoce Arthur con fare suadente. Ora era Merlin che sentiva di non doversi fidare delle parole del capo.

"Ammettere cosa? Non capisco...!"

"Che sei venuto qui in bagno con Gwaine per..."

Il moro fece una faccia disgustata e un suono soffocato gli uscì dalla gola.

"Sul serio lei pensa che io potrei andare in un bagno pubblico a... a...?" balbettò Merlin scandalizzato.

"A 'scopare' Merlin! Non muore nessuno, se anche lo dici!"

Merlin abbassò gli occhi; si sentiva del tutto sconcertato. Poi sembrò riprendersi, pur continuando a evitare lo sguardo di Arthur. 

"Come disse quel tale: - Io non scopo, io faccio l'amore-" disse ormai con le guance in fiamme.

"Come vuoi tu! ...a fare l'amore!" 

"In un cesso? ...Con Gwaine? Ma per chi mi ha preso? Amico un corno! Lei non mi conosce per niente!" Merlin era furioso. A dirla tutta, lo era già subito dopo aver messo piede in quel maledetto posto. E senza accorgersene, stava alzando sempre di più il tono della voce.

"Ho sbagliato, é vero. Gwaine mi era parso più gentile oggi, diversamente dal solito, tanto che ho pensato che avrei potuto scambiare due parole con lui. Non ci sono molte altre persone qui con cui uno come me possa fare conversazione."

"E non hai capito perché é stato così gentile, razza di idiota? Perché ti ha visto così!" e lo indicò con le mani da capo a piedi "e gli é partito il testosterone! Certo che anche tu...! Parli sempre di onestà e di fedeltà ma vuoi farti uno, mentre stai ancora con un altro!"

"Dio, come devo dirglielo? Io non voglio farmi nessuno! E visto che vi interessa, ieri ho detto addio a Cenred."

"E non me lo dici? Una volta me l'avresti detto subito!"

"Non c'è stato modo, Arthur!"

"Cazzate, Merlin! Siamo stati insieme tutto il pomeriggio."

"Avevamo da fare per Morgana: ho pensato che non fosse il momento."

"Comunque ho notato che anche a te faceva piacere ascoltarlo. Dopo tutte le tue lamentele su di lui, le tue reazioni sconvolte, lo scandalo sul tuo viso ..."

"E infatti! Se mi ascoltasse una buona volta! ... Le sto dicendo che ho commesso un errore! Parlare con lui é stato...orribile! Ad un certo punto ha cominciato a farmi strane domande e si é lanciato in una dissertazione sul perché mi ero perso il meglio della vita, poiché non sono mai entrato in una darkroom gay e perché non ho mai provato l'ebbrezza, dice lui, di un menage a trois omoerotico, per dirla in modo fine!"

"Non ne ha mai fatto mistero con nessuno. Credevo lo sapessi! Tu cosa gli hai risposto?"

"Non potevo fare scenate qui. Gli ho detto solo che non credevo di essermi perso niente e che al contrario, é chi indulge in queste pratiche a perdere qualcosa, come minimo la dignità e il rispetto per se stessi...e gli ho chiesto di non parlarne più."

"Figuriamoci! Tu sei troppo perbene, anche solo per considerare certe cose!"

Merlin si sentì offeso da quel 'perbene' soffiato con sarcasmo da Arthur.

"Perché? Lei le ha forse sperimentate? In versione etero, ovviamente!" chiese Merlin con il respiro mezzo bloccato.

"No! Non sono minimamente attratto da questo tipo di incontri."

Merlin respirò sollevato, pur senza farlo notare: "Vede? Anche lei può essere considerato una persona perbene" sottolineò con una punta acida nella voce.

"Non é per quello! Io sono un uomo fondamentalmente possessivo. Mi definirei un geloso 'puro' e non sopporterei che qualcuno guardasse la mia partner, figuriamoci poi se la sfiorasse. Sono anche un narciso: le attenzioni della mia amante devono essere solo per me! Se mai dovessi trovarmici, credo finirebbe in tragedia greca!"


Merlin avrebbe pianto di sollievo e in quel momento quasi lo amò.


Arthur insisteva: "Tu sei sicuro di averlo guardato bene? Ho visto uomini impazzire d'amore per Gwaine! Davvero non ti piace?"

"Mi piace solo l'involucro esterno, che per me sta a significare che, no, non mi piace. Però, da come ne parla, sembra che piaccia a lei!" 

"Idiota!"

"Se proprio vuole saperlo, io lo disprezzo profondamente, come uomo. Non conosco nessuno più vuoto di lui"

"Tranquillo Merlin! Non credo che ti infastidirò più!"

Merlin trasalì e si girò: Gwaine era alle sue spalle e l'aveva sentito. Al moro dispiacque per com'erano andate le cose, ma in fondo era la verità e non aveva detto nulla che non pensasse. Gwaine lo fissò per un attimo con sguardo cupo e rabbioso, poi si allontanò velocemente.

Appena Gwaine sparì dalla loro visuale, Arthur cominciò a ridere sempre più forte.

"Vedo che é contento adesso? sbottò Merlin seccato.

"Scusa ma la tua espressione... mi ha fatto troppo ridere" e continuò a sbellicarsi.

"Bene, Arthur! Dagli applausi credo sia arrivata la torta di Morgana e non voglio perdermela. Sarà sicuramente una torta super!"

"Ok. Vengo con te e se ci riesci...non perderti!"



La torta era colossale e magnifica, secondo lo stile tipico dei Pendragon. Uther non era presente. Aveva pagato tutto lui: dalla torta al rinfresco, dall'affitto della piscina alla servitù. In più le aveva fatto trovare le chiavi di una Mustang rosso fuoco, parcheggiata all'esterno dell'hotel.

Ma forse Morgana, che di cose ne aveva avute fin troppe nella vita, avrebbe preferito avere suo padre vicino a lei, sorridente, a stappare lo champagne, invece del costoso ma impersonale regalo e dei soldi per la festa.

Da bravo fratello Arthur rimase vicino a lei per tutto il tempo: per le foto, i brindisi, il taglio della torta. L'abbracciò e la baciò con tenerezza, poi la consegnò tra le braccia di Alvarr. Morgana arrivò persino a commuoversi a causa dell'affetto che tutti le dimostravano in quell'occasione così importante: Morgana compiva infatti trent'anni. Abbracciò il suo ragazzo e decise di godersi quel momento, senza più pensare alla grande delusione che le aveva procurato il padre.


In tutto quel bailamme, Merlin era rimasto indietro, senza riuscire in pratica a vedere niente. La gente lo spintonava, lo superava, lo spostava finché Merlin non ne poté più e andò a sedersi in una parte lontana della piscina.

Dopo qualche tempo, la visuale di Merlin fu oscurata da un paio di mani e una risata argentina da donna gli arrivò alle orecchie.

"Gwen! ...Che ci fai qui?" sorrise Merlin.

"Non volevo rischiare di morire calpestata e devo aver avuto la tua stessa idea"

"In effetti! Il capo mi ha chiesto di stargli vicino, ma non ci sarei riuscito nemmeno se avessi avuto un carro armato a disposizione!"

"Diamine, Merlin! Sei assolutamente strepitoso nei tuoi hot pants da bagno!"

"Dici sul serio?" chiese il ragazzo con aria scherzosa. "Ho faticato per mettere su i muscoli, ma a quanto pare non riesco a farli diventare grossi!"

"É la tua costituzione! Ma perché vorresti diventare più grosso? Sei perfetto così!"

"Grazie. Forse alle ragazze potrei andare anche bene, ma ai ragazzi piacciono i tipi più grossi, perché danno l'idea di essere più..." Merlin esitò. 

"...Più resistenti, a letto?" si arrischiò Gwen.

"Qualcosa di simile, sì!"

"Questa é una grande cagata secondo me" si alterò la ragazza e lui non riuscì a non ridere. "Merlin, sai meglio di me che alle ragazze etero e ai ragazzi gay piacciono esattamente le stesse cose degli uomini!... Ma perché Lance non mi ha mai detto niente di questa tua avvenenza fisica?"

"Lance é un gentiluomo di quelli di una volta e voleva giustamente risparmiarti i dettagli privati di un suo ex! E poi ero secco come un'acciuga allora: cominciai a frequentare la palestra più o meno quando lo conobbi."

"Mi stai dicendo che ti allenavi per lui?"

"Forse sì, anche se allora non ci feci neanche caso"

"Mh... per me lo facevi anche per Arthur!"

"No, non credo"

"Pensaci. Lo avevi sotto gli occhi tutti i giorni e lui era perfetto. Noi due lo sappiamo bene. Forse volevi dimostrargli di poter migliorare il tuo fisico!"

