What we left behind

di CatherineC94
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Too late ***
Capitolo 2: *** Shivers, gotta leave ***
Capitolo 3: *** Whish, born ***



Capitolo 1
*** Too late ***



What we left behind


 

Avverte il suo ringhiare famelico, l’invisibile fame che deve soddisfare con il suo corpo, con la sua anima.
Le strade di Hogsmeade sono deserte. Solo lui, avvolto nel suo mantello grigio arranca il passo.
Molti anni prima, attorno a quelle case ha gioito, sorriso, vissuto.
Adesso sente il ringhiare prepotente del male, il tempo è passato senza freni, senza il sentore dell’inevitabilità.
«Dieci anni, fra dieci anni tornerò a prendere ciò che ti ho dato». 
Bilius non ci ha creduto nemmeno per un attimo, anzi subito dopo ha messo in moto il cervello, sicuro che un modo per potersi salvare l’avrebbe senza alcun dubbio trovato.
Gli occhi di quel mostro si sono stretti voluttuosi del premio che già avverte tra le grinfie, quasi sommersi dal nero opaco della sua anima e Bilius ha distolto lo sguardo.
«Vedremo» invece ha risposto.
Ma gli anni sono passati, le primavere hanno lasciato il posto alle estati e il suo sorriso, sempre più dolce, ha fatto sì che l’incombenza di quella spada di Damocle scomparisse, forse accantonata in un angolo remoto del suo cervello.
Invece quella mattina è la stessa di quella piovosa di dieci anni fa.
Ha osservato Margaret dormire, per poi seguire le linee del viso con una lenta ma progressiva carezza che nemmeno può, in alcun modo, ampliare quello che sente nel profondo.
Lei si è girata, inconsapevole.
Bilius adesso invece corre, intanto che il mastino lo segue.
Il sangue pompa veloce, la paura l’attanaglia mentre in ogni modo tenta di scappare, cambiare strada. E invece eccolo, fermo con uno sguardo fiero, come se gli stesse facendo capire che non c’è modo di scappare, che i debiti si devono pagare senza sconti.
Bilius non arretra, il suo cipiglio non si perde anzi lo sfida quasi consapevole che quella stessa superbia che quel giorno ha sfoggiato, non potrà in alcun modo salvarlo.
Decide di vagare, senza meta.
La bocca è asciutta, le parole rimangono incrostate dentro, sono tenere, infinite e tutte dedicate a lei.
Si ritrova davanti casa, nemmeno vuole entrare anche se la scorge; il braccio ormai plumbeo che pende dalle pieghe color lilla delle lenzuola di seta.
Deglutisce, tremante.
 
La mattina dopo è una semplice giornata di sole, di quelle che lasciano la dolcezza mite dell’autunno in bocca.  Stacey ha compiuto le sue faccende all’Ufficio Postale, poi ha salutato con fare sbrigativo Madama Rosmerta. 
Stringe tra le mani mele candite e ne assapora il gusto; svicola all’angolo per poi trasalire quando si ritrova la scena davanti.
L’uomo è riverso a terra, gli occhi sbarrati ed un rivolo di sangue sulla guancia destra; di lato un giovane ragazzo con i capelli rossi e l’espressione vacua.
«Cosa?» mormora lei.
«È Bilius mio fratello» singhiozza l’uomo, per poi stringere la sua mano.
«Ieri ha visto un Gramo» aggiunge straziato.
Stacey non crede alle sue orecchie, barcolla impaurita per poi correre a perdifiato lungo la stradina arroccata.
Arthur invece rimane impassibile, inginocchiato accanto al cadavere di suo fratello mentre le lacrime scendono ininterrotte.

 
Troppo tardi.

 
 

Benvenuti nel mio nuovo progetto, devo dire che ci ho pensato parecchio ed ecco qua. Come ho scrito nell'introduzione, questa raccolta fa parte di una meravigliosa iniziativa  che trovate a questo link. La canzone da me scelta è Bohemian R. dei Queen, la prima parola è Too late. Spero vi piaccia!

