A couple of moments

di Allen Glassred
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piumino ( Vincent X Nox ) ***
Capitolo 2: *** Occhio coperto ( Pierre X Joe ) ***
Capitolo 3: *** Sei felice? ( Dante X Luna ) ***
Capitolo 4: *** Banchi di pesce ( Mina X Jeanne ) ***
Capitolo 5: *** Lava ( Dominique x Fukiko ) ***
Capitolo 6: *** " Ti voglio bene anche se non sembra " - ( Vanitas x Ivar ) ***
Capitolo 7: *** Occhi color ghiaccio ( Amber x Dominique ) ***
Capitolo 8: *** Stampa sul cuscino ( Ivar x Marni ) ***
Capitolo 9: *** Non posso farcela senza di te! ( Jeanne x Garry ) ***



Capitolo 1
*** Piumino ( Vincent X Nox ) ***


Piumino - Vincent & Nox
 

La giovane dalla chioma corvina sta spolverando i pregiati mobili della sala del trono, non potendo fare a meno di riflettere: sono giorni e giorni che vede la sua signora stare male e non poter fare nulla la manda in bestia. In oltre pensa, essere costretta a servire un falso re non solo la fa alterare ma la mette anche in profondo disagio: sa benissimo che Vincent è un re illegittimo, sa bene che il bambino che Ivy porta in grembo è di vanitosa e non suo, sa bene che quella creatura non lo legittimerà come re, semplicemente perchè non è lui che darà il primo erede alla futura regina del regno come invece richiede la legge siglata da Vanitas Lunettes. In oltre pensa, Vincent non interviene mai ad aiutare Jeanne: è anche lei sua sorella e ciò che suo marito le sta facendo non può essere passato inosservato all’usurpatore. Talvolta lo ha visto intervenire in alcuni litigi tra suo cugino e sua cugina, ma non lo ha mai visto fare qualcosa di concreto per la Principessa. “ Ma cosa mai aspettarsi da uno come lui? Uno che è stato capace di stuprare la propria sorella, solo per cercare di avere da lei un figlio e diventare Re legittimo… uno così, mi aspetto davvero che intervenga a proteggere l’altra sorella da quel pazzo che è stata costretta a sposare? “. Sibila a bassa voce, mentre continua a passare il piumino sui mobili e stando ben attenta a non spostare nemmeno un foglio od una penna: non vuole certamente essere punita pensa. “ Ah! Che stanchezza “. Fa poi la mora, posando il piumino e massaggiandosi i polsi. Immersa com’è nei suoi pensieri, non si accorge che qualcuno è entrato nella sala già da un pò e la sta osservando in silenzio. Solo in quel momento decide finalmente di prendere parola: entra nella sala rimanendo a braccia conserte, con un lieve ghigno stampato in volto.

 

“ Oh, ditemi Nox. Chi è questo despota tiranno che descrivete con così tanto ardore? “. Chiede, mentre la giovane domestica sussulta: il piumino le cade a terra e lei si mette istintivamente in posa eretta, come fosse un soldato in attesa di un ordine.

 

“ V… vostra maestà…! “. fa solamente, per poi ammutolire e mentre lui le si avvicina con noncuranza: raccoglie il piumino da terra, osservandolo per qualche istante e come fosse una preziosa reliquia. Invece non è altro che un semplice piumino nero per le pulizie, nulla più.

 

“ Ti ho fatto una domanda, Nox: chi era l’uomo di cui parlavi? “. Chiede, arrivando alle spalle della donna che, invece, non si muove dalla sua posizione.

 

“ Ecco, io… non parlavo di nessuno! Non era nessuno di vostra conoscenza, davvero! “. Tenta semplicemente la corvina, con il solo risultato di far sogghignare ancora una volta il Re.

 

“ Ah nessuno? “. Chiede il biondo, avvicinandosi di alcuni passi e, di fatto, bloccando la donna tra sè ed il tavolino che stava pulendo. A quella vicinanza il suo sangue inizia a scorrere molto più veloce, cosa che ovviamente non può sfuggire al fine udito di un vampiro come Vincent. “ Io odio le bugie, Nox “. La avverte, sussurrandole quelle parole all’orecchio e, come a voler enfatizzare il controllo esercitato su di lei passando lentamente il piumino sul suo viso che, istintivamente lei fa per allontanare. “ Hai una pelle perfetta, sai? “. Chiede, mentre a quella frase Nox non può fare a meno di allarmarsi: sa bene cosa significhi per un vampiro un complimento simile, sempre se così si può definire.

 

“ Devo… devo tornare a pulire, altrimenti rimarrò indietro “. Tenta la donna, mentre lui sogghigna sicuro di sè.

 

“ Ti dimentichi che sei con il re, posso decidere di cambiarti mansione anche a metà lavoro. Ce ne sono altri che possono pulire la sala del trono “. La avverte, mentre un brivido di paura passa inevitabilmente lungo tutto il corpo della corvina: non le piace questa situazione. “ Potrei ordinarti di seguirmi nelle mie stanze e farti tutto ciò che voglio, da bravo tiranno quale tu mi hai descritto. E tu non avresti neanche il diritto di protestare “. Cela una minaccia dietro quelle parole, mentre porta improvvisamente il manico di quel piumino sotto il mento di lei, obbligandola così a non abbassare lo sguardo o il capo. “ Non te lo dirò due volte, non: io sono il tuo re e tu mi devi obbedienza. Che tu lo voglia o meno, altrimenti potresti trovarti nei guai. Ci siamo capiti? “. Chiede, mentre lei trema ed annuisce: non scherza pensa, quelle minacce sono reali. Potrebbe farle del male o ucciderla senza il minimo rimorso, senza ripensamento. “ Hai capito? “. Chiede poi il falso Re, mentre lei chiude gli occhi qualche istante.

 

“ S… si. Perdonatemi, maestà: non succederà più “. Sussurra, mentre a quelle parole lui preme maggiormente il manico del piumino sotto il mento di lei, per poi ghignare.

 

“ Bene, vedo che sei intelligente. Anche se temo, ti dovrò punire per ciò che hai detto “. La avverte semplicemente, mentre la donna si spaventa ulteriormente e mentre, nello stesso tempo lui le scopre il collo: purtroppo pensa Nox, crede di aver capito cosa intenda Vincent per punizione.

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Capitolo 2
*** Occhio coperto ( Pierre X Joe ) ***


Occhio coperto - Pierre & Joe 
 

Joe Veghner entra nel salone, ancora in veste da notte: è infatti notte fonda a Villa Veghner, e nei cieli di veritas è sorta un’inattesa Luna Rossa. Strano, pensa: Dominique è ormai morto e, a parte gli Hikari non ci sono altri a detenere il suo potere. Ma sa anche che gli Hikari usano in prevalenza il potere della Luna Blu, che hanno solo un decimo del potere della Luna Ross anche invece apparteneva alla stirpe Lunettes. Poi c’è Mina, ma sa anche che ora lei vive a palazzo Lunettes e che non usa mai il suo potere. Jean Jacques? No, pensa poi la donna: il suo nipotino non usa questo potere, è troppo piccolo ed in oltre non è abbastanza forte per poter far addirittura comparire la luna dei Baskerville. Più la donna dalla chioma rossa ci pensa, più non trova la minima spiegazione. In oltre, c’è un’altra ragione per la quale è in salone a quella tarda ora: si è svegliata da sola nel letto, suo marito non era con lei e la cosa l’ha subito messa in allarme. “ Pierre? “. Lo chiama solamente la donna, c erta di aver sentito dei rumori provenienti proprio dalla sala. Riflette: è da poco che suo marito si è risvegliato, dopo il morso ricevuto da Dominique. Ci ha messo quasi due anni prima di riuscire a riprendersi, ci ha messo quasi due anni prima che il suo corpo morisse e rinascesse come vampiro. Un vampiro anche molto potente, aggiungerebbe lei: potente ma estremamente instabile, tanto da indurlo a dormire per lunghe ore per cercare di stabilizzare il proprio potere ed citare di far del male alle persone che ama. Ma quella notte pensa, Pierre non è rimasto a dormire: si è alzato e, ne è sicura, non sta troppo bene. “ Pierre? “. Lo chiama nuovamente la donna, mentre si sente in seguito osservata da qualcuno: un singolo riflesso. Un occhio rosso scarlatto la sta fissando, lasciandola incredula: dunque pensa, era lui? È lui pensa, il responsabile della comparsa della luna rossa? Ha veramente questo potere? Davvero pensa, sono a questo punto? “ Pierre!! “. Lo chiama ora in allarme, precipitandosi dal marito: lo ha riconosciuto subito, ha capito che quell’occhio appartiene all’uomo che ama. Un momento pensa: occhio?

 

“ Non avvicinarti! “. Grida ad un certo punto il patriarca della famiglia Veghner: tiene una mano sull’occhio destro e lo copre con essa, mentre da questo esce sangue in continuazione.