"Ripeto: io non credo. Semmai volevo dimostrarlo a me stesso, ma non ad Arthur!"

"E cosa ci sarebbe stato di male nel coltivare questa piccola vanità?"

"Nulla, ma non é così!"

"Ok. D'accordo!"

Gwen incupì lo sguardo e diventò stranamente seria.

"Merlin, senti...non odiarmi ma...tu hai mai detto ad Arthur che sei innamorato di lui?"

"No. Perché avrei dovuto dirglielo, se non é vero?" rispose con nonchalance, Merlin, sentendo però chiaramente una scarica di adrenalina all'altezza della pancia.

"Non lo so. Speravo di sì" rispose Gwen delusa. "C'è una cosa che avrei voluto dirti già da tanto tempo...solo che é una cosa molto personale su Arthur e finora non me la sono sentita"

"Se riguarda una questione intima del mio capo, nonché tuo ex fidanzato, non dovresti dirmela. Sinceramente preferirei non sapere nulla."

"Ma é una situazione molto seria e sono preoccupata per lui, Merlin!"

"Si tratta del motivo per cui l'hai lasciato?"

"Sì...e no! Ma é il motivo per cui ho capito che le cose tra noi non funzionavano"

"Non vorrai dirmi che Arthur soffre di eiaculazione precoce!" chiese abbassando di molto il tono.

"No, Merlin, no! Al contrario!"

"Allora non mi sembra che debba lamentartene ora, dopo così tanto tempo!" disse in modo scostante il ragazzo che avrebbe troncato lì la cosa.

"Non hai capito! Arthur era un amante dolce e premuroso, ma quando si trattava di lasciarsi andare, a parte qualche rara eccezione all'inizio della nostra storia, lui...insomma... non ci riusciva! Era capace di durare ore, ma poi non...concludeva mai. Ho provato in tutti i modi possibili, ma non c'era verso. Con il passare del tempo era diventato terribilmente frustrante per lui e per me!"

Merlin non avrebbe mai pensato a una cosa simile: gli sembrava assurdo, poi rifletté ad alta voce come se parlasse più con se stesso che con Gwen: "Chissà se durante la masturbazione riusciva a raggiungere l'orgasmo..."

"Glielo chiesi. Ero talmente disperata che non mi importava più di niente. Mi disse di sì, che da solo, era tutto nella norma. Allora feci la sola cosa che potevo: gli chiesi di toccarsi...per me, di farlo davanti a me. E molte altre cose di cui non vado fiera...ma non ha mai funzionato nulla! Ci pensi? Mi sono sentita una nullità come donna..." Gwen si mise una mano sugli occhi.

"Va bene così, Gwen! Non ha senso che continui a soffrire, per le cose passate!"

"Scusami, é stato solo un attimo. In realtà sto bene! Dopo questo, capii che il problema era dovuto a me, anche se non era colpa di nessuno. Ovviamente smisi anch'io di provare piacere durante i rapporti. Ne parlai con Lance, altrimenti sentivo che sarei esplosa. Eravamo amici, ma una sera siamo finiti a letto insieme: volevo sentirmi di nuovo desiderata. Poi lo dissi ad Arthur e ci lasciammo. Non era nemmeno tanto sorpreso... Non la prese neanche così male..."

Merlin era triste, per Arthur e per sé. Per Arthur, perché aveva subito questa situazione gravosa e per sé perché l'altro aveva scelto di non confidarsi con lui. Mai, nemmeno un accenno, per scherzo! Si era davvero illuso di essere il suo amico più caro, ma evidentemente il sentimento era unilaterale.

"Spero di non averti fatto stare male, Merlin! Hai una faccia!"

"É solo perché avrei preferito fosse stato Arthur stesso a parlarmene. Ma non l'ha fatto!"

"Sai com'é orgoglioso! Ma non dimenticare quanto deve essere stato penoso per lui, tutto questo! So che al momento sei la persona che gli é più vicina, assieme a Morgana..."

"Credi che lei lo sappia?" la interruppe Merlin, con un pizzico di gelosia, ma soprattutto con la speranza che Arthur avesse potuto sfogarsi con qualcuno che amava. Morgana forse lo sapeva, ecco il perché di tutte quelle battute su di lui e Arthur insieme.

"Non ne ho idea. Un'altra persona che lo sa, ovviamente é Mithian!"

"L'hai incontrata?" chiese il ragazzo, improvvisamente curioso.

"Sì. Siamo diventate amiche. Lei é fantastica e ...quando siamo arrivate a parlare di Arthur...ehm...anche con lei aveva lo stesso identico problema"

Merlin si chiese se Arthur presentasse la medesima difficoltà con le ragazze di una sola notte. Era forse questo il motivo per cui da sempre intratteneva questo tipo di rapporti"mordi e fuggi"? Forse in questo modo, le ragazze non avevano il tempo di accorgersi della sua difficoltà. Ne uscivano soddisfatte ma, una seconda volta con la stessa ragazza avrebbe di già potuto porre l'accento sul problema di Arthur! Era anche possibile che in quel tipo di rapporti, senza alcun coinvolgimento emotivo, il problema non si manifestasse nemmeno.

"Tu non andresti a letto con Arthur, se lui te lo chiedesse?"

"Sto cominciando a stufarmi Gwen! Arthur é etero, é il mio capo, é un mio amico e ti giuro che..."

"Non arrabbiarti Merlin! So che non sei il tipo e non lo faresti mai, a meno che Arthur non ti interessasse veramente. Speravo dentro di me che fosse così!"

"Perché? Dimmi perché lo speravi!"

Gwen si avvicinò: "Se Arthur non fosse...etero? E se fosse per quello che con le donne non riesce a concludere?" sussurrò al suo orecchio.

Merlin rimase immobile come uno stoccafisso e non ebbe il tempo di ribattere.

"Devo andare, scusa, o Lance penserà che mi sono imboscata con qualcuno" disse con un sorriso "Ma tu pensa a quel che ti ho detto!" e corse via, lasciandolo così dopo aver gettato la sua bomba a mano direttamente sopra il suo cuore.











Ciao! Chiedo scusa all'adorato Gwaine, che qui è del tutto OOC. L' ho massacrato. Mi serviva un uomo vanitoso e vacuo, che ovviamente Gwaine non é, ma anche bello da morire e non ho trovato nessun valido sostituto.
Ringrazio di cuore coloro che mi hanno recensito, per me davvero preziose: susiguci, aredoni01 e Kylo_Ren.
Ancora troppo poche liti per i miei gusti. É arrivata Gwen e non se ne andava più. Però ha dato un bel giro di chiave di volta a questa storia. 
Un abbraccio

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Proposal ***











Proposal
















Merlin rimase fermo a pensare alle parole di Gwen. Era sfinito dopo il lungo colloquio avuto con la ragazza. Quello che gli aveva detto lo aveva fatto ribaltare all'interno.

Forse riusciva a capire che uno come Arthur non avrebbe potuto confidare a nessuno una cosa così privata. Nemmeno a lui. Eppure...

Gwen credeva quindi che Arthur stesse diventando gay o molto più probabilmente che lo fosse sempre stato, senza nemmeno rendersene conto. 
No. Non era possibile! Merlin avrebbe colto almeno qualche segnale.


O no?


Arthur era un maestro nell'arte della recitazione. Bastava osservarlo nell'intimità della sua casa e quando invece intratteneva i suoi amici.



Stava per ributtarsi nella mischia, quando Arthur lo raggiunse sorridendo con due piattini in mano.

"Merlin, credevo mi si sarebbe sciolta la torta. Non riuscivo più a trovarti. Non ti avevo chiesto di rimanere in zona?"

"Mi scusi capo, ma mi sono dovuto arrendere: stavo per essere fagocitato da un'invasione di cavallette giganti!"

Arthur ridacchiò "Cavallette è proprio il termine giusto per certa gente!"

Consegnò a Merlin uno dei due piattini.

"Stasera é lei a farmi da maggiordomo?" sorrise Merlin, lusingato da quel pensiero di Arthur per lui.

"Non ti sto facendo da maggiordomo. Sto solo facendo l'amico."

Merlin tacque, colpito da quelle parole, mentre Arthur si sedette e cominciò a mangiare.

"Gesù! La mia fetta di torta é gigantesca! É almeno quattro volte più grande della sua!"

"Perché puoi permettertelo, con un fisico asciutto come il tuo..."

Merlin arrossì. Gli scocciava che quei complimenti gli facessero quell'effetto, tipo scioglimento degli organi interni. Si considerava da sempre una persona seria e profonda che non dava importanza a certe piccolezze. Eppure se in quel momento Arthur gli avesse detto -tu sei bello ma stronzo- si sarebbe finto offeso, ma avrebbe gongolato di gioia.