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Capitolo 2
*** Shivers, gotta leave ***


What we left behind


Bilius conta le sue lentiggini, infinite, come costellazioni che illuminano il cielo.
Margaret si tira indietro, per scherzare, per farsi cercare; poi si avvicina e lo stringe.
Sono solo brividi.
Semplici brividi che sanno di qualcosa un tempo profondo, che sembrano toccare anzi carezzare la sua anima.
Bilius non la comprende, spesso lei è qualcosa di così strano, imperscrutabile eppure non ne può fare a meno; non può perdere l’unico brandello di felicità che lo tiene in vita. Come nelle lontane sere d’estate, quando le ultime luci del tramonto colorano l’orizzonte e proprio là, in quel preciso istante Bilius capisce che qualcosa deve esistere.
Allora Margaret con quel fare sornione, di chi vuol apparire più semplice, lo trascina lenta, iniziando a parlare di tutto quello che le passa per la testa senza fermarsi mai.
Bilius non la interrompe, anche perché non vuole in alcun modo fermare quel dolce vociare che l’accarezza e lo trascina più in là, in un mondo che non comprende mai appieno.
Margaret ride ancora una volta.
«Che cosa ne dici?» le chiede Bilius.
Margaret non risponde subito anzi, con fare puro di chi vive senza troppe complicazioni lo stringe forte.
«Penso tu sappia già la mia risposta» sussurra piano.
Bilius ride allegro e quel tramonto sembra non riuscire a trattenere tutta la sua  immensa felicità.
 
 
Poco tempo dopo la terra sembra mancare sotto i suoi piedi.
I grandi occhi di Margaret sembrano pozze infinite, le braccia solo strette quasi fino a farle male.
Bilius non riesce a togliere gli occhi da lei, le sorride anche se vorrebbe urlare al mondo il suo dolore; Margaret sospira stanca anche se gli rivolge uno sguardo che lo fa singhiozzare da dentro.
«Troveremo un modo, tesoro» promette lui, baciando la sua mano ormai ossuta.
Margaret ancora una volta non risponde, si stringe le coperte al cuore scossa da un tremito.
«Bilius, non puoi fare più nulla» mormora dolce.
Lui scuote la testa rabbioso, trattenendo le lacrime.
«Cosa dici? Non dire così, in qualche modo riuscirò a farcela. Domani andrò da Silente» dice Bilius disperato.
«Silente non potrà fare nulla» risponde tranquilla Margaret.
« Perché dici questo? Sembra che tu non voglia essere salvata!» sbotta Bilius, mentre le lacrime rigano il suo volto incavato dal dolore e dalla paura.
Margaret sorride, uno di quei sorrisi che hanno sempre illuminato la sua vita e con fare semplice stringe la mano di suo marito.
«Devo lasciarti, Bilius non c’è altro modo» mormora tremante.
Ma Bilius non ci sta; si alza in malo modo e mentre lo sguardo incavato si volge al di fuori della finestra della stanza riflette.
Ci sono situazioni che non ha mai compreso nel mondo e nel destino degli uomini. Spesso ha pensato che ognuno ha un percorso stabilito, che il dolore fosse un bagaglio da trascinare senza farsi fin troppe domande. Invece ora, che le domande lo stanno inabissando a stento ritrova un senso.
Scorge un enorme cane nero al di fuori e capisce che il confine è labile.
 
 

Secondo e penultimo capitolo le due parole sono: shivers e gotta leave. Grazie per le visite e per aver dedicato del tempo a questo cosino che sto scrivendo .

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Capitolo 3
*** Whish, born ***


