Diario del mio inizio con te

di KurryKaira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Marzo dell'anno del diploma ***
Capitolo 2: *** L'ultimo giorno degli esami ***
Capitolo 3: *** Sotto il cielo del 7 luglio ***
Capitolo 4: *** Un giorno di fine settembre ***
Capitolo 5: *** Il mercoledì che non ti sei presentato ***
Capitolo 6: *** Lo scorrere del tempo ***
Capitolo 7: *** Ogni giorno della nostra vita ***



Capitolo 1
*** Marzo dell'anno del diploma ***


" Ti ho sognata. Non mi era mai successo.
Non mi sarebbe dispiaciuto sognarti altre volte e in altre circostanze, magari in silenzio, mi piace il silenzio.
Ma non ti ho mai sognata. Forse perché di solito sogno solo quello che vivo durante il giorno.
E questo mi fa notare quanto io ti abbia vissuta così poco in realtà. Sicuramente colpa mia. So come sono.
Ma ieri mi hai detto quelle cose e il mio subconscio non è riuscito a ignorarle come invece ha fatto la mia bocca.
Scusa, non volevo ferirti."

Il sole alto tentava di battere all'interno di quella grande stanza che era la camera da letto del giovane Hiwatari, ma le tende fitte impedivano alla luce di entrare.
Gli occhi ancora socchiusi guardavano il soffitto vuoto, il palmo di una mano sulla fronte e l'altro vicino ai pantaloni del pigiama stropicciati.
Decise di alzarsi piano da quel letto non così sfatto, non si muoveva affatto nel sonno.
" Dovrei rimediare. Non volevo ferirti." Pensò di nuovo " E vorrei sognarti più spesso, tra uno scontro tra Dranzer e Dragoon e l'altro. Scontro dove perdo sempre tra l'altro, come nella realtà" sorrise impercettibilmente accettando l'idea di non essere un gran sognatore, a livello non metaforico, perché invece di ambizioni ne aveva tante.

Tutti i suoi amici, come quasi ogni giorno, erano già radunati nella villa Kinomiya ad allenarsi con i beyblade.
Il professore ticchettava velocemente sui tasti del suo computer alzando di continuo lo sguardo verso le trottole di Rei e Takao, i due avversarsi.
La giovane e pimpante ragazza dai capelli bruni se ne stava accanto a lui, stranamente in silenzio, sguardo vuoto e braccia distese e mani chiuse sulle ginocchia.
- Qualcosa non va Hiromi?- Le disse il piccolo genio continuando senza distogliere lo sguardo dal suo lavoro.
- Come?- Disse allora lei tornando in sé.
- Sei così seria oggi. Non ti sei divertita ieri? O sei solo stanca?-
- Stanca!- Rispose prontamente:- Sono solo stanca- guardò le sue mani stringendole.
- Va bene- rispose il ragazzo senza mai guardarla:- Qualsiasi cosa, sai che sono qui se hai bisogno!-
Lei sorrise, un'onda di calore la pervase, tanto che quasi le venne da piangere.
- Dovevo innamorarmi di te- disse dolce e quasi in una risata dandogli un bacio sulla guancia. E allora lui smise di premere quei tasti, lasciando il computer cadere sui suoi piedi.
I blader richiamarono le trottole distratti dall'urlo del ragazzo.
Takao:- Professore?! Che ti prende?!-
Anche Rei e Max attendevano risposta mentre Hiromi subito dopo il maligno e dolcissimo gesto era sgattaiolata via.
Solo il più giovane sbraitò rosso in viso:- L'... l'ochetta! L'ochetta l'ha baciato!!- Aveva visto tutto.
- Cosa?!- Urlarono tutti tra lo stupore e la risata.
Il professore riprendendo il suo computer nel panico, nella speranza che non si fosse rotto:- Che cos'è successo? Mi deve essere sfuggito di mano. Bacio? Bacio chi?!-
Il biondino si guardò intorno ridacchiando:- Hiromi nemmeno c'è più!-
Il cinese cinico prese in giro:- Sicuri di non esservi inventati tutto?-
Takao rise.
Il Prof si rimise a lavoro come se nulla fosse successo:- Di cosa parlate? Io non ho detto nulla!-
Daichi:- Vi dico che l'ha baciato!-
Prof:- Baaciio che?- Strascicò lavorando sul nulla, i beyblade non giravano più, Max glielo fece notare chiudendo il portatile e indicando l'arena.
Rei:- Per me ve lo siete sognato, Hiromi è troppo bella per te- ridacchiò, Takao rise di gusto, il Professore morì dentro.
Takao, smettendo di ridere, quasi:- Ma intanto dove è andata?-
Prof. K:- Non lo so! Era strana, era strana già da ieri, alla tua festa di compleanno! Sembrava nervosa, oggi invece sembra triste. Non ve ne siete accorti?-
- No- risposero tutti pessimi com'erano per poi riprendere in giro la sua speciale attenzione per la ragazza.
- Sono solo più sensibile di voi!- Si alterò:- Io amo solo Ming Ming- fece partire un video di una sua canzone dal computer.
- Oh consolati, nemmeno lei è alla tua altezza- questa volta a chiudergli il portatile fu il cinese.
- Sembra che le donne siano sempre e solo alla tua altezza Rei...- borbottò arrabbiato l'occhialuto.
Daichi si avvicinò saltellando e ridendo sguaiatamente.
Takao:- Comunque sarà triste perché si è resa conto del pessimo regalo che mi ha fatto! Dei libri, tsz!-
Una voce urlò da dentro la villa:- Sono l'unica ad averti fatto un regalo utile!! Altro che componenti per Dragoon!-
Max:- Oh, la baciatrice è ancora qui- si voltò vedendola arrivare sul portico.
Takao a braccia conserte si chinò predicante:- Dei libri Hiromi. Sembra a volte che tu non mi conosca affatto!-
Hiromi:- Tesoro, sei non sai ancora leggere puoi prendere lezioni dalla sottoscritta se vuoi!- Altrettanto predicante.
Il campione di beyblade sghignazzò:- Se nelle tue lezioni sono compresi baci improvvisi potrei pensarci!-
La ragazza si ammutolì arrossendo, la schiena si drizzò e sbuffò:- Siete davvero stupidi!- Si voltò tornando all'interno:- Era un innocuo bacio sulla guancia. Siete così infantili!-
- E' stato comunque bellissimo...- bofonchiò il baciato riguardando il video della sua idol preferita.
- Non me lo sono sognato!- Urlò soddisfatto Daichi fuori luogo.
Dopo altre risate ripresero le loro sfide, sta volta Daichi contro Max. Hiromi invece non era più uscita, apriva le credenze della cucina cercando del cibo.
- Hai fame?- Le chiese il nonnino apparendo all'improvviso, tanto che lei sussultò.
- Mi ha spaventata- sorrise:- Un po'. Se non le dispiace prendo qualcosa.-
- Fai come se fossi a casa tua, come in effetti già stavi facendo!- Ridacchiò, poi guardò fuori la finestra vedendo il nipote fare lo scalmanato:- Sarebbe bello un giorno diventasse davvero casa tua! Ne sarei felice!-
La ragazza lo guardò spalancando gli occhioni.
- Hai organizzato una bella festa ieri a mio nipote. Lo so che lui non ti merita neanche un po', ma che ne pensi di sposarlo un giorno??-
Allora lei non riuscì a trattenersi dal colorarsi completamente e il nonnino rise di gusto:- Scherzavo- le disse:- Cioè, no. Ma di certo non mi intrometterei mai nei tuoi sentimenti. Dico solo che sarei felice se trovasse una ragazza come te, capace di metterlo in riga.-
- Come no- disse lei ancora un po' persa:- Ho detto che voglio insegnarli a leggere e lui ha detto che vuole baciarmi, altro che metterlo in riga.-
- Come?-
- Cosa?! Ho pensato a voce alta lasci stare- prese un panino dolce e un tè in lattina:- Vedrà che prima o poi anche uno come Takao metterà la testa a posto, con o senza di me!-
- Non hai escluso la tua presenza però, ahahah, sono contento!- Andò via prendendo in giro la giovane che ancora rossa uscì dalla cucina per poi attraversare il giardino verso l'uscita.
Takao:- Ehi, donatrice di libri e di labbra, te ne vai?-
Rei:- Bella questa Takao.-
Hiromi a malapena lo guardò, imbronciata:- Sì, me ne vado! Ci vediamo domani, forse!-
Takao:- Allora ciao!- Ridacchiò ancora salutandola seguito da tutti gli altri, a parte Daichi che continuava a parlare di lei come di una poco di buono ricevendo un panino dritto in testa che alla fine mangiò.
Appena superate le mura e il cancello della villa con ancora il suo tè la attendeva una piacevole o sgradevole sorpresa.
Sussultò tanto che la lattina le cadde di mano, il blader poggiato a quel muro si chinò per prenderla e restituirgliela.
Lei la prese senza degnarlo di guardarlo negli occhi:- Grazie Kai. I ragazzi si stanno già allenando. Al solito arrivi tardi. Se arrivi- quasi severa:- D'altronde sei arrivato tardi anche ieri alla festa a sorpresa per Takao. Non sei un bravo amico sai?- Lo guardò e gli occhi di lui erano sempre così impassibili ma sempre pieni di un mondo così grande che non era mai riuscita a comprendere.
Sfiatò piano continuando a guardarlo:- Ma immagino che anche in quel caso dovrei ringraziare semplicemente che tu ti sia presentato. E indossavi una camicia anche, sì dovrei proprio ringraziare!- Quasi rise:- Vado eh, i ragazzi ti aspettano- proseguì per la sua strada continuando a parlare:- Non è vero, chiaramente nessuno ti aspetta mai, c'è il rischio di aspettarti in eterno.-
- Sono qui per te- emise lui bloccandola.
- Scusa?- Allora lei si voltò tra la curiosità e il nervoso.
- Scusa- ripeté lui come a citare le stesse parole di lei:- Esatto.-
Gli occhi di lei si fecero lucidi all'istante e le labbra si morsero.

" Non ricordo bene il sogno. Ma credo di aver sognato esattamente ieri sera. Ho semplicemente cambiato il finale.
Non ho sognato l'inizio della festa, perché non c'ero" ridacchiò ancora impercettibilmente tra un pensiero e l'altro "il ristorante era lo stesso, quello vicino al Belvedere, era buio ma non si vedevano troppo le stelle perché offuscate dalle piccole lucine giallognole appese tra un palo di legno e l'altro del giardino dove mangiavamo, proprio come era veramente. Avete scartato i regali, ma non ricordo cosa dicevate perché a pensarci bene non lo ricordo nemmeno nella realtà, c'era solo tanta confusione e forse Takao si lamentava di qualche regalo, che ragazzino egoista e capriccioso ogni tanto, se posso dirlo o meglio pensarlo" ma lo pensò con affetto " Ora che rifletto ieri ero distratto da quel gattino che mi camminava tra le gambe a cui ho praticamente dato metà della mia cena, per questo ricordo poco e nulla. Però il gattino non l'ho sognato, non che ricordi. Poi a poco a poco sono andati tutti via, nel sogno come nella realtà. E prima che potessi andare via anche io, mentre Takao continuava a lamentarsi dei regali mettendoli in un bustone per portargli a casa, tu, vestita di un aderente tubino nero e un elegante giacchino bianco mi sei venuta incontro.
Eri bellissima. Nel sogno come nella realtà. Ho pensato solo questo. Anche se probabilmente il mio viso era impassibile" proprio come in questo momento mentre lei stringeva forte la lattina di tè attenendo qualche parola in più.

"- Kai. Lo so che è un po' tardi. Ma è così difficile riuscire a trovarci in un momento tranquillo. Insomma, senza tornei che ti allontanano o senza pazzi ladri di creature misteriose ehehe. Ecco, prima che tu te ne vada a dormire in qualche angolo sperduto di città...- non sono sicuro che non mi stessi prendendo in giro. - ...io vorrei dirti una cosa. E' importante- Eri così bella che non ci credevo. Avevi i capelli scompigliati dai litigi con Takao e le guance color pesca, una postura timida che quasi non ti apparteneva. Che cosa mai volevi dirmi di così importante con quegli occhi e quelle labbra rosa?
- Andiamo al Belvedere? Magari si vedono meglio le stelle, e poi... è lì che ti ho conosciuto. Ti ricordi?-
- Non particolarmente- ti ho risposto, credo a volte di essere involontariamente pessimo. Ma comunque ti ho seguita fino al Belvedere, rigorosamente in silenzio, non parlavi nemmeno tu.
Le stelle ora erano davvero luminose, ma questo era solo nel mio sogno, perché i lampioni sono tanti lì al Belvedere; probabilmente ho voluto sognare l'atmosfera che tu avevi in mente. Mi davi le spalle, e poi ti sei voltata all'improvviso:- Kai tu mi piaci!- Sempre bellissima, non credo tu sappia quanto.
- Non come persona. Cioè sì, nel senso, ovvio. Intendo però che mi piaci, mi piaci come... ragazzo. Dio che imbarazzo, sono così stupida- ti muovevi in maniera nervosa avanti e dietro giocando con una ciocca dei tuoi capelli.
- So che non sei in alcun modo un tipo da relazione. E che prendi e sparisci senza neanche salutare e che probabilmente per te conta solo il beyblade- che pessima considerazione devi avere di me e nonostante questo ti piaccio.
- Ma io penso di poterlo sopportare. Se... se tu sei almeno in parte interessato a me come io lo sono a te. Ti chiedo... di provare a... a non lo so, avere una relazione. Oh Dio che imbarazzo- nascondevi il viso tra le mani:- Forse ho bevuto un po' troppo, non dico di essere ubriaca. Ma forse un po' brilla. Non siamo così distanti dalla maggiore età e io sono sempre ligia alle regole, ho solo voluto assaggiare un po' dalla bottiglia del nonno, che sciocca. Ma forse sto tergiversando- E nel sogno ti ho baciata. Per questo lo ricordo così bene. E' stato un bel sogno, anche se non c'era il gattino.
E soprattutto è stato diverso dalla realtà."