Finita la deliziosa torta a tempo di record, Merlin fu invitato da Arthur a fare un bagno con lui. "Per favore! Non ho ancora toccato l'acqua e muoio di caldo!"

La prima cosa che fece Arthur fu quella di salire, portandosi appresso Merlin, sul trampolino più alto della piscina: circa sette metri di altezza, in una zona della piscina, controllata dai bagnini.

"Vado io, per primo!" disse Arthur felice. E fece un tuffo fantastico con tanto di salto mortale. Lo sforzo del tuffo aveva messo in evidenza tutti i muscoli della bella schiena di Arthur. E l'eleganza di quel volo aveva lasciato Merlin incantato.

Merlin gli fece un fischio di apprezzamento, appena lo vide riaffiorare. "Grande Arthur!" gli urlò dall'alto.

"Tocca a te! Fammi vedere di cosa sei capace!" gli gridò l'altro di rimando.

Merlin prese lo slancio, saltando più volte sul trampolino e volò molto in alto, toccando i piedi con la punta delle mani, come fosse un libro chiuso, poi lasciò andare il busto all'indietro formando per un attimo una croce perfetta e tirando le braccia sopra la testa un momento prima di entrare in acqua senza schizzi. Arthur era rimasto incredulo a guardarlo.

"Magnifico, Merlin! Un tuffo da professionista. Oggi è già la seconda volta che mi lasci a bocca aperta. Ti ho sempre considerato una sorta di secchione e oggi ti ritrovo pieno di muscoli e talento sportivo. Cos'altro mi stai nascondendo?"

"Nessun segreto! Amo lo sport e ogni tanto mi diletto, ma tutto qui!" Merlin si fermò e guardò Arthur indeciso se continuare oppure no. "Comunque... non sono io quello che ha qualcosa da nascondere..."

Arthur lo guardò con un mezzo sorriso. "Stai parlando di me? Avrei forse dovuto dirti qualcosa e non l'ho fatto?"

"Io, questo, non l'ho detto. È solo lei che può saperlo..." rispose Merlin vago, guardandosi intorno.

"Si può sapere con chi hai parlato?"

"Non posso dirglielo. Amici, direi..."

"Amici? Sicuro? Dal tuo tono non si direbbe. Se ti hanno detto delle cattiverie su di me, non si tratta di amici."

"Nessuna cattiveria!"

Arthur cominciò ad agitarsi. "E cosa ti hanno fatto credere questi fantomatici amici?"

"Solo che avete avuto delle ...difficoltà, ma visto che non ero degno delle sue confidenze, credo sia meglio non parlarne più!"

"Che cosa fai? Lanci il sasso e nascondi la mano?" 

Possibile che Merlin intendesse proprio 'quello'? Arthur sentì bruciargli il volto: erano anni che non arrossiva in quel modo, anche se non era ancora matematicamente sicuro si trattasse di quell'argomento. "Ci sono cose ... difficili da dire... anche agli amici veri. Cose personali che non possono essere dette a nessuno..."

"Certo, immagino" fece Merlin deluso "ma è stato leie a dichiarare al mondo la nostra imperitura amicizia...io non ci ho mai creduto fino in fondo."

Lo stomaco di Arthur si contorse: "Questo é un colpo basso, Merlin! Credevo che l'amicizia tra noi fosse...reciproca"

"Esattamente quello che pensavo io, signore!"

All'improvviso Arthur sbottò: "Gwen! Hai parlato con Gwen! Solo Gwen o Mithian avrebbero potuto farlo, ma siccome Mithian non c'è..."

"È preoccupata per lei!"

"Che badi ai suoi fagioli, invece di andare a scocciare il suo ex e l'ex del suo ragazzo!" disse Arthur con un moto di stizza. "Mi sembra che anche lei ne abbia combinati abbastanza, di casini!"

"Non si arrabbi con Gwen, si arrabbi con me, invece!" disse freddo Merlin.

"Con te? E perché dovrei?"

"Perché io sono arrabbiato con lei, Arthur..."

"Ma...tu cosa centri? Che cosa vuoi?" chiese Arthur indurendo il tono.

Merlin pur accusando il colpo rimase calmo: "Io avrei potuto aiutarla. L' avrei accompagnata da un bravo specialista: un urologo, un sessuologo, uno psicologo, o da tutti e tre, se necessario. Mi sarei inventato qualcosa pur di aiutarla..."

"Merlin" parlò Arthur con fare più pacato "scusa, ma sono cose mie e francamente non ho piacere che tu ti intrometta."

Merlin si immerse con la testa sott'acqua e riemerse velocemente: "Me ne sono accorto" rispose serio.

Arthur sospirò e si sdraiò sull'acqua a fare il morto, con gli occhi chiusi. "Se proprio ci tieni, sappi che sono in analisi da un ottimo psicoterapeuta, da parecchio tempo, ormai!"

"Se non me lo dice, come posso saperlo? Però mi fa piacere per lei, Arthur!"

Il biondo si tirò su e gli andò vicino, scoccandogli una sguardo di sfida. "Pensavi forse che non sapessi badare a me stesso?" gli chiese con tono  pieno di arroganza.

A Merlin andò il sangue al cervello dalla rabbia. Rabbia raddoppiata dalla bellezza molesta del volto di Arthur, grondante acqua e inondato di sole, così vicino e...furioso. Nel caso di Arthur, mai detto fu più vero di 'Arrabbiato è ancora più bello!' e parlò per colpire: "Un uomo di trent'anni che ha bisogno di aiuto per lavarsi e vestirsi, può dare l'idea di non sapersi prendere cura di sé!"

Il tono di Merlin trasudava fiele e Artù restò a bocca aperta, sinceramente offeso: "Ne ho a sufficienza di te, per stasera! Vedi di starmi alla larga finché non ti passano le scalmane, Merlin!"

"Più che volentieri!" ribatté Merlin con un mezzo inchino storto, poi si voltò e se ne andò, nuotando veloce.




Merlin tornò nello spogliatoio. Aveva il morale letteralmente sotto le infradito e si sedette su una panca con la testa fra le mani, sospirando avvilito. Non aveva mai litigato con Arthur in quel modo.

Arthur aveva sbagliato a parlargli così ma lui non era stato da meno.

Era solo o almeno così credeva, perché ad un tratto gli sembrò di sentire un paio di versi strani provenire dall'interno dei bagni.

Poco dopo, infatti, dalla porta di uno di essi, uscì un ragazzo, giovane e alto che si sistemava il costume. Merlin notò due larghi dilatatori ai lobi delle orecchie e molti tatuaggi sul corpo. Il giovane si lavò faccia e mani e quando si specchiò urlò risentito: "Non potevi evitarlo? Ti piace marcare il tuo territorio?" continuò toccandosi il collo.
Merlin lo guardò basito per un istante. Il ragazzo doveva avere qualcosa che non andava. Forse era solo ubriaco. Merlin controllò che il ragazzo non indossasse gli auricolari.

"Fino a poco fa, non ti lamentavi, però!" 

Merlin rimase immobile, vedendo con la coda dell'occhio qualcuno uscire dallo stesso bagno del ragazzo alto. La voce, purtroppo per lui, era quella inconfondibile, di Gwaine.

Merlin chiuse gli occhi per un attimo 'Dio, che serata del cazzo! Ma non potevo rompermi l'osso del collo mentre venivo in qua e finire in ospedale, invece che in questo posto!"

"Ah, ci sei anche tu!" disse Gwaine in modo scocciato, rivolto a Merlin, appena lo vide.

"Sì, Gwaine, ma sto per andare a casa." 

che Perché si stava giustificando con lui? Che gli importava? In fondo non era lui ad essere stato appena beccato a farsi uno, nei bagni. Ecco perché Arthur prima aveva avuto quel dubbio, di loro insieme nel bagno.

Gwaine doveva essere un habitué! Merlin sentì che stava per venirgli su la torta.

"Oh, non ti stai divertendo?" chiese il capellone con cinica compassione.

"Vedo che c'è chi si diverte per tutti e due!" rispose Merlin con un'espressione mezza disgustata.

"Sei...geloso? ...oppure sei invidioso?" chiese Gwaine, stirando le braccia voluttuosamente sopra la testa.

A Merlin stavano per saltare i nervi. Normalmente non sarebbe successo, ma dopo quella sera, dopo Arthur...
 
Si rese conto che qualsiasi risposta data a quel fantoccio, sarebbe stata a suo sfavore. Allora decise di giocare.