 

“ Pierre, ma che hai fatto?! “. Chiede in allarme la matriarca della famiglia Veghner, mentre lui scuote il capo e le da le spalle.

 

“ Non è nulla! Purtroppo, da un pò di tempo il mio occhio mi da noia e sanguina. Non è niente di grave: metterò una benda e lo manterrò a riposo, passerà “. Sentenzia, ma la donna non ne è affatto convinta: a Vanitas è successo con il braccio pensa, il potere della Luna Blu era instabile ed il ghiaccio lo ustionava, provocandogli dolore. Non sarà che a Pierre…?

 

“ Non mi mentire! “. Sentenzia alterata la donna: detesta le menzogne e suo marito gliene sta dicendo una dietro l’altra, la cosa la manda in bestia. “ Non è una cosa da nulla e tu non ti sei nemmeno degnato di parlarne con me, con tua moglie! Il potere della Luna Rossa è ancora troppo vasto per te, così ti sta dando anche problemi fisici! Ti serve il sangue di un Lunettes per stabilizzarlo, non è così!? “. Chiede, mentre lui si volge a darle le spalle: il suo occhio continua a rimanere rosso cremisi, la luna rossa alta nel cielo e le sue emozioni fortemente influenzate da essa: che lui lo voglia o meno infatti, ora appartiene al clan della Luna Rossa ed a quello della Luna Blu, per tanto risente dell’influenza di ambedue le lune su di sè esattamente come fosse un Hikari o un Lunettes di nascita. “ Guardami! “. Grida poi la donna, mentre gli posa una mano sulla spalla e lo costringe, anche un pò malamente, a volgersi verso di lei. “ Perchè non hai chiesto aiuto a me o Mina?! Perchè non…? “. Ma succede tutto in un momento: la donna si ritrova spalle al muro, il marito la tiene immobilizzata tenendole una mano sul collo e l’altra sotto il mento, costringendola ad inclinare il capo di lato. “ Pierre! Che cosa diavolo stai facendo? “. Chiede semplicemente la rossa, mentre lui osserva attentamente il suo collo candido: una tentazione troppo forte, pensa. Una tentazione alla quale, dal momento in cui lei l’ha toccato non è più riuscito a resistere.

 

“ Te l’avevo detto, di starmi lontana. Avresti dovuto ascoltarmi, Joe “. Mormora solamente il padre di Mina e Michael, il suo occhio continua a sanguinare e per la prima volta, Joe nota qualcosa che non va nell’occhio destro del marito: aveva ragione, pensa. Qualcosa non va! Da quando è stato trasformato è successo qualcosa di strano, qualcosa che lei ancora non ha compreso.

 

“ Pierre, fermati! “. Mormora solamente la rossa, tuttavia non ha tempo di reagire o dire nulla: le zanne affilate del marito affondano nel suo collo quasi senza che lei se ne renda conto, ma non accade solo questo: la debolezza la prende improvvisamente e, lo può giurare, non è per il veleno afrodisiaco delle zanne: qualcosa come la Zydrate sta entrando in circolo nel suo corpo, qualcosa che la rende docile e le impedisce di muoversi. La vestaglia da notte cade a terra, lasciandola solo con la camicia da notte e con mille e più dubbi. “ Ho detto… “. Mormora a fatica la donna, mentre sente il proprio sangue defluire dalle vene e con esso, la sua energia. “ Fermati! “. Grida poi la cacciatrice, prima di riuscire a reagire e spingendo il marito lontano da sè: porta una mano al collo sanguinante, mentre lui la osserva con quell’occhio iniettato di rosso e con la bocca ancora sporca di sangue.

 

“ Ora, giurami fedeltà. Giura che non mi tradirai mai, qualunque cosa accada sarai al mio fianco. Finché la morte non ci separerà “. Sentenzia perentorio il rosso e, a quella frase Joe sente un atroce dolore al collo e, come fosse stato fatto a fuoco su di esso compare una sorta di marchio. E lei lo riconosce bene: è il marchio di famiglia dei Lunettes, non ha dubbi in merito.

 

“ Pierre… “. Sussurra solamente la donna, prima di cadere seduta in ginocchio e con ancora il collo sanguinante. “ Sta… sta lontano da me! “. Fa istintivamente la cacciatrice, scossa: non l’ha mai morsa in quel modo, non senza permesso e, men che meno, le ha mai posto alcun marchio d’appartenenza o l’ha legata a sè con un giuramento, con un patto di sangue. Lui la osserva qualche istante: capisce che sia shoccata, ma non è riuscito a controllarsi: la luna rossa ha agito su di lui che, in quel momento fa per parlare. Ma il dolore all’occhio diviene insopportabile, costringendolo  scoprirselo nuovamente con la mano e mentre questo inizia a sanguinare. Joe lo guarda sconvolta: ama suo marito, con tutta sè stessa. Ma non sa davvero cosa fare, non sa come comportarsi in questo frangente e dopo ciò che è successo. La donna rimane immobile, seduta contro la parete mentre a sua volta, anche Pierre finisce con il cadere in ginocchio, l’occhio sanguinante e l’altro iniettato i luce rossa. “ Che tu sia dannato, Dominique Lunettes. Che tu sia dannato… “. Mormora solamente la matriarca della famiglia veghner, posando il capo al muro e pensando che, se non fosse per quel bastardo di Dominique, il suo amato Pierre non sarebbe certo ridotto in quelle condizioni. Ma ora pensa, deve riflettere: non su chi è colpevole, piuttosto su un modo per aiutare il marito a controllare gli effetti dati dalla trasformazione, proprio come a suo tempo entrambi fecero con Mina. Deve farsi forza, superare la paura di quella notte e reagire: per sè stessa ed anche per lui. Anche se pensa, ancora non sa che conseguenze avrà quel marchio sul suo collo. E cosa più importante, non sa cosa sia esattamente successo all’occhio destro di Pierre.

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Capitolo 3
*** Sei felice? ( Dante X Luna ) ***


Sei felice? - Dante & Luna
 

È ormai notte fonda a Veritas, una meravigliosa notte di Luna Blu. Una notte in cui una bellissima donna dalla lunga chioma bionda non riesce a dormire: molte cose sono successe, in questi ultimi anni. Il suo fidanzamento, la morte di suo padre, il suo matrimonio, la sua incoronazione, la nascita di suo figlio. E… il filo dei suoi pensieri viene interrotto: dei passi. Dei passi le fanno capire di non essere più sola in quello che è il salone, in cui è ora giunta e quasi senza rendersene conto. La luce fioca di una candela precede l’entrata in scena di un giovane dalla chioma arancione. Un giovane che da prima non si accorge di non essere più solo, ma notando la luce di una candela non ha potuto fare a meno di notare la presenza di qualcun altro. “ Dante! “. Lo chiama semplicemente la donna, mentre lui fa un inchino rispettoso.

 

“ Vostra maestà! “. Fa solamente, riconoscendo che la donna misteriosa non è altre che la Regina Luna. Luna, che notando la reazione del maggiordomo ed amico di una vita sorride lievemente, tra le braccia l’inseparabile bambola.

 

“ Dante, davvero? “. Chiede, mentre lui non riesce davvero a capire: che cosa, davvero? Si è semplicemente inchinato alla sua regina, in cos’ha sbagliato? La risposta arriva ben presto. “ Ancora un pò e finirai prostrato a terra! Alzati e smettila con questi salamelecchi, almeno quando siamo insieme! “. fa semplicemente la regina, dandogli una lieve pacca sulle spalle e posando la candela sul tavolino. Il maggiordomo rimane un pò sorpreso, ma in seguito torna in posizione retta ed arrossisce, lievemente imbarazzato.

 

“ Perdonate se vi ho offesa, maestrando… “. Ma lei lo osserva lievemente imbronciata, stringendo lievemente a sè la sua inseparabile Yolandi.

 

“ Luna! “. Fa, mentre lui non capisce cosa voglia dire la bionda. “ il mio nome è Luna, non maestà! Puoi smettere, almeno quando siamo soli, di darmi del voi e di prostrarti fino a terra ogni volta che m’incontri? Non sono mio marito, con me tutto ciò non serve “. Fa semplicemente la regina, sorprendendo l’uomo dalla chioma arancione.

 

“ Ma io… “. Tenta di dire, mentre lei gli pone la bambola tra le braccia e rimane ancora decisamente imbronciata.

 

“ Se vuoi proprio inchinarti a qualcuno, fallo alla mia bambola allora! “. Esordisce, mentre l’uomo osserva quella bambola decisamente stranito: sul collo ci sono degli strappi nuovi, macchiati lievemente di sangue.