- Non parli più?- La voce trapelava un po' di rabbia:- Scusa di cosa?- Non riuscì a trattenere un singhiozzo:- Del fatto che ieri notte io ti abbia rivelato i miei sentimenti e tu te ne sia andato via senza dire una parola? Come al solito- si avvicinò ticchettando due dita al petto di lui che quasi indietreggiò:- Non pretendevo tu ricambiassi, ma almeno la decenza di darmi una risposta!-
- Mi piaci- disse allora lui e lei si ammutolì:- Ti rispondo adesso. Mi piaci. Scusa, era uno scusa per il ritardo.-
La ragazza allontanò le dita dal petto di lui, i nervi si calmarono, lo guardò ancora per poi, dopo qualche secondo, avere il coraggio di ribattere:- In effetti un po' di ritardo potrebbe esserci, ma non temporale- rispondendo ironicamente in maniera poco politicamente corretta.
- Farò finta di non aver colto l'insulto ma tergiversi ancora.-
Lei sorrise dolce, le sue guance tornarono color pesca come il tè che stringeva:- Che significa questo? Vuoi... vuoi avere una relazione con me?-
Il ragazzo ingoiò saliva in un lieve imbarazzo.
- Insomma, non sparirai all'improvviso come al solito? Non ti allenerai di continuo?-
- Certo che mi allenerò e sparirò. Ma tu hai detto di poterlo sopportare. Hai mentito?-
Hiromi non rispose, titubò un istante, non pensava affatto di aver mentito, sorrise.
- Dove stavi andando?- Le chiese lui.
- A casa. Perché ho dato un bacio al professore e l'aria si era fatta pesante- sorrise.
- Come?!-
- Sulla guancia. Perché pensate tutti male?- Continuò:- Poi si avvicinano gli esami del diploma, e al contrario di tutti voi io vorrei studiare. Quindi a casa, stavo andando a casa. Vai dai ragazzi ad allentarti- disse rassegnata:- Magari però sta sera mandami un messaggio della buonanotte. Potremmo cominciare a piccoli passi- quasi timida.
" Piccoli passi. Nelle cose importanti non faccio mai piccoli passi."
- E se invece ti accompagnassi a casa?- Disse lui e lo sguardo di lei si illuminò, trattenne a stento due lacrime e annuendo si attaccò al suo braccio.
Parlarono poco lungo il tragitto mentre camminando piano la testa di lei si avvicinava sempre di più alla sua spalla. Divisero la lattina, un sorso per volta.
Arrivati vicino casa della ragazza la buttarono in un cestino:- Sai?- Disse lei:- Quello che abbiamo fatto lo chiamano bacio indiretto. Attraverso la lattina è come se ci fossimo baciati, non credi?- In un lieve imbarazzo ma nella sua solita pimpante allegria.
- Che sciocchezza- la smontò lui per poi spingerla piano verso la parete bianca della sua casa.
Lei guardò d'istinto le finestre della dimora, nessun genitore guardava, bene, e poi guardò lui, aveva le braccia dritte contro quel muro e uno sguardo serio, il suo solito sguardo serio che tutto sommato nascondeva un'estrema dolcezza e forse un po' di timidezza. Sorrise notando quanto quel momento fosse simile a quella volta sulla scogliera, quando lui la salvò da quei massi e si ritrovarono in questa stessa posizione. C'era il Prof con loro, ma lei non ci stava pensando affatto, e in verità sembrava che anche per Kai ci fossero solo loro due. Chissà, magari era vero?
- Che sciocchezza? Perché mi dici questo Kai?!-
La baciò.- Piccoli passi. Che sciocchezza. Io non faccio piccoli passi.-
Lei sbatté più volte le palpebre, poi ridacchiò:- Non volevo mirare alla tua autostima sciocco- ricambiò il bacio e poi lo salutò:- Ora vado a studiare e dovresti farlo anche tu, sei all'ultimo anno esattamente come me! Lo farai?- 
Lui non rispose e lei capì benissimo che quel silenzio stava a significare "andrò ovviamente ad allenarmi coi ragazzi."
Ma magari poteva significare anche "però è stato bello baciarti e sta notte ci ripenserò prima di mandarti il messaggio della buonanotte."
Prima di chiudere la porta lei gli sussurrò con occhi grandi:- Un buon allenamento al mio ragazzo, Kai!- Ridacchiò imbarazzata sbattendo la porta e lui sorrise, con un sorriso vero sta volta per poi allontanarsi stringendo Dranzer nella sua mano.

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Capitolo 2
*** L'ultimo giorno degli esami ***


" Hiromi e Kai stanno insieme. Kai. Hiromi con Kai.
Non prendiamoci in giro eh, l'avevo intuito che lei avesse una cotta per lui ma Kai in una relazione mi fa un certo effetto!
Kai. E io?"

- Tutto ok figliolo? Sei stranamente silenzioso e non hai nemmeno messo tanta maionese nel tuo piatto- il signor Mizuhara mangiava piano con accanto la moglie. Erano tornati a essere una famiglia e Max ne era pienamente felice, ma quel giorno era pensieroso.
Max:- Sì papà- aggiunse la maionese con foga, tanta da finire il tubetto e fare innervosire i genitori rimasti senza.
Judy, calmatasi:- E allora perché quella faccia?-
Max:- Avete presente Hiromi?-
Signor Mizuhara:- La bella ragazza del vostro gruppo?-
Max:- Bella vero?- Rispose con enfasi come a confermare la cosa:- Da qualche giorno ha una relazione con Kai!-
- Oh- continuò il padre:- E ne sei geloso?-
Max rise:- No no, non sono geloso di lei! E' solo una mia amica- sembrava volesse continuare ma terminò il discorso.
- E allora?- Continuò il padre curioso e al posto del figlio rispose la moglie:- Allora sei un po' invidioso del tuo amico giusto?-
Max era imbarazzato:- Beh devo ammettere che piacerebbe anche a me avere una ragazza. E se addirittura uno come Kai c'è riuscito perché io no? Cioè...- balbettò:- Non volevo mancare di rispetto a Kai! Gli voglio bene ed è un ragazzo d'oro, e sicuramente è attraente ma insomma... lo conoscete, ha i suoi limiti sociali.-
- Invece tu sei molto più disinibito- continuò la madre.
- Non sto dicendo che Kai non sia un bravo fidanzato, ma penso che lo sarei anche io.-
Il padre lo guardava curioso senza dire nulla e Max ridendo confermò:- Non per Hiromi no! Non voglio rubare la ragazza a Kai papà!!-
Judy:- Beh, spero che quel Kai non faccia soffrire quella ragazzina così spensierata, è un tipo molto distante.-
Max:- Distante nel vero senso della parola- rise di gusto poi un po' più serio con un lieve sorriso imboccò un po' di cibo:- Non so se Kai farà soffrire Hiromi. Sinceramente non era l'idea che avevo io.-
Signor Mizuhara:- Ma poi quell'altro tuo amico, Rei, non è fidanzato da tanto tempo? Perché i problemi te li fai solo adesso?-
Max:- Rei non conta papà! Rei è su un altro pianeta con le donne.-
Il padre ridacchiò:- Beh, buon per lui. In quanto a te figliolo sono sicuro che presto troverai una bella ragazza tutta per te- sfiorò la mano della moglie:- Una molto più bella di te!- Rise di gusto compiaciuto e il ragazzo sorrise malinconico.
" In verità papà c'è già una ragazza che non riesco a togliermi dalla testa da qualche anno" pensò finendo di mangiare e andando in camera.
" Non voglio prenderti in giro Mariam. E' chiaro che non sono stato a piangere per te la notte né tantomeno che non mi sia guardato intorno ma è anche vero che ancora, quando vedo un vicolo buio, spero di intravedere i tuoi occhi così magnetici" si sedette alla scrivania ad assemblare Draciel.
" Hiromi ha ragione. Il diploma si avvicina, dovremmo studiare. Non ci sono nemmeno date imminenti di un torneo di Beyblade, dovrei mettere Draciel un po' da parte, in fondo sto crescendo."
La figura su quella trottola si illuminò appena:- No- rise il ragazzo:- Non pensare male, mica metterti da parte per sempre sciocchina di una Tartaruga!-
" Però, se per caso uscissi di casa e ti incontrassi, e se tu mi sfidassi, che figura farei se non fossi alla tua altezza?"
' Una bella ragazza tutta per te, una molto più bella di te' ripensò alle parole del padre ridendo " ma in effetti forse alla tua altezza non sono stato mai."
- Sono io lo sciocco Tartaruga, non tu- sorrise amaramente mettendo Draciel in un cassetto dal quale cacciò alcuni libri di scuola.

E ancora una volta il resto dei ragazzi era radunato nella villa di Takao, ma sta volta, spaventati dalle chiacchiere di Hiromi sugli esami anziché giocare erano chinati sui libri seduti nel portico, solo Daichi giocava felice vicino al laghetto, lui non aveva di questi problemi.
- La vuoi smettere di distrarci con quella stupida trottola?!- Urlò infastidito Takao.
- Takao!- Sconvolti Rei, che stava al telefono ma comunque si voltò, e il Professore:- Che cosa hai detto??-
- Oh mio Dio che cosa ho detto??- Si tappò la bocca:- Sono il nonno e quella stupida di Hiromi! Mi stanno contagiando!-
Daichi infuriato si avvicinò dandogli quasi una testata:- Che hai detto del mio Gaia Dragoon?!-
Takao era arrabbiato con sé stesso ancora di più:- Io non lo so!! Non lo so perché l'ho detto!!- Abbracciò il suo Dragoon per poi rimetterlo in tasca e piangere sui libri.
Il Professore lo aiutava:- Takao non è così difficile!-
Takao:- Facile per te che indossi gli occhiali.-
Prof. K:- Perché? Non ci vedi?-
Takao:- Ci vedo benissimo, che domande fai?-
Prof. K:- Non capis...-
Takao esplose di nuovo, non solo Daichi che giocava infischiandosene ma anche Rei che parlava al telefono alle loro spalle lo distraeva.
Takao a denti stretti:- Rei. Rei caro, ma in Cina non esistono gli esami o tu sei superiore a queste cose di noi comuni mortali?!-
Rei rispose:- Io non sono indietro con gli studi come te, siamo appena ad aprile, ho tempo a sufficienza. Scusa se ho una ragazza- chiaramente pugnalando il capitano, il "e tu no" era sottointeso.
Takao sbuffò:- A volte mi verrebbe voglia di dire a Mao quante donne guarda al giorno quel dongiovanni. Sempre che stia al telefono con Mao- rise di gusto e lo fece anche il Professore, Rei li fulminò con lo sguardo e smisero immediatamente.
Ed ecco che arrivò Hiromi piena di altri libri.
Il proprietario di casa non riuscì a non lamentarsi ancora:- Questa poi?! Ma pensa che sia Frankenstein?!-
Prof. K:- Frankens...? Ah! Einstein!!-
Takao:- E io che ho detto?-
Prof. K:- E anche il nome del mio Beyblade sai?!-
Takao lo guardò:- Tu hai un Beyblade?-
Il Professore giurò di non voler essere più suo amico. - Dai stavo scherzando! Certo che mi ricordo di quel ridicolo Beyblade!- Pensò di consolarlo così il capitano.
Nel frattempo alla ragazza cadde qualche libro lungo il giardino, si chinò a prenderli e i due ragazzi furono liberi di "sparlare" un po' senza essere sentiti.
- Comunque ancora una volta sola eh- disse il ragazzo dai capelli blu all'occhialuto:- non so nemmeno se sia vero che adesso sta con Kai- era particolarmente acido, come sua solito in realtà.
Rei chiuse in fretta il telefono:- Ciao Mao, ti amo anche io sì- (Takao guardò male anche lui ancora una volta) pronto a fare il pettegolo con loro:- Non ci crederete ma una volta li ho beccati darsi un bacino. E' stato strano, ma a quanto pare è vero!-
Takao:- Un bacino? Sono bambini dell'asilo?-
Rei:- Da che pulpito. Tu quanti baci hai dato eh, Takao?-
Takao:- Torna in Cina.-
Il Professore rispose più gentilmente:- Beh, sappiamo com'è Kai, lui c'è e non c'è.- - E quando c'è sembra che non c'è- aggiunse Takao ma il Prof continuò:- lo abbiamo sempre accettato, qual è il problema adesso?-
Takao:- Sì certo, il problema non è nostro ma di Hiromi! Se io fossi fidanzato con Kai vorrei che mi aiutasse a portare dei libri pesanti!-
Rei:- Ah ora è chiaro, sei geloso perché vorresti stare tu con Kai- sarcastico.
Takao:- L'ho detta male.-
Prof. K:- Sta a Hiromi decidere della sua vita.-
Takao:- Non vorrei la facesse soffrire- era serio, tanto che il cinese sbuffò in un sorriso stropicciandogli i capelli:- Tutto sommato sei premuroso nei suoi confronti eh.-
Takao:- Certo! E' mia amica!-
Rei:- Critichi Kai, ma intanto nemmeno tu stai andando a darle una mano a prendere quei libri.-
Takao sbuffò:- Non è problema mio, non le dò mica io i bacetti!-
I due compagni di squadra sbuffarono e poi sentirono urlare:- Ochettaaaa, sei hai bisogno di una mano dillo eh!- E alla fine ad aiutarla fu il più piccolo degli uomini.
Come la ragazza li raggiunse finsero un sorriso, ma talmente finto che lei disse:- Stavate sparlando di me?-
- Per lo più del tuo ragazzo- risposero sinceri. - Posso capire- rispose lei ridacchiando e aprendo tutti quei libri di fronte a Takao che scoppiò a piangere ancora una volta.
Alla fine passarono un paio di mesi e con essi anche il diploma che, chi con voti più alti e chi meno, riuscirono a prendere tutti.
Usciti da scuola, con le lacrime agli occhi e un volto molto più sereno Takao abbracciò la sua compagna di classe e di avventure, talmente tanto da sollevarla da terra e portarla dall'altro lato della strada praticamente in braccio.
- Che fai Takao??- Disse tra la rabbia e le risate, mentre il Professore li seguiva spensierato.
- Sappiamo bene entrambi che se ho superato gli esami è merito tuo! Non prendiamoci in giro! Ogni tanto bisogna darti i giusti meriti!-
- Ahahah, cretino dai! Ahahah! Mettimi giù adesso!-
Il professore si intromise:- Ehi, guarda che è anche merito mio!-
Takao:- Hai ragione- disse lasciando la ragazza e prendendo in braccio il professore:- No! No! Non volevo facessi questo!- Hiromi rise ancora di più della scena.
Andarono a prendersi un gelato insieme poi per festeggiare la giornata di temporanea libertà. Si sedettero su un grande scalino.
Hiromi:- Allora? Avete sentito gli altri?-
Prof. K:- Rei farà ritorno dalla Cina tra un paio di giorni, con lui verrà Mao!-
Hiromi tra una leccata e l'altra:- Ah quindi stanno ufficialmente insieme?-
Prof. K alzò le spalle, non faceva molto caso alle storie d'amore degli altri.
Hiromi:- Sì, ma Rei lo sa?- Takao rise di gusto facendo quasi cadere il gelato che prontamente recuperò con la bocca stessa congelandosi tutti i denti e soffrendo tantissimo.
Takao ricevette un messaggio e coi denti ancora doloranti disse:- Oh è Max, grande! E' andato benone anche lui!-
Hiromi:- Anche rispetto a me e il Prof intendi, perché tu sei passato appena.-
Takao:- Sta' zitta. E Kai?- Chiese alla ragazza.
Hiromi:- Già Kai?- Come attendesse risposta dal telefono di Takao stesso ma quest'ultimo la guardò sbattendo le palpebre:- E' il tuo ragazzo lo sai. Non il mio.-
Hiromi:- Sì ma è tuo amico magari ti aveva scritto.-
Takao:- Credo che Kai non abbia neanche il mio numero- ironico ma chiaro, Hiromi ridacchiò:- Aveva gli esami anche lui oggi, ma in effetti non si è fatto sentire affatto. Non so se abbia già finito o no. Più tardi gli scrivo, non vorrei disturbarlo. La sua è una scuola privata, chissà come sono i professori lì.-
- Hiromi, ma tu sei felice?- Le chiese con estrema serietà il ragazzo col berretto, lei lo guardò finendo l'ultimo boccone del suo gelato.
Il Professore guardò altrove facendo finta di non essere interessato.
- Scusa? Non ti sembro felice?-
- Sì- rispose Takao come a scusarsi della domanda:- Sì, ma...-
- Ma?!- Si stava un po' innervosendo.
Takao si rese conto di stare intromettendosi troppo:- Niente niente, lasciami perdere- ridacchiò e il Professore finalmente tornò a respirare, in realtà il discorso gli metteva ansia.
- Anzi no- disse sempre Takao però, rovinando la calma:- Penso che a prendere un gelato con te adesso dovrebbe esserci lui!-
Hiromi stranamente non si arrabbiò:- Lo penso anche io- disse calma:- Ma magari non ha ancora finito a scuola.-
- Penso che tu dovresti saperlo se ha finito o no a scuola- continuò Takao e il Prof:- Si è fatto tardi eh, vado!- - Tu stai qui!- Risposero entrambi tirandolo per il colletto.
- E in ogni caso- continuò Takao guardando serio la ragazza:- ci siamo presi un bel po' di gelati insieme in queste settimane, lui non c'era mai.-
Hiromi aveva uno sguardo sereno:- Certo- disse:- Lui è Kai. Lo conosci.-
- E davvero, a una come te, sta bene?-
- Non capisco dove vuoi arrivare.- - Già!- Disse il Professore tentando ancora di scappare.
- Non vuoi bene a Kai?- Chiese adesso un po' triste la ragazza.
- Voglio un bene immenso a Kai! Spero che lui lo voglia a te, tutto qua.-
- Takao questa era brutta- borbottò sconfitto il Professore ancora lì.
La ragazza non disse più nulla, afferrò la sua borsa e scese dall'alto gradino sul quale erano seduti.
Takao:- Vai via? Sei arrabbiata?...-
Hiromi:- Non sono arrabbiata- disse sincera:- Sei stato carino con me oggi. Sarei arrabbiata se fossi Kai, pensavo lo conoscessi meglio.-
Fu Takao ad alterarsi, come suo solito:- Oh, perché non mi capite?! Conosco Kai, so che è una persona meravigliosa e che vuole bene agli amici! Dico solo che io non sarei comunque felice di averlo come fidanzato, come amico certo, sempre, ma fidanzato...- pochi secondi per riflettere:- L'ho di nuovo detta male- e Hiromi e il Prof. K scoppiarono a ridere.
Hiromi allungò il braccio di scatto dando un colpetto col palmo sulla fronte di Takao:- Sei una persona terribile. Ti salva solo che queste cose avresti anche il coraggio di dirgliele in faccia e rimanergli comunque amico!-
Takao:- Certo, gliele direi in faccia se si facesse vedere! Sai, il problema è sempre quello!- Arrivò un messaggio al cellulare della ragazza.
- Ecco qua, diffidente- sorrise mostrando il messaggio ' Ho preso il massimo. E' inutile chiedere come sia andata a te, so già che hai preso il massimo anche tu. Takao? Bocciato?'
- Che stronzo- risposta di Takao al messaggio del Blader nippo-russo.
Subito dopo un altro messaggio che ancora una volta Hiromi mostrò orgogliosa ' Ti offro un gelato, ti va?'
Takao sorrise:- Digli che l'hai già preso!-
Hiromi:- Come se non me ne mangiassi un altro! Ora scusa, ma vado dal mio ragazzo!!- Disse pimpante allontanandosi.
I due ragazzi rimasero su quello scalino:- Takao, a me sembra felice.-
- Lo so, lo so. Sarei felice anche io credimi, ma secondo te per quanto può durare? Lui non cambierà, lo sappiamo bene.-
- Ma magari lei sopporterà!-
- Lei non sopporta nulla, Prof, lei non sopporta NULLA.-
Il Professore non poté fare a meno di assecondarlo in una risatina.

