L' incarico

di _Aleera_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Macchina ***
Capitolo 2: *** Casa ***
Capitolo 3: *** L' incarico ***
Capitolo 4: *** Viaggiare 1 ***
Capitolo 5: *** Viaggiare 2 ***
Capitolo 6: *** Collaborazione ***
Capitolo 7: *** Collaborazione 2 ***
Capitolo 8: *** Richiesta ***
Capitolo 9: *** Conseguenze ***
Capitolo 10: *** Conseguenze 2 ***
Capitolo 11: *** Il concerto di Kai ***
Capitolo 12: *** Sotto attacco ***
Capitolo 13: *** Alleanza ***
Capitolo 14: *** Alleanza 2 ***
Capitolo 15: *** Il ritorno ***
Capitolo 16: *** Promesse ***
Capitolo 17: *** Accordi ***
Capitolo 18: *** Leadership ***



Capitolo 1
*** Macchina ***


Macchina
Ness POV

 
15 Luglio h 14:30 il termostato della macchina segna 35°c all’ interno dell’ abitacolo, entro in macchina accendo l’ aria condizionata e mentre attendo che si rinfreschi l’ abitacolo collego il telefono al car play e seleziono la mia solita playlist. C’ è qualcosa di strano nell’ aria oggi , ma non saprei ben dire cosa…..

Appena la temperatura si fa più vivibile esco dal parcheggio e mi dirigo verso casa. Con calma mi immetto nel traffico cittadino e poi nella più libera tangenziale, è allora che mi accorgo che la BMW nera qualche macchina dietro di me mi segue da quando ho lasciato il parcheggio, non dà segno di voler passare, rimane lì e mi segue…

Qualcosa nel mio cervello scatta e ricordo le parole e gli insegnamenti di Pops.  
Pops non è il mio vero nonno, ma è la persona più vicina che abbia, Pops è famiglia, non quella dettata dai legami di sangue ma quella che ti scegli.   

Proseguo verso casa, la Bmw è sempre lì, vicina abbastanza da tenermi d’ occhio ma lontana tanto quanto basta da non dare troppo nell’ occhio. 

Mantengo un atteggiamento calmo, respirando profondamente, mi guardo di sfuggita nello specchietto, fuori sembro calma e tranquilla ma all’ interno della mia testa…. Domande e pensieri si accumulano.  Chi può essere? Perché mi segue? Cosa vuole? Faccio mente locale per cercare una risposta, ma la lista delle persone papabili non è corta. Sono pur sempre Ness (o come molti mi conoscono Cj ovvero Crown jewel, il soprannome che molti anni fa Pops mi diede quando entrai a fare parte della famiglia). 

Pops è il nomignolo affettuoso che io ho dato a lui. Il suo vero nome è Vincenzo di Leonardo, noto capo dell’ azienda di famiglia locale. La sua popolarità è seconda solo alla sua influenza, oppure come molti direbbero al suo potere. 

Poca gente si azzarderebbe a fare quello che stà facendo questa persona ora, non solo per il fatto che sono in macchina da quasi 5 minuti e mi stà ancora seguendo, ma anche perché all’ incrocio mi si affianca e mi guarda.
Velocemente memorizzo ogni suo dettaglio: Uomo circa 30/40 aa, carnagione olivastra, capelli neri , alto e possente, corporatura da ex militare? 
Nessun tatuaggio in vista, nessuna cicatrice, indossa un abito scuro probabilmente su misura ad occhio e croce costoso, camicia aperta sul collo… Sorriso sul volto ed espressione giocosa, ma quel sorriso che non raggiunge gli occhi......
Quegli’ occhi sono la parte peggiore..  


Distolgo lo sguardo e proseguo verso casa, cercando di allontanare quello sguardo dalla mia mente, ma lo sento ancora su di me che mi segue; Occhi neri colore della pece, profondi ed intensi, uno sguardo così non promette mai nulla di buono.   

Ed infatti… dopo poco l’ uomo si rimette in coda dietro di me e continua a seguirmi… Cosa? Non è così che si segue una persona, non ho dubbi che mi stia seguendo, potrò non sapere chi sia o cosa voglia ma so cosa stà facendo. Accostarsi accanto alla mia macchina? può voler dire solo due cose:  
1. È nuovo e non conosce le regole del gioco .
2. È tremendamente pericoloso e sta giocando con me come il predatore gioca con la sua preda prima di mangiarla.  

Qualcosa mi dice che non è un pivello alle prime armi, ma neanche io sono una preda facile.. 

Anni di training tornano alla mente ed alla prima occasione mi reimmetto nel traffico cittadino, mi accosto al più vicino negozio di gelato.(ci sono 35°c fuori e fa caldo, plus extra zuccheri in una situazione come questa mi aiutano a pensare). Questo piccolo momento mi dà la possibilità di raccogliere informazioni, perché l’ uomo con la bmw non mi sorpassa e se ne va come altre persone farebbero, ma si accosta tranquillamente in un parcheggio poco distante e rimane ad aspettare.  


Indizio num.1 non può permettersi di perdermi, a qualunque costo… contro ogni regola…anche a costo di essere scoperto. É  reckless, e sa di poter vincere un confronto diretto. È pericoloso.

Scendo dall’ auto attraverso la strada e mi avvio verso il negozio..  
Click, click … 
Entro nel negozio ed  ordino il mio gelato… 
Click, click… 
Esco dal negozio ed attraverso la strada per tornare verso la macchina. 
Click Click.. 
Stà scattando foto.
   

Indizio  num.2: ha bisogno di prove, ha bisogno di provare a qualcuno che mi ha seguita.. non è il capo di se stesso probabilmente, ha un capo? Lavora per qualcuno?  Qualcosa nel suo sguardo mi dice che non è un giornalista e che non è uno scoop quello che cerca. Onestamente? Nessuno si interesserebbe mai a me, la mia vita è noiosa, liscia, tranquilla. Non ho motivo di essere sotto i riflettori, e non lo sono… Escluso il giornalista, non mi rimangono molte alternative su chi sia questo uomo.. So cosa devo fare ora…

La parte più naive di me vuole controllare che il vestito non sia stropicciato, che i capelli siano in ordine, vorrebbe avere il tempo di truccarsi .. (ma poi perché dovrebbe interessarmi di come appaio in queste foto? Appena passato il confine la famiglia si prenderà cura di questo uomo e quelle foto non vedranno mail la luce del sole; e forse neanche lui… Allora perché quasi mi spiace per lui?)   

Respingo velocemente questi pensieri e faccio ció che mi è stato insegnato, salgo in macchina accendo il motore e riparto…
… GAME ON...

Digito velocemente il numero di Pops, che risponde al 2° squillo. 
<< Qualcuno mi stà seguendo da circa 10 minuti, da quando sono uscita dal parcheggio>> Lo informo velocemente,diretta al punto e senza fronzoli, esattamente come mi ha insegnato lui.
La conversazione è breve, in questo momento non c’è Pops dall’ altro capo del telefono ma Vincenzo Di Leonardo, il mio boss..  
Raccoglie tutte le info che gli servono e riattacca. Sono ormai abituata a queste interazioni, nel mio passato ho lavorato per lui in diverse occasioni, so cosa fare e cosa aspettarmi.
Ho iniziato dal basso, e mi sono guadagnata il mio posto in questa famiglia. 


Assorta nei pensieri arrivo al prossimo incrocio e come previsto la bmw si accosta.. 
Non sono mai stata una brava attrice ma questa parte mi riesce sempre bene…. Lo guardo quasi di sfuggita e sovra pensiero mi porto le dita alla bocca per rimuovere l’ eccesso di gelato dalle dita. La mia lingua carezza i miei polpastrelli in modo lento ma preciso, fino a portarsene uno alla bocca per succhiarlo dolcemente.  Quegl’ occhi neri sembrano scurirsi ulteriormente vedo il suo pomo d Adamo muoversi mentre deglutisce a fatica.
Gli piace ciò che vede..

Il gioco è iniziato e lui sta abboccando all’ amo proprio come previsto….

Sciolgo i capelli velocemente e li lascio cadere sulle mie spalle, formando onde leggere e soffici che mi sfiorano la pelle, poi il semaforo diventa verde e riparto..
Non ho bisogno di guardare nello specchietto retrovisore per sapere che si è rimesso in coda dietro di me,quando alzo lo sguardo la bmw è lì, vicino abbastanza da tenermi d' occhio e  lontano abbastanza da non attirare attenzione.

Continuiamo questo nostro gioco per quel che sembra un eternità, ad ogni incrocio si accosta e poi si rimette in coda, immersi nel nostro flirting ; La mia attenzione viene riportata al presente dal mio telefono che suona, rispondo al 1° squillo:
<< News? >> mi chiede Vincenzo
<< Mi segue, sono vicina, 5 minuti >> lo informo.
<< Bene >> la sua risposta è concisa e dice tutto .
<< Dove sono diretta? >>  chiedo per sapere se ci sono variazioni al protocollo che seguiamo di default per queste situazioni.
<< A casa >> mi risponde lui.
<< Lo sai che non lo prenderemo, vero? >> di solito non esprimo mai queste mie opinioni, ma questa volta mi sento che la situazione lo richiede. Qualcosa di questo uomo mi sfugge, è pericoloso, la famiglia deve saperlo.
<< Lo so >> e poi riaggancia….

 La consapevolezza mi prende di soppiatto, perche ormai sono vicina, solo una rotonda e…. Fine dei giochi, e forse un pó mi spiace? si  perché questo nostro giochetto è stata la cosa più interessante.. e si..... eccitante che mi sia accaduta in parecchio tempo.

Come previsto all´ultima rotonda l’ uomo al volante della bmw non mi segue nella trappola, ma procede per la sua strada ed in pochi secondi è sparito.
Questo vuol dire solo una cosa: conosce i confini e le regole, sa quali infrangere e quali no. Non è uno nuovo del mestiere.

Davanti casa mia c’è solo una macchina, mi dirigo verso il mio box sotterraneo, sistemo la macchina e salgo in casa. Ad aspettarmi in cucina, poggiato al bancone c’è Marco.
Marco fa parte della famiglia, e sicuramente Pops lo ha mandato qui per controllare che fosse tutto ok… e forse non solo per questo..

Mentre lo saluto e metto via la borsa, mi scruta da testa a piedi senza vergogna, il suo sguardo si sofferma sullo spacco del mio vestito, sui miei fianchi e sul mio seno, nonostante lo scollo del vestito non abbia una V profonda, i suoi occhi  trasmettono il messaggio, trasmettono il desiderio.

Marco ed io siamo amici e colleghi da molti anni e c’é molta confidenza tra di noi, ma nulla di più. Almeno non da parte mia, ma dal modo in cui mi guarda só che vuole di piú, e probabilmente ne ha giá discusso con Pops a riguardo, perché  nessuno oserebbe mai entrare in casa mia da solo e guardarmi in quel modo e cosi apertamente senza il suo consenso. Il pensiero mi infastidice, ma só che Pops lo fá perché ci tiene a me e mi vuole al sicuro, al fianco di persone fidate, per cui scaccio via il pensiero e cerco di portare a termine questa conversazione (che non è ancora iniziata, ma che voglio giá terminare) il prima possibile.

<< Ho sentito che hai creato casini, come sempre >> mi prende in giro Marco, il suo tono è scherzoso, ma sotto sento una nota diversa, rabbia? Gelosia?
<<  Mi conosci, casino è il mio secondo nome >>  Rispondo in modo scherzoso mentre mi siedo sulla sedia più lontana da lui…..

Marco mi porge il bicchiere d’ acqua che teneva in mano per me, e lo accetto volentieri, poi gli racconto tutto; Perché sò che questo è il motivo per cui è qui, un resoconto veritiero dettagliato e preciso di quello che è successo, ed è quello che fornisco, dall’ inizio alla fine, ma lui non lo sa che i particolari li tengo per me, non gli dico di come gli occhi dell’ uomo misterioso si siano scuriti mentre mi guardava leccare il gelato, di come abbia deglutito a fatica, ma soprattutto non gli dico della risposta involontaria dei miei muscoli del basso ventre, ne di quanto siano state bagnate le mie mutande tutto il tempo del nostro inseguimento.
 
 

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Capitolo 2
*** Casa ***


Casa
Ness pov

 
Ieri è stata una giornata come quelle che non mi capitavano da molto tempo, da quando la moglie di Pops si è ammalata, ed io ho ridotto drasticamente il lavoro per la famiglia ed ho iniziato a prendermi cura di lei. Il mio training come medico è servito. Scaccio in fretta questi pensieri quando gli occhi iniziano a bruciarmi e sento le lacrime appannarmi la vista.

Sono stanca, dopo gli avvenimenti di ieri , l’ uomo misterioso nella bmw….
Non sono riuscita a dormire, non per quello che è successo di per sé, ma per quegli occhi, mi hanno tenuta sveglia la maggior parte della notte, e quando sono finalmente riuscita a dormire, li ho sognati. Mi sono svegliata due ore dopo, sudata ed agitata. Dopo non c’è stato più sonno per me.

Di solito si dice: Non ho più l’età per fare le ore piccole; La verità è un'altra, cioè che da quando la moglie di Pops non c’è più, il mio ruolo nella famiglia è cambiato, diciamo che ora non devo più fare le ore piccole e lavorare quando mi viene richiesto (anche di notte), posso avere una vita normale, ed un ritmo circadiano come fisiologia comanda, ora se c’è bisogno di me vengo convocata, o vengono loro da me, e le volte che succede di notte sono poche, o almeno di recente sono diminuite molto; Diciamo che in questo periodo la faida con i nostri principali rivali, la famiglia De Angelo, non è più così sanguinolenta. Da quello che si vocifera il loro hitman più richiesto, vorrebbe iniziare a diminuire gli incarichi, vuole andare in pensione?...

Il suono del citofono mi riporta alla realtà, il postino mi consegna la posta e cosi inizia la mia routine quotidiana, o almeno dovrebbe, non riesco a concentrarmi, mi sento osservata. Dopo una veloce ispezione della casa e dei dintorni, concludo che è tutto in ordine. Lo so che sono solo paranoica, ma questo è il problema con la paranoia, esiste perché può essere utile.

Non riesco a scuotermi di dosso questa sensazione di essere osservata, quindi passo ad effettuare un rapido controllo del mio sistema di videosorveglianza interna ed esterna alla casa. Non sono bravissima, la tecnologia la capisco fino ad un certo punto…
Ancora una volta il training ricevuto da Pops molti anni fa mi ritorna utile. Apro l’ app sul telefono, mi collego al sistema di allarme ed effettuo i soliti controlli, quelli di routine  e quelli un poco più avanzati, per controllare che nessuno mi abbia hackerato il sistema di sorveglianza.
Dopo poco ho terminato, non sarò un hacker skillato, ma i controlli che ho effettuato, mi rassicurano che il sistema è sicuro.
A cuor più leggero inizio a lavorare. Verso le 10:00  mi rassegno al fatto che ho terminato le faccende di casa, ed ora solo un incombenza mi aspetta: La lavanderia.

Io odio gestire la lavanderia, ma il mucchio di panni sporchi aumenta e quello dei puliti diminuisce.  A malincuore scendo al piano inferiore, accanto alla porta del box c’è il mio obbiettivo (o il mio patibolo): La lavanderia.

Ormai rassegnata apro l’ app di streaming della musica e riproduco la mia playlist. Lavoro canticchiando ed il tempo passa più veloce.
Presto mi ritrovo ad aver finito con la lavatrice ed inizio un altro compito che non amo particolarmente: Lavaggio manuale dei panni. Gli unici indumenti a cui riservo tale trattamento sono l’intimo e le calze autoreggenti.

Ho da poco iniziato quando sento rumore di passi nel corsello del box.

I miei vicini di casa sono già usciti tutti e pochi di loro hanno figli grandi abbastanza da guidare la macchina, qualcosa non mi convince.. La paranoia ritorna..
...Merda..

Abbasso la musica e ascolto, i passi si fermano nelle vicinanze del mio box..
...Merda…

Nessuno della famiglia mi ha chiamata per avvisarmi che sarebbero passati, e comunque loro usano la porta principale, il box è per le emergenze, ma quelle sono precedute da una chiamata, cosi che io possa spostare la mia macchina. Per questo so che chiunque sia qui non è della famiglia, quindi non è benvenuto.

Scatto in azione in qualche secondo ed il mio training torna utile ancora una volta…..
Quando sento la porta del box aprirsi e passi dirigersi verso la casa, sono già in modalità GAME ON.

...Ascolto….
Una persona massimo due e rumore di scarpe eleganti, di quelle costose.  La porta accanto alla lavanderia si apre e due paia di scarpe eleganti in pelle (fattura italiana probabilmente) compaiono nel mio campo visivo.
Due uomini in piedi davanti a me, e…

Cazzo…
Uno dei due è quello della bmw di ieri, Si tiene in disparte e lascia che l’ altro uomo si faccia avanti….
Lui è qui…
U
na parte di me non è sorpresa, e l’altra? Beh l’altra suona vittoria, una vittoria che non sapevo di volere…

L’ altro uomo che ora è proprio davanti a me, non lo conosco: Avrà meno di 30anni, alto, capelli neri ed occhi di un blu intenso. Corporatura massiccia ( normalmente apprezzerei il corpo mozzafiato di quest’ uomo, ma in questa situazione no) ex militare?
La mia attenzione è catturata da un lieve brilluccichio, una fede nuziale.


Indossa pantaloni da completo elegante ma senza giacca. Le maniche della camicia sono arrotolate sui gomiti (probabilmente per non sporcarsele mentre forzavano la mia porta del box). Sull’ avambraccio noto un tatuaggio, una scritta: Nothi in inferrnum, è latino ma non ne conosco il significato.

Respiro profondamente occhi blu difronte a me inizia a parlare.
<< Buongiorno Ness, perdoni quest’ intrusione in casa sua, avremmo la necessità di scambiare due chiacchiere con lei >> il suo tono è cordiale ma cela una nota di minaccia.

Mi riprendo in fretta, poco importa che indossi ancora lo striminzito vestitino bianco che uso per dormire, poco importa che il vestito è bagnato perchè lavare i panni a mano non è una cosa che mi riesce bene. In questo momento sono in modalità sopravvivenza.
Ho già fatto i calcoli, so dove sono le vie di fuga ( non ne ho neanche una, la lavanderia è un locale cieco, con un sistema di areazione, e l’ unica via di fuga è la porta d’ ingresso, che è sbarrata dall’ uomo i cui occhi mi hanno tenuta sveglia tutta notte), so di non avere armi in lavanderia, se fossimo al piano di sopra sarebbe diverso, ma qui devo improvvisare.
D’ istinto la mano viaggia verso il flacone di candeggina che tengo li vicino..

<< Io non lo farei se fossi in lei>> mi dice occhi blu, << non abbiamo intenzione di farle del male, vorremmo solo parlare>>.

In un'altra vita gli avrei detto a denti stretti e con una nota di veleno, che non sono un idiota, che stanno giocando sporco perché loro sono due ed io una e che so che sotto la camicia hanno un’arma e forse non è l’unica che hanno.

Ma questo era una vita fa, ora grazie a Pops so cosa fare, lo guardo dritto negli occhi e rispondo in tono cordiale << Mi perdonerà ma le vecchie abitudini sono dure a morire. >> ritraggo la mano e proseguo a lavare il paio di mutande che ho in mano (di pizzo rosa antico), non è esattamente la situazione migliore ma di necessità virtù.
<< Se non vi dispiace possiamo parlare mentre finisco di lavare ciò che mi rimane >> con la mano faccio segno verso la pila di intimo e proseguo senza aspettare risposta.

Occhi blu non obbietta ed inizia a  porgermi delle domande, ovviamente le risposte che fornisco sono ben pensate ed alle volte giro intorno alla verità con la grazia e la naturalezza che mi rendono chi sono: Cj.

Presto mi stufo di questa situazione, la mia mente ed i miei occhi vagano altrove, lungo la stanza, fin a posarsi sull’ uomo i cui occhi mi hanno tenuta sveglia stanotte.
È poggiato contro lo stipite della porta, data la sua corporatura occupa metà dello spazio disponibile, bloccando la mia unica via di fuga.  Il suo corpo non è come lo avevo immaginato……. è meglio, infinitamente meglio. Indossa pantaloni da completo scuri ma senza giacca, anche le sue maniche sono arrotolate sui gomiti e noto lo stesso tatuaggio del suo complice.
I miei occhi vagano fino al suo volto, le labbra sono piene e tremendamente sexy, mi costa un grande sforzo resistere alla tentazione di attraversare la stanza e mordergli il labbro inferiore, per vederle gonfie e segnate dai miei denti…
Proseguo la mia esplorazione e per ultimo (non a caso) lo guardo negli occhi, esattamente quelli che ricordavo, neri, di un’intensità che mi fa contrarre i muscoli del basso ventre.

In lontananza sento la mia voce, mi rendo conto che non ho smesso di rispondere alle domande di occhi blu, ma la mia attenzione è chiaramente rivolta altrove.
Ritorno in me, in una situazione del genere la consapevolezza di ciò che ti circonda e l’essere presente con la testa, sono fondamentali. Ho un piano e devo portarlo a termine se voglio avere la possibilità di uscirne intera da questo incontro, o di uscirne e basta.. 

Senza mai distogliere lo sguardo dai suoi occhi, con mosse lente e calcolate aspetto che i nostri sguardi si incrocino, e mi avvicino le mutande che ho appena finito di lavare al volto, le annuso e decido che sono pulite, quindi le risciacquo e passo al prossimo indumento, al quale riservo lo stesso trattamento. I suoi occhi sono tutta la ricompensa che voglio, si scuriscono immediatamente, neri come la pece, cambia posizione del corpo e noto un certo rigonfiamento all’ altezza dell’ inguine. Gli piace ciò che vede.. 

Proseguiamo così per attimi o forse minuti, non saprei dire, occhi blu pone le domande  ed io rispondo, ma nel frattempo porto avanti il mio piccolo gioco di flirting con il suo collega dietro di lui, il quale si sta godendo lo spettacolo con un accenno di sorriso sulle labbra, e non sembra avere intenzione di intervenire nella conversazione.

Dopo un po’ occhi blu sembra aver capito di essere il terzo incomodo della situazione e di aver perso totalmente il controllo di quest’ ultima, quello ormai risiede con me e lui lo sa.

La prossima domanda è volta a riprendere potere, è un gioco che apparentemente sappiamo giocare in due.
<< Ci sei venuta in quelle mutande? >>  mi chiede occhi blu con un ghigno sul volto.
<< Ti piacerebbe saperlo….>> non è una domanda è un affermazione, è un colpo basso lo so ma in questo momento è tutto ciò che ho.
<< Si mi piacerebbe >> m’ immobilizzo un attimo perché la risposta non arriva da occhi blu, ma dall’ uomo dietro di lui che è rimasto in silenzio a godersi lo spettacolo. Il suo sguardo si posa sul mio mentre si avvicina. Si appoggia al lavandino e mi guarda con quegl’ occhi neri come l’abisso.
Mi riprendo in fretta e solo ora mi accorgo di cosa ho in mano, l’intimo di ieri.

La risposta mi scappa dalle labbra prima ancora di poterla pensare << Si, in queste proprio ieri mentre mi seguivi in macchina>>.
In un attimo mi strappa l’intimo dalle mani e lo avvicina al naso, posso giurare che il gemito che gli scappa dalla gola è il suono più sexy che abbia mai sentito... sono bloccata e non so come riprendere il controllo della situazione.