Merlin si alzò e si avvicinò con fare sicuro a Gwaine, tanto che questi fece un passo indietro. Allungò una mano vicino al volto dell'altro e molto lentamente, gli spostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio, guardandolo fisso negli occhi e sussurrando infine: "Forse... sono solo pentito!"

L' altro lo guardò con aria truce, ma quando Merlin vide per un attimo, passare il dubbio negli occhi di Gwaine, fu soddisfatto.

Nell'uscire dal bagno sentì il ragazzo alto chiedere all'altro: "E quella chi é? Una delle tue troiette?" A Merlin scappò quasi da ridere. 

Purtroppo avrebbe dovuto aspettare ancora prima di potersi rivestire  e tornare a casa. 

Sempre che una casa ce l'avesse ancora. 

Sempre che Artù non volesse cacciarlo.




Appena uscito dallo stabile, vide da un lato Arthur che puntava diritto verso di lui. Dall'altro lato, riconobbe la schiena nuda di Lance, all'interno di un gruppetto di persone, per cui si buttò a pesce in mezzo a quello, giusto un attimo prima che il suo capo lo raggiungesse.

"Lance! Che bello vederti! Stai una favola! Fatti abbracciare!"

Lance, un po' confuso ma sorridente, ricambiò con affetto. Merlin sentì un dito nervoso, picchiettare forte sulla sua spalla. Che fosse Arthur? ...

Era Gwen. "Guarda che sono qui!" disse con voce irata la ragazza, ma si capiva che le veniva da ridere. 

"Gwen!" e subito Merlin si mise a sussurrarle all'orecchio: "Scusa, ma avevo bisogno di un diversivo" e gli indicò con gli occhi Arthur che a due metri da loro, osservava la scena con le braccia incrociate e un bel broncio sulle labbra.

"Ma cosa gli hai fatto? Sembra nero! Vuole forse portarti a letto e tu hai paura?" sussurrò a sua volta la ragazza con un gran sorriso.

"No, non ricominciare!"

"Tu sei l'unico con cui potrebbe provare...ne sono sicura!"

"Ma perché?"

"Intanto potresti smettere di abbracciare il mio fidanzato?"

"Oh, sì! ...Scusa, Lance!" Merlin si spostò.

"Tutto a posto!" rispose Lance tranquillamente.

"Perché, mi chiedi?" riprese la ragazza "Sei dolce, sei bello e soprattutto... lui si fida di te."

"Grazie, ma a me non pensi?"

"Certo! Però ora é lui ad avere bisogno. Non potresti per una volta sacrificare il tuo benessere, per il suo bene, senza fare tante storie?"

"Benessere? Non credevo che il mio sedere si chiamasse così!"

"Amore?" li interruppe Lance, rivolgendosi alla sua ragazza "Potresti cercarmi qualche cosa da bere, intanto che faccio due passi con Merlin?"

Gwen sospirò. Quando Lance faceva così, significava che lei stava esagerando. "Ok!"

Poi si rivolse a Merlin. "Ehi, attento a te, che ti spio!"

Lance prese Merlin sotto il gomito e si allontanò dal gruppo. Arthur scosse la testa e se ne andò, probabilmente a sbollire la rabbia da un'altra parte.

"Merlin, posso dirti che hai messo insieme un gran bel fisico?"

"Non solo puoi dirlo, ma puoi ripeterlo tutte le volte che vuoi!"

Lance rise: "Mi siete mancati! Tu e tua ironia!"

"Anche tu mi sei mancato, ma se non ricordo male, fosti tu a lasciarmi!"

"É vero! Ma io non credo che tu abbia mai capito il vero motivo per cui lo feci!"

"Perché un bel giorno...miracolo...ti sei svegliato 'guarito'!"

"Non sono 'guarito'! Gli uomini mi piacciono ancora."

"Ok, allora diciamo che ti sei accorto che le caratteristiche femminili ti attiravano più di quelle maschili. Cambia poco!"

"Non é stato quello il motivo. Ancora non lo sapevo. Però è vero che fu una doccia fredda per me!" 

"Non fu una passeggiata, nemmeno per me."

"Lo so e mi dispiace. Ho 35 anni e da poco ho scoperto la mia bisessualità. All'inizio mi sono sentito come una specie di ...traditore...di quello che ero sempre stato, della mia famiglia che tanto aveva fatto per accettare la mia omosessualità, del mondo gay di cui avevo sempre fatto parte. Un percorso strano, il mio."

"Concordo!"

"Io ti ho lasciato perché, anche se ti amavo, non sopportavo più il tuo rapporto con Arthur!"

Merlin rimase di sasso: "Come hai detto?"

"Tu non te ne accorgevi neppure, ma Arthur veniva sempre prima di tutto, per te. Fin da quando ci mettemmo insieme. Io ero geloso e sono stato molto male!"

"Io ero innamorato di te, Arthur era il mio lavoro."

"Lavoro? Tanto da preferire di stare con lui a Natale, a Pasqua, in estate e tante altre volte, più che con me!"

"Non me l'hai mai detto. Se l'avessi fatto, io..."

"Tu forse mi avresti accontentato, ma quando stavi con lui, tu eri diverso e vedevo che eri più felice di quando stavi con me... Sapevo che non lo facevi apposta e sarebbe stato inutile fartene una colpa. Speravo solo ti sarebbe passata e sono rimasto con te perché non volevo perderti, ma quando ho capito che con Arthur non sarebbe mai cambiato nulla, non ce l'ho più fatta. Mi capisci?"

"Dico solo che se me l'avessi detto allora..." Merlin strinse le labbra "...ma ormai non ha più importanza!"

Lance strinse le labbra, a sua volta: "È così!"

Merlin stava per congedarsi, quando Lance lo fermò: "Sinceramente credevo che ti saresti messo con lui, dopo la fine della nostra storia!"

"No, non ci pensavo neanche. E poi é stato un brutto periodo per me. Avevo deciso che non mi sarei più innamorato: non volevo più soffrire. Mi ero messo in testa di diventare un donnaiolo e anche un 'uomaiolo' ... hai capito, comunque! Ma bisogna esserci portati e io non lo ero."

"A cosa ti riferisci?"

"La sera, uscivo spesso, per bere e per rimorchiare."

"Hai avuto molti amanti in quel periodo? Sei umano anche tu, dopotut..."

"Neanche uno! Arrivavo ai baci, qualche volta un po' oltre, ma all'ultimo mi tiravo sempre indietro! Non ero in grado di usare il sesso come distrazione. Fu in quel periodo che cominciai a capire di essere un ... coglione."

"Non dire questo. Non era una cosa da te...é stato meglio così. Prendilo come un complimento Merlin! Non potrebbe valere lo stesso discorso per Arthur, per tutte le storie che ha avuto?"

"Non direi. Al contrario di me, lui non si é mai fermato!"

"È vero, ma alla luce della consapevolezza del suo problema, la cosa diventa più comprensibile. Pensa a come deve essersi sentito: solo, triste e sbagliato. Non vorresti aiutarlo?"

"Per favore! Almeno tu, non chiedermi di fargli da cavia!"

"Come vuoi Merlin e in bocca lupo!"

"Grazie, anche a te!" si dissero scambiandosi un paio di baci sulle guance e Lance tornò da Gwen.



Merlin vide che qualcuno si stava già accomiatando da Morgana, quindi il momento era quello buono per andarsene via. 

Morgana lo ringraziò e lo abbracciò: "Che hai Merlin? Dov'è finito il tuo magico sorriso?"

"Sono solo un po' stanco" e si sforzò di sorridere. "Ti ringrazio per avermi invitato alla tua magnifica festa!" Morgana non aveva alcuna colpa del suo stato e meritava che quel giorno fosse per lei, il più felice possibile, senza ombre di alcun tipo.



Prima di entrare negli spogliatoi, Merlin si fermò a guardare l'acqua delle piscine al chiuso. Non c'era nessuno. Le parole di Lance, di Gwen, di Gwaine e soprattutto di Arthur, gli giravano in testa senza sosta.

"Gwaine! Lance! Spero tu ti stia divertendo, Merlin!" udì alle sue spalle. 

Merlin si girò verso Arthur. "Mai divertito tanto!" disse cinicamente.

Dalla posizione del corpo di Arthur, Merlin capì che il capo era ancora arrabbiato.

"Ho incontrato Gwaine poco fa, tronfio come un tacchino, e mi ha detto che praticamente gliel'hai servito su un piatto d'argento!"

"Che cosa?"

"Il tuo culo, Merlin!"




Merlin pensò per un attimo a come spiegare l’accaduto ad Arthur, ma l’unica cosa che riuscì a fare fu quella di mettersi a ridere, a ridere così forte e così a lungo che anche Arthur rimase sorpreso.