" Oggi ero così preso dagli esami, dall'euforia dei miei compagni di classe e dei miei compagni di squadra che non ti ho affatto cercata nei vari vicoli che ho incontrato lungo la strada per tornare a casa.
Ho finito la scuola, posso dire che sono ufficialmente un uomo? Mi basta essere un uomo e non più un ragazzino. Mi va bene anche essere un uomo molto meno bello di te.
Voglio solo che tu mi veda come tale." Lasciò cadere lo zaino dalle spalle.
- Come è andata oggi a scuola?- Chiese quella voce che era sempre un misto tra il sensuale e l'infantile.
- L'ho finita proprio oggi. E' andata bene, sono un uomo adesso.-
Lei rise di gusto col chiaro tentativo di prenderlo in giro. Non indossava più quella tunica marroncina e rossa, vestiva con dei leggins neri e una maglietta aderente dello stesso colore, non mostrava troppa pelle, solo un po' le braccia e un leggero spacco su quel seno perfetto che lui non riuscì a fare a meno di fissare per qualche secondo per poi ricordarsi di non essere stato educato così, e allora alzò lo sguardo, ma quegli occhi così verdi lo facevano sentire anche peggio.
- Uomo? Tu?- Disse:- Solo perché hai finito la scuola?-
- E' già qualcosa no?- Rise amaramente lui, sempre gentile.
- Che ci fai da queste parti?- Le chiese poi.
- Passeggiavo, non ti pedinavo mica sai?-
- Ci mancherebbe, sarebbe inquietante. Come stanno tuo fratello, Mr. X, Dunga?-
- Benissimo- le si avvicino col suo passo sicuro, ancheggiando non poco. Quando lo raggiunse sfiorò appena con due dita la sua spalla:- E' stato un piacere bello- si chinò per raccogliergli lo zaino porgendoglielo:- Buona vita- Gli disse così sicura di sé.
- Io ti amo- rispose lui tutto d'un fiato.

" Sono un uomo adesso. E gli uomini dicono sempre la verità." Iniziò a sudare freddo " Anche a costo di sembrare ridicoli e fare la peggiore figura della loro vita."
Gli occhi smeraldo di lei si spalancarono così come le sue labbra armoniose e improvvisamente perse tutta la sua sensualità sembrando a tutti gli effetti una bambina imbarazzata.
- Cosa?- Balbettò lei:- Sei impazzito?-
- E' chiaro che non può essere vero!- Disse lui come se non stesse dicendo una frase sgradevole:- Quanti anni è che non ci vediamo? Non posso mica essere veramente innamorato ma...-
Lei indispettita ma rapita dal discorso:- Ma?- I capelli erano come sempre legati in una lunga coda che ora veniva mossa piano da un vento improvviso e rinfrescante.
- Ma in tutti questi anni ho cercato i tuoi occhi in tutti quelli delle altre ragazze e sai cosa? Non li ho trovati! Mai!-
- E' un giro di parole immenso per dirmi che ho dei begli occhi? So di avere dei begli occhi.-
- E' un giro di parole immenso per dirti che hai gli occhi più belli che io abbia mai visto e non so se conosci mia madre! Anche lei è bellissima!-
- Questo è inquietante.-
- Lo so!- Con la stessa enfasi delle frasi precedenti, cercò di continuare come nulla fosse, altro che uomo, rimaneva lo stesso identico mammone:- Il concetto è questo. Permettimi di chiederti un appuntamento e dammi davvero la possibilità di innamorarmi di te!-
La giovane donna rimase dapprima colpita da questa frase, imbarazzata certamente, tanto che tremava e le sua mani sudavano, ma cercò di mantenere il sangue freddo e di sorridere maliziosamente:- E... e perché vorresti soffrire a questo modo?-
Max sorrise come solo lui sapeva fare:- Oh no, la speranza è che anche tu ti innamori di me, Mariam!- Ridacchiò.
- La speranza eh...- balbettò appena la ragazza con quegli occhi ancora spalancati. " Che sciocco" pensò lei " talmente ingenuo da non accorgerti che ti amo già."
- E sentiamo, quando vorresti che sia questo appuntamento?-
- Che ne dici del 7 luglio? Conosci il Tanabata vero?-
Lei sorrise docile:- Certo, parla di due innamorati che possono vedersi solo la notte del 7 luglio. Sei pateticamente romantico.-
- Ci stai o no?-
- E' tra più di una settimana- scocciata.
- Oh volevi prima?- Piacevolmente colpito, lei scostò lo sguardo arrossendo:- Mi dispiace, io mi faccio attendere! Mi devi dare il tempo di essere uomo ancora un pelino di più!- Strinse lo zaino tra le mani:- Ora devo correre da mamma e papà, o si preoccuperanno!- Ma si sentiva quando parlava?
Lei rimase a fissarlo mentre lui correndo tornava a casa:- Ehi! Non mi hai detto dove!- Gli urlò.
Max:- In questo stesso punto! Alle 18 del pomeriggio!- Urlò a sua volta per poi sparire nella folla.
Mariam:- Un orario da veri uomini...- balbettò ancora sconvolta, per poi non riuscire più a levarsi un sorriso beato dalla faccia.

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Capitolo 3
*** Sotto il cielo del 7 luglio ***


Il 7 luglio arrivò e le strade centrali della città erano a festa.
Hiromi Tachibana indossò il suo nuovo kimono, il tessuto elegante era blu notte con dei grandi fiori di pesco. Si sistemò i capelli che crescevano fino alle spalle con un fermaglietto dorato. Era felice perché finalmente usciva di nuovo da sola con il suo ragazzo che in verità non si faceva vivo dal giorno del diploma, ma Kai era fatto così, e a lei andava bene!
- E' così sensibile in fondo, a me va benissimo così!- Ripeté sfiorandosi la frangia, sorrise orgogliosa di sé stessa e anche del leggero trucco che aveva in viso.
Le arrivò un messaggio, era lui, la aspettava sotto casa. Esultò e scese di corsa le scale per aprire la porta.
Fu felice di trovarlo in abiti tradizionali proprio come gli aveva chiesto, in realtà la stoffa di lui anche se molto semplice e nera era molto più pregiata della sua, era chiaro che al ragazzo i soldi non mancavano, altro punto a suo favore pensò ridendo.
Lo prese sottobraccio contenta:- Non mi dici niente?-
- Buon pomeriggio?- Titubò cercando di essere carino, a modo suo ce la metteva tutta per renderla felice.
- Ma che buon pomeriggio scemo!- Diede lui due colpi in fronte con il suo ventaglietto delicato e aggiunse:- Qualcosa sul mio aspetto!-
- Ah- guardò altrove:- Sì, certo, sei bellissima.-
Probabilmente avrebbe voluto un po' più di feste ma lui era Kai e le andava bene così.
- Comunque anche tu sei bellissimo, ma immagino tu lo sappia!-
Lui mosse appena le spalle, non si era mai preoccupato in realtà di essere bello o no, ma tutto sommato la cosa gli faceva piacere anche se non si sentiva a suo agio con quei vestiti. Lei notò:- Hai comunque una tasca per Dranzer eh...-
La guardò come a dire "che domande".
Hiromi:- Chi mai potresti sfidare scusa?-
Kai:- Sicuramente incontreremo gli altri.-
Hiromi:- Sì ma dovrebbe essere una serata romantica, è l'incontro di due innamorati non di due blader.-
Kai sorrise appena:- Non puoi saperlo, magari erano blader anche Orihime e Hikoboshi. E comunque Dranzer è sempre con me.-
Hiromi:- Sì, sai chi non è sempre con te? Io- disse cinica, lui la guardò ma poi in silenzio ripresero a camminare abbracciati lungo le vie.
Nel frattempo anche una coppia di stranieri camminava per la città, la ragazza indossava un qipaò giallo della sua cultura e il suo ragazzo uno changshan bianco e rosso, avevano entrambi i capelli lunghi legati in una coda. Lui camminava piano guardandosi intorno con aria serena, lei poco più avanti saltellava felice tra le bancarelle.
- Rei! Rei! Non trovi che queste collane siano bellissime?- Si fermò a guardarne una di gioielli ma il ragazzo sembrava non sentirla.
- Rei- ripeté nervosa:- Guardi la festa o le ragazze che passeggiano eh?-
Lui le diede corda sorridendo:- Perché tu non guardi tutti questi ragazzi in forma?-
Mao con lieve sarcasmo:- Non ne ho bisogno perché il più bello di tutti è qui con me!-
Rei sbruffone:- Oh lo so benissimo- le si avvicinò soddisfatto dandole un bacio delicato sulle labbra:- Dicevi? Ti piace questa collana?-
Mao:- Sì, ma anche questa e questa.-
Rei:- Scegline una, non posso viziarti troppo o Rai si arrabbia.-
Mao lo guardò:- Sappiamo bene entrambi che Rai non è in grado di arrabbiarsi con te.-
Rei:- Infatti è con te che si arrabbierà.-
Mao:- Intanto non è qui, acqua in bocca. E comunque lascia stare, la prendo coi miei soldi, così non mi date fastidio né tu né Rai ecco!-
Rei ridendo:- Scherzi? Ti faccio un regalo volentieri sciocca!-
Mao nervosa:- Non sembrava!- Scelse una di quelle collane per poi saltare verso un'altra bancarella dove si cercava di acchiappare pesciolini.
Rei si fermò a comprare degli spiedini di polpette di polipo e addentandone una notò una ragazza che conosceva, inutile dire che si incantò come al solito sulla sua bellezza e poi si avvicinò a parlarle.
- Mariam- disse e lei, vestita con un abito verde a pois bianchi lungo fino alle caviglie ma che le lasciava scoperte le spalle, si voltò.
Sorrise sicura:- Guarda chi c'è. Rei!- Anche i suoi capelli erano legati da un elastico vaporoso in tinta col vestito.
Rei:- Che ci fai da queste parti?-
Lei distolse lo sguardo imbarazzata:- Aspetto qualcuno!-
Rei:- Un uomo?- Chiese con fascino.
Mariam:- Mm. Più o meno.-
Il ragazzo ridacchiò:- Beh, lui è molto fortunato.-
- Sì, Rei, non rubarmi l'appuntamento!!- Sentì urlare da lontano, riconobbe subito la voce del suo amico:- Max!- Si voltò allora vedendolo arrivare trafelato.
Max con l'affanno:- Ho fatto un po' tardi Mariam, scusa.-
Mariam:- Cominci malissimo, uomo- cinica.
Rei era l'unico contento:- Alla faccia Max. Complimenti. Complimenti vivissimi- continuando a scrutare la ragazza.
Max:- Sì, ma ora sparisci- quando c'erano donne di mezzo non si fidava affatto di Rei, il cinese rise di gusto soddisfatto.
Mao li raggiunse salutando Max, diede un colpo sulla nuca al suo ragazzo perché sì e prendendolo per mano lo trascinò via.
- Non indossi un abito tradizionale- notò Mariam vedendolo vestito di un jeans e una camicia bianca.
- Quello dell'anno scorso non mi entrava più, l'ho notato solo oggi. Sono cresciuto a quanto pare! Ma nemmeno tu lo indossi quindi siamo pari!- Rise e lei ricambiò con un sorriso.