Con la coda dell’occhio vedo occhi blu assumere uno sguardo che dice: non posso crederci. Probabilmente aveva capito da un po’ che continuare non avrebbe portato più a nulla di producente per loro, per cui posa una mano sul braccio del suo collega che nel frattempo mi sta mangiando con gli occhi, e dice << Penso che abbiamo tutto ciò che ci serviva, grazie per il suo tempo>>
Così come sono arrivati vanno via….

Solo quando sento la porta del corsello dei box chiudersi mi rendo conto di due cose:
1 sono andati via
2 lo stronzo si è portato via le mie mutandine.
 
Con un grande sforzo fisico e mentale riprendo il telefonino da dietro il flacone di candeggina dove lo avevo nascosto e guardo lo schermo, la chiamata che ho avviato appena sentito la porta del box aprirsi, è ancora in corso, il numero di  Pops sullo schermo: durata 17 minuti.
Avvicino il telefono all’ orecchio << sono andati via >>
<< Lo so  >> mi risponde Pops <<  Marco è già sulle loro tracce, io stò arrivando, rimani dove sei la casa è monitorata dall’ esterno, arrivo appena posso >>
<< Pensi che li prenderemo questa volta? >> deve esserci paura nella mia voce, abbastanza da percepirsi attraverso il telefono. << No >>
Pops sospira e chiude il telefono.

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Capitolo 3
*** L' incarico ***


L’ incarico
Luca Pov
 
Quando il 4 luglio mi hanno chiesto di tornare in città per un incarico, speravo fosse una cosa semplice, speravo di poter tornare a breve a Nashwille, invece l’ incarico si è rivelato tremendamente difficile e mi ha impiegato più tempo del previsto.

Il mio obbiettivo è la nipote adottiva del boss dei Di Leonardo i nostri competitors in affari, ha delle informazioni che ci servono ed io devo raccoglierle.

Lavorativamente parlando quest’ incarico è molto al di sotto dei miei standard, ma capisco perché hanno chiesto a me, c’è un motivo per cui Vincenzo Di Leonardo l’ ha scelta tra tutti, c’è un motivo per cui la chiamano Cj (crown jewel) è l’ asset migliore che hanno.
Per quanto sia bella, intelligente, di carattere dolce e gentile è anche scaltra e spietata, senza considerare fottutamente attraente, cosa che lei sa e che non esita ad usare come arma nel suo già ben fornito arsenale.

Dei pochi che hanno avuto occasione di lavorare con o contro di lei tutti dicono la stessa cosa: Quanto più è dolce il miele, tanto più è letale la trappola. Per questo motivo Vincenzo la tiene nella sua gabbia d’ oro circondata da persone fidate. La mia unica speranza di terminare questo incarico a breve e tornare a casa entro fine settimana è che: stare
lontano dal business per diverso tempo come ha fatto lei, l’ abbia rammollita o almeno le abbia smussato gli angoli.


Nei giorni seguenti raccolgo tutte le informazioni che mi servono, dove abita, le attività di volontariato a cui prende parte,  la planimetria di casa sua, del suo box e relativo corsello, ecc.. Con l’ aiuto dei nostri IT riesco ad hackerare il sistema di videosorveglianza di casa sua e rimanere lì nella maniera più invisibile e difficile da individuare possibile.

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Al quarto giorno di osservazione  mi rendo conto che non tornerò a casa per il fine settimana, perché questa donna è l’ esatto opposto della routine.  Non riesco ad individuare nessun pattern che si ripeta, eccetto forse per i giorni in cui si dedica alle attività di volontariato, in quei giorni i suoi spostamenti sono più prevedibili.

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Sono passati circa 8 giorni ed ancora non ho un idea precisa dei suoi spostamenti fuori casa. Ho solo capito che sfrutterò uno dei giorni in cui fa  volontariato per approcciarla. Per quello che riguarda il tempo in casa? Mi tengo molto aggiornato, no  come termine è limitativo, è diventata un ossessione.

Già dopo pochi giorni mi sono accorto che quello che si dice di lei è vero, è intelligente, furba, scaltra bella ed anche dannatamente sexy.

Anche dalla pessima qualità del video delle telecamere riesco ad apprezzarne il profilo, i movimenti e  le curve del suo corpo.  I momenti che preferisco sono quando dopo la doccia si dedica alla skin care, la guardo attentamente mentre  applica la crema su ogni centimetro del suo corpo, con dita delicate e dannatamente tentatrici; Oppure quando è in piscina, guardare come l’ acqua le accarezza ogni centimetro del corpo.

Il giorno in cui ha deciso di mettersi a prendere il sole topless? Mi sono ritrovato con l’ erezione  più potente che avessi mai avuto ed a nulla è servita la doccia fredda. Oramai passo le notti a sognarla, mentre me lo prende in bocca nella doccia, nella piscina, sulla sdraio, sul suo letto… è una fottuta tortura.

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Al decimo giorno decido che è troppo, non ho mai dedicato così tanto tempo ad un incarico del genere prima d’ora. Conosco gli schemi di sorveglianza del personale addetto alla sua sicurezza e so che domani farà volontariato. Ho tutto ciò che mi serve. Finalmente è il momento di approcciarla, estrarre le informazioni che mi servono ( a tutti i costi )e tornare a casa, preferibilmente senza scatenare una guerra .

È un lavoro difficile e delicato e solo io posso portarlo a termine.
Questo è il mantra che continuo a ripetermi oggi 15 luglio mentre la aspetto nel parcheggio della clinica nella quale si trova. Non ho mai avuto bisogno di incoraggiamenti ma oggi questo mantra mi dà proprio questo, coraggio.

Quando alle 14.30 esce dal parcheggio della clinica ed inizio a seguirla qualcosa in me scatta: so di essere il fottuto hitman più richiesto della nazione, faccio questa vita da quando ero giovane, solo io posso portare a termine questo incarico e domani sera torno a casa.

Sarà l’ eccesso di zelo? la sproporzionata fiducia nelle mie capacità? non lo so, ma decido di rompere il protocollo ed affiancarmi a lei in macchina.
Due occhi marroni cioccolato mi guardano e per pochi secondi si spalancano per l’ incredulità, poi distoglie lo sguardo e parte. Continuo a seguirla da lontano perché ora che l’ ho vista la voglio. Voglio la donna delle mie fantasie erotiche dei miei sogni e delle mie notti senza riposo.

Quando si ferma a prendere un gelato ne approfitto per mandare al mio contatto le prove che stò facendo il mio lavoro. Sono sicuro che con questo traffico il click click della macchina fotografica non si sente.

Quando riparte le sono dietro come un segugio, al prossimo incrocio non posso resistere alla tentazione e la affianco ancora, quando si mette un dito in bocca ed inizia a succhiarselo , perdo completamente la ragione. Con un erezione incredibilmente dolorosa e con il solo obbiettivo di infilarmi nelle sue mutande continuo a seguirla, rapito.

Quando il mio telefono squilla, la voce del mio contatto riempie l’ abitacolo. Urla ed è agitato, lo sento nel suo tono, mentre mi dice che stò per entrare nel loro territorio.
Cazzo se passo il confine è GAME OVER

Torno in me giusto in tempo per evitare di prendere la sua stessa uscita alla rotonda, e tiro dritto. Giusto in tempo per mettere abbastanza distanza tra me e la sicurezza dei Di Leonardo che ora mi cerca. Torno in zona sicura appena in tempo.

Abbandono la macchina in una stradina secondaria e mi accerto di farla sparire secondo i sacri canoni.
Solo quando arrivo nel mio appartamento la realtà di quello che è successo mi pervade: Come un orso troppo goloso del miele più dolce mai annusato mi stavo facendo attirare nella trappola più letale che ci sia.

.....Cazzo….

Oggi era la mia occasione ed ho fallito. Non ne avrò un altra così facilmente.
Le mie certezze ora sono poche:
1. Devo portare a termine l’ incarico o questa cosa mi si ritorcerà contro.
2. Vincenzo Di Leonardo aumenterà la sicurezza su di lei in maniera esponenziale, non mi sarà possibile avvicinarla per molto tempo.
3. Incrementare le misure di sicurezza non è una cosa che accade overnight, ci vuole tempo; Devo agire e devo agire presto.

Da quel poco che so di lei domani non ha impegni, probabilmente sarà a casa.
Non perdo tempo e chiamo i miei fratelli, mi sento un po’ in colpa nel chiamare Sterling, ha una famiglia e sta cercando di allontanarsi da questi affari, ma al momento loro sono tutto ciò che ho; Terminata la chiamata inizio a mettere giù un piano d’ azione.

Quando a sera tardi mi mandano un sms con i dettagli del loro volo, è già tutto pronto. Mi vesto e vado a prenderli in aeroporto.  Quando Jack e Sterling arrivano, mi sento immediatamente più tranquillo, loro sono qui ed ora questo incarico non potrà fallire.

Nel viaggio verso il mio appartamento nessuno dei due parla, è il mio momento di raccontare tutto, di raccontare del mio incarico, del tempo passato a studiarla, del mio tentativo di seguirla, del modo in cui mi ha fottuto in macchina e di come da predatore sono quasi diventato preda.
Quello che non dico loro è che al di là dell’ odio che provo nei suoi confronti, e del fatto che non veda l’ora di liberarmi di lei, dopo quello che è successo sta sera, la voglio più di prima. Da un sentimento del genere non nasce mai nulla di buono e questo mi spaventa.

Una volta arrivati nel mio appartamento definiamo gli ultimi dettagli del piano. Domani prima di mezzogiorno  io e Sterling entreremo nel suo stabile e tramite il corsello dei box in casa sua. Non ci sono dubbi che il locale migliore per affrontarla sia la lavanderia. È una stanza cieca, con una sola via di fuga ed è anche quella in cui con meno probabilità avrà delle armi per difendersi.
L’ unico dubbio che rimane è: come l’ attireremo in lavanderia?


16 luglio
Siamo in postazione, Jack ci controlla da una zona sicura a bordo veicolo operativo, siamo in costante comunicazione tramite gli auricolari ed i  microfoni di cui siamo muniti. Abbiamo utilizzato questo tipo di set up molte volte nella nostra attività insieme, è senza dubbio il più adatto alla situazione attuale.

Io e Sterling ci dirigiamo verso il suo stabile e riusciamo ad entrare senza problemi.
La sicurezza è ridicola, c’è una macchina di vedetta fuori, ma all’ ingresso nessuno ci ferma. Questo pensiero mi fa infuriare, questa è la sicurezza che riserva al suo asset migliore? Vincenzo può permettersi di meglio. Continuo a credere che ad un certo punto qualcuno ci noti, magari mentre ci avviciniamo al corsello dei box, o magari mentre ci avviciniamo al suo box, ma non accade nulla.

Dalle informazioni forniteci  da Jack (garantire a Jack l’ accesso alle telecamere di casa sua era una necessità, dato che lui sarà i nostri occhi e le nostre orecchie all’ interno dell’ abitazione; Ma questo non lo ha resto più piacevole, come un bambino avrei preferito non condividere il mio gioco preferito)  Ness ha deciso che oggi è il giorno del bucato, quindi si trova già in lavanderia ed è improbabile che abbia un arma con se.
…..GAME ON.…
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Tutto procede secondo i piani, siamo in casa sua. Ness è bloccata in lavanderia, mi stò assicurando personalmente che non possa scappare, infatti con il mio corpo blocco la sua unica via di fuga. 

Mai nelle mie fantasie più remote avrei mai immaginato la scena che mi si para davanti; Ness in abitino corto bianco reso semi trasparente dalle gocce d’ acqua, che mi guarda e flirta con me, si perché anche se è Sterling  quello di fronte
a lei che le pone le domande, il suo sguardo è su di me e non mi lascia un attimo, mi godo questo momento appoggiato allo stipite della porta con la solita erezione dolorosa ed un sorriso stupido stampato sulle labbra.


Quando sento Sterling chiederle se sia venuta nelle mutande che stà lavando, scatto in avanti, la conversazione finalmente si fa interessante per me, voglio sapere se è venuta in quelle mutande e quando. La sua risposta mi stravolge <<  Si, in queste proprio ieri mentre mi seguivi in macchina >>. Senza pensarci due volte le rubo l’ intimo di mano e lo annuso, sa di bucato ma anche di qualcosa di più, sa di lei, una fragranza che non ho mai sentito prima, ma che stimola ogni centimetro del mio corpo.

Un gemito mi scappa dalla gola, ma proprio in quel momento Sterling mi tocca il braccio, il segnale è preciso. È ora di andare. Sono solo vagamente consapevole che Jack dall’ altro lato degli auricolari ci sta urlano di uscire di lì perché l’ intera sorveglianza dei Di Leonardo si sta dirigendo verso di noi. Usciamo e corriamo verso l’ uscita di sicurezza che ci porterà da Jack ed il nostro veicolo. Saliti a bordo Jack imbocca una stradina secondaria che in meno di 10 minuti ci porta in zona sicura, solo allora realizzo una cosa: tengo ancora strette nel pugno le sue mutande.
 
<< Come cazzo facevano a sapere che eravamo li? >> Chiede Sterling in tono furioso appena mettiamo piede nel mio appartamento. Mi sono chiesto la stessa cosa per tutto il viaggio di ritorno, ma non ho trovato nessuna risposta plausibile.


Dopo pranzo Jack inizia ad ispezionare i video della nostra operazione e dopo poco arriva la risposta alla fatidica domanda: In maniera precisa e veloce, appena Ness si è accorta che qualcuno stava entrando in casa sua, ha fatto partire una chiamata ed ha nascosto il telefono dietro il flacone della candeggina, non ho bisogno di leggere il nome sul display so già chi ha chiamato, ma Jack lo dice a voce alta lo stesso <<  Pops? >>  chiede incerto.

<< Alias Vincenzo di Leonardo >>  rispondo.

Mentre Jack lavora per estrarre dal filmato tutte le informazioni che servono a comprarmi la mia libertà, io mi verso un drink e mi siedo sul divano. Il famigliare dolore dell’ erezione nei miei pantaloni mi ricorda una cosa: Nonostante fosse messa all’ angolo in una situazione studiata per metterla in difficoltà, è comunque riuscita a trovare il modo di prendere in mano la situazione e ribaltarla a proprio favore.

……Cazzo quanto voglio quella donna……

 

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Capitolo 4
*** Viaggiare 1 ***


Viaggiare
Ness POV

16 Luglio
È passata meno di un ora da quando i due intrusi sono usciti da casa mia, ma ancora la sua fragranza aleggia nell’ aria della lavanderia, è maschile con una nota speziata.
Con passi lenti e tremanti mi porto in sala e mi lascio cadere sul divano, quello che più mi destabilizza è che non sento più casa mia come un luogo sicuro, l’ intrusione di quei due lo ha dimostrato.
Cerco di calmarmi e di ricompormi, ma inevitabilmente il mio cervello lavora alla lista dei posti più sicuri in cui posso scappare, la lista degli indumenti ed oggetti da portare con me.
L’ istinto di sopravvivenza lotta per prendere possesso, ma non lo lascio.
Solo una cosa mi tiene su questo divano: La richiesta di Pops, rimani dove sei la casa è monitorata dall’ esterno, arrivo appena posso…..

È passata un ora e mezza quando il campanello suona ed io apro la porta per fare entrare Marco. Non ho bisogno che me lo dica, lo leggo già nel suo sguardo, nel suo corpo, nella tensione dei muscoli, dal modo in cui si lascia cadere sulla sedia e mi chiede del whiskey.

Poi alza lo sguardo e lo dice: << Li abbiamo persi >>
 
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Verso sera preparo la cena ed aspetto Pops, il quale non si fà attendere a lungo.
Vorrei porgli mille domande, ma solo una è davvero importante, e decisiva per il mio futuro. << Chi erano? >> chiedo con voce incredibilmente fredda e composta.
Secondo le informazioni di Pops l’ uomo della BMW è Luca De Angelo, rinomato hitman dei nostri competitors, il suo compito era quello di avvicinarmi ed estrarre informazioni, preferibilmente senza farmi del male e senza attirare attenzione.
Il suo complice di oggi è Sterling Ford, era un suo ex compagno dei marines che sembra sia stato chiamato per cercare di riparare all’ errore che De Angelo ha commesso ieri.
Tutto ha senso ora, ma nulla ha importanza; Il mio mondo si è ribaltato. Dannato Luca De Angelo.

Quando Pops appoggia un biglietto aereo sul bancone della cucina gli occhi mi si riempiono di lacrime.
Non voglio lasciarlo qui, non voglio lasciare la mia famiglia, ma al momento la mia priorità devo essere io, e mettere quanta più distanza possibile tra me ed i De Angelo, perché cosa vogliano davvero da me non è ancora chiaro.
Prepariamo le mie valigie in silenzio, Pops rimane tutta la notte con me a proteggermi.


17. luglio
Pops  è già in piedi mentre preparo il caffè, ci salutiamo affettuosamente ed esco di casa, mi fermo un attimo sull’ uscio, << niente guerra per favore>>. Se coglie il mio messaggio Pops non lo dà a vedere.

La macchina mi attende fuori, pronta per portarmi in aeroporto. Oggi il livello di sicurezza attorno a me è impressionante, e questo mi infastidisce, dov’ erano ieri? Mettere in dubbio le decisioni del capo non è una mia abitudine e di certo non inizierò oggi. Fortunatamente non mi aspetto nessun attacco,  ieri i De Angelo hanno avuto quello che volevano , se mi attaccano oggi è guerra aperta, e qualcosa mi dice che non è quello che vogliono.
Luca doveva fare un lavoro pulito e discreto, invece ha mandato tutto a puttane, ed ora la sua famiglia si trova a doverne raccogliere i cocci, ed io a scappare.
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Dublino è sempre stata come una seconda casa per me, e Pops lo sa, per questo quando scendo dal Jet privato che mi ha portato qui, l’ area del terminal 2 del Dublin airport, è area di casa.
Marco è venuto con me, il suo compito è quello di assicurarsi che io sia al sicuro e che la mia sistemazione sia adeguata. Domani tornerà negli states. Quanto tempo io rimarrò qui non è chiaro, ma a me va bene così.

Mentre Marco si assicura che sia tutto in ordine e sistema i miei bagagli nel mio nuovo appartamento, io mi dirigo verso Connoly station e prendo la DART che mi porterà a casa della mia cara amica Siobhan.
Quando apre la porta la sorpresa nei suoi occhi è palese, non ci vediamo da tantissimi anni, anche se ci teniamo in contatto. Passo la serata con lei e la sua nuova amica, anche lei americana e mi sento al sicuro e felice.
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7 Agosto
Sono a Dublino da quasi tre settimane, e per quanto la mia vita qui sia fantastica con le mie amiche al mio fianco e nessun pericolo imminente, la notte è quella che temo di più. Il sonno mi ha abbandonata, passo le ore a rigirarmi nel letto senza addormentarmi, e quando ci riesco le più svariate immagini di Luca De Angelo mi tormentano nei sogni.
Gli incubi e le paure posso gestirli, mi è stato insegnato tempo fà, ma quello che mi destabilizza di più è sentire il suo profumo nelle mie lenzuola appena sveglia, sognare quei due occhi neri che mi fissano carichi di desiderio, riesco ancora a sentire nelle mie orecchie la sua voce, i suoi gemiti, ed onestamente non passa notte che non lo sogni nudo nel mio letto... È una fottuta tortura.
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08  Agosto
Stamane il frigorifero è vuoto, ho bisogno di andare a fare la spesa, indosso un paio di jeans ed una maglietta, e mi lego in vita la solita maglia a maniche lunghe, oggi la giornata è fantastica e soleggiata, ma come dicono i locals: Four seasons in a day.
L’ ombrello non è un alternativa, troppo vento, ma la maglia con il cappuccio è proprio ciò che mi serve.
Sistemata la spesa è ancora presto per mangiare, e non ho impegni con le mie amiche fino a domani, decido quindi di farmi un giro sul lungomare. La vista è spettacolare e placa i miei sensi istantaneamente.
La passeggiata è lunga  e bellissima, ma qualcosa non và, qualcuno ha iniziato a seguirmi da un po’.

Pops ha organizzato il mio soggiorno qui, ed io di solito non metto in dubbio le sue decisioni, ma quando ho realizzato che non avrei avuto nessuno della sicurezza con me, ho dovuto mordermi l’ interno della guancia per non protestare, avrei voluto urlargli che se si fosse degnato di assegnarmi un servizio di sicurezza decente sin dal primo momento, probabilmente non saremmo qui…. Ma non l’ ho fatto perché so quale scusa avrebbe usato: non ho bisogno di qualcuno che mi guardi le spalle, perché so farlo troppo bene da sola;
Per essere chiari non ho bisogno di guardie del corpo per gestirmi una situazione del genere, ma avere qualcuno che ti guarda seriamente le spalle fa sempre bene, soprattutto dopo gli ultimi eventi…

Cerco di mantenere la calma ed un andatura regolare mentre mi dirigo verso il centro città; Iniziano ad esserci più macchine in questa zona e la pavimentazione mi consente di sentire il rumore delle scarpe di chi mi segue…

Rumore di scarpe eleganti.

Prendo il telefono ed apro la fotocamera anteriore, il mio inseguitore capisce quello che sto facendo e si sposta velocemente, ma non veloce abbastanza: abiti da uomo, un completo elegante scuro. 

Il prossimo indizio è un dono del destino, una donna con un cane che viene nella direzione opposta  mi sorride mentre passa, poco dopo la sento scusarsi, rallento il passo ed ascolto; Da quello che capisco il cane è saltato addosso all’ uomo dietro di me, ovviamente sporcandogli il completo costoso. Aspetto la sua risposta trattenendo il fiato << Non ci sono problemi >>.
Quella voce la conosco, ma potrei sempre sbagliarmi, non posso trarre conclusioni affrettate, quante possibilità ho che lui sia qui?
Più di quante credo, ma comunque poche.. cerco di mantenere un atteggiamento tranquillo e di vagliare tutte le possibilità, ma internamente tremo.

Quando passiamo davanti ad un locale con dei tavoli fuori  il loro ventilatore sposta l’ area, e la folata che porta con sé, mi fà tremare le gambe e contrarre i muscoli del basso ventre in una maniera che è famigliare e dolorosa al tempo stesso.
Il mio corpo lo riconosce istintivamente quel profumo maschile con una nota speziata che mi tormenta da quasi tre settimane  e cazzo è anche meglio di quello che mi ricordavo. Ma come è possibile??.….

Alla prima occasione lancio un’ occhiata al finestrino della macchina parcheggiata lì vicino e mi si gela il sangue.

...Lui è qui….

 Il mio cervello lavora senza sosta, Pops ha detto che ha garantito la mia sicurezza, hanno stretto degli accordi che alla sua famiglia sono costati cari. Perché correre il rischio di rintracciarmi ora e qui? O i De Angelo vogliono la guerra, o lui è qui da solo.
Non voglio pensare alla seconda possibilità, non mi sono mai concessa illusioni nella mia vita, se sono arrivata dove sono è perché ho tenuto i piedi per terra e gli occhi aperti, sempre….

Giro a destra e la mia destinazione è proprio qui davanti a me, il dedalo di stradine che forma un incredibile labirinto.
A quest’ ora del giorno non ho il favore del buio, ma queste stradine sono sempre più buie, e questo mi basta.

Giro a sinistra ed imbocco la prima stradina, passando accanto al mio ristorante preferito, lancio un occhiata alla sua vetrina e lo vedo che mi segue, passato il bar con l’ insegna rossa, svolto in una stradina laterale semi nascosta dietro i bidoni della spazzatura, sono sicura che non mi ha seguita, lo vedo nel riflesso della macchina parcheggiata accanto a me.
Senza perdere tempo, faccio il percorso che conosco bene, fino a ritrovarmi sulla strada di prima ma dietro di lui.