Appena provava a parlare ricominciava a ridere.

Era tutto talmente assurdo!

“Se me lo spieghi forse, potrei ridere anch'io!” fece Arthur scocciato.

Merlin prese alcuni profondi respiri per calmarsi.

“Lui…ha fatto lo stronzo e per vendicarmi ho fatto un po’ il cretino! Niente di che! Ma si vede che lui ci é cascato! In fondo lo scopo era questo!”

“Ti rendi conto che non é facile crederti?”

"Non avrei voluto trovarmi lì, quando dallo stesso bagno sono usciti Gwaine e quell'altro. Ma stasera é nata male! Mi ha chiesto se ero geloso di lui... cosa avrei dovuto fare?”

[“Gwaine é tanto stupido, quanto bello!]* Cosa hai fatto? L’hai baciato?”

“Ma neanche morto! No! Era ancora sporco di …mh…quell’altro!”

“Allora é vero che sei geloso di lui?”

Merlin si avvicinò ad Arthur che lo fissò con occhi interrogativi, ma non si spostò. 

“Non sono geloso di Gwaine!” mormorò Merlin. E avvicinò una mano al viso di Arthur provando a spostargli i capelli dietro un orecchio. Il suo capo lo guardava serio e Merlin non riuscì a fissarlo come aveva fatto prima con il capellone. 

‘Dio, é stato più facile con Gwaine’ pensò, notando il lieve tremore delle sue mani.

“Con lei non si riesce! Ha i capelli troppo corti!” 

“Mi stai dicendo che é quello che hai fatto con Gwaine?”

“Sì, tutto qui! Ho trovato sgradevole anche solo fargli questo… come potrei essere geloso di lui…”

 

“E con me? Hai trovato sgradevole farlo anche a me?”

“No. Occuparmi di lei non é mai stato un problema. Sarà per via del mio lavoro…”

“Già…” Arthur deglutì e rimase ancora un attimo a guardarlo negli occhi, poi si riscosse. “Se non altro, Gwaine se lo é meritato. Occhio però, che é un po’ troppo su di giri stasera…”

“Tanto vado via…”

Merlin vide chiaramente la delusione nell’espressione di Arthur che si lamentò: “Così presto? No, dai! Il meglio deve ancora venire. Parte una nuova orchestra tra poco che fa una musica fantastica. Si balla!”

“Sono stanco!”

“Cerca di resistere ancora un po’. Morgana vuole fare un ballo con te, é il suo compleanno…”

“Gliel’ha detto Morgana o se lo é inventato lei adesso?”

“Conosco bene Morgana e so per certo che…”

“Bugie! E le dirò che questa festa, per me, é stata una vera schifezza...”

“Cerchiamo di migliorarla allora...ora che alcuni ospiti sono andati via, volevo stare un po’ insieme a te! Intanto volevo scusarmi per prima!”

“Le chiedo scusa anch’io, Arthur!”

 

Arthur rimase a lungo in silenzio, indeciso su cosa fare. Poi parlò: “C’è una cosa di cui vorrei parlarti…”

“Di cosa si tratta?”

“Così a freddo non è così facile, Merlin! Speravo di avere il tempo di spiegarti le cose con più tranquillità”

“Non potrebbe spiegarmele domani?”

“No, non quando lavori! Ci vuole la giusta atmosfera.”

Un piccolo campanello d'allarme risuonò in lontananza nella testa di Merlin. “Mi sembra una cosa importante!”

“Lo é!”

“Devo preoccuparmi?”

“No, al contrario! É ...una cosa bella, credo, solo che é un po’ complicata da spiegare!”

“E allora, perché non taglia direttamente la testa al toro e me la dice?”

“Possiamo almeno sederci da qualche parte a bere qualcosa?”

“Venga qui con me!” E Merlin si sedette sul bordo della piscina, con le gambe a mollo. “Per il bere, abbiamo già dato il nostro congruo contributo alle distillerie inglesi, stasera.”

Arthur sorrise appena e si sedette, tuffando i piedi in acqua.

“Dica pure, Arthur. La ascolto!”

“Gwen prima ti ha detto del mio problema…”

“Sì!”

“E tu sai che sono in cura da uno psicanalista…”

“Sì!”

“Hai notato che non sto frequentando alcuna donna ultimamente?” Arthur non riusciva a guardare in faccia Merlin.

“Da tre mesi, signore!” anche Merlin trovava i propri piedi molto interessanti.

“E sai perché?”

“No!”

“Me l’ha chiesto il mio terapeuta…”

“Per quale motivo?”

“Vorrebbe capire se ho altre… preferenze!”

A Merlin andò di traverso la saliva e tossicchiò malamente poi disse con voce rauca, girandosi verso di lui per guardarlo: “Lei ...pensa di avere altre preferenze?”

“Fino a poco tempo fa no, ma ora… non lo so più.”

“Avete ventotto anni. Non é un po’ tardi?

“Tu, a quanti anni l’hai scoperto?”

“Presto. A quattordici anni avevo già baciato tutte le ragazzine del paese e l’anno dopo mi misi con un ragazzo!”

“Non l’avrei mai detto…delle ragazzine, intendo!” disse Arthur malizioso.

“Solo baci a stampo! I baci alla francese mi facevano ancora senso” sorrise Merlin al ricordo.

“Comunque…guarda Lance!” ribattè Arthur. 

“Cosa centra Lance?”

“Potrei stare per intraprendere lo stesso percorso di Lance, ma… al contrario! E lui é parecchio più grande di me.”

Merlin non avrebbe mai creduto che Arthur ammettesse… che pensasse… non aveva senso! Non ci poteva credere neanche per un attimo.

“Non potreste semplicemente soffrire…che so… di priapismo.** É una patologia poco conosciuta, ma molti dei sintomi sono i vostri.”

“No, ho fatto anche alcune visite urologiche e non soffro di priapismo. Dal punto di vista fisiologico é tutto a posto. É stato diagnosticato come un disturbo di origine psicologica.”

“Quindi state aspettando l’uomo adatto per verificare che si tratti di una condizione generalizzata e di un problema di identità sessuale non riconosciuta.”

“Sì. Parli come il mio dottore, Merlin” soffiò divertito Arthur “e quindi sto aspettando…”

“Aspettate che cosa?”

“Più che altro chi! Devo dire che finora non me la sentivo…”

“É cambiato qualcosa?”

“Forse!”

“Non c’è un altro modo? Mi sembra tutto così arido e freddo. Che so… la pornografia omosessuale?”

“Sembra che non sia poi così attendibile! Tu sai, ad esempio, che la maggior parte dei fruitori di pornografia gay maschile é rappresentata da uomini etero?”

“Davvero? Ma… perché?”

“Pare che ci sia una componente di immedesimazione più forte con un uomo attivo in un rapporto gay rispetto all’uomo eterosessuale in una coppia mista. La mancanza di una donna, inoltre, crea meno insicurezza negli utenti e meno gelosia e conflittualità nei confronti dell’attore.”

"Chiedo scusa ma non ho capito un tubo! Ora é lei a parlare come un medico! Questi etero che si impicciano di cose non loro e poi fanno tanto gli schifiltosi da fuori. Bah…Ma in definitiva, Arthur, la soluzione qual è?"

“Finché non provo non lo saprò mai con certezza!”

“Mi perdoni, ma io non la vedo proprio come gay!” Ora era Merlin ad essere geloso. Giá con tutte le donne di Arthur era stato faticoso, ma con un uomo…sentiva che non l’avrebbe sopportato. Probabilmente, se…quando fosse successo, avrebbe dovuto andarsene, magari con una scusa. I suoi occhi cominciarono a bruciare e si riempirono di lacrime, che il ragazzo cercò di ricacciare indietro a forza. “Capisco” disse solamente, con il capo chino perché l’altro non vedesse i suoi occhi lucidi.”

“Non mi sembra che tu capisca. Tu … te la sentiresti?”

“Di cercare qualcuno adatto a lei?” 

‘Dio, ci mancherebbe solo questo!’ pensò afflitto il moro. “Io non credo, no! Mi spiace ma, no!”

 

Arthur alzò gli occhi al soffitto. “Intendo…te la sentiresti di farlo tu…con me!”

 












*Dalla frase: “Sei tanto stupido quanto brutto!” detta da Arthur a Merlin nell’episodio 4x10.

 

**Priapismo: erezione patologica del pene, involontaria, spesso dolorosa, che dura anche più di 4 ore.



Ringrazio tanto le gentilissime susiguci, aredoni01 e Kylo_Ren. Ringrazio chi mi ha messo nelle preferite e nelle seguite. E infine ringrazio chi ha letto, per le tante visite! Mi avete reso felice!