 

“ Luna… “. Inizia Dante, chiamando finalmente il nome della regina e dandole del tu, come lei desidera. “ Sei sicura di sentirti bene? Non è che la luna blu sta agendo su di te, di nuovo? “. Chiede, mentre la donna lo fissa con i suoi bellissimi occhi blu, dello stesso blu della luna che ora brilla sovrana nei cieli di Veritas: la luna degli Hikari.

 

“ Sto bene! Guarda, sono in forza e sono calmissima! “. Esordisce la regina, mentre lui scuote il capo: potrà ingannare chiunque pensa, ma non di certo lui che la conosce da una vita.

 

“ Sei felice? “. Chiede. Una domanda: una domanda apparentemente semplice, una domanda alla quale si può rispondere in un modo molto semplice: o si o no. Ma Luna esita: esita qualche istante ed abbassa lo sguardo: vorrebbe dire di sì, vorrebbe dire che è felice e che sta bene. Ma sa anche che mentirebbe.

 

“ Non posso nasconderti nulla, eh? “. Chiede semplicemente l’eterna fanciulla, mentre lui scuote il capo: certo pensa, che non può nascondergli nulla. Lui la conosce da una vita, lui riesce a capire ogni suo cambio d’umore ed ogni sua emozione e non solo dallo scorrere del sangue. “ Sono felice, Dante: ho un marito ed un figlio, un regno da governare. Eppure, da un pò non sto tanto bene “. Ammette, posando una mano sul ventre e sospirando pesantemente.

 

“ Cosa succede? Ti ha fatto qualcosa lui? “. Chiede, mentre lei scuote il capo: sa cosa intende Dante, ma stavolta suo marito non c’entra nulla. Non ha fatto nulla per contrariarla o farla soffrire e la vicinanza con il figlio la solleva davvero tanto, specie in questi giorni in cui si sente strana.

 

“ Dante, io amo Kaname e sono felice con lui: non devi avere alcun dubbio in merito “. Sorride dolcemente la primogenita di Vanitas Lunettes ed Ivonne. “ Sono felice che abbia ereditato il potere della Luna Blu di mio padre, che glie l’abbia lasciato poco prima di morire. Credimi, non è Kaname il problema “. Fa semplicemente la donna, sentendosi molto affaticata e stanca ed essendo costretta a sedersi. Dante la sorregge, portandola a sedersi sulla poltrona e mentre lei lo guarda intensamente. “ Siedi accanto a me, ti prego… “. Mormora solamente, mentre lui rimane un pò stranito: mai nessun nobile gli ha mai chiesto di sedersi, mai se non lei. La sua Luna, la sua regina… interrompe rapidamente i propri pensieri. “ Dante! “. Lo chiama semplicemente lei e, prima di farla arrabbiare lui obbedisce: si siede accanto a lei, per poi guardarla intensamente.

 

“ Allora cosa ti succede? Perchè sei così stanca e debole? Non è da te: sei sempre stata una sovrana forte, una donna forte. Adesso sembri molto stanca, come se qualcosa non ti rendesse felice “. Sentenzia, mentre lei sorride lievemente e scuote il capo, posando una mano sul ventre.

 

“ Non lo so, Dante: ultimamente sono sempre sfinita, mi gira spesso la testa ed ho una sonno pazzesca, mentre di notte faccio molta fatica ad addormentarmi. A volte mi sento invincibile, altre come se un tram mi fosse passato sopra. E questa nausea che non se ne va via… “. Mormora, mentre il maggiordomo riflette un istante.

 

“ Luna! “. La chiama, mentre lei lo osserva stranita: che gli prende, tutto un tratto? E perché mai ride dei suoi malanni? Sta per chiedergli spiegazioni, ma lui è più rapido e riprende parola, di lì a poco. “ Ma non è che sei incinta? “. Chiede, mentre lei arrossisce vistosamente e sgrana gli occhi qualche istante, le sue guance assumono il colore di un pomodoro maturo. Effettivamente pensa, i tempi coinciderebbero ed in oltre, non lo ha certo detto al maggiordomo perchè non le pare il caso, ma ha un ritardo di quasi due settimane.

 

“ I… incinta? “. Chiede, mentre lui annuisce con un’espressione allegra, al solo pensiero che il regno potrebbe avere un nuovo erede. Anche se una nota amara si aggiunge alla gioia: ah pensa, quanto gli piacerebbe che questo figlio fosse suo. La voce di lei interrompe i suoi pensieri. “ E… puoi scoprirlo? “. Chiede, mentre lui annuisce: capisce a cosa la regina si riferisca. Gli ha chiesto di capire tramite l’udito, se al suo si sia associato un altro battito. A lei pare di sì, ma non vorrebbe essere solamente suggestionata dall’idea di avere un altro figlio, dando così un fratellino o una sorellina al suo Vanitas.

 

“ Si, credo di sì “. Sentenzia il maggiordomo, mentre lei annuisce con determinazione.

 

“ Allora, fallo “. Fa, mentre lui esita qualche istante. In seguito tuttavia, decide di obbedire: posa dolcemente il capo sul grembo di lei, che gli accarezza i capelli con dolcezza. In seguito, l’udito fine del vampiro lo percepisce: le sue lacrime di commozione fanno intendere a Luna che i loro sospetti erano del tutto fondati. “ Allora? “. Chiede solamente, mentre lui annuisce e finalmente la guarda, il capo ancora appoggiato sul suo grembo e lei che gli accarezza i capelli.

 

“ Un altro battito è associato al tuo: Luna, il regno avrà un altro erede! “. Esordisce il maggiordomo, per poi abbracciarla istintivamente. Lei ricambia il suo abbraccio, le lacrime scendono dai suoi occhi: lacrime di gioia.

 

“ Ivy “. Sussurra poi, posandosi una mano sul ventre ed accarezzandolo dolcemente. “ Sono sicura che sarà una femmina, stavolta. Sarà Ivy: Ivy Hikari, la Principessa di Veritas e futura sposa di Vanitas “. Sussurra, mentre Dante la osserva qualche istante. La sua regina sembrerebbe molto sicura che si tratti di una femmina, che stavolta il regno avrà una nuova Principessa e Vanitas una nuova sorellina e promessa sposa. “ Sempre che anche lei lo desideri, ovviamente “. Fa poi la donna, osservando la luna blu alta nel cielo ed in seguito dando un bacio sulla fronte a Dante. “ Stanotte, la luna Blu è splendida. Non trovi? “. Chiede semplicemente la bionda, mentre lui avvampa vistosamente a quelle parole, delle quali conosce il significato molto bene.

 

“ Si… bellissima “. Sussurra solamente il maggiordomo, osservando la sua Luna e la luna degli Hukari che, come a benedire la scoperta della gravidanza, la illumina con i suoi raggi. Ed ora pensa Dante, ne è certo: la sua amata regina è davvero felice. “ E tu, Dante? E tu, sei felice? “. Sussurra a sè stesso, credendo che lei non oda queste parole dato le ha pronunciate a bassissima voce, quasi un sussurro. Peccato che, forse lo ha scordato, ma all’udito fine di un vampiro non sfugge nulla. Assolutamente nulla.

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Capitolo 4
*** Banchi di pesce ( Mina X Jeanne ) ***


Banchi di pesce - Mina X Jeanne 
 

Sono trascorsi pochi giorni da quando, in fine, Garry è riuscito a liberare Jeanne dalle sue nozze senz’amore con quel folle di Dominique: sono seguiti tempi molto duri e difficili, la Principessa ha dovuto elaborare tutto quanto successo e cercare di superare i traumi subiti. Tuttavia, non è semplice: la giovane Principessa del Clan della Luna Blu cammina tra i banchi del pesce presenti al porto di Veritas, alcuni pescivendoli gridano ed alcuni altri sorridono amabilmente, offrendo il proprio pesce a quello che definiscono il miglior prezzo. La donna non ha ancora acquistato nulla, ma per alcuni che l’hanno riconosciuta malgrado il cappuccio che indossa, il suo sorriso è valso più di un qualunque acquisto. La donna continua a camminare, fino a quando qualcuno non la raggiunge: nel sentirsi toccare la spalla la bionda sussulta, ma in seguito si volge verso la donna incappucciata che le sorride lievemente. “ Jeanne! Non vi spaventate, sono io: Mina “. Fa semplicemente, mentre anche Jeanne riconosce l’aroma particolare del sangue di Mina. Lo stesso aroma che aveva il sangue di Dominique, pensa amareggiata: assurdo, ma solo ora se ne rende conto anche se, di fatto, lo ha sentito per anni ed anni.

 

“ Mina, siete voi “. Sorride lievemente la bionda, mentre Mina abbassa il cappuccio e lo stesso fa la bionda: ormai pensano entrambe, non importa più se qualcuno le riconosce e le vede insieme. Il trattato di pace è siglato da moltissimo tempo, umani e vampiri convivono pacificamente tanto che al confine non è più necessaria la barriera protettiva.