Potrei girarmi e tornare a casa, ma non ho garanzie che non mi ritrovi ancora. Non ho dubbi che posso trovare un posto sicuro e riuscire a prenotare un volo per tornare negli states, è quello che Pops vorrebbe in questa situazione, ma io non scappo dai problemi, li affronto e li risolvo.

Non sono sicura che Luca De Angelo sia un problema risolvibile, ma la mia mente ed il mio corpo hanno già preso la decisione per me, odio ammetterlo a me stessa, ma voglio rivederlo, sentire i suoi occhi su di me, voglio mordere quelle labbra, e più di tutto lo voglio nel mio letto, voglio consumare questa voglia che ho di lui, lasciarla bruciare e rinascere dalle ceneri come una persona nuova, così finalmente potrò tornare a casa, libera.

I miei piedi mi guidano verso di lui, mi avvicino piano ed estraggo l’arma, la punto contro la sua schiena e lui si ferma, parlo con voce chiara e ferma
<< Cos’ altro vuoi da me De Angelo?>> Le ultime parole le dico con una nota di disprezzo, e dalla postura del suo corpo capisco che ho fatto centro.
 

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Capitolo 5
*** Viaggiare 2 ***


Viaggiare 2
Pov Luca
24 Luglio
Sono a Nashville da una settimana e la mia vita è un inferno, ero un’ illuso a pensare di tornare a casa e che tutto tornasse come prima.
Nulla è più come prima, io non sono quello di prima.

Le mie azioni della settimana scorsa hanno attirato involontaria attenzione sull’azienda di famiglia che si è trovata a dover cercare di calmare le acque e le ire di Vincenzo Di Leonardo, che minacciava guerra aperta per esserci avvicinati a lei.
Le acque finalmente si sono calmate, i nuovi accordi sono stati stabiliti ma a caro prezzo….

Da quello che so lei è sparita.
La mattina dopo il nostro incontro una macchina l’ha portata in aeroporto, ed è salita a bordo di un jet privato con destinazione top secret.
Inutile dire che appena le acque si sono calmate ho iniziato a cercarla, ovviamente devo farlo da solo, non posso coinvolgere l’ azienda di famiglia.

Ogni notte quegl’ occhi mi tormentano nei sogni e come se non fosse abbastanza gli incubi sono tornati.
Ho provato a darmi tempo, distrarmi, ma nessuna delle donne che è passata nel mio letto mi ha dato un erezione potente anche solo la metà di quella che mi dà il solo pensiero di lei.

Nessuna di loro mi rimane nella testa il giorno dopo. Il profumo di nessuna di loro mi tormenta ogni giorno.
Secondo Jack ho trovato una donna capace non solo di tenermi testa ma anche di fottermi e secondo lui non è l’ultima che vedremo di lei.

30 Luglio
Tutti i miei sforzi sono vani, non riesco a trovarla, è sparita dai radar.
…Nulla…

Giorno dopo giorno sento crescere la rabbia e qualche sopramobile in casa ne ha pagato le conseguenze.
Mi rimane un’ unica soluzione, ed è proprio qui davanti a me, ma non riesco a trovare il coraggio di ammettere che Jack aveva ragione.
Prendo un respiro profondo e mi guardo nello specchietto della mia BMW. Ho un aspetto orrendo, quando mi sono stabilito a Nashville ho preso qualche kilo, ma questi sembrano spariti ora, e le occhiaie sono sempre più scure sotto gl’ occhi, sembro ancora il marines di tanti anni fa. Chiudo gli occhi, faccio un respiro profondo ed esco dalla macchina.

È sera ed il Barrelhouse si stà lentamente popolando, entro e mi siedo su uno degli sgabelli del locale. Jack mi vede subito e si avvicina.
<< Hai un aspetto di merda, ma è bello vederti qui >> mi dice.

Ordino il mio solito , appena arriva il mio drink guardo Jack negli occhi e gli dico: << Avevi ragione>>
Jack mi guarda con uno sguardo dubbioso, come se non fosse sicuro del soggetto della nostra conversazione, dopo pochi minuti mi chiede: << Hai finito di cercare la soluzione ai tuoi problemi nelle lenzuola altrui?>>
Annuisco, il messaggio è chiaro ed anche la critica sottesa.
<< Da quanto la cerchi? >> mi chiede
<< Sono quasi due settimane…. >> rispondo con un sospiro.
<< Novità? >>
Scuoto la testa.

Jack mi guarda un attimo poi si allontana e quando torna ha una busta con se, la posa sul bancone ed aspetta.
Prendo la busta tra le mai, è pesante, quante informazioni ha raccolto? Da quanto? Perché? Lo guardo e lui risponde alle mie domande senza bisogno di pronunciarle.

<< Quando Sutton è tornata a casa dal suo viaggio in Irlanda, ha mostrato alcune foto a Sterling delle sue avventure e delle sue amiche; In una di queste compariva lei. >>

Apro la busta ed estraggo la foto in questione, vedo Sutton, con lei, ed un'altra donna, si chiama Siobhan mi spiega Jack, da quello che gli ha spiegato Sutton lei e Ness sono amiche di vecchia data.

<< All’ inizio non sapevamo cosa fare, tu eri tornato da poco e la sua famiglia  aveva da poco stabilito i nuovi accordi con la tua, non eravamo sicuri che fosse il momento giusto, poi hai iniziato a cercare soluzioni nelle lenzuola altrui..  Abbiamo sperato che trovassi la tua dimensione e che andassi avanti senza di lei…>> Si interrompe un attimo, beve un sorso del mio drink e continua. << Dopo che hai rotto il primo vaso abbiamo capito che non avresti lasciato stare facilmente. Sono giorni che aspetto questo momento….Non volevamo forzarti la mano >>.

Guardo la foto di lei e Sutton e gli occhi iniziano a pizzicarmi, ricaccio indietro le lacrime. Cazzo sono passate solo due settimane ma ora mi rendo conto di quanto avessi bisogno di vederla. Nella busta tovo tutte le informazioni che mi servono, compreso il suo indirizzo: Dublino...

Dannazione il vecchio si è proprio impegnato questa volta!!
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01 Agosto
Ho un contatto sul posto, mi stà fornendo le informazioni che mi servono, ed in questi giorni mi sento come se mi fosse stata ridata una parte di me, una che non sapevo di aver perso.
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07 Agosto
È tutto pronto, l’ aereo partirà tra poche ore . Ho un piano d’ azione ovviamente, ma quando lei è nei paraggi i miei piani tendono a sfumare nel vento. Ho solo una certezza, mi aspetta una battaglia dura, ma la prospettiva non mi scoraggia.
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08 Agosto
Il lungo mare davanti al suo appartamento a Dublino è stupendo, ma quello che mi infastidisce è la totale mancanza di sicurezza attorno a lei… non sapevo quanta sicurezza Vincenzo avesse predisposto, ma questo? Non è quello che mi aspettavo.
Seduto in questo pub riesco a vedere il suo edificio, quando la porta si apre e lei esce io sono già in pedi.
La seguo in lontananza, ma se ho imparato qualcosa avrà già capito di essere seguita. La vedo armeggiare nella borsa e tirare fuori il telefono, fotocamera anteriore accesa, scatto di lato per istinto, spero solo di essere stato veloce abbastanza.

Ora che la vedo devo ricordare a me stesso che non posso prenderla, sbatterla contro il primo muro, baciarla fino a perdere il respiro, e poi spiegarle tutto.

Ancora perso nei pensieri, mi rendo conto solo quando è troppo tardi della donna con il cane che cammina nella direzione opposta, appena mi vede il cane mi salta addosso ed inizia a scodinzolare. La donna si scusa per il danno al mio completo, Ness rallenta il passo. << Non ci sono problemi >> le rispondo
Appena sente la mia voce aumenta il passo, come se fosse quello che aspettava.  Un battito di ciglia, è tutto il tempo che mi serve e quasi l’ ho persa, ha girato in una strada laterale, ed ora si dirige verso una stradina piccola e buia.
In questo momento capisco che questo era il suo piano sin dall’ inizio, devo stare attento perché non conosco il posto, e perderla in questo dedalo di stradine è fin troppo facile.
Non finisco di formulare questi pensieri che è sparita. Ho solo il tempo di guardarmi in torno, prima di sentire la pistola puntata sulla mia schiena e la sua voce che con tono sprezzante mi dice: << Cos’ altro vuoi da me De Angelo?>>.

Ogni fibra del mio corpo urla PERICOLO, non solo per l’ arma puntata alla mia schiena, ma anche perché siamo in un ambiente che non conosco , pubblico, questa situazione può degenerare velocemente.
<< Perché non ne parliamo in un luogo più appartato? >> le chiedo.
<< Avanti sulla destra, entra in quel pub >> mi dice lei.
La sento avvicinarsi e prendermi a braccetto, l’ arma ancora puntata contro di me.
Mentre camminiamo non posso evitare di registrare che lei è qui con me, per la prima volta sento il suo tocco, il suo profumo ed il calore del suo braccio attorno al mio è una sensazione nuova, mai provata, e forse non mi dispiace…

Entriamo nel locale che mi indica, ci sediamo ad un tavolo, ed ordiniamo qualcosa. << Chi ti manda?>> mi chiede. Non è una richiesta di informazioni, è un ordine, la sua arma puntata verso di me sotto il tavolo detta le regole.
<< Sono qui da solo, nessuno dell’azienda mi ha mandato>> le dico.
<< Come mi hai trovato? >> mi chiede.
Faccio scivolare sul tavolo la foto di lei e Sutton, << è la sorella di un caro amico>> le spiego, sorvolando sul fatto che lei Sterling l’ ha già incontrato.
<< Il tuo complice, quello alto e sexy? >> Chiaramente è una provocazione, ma non mi piace che consideri Sterling sexy.
<< Da quanto tempo sai dove sono? >> mi chiede con voce decisa, posso vedere i pensieri formarsi nella sua testa.
<< Una settimana circa >> le rispondo
Trattiene il respiro per un attimo e poi mi pone l’ unica domanda a cui non ho risposta << Perché sei qui?>>

Non so cosa dire, le parole si affollano nel cervello ma non riescono a venirne fuori… In quel momento il cameriere ci interrompe portandoci il nostro ordine, Caffè per me e tea per lei, English breakfast , versa in fretta un po’ di latte aggiunge l’ acqua, mescola velocemente con il cucchiaino e poi lo poggia sul piattino adiacente.
Mi guarda negli occhi e attende.
Prendo un sorso del mio caffè, cerco di guadagnare tempo perchè non so cosa dire.
Quando sento la leggera pressione sulla mia gamba sotto il tavolo, so che la stò facendo attendere troppo e lei vuole risposte.
Non che io non sia armato, potrei tirare fuori la mia arma e darle pane al pane e vino al vino, ma sarebbe una carneficina ed un problema di dimensioni atomiche.
Chiudo gli occhi e prendo un respiro profondo, quando li riapro sto già parlando << Prima di incontrare te ero al top della mia carriera, nessuno era mai riuscito a fottermi come hai fatto tu; mi ha riportato con i piedi per terra.  Non ho mai incontrato nessuno che mi stimolasse ad essere di più, ad essere meglio….. qualcuno che mi tenesse testa.
Per questo all’inizio ti ho odiato.
Ho pensato molto a quello che è successo tra di noi, l’ ho studiato ed analizzato per tutto questo tempo, e sai cosa ho realizzato? L’ altro giorno, io potrò anche aver consegnato le informazioni che mi sono state richieste>> non c’è motivo di mentirle ora, probabilmente sa già tutto, << ma tu sei riuscita a fottermi lo stesso, nonostante fossi sola e con poche possibilità di difesa.
Hai ribaltato il mio mondo la prima volta che ti ho vista, quando ti sei portata alla bocca un dito dopo l’ altro sporchi di gelato ed hai iniziato a succhiarli, guardandomi dritto negli occhi.
Quando la notte chiudo gli occhi rivedo la scena della tua lavanderia, sento l’ odore del tuo intimo.. cazzo anche in questo momento vorrei solo prenderti contro il muro, in un istante senza pensarci due volte. È un tormento. 
Non leggerci romanticismo che non c’è, voglio solo, consumare questa voglia che ho di te, lasciarla bruciare fino a che si estingue, così potrò finalmente tornare a casa, Libero.>>
Non so esattamente quale parte di questo discorso abbia fatto centro, ma la pressione sulla mia gamba sotto il tavolo sparisce e lei si alza. Lascio un biglietto da 20 sul tavolo e la seguo fuori dal locale. La strada di ritorno verso casa sua mi sembra non finire mai.
 
Quando entriamo nel suo edificio, mi è addosso in un secondo. Le mie labbra trovano le sue e i suo denti affondano nel mio labbro inferiore, sicuramente mi ha lasciato un segno.
La prendo in braccio, le nostre labbra ancora unite in un bacio feroce, e profondo, un bacio che entrambi aspettavamo da troppo tempo.
Premo il suo corpo contro la porta dell’ ascensore e con una mano schiaccio il bottone per chiamarlo al piano. Arriva subito, fortunatamente vuoto,  entriamo di fretta e lei preme il pulsante del piano. Appena le porte si chiudono ,le nostre labbra si separano e la sua lingua trova il mio collo. Quando inizia a succhiare la sensazione è incredibile. Non è la prima volta che mi fanno un succhiotto , ma questa è molto più potente. Sento il dolore della mia erezione full force , che le preme contro l’ addome, ma lei non si stacca. 

Quando arriviamo al suo appartamento, scende da me e tenta di  aprire la porta ma le sono dietro in un attimo, la mia mano cerca i suoi pantaloni, l’ elastico delle sue mutande e scorre fino al punto in cui è già bagnata. I suo gemiti sono benzina sul fuoco, qui nel ballatoio del palazzo chiunque potrebbe vederci, ma non mi importa. La voglio qui ed ora, ma evidentemente lei è di altro parere, perché apre la porta dell’ appartamento ed io la lascio andare.

La seguo dentro e quando la porta si chiude alle mie spalle, mi ci ritrovo schiacciato contro, il suo corpo mi intrappola, le sue dita tentatrici iniziano a spogliarmi, tirandomi via prima la giacca, che cade a terra dimenticata al mondo, poi la camicia che lascia cadere atterra vicino alla giacca.
Le sue labbra trovano il mio petto, e il primo morso mi riscuote.
È troppo vestita, devo pareggiare la situazione. 
Il suo abbigliamento è semplice: un paio di jeans , una maglietta a maniche lunghe ed una a maniche corte sotto. Con movimenti veloci e precisi, le tolgo le due maglie e le lascio cadere per terra, poi le slaccio i pantaloni. Le sue dita trovano i mie capelli , la prendo in braccio e la faccio  sedere sopra un tavolino basso nell’ ingresso. Le sfilo i pantaloni, e mi prendo un attimo per guardarla.

La sua bellezza è naturale, non indossa trucco, niente ritocchi estetici; Il suo corpo è fantastico, con le curve giuste al posto giusto, i suoi seni sono della dimensione perfetta per le mie mani. Le labbra sono rosse, arrossate dal trattamento che gli è stato riservato poco fa, ma la parte che più mi è mancato vedere di lei sono gli occhi, occhi del colore del cioccolato fuso che trasmettono puro piacere.
Sento le sue mani sulle mie spalle spingermi verso il basso, in automatico rispondo al suo comando,  mi inginocchio davanti a lei che apre le gambe per me. La mia bocca trova il suo interno coscia, la scia di baci che lascia è infuocata, le rimuovo le mutandine e mentre con una mano procedo a stravolgere il suo mondo con l’ altra mi metto in tasca quel paio di mutande.
 
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Stare qui con lei è un oasi, nessuno dei due parla della nostra vita negli states, le armi ed i telefoni rimangono dimentichi sul tavolo in sala.
Il primo giorno avevo paura che una volta varcata la soglia del suo appartamento non mi avrebbe più fatto rientrare, ma non è stato così; sono andato nel mio hotel per prendere le mie cose e quando sono tornato da lei, mi ha aperto la porta accogliendomi con uno dei sorrisi più caldi mai ricevuti.

Il sonno è finalmente tornato, non è sempre privo di incubi, ma quando mi succede Ness si sveglia e mi abbraccia, carezzandomi il volto inizia a parlarmi, io piano piano mi focalizzo su di lei e l’ incubo si dissolve.
Quando mi sveglio con lei tra le mie braccia, il suo profumo mi invade le narici, profuma di vaniglia e rum ed è buonissimo. Al mattino le preparo la colazione e passiamo un sacco di tempo a decidere cosa fare, che posti visitare, o come gestire i nostri impegni. A mezzogiorno e cena lei cucina per me, adoro la sua cucina, mi ricorda casa e la mia infanzia.

L’ attrazione fisica tra di noi non sembra scemare , anzi più stiamo insieme più  siamo attratti.
A letto sembra una bomba pronta ad esplodere, una che solo io posso detonare, e mi piace avere questa capacità su di lei. Stò imparando a conoscere meglio il suo corpo, adoro il modo in cui la sua voce cambia quando sono dentro di lei, adoro vedere come si morde le labbra prima di venire, adoro il suo sapore sulla mia lingua, ma soprattutto adoro quando me lo prende in bocca  fino in fondo, adoro la sensazione di perdermi e di svuotarmi dentro di lei. Il sesso con lei è il migliore che abbia mai provato.

I giorni passano veloci e la nostra settimana insieme arriva al termine, lentamente la consapevolezza che dovremmo tornare alle nostre vite, si impossessa di noi. Abbiamo affrontato questo argomento il primo giorno, dopo i primi orgasmi che ci siamo scambiati. Le nostre intenzioni sono state chiare fin dal principio, far bruciare questa voglia che abbiamo l’ uno dell’ altro fino a che non si estingue, per poi tornare alla vita di prima, finalmente liberi.

L’ unica regola che ci siamo imposti è di evitare qualsiasi contatto futuro. La chimica tra di noi è troppo potente, ed è come una droga, una volta che inizi non puoi più smettere.

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Capitolo 6
*** Collaborazione ***


Collaborazione
POV Luca
17 Agosto
Sono tornato a Nashville.

Sono finalmente libero da lei, ho lasciato che il fuoco consumasse la voglia che avevo di lei ed ora mi sono rialzato dalla ceneri come un uomo nuovo.

Stasera al barrelhouse un paio di occhi verdi e capelli biondi catturano la mia attenzione, mi guardano con quello sguardo carico di desiderio che conosco bene, ed è un occasione troppo ghiotta da passare.

Quando la bellissima bionda si dirige verso di me con un bicchiere di Gin in mano, so che la farò mia in macchina, non credo di riuscire a resistere fino a casa, i miei pantaloni sono troppo stretti.

A fine serata siamo nella mia macchina, parcheggiata lontano da occhi indiscreti, nessuno ci disturberà stasera, la gente di qui riconosce un predatore quando lo vede ed un De Angelo è esattamente questo: Un predatore.

Le labbra di questa fantastica donna si aprono al mio tocco, ma quando la mia lingua incontra la sua non sa di Gin, sa di rum e vaniglia.

Mentre mi sbottona i pantaloni mi avvolgo i suoi capelli in mano, ma non sono più biondi, sono neri.

Capelli neri ed occhi marroni colore del cioccolato fuso, lei si fa strada nei miei pensieri.

Lascio che la bionda di sta sera prenda il controllo ,ma non è più lei che vedo davanti a me, è qualcun'altra, qualcuno che ho lasciato a Dublino.

Passerà, Passerà… ripeto a me stesso mentre i postumi dell’ orgasmo mi abbandonano.

Passerà mai davvero?
 
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22 Agosto
 È passata una settimana dal mio ritorno e tutto sembra tornato come prima, io mi sento tornato quello di prima.

Stamane mi hanno contattato dall’ azienda di famiglia per un incarico, con ritrovato entusiasmo accetto: Dovrò imbucarmi ad un party privato organizzato da un azienda competitor nel settore, i Black, per estrarre alcune informazioni.  
Dalle notizie che ho il mio obbiettivo è una pen drive nera, custodita gelosamente nell’ ufficio del capo.

Solo una cosa mi infastidisce:  Dovrò lavorare a stretto contatto con un membro dei Di Leonardo, apparentemente le informazioni servono anche a loro, ma nessuno dei due si fida abbastanza dell’ altro per mandare un uomo solo; Motivo per cui mi è stato assegnato uno scomodo partner, la cui identità non è dato sapere; Lo incontrerò tra poco e ci dirigeremo alla festa insieme.

Sono quasi le 20:00 e sono nel posto indicato per l’ incontro con il mio partner, ho mandato poco fà i dettagli della mia posizione e della mia auto al numero che mi è stato fornito.

L’ auto che sta entrando nel parcheggio  si ferma poco distante dalla mia, una persona scende ed io sento tremare il sedile sotto di me.
L’ ultima persona al mondo che mi sarei aspettato di vedere è Ness; Si avvia verso la mia macchina con fare veloce e sicuro, la sua espressione mi fà capire che neanche lei vorrebbe questa partnership scomoda.

Approfitto di questo istante per guardarla: è bellissima ed elegante nel suo abito color blu notte, scollatura generosa e niente reggiseno, l’ abito è lungo fino al piedi, con uno spacco vertiginoso, non vedo le scarpe ma senza dubbio, tacco alto. Scommetto con me stesso che non porta le mutande, questo è un tipo di abito che si porta senza.

Quando apre la portiera della mia macchina ed entra la sua espressione cambia, nei suoi occhi leggo stupore, poi dubbio, poi.. rabbia?

<< Avevamo una sola regola da rispettare, UNA SOLA!!!>> Il tono è tagliente e diretto al punto.
<< Buona sera a te, stò bene, grazie per avermelo chiesto>> le dico con voce stizzita, la sua mancanza di fiducia nei miei confronti brucia. Davvero pensava che avrei infranto l’ unica regola che ci eravamo dati?
<< Basta stronzate, sapevi che il tuo partner sarei stata io? hai chiesto tu di essere assegnato a questa missione?>> Mi chiede lei, diretta al punto.
<< No >> le rispondo onestamente, la vedo tirare un sospiro di sollievo. Si rilassa automaticamente nel sedile accanto al mio. La voglia di poggiarle una mano sulla spalla in segno di supporto è tanta, ma non lo faccio.
Sebbene non abbia infranto l’ unica regola della nostra separazione, sono comunque colpevole, perché in questo momento tutto quello che voglio è baciarla e ritornare nella nostra oasi.

Senza perdere altro tempo partiamo verso il nostro obbiettivo ed io posso quasi sentirlo nell’ aria quando entriamo in modalità GAME ON.
È una corrente elettrica che passa tra di noi, un richiamo ed una connessione attraverso i nostri istinti e le nostre capacità. Professionalmente parlando sono curioso di vedere come evolverà questa partnership totalmente inaspettata.

Quando arriviamo alla location della festa ci affianchiamo al valletto, che oltre a prendere la macchina ci chiede gli inviti. La mia mano và automaticamente all’ arma che tengo con me, ma in quel momento Ness mi appoggia una mano sul braccio e dice: << Qui tesoro, li ho io in borsa >> dalla borsa estrae due inviti, il valletto li osserva e decide che possiamo passare.

Consegno le chiavi della macchina e mi dirigo verso il lato passeggero per aprirle la portiera.
Accetta volentieri la mano che le offro, tenendo le nostre mani strette l’ una nell’ altra scende dall’ auto; Quando con le mie labbra sfioro il dorso della sua mano, sento i brividi lungo la schiena.