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Sex and love ***


 




Sex and love

 

 


 

 

Merlin si girò verso Arthur. Il biondo gli sorrideva imbarazzato ma speranzoso. In realtà Merlin lo guardava senza vederlo. L’unica cosa che riusciva a pensare lucidamente era quella di dover andare subito a casa. D’istinto si alzò in piedi, ma si mosse così in fretta che ebbe un brutto capogiro. Stava per cadere, ma Arthur che nel frattempo si era alzato anche lui, fu lesto ad acchiapparlo. “Stai male?” chiese Arthur, sorreggendolo per la vita.

“No, solo un giramento di testa.”

Arthur attese ancora qualche momento: “Meglio?”

“Sì, grazie.”

 

Merlin spalancò gli occhi, quando vide Arthur avvicinarsi, chiudere gli occhi e arricciare le labbra per baciarlo. All’ultimo istante riuscì ad evitarlo e sgomitando si sciolse dalle braccia di Arthur.

“Dio… ma che sta facendo?” domandò quasi istericamente.

“Secondo te Merlin? Forse volevo solo vedere se avevi un ciglio in un occhio!” rispose Arthur con amara ironia, offeso da quel rifiuto. “Non mi hai risposto …e ho pensato…”

“Ha pensato male! Secondo lei, andarsene via, significa sì?”

“Sarebbe solo …per una notte, Merlin” rispose Arthur triste.

“Solo per una notte?” soffiò Merlin con ferocia. “Risposta sbagliata, capo! Mi dica, perché io?...Perché sono carino, ma non bello, dolce e intelligente ma non troppo? Proprio come le ragazze che scegliete SOLO PER UNA NOTTE? Come osa? Io non sono come loro e non sono nemmeno come lei!”

“Quindi é questo che pensi davvero di me?” chiese Arthur ansimante di rabbia.

“Non posso certo pensare che lei si sia comportato come un chierichetto! Ma non sono affari miei e non è mio compito giudicarla. Non può permettersi di offendermi in questo modo! Dovrei buttare alle ortiche il mio modo di vivere, il mio modo di amare, quello che sono e quello che sto cercando di essere per quale motivo? Solo perché lei non riesce ad accettare di essere gay?”

L’altro con sguardo freddo, ma con voce stranamente calma rispose: “Non c’è bisogno di scaldarsi tanto. È sufficiente che tu mi dica di no!”

“No, infatti. No, no e no!”

“Avrei dovuto immaginarlo. Mi hai sempre detto che non avresti mai mischiato il lavoro con l’amore…”

“Quale amore, Arthur? Non vedo ombra di amore in questo. Solo un ridicolo esperimento che comprende il sesso più squallido.”

“Sei licenziato!”

“Che cosa? Mi licenzia perché le ho detto di no? Non é giusto!”

“No, Merlin. Se é quello il tuo problema, ti licenzio così non dovrai andare contro la tua etica professionale e morale e ti sentirai più tranquillo nel caso tu … cambiassi idea…”

“Cosa non le é chiaro della parola ‘no’? E lo sa che quello che ha detto ha tutta l’aria di essere un ricatto?”

Arthur spalancò gli occhi poi soffiò una risatina dalla bocca: “Ammetto che dal tuo punto di vista, possa anche sembrare così, ma ti giuro che non lo è! ... Posso sapere perché sei così sconvolto?”

“Sconvolto? Disgustato esprime meglio il concetto!”

“Addirittura? E cosa ti disgusta così tanto? Io?”

“No, generalmente no. Ma la sua volgarità coi suoi ‘compagni di merende’, sì, mi disgusta! E anche i gemiti delle sue amanti tutte le notti, certo che mi disgustano! E il pensiero che lei mi consideri una nullità proprio come loro, non solo mi disgusta, ma mi fa venire voglia di vomitarle sui piedi!”

Arthur per un attimo vide bianco dalla rabbia e sentì un calore bruciante salirgli al viso.

“Ho capito! Io non sono alla tua altezza. Tu sei un bravo ragazzo e io un bifolco. Tu sei il ragazzo più puro e romantico del pianeta. Così puro e romantico che nessuno potrà mai provare neanche lontanamente i sentimenti altissimi che solo tu sei in grado di cogliere. E sputi sugli altri vermi della terra, come Virgilio all'Inferno!”

Merlin aveva gli occhi fuori dalle orbite e non riuscì a dire una parola. Arthur si avvicinò di un paio di passi all’altro e continuò con sarcasmo crescente: “Per poter passare una notte con te, so bene cosa avrei dovuto fare: avrei dovuto chiedere la tua mano, prima!”

Arthur non l’aveva visto arrivare e si premette una mano sulla guancia. Il manrovescio di Merlin era giunto come un fulmine, potente e inaspettato.

Merlin guardava la sua mano come se non facesse parte del suo corpo. Non si era reso conto di quel che faceva. Non che non lo volesse, ma non era riuscito ad impedirselo. Ed ora non sapeva più che fare. Grosse lacrime gli rigarono il volto. “Allora posso parlarle apertamente, tanto sono licenziato…” singhiozzava Merlin.

“No! Dai, Merlin. Era solo per dire… non intendevo…!

“Lei non mi merita. Io le ho dato tutto: il mio tempo, la mia devozione, i miei pensieri, il mio affetto, la mia vita! Tutte cose non previste da uno stipendio mensile, per quanto generoso. Ma non mi è mai pesato perché ero felice di farlo. Ora mi chiede di venire a letto con lei con la stessa disinvoltura con cui mi chiederebbe di spuntargli le basette!”

Merlin continuava a piangere disperato, nemmeno lui sapeva più esattamente perché, ma non gli importava. Non si vergognava neppure.

“Calmati… non serve a nessuno che tu faccia così!” provò Arthur che non sapeva più che pesci pigliare vedendo Merlin tremare sempre più forte.

“Io a letto con lei non ci vengo… Lei può essere bello e desiderabile quanto le pare! Sì! Anche lei é perfetto per la scopata di una sola notte… ma non con me! Qualsiasi altro gay non vedrebbe l’ora ma se non le va bene nessuno può sempre rivolgersi a un professionista: sarebbe la soluzione migliore, per ciò che le serve sapere e i soldi di certo non le mancano!" Merlin strinse le labbra e alzò un indice accusatorio contro Arthur, che notò lo sguardo velato dell’altro, quasi che il ragazzo non fosse del tutto presente. “C’è un unico modo per portarsi a letto Merlin Emrys, il ‘puro’, come dice lei e cioè farlo innamorare e innamorarsene perdutamente. Matrimonio gradito, ma non indispensabile. E comunque non prima di due anni di ottima convivenza. Senza contare le preferenze che ha a letto. Primo:- preliminari a non finire, peggio della più romantica delle donne. Secondo:- orgogliosamente attivo e passivo, ogni volta.

Arthur non era in grado di valutare se fosse più lui ad essere fuori di testa o Merlin. Aveva una faccia come se lo avessero preso a schiaffoni. In effetti uno lo aveva appena preso e cominciava a notarsi il livido viola sul suo zigomo sinistro.

“Io penso di non essermi espresso nel modo migliore” disse Arthur confuso.

“Lei pensa? Mi spiace per lo schiaffo…credo. E comunque l’unica cosa che voglio fare adesso é andare a dormire! …Da solo!"

“Guarda che devi aver frainteso tutto, Merlin…lascia che ti spieghi!”

“L’ha già fatto! Perché ora non se ne va a cercarsi un altro?”

“É quello che farò!” quasi urlò Arthur. Non era quello che avrebbe voluto fare o dire, ma Merlin non gli dava tregua. Nessuno l’aveva mai trattato con tale disprezzo e proprio nel momento in cui lui si era esposto di più.

Merlin avvertì come una pugnalata allo stomaco, ma continuò: “Lei rimarrà comunque lo stesso di sempre. Se uno ama crogiolarsi nel peccato della lussuria, etero, gay o trans, continuerà a farlo in eterno. Anche senza trarne particolare piacere. Quando un’anima é scura continua a nutrirsi della propria oscurità persino senza motivo. Anch’io sono stato vicino a perdermi, molto più vicino di quanto lei possa immaginare, ma con grande sforzo, mi sono tirato fuori. E ho scoperto che essere un coglione non é tanto male a volte. Uno può guardarsi negli occhi allo specchio, senza vergognarsi di quello che é!”

