I viaggiatori, i soldati e i draghi

di Serne700
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In trappola ***
Capitolo 2: *** Il nemico dell'universo ***
Capitolo 3: *** Il segreto della Megaevoluzione ***
Capitolo 4: *** Il Team Rocket ***
Capitolo 5: *** La battaglia dell’Isola del Sud ***



Capitolo 1
*** In trappola ***


Intrappolati in un universo parallelo. Possibilità di ritorno apparentemente zero.

Le quattro navi rimasero sospese per aria l’una rivolta verso l’altra.

I piloti rimasero in silenzio a guardarsi a vicenda dalle cabine di guida.

I due draghi, Jordan e Bellatrix, li raggiunsero in un istante cercando di comunicare telepaticamente: “...ragazzi siamo desolati…” disse il primo con dispiacere per loro.

Dal Tardis, la nave a forma di cabina blu della polizia, il Dottore parlò per primo: “...Niente amici miei, facciamo dietrofront e si torna a Galar..”.

Detto ciò, aprì le porte della sua navicella facendo entrare i due eoni al suo interno.

Gli altri però, non riuscirono ad aprire bocca per lo shock.

Mentre facevano ritorno, il Dottore richiamò di nuovo Mike, il dispatcher del porto di Keelford, sperando di poter parcheggiare di nuovo le navi lì.

“Pronto Mike.. Sono io, il Dottore. Ho bisogno di tornare al porto per parcheggiare di nuovo le nostre navi..”

“Oh Dottore! Il vostro viaggio è durato molto poco vedo, comunque qui siete sempre i benvenuti! Vi prepariamo subito la zona di atterraggio! Passo e chiudo” gli rispose il dispatcher del porto facendo poi preparare agli operai l’area di atterraggio.

“E ora come diavolo facciamo..??” chiese Erika cercando di trattenere la disperazione.

“Intanto torniamo all’hotel.. Poi ne riparliamo..” le rispose il Signore del Tempo mentre ripartirono verso la terraferma.

Tornati al punto di partenza, il Dottore, la sua compagna di viaggio Amelia e i due draghi, travestiti da ragazzini, uscirono dalla cabina blu uno dopo l’altro con aria molto malinconica.

Mentre i tre imperiali saltarono giù dalle cabine di pilotaggio per poi unirsi agli altri.

“Ancora mi chiedo come diavolo facciate a stare in quattro in quella cabina minuscola…” chiese Mike mentre li vedeva uscire.

“Trucchi di prestigio caro Mike..” rispose il ragazzone con aria decisa per non creare ulteriori sospetti da parte di tutti.

“Va bene ci sta! Comunque dalle vostre facce sembra abbiate avuto un grosso imprevisto! Beh, siccome mi state simpatici vi farò uno sconto sul parcheggio!” disse con aria incredibilmente comprensiva nei loro confronti.

Stavolta però intervenne Hanami nel discorso: “Guardi.. definirlo imprevisto è poco..”

“Beh grazie mille! Vengo subito a pagare.” rispose di nuovo il Dottore per poi seguirlo all’interno dell’edificio principale.

I sei ragazzi si sedettero ad una panchina ad aspettarlo, la morale era tutt’altro che buona, anzi, non era mai stata così bassa. Tuttavia, Amelia volle intervenire per rassicurare i tre imperiali: “ragazzi, la situazione è veramente critica.. Ma fidatevi, io conosco il Dottore da quando avevo solo sette anni.. E credetemi, non si darà pace finché non vi riporterà a casa sani e salvi!”.

I tre ragazzi la guardarono con aria seria, ma in parte avevano capito che era sincera.

Tuttavia, a confermare ciò che diceva, intervenne Jordan, il drago blu sorridendogli: “Amy sta dicendo la verità.. Inutile dire che lo percepisco! Inoltre in questi due giorni abbiamo tutti quanti potuto conoscere il Dottore, abbiamo visto tutti quanto sia speciale. Egli vi riporterà a casa contateci.”

Sua sorella Bellatrix, entrò poi nel discorso: “Nel frattempo io e mio fratello vi staremo accanto tutto il tempo!”.

Terminata la frase, sia Amelia che Dylan, i più vicini ai due, accarezzarono la testa dei due ragazzini.

“Sappiamo benissimo di poter contare sul vostro supporto! Siete fantastici!” disse la prima mentre accarezzava la draghetta.

Hanami ed Erika gli sorrisero pensando al fatto che, sì, erano prigionieri in un altro mondo.. Ma almeno erano con qualcuno che gli voleva bene davvero.

Improvvisamente Jordan si ricordò di una cosa importante: “A proposito, quasi dimenticavo! Tenete!" disse tirando fuori le due pokéball dal suo marsupio.

“Oooh è vero!! Grazie cucciolone! Disse Erika mentre prese quella di Bellatrix, mentre Amelia prese quella del fratello.

Dopo poco, ritornò anche il capogruppo: “Bene ragazzi miei! Ho chiamato il volotaxi. Ci porteranno di nuovo all’hotel Yondlands Rose dove ci attendono di nuovo le nostre due camere!” disse strofinandosi le mani.

“Beh dai.. Almeno avremo ancora un letto comodo su cui dormire ahah!” disse Dylan ridacchiando.

“Vado a prendere la valigia con la nostra roba

Il volotaxi non perse minimamente tempo, infatti i tre tassisti con i loro Corviknight arrivarono in un baleno.

“Salve gente! Felice di vedervi di nuovo! Tutti a bordo, direzione Hotel Yondlands Rose” disse subito il primo tassista.

Tutti e sette salirono a bordo dei taxi, tuttavia stavolta, invece di essere divisi tra gruppi, erano tutti un po’ mischiati: Erika stava seduta insieme ad Hanami, il Dottore con Dylan e Jordan, mentre Amelia stava insieme a Bellatrix.

“Tutti pronti? E allora via!” esclamò sempre il pilota mentre si sollevarono per aria.

Almeno era proprio una bella giornata, il cielo era sereno e il sole splendeva.

Ciò non era del tutto sufficiente a tirare su il morale, ma era comunque già qualcosa.

“Allora Dottore? Per caso hai in mente qualcosa per tornare a casa?” chiese il capitano della Shooting stars dal primo taxi.

“Purtroppo no mia cara.. Non è la prima volta in cui finisco in un universo diverso dal mio. Tuttavia, per le altre volte, il portale era praticamente permanente finché non lo richiusi io stesso per salvare la Terra del mio universo.

Invece stavolta, il portale si è richiuso contro ogni previsione, perciò devo trovare soluzioni alternative.” le rispose

“Già! Me l’avevi detto poco prima di finire in questo mondo! Ti va di raccontarci questa avventura?” chiese Amelia incuriosita.

“Sì dai raccontaci!” aggiunsero sia Dylan che Jordan insieme, dato che avevano già sentito la storia della Guerra del Tempo.

“Beh visto che ne abbiamo la possibilità, posso mostrarvelo direttamente, sempre se il nostro dolce draghetto vuole guardare i miei ricordi e mostrarli a tutti gli altri” aggiunse il Signore del Tempo guardando e stringendo a sé Jordan.

Il ragazzo, sentendo la parola “dolce”, arrossì sorridendo: “Eheh.. E va bene! Dopotutto sono curioso pure io di scoprire qualcosa su altri universi!”

“Allora pronti amici? Via!”. Detto ciò, il pokémon chiuse gli occhi, mentre tutti gli altri membri del gruppetto sembravano entrati in uno stato di trans, e i loro occhi si illuminarono di una luce psichica.

“Eh? Ragazzi!! Che succede??” chiese il Dottore preoccupato per la strana reazione di Dylan.

“Non preoccuparti caro, le loro menti sono tutte collegate con la mia. Adesso potranno entrare nella tua mente insieme a me” spiegò il draghetto sorridendo.

“Mh.. E va bene allora comincio”.

Terminata la frase, anche il Dottore chiuse gli occhi, concentrandosi poi su quello che diceva.

“Era un giorno come gli altri per la mia vecchia faccia, la mia vecchia compagna di viaggio Rose Tyler e il suo fidanzato Mickey. Eravamo nel Tardis a pensare tutti insieme alle nostre avventure”. Mentre parlava, si vedevano chiaramente lui con il suo vecchio aspetto del decimo Dottore, una bella ragazza bionda con occhi marroni un giubbotto in pelle rosso e dei pantaloni stretti blu scuro e un ragazzo di colore dai capelli cortissimi, una giacca marrone e dei jeans blu.

“non mi avevi mai parlato di questi ragazzi!” aggiunse Amelia telepaticamente mentre osservava la scena.

“Amy, non te ne ho mai parlato perché non è mai stato necessario.. Ma andiamo avanti!”

Improvvisamente la console del Tardis esplode creando un forte terremoto e tanta confusione all’interno della nave. E con un controllo rapido, il Signore del Tempo realizzò che il Vortice del Tempo era sparito.

“Il Tardis impazzì improvvisamente, e il Vortice del Tempo, ovvero il cuore della sparì completamente. Il Tardis era morto, bloccato chissà dove.”

“E la miseria! Una situazione proprio del cavolo!” esclamò Erika parecchio stupita.

“Ah puoi dirlo forte! Tuttavia, il posto in cui ci trovavamo non era proprio del tutto sconosciuto come si pensava”.

Dopo che Mickey aveva fatto uscire tutti quanti dalla nave, realizzarono di trovarsi a Londra.

“Sbaglio o quella è Londra?” chiese Amelia.

“Che cos’è una Londra??” chiese Hanami con curiosità.

“Beh è la capitale dell’Inghilterra, ovvero la Regione di Galar del nostro universo! Quindi tecnicamente, Londra è la Goalwick del nostro universo. Tuttavia capimmo subito di non essere a casa.”

Amelia, guardò verso il cielo di quella Londra e notò qualcosa di troppo insolito:

“Parli forse di quella moltitudine di dirigibili?” chiese quasi come se fosse una domanda retorica.

“Vedo che hai già intuito! In quel mondo però, i dirigibili erano la dimora dei più ricchi e potenti, tra cui proprietari di aziende famose. Una di queste è la più importante di quel mondo.” prima di completare la frase, il Dottore puntò il dito verso il più grande e imponente dirigibile in avvicinamento. “La Cybus Industries!”.

Tutti si voltarono verso quel dirigibile e Amelia ne rimase sconvolta, facendo qualche passo indietro.

“S-sbaglio o ho già visto quel simbolo?!” esclamò osservando l’enorme simbolo a forma di “C” sulla pancia del dirigibile.

“Esatto Amy.. Lo hai visto sul petto dei nostri amici metallici e sul computer del lettore di schede”

Jordan e Bellatrix notarono subito la strana reazione di Amelia e preoccupati chiesero spiegazioni: “Dottore che cos’è la Cybus Industries??”

Il Signore del Tempo tentò di spiegare: “È un complesso di aziende sparse in quel mondo. Tecnicamente stavano lavorando ad un progetto di esoscheletri per preservare le persone cancellando tutti i problemi principali che caratterizzano il nostro universo e questo”

Dylan intervenne nel discorso nella maniera più logica: “E non è una cosa buona? Cancellare i problemi di un mondo penso sia la cosa migliore!”

“Sì caro Dylan! Ma non se questo progetto proviene da una mente avida e spietata”

“Che intendi dire??” chiese Hanami incuriosita ma preoccupata.

“Beh lo scoprirai presto.. Comunque, alla fine scoprimmo che il Tardis non era completamente morto, il nucleo aveva solo bisogno di un po’ di energia per stimolarlo nella ricarica. Per aiutarlo, io stesso gli ho donato dieci anni della mia vita con un soffio, e a quanto pare è stato sufficiente. Nell’attesa che il Tardis si ricaricasse ci separammo, Mickey andò a giro per conto suo mentre io e Rose andammo per conto nostro. Quella sera, grazie all’aiuto della mia carta psichica, ci intrufolammo nella festa di compleanno della madre di Rose, quella di quell’universo intendo. Il padre, nel nostro universo, è morto quando lei era ancora piccolissima, ma in quello egli era ancora vivo, di conseguenza la povera Rose voleva vederlo in tutte le maniere”.

“Ci credo povera..” aggiunse Hanami con compassione.

“Già! Tuttavia, io mi allontanai verso un computer, cercando di scoprire qualcosa di più su questa misteriosa azienda. Mi bastò ascoltare il discorso di presentazione per capire ciò che stava accadendo, ovvero volevano fare il primo passo verso CyberSpazio. Con la parola “Cyber”, intuii subito e corsi subito alla finestra insieme a Rose.”

Erano tutti quanti affacciati al vetro della finestra e ciò che vedevano era decisamente terrificante: numerosissime figure metalliche stavano marciando verso la casa senza accennare a fermarsi.


https://cdn-animation.artstation.com/p/video_sources/000/786/545/cybermenattack.mp4 (con sound)

“C-chi diavolo sono quelli??” chiese Bellatrix impaurita.

Amelia rispose per il Dottore: “Cucciola.. Quelli li abbiamo affrontati poco prima di ritrovarci nel tuo universo.. Sono i Cybermen!!!”.

Appena finita la frase, tutte le vetrate della casa vennero completamente distrutte e i Cybermen fecero irruzione nella casa circondando tutti gli invitati, i quali gridarono terrorizzati.

“Questi sono gli esoscheletri di cui vi parlavo..” disse il Dottore con tristezza.

Uno di loro parlò per tutti gli altri: “Siamo-stati-migliorati.”

“In che cosa??” chiese il decimo Dottore a quel coso.

“Il-secondo-livello-della-razza-umana. Siamo-umani-2-punto-zero. Ogni-cittadino-riceverà-un-miglioramento-gratuito. Diventerete-come-noi.”

A quel punto, il presidente, anch’egli presente alla festa gli volle parlare:

“Mi dispiace.. Mi dispiace veramente troppo per ciò che vi è stato fatto… Ma ascoltatemi. Questo esperimento finisce stanotte!”

“Il-miglioramento-è-obbligatorio!” rispose il Cyberman.

“E se rifiutassi?”

“Non lo faccia.” disse subito il decimo Dottore tentando di fermarlo.

Ma il presidente non lo ascoltò: “E se mi rifiutassi?”

“Le sto dicendo di non farlo!!!” ci riprovò un’ultima volta.

Ma niente da fare…

“Che succede se mi rifiuto??”

“In-tal-caso-non-siete-compatibili.”

“E quindi che succede?

“Sarete-cancellati!”

Una volta conclusa quella frase, la draghetta si voltò altrove per non vedere la scena.

“A quel punto, nessuno ebbe più scampo..” aggiunse tristemente l'undicesimo Dottore mentre guardava la scena.

Il Cybermen afferrò con forza la spalla del presidente.. Uccidendolo istantaneamente con un fulmine tre volte più potente di quello di Bellatrix.

Uno ad uno gli invitati vennero eliminati allo stesso modo mentre cercavano di fuggire.

“Fortunatamente io riuscii a portare Rose in salvo scappando dalla finestra. Ma l’esercito dei Cybermen aveva circondato completamente la casa, perciò era un continuo cambiare direzioni. L’unico che è riuscito a salvarsi fu il padre alternativo di Rose, Pete.. Riuscì a fuggire pure lui dalla finestra e a unirsi a noi”

Anche dall’esterno si sentivano le grida delle persone che venivano fulminate senza pietà.

“C-che orrore! Sono dei mostri!!" disse sempre Bellatrix mentre stavano fluttuando dietro al Dottore, Rose e Pete con i Cybermen alle calcagna.

“Alla fine Mickey ritornò con dei rinforzi, tra cui il doppione di sé stesso di quel mondo, Rickey. Ci unimmo a loro pensando di salvarci.. ma fummo completamente circondati e intrappolati dai Cybermen. Tentammo di farci strada con dei mitra, ma erano del tutto inutili..” aggiunse il Dottore.

“Beh lo vedo.. Con armi così arretrate penso sia impossibile anche solo scalfirli!” esclamò Hanami facendo notare l’inadeguatezza di quelle armi.

“Noi ci arrendiamo! Siamo merce per voi! Siamo volontari per il programma di miglioramento! Non potete farci del male!” esclamò il Decimo Dottore come ultimo tentativo di salvarsi.

“Siete-degli-scarti.” aggiunse subito il leader.

“Ma questa è una resa!” ritentò di nuovo.

“Siete-Incompatibili!”

“Ma questa è una resa!!!”

“Sarete-cancellati!”

“CI ARRENDIAMO! ASCOLTATEMI! CI ARRENDIAMO!!!”

“Siete-Inferiori! L’umanità-rinascerà-come-Cybermen-ma-voi-morirete-sotto-la-cancellazione-suprema!

Cancellare!-Cancellare!-CANCELLARE!!!”

Improvvisamente però uno scossone interruppe il tutto: “Siamo arrivati! Fermata Hotel Yondlands Rose!!”

Jordan interruppe il collegamento e tutti quanti tornarono nel mondo reale.

“D-diamine.. Proprio sul più bello..” disse Dylan ormai curiosissimo su come sarebbe finita quella storia.

I due draghi erano decisamente scombussolati e un abbastanza impauriti…

Hanami abbracciò subito la draghetta che sembrava essere la più spaventata.

“Uh! Si sente male la ragazza? Soffre di mal d’aria?” chiese il tassista preoccupato per lei.

“N-no signore, grazie! Ci siamo raccontati un po’ di storie paurose e io sono molto paurosa…” cercò di spiegare la ragazzina con una mezza verità.

“Ah capisco! Beh allora alla prossima!” disse salutando con la mano per poi ripartire per andare verso la base.

Il fratellone ovviamente, cercò subito di consolarla: “Dai sorellina, è solo un racconto passato!”

“Lo so fratellone mio.. Sono solo io che devo imparare ad essere meno fifona.. Scusami Dottore” rispose scusandosi.

“Ehi Ehi! Non devi scusarti!” disse il Dottore per poi prenderla in braccio.

“Aver paura è una delle cose più normali che esista! Io stesso, quando l’ho vissuta di persona, ho avuto paura.. Ma non mi sono dato per vinto, di conseguenza sia io che i miei vecchi compagni di viaggio siamo riusciti a liberare quel mondo dai Cybermen ” spiegò sinceramente.

“Oh.. Vorrei tanto imparare da tutti voi..” rispose la draghetta mentre si stringeva a lui.

“Io pure..” aggiunse poi suo fratello.

“Cuccioloni ricordate, finché sarete sotto la protezione della Shooting Stars e del Dottore, non vi accadrà assolutamente niente! E inoltre, vi insegneremo volentieri ad avere più coraggio!” intervenne Erika con orgoglio.

Entrambi i pokémon sorrisero alle loro parole: “Non potevamo chiedere allenatori migliori di voi! Sappiamo che siete capitati qui per errore.. Ma penso che sia stato l’errore più bello di sempre!” disse la ragazzina sorridendo.

Nel mentre, entrarono nell’hotel per poi dirigersi subito alla reception.

“Ecco a voi le chiavi delle vostre due camere!” disse con cortesia il ragazzo dietro alla scrivania mentre gli porgeva le chiavi con entrambe le mani.

Dylan, prese la chiave della camera dei maschi, mentre Erika quella delle femmine.

“Grazie mille!” aggiunse il Signore del Tempo mentre rimetteva giù Bellatrix.

Una volta nelle proprie camere, ognuno si sedette sul proprio letto, eccetto Bellatrix e suo fratello che tornarono nella forma normale per poi fluttuare nelle stanze.

Tuttavia, il Dottore era tutto tranne che tranquillo: “Cosa diavolo sarà mai successo…??”

“Quindi non è normale che un portale interdimensionale si cancelli così all’improvviso?” chiese Dylan con curiosità.

“No, per niente.. Dalle analisi che ho fatto, la fessura era ancora a piena carica…” spiegò il Signore del Tempo.

Tuttavia, il draghetto blu ragionò sulle parole del Dottore e si avvicinò a lui: “Mmmh.. Se non sbaglio, prima di raccontarci la tua avventura nell’altro universo, hai detto che il portale che collegava il tuo universo con quello lo hai cancellato tu stesso.. Giusto?”

Sentendo quella frase, sia il Signore del Tempo che Dylan si voltarono verso di lui.

“Sì l’ho detto…” gli rispose come se avesse già intuito dove voglia arrivare.

A quel punto, il drago potette finire il suo ragionamento: “E se… Fosse stato cancellato da qualcuno..?”

Per qualche secondo, nella camera non si udì altro che silenzio.

Poi, il Signore del Tempo rispose: “Sarebbe… Qualcuno con una tecnologia terribilmente avanzata… Qualcuno in grado di aprire e chiudere portali che comunicano più universi contemporaneamente”.

E infine, pure Dylan intervenne nel discorso: “Qualcuno in grado di generare un segnale di grande potenza ma di brevissima durata… Ovvero quello che ci ha portati tutti qui..”

La situazione cominciò decisamente a diventare sempre più critica, i tre ragazzi si guardarono l’uno negli occhi dell’altro.

“Se davvero è stato qualcuno a fare tutto ciò.. Quel qualcuno si trova proprio qui, su questa Terra. E inoltre conosce i nostri universi.” concluse il Dottore.

Tuttavia, prima di arrivare a soluzioni affrettate, volle fare una domanda importante alla leggenda locale: “Jordan ragazzo mio.. Io non conosco questo mondo, perciò ci tengo a chiederti una cosa. Per caso, esiste un pokémon in grado di viaggiare tra gli universi..?”

Il drago si mise a fluttuare proprio di fronte a lui: “Mmh.. Beh sì, vengono chiamati dagli umani come Palkia e Giratina. E ovviamente colui che sta più in alto in tutto l’universo.. Il sommo Archeus”

“E dimmi, sono in grado di collegare più universi contemporaneamente? E inoltre, dove si trovano?” chiese sempre il Dottore con un po’ di ansia.

“Beh… Purtroppo che io sappia no.. Forse solo Archeus può farlo.. Comunque si trovano tutti generalmente nella regione di Sinnoh.” rispose con preoccupazione il giovane pokémon.

Anche Dylan si sedette sul letto del Dottore e intervenne nel discorso: “Se fosse stato questo Archeus a portarci qui.. Sicuramente saremmo apparsi a Sinnoh e non a Galar.. E inoltre non spiegherebbe il segnale.”

A quel punto tutti e tre si guardarono con occhi pieni di ansia.

I loro cuori cominciarono a battere più forte.

La soluzione dunque, era divenuta solo una.

“Dunque.. Abbiamo capito tutti che il portale è stato sia creato che cancellato artificialmente…” disse il Dottore appoggiando le mani sulla sua faccia.

Entrambi i ragazzi, naturalmente, annuirono.

“E vi dirò di più… Dato che la tecnologia di questo pianeta non è poi così avanzata.. Direi proprio che ci sia un clandestino su questo pianeta. Qualcuno di extraterrestre.”

Essendo abitante di quella Terra, Jordan era fin troppo preoccupato per ciò che stava venedo fuori.

Sia il Dottore che il giovane Imperiale non riuscivano a vederlo così in ansia.. Perciò entrambi gli accarezzarono la testa e le sue morbide piume vetrose. Il draghetto si rilassò moltissimo con il loro affetto, tanto da rimanere con la linguetta in fuori.

“Calmo piccolo.. Troveremo questi profughi e li manderemo via dal tuo pianeta. Abbi fiducia..”

“Noi della Shooting Stars non abbandoneremo mai chi ci vuole bene sappilo!” dissero prima il Signore del Tempo e poi l’Imperiale.

Jordan si vergognava molto del fatto di essere così ansioso e pauroso. Tuttavia, la compagnia di quei due alieni provenienti da altri universi, lo faceva sentire più tranquillo.

Perciò fece un sorrisone adorabile per poi dare una leccata alle guance di entrambi.

“Grazie ragazzi.. Spero un giorno di diventare forte e coraggioso come voi! Sono ancora un ragazzino infantile. Io voglio crescere! Per questo ho iniziato a viaggiare per il mondo con mia sorella. Perché vogliamo apprendere e maturare! Sperando un giorno di poter imparare a parlare senza aver bisogno del tuo fantastico Tardis Dottore!”.

“Ti assicuro che state facendo passi da giganti tu e tua sorella! Siete estremamente intelligenti e curiosi. Talmente intelligenti che avete perfino capito l’utilità del denaro! Certo dovete ancora imparare a vincere le vostre paure, ma arriverà il momento anche per quello. Come ti ho già detto, io stesso che ho circa duemilaquattrocento anni ho ancora paura di tante cose!” gli spiegò il Signore del Tempo per fargli capire che non c’è assolutamente nulla di male ad avere paura.

“Poi anche noi, che siamo soldati d'élite, abbiamo paura di molte cose.. Una delle quali è di perdere ciò a cui vogliamo bene.. Ma sappi che a volte sono proprio le nostre paure a tirare fuori il vero potenziale di un qualsiasi essere vivente. Dimmi un po’ cucciolone, ti sei mai ritrovato a dover combattere?” gli chiese Dylan con curiosità.

“Purtroppo sì.. Contro una spietata organizzazione criminale chiamata Team Rocket. Vogliono catturare i pokémon leggendari come noi, sfruttarne i poteri e dominare il mondo.

Alcuni dei nostri simili sono stati pronti a sacrificare le loro vite per proteggere sia quelle degli umani che dei Pokémon dalle loro malefatte…” spiegò tristemente il drago stringendo i denti.

Il Dottore era decisamente orgoglioso di sentire una cosa simile da lui e, sapendo che quel draghetto era estremamente voglioso di imparare volle spiegargli il significato del nome della sua specie:

“..beh il vostro nome dice tutto! I Pokémon Eone! Non ho idea se in questo mondo abbia un significato diverso. Tuttavia, nel mondo da cui provengo, rappresenta le emanazioni di un Dio, e hanno lo scopo di fare da intermediari tra gli umani e il Dio in questione. Quindi tecnicamente siete una sorta di divinità protettrici! Immagino che gli umani di questo mondo vi abbiano lodati a lungo per questo”.

Al draghetto brillavano gli occhi sentendo quelle parole. Non aveva idea che nel mondo del Signore del Tempo venisse considerato con un’importanza così elevata!

“B-beh sì! Gli umani considerano tuttora la lettura delle loro menti da parte nostra, come una benedizione.. Io lo faccio perché voglio imparare da loro! Da quelli realmente buoni di cuore!”

Dylan, soldato d’élite, a quel punto gli chiese una domanda piuttosto legittima: “Hai detto solo da quelli buoni di cuore.. Come mai hai scelto me, Xiao e Hanami..? Noi siamo soldati.. Abbiamo fatto cose orribili a nome dell’Impero…”

Il drago si avvicinò a lui, sì adagiò sul letto, e appoggiò la testa sulle sue gambe.

“Secondo te non lo so? Ma so riconoscere chi è realmente malvagio da chi indossa semplicemente una maschera. Tutto ciò che tu e il resto della Shooting Stars avete fatto di male, lo avete fatto perché non avevate scelta… Avete un’enorme devozione a colui che vi ha permesso di unirvi tutti insieme in un’unica squadra, nonostante l’Impero non consenta amicizie, di conseguenza gli obbedite esattamente come se foste dei pokémon come me! Tuttavia, ciò che dimostra la tua bontà vera e propria, è il fatto che ti vergogni di ciò che hai fatto. E lo stesso vale anche per le nostre amiche.

La Shooting Stars vera e propria è soltanto quella che tutti noi abbiamo conosciuto ieri mattina!”.

L’imperiale era decisamente sorpreso dal suo discorso! Non immaginava di incontrare qualcuno che gli permettesse di aprirsi al di fuori della sua squadra.

“Sai, non so se rimanere spaventato dal fatto che sai tutte queste cose su di noi senza averti detto niente, oppure se adorarti ogni secondo sempre di più! Naturalmente la seconda opzione è quella definitiva ahah” gli disse ridacchiando mentre gli accarezzava la testa.

Il Dottore era decisamente felice di avere a che fare con due ragazzi come loro.

Tuttavia, dato che si era aperta una nuova pista, non era il caso di perdere ulteriormente tempo: “Beh ragazzi, ora che sappiamo com’è andata, dobbiamo parlarne anche con le ragazze e vedere di indagare più a fondo!” disse convinto applaudendo le mani.

“Giusto!!!” esclamarono i due ragazzi, ma per fare più veloce il Latios aveva i poteri necessari per spiegare il tutto molto velocemente: “Ci penso io!” disse per poi accendere i suoi occhi come delle lampade azzurre.

Fino a qualche secondo prima, dalla stanza accanto si sentivano le chiacchiere delle ragazze, poi silenzio assoluto.

Passano circa una ventina di secondi silenzio, poi gli occhi di Jordan tornarono normali.

“Gli ho mostrato tutto il nostro ragionamento dall’inizio” spiegò il draghetto.

Improvvisamente qualcuno bussò alla porta: “Dottore siamo noi!” disse chiaramente Amelia.

Il Signore del Tempo le aprì la porta e tutte le ragazze entrarono con lei.

“Dunque è stata tutta opera di qualcuno! Il ragionamento in effetti non fa una piega!” disse Amy per prima.

“Ma come facciamo a capire chi è stato? Non abbiamo nemmeno un indizio.” chiese giustamente Hanami dato che, sì il ragionamento tornava, ma non c’era nemmeno una base da cui partire…

“Cara, ciò che dici è più che fondato…” disse il Dottore ragionando. Tuttavia, non erano minimamente esperti del luogo. Avevano bisogno di più informazioni.

“Ragazzi non abbiamo scelta. Dobbiamo chiedere aiuto!” aggiunse poi con serietà.

“Chiedere aiuto? Ma non rischiamo di farci scoprire così?? L’abbiamo scampata per un soffio solo grazie a te!” disse Erika un po’ preoccupata per come potrebbero reagire tutti all’idea di avere dei visitatori alieni.

“Beh tecnicamente conosciamo qualcuno che può aiutarci! Il Presidente in persona e il suo rivale!” rispose il Dottore con entusiasmo.

“In effetti sono gli unici che conoscono la vera identità dei nostri draghi! E inoltre sono gli unici con cui abbiamo preso più confidenza” aggiunse poi Dylan.

“Anche secondo me sono la scelta migliore per chiedere aiuto!” disse Erika convinta dell’idea.

“Molto bene! Allora aggiudicato! Vestiamoci con i nostri abiti del posto e andiamo a fargli visita!”.

Dunque sembrerebbe che non sia tutto perduto, una nuova pista si è aperta!

Dandel e Laburno sono gli unici che possono aiutare i nostri ragazzi a proseguire nell’indagine.

Chi si nasconde dietro a tutto ciò?

Sarà qualcuno di pericoloso?

E soprattutto cosa ci trova di interessante nei tre universi dei protagonisti?

Tutte domande a cui avremo risposta molto presto nei prossimi capitoli!











Ciao a tutti ragazzi! Come promesso, sono tornato con un nuovo volume della storia!

Mi sono preso del tempo per imparare ad animare con i disegni!

Spero tanto che vi piaccia questa introduzione di nuovi contenuti di qualità.

Purtroppo non sarò più in grado di pubblicare un nuovo capitolo ogni mese..

Le animazioni, anche se posso semplificarle, richiedono più tempo per farle, di conseguenza vi chiedo cortesemenete di avere pazienza :”)
La storia è del tutto orginale, eccetto la parte della storia dei Cybermen, la quale fa parte dell'episodio 5 della seconda stagione di Doctor Who "L'ascesa dei Cyberuomini".
Se siete interessati, allego il link del canale ufficiale della serie con il video della parte raccontata:

https://www.youtube.com/watch?v=TQs3gVobcfg

Detto ciò, auguro a tutti una buona giornata!

Serne700

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Capitolo 2
*** Il nemico dell'universo ***


Note dell’autore:

Ciao ragazzi! Perdonatemi il grosso ritardo, ma ho lavorato ad un bel progetto per questo capitolo! 

Ho deciso di animare completamente la scena più importante con suoni, musiche e sottotitoli ed ho evidenziato il link per vederla! Spero vivamente che vi piaccia perché ci ho lavorato veramente tanto! 

Inoltre, con degli accordi con le persone con cui condivido i personaggi della Shooting Stars, ho acquisito Stella 3 come mio personaggio, e abbiamo deciso di cambiargli il nome da Milo a Dylan! Effettuerò il cambio del nome ad ogni capitolo sia di questo volume che del precedente.

Vi auguro una buona lettura e sì, anche una buona visione! 



 

 La strada per risolvere il mistero del portale sembra piano piano trovare una soluzione.Il Dottore e il resto della squadra hanno bisogno di aiuto da parte di Dandel e il suo rivale Laburno per poter avere qualche informazione in più. Di conseguenza scesero alla reception dell'hotel per capire dove trovarli.

"Mi scusi brav'uomo, sa per caso dove posso trovare il presidente Dandel? Devo parlargli." chiese il Signore del Tempo al receptionist.

"Certo, a quest'ora può trovarlo allo stadio della città ad organizzare il prossimo torneo a coppie!" rispose il ragazzo con cortesia.

"La ringrazio!"

Il Dottore lo ringraziò sollevando leggermente il suo fez per poi dirigersi all'uscita con la squadra.

"Useremo di nuovo la monorotaia Dottore?" chiese Erika guardandolo con aria seria.

"No tesoro, non abbiamo tempo da perdere."

"Ah capito, immagino che il Tardis ci aspetta qui fuori!" aggiunse sempre lei.

Amelia le sorrise confermando il tutto: "Cara Ery vedo che stai cominciando a capire come funziona con il Dottore ahah!" 

Infatti, appena usciti, trovarono la cabina blu proprio accanto all'uscita, e naturalmente nessuno sembrava badarci minimamente.

Tutti quanti entrarono dentro, tranne Erika che si mise per un attimo a guardare la cabina dall'uscio e poi la gente con aria esasperata: "tutto ciò è assurdo.." disse tra sé e sé per poi entrare dentro anche lei.

"Quindi siamo certi di voler rivelare chi siamo a loro due..?" chiese Hanami ancora un po' titubante.

Bellatrix, sensibilissima alle emozioni altrui, cercò di tranquillizzare la sua allenatrice: "Possiamo fidarci di loro, erano sinceri quando dicevano che avrebbero mantenuto il segreto sull'identità mia e di mio fratello! Fidati riesco a riconoscere una menzogna quando viene detta."

Hanami le sorrise accarezzandole la guancia: "Va bene, percepiscono che stai dicendo la verità ahah" disse scherzando sui poteri.

La draghetta sapeva che non era vero che lo percepisse, ma era felicissima per il fatto che si fidasse di lei, inoltre apprezzava decisamente molto le carezze della ragazza.

"Coraggio ragazzi andiamo! Direzione stadio!" esclamò il Dottore mentre tirò giù una leva del Tardis.

In quel momento, la cabina blu scomparve nel nulla lampeggiando come una lampadina ed emettendo quel rumore meraviglioso che in molti, nel mondo del Dottore, definiscono come "il suono dell'universo".

"Questo rumore è così.. Unico! Non lo dimenticherò mai!" disse Jordan guardando la colonna della console di comando.

"Ragazzone questo suono è fonte di gioia e di speranza nel nostro universo, chiunque lo sente se lo ricorda per il resto della vita!" gli rispose Amelia sorridendo.

Il drago ne era più che consapevole, dopotutto è solo merito del Dottore se lui e tutti quanti ancora esistevano.

"Avanti ragazzi siamo arrivati, cerchiamo quei due e veniamo a capo di questa storia!" disse il Signore del Tempo dirigendosi verso l'uscita del Tardis insieme al resto del gruppo.

Uno per uno, uscirono tutti dalla cabina blu, e, una volta chiusa a chiave la porta della nave, corsero all'interno dello stadio.

“Buongiorno signori! Volete iscrivervi al torneo?” chiese il ragazzo dell’accoglienza.

Il Dottore, tirò subito fuori dalla tasca, una sorta di portadocumenti in pelle nera e lo mostrò al ragazzo: 

“Non proprio..” aggiunse poi l'alieno.

Il ragazzo, alla vista di quello strano documento, sgranò lo sguardo per poi mettersi quasi sull'attenti: “È un piacere ricevere la sua visita professore!” esclamò il ragazzo emozionatissimo.

Tutti gli altri guardarono la scena con grosso stupore, non capendo come mai il ragazzo avesse reagito in quel modo.

“Il piacere è tutto mio! So che il presidente Dandel è qui allo stadio. Ho bisogno di parlare con lui urgentemente!” spiegò il Dottore in maniera poco dettagliata.

“Glielo chiamo subito!” detto ciò, il ragazzo fece uscire il suo cellulare volante dalla sua tasca e chiamò il presidente: “Dandel, mi scusi, è arrivato un professore della regione di Hoenn! Ha detto di voler parlare con lei!” 