- Rei, tu sei felice con me?- Chiese all'improvviso la donna dai lunghi capelli rosa appena furono un po' distanti dalla folla, si vedeva il fiume e lei soffermò lo sguardo su quelle scintille.
- Come? Perché questa domanda?-
Lei continuava a guardare l'acqua:- Hai sempre detto che vuoi girare il mondo, infatti avevi rinunciato a stare con me qualche anno fa. Ora mi hai detto di sì- si voltò avendo il coraggio di guardarlo:- ma sembri sempre un cuore libero!-
- E' quello che sono Mao- disse semplicemente con sincerità per poi avvicinarsi piano a lei e posarle le mani sulle spalle:- Ti basti sapere che sei la persona che più amo al mondo.-
- Davvero?- Gli occhi gialli di lei erano grandi e luminosi e lui le sorrise.
" Davvero" pensò " ma nel mio mondo non esisti solo tu e lo sai benissimo. Cuore libero hai detto, ed è esattamente quello che sono. Spero che a te vada bene, vorrei davvero che tu fossi la donna della mia vita." Ripresero a camminare romanticamente in mezzo alla festa. "Insieme a Rai, Chichi e Gao sei la mia famiglia è inutile negarmelo. Ma io sono felice solo con la mia libertà" il beyblade nella sua tasca si illuminò.
- Sì e anche con te Tigre Bianca ovvio- sorrise prendendo la sua trottola.
- Tutto ok, Rei?-
Il ragazzo le sorrise, un po' forzato ma sincero, e le baciò la fronte. La ragazza lo lasciò fare, sapeva benissimo come era Rei, lo aveva sempre saputo, non era stupida ma tutto sommato, forse, le andava bene così.
- Oh guarda, un altro scemo con le trottole- Rei si voltò riconoscendo la voce della ragazza, Hiromi e Kai erano proprio lì.
Rei:- Ciao ragazzi!- Sorrise avvicinandosi con Mao che felice salutò l'amica.
Rei notò Dranzer:- Anche tu eh Kai!- Il nippo-russo annuì, era ovvio e si guardarono con aria di sfida.
Hiromi:- Non vi sognate nemmeno!- Si intromise spintonando entrambi:- E' una giornata romantica non un torneo di beyblade! Sembra sempre che voi preferiate giocare!-
Rei:- Non è vero- rispose Rei prontamente ridendo:- Io sono soddisfatto anche così- posò una mano al fianco della sua donna e fece i complimenti a Hiromi:- E' sempre bello passeggiare con ragazze così carine!-
Hiromi a Kai:- Visto? E' così che si fa!-
Kai guardò Rei cinico e Hiromi continuò:- Sì ok, Rei è Rei, lo conosciamo tutti.-
Mao:- Lo conosco anche io- diede un altro colpo sulla nuca.
Hiromi:- Ma almeno dice qualcosa di carino!-
Rei:- Almeno dice- ripeté con sarcasmo, come se bastasse unicamente questa frase.
Kai questa volta strinse i pugni in un movimento nervoso, annuì, e prese la mano della sua ragazza:- E' una serata romantica no?- Disse:- Andiamo via.-
Hiromi:- Sì ma...-
Rei:- Tutto ok? Non ti sei offeso vero?- Quasi sconvolto.
Kai sorrise:- Figurati. La prossima volta ci sfidiamo però.-
Rei ricambiò:- Molto volentieri amico mio!- E continuò il suo giro mano nella mano con Mao.
Il sole iniziava a tramontare, il vociferare era alto e le luci soffuse e le risate rendevano il tutto magico, il Tanabata era sempre così.
Mariam non lo aveva mai festeggiato in realtà, lo conosceva ma non era mai stata in mezzo ai giochi e le bancarelle e l'odore di cibo di ogni tipo, e poi c'era lui. Lo guardò incantata, si era innamorata di lui quel giorno, quando da soli avevano dovuto affrontare quella terribile avventura, e non era mai più riuscita a toglierselo dalla testa.
E adesso lui le aveva detto che l'amava. Era una bugia, lo sapeva lei e lo sapeva lui, ma forse poteva diventare realtà. Sorrise timida all'idea di loro due insieme, una vita così diversa da quella a cui era abituata, ma tutto sommato, la cosa non le faceva paura, anzi.
Lui con una buona mira riuscì a vincere il peluche dello squalo tenerone e glielo porse:- Questo è per te!- Disse vivace, lei rossa in viso lo prese volentieri ma disse:- Non sono una bambina.-
- Lo so!- Rispose lui incantato:- Sei una donna meravigliosa, e vorrei mi dessi la possibilità di dimostrarti quanto io possa meritarti!-
Lei non riusciva a non avere le gote di un rosa acceso e lo sguardo sbalordito anche se faceva di tutto per evitarlo. La frangia stropicciata le infastidiva un po' gli occhi, tanto che li chiudeva spesso. - Hai Draciel- notò poi lei. - Certo- rispose lui e lei questa volta assunse un'espressione sicura. Gli strinse la mano e iniziò a correre lontano dalla festa. Era calata la sera quando arrivarono vicino a un molo desolato illuminato solo dai lampioni, le voci della festa erano lontane.
Lui non capiva, lei posò il peluche su una panchina e cacciò a sua volta il suo beyblade:- Ti sfido uomo, dimostrami di essere alla mia altezza!- Era così sicura di sé adesso, e felice. Max ricambiò quello sguardo senza paura e:- Tre, due, uno...- lanciarono.
Vicino al fiume invece, seduti sull'erba, i neofidanzati mangiavano un panino comprato alla festa, evitando di sporcarsi troppo a causa delle salse abbondanti.
Hiromi guardò il cielo, la luna era grande:- Stai bene Kai? Ti stai divertendo?-
- Io sto bene- disse sincero:- Ma tu?-
Lo guardò:- Che intendi?-
Kai guardava il suo panino:- Tu preferiresti uno come Rei?-
Hiromi:- Scherzi?- Rispose prontamente:- Rei è fantastico ma non credo sia... un ottimo compagno ecco. Mao lo sa, ma lei è diversa da me!-
Kai:- Già, la domanda è che tipo di ragazzo vuoi tu.-
Hiromi si pulì le labbra:- Non capisco dove vuoi arrivare.-
Kai:- Sai come sono. Hai detto che ti sta bene, ma io non lo so. Tutte quelle battute... non sono scemo eh.-
Hiromi sbatté più volte le palpebre:- Adesso dici le stesse cose di Takao?-
Kai la guardò un po' nervoso:- Takao?-
Hiromi:- Ok, io e te siamo molto diversi, ma io sono felice con te! Pensate tutti che tu mi farai soffrire, che non mi renderai felice perché sei come sei. Ok, stiamo insieme da quasi quattro mesi e a malapena ci siamo visti, ma... mi va bene! Davvero!- Era sincera.
Kai:- Pensano tutti che io ti farò soffrire?-
Hiromi:- Non pensare male, non hanno parlato male di te- in realtà sì, senza cattiveria.
Kai sbuffò:- Va bene, continua a trattarmi come uno scemo.-
Lei sfiorò le ginocchia di lui sporcando un po' l'abito di salsa, ridacchiò chiedendo scusa e poi continuò:- Ma sanno anche che io sono pazza di te, sono sempre stata pazza di te e sempre lo sarò! E sono felice, quindi non vedo il problema!-
Kai:- Certo perché per tutti il problema sono solo io.-
Hiromi:- Non pensavo ti interessasse tanto il parere degli altri.-
Kai:- Mi interessa il tuo- disse spontaneo:- E non voglio farti soffrire- si alzò accartocciando l'involucro adesso vuoto del panino:- Io ti amo- le disse e lei ancora seduta tra l'erba si illuminò:- Che tu o gli altri ci crediate o no, sono innamorato di te, e ci tengo, dimmi che posso fare per cambiare- strinse i pugni.
Gli occhi di lei trattennero a stento le lacrime, tentò ancora una volta di pulirsi invano il viso e si alzò guardandolo felice:- Kai... se... se mi ami tu, figurati io! Insomma...- rise:- Pensa quanto ti amo io!- Lo abbracciò e poi lo baciò:- Proveremo a cambiare insieme- sorrise.
- Sai di salsa- rispose lui ricambiando il sorriso. ' Mi ami tu, figurati io' ripensò però il ragazzo, "pensate sempre tutti che io non sia capace di amare quanto te, e io non ne capisco il motivo".
- Hiromi, sono così strano?- Le chiese mentre lei camminava di nuovo verso la festa, lei si voltò, sorrise affettuosa:- Amore, sei un sacco strano- e gli fece cenno di seguirla.

La trottola verde e la trottola blu continuavano a girare, sembrava che nessuna delle due volesse cedere ai colpi dell'altra. Le stelle erano chiare e il cielo di un blu luminoso, nessun rumore nell'aria solo i colpi degli anelli di ferro che riproducevano sempre lo stesso ritmato suono. I padroni di quelle trottole però non le guardavano nemmeno più, il peluche era caduto dalla panchina rimanendo a terra con sguardo rivolto a quei beyblade e Max e Mariam si dimostravano l'un l'altra di essere adulti in un altro modo, lasciando perdere i giocattoli. Nessuno dei due fece la prima mossa, fu spontanea per entrambi, superarono i loro fidati compagni di giravolte, si sfiorarono la schiena in maniera veloce per far girare le loro lingue proprio come quelle trottole. Si spinsero reciprocamente poi su quella panchina facendo cadere il povero squalo tenerone. Continuarono a baciarsi e accarezzarsi la pelle sotto i vestiti a lungo in quel posto isolato, continuarono anche quando Draciel e Sharkrash si fermarono insieme su quel molo rimanendo poggiati l'uno a l'altro.
Tra un respiro e l'altro la donna lo guardò con quegli occhi penetranti, naso contro naso:- Ti porto in un posto segreto, non c'è mai nessuno a quest'ora. Dimostrami quanto sei uomo ok?-
Lui prese colore ma riuscì a mantenere il suo stesso sguardo e la calma, proprio come l'acqua prima di diventare onde, annuì semplicemente senza aggiungere altro.
Lei lo trascinò quasi di peso allontanandosi da quella panchina, poi realizzarono, mettendo da parte per un attimo sentimenti e eccitazione di aver lasciato lì sia i beyblade che il peluche, tornarono a prenderli chiedendo loro immensamente scusa e si ritrascinarono nel posto segreto che la donna voleva tanto mostrare al suo uomo.

Era quasi giunta la mezzanotte quando Kai e Hiromi decisero di tornare verso casa mano nella mano.
Le strade di quel quartiere erano quasi vuote e i lampioni illuminavano l'asfalto grigio.
- Kai...- disse timidamente la ragazza guardando la strada:- Io e te siamo giovani, e non stiamo insieme da tanto. Io sono una brava ragazza- ripeteva spesso come se dovesse convincere sé stessa:- Ma...-
Lui la guardò quasi come se avesse capito.
- ... Ma i miei oggi non torneranno presto, e sono a casa sola. So che siamo già stati insieme a lungo oggi e che tu...-
- Io?- Disse lui che avendo intuito adesso più che il solitario blader si sentiva tutto un fuoco come il suo bit:- Io sarei più che felice di salire da te.-
Lei sorrise trovandolo umanamente adorabile, prese le chiavi, aprì la porta e lo trascinò vergognosamente verso la sua camera perfettamente ordinata. La camera era cosparsa di libri e peluche ma il letto su quale si lasciarono cadere era vuoto e aspettava solo loro.
E l'otto di luglio arrivò in fretta salutando Orihime e Hikoboshi e augurando il meglio a tutti gli amanti che in quella notte aveva osservato, dall'acqua che da calma divenne uno tsunami di emozioni e passione così come da bambini si diventa adulti, alle fiamme che bruciavano piano e senza fare male in un romantico e delicato unirsi che sapeva tanto di amore vero.
E ancora osservava una coppia di innamorati divertirsi insieme prendendosi in giro per tutti i soldi spesi e le sciocchezze comprate o anche tre semplici amici che giravano per la festa cercando di rimorchiare ragazze così come il loro amico playboy cinese li aveva insegnato, ma invano.
- Nulla da fare ragazzi, non ci hanno degnato di uno sguardo- piangeva il Professore.
- Per te non c'era solo Ming Ming?- Takao nervoso.
- Ming Ming, Emily, sì.-
- Ming Ming o Emily?- Sempre Takao.
Un urlo, Daichi che stanco sbuffò:- Basta cercare ragazze! Facciamo quello che sappiamo fare meglio!- Cacciò il suo Gaia Dragoon pronto a combattere il campione in carica che orgoglioso accettò la sfida.

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Capitolo 4
*** Un giorno di fine settembre ***


E i giorni e i mesi passavano tra risate, preoccupazioni, dubbi o spensieratezza.
I giovani blader crescevano e crescendo il tempo a disposizioni per i giochi era sempre meno, purtroppo. E' la vita, è così per tutti.
Non abbandonavano mai i loro beyblade ma l'idea di affrontare un nuovo torneo veniva sempre meno ormai, purtroppo.

" Dragoon" pensò lanciando la sua trottola parallela al sole per poi riprenderla agilmente tra le mani, mentre seduto sul portico muoveva le gambe a penzoloni.
" Mi mancano i giorni spensierati con te. Qui tutti non fanno che parlarmi di università o di lavoro, ma non lo sanno che sono un povero stupido?
Che ansia. Mi sfogherei volentieri con te, Dragoon, ma il tuo unico avversario ormai è sempre Gaia Dragoon. Da quando quei tre si sono trovati tutti una fidanzata sembra che il beyblade venga meno.
Che invidia, maledetti.
Per fortuna c'è sempre l'eterno cuore solitario del Prof" ridacchiò cattivo.

- Perché ridi da solo?-
L'ex capitano alzò lo sguardo sorpreso di vedere il suo miglior rivale.
- Kai! Come mai qui?- Cercò Hiromi:- Sei solo?-
- Sì. Sono qui per una sfida. Ci stai?- Cacciò Dranzer:- Non fanno che parlarmi di università e di prendere in mano l'azienda di famiglia, ho bisogno di rilassarmi un po'.-
- Evviva!!- Urlò Takao saltando dalla sua postazione pronto a combattere:- Con molto piacere! Sono nelle tue stesse condizioni!-
In silenzio e finalmente felici guardarono i loro beyblade darsele di santa ragione, come solo Dragoon e Dranzer insieme sapevano fare.
Nonno Jey sentendo i rumori venire dal giardino si affacciò, li guardò non troppo sorpreso anche se questi scontri avvenivano sempre più di rado:- Quei ragazzi non cresceranno mai- disse, poi sorrise e rientrò in casa.
I beyblade girarono veramente a lungo ma alla fine uno dei due si fermò prima, Dragoon.
- Mi hai battuto Kai- si lasciò cadere affranto ma con un sorriso, poco dopo si fermò anche Dranzer.
- Sì. Ma mai a un titolo ufficiale- ricambiò il sorriso.
- Devi esserne orgoglioso lo stesso. Sono comunque il campione del mondo, no?-
- Non lo sarai per sempre, sbruffone- sempre in amicizia, risero entrambi.
Il vento soffiò, faceva un po' freddo, l'inverno era già cominciato da un bel po' e il sole sarebbe stato in cielo ancora per poco.
I due ragazzi si fermarono a bere qualcosa di caldo all'interno, approfittando per chiacchierare.
- Allora Kai, sicuramente tu ti iscriverai all'università. Sai già quando?-
- Il prima possibile. Devo. Tu?-
- Non ne voglio parlare! L'università non fa per me, questo è poco ma sicuro!-
- Di certo però non ti manca l'energia, troverai un buon lavoro- sempre sorridente, un minimo insomma.
Sorseggiarono un po' la bibita in silenzio, poi Takao continuò:- Come va con Hiromi?-
Kai lo guardò.
Takao ridacchiò:- Mi hai battuto anche in quello alla fine!-
Kai lo lasciò continuare.
Il capitano si giustificò:- No non che fossi interessato a lei in quel senso, non pensare male! Ma mio nonno voleva diventasse mia moglie un giorno! Ahahah!- Sorseggiò ancora:- Io nemmeno morto. Con tutto rispetto- Kai non riuscì a trattenere una risata spontanea sputando un po' del caffè che stava bevendo.
Takao:- La tratti bene vero?- Tornò quasi serio.
Kai:- Perché non dovrei?-
Takao:- Le dai tutto quello che si merita? Le attenzioni che si merita, intendo. Credo che una come Hiromi tenga un sacco a queste cose.-
Kai:- Stiamo insieme da quasi un anno, non pensi sarebbe andata via se non le dessi attenzioni?- Non rideva più.
Takao:- Ma dai Kai, quella ragazza stravede per te! Penso che rimarrebbe con te a prescindere da tutto, ahaha, ma sarei felice se fosse veramente felice.-
Kai non continuò il discorso, non riusciva a capire perché lo trattassero così male. Sapeva che non se ne rendevano conto ma ogni frase sulla relazione che aveva con Hiromi era una pugnalata. Sorrise di nuovo solo quando ripensò al fatto di averlo battuto, in tutti i campi.
Quando il nonno Jey lo salutò il ragazzo si limitò a dire:- Buonasera, scusi se le ho distrutto il sogno di suo nipote e la mia ragazza insieme- con un sarcasmo lievemente maligno, poi li salutò veramente, con la sua solita impercettibile ma immensa dolcezza e tornò alla sua vita.
Takao invece riguardò il suo Dragoon " di nuovo soli io e te" sorrise " dovrei trovarmi veramente una compagna anche io. Inizia ad essere noioso io, te e Daichi" non a caso il rosso gli si lanciò al collo appena tornato da una scampagnata - Ci sfidiamo??- Propose, il proprietario sbuffando accettò:- Ma ti avverto, sono stanco, ho appena lottato con Kai!-
- Ah sì? E chi ha vinto?-
- Che domande!- Ma non rispose, l'egocentrico.