Ci avviamo a passo lento verso l’ edificio davanti a noi, è opulento e luci artisticamente posate sulla facciata gli danno un aspetto mistico.
Una volta all’ interno, l’ atmosfera è quella che ti aspetti ad eventi come questi, il potere ed i soldi trasudano dalle mura.
Non esattamente il mio stile ed accanto a me vedo Ness storcere il naso, neanche il suo stile apparentemente. 

Prendiamo due calici di champagne che ci vengono offerti ed iniziamo la ricognizione del posto, ci immergiamo tra la folla e nessuno potrebbe sospettare di noi, sembriamo una giovane coppia che si gode il party e fa conversazione.

Dalle informazioni che possediamo, lo studio è al piano superiore, collegato a questo tramite un ascensore, delle scale di servizio e delle scale interne; Ognuna di queste va ispezionata per scegliere la più sicura da usare.

Al termine delle nostre ispezioni Ness mi informa che le scale di servizio non sono utilizzabili perché collegate ad un sistema di allarme.
L’ ascensore  è altrettanto inutilizzabile la informo, perché il valletto non lascia uscire nessuno a quel piano.
Le scale interne sono la nostra unica possibilità, poste sul lato più lontano dello stabile in una zona più riservata.

Ness mi prende per mano e mi guida verso le scale con passo leggero ma deciso. Una volta raggiunto il nostro obbiettivo mi preme contro il muro e mi bacia, un bacio freddo e ….. e finto.
Si stacca e mi sussurra all’ orecchio << Reggimi il gioco>>, mi morde delicatamente l’ orecchio e riporta le sue labbra sulle mie.
Il suo intento è chiaro, vogliamo apparire agli altri come una coppietta affiatata desiderosa di privacy.

Nessuno ci guarda, quando la prendo per mano e la guido nelle scale.
Una volta che la porta si chiude alle nostre spalle, lei si stacca da me ed iniziamo a salire. Al piano di sopra ci sono molte guardie, ma nessuno di loro fa caso alla giovane coppietta che si aggira per il piano alla ricerca di posti appartati.
I nostri piedi trovano da soli la via per verso il nostro obbiettivo, l’ ufficio.

Le guardie poste a guardia dello studio sono troppe per una persona sola ed un lavoro pulito, silenzioso ed efficiente, ma Ness mi sorprende ancora una volta, con un solo sguardo capiamo come dividerci il lavoro, in tempo da record e tutto sommato molto silenziosamente liberiamo la strada.
L’ingresso dell’ ufficio è vincolato dal riconoscimento biometrico, con mani veloci e skills avanzate nel breve tempo Ness riesce a bypassare il sistema di video sorveglianze ed aprire la porta dello studio, senza far scattare alcun allarme.


Apparterremo anche a due famiglie nemiche ma insieme formiamo team formidabile.

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Capitolo 7
*** Collaborazione 2 ***


Collaborazione
Ness POV
 
Quando varco la porta dell’ ufficio i miei occhi si puntano sulla scrivania, mi avvicino in fretta e trovo subito quello che mi serve: il primo cassetto è chiuso a chiave.
Luca rimane alla porta a fare da vedetta, mentre io mi preparo.

La mia arma più utile in questi casi è il fermaglio per capelli che Pops fece fare apposta per me. Lo sfilo dai capelli e ne ruoto la punta fin a che non compare la lama piatta che mi serve. Con grande velocità e precisione forzo la serratura del cassetto e lo apro. BINGO, i miei occhi cadono subito sul nostro obbiettivo, ma lì acconto un agenda nera è aperta, il nome scritto su uno delle pagine mi fa gelare il sangue: Vincenzo Di Leonardo, completo di indirizzo e numero di telefono .

Tra la lista dei famigliari trovo il mio nome con l’ indirizzo e numero di telefono, stessa cosa per gli altri parenti.
Cazzo..
Il mio obbiettivo è la pen dirve non l’ agenda, non ho tempo di scoprirne i contenuti quindi non ho abbastanza informazioni per sapere se vale la pena o meno di correre il rischio di prenderla, sicuramente la sua assenza non passerà inosservata. Devo fare una scelta….
Prendo la pen drive << Trovata >>  comunico a Luca tenendola in modo che possa vederla.
Nei suoi occhi vedo l’ approvazione.

Mentre mi sistemo il fermaglio nei capelli, usciamo dall’ ufficio e riprendiamo la nostra scena della coppietta in cerca di privacy.
Siamo nelle scale in pochissimo tempo, scendiamo al piano inferiore in cui la festa è ancora in corso, gli invitati sono ignari di ciò che è accaduto al piano di sopra.

Ai loro occhi siamo una coppietta innamorata che si tiene mano nella mano e che al primo momento utile cerca di svignarsela dalla festa per terminare la loro serata nel primo motel disponibile.
Mentre ci dirigiamo verso l’ ascensore che ci porterà al piano dove tengono tutte le macchine più di uno sguardo e qualche occhiolino vengono rivolti nella nostra direzione.

Appena siamo nell’ ascensore le labbra di Luca sono sulle mie, il bacio è caldo, feroce e.. e vero. Il mio corpo premuto contro la parete dell’ ascensore si accende di desiderio. Passa una mano nella scollatura del mio vestito, trovando facilmente un seno, il gemito che mi esce dalla gola è gutturale, primordiale e di puro piacere.
Il valletto in ascensore con noi stà facendo del suo meglio per ignorarci, quando le porte dell’ ascensore si aprono e noi usciamo, lo vedo tirare un sospiro di sollievo.

Troviamo l’ auto in poco tempo e appena siamo a bordo Luca accende il motore e parte.
La mia mano viaggia automaticamente verso i suoi pantaloni, li sbottono ed abbasso la zip. Indossa un paio di boxer neri attillati che a mala pena contengono la sua erezione.
Passo la mano lungo l’ elastico dei boxer e sento il suo respiro farsi più corto. Quando abbasso l’ elastico e lo prendo in mano un gemito gli sfugge dalla gola ed è il rumore più sexy che abbia mai sentito, parla direttamente al mio cervello, mi sporgo dal sedile quel tanto che basta per prenderlo in bocca.

Mentre usciamo dal parcheggio e ci immettiamo nell’ ormai deserta città la mano di Luca è tra i miei capelli e detta il ritmo.

Poco dopo siamo al parcheggio, Luca mi alza gentilmente la testa e mi bacia, la sua lingua trova la mia ed iniziano la loro danza.
Sappiamo di non avere molto tempo, ma non importa, Luca si abbassa i pantaloni e sposta indietro il sedile , per crearmi spazio così che io possa mettermi sopra di lui.
La sensazione di lui dentro di me, è come essere a casa, è come ritrovare una parte perduta di me. In questo momento stiamo infrangendo le regole della nostra separazione, ma a nessuno dei due interessa in questo momento. Questo momento è per noi.
Il mio orgasmo esplode, e stimola il suo, appoggio la mia fronte sulla sua, i nostri respiri irregolari si fondono.

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Ci rivestiamo appena in tempo per vedere la prima macchina entrare nel parcheggio, una limousine bianca, la seconda che segue è quella di Pops e la terza può solo essere quella di Fernando De Angelo, il capo di Luca.
Vedo Fernando e Vincenzo uscire dalle rispettive macchine ed entrare nella limo.
Automaticamente io e Luca scendiamo dalla sua macchina e ci avviamo verso la limo.

Busso al finestrino del guidatore, un uomo sulla cinquantina vestito elegante mi fissa con la mano tesa, in attesa.
Estraggo la chiavetta dalla borsa e glie la porgo.

Io e Luca ci salutiamo silenziosamente ed ognuno torna nella propria macchina. Non metto in moto fino a che non vedo Pops uscire dalla limo e tornare nella sua macchina, stessa cosa fa anche Fernando. La limousine esce dal parcheggio  per prima, sparendo nelle luci della città, poi è il turno di Pops ed in fine io. Sicuramente Luca stà facendo la stessa cosa con Fernando.

Invece di tornare a casa seguo Pops fino a casa sua, quando parcheggio nel suo cortile, lo vedo che mi viene in contro, la sua espressione è chiara, non è felice di questa modifica al protocollo non autorizzata. Non gli lascio il tempo di dire nulla e scatto verso casa sua, diretta nel suo ufficio, lui mi segue a ruota.
Solo quando siamo dentro e la porta è chiusa apro la borsa ed estraggo l’ agenda nera.

Si perché mentre Luca aveva occhi solo per il nostro obbiettivo, quello che non ha visto , perché al di sotto del tavolo è l’ agenda nera che mi infilavo in borsa.

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Capitolo 8
*** Richiesta ***


Richiesta
Ness Pov
I giorni seguenti sono surreali, dopo un attento esame dell’ agenda nera, le informazioni in nostro possesso hanno un valore inestimabile e Pops è fuori di sé dalla gioia. Quello che rende me felice invece è che Luca non è ancora tornato a Nashville, il giorno dopo il nostro incontro ho ricevuto una lettera, conteneva una chiave elettronica di un hotel abbastanza lontano da casa da non attirare attenzione.

Inutile dire che Luca mi stava aspettando.
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I giorni passano e siamo tornati nella nostra oasi, stiamo insieme la maggior parte del giorno, a volte mi fermo a dormire, a volte no.
L’ unica nota amara? Pops.
Casa mia è stata controllata da cima a fondo ed il sistema di videosorveglianza interamente sostituito e controllato, ora la sicurezza è presente 24/7.
La mia scorta personale potrà essere facilmente aggirabile (ancora non capisco perché Pops si ostini ad assegnarmi persone incompetenti come Marco, ma in questo caso la loro inadeguatezza gioca a mio favore) ma Pops non è scemo e cercare di tenergli nascosta questa situazione richiede ogni briciola di astuzia che posseggo ed ancora non sono sicura sia abbastanza.
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Sono a casa, ho bisogno di una doccia e di un cambio di vestiti.
Dopo la doccia sistemo due cose in casa e sono pronta a tornare da lui, ma proprio in quel momento la porta d’ ingresso si apre e Marco entra in casa, lo riconosco dalla famigliare fragranza.
Non ho il tempo di alzare gli occhi per salutarlo, che il suo pugno mi stordisce, l’ ultima cosa che ricordo è la sua voce carica di disprezzo << Puttana >>
Poi il nulla…
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Quando riprendo coscienza ogni parte del mio corpo fa male.
La stanza è buia, dalla piccola finestra posta sopra di me capisco che fuori è notte fonda.
Il rumore del sistema di areazione in sottofondo vuol dire solo una cosa, l’ unica via d’ uscita possibile da questo posto è la porta davanti a me.

Ancora stesa a terra immobile ascolto, non sento nulla se non il sistema d’ areazione.
Dopo pochi minuti concludo che sono sola, nessuna guardia fuori.
Mi metto a sedere e poggio la schiena contro il muro, lentamente faccio un inventario delle mie ferite.

Nulla di rotto apparentemente, ho grandi lividi neri sulle cosce, sulle braccia e probabilmente anche sulla schiena, ma il dolore all’ addome è la cosa peggiore.
Da quello che la luce della luna mi consente di vedere, nessuna parte del corpo che normalmente rimarrebbe esposta è stata colpita, un normale vestito a mezze maniche potrebbe coprire tutto.
Cerco in fretta i segni dei morsi che Luca mi ha lasciato l’ ultima volta che ci siamo visti, sono ancora lì appena visibili.
Non dev’ essere passato più di un giorno.

Sono stanca e malconcia, ho fame e sente. Ancora seduta contro il muro chiudo gli occhi e cerco di capire cosa possa essere successo.
Dentro di me so che Marco non può aver agito da solo, il mio corpo ha riconosciuto la stanza in cui mi trovo anche senza bisogno di vederla.
Ogni colpo, ogni livido sul mio corpo ha un senso, la mia mente può rifiutarsi di crederci, ma mentre scivolo lentamente nel sonno la consapevolezza di essere caduta troppo in basso mi avvolge.
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La luce che entra dalla finestra è forte ed anche attraverso le palpebre chiuse mi dà fastidio, apro gli occhi e la stanza appare davanti a me. La riconosco subito, la frequentavo spesso quando lavoravo per l’ azienda, l’ odore di sangue e fluidi corporei normalmente mi farebbe vomitare ma resisto a questo impulso. I miei occhi trovano l’ uomo seduto in un angolo della stanza, non voglio apparire ancora più debole ai suoi occhi.

Mi metto a sedere senza mai distogliere lo sguardo, ma quando parla le sue parole sono come una lama per me.
<< Sei brava e dannatamente furba, ma ricordati sempre che tutto ciò che hai imparato, tutto il tuo training proviene da me, io sono il maestro, e se ti sei illusa anche solo per un attimo di avermi superato hai sbagliato a fare i conti.>> Le parole di Vincenzo di Leonardo suonano dure ed ognuna di loro mi colpisce nel profondo.
<< Quanto tempo pensavi che potesse andare avanti questa vostra storiella??  Luca De Angelo non è l’ uomo per te >> continua.

Di colpo capisco, Pops sapeva di me e Luca a Dublino, indubbiamente aveva le possibilità di fermarci sul nascere di questa storia ma per qualche motivo non lo ha fatto. Una volta tornata negli states si aspettava che la nostra storia fosse finita e che mettessi al primo posto l’ azienda e la famiglia, per questo mi ha assegnato l’ incarico che ho condiviso con Luca; Dubitava di me, voleva la dimostrazione che la
nostra storia fosse finita, ma io gli ho dimostrato il contrario.

Il dolore sordo che provo all’ addome ha un senso ora, le lacrime minacciano di scendere, ma io non le lascio, mi appoggio una mano sul ventre e guardandolo dritto negl’ occhi gli dico << Prendo la pillola, ed usavamo precauzioni>>.
<< Non potevo lasciare nulla al caso. Tutti commettiamo degl' errori, ma quello che ci definisce è la nostra forza di rialzarci e sistemare i danni che abbiamo causato, fortunatamente questa cosa è stata bloccata prima che creasse troppi danni.>> mi risponde lui.

Le parole mi escono dalla bocca prima ancora di poterle fermare << Cecille non avrebbe mai acconsentito ad un trattamento del genere.>>
<< Ma Cecille non è più qui.>> la sua voce è glaciale
<< e di chi è la colpa?>> la mia voce altrettanto glaciale

Lo schiaffo che segue è la diretta conseguenza di aver consapevolmente girato il coltello nella piaga più dolorosa della sua coscienza.
Cecille era la moglie di Pops nella vita privata, ma anche il suo braccio destro nell’ azienda.
Durante un’ incarico al quale stava partecipando anche lei, qualcosa andò storto, riuscì a salvarsi appena in tempo, ma le ferite riportate erano troppo gravi.
L’ assistetti personalmente per 30 lunghi giorni, fino a che il suo corpo cedette definitivamente.
Il dolore ed i sensi di colpa per averle assegnato quell’ incarico non lo hanno mai lasciato del tutto.

<< Ora tu ti alzerai, ti renderai presentabile ed andrai a sistemare il casino che hai creato. >> L’ ordine è chiaro, ed anche la minaccia sottesa.

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Capitolo 9
*** Conseguenze ***


Conseguenze
POV Luca
 
Sono passate più di 24 ore da quando Ness è uscita dalla mia camera per tornare a casa a farsi una doccia e prendere un cambio di vestiti puliti.

All’ inizio ho pensato che avesse avuto un contrattempo, ed ho provato a chiamarla ma il suo telefono era spento, rispondeva direttamente la segreteria.

Quando è calata la sera e di lei ancora nessuna traccia, ho capito che era successo qualcosa.
Ad essere onesto mi sono stupito di essere riusciti a tenere nascosta la nostra storia per tutto questo tempo, una parte di me sperava di riuscire a tenere le famiglie all’ oscuro fino a che non avremmo deciso di separarci ancora; L’ altra sapeva che stavamo correndo un rischio e che qualcosa sarebbe successo quando ci avrebbero scoperti e lo sapeva anche lei.

Sono molti anni che faccio questo lavoro quindi non mi viene difficile immaginare cosa sia successo: Ad un certo punto del tragitto tra qui e casa sua qualcuno l’ ha presa ed ora la tiene da qualche parte.
Le immagini delle mie vittime e dei loro trattamenti mi passano per la testa, sapere che qualcuno sta facendo qualcosa di simile a lei mentre io sono qui impotente mi sconvolge.

Ci è voluto tutto il training che ho ricevuto nei marines e tutta la mia forza di volontà per rimanere in questa stanza, so che non posso uscire a cercarla perché creerei altri casini e finirei per metterla ancora più in pericolo.

L’ unica cosa che non so e che mi sta mangiando vivo è : Chi ci ha scoperto?
Dato che fuori non sembra scoppiata una guerra, probabilmente non è la mia famiglia; la prospettiva che la sua possa averci scoperti in qualche modo non mi fa stare più tranquillo, Vincenzo Di Leonardo non ha mai conosciuto mezzi termini e di certo non inizierà ora.
 
 
----------------------
 
Quando la porta della mia camera di albergo si apre, il sollievo di rivederla dura poco.

Il suo corpo parla per lei, seppur apparentemente illesa i segni di quello che ha passato sono li, lasciati li apposta per me da leggere.
Il suo sguardo è quello che mi ferisce di più, nel suo vedo quello delle mie vittime.

Con una lentezza infinita le metto una mano dietro al collo, ed eccolo il bozzo lasciato dal colpo che probabilmente l’ ha stordita, non dice nulla ma la sento sobbalzare lievemente dal dolore.
 
Non ho bisogno di spogliarla per vedere i segni sul suo corpo ma lo faccio lo stesso.
Ignorando le sue obbiezioni le abbasso la zip del vestito, quando cade ai suoi piedi, il respiro mi muore sul nascere.
Ogni centimetro del suo corpo prima coperto dal vestito è ricoperto di lividi.

Rimango in piedi, le mani stringono i bordi del tavolo li vicino, voglio imprimere nella mia mente quest’ immagine, voglio ricordare ogni livido, la loro posizione, la loro dimensione e la loro forma.
Voglio ricordare tutto per ricambiare il favore a chiunque l’ abbia toccata; In questo momento giuro a me stesso che prima o poi metterò le mani su quella persona e le farò pagare a caro prezzo le sue azioni.

Cerco di attirarla a me, nella speranza di poterla abbracciare, ma quando la mia mano le sfiora l’ addome si ritrae dal dolore.
<< Sapeva di Dublino, l’ incarico era un test.>> mi dice in un sussurro.
Il sangue mi si gela nelle vene.
<< Abbiamo sempre usato precauzioni, non era necessario>> le dico
<< Nulla viene mai lasciato al caso>> la sua riposta è appena udibile.
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Quando mi porge la chiave magnetica della camera, so che è la fine, so che non posso portarla via con me.
Potremmo scappare, e probabilmente metteremmo una buona distanza tra noi e la sua famiglia prima che se ne accorgano, ma per quanto tempo? Io posso e la proteggerò fino a che ne avrò le forze, ma Vincenzo Di Leonardo non la lascerà mai andare, la riporterà indietro a tutti i costi.
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Quando si riveste ed esce dalla porta, si porta con sé un pezzo di me. Lacrime calde mi solcano il viso e per questa volta le lascio cadere.
 

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Capitolo 10
*** Conseguenze 2 ***


Conseguenze 2
Ness pov
 
Non so che giorno sia, non so che ora sia, so di essere a casa nel mio letto e sono viva….ancora viva.
Qualsiasi movimento mi costa fatica, andare in bagno è tremendamente stancante, mangiare è stancante, troppo stancante per questo ho smesso.

Bere è un'altra fatica, per questo lo faccio solo quando inizio ad avere mal di testa, e delle antipatiche chiazze secche sulla lingua.

Lo specchio non è mio amico, mi sono guardata mentre gli passavo davanti qualche giorno fa e l’ immagine che mi ha restituito è quella di una donna senza lividi, senza segno alcuno, ma i suoi occhi parlavano di dolore e di perdita. Ho preso un asciugamano e l’ ho coperto.

I lividi sono stati riassorbiti, l’ esterno è guarito, ma l’ interno è un'altra cosa, l’ interno è un abisso in cui non voglio guardare.

Nessuno tranne i più fidati sa quello che è successo tra me e Pops, la famiglia non lo sa, le mie cugine vivono beatamente ignare, e dio le benedica per questo.

Dopo aver detto addio a Luca sono tornata da Pops come richiesto, per il resto non ricordo nulla. Dopo qualche tempo Pops ha ricominciato a chiamare, ad interessarsi a me, ancora non so come mi faccia sentire, ma di questi tempi la sua voce è famigliare e mi tranquillizza.
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Quando la porta di casa si apre possono essere passati giorni, settimane o mesi non lo so, ma io non scendo dal letto.
Quando sento chiamare il mio nome, mi giro dall’altro lato e spero che chiunque esso sia, giri i tacchi e vada via.
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Qualcuno apre la porta della camera da letto.
Rimango immobile e trattengo il respiro sperando di apparire come un ombra nel letto, magari se sono fortunata mi lascerà in pace.
La luce inonda la mia stanza da letto ed io mi ritraggo come un vampiro.

La sagoma nella mia camera si avvicina ed i miei occhi mettono a fuco Marco.

Mi giro dall’ altro lato e torno a dormire.
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Marco è andato via e per un attimo penso di aver vinto, ma poi sento la sua voce: <<  La situazione richiede la sua presenza >> dice a qualcuno, mi piacerebbe sapere con chi stia parlando, ma sinceramente non riesco ad  interessarmene, ho troppo sonno.
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Marco è seduto sul mio letto e mi parla, si sta scusando, dice che stava solo seguendo ordini.
Mi giro dall’ altra parte e cerco di dormire, ma quando una mano inizia a carezzarmi i capelli l’ istinto di autodifesa si attiva, lo graffio, lo mordo e lo spingo lontano da me. Mi lascia andare in un attimo ed io torno a dormire.
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Pops è qui, l' ho sentito chiamarmi, ma non mi interessa, voglio dormire. Quando mi prende delicatamente in braccio, cerco di divincolarmi, ma le sue braccia incredibilmente forti per la sua età mi stringono forte ed io mi addormento ancora.
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L’ odore di antisettico mi brucia il naso, la luce mi brucia gli occhi anche attraverso le palpebre chiuse.
Apro gli occhi, la stanza è bianca candida, ci sono fili e tubi che mi tengono legata al letto.

D’ istinto cerco di divincolarmi ma poi capisco.
Mi siedo e mi guardo attorno: monitor, flebo, il mio letto, un comodino ed una poltrona; Sono in una qualche clinica.
Una parte del mio cervello si riattiva, lancio una rapida occhiata al monitor e vedo che i miei parametri vitali sono buoni.
Studio le flebo: soluzione reidratante e nutrizione parenterale.
Grazie al cielo non ho un sondino naso gastrico.

Il catetere vescicale mi dà fastidio e brucia. Cerco con la mano il campanello e lo suono, quando l’ infermiera entra nella stanza le chiedo subito se può tirarmelo via.
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La clinica non è male, il personale è gentile, il cibo ha un ottimo profumo (non che io abbia grande interesse a mangiare) la mia famiglia mi visita spesso ed Emily è qui tutti i giorni.

Emily è mia cugina, tra tutte è quella a cui sono più legata.
Era molto preoccupata quando Pops le ha detto quello che è successo.

La prima volta che è venuta a trovarmi vedere il dolore e la preoccupazione nei suoi occhi mi ha fatto sentire tremendamente in colpa.
Non voglio che soffra, ne ha passate già troppe in questa vita.
In quel momento ho promesso a me stessa che sarei guarita per lei.
 
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Ho ripreso a bere e mangiare regolarmente, ma i medici non sono ancora soddisfatti, vorrebbero sapere perché ho smesso di curarmi di me stessa. Non ho ancora raccontato nulla a nessuno, ma se voglio uscire di qui mi devo inventare qualcosa.