“Ooh! Con piacere! Arrivo subito!” rispose il Dandel dal cellulare per poi riattaccare.

“Il presidente sarà qui a momenti” disse il ragazzo sorridendo al gruppetto.

Erika si avvicinò al Dottore per poi fargli una domanda più che legittima senza farsi sentire dal ragazzo dell’accoglienza: “Che significa tutto ciò? Come mai ti ha chiamato professore? E che cos’è quell’affare che gli hai mostrato??”.

“È la carta psichica che vi dicevo prima! Tieni pure!” le rispose per poi passargliela.

La ragazza, la prese in mano e tutti quanti eccetto Amelia, la guardarono con curiosità.

Erika, Dylan e Hanami si stupirono tantissimo per quello che stavano leggendo: “M-ma questo è un documento ufficiale imperiale!! Sei addirittura il Grand Moff Dottore…” disse la ragazza con immenso stupore dato che il titolo di Grand Moff veniva fornito agli ufficiali che detenevano il potere su enormi aree del territorio Imperiale.

I due draghetti invece guardavano il documento con perplessità piegando leggermente la testa: “Ehm.. Ma è un foglio bianco…” disse il fratello maggiore guardando il Dottore leggermente stranito.

Dopo essersi ripreso la carta, il Dottore spiegò la verità: “Perché è davvero un foglio bianco. In realtà non c’è scritto assolutamente niente! Si chiama carta psichica perché va ad agire nella mente di chi la guarda in base a ciò che voglio io. Quindi, con questa tessera, posso essere chi voglio! Voi due siete creature dai poteri psichici, probabilmente i vostri poteri riescono a contrastare quelli della carta. Di conseguenza potete vederla per come è davvero!” spiegò il Signore del Tempo rimettendola in tasca.

“La tecnologia dei Signori del Tempo si estende addirittura fino a questo punto?! Che meraviglia!!” disse Hanami stupita della cosa.

Nel mentre, ecco che giunse Dandel: “Eh? Dottore? Ragazzi? Non eravate ripartiti per Hoenn?” chiese con sorpresa. 

“Purtroppo no, abbiamo avuto un grosso imprevisto.. So che forse la disturbo in un momentaccio, ma per risolvere questo problema abbiamo bisogno del suo aiuto per favore..” spiegò il Dottore con aria seria.

Dandel era una persona molto sveglia e notò subito che lo stavano guardando con uno sguardo di supplica, pure i due draghi, dai quali conosceva pure la vera identità. Qualcosa non andava per davvero..

“Mh.. Ditemi pure, vedrò cosa posso fare per voi.” disse il presidente con aria comprensiva.

“La ringrazio infinitamente! Tuttavia, vorremmo parlare di ciò in privato con lei se possibile..” aggiunse sempre il Dottore. Tuttavia, anche Bellatrix si unì al discorso: “È veramente importante glielo assicuro..” disse con quella sua voce dolce come quella di una bambina.

Sentendo le parole della draghetta, la faccia di Dandel si incupì, pensando che la cosa fosse più importante di quanto credesse.

“Seguitemi! Andiamo nel mio ufficio.” disse il campione voltandosi di spalle tirandosi dietro il mantello.

Tutti quanti, camminavano dietro di lui guardandosi attorno. Tuttavia, la camminata si stava facendo sempre più lunga, tanto che in alcuni punti dei corridoi erano già passati più volte..

“Ehm.. Mi scusi Dandel, non vorrei sembrare scortese, ma il suo ufficio dove si trova?” chiese Amelia abbastanza stanca di camminare inutilmente.

Il presidente, aveva il peggior senso dell’orientamento dell’intera regione, e dato che ne era totalmente consapevole, si guardò attorno con disagio, per poi mettersi a ridere accarezzandosi dietro la testa “Ehm… Non me lo ricordo… Ahahah!” 

Sentendo quelle parole tutti quanti si sconvolsero tantissimo naturalmente. Tuttavia, il draghetto aveva la soluzione per questo problema: “Mi permette?” chiese avvicinandosi a lui.

Dandel non capiva cosa volesse fare, tuttavia si mise comunque di fronte a lui sorridendogli. Improvvisamente, sia gli occhi di Jordan che quelli di Dandel si illuminarono di un celeste intenso, esattamente come nel volo taxi. Dopo qualche secondo, gli occhi di entrambi tornarono normali.

“Il suo ufficio è proprio quello in fondo al corridoio del piano di sopra!” disse il ragazzino sorridendo. “Uuuh! Ho capito, hai scavato nella mia mente per trovare il mio ufficio! Wonderful!!” disse con stupore. “Esatto!” affermò il Latios con un sorrisone.

“Forza allora! Nel mio ufficio!” esclamò il campione come se non fosse successo nulla.

Arrivati finalmente all’ufficio, Dandel si sedette sulla sedia della sua scrivania, mentre gli altri si misero in piedi intorno alla scrivania e i due draghi assunsero di nuovo il loro aspetto originale fluttuando per la stanza.. “Dunque, cosa vi è successo ragazzi?” chiese il presidente al gruppetto appoggiando le mani sulla scrivania.

I ragazzi si guardarono a vicenda un’ultima volta prima di parlare, poi il Dottore attaccò il discorso: “Caro Dandel, ci può giurare che potrà mantenere un segreto come quello dei nostri due amici?” chiese indicando con il pollice della mano destra i due draghi.

“Mh? Ma certamente! Poi per favore datemi del tu, mi fate sentire vecchio altrimenti ahah!” disse il presidente ridacchiando.

“Ti ringrazio! Beh.. So che può sembrare strano, ma devi sapere che noi non siamo della regione di Hoenn.. Anzi, non ci siamo mai stati… Noi siamo ciò che viene definito comunemente come.. Alieni!” rivelò il Signore del Tempo con serietà.

Il presidente però, non sembrava credergli: “Alieni? Quelli dei film? È forse uno scherzo?”

Per convincerlo, il Dottore tirò fuori il suo cacciavite sonico. “Preparati Dandel..” disse per poi accenderlo. In quel momento, i computer della stanza si accendevano e si spegnevano da soli, le luci sembravano completamente impazzire, tanto che una arrivò addirittura ad esplodere.

“M-ma che diavolo?! Come fai a fare tutto ciò??” chiese il presidente mentre guardava il tutto spaventandosi. “Te l’ho detto, siamo extraterrestri!” ripeté il Dottore.

“S-se siete davvero alieni, dove sono le vostre astronavi??” chiese come ultima prova guardandoli negli occhi.

Erika parlò per prima ridendo: “Le nostre navicelle sono parcheggiate al porto di Keelford… È bastato pagare bene il proprietario del porto per non creare sospetti… Mentre la sua beh, come minimo ci sei passato davanti almeno due volte e non te ne sei reso conto ahah!”

“Posso farla arrivare qui dentro se vuoi! Tanto è parcheggiata all’ingresso dallo stadio…” propose il Signore del Tempo tenendo in mano il suo cacciavite.

Sebbene la cosa si stesse facendo fin troppo sconvolgente, il campione accettò la proposta a patto che non distruggesse niente: “C-COSA?? È davvero qui fuori?? V-va bene falla venire qui dentro ma non distruggere niente per favore!!” 

“Tranquillo!” esclamò l’alieno per poi accendere di nuovo il suo cacciavite sonico, puntandolo all’angolo della stanza. Tutti quanti si allontanarono da quel punto per poi voltarsi a guardare la scena.

Si cominciò ad udire un rumore fioco che diventava sempre più forte. Si sollevò del vento all’interno della stanza come se le finestre fossero aperte, ma in realtà erano chiuse. Improvvisamente, il Tardis iniziò ad apparire nella stanza lampeggiando ad intermittenza emettendo un rumore fortissimo, finché non si materializzò del tutto sotto gli occhi del presidente.

Un silenzio tombale pervase l’intera stanza. Dandel era troppo sconvolto, non riusciva a credere ai suoi occhi. Una cabina blu si era appena materializzata all’interno del suo ufficio e pure davanti a lui.

Si alzò dalla sedia, si avvicinò lentamente alla cabina per guardarla da vicino.

“Aspetta te la apro!” disse il Dottore con tono amichevole, per poi prendere la chiave e aprirgli la porta come una normale porta di legno. “Prego entra pure!” aggiunse poi invitandolo ad entrare al suo interno.

Dandel lo guardò negli occhi respirando profondamente per la fortissima emozione, poi spinse la porta per poi entrare dentro.

“MMA CHE- AAAAAAAAAHH!!!!” gridò completamente sconvolto per ciò che stava vedendo.

Quella cabina, grande poco più di un metro quadrato all’esterno, dentro era enorme. Un’intera astronave sconfinata si nascondeva al suo interno. 

Uscì di nuovo dalla cabina per guardarla dall’esterno, per poi rientrare dentro e riaffacciarsi di nuovo fuori. 

“Q-questa cosa è enorme all'interno…” disse sconvolto il campione guardando tutti negli occhi.

“Sai preferisco quando la gente dice che è più grande all’interno, ma anche così non mi dispiace ahah!” gli rispose il Signore del Tempo ridacchiando mentre entrarono tutti nel Tardis uno dopo l’altro.

Il campione per curiosità, si mise a camminare nella cabina guardandosi attorno come se fosse il giorno più bello della sua vita. “E così questa è una vera astronave!! Per favore ditemi da dove venite!!” chiese guardandoli con occhi che esplodevano di emozione.

Il Dottore si fece avanti per primo: “Noi, non solo siamo alieni, ma veniamo anche da altri universi. Io e Amelia, veniamo dallo stesso universo. Tuttavia, io provengo da un pianeta chiamato Gallifrey, mentre lei proviene sempre dalla Terra, ma del nostro universo…”

Dandel era ancora sotto shock dall'emozione, e ora ancora di più sapendo che esisteva un’altra Terra: “Esiste una Terra anche nel vostro universo?! Fantastico! Davvero Fantastico!!” esclamò gioiosamente.

Poi fu il turno della Shooting Stars ed Erika parlò per tutti: “Noi, invece, proveniamo da un altro universo ancora. Veniamo dal pianeta Coruscant, la capitale del nostro Impero Galattico! Noi tre siamo una parte della Shooting Stars, e io sono il capitano!” spiegò appoggiando la mano sul petto.

Dandel, da quel discorso, ripensò al loro primo incontro: “Ma aspettate, ma quindi voi tre siete davvero dei super soldati come avete detto di essere stati in passato! Non avrete per caso intenzione di invaderci vero..?” chiese preoccupato.

“Ma assolutamente no! Siamo capitati qui per errore… Ma ora ti racconteremo meglio.” spiegò la ragazza per tranquillizzarlo.

“Menomale.. Mi stavo spaventando davvero ahah! E invece voi due? Siete un Latios e una Latias di altri universi? E sapete davvero parlare quindi?” chiese sempre il campione ai due draghi.

Jordan rispose per entrambi avvicinandosi a lui: “In realtà no! Siamo proprio di questa Terra di questo universo!”. Dopodiché intervenne la sorellina: “Noi siamo in grado di parlare grazie a questa astronave, a quanto pare può tradurre ciò che diciamo”. Il Dottore entrò nel discorso: “Loro due sono stati la nostra guida. Ci hanno accolti appena entrati in questo universo.. Se non fosse stato per loro, sarebbe stato molto difficile riuscire ad orientarci.” disse mentre accarezzava la testa della draghetta.

“Incredibile.. Siete stati veramente fortunati.. Forse anche troppo! Io mi sono informato abbastanza, e vi assicuro che è una cosa estremamente unica che un Latios e una Latias vi vengano incontro!” spiegò il campione con stupore. “Ma insomma, raccontatemi la vostra storia! Avete detto che avete un grosso problema, spero di potervi aiutare in qualche modo…” aggiunse mentre si sedeva sulla poltroncina del Tardis.

Tutti quanti, i due viaggiatori, i soldati e i draghi, raccontarono la loro storia, partendo da ciò che stavano facendo prima dell’incidente, per poi proseguire con il misterioso segnale che li ha attirati all’interno della spaccatura dimensionale. Trattarono poi dell’incontro di tutti quanti in mezzo al mare, l’arrivo a Keelford, l’incontro con Mike e l’arrivo in Hotel. Per poi proseguire con la lotta tra il campione stesso e Laburno sotto consiglio di Jordan,  l’incontro con Laburno al centro pokémon e il meraviglioso sorvolo della regione in groppa ai due draghi. Per poi concludere con l’incontro tra loro e Dandel insieme a Laburno e la scomparsa della frattura dimensionale di quel giorno stesso.

Il presidente della regione, era sempre più stupefatto dal loro racconto. Tuttavia, ciò lo turbò parecchio: “Cioè, mi state dicendo che un segnale così corto e potente, è partito da qui ed è arrivato addirittura nei vostri mondi..? Vi assicuro che non so assolutamente niente di tutto ciò… Credetemi, non siamo stati noi ad inviarlo!” cercò di spiegare con un po’ di ansia.

Il Dottore non ne era affatto sorpreso dopotutto: “Mi pare logico… La vostra tecnologia non è minimamente sufficiente per creare una cosa simile. Mi dispiace Dandel… Ma da  tutto ciò, abbiamo potuto facilmente constatare, che in questo pianeta qualcuno si sta nascondendo da chissà quanto tempo. E una cosa è certa, chiunque sia, non appartiene a questo mondo.” 

L’aria all’interno del Tardis, si stava facendo sempre più cupa. Dandel stava cominciando a spaventarsi sul serio: “Q-Quindi qualche essere proveniente da chissà dove, potrebbe averci invaso da chissà quanto tempo e noi neanche lo sapevamo..?!” 

“Proprio così…” disse sempre il Signore del Tempo con aria terribilmente seria. Nel mentre, la povera Bellatrix si avvicinò alla Shooting Stars per farsi abbracciare, aveva cercato di essere più forte possibile, ma la tensione era diventata quasi insostenibile per lei. I tre ragazzi la abbracciarono insieme per consolarla. Il Dottore osservò la scena con dispiacere per poi accarezzare Jordan insieme ad Amelia per consolare pure lui. Poi riprese il discorso: “Abbiamo intenzione di trovare questo misterioso clandestino. Ma per farlo, ci occorre il tuo aiuto Dandel!”

“Il mio aiuto..? E come posso aiutarvi?” chiese come se fosse del tutto impotente.

“Abbiamo bisogno della tua conoscenza sull’ambiente circostante… Vieni con me” disse il Signore del Tempo avvicinandosi alla console di comando del Tardis insieme al campione.

Dopo aver smanettato un po’ con i comandi, mostrò la mappa della regione e del mare intorno ad essa, mostrando poi il punto da cui sono entrati e da cui sarebbero dovuti uscire.

“Guarda, questo punto lampeggiante, rappresenta il punto esatto in cui si trovava il portale interdimensionale. Mi sai dire qualcosa su quella zona geografica? C’è stato forse qualcosa in un certo periodo storico che ora non esiste più?” chiese sempre il Dottore.

Ci fu un minuto di silenzio e di riflessione da parte di Dandel, il quale cercava di sforzarsi il più possibile per rispondergli. Poi tutto ad un tratto, gli tornò a mente qualcosa.

“In quel punto esatto, non è mai successo niente, né c’è mai stato qualcosa… Tuttavia, esattamente a qualche chilometro più a nord, circa mille e cinquecento anni fa, c’era un’isola. La leggenda dice quel posto conteneva una delle più grandi miniere di energia Dynamax del mondo. Secondo le fonti però, una notte ci fu una luce che cadde dal cielo, colpendo l’isola in pieno facendola completamente sparire. Chiunque abbia provato ad avvicinarsi, non ha trovato assolutamente niente, nemmeno i resti di qualcosa. Anche i satelliti attualmente non rilevano niente. Il fondale è completamente piatto!” spiegò il campione sperando di trovare finalmente una risposta all’enigma.

Detto ciò, tutti guardarono il Dottore con un sorrisetto stampato sulla faccia. 

“Beh penso di sapere dove andremo a sbirciare allora” disse Amelia come se la cosa fosse più che scontata.

“Bene Dandel! La nostra scommessa sarà proprio quell’isola! Dimmi dove si trovava con esattezza per favore!” chiese il Dottore convinto che fosse la pista giusta. Il presidente non sapeva le esatte coordinate dell’isola, tuttavia, potette comunque indicargli la posizione in maniera approssimativa.  

Sullo schermo del Tardis apparve una vista completa del luogo, come se una telecamera fluttuasse proprio sul mare. “Com’è possibile che riusciamo a vedere in tempo reale questo posto a più di cinquecento chilometri da qui?” chiese Dandel incuriosito. “Il radar di questa nave funge anche da telecamera a lungo raggio.” spiegò il Signore del Tempo senza troppi dettagli.

Ciò che apparve sullo schermo, era una completa distesa d’acqua marina con numerose onde che la ricoprivano del tutto.

“Vedete? Non c’è niente…” disse il campione con aria seria.

Tutti quanti, avevano gli occhi puntati sullo schermo, tuttavia, il Dottore volle lasciare il lavoro a qualcuno con un occhio decisamente migliore degli altri: “Jordan! Bellatrix! Voi due siete delle creature volanti, di conseguenza avete una vista molto più sviluppata della nostra. Vi chiedo di osservare bene questo video sullo schermo più grande e diteci se notate qualcosa di strano. Anche il minimo dettaglio..”

“Certo Dottore!” disse il primo avvicinandosi allo schermo a tondo sul muro del Tardis insieme alla sorellina, seguiti poi dal resto dei ragazzi. Entrambe si concentrarono moltissimo e subito si accorsero di qualcosa di insolito che però avevano già notato la mattina del giorno prima: “Non c’è nessuno.. Nemmeno l’ombra di un pokémon o di pesci… Solo mare..”

Con quella frase Erika, il capitano della Shooting Stars, ripensò alla scansione che aveva effettuato quella mattina con il Tie Defender. Ed effettivamente la cosa tornava: “È vero.. La scansione che ho fatto prima, oltre a non rilevare il portale, non ha rilevato alcuna forma di vita al di fuori di noi mentre sorvolavamo la zona del portale..” 

“in effetti la cosa non è normale…” disse Dandel ragionando tra sé e sé…

La tensione si stava di nuovo facendo pesante per tutti… E come se non fosse abbastanza, dopo qualche interminabile minuto di osservazione,  i due draghi notarono finalmente qualcosa di altamente strano quanto inquietante: “Dottore! Amici! Guardate qua!” esclamò la draghetta con un’espressione impaurita.

"Cosa avete scoperto??” chiese il Dottore fiondandosi di fronte allo schermo.

Il draghetto puntò un artiglio su un’onda piuttosto grossa che stava scorrendo in quel momento sulla destra dello schermo. “Ora osservate al centro tra qualche istante..” disse sempre la draghetta tenendo lo sguardo fisso al centro dello schermo. Circa quaranta secondi dopo: “Ecco guardate!” esclamò il fratellone per poi indicare un’onda estremamente simile a quella di prima, ma spostata più verso il centro.

Il Dottore, con il cacciavite sonico, mise in pausa il video in diretta per osservare meglio l’onda. Si fermò qualche secondo a ragionare in silenzio, poi corse immediatamente alla console del Tardis per poi rimandare il video indietro fino alla scena dell’onda precedente, per poi fare un confronto con entrambe le onde mettendo le due immagini l’una vicino all’altra. “Effettivamente c’è una certa somiglianza l’una con l’altra. La seconda però sembra più lieve, anzi un po’ meno nitida.” disse il Signore del Tempo osservando bene l’immagine. 

“Quindi Dottore?” chiese Erika con curiosità mentre guardava le immagini.

Egli, ovviamente, aveva già la soluzione in mano e si mise a smanettare tra i comandi della console del Tardis: “Basta ritoccare un po’ la seconda immagine! Se io faccio così, e poi così… Geronimo!! Ecco qua!!” 

Il Signore del Tempo, aveva giusto modificato la nitidezza della seconda immagine, ottenendo così una copia perfetta della prima immagine. 

“A quanto pare abbiamo trovato il nascondiglio di questo clandestino… Oltre a servirsi di un sistema di occultamento, si stanno servendo di uno schermo e un radar simile al mio che copia e modifica un’immagine presa da più lontano per poi incollarla sopra di loro con qualche secondo di ritardo. Così da far sembrare tutto più normale.” spiegò il Dottore più chiaramente possibile…

“Bene… E ora come facciamo a capire chi è? Non c’è un modo per oltrepassare il campo di occultamento? Magari con una scansione anti-occultamento?” chiese giustamente Milo.

Il Tardis era fornito di ogni mezzo necessario per fare tutto ciò. Purtroppo però non era facile come sembrava, una scansione anti-occultamento avrebbe comportato dei rischi, e il Dottore lo sapeva bene: “Il Tardi può bypassare tranquillamente il campo di occultamento. Tuttavia, la scansione è molto potente, di conseguenza verrà sicuramente rilevata… E dato che costui non vuole essere né visto né rilevato, non so come potrebbe reagire. Se fosse un semplice esploratore probabilmente se ne andrebbe… Ma se fosse qualcuno di ostile, potrebbe veramente infuriarsi…” spiegò il Dottore con preoccupazione.

“E allora come facciamo??” chiese Dandel con grande preoccupazione. 

In realtà esisteva un metodo alternativo, anche se quasi obsoleto: “Ci sarebbe la ricerca leggera. È un metodo di ricerca sufficientemente lieve per non essere rilevata…" spiegò il Signore del Tempo ragionandoci sù.

“Usiamo quella allora! Cosa aspettiamo??” esclamò Amelia con convinzione.

Il Dottore però sapeva bene che quel metodo non era molto efficace, soprattutto in un universo che non conosceva: “Amy, purtroppo per fare questa scansione, ho bisogno proprio di sapere chi dobbiamo cercare! Devo immettere il codice relativo all'obiettivo… Primo, non abbiamo idea di chi possa essere, né abbiamo indizi per poterlo sapere… Inoltre, se fosse qualcuno di questo universo, non possiedo di certo il codice di ricerca. Quindi signori miei… Siamo punto e a capo…" disse con aria quasi di resa.

Tutti quanti capirono perfettamente la situazione. 

Era davvero così che doveva finire? Con un vicolo cieco? Era davvero necessario eseguire la scansione forzata per deoccultare il misterioso clandestino?

Il Signore del Tempo si perse un po’ d’animo e uscì dal Tardis per poi sedersi su una delle poltrone dell’ufficio di Dandel. Amelia e Jordan andarono subito da lui per cercare di tirarlo su di morale: “Su Dottore, non abbatterti, sono certa che una soluzione ci sia!” disse la prima mentre gli accarezzava la spalla. Poi intervenne anche il drago blu appoggiando la testa sulle sue ginocchia: “Ha ragione, ho visto nella tua mente e lo sai bene che la speranza è l’ultima a morire! Anche per queste cose!”

“E dove sarebbe questa soluzione?? Le cose stanno così. Noi dobbiamo assolutamente riaprire quel dannato portale per tornare nel nostro mondo. Entrambe sapete benissimo cosa succederebbe se i miei nemici scoprissero che non ci sono più a fermarli. Avrebbero campo libero per la conquista del nostro universo! E a quel punto sarà solo questione di tempo prima che arrivino pure qui e nell’universo dei tre ragazzi! Ma se noi ci facciamo scoprire da questo maledetto clandestino non abbiamo idea di come potrebbe reagire!” esclamò frustrato per la pressione in continua crescita. 

Il drago e la ragazza sapevano benissimo che aveva ragione. Nel mentre anche gli altri ragazzi uscirono dal Tardis. Tutti tranne Bellatrix, che con la telepatia fermò Erika: “Ery! Aspetta ad uscire, puoi venire un attimo da me?” le chiese dolcemente ma con preoccupazione.

La ragazza le fece cenno con la testa e si avvicinò alla draghetta fluttuante mentre gli altri uscirono dalla cabina blu: “Dimmi Bella!”. “Secondo me dovresti parlargli dell’incubo di stanotte…” suggerì Bellatrix convinta che ciò potesse servire per la soluzione al caso.

“Ma.. Ma era solo un incubo…” aggiunse il capitano pensando che non fosse necessario. “Andiamo… Lo sai benissimo che quello non era un semplice incubo… Io ti ho vista mentre dormivi! Avevi un’aura buia più della notte stessa che ti girava attorno. E i tuoi occhi erano diventati spaventosi! Non hai avuto un incubo, hai avuto una vera e propria visione del futuro! Un futuro in cui noi verremo eliminati tutti e la tua patria completamente distrutta… E quelle creature! Hai detto di non averle mai viste prima d’ora… Difficilmente si sogna qualcosa mai vista prima. Potrebbe essere un tentativo per la ricerca leggera!” disse cercando di farla ragionare.

Erika abbassò la testa. Non voleva nemmeno pensarci ad un futuro simile. Ma sapeva che la sua amica aveva ragione. Perciò alzò di nuovo la testa con sguardo determinato: “Hai ragione andiamo!” esclamò per poi darle un bacio sulla testa e uscire dal Tardis con lei. “Dottore! Dottore!” esclamò mentre si avvicinava a lui.

(riferimento capitolo 6 de "nuovo mondo nuovi amici")

Quest’ultimo si voltò verso di lei per ascoltarla. “Magari non è niente… Ma devi sapere che ieri notte ho avuto un terribile incubo…” 

“Che tipo di incubo?” chiese comunque intenzionato ad ascoltarla.

“Bellatrix può confermare tutto visto che è entrata nella mia testa mentre dormivo… Comunque ero nello spazio. Esattamente di fronte al nostro pianeta, Coruscant! All’improvviso però è stato distrutto completamente da dei missili che lo hanno completamente spazzato via…”

Tutti quanti la ascoltarono attentamente, il Dottore in particolare. Lui per primo sa che i sogni non sono minimamente da sottovalutare. “Vai avanti cara…”

“Poi improvvisamente ho visto tutti voi, eccetto Dandel che correvate verso di me come se steste scappando da qualcosa! Poi un raggio proveniente dal nulla vi ha eliminati uno dopo l’altro…”

Il Dottore la ascoltò molto attentamente. I suoi due cuori cominciarono a battere sempre più forte. Tutti quanti rimasero estremamente inquietati dalle sue parole, ma volevano sentire tutto il discorso.

“E poi..?” chiese il Signore del Tempo.

“Poi… Di fronte all’esplosione del pianeta sono apparse centinaia di astronavi a forma di disco in formazione da sei!” 

Il Signore del Tempo era sempre più agitato dalle sue parole. Egli conosceva molto bene quella formazione fatta con dei dischi volanti. Tuttavia, la descrizione non era ancora sufficiente.

“Vai avanti.” disse sempre lui con voce cupa mentre il suo respiro si faceva sempre più affannato.

“Poi, esattamente dalla direzione del raggio laser che vi ha uccisi… Sono arrivati degli strani cilindri neri leggermente conici ma con una cupola in cima. Questi poi hanno acceso una luce che sembrava tantissimo un occhio.”

I due draghi, videro uscire improvvisamente dal corpo del Signore del Tempo una fortissima aura di paura e ansia. Egli poi si alzò immediatamente dalla poltrona, prese un foglio dalla scrivania di Dandel e una matita, per poi darli a lei. “Adesso, fammi subito un disegno di questi esseri per favore.” disse mentre cominciava leggermente a tremare per l’ansia.

“o-ok…” rispose la ragazza leggermente intimorita per la strana reazione del Dottore. Poi prese la carta e la matita, per poi fare una bozza molto rapida di una di quelle creature per come se le ricordava, ovvero un grosso cilindro nero leggermente conico con due corna sopra la cupola e una strana luce bianca sotto di essa.


(bozza fatta realmente dalla vera "Erika")

Quello che uscì dal disegno, fece impallidire dalla testa ai piedi sia il Dottore che Amelia. Avevano chiaramente una fortissima paura di ciò che stava disegnando. “D-Dottore, Amelia… Cosa vi succede..?” chiese Jordan, il quale poteva sentire chiaramente il terrore che pervadeva i loro corpi.

“T-tu non hai mai visto questo essere giusto..?” chiese il Dottore nervosissimo.

“N-no mai…” le rispose la ragazza, anche lei sempre più ansiosa.

“E dimmi… Per caso ti hanno detto qualcosa..?” chiese un’ultima volta il Dottore.

La draghetta intervenne spontaneamente nel discorso: “No non hanno parlato…”

Erika, invece, disse il contrario: “Invece sì… Poco prima di svegliarmi mi hanno detto una parola.”

Il Dottore la afferrò improvvisamente per le spalle con il volto terrorizzato: “COSA. TI. HANNO. DETTO???” 

“U-una sola parola…!!” 

“DIMMELA TI PREGO!!!” le ordinò gridando forte in preda alla paura.







 

“S-sterminare!!”

 

Il Dottore e Amelia ormai non avevano più dubbi. 

“TUTTI NEL TARDIS ADESSO!!!!” gridò il Dottore correndo come un pazzo all’interno della cabina, buttando giù tutto ciò che incontrava nella corsa.

Tutti gli altri lo seguirono correndogli dietro fino alla console di comando.

Dandel provò a chiedergli se fosse riuscito a scoprire chi fosse il misterioso clandestino “Dottore hai scoperto qualc-” ma fu subito interrotto da lui il quale rispose gridando: “SCUSAMI DANDEL È UNA SITUAZIONE CRITICISSIMA!”.

Tutti stettero in silenzio mentre il Dottore smanettava sulla console, per poi far uscire la tastiera numerica.

Digitò il codice della creatura descritta da Erika. Tuttavia, indugiò un po’ prima di iniziare la ricerca leggera. Aveva troppo timore che fossero veramente loro.

Amelia e Erika appoggiarono le mani sopra la sua mano per aiutarlo. Egli li guardò con uno sguardo spaventato, ma riconoscente allo stesso tempo.

Insieme, premettero il pulsante della ricerca avviandola.
 

ANIMAZIONE COMPLETA DELLA SCENA SUCCESSIVA FATTA DA ME:
---->[ https://cdn-animation.artstation.com/p/video_sources/000/905/078/daleks-reveal-subita-light.mp4 ]<----


Passarono pochi secondi.

E la scansione.. Dette esito positivo.

Al Dottore sembrava essere crollato tutto l’universo addosso a lui…

“Non è vero… NON È POSSIBILE!!!” esclamò premendo con un pugno il tasto per il visore.

Tutti quanti rimasero altamente scioccati da ciò che apparve.

Un immenso disco volante marrone con grandi finestre luminose al centro, largo almeno tre chilometri, stava fluttuando sopra la misteriosa isola scomparsa da secoli.

Il Dottore e Amelia conoscevano troppo bene quel tipo di nave.

“CHE DIAVOLO CI FANNO LORO QUI??” gridò il primo confuso e impaurito allo stesso tempo.

“DOTTORE CHI SONO QUELLI?” chiesero Erika e gli altri, capendo che fossero un immenso pericolo per tutti.

Il Dottore stiede in silenzio, per poi guardare Jordan e Dylan.

Ci fu un attimo di silenzio. Ma poi il Dottore rispose.

“...sono loro..”





 

“...Sono i Dalek.”

 

Dylan, che aveva sentito dal Dottore la storia della Guerra del Tempo si impallidì completamente gridando: “I DAALEEE-”

Ma venne improvvisamente interrotto da uno stonfo improvviso.

Jordan era svenuto sul pavimento. Sul suo muso aveva un’espressione completamente sconvolta.

“FRATELLONE!!” esclamò la draghetta strofinando il muso sul suo.

“Aspettate ci penso io..” disse Dandel tirando fuori dalla tasca dei suoi pantaloncini una caramella a forma di doppia piramide, per poi metterla direttamente in bocca al Latios. 

La caramella si sciolse completamente nella sua bocca e dopo qualche secondo si riprese ma non completamente.

La sorellina perciò, lo aiutò usando un’altra sua mossa che sprigionava delle onde luminose mentre lo toccava, restituendogli tutta l’energia. Il drago strofinò il musetto sul suo per aria e riprese a fluttuare per aria ma respirava profondamente per la paura: “G-gli sterminatori sono qui…” diceva tra sé e sé.

“Aspettate, che vuol dire sterminatori??” chiese Dandel anch’egli impaurito da quelle parole.

E mentre gli altri provarono in qualche modo a calmare il povero Jordan, il Dottore gli spiegò.

“i Dalek sono i miei più mortali nemici. Sono una razza aliena del mio universo, probabilmente la peggiore mai esistita sulla faccia della realtà. Delle creature mutanti create da una mente malvagia strappandogli ogni emozione eccetto l’odio verso il prossimo, al solo scopo di sterminare ogni forma di vita che non sia Dalek. Ciò che Erika ha disegnato è solo l’aspetto esterno, ovvero un piccolo carro armato di cui ogni esemplare è dotato, il vero Dalek si trova al suo interno.”

Tutti quanti avevano ascoltato quella terribile spiegazione, ma Dandel, essendo il presidente della regione, era estremamente preoccupato per la sua gente: “Devo subito mettere in allerta l’esercito e l’intera regione!” esclamò mentre correva verso l’uscita del Tardis.

Il Dottore però non poteva permetterglielo assolutamente. Di conseguenza, puntò il suo cacciavite sonico verso l’uscita del Tardis e chiuse istantaneamente le porte prima che potesse uscire.

“Ehi! Che state facendo??” chiese il presidente intimorito per l’atto inaspettato.

“Mi dispiace Dandel… I Dalek staranno sicuramente monitorando la regione e anche quelle vicine. Se vedessero che stai lanciando l’allarme, capiranno di essere stati scoperti e quindi partiranno all’attacco sterminando tutti in meno di cinque minuti.” spiegò il Dottore cercando di farlo ragionare…

Il presidente si sedette sul pavimento appoggiando le braccia sulle ginocchia, era disperato.

“...E quindi come possiamo fare…?” chiese con disperazione e paura.

Il Dottore stiede in silenzio per qualche secondo guardando poi i suoi ragazzi.

“C’è solo un modo per sistemare la questione… Devo andare io stesso da loro.” 

Tutti, ovviamente, lo guardarono sgranando lo sguardo. 

“Dottore, non puoi! Ti uccideranno di sicuro!” esclamò Amelia preoccupata per il suo Dottore stropicciato.

“Lo so.. Ma ho giurato di proteggere la Terra ad ogni costo. E anche se questa non è la mia Terra, la proteggerò come se fosse tale.” disse comunque con aria convinta.

“Beh inutile dire che non ti lascio di certo solo!” disse sempre Amelia dandogli un bacio alla guancia

Erika si avvicinò a lui e gli accarezzò la guancia: “Noi tre verremo con te! Li affronteremo insieme!” disse convinta di ciò che stava dicendo, mentre sia Milo che Hanami, gli sorrisero per dirgli che erano con lui.

I due draghi, erano altamente impauriti. Tuttavia, sapevano che il loro aiuto sarebbe stato indispensabile per poterli aiutare: “Verremo anche noi!” dissero entrambi mentre strofinavano il loro musetto sulle guance del Signore del Tempo.

“Vi ringrazio di cuore ragazzi… Tuttavia, non tutti qui potranno venire.” disse il Dottore seriamente.

Per un attimo tutti si guardarono a vicenda, poi il Dottore guardò i due draghi: “Mi riferisco a voi due…”

I due rimasero sorpresi dalla rivelazione: “In che senso? Siamo in grado di lottare al vostro fianco…” disse il maggiore un po’ dispiaciuto.

“Lo so. Ma vi assicuro che non è uno scherzo. E tu Jordan, lo sai molto bene… Siete estremamente agili, questo è vero, tuttavia, sia i vostri poteri che la vostra resistenza fisica non sono minimamente sufficienti per affrontarli… Morireste sicuramente e non posso permetterlo.” disse tristemente il Signore del Tempo cercando di fargli capire che lo faceva solo per il loro bene.

I due draghi si sentirono demoralizzati, sapevano perfettamente che aveva ragione. Ma non sopportavano l’idea di doversene stare con le mani in mano.

Ad Amelia poi venne in mente un’idea per risolvere il problema: “Scusate ragazzi, ma se ci fosse un modo per potenziarli? Alla lotta tra lui e Laburno abbiamo visto il fenomeno Dynamax! Non c’è qualcosa di simile anche per loro due?” chiese per dargli comunque una possibilità.

“Il fenomeno Dynamax è da escludere. Conosco le navi Dalek, non c’è abbastanza spazio per farli ingigantire.” disse il Dottore escludendo quell’idea.

La draghetta rossa, invece, aveva una soluzione alternativa al fenomeno: “E invece esiste un modo per farci diventare molto più forti di così!”

Tutti quanti la ascoltarono attentamente mentre parlava: “Nell’isola da cui veniamo, abbiamo un forziere contenente delle pietre che liberano i nostri veri poteri!” 