Kai tornando a casa tirò nervosamente un calcio a una lattina trovata in terra, per sbaglio spaventò un gattino, pentito gli si avvicinò nel tentativo di farsi perdonare.
- Non volevo spaventarti- disse piano e il gattino si avvicinò incuriosito alla sua mano.
- Sai micetto? Io sto facendo di tutto per rendere Hiromi felice e credo che lei lo sia, dovrei fregarmene di quello che pensano gli altri, come ho sempre fatto- si sentiva molto più a suo agio con gli animali.
- Stavo pensando di prendere una casa tutta per me appena inizierò gli studi- il gatto si strofinò ai suoi pantaloni allora il ragazzo lo prese tra le braccia rendendosi conto che era una femminuccia:- Sei una gattina eh? Scusa- sorrise:- Sei sola? Vuoi venire con me?- La gattina gli leccò un dito e lui lo prese per un sì:- Allora cercherò casa il prima possibile. Ecco...- pensò:- L'ho detto a un gatto ancora prima che a Hiromi, forse non hanno tutti i torti- tornò a casa con la gattina tra le braccia.
Hiromi invece chiacchierava spensierata insieme a Rei, Max e le loro fidanzate, avevano prenotato un tavolo in un ristorante non troppo caro del centro, doveva essere un uscita di coppia ma alla fine lei si presentò da sola. Quando i ragazzi le chiesero come mai rispose semplicemente:- Non l'ho detto a Kai, ho sentito che voleva sfidare Takao, era da tanto che non lo faceva, non volevo rovinargli la giornata- - Che sciocchezza- rispose la fredda Mariam che ormai, da quel 7 luglio faceva parte a tutti gli effetti della comitiva. - Sei la sua ragazza, dovrebbe preferire te a Takao.-
Max ridacchiò senza dire nulla. - Non sei d'accordo?- Si voltò lei acida:- Anche tu preferiresti batterti con Takao?- Il ragazzo quasi spaventato rispose - no no!- ma tutti risero di lui, altro che uomo, Mariam alla fine lo comandava a bacchetta il più delle volte. Ma, scherzi a parte, nemmeno lei frenava mai le sue passioni, anzi, lottavano insieme spesso e volentieri. Lasciò cadere il viso e quei capelli blu scompigliati sulle spalle di lui accennando un sorriso:- A volte sembri così patetico, ma ti amo lo stesso- scherzò. - Ma grazie- rispose lui, e i loro occhi si incrociarono.
- Ehi calmate i bollenti spiriti, ogni volta che vi guardate così prendete e fuggite via- Mao li riportò alla realtà imbarazzandoli non poco, Rei rise di gusto orgoglioso dell'amico. Ma alla fine la solitaria Mariam si era adeguata completamente allo stile di vita del mezzo americano e sembrava completamente a suo agio e soprattutto felice.
Rei e Mao erano i soliti, lei un maschiaccio tutto pepe che accettava pazientemente il carattere difficile del fidanzato, e lui un cuore libero che aveva imparato ad accettare l'idea che la sua famiglia un giorno sarebbe stata con lei, la sua amica d'infanzia. Rei non era una persona facile da gestire, era spesso scorbutico, raramente i suoi occhi comunicavano amore e se si metteva in testa una cosa la faceva senza porsi troppi problemi su cosa ne pensassero gli altri, ma almeno era un fidanzato presente, ecco, magari non del tutto fedele, ma presente.
In ogni caso Hiromi non lo avrebbe saputo gestire, Rei le piaceva, in tanti sensi, ma non sarebbe riuscita a reggere una relazione con lui. Kai era tutto un altro mondo, e lei era pazza di lui. Lui che di sforzi e cambiamenti ne stava facendo tanti, ma sempre a piccoli passi; aveva detto che non faceva piccoli passi ma un po' si sbagliava, pensò lei sorridendo mentre da sola mangiava e rideva con le due coppiette.
Quando ricevette un messaggio che le diceva "ho preso una casa, vivo qui da solo con una gattina, puoi passare quando vuoi" era a casa di Takao con il Professore e Daichi.
Sorrise leggendo il messaggio ma i suoi occhi erano lucidi - Sempre che in realtà non sarai a dormire in qualche campagna sperduta- pensò ironica a voce alta.
- Cosa?- Risposero gli amici pensando si rivolgesse a loro. - Nulla, Kai ha preso una casa e un gatto.-
- Oh tanti auguri!- Disse il Prof.
- Dillo a lui, io l'ho scoperto solo adesso. Mi sarebbe piaciuto accompagnarlo alla ricerca di una casa.-
Takao la guardò senza aggiungere altro.
- Ora scusate ma lo raggiungo!-
E lo raggiunse, la casa era bella, non troppo grande, ma il letto era per due persone. Sorrise nel vederlo, non avevano cercato casa insieme però lui aveva pensato a lei mentre lo faceva, era già tanto. E la gattina era adorabile, non le aveva ancora dato un nome, era grigia e bianca e lei decise di chiamarla Yuki perché la neve le aveva ricordato sempre un po' Kai.
Lui sembrava veramente felice di avere una casa propria e di condividerla con Yuki e ogni tanto, quando gli impegni lo permettevano, anche con Hiromi. Era cresciuto, tanto che aveva anche smesso di truccarsi il viso come un adolescente ribelle.
Lui era felice, veramente felice con lei. Forse non riusciva a farlo capire agli altri quanto avrebbe voluto, ma pensò in quel momento, vedendola felice girare curiosa tra le stanze di quella casa, a quanto avrebbe voluto trascorrere così ogni momento della sua vita.
Era un adulto ormai, un Hiwatari adulto, avrebbe ereditato l'azienda del nonno e avrebbe dovuto mettere su famiglia. Lo avrebbe fatto più che volentieri con lei, la dispettosa meravigliosa creatura che infastidiva sempre i bladebreakers. Non riuscì a trattenere una risata mentre con aria seria e mani in tasca la osservava entrare in quella che era la camera da letto.
- Si può sapere di cosa ridi? Ridi di me?- Accigliata, lui annuì indispettendola ancora di più, poi le si avvicinò baciandola dolcemente. Quel giorno fecero di nuovo l'amore, non capitava spesso, ma quando succedeva la dolcezza di lui la pervadeva in maniera così profonda da farle dimenticare ogni sua assenza.
E i mesi passavano, tornò la primavera e loro più volte fecero l'amore in quel letto solo loro.
" Passerei la vita con te e Yuki" le accarezzava la frangia mentre ancora mezza svestita gli dormiva accanto rannicchiandosi tra le sue braccia e le coperte " Con te, Yuki e Dranzer" specificò ridendo dentro di sé. " Non ho bisogno di altro" pensava giorno dopo giorno mentre insieme seduti a quel tavolo rotondo sceglievano l'università da intraprendere e parlavano di corsi a cui era possibile iscriversi. Le aveva lasciato una copia delle chiavi e lei andava a trovarlo ogni giorno, ma lui spesso non era in casa, in quei giorni c'era solo Yuki che dormiva sorniona sul ripiano della cucina. Non le diceva mai dove andava e per quanto non si sarebbe fatto sentire per poi scriverle d'improvviso parlando di progetti di vita. " Io sono felice con te. Non cambierei nulla" E i giorni passavano e passò anche un'altra estate.
Max e Mariam erano più uniti che mai, si tenevano la mano il giorno che videro Kai sulla riva del fiume, guardava quell'acqua muoversi piano, lo sguardo era vuoto ma non gli diedero troppo peso, pensarono 'il solito Kai, chissà dove è Hiromi?' 
Il solito Kai invece pensava a quel giorno, un giorno di fine settembre quando tornò a casa sapendo di trovarla lì ad aspettarlo, bellissima mentre giocava con Yuki. Indossava una vestaglia lunga con dei cuoricini, sembrava una bambina, una bambina dallo sguardo annoiato a ripensarci adesso.
" Ma io ero felice. Sai Hiromi? Giravano voci su quanto tu fossi pazza di me, completamente presa dal nostro rapporto, tanto da non renderti conto di non essere ricambiata. Perché sempre così distaccato, silenzioso, assente, sembrava chiaro a tutti che io non fossi in grado di amare. Ne erano convinti tutti, nonostante tutti i miei immensi sforzi, erano tutti convinti che io non ti avrei mai resa felice ma che a te non importava tanto era grande il tuo amore per me. Tanto che quasi me ne convinsi, non del fatto che non ero capace di amare, sapevo benissimo che avevo un cuore particolarmente caldo che batteva dentro di me e batteva per te, ma mi convinsi che tu saresti stata disposta a tutto pur di restare al mio fianco, per sempre."
Le aveva preso un anello quel giorno, un anello del quale gli aveva parlato, le piaceva molto e lui decise di farle una sorpresa. Non era capace di gesti plateali, le posò quell'anello sul tavolo e lei capì.
" Mi convinsi che tu saresti stata disposta a tutto perché eri pazza di me, da sempre, così dicevano.
E invece evidentemente, inaspettatamente..." lei si limitò a guardarlo con occhi colmi di lacrime, scostò la testa, si infilò la giacca " ...ero io quello che amava di più" e andò via chiudendosi la porta alle spalle.
Quella notte Kai si coricò solo in quel letto grande, mentre Yuki si aggirava attorno ai suoi piedi. Non riuscì a prendere sonno, si limitò a guardare il soffitto finché non si fece giorno.
Altre notti invece raggiungeva la riva di quel fiume e lo osservava così a lungo da non dover pensare ad altro.

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Capitolo 5
*** Il mercoledì che non ti sei presentato ***


' Sei a casa? Lo so che è tardi ma ho bisogno di parlare con qualcuno.' Quella notte, dopo essere andata via in tutta fretta da casa di Kai con addosso solo una vestaglia e un lungo cappotto, correva sconvolta lungo le strade per raggiungere quello che per lei era un posto sicuro. Le dita tremavano mentre velocemente pigiava i tasti del telefono, il ragazzo rispose in fretta.
' Ci sono. E' successo qualcosa? Mi devo preoccupare?'
' Niente di grave. Sto arrivando, grazie' grazie, forse non gliel'aveva mai detto a pensarci adesso. Con l'affanno arrivò alle porte di quella villa, attraversò il giardino e il laghetto e trovò l'amico di sempre sul portico accesso ad aspettarla.
Nel vederla rimase sconvolto:- Hiromi, hai praticamente le ciabatte!-
- Se è per questo sotto il cappotto sono in pigiama, fammi entrare dai- gli rispose e lui la assecondò, si fermarono a parlare da soli, seduti in quella grande stanza in legno dove un tempo spesso i bladebreakers riposavano.
- Il nonno e Daichi?- Chiese.
- Dormono, ma dimmi tutto- preoccupato.
- Scusa il disturbo, ho provato a contattare il Prof ma forse sta dormendo anche lui perché non risponde.-
Takao rise dolcemente:- Grazie per avermi avvisato di essere stata la tua seconda scelta!-
Hiromi:- Lui è meraviglioso lo sai, non come te!- Prese in giro e Takao fece il finto offeso.
- E Kai? Non ti poteva aiutare?-
- Ma il problema è lui- rivelò e il blader sgranò gli occhi, come se se lo aspettasse.
- Ecco lo sapevo. Sapevo che un giorno ti avrebbe fatta soffrire! Non fraintendermi, Kai è un bravissimo ragazzo ma non tu non fai per lui!- Si alzò nervoso camminando avanti e dietro.
- Mi ha chiesto di sposarlo Takao- disse lei a voce ferma, trattenendo un singhiozzo, ancora seduta sfiorava le sue caviglie guardando il parquet, allora il ragazzo si fermò, voltandosi a guardarla chiuse finalmente quella sua boccaccia.
- E' chiaro che è lui a non fare per me, e non il contrario. Perché io sono scappata Takao, sono scappata dalla paura di passare tutta la vita con lui- non riuscì a trattenere le lacrime mentre cercava di nascondere il viso tra i capelli. Takao le si avvicinò piano, timidamente l'abbracciò delicato cercando di consolarla, ma non era bravo a farlo, non riusciva a gestire la situazione, e in realtà non stava nemmeno pensando a lei.
" Kai" pensò adesso l'amico, dopo tutte le cattiverie involontarie che per più di un anno gli aveva detto alle spalle ma anche in faccia " mi dispiace, amico mio" pensò abbracciando la fidanzata fuggita " spero che tu abbia un amico a consolarti in questo momento. Ma conoscendoti..."
Passarono qualche ora a chiacchierare e ogni tanto a ridere tra le lacrime, fino a quando lei lo ringraziò di nuovo, e accarezzandoli il viso lo salutò augurandoli una buonanotte. Lui la guardò andare andare via mentre si rinfilava il cappotto su quella lunga vestaglia, le sembrò bella anche così, tra le lacrime e un pigiama da signora, sorrise poggiato alla colonnina del portico e non distolse lo sguardo fino a quando lei non sparì dalla sua visuale.
E poi ripensò a Kai, avrebbe dovuto scrivergli, ma forse con uno come lui le parole non erano necessarie. " Mi dispiace amico. Scusa di tutto, davvero" ripeté tra sé e sé.
Nei giorni successivi la ragazza continuò a scambiarsi messaggi di sfogo con Takao, non aveva ancora avuto il coraggio di tornare a casa da Kai, né tantomeno si erano scritti.
' Avevi ragione Takao. Kai è dolcissimo, non mi ha fatto mai mancare nulla, se non le attenzioni che una ragazza come me pretende.'
' Ma lo so, nessuno voleva parlare male di Kai. Ma era un dato di fatto, tu sei completamente diversa da lui. Era questo quello che intendevo.'
' Forse dovevo darti ascolto. Pensa te, è possibile che sia più in sintonia con te che con Kai?? XDDDD Roba da matti.'
' Divertente sì, simpatica!! Di sicuro nella vita hai stressato più me che Kai!'
' Perché tu te lo meriti. Ehi, ricordi quando tuo nonno voleva che ti sposassi?? Pazzoooo XDD'
' Sì, fuori di testa. Spero se ne sia fatto una ragione! Non dirlo che ti sei praticamente lasciata con Kai o tornerà ad assillarmi!'
' Ah perché? Sarebbe così terribile sposarmi signorino?!'
' Chissà.'
' Mm. Chissà...'
' Ti voglio bene scema.'
' Io di più.'
' Ci becchiamo al nostro matrimonio allora! XD'
' Ok, ok, ci vediamo là! XD'
Con Takao andava sempre a sfociare tutto nel comico, nello scherzo, era difficile avere un discorso serio con lui. Con Rei e Max non aveva avuto contatti in quei giorni, non voleva stressarli e magari creare problemi di coppia anche a loro. Però riuscì a sentirsi con il Professore finalmente, niente messaggi con lui, andò a trovarlo direttamente a casa.
- Si può sapere dove eri finito?? Avevo un sacco bisogno di te!-
- Ehi, io mi sono già iscritto all'università! Sono impegnato! Ma che è successo??-
- Sono scappata da Kai...- disse e lui senza aggiungere altro la fece accomodare in casa.
Parlare con il Professore era tutta un'altra cosa, anche se non aveva praticamente mai avuto una relazione era un tipo molto romantico e riusciva a entrare nell'ottica di entrambi, vedeva il punto di vista di Hiromi, e quello di Kai. Si accorse che involontariamente le parole di Takao tendevano ad allontanarla da Kai, il Professore invece era molto più maturo, cercava la soluzione, il Professore cercava di riportare armonia nel loro rapporto.
Erano sicuramente molto giovani, non pretendeva che Hiromi si sposasse adesso, sicuramente Kai aveva delle idee tutte sue nella testa che il resto del mondo trovava assurde ma era capace di ascoltare e comprendere. E' vero che non le dava le attenzioni che Hiromi pretendeva ma non era cattiveria, anzi, in realtà nel periodo trascorso insieme lui aveva fatto molti più cambiamenti di lei, forse adesso toccava a lei capirlo veramente e accettarlo. La cosa le faceva paura, aveva ancora tanti dubbi, chissà se era davvero l'uomo per lei, chissà se l'avrebbe resa felice come lei voleva essere, ma due cose erano sicure: Kai avrebbe in tutti i modi voluto vederla felice e in questi giorni, tra un messaggio di Takao e l'altro, lei aveva pensato sempre e costantemente a quanto Kai le mancasse. E a farglielo notare era stato proprio il Professore, lo abbracciò:- Saresti un ottimo compagno!-
- Lo so, in effetti dovevi davvero innamorarti di me!- Rispose ridacchiando nell'imbarazzo, rispondendo a un discorso vecchio di quasi due anni.
Erano passate quasi due settimane dal giorno della proposta e finalmente Hiromi, con indosso un vestitino allegro di colore rosso e bianco, bussò a casa di Kai, imboccando tutto il coraggio che aveva. Le chiavi purtroppo non le aveva con sé, perché quel giorno era scappata così in fretta da averle lasciate lì.
Sentì miagolare  e notò che Yuki dall'interno ticchettava sul vetro della finestra felice di vederla, sorrise alla miciona.
Chissà se Kai era in casa, si chiese, ma lui aprì. Aveva pantaloni eleganti, grigi, e una camicia, a guardarlo non sembrava più quel ragazzo sportivo, ma un dirigente a tutti gli effetti.
Il tempo passava, e Kai sembrava già un uomo adulto, sarà per le pressioni della famiglia, forse per quello che a lui non era parsa così assurda l'idea di un matrimonio a 20 anni.
Era così serio, classico suo, ma era diverso, la guardava severo senza dire nulla.
- C... ciao Kai- balbettò lei.
Lui le fece solo cenno su una sedia all'interno. C'erano degli abiti che Hiromi aveva lasciato lì, in effetti ricordiamo che era fuggita in pigiama.
- No, non sono venuta per quelli. Non ci stavo pensando proprio. Kai, volevo chiederti scusa. Posso entrare?-
Lui stette un attimo a pensare, poi espirò come se stesse trattenendo il fiato da troppo tempo e la lasciò passare.
Notò adesso lei, che sul tavolo, lo stesso di quella notte, c'era ancora poggiata la custodia con l'anello. Trattenne un singhiozzo vedendolo ancora lì, in attesa, ma gli occhi non riuscirono a non bagnarsi.
- Oh Kai, mi dispiace. Davvero, io non so cosa tu abbia potuto pensare in questi giorni, ma credimi, io ti amo esattamente come prima!- Gli disse perdendo la sua calma mentre lui le rimaneva impassibile di fronte lasciandola parlare.
- Mi ha spaventato quello che mi hai chiesto. Siamo ancora così giovani e...-
- E io non sono il ragazzo che fa per te, giusto?- Disse allora lui, con voce calma ma sguardo fermo, lei non rispose subito.
- Tutte le volte che mi hai detto che eri felice, che ti andava bene la mia stranezza. Perché sono strano, l'hai detto anche tu che sono strano. So di essere strano ma a me vado bene così- ora parlava veloce anche lui, come se stesse sfogando anni di frustrazioni:- Ho cercato di essere più "normale" possibile per te, io più di così non posso. Questo sono io, Hiromi. Prendere o lasciare.-
- Ti prendo- disse lei:- Ti prendo, ma ti prego, non parliamo di matrimonio adesso. Mi devi dare tempo di pensare...-
- Pensare a cosa?-
- Alla mia vita, a decisioni da prendere, a tante cose!...- Ricevette un messaggio, istintivamente prese il telefono, lesse velocemente il messaggio senza darci peso e lasciò il telefono aperto sul tavolino, accanto all'anello.
- Riesci a capirmi Kai? Non devi pensare che io non ti ami!-
- Sei sparita per due settimane. Hai idea di come possa essermi sentito?-
- Tu sparivi anche per più tempo a volte!- Rise nervosa e lui non poté controbattere.
- Devo... devo fare pipì. Scusa...-
- Sai dov'è il bagno- disse lui.
La ragazza si allontanò seguita da Yuki, e il telefono poggiato ancora su quel tavolo ricevette un altro messaggio.