Le sessioni con la psichiatra sono le peggiori, le sue domande sono sempre mirate a farmi parlare.
<< Cosa ti ha portato a smettere di curarti di te stessa? >> mi chiede

Oggi per la prima volta le rispondo:

<<  Mi sono lasciata con il mio compagno.  >> La scusa che uso è la più vecchia di questo mondo, ma non è totalmente una buglia. Certamente ho lasciato fuori una grande porzione di verità.

Non mi illudo di potermela cavare con questa mezza verità, sto solo cercando di far passare il tempo. Alla fine non avranno più molto a cui attaccarsi ed una volta capito che non sarò più un problema per me stessa o per gli altri mi lasceranno andare.
 
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Finalmente posso tornare a casa, la strada è stata lunga, ma fisicamente mi sono ripresa. Stà sera la passerò con la famiglia e da domani si ritorna alla normalità.

Emily è venuta ad aiutarmi a mettere via le ultime cose, mentre mi dimettono i medici mi raccomandano di continuare il cammino che ho intrapreso con loro ed Emily promette loro che mi terrà d’ occhio.

Pops ci aspetta in macchina, il suo sorriso è radiante mentre ci accompagna a casa.
Prima di entrare rimango un attimo indietro in modo da poter parlare da sola con lui, << Mi piacerebbe riprendere a lavorare per l’ azienda, nulla di importante, ma credo che potrebbe aiutarmi a distrarmi un po’ >> Pops mi bacia delicatamente sulla fronte e dice che ci penserà.
 
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Sono passati diversi giorni ma finalmente ho qualcosa da fare, training con Marco.
Sono arrugginita dal tempo passato a non prendermi cura di me stessa e mi ci vuole qualche giorno prima di poterlo mettere al tappeto, ma quando ci riesco la soddisfazione è enorme.
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Lentamente il mio fisico ritorna quello che era prima, anche le mie skills e capacità ritornano affilate e taglienti come prima e forse anche di più, ho tratto vantaggio dalle mie esperienze ed ora come dice Marco sono diversa… no non sono diversa, son più reckless, il che a suo dire mi rende ancora più pericolosa di prima.
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Ho tirato via gli asciugamani dagli specchi ma no ho ancora trovato la forza di specchiarmi perché gli occhi della donna che mi guarderebbe riflessa nello specchio mi ricorderebbero che non è ancora finita.

C’è una capitolo che non ho ancora chiuso ed è perché non voglio.

Sono consapevole che non posso tornare indietro, ma non sono ancora disposta a dire addio a Luca De Angelo.
Una parte di me spera ancora di poterlo riavere nella mia vita.
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Stà sera, una delle mie poche sere libere (tra il mio solito lavoro nell’ azienda e gli incarichi extra che Pops mi assegna il mio tempo libero è limitato), esco con le mie cugine, c’è un concerto di un famoso cantante: Kai, la location non è vicina per cui abbiamo prenotato una stanza di albergo dove passeremo la notte e domani torneremo a casa.

Con noi c’è un esteso servizio di sorveglianza, tra cui Marco, ho provato a chiedere a Pops di sostituirlo con qualcun’ altro ma la sua risposta è stata categorica << Vi conoscente troppo bene e da troppo tempo, se c’è qualcuno che può tenerti testa è lui>> secondo me Pops spera che Marco possa starmi vicino in questo periodo difficile e che prima o poi io scelga lui come mio compagno… ma quel treno è partito, ha ormai lasciato la stazione da un po’.

L’ evento si svolge in una prestigiosa location, un bar storico del centro, mentre ci avviciniamo all’ ingresso la bellezza mi colpisce, tutto è
stato organizzato nei minimi particolari, l’ organizzatrice una donna di nome Poppy  si è superata.  L’ intero evento sembra sponsorizzato dall’ Archer Records, l’ etichetta discografica di cui Kai fa parte.

Alla nostra famiglia è stato riservato una delle sezioni VIP. La serata è fantastica ma c’è qualcosa che mi impedisce di rilassarmi completamente, i miei occhi vagano tra la folla ed il mondo inizia a tremare, gli occhi iniziano a riempirsi di lacrime mentre tutto ciò che mi tengo dentro minaccia di uscire, Sutton è seduta nell’ area VIP proprio davanti a noi, ride amorevolmente con un uomo i cui occhi blu trovano i miei in un attimo.

Sterling Ford l’ amico di Luca è qui.

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Capitolo 11
*** Il concerto di Kai ***


Il concerto di Kai
Luca POV
 
Poppy ha dato il meglio di sé stasera, penso distrattamente mentre sorseggio il mio drink seduto sul divanetto della zona VIP a noi riservata, stasera ci siamo proprio tutti: Sutton, Trish, Sterling Adair ed Ellie. Jack come al solito è nel retro a prendersi cura dell’ organizzazione. 
La Archer Record che sponsorizza l’ evento  è l’ etichetta discografica che Jack ha creato e di cui Kai fa parte.
Tutto sembra tranquillo, ed è uno di quei rari giorni in cui sento di essere sereno. Dopo aver detto addio a lei, è stata dura, ma piano piano stò andando avanti.

Più per abitudine che per altro il mio sguardo scansiona la folla, ma quando si posa sulla zona VIP ancora semivuota danti a noi, il drink mi cade di mano.
L’ intera sicurezza dei Di Leonardo è qui, controllano lo stand a loro riservato.

I miei occhi trovano i suoi in un secondo, sento l’ odio scorrermi nelle vene, la consapevolezza delle sue azioni, dei segreti che celano, la mia mente ritorna a quel giorno, ai lividi sul suo corpo ed è troppo. È arrivato il momento di pareggiare i conti con Marco.

Il concerto inizia ma la mia mente è altrove, stò già pensando ad un posto adeguato in cui attirarlo, senza fare casino o mettere in pericolo altre persone.

Quando mi alzo dal divanetto diretto verso l’ uscita sul retro, sento Sterling che mi chiama, senza fermarmi gli mostro il mio bicchiere vuoto e continuo verso il mio obbiettivo. Una volta fuori dal locale, trovo Jack immerso nell’ ombra che stà sistemando alcune cose, quando mi vede il suo sguardo è dubbioso.
Gli faccio segno di stare fermo giusto in tempo per vedere la porta che si apre e Marco che esce. Ness aveva ragione Marco non è proprio sveglio, non si è neanche accorto di Jack, il suo sguardo trova il mio in un secondo.

<< Non riesco a decidere se sei più stupido o più presuntuoso, ma di certo hai coraggio ad avvicinarti ancora a lei. >> il suo tono è rabbioso.

Ness é qui……..

Appena ho visto Marco ho subito pensato a lei, ma non volevo illudermi di poterla rivedere, anche se ad essere onesto é tutto ciò che voglio.
<< Potrei dire la stessa cosa di te. >> rispondo in tono lieve, quasi annoiato.

<< Forse il messaggio non è stato chiaro la prima volta, permettimi di rispiegartelo. >> Il suo tono inizia a darmi sui nervi, ma lo lascio continuare << mentre tu stavi qui a giocare con i tuoi amichetti a metter giù radici, lei pagava le conseguenze delle vostre azioni, >> Mi dice con tono serio.

Digrigno i denti dalla rabbia, il ricordo di quella sera è impresso a fuoco nella mia mente, il suo corpo, i lividi, il suo sguardo. Se pensa anche solo per un minuto che non sappia che è stato lui a farle pagare le conseguenze delle nostre azioni, ha sbagliato di grosso.
<< Già che siamo sull’ argomento, dimmi, chi ha fatto tutto il lavoro sporco? Tu? >> gli chiedo.
Marco mi guarda come se non capisse, ma poi risponde: << Vincenzo… io.. >>  Lo stronzo la teneva ferma….

Ricaccio indietro la bile che mi riempie la bocca, << Dimmi un po’, mentre la tenevi ferma, quant' era rabbia e quant' era gelosia? >>

Siamo qui per pareggiare i conti, ma forse c’è qualcosa che può fare di utile nel frattempo, dirmi cos’è successo in questo mese.
Senza aspettare una risposta continuo << Ti do 15 minuti per raccontarmi quello che è successo nell’ ultimo mese.>>  gli dico.

<< E poi cosa? Vorresti pareggiare i conti?>> La sua risposta è arrogante. Davvero questo ebete pensa di potermi toccare? Anche se non ci fosse Jack a farmi da back up, avrei la meglio su di lui.
<< … Tick tock…>> rispondo.

Quando inizia a parlare il suo sguardo diventa vacuo, perso nei ricordi di quest’ ultimo mese << Vincenzo ha gestito il tutto con la massima riservatezza, nessuno tranne me e lui sa cosa è successo quella notte.
 Dopo che come un codardo sei corso a casa a gambe levate, lei è tornata da noi, ovviamente io rimanevo a carico della sua sicurezza personale e per giorni non è uscita di casa, non mi sono davvero preoccupato, è una cosa che fa spesso, ma ho deciso di iniziare a chiamarla tutti i giorni per accertarmi che stesse bene, dopo una settimana ha smesso di rispondere, quando ha smesso di rispondere anche ad Emily ne ho parlato con Vincenzo, il giorno dopo ho preso le chiavi di scorta di casa sua e sono entrato. >>

La mia mente registra solo vagamente quello che dice, ci ha messo sette giorni per rendersi conto che qualcosa non andava? Ma a che gioco stanno giocando?

Marco continua il racconto << La casa era perfettamente in ordine, come se nessuno ci avesse davvero abitato dento.
l bagno era l’ unica stanza che mostrava segni di utilizzo.
L’ enorme specchio sul lavandino era coperto da un’ asciugamano, ogni specchio era coperto, ogni foto... 
Camera sua era immersa nel buio più totale, l’ odore di chiuso riempiva la stanza. Ho aperto le finestre per far entrare luce ed un po’ d’ aria. Il sangue mi si gela ancora nelle vene al solo ricordo.
Arrotolata nel letto, nell’ incuria più totale, non era davvero cosciente, ma quando ho cercato di accarezzarla mi ha aggredito con una forza che non pensavo avesse. Ho chiamato Vincenzo e l’ abbiamo portata in una clinica specializzata . 
Sono passate tre settimane ed ancora non è tornata totalmente quella di prima, l’ unico momento in cui torna se stessa è quando lavoriamo insieme. >>

Il mio pugno trova la sua faccia prima ancora che possa rendermene conto, << Ed ora pensi di poterti infilare nelle sue mutande? >> gli dico con voce piena di rabbia.

<< La voglio da quando abbiamo iniziato a lavorare insieme. Le sono stato vicino ogni fottuto giorno, nonostante tutto.
Me lo merito. Sono l’ uomo giusto per lei, con me non avrebbe conseguenze da pagare, è esattamente ciò lui vuole per lei>>.

Questa volta riesce a colpirmi, un pugno diretto al mio zigomo sinistro. Marco non è l’ uomo adatto a lei, non lo sarà mai, anche se non ci fossi io, è troppo stupido e lei troppo sveglia.
<<  Non quando avrò finito con te, terrai le tue mani lontane da lei o tornerò a darti il resto. >> La minaccia è chiara ed il mio secondo pungo lo prende in pieno.
<< Se uno di voi le alza ancora le mai, giuro che ne pagherà le conseguenze, possa essere anche Vincenzo Di Leonardo. >> prometto a voce alta mentre anche il terzo pugno trova la sua faccia.

In quel momento succedono troppe cose insieme, Jack esce dall’ ombra e punta la pistola a qualcuno dietro di me, Sterling esce dalla porta accanto a noi e punta la pistola a Marco, una pistola è puntata alla mia schiena. Il profumo di vaniglia e rum mi invade le narici.

<< Cortesemente abbassate le armi e lasciate che Marco torni dentro a fare il suo lavoro, la sua assenza è stata notata. >>  La voce di Ness è dolce e falsa.
<< Marco appena i signori ti lasciano andare, tu tornerai dentro, ti sistemerai e continuerai a proteggere la famiglia come tuo dovere, come se nulla fosse. Non una parola con nessuno. Qui finisco io. >> Non è una richiesta è un ordine. 
Sterling senza abbassare l’ arma lo lascia passare, ma prima di rientrare Marco si ferma e guardandola negl’ occhi le dice << Bentornata. >> poi rientra, Sterling lo segue per sicurezza.

<< Ti assicuro che non farò del male al tuo amico, ma dobbiamo parlare, ti spiacerebbe lasciarci soli? >> La richiesta di Ness a Jack è chiara, ma lui non si sposta.
<< Questa conversazione è privata. >> Ci riprova Ness, ma Jack non si sposta.
<< Va bene, come vuoi. >> gli dice, sento la pressione dell’ arma alle mie spalle sparire, mi volto, Ness è qui, la gioia di vederla muore sul nascere, il suo sguardo è carico di preoccupazione e di qualcos’ altro… è arrabbiata.

<< Quando mi sono resa conto che Marco era sparito ho capito che qualcosa non andava,  Sterling da parte sua sembrava isterico e continuava a guardarmi con aria accusatoria. Quando ci siamo trovati davanti all’ ingresso della sua area VIP ci è voluto un po’ per convincerlo a confessarmi che eri sparito con la scusa di andare a prendere da bere. >> Prende un respiro profondo e continua.
<< Cosa ti è venuto in mente? Cosa pensavi di fare? risolvere i tuoi problemi con Marco qui? In luogo pubblico? Ci sono persone li dentro, ci sono famiglie! >> La preoccupazione ha fatto spazio alla rabbia, lo sento nel suo tono di voce.
<< Marcare il territorio>> le rispondo
<< E come pensavate di fare? Con i pugni? Due contro uno, come gl’ uomini adulti che siete? O forse pensavate di tirare fuori le armi? >> è furiosa.
<< Volevo pareggiare i conti..>> le dico onestamente.

I suoi occhi si spalancano, rimane un attimo senza parole. Ne approfitto e la guardo, è sempre bellissima, ma ha perso molto peso, le ossa degli zigomi sono prominenti, così come quelle delle spalle.
Vederla qui, oggi mi ha ridato una parte di me che avevo lasciato a lei, e probabilmente è stato lo stesso per lei.

Si avvicina con passo lento, e con una mano mi tocca il volto, la ferita sullo zigomo sinistro, poi si volta verso Jack e chiede: << Avete un kit di primo soccorso qui?>>
<< Me ne occuperò io quando torniamo dentro>> le risponde lui.
<< La ferita è profonda, và suturata.>> spiega velocemente Ness, i suoi occhi ancora nei miei.
<< Dove vorresti farlo? Qui?>> Le chiede Jack.
<< Per favore lasciaci una stanza ed il kit di primo soccorso, posso anche occupami da solo di me, ma davvero dobbiamo parlare. >> gli dico nella speranza di mediare.
Jack abbassa l’ arma e ci accompagna in una stanza nel backstage, ci porta il Kit richiesto, poi si siede su una sedia, chiaramente non si fida a lasciarci soli.

Ness alza un sopracciglio ma non commenta, mi prende per mano e mi fa sedere su una sedia. La guardo mentre  apre il kit ed inizia ad imprecare, la scena è quasi divertente.
<< Ma che razza di organizzazione è questa?  Non ha un senso logico; I fili di sutura da una parte, i ferri dall’ altra. Dimmi almeno che li hai sterilizzati questi ferri. >> Chiede guardando Jack con aria schifata, ma lui non risponde e lei va avanti
<< E questa clamp? Cosa credi di dover clampare? L’aorta? Un pezzo d’ intestino? I cari vecchi porta aghi dove li hai messi? >> Jack si avvicina e tira fuori il porta aghi da una tasca laterale.
<< Questo ti sembra un porta aghi? Neanche in veterinaria utilizzano più ferri del genere. Niente per un campo sterile??? >> si lamenta mentre si mette i guanti ed inizia a disinfettare il taglio sullo zigomo.

<< Non farmi neanche iniziare sulla scelta dei fili.. indegna! >> Continua mentre ne sceglie uno ed inizia a suturare, mani esperte e veloci si prendono cura di me.
Mentre lavora mi rendo conto che la sua tecnica è molto superiore rispetto alle nostre, sutura ogni strato con una tecnica diversa.

<< Invece che stare li a guardare, prendi una clamp una garza e tampona qui, poi prendi queste forbici e tagliami il filo. Posso fare tutto da sola, ma almeno ti rendi utile >> ordina a Jack, che dal canto suo ha già capito come gira il giro del fumo e fa esattamente ciò che ha detto lei.
Mentre lavora l’ attrazione tra di noi è tangibile, le poggio le mani sulla schiena e l’ avvicino a me, poi lentamente le faccio scivolare fino a raggiungere il suo sedere.

<< Tira giù le mai e smettila di distrarmi, stò cercando di lavorare io. >> mi dice bonariamente. Le mie mani continuano a viaggiare sul suo corpo, sento le ossa delle anche più prominenti di quanto ricordassi, le gambe più esili, ha perso davvero molti kili.
Dobbiamo parlare anche di questo, ma in questo momento ho altre priorità, dopo tutto questo tempo l’ unica cosa che voglio è prenderla tra le mie braccia e baciarla fino a farle perdere il respiro, poi voglio perdermi in lei fino a domani mattina. Non mi interessa del dolore, non mi interessa della gente attorno a noi, lei è qui per ora, non so per quanto tempo, ma utilizzerò al meglio il tempo che abbiamo e per il momento questo dovrà bastare.

Quando termina il lavoro, applica un cerotto, poi smaltisce in fretta gli aghi ed ordina a Jack di mettere via i ferri ed assicurarsi che vengano sterilizzati. Jack mi lancia uno sguardo di ammonimento come per dire: “vedete di non fare troppo casino e troppe cazzate”, ma esce lasciandoci soli.

Le sue labbra trovano le mie in un attimo, dolci e delicate, lo zigomo fa male ma non mi importa, la attiro a me e la faccio sedere a cavalcioni.

Il bacio è leggero ma la voglia di lei cresce ogni attimo di più, l’ erezione a mala pena contenuta nei miei pantaloni, la voglio  è un bisogno piú che fisico, é primordiale . Ness probabilmente lo capisce perché slaccia il bottone dei miei pantaloni ed abbassa la zip. Mi infila la mano nelle mutande ed il suo tocco è tutto ciò che voglio.

<< So che hai bisogni di me tanto quanto io di te e che non puoi aspettare di più, faremo con calma dopo, se ci sarà tempo>> mi dice lei.
Scende da me e mi fa alzare, mi spinge contro il muro ed in un secondo è in ginocchio davanti a me, pronta a prendermelo in bocca.

La sensazione della sua bocca è come la risposta ad un bisogno primordiale, prendo i suoi capelli tra le mani e detto il ritmo, è veloce e profondo ed in fretta, troppo in fretta, il piacere mi invade e l’ orgasmo le esplode in bocca.

Mi ci vogliono un paio di secondi prima di tornare con i piedi per terra, Ness mi guarda mentre si alza, << era il modo più veloce e sicuro per te, hai preso un brutto colpo , e poi… non voglio correre il rischio di rovinare il mio fantastico lavoro….>> Non la lascio terminare, la mia bocca è sulla sua in un attimo, sento il mio sapore nella sua bocca.

La prendo per mano e la guido verso il tavolino lì vicino, la prendo in braccio e la faccio sedere.
I suoi occhi color cioccolato fuso sono fissi nei miei, traboccanti di desiderio, esattamente come i miei.
Mentre la bacio, le alzo il vestito e le sfilo le mutande.
<< Ti terrai anche queste? >> mi chiede
<< Si >> le rispondo con voce roca, mentre mi infilo il suo 3° paio di mutante in tasca.

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Quando Jack torna,  Ness stà finendo di organizzare il suo kit di primo soccorso, Jack lo osserva un attimo e lo mette via senza dire nulla, non ammetterà mai che così è infinitamente meglio di prima.

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Siamo seduti sul divano e stiamo parlando, le mie braccia attorno alle sue spalle, la sua testa poggiata contro la mia spalla.

Stasera non tornerà in albergo con la sua famiglia, Marco coprirà per lei, non mi fido di lui ma apparentemente il nostro litigio fuori dal bar è un informazione che non vuole arrivi alle orecchie del suo capo e Ness è sicura che sta sera potremo stare tranquilli;

Domattina tornerà in albergo e tornerà a casa con la sua famiglia, nessuno saprà nulla.

Prima che il concerto finisca, andiamo via, ho una camera in un hotel poco distante da qui. Quando entriamo, le nostre bocche sono l’ una sull’ altra, stanotte nessuno dei due dormirà, dobbiamo prima parlare e poi recupereremo il tempo perso. Abbiamo tempo…… fino a domattina.

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Capitolo 12
*** Sotto attacco ***


Sotto attacco
Ness POV
 
Stamane sono tornata a casa, il viaggio di ritorno é stato lungo.
Per tutto il tempo Marco non mi ha rivolto la parola, ed i nostri sguardi non si sono incrociati.
Ieri sarà stato un boccone amaro da ingoiare per lui, ma spero solo che si riprenda in fretta perché questa situazione non mi piace.

Sono stanca e Marco sinceramente é l ultimo dei miei pensieri, la notte é stata lunga, io e Luca abbiamo parlato molto, raccontarci cosa é successo dopo la nostra separazione non é stato facile.  Abbiamo condiviso tutto, inclusi i nostri desideri e le paure.
Questa volta però mi sono rifiutata di dirgli addio. Succeda quel che succeda.
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Stasera Pops mi ha chiesto di andare in studio da lui, mentre parcheggio nel cortile di casa sua non so cosa aspettarmi. Marco non é venuto con me, stasera aveva un altro incarico mi ha detto.
Quando entro nell’ ufficio di Pops, lui mi aspetta seduto alla sedia dietro la scrivania, mi chiede di accomodarmi e mi offre da bere, rifiuto perché oggi pomeriggio non ho riposato e sono parecchio stanca, dato che Marco non é con me devo guidare per tornare a casa e mischiare carenza di sonno ed alcool non mi pare saggio.
Quando lo spiego a Pops lui alza un sopracciglio ma non dice nulla.

Parliamo della serata di ieri, e per il momento non siamo il capo e la sua collaboratrice ma siamo un nonno ed una nipote normali.

Quando l’ allarme esterno suona scattiamo in piedi, poi sentiamo i primi colpi di arma da fuoco.
Pops preme sull’ interfono ed il responsabile della sicurezza ci dice quel che temevano. Qualcuno ha fatto irruzione ed ha aperto il fuoco, si contano già le prime vittime.
Neanche il tempo di piangere che il vetro della finestra di Pops esplode in mille pezzi, mi nascondo sotto la scrivania e vedo Pops fare altrettanto, ma io sono più veloce di Pops ed il prossimo colpo lo colpisce alla spalla, sangue schizza ovunque e Pops cade a terra.

Strisciando esco dall ufficio, nel corridoio la famiglia si stà preparando per agire secondo protocollo, ma il caos é visibile.
Le guardie di Pops mi danno una mano a spostarlo nel primo guardaroba disponibile, non é adatto al boss ma é l unico posto sicuro lontano dalle finestre.
Mi volto per andare via ma Pops mi ferma, mi apre la borsa e ci fà scivolare qualcosa, poi la richiude.
Non ho tempo di guardare cosa sia perché altri colpi arrivano da fuori, mi precipito a dare una mano nelle procedure di difesa e preparazione all’ evacuazione , prendendo momentaneamente il posto di Pops.