What we left behind


 
 «Non mi può resistere, tutto è inutile».
Bilius non si muove, non emette un suono. Avverte sul collo l’odore nauseabondo che emette la sua bocca, e prova in tutti i modi ad afferrare la bacchetta che ha lasciato nella tasca della veste da mago.
Ma lei è più furba, non lo lascia nemmeno avanzare di un millimetro e sul viso, quello scarno e funereo volto, nota che un sorriso malizioso si tende verso la sua direzione.
«Hai del fegato, lasciatelo dire giovane uomo. Nessun altro ha mai avuto l’ardire di arrivare fin quassù, a parte quel vecchio pazzo di Silente» gracchia quasi divertita, arretrando fino a foggiare la mano sulla poltrona logora.
La vecchia strega[1] lo studia piano, gli occhi verdi stretti come due fessure mentre un grosso cane nero si accosta alla sua veste logora.
«Non ti importa, vero? Sì, lo leggo in quella mente così limpida. Tu non hai paura della morte, anzi la evochi!»  dice entusiasta di tanta afflizione.
«Stai zitta» biascica Bilius trattenendo a stento le lacrime.
Non avrebbe mai voluto la morte, non per lei, non per loro.
«Tutti hanno un desiderio, vero? Il tuo è ben chiaro…» dichiara la strega accarezzando il pelo ebano dell’animale.
Bilius riesce ad afferrare la bacchetta e di riflesso la punta contro la strega che non accenna a tacere, perfida.
«Salvala, fallo» la minaccia lui.
La donna ride.
«Dieci anni, solo dieci e poi mi prenderò ciò che è mio» gli dice.
Il cane abbaia rabbioso, mentre lei scompare.
 
 
 
Bilius si dirige piano verso la Sala Grande.
Quella mattina di ottobre sembra più cupa del solito e già nell’aria avverte un leggero odore di autunno che ha adorato da sempre. 
Arthur lo precede veloce, con il suo solito fare impaziente, mentre con gli occhi è alla cerca della giovane Molly Prewett.
Bilius sorride di rimando, prendendo posto tra le fila dei Grifondoro.
«Weasley!».
Bilius si volta di scatto, con un leggero movimento si rende conto che Margaret Abbott lo sta chiamando dalle parti dei Tassorosso.
«Va bene, ho capito niente colazione!» mormora sconfitto, afferrando un fetta di pane tostato e dirigendosi verso l’uscita.
«Scusami, però ho bisogno del tuo aiuto. Lumacorno mi sta facendo impazzire» esclama Margaret sbuffando.
Allora Bilius per un attimo non risponde, non perché non abbia qualcosa da dire ma perché si limita a rimirare il bel volto della ragazza.
«Ci sei? Ascolta, capisco che hai tutti gli allenamenti e il lavoro sporco da prefetto, però ti prometto una pinta al villaggio se mi aiuti» dice ancora lei, spostando i lunghi capelli sulla spalla.
«Non ti preoccupare, ti aiuterò io» riesce a blaterare lui.
Lei pare sollevata; afferra la borsa.
«Grazie Bilius, adesso scappo o arrivo tardi a Trasfigurazione. Ciao!» aggiunge gioiosa.
Bilius riesce ad alzare la mano inebetito, mentre i suoi occhi la seguono scomparire nella folla di studenti che si dirigono verso le lezioni.
Non ha mai provato una sensazione del genere, mai. Come se fosse appena nato, sorride come un’ebete, senza un motivo.
Quella mattina, che sembra ordinaria finalmente riesce ad avere un senso e l’avvolge mite facendolo beare della delicatezza della sua voce.
«Bilius? Sembra che un bolide ti abbia colpito, fratello!» esclama Arthur stranito.
Bilius gli getta un’occhiata indispettita.
«Hai trovato la Prewett?» chiede invece lui, provando a sviare il discorso.
 
 
 
 

Siamo arrivati alla fine purtroppo, le ultime due parole sono: whish e born. Vi ringrazio davvero per il supporto. Grazie di cuore.

 [1] La Strega di Wookey Hole:"A Wookey Hole(Somerset) in particolare ci sono innumerevoli credenze su quello che è il suo mondo sotterraneo, la più famosa tra tutte narra di una vecchia donna con un cane e delle capre che viveva in solitudine in una delle sue grotte. A questa donna venivano attribuite le disgrazie che accadevano nei vicini villaggi e così l’abate di Glastonbury Abbey inseguì la strega in un passaggio stretto noto come Hell’s Ladder lanciandole dell’acqua benedetta. In questa Caverna tutt’oggi è presente la pietra in cui si trasformò la donna nota come la Cucina della Strega".

 

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