' Ci sei?' A Kai, che era di fianco al tavolino, non poté non cadere lo sguardo. Hiromi non si era mai fatta problemi a mostrargli il telefono, quindi gli uscì istintivo leggere i messaggi.
Dall'ultimo ' Ci sei?' A quello di pochi minuti prima ' Sta sera grigliata' a quelli dei giorni precedenti ' Ci becchiamo al nostro matrimonio', ' Chissà', ' Sarebbe così terribile sposarmi?', ' Ti sei praticamente lasciata con Kai', ' è possibile che sia più in sintonia con te che con Kai?', ' tu sei completamente diversa da lui'.
Quando lei tornò dal bagno lo trovò lì, con sguardo cupo vicino al suo telefono. Erano stati da parte sua così innocenti quei messaggi che non riuscì nemmeno a capire subito perché Kai avesse quello sguardo. Ma lui parlò:
- Ho capito a quali decisioni da prendere ti riferivi.-
Lei intuì intravedendo i messaggi. Non poteva aver pensato che nello scherzo ci fosse un fondo di verità.
- Semplicemente non sono l'uomo che vuoi sposare- le lanciò il telefono piano, lei lo prese al volo.
- Vai via- le disse poi con voce sottile.
- Kai- lei tremò non trattenendo più un groppo in gola:- Ti stai facendo un'idea completamente sbagliata!- Allarmata.
- Vai via- ripeté lui a denti stretti cercando di mantenere la calma.
Lei raggiunse sconfitta la porta dopo aver preso i suoi vestiti:- Va bene, ti lascio il tempo per riflettere e renderti conto che adesso sei ridicolo- piangeva ma era severa:- Stavamo solo scherzando! E ci conosci benissimo!- Lui non le rispondeva più:- Tranquillizzati e ne riparliamo. Promettimi che ne riparliamo!- Diceva piangendo aprendo la porta ma non trovando il coraggio di andare via:- Ci vediamo mercoledì alle 19 al Belvedere, mi hai sentita? So che siamo liberi entrambi per quel giorno, non inventarti impegni inesistenti.-
Lui si avvicinò alla porta per chiuderla al posto di lei.
- Kai! Mercoledì alle 19! Mi raccomando. Ti amo!- E la porta si chiuse quasi sul muso di lei che piangendo disperata si lasciò cadere su quell'uscio battendo due pugni:- Ti amo, lo sai!!-
Quel mercoledì arrivò, furono giorni interminabili, ma arrivò. Takao aveva continuato a scriverle, e lei aveva gentilmente risposto ma rifiutando ogni invito o uscita tra amici, trascorse quei giorni solo nell'attesa di quel mercoledì.
Si fecero le 19 e lei era lì, bellissima ad attenderlo, indossando lo stesso vestito che indossava quel giorno al compleanno di Takao quando gli si dichiarò.
Era nervosa, ma credeva nel loro amore. Insomma, quell'uomo le aveva chiesto di sposarla! Doveva perdonare una sciocchezza simile! Una sciocchezza che non andava neanche perdonata, perché Takao e Hiromi scherzavano così sempre e lui lo sapeva, forse quella volta era semplicemente il momento sbagliato per scherzare, tutto qua.
Era nervosa, ma credeva nel loro amore. Ci credeva tanto, ma ci credette un po' di meno nel momento in cui lui non si presentò.
Il mascara le scolò giù dalle guance mentre le braccia distese lasciavano le mani tremanti grattarsi ripetutamente tra di loro.
Aspettò e aspettò piangendo in mezzo ad altri innamorati che passando la guardavano incuriositi e impietositi ma lui non arrivò mai.
Ricordò un ultimo appuntamento che aveva rifiutato, i ragazzi stavano festeggiando a casa Kinomiya l'ammissione all'università di Max. Dubitava fortemente che Kai fosse lì ma decise di raggiungerli. Aveva detto che non avrebbero avuto appuntamenti, ma questo era uscito all'ultimo, chissà?
Chi voleva prendere in giro, pensava correndo, non stava andando lì nella speranza di trovare Kai, sapeva benissimo che non ci sarebbe stato.
Lei stava andando per vendicarsi di lui. Le aveva fatto questo per una sciocchezza! Una sciocchezza! "Era uno scherzo, un gioco!" Correva disperata "Ah sì?"
Superò il portone in legno raggiungendo il giardino dove vi erano tutti, Rei con Mao, Max con Mariam, il Prof, Daichi, e Takao che con un bicchiere di cola in mano faceva lo stupido a rischio di macchiare l'abito di Rei vicino, e che chiaramente non avrebbe perdonato. " Ah sì, Kai? Sai cosa..." La notarono, e il vociferare si fermò completamente, lei era visibilmente scossa e aveva uno sguardo corrucciato e il viso completamente coperto dalle lacrime.
" ...trasformerò quello scherzo in realtà, perché è questo che ti meriti, tu che non mi hai mai portata a una festa così" si avvicinò a passi veloci verso il ragazzo dai lunghi capelli blu e lo baciò, davanti a tutti. Il bicchiere cadde dalle mani di Takao rovesciandosi e sporcando un po' i vestiti di Rei che preso da un'altra ovvia scena nemmeno se ne accorse.
Il bacio durò pochi secondi che in realtà parvero interminabili solo al campione di beyblade, e realizzò la cosa solo quando lei si staccò. Il resto della squadra rimase ammutolito, solo Daichi esclamò:- L'ha baciato!! L'ha baciato in bocca!!- Ricordando una vecchia scena col Professore protagonista.
Rei e Max si guardarono stringendo i pugni, Mao portò le mani alla bocca e Mariam si voltò indignata da un'altra parte.
Il Professore scostò la testa pensando " no, no Hiromi, e tutti i miei bei discorsi??"
Takao invece, d'istinto, sorrise, senza sapere dire altro.
Lei chiese scusa, e scappò di nuovo via resasi conto della figura. L'ex capitano si voltò a cercare consiglio tra gli sguardi dei suoi compagni e amici, sguardi che fecero segno di no, di lasciar perdere, ma Takao, al solito, fece di testa sua e la seguì abbandonando la festa.
Non c'era luna quella notte e i lampioni si erano praticamente fulminati tanto da lasciare l'intera strada attorno a quella villa al buio. Takao, più veloce la raggiunse subito, l'afferrò per il braccio e senza voler essere violento la sbatté contro il muro per fermarla.
- Hiromi- la chiamò un po' nel panico:- Che ti è preso? Spiegami! Che significa?-
- Non significa nulla!- Gli urlò per poi baciarlo di nuovo e lui non riuscì a non ricambiare quel bacio che secondo dopo secondo diventata più appassionato.
" Che sto facendo?!" Pensò poi lei in un attimo di lucidità pronta a fermare e spingere via dalla sua bocca quella di Takao, ma prima che potesse farlo lei a fermarli fu un pugno sul muro, così rumoroso da attirare la loro attenzione. Era Rei, seguito dagli altri, guardava Takao severo. - Pensavo fossi uscito a calmarla, non ad approfittare di lei.-
- Io... io- disse imbarazzato:- Sì ma è stata lei, di nuovo!- Cercava di scusarsi.
Prof:- E' chiaramente sconvolta... sono preoccupato per lei.-
- Ah sì?- Disse il cinese nero in viso, e Max sembrava volerlo assecondare:- Io invece sono preoccupato per un altra persona.-
Takao abbassò lo sguardo, doveva essere davvero un pessimo amico, altroché " Kai, mi dispiace" pensò di nuovo.
Hiromi rimase a guardare l'amico straniero con occhi tremanti, che voleva saperne lui di fedeltà? E le stava facendo la predica? Anche Max però sembrava avercela con lei, che cosa aveva fatto? " Povero Kai" pensò adesso anche lei. - Takao, non significava nulla davvero, spero tu lo sappia- gli disse sconfitta prima di andare via e nascondersi per sempre.
- Era un capriccio?- Chiese.
- Sì- rispose allontanandosi ma non distogliendo lo sguardo da lui.
- Beh- sorrise inaspettatamente Takao:- Io ti perdono. Anche se dovessi essere pestato a sangue dal tuo ex ragazzo per questo!- Takao in quel momento fu l'unico a donarle uno sguardo amorevole mentre tutto il resto del mondo sembrava disprezzarla. Ricambiò il sorriso e si allontanò nel buio di quella strada.

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Capitolo 6
*** Lo scorrere del tempo ***


' Ehi Kai, come va?' Scriveva l'amico biondo sdraiato sul letto nel buio della sua stanza, a illuminare sono un abat-jour alla scrivania, dove Mariam ticchettava il muso al peluche di quello squalo che lui le aveva regalato, lo aveva lasciato in casa di Max alla fine, come scusa per venirlo a trovare più volte che poteva. - Pensi davvero che scrivere a Kai sia una buona idea?- Gli chiese.
- Come fai a sapere che sto scrivendo a lui?-
- Sei prevedibile, sai?- Gli si avvicinò piano stendendosi sensuale accanto a lui.
Si guardarono un po' l'un l'altra senza sapere cosa dire.
- Pensi che un giorno possa capitare anche a noi?- Chiese lei con quegli occhi accecanti.
- Sono sicuro che si sistemerà tutto anche tra loro- disse.
- Tu mi perdoneresti?-
- Ci sono tante variabili, alla fine non è stato nulla di così grave non credi?-
- Sì ma quindi? Vuoi fare la spia a Kai? Occhio non vede cuore non duole no?-
Max guardò il suo telefono:- Io non lo so... Kai è mio amico.-
- Anche Takao- ridacchiò:- Allora ti pongo un'altra domanda visto che alla prima non mi hai risposto- un po' infastidita:- Se un tuo amico mi vedesse con un altro uomo tu lo vorresti sapere?-
- Potrebbe capitare?- Chiese adesso ironico e cinico l'americano guardando la sua bella stesa accanto a lui, lei rise di gusto prendendolo in giro.
- Gli ho solo scritto come va- disse poi lui tornando serio:- E poi tanto so che non risponderà- poi sfiorò i capelli di Mariam scostandoglieli dal viso asciutto:- Ehi- le disse dolce sussurrando:- Ti ricordi quando ti dissi quel ti amo così fuori luogo prima di metterci insieme?-
- Certo che me lo ricordo.-
- Adesso lo penso davvero- sorrise per poi pizzicarle il fianco, infastidita lei saltò giù dal letto, prese per la coda quel grosso peluche tenerone e glielo sbatté in faccia mettendosi a cavalcioni su di lui. Risero di gusto per poi baciarsi. - Io non ti tradirei mai- disse lei ancora sghignazzando. - E io ti perdonerei sempre- rispose adesso lui stringendola a sé. 