Dandel, capì esattamente dove voleva arrivare: “Giusto!!! Nella regione di Hoenn, come a Kalos e a Kanto, usate il fenomeno della Megaevoluzione!!!” disse battendo un pugno sulla sua mano.

“Mi potete aprire la porta please? Vi vado a prendere una cosa nel mio ufficio” chiese cortesemente il presidente. Il Dottore riaprì le porte facendolo uscire e, dopo qualche secondo rientrò con una scatola.

La aprì e dentro era presente un guanto con una strana biglia color arcobaleno, con un disegno che ricordava vagamente un DNA, incastonata in esso.

“E questa cos’è?” chiese il Dottore incuriosito.

Dandel gli spiegò con piacere: “Si tratta della Pietrachiave! Una sfera contenente un potere che se viene combinato con le pietre di cui parlava Bellatrix, entrambi cambieranno aspetto diventando molto più forti di come sono adesso! Un po’ come il fenomeno Dynamax ma ridimensionato. Prendi pure il guanto Dottore!”

Il Signore del Tempo indossò il guanto con la Pietrachiave, per poi guardare i due draghi, i quali volevano davvero aiutarli. “Ti ringrazio di cuore Dandel! Ora andremo a prendere queste misteriose pietre per i nostri due amici, poi torneremo per aiutarti, fidati di me!” disse il Dottore sorridendogli.

“Se questo è ciò che posso fare per aiutarvi a salvare il mondo, posso fare questo ed altro!” disse il campione con fierezza.

A quanto pare i terribili Dalek, i mostri contro cui hanno combattuto i Signori del Tempo, erano in qualche modo arrivati in quel mondo secoli prima.

Cosa avranno in mente di fare? Accadrà esattamente ciò che ha visto Erika nel suo incubo?

Comunque sembrerebbe che un potere nascosto nei due draghetti possa aiutarli tutti nella vicenda. 

Non resta altro da fare che trovare queste misteriose pietre e scoprire il loro potere.

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Capitolo 3
*** Il segreto della Megaevoluzione ***


Ciao ragazzi!! Sono tornato con un nuovo capitolo e una nuova animazione, stavolta pubblicata direttamente su YouTube!

Esattamente come la volta scorsa, per vedere l’animazione vi basterà cliccare sul link sotto la scritta “ANIMAZIONE SCENA SUCCESSIVA” e godetevela per intero ;)

Perciò auguro a tutti una buona lettura e una buona visione <3

 

 

I Dalek, la peggior specie mai apparsa nel creato, era in qualche modo arrivata in quel mondo. Cosa tramano quei mostri da oltre mille anni? Sarà compito del nostro gruppetto di sfollati scoprirlo. Tuttavia, prima di poter penetrare in quella nave infernale, i due draghi, Jordan e Bellatrix, devono essere potenziati! 

Dato che il Dynamax richiede troppo spazio per poter essere usato, hanno optato per la Megaevoluzione, una misteriosa trasformazione definita da Dandel come più contenuta.

Ciò che rimane da fare, è di trovare queste misteriose pietre che consentono la trasformazione.

“Ma queste pietre di cui parli, possiamo ottenerle così liberamente?” chiese Dylan alla draghetta rossa con aria un po’ dubbiosa.

“Sarebbe bello, ma no… Bisogna dimostrare di esserne degni. Sfortunatamente i nostri genitori hanno detto che abbiamo molta strada da fare ancora.” rispose lei impensierita.

“Beh, se dobbiamo combattere penso proprio che faccia tutto al caso nostro cocciolona” disse Erika orgogliosa del fatto di essere un soldato d'elite.

Sia il Dottore che il drago blu, fecero una sorta di sospiro in quanto contrari ai combattimenti di ogni tipo: “Possibile che voi Imperiali dobbiate pensare subito ai combattimenti? Le alternative esistono!” la rimproverò un po’ il Signore del Tempo.

“Hai ragione, ma non si sa mai..” gli rispose sempre il capitano incrociando le braccia al petto.

Ad Amelia, la compagna di viaggio del Dottore, venne in mente un’idea particolare: “Secondo me, gli unici che possono sapere precisamente come ottenerle siete per forza voi due” riferendosi ai due pokémon.

Dandel, il presidente e campione della regione, capì il suo ragionamento e lo continuò: “Ci sono delle sfide particolari da dover portare a termine per guadagnarsi le vostre megapietre?” 

Il maggiore dei due, rispose senza pensarci troppo: “In realtà, l’unica sfida da superare è quella di guadagnarsi la fiducia di tutti i nostri simili…” 

Il Dottore ci rifletté un po’ su. La fiducia di qualche individuo, non è poi così difficile da ottenere. Ma qui, si parla letteralmente di tutti i Latios e le Latias presenti sull’isola di cui parlava Bellatrix. La cosa, richiedeva sicuramente qualcosa di grosso.

Doveva pensare ad ogni particolare a sua disposizione.

Ma alla fine la soluzione era praticamente sotto al loro naso, o meglio, ce l’avevano intorno:

“Ragazzi! Ci stiamo troppo focalizzando sull’inventarci qualcosa. Ma se invece di inventarci qualcosa, lavorassimo più su qualcosa di già esistente? O meglio, che sia già esistito?” riferendosi al fatto che hanno a loro disposizione la più potente macchina del tempo di sempre.

“Dovremmo forse di andare ad immischiarci in affari passati, per poi affrontare qualcosa di disumano per poi guadagnarci per forza la fiducia di tutti?” chiese in maniera retorica Amelia, come se le avventure del genere, non fossero letteralmente il loro pane quotidiano.

“Esattamente cara la mia Amy!” confermò quest’ultimo compiaciuto.

“Per il tuo modo di pensare, sembra sleale, ma data la situazione direi decisamente che non si possa fare altrimenti” disse Hanami appoggiando l’idea.

“Potrebbe funzionare! Qualcosa possiamo trovare, ma dimmi Dottore, ci sono delle regole da rispettare per i viaggi del tempo?” chiese Jordan intenzionatissimo ad aiutarli.

“Semplice, possiamo andare ovunque, basta che non ci siano i voi due più giovani nei paraggi, o rischiamo di creare un paradosso temporale…” gli rispose con decisione il Signore del Tempo. Naturalmente, nessuno sapeva cosa fosse un paradosso temporale.

Ma ciò non aveva alcuna importanza, d'altronde, era ormai chiaro, che se il Dottore diceva che qualcosa va evitato in tutte le maniere, doveva essere per forza così, altrimenti… 

Chissà quale disastro soprannaturale potrebbe succedere… Meglio rimanere con il dubbio.

A quel punto però, la cosa si complicava ulteriormente. 

I draghi ebbero evidenti difficoltà a pensare a qualcosa del genere.

“Un momento!” interruppe il Dottore camminando intorno alla console di comando, fermandosi al lato posteriore.

Sotto lo sguardo di tutti, premette una serie di pulsanti che fecero completamente sollevare la pulsantiera di quel lato. Sotto di essa, era presente un piccolo spazio con una sostanza apparentemente morbida e viscosa.

“È ancora in fase di sperimentazione, ma dovrebbe funzionare! Questo è un collegamento diretto con l’interfaccia del Tardis. Venite qui voi due!” spiegò brevemente invitando i due fratelli alati ad avvicinarsi per poi proseguire: “Coraggio, infilate le vostre piccole braccia nel gel.” 

Detto ciò, i due draghetti infilarono parte delle loro zampe in quel gel caldo.

“Ora cosa dobbiamo fare?” chiese Bellatrix incuriosita.

“Semplice! Chiudete gli occhi. Unite le vostre menti con il Tardis.”

I due obbedirono, e una volta chiusi gli occhi, tutto divenne buio. 

Esistevano solo loro due, e una luce forte che sembrava ruotare attorno a loro, come se li stesse osservando.

A quel punto, il Dottore riprese a parlare in modo tranquillo e la sua voce sembrava quasi rimbombare: 

 

Adesso pensate. 

Pensate ad un momento in cui voi non c’eravate. 

Ad un momento in cui invece, volevate esserci.

Dove certamente avreste avuto l'occasione di ottenere le vostre Megapietre.

Il Tardis, vi darà una seconda possibilità.

E in ogni caso, non sarete da soli.

 

Mentre le loro menti viaggiavano, i loro pensieri sembravano stimolare quella luce, la quale cominciò a girare intorno a loro sempre più velocemente. Sempre di più, e ancora di più.

Finché alla fine riaprirono gli occhi, i quali si illuminarono di una forte luce azzurra, per poi tornare normali dopo qualche secondo.

“State bene ragazzi??” chiesero Amelia e la Shooting Stars vedendo che erano un po’ scombussolati.

“S-sì.. Ma wow! È stato bello!” esclamò il drago blu stupefatto.

Il Dottore, nel frattempo, corse direttamente allo schermo del Tardis, notando che erano apparse delle coordinate spazio-temporali. 

“Beh miei cari dragoni ce l’avete fatta! Il Tardis sa esattamente dove e soprattutto quando portarci!”

“Fantastico direi!” esclamò Amelia guardando lo schermo con gli altri.

Il Dottore poi si avvicinò di nuovo a Dandel e gli strinse la mano per ringraziarlo. 

“Grazie di cuore per il tuo aiuto! Saremo di ritorno tra cinque minuti al massimo.” 

“Cinque minuti? non è un po’ poc-” non finì la frase che subito realizzò: “Aaahh giusto potete impostare la macchina per tornare qui esattamente tra cinque minuti per me, poi magari potranno passare anche settimane per voi giusto?” 

“Esatto campione!” confermò il Signore del Tempo, per poi accompagnare il Presidente nel suo ufficio.

“Mi raccomando fate attenzione.. Anche perché sento che questo sarà decisamente un giorno terribile…” disse preoccupatissimo mentre guardava il Signore del Tempo rientrare nella cabina.

“Faremo del nostro meglio. Proteggerò i ragazzi e questo pianeta. Hai la mia parola!” disse per poi richiudere la porta della cabina.

“Dottore aspetta però.. Fermiamoci prima in Hotel!” aggiunse subito Jordan.

“Perché?”

Il draghetto rimase qualche secondo in silenzio, poi rispose alla domanda in modo del tutto inaspettato: “..perché dobbiamo prendere le cose dei nostri imperiali, quindi le armi e le armature.”

I tre ragazzi si guardarono stupiti: “Oooh!! La cosa si fa più interessante!!” esclamò Hanami strofinandosi le mani.

Il Dottore, naturalmente, volle delle spiegazioni: “E perché le armi?”

“Non dico che dovranno uccidere qualcuno… Le loro armi sono anche degli storditori per davvero! O almeno non ho percepito menzogna totale da parte di Erika per quando siamo entrati in Hotel.. Altre spiegazioni preferisco non darle.” tentò di spiegare il drago con un po’ di timore.

“Ha ragione Dottore, le nostre armi possono essere impostate come non-letali, ma solo per stordire temporaneamente gli avversari, e quella di Dylan può fare la stessa cosa e in più può sparare impulsi ionici che disattivano tutto ciò che è elettronico. Credimi!” aggiunse Erika per appoggiare l’idea del drago.

Il Dottore credeva ai ragazzi, tuttavia, a quel punto, cominciò a preoccuparsi su cosa li avrebbe aspettati per il viaggio.

“Va bene, fermiamoci in hotel..” disse per poi far partire la cabina blu, la quale poi si teletrasportò direttamente nella camera dei ragazzi.

Appena usciti, il Dottore sbloccò le porte delle camere, permettendo alle ragazze di andare a prendere le loro cose.

“Comunque non indossate subito le vostre armature e armi… Tenetele solo come ultima possibilità!” aggiunse la draghetta rossa mentre seguiva Erika e Hanami, sapendo che le armi, soprattutto quelle dei tre imperiali, sono estremamente pericolose.

I tre ragazzi annuirono e portarono il loro equipaggiamento nella cabina blu, posandolo ognuno su una poltrona diversa.

Il Signore del Tempo e la sua compagna, guardavano il drago blu con sguardo sospettoso.

Cosa avevano in mente? Era naturale che li volevano portare a casa loro.. 

Ma perché i ragazzi dovevano armarsi? La cosa era decisamente controversa e inquietante.

Il drago blu guardò i due con i suoi occhioni rossi, come se chiedesse scusa per la loro idea.

Il Dottore gli accarezzò la testa e sebbene volesse delle spiegazioni in più, era chiaro che la loro scelta era dovuta dalla paura, di conseguenza volle fidarsi di lui: “Immagino questa scelta sia dovuta alla paura di fallire, giusto?”

Il drago chiuse gli occhi e annuì: “S-sì.. Né io né mia sorella abbiamo completamente idea di cosa dobbiamo realmente affrontare per ottenere quelle pietre. Spero capiate che vogliamo venire con voi per proteggere la nostra Terra..”

Amelia gli rispose accarezzandogli il collo: “Sì cucciolone.. E noi ci teniamo ad avervi con noi! Sia noi due come anche la Shooting Star! Ormai siamo una mega squadra ahah!” disse sorridendo e ridacchiando.

“Allora che vogliamo fare? Sì parte oppure no?” chiese Erika affacciandosi dal Tardis.

Una volta entrati tutti, il Dottore chiuse la porta della nave. 

Tutti quanti erano ormai pronti a partire e si misero tutti attorno alla console di comando.

Il pilota della nave impostò le coordinate di Jordan e Bellatrix nel navigatore del Tardis completando così ogni preparativo per il viaggio.

Osservando le coordinate, il Dottore realizzò subito un paragone con la sua Terra: “Ooooh!!! Si va in Giappone! E nemmeno tanto tempo addietro, solo tre mesi fa!” esclamò emozionato.

I due pokémon si guardarono a vicenda, non capendo cosa volesse dire.

Amelia rispose per lui: “Nella Terra del nostro universo, il posto in cui vivete si chiama Giappone ed è proprio un bel posto!”

Hanami intervenne nel discorso: “Sembra interessante! Ma parliamone più tardi per favore…”

“Giusto! Beh, è tutto pronto ragazzi! Si parte!!!” esclamò sempre il Signore del Tempo tirando giù una leva di fianco allo schermo piccolo del Tardis.

A quel punto la nave scomparve di nuovo ed entrò nel tunnel spazio-temporale emettendo in continuazione il suo bellissimo suono. 

Stavano viaggiando indietro nel tempo!

Per i tre giovani Imperiali e per i draghi era la prima volta in assoluto e mai in tutta la loro vita si sarebbero potuti aspettare una cosa del genere.

Eppure era tutto vero! Sia nel bene che nel male.

La nave si fermò improvvisamente. Erano arrivati a destinazione.

Prima di aprire la porta però, il Signore del Tempo volle controllare l’esterno tramite le telecamere.

Sembrava tutto tranquillo, una notte fin troppo tranquilla. Apparentemente non c'era nessuno intorno alla nave. Tuttavia, ormai avevano imparato a conoscere i Latios e le Latias, quindi attivò un filtro di rilevazione e, a quel punto, numerose sagome invisibili apparirono evidenziate. “A quanto pare il nostro arrivo ha spaventato i vostri amici… Siete sicuri quindi che voi non ci siete?” chiese il Dottore un’ultima volta ai due.

“Sì perché in questo periodo stavamo esplorando la regione di Kanto, quindi non ci sono problemi!” rispose il drago blu.

“Perfetto! Andiamo a conoscere i vicini!!!” disse battendo le mani e corse verso l’uscita per primo.

Improvvisamente però, sullo schermo del Tardis appare qualcosa di invisibile che gli vola incontro a gran velocità.

“DOTTORE ATTENTO!!” gridò Amelia buttandosi addosso a lui.

La figura passa precisamente sopra di loro sollevando la sabbia della spiaggia.

Erika per istinto, impugnò il suo blaster, ma venne fermata subito dai due draghi che volarono subito fuori, per poi mettersi di fronte ai due gridando: “Fermo!!” 

La creatura improvvisamente si fermò a pochi metri da loro, per poi diventare visibile.

Era un Latios, ma un po’ più grande rispetto a Jordan.

Non avendo impostato il Tardis per tradurre la lingua degli altri draghi, si poteva udire il suo reale verso. Sebbene fosse un maachio, aveva un verso di una dolcezza incredibile.

Anche gli altri tre uscirono dal Tardis senza le loro armi in mano osservando la creatura da cima a fondo.

Ma prima che chiunque potesse dire qualcosa, ecco che arrivarono un altro Latios e una Latias che si fiondarono verso i due draghetti.

I due si voltarono verso di loro e gli volarono incontro pieni di gioia: “Mamma! Papà!!”

Tutti e quattro si abbracciarono i colli a vicenda volteggiando per aria.

“Sono i loro genitori?!” disse Hanami mentre aiutava il Dottore e Amelia ad alzarsi.

Il Dottore si alzò sistemandosi la giacca, per poi guardare il drago che lo aveva attaccato: “Scusaci siamo arrivati senza preavviso..” 

Il Latios poteva chiaramente percepire le buone intenzioni del Dottore e degli altri ragazzi, perciò decise di scusarsi per l’attacco dando una leccatina alla guancia del Dottore insieme ad un verso dolce.

“Ahah! Sì è proprio dolce come i nostri due amiconi!” disse Amelia ridacchiando.

Poi si unirono anche i genitori di Jordan e Bellatrix, i quali si misero a svolazzare attorno a loro.

La madre era identica a Bellatrix, una Latias dalle piume bianche e rosse ma leggermente più grande fisicamente e indossava un piccolo fiore rosa incastrato tra le piume delle orecchie. 

Il padre invece, era diverso. Le sue piume, invece che essere blu come quelle del figlio, erano di un verde acqua e i suoi occhi, insieme al triangolino sulla pancia, erano color giallo limone e al collo, aveva una sorta di ciondolo con quella che sembrava essere a tutti gli effetti una grossa biglia di colore blu e viola.

Quest’ultimo cominciò a parlare emettendo suoni acuti ma incomprensibili, di conseguenza il Dottore puntò il cacciavite sonico verso la sua nave, impostando il traduttore anche per tutte le creature sull'isola, permettendo così di comprendere il loro linguaggio.

“Chi siete voi?” chiese il drago verde al gruppo, come prima di una lunga serie e legittime domande.

Il Dottore si fece avanti e presentò tutti quanti: “Ciao! Io sono il Dottore! Viaggiatore dello Spazio e del Tempo. Questa, è la mia migliore amica e compagna di viaggio Amelia Pond, detta anche Amy e veniamo da un’altra dimensione. Loro tre invece, sono tre ragazzi di un’altra dimensione ancora, Erika, Hanami e Dylan! E tutti noi abbiamo bisogno del vostro aiuto..”

Mentre parlava, altri draghi si avvicinarono cominciando a volare intorno a loro osservandoli con curiosità.

I due genitori, non riuscivano a credere alle sue parole.

Degli alieni provenienti da altri universi erano lì, proprio davanti ai loro occhi!

“V-venite dallo spazio? E com’è che ora ci capite?” chiese la madre guardandoli uno dopo l’altro.

Erika rispose per tutti: “Sì! diciamo che sia noi tre come il Dottore viaggiamo tra le stelle continuamente. Ma non per gli stessi motivi…” riferendosi al fatto che il Dottore e la sua compagna, viaggiano per conoscere, mentre loro viaggiano per combattere.

“E riusciamo a capire perché questa cabina blu adesso vi sta facendo parlare come noi, diciamo”

“Comunque sì mamma, siamo venuti dal futuro per chiedervi aiuto…” aggiunse Bellatrix ricordando quello che ha detto il Signore del Tempo poco prima.

Tutti quanti i draghi si guardarono a vicenda non riuscendo a capire come fosse possibile tutto ciò, tuttavia, sebbene ci fossero troppe domande da fare, vollero ascoltare ciò che chiedevano.

“D-diteci pure” disse il padre con curiosità.

“Purtroppo ci vorrebbe troppo tempo per spiegare..” disse il Dottore per far cenno ai due genitori di avvicinarsi a lui.

I due capirono subito cosa volesse fare, di conseguenza, avvicinarono le loro teste a quella del Dottore.

Egli, sotto lo sguardo di tutti, appoggiò le mani sulle teste delle due creature, per poi appoggiare la fronte sulle loro.

I due draghi, in quei pochi secondi che per loro sembravano interminabili, vedevano tutto: partendo dall’incontro del team per intero al tentativo fallito di uscire da quel mondo, seguiti poi dalla rivelazione dei Dalek e dalla necessità delle megapietre, per consentire ai loro figli di aiutarli nell’imminente e terribile impresa di affrontare quelle terribili creature. 

Tuttavia, il padre volle scavare a fondo. Andando a vedere chi fossero realmente quelle creature all’interno del disco volante.. Ciò che vide andò fin troppo oltre quello che potesse immaginare. Quei mostri erano decisamente la cosa più spaventosa che avesse mai visto in vita sua. Di conseguenza, si staccò subito dalla telepatia scioccato, reagendo istintivamente come qualsiasi padre farebbe. 

“NO NO NO E POI NO! Non metterete in grave pericolo la vita dei miei figli!!!” urla per poi afferrare il Dottore per la giacca e sollevarlo da terra di quasi un metro ringhiandogli contro.

Tutti quanti rimasero spiazzati dalla reazione del drago, anche se legittima.

I ragazzi della Shooting Stars, normalmente avrebbero reagito stordendolo coi loro blaster, ma non riuscivano a trovarne il coraggio…

Amelia, cercò istintivamente di tirarlo giù per le gambe: “Lascialo andare subito!!!”

Ma poi intervennero i due figli: Bellatrix prese il Dottore da sotto le spalle tirandolo indietro insieme ad Amelia, mentre Jordan prese suo padre tirandolo a sua volta.

“Papà che ti prende sei impazzito??” esclamò il draghetto in difesa del Signore del Tempo.

“Jordan buono.. Tuo padre ha soltanto agito come tale. Mi sarei stupito se non fosse stato così” disse il Dottore a difesa del drago verde.

Padre e figlio, guardarono il Dottore per poi guardarsi negli occhi a vicenda.

“Noi vogliamo andare con loro papà!”

il padre scosse la testa: “Sei sempre stato avventato e impulsivo. Sapevo che prima o poi questa cosa ti avrebbe cacciato nei guai” 

“Ma non capisci che siamo tutti quanti nei guai?? I Dalek sono qui per farci fuori tutti! Dobbiamo fermarli finché siamo ancora in tempo!”

La madre, infastidita dal tono del figlio, lo interruppe: “Figliolo porta rispetto a tuo padre!”

Il draghetto abbassò la testa capendo di esagerare.

Suo padre poi riprese con più calma: “Ho compreso la gravità della situazione… Ma né tu né tua sorella avete le capacità per affrontare dei simili mostri.”

“Questo non è vero! Sappiamo combattere!”

“Ma fammi il piacere. A malapena sapete usare i vostri poteri! E inoltre non avete la forza necessaria.”

Da queste parole, sia il draghetto che sua sorella si sentirono urtati. Perché dentro di sé, sapevano che era vero. Ma non riuscivano ad accettarlo.

“E invece siamo molto più forti di quanto pensi papà!” esclamò la draghetta unendosi al fratello.

Il padre, a quel punto, volle fargli capire fino in fondo ciò che intendeva dire: ”...E allora dimostratemelo.” disse per poi alzarsi in volo all’indietro per poi iniziare ad accumulare subito energia.

 

-–—--------ANIMAZIONE SCENA SUCCESSIVA FATTA DA ME—----------

>  https://youtu.be/PG4aLvMpVvQ  <

 

Tutti quanti capirono le sue intenzioni, di conseguenza gli altri draghi presenti si allontanarono dal posto.

I due draghetti sgranarono lo sguardo con un po’ di timore ma poi si alzarono in volo pure loro.

“Dottore dobbiamo fermarli!!!” esclamò Amelia preoccupatissima per i suoi due amici.

“Hai ragione Amy… Normalmente interromperei tutto.” le rispose il Signore del Tempo con altrettanta preoccupazione girando leggermente la testa verso di lei. 

Poi riprese continuando a guardare la scena: “Ma devono dimostrargli di essere cresciuti e di meritarsi le Megapietre. Per ora non possiamo fare altro che starcene ad osservare, poi se necessario interverremo”.

Improvvisamente, la biglia al collo del drago verde acqua iniziò ad illuminarsi sempre di più.

“Ecco a voi, il potere che cercate.” disse il padre, per poi emettere un fortissimo verso acuto.

Mentre il drago gridava per accumulare energia, il suo corpo venne avvolto una fortissima luce viola che cominciò a girare intorno a lui come una grande sfera per poi espandersi a vista d’occhio.

Tutti quanti lo stavano guardando con stupore. 

“Che diavolo sta facendo??” chiese Hanami con lo sguardo sgranato.

Dylan, aveva decisamente capito cosa avesse intenzione di fare quel drago, di conseguenza le rispose con aria tesa: "Maledizione! Vuole affrontare i suoi figli con la Megaevoluzione!”

Dunque, stavano davvero assistendo alla Megaevoluzione che stavano cercando.

Dopo qualche secondo però, l’aura viola si smaterializzò in minuscole scintille, rivelando la creatura ormai cambiata.

Tutti quanti rimasero a bocca aperta.

Non era più il draghetto dall’aspetto di un aeroplano dolce e carino.

Era diventato letteralmente un’astronave dalle piume bianche e verdi.

Era decisamente più grande, i suoi avambracci erano almeno sei o sette volte più grandi, ed erano completamente fusi con le ali. 

Le piume che aveva dietro, divennero un’altro paio di piccole ali situate sotto di lui.

Mentre sulla testa, le orecchie avevano assunto una forma simile ad alette triangolari e, sulle sue guance, erano apparse delle corna che sporgevano in avanti.

Era divenuto un mostro da combattimento.

E pure la sua voce era cambiata, era più tonante e profonda:

"Questa è la forma suprema degli Eoni. Figli miei, ho commesso un errore. Ho scavato troppo a fondo nella mente del Dottore, vedendo cose che non avrei dovuto vedere. E posso assicurarvi che se non riuscirete a battermi… Contro i Dalek non avrete nemmeno una possibilità di sopravvivere.” 

Detto ciò si voltò verso il gruppo, facendo una sorta di scommessa: “Se i miei figli dimostreranno che mi sbaglio nei loro confronti, potranno venire con voi. Altrimenti rinuncerete alle loro pokéball e rimarranno qui con noi. Intesi?”

Ci fu un silenzio momentaneo.

I due draghi avevano chiaramente paura. Loro padre era già fortissimo di suo, ma ora che che si era megaevoluto era fin troppo più forte.

Ma non volevano assolutamente rimangiarsi la parola. 

I ragazzi si guardarono a vicenda con aria seria, ma la decisione era ovvia: “Accettiamo!”

dissero tutti quanti insieme.

Lo scontro poteva cominciare.

Tuttavia, il Dottore puntò il cacciavite sonico verso il Mega Latios per scansionarlo, per poi controllare i risultati. Vedendo i risultati, fece un sorriso, per poi guardare la scena insieme agli altri.

 

Il dragone fece cenno ai suoi figli di attaccarlo per primi.

I due, con un forte grido acuto di battaglia, si scagliarono contro di lui ad altissima velocità senza usare alcuna mossa particolare. 

Il dragone, li evitò senza problemi con uno scatto laterale rapido.

I due, dopodiché si separarono, per poi provare ad usare le loro mosse uniche, ovvero Foschisfera e Abbagliante.

Jordan, scagliò un fortissimo raggio viola contro di lui, ma è stato troppo prevedibile e suo padre lo evita con una elegantissima giravolta.

Fallito il suo tentativo, Bellatrix creò una sfera di nebbia ultracompatta che lanciò contro il padre, ma stavolta, contro ogni previsione, egli riuscì addirittura a prenderla e a tenerla tra le sue zampe giganti. 

Quest’ultima ne rimase decisamente spiazzata: “M-ma come..?!” disse tra sé e sé rimanendo a bocca aperta e anche il fratello non reagì diversamente. 

A quel punto, il super drago lanciò la sfera al mittente, ma almeno due volte più velocemente.

Tuttavia, riuscì ad evitarla per un pelo osservando poi la sfera volare via. 

Ma quando si voltò si ritrovò il suo avversario letteralmente faccia a faccia con entrambe le zampe enormi puntate su di lei e la povera draghetta ne rimase letteralmente pietrificata dalla paura.

In quel preciso istante, dalle zampe del drago venne sparato un fortissimo raggio viola contro la figlia, la quale venne scaraventata addosso alle frasche degli alberi gridando acutamente.

Ma il raggio venne interrotto, quando si accorse che l’altro figlio si stava gettando addosso a lui dall’alto con dei grossi artigli luminosi: “PRENDI QUESTO!!!” 

Il drago però, con un sorriso cattivo, gli gridò: “SEI UN ILLUSO!!!” infatti, esattamente come il suo precedente attacco, lo evitò con una giravolta, e non solo! Usando la telecinesi, lo fece accelerare facendolo andare dritto a schiantarsi sulla spiaggia, sollevando una grande quantità di sabbia.

Il povero draghetto blu era accasciato in un piccolo cratere creatosi con l’impatto, proprio ai piedi del Dottore e degli altri, i quali lo guardarono con preoccupazione e shock per il colpo ricevuto.

Il padre, se ne restò sospeso per aria a guardare i suoi figli con aria delusa: “Vedete? Siete ancora dei ragazzini… Non siete in grado di combattere. Mi chiedo ancora perché vi ho consentito di andarvene in giro da soli…” 

Poi guardò il resto del gruppo senza cambiare espressione, sicuro di aver vinto la scommessa: “Direi proprio che la situazione sia più che evidente. I miei figli resteranno qui. E voi non rimetterete mai più piede su quest’isola.”

Jordan, sentendo quelle parole, guardò il Dottore e gli altri negli occhi, per poi cominciare a piangere e a singhiozzare e lo stesso fece Bellatrix, da lontano. Era davvero finita lì la loro amicizia..?

In quel momento però, il Dottore si mise a parlare telepaticamente con i due pokémon, non riusciva proprio a vederli in quello stato.

“Ragazzi, che vi sta succedendo...?”

I due gli risposero insieme con aria fin troppo abbattuta: “V-vi abbiamo deluso… Nostro padre ha ragione, siamo dei ragazzini avventati che si fanno troppe illusioni… Gli è bastato un solo colpo a testa per metterci al tappeto… Con i Dalek non dureremmo nemmeno due minuti! Come hai detto tu moriremo di sicuro e per causa nostra rischierete di fallire nel salvare il mondo… Forse è meglio se restiamo davvero qui…” 

Era chiaro che si erano arresi.

Ci fu qualche secondo silenzio, ma fu interrotto improvvisamente.

“State scherzando spero.”

Quella piccola frase, sembrava completamente rimbombare nelle loro menti.

“Non mi avete minimamente deluso nella lotta. Vostro padre è estremamente forte e intelligente. Ma non invincibile!”

“I-In che senso…?” chiese la draghetta incuriosita.

“Sarà anche forte e agile, ma la sua resistenza fisica è limitata. Infatti, non ha provato ad incassare nemmeno uno dei vostri colpi!”

I due draghi, ci pensarono su, e realizzarono che era vero. 

“Tuttavia, se continuate ad alternarvi negli attacchi non riuscirete mai a colpirlo. I suoi sensi sono quadruplicati, quindi riuscirà sempre ad evitarvi. Ma se combatterete insieme come due fratelli e soprattutto con cervello, non avrà nessuna possibilità di vincere contro di voi!”

Quelle parole, sembravano risollevare nuovamente l’animo delle due creature, le quali smisero di piangere e tornarono a sorridere nuovamente.

“Poi ricordatevi una cosa molto importante. Voi. Non. Siete. Soli!!!”

Terminata la frase, riuscirono finalmente a sentire Amelia, Erika, Hanami e Dylan fare il tifo per loro: “FORZA RAGAZZI!!! SIETE FORTI!!! NON ARRENDETEVI!!!”

A quel punto, i due draghi erano più che decisi.

Entrambe schizzarono per aria come se fossero dei missili, illuminandosi come stelle!

“M-ma cosa?!” si chiese il loro avversario per la reazione troppo inaspettata, poi volò verso di loro per attaccare nuovamente.

I due draghi emisero il loro grido di battaglia e di coraggio, per poi fiondarsi verso di lui a grandissima velocità caricando un potentissimo Fulmine e un forte Abbagliante.

Il drago alpha notò subito il loro attacco frontale, trovando la cosa interessante: “NON PENSATECI NEMMENO!!!” 

Il suo corpo si caricò nuovamente di energia, trasformandosi in una sorta di super cometa a spirale: “GIGAIMPATTOOO!!!” 

Stava per avvenire un impatto devastante. Se li avesse colpiti con quella mossa spaventosa, la partita sarebbe finita davvero.

Ma, come aveva detto il Signore del Tempo poco prima, non erano da soli, perciò quest’ultimo coordinò l’attacco per aiutarli: 

“Aspettate… Aspettate… ORA!!!” gridò telepaticamente e in quell’istante, i due fecero una manovra del tutto inaspettata: esattamente come fece il padre poco prima con loro, lo schivarono con una elegantissima giravolta su se stessi, ma senza smettere di caricare i loro colpi.

“EEH??” gridò il padre spiazzato dalla mossa.

Ma ormai era tardi, la sua mossa era troppo potente per riuscire ad avere un totale controllo su di essa, perciò, in un istante i suoi due figli si ricongiunsero subito dopo sotto di lui sparando poi i loro colpi super caricati, i quali si unirono in un unico mega raggio viola con il fulmine che gli girava attorno.

“A-AAAAAAHHH!!!” gridò il Mega Latios per poi essere completamente travolto dal super raggio, il quale lo scaraventò in aria fino alle nuvole.

Anche se il colpo ricevuto era estremamente forte, era ovvio che non era ancora sufficiente per mettere loro padre al tappeto.

“FORZA NON VI FERMATE!!! PERSEVERATE!!! VI VOGLIAMO CON NOI!!!”

gridarono Amelia e i tre Imperiali con una foga incredibile.

I due draghi non erano mai stati così vivi!

Entrambe si abbracciarono il collo a vicenda per poi volare a tutta velocità verso loro padre, il quale era mezzo accecato e un po’ stordito.

Una volta ripreso, si accorse che i suoi figli stavano caricando insieme contro di lui.

Era la prima volta in assoluto che aveva timore di loro.

Forse si era davvero sbagliato…

Ma lui era comunque loro padre! Non riusciva ad accettare che se avesse perso contro di loro, avrebbero messo in pericolo la loro stessa vita.

Quindi decise di cambiare tattica evitando scontri diretti.

Cominciò a volare in direzione opposta a loro per farsi inseguire: “Prendetemi se ci riuscite!!!” 

“Dove scappi papà??” gridò Jordan per poi inseguirlo con la sorella.

Il Mega Latios, aveva chiaramente perso molte delle sue energie, ma nonostante ciò era ancora estremamente veloce, e per rendere le cose ancora più difficili, diventò invisibile.

“Diamine no!!” esclamò Amelia preoccupandosi per loro.

Il Dottore lì incitò a reagire: “Non perdete tempo! Lui è diventato invisibile? Fate lo stesso e separatevi prima che vi prenda alla sprovvista!!”

“Sì!!!” risposero i due fratelli per poi diventare invisibili pure loro.

In quell’istante, un’improvvisa folata di vento gli scompigliò le piume, capendo che loro padre li aveva appena sfiorati ad enorme velocità.

“Per un pelo!” esclamò telepaticamente la draghetta con timore. 

Era divenuta una lotta stealth. Ma comunque impari.

Loro padre, grazie alla sua trasformazione, aveva i sensi almeno quattro volte più potenti, di conseguenza riusciva comunque a sapere più o meno dov’erano, mentre loro due no e ne erano decisamente consapevoli.

“Aiutateci amici!!!” gridò Jordan non sapendo come fare.

Erika, non perse tempo e corse immediatamente all’interno del Tardis a prendere il suo equipaggiamento, ma più precisamente, il suo binocolo elettronico.

Lo accese e mise subito la visuale termica, sperando di riuscire a vederli.

Dopo qualche secondo di ricerca, riuscì ad inquadrare i due fratelli.

“Li vedo!” esclamò puntando il dito nella loro direzione.

“Bene! Dov’è loro padre?” chiese Hanami con preoccupazione.

Guardò intorno a dove stavano i due e notò che era proprio sopra le loro teste

“Ragazzi mi sentite??” chiese sempre il capitano ai suoi amici alati in difficoltà.

“Sì Ery!!” risposero entrambe con un po’ di ansia.

“È proprio sopra di voi e sta caricando l’abbagliante!!!” esclamò notando la sfera di luce viola crescente.