Passiamo la buona parte di un’ ora in questa situazione, fino a che le informazioni che cercavo arrivano. Apparentemente il nostro più grande competitor, la famiglia Black (quello della pen drive) si è trovato con le mani legate, quando io e Luca gli abbiamo sottratto le informazioni che servivano alle nostre famiglie, perchè comunque non aveva molto in mano per iniziare un operazione come questa, ma qualcosa in questo momento deve essere cambiato.

Ci vogliono informazioni, conoscenze e passare controlli di sicurezza  per arrivare anche remotamente vicino a questa casa, e lui non ne disponeva, solo qualcuno dei nostri può avergliele fornite….. Un nome mi passa per la testa, ma non ho tempo di occuparmene ora.

Da quello che sappiamo non solo questa casa, ma ogni singola casa di ogni singolo membro della famiglia è sotto qualche sorta di attacco. La maggior parte di loro è riuscita a venirne fuori in fretta e si stà dirigendo nelle postazioni sicure.
Cazzo… questa cosa è più grande dei quello che pensassi.

Dò l’ ordine di cominciare le operazioni di evacuazione immediatamente, per TUTTA la famiglia e l’ azienda.
Non sono sicura che le postazioni sicure siano ancora così sicure, non c’è modo di sapere quali informazioni siano state date al nostro competitor e non posso rischiare di far finire il resto della famiglia in trappola, questo compito è ora la mia priorità assoluta….
Ma non è finita qui, apparentemente solo noi siamo sotto attacco i De Angelo no. Un attimo di consapevolezza e tutti i pezzi del puzzle combaciano. Noi siamo i primi, vogliono usarci come avviso per loro.

Il nostro capo della sicurezza é riverso a terra, mi dirigo verso Daniel e Fabian, li vicini impegnati nel coordinamento delle operazioni, chiedo a Daniel di prendere il posto di capo della sicurezza protempore, Fabian prende il posto vuoto di Marco.

Entriamo in casa e tra le rovine trovo il guardaroba dove abbiamo lasciato Pops, ci spingo dentro Fabian, in pochi secondi lo disarmo e puntandogli la sua stessa arma, gli dò un ordine che fà saltare Pops sul posto:
<< Ora tu contatti il tuo capo e se non gli hai già spiegato cosa stà succedendo, lo fai ora, gli dirai anche che Ness Di Leonardo ha delle informazioni utili che vorrebbe condividere con lui, per il giusto prezzo. >> Fabian mi guarda come se non capisse, ci vuole un po' di persuasione e qualche dito del piede per convincerlo, ma quando il telefono suona Fernando De Angelo risponde al secondo squillo.

Non mi stupisco che Fernando sapesse già della nostra situazione, le sue spie hanno sempre fatto un ottimo lavoro.
Quando Fabian mi porge il telefono la voce di Fernando De Angelo è giovanile e cordiale. << Ness Di Leonardo, non esattamente la persona con cui mi aspettavo di parlare ma… a  cosa devo questo piacere? >>
<< Fernando Buona sera , noto con piacere che è ancora il gentiluomo di sempre, mi perdonerà ma non abbiamo tempo per i convenevoli. La casa, l’ azienda e l’ intera famiglia è sotto attacco. Ovviamente lei sa chi c’è dietro. Ho delle informazioni molto utili e sono disposta a condividerle con lei, per il giusto prezzo. >>
<< Lo nomini. >> chiede lui.
<< Noi penseremo a salvarci la pelle, ma lei ci garantirà l’ accesso e la protezione nei suoi territori, per me , Vincenzo l’ intera azienda e famiglia. >> rispondo in tono deciso.
<< Ho bisogno di prove e di verificare l’ autenticità delle informazioni promesse.>> Lo stronzo vuole prendersi del tempo.
<< Troppo tempo, e lei lo sa. Accetterà la mia proposta e lavoreremo insieme contro il nemico comune, altrimenti lo guiderò direttamente ai vostri confini, e sarà guerra aperta anche per voi, siete già i prossimi sulla loro lista ed io mi assicurerò personalmente che porti a termine la sua opera, fosse l’ ultima cosa che faccio .>> Fernando è un osso duro, ma ha trovato pane per i suoi denti.
<< Che tipo di informazioni mi fornirebbe? >> mi chiede Fernando.
<< Lei è troppo intelligente per pensare che abbia messo Daniel in carico delle operazioni di evacuazione e difesa per caso, così come Fabian non si trova qui per caso. >> continuo << Se ho accesso a questo tipo di informazioni le lascio solo immaginare il resto, ma questo già lo sa.  Quello che non sa, che non ha ancora capito e che le rode il fegato è: “come facciamo ad essere sempre un passo avanti a voi in ogni trattativa, accordo, ogni vostro sotterfugio, vi avevamo in un angolo prima di stasera e questo la stava divorando vivo.”
Le dò la possibilità di accesso alle nostre fonti. Accetti la mia offerta ora o pagatene le conseguenze tra poco. >>  Chiudo la linea e lascio il tempo a Fernando di decidere…… 
Mi siedo vicino a Pops che mi guarda con un sorriso mentre si tampona la ferita. Vorrebbe dirmi molte cose ma non lo fa ed in questo momento và bene così.

Quando il telefono di Fabian squilla smetto di respirare.
Fernando ha accettato la mia offerta, ora inizia la parte più dura.
 

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Capitolo 13
*** Alleanza ***


Alleanza
Ness Pov
 
Con l’ aiuto di Fabian facciamo uscire Pops dal guardaroba, lo sorreggiamo e ci dirigiamo verso l’ uscita.
Fuori è l’ inferno, la casa è a pezzi, le vittime non si contano più,  l’ attacco prosegue full force e le operazioni di evacuazione sono in atto.
Con grande fatica ci dirigiamo verso l’ unico veicolo sicuro libero, trasporterà Pops alla nostra destinazione, io seguirò a piedi, per essere sicura che tutti arrivino a destinazione.

La notte gioca a nostro favore, siamo ombre che si muovono nell’ ombra, l’ ora che segue è un calvario, a mano a mano che arrivano, tutte le informazioni vengono convogliate a me, dirigo le diverse squadre di sicurezza alla nostra nuova destinazione,  pregando in silenzio di aver fatto la scelta migliore per tutti noi.

Ogni squadra protegge una parte della famiglia e dell’ azienda. Nessuno di loro si lamenta, nessuno mette in dubbio le mie indicazioni, neanche quando dopo poco più di un ora ci troviamo tutti al confine con il territorio dei De Angelo. Fernando ha organizzato tutto in maniera impeccabile, diverse auto e furgoni sono già lì in attesa.
Mi assicuro che tutti siano a bordo dei mezzi forniti, e sono l’ ultima a partire, il veicolo su cui viaggio chiude la coda, normalmente non è così, se Pops fosse qui sarebbe al centro a bordo del veicolo con maggior protezione di tutti, ma quello spetta alle mie cugine, loro sono il gioiello da proteggere.
Arriviamo alla dimora di Fernando a notte fonda, la tenuta è enorme ed ospita facilmente i mezzi che ci hanno portato qui. In lontananza vedo una  tendopoli, ovviamente è stata allestita per noi, storco il naso perchè sono consapevole del motivo dietro questa scelta e non mi piace, ma in questa situazione non credo ci siano alternative migliori ed onestamente se la situazione fosse invertita avrei fatto la stessa scelta; Inoltre Rimanendo tutti uniti è più facile proteggerci tutti, ma è anche più facile attaccarci al bisogno….

Vedo il veicolo sicuro di Pops avvicinarsi, scendo dall’ auto e mi dirigo verso di lui. Pops al suo interno è pallido e sudato, ma quando mi vede mi sorride. Mi sporgo per baciarlo sulla fronte, e nell’ orecchio gli sussurro tutte le mie paure, la più grande è quella di aver guidato la famiglia nella fossa dei leoni.
Chiaramente i De Angelo sono una fossa, ma non sono leoni, sono delle vipere e spero davvero di aver interpretato la situazione in maniera corretta.
Pops mi guarda e con un filo di voce mi risponde: << A volte è meglio il diavolo che conosci che quello che non conosci. >>. Le sue parole sono come balsamo per i miei nervi.
Quando mi allontano, gli uomini di Fernando stanno già sollevando Pops dal veicolo e lo stanno portando all’ interno della casa.
All’ ingresso ci aspetta Fernando, che si sposta per far passare Pops , il suo sguardo è tutto per me. Sono sporca, sudata ed i capelli sono un disastro, nonostante tutto Fernando mi squadra da testa a piedi.
Quando si avvicina le parole che mi sussurra all’ orecchio mi fanno tremare << Ora capisco perché il nostro Luca ha perso la testa per te. >> Il suo messaggio è chiaro, sa quello che c’è tra me e Luca, ma non lascerà che si intrometta nei nostri affari…… siamo in due.

Entriamo in casa, la mia sicurezza ha ricevuto ordini di rimanere con le mie cugine, io andrò avanti da sola, a nulla sono servite le proteste di Diego, uno dei miei più cari colleghi, a nulla sono servite le proteste di Emily.

Diego rimane con loro, ma sento il suo sguardo su di me mentre varco la soglia di questa casa, diretta solo il cielo sa dove.
Le scale sono infinite, scendiamo, scendiamo  e scendiamo fino a che non capisco più a che livello sotto il terreno siamo.
Ci dirigiamo verso la stanza alla fine del corridoio e quando entro , Luca è appoggiato contro una delle pareti, il suo sguardo una maschera di orrore.

Questa stanza non è molto diversa da quella in casa di Pops, ma questa è cieca, niente finestre, solo una parete a specchio, che senza dubbio serve a monitorare chi ci sta dentro.

Quando La porta si chiude, la voglia di guardare Luca negli’ occhi, di parlargli è tantissima, ma non lo faccio, stasera ha un compito e non è quello di proteggere me; Lo deve portare a termine senza distrazioni, lo sa anche lui, ecco perché è qui, Fernando vuole dimostrarmi che la lealtà di Luca è verso la sua famiglia e non verso di me.
<< La mia parte dell’ accordo è stata rispettata, ora tocca a te>> mi dice Fernando con voce grave.
<< La sera del 22 Agosto, durante l’ incarico che abbiamo condiviso con voi, la mia azienda ha estratto più informazioni di quelle che sono state condivise con voi>> di sfuggita guardo Luca ed il suo sguardo è impassibile, in questo momento sta svolgendo il suo compito nella maniera migliore possibile, e questo per quanto strano, mi riempie di orgoglio. Almeno lui stasera potrà tornare a casa.
<< Avevo immaginato, ma continua pure, spiegati meglio. >> la voce di Fernando è più dolce.
<< Quando ho trovato la pen drive, accanto c’ era un agenda in pelle nera, conteneva delle informazioni, per cui l’ ho presa. All’ inizio non ero sicura di aver fatto la scelta migliore, ma alla fine quelle informazioni non solo ci hanno permesso di superarvi, di mettervi in un angolo e così facendo attirare l’ attenzione del nostro competitor, ci hanno anche permesso di essere qui stasera, e magari di continuare a lottare questo nemico comune insieme. >>
Mentre parlo non ho tempo di pensare a quanto le mie parole possano suonare come un tradimento alle orecchie di Luca, in questo momento non sono Ness, sono Cj e sto cercando di portare a casa la mia pelle e quella di tutto il clan. Con mani ferme apro la borsa, estraggo l’ agenda che Pops ci ha infilato dentro  quando eravamo da soli nel guardaroba (probabilmente voleva un posto sicuro per queste informazioni, o probabilmente aveva intuito che era il momento di usarle a nostro favore) e la apro.
Strappo la prima pagina e la porgo a Fernando.
Dopo qualche minuto di attenta osservazione mi dice: << Le informazioni qui presenti non sono abbastanza per quello che la mia famiglia ha fatto per voi. >> Come sospettavo vuole di più.
Apro l’ agenda e trovo le pagine relative alla sua azienda, ne strappo due e glie le porgo. I suoi occhi si dilatano per un secondo, ma si ricompone in fretta.
<< Queste sono abbastanza per tutto quello che avete fatto stasera e per garantire la sicurezza e la salute dell’ intera azienda e famiglia. >> Gli dico io, non voglio dargli modo di chiedere ancora di più.
<< Per ora…>> commenta Fernando.
Passiamo il resto della serata a decidere come difendere il loro territorio. Agli occhi del nostro nemico ci siamo uniti per creare fronte comune. Insieme siamo più grandi di loro.

Il nostro attacco frontale gli costa caro e si ritirano, ma abbiano vinto solo una battaglia, la guerra è un'altra cosa.
Quando anche questa parte è finita insisto per fare un giro tra le tende e mostrare supporto alla famiglia ed all’azienda. Il giro è più breve di quello che pensavo, non tutti sono riusciti a salvarsi, ma questo non è il momento di tirare le somme. Domani farò anche quello.

Quando torno a quella che ormai ho capito essere “la mia stanza” sono stanca, mi siedo per terra ed appoggio la schiena al muro.
<< Molto bene, ti farò portare un letto e tutto il necessario per un soggiorno consono. >> dice Fernando mentre esce dalla stanza. Luca lo segue senza degnarmi di uno sguardo, ma in questo momento non posso pensare a lui, la famiglia, Pops e l’ azienda sono la mia priorità.

I giorni che seguono sono tutti uguali, Fernando mi fa visita per raccogliere le informazioni che gli servono, ed in base al loro valore ricevo acqua cibo ed un trattamento umano. Ho chiesto di poter vedere con i miei occhi le condizioni della famiglia e dell’ azienda, e sono contenta che tutti siano stati sistemati in alloggi decenti ed il livello di sicurezza sia consono.
Non è stato facile per loro adattarsi alla vita con i loro nemici naturali, la condivisione degli spazi è difficoltosa, ma al momento strettamente necessaria.
Pops è stato trasferito in una clinica specializzata, ogni giorno lo video chiamo e posso controllarne i progressi, tutto sembra procedere per il verso giusto.
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Da qualche giorno mi è stato concesso un upgrade di “camera”, che ora contiene un bagno ed una piccola finestra con le sbarre. Non è molto, ma è sicuramente più confortevole di quella di prima. Indosso ancora gli stessi vestiti che indossavo quando sono venuta via dalla casa in rovine.
Alcune squadre di sicurezza sono state inviate per quantificare i danni al nostro territorio , il report è stato raccapricciante, ma almeno sono riusciti a tornare indietro con abiti ed il necessario per la famiglia. Ovviamente nulla di tutto ciò è arrivato a me.
Ogni giorno lavo i vestiti che indosso, non sempre si asciugano del tutto, ma il giorno dopo li indosso lo stesso. Ogni briciola di comfort e sicurezza per il nostro clan costa, e questa situazione non potrà andare avanti in eterno.
 

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Capitolo 14
*** Alleanza 2 ***


Alleanza 2
Luca POV

Stamattina dopo il concerto di Kai, mi sono svegliato accanto a lei, la sua testa sul mio petto, era da Dublino che non succedeva più, ed una parte di me aspettava solo questo.
Abbiamo parlato di quello che è successo in quest’ ultimo mese, non è stato un discorso facile, ma era ciò di cui avevamo bisogno.  Il futuro è incerto ma tutti e due siamo stanchi di lottare, succeda quel che succeda non la lascerò più uscire dalla mia vita.

Stasera sono in città per un incarico, al termine mi viene chiesto di passare a casa di Fernando, circolano voci inquietanti in giro e l’ unico che può confermarle o smentirle è lui. Sono arrivato da poco e l’ azienda è in piena attività, protocolli vengono attivati, istruzioni da seguire
ecc..

Gira voce che i Black abbiano attaccato i Di Leonardo.
Era un rischio a seguito delle nostre azioni, ma sinceramente non avevano molto in mano, di certo non avevano le informazioni che gli servivano per riuscire in un’ attacco del genere.

Il sangue mi si gela nelle vene, voglio sapere come sta lei, nessun posto è al sicuro in un momento tale, ma averla accanto a me diminuirebbe quest’ ansia notevolmente. La consapevolezza di non poterla chiamare per sapere come sta, ma di dovermi affidare ai nostri informatori mi rende nervoso.

Come se non bastasse se le informazioni sono vere, probabilmente noi siamo i prossimi e se quello che si dice del nostro competitor è vero, ci lasceranno del tempo per prepararci, per illuderci di poter sopravvivere, solo per poi prendersi quella speranza e schiacciarla sotto i piedi. Sono troppo grandi, nessuno dei due ha una possibilità contro di loro, ne noi ne i Di Leonardo, non individualmente in ogni modo…

Le informazioni che ci arrivano sono poche, ma quelle che arrivano a me anche meno, Fernando sa di me e Ness ed evidentemente teme che faccia qualche cazzata, ecco perché sono qui, per tenermi d’ occhio.
Non sono nuovo a situazioni simili, ma raramente mi vedono così coinvolto, Sterling dice che potrei apparire annoiato anche nel bel mezzo di un uragano, in questo momento è proprio così che mi sento, nel bel mezzo di un uragano.

Dopo più di un’ ora di agonia Fernando esce dal suo studio ed inizia a dare una serie infinita di istruzioni, poi mi guarda e mi dice: << Abbiamo bisogno di te stanotte, il capo dei Di Leonardo  sarà qui appena possibile, mi serve backup. >> Annuisco.

Mi avvio verso la piccola zona bar e mi verso un drink, mi siedo sul divanetto lì vicino e rifletto.
Probabilmente Vincenzo sta cercando una negoziazione favorevole con Fernando, senza dubbio per salvarsi la pellaccia.

Attraverso la finestra vedo un gruppo in lontananza, montare un’ incredibile quantità di tende, una tendopoli; Apparentemente non è solo la sua pellaccia che dobbiamo salvare stasera, ma quella dell’ intera azienda e famiglia.
La tendopoli ha un significato preciso, è temporanea, funge da reminder che non sono ospiti graditi. È  anche un segno di inferiorità, agli ospiti non si monta una tenda, si cerca una stanza, ma loro non sono ospiti, sono rifugiati e sono sottoposi alle nostre regole.

Passa quasi un’ altra ora ed attraverso le finestre vedo molti veicoli pronti a partire. La zona è immersa nel silenzio più assoluto, rotto solo dai rumori del gruppo che lavora alla tendopoli. Il protocollo di difesa viene attivato, è quello minore, non ci aspettiamo un attacco oggi, ma Fernando non lascia nulla al caso.
Ancora una volta mi chiedo che cosa crede il vecchio di poter offrire in cambio, sicuramente qualcosa di importante se ha convinto Fernando a mettersi in mezzo…
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I veicoli sono partiti verso la loro destinazione e l’ essenziale viene portato nella tendopoli, coperte, cuscini e scorte di cibo ed acqua. Calcolando la distanza della casa dai nostri confini, i veicoli dovrebbero tornare a breve.
Il mio pensiero va a lei, appena il mio compito stasera sarà finito, prima di tornare a casa andrò a cercarla nella sua tenda e mi accerterò che stia bene. Il pensiero di rivederla è l’unico che mi tiene ancora qui.
Le istruzioni che mi sono state date, sono di andare al piano interrato ed aspettare che Fernando arrivi con il nostro ospite, la stanza al piano interrato la conosce bene, ho passato molte ore a svolgere i miei compiti li dentro. Mi appoggio contro la parete laterale ed aspetto.

La porta è aperta, ma ancora prima che l’ ospite varchi quella soglia, l’ inconfondibile odore di vaniglia e rum, misto a sudore e sporco riempie la stanza ed i miei occhi trovano quelli di Ness.
Non capisco cosa stia succedendo ma non posso commettere errori, stasera la mia missione è quella di proteggere il capo, non Ness.
Lei è qui,  tranne la stanchezza e la sporcizia sembra stare bene.
Stranamente il fatto che lei sia qui non mi rende più tranquillo.

Mantengo l’ espressione neutra e l’ atteggiamento professionale mentre l’ ascolto negoziare la sicurezza della famiglia e dell’ azienda.
I miei occhi ed il mio corpo non tradiscono emozioni, neanche quando ammette di avermi chiaramente ingannato la notte dell’ incarico, sottraendo informazioni importanti che non hanno condiviso con noi, il tutto davanti ai miei occhi.
Una parte di me si sente tradito e deluso, ma l’ altra la ringrazia per averlo fatto, perché altrimenti stasera non sarebbe qui, nessuno di loro
lo sarebbe.

La vedo estrarre la famosa agenda in pelle nera dalla borsa e strappare prima una pagina, poi altre due. Quando Fernando si ritiene soddisfatto, iniziano insieme a pianificare la difesa ed il contrattacco di stasera.
 
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L’ operazione è andata a buon fine, al termine abbiamo accompagnato Ness a fare un giro della tendopoli, ora devo trovare la forza di lasciarla qui in questa stanza ed uscire; Mi ci è voluta tutto me stesso per farlo, Ness non ha reso questo momento più difficile, il suo sguardo era chiaro, voleva che portassi a termine il mio compito, anche se voleva dire lasciarla li da sola.

Sono sulle scale diretto verso l’ uscita quando la voce di Fernando mi blocca << Ora capisco perché questa donna abbia quest’ effetto su di te, ma piccolo consiglio, metti al primo posto l’ azienda di famiglia e non il cuore, lei lo ha già fatto. >>

Al piano di sopra movimento e concitazione attirano la mia attenzione, i miei occhi fanno fatica a credere a quello che vedono. Vincenzo Di Leonardo è sdraiato su uno dei nostri lettini, pallido, sudato, malconcio e ferito alla spalla sinistra. Qualcuno di noi si è preso cura di lui ed ora sembrerebbe cercare di riposare. Se qualcuno stamane mi avesse detto, che avrei avuto l’ occasione di pareggiare i conti con il vecchio non ci avrei creduto, ma ora che l’ occasione si è presentata non posso che approfittare, aspetto che tutti escano dalla stanza ed entro chiudendomi  la porta alle spalle….
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Quando entro nella camera dell’ hotel in cui alloggerò per la notte, sono distrutto. Mi verso un drink dal mini bar e mi lascio cadere sul letto;
La consapevolezza di quello a cui ho assistito stanotte mi avvolge.
  • Ness mi ha ingannato, rubando l’ agenda nera davanti ai miei occhi;
  • La sua famiglia ed azienda sono state attaccate e lei è riuscita a portarli al sicuro.. almeno per ora;
  • Fernando ha stretto accordi con loro, accordi che per il momento si sono dimostrati proficui, ma la posizione dei Di Leonardo è molto precaria, la sicurezza ed il benessere di tutti loro è stato garantito solo per poco, probabilmente domattina Fernando chiederà più informazioni ed userà la sicurezza ed il benessere dei Di Leonardo come mezzo per ottenere ciò che vuole, ma se c’è qualcuno che può tenergli testa è Ness
  • Ness ha effettivamente preso il post di Vincenzo nel clan, l’ ho notato io e l’ ha notato anche Fernando mentre facevamo il giro della tendopoli. La loro gente la guarda e vede più che un leader, vede qualcuno cresciuto con loro che non si pone al di sopra di loro ma che pone loro al di sopra di sé.
  • Fernando non la tratterà mai ne come ospite ne come suo pari, in questo momento tutti coloro nella tendopoli sono rifugiati, ma lei… lei è l’ unica prigioniera.
  • Stasera Ness ha messo al primo posto l’ azienda e la famiglia ma le parole di Fernando non mi toccano. Capisco perché lo ha fatto e questa consapevolezza non diminuisce quello che c’è tra di noi.. qualunque cosa esso sia.
La cosa che più di tutti mi fa male è la consapevolezza di lei in quella stanza da sola, così vicina ed allo stesso tempo così lontana e sapere che non posso tornare indietro e portarla via.