Ma Rei non ragionava troppo quanto Max in queste cose, bussò direttamente alla porta dell'amico solitario in un giorno di sole. Nessuno aprì, allora si fece strada fino alla finestra della camera dove lo vide e lo costrinse ad aprire, per l'esattezza aprì solo la finestra e Rei si intrufolò.
- Si può sapere cosa vuoi?-
- Vogliamo solo sapere come stai.-
- Come devo stare?- Si risedette sul letto:- Non capisco a cosa ti riferisci.-
- Tu e Hiromi state ancora insieme?-
Allora Kai lo guardò aspettandosi altro e il cinese continuò:
- Perché tu non ti fai vedere da un sacco ma lei la vediamo Kai. E da come si comporta mi pare evidente che la relazione tra di voi sia finita. Come stai?-
- Da cosa ti sembra così evidente?- Chiese unicamente il ragazzo con voce sempre più bassa.
- Non dovrei dirtelo. Ma ti sono amico e te lo dirò- il russo strinse i pugni e Rei gli si avvicinò senza paura:- Promettimi che non farai scenate e che non te la prenderai con nessuno. E' stata solo una bravata, ed è finita lì che io sappia. Promettimi che non te la prenderei né con Hiromi né con Takao- allora gli occhi di Kai si sgranarono, guardò Rei serrando i denti.
- Mercoledì sera, alla festa di Max a cui non sei venuto, lei è apparsa all'improvviso e si sono baciati.-
Il cuore gli si fermò in petto ma non mosse un muscolo.
- Tutto qui. Promettimi che non farai pazzie e promettimi che se avrai bisogno di sfogarti, in tutti i modi, una rissa, uno scontro di beyblade, un pianto liberatorio, promettimi che lo farai con me, lasciando perdere Takao e Hiromi.-
" Il mercoledì che non sono andato al Belvedere" pensò Kai ancora immobile mentre ascoltava l'amico " non dovevo preoccuparmi, sarai stata felice."
- Me lo prometti Kai? Mi prometti che non farai pazzie né con Hiromi né con Takao?- Serio ancora di fronte a lui.
- Tu che avresti fatto Rei? Tu non avresti fatto pazzie?-
- Io avrei spaccato il muso a quello stronzo. Ma io non sono te e so che sei una persona migliore di me- posò una mano sulla spalla dell'amico che lasciò cadere la testa in giù inarcando la schiena.
- Se hai bisogno sono qui- ripeté e uscì di nuovo dalla finestra, lasciandolo lì solo, immobile con la schiena inarcata.
Solo quando Yuki saltando sul letto iniziò a vagargli attorno accarezzandolo con la coda lui lasciò la schiena cadere ancora di più, coprì il viso tra le mani, e pianse, a lungo, in quella solitudine che un tempo sembrava piacergli tanto.
Mantenne la promessa che aveva silenziosamente fatto a Rei, nessuna scenata, nessun pugno, lasciò il tempo correre tra gli esami dell'università e un tiro con Dranzer. E' vero quei lanci erano pieni di collera, ma nessuno al mondo lo capiva meglio della sua Aquila rossa. Tempo dopo accettò anche una sfida con Driger come Rei gli aveva gentilmente offerto. Per il beyblade non ci furono chance, Dranzer lo spazzò via immediatamente, tanta sembrava la calma apparente di Kai tanta era la furia del suo beyblade. Rei sconfitto guardò la sua donna, che non sapendo che fare per aiutare l'amico alzò le spalle accettando sportivamente la sconfitta del fidanzato.
' Sto bene, grazie' rispose un mese dopo all'americano, che leggendo il messaggio sfiatò contento di sentirlo.
Tempo dopo incontrò anche il Professore e chiese lui un consiglio per Dranzer. - Kai, quasi non giocate più, ma Dranzer è a pezzi- gli disse stupito intuendo di quanto sfogo doveva esserci stato su quel beyblade.
- Farai qualcosa o sei troppo impegnato con gli studi?- Gli chiese il blader.
- Certo, certo. Aiuterò Dranzer- diede due colpetti affettuosi al braccio dell'amico, nella speranza che aiutare Dranzer significasse anche aiutare lui:- Sono contento di vederti Kai- sorrise e il blader ricambiò gentile.
Una volta incontrò anche Daichi per le strade, faceva un chiasso, i due si scambiarono lo sguardo senza dirsi nulla, non erano mai stati così in intimità da dover aggiungere altro.
In quei mesi passati sui libri però non aveva mai cercato Takao né aveva mai risposto ai messaggi di Hiromi, perché temeva che se fosse accaduto non sarebbe riuscito a mantenere quella promessa.
Eppure i messaggi di lei non erano stati pochi, specialmente le prime settimane.
Passò i primi giorni a piangere mattina e sera, non riusciva nemmeno a pensare agli studi, non voleva mangiare, non voleva uscire. Dormiva in camera con sua madre perché la notte era colta da attacchi di panico e rifiutava a priori ogni discorso riguardasse la sua vita.
Si era pentita così tanto di quel gesto che decise di costruirsi una prigione mentale, nonostante questo l'unico che nelle prime settimane riuscì a sentire era proprio Takao. L'unico che non provava vergogna a sentire. Era chiaro a entrambi che quella era stata solo una pessima idea e anche il ragazzo lo aveva accettato. Poi il Professore le scrisse, anche Max e Mao a nome della coppia (così diceva lei almeno) e a poco a poco i rapporti con la comitiva tornarono per fortuna quelli di sempre. Riuscì a riprendere gli studi, riuscì di nuovo a dormire nel suo letto dopo un bacio della mamma e riuscì di nuovo a sorridere, o almeno per facciata.
Insomma il tempo passò e come sempre portò via quel dolore pietrificante che ti impedisce di avere una vita, era stato così per Kai, ed era stato così anche per Hiromi, ma quello che il tempo non riuscì a portare via dal cuore della ragazza era l'immenso e costante amore che aveva per Kai, e dalla testa la pesante e opprimente consapevolezza di essere colpevole del suo stesso male.
Chi è causa del suo mal pianga sé stesso si dice, e lei stava facendo suo questo detto più che mai. Riusciva a vivere, a studiare, a uscire e anche a ridere, ma non riusciva a perdonarsi di aver commesso quel piccolo terribile errore; non quello di aver baciato Takao, perché quello era già una conseguenza e non sapeva nemmeno se Kai lo avesse mai saputo, ma quello di essere fuggita quella notte, senza aver dato a Kai nemmeno il tempo di farle la domanda, lasciando quell'anello poggiato lì, su quel tavolino, ad aspettarla per sempre.
E adesso lei viveva, ma con la consapevolezza che mai nella vita avrebbe ritrovato un compagno come Kai, forse un po' assente, forse un po' strano, ma l'uomo col cuore più grande che avesse mai conosciuto, di una gentilezza profonda e delicata, dal sorriso raro ma spontaneo come quello di un bambino e dagli occhi più innamorati che avesse mai visto. Nessuno al mondo l'aveva mai guardata con quegli occhi, cosa le importava di parole sfuggenti, lui parlava con gli occhi e non aveva bisogno di dire altro. Sarebbe stato fedele, sarebbe stato coraggioso, sarebbe stato premuroso e le sarebbe stato vicino in ricchezza e in povertà, nella buona e nella cattiva sorte. In cambio voleva solo essere amato tanto quanto amava lui.
Ma lei non era mai riuscita a dimostrarglielo, lei non era mai cambiata per lui, lei aveva solo preteso e poi perso.
" Che stupida, che stupida, che stupida inutile donna" si fermò ancora una volta su quel Belvedere, dove gli dichiarò i suoi sentimenti quel lontano marzo " scusa" disse poi, ma non più a Kai, lo disse a sé stessa " Scusa per quello che ti ho fatto ingenua ragazzina innamorata. Kai non è mai più riuscito a perdonarmi, ma almeno perdonami tu. Scusa se ho lasciato cadere il tuo castello e tutte le sue favole per inutili paure. Scusa, se non sono stata la brava ragazza che tanto dicevi di essere. Scusa" non riusciva a fermare le lacrime affacciata a quella ringhiera " Scusa se ti ho delusa a questo modo" si asciugò le lacrime " e Kai. La vita andrà avanti, incontrerò qualcun altro, magari ti assomiglierà, magari no, magari sarò di nuovo felice ma vorrei tu sapessi che in alcun modo è stata colpa tua. Cresci forte e consapevole dello splendido uomo che sei e trova la donna giusta per te, vorrei ancora tanto che fossi io."
Scrisse queste ultime frasi su un foglio di carta e le lasciò lì, su quella panchina dove la prima volta lo incontrò, finché il vento non le portò via.

Il giorno che si rincontrarono era a metà di dicembre, la giornata era fredda ma non c'erano nuvole. Era passato più di un anno ma quando i loro sguardi si incrociarono in quell'atrio dell'università a lei sembrò di rinascere.
- Ciao- gli disse con dolce stupore in un sorriso sincero e le gote rossastre
Lui silenzioso come al solito accennò un movimento di testa.
- Non è facile con te capire se sei arrabbiato o il solito Kai eh- ridacchiò e continuò mentre erano in fila a uno sportello della segreteria:- Come mai qui?-
- Immagino per lo stesso motivo tuo- disse con gli stessi documenti tra le mani.
- Vero, che stupida- disse ma in realtà pensò a quanto gli fosse mancata la sua voce, appena profonda ma pacata e dolce, la sua voce gli assomigliava, pensò.
- Come vanno gli studi? Quanti esami ti mancano?- Chiese per poi preoccuparsi:- Ti sto disturbando?- Attese la risposta con estrema paura.
- No- rispose lui alleggerendola ma non rispose comunque alle sue domande.
Riuscirono a fare quello per cui erano venuti e si allontanarono insieme dall'atrio.
- Mi ha fatto piacere vederti Kai. E' passato un anno, ti rendi conto? Non sono mai riuscita a trovarti, capisco tutto, credimi, ma ti vedi mai almeno con gli altri?-
- Mi vedo con Rei e Max ogni tanto, ci sfidiamo. E con il Professore quando con Rei e Max ci sfidiamo troppo e Dranzer ne risente- rise lievemente e lei ricambiò con un sorriso.
- E...- stava per chiedere dell'unico non nominato, a parte Daichi, ma lui non era importante adesso, decise poi di evitare quel discorso. Eppure era davvero sciocco essere arrabbiato con Takao per quei messaggi dopo un anno, ma forse, le venne il dubbio che qualcuno dei presenti a quella festa potesse avergli spifferato ogni cosa.
Si limitò allora a guardare Kai senza aggiungere altro, si capirono col silenzio.
" Forse Takao non ti manca" pensò " ma mi chiedo se a Dranzer non manchi Dragoon."
- Come stai Kai?- Gli chiese soltanto prima di salutarlo.
- Vivo- rispose lui.
- La prossima volta che ci vediamo, permettimi di offrirti qualcosa di caldo o qualcosa di freddo, a seconda della stagione. Ci abbiamo messo un anno prima di rincontrarci quindi non si può mai sapere- ridacchiò:- Me lo prometti? Me lo lascerai fare?-
- Va bene- le rispose e si allontanarono prendendo due strade diverse.
Era stata una conversazione piacevole ed era stata così felice di rivedere Kai. Pensò, coricandosi la sera, che non le era mancata solo la sua voce, pensò che continuava a mancarle ogni cosa. Pensò ancora una volta di essere stata responsabile della più grave perdita della sua vita e pensò di non meritare mai più felicità se non al fianco di Kai, e quella notte ebbe a distanza di tempo di nuovo un attacco di panico.
" Ha detto va bene" pensò nel sonno disturbato " Devo incrociarlo di nuovo, devo fare di tutto per incrociarlo di nuovo."
In quell'anno per i suoi amici non era cambiato molto, Rei e Mao diventavano più affiatati anno dopo anno, Rei maturava e la sua voglia di libertà un po' si placava, Max e Mariam erano obiettivamente la più bella coppia che lei avesse mai visto, chi lo avrebbe mai detto? Il Professore continuava a piangere amori mai ricambiati e Daichi anche se andava alle superiori continuava ad essere tanto infantile. Takao però aveva una novità, aveva conosciuto una ragazza, sembrava incredibilmente una storia seria, nonostante l'esuberanza del ragazzo.
- Sono veramente innamorato- disse un giorno a Hiromi mentre prendevano un gelato insieme sullo stesso gradino del giorno del diploma:- Ora capisco quello che possa aver provato Kai- il tatto però non lo perdeva mai.
- Scusa! Non volevo!- Disse poi:- Ti offro il gelato ok?-
- Hai pensato di dirlo a lei che la ami, piuttosto?- Sgridò Hiromi.
- Me ne vergogno troppo- mugugnò sconfitto.
- Ma dai? E' una ragazza meravigliosa. Sono sicura che non scapperà il giorno che le chiederai di sposarla- disse ironicamente guardando il cielo, ma i suoi occhi si spensero appena e Takao lo notò, diede due colpetti sulla nuca di lei e le disse:- Scusa. Non devo essere stato un bravo amico.-
- Sei stato fantastico con me Takao- ammise ringraziandolo:- Non sono io la persona a cui devi chiedere scusa.-
- Lo so- disse lui:- Ma Kai non lo vedo più. Potessi gli direi tante cose, e potessi non ne farei tante altre- addentò il suo gelato:- Anche se non è stato male- ammiccò prendendo in giro Hiromi:- Questo non dirlo alla tua ragazza- risero di gusto, felici che malgrado tutto la loro amicizia era andata oltre a quei brutti e più o meno piacevoli avvenimenti.
- Sai cosa direi a Kai?- Guardò il cielo anche lui.
- Mm?-
- Che non c'è avversario che a Dragoon è mancato più di Dranzer. E che aspetta ancora una rivincita!-
- Ti ha battuto??-
- Sì- ammise più maturo:- Ma è stato tanto tempo fa ormai!-
E, come quella notte si ordinò di fare, fece di tutto per rincontrare Kai, forse era prendere un po' in giro il destino ma quello che aveva scritto su quel foglio al Belvedere era ancora la verità, e siccome la giovane adolescente Hiromi non l'aveva ancora perdonata sperava di poter rimediare, e sperava di poter ricominciare, perché il tempo guarisce tutte le ferite e magari aveva guarito anche quelle di Kai.
- Ciao, ti ho ribeccato eh- disse alle sue spalle, lui si voltò.
- E' ancora inverno, quindi che dici di una cioccolata calda?- Continuò lei sorridendo e sperando in un sì.

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Capitolo 7
*** Ogni giorno della nostra vita ***