 

“ Si: quando siete uscita, stamane, vi ho vista un pò preoccupata. Così ho deciso di seguirvi: anche io avevo bisogno di una passeggiata e non c’è niente di meglio che il mare, per potermi svagare un pò. Non siete d’accordo? “. Chiede dolcemente, mentre Jeanne annuisce realmente grata che l’ex rivale si trovi lì con lei.

 

“ Anche se oggi è una giornata di nebbia: purtroppo, il mare non è ben visibile “. Ammette la bionda, mentre le sirene dei fari riecheggiano nella nebbia e mentre Mina riflette un momento, per poi scuotere le spalle con una noncuranza che, senza saperlo, ricorda moltissimo quella di suo padre Antoine.

 

“ Ma a me rilassa di più il rumore delle sirene dei fari. In oltre, anche il mare e la nebbia hanno il loro fascino ed aiutano a svuotare la mente, non trovate? “. Chiede, riuscendo a far sorridere sinceramente Jeanne. Le due donne continuano a camminare tra i banchi del pesce, mentre proprio in quel momento un pescatore umano rivolge loro la parola.

 

“ Un pò di pesce? Un pò di pesce per due belle signore? vi farei un ottimo prezzo! “. Assicura, mentre a quelle parole Mina parrebbe sinceramente incuriosita: arresta il suo passo, prendendo gentilmente la mano di Jeanne per far fermare anche lei. La Principessa si ferma al fianco della donna, che invece esamina attentamente il pesce sul banco dell’uomo.

 

“ Si, il vostro pesce è di ottima qualità e fresco “. Fa, infatti il suo fine olfatto ha da subito percepito l’aroma di pesce appena pescato: sarebbe davvero impossibile ingannare un vampiro come lei, anche se forse l’uomo non l’ha ancora riconosciuta. “ Quanto volete per questi? “. Chiede, indicando dei gamberi freschissimi. In quel momento il pescatore la osserva attentamente, per poi sussultare e riconoscendo sia lei che Jeanne.

 

“ Principessa Jeanne! Principessa Mina! Siete voi! “. fa, inchinandosi rispettoso e mentre le due donne lo osservano stranite. In seguito è Mina la prima a riscuotersi, sorridendo lievemente.

 

“ Oh buon uomo, non chinatevi! Rimanete tranquillo “. Ride lievemente, mentre anche Jeanne fa un sorriso cordiale rivolto verso l’uomo. “ Siamo qui per comprare il vostro pesce “. Continua, mentre a quelle parole l’altro scuote il capo e si affretta a preparare una cassetta di pesce misto.

 

“ Non se ne parla! Il pesce è offerto da me, nel modo più assoluto! “. Fa risoluto l’anziano, mentre a quelle parole Jeanne lo osserva un istante. Solo in seguito prende parola: sa che è scortese rifiutare un dono, così come lo sa Mina. Ma entrambe hanno lo stesso pensiero.

 

“ Accettiamo il vostro regalo, ma la prossima volta verremo a comprare altro pesce, stavolta pagando il giusto prezzo “. Fa la bionda, mentre l’uomo porge loro una cassetta colma di pesce freschissimo.

 

“ Ecco! Il miglior pescato del giorno, madamigelle “. Fa, mentre Mina e Jeanne afferrano la cassetta e sorridono lievemente: ecco pensano, uno di quegli umani che valeva la pena salvare e che si distingue dalle persone crudeli e ciniche che, invece, esistono anche tra i vampiri e non solo tra gli umani. Come certo, anche tra i vampiri esistono persone buone come quell’uomo: loro due pensano, ne sono la prova.

 

“ Lascia che la porti io! Tu sei incinta, non devi sforzarti “. Sentenzia Mina, mentre Jeanne posa una mano sul ventre per poi annuire.

 

“ Grazie. E grazie anche a voi, buon uomo. Ci rivedremo presto “. Assicura, mentre l’altro fa un inchino ed annuisce, felice di quell’incontro ed onorato al tempo stesso.

 

“ Sarà un onore, servirvi nuovamente “. Assicura, mentre le due annuiscono per poi riprendere a camminare.

 

“ Allora? “. Inizia il discorso Mina, mentre osserva la cognata/cugina per un istante. “ Cosa ti turba? Come mai hai quell’espressione afflitta? “. Chiede, mentre Jeanne riflette: non vuole dire proprio a Mina il motivo della sua angoscia, non le sembra davvero opportuno date le circostanze.

 

“ Sto bene, davvero! “. Assicura, mentre a quelle parole la corvina la osserva accigliata.

 

“ E’ per Dominique, vero? “. Chiede, mentre Jeanne si sente come un birillo appena buttato giù dalla palla da bowling. “ Non lo devi nascondere: ciò che è successo, avrebbe sconvolto chiunque. Sono passati pochi giorni da quando Garry ti ha liberata e da quando tu… “. Fa una pausa, recuperando la voce solo di lì a poco. “ Beh, da quando tu hai posto fine per sempre alle tue nozze, con le tue mani. Posso comprendere, che uccidere il padre di tuo figlio non sia stato facile “. Fa, mentre a quelle parole Jeanne sospira pesantemente per poi posarsi una mano sul ventre.

 

“ Non lo so, Mina: l’ho odiato profondamente, so che si è meritato tutto ciò. Ma un tempo l’ho amato: non è sempre stato così, sai? Ed ancora oggi mi chiedo, com’è possibile che si sia trasformato in una belva simile? È davvero colpa mia e del mio tradimento? Sono stata io a scatenare tutto questo? “. Chiede, mentre a quelle parole Mina si siede su una panchina: posa la cassetta di pesce con delicatezza, facendo cenno a Jeanne di sedersi accanto a lei. Una volta che la principessa ha fatto ciò, le due donne rimangono qualche istante ad osservare la fioca luce proveniente dal faro, in mezzo alla nebbia ed in mezzo al mare.

 

“ Non è colpa tua, Jeanne: non è stata colpa tua, né mia o di Garry, se è diventato così. Non è colpa di nessuno: era semplicemente la sua indole malvagia. Prima o dopo, sarebbe emersa comunque: se lo avessi sposato allora, forse il tuo Luca non sarebbe più stato vivo. E forse, nemmeno Garry “. Fa, posandole una mano sulle sue ora giunte in grembo. Da parte sua, Jeanne la osserva qualche istante: non avrebbe mai creduto che, un giorno, lei e Mina sarebbero potute essere così amiche. E non è avvenuto solamente perchè hanno scoperto di essere cugine: è avvenuto perchè sulla loro strada, hanno incontrato un nemico comune ed un fato simile che le ha irrimediabilmente unite, quasi come due sorelle.

 

“ Però rimango un’assassina: ho premuto io il grilletto, io gli ho sparato. Mi sono abbassata al suo livello ed un giorno, mio figlio potrebbe detestarmi per questo “. Sussurra, mentre a quelle parole Mina la fissa qualche istante: percepisce le emozioni di Jeanne. Si sente responsabile di un gesto che in fine, non ha compiuto: aver ucciso Dominique. È vero si, lei gli ha sparato. Ma deve sapere il resto della storia, non è giusto pensa la corvina, che si senta in colpa per una cosa che non ha commesso.

 

“ Non lo hai ucciso tu, Jeanne “. Rivela, le sirene dei fari sono ora il solo rumore mentre la bionda osserva incredula l’ex cognata e cugina, mentre dal canto suo Mina continua ad osservare il mare davanti a sè, seppur questo sia immerso nella nebbia più totale. “ Tu hai premuto il grilletto, ma lui era ancora vivo quando tu e Garry ve ne andaste, assieme a mio fratello e mio padre. Dominique era vivo, seppur ormai prossimo alla morte “. Spiega, mentre Jeanne rimane a dir poco agghiacciata.

 

“ Come, vivo? Vuoi dire che ora, lui…? “. trema alla sola ipotesi che quel folle di suo marito sia ancora vivo, che mossa a pietà Mina lo abbia lasciato fuggire. Ma la corvina scuote il capo, rassicurandola.

 

“ Dominique Lunettes Hikari è morto e sepolto, Jeanne: non devi più temerlo. Ma non sei tu la sua assassina “. Spiega, mentre inevitabilmente la Principessa sospira sollevata.

 

“ Come non sono io? Cosa stai cercando di dirmi? “. Chiede la bionda, mentre Mina sospira pesantemente per poi decidersi a prendere parola.