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Capitolo 15
*** Il ritorno ***


Il ritorno
Ness POV
 
Sono quasi quattordici giorni che siamo “ospiti” ed alleati del clan dei De Angelo, le informazioni contenute nell’ agenda nera iniziano a scarseggiare, non potremo continuare a stare qui per sempre. Con l’ aiuto di Fernando stiamo rimettendo in piedi l’ azienda e le nostre vite, ma per qualche motivo questi lavori vanno molto a rilento.

Pops è ancora in clinica, la sua riabilitazione sta dando i suoi frutti. In meno di una settimana verrà dimesso e poi?....

Un leggero colpo di tosse mi riporta al presente, Fernando si accomoda sulla sedia vicina a me << Definiamo gl’ ultimi dettagli per stasera.>>

<< Certo. >> rispondo io

Definiti gli ultimi dettegli Fernando rientra in casa, ma io rimango ad ammirare il panorama davanti a me, mentre rifletto su quello che è successo in queste due settimane.
La nostra posizione in questa situazione è sempre la stessa, eccetto forse per le tende, sistemazioni più idonee sono state fornite ed ora almeno la mia famiglia vive all’ interno della casa.

Un’ altro cambiamento: Il ritorno di Marco.

Pochi giorni dopo il nostro arrivo, una squadra lo ha trovato riverso a terra in casa mia, le sue condizioni erano critiche. Ci sono voluti molti giorni per rimetterlo in piedi.
Quando gli ho chiesto perché non fosse con noi quella sera, mi ha risposto che aveva terminato il suo incarico prima e che avendo sentito dell’ attacco è corso a casa mia per assicurarsi che stessi bene.  A suo dire è rimasto gravemente ferito quella sera ecco perché non è venuto con noi sin da subito.  
Nessuno ha controllato casa mia durante l’ attacco, perché io ero lì con loro tutto il tempo, e vivendo da sola non c’ era nulla da controllare, nessuno da salvare.

Mi ci è voluto un po’ per mettere insieme i pezzi, ma ora è tutto chiaro.
 
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La sera arriva e con lei l’ operazione che stiamo pianificando da giorni: un meeting con i miei più fidati collaboratori.
Fernando è stato gentile abbastanza, da farci usare una delle stanze da pranzo e pensare alla cena. Questa operazione da sola mi è costata tutto ciò che ci rimaneva, le ultime pagine dell’ agenda nera sono state strappate poco fa, ma in questo momento mi devo concentrare sul presente.

Quando entro nella sala da pranzo sono tutti già lì, tra i vari volti vedo Daniel e Fabian, che hanno guadagnato un posto a questo tavolo dopo la notte dell’ attacco, insieme ad altra gente che sta con noi da molti anni, c’è  anche Marco.

La cena procede tranquilla, definiamo le strategie d’ azione per i prossimi giorni e come pensiamo di tornare in forze.  

Dopo il dolce, vengono serviti il caffè e l’ amaro, tutti hanno mangiato molto e bevuto altrettanto.
Per tutta la sera io d’ altro canto ho solo giocato con il cibo nel mio piatto fino a che non è arrivato il dolce, il vino sono sicura fosse ottimo, ma non mi è mai piaciuto, per cui non ho toccato neanche quello . Nessuno si è accorto di nulla ovviamente, tranne Marco, i suoi occhi sono stati puntati su di me l’ intera serata.

Stiamo per congedarci quando, uno dei camerieri estrae l’ arma ed inizia a sparare.
Improvvisamente la sala si riempie  di armi e colpi, con la coda dell’ occhio vedo Daniel cadere a terra, seguito poco dopo da Fabian. Velocemente vado a controllare la porta, è chiusa dall’ esterno, nessuno può scappare.

Molti dei presenti hanno bevuto e mangiato troppo per reagire con la velocità richiesta. Questo mi manda in bestia, alcuni di loro hanno iniziato dal basso, come me e si sono guadagnati la loro posizione all’ interno dell’ azienda, ma poi si sono adagiati sugl’ allori, ed eventualmente hanno iniziato a lavorare per più di un capo. Tutti i presenti stasera sono spie o hanno avuto un qualche ruolo nella caduta del nostro clan, questo è il modo più sicuro di ripulire le nostre file, di assicurarmi che solo coloro che sono effettivamente leali, possano procedere verso la seconda fase del mio piano, verso il nostro futuro. Diego è al mio fianco ed insieme ad altri quattro uomini l’ operazione sta volgendo al termine, solo un uomo rimane in piedi: Marco.
Quando la sera dell’ attacco Marco si è rifiutato di accompagnarmi da Pops perché a suo dire aveva un incarico da svolgere, in realtà ci stava voltando le spalle. Le informazioni che servivano al nostro competitor per lanciare l’ attacco contro di noi venivano da lui. Posso immaginarmelo il loro accordo: Eliminare l’ intero clan dei Di Leonardo, ed in cambio lui avrebbe riportato loro l’ agenda nera.
Sicuro di non poter mettere le mani sull’ originale, è andato alla ricerca delle copie che tempo fa avevo fatto per sicurezza, ecco perché era in casa mia, ma stava cercando nel posto sbagliato, le copie non sono mai state lì; Il nostro competitor evidentemente non ha gradito ed ha cercato di disfarsi di lui.

La consapevolezza che ha agito per vendicarsi di me mi attanaglia, probabilmente perché quella sera ho scelto Luca, o meglio perché ho sempre scelto Luca a lui, si è voluto vendicare sull’ intero clan.

Riporto la mia mente al presente, l’ arma di Marco  è puntata contro di me e la mia contro di lui, ci giriamo attorno come due animali pronti alla lotta. 
Mi sposto velocemente per schivare uno dei suoi colpi, ma non veloce abbastanza, mi colpisce alla spalla. Sono consapevole del dolore, del sangue, sono consapevole di essere caduta a terra,  ma la mia attenzione è per l’ uomo che entra in sala in quel momento e punta l’ arma contro Marco. La precisione e la freddezza delle sue azioni mi gela il sangue nelle vene. Quando ha finito con lui si volta verso di me, il suo sguardo sembra quasi annoiato, ma quando incrocia il mio, Luca cambia espressione ed in quegl’ occhi lo vedo, non l’ Hitman ma l’ uomo che voglio al mio fianco. Attraversa la sale e mi aiuta ad alzarmi. Le sue labbra sono sulle mie in pochi secondi.

<< Sono con te qualsiasi cosa accada. >> Mi sussurra all’ orecchio, le sue parole sono balsamo per i miei nervi. Si tira via la giacca e la usa per comprimere la mia ferita.

Il mio sguarda si incrocia con quello di Diego lui ovviamente sapeva di me e Luca, al mio braccio destro non ho nascosto nulla. Se gli altri hanno dubbi o obiezioni a riguardo nessuno lo dà a vedere.

Con Luca al mio fianco ritorniamo, il più veloce possibile, nella zona della casa adibita a noi.

Emily è nel salotto circondata da un piccolo gruppo di altre persone, tra cui due delle guardie private di Pops. << A che punto siamo con il progetto di ricostruzione delle case e della nostra attività? Quello con l’ aiuto di Fernando…>> Chiedo ad una delle guardie
<< Fermi >> Mi risponde lui
<< Con il nostro progetto di ricostruzione? >> Chiedo io
<<  È tutto pronto>> Risponde con una nota di orgoglio nella sua voce.
<<  Vincenzo?>>> Chiedo.
<<  Scappato dalla clinica poche ore fa come stabilito. Ha raggiunto da poco il nuovo rifugio sicuro.>> Mi informa.
<<  Tutti gli altri?>> chiedo riferendomi al resto del clan che non è in questa stanza.
<< Sono arrivati tutti a destinazione. >> Mi informa.

Estrae il telefono, fa partire la video chiamata e dopo pochi squilli il volto di Pops appare sullo schermo.
<< Come stai? >> Chiedo preoccupata
<< Mai stato meglio. >> Mi risponde, nei suoi occhi leggo la gioia, l’ orgoglio ma anche la preoccupazione.
<< Sono arrivati tutti? >> Chiedo.
<< Si >> Mi risponde girando la telecamera ed inquadrando l’ intera azienda e famiglia, tiro un respiro di sollievo perché finalmente sono tutti liberi ed il loro vero capo è tornato; I Di Leonardo sono tornati più forti di prima.
<< Tornate il più presto possibile, prima che sia troppo tardi. >> Mi ordina Pops.

Mentre la sicurezza dei De Angelo è intenta a sistemare la situazione nella sala pranzo, il gruppo di persone davanti a me sparisce, diretti anche loro verso il nostro futuro, Emily vuole rimanere con me, è tremendamente testarda, ordino ad una delle guardie di caricarsela in braccio e portarla via.

<< Prova a toccarmi e mi metto ad urlare così forte da attrarre tutte le guardie di quest’ edifico. >> minaccia Emily.
Cazzo non possiamo correre questo rischio, vorrà dire che rimarrà con me.  L’ ultima guardia se ne và. Saremo gli ultimi a lasciare la casa, assicurandoci che tutti siano scappati.

Quando l’ ultimo dei nostri uomini è lontano da qui è il momento. Mi avvicino ad Emily e la bacio sulla fronte, poi mi giro e guardo negli occhi Luca:
<< Portala in salvo>> gli sussurro.

Il suo sguardo preoccupato e l’ urlo di Emily sono l’ ultima cosa che ricordo, poi il buio….

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Capitolo 16
*** Promesse ***


Promesse
Luca POV
 
Tra le mie braccia Ness respira a fatica.

La ferita sulla sua spalla dev’ essere stata più seria di quello che lasciava pensare. È pallida e sudata, una rapida occhiata alla ferita mi dice che avevo ragione.
Velocemente prima che esploda l’ inferno mi precipito in infermeria, Emily alle mie spalle.

Una volta in infemeria, Ness viene portata in un'altra stanza, con la coda dell’ occhio vedo Emily mandare un sms , ma non ho il tempo di fare domande che la porta si apre e Fernando entra con viso truce.

La consapevolezza di quello che è successo, dipinta sul suo volto.

Ness l’ ha fottuto.
Senza dubbio nella sua testa pensava di averla ormai in pugno, e lei ha fatto un ottimo lavoro a farglielo credere.  Tutte le operazioni di sabotaggio dei tentativi dei Di Leonardo di rimettersi in piedi avevano un unico obbiettivo: estrarre tutte le informazioni necessarie, facendo doppio viso  a cattivo gioco per poi lasciarli tutti senza nulla di concreto in mano. Una volta dimostrata l’ inadeguatezza del loro capo, si sarebbe mostrato generoso ed avrebbe comprato quello che rimaneva del clan, poco importa che le tutte le sue spie sta sera fossero state rimosse dai giochi, avrebbe unito i due clan in un unico e potente impero.

Il filosofo George Santayana diceva:” colui che non impara dalla storia è destinato a ripeterla” , mai parole più adatte.
Ora anche Fernando capisce che quello che si dice di lei è vero : mentre da una parte Ness ti fà credere di essere caduta nella tua trappola, dall’ altra ti sta guidando nella la sua trappola.

Prima che possa agire il suo telefono squilla, << Fossi in lei risponderei. >> la voce di Emily accanto a me mi riporta alla realtà.

Fernando ci pensa un attimo, ma poi estrae il telefono dalla sua tasca e risponde. La voce di Vincenzo Di Leonardo riempie la stanza
<< Qualunque cosa stia pensando di fare in questo momento, ci ripensi. >> La sua voce è calma ma la minaccia non è velata.
<< In questo momento non solo uno ma ben due membri della sua famiglia sono ancora con me, e la loro sorte dipende solo da me.>> Lo informa Fernando mentre attiva la modalità video chiamata ed inquadra il riflesso di un’ incosciente Ness sdraiata sul lettino al di là della porta a vetri ed Emily al mio fianco.

Fernando è arrogante ed a volte proprio questo è il suo problema, ma Vincenzo? È una vera e propria serpe.
Quando l’ attenzione di Fernando ritorna al telefono, qualsiasi cosa  Vincenzo gli mostri in ritorno ha l’ effetto desiderato; Fernando impallidisce e sgrana gli occhi.

<< Non se la prenda a male Fernando, è nella natura di Ness vincere. Mentre lei senza dubbio pensava di averla in pugno, Ness le sottraeva le risorse di cui aveva bisogno per rimetterci in piedi. Poco importano le informazioni che sono state condivise con lei, noi ne abbiamo delle copie, se crede di essere un passo avanti a noi si sbaglia di grosso. >> lo informa Vincenzo << Ora perché non torna nel suo ufficio, così possiamo discutere dei nuovi accordi tra i clan? >>

Fernando ci pensa un’ attimo, poi si gira ed esce dalla stanza.
Rimaniamo solo io ed Emily, ci guardiamo in silenzio mentre aspettiamo.

Dopo poco una donna entra nella stanza e ci dice che possiamo vedere Ness, è ancora debole e non ha ripreso coscienza, ma la parte peggiore è passata.
Vederla su quel lettino mi sconvolge. Mi metto a sedere al suo fianco, le lacrime mi solcano il viso, silenziosamente le lascio scendere. Il suo respiro è regolare e più forte di prima,  una rapida occhiata ai monitor mi consola.
Le ho già promesso che sarò con lei qualsiasi cosa accada, nella buona e nella cattiva sorte, a costo di dover muovere il mondo per noi.

<< C’è una cosa che devi sapere >> mi dice Emily, poi prende un respiro profondo e mi racconta del piano di Ness, mi racconta di come il suo piano fosse sin dall’ inizio di far rialzare l’ azienda , spostarli tutti in un posto sicuro e ridare loro il loro capo: Vincenzo. 
<< Una volta liberi avrebbe colto l’ occasione e si sarebbe allontanata dalla famiglia, avrebbe voluto ritirarsi dalle scene e passare più tempo con te. >> Mi dice Emily, e gli occhi mi si riempiono di lacrime.
<< Non ho mani incontrato nessuno come lei.  All’ inizio la odiavo, era l’ unica persona capace di tenermi testa e spingermi ad essere migliore, ma piano piano si è fatta strada in me. Ci abbiamo provato a stare lontani per via delle nostre famiglie e ad essere onesti loro hanno provato a tenerci lontano, ma qualsiasi cosa ci fosse tra di noi è cresciuta ed io non sono più disposto a separarmi da lei. Qualsiasi cosa succeda sta sera sarò con lei, a qualsiasi costo.>>  Le dico.

Emily è seduta di fronte a me, la sua espressione è dura e quando parla il suo tono lo è altrettanto.
<< Sono sicura di non sapere tutto ciò che è successo tra di voi e sinceramente prima di conoscerti non ero sicura che fossi la persona adatta a lei, ma lei ha fatto una scelta ed ha scelto te-, Sono disposta a darti il beneficio del dubbio, ma non farla soffrire ancora perché la prossima volta dovrai fare i conti con me, e io non perdono facilmente. >> Emily parla con un tono deciso e le sue parole sono una minaccia non troppo velata.

<< La famiglia non è solo legami di sangue, la famiglia sono le persone che scegli, e per loro daresti tutti >> Dico pensando ai miei fratelli a Nashville.
<< Questo è il punto con noi, noi siamo famiglia biologicamente parlando. Ness è mia sorella maggiore. I nostri genitori lavoravano per i Di Leonardo, durante un’ incarico qualcosa andò storto. Ness all’ epoca andava all’ università frequentava la facoltà di medicina ed io avevo poco più di 10 anni.  Appena saputo ha lasciato l’ università ed ha iniziato a lavorare per Vincenzo, lo stipendio non era male, ma i soldi erano sempre pochi. Non mi faceva mancare nulla, scuola, cibo, vestiti, un tetto sopra la testa, ma per lei rimaneva sempre troppo poco. Vincenzo ha iniziato a notarla allora, e l’ ha presa sotto la sua ala protettiva. La situazione è diventata ingestibile in fretta, e Vincenzo è intervenuto per salvarci dalla rovina, Ness ha lottato con tutta se stessa per rimanere con me, solo la promessa di Vincenzo che sarebbe rimasta nella mia vita, come cugina l’ ha fatta cedere.
Uno dei suoi figli ha adottato me, lui e la moglie stavano cercando figli da molti anni ma non erano mai riusciti ad averne. Ness è stata adottata da un altro dei  figli di Vincenzo, più per convenienza che per altro, era già una donna matura all’ epoca e Vincenzo voleva riconoscerla per farla entrare a far parte della famiglia. Ci è stato impedito di parlarne con altri, e dopo un po’ di tempo tutti hanno iniziato a vederci come cugine. >> Mi racconta Emily,

Allungo una mano verso di lei e delicatamente le prendo una mano tra le mie, in segno di incoraggiamento. Rimaniamo così per alcuni minuti.

Quando la porta si apre Fernando entra nella stanza:<< Seguimi, dobbiamo parlare>>

Mi alzo e lo seguo fuori dall’ infermeria nel suo ufficio.

Nel mio orecchio  attraverso l’ auricolare sento Emily aprire la mano e scoprire l’ auricolare ed il microfono che le ho lasciato.
 

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Capitolo 17
*** Accordi ***


Accordi
Pops pov
Mattina dello stesso giorno
 
Sono rinchiuso in questa dannata clinica da due settimane. Tutte le informazioni che mi arrivano sono filtrate da quello stronzo di Fernando.

Ness chiama tutti i giorni, sospetto più per controllare i miei progressi che per altro.

Ness che ha salvato la pelle a tutto il clan portandoci dai De Angelo, ma a quale costo? Sento la rabbia salire, rabbia per non esserle li con la mia gente, rabbia per essere stato messo in secondo piano da mia nipote, dal mio nemico. Mi sento come se non valessi più nulla, rinchiuso in questa clinica..

Oramai fisicamente mi sono ripreso, e tra poco potrò uscire di qui e sistemare questo casino in cui ci ha cacciati.

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Troppo presto per  miei gusti le luci si spengono, è il segnale che la giornata è finita.

Mentre mi preparo per la notte osservo le attività fuori dalla mia stanza, gli infermieri che sistemano i malati per la notte, i carrelli della biancheria e della terapia che vengono spinti lungo tutto il corridoio….. lentamente il reparto si spegne.
Un’ infermiera entra in camera mia per controllare che sia tutto ok per la notte, poi torna ai suoi giri, al suo lavoro….  Almeno lei un lavoro lo ha, sua nipote non l’ ha messa all’ angolo e rinchiusa in una clinica privata, per giocare a fare il boss con i loro rivali in affari.  Cosa pensa di guadagnare? Finirà solo per vendere l’ intero clan a Fernando così che lei possa giocare a fare la coppietta innamorata con quell’ altro, Luca….

Pensavo fosse più intelligente di così, pensavo di averle insegnato di più.
Ed eccola lì la rabbia, questa compagna di vita, il sentimento che mi ha dato la forza di resistere per tutto questo tempo in questa prigione…
 
Per distrarmi accendo la televisione e mi siedo sulla poltrona li vicino, ma i miei sensi sono ancora in allerta, con la coda dell’ occhio vedo dei movimenti fuori dalla finestra che attirano la mia attenzione, muto la tv e cerco di capire cosa possa essere.

Dopo poco la faccia di John appare alla finestra. John la mia guardia del corpo, non lo vedo dalla sera dell’ assalto, mi sembra una vita….. La gioia è rimpiazzata subito dalla paura, dal dubbio…..

Perché è qui?

Quale casino può aver creato Ness per spingere uno dei miei più fidati collaboratori a venire qui?

Mi avvicino alla finestra e la apro,  John non perde un secondo e con un agilità notevole per un uomo della sua età entra nella mia stanza.

Vorrei salutarlo, vorrei abbracciarlo, ma la rabbia ed il timore per il mio clan sono troppi, rimango lì fermo a guardarlo, con un espressione che dice : “Parla” stampata sul volto.

<< Buonasera Vincenzo, sono lieto di vederla in forma. >> mi saluta John con affetto.

<< Cosa vuoi?>> la domanda è sgarbata ed un po’ mi spiace, ma devo sapere perché è qui.

John non risponde ma mi porge uno zaino, lo apro e scopro che contiene dei vestiti puliti e delle scarpe. Vuole farmi uscire… Perché?

<< Perché?>> chiedo.

<< Torni a casa Vincenzo, la stiamo aspettando tutti con ansia.>> mentre mi parla John cerca nelle tasche ed estrae una ciocca di capelli. Li pendo e li annuso, il famigliare odore di vaniglia e rum mi pervade.

Ed ecco il momento che temevo e nel contempo speravo arrivasse, Ness ha mandato tutto a puttane ed ora ha mandato John a tirarmi fuori di qui per sistemare la situazione.

Prendo i vestiti e li indosso, raccolgo il telefono e poche altre cose, le infilo in tasca.

È il momento di tornare a casa.

La mia camera è al primo piano, seppur con fatica scavalco la finestra , usando come appiglio l’ albero di fronte e scivolo a terra.  John è dietro di me in un attimo. Mi guida fino ad un veicolo parcheggiato li vicino, salgo a bordo e partiamo.

I volti famigliari mi riportano ricordi, apprezzo tutto ciò, ma vorrei sapere cosa sta succedendo.

Come leggendomi nel pensiero John inizia a raccontarmi cos’è successo da quando sono stato ricoverato, di come Ness abbia ricostruito l’ azienda di famiglia con le risorse rubate ai De Angelo, nonostante i tentativi di Fernando di sabotare le sue operazioni e del mio ruolo in tutto ciò: Stiamo andando nel nuovo rifugio sicuro dove incontrerò il resto del clan e potrò riprendere in mano la situazione….

Come può avermi tenuto nascosto una cosa del genere? Perché  non ne sapevo nulla? Tutto il tempo passato a pensare che per noi fosse la fine, che ci avesse guidati verso la rovina….

La risposta è ovvia, Fernando…. Non poteva farmi arrivare notizie veritiere se voleva tenere Fernando all’ oscuro.

Prima di recarci al nuovo rifugio  John mi dice che dobbiamo passare a prendere qualcosa di importante, ma solo io posso dirgli cos’è e dove.

<< Ness mi ha chiesto di darle questo>> mi dice porgendomi un foglio di carta piegato in due, riconosco la calligrafia di Ness lo apro:
25/4/2000

Solo una data, è tutto quello che mi serve per capire dove siamo diretti.
Il 25 Aprile 2000 è il giorno in cui i suoi genitori sono morti.
So dove andare.
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Siamo al cimitero in pochi minuti.

John apre la porta della cappella di famiglia dove sono sepolti i genitori di Ness ed entro.

Onestamente mi sto dando dello stupido per non averci pensato prima, conosco Ness da molti anni e questo è sempre stato uno dei posti in cui nascondeva le cose più care, non quelle dai valore economico, ma quelle di valore inestimabile, di solito affettivo. Solo una cosa può essere nascosta qui…

Alzo la lastra di marmo bianco sotto la finestra ed eccole lì le copie dell’ agenda nera.

Ed ecco che in una sera sola, Ness mi ha ridato tutto: La famiglia, il clan, un azienda ed una posizione favorevole per trattare i prossimi accordi, perché Fernando può aver dimenticato, ma io no, la famiglia dei Black non ha apprezzato essere stati costretti al ritiro quella sera che i clan si sono uniti, ci sarà una guerra a breve, e se  vogliamo sopravvivere dobbiamo essere uniti e non possiamo essere uniti se ogni gallo cerca di guadagnare il controllo del pollaio altrui..

Le copie delle informazioni date ai De Angelo rappresentano proprio questo: non siamo inferiori a loro perché abbiamo tutti le stesse informazioni, non sono un passo avanti a noi, il contrario, siamo pari.  Fernando non ha più potere in casa nostra.
 
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Siamo da poco arrivati al rifugio, devo ammettere che Ness ha fatto un ottimo lavoro.