Entrambe alzarono la testa notando la luce poco prima che scagliasse l’attacco e per un pelo riuscirono a schivare il raggio fotonico.

I due draghi fecero un respiro di sollievo, ma stavolta sembrava proprio esserci una soluzione al combattimento.

“Lo avete notato ragazzi?” chiese il Dottore ai membri della Shooting Stars per capire fino in fondo quanto fossero intelligenti.

“Eccome!” esclamarono insieme “Gli attacchi di quell’astronave vivente, come del resto anche quelli dei nostri ragazzi, richiedono qualche secondo di tempo per essere caricati, rivelando la sua esatta posizione!” spiegò Dylan come portavoce del trio.

“Esatto!!!” esclamò il Signore del Tempo con orgoglio per poi proseguire: “Lascio a voi quattro le sorti di questa lotta!”

“Coraggio ragazzi aiutiamoli!” esclamò Amelia con decisione.

A questo punto, iniziò una lotta completamente telepatica.

“Bellatrix! Mi senti cucciolona?” chiese Amy in modo dolce per tenere calma la draghetta.

“S-sì ti sento cara!!” rispose la sua amica ascoltandola.

“L’unico modo che avete per battere vostro padre, è di farvi attaccare! Solo così potrete vederlo!”

“M-ma! Ma non è rischioso??”

“Fidatevi di noi!!! Se saremo tutti uniti come una squadra ce la potremo fare sia qui che con i Dalek!” 

“Va bene!!” esclamarono i due fratelli sorridendo.

Erika continuò a tenere sott’occhio il super drago con la visuale termica: “Continuate a volare a caso, non deve sospettare nulla! In questo momento è proprio sotto di voi ma più indietro!”

Hanami continuò: “Bellatrix! Comincia a caricare una una bella scossa!”

La draghetta obbedì e, arruffando il suo piumino, cominciò ad accumulare energia elettrostatica. 

Il campo elettrico intorno al suo corpo divenne sempre più intenso e soprattutto visibile!

“Jordan allontanati leggermente da Bellatrix e tieniti pronto!” disse Dylan con sicurezza.

Erika, vedendo la sagoma del Mega Latios, notò che la sua testa puntava proprio Bellatrix: “Bella! Sei stata scoperta, non avere paura e continua a caricare il colpo!”

La ragazza obbedì, caricando il suo corpo di energia sempre più intensa, fino a diventare quasi una stella.

Loro padre, interpretò la cosa come un atto difensivo: se avesse usato di nuovo il fortissimo Gigaimpatto su di lei o un qualsiasi altro attacco fisico, sarebbe rimasto gravemente folgorato.

Perciò, pensò di tenersi alla larga e di usare di nuovo lo stesso attacco che l’aveva stesa precedentemente. Di conseguenza cominciò a caricare l’abbagliante, mostrando così la sua posizione!

“Adesso Jordan! Blocca tuo padre con psichico!!!” esclamò Amelia cogliendo l’occasione al volo.

Il drago obbedì istantaneamente girandosi di scatto e immobilizzando suo padre con la telecinesi: “Preso papà!!!”

Il super drago non riusciva più a muoversi: “COSA?! NOO!!!” esclamò capendo di essere appena stato fregato.

A quel punto, non rimaneva che una sola cosa da fare.

“Bellatrix” disse Erika con molta scioltezza, per poi continuare tutti insieme: “GERONIMO!!!”

La draghetta scagliò tutta l’energia accumulata con un potentissimo fulmine, che sembrava quasi illuminare la notte come il sole.

Si potevano chiaramente udire le grida del padre sotto gli spasmi da defibrillazione: 

“AAAHH-AAAAHHH-AAAAAHHH!!!!” 

Anche se per lui sembrava una cosa interminabile, dopo qualche secondo, la figlia si fermò.

Suo padre, non era più sotto il controllo di Jordan. 

Ma rimase bloccato per aria con uno sguardo sgranato e completamente scioccato dall'elettricità.

Le sue piume erano bruciacchiate e dal suo corpo tremante spuntava qualche scintilla residua.

Ormai non aveva più energie, e la sua trasformazione si annullò, tornando ad essere il drago di prima.

Gli sarebbe bastato essere toccato anche con un solo dito per farlo precipitare 

I suoi figli si misero di fronte a lui guardandolo negli occhi. Anche loro erano malconci e avevano il fiatone.

Il Dottore a quel punto intervenne con una sola frase: “Bene campioni! Fate ciò che dovete fare!”

Il drago era completamente in balia di loro e chiuse gli occhi preparandosi.

Tuttavia, sia Jordan che Bellatrix strofinarono i loro musetti sul suo e si misero l’uno accanto all'altra sotto di lui: “Andiamo papà!” 

Il drago, ne rimase felicemente sospeso, tanto che si lasciò completamente andare adagiandosi sui suoi figli: “H-ho dei figli… meravigliosi…” disse per poi perdere i sensi ma con un sorrisone sul muso.

Quando riaprì gli occhi, aveva ancora la vista leggermente sfocata. 

Era all’interno del Tardis disteso su un comodo letto, con la sua dragonessa distesa accanto a lui.

Tutta la banda aliena e i suoi figli erano intorno a lui.

“Heylà ben svegliato!" disse Amelia gioiosamente!

“Papà!!!” esclamarono entrambi i loro figli buttandosi sul letto con i loro genitori!

Il padre prese i tre in un unico abbraccio sorridendo quasi con una lacrimuccia.

“Sono certo che ti stai chiedendo dove ti trovi! Tranquillo sei sempre sulla tua isola, semplicemente sei dentro la nave con cui siamo arrivati!” spiegò il Signore del Tempo per non farlo preoccupare troppo.

“La nave.. con cui siete arriv-” non fece a tempo a finire la frase che si bloccò sgranando lo sguardo, realizzando subito che da fuori la nave era piccolissima mentre dentro era gigante..

“Sì tesoro, so cosa stai pensando! Quando sono entrata qui dentro ho reagito nella stessa maniera ahah!” disse la dragonessa ridacchiando e dandogli un bacio alla guancia.

“E tutti noi pure quindi è normale! O forse dovrei dire che lo faremo visto che siamo nel passato?” si chiese Erika sorridendo. Anche se la seconda opzione era quella più naturale.

“Beh dopotutto cosa potevo aspettarmi… Sarebbe stato troppo strano se i miei ragazzi avessero seguito un normale allenatore ahah!” disse pensando a quanto fossero ambiziosi, vogliosi di imparare e di scoprire cose nuove.

“Non potevamo incontrare persone migliori di loro!” disse Jordan gioiosamente con gli occhi che gli brillavano come stelle.

“A proposito, mi sono permesso di prendere in prestito la tua Megapietra per studiarla un po’, come ti avevamo detto, avremmo bisogno di un paio di quelle pietre per i tuoi figli…” disse il Dottore ricordandogli il motivo per cui erano venuti sull’isola.

“Tranquillo papà, anche lui come gli altri sono dei curiosoni come noi!” spiegò la draghetta.

“Mmh.. Capisco, comunque ok fai tutti i tuoi studi” 

“Diamine, non mi piace parlare con qualcuno dandogli solo del tu perché non ha un nome” disse sempre il Signore del Tempo un po’ infastidito.

“Beh lo hai fatto con i nostri due cuccioloni, penso che anche ai loro genitori non dispiaccia avere dei nomi, dico bene?” disse Hanami rivolgendosi prima al Dottore e poi ai due genitori.

I due si guardarono a vicenda, per poi sorridere e annuire: “Ci piacerebbe molto!” rispose la dragonessa.

Il Dottore ci pensò un po’ su, ma poi riprese: “Molto bene ragazzoni, d’ora in poi i vostri nomi saranno Ryo e Jun!” indicando rispettivamente il padre e poi la madre.

“D’ora in poi ci rivolgeremo a voi con questi nomi!” disse Dylan sorridendo.

“Ci piacciono! Grazie Dottore!” esclamò Ryo sollevandosi in volo dal letto insieme a Jun.

Il Dottore gli sorrise facendo a entrambi un grattino sul muso, per poi dirigersi con gli altri nella cabina di pilotaggio del Tardis. 

“Dai risultati delle analisi, sembrerebbe che questa pietra contenga al suo interno un DNA speciale che modifica il messaggio del vostro, trasformandovi così in quella sorta di… Devastante demonio del cielo” 

“Ehm.. astronave..EHM!" disse Hanami cercando di coprirsi la bocca per non ridere.

“Ehi.. Non è colpa mia se la forma è quella!” esclamò Ryo un po’ permaloso.

La ragazza gli abbracciò subito il collo ridacchiando: “Stavo scherzando scioccherello! Sei bellissimo ugualmente!” 

“O-oh! Beh.. Grazie!” le rispose per poi ricambiare l’abbraccio.

Il Signore del Tempo sorrise ridacchiando e riprese il suo discorso spiegando come stanno le cose: “Comunque, durante il vostro combattimento ho avuto modo di conoscere meglio le capacità della vostra Megaevoluzione. Sicuramente i vostri poteri sia di attacco che psichici crescono a dismisura! 

Tuttavia, ogni singolo Dalek è dotato di un fortissimo scudo di energia in grado di bloccare qualsiasi tipo di raggio laser e fotonico per parecchio tempo. E inoltre, come avevo detto anche prima, la resistenza fisica non è comunque minimamente in grado di sopportare il loro fuoco… Ma di ciò ce ne importerà poco dato che i vostri poteri mentali sono perfettamente in grado di sovrastare ogni loro capacità! Quindi se riesco ad organizzare un buon piano, nessuno si farà del male!” concluse cercando di rassicurare tutti. 

Tutti quanti lo guardarono con aria un po’ pensierosa. Ma Amelia intervenne incuriosita: “Come mai stai parlando in questo modo? Sembri stranamente fin troppo sincero! Dopotutto la prima regola su di te, è proprio che tu menti.” 

“Giusta osservazione cara Amy! Infatti di solito mentirei per rassicurare tutti. Ma come sai, i nostri bellissimi draghi sono delle macchine della verità. Non c’è menzogna che gli sfugga… Quindi mi tocca essere completamente sincero…” le rispose infastidito dall’inconveniente.

“Ma bando alle ciance. Abbiamo bisogno delle Megapietre, altrimenti andremo veramente poco lontano.."

I due genitori, naturalmente, non erano affatto contenti di ciò. 

Ma Ryo era un drago onorevole e di parola, quindi avendo perso con i suoi figli, acconsentì: "Va bene.. Dopotutto mi sono sbagliato nei confronti dei miei figli. Sono intelligenti e forti, e soprattutto sono abbastanza maturi per poter gestire la trasformazione! E poi anche voi, che avete saputo guidare i miei figli evitando che li colpissi, mi avete dimostrato che effettivamente se seguiranno le vostre direttive non si faranno del male.." disse sorridendogli fiducioso. 

"Eh? Come fai a sapere che abbiamo guidato Jordan e Bellatrix?" chiese Erika incuriosita, visto che stavano comunicando telepaticamente. 

"Beh, non credo che si siano coordinati così bene senza indicazioni e inoltre non potevano di certo sapere che stavo dietro di loro senza che qualcuno glielo dicesse. Ti ho vista usare quell'aggeggio per vederci cara…" spiegò il drago verde acqua mentre le accarezzava la testa. 

“Potete portarci sul luogo dove tenete le Megapietre? Sono proprio curiosa di vedere i nostri ragazzoni trasformati!” chiese Amelia con entusiasmo.

“Va bene andiamo!” esclamò Jun uscendo dalla porta della camera con gli altri.

Tuttavia, appena arrivati in sala comandi, Ryo notò l’equipaggiamento dei tre imperiali e le loro potentissime armi. 

Sì avvicinò a guardarle insieme a Jun mentre tutti li seguivano con lo sguardo impensieriti.

“Vi porteremo alle pietre. Ma dopo tutti quanti mi dovrete delle spiegazioni per tutto ciò.”

Il Dottore, Amelia e i tre soldati guardarono i due figli, i quali effettivamente dovevano delle spiegazioni a tutti quanti. La domanda era sempre aperta, perché hanno fatto portare le armi a casa loro? Cosa avevano in mente di fare per farsi valere e ottenere le Megapietre? 

Beh in effetti l’equipaggiamento del capitano è servito per aiutarli nella lotta contro Ryo. 

…Ma le armi?

Una volta usciti, i quattro draghi si abbassarono permettendo agli altri di salirgli in groppa e volare intorno all’isola come se fosse un tour di guida. In testa ci stavano il Dottore e Amelia con Ryo, il più grande di tutti, seguito poi da Erika con Bellatrix, Dylan con Jordan e infine, Hanami con Jun. 

Tutti quanti, anche se era notte, potevano chiaramente vedere l’isola illuminata dalla luce della Luna piena. Numerose rovine, che sembravano proprio i resti di un antico tempio, si ergevano tra le chiome degli alberi.

“Un tempo.. Questo era considerato un luogo sacro, dove gli umani venivano da lontano a pregarci e a porre le loro offerte, per poter avere la nostra protezione nelle loro città. Ancora oggi, coloro che hanno accettato le offerte, vegliano sulle città dei loro offerenti mantenendo tutte le persone al sicuro anche costo della loro vita.” raccontò il drago in prima fila, per ricordare a tutti il valore che quelle creature avevano per quel mondo.

“Siete veramente delle creature fantastiche!!!” esclamò Amelia con orgoglio!.

“Eheh ti ringrazio!!” le rispose sorridendole.

Jordan, volle parlare telepaticamente con suo padre riguardo al suo discorso: “Papà, forse non hai idea di chi hai sulla tua schiena… Ma ti assicuro che-” non riuscì a finire la frase che subito suo padre sorrise e gli rispose: “Pensi che non lo sappia figliolo? Prima sono entrato nella mente del Dottore e ho capito che sto facendo da cavalcatura per coloro che ci hanno mantenuti in vita fino ad ora. E per me è un’emozione fortissima!!!” disse facendo notare che le sue piume erano un po’ rialzate per il brivido di emozione.

Una volta fatto il giro, tutti quanti arrivarono al centro dell’isola, dov’era presente un grande lago illuminato da degli strani cristalli celesti luminosi presenti sul fondale.

Nel lago si ergeva una rovina con sei colonne disposte a pentagono e al centro, c’era una struttura divisa a metà da una sottile fessura che ricordava molto una grande piattaforma pietra, collegata alla sponda da un ponte di pietra. Su di essa, era incisa una raffigurazione dei due pokémon Eone che sembravano volare a spirale intorno ad una sorta di sfera che emetteva raggi di luce.

“Che posto è questo?” chiese il Dottore mentre ammirava il bellissimo lago con stupore.

A questo gli rispose Jun, la quale si affiancò a lui nel volo: “Questo è il centro dell’isola, il luogo in cui secoli fa avvenivano gli incontri con gli umani. Ed è anche il luogo dove giacciono i due eroi della nostra isola, i quali dettero la loro vita per salvare l’isola da un’invasione di umani malvagi che volevano ucciderci per rubare le nostre gemme dell’anima…” spiegò tristemente la dragonessa.

“Le gemme dell’anima? Sono per caso le Megapietre che cerchiamo?” chiese Erika incuriosita per la storia.

Stavolta fu la sua stessa cavalcatura a risponderle: “No cara… Le gemme dell’anima, dette dagli umani anche come Cuorugiada, sono i nostri cuori. Quando uno di noi tira le cuoia, il corpo scompare nel nulla, lasciando soltanto la propria anima rinchiusa in una sfera. Tuttavia, chi possiede il potere delle nostre anime, può controllare tutto quello che vuole. Di conseguenza, può benissimo diventare il padrone del mondo!”.

“Oh- Però!” esclamò sempre la ragazza sorpresa da tutto ciò.

“Quindi se ho capito bene, la vostra stessa anima può diventare un’arma di distruzione di massa! Viaggiando con il Dottore, di cose bizzarre ne ho viste tante, forse anche troppe, ma questa è sicuramente tra le più incredibili!” disse Amelia un po’ sconvolta.

Detto ciò, i draghi si abbassarono di quota, facendo scendere i loro amici proprio sul ponte di pietra del lago.

“Grazie ragazzi!” dissero i cinque alieni appena misero i piedi per terra. 

In quel preciso momento, altri tre draghi si avvicinarono e si misero a fluttuare proprio sopra tre delle cinque colonne, mentre Ryo e Jun si misero sopra le due colonne vuote. Anche altri draghi, piccoli e grandi si radunarono intorno al lago per assistere alla cerimonia. 

I cinque Eoni, chiusero gli occhi, tirarono fuori le zampe e, aprendole al cielo come per una preghiera, cominciarono ad intonare una sorta di melodia con le loro voci acute ma dolci. 

Questa melodia non venne tradotta dal Tardis, di conseguenza stavano solo effettivamente cantando.

Il Dottore, la sua compagna e i tre Imperiali li ammiravano con stupore.

"Wow che belli!" esclamò Hanami mentre li guardava tutti quanti, e improvvisamente aprirono gli occhi, i quali erano luminosi come stelle azzurre chiare. Il loro coro si fece sempre più intenso e l'incisione che raffigurava i due antichi draghi eroi cominciò ad illuminarsi dello stesso colore degli occhi dei cinque draghi. Sotto gli occhi di tutti, la struttura cominciò a muoversi senza alcuna spiegazione, separandosi in due metà esatte, con uno spazio nel mezzo di circa cinque metri. 

Dal fondo del lago, si innalzò un'altra struttura che riempì con precisione millimetrica lo spazio tra le due sezioni della piattaforma. 

Questa però, era un doppio recipiente, contenente esattamente due sezioni separate, munite di piccoli canaletti che facevano defluire l'acqua del lago, mostrando il contenuto all'interno. 

Nel recipiente di sinistra era presente chiaramente un'enorme quantità di Megapietre esattamente uguali a quella di Ryo, mentre in quello di destra, erano presenti delle Megapietre simili alle altre, ma con un DNA rosso anziché blu. 

Tuttavia, non era questo ciò che più attirava l'attenzione dei ragazzi. 

In entrambi i recipienti, era presente anche una grande colonna che partiva dal fondo e finiva a qualche metro sotto il bordo. Sulla cima, c'era un piedistallo di metallo per colonna che sorreggeva una sfera grande circa dieci centimetri di diametro, che emetteva una luce azzurra fioca ma pulsante. 

"Queste sono… Le gemme dell'anima di cui parlavate!" disse il Dottore con stupore mentre le guardava con interesse. 

"Esatto! Sono ciò che rimane degli eroi della nostra isola…" disse il giovane Jordan con voce seria. 

Dopo questa frase, tutto il gruppo si avvicinò al bordo dei recipienti per poi chiudere gli occhi e abbassare la testa per rendere omaggio alle due creature defunte con un minuto di silenzio intenso. 

Passato il minuto, rialzarono la testa e videro Ryo e Jun volare nei recipienti delle Megapietre per poi raccoglierne una a testa e mettersi di fronte ai loro figli. 

Prima che Ryo cominciasse a parlare, un altro Latios e una Latias portarono un paio di collane con uno spazio per incastonare le pietre. Poi iniziò il suo discorso per la cerimonia: "In questa notte, due giovani Eoni hanno dimostrato di essere cresciuti e maturati. Hanno scelto con saggezza chi affiancare, ovvero l’essere più intelligente dell'universo, la sua compagna fidata e i tre soldati più forti che questo mondo abbia mai visto! In un futuro incerto, combatteranno tutti insieme per salvare la Terra da una minaccia spaventosa, pronta a distruggere tutto quello che incontra nel suo cammino. 

In merito a tanto coraggio e a tanta determinazione dimostrata, consegno ai miei figli la Latiosite…" disse incastonando la Megapietra blu nel ciondolo per poi metterlo al collo di Jordan per poi riprendere: "E la Latiasite…" facendo lo stesso gesto con Bellatrix concludendo: "Ecco a voi i nuovi emancipati! E che il fato li conduca alla vittoria."

Concluso il discorso, tutti i draghi gridavano gioiosi come se fosse un applauso per loro. I cinque alieni fecero un applauso ai loro due amici per complimentarsi con loro. 

I due, abbracciarono tutti quanti uno dopo l'altro per la gioia ringraziandoli per averli aiutati a crescere in così poco tempo.

Tuttavia, Ryo e Jun aspettavano ancora delle risposte per quanto riguarda le armi all’interno del Tardis: “Adesso però, voi tre dovete spiegarci perché avete portato le vostre armi qui…” disse Jun ai tre soldati preoccupata su quali fossero le loro intenzioni.

I tre, li guardarono con aria perplessa e anche un po’ nervosa.

Anzi, era evidente che si stavano innervosendo. Ma non di rabbia, di ansia.

“...non lo sappiamo…” confessò Erika come portavoce.

I due draghi, percepivano chiaramente che non stava mentendo…

Tuttavia, percepirono che qualcun’altro era molto più in ansia dei tre soldati. Ovvero i loro stessi figli!

I due genitori, rimasero fin troppo sorpresi da tutto ciò.

Guardarono intensamente i loro figli negli occhi e sotto lo sguardo di tutti, persone e draghi, Ryo chiese a loro con voce decisa: “Perché?? Perché proprio voi avete fatto portare delle armi nella vostra stessa casa??”.

In quel momento, era possibile udire gli altri draghi bisbigliare tra loro con perplessità.

La cosa, per loro, era troppo scioccante e inaspettata.

I due figli non riuscivano a dirlo. Non sapevano se dicendolo potevano creare qualche interferenza con lo spazio e con il tempo.

Capendo che c’era effettivamente qualcosa che non tornava, loro padre fece un tentativo molto banale, ma importante: “Era forse per la lotta con me??” chiese sempre più nervoso e ansioso.

Jordan, a quel punto, gli rispose: “...No papà. La lotta con te non rientrava minimamente nei nostri piani…” 

Ci fu un istante di totale silenzio.

Ma fu in quel momento che Ryo pensò. 

Pensò al fatto che loro erano venuti dal futuro. 

Perché, invece di cercare le Megapietre nel loro presente, erano venuti proprio nel passato?

Ragionò poi, sul fatto che per ottenere entrambe le pietre, avrebbero dovuto dimostrare di esserne degni facendosi valere in un'impresa.

Ma… Se la lotta contro di lui, che gli ha consentito di ottenerle, non rientrava nei loro piani… Allora quale era…?

 

Ed ecco che il drago sgranò lo sguardo. Era riuscito a collegare tutte le domande in un’unica risposta. 

O meglio… In una sola domanda: “...Voi non avete scelto di venire qui, in questa notte casualmente vero..?”



 

 

“Già…” risposero entrambi i figli abbassando la testa.

 

 

“AAAAAAHH!!! ALLARME!!! SONO TORNATI SONO TORNATI!!!” gridò a squarciagola un Latios che volava a tutta velocità verso tutti gli abitanti dell’isola.

“Che succede? Chi è tornato??” gli chiesero altri draghi intimoriti dalle sue grida di paura.

“G-GLI UMANI!!! IL TEAM ROCKET!!! E SONO PIÙ FORTI CHE MAI!!!” 

“Ryo, Jun, ragazzi! Per favore, portateci ad alta quota!” chiese il Dottore per vedere meglio. I quattro draghi fecero salire in groppa i ragazzi con gli stessi abbinamenti di prima e salirono di quota, vedendo cosa stava succedendo.

In lontananza si potevano vedere delle strane luci provenire proprio dal mare, ma Erika, fortunatamente, aveva ancora il suo binocolo, con il quale potette vedere meglio cos’erano quelle luci minacciose: “Si direbbero.. Delle barche!” 

“Passalo a me!” esclamò il Signore del tempo allungando il braccio verso di lei.

La ragazza fece avvicinare la sua draghetta a lui e gli passò il binocolo.

Erano tre navi, due incrociatori leggeri e una corazzata, tutte e tre armate con cannoni enormi e con mitragliatrici anti-aereo. E con un’occhiata più attenta, notò che la corazzata era equipaggiata pure con armi laser, lanciamissili e addirittura degli hangar laterali per dei veicoli da sbarco.

“Altro che semplici barche. Quelli sono esattamente due incrociatori militari che scortano addirittura una corazzata super armata!!” spiegò il Dottore più dettagliatamente.

“E-era questo il motivo per cui siete venuti qui.. Giusto..?” chiese Jun in maniera retorica ai suoi figli.

I due naturalmente annuirono: “S-sì mamma.. Sapevamo che stanotte ci sarebbe stato un attacco del Team Rocket durante il quale noi non c’eravamo… Ma non avevamo idea che fossero così terribilmente organizzati!” spiegò il figlio maggiore intimorito dalla cosa inaspettata.

“Dunque sembrerebbe proprio che dovremmo rifarci le mani!” esclamò Erika con un sorriso malizioso strofinandosi le mani.

“Eheh! Gli faremo vedere di che pasta siamo fatti!” esclamò Dylan scrocchiandosi le dita.

“Se avessimo qui i nostri Tie, quei catorci sparirebbero in un minuto!!!” disse Hanami un po’ frustrata.

Il Signore del Tempo li guardò malissimo… Non poteva assolutamente sentire frasi del genere.

“Ragazzi, ci sono molte maniere per risolvere situazioni del genere senza usare la violenza!”

I tre ragazzi lo guardarono altrettanto straniti: “Ehm… Delle barche armate a sufficienza per radere al suolo quest’isola stanno arrivando qui e tu non vuoi contrattaccare?” chiese Erika come se avesse detto una cosa senza senso.

Giustamente, essendo soldati d'elite, non sono abituati all’idea di risolvere battaglie senza l’uso delle armi o della violenza in generale.

“Non dico questo. Dico solamente che possiamo salvare questo posto anche senza versare nemmeno una goccia di sangue. Le vostre armi dopotutto permettono di fare anche questo, giusto?” chiese il Dottore in maniera retorica, dato che i draghi avevano già confermato tutto.

Pure Jordan intervenne dalla parte del Dottore: “Amici miei date ascolto al Dottore.. Vi abbiamo chiesto di portare le vostre armi solo perché vengano usate in modo non letale…”

Sentendo sia le parole del Dottore e del drago, stettero in silenzio pensando che tutti i torti, in effetti, non ce l’avevano.

“Dopotutto, ci avete dimostrato che il cuore non vi manca. Quindi per favore ascoltatelo!” disse Amelia mostrando loro che tutti quanti, draghi e alieni avevano fiducia nei loro confronti. Potevano davvero risolvere quell'inconveniente senza uccidere qualcuno!

“Va bene, diteci cosa dobbiamo fare e lo faremo!” disse Erika accettando di ricevere ordini da persone più esperte.

“Perfetto! Innanzitutto, torniamo al Tardis e equipaggiatevi a dovere! Andiamo!” esclamò il Signore del tempo puntando il dito verso la costa. Tutti i draghi dell’isola li accompagnarono velocemente alla spiaggia, dov’era parcheggiata la navicella con all’interno l’equipaggiamento dei ragazzi.

Non c’era tempo da perdere, appena misero i piedi per terra, i tre soldati corsero all’interno della cabina blu, per poi indossare le loro tute da combattimento e prendere i loro blaster.

Dopo di che, uno dopo l’altro uscirono marciando con le loro armi in mano.

“Siamo pronti!” dissero tutti e tre con una voce metallica mentre impostavano le loro armi su stordimento.

“Anche noi siamo pronti” aggiunsero subito anche Jordan e Bellatrix tenendo al collo le loro Megapietre.

“Benissimo! Adesso non ci resta che attendere l’arrivo dei nostri amici del Team Rocket e farli tornare da dove sono venuti!” disse ironicamente il Dottore facendo roteare il suo cacciavite sonico.

A quanto pare, il piano dei due draghi per ottenere la Latiasite e la Latiosite, come prevedibile, non era quello di affrontare loro padre in una lotta, bensì di affrontare coloro che minacciano da tempo la loro sicurezza, ovvero il mafioso Team Rocket! 

Tuttavia, sembrerebbe che questi siano molto più preparati del previsto…

Saranno davvero in grado di farcela come dice la storia?

 

La battaglia ha inizio!







 

Allora ragazzi, spero davvero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto!

Chi segue la serie Pokémon da molto tempo, potrà aver intuito che questo capitolo è anche un omaggio al Ventesimo Anniversario di Latios e Latias, infatti, esattamente 20 anni fa, uscì il film drammatico Pokémon Heroes che vede come protagonisti i nostri due draghi!

Inoltre, ne ho approfittato per dare un omaggio anche alla mia infanzia in generale.

Infatti, i nomi Ryo e Jun li ho scelti basandosi su dei personaggi che da piccolo e pure adesso, adoro da morire!!!

Ryo, conosciuto in Italia come Alcor nel cartone animato di Goldrake, come Koji Kabuto in quello del Grande Mazinga, e appunto come Ryo Kabuto in quello del Mazinga Z, del quale ne fu il pilota, combatté per proteggere la Terra dai mostri meccanici del Dottor Hell, poi i mostri di Micene e infine dai mostri di Vega.

Jun, sorella adottiva di Ryo, appare nel cartone animato del Grande Mazinga come pilota di Venus Alpha, aiuta l’altro suo fratellastro Tetsuya Tsurugi, pilota dello stesso Grande Mazinga a combattere i mostri di Micene.

 

Spero continuiate a seguire la mia storia con interesse! Alla prossima!

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Capitolo 4
*** Il Team Rocket ***


Note dell’autore: Ciao ragazzi sono tornato con un nuovo capitolo! Sono mortificato, ma stavolta non è ancora presente la nuova animazione, perché ho avuto numerosi impegni e prima di giugno/luglio non sarà pronta… Tuttavia, ho realizzato numerosi disegni per questo capitolo. come nel volume precedente! Inoltre, in questo capitolo ho voluto inserire una referenza al cartone animato di Ken il Guerriero, senza spoilerare oltre! Spero vi piaccia comunque e se volete aggiornamenti sulle mie animazioni, seguitemi sul mio canale YouTube: https://youtube.com/@Serne700
Vi auguro una buona lettura <3




 

L'obiettivo fondamentale è stato raggiunto, la Latiosite e la Latiasite sono finalmente nelle mani dei due draghi, potendo così assumere la forma suprema degli eoni tramite la megaevoluzione.

Tuttavia, come già sapevano, un’organizzazione mafiosa è arrivata all'attacco addirittura con tre navi armate e perfettamente equipaggiate per radere al suolo l'intera isola. 

 

Il Team Rocket, un'associazione criminale dedicata al male e allo sfruttamento dei Pokémon con basi nelle regioni di Kanto e Johto. Il loro scopo è la vendita e appunto lo sfruttamento delle creature più utili e forti. Oltre a questo, finanziano esperimenti illegali sui Pokémon a scopo di ricerca. Il tutto, al solo scopo di dominare il mondo intero.

 

"Comandante! L'Isola del Sud è a dritta di prua!" esclamò una recluta del team all'interno della corazzata.

Un ragazzo alto circa un metro e ottanta, con i capelli molto lunghi, mossi e scuri, gli occhi verdi e un completo del Team rocket costituito da una tuta nera con una grande R rossa sul petto, guanti e stivali lunghi colorati di bianco e rosso e una cintura bianco portaoggetti contenente le sue pokéball, dette l'ordine con estrema fierezza:

"Molto bene preparate i mezzi da sbarco e armate i cann-". 

Non riuscì a finire la frase che uno degli schermi della nave aprì una videochiamata con una ragazza a comando dell’incrociatore di destra.

Questa, era una ragazza apparentemente esile di statura, aveva i capelli lunghi scuri e sciolti, la pelle chiara e gli occhi marroni e portava anche lei un completo del team Rocket ma bianco, costituito da una maglietta a maniche lunghe con un piccolo stemma nero con la R del team, un paio di pantaloni lunghi bianchi, una cintura portaoggetti nera con una fodera contenente una potente Desert Eagle.

"Hunter! Abbiamo avvistato delle persone sull'isola e… una strana cabina blu proprio sulla spiaggia!" disse la ragazza con molta perplessità.

"Come dici?? Delle persone?? Quell'isola non è accessibile a nessuno da secoli!! Comandante Alexander confermi?" chiese al comandante dell'altro incrociatore.

Anche quest’ultimo, era un ragazzo molto alto, circa un metro e ottanta, con i capelli corti e biondi, gli occhi azzurri e la pelle parecchio chiara. Come Ilaria, anche lui indossava un completo bianco con lo stemma nero, ma indossava una tuta con una tracolla portaoggetti militare con alle spalle un fucile d’assalto che ricordava molto un attuale Heckler & Koch G36. 

"Sì confermo! Ci sono esattamente cinque persone sulla spiaggia insieme a un paio di Latios e Latias… e addirittura tre di loro hanno un'armatura nera e imbracciano delle armi!!" esclamò osservando la spiaggia dallo schermo.

La cosa era fin troppo insolita per loro. Qualcuno aveva intenzione di fargli concorrenza? 

Oppure è stata fatta una soffiata a tradimento?

"Qualcosa non torna. Persone. Armi. Non è possibile tutto ciò!" esclamò Hunter. 

"Ilaria! Mandagli un segnale luminoso e digli di sparire se non vogliono fare una brutta fine." disse sempre lui al comandante del primo incrociatore.

La ragazza, fece attivare il faro della nave e con una serie di segnali luminosi, disse loro di andarsene immediatamente.

Tuttavia, le persone sull'isola, iniziarono a guardarsi l'una con l'altra come se non avessero capito.

E improvvisamente, uno di loro, il più alto di tutti, entrò nella cabina blu sulla spiaggia.

"Ma che cavolo stanno facendo??" si chiese ad alta voce la ragazza non capendo le loro intenzioni.

All'improvviso, gli schermi delle tre navi mostrarono il volto della persona che era entrata nella cabina, esattamente come una videochiamata: "Ciao! Io sono il Dottore! E voi chi siete ragazzi?"

Gli equipaggi delle tre navi rimasero decisamente sconvolti dalla scena. Quell'uomo aveva bypassato le comunicazioni del team con una facilità enorme per fare una normalissima videochiamata.

“E tu chi sei?? Che ci fate sull’isola?? Siete forse venuti a sottrarci le Sfere dell'Anima?" chiese Hunter allo strano tipo.

"Ve l'ho detto! Io sono il Dottore! Siamo venuti su quest'isola per proteggerla da certi individui che la vogliono distruggere!" rispose con molta tranquillità sorridendogli.

"Bene! Quindi abbiamo davvero un traditore nel team! Volete sapere chi siamo?? Bene! Fate partire i mezzi da sbarco! Iniziate l'assalto dell'isola!!!" esclamò furiosamente chiudendo la videochiamata con il Dottore. 

Intanto, sulla spiaggia dell’Isola. “Qualcosa mi dice che partiranno alla carica. Dico bene Dottore?” chiese Erika mentre il Signore del Tempo usciva dalla cabina blu.

“Esatto, credono ci sia un traditore all'interno dell’organizzazione che abbia fatto la spia e la cosa ha mandato su tutte le furie quel pazzo del capitano o comandante, quello che è. 

A breve arriveranno i mezzi da sbarco con i soldati immagino!” spiegò sempre lui guardando le navi che si avvicinavano sempre di più all’isola.

“Diamine! E ora cosa facciamo??” chiese Jun intimorita per la sorte dell’isola e dei suoi abitanti.

“Facciamo così! Tu tesoro porta al sicuro il resto dei nostri dall’altra parte dell’isola. Io, i nostri figli e i nostri amici resteremo qui a difendervi tutti.” spiegò Ryo alla sua dragonessa guardandola negli occhi.

Jun era estremamente preoccupata per loro. Ma sapeva che era la cosa più giusta da fare, di conseguenza abbracciò tutti quanti, uno dopo l’altro, per poi alzarsi in volo e raggiungere lo stormo di Eoni: “Forza! Tutti con me!” esclamò per poi volare verso la costa opposta con tutti gli altri.

“Qual è il piano Dottore??” chiese Ryo con grossa ansia.

“È semplice! Una volta che arriveranno sulla spiaggia, tenterò un’ultima volta di convincerli ad andarsene con le buone. In caso fossero cocciuti beh…” spiegò voltandosi verso la Shooting Stars, i quali sorrisero maliziosamente caricando le loro armi.

“Tranquillo Ryo. Se solo ci proveranno a toccare te, la tua dragonessa o i tuoi figli… Diciamo che la prenderemo molto sul personale.” disse Erika con la voce metallica prodotta dalla radio del casco mentre accarezzava la sua mitragliatrice leggera.

Il drago verde acqua sentendo quelle parole, un po’ si intimorì, ma allo stesso tempo si sentiva più sicuro. Era praticamente certo che quei ragazzi avrebbero fatto di tutto per proteggerli tutti dagli invasori.