“Ora sei crudele…”

“Sono stufo, é diverso! Dopo tutte le ragazze di Londra, ora avrà bisogno di provare tutti i ragazzi gay della Gran Bretagna. E perché dovrei farle io, da sfigato apripista? Se ha così tanta fretta, il ragazzo ideale per lei é Gwaine: facile, veloce, indolore, zero coinvolgimento emotivo, zero strascichi, valori aggiunti: bellezza e esperienza…molta! Unico problema: l’ha appena fatto con un altro. Tanto credo che le basterà solo il suo lato B, visto ciò che deve verificare. Gli faccia fare una bella doccia e utilizzi un buon preservativo. E non dimentichi…”

“Basta!” gridò Arthur, colpendo forte il petto di Merlin con le mani e buttandolo in acqua con un tonfo sonoro.

“Sei uno stronzo!” urlò ancora Arthur e se ne andò.








 







 




 









 



Merlin bussò alla porta della camera del capo. Era tardissimo. Erano quasi le undici del mattino.

Il padrone aprì con i capelli bagnati e un asciugamano legato in vita.

'Allora è in grado di lavarsi anche senza il mio aiuto' pensò il maggiordomo sorpreso.

 

Arthur dal canto suo notò che l'altro indossava solo camicia e pantaloni, senza giacca, cravatta, gilet. Era una cosa strana, ma quel modo di vestire gli donava molto.

Il capo arricciò le labbra e gli disse con fare dispiaciuto: "Ti chiedo scusa per lo spintone. Non succederà più: te lo prometto! Non ho quasi dormito dal dispiacere!"

"Io ho impiegato un po', ma una volta presa la mia decisione ho dormito sodo."

"Quale decisione?"

Merlin ancora sulla porta dichiarò: "Mi licenzio!"

"Cosa?" urlò Arthur con aria stupita e affranta al contempo. "Ma, mi hai sentito? Ti ho appena chiesto scusa. Sono sincero!"

Merlin entrò nella stanza e richiuse la porta dietro di sé, poi si volse verso l'altro, respirando affannosamente e continuò come se il padrone non avesse detto niente. Era difficile per Merlin parlare con Arthur seminudo, ancora più bello del solito e particolarmente gentile!

"Voglio dirle solo una cosa! Io non voglio essere solo un esperimento per lei. 'Solo per una notte!' non esiste, Arthur…Voglio che lei ci metta il massimo impegno, a fare andare le cose nel verso giusto e cioè con l'idea di mettersi con me seriamente, se dovessi accettare…" 

Arthur boccheggiò per la sorpresa e per la gioia che quelle parole improvvisamente gli davano! Comprese in quel momento perché Merlin si fosse licenziato.

Percepì un frullio agitato all'addome e un volo di brividi per tutto il corpo.

"Te lo assicuro. Io ce la metterò tutta e tu?"

Merlin non rispose: non aspettava altro, si avvicinò ad Arthur, sfiorandogli il petto con una mano e infilando un dito nel telo del padrone, giocando con il bordo superiore e mormorò:

"Le dimostrerò che lei è come me. Non è così male, lo vedrà!"

"Un bisex?" ansimò Arthur, già pesantemente eccitato. "Io direi più gay, ma le etichette non hanno alcuna importanza" sussurrò Merlin, tirando all'esterno il dito e facendo scivolare il telo ai piedi di Arthur. L'erezione del padrone faceva bella mostra di sé. 

Con le mani, Merlin accarezzò spalle e braccia dell'altro, studiandolo mentre Arthur socchiudeva gli occhi, schiudeva la bocca per sospirare e tremava sotto il suo tocco: semplicemente una visione da togliere il fiato. Con una mano Merlin gli circondò la nuca con forza ma al contrario lo baciò molto dolcemente. Accorgendosi poi che l’altro voleva di più, Merlin lo spinse di getto sul letto, sotto di lui e lo baciò appassionatamente: un bacio da stendere chiunque.

 

E infatti Arthur era steso! Il padrone cominciò a  togliere la camicia a Merlin, quasi con prepotenza: “Voglio vederti!”

“Ok, ma senza rompere la mia camicia preferita, signore!”

“Allora, lo sapevi?” aggiunse con un sorriso ironico “Sapevi già che avrei ceduto subito! Ti sei messo in ghingheri per questo!”

“Lo speravo solamente…”

Arthur gli regalò un enorme sorriso: “Tu sai di essere incredibilmente bello? Hai sempre avuto un viso d’angelo…” e gli sfiorò una guancia col dorso di una mano.

“Ali comprese!” ridacchiò Merlin toccandosi un orecchio.

“Stupido, no! Le tue orecchie sono perfette su di te…Ieri, quando ti ho visto in costume, non riuscivo a crederci: sei l’uomo più attraente che abbia mai visto!”

“Continui pure, per una strana volta non la trovo affatto noioso.”

“Non sei più il mio maggiordomo. D’ora in poi esigo che tu mi dia del tu!”

“Vedrò di abituarmi, ma adesso avrei bisogno di fare un po’ di buon sesso con …te!”

“Sono d’accordo. Se ne hai così bisogno…”

“Sì, credo di avere degli arretrati. Al contrario di me, tu non hai bisogno di fare sesso con nessuno” e lo baciò di nuovo con grande trasporto “Tu devi solo lasciarti andare e provare per una volta a fare l’amore, magari cercando anche di innamorarti, se puoi…”

“Penso di essere sulla buona strada, Merlin!” Il moro sorrise felice.

“Ma, come conciliare il tuo ‘fare sesso’ con il mio ‘fare l’amore’?” chiese languidamente Arthur, dopo aver finito di spogliare l’altro.

“Nel nostro caso… ma solo nel nostro, credo che le due cose…si equivalgano” sussurrò convinto Merlin.

 

E non ci fu altro da dire…





 



“Baciami!”

“Mi fanno male le labbra, Arthur!”

“Faccio piano” e sfiorò la bocca di Merlin con la sua!

“Hai una pelle delicatissima: sei tutto rosso in viso!”

“Non lo sapevi? Un po’ é anche colpa della tua barba dura!”

Arthur si girò verso l'altro. Erano malamente avvolti dai lenzuoli, in un letto completamente sfatto. Arthur aveva i capelli sparati in tutte le direzioni e ovviamente era bellissimo, pensava Merlin con una stretta al cuore, ma un netto brontolio allo stomaco lo distolse dai dolci pensieri.

“Sono otto ore che siamo a letto, mi fa male tutto e ho fame!”si lamentò Merlin.

“Siamo nei guai, allora! Io non so nemmeno preparare un panino e il mio maggiordomo si é appena licenziato.”

“Ma la cuoca dov’é finita?”

“Oggi ho dato a tutti un giorno di permesso!”

Merlin si mise seduto a guardare Arthur, alzando un po’ la voce: “Sapevi che sarei venuto da te!”

Artù con la testa sprofondata nel cuscino si girò a guardarlo. “Lo speravo solamente…”

Merlin sbuffò divertito.

 

“Allora, come pensi sia andato l’esperimento?” chiese Arthur curioso, alzando la testa dal cuscino.

“Alla grande! Ma io sapevo già di essere un rullo compressore” rispose Merlin ridendo sotto i baffi.

“Sono d’accordo, ma…parlavo di me” fece Arthur perplesso.

“Niente male, direi!”

“Tutto qui?”

“Non era un esame per essere promossi o bocciati, né con voti da assegnare. Mi interessa di più capire lo svolgimento futuro, se ci sarà…”

“Hai dei dubbi? Devo essere un gay da poco, allora. Come etero ero una bomba.”

“L’ho saputo…una bomba per le ragazze, ma non per te!”

“Esatto e come hai avuto modo di notare, con te non c’è stato questo problema.”

“Quante volte, Arthur? Tre o quattro?"

"Non importa! L'importante è che sono felice e mi sembra che anche tu lo sia!"

"Lo sono! È stata un'esperienza magica, direi! Come se ci fossimo incontrati giá in un remoto passato e solo ora si compisse il nostro destino insieme…"

"Mi stai facendo paura, Merlin. Ho provato anch'io sensazioni simili alle tue…ed è stato straziante e bellissimo allo stesso tempo!"

"Potremmo consultare qualche esperto. Non si sa mai…"

"A Londra c'è questo tizio famoso, una specie di santone, che legge il passato della gente. Si fa chiamare Gaius quattordicesimo!" riferì Arthur con un sorriso scettico.

"Vedremo… io non ho mai creduto molto in queste cose, almeno finora!"

"Io meno di te, credo!”

"Morgana pensa che noi siamo predestinati…" disse Merlin.

"Morgana ha cercato di metterci assieme da quando ti ha conosciuto, almeno credo!"