La città era addobbata per le feste natalizie, anche il bar più vicino all'università, aveva delle lucine multicolore appese alla vetrina e alcuni adesivi di pupazzetti di neve, Hiromi si soffermò a guardarli come una bambina. 
Presero le loro bevande calde e si sedettero a uno dei tavolini tondi di fronte al bancone.
- Come sta Yuki? Mi manca tanto.-
- Sta bene.-
- Io non le manco?-
- All'inizio forse un po' sì. Vedeva più te di me, ricordi?- Rise appena per poi spegnersi subito, strinse la tazza ripensando a quei giorni in cui vivevano praticamente insieme.
Stettero in silenzio un bel po', d'altronde se lei non poneva domande lui non parlava.
- Ehm...- tentava di pensare a un argomento ma non le veniva in mente nulla, eppure quando stavano insieme di qualcosa parlavano. Cioè, almeno parlava lei, invece c'era una tensione che si tagliava con un coltello.
- Kai- si decise poi a essere quasi sincera:- Torniamo amici, dai...-
Lui la guardò posando la sua tazza dopo un sorso.
- Ti rendi conto che frequentiamo la stessa comitiva ma non vedi mai né me né Takao, forse è pesante per Max, Rei e gli altri non credi?-
- Tu e Takao...- si decise anche lui:- ...state insieme?- A chiedere.
- Oh no! No! No. Cosa te lo ha fatto pensare?-
- Lo sai, che io ho saputo vero?- Le disse senza paura.
Lei abbassò lo sguardo:- Lo avevo intuito. Da quanto?-
- Praticamente da subito. Un bravo amico per me ha fatto la spia- sorrise:- un pessimo amico per te e Takao immagino.-
La ragazza sorrise:- E' stato solo quel bacio Kai. Ero arrabbiata con te.-
- Strano, ricordavo di essere io quello arrabbiato.-
- Non passa giorno che io non mi penta Kai- lasciò cadere le braccia ai fianchi.
Lui la guardò serio.
- Non parlo del bacio adesso, chiariamo, anche di quello, ma la cosa di cui più mi pento e di non averti sposato. Non pretendo il tuo perdono. Ma sappi solo che è l'unica cosa che chiedo alla vita in questo momento. Riavere indietro i miei momenti con te.-
- Quei rari momenti- si prese in giro da solo sta volta, rimanendo però estremamente serio.
- Rari solo perché erano unici. Prima mentivo, adesso sono sincera, ti rivorrei. Ti rivorrei con tutte le tue stranezze, perché c'eri poco Kai, ma quando c'eri c'era tutto per me. Eri il mio castello e tutte le sue favole- si autocitò.
Lui rimase a guardarla senza dire nulla, lei sospirò e bevve l'ultimo sorso della sua cioccolata:- Ma immagino che io mi stia solo mettendo in ridicolo. Come d'altronde feci quel giorno alla festa di Max. Sai cosa però?- Si alzò per andare a pagare:- Non mi importa. E' giusto che tu sappia quanto io sia pentita senza l'obbligo di perdonarmi. Sappi solo che sia per me che per gli altri va bene ritornare una comitiva- Pagò per entrambi mentre il ragazzo ancora seduto la seguiva con lo sguardo. - Takao poi ormai è fidanzato sai? Sta' sicuro che non mi pensa più, ha trovato una ragazza adatta a lui, una che stravede per lui e lo coccola.-
- Nonno Jey non sarà contento- disse facendola ridere:- No infatti- rispose lei.
Prese il resto e insieme uscirono dal bar:- Sappi anche un'altra cosa- e in quel momento tutta la sua forza venne meno:- Che tu ci creda o no, ti amavo all'epoca e continuo ad amarti ancora, è stato tutto un enorme malinteso e io non so il peso delle tue cicatrici, ma so il peso delle mie. Ho pagato abbastanza Kai, non ti chiedo di rimetterti con me se non vuoi, ma ti chiedo di perdonarmi. Puoi farlo?-
- Voglio vedere Takao- fu la sua unica risposta che la lasciò un po' scettica:- Ne sarebbe felice, tu a lui manchi.-
Il ragazzo mosse appena la testa per poi darle le spalle:- Hai ancora lo stesso numero vero? Ti scriverò per un'uscita tutti insieme.-
- Va bene- strinse la sua borsa guardandolo andare via, sempre con quell'involontario alone di mistero.
Quello stesso sabato si diedero appuntamento a villa Kinomiya tutti, proprio come un tempo.
Oltre Hiromi quello più emozionato era proprio Takao, e anche la sua bella ragazza era in apprensione per lui.
Arrivarono tutti ma come al solito Kai si faceva attendere.
- Sei in ansia Takao?- Chiese Rei sereno accanto a Mao.
- Non fai che stringere Dragoon- rise Max vicino a Mariam.
- Sì- disse l'ex capitano:- Perché ho la sensazione di vedere sbucare Dranzer da un momento all'altro.-
- Lo sai che stiamo aspettando Kai e non il suo beyblade vero?- Hiromi.
- Non è la stessa cosa?- Disse Takao scalpitando.
- Come fai a sopportarlo?- Sbuffando alla sua ragazza, il Professore che le era accanto ridacchiò, mentre Daichi si offese al posto di Takao, il beyblade era importante!
E Kai arrivò, il cuore di Hiromi si fermò. Aveva temuto che fosse come in quel mercoledì, invece era arrivato. Aveva uno sguardo cupo, ma era lì, erano finalmente, di nuovo tutti insieme. Il blader solitario camminava a passo svelto verso Takao, l'unico amico che non vedeva da tanto tempo.
Takao sorrise spontaneamente all'idea di vederlo, quasi più commosso di Hiromi. Appena furono vicini, prima che Takao riuscisse a dirgli un sincero e felice "ciao, amico mio" Kai inspirò ed espirò e poi tirò lui un pugno talmente forte da farlo cadere ai piedi del compagno cinese. Quest'ultimo, rimasto impassibile, guardò il malcapitato e poi guardò Kai.
- Scusa Rei, non ho mantenuto la promessa- disse semplicemente il mezzo russo e il cinese non riuscì a trattenere una risata, questo pugno era stato trattenuto anche troppo. Kai poi allungò una mano verso Takao come ad aiutarlo a rialzarsi, ignorando la ragazzina che preoccupata gli puliva il sangue dalle labbra chiedendosi chi fosse questo matto.
- Ok, me lo sono meritato- disse Takao ancora sorridente, prese la mano dell'amico e si tirò su:- Ci sei mancato Kai. Scusa.-
Il ragazzo dai capelli grigi si limitò a sorridere appena.
- Dobbiamo parlare di cose importanti adesso Kai- disse Takao cacciando Dragoon:- Ho una rivincita che aspetta da troppo tempo.-
- Sono un uomo adulto adesso Takao. Pensi davvero che vada in giro con Dranzer?-
- Sì.-
- Mpf- infatti cacciò il suo beyblade e il Professore più emozionato di loro cacciò il suo portatile.
Il resto della comitiva si sedette a guardarli incantato. Casualmente Rei si sedette proprio accanto a Hiromi, che tra un esultare e l'altro trovò il tempo di dirgli:- Non avevo dubbi che la spia fossi tu- Lui controbatté:- Kai è mio amico- - Sì ma anche io e Takao- - Sì ma la vittima era lui- Hiromi lo guardò come a dire "la prossima volta che ti becco fare il cascamorto con una donna che non è Mao stai a vedere" ma poi rise abbracciando l'amico e guardando lo scontro.

" Non posso dire che il rancore nei tuoi confronti sia passato Takao. Ma il pugno è stato liberatorio e il nostro scontro ancora di più" guardava il suo beyblade steso nel letto di quella casa che condivideva con la sua gatta Yuki. Era calata la notte ormai e il giorno dopo gli spettavano altre lezioni, la laurea non era così lontana. " Parità. E' finita così. Che siano i nostri beyblade a parlare allora, siamo pari, va bene" sorrise addormentandosi felice dopo tanto tempo, la ferita causata dall'amico forse si stava completamente chiudendo.
Il problema era che la ferita più profonda era quella lasciata da Hiromi.
Gli mancava sempre. Gli mancavano le sue chiacchiere inutili, gli mancavano i suoi capricci e le sue ramanzine. Gli mancavano i suoi baci e la sua pelle. Non aveva mai più fatto l'amore dopo di lei, e nemmeno prima se è per questo, e pensare che lui sarebbe stato felice così per sempre.
" Anche io ripenso spesso a come sarebbe adesso la mia vita se tu quel giorno non fossi fuggita. Ti ricordi Hiromi?" Pensò chiudendo gli occhi, Yuki si accovacciò vicino le sue gambe. 
" Quando tu mi rivelasti i tuoi sentimenti io andai via senza dire nulla. Mi spaventai. Ti raggiunsi il giorno dopo chiedendoti scusa e sperando che tu fossi disposta a perdonarmi. Tu mi perdonasti. A pensarci, anche se in maniera più plateale, tu hai fatto il mio stesso identico errore. E poi eri tornata a chiedermi scusa, ma io non ti ho perdonata." Si addormentò pensando questo " che sciocco, sei stata la cosa più bella che mi sia mai capitata. Dranzer e Yuki permettendo" col sorriso.
Ma la cicatrice faceva sempre troppo male per riuscire a ricominciare, ma almeno adesso era tornato tutto come prima, tutto come anni fa, quando i bladebreakers giocavano e scherzavano insieme e Hiromi si lamentava delle loro sciocchezze. Quasi tutto come prima, perché il tempo a disposizione era sempre limitato. Alla fine il giorno della laurea arrivò per tutti, prima il Professore, col massimo dei voti e una lode, poi Kai, aveva ottenuto un ottimo punteggio e se avesse accantonato di più Dranzer forse sarebbe riuscito ad avere il massimo, anche Max si laureò con un voto nella media che a lui andava benissimo, e infine anche Hiromi, che nonostante le notti insonni, il ritardo nelle prime lezioni, gli attacchi di panico riuscì comunque a ottenere il massimo e la lode proprio come il Professore. Inutile dire che, importante com'era la scuola per lei, ne fu la più felice. Organizzò una grande festa, nello stesso ristorante in cui anni prima organizzò il compleanno di Takao. Il Marzo dell'anno del diploma, questo era il marzo dell'anno della laurea.
- Contala anche come festa per il tuo compleanno, è vicino d'altronde e di laurea con te non se ne parlerà mai- disse Hiromi bellissima, capelli non troppo lunghi scompigliati in viso e un lungo tubino rosso, anche il rossetto era di un rosso acceso, era diventata proprio una donna.
- Ahah simpatica- disse Takao, elegante come gli altri:- Non ho più bisogno delle tue feste a sorpresa, ora ho chi pensa a me- disse felice baciando la sua donna che in realtà rideva con Hiromi prendendolo in giro. - Si sta trasformando in una strega proprio come Hiromi!!- Si infuriò mentre a un tavolo lontano suo nonno guardava la nuora soddisfatto.
La festa passò serenamente tra risate e schiamazzi, erano cresciuti, ma sapevano essere sempre i soliti stupidi. E Hiromi era bellissima, lo notarono tutti ma Kai forse un po' di più. Si divertì con gli altri anche se lui rumoroso non era affatto, ma passò quasi l'intera serata a fissare la donna. Quel posto, ancora come se lo ricordava in quel sogno, quel vestito aderente e quelle labbra rosse che come al solito parlavano troppo lo fecero pensare " che voglia incontrollabile...", al momento della torta la donna cacciò delle bomboniere da regalare ai presenti, ma erano troppe e pesanti tanto che quasi le caddero, il suo ex si alzò in fretta per aiutarla, nel farlo le loro mani si sfiorarono e i loro sguardi si incrociarono " ...di fare l'amore con te". Gli era mancata, quanto poteva mancare l'aria. 
Maledetto orgoglio.
In quei mesi di riappacificazione l'aveva vista spesso rifiutare avance su avance, aveva un sacco di ammiratori lì all'università, la secchiona era nel suo posto perfetto. Ma lei rifiutava tutti, anche uomini che sembrava potessero darle tanto.
Forse era vero che aspettava ancora lui.
Maledetto orgoglio, quanto voleva farla pagare ancora, e per cosa poi? Per soffrire lui stesso? Lui invece quante avance aveva avuto? Era un ragazzo bellissimo e ricco ma non il tipo di carattere che attira una donna. Lui faceva paura, anche se dentro era la sensibilità in persona, ma lei non aveva mai avuto paura di lui, forse un po' di antipatia all'inizio, ma mai paura. 
Era perfetta in tutto quello che faceva, aveva commesso un solo terribile errore: non aveva mai avuto paura, tranne quel giorno, quel giorno aveva avuto paura e scappò. Ma lui avrebbe dovuto proteggerla, era quello che voleva chiederle d'altronde no? Nella buona e nella cattiva sorte.
Le bomboniere erano state date e la maggior parte degli invitati andarono via.
Rimasero solo Takao che si lamentava del dono:- Un bambino di porcellana che legge un libro, davvero Hiromi? Davvero?!- La sua ragazza lo sgridò con un colpetto in testa, lui pianse; e rimase anche il Professore che corteggiava un'altra secchiona del corso di Hiromi, chissà? Magari era la volta buona anche per lui. E Kai, era rimasto anche Kai, la aiutò a mettere a posto le ultime cose.
- Oh Kai, non devi- gli disse.
- Voglio che vieni con me al Belvedere, spero tu non sia troppo stanca.-
- Stai scherzando?!- Urlò lei fuori luogo con la bocca che le pendeva, se ne vergognò subito e si ricompose:- Sì sì, posso venire- mollò tutto e raggiunse Takao e il Professore:- Prendete voi le ultime cose e portatele a casa mia, ciao- - Ehi ma io stavo rimorchiando!- Il Prof sconsolato.
Tornò in tutta fretta da Kai aggiustandosi la gonna stretta ai fianchi, sorrise nervosa:- Possiamo andare!- Lui sorrise trovandola la solita straordinaria Hiromi.
Raggiunsero il loro posto, i lampioni erano accesi di conseguenza le stelle non si vedevano.
- Ricordo che nel mio sogno si vedevano.-
- Quale sogno?- Le chiese lei affacciata come lui alla ringhiera.
- Un sogno di tanti anni fa.-
- Che volevi dirmi Kai?... Non farmi morire ti prego, non oggi, è il mio giorno di festa.-
- Sto cambiando casa- disse lui:- Quella che avevo in affitto era solo per l'università. Ho intenzione di comprarmene una tutta mia adesso.-
- O... Ok.-
- Ti va di aiutarmi a sceglierla?- La guardò:- Deve essere adatta a una gatta e un cane, perché la mia famiglia ha un cane e forse dovrò prendermene cura io.-
- Certo! Sono brava in queste cose! Ti aiuterò!-
- Deve piacere anche a te, perché potrai venirci ogni volta che vorrai.-
Lo sguardo di Hiromi si illuminò, ma aveva troppa paura di sperare e sognare ancora come quando era poco più di una bambina.
- Anni fa in questo posto mi dichiarasti il tuo amore. Ricordi?-
- Non prendermi in giro, certo che mi ricordo! Vai al dunque!- Nervosa e emozionata, tanto da rovinare il momento.
Lui finalmente smise di guardare la visuale e guardò lei:- Io ti chiedo di provare a ricominciare, sempre che tu voglia.-
La bocca di lei cedette ancora una volta, e il mascara stava per scolare di nuovo. Tremava e disse una cosa veramente stupida ma che si teneva dentro da troppo tempo: - Dimmi che quell'anello è ancora lì, su quel tavolino, e che mi aspetta ancora, perché ti giuro su ogni cosa che io non scapperei mai più da te- piangeva ma la scena era comica tanto che a lui venne da ridere:- Se dobbiamo essere sinceri- disse allora lui:- Non so dov'è l'anello. Ma io muoio dalla voglia di fare l'amore con te, quindi se vuoi puoi venire a casa e dopo lo possiamo cercare.-
Lei si asciugò le lacrime, assecondò ridendo e lo abbracciò. Fu inutile asciugare le lacrime, perché quell'abbraccio gliele fece tornare tutte, pianse ininterrottamente. Tanto che lui le dovette dire:- Calmati- - Non posso calmarmi!- Continuava lei piangendo:- Tu sei diventato un uomo ancora più migliore (il massimo dei voti e la lode venivano meno nella sua grammatica al momento) e io sono così stupida!- Tra un singhiozzo e l'altro:- Quel che è peggio è che adesso anche io ho voglia di fare l'amore con te!- - N... non vedo il problema in questo. Andiamo a casa, dai. Yuki ti aspetta- le strinse la mano aiutandola ad alzarsi.
Arrivarono in quella casa, si chiusero la porta alle spalle e si trascinarono verso la loro camera tra un bacio e l'altro fino a perdersi completamente l'uno dentro l'altra.
Yuki rimase chiusa fuori la stanza ad attendere. Dalla finestra di quella casa le stelle si vedevano, notarono dopo, mentre privi dei loro vestiti si abbracciavano.
- Kai, sei felice?- Gli chiese timida.
- Io sono stato sempre felice con te- fu una piccola innocua pugnalata per lei ma stanca di darsi colpe sorrise addormentandosi tra le sue braccia. 

Passarono altri anni, e poco a poco si sposarono tutti. Rei si rassegnò alla sua vita da celibe e si sposò molto presto con la donna che il destino gli aveva scelto, Mao. Dalla loro unione nacque una meravigliosa bambina e Rei giurò quando la vide la prima volta:- Non ho mai amato nessuna donna tanto quanto amo lei, e pensa che l'ho appena conosciuta- la strinse a sé con occhi lucidi, Mao sbuffò:- Grazie tante, ma se la tua donna preferita è così bella è anche merito mio- ridacchiò, lui la baciò:- Scusa di tutto Mao, sono stato difficile con te. Ti amo- le disse col cuore in mano ammorbidendola completamente:- Ma non quanto amo lei- aggiunse poi. Anni dopo Max e Mariam lo fecero in privato, in America, perché anche se estremamente socievole non c'era cosa al mondo che Max amava di più dello starsene solo soletto con la sua donna. E la sua famiglia, mamma, papà e sorellina nata da poco lo seguirono anche lì.
Mariam:- Non se ne parlerà mai di avere una casa solo per noi?- Scontrosa ma rassegnata.
Max:- Sì, certo! Ma come faccio a separarmi dalla mia sorellina- coccolò la piccola.
Mariam:- Potremmo anche avere un figlio noi.-
Max:- Non uscirebbe così bellooo- coccolò ancora e ancora la piccola infastidendo la rassegnata Mariam. Ma non così rassegnata, prese delicatamente la piccola, la porse ai veri genitori e si trascinò il marito a godersi la loro luna di miele alle Hawaii.
Si abbracciarono in mezzo alle acque di quel mare limpido, era notte fonda e non c'era nessun'altro oltre a loro.
- Ti amo quasi quanto amo questo mare- disse lei col suo solito sarcasmo.
- E io sono fortunato- lei reagì con una smorfia e lui la baciò.
E anche a quell'anello che tanto aveva atteso la mano di Hiromi venne dato un senso, quella custodia un giorno venne aperta e non si chiuse più, perché quella ragazza che credeva nelle favole non ripeteva mai gli stessi errori.
E loro crescevano ma non avevano mai abbondonato le loro passioni che adesso vivevano attraverso i loro figli; quei due bambini assomigliavano davvero tanto a Takao e Kai e non perdevano occasione di sfidarsi sotto incitamento del Dj Daichi e gli applausi delle loro famiglie.

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