Bellatrix però volle mettere subito in chiaro una cosa con loro: “Capisco che ci tenete a noi più di ogni altra cosa in questo mondo… E non potremmo mai ringraziarvi abbastanza per questo! Però… Vi prego, come nessuno di noi ci dovrà lasciare la pelle; nemmeno loro dovranno morire…” 

Erika si tolse l’elmo dell’armatura sorridendole: “Ve lo abbiamo promesso, non uccideremo nessuno. Diciamo solo che gli daremo comunque una bella lezione nel nostro stile!” le spiegò per poi darle un bacetto alla guancia e rimettersi il casco. 

"Poi ora che abbiamo le Megapietre dovremmo avere un vantaggio su di loro!" disse Dylan guardando il drago blu. 

"Lo spero tanto, non ho idea di cosa potremmo essere in grado di fare una volta trasformati, ma sarò curioso di scoprirlo!" gli rispose Jordan svolazzando intorno.

"Ragazzi mi dispiace interrompervi ma.. Stanno arrivando!" esclamò Amelia indicando dei piccoli mezzi di trasporto rilasciati dagli incrociatori che viaggiavano sospesi sull'acqua.

Il Dottore, prese il binocolo elettronico di Erika e, osservando i veicoli, realizzò che forse potrebbero avere qualche problema in più del previsto..

"Dimmi un po' Ryo, in che modo gli eroi dell'isola sconfissero i nemici sacrificando sé stessi?" chiese il Signore del Tempo al drago alpha.

"Beh.. usando i poteri dell'anima si gettarono nel mare aprendo un varco tra le acque facendo precipitare gran parte delle navi sul fondale per poi richiudere tutto su sé stessi…" spiegò abbassando la testa.

"Ecco.. Quelli sono degli Hovercraft anfibi equipaggiati con uno strano raggio. Un sacrificio del genere sarebbe completamente inutile. Ciò mi fa credere che siano attrezzati pure per affrontare la vostra Megaevoluzione!” rivelò sempre il Dottore con serietà.

“E quindi ora cosa facciamo?? Se pure la nostra forma suprema sarà inutile contro di loro che speranze abbiamo??” chiese Ryo decisamente impanicato per la rivelazione.

“Beh, possono essersi preparati a tutto. Ma non credo proprio che avessero previsto l’arrivo di cinque pazzi provenienti da altri universi! Eheh! Ci sarà da divertirsi più che sicuramente!” disse Hanami facendo roteare le sue pistole tra le dita.

“Bene ragazzi! Voi state indietro! Io li aspetto e provo a convincerli un’ultima volta. A un caso sapete cosa fare!” disse il Signore del Tempo mentre si avvicinava al bordo delle acque del mare.

Tutti quanti obbedirono e rimasero in disparte come richiesto da lui.

Nel frattempo, i sette hovercraft arrivarono a qualche metro dalla spiaggia, per poi aprire i loro portelli principali e far uscire una moltitudine di reclute. 

Tra queste, in prima fila erano presenti anche Alexander e Ilaria, entrambe a capo dell’assalto. 

In breve tempo, il Dottore fu subito circondato sia da loro ma anche dai loro Pokémon, moltiplicando i loro numeri di almeno cinque volte.

Tutti quanti, minacciarono il Signore del tempo puntandogli contro le loro armi, mentre le creature del Team gli ringhiavano contro.

Ma questo non si scompose minimamente. Anzi, al contrario, sorrise in modo molto rilassato.

Alexander e Ilaria si avvicinarono a lui, incuriositi dalla sua strana reazione: “Chi diavolo sei tu? E chi sono quelli là??” chiese il primo stanco di non avere una risposta seria.

Il Dottore gli rispose aprendo le braccia e senza mai perdere la calma: “Come vi ho detto prima per ben due volte, io sono il Dottore! E voi chi siete?" chiese a sua volta il Signore del Tempo.

I due però risposero in un modo fin troppo insolito alternandosi le frasi e facendo strane pose con il corpo:

 

Pronti a scoprire cosa sia soffrire

Soffrire fino a morire 

Vi schiacceremo come formiche 

Come ercole affronterete le 12 fatiche

Tutto il mondo acclamerà in nostro nome

Tutto l’universo scapperà con agitazione

Sono Ilaria

Sono Alexander 

Il team rocket che conduct

Che conduce come Il Duce

Inchinatevi a noi!!

 

Il Dottore come anche gli altri dietro, rimasero piuttosto sconvolti da questa bizzarra presentazione.

"Eeeehhmm.. Piacere mio ragazzi!" disse ricomponendosi per poi riprendere il discorso: "Comunque l’unica cosa che voglio, è esortarvi ad abbandonare l’isola, non ne ricavereste assolutamente niente da questo inutile attacco.” spiegò quest’ultimo con tranquillità ma con evidente serietà.

“Certo che ne ricaveremo qualcosa. Quest’isola, L’Isola del Sud, custodisce un potere incredibile. Il potere dell’anima! E una volta che sarà nostro, nulla potrà impedire al boss Lord Giovanni di diventare il padrone del mondo! E con lui, noi che abbiamo organizzato il tutto, governeremo al suo fianco!” spiegò Ilaria ribadendo la causa del Team Rocket.

Il Signore del Tempo divenne serio tutto insieme: “E dimmi un po’. Come vorreste ottenere questo potere?” 

“Semplice!” esclamò Alexander, per poi puntare il dito contro Ryo, Jordan e Bellatrix. “Una volta fatti inginocchiare i draghi che abitano quest’isola uno per uno, li costringeremo a consegnarci le Sfere dell’Anima se non vorranno finire male!” esclamò con voce estremamente minacciosa e una faccia tutt’altro che amichevole.

I tre draghi gli ringhiavano sentendosi minacciati e i tre soldati insieme ad Amelia, avanzarono verso di loro con le armi in mano, mettendosi al fianco del Dottore.

“Sai, possiamo tollerare molte cose. Ma se insultate in qualsiasi modo uno dei nostri. Vi conviene cominciare a pregare!” esclamò Erika puntando il blaster direttamente su di lui.

Ilaria non perse assolutamente tempo, e puntò la sua pistola contro Erika in difesa del suo amico: “Abbassa subito quell’affare!!! Non vi ha puntato la sua arma. Non ho idea di come sia fatta la tua armatura. Ma secondo me non resiste ad un colpo della mia Desert Eagle.”

A sua volta, gli altri due imperiali puntarono le loro armi contro di lei e le reclute contro di loro.

La situazione stava totalmente degenerando. 

Il primo che avesse commesso un passo falso avrebbe causato una carneficina…

“Per favore!! Abbassate tutti quanti le armi!!!” gridò il Signore del Tempo furibondo.

Il Capitano della Shooting Stars, sebbene fosse stata direttamente minacciata, abbassò per prima il suo blaster. E il comandante della spedizione fece poi lo stesso con la sua arma seguita poi dagli altri due ragazzi.

In quel momento, arrivò una telefonata dal bracciale di Alexander. Era Hunter che cominciava ad innervosirsi: “Che diavolo state facendo?? Sbarazzatevi di quegli impiastri e avanzate all’interno dell’isola o dovrò aprire il fuoco a distanza!!!”.

“Ricevuto!” rispose il ragazzo chiudendo la telefonata. 

“Avete sentito no? Lasciateci passare o saremo costretti ad usare le maniere forti!” disse Ilaria prendendo un paio di pokéball dalla sua borsetta e lo stesso fece anche l’altro comandante con una sola di queste.

Il gruppo di alieni e i tre draghi rimasero in silenzio per qualche secondo e poi la risposta arrivò diretta da tutti e sette contemporaneamente: “No!” 

Dopo quella risposta, i due tirarono fuori anche i loro Pokémon.

Alexander aveva una creatura simile ad uno sciacallo umanoide di colore blu, nero e il petto color crema. 

Ilaria invece tirò fuori una sorta di criceto ma decisamente più grosso, prevalentemente giallo, con una coda a forma di fulmine e le guance rosse. 

E insieme a lui tirò fuori una sorta di piccolo ornitorinco che stava in piedi sulle sue zampe posteriori.

“All’attacco!!!” gridò furiosamente Ilaria puntando il dito contro i sette ragazzi.

Tutti i membri fecero attaccare prima i loro pokémon. 

Spararono raggi, fulmini, sfere esplosive, folate di vento estremamente forti e addirittura una pioggia di pietre e massi.

Con tutti quegli attacchi contro di loro, si sollevò un polverone estremamente fitto oltre che una quantità devastante di esplosioni.

Nulla avrebbe potuto resistere ad una quantità di attacchi del genere, né tantomeno sopravvivere.

Dall’altra parte dell’isola, Jun era estremamente preoccupata per loro, dato che le esplosioni e i rumori di armi si potevano udire e sentire fin da laggiù. Ma aveva fiducia in loro e rimase comunque in disparte per proteggere gli altri draghi da eventuali colpi vaganti.

“Stop!!” esclamò stavolta Alexander alzando il braccio.

Tutti quanti fecero cessarono i loro attacchi.

Ci fu ancora un enorme quantità di polvere e sabbia vagante che impediva di vedere attraverso.

Alcune reclute del team ridacchiavano soddisfatte per aver spazzato il Dottore e il resto del gruppo. 

Tuttavia, i due generali rimasero ugualmente con le armi puntate nella stessa direzione aspettando di vedere il risultato del loro attacco.

La polvere stava iniziando a dissolversi. 

Piano piano era possibile vedere che si era formato un enorme cratere nero per le bruciature tutte attorno. 

Anche i rumori delle macerie stavano cominciando a diminuire.

Ci fu un istante di silenzio che sembrava interminabile.

Improvvisamente, le reclute smisero di ridere presuntuosamente, lasciando spazio ad un’espressione sospettosa.

Man mano che il rumore delle macerie diminuiva, era possibile udire uno strano rumore distorto e, mentre la sabbia spariva, era possibile intravedere una strana luce viola al centro del cratere.

Quella luce, si rivelò essere un’enorme bolla protettiva, uno scudo generato da uno strano strumento posato sul terreno.

Tutti i membri del gruppo bersagliato dagli attacchi di prima, erano completamente illesi e addirittura nella stessa posizione in cui erano rimasti prima di essere colpiti.

“CHE COSA?!” esclamarono i due comandanti insieme ad altre reclute del team, mentre guardavano lo scudo con aria decisamente terrorizzata.

“D-DA DOVE HANNO TIRATO FUORI QUELL’AFFARE??” esclamò Ilaria sconcertata.

“Non li ho visti muoversi di un millimetro prima di colpirli!!” aggiunse poi l’altro capitano facendo un passo indietro.

A quel punto però la soluzione di quel trucchetto non poteva che essere una sola, anche se le protezioni c’erano:

“Che sia stata un’illusione creata dai due Latios?? No non è possibile! I nostri bracciali scherm-” Ilaria non fece in tempo a concludere la frase che scoprì che il suo bracciale schermante come quello degli altri, era stato in qualche modo bruciato dall’interno.

Tra i membri del team cominciò a sollevarsi una certa aria di paura; tutto ciò cominciava veramente ad essere troppo strano e insolito.

In quel momento, sotto gli occhi di tutti il Dottore alzò il braccio tenendo in mano il cacciavite sonico. Lo scudo si abbassò improvvisamente e, prima che qualcuno potesse realizzare la situazione, attivò il cacciavite emettendo quel suo leggero stridio.

Tutte le armi e tutti gli strumenti del team Rocket sulla spiaggia, divennero incandescenti improvvisamente fondendo i meccanismi e i circuiti interni. Per via del forte calore, le reclute e i comandanti del team gettarono le armi sulla sabbia. Alcuni, tenendosi le mani per il dolore da scottatura: “Aaaaah!!! Cavolo!!” si lamentavano mentre alcuni dei loro pokémon, li soccorsero con un po’ d’acqua spruzzata sopra le loro mani.

Tutto ciò per il team era assurdo! Come diavolo aveva fatto quell’uomo a disarmarli tutti così facilmente?? E quello scudo portatile potentissimo? Come faceva ad essere contenuto in un piccolo cilindro? La tecnologia in quel mondo, era decisamente avanzata, ma non fino a quel punto. Di conseguenza, le soluzioni non erano decisamente molte.

“C-comandante questi esseri non sono umani!!!” esclamò una recluta terrorizzata puntando il dito verso di loro.

“Me ne sono accorto…” gli rispose Alexander con aria tesa.

“Chi cavolo siete realmente?? Siete degli alieni?? E soprattutto da dove venite??” chiese Ilaria, vogliosa di risposte serie.

Erika, il capitano dei tre imperiali parlò per loro come portavoce sorridendo malamente: “Proprio così, noi siamo i quello che voi definite come alieni e veniamo da un altro universo, da dei pianeti a voi sconosciuti. Il pianeta Coruscant, Gallifrey e infine una Terra come questa ma di un altro universo ancora. Siamo piombati qui per puro caso. Ma un intoppo ci impedisce di tornare a casa e abbiamo bisogno dell’aiuto dei Pokémon Eone per riuscirci e daremo loro tutta la nostra protezione. Ma se voi ci ostacolerete sarà peggio per voi!!!”

I pokémon del Team Rocket, giustamente interpretarono quelle parole come delle minacce ai loro padroni e si misero tutti di fronte a loro per proteggerli e, per istinto di rabbia, il pokémon di Alexander che era il più furioso e agguerrito, scagliò una potente sfera di energia azzurra verso di loro.

Per il ragazzo biondo, quel momento fu una vera tragedia: “LUCARIO NO!!!”

Ryo, il drago alpha, respinse la sfera con una potente zampata facendola volare verso il mare.

Tuttavia, Lucario non volle fermarsi e si scagliò contro di loro per aggredirli con una raffica di pugni.

Ma prima che potesse raggiungerli, Dylan che aveva già la sua mitragliatrice pesante puntata, sparò un colpo su di lui… Sotto lo sguardo scandalizzato del suo allenatore e di molte altre reclute, un anello azzurro luminoso travolse Lucario, il quale per un istante si illuminò di una forte luce azzurra. Rimase in piedi per pochi istanti, con lo sguardo ruotato all’indietro. E poi, cadde in avanti accasciandosi sulla sabbia.

Tutte le reclute rimasero in silenzio. 

Il comandante, credendo di aver perduto per sempre il suo amico, rimase scandalizzato da quella scena, e con la rabbia pura nei suoi occhi urlò: “LURIDI ASSASSINI!!! MALEDETTI!!! ME LA PAGHERETE!!!”

Poi proseguì puntando il dito contro di loro: “ATTACCATELI!!! AL DIAVOLO I NOSTRI PIANI! UCCIDIAMOLI!!!”

Tutti i membri del team Rocket insieme ai loro pokémon li attaccarono come prima, ma stavolta con tutta la rabbia che avevano in corpo.

“Amelia prendi!!!” esclamò Hanami passandole una delle sue pistole.

“Fuoco a volontà ragazzi!!!” esclamò a sua volta Erika cominciando a correre evitando i colpi in arrivo e sparando altri colpi come quello di prima. 

Hanami, che era la più agile, fece numerose piroette avvicinandosi ai pokémon avversari mentre allo stesso tempo schivava i raggi e i proiettili energetici, facendosi coprire da Amelia, la quale sparava a distanza colpendo i pokémon che si stavano scagliando contro Hanami. Una volta arrivata ad un passo da loro, la soldatessa cominciò a ruotare su sé stessa sparando anelli azzurri in tutte le direzioni, abbattendo così pokémon e reclute insieme. Coloro che venivano colpiti dai raggi azzurri, gemettero forte mentre si accasciavano a terra uno dopo l’altro perdendo conoscenza.

Il Dottore, con il suo cacciavite sonico bloccò tutte le pokéball che venivano lanciate, impedendo di far uscire le creature contenute al loro interno, facendosi proteggere da Ryo, il quale creò una barriera protettiva che proteggeva sia lui che il Signore del Tempo.

Jordan e Bellatrix, davano supporto aereo attaccando rispettivamente con l’abbagliante e fulmini senza smettere di svolazzare quasi a caso.

“Non fermatevi!!! Continuate a muovervi e a sparare!! Chi si ferma è perduto!!!” esclamò Erika continuando a sparare anelli a raffica abbattendo un bersaglio dietro l’altro.

“Dylan che stai fac-” il Capitano si interruppe notando che il suo amico era stato completamente travolto da Alexander, il quale lo stava colpendo ripetutamente alla testa: “PRENDI!!! PRENDI!!! PRENDI!!!”

“AAH!! AAH!! AAH!!” gridava il ragazzo cercando di reagire parandosi dai colpi del comandante completamente in balia della rabbia.

“DYLAAN!!” esclamò Erika distraendosi, venendo poi colpita con un pugno alla testa a sua volta dall’altra comandante infuriata a morte con loro, anch’essa convinta che li stessero uccidendo uno dopo l’altro: “LURIDI ALIENI PRENDETE QUESTO! PIKACHU SUPERFULMINE ORA!!!”

Seguendo le indicazione della ragazza, la creatura simile ad un grande criceto giallo lanciò un fulmine  come quello di Bellatrix addosso ad Erika, la quale gridò dal dolore e con tanto di spasmi: “AAAAAAAHH!!!! A-AIUTATEMIII!!” gridò disperatamente.

Hanami, che era l’unica dei tre imperiali ancora in piedi, era anche lei in grosse difficoltà poiché era troppo lontana in quel momento e stavano tutti tentando di assalirla: “C-CAPITANO!! DYLAN!!” esclamò tentando di avvicinarsi correndo.

“Jordan!!! Usa psichico e togli Pikachu da Erika prima che muoia folgorata!!!” esclamò il Dottore puntando il dito verso di lei.

Il giovane drago obbedì e con la telecinesi sollevò la creatura scaraventandola in lontananza. 

“PIKACHU NOOO!!!” esclamò Ilaria vedendo il suo pokémon venir lanciato contro un albero.

Tuttavia, appena si voltò verso Erika, realizzò che aveva il blaster puntato addosso ad appena cinque centimetri di distanza dal petto.

In quel piccolo istante, la povera ragazza si vide passare la vita di fronte ai suoi occhi…

L’unica cosa che fu in grado di fare, era urlare di terrore, vedendo il capitano premere il grilletto del blaster e ricevere un colpo devastante che la fece addirittura volare all’indietro perdendo i sensi subito dopo la caduta.

Erika, era ancora sotto shock e ansimava distesa a terra con qualche spasmo: “G-grazie… Jordan…”.

Bellatrix, per sua iniziativa, si precipitò da lei e, toccandola con le zampe, riusò di nuovo le sue onde curative, che restituirono una buona parte delle energie al capitano: “Ci sono io Ery!!”. Nel mentre il fratello la proteggeva respingendo gli attacchi in arrivo. 

Hanami, facendosi strada, riuscì ad arrivare dal suo amico in difficoltà e, ondeevitare di colpire Dylan, ormai allo stremo, si lanciò direttamente su Alexander placcandolo e colpendolo a colpi di manganello.

“AAAH!!! MALEDETTA!!!” si lamentava il comandante cercando di proteggersi dai colpi ricevuti. Anche lui ormai, era allo stremo delle forze e lo si vedeva dallo sguardo che sembrava quasi perso.

Nel mentre, le poche reclute rimaste in piedi, stavano venendo anche loro sopraffatte dal Dottore, che impediva loro di tirar fuori qualunque tipo di aiuto di strumenti e tecnologie varie, Amelia, che con il blaster di Hanami abbatteva tutti quanti uno dopo l’altro e i tre draghi insieme che li coprivano con i loro colpi migliori.

Era finita per il Team Rocket ormai.

Alexander era praticamente l’unico ancora attivo… Ma ormai era esausto.

Hanami, prese di nuovo il suo blaster in mano e lo puntò contro di lui.

Per il povero comandante, convinto di essere spacciato, non rimase da fare altro che chiudere gli occhi. Distendersi. E ricevere il colpo di grazia.

La ragazza aveva iniziato a premere il grilletto della sua pistola. Ma improvvisamente, una sfera luminosa colpì in pieno la pistola scagliandola a qualche metro di distanza da loro.

Quella sfera, anche se molto debole, non era un attacco qualsiasi e Alexander lo conosceva bene. 

Sgranò lo sguardo e si voltò lentamente verso la sua fonte.

Era Lucario. Il suo amico, era lì in piedi con le braccia puntate in avanti e stava camminando lentamente verso di lui barcollando.

Ale non riusciva a credere ai suoi occhi.

Era ancora vivo.

Hanami, vedendo la scena, si fece da parte per raccogliere il blaster per poi rinfoderarlo.

Il comandante si alzò lentamente pure lui. Andando poi incontro al suo amico e abbracciarlo con le lacrime agli occhi…

“S-Sei vivo… Com’è possibile…”

Fu Dylan, ancora disteso a terra dolorante, a rispondergli: “S-se ci avessi lasciato parlare invece di aggredirci… Ti avremmo detto che lo avevo solamente stordito… Non ho mai avuto intenzione di ucciderlo…” 

Alexander realizzò che era vero. Si era fatto prendere dalla rabbia e non aveva preso assolutamente in considerazione una tale possibilità.

Alzando lo sguardo, mentre stringeva Lucario a sè, vide anche i suoi compagni riaprire gli occhi uno dopo l’altro, e con loro anche i loro Pokémon.

Tutti quanti, erano increduli al fatto di essere ancora vivi. 

Anche Ilaria si riprese e piano piano, strisciò verso il suo pokémon ancora svenuto per il colpo ricevuto abbracciandolo.

Ma la domanda ormai sorgeva spontanea alla ragazza: “P-perché..? Perché siamo ancora vivi..? Volevamo farvi fuori per davvero…”

Il Dottore stava per risponderle, ma fu preceduto da Erika stessa, che si avvicinò a lei zoppicando: “Primo. Lo avevamo promesso ai draghi che abitano quest’isola che non avremmo ucciso nessuno. E secondo, perché non ve lo meritate di morire. Quel ragazzo che, nel veder cadere il suo amico a terra, ha fatto semplicemente ciò che avrebbe fatto qualunque persona che ci tiene ai suoi amici. E inoltre guardatevi… Soltanto voi comandanti superate i venti anni di età ma tutti voi altri avrete tra i quattordici e i diciotto anni, siete ancora dei ragazzi e vi meritate di continuare la vostra vita fino in fondo”

Poi il Dottore continuò: “Immagino sappiate come ottenere il potere che cercate… Siete venuti con delle corazzate armate, in grado di far fuori gli abitanti dell’isola e prendervi così le loro gemme dell’anima facilmente. Eppure, avete deciso di venire direttamente sull’isola per prendere le gemme già esistenti! Non avevate nemmeno voi intenzione di far fuori noi e i draghi, dico bene?”

“Già… Speravamo di riuscire nel nostro intento senza vittime…” aggiunse Ilaria accarezzando i suoi due pokémon.

Il Dottore guardò Bellatrix e con la testa, le fece cenno di andare a restituirle energia com l’ondasana.

La draghetta, che non avvertiva più alcuna minaccia da parte della squadra del Team Rocket, annuì e restituì energia sia a lei che alle sue due creature.

Il Signore del Tempo poi, fece un fischio molto acuto con le dita: “Forza ragazzi!!! Venite ad aiutare i vostri nuovi amici!!!” gridò verso la foresta dell’isola facendosi sentire dai draghi.

“Amici?! Quelli volevano metterci fuori gioco e rubarci le sfere dell’anima dei nostri eroi!” disse perplesso Ryo usando la telepatia.

“È vero! Ma una possibilità credo proprio che possiate dargliela…” spiegò il Signore del Tempo mostrandogli che ormai la squadra d’assalto era comunque esausta e demotivata, quindi non poteva più fare niente contro di loro.

“..va bene. Jun tesoro, porta qui un po’ dei nostri, la gente qui ha bisogno di soccorso!”

Piano piano, arrivarono molti draghi, i quali si misero uno ad uno a restituire energia sia ai membri del Team Rocket che al nostro gruppetto..

Jun si occupò di Alexander, il quale la fermò per necessità: “T-ti prego aiuta prima Lucario…”

La dragonessa rimase in parte sorpresa, ma accettò: “Va bene!” e restituì le energie alla creatura e poi al suo allenatore.

“Grazie…” disse quest’ultimo sorridendole.

I membri del Team, guardarono i draghi che li stavano aiutando con stupore e meraviglia.

Non pensavano di certo di essere aiutati in quel modo dalle creature che loro stessi volevano sottomettere.

I più piccoli, coloro che avevano mediamente quattordici o quindici anni, tentarono di accarezzare loro la testa.

I Latios e le Latias erano un po’ titubanti inizialmente, ma non percepivano nulla di pericoloso in ciò, perciò dopo un po’, appoggiarono direttamente le loro teste morbide e piumate sui palmi delle mani delle reclute.

Questo gesto da parte di entrambi, draghi e umani, scaturì una certa fiducia reciproca tra di loro, e soprattutto la perdita delle avversità!

“Una domanda però ora che ci penso, ma come fate a parlare?” chiese Ilaria a Ryo, per il fatto che effettivamente stavano parlando e non facendo i loro versi.

“Beh da quanto ho capito, la nave del Dottore può tradurre quello che diciamo, giusto Dottore?” chiese per conferma.

Questo gli confermò quanto detto: “Esattamente! Per questo riusciamo a capirci a vicenda!”

“Figo!!!” rispose la ragazza stupefatta.

Sembrava tutto così bello, una battaglia risolta nelle migliori delle maniere!

Ma non per tutti era così…

Erika, stava improvvisamente ansimando tenendosi una mano sul petto.

“C-CHE TI SUCCEDE?!” chiese Hanami preoccupatissima tenendola per le spalle per poi essere circondata da tutti quanti.

La ragazza tentò di rispondere: “S-sto… b-ben…” ma le sue parole divennero un forte gemito… E cadde a terra priva di sensi.

“DANNAZIONE HA UN INFARTO!!!” gridò Dylan decisamente in preda al panico.

“È stato il fulmine di prima! Amelia presto! Corri a prendere il defibrillatore!” esclamò il Signore del Tempo per poi continuare a dare istruzioni agli altri: “Ryo! Jordan! Sollevatela appena con lo psichico mantenendola sdraiata com’è ora! Hanami! Dylan! Toglietele delicatamente la parte superiore della tuta di dosso facendo attenzione al collo!” 

“VA BENE!” esclamarono tutti quanti dandosi da fare seguendo tutte le istruzioni!

Così, mentre Amelia corse all’interno del Tardis a prendere il defibrillatore, Jordan e suo padre usarono la telecinesi per sollevare la povera ragazza, permettendo agli altri due ragazzi di poterle sfilare delicatamente il casco, per poi passare al parapetto di metallo.

Poi improvvisamente Dylan realizzò un problemino ulteriore e arrossì parecchio: “...Aspetta. Intendi… Tutta la parte superiore della tuta…? Ma proprio… Tutta…?” 

“Sì tutta! Devo fare il massaggio cardiaco!” disse il Dottore con decisione.

“B-Bellatrix! Continua te al posto mio ti prego altrimenti il capitano mi ucciderà!” 

“V-va bene! Ma cosa devo fare??” chiese la dragonessa impanicata.

“Non ci credo… Lasciate fare a me…!” disse Ilaria esasperata per poi aiutare Hanami a togliere tutta la tuta.

“Grazie..!” aggiunse Hanami per l’interesse della ragazza nei confronti della sua migliore amica.

“Eccomi…!!!” esclamò Amelia con il fiatone tenendo in mano il defibrillatore del Dottore.

“Bene! Accendilo mentre le faccio il massaggio cardiaco!”

Detto ciò, il Signore del Tempo effettuò il massaggio premendo ripetutamente sul torace.

“Ehm.. Dottore il defibrillatore non si accende!!!” esclamò la sua compagna mentre premeva il pulsante di accensione ripetutamente.

“DANNAZIONE!!! Deve essere scarico!!!” 

Il Dottore, sebbene fosse frustratissimo per l'inconveniente non poteva fermarsi col massaggio cardiaco e doveva trovare una soluzione al più presto.

“N-non posso fermarmi! Vi prego ho bisogno di un volontario per fare una cosa rischiosa!” disse il Signore del Tempo implorando le persone attorno per aiutarlo.

Ma prima che chiunque potesse rispondere, Ilaria, che si sentiva responsabile di tutto ciò, si offrì volontaria: “Mi offro io! Cosa devo fare?”

“Prendi il cacciavite sonico nella mia tasca e appoggia il cristallo verde sul defibrillatore, premi il pulsante sul cacciavite e mentre lo fai pensa esattamente a dodici volt e corrente continua! Poi dovrai far lanciare un fulmine al tuo pokémon che colpisca preciso il cacciavite!” 

Ilaria non capì assolutamente niente di tutto ciò. Era troppo oltre la normalità…

Ma non c’era assolutamente tempo da perdere: “Pikachu usa fulmine sul cacciavite!!!” 

La piccola creatura gialla, si sforzò lanciando una scarica elettrica sul cacciavite e, mentre la ragazza pensava al voltaggio e al tipo di corrente necessaria, il cacciavite sonico riconvertiva appunto il fulmine a dodici volts e in corrente continua, ricaricando il defibrillatore a sufficienza per poter essere usato.

Fortunatamente, i guanti che aveva le impedivano di rimanere folgorata.

“Grazie comandante! Cerca di resistere, farò del mio meglio!” disse sempre il Signore del Tempo afferrando gli elettrodi per poi iniziare a dare qualche scossa controllata sul petto della povera ragazza a terra. 

Il fulmine però, stava comunque surriscaldando il cacciavite sonico che, sebbene non comportasse alcun problema per il cacciavite stesso, per Ilaria cominciava ad essere veramente doloroso, tanto che perfino i guanti non riuscivano più a frenare il dolore.

“S-SBRIGATIII!!!” si lamentò mentre cercava di resistere.

Anche il suo Pikachu era esausto tanto che il suo fulmine si affievolì.

“Cavolo! Bellatrix, sostituiscilo e usa fulmine sul cacciavite!” esclamò Amelia puntando il cacciavite sonico.

“V-va bene!” disse la draghetta per poi arruffare le piume e lanciare un fulmine contro il cacciavite sonico al posto di Pikachu.

Hanami, che era estremamente preoccupata per la sua amica, volle aiutare Ilaria provando a sostituirla: “Comandante ti sostituisco io!” 

Ilaria aveva ormai le mani ustionate. Ma nonostante ciò, era determinata a salvare lei la ragazza che aveva quasi ucciso: “N-No!!! S-se sta morendo è per colpa mia!!! Devo r-rimediare!!! …aaah!!”

Ci furono molti tentativi da parte del Dottore di rianimare Erika. La situazione era decisamente drammatica… 

Ma ad un tratto…

Il Dottore sollevò i due elettrodi: “Bellatrix fermati!” esclamò osservando la faccia di Erika.

Questa infatti, aveva ripreso a respirare. Le palpebre ripresero a muoversi.

E piano piano riaprì gli occhi.

“C-che è successo…?” chiese la ragazza una volta rinvenuta.

Hanami la strinse subito a sé quasi mettendosi a piangere: “SEI VIVA!!!” 

“S-sì…” 

Le ragazze, il Dottore e i tre draghi erano intorno a lei, tutti con il volto e musetti pieni di gioia!

Ma Dylan era leggermente in disparte e lei se ne accorse.

“Che ci fai laggiù caro?” chiese sempre lei guardandolo stranita.

“E-ehm… Ti salterò addosso subito ma prima… I vestiti…” disse imbarazzatissimo…

“Perchè i vestiti….." prima che la domanda fosse conclusa, vide che la parte superiore della sua armatura era a terra accanto a lei… Tutta quanta…

Di conseguenza sgranò lo sguardo completamente scioccata per poi abbassare la testa guardandosi.

Confermando ciò che più temeva.

"M-m-mi avete……"

La ragazza, completamente rossa e imbarazzata, cercò di non perdere la calma e cominciò a rivestirsi senza fiatare.

"Fatto…" disse esasperata…

A quel punto, anche Dylan si voltò e la abbracciò.

"Temevamo il peggio per te… Ma per fortuna il Dottore ti ha rianimata…" le spiegò facendosi passare l'imbarazzo e lasciando posto alla gioia di riavere il suo Capitano!

Il Dottore però, non volle prendersi tutto il merito: "Beh è il mio dovere di Dottore dopotutto! E poi, tutti quanti hanno contribuito a salvarti! Ma in particolare il Comandante del team Rocket… Pur di rimediare al suo errore si è ustionata le mani…" spiegò indicando le mani di Ilaria doloranti.

"Purtroppo l'unico modo per ricaricare il defibrillatore era di alimentarlo a corrente usando il cacciavite sonico come conduttore…" disse Amelia spiegando l'accaduto.

A quel punto Erika si avvicinò al Comandante e le mani dalla parte non bruciata, osservandole. 

Le era rimasta una forte bruciatura sulle mani.

Guardandola poi negli occhi le disse: "Ti sei addirittura ustionata le mani pur di salvarmi la vita… Ti sono debitrice! A proposito, io mi chiamo Erika" disse stringendole la mano delicatamente.

Il comandante le rispose sorridendole: "Non è vero.. Ho soltanto rimediato al mio errore! Presa dall'ira ti avevo quasi uccisa… Ma dopo il discorso che ci hai fatto prima, non me la sono sentita di lasciarti morire e se quello era l'unico modo per salvarti beh.. ben venga… Comunque piacere mio!" 

"Io sono Dylan! Devo dire che il tuo amico picchia forte!" disse ridacchiando e accarezzandosi la guancia un po' rossa per i colpi ricevuti.

"Mi sono allenato con Lucario, io e questo ragazzone siamo cresciuti insieme! Quando lo hai stordito ho pensato che me lo avessi portato via per sempre e non ci ho visto più…" spiegò Alexander accarezzando la testa di Lucario, il quale sorrise avvicinandosi di più a lui.

"Lo abbiamo notato!" disse Amelia ripensando alla sua violenta reazione nei loro confronti.

"Una domanda, ma come avete fatto voi alieni a farvi seguire dai Latios e Latias?" chiese Ilaria incuriosita visto che era decisamente una cosa fuori dal normale.

Il Dottore le rispose molto semplicemente: "Ieri, quando ci siamo ritrovati su questo pianeta, siamo stati accolti da loro due, i quali ci hanno portati a Galar dove abbiamo potuto passare la notte! Fortunatamente invece di andarsene sono voluti rimanere con noi mostrandoci questo mondo e le sue bellezze!"

Poi Jordan, il drago blu, aggiunse gioiosamente: "Quando li avevamo trovati, avevamo capito subito che non avevamo a che fare con persone normali! Quindi abbiamo deciso di seguirli ed è stata la scelta più bella di sempre!!!" 

Sentendo quelle parole, molti erano quasi invidiosi di loro: "Cavolo che invidia…" bisbigliavano alcune reclute.

Tuttavia ad Ilaria tornò in mente il discorso minaccioso di Erika e gli chiese incuriosita: "Prima hai detto di non essere riusciti a tornare sui vostri pianeti a causa di un intoppo. Che cosa intendevate con ciò?"

Con quella domanda, le espressioni sui loro volti cambiarono… Il Dottore parlò per tutti quanti: "Credimi cara Ilaria... È meglio che non lo sappiate."

I due comandanti si guardarono a vicenda impensieriti da quella risposta. Perché un loro problema non poteva essere raccontato? Riguardava forse anche loro?

"Capisco…" disse Alexander un po' intimorito dalla risposta. Tuttavia, non voleva andare più contro quei ragazzi e decise di ascoltare il consiglio del Dottore stavolta.

"Ilaria, è meglio se ci ritiriamo…" aggiunse sempre lui, visto che ormai avevano perso e non c'era più niente che potessero fare.

"va bene… Dottore, puoi aggiustare il mio bracciale? Almeno comunico la ritirata al nostro Comandante superiore…" 

"Certamente!" esclamò per poi prenderle il braccio e puntare il cacciavite sonico sul suo bracciale.

Il bracciale con il comunicatore venne completamente ripristinato e la comunicazione con gli incrociatori venne ripristinata.

"Hunter, mi ricevi?"

"Certo, forte e chiaro!" rispose il comandante della corazzata.

"Missione compromessa. Ostacolo imprevisto! Ci ritiriamo!"




 

"....ahahahahahah…AHAHAHAHAHAHAH!!!"

Hunter si mise a ridere come un pazzo.

Tutti quanti, sentendolo, osservavano il bracciale di Ilaria con shock.

 

"Non serve che aggiungiate altro. 

Ilaria! Alexander! 

Avete fallito e vi siete schierati dalla parte dei nemici!

Di conseguenza vi comunico che voi e le vostre squadre siete stati espulsi dal Team Rocket. 

La vostra vita non vale più niente."