"L'ho notato, ma credevo scherzasse…a parte questo, io mi sono sentito…mi sento, come se avessi trovato un'altra parte di me e mi fossi fuso con essa."

Arthur sembrava quasi avere gli occhi lucidi ma subito si riscosse: "Così va meglio! Mi hai fatto prendere un colpo prima."

"Veramente prima mi riferivo al fatto che…la prima volta non hai fatto questo gran figurone! Sei stato …ehm… veloce!"

"Sì, mi sono lasciato prendere, senza pensarci troppo… mi dispiace!"

Merlin scoppiò in una grossa risata: "Ti dispiace? Ma non era il motivo principale dell'esperimento? Non ne eri felice? Te lo dico perché io mi sentivo in paradiso…e comunque dopo ti sei ripreso in maniera formidabile! Praticamente mi hai distrutto!”

“Non eri tu il rullo compressore inarrestabile?”

“Sì e infatti credo di averlo dimostrato…in un secondo tempo, però! Lascia che ti dica che davvero mi hai stupito e deliziato. Non credevo che l’avresti ...fatto”

“Inizialmente non sarebbe stato nelle mie intenzioni! Ma se ben ricordi, ieri sera sei stato categorico, su questo punto, direi addirittura dispotico.”

“É solo per quello, allora?” disse Merlino abbassando lo sguardo deluso.

“No, non proprio. Però mi hai fatto capire quanto fosse importante per te e mi hai fatto venire voglia di provarci. Non dimenticare che sono un combattente, un guerriero e non ho paura di niente, lo sai…”

“Alcuni gay o bisex non se la sentono di farlo e optano per una sessualità non penetrativa. A dispetto di quel che ho detto ieri, non l’avrei mai preteso, anzi non te l’avrei neppure proposto.”

“Ah! È un po’ troppo tardi ormai, non ti sembra?” chiese Arthur incerto.

“Sì, ormai ti ho preso!” Merlin afferrò una spalla del padrone “ed é stato sublime!”

“A parte il dolore iniziale, davvero tremendo, non pensavo che avrebbe potuto essere così piacevole!” ammise Arthur.

“Modestamente, so quel che faccio!” sorrise l'altro.

Arthur rise: “Sei sempre un’enigma per me! L’uomo più puro del mondo, sessualmente esperto con gli uomini e con le donne!”

“Parli proprio tu? Che sei un esperto eterosessuale, pur essendo gay?”

Entrambi risero delle loro stranezze.

 

Merlin tornò serio: “Davvero, perché lo hai fatto?”

“Volevo che anche per te fosse bello come lo era per me! Volevo renderti felice!”

“Mi hai reso molto felice. Ma tu? A che punto sei con l’amore?”

Arthur fece una faccia preoccupata, ovviamente fingendo: “Mi sa che mi hai fregato ben bene. Sei riuscito nell’impresa” poi sorrise. “E non é perché sei un uomo, ma perché sei tu!”

“Non puoi essere sicuro che non sia solo sesso!”

“Allora con te il sesso é amore…”

Merlin era commosso, ma non era ancora del tutto convinto da quelle parole: era successo tutto così in fretta. Una parte di lui era terrorizzata, ma questa parte non l’avrebbe avuta vinta, non stavolta!

Avrebbe accettato la paura e il rischio che quella relazione comportava. Per quale altra storia ne sarebbe valsa la pena?

 

“Come finirà?” chiese Merlin voltandosi a pancia in sotto con la guancia premuta sul cuscino.

“Andrà a finire che domani verrai con me alla seduta di psicanalisi. Voglio presentarti come la soluzione a tutti i miei problemi sessuali e sentimentali. Probabilmente sarà la mia ultima seduta.

Merlin sorrise radioso: “Allora verrò volentieri”

“Poi tra pochi mesi ti laurei e voglio regalarti una festa grandiosa!”

“Ma i soldi li metto io!”

“Ne riparleremo più avanti! Dopo deciderai se continuare a fare il maggiordomo o cercare un nuovo lavoro: l’importante é che continui ad essere il mio ragazzo e a vivere qui con me!”

“Nel caso, chi prendereste al mio posto?”

“Una donna va bene?”

“Purché sia molto vecchia e molto brutta!”

“La più vecchia e brutta possibile, Merlin” e risero forte insieme. “Una di queste domeniche mi piacerebbe mi portassi con te al tuo paese. Vorrei vedere dove sei nato e soprattutto conoscere tua madre!”

Merlin tirò su la faccia dal cuscino sorreggendosi sui gomiti.

“Uh, già la immagino…si innamorerà perdutamente non appena ti vedrà!”

“E sarebbe un problema per te?”

“No te… non é mica mio padre” sorrise il moro malizioso “e se vi metterete insieme, vorrà dire che io mi rimetterò con Will...” disse Merlin con disinvoltura. Voleva infastidirlo perché Arthur geloso gli piaceva da impazzire.

“Con chi?” gridò il biondo sedendosi sul letto.

“Will, il mio primo ragazzo…come si dice…? Il primo amore non si scorda mai!”

“Stronzate!” urlò Arthur che cominciò a fargli il solletico sui fianchi e sulla pancia in modo quasi crudele.

“Davvero, Merlin?”

“No, no, scherzavo!” annaspò Merlin, quasi soffocato a causa del riso.

“Non provarci più, capito?” ordinò imperiosamente Arthur, lasciandolo.

Merlin prese alcuni respiri. Rise ancora un po' poi chiese: “E progetti a lungo termine? Se saremo così fortunati da stare ancora insieme…”

"Sarà così, ti prego, non dubitarne! Per quanto riguarda il mio lavoro, mi piacerebbe fare l’istruttore di scherma e lasciare il posto da mio padre. A meno che non si convinca e mi accetti come consulente, ma dovrebbe cambiare completamente ottica aziendale. Altrimenti fallirà in pochi anni. Oggi il must di ogni settore è il verde, l’ecologico, la salvaguardia ambientale…”

“Speriamo che cambi idea…ma per quanto riguarda noi, ci accetterà mai?”

“Non siamo nel Medio Evo. Se non ci accetterà peggio per lui. Né io, né Morgana abbiamo più bisogno del suo denaro e tanto meno della sua approvazione per vivere la nostra vita ed essere felici. Comunque alla prima occasione ti presenterò a lui, come il mio ragazzo, se te la senti.”

“Certo che sì. Ci conosciamo già. Gli verrà un colpo, ne sono sicuro! Forse non tanto perché sono un uomo, ma perché sono il tuo maggiordomo…”

Il biondo ridacchiò: “Probabile…ma promettimi di non farti intimidire da lui!”

“Oh, no! Sarò il fiero e inossidabile ragazzo di suo figlio, ad ogni costo!”

“Bravo, così mi piaci! Abbracciami!”

Merlin si distese a fianco dell’amato, cingendolo con le braccia e posando il capo sul torace dell’altro. “E poi?”

Arthur gli accarezzò distrattamente una spalla e infilò il naso tra i capelli di Merlin “Mi piacerebbe che ci fidanzassimo, che ci sposassimo e che adottassimo dei bambini, se ne vuoi…”

Merlin alzò il viso verso Arthur guardandolo con occhi grandi e liquidi: “Adoro i bambini, ma é difficile averne per una coppia gay!”

“Difficile, ma non impossibile. Non sto parlando di un utero in affitto, ma di bimbi già nati e abbandonati o rimasti orfani. Ne vorrei due o tre, se possibile fratelli tra loro. Forse così avremmo una possibilità in più.”

“È bellissimo! Con te diventa tutto possibile. Non ci arrenderemo e un giorno avremo una famiglia tutta nostra!”

Arthur gli fece un enorme sorriso: “Esci con me stasera?”

“In qualità di maggiordomo o come ragazzo?”

“Stupido…a proposito. Vorrei accorciare il tuo turno. Farti staccare prima di cena, così la sera sarai libero!”

“Libero?”

“Libero di stare con me. Quando vorresti ricominciare?”

“Anche subito!”

“Bene! Allora, Merlin, vorresti essere così gentile da portarmi a letto il maggior numero di panini possibili, per mangiarli qui, insieme a me?”

“Certamente, capo!” e si piegò a dargli un bacio lungo e appassionato sulla bocca e se Merlin provò dolore, stavolta non gliene sarebbe importato nulla.







 

Ciao a tutti.

La glicemia si é alzata: quanto fluff. Non sono abituata, ma forse dovevo farmi perdonare l’angst un po’ esagerato dei capitoli scorsi.

Ringrazio le squisite Susiguci e Idalberta che hanno recensito tutti i capitoli della storia. Ringrazio anche chi é arrivato a leggere fino a qui.

Un abbraccio grande!

 

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