Piano piano a piccoli gruppi ciò che rimane della mia famiglia e del mio clan entra nel rifugio, tutti tranne Ness ed Emily. Hanno promesso che sarebbero tornate… No non era una promessa, era un ordine: “Tornate indietro al più presto possibile.” Se non sono ancora tornate c’è un motivo….

Altro grande assente è Marco.
Non ho bisogno di farmelo dire, Marco ci ha venduto al nostro competitor, ci ho pensato molto ultimamente ed era l’ unica spiegazione plausibile. Il fatto che non sia qui con noi è una conferma.
 
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Il telefono che squilla attira la mia attenzione, un sms di Emily: Ness incosciente, fuga impossibile, Fernando sta arrivando.

In fretta cerco tra tutte soluzioni che mi vengono in mente, ma tutti prevedono qualche tipo di guerra.

L’ unica soluzione possibile che non scateni una guerra mi ronza nella testa da quasi due settimane… Sinceramente non mi piace e non piacerà neanche a Fernando, ma è il meglio che abbiamo in questo momento.
Chiamo Fernando….
 
….. Due settimane prima….
 
Stasera siamo stati attaccati, io sono rimasto ferito e Ness si è trovata a prendere in mano la situazione. Abbiamo abbandonato le nostre case ed abbiamo trovato rifugio nell’ abitazione di Fernando De Angelo.

Sono sdraiato sul lettino dell’ infermeria dei De Angelo che si sono presi cura di me, per il momento sono fuori pericolo imminente, ma la strada è ancora lunga.

La mia mente lavora senza riposo: Che accordi ha stretto Ness con Fernando? Che informazioni gli ha dato?

Quando le ho dato l’ agenda speravo che potesse usarla per trovare una via d’ uscita da questo inferno, ma questa non è la decisione che avrei preso io. Sistemarci in una tendopoli? Avevo altre aspettative e devo dire mi trovo deluso, ma non posso negare che se riesce a garantire la protezione dell’azienda e della famiglia è un ottimo risultato vedendo il punto da cui siamo partiti.

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Finalmente sono da solo, sono da poco usciti tutti quando un movimento vicino alla porta attira la mia attenzione. Luca De Angelo entra e si chiude la porta alle sue spalle. Il suo sguardo è nel mio, odio.. lo leggo nei suoi occhi, è qui per pareggiare i conti.

<< Allora è vero quello che si dice in giro, l’ erba cattiva non muore mai..>> mi dice mentre si mette a sedere sulla sedia li vicino. 
Non so con che faccia tosta si presenti qui, lui è la causa di tutti i nostri problemi.

Vedendo che non rispondo và avanti << Sono lieto che lei non sia morto>> mi dice in tono sincero. Quest’ uomo deve essere proprio bravo a mentire perché per un secondo quasi ci stavo credendo. Alzo un sopracciglio ma non rispondo.

<< Speravo di aver la possibilità di scambiare due chiacchiere con lei>> mi dice << so che Ness sperava di poterle parlare, di poterla convincere a lasciarla andare, per stare con me, poterci ritirare dalle scene e vivere la nostra storia liberi dal peso di due famiglie che si odiano; Io dall’ altro canto non mi sono mai illuso che il suo piano potesse funzionare, per me era chiaro sin dal primo giorno che non l’ avrebbe mai lasciata andare..>> non ho bisogno di farlo finire di parlare, so dove vuole andare a parare.

<< Lieto che una cosa ti sia chiara: Ness non sarà mai tua.>> gli dico

<< Su questo si sbaglia, Ness appartiene ad una sola persona…. >> inizia a dirmi, ma io non posso sopportare di sentirglielo dire, Ness non appartiene a lui.

<< A te?>> chiedo con tono di sfida

<< A se stessa>> mi dice.

Sbuffo, questa nuova generazione che non riesce a vedere più lontano del proprio naso, non fatemi neanche pensare a questa sua fantasia che Ness appartiene a se stessa. Io le ho dato un lavoro quando i suoi genitori sono morti, io ho permesso che sia lei che sua sorella trovassero delle famiglie e che rimanessero una nelle vite dell’ altra, io le ho insegnato ciò che sa, io l’ ho plasmata, io le ho dato un cognome che aprirà porte per lei,  io le ho dato tutto ciò che ha. Ness appartiene a me, ed in quanto tale posso fare con lei ciò che reputo meglio.

<< Lei appartiene a me>> le parole escono dalla mia bocca senza il mio permesso.

Lo vedo serrare la mascella ed ancora a denti stretti mi dice:<< Quindi essendo sua, pensa di poter fare con lei ciò che vuole?  Come la sera che si è accanito contro di lei solo perché stava con me? >>

<< Non pensi di valere così tanto sig. De Angelo, Ness doveva essere riportata con i piedi per terra. >> Gli rispondo

<< Con i piedi per terra rispetto a cosa? >> mi chiede Luca

<< Rispetto ai piani che avevo per lei >> rispondo io.

 << E guardi i suoi piani che fine hanno fatto….>> mi dice ridendo.

Questa è la goccia che fa traboccare il vaso. Di solito sono un uomo contenuto che sa come reagire quando viene provocato: Prendo le stesse provocazioni e le uso a mio vantaggio, ma sinceramente dopo tutto quel che è successo sta sera i freni inibitori sono saltati da un pezzo ormai.

Con tanta rabbia che ogni parola è veleno do voce ai miei pensieri: << Ancora non lo vedi? Siamo in questa situazione per causa tua. Se solo avessi fatto il tuo lavoro in maniera professionale non si sarebbe mai accorta di te. Se avessi saputo tenertelo nei pantaloni l’ intero affare di Dublino non sarebbe mai successo. Tu le hai messo in testa tutte queste manie di grandezza, pensare di essere più furba di me da potermi tenere nascosta la vostra storia, proprio sotto il mio naso, pensare di poter prendere il mio posto e giocare a fare il Boss?

La mia Ness doveva sposare l’ unico uomo che le avrebbe tenuto testa e sarebbe rimasta al sicuro, nulla di tutto ciò sarebbe mai successo>> Mi sento più leggero ora che ho tirato tutto fuori..

<< Come se avesse mai predisposto un vero e proprio sistema di sicurezza attorno a lei.
Certo a voce minacciava chiunque si fosse avvicinato a lei, ma nella realtà?

Sa quanto tempo mi ci è voluto per avere l’ accesso alle sue telecamere di casa? Un ora.
Per entrarle in casa? Poco più di dieci minuti.
Dopo il nostro incarico insieme? dopo che quella sera l’ ha riportata con i piedi per terra, ha aspettato sette giorni  prima di dare l’ ordine a quell’ incompetente di Marco di entrarle in casa e capire cosa stava succedendo, sperava forse che il problema si risolvesse da solo? Quanto è stato sorpreso di trovarla ancora viva? >> Le sue affermazioni mi colpiscono nel profondo, ma chi si crede di essere?


<< Non azzardarti mai più ad insinuare una cosa del genere. Ness è famiglia per me.>> rispondo.

<< Famiglia?>> mi chiede con fare incredulo

<< Pensavo fosse un uomo intelligente Vincenzo, conosce Fernando da molti anni, ma evidentemente mi sbagliavo. Lasci che le spieghi una cosa: Fernando è un dannato maschilista che come lei crede che le donne siano proprietà dell’ uomo e che come tali siano inferiori, impiegherà ogni risorsa possibile per impedire ogni tentativo di rimettere in piedi la vostra famiglia e la vostra azienda.
Non fraintenda, se qualcuno può fottere Fernando quella è Ness, ma anche quando ci riuscirà, quando il clan sarà tornato in forze, crede davvero che le permetterà di lasciare questa casa viva? e lei Vincenzo cosa farà a questo punto?
Inizierà una guerra che potreste vincere, ma che potreste anche perdere? ed il sacrificio di Ness a cosa sarà servito?
Vive nell’ illusione che dopo che Fernando si sarà occupato di Ness i suoi uomini la seguiranno ancora? O forse crede di poter portare avanti quest’ unione, che lei e Fernando possiate comandare insieme, senza cercare di prendere l’ uno il posto dell’ altro?
Quanto crede aspetteranno i Black per approfittarne di questa situazione e cancellarci tutti dalla faccia della terra?
La soluzione la vede anche lei Vincenzo, se Ness è davvero famiglia, se la ama davvero, la soluzione è una sola.
Unite le aziende, eleggete un nuovo leader a parere dei collaboratori, create un impero che tenga a bada il nemico.
Io e Ness faremo quello che avevamo in programma di fare sin dall’ inizio, ci ritireremo dal mercato, vivremo in pace la nostra storia, lontani da questa guerra.>>

<< Dovrai passare sul mio cadavere. >> gli dico, le sue parole ancora echeggiano nelle mie orecchie, la loro unione? L’ unione dei clan? Come se non fossimo nemici naturali.. Idea più stupida non poteva averla..

<< Non fare promesse che non puoi mantenere, vecchio. >> Mi dice mentre mi fa l’ occhiolino.

Prima di uscire dalla porta si gira e mi guarda negl’ occhi, con un espressione incredibilmente seria << Provi solo a cercare di fotterci e sarò grato che non sia morto stasera, così potrò porci rimedio personalmente. Mi creda è il mio più grande desidero. >>

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Luca POV
 
Sono nell’ ufficio di Fernando da qualche minuto ed ancora non ha proferito parola. Senza chiedere permesso mi alzo e mi dirigo verso il minibar, mi vero un drink, ne verso uno anche a lui.
Fernando accetta il drink volentieri, poi mi guarda e mi chiede di accomodarmi.

<< Dopo gli avvenimenti di questa sera, dobbiamo presupporre che i Black sappiano che i Di Leonardo si sono rialzati, per cui dobbiamo presupporre di essere il loro nuovo obbiettivo. Questo relativo periodo di quiete non è da fraintendere come pace, si lo abbiamo costretto a ritirarsi, ma una guerra è all’ orizzonte e se vogliamo avere possibilità di sopravvivenza l’ alleanza con i Di Leonardo non basta più. È mia idea che solo unendo le nostre aziende possiamo creare un impero grande abbastanza da tenere i nostri competitor a bada. Qui nasce il problema, io e Vincenzo siamo uomini di una volta, con un’ impostazione vecchio stile, nessuno dei due accetterebbe per davvero la condivisione della leadership, è mia  opinione che stabilire una nuova leadership sia l’ idea migliore per ridurre l’ inevitabile frammentazione che risulterebbe dall’ unione delle nostre aziende.
Questa nuova leadership vorremmo rappresentasse entrambi le aziende, vorremmo proporre due candidati che siano in grado di gestire questa nuova azienda che nascerà dall’ unione delle due.>>  mi dice Fernando in tono deciso, guardandomi negl’ occhi.

Due candidati? Ma che cazzo? Credono davvero che questi due candidati saranno diversi da loro? Che non cercheranno di prendere l’ uno il posto dell’ altro, lasciando la nuova azienda debole?
Sinceramente dovrebbe interessarmi poco, a patto che lascino me e Ness liberi di vivere la nostra vita.

<< Ha parlato di due candidati chi sarebbero? >> chiedo curioso.

<< Ogni azienda nominerà il proprio candidato; dal canto mio un’ uomo conosciuto e rispettato all’ interno delle nostre file come te, è l’ alternativa migliore per i nostri collaboratori che già ti conoscono e ti stimano, sono sicuro che riuscirai a guidarli al meglio verso la riuscita di questo piano. >> mi dice Fernando

Cosa? Se il vecchio maledetto pensa di fregarci ha capito male, ho fatto una promessa, che se avesse messo i bastoni tra le ruote all’ unione tra me e Ness, sarei tornato a trovarlo e lo avrei eliminato io stesso, ed evidentemente è proprio quello che dovrò fare.

<< Chi sarebbe il candidato dei Di Leonardo?>> Chiedo perché ho un terribile presentimento.

<< Vincenzo ha proposto, di mantenere le cose come stanno>>  dice Fernando

<< Cosa? >> Chiedo incredulo << l’ altro candidato sarebbe Vincenzo? Non avevo realizzato che sperassimo di fallire, pensavo volessimo sopravvivere>> dico con tono incredulo.

<< Attualmente la leadership dei Di Leonardo rimane a Ness, Vincenzo è molto vecchio e stanco e dopo l’ incidente alla spalla ha deciso di non riprendere il suo posto. >> mi informa Fernando.

Ancora peggio di quello che temessi, questi due vecchi maledetti ci hanno fottuto. Ci  hanno bloccano tutti e due a capo della nuova azienda e posso giurarci che nessuno dei due lascerà davvero andare l’ azienda. Cercheranno di sabotarci appena possibile.

<< Insieme tu e Ness avete le possibilità di guidare questa nuova azienda, e i vostri figli? Sarano sangue del nostro sangue che guiderà quest’ azienda per gli anni a venire.>> L’ ultima frase è un fulmine a ciel sereno. Non solo pensano di bloccare noi due a capo della nuova azienda per poi farci fuori alla prima occasione, vogliono anche che abbiamo figli?

Prima ancora di pensarci la mia mano corre verso l’ arma, ma la voce di Emily mi ferma sul colpo.

<< Ness si sta svegliando. Torna qui prima di fare qualcosa di stupido. Penseremo a qualcosa insieme. >>

Mi concedo da Fernando chiedendo del tempo per riflettere su questa sua offerta. Entrambi sappiamo che non posso rifiutarmi, in caso contrario si vendicherà su Ness e non sono più neanche tanto sicuro che Vincenzo vorrà vendicarla, probabilmente mentirà all’ intera azienda e con l’ aiuto di  Fernando faranno sparire chiunque possa dire il contrario, Emily inclusa.

Quando arrivo in infermeria Ness è sveglia.

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Capitolo 18
*** Leadership ***


Leadership
Ness POV

Sono sveglia da circa una settimana.
Luca mi ha raccontato quello che è successo, della sua proposta a Vincenzo di lasciarci liberi, di ritirarci dalle scene, vivere la nostra storia lontani da loro e della contro proposta di Fernando. Inutile dire che poche ore dopo è arrivata la stessa proposta a me, da parte di Vincenzo.

Entrambi sappiamo che non posso rifiutarmi, in caso contrario si vendicherà su Emily.

Ne abbiamo parlato a lungo tutti e tre,  la soluzione migliore per garantire la sicurezza di tutti per il momento è quella di accettare, prenderemo le redini della nuova società, ma non permetteremo ne a Vincenzo ne a Fernando di sabotare quest’ operazione. Quando sarà il momento passeremo la leadership dell’ azienda a qualcun’ altro e ci ritireremo dalle scene ed Emily starà con noi.

Ieri abbiamo accettato la proposta ufficialmente, settimana prossima ci riuniremo per decidere gli ultimi dettagli.

Dopo diversi giorni di lavoro finalmente io ed altri membri della famiglia, siamo riusciti a tornare alle nostre abitazioni, questa volta con me viene anche Luca.

La sua presenza al mio fianco causa ancora qualche alzata di sopracciglio, ma piano piano il clan si sta abituando.

Tra me e Luca molte cose sono cambiate, ne abbiamo parlato a lungo in queste sere, l’ unica nota positiva è che ora potremo continuare a vivere la nostra storia senza doverci nascondere. La prudenza e gli occhi aperti non saranno mai troppi, ma per il momento va bene così..

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Domattina ci incontreremo con Fernando e Vincenzo per definire gli ultimi dettagli.

Stanotte non riesco a dormire, sono agitata.
La proposta che abbiamo accettato prevede non solo una leadership condivisa della nuova azienda, Vincenzo e Fernando sono stati irremovibili a riguardo, vogliono che la nostra unione dia esempio a tutta l’ azienda. In poche parole vogliono farci sposare.

Hanno anche accennato ad avere figli ed a fargli ereditare questa nuova azienda che loro chiamano: l’ impero.

Ecco perché non riesco a dormire, sono sicura di Luca, sono sicura che lui sia l’ uomo che voglio accanto, ma avere figli? Fargli fare questa vita? Non sono sicura di volerlo.

Mi alzo dal divano su cui sono seduta, Luca dorme già da qualche ora.
Con passo stanco mi dirigo in camera da letto, prendo il mio telefono e quello di Luca che aveva lasciato in sala. Il telefono vibra nella mia mano, sblocco lo schermo ma mi rendo conto solo in quel momento che non ho sbloccato il mio ma quello di Luca. Una notifica sullo schermo mi blocca sul posto.
Un messaggio:

Noha Parker :
Dobbiamo parlare della nuova azienda.
 
Le gambe mi cedono ed io mi trovo seduta a terra con la schiena al muro.
Il telefono di Luca ancora in mano, lo stringo con tanta forza che mi aspetto che da un momento all’ altro si rompa.

La mia mente lavora all' impazzata.
Noha Parker é un agente dell’ FBI, lo conosco per sentito dire.
 
Apro il messaggio di Noha ma non c'è altro nella conversazione,  qualsiasi cosa stia facendo non la gestisce via telefono, ovviamente certi rapporti li tiene di persona.  Chiudo la conversazione e la segno come: ancora da leggere.
 
Tiro un respiro profondo e cerco di dare senso a quest’ informazione, se Luca ha il suo numero salvato con nome e cognome vuol dire che si conoscono.
 
Quale motivo potrebbe avere un agente dell’ FBI di parlare con lui?
Sta collaborando, sta passando informazioni.
Che tipo di informazioni sta passando non lo so.
 
Ho un orribile presentimento: Se Luca sta collaborando con l’ FBI non lo fa a gratis, sicuramente avrà stretto un accordo per essere tirato fuori dal casino finale, ma l’ azienda che fine farà? Io altro capo che fine farò?
La risposta è li davanti ai miei occhi, anche se difficile da accettare, possono esserci solo due alternative:
 
  1. Luca vuole liberarsi della nuova azienda e di me, per poter tornare a vivere la sua vita a Nashville indisturbato. Ha senso, si libererebbe di tutti noi in un colpo solo e lui ne uscirebbe a mani pulite.
  2. Luca vuole incastrare solo me, il suo amico farà in modo di tenere fuori “l’ impero”( tutto o almeno una parte) da tutto ciò e lui prenderà in mano tutto.  Era una sua idea sin dall’ inizio o c’è Fernando dietro tutto ciò?
 
La domanda che non avrei  mai voluto porgere a me stessa è li nella mia testa, non riesco a mandarla via, non riesco a non pensarci:
“Mi ha davvero mai amata? ”
 
Il mio cervello urla PERICOLO.
 
Il mio pensiero va ad Emily, é pulita e non ha mai avuto a che fare con l’ azienda  ma porta pur sempre il cognome Di Leonardo  ed é pur sempre mia sorella biologica, non che cugina per adozione ed io sono pur sempre il capo. Non mi sento sicura ad avere l’ FBI che le ronza in torno.
 
Prendo il mio telefono e chiamo Diego,  risponde al primo squillo.
 
Con l’ aiuto di Diego ricerchiamo informazioni su Noha ma come sospettavo sono tutte riservate, tutto ciò che riusciamo ad avere su di lui sono due foto.
Le guardo attentamente ma tranne l’ enorme cicatrice sul volto  non mi dicono nulla.
In una delle due indossa una camicia con le maniche arrotolate sui gomiti, tutta l’ aria lascia il mio corpo, appoggio la testa contro il muro, non voglio credere ai miei occhi.
 
Sull’ avambraccio un tatuaggio, una scritta in latino:
“Nothi in inferrnum”
 
È lo stesso tatuaggio di Luca, stesso posto stessi caratteri, lo stesso di Sterlign.
 
La conferma che sta lavorando da solo è come benzina sul fuoco.
Prendo il telefono e chiamo l' ultima persona che avrei mai pensato di chiamare: Fernando De Angelo.
 
Si perché fino ad ora il capo del suo clan é ancora lui, questa situazione coinvolge loro e tutta la nuova azienda, non posso tenerla nascosta; Quest’ errore va sistemato in fretta.
 
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Luca pov
 
Il ritrovo per l’ incontro è un antico casale in campagna, siamo seduti all’ unico tavolo presente nella stanza, Ness è seduta tra me e Fernando, Vincenzo è davanti a lei.
 
Ness è a capo dei Di Leonardo, ma Fernando mantiene ancora la sua leadership sui De Angelo, nelle ultime settimane mi ha affiancato per prepararmi ed oggi mi aspetto che mi ceda la leadership come da accordi, ma quando iniziano a parlare stanno discutendo delle nuove misure e procedure di sicurezza.

Quando i piani vengono definiti scende il silenzio.
 
L’ ordine arriva da lei, Diego l’ unica guardia presente sta sera mi affianca.
Mi stanno trattando come una potenziale spia, riconosco il nuovo protocollo che hanno appena finito di delineare.
Lo sguardo di Ness non lascia il mio neanche un secondo, mentre il primo pugno trova il mio zigomo sinistro i suoi occhi sono nei miei, quando il prossimo pugno trova l’ altro zigomo i suoi occhi rimangono nei mie.
 
Cerco di difendermi come posso ma la situazione mi sta sfuggendo di mano, come ultima risorsa estraggo l’ arma che tengo sempre con me e la punto a Fernando.
 
Ness mi guarda, il suo sguardo è rimasto nel mio tutto questo tempo, ma i suoi occhi sono freddi, calcolatori e pieni di odio.
Lentamente si alza dal tavolo, a passi lenti si dirige verso di me, Diego la segue con gli occhi, senza perderla di vista un attimo.

In questo momento capisco di aver perso, lo capisco dal modo in cui Ness cammina, il modo in cui mi guarda, l’ odio nei suoi occhi e soprattutto è il suo sorriso finto che mi porge, lo stesso sorriso che riserva alle sue vittime, la dolcezza del miele che ti attira in trappola ed è la mia fine.
Non lotto quando il primo pugno mi colpisce, non lotto neanche il secondo, ho già perso perché so di aver perso lei, so di ver perso tutto.
 
Abbasso l’ arma.
 
Sono consapevole di essere stato gettato a terra, Diego mi tiene bloccato con il suo corpo, Ness estrae il mio telefono dalla tasca e lo porge a Fernando.
 
<< Tra i messaggi ricevuti troverai quello di Noha Parker. >> dice Ness rivolta a Fernando.
 
Al solo menzionare il nome di un agente dell’ FBI il colore svanisce dal suo volto.
 
<<  Leggi ad alta voce per favore >> Chiede Ness a Fernando
<< Dobbiamo parlare della nuova azienda >> legge Fernando
 
In questo momento realizzo come questa situazione possa apparire ai loro occhi: Il futuro capo dell’ azienda che vende l’ intero “impero” all’ FBI o peggio? Crede che stia cercando di far fuori lei?
 
Lo sguardo di Ness è nel mio, vedo la rabbia per il mio presunto tradimento.
<< Non è come sembra, lasciami spiegare>> Le dico guardandola negl’ occhi << Non ti ho mai tradita lo sai, dentro lo senti.>> Le dico
 
Sto ancora fissando le sue iridi color cioccolato quando il colpo arriva.
 
Poi il buio…………..
 
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Sono sdraiato sull’ asfalto, è duro contro la mia schiena.
Il sangue mi cola dalla faccia, lo sento in bocca.
Apro gli occhi, dopo qualche minuto il mondo attorno a me prende forma, vedo la strada e gli edifici così famigliari, sono a Nashville.
Cerco di alzarmi in piedi ma sono tremendamente debole, mi ci vogliono alcuni tentativi ma ci riesco.
I piedi mi guidano verso il Barrrelhouse qui vicino, cerco Jack con lo sguardo, ma quando mi vede il sorriso gli muore sul nascere.
Due braccia forti mi avvolgono mentre ricado nel buio..
 
Poi il nulla……..
 
FINE

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