 

Udendo quelle parole, gli ex membri del team sull'isola, rimasero pietrificati. 

Erano stati tutti quanti condannati.

Avevano perso tutto solamente perché avevano fallito e per aver salvato la vita al capitano della Shooting Stars…

“NO! NON PUOI FARCI QUESTO!!! SIAMO FEDELI AL TEAM!!!” gridò Ilaria al suo bracciale sperando cambiasse idea.

“Beh io no, ma il Boss può! E questo ordine è arrivato direttamente da lui! Siete sempre stati una palla al piede per me. E finalmente senza di voi prenderò possesso dell’intera isola con tutto ciò che contiene e potrò finalmente governare il mondo al fianco di Giovanni in persona!!!”

“Quel bastardo deve aver mandato una diretta al capo facendogli credere chissà cosa…” disse Amelia stringendo il pugno.

Il Dottore, prese il braccio di Ilaria per parlare al suo bracciale: “Come ti permetti di tradire i tuoi compagni in questo modo? Ce l’hanno messa tutta per soddisfare il vostro capo! Hanno fallito solamente perché hanno trovato noi come ostacolo.”

“Tu stai zitto. Anzi, vi dò esattamente dieci secondi per andarvene da ORA!!! Dieci.”

Tutti quanti capirono subito le sue intenzioni e sgranarono lo sguardo vedendo chiaramente i cannoni delle tre navi allinearsi nella direzione dell’isola.

 

“Nove.”

 

Il Dottore usò il cacciavite sonico per togliere il bracciale dal braccio di Ilaria e se lo avvicinò.

 

“Otto.”

 

“Non osare farlo! Ti avverto!”

 

“Sette.”

 

“Hunter! Se non ti fermi subito dovrai vedertela con me!”

 

“Sei.”

 

“HUNTER!!!”

 

“Cinque.”

 

Il Signore del Tempo non poteva più perdere altro tempo! Doveva pensare a salvare tutti quanti! 

“TUTTI I LATIOS E LE LATIAS!!! PRENDETE I MEMBRI DEL TEAM E ANDATE VIA!!!

 

“Quattro.

 

Tutti quanti ritirarono i loro pokémon e salirono velocemente in groppa ai draghi per poi volare via terrorizzati e guardandosi indietro.

 

“Tre.”

 

Solamente Jordan, Bellatrix, Ryo e Jun, rimasero lì con loro.

La rabbia e la paura erano troppo forti per tutti quanti.

 

“Due.”

 

Tutti quanti provarono a gridare un’ultima volta: “FERMATI!!! NON FARLO!!!”

 

“Uno.”

 

Erika, fu l’ultima a parlare: “...Ti distruggeremo.”



 

“Zero. APRITE IL FUOCO!!!”


 

Il Dottore in un solo istante usò il cacciavite sonico per far arrivare il Tardis da loro.

E in quell’esatto momento, le tre navi spararono una serie di colpi che eseguirono una parabola luminosa che illuminò il cielo.

Dei colpi sparati dai due incrociatori, alcuni colpirono la foresta distruggendo numerosi alberi, mentre altri finirono direttamente sulla spiaggia addosso a loro.

Fortunatamente lo scudo del Tardis era impenetrabile…

Ma i colpi sparati dalla corazzata sembravano addirittura superare l’Isola del Sud. 

Ma questi, si fermarono improvvisamente sopra l’isola fluttuando per aria per un istante.

Incredibilmente, questi esplosero creando una pioggia di dardi infuocati sull’isola…

 

Era una tragedia… Tanti alberi andarono a fuoco e altri esplosero all’impatto con i dardi.

 

La rabbia. La rabbia era decisamente troppa.

Questa si sprigionò in un’aura nera che uscì dal corpo di Erika.

 

Ma stavolta pervase i corpi di tutti quanti. Solamente Ryo e Jun non vennero travolti da questa.

 

I due draghi coinvolti, cominciarono a divincolarsi per togliersela di dosso. 

Ma Dylan li fermò: “No ragazzi. Non fermate il nostro potere. Fatevi prendere e sarete invincibili. È l’unico modo per salvare l’isola.” disse con una voce cupa stando ad occhi chiusi.

I due draghi si fermarono improvvisamente. 

L’ombra li aveva completamente avvolti e la loro espressione di volto cambiò.

Da essere nervosi e furiosi, sul loro musetto solitamente dolce e amichevole, si formò un sorriso con i denti che incuteva solamente paura. 

I loro occhi divennero esattamente come quelli di Erika la notte scorsa, ovvero gialli luminosi con una corona rosso sangue intorno alle pupille e i capillari dei loro occhi erano divenuti ben visibili in quanto pieni di sangue.

E la stessa cosa valeva per tutti gli altri. Pure per Amelia e per il Dottore.

I loro capelli, cominciavano a sollevarsi e a muoversi per conto loro come se ci fosse del vento. 

Ma non ce n’era.

Ryo e Jun, vedendo i loro figli emanare una tale oscurità dal loro corpo, andarono ulteriormente nel panico.

"F-Figlioli che vi succede??” esclamò Jun impaurita.

Ma non ebbe risposta da nessuno dei due…

Ryo provò di nuovo scuotendo il figlio maggiore: “RAGAZZI!!!” 

E stavolta la risposta arrivò. Ma con un'esclamazione isterica e incontrollata: “Va tutto bene padre… AHAHAHAHAH VA TUTTO ALLA GRANDE!!!”

 

Quella isteresi faceva decisamente capire che non era vero e la loro madre si stava disperando:

 “N-no non è vero! Riprendetevi vi prego!!! RIPRENDETEVI!!!”

 

La vera battaglia sta per avere inizio.

E stavolta il vero potere della Shooting Stars è finalmente venuto allo scoperto!

Un’ombra nera avvolgente che trasforma la paura in coraggio, e la rabbia, in una brutale forza distruttiva.

La stessa forza che permise agli Imperiali di vincere durante l’agguato dei Ribelli.

 

Sarà questa la salvezza dell’Isola del Sud e del Mondo intero?

 

O sarà fonte di ulteriori guai?

Tante risposte, nel prossimo capitolo: “La battaglia dell’Isola del Sud”

 
 

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Capitolo 5
*** La battaglia dell’Isola del Sud ***


Terminata la sfida contro Ryo, il padre dei due simpatici Eoni, i nostri alieni hanno ottenuto le Megapietre che cercavano, ovvero la Latiasite e la Latiosite.

Ma prima di potersi godere la vittoria, il famigerato Team Rocket attaccò l’Isola del Sud con tre navi da guerra.

 

Più precisamente due incrociatori e una corazzata.

Dagli incrociatori sono usciti degli hovercraft anfibi, i quali hanno trasportato una moltitudine di reclute sull’isola. 

Queste, erano guidate dai capitani Ilaria e Alexander.

 

La tensione era molto alta, tuttavia, a causa di un malinteso, scoppiò una furiosa battaglia sulla spiaggia che stava quasi per concludersi con la perdita di Erika, a causa di un infarto al cuore, se non fosse per l’intervento di Ilaria stessa.

 

In ogni caso, la battaglia sembrava conclusa e vinta…

 

Ma non era assolutamente così.

 

Una volta che Alexander, Ilaria e il resto dello squadrone sono stati sconfitti, Hunter, il comandante della spedizione, ha aperto il fuoco contro l’Isola del Sud nell’intento di eliminare tutti loro e gli abitanti dell’isola stessa.

 

Ciò ha scatenato il potere della Shooting Stars, il quale ha tirato fuori il Lato Oscuro presente in tutti i protagonisti, compreso colui che con le sue stesse mani distrusse il suo stesso 

pianeta per fermare la Guerra del Tempo una volta per tutte.

 

Il Dottore, il Signore del Tempo, probabilmente l’essere più potente, come tutti gli altri era colmo di collera e malvagità.

 

Che ne sarebbe stato di quell’Isola e dei suoi abitanti?

 

Che ne sarebbe stato della Shooting Stars?

 

Che ne sarebbe stato del Team Rocket?

 

Ma soprattutto. 

 

Che ne sarebbe stato di quella Terra che volevano salvare? 

 

Subirà la stessa sorte di Gallifrey?






 

Ovviamente no!

 

Infatti, stringendo i pugni e concentrandosi più che poteva, Il Dottore emise un grido molto forte e deciso.

Si sprigionò un vortice d’aria nero, unito a delle particelle dorate e luminose che gli girava completamente attorno.

“Urgh ma che sta facendo??” disse Hanami coprendosi con il braccio.

Amelia, anche se era in preda al lato oscuro, era ancora perfettamente cosciente e si mise a ridacchiare spiegando l'evidenza: “Eheh, non avrete mica creduto di poter sottomettere un Signore del Tempo così facilmente vero?"

"È impossibile. Nessuno può respingere il nostro potere!" esclamò Erika incredula.

Proprio in quell'istante, l'ultimo spiraglio di oscurità uscì dal corpo del Dottore, il quale era tornato pulito come prima.

Gli venne un forte fiatone, ma ormai era libero.

"Mi dispiace cara mia, ma per il bene di tutti è meglio che rimanga così come sono!" disse togliendosi un po' di polvere dalla giacca.

Ryo, estremamente preoccupato per i suoi figli e per le sorti dell'isola, cercò di cogliere l'occasione per far liberare almeno i suoi figli dalla presa di quell'ombra oscura: "D-Dottore ti prego! Libera anche i miei figli!"

Ma quest'ultimo era perfettamente consapevole del fatto che non fosse così facile…

"Temo di non poterlo fare... È una cosa che solamente loro possono fare e ora purtroppo non c'è tempo! Dobbiamo salvare l'Isola in qualche modo!" esclamò indicando i continui bombardamenti sull'isola.

"Bene visto che sei così potente, dicci come possiamo massacrarli Dottore!" esclamò Erika con una terribile sete di sangue.

"No no no no! Non ci sarà nessun massacro! Anzi per precauzione…" disse per poi impugnare il suo cacciavite sonico e usarlo per bloccare le loro armi su stordimento, ad eccezione di quella di Dylan.

"Che stai facendo??" chiese sempre il capitano.

"Faccio in modo che non ci siano inutili versamenti di sangue."

Bellatrix, la draghetta, provò a leggerlo nel pensiero per capire cosa avesse in mente.

"Mhh hai qualcosa di meglio in serbo per loro vero?" disse la draghetta realizzata.

Il Signore del Tempo annuì: "Esattamente! Ascoltatemi tutti! Jordan, Ryo, voi due verrete con me e Amy nel Tardis! Abborderemo l'incrociatore di destra. Bellatrix e Jun! Voi due porterete Erika e Hanami sull'incrociatore di sinistra ma restate dietro al Tardis! Mentre per quanto riguarda te Dylan, la vita delle ragazze dipenderà esclusivamente da te! Dovrai appostarti sull'isola per usare il colpo ionico sull'incrociatore a sinistra per tenere disattivati i cannoni e le contraeree. Ripeto, solo quello di sinistra. A quello a destra ci penserò io. 

Dovremo disarmare tutte le navi e rendere inoffensivi gli equipaggi! Tutto chiaro ragazzi?"

Tutti quanti affermarono come soldati: "SÌ"

Detto ciò, Dylan corse subito nella foresta a trovare una postazione di tiro libero, mentre il Dottore, Amelia, Ryo e Jordan entrarono nel Tardis per poi alzarsi subito in volo a mezz'aria. Erika e Hanami montarono subito su Bellatrix e Jun come da piani e si riparavano dietro al Tardis.

Nel frattempo però alla corazzata: "Signore! I soldati sull'isola e i quattro Eoni stanno facendo qualcosa! Sembra che si preparino ad abbordarci!"

Hunter, sorrise malvagiamente e diede l'ordine:

"A tutte le postazioni esclusi i cannoni fotonici! Puntate quella cabina blu e quegli schifosi volatili! Abbatteteli!!!" 

Tutte le armi degli incrociatori e le postazioni postazioni di tiro e missilistiche della corazzata puntarono contro il Tardis e spararono senza fermarsi.

Il Tardis era partito alla carica con tutte le ragazze dietro di sé.

Arrivavano piogge di proiettili e raffiche di missili in continuazione per un susseguirsi di esplosioni su esplosioni. 

Ma come tutti sappiamo, Il Tardis non può di certo essere abbattuto con così tanta facilità!

E le ragazze rimanevano protette dietro di esso.

"Non riusciamo a fermarli! Quell'affare sembra che riesca a distruggere tutti i nostri proiettili!" esclamò un artigliere della contraerea.

"Grr… Non fermatevi! Prima o poi dovranno separarsi da quella dannata cabina! Appena lo faranno artiglieri e soldati, sparate contro le due Latias!" ordinò Hunter senza volersi fermare.

Nel mentre però, i cannoni fotonici continuavano a prendere di mira l'isola colpendola con i dardi infuocati.

Nonostante i continui attacchi dell'artiglieria, nessuno, a parte Ryo e Jun, aveva paura di essere colpito. 

L'oscuro potere nascosto in Erika stava dando una determinazione quasi al livello del soprannaturale.

Mancavano pochissimi metri dall'incrociatore di sinistra e i soldati sulla nave attendevano il momento fatidico in cui sarebbero rimaste esposte le quattro ragazze dietro al Tardis.

 

"Attendete… 

 

Attendete…

 

…FUO-"

 

Ma nel preciso istante in cui Hunter dette l'ordine, una serie di colpi laser di colore azzurro e avvolti da una sorta di campo elettrico partirono dall'isola e centrarono in pieno lo scafo della nave.

Su tutta la prua si sprigionò un fortissimo campo elettrico, il quale avvolse poi tutte le armi che stavano sparando contro le Latias. 

Più colpi arrivavano e più l’energia ionica si propagava per la nave, facendole poi perdere completamente energia.

 

Le armi della nave erano completamente disattivate.

 

Ma ormai era tardi per capire cosa stesse succedendo.

 

"Perfetto!!! Bellatrix! Jun! Lanciate le bombe!"

esclamò ironicamente il Dottore e di conseguenza, le due dragonesse fecero una giravolta su sé stesse facendo scendere sul ponte sia Erika che Hanami!

"ALL'ATTACCO!!!" gridò il capitano cominciando a sparare con il suo mitra i colpi stordenti, e lo stesso fece Hanami con la sua pistola.

I soldati e le reclute in prima linea vennero colpiti in pieno prima ancora che potessero reagire, ma quelli più indietro riuscirono a far uscire i loro Pokémon dalle pokéball, di cui uno sembrava a tutti gli effetti una donna con un lungo vestito bianco e dei capelli verdi a caschetto e altri le loro armi.

"CREPATE MALEDETTI ALIENI!!! GARDEVOIR USA…" la recluta non riuscì a concludere l’ordine che vennero travolti da una sorta di soffio viola e la foschisfera colpirono entrambi facendoli schiantare alla parete degli alloggi. 

Gli altri vennero completamente disorientati per un istante, venendo poi travolti da altri anelli stordenti che li fecero svenire istantaneamente.

Nel mentre, Dylan come da piani, colpiva dall’isola tutte le contraeree e le mitragliatrici piazzate per proteggere tutte le sue amiche dal fuoco pesante.

Dall’altra parte, il Dottore atterrò sull’incrociatore di destra con il Tardis.

Tutte le armi della nave erano puntate contro la cabina blu.

A differenza dell’altra nave, dalla quale potevano essere udite una moltitudine di esplosioni, regnava un silenzio di estrema tensione tra le reclute sulla nave.

Ma il silenzio venne interrotto da una voce proveniente dalla cabina stessa:

“Salve gente! Siete pregati di allontanarvi dalla cabina e anche alla svelta!” 

Tutti quanti, si guardavano a vicenda non capendo cosa stesse succedendo.

Ma all’improvviso, il Tardis rilasciò una fortissima onda d’urto verde acqua che ricoprì l’intera nave. 

Le reclute e i loro pokémon vennero sbalzati all’indietro ritrovandosi a terra ma senza ferite. 

“C-che diavolo è appena successo?!” si chiese una recluta alzando la testa, notando che tutte le armi della nave, quindi cannoni, mitragliatrici e contraeree erano completamente disattivate. 

Anzi, l’intera nave non aveva più un briciolo di energia.

Poi, un lontano rumore di una moto in avvicinamento poteva essere udito all’interno della cabina. 

“C-cosa..? …ALLONTANIAMOCI!!!” gridò una recluta intuendo cosa sarebbe successo a breve e tutti si allontanavano terrorizzati.

Infatti, le porte del Tardis si spalancarono improvvisamente e il Dottore e Amelia uscirono in sella ad una moto con tanto di caschi da motociclista, per poi essere seguiti dai due draghi subito dietro di loro.

“GERONIMOOOOOOO!!!” esclamò il Signore del Tempo, guidando la sua moto ad alta velocità verso la passerella ai lati. Amelia, dietro di lui, in una mano teneva il cacciavite sonico del Dottore e con l’altra il blaster di Hanami.

“Ryo! Jordan! Tenete a bada i nostri ragazzi mentre noi rendiamo inoffensiva questa nave!” ordinò il Signore del Tempo mentre correva con la moto.

I due draghi si separarono, cominciando a volare velocemente intorno all’incrociatore.

“Fermiamoli!!!” esclamò una recluta impugnando la pistola, ma Jordan gliela strappò via con la telecinesi facendogliela volare direttamente in mare.

“UCCIDETE I DUE LATIOS POI PENSATE AI DUE ALIENI!!!” ordinò direttamente Hunter dalla corazzata.

A quel punto le reclute puntarono le loro armi contro i due draghi e, insieme ai loro pokémon, cominciarono a bersagliarli di proiettili, raggi, sfere, fiammate, getti d’acqua, sassate e tanto ancora!

 

I due, tentarono di evitare i colpi sparati con tutte le loro forze. 

 

Ma erano decisamente troppi…

 

Sia l’uno che l’altro, vennero trafitti da alcuni proiettili sull'addome, sulle ali, al collo e Ryo pure alla testa.

 

Entrambe precipitarono sul ponte della nave, accasciandosi poi senza minimo segno di vita.

 

Del sangue stava fuoriuscendo delle loro ferite come un’emorragia.

 

Le reclute e gli altri soldati, osservavano i corpi privi di vita ridendo con soddisfazione:

 

“Eheh Sono morti capo! Ora tocca agli altri due pazzi!”



 

…Ma la risposta del capitano era tutt’altro che orgogliosa: “MA DOVE DIAVOLO STAVATE SPARANDO RAZZA DI CRETINI?? QUEI DUE MOSTRI SONO ACCANTO A VOI E GLI ALIENI DA STRAPAZZO STANNO DI FRONTE A VOI!!!”

 

“C-Cosa?!” si chiesero tutti quanti. 

Ed esattamente in quel preciso istante una luce distorta sembrava averli riportati alla realtà.

I due corpi dei draghi erano scomparsi improvvisamente.

I due stavano proprio accanto a loro come esclamò lo  stesso Hunter e sia il Dottore che Amelia, che avevano completato il giro della nave, stavano davanti a loro sopraelevati con il blaster puntato verso di loro.

E pure Jordan e Ryo stavano caricando i loro abbaglianti pronti a lanciarli contro di loro.

“Siete sotto tiro! E la nave è disarmata! Gettate le armi e mani sulla testa." ordinò il Dottore con sguardo serio.

Tutto l'equipaggio della nave, realizzò che tutte le loro armi, i braccialetti anti illusioni e le armi della nave erano state inspiegabilmente distrutte o bruciate dall'interno, esattamente come con Ilaria e Alexander sull'isola.

Non c'era più nulla da fare.

I soldati si arresero e appoggiarono le mani sulle loro nuche.

“Adesso tutti sulle scialuppe di salvataggio e raggiungete l’Isola del Sud!” ordinò sempre il Signore del Tempo senza scendere dalla sua moto.

I soldati si guardarono a vicenda intimoriti da quell’ordine.

“S-sei pazzo?? Così moriremo tutti sotto i bombardamenti!” 

“È quello che volevate succedesse a noi no? E ora pagherete!” esclamò Jordan con aria soddisfatta per la vendetta.

“No Jordan! Stai buono!” lo rimproverò per poi rispondere ai soldati: “I bombardamenti cesseranno a breve, nel frattempo avvicinatevi alla costa sinistra dell’isola. Lì sarete al sicuro, e gli Eoni con il resto dei membri che avete pugnalato alle spalle vi terranno d’occhio!”

“E ora mettetevi in fila e andate!” ordinò Amelia senza togliergli gli occhi di dosso.

Il gruppo di soldati insieme alle loro creature, si radunò in due file per due e raggiunsero le due scialuppe sulla sinistra della nave.

Il tutto, sotto gli occhi sempre più frustrati di Hunter.

“Signore, i nostri uomini su quell’incrociatore sono stati catturati tutti! Mentre sull’altro… Sono stati massacrati quasi tutti! E i pochi che sono rimasti in piedi sono in balia dei loro colpi!!!” esclamò un soldato con lo schermo della telecamera sotto gli occhi.

Tutto ciò che mostrava la telecamera, erano i soldati e i pokémon dell’incrociatore di sinistra accasciati sul pavimento del ponte di guida della nave a gemere per il dolore.

La telecamera, inquadrò poi Bellatrix, che li osservava con aria quasi impassibile di fronte al risultato.

 

Il suo sguardo incrociò la visuale della telecamera, osservandola per qualche secondo, per poi sorridere in modo tutt’altro che rassicurante e caricare con le zampe una foschisfera, ma scura e molto più densa.

 

“S-SIETE DEI MOSTRI!!!” gridò un ragazzo che indietreggiava terrorizzato con il suo pokémon che ricordava molto una piccola tartaruga blu, svenuto tra le sue braccia, per poi essere travolto dal colpo stordente di Hanami. 

E in quell’istante, la draghetta sparò la sfera potentissima contro la telecamera. 

L’esplosione di quel colpo, fuoriuscì addirittura dalla corazza della nave.

Erika a quel punto, contattò il Dottore con la radio del casco e la sua voce poteva essere udita dall’altoparlante del Tardis: “La fase uno della missione è stata completata, Dottore. La nave è completamente disarmata, le armi dei soldati sono state distrutte e tutte le reclute sono completamente inoffensive.”

“Cosa intendi con inoffensive?” chiese il Signore del Tempo, vedendo che la nave di fronte a lui era stata ridotta come un colabrodo.

“Li abbiamo storditi tutti e quelli che pensavano di fare i grossi, sono stati abbattuti dai colpi di Bellatrix e dai nostri manganelli.”

 

Ma un soldato che si era a malapena ripreso dal colpo subito, parlò gemendo: “N-Non è vero… Alcuni di noi si erano arresi, ma li avete pestati ugualmente per il gusto di farlo maledette!!!”

Erika gli puntò subito il blaster contro come per farlo tacere, e la reazione del ragazzo fu di coprirsi con le braccia stringendo gli occhi per la paura.

Ma venne bloccata da Jun, che le abbassò il blaster con le zampe, implorandola di smettere: “Ti prego basta!!!”

La ragazza la guardò con uno sguardo, più che inquietante. Ma tutto ciò che poteva vedere… Erano gli occhi di una piccola dragonessa in preda alla paura e alla preoccupazione per ciò che stava accadendo. 

Si sentiva chiaramente impotente, da sola non era minimamente in grado di tenere sotto controllo le due ragazze e sua figlia.

Solo a quel punto Erika e le altre, totalmente in balia della rabbia, compresero di non aver minimamente considerando ciò che lei stava provando durante quell’attacco alla nave.

E di conseguenza, lo sguardo della ragazza cambiò e abbassò il blaster.

La dragonessa si sentì comunque responsabile per non essere riuscita a contenerli: “Dottore… Ryo… Perdonatemi non sono stata in grado di gestire questa situazione…”

Il Signore del Tempo e il Drago alpha compresero perfettamente quello che voleva dire, tuttavia c’era altro a cui pensare in quel momento.

“Jun, ne parleremo quando tutto questo sarà finito. Adesso radunatevi, vengo a riprendervi con il Tardis!” disse per poi rientrare con la moto e i due draghi nella sua cabina blu.

“Spero che potrai perdonarci mamma…” disse Bellatrix con aria seria, ma comunque dispiaciuta, per poi abbassarsi all’altezza di Erika. La ragazza le salì in groppa in attesa che arrivi il Tardis a prenderli, e lo stesso fece Hanami con Jun.

Intanto, nella corazzata principale, l’aria si fece decisamente spaventosa.

Molte reclute, cominciarono a correre verso le scialuppe di salvataggio per fuggire in preda al panico. 

Ma Hunter, fece un annuncio all’altoparlante e fu più che chiaro: “Chiunque oserà fuggire come un vigliacco, salterà in aria con le scialuppe!!!” 

I soldati della corazzata erano finiti letteralmente in una morsa.

Gli alieni stavano arrivando per distruggerli, mentre Hunter li avrebbe uccisi senza pietà.

L’unica cosa che gli rimaneva da fare, era di impugnare le armi e affrontare i ragazzi e resistere più che potevano. 

“Coraggio! Andiamo a prua e abbattiamo quei bastardi!!!” gridò una recluta agli altri soldati raggruppati e, con un grido di incoraggiamento, corsero tutti sulla prua della nave facendo uscire tutte le loro squadre di pokémon, e impugnando le loro armi.

Il Dottore, onde evitare che a Hunter venisse in mente di sparare contro la nave su cui si trovavano per ucciderli, era già in volo con il Tardis, per poi raggiungere l’altra nave dove si trovavano le quattro ragazze.

Dylan però, volle comunicare un problema di non poca rilevanza: “Dottore non sono più in grado di coprirvi, la corazzata è troppo lontana. I miei colpi non avranno alcun effetto anche dovessi colpirli.”

Il Dottore però lo rassicurò: “Non preoccuparti, ora ci penso io a proteggere le ragazze. Stanno arrivando sull’isola i soldati che abbiamo arrestato, vai da loro e tienili d’occhio con Ilaria e Alexander!”

“Ricevuto!” esclamò per poi dirigersi verso la costa ad Ovest dell’isola.

Il ragazzo, tentando di usare la telepatia degli Eoni, cercò di comunicare ciò che stava succedendo. In particolare, a quello che portavano in groppa uno dei due capitani della spedizione.

“Sei tu Alexander giusto?” chiese il Latios che lo teneva.

“Sì perché?”

Il drago volò poi verso l’altra ragazza: “E tu sei Ilaria immagino. Dylan mi sta comunicando che i membri della tua nave sono stati arrestati dal Dottore e stanno arrivando qui con le scialuppe di salvataggio. Ci chiede di tenerli d’occhio…” 

La ragazza sospirò: “...Va bene terremo d’occhio quei traditori.”

Ale però, volle chiedere del suo equipaggio: “Hm.. E dei miei sai qualcosa?” 

Il drago chiuse gli occhi, chiedendo la stessa domanda a Dylan.

Quando seppe la risposta abbassò la testa, per poi comunicarlo chiudendo gli occhi: “Mi dispiace… Ma i tuoi uomini sono stati storditi, pestati e fulminati. Sono tutti vivi. Ma non sono di certo in buone condizioni…”

“...stai scherzando vero??” chiese lui sconvolto.

“Purtroppo no, le aliene e la Latias che porta il nome di Bellatrix hanno completamente perso il controllo di sé… Vivo da più di duecento anni, ma non avevo mai visto un Eone combattere con una ferocia e una potenza tale…” rispose il drago blu.

Poi fu la Latias che portava Ilaria con sé a continuare: “Tutto questo potere, è venuto fuori dalla ragazza più bassa, non appena vi hanno scaricati solo perché avete deciso di diventare nostri amici e con l’inizio del bombardamento dell’isola… Temo stiano facendo ciò per vendicarvi…”

“Capisco… Ora però andiamo a prenderci cura dei membri dell’equipaggio con Dylan.” disse la ragazza vedendo che le scialuppe erano arrivate vicino alla spiaggia.

 

Alexander però, si sentiva in dovere di rivelare al ragazzo Imperiale un importante segreto della corazzata: "Ascoltami Dylan! La corazzata non possiede soltanto i cannoni fotonici come arma principale… Ce n'è un'altra molto più potente che tenevamo nascosta per le situazioni più critiche come questa!!"

 

Nel frattempo, le due ragazze imperiali e le due dragonesse, entrarono nel Tardis chiudendosi la porta alle spalle.

La cabina si alzò in volo dirigendosi direttamente verso la corazzata e i soldati della nave cominciarono a sparare contro l’astronave con tutto ciò che avevano: mitra, fucili, pistole, contraeree, cannoni, lanciamissili e i loro pokémon.

 

Hunter cominciava seriamente ad essere alle strette. 

 

Ma la battaglia non era ancora finita: “Preparate il nostro asso nella manica e attivate immediatamente il suo scudo di energia. Mi occuperò di loro personalmente.”


 

"Sissignore!" rispose una recluta per poi dirigersi in un ascensore sul ponte di comando.

 

Poco dopo, il Tardis piombò proprio sulla prua della nave e, sempre con un’onda d’urto ionica, fece scaraventare i soldati e le loro creature all’indietro e disarmò completamente la corazzata, disattivando così i cannoni fotonici.

 

Finalmente i bombardamenti sull’isola cessarono.

Stavolta, invece di un’entrata in scena con la moto, il Dottore aprì appena la porta affacciandosi e usò subito il cacciavite sonico per disarmare i soldati a terra.

“Scusate ragazzi ma è una cosa necessaria!” disse ridacchiando per poi aprire la porta.

Tutti i nove membri della squadra uscirono dalla cabina blu e circondarono velocemente le reclute e i pokémon, puntando i loro blaster e caricando i loro colpi per tenerli sotto tiro.

 

Tuttavia, i soldati sapevano bene cosa gli sarebbe capitato in caso si fossero arresi agli alieni perciò qualcuno volle tentare:

“Gallade usa Spadasolenne contro il capo!!!” esclamò alla sua creatura molto simile alla Gardevoir vista precedentemente ma con sembianze molto più maschili.

Questo si scagliò subito contro il Dottore, ma Hanami con un movimento fulmineo lo centrò con un colpo stordente, che lo fece letteralmente svenire mentre era a mezz’aria. Tuttavia il balzo è stato sufficientemente forte da farlo atterrare direttamente tra le braccia del Dottore stesso, il quale lo prese al volo.

“ORA BASTA PIANTATELA!” gridò il Signore del Tempo tenendo in braccio la creatura priva di sensi.

“Tutti quanti! Ritirate i vostri pokémon ed entrate nel Tardis in fila e svelti!”  ordinò puntando la sua cabina blu.

I soldati si guardavano incerti. Avevano capito che qualcosa non andava a prescindere con quella cabina, ma cosa gli sarebbe capitato una volta dentro?

“Non temete dentro sarete al sicuro, nessuno vi potrà fare del male. Ora andate svelti!”

A quel punto tutti i soldati obbedirono e ritirarono le loro creature, compreso il Gallade ed entrarono nel Tardis con le mani sulla testa. 

“Dottore dobbiamo catturare Hunter prima che scappi! Quel bastardo dovrà pagare caro ciò che ha fatto ai nostri Draghi e agli altri ragazzi del Team Rocket!!!” esclamò Erika caricando il suo mitra laser.

“Mh… Ricorda però, dovrete solamente stordirlo. NON UCCIDERLO!!! CHIARO A TUTTI??” urlò come un generale guardando tutti i suoi amici con uno sguardo di fuoco.

Tutti quelli che erano posseduti dal potere oscuro, digrignavano chiaramente i denti… 

Sarebbe stata troppo dura non giustiziarlo sul posto.

Ma Bellatrix, sorrise ricordando a tutti un fattore importante: “Ragazzi tranquilli! il Dottore non lascerà Hunter e gli altri impuniti!”

E Amelia, intervenne sul discorso: “Infatti! Per questo dovrà rimanere in vita! Troppo facile per lui essere eliminato e basta!”

“Vedo che ci siete arrivati, ne sono felice! Adesso andiamo a trovare il nostro pazzoide!” disse allegramente il Signore del Tempo chiudendo a chiave la porta della cabina.

“Amy passami il blaster per favore! Facciamo breccia direttamente dalla vetrata!” disse sempre il Dottore allungando la mano verso la sua compagna di viaggio.

“Ecco a te” disse la ragazza passandogli la pistola. 

Una volta presa, il Dottore disattivò la modalità stordimento per passare al colpo laser.

“Jordan! Ryo! Per favore aiutate me, Amy ed Erika ad arrivare fino al ponte di comando con psichico! Voi altri restate giù a tenere d’occhio la situazione”

I due obbedirono e con la telecinesi li sollevarono da terra fino ad arrivare all’altezza della vetrata.

Il Dottore poi, puntò il blaster esattamente alla base del vetro e sparò un colpo che fece collassare il tutto su sé stesso senza spargere frammenti pericolosi.

I due draghi adagiarono i tre all’interno del ponte di comando.

 

Non c’era assolutamente nessuno, il silenzio pervase completamente quella stanza della nave.

 

Tuttavia, una figura alta e con i capelli lunghi, poteva essere vista in piedi accanto alla poltrona del comandante ma di spalle a loro.

 

I ragazzi e i due draghi si avvicinarono lentamente a quella figura che non aveva di certo bisogno di essere presentata.

 

“Poteva essere la missione meglio riuscita nella storia…

 

Il piano era perfetto… 

 

Avrei ottenuto facilmente quelle maledette Sfere dell’Anima, e avrei usufruito del loro potere per dominare il mondo una volta per tutte.

 

Chiunque avesse tentato di contrastarmi, avrebbe trovato la morte con alluvioni, tempeste e altri fenomeni atmosferici.

 

Nessun esercito, nessun pokémon. Niente sarebbe stato in grado di fermarmi.

Neppure Giovanni.

 

Ma siete arrivati voi maledetti alieni.

 

E avete deciso di mettermi i bastoni tra le ruote alleandovi con gli Eoni stessi e abbindolando quei falliti di Alexander e Ilaria.”

 

Fece una breve pausa e si voltò verso di loro, per poi riprendere il discorso con una domanda semplice:

 

“La domanda è… Perché? 

 

Come mai ci tenete così tanto a proteggere quest’isola? 

 

A cosa vi servono vivi questi mostri?” 

 

Il Dottore, sentando l’ultima parola del discorso, alzò la mano destra come per dire “fermi!”.

Era palese che tutti i presenti lo avrebbero colpito con tutto ciò che avevano, ma si fermarono obbedendogli.

Ma ad ogni domanda ecco una risposta:

 

“Siamo venuti a proteggere quest’isola da te, perché è scritto nella storia di questo mondo.

 

I figli del qui presente Leader dell’isola, ci hanno accolto in questo mondo e sono rimasti al nostro fianco come guida.

 

Senza di loro probabilmente non ce l’avremmo fatta ad orientarci e solo per questo meritano tutto il nostro supporto.

 

A cosa ci servono vivi? Semplice! La vita di queste creature dal cuore nobile, vale infinitamente di più rispetto al potere che nascondono dentro di sé.

 

Ma adesso basta parlare. Questa è l’ultima possibilità che ti offro.

 

Qualunque cosa tu stia per fare adesso, ti assicuro che non ti conviene…

 

Prendi i tuoi uomini, compreso quelli che hai abbandonato al loro destino, e le tue navi, e lasciate quest’isola per sempre.”

 

Ci fu un momento quasi interminabile di silenzio assoluto.

 

Ma la risposta non tardò ad arrivare.

 

“Se pensi di intimorirmi ti sbagli di grosso. Al diavolo il Team Rocket! Al diavolo ogni cosa! Catturateli! Terminerò io stesso il lavoro!!!” gridò per poi scomparire in un’improvvisa cappa di fumo. 

 

E allo stesso tempo un gruppo di soldati d'elite, armati pesantemente, entrò sfondando il soffitto e le altre vetrate insieme ai loro pokémon.

 

“PROTEZIONE SINCRONIZZATA ORA!!!” gridò il Dottore ai due draghi, i quali usarono tutte le loro forze per creare una piccola barriera protettiva sufficientemente potente da bloccare la moltitudine di proiettili in arrivo.

 

Con un gesto rapidissimo, il Signore del Tempo impostò di nuovo il blaster di Hanami su stordimento e lo ripassò ad Amelia.

“Abbattiamoli!” esclamò Erika cominciando a sparare i colpi stordenti verso i soldati e con lei anche Amelia.

I soldati più vicini vennero colpiti in pieno dagli anelli azzurri, mentre le loro creature vennero colpite dagli attacchi delle Latias che, sentendo il tutto, si erano alzate in volo portando con sé Hanami, la quale pure lei contribuiva a coprire i ragazzi con una moltitudine di colpi stordenti.