 

“ Quando tu e la mia famiglia ve ne andaste, io mi accorsi che Dominique era ancora vivo: rimase un bastardo infame fino alla fine. Si vantò di ciò che aveva fatto a Garry, di ciò che aveva fatto servendo Vincent, di ciò che aveva fatto a te… ed a me “. Mormora, portando a sua volta una mano al ventre e sperando non sia accaduto ciò che teme, in quella dannata notte di luna rossa. Jeanne rimane a dir poco incredula, tuttavia la cognata riprende parola di lì a poco. “ Stava morendo, eppure non dimostrava pentimento. Poi, improvvisamente iniziò a soffrire: probabilmente era l’argento, che lo stava avvelenando in modo irreparabile. A quel punto… “. Trema lievemente la corvina, mentre è ora Jeanne a stringere le sue mani nelle proprie e che cerca di farle coraggio. “ Con le sue ultime forze, mi chiese di porre fine alle sue sofferenze come aveva fatto lui, anni prima, con nostra madre. Mi chiese di divorare la sua vita e recuperare il mio potere originale “. Sentenzia, agghiacciando sul posto l’altra donna, le sirene dei fari suonano ancora una volta e la loro luce fioca si riflette un istante negli occhi di Jeanne.

 

“ Oh mio Dio… Mina… “. Mormora la Principessa di Veritas, non sapendo se essere sollevata per aver scoperto di non essere un’assassina, oppure sconvolta ed amareggiata per la povera Mina.

 

“ Io pensai: no. No, non si merita una simile cortesia da parte mia, non si merita che lo aiuti e che ponga fine alle sue sofferenze. Deve patire fino all’ultimo dolore, deve soffrire come hanno sofferto le persone che ha preso di mira! Ma… ma era mio fratello, Jeanne! Era mio fratello gemello, che lo volessi o meno avevamo un legame molto forte! “. A quelle parole Jeanne le pone una mano sulla spalla, cercando di confortarla come può: è vero, lei ha sofferto in quelle nozze senza amore. Ma cosa deve aver sofferto Mina, che con Dominique aveva un legame di sangue ancor più stretto del suo? Cosa deve aver passato pensa, sua cugina in tutto quel tempo? “ Accettai: proprio come fece lui con la mamma, anche io divorai la sua vita. Assorbii la sua zydrate ed il suo potere. Quindi Jeanne, non sei tu l’assassina di tuo marito: sono io “. Fa, mentre a quella frase Jeanne la attira a sè per poi abbracciarla, stringendola forte a sè e mentre, da prima sorpresa in fine l’altra donna ricambia il suo abbraccio.

 

“ Ti prometto che da oggi, sarò sempre con te. Non dovrai mai più affrontare nulla da sola, ci sarò io al tuo fianco! Sei mia cugina e ti voglio bene, non scordarlo “. Assicura la bionda mentre, dopo l’ennesimo suono della sirena dei fari, Mina annuisce rassicurata.

 

“ Grazie… “. Sussurra solamente, riflettendo: è il momento per lei, di rivelare a Jeanne anche il resto della storia e ciò che le successe la notte di luna rossa. Ora pensa, entrambe non sono più sole. Entrambe possono contare l’una sull’altra, come fossero due sorelle.

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Capitolo 5
*** Lava ( Dominique x Fukiko ) ***


Lava - Dominique & Fukiko
 

La giovane dalla chioma bionda sistema la sua nuova lampada di lava, sulla mensola appena aggiunta all’immenso scaffale che occupa praticamente tutta la parete della sua stanza. “ Ah! Che bel colore ha “. Sentenzia solamente la fanciulla dai boccoli dorati, andandosi poi a togliere il cappello e posandolo su una sedia. O meglio, questo è il suo obiettivo: una sensazione strana precede una ventata bollente, che le fa cadere il copricapo a terra non appena snoda il nastrino che lo teneva fermo. “ Ma cos’è…? “. Non fa in tempo a terminare la frase. Colei che non è altre che Fukiko Hikari si guarda intorno spaesata, per poi riprendere parola di lì a poco. “ Chi c’è qui?! “. Chiede solamente l’ormai adolescente figlia di Jeanne, ma la risposta a quella domanda è semplicemente una tetra risata. “ Chi cavolo sei?! “. Grida poi la ragazza, alterandosi nel capire che effettivamente nella stanza c’è solo lei. Allora pensa, chi mai ha riso in quel modo tetro? Una nuova risata è la risposta a quella seconda domanda, ma stavolta la Principessa di Veritas si innervosisce e, senza pensarci su ghiaccia buona parte del pavimento. “ Vieni fuori, bastardo! “. Sentenzia, afferrando il pugnale che tiene sempre sotto la gonna dell’abito in caso di necessità. Per un momento tutto sembra placarsi: nessuna risata, nulla di inconsulto. Le lampade di lava collezionate negli anni sono ben posizionate al loro posto, nulla di che fuori dall’ordinario. La ragazza sospira pesantemente: forse pensa, il litigio con suo fratello Luca e tutto ciò che è successo in seguito con sua madre l’ha destabilizzata e le ha fatto udire cose inesistenti, pensa. Mette il pugnale posato sul tavolo, ma non appena si avvicina alla nuova lampada acquistata non può fare a meno di gridare.

 

Il liquido presente nella lampada sembra essere fuoriuscito: cade ben presto sulle mensole sottostanti, liquefà ogni cosa tocchi e, in fine, cade sul pavimento ed avanza verso di lei. “ Lava? Ma che cosa…? “. Sussurra terrorizzata la ragazza, indietreggiando ed iniziando a tremare come una foglia: il fuoco pensa, le ha sempre fatto tanta paura. “ No, no!! “. Grida solamente l’unica figlia di Dominique e di Jeanne, indietreggiando e chiudendo gli occhi spaventata: morire bruciata dalla lava, certo è la morte peggiore che potesse capitarle in sorte! “ Non voglio morire, non voglio! “. Fa, sentendo la lava ormai di fronte ai suoi piedi. Un tocco sulle sue spalle la fa sussultare: fa per aprire gli occhi, ma una voce la fa desistere da tale proposito.

 

“ Io ti consiglierei di non farlo. O vedrai nuovamente il fuoco e la lava che tanto ti spaventano “. Ridacchia il proprietario di tale voce: il suo tocco è gelido, ma Fukiko riesce ben presto a riscuotersi: nonostante sia ad occhi chiusi, lo vede: vede colui che in precedenza l’ha innervosita ridendo, colui che suo fratello Luca tanto odia e che invece lei tanto ama ed ammira. Riconoscerebbe tra mille quell’alta uniforme da capitano: è lui. La vera domanda è: cosa ci fa in quel luogo?

 

“ No, non è possibile! Voi siete morto, com’è possibile che siate qui davanti a me?! “. Chiede agitata la giovane: ora che quella figura è di fronte a lei non avverte più il suo tocco gelido sulle spalle, ma ugualmente trema di paura: sa bene che i morti dovrebbero rimanere tali e che è solitamente così, ma sa anche cosa stia succedendo con la maledizione del Re Pazzo, sa bene che non sempre i morti lo rimangono: la prova è suo nonno Kaname, creduto morto per anni ed anni per poi scoprire che era solo caduto in stato catatonico. O lo stesso Vanitas Lunettes, il cui spirito sta ancora creando problemi ai suoi discendenti. Possibile che anche quell’uomo…? “ Padre? “. Mormora solamente, una semplice parola che tuttavia, fa sogghignare l’altro.

 

“ Oh, è bello che almeno tu mi riconosca e che non fugga a gambe levate. Ma d’altronde, non per nulla sei mia figlia “. Sogghigna malignamente colui che si rivela essere Dominique, o per meglio dire il suo spirito.

 

“ Ma com’è possibile? Voi… la mamma ha detto che siete morto anni fa, prima che io nascessi! Come può essere che ora siate qui, di fronte a me? “. Sussurra incredula la bionda, mentre il suo sguardo ne incrocia uno gemello: lo sguardo di suo padre, quello che suo fratello Luca non potrà mai scordare e quello che ancora turba sua madre, ogni volta che lo rivede in lei. Odia questa cosa: odia come sua madre la tratti ogni volta che vede il suo sguardo, non sopporta quello sguardo terrorizzato e quasi disgustato, non sopporta che in seguito finga che vada tutto bene quando, in realtà, lei percepisce benissimo che non è così.

 

“ Invece sono qui, prigioniero di questa dimensione che non appartiene né al mondo dei vivi né a quello dei morti “. Ribatte Dominique, interrompendo i pensieri della figlia che, di riflesso, continua ad osservarlo sorpresa. “ E questo per colpa di tua madre e di quel bastardo di un Hunter. Mi hanno separato da te ancor prima che nascessi, non mi hanno permesso di starti accanto “. Spiega, mentre la ragazza lo osserva shoccata, scuotendo il capo e portando istintivamente una mano al petto.

 

“ Perchè? Mia madre non mi ha mai detto che è stata lei a… “. Non riesce a terminare la frase: quasi le sembra che il cuore voglia uscire dal petto, tanto batte accelerato. A quelle parole lui sogghigna ancora una volta, portando una mano sul viso di sua figlia, che immediatamente rabbrividisce a quel tocco gelido.