 

Gli altri soldati però, si fecero proteggere dai loro pokémon con delle barriere protettive, le quali riuscivano a bloccare i colpi stordenti e i vari attacchi dei draghi.

 

La situazione sembrava completamente in stallo.

 

Ma la soluzione non era poi così difficile da trovare, soprattutto per chi era addestrato nei combattimenti.

“Sapete, alla Royal Imperial Academy ho imparato una cosa.” disse Erika prendendo in mano una sorta di sfere d’acciaio con delle lucine, dalla sua cintura.

“Che nessuna barriera potente o debole che sia, può respingere ciò che tocca il terreno!” esclamò per poi lanciare una di queste sfere e facendola rotolare verso uno dei soldati.

 

La sfera rotolò, senza staccarsi dal pavimento e, come diceva lei stessa, rotolando passò attraverso la barriera protettiva.

 

Il soldato e il suo pokémon notarono la sfera sotto ai loro piedi.

 

Ma era troppo tardi, infatti un istante dopo la sfera detonò in una fortissima scarica elettrica.

 

“AAAAAAAHHH!!!” gridarono entrambe per poi accasciarsi al suolo perdendo completamente i loro sensi.

E la stessa sorte accadde anche agli altri soldati e i pokémon che li proteggevano, i quali vennero storditi con queste potenti granate facendoli svenire sul colpo.

 

Tutti quanti avevano il fiatone per l’azione troppo improvvisa… 

“Brava Erika… Temevo fossero granate esplosive ma ho fatto bene a fidarmi di te!” disse il Dottore sorridendo e con il cacciavite sonico distrusse le armi dei soldati svenuti.

 

Ma il momento di tranquillità, venne interrotto improvvisamente con il rumore forte di un jet proprio sotto ai loro piedi.

“Che sta succedendo??” esclamò Amelia guardando il pavimento.

 

La risposta arrivò direttamente da Dylan stesso tramite la radio del casco di Erika:

“Uscite subito da lì! Alexander mi ha riferito che quella nave non è solo una corazzata! Funge da portaerei per lo ZERO! Da come me lo hanno descritto, potrebbe essere potente quasi quanto il Tie Defender!!!”

 

Tutti quanti, si guardarono per un istante con gli occhi sgranati.

“QUANTO IL TIE DEFENDER?!” gridò Erika, intimorita dal fatto che quel caccia leggendario era proprio la sua nave.

 

Ed esattamente in quel momento, il rumore si fece improvvisamente assordante.

Lo Zero, era appena uscito dall'hangar sul retro facendo addirittura barcollare la corazzata, e volò verso il cielo con un’accelerazione quasi istantanea e dopo qualche secondo fece una giravolta nel cielo, per poi puntare dritto verso la corazzata.

 

Questo veicolo era chiaramente un jet militare, probabilmente illegalmente modificato per una netta superiorità negli scontri aerei.

Le sue ali, che dalla coda si estendevano in avanti, si aprirono, dividendosi in quattro ali. 

Davanti erano presenti altre due ali stabilizzatrici per una maggiore maneggevolezza.

Le sue armi principali, erano quattro cannoni situati all'estremità delle ali e due mitragliatrici poste di fronte alla cabina di pilotaggio.

Inoltre, sotto l'aereo era possibile scorgere un portello lancia missili.

(link per video con sound: https://cdn.artstation.com/p/video_sources/001/842/576/zero.mp4)

"Bellatrix! Foschisfera e distruggi la vetrata presto!!!" esclamò il capitano degli imperiali, indicando la vetrata dalla parte opposta.

La draghetta obbedì e frantumò tutta la vetrata.

"TUTTI FUORI!!!" gridò il Dottore per poi buttarsi fuori insieme agli altri.

E in quel momento, una raffica di proiettili distrusse completamente l'altra vetrata e fuoriuscì dalla parte opposta della nave.

Il Signore del Tempo e Amelia cercavano di tenere giù tutti quanti per evitare che venissero colpiti dalla moltitudine di proiettili in arrivo.

Quando l'aereo passò sopra le loro teste, il rumore era così forte che fece gridare i poveri draghi che, date le loro zampe troppo corte, non erano minimamente in grado di coprirsi le orecchie.

"Dottore se restiamo qui Hunter prima o poi ci distruggerà, e i nostri draghi perderanno sicuramente l'udito!!!" esclamò Erika realizzando quanto sia pericoloso quell'aereo.

"Raggiungiamo il Tardis!! Lo scudo è ancora attivo, lì saremo al sicuro!" gridò il Signore del Tempo indicando la cabina blu.

Lo Zero stava chiaramente facendo una virata rapidissima e stava per piombare addosso a loro un'altra volta.

"FORZA ANDIAMO!!!" gridò Ryo prendendo il Dottore e Amelia per le braccia e trascinandoli al sicuro vicino alla navicella, per poi essere seguito da Jun, Bellatrix e Jordan con gli altri ragazzi.

Hunter, puntò con la mira dell'aereo gli ultimi della fila, sparando con le due mitragliarici frontali.

"SBRIGATEVIII!!!" urlò Jun ai suoi figli che si lanciarono sul Tardis, per poi rannicchiarsi con gli altri.

Arrivò una pioggia di proiettili che riusci' addirittura a perforare la corazza della nave, ma fortunatamente, vennero disintegrati dalla barriera del Tardis...

Jordan, l'ultimo della fila, si era salvato per un pelo portandosi Erika con sé: "Aargh! Per un pelo!!!" esclamò la ragazza stringendosi al drago blu. 

Hunter, realizzando che non poteva fare niente per oltrepassare o scudo del Tardis, rallentò improvisamente per poi fermarsi a mezz'aria in un volo stazionario: "AHAHAH Siete solo una banda di codardi! Vi rifugiate dietro una barriera impenetrabile senza poter fare niente!!!" gridò con voce tonante tramite l'altoparlante dello Zero.

"...Codardi a noi??" rispose la stessa Erika di impulso. 

Era un affronto totale! Non poteva assolutamente accettarlo.

"ORA TI AMMAZZO!!!" gridò cercando disperatamente di sbloccare il colpo laser a forza.

"Fermati Ery, sarebbe completamente inutile! Quell'aereo è protetto da uno scudo di energia proprio come il Tie Defender. La tua arma sarebbe completamente inutile e lui avrebbe tutto il tempo per spararti liberamente!!!" disse il Dottore appoggiandole una mano sulla spalla.

"COME FAI A DIRLO??" gridò sempre la ragazza furibonda.

"Avrebbe dovuto essere disattivato come tutto il resto della nave... Ma essendo pienamente funzionante, deve per forza essere protetto da qualcosa!" spiegò il Signore del Tempo guardando il veicolo di fronte a loro.

"Beh siamo davanti alla nave più potente dell'universo, non possiamo catturarlo in qualche modo con il Tardis?" chiese Hanami spontaneamente.

 

Ma inaspettatamente, fu lo stesso Hunter a rispondere: "AHAHAH! Non credo possiate! Qualcosa mi dice che la mia corazzata restera' disattivata soltanto fino a quando quella scatola blu rimarra' su di essa! Vi ricordo che tutte le armi a bordo sono completamente integre! E quelli che avete catturato sono solo una parte dei miei uomini! Quindi quando il Tardis mi inseguira', riprenderanno i bombardamenti sull'isola con tutto ciò che abbiamo! Non rimarra' più niente!"

 

Purtroppo ci aveva azzeccato in pieno... 

 

Il Tardis se si fosse alzato in volo, sarebbe stato solamente questione di qualche secondo perché l'energia della nave potesse tornare.

 

“A questo punto mii rivolgo al Latios cromatico che avete chiamato come Ryo! Consegnami te stesso e le Sfere dell’Anima custodite al centro dell’Isola! E risparmierò la tua famigliola, l’isola e gli altri Eoni!”

 

Lo sguardo di Ryo si fece pieno di rabbia e paura allo stesso tempo.

L’unica cosa che lo avrebbe rassicurato, sarebbe stata la lettura del suo pensiero… Ma incredibilmente la lettura cerebrale non riusciva a penetrare lo scudo dell’aereo.

Non poteva sapere se arrendendosi a lui avrebbe effettivamente salvato l’Isola e la sua famiglia..

“SEI UN MOSTRO!!! NON PUOI CHIEDERE UNA COSA DEL GENERE!!! NON PUOI!!!” esclamò Jun impaurita per la sorte del suo drago mentre lo stringeva a sé.

 

Il Dottore però, cercò di farlo ragionare con un discorso telepatico più velocemente che poteva:

“Ryo non farlo assolutamente! Anche se fosse realmente sincero, il potere delle sfere dell’anima gli servirà per conquistare il mondo nel giro di breve tempo. Noi quando siamo arrivati qui abbiamo trovato un mondo libero e fertile. Se lui stanotte riuscirà a mettere le mani sulle sfere, la storia cambierà creando un paradosso temporale.. E fidati, il suo dominio sarebbe il minore dei problemi.”

La sincerità del Signore del Tempo era indiscutibile per quanto terribile. 

Ma almeno la scelta sarebbe stata più facile…

“Io rifiuto! Non avrai né me, né le sfere dell’Anima maledetto!” rispose con tono il drago alpha.

 

"AHAHAH! Sai in parte speravo che me lo dicessi! Bene restate protetti quanto vi pare! Io vado ad occuparmi degli altri abitanti dell'isola personalmente! STRAPPERÒ LE SFERE DAI LORO CORPI!!!"

 

Sentendo quella frase, i quattro draghi sbiancarono dalla testa alla coda per il panico.

 

"NO!!! NON FARLO!!! NON PUOI!!!" urlò Ryo a squarciagola mentre l'aereo parti' a tutta velocita' verso l'Isola.

 

Ryo per primo, poi Jun, e i loro figli, presi dalla paura per i loro simili, volarono all'inseguimento dell'aereo per poterlo fermare in qualche modo.

"NNOOOOOOOOOOOOOO!!!!!" gridò il primo volando a tutta velocita' verso l'aereo.

 

"JORDAN! BELLATRIX! FERMI!!! VI FARA' A PEZZI SENZA DI NOI!!!" urlarono più che potevano tutti i ragazzi rimasti sulla corazzata... Ma invano. I draghi erano troppo presi dalla rabbia e dalla paura allo stesso tempo per ascoltarli...

 

Dovevano per forza cambiare strategia. Perciò il Signore del Tempo, apri' lo sportello della targa bianca del Tardis, per poi tirare fuori il telefono al suo interno e contattò sia Dylan che i due capitani del Team Rocket: 

"Dylan! Alexander! Ilaria! Hunter sta arrivando da voi con lo Zero! Sparpagliatevi e fate venire qui tre Eoni a prendere le ragazze!"

 

I tre ragazzi si allertarono immediatamente per il timore: "Sentito?? Allontanatevi dall'isola più che potete! Tre di Latios e anche Latias andate a recuperare le mie amiche! Non possiamo affrontare lo Zero da soli!" gridò Dylan impugnando di nuovo la sua arma.

 

"Andiamo noi a prendere le ragazze" disse un giovanissimo Latios accompagnato da due Latias.

 

"Bene rimanete invisibili e fate il giro largo, almeno ha meno probabilità di vedervi...".

 

Lasciando andare i tre piccoli draghetti, puntò lo sguardo verso l’aereo, notando che aveva improvvisamente cambiato direzione.

Stava volando verso il cielo facendosi seguire dai quattro draghi.

“RAGAZZI FERMATEVI! SE LO SEGUITE FARETE SOLAMENTE IL SUO GIOCO!!!” urlò il Dottore telepaticamente sperando tornassero indietro.

“No Dottore! Dobbiamo fermarlo prima che faccia del male agli altri Eoni!!” rispose Ryo completamente preso dal panico.

I quattro draghi provarono ad attaccarlo con raggi, sfere e fulmini. Ma era inutile, lo scudo dello Zero riusciva a dissolvere tutto quanto.

 

“Bene seguitemi!!! Vi schiaccerò come insetti!!!” esclamò Hunter spingendo una leva fino in fondo, facendo poi uno scatto velocissimo lasciando indietro i quattro Eoni che lo inseguivano.

“Come fa ad essere così veloce??” chiese Jordan cercando di raggiungerlo.

Ryo, che era in testa a tutti quanti, notò che l’aereo, divenuto un puntino minuscolo, spense i motori per poi ribaltarsi completamente e letteralmente precipitare verso di loro.

 

Tuttavia, notò che altri puntini erano apparsi accanto ad esso.

“M-ma cosa?” si chiese finché non fu in grado di riconoscerli.

Erano esattamente quattro pokémon.

Uno di essi era un Dragapult come quello di Dandel, riconoscibile per via della sua lunga coda celeste e trasparente e per la sua testa a forma di bombardiere stealth.

Un altro sembrava letteralmente uno squalo antropomorfo blu scuro con il ventre rosso e giallo, due pinne poste sulle braccia, una dorsale e una caudale sulla coda.

Il terzo ricordava chiaramente uno pterodattilo grigio, con una mascella enorme e dei denti a seghetto.

E l’ultimo invece, era chiaramente un’Idra nera a tre teste blu circondate da una corona viola simile ad un fiore, con gli occhi neri e rossi. Le sue ali sembravano più dei tentacoli neri e sotto il suo corpo tondeggiante aveva delle alette stabilizzatrici come quelle degli eoni, più una lunga coda blu.

 

Sorprendentemente, da sotto la punta dell’aereo si aprirono due sportelli, da cui uscirono dei razzi frontali per rallentare la caduta, rimanendo in equilibrio grazie ai motori del volo stazionario.

Aprì poi un altro sportello sotto la pancia, dal quale uscì uno strano dispositivo simile ad un cannone.

 

I quattro draghi erano troppo raggruppati tra loro e gli altri quattro pokémon di Hunter stavano arrivando dai lati per evitare che si separassero.

 

Fu in quell’istante che Jordan, Bellatrix, Ryo e Jun realizzarono di aver sbagliato ad inseguirlo, disobbedendo al Dottore…

E prima che potessero fare qualsiasi cosa, dal cannone fuoriuscì un’enorme rete luminosa che catturò l’intera famiglia di Eoni.

Erano completamente avvolti da questa strana tela al plasma che bruciava solamente al tatto e inoltre li stava stritolando tra di sé e a malapena riuscivano a respirare..

 

“NONONONONOOOOOOO!!!” esclamarono tutti e quattro nel panico totale.

“SIETE SOTTO SCACCO!!! Dragapult! Garchomp! Aerodactyl! Hydreigon! DRAGOPULSAAAR!!!” gridò Hunter come un pazzo.

 

Le quattro creature spararono quattro potentissimi raggi viola dalle loro bocche che colpirono direttamente i quattro Eoni illuminando addirittura il cielo di una forte luce viola…

 

E tutto ciò che si poteva udire, erano le grida di dolore dei poveri draghi indifesi che stavano subendo quella tortura che sembrava non finire mai…

 

“Continuate così! Quando perderanno definitivamente i sensi li porterò sull'incrociatore di Alexander e prenderemo le sfere direttamente da loro!”

Disse Hunter soddisfatto.

 

Ma poi, una serie di anelli blu colpirono in pieno prima Hydreigon e poi Garchomp.

Questi si illuminarono di una forte luce azzurra e poi precipitarono dritti in mare.

Gli altri due, presi dal panico per la cosa improvvisa, fermarono l’attacco e si avvicinarono all’aereo impauriti.

 

“C-che diavolo!?” esclamò Hunter sorpreso.

Alzando lo sguardo, vide nientemeno che il Tardis che stava fluttuando proprio davanti a loro ed Erika stava proprio seduta appoggiata all’uscio con il suo blaster puntato verso di loro.

 

“Sappi che per un attimo mi ero scordata del fatto che è impostata su stordimento. Capite cosa intendo no?” 

 

"Buona Erika, sempre con questa mania… Sorpreso di vederci? Sì c'è stato un piccolo cambiamento di programma, vista la situazione abbiamo preferito venire direttamente con il Tardis qui e i soldati qui dentro hanno provato ad aggredirci, ma una spintarella per rovesciare il Tardis è stata sufficiente per farli tranquillizzare…" spiegò il Dottore tramite l'altoparlante della sua nave spaziale.

 

Hunter, non perse tempo e accese immediatamente la radio dello Zero per comunicare con la corazzata: “FUOCO!!! SPARATE SULL’ISOLA!!!” ordinò ai soldati sulla nave.

 

“...Ci dispiace comandante…”

 

Fu la risposta che ricevette da una delle reclute sulla nave.

Da ciò, comprese che anche gli ultimi soldati della corazzata erano stati catturati, e così fu, dato che Amelia e Hanami più due dei giovani draghi stavano tenendo sotto tiro tutte le reclute, mentre alcuni dei loro Pokémon erano a terra privi di conoscenza.

 

Era un disastro per lui. 

Si sentiva totalmente alle strette, e come se non bastasse, un paio di colpi ionici colpirono l'aereo, e per effetto della ionizzazione, lo scudo di energia perse completamente potenza e si disattivò lasciando l'aereo privo di protezione. 

 

"Mollali immediatamente!!! O ti faccio precipitare direttamente in mare!!! E non provare a fare stupidi ricatto come di far precipitare anche loro con te! Perché come hai potuto vedere, posso privare lo Zero di energia e i nostri amici sarebbero liberi" esclamò furiosamente Dylan puntando la sua arma contro l'aereo. 

Alexander aveva dato il cambio a lui per il Latios che lo aveva salvato.

"Mi raccomando, ora che lo scudo è andato, tieni d'occhio i suoi pensieri..." chiese sempre il ragazzo al drago che lo accompagnava.

 

La situazione sembrava essersi ribaltata nuovamente ma in senso buono…

La scelta stava soltanto a lui, liberare i quattro draghi ormai privi di sensi e di ogni energia e arrendersi di sua volontà oppure essere catturato.

 

"Sembrerebbe che pure io abbia perso… NON È GIUSTO!!!" cominciò decisamente a delirare.

"NON È GIUSTO!!! ERA TUTTO PERFETTO!!! VI ODIO!!! VI ODIO!!! MA NON SPERATE DI AVERMI VIVO!!! NON ACCETTO UN'UMILIAZIONE SIMILE!!!"

 

"….potete uccidermi se volete…."

 

"...MA SAPPIATE CHE QUESTI MALEDETTI MOSTRI VERRANNO CON MEEEE!!!"

 

Il muso dell'aereo, era puntato contro la rete elettronica che teneva i quattro Eoni prigionieri e indifesi.

 

"STA PER SPARARE!!!" gridò terrorizzato il Latios con Dylan!

 

"AAAAAAAAAAAAAHH!!!" gridarono a loro volta Dylan e Erika sparando e lanciando tutto ciò che avevano contro lo Zero. 

Colpi ionici, colpi stordenti, granate elettroniche.

L’aereo non riuscì a sparare fortunatamente, e venne avvolto da un campo elettrico rimanendo completamente privo di energia. 

La rete elettronica si disattivò facendo precipitare i quattro draghi privi di conoscenza, ma fortunatamente il Tardis si piazzò proprio sotto di loro orizzontalmente e la giovane Latias unitasi a loro, li fece entrare all’interno della cabina blu con la telecinesi.

Lo Zero invece, rimase sospeso per aria con l’aiuto del raggio traente del Tardis, in modo tale da non farlo precipitare addosso a loro.

 

All’interno del Tardis, il Dottore ed Erika erano letteralmente appesi alla console e alla ringhiera all’interno della nave poiché la gravità era completamente sbilanciata.

“Bene ora torniamo verticali Dottore!!!” disse la ragazza cercando di tenersi.

“U-urgh!!!” gemette il Signore del Tempo cercando di tirare giù una leva, la quale fece tornare la nave in posizione verticale.

“LA VOLETE SMETTERE DI SBALLOTTARCI?!” gridò una recluta nel Tardis con un po’ di nausea.

“Sì sì abbiamo finito! Il vostro comandante è sistemato!” disse soddisfatto il Signore del Tempo, per poi proseguire: “Erika! Dylan! Portate i nostri quattro ragazzi alla camera qui accanto e state con loro finché non si sveglieranno!” 

“Certo!!!” esclamarono entrambi, mentre Erika prese prima Bellatrix in braccio e la portò in camera. Poi Dylan fluttuò dentro la cabina con l’aiuto del Latios su cui si trovava e fece lo stesso con il fratello: “Oooh issa!!”

“Ale! Posso chiamarti così? Siete riusciti a recuperare Garchomp e Hydreigon?” chiese il Dottore ad Alexander tramite la radio del Tardis.

“Sì, abbiamo mandato una Lapras e una Mantine a recuperarli e sono già ritornati in superficie! E poi cattureremo gli altri due.” rispose il capitano per rassicurarlo.

“Bene! Noi torniamo alla corazzata per posare la zavorra Zero. Voi riprendere le scialuppe e raggiungere i vostri incrociatori! Potrebbero essere un po’ danneggiati ma sono perfettamente in grado di muoversi…”

 

Stavolta, fu Ilaria a rispondergli ma con tono abbattuto: “E che ci dobbiamo fare…? Ora che siamo stati espulsi dal Team Rocket non abbiamo più un posto dove andare…”

Ma il Signore del Tempo non li abbandonava di certo: “Tranquilla… Sistemerò io questa faccenda con il vostro capo! Ora accompagnate i vostri uomini fedeli e traditori sugli incrociatori, poi voi due aspettatemi a prua che vengo a prendervi con il Tardis”

La risposta impressionò molto i due capitani, non si aspettavano di essere aiutati tecnicamente dal nemico. Tutti i membri del Team Rocket sull’isola scesero dai draghi e salirono sugli hovercraft e sulle scialuppe portate lì dagli uomini di Ilaria arrestati. Questi ultimi, erano ancora dentro le scialuppe e, appena entrarono gli altri, si misero tutti a testa bassa per la vergogna senza dire niente.

Furono Ilaria, Alexander e altri due membri a guidare le barche e i mezzi da sbarco fino ai due incrociatori, lasciando i rispettivi equipaggi alle proprie navi, e appena saliti, gli ordini furono più che chiari: “Voi che avete deciso di voltarci le spalle seguendo Hunter, entrate immediatamente nelle vostre cabine. E rimaneteci finché non saremo tornati alla base. Voialtri invece, sorvegliateli dai corridoi. Nessuno dovrà abbandonare la nave!”

 

I soldati fedeli ad Ilaria accompagnarono i traditori nelle cabine, chiudendoli a chiave al loro interno, mentre sull’incrociatore di Alexander, i soldati che lo avevano tradito erano ancora sotto shock e quelli che si erano risvegliati riuscivano a muoversi a malapena, perciò gli altri soldati e Alexander stesso, se li coricarono sulla schiena o li tenevano direttamente in braccio e li portarono nelle cabine adagiandoli sui loro letti.

 

Nella corazzata invece, il Dottore adagiò lo Zero esattamente nell’hangar da cui era uscito, e chiese a Dylan un favore: “Dylan! Potresti venire ad aiutarmi con il nostro amico qui fuori?”

“Con molto piacere!” rispose il ragazzo scrocchiandosi le dita.

Il Dottore prese una scala e la appoggiò al fianco dell’aereo e Dylan la usò per salire fino alla cabina di pilotaggio. Il Signore del Tempo usò il cacciavite sonico per aprire la cabina e Dylan vide che Hunter era completamente privo di sensi e lo tirò fuori dalla cabina tenendolo per le braccia, il Dottore poi lo aiutò a farlo scendere tenendo Hunter per le gambe e insieme lo portarono dentro al Tardis.

Dopodiché, il Signore del Tempo scese esattamente sotto alla console di comando dove aveva lasciato una corda. La prese, e tornò da loro: "Onde evitare che questo pazzo crei ulteriori problemi, sarà meglio legarlo e chiuderlo in un’altra camera del Tardis… Anche solamente per evitare che gli altri lo uccidano.” 

“Lo ucciderei volentieri io adesso, ma sei tu il capo quindi resisterò…” disse il ragazzo brontolando.

I suoi occhi erano tornati normali, insieme a quelli degli altri. Insieme tolsero il casco ad Hunter e gli legarono mani e piedi per poi stenderlo su un lettino di una cameretta isolata. 

Una volta chiusa a chiave la camera, il Dottore e Dylan tornarono alla camera dove si trovavano i draghi svenuti per vedere come stavano.

Erano in condizioni piuttosto pietose, il loro piumino era pieno di bruciature… Ma comunque respiravano, e bene o male, si sarebbero ripresi presto…

Nel dubbio, il Signore del Tempo prese delle bende e con l’aiuto di Erika e Dylan, fasciò per bene le ferite dei quattro draghi con delicatezza.

“Grazie ragazzi… Per favore, rimanete con loro in attesa che si sveglino, poi quando saliranno Ilaria e Alexander ci faremo dare qualche medicina del posto per farli riprendere.”

“Non li lasceremo mai Dottore… Puoi stare tranquillo…” disse Erika per rassicurarlo.

Poi il Dottore si avviò verso la porta della camera per raggiungere la sala comandi.

Ma una voce lo fermò esattamente sull’uscio: “D-Dottore…” 

Si voltò e notò con piacere che Ryo aveva riaperto leggermente gli occhi.

“Ryo! Ti stai riprendendo vedo! Ne sono felice!” disse sempre il Dottore avvicinandosi a lui per poi accarezzargli la testa.

Il drago, apprezzò le sue carezze. Ma poi guardò la sua famiglia, vedendo così in che stato si trovavano.

 

I suoi occhi si fecero lucidi e cominciò a lacrimare e piangere.

Si sentiva letteralmente un fallimento.

 

“È tutta colpa mia… N-non ho voluto ascoltarvi… Se vi avessi dato retta invece di inseguire quel maledetto aereo, probabilmente tutto questo non sarebbe successo…

E pensare che mi ero infuriato con te proprio perché non volevo che mettessi in pericolo la vita dei miei figli… 

E alla fine… 

Sono stato proprio io a mettere in pericolo la vita di tutta la mia famiglia…

Non merito proprio nulla… Mi sono rivelato come un pessimo padre… Spero solo che la mia famiglia potrà perdonarmi dopo tutto questo…”

 

I tre alieni si avvicinarono a lui guardandolo con compassione. 

Tecnicamente quello che diceva era vero, se avesse dato ascolto a loro invece che farsi prendere dal panico, probabilmente sarebbe finita diversamente.

Ma è comunque finita bene e l’Isola del Sud era salva. 

Non era assolutamente necessario infierire su di lui…

“Ryo… Non devi dire così! Tutti possiamo commettere degli sbagli. Sai quante volte ho commesso degli errori io? Non ti potrei rispondere perché ormai ne ho perso il conto… Molti di questi errori mi sono costati molto caro. E altri ancora, un rimorso eterno…

Ciò che devi fare è imparare da questi errori! Dimmi un po’, quanti anni hai?”

Il drago gli rispose: “trecentoventicinque… Perché?”

“Trecentoventicinque? Ti assicuro che hai ancora tanto da imparare e tanto da sbagliare caro mio… Te lo dice una persona con più di duemila anni di età e ancora non riesce a smettere di fare né l’uno né l'altro ahah” rispose a sua volta il Dottore ridacchiando.

 

Quelle parole, fecero tornare un po’ il sorriso a quel drago bisognoso di conforto e, dopo un’ultima carezza, il Dottore si avviò verso la sala comandi del Tardis e si affacciò alla porta di ingresso lanciando il suo cacciavite sonico alle ragazze fuori: “Amy! Hanami! Prendete questo e chiudete i vostri ragazzi nelle loro stive!”

Le due ragazze obbedirono e, con un po' di pazienza e un aiuto da parte dei giovani Eoni rimasti con loro, rinchiusero i soldati catturati nelle stive della corazzata, per poi bloccare la serratura col cacciavite sonico.

Terminato il lavorone durato più di venti minuti, le due ragazze e i draghetti rientrarono nella cabina blu con un po' di fiatone.

“Fortunatamente non erano armati, quindi non è stato difficile tenerli a bada…” disse Amelia restituendo la pistola ad Hanami e il cacciavite sonico al dottore per poi rivolgersi ai tre draghetti che li avevano aiutati: “Vi ringraziamo tanto per essere venuti ad aiutarci! Tornate sull’isola, e date la notizia che è tutto finito!” aggiunse con tono gioioso.

“Voliamo!!!” esclamarono tutti e tre volando velocemente verso l’isola.

“Alexander! Ilaria! Fatevi trovare sulla poppa degli incrociatori! Vengo a prendervi con il Tardis! E per favore, portate con voi anche dei medicinali o qualcosa per guarire le ferite…” disse il Signore del Tempo tenendo la radio del Tardis in mano.

“Ricevuto!” risposero i due capitani arrivando sulla poppa della nave come richiesto.

 

Da dove si trovavano, potevano chiaramente vedere la cabina blu alzarsi in volo per poi dirigersi a gran velocità verso la nave di Ilaria, fermandosi proprio di fronte a lei e facendola salire. 

Poi era il turno di Ale e anche lui entrò nel Tardis con una valigetta medica dell’incrociatore.

 

Entrambe avevano già capito che quella cabina blu era enorme al suo interno, ma l’impatto fu comunque notevole, tanto che si guardarono intorno con stupore ed emozione: “È veramente incredibile…” aggiunse Alexander una volta entrato.

“Per favore seguitemi ragazzi” disse il Dottore per poi accompagnarli alla camera dove stavano i quattro draghi.

“Potete fare qualcosa per aiutarli?” chiese Erika stessa con tono piuttosto umile.

Alexander annuì: “userò una iperpozione.Li aiuterà a guarire le ferite più velocemente…”

Egli tirò fuori una sorta di boccetta spray e la sciabordò.

“Ila, togli le bende a lei per favore ma fai piano” disse riferendosi a Bellatrix.

La ragazza tolse delicatamente le bende alla draghetta e Ale spruzzò la pozione direttamente sulle ustioni, per poi ricoprirle di nuovo con le bende.

Poi fecero lo stesso con suo fratello, sua madre e infine suo padre, il quale essendosi già ripreso, osservò la scena guardando i due capitani al lavoro: “Grazie…” 

“Vi siamo debitori. Avete messo a rischio la vostra vita per salvare la nostra. Se Hunter ci avesse raggiunto con lo Zero non credo che saremmo durati più di tanto.” disse Ilaria guardandolo con aria seria.

“Ecco fatto, le vostre ferite guariranno nel giro di qualche ora e la tua famiglia si sveglierà tra pochissimo, non preoccuparti Ryo…” disse Alexander per rassicurarlo.

 

“Grazie ragazzi! Adesso, andiamo a sistemare il problema con il vostro capo Giovanni!” disse il Signore del Tempo stringendosi le mani e con un’espressione fin troppo emozionata.

“E come pensi di fare?” chiese Ilaria incuriosita.

“Avevo elaborato un piano! Ora però ho bisogno di voi due alla sala comandi! Seguitemi!”

I tre andarono direttamente alla sala principale dove si trovavano già sia Amy che Hanami sedute sulle sedie, per poi mettersi di fronte ai comandi del Tardis.

Esattamente come con i due draghi, il Dottore spinse una serie di pulsanti e aprì lo sportello contenente la gelatina che permette al Tardis di connettersi con la persona stessa.

“Adesso, vi chiedo di immergere le vostre mani in questa gelatina calda e pensate esattamente all’ufficio del vostro capo, su dove si trova, e il punto migliore dell’ufficio per starci con il Tardis. Magari un angolo dove sapete che non c’è niente o che di solito non ci va nessuno” spiegò il Gellifreyano.

“Eh?” dissero entrambi piuttosto confusi.

Fu Amelia stessa a rispondere ridacchiando: “Ahah! Voi fatelo e basta, non distruggeremo nulla!”

 

I due si guardarono, ma poi chiusero gli occhi e pensarono solamente all’ufficio del loro Boss, il luogo in cui si trovava e un angolo piuttosto spazioso dove la cabina blu poteva rimanere parcheggiata.

 

“Ce l’avete fatta! Il Tardis ha acquisito le coordinate esatte del punto di atterraggio! È a parecchi chilometri da qui, mi pare quindi di capire che non siete di Hoenn” disse il Signore del Tempo con interesse.

“Infatti. Noi veniamo dalla regione di Kanto, mentre altre nostre reclute dalla regione di Johto. Lì ci sono le nostre case e anche le nostre basi!” spiegò Ilaria.

 

“Ti dirò! Anche sulla Terra del nostro universo esiste la regione di Kanto! Anche le altre, ma hanno nomi diversi. 

Per esempio la regione di Hoenn, nel nostro universo si chiama Kyūshū, la regione di Johto si chiama Kansai” spiegò il Dottore osservando la mappatura e l’aspetto delle regioni stesse, mentre tutti gli altri ascoltavano con interesse.

 

Quest’ultimo poi, si mise in testa il suo Fez,  schioccò le dita e le porte del Tardis si chiusero.

“Bene andiamo!” disse tirando giù una leva della console.

Dall’interno della stanza in cui si trovavano, iniziò a diffondersi il rumore che rendeva quella nave speciale, mentre una sorta di ampolle di vetro che si trovavano all’interno della colonna centrale, cominciavano a muoversi su e giù.

Il tutto durò circa una ventina di secondi, per poi fermarsi.

“Siamo arrivati?” chiese Alexander.

Il Dottore prese direttamente lo schermo piccolo della console e lo rivolse verso di lui.

“Direi proprio di sì!” 

Sullo schermo si vedevano una ventina di soldati e reclute che si erano radunati insieme ai loro pokémon attorno alla cabina blu, con le loro armi puntate su di essa.

“Ehm… Non è che ci ridurranno in un colabrodo appena mettiamo piede fuori?” chiese giustamente Ilaria preoccupandosi per la loro sorte.

“Scopriamolo!” disse sempre il Signore del Tempo dirigendosi verso la porta e Amelia lo seguì a sua volta.

Si affacciò all'uscio, per poi uscire e togliersi il berretto: “Salve a tutti! Cerco un certo Giovanni! Ho bisogno urgente di parlargli!” 

 

Da dietro i soldati, una voce molto fioca ma decisa gli rispose:

“È me che cerca..? Eccomi…” 

 

I soldati si spostarono e, un uomo alto circa un metro e ottanta di età avanzata stava seduto dietro alla scrivania tenendo la sua mazza di metallo con entrambe le mani.

Aveva ormai perso i capelli sulla testa, e quei pochi che gli rimanevano erano neri e bianchi.

Indossava uno smoking nero elegante e con il logo del Team Rocket sul petto.

Seduto sopra la scrivania stessa, ci stava una sorta di leone di montagna ma di dimensioni ridotte e con un gioiello rosso incastonato sulla fronte.

 

Alle loro spalle era appeso alla parete un grande quadro.

A giudicare dai due soggetti disegnati, si direbbe proprio che fosse sempre quell’uomo che teneva sulle ginocchia il suo Pokémon dall’aspetto di un felino, ma di quando aveva un aspetto decisamente più giovane.

Nel dipinto aveva infatti i capelli marroni e un sorriso tale da far quasi riflettere la luce.

“Lord Giovanni suppongo! Piacere di fare la sua conoscenza!” esclamò il Dottore avvicinandosi a lui e porgendogli la mano.

L’uomo gli guardò la mano con aria stranita ma stupita allo stesso tempo.

Nessuno prima d’ora si era rivolto a lui con così tanta scioltezza.

Gli strinse poi la mano e poi lo guardò in faccia concentrandosi sul suo volto:

“Aspetta… Ma io la conosco! Lei… Lei è quell’uomo che si trovava sull’Isola… Sull’Isola del Sud con gli Eoni e gli altri soldati..!”

 

“Esatto! Mi presento, sono il Dottore! E la ragazza alle mie spalle è la mia compagna di viaggio Amelia!” disse sempre con aria stranamente gioiosa.

“Salve!” rispose la ragazza salutando con la mano.

 

Il volto dell’uomo era un po’ incupito.

“Avete indotto... i miei uomini a tradirmi… Perché lo avete fatto…?”

“In realtà sono venuto qui da lei proprio per parlarle di questa cosa!” rispose il Dottore sempre rilassato.

“Ilaria! Alexander! Venite!”

“Eh?” disse stranito il Boss guardando la cabina blu.

Da essa uscirono i due capitani, i quali si avvicinarono a lui per poi prostrarsi a lui.

 

“Voi due… Avete un bel coraggio a presentarvi di fronte a me… Dopo avermi voltato le spalle!” disse Giovanni con rabbia e delusione.

“Non abbiamo mai avuto intenzione di tradirla Boss…” rispose Alexander alzando la testa.

“Ah no? E questo come lo spiegate…?” disse poi premere un pulsante sul bastone che fece apparire uno schermo olografico.

Lo schermo mostrava chiaramente loro due e gli altri soldati che, invece di combattere gli Eoni, li stavano accarezzando e alcuni li stavano pure abbracciando. 