 

“ Invece si: è stata lei, mi ha ucciso per poter stare insieme a quel volgare Hunter. E non solo: ti hanno messo contro tuo fratello, riempiendogli la testa di bugie su di te e su di me “. Continua, alterando la realtà a suo piacimento: è vero che Jeanne lo ha ucciso, ma ha avuto certamente le sue buone ragioni e non è stato certo per dividerlo dalla bimba che ancora portava in grembo. “ Ma queto può cambiare, se lo vuoi anche tu “. Prosegue poi, mentre Fukiko non può fare a meno di cadere in ginocchio, sentendo quasi come se il cuore si fermasse in quel preciso istante.

 

“ E come? “. Chiede semplicemente, mentre a quella frase lui capisce di aver attirato la sua attenzione.

 

“ Quando quella bastarda di tua madre mi sparò con la pistola antivampiro, dopo la mia morte lei e tua zia Mina sigillarono il mio corpo. Proprio qui, a palazzo Lunettes “. Rivela, mentre Fukiko sgrana gli occhi shoccata: come sarebbe? Se il corpo di suo padre fosse lì, lei lo saprebbe di certo! “ Tu non lo potevi sapere: lo hanno nascosto nell’area proibita, quella in cui non sei mai entrata a causa dei sigilli. Ma tu, figlia mia… tu sei la chiave che può cambiare tutto ciò “. Rivela l’ex capitano delle guardie reali, mentre a quelle parole Fukiko sussulta.


“ Io? E come? Mia madre mi ha proibito di… “. Ma viene bruscamente interrotta poco prima di terminare la frase.

 

“ Tu sei Fukiko Lunettes! Sei mia figlia, nessuno può impedirti alcun che! E se vuoi che ritorni da te, devi fare esattamente ogni singola cosa che ti chiedo. Capito? “. Si innervosisce suo padre, stanco di quella reticenza da parte di Fukiko, che non fa in tempo a dire null’altro: un intenso dolore al collo, gocce scarlatte a terra. Se prima non lo sapeva, ora ha appreso che anche gli spiriti possono mordere qualcuno e berne il sangue. Quelle gocce scarlatte cadono a terra e, nel giro di poco sembrano nuovamente creare un lago di lava. A quella vista e a causa del dolore, la ragazza grida terrorizzata, poi un forte calore invade il suo corpo.

 

Fukiko si ridesta di soprassalto, confusa: porta una mano al capo, ma che le è successo? Subito ricorda gli eventi e si guarda intorno, solo per scoprire che non c’è lava a terra: le sue lampade sono tutte in ordine sugli scaffali, inclusa quella rossa appena acquistata. “ Che succede..:? “. Sussurra semplicemente l’unica erede di Dominique e Jeanne, facendo per alzarsi. Ma gocce scarlatte la fanno sussultare: istintivamente porta una mano al collo, notando di stare sanguinando da quello che ha l’aria di essere un morso. Istintivamente porta lo sguardo al ritratto appeso alla parete. “ Padre… “. Mormora solamente, capendo che forse, tutto ciò che è successo non è stato solo un incubo. E la prova è che il morso è molto più che reale, malgrado lo abbia ricevuto solo in quello che pareva un sogno. In oltre pensa, come ha fatto a svenire così improvvisamente? Ben presto le risposte arriveranno, ma questo la fanciulla non può ancora saperlo.



 
 

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Capitolo 6
*** " Ti voglio bene anche se non sembra " - ( Vanitas x Ivar ) ***


" Ti voglio bene anche se non sembra " - Vanitas & Ivar
 

Per qualche istante il Principe Ivar e Re Vanitas si guardano, senza proferire verbo. Il quartogenito di Vanitas ed Ivy non distoglie un momento lo sguardo da suo padre, d’altro canto anche lui continua a fissarlo intensamente. Ma da quello sguardo si può leggere anche un altro sentimento: sembra quasi sia ferito, uno sguardo che da molti anni non assumeva più. “ Come puoi dire questo, Ivar? “. Sibila solamente il Re Bambino, mentre il figlio lo osserva per poi, incapace di sostenere oltre il suo sguardo duro, abbassare il proprio.

 

“ si, è così! Potete darmi tutti gli schiaffi che volete, non cambierà ciò che penso “. Sentenzia, portando una mano al punto dolorante e in cui in precedenza il padre gli ha dato uno schiaffo, forse il primo nella sua vita. Ma anche così, il suo pensiero non cambia: suo padre non lo ama, non lo ha mai amato tanto quanto ha amato le gemelle o Kevin. Non lo ha mai considerato un degno erede del clan della Luna Blu, non lo ha mai considerato un suo degno erede. Fa male. Fa male più che mille schiaffi, pensa il corvino: fa male sapere che il padre che ha tanto ammirato, non lo ha mai amato. O almeno, questo è ciò che pensa. “ Amate Kevin, amate le gemelle! Ma non me! Non mi amate, ditelo! Siate sincero per una volta! “. Fa semplicemente il sedicenne, mentre a quella frase Vanitas lo guarda decisamente shoccato.

 

“ Ma come puoi pensare questo, Ivar? Come puoi credere una cosa simile? “. Chiede, sinceramente sconcertato e non capendo. O forse pensa, forse sa la ragione per la quale suo figlio pensa una cosa simile: mentre con Luna, Amalia e Kevin è sempre stato un padre presente, mentre per il terzogenito ha addirittura messo a rischio la propria vita pur di salvarlo e spezzare la maledizione del Re Pazzo, non si può dire che sia stato questo pullulare d’affetto per Ivar. Certo, non lo ha mai maltrattato. Tutavia, forse il non dimostrargli quanto invece tiene a lui gli ha creato dei complessi, lo ha fatto sentire non amato quando invece non è affatto così.

 

“ Lo penso perché è vero…“. Sibila solamente il ragazzo, scuotendo il capo quasi rassegnato. “ Mai una volta… una volta sola, padre. Mai una volta in vita mia ho ricevuto un abbraccio da voi, o mi sono sentito dire ciò che avrei sempre voluto: che mi volevate bene ed eravate fiero di me. Mai una sola, singola volta “. Si sfoga finalmente il ragazzo, mentre a quelle parole anche Vanitas rimane sconcertato e sconvolto, come se una freccia o la lama di un pugnale lo avessero appena colpito in pieno petto. Ha sempre avuto altissime aspettative su Ivar, che un giorno sarebbe stato il suo degno successore ed erede al trono per svariate ragioni. Ha riposto grandi speranze in lui ma ha sempre cercato di non renderlo un debole, ma evidentemente ha fallito su tutta la linea: invece di temprare il carattere del figlio ha finito per farlo sentire non amato, per farlo sentire male.

 

“ Mi… mi dispiace “. Mormora solamente il Re di Veritas, mentre il figlio può finalmente sfogarsi in un pianto liberatorio e tiene ancora la mano sulla guancia, come se quello schiaffo, il solo contatto avuto con suo padre malgrado non sia esattamente quello sperato, rappresenti qualcosa per lui. Come se fosse una sorta di ancora o una cosa simile. “ Io… hai dovuto affrontare tutto questo da solo: ti chiedo scusa, figlio “. Mormora solamente l’erede di Kaname e Luna, avvicinandosi e posando una mano su quella del figlio, scostandola lentamente e notando il punto lievemente arrossato. “ Avevo grandi aspettative su di te: mio erede, prossimo Re del regno di Veritas. Non volevo crescessi debole, ma ho finito per renderti infelice. Mi dispiace così tanto… “. Ripete, mentre anche lui non riesce a fare a meno di lasciar andare alcune lacrime: essere re non significa non piangere mai, piangere non è un segno di debolezza e lui ormai, questo lo ha imparato. “ Ma non devi mai dubitare “. Continua il discorso, posando la fronte su quella del figlio e portandogli la mano dietro la nuca. “ Io ti voglio bene, anche se non sembra. Mi dispiace che ti sia sentito poco amato, ma posso prometterti una cosa “. Senza esitazione, il primogenito di Luna e Kaname prende la mano del figlio e la stringe forte nella sua, continuando a guardarlo intensamente e tenendo la fronte appoggiata a quella di lui. “ Ti prometto che d’ora in poi non sarà più così. Ti prometto che mi riscatterò ai tuoi occhi e che non dovrai mai più dubitare dell’affetto di tuo padre per te. Accetti di mettermi alla prova? “. Chiede, mentre a quelle parole il pianto di Ivar si tramuta da uno di disperazione ad uno di gioia, mentre le emozioni lo sopraffanno. Non può fare a meno di annuire, continuando a piangere ed abbracciando forte suo padre, così forte che quasi sembra non volerlo più lasciare andare.

 

“ Certo che accetto, maestà! “. Fa semplicemente il corvino, mentre d’altro canto suo padre si sente sempre più fiero ed orgoglioso di lui. E per la prima volta, finalmente decide di non pensarlo solamente am di dirlo chiaramente.

 

“ Ivar “. Lo chiama solamente, una volta sciolto l’abbraccio ed asciugando gli occhi del figlio dalle lacrime con il pollice. “ Ti voglio bene, anche se non sembra. E sono fiero dell’uomo che sei diventato “. In quel momento il giovane principe sente qualcosa spezzarsi in lui: è quel senso di inadeguatezza, che lo sta lentamente lasciando libero dalla propria ingombrante presenza e lascia spazio alla sola gioia che quel momento ha portato, ed è certo che anche per suo padre sia la stessa cosa: lo può sentire dal ritmo a cui scorre il suo sangue, cosa che prima gli risultava difficile ma che ora, quasi gli è venuta naturale.

 

“ Vi voglio bene anche io,padre. Non sapete quanto “. Mormora solamente, sorridendo finalmente ed asciugandosi le ultime lacrime: sa che c’è una battaglia da affrontare, ma sa anche che ne usciranno vincitori. Insieme.

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Capitolo 7
*** Occhi color ghiaccio ( Amber x Dominique ) ***


Occhi color ghiaccio - Amber & Dominique
 

La giovane dalla chioma corvina raggiunge colui che da poco tempo è suo marito: lo osserva qualche istante con pura ammirazione, mentre lui rimane immobile di fronte alla finestra ad osservare la luna, per ora pallida, al di fuori di essa. Sorride lievemente, per poi avvicinarsi lentamente a lui ed abbracciandolo da dietro, posando il viso sulla sua spalla. “ Mio amato marito… “. Lo chiama solamente la fanciulla, mentre il giovane dalla lunga chioma corvina volge lo sguardo verso di lei.

 

“ Amber “. Un nome: il nome di sua moglie, la sua terza sposa. La donna che ha ucciso la sua seconda moglie con la Zydrate, la donna che invece di punire ha finito per sposare. Non sa se l’ama: sa solo di essere irrimediabilmente attratto dai suoi occhi. Innamorato di quegli occhi di ghiaccio, spietati quanto lo sono i suoi.

 

“ A cosa pensi? “. La voce della corvina riporta il Principe Dominique, ora capo dei ribelli, alla realtà. “ Se pensi a quanto successo, mi dispiace: non volevo perdere le staffe “. Si scusa solamente la donna, memore del battibecco tra lei ed il marito quel mattino stesso. Nulla di grave certo, ma non le piace che sia in collera con lei. A quelle parole, l’erede di Veronica ed Antoine punta il suo sguardo di ghiaccio in quello di lei.

 

“ Dimmi una cosa, Amber “. Inizia il discorso, mentre la donna annuisce quasi del tutto dipendente da quello sguardo, da quegli occhi glaciali ma bellissimi. “ Perchè mi hai sposato? Perché mi ami? “. Chiede. La domanda potrebbe spiazzare chiunque, qualunque moglie rimarrebbe perplessa da quelle parole. Qualunque donna, ma non lei. Lei, che annuisce con determinazione: certo che ha sposato Dominique perché lo ama. Lo ama, l’ha sempre amato sin da quando era capitano della guardia reale, prima al fianco di Vanitas poi di Vincent. L’ha amato al punto di uccidere Lagherta per prenderne il posto, lo ama al punto che sarebbe disposta a fare qualunque cosa, se lui gliela chiedesse. Qualunque, anche la più bieca e senza il minimo rimorso. “ E cos’è che ami di me? “. Le chiede ad un certo punto lui, mentre la donna non esita neppure per un solo istante.

 

“ Ho amato sin da subito i tuoi occhi glaciali: quegli occhi di ghiaccio, così uguali ai miei. Ho amato il tuo carattere spietato, il fatto che non lo nascondessi dietro una maschera di finto perbenismo. Ho amato come guardando te, io potessi rivedere me stessa e tutto ciò che sono, come fossimo due parti della stessa unità. Così ho capito che avresti dovuto essere mio a tutti i costi. Non mi importa se non mi ami: imparerai a farlo, con il tempo “. Senza che possa rendersene conto, Amber si ritrova spalle al muro con i polsi bloccati in una salda presa che, tuttavia, non risulta essere affatto dolorosa per lei. “ Hai sete…? “. Chiede solamente la fanciulla, inclinando leggermente la testa di lato e pronta ad offrire il suo sangue. A quelle parole Dominique la fissa intensamente, un brivido non esattamente di paura passa lungo tutto il corpo di lei, fasciato dal succinto abito nero.

 

“ Davvero, anche se io non ti amo tu continui a farlo? “. Chiede semplicemente lui, sembrando essere sinceramente curioso di sapere la risposta di quella domanda e mentre lei annuisce. In seguito i loro occhi di ghiaccio si perdono gli uni in quelli dell’altro.

 

“ Mi auguro, anzi so che un giorno tu mi amerai. Io ci riuscirò, lo so. Tu mi amerai, Dominique Lunettes. Mi amerai “. Fa semplicemente la donna, mentre in quella circostanza, con quelle parole Amber gli ricorda inevitabilmente sé stesso con la sola ed unica donna che abbia mai amato e che, lo sa, ancora oggi ama ed è la sua più grande ossessione.

 

“ Allora moglie mia, ora dammi il tuo sangue “. Mormora solamente il corvino, prima di affondare le zanne nel collo di Amber che, lievemente colta di sorpresa si lascia sfuggire un intenso gemito di piacere, poggiandosi al muro per evitare di cadere, le sue mani saldamente bloccate dalla presa ferrea del marito. A qualunque donna, questa presa potrebbe far male ed i lividi che ne conseguiranno potrebbero seccare. Ma non ad Amber, anzi: a lei, sentire un po' di dolore sembra quasi piacere. Proprio come, pensa, colui che ha sposato e che non smetterà mai di amare. Avrebbe tante cose da dire, ma evita: non vuole rovinare il momento, non vuole far arrabbiare Dominique. Anche se, pensa tra sé e sé, è convinta che bere il suo sangue sia cento volte meglio per lui, che bere quello di quell’arrogante principessina viziata di Jeanne. Un momento, pensa la corvina: si sta forse mettendo in competizione con la prima moglie di Dominique? Quella che per le leggi di Veritas, potrebbe essere ancora sua moglie seppur sia ora sposata con Garry Perry? Cosa le prende? Ha forse paura di lei? No, pensa: no. Non può esistere una simile possibilità.

 

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Capitolo 8
*** Stampa sul cuscino ( Ivar x Marni ) ***


Stampa sul cuscino - Ivar & Marni
 

La giovane dalla chioma bruna entra a palazzo, forse per la prima volta in vita sua: rimane a dir poco estasiata da ciò che vede. Il colore prevalente è il blu con accenni di bianco, i soggetti dei ritratti sembrano osservarla con sguardo truce. La donna stringe tra le mani una borsa dal misterioso contenuto, mentre finalmente Nox fa la sua comparsa. “ Lady Marni, che piacere vedervi. Non sapevo foste qui “. Fa semplicemente la domestica, mentre la bruna arrossisce lievemente a quelle parole.

 

“ Nox, ne abbiamo già parlato: chiamami solamente Marni, non sono una Principessa o una nobile “. Sorride lievemente, mentre la corvina annuisce.

 

“ Ma certamente, Madame “. Fa, mentre l’altra si rassegna al fatto che, probabilmente, Nox non le darà mai del “ tu “ come fosse sua pari. “ Desiderate vedere il Principe? “. Chiede poi, intuendo per chi dev’essere venuta Marni. A quella domanda la fanciulla annuisce solamente, rossa in viso: in realtà non sa se sia una buona idea quella che le è venuta in mente, ma ormai si trova qui e, certamente, non può andarsene così su due piedi.

 

“ Si “. Fa semplicemente la bruna, mentre a quelle parole Nox annuisce.

 

“ Lo avviso subito, attendete qui “. Fa con gentilezza, mentre Marni annuisce decidendo di rimanere in attesa dell’arrivo di colui per il quale è venuta.

 

Dopo alcuni minuti Nox ritorna dall’ospite: la ragazza sta osservando il ritratto della famiglia reale attuale, rapita. “ Madame, il principe vi attende nelle sue stanze “. Riferisce poi la corvina, mentre a quella frase Marni si volge verso di lei.


“ Nelle sue stanze? “- Chiede, mentre Nox annuisce come a confermare ciò che ha appena detto. “ Oh! Beh, in tal caso… “. Senza ulteriore attesa si decide a seguire Nox, fino a raggiungere le stanze dell’ultimogenito di Vanitas ed Ivy Hikari.

 

Ivar rimane alla finestra, in attesa: Nox gli ha detto che Madame Marni è giunta a palazzo e che desidera vederlo, così le ha detto di farla accomodare nelle sue stanze. Infatti pensa, uscire non è molto saggio considerato il forte dolore alla gamba che prova e con il concreto rischio di spezzarla al minimo sforzo, considerato lo stato delle sue ossa attualmente. Un leggero bussare fa uscire il figlio di Vanitas ed Ivy dai suoi pensieri. “ Avanti “. Fa solamente, mentre a quel permesso la fanciulla dai boccoli bruni fa capolino dalla porta.

 

“ E’ permesso? “. Chiede, mentre al solo vederla lo sguardo di Ivar si addolcisce.

 

“ Marni! Entra pure “. Fa, ed una volta ottenuto il permesso la ragazza entra nella stanza per poi chiudere la porta alle sue spalle.

 

“ Come stai? “. Chiede la ragazza, memore che per proteggerla Ivar si è rotto un braccio, provocandosi un dolore indicibile date le sue fragili ossa e la loro predisposizione a spezzarsi con un nonnulla.

 

“ Bene, il braccio si è rigenerato “. Sentenzia, ed a quelle parole la ragazza abbassa lo sguardo. Fa per parlare, ma lui è più rapido: volgendosi verso di lei fa alcuni passi, avvicinandosi. “ Vorrei scusarmi con te: non so cosa mi sia preso, per gridarti addosso in quel modo. Non è colpa tua se sei stata attaccata da mio zio Luigi: tu non potevi sapere, sono stato io a comportarmi da perfetto imbecille “. Si scusa per quanto successo qualche giorno prima, quando dovette appunto difendere Marni dall’attacco di Luigi Hikari, figlio secondogenito di Kaname e Juliette e fratello minore di suo padre e sua madre. In quell’occasione incolpò la povera Marni, per essere uscita da sola ed essersi addentrata nella foresta oscura. Ma si rende conto, in realtà la colpa è sua: avrebbe dovuto avvertirla del pericolo che correva, invece l’ha tenuta all’oscuro e l’ha posta in grave pericolo, coinvolgendola nella battaglia della sua famiglia.

 

“ Sono io che mi scuso: non sapevo cosa la Terra di Nessuno celasse, o non ci sarei mai andata… “. Mormora semplicemente la giovane dai boccoli bruni, ma a quella frase Ivar scuote il capo ancora una volta.

 

“ Io avrei dovuto avvertirti, tu non hai niente di cui scusarti “. La rassicura, mentre a quelle parole lei annuisce lievemente. “ Ma dimmi: cosa tieni in quella borsa che stringi così tanto? “. Chiede curioso il bruno. A quella domanda Marni esce dai suoi pensieri, per poi afferrare ciò che si trova nella borsa misteriosa.

 

“ E’ un cuscino: un cuscino con la stampa della nostra foto sopra. So che voi vampiri non siete abituati a questo, ma per noi umani… “. Ivar rimane sorpreso, mentre prendendo il cuscino nota la stampa della foto con Marni, la sola che hanno in realtà, poco prima che lei scoprisse la sua vera natura. “ Ho pensato che un regalo così ti avrebbe ricordato che non sei solo: che sono sempre al tuo fianco, vampiro o meno che tu sia. Luigi potrebbe attaccarmi altre mille volte, ma io entrerei altrettante volte nella Terra di Nessuno per venire a cercarti e salvarti da un pericolo “. Confessa apertamente Marni, mentre a quella frase lui non ci pensa su due volte: lascia cadere il cuscino sulla poltrona lì vicina, per poi stringere Marni in un forte quanto inaspettato abbraccio.

 

“ Grazie! “. La ringrazia, sinceramene grato per quel regalo e sopratutto, per quelle parole pronunciate con quella sincerità che raramente gli è stata dimostrata al di fuori della famiglia. “ Grazie di cuore, Marni! Non sai cosa significa questo per me “. Fa, dimostrando così di aver apprezzato il regalo della fanciulla che, passato il primo momento di smarrimento ricambia il suo abbraccio con delicatezza, stando attenta a non stringerlo eccessivamente per non fargli male.


“ Troveremo anche una cura per le tue ossa: te lo prometto, Ivar. Questa battaglia ora, coinvolge anche me e ti prometto che starò al tuo fianco in qualsiasi occasione “. Assicura la ragazza, mentre a quella frase lui scioglie l’abbraccio e la fissa intensamente.

 

“ Marni… “. La chiama solamente lui in un sussurro, portando poi una mano al suo viso ed avvicinando il proprio, mentre lei chiude gli occhi forse già consapevole di ciò che accadrà e che, di sicuro, non vuole evitare.

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Capitolo 9
*** Non posso farcela senza di te! ( Jeanne x Garry ) ***


Non posso farcela senza di te! - Garry & Jeanne

Sono trascorse solo poche ore, da quando Garry è riuscito a salvare Jeanne dal suo matrimonio – trappola, in cui lei stessa era stata costretta ad imprigionarsi. La battaglia ha avuto però un inatteso epilogo: lui aveva deciso di lasciare Dominique in vita, aveva deciso che non meritasse la cortesia, se così si può dire, di essere ucciso e di porre così fine alle sue sofferenze. Ma per Jeanne non è stato così: lei non è riuscita a perdonare, o per lo meno a dimenticare tutti i traumi che quel matrimonio le ha portato, quei traumi che sono ancora troppo vivi in lei. Quelle dannate notti passate a pregare di morire, piuttosto che continuare a vivere in un inferno simile, quelle cicatrici ancora presenti sul suo corpo che l’hanno portata a prendere un’improvvisa decisione: lei stessa ha posto fine al suo matrimonio, afferrando la pistola antivampiro di Garry e premendo quello che ormai tutti hanno definito il grilletto della libertà: ha sparato a Dominique, non riuscendo a perdonargli tutto ciò che le ha fatto e tutto il dolore e la sofferenza patiti.

 

Ed ora, eccoli lì: le mani giunte al ventre, lo sguardo perso nel vuoto. Garry le si avvicina lentamente, poggiandole una mano sulla spalla. “ Jeanne… “. Mormora solamente, mentre da prima lei sussulta. In seguito tuttavia, la donna si volge verso di lui ma mantenendo sempre quello sguardo indecifrabile.

 

“ Garry, sei tu… “. Sussurra solamente la Principessa, mentre lui si inginocchia per poter arrivare alla sua altezza. In seguito posa le mani sulle sue, guardandola intensamente. “ Menomale, sei qui… “. Continua poi la donna, mentre lui la guarda un po' sorpreso.

 

“ Credevo volessi rimanere sola… “. Fa semplicemente l’erede di Haruka e Juliette, mentre lei scuote il capo.

 

“ Rimani… “. Mormora solamente la bionda, mentre lui alza lo sguardo e lo punta in quello di lei. “ Rimani, ti prego: non posso farcela senza di te “. Ammette sincera. Lui la sente tremare, le sue emozioni sono letteralmente indecifrabili. “ Non posso farcela… “. Cintinua poi la Principessa, mentre lui si alza e, dopo aver aiutato lei a fare lo stesso la stringe tra le braccia, cercando di tranquillizzarla.

 

“ Tu non hai nessuna colpa, Jeanne “. Sussurra solamente l’Hunter, mentre lei si stringe forte a lui come fosse in cerca di un’ancora di salvezza. “ Hai fatto quello che dovevi: tuo marito non meritava altro. Sappiamo entrambi che il solo modo di fermarlo, era ucciderlo: se lo avessi lasciato in vita, probabilmente sarebbe tornato a darci la caccia più spietato di prima. Non avremmo mai potuto essere felici, con lui ancora in vita. Quindi, non abbatterti… “. Fa, mentre lei dà sfogo alle lacrime troppo a lungo trattenute.

 

“ Ma così sono diventata un’assassina! Ho comunque ucciso il padre di mio figlio! “. Fa, mentre l’argento la stringe maggiormente a sé. “ Che cosa gli dirò, Garry? Che cosa gli dirò, quando mi chiederà di suo padre? Cosa penserà, quando scoprirà che sua madre è un’assassina?! “. Chiede, mentre l’Hunter non smette di stringerla forte a sé.

 

“ Se un giorno funesto tuo figlio ti chiederà mai della canaglia che lo ha generato, allora gli diremo la verità. E lui capirà, credimi: capirà che non hai avuto altra scelta “. Assicura. “ Ma ora non piangere più, eh? “. Chiede, per poi asciugare lentamente gli occhi della sua amata dalle lacrime con il pollice, per poi accarezzarle il viso. “ Saremo uniti per sempre: affronteremo qualunque cosa, insieme “. Le assicura, mentre a quelle parole lei annuisce un po' più rassicurata. La giovane dalla chioma bionda smette di piangere: ora ne è certa. Quell’incubo è finito, Garry è lì con lei e non la lascerà mai più sola. E con lui al suo fianco, lei lo sa, può affrontare qualsiasi sfida.

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