Inoltre, mostrava il momento in cui Erika ebbe l’infarto e Ilaria che si era messa d’impegno per salvarle la vita.

“Onestamente trovo tutto ciò estremamente adorabile!” disse il Signore del Tempo con la sua solita allegria.

“Ma tutta la battaglia sulla spiaggia che fine ha fatto?” aggiunse sempre lui.

“Battaglia?” chiese Giovanni.

“Beh quella povera ragazza non ha avuto un infarto perché le andava. Mi permetta di mostrarle tutta la scena completa” disse ironicamente tornando dentro la cabina blu.

“Mi pare di capire… che quella cabina è più grande all’interno…” disse sempre il Boss sentendo i passi del Dottore che si allontanavano sempre di più.

“Ha capito molto bene ahah!” disse Amelia ridacchiando.

Poi i passi si fecero di nuovo sempre più vicini e uscì di nuovo dalla cabina con il suo cacciavite sonico in mano.

“Ho sistemato velocemente il tutto! Eeeeee via!” disse il Dottore usando il suo cacciavite sonico verso il Tardis.

La lanterna sopra la nave si illuminò improvvisamente e nella stanza apparve un ologramma della spiaggia dell’Isola del Sud. 

 

Sotto lo sguardo stupito di tutti quanti, l’ologramma cominciò a mostrare tutte le scene della battaglia. 

 

Dallo sbarco sull’isola, all'accerchiamento del gruppo di alieni con gli Eoni, per poi proseguire con il tentato attacco con i pokémon bloccato dallo scudo di Dylan.

 

Dopodiché venne mostrato il momento esatto in cui il Lucario di Alexander venne stordito da Dylan, il quale scatenò l’ira del capitano e di tutto il resto del gruppo d’assalto.

 

Veniva mostrato tutto il combattimento per intero con tanto di audio ed era possibile sentire le grida di rabbia e dolore sia da parte del Team Rocket che da parte dei protagonisti.

“Dal video… Si direbbe che avete sterminato tutti i miei uomi- oooooh quel pugno atomico sulla faccia di quella ragazza… Deve aver fatto molto male… Eeeeh niente pure il super fulmine diretto su di lei- Beh…Devo dire che ti sei impegnata Ilaria.”

“Grazie Signore! Ma ci sono riuscita solo grazie ad Alexander che ha preso a pugni Dylan…”

“Oh! È vero! E sembrano pure… tutti molto dolorosi AHAH!”

Poi l’ologramma mostrò il ribaltamento della situazione, ovvero Erika che grazie all’intervento di Jordan, riuscì a stordire Ilaria e Hanami che stava per mettere fuorigioco Alexander.

Quest’ultimo, si stava concentrando interamente sul suo Lucario nell’ologramma, vedendo il momento esatto in cui si era risvegliato, per poi alzarsi in piedi a fatica e lanciare quella debole sfera di energia che disarmò Hanami prima che riuscisse a sparare un colpo su Ale.

 

Quella scena lo fece sorridere e non potette fare a meno di prendere la sua pokéball e far uscire Lucario da essa.

“Ho visto tutto, sei stato formidabile…” disse accarezzandogli la testa mentre il pokémon gli sorrise con un abbaio gioioso.

 

“Come può vedere, i suoi uomini non sono stati uccisi, ma solamente storditi” disse Amelia facendogli notare che si stavano risvegliando tutti, anche se a malapena riuscivano a reggersi in piedi.

“Beh visto che lei è qui… Sarebbe stato scioccante il contrario” le rispose Giovanni indicando Ilaria.

“E la scena sul televisore?” aggiunse sempre lui.

“Ecco qua!” disse il Dottore mostrando la scena in cui lui stesso chiama gli Eoni per soccorrere i soldati feriti e deboli e anche loro stessi.

“I vostri… nuovi amici?!” rispose Giovanni sconvolto.

“Beh, delle creature leggendarie le hanno curano gratis i suoi uomini, cosa vuole di più dalla vita? Ahahah” gli rispose Amelia ridacchiando.

“È vero anche questo… Poi.. data la vostra presenza… Mi pare di capire che siete sopravvissuti al bombardamento… Come avete fatto?” chiese il boss sempre con voce un po’ fioca ma con curiosità mentre il video dell’ologramma andava avanti.

Il Signore del Tempo usò il cacciavite sonico come se fosse un telecomando da televisione e fece scorrere il video fino alla parte dell’assalto alle navi.

“A volte è proprio l’attacco la miglior difesa. Infatti abbiamo abbordato i suoi incrociatori mettendo fuori gioco gli armamenti delle navi e i soldati sopra di esse…" spiegò il Dottore mostrando una panoramica degli assalti su entrambi gli incrociatori.

 

"Ok ho visto abbastanza… Urgh…" si lamentava stringendosi un po' il petto.

"su questa spedizione… avevo investito praticamente tutto… Ora… Ora che le mie navi sono state distrutte… Ho finito ogni risorsa che avevo…"

"Capo!!!" esclamarono i due capitani e i soldati nella stanza vedendo che si stava sentendo male.

"Su non si disperi!" disse il Signore del Tempo appoggiandogli una mano sulla spalla.

"I suoi uomini sono ancora vivi… Beh un po' ammaccati forse- E le sue navi sono ancora utilizzabili! Solamente gli incrociatori hanno le armi fuori uso, ma i loro motori sono ancora a piena efficienza e la corazzata ha solo subito dei danni al ponte di comando. Ma non per mano nostra!" spiegò il Dottore cercando di arrivare al punto.

 

"...Che vuol dire?"

 

"Le assicuro, che gli uomini che lei ha reputato come traditori le sono rimasti fedeli al 100%. E al contrario, sono proprio coloro che lei ha sostenuto durante questa battaglia i veri traditori, che l'hanno solamente usato per sbarazzarsi dei soldati sull'isola. Il tutto allo scopo di poter sfruttare il potere della Sfera dell'Anima per togliere di mezzo lei, il Team Rocket stesso e conquistare il mondo!"

 

Lo sguardo di Giovanni si fece sempre più cupo man mano che il Dottore parlava.

"Le… vostre prove…?"

 

"Beh innanzitutto iniziamo col discorso che pure lei avrà sentito!" disse il Dottore puntando il Cacciavite sonico sulla cabina blu.

L'ologramma tornò esattamente al punto in cui Hunter dichiarò Guerra aperta: 

 

"Beh io no, ma il Boss può! E questo ordine è arrivato direttamente da lui! Siete sempre stati una palla al piede per me.E finalmente senza di voi prenderò possesso dell’intera isola con tutto ciò che contiene e potrò finalmente governare il mondo al fianco di Giovanni in persona!!!"

 

"Beh sì… Glielo avevo garantito..! E… con ciò?"

 

"Lo ha detto chiaramente che non vedeva l'ora di sbarazzarsi dei due capitani e dei loro equipaggi…"

 

"Sì poi…?"

 

"Beh sono più che convinto che voglia udire altre fonti oltre all'ologramma… ERIKAAAAA!!! VIENI UN ATTIMO FUORI PER FAVORE!!!"

 

"Uuhh.. faccia piano per favore… I rumori forti non li sopporto più come un tempo…" disse Giovanni coprendosi le orecchie con le mani.

 

"Oh mi scusi!”

 

Dopo qualche minuto, ecco che dalla cabina blu uscì il capitano degli imperiali ancora con l’armatura addosso ma senza il suo mitra pesante.

“Eccomi!” disse la ragazza mettendosi sull'attenti e con le mani dietro la schiena.

 

“... Non serve che fai il soldato, non sei in servizio… Comunque per favore cara mia, fai sentire al boss ciò che ha detto Hunter mentre la corazzata era fuori uso!”  disse il Dottore con molta scioltezza.

 

“Con molto piacere!” rispose sempre lei togliendosi l’elmo e mostrando la sua faccia.

La sua guancia destra era un po’ più gonfia e presentava un bel livido per via del pugno ricevuto da Ilaria…

 

“Ah tu devi essere… La tipa del pugno atomico… ahah!” disse Giovanni ridendosela.

 

“Eeeh... Già! E anche fulminata… Meno male che il capitano Ilaria mi ha comunque salvato la vita… Comunque la prego di ascoltare la registrazione.” disse la ragazza per poi premere un pulsante sulla destra dell’elmo.

 

“Poteva essere la missione meglio riuscita nella storia…

Il piano era perfetto… 

Avrei ottenuto facilmente quelle maledette Sfere dell’Anima, e avrei usufruito del loro potere per dominare il mondo una volta per tutte.

Chiunque avesse tentato di contrastarmi, avrebbe trovato la morte con alluvioni, tempeste e altri fenomeni atmosferici.

Nessun esercito, nessun pokémon. Niente sarebbe stato in grado di fermarmi.

Neppure Giovanni.

Ma siete arrivati voi maledetti alieni.

E avete deciso di mettermi i bastoni tra le ruote alleandovi con gli Eoni stessi e abbindolando quei falliti di Alexander e Ilaria.”

 

Sentendo quelle parole, il Boss rimase sorpreso e deluso allo stesso tempo, tanto che si appoggiò con tutto il peso sulla sua mazza. 

“...non ci posso credere… Avete qualche altra.. Qualche altra prova di ciò…?”

 

Stavolta però, la risposta arrivò direttamente dall’interno del Tardis.

“Vuole una prova concreta? Bene. Glielo mostro dal vivo!!!” esclamò Ryo uscendo dal Tardis con una folata di vento all’interno dell’ufficio stesso.

 

“RYO CHE FAI?? È PERICOLOSO!” gridò Amelia preoccupata per lui.

 

Giovanni e tutte le guardie lì presenti rimasero sconvolte.

Un Latios addirittura cromatico, era proprio lì di fronte a loro!

“Ma.. Cosa.. Come..?” disse il Boss sbalordito.

 

“Ecco a lei la prova che cercava!” esclamò per poi accendere i suoi occhi come se fossero fari luminosissimi.

 

Improvvisamente, l’area si distorse completamente e si ritrovarono tutti quanti all’interno del ponte di comando della corazzata.

I soldati si guardavano attorno per via della cosa decisamente inaspettata. 

La scena che Ryo mostrò a trecentosessanta gradi, fu la stessa mostrata dalla registrazione del casco di Erika.

Hunter rivelò chiaramente le sue intenzioni di servirsi sia del Team stesso, che delle Sfere dell’Anima per dominare il mondo intero.

Giovanni a quel punto non ebbe più bisogno di ulteriori prove.

Il tradimento era palese.

Ma aveva comunque un’ultima domanda, stavolta per il Latios che stava mostrando il tutto: 

“Dimmi… perché stai cercando… di aiutarmi per questo problema..?”

 

Il drago gli rispose con il massimo della sincerità:

“Non voglio aiutare lei. Ma non voglio che i due capitani qui presenti vengano puniti per cose che non hanno fatto. 

L’assalto sull’isola non avevano possibilità di vincerlo, in quanto questi extraterrestri perfettamente preparati sono giunti dal futuro per salvarci! 

E poi sono stati gentili con me e la mia famiglia, di conseguenza sono favorevole a farli rientrare nei loro ruoli…

Inoltre, Hunter deve essere punito per il male che ha fatto a tutti noi. Lei compreso.

Sono stato chiaro?”

 

Sentendo tutto quel discorso, Giovanni alzò leggermente la testa. 

Comprese perfettamente la situazione e si rivolse direttamente ad Ilaria ed Alexander:

“Cosa… Avreste intenzione di fare adesso…?”

 

Alexander rispose per entrambi: “Con il vostro permesso, le consegnamo proprio adesso Hunter e un gruppo di prigionieri che era d'accordo con lui. Poi in seguito, vorremmo tornare sull’Isola del Sud per recuperare le tre navi, lo Zero e tutto il resto dell’equipaggio. Traditori e non…”

 

“Ah… Perfetto! Fateli pure venire tutti quanti!”

 

Alexander fece cenno ad Erika con la testa e, quest’ultima si rimise il casco sulla testa:

“Portate i prigionieri!” ordinò mettendosi le mani dietro la schiena.

 

Passarono qualche minuto, per poi cominciare ad udire una serie di lamenti provenienti dall’interno della cabina:

“Ehi! Che modi!” - “Piano ahio!” - “Stiamo uscendo! Stiamo uscendo!”

 

E di lì a poco il gruppo di reclute venne letteralmente scaraventato fuori dalla cabina blu da Dylan e Hanami a suon di spintoni, tanto che alcuni si ritrovarono per terra in ginocchio.

Ma una volta realizzato che si trovavano proprio di fronte al loro Boss, i loro volti si fecero pallidi dalla paura.

 

Giovanni li guardava con uno sguardo freddo e fulminante allo stesso tempo.

“Hunter dov’è..?” chiese ai due soldati.

“A lui ci penso io stesso.” disse Ryo rientrando dentro al Tardis.

 

Non ci fu molto da attendere…

 

“FUORI!!!” gridò il drago scaraventando il ragazzo fuori dalla cabina.

Hunter era ancora sotto shock per i colpi ricevuti; tuttavia anche se aveva la vista ancora annebbiata, capì perfettamente di trovarsi di fronte a Giovanni.

 

“Perché  mi hai fatto questo..? Io mi fidavo di te… Mi hai usato per raggiungere i tuoi scopi e dominare il mondo…Perché…??”

 

Hunter, non si vergognava affatto di tutto ciò e glielo dimostrò con un sorriso che era tutto fuorché amichevole.

“Perché, mi sta chiedendo? Lo ha detto lei stesso… Per dominare il mondo! 

Se avessi fondato una mia organizzazione, non avrei potuto competere con il Team Rocket… Perciò mi è bastato entrare e farci carriera per poi schiacciare tutti quanti al momento giusto! E sarebbe stato perfetto! Se non fosse stato per questi alieni da strapazzo…”

 

“Pfff Guarda che hai fatto tutto da solo! Sei il tipico cattivone che al momento della vittoria inciampa perché chiacchiera troppo!” gli rispose Amelia ridacchiando.

 

E in effetti era vero, se non si fosse lasciato trasportare dalla superbia, il Dottore e gli altri non avrebbero potuto raccogliere prove a sufficienza per incastrarlo, e di conseguenza sarebbe rimasto un pericolo per tutta la Terra.

 

“....Portatelo via…” disse il Boss ai suoi soldati, i quali lo presero per le braccia e lo trascinarono fuori dall’ufficio.

 

Tuttavia, mentre lo stavano trascinando via, Hunter voltò leggermente la testa verso Ryo guardandolo con i suoi occhi verdi e lo mise in guardia con il pensiero:

“So che puoi leggermi nel pensiero.

E allora leggi questo!

PREGA!!!

Prega che io venga messo fuori gioco una volta per tutte!!!

In caso contrario… Vi conviene rimanere rintanati nella vostra schifosa isola.

Perché se le nostre vite dovessero incrociarsi di nuovo…

Sappi che la mia vendetta sarà terribile.

RICORDALO RYO!!! RICORDALO!!!”

In più di trecento anni di vita, quel drago non aveva mai conosciuto qualcuno con un tale odio nei suoi confronti e nella sua famiglia.

Cercò di auto controllarsi più che poteva per non barzagli addosso e farlo fuori con le sue stesse zampe.

 

Una mano amica però, si appoggiò al suo collo in segno di conforto quasi paterno.

 

“Sono più che certo che Hunter ti abbia lanciato una forte minaccia.

Non devi temere… 

Giovanni si occuperà di lui e non ti creerà più problemi.”

disse il Dottore con la telepatia per confortarlo.

 

Il drago gli sorrise in modo amichevole e si avvicinò di più a lui.

 

Il boss poi, fece una sorta di sospiro e poi si voltò verso il Dottore e Ryo:

“Beh signori… Ci avete messo… I bastoni tra le ruote… Ma credo proprio che ci avete salvati tutti… Non ho idea di cosa… Di cosa ci avrebbe fatto quel bastardo con le sfere nelle sue mani… Ma ora possiamo stare tranquilli… Dunque! Cosa desiderate per sdebitarmi?”

 

“Lascerò che sia il Latios accanto a me ad esprimersi!” disse il Dottore mentre fece un passo a destra,lasciando spazio al drago verde acqua.

 

“Grazie Dottore! Io… Le chiedo che lei e il Team Rocket abbandoniate ogni progetto che riguarda noi Eoni e le nostre Sfere dell’Anima… Sono secoli che viviamo con l’ansia che qualcuno ci invada e spero che lei possa aiutarci con questo”

 

Giovanni rimase in silenzio, guardando gli occhi color ambra del drago con quel suo sguardo penetrante.

 

“E sia… Ma a patto che mi aiutiate a recuperare tutto ciò che è mio sull’isola.” accordò il boss.

 

“Molto volentieri! Tanto come ho detto prima, le tre navi possono ancora muoversi liberamente” rispose a sua volta il Dottore.

 

“Capo! Con suo permesso, vorremmo andare a recuperare le navi e i nostri uomini, insieme al resto dei prigionieri” disse Ilaria con tono deciso ma umile allo stesso tempo.

 

“Andate!” annuì Giovanni per poi tornarsene sulla poltrona dell’ufficio.

 

Tutta la squadretta rientrò nel Tardis e il Dottore si mise subito ai comandi della nave.

“Torniamo all’Isola del Sud!” esclamò per poi tirare la leva del teletrasporto.

Immediatamente si ritrovarono a volare nel cielo a velocità estrema, sorvolando in brevissimo tempo la regione di Kanto, poi Johto e infine Hoenn per poi atterrare direttamente sulla corazzata.

 

Tutto era rimasto come lo avevano lasciato. L’Isola era ancora in fiamme, i prigionieri erano nelle loro celle improvvisate e gli uomini di Alexander e Ilaria tenevano il tutto sotto controllo.

Le reclute sulla corazzata si radunarono in due file per salutare l’equipaggio del Tardis in stile militare. 

Appena uscirono tutti quanti dalla cabina blu ad eccezione dei draghi che erano ancora sul letto, i soldati li accolsero con il pugno appoggiato sul loro petto.

“Bentornati capitani!” dissero tutti insieme.

“Grazie soldati!” esclamò Alexander.

 

Poi sia lui che Ilaria salirono su uno dei cannoni fotonici e iniziarono il loro discorso:

“È con immensa gioia che vi comunico, che siamo stati tutti quanti riabilitati all’interno dell’organizzazione!” esclamò Ilaria con tono orgoglioso.

 

Il suo discorso fu seguito da un grido gioioso sia dalle reclute che dai loro pokémon, sia sulla corazzata che anche dagli incrociatori: “YEEEEEEEEEEHH!!!”

Poi fu Alexander a continuare il discorso:

“Quest’oggi! Abbiamo conosciuto in prima persona degli Extraterrestri in carne ed ossa! Non eravamo assolutamente preparati a questo e ci hanno dato del filo da torcere… 

Data la loro tecnologia superiore, è chiaro che potevano sterminarci come volevano. 

E invece non solo ci hanno risparmiato! 

Ma ci hanno salvati tutti quanti dal tradimento di Hunter e dei suoi uomini!

E insieme ai draghi che abbiamo tentato di sottomettere, ci hanno aiutati a catturare il traditore e a farci reintegrare nel Team da cui eravamo stati espulsi a causa di un malinteso.

Perciò, avranno tutta la nostra stima finché saranno con noi!”

 

Seguì un nuovo grido gioioso da parte di tutti i soldati:  “YEEEEEEEEEEHH!!!” 

 

E il tutto venne concluso da Ilaria con una richiesta: “Detto ciò, io e il capitano Alexander vorremmo parlare in privato con il Dottore nell’alloggio di Hunter per un’ultima questione, se possibile.”

 

Il Signore del Tempo non esitò nemmeno un secondo: “Certo ragazzi! Arrivo!” disse per poi seguirli dentro la corazzata.

 

Nel mentre, alcune reclute si avvicinarono ai quattro ragazzi e con riconoscenza, chiesero della famiglia di draghi: “I quattro Eoni come stanno? Si sono ripresi?” 

 

“Il padre si era già ripreso, e pure lui ha insistito a farvi rientrare nel team stesso! Anzi, vado un attimo da loro, almeno vedo se si sono ripresi tutti!” disse Amelia per poi rientrare dentro la cabina blu e andare direttamente nella cameretta dei draghi.

 

Fortunatamente, le cure fornite dai due capitani del Team Rocket avevano funzionato e si erano tutti quanti ripresi.

“Che bello vi siete ripresi!” disse sempre lei gioiosamente.

“Amyyyy!!” esclamò Bellatrix fiondandosi da lei e la abbracciò con le sue braccia corte e appoggiando la testa sulla sua spalla.

Amelia le abbracciò il collo con qualche carezza sulla testa ridacchiando: “Ehi! Ahah! Sei tornata energica vedo!” 

“Sì ora ci sentiamo molto meglio” rispose sempre la draghetta mentre si godeva un po’ di coccole.

 

“Nostro padre ci ha detto che sono stati Alexander e Ilaria a curarci!” aggiunse Jordan mentre si sollevava in volo dal letto.

“Esatto! Saranno anche dei criminali, ma si sono dimostrati nuovamente dei bravi ragazzi…” confermò la ragazza per poi continuare chiedendo: “Sentite, ce la fate a volare?”

“Ma sì! Adesso ci riusciamo!” disse Ryo alzandosi anche lui dal letto con la sua dragonessa.

“Perfetto! C’è un po’ di gente fuori che chiedeva di voi, secondo me gli farà piacere vedervi in salute!” aggiunse sempre Amelia con il suo solito tono allegro.

I quattro draghi si guardarono a vicenda, e poi fu Jun a rispondere: “Va bene usciamo tutti!”

 

Dopo qualche secondo, Amelia e i quattro draghi uscirono dal Tardis in fila indiana, e ne seguì un lungo applauso da parte di tutti i membri del Team.

I draghi rimasero parecchio sorpresi da ciò e sorrisero arrossendo un po'.

"Siete stati fantastici!" esclamarono alcune reclute mentre applaudevano.

"Grazie!!!" esclamarono le quattro creature svolazzando tra i presenti.

 

Tuttavia, ad Erika sorse un dubbio mentre osservava l'isola in fiamme: "Sì ragazzi tutti felici e contenti, ma con l'Isola adesso come facciamo…? È completamente distrutta…"

 

Sentendo quella domanda, i volti di tutte le persone si fecero cupi e rimasero un po' abbattuti…

L'obiettivo dei soldati leali, non era assolutamente di ridurre la casa in quel modo; ma si sentirono tutti quanti responsabili dell'accaduto.

 

Tuttavia, i draghi non erano affatto impensieriti da ciò, e Ryo spiegò come stavano realmente le cose:

"Non preoccupatevi! Non appena torneremo sull'isola ripristinerò tutto io!"

"E come?" si chiesero tutti quanti.

 

Ma a rispondere a ciò, fu il Dottore stesso mentre scendeva le scalette laterali con i due capitani: "Se tutti quanti sono venuti fin qui da Kanto, al solo scopo di prendere le Sfere dell'Anima per via del loro potere, vuol dire che hanno anche il potere per ripristinare tutto!"

Ryo confermò il tutto annuendo!

"Ecco, adesso sono proprio curiosa di vedere tutto ciò!" disse Hanami, altamente incuriosita.

 

"Bene allora vado!" disse il drago verde acqua per poi volare a tutta velocità verso la sua Isola

 

"Ooh le cose si fanno interessanti!" disse Ilaria per poi premere un pulsante sul suo comunicatore e fare un annuncio agli altoparlanti delle navi: "ATTENZIONE! ATTENZIONE! Siete tutti quanti pregati di osservare Ryo in azione! Convergere sulla prua delle navi!"

Sentendo ciò, tutti i soldati sopra le navi, si avvicinarono alle sponde sulla punta delle tre navi e osservarono la scena con molta curiosità.

 

Ryo raggiunse il centro, notando che fortunatamente, sembra non aver subìto alcun danno dal bombardamenti.

Altri quattro draghi si unirono a lui e, insieme rifecero lo stesso rituale per l'apertura delle tombe, alzando le loro piccole braccia al cielo emettendo una melodia acuta ma dolce.

Stavolta però, furono le Sfere dell'Anima dei draghi defunti a levitare e si misero a ruotare attorno a Ryo come se fossero gli elettroni di un atomo.

Poi, sotto lo sguardo di tutti quanti, draghi, pokémon, umani e alieni, il drago cromatico volò in alto a grande velocità, illuminandosi di una luce intensa come una stella del cielo.

Si fermò a un chilometro poco meno di altezza, e esattamente come se dovesse megaevolversi, alzò le zampe al cielo ed emise un grido udibile anche a grande distanza, per quanto era acuto.

La luce che emetteva si fece estremamente intensa e i suoi raggi travolsero completamente l’Isola; le fiamme si spensero esattamente come un soffio ad una candela; gli alberi ricrebbero tutti nel giro di una trentina di secondi, rimuovendo le parti bruciate e lasciando spazio a nuovi rami e delle belle chiome verdi. 

La natura dell’isola rinacque nel giro di un minuto, grazie al potere dell’Anima che tutti bramavano per la distruzione.

 

“In tutta la mia vita mai avrei pensato di assistere ad uno spettacolo del genere! Sembra tutto così surreale, ma eppure sta succedendo e noi siamo tutti svegli!” disse Erika osservando il tutto con stupore.

“Beh mi pare di capire che hai compreso cosa significhi viaggiare in compagnia del Dottore cara!” le rispose Amelia guardando la scena.

“Ma quindi voi vedete cose del genere ogni giorno?” chiese Dylan incuriosito.

“Esatto! Vediamo tante cose stupende! Ma anche tante situazioni terribili come questa battaglia…”

“Capisco… Come sai abbiamo affrontato tante battaglie, una più feroce dell’altra… Ma questa però è stata diversa! Abbiamo percepito tantissimo il pericolo… Tuttavia, per la prima volta abbiamo combattuto senza fare nemmeno una vittima… Ed è stato molto più difficile del previsto!” spiegò sempre il ragazzo.

Fu una recluta vicino a loro ad intervenire nel discorso: “Beh sappiate che la cosa è reciproca! In tutta la nostra vita, mai ci saremmo aspettati di trovarci faccia a faccia con alieni veri! Che oltretutto, da nemici siete diventati praticamente i nostri eroi ahah!”

“Beh grazie!” rispose Erika sorridendogli.

“Ragazzi! Avete appena scoperto il mio modo di combattere le guerre! O almeno il metodo che cerco sempre di seguire!” disse il Dottore stando con le braccia incrociate e guardando sempre Ryo all’opera.

 

In quello stesso momento, la luce divenne meno forte e scese di nuovo fino a scomparire tra gli alberi. Il drago infatti, era ritornato al centro dell’isola mantenendo sempre una posa zen da preghiera; le sfere si riposizionarono sui loro piedistalli, per poi ritirarsi all'interno degli involucri dove si trovavano. 

 

Era davvero tutto finito. 

 

I cinque draghi tornarono direttamente verso la corazzata e due di essi si misero a svolazzare attorno ai due incrociatori; tutte le reclute sulle navi fecero di nuovo un grosso applauso per lo spettacolo!

 

Ci fu un lungo momento di allegria generale per la fine di quel terribile ma insolito conflitto, sia da parte dei vincitori ma anche dai vinti.

 

“Dimmi Dottore, è forse questo il tuo modo di combattere adesso?” chiese Jordan ricordandosi della fine dell’Ultima Grande Guerra del Tempo.

“Jordan caro mio, questo è sempre stato il mio modo di combattere le guerre… O almeno è il modo che cerco sempre fin da subito… L’unica nostra fortuna è il fatto che abbiamo trovato degli avversari veramente intelligenti e più collaborativi del previsto! Sono troppi quelli che, come Hunter, non capiscono quando li voglio solamente aiutare e preferiscono combattere brutalmente, piuttosto che arrendersi e andarsene senza vittime… E a quel punto l’unica cosa a cui penso è di salvare coloro che sono realmente in pericolo.” spiegò il Dottore al draghetto blu. Quest’ultimo rimase un po’ impensierito da quel discorso, ma poi con la sua testa morbida e aerodinamica, si fece letteralmente strada sotto al braccio del Signore del Tempo come se fosse un gatto che cerca le coccole del padrone.

 

Il Dottore si mise a ridacchiare per il gesto dolce e con quel braccio, gli abbracciava il collo, mentre con l’altra mano gli accarezzava la testa dolcemente.

Per come afflosciava le ali, era più che palese che quel drago era al settimo cielo per le carezze: “aah.. siiii…”

Dylan, che era vicino a loro guardò la scena ridacchiando: “Ahah! Ma guardalo! Nemmeno fosse un Loth Gatto che cerca le coccole! AHAH!”

“Un che?” chiese il Dottore stranito.

“Un animale del mio pianeta Lothal”

“Aaah capisco! Beh qui abbiamo un Loth Gatto molto speciale ahah!”

“Ehi... Guardate che vi sento! Solo non smettere e vieni pure tu” disse il Latios un pochino impermalito ma felice allo stesso tempo.

 

Sia il Dottore che il giovane soldato appoggiarono le loro guance a quella destra e a quella sinistra del draghetto e fecero dei grattini leggeri sulla sua testa distendendo l’avambraccio sul suo lungo collo soffice e piumato, come se allo stesso tempo lo stessero coccolando. 

Al contempo, gli tenevano sia la zampa destra che quella sinistra con entrambe le mani. 

Quel cucciolone era così gioioso per tutto quell’affetto che non poteva far altro che godersi il tutto più che poteva!

La cosa fu però interrotta da Ilaria che arrivò vicino a loro: “Dottore noi dobbiamo tornare alla base…”

“Ah capisco! Ragazzi è stato un piacere conoscervi! Un po’ agitato forse, ma comunque interessante!” disse il Gallifreyano porgendole la mano per poi stringere la sua.

“Oh! Ragazze! Devono partire, salutiamoli!” esclamò Dylan chiamando Erika, Hanami e Bellatrix che stavano chiacchierando con delle reclute.

In quel momento arrivò anche Alexander a stringere la mano al Dottore e anche a tutti gli altri.

“Vi ringrazio ancora per tutto quello che avete fatto per noi. Spero di rivedervi un giorno! Magari senza avversità…” disse con tono amichevole.

“Purtroppo non credo che ci rivedremo… Torneremo dall’altra parte del mondo e nel futuro e poi… Si spera a casa!” disse Erika preoccupata di già per il loro destino.

Bellatrix però, percepì qualcosa di strano nei due capitani del Team Rocket. Non sembravano realmente dispiaciuti, ma piuttosto allegri in senso positivo, sebbene le loro espressioni sembravano quasi dispiaciute per davvero.

Tuttavia, prima di poter dire qualcosa, arrivò anche Ryo a salutare i membri del Team Rocket, soprattutto per aver curato lui e la sua famiglia.

“Siete stati dei grandi avversari! Dubito che le nostre strade si incroceranno di nuovo, ma vi ringrazio per aver guarito me e la mia famiglia. Non lo dimenticherò!”

“Avete rischiato la vostra vita per salvare la nostra! È il minimo che potevamo fare!” rispose Ilaria sorridendogli.

 

“Va bene! Ragazzi, torniamo nel Tardis e voi se volete tornate sull’Isola in volo.” disse il Dottore prima agli Imperiali e poi ai draghetti.

I ragazzi obbedirono rientrando nella Cabina Blu, la quale si alzò in volo insieme ai draghi per poi volare sulla spiaggia dell’Isola.

 

Quando tutti quanti misero piede sulla spiaggia, dalle tre navi si poteva udire il forte rumore della sirena della corazzata, la quale ruotò lentamente su sé stessa. Le altre due navi fecero lo stesso e cominciarono ad allontanarsi dall’isola fino a scomparire all'orizzonte.

 

“Alla fine siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo… Torniamo anche noi alla base Dottore?” chiese Erika riferendosi all’ufficio di Dandel che li attendeva con forte ansia.

Il Signore del Tempo ci pensò un po’ su, ma fu Ryo a risponderle:

“No ragazzi… Non potete tornare nel futuro. O almeno non adesso.”

“Perché?!” chiesero tutti quanti eccetto il Dottore stesso.

“Sì, avete ottenuto le Megapietre… Ma il loro potere non può essere padroneggiato dall’oggi al domani! Possono accadere cose completamente inaspettate e soprattutto pericolose!” spiegò il drago cromatico.

“In che senso papà…?” chiese Bellatrix un po’ impensierita.

 

“Se non riuscirete a controllare la forma definitiva, potreste impazzire e perdere il controllo… Diventereste un pericolo per chiunque vi stia attorno e pure per voi stessi!”

“Un po’ come prima quindi…” aggiunse Jordan abbassando la testa.

 

Lo sguardo di Ryo si incupì moltissimo per quella risposta: “No! Perché prima non eravate impazziti, sapevate benissimo cosa stavate facendo e vi stava pure piacendo! Tu ti sei controllato solamente perché c’eravamo io e il Dottore. Anche se i tuoi pensieri erano colmi di odio... Ma tu figlia mia, hai seminato il terrore in tutta la nave!!! Mai nella storia di noi Eoni era successo una cosa del genere! Noi dovremmo essere portatori di pace e sicurezza! Non dobbiamo essere dei mostri! CAPITO??” 

Sua figlia si disperò moltissimo. Ciò che diceva era sacrosanto, e lei come anche suo fratello, lo sapevano benissimo.

 

“Papà, mamma… Perdonateci…” supplicarono entrambi i figli con la testa bassa e gli occhi lucidi.

 

“Non serve chiedere perdono… L’importante è che ne siate consapevoli di ciò che è successo. E comunque anche se nel male, ciò è servito a salvare la nostra casa e tutti quanti ve ne saremo grati!” aggiunse Jun per poi abbracciare amorosamente il collo ad entrambi i suoi figli.

 

“E va bene Ryo! Resteremo su quest’isola per un po’. Ci prenderemo del tempo per prepararci finché i vostri figli di questo presente non torneranno a casa!” disse il Dottore sorridendo.

“Sì è la cosa migliore da fare!” disse Erika confermando la scelta del Dottore.

“Ecco a questo proposito, quando tornerete a casa cuccioloni?” chiese Amelia ai due draghetti.

 

“Tra quaranta rotazioni!” spiegò il maggiore tra i due.

“E come fai ad esserne così sicuro?” chiese sempre Amelia notando la sua scioltezza nel dirlo.

“Perché ricordo… Che sarà proprio nostro padre a dire ai noi del presente, che quaranta rotazioni prima ci fu un grosso attacco da parte del Team Rocket! E ce l’hai pure ripetuto numerose volte…!” spiegò il Latios per poi bloccarsi per un istante.

Poi riprese ripensando a ciò che Ryo gli disse: “Ma non ci hai detto cosa successe per davvero… Solamente che fu terribile e che… Avremmo dovuto esserci assolutamente!”

 

Il Dottore, come tutti gli altri, rimase altamente sorpreso da ciò, tanto che applaudì con immensa gioia e stupore per il sorprendente gioco spazio-temporale!

 

“Ci sono… CI SONO! WOHOOO!!! Dunque ricapitolando, è stato il Ryo del futuro, a chiedere disperatamente soccorso ai suoi figli di quel presente, per farli ritornare a casa nel passato con dei rinforzi, e poter quindi salvare l’Isola del Sud dalla distruzione!!! Che spettacolo!!!” disse il Signore del Tempo col suo tono gioioso!

 

I quattro ragazzi però, erano andati in confusione…

“Che casino…” disse Hanami strofinando la mano sulla sua fronte.

“Credo intendesse dire che è stato organizzato tutto quanto fin dall’inizio!” spiegò Amelia in parole molto povere.

 

Ryo stesso era piuttosto confuso, ma ha compreso pienamente il fatto che giocherà un ruolo fin troppo fondamentale per la salvezza dell’Isola e probabilmente anche del mondo intero.

 

“Dobbiamo tenere a mente questa cosa assolutamente! Ma ora che è tutto più calmo, direi che possiamo andare a dormire tutti quanti…” disse il Signore del Tempo sbadigliando.

 

Tutti quanti erano perfettamente d’accordo, la notte era ancora lunga e avevano bisogno di riposare.

 

I quattro ragazzi e il Dottore rientrarono nel Tardis, mettendosi a dormire divisi tra maschi e femmine nelle due camere, mentre i draghi si adagiarono su dei rami di alberi esattamente sopra il Tardis.

 

Un lungo mese di allenamento e organizzazione li attendeva tutti quanti.

 

Sapranno sfruttare questo tempo a loro favore? 

 

Riusciranno a padroneggiare la Megaevoluzione?

 

Tante risposte nel prossimo capitolo:

 

"La prova finale! Scontro con la squadra più